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MASADA 1637 n° 30-3-2015 LA DITTATURA DELLA STUPIDITA’

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MASADA 1637 n° 30-3-2015 LA DITTATURA DELLA STUPIDITA’
Viviana Vivarelli
(Nelle immagini: grandi fotografi)
Manifestazione di Landini – Perché molti non hanno partecipato – La Cassazione delle meraviglie: Sollecito e Amanda assolti – Solo in Italia tre gradi di giudizio – Ma davvero ci sarebbero 79.000 assunzioni a tempo indeterminato??- Sospesa al momento la legge che permetteva lo spionaggio informatico – Vogliamo regalare ore di lavoro al padrone?- Quale futuro energetico per l’Europa – Il M5S e Landini – E avanti con l’Italicum! – Il salvataggio della finanza americana sulle spalle dell’intero pianeta – Il malaffare e le regole per gli altri- Minoranza Pd: che fregatura!

C’è una dittatura anche maggiore di quella di Renzi.
Ed è quella della stupidità e del servilismo.
I test d’intelligenza a cui furono sottoposti piddini, grillini e salviniani davanti a tre cubi di Rubik su cui era scritto Renzi o Grillo o Salvini furono stupefacenti: impiegarono tre secondi per inghiottirli. :-)
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Viviana
Sic caput…
Sono costantemente offesa dai post di certuni che sono convinti che nell’insulto facile ci sia della genialità oltre che un particolare godimento. Purtroppo l’era renziana ha prodotto questo sciame di boccaloni dal cervello vuoto ma dall’insulto facile, totalmente sconnessi dalla realtà oltre che dal buon senso. Con Berlusconi abbiamo avuto la volgarità al potere. Ma con Renzi abbiamo proprio l’apologia della stupidità.
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Alessandro Gilioli
“Berlusconi si è confrontato, ha avuto scontri e anche accordi: qui siamo di fronte ad un governo che sta rifiutando di confrontarsi con i sindacati e che ha addirittura cancellato l’articolo 18 e rende possibili i licenziamenti. Quello che sta facendo il governo Renzi non era mai successo nella storia del nostro Paese: si mettono in discussione principi della Costituzione, e qui c’è una regressione pericolosa e grave”.

ELSA MORANTE
“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.
Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, divenne un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, la megalomania sfrenata, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico.
In Italia è diventato il capo del governo.
Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico ingenuo e volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”
(Il testo è del 1945 e si riferisce a Mussolini)


(Gianpaolo Barbieri)

MANIFESTAZIONE DI LANDINI
Novastra chitarra

La “coalizione sociale” parte proprio dal principio che nulla può essere come nel passato. I sindacati, cosi come sono stati concepiti, stanno perdendo colpi e servono più che mai nuove forme di organizzazioni per il beneficio di tutti non solo per i lavoratori: i senza tetto, i senza casa, studenti, lavoratori part time, lavoratori con stipendi da fame, i poveri e tutti quelli che si sentono inutili, senza voce in capitolo su nulla, le organizzazioni anti mafia, immigranti, i movimenti ecologici e politici, insomma tutti quelli che sentono il bisogno e hanno la forza di rifare una società dove le disuguaglianze si accorciano, dove il potere è più equo. La “Coalizione” deve inserirsi nel diffuso senso di paure e incertezze, nelle ansie create da una società guidata da gente retrograda e falsa.


(Gianpaolo Barbieri)

Viviana Vivarelli

La democrazia diretta ha come principio che le battaglie si fanno per finalità ritenute giuste e non per obbedienze di bottega o per copyright di partito.
Sembra però che questa idea di operare per il bene di tutti e non per l’ubbidienza a pochi non sia attecchita nemmeno nel M5S, visto che sulla manifestazione di Landini per i diritti del lavoro, il silenzio di Grillo e Casaleggio è stato assordante, visto che abbiamo sentito solo le poche parole di Di Battista, visto che sul blog di Grillo molti hanno sparato addirittura contro Landini, mentre la battaglia per i diritti dei lavoratori e per una partecipazione politica più rappresentativa dovrebbe essere nelle finalità più forti del M5S.
Davvero sono molto delusa non solo da Grillo e Casaleggio, ma anche dei nostri rappresentanti del M5S in Parlamento e da tanti che si dichiarano 5stelle mentre sono solo dei settari qualsiasi che aspettano il fischietto dell’arbitro per muover palla e non sanno pensare con la propria testa né prodigarsi per il bene di tutti.
Quando si trattò di fare la sx arcobaleno che unisse la sx estrema coi no global, quelli di sx rifiutarono un voto che li avrebbe ‘contaminati’, difesero una presunta ‘purezza’ contro una possibile unione sulla base di obiettivo comuni, oggi non è cambiato niente, siamo sempre lì, come se ogni cosa che non nasce da un partito dovesse essere rifiutata da chi appartiene a quel partito. Di nuovo, oggi come ieri, l’appartenenza vince sulla valutazione etica. L’individuo si perde nella servitù. Morta l’ideologia, muore anche l’ideale, e resta solo l’ubbidienza a chi comanda.
Per me chiunque difenda i diritti del lavoro ha la mia approvazione e se avessi potuto, ieri, a Roma ci sarei stata e,come ho fatto per il referendum del divorzio o contro la privatizzazione dell’acqua,contro il nucleare o contro i contributi pubblici ai partiti, perché era giusto e non perché lo diceva il mio capopartito, così oggi non ho bisogno del consenso e del permesso di uno che decide per tutti per sapere da sola cosa è giusto e cosa no. E se 4 anni fa Grillo e Casaleggio ritenevano giusto difendere i precari e i senza lavoro, non accetto che oggi i diritti violati dei lavoratori li trovino in questo silenzio vergognoso e inquietante per cui, tra tanti temi del giorno più o meno demenziali, non ci sia nemmeno posto per un blog dedicato, ‘oggi, ai diritti del lavoro violati.
Se per partecipare ad una battaglia dobbiamo avere il beneplacito dei capetti di turno, se dobbiamo pensare con la loro testa perché la nostra l’abbiamo messa all’ammasso, ciò vuol dire che in questo Paese il concetto stesso di democrazia diretta non è mai nato, perché continuiamo ad essere solo dei servi non pensanti che seguono solo i comandi del capobranco.
L’essere umano scopre la libertà nel suo giudizio libero. L’essere è guidato dal dover essere. La ragione pratica deve seguire il giudizio etico, ma che etica può esserci dove esiste solo l’ubbidienza cieca, il settarismo, l’appartenenza incondizionata, la faziosità fine a se stessa?
Il danno maggiore che l’assenza di democrazia ha fatto in Italia non è quello economico, nel pieno disastro del Paese, ma quello perpetrato alla libertà interiore di ciascuno per cui troppi hanno dismesso la loro capacità di giudizio rimettendosi agli ordini di chi comanda. Ma chi sostituisce la propria testa con la testa di un altro, ha smesso per sempre di sperare di essere un uomo libero.
Con questo solipsismo stupido e autoreferenziale non andremo da nessuna parte.


(Gianpaolo Barbieri)

MeccanicoTurnista
Landini ha ragione da vendere quando afferma che Renzi è molto peggio di B. Detto questo, basta tradurre il vocabolario usato dallo statista di Rignano e dai suoi amichetti per capire di che si parla:
– RIFORME: messa in sicurezza del capitale con eliminazione dello stato sociale
– GUARDARE AVANTI: continuare a licenziare, sopprimere, eliminare diritti a tutto vantaggio dei padroni;
– CE LO CHIEDE L’EUROPA: di voi popolaccio infame ne ne fotto;
– ABBASSO I GUFI: ovvero quelli che ancora si baloccano con stupidate come la democrazia, la libera informazione, la Costituzione
– JOBS ACT: un tempo era la classica pedata nel sedere a chi rompeva i marroni al padrone…
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SOLLECITO E AMANDA ASSOLTI
Viviana Vivarelli

(Mi pare evidente che la vittima si sia suicidata da sola!! :-)
Dire “Cassazione delle meraviglie” è poco!
Del resto se la Cassazione ha annullato le condanne a 500 mafiosi pesantemente condannati nei gradi precedenti, se la Giustizia in Italia ha mandato in carcere per corruzione solo 11 persone, se non è arrivata a giudicare nessun politico per previa prescrizione, se ha pure graziato Berlusconi per non aver commesso il fatto, dopo che era stato condannato a 7 anni in primo grado per prostituzione minorile, possiamo aspettarci di tutto!
E se solo in Italia esistono tre gradi di giudizio e troppi processi finiscono a schifìo non possiamo lamentarci. E’ ciò che hanno voluto quelli che avete votato! Possiamo solo capire come ci siano tante civette pagate o convinte che urlano sui blog affinché si frenino le intercettazioni ai potenti e poi cadono in profondo mutismo quando un emendamento di Alfano tenta di introdurre lo spionaggio nei nostri cellulari o pc.
Può essere che l’Italia non sia un paradiso fiscale, ma certo è un paradiso penale, dove in Cassazione anche gli assassini come i pedofili o i puttanieri sono spesso graziati e in prigione ci finiscono solo troppi poveracci che non hanno santi al Governo o non godono di un megafono dei media.
Insomma in Italia i casi più scandagliati dalla cronaca nera hanno una loro profonda utilità: sono un’arma di distrazione di massa. E pertanto, per un così augusto compito di utilità politica, è giusto che finiscano in assoluzione piena.


(Gianpaolo Barbieri)

SOLO IN ITALIA TRE GRADI DI GIUDIZIO

Repubblica: I 3 gradi di giudizio per arrivare a una sentenza definitiva sono una prerogativa quasi esclusivamente italiana. In Gran Bretagna, dopo il processo di 1° grado è possibile opporsi a una sentenza soltanto rivolgendosi all’ Alta Corte, che usa un “filtro” sull’ammissibilità delle nuove prove che riduce enormemente il numero dei processi. In via di principio, la Common law su cui si basa il sistema britannico, è contraria al principio dell’ impugnabilità delle sentenze. In ogni caso, l’appello non sospende l’ esecuzione della sentenza
Stati Uniti. In genere non si arriva al giudizio d’appello. Chi vuole ricorrere dopo la condanna in 1° grado non può presentare nuove prove. Il giudizio di appello si svolge solo su “carta”. Se si dimostra che le nuove prove non potevano essere presentate prima e sono decisive, la Corte d’Appello può ordinare che si svolga da zero un nuovo processo.
Francia. Basandosi su una tradizione che risale alla Rivoluzione del 1789, è ritenuto inammissibile che qualsiasi corte di giustizia possa contraddire una giuria popolare. Attualmente, dopo la condanna di primo grado in Corte d’ assise, si può ricorrere solo in Cassazione
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MA DAVVERO CI SAREBBERO 79.000 NUOVO ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO??
ALESSANDRO GILIOLI

Oggi mi tocca scrivere una banalità. Ma tocca scriverla per via di quello che si sente dire in giro dopo la notizia – ottima – delle 79 mila assunzioni a tempo indeterminato. Di cui ieri erano strapiene le tivù e oggi i giornali. Purtroppo sono state messe in relazione con la flessibilizzazione dei contratti di lavoro del Jobs Act. Ma non è così. I dati si riferiscono al periodo gennaio-febbraio 2015. Il Jobs Act è entrato in vigore il 7 marzo. Le due cose quindi non c’entrano una mazza l’una con l’altra. L’aumento di assunzioni è invece il frutto di un’altra (peraltro benvenutissima) decisione del governo Renzi: cioè gli sgravi fiscali per le imprese che assumono nel 2015. Che ha convinto le aziende a sostituire vecchi contratti di collaborazione continuativa con nuovi contratti a tempo indeterminati, perché più convenienti. Il che, comunque, è una buona cosa, intendiamoci. Ma dobbiamo sfatare la tesi – maggioritaria nei media e nella politica, quindi diffusasi in molte fasce dell’opinione pubblica – secondo la quale togliere diritti ai lavoratori e renderli più precari porterebbe a creare più posti di lavoro. È una tesi molto discussa, sulla base delle statistiche e delle esperienze del passato. In Italia è stata finora smentita dalla successione di leggi precarizzanti degli ultimi vent’anni (Treu, Biagi, Fornero) che non hanno migliorato l’occupazione. Esiste peraltro anche una tesi contraria di cui qui si è parlato giusto qualche giorno fa: secondo la quale la precarizzazione del lavoro porta con sé – almeno finché lo Stato non interviene con un welfare molto massiccio – anche la riduzione delle sicurezze economiche di ogni persona e famiglia, quindi porta alla crisi dei consumi, al calo della domanda, e pertanto alla diminuzione della produzione quindi a meno posti di lavoro: come dice Colin Crouch, «è difficile essere allo stesso tempo lavoratori insicuri e consumatori ottimisti». Ora: i nuovi posti di lavoro non sono il frutto dell’abolizione dell’articolo 18, né tanto meno delle norme sul demansionamento e sul controllo a distanza dei dipendenti presenti nel Jobs Act. Sono il frutto della decontribuzione prevista nella legge di stabilità. Che è stata una buona scelta del governo Renzi. Ma che non ha nulla a che vedere con il resto delle scelte dell’esecutivo presenti nel Jobs Act. Queste agevolazioni fiscali durano tre anni ma valgono solo per gli assunti nel 2015. Quindi il rischio che si tratti di una “fiammata” e basta, c’è. L’effetto rischia di essere di breve durata. Ma deve essere chiaro che con la riduzione dei diritti dei lavoratori propria del Jobs Act non ha nulla a che fare. Anzi, se volessimo fare un po’ di polemica proprio sul Jobs Act, il dato diffuso ieri potrebbe portarci a dire che il boom di assunzioni a gennaio-febbraio è proprio la prova che non c’era alcun bisogno di precarizzare ulteriormente il lavoro, per creare occupazione: che bisogna intervenire su altri meccanismi. Ad esempio, la decontribuzione. Così come altri: la corruzione, la burocrazia, etc. Ma lasciamo perdere.


(Gianpaolo Barbieri)

SOSPESA AL MOMENTO LA LEGGE CHE PREVEDEVA LO SPIONAGGIO INFORMATICO
Viviana Vivarelli

Sembra che la norma del tutto incostituzionale sul Patriot Act che voleva infilare i servizi in tutti i nostri strumenti informatici sia stata ritirata.
Ci provano, sempre ci provano… e nelle cose che provano c’è un orrore supremo, c’è sempre il peggio del peggio, come in quella leggina infilata da Renzi la vigilia di Natale per depenalizzare l’evasione fino al 3%.
Ma quando sono scoperti con le manine nella marmellata e fanno un passo indietro, ecco che arrivano i similrenzi a deprecare chi li aveva scoperti e denunciati, come se nel provare e riprovare a fare il peggio ci fosse dell’eccellenza che deve essere premiata!! “Ecco- gridano i piccoli cloni- quella norma sono stati bravi a ritirarla!!” Già, ma perché avevano provato a metterla????? Sono come dei bari che gridano al complotto quando il loro giochino viene rivelato.
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Gli Italiani la libertà non l’hanno mai conosciuta.
E molti non l’hanno mai nemmeno immaginata.
Ed è difficile lottare per qualcosa che non si conosce e nemmeno si immagina.
Beniamino Franklin diceva : “Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza”. Peccato che nemmeno nel suo stesso Paese questa verità non sia stata praticata mai.
In verità ogni regime basa i suoi tagli alla democrazia e ai diritti civili sul pretesto della lotta a un presunto nemico e in ciò facendo dimostra che il vero nemico è lui stesso.
Circa il tentativo perpetrato da Alfano/Renzi di introdurre una forma di spionaggio informatico che violasse completamente la privacy informatica degli Italiani, non penso proprio che il pronto ritiro del testo dipenda dall’aver recepito una reazione popolare o dall’aver colto il contrasto paradossale tra la battaglia che ci sarà per limitare le intercettazioni ai potenti e uno strumento abnorme di violazione della privacy sui cittadini. Non credo che Renzi o Alfano si curino minimamente della coerenza e nemmeno si sono mai curati dell’opinione pubblica. In quanto alla reazione popolare al Patriot Act, questa non c’è stata affatto, anche perché la notizia non è nemmeno uscita sui media e solo il cartaceo di IFQ ne ha parlato. No, semplicemente questi delinquenti al potere si sono accorti che il Patriot Act all’italiana sarebbe stato un’arma a doppio taglio che avrebbe potuto colpire quelli stessi che volevano usarlo, cioè loro, infatti i soci del Nazareno sanno benissimo di non potersi fidare l’uno dell’altro. Berlusconi nei suoi governi precedenti ha già tenuto fermamente nelle sue mani i servizi segreti, usandoli cinicamente per carpire segreti con i quali ricattare le persone che voleva assoldare a sé. Il metodo del ricatto fa parte del sistema di governo assieme al metodo delle compravendite. Ferrara lo dichiarò cinicamente che solo chi ha cose su cui poter essere ricattato può fare politica. La politica italiana sempre più si basa su una rete di ricatti politici o di passaggi finanziari e Berlusconi, come possessore di media e gestore dell’intelligence sa come assoldare e comprare le persone che gli fanno comodo, dai giudici ai testimoni ai politici. Ma il sistema del ricatto non può diventare legale o anche i nemici di chi è al potere lo utilizzeranno. Legalizzato, rischia di rendere pubblico ciò che deve stare nascosto e le reti di omertà reciproche che legano indissolubilmente gli apparenti nemici vanificherebbero le propagande valide per gli stolti. La politica vuole che ci siano due specchi: uno falso ma palese, l’altro reale ma nascosto.
Per cui la cricca si inventerà altri sistemi per mettere se stessa al sicuro e per ricattare chi le interessa ma non appartiene al suo mondo di potere.
E in questa successione, non c’è la minima speranza che ciò che sarà fatto venga a favorire la democrazia, la giustizia e la verità.


(Mimmo Jodice)

Zip
E’ invece passata (inosservata) la norma che introduce la INTERCETTAZIONE PREVENTIVA (X 2 anni) e anche solo per la semplice IPOTESI DI REATO.
Norma assai più pericolosa di quella appena momentaneamente stralciata. Per cui c’è poco da ridere. L’Italia avrebbe legalizzato l’uso, da parte dello Stato, di programmi informatici occulti capaci di intrufolarsi nei computer, leggerne il contenuto, carpirne la e-mail. Sarebbe il primo Paese europeo a introdurre una misura di questo tipo. Per trovare un provvedimento simile occorre andare negli Stati Uniti. Nel 2001, dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, George Bush figlio varò il Patriot Act. Una legge che ampliava i poteri d’intromissione di Cia, Fbi ed Nsa. Una legge dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema nel 2007.
Se il ddl fosse passato così come uscito dalla commissione Giustizia, il nostro materiale informatico sarebbe stato passibile di ispezioni, perquisizioni, intercettazioni, acquisizioni di documenti e dati personali. Anche in modo occulto. Con una “svista” ulteriore. Nel decreto non era menzionata esplicitamente la finalità antiterrorismo. In teoria, quindi, nonostante le rassicurazioni di Alfano sul “catalogo dei reati”, la polizia avrebbe potuto utilizzare i nuovi strumenti per indagini che con il terrorismo non hanno nulla a che fare.
L’emendamento è stato introdotto da Alfano. Esso prevedeva l’acquisizione di dati da remoto è stato stralciato dal decreto anti-terrorismo». Lo dice il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, e pare sia stato Renzi in persona, letti i giornali, le critiche di tecnici, procuratori e giudici, a mettere una toppa. Non si dovrebbe potere, quindi, in nome della guerra all’Is, scorrazzare per nei computer di «meri sospettati» (come denunciato dal garante per la privacy Antonello Soro). La norma era stata inserita nell’articolo 2 del decreto dalle commissioni parlamentari e permetteva, infatti, di utilizzare programmi informatici per acquisire da remoto le comunicazioni e i dati presenti in un sistema informatico. Il governo annuncia però anche che il tema sarà ripreso, con più calma, nel provvedimento sulle intercettazioni, già in commissione. Le opposizioni scommettono che il meccanismo verrà riproposto tale e quale. Solo per il momento può dunque tirare un respiro di sollievo il deputato di Scelta Civica, e informatico, Stefano Quintarelli che aveva paventato come «da domani per qualsiasi reato commesso a mezzo del computer – dalla diffamazione alla violazione del copyright o ai reati di opinione o all’ingiuria – sarà consentito violare da remoto in modo occulto il domicilio informatico dei cittadini».
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CopeiToch
Pazzesco! Alla faccia delle “intercettazioni telefoniche sono contro la privacy!”, almeno per quelle ci vuole l’autorizzazione di un giudice con relativa ipotesi di reato ma qui si rischiava un vero Grande fratello con facoltà di acquisire documenti, password conversazioni immagini, usare la webcam del tuo pc…..pazzesco. Che fermino i clandestini e controllino meglio chi entra in Italia invece!!!
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La legge era palesemente incostituzionale. Ma questi della Costituzione proprio se ne sbattono.
Art. 15
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge
.”


(Mimmo Jodice)

Zio Rage
Ed eccoci arrivati allo scopo ultimo del “terrorismo istillato”, il nuovo controllo dei poteri forti delle masse e dei popoli. Non avendone più il controllo grazie alle tv, in netto svantaggio ormai al popolatissimo internet, i poteri forti usano il terrorismo come scusa per il totale controllo delle vite delle persone. In qualche modo, dopo gli scandali Wikileaks e Snowden, bisognava pur impadronirsi della rete per tarpare le ali della libertà, no?…..oh guarda, dopo Al Quaeda è nata una nuova cellula terroristica ;).
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Viviana
La cosa gravissima è che provvedimenti di questa portata non escano dalle discussioni e scelte del parlamento e manco meno da richieste e bisogno dei cittadini, ma vengano imposti nella forma del decreto e con la forza della votazione alla fiducia da un governo in cui le leggi si fanno arbitrariamente in modo veloce, raffazzonato e cialtrone, con un leader che tenta di limitare ulteriormente la discussione al senato, trasformandone la natura e le funzioni, così che non si opponga al governo ma sia il suo tappetino di yeman.
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PERCHE’ NON REGALARE ORE DI LAVORO AL PADRONE?
Alessandro Gilioli

Che cosa sono, 7 minuti di intervallo in meno, in una fabbrica tessile che è appena passata di proprietà e mentre tante altre aziende concorrenti chiudono, licenziano, diminuiscono i salari? Niente, non sono niente. Infatti quando la sessantenne delegata sindacale Blanche torna con questa notizia dalla trattativa, sembra scontato che tutte le lavoratrici approvino, piene di sollievo. Temevano peggio, molto peggio.
Ma perché, perché bisogna regalare – tutte insieme – 600 ore di lavoro al padrone? E soprattutto: la resa di fronte a questa richiesta non aprirà la strada poi a molte altre, fino alla riduzione dei salari o dei turni, o addirittura fino ai liberi licenziamenti? Così, a fronte dell’entusiasmo delle colleghe per non aver perso il lavoro, Blanche si chiede: «E se il lavoro lo perdessimo proprio per aver votato sì?» . Ecco, dice Blanche: «Forse ci chiedono 7 minuti per vedere come reagiamo. Ci mettono alla prova. Per ottenere di più, sempre di più. Lo fanno in modo furbo: se cercassero tutto subito non l’otterrebbero, ci sarebbe uno scontro. Hanno scelto un’altra via: i 7 minuti». Uno scenario teorico, certo; solo teorico. A cui quindi di slancio reagisce con rabbia una collega, giovane e immigrata dall’est Europa: «Fesserie. Dovremmo ringraziarli, altro che rifiutare. Io voto sì, e subito». E un’altra, diretta a Blanche: «Ma tu per un’idea vuoi mettere in discussione il lavoro, che è una cosa concreta?».
Si intitola appunto “7 minuti – consiglio di fabbrica”, il libro di Stefano Massini da poco uscito per Einaudi con i testi di una pièce teatrale che è stata messa in scena, poco prima della morte, anche da Luca Ronconi.
E c’è tutto il lavoro dipendente contemporaneo, nel dramma di quei 7 minuti: l’azienda che vuole conquistare un territorio in più nei confronti dei lavoratori, la paura della crisi e della disoccupazione, l’erba cattiva che si mangia quella buona fino a diventare l’unica esistente, quindi facendoci credere che sia ottima, da mangiare. E poi, la frantumazione e parcellizzazione delle condizioni e quindi delle visioni anche tra chi fa lo stesso lavoro (altro che blocco sociale!) perché ogni lavoratrice ha il suo passato, i suoi impegni, la sua etnia, le sue diverse prospettive e speranze, quindi nulla è più facile che dividerle tra loro. E contano molto anche le differenze generazionali (quindi culturali) tra chi ritiene il lavoro un diritto e chi invece una grazia ricevuta, una fortuna, un privilegio. Differenze tali, tra le operaie, da far saltare rapidamente i già deboli rapporti di solidarietà e fiducia, nella discussione sui “sette minuti”, e a far divampare i più assurdi sospetti.
Il libro di Massini riprende un fatto realmente accaduto in una fabbrica francese nel 2012; il testo è quindi ambientato in Francia, ma potrebbe essere ovunque, in Europa e non solo. Si legge in meno di un’ora. Mette addosso un senso di rabbia, ma anche di amore. E lascia – nella chiusa – un grande vuoto, fatto di paura e di incertezza: «Dunque?». Buio.

QUALE FUTURO ENERGETICO PER L’EUROPA
Greenpeace

In tre distinti rapporti, Greenpeace fotografa la situazione delle grandi aziende elettriche ancora bloccate a difendere le fonti fossili, del pericoloso invecchiamento centrali nucleari e del conflitto tra rinnovabili e fonti sporche nelle reti elettriche in Europa. Entro ottobre 2014 la UE doveva decidere la propria politica energetica e di taglio delle emissioni di CO2 e stabilire gli obiettivi al 2030.
“Locked in the past“: le grandi aziende energetiche europee come emerge dai loro investimenti sbagliati, sono rimaste legate al passato e alle fonti fossili, che le hanno portate in una condizione finanziaria precaria. I segnali di cambiamento del mercato c’erano ed erano evidenti, ma le compagnie energetiche non sono state in grado di coglierli e sono pertanto rimaste indietro nella corsa alle rinnovabili. Per questo ora cercano di bloccarne il mercato.
“Out of age“: su 151 reattori nucleari operanti in Europa, 66 hanno più di 30 anni, 25 più di 35 anni, 7 più di 40 anni. Greenpeace ha fatto una fotografia della tragica situazione evidenziando i rischi legati all’invecchiamento dei reattori, molti dei quali stanno operando con deroghe rispetto all’iniziale periodo di vita previsto.
“powE[R] 2030“: L’Europa ha bisogno di politiche energetiche unitarie, altrimenti i costi del sistema dell’energia elettrica aumenteranno di circa 2 miliardi di euro l’anno entro il 2030. Il rapporto dimostra come con investi uguali a quelli previsti da ENTSO-E (il network europeo dei gestori delle reti elettriche) sarebbe possibile dimezzare i chilometri di nuove linee elettriche aumentando contemporaneamente l’integrazione delle rinnovabili fino al 77% sul totale. Se invece ogni paese continuerà a procedere autonomamente questo causerà costi più alti per tutto il sistema.


(Mimmo Jodice)

IL M5S E LANDINI
Viviana Vivarelli

Sono disgustata dell’abbandono del duo Grillo/Casaleggio e, a ruota, dell’ubbidienza cieca dei suoi cloni, per l’appello universale e non partitico o sindacale di Landini.
Sono offesa nel vedere come le appartenenze di bottega ledano anche nel Movimento il diritto a partecipare a una battaglia comune e si invochino interessi e particolarismi settari sopra i diritti di un intero popolo.
Democrazia diretta vuol dire partire dalla base e lottare per interessi condivisi, e invece nulla cambia per certuni che nelle divisioni e nei particolarismo continuano a trovare la loro biada. Invece il pecorismo vince sul merito.
Sulla manifestazione di Landini ho sentito ogni sorta di astrusità. C’è chi lo ha pareggiato a Sel, chi al Comunismo residuo, chi ai sindacati tout court, chi lo ha accusato di carrierismo, chi di rampantismo partitico… tutta gente che ha perso di vista la bontà della sua lotta, il merito della sua onestà, la partecipazione a una battaglia che ci riguarda tutti.
La piccineria ha vinto sull’ideale.
Me ne dispiaccio.
E leggere poi che scrivere sul blog di Grillo non basta quando si perde un’occasione come questa di mostrare ai cittadini italiani che siamo dalla parte di chi i valori e i diritti li difende è del tutto futile e sciocco.
Ho letto anche che dal palco di Landini si sarebbero dette delle ‘banalità’ !?
Davvero gli Italiani sono i peggiori nemici di se stessi.
Io sto con Landini.
Sto con chiunque voglia unire gli Italiani contro gli orrori che si stanno perpetrando contro tutti noi e da Renzi peggio di Berlusconi perché almeno Berlusconi una qualche opposizione ce l’aveva, mentre Renzi marcia nell’accettazione bolsa e inerte dei più.
E non mi importa a quale partito o sindacato appartenga a chi si ribella a questo, sono con chiunque voglia il meglio per l’Italia e voglia farci risorgere dall’inerzia e della stupidità in cui siamo caduti. E credo che nella battaglia per i nostri diritti perduti ci si debba comportare come per le associazioni che sorsero a difesa dell’acqua pubblica o contro il finanziamento pubblico ai partiti e ci si debba unire in nome di scopi condivisi, non dividerci in nome di futili particolarismi o vuote etichette. Se non riusciremo a fare questo, non riusciremo a fare nulla!
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LE NOSTRE DEBOLEZZE ASSIEME DIVENTANO LA NOSTRA FORZA
Gustavo Zagrebelsky

Molto ci aspetta dal risveglio della nostra società che è stata messa ai margini e oscurata in questi anni di destrutturazione del nostro sistema di relazioni economiche e sociali. Avrete modo di discutere come e perché è avvenuto questo distacco di tanta parte del nostro Paese, la parte più debole e vulnerabile. Quella che soprattutto avrebbe bisogno di presenza, visibilità e rappresentanza nelle istituzioni politiche. Tutti noi, di fronte a politiche industriali che esibiscono innovazione e crescita, mentre producono disoccupazione e sottoccupazione, di fronte al dilagare di sistemi di corruzione che svuotano dall’interno la legalità e la democrazia, di fronte alla totale assenza di parole politiche su un futuro di giustizia per la nostra società, di fronte a mutamenti della Costituzione che mirano alla concentrazione del potere in poche mani, tutti noi quante volte ci siamo chiesti e ci siamo sentiti chiedere “che fare?” e ci siamo sentiti impotenti.
Questa manifestazione deve dare una prima grande risposta (alla quale altre seguiranno) in un percorso organizzato di partecipazione politica e di risveglio democratico. Moltissimi si aspettano molto. Non fermiamoci e non lasciamo che altri ci fermino. Non dividiamoci sulla questione “coalizione sociale” o “partito politico”. Questa è una mobilitazione delle debolezze che insieme vogliono e possono diventare forza. E così fare breccia nelle oligarchie che dominano il mondo della politica e dell’economia. Chi potrebbe sostenere che un risveglio democratico non sia urgente anche nel nostro Paese? Chi potrebbe sostenere che non c’è necessità di riprendere in mano la nostra politica espropriata da tecnocrazie irresponsabili, nazionali e sovranazionali? Il nostro compito è riempire un vuoto di democrazia. In un mondo normale i partiti politici si porrebbero in ascolto, accoglierebbero con favore le voci che chiedono d’essere rappresentate, ne trarrebbero alimento per la loro stessa azione. Non devono servire, secondo la Costituzione, come strumento di partecipazione alla politica nazionale? Non rischiano di essere invece strumento di esclusione? La diffidenza, talora l’ostilità, con la quale molta parte dell’establishment politico guarda a questa mobilitazione sono la prova più evidente della sua necessità. Tanto più la contrastate, si potrebbe dire, tanto più dimostrate che è necessaria. Buon lavoro. Unità, studio ed entusiasmo.
(testo inviato alla manifestazione Unions della Fiom e letto in piazza del Popolo sabato da Sandra Bonsanti).
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E’ vero che Di Battista ha detto: “Noi siamo d’accordo con tutti se hanno scopi che coincidono con i nostri e siamo contro il Jobs act che è un contratto fregature crescenti”. Il discorso di Di Battista è stato educato ma molto generico. Si è limitato a ripetere quello che il M5S ha detto sempre a tutti e cioè che se nasceranno delle proposte che coincidano con gli obiettivi del Movimento, il M5S potrà parteciparvi. Troppo poco!
Ma io ritengo fermamente che l’oggetto in gioco, e cioè la difesa dei diritti dei lavoratori e il rispetto della rappresentanza del popolo, meritassero molto di più che questa banale rispostina.
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Bellissimo e chiarissimo articolo:
IL SALVATAGGIO DELLA FINANZA AMERICANA SULLE SPALLE DELL’INTERO PIANETA
Salvo Ardizzone

La crisi che dilania il mondo è nata negli Usa…Wall Street, che ne è all’origine, ne ha fatto pagare l’intero prezzo al resto dell’umanità e si è arricchita sfacciatamente sui disastri causati dalla sua sfrenata avidità.
Nel 2008, lo scoppio della bolla speculativa dei mutui subprime, unito alle folli spese generate dalle guerre scellerate di Bush, avevano fatto preconizzare un tramonto del predominio del dollaro e dell’economia USA sul globo; una logica considerazione a guardare i dati spaventosi di quei giorni, che però non teneva conto dei fattori geopolitici.
Una moneta non conta soltanto per la forza dell’economia che ha dietro ma anche per la forza politica e militare che la sorregge e per l’influenza sulla finanza degli altri Paesi. Gli Usa lo sanno benissimo e per questo puntualmente si sono affidati allo Stato o alla guerra per rilanciare la propria economia ogni volta che era in difficoltà, senza curarsi minimamente dei paurosi deficit di bilancio che ne venivano perché li avrebbero scaricati su altri.
Anche nel 2008, mentre i governi della Ue a rimorchio delle chiuse visioni di Berlino si affidavano a politiche rigoriste suicide, la Fed guidata da Bernanke, lanciava 3 successivi programmi di acquisito di titoli di stato (Quantitative Easing) che in pochi anni hanno dilatato il suo bilancio da 850 a 4.500 Mld di $. Secondo il calcolo di Washington, Cina, Giappone e le principali economie del G20 (Brasile, India ecc.), terrorizzate dal deprezzamento del dollaro, ne avrebbero fatto incetta sui mercati insieme ai T–Bonds emessi dalla Fed. Se non lo avessero sostenuto, le loro monete si sarebbero rivalutate su di esso, rendendo le loro attività (basate sulla vendita di materie prime e di manufatti, Giappone escluso, di scarsa qualità e basso prezzo) assai meno appetibili; inoltre, un dollaro in caduta libera avrebbe falcidiato le loro riserve monetarie basate appunto sul dollaro.
Il risultato è stato che, mentre la crisi finanziaria demoliva la Ue e Giappone e Cina si svenavano per rafforzare il dollaro, fra il 2009 e il 2013 negli Stati Uniti si riversavano 2.510 Mld di $, praticamente lo stesso volume di moneta messo in circolazione nelle prime due fasi del Quantitative Easing della Fed, 2.600 Mld. In sostanza Washington non ha speso un soldo per rivitalizzare la sua economia, lasciando che economie avanzate e nazioni emergenti facessero a gara per sostenerla: il Giappone ha acquistato T–Bonds per 556 Mld, la Cina per 543; il Brasile per 129 e così via. E ciò è avvenuto a interessi sempre più bassi, passando dal 4% pre crisi, all’1,5% nel pieno del ciclone.
La Cina stessa è stata costretta ad abbozzare: fra il 2013 e il 2014 ha provato a ridurre la montagna di debito USA che detiene, ma è stata una manovra di facciata, perché ha continuato a rastrellarne tramite il governo belga che è arrivato ad averne una cifra mostruosa pari al 70% del proprio Pil (350 Mld). Anche Pechino è in trappola: se cade il dollaro, gli effetti per la sua economia sarebbero devastanti.
In questo modo la Fed può infischiarsene della montagna stratosferica del suo debito, schizzato oltre i 17mila miliardi, una cifra che mai e poi mai potrà rimborsare; sono gli altri a farsene carico, e più aumenta più sono costretti a farlo. Resta il fatto amaro che Nazioni con reddito pro capite assai basso debbono finanziare, in cambio d’interessi quasi nulli, gli enormi guadagni di Wall Street.
Almeno ciò sarebbe comprensibile se servisse a garantire il livello di vita dei cittadini; ma ciò che è accaduto è assai peggio, è un crimine doppiamente odioso, che per sovrappiù è servito da giustificazione a molti altri.
La Fed è la banca centrale più potente al mondo; teoricamente dovrebbe essere indipendente dal Congresso, dalla Casa Bianca e soprattutto dalle istituzioni bancarie e finanziarie che è chiamata a governare. Il suo ruolo dovrebbe essere di vigilare sulla moneta e sostenere unicamente le grandi banche tradizionali, senza avvicinarsi alle istituzioni finanziarie che campano sulla speculazione.
Durante la crisi del 2008/2009, tuttavia, essa ha concesso oltre 16mila Mld di prestiti a bassi tassi d’interesse ad ogni tipo di struttura finanziaria, spazzando via ogni distinzione e mostrandosi tutto fuorché indipendente dalle istituzioni che foraggiava così largamente. Al contrario, s’è sistematicamente rifiutata di sostenere le piccole banche (quelle che reggono l’economia reale) e d’intraprendere qualsiasi misura a favore delle piccole e medie imprese e dei governi locali (costretti a tagli dolorosi e licenziamenti di massa), trincerandosi dietro gli stessi limiti regolamentari che infrangeva regolarmente per favorire i Big. Insomma: ha coperto di denaro Wall Street disinteressandosi completamente della gente comune che è stata scientemente abbandonata.
La giustificazione ufficiale della scelta che ha sommerso di dollari le grandi banche e le strutture finanziarie più importanti è stata che, a cascata, quel denaro immesso nel sistema sarebbe sceso fino all’economia reale che boccheggiava. Peccato sia accaduto proprio il contrario: banche d’affari, hedge found e ogni altra istituzione di Wall Street si sono riempiti all’inverosimile di denaro a basso costo, scatenandosi nella speculazione con le spalle coperte dalla Fed in caso di ulteriori perdite. Di qui sono partite le ondate speculative che hanno messo in crisi il debito sovrano della Ue (soprattutto di Grecia, Spagna e Italia) e quando la Bce e il Fmi sono intervenuti per evitare il disastro, sono passate all’incasso di guadagni inimmaginabili. Goldman Sachs ha addirittura speculato sul debito greco, che lei stessa aveva nascosto ai tempi dei governi di cdx attraverso operazioni finanziarie, facendone schizzare al cielo gli interessi; poi, insieme J. P. Morgan ed altre grandi banche, ha costituito fondi infrastrutturali per acquistare in Europa le attività statali svendute dai governi per fare cassa con le privatizzazioni imposte dagli ottusi rigoristi di Berlino; il tutto grazie ai fiumi di denaro della Fed che a questo venivano destinati, mentre disoccupati e homeless riempivano strade e periferie.
In questo modo la crisi è stata un business senza precedenti per il famoso 1 % della popolazione, sulle spalle del resto della società; i milionari sono aumentati a dismisura insieme a un Pil bugiardo che ha ripreso a correre insieme alla povertà che ha inghiottito milioni di famiglie con l’esplosione delle più abiette diseguaglianze.
Dunque la Fed ha fatto questa scelta, correndo in soccorso delle istituzioni che avevano determinato il disastro e coprendole mentre continuavano il saccheggio alle spalle della società americana e del mondo intero. Perché?
Se si guarda agli organigrammi ci si accorge che, seguendo un’antica consuetudine, Ben Bernake, Janet Yellen chiamata a succedergli e la stragrande maggioranza dei più alti rappresentanti della Fed e degli organismi di controllo provengono da Wall Street e dalle istituzioni finanziarie più importanti, con cui continuano a coltivare stretti rapporti.
Per fare un unico es. fra i tantissimi, Jamie Dimon, Presidente di J.P. Morgan, era a capo della Fed di New York quando la sua banca non solo veniva esentata dai requisiti sul capitale, ma riceveva 29 Mld per acquisire Bear Stearns, zeppa di titoli tossici, il cui rischio veniva accollato alla Fed. “Un pollaio gestito dalle volpi”.
In questo modo, un sistema corporativo, separato dal resto della società e refrattario alle esigenze e agli interessi della massa della popolazione, ha gestito somme enormi nel proprio esclusivo interesse. E,piegando norme e regolamenti a piacimento, e al riparo da ogni controllo, un ristretto numero di soggetti prima ha messo in crisi l’intero pianeta con le più assurde operazioni finanziarie dettate solo dall’avidità, poi ha lucrato somme incredibili grazie al disastro che aveva causato. E mentre a Wall Street si brindava per la pioggia di miliardi che la ricopriva, il mondo si riempiva di disoccupati, le famiglie finivano nella povertà, le aziende fallivano.
Benvenuti nel paradiso del liberismo!


(Nino Migliorix)

LE PAROLE
Aldo Antonelli

«Il 1900 è stato un secolo esigente con le parole. Ha coinvolto masse umane a eseguire la volontà di alcune di esse, ha implicato il sacrificio della vita in nome delle convinzioni affermate. Poeti, scrittori, filosofi, responsabili delle loro parole, sono stati per questo imprigionati, esiliati uccisi. Ho imparato da loro una lezione di fedeltà al vocabolario.
Nella scrittura sacra i sei giorni della creazione sono preceduti dalla dichiarazione della divinità. Prima dice, poi crea, legando così la sua parola alla più alta efficacia possibile, quella di costruire il mondo, ma anche di esserne causa. La divinità si lega con vincolo di autore all’opera eseguita. Accetta di risponderne, a Abramo come a Giobbe.
Si vive in tempi opposti. La parola pubblica, politica, economica, può essere smentita, revocata, disattesa. Vige licenza di parola falsa, senza peso né responsabilità».

Così Erri De Luca sull’ultimo numero della bella rivista cui sono abbonato e che sto leggendo, “In Dailogo” (n. 107 – Marzo 2015)
Sempre su questo tema ho trovato bellissima anche la riflessione di Giorgio Agamben su La Repubblica dell’8.2.2011:

«Nella nostra cultura esistono due modelli di esperienza della parola. Il primo modello è di tipo assertivo: due più due fa quattro, Cristo è risorto il terzo giorno, i corpi cadono secondo la legge di gravità. Questo genere di proposizioni sono caratterizzate dal fatto che rimandano sempre a un valore di verità oggettivo, alla coppia vero-falso. E sono sottoponibili a verifica grazie a un’adeguazione tra parole e fatti, mentre il soggetto che le pronuncia è indifferente all’esito. Esiste però un altro, immenso ambito di parola del quale sembriamo esserci dimenticati, che rimanda, per usare l’intuizione di Foucault, all’idea di “veridizione”. Lì valgono altri criteri, che non rispondono alla separazione secca tra il vero e il falso. Lì il soggetto che pronuncia una data parola si mette in gioco in ciò che dice. Meglio ancora, il valore di verità è inseparabile dal suo personale coinvolgimento».
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LA DIREZIONE PD DÀ LA “FIDUCIA” ALL’ITALICUM. GLI OPPOSITORI NON VOTANO
Marco Travaglio

In maniche di camicia (bianca) e jeans d’ordinanza, seduto al banco della presidenza, Matteo Renzi guarda lo smartphone mentre la direzione Pd vota la “fiducia politica” all’Italicum. Non solo non tradisce preoccupazione, ma neanche prende in considerazione le reazioni e le richieste della minoranza del Pd: tant’è vero che si risparmia pure la replica.
È UN SÌ all’unanimità. La minoranza, come annunciato, non vota. I sì sono120 su circa su circa 200 (si contano una ventina d’assenze, tra cui Bersani e D’Alema). Il segretario-premier, dopo aver annientato il dissenso in un intervento fiume di sfondamento, è già “oltre”: come avversario vede praticamente solo Maurizio Landini.
“Anche tu sei diventato un soprammobile da talk show”, gli dice (in diretta streaming nazionale), rimproverandogli di non sapere cosa c’è nella legge di stabilità. “La coalizione sociale io non la sottovaluto. Ma non rappresenta il futuro e neanche il passato della sinistra. È un tentativo che sarà respinto dalla realtà”. È “una sfida” che “non mi toglie il sonno”. Ma che evidentemente richiede una riflessione e non lo lascia così indifferente. “Io non lascio la parola sinistra solo a chi la usa con più frequenza”, dice Renzi. Partendo da questa premessa lancia la “sua” coalizione sociale: “Organizziamo tra luglio e settembre un grande dibattito pubblico, con soggetti culturali ed educativi, sulla sinistra in Italia, in Europa e nel mondo”. Strumento ne sarà la nuova Unità (in edicola da fine aprile). Ostenta indifferenza, Renzi. Ma Landini è un elemento politico da tenere in considerazione. Mentre Salvini ormai è più che derubricato (anche lui a fenomeno televisivo) e Beppe Grillo da “spauracchio è diventato sciacallo”. Questo, se è per l’opposizione esterna. Se è per quella interna, ieri il segretario ci è andato giù pesante. Niente dibattito supplementare sulla legge elettorale, niente ritocchi: Renzi vuole l’Italicum a fine maggio. E ieri ha messo di fronte alla minoranza una serie di argomenti “scomodi”.
A PARTIRE dal ruolo avuto nella “defenestrazione” di Letta: un voto compatto di tutto il Pd in direzione, con l’alibi sullo sfondo della legge elettorale che non si riusciva a fare: “Non c’è stato qualcuno che ha scelto di staccare la spina al governo precedente. Non riusciva ad andare avanti sul percorso delle riforme. Questo ha stabilito la direzione all’unanimità”. C’era “un blocco” che “veniva reso plastico, sublimato, sulla legge elettorale”. E adesso allora: “Chiedo un voto per la dignità e la qualità di questo governo”. Non fa passi indietro, Renzi, neanche sulla possibilità di mettere la fiducia sull’Italicum: “Ne parleremo tra di noi. Permettetemi ora di mettere la fiducia al nostro interno”. Stoccatina: “Fossi in voi
rivendicherei le mediazioni ottenute”. Conclusione:
“Considero un clamoroso errore riaprire la discussione
al Senato, è un azzardo che ci espone a molti problemi, non si spiega politicamente alla Camera, riapre un accordo di coalizione già chiuso e, soprattutto dà il senso di una politica come un grandissimo gioco dell’Oca”. Che lo sfondamento del premier abbia avuto effetto lo dicono i balbettii e la faccia stravolta di Roberto Speranza. Che arriva a evocare le proprie dimissioni da capogruppo a Montecitorio: sono sul piatto dalla prossima riunione del gruppo dem alla Camera, che dovrebbe essere dopo Pasqua. Lo dicono gli interventi di Cuperlo e Fassina, che richiamano il segretario a una mediazione che non ha alcuna intenzione di mettere in atto. Come il tentativo di rilancio di D’Attorre, che mentre definisce “ricatto inconcepibile” la fiduicia sull’Italicum arriva a minacciare esplicitamente il percorso delle riforme in Senato. La minoranza è tramortita: il non voto è una non decisione, un problema rimandato. I renziani, invece, sono compatti, all’attacco. Il senatore Andrea Marcucci la butta sul filosofico (“la minoranza non ha sempre la verità in tasca”), Matteo Richetti reagisce a D’Attorre (“Non ci si può lamentare che è in atto un ricatto sulla legge elettorale e poi dire che se non si cambia la legge elettorale le riforme sono su un binario morto”,) Roberto Giachetti fa uno show, ricordando tutti i cambi di posizione di quelli che oggi si vestono da pasdaran (“Bersani dice che ‘il Mattarellum lo firmerebbe anche domani’. A Bersani dico, l’avete avuta l’occasione di votare Mattarellum, e avete imposto di votare contro”). Voto in direzione scontato. Futuro ipotetico. La parola scissione per adesso è solo un fantasma. “Continueremo la battaglia in Aula. Ci voteremo i nostri emendamenti”, dice D’Attorre. Ma finora, Renzi l’ha avuta sempre vinta.

Da Il Fatto Quotidiano del 31/03/2015.

Il malaffare, Cantone e le regole per gli altri
STOCCATA E FUGA
Antonio Padellaro

Gli arresti di amministratori pubblici si susseguono (ultimo arrivato il sindaco pd di Ischia) ma la domanda è sempre la stessa: possibile che bisogna sempre affidarsi ai carabinieri per scoprire il malfatto? Ai piani alti della burocrazia (ma anche nel mezzanino) chi è addetto ai controlli si gira i pollici o si gira dall’altra parte? E anche la cosiddetta società civile non è piuttosto distratta? A questo proposito è illuminante l’episodio raccontato a Gianluca Di Feo dal commissario anticorruzione, Raffaele Cantone, nel suo libro-intervista ‘Il male italiano’, quando al momento della nascita dell’Autorità, una docente universitaria chiese di incontrarlo.
“Una persona impegnata su legalità e antimafia. “Mi disse che le sarebbe piaciuto diventare consigliere dell’Autorità, ma quando le spiegai che i termini per il bando erano chiusi la sua replica fu sorprendente: “E che problema c’è? Facciamo in modo che non siano chiusi, c’inventiamo un protocollo alla buona”. Non la fermò neppure l’obiezione che ormai tutte le domande erano sul sito web: “Scriviamo che per un problema tecnico la mia domanda non è stata inserita”. Prima di metterla alla porta, Cantone sbotta: “Ma si rende conto che questa è l’Anticorruzione…”. Risposta: “Ho parlato con alte cariche istituzionali… hanno detto che si può…”. Questa la doppia faccia dell’Italia dove si è sempre pronti a chiedere le regole per gli altri. Quelli che sbandierano grandi principi salvo smentirli se sono in ballo i loro interessi.”

Da Il Fatto Quotidiano del 31/03/2015.


(Mimmo Jodice)

Si allarga lo squarcio tra Renzi e la minoranza Pd. Renzi li sfotte e finge di fregarsene. Ma se lo può permettere?
Alla Camera il csx conta 409 voti. Il quorum è 316. La minoranza Pd arriva a 110 voti. Il margine di sicurezza è di 93.
Al Senato va anche peggio. Il csx ha 172 voti. La minoranza arriva a 30. Il quorum è 161 e Il margine di sicurezza è dunque di 11. Qui la tenuta del pd è davvero problematica ed è per questo che Renzi vuole violentare il Senato e metterlo alle sue dipendenze con yesman come fa in tutte le istituzioni.
Se la minoranza Pd fosse più decisa, farebbe la differenza e Renzi ne avrebbe rispetto. Ma sono proprio i caratteri molli e indecisi di questa minoranza che provocano il suo ovvio disprezzo. Lui è determinato. Loro no.
Si dice che un 10% del pd ha già cominciato ad andarsene. Perché allora i sondaggi non lo registrano?

RIDIAMARO :- )

JENA
Panico tra gli italiani: «Chi è il copilota di Renzi?».
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L’Italia di oggi vista da Oscar Wilde: «Posso resistere a tutto tranne che alla corruzione».
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Sono passati ventitré anni da Tangentopoli e sembra ieri, anzi oggi.
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La minoranza del Pd ha finalmente trovato un nome unificante: “Non podemos”.
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Se non si trattasse
di D’Alema si potrebbe pure dargli ragione.
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La sinistra antirenziana
si vede ma non c’è.
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Il mago di Floz
Nel Pd circola il sospetto che la minoranza stia cercando la rottura. Così ci sarebbero ben due microminoranze.
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Marc Thuhlu
Alfredo D’Attorre: “Mi auguro che non si voglia trasformare l’assemblea in un’arena o corrida”. Ma no: solo in un bivacco di manipoli.
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Pirata 21
Nel Pd si parla di scissione. Come alla fermata del bus si parla del meteo
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Marc Thulhu
Renzi: “faremo le riforme a testa alta, viso aperto e schiena dritta”. E magari anche saluto romano…
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Renzi: “Se si va alle elezioni, vedremo di creare qualcosa di diverso”, tipo l’ennesima destra nazionalista.
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Rocco Gazzaneo
Cuperlo: “Nessun mugugno”. Solo rantoli
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1638 3-4-2015 LA CORRUZIONE AL POTERE

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MASADA n° 1638 3-4-2015 LA CORRUZIONE AL POTERE
(Foto di Mimmo Iodice e Guido Harari)

La truffa della legge anticorruzione- Una sanatoria ai corrotti – La sporca legge renziana che toglie il carcere fino ai 5 anni – Con la legge anticorruzione Renzi risana de Luca e Berlusconi – Come combattere veramente la corruzione – I veri numeri del Pd – Rifondazione finanziaria – La ridicola minoranza Pd – Le menzogne di Renzi – Il Merkiavellismo – Le madri No Muos – Medici senza frontiere – Le 2000 bottiglie di vino di D’Alema – La balla dei 79.000 posti di lavoro – La macchina del falso- Ma davvero Orfini è adatto a combattere mafia capitale??

Tirar fuori il bello da ciò che è morto.
Sull’oscurità costruire la luce.
Giocarsi, in fondo, il tutto per tutto.
Giocarsi la vita e tutto per l’uomo.

Jorge Arbeleche
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Ma qualcuno può credere davvero che senza un fisco onesto e trasparente col carcere ai massimi evasori fiscali si può combattere la corruzione?
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Claudio Giunta
L’italiano medio è un cazzaro felice di vivere, che preferisce una battuta a un ragionamento; non sa l’inglese, ma tenta di parlarlo; cambia spesso idea a seconda della convenienza ma se ne fa assolvere ridendoci sopra. Pertanto ’Matteo Renzi è uno di noi: perché non dovremmo amarlo?’”.

Annamaria
Una macchina del consenso così massiva, convergente, univoca, martellante come quella scatenata a supporto del tirannello, non ha uguali nella nostra storia; di certo non è paragonabile nemmeno a quella goduta da Berlusconi, imponente sì, ma pure bilanciata da numerosi ‘contrappesi’ di cui oggi,invece, non si scorge traccia.
Una macchina del consenso, oltre tutto, profondamente disonesta, fondata sulla propaganda, sull’inganno, sulle falsità.
“La macchina del falso”, la definisce Travaglio. Difficile resistere a una macchina così.


(Mimmo Iodice)

LA GRANDE SANATORIA
Oggi sul blog di Grillo

“NO” a questa legge anti-corruzione perché i suoi effetti, pur ammesso che la Camera l’approvi, si uniscono alle leggina di Renzi che esclude la punibilità per i reati fino a 5 anni se il giudice valuta il fatto come tenue e la condotta non abituale. Dunque questa è la più grande opera di depenalizzazione mai vista, indiscriminata e applicabile a tutti i reati. Una depenalizzazione camuffata perché non si cancella il reato ma, di fatto, la sua punibilità. In questo modo tutti gli attuali indagati sfuggono la pena. La nuova legge si applica infatti a quasi tutti i reati societari e tributari e alla maggior parte dei reati dei “colletti bianchi”. Una depenalizzazione totale. E’ il giudice, sotto la minaccia della responsabilità civile, che può archiviare e prosciogliere.
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Le norme penali più favorevoli al reo hanno sempre effetto retroattivo.
Dunque la riforma della giustizia di Renzi si applicherà anche ai reati già commessi e la cui punizione non sia stata già scontata completamente o non abbia esaurito TUTTI i suoi effetti, purché si tratti di prima condanna.
Da domani tutti gli indagati, gli imputati e i condannati (che non abbiano scontato tutta la pena) potranno chiedere l’archiviazione o il proscioglimento o la revoca degli effetti della pena per tenuità del fatto.
Torneranno tutti vergini e puri, e pure tutti candidabili, alla faccia della Severino e della sua legge anti-corruzione e alla faccia di Cantone.
A seguito della legge anticorruzione di Renzi
-De Luca, condannato in 1° grado per abuso d’ufficio e incompatibile in base alla legge Severino, siccome il reato è inferiore a 5 anni e il casellario giudiziale è immacolato, sarà prosciolto per tenuità del fatto e potrà presentarsi alle elezioni regionali per il Pd
-Berlusconi, condannato in via definitiva per frode, siccome il reato è inferiore ai 5 anni, si vede graziato con la sparizione di decadenza e incandidabilità e può ripresentarsi alle elezioni
Mi pare che di fronte a questa gigantesca truffa i 5stelle abbiano fatto benissimo a votare NO all’80%
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Pare più che evidente che una cricca di delinquenti ha preso il potere e marcia quasi senza opposizione (a parte i calunniati 5stelle) e col consenso dei media e della parte meno evoluta o più corrotta del Paese per rafforzare la propria posizione con pesanti modifiche legislative tese a tre obiettivi:
-tutelare gli interessi delle lobby nazionali
-fare una enorme sanatoria o depenalizzazione dei propri reati in modo da scansare qualsiasi responsabilità penale
-portare avanti il piano neoliberista di un gruppo di magnati che hanno sferrato guerra all’Occidente per distruggere tutti i diritti di democrazia, di civiltà, del lavoro e di autodeterminazione nazionale per cui gli Europei hanno lottato per 150 anni
A questi turpe progetto la parte peggiore del Paese sta dando manforte in uno sforzo del tutto suicida.

Caterina 2011
Renzi “in relazione con il famoso 40,8 per cento di consenso raggiunto alle europee”
11.172.861 voti al PD su 49.256.169 elettori = 22.68%.
Il consenso raggiunto dal PD (e quindi non esclusivamente da Renzi, ma compreso quello dato ai suoi oppositori interni) alle europee del 24 maggio 2014 è stato di 2 italiani maggiorenni su 10.
Gli altri 8 italiani maggiorenni su 10 non hanno espresso alcun consenso né al PD, né tantomeno a Renzi. Quindi il famoso 80% del paese, dieci mesi fa, non si è affatto né innamorato né identificato con il caro leader, qualsiasi siano state le ragioni del 22.68% che ha votato PD.
Bisogna scrivere la verità, se no si è cazzari al quadrato, per dire poco.
Le bugie di Renzi: “Finalmente l’Italia riparte”.
– ISTAT il 31 marzo: “Aumenta la disoccupazione al 12,7% e la disoccupazione giovanile al 42,6%”.
Ora, è chiaro che questo governo prende in giro e sulla legge anticorruzione (unico caso in cui non è stato messo il decreto) fa altrettanto.
Speriamo duri ancori poco.
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Carmine Marino
Scambio elettorale politico mafioso: Governo e Maggioranza hanno ridotto le pene per questo gravissimo reato, portate a 4 anni nel minimo (rispetto ai 7 proposti) sino a 10 nel massimo (rispetto ai 12 proposti) con una riduzione del 42%.
2. Autoriciclaggio: Le pene previste erano da 4 a 12 anni. Il Governo invece, ha previsto pene che vanno da 2 a 8 anni e, altresì, che il reato di autoriciclaggio non sussista qualora il denaro proveniente o frutto di precedenti reati venga destinato alla mera utilizzazione o al godimento personale. Norma, dunque, facilmente eludibile e di difficile applicazione.
3. Reintroduzione del reato di falso in bilancio. Il ddl Grasso abrogava di sana pianta le soglie di non punibilità. Il Governo ha, invece, inserito nel testo che verrà sottoposto alla votazione di mercoledì circostanze attenuanti per fatto di lieve entità e per la non abitualità della condotta, come principi di sconti di pena applicabili a prescindere dalle dimensioni e dal fatturato delle società.
La proposte del M5S bocciata dal Governo
-Interdizione perpetua dai Pubblici Uffici per i politici ed amministratori condannati per tutti i reati contro la P.A. (c.d. DASPO) e l’incapacità perpetua a contrarre e ad avere futuri rapporti con la P.A.

Alessandro
Intanto il 13 marzo il Cdm presieduto da Renzi ha varato in via definitiva il decreto legislativo In attuazione della legge delega 67/2014.sulla depenalizzazione dei reati con pena fino ai 5 anni. Ecco solo alcuni dei 113 reati depenalizzati:
– Corruzione pubblico ufficiale – art-318 c.p.
– Insolvenza fraudolenta – art.641 c.p.
– Intralcio alla giustizia – art.377 c.p.
– Istigazione a disobbedire alle leggi – art.415 c.p.
– Malversazione a danno dei privati – art.315 c.p.
– Malversazione a danno dello Stato – art.316 bis (cioè la distrazione di denaro)
– Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice – art.388 c.p.
– Oltraggio a P.U. – art.341 bis
– Oltraggio a un magistrato in udienza art.343 c.p.
– Omessa denuncia di reato da parte del P.U. – art.361
– Patrocinio o consulenza infedele – art.380 c.p.
– Peculato mediante profitto dell’errore altrui – art.316 c.p.
– Resistenza a P.U. – art. 337 c.p.
– Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione – art.328 c.p.
– Simulazione di reato – art.367 c.p.
– Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro – art.334 c.p.
– Traffico d’influenze illecite – art.346 bis (corruzione tra il potente e il corruttore)
– Truffa – art.640 c.p.
Adesso Renzi potrà dire che con il suo governo sono diminuiti i reati e snellito le carceri.
http://www.comuni.it/servizi/f…
Il governo Renzi ammorbidisce le pene per i reati. “Sospesi i reati economici e fiscali. Da sabato 17.05.2014, è possibile chiedere l’affidamento al servizio sociale per reati economici e fiscali con pene fino a 4 anni”. Lo stabilisce la legge 67/2014 approvata con i soli voti contrari del M5S, Fdi e Lega. E’ così che Renzi vuole farci credere di combattere la corruzione? Con un colpo di spugna e i servizi sociali?? (Sole 24ore 13.05.2014).
http://www.diritto24.ilsole24o…

Viviana
Ci sono vari modi per cominciare una lotta alla corruzione:
Rivedere la legge sugli appalti
Imporre penalizzazioni pesantissime a chi sfora i termini dell’appalto in costo, tempo e qualità
Abolire la legge obiettivo che salta persino le norme antimafia con la scusa della rapidità ed urgenza
Cacciare per sempre dalle istituzioni i corrotti e a qualunque grado della PA, con perdita dei benefici (vitalizi ecc)
Eliminare un grado di giudizio e mandare in galera anche per un solo giorno chi è stato condannato e riaprire il processo solo in rarissimi casi in cui si siano presentate prove nuovissime tali da rovesciare la sentenza
Abolire qualsiasi prescrizione o patteggiamento
Eliminare le candidature di persone condannate per gravi motivi
Aumentare i finanziamenti alle forze di polizia e alla magistratura con armonizzazione e incrocio delle loro operazioni
Rendere trasparente il fisco e punibili col carcere le violazioni di rilievo

ma ovviamente nella famosa riforma della giustizia di Renzi non c’è nulla di tutto questo

Marco Lillo
Basterebbe una norma per imporre alle imprese di dichiarare tutti i versamenti alle fondazioni politiche, compresa quella di D’Alema, compresa la sua. Una norma

Mario Miguel Moretta
RIFONDAZIONE FINANZIARIA è il partito politico italiano più trasversale che esista, è il partito che nessuno vota ma che non perde mai le elezioni. Non si tratta di un partito che serve, come vorrebbe darsi a intendere, a finanziare la politica a tutela dell’esercizio di una sana democrazia. Esso è piuttosto concepito e gestito per arricchire personalmente gli stessi attori della politica, per drenare i proventi della corruzione, per mascherare i furti colossali perpetrati ai danni della collettività . E tutto ciò, purtroppo, nelle forme e nelle consuetudini che le larghissime maglie della legge consentono.
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E’ inutile che i cloni a libro paga si sbraccino per dimostrare che Renzi intende realmente lottare contro la corruzione. I politici sono ormai talmente ammanicati coi corrotti che non si può più distinguere gli uni dagli altri e anche la parola ‘mafia’ ha perso ogni distinzione per entrare nel calderone comune del magna magna collettivo. Se in questa riforma appare qualche minimo passo avanti sarà certamente rovesciato alla Camera. Non c’è la minima speranza che qualcosa davvero migliori.
Si pensi solo a Letta, figlio di Monti e seguace del Fm, che nella sua Vedrò invitava i gestori delle slot machine, gli stessi che, multati di 98 miliardi di euro per tasse non versate, furono gratificati da Letta che permise loro di versare solo 800, poi a 300 milioni, poi addirittura li premiò con 235 milioni di euro per aumento delle giocate
E se qualcuno davvero crede che questa gente farà leggi serie contro la corruzione è bene che vada a farsi visitare da un medico.

Posso ricordare che in base a quanto voluto da Renzi col proscioglimento con pena a meno di 5 anni e giudici compiacenti che possono valutare ‘tenue’ il reato, nessuno sarà incarcerato e avremo una enorme assoluzione politica?
Posso ricordare che la legge anticorruzione fatta talmente male che è passata per soli 3 voti?
Posso ricordare che anche questa volta ci sono stati dei pianisti che hanno votato per degli assenti e che dunque la votazione è stata irregolare e se lo fosse stata in quel modo non sarebbe passata?
Posso ricordare che rispetto alle pene chieste si è scelto il ribasso assoluto?
Posso ricordare che in Europa non esistono le soglie e le limitazioni previste dalle legge italiana e che il falso in bilancio è punibile sempre e che le soglie di impunità rappresentano un’anomalia tutta italiana?


(Guido Harari)

Muffa
Hanno tolto il reato di autoriciclaggio, riciclaggio, due norme cruciali per scovare i crimini legati alla corruzione. Il falso in bilancio rimane ancora fuori, e il tutto è materia di scambio per far passare il bavaglio per le intercettazioni?
Ma anche no. Non è votabile.
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Mario Miguel Moretta
LA MINORANZA DELLA MINORANZA
E’ il Pd nella sua interezza ad essere minoranza nel Paese. Un cittadino su due non va a votare e solo due cittadini su dieci votano il partito di Renzi.
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Harry Haller
Quella disarmante macchietta che ha sostituito il Nano (basta ascoltare come si è espresso nei confronti di Landini e dell’ultima manifestazione, per capire a quale livello di cafonaggine politica e morale questi possa arrivare, della infima qualità ed inesistente spessore del tale), potrà essere ricordato solo per l’estrema arroganza, ignoranza, supponenza e capacità truffaldina. Questa banda di cialtroni, è unita solo nella difesa dei propri privilegi: son pronti a pugnalarsi alle spalle ed anche a buttare a mare il Bischero, se questi non riuscisse più a tutelare i loro sporchi interessi…..
Storiellina
honhil
Un venerdì santo di tanti e tanti anni fa, mentre un buon numero di preti cercava di mettere in croce un’effigie di Gesù, la parte alta della Croce, una spanna sotto i bracci, si spezzò di botto e cadde con gran frastuono al suolo. Sarebbe potuto succedere una mezza strage, date le tante persone sulle due scale poggiate al fusto e le altrettante con il naso all’insù a tenerle ferme. Invece niente. Neanche un graffio a scalfire la pelle di qualcuno. Si gridò al miracolo e tutta quella parte del Paese con nel sangue il gioco del lotto s’incamminò di gran fretta verso l’unico botteghino, per tentare la fortuna con i numeri che quell’evento aveva regalato alla comunità della smorfia. Numeri che uscirono tutti pari pari. La discussione che ne seguì tra chi aveva considerato sacrilega la corsa verso il botteghino e chi da quella corsa aveva tratto grande profitto continua ancora. Anche perché, ad ogni venerdì santo, il fuoco che cova sotto la cenere nel resto dell’anno, si ravviva e dà spunto a nuove discussioni. Sembra tuttavia che quella croce spezzata di miracoli ne avesse fatto almeno un altro: di cui, però, si parla sottovoce e soltanto nelle segreterie dei partiti. Ed è questo: i capi locali dell’allora DC e PCI del Paese, per chi sa quale arcano motivo, non certo per quel miracolo della Croce, ma sotto quelle tre Croci del Golgota locale, strinsero un patto di ferro che pare sia sopravvissuto ai due defunti partiti. Secondo il quale il padrone delle tessere della Dc avrebbe fatto votare per il Senato l’uomo del suo omologo del PCI e viceversa per la Camera. L’unione, si sa, fa la forza. E quella forza continua a regalare, ad ogni elezione per le politiche, un senatore e un deputato ai due compari. Ad onore e gloria loro. Una specie di «patto del Nazareno» ante litteram.

Jorge Arbeleche
COSE

Tutto stava nella luce, senza fuori
né dentro, entrata né uscita. E non si vedeva
nulla. All’improvviso s’aprì
l’aria: la montagna, l’orto, il limone
e la rosa, l’entusiasmo della formica
che indaga la mia mano, la donna
che annuncia in cucina il gustoso mezzogiorno
il vecchio che accorda la stanchezza
con pochi denti e scarsa melodia.
Le ore e le cose sono nella loro pienezza.
Tra poco la loro giornata sarà compiuta. Di gradino
in gradino scaleranno il dirupo
il pendio dell’ombra per occultarsi
dietro il velo disteso di tutta la pianura.

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Lorenzo
Per dare gli 80 euro dati a maggio 2014 Renzi ha tagliato ai Comuni 6.9 miliardi di euro e, a ottobre per dare 80 euro alle neo mamme ha tagliato altri 4 miliardi di euro alle Regioni. Un totale di 11 miliardi di euro. I Comuni e le Regioni, per compensare i tagli, hanno aumentato le tasse e tagliato i servizi.
Gli italiani hanno pagato più tributi regionali e comunali e hanno avuto meno servizi pubblici essenziali: treni regionali, trasporti, ticket, servizi sanitari a pagamento, asili, mense scolastiche, servizi agli anziani, ai disabili.
Gli stessi percettori hanno restituito gli 80 euro con gli interessi!
Inoltre, il governo Renzi per compensare gli 11 miliardi di euro, con la manovra finanziaria di dicembre, ha aumentato le tasse di 11 miliardi, cioè un terzo della manovra finanziaria di oltre 30 miliardi.
Gli 80 euro gli italiani li hanno pagati tre volte! Con i maggiori tributi comunali, con i maggiori tributi regionali, con i tagli sui servizi pubblici comunali e regionali… e con le tasse dello Stato!
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DORIANA GORACCI

Donne determinate responsabili coraggiose attive, le Madri No Muos con l’appoggio di tutta la popolazione onesta …ce l’ hanno fatta: “la procura di Caltagirone ha disposto il sequestro dell´impianto satellitare Muos di contrada Ulmo a Niscemi. Il provvedimento arriva dopo qualche settimana dalla decisione del Tar di Palermo che aveva accolto i ricorsi dei No Muos contro la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell´impianto nella base americana. Il sequestro è stato disposto dal procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera, per violazione del vincolo paesaggistico di inedificabilità assoluta presente in una riserva naturale, al quale sono sottoposte anche le costruzioni di carattere militare.Il provvedimento è stato già notificato al comandante del contingente militare statunitense presente nella base di Sigonella. Per le associazioni che in questi anni si sono battute contro il Muos e per lo stesso sindaco di Niscemi si tratta di una vittoria.Anche il comitato ´Mamme no Muos´ si dice “entusiasta” e invita “i politici che fino ad oggi sono scesi a compromessi a farsene una ragione: è pericoloso ed abusivo”. Per il sindaco di Caltagirone, Nicola Bonanno, il “provvedimento rende giustizia alle ragioni del territorio”. Il sequestro dell´impianto arriva a pochi giorni dalla manifestazione nazionale che si terrà sabato proprio in contrada Ulmo organizzata dal comitato No Muos. Sarà un´occasione di festa. Dice il sindaco di Niscemi, Franco La Rosa: “Sarà una giornata di festa, passeggeremo nella Sughereta, respirando i profumi della natura”.

Sono state non solo Giornate ma anni di lotta. Io che vivo lontana dalla Sicilia, ma non col cuore, avevo scritto del No Muos (quando tantomeno ne sapevo qualcosa) La Mafia e gli Obiettivi Mobili : MUOS a Niscemi ad esempio ed era marzo del 2009, per arrivare a maggio 2013 quando mi ritrovai a riportare I Bambini e il cancro da inquinamento: Stragi che non contano.
GRAZIE, grazie a queste donne, a chi ha sostenuto queste lotte, alla magistratura responsabile, alle persone oneste. E grazie per farci respirare finalmente questo profumo di Giustizia e Natura Libera, con le vostre lotte.


(Guido Harari)

Jorge Arbeleche
Poesia dei giorni dispari

Beati i perseguitati a causa della giustizia,
perché di questi
è il regno dei cieli.
Che la luce del mattino lo illumini, e la luce della notte,
e quella che esce dai cardi, e quella che nasce dai sassi,
e quella che vive negli occhi senza tempo delle cose.
Supplico ora la luce,
supplico il tempo, la paura e la morte,
il sonno insonne, l’aspra veglia,
l’erba che lo vedrà passare nella corsa,
il suo volo germogliante in astri presagiti,
supplico l’uccello d’amore che dovrà misurare il suo cielo
e il suo trionfo.
Supplico chi lo ha amato
perché attraverso l’aria e gli oggetti,
in sillabe d’amore,
lo segua col suo amore e col suo canto.
Supplico la notte e gli amanti
nel loro abbraccio di voli e di radici,
supplico i lieti e i mesti
di illuminarlo anche attraverso la gioia e la paura.
Supplico quello che piange o che ha pianto,
chi conosce la morte e non la teme,
chi conosce la morte ma la teme,
chi si sente la vita nell’acqua rotonda del suo ventre,
chi vive nell’amore e d’amor muore,
supplico tutti di fare luce sulla sua rotta.
Il suo passo illumina la notte
e nel passare del tempo il suo tempo lascia tracce.
Nel buio si perde e lo ascoltiamo.
È il silenzioso. Quello del sangue nuovo.
Uno di loro. L’uomo. Il perseguitato.

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Doriana Goracci manda
FAI UN PASSO ANCHE TU per #Milionidipassi
Sostengo anche io la campagna di Medici senza Frontiere: #Milionidipassi per quelle popolazioni in fuga in 30 Paesi. L’obiettivo è supportare quegli oltre 51 milioni di civili che pagano il prezzo di guerre che non combattono. FAI UN PASSO ANCHE TU

VIDEO FOTO DOCUMENTAZIONE SU http://www.reset-italia.net/2015/03/31/milionidipassi-msf/

Sono persone costrette a scappare dai conflitti in Medio Oriente, nell’Africa sub-sahariana, o in Ucraina, Libia e Nigeria, vivendo in condizioni disperate. Immagina di dover lasciare il tuo paese, il tuo luogo di nascita, la tua casa. Immagina di dover partire per paura che tu, la tua famiglia o i tuoi amici possiate essere uccisi. Immagina di camminare per giorni, settimane o mesi nel deserto o nella neve, o di attraversare il mare agitato dentro un gommone in cerca di un posto sicuro. Questo incubo è la realtà per più di 51 milioni di persone nel mondo, costrette a fare milioni di passi per sopravvivere. Di questi, 16 milioni sono rifugiati, più di 33 milioni sfollati interni e circa 1,2 milioni richiedenti asilo.
«È l’esodo più imponente degli ultimi 50 anni, ma la risposta globale è inadeguata».Lo spot #Milionidipassi nasce per raccontare i passi di chi è in fuga, con l’appello rivolto a opinione pubblica e governi perché sia ridata umanità al tema delle migrazioni forzate: Lo spot di lancio della campagna #MILIONIDIPASSI di Medici Senza Frontiere, dedicata alle persone in fuga da guerre, violenza e povertà , con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché sia ridata umanità al tema delle migrazioni forzate e venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita.
Secondo i dati ufficiali, il 95% delle persone in fuga rimane nei paesi d’origine o in quelli confinanti e nella classifica dei primi 10 paesi per rifugiati ospitati non compare nessuna nazione ricca (l’Italia è al 35° posto con 78.000, il Libano ospita da solo 1.120.000 rifugiati siriani). Ma l’Europa vive la migrazione come un’invasione minacciosa e risponde con politiche restrittive che peggiorano le cose: chiusura delle frontiere, respingimenti, ostacoli burocratici, detenzione e standard di accoglienza inadeguati – il tutto condito da un dibattito pubblico che spesso punta alla criminalizzazione dei migranti – non solo non sono efficaci ma spingono persone disperate ad alternative estreme, che hanno gravi impatti sulla loro salute e sicurezza. Come la via del Mediterraneo, responsabile del 75% dei decessi lungo le rotte migratorie a livello globale: una trappola mortale, tanto da essere l’area più pericolosa per chi fugge nonostante l’Europa accolga meno del 10% dei rifugiati al mondo.Il simbolo della campagna #Milionidipassi sono le scarpe rovinate, ricucite, distrutte, segno del dramma ma anche strumento di salvezza, rappresentate dalla giovane fotografa americana Shannon Jensen, che nel 2012 documentò l’esodo di trentamila sudanesi che cercavano rifugio in Sud Sudan per salvarsi dalla violenza dell’esercito. Oggi quelle scarpe, un oggetto che accomuna tutti indipendentemente dalla propria storia e paese d’origine, rivivono nella campagna, nel provocatorio spot girato in un negozio di Roma con lo stile della candid camera, nell’evento di lancio.
Medici Senza Frontiere chi sono? Sono Indipendenti. Neutrali. Imparziali. Aiutano le persone in tutto il mondo dove ce n’è più bisogno, fornendo assistenza medica alle popolazioni colpite da conflitti, epidemie, catastrofi naturali o escluse dall’assistenza sanitaria.MSF offre assistenza a sfollati, rifugiati e richiedenti asilo in 30 paesi, siano di origine, di transito o di destinazione. Tra essi Libano, Iraq, Giordania e Turchia – che accolgono rifugiati siriani – Afghanistan/Pakistan, Nigeria/ Niger/Ciad, Yemen, Repubblica Centrafricana/Ciad/Camerun/Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan/Etiopia, Ucraina, Messico, Mali/Mauritania, Grecia, Serbia. In Italia MSF ha lavorato dal 2002 all’assistenza agli sbarchi a Lampedusa, tra i lavoratori stagionali nel Sud Italia, all’interno dei centri per migranti in diverse regioni. Oggi offre un servizio medico agli sbarchi e all’interno del CPSA di Pozzallo, in Sicilia, in collaborazione con le autorità sanitarie locali; e un servizio di assistenza psicologica nei centri di accoglienza straordinaria della provincia di Ragusa.
FAI UN PASSO ANCHE TU http://milionidipassi.medicisenzafrontiere.it/#menu-fai-un-passo-anche-tu
Scegli MSF per il tuo 5X1000. A te costa zero – essendo una quota d’imposta a cui lo Stato rinuncia – ma aiuterai noi a finanziare progetti di chirurgia e medicina d’urgenza, malnutrizione, salute materno-infantile e salute dei migranti.Come fare? È davvero semplice:Compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello Unico Firma nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale…”Indica il codice fiscale di MSF: 970 961 20 585.Anche chi non compila la dichiarazione dei redditi, ovvero chi ha solo il modello CUD fornitogli dal datore di lavoro o dall’ente erogatore della pensione, può destinare il 5×1000.Nel 2014 abbiamo ottenuto € 8.187.864 (relativi all’edizione 2012 del 5×1000) grazie alla generosità di 237.417 contribuenti. Con questi fondi abbiamo finanziato importanti interventi di emergenza e progetti di medio-lungo termine.
Quest’anno devolvi anche tu il 5×1000 a MSF.Contribuirai in modo efficace a salvare vite umane.
http://milionidipassi.medicisenzafrontiere.it/


(Guido Harari)

LE MENZOGNE DI RENZI
Berluscameno

MENTIRE SEMPRE, COMUNQUE E A QUALSIASI COSTO.
Ma raccontare barzellette e mentire sempre spudoratamente sugli affari “concreti “degli italiani non è il “massimo” di rappresentazione pubblica e mediatica che uno “Statista” dovrebbe dare di sé.
“Ultimamente i dati forniti dall’ Istat smentiscono l’interessato ottimismo sparso a piene mani dal premier Matteo Renzi e dal suo ministro del lavoro Giuliano Poletti.
La disoccupazione, con buona pace del Jobs Act, continua ad aumentare, mentre la “crescita “ (vista dal nostro mago “visionario” Padoan )resta un miraggio perso nella nebbia mattutina.
Da quasi quattro anni, dall’ arrivo del “nuovo Messia”, cioè di Mario Monti sul trono d’Italia, i grandi media annunciano senza sosta l’”imminente ripresa” di un’Italia sempre più povera, stanca e sfiduciata.
Chi non ricorda le promesse del “professore di Varese”, ridicolo fino al punto da ipotizzare un aumento del Pil prossimo al 10% in virtù delle famose liberalizzazioni riguardanti quattro tassisti e qualche farmacista?
E chi di voi ha dimenticato il “piano giovani” varato da Enrichetto Letta, approvato in teoria per dare un futuro a generazioni intere senza più speranze né prospettive?
E come sarà possibile scordare in fretta le “tante menzogne “veicolate in TV dall’attuale premier Matteo Renzi, degno successore dei vari Monti e Letta?
Il gioco è semplice e scoperto: mentire, mentire e poi mentire ancora.
Anche di fronte all’ evidenza, anche a costo di sfidare la logica e di umiliare la verità e il buon senso.
Mentire sempre ad oltranza.
“Questo fanno i nostri governanti, etero -diretti (dall’ esterno e dall’interno della UE) dalla maga ammaliatrice Merkel e dal ghigno malefico del Venerabile Maestro Mario Draghi, osannato dai “servi di regime” per avere varato un “quantitative easing” (QE) che (come è stato strutturato )serve solo per prolungare il più possibile l’agonia di questo mostro di Europa a trazione tecnocratica e delle “sanguinarie” logge massoniche neo-aristocratiche e reazionarie
Quando, e se, la cosiddetta pubblica opinione capirà di essere stata per anni raggirata e truffata, sarà oramai troppo tardi.
Ma come può” un uomo sano di mente “(ossia non matto da legare!)credere che l’abolizione dei diritti possa avere un qualche effetto benefico sull’ occupazione?
Ma dove sono vissuti gli italiani negli ultimi venti anni, caratterizzati da un contestuale aumento di precarietà e disoccupazione?
Ma coma si fa a credere ancora che l’”austerità” serva per abbattere il debito, quando il debito di tutti i Paesi dell’area euro è esploso proprio in virtù dell’applicazione cieca delle famose “politiche del rigore “propagandate dalla Merkel?
Ma come si fa a non capire che è in atto un progetto politico (definito “complotto” dai meno lucidi), gestito e supervisionato da un manipolo di “burocrati illuminati” ma ignoranti , volto a regolare i conti una volta per tutte con le “masse plebee”?
Non siamo -forse – stanchi di sentire che la ripresa arriverà l’anno prossimo, e poi l’anno prossimo ancora?
A nessuno sorge il dubbio che le famigerate “riforme strutturali” rappresentino poco più che un “espediente retorico maleodorante “per giustificare la prosecuzione di una crisi in realtà voluta ed indotta?
Non è dai tempi di Mani Pulite che il sistema di potere promuove senza sosta (destra o sinistra -ex marxista- ,poco cambia) riforme destinate a colpire le pensioni, la rappresentanza democratica, i diritti dei lavoratori, il welfare e i salari?
Non sono bastati venti anni di “sbornia falsamente neoliberista”, caratterizzati da una colossale svendita di beni e aziende di Stato, per smascherare i trucchi usati da uomini senza scrupoli né morale?
Si rimane sbigottiti, increduli e allibiti.
Non ci stancheremo di dire che dalla crisi non usciremo mai fino a quando “il popolo”, per mezzo di rappresentanti democraticamente eletti(magari col sistema proporzionale di voto) non intenderà riappropriarsi della sovranità che gli spetta.
Bisogna riportare la “Banca centrale italiana e della UE “sotto il controllo del potere statale per rifuggire dal continuo ricatto dei “fantomatici liberi mercati”;
bisogna varare su scala europea un piano per la” piena occupazione” al fine di rilanciare i consumi e ridare fiato alle imprese;
bisogna rafforzare il welfare , investire nella ricerca, nello sviluppo accelerato dell’industria edilizia residenziale pubblica e privata tramite concessioni di appalti alle PMI e bisogna infine favorire la partecipazione dei cittadini nella formazione dei processi decisionali allargando e non comprimendo il perimetro democratico.
Questo bisogna fare, avendo cura di coniugare libertà economica e interesse generale, giustizia sociale e meritocrazia.
Ma bisogna farlo al più presto.
Perché ogni giorno che passa i vari Draghi, Hollande, Renzi , Padoan , Schaeuble e Merkel ,ecc.sradicano impunemente un albero dal nostro giardino.
Se nessuna forza o movimento politico riuscirà a fermarli (ed in breve tempo), il Vecchio Continente si trasformerà in un deserto di malinconia, rimpianto, cattiveria e depressione.

IL MERKIAVELLISMO
Berluscameno

Questa economia denominata anche “Merkiavellismo”, controllata e realizzata dalla “Merkel” all’interno dei Paesi dell’ UE.
Ho sfogliato un libro titolato “Papa Francesco, Questa Economia uccide”, scritto da Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi. Mi ha subito colpito il verbo scelto dal Pontefice per rappresentare gli effetti di un indirizzo politico ora tristemente maggioritario nella UE ,dal Portogallo alla Lettonia: “uccidere”. Papa Francesco non dice questa economia “impoverisce”, questa economia “è ingiusta” o questa economia “aumenta le diseguaglianze”. Il Santo Padre, con apostolica franchezza, sceglie di dire la verità anche a costo di provocare la reazione stizzita dei moderni farisei, posti a protezione di un Tempio malefico che assume al giorno d’oggi le fattezze dell’ Eurotower (UE).
Strana la vita. Un tempo i seguaci del Vaticano erano prevalentemente bollati, nella migliore delle ipotesi, come sicuri reazionari e nostalgici passatisti.
Oggi chi si azzarda a sposare e a ripetere i concetti recentemente espressi da Bergoglio, tra l’altro chiaramente ispirati da una genuina interpretazione del Vangelo, rischia di guadagnarsi la patente di pericoloso sovversivo nonché “nemico del giusto ordine costituito”.
Attualmente anche grazie all’ instancabile lavoro intellettuale compiuto con zelo e passione da tanti cittadini amanti della VERITA’ ,qualcosa finalmente si muove.
Se fino ad un paio di anni fa i Vescovi, per bocca di uomini come Bagnasco e Bertone, benedicevano la mano violenta del professore di Varese (Monti), oggi Papa Francesco inverte la rotta;
se, fino ad un paio di anni fa, la Cgil di Camusso teneva fermi i lavoratori mentre Monti, Bersani e Fornero sferravano colpi tremendi contro i più deboli, oggi Maurizio Landini apre una breccia.
Questo a dimostrazione che non tutto è inutile.
Gli uomini di buona volontà possono cambiare il corso della Storia.
Quando, tra qualche anno, cercheremo di individuare le cause e i responsabili dell’attuale declino economico italiano, non potremo esimerci dal puntare il dito anche contro il mondo sindacale, ora rappresentato da uomini e donne che sembrano più interessati a garantirsi un futuro in Parlamento (o nelle CooP) che a difendere gli interessi degli associati.
Pensate al ruolo svolto da Susanna Camusso nel puntellare un sistema di potere che esprimeva un premier come Mario Monti.
Di fronte ad un attacco di rara violenza contro le classi lavoratrici, la Cgil di fatto non fiatava, fiancheggiando acriticamente il Pd di Bersani, a sua volta evidentemente etero diretto da Giorgio Napolitano, massone oligarchico già affiliato presso la Ur-Lodge Three Eyes di Henry Kissinger e David Rockefeller .
Tale perverso intreccio contribuì (e contribuisce tuttora)a “distruggere la vita” di migliaia di esodati e precari, falcidiati dalle politiche promosse da un governo sadico, paradossalmente spalleggiato da chi, come Camusso, avrebbe dovuto difendere in automatico nel sociale i contraenti più deboli.
Landini, a differenza di Camusso e Bersani, sembra un uomo perbene, autenticamente interessato a migliorare la vita di chi lavora anche attraverso la legittima riscoperta della lotta sindacale.
Certo, il leader della Fiom non padroneggia le dinamiche e non conosce in profondità i veri protagonisti del “progetto neo-oligarchico” in atto, guidato con maestria e cattiveria da “massoni neo aristocratici e reazionari” del calibro di Mario Draghi e Wolfang Schaeuble.
Landini però è in buona fede, e chi è in buona fede può capire domani quello che ancora non gli è chiaro oggi.
Per questo, al netto di una serie di divergenze programmatiche non trascurabili, si può salutare con soddisfazione la nascita della “coalizione sociale” promossa da Landini, nata per strappare la sinistra italiana dal controllo di un “manipolo di nazisti tecnocratici “solamente molto bravi ed efficaci nel sostituire il mito della purezza della razza con quello della “purezza del bilancio”.
E’ giusto non esasperare gli animi e non enfatizzare inutilmente i toni, senza però negare o ammorbidire una realtà attuale oggettivamente molto grave.
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Ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli,
«Restano misteriosi e non accessibili molti dei flussi finanziari che rappresentano forme diverse di finanziamento del sistema della politica nel nostro paese». E poi: «Avere dati dettagliati sui finanziamenti che i partiti hanno ottenuto dai privati sarebbe stato interessante. Sfortunatamente, questi dati sono risultati non recuperabili». E ancora: «Il nostro lavoro è stato reso difficoltoso dalla difficoltà di accesso ai dati e dalla bassa qualità degli stessi (…). L’esigenza della trasparenza e della massima fruibilità dei dati rappresenta ancora un obiettivo da raggiungere».
Insomma: i partiti prendono soldi in mille modi che noi non sappiamo, che quando uno (nominato dal governo!) cerca di scoprirlo gli mettono i bastoni tra le ruote e che infine la trasparenza sui finanziamenti veri alla politica, in questo Paese, è inesistente
..
ALESSANDRO GILIOLI E le 2000 BOTTIGLIE di VINO DI D’ALEMA (87.000 euro)

Nell’intercettazione, lo ricordo, il regista degli affari sporchi della cooperativa Cpl Francesco Simone dice: «Bisogna investire negli Italianieuropei dove D’Alema sta per diventare commissario europeo… D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi e ci ha dato delle cose». Lo stesso Simone parla poi con un’impiegata della Fondazione «dell’acquisto da parte di “Cpl” di alcune centinaia di copie dell’ultimo libro del politico nonché di alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da un’azienda agricola riconducibile allo stesso D’Alema». Nella perquisizione alla Cpl sono stati infine trovati «tre dispositivi di bonifici effettuati da “Cpl” in favore della Fondazione Italianieuropei ciascuno per l’importo di 20 mila euro nonché un ulteriore dispositivo di bonifico per l’importo di 4.800 euro per l’acquisto di 500 libri di D’Alema dal titolo “Non solo euro”».
Come noto, D’Alema si è incazzato come un puma perché sono usciti quei verbali: «È incredibile diffondere intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’indagine, la giustizia non può avere come fine quello di sputtanare le persone, ma deve avere come fine la ricerca dei responsabili dei reati». Poi ha pure perso un po’ la calma.
Le fondazioni dei politici in Italia sono prevalentemente macchine per finanziare i politici stessi e soprattutto non rivelano a nessuno i nomi dei loro finanziatori: «Ottengono i quattrini che sono il vero motore delle campagne elettorali. Possono intascare centinaia di migliaia di euro senza darne conto e sono fuori da ogni possibilità di controllo», come ha detto il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone. In particolare, quando nel dicembre scorso “l’Espresso” ha chiesto a ItalianiEuropei chi la finanziava, ha ottenuto un secco diniego con la seguente spiegazione: «Preferiamo la privacy alla trasparenza. I nostri bilanci sono depositati alla prefettura, non ci sono i nomi e i cognomi ma trovate entrate e uscite». Quindi quei verbali che tanto hanno fatto infuriare D’Alema sono stati sostanzialmente un (pur minuscolo) squarcio di verità sui finanziatori segreti della sua Fondazione. Ecco: con permesso, finché i partiti e i politici incassano i soldi di nascosto dai cittadini, tramite le loro fondazioni, credo che qualsiasi loro lamentela sulla pubblicazione dei verbali “sputtananti” abbia davvero scarsa credibilità, scarsa autorevolezza, ma soprattutto scarsissima ragion d’essere.


(Guido Harari)

BALLE AL MEGAFONO
PAGINATE PER I 79 MILA NUOVI POSTI, IN PICCOLO LA NOTIZIA CHE NON ESISTONO. E COSÌ PER IL PIL, LA SCUOLA, L’EXPO…

Ben ultima è arrivata la figuraccia del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, costretto nel giro di pochi giorni a una clamorosa retromarcia. Ma l’abitudine di sparare dati incompleti per incassare titoli a effetto sui giornali è ormai la cifra distintiva del governo di Matteo Renzi. Il motivo è semplice: nessuna smentita, anche la più autorevole, avrà poi lo stesso spazio sulla grande stampa. Così, in 13 mesi di governo, la lista delle “sparate” è cresciuta di giorno in giorno. Eccone un breve bestiario.
Lavoro, dato (falso) buono
scaccia dato negativo
Magnificare gli effetti del jobs act genera strafalcioni. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ne ha commessi diversi in pochi mesi. Il 29 novembre, per coprire il tonfo degli occupati certificato dall’Istat, parla di “400 mila nuovi contratti stabili”. Fioccano i titoloni.
Si scorda, però, di comunicare quelli cessati, operazione che fa il suo ministero pochi giorni dopo, il 3 dicembre: sono 483 mila. Il saldo negativo supera così le 80 mila unità, ma nessun giornale lo riporta. Pochi giorni fa, per mascherare il calo del fatturato industriale a gennaio, ha parlato di “79 mila contratti stabili in più a gennaio-febbraio rispetto al 2014”. Il tripudio è inevitabile: “Premier: dati sorprendenti. È il segnale che il paese riparte” (Corriere); “Boom dei contratti stabili, in due mesi salgono del 38%” (Repubblica), “Lavoro, è boom di nuovi posti” (Messaggero), e così via. Neanche stavolta è vero, è lo stesso Poletti a smentirsi pochi giorni dopo: considerate le cessazioni, i contratti stabili sono invece 45 mila, buona parte dei quali stabilizzazioni di contratti precari (l’80%) per accaparrarsi i generosi incentivi. Poletti ha provato a rilanciare spiegando che gli 1,9 miliardi stanziati dal governo produrranno però “un milione di posti di lavoro”. Neanche questo è vero, lo ha spiegato bene ieri la Fondazione dei consulenti del lavoro: per arrivare alla cifra di Poletti servono 4,7 miliardi, all’appello ne mancano quindi quasi tre. Poi ci si mette anche l’Istat a sbugiardare il governo: a febbraio ci sono 44 mila occupati in meno e 23 mila disoccupati in più.
La ripresa sui giornali
è già partita, fuori non tanto
Ad aprile dell’anno scorso le previsioni del duo Renzi/Padoan dicevano +0,8% nel 2014, +1,3% nel 2015. Poi s’è visto che in realtà il Prodotto interno lordo, nel 2014, è calato dello 0,4% e quest’anno – secondo l’ultima stima dello stesso governo – salirà solo dello 0,7%. Forse la “ripresa col botto” annunciata dal premier a settembre se la sta prendendo comoda . Non sui giornali, comunque, dove viene annunciata con grande regolarità: in questi giorni, per dire, si è magnificato l’aumento della fiducia di consumatori e imprese a marzo con grandi titoli, mentre meno spazio è stato dedicato a due statistiche uscite nello stesso giorno (contrazione di fatturato e ordinativi per l’industria). Confindustria s’è addirittura inventata un aumento della produzione industriale a febbraio che poi ha dovuto smentire dopo la pubblicazione del dato Istat. A volte si raggiunge la psicosi: per Confcommercio, ad esempio, i consumi nei prossimi mesi saranno trainati dall’aumento degli occupati e dunque del reddito disponibile. Anche questa previsione è finita sui giornali, solo che l’aumento degli occupati non esiste. Infine c’è l’Ocse, l’ente da cui proviene il ministro Padoan e che è riuscito a sbagliare tutte le previsioni a sei mesi fatte negli ultimi anni: secondo loro, se si fanno “le riforme”, il Pil italiano crescerà del 6% in più nei prossimi 10 anni. Bum.
Expo, solo adesso
ci si accorge dei ritardi
“I lavori finiranno in tempo”, scriveva il Corriere a luglio 2014, riportando testimonianze raccolte nei cantieri Expo. “Ce la faremo anche se correndo” diceva Matteo Renzi all’Ansa, a inizio marzo. Già in quel momento, però, solo il 18 per cento delle opere era completo, la base dei padiglioni non era finita e l’azienda addetta alla pulizia dell’area comunicava che la bonifica sarebbe stata completata solo il 26 giugno. Poi ancora l’assenza del presidente della Repubblica Mattarella all’inaugurazione del 1 maggio, il cantiere senza acqua, fognature ed energia. E l’ammissione dei tecnici: è probabile che non si riesca ad aprire in tempo neanche uno dei sei piani del Padiglione Italia (lo stesso coinvolto nell’inchiesta fiorentina sulle Grandi Opere per l’appalto all’Italiana Costruzioni). “A un mese dal via”, titolavano ieri i giornali parlando dei ritardi. Ma potevano accorgersene molto prima.
Precari della scuola:
tutti assunti, anzi no
Se non ci sono numeri reali da cavalcare, se ne possono sempre dare in pasto alcuni virtuali: “Precari della scuola tutti assunti, entrano in 150 mila”. Si era a settembre, e il governo si guadagnava le prime pagine con una promessa choc. Di quell’impegno, messo nero su bianco nel documento di riforma “La buona scuola”, è rimasto poco. A entrare saranno – se tutto va bene – in 100.701, mentre restano fuori 47.399 precari “storici” iscritti alle graduatorie a esaurimento (Gae) di cui 23 mila della scuola dell’infanzia, messi in attesa di un fantomatico progetto di riorganizzazione delle scuole materne da realizzare con i Comuni. Saltata l’ipotesi decreto, Renzi ha optato per un disegno di legge, già rallentato dalle audizioni, e che rischia seriamente di non vedere la luce in tempo per provvedere alle assunzioni a settembre. Se così fosse, nel 2015 saranno solo 50 mila.
L’epica battaglia per lo zero virgola: Matteo e l’Europa
Per mesi sui giornali si è parlato del semestre europeo (nessun risultato) e pure dell’epica lotta di Renzi per la “flessibilità” con quei cattivi dei tedeschi. “È l’addio al Fiscal Compact”, si leggeva su Repubblica a proposito del rinvio del pareggio di bilancio al 2017. Alla fine quel che è stato concesso al governo italiano – che proponeva di scorporare le spese per investimenti dal Patto di Stabilità – è stato di correggere il deficit strutturale dello 0,1% in meno del previsto. E sforare il 3 per cento? Renzi, in un’intervista al Fatto del gennaio 2014, disse che “certo che si può sforare: è un vincolo anacronistico”. Ora non ne parla più.
80 euro, “i gufi smetteranno di gufare”. Impatto? 0,0%
Ad aprile il governo approva il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 24 mila euro (con estensione a 26 mila, ma a scalare). Fioccano editoriali entusiasti sulla “prima grande inversione di rotta”: “I gufi, almeno per un po’, smetteranno di gufare”, si legge su La Stampa. “I consumi saliranno di 3,1 miliardi”, si affretta a spiegare Confesercenti. Cifre addirittura superiori per la Cgia di Mestre. Entrambe riprese da tutti i giornali. Quasi nessuno, però, si premura di far notare che è lo stesso governo a credere poco nello strumento. Nel Documento di economia e finanza di aprile 2014, per dire, mette infatti nero su bianco che l’effetto sui consumi sarà dello 0,1 per cento. Dopo va anche peggio. Il flop viene certificato mese dopo mese dall’Istat che descrive il coma profondo della spesa delle famiglie. Stavolta, però, nessun editoriale lo commenta. A gennaio scorso, la stroncatura: di quanto è cresciuta la domanda interna? Secondo l’Istat, nel terzo trimestre del 2014, dello 0,0 per cento.
Le province abolite e quel
miliardo di “risparmi”
GrazianoDelrioloharibaditoda ultimo neanche un mese fa su Qn: con la riforma delle Province “in Finanziaria è calcolato un miliardo di euro di risparmi nel 2015, grazie al riordino delle competenze e alla fine delle sovrapposizioni di servizi con altri enti”. In realtà, il miliardo di risparmi è un semplice taglio lineare ai trasferimenti e questo nonostante le province continuino a riscuotere gli stessi tributi (un pezzo di Rc auto, trascrizioni al Pra, addizionali in bolletta). Delrio poi sostiene pure che lo Stato si tiene in tasca 160 milioni di stipendi dei politici, ma la Corte dei Conti ne ha contati solo 34. Infine c’è il caos per cui non si sa ancora chi fa cosa tra regioni, comuni e rimasugli delle province (il processo è in enorme ritardo), né è chiaro che fine faranno i 20 mila dipendenti.
Da Il Fatto Quotidiano del 02/04/2015.


(Guido Harari)

LA MACCHINA DEL FALSO
Marco Travaglio

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Solo un pazzo o un campione di malafede può dare a Renzi la colpa dell’ennesimo aumento dei disoccupati, figlio di decenni di politiche demenziali, talvolta criminali, sia sul mercato del lavoro e delle pensioni, sia sulle destinazioni della spesa pubblica. Dalla legge Treu del 1997 alla legge 30 del 2003 (abusivamente attribuita a Marco Biagi ormai defunto) alla legge Fornero del 2012, ci è sempre stata spacciata l’equazione “più flessibilità uguale più posti di lavoro”. Intanto i posti di lavoro scendevano perché c’era sempre meno lavoro da dare a lavoratori sempre più flessibili, ma sempre più inutili: a causa dell’incapacità dei cosiddetti manager delle aziende italiane, delle gimkane burocratico-fiscali, e della crisi globale.
La colpa di Renzi – l’abbiamo scritto fin dall’inizio – è stata una sola: sbagliare completamente l’agenda delle priorità del suo governo, facendosela dettare dalla Confindustria (dai cui diktat copiò il Jobs Act), dalle solite bande d’affari (dai cui memorandum plagiò le controriforme del Senato, della legge elettorale e della giustizia) e dalla propaganda elettorale (i cosiddetti “80 euro”, che poi 80 non sono quasi per nessuno, costano 10 miliardi all’anno e non hanno smosso i consumi di uno zero virgola). Poi ha creato attese messianiche, promettendo che le mirabolanti “riforme” (parola magica che ha ormai assunto una vita propria, autodimostrandosi e autoinverandosi a prescindere dal contenuto delle medesime) avrebbero “fatto ripartire l’Italia”, portandola “fuori dalla crisi”: investimenti, occupazione, crescita. Come se un Senato tutto di nominati e una Camera per i 2/3 di nominati, più il taglio delle ferie ai magistrati e la libertà totale di licenziamento fossero in grado di aumentare, come per incanto, gli ordinativi alle aziende, e dunque le assunzioni. Nell’ultima settimana non c’era giorno né giornale né telegiornale senza almeno un titolo sul “boom dei contratti stabili fra gennaio e febbraio”, sui “79 mila nuovi posti fissi”, sull’Italia che “riscopre la fiducia”, manco fossimo nei primi anni 60, con commenti strombettanti di premier, ministri, sottosegretari e sottopancia sulla “svolta buona” e la “fine della crisi”. Magari. Intendiamoci, il dato numerico anticipato dal ministro Po-letti anticipando cifre ancora mai pubblicate, era parzialmente esatto: nei primi due mesi dell’anno le aziende, incentivate dai contributi statali – 8 mila euro per ciascun nuovo contratto a tempo indeterminato – hanno stabilizzato un po’ di precari e assunto un po’ di disoccupati prima che si esaurissero le riserve del bonus.
Già sapendo che il nuovo contratto a tempo indeterminato consente loro di arraffare gli 8 mila euro ad assunto e poi di licenziarlo fra un anno senz’articolo 18. Quindi i nuovi contratti “stabili” sono spesso ancor più precari di quelli ufficialmente precari. Ma soprattutto il dato di 79 mila contratti finto-stabili fra gennaio e febbraio (che poi si sono scoperti essere 45.703, in gran parte ex contratti precari stabilizzati, non nuovi posti di lavoro), mancava del suo naturale contraltare: quello dei lavoratori che, nello stesso bimestre, hanno perso il lavoro. I giornaloni e i tg dell’ottimismo obbligatorio si erano scordati giusto questo piccolo dettaglio: per vedere se l’occupazione cresce o cala, devi contare sia chi il lavoro lo trova sia chi lo perde, e poi fare la somma. Altrimenti è come stimare la popolazione annua contando solo i nati e scordandosi i morti. L’altroieri l’Istat ha comunicato che a febbraio l’Italia ha registrato 44 mila occupati in meno (perlopiù donne) e 23 mila disoccupati in più (+0,7%) rispetto a gennaio. Così il tasso di disoccupazione sale al 12,7% (+0,2, con un +2,1 di disoccupati) rispetto a un anno fa, quando nacque il governo Renzi. Da allora, mentre il premier e i trombettieri annunciavano continuamente centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, e i Farinetti e i Velardi andavano in tv a vantare falangi di neoassunti grazie alle “riforme”, l’Italia ne perdeva altri 67 mila: quasi 6 mila al mese e 200 al giorno. Non è tutta colpa del Jobs Act, che è appena entrato in vigore. Ma è stato il governo, cioè Renzi visto che parla solo lui, a spacciare le nuove assunzioni come un effetto prodigioso della sua legge: ora che arriva il saldo finale negativo, spetterebbe a lui ammettere che è anche colpa del Jobs Act. Lo farà? C’è da dubitarne, anche perché – a parte Il Fatto, Il Sole 24 Ore e La Stampa – ci vuole il microscopio elettronico per trovare la smentita alle cifre sballate di una settimana fa sulle prime pagine dei giornali “indipendenti”. Il Foglio le maschera sotto un titolo esilarante: “Calma col disfattismo, ma un Pil così floscio non crea occupazione”: fino all’altro giorno magnificava gli effetti balsamici del Jobs Act, e ora che si scopre che è tutto falso, la colpa è del Pil e dei “malintesi governo-Istat”. Ma sì, dev’esserci stato un piccolo quiproquo. La Stampa, dopo aver sottolineato imprecisati “segnali incoraggianti e convergenti”, assicura che “bisogna attendere il boom dei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti partito il 7 marzo”. Cioè: prima annuncia un boom che non c’è, poi quando viene smentita annuncia che il boom ci sarà. Repubblica riesce a vedere nella catastrofe “una lieve tendenza positiva”. Sul Messaggero, in prima pagina, nemmeno una riga: però ci sono “Mattarella e Napolitano per i 90 anni della Treccani”, perbacco. Sul Mattino invece c’è un trafiletto in fondo a sinistra sulla “battuta d’arresto”, ma con ampio spazio al ministro Poletti che, da fine umorista, regala la supercazzola prematurata: “I dati non contraddicono i segnali positivi, in coda alla crisi le situazioni tendono a non essere stabilizzate con una flessione che dopo una fase positiva era immaginabile”. Lui se l’aspettava, era tutto calcolato. Come fosse antani. Con fuochi fatui.
Da Il Fatto Quotidiano del 02/04/2015.


(Guido Harari)

Andrea Scanzi

“Se a Renzi fosse interessata la questione morale, di sicuro non avrebbe messo la Barracciu sottosegretaria. Oltretutto è una storia paradossale: la Barracciu era troppo “colpevole” per correre in Sardegna, ma è sufficientemente innocente per fare la sottosegretaria. Che ragionamento è? E neanche è l’unico caso. Peraltro io aspetto sempre che Renzi mi racconti e ci racconti chi sono i suoi fundraiser: chi c’era dietro le fondazioni Festina Lente e Link, che vantava 750mila euro? Chi c’era dietro Big Bang, chi c’è dietro Open? Chi c’è dietro Carrai, dietro Bianchi, dietro Lotti? Tu me lo devi dire chi ti finanzia, perché se tra i finanziatori c’è anche Buzzi (e Buzzi c’era), qualche dubbio mi viene. Io però vorrei tornare al caso di Roma. Mafia Capitale ha scoperchiato uno schifo senza precedenti. Uno schifo così evidente che c’era arrivata pure la Madia, non esattamente un fulmine di guerra. E c’era arrivato Morassut, e c’era arrivato Barca. C’erano arrivati tutti. Io, fossi stato Renzi, avrei mandato un commissario dal polso fermo, uno inflessibile, uno di specchiata e comprovata professionalità. E lui chi ci manda? Orfini. Cioè: Orfini. E Orfini, come aiutante, chiama Stefano Esposito, noto intellettuale famoso per gli attacchi ai No-Tav, le allucinanti accuse di vicinanza mafiosa ai 5 Stelle e il “canguro” ammazza-opposizione. Ma stiamo scherzando? Orfini è uno che vive da sempre dentro il Pd di Roma e quel che c’era prima del Pd di Roma. Ci vive da sempre. Ma non si era accorto di nulla. C’erano arrivati tutti, pure la Madia, e Orfini non sapeva nulla. Ecco, Orfini, perdonami: ma tu in tutti questi anni dove diavolo vivevi? Stavi su Marte?”
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http://masadaweb.org

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MASADA n° 1639 7-4-2015 IL PAESE CAPOVOLTO

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MASADA n° 1639 7-4-2015 IL PAESE CAPOVOLTO
Blog di Viviana Vivarelli

La sinistra e il M5S – Lega araba e Isis – 22 Paesi della Lega araba concordi nel creare una sola forza militare – Ma che vogliono questi giovani d’oggi? – I vizi capitali delle cooperative – Sette paure infondate sull’uscita dall’euro – L’euro esige una svalutazione del lavoro, salari e diritti – E’ falso che vi sia un aumento di posti di lavoro – Il predominio aberrante degli USA – Nel 2015 potrebbe finire l’usurpazione del dollaro per un ritorno all’oro – Il Pd candida Mele, ormai pesca sempre più in basso – Carnivori o vegetariani

Le persone più felici non sono necessariamente quelle che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia
.”
Kahlil Gibran
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Mercedes Sosa

Ho così tanti fratelli
che nemmeno riesco a contarli
e ho una sola sorella,
la più bella fra tutte,
il cui nome è Libertà!


Fernando Pessoa

Se qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che è un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ché il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo.
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello è
il mio emissario e me e ciò che
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta

Desmond
Prenditori = parassiti pronti a negare qualsiasi evidenza e a compiere qualsiasi delitto per prosperare a danno degli altri e a dispetto della propria inettitudine.
Ma attenzione, gente come questa non conosce altro limite che quello che gli impongono le circostanze: per prosperare hanno bisogno che il delitto resti impunito e solo una dittatura può garantirlo con sicurezza e quindi il limite fino al quale si spingeranno se ne avranno l’occasione sarà quello che gli offre una dittatura, che perciò non a caso sostengono, bensì con assoluta consapevolezza. Non arretreranno insomma di fronte al compimento di nessun crimine se penseranno di trarne vantaggio. Sono loro la spina dorsale del renzismo.
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LA SINISTRA E IL M5S
Aldo Giannuli

La sx italiana ha digerito molto male la nascita del M5S ed il suo rapido successo e non perde occasione per manifestare la sua antipatia, spesso con punte decisamente isteriche. Un atteggiamento comune alla grande maggioranza dei dirigenti, degli attivisti ed anche alla base delle formazioni di sx, senza distinzioni: dal Pd renziano a quello di sx, dai centri sociali a Sel, da Rifondazione al PdCI, con l’eccezione solitaria di Civati che ha provato timidamente a dialogare con il M5S.
I bersaniani non perdonano al M5S di esistere, perché senza di loro il Pd avrebbe stravinto le elezioni del 2013 e poi di aver rifiutato ogni dialogo per un governo Bersani sostenuto dall’esterno dal M5S.
Rifondazione e PdCI non gli perdonano di aver assorbito lo spazio politico dell’opposizione impedendogli prima di raggiungere la soglia del 4% e dopo di sottrargli ogni visibilità.
I centri sociali vedono il M5S come pompieri ultra legalitari che gli sottraggono consensi che, altrimenti, andrebbero certamente a loro.
Sel lo vede come un invadente vicino che li mette in ombra e che ha spinto oggettivamente verso il governo Letta prima e Renzi dopo, spaccando la sua alleanza con il Pd.
I renziani considerano i M5S come un fastidiosissimo pungolo che non dovrebbe esistere e (purtroppo) esiste. E della stampa (Repubblica ed Espresso in testa) non parliamo. Tutti rimproverano al M5S mancanza di democrazia, populismo, assenza di progetto, essere agenti nascosti del neo liberismo se non proprio para-fascisti ecc ecc. E magari si fanno capriole per dimostrare l’indimostrabile (come l’accusa di cripto liberismo o di para fascismo).
Quanto alla stampa, se è vero che tratta malissimo il M5S, è anche vero che il M5S un po’ se la va a cercare, con un atteggiamento troppo polemico.
Ma l’ostilità va molto oltre le motivazioni dichiarate e rivela un malanimo più profondo, che supera persino l’odio che investì i radicali nella loro migliore stagione.
A veder bene, i più giustificati sono i bersaniani che devono al M5S il doppio capitombolo del risultato elettorale e della mancata formazione del governo. (Qui Giannuli sostiene che il M5S doveva giocarsela meglio la partita con Bersani, ma io ritengo che il patto con B già esisteva da 20 anni e non sarebbe stato superato facilmente). Quindi, un po’ di risentimento da parte dei bersaniani è comprensibile e giustificato, anche se poi i loro torti sono molto più pesanti. Molto meno giustificato è l’odio da parte dei vari frammenti che vengono dal tronco di Rifondazione (Sel, PdCI oltre, ovviamente, alla stessa Rifondazione superstite). Se uno ha perso 3 elettori su 4 deve chiedersi perché, fare i conti con la propria precedente esperienza. Cosa che Rifondazione e soci non hanno mai avuto l’onestà intellettuale di fare. Se dopo un altro si presenta ed al primo colpo prende il 25%, l’atteggiamento più corretto è quello di chiedersi come abbia fatto. Mentre non ha nessun senso prendersela con chi ha avuto quel successo. Il M5S, pure in discesa (ma ora è risalito), ha comunque un elettorato che è quasi due volte e mezzo quello che il Prc aveva ai suoi tempi belli e questo è un capo d’accusa, non un motivo di riflessione per chi non è mai riuscito ad avere quei consensi. La verità è questa e occorre dirla. Rifondazione è fallita perché guidata da un apparato di burocrati nullafacenti e incapaci di proposta politica, che volevano solo vivere di rendita. Il Prc non ha prodotto un grammo di cultura politica, di proposta, non ha neppure cercato di analizzare le trasformazioni sociali, economiche e culturali di un mondo che cambiava velocissimamente, si è accontentata di 4 slogan e si è accucciata ai piedi della Quercia, accontentandosi di fare il cespuglio.
Quando ha rotto quella alleanza, non ha saputo offrire alcuna alternativa credibile, tanto che poi è tornata in braccio allo stesso Pd addirittura entrando nel governo, con i risultati che sappiamo.
Questo pagliaccesco comportamento ha retto per 16 anni, poi il giocattolo si è rotto. Ma neppure la sconfitta del 2008 è servita ad avviare una onesta autocritica: il manipolo di funzionari la cui vera funzione era quella di ciondolare fra una stanza e l’altra della direzione nazionale o delle federazioni principali, non aveva né la capacità né la voglia di farlo.
E ve la prendete con il M5S? L’odio per gli aborriti “grillini” è solo lo schermo per non fare i conti con la vostra incapacità. Quanto, poi, al “populismo” del M5S, ma vi ricordate il “populismo di sx” di Ferrero e le sue michette? Era questa la risposta alla crisi? A Sel è andata un po’ meglio, essendo rientrata in Parlamento e con larga messe di deputati, grazie al ricco premio di maggioranza, ma si tratta di una esistenza precaria e marginale, sempre insidiata dal richiamo della foresta del Pd. Nel maggio scorso parlai della “banda Migliore” e mi beccati la sfuriata di un paio di lettori vicini a Sel che mi accusarono di ripetere le calunnie della stampa di regime. Mi pare che non fossero proprio falsità, visto che poi Migliore e& c. sono effettivamente passati al Pd e nei ranghi della maggioranza renziana (congratulazioni!).
Di fatto anche Sel non tenta alcuna operazione di avvicinamento al M5S, anche se riconosco che è cosa tutt’altro che semplice.
E anche i ragazzi dei centri sociali, ai quali sono sempre stato vicino e che considero con affetto rifiutano un bilancio della propria esperienza. I centri sociali esistono da quasi 40 anni ed hanno avuto la loro migliore stagione alle fine degli anni 90, cioè oltre 15 anni fa. Hanno dato vita ad una militanza generosa (quanto, spesso, ingenua), hanno realizzato molte esperienze sociali (ambulatori popolari, lotte in difesa del diritto alla casa, movimento No Tav o no Expo ma hanno raccolto pochissimi successi e, soprattutto non sono riusciti a costituirsi in soggetto politico nazionale. Funziona –e poco- solo qualche coordinamento regionale. Non è un gran risultato dopo 20 anni. Ma, dirà qualcuno, i centri sociali non vogliono misurarsi sul terreno istituzionale che ritengono un diversivo quanto sul piano di “quanta gente portiamo in piazza”. E sia, ma anche su questo piano, di occasioni di qualche consistenza se ne ricordano pochine ed in genere sprecate dalla logica degli scontri a tutti i costi, il cui principale risultato è stato quello delle decine di militanti finiti in galera. Non si potrebbe evitare questa inutile ginnastica “rivoluzionaria”? A che serve? Anche perché, l’effetto poi è l’isolamento sociale dell’area antagonista che resta una frazione minoritaria che ha una qualche consistenza solo nelle grandi città. Insomma, il seguito, non dico elettorale, ma sociale dell’area antagonista arriva all’1%? Ne dubito.
Ed allora, che senso ha l’ostilità verso il M5S che non fa concorrenza su nessuno dei terreni praticati dall’area antagonista? Sembra un po’ la gelosia del bambino nei confronti di quello che ha il giocattolo più bello, anche se lui quel giocattolo poi non lo userebbe. C’è molto infantilismo.
La cosa più deprimente è che i militanti di sx rifondarola, antagonista, o Sel, pensano che il problema si risolva aspettando che il M5S imploda perdendo tutti i suoi consensi e stanno seduti ad aspettare che accada. Ma, se pure accadesse, i rivoli che ne uscirebbero si dirigerebbero solo in misura risibile verso le loro organizzazioni mentre il grosso andrebbe nell’astensione e il resto verso il Pd o la Lega: bel risultato!
Sono convinto che il M5S stia attraversando un periodo di trasformazione soprattutto organizzativa molto difficile e contraddittorio, e sono perfettamente cosciente che non è detto che questa trasformazione riesca o che riesca in tempo. Se riuscirà, metterà radici diventando un soggetto stabile del nostro sistema politico e con possibilità di vittoria. Ma se questo non avverrà, farà la fine degli altri, finendo a pezzi (come i radicali, i verdi, l’Idv, la stessa Rifondazione). Nell’immediato è probabile che continui ad essere una forza di almeno il 20% alle politiche (diverso è il discorso delle regionali ed amministrative dove, probabilmente, i risultati saranno molto più scarsi).
E avete voglia di restare in panchina per tutto questo tempo? Forse conviene adattarsi all’idea che con il M5S occorrerà farci i conti almeno per alcuni anni ancora. Ma, soprattutto, se si vuole costruire davvero una sx capace di incidere e non un nosocomio per funzionari a riposo, sarebbe il caso di darsi da fare per cambiare aria, sbaraccare le solite facce che sanno di sconfitta, riaprire una dialettica politica vera, fatta più di idee che di sigle, costruita con modalità comunicative adatte ai tempi. E qui, forse, se si studiasse, con più freddezza e senza mal di pancia, l’esperienza del M5S, qualche buona idea potrebbe venir fuori.

Poesia uruguaiana
Uomo che guarda al cielo

Mario Benedetti

Mentre passa la stella cadente
raccolgo in questo desiderio istantaneo
cumuli di desideri profondi e prioritari
per esempio che il dolore non mi spenga la rabbia,
che l’allegria non smonti l’amore mio,
che gli assassini del popolo trangugino
i loro molari canini e incisivi
e si mordano giudiziosamente il fegato
che le sbarre delle celle
diventino di zucchero o si pieghino di pietà,
e i miei fratelli possano fare di nuovo
l’amore e la rivoluzione
che quando affronteremo l’implacabile specchio
non malediciamo né ci malediciamo
che i giusti vadano avanti,
anche se sono imperfetti e feriti
che vadano avanti caparbi come castori,
solidali come api, agguerriti come giaguari
e impugnino tutti i loro no
per insediare la grande affermazione
che la morte perda la sua schifosa puntualità
che quando il cuore uscirà dal petto
possa trovare la via del ritorno
che la morte perda la sua schifosa
e brutale puntualità,
ma se arriva puntuale, che non ci colga
morti di vergogna
che l’aria torni ad essere respirabile e di tutti
e che tu ragazzina
resti allegra e addolorata,
mettendo nei tuoi occhi l’anima
e inoltre la tua mano nella mia mano,
e nient’altro
perché ormai il cielo è di nuovo torvo
e senza stelle
con elicottero e senza dio.

.
Jorge Carrera Andrade

Verrà un giorno più puro degli altri
e scoppierà la pace sulla terra
qual sole di cristallo. Di fulgore
nuovo si vestiran le cose
e canteranno camminando gli uomini
liberi ormai dall’incubo
della morte violenta.
Il grano crescerà sopra i rottami
delle armi distrutte; più nessuno
verserà sangue di fratello. Alfine
verrà quel mondo: il mondo delle fonti
e delle spighe, sconfinato
regno
d’abbondanza e freschezza senza limiti.
Allora i vecchi, il giorno di domenica
di loro vita serena,
aspetteran la morte naturale:
d’ogni loro cammino
ultima meta, splendido tramonto

LEGA ARABA E ISIS
Rosario Amico Roxas

Separare il nazionalismo dall’Islamismo non è compito dell’Occidente, sarebbe un ulteriore fallimento; è compito dei paesi arabi, anche con il sostegno dell’Occidente, ma senza velleità belliche.I capi politici che si sono fatti capi religiosi di una delle tante deviazioni dell’Islam, al fine di tenere sotto controllo le masse popolari, possono e debbono utilizzare il loro ascendente in campo religioso per condannare il fondamentalismo nazionalista, controproducente anche per le nazioni arabe.

Leggo nei quotidiani nazionali e internazionali del 30 marzo:
Egitto, Al Sisi: “22 Stati della Lega Araba concordi nel creare forza militare unica”

Innanzitutto bisogna distinguere il mondo musulmano non arabo, dal mondo musulmano arabo; i primi appartengono all’interpretazione sciita dell’Islam. I secondi sono sunniti, anche se, anche in questo caso, esistono delle varianti interpretative, ma sempre nel panorama globale sunnita.
Gli Stati della Lega araba, hanno, concordemente dichiarato lo stato di guerra con l’ISIS, musulmani sciiti non arabi. L’intervento occidentale sarebbe interpretato come una illecita intromissione, che potrebbe, al limite, favorire una possibile alleanza proprio tra la Lega Araba e l’ISIS, per liquidare quello che verrebbe inteso come un comune nemico del mondo musulmano (arabo o non-arabo che sia).
Gli interventi ufficiali di personalità del mondo occidentale, rivolti contro l’Islam, generalizzando senza alcuna cognizione di causa, ha prodotto questo stato di vigilanza, contro il quale nulla potrebbero fare neanche i capi politici che si sono fatti anche capi religiosi. Gli interventi di Ratzinger, a quattro mani con l’ateo e razzista Marcello Pera, le invettive dell’apostata Magdi Allam, battezzato in San Pietro dallo stesso pontefice Benedetto XVI, nonché le follie di gente come la Santanchè, (per quel nulla che vale, ma pur sempre parlamentare italiana) o Matteo Salvini, leader della Lega, e della destra politica in genere, in un revival di nazionalismo neo-fascista, hanno solo aggravato una situazione già delicata.

Fernando Pessoa

Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i luoghi dove sono stato,
tutti i porti a cui sono arrivato,
tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
o dai ponti di poppa delle navi, sognando,
e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.

Ho viaggiato per più terre di quelle che ho toccato…
Ho visto più paesaggi di quelli su cui ho posato gli occhi…
Ho fatto esperienza di più sensazioni
di tutte le sensazioni che ho sentito,
perché, per quanto sentissi, sempre qualcosa mi mancava,
e la vita sempre mi afflisse, sempre fu poco, e io infelice.

Non so se la vita è poco o è molto per me.
Non so se sento troppo o poco, non so
Se mi manca lo scrupolo spirituale, il punto di
Appoggio dell’intelligenza,
la consanguineità con il mistero delle cose, scossa
ai contatti, sangue sotto i colpi, fremito ai rumori,
o se un altro significato più comodo e felice c’è per questo.
Sia come si vuole, era meglio non essere nato,
perché , per quanto interessante in ogni momento,
la vita finisce per dolere, nauseare,
tagliare, radere, stridere,
a dar voglia di urlare, saltare, restare per terra, uscire
fuori da tutte le case, da tutte le logiche
e da tutte le pensiline,
e andare a essere selvaggi verso la morte fra alberi e oblii,
fra cadute, e pericoli e assenza del domani,
e tutto ciò dovrebbe essere un’altra cosa
più vicina a ciò che penso,
a ciò che penso o sento, che non so nemmeno
cosa sia, oh vita.

A GIOVANNI CHE CHIEDE: MA COSA VOGLIONO QUESTI GIOVANI D’OGGI?
Globus Negulesco

Sono anni che propagandate delle minchiate sul mondo del lavoro.
Vogliamo parlare di lavori che i nostri gggiovani non vogliono fare?
Io ho lavorato in campagna, a 4 euro/ora, a cottimo (che è tanto, che si sappia) per 2 anni. Con assunzione in regola, ma ho lavorato e di conseguenza guadagnato solo quando si poteva, ovvero quando non pioveva. te la ricordi sì la primavera di 2 anni fa o ti serve Frate Indovino? O credi che perché pioveva la bolletta fosse scontata? Il mio illuminato datore di lavoro partiva dal presupposto che il lavoratore fosse lì per rubare lo stipendio, la verdura o la benzina, e non per lavorare. Ma con la crisi che c’è tutti zitti e grati… D’altra parte è un lavoro di merda, vorrai mica essere anche pagato, no? 10 o 12 ore al giorno in ginocchio a cavare erba, fallo tu. Che lo facciano i tuoi figli laureati. Come dici? Ah ecco.
I miei colleghi erano brave persone, rumeni e polacchi, che, quando finiscono la stagione tornano in patria, dove sul loro cc bancario arriva la disoccupazione agricola da parte dell’INPS italiana. Se hai notizie contrarie smentiscimi.
Il fatto è che a parità di salario, io rimango qua con i debiti mentre le rumene in patria si comprano casa.
Ma tu, incredibile abisso di ignoranza delle cose della vita normale e del lavoro, la vuoi buttare in filosofia. Mavaccagarevà.
Il mio capo si incazzava come una biscia quando i suoi compaesani in difficoltà gli chiedevano lavoro. Scandalizzato, non si capacitava: ma perché mi rompono i coglioni?! Dovrebbero sapere che io sono azienda, faccio i miei interessi, sono io che faccio girare l’economia! Lo sanno che ormai ho la mia squadra rumena. Ma se prendo i miei compaesani… allora devo lasciare a casa le polacche! E allora porca miseria devo regolarizzare la mia posizione inps e tutto il resto, magari pure pagare delle tasse… Il mio capo lasciava a casa noi italiani per un discorso di equità, l’imprenditore piddino illuminato “perché tutti abbiamo bisogno di lavorare, è giusto che lavorino tutti, siete tutti uguali… D’altra parte i nostri ggiovani questi lavori non li vogliono fare… ”. Uguali un cazzo.
Ma che Stato schifoso, è veramente ingiusto, non ti lascia fare impresa, vero?
Tu fai così: manda uno dei tuoi figli o nipoti a fare questo lavoro di merda e poi, quando vedi che non lo pagano o lo trattano come un pezzente vai lì e spaccagli la faccia per ottenere quello che è dovuto. Fammi poi sapere come è andata che ci facciamo un selfie. Sono razzista? Può essere. So che la frutta che abbiamo raccolto, i rumeni o i polacchi non la comprano. La comprano quelli come te, forse, SE non considerano troppo esoso il prezzo dei mirtilli nella grande distribuzione e quindi la lasciano lì con le conseguenze a cascata, ma per essere equi e solidali si buttano con un GAS ad importare fragole dal Marocco per solidarietà con i migranti. Taci. E’ meglio. Riesci a capire quale è la responsabilità sociale di un’azienda?
Avete legiferato in modo che la bassa manovalanza invadesse e occupasse ogni singolo pertugio di attività lavorativa (buttando all’aria in questo modo anche le arti artigiane, la cosa più preziosa che abbiamo). Poi avete cominciato a dire in giro che gli italiani, i ggiovvani sono bamboccioni che non vogliono lavorare. Quindi avete detto, dissanguando le famiglie, che i ggiovani dovevano accumulare master, dottorati, postdocdelcazzo.. altrimenti nella globalizzazione mondiale, dove vai senza titoli? Infatti vanno. Ma all’estero.
Adesso dite che gli immigrati sono indispensabili all’economia italiana, che senza di loro l’Inps fallisce… E tu mi chiedi cosa vogliono i giovani d’oggi?
L’ameno non riesce a capire cosa vogliono questi giovinastri. Non vogliono lavorare… in campagna poi! Che scandalo signora mia!
Ricordandoti che
per essere considerato lavoro, il lavoro deve essere pagato, e che deve essere “dignitoso” altrimenti non è,
auspico di non incrociarti mai vagante nelle italiche campagne a porre domande sceme come sopra.
Ti puoi travestire da ninfa dei boschi quanto ti pare, ma prometto -anche a nome dei miei ex colleghi laureati braccianti agricoli – che ti prendo a badilate finché non torni seduto davanti al tuo pc a magnificare la gigantesca minchia del piddì sapesse signora mia come mi piace
e molto semplicemente ti dico:
Giovanni: sei un pagliaccio.

I VIZI CAPITALI DELLE COOPERATIVE
Berluscameno

Strano, molto strano che nessuno lo dica! Cooperative: «Sistema da riformare».
Considerazioni di Consorte ex manager UNIPOL. “Infatti mancano collante, regia e organismi di controllo.
Al momento si vede solo la “Decadenza del mondo cooperativo”. L’ultima è stata la Cpl Concordia, cooperativa modenese finita nei guai per le presunte mazzette pagate al Comune di Ischia per la distribuzione di gas metano. Prima c’erano state – limitandosi a elencare gli scandali recenti – la Manutencoop per l’Expo, la Coveco per il Mose, la 29 giugno di Salvatore Buzzi per Mafia Capitale, la Cmc di Ravenna per il sistema Incalza. Ora Simone (dirigente Cpl) tira in ballo D’Alema. “E Il sistema cooperativo si sgretola inchiesta dopo inchiesta”. L’ultima inchiesta ha tirato in ballo anche Massimo D’Alema.
La Cpl avrebbe versato alla sua fondazione ‘Italiani europei’ 60 mila euro. Non solo. Pare che la coop modenese abbia acquistato 2 mila bottiglie di vino prodotte dal leader Massimo (87.000 euro) e centinaia di suoi libri. A chiamarlo in causa Francesco Simone, dirigente della Cpl arrestato, che in una intercettazione spiegava la necessità di «investire negli Italiani europei», perché «D’Alema sta per diventare commissario Ue». «…D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi», continuava Simone, «ci ha dato delle cose».
Ecco le COOP, TRA MANDARINI E ANOMALIE.
D’Alema, nonostante l’auto rottamazione, resta l’ultimo referente politico di un sistema ormai sclerotizzato. Con dirigenti che stanno in carica da 39 anni. «Una casta di mandarini», spiega Giovanni Consorte, ex manager Unipol. «Nemmeno un manager privato resta in sella per così tanti anni. È senza dubbio un’anomalia».
Consorte dice di non vedere né sentire D’Alema dal 2006. «Quello che però posso dire è che non di sola politica attiva è fatta la politica», aggiunge.
D’ Alema ha attaccato la magistratura. Eppure la sua fondazione “Italiani europei” avrebbe ricevuto finanziamenti dalla Cpl. A nessuno interessa fare un’analisi del personaggio. Però si può prevedere facilmente che montare un caso per la vendita di libri e vino sia oggettivamente sopra le righe e che spesso, troppo spesso, accuse di questo tipo finiscono in un shakespeariano “molto rumore per nulla”. La polemica è comunque esplosa, con attacchi alla magistratura e alla stampa. In questi giorni il primo ministro Matteo Renzi ha dichiarato che un avviso di garanzia non può determinare le dimissioni della persona indagata dalle cariche che ricopre, e si è di nuovo riaperto un dibattito sulle intercettazioni telefoniche.
“Quali sono i vizi capitali del sistema cooperativo, a parte una classe dirigente inamovibile?” Si può elencare la crisi economica e dei mercati, l’appesantimento della fiscalità nei vari settori, la fragilità finanziaria delle cooperative, l’impossibilità di accedere ai capitali, la politica del massimo ribasso negli appalti, pubblici e privati e la “carenza di effettivi controlli sulla attività delle grandi realtà.” In sostanza è’ una débâcle.
“La responsabilità oggettiva è stata creata dalla carenza di volontà politica, incapacità professionale e annacquamento dei valori e degli ideali della cooperazione”.
È bene sottolineare che i primi a farne le spese sono stati proprio i soci cooperatori e i dipendenti, che non hanno nessuna colpa nelle varie situazioni negative che si sono venute a creare.
I controlli sul mondo cooperativo sono di competenza del ministero del Lavoro.
E cioè di Giuliano Poletti, ex presidente di Legacoop. Esiste un potenziale “Conflitto di interessi”?
Si può dire che una cosa è effettuare controlli sulle piccole cooperative; tutt’ altra cosa è effettuare controlli di merito sulle grandi aziende che richiedono esperienza e professionalità consolidate. Le verifiche (sulle cooperative) sono svolte da un corpo di ispettori che non rispondono direttamente al ministro. Ma controllare un’azienda da 50 dipendenti e un fatturato da 4 milioni è diverso dal controllarne una da 3 mila dipendenti e un giro d’affari da 4 miliardi. Occorrono infatti competenze diverse.
“Ciò non toglie che Poletti da controllato è diventato, almeno nominalmente, controllore”. Per questo Poletti dovrebbe delegare ufficialmente le verifiche a un altro dirigente del ministero.
Ora nelle cooperative sono entrati anche ex Nar insieme con ex comunisti, ma anche criminalità organizzata. “Ormai le coop sono diventate permeabili a ogni tipo di affare e malaffare e dell’ideale iniziale non è rimasta nemmeno l’ombra”.
La cooperazione è nata e si è sviluppata in Emilia Romagna e in poche altre regioni come la Toscana, non è mai stata un fenomeno economico e sociale di dimensione nazionale. Quindi esistono coop diciamo” doc” e coop che non lo sono.
In Emilia Romagna vige la filosofia del potere. “Un presidente di cooperativa non rischia mai di suo”. (Del resto anche i Banchieri non rischiano mai del “LORO”).
Resta in carica decenni solo ed esclusivamente per una questione di potere, non certo per arricchirsi (ma va… ?). La crescita della cooperazione in Emilia Romagna è proceduta di pari passo con una crescita di valori politici e culturali. Senza questo substrato fondamentale, si può considerare “le cooperative cosiddette spurie” con diffidenza e solo dopo opportune verifiche potevano essere considerate facenti parte della “famiglia”. E nella ‘famiglia’ di Legacoop entrò senza problemi il 29 giugno di Buzzi. Se Legacoop era consapevole di ciò che la “29 giugno” stava facendo allora sì, ci sono delle responsabilità. Non è forse necessario un maggiore sistema di controllo interno? Occorre una riforma istituzionale.
“Come le società quotate devono fare i conti con la Consob, allo stesso modo le coop dovrebbero avere un organismo di vigilanza autonomo”. Questo organo esterno e peculiare deve fare le veci di una società di revisione, deve controllare le coop che entrano nel sistema come fa la Consob per le società in Borsa. E il risparmio, come fa la Banca d’Italia. Quindi le cooperative non vanno rottamate. No. Non c’è nulla da rottamare, ma da rilanciare, riformando l’impianto dei valori culturali e politici e rinnovando i gruppi dirigenti. Infatti è venuto a mancare il collante, l’idea stessa di sistema cooperativo.
Quando a metà degli Anni 70 ci fu la crisi delle cooperative di consumo, nacque “Coop Italia” che funzionava da compensatore. Aiutava chi era in difficoltà, spalmando gli oneri sulle altre coop. Poi fu la volta di “Unipol”. Unipol ha svolto un ruolo di supporto, di garanzia e di professionalità nei confronti del mondo cooperativo fungendo da collante credibile e risolvendo innumerevoli problemi di crisi aziendali piccoli o grandi che fossero. Fu in quegli anni che prese corpo il “sistema”?
Questo perché Unipol capì che oltre ad aiutare le aziende in difficoltà poteva sostenerne lo sviluppo. Poi arrivarono gli Anni 90. E i salvataggi… Unipol si prese cura solo di quelle coop che avevano qualche chance. Per esempio, la Cmc fu salvata.
L’Unipol era –di fatto – la Mediobanca del mondo cooperativo. Dopo le inchieste di allora Unipol non svolse più il ruolo di regia e di supporto. L’alleanza con le parti sociali era nel Dna del mondo cooperativo e di Unipol. “L’eliminazione del concetto di sistema (Partito + cooperative ) ha rappresentato la fine di un’epoca”. Il partito politico non ha mai avuto un ruolo determinante. A metà degli Anni 90 quando la banca interveniva si chiedeva l’ok per un’ operazione che, così, aveva la strada spianata. Ma il Partito non ha mai dato soldi alle coop (ma viceversa no… vero?)
Esiste ancora una questione morale all’interno del Pd? In merito è opportuno aspettare le sentenze definitive dei tribunali; sicuramente si sono allentati i controlli sociali all’ interno delle aziende coop e questo può aver determinato anche un allentamento dei valori. SE si Interviene seriamente con i poteri necessari -forse – tutto può tradursi in positivo. Molti osservatori fanno risalire il declino del sistema alla svolta della Bolognina. Altri fanno risalire la crisi del sistema al “compromesso storico del 1975″ che ha avuto il suo apice nel 2005 con la costituzione del Pd. Non si è avuto mai nella sinistra il coraggio di trasformarsi in “un partito riformista di stampo europeo”, come già avvenuto nei principali Paesi del continente. Si sono messi insieme valori e culture politiche di mondi diversi tra di loro che potevano allearsi ma non fondersi. Può essere definita una ‘fusione a freddo’.
E siamo al sistema cooperativo emiliano romagnolo.
Dal punto di vista delle cooperative, vi sono adesso aziende sane, aziende in crisi, aziende in cenere, così come nel sistema privato. Bisogna rimboccarsi le maniche e le aziende coop si rilanceranno. Ciò che è più critico è il cambio dei gruppi dirigenti, dell’attuale “sistema di potere “e il rilancio dei valori della cooperazione presso le nuove generazioni”.

LAVORO FATTO DAL M5S

87% di presenze alle Camere, 200 proposte di legge, 2.000 interrogazioni, e più di 8.000 emendamenti.
Forse non saranno tutte proposte di valore, ma certo meglio di quelle scritte dalle lobby per farle approvare dal partito unico PD-FI.
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SETTE PAURE INFONDATE SULL’USCITA DALL’EURO
Blog di Grillo
1) Mutuo
I mutui verranno convertiti nella nuova valuta il giorno di uscita dall’euro, per chi ha il tasso variabile questo rimarrà comunque legato all’euribor e quindi stabile. Sul fronte dei mutui gli italiani ne beneficeranno.

2) Inflazione
Se pensiamo che i beni (casa, macchina, telefono) che vogliamo comprare scenderanno di prezzo non spendiamo e l’economia si ferma. Questo è quello che succede oggi con la deflazione. Un po’ di inflazione è quindi necessaria a far girare l’economia. Dall’altro lato non deve essere troppo alta per non svalutare la nostra capacità di spesa. Questo non succederà perché i prodotti italiani diventeranno più competitivi rispetto agli esteri e i prodotti che siamo obbligati a importare dall’estero (es. petrolio) hanno un impatto limitato sul prezzo finale (es. nell’ultimo anno l’euro si è svalutato di circa il 25% sul dollaro, ma le accise alte sulla benzina non hanno fatto vedere la differenza).

3) Conto corrente
Il conto corrente in euro verrà convertito nella nuova valuta. Ma come oggi uno può tenere conti in valute diverse nel suo conto in banca, la stessa cosa potrà fare dopo l’uscita dall’euro tenendo conti in dollari, euro, sterline, franchi e nuova valuta.

4) Titoli di stato
I titoli di Stato italiani saranno convertiti per il 95% nella nuova valuta (dato che per il 95% sono emessi sotto legislazione italiana e per cui ereditano la valuta nazionale). Lo Stato li pagherà e li emetterà nella nuova valuta. Visti i bassi rendimenti e l’alto rischio già oggi i titoli di Stato italiano non sono convenienti per il cittadino italiano.

5) Passaggio dall’euro alla lira
Il cambio probabilmente sarà 1 a 1 con la nuova valuta che poi si svaluterà un po’. L’effetto sui prezzi farà si che da subito probabilmente rimarranno uguali a quelli che vediamo oggi semplicemente denominati nella nuova valuta.
6) Aumento della benzina
La benzina è un falso problema in quanto la maggior parte del suo costo (64%) è dovuta alla tassazione. Le quotazioni internazionali del greggio e il rapporto di cambio incide solo sul 26% del prezzo. Se si aggiunge che il petrolio è ai minimi storici in questo periodo non sarà sicuramente un problema l’uscita dall’euro per questo aspetto.

7) Import: aumento dei prezzi dei prodotti importati
Questo problema, che esiste in particolare sui prodotti tecnologici, può essere risolto solo investendo in innovazione dopo la distruzione di aziende come Olivetti e il ridimensionamento di Telecom Italia. L’innovazione è l’unico modo per sviluppare il Paese, non certo rimanere nell’euro. Abbiamo storicamente sempre esportato e commerciato con i Paesi più vicini a noi, ma non perché hanno l’euro, semplicemente perché sono più vicini e la vicinanza geografica li rende i più facili con cui commerciare da quando c’era l’Impero romano.
Al contrario le esportazioni verso l’area euro sono in continua decrescita da quando abbiamo l’euro. Solo nel 2007 erano quasi il 60%, oggi meno del 50%. Le uniche aree in crescita per le nostre esportazioni sono quelle fuori dalla zona euro come evidenziato da studi sull’export italiano: “i mercati emergenti rappresentano attualmente la quota maggiore delle esportazioni, mentre la rilevanza dell’area euro si è notevolmente ridotta”
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La macroeconomia sembra ormai diventata una raccolta di luoghi comuni infondati ma opportunamente propagandati
Beppe A.

L’EURO ESIGE UNA SVALUTAZIONE DEL LAVORO, SALARI E DIRITTI
Giuseppe Palma
http://scenarieconomici.it/il-crimine-della-svalutazione-del-lavoro-allo-scopo-di-salvare-leuro-di-giuseppe-palma/

L’Euro rende necessaria – per ridare competitività alle imprese – una sistematica e quasi totale svalutazione del lavoro, quindi una riduzione dei salari ed una violenta contrazione delle tutele contrattuali e di legge. Non potendo ciascuno Stato dell’Eurozona sfruttare la leva della svalutazione monetaria, non ha altre possibilità (al fine di tornare ad essere competitivo e quindi far riprendere le esportazioni) se non quella di svalutare il lavoro.

Uno degli obiettivi di questa Ue è salvare l’Euro (che conviene ai mercati dei capitali privati) a scapito dei sacrosanti principi sanciti in ciascuna delle Costituzioni nazionali degli Stati membri dell’UE. La nostra Costituzione, ad es., fondando la Repubblica sul lavoro (art. 1 Cost.), non solo ammette la possibilità per lo Stato di fare ricorso all’indebitamento al fine di creare piena occupazione, ma rende addirittura inesistente la stessa Repubblica italiana se essa non può fondarsi sul lavoro!

L’Italia, che ha la Costituzione più bella del mondo, fino al novembre del 2011 ha cercato di resistere al crimine eurocratico (anche se il nostro Parlamento ha sempre autorizzato a larghissima maggioranza la ratifica di tutti i Trattati UE), ma successivamente è stata costretta a piegarsi alle volontà del potere eurocratico che ha imposto al nostro Paese tre Governi presieduti da soggetti non eletti dal popolo (Monti, Letta e Renzi).
Chi ci ha governato dal 1992 in avanti sapeva che la moneta unica, così com’è stata costruita, costringeva il nostro Paese a smantellare i diritti connessi al lavoro chiosati con il sangue sia nella Costituzione che nello Statuto dei Lavoratori
Beppe A

E’ FALSO CHE VI SIA UN AUMENTO DI POSTI DI LAVORO
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/04/05/felici-come-agnelli-a-pasqua/

La notizia di Pasqua è che l’economia Usa sta rallentando…con la creazione a marzo della metà dei posti di lavoro aspettati (126 mila contro i 254 mila sperati). E’ un altro rallentamento dopo un gennaio e un febbraio al ribasso. La crisi è endemica e appena si accenna a diminuire il QE della Fed subito ha un contraccolpo.
Rispetto alla popolazione e al livello di immigrazione Usa il numero di nuovi posti di lavoro necessari a tenere fermo il tasso di disoccupazione è di 200 mila al mese. Ma il tasso di disoccupazione ufficiale è solo un modo per distorcere la realtà. Il tasso di disoccupazione rimane al 5,5 % e il tasso di occupazione è sceso di pochissimo, dal 62,8 al 62,7%, e questo è una alterazione della realtà. Il 5,5% di disoccupati più il 62,7% di occupati, fa il 68, 2% della popolazione in età di lavoro: dov’è finito il 32% che manca? Non è conteggiato perché non iscritto nelle liste e talmente scoraggiato da non cercare più un lavoro. Ma la statistica considera come occupato anche chi svolge un lavoro retribuito per una sola ora a settimana, sfidando il grottesco. E non tiene conto del fatto che molti lavori sono precari, senza dire che da anni i nuovi posti comportano mansioni e retribuzioni molto più modeste rispetto a quelli persi, così che la domanda aggregata rimane potenzialmente bassa nonostante la ripresa apparente.
In Europa non va diversamente: in Germania, con l’esplosione dei mini job, lavori a orario ridotto e a paga da fame, è bastato stabilire che con 15 ore di lavoro mensile si è considerati occupati che subito gli indici di disoccupazione sono scesi.
In Italia si considera occupato anche chi lavora una sola ora a settimana e presso una ditta familiare, anche se non pagati. Per l’expò si può anche essere occupati senza prendere un euro e senza lavorare nell’attività di famiglia.
Se poi i favolosi stipendi che discendono da tutto questo non sono in grado di far sostenere il Pil basta aggiungere a questa misura anacronistica, la prostituzione, gli investimenti militari, lo spaccio di droga e il contrabbando. Anzi non sarebbe male aggiungervi anche la statistica che quanto a oppiaceo non è secondo a nessuno. Il povero cittadino viene stordito e subornato dai numeri come se questi esprimessero sempre un’incontestabile realtà.

IL PREDOMINIO ABERRANTE DEGLI USA
Viviana Vivarelli

Noi viviamo in un mondo dollarizzato dove gli USA la fanno da padrone, non sono soggetti alle stesse fluttuazioni finanziarie che colpiscono le altre valute, possono ordinare che il petrolio sia pagato in dollari, possono costringere i Paesi del mondo a tenere il dollaro come base aurea, possono fregarsene se la loro economia va male senza riversare gli effetti sul dollaro.
E’ un vero predominio finanziario che ha costituito una dittatura valutaria sul mondo e che non ha nessuna ragione d’essere, se non l’usurpazione di chi pone regole agli altri senza porle a se stesso.
Il debito globale in dollari degli USA ha continuato ad aumentare arbitrariamente contro ogni dettato economico o finanziario ma alla fine questa gigantesca bolla esploderà.
La crisi di cui soffriamo letali conseguenze è stata innescata a tavolino proprio dagli USA nel 2008 (che hanno depresso l’Ue proprio con le ricette fallimentari del Fm, così come avevano già fatto con l’America latina, ordinando da noi leader o ministri pro neoliberismo come Monti, Letta, Renzi, Padoan, Poletti). E le politiche disastrose dell’euro sono la conseguenza del tentativo di stare a galla degli USA a spese nostre.
Da quando la crisi economica del 2008 ha costretto gli USA a ricorrere al QE per sostenere la propria economia, si è capito che il dollaro correva verso la sua fine, che il collasso era imminente e che il dollaro sarebbe stato sostituito dall’oro o dallo yuan. Ora il QE è finito. Obama mente annunciando una falsa ripresa del 5% (mentre nei fatti i consumi scendono e il tasso di occupazione cala dal 62,8 al 62,7%). E’ una sceneggiata che contrabbanda per nuovi posti di lavoro anche chi lavora una sola ora la settimana e gratis e dove i nuovi occupati sono 126.000 al mese quando ce ne vorrebbero 200.000 per tenere l’occupazione stabile.
Da noi Renzi fa lo stesso e rivende come nuovi posti di lavoro chi ha cambiato tipo di contratto e per aumentare il PIl ci mette dentro prostituzione e criminalità organizzata, armi e droga!!!!

Nel 2015 potrebbe finire il predominio del dollaro per tornate alla base aurea

http://www.hescaton.com/wordpress/il-colpo-di-coda-del-dollaro-prelude-il-suo-collasso-definitivo/

Nel 1944, dopo la seconda guerra mondiale, l’accordo di Bretton Woods spinse i Paesi ad accettare il dollaro americano come valuta di riferimento mondiale. Questa fu la vera vittoria degli USA sul resto del mondo. Ogni dollaro doveva avere la sua contropartita in oro. Sotto Nixon la convertibilità del dollaro in oro saltò e si passò a un sistema di cambi variabili, ma il dollaro rimase la valuta di riferimento grazie alla potenza militare ed economica degli USA. Così essi ebbero il grandissimo vantaggio di possedere una supervaluta che restava la base a livello internazionale negli scambi tra le nazioni. Gli USA hanno usato questo vantaggio sia per sostenere la propria economia interna, sia per le immense spese militari e anche per sostenere costantemente il deficit della bilancia commerciale. Quindi hanno sempre vissuto al di sopra delle loro possibilità grazie al dollaro, scaricando sugli altri le proprie necessità.
Ecco perché il QE Usa è diverso, per es., da quello europeo.
Quello americano non riguarda solo la società americana ma è un QE globale, perché il dollaro è la valuta base del pianeta. Ecco perché nel mondo attualmente ci sono 158 trilioni di debito in dollari. Il dollaro è in difficoltà perché Washington ha un debito pubblico di 18 trilioni e questo debito imprigiona tutto il mondo che ha 158 trilioni di debito in dollari. Se esplode il dollaro, esplode il mondo.
Praticamente il debito pubblico americano è coperto dai debiti internazionali sottoscritti in dollari ed ha attualmente una copertura di più di 8 volte superiore, per questo il dollaro non è crollato con il QE. Ora, con la fine del QE, il dollaro torna velocemente a salire e negli ultimi sei mesi la maggioranza delle valute mondiali si è svalutata nei suoi confronti ed anche le materie prime. Questo comporta una serie di conseguenze: che il debito in dollari, salendo il dollaro, aumenta e quindi diventa più difficile restituirlo ed inoltre essendo venuta meno l’iniezione di liquidità, manca il circolante in dollari atto a garantire il pagamento degli interessi e quindi tutti i paesi sono costretti a estrarre della propria ricchezza nazionale per pagare direttamente o indirettamente il debito in dollari con conseguenze recessive sulla propria economia. Le conseguenze di questa situazione si sono già abbattute pesantemente sul petrolio e sui paesi emergenti. Il rublo russo è stato tra i più colpiti e ora tutti i paesi a influenza russa sull’economia stanno subendo una forte svalutazione che aumenta in altri, dal Venezuela, alla Nigeria fino all’Indonesia, l’instabilità sociale e politica.
Come mai allora il dollaro potrebbe collassare se si rafforza proprio a danno di tutti?
Quando c’era la riserva aurea, nei momenti di crisi l’oro diventava più forte ed era più richiesto, e proprio questi fa saltare il banco e ora alla bancarotta. Lo stesso può accadere col dollaro. Più la sua richiesta sale, più ciò produrrà una grave deflazione interna e poiché la società americana è gravemente indebitata, non riuscirà a restituire una valuta rivalutata dato che a malapena riesce a restituirla adesso.
Se il debito pubblico americano era garantito dal debito in dollari nel mondo, e quest’ultimo salta, anche il debito pubblico americano non è più coperto. E se la recessione è stata finora abbastanza sopportata in Europa, dove prima della crisi economica la diseguaglianza sociale era abbastanza mitigata quindi un suo incremento finora è stato ancora tollerato, negli USA dove la diseguaglianza è già a livello di Terzo Mondo e dove la tensione sociale è già ora alle stelle, l’austerity comporterà un esplosione sociale senza precedenti.
L’instabilità economica, sociale e politica statunitense potrebbe mettere fine al dollaro.
Il Governo sarà costretto a una di queste tre cose: 1) austerity, quindi ridurre il debito pubblico con tutte le conseguenze sociale del caso 2) aumentare a dismisura il debito mettendo però in dubbio l’effettiva forza del dollaro 3) Ricominciare con il QE, dimostrando il totale fallimento della presunta ripresa americana. In tutti e tre gli scenari, il dollaro verrebbe messo seriamente in dubbio e assisteremo alla sua disfatta definitiva.
Cosa avverrebbe dopo non è chiaro.
La Terza Guerra Mondiale già iniziata aumenterà d’intensità e si estenderà come una vera e propria guerra civile globale. Assisteremo all’ascesa, come in tutti i momenti di crisi, del prezzo dell’oro, che probabilmente diventerà molto ricercato, soprattutto dopo che sempre più paesi ne richiederanno indietro le riserve all’Impero fallito americano e questo dimostrerà di non averle più. E’ probabile che si affermi lo Yuan cinese, ma durerà poco, perché la Cina non ha le caratteristiche per sostenere una valuta di riferimento globale ed ancora peggio se la legherà all’oro.
Non sarà neanche possibile un ritorno al Gold Standard. Un sistema del genere come quello del dollaro non può che crollare perché è un sistema di debito impagabile, dove è necessaria la continua creazione di moneta almeno per ripagare gli interessi sul debito emesso, altrimenti questi dovranno essere estratti dall’economia reale innescando inevitabilmente la crisi.
Il trucco di emettere soldi facili e poi rendere impossibile restituirli è stato usato da secoli, fino anche all’Ue ma non può durare per sempre.
Se tutti i rimedi falliranno, potrebbe esserci una unione monetaria, politica e militare con Canada, Messico ed Europa, così da ricostituire una fortissima valuta di riferimento; o potremmo assistere alla disintegrazione interna degli USA e il conseguente inasprimento del conflitto mondiale.
In qualsiasi caso prepariamoci ad una lunga fase di transizione post-capitalista.

NON COMPRATE BOND
Berluscameno

I ladri del Potere continuano nella loro attività preferita, ossia quella di conquistare carriolate di sempre maggior potere. Il fine che si pongono è quello di massimizzare le nuove potenzialità fornite dal possesso di sempre maggior potere.
Ma la miseria avanza, cari signori del potere!
Eh…in Italia occorre “licenziare “ qualche “milionata “ di operai e dipendenti, solo così si potrà recuperare il differenziale di produttività del lavoro rispetto alla grande Germania! Si avvicina sempre di più l’Eldorado per gli accaparratori di potere.
Nessuno li potrà più contrastare. Assumeranno a breve il controllo totale del potere mondiale!
Attualmente è molto pericoloso investire i vostri sudati risparmi in titoli finanziari (ossia i famosi buoni del Tesoro). E’ venuto finalmente il momento di effettuare investimenti sul mercato dei beni REALI. Il mondo finanziario globale riceverà (tra non molto) dal “mercato bancario ufficiale” e da quello dello “Shadow Banking “ la punizione che si merita.
“L’Institute of International Finance” ha calcolato che la “crisi del petrolio” ha ridotto il flusso di petrodollari di 375 miliardi di dollari l’anno. I Paesi esportatori di petrolio passeranno dalla posizione di “acquirenti netti ” – per un importo, nel 2013, di 123 miliardi di dollari in “obbligazioni e asset esteri “– a quella di “venditori netti” – per un importo, quest’anno, di 90 miliardi di dollari di “obbligazioni ed asset esteri”. Solo la Russia ha venduto “asset finanziari e obbligazioni estere” per un importo pari a 13 miliardi di dollari nel solo mese di febbraio. Anche la Cina ha cambiato posizione, diventando “venditrice netta” di obbligazioni ed asset esteri alla fine dello scorso anno, man mano che la fuga di capitali dalle sue banche andava ad accelerarsi.
La” liquidazione delle riserve di valuta estera“ comporta automaticamente una stretta monetaria, a meno che non intervenga una compensazione monetaria. La Cina ha ancora la possibilità di poterlo fare. Ma la Russia non è così fortunata, e nemmeno il Brasile. Se questi due paesi “tagliano i tassi d’interesse”, rischiano un’ulteriore scivolata valutaria.
Le potenti correnti sotterranee del sistema finanziario mondiale stanno turbinando sotto la superficie. Alcuni sperano che la “baldoria” costituita dai 60 miliardi di euro mensili del quantitative easing (QE)della BCE possa far perdurare il “boom degli asset finanziari “, man mano che la FED si tira indietro dal relativo mercato. Ma questa è un’arma a doppio taglio per il mondo nel suo complesso, perché spinge il dollaro ancora più in alto. Ed è questo, infine, il fatto più rilevante.
È possibile che alla fine la FED cambi idea ancora una volta, “rinunciando ad alzare i tassi”, poiché ritiene che l’economia mondiale sia ancora troppo fragile per resistere a qualsiasi forma di “stretta monetaria”. Il modello di previsione della Fed di Atlanta, concepito per misurare la crescita del PIL reale negli USA, è fortemente rallentato da metà febbraio. Ma il messaggio che negli ultimi giorni è filtrato dal “board “dei governatori della Fed – tra cui Dennis Lockhart della Fed di Atlanta – è che un aumento dei tassi non può essere rimandato molto più a lungo. “Sarà sul tavolo di tutte le riunioni dei governatori da giugno in poi”, ha dichiarato.
Le più recenti verbalizzazioni della Fed hanno riportato la preoccupazione che il “diluvio di capitali” che sta arrivando negli Stati Uniti, sulle spalle del dollaro forte”, possa far ribassare” i tassi dei prestiti a lungo termine (con il conseguente aumento del valore reale dei Bond sul mercato) “allentando” di fatto la politica monetaria statunitense. Questo rende ancora più urgente la “stretta” della Fed, che implica un percorso ancor più stringente verso “un prossimo aumento dei tassi” con la conseguente diminuzione –a breve- del valore dei Bond sul mercato.
Nessuno dovrebbe contare sul fatto che la FED possa ripensarci.
“Il mondo finanziario globale riceverà a breve “la punizione” che si merita”.

UN MONDO DOLLARIZZATO
Berluscameno

Il mondo finanziario globale si scopre ricoperto dai dollari USA, emessi a go-go dalla FED USA tramite i suoi Q.E. Il mondo è più “dollarizzato” oggi di quanto lo sia mai stato nella sua storia. Sarà quindi in balìa della Fed quando i “tassi d’interesse” ritorneranno “ad aumentare “, con il conseguente valore (reale) degli investimenti monetari in Bond USA e dei Paesi industriali del mondo a “diminuire” rapidamente sui mercati finanziari globali.
Posta sulle scrivanie dei governatori delle banche centrali e delle autorità regolatrici di tutto il mondo c’è una relazione scientifica che illustra la “dimensione vertiginosa raggiunta dal debito globale in dollari Usa” e accenna “delicatamente” agli orrori che sono in serbo nei mercati finanziari globali , quando la Fed chiuderà il rubinetto della liquidità. Questa relazione costituisce un vero e proprio incubo per quanti, a Singapore o a Hong Kong, si sono trovati dalla parte sbagliata in occasione del più grande “margin call valutario” nella storia della finanza (si indica come “margin call” la richiesta di ulteriori fondi da parte di un broker, dealer, banca o altra istituzione finanziaria al suo cliente a copertura del margine minimo necessario per assicurarsi contro le perdite sulle operazioni aperte). “La stanno leggendo tutti”, la relazione scientifica ,ha detto un veterano della Fed di New York.
La relazione (Global dollar credit: links to US monetary policy and leverage) è stata pubblicata dalla “Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) “lo scorso gennaio, e la sua “pungente importanza” sta crescendo di giorno in giorno. Essa chiarisce che negli anni del boom, a causa della politica dei tassi zero e del “quantitative easing”(QE) emessi dalla FED, i Paesi emergenti sono stati invasi da una liquidità in dollari che ha travolto ogni loro difesa. Quest’abbondanza di dollari ha indotto le aziende asiatiche e latinoamericane ad indebitarsi in dollari come mai prima – a tassi reali vicini all’1 % –, rimandando la resa dei conti al giorno in cui il ciclo monetario degli Stati Uniti sarebbe cambiato, come sta ora accadendo. Contrariamente alla credenza popolare, il mondo è oggi più dollarizzato che mai. Gli “investitori stranieri” (in carta straccia) hanno preso in prestito 9.000 miliardi di dollari al di fuori della giurisdizione americana, e si trovano quindi senza la protezione di un “prestatore di ultima istanza” in grado di emettere, in extremis, dollari in quantità illimitata. E questo a partire dai 2.000 miliardi di dollari -prestati al mercato finanziario- dal governo USA nel 2000!
La quota relativa ai mercati emergenti – soprattutto quelli asiatici – è raddoppiata rispetto ai 4.500 miliardi di dollari del periodo successivo alla crisi della Lehman (del 2007), se si comprendono i “prestiti camuffati”, ottenuti attraverso “banche d’investimento” registrate a Londra, Zurigo o alle Isole Cayman. Il risultato è che il “sistema creditizio globale” è molto sensibile a qualsiasi movimento della Fed. “Le variazioni del tasso d’interesse a breve termine si riflettono prontamente sul costo –in aumento -dei prestiti bancari in dollari Usa”, ha detto la BRI. I mercati stanno già scontando un tale cambiamento. Il cosiddetto “diagramma a punti” della Fed – che riflette il pensiero dei membri della Fed sui tassi futuri – fa cenno quest’anno (2015) a tre aumenti dei tassi, a cominciare da giugno.
Le sinistre implicazioni della relazione della BRI sono già visibili. A causa dell’aumento esponenziale del dollaro, “sono stati distrutti” il real brasiliano, la lira turca, il rand sudafricano e il ringitt malese – mentre l’euro è stato spinto giù a $1.06, il valore più basso da dodici anni a questa parte. L’indice del dollaro è salito del 24 % dallo scorso luglio, e del 40 % dalla metà del 2011. Si tratta del più grande e ripido aumento dalla metà degli anni 90 – causato anche dalla ripresa degli Stati Uniti, in coincidenza con un momento di debolezza europea, e dalla “stretta” della FED – che generò, nel 1998, la crisi asiatica e il default della Russia.
I governi dei paesi emergenti hanno imparato l’amara lezione di quello shock. Non prendono più dollari in prestito. Ma le “aziende private” (che abbisognano di crediti anche in dollari) hanno più che compensato questa mancanza.
“Il mondo è letteralmente poggiato sullo standard del dollaro – e non dell’euro o dello yen – ed è per questo che è così importante quello che fa la Fed”, ha dichiarato Stephen Jen, un ex funzionario dell’FMI, ora alla “Slj Macro Partners”. Jen sostiene che gli attuali ultimi spasmi causati dallo stress dei mercati emergenti sono molto più gravi dei tremori verificatisi nel maggio 2013, quando la FED cominciò a parlare di fine del quantitative easing (QE). “I flussi di capitale verso questi paesi hanno continuato ad accelerare negli ultimi trimestri, ma si tratta soprattutto di denaro ‘capriccioso’. Il risultato è che ora, nel mucchio, c’è del legno ancora più secco a far da combustibile”, ha dichiarato. Jen racconta che le aziende asiatiche e latinoamericane stanno cercando di “assicurare i loro debiti in dollari” sui “mercati dei derivati” in modo frenetico, spingendo il dollaro ancora più in alto e alimentando conseguentemente un circolo vizioso. “È proprio in questo modo che cominciano le valanghe finanziarie”.
Le aziende di tutto il mondo sono appese per le punta delle dita. E rischiano molto. La compagnia aerea brasiliana, la Gol, era in una situazione abbastanza buona 4 anni fa, quando il “real” era la valuta più forte al mondo. Ma ora 3/4 quarti del debito della GOL è espresso in dollari. Questo ha determinato un “orribile disallineamento valutario”, man mano che il “real” è andato in caduta libera, perdendo metà del suo valore. I pagamenti degli interessi sui debiti contratti dalla Gol sono raddoppiati rispetto al flusso dei redditi, e i prestiti in dollari devono ora essere rimborsati o rinnovati, sempre che sia possibile, in un mondo che è molto meno benigno di quello di un tempo.
Non era possibile pensare o solo immaginare che un “fondo sovrano asiatico” potesse incorrere nei guai, ma all’inizio di quest’anno il “fondo statale malese 1MDM” è andato vicino al default per aver contratto un prestito in dollari (ora risultato troppo oneroso) al fine di acquistare progetti energetici ed effettuare costruzioni edilizie residenziali.
Le sue obbligazioni aziendali sono attualmente considerate “spazzatura”. Era diventato il salvadanaio delle élite politiche, e ora deve affrontare un’inchiesta per corruzione.
Uno schema che sarà ricorrente, nei “paesi Brics e mini-Brics”, man mano che la marea di liquidità andrà a ritrarsi, portando in superficie il “marciume” sottostante.
I dati della BRI mostrano che i “debiti in dollari delle aziende cinesi”, dal 2008 ad oggi, sono quintuplicati, raggiungendo i 1.100 miliardi dollari, ma l’ammontare è quasi certamente superiore, se si includono le fonti di finanziamento “travestite”: ossia il mercato ombra dello Shadow Banking . Compreso nel flusso c’è un” carry trade” – ossia una operazione finanziaria che consiste nell’ approvvigionarsi di fondi in un paese” a costo del danaro basso” per poi impiegare queste disponibilità in un paese con alti tassi di interesse – pari a 900 miliardi di dollari, fatto per lo più attraverso Hong Kong, che equivale ad una enorme scommessa collettiva su un calo del dollaro.
“Sarà senz’altro un disastro se la Cina dovesse cominciare a ridurre il valore dello yuan, per mantenere in vita la sua crescita tumultuosa.”
Manoj Pradhan della Morgan Stanley ha dichiarato che i mercati emergenti sono stati in grado di resistere al picco del dollaro, nel 2014, perché la “minaccia della deflazione mondiale “è stata in grado di frenare il costo globale dei finanziamenti. Ma ora i tassi sono in aumento.
Persino il Sibor trimestrale di Singapore (Singapore Interbank Offered Rate), utilizzato per i prestiti interbancari, si è adeguato in tutta fretta. A questo si aggiunge il fatto che “le banche centrali dei paesi in via di sviluppo” hanno smesso di comprare obbligazioni estere, dopo che avevano aumentato le loro riserve fino a 11.000 miliardi di dollari, dai 1.000 dell’anno 2000.

Viviana Vivarelli
Si demonizza tanto l’uscita dall’euro quando è proprio l’euro che ci massacrerà fino alla morte totale.
Per gli investimenti attuali in bond le previsioni sono molto cupe. Bisogna togliere i soldi dai bond e metterli in beni reali (immobili) perché il mondo finanziario tra poco punirà duramente proprio i bond.
E’ ridicolo che Renzi si vanti della riduzione del costo del petrolio, lui non c’entra affatto. La crisi ha fatto scendere la richiesta di petrolio e il suo prezzo è calato riducendo il flusso di petrodollari che era di 375 miliardi di dollari l’anno. I Paesi esportatori che prima compravano titoli ora li venderanno per 90 miliardi di dollari (nel 2013 comprarono bond esteri per 123 miliardi di dollari).
La sola Russia ha venduto asset finanziari e obbligazioni estere per 13 miliardi di dollari nel solo mese di febbraio. Anche la Cina è diventata venditrice netta di bond esteri via via che la fuga di capitali dalle sue banche si accelerava.
La liquidazione delle riserve di valuta estera comporta una stretta monetaria a meno che non intervenga una compensazione. La Cina ce la può fare ma la Russia no e nemmeno il Brasile. Dovranno tagliare i tassi di interesse e se lo fanno andrà peggio per tutti.
I 60 miliardi di QE di Draghi tamponano un po’ ma non possono durare a lungo.
La Fed dovrà aumentare i tassi e la botta arriverà da giugno e appena lo farà diminuirà il valore dei bond sul mercato e sarà un casino per tutti.
Pensateci!
Nei problemi ci siamo già ora, senza lo spauracchio dell’uscita dall’euro (pompato solo dalla propaganda pro neoliberismo che fa gli interessi dei finanzieri).
L’uscita dall’euro è solo una possibile e tardiva salvezza. E può essere la molla che crea un effetto domino, intanto unendo tutti i paesi mediterranei, poi forzando la Bce e la Commissione europea a sganciarsi dalle politiche fallimentari del Fm e a ristrutturare l’Unione europea su basi radicalmente diverse.

Il PD CANDIDA MELE. VE LO RICORDATE?
Dalle escort e la coca al grande ritorno in politica: Mele ricandidato col Pd
E’ proprio vero: qualche volta ritornano. Ma , forse, non se ne erano mai andati. E’ il caso dell’ex deputato Udc, Cosimo Mele. Ve lo ricordate? Otto anni fa fu travolto da uno scandalo a luci rosse per un festino hard a base di cocaina in un hotel di Roma. Nella notte tra il 27 e il 28 luglio del 2007 si trovava in una suite dell’hotel Flora, in via Veneto. Con lui c’erano due escort. Una delle due, Francesca Zenobi, si sentì male e disse di aver assunto cocaina che, a suo dire, gli sarebbe stata data proprio da Mele. L’ex deputato ha sempre respinto le accuse. Il processo è ancora in corso. Successivamente la Zenobi raccontò che Mele gli aveva offerto dei soldi per ritrattare la sua versione. Il politico reagì costituendosi parte civile. Nel frattempo Mele era stato costretto a dimettersi dall’Udc e non venne più ricandidato.
Patty Ghera

Amici

Ho amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non percepiscono tutto l’amore che sento per loro né quanto siano necessari per me.
L’amicizia è un sentimento più nobile dell’amore.
Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l’amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se morissero tutti i miei amici!
Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza…
Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono.
Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita.
Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami.
Loro non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa “crônica” non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici.
Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco.
E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita.
Se uno di loro morisse io diventerei storto.
Se tutti morissero io crollerei.
E’ per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere.
Essa è forse il frutto del mio egoismo.
A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro.
Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere…
Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici.
Un amico non si fa, si riconosce.

V. De Moraes

Viviana

Mi piace scrivere qualcosa ai miei amici al mattino
per sentire che vivo in mezzo all’amore
Mi piace scrivere qualcosa di politico al mattino
per segnalare che sono nella storia del mondo
Mi piace lavarmi con acqua fresca al mattino
per sentirmi parte della vita che scorre
Mi piace mangiare qualcosa di dolce al mattino
per ricordarmi che esiste del buono a questo mondo
Mi piace aprire le finestre all’aria buona del mattino
per essere insieme all’aria nuova di tutti.

.
RECENSIONE
Mariagrazia Bevilacqua ci scrive:

Vorrei segnalarvi un libro appena uscito con una casa editrice indipendente, Sillabe di Sale. Si tratta di “Le Prove di Esilio” di Michele Caccamo e Franz Krauspenhaar.
E’ è una raccolta letteraria a quattro mani. Michele Caccamo vive la privazione della libertà personale, in custodia cautelare in carcere; Franz Krauspenhaar è rinchiuso nella stallo temporaneo di un patologico avvilimento.

Estratti:
..“e questi a cosa le servono?”
– oddio non li avevo considerati: i libri. Giusta osservazione.
A cosa mai potrebbero servire dei libri qui dentro? “per farci un aeroplano” mi sarebbe piaciuto rispondergli “ li ho comprati apposta. Più tardi strapperò le pagine: con le prime dieci, le più leggere, ci farò le ali; con le altre la carlinga e la coda. Non servirà il motore, la carta volteggia di solo vento. Poi ci monterò sopra e volerò, via da qui, Appuntato. Farebbe bene anche a lei vedere quanto sono bello riempito di vocaboli. Le parole di un libro sì che sanno come trattare la mia vita. Non hanno bisogno di vedermi a culo nudo per sapere chi sono”.

Stiamo come gli scimpanzé, quasi tutto il giorno appesi per le mani, alle sbarre: non ci muoviamo, neanche ci avessero saldate nella forma le mani. Alcuni sembra abbiano uno sguardo di provocazione, come volessero dimostrare una tranquillità.
Noi siamo, per dichiarazione, i membri del profetismo carcerario; siamo i custodi messi volutamente in risalto; noi abbiamo urgenza di testimoniare senza sosta quest’altra vita
.”

Mi sento una sacca di carne; un lamento più che una voce.”

Dalla prefazione di Susanna Schimperna:
“E’ un poeta, Michele. Per definizione, dato che scrive e pubblica poesie da molto tempo, ma soprattutto perché le sue cronache dal carcere, le sue confessioni, sono di un impatto quasi insopportabile, e insieme risanatore. Sa costeggiare la mortificazione, inabissarcisi dentro, insozzarsi, ma riemergere e anelare ancora alla purezza.
Franz, che è in carcere anche se non c’è, che vive in un mondo a parte e non crede di parlare per altri che per se stesso, è crudelmente e splendidamente “noi”, invece. Non lo sa, ma la chiave nella serratura di quel cosmo che lo angoscia, ha saputo girarla dalla parte giusta. Forse è lui a non comunicare con noi, ma noi troviamo in tutte le sue parole quello che non abbiamo mai avuto il coraggio di essere, provare, domandarci.”

“… a titolo di risarcimento ritroverò la felicità”
“una carcerazione scioccante e una prigionia opprimente
”.

CARNIVORI O VEGETARIANI?

L’uomo è sempre stato onnivoro.
Per millenni l’uomo ha mangiato carne.
Il vegetarianesimo è una moda recente
Ci sono studi che dimostrano che mangiare verde fa bene e studi che mangiare carne fa altrettanto bene. Ci sono anche lavori come quello di Kev del 2009 che coinvolse 30 mila persone che dimostrò che i vegetariani e gli onnivori muoiono per gli stessi motivi.
I vegetariani hanno livelli sierici più bassi di B12 e di acidi grassi polinsaturi n-3, il che può essere associato a un maggior rischio trombotico e aterosclerotico. Quindi si suggerisce un aumento della assunzione di vitamina B12 e di n-3PUFA.
Mancano di vitamine e acidi grassi importanti per l’organismo.
Addirittura il rischio cardiovascolare è significativamente superiore per i vegetariani, maggior BMI, aumento del rapporto circonferenza vita/fianchi, pressione arteriosa, colesterolo totale, LDL e trigliceridi plasmatici ecc.
La vitamina B12 è importante e la si trova principalmente nelle fonti animali e i vegetariani ne mancano. Uno studio di Hermann dice che il 77% dei vegetariani è deficiente in B12 e che il 92% dei vegani è deficiente in B12. Le donne trasmettono la vitamina B12 ai figli attraverso il latte materno, per cui le carenze di vitamina B12 nei bambini comportano ritardi mentali e diversi problemi fisici.
Quando si è carenti di Vitamina B12 nel sangue aumenta una sostanza chiamata Omocisteina, una sostanza tossica che accresce il rischio cardiovascolare, osteoporosi e malattie mentali. Meno carne si mangia più alto è il livello di omocisteina, ed essa danneggia le cellule dei vasi sanguigni che sono a diretto contatto col sangue, primo passo per arrivare alla malattia coronarica. Ecco perché occorrono degli integratori.
In India dove gli animali non si toccano per la loro sacralità, muoiono di malattie cardiovascolari più che in qualsiasi altra parte del mondo.
L’ideale sarebbe mangiare un po’ di carne alternando la rossa con la bianca, meglio se mangiamo carne rossa solo una volta a settimana, e bianca non più di 2-3 volte. E’ importante come la scegliamo. Il pollame che troviamo nelle macellerie e nei supermercati non sempre è della migliore qualità, e per non rischiare di portare in tavola un prodotto gonfiato di ormoni, proteine animali e mangime OGM (questi sì, veramente cancerogeni), per cui dobbiamo fare attenzione alla provenienza della carne.
L’organizzazione mondiale della sanità dice che una dieta sbagliata aumenta il rischio contrarre malattie e obesità quando apporta troppe calorie (bilancio energetico) e non rispetta l’equilibrio quantitativo dei vari alimenti comprese le quantità e le frequenze di carne, pesce, latte e latticini.
Rinunciare a una alimentazione onnivora vuol dire migliorare pressione, rischi cardiovascolari e mortalità. La dieta mediterranea è invece ottima per prevenire le malattie come ictus, diabete, tumore e deterioramento cognitivo.
L’importante è non estremizzare da un lato o dall’altro.
Una dieta corretta apporta tutti i nutrienti senza sovraccaricare di sostanze “tossiche” l’organismo.
Mangiare poco di tutto resta la soluzione migliore.
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Perché diventare vegetariani.
Risposte:
– motivazione etica: rispetto per gli animali
– motivazione sanitaria: diminuire la probabilità di un tumore oppure di cardiopatie, disturbi circolatori, colesterolo alto, diabete, infarto, arteriosclerosi ecc.La dannosità della carne dipende, in parte, anche da tutte le sostanze chimiche impiegate per la sua produzione; sostanze spesso di sintesi, aggiunte ai mangimi nella moderna pratica d’allevamento industriale: antibiotici, tireostatici, betabloccanti, estrogeni, sali di zinco, vaccini, anemizzanti. Tutte sostanze, dannose e spesso letali, che vengono inevitabilmente assimilate dal nostro organismo.
-motivazione ecologica: rispetto per l’ambiente
Per produrre una bistecca sono state disboscate intere foreste, consumati centinaia di litri di acqua (per l’abbeveramento degli animali, per la pulizia delle stalle, per l’irrigazione dei campi destinati alle coltivazioni di mangime), sono stati usati pericolosi prodotti chimici, inquinate le falde acquifere e l’atmosfera. Inoltre, è da evidenziare che l’inquinamento prodotto dalle deiezioni (ovvero dagli escrementi degli animali allevati) smaltiti nel suolo e nelle acque, contaminano gran parte di ciò che viene portato sulla nostra tavola. Produrre carne e mangiarla, insomma, ha un impatto altamente insostenibile sull’ambiente. Per es.: per produrre un chilo di carne serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in 10 mesi (Siwi Statistics), tutto questo è inconcepibile se pensiamo che un miliardo di persone al mondo non ha accesso all’acqua potabile e muore per malattie causate dall’assunzione di acqua non potabile.
-motivazione politica: il consumo di carne ha un altro effetto devastante: è una delle cause della fame nel mondo. Il problema della fame nel mondo, infatti, non è causato dalla mancanza di cibo prodotto, ma da una sua distribuzione non omogenea e soprattutto dagli sprechi enormi. Se da una parte del mondo ci sono persone che non hanno cibo a sufficienza, dall’altra ce ne sono altrettante che hanno, al contrario, una sovrabbondanza di carne da consumare.
Le risorse, l’energia e i campi destinati alla coltivazione dei cereali per sfamare gli animali da allevamento possono essere impiegati per le coltivazioni da destinare all’alimentazione umana. In questo modo ci saranno alimenti vegetali a sufficienza per sfamare intere popolazioni che ad oggi soffrono di denutrizione cronica. Ricordiamo che sono quasi due miliardi di persone, soprattutto bambini e quasi tutti nel Sud del mondo. Un es. è dato il Brasile che è il più grande produttore di carne nel mondo. Dovrebbe per questo essere un paese economicamente ricco, giusto? Ma non è così perché conta 16 milioni di persone malnutrite e allo stesso tempo esporta 16 milioni di tonnellate di soia per mangimi animali ovvero 1000 kg di soia l’anno per ogni individuo malnutrito! (Fonte: Database FAO 2001). Assurdo!
Quindi, ogni qualvolta ci troviamo a consumare un pasto a base di carne, pensiamo che per avere quel pasto, in qualche modo abbiamo contribuito a togliere la possibilità di mangiare a qualcun altro che, al contrario di noi, patirà la fame.
.
Barbara manda:
Alda Merini

Non mettermi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo,
a chi non sa dire grazie,
a chi non sa accorgersi più di un tramonto.
Chiudo gli occhi,
mi scosto un passo.
Sono altro.
Sono altrove.

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RIDERE :- )

PICCOLI SCIENZIATI CRESCONO :- )
Il mio nipotino Matteo (5 anni) e i pianeti

-“Allora, c’è Mercurio che è molto caldo, perché è vicino al Sole.
Venere è molto calda perché comincia con la v, come i vulcani, e poi anche la parola
‘lava’ contiene la v.”
-“E la Luna, Matteo, è un pianeta o una stella?”
-“La Luna è un pochino stella, ma soprattutto pianeta”.
-“Ma, Matteo, che differenza c’è tra le stelle e i pianeti?”
-“Le stelle hanno le punte!” :- )
.
http://masadaweb.org


MASADA n° 1640 9-4-2015 MINCHIATE DI GHISA

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MASADA n° 1640 9-4-2015 MINCHIATE DI GHISA

La Corte europea dei diritti dell’uomo condanna l’Italia per la macelleria di Genova – Renzi e il reato di tortura – Forse che all’Expo si discuterà di OGM? – Essere vegetariani – L’Ue si prepara a far cadere Tsipras – Renzi non ha fatto bene? Sempre meglio che niente – Crescita demografica e welfare – I fatti di Genova e i DS – Toh, i 5stelle

A quelli cui questo blog non piace, dedico una citazione da film: “Sono contenta di sapere che state bene…”
.

Continuano ad imperversare… i D’Alema, i De Gennaro, i Salvini, i Renzi, le Boschi, i Farinetti, i DelRio, le Paito, gli Zanda, le Picierno, le Santanchè…
Un diluvio di minchiate di ghisa in un chiasso insopportabile.
.
Il chiasso di tre cose
va per il mondo sopra oceani,nevi,
terre di siccità e risaie:
e nessuna membrana dell’udito
lo cattura, il chiasso di tre cose.
Il chiasso del sole che va per il cielo,
il chiasso della pioggia
quando il vento la stacca dalle nuvole
e il chiasso dell’anima
da un corpo che la sputa.

(Erri De Luca)


Dedicato all’imperversante greggismo
MINCHIATE DI GHISA: IL REATO DI TORTURA
Viviana Vivarelli

Non c’è legge di Renzi che non sia marcia, guasta, viziata. Non c’è una sola legge o riforma o emendamento che esca da lui che non sia un abbozzo pietoso e malfatto che oltre a rivelare una completa incapacità a legiferare (come se non avesse uno stuolo di tecnici giuridici a servizio) non finisca col salvare interessi corrotti, vizi immondi, cricche di delinquenti, impedendo l’applicazione di una qualunque giustizia, invece di facilitarla o permetterla. Presto ci riproverà con la liberatoria alla frode fiscale fino al 3%, già stoppata la vigilia di Natale ma che sta nelle sue corde da sempre, in attesa di depenalizzare anche la bancarotta fraudolenta del padre&C, mentre la cosiddetta riforma della Giustizia è riuscita a trasformarsi in una immensa sanatoria, per cui, oltre all’assoluzione garantita fino a 5 anni di pena, si darà al giudice (a libro paga) il potere di giudicare ‘tenue’ il reato e di assolverlo qualora il soggetto sia alla prima condanna, legge per cui De Luca e Berlusconi torneranno vergini e casti, alla faccia della Severino, e si aprirà un futuro radioso per i malfattori che saranno sempre o al primo reato o al delitto giudicato ‘tenue’ o all’eterna prescrizione facile, “per sempre rinverginati”.
Nemmeno Berlusconi era riuscito a tanto e con una massa di media plaudenti in cui la parola ‘critica’ o ‘opposizione’ è stata estromessa di forza persino dalle possibilità latenti del pensiero, in una uniformità prolissa che nemmeno il Duce aveva potuto mai conseguire.
Si guardi l’ultima nata, informe coacervo di enunciazioni che dovrebbero mostrare all’Europa che anche l’Italia ha una legge contro la tortura e che invece è fatta in modo tale da non punire, come al solito, nessuno, tant’è che con questa legge le belve che uccisero a botte Cucchi o che sferrarono 53 colpi mortali ad Aldovrandi se la caverebbero senza un graffio. E bene hanno fatto i 5stelle a non votare un simile obbrobrio, che, come tutte le leggi di Renzi è una apparenza senza sostanza, una ipocrita pagliacciata di questa Vanna Marchi marchettara da due soldi che incaponisce i citrulli e ha creato nel Paese una specie geneticamente modificata, i renziani, specie melassosa di urlanti che si ammantano di un rosso-rosa con sopravveste nera e manco si capacitano di essere dei fascisti di ritorno.
A noi non ci rovina l’arroganza di quelli come Renzi. Ci rovina la dipendenza psicologica dei nuovi tossici del Pd, ormai zombi senza ritorno.
.
Il peggior analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
né s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.

Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

Bertolt Brecht

E’ ora di svoltare, di schizzare,
di credere in te stesso, qui oggi,
in questa terra solare
di giocare la partita
della tua vita. (…)
E i giorni
vivili tutti,
come fossero ultimi
non come primi
anche
nell’anno che verrà
” .

Virginio Giovanni Bertini
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LA CORTE EUROPEA PER I DIRITTI DELL’UOMO CONDANNA L’ITALIA PER LA MACELLERIA DI GENOVA
Doriana Goracci segnala

Arnaldo Cestaro oggi ha 75 anni, ne aveva 62 quando nel 2001 a Genova gli fracassarono 10 costole, gli fu rotta una gamba, subì un trauma in testa e si guadagnò anche 3 operazioni al braccio in 10 anni: “Questa è stata la nostra polizia, quella notte”.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia sulla base del ricorso presentato a Strasburgo proprio da lui, una delle vittime della perversa perquisizione alla scuola Diaz il 21 luglio 2001, alla conclusione del G8 di Genova..
“Io sono stato il primo a essere massacrato e l’ultimo a essere ricoverato. Ero lì per la manifestazione, poi volevo andare al cimitero a trovare la figlia di una mia amica, per quello avevo deciso di dormire con i ragazzi. Ero il più vecchio. Il giorno prima avevano ucciso il giovane Carlo Giuliani. A un certo punto sono entrati e ci hanno massacrato con i manganelli”. “Sono vecchio fuori, ma giovane dentro. Nella nostra Costituzione è scritto tutto. Basterebbe seguirla alla lettera, seguirla tutta. E non avremmo bisogno di niente” (il signor Cestaro ha la quinta elementare).
Grazie a lui, che non ha avuto paura di parlare, l’Italia è stata condannata per tortura per quanto accadde nel blitz alla scuola Diaz, condanna anche per la mancanza di legislazione corretta in materia.
Cestaro sostiene che le persone colpevoli avrebbero dovuto avere una punizione ma questo non è mai accaduto perché le leggi italiane non prevedono il reato di tortura o reati altrettanto gravi. Oggi i giudici della Corte europea dei diritti umani gli hanno dato pienamente ragione. Non solo hanno riconosciuto che il trattamento che gli è stato inflitto deve essere considerato come “tortura”. Nella sentenza si dice che se i responsabili non sono mai stati puniti, è soprattutto a causa dell’inadeguatezza delle leggi italiane, che devono essere cambiate. La Corte ritiene che la mancanza di determinati reati non permette allo Stato di prevenire efficacemente il ripetersi di simili violenze.

Renzi si è affrettato a fare immediatamente una legge contro la tortura dopo la condanna della corte europea sulla macelleria di Genova, ma la legge è risultata talmente malfatta che in pratica non punirebbe nessuna tortura, motivo per cui i 5stelle l’hanno respinta.
Mi domando e lo chiedo con molta forza e vorrei anche una risposta da chi dirige questo movimento:
COME MAI IL MOVIMENTO 5 STELLE NON USA CON VIGORE L’ARMA DELLA DENUNCIA ALLA CORTE SUPREMA DI GIUSTIZIA EUROPEA DI TANTE ABERRAZIONI FATTE DAGLI ATTUALI GOVERNI??

COME MAI NON ATTACCA PER ESEMPIO L’ORRORE DELLA TAV IN VALSUSA?
COME MAI NON RICHIEDE ALL’EUROPA IL REDDITO MINIMO DI CITTADINANZA’
COME MAI NON RESPINGE LA LEGGE APPENA FATTA DA RENZI PER CUI NON SI DA’ IL CARCERE FINO A 5 ANNI DI PENA?
COME MAI NON DENUNCIA LE PRESCRIZIONI FACILI COME UN INCENTIVO ALLA CRIMINALITA’ DEI POTENTI?
COME MAI NON HA DENUNCIATO PRIMA LA MACELLERIA DI GENOVA?
COME MAI NON DENUNCIA LE LEGGI CHE VIETANO I MATRIMONI OMOSESSUALI E ADDIRITTURA VIETANO LA TRASCRIZIONE DI QUELLI CELEBRATI ALL’ESTERO?
ECC ECC ECC.

Alessandro Somma
Genova ebbe la sua catastrofe, in parte raccontata, in parte seppellita nei ricordi intraducibili delle vittime di un puro esercizio di violenza punitiva da parte delle forze dell’ordine, accanite contro persone inermi. Decine di migliaia di genovesi soccorsero i manifestanti rifugiatisi nei portoni dei palazzi, implorando i poliziotti di fermarsi almeno di fronte al sangue, guardando con occorre l’occupazione dei loro luoghi di vita e di lavoro, le scorribande di un esercito in assetto antisommossa.In quei giorni i genovesi sentirono di essere arrivati sull’orlo di una dittatura, compresero come la libertà e la democrazia, conquistate in lunghi anni di dure lotte, non erano scontate, neppure a Genova, protagonista di tante lotte partigiane e antifasciste. E se anche la magistratura ha fatto luce su alcuni episodi e individuato alcuni colpevoli, troppi sono i misteri che restano, troppi per farci sentire fuori pericolo.
Il ruolo di Fini, allora Vicepresidente del consiglio, è solo uno di questi misteri, Fini avrebbe diretto le operazioni di polizia e lo avrebbe fatto anche nei tragici momenti in cui perse la vita Carlo Giuliani.All’epoca si limitò a dire che non vi era stata aggressione a manifestanti inerti, ma solo la reazione a una violenza studiata a tavolino da gruppi criminali che cercavano il morto. Le violenze delle forze dell’ordine screditarono l’Italia davanti al mondo. In un Paese nel quale la storia viene fatta e disfatta per operazioni di marketing politico, la magistratura deve fare da supplente.

(Ma perché non vi fu mai una commissione parlamentare sui fatti del G8? Di Pietro disse che sarebbe stata inutile. Certo, se chi giudica è anche l’assassino. E perché proprio uno dei mandanti del massacro è socio di Renzi nel cambiare la nostra Costituzione?)

Viviana Vivarelli

Gli uomini devono fare la propria storia
sono loro la storia
la vita
da loro nasce il futuro
e i figli dei figli dei figli
col loro diritto alla Terra
da lasciare ai figli dei figli
col loro diritto al futuro
che sia un futuro di tutti
migliore per le grandi masse
emarginate ai bordi dai potenti
Gli uomini hanno il diritto di procedere
verso il meglio del mondo
e non il peggio delle ere passate
senza diritti e senza memoria
dove mille valgono meno di uno

Gli uomini devono fare la propria storia
non i capetti dal futuro breve
intessuti del potere del presente
esistenti nella breve fiamma dell’attimo
a cui non interessa il futuro del mondo
e le migliaia di vite umane e le loro speranze
ma solo il corto arpione sul presente
e che per quel potere singolo
inquinano fiumi, seccano sorgenti
avvelenano l’aria e trasformano in cuoio i cuori
mentre fanno a pezzi le Costituzioni create dalla speranza
calpestando i diritti e i valori
per quel piccolo conto che si chiama lucro
per quel piccolo scranno che si dice potere

Gli uomini devono fare la propria storia
e per farlo devono sapere
che sono loro i signori della storia
e del tempo
loro i signori della Terra
e dell’universo
non i ridicoli bambocci che sbraitano dalle televisioni
masse di slogan che abbrutiscono e intontiscono
qualsiasi cosa sia degno di chiamarsi ‘UOMO’
Gli uomini devono riprendersi la Terra
e ogni parte di questa Terra che si chiama Nazione, Popolo, Famiglia, Casa
e ricostruire la Vita

Massimiliano
Sono passati 15 anni da quando un nutrito gruppo di fasci in divisa entrò con delle scuse nella scuola,e massacrarono a manganellate ragazzi ragazze cui l’ unica colpa era quella di voler manifestare per un mondo equo,quel mondo che evidentemente TUTTI i politici dell’epoca non andava a genio,e quindi qualcuno ordinò il massacro e qualcun altro si girò dall’ altra parte,e molti di questi Pinochet siedono ancora in parlamento riempiendosi la bocca di democrazia e belle parole..mentre in quei giorni non fecero nulla,a parte i soliti discorsi di circostanza,nulla fecero per far condannare coloro che compirono quegli atti ,anzi,alcuni furono anche premiati con promozioni,ed ancora adesso,quei manganellatori indossano la divisa…e per quei fatti gravissimi, dove la democrazia,la costituzione fu vilipesa, fu schiacciata sotto i piedi….quei politici “democratici” avrebbero dovuto sollevare il parlamento, bloccarlo fino a quando i colpevoli e i poliziotti non fossero stati arrestati, ma invece nulla, perché i “democratici” sapevano e sanno che non conviene inimicarsi la polizia, le forze dell’ordine, anche se compirono atrocità come quelle della scuola Diaz e a Bolzaneto !
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Il comportamento delle forze dell’ordine all’interno della scuola Diaz, durante il G8 di Genova, “deve essere qualificato come tortura”.
Lo dice la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato – all’unanimità – l’Italia per violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea: “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
Inoltre il nostro Paese è stato condannato anche ai sensi dell’articolo 13 perché è mancata un’inchiesta efficace per determinare la verità e perché l’Italia non ha una legislazione che condanni il reato di tortura.
Il nostro paese dovrà versare un risarcimento di 45mila euro al manifestante torturato.
Fra l’altro c’è un nostro ricorso analogo pendente a Strasburgo per le violenze nel carcere di Asti dove, ugualmente, la Corte ha rinunciato a punire in mancanza del reato.
Non si può più aspettare! Il reato di tortura va introdotto nel codice penale italiano. Firma per questo
Grazie,
Associazione Antigone via Change.org

http://www.carmillaonline.com/2006/07/20/isolare-i-violanti/

A Napoli, pochi mesi prima del G8 genovese, una repressione poliziesca altrettanto intensa si era scatenata contro i manifestanti anti-Global Forum. Al governo c’era ancora il csx, il ministro dell’interno era Enzo Bianco. Il governo di csx aveva creato i GOM (i corpi speciali della polizia penitenziaria), protagonisti di sevizie e abusi di potere nei giorni del G8 genovese. Il ministro della giustizia era Oliviero Diliberto, il governo di csx aveva fatto la “riforma” dell’Arma dei Carabinieri concedendole più poteri e autonomia, accentuando la rivalità con la polizia (e quindi anche l’escalation militare e “durista”) e aveva nominato i vertici delle forze dell’ordine responsabili della mattanza genovese (nomina di Gianni De Gennaro a Capo della Polizia: 26 maggio 2000). Durante i suoi anni al governo, il csx non aveva vigilato né preso provvedimenti contro la crescente ed esplicita fascistizzazione delle forze dell’ordine. Lo stesso Violante, da Presidente della Camera, aveva dato un bel contributo all’andazzo revisionistico, con la – a dir poco – maldestra apertura di credito ai collaborazionisti repubblichini, descritti come “migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze ” le cui ragioni andavano capite ecc. Durante la repressione napoletana della primavera 2001, alcuni manifestanti in stato di fermo erano stati costretti dai poliziotti a baciare la foto del Duce. Era il prologo a quanto sarebbe accaduto a Bolzaneto, con gli sbirri a cantilenare: “Un due tre, viva Pinochet / quattro cinque sei, a morte gli ebrei / sette otto nove, il negretto non commuove” Il governo di csx aveva organizzato il G8 di Genova e lo aveva difeso con le unghie e coi denti. Una volta passati all’opposizione, i dirigenti DS avevano scelto – col dissenso di alcuni, tra i quali Pietro Folena- di boicottare la protesta.
Poche ore dopo la morte di Carlo, i DS avevano invitato la cittadinanza a non raggiungere i manifestanti a Genova. Pareva davvero un invito a non intralciare le forze dell’ordine, che in quel modo avrebbero potuto finire l’opera. Soltanto dopo il grande corteo di sabato e dopo Bolzaneto (un’infrazione della legalità davvero troppo eclatante) il csx aveva criticato il governo Berlusconi, ricorrendo anche a similitudini col Cile, non soltanto tardive, ma anche ipocrite, alla luce di tutte le nefandezze centrosinistre di cui sopra.

FORSE CHE ALL’EXPO SI DISCUTERA’ DI OGM?
LA GENETICA CHERNOBIL
IL CIBO FRANKESTEIN

Viviana Vivarelli

L’argomento degli OGM è stato discusso abbastanza in passato. Ora tutto tace.
Io seguii a suo tempo un lungo apprendistato guidato da docenti universitari di chimica e biologia che ci spiegavano la composizione degli OGM, come questi introducessero nell’organismo sostanze aliene e ci fossero nelle catene delle molecole dei misteri inspiegabili che esigevano cautela. Nessuno di loro diceva che fossero cancerogene anche se questa ipotesi è stata introdotta recentemente, ma tutti erano allarmati dalle conseguenze poco chiare di questa metamorfosi innaturale.
Il mondo non ha bisogno di organismi geneticamente modificati. Il mondo ha bisogno di una più equa distribuzione alimentare.
Oltre al rischio ancora non valutabile sulla specie umana, è stato sottolineato quello relativo alla contaminazione dell’ambiente. E’ possibile che le caratteristiche genetiche introdotte si trasferiscano, attraverso l’impollinazione incrociata, dalle piante geneticamente modificate a specie affini nelle vicinanze. Questo fenomeno diventa inaccettabile nel caso delle piante transgeniche, che potrebbero produrre modificazioni non prevedibili sulla biodiversità, modificando le popolazioni di insetti (api, farfalle, etc) e di piante selvatiche che vivono nell’ambiente circostante (Giorgio Celli parla di ’Genetica Chernobyl’). Il protocollo di Cartagena dovrebbe controllare eventuali rischi ma risulta poco difensivo, in quanto ci sono Paesi come l’Italia dove sono vietate le culture OGM ma si importano farine o mangimi che lo sono.
Circa la propagazione attraverso il vento o gli insetti, ricordo che le aziende produttrici di transgenico chiedono il pagamento dei diritti anche ai proprietari di terreni infestati e contro il vento o gli insetti non ci sono recinti che tengano.
Si è tentato di sopperire al problema del polline creando piante maschio sterili, ma il tentativo non è riuscito, per cui chi ha a fianco un terreno Ogm è soggetto a infestazione con successive multe da parte delle aziende che detengono i brevetti, il che va contro la libertà di coltivare quello che uno vuole.
Un altro problema è che le culture transgeniche richiedono antiparassitari specifici che sono di proprietà degli stessi produttori di OGM, e i prezzi di entrambi i prodotti non hanno fatto che aumentare nel tempo, costringendo i coltivatori ad una servitù a vita, tanto più grave in quanto i consumatori non sono propensi ad acquistare prodotti che dichiarino OGM sulle etichette, così che le grosse società li hanno sempre introdotti nel mercato abusivamente, fidando nell’oscurità e nella scarsa regolamentazione delle etichette, che al di sotto di una certa soglia (09%) non dicono al compratore se in un prodotto ci sono OGM.

L’introduzione iniziale di OGM in Europa partì dalla Spagna molto prima che si parlasse di questo problema e fu totalmente clandestina. La Spagna è il paese europeo che ha le maggiori superfici coltivate con OGM (circa il 30% del Mais).
Un altro grave problema è quello che gli OGM avviano a un modello di agricoltura intensiva (e a monocultura) che è contro la tendenza di molti Paesi europei di usare invece modelli più ecocompatibili con trattamenti meno tossici e di conservare i pregi della biodiversità.
Purtroppo le società che producono OGM sono in massima parte americane, hanno stanziato forti capitali e vogliono allocare i loro prodotti, costi quello che costi, fregandosene della salute del consumatore, tant’è che quello americano, che lo sappia o no, è il popolo che usa maggiormente una alimentazione OGM.
Dopo 25 anni dall’introduzione di OGM in Europa, le analisi ufficiali rifiutano che vi siano danni alla salute, tuttavia è ben noto un aumento esponenziale delle allergie alimentari.
Le ricerche coinvolgono anche gli animali che si nutrono di OGM. Ma c’è un punto debole in queste asserzioni, ed è il fatto che le ricerche sugli OGM sono fatte dalle stesse aziende che li producono, il che rende molto inquietanti anche i risultati sbandierati. E non è la prima volta che qualcosa viene messo in commercio (si pensi ai medicinali) oscurando i possibili rischi, in quanto gli esami su di esso sono fatti dagli stessi che li producono. Dovrebbe bastare questa informazione per far dubitare degli OGM. Del resto, finché in ogni settore, i controllati si identificheranno coi controllori, non avremo mai una informazione seria, ma resteremo sempre nel campo della manipolazione. Il mercato è questo: non ricerca scientifica volta a un miglioramento del futuro, ma manipolazione dei cervelli volta all’arricchimento di pochi.
Purtroppo la Monsanto si è rifiutata di presentare i suoi studi e ci sono studi di altri che attestano danni a reni, fegato, pancreas e testicoli in topi alimentati con soia transgenica. Un nuovo studio, pubblicato il 20 settembre 2012 nella rivista Food and Chemical Toxiclogy[, che ha visto coinvolti sia Seralini che Malatesta, ha ipotizzato per la prima volta una carcinogenicità del mais OGM, che, secondo i suoi autori, provocherebbe tumori in percentuali significativamente superiori rispetto al mais convenzionale. Nello studio è stato utilizzato il mais Nk 603 (che nella Ue non può essere coltivato, ma è legalmente importato) e l’erbicida Roundup.
Un altro rischio evidenziato è quello per cui essendo gli OGM resistenti agli antibiotici trasferisce questa resistenza agli umani. Che la cosa sia vera o no non sappiamo, certo è che la resistenza agli antibiotici ci sta diffondendo, ma può dipendere anche dal loro abuso.
Le resistenze all’applicazione degli OGM nell’agricoltura in paesi del terzo mondo sostanzialmente si basano sulle seguenti motivazioni:
• Le piante OGM sono spesso vincolate all’obbligo di riacquisto di anno in anno. Questo implica che i coltivatori, che erano abituati a riseminare il raccolto, devono ricomprare la semente per garantirsi il beneficio dato dall’uso dell’OGM.
• Le sementi OGM hanno costi superiori, dovendo ammortizzare l’investimento in ricerca necessario per svilupparli.
• L’impatto dell’acquisto annuale di nuovi semi su soggetti microeconomici che faticano a raggiungere uno stato di sopravvivenza può innescare rapporti di debito prolungato con i rivenditori indebolendo ulteriormente i piccoli produttori.
• I soggetti economici in grado sfruttare le opportunità offerte dagli OGM sono spesso i grandi produttori o dei possidenti terrieri.
• L’uso di OGM potrebbe ridurre l’uso di varietà e risorse liberamente fruibili sul territorio.
• Le industrie che producono OGM spesso non vengono ritenute soggetti morali sufficientemente qualificati e affidabili.
• I paesi europei che si sono dichiarati OGM-free potrebbero rifiutare le derrate provenienti dai Paesi in via di sviluppo che li utilizzano facendo venir meno una fonte importante del loro bilancio nazionale.
L’associazione ambientalista Friends of the Earth (FoE) è da anni attiva contro l’uso degli OGM in agricoltura. Secondo FoE il report ISAAA sovrastima l’area messa a coltura di almeno un 5% e dimostra come essa sia concentrata solo in pochi stati. L’introduzione di coltivazioni transgeniche inoltre, sempre secondo FoE, ha contribuito poco o per niente al miglioramento delle condizioni economiche degli agricoltori nella maggior parte dei Paesi, e che in particolare in America Latina ha contribuito invece ad una ulteriore concentrazione della terra in mano a pochi, a discapito dei piccoli agricoltori. Gli OGM non hanno alleviato la fame del mondo e queste coltivazioni sono state utilizzate soprattutto per mangimi animali. Non sempre si hanno rendimenti superiori.
La maggior parte dell’opinione pubblica percepisce gli OGM come “innaturali” poiché gli organismi transgenici superano la barriera di specie mischiando per esempio geni di piante con quelli di animali o batteri con risultati che non potrebbero mai esistere in natura.

In Italia si oppongono all’introduzione degli OGM vari gruppi di diversa estrazione: associazioni ambientaliste quali Greenpeace, WWF, Verdi, Ambiente e Società e Legambiente, partiti politici quali la Federazione dei Verdi, due delle tre principali associazioni degli agricoltori, Coldiretti e CIA, e movimenti quali i no global.
In particolare Coldiretti ha promosso, insieme a numerose altre associazioni nazionali e locali, presso i comuni e le province l’approvazione di una delibera che dichiari il territorio come “libero da OGM”. Tale atto, pur essendo di scarso valore applicativo sia da un punto di vista legale che da un punto di vista pratico (la delibera vieterebbe non solo l’uso di OGM da parte di agricoltori e allevatori, ma anche il solo transito di materiale OGM sul territorio e, in taluni casi, anche la vendita nei supermercati, nonostante non siano previsti strumenti di controllo) ha comunque un forte valore politico avendo raccolto le adesioni da più di 2300 comuni italiani.
Gli ambientalisti ritengono che la modificazione genetica diretta “snaturi” l’organismo modificato, con conseguenze imprevedibili per l’ambiente e la salute. Ritengono inoltre che il flusso genico verso le specie agrarie o selvatiche di transgeni sia un processo irreversibile che andrà a contaminare in modo irreparabile la biodiversità presente sul pianeta. La Federazione Italiana Agricoltura Biologica ritiene che sia impossibile la coesistenza tra colture biologiche ed OGM per il forte ed irreparabile rischio di contaminazione tra le diverse colture ed i costi molto elevati da sostenere per una separazione efficace. Alcune associazioni agricole contrarie all’uso di OGM stanno invece da anni lottando contro la concorrenza dei prodotti agricoli importati a basso costo attraverso azioni di marketing del prodotto agro-alimentare Made in Italy, sottolineandone la genuinità, la tipicità e la “tradizionalità”, valori che, secondo loro, sono in antitesi all’uso di prodotti OGM che invece favorirebbero una omogenizzazione sul mercato delle produzioni agricole.
Il movimento No global ritiene che gli OGM siano l’ultima frontiera della colonizzazione delle risorse del pianeta sia tramite l’uso di prodotti OGM brevettati, sia tramite l’uso di contratti che vincolano gli agricoltori a ricomprare di anno in anno la semente che solitamente viene venduta da una o poche società monopoliste.

In Italia nel luglio 2013 è stata annunciata la firma di un decreto che proibisce uno dei più diffusi OGM, il mais Monsanto 810.
Altra fonte di polemica in Italia è il fatto che per l’alimentazione del bestiame si è decisamente importatori di mais e di soia OGM, anche per le produzioni caratteristiche come prosciutti o formaggi, che vengono commercializzati senza specificare l’utilizzo di mangimi derivati da piante transgeniche. Il maggiore produttore mondiale, la Monsanto, ha annunciato che rinuncia a presentare nuove domande di autorizzazione per la coltivazione degli OGM, puntando tutto sull’importazione dei prodotti che è libera
Per la soia OGM, vige il divieto di coltivazione, ma non d’importazione e il prodotto disponibile sul mercato mondiale è quasi esclusivamente quello OGM.

La guerra per la penetrazione degli OGM in Europa è una delle tante guerre americane di invasione del pianeta.
Con il Protocollo sulla Biosicurezza biosicurezza del 1992 molti paesi – europei e non – bloccarono l’importazione degli organismi geneticamente modificati, considerati non sufficientemente testati. Il Protocollo, fermato dagli Usa per 8 anni, venne infine ratificato a Montreal, nel gennaio del 2000, dove 131 paesi (compresi di Usa) siglarono una convenzione preliminare sulla biosicurezza che riguarda però soltanto il commercio di sementi. I prodotti lavorati made in Usa, quindi, restavano fuori dal divieto anche se contenevano Ogm.Nel 2002 la superficie globale delle colture GM era pari a 58,7 milioni di ettari distribuiti tra 16 paesi. Secondo uno studio Statunitense sui livelli di pesticidi nelle piantagioni Geneticamente Modificate di mais, soia e cotone, l’applicazione di pesticidi in quelle varietà è risultata maggiore che nelle varietà convenzionali. Nei primi tre anni dall’introduzione della tecnologia le piantagioni OGM avevano ridotto l’uso di prodotti chimici del 25%. Ma nel 2001 è stato dosato il 5% in più di pesticidi rispetto alle piantagioni non GM; nel 2002 il 7.9% in più; e nel 2003 l’11.5% in piu’. Nelle sole piantagioni di mais durante il periodo 2002-2003, sono stati applicati il 29% di pesticidi in piu’ rispetto alle piantagioni di mais non OGM. Molti coltivatori hanno bisogno di incrementare le dosi di erbicidi sulle piantagioni OGM al fine di mettere sotto controllo le specie di infestanti più forti che starebbero sviluppando la resistenza genetica.
In India, dove la penetrazione di OGM fu precoce si ebbero migliaia di suicidi tra i contadini che si trovarono specie infestanti, le cui malattie si potevano combattere solo con i pesticidi venduti dagli stessi che avevano prodotto OGM, che dovevano pagarne i diritti anche se non ne volevano più, e che si trovavano specie che non garantivano la quantità prodotta ed erano sterili, cioè non producevano seme per le culture successive. Le multinazionali vogliono vendere OGM, impedendo la distinzione tra cibi artificiali (transgenici) e naturali, perché i sondaggi prevedono il fallimento commerciale dei prodotti che segnalassero contenuti di OGM o derivati. Potenti lobby sono riuscite così ad ottenere 3 anni fa la cosiddetta “soglia di tolleranza” dell’1%, sotto la quale non si deve etichettare la presenza di OGM autorizzati in Europa. E se fin’ora nessuna etichetta si è vista sul mercato, vorrei sapere perché dovrebbero apparire d’incanto, quando la “tolleranza” è rimasta praticamente la stessa a 0,9%? Inoltre, se oggi è possibile impedire presenze illegali di OGM non autorizzati nell’Ue con la tolleranza zero, il nuovo regolamento prevede la soglia senza etichetta allo 0,5% anche per OGM non autorizzati che saremo costretti a mangiare senza saperlo. Intanto le intolleranze alimentari dilagano e nessuno ci sa dire perché.
La Norvegia non è entrata in Europa perché gli agricoltori non hanno voluto ed oggi ha applicato il principio di precauzione con grande senso sociale. Ha proibito alimenti e semi OGM finché non ne sarà dimostrata l’innocuità, la necessità, e il rispetto dei criteri Onu sullo sviluppo eco-sostenibile. Quello della necessità è a mio parere il punto più importante poiché se applichiamo il confronto tra tecnologie diventa evidente che gli OGM non hanno necessità tecnico-produttiva, viste le alternative disponibili. Inoltre non funzionano, perché insetti ed erbacce diventano resistenti e sono altamente inquinanti. I sistemi agricoli tradizionali di piccola e media scala, basati su policolture, rotazioni e agroforestazione, dimostrano incrementi produttivi anche del 100% rispetto alle coltivazioni industriali chimiche. E’ l’Agricoltura biologica l’alternativa ai pesticidi, non certo gli OGM.

Con gli OGM abbiamo un colossale assalto al mercato del mondo che modificherà la natura in modo irreversibile e di cui non conosciamo gli effetti a lungo termine. O pensiamo che la natura sia stupida e si sia posta dei grossi limiti solo perché l’uomo stravolga le sue leggi fondamentali?
A trasformare una pianta non ci vuole niente. Ma poi? Nessuno sa cosa succede poi.
Si coltiva una piantina in provetta, vediamo solo un ammasso di cellule , si mette in una sola cellula un po’ di DNA di un’altra pianta, l’informazione passa a tutte le cellule, e si sta a vedere cosa esce. Esce un mostricino. Un Frankenstein delle piante. Sono 60 anni che si fanno questi mostricini. Si isolano vari geni, si sequenziano, si prendono quelli le cui informazioni ci interessano e si innestano.
Per esempio si fa il pesce- fragola. Si prendono le cellule della fragola, e poi il DNA di un pesce artico che vive nel freddo del Polo, si prende l’informazione che gli permette di reggere il freddo e si innesta questa informazione nelle fragole, così avremo delle fragole che si possono coltivare in Finlandia perché reggono il freddo. (!!!) E’ demenziale. Nello stesso tempo le coltivazioni plurime scompaiono perché le multinazionali trovano più conveniente fare monoculture. Insomma scompaiono le varietà naturali delle piante con cui la natura si è adattata ai microclimi (per es. in Sud America ci sono 257 varietà di mais) e vengono imposte piante artificiali create in laboratorio i cui effetti nel nostro organismo ci sono ignoti.
Non ci basta aver alterato l’alimentazione animale (farine che contengono mix fatti con mucche morte di malattia) con gli effetti perversi che abbiamo sotto gli occhi e di cui non si parla più anche se i morti per encefalite continuano, e abbiamo anche un centinaio di persone morte per variante umana di mucca pazza, vogliamo anche stare a vedere cosa succede alimentandoci di organismi vegetali alterati geneticamente? Abbiamo allevamenti di pesci alimentati con farine contenenti diossina con effetti tossici, avremo presto miliardi di polli clonati usando cellule staminali con effetti ignoti su chi li mangerà. Non ci basta l’enorme aumento di intolleranze alimentari? Vogliamo anche distruggere l’ecosistema con danni all’ambiente inimmaginabili, e solo per far crescere gli introiti di alcune spregiudicate società americana? Da 20 anni il 20% del nostro grano era un OGM e nessuno ne era avvertito, mentre cresceva il numero delle persone che non possono più mangiare alimenti contenenti farina per intolleranza al glutine e presentano celiachia e enteropatia infiammatoria (si pensi alle pappe e ai biscotti per bambini).
E all’Expo dicono questo? Non ci pensano nemmeno!
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L’ultima entrée negli Ogm arriverà in USA il prossimo anno. Lo sforzo della ricerca nel settore ha prodotto ben “la mela che tagliata non scurisce”!! Davvero una cosa di cui il mondo aveva bisogno!? L’Italia è il paese delle mele, ci mancherebbe anche che spendessimo per acquistare prodotti simili!
Nel campo di tante malattie terribili ci sarebbe anche troppo da cercare che potrebbe attirare gli investimenti nella ricerca e pensare che somme incredibili vengono spese per sciocchezze come questa dà l’idea della follia del mercato.
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In occasione dell’Expo è partita la richiesta a Renzi di 39 associazioni contro gli OGM. Esse chiedono a Renzi di respingere la richiesta di un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810. Se il ricorso fosse accolto, si rischierebbe di aprire la strada a semine incontrollate di colture geneticamente modificate. Si chiede invece al governo italiano di impegnarsi in sede europea per impedire coltivazioni geneticamente modificate. Le 39 associazioni sostengono che quella degli OGM è una strada senza ritorno.
Negli Stati Uniti, dove il 73 % dei semi è stato geneticamente modificato per tollerare gli erbicidi, chi ha acquistato sementi brevettate deve per contratto continuare a farlo per un periodo determinato. Così, negli USA, la Monsanto, principale produttore di mais transgenico, ha già fatto causa a numerosi agricoltori per violazione contrattuale. A questo circolo vizioso si aggiunge il prezzo in crescita delle sementi OGM: dal 1975 al 1997 – prima dell’era OGM – per la semina di un campo di soia l’agricoltore investiva nell’acquisto dei semi dal 4 all’8% del reddito lordo derivante dalla coltivazione. Nel 2009 le sementi OGM costavano il 22,5% del reddito ottenuto. Situazione simile per il mais. Nel 2001, il prezzo medio dei semi OGM era di 110 dollari, rispetto agli 85 delle sementi convenzionali. Nel 2012, il prezzo medio delle sementi di mais OGM era salito a 263 dollari per unità, mentre le varietà convenzionali si attestano su una media di 167 dollari. In Italia, esiste ancora la possibilità di scegliere e di fermare l’agricoltura geneticamente modificata. Ma è necessaria una forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per contrastare l’avanzata di un modello agricolo che potrebbe mettere in serio pericolo uno dei settori più redditizi, sia sul mercato interno sia nel panorama delle esportazioni.
Fondamentale anche comunicare l’esistenza di una valida alternativa: il biologico. Le aziende agricole italiane hanno una superficie media di 8 ettari: chi si basa su monocoltura di mais impoverisce il suolo, riduce al minimo il lavoro e non riesce comunque a dare reddito all’agricoltore. Un’azienda biologica e diversificata che produce prodotti di qualità e vende a filiera corta fa invece un servizio per il territorio: può dare più lavoro, più ambiente e più reddito agli agricoltori. E lo stesso accade a chi –come buona parte del mondo agricolo nazionale – sceglie di puntare sulla qualità e sulla tipicità.
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Gli Ogm vanno messi fuori legge, ecco alcuni motivi:
– hanno promesso aumenti nei raccolti e riduzione dell’inquinamento chimico, promesse ribaltate (vedi rapporto nov. 09 di C. Benbrook: meno 10% nei raccolti e 4 volte più inquinamento da pesticidi)
– sono un rischio per la salute umana e per l’ambiente
– hanno privatizzato la materia vivente del pianeta, un “bene comune” prezioso quanto l’acqua
– non migliorano la distribuzione di cibo nel mondo, ma sono una causa della fame nel mondo. I popoli dipendono da multinazionali votate al profitto, con la riscossione del diritto di brevetto (ad ogni ciclo riproduttivo della pianta) e con il controllo del mercato globale del cibo.
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La disinformazione non permette di valutare tra fautori e gli oppositori, ma gli interessi in gioco sono enormi e anche i compensi ai governi compiacenti sono enormi. Non è questione di progresso o di scienza ma di business
Per questo gli OGM sono stati introdotti nel mondo in modo furtivo quasi senza sperimentazione
Si dice che l’uomo ha fatto incroci e selezioni da sempre, perché non si dice che questo tipo di incrocio è stato rifiutato dalla natura da sempre? Se ciò è, ci sarà o no una ragione?
Si sa che le aziende che producono Ogm sono pochissime ma fortissime?
Si è pensato al colossale business dei brevetti? Si dice che gli OGM porteranno a creare piante più forti o dotate di proprietà medicinali e debelleranno la fame? Voi credete che i popoli affamati avranno i soldi per comprare a vita le nuove sementi il cui prezzo è sempre più caro? Non è anche questa una nuova colonizzazione? Non vedete che ogni volta che il business ha voluto forzare una situazione ha parlato subdolamente della grande fame del mondo ma che questa poi non ha fatto che aumentare?
Abbiamo adesso il più grande business di tutti i tempi e chi produce OGM si servirà di tutti i mezzi per non farselo sfuggire perché avrà in pugno il cibo del mondo. Ma la prima arma per conquistare il mondo è la disinformazione: si fanno passare solo le notizie che sono convenienti a chi ci guadagna.
Le multinazionali intendono conseguire il governo del pianeta e sono disposte a tutto pur di massimare i loro profitti. E chi avrà il monopolio del cibo avrà il controllo del mondo
Non dovrebbero esserci dubbio sul cinismo delle loro scelte e sui danni planetari che stanno portando il Mondo a morte. Eppure l’inganno continua.
Le multinazionali delle armi e del petrolio americane ci hanno ingannato abbastanza facendoci credere che l’invasione e la depredazione del Medio oriente servivano a scopi nobili, come l’esportazione della democrazia e la diffusione della libertà. Dopo 12 anni siamo in grado di misurare l’ampiezza del loro inganno? E ora dovremmo ricominciare tutto da capo con l’imbroglio megagalattico degli OGM che tolgono la fame del terzo mondo, o sulle centrali nucleari che sono “più pulite” del petrolio o del metano? L’inganno non finisce mai. E se il Vaticano sponsorizza gli OGM, posso solo pensare che lo IOR ha un capitale investito anche in OGM come ne ha nella Coca Cola. E, dal momento che finanziariamente faceva patti anche con la banda della Magliana, non mi turba più di tanto sapere che dà una mano a multinazionali efferate come la Monsanto. Si passa dalla microcriminalità alla macrocriminalità ma il principio di superare l’etica in nome del profitto resta lo stesso
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Storiellina
Sono usciti i risultati di un sondaggio effettuato dall`ONU. LA domanda era:-Per piacere, dica onestamente qual`è la sua opinione sulla scarsità di alimenti nel resto del mondo. Il risultato è stato il seguente:
-gli europei non hanno capito cosa sia la `scarsità`
-gli africani non sapevano cosa fossero gli alimenti
-gli americani hanno chiesto il significato di `resto del mondo`
-i cubani, straniti, hanno chiesto maggiori delucidazioni sul significato di `opinione`;
-nel parlamento italiano, si sta ancora discutendo su cosa sia `onestamente`

Lalla segnala:
L’UE SI PREPARA A FAR CADERE TSIPRAS
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/04/07/la-ue-avverte-tsipras-e-si-prepara-a-farlo-cadere/

Il Financial Times ha riportato voci provenienti dalla Commissione Ue secondo le quali la cara Europa si appresterebbe a favorire in qualche modo un cambio di esecutivo ad Atene: “Questo governo non può sopravvivere”, “Tsipras deve decidere se vuole essere premier o leader di Syriza”, ha detto un anonimo, ma alto funzionario incaricato di rendere esplicita la minaccia, di far leggere il pizzino evitando a Bruxelles la vergogna di prendere ufficialmente una posizione in questo senso.
Insomma persino la politica fin troppo arrendevole di Tsipras, è intollerabile per la troika europea che concepisce solo la resa al suo modello di regresso sociale nel quale ormai si sostanzia l’idea di unione continentale. Talmente intollerabile da far trapelare la minaccia di agire per favorire una caduta del governo di Atene e la sua sostituzione con un esecutivo formato dalla parte più a destra di Syriza, i rimasugli del Pasok e centristi vari. Potrebbe accadere? Sebbene le parole fatte arrivare al Financial Times costituiscano per ora una mossa nella partita a scacchi greca, non c’è dubbio che Bruxelles possa contare in vista di una sorta di golpe, sulle pulsioni europeiste che allignano non solo nelle destre liberiste, ma anche in gran parte della sinistra. Compresa Syriza e parte del governo che nell’ultima missiva mandata a Bruxelles per cercare di strappare gli aiuti necessari a tamponare la solvibilità di Atene, ribadisce la volontà greca di essere “un membro orgoglioso e irrinunciabile dell’Unione europea e un membro irrevocabile della zona euro”.
E’ fin troppo chiaro che la governance della Ue è poco disponibile ai compressi visto che eventuali tagli di debito e deroghe alle riforme nei confronti della Grecia costituirebbero un precedente più grave di una eventuale uscita del Paese dalla zona euro: il giorno dopo anche tutti gli altri Piigs chiederebbero analogo trattamento, mandando in completa confusione il governicchio francese e decretando la fine politica della Merkel. Così una sorta di golpe ucraino che ribadisse la preminenza dell’eurozona sulla democrazia, sarebbe la strada più facile, tanto più che l’unica vera via d’uscita di Tsipras non potrebbe essere che un totale cambiamento di orientamento geopolitico con relativa richiesta di appoggio alla Russia e alla Cina.
Tutto questo è stato reso possibile dall’illusione di Syriza e ahimè anche di altre formazioni che in qualche modo si richiamano alla sinistra radicale, della possibile esistenza di un’altra Europa che in realtà è svanita dagli schermi radar già un quarto di secolo fa con il disgraziato trattato di Maastricht con il quale si è barattata l’unione politica con quella monetaria collegata ai dettami del capitalismo finanziario. Fu un errore in buona fede per molte sinistre europee: non furono colti i pericoli di disunione insisti nella creazione di una moneta unica in un’area profondamente disomogenea e che in qualche modo aveva funzionato proprio per la compensazione che le diverse divise riuscivano a creare. E soprattutto non si capì che affidare a una moneta la missione di portare a compimento l’Unione significava mutare completamente il senso e lo scopo della stessa. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, tutti in modo o in un altro ci hanno creduto o ci sono cascati. Ma perseverare ancora oggi su questa strada è diabolico. O francamente un po’ ottuso: credere che il farraginoso corpaccione continentale, dominato ormai da poteri extra democratici appena imbellettati da un parlamento senza poteri, subornato dagli interessi Usa e incapace di darsi un profilo autonomo, in procinto di varare un trattato transatlantico che la priverà della residua sovranità reale, possa tout court essere “migliorato”, arrivare a legittimare i suoi diktat in base a queste fumose speranze e a pulsioni retoriche residuali, significa ostinarsi a rimanere dentro un incubo reale in virtù di un miraggio. Le cose sono andate troppo avanti e solo mostrandosi decisi a mettere tutto in gioco si potrà sperare di ottenere qualcosa.
Adesso tocca a Tsipras decidere se dire no al ricatto e giocare la sua partita o se tentare di rimanere un premier dimezzato rimangiandosi le promesse fatte ai greci, ma indirettamente anche agli altri europei. E fingendo di aspettare Godot alias Altra Europa.
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Il trailer del nuovo film di Veltroni
Molto carino!

SEMPRE MEGLIO CHE NIENTE
triskel182

Le riforme dell’era berlusconiane erano quelle all’impronta del meno peggio: lui chiedeva 100, per i suoi interessi, sapendo che a furia di ricatti sarebbe riuscito ad arrivare a 40 o 30. Chiedeva di sospendere migliaia di processi, eravamo nel 2008 dopo la vittoria alle elezioni: non solo il suo, ma anche altri 100mila, per decreto legge. E poi il bavaglio alla stampa. Finché non ci si mise d’accordo con l’immunità, il lodo Alfano. Che poi è lo stesso Alfano che oggi fa il ministro dell’interno (con un altra maggioranza, pare).
Le riforme di oggi sono invece all’insegna del sempre meglio che niente.
Il reato di autoriciclaggio non punisce veramente coloro i quali reinvestono i proventi criminali? Beh, prima non c’era nemmeno la legge, sempre meglio che niente.
La riforma delle province lascia buchi di competenze, prevede 20.000 dipendenti in soprannumero, rischia di lasciare i cittadini senza servizio.
Ma almeno non abbiamo più questi enti inutili. Sempre meglio che niente.
La legge sul falso in bilancio non prevede intercettazioni per le società non quotate (la maggioranza), con il rischio di aver lasciato scoperto un fianco per la lotta alla corruzione?
Ma come, prima non c’era nemmeno il falso il bilancio e ora almeno è stato introdotto per le società quotate. Sempre meglio che niente.
Stesso discorso per il reato di voto di scambio mafioso, il 416 ter. Per come è formulato sarà difficile provare il dolo, la volontà di favorire la mafia. Un favore ai politici che chiedono i servizi di mafia Spa? Ma almeno abbiamo riformulato il reato che prima non era definito bene. Sempre meglio che niente….
Potremmo anche parlare del senato, della legge elettorale (preferite quella di prima? La stiamo cambiando..), della riforma del lavoro (che estende le coperture ad una platea di lavoratori più ampia, ma tocca lo statuto dei lavoratori, non da garanzie sulla stabilità dei contratti, ci sono dubbi sulle coperture ..).
Ecco, temo che a furia di dire sempre meglio che niente, diventeremo anche noi niente.
E scusate se mi permetto di usare una frase di Edoardo De Filippo.

ESSERE VEGETARIANI
Viviana Vivarelli
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Vado spesso a Londra perché ci vive mia figlia. Londra è piena di supermercati, sempre aperti (anche 24 ore), chiudono solo a Natale. I più noti sono l’economico Tesco, Sainsbury, M&S Food, Waitrose, Asda, Iceland, Safeway, Somerfield, Morrisons, Lidl e Netto o i locali Costcutter ed i biologici Planet Organic, Fresh & Wild (Whole Food).
Ovunque leggi la scritta ‘organic’, cioè biologico. Holland & Barrett sono specializzati in alimenti naturali e servono soprattutto vegetariani, vegani e persone con diete specifiche (senza glutine, ecc).
Planet Organic è il grande supermercato biologico del Regno Unito, con provenienza interamente certificata. Prodotti nutriente, stagionali e alimenti biologici. In vendita esclusivamente cibi freschi e genuinamente biologici. Carni di proveniente nazionale.
A me piace Waitrose, di costo medio ma con prodotti alimentari di alta qualità e un attento servizio al cliente.
Whole Foods è Americana ma anch’essa attenta ai prodotti “naturali” e biologici.
In Inghilterra essere vegetariani è una cosa normalissima, una scelta come un’altra. Nella maggior parte dei ristoranti (anche quelli thai) accanto ad ogni piatto c’e una V per indicare il piatto “suitable for vegetarians” e lo stesso simbolo si trova su qualsiasi prodotto alimentare, in qualsiasi supermercato…
In Inghilterra i vegetariani sono 7 milioni, ma il 27% ci sta pensando.
La Vegetarian Society of the United Kingdom è la più antica organizzazione vegetariana del mondo.
I vegani sono in costante aumento e tra pochi anni saranno metà della popolazione.
Lo scandalo della mucca pazza e della carne di cavallo adulterata ha convinto molti inglese alla scelta vegetariana.
Mia figlia e i suoi bambini mangiano molto quorn, un fungo usato al posto della carne, è ottimo e sostituisce salsicce, fettine, cotolette ecc, ha un basso apporto di colesterolo e un alto contenuto proteico (noi non si sa perché abbiamo solo i Valsoia)
In Europa (ma i dati sono incerti) i vegetariani sarebbero:
Irlanda 6 %, Germania 8%, Austria 4 %,Francia 2 %,Svizzera 9%.
E in Italia? Alcuni parlano del 7%. Per certe fonti sarebbero quasi 3 milioni ma il numero aumenta costantemente. Eurispes stima che nel 2050 i vegetariani saranno ben 30 milioni. Malgrado questo nei ristoranti italiani non sono previsti menu per vegetariani e l’attenzione alle verdure è molto scarsa. Normalmente è la parte più deficitaria e meno fantasiosa del menu. Molti non vanno in là della solita insalata e delle patate. E per fortuna che siamo il paese degli ortaggi!

CRESCITA DEMOGRAFICA E MANTENIMENTO DEL WELFARE
Mail di S.
Lessi, subito dopo la crisi del 2008, delle tesi universitarie elaborate sulla crisi del 1929, per capire se vi fossero delle analogie tra quella del 2008 e quella, appunto, del 1929. Le analogie, effetti devastanti a parte su imprese e famiglie, erano quasi nulle.
Quella del 2008 si vede lontano un miglio che è una crisi voluta e pilotata. A che cosa non è ben chiaro, ma che non sia una crisi economica, lo si è visto. Infatti è partita dalla “finanza”, soprattutto quella “creativa”, per impattarsi, di brutto, sull’economia reale. Perché?? Quali sono gli effetti? Da una parte si diminuiscono gli stipendi. Si riducono i proventi dagli investimenti (titoli obbligazionari con rendimento = 0). Si favoriscono gli investimenti nel capitale di rischio, ma essendo, appunto, di rischio, non sono l’investimento prudente per eccellenza. Quindi riduzione dello Stato Sociale, quello che impropriamente in Italia viene chiamato “Welfare”, andrebbe chiamato “Welfare State”. Insomma, da una parte si predica che bisogna favorire in ogni modo la “ripresa”. Da un’altra parte si affossano – scientemente – tutte quelle misure che la ripresa favorirebbero. Perché?
Siamo troppi. Non ce n’è, e soprattutto, non ce ne sarà per tutti. Vuoi vedere che coloro “che tirano le fila” hanno deciso un atterraggio morbido dei consumi per diminuirlo e per fare in modo che ne rimanga di più per loro? Ovviamente senza dirlo. Tutto TOP SECRET. Mi spiego meglio. Siamo in dieci in una piccola isola. Abbiamo tutto per tutti. Diventiamo 20. Dieci continuano ad avere tutto, gli altri 10 hanno di meno. Diventiamo 30. 10 continuano ad avere tutto, 10 hanno di meno, 10 non hanno niente, fanno la fame. Diventiamo 100. I primi 10 capiscono che se gli altri 99 vogliono avere come loro, o si ammazzano tra di loro, o escogitano un sistema intelligente per fare in modo che loro, i primi 10, continuino ad avere i loro privilegi e le loro ricchezze, gli altri 99 invece si azzannino e si accapigliano tra di loro in inutili quanto futili diatribe, che nascondono il vero obiettivo: non ce n’è per tutti.

L’ultimo articolo di Eugenio Benetazzo mi viene in soccorso.
“La maggior parte delle persone è fortemente influenzata da quanto viene trattato dai talk show nazionali o dai titoli da prima pagina della stampa. Solitamente quando think tank o lobby di potere perseguono un determinato risultato od obiettivo, astutamente quest’ultimo non viene sbandierato, anzi di solito si puntano i riflettori su qualcosa di passeggero o insignificante che cattura l’attenzione dell’opinione pubblica e la tiene incollata per settimane. D’altronde l’ordine, inteso come disciplina che designa i criteri con cui si definiscono le piramidi di potere è il pilastro che garantisce la sopravvivenza e la predominanza della nostra specie.
In questo momento stanno convergendo gli interessi e gli obiettivi di due gruppi in parte di natura politica ed in parte di ingerenza finanziaria. Le due priorità mondiali a livello istituzionale sono inquietanti, nel senso che non possono essere trattate a livello mediatico in quanto innescherebbero possibili fenomeni di destabilizzazione politica internazionale che potrebbero compromettere l’ordine. Qualcuno parla di Nuovo Ordine Mondiale ma non è il nome che conta, quanto l’obiettivo.
Crescita demografica e sostenibilità finanziaria dei modelli di welfare nelle economie avanzate sono i due punti per le élite da gestire.
Paradossalmente queste elite hanno obiettivi fra di loro antagonisti, tuttavia al momento stanno convergendo ad una soluzione condivisa.
Non può avere alcun futuro un mondo in cui sette miliardi e 300 milioni di esseri umani (oggi) vogliono vivere tutti con lo stesso stile di vita: un mondo in cui la popolazione cresce al netto delle morti di oltre 200 mila individui al giorno ha un solo futuro certo e repentino, l’auto-distruzione.
I paesi con i più alti tassi di natalità si trovano oggi in Africa: Nigeria, Egitto, Etiopia, Congo, Tanzania, Uganda, Sudan, Camerun, Angola, tutti sopra il 4.00 ed alcuni addirittura oltre il 6.00 (significa una media di sei figli per donna, contro invece il 1.4 dei paesi europei).
Da una parte abbiamo un mondo che cresce senza freni inibitori e dall’altra un altro mondo che non vuole più figliare e deve garantire un determinato stile di vita (assistenza, pensioni, sanità, degenze, cure) alle popolazioni più ricche. Sono due bombe che vanno disinnescate quanto prima. Statisticamente e storicamente è dimostrato che un miglioramento consistente del tenore economico produce un vistoso abbassamento dei coefficienti di natalità, in particolar modo se vengono intraprese anche politiche di emancipazione economica della donna. Le ragazze cinesi non si vogliono più sposare, preferiscono puntare allo stile di vita di Sex & The City. Pertanto negli anni a venire si dovranno canalizzare decine di milioni di africani in Europa in modo da garantire nuova contribuzione economica a supporto della sostenibilità finanziaria del welfare europeo. Programmi volti ad aumentare il benessere economico (si chiama globalizzazione) in Brasile, Messico e Sud Est Asiatico sono da anni in corso con notevole successo (abbassamento medio da 4.00 a 2.00 del coefficiente di natalità). Nei prossimi 5 anni i maggiori contributi alla crescita demografica mondiale (stima di 8 miliardi entro il 2020) li daranno Nigeria, Pakistan e Bangladesh (circa 2/3 di 700 milioni di nuove persone).
In un pianeta in cui la specie dominante ed anche quella più invasiva per l’ambiente e la coesistenza delle altre specie cresce al ritmo di un milione di individui ogni cinque giorni si deve, per de
finizione e per spirito di sopravvivenza, mettere la crescita demografica ed il suo contenimento come priorità assoluta davanti a tutto. In caso contrario quello a cui oggi siamo abituati a dare valore scomparirà più velocemente di quello che possiamo immaginare.
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Il video di Cozza
Crozza: Evoluzione della specie? Noi siamo più per la corruzione della specie

MAI DIRE REGIME
Marco Travaglio

Dice bene Concita De Gregorio: “Bisogna essere molto longevi, in questo Paese”. Molto longevi per avere giustizia almeno in Europa. Ma anche per ricordare a chi non c’era, a chi ha dimenticato, a chi ha visto solo la tv tanti fatti gravissimi, e chiamarli con il loro nome.
Ora che l’ha messa nero su bianco la Corte di Strasburgo, molti scoprono che l’Italia ha conosciuto la tortura. Non nelle galere nazifasciste nel 1943-45. Ma in una scuola di Genova, 14 anni fa, in piena “democrazia”. Negli stessi mesi l’Italia conosceva anche la censura. Ma era vietato parlare di regime e quei pochi che si azzardavano a farlo venivano scomunicati. Non solo dal regime, ma anche dalla stampa “indipendente”, e persino dalla cosiddetta opposizione. Non è acqua passata, perché con quella stagione nefasta non abbiamo mai fatto i conti. “Voltiamo pagina”, si dice. Troppo comodo il revisionismo di opinionisti e intellettuali “di sinistra”, che confondono la “normalità” con l’amnesia.
E non s’accorgono che il berlusconismo non finirà con Berlusconi (ammesso che sia giunta la sua ora): finirà quando si chiameranno finalmente le cose con il loro nome (non solo a Strasburgo, ma anche in Italia), e il virus che ha contagiato tutto e tutti, a destra e a sinistra, sarà sradicato dalle nostre teste e viscere fino all’ultimo sintomo. Berlusconismo è “politica del fare” purchessia, leggi per favorire i pochi contro i molti, collusione fra arbitri e giocatori, disprezzo per la Costituzione camuffato da “riforme istituzionali”, Parlamento controllato da due o tre boss con legge elettorale ad hoc, insofferenza alle critiche della libera stampa, allergia a un’opposizione forte e radicale (l’unica possibile nelle vere democrazie), ostracismo ai controlli terzi (magistratura, informazione e opinione pubblica), orrore per la “piazza”, occupazione partitocratica della tv, trasformazione della stampa in megafono del potere, cupidigia di servilismo ai piedi dei potenti, impunità per la classe dirigente gabellata per
“primato della politica”. Tutte tossine letali che tuttora ammorbano l’Italia.

I “fatti di Genova”, come pudicamente la vaselina della stampa di regime ha sempre chiamato le torture del G8 2001, non spuntarono dal nulla come un fungo raro. Furono la prova generale di un’operazione studiata a tavolino, e perfettamente riuscita, per abituarci alle maniere spicce e sfigurare i fondamentali della democrazia liberale e dello Stato di diritto. Chi nel 2001 non era nato o andava all’asilo non ha mai avuto la fortuna di vederli. Così non ne sente neppure la mancanza.
Montanelli l’aveva già capito il 17 marzo 2001, nel pieno delle polemiche sulla mia intervista al Satyricon di Luttazzi sui rapporti fra Berlusconi, Dell’Utri e la mafia: “Questa non è la destra, questo è il manganello”. E così altri tre vegliardi – Bobbio, Galante Garrone e Sylos Labini – che raccolsero l’appello di Flores d’Arcais su Micromega contro B. “pericolo per la democrazia”. Il 13 maggio Berlusconi non vinse, stravinse le elezioni. Primo atto: la mattanza di Genova. Rai e Mediaset censurarono le scene più crude, salvo il Tg5 di Mentana e il Tg3. Un cineoperatore del Tg2 riuscì a riprendere 20 minuti di pestaggi ai manifestanti. Si vedeva un gruppo di ragazzine che urlavano “Siamo delle Acli!”, mentre la polizia le massacrava di botte. Ma il filmato non fu trasmesso. Lo utilizzò un inviato del Tg1, Bruno Luverà, per un reportage che gli valse il premio Saint Vincent. Dieci giorni dopo anche La7, unica alternativa al monopolio televisivo, fu normalizzata col passaggio di Telecom a Tronchetti Provera, che subito smantellò il palinsesto già pronto con Lerner direttore del tg e i programmi di Fazio e dei Guzzanti. A settembre, dopo la strage delle Torri Gemelle, l’Italia entrò in guerra contro l’Afghanistan. Il 12 gennaio 2002 Borrelli aprì l’anno giudiziario col celebre “resistere, resistere, resistere”. Subito dopo partirono i girotondi. Intanto B. si pappava la Rai con un Cda di stretta osservanza e un dg, Agostino Saccà, che aveva appena dichiarato: “Voto Forza Italia con tutta la mia famiglia”. E Violante ricordava a B. le benemerenze del centrosinistra: “Nel ‘94 gli è stata data la garanzia piena che non gli sarebbero state toccate le tv. Lo sa lui e lo sa Gianni Letta”. Il premier, da Sofia, ordinò alla sua Rai di cacciare Biagi, Santoro e Luttazzi. Detto, fatto. Il 9 luglio il Cda bloccò pure la messa in onda del documentario Bella ciao di Freccero (appena rimpiazzato a Rai2 col leghista Marano), Marco Giusti e Roberto Torelli sulla macelleria di Genova, appena applaudito al Festival di Cannes, ma proibito in Italia. Poi, nell’estate 2004, i vertici Ds pensarono bene di invitare alla Festa nazionale dell’Unità in programma a Genova l’ex ministro dell’Interno Scajola, responsabile politico della repressione. Padellaro, condirettore dell’Unità, scrisse un editoriale dal titolo sarcastico: “I testimoni di Genova”: “È possibile che Scajola ci racconti finalmente chi diede l’ordine dei pestaggi al G8? No, il massimo che possiamo attenderci è qualche cautissima, genericissima, fumosissima apertura al dialogo destinata a evaporare con la fine dell’estate, quando riapriranno il Parlamento e Porta a Porta”. Rispose tal Paganelli, responsabile della Festa: “Appare perlomeno singolare la scelta dell’Unità (giornale) di dedicare all’Unità (festa) un editoriale di critica alla vigilia dell’apertura”. E Vannino Chiti: “La gente non vuole una contrapposizione frontale permanente”. Colombo e Padellaro, nella serata inaugurale della Festa, furono accolti da un lungo applauso della folla in piedi. Pochi mesi dopo, fu cacciato Colombo. Poi anche Padellaro. Chiamare regime il regime non portava buono. Nemmeno a sinistra.

Da Il Fatto Quotidiano del 09/04/2015.

TOH, I 5 STELLE
Marco Travaglio
Ogni tanto i padroni dell’Italia e la stampa e le tv al seguito decidono che i 5Stelle sono morti e si può tornare ai bei tempi del finto bipolarismo, quando destra e sinistra si alternavano al governo, l’una per fare più o meno le stesse cose dell’altra, che intanto fingeva di opporsi. Poi un’elezione, una manifestazione, un sondaggio li riporta alla triste realtà: il M5S è sempre vivo, anzi rimane largamente il secondo partito, l’unico che non perde consensi, anzi ultimamente ne guadagna. E allora fingono di cadere dal pero: “I 5Stelle risalgono a sorpresa”. In effetti è sorprendente che la forza politica più ignorata e massacrata dai media, i quali ne parlano solo per segnalarne gli errori e le divisioni (com’era accaduto solo alla Lega delle origini e a Di Pietro), sia ancora lì sopra il 20%, mentre gli altri (sempre in tv a pavoneggiarsi e a farsi elogiare) calano o franano? La Banda Larga, sotto la regìa di Renzi, sperava di aver trovato in Salvini il caterpillar spazza-Grillo, infatti ne ha fatto per mesi un gigante mediatico, che però s’è già mezzo sgonfiato dopo il pieno di consensi.
L’ultimo sondaggio Ipsos pubblicato da Nando Pagnoncelli sul Corriere è illuminante: il Pd perde 1 punto su febbraio e 5 sulle Europee di maggio 2014; il M5S guadagna l’1,5% su febbraio e 0,2 sulle Europee; la Lega Nord è stabile da tre mesi al 13,7, ma ha più che raddoppiato il dato europeo grazie alla tournée televisiva e cartacea dell’altro Matteo; FI è al 13,5, ferma da gennaio e 3,5 punti sotto il minimo storico delle Europee; in lieve crescita Fratelli d’Italia al 4; fermi i centristi di governo, divisi fra Ncd (2,2) e Udc (2,5), che – se si votasse con l’Italicum e non si unissero – verrebbero aboliti dalla soglia del 3%; Sel è al 3,6%, in calando, priva del valore aggiunto di Tsipras che un anno fa la portò sopra il 4. Fermo restando che i sondaggi hanno un valore indicativo, specie col 35% di astenuti dichiarati, proviamo a spiegarli secondo la nostra opinione.
Pd(R). La luna di miele che ha accompagnato Renzi nei primi mesi del governo, e che spiegava lo storico boom europeo del 40.8% col voto di scambio degli 80 euro, è finita. Il che non toglie che il premier sia ancora molto popolare e che il Pd sia l’unico partito rimasto in piedi, con un elettorato partecipe e molto migliore dei suoi dirigenti. Ma più passa il tempo, più aumenta lo spread fra le promesse di Renzi e la dura realtà dei fatti e dei numeri. È inevitabile, per chi governa, spaccare gli elettori e scontentarne qualcuno. In più gli scandali che screditano i partiti non sono più attribuibili in esclusiva alla vecchia guardia Pd, come Expo e Mose (…)
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1641 17-4-2015 MA QUESTA E’ ANCORA UNA DEMOCRAZIA?

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(Massacro alla Diaz, di Dario Fo)

MASADA n° 1641 17-4-20151641 17-4-2015 MA QUESTA E’ ANCORA UNA DEMOCRAZIA?
(Le foto sono materiale scientifico)

Quel viscido di Bersani- Ti contesto ma ti voto – Il Paese dove si fomenta l’odio- Il Fondo monetario ‘forse’ si è sbagliato – L’Unione dei Paesi mediterranei – Un M5S né di dx né di sx – Giornalismo del nostro stivale – Renzi è peggio di Berlusconi – Il genocidio armeno

Lo Stato qui non c’è! Lo Stato è solo una forza di polizia in stato anti sommossa!
Beppe Grillo

Come ha ben sintetizzato “Wolfang Schaeuble”(ministro delle Finanze e socio della Merkel ), nazifascista abituato a parlare chiaro: “Chiunque vinca le elezioni comandiamo sempre noi”.

Bocciolo di giglio

TI CONTESTO MA TI VOTO

Le due ore di esibizione di Bersani a Servizio Pubblico mi hanno sconvolta.
Non credevo mai si potesse scendere a un tale livello di degradazione umana e politica.
Questo essere viscido attaccato alla poltrona che dichiara e nega allo stesso tempo, in un cupio dissolvi, in cui scende sempre più in basso, senza meriti, senza principi, senza valori, nella totale abiezione del servo pronto a votare qualunque abiezione come ha sempre fatto con Monti, con Letta, con Renzi, l’yes man, un balbettante verme incline a qualunque compromesso pronto a rimangiarsi qualunque merda in nome della sua permanenza al potere, come fa una cimice o una tenia, un parassita qualunque indegno di chiamarsi umano.
Questo non fa le leggi
gioca a poker
bluffo, rilancio, scopro…
ha scambiato il nostro Paese per un enorme casinò
Spettacolo vergognoso di quel vile di Bersani
E sarebbe a questo verme tremolante e sotto padrone che il M5S avrebbe dovuto regalare i suoi voti???

Cuore artificiale

IL PAESE DOVE SI FOMENTA L’ODIO
berluscameno

Le vittime non odiano più l’oppressore ma si odiano fra di loro.
Il piccolo imprenditore odia il precario della pubblica amministrazione, che odia il disoccupato che lavoricchia in nero, il quale a sua volta odia l’immigrato che, presuntivamente, ruba il posto di lavoro agli italiani.
Nonostante siano passati anni dallo scoppio di questa non meglio specificata “crisi economica”, peggiorata in seguito alla somministrazione delle ricette errate dell’austerity, c’è ancora moltissima gente che crede in buona fede alla lettura dei fatti offerta dal sistema.
E quindi tutta la colpa è degli sprechi, della corruzione, dell’evasione fiscale e della instabilità politica che genera incertezza fra i mercati.
Quanti sono, secondo voi, gli italiani in grado di riconoscere in automatico l’impianto menzognero e fraudolento di simili racconti? Temiamo pochi.
Ma mettiamo pure il caso che, all’improvviso, la maggioranza degli italiani apra gli occhi, decidendo contestualmente di “conferire un mandato democratico” ad un “ipotetico premier “eletto appositamente in funzione anti- austerity recessiva.
Un eventuale braccio di ferro fra i difensori della democrazia e quelli del tecno-nazismo, non finirebbe per concludersi in ogni caso con la vittoria dei secondi?
In Grecia è andata così.
In Europa, e non solo in Europa, guida da tempo il “pilota automatico” (copyright Mario Draghi).
L’origine del disastro contemporaneo è contenuto in un accordo stipulato nel 1981 dai vertici della massoneria sovranazionale (“United Fremasons for globalitazion”).
Un patto scellerato, svantaggioso quasi quanto quello concluso oggi da Tsipras con” i vampiri” di stanza presso l’Euro gruppo (UE).
Nonostante tutto occorre guardare al futuro con ottimismo, combattendo incessantemente e con determinazione, ma con la sola penna.
La nostra democrazia è come un palloncino in acqua.
Per quanto nascosta e sospinta verso il basso tenderà sempre per inerzia a riemergere”.
Speriamo!

Diaspro

E’ morto Gunter Grass, premio Nobel, antinazista

Dopodiché, crepuscolo dell’universo. Sopra le macerie del mondo strumentale, si arrampica il tempo universale. Dopodiché l’essere-alla-mano taglia i tubi nell’inafferrabilità dell’inutilizzabile e suscita il problema segreto del comando. Dopodiché, le ultime emissioni trasmettono il crepuscolo degli dei. In virtù di se stesso. Dopodiché non c’è più tempo per un minuto di silenzio, in virtù di se stesso. Dopodiché, nella zona governativa della capitale del Reich le emissioni radio si interrompono. La totalità territoriale, la nientificazione, inclini all’angoscia e da ricomporre pezzo per pezzo. La finalizzazione. La fine. Ma dopo tutto questo, sulla struttura finale il cielo non si oscurò.”
.
Quello che deve essere detto
Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt’al più le note a margine.
E’ l’affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo
organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un’atomica.
E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l’altro paese,
in cui da anni — anche se coperto da segreto —
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?
Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d’uso corrente.
Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l’esistenza di un’unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.
Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d’Israele
al quale sono e voglio restare legato.
Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l’ultimo inchiostro:
La potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi — come tedeschi con sufficienti
colpe a carico —
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.
E lo ammetto: non taccio più
perché dell’ipocrisia dell’Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un’istanza internazionale.
Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia ci sarà una via d’uscita,
e in fin dei conti anche per noi.

Cristallo

Canzone del danno e della beffa
Raboni

Stillicidio di delitti, terribile:
si distruggono vite,
si distruggono posti di lavoro,
si distrugge la giustizia, il decoro
della convivenza civile.
E intanto l’imprenditore del nulla,
il venditore d’aria fritta,
forte coi miserabili
delle sue in indagabili ricchezze,
sorride a tutto schermo
negando ogni evidenza, promettendo
il già invano promesso e l’impossibile,
spacciando per paterno
il suo osceno frasario da piazzista.
Mai così in basso, mai così simile
(non solo dirlo, anche pensarlo duole)
alle odiose caricature
che da sempre ci infangano e sfigurano…
Anche altrove, lo so,
si santifica il crimine, anche altrove
si celebrano i riti
del privilegio e dell’impunità
trasformati in dottrina dello stato.
Ma solo a noi, già fradici
di antiche colpe e remissioni,
a noi prima untori e poi vittime
della peste del secolo
è toccata, con il danno, la beffa,
una farsa in aggiunta alla sventura.
Sia detto, amici, una volta per tutte: a correre rischi non è soltanto
la credibilità della nazione o l’incerta, dubitabile essenza
che chiamiamo democrazia, qui in gioco c’e la storia che ci resta,
il poco che manca da qui alla morte.

Occhio di mosca

IL FONDO MONETARIO ‘FORSE’ SI E’ SBAGLIATO !!?
Viviana Vivarelli

In modo totalmente pazzoide il Fondo Monetario, dopo aver distrutto l’Europa, se ne esce a dire che la ricetta per una liberalizzazione estrema di sfacciato stampo neoliberista ‘forse’ è sbagliata.
L’anno scorso se ne uscì a dire che ‘forse’ avevano sbagliato alcuni algoritmi (equazioni finanziarie) per cui alcuni errori di calcolo avevano fatto loro credere che ci sarebbe stata una ripresa dell’economia e non una sua contrazione.
Come se gli esempi dell’Argentina (che non riesce più a riprendersi) o della Grecia, totalmente distrutta, non fossero prove abbastanza evidenti del fallimenti di questi folli che decidono del nostro futuro come fossero Dio.
Oggi i deficienti ‘scoprono con stupore’, che, se si tagliano i diritti dei lavoratori e si operano licenziamenti facili, la conseguenza ‘non è’ la crescita dell’economia. Ma va? Chi l’avrebbe mai detto?
“Il livello di regolamentazione del mercato del lavoro non ha evidenziato correlazioni statisticamente significative con la produttività complessiva”. Invece, questi scoprono l’acqua calda, è quando si aumentano gli investimenti o si migliorano le competenze dei lavoratori che l’economia cresce! Non ci volevano dei professoroni per arrivare a una verità tanto lapalissiana!
E noi siamo nelle mani di gente così profondamente incompetente?? Priva persino di un normale buon senso? E in nome di quale principio o patto o decisione, questi somari dal potere immenso possono decidere della nostra rovina? Trattandoci come bacilli in una coltura. Oh, guarda! La penicillina li ha ammazzati tutti! Ora si cambia vetrino! Cosa siamo? Una coltura di bacilli nelle mani di un clan di semidei che giocano con le nostre vite? Che se ne sbattono delle sofferenze di milioni di persone?
E cosa fa il nostro caro Renzi? Già dalla prima Leopolda fa suo l’intero programma di distruzione dell’economia e dei diritti di questa congrega di pazzi e enuncia il suo sfacciato credo neoliberista, dichiarando che avrebbe operato una liberalizzazione estrema dello Stato, non solo svendendo pezzi beni pubblici ma eliminando progressivamente i servizi pubblici e lo stato sociale e privatizzandoli come nemmeno il più feroce neocon americano ha mai proposto di fare.
E ovviamente, ad avvalorare questo folle progetto di schiavizzazione del Paese, il buon Napolitano ha imposto l’uomo comandato dal Fm, quello stesso Padoan che ha già distrutto l’Argentina e la Grecia. E tutte le riforme finora iniziate sia pur malamente da Renzi sono state tutte mirate allo stesso fine: arricchire e tutelare i più ricchi, ingannare e depredare i più poveri non solo di beni ma anche di diritti, secondo il più spietato dettame neoliberista. Ecco perché Padoan ha detto che il Jobs act è una ‘magnifica impresa’!
E ora che persino il Fondo Monetario rinnega quello che ha detto, credete voi che Renzi cambierà verso? Credete che di fronte a un Paese in ginocchio e che a fronte della distruzione dei diritti del lavoro porge il grosso vantaggio di ben 13 occupati in più come risultato del Jobs Act, credete voi che quel delinquente di Renzi (ma anche quel coacervo di criminali del Fm) ritratteranno le abiette regole con cui hanno distrutto diritti e democrazia??
Io non discuto il fatto che un gruppo di burocrati, pseudo analisti o pseudo economisti sbaglino le loro previsioni in modo clamoroso e si inventino delle ricette economiche fallimentari e che continuino ad applicarle all’Europa dopo aver chiaramente visto la loro nocività in Paese come l’Argentina con una pervicacia perversa e maligna così da portare progressivamente a rovina l’intera Europa.
Io contesto il fatto che 28 Paesi europei debbano prendere gli ordini da un gruppo di sconosciuti che nessun popolo europeo ha eletto, che nessun Paese europeo può controllare, che nessun Governo europeo può nominare o licenziare, che non sono previsti e richiesti da nessun patto europeo e che contraddicono in modo gigantesco qualunque principio di indipendenza e democrazia, perché sono solo gli esecutori di 200 magnati speculatori che intendono aumentare le loro spaventose ricchezze, danneggiando popoli e Paesi con un cinismo spaventoso.
Io contesto che contro questa schiavitù voluta principalmente dagli Stati uniti in nome di un bieco e disumano neoliberismo si finga che la costruzione europea abbia alcunché di democratico e civile, mentre, senza sentire la volontà di nessun cittadino o popolo, ha imposto a un intero continente una sola ideologia, una sola volontà predatrice, un nuovo Medioevo.
Io non dico solo No all’euro, ma principalmente al Fondo Monetario, come organo di prevaricazione e a quelle multinazionali o a quegli speculatori finanziari che annullano con la servile abiezione di governi come il nostro qualunque progresso civile sia stato fatto negli ultimi 150 anni.
Occorre una alleanza dei Paesi mediterranei che si contrapponga alla feroce depredazione della Troika, come ci fu all’alleanza dei Paesi sudamericani che si oppose alla feroce depredazione della Troika Washington-Fm-Banca Mondiale
Non possiamo ignorare i guasti del presente che ci riporta a un neo-medioevo, dove il potere è accentrato in una casta di ricchi e ai poveri è tolto anche il diritto alla sopravvivenza e dove si torna alla mancanza di diritti civili e del lavoro che equipara i cittadini a servi della gleba.
Non possiamo continuare a sostenere leader che distruggono 150 anni di lotte per il progresso umano e la civiltà, calpestando Costituzioni democratiche, in nome di un rampantismo che si fa forte sui magnati, i grandi evasori, le multinazionali, le banche e gli speculatori finanziari.

Nebulosa

Maria Pia Caporuscio
Solo oggi l’FMI la BCE e la Commissione europea si sono accorti che la deregolamentazione del lavoro non aiuta la crescita anzi la blocca e sono costretti ad ammettere che occorreva fare esattamente il contrario. Purtroppo questo massacro era il vangelo di questi ridicoli buffoni che obbedivano come scolari scemi, agli ordini di costoro portando alla rovina le proprie nazioni, privando i cittadini oltre che del lavoro anche della dignità di persone, facendone una merce usa e getta con una vergognosa compravendita di braccia sotto costo, oltre ad aver risuscitato il caporalato (sepolto dall’avvento della Democrazia), la stessa che continuano a prendere a martellate!
Gli ordini di smantellare ogni regola dal mondo del lavoro è stata eseguita dalla nostra classe politica, che in breve tempo è riuscita a cancellare duecento anni di lotte per ottenere quei diritti inviolabili, per una società che si vuole definire civile.
Questa ammissione da parte dei responsabili del disastro, dovrebbe farci piacere invece scatena di più la rabbia perché si urlava contro queste politiche da anni. Da anni i cittadini e gli economisti onesti protestavano contro lo scempio che si stava facendo contro i cittadini, che il risultato sarebbe stato peggiore di un terremoto e che era necessario fermare queste politiche immorali, ma venivano ridicolizzati e qualificati come antipolitici e complottisti quasi fosse proprio l’apertura mentale antipolitica e complottista.
I vaffa di Grillo erano sassate contro l’ottusità della classe politica, dove stava crescendo la ruggine e le ragnatele nei loro cervelli.
Complottisti sono i politici corrotti, gli economisti idioti o venduti, gli organi di stampa asserviti al potere, non i cittadini svegli e con una visione reale sulle conseguenze di queste decisioni sbagliate.
Come si giustificano questi servi ora che sono i loro padroni ad ammettere di aver sbagliato? E con quale faccia poggiano ancora i loro culi sulle poltrone del nostro Parlamento?

Liquami bruciati

Berluscameno
La crisi del modo di produzione capitalistico ha assunto un carattere sistemico e non pone alcuna uscita da un tunnel che ci porterà sempre e solo al peggio. Non basta che l’Italia chieda di uscire dall’euro, o che lo faccia la Grecia. Lo devono fare tutti i paesi mediterranei che sono a rischio di morte, e in cui le politiche economiche scellerate del Fm hanno prodotto solo danni che il Fm stesso ipocritamente riconosce.
Coloro che testardamente e stupidamente continuano a difendere le regole dell’austerity e del sistema euro dovrebbero citare una sola cosa in cui tale efferato sistema ha portato un vantaggio, che non sia l’aumento di ricchezza e di impunità di una cricca di magnati
Grillo giustamente si rende conto che se pure, miracolosamente, l’Italia facesse un referendum vincente (ma non glielo faranno nemmeno fare) per uscire dall’euro (ma non dall’Europa), ci sarebbero immediatamente gli attacchi speculativi della grande finanzia occidentale e che sarebbe meglio non tornare alla vecchia moneta nazionale, ma fare una alleanza di quei paesi del Mediterraneo che sono stati i più indeboliti dall’euro e dalle politiche rigoriste imposte dalla Germania orientate a costruire una periferia interna all’Ue che fornisca al centro manodopera a basso costo e assorba i prodotti esportati da Berlino.
Occorre rompere con lo strapotere della Merkel e con la moneta unita europea e con il meccanismo di dominazione economico-politica di 200 magnati americani sull’Europa, trattata come terreno di conquista e svalutata per poter sostenere il dollaro
Occorre costituire un altro aggregato di paesi, con una comune, che non sia l’euro e che sia svincolata dagli ordini del Fm e di Whashington, in un sistema basato sulla complementarietà e l’equilibrio e non come ora su uno squilibrio totale che premia solo la Germania. Occorre che le banche vengano nazionalizzate così come altri settori chiave dell’economia come le telecomunicazioni, l’energia o i trasporti, in maniera da ridare al settore pubblico e allo stato la capacità di intervenire in campo economico per contrastare gli effetti della crisi e gli interessi dei poteri forti.
Prim’ancora che si costituisse l’euro, molti economisti lanciarono l’allarme su quello che sarebbe avvenuto. Con le regole previste, si rischiava di avere una moneta solo tedesca, con danno dei tutti i Paesi più deboli che non avrebbero potuto competere con la Germania. Questa li avrebbe affossati e sarebbe cresciuta sulla loro rovina smantellando progressivamente tutti i concorrenti.
Nel 1996, il premio Nobel Modigliani in una conferenza pubblica a Bilbao,lanciò un veemente allarme sulle conseguenze nefaste provocate dall’introduzione di quella che chiamò “la moneta tedesca”, cioè l’euro. L’errore della sx europea (e anche per disgrazia di quella attuale) è di non averlo capito. Pensavano tutti ingenuamente (e Prodi si dette molto da fare per farlo credere) che sarebbe nata un’Europa federale, democratica e solidale. Ma non è mai nata. E’ nata solo un’Europa delle banche che ha aumentato i derivati e le speculazioni finanziarie, travasando 16.000 miliardi di euro dalle tasche dei cittadini alle speculazioni fallimentari delle banche che hanno ritirato progressivamente gli investimenti nell’economia reale
Oggi l’Ue è un “organismo costruito sulla base degli interessi delle classi e dei paesi dominanti e dell’egoismo dei potenti” (Arriola), secondo il quale la moneta unica è stata utilizzata da Francia e Germania per rafforzare le proprie economie e il proprio potere. In particolare la Germania ha utilizzato il processo di unificazione europeo e l’introduzione della moneta unica per assorbire e socializzare i costi dell’assimilazione della Germania e della sua espansione nell’Europa orientale dopo la caduta del blocco socialista. Da anni Berlino utilizza una sfacciata politica di dumping per favorire i propri prodotti e le proprie esportazioni desertificando le economie dei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo.
Noi non siamo l’Europa, siamo il feudo della Germania, con la complicità del Fondo Monetario.

Corteccia cerebrale

L’UNIONE DEI PAESI MEDITERRANEI
Viviana Vivarelli

E’ valida oggi più che mai l’intenzione di Grillo di unire tutti i Paesi Mediterranei (Spagna, Italia, Grecia, Portogallo, Francia) per uscire dal giogo dell’euro e dalla dominazione perversa del capitalismo ferocemente neoliberista del Fondo Monetario, della Bce, del sistema bancario europeo, delle principali 4 banche d’affari americane, della Fed e della Germania, per costituire una Unione profondamente diversa da quella dell’euro che finalmente difenda gli interessi di questi Paesi, troncando il turpe disegno che manda questi Paesi a morte.
Vista l’insostenibilità ormai gigantesca di alcuni Paesi contro le regole perverse della zona euro e lo strapotere della Bce e della Merkel, si sta diffondendo sempre più l’idea di un distacco dei Paesi mediterranei, più colpiti dall’austerità, prima che sia troppo tardi e sia portato troppo avanti il trend che porta solo alla completa rovina.
L’esigenza è analoga alla rottura avvenuta in America Latina nei decenni scorsi rispetto all’asfissiante dominazione economica statunitense e alla dollarizzazione delle economie, e propone un processo di rottura all’interno dell’Ue che liberi i Pigs dall’ormai intollerabile gabbia dell’euro e delle regole suicide della Troika (Fm, Bce e Commissione europea). I Paesi del Mediterraneo devono fare una alleanza che li liberi dalla Troika come l’America Latina si liberò da un’altra troika – costituita da Washington, dalla Banca Mondiale e dal FMI.
Il Jobs Act e il Ttip danno mano libera alle imprese a danno dei lavoratori, proseguendo il perverso cammino della distruzione europea. Per questo i Paesi mediterranei devono ‘fare cartello’ come hanno fatto i paesi dell’America Latina e costruire una nuova unione che funzioni con parametri economici e politici completamente diversi da quelli imposti finora dall’Ue.
Perché su questo Sel tace? E tacciono gli innumerevoli partitelli in cui si è frantumata la sx italiana? E perché tace la cosiddetta minoranza interna del Pd? Come ci spiega questa minoranza le sue incoerenze? Visto che Fassina prima ha fatto il consulente dell’Fmi e ora dice di essere contro la troika e a favore del governo greco?
“Cominciamo a dare il reddito minimo” ha detto Di Battista “E’ falso che non ci sia copertura economica. Come mai quando bisogna comprare gli F35 la copertura finanziaria si trova sempre e invece quando proponiamo di dare un reddito ai precari e ai disoccupati ci accusano di essere degli assistenzialisti?”. “Serve una banca pubblica nazionalizzata che emetta e stampi moneta. E’ un modo per dare a un popolo, a un governo, un potere: una politica monetaria, fiscale, valutaria. Sono degli strumenti per uscire dalla crisi, giocarci, tutti lo fanno, ma oggi non abbiamo questo potere».

Batteri

Patrizia
La sovranità economica monetaria non solo è la salvezza per l´Italia, e´la salvezza per l´Europa. Per quella Europa che abbiamo creduto di costruire.
QUESTA Europa è una copia dell´Italia attuale, niente sovranità né economica né monetaria.
Per sovranità ovviamente si intende sovranità popolare che è l´unico tipo di democrazia.
L´Europa attuale è una copia dello stato feudale del medioevo.
Ci sono il sovrano (che non conta nulla, ma è lì per far figura) NON eletto, ma nominato, dai “nobili” odierni che sono i burocrati oligarchici, anche quelli nominati, non eletti, e poi c´è un parlamento fantoccio, ci sono le elezioni europee, i deputati, che non contano nulla, messi lì per far credere che ci sia una democrazia e che il voto conti qualcosa.
La moneta (euro) è l´espressione di questo stato feudale, coniata da una banca privata, a cui si paga il “signoraggio” interessi, per emettere carta che non vale nulla, ma il cui valore è massimo tra la massa perché in quantità insufficiente e minimo per gli oligarchi che se lo scambiano in abbondanza.
Come nel medioevo il reddito di un plebeo è 100.000 volte inferiore a quello di uno dell´élite.
Sono passati più di 1000 anni, ma la società è la stessa.
.
Viviana
E chi vuole ancora questo schifo di Europa?
Per invertire il trend tragico dell’economia occorrerebbero investimenti nell’economia reale, ma quegli sciagurati dei partiti (Bersani in testa) ci hanno legato criminalmente al pareggio di bilancio in Costituzione, che vieta tassativamente qualsiasi spesa pubblica per investimenti mentre la soggezione alla Troika ci impone un dissanguamento costante di miliardi che vanno tutti a favorire le banche private. Il grosso problema è ormai la mancanza di liquidità. La liquidità ormai è da tempo che passa dalle nostre tasche alle banche col tramite della Bce e dalle banche ai titoli di stato, ai derivati e alle speculazioni finanziarie. Anche il recente Quantitive Easing di 60 miliardi promesso da Draghi andrà alle solite banche private e non un euro si riverserà sull’economia reale. Siamo all’interno di una immane truffa, una gigantesca e vergognosa bolla finanziaria che continuerà a crescere per l’avidità di una finanza virtuale finché esploderà con la rovina di tutti.
Gli Italiani del futuro si chiederanno sgomenti come abbiamo potuto oggi svendere così i nostri diritti e valori, la nostra Costituzione nata dalla Resistenza, i principi democratici per cui tanto abbiamo combattuto e tanti hanno dato la vita, per seguire come ciechi e mentecatti i twitter e le smorfie da clown di un ciarlatano peggio di Mussolini, che per il proprio tornaconto personale non ha esitato a dar via tutto quello che abbiamo mettendoci sotto il giogo di una cricca di magnati senza coscienza e senza cuore.
Su troppi punti ormai la sx italiana si è lasciata sorpassare dal M5S.
La cecità della residua sx nei confronti della dx peggiore avanzante, l’inserimento e addirittura l’elezione di elementi neoliberisti nei suoi ranghi fino ad arrivare all’irricevibile Renzi, che è una macchietta travestita da statista, l’incertezza e la non risolutezza nei confronti dell’euro, la svendita dei diritti e valori della democrazia per un piatto di lenticchie del potere e infine una invidia e gelosia obsolete e grottesche nei confronti dei movimenti postideologici hanno scavato la loro fossa.

La Germania è stato l’unico grande Paese europeo a guadagnare dall’euro a scapito di tutti gli altri. L’unico che non ha visto diminuire la sua economia (anche se il suo sviluppo comincia a rallentare)
Purtroppo, al momento, solo il M5S e vari economisti internazionali (anche americani) denunciano il fallimento dell’euro e delle politiche di austerità. Non lo fa ancora in modo chiaro Podemos, non lo fa ancora in modo netto Syriza, che si illude ancora che con la Merkel si possa trattare (Renzi non ci ha nemmeno provato)
Syriza si illude che sia possibile contrastare l’austerità e ridurre gli effetti delle politiche imposte dalla troika senza mettere in discussione la propria permanenza all’interno dell’Eurozona e senza bloccare del tutto processi di privatizzazione stoppati solo in parte dal nuovo esecutivo. Ma ci metterà poco a vedere che tutte le sue proposte sono respinte.
Questa non è gente con cui si discute. Il cinismo e l’arroganza con cui il Fondo monetario e la Bce hanno trattato i diritti e il destino dei cittadini europei dovrebbero aver dimostrato abbastanza di che pasta siano fatti quelli che giocano sulle nostre vite come fossimo topi di laboratorio. Da questa gente ci si può solo staccare, operando per una democrazia più vera e non per una caduta progressiva in un nuovo medioevo, come sta facendo Renzi che ci ha venduti da sempre alle cricche di potenti internazionali.

Batteri

L’Unione europea ha in discussione il No di Erdogan a riconoscere il genocidio di 2 milione e mezzo di Armeni. Anche il Papa ha esecrato questa posizione, riscuotendo irate minacce da parte di Erdogan.

IL GENOCIDIO ARMENO

Vogliono distruggere la storia con l’intimidazione.
Nel periodo precedente la prima guerra mondiale nell’impero ottomano si era affermato il governo dei «Giovani Turchi». Essi avevano paura che gli armeni potessero allearsi con i russi, di cui erano nemici. Il 1909 registrò uno sterminio di almeno 30.000 persone nella regione della Cilicia. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati e massacrati lungo la strada. Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste marce della morte furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell’esercito tedesco in collegamento con l’esercito turco, secondo le alleanze ancora valide tra Germania e Impero Ottomano (e oggi con la Turchia) e si possono considerare come “prova generale” delle più note marce ai danni dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale. Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall’esercito turco.
Il governo turco rifiuta di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni ed è questa una delle cause di tensione tra Unione Europea e Turchia. Una recente legge francese punisce con il carcere la negazione del genocidio armeno. Per converso, già da tempo la magistratura turca punisce con l’arresto e la reclusione fino a tre anni il nominare in pubblico l’esistenza del genocidio degli armeni in quanto gesto anti-patriottico.
Gli armeni denunciano un genocidio di 2.500.000 morti, ma il governo turco lo nega spudoratamente.
Il negazionismo è un atteggiamento storico culturale, che fa uso di una serie di strumenti dialettici per negare l’evidenza dei fatti. Nel caso del genocidio armeno si nega la strage per negare diritti. Furono utilizzati vari espedienti per mantenere il silenzio, dalla minimizzazione del numero degli uccisi, dalla presentazione delle circostanze come necessità di difesa, dalla scissione dei massacri in singole azioni di dimensione inferiore al complesso.
Il governo turco continua a negare il riconoscimento del genocidio. Non solo: parlare di “genocidio” è un reato punibile con la reclusione da sei mesi a due anni, in base all’art. 301 del codice penale (“vilipendio dell’identità nazionale”). La legge è stata applicata anche nei confronti di personalità turche conosciute internazionalmente: nel 2005 fu incriminato Orhan Pamuk, il massimo scrittore turco vivente.
Dovremmo dire di no all’ingresso della Turchia in Europa non solo per il suo rifiuto sprezzante a riconoscere di avere massacrato 2.500.000 di persone ma anche per il modo con cui calpesta a tutt’oggi i diritti umani.
Le carceri turche sono le peggiori del mondo. Nel 2011 sono morti in carcere per mancanza di cure 364 prigionieri e negli ultimi 10anni sono morti 1752 persone. Oggi ci sono più di 100 detenuti malati di cancro ed altre malattie gravi. Ci sono 126.000 prigionieri, di cui 12.000 politici e tra questi 6.400 appartenenti all’organizzazione del KCK. Gli aderenti al KCK non sono guerriglieri, ma sono sindaci, consiglieri, insegnanti, deputati, professionisti, semplici cittadini, tutti della società civile. Alcuni studenti per aver fatto uno striscione con la richiesta d’istruzione gratuita sono stati condannati a due anni di carcere con l’accusa di terrorismo e di separatismo. Aggiungiamoci 95 giornalisti. Qui la Turchia supera nel peggio anche la Cina. Le autorità turche, in 60 anni hanno vietato più di 22.600 libri. Secondo il rapporto dell’IHD, 11.994 persone, nel 2010, hanno subito un processo per “propaganda d’organizzazioni terroristiche” e 6.504 siti Internet, nel 2011, sono stati bloccati.
L’accettazione di esso è la condizione posta dall’Ue all’ingresso della Turchia ma Ankara non ha mai riconosciuto alcun genocidio, anzi ha perseguito penalmente chi tra i suoi cittadini abbia osato farlo.
In questa circostanza, solo il Papa ha avuto il coraggio dell’onestà. La politica, come sempre, ha fatto schifo. Per l’Italia Renzi si è astenuto, anche se l’Italia ha da anni riconosciuto questo genocidio. Il renziano Gozi invece, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha detto stupidamente che: “non è opportuno dare una verità di Stato, perché non è compito dei governi decidere cosa sia successo 100 anni fa, spetta agli storici”

Cervello

IL GENOCIDIO ARMENO
SIAMANTO

In un campo di cenere dove la vita armena stava morendo
una donna tedesca,cercando di non piangere
mi ha detto l’orrore che ha visto
“Questa cosa voglio raccontarti
Ho visto con i miei occhi
dietro la mia finestra di inferno
Strinsi i denti
e guardato la città di Bardez ridotta
in un mucchio di cenere
I cadaveri sono stati ammucchiati sugli alberi
e dalle sorgenti,dai ruscelli e la strada
il sangue era un mormorio testardo
e chiede ancora vendetta nel mio orecchio
Non aver paura. Devo dirti quello che ho visto
Così la gente capirà
i crimini che gli uomini fecero agli uomini
Per due giorni,dalla strada al cimitero
Lasciate che i cuori del mondo capiscano
era domenica mattina
la prima inutile domenica nascente sui cadaveri
Dall’alba al tramonto ero stata nella mia camera
con una donna accoltellata
le mie lacrime bagnavano la sua morte
quando ho sentito da lontano
una folla scura in piedi in un vigneto
sferzante venti spose
e cantando canzoni sporche
Lasciando la ragazza mezzo morto sul pagliericcio
Sono andato sul balcone della mia finestra
e la folla sembrava addensarsi come una macchia di alberi
un animale di un uomo gridò:”Devi ballare
ballare quando il nostro tamburo batte”
Con fruste e furia lacerarono
la carne di queste donne
Mano nella mano le spose hanno iniziato il loro cerchio di danza
Ora,invidiavo la mia vicina ferita
perché con un lamento sommesso malediceva
l’universo e dava la sua anima alle stelle
“Danzate”,hanno detto duramente
“danzate fino a morire,bellezze infedeli
con le tette svolazzanti,danzate!
Sorridete per noi.Siete abbandonate ora
siete schiave nude
così ballate come un mazzo di fottute troie
Siamo eccitati dai vostri cadaveri”
Venti spose graziose sono crollate
“Alzatevi!”la folla urlava
brandendo le spade
Poi qualcuno ha portato un fusto di kerosene
La giustizia umana ha sputato in faccia
Le spose sono state cosparse
“Danzate!”hanno tuonato
“Qui c’è un profumo non è possibile ottenere in Arabia”.
Con una torcia, misero
le spose nude nelle fiamme.
E i corpi carbonizzati laminati
e caduti a morte …
Ho sbattuto le mie persiane,
seduta accanto alla mia ragazza morta
e ho chiesto: “Come posso scavare fuori i miei occhi?”

.
Chi nega l’orrore lo perpetua
E chi decide di calpestare i diritti degli altri è destinato a veder soccombere anche i propri diritti.
.
Questa non è storia antica. E’ storia di oggi. Armeni come palestinesi. 3 generazioni furono costrette all’esilio, si tentò di distruggere un popolo intero con una ferocia tremenda. Vicino a Damasco 3.500 bambini furono chiusi in un lager senza cibo né acqua perché morissero. 4 milioni e mezzo di persone furono chiuse nei ghetti. Persero casa,bottega, lavoro, patria. I governi turchi fecero ogni abominio perché gli Armeni smettessero di essere un popolo. Massacrarono metà di loro. Dispersero gli altri nel mondo. I massacri della storia sono stati tanti. Non possiamo fare come Ponzio Pilato e oscurarli perché danneggiano i nostri affari. Cancellare la memoria è peggio che cancellare la vita. Perché chi cancella la memoria degli orrori è destinato a ripeterli. Ghetti, lager, campi per profughi: 56, in Libano, Giordania, Siria, Cisgiordania, Gaza. Appestati che nessuno sopporta. Vivi ancora per poco per la carità delle potenze che li tengono chiusi in questi inferni.
Non si possono ignorare i fatti appellandosi ad altri massacri.Quelli non cancellano questi. le vittime sono tutte degne di rispetto. Ma ricordarli tutti significa che non ne vogliamo sanare nemmeno uno. Oggi parliamo di Armeni perché la Turchia vuole entrare in Europa. Poi ci sono i Palestinesi. I profughi delle guerre africane. I profughi delle guerre in Medio Oriente. Ma i campi profughi non finiscono mai.
Clerici sui palestinesi: “Da anni provano a dividerli, a schiacciarli, a sottometterli. Assad li trasforma in scudi umani. I campi dei palestinesi hanno lo stesso orrore dei campi degli armeni. I perseguitati resistono. Insospettabili alleanze fanno i loro pogrom da sempre. Damasco.. Beirut.. Bambini sopravvissuti con la testa che ciondola sulle spalle, scheletri che appena respirano. Memorie negate. Case distrutte. Campi inariditi. Stiamo piangendo i 100 anni della strage degli armeni, chissà se tra 40 anni saremo sfiorati da un altro rimorso”.

Cristalli di vitamina C

UN M5S NE’ DI DX NE’ DI SX
Viviana Vivarelli

Nel fallimento della destra neoliberista che sta portando alla miseria e alla fame il mondo, distruggendo diritti e conquiste di civiltà, e nella crisi profonda della sinistra, che ha abdicato ai suoi principi e valori più veri, diventando la paladina delle banche, dei grandi evasori, delle multinazionali, delle lobby, dei crimine organizzato, e del grande capitalismo europeo rappresentato dal Fm e dalla Bce, il M5s ci tiene a ribadire che non può essere di destra (per cui è ridicolo equipararlo a CasaPound o a Salvini) né può essere di questa miserabile e serva sinistra, ma che è ‘postideologico’ e pertanto non può avere alleanze con nessuno dei partiti che finora ha operato per affossare l’Italia svenderla a interessi stranieri di cricche di magnati indifferenti alla civiltà e al progresso del mondo ma attenti solo all’aumento del loro bottino.
Il M5S presenta all’Europa un’alternativa alla sottomissione alla troika e all’austerity, come né Syriza né Podemos sanno fare. La vittoria di Syriza in Grecia sarà un suicidio se il nuovo governo non dirà chiaramente che la Grecia non può rispettare il suo programma elettorale e nello stesso tempo continuare a rispettare i vincoli dell’Eurozona.
“Stampa e politica affermano – ha ricordato Di Battista – che se i nostri paesi abbandonassero la moneta unica le nostre economie crollerebbero: la disoccupazione aumenterebbe, le esportazioni collasserebbero, il debito schizzerebbe in alto… Ma la minaccia che si paventa è proprio quello che sta succedendo da anni nei Pigs integrati nella zona Euro”.

Tomografia computerizzata

GIORNALISMO DEL NOSTRO STIVALE
Mario Miguel Moretta

In periodi di grave crisi e di diffusa sofferenza come quello che stiamo vivendo anche la domanda di verità sembra venir meno. Nella collettività prevalgono preoccupazioni di ogni sorta e lo smarrimento ovunque condiviso induce un po’ tutti a percepire gli eventi e la loro narrazione soprattutto in ordine alla loro improbabile quanto spesso invocata carica di promesse rassicuranti. Anche quando queste non stanno in piedi sotto nessun punto di vista.
In breve, in periodi di crisi le persone sono naturalmente portate a “pensare” di meno e a “credere” di più . E questo lo sanno i vari ranghi del potere costituito, lo sanno anche i loro lacchè e tirapiedi vari. Lo sanno i politici e i loro pifferai, lo sa quella colossale cassa di risonanza del establishment costituita da una infinità di mezzi busti marchettari e pennivendoli a tassametro. Lo sa quell’esercito demo-pluto-nazional-demagogico di giornalisti che fa sempre quadrato intorno al potere per condividerne prebende e privilegi.

Video da Servizio Pubblico

Ma certo che Renzi è peggio di Berlusconi!
Copio da MeccanicoTurnista
“Landini ha ragione da vendere quando afferma che Renzi è molto peggio di B. Detto questo, basta tradurre il vocabolario usato dallo statista di Rignano e dai suoi amichetti per capire di che si parla:
– RIFORME: messa in sicurezza del capitale con eliminazione dello stato sociale
– GUARDARE AVANTI: continuare a licenziare, sopprimere, eliminare diritti a tutto vantaggio dei padroni;
– CE LO CHIEDE L’EUROPA: di voi popolaccio infame ne ne fotto;
– ABBASSO I GUFI: ovvero quelli che ancora si baloccano con stupidate come la democrazia, la libera informazione, la Costituzione
– JOBS ACT: un tempo era la classica pedata nel sedere a chi rompeva i marroni al padrone…”
..
Viviana
Renzi è arrivato là dove Berlusconi non è riuscito mai. Ha battuto il peggio con un peggio ancora più atroce.
Ha cancellato l’articolo 18.
Ha smantellato lo statuto del lavoro.
Ha fatto a pezzi la divisione dei poteri.
Ha accentrato tutto nelle sue mani riducendo il parlamento a un bivacco di manipoli, e il governo a una intruppata di yesman.
E’ riuscito a fare una legge elettorale addirittura peggio del porcellum.
Ha distrutto le ultime possibilità di avere un processo serio e una pena giusta.
Ha iniziato la distruzione dello stato sociale.
Ha ridotto il proprio partito a un’orda di zombi che vota qualsiasi cosa senza discutere.
Ha annientato l’opposizione, senza la quale non può esistere nemmeno la parola democrazia.
Ha oscurato i sindacati.
Ha tentato e ora ritenta di depenalizzare l’evasione fiscale fino al 3%, premiando addirittura la frode fiscale.
Ha liberati dal carcere i condannati fino a 3 anni.
Ha usato in parlamento strumenti illegali come la ghigliottina e il canguro.
Ha tentato di fare una legge (Zanda) che abolisse per legge qualsiasi opposizione.
Ha ricandidato gente già condannata.
Ha messo l’Italia in ginocchio sotto la Merkel.
Ha accettato che alle Finanze ci andasse una persona abietta come Padoan, segnalato dal Fondo Monetario e che con le sue ricette ha già distrutto l’Argentina e la Grecia.
Si è accordato con i servizi segreti americani e ha incontrato Michael Ledeen, mente strategica della Guerra Fredda di Reagan, ideologo degli squadroni della morte in Nicaragua, consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, una delle intelligenze nella guerra al terrore promossa da Bush, teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano.
Ha l’intenzione di privatizzare al 100% lo Stato.
Ha svenduto i principi e i valori del proprio partito, accordandosi immediatamente e palesemente col partito avverso.
Ha ucciso la storia.

Cellula dell’occhio di un topo

La corte europea condanna l’Italia per i fatti della Diaz e di Bolzaneto
Copio dal web:
LA TORTURA C’È MA È PRESCRITTA
E non è tutto. Perché in alcune previsioni lo spirito della convenzione sembra essere stato, più che travisato, profondamente tradito. Come per l’introduzione della prescrizione, aggiunta proprio a Montecitorio. In quanto reato contro l’umanità, lo Statuto della Corte penale internazionale prevede infatti che il reato di tortura sia imprescrittibile. In Italia, invece, una tortura “semplice” compiuta da un comune cittadino sarà estinta dopo 20 anni e quella di un pubblico ufficiale dopo 30 anni: il doppio della pena massima prevista.
Altro caso. La Convenzione di New York fa volutamente un generico riferimento a “qualsiasi forma di discriminazione”. In Italia, invece, solo “in ragione dell’appartenenza etnica, dell’orientamento sessuale o delle opinioni politiche e religiose”. E soltanto se le sofferenze saranno inflitte “intenzionalmente” e se l’autore delle violenze violerà “gli obblighi di protezione, cura o assistenza”.
Una serie di puntualizzazioni che prevedibilmente renderanno più difficile contestare il reato nel corso di un processo. E che spiegano perché Luigi Manconi – padre nobile della legge e storico protagonista della battaglia per il riconoscimento della tortura – non abbia usato parole tenere: «È un testo insoddisfacente ma meglio una legge mediocre che nessuna legge. Se non verrà approvato in questa versione se ne dovrà parlare tra cinque anni…».
E’ stato scritto che De Gennaro è stato assolto per i fatti della Diaz, mentre in realtà l’accusa era di istigazione alla falsa testimonianza.

Punti di contatto tra il mondo a 4 dimensioni e quello a 3

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Sono stanca di questa gentaglia, farabutti di destra e di sinistra.
E per riprenderci un po’ parliamo di cose più belle.

ERRI DE LUCA

Il volersi bene si costruisce. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. È dire “ti sento” un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle sempre e comunque.
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Non ora, non qui

Quando morì non me ne accorsi.
Dormivo sulla sedia, le mani intrecciate alle sue,
gli occhi miei chiusi e i suoi aperti verso di me.
Quando sciolsi le dita dalle sue fui solo al mondo.
Fu la mia porzione quella donna venuta fino a me.
Edificammo contentezze,
lenticchie di festa minore ma continua.
E’ stata poco con me,
una breve durata nel corso della vita,
però è venuta.
Sono stato una persona in questo mondo
non solo per i primi dieci anni della vita,
ma anche nei sette del matrimonio.
Essere al mondo, per quello che ho potuto capire,
è quando ti è affidata una persona
e tu ne sei responsabile
e allo stesso tempo tu sei affidato a quella persona
ed essa è responsabile per te.
Sette anni non furono pochi.
Anche se fossero stati la metà o la metà ancora,
non sarebbe stato poco.
Non ci si può lamentare della brevità, non è giusto,
ma della lunghezza sì.
Ho avuto imbarazzo a vivere ancora.
Non provo dolore nel vedere il cielo
qualche volta uguale
a quello di un agosto
passato insieme in vacanza,
però arrossisco di poterlo guardare,
di essere rimasto.
Di questo per me si tratta,
di essere il resto di alcune persone,
delle loro sottrazioni.

.
Chi vuole privatizzare l’acqua deve dimostrare di essere anche il padrone delle nuvole, della pioggia, dei ghiacciai, degli arcobaleni.

LAVORARE IN POSITIVO
Viviana Vivarelli

STORIA
La bambina Sofia è stata al Colosseo dove la maestra ha spiegato del tempo che fu
Ma la bambina Sofia era troppo intenta a saltare su e giù per gli scalini.
“Allora- ha detto la mamma- cosa hai imparato?”
“Che era un posto dove facevano correre i carretti”.
..
Il bambino Carlo di 5 anni sente sempre i genitori litigare. Un giorno dice: “Mamma, ma quel giorno quando ti hanno chiesto: “Ti vuoi sposare?”, perché non hai detto di NO?”
.
GIOCATTOLO
A volte penso di essere un giocattolo rotto. A volte mi rallegro perché quel giocattolo ha divertito qualcuno.
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LACRIME
Chissà se le lacrime sono sentimento. Chissà se vietarsi di piangere è come chiudere in gabbia il cuore.
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PIANGERE
In realtà dovremmo amare la vita anche quando si piange. Perché anche piangere significa celebrare la vita.
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AMICI
Quando ami il tuo amico, allarghi il cuore. Non importa se per amarlo affronti una fatica. Qualunque fatica affrontata per affetto innalza la tua vita a qualcosa che vale.
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PARTITA DOPPIA
C’è una contabilità degli affetti che deve svanire di fronte al calore degli affetti.
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VERSO TE STESSO
In fondo anche i gesti più umili della giornata valgono anche se li fai per te, se consideri che c’è un altro in te che ti è affidato per averne cura.
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COMPITO
Non dimenticare mai
la tenerezza verso se stessi
per quel bambino di cui anche
sei padre e figlio.

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NON SOLI
Il primo modo per non essere soli
è abbracciarsi col mondo.
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IO
.. e sono queste piante, questi fiori,
questi che mi siedono accanto
o che camminano sulla mia strada
queste case lunghe di periferia
questi cani che gironzolano
questi gatti attraverso il mio giardino
queste pietre calde di sole
e questo rosmarino che oggi fiorisce d’azzurro
la mia umanità più vera.

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SOGNI
Ho sognato che andavo a stare in una casa più piccola
ma allegra
si invecchia così
riducendosi anche in altezza
basta serbare
la gioia del cuore.

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DOVERE
Faccio
quello che devo fare
con una sorta
di solennità
come un lavoro
Faccio fatica a metterci il cuore
eppure la ricompensa viene lo stesso
come un sonno tranquillo sul tramonto.

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DIFETTOSA
Mi sono arresa di fronte ai miei difetti
non ho una specie di tolleranza
o d’invadenza
ma come
una compassione
In fondo nessuno è nato
per essere perfetto
e dobbiamo aver pena
dei nostri vizi bambini
che non crescono mai.

.
PROMESSE
La scelta tra la sventura e l’entusiasmo
a volte è così piccola
che potresti essere sbadata
e sbagliarla
“Porta l’entusiasmo” disse l’angelo
Mi chiedo
se anche la rabbia
sia un entusiasmo
andato a male
che cerca la sua luce.

.
RIDUZIONE
C’è un gradino alto
dove sono orrendamente sola
Non posso avere più
la passione, l’amore,
un altro figlio, un lavoro, un progetto, una gloria,
una vita
C’è un gradino più basso
dove posso contenere me stessa
e rallegrarmi
del sapore delle ciliegie mature
della forsizia in fiore
dell’odore buono della salvia
di questo ritornello
che mi gira nella testa
di questo bambino che mi ride
e non vede in me
altro che un viso che ride
e non sa nulla
dei miei sogni delusi
e anche io che rido
in lui
li ho
dimenticati.
.
PARTITA DOPPIA
Volevo fare una contabilità domestica
di quante cose buone incontro in ogni giorno
Mi sono messa a ridere
dei miei conti che chiudo in un cassetto
Finché avrò bene di sognare
intesserò sogni liberi
fuori dal cassetto
per farli volare lontano
in ogni luogo dove voglio che sia.

.
RICORDARSI
Basta ricordarsi
che ogni giorno dell’anno
anche a gennaio
è sempre primavera.

.
PROMEMORIA SOLTANTO

Stendere un bucato di idee
Raccogliere i fiori che regalo
Dire gentilezze
(senza dimenticare se stessi)
Considerare il valore del sale
Accarezzarsi e accarezzare
Baciare quelli che ami
Valutare il bello dove è bello
ma anche dove potrebbe esserci
Sorridersi allo specchio
Guardare il mondo come uno specchio
Lucidarlo perché specchi meglio
Fare una piccola ricerca
solo per aiutare chi non sa
Avere pazienza col somaro
E un’incredibile fiducia con l’insopportabile
sperando nei miracoli
che pure ci sono
Ricordarsi che se si è vivi
è pure questo un miracolo
che non era certo obbligato
Continuare a godere delle infinite
bellezze del mondo
che costantemente si ripresentano
e stupirsene
come il bambino
che le vede per la prima volta.

.
IL COMPUTER
Tenere sempre presente
che anche la mente è un computer
Va programmato
sempre al positivo.
In fondo essere felici
è una scelta
come scegliere di uscire
con un ombrello rosso
o senza
quando piove.

.
NERUDA

Ode al giorno felice
Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

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http://masadaweb.org


MASADA 1642 19-42015 I CAZZARI

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MASADA 1642 19-42015 I CAZZARI

Montalbano e la Diaz – I Cazzari dell’Ue – Quelli di casa nostra: per dare gli 80 euro a pochi Renzi ha aumentato di 11 miliardi le tasse a tutti – I soldi ai partiti, ci risiamo!- Quanti vecchi ci sono nei partiti! – Il Pd è il partito dei vecchi e del vecchio – UNIMPRESA boccia il Def. Stangata fiscale da 80 miliardi sulle Piccole e Medie Imprese – Intanto continuiamo a pagare i vitalizi ai parlamentari condannati e decaduti – La differenza tra costo del lavoro e salario è al 48,2% – Paita, ritirati! – La stampa di regime esalta Renzi. I dati effettivi certificano il suo fallimento – Il M5S e l’Europa -No all’accordo Ue-Usa- Aboliamo l’inglesorum – Un Museo messapico
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Il poliziotto Tortosa che ha ribadito che alla Diaz hanno fatto bene: “Di destra io? No, ho votato Pd”.
Annamaria: “Il Tortosa ha votato il partito che più di tutti rappresenta il suo modo di pensare e la sua sottocultura. Ha votato per una destra che non è una semplice, dignitosa destra, ma una destraccia senza coraggio e senza dignità. Come si è visto in questi giorni, tanto per fare un esempio, a proposito delle violente minacce rivolte da Erdogan all’Europa, al Papa e al mondo civile, e del ‘prudente’ e vile silenzio di Gozi, portatore della sottocultura pannellian-piddina“.
(Ormai non c’è nessuna differenza tra uno squadrista piddino e un picchiatore fascista).
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Renzi non è uno statista e nemmeno un politico
è un piazzista emozionale
come quei truffatori dalla parlantina facile che si infilano nelle case per derubare i vecchietti.
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Nello Statuto del Pd è scritto chiaramente che chi è condannato anche in primo grado non deve essere candidato: E’ una delle tante regole che il Pd ha deciso di ignorare. Anche in questo il M5S dimostra maggiore serietà.

Tutti i Paesi dell’occidente hanno leggi che regolano le relazioni tra lobbye e politica. L’Italia no. Le leggi discendono direttamente dagli interessi delle lobby che danno ordini alla politica. Così l’Italia viene uccisa dalle mazzette. Peggio di noi fanno solo Cipro, Ungheria e Spagna. Non si fanno le leggi nell’interesse dei cittadini, ma per favorire certi gruppi di interessi. Si deve alle lobby l’acquisto di 4 nuove navi da guerra per il modico costo di 1,6 miliardi di euro. Sono 3 anni che ben 11 proposte di legge giacciono dimenticate in commissione. Alcune di esse sotto ottime. E’ un peccato! Salverebbe parecchi tesoretti, senza ereditarli dai governi precedenti o inventarseli di sana pianta.
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Otto von Bismark: “La politica è l’arte del possibile, la scienza del relativo“.
E: “Non è degno di un grande statista discutere su qualcosa che non rientra nel suo immediato interesse“.
Peccato che al tempo di Bismark la democrazia doveva ancora essere inventata.
Diceva anche: “Quando si dice d’essere d’accordo su una certa cosa in linea di principio, significa che non si ha la minima intenzione di metterla in pratica“.
Tal quale Renzi.
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E uscito il libro di Damilano su Prodi. I franchi tiratori alle presidenziali furono 120. Alleluia! Dagli amici mi guardi Iddio, ché dai nemici mi guardo io!.
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Cordy
1. Cinque sottosegretari inquisiti ma hanno l’appoggio del Rottamino.
2. Un ex capo della polizia che ha gestito il massacro del G8 ma ha l’appoggio del Rottamino.
3. Il candidato renziano alle primarie in Emilia indagato ma ha l’appoggio del Rottamino.
4. De Luca indagato in Campania ma ha l’appoggio del Rottamino.
5. La Paita, indagata in Liguria per gli alluvioni, ha l’appoggio Rottamino.
Stiamo preparando una bella squadra per il Senato del Rottamino.
E sarà il caso che si vada subito ad elezioni, e che si mettano cotanti personaggi sotto uno scudo immunitario al più presto.
Altro che rottamarli! Questi arnesi vanno spolverati, protetti con una teca di cristallo e messi in esposizione. Dalla Moretti Miss Immagine Piddi, candidata ogni sei mesi, alla Paita, a De Luca … si candida il meglio, rigorosamente sotto indagine. Cambia verso: Da attivi, a passivi.
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Viviana
Renzi sta smantellando da un anno tutte le garanzie di un sistema democratico fondato sulla rappresentanza popolare del parlamento e sulla divisione dei poteri e ha già distrutto quei diritti del lavoro per cui generazioni di lavoratori hanno combattuto per 150 anni, mentre fa fuori progressivamente tutte le difese dello stato sociale, rendendo sempre più sguarniti i cittadini, di tutele e di diritti.
Il suo disegno ben mirato procede in un continuo asservimento delle istituzioni, mentre assomma su di sé tutti i poteri dello Stato, e si circonda di yesman buoni a servire solo lui e ad ubbidirlo in tutto e per tutto, cone le istituzioni che si riempiono solo dei suoi nominati.
Il pilastro fondamentale di uno Stato autoritario è la figura del capo o dittatore. Quando un uomo solo prende su di sé il potere di tutti, non siamo più in una democrazia ma siamo in una tirannide.
Bersani ha tuonato contro Renzi che sta instaurando un sistema autoritario. Poi, però, da un anno non fa che votare tutte le sue sciagurate riforme. Interrogato sul gap tra denuncia e voto, ha detto: “Sì, è autoritario, ma solo un pochettino”. Insomma è come quella che diceva che era incinta ma “non troppo”.
La sciagura più grande della nostra repubblica è di essere formata da uomini piccoli che non hanno mai imparato ad essere cittadini, che non hanno mai capito il valore delle libertà democratiche, e che sono pronti a svenderle al primo che offre una mancetta, uno spettacolo da circo o l’illusione per i deboli di identificarsi con un potere forte e vincente che li riscatti dalla loro pochezza umana. Siamo una democrazia bambina che non è mai cresciuta abbastanza per definirsi una democrazia matura. E che rischia di cedere al primo prepotente che esercita il potere, così come una bambina cede al primo pedofilo che le offre delle caramelle.
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Dal Film di Nanni Moretti ‘Mia madre’
La scena che più mi ha colpito è quella finale, quando Margherita passeggia nello studio respirando i libri, la sofferenza e la fatica di una vita trascorsa nel tentativo di colmare la sete di conoscenza..e la bella frase :” tutte quelle ore di studio, tutti quei libri, che fine faranno?
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mario natali
Renzi : “L’Italia è una bella addormentata.” Guarda che quello è Rigor Mortis.
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Nicandro
Se il Senato sarà elettivo o no lo decide una persona sola? E’ uno scherzo o cosa?
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Gabriele67
Ormai, Renzi ha detto talmente tante balle che non se le ricorda nemmeno lui e si smentisce da solo.
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KnockOut :- )
Tutti gli studenti americani in piedi ad applaudire Matteo Renzi dopo la sua conferenza.
Gli studenti hanno dapprima apprezzato il famoso trucco d’illusionismo e dopo anche il numero della donna tagliata in due. Hanno chiesto il bis ma la donna barbuta era in bagno con la diarrea e non ha potuto esibirsi.
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Camilleri. Da Il commissario Montalbano
Con un’ariata assolutamente indifferente, la giornalista del tg aveva detto che la Procura di Genova, in merito all’irruzione della polizia alla scuola Diaz nel corso del G8, si era fatta pirsuasa che le due bombe molotov, trovate nella scuola, erano state portate lì dagli stessi poliziotti per giustificare l’irruzione. Questo faceva seguito – aveva continuato la giornalista – alla scoperta che l’agente il quale aveva dichiarato di essere stato vittima di un tentativo di accoltellamento da parte di un no-global, sempre nel corso di quell’irruzione, aveva in realtà mentito: il taglio alla divisa se l’era fatto lui stesso per dimostrare la pericolosità di quei ragazzi che invece, a quanto si andava via via svelando, nella scuola Diaz stavano pacificamente dormendo. Ascutata la notizia, per una mezzorata Montalbano era restato assittato sulla poltrona davanti al televisore, privo della capacità di pinsari, scosso da un misto di raggia e di vrigogna, assammarato di sudore. Non aveva manco trovato la forza di susirisi per rispondere al telefono che stette a squillare a longo. Bastava ragionare tanticchia supra quelle notizie che venivano date col contagocce e con governativa osservanza dalla stampa e dalla televisione per farsi preciso concetto: i suoi compagni e colleghi, a Genova, avevano compiuto un illegale atto di violenza alla scordatina, una specie di vendetta fatta a friddo e per di più fabbricando prove false. Cose che facevano tornare a mente episodi seppelluti della polizia fascista o di quella di Scelba. Poi s’arrisolse ad andare a corcarsi. Mentre si susiva dalla poltrona, il telefono ripigliò la camurria degli squilli. Senza manco rendersene conto, sollevò la cornetta. Era Livia.
«Salvo! Dio mio, quanto ti ho chiamato! Stavo cominciando a preoccuparmi! Non sentivi?».
«Ho sentito; ma non avevo voglia di rispondere. Non sapevo che eri tu».
«Che facevi?».
«Niente. Pensavo a quello che hanno detto in televisione».
«Sui fatti di Genova?».
«Sì».
«Ah. Anch’io ho visto il telegiornale».
Pausa. E poi:
«Vorrei essere lì con te. Vuoi che domani prendo un aereo? Possiamo parlarne assieme, con calma. Vedrai che…».


«Livia, ormai c’è poco da dire. In questi ultimi mesi ne abbiamo parlato e riparlato. Stavolta ho preso una decisione seria».
«Quale?».
«Mi dimetto. Domani vado dal Questore e gli presento le dimissioni. Bonetti-Alderighi ne sarà felicissimo».
Livia non reagì subito, tanto che Montalbano ebbe l’impressione che fosse caduta la linea.
«Pronto, Livia? Sei lì?».
«Sono qui. Salvo, a mio parere, tu commetti un errore gravissimo ad andartene così».
«Così come?».
«Arrabbiato e deluso. Tu vuoi lasciare la polizia perché ti senti come chi è stato tradito dalla persona nella quale aveva più fiducia e allora…».
«Livia, io non mi sento tradito. Io sono stato tradito. Non si tratta di sensazioni. Ho sempre fatto il mio mestiere con onestà. Da galantomo. Se davo la mia parola a un delinquente, la rispettavo. E perciò sono rispettato. È stata la mia forza, lo capisci? Ma ora mi siddriai, m’abbuttai».
«Non gridare, ti prego» fece Livia con la voce che le tremava.
Montalbano non la sentì. Dintra di lui c’era una rumorata stramma, come se il suo sangue fosse arrivato al punto di bollitura. Continuò.
«Manco contro il peggio delinquente ho fabbricato una prova! Mai! Se l’avessi fatto mi sarei messo al suo livello. Allora sì che il mio mestiere di sbirro sarebbe diventato una cosa lorda! Ma ti rendi conto, Livia? Ad assaltare quella scuola e a fabbricare prove false non è stato qualche agente ignorante e violento, c’erano questori e vicequestori, capi della mobile e compagnia bella!».
Solo allora capì che a fare quel suono che sentiva nella cornetta erano i singhiozzi di Livia. Respirò profondamente.
«Livia?».
«Sì».
«Ti amo. Buonanotte».
Riattaccò.

..
La vera virità era che il comincio del disagio di Montalbano risaliva a tempo prima, a quando la televisione aveva fatto vidiri il Presidente del consiglio che se la fissiava avanti e narrè per i carrugi di Genova sistemando fioriere e ordinando di togliere le mutanne stese ad asciugare su balconi e finestre mentre il suo ministro dell’interno pigliava misure di sicurezza assai più adatte a una guerra civile imminente che a una riunione di capi di governo: reti d’acciaio che impedivano l’accesso a certe strade, piombatura dei tombini, chiusura delle frontiere e di alcune stazioni, pattugliamento del mare e persino l’installazione di una batteria di missili. C’era – pinsò il commissario – un eccesso di difesa tanto ostentato da costituire una specie di provocazione. Doppo era successo quello che era successo: certo, c’era scappato il morto tra i dimostranti, ma forse la cosa più grave era stato il comportamento di alcuni reparti della polizia che avevano preferito sparare lacrimogeni su pacifici manifestanti lasciando liberi di fare e disfare i più violenti, i cosiddetti black bloc. E appresso c’era stata la laida facenna della scuola Diaz che assomigliava non a un’operazione di polizia, ma a una specie di trista e violenta sopraffazione per sfogare istinti di vendetta repressi.”
(Andrea Camilleri- Il giro di boa)
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Sul caso Tortosa – il poliziotto che “rientrerebbe alla Diaz” e che si augura che Carlo Giuliani “faccia schifo pure ai vermi”, dice il magistrato Enrico Zucca: «In alcuni pezzi della Polizia italiana la subcultura imperante è questa. Un certo frasario è presente ovunque, la mentalità è quasi sempre la stessa. L’esempio dall’alto che hanno avuto in questi anni non li aiuta certo al silenzio o alla riflessione. Il ventre segue quello che dice la testa. I concetti espressi da Tortosa sono gli stessi che il vertice della nostra Polizia ha espresso da anni. Se lo fanno i capi assoluti, perché Tortosa non deve esprimere solidarietà al collega condannato? Perché non deve rivendicare il suo operato? Essere un fedele servitore dello Stato significa essere fedele alla legge, rispettare la Costituzione, senza sentirsi al di sopra di tutto: ma negli ultimi 15 anni all’interno della Polizia questo nessuno lo ha mai spiegato».
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Dicono che la civiltà di uno Stato si misura sui suoi uffici di polizia.
Se non sono civili i custodi, come si può pretendere che lo siano i custoditi?
Purtroppo l’assioma ‘Un uomo onesto non ha nulla da temere dalla polizia’ è attualmente al riesame da parte della Corte d’Appello degli Assiomi.” :- ) (Terry Pratchett)

Beppe Grillo: “Oggetto delle attenzioni della Celere sono di norma operai in sciopero e studenti che protestano. È un’attenzione sulla base del censo. Un manganello di classe. Un celerino che colpisce un politico o un banchiere non si è mai visto.
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Lalla segnala
G8, la seviziatrice di Bolzaneto ora dà lezione di diritti

La dottoressa Zaccardi, condannata per gli abusi di Bolzaneto è relatrice ad un forum sulle carceri. Nel 2001 a una ragazza ferita e terrorizzata a cui veniva impedito di andare in bagno disse: “Puzzi come un cane”.
È la parabola di Marilena Zaccardi, medico del carcere di Marassi, del penitenziario femminile di Pontedecimo, che ha legato il suo nome a quello del “medico in mimetica”, Giacomo Toccafondi, nella caserma di Bolzaneto trasformata in centro di torture e sevizie nel luglio 2001. Sembra incredibile, ma invece è così: dopo la condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo sul blitz alla scuola Diaz, “fu tortura. Un’azienda pubblica come la Asl non soltanto ha mantenuto al suo posto Marilena Zaccardi, ma le ha dato visibilità e riconosciuto rilievo professionale se è arrivata ad affidarle la curatela scientifica, insieme ad altri quattro colleghi, di un convegno dedicato alla salute in carcere. Proprio lei che a Bolzaneto, secondo la sentenza della Corte d’Appello di Genova, dal 20 luglio al 22 luglio 2001, è stata accusata, di “aver consentito o effettuato controlli di triage e di visita sottoponendo le persone a trattamento inumano e in violazione della dignità”, “costringendo persone di sesso femminile a stazionare nude in presenza di uomini e quindi sottoponendole a umiliazione fisica e morale”. “Per aver ingiuriato le persone visitate con espressioni di disprezzo e di scherno”. “Per aver omesso o consentito l’omissione circa la visita di primo ingresso sull’individuazione di lesioni presenti sulle persone”. “Per aver omesso o consentito l’omissione di intervento sulle condizioni di sofferenza delle persone ristrette in condizioni di minorata difesa”. Marilena Zaccardi, assolta in primo grado, è stata condannata in Appello per abuso d’ufficio pluriaggravato e ingiuria pluriaggravata . E le condanne della Corte d’Appello a carico dei 5 medici della caserma di Bolzaneto, oltre alla Zaccardi e Toccafondi anche Aldo Amenta, Adriana Mazzoleni e Sonia Sciandra, sono state confermate dalla sentenza di Cassazione, che nel 2013. La dottoressa Zaccardi, però, così come Toccafondi, è stata salvata dalla prescrizione. Salvata, ma solo in campo penale, perché sul piano civile è stata riconosciuta la sua responsabilità.
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IL CASO RARO
Al
E’ un altro poliziotto la VERA NOTIZIA di questi giorni: il direttore della scuola Allievi di Polizia di Peschiera del Garda Giampaolo Trevisi, che qualche giorno prima si era scusato per i fatti di Genova, ha mostrato ai suoi 160 allievi, molti dei quali nel 2001 erano poco più che bambini, il film Diaz. E scrive che “nella maggior parte dei film o delle serie televisive, grazie alle quali molti amano la Polizia, è quasi tutto inventato e nell’unico, forse, unico film che ci distrugge è tutto drammaticamente vero, in quanto basato su fatti processualmente verificati». Insomma che afferma apertamente che la polizia deve fare una profonda autocritica. Ecco, questa era la vera notizia della settimana. E invece tutti parlano solo delle stupidaggini scritte dall’altro.

I CAZZARI DELL’UE
Berluscameno
I “cazzari “ (Merkel, Draghi, Schaeuble, Padoan ecc.) hanno avuto- purtroppo – sempre un “gregge “ che li ha seguiti sino ad ora.
Ma la UE e la BCE stanno (attualmente )-e per nostra sfortuna -dalla parte sbagliata della storia.
L’attuale giudizio del FMI (Fondo Monetario )- finalmente espresso- ci dice alcune cose importanti. Il Fondo monetario internazionale è ormai convinto che pur essendo stato
-da sempre- sostenitore del “privato è bello”, di fronte a quella che potrebbe diventare una “stagnazione secolare” anche l’ultima frontiera del liberismo alza le mani e chiede che i Governi vadano in soccorso tramite forti investimenti pubblici.
Lo si legge nel capitolo quattro del “World Economic Outlook”, il rapporto sull’economia globale pubblicato dall’istituto di Washington. Nel capitolo analitico intitolato “private investment: what’s the holdup”, vi è scritto che le “aziende hanno reagito a vendite deboli riducendo spese per capitale”. In poche parole, di fronte a un calo del fatturato, per non veder calare i dividendi, le società della produzione reale hanno ridotto gli investimenti e le spese fisse, a cominciare da quelle per il personale.
Altro che aumento della crescita con la politica economica “errata” della austerity (della Merkel) e tagli alle finanze pubbliche voluti da Padoan!
Per evitare che la stagnazione in cui rischia di cadere negli anni a venire l’intera economia globale, occorrono più investimenti pubblici. Perché quelli privati si sono contratti e comunque non saranno mai sufficienti per riportarci ai livelli precedenti il 2007.
E, da sempre, la debolezza degli investimenti delle aziende private è sintomo di economia debole, di incertezza e forte disoccupazione.
Mentre l’incertezza di politica economica della “Austerity espansiva “ che ha caratterizzato le politiche economiche di aree di primo piano come l’Europa (e l’Italia in particolare )ha “giocato un ruolo chiave nello scoraggiare investimenti aziendali”.
Secondo l’Fmi, non basta immettere liquidità sul mercato come ha iniziato a fare la Bce. O, almeno, non è sufficiente:
“Politiche fiscali e monetarie possono incoraggiare le aziende private ad investire, ma tali politiche probabilmente non riporteranno pienamente gli investimenti ai trend pre-crisi”. C’è bisogno di altro e anche in fretta:
“Addizionali investimenti pubblici infrastrutturali e produttivi dovrebbero essere garantiti per sostenere la domanda interna nel breve termine, alzare l’offerta nel medio termine e quindi incoraggiare e liberare gli investimenti privati”. Il Fondo Monetario Internazionale(FMI) parla anche della necessità di riforme strutturali. Tre in particolare:
1) trovare soluzione per aumentare il numero degli occupati tramite investimenti pubblici produttivi;
2) fare pulizia nei bilanci delle banche ufficiali e nelle loro Banche Ombra con sede nei Paradisi Fiscali;
3) diminuire il peso del debito pubblico tramite la riduzione massiccia di spesa pubblica effettuata per il pagamento alle banche private di interessi usurai.
(Le banche italiane prendono a prestito denaro dalla BCE pagando tassi di interesse annuali non superiori al 0,20 % e li prestano allo Stato italiano ad interessi annuali che possono arrivare anche al 5% !).
A sostegno di questa tesi ci sono i numeri presentati dal Fmi.
“La crescita potenziale nelle economie avanzate dovrebbe salire leggermente, da una media dell’1,3% durante il 2008-2014 all’1,6% del 2015-2020. Questa crescita è ben al di sotto dei livelli pre crisi (2,25% durante il 2001-2007)”.
Inoltre “le ridotte prospettive del potenziale di crescita nel medio termine creano nuove sfide per la politica. Sia nella economie avanzate sia in quelle emergenti, il più basso potenziale di crescita renderà più difficile mantenere la sostenibilità di bilancio pubblico”.
E quindi il FMI ribadisce la ricetta destinata a dare ragione a chi da tempo sta riproponendo politiche di matrice keynesiana, per quanto rivedute e corrette:
“Aumentare il potenziale in investimenti pubblici è una priorità”.
Nelle economie avanzate è necessario “continuare a sostenere la domanda interna di beni per il mercato ” per bilanciare la” protratta debolezza della crescita degli investimenti privati“e dell’accumulo di capitale.
Riforme strutturali e un sostegno maggiore a ricerca e sviluppo sono essenziali. Nelle economie dei Paesi dell’Europa del Sud , una maggiore spesa pubblica per le infrastrutture è necessaria e le “riforme strutturali” devono essere dirette a migliorare le condizioni della domanda di beni per i mercati interni”.
Secondo gli esperti di Bruegel, l’Unione Europea con le sue precedenti decisioni ha preferito salvaguardare gli interessi di cittadini “anziani” e pensionati piuttosto che i giovani. Ha salvato le banche e concesso sgravi fiscali alle imprese, ma ha aumentato il carico fiscale medio per tutti gli altri.
Inoltre, ha fatto pressioni per l’introduzione di politiche economiche di austerity sui conti pubblici anche in quei paesi in cui non era necessario né urgente per la salvaguardia dei conti pubblici. Le conseguenze sono state assai gravi.
Un aumento generalizzato della povertà e della disoccupazione in seguito alle politiche che hanno penalizzato la crescita economica, oltre a un aumento del divario tra le nazioni del Nord e del Sud dell’Europa.

PER DARE GLI 80 EURO RENZI HA AUMENTATO DI 11 MILIARDI LE TASSE
Alessandro

Per dare 80 euro a pochi, Renzi taglia a mense, asili e servizi pubblici essenziali dei Comuni. E li ha tagliati anche agli stessi percettori del bonus che hanno pagato più tasse ai Comuni. Lo dice il 18 maggio 2014 il quotidiano finanziario “Italia Oggi”. Sono stati tagliati settori come la sanità, il trasporto pubblico locale e la scuola.
I TAGLI SONO IMPERATIVI, il governo ha inserito all’interno dell’articolo 47 del decreto una clausola. Se gli enti locali non caleranno le forbici sui capitoli di spesa indicati, quei soldi attesi saranno comunque presi dal governo centrale che si tratterrà quel che manca dalla quota Imu da riversare ai Comuni o dall’Ipt dovuta alle Province! Tagliando i costi dei servizi pubblici essenziali è scesa la qualità dei servizi e sono diventati più cari.
Perché non si dice che gli 80 euro, che Renzi ha usato per pagarsi la campagna elettorale alle europee, hanno fatto aumentare le tasse?
Infatti con gli 80 euro dati a maggio 2014 Renzi ha tagliato ai Comuni 6.9 miliardi di euro e, a ottobre per dare 80 euro alle neo mamme ha tagliato altri 4 miliardi di euro alle Regioni. Un totale di 11 miliardi di euro. I Comuni e le Regioni, per compensare i tagli, hanno aumentato le tasse e tagliato i servizi.
Gli italiani hanno pagato più tributi regionali e comunali e hanno avuto meno servizi pubblici essenziali: treni regionali, trasporti, ticket, servizi sanitari a pagamento, asili, mense scolastiche, servizi agli anziani, agli handicappati. Gli stessi percettori hanno restituito gli 80 euro… con gli interessi. Inoltre, il governo Renzi per compensare gli 11 miliardi di euro, con la manovra finanziaria di dicembre, ha aumentato le tasse di 11 miliardi, cioè un terzo della manovra finanziaria di oltre 30 miliardi.
Gli 80 euro gli italiani li hanno pagati tre volte: con i maggiori tributi comunali, con i maggiori tributi regionali, con i tagli sui servizi pubblici comunali e regionali… e con le tasse dello Stato!

Cobra89
Quante balle ha già raccontato il Pifferaio fiorentino?
Il PIL che doveva essere a + 0,8% e che invece è stato – 0,5%… la grande ripresa “col botto” a settembre che nessuno ha visto… i mille asili in mille giorni ennesimo annuncio caduto nel vuoto… l’aumento a doppia cifra dei posti di lavoro a tempo indeterminato annunciato proprio 5 giorni prima che l’ISTAT indicasse l’ennesimo aumento della disoccupazione al 12,7%…. il milione di posti di lavoro che invece sono appena 13…
Ormai i sassi magici di Wanna Marchi hanno più credibilità delle sparate di Renzi.

I SOLDI AI PARTITI, CI RISIAMO!
Paolo De Gregorio

Le rare volte che la nostra zoppicante democrazia mette i cittadini di fronte ad una possibilità di scegliere con nettezza e chiarezza, ecco che gli italiani ci stupiscono per la loro coesione nel negare ai partiti politici il finanziamento attraverso il 2 per mille: solo lo 0,4 dei contribuenti su cento ha devoluto il 2 per mille delle tasse a favore dei partiti raccattando la misera somma di 325.000 euro.
Ed ecco riemergere un piagnisteo vecchio come il mondo,: se non si dà un finanziamento pubblico ai partiti questi per funzionare rubano o cadono in mano alle lobby come in America.
Ma ci sarebbe una piccola postilla da aggiungere: il discredito unanime di cui soffrono i partiti esiste perché, pur avendo goduto di un imponente finanziamento pubblico, hanno lo stesso rubato, portato al dissesto finanziario comuni, regioni, province, ASL, e quanto alle lobby (la prima di tutte è la Confindustria) le hanno sempre favorite con finanziamenti a pioggia (FIAT per prima), con normative a loro favore (vedi abolizione art. 18), senza ottenere in cambio alcun peso nelle strategie economiche che, come risposta alla crisi, ci hanno regalato delocalizzazioni all’estero di attività produttive e vendita dei pezzi più pregiati della nostra industria.
C’è poi il fatto nuovo che i ladri dei partiti definiscono, con la bava alla bocca, “antipolitica”, che ha dimostrato agli italiani che si può arrivare al 25% dei voti elettorali senza essere finanziati da nessuno, con gente espressa direttamente dal territorio e dai cittadini, la cui preparazione, qualità e onestà surclassa decisamente tutti i famosi esperti e veterani della politica che si sono rivelati tutti uniti nel dilapidare soldi pubblici, facendo anche passare leggi a favore della corruzione e contro l’attività della magistratura.
8 per mille, 5 per mille, 2 per mille, vanno aboliti, abolite le fondazioni legate a partiti politici in quanto collettori di tangenti, abolite le famose “consulenze” che non sono altro che tangenti mascherate, abolito ogni finanziamento pubblico all’editoria, fine del duopolio RAI-Mediaset con la regola antimonopolio che nessun soggetto pubblico o privato può possedere più di una rete nazionale.
E’ urgente varare una nuova legge elettorale che consenta ai cittadini di mandare in Parlamento chi decidono loro e avere una norma che impedisca di cambiare partito durante la legislatura, perché se è vero che il popolo è sovrano non si può tradire la sua volontà espressa nel voto.
Con queste regole l’Italia sarebbe migliore e magari l’onestà tornerebbe di moda.
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QUANTI VECCHI CI SONO NEI PARTITI?

Con Renzi siamo passati alla manutenzione alla conservazione. Nessuna meraviglia che venga votato dai più vecchi di questo Paese, quelli che hanno paura dei cambiamenti radicali e che, anche se hanno poco, tendono a conservare quel poco rifiutando qualunque rivoluzione.
Non è che basta dirsi per il cambiamento per esserlo veramente.
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Annamaria
Il Pd non è solo un partito di vecchi, questo sarebbe il male minore.
E’ il partito del “vecchio”: il partito impegnato severamente e ferocemente a conservare quanto di stantio, di corrotto, di marcio esiste da sempre nel nostro Paese. Il partito dei più forti e dei potenti. Il partito di tutte le caste, di tutte le cricche, di tutte le cosche.
Che la faccia nuova di Matteo Renzi servisse a questo scopo, lo si è capito sempre, fin dagli inizi.
Prima era una faccia appena un po’ mascherata, oggi la maschera è stata gettata via : Renzi sta istituzionalizzando quel mondo decrepito e decomposto che rappresenta con le cosiddette ” riforme”.
La politica del tombino messa in Costituzione.

UNIMPRESA BOCCIA IL DEF-STANGATA FISCALE DI 80 MILIARDI SULLE PMI
Berluscameno

Unimpresa boccia il Def. Stangata fiscale da 100 miliardi.
Per i rappresentati delle micro, piccole e medie imprese sulle imposte dirette e indirette – principalmente Irpef, Ires e Iva – ci sarà una stretta da quasi 80 miliardi. E la pressione fiscale salirà oltre il 44%. Tutto merito del nostro “grande “ ed” intelligente” ministro dell’Economia, Padoan.
“Di fronte ai numeri sotto riportati – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – c’è poco da dire: come rappresentanti delle micro, piccole e medie imprese italiane ci “sentiamo presi in giro”, perché non possiamo ignorare lo spread esistente tra gli annunci del governo e i provvedimenti e i numeri messi nero su bianco dopo le sedute del consiglio dei ministri.
Sta di fatto che “le tasse aumentano e gli sprechi del bilancio pubblico restano intatti”: non è questo il modo “per salvare il nostro Paese”.
I tecnocrati UE applaudono Padoan: bene, bravo, sette più!
Dal 2015 al 2019, secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa le entrate tributarie dello Stato cresceranno costantemente e arriveranno fino agli 881 miliardi del 2019. Complessivamente nel prossimo quinquennio i contribuenti italiani dovranno versare nelle casse pubbliche 104,1 miliardi in più rispetto allo scorso anno (+13%). Sulle imposte dirette e indirette – principalmente Irpef, Ires e Iva – ci sarà una “stretta”(ossia un aumento ) di quasi 80 miliardi.
E la pressione fiscale salirà oltre il 44%.
Secondo l’analisi di Unimpresa che ha preso in esame le tabelle del Documento di economia e finanza (Def), il bilancio statale non sarà “sforbiciato”(ossia diminuito):
le uscite cresceranno di quasi 38 miliardi (+4%) e sono stati “sterilizzati”(ossia non dovrebbero aumentare,mentre invece sarebbe l’unico vero mezzo tecnico per creare la crescita in Italia con aumento della domanda di beni!) gli investimenti pubblici (dove tramite gli “appalti farlocchi” sulle opere pubbliche, alcuni fortunati possono provare a rubare a man bassa) che resteranno stabili attorno ai 60 miliardi l’anno..

INTANTO CONTINUIAMO A PAGARE I VITALIZI AI PARLAMENTARI CONDANNATI E DECADUTI

Ma è ragionevole e accettabile che i parlamentari decaduti in conseguenza di condanna irrevocabile per reati di particolare gravità possano continuare a percepire il cosiddetto “vitalizio”? Non parla forse la Costituzione di dignità, disciplina e onore?
Sembrava che le Camere si muovessero per fare qualcosa e invece no. Sono stati chiamati in causa i costituzionalisti ma la faccenda si è solo ingarbugliata. I giuristi hanno sostenuto tutto e il contrario di tutto.
Ma, se tutto è giuridicamente sostenibile, allora: liberi tutti. Non si alimenta, così, l’idea corrente che i giuristi siano essenzialmente dei consulenti, e che il diritto, alla fine, non sia che un mezzo e, spesso, un mezzuccio, a servizio dei potenti?
Avviene oggi come avveniva al tempo del fascismo: “I professori di diritto costituzionale trovano sempre argomenti per giustificare le tesi più assurde: è il loro mestiere”, diceva De Felice. Insomma, i giuristi sono come i sondaggisti: offrono le loro opinioni come merci sul banco d’un mercato, a disposizione degli acquirenti.
C’è chi dice che i vitalizi sono pensioni, dunque retribuzioni differite e non si possono toccare (art. 36), ma come si può parlare qui di ‘rapporto di servizio’? Sono dei rappresentanti popolari per cui non è previsto uno stipendio di lavoro ma una ‘indennità’, che è cosa diversa. Non ci si fa eleggere per guadagnarci qualcosa. L’indennità serve a rendere “indenni” dalle ristrettezze economiche, ma non è retribuzione. Se così fosse, dovrebbe commisurarsi alla quantità e qualità del lavoro prestato in un “rapporto di lavoro”. Dunque, i principi del diritto del lavoro sono diversi da quelli del diritto parlamentare.
Si dice che la revoca dei vitalizi in conseguenza di condanne è una sanzione penale e, come tale, non può avere valore retroattivo. Ma si avrebbe retroattività se si imponesse la restituzione delle rate già riscosse. Non è una “revoca”, ma la “cessazione” di un beneficio. Ma se uno si facesse eleggere solo per averlo, ciò non sarebbe molto dignitoso e non dovrebbe essere protetto dal diritto. I Vitalizi sono stati dati per legge interna delle Camere, non si capisce se con una legge simile le Camere non possono toglierlo agli indegni. La base del diritto è la ragionevolezza, altrimenti il diritto diventa abuso e arbitrio, sennò, come in Figaro “con un equivoco, con un sinonimo qualche garbuglio si troverà”. Ma è ragionevole che persone decadute per avere commesso reati e che non possono essere ricandidate per avere disonorato la carica, continuino ad appartenere alla cerchia dei protetti?

LA DIFFERENZA TRA COSTO DEL LAVORO E SALARIO è AL 48,2%

Il rapporto Taxing Wages dice che per un lavoratore single la differenza tra il costo totale del lavoro e il salario netto in busta paga arriva al 48,2%, in crescita rispetto al 2013 di 0,4 punti. La media dei Paesi dell’area è del 36%. Il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti è ormai alle soglie del 50% e supera di oltre 12 punti la media Ocse che è del 36% Siamo al 6° posto tra i 34 paesi Ocse per il prelievo complessivo sui salari. Al primo posto il Belgio, con il 55,6%, seguito da Austria (49,4%), Germania (49,3%), Ungheria (49%, invariato) e Francia (48,4%). Alle spalle dell’Italia c’è, nettamente staccata, la Finlandia con il 43,9%. Gli Usa sono al 31,5% e la Svizzera al 22,2%.
Non solo, si penalizzano le famiglie monoreddito con due figli, con un cuneo del 39%, in aumento di 0,5 punti sul 2013. Siamo al 4° posto nell’area Ocse per la voracità del fisco nei confronti dei nuclei famigliari. Prima in questa categoria è la Grecia con il 43,4%, ma con un calo di 1,1 punti sul 2013, seguita dal Belgio con il 40,6% e della Francia con il 40,5%. Bene anche la Svizzera con il 9,8% e l’Irlanda con il 9,9%.
Sul povero lavoratore ‘single’, i contributi pagati dal datore di lavoro sono il 24,3% del costo del lavoro, il 4° livello più alto dell’Ocse (prima la Francia con il 27,7%). L’imposta sui redditi rappresenta invece il 16,7% mentre i contributi a carico del lavoratore sono pari al restante 7,2%.
Il costo totale del lavoro ammonta a 53.395 dollari e vede l’Italia al 16° posto nell’Ocse. Al primo c’è il Belgio con quasi 72mila dollari, davanti alla Svizzera (70.700 dollari) e alla Germania (68.700 dollari). La Francia è a 61mila dollari, l’Austria a 65.300, Il Regno Unito a 56.300 e gli Usa a 55mila.
Se si esamina invece il salario lordo (ovvero quello che si vede in busta paga), il prelievo complessivo in Italia è del 31,6%, quale somma tra il 22,1% dell’imposta personale sui redditi e il 9,5% del prelievo contributivo a carico del dipendente.
Il salario lordo in Italia è in media di 40.426 dollari, al 19° posto nella classifica capeggiata in questo caso dalla Svizzera con 66.500 dollari.
La retribuzione lorda per un lavoratore medio in Italia è di 30.463 euro. La Francia è a 37.400 euro, la Germania 46mila. Anche in Irlanda i salari lordi sono superiori a quelli italiani. Dietro all’Italia invece Spagna, Portogallo e Grecia (20.200.
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Mariano Giusti
Nel frattempo a New York i sindacati e i lavoratori organizzano una protesta per aumentare i salari a 15$ l’ora:
http://www.internazionale.it/notizie/2015/04/16/a-new-york-per-15-dollari
Capito cosa intendiamo quando diciamo che Landini parla parla e non ha mai combinato niente di utile?

Cordy
Che schifo di roba siamo diventati.
Un paese che si ritrova, proprio dove aveva indicato Beppe Grillo. Avvinghiato in accordi e parametri. Incapace di reagire, senza gli strumenti politici, economici per reagire. Costretto a vendere tutti i suoi asset agli stranieri… in cambio di pochi spiccioli.
“Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se avessimo lavorato un giorno di più”. Chissà se questa l’ha scritta nel suo libricino, il nostro amato Prodi. E chissà se qualcuno ha ancora il coraggio di dirla in pubblico questa frase.
E allora, se l’euro e i suoi trattati hanno fallito così miseramente rispetto alla propaganda triennale che lo ha preceduto…. perché difenderlo.
Che mi significa, l’euro? Se mi dicono che è per evitare di essere economie svalutate….. e poi è l’euro a svalutarsi sul dollaro per riattivare qualche economia? Chi paga per tutte queste cazzate raccontate?
Un governo nazionale lo cambi alle elezioni. Ma la conduzione europea non ha conosciuto opposizione e non conosce elezione. Ci vanno personaggi come Prodi, Van Rompuy, Juncker… con agende che sappiamo essere molto vicine a colossi e multinazionali… e guardacaso, sempre guardacaso… quando si incentiva la corporation, si disincentiva tutto il resto.
Chissà come mai.
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Alice Salvatore, candidata presidente in Liguria per il M5S:

“L’alluvione è una cosa grave. Perché l’assessore Paita alla protezione civile, oggi candidata presidente per il PD, non ritira la sua candidatura visto che è indagata per non aver lanciato l’allerta quando avrebbe dovuto? O intende continuare a percepire 14.500 euro al mese per NON fare il suo lavoro e lasciare morire i cittadini per la strada, come presidente inetto e irresponsabile quale certamente sarebbe? Paita, ritirati!
La sua candidatura alle Primarie è stata coronata dal torbido e da inchieste giudiziarie: venivano pagati cinesi, stranieri di ogni sorta che nemmeno sapevano bene cosa stessero facendo, per dare un voto fuffa alle primarie più farsa della storia. Ci sono inchieste per infiltrazioni mafiose! Cofferati ha lasciato il PD per questo.
Vogliamo ricordare i contatti del marito della Paita, Luigi Merlo (presidente dell’autorità portuale di Genova) con Gino Mamone, condannato per corruzione “appalti in cambio di escort” e con chiari rapporti con la ‘ndrangheta locale come ha dichiarato la DIA (Dipartimento Antimafia). Vogliamo ricordare che la sua candidatura è stata sostenuta dal prestanome di un boss della ‘ndrangheta, da Saso lo scajoliano dell’NCD indagato per voto di scambio e da Minasso PDL, ex AN, indagato per associazione a delinquere nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta Maglio 3.
Gino Mamone in un’intercettazione ride: “Faremo venire il cagotto a Burlando!”. E la Paita è la sua delfina, di Burlando, indagato per disastro ambientale alla Tirreno Power di Vado Ligure. Chi sono questi signori?
Lo slogan della Paita è “la Liguria va veloce”. Ora sappiamo perché: devono scappare dalle procure. Cittadini: riprendiamoci la Liguria!
Con il M5S ORA POSSIAMO!”

UOMO, SEI UN CRETINO
Bruno p

Guardo distrattamente gli spot pubblicitari tra un telegiornale farlocco e qualche programma di opinione dove puntualmente si verifica la lite veicolata dallo share. Noto che il leitmotiv che accomuna tutti gli spot è l’ostentazione.
La giornata meravigliosa che passi a bordo di un auto che ti da la forza di essere un vero uomo. Meglio se un suv, è più grande e ostenta potenza così puoi guardare gli altri dall’alto verso il basso. Ogni auto ti fa diventare forte e coraggioso, puoi evitare il traffico passando per una giungla immaginaria, puoi parcheggiare e calpestare i piedi a un energumeno, puoi trovare la donna dei tuoi sogni se scegli l’auto giusta, magari tedesca.
Quando viene reclamizzato un profumo l’uomo si trasforma in un semidio, le donne si inchinano al suo passaggio e il tuo fisico si scolpisce come fosse marmo, la donna invece diventa una figura irraggiungibile, quasi eterea.
Gli attori si chiudono a vita nei mulini per sfornare biscotti paradisiaci mentre sportivi di ogni disciplina reclamizzano scarpe che ti fanno volare.
La pubblicità è lo specchio della società e delle sue esigenze e la nostra società è vorace in quanto a ostentazione.
Più alti sono i palazzi del potere e più grandi appaiono gli uomini che vi esercitano le loro attività anche se diventano dei gattini impauriti di fronte a una pioggia di coriandoli lanciata da una ragazza (vd Monti preso a coriandolate da una protestaria).
Il politico che va in tv è inquadrato sempre in uno scenario di grandezza e profondità perché la sua figura deve ostentare potere verso gli elettori.
La nostra è una società di cretini.
Quanti inutili e dannosi status symbol che offuscano la nostra realtà quotidiana e limitano le nostre capacità intellettive!
Una società che vede nella crescita il consumo e non il servizio è destinata ad estinguersi perché è insostenibile.

LA STAMPA FASULLA ELOGIA RENZI. I DATI CERTIFICANO IL SUO FALLIMENTO

Siamo al 73° posto della classifica mondiale sulla libertà di stampa e si capisce perché. Volete qualche dato per sottolineare la falsità dei nostri giornali?
29 novembre. Poletti parla di 4000 posti di lavoro stabili! Peccato che i nuovi disoccupati siano 483.000! Il saldo negativo supera così gli 80 mila. Ma nessun giornale lo riporta.
Ora Poletti parla di ‘Grande ripresa dell’economia! Falso. Il fatturato industriale cala. Ma lui grida: “79 mila contratti stabili in più a gennaio-febbraio rispetto al 2014”. Tripudio del Corriere: “Boom dei contratti stabili, in 2 mesi salgono del 38%”. Repubblica: “Lavoro, è boom di nuovi posti”. FALSO! Considerate le cessazioni, i contratti stabili sono 45 mila, ma non sono contratti nuovi sono stabilizzazioni di contratti precari (l’80%) per accaparrarsi i generosi incentivi. Poletti prova a rilanciare spiegando che gli 1,9 miliardi stanziati dal governo produrranno “un milione di posti di lavoro”. FALSO! Ne occorrerebbero 4,7. Ci si mette anche l’Istat a sbugiardare il governo: a febbraio ci sono 44 mila occupati in meno e 23 mila disoccupati in più.
Aprile 2014: Renzi/Padoan ci danno al +0,8% nel 2014, +1,3% nel 2015. FALSO! Il Pil nel 2014 è calato dello 0,4% e nel 2015 salirà solo dello 0,7%. La ripresa esiste solo sui giornali. I nuovi occupati sono una invenzione del Corriere e di Repubblica. Nei fatti non ci sono. Confindustria s’è addirittura inventata un aumento della produzione industriale a febbraio che poi ha dovuto smentire dopo i dati Istat. L’Ocse, da cui proviene il ministro Padoan, è riuscito a sbagliare tutte le previsioni fatte negli ultimi anni: secondo loro, se si fanno “le riforme”, il Pil italiano crescerà del 6% in più nei prossimi 10 anni. Boiata tremenda.
Settembre: “Precari della scuola tutti assunti, entrano in 150 mila”.
Peccato che della riforma “La buona scuola” sia rimasto poco. A entrare saranno – se tutto va bene – in 100.701, mentre restano fuori 47.399 precari “storici” iscritti alle graduatorie a esaurimento (Gae) di cui 23 mila della scuola dell’infanzia, messi in attesa di un fantomatico progetto di riorganizzazione delle scuole materne da realizzare con i Comuni. Ma il disegno di legge rischia di non vedere la luce in tempo per provvedere alle assunzioni a settembre. Se così fosse, nel 2015 saranno solo 50 mila.
Quando Renzi diventa presidente del semestre europeo, i giornali titolano: “È l’addio al Fiscal Compact”. Qualcuno ha visto qualcosa?
Renzi giurava che avrebbe sforato il 3%. Vi pare che lo abbia fatto? L’unica cosa che ha sforato sono le nostre tasse. Nel gennaio 2014, dichiarò: “Certo che si può sforare: è un vincolo anacronistico”. Ora non ne parla più.
80 euro, “I gufi smetteranno di gufare”. Impatto sull’economia? Zero.
I giornali tutti a urlare: “I consumi saliranno di 3,1 miliardi”. Niente di fatto. E’ un flop. Però nessun giornale lo dice. Di quanto è cresciuta la domanda interna? Secondo l’Istat, di NULLA!
E le Province? Titoloni “Un miliardo di “risparmi”. Non pervenuto.

IL M5S E L’EUROPA
Cordy
1. Abolizione Fiscal Compact
2. Adozione Eurobond
3. Alleanza e Politica Comune
4. Investimenti in innovazione esclusi dal 3% di pareggio di Bilancio
5. Finanziamenti per i consumi interni
6. Abolizione Pareggio di Bilancio
7. Referendum Permanenza Euro.
Questi sono i fatti, che una forza politica ha portato nel parlamento europeo. Fatti che giorno dopo giorno stanno diventando agenda quotidiana. Si comincia a parlare di fiscal compact, e dei suoi effetti nefasti. Si comincia a parlare di necessità degli sforamenti del 3%. E’ spuntato il Quantitative Easing, che ci sta preparando agli eurobond.
Da comunità, si è passati ad una confederazione di banche. Da solidarietà si è passati a ‘fuori la grecia’. Si comincia a parlare di paesi fuori dall’eurozona. E’ possibile uscirne – morti, almeno -.
E’ un caso, guardacaso sempre guardacaso, che gli obiettivi dei 5 Stelle – considerati fiacchi e sfocati – siano ogni giorno più definiti e materia di attualità?
E lei se lo ricorda il programma del PD per le europee? (nessun partito al di fuori del M5S aveva un programma europeo)
p.s. Per inciso, in merito alle proposte, ricordo che i 5 stelle hanno portato la democrazia diretta in Parlamento Europeo. Non elezione diretta di un presidente. Ma democrazia diretta, di un popolo europeo.
Questo è un obiettivo. Questa è una ambizione.

Il mondo scende in piazza contro l’accordo Ue-America “No alle lobby commerciali”
ANDREA TARQUINI

La prossima settimana riprendono le trattative sul “Ttip” il trattato di libero scambio. “Dal transgenico ai cosmetici, a rischio gli standard di sicurezza europei”, dicono i comitati del no. Che oggi manifestano in 704 città.
Salviamo i diritti democratici, salviamo i diritti dei cittadini e consumatori ad ambiente e salute: l’accordo commerciale Ue-Nordamerica così non va. Ecco lo slogan della mobilitazione, alternativa ma non ideologica, che oggi investirà l’Europa intera e tutto il “pianeta blu”: manifestazioni d’ogni sorta, cortei, spettacoli, infostand per dialogare con la gente, in almeno 704 città sparse in tutto il mondo. Per dire che il Ttip e il Ceta, gli accordi di libero scambio dell’Unione europea con Stati Uniti e Canada, non sono né democratici né conformi a principi e standard europei di sicurezza e giustizia, e quindi vanno rifiutati.
“Stop Ttip!” si chiama il nuovo movimento globale, che collega senza centralismi 400 organizzazioni.
Una catena umana nel cuore di Berlino, da Potsdamer Platz a Unter den Linden dove ha sede la rappresentanza Ue, e spettacoli in piazza a Parigi a Place Stalingrad e a Place de la République, con i potenti delle multinazionali e della politica impersonati da vampiri, saranno il clou della giornata di mobilitazione.
«È un giorno importante, ma l’iniziativa continua, come va avanti da anni», spiega Cornelia Reetz, action manager di Stop Ttip Germania, la sede che di fatto è il “comando operativo” del movimento globale cresciuto soprattutto online, al civico numero 4 di Greifswalderstrasse qui a Berlino. «Intanto prosegue anche la raccolta di firme contro il Ttip e il Ceta, che attorno al 10 ottobre presenteremo alla Commissione europea, a tutte le istituzioni Ue, ai governi nazionali i cui parlamenti dovranno ratificare gli accordi», spiega la Reetz. Il movimento cresce, in vista dell’happening in strada domani in tutto il mondo e anche con la raccolta di firme: «Puntavamo a un milione, ne abbiamo già un milione e 700 mila”.
I soliti no global, i soliti idealisti, diranno in molti. Però le obiezioni di “Stop Ttip” suonano come rilievi da prendere sul serio. L’accordo è stato negoziato in segreto, senza informare le opinioni pubbliche, e svuota le nostre democrazie. «Non è finita: offre vantaggi inutili e pericolosi agli interessi dei grandi gruppi economici, tende ad abbassare gli standard di sicurezza, igiene, ecologia in vigore ad esempio in Europa ai livelli nordamericani, a cominciare dal cibo transgenico per finire ai cosmetici e ad altri prodotti di uso quotidiano». E una volta innescata, la dinamica dell’accordo – sul terreno degli Ogm ma anche con la liberalizzazione spinta delle privatizzazioni – secondo il movimento di protesta sarà difficilmente reversibile.
(Repubblica)

L’AMACA
Michele Serra
Tra le piccole riforme possibili da subito, praticamente da stamattina, è urgente proporre al governo Renzi quella dell’immediata dismissione dell’inglesorum nella sua comunicazione politica e amministrativa. Che cos’è l’inglesorum? L’inglesorum è l’aggiornamento del latinorum manzoniano. Ovvero un linguaggio usato per incutere soggezione ai subalterni e agli impressionabili.
Tipico esempio di inglesorum è Jobs Acts per legge sul lavoro.
Significa esattamente la stessa cosa, ma detto in italiano odora di vecchia fatica, di cortei, di casse da scaricare, in inglese profuma di eccitante attualità e di impiegati fighetti che fanno il brunch. Perfino più efferato il provvedimento “open cantieri” orecchiato alla radio: suona maccheronico lontano un chilometro, “cantieri aperti” è pratico e perfetto, che cosa ha fatto di male, al personale renziano, la parola “aperto” per essere sistematicamente rimpiazzata da open? Nell’inglesorum c’è una velleità burina, quella di sembrare ciò che non si è, come se ci si vergognasse di se stessi. E c’è il sospetto — ben peggiore in un politico — di fumisteria, di imbonimento attoriale: “A me gli occhi, please”.
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IL MUSEO MESSAPICO

Bellissima la storia di un signore di Lecce che doveva fare una ristrutturazione per aprire un bar e si è trovato il bagno bloccato, ha scavato per trovare le fogne e ha trovato un tesoro! Dovendo scavare per un metro e mezzo ha dovuto chiamare una archeologa e un rappresentante della Sovrintendenza e in un baleno, scavando, ha trovato: un granaio, una chiesa francescana, una tomba messapica, e affreschi e oggetti antichi! I Messapi furono un’antica popolazione italica di cui si ha traccia dall’ottavo secolo a.C.
Il signor Luciano Faggiano ha provato a coinvolgere nello scavo le autorità ma soldi non ce n’erano e così l’intera famiglia, compreso il figlio piccolo di 10 anni, si è messa a scavare con mezzi di fortuna. Intanto arrivavano 300 verbali di contestazioni dalle istituzioni (a verbali siam messi bene!). Alla fine il signor Luciano si è arreso alla storia. Ha aperto il suo bar un po’ più in là e ha trasformato la sua scoperta in un museo: “Il Museo Faggiano”, che è diventato famoso oltreoceano ed è finito sulle prime pagine del New York Times, come se lui fosse l’Indiana Jones del Salento. Intanto il signor Luciano è diventato un esperto di civiltà messapica e fa da guida ai visitatori che vengono da tutto il mondo. L’unico che non si è accorto di lui è Franceschini, Ministro dei Beni culturali. Ma si sa: nemo propheta in patria…
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E’ morto Eduardo Galeano, romanziere d’accusa politica, grande narratore del nostro tempo di vizi e di sciagura.
“Già non ne resta molta, di Palestina. Passo dopo passo Israele la sta cancellando dalla mappa. I coloni invadono e dietro di loro i soldati modificano la frontiera. I proiettili sacralizzano il furto, in legittima difesa. Non c’è guerra aggressiva che non dice di essere guerra difensiva. Hitler invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush invase l’Irak per evitare che l’Irak invadesse il mondo. In ognuna delle sue guerre difensive, Israele ha inghiottito un altro pezzo della Palestina, e il pasto continua. Il divorare si giustifica con i titoli di proprietà che la Bibbia ha assegnato, per i duemila anni di persecuzioni che il popolo ebreo ha sofferto, e per il panico causato dai palestinesi che hanno davanti.”

Furio Colombo
“Lo Stato persegue l’inseguimento dei piccoli, meglio se disabili, da parte del fisco. Tutte gli strali sono rivolti a chi ha piccole pensioni di invalidità e contro di loro sono aizzati i cittadini, sia perché i piccoli sono molto più invidiosi fra loro che verso i grandi ricchi, che godono sempre di grande rispetto, sia perché il sistema è organizzato in modo da scatenare sempre e solo guerre tra poveri, invidie tra modeste e risicate esistenze. Intanto la vera ricchezza veleggia libera e rispettata nei suoi mari. Se poi uno di loro assumerà un ragazzo a basso prezzo e contratto fisso per poi licenziarlo poco dopo, riceverà un premio. Si chiama Jobs ACT”.

CERCANDO RICERCANDO
Michael Santhers

La polizia cerca i ladri
e questi i politici
che a loro volta cercano gli elettori
in cerca della refurtiva
sotto occhi vigili e attenti di avvocati
che cercano i giudici
che a loro volta cercano i poliziotti

La chiesa cerca i fedeli
e questi i miracoli
promessi dai politici
nascosti in chiesa

I forestali fanno rimboschimenti
ove si nascondono Statali ASL
ricercati dagli stessi forestali
che perdendosi nella vegetazione
vengono cercati dallo Stato
a sua volta cercato dai cittadini
ricercati da equitalia

I mariti cercano le amanti
ricercate dalle mogli
a loro volta cercate
dai cornuti ricercati dalle amanti

I finanzieri cercano gli evasori
che per farsi insegnare l’imboscaggio
cercano gli statali i quali
per fingersi malati cercano i medici
che per fare finti certificati
cercano i politici
ricercati dai giudici
cercati dai cittadini
corrotti dai ladri
che cercano avvocati

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Foto di Paolo

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MASADA n° 1643 19-4-2015 QUANDO UNA FIGLIA SE NE VA

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MASADA n° 1643 19-4-2015 QUANDO UNA FIGLIA SE NE VA

Femmine un giorno, poi madri per sempre” (De André)

Mi scrive Liliana:

…e la prima figlia va via.
l’ultima arrivata è la prima a volare.
e non piangi quando la vedi caricare in macchina i primi scatoloni,
i primi borsoni.
ti contagia l’euforia della partenza
come quando la valigia ti aspetta davanti alla porta
per andare in vacanza.
piangi quando torna per prendere l’ultimo bagaglio.
quando la stanza una volta piena di cose alla rinfusa
rimane pulita, grande e spoglia.
e restano solo 60 centesimi di monetine dove prima era il letto
la custodia vuota del libretto di risparmio
e lo scatolone dei peluche di quand’era bambina
che non ha ancora deciso se portarsi dietro o no.

Io lo so che è giusto così, eppure io non riesco a trovare la parola giusta per questo sentimento, non riesco a chiamarlo “dolore” perché non lo è… è più una sensazione di consapevolezza di un ciclo finito, può sorprendermi, emozionarmi anche, ma non addolorarmi.

Forse il senso della perdita è più forte avendo un figlio solo, lo capisco. Per me che ne ho altri il vuoto lasciato da uno non è assoluto.
Direi che sento più l’emozione di una vita nuova che comincia, anche se è una vita lontana da me.
Il fatto è che il ricordo della mia sete di libertà all’età di mia figlia è ancora vivissimo in me, quindi non posso che essere felice per lei, che è riuscita a fare con semplicità e senza tanti traumi quello per cui io ho dovuto lottare con le unghie e coi denti per tanti anni e ancora adesso ne soffro le conseguenze.
Ma certe emozioni ti prendono anche al di là di tutta la razionalità che credevi di avere.
….e il groppo in gola mi sale lo stesso.
ciao
Lily
.
Cara Liliana
ti capisco profondamente, io ho fatto un anno di lutto, senza mostrarlo ovviamente. Ero schiantata. Non so perché ma gli uomini non sono in sintonia con noi in questo. Fai bene e a parlarmene perché io, invece, sono stata zitta per tutto il tempo del dolore e non ne ho parlato con nessuno e invece anche parlarne scioglie l’angoscia. Una madre vive una vera e propria sindrome abbandonica quando una figlia se ne va, per questo io ho parlato di ‘lutto’, ma mi sarei vergognata a dirlo a qualcuno. Non so come ci abbia fatto la natura. Può essere che il nostro cordone ombelicale continui ad esistere per sempre. Cerca di raccontarmi come si è organizzata, dove va a stare ecc. Magari questo ti aiuterà a immedesimarti in lei.
Il rapporto madre-figlia è un rapporto molto complesso, strettissimo, viscerale. In qualche modo la figlia è un prolungamento della madre, una parte importantissima di lei. In molte madri l’essere madre supera qualsiasi altra considerazione e il cuore comanda sulla ragione.
Quando una figlia se ne va soffriamo come per un abbandono, lei si porta via una parte di te, è come se facesse una lesione all’essere della tua famiglia e al tuo essere stesso. Poi la sofferenza si sana e la ragione riesce a convincere il cuore che è giusto così, che è per il suo bene, ma restiamo senza qualcosa per sempre. Saranno i nipotini, se verranno, a saziare quella parte mancante.
Spesso una madre accetta che un figlio sia diverso da lei ma si proietta in una figlia, vorrebbe che fosse il meglio di se stessa, vorrebbe che avesse le cose che lei non ha avuto, vorrebbe essere con lei una madre migliore della propria madre. Quando una figlia se ne va è come se uscisse da questo fitto gioco di proiezioni e identificazioni. E quando la figlia decide di uscire dalla famiglia e di vivere in modo indipendente è come se troncasse di netto questo fitto gioco per cui la madre vive la vita attraverso lei e la lesione che la madre prova è profonda perché riguarda se stessa, è la perdita di tutto un grande lavoro che attraverso la figlia una mamma ha intessuto su se stessa vivendosi attraverso la figlia. E’ come se di colpo tutta quella condivisione e partecipazione che hanno nutrito tanti anni e tanta carne si troncasse.
Erica Jong, che ha analizzato il rapporto madre figlia, dice “la madre quando è incinta è doppia, poi sarà metà, ma non sarà mai più intera“. Chiama l’essere madri “uno stato folle e divino“.
Quando le nostre figlie se ne vanno è come se metà di noi si strappasse via. Loro non lo sanno, non devono nemmeno saperlo. Niente deve contrastare l’anelito di indipendenza che vive in loro, per cui è qui che si giocherà lo spirito di una buona madre che sa convincere se stessa pur rispettando il proprio dolore.
Sheril Feldman dice: “C’è un potere che entra nelle donne quando partoriscono. Le donne non lo chiedono, ne vengono semplicemente invase. Si accumula come nuvole all’orizzonte e passa attraverso di loro, portando il bambino con sé.”
La maternità non è la paternità. Nella maternità la donna abbandona il proprio corpo al bambino. E i bambini le stanno sopra come su una collina, come in un giardino, la mangiano, la picchiano, ci dormono sopra e lei si lascia divorare e qualche volta dorme mentre loro le stanno addosso. Niente di simile avverrà mai per un padre.” (Marguerite Duras)
Tutti mettono in guardia la donna contro i dolori del parto, nessuno la mette in guardia contro i dolori del secondo parto abbandonico. Eppure i parti sono due, quando te la strappi dal corpo. E quando è adulta e se ne va nella propria vita e te la strappi dall’anima.

Gibran –Figli

Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico “pensiero”.
E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne
ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.

.
Ligabue canta “A modo tuo, andrai a modo tuo, camminerai e cadrai, sempre a modo tuo.. dondolerai, salterai e cambierai sempre a modo tuo“.
Il fatto è che un uomo può essere uomo ed essere padre, ma una madre nasce quando nasce sua figlia e poi non cessa di esserlo mai. Col parto non nasce solo un bambino, nasce una madre come essere nuovo. E’ come se con la figlia venisse a esistere una parte di lei e quando sua figlia se ne va, quella parte resta orfana, monca. Ma il suo coraggio di madre sta nel tagliare il cordone ombelicale senza trattenerla, perché solo così anche nella figlia nascerà un essere nuovo.
Qualunque cosa provi quando tua figlia se ne va, ricorda sempre che due cose devi darle: delle radici e delle ali.

Il rapporto madre-figlio è paradossale e, in un certo senso, tragico. Richiede il più intenso amore dal lato della madre, ma questo amore deve aiutare il bambino a crescere lontano dalla madre, e a diventare completamente indipendente. E’ paradossale. Ti cresco in me affinché tu possa vivere senza di me.

«Papà, cos’è un uomo?»
«Un uomo è chi si prende cura di te, chi ti protegge»
«Da grande diventerò un uomo, come la mamma»

(Andreapalmieri, Twitter)

E così facciamo in modo che il mondo non veda il nostro dolore.
Lasciamo che i figli e soprattutto le figlie vadano per la loro vita e imparino ad essere uomini e donne.
Ti stringo a me / con le braccia aperte”, perché la tua libertà passa dalla mia liberazione e devo volere per te le conquiste che un tempo ho voluto per noi.
Supereremo con dolore la ‘seconda nascita’ come abbiamo superato la prima, con le doglie necessarie, ma anche con la luce negli occhi e non faremo che i nostri desideri sopravanzino il loro anelito a se stessi. Non faremo che il distacco sia un abbandono e la lontananza un rifiuto. Non lasceremo che l’emancipazione sia vissuta come una perdita e non come una conquista.

FIGLIA MIA DOVE TI HO PERSO

Figlia, dove ti ho perso, dove
Eravamo uno
crescevano insieme
io camminavo i tuoi primi passi
ero nei tuoi primi sfolgoranti disegni
mi risollevavo dalla prima caduta
ridevamo di un solo riso
piangevamo agli stessi film
sentivamo le stesse canzoni
o ci innamoravamo dello stesso ragazzo
Eri lì
con me
e credevo ingenuamente che ci saresti sempre stata
che saremmo stati sempre uno
madre e figlia
figlia e madre
mai divise
Poi di colpo mi sono voltata
e non c’eri più
Al suo posto una creatura aliena
astiosa
che sottolineava tutte le differenze
che cercava solo le lontananze
che metteva solo limiti e barriere
Brigadiere della polizia, dove è andata la mia figlia lontana
Veggente che leggi il futuro, guarda dove è nascosto il mio dolce cuore
Cieco che tutto vedi, dove è finita la mia dolce figlia?
Sono rimasta con una sola gamba
un solo occhio
una mano soltanto
Non posso camminare
vedere
abbracciare
Vivo come un tradimento
la tua emancipazione
che passa per la mia morte
La mia testa di madre lo capisce
ma il mio cuore di madre non smette di dolere.
C’è un giorno che i figli
smettono di fare i figli
ma il giorno in cui le madri
smettono di essere madri
quello
non arriva mai.

.
Com’è triste la sera stasera
com’è cupa la solitudine
a cui dovrei essere
abituata
Metto in piega i vestiti
le scarpe allineate
ma il cuore non si allinea
e non si piega al destino
L’intolleranza di chi è solo
e non vuole star solo
si allarga tutto intorno
come uno sciame di pensieri impazziti
di cui nemmeno uno
riconosce il suo nido..

.
PARTO

Sento le doglie del parto
la tensione dell’attesa ignota e inenarrabile
il cui esito oscuro è la vita o la morte
O madre mia
figlia di te stessa
in procinto di partorirti di nuovo
Ti sono leggere compagne
le amiche che ti tengono per mano
i dolci innamorati che si baciano
sui tavoli di un bar
la cantante negra che dal sagrato
canta alla fresca notte

È l’aria tutta piena dei vaghi
nonnulla dei pioppi….

.
Certe volte mi sembra
che la vita sia fatta tutta
di lontananze
distacchi
rotture

e tutte queste voci mancanti
gridano in me
un solitudine dolorosa
più forti delle mie pienezze
più dure delle mie durezze
più aspre delle mia asprezze
in un vuoto assoluto

e nulla è lacerante
come l’anima vuota

La figlia

Ora
E’ più facile
sapere.
Cammino scalza
in una stazione
e mi sento più povera
debole
senza scarpe
con tanti treni
e mi chiedo
quale sto perdendo.
E’ più facile
sapere
Coraggio.
Ho lasciato
le mie scarpe
sotto al letto.
Ai miei piedi
libertà ignota.
Spalancata.

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MASADA n° 1644 27-4 2015 COSE DA RICORDARE, COSE DA DIMENTICARE

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MASADA n° 1644 27-4 2015 COSE DA RICORDARE, COSE DA DIMENTICARE

Due giapponesi famosi: Takashi Murakami e Haruki Muratami- Difficoltà dell’approccio umano- Un neoliberismo di merda – Perché arrivano i barconi – Migranti – Il razzismo e la vigliaccheria– Renzi sostituisce 10 dissidenti – Il governo degli yesman distrugge ogni principio democratico – La ruspa renziana – L’Italicum è incostituzionale– Il TTP e la sudditanza mercantile dell’Europa alle multinazionali americane – Il documentario sul G8 mai trasmesso in televisione – I miei film migliori: Il capitale umano, Philomena, Dallas Buyers Club, Ogni cosa è illuminata.

Takashi Murakami e Haruki Murakami

Mi sono accorta dell’esistenza di questi due giapponesi famosi perché stavo cercando informazioni su una confezione di caramelle. Il nome è uguale ma il primo è uno dei più pagati pittori moderni, il secondo è uno scrittore sensibile e lirico prossimo al Nobel. La loro differenza me li ha resi vicini in modo paradossale ma non è forse il paradosso il segno predominante della Natura?
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Immagini di Takashi Murakami
.
Viviana
“Ho sempre sentito affinità con i personaggi delle fiabe che vivono in un guscio di noce, o sotto il pavimento. Io non sono vissuta dentro la vita. Sono vissuta dentro una biblioteca. La parola scritta è stata per me la realtà più vera al punto che per capire la realtà ho dovuto scriverla. Mi sono accorta che persino le mie amicizie più vere sono state quelle di penna. Le persone reali in carne e ossa mi hanno sempre urtata un poco col loro eccesso di carnalità. Ma non credo che comunicare con la gente sempre per scritto mi abbia reso più reale il mondo. E’ stato come comunicare con delle proiezioni o con dei cartoni animati così che anche io alla fine diventavo una proiezione o un cartone animato. Però è stato un ottimo sistema per sentire meno la sofferenza.

Forse per questo non sono mai riuscita a scrivere di mio padre. La sua realtà negativa impediva qualunque proiezione. Capita che ciò che sembra disumanità sia solo un modo per sfuggire al dolore che gli uomini sono capaci di darti. Ci sono vite che ti costringono ad essere un eremita, così che anche il saltuario contatto con persone viventi ti sembra solo una eccezione ad un senso di realtà dove, come la monade di Leibniz, ti confronti solo con te stessa. Mio padre mi ha costretto a stare in una specie di prigione per i miei primi 29 anni, senza contatti sociali. I padri talebani mi fanno ridere. E mia madre era una specie di timida sordomuta cresciuta nel silenzio e nell’isolamento che poteva sembrare anaffettiva. Succede così che i miei contatti sociali, anche famigliari, siano spesso una specie di fallimento, dove do troppo o troppo poco, e dove al primo segno di disarticolazione scappo per tornare a me stessa, incapace di graduare in senso civile i contatti con gli altri, secondo i canoni che ogni figlio normale impara dalla famiglia. Detto in parole povere, il mondo mi spaventa, e, sia che lo affronti con falsa sicumera affogandolo di parole, sia che lo guardi di lontano con l’imbarazzo dell’eterna straniera, mi provoca un senso vivo di inadeguatezza, come se io e il mondo appartenessimo a due specie viventi diverse non compatibili, per cui al minimo segno di difficoltà taglio ogni rapporto, incapace di modificarlo al meglio e spaventata dalla diversità dell’altro che mi sembra oscura e minacciosa. Mi chiedo se tutto il mio studiare psicologia per tutta la vita e il mio interesse vivissimo per il comportamento umano non siano stati in fondo altro che un modo per guardarmi e difendermi da un ambiente ritenuto diverso e pertanto ostile. A volte chi scappa è solo un fuggitivo spaventato da qualcosa che non capisce e che non sa gestire ”.

Haruki Murakami:

A volte ho l’impressione di essere diventato il custode di un museo. Un museo vuoto, senza visitatori, a cui faccio la guardia solo per me.”
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E secondo te perché mi stimo così poco? – chiesi
– Perché vivi solo a metà – rispose lei come se fosse niente. – L’altra metà è ancora intatta da qualche altra parte
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Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta. Abbastanza da dire: grazie, sono piena, più di così non ce la faccio. Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta.”
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Per quanto una situazione sia disperata, c’è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c’è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all’oscurità.”
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Cammino lungo la riva della coscienza, dove le onde si muovono in un flusso e riflusso continuo. Quando arrivano, lasciano dietro di sé delle scritte che subito l’ondata successiva cancella. Cerco di leggerle in fretta, nel breve intervallo fra un’onda e l’altra. Ma non è facile. Prima che faccia in tempo a leggere, arriva una nuova onda a cancellare tutto. Nella coscienza rimangono solo indecifrabili frammenti di parole.”
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Tra un muro alto e solido e un uovo che si rompe contro di esso, starò sempre dalla parte dell’uovo. Sì, non importa quanto il muro abbia ragione e quanto l’uovo abbia torto, io starò dalla parte dell’uovo. Qualcun altro dovrà decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; sarà forse il tempo a farlo, o la storia. Ma se ci fosse un romanziere che, per qualsivoglia ragione, scrivesse stando dalla parte del muro, che valore avrebbero le sue opere?”
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“Non smetteva mai di stupirsi della gran quantità di cose che non sapeva.”
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“– Perché beve tanto? – chiese lei.
– Forse perché ho paura, – risposi.
– Anch’io ho paura però non bevo.
– La tua paura e la mia sono di due generi diversi.
– Non capisco.
– Col passare degli anni aumentano le cose che non riusciamo più ad aggiustare, – dissi.
– Ci si stanca?
– Sì, ci si stanca
.”
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È perché si hanno delle aspettative che si rimane delusi.”
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Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”
.
Può darsi che non sarai mai felice. Perciò non ti resta che danzare, danzare così bene da lasciare tutti a bocca aperta.
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Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore. E in molti casi è un’esperienza pericolosa.”

Ma torniamo al labirinto di casa nostra….

Antonio
Sull’immigrazione, bisogna coinvolgere l’Europa; ma ora, quando verrà il semestre a guida italiana, vedrete sorci verdi.
Come?! Il semestre italiano c’è già stato?
E quando???
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Cla Van
La campagna terroristica contro chi vuole uscire dall’euro : – )))
Ti immagini cosa succederebbe tornando alla lira? La svalutazione????? Le piaghe bibliche erano nulla al confronto!!… ah… dici? che negli ultimi mesi l’euro si è svalutato del 40% rispetto al dollaro? e non è capitato nulla, vero? in fondo questi giornaloni non ne hanno neanche dato notizia…. (dove ho messo il sacchetto di carta per vomitare?)
.
Annamaria
Purtroppo la realtà, nuda, cruda e brutale, è proprio questa.
Oggi l’Europa è solo euro, ha la faccia dell’euro. E l’euro ha la faccia di Schauble.
E “questa” Europa,che ha la faccia dell’euro che ha la faccia di Schauble, è lontana anni luce dai popoli che la abitano e dagli ideali che ispirarono i suoi padri fondatori.
E’ un cappio stretto intorno al collo di milioni di persone; e la stretta potrà essere più morbida o più brutale, lo strangolamento più lento o più crudele, ma l’esito sarà quello, per tutti, non facciamoci illusioni.
L’unico modo per uscirne è liberarsi da quel cappio che ci uccide, liberarsi dall’euro per “come” è stato concepito e viene utilizzato.
Andare noi fuori dall’euro? O mandare l’euro degli Schauble fuori dall’Europa?
Non lo so: so però che qualcosa bisognerà fare, perché così si muore.
.
«… perché quegli zucconi dei cittadini non capiscono e scioccamente non vogliono ancora rinunciare del tutto agli ospedali, ai salari, agli asili, alle pensioni. »

Replay
Quand’è che il futuro è passato da essere una promessa a essere una minaccia?” (Chuck Palahniuk)

Un neoliberismo di merda
Viviana
Hanno tanto propagandato un neoliberismo che avrebbe portato ad un mondo migliore, con più lavoro e più benessere per tutti, meno miseria e meno disoccupazione, che tutti ci sono cascati, e anche chi sperava in una rivoluzione proletaria o in una socialdemocrazia nordica o in una democrazia allargata e partecipata ha ceduto alle sirene del mercato, ad una presunta libera concorrenza che si autoregolasse da sola, ad un crescente progresso generalizzato, a guadagni facili e rapidi ottenuti con metodi dubbi e discutibili, e ha messo lo scopo della sua vita nella speranza di possedere di più, di avere maggior potere sugli altri, di moltiplicare i propri desideri, imitare i vizi delle classi abbienti e trasgredire la legge pur di soddisfare voglie meschine.
E il piacere e il possesso sono diventati i massimi Dei.
In loro nome si sono spacciate autentiche sciagure, come le guerre di esportazione di democrazia, la delocalizzazione del lavoro, l’abbattimento delle norme di tutela dei lavoratori, l’annientamento dello stato sociale, la corrosione dei diritti costituzionali, la distruzione del pianeta, il cambio climatico, la schiavizzazione, la speculazione borsistica selvaggia, il sostegno dei gruppi bancari alle guerre e al crimine, la fine dei diritti democratici, il moltiplicarsi della miseria e della disoccupazione…
Come in queste condizioni sia possibile che le masse votino ancora per i loro aguzzini resta un mistero che solo il plagio delle coscienze, la manipolazione mediatica e la corsa al potere e al possesso possono spiegare.
Ma quando in uno Stato non c’è altro e non si parla d’altro, quello Stato ormai è moralmente e legittimamente finito. Non esiste più la Democrazia.
E il potere di fare la legge o di gestire l’economia o di amministrare la religione diventa un potere senza più diritto, senza più carisma, senza più giustificativo etico e sociale che ne legittimi l’esistenza. Diventa Potere e basta e dunque sopruso fine a se stesso.
Ma quando il potere si scopre nudo nella sua essenza più feroce e insensata, quando serve solo a mantenere la propria forza e a coprire i propri abusi, allora, sia esso laico, politico, economico o religioso, può essere solo rigettato dalla compagine sociale.
L’egoismo arido e cinico, la mancanza di partecipazione sociale, la caduta di valori e di ideali e l’assenza di empatia verso chi sta peggio sono diventati le regole di una vita sciagurata e fine a se stessa che le classi egemoni hanno presentato come modello abietto del vivere e che le classi subalterne hanno cercato di imitare senza riuscire a produrre anticorpi durevoli ed efficaci contro i danni conseguenti. E’ stata una vera contaminazione distruttiva.
In questo declino dissennato di ciò che rende onorevole un’esistenza e lodevole una Nazione, né i partiti né le religioni né le ideologie laiche né i gruppi economici sono riusciti a costituire un polo di luce a cui ispirarsi, anzi sono cresciuti i tentativi dei malviventi del potere di feudalizzare lo stato, unificare le opposte fazioni nei privilegi e negli abusi, creando sempre nuove impunità a favore di pochi e sempre nuove disparità per i soli potenti, allargando il solco tra la cricca che comanda e il resto del popolo, uccidendo al contempo futuro e democrazia, fino alla dissoluzione dello Stato stesso.
Col neoliberismo, il corpo sociale ha perso via via qualsiasi significato di merito che lo tenga unito, non più la religione, la chiesa, la patria, i valori civili, il senso di umanità, l’appartenenza a una nazione o a una etnia, la speranza nel futuro o nel progresso, solo sporadici tentativi di agglomerare le masse sulle voci dell’odio, della paura, del vizio, dell’egoismo…
Ma egoismo più paura non fanno uomini, fanno bestie.
La classe operaia non va più in paradiso. Non va più da nessuna parte. Non va più nemmeno al suo posto di lavoro quando è stata licenziata per ingiusta causa e non più reintegrata dal giudice. Quest’epoca ha deciso che la classe operaia va al cesso. Ma le ha tolto anche il cesso.

PERCHE’ ARRIVANO I BARCONI?
Paolo De Gregorio

Tutto l’occidente cristiano, imperialista, multinazionale, capitalista, guerrafondaio, colonialista, schiavista, è pienamente responsabile della instabilità sociale e politica di tutto il Medioriente, a cominciare dai primi del ‘900 quando gli imperialisti inglesi tracciarono da rozzi padroni confini e stati, senza tener conto di differenze religiose e culturali profonde, che nel tempo si rivelarono buone per tenere quell’area in stato di tensioni e guerre permanenti, soprattutto basandosi sulle divisioni tra sunniti e sciiti e sulla presenza di Israele, creato dalla distruzione della nazione palestinese.
Attualmente vi è una nuova dimensione geopolitica ed economica globale di cui tener conto, per cui l’intero Medioriente è inserito fra due potenze mondiali come la Russia e la Cina (non più in contrasto tra loro) in grado di integrarsi e gestire il petrolio fuori dal dollaro e dalle rotte navali con un sistema di oleodotti e gasdotti in grado di alimentare anche la crescita economica dell’India.
E la pacificazione dell’area mediorientale sarebbe un colpo mortale per le aspirazioni egemoniche dell’Occidente, in particolare degli USA, perché sarebbero gli interessi economici tra confinanti a prevalere, come sarebbe naturale che l’Europa e la Russia si integrassero economicamente e l’Europa buttasse al cesso il residuato della guerra fredda, la NATO, che ci costa miliardi e impedisce di fatto questo avvicinamento.
I barconi che arrivano sulle nostre coste pieni di disperati sono il frutto avvelenato di due fattori principali: è gente in fuga da guerre innescate, fatte o pilotate dagli USA e dai suoi alleati, è gente in fuga da paesi ricchi di materie prime, le cui classi dirigenti si sono fatte comprare dalle multinazionali, senza contare il peso dei debiti contratti con il FMI e la Banca Mondiale e che i Fondi sovrani di vari stati hanno acquistato terreni fertili in Africa, di fatto sottraendoli agli agricoltori locali. Questa situazione genera un eterno sottosviluppo che si chiama neocolonialismo.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso, ma senza chiarezza sul perché del fenomeno migratorio, risulta la destra a trarre vantaggio politico dal disagio popolare causato dall’immigrazione clandestina, rintroducendo la categoria del razzismo in un fenomeno che è invece sotto la nostra occidentale responsabilità e, come sempre, ha ragioni economiche e predatorie.

MIGRANTI
Alessandro Gilioli
Ho letto quasi tutte le proposte politiche che sono state avanzate dopo la strage dei 900, da quelle più pragmatiche a quelle più folli, e per una volta ho provato una certa umana pena nei confronti di chi governa l’Italia, dato il pauroso compito che gli grava sulle spalle.
Pensateci un attimo: ci sono alcuni milioni di persone che sono del tutto disposte a sfidare la morte per lasciare con ogni mezzo le terre dove vivono, martoriate da guerre ferocissime e da miseria assoluta, devastate da armatissime bande organizzate di assassini e stupratori (a proposito, cosa sappiamo qui, ad esempio, del conflitto in Mali?); poi c’è un ponte naturale, l’Italia, che il destino ha voluto arrivasse dalla ricca e pacifica Europa quasi alla costa di questo inferno; e infine c’è l’Europa stessa, divisa in Paesi i cui governi sono terrorizzati all’idea di perdere le elezioni se troppe persone da quell’inferno arrivano nel loro Paese – o se troppi soldi pubblici vengono spesi nel cercare di salvarli dal mare.
Questa è la situazione, al momento.
Andando ancora un passetto più indietro: ci sono gigantesche dinamiche economiche e di potere globali che hanno portato alle catastrofi da cui quei milioni di umani tentano di fuggire: ad esempio, leggevo l’altro giorno sul Guardian che solo le scelte della Banca Mondiale «hanno causato lo spostamento di circa 3,4 milioni di persone negli ultimi cinque anni, contribuendo in maniera massiccia al flusso di poveri in tutto il mondo»; per non dire dei conflitti armati locali in cui da sempre l’inferenza di centri economici non africani è determinante. Ad incrementare il tutto, la globalizzazione mediatica e quindi l’arrivo nei più sperduti villaggi del Terzo mondo della notizia che al di là di quel mare c’è un Eldorado dove non solo non ti ammazzano e non ti stuprano, ma puoi addirittura sperare di possedere infiniti beni di consumo.
Detta altrimenti, quello che sta succedendo è, fondamentalmente, un altro effetto dello spostamento del potere mondiale fuori dai governi, fuori dalla politica. Non che questa sia innocente – pensate solo alla bella idea di bombardare la Libia – ma il grosso delle dinamiche che hanno portato alla situazione attuale (milioni di persone che scappano dai loro inferni per tentare di venire qui) è di carattere mondiale, globale, mentre i governi quando va bene riescono solo a far politiche locali.
Ormai è come se ci fossero due governi, in questo pianeta: uno potentissimo e invisibile, determinato dai meccanismi del mercato e dalla risultanza delle sue dinamiche, che determina il vero vivere delle persone; e un altro composto da 150 amministrazioni locali, più o meno democraticamente elette, che spesso litigano tra di loro e hanno visto diminuire nei decenni il loro peso, la loro importanza, la loro incisività.
Ecco: a un paio di questi governi locali, nemmeno tra i più prestigiosi e ascoltati, oggi capita di dover di affrontare il più spaventoso degli effetti determinati dall’altro invisibile governo mondiale: e ora forse capite perché davvero non vorrei essere al posto di Renzi.
Che infatti cerca di sfangarla proponendo di colpire gli scafisti, e – chissà – forse è l’unica cosa che poteva dire, ma è un po’ come se di fronte a una massa enorme di donne e di uomini che stanno soffrendo sotto una violentissima grandinata si proponesse di dare la multa al venditore abusivo di ombrelli, per capirci.
Un giorno lontano qualcuno scriverà la Storia di questo periodo di vuoti che inevitabilmente si riempiono, di enormi folle umane che inevitabilmente si spostano – e talvolta muoiono. I tipi come Salvini, è ovvio, verranno ricordati solo per la loro cinica stupidità; tutti gli altri politici verranno giudicati per quanto hanno saputo o non saputo fare per uscire dai piccoli e ormai inutili confini mentali locali, ragionando e decidendo come pianeta, riprendendo in mano insieme quel potere di fare e di scegliere che si chiama, appunto, politica – e che ciascuno individualmente ha perso.
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PERCHE’ MIGRANO?
ALDO ANTONELLI
Siamo diventati un popolo di piagnoni, chiusi nelle nostre paure, armati solo di odio e di disprezzo; prigionieri delle nostre miopie, orfani di coscienza e di conoscenza.
Di fronte ai problemi sappiamo solo dire i nostri mille “NO” e mai chiederci i “PERCHE’”!
Ieri mattina, entro in un negozio di frutta e il padrone, mio amico, mi domanda: “Tu che ne pensi dei migranti?”. Eravamo solo io e lui ma una risposta esauriente non era al momento possibile. Gli dico: “Così, su due piedi, non posso darti una risposta come di dovere. Posso solo dirti che gli immigrati sono quelle persone che noi abbiamo cacciato dai loro paesi, invadendo le loro case, avvelenando i loro territori, finanziando i loro dittatori, facendo loro guerra, e, una volta venuti nei nostri paesi, intimiamo loro di tornare nelle loro case. Capisci? Dopo averli cacciati fuori dalle loro case li accusiamo di invadere le nostre!”.
Oggi leggo questo bellissimo articolo di Alain Goussot che vi prego di leggere e di diffondere.
Aldo

«L’ipocrisia del cosiddetto mondo civilizzato è assoluta, le ‘buone coscienze’ si dicono dispiaciute oppure propongono soluzioni – vedi sparare sui barconi, combattere gli scafisti (come?) – che sono peggiori del dramma in atto. Quello che viene nascosto e non viene detto all’opinione pubblica europea e italiana è quali sono le cause di questa fuga dall’Africa e dal Medio-Oriente.
Basta vedere da dove provengono i profughi che tentano di arrivare sulle coste italiane e greche: Corno dell’Africa (Somalia, Eritrea e Etiopia), Sudan, Nigeria, Mali , Iraq, Siria, Palestina. Stupisce il fatto che nessuno giornalista italiano si ponga la domanda: ma in Somalia, Eritrea e Etiopia non ci siamo stati noi per quasi un secolo? E poi con il dittatore Siad Barre e i militari Etiopi non abbiamo fatto affari, e quali risultati ha avuto l’intervento militare americano in Somalia bel 1991/1992? Gli shabaab somali sono nati in quel caos provocato dall’intervento italo-americano! In Nigeria sappiamo che la questione della guerra civile e interetnica e di Boko Haram nasce anche dalla presenza del petrolio nel più grande paese dell’Africa nera, petrolio sfruttato dalle multinazionali euro-americane, eppure la popolazione vive in una povertà assoluta. In Mali c’è una guerra civile e la rivolta armata dei tuareg e dei gruppi islamisti provengono dalla Libia dopo la distruzione dello Stato libico in seguito ai bombardamenti francesi, inglesi e statunitensi. L’Iraq è stato distrutto dalle guerre Usa, la Siria è al collasso con milioni di profughi perché gli Stai uniti con i loro alleati sauditi hanno armato e finanziato i gruppi di opposizione armata, compreso l’Isis; per abbattere Assad e accerchiare ai suoi confini il ‘nemico’ russo.
Poi se a questo aggiungiamo i paesi dell’Africa centrale e centro-occidentale (dal Congo al Camerun, Costa d’Avorio e il Ghana) piegati, sfruttati e strangolati dalle politiche del Fondo monetario internazionale nonché da chi sfrutta l’oro, l’argento, il rame e il coltan – quello che fa funzionare le batterie dei nostri cellulari e computer che si trovano soprattutto nella zona dei Grandi laghi della Repubblica democratica del Congo e in repubblica centrafricana, se vediamo il Sud del Sudan con le sue ricchezze in petrolio sfruttato dalle multinazionali euro-americane: se partiamo da questa analisi ci rendiamo conto che i veri responsabili di questo disastro umanitario, di questo vero genocidio si trovano nei governi Occidentali, nei consigli di amministrazione delle multinazionali e delle grandi società finanziarie euro-americane.
Con freddezza e in nome del profitto stanno uccidendo popoli interi. Questo con la complicità delle classi dirigenti corrotte di quei paesi dall’Europa all’Africa.
Se non si mette in discussione radicalmente il modello capitalistico di sviluppo umano il disastro continuerà e non potrà che produrre intolleranza, odio e violenza, cioè disumanità».

* Alain Goussot è docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna. Pedagogista, educatore, filosofo e storico, collaboratore di diverse riviste, attento alle problematiche dell’educazione e del suo rapporto con la dimensione etico-politica, privilegia un approccio interdisciplinare (pedagogia, sociologia, antropologia, psicologia e storia). Ha pubblicato: La scuola nella vita. Il pensiero pedagogico di Ovide Decroly (Erickson); Epistemologia, tappe costitutive e metodi della pedagogia speciale (Aracneeditrice); L’approccio transculturale di Georges Devereux (Aracneeditrice); Bambini «stranieri» con bisogni speciali (Aracneeditrice); Pedagogie dell’uguaglianza (Edizioni del Rosone). Il suo ultimo libro è L’Educazione Nuova per una scuola inclusiva (Edizioni del Rosone)

Ci scrive Enrico:
IL RAZZISMO E LA VIGLIACCHERIA

Stiamo scivolando verso una società barbara, di tutti contro tutti. Vecchi contro giovani e giovani contro vecchi. Disoccupati contro lavoratori. Pensionati contro lavoratori. E chi più ne ha più ne metta.
Ci sono tanti altri episodi molto negativi che non sto qui ad elencare, ma sono episodi di una gravità inaudita che stanno avallando una barbarie preoccupante. Questo è il problema. Non se è come prima o più di prima.
Il buon senso di Gianni Morandi divide. Sul web non c’è limite alla barbarie.
Nella piazza virtuale ognuno può offendere e insultare e la gentilezza nelle risposte del cantante non placa la rete.

michele brambilla
Ma chi avrebbe mai detto che anche uno come Gianni Morandi sarebbe arrivato a dividere gli italiani in due fazioni di ultrà con la bava alla bocca. Anzi pensavamo che la stagione degli ultrà con la bava alla bocca fosse finita con la fine della guerra civile fra berlusconiani e antiberlusconiani di professione; insomma ci illudevamo che le urla, le risse, la pancia che prevale sul cervello fossero tutta acqua passata. Possiamo svegliarci.
Il fatto è ormai dell’altro ieri ma continua a montare. Dunque è successo questo: Gianni Morandi mette su Facebook due foto a confronto, una in bianco e nero che ritrae gli italiani che partono per il mondo a cercare fortuna all’inizio del Novecento, e una a colori con i profughi del Mediterraneo dei giorni scorsi. Sopra le foto il Gianni nazionale scrive: «A proposito di migranti ed emigranti, non dobbiamo mai dimenticare che migliaia di italiani, nel secolo scorso, sono partiti dalla loro Patria verso l’America, la Germania, l’Australia, il Canada… con la speranza di trovare lavoro, un futuro migliore per i propri figli, visto che nel loro Paese non riuscivano ad ottenerlo, con le umiliazioni, le angherie, i soprusi e le violenze che hanno dovuto sopportare! Non è passato poi così tanto tempo». Tutto qua. Niente di che e soprattutto niente di divisivo. Solo una frase di buon senso.
Morandi su Fb: “Anche noi siamo stati migranti”, e il web insorge tra offese e commenti razzisti (Nadia Ferrigo)
Ma a proposito di buon senso, evidentemente siamo rimasti ai tempi del Manzoni: «Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto per paura del senso comune». E il senso comune a quanto pare è chissenefrega degli immigrati, cominciamo a risolvere i nostri, di problemi.
Morandi viene infatti seppellito da una valanga di insulti: taci tu che sei ricco e fai la predica dalla tua villa, ospitali tu se vuoi quei ladri stupratori e assassini che vengono qui solo per farsi mantenere, torna a cantare che è meglio. Lui si comporta da vero signore e risponde con cortesia anche ai più esagitati: caro Giuseppe perché pensi che siano tutti delinquenti? Caro Dino se un Paese non riesce a regolamentare l’immigrazione è colpa di questi poveri disgraziati? Cara Annamaria come fa qualcuno a non rendersi conto che su quelle barche ci sono anche dei bambini? Una tale Michela gli intima di «non dire minchiate» perché questi immigrati sono gente che va «in alberghi a tre stelle a lamentarsi del cibo» e lui con la pazienza d’un santo le scrive «Ma a questa storia che si lamentano del cibo hai assistito personalmente Michela?». Tenero Morandi, cresciuto ai tempi del Galateo. La sua gentilezza non placa il rutto libero sulla rete. Non è che tutti quelli che gli scrivono lo insultino: tra i sedicimila messaggi, ce ne sono anche di apprezzamento. Ma più della metà trasuda rabbia, livore, volgarità.
Ieri Morandi era ancora scosso, forse soprattutto perché non se l’aspettava. Per mezzo secolo la sua faccia pulita aveva messo tutti d’accordo, era come la Nazionale di calcio, tutti tifavano per lui, il «bravo ragazzo»; lo amavano anche a destra sebbene fosse stato comunista. Ecco perché dicevamo che se perfino uno come lui è diventato materia del contendere e anzi dell’offendere, vuol dire che l’epidemia è diventata una pandemia.
Gli insulti a Morandi in rete ci dicono, credo, almeno due cose. La prima è che il tema dell’immigrazione è un nervo scopertissimo, reso sensibile anche da una sciagurata miscela di demagogia da una parte e di pregiudizi dall’altra. Ma la seconda, forse più importante perché riguarda il nostro esserci imbarbariti su tutto e non solo sull’immigrazione, chiama in causa quell’ormai immensa fogna a cielo aperto che spesso è il web, una piazza virtuale dove ciascuno può offendere e insultare senza timore di essere guardato negli occhi né tantomeno schiaffeggiato; quasi sempre senza nemmeno essere identificato. La tecnologia – il nostro dio di questo tempo – è una gran bella cosa, che può aiutarci moltissimo: ma troppo spesso ci dimentichiamo che dietro alle macchine ci sono e ci saranno sempre degli uomini, con i loro pregi e i loro difetti. Tra i quali può esserci appunto anche il razzismo, o la vigliaccheria, che forse è peggio.

IL TTIP
CARLO PETRINI
I prodotti alimentari italiani sono sottoposti a controlli rigorosi a garanzia della qualità del prodotto finale e della salute del consumatore. Grazie alla rigidità dei controlli e al duro lavoro dei piccoli allevatori, agricoltori e pescatori italiani, il cibo del nostro Paese è considerato un’eccellenza in tutto il mondo. Una delle poche che ci sono rimaste, ma che perderemo non appena sarà approvato il TTIP, un trattato che permetterà l’ingresso nelle nostre tavole di prodotti dagli USA con standard qualitativi e prezzi inferiori ai nostri. Con l’avanzare della crisi i consumatori abbasseranno le loro pretese e acquisteranno polli al cloro, carne bovina e suina cresciuta e pasciuta a ormoni, frutta e verdura con pesticidi. La loro salute ne risentirà, contadini, allevatori, pescatori chiuderanno baracca e del “Food Made in Italy” non resterà che uno sbiadito ricordo. Non possiamo permettere questo crimine contro la salute! Il mio amico Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, racconta come ognuno di noi, sostenendo i piccoli imprenditori italiani del cibo con la propria scelta di acquisto, possa far saltare in aria il Sistema Alimentare Criminale.
Penso che sia un atteggiamento disonesto e non corretto realizzare questi trattati nella più assoluta segretezza senza coinvolgere le comunità e quando si fanno le cose segrete in genere le fanno i disonesti! Non bisogna permettere che questi trattati si svolgano sulla pelle di milioni di contadini e di pescatori e di produttori che in ogni angolo del pianeta stanno lavorando e devono essere tutelati e hanno davanti un feticcio che si chiama libero mercato che libero non lo è e che spesso e volentieri distrugge la vita di queste comunità. Se in virtù del libero mercato faccio entrare prodotti a base di carne, allevata con criteri non così rigorosi come quelli che sono tenuti a applicare i nostri allevatori, prodotti fitofarmaci, antibiotici, anabolizzanti, ormoni per la crescita: tutte queste cose, vietate in Italia e in Europa, non sono vietate negli Stati Uniti.
Io faccio un’ingiustizia nei confronti dei nostri allevatori, la legge deve essere uguale per tutti. Noi cittadini possiamo diventare coproduttori perché le nostre scelte possono determinare delle scelte agricole, se mangio prodotti provenienti da un’agricoltura locale di piccola scala, che non utilizza pesticidi, pulita, aiuto quel tipo di agricoltura lì. Se io mangio e compro prodotti di multinazionali che arrivano magari da altre parti del mondo senza le regole che debbono seguire i nostri produttori, magari ottenuti attraverso forme di schiavismo della manodopera, aiuto quel tipo di agricoltura. La sovranità alimentare si coniuga attraverso un rapporto forte tra cittadini e produttori dello stesso Paese.
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ITALICUM, COSI’ IL GOVERNO SCAVALCA LA COSTITUZIONE
CARLA CARLASSARE
“È molto interessante quello che dice D’Alimonte: una delle accuse che venivano mosse alla legge elettorale, era proprio che una legge ordinaria cambiasse la forma di governo, aggirando la Costituzione.”
Ma il professore sostiene che la forma di governo non cambia. Può dire quello che vuole, però se c’è l’elezione diretta del premier cambia la forma di governo. D’Alimonte si è lasciato sfuggire un’ammissione non da poco. Ed è importante, perché denuncia l’assoluta incostituzionalità dell’Italicum. Se nel nuovo meccanismo è presente l’elezione diretta del premier, si vanificano tutti gli articoli della Carta che disciplinano la formazione del governo, la nomina da parte del presidente della Repubblica e via dicendo. Con quest’affermazione si danno la zappa sui piedi, cioè ammettono quello che la maggioranza dei detrattori dell’Italicum contesta loro. Ù
E sulla sostituzione dei dieci dissidenti in Commissione Affari costituzionali lei cosa pensa? Sul piano giuridico non è ammissibile, perché va a toccare la libertà di scelta che ai parlamentari è garantita dall’articolo 67 della Costituzione, che prevede il divieto del vincolo di mandato. Il gruppo può agire successivamente sul parlamentare, sanzionandolo, ma non nel momento in cui esprime il suo voto. Vorrei anche sottolineare che tutto il cammino della legge elettorale e della riforma del Senato ha seguito una strada anomala. Attenzione però: in questo campo la forma è sostanza. Nelle forme, e con i tempi imposti per questo speciale procedimento che esige ponderazione. Il governo invece ha messo continui paletti: il canguro, le sedute fiume… tutte cose che vanno in un senso opposto a quanto prescrive la nostra legge fondamentale. Io credo che nella legge di revisione costituzionale sul Senato ci siano vizi di forma e in questa vedo un’alta probabilità che la Consulta la dichiari illegittima.
L’Italicum assomiglia troppo al Porcellum? Non è solo questo. È una legge che intende aggirare la Costituzione. I sostenitori dell’Italicum confondono e falsificano un’infinità di cose, mettendo insieme situazioni non assimilabili tra loro. Non si possono fare paragoni con la Francia, dicendo che anche in quel sistema c’è il ballottaggio. Certo che c’è: ma è per l’elezione del presidente. Che è un organo monocratico, con poteri molto forti. Oltralpe si vota per l’assemblea legislativa con elezioni diverse. Da noi si vuol fare in modo che con uno stesso ballottaggio si eleggano il capo del governo e i membri del Parlamento. Come al supermercato: prendi due e paghi uno. Quindi si vanifica il principio cardine del costituzionalismo liberale, quello della divisione dei poteri che a vicenda si limitano e si controllano. Un Parlamento così eletto non può certamente controllare il governo. Hanno dimenticato che l’assemblea legislativa deve essere rappresentativa: ma rappresentativa dei cittadini elettori, non del governo!
Il primo articolo della Carta dice che la sovranità appartiene al popolo. Appunto: hanno dimenticato il popolo. Il popolo è diventato ininfluente.
Perché il governo vuol scavalcare la Costituzione? Non avrei mai pensato di essere d’accordo con Berlusconi: ma è vero, è bulimia del potere. Eliminando le opposizioni, c’è una persona che governa con una maggioranza che esclude dalle decisioni ogni altro, una maggioranza formata da persone selezionate dalla segreteria del partito vincitore. Ce lo siamo già detti, sono le stesse ragioni che Mussolini portava a sostegno della Legge Acerbo nel 1923: velocità delle decisioni, la necessità di procedere senza intoppi, dibattiti, confronti. Senza contrasti e contrapposizioni. Siamo, ormai da tempo, fuori dal costituzionalismo liberale, non solo fuori dalla nostra Costituzione. Un disegno portato avanti attraverso atti di prepotenza e prevaricazione.
da Il Fatto Quotidiano del 24/04/2015.

L’ITALICUM CI ALLONTANA DALLA DEMOCRAZIA
Paolo De Gregorio

La nostra è una “Repubblica parlamentare dove la sovranità appartiene al popolo”, ma se questo “popolo” non può scegliere i suoi rappresentanti, e qualora li potesse scegliere questi signori possono in qualunque momento cambiare partito prestandosi a squallide compravendite o infiltrazioni, dove sta la sovranità?
La nostra Costituzione, “la più bella del mondo” dovrebbe contenere gli antidoti a questa degenerazione dai suoi principi fondamentali, come dovrebbe aggiornarsi sul peso enorme che hanno i media sulla formazione della “pubblica opinione” togliendo ai partiti il controllo della RAI e rendendo ineleggibile chiunque, direttamente o indirettamente, è proprietario di televisioni private o giornali (anche in quote).
Per sganciarsi dal denaro e quindi dalle oligarchie di ogni tipo, la politica,una buona politica, non deve essere foraggiata dalle tasse dei cittadini, non deve essere un mestiere a vita (due legislature e poi ineleggibilità), i candidati devono essere valutati dagli elettori per iniziative che prendono sul territorio del proprio collegio, e non dalla propaganda ridicola e costosa delle attuali campagne elettorali che sono una fiera di chi spara le promesse più fantasiose e irrealizzabili.
Io adotterei il sistema elettorale che si usa per l’elezione dei sindaci: viene eletto subito chi supera il 50% al primo turno, se ciò non avviene, i primi due vanno al ballottaggio dopo 15 giorni.
La cosa più valida sarebbe quella di sottrarre il confronto elettorale alle categorie ideologiche di destra e sinistra per il semplice fatto che destra e sinistra non esistono più, hanno governato insieme e lo fanno anche oggi senza risultati se non quello di spartirsi il potere e fare leggi contro l’attività della magistratura nel suo contrasto a mafie e corruzione politica.
L’Italicum, la nuova legge elettorale che ci propone il democristianissimo innovatore Renzi, altro non è che la concentrazione del potere di nomina nelle mani delle segreterie di partito, l’opposto della sovranità del popolo e si configura come oltraggio alla Costituzione e lascia il Movimento 5 Stelle da solo a difendere il necessario principio di rapporto tra cittadini e candidati del territorio.
Parliamoci chiaro, se il M5Stelle è osteggiato da tutti i partiti è perché non ha solo teorizzato che i candidati li eleggono gli iscritti, ma lo ha messo in pratica, come ha restituito i 42 milioni di euro che gli spettavano come rimborsi elettorali. Questo non è antipolitica, ma la sola politica democratica possibile, decisa dagli iscritti e dal territorio, ossia dalla base, che oggi nei partiti come Pd e Forza Italia non conta un fico secco.
Questa è la sola, enorme, novità dalla Liberazione ad oggi ed e stato dimostrato che si può arrivare ad essere il primo partito in Italia senza denaro e senza appoggi internazionali, facendo emergere moltissimi dirigenti di alto livello la cui inesperienza della vecchia politica è un titolo di merito e una ventata di aria fresca.
Gli italiani si devono arrendere all’evidenza che partiti, sindacati, cooperative, fondazioni, RAI, li hanno fregati, li hanno trattati da sudditi deficienti e che l’unica alternativa in campo è il programma del M5S con al primo punto il reddito di cittadinanza per togliere dalla disperazione milioni di disoccupati, perché da questa crisi di sistema globale sarà veramente difficile uscire, e sarebbe ora di stabilire se è prioritario spendere per bombardieri e missioni militari all’estero o pensare all’essenziale di sopravvivenza per i cittadini italiani senza reddito.
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Il documentario sul G8 mai trasmesso dalla Rai
Federico Thoman via Change.org mail@change.org
Durante il G8 di Genova del 2001 Marco Giusti, Carlo Freccero e Roberto Torelli girarono in tempo reale un documentario, che racconta con immagini vere gli scontri e le violenze di quei giorni. La Rai, nonostante lo abbia prodotto e realizzato, non ha mai voluto trasmetterlo su un canale generalista.
Il giornalismo in una democrazia è il cane da guardia del potere. Quando quel potere compie abusi, soprusi e violenze, i mezzi d’informazione, specialmente quelli del servizio pubblico, dovrebbero documentare tutto questo e informarne i cittadini.
Del G8 di Genova, nel luglio del 2001, si è detto spesso che sia stata la “più grave sospensione dei diritti umani in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”. Dopo che la Corte di giustizia europea di Strasburgo ha condannato lo Stato italiano a risarcire un suo cittadino per le torture subite, e in attesa che il reato stesso di tortura entri finalmente nel nostro codice penale, è giunto il momento che anche il servizio pubblico d’informazione del nostro Paese faccia la sua parte. E che trasmetta finalmente in prima serata e su Rai 1 “Bella Ciao”, il documentario girato all’epoca dei fatti di Genova da Marco Giusti, Roberto Torelli e Carlo Freccero, realizzato e prodotto dalla stessa Rai.
In 15 anni costellati da diversi Cda aziendali, emanazione di diversi governi e parlamenti, la Rai non ha mai voluto mandarlo in onda su un proprio canale generalista e in prima serata. Non perché non fosse un prodotto di qualità (altrimenti non sarebbe diventato un film presentato a Cannes nel 2002 e non sarebbe stato richiesto in tutto il mondo), ma perché, semplicemente, mostra senza filtri e con l’inappellabile forza delle immagini i soprusi che sono stati commessi con gratuità e inaudita violenza su persone che nella stragrande maggioranza dei casi erano a Genova per manifestare pacificamente.
Per questo chiediamo che la Rai svolga appieno le sue funzioni di servizio pubblico, rivolto davvero ai cittadini, e che il giornalismo di cui si fa portatrice sia davvero il cane da guardia del potere e non il suo cagnolino da compagnia.

LA RUSPA RENZIANA
ALDO ANTONELLI
«La ruspa renziana, sotto le mentite spoglie del ricambio generazionale, rade al suolo tutto ciò che è sinistra: ieri le idee, oggi i simboli, anche se sbiaditi e senza anima.
Colpisce un giornale simbolo, un uomo simbolo, per colpire la sinistra che essi, bene o male, rappresentano. Per questo Bersani e la sinistra PD non sono stati invitati alla festa dell’Unità. Sono stati invitati solo gli amici del segretario.
Scompare il pluralismo, la dialettica, il confronto di idee, diverse e contrapposte, e quell’aria di casa che serpeggiava tra i tavoli, nelle cucine e sul palco e animava persone che sentivano di appartenere ad un’unica famiglia.
La festa dell’Unità diventa la festa della “Leopolda”, la festa della fedeltà a Renzi.
Ai tavoli non c’è Marco che lavora all’acciaieria, il figlio di Marco che è precario, il pensionato che stenta a vivere. Ai tavoli ci sono i padroni: Serra il finanziere e i suoi amici. E’ brutto sentirsi estranei a casa propria
».
E’ quanto scrive Camillo Pignata su Agoravox di oggi.
Purtroppo ha ragione! PURTROPPOOOOO!!!! I leghisti di Livorno hanno portato Salvini presso un campo rom e gli hanno consegnato una chiave di una ruspa per poter “radere al suolo”. Renzi, da buon “ruspante” (sic!) la sua opera già l’ha compiuta!
Romano Prodi si chiede se Matteo sia un figlio dell’Ulivo.
La mia risposta? NO!
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I MIEI FILM MIGLIORI

Davvero notevole “Il capitale umano“.
Molto interessante davvero e sorprendente che lo abbia fatto un regista come Virzì, in genere rivolto a trame più scherzose o grottesche e che qui tratteggia una certa casta che intesse il suo potere sullo schiacciamento di qualsiasi valore umano. Apparentemente un noir, più nel profondo una denuncia sociale livida e rigorosa.
Un ciclista viene travolto. Da questo fatto inesplicabile, come un puzzle si svolge un’odissea di personaggi vuoti e cinici, che compongono a poco a poco il quadro di un livello sociale economicamente affermato ma tragicamente svuotato di sé. Virzì dipinge una Brianza non come una verde terra di linde villette ma come “un paesaggio che mi sembrava gelido, ostile e minaccioso“, il film parla di un luogo metaforico che potrebbe essere qualunque parte dell’Italia moderna.

Riporto qualche citazione:
Avete scommesso sulla rovina di questo paese e avete vinto.”

Abbiamo alzato la posta, ci siamo giocati tutto, anche il futuro dei nostri figli. E adesso finalmente ci godiamo quello che ci spetta.”

“…: un’Italia che si disfece del fascismo solo di facciata per reindossarlo immediatamente sotto la maschera della Democrazia Cristiana, diede vita a una borghesia immorale e moralista, si fece vanto del peggior familismo premoderno, e in nome dell’illusione perenne di diventare una nazione adulta si tramutò invece nella patria di un rovinoso infantilismo. Un Paese che uccise i più giovani e i più innocenti e lasciò sopravvivere chi aveva perduto qualsiasi anima…Virzì finalmente ha trovato, con l’aiuto di un clinico e luminoso romanzo americano le parole per indicare le responsabilità della rovina di un Paese.
..Ecco qual è l’unico paesaggio che può raccontare il disastro spirituale di un’epoca lunghissima come quella di un’Italia sempiternamente fascista: la Brianza messicana di Gadda. Le sue ville, i suoi ricevimenti, le sue fintissime lacrime e falsissime gioie. Virzì avrà pensato, piuttosto che a dileggiare, a trovare come Gadda un détournement degli industrialotti vacui, dei mobilifici Aiazzone. .. l’astrattezza del luogo è data dal semplice motivo che la crisi globalizzata e la finanziarizzazione dell’economia ha trasformato anche le case, i focolari domestici, in non-luoghi.
Questa è un’immagine scattata in uno dei paesini della Lombardia dove i consigli comunali sono stati indagati per infiltrazioni camorristiche e ndraghetiste. Sotto le fondamenta di queste case, sotto questo pratino curato.. le organizzazioni criminali hanno sversato quintali di rifiuti tossici. .. Che ci sia stata una generazione, vestita bene, che gioca a tennis tutti i venerdì mattina, che è stata complice – se non collusa, silente – con il disastro di una nazione. E che di fronte a certe responsabilità sociali, ora non le si concede altro scampo che la pietà umana o la pena. Incapaci di fare i genitori, perché competitivi contro i propri figli, inetti a dare testimonianza o passare un’eredità morale, edonisti senza libertà, la sola speranza che hanno lasciato è che questi figli siano il più presto possibile in grado di sbarazzarsi dei padri (ucciderli o quantomeno renderli innocui), di diventare orfani, per poter assumersi il compito che la generazione precedente non è nemmeno stata capace di riconoscere come proprio.”
(Christian Raimo)
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Piero
Sì, l’ho visto al cinema e per me è uno dei film più belli e crudeli degli ultimi anni.
Di tutti i personaggi si salvano e possono dire di essere un vero capitale umano solo i ragazzini. Il resto è da buttare.
Una intera generazione da buttare, che pensa solo al proprio tornaconto usando gli altri per i propri scopi.
Cattivo, quasi disturbante, ma terribilmente vero.
Una nazione comincia a declinare dai comportamenti dei singoli.
Le società sono un mosaico. E il mosaico Italia sta cadendo a pezzi. Da molti anni ormai. Non ci sono più, forse per fortuna, i collanti esterni : la politica, la religione, la morale rigida.
Il collante lo dobbiamo quindi trovare dentro di noi.
E invece in questa generazione (forse sarebbe meglio dire in queste generazioni ) non c’è niente. Io, come Virzì, credo e spero molto nei giovanissimi.
Paradossalmente penso che la loro forzata mancanza di illusioni (le hanno tutte rubate quelli delle generazioni precedenti, compresa la mia) possa diventare una grande forza.
Almeno spero.
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Mariapia
Viviana ti ringrazio tanto per avermi suggerito un film che sono davvero interessata a vedere. Per fortuna esistono ancora personaggi dello spettacolo a cui interessa informare quella povera società civile accantonata come cosa inutile. Povera Italia nelle mani di idioti e delinquenti che la stanno sbranando. Quello che mi demoralizza è vedere l’indifferenza di una intera popolazione rassegnata alla morte civile che rifiuta ogni forma di ribellione come eterni ignavi, che vergogna: essere consapevoli che a dirigere la nostra nazione sono le mafie della malavita e del potere e non muovere un dito come fossimo dei vegetali e non esseri vivi.
Siamo una generazione di incapaci buoni solo a protestare se ci graffiano l’auto o ci rubano il cellulare o se perde la squadre di cui facciamo il tifo, spero solo di non doverci risvegliare in un day after.
Neppure a me è piaciuta “La grande bellezza” e ho trovato questo film abbastanza insulso e volgare.

Poi segnalo a chi ancora non lo abbia visto il delicatissimo e dolce “Philomena“, di Stephen Frears, storia straordinaria di una dolce signora che cerca il figlio che le suore le hanno strappato quando era una ragazza madre. Commovente, ironico, coinvolgente.
Ma segnalo anche un film molto diverso e terribile: Dallas Buyers Club.

Piero
Philomena è bellissimo e l’interprete (Judi Dench) è una delle più brave (e belle, di una bellezza che si nega all’età) attrici del cinema contemporaneo.
Dallas Buyers Club me lo sono perso (ma lo recupererò su Sky).
Sì, anche a me i film hanno sempre aiutato nei momenti meno felici che la vita ti fa passare.
Così come hanno spesso scandito quelli più felici.
Sono dei potentissimi creatori di sentimenti.
E per questo li ho sempre amati.
Sono la vera letteratura contemporanea, o per lo meno quello che verrà considerata in futura la letteratura di questo tempo dilatato che chiamiamo contemporaneità.

Dallas Buyers Club” con McCaunghey.
Sei candidature ai premi Oscar 2014, tra cui miglior film e migliore sceneggiatura originale. Conseguì il riconoscimento in tre categorie, incluse miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista.
Gli attori protagonisti del film hanno intrapreso una trasformazione fisica che li ha portati ad assumere un aspetto quasi scheletrico. McConaughey ha perso infatti 23 chili, mentre Leto oltre tredici. E’ una storia vera, anche se il personaggio di Rayon è inventato. Un film intenso, costellato da sofferenza, dolore e rabbia, morte e resurrezione. Una battaglia per il diritto alla vita. Un film difficile ma davvero ve lo consiglio.

Poi ho visto per la seconda volta ‘Ogni cosa è illuminata‘, un film strano, poetico, dolcissimo. Ma non sono riuscita a leggere il romanzo che pure ha generato una serie di recensioni entusiastiche, e non sono riuscita a leggerlo perché l’autore finge che a scrivere sia il ragazzo russo della storia che non conosce l’inglese e lo parla con una lingua bizzarra a volte arcaica, piena di strafalcioni che nella traduzione italiana devono aver messo a dura prova il traduttore con un risultato dei più infelici. Il film è arrivato in televisione giusto per il 70° anniversario della Shoa, ma non l’avrei guardato se avessi saputo che si riferiva a Tracimbrod, un villaggio che vide un massacro nazista simile a quello di Marzabotto, 1024 uccisi in Ucraina. Partendo senza pregiudizi o aspettative, mi sono goduta appieno la sua grande poesia e bellezza e mi ha commosso molto, pur essendo girato con un minimo di personaggi e di effetti, per l’originalità e diversità dei tre personaggi principali e per le emozioni intense suscitate dalla storia.
Un giovane americano ebreo ha sempre sentito raccontare dal nonno l’Ucraina da cui proveniva e parte cercando il mitico villaggio di Tracimbrod su un taxi sgangherato guidato da un vecchio iroso e dal nipote, coetaneo del giovane, ubi zzarro e simpatico giovanotto che scimmiotta l’Amnerica di cui non sa niente, sa un po’ di inglese e funge da interprete. Il giovane ebreo vuole cercare chi salvò suo nonno dalla morte per dargli per riconoscenza una somma raccolta in famiglia. Il viaggio sarà evolutivo per tutti e tre i protagonisti, i due ragazzi e il vecchio nonno. Il ragazzo americano è un collezionista di ricordi. Conserva una traccia di ogni evento importante della sua vita. In Ucraina, in un campo di girasoli, in una misera casetta di legno, troverà una fragile signora anziana che è anche lei una collezionista, ma la sua è la collezione di un massacro.
Prendo la frase finale:
Ho riflettuto molto sulla nostra rigida ricerca, mi ha dimostrato come ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato… dall’interno guarda l’esterno, come dici tu alla rovescia… in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia vita.”
Ci sono viaggi che sono avventure alla ricerca del proprio sé. Anche scrivere un romanzo autobiografico è, a volte, come prendere una parte della nostra vita, rivederla e dirle addio. Ma ogni parte della vita, nella sua bellezza o nel suo orrore, è una prova di umanità e pertanto il suo valore è eterno.
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RIDIAMARO : – )
Marco Travaglio
Scene da un patrimonio. “La fondazione Italianieuropei non è patrimonio mio, è patrimonio dell’Italia intera” (Massimo D’Alema, “Otto e mezzo”, La7,13.4). In effetti, di riffa o di raffa, la paghiamo noi.
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Piove sul Bagnasco. “Chissà perché alcune indagini esplodono sempre in certe ore” (cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, difende Raffaella Paita, candidata del Pd in Liguria, indagata per omicidio e disastro colposi per il mancato allarme sull’alluvione di ottobre a Genova, 16.4). E ci dica, gentile Eminenza: da che ora a che ora gradirebbe le indagini?

Voce del verbo blindare. “Il Pd blinda la Paita” (Corriere della sera, 17.4). Prima che lo facciano i giudici.

A sua insaputa. “Dalla Coop rossa favori a mia insaputa… non sapevo nulla della convenzione con il mio albergo e della consulenza a mio fratello” (Giuseppe Ferrandino, Pd, sindaco di Ischia, arrestato per corruzione, la Repubblica, 13.4). In famiglia era sempre l’ultimo a sapere.

Le carcerarie. “Associazione a delinquere: è il vincitore delle primarie Pd di Giugliano, andrà a giudizio” (Corriere della sera, 15.4). Le solite primarie e orologeria.

Movimento 5 Renzi. “Grazie a Matteo Renzi si stanno creando le condizioni per la crescita economica, la fiducia nel futuro e l’Italia ritrova una credibilità internazionale che ci rende orgogliosi di essere italiani” (Alessio Tacconi, deputato eletto con M5S, ora passato al Pd). Ha rubato le parole di bocca a Sandro Bondi.
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La sfida. “La Boldrini: ‘Cancellare Dux dall’obelisco del Foro Italico'” (La Stampa, 18.4). Ma allora lo dica che ce l’ha proprio con Renzi.
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Libero docente. “Letta vuole formare i giovani: ‘Farò una scuola di politica'” (Corriere della sera, 18.4). Prima lezione: “Come farsi fregare da Renzi”.

Ripetente. “G8, il poliziotto della Diaz: ‘Ci rientrerei mille volte'” (Corriere della sera, 15.4.2015). Ecco, bravo, torna a scuola, magari impari qualcosa.
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Paga la ditta. “Hanno sospeso il poliziotto orgoglioso della polizia. Gli paghiamo noi lo stipendio” (Alessandro Sallusti, il Giornale, 17.4). E pure i manganelli.

Automassacro. “Frasi sulla Diaz, sospeso l’agente Tortosa: ‘Sono io la vittima sacrificale'” (La Stampa, 17.4). Nel casino generale, dev’essersi manganellato da solo.
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bastiano
Maroni escluso dalla riunione sulle infiltrazioni mafiose nell’EXPO
Decisione cautelare

Mario de Neapolis
Ma tanto la mafia a Milano non esiste.
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Donlione
Conflitto di interessi?
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Brivido
Expo, sei milioni di turisti in più sui treni. “potete ammirare, alla vostra destra, un beato cazzo. Più avanti noterete una beata minchia….”
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Pirata 21
Expo 2015, non c’è tempo per i collaudi: i progettisti faranno solo autocertificazioni. “A me pare che regga”.
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Cricon
Expo:” il Palazzo Italia non sarà finito entro il primo maggio”. Per il baraccone invece Renzi ha già provveduto!
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Con la tessera Pd paghi il 50% del biglietto dell’Expo, ne vedi il 25% e dimostra di essere fuori cervello per il 200%
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Per le prossime regionali col biglietto dell’Expo ti danno due marocchino o due cinesi a scelta
Se voti la Paito te ne danno 4
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Murcielago
Con la tessera del PD uno sconto per l’entrata all’Expo.
venghino signori venghino, più tesserati entrano più bestie si vedono
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Con la tessera PD sconto del 50% a Expo.
una vera e propria istigazione alla circonvenzione di incapace
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Birrallaspinoza
Ora Salvini ribatte col 50% di sconto ai leghisti per Gardenland
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Luce so fusa
Piddini all’Expo al 50%
Salgono a due i motivi per non andarci proprio
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1645 2-5-2015 QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELL’ITALICUM

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MASADA n° 1645 2-5-2015 QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELL’ITALICUM

(Immagini dell’Expo)

Renzi mette la fiducia sull’Italicum – Bagarre in Parlamento – La plateale ignoranza degli Italiani di democrazia e Costituzione – Con l’Italicum Renzi si nominerà da solo 350 deputati su 630 – Distrutto ogni rapporto tra elettore ed eletto – Renzi annienta la divisione dei poteri che è la base della democrazia – In marcia verso un nuovo fascismo- L’Italicum è peggiore della legge Acerbo, che aprì il potere assoluto di Mussolini, e della legge truffa di Scelba – Siamo in un sistema feudale mafioso – La governabilità ha ucciso la rappresentanza – L’abuso di 38 voti alla fiducia in 14 mesi – 10 parlamentari sostituiti in Commissione Affari Costituzionali perché dissidenti con l’Italicum – Il dissenso nel Pd è vietato. Si accettano solo yesman – Cancellazione progressiva del diritto elettorale – I televenditori e il mercato delle vacche – Cos’è un sistema autoritario – Il 25 aprile
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Un commesso alla Camera
L’Italicum sbarca alla Camera, molti parlamentari gridano alla “dittatura”, ma l’aula resta praticamente vuota… (Corriere della Sera)
Un commesso alza stancamente lo sguardo dalla prima pagina del Corriere dello Sport: “Comunque i deputati er lunedì nun ce stanno mai…”
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Matteo Renzi (38 voti alla fiducia in 14 mesi)
Non c’è cosa più democratica di mettere la fiducia: se passa, il Governo va avanti, altrimenti va a casa. Cosa c’è di più democratico?
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Mattarella: 20-10-2005: “Oggi voi del Governo e della maggioranza vi state facendo la vostra Costituzione, avete escluso di discutere con l’opposizione, siete andati avanti solo per non far cadere il Governo, ma le istituzioni sono di tutti, della maggioranza e dell’opposizione”.

Silvio Berlusconi
Il leader forzista prova ad arginare la crisi del partito…(FI è scesa al 13%)
Corriere della Sera: “Il 7 o l’8 maggio Silvio Berlusconi andrà in visita privata alla tomba di Padre Pio”.
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Giorgia Meloni
L’ultimo manifesto politico della leader di Fratelli d’Italia
“Se sei nomade devi nomadare”
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Matteo Orfini
Presidente Pd, su Twitter
“Oggi: orto… così faccio felici i miei troll che mi invitano sempre ad andare a zappare”

RENZI NEL PD E’ COME L’UOVO DEL CUCULO
Il cuculo depone il suo uovo nel nido di altri uccelli.
Il piccolo del cuculo si sbarazza delle altre uova non ancora schiuse presenti nel nido rimanendo come unico ospite. I genitori adottivi vengono ingannati da questo
comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio piccolo. La sua è una strategia mafiosa, per cui occorre una forte tendenza alla menzogna e all’inganno. Il “clamator glandarius” (cuculo dal ciuffo) mette in pratica intimidazioni e violenze per ottenere obbiettivi illeciti. I suoi mezzi sono menzogna, intimidazione ed estorsione. I cattivi genitori tornano dopo un po’ nei nidi dove hanno depositato le loro uova e, se non le ritrovano, si vendicano devastando con il loro becco il nido dell’ospite e la sua intera covata.
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L’ITALICUM E’ PASSATO
Viviana

Il sistema elettorale sarà proporzionale, con calcolo fatto su base nazionale così da favorire almeno parzialmente i partiti più piccoli. Al primo turno si possono presentare sia partiti che coalizioni. Nella coalizione al partito principale si possono aggiungere coi loro voti altri partiti ma non ricevono seggi.
Soglia di sbarramento del 3% e del 20% per le minoranze linguistiche.
Premio di maggioranza alla coalizione o al partito che ha almeno il 40% dei voti.
Le circoscrizioni da 27 diventano 100 (600mila abitanti l’’una). In ognuna si presentano mini-liste di 6 candidati scelti dai capipartito. Per cui l’elettore alla fine non sceglie niente.
Se il Porcellum era incostituzionale perché impediva le libere preferenze, è incostituzionale anche l’Italicum.
I capilista sono bloccati. L’elettore può esprimere due preferenze tra gli altri 5, una maschile e una femminile.
Se la lista più votata ha almeno il 40% dei voti, ottiene il premio di maggioranza: 340 seggi su 617. Se nessun partito o coalizione arriva al 40%, scatta un ballottaggio tra le due liste più votate al primo turno, e il vincente otterrà un premio di maggioranza tale da arrivare a 327 deputati (53%). Anche questo è profondamente antidemocratico e se il premio di maggioranza aveva reso incostituzionale il Porcellum, non va meglio per l’Italicum.
Fra il primo e il secondo turno però non sono possibili apparentamenti.
L’Italicum entrerà in vigore solo l’1 luglio 2016.
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Berlusconi costruì il Porcellum a tavolino con millimetrica precisione per essere lui sicuramente al potere e rimase fregato.
Lo stesso ha fatto Renzi con l’Italicum. Ci sarà da ridere se il marchingegno si rivolterà contro di lui.
Chi è troppo ingordo si strozza.

(Padiglione Italia)

Sbaglia chi sostiene che l’Italicum è simile al sistema elettorale dei sindaci

Intanto nei Comuni chi prende tra il 40 e il 50 % dei voti al primo turno non prende la maggioranza dei seggi, ma occorre avere almeno il 50,1 al ballottaggio. Al contrario, con l’Italicum, la minoranza prevale sulla maggioranza. Renzi sa di non avere la maggioranza nel Paese. Alle Europee il Pd ebbe il 23% e con Renzi non fa che perdere punti. Dalle elezioni europee il Partito democratico ha perso esattamente 6 punti percentuali, passando dal 40,8% di maggio al 34,8% rilevato oggi.
Nei Comuni essere primo al primo turno non basta, ci sono stati casi di candidati che al primo turno avevano più del 40 % ma poi hanno perso al secondo turno, perché la maggioranza degli elettori non li ha voluti: ma se ci si fosse fermati al primo turno (come previsto dall’Italicum) sarebbero diventati sindaci pur avendo una minoranza di consensi.
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Renzi con la fiducia ha impedito al Parlamento di discutere l’Italicum e dunque di modificarlo. L’ordine dato da Renzi al Parlamento è stato un diktat e Renzi aveva già dimostrato una volontà totalitaria quando ha ‘sostituito’ 10 dissidenti del Pd dalla Commissione affari costituzionali perché non erano d’accordo sull’Italicum.
Ci sono state tre intimidazioni molto chiare:
– o mi ubbidite o vi sostituisco
– o votate la fiducia o non vi ricandido
– senza contare che l’Italicum stesso è intimidatorio e autoritario, perché è Renzi che blinda il capopartito, ed è sempre lui che decide chi saranno i 5 tra cui l’elettore può scegliere. Insomma fa tutto lui.
Questo è un chiaro avvertimento a chi non sarà prono davanti a lui con un sì incondizionato che lui ci metterà poco a eliminarlo dalle future liste.

(Germania)

Bellissimo il discorso di Mattarella all’Expo e per il primo maggio, tutto incentrato sui diritti del lavoro e sulle difese dei lavoratori.
Peccato che questi discorsi siano quasi sempre preparati da altri, che siano solo retorica e che non cambino una virgola dell’esistente.
E peccato che il senso di tutto il discorso vada esattamente nel senso opposto a quanto sia stato votato fino a ora da Bersani, Letta, Monti, la Fornero e Poletti e sia esattamente il contrario di quanto sta facendo Renzi.
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L’Italicum ha molti motivi di incostituzionalità come li aveva il Porcellum.
Non c’è scelta sul capolista che è bloccato, tanto che nelle circoscrizioni piccole il capolista sarà l’unico eletto. Non c’è scelta nemmeno per gli altri, perché gli elettori possono solo pescarli da liste prefabbricate e non decise da loro.
Nel caso di ballottaggio vince il primo e si prende il gigantesco premio di maggioranza anche se si tratta di un partito che in partenza aveva il 23% degli elettori, producendo un Parlamento sbilanciato e che non rispetta affatto le divisioni tra gli elettori e il peso reale dei rispettivi partiti. Accadrà così che ogni potere andrà a una minoranza che prevaricherà la maggioranza dei cittadini e questo è antidemocratico.
Vincerà nei fatti quel partito che in prima votazione riuscirà ad apparentarsi col numero maggiore di altri partiti, facendo loro promesse, cioè vincerà l’ammucchiata.
Ma la cosa tragicomica è che il Porcellum è stato dichiarato incostituzionale solo dopo 8 anni, e anche dopo la sentenza il Parlamento è rimasto tale e quale come se fosse legittimo. E dopo l’Italicum accadrà la stessa cosa. Sarà illegittimo ma non sarà obbligato a sciogliersi, e continuerà a lavorare come ora, perpetuando l’iniquità.
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La legge elettorale è il caposaldo di uno Stato. Da essa dipende se siamo ancora in una democrazia o se siamo in un sistema autoritario, dove il potere di pochi sopravanza i diritti di molti e dove uno solo occupa tutte le istituzioni e nomina tutti i dirigenti.
La nostra è un repubblica parlamentare. Renzi con 38 colpi di fiducia la sta trasformando in un Presidenzialismo. Dunque quello che accade è mostruoso!
Ma si può veramente sostituire alla legge il decreto e imporlo al Parlamento pure con 38 voti alla fiducia? E si può farlo sulla legge elettorale?
L’articolo 15 della Legge 23 agosto 1988, n. 400 ribadisce principi inderogabili presenti nella Costituzione che non prevede decretazione per materia legislativa elettorale.
E allora, come hanno potuto 350 del Pd piegarsi a questa aberrazione?
Stiamo per veder sparire ogni traccia di democrazia, con la Costituzione diventata ormai lo straccio con cui Renzi e soci si puliscono i piedi. Con in più la constatazione che la nostra sarà pure la legge costituzionale più bella del mondo ma per 50 anni non abbiamo mai avuto una democrazia realizzata ma molte bellissime leggi ‘quadro’ da cui non sono promanate mai le leggi esecutive che realizzavano le loro bellissime premesse, mentre la morale politica veniva vieppiù disattesa, i partiti hanno trasformato le istituzioni in mangiatoie sempre più voraci, si sono depenalizzati i reati, accorciate le prescrizioni, aumentati i benefici, tentato ogni sorta di impunità, legalizzando l’infamia e operando solo per rendere più sicure e confortevoli le loro perenni e collose poltrone.
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Ricordo che nessun Paese democratico ha qualcosa che somigli all’orribile Italicum e che è abbastanza anomalo considerarlo addirittura il migliore dei sistemi esistenti quando
-riprende e amplifica i difetti incostituzionali del Porcellum, dunque è incostituzionale oltre che antidemocratico,
-è stato imposto con una decretazione alla fiducia, dunque con una modalità altamente impropria e anch’essa incostituzionale, quando la Costituzione prescrive assolutamente che qualunque modifica del testo costituzionale sia fatta con la convergenza del numero massimo di parlamentari e non prevede certo che esca dal Governo, dal momento che esso non ha poteri legislativi ma è solo l’organo ‘esecutivo’ delle leggi discusse e volute dal Parlamento. Infatti è il Parlamento (e non il Governo) l’organo rappresentativo della volontà popolare e per di più qui abbiamo una legge che esce da un Renzi che nessun corpo elettorale nazionale ha mai eletto
-infine l’Italicum si presenta come un abuso fortemente autoritario perché distrugge totalmente la libera scelta dell’elettore e con ciò annienta la base stessa della democrazia permettendo a uno solo di portare al potere solo uomini scelti e voluti da lui, uomini che può sostituire o eliminare a piacere realizzando dunque quel mandato dall’alto che è rigidamente vietato dalla Costituzione (articolo 67).
Quello che si profila col diktat di Renzi è un sistema feudale (o mafioso) per cui un solo boss sceglie e comanda i suoi capibastoni e il popolo diventa ‘gleba’ cioè nulla. FINE DELLA DEMOCRAZIA !
Chiamare questa enorme regressione al feudalesimo o ad una piramide mafiosa “Il miglior sistema elettorale del mondo” è davvero o da delinquenti o da minchioni.

(Stefano Boeri)

Alfonso
Quello che è assurdo, dell’Italicum, non è tanto il ballottaggio (lo fanno in molti) la soglia (che non è male) o il fatto che il partito decide per un X% chi è dentro o chi è fuori. In fondo, quando si votano le preferenze, si votano dei perfetti sconosciuti, su basi totalmente istintive, ecc. Lo rivotereste uno Scajola? Sicuramente no, Ma molti altri perfetti sconosciuti? Dopo un dispendio molto grande di costi propagandistici per farci sapere che Caio è la persona più onesta e competente, ecc … Mah. Alla fine il partito fa di lui quello che vuole, del nostro Caio. E il Caio ci sta, perché gli conviene. E le prossime elezioni tutti si sono scordati di tutto, se no Casini sarebbe a vendere verdura, barista, venditore di pentole al mercato.
Ma quello che veramente trovo assurdo è IL PREMIO DI MAGGIORANZA, di mussoliniana memoria. Cioè vinco, e faccio quello che voglio. Stabilità: ah certo! Anche una bella dittatura dà stabilità, eccome! Fino alla morte del dittatore, o pure oltre, vedi Corea del Nord. A me sembra molto una pre-dittatura. Ciao Democrazia, è stato bello averti con noi per una cinquantina di anni (sia pure come illusione).
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Viviana
Non si fa che parlare della governabilità e per farla stravincere si uccide la rappresentanza. E’ esattamente ciò che successe con Mussolini. Con Renzi tramonta la democrazia rappresentativa e si marcia verso quel sultanato che era tanto desiderato da Berlusconi (lo chiamò così il politologo Sartori). Si propaganda a 360° la necessità del Governo certo di uno solo e vaff .. alla rappresentanza! La forza del dispotismo fa sparire i diritti dei cittadini. Si dice (e lo disse pure quel pirla di Bersani) che il voto doveva produrre un premier certo. Peccato che nessun sistema democratico del mondo dà per certa la vittoria di uno solo, mentre le forme di Governo si distinguono in più democratiche o meno democratiche a seconda di quanto rispettino la rappresentanza popolare. E’ qui che si misura la democrazia. E l’Italicum, qui di rappresentanza non mostra alcun segno.
Certo in nessuna parte d’Europa esiste ormai un partito che raccolga una chiara maggioranza popolare e, quando nessun partito ha la maggioranza, in tutta Europa si ricorre alle coalizioni. Persino in Inghilterra, patria del bipartitismo perfetto, il conservatore Cameron ha dovuto unirsi al liberal-democratico Clegg per governare. O in Germania dove la Merkel, con 5 seggi meno del necessario, ha dovuto unire con la Große Koalition CDU/CSU e SPD.
C’è solo un modo per avere un vincitore certo, come vogliono fortemente Renzi e Bersani: eleggerlo direttamente, ma allora non siamo più in una repubblica parlamentare ma in una ‘repubblica presidenziale’. Il salto è enorme. E’ un totale stravolgimento della Costituzione che è stata costruita sulla sovranità popolare e dunque è una repubblica parlamentare, essendo il Parlamento delegato dal popolo e suo rappresentante. E non si può certo imporre un cambio di regime con un decreto e alla fiducia!
In un regime parlamentare, qualunque variazione costituzionale che porti al presidenzialino con un atto di forza del Governo è una bestemmia. Ma l’Italicum marcia imperterrito verso un presidenzialismo di fatto e ciò calpesta qualunque principio democratico.
Per questo Renzi ha eliminato le circoscrizioni uninominali e le preferenze. Ha fatto sparire gli eletti sostituendoli con dei ‘nominati’, dipendenti dal boss e scelti solo da lui, come avviene nei regimi presidenziali. Servi di scena che fanno da accompagnamento scenografico ad un capo assoluto, come i gerarchi che facevano ala a Mussolini, yesman al suo servizio e non importa quanto indagati, condannati o inetti.
Questo orrendo Italicum nasce dal patto del Nazareno (anche se poi Renzi ha calpestato anche il suo socio in affari), prevede 100 circoscrizioni con capilista bloccati ed è l’espediente malefico con cui un capo assoluto sceglie (e sceglie solo lui) dei servi di elevata fedeltà e ubbidienza, uomini di paglia privi di volere proprio e sostituibili al primo accenno di dissenso (come Renzi ha già fatto coi 10 in Commissione affari costituzionali). Non siamo più in democrazia, ma in un sultanato, dove gli elettori vengono messi sotto i piedi, per cui, se il Porcellum era incostituzionale perché offendeva la democrazia, questo lo è ancora di più. Illegittimo, incostituzionale e antidemocratico.
Con 100 circoscrizioni, Renzi e gli altri capipartito si nomineranno da soli e alla faccia degli elettori 450 deputati su 630 (300 per i tre grandi partiti, circa 60 per la Lega e i cespugli sopra al 3%).
E anche i 200 deputati che gli elettori riuscissero a scegliere saranno comunque nella rosa dei 6 sempre nominati da boss di partito, per cui parlare di scelta democratica diventa una barzelletta.
E’ chiaro che a questo punto la democrazia è andata farsi fottere. Oltre a ciò, le microcircoscrizioni sono state congegnate non per avere un rapporto diretto tra il territorio e il singolo parlamentare, perché la ripartizione nei collegi plurinominali si avrà comunque dall’alto e non dipenderà dagli elettori del territorio. Insomma Renzi ha spaccato ogni rapporto tra elettore ed eletto facendo dipendere tutto da se stesso. Si arriva al paradosso che un candidato può avere la maggioranza assoluta dei voti nel proprio collegio ma essere scartato perché la sua lista non supera lo sbarramento nazionale. Così ci saranno circoscrizioni con troppi eletto e altre con troppo pochi. Un pasticcio enorme!
L’Italia è economicamente in punto di morte. E che in queste condizioni l’unica preoccupazione di questo ducetto autoritario sia marciare vero il potere assoluto, con una platea di plaudenti insensati o clonizzati, dà l’idea della tragedia in corso.

Il principio base di un sistema democratico è che ci sia divisione tra i poteri (legislativo=Parlamento, esecutivo= Governo e giudiziario= Magistratura) in modo che l’uno controlli l’altro.
Renzi vuole depotenziare il Parlamento eliminando il Senato, nominando i parlamentari, imbavagliando l’opposizione, abusando del voto alla fiducia e sostituendo i decreti alle leggi. E vuole indebolire la Magistratura con intimidazioni, minacce e leggi processuali e penali che mandano liberi, per forza di cose, gli inquisiti illustri.
Quello che accade oggi in Italia è un chiaro attentato alla divisione dei poteri e un chiaro attentato alla democrazia.
Oltre a ciò, Renzi non fa che cancellare il diritto elettorale (prima eliminando il diritto di eleggere i Presidenti delle Province, poi eliminando il diritto di eleggere i Senatori e infine eliminando le preferenze elettorali).
Con l’Italicum abbiamo una legge che non esce dal Parlamento ma è imposta dal Governo addirittura con la fiducia (cosa assurda trattandosi di modifica costituzionale grave che richiede un consenso altissimo del Parlamento) e con la cacciata dalla commissione affari costituzionali dei dissidenti.
Siamo in piena prepotenza autoritaria, qualcosa che sta all’opposto di qualsiasi democrazia.
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In questa situazione gravissima di attacco alla democrazia, la minoranza interna del Pd si è comportata in maniera vergognosa e nelle votazioni alla fiducia per far passare questo obbrobrioso sistema elettorale i 120 dissidenti interni hanno calato le braghe e si sono ridotti a 38. Pagheremo cara la loro sottomissione. Il popolo, in massima parte, non si è nemmeno reso conto di quanto accade.

(Emirati)

L’ignoranza della storia costringerà i popoli a rivivere ancora i propri errori.
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Errare è umano, perseverare renziano.
Blogger
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Citazioni da Orwell:
Le creature di fuori guardavano dal maiale all’uomo e dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.”
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Occorre comprendere che la resistenza al totalitarismo, sia esso imposto dall’esterno o dall’interno, è questione di vita o di morte.”
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La propaganda politica come la pubblicità è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti.”

Mattarella: “I caduti di Salò non possono essere equiparati ai partigiani
Vero. (Alla faccia di Violante e camerati !).
Ma nemmeno i renziani possono essere equiparati ai democratici.
Qualcuno in alto dovrebbe dire anche questo!
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I TELEVENDITORI E Il MERCATO DELLE VACCHE
Viviana

A volte i popoli sono governati da generali, a volte (raramente) da statisti.
Oggi siamo governati da pubblicitari, più spesso da televenditori, da ultimo siamo arrivati agli spottisti.
La degenerazione della politica in marketing televisivo sta proprio qui. Iniziò già con Berlusconi che capì furbescamente che un popolo di elettori poteva essere ridotto a popolo di ‘consumatori’ e manipolato con gli spot esattamente come quello. La sua carriera politica comincia con piccole reti televisive e l’offerta gratuita di spot alle aziende, come manovra di potenziamento della pubblicità e mezzo di rincoglionimento delle masse. Al posto delle ideologie con i loro valori e ideali bastava mettere il mercato con i suoi trucchetti pubblicitari e gli espedienti simil-ip
notici. Del resto Berlusconi era partito con laurea in legge e una tesi su ‘Il contratto di pubblicità per inserzione’, che fu premiata con cinquecentomila lire dall’agenzia pubblicitaria Manzoni di Milano e fu scelto, evidentemente, dalla P2 per le sue qualità di televenditore. Gli espedienti per vendere un prodotto commerciale potevano essere usati altrettanto felicemente per vendere un prodotto politico. Il passo è breve. I meccanismi mentali su cui operare sono gli stessi e una volta che la televisione aveva asservito i cervelli, come si fa coi cani di Pavlov, al consumatore-elettore si poteva spacciare di tutto. E’ cominciata così la lenta discesa degli Italiani dal piano dei valori a quello degli acquisti, dalle ideologie politiche alle illusioni del mercato, situazione sociale molto apprezzata dai canoni neoliberisti che del mercato hanno fatto il loro dio. In contemporanea siamo passati dai partiti come portatori di ideologie (cioè di visioni universali dello Stato e del bene sociale) a cosche di interessi sempre più omologate e dunque sempre meno ideologicamente opposte e aperte ad ogni possibile inciucio, ad ogni possibile giravolta, mentre il popolo degli utenti politici, cioè degli elettori, veniva progressivamente svuotato delle sue prerogative e dei suoi poteri.
E’ vero che è cominciato per molti il rigetto per l’overdose commerciale come per quella politica, ma l’Italia è un Paese di vecchi e di ignoranti e ce ne saranno sempre troppi per garantire ai manipolatori mentali abbastanza potere con l’aiuto di una congerie di giornali ammanicati e proni, che ci hanno portato al 75° posto in una progressiva discesa sul piano dell’informazione libera e veritiera. Ci sono canali, come La7 che ormai svolgono quasi a pieno tempo un’operazione massiccia di manipolazione mentale, enormi macchine di persuasione diretta spacciata per informazione.
Sta avvenendo sempre più spesso, è vero, che davanti a uno show politico il cittadino comune cambi canale come davanti a uno spot tedioso. Ma ormai cambiare canale come cambiare giornale non serve a niente, perché la tendenza è la stessa: una continua e progressiva falsificazione della realtà, che prosegue sui blog con l’impiego ormai a pieno tempo di manipolatori a libro paga. E già a quel punto il povero cittadino ha perso qualunque libertà di valutazione politica. Per chi sfugge alle maglie di questa massiccia intrusione cerebrale resta la via inutile del non voto, la scelta di partitini minori che non saranno mai più vincenti, la sterile reazione di post sui blog o su face book che gli dà una parvenza illusoria di semilibertà.
Il povero teleutente irretito magari è proprio quello che vota credendo di scegliere. Ed è lo stesso che richiesto su cosa sia lo ‘stato sociale’ resta muto e che, interrogato su cosa sia l’Italicum risponde: “E’ un treno?”.
La storia italiana si è fermata al 1861.
Dopo è subentrata la propaganda.
Al posto degli ideologi o degli statisti, abbiamo i tromboni, i televenditori, gli illusionisti. Si può anche cercare di non incontrarli, ma, quando andremo a votare, lo faremo col sistema che hanno congegnato loro per restare al potere malgrado noi.

Titolo di IFQ:
RENZI IMPONE LA FIDUCIA COME SCELBA E MUSSOLINI
Italicum, diktat del Governo alla Camera.
Unici precedenti: la legge truffa del 1953 di Scelba e la legge Acerbo del 1923 di Mussolini.
(Ma la legge di Renzi è perfino peggio della legge truffa di Scelba che almeno dava il 65% a chi prendeva il 50% + 1 e venne abrogata subito dopo proprio perché era una truffa. La legge Acerbo fu voluta da Benito Mussolini per assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare. La legge di Renzi dunque può essere letta come questa per portare l’Italia verso un regime autoritario similfascista).

Renzi ha cancellato di fatto l’articolo 67 che celebra la libertà di opinione e l’assenza di mandato dall’alto come uno dei pilastri di una Repubblica democratica.
Sotto di lui vuole solo yesman = uomini-zombi proni e servili che ubbidiscono a qualunque cosa lui dica in vista di ipotetici vantaggi derivanti dalla loro incondizionata disponibilità.
Il nostro Parlamento ne è la dimostrazione più evidente con l’aggravante del processo “piramidale” che dal basso arriva a catena fino al vertice attuale. In pratica ha trasformato la nostra Repubblica in un sistema feudale: Imperatore, vassalli, valvassori e servi della gleba. Inutile dire in quale fascia stiamo noi.

(Francia)

Sistema autoritario
Definizione secondo Wikipedia:
La parola ‘autoritarismo’ fu inventata dal sistema fascista.
Per Stato autoritario si intende una forma di Governo in cui la sovranità è esercitata da un partito egemone o da un dittatore. È una rivisitazione in chiave moderna dell’assolutismo monarchico. Pur essendo presente una rappresentanza politica, quest’ultima è fortemente limitata dal potere del Governo. Il pilastro fondamentale di uno Stato autoritario è la figura di capo o dittatore. Questo uomo forte concentra su di sé tutti i poteri dello Stato, arrivando a confondersi con esso, e assume la funzione di guida suprema della nazione (vedi partito della Nazione evocato da Matteo Renzi).
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I Progenitori dell’Italicum sono:
-Mussolini che lo usò per la presa del potere di un Governo autoritario
-Scelba che almeno chiedeva il 50% e non il 40 e poi fu trombato
-e Licio Gelli che lo voleva per abbattere la democrazia in Italia.
Con questi tre illustri predecessori, come si può fallire?
Renzi vince perché prende il peggio della storia, della politica e dell’economia e purtroppo ci sono troppi a cui il peggio piace alla follia.
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Vincenzo Lombardo
Bersani: “Decideremo cosa fare” se votare sì o votare sì.
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Berry
Finalmente una nuova legge elettorale, il PItalicum.

(Shangai)

Alessandro
Renzi, e il suo ristretto cerchio magico, stanno istituendo una nuova architettura costituzionale in cui il segretario del partito si sceglie i candidati che gli vanno bene
-col voto di meno di un terzo degli elettori si prende la maggioranza assoluta nell’unica Camera legislativa
-si blinda a priori la fiducia al proprio Governo
-nomina il Presidente della repubblica (che a sua volta nomina buona parte del Senato!), il Presidente dell’unica Camera legislativa, i giudici costituzionali, i membri laici del CSM, e altre cariche di garanzia
-revoca i ministri
– lascia senza rappresentanza parlamentare partiti che raccolgono milioni di voti
– quindi si pone al di sopra di ogni controllo.
La giustificazione è che i tempi richiedono un premier forte e decisioni rapide. La stessa cosa che disse Mussolini.
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Alessandro
Se si vota nel 2018, perché tanta fretta per la legge elettorale??? Intanto:
– 31 marzo 2015. La disoccupazione giovanile aumenta al 42,6%, e la disoccupazione generale aumenta al 12,7%.
– 2 aprile 2015. tasso d’inattività 36%.
– 2 aprile 2015. Il Pil non aumenta.
– 2 aprile 2015, Istat: “La pressione fiscale in Italia è salita”. Nel quarto trimestre 2014 sale a 50,3%.
– 2 aprile 2015. Fermo il potere di acquisto delle famiglie.
– 2 aprile 2015. Nel 2014, rispetto al 2013, diminuisce dello 0,8% il profitto delle società.
– 2 aprile 2015. L’indebitamento delle amministrazioni pubbliche è salito al 2,3%, cioè 1,1 punti in più rispetto a stesso periodo 2013.
– 15 aprile 2015. Il debito pubblico è salito a 2170 miliardi di euro, chr comporta un interesse di 80 miliardi di euro l’anno, tolti ai servizi pubblici essenziali.
– 19 aprile 2015. Aumenta il ticket sanitario e i salvavita.
Fra qualche anno, quando sarà troppo tardi e ci avranno distrutto pezzo dopo pezzo, ci domanderemo come abbiamo fatto ad arrivare a tutto questo!!

(Padiglione Vanke)

MONOCRAZIA
Viviana
Il fine della democrazia è il benessere della collettività e non lo strapotere e l’impunità per uno solo circondato dai suoi cloni.
Ma qui qualcuno se lo è dimenticato e i principi fondamentali della democrazia se li è messi proprio sotto i piedi.
L’Italia non è più una democrazia, ma una monocrazia e presto farà a gara nel peggio coi peggiori Paesi del terzo mondo.
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UN RECALL GOVERNATIVO

Col recall chiesto dal M5S ed esistente in vari Paesi occidentali, l’eletto si rende responsabile di fronte ai suoi elettori, sia sul programma elettorale e sulle alleanze che sulla propria onestà.
Con la sudditanza imposta da Renzi, scompare ogni traccia di democrazia e nasce una forma di schiavismo mentale e politico per cui gli eletti sono prima ‘nominati’ da uno solo e poi succubi dello stesso e dipendenti solo dalla sua volontà, mentre gli elettori sono calpestati e il capo partito può sostituire o espellere o non nominare in liste successive chiunque osi dissentire.
E’ chiaro a questo punto non siamo più in democrazia.
Renzi presente una sfacciata bulimia di potere.
Non solo ha eliminato le preferenze.
Non solo ha depotenziato il Parlamento.
Non solo ha finto di eliminare le Province mentre sono rimaste ed è sparito il diritto elettorale dei cittadini.
Non solo si permette incostituzionalmente di sostituire i dissidenti in commissione con yesman,
ma ha organizzato le leggi in modo che da lui promana tutto: i candidati, i parlamentari, i capi degli enti locali, gran parte dei giudici costituzionali e da ultimo del Presidente della repubblica che dovrebbe essere eletto da gente scelta da lui e dunque dipenderà da lui.
Abbiamo insomma un uomo solo al comando, sopra un popolo considerato peggio dei servi della gleba, a cui sta progressivamente tagliando tutti i diritti e le tutele.
Questa non si chiama più democrazia. Questo è dispotismo.
Abbiamo di fronte agli occhi un uomo malato di BULIMIA DI POTERE.
Più ne ha, più ne vuole. Il potere non gli basta mai. Ed è intenzionato a far fuori chiunque gli opponga il minimo dissenso.
Ha eliminato le opposizioni esterne e interne. Vuole un sistema in cui lui solo governa tutto escludendo qualsiasi dibattito, ascolto, confronto. Lo ha fatto con i sindacati. Lo ha fatto con le categorie dei lavoratori. Lo sta facendo con i parlamentari e i ministri.
Tutto lui e solo lui.
Sta lavorando per fare in modo che chi ha anche solo 30 % ma è il primo partito possa governare su tutto e tutti in modo assoluto. La sua azione ricorda la legge Acerbo del 1923 con cui Mussolini presentava i propri meriti: velocità delle decisioni, necessità di procedere senza intoppi o dibattiti o confronti. Senza contrasti e contrapposizioni. Ma è un modo di fare dittatoriale che è fuori dal costituzionalismo liberale, non solo fuori dalla nostra Costituzione. Un disegno portato avanti attraverso atti di prepotenza e prevaricazione.

Dilario
La balla più colossale è stata lo slogan “il nuovo che avanza”. In questo caso non si tratta della neo-DC che ritorna, si tratta della riedizione della legge elettorale Acerbo voluta da Mussolini dove si imponevano le liste di parlamentari scelti dai gerarchi. È il vecchio che ritorna. La mandria di nominati cambierà anche la Costituzione, a riprova delle sinergie che portano alla dittatura di fatto. Benessere e posti di lavoro? Auguri! Senza rappresentanza non si va da nessuna parte.
Gravissimo che ripristini di fatto la legge fascista di Acerbo voluta da Mussolini con la quale i gerarchi imponevano le liste dei parlamentari al Parlamento, grave che si arrivi a una legge elettorale che non tiene conto dei chiari principi posti dalla Corte costituzionale nella sentenza 1/2014, sulla rappresentanza e sul voto libero ed uguale, perno del sistema democratico. Principi che vengono ulteriormente lesi dalla contestuale riforma costituzionale. Sinergie perverse che suonano dittatura camuffata. Diventa necessaria oggi più che mai una forte protesta popolare contro la nuova avventura autoritaria che copia maldestramente il ventennio “ruggente”. Non ci porterà di certo benessere né posti di lavoro, ci sta togliendo il diritto a scegliere chi ci rappresenta in Parlamento e che dovrebbe difendere i nostri diritti ed interessi.
La separazione dei poteri = “Governo l’esecutivo e Parlamento il legislativo” sono i cardini della democrazia assieme alla rappresentanza liberamente scelta dal popolo. Renzi ha ordini di abolire sia la separazione dei poteri che la rappresentanza, esattamente come fece Mussolini con la legge elettorale dove Egli compilava le liste dei parlamentari. È il vecchio che avanza,!La separazione dei poteri = “Governo l’esecutivo e Parlamento il legislativo” sono i cardini della democrazia assieme alla rappresentanza liberamente scelta dal popolo. Renzi ha ordini di abolire sia la separazione dei poteri che la rappresentanza, esattamente come fece Mussolini con la legge elettorale dove Egli compilava le liste dei parlamentari. È il vecchio che avanza,!
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Armando
PERICOLI DELL’ITALICUM: mentre il nostro Governo è in altre faccende affaccendato…nel silenzio OMERTOSO dei quotidiani italiani e di tutte le televisioni la Commissione guidata dall’ineffabile Juncker nella giornata di IERI ha autorizzato l’introduzione in tutta l’UE di 19 OGM, SENZA attendere il parere di Parlamento e Consiglio europeo. Si tratta di 11 brevetti MONSANTO e 8 brevetti prodotti della statunitense Dupont e dei gruppi tedeschi Bayer e BASF. Alla faccia della biodiversità e delle scelte democratiche.
Cosa accadrà dopo l’approvazione dell’Italicum se il popolo non ha più voce per contrastare le decisioni del Governo anche in materia di OGM ?
E se decidessero di mettere nuovamente mano al nucleare ?
Scusate, sono un complottista! Intanto gli OGM della Monsanto arrivano e potrebbero mettere in serio pericolo il nostro patrimonio agroalimentare…
La notizia è stata data dal quotidiano francese Le figaro.
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Alessandro
Renzi predica bene ma razzola male. Doveva bloccare gli F35, come annunciato nelle primarie con Bersani, ma oggi “cambia verso” e li mantiene! Dice che “Occorre ridurre le spese” e si pavoneggia di mettere 78 auto blu su ebay vecchie da 5 a 8 anni ormai obsolete e per sostituirle ne compra 210 tutte blindate ma sfrutta bugiardamente la situazione per farle passare come riduzione delle spese, vende la vecchia portaerei Garibaldi ma ne compra un’altra. “Occorre una legge elettorale democratica” e fa una legge elettorale anticostituzionale e dittatoriale peggiore della legge Acerbo di Mussolini che portò alla dittatura. “Occorre trasparenza”, ed elimina il conflitto d’interesse. “Gli italiani sono oppressi dalle tasse”, e aumenta l’imu, la benzina, aumenta la tassa sui risparmi. Ripristina l’anatocismo (gli interessi sugli interessi) e premia le banche. annuncia di togliere le province e di mandare a lavorare i politici, ma non le toglie; i politici mantengono le poltrone, con il potere, la casta, gli appalti sui lavori, le tasse provinciali e l’apparato continua a costare nelle strutture, le indennità e i funzionari addetti!. Annuncia una cosa edulcorandola per ottenere consensi, poi fa quella vera, peggiore!

SCHIAVI SENZA RITORNO
l’occupazione del potere da parte di Renzi è come il remake del film
“L’invasione degli ultracorpi”.
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BIVACCO DI RIDICOLI
TRAVAGLIO
Ma che cosa deve ancora accadere perché Mattarella ritrovi la favella? Le scene di ieri a Montecitorio parlano da sole. Un’aula ridotta a bivacco di manipoli, o di ridicoli, da un Governo che espropria definitivamente il Parlamento del suo potere di legiferare, imponendo la fiducia su se stesso per far passare una legge elettorale di squisita competenza parlamentare. Una Presidente della Camera, brava donna per carità, ma palesemente inadeguata al ruolo, che assiste impassibile ai funerali dell’istituzione che presiede e inghiotte supinamente il diktat di Palazzo Chigi, terrorizzata dai giannizzeri governativi pronti a fare con lei ciò che han già fatto con i parlamentari disobbedienti, destituendo prima al Senato e poi alla Camera chiunque si mettesse di traverso sulla strada del premier padrone. E invoca, con voce monocorde e burocratica, “i precedenti”. Ci sono sempre dei precedenti, nella patria di Azzeccagarbugli. È vero, la ministra Boschi non è la prima a imporre la fiducia su una legge elettorale: prima di lei l’avevano già fatto il Ministro dell’Interno Mario Scelba nel 1953 sulla cosiddetta “legge truffa” (un bijou di democrazia, al confronto dell’Italicum) e il Governo Mussolini nel 1923 sulla legge Acerbo (questa sì, degna progenitrice dell’Italicum).
Nelle pieghe del regolamento, volendo, si trova sempre tutto e il contrario di tutto pur di sostenere le ragioni del più forte. Però, un po’ al di sopra dei regolamenti, ci sarebbe la Costituzione. E l’articolo 72 prescrive che “la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale”. Che c’è di normale nella procedura che costringe il Parlamento a obbedire al Governo sulla legge elettorale perché altrimenti cade il Governo e il capo del Governo, al prossimo giro, non ricandida più chi non vota la fiducia al suo Governo? E che senso ha il voto segreto sulla legge elettorale, se poi il Governo costringe i parlamentari al voto palese sulla fiducia al Governo sulla legge elettorale? Oltre alle regole, poi, c’è la sostanza: oggi l’Italicum e domani il nuovo Senato approvati a colpi di maggioranza, che poi maggioranza non è se si toglie il premio del Porcellum già tolto dalla Consulta in quanto incostituzionale; e, anche volendolo ancora calcolare, la maggioranza non c’è lo stesso, perché senza i ricatti del premier i parlamentari del Pd contrari all’Italicum e al nuovo Senato sarebbero oltre un centinaio.
Ricordare questi dati di fatto a Mattarella è “tirare per la giacchetta il Presidente della Repubblica”? Pazienza – diceva Giovanni Sartori quando richiamava Ciampi e Napolitano ai loro doveri – “alla peggio il Presidente se ne comprerà un’altra”. Noi sappiamo per certo che Sergio Mattarella, su quanto accaduto ieri, ha le idee molto chiare. E non perché ci parliamo (per farlo, tra l’altro, bisogna essere in due). Ma perché quanto accaduto ieri è il replay (aggravato dalla fiducia, che neppure B. osò imporre) di quanto accadde nell’ottobre del 2005, quando il centrodestra cambiò la Costituzione e la legge elettorale a colpi di maggioranza. E Mattarella,allora deputato della Margherita, il giorno 20 pronunciò parole definitive,che abbiamo già citato ma continueremo a ricordare ancora per molto tempo: “Oggi voi del Governo della maggioranza vi state facendo la vostra Costituzione, avete escluso di discutere con l’opposizione, siete andati avanti solo per non far cadere il Governo, ma le istituzioni sono di tutti, della maggioranza e dell’opposizione”. Poi ci sono le parole dello Smemorato di Rignano, che per un anno intero se n’è riempito la boccuccia per giustificare il Patto del Nazareno con B. “Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato” (Renzi, Twitter, 15-1-2014). “L’idea di scrivere le regole del gioco con le opposizioni è un fatto fondamentale, un valore assoluto: la legge elettorale non si può approvare a colpi di maggioranza” (18-3-2014). E c’è la Smemorata di Montevarchi, al secolo Maria Elena Boschi: “Cerchiamo la più ampia condivisione, non abbiamo un modello elettorale preferito, per noi vanno bene allo stesso modo il Mattarellum o lo spagnolo corretto, o anche il sistema dei sindaci. L’importante è che un accordo ci sia e non si proceda a colpi di maggioranza. Ci interfacceremo con B. come con gli altri” (Ansa, 6-1-2014). “Le riforme, quelle costituzionali e quella elettorale, non si fanno a colpi di maggioranza” (Ansa, 21-6-2014). Poi ci sono i paggetti del Duo Toscano, come Ettore Rosato, capogruppo Pd “facente funzioni” (dopo le dimissioni di Speranza), figura tragicomica di quella “cupidigia di servilismo” denunciata da Paolo Sylos Labini. Ieri alla Camera, siccome la menzogna era all’ordine del giorno, ha portato anche lui il suo contributo spiegando che la fiducia era necessaria a causa di un Parlamento che “in 10 anni non è riuscito a riformare il Porcellum” e a dare agli italiani una legge elettorale decente. E lui lo sabene,vistochedelParlamento fa parte da 12 anni (tre legislature). Purtroppo per lui, il Porcellum non c’entra nulla perché non c’è più da un anno e mezzo: nel dicembre 2013 è stato spazzato via dalla sentenza della Consulta, che l’Italicum tradisce. E una legge elettorale esiste: è il proporzionale con preferenza unica disegnato dalla Corte, lo stesso sistema con cui l’Italia andò alle urne nel ‘92. Ci sarebbero poi le bugie di Renzi dopo la cura, che dice l’opposto di prima della cura, quando girava l’Italia e mieteva consensi promettendo “una legge elettorale per scegliere direttamente gli eletti” (3-4-2011). Ma di balle, ieri, abbiamo già fatto il pieno: non c’è bisogno di rievocarne altre.

Ri_baque
Bersani ha affermato che quello attuale non è più il suo Pd. Sia lodato il cielo: è finito il partito delle birrette, del “siam mica qua a pettinar le bambole”, della connivenza con la legge Fornero, dell’incapacità di riformare il Porcellum (era l’unico compito che Bersani si era assunto sotto la reggenza di Monti), della vocazione alla sconfitta anche quando Berlusconi è dieci metri sotto terra. Se dio vuole, Bersani, quel partito è finito. Vediamo quanti assieme a te sono disposti a ricostruirlo.
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Riccardo Roma
Renzi dice che lui è contro l’immobilismo e tutti gli altri sono i gufi e i brontosauri contro di lui. Ricorda quella barzelletta di quell’uomo contromano sull’autostrada
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ALDO ANTONELLI
Vediamo la pochezza camuffata di un premier che non è tale, di un segretario di partito, che non ha partito ma vuole essere il partito, e di un politico di destra camuffato da sinistra. Carezza le destre e prende a calci le sinistre. Coopta gli estranei ed emargina gli interni. Egocentrico ed egoista, autoritario e insofferente a ogni critica, dimostra disprezzo per gli avversari politici. Irride il sindacato e disprezza la minoranza del suo stesso partito: la disprezza e la ricatta, richiamandola ad onorare quel partito che lui non cessa di continuare a demolire e distruggere. Tempo fa una vignetta folgorante di Ellekappa su Repubblica recitava: “Renzi smetta di insultare tutti e si concentri sul programma”. Risposta: “È quello il programma”. Appunto.
Camillo Pignata su AgoraVox Italia si domanda: “Ma è solo ignavia, è solo arroganza, attaccamento alla poltrona o qualcos’altro?”. “No! – risponde – È la mutazione genetica di un partito, che ha perso i legami con la sua ideologia e con le ragioni della sua esistenza. Colpa della dirigenza del partito? No, colpa della base, che non ha controllato e ha consentito la trasformazione del Pd in un partito di destra. Renzi è stato votato da questa base, che gli ha chiesto solo di fare per fare e da lui ha accettato tutto, senza colpo ferire. Ha accettato le larghe intese, la gestione autoritaria del partito, la rottura dei rapporti del Pd con i lavoratori, che non sono solo i frutti marci dell’arroganza destrorsa del segretario, della ignavia della minoranza, ma anche del torpore della base, che non si è ribellata di fronte allo stravolgimento del DNA del partito”.
Lasciamo ad altri, più esperti, lo studio di questo declino. Sembra, comunque, che una della cause di questo triste tramonto sia da ricercare nelle primarie così come sono concepite e praticate, là dove hanno diritto di voto non gli iscritti del partito soltanto, così come logica vorrebbe, ma tutti, indistintamente tutti: amici e amici degli amici, leghisti e forzisti, fascisti e sfascisti, rampanti e opportunisti, inquinati e infiltrati!
Un assalto proditorio che ha invaso il Pd facendone un specie di Ogm nella fauna selvatica della politica italiana, ingrossandolo e ingrassandolo ma al contempo deideologizzandolo e sterilizzandolo: fiore all’occhiello della borghesia in doppiopetto.
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Daniel Fortesque
Bersani: “…lo strappo è di Renzi”:
Sì, e la pezza a colore sei tu!


(Il grattacielo a forma di nuvola di Singapore)

Vergognosa la minoranza Pd

I CALABRAGHE
ALESSANDRO GILIOLI
Boccia: «Sto riflettendo se votare la fiducia o no»
Damiano: «Voterò la fiducia ma questa forzatura non era necessaria»
Civati: «Se non vado via io mi cacceranno loro»
«Non uscirò mai ma questo strappo tradisce valori fondanti»
Stumpo: «Non tolgo la fiducia al Governo ma non so se voterò la legge»
Rosy Bindi, con doppia litote: «Non si può non prendere in considerazione un voto contro una legge resa immodificabile»
Bersani: «Vedrò cosa fare». Non esattamente una dichiarazione che palesa determinazione e certezza. Ha aggiunto che vede «molta tristezza in giro» e che «il Pd non è il partito che aveva costruito lui». Anche queste non sono frasi propriamente galvanizzanti, per chi ripone o riponeva fiducia in lui.
Fassina: “L’Italicum mina alle basi la democrazia”. Una dichiarazione molto forte, quasi un’accusa di golpismo a Renzi. A fronte di questa durezza quasi apocalittica non solo sarebbe logico, a buon senso, votare contro la fiducia, ma anche uscire dal partito. Chi starebbe in un partito che considera semigolpista? Invece restano lì a prendere schiaffoni un giorno dopo l’altro e a consolarsi con la prosopopea verbale.
Le convulsioni intestinali di Sel sono sotto gli occhi di tutti. In aula parlano di “funerale della democrazia” e gettano crisantemi, intanto in più di una regione appoggiano il candidato governatore del Pd. In realtà anche Sel finora non ha saputo reagire alla slavina renziana. Era nato per portare più a sinistra la coalizione di centrosinistra, ma la coalizione di centrosinistra non esiste più, quindi la sua vecchia ragione sociale è finita e non ne ha ancora una nuova. Tra l’altro, dopo il gruppo di Gennaro Migliore, l’altro giorno un altro deputato si è staccato per votare sì all’Italicum.
Forza Italia?
«Siamo nel comico. Brunetta che parla di ‘fasciorenzismo’ può solo far sorridere. Tanto più che Forza Italia aveva votato per l’Italicum quando stava ancora in piedi il Patto del Nazareno. E il gruppo di Verdini voterà ancora a favore».
Il M5S?
«Incassa, come Salvini».
In che senso?
Renzi ha l’appoggio, a essere molto generosi, di metà scarsa dell’elettorato. L’altra metà, quella che è contro, oggi può indirizzarsi solo verso Salvini, verso il M5S o verso l’astensione: In ordine di forza crescente. Solo che l’astensione non è un partito. E di fronte alla nullità della minoranza Pd, alla latitanza strategica di Forza Italia e alle convulsioni di Sel, beh, Salvini e i grillini incassano l’opposizione. Infatti il M5S, nonostante tutti i casini che ha avuto, viene ancora dato dai sondaggi sopra il 20 per cento e, se si andasse a votare con l’Italicum, potrebbe essere la forza che alla fine si oppone a Renzi al ballottaggio.
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Daniel Fortesque
E adesso avanti, a tutto vitalizio!


(Architetto Fuksas)

Quids1n
Sopravviviamo in un Paese sempre più “strano”
ove si sta sviluppando l’uso crescente di bizzarre locuzioni radical-chic:
un Paese ove chi delinque si etichetta come “Antagonista”,
la poltrona è “senso di appartenenza”,
i voltagabbana vengono definiti “Responsabili”,
l’indebitamento si interpreta come “Flessibilità”,
lo Scrocco Statale vien detto “progresso sociale” e, dulcis in fundo,
l’oppressione fiscale si chiama “Stabilità”!
Cordiali LOLLE.
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Doriana Goracci

“Ormai sta nascendo il nuovo millennio. La faccenda non è da prendere troppo sul serio: in fin dei conti, l’anno 2001 dei cristiani è l’anno 1379 dei musulmani, il 5114 dei Maya e il 5762 degli ebrei.
Il nuovo millennio nasce un primo dell’anno per opera e grazia di un capriccio dei Senatori dell’impero romano, i quali, un bel giorno, decisero di rompere la tradizione che imponeva di celebrare l’anno nuovo all’inizio della primavera. Il conteggio degli anni dell’era cristiana proviene invece da un altro capriccio: un bel giorno, il papa di Roma risolse di porre una data alla nascita di Gesù, benché nessuno abbia mai saputo quando davvero nacque.
Il tempo si burla dei confini che noi inventiamo per credere che lui ci obbedisca: tuttavia, il mondo intero celebra e teme questa frontiera. Un invito al volo – Millennio che va, Millennio che viene – l’occasione è propizia agli oratori dalla retorica infiammata che disquisiscono sul destino dell’umanità e a quei messaggeri dell’ira di Dio che annunciano la fine del mondo e lo sfascio generale; intanto, il tempo continua, silenzioso, il suo cammino lungo le vie dell’eternità e del mistero.
In verità, non c’è nessuno che sappia resistere: in una data simile, per arbitraria che sia, chiunque sente la tentazione di domandarsi come sarà il tempo che sarà. Abbiamo una sola certezza: nel ventunesimo secolo, se ancora saremo qui, tutti noi saremo gente del passato millennio. E benché non possiamo indovinare il tempo che sarà, possiamo avere almeno il diritto di immaginare come desideriamo che sia.
Nel 1948 e nel 1976, le Nazioni Unite proclamarono le grandi liste dei diritti umani: tuttavia la stragrande maggioranza dell’umanità non ha altro che il diritto di vedere, udire e tacere. Che direste se cominciassimo a praticare il mai proclamato diritto di sognare? Che direste se delirassimo per un istante?
Puntiamo lo sguardo oltre l’infamia, per indovinare un altro mondo possibile: l’aria sarà pulita da tutto il veleno che non venga dalla paure umane e dalle umane passioni; nelle strade, le automobili saranno schiacciate dai cani; la gente non sarà guidata dalla automobile, non sarà programmata dai calcolatori, ne’ sarà comprata dal supermercato, né osservata dalla televisione; la televisione cesserà d’essere il membro più importante della famiglia e sarà trattato come una lavatrice o un ferro da stiro; la gente lavorerà per vivere, invece di vivere per lavorare; ai codici penali si aggiungerà il delitto di stupidità che commettono coloro che vivono per avere e guadagnare, invece di vivere unicamente per vivere, come il passero che canta senza saper di cantare e come il bimbo che gioca senza saper di giocare; in nessun Paese verranno arrestati i ragazzi che rifiutano di compiere il servizio militare; gli economisti non paragoneranno il livello di vita a quello di consumo, né paragoneranno la qualità della vita alla quantità delle cose; i cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere cucinate vive; gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi; i politici non crederanno che ai poveri piaccia mangiare promesse; la solennità non sarà più una virtù, e nessuno prenderà sul serio chiunque non sia capace di prendersi in giro; la morte e il denaro perderanno i loro magici poteri, e né per fortuna né per sfortuna, la canaglia si trasformerà in virtuoso cavaliere; nessuno sarà considerato eroe o tonto perché fa quel che crede giusto invece di fare ciò che più gli conviene; il mondo non sarà più in guerra contro i poveri, ma contro la povertà, e l’industria militare sarà costretta a dichiararsi in fallimento; il cibo non sarà una mercanzia, né sarà la comunicazione un affare, perché cibo e comunicazione sono diritti umani; nessuno morirà di fame, perché nessuno morirà d’indigestione; i bambini di strada non saranno trattati come spazzatura, perché non ci saranno bambini di strada; i bambini ricchi non saranno trattati come fossero denaro, perché non ci saranno bambini ricchi; l’educazione non sarà il privilegio di chi può pagarla; la polizia non sarà la maledizione di chi non può comprarla; la giustizia e la libertà, gemelli siamesi condannati alla separazione, torneranno a congiungersi, ben aderenti, schiena contro schiena; una donna nera, sarà Presidente del Brasile e un’altra donna nera, sarà Presidente degli Stati Uniti d’America; una donna india governerà il Guatemala e un’altra il Perù; in Argentina, le pazze di Plaza de Mayo saranno un esempio di salute mentale, poiché rifiutarono di dimenticare nei tempi dell’amnesia obbligatoria; la Santa Chiesa correggerà gli errori delle tavole di Mosè, e il sesto comandamento ordinerà di festeggiare il corpo; la Chiesa stessa detterà un altro comandamento dimenticato da Dio: “Amerai la natura in ogni sua forma”; saranno riforestati i deserti del mondo e i deserti dell’anima; i disperati diverranno speranzosi e i perduti saranno incontrati, poiché costoro sono quelli che si disperarono per il tanto sperare e si persero per il tanto cercare; saremo compatrioti e contemporanei di tutti coloro che possiedono desiderio di giustizia e desiderio di bellezza, non importa dove siano nati o quando abbiano vissuto, giacché le frontiere del mondo e del tempo non conteranno più nulla; la perfezione continuerà ad essere il noioso privilegio degli dei; però, in questo mondo semplice e fottuto ogni notte sarà vissuta come se fosse l’ultima e ogni giorno come se fosse il primo.”

25 APRILE
ALESSANDRO GILIOLI

Sono belli, quando non rituali, i cortei per il 25 aprile. Ed è giusto, quando si è in buona fede, ricordare l’atto fondativo della nostra democrazia. Perché appunto quello è stato, soprattutto, il 25 aprile: la vittoria dell’idea che le decisioni politiche debbano essere prese dal popolo, dai cittadini, anziché da un dittatore; cittadini che – come poi hanno scritto i costituenti – avrebbero esercitato il loro potere attraverso un sistema di rappresentanza.
Più o meno, per circa mezzo secolo, le cose hanno abbastanza funzionato: i partiti svolgevano questo ruolo di veicolo della rappresentanza, dal basso verso l’alto; e più o meno, i rappresentanti erano realmente tali: l’Italia contadina, cattolica e moderata con la Dc, gli operai e quasi tutti gli intellettuali con il Psi e soprattutto il Pci, la minoranza laica ed ex azionista tra lo stesso Psi e i partitini di centro, i nostalgici del Duce con il Msi. Più o meno, ancora, i governi che si sono succeduti in quei decenni hanno deciso le sorti del Paese e le sue politiche, prima di tutto quelle economiche. Non mancavano di certo altre influenze – da Washington e dal Vaticano – ma tutto sommato c’era un margine di autonomia dei parlamenti democraticamente eletti nelle scelte interne. Tanto che che, ad esempio, si è arrivati allo Statuto dei Lavoratori e al divorzio.
Questo, semplificando un po’ ma neppure troppo, volevano i partigiani: un sistema di Governo in cui fossero i cittadini, seppur attraverso l’intermediazione della rappresentanza, a decidere il proprio futuro. Si chiama democrazia.
Settant’anni dopo, questo meccanismo pieno di bug ma tutto sommato funzionante, è quasi rotto.
O comunque funziona ormai malissimo.
Gli strumenti di rappresentanza, cioè i partiti, sono al loro minimo storico di credibilità e di prestigio: la stragrande maggioranza dei cittadini non li stima e una grandissima parte ne diffida. Gli organismi in cui questa rappresentanza si declina, il Parlamento e i vari consigli elettivi locali, sono visti come luoghi di spartizione del potere e di denaro.
In più, e soprattutto, i cittadini sentono non a torto di non incidere più sul proprio futuro, né attraverso il voto (lo strumento principe voluto dai costituenti) né tanto meno iscrivendosi a uno di questi partiti: tanto le vere decisioni che impattano sulla loro vita vengono prese altrove (cioè da poteri politici ed economici non elettivi) o semplicemente vengono determinate dalla risultanza complessa di meccanismi e dinamiche su cui non possono incidere, come i mercati. Che non sono un Golem né la Spectre con un occulto signore che ne tira i fili, ma nei loro effetti impattano comunque assai più di un consiglio dei ministri.
Due giganteschi problemi, quindi, che si intersecano: la crisi di rappresentanza dei partiti e degli organi elettivi, da una parte; dall’altra, la crescita di forza e di incidenza da parte di poteri esterni a tratti concentrati (come la famosa Troika, alcune grandi banche d’affari, etc) e a volte più distribuiti (il resto dei mercati) ma comunque fuori dal voto democratico.
Insieme, questi due fenomeni hanno eroso in buona parte la democrazia, la cui nascita festeggiamo oggi.
Al primo dei due fenomeni, la crisi di rappresentanza della politica, la politica stessa ha risposto arroccandosi. Anziché aprirsi con nuovi canali tra dentro e fuori il Palazzo, il Palazzo ha alzato i ponti levatoi. È così che è arrivato il Porcellum. Ed è per questo motivo che tante persone – quelle in buona fede – criticano il nuovo impianto elettorale ‘Italicum più riforma del Senato': perché anziché puntare sull’apertura di nuovi canali tra l’alto e il basso (più controllo degli eletti, più trasparenza sul loro operato, più democrazia diretta, più spazio ai referendum propositivi, più facilità per quelli abrogativi etc ) conserva in buona parte il meccanismo dei parlamentari nominati dai partiti, riducendo inoltre il ruolo dei contrappesi e portando a governare senza ostacoli quella che dalle urne è uscita comunque come una minoranza (minoranza che rischia di essere addirittura inferiore a un quarto dei cittadini se la tendenza dell’astensionismo non si inverte). Non è dittatura, sia chiaro: ma è un passo nella direzione sbagliata. Quella che risponde alla crisi della rappresentanza riducendo la rappresentanza, anziché aumentandola.
Per il secondo dei due fenomeni, la predominanza di poteri e di dinamiche esterne sui poteri politici elettivi, è molto più difficile proporre alternative. Si tratta di una tendenza globale e con origini strutturali, cioè derivanti soprattutto dai grandi cambiamenti economici e tecnologici. Governare davvero questi poteri e queste dinamiche – rimettendoli al servizio della democrazia – è cosa che si può pensare di fare solo su scala non nazionale: extranazionali sono loro, globale (o almeno europea) può essere solo la democrazia che riconquista il suo primato. Quello che sta avvenendo in Grecia in questi giorni, credo, ne è l’ennesima conferma. Pensare che basti eleggere in un solo Paese un Governo che riconquista il diritto di governare il suo popolo su scala locale è molto difficile. Siamo in una fase storica abbastanza oscura, da questo punto di vista: perché abbiamo in buona parte perso il diritto a determinare il nostro futuro attraverso le democrazie nazionali ma non abbiamo ancora conquistato il diritto a determinare il nostro futuro attraverso la democrazia transnazionale.
Ecco, non so se a questo punto è chiaro cosa sento io il 25 aprile: soprattutto una grande invidia per quelli che, liberata l’Italia, pensavano che da lì in poi i cittadini si sarebbero governati da soli. Una grande invidia perché sta andando sempre meno così, perché al contrario di loro ci sentiamo sempre meno autori delle scelte che determinano il nostro futuro.
Qui siamo, oggi, 25 aprile 2015. Di qui dobbiamo muoverci, per quanto possiamo, andando nella direzione giusta. Cioè, come 70 anni fa, nella direzione di restituire il potere alle persone, in basso.
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28/4/2015
IL PUNTO DI PAOLO PAGLIARO. L’Italicum
Toninelli

http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/renzi-incendia-il-Parlamento-28-04-2015-153447
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COLPIRNE DIECI PER EDUCARLI TUTTI
MARCO TRAVAGLIO

Era già accaduto al Senato nel giugno 2014, con la sostituzione- destituzione dalla commissione Affari costituzionali di tre Senatori del Pd (Mineo e Chiti) e di Scelta civica (Mauro), rei di dissentire sulla controriforma costituzionale di Renzi. E siccome nessun’autorità, tantomeno Napolitano, fece una piega per difendere la Costituzione contro quella scandalosa purga ordinata dal capo del Governo, ora la scena si ripete pari pari alla Camera, con la cacciata dalla commissione gemella di 10 deputati Pd colpevoli di dissenso sull’Italicum: Bersani, Cuperlo, Bindi, D’Attorre eccetera. Ma solo per 10 giorni: giusto il tempo di far votare i 10 sostituti come soldatini obbedienti sull’Italicum, poi, a missione compiuta, torneranno i titolari.
E naturalmente anche stavolta nessuno fa un plissè, nemmeno gli epurati. Eppure l’articolo 67 della Costituzione afferma: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Si può contestarlo (Grillo vorrebbe abolirlo, e secondo noi sbaglia), ma intanto la regola è quella. Poi ci sono i regolamenti parlamentari: i membri delle commissioni sono nominati dai presidenti delle due Camere su indicazione dei gruppi e possano essere sostituiti se si dimettono o assumono altre cariche elettive o di Governo. Non certo perché non s’inchinano agli ordini di scuderia, per giunta del Governo. E poi qui non si tratta di un singolo deputato, ma di 10: tutti quelli che dissentono dal Governo che – altro fatto inaudito – pretende di cambiare la legge elettorale a colpi di maggioranza (che poi -ennesima anomalia- è minoranza, senza il premio del Porcellum cancellato dalla Consulta). Inoltre – paradosso dei paradossi – Renzi invoca il vincolo di mandato dimenticando che il mandato elettorale del Pd è esattamente l’opposto dell’Italicum: i suoi parlamentari sono stati eletti nel 2013 promettendo agli elettori di cancellare il Porcellum per restituire ai cittadini il diritto di scegliersi i propri rappresentanti, non per perpetuare il potere dei capi di nominarseli col trucco delle liste o dei capilista bloccati. Quindi a tradire il mandato (peraltro mai ricevuto, essendo stato eletto per fare il sindaco di Firenze) è Renzi, non i “dissenzienti”. E, come ricorda Pippo Civati, il programma elettorale Pd diceva: “Dobbiamo sconfiggere l’ideologia della fine della politica e delle virtù prodigiose di un uomo solo al comando. È una strada che l’Italia ha già percorso, e sempre con esiti disastrosi”. Poi ci sarebbe lo Statuto del gruppo Pd alla Camera, che recita: “Il pluralismo è elemento fondante del Gruppo e suo principio costitutivo. Esso si basa sul rispetto e la valorizzazione del contributo personale di ogni parlamentare alla vita del Gruppo, nel quadro di una leale collaborazione e nel rispetto delle norme del presente Statuto”. Quello del gruppo al Senato addirittura “riconosce e valorizza il pluralismo interno nella convinzione che il continuo confronto tra ispirazioni diverse sia fattore di arricchimento del comune progetto politico… Il Gruppo riconosce e garantisce la libertà di coscienza dei Senatori… Su questioni che riguardano i principi fondamentali della Costituzione e le condizioni etiche di ciascuno, i singoli Senatori possono votare in modo difforme dalle deliberazioni dell’Assemblea del Gruppo…”. Ma che pluralismo è quello che rimuove i deputati che non s’inchinano supinamente agli ordini di scuderia, per giunta del Governo, per giunta sulla riforma costituzionale ed elettorale, cioè sulle regole fondamentali del gioco democratico? Sentite queste parole: “La sostituzione in commissione di Vigilanza del Senatore Paolo Amato è del tutto illegittima. Il Regolamento prevede la sostituzione di un commissario solo in caso di sue dimissioni, incarico di Governo o cessazione per mandato elettorale. Checché ne dica il Presidente Schifani, che sta esercitando le funzioni di Presidente del Senato con modalità che vanno totalmente censurate sotto ogni profilo, istituzionale e regolamentare. Modalità più da giocoliere che da interprete del diritto”. Così parlò il 4 luglio 2012 Luigi Zanda, allora vice e ora capogruppo del Pd al Senato, sdegnato perché Schifani aveva epurato l’azzurro dissidente Amato. E invocava l’art.67, che ai vertici del Pd piace molto quando c’è da sbatterlo in faccia a Grillo (che non lo vuole) e molto meno quando c’è da rispettarlo in casa propria. Cos’è cambiato da allora a oggi, a parte il colore degli epuratori e degli epurati? La Costituzione e il Regolamento per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano, anzi si calpestano. Il refrain del Politburo Renziano, graziosamente detto Giglio Magico, è che l’assemblea del gruppo ha votato a maggioranza pro Italicum, quindi ora tutti devono adeguarsi per disciplina di partito. Ma questo può valere per le leggi di ordinaria amministrazione, non certo per le regole e i passaggi fondamentali della vita democratica. Altrimenti, di grazia, perché il 18 aprile 2013, quando l’assemblea dei grandi elettori Pd scelse Franco Marini per il Quirinale, Renzi e la sua minoranza si ribellarono alla maggioranza votando Chiamparino? Con che faccia, oggi che sono maggioranza, vogliono negare alla minoranza il diritto al dissenso? Ps. Siccome è già partita la black propaganda per squalificare i dissenzienti come conservatori del Partito No Tutto, perfetto corollario del refrain “meglio l’Italicum che nessuna legge elettorale”, sarebbe cosa buona e giusta se la minoranza Pd, M5S, Sel e chi ci sta presentassero subito in Parlamento un ddl di una riga: “È ripristinato il Mattarellum”. Chissà che ne pensa il capo dello Stato.

(Padiglione Enel)

RIDIAMARO :- )

IL RAZZI PENSIERO
Quello che io faccio
non ho mai pentito
sono stato eletto Senatore
anche perché di fame si muore
poi Crozza mi ha imitato
e ora sono anche famoso
caro amico te lo dico da amico
e fatti anche li cazzi tuoi / famme cantà
tira a campà / fammi sognare
chiedo solo un rimborso spese per arrivare alla fine del mese
a chi vive di emozioni
anche perché ama le canzoni
a chi è rimasto senza posto fisso
e per questo si sente un fesso
del jobs act non so niente
preferisco il made in Italì
caro amico te lo dico da amico
io penso a li cazzi miei
famme cantà
fammi lavorare
famme cantà

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Marcthulhu
Renzi: “L’Expo è la misura delle ambizioni degli italiani”. Pulirsi della malefatte con soldi pubblici intascando profitti privati.
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Iray: “Renzi: “L’Expo non è più uno scandalo”.
Ora è una prassi.”
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Doctor C: “Fedez chiede alla Clerici cosa pensa delle infiltrazioni mafiose all’Expo.
“Sono la morte sua”.
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Xanax: “Oggi è il 1° Maggio 2015, Festa del Lavoro incompiuto.”
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Negus: “Si aprono le porte dell’ EXPO.
Quelle senza una maniglia.”
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Cricon: “Il tema di Expo 2015 è “Nutrire il pianeta”. Iniziando da mafia e politica.”
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GiuCox: “Il Papa interverrà in streaming all’inaugurazione di Expo,
se aspetta un palco inauguriamo a Natale.”
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Adry Ana: “Il Papa interverrà all’inaugurazione di Expo.
Ormai si spera solo più in un miracolo.”
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Ibico
Renzi: O Italicum passa o Governo cade…e o strunz governa.
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Enrico
Italicum . Si avvicina l’addio di Civati al PD. Se sono forse fioriranno
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Luca
Fassina: “Renzi gioca con la democrazia”. Anziché andare a troie come quell’altro.
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Aristotele paziente
Italicum, Renzi: c’è in ballo la dignità del Pd.
Deve essere la stessa dignità di cui parla Berlusconi
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http://masadweb.org


MASADA n° 1646 3-5-2015 FILM NINFOMANIA

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MASADA n° 1646 3-5-2015 FILM NINFOMANIA
Viviana Vivarelli

La ninfa è lo stato ancora incompiuto di alcuni insetti.
Da cui potrebbe dedursi che la ninfomania è uno stato embrionale della psiche in cui non si sono ancora sviluppati i sentimenti ma si è sviluppata la sessualità per cui questa dilaga anche nel luogo dove dovrebbero esistere i sentimenti..

L’orgasmo è per un 30% sesso, per un 30% passione e per un 40% immaginazione.

«Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te

Alda Merini
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Ho guardato con cura questo film molto discusso, che qualcuno ha considerato pornografico e scandaloso ed altri filosofico e profondo. Mi sono imbattuta in questo film perché è stato presentato su sky.

L’ho guardato con attenzione per molti motivi: malgrado io abbia amato lo stesso uomo per 57 anni e ne abbia avuto una figlia, sono vissuta in modo quasi monacale, non mi pare di aver avuto alcuna esperienza di erotismo e speravo di trovarne nel film restandone delusa, non ho mai guardato film pornografici né conosco la letteratura pornografica in genere, non credo di avere molto interesse per la pornografia mentre ne ho molta per il comportamento psichico in genere e le sue patologie, infine mi incuriosiva il regista LARS VON TRIER (nato nel ’56 in Danimarca), che è considerato uno dei registi più originali e anticonformisti del cinema contemporaneo.

Sicuramente tutto nella vita spinse Lars von Trier verso l’anticonformismo: genitori nudisti, comunisti e atei che lo portarono all’autodeterminazione, assenza di autorità esterna che lo portò a crearsi a una disciplina interiore e a esercitare una leadership, scuola iniziale troppo severa che abbandonò per reazione a 15 anni, scoperta che il padre biologico non era il compagno di sua madre ma era un famoso compositore svedese con cui non riuscì mai ad avere rapporti. L’insieme unito ad una spiccata intelligenza lo portò ad essere un escluso famigliare e sociale, un non riconosciuto, e pertanto amplificò da una parte il suo desiderio di distinguersi e farsi notare, dall’altra lo appesantì con una serie di fobie complicandogli la vita e lo spinse alla droga e all’alcool.
Certamente Lars non Trier ha sempre sofferto di conflitti di personalità e di sindrome da esclusione, tanto che per valorizzare se stesso si aggiunse un ‘von’ come attributo nobiliare. Le sue fobie sono molteplici: non può viaggiare in aereo, come in mare aperto, crede di essere colpito da malattie letali ecc., soffre a lungo di depressione.
Esordisce in televisione con Medea ma ottiene il successo con la serie horror ‘The Kingdom’. A partire dai 13 anni è anche attore e si cimenta nella regia. Il suo primo film di successo è ‘L’elemento del crimine’, una trilogia che ottiene molti premi ma non ha successo in Danimarca.
Nel ‘95 fonda il movimento Dogma 95 con l’intento di “purificare il cinema dalla cancrena degli effetti speciali e dagli investimenti miliardari“. Niente luci, nessuna scenografia, assenza di colonna sonora, rifiuto di ogni espediente al di fuori della camera a mano. Le regole da seguire per raggiungere questo obiettivo furono espresse in un decalogo scritto, immediatamente violate in ogni senso.
Ho visto il suo primo film del ’96 ‘Le onde del destino’, storia che non mi è piaciuta affatto per la stupidità della protagonista che si annichilisce per amore, un caso clinico di tipo opposto, ma proprio per questo sulla stessa linea di Ninfomania e in cui la protagonista si sacrifica in una devozione masochista d’amore, entrambe patologie estreme dell’amore. Possiamo dire che Lars va da un eccesso sentimentaloide e suicida all’assenza brutale di ogni sentimento.
Nel 2000 arriva il grande successo di ‘Dancer in the Dark, con la cantante islandese Björk, primo film girato tutto in digitale. E se Ninfomania può definirsi un anti-porno, questo è un anti-musical. Siamo sempre in pieno anticonformismo.
Divenuto ricco, Lars si permette di ingaggiare Nicole Kidman per il suo ‘Dogville’ del 2003, prima opera di una nuova trilogia sugli Stati uniti.
Seguono film gotici o provocatori con attori pescati nel porno e ispirazioni prese da ‘L’anticristo’ di Nietzsche. Appare Charlotte Gainsbourg, che sarà poi la protagonista di Ninfomania. Segue il depressivo ‘Melancholia’, vincitore di tre European Film Awards: miglior film europeo dell’anno, miglior fotografia e migliore scenografia.

TRAILER

Ninfomania’ esce a Copenaghen nel 2014 sempre con Charlotte Gainsbourg.
E’ la storia in due film di una ninfomane, Joe, raccolta pesta e sanguinante in un vicolo da un anziano professore universitario, Seligman (Stellan Skarsgård), che la porta nella sua casa e nel corso di una notte lei gli racconterà le sue turbe sessuali e la sua vita dissoluta.

Il professore, che non ha mai avuto una propria vita sessuale, la ascolterà con molta pazienza rapportando le esperienze coatte della donna alle proprie conoscenze di pesca, insetti, astronomia, filosofia e musica colta… in un succedersi di analogie anomale e di grande valore estetico, molto strane quando più i fatti narrati sono crudi, anaffettivi e cinici.
Per esempio paragonerà tre diversi amanti a tre tocchi di un preludio corale di Bach, tre voci, ognuna delle quali ha la propria personalità, ma tutte e tre formanti una completa armonia, una polifonia (nota 1).
Questa sublimazione della storia, via via che viene filtrata dall’interpretazione quasi scientifica e naturalistica del professore, ha un effetto catartico sulla narratrice stessa, che, vedendo dal di fuori i propri atti compulsivi nell’oggettivazione rarefatta di una mente razionale e filosofica, riesce quasi a purificare se stessa riconciliandosi col suo io malato. Quando la lunga notte ha il suo termine e la narratrice ha abreagito la sua sindrome, come in una profonda seduta psicoanalitica, ecco che esplode un finale imprevisto e sconvolgente che lascia senza fiato. La natura ha vinto sulla ragione.

Non credo che questo sia un film porno e certamente non è un film erotico. Per capire meglio di cosa stiamo parlando bisognerebbe saper distinguere tra erotismo e pornografia.
Il termine erotismo viene dal mondo greco e indica un amore appassionato unito al desiderio sessuale. Nell’erotismo c’è una forte attrattiva sessuale ma anche un intenso legame emotivo. Dunque l’erotismo si lega a ciò che ci appare immensamente bello attraverso la sensualità.
In ‘Ninfomania’ non c’è niente di tutto questo. La protagonista non è affatto attratta sessualmente dagli uomini con cui scopa e non prova alcun legame sentimentale con loro. Essi entrano nella sua vita in modo solo strumentale per soddisfare una pulsione strettamente fisica, ma il film non mostra nemmeno l’estasi dell’orgasmo, salvo una scena grottesca in cui, bambina, sdraiata in un prato e con le gambe unite, si provoca da sola un orgasmo con la sola forza dell’immaginazione e levita come una santa tra due figure divine in cui il professore ritrova Messalina e la Grande meretrice di Babilonia.

Lars von Trier ha impresso tutta la sua vita sullo scandalo. L’esibizione è il tratto più decisivo della sua personalità. In psicoanalisi l’esibizionismo indica la necessità di essere riconosciuto, perché da ciò passa il riconoscimento di noi stessi. Per assurdo, anche il bambino che è lasciato troppo libero da regole è un non riconosciuto, perché noi ci riconosciamo non solo per ciò che possiamo fare ma anche per gli imperativi morali che ci vietano di fare certe cose. Noi siamo i nostri SI’ e i nostri No. Un eccesso di No da parte famigliare come un difetto di No sono recepiti dal bambino allo stesso modo, come una mancanza di amore dei genitori verso di lui. Il genitore che non regola non cura. Come non lascia crescere quello che cura in modo troppo oppressivo. L’evoluzione della personalità può avvenire solo in un varco dove qualcosa dei genitori viene assimilato e qualcosa respinto. I danni che si possono fare ad una personalità in formazione possono venire dagli eccessi come dalle mancanze. In modo analogo, genitori che si vivono solo al negativo: no religione, no conformismo, no regole sociali, no costume, possono produrre danni come i genitori troppo conformisti ed omologati. L’assenza di regole esterne può trasformarsi allora in una moltitudine di fobie, che altro non sono che regole interne, molto più dure e feroci di qualunque disciplina formale esogena, insorgenti come a colmare un vuoto.
Aggiungiamo a questo la sindrome del ‘figlio non riconosciuto’ che gravò su von Trier spingendolo per anni a un contatto con un padre bilogico che non volle mai nemmeno vederlo.
La cosa curiosa dell’esibizionista è che la sua sindrome lo porterà a scontrarsi con la società regolarizzata, accentuando ancora di più la condanna sociale e dunque ancora di più il suo isolamento, il suo sentirsi alieno al resto del mondo. La fuga nella droga o nell’alcool, a questo punto, può essere fisiologica e ripete il tentativo di fuggire da quel sé che non si autoriconosce. Il bambino non amato non si ama, il bambino aggredito si aggredisce, il bambino non riconosciuto non si riconosce e cerca vie di fuga dal proprio io rinnegato.
E dunque quanto c’è nei film di Lars von Trier di se sesso?
E quanto c’è in “Ninfomania’ delle proprie proiezioni personali?
Per quanto, è possibile che ogni opera umana non sia altro che una proiezione dell’io del suo autore.

Sempre in nome dell’esibizionismo che porta anche ad atti controproducenti, nel 2011, durante la presentazione al Festival di Cannes del suo film ‘Melancholia’, von Trier sconcertò la stampa con dichiarazioni non gradite sul Nazismo. Richiesto su suo padre, rispose: “Cosa posso dire? Capisco Hitler. Ha fatto molte cose sbagliate, assolutamente, ma posso immaginarmelo seduto nel suo bunker, alla fine … mi immedesimo, sì, un po’”. Dichiarò poi che lo stato di Israele era «una rottura di scatole» (altra eresia occidentale), disse di ammirare molto l’architetto Albert Speer, uno dei ministri di Hitler, processato e condannato a 20 anni al Processo di Norimberga, con queste parole: ”Intendevo parlare dell’arte. Albert Speer mi piaceva. Era forse uno dei migliori figli di Dio.. Ha avuto del talento che poteva essere utilizzato….” terminando infine con l’ammissione irricevibile: “Ok, io sono un nazista“. In seguito, quando un giornalista gli chiese se ‘Melancholia’ potesse essere un film distribuito su larga scala, rispose in modo goliardico: «Noi nazisti siamo piuttosto bravi a fare le cose su larga scala». Al che venne immediatamente espulso dal Festival di Cannes, molti paesi minacciarono di annullare i contratti di distribuzione del suo film e la procura di Cannes lo indagò per “apologia del nazismo”. Claude Lelouch parlò di “suicidio professionale”. Più tardi, von Trier cercò di rimediare dicendo di non essere realmente nazista o antisemita, ma che voleva solo fare uno scherzo ai giornalisti.. Comunque sia, il fatto prova da una parte la sua natura imprudente ed esibizionista, dall’altra il gigantesco conformismo e la colossale ipocrisia in cui è calato l’Occidente.
In seguito, per tre anni, von Trier, irritato con i giornalisti e l’intero mondo, mantenne il silenzio stampa. Nel 2014 parlò di nuovo ai giornalisti per dire di essere stato in cura per dipendenza da droga e alcool e ammise di aver scritto gran parte dei suoi film sotto il loro effetto e di essersi mantenuto creativo bevendo una bottiglia di vodka al giorno. Di nuovo si presentava come ‘il regista maledetto’, continuando a destare scandalo. In effetti scrisse ‘Dogville’ da ubriaco in soli 12 giorni, mentre per ‘Nymphomaniac’, scritto da sobrio, gli ci vollero 18 mesi.

Su cosa sia la ninfomania, la cosiddetta scienza ha avuto atteggiamenti contrastanti, dovuti anche al fatto che, tradizionalmente, nel mondo cattolico come in quello ebraico e protestante per non parlare di quello islamico, il predominio maschilista non ha mai riconosciuto alla donna il desiderio sessuale e ha avuto ogni interesse a castrare ogni forma di piacere femminile, pur rimanendo la donna il principale oggetto di piacere sessuale del maschio. Perfino negli Stati uniti l’orgasmo femminile e l’eiaculazione femminile sono stati negati fino agli anni ’80. Un mondo maschilista ha castrato coi suoi pregiudizi le donne, ritenendole di fatto esseri asessuati, passivi e succubi alle voglie e all’immaginario maschile, per cui qualunque asserzione contro questo mito del potere è stata considerata scandalosa e inaccettabile.
Il termine ‘ninfomania’ nasce nel 1771, quando il medico francese Bienville parla di ‘furore uterino’, termine idiota non dissimile alle eziologia ottocentesche per cui l’isteria era una malattia dell’utero. Per gran parte del 1900 la ninfomania è stata considerata una perversione (Freud considerava come perversione anche l’omosessualità), poi è diventata una patologia sessuale femminile, che evidentemente non doveva esistere nella normalità di una donna (ma cos’è, allora, la normalità ? Penalizzare metà del genere umano considerandolo inferiore dovrebbe considerarsi ‘normale’?) , mentre gli uomini che pensavano sempre al sesso (si dice che un uomo pensi al sesso ogni 7 secondi) o lo esercitavano più spesso che potevano erano considerati ‘virili’ e’ stalloni’. Ma per la donna una forte e compulsiva ricerca di coito doveva essere classificata come patologica e si diceva che poteva portare ad assenza di orgasmo e frigidità (mentre nessuno ha mai detto che un uomo affetto da satiriasi, vedi Berlusconi, doveva marciare verso assenza di orgasmo e frigidità).
Solo nel 1992 l’OMS ha cancellato la ninfomania dalle patologie ufficiali, parlando poi di ipersessualità.
Attualmente la ninfomania e la satiriasi non sono elencate come malattie nel DSM-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali) pubblicato negli Stati Uniti, tuttavia rimangono parte dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems ICD-10, ognuna elencata come sottotipo della ipersessualità. Ma persistono molte divergenze tra gli psicologi su cosa debba intendersi come ninfomania e se debba considerarsi o no una malattia psichica. Alcuni la equiparano ad altre dipendenze come alcool o droghe, altri la trattano come un disturbo ossessivo-compulsivo, altri infine minimizzano e la considerano il risultato di influenze culturali penalizzanti in una tradizione dove persiste una mentalità maschilista che continua ad umiliare la donna, trattandola diversamente dall’uomo.
Nel linguaggio comune, ninfomane è un insulto mentre uomo ipersessuale o grande trombatore è un elogio. E si continua a cercare nella ninfomane (ma non nel satiro) delle difficoltà inconsce, come se l’ipersessualità fosse una via sbagliata per cercare qualcosa di psichico che sessualmente non potrà mai essere trovato.
Io posso testimoniare che ho conosciuto delle donne con forti appetiti sessuali e una grande facilità a soddisfarli senza che questo significasse necessariamente dei gravi problemi psicologici e che hanno avuto vite piene, felici e soddisfacenti.
Comunque, nel film, la protagonista ha una forte dipendenza dalla sessualità e la cerca continuamente in tutti i modi possibili, anche pericolosi, non solo attraverso il coito, ma anche attraverso il masochismo, la violenza, il plagio.

Da un punto di vista estetico o morale, non ho trovato in questo film i caratteri pornografici (cioè volgari) che mi aspettavo. Sì, ci sono continue scene di nudo, peraltro di corpi non propriamente attraenti, Charlotte Gaisbourg non è una vera bellezza e non ha nulla di erotico e altri nudi sono piuttosto efebici e asessuati, si vedono atti sessuali molto espliciti ma freddamente e senza alcun coinvolgimento (tra l’altro le scene di penetrazione o di genitali sono state ricostruite al computer), si vedono molti peni maschili anche vistosi, altri flaccidi, ma il pene umano non ha nulla di erotico in sé, non desta eccitazione, e l’atto sessuale senza un accompagnamento emozionale è un atto ripetitivo e meccanico, per di più la fotografia del film è nuda, povera, senza attrazioni, priva di ogni elemento estetico, quasi asettica e il martellamento anaffettivo dei corpi genera una sensazione di noia e sazietà. Bellissimo il contrasto tra la miseria della storia e le osservazioni filosofiche del vecchio professore. Si delinea, molto in ombra, anche una contestazione all’ipocrisia sociale, come se von Trier pronunciasse per bocca della protagonista, Joe, quella protesta verso la società che aveva trovato in famiglia e manifestava lui stesso.

Joe: “ L’erotismo significa dire sì, l’amore invece solletica istinti più bassi avvolti da bugie.

Non sono una sessodipendente, sono una ninfomane. Ogni volta che una parola diventa proibita, si toglie una pietra dalle fondamenta della democrazia. La società dimostra la sua impotenza di fronte a un problema concreto togliendo le parole dal linguaggio.”

Seligman: Penso si possa dire che il “politicamente corretto” è l’espressione della democrazia nei confronti delle minoranze.
Joe: E io dico che la società è vigliacca come le persone che la compongono e che secondo me sono anche troppo stupide per meritare la democrazia.
Seligman: Capisco la sua opinione ma non sono affatto d’accordo. Io non ho dubbi sulle qualità umane.
Joe: Le qualità umane possono essere indicate da una sola parola: “ipocrisia”. Spesso elogiamo chi parla bene ma si comporta male e denigriamo chi parla male ma si comporta bene.
Nella sua voracità di sesso, che l’ha portata ad avere anche dieci rapporti al giorno con uomini diversi, Joe non si è fatta troppi scrupoli verso le famiglie sfasciate e le mogli tradite. Seligman osserva: “La dipendenza a volta porta a una mancanza di empatia”. Joe replica: “Per me la ninfomania era mancanza di sensibilità”. La definizione è perfetta. La ninfa è la creatura non compiutamente realizzata.

Nymphomaniac è diviso in capitoli, cinque nel Vol. I (La pescatrice Esperta, Jerome, La Signora H, Delirio, La Scuola di Organo) e tre nel Vol. II (La Chiesa d’Oriente e d’Occidente, Lo Specchio, La pistola). Il livello più alto del film è raggiunto nel Capitolo 5, La Scuola d’Organo, in cui si paragona la Polifonia di Bach all’attività sessuale di Joe: la musica che ascoltiamo, ci spiegano, è fatta da tre voci, ognuna con il suo carattere, ma in totale armonia. Mentre ascoltiamo la musica a tre voci, Joe ci racconta a quale voce corrispondono tre dei suoi amanti: quello dolce, quello aggressivo e quello magnetico. Che per lei, alla fine, sono un tutt’uno, un’armonia, come nella musica di Bach. Von Trier mette in scena queste tre voci attraverso lo split screen, dividendo l’immagine in tre parti, e la spiegazione che ne consegue è molto interessante e originale.

Il film ha avuto varie edizioni più o meno censurate ma la cosa curiosa è che le censure riguardano la visibilità degli organi genitali maschili (nella scena con i due negri che se la contendono, entrambi hanno due enormi peni in erezione). E’ davvero comico è che questo Occidente dove i corpi femminili sono stati ormai esplorati in tutte le loro parti e persino il web è stracolmo di porno al femminile, ci sono forti tabù a mostrare allo stesso modo il pene maschile. Insomma, questo uomo, che non è portato a considerare patologiche le proprie ossessioni sessuali e non esita a esercitare ogni forma di uso e abuso del corpo femminile, è poi pudibondo sul proprio organo maschile e ne censura la visione. Almeno erano più onesti gli antichi Romani e Greci che mostravano la bellezza del corpo nudo maschile come femminile in perfetta naturalità. Anche la censura attuale mostra nella degenerazione innaturale della sessualità un maschilismo auto protettivo e grottesco, tanto più che non è mai successo che la vista di organo sessuale maschile abbia portato a desiderio acceso una donna. Ma non vedrete mai un attore famoso o un cantante famoso mostrarsi totalmente nudo col proprio pene penzolante. Cosa temono dunque gli uomini quando censurano la vista del loro pene? Che questa vista li faccia apparire meno belli? O che stimoli desideri omosessuali in loro stessi? :- )

Dunque non si parla di amore in questo film, eppure c’è una ricerca disperata d’amore.
Da quella madre anaffettiva vista sempre di spalle che non parla mai ed è chiusa nei suoi solitari giochi di carte e quel primo amante che è poi anche l’ultimo che ne fa la sua cavia.
La parte più poetica e dolce è quella relativa al padre, un uomo chiuso e portato agli studi scientifici ma innamorato degli alberi che trasmette alla figlia bambina un messaggio di grande poesia, un padre medico ma anche poeta che si collega alla figura dell’anziano professore che usa tutte le sue conoscenze astratte e teoriche ma anche liriche per capire l’ossessione di quella donna cinquantenne che ha raccolto nel vicolo. E alla poesia degli alberi Joe avvierà la sua protetta, provando per lei quei sentimenti d’affetto che la sua natura coatta la porta a rinnegare.

Il frassino è il più bello degli alberi”. Il frassino è l’albero cosmico, l’albero del mondo, che si erge verso l’alto alla ricerca della luce e che per la sua bellezza “suscita invidia in tutti gli altri alberi del bosco”. Parlando del frassino era come se il padre volesse descrivere la bellezza della figlia Joe che si entusiasmava e godeva della favola raccontata in quel modo appassionante.
Gli alberi in inverno sono i fantasmi degli alberi”, le dice il padre, così come lei, reduce da una vita insensata è il fantasma di se stessa, un fantasma che può riscattare la propria morte al sentimento con un’altra morte.
Ogni persona ha il suo albero. Bisogna girare il bosco e cercare l’albero che ci rappresenta. In una scena ulteriore del film, Joe riconoscerà il proprio albero: un povero albero nudo e secco, piegato inverosimilmente tutto da una parte.

Ma la sua povera vita coatta non è che una ricerca di armonia, scandita da cifre, il 3, il 5, come se non dipendesse da libera scelta ma fosse costretta a seguire una scaletta fissa, come la rigidità matematica che scandisce la vita di certe schizofreniche. Seligman che l’ascolta con profondo interesse e grande attenzione, le dirà che 3 e 5 fanno parte della serie numerica (0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, ecc., dove ogni termine della serie è ottenuto dalla somma degli ultimi due numeri) scoperta da Fibonacci, come se anche le vite umane fossero collegate a leggi matematiche. Ma nei destini le scansioni numeriche non portano armonia e bellezza, portano alla dipendenza, all’ossessione, all’autodistruzione.
Il senso che lascia il film è che non si può vivere dimezzati, rinnegando i sentimenti e la bellezza, e lasciando che una sola pulsione prenda il sopravvento. Chi rinnega una parte di sé è condannato a vivere in un eterno esilio da se stesso.
Il film si chiude come un cerchio.
La vittima consenziente che ha dato il via a una spirale di dolore si proietta sulla sua allieva, costretta a subire dallo stesso uomo la stessa iniziazione all’amore sbagliato, come se ogni colpa generasse a sua volta una catena di colpe perpetuando il dolore del male vivere all’infinito.
Forse” dice Joe, “l’unica differenza tra me e gli altri è che ho sempre voluto di più dal tramonto. Colori più spettacolari, quando il sole toccava l’orizzonte. Forse è questo il mio unico peccato“.
Chi vuole forzare la vita a vivere troppo la vita, è condannato a perderla per sempre.

La maggior parte degli uomini è eroticamente cieca, poiché commette l’imperdonabile malinteso di scambiare eros con sessualità.
Carl Gustav Jung
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Postfazione
per conoscere meglio von Trier

Le onde del destino

Melancholia

Dancer in the dark

Dogville

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Nota 1

Tra le tante recensioni lette ne vorrei riportare una molto bella e colta di Simone Bissolati.
Nel film il professore paragona la contemporaneità di tre diversi amanti ad una polifonia.
Scrive Simone Bissolati: “Il brano usato da Lars Von Trier è “Ich Ruf Zu Dir, Herr Jesu Christ” (Chiedo a te, Signore Gesù Cristo) di Johann Sebastian Bach. Partendo da questa opera Seligman (che poi in tedesco significa benedetto), inizia la sua spiegazione. Il tema era originariamente un inno, ma poi Bach decise di riarrangiarlo e migliorarlo. Bach era il maestro della polifonia, un fenomeno medievale e interamente europeo. Parte dal presupposto che ogni voce abbia una propria melodia ma tutte insieme sono in armonia. Già Giovanni Pierluigi da Palestrina scrisse delle opere per diversi cori in contemporanea, usando la polifonia, ma Bach perfezionò l’espressione melodica e l’armonia e fece uso di numeri mistici e incomprensibili, probabilmente basati sulla Successione di Fibonacci.
Quest’ultima si ottiene sommando i due numeri precedenti per ottenerne il successivo: 0+1=1 1+1=2 1+2=3 2+3=5 3+5=8 e così via. Naturalmente nel film i numeri 3, 5 e 8 hanno un preciso significato: il film è diviso in due volumi, il primo di cinque capitoli il secondo di tre, in totale otto. Anche nella scena in cui Joe ha il suo primo rapporto, i numeri 3, 5 e 8 hanno la loro parte. L’utilizzo di numeri e sequenze ha sempre avuto nella musica, nell’architettura, in generale nell’arte, lo scopo di trovare una “metodologia divina”. Si pensi ai collegamenti tra la successione di Fibonacci e il Teorema di Pitagora o alla Sezione Aurea (il rapporto tra un numero di Fibonacci e il suo successivo tende al reciproco della Sezione Aurea). A destra, la Spirale di Fibonacci creata mediante l’uso di quadrati con il lato equivalente ad ogni numero della successione.
Seligman cita poi ad esempio, il tritono.

La Spirale di Fibonacci
Nella teoria musicale il tritono è l’intervallo di quarta aumentata o quarta eccedente o “quinta diminuita”: tra una nota e l’altra c’è una distanza di tre toni. Il tritono è anche la metà esatta di una ottava e per questo, ripetendo ciclicamente dei tritoni, l’orecchio umano non risulta più in grado di capire se l’intervallo è ascendente o discendente, generando l’omonimo paradosso. Questo intervallo è una delle maggiori dissonanze della scala diatonica, e durante il medioevo era chiamato diabolus in musica. Il suono del tritono tende fortemente verso la risoluzione a gradi vicini.(Wikipedia)
La Triade del Diavolo è stata vietata nella musica, durante il medioevo. Fu Guido D’Arezzo, nello sviluppare il suo sistema a sei corde, a definire il tritono un intervallo dannoso, portandolo quindi alla cattiva considerazione da parte dei teorici. Con il passare dei secoli questa concezione negativa è decaduta, e ritroviamo il tritono nella musica classica, nel jazz, e nel metal (il riff iniziale di “Black Sabbath-Black Sabbath-Black Sabbath”). Il Tritono è ben noto ai virtuosi italiani del violino, come Giuseppe Tartini (autore della celebre composizione “Il trillo del diavolo”) o Niccolò Paganini. Nella musica ottocentesca venne usato da Ludwig van Beethoven nella Settima Sinfonia e da Franz Liszt (nella “Dante Sonata”). Lo usò Richard Wagner nella “Götterdämmerung”; Camille Saint-Saëns lo ha usato nella sua “Danse Macabre”. Molto presente anche nel jazz, lo troviamo nel rock con “Purple Haze” di Jimi Hendrix e nel progressive con “The Devil’s Triangle” dei King Crimson, oltre che nella coda di “White Hammer” dei Van Der Graaf, dove il sax e tastiere duettano in progressione ascendente.

La somma dei valori numerici rappresentati nel nome di Bach è 14, un numero che usa spesso nelle sue composizioni. La cosa interessante sul nome di Bach è che il valore numerico delle singole lettere sono tutti numeri di Fibonacci.
Ma torniamo a “Ich Ruf Zu Dir, Herr Jesu Christ”. Questo pezzo è formato da tre voci: il basso (suonato all’organo con i piedi), la seconda voce suonata con la mano sinistra e la prima voce suonata con la mano destra chiamata Cantus Firmus. Insieme, queste tre voci, creano la polifonia.

Il basso.
La prima voce.
La seconda voce.
Come risposta alla “parentesi culturale” di Seligman, Joe ipotizza un’analogia tra la polifonia e la sua situazione.
Solitamente, una ninfomane è vista come una donna che non ne ha mai abbastanza e per questo fa sesso con molte persone diverse. Certo questo è vero ma potrebbe anche essere vista come la somma di tutte queste diverse esperienze sessuali. Quindi in un certo senso una ninfomane ha un solo amante. Siccome “Ich Ruf Zu Dir, Herr Jesu Christ” ha tre voci, Joe si limita a parlare di tre soli amanti.
Il basso è “F”. Una persona semplice un brav’uomo. Se l’appuntamento era alle dieci lui si faceva vedere sempre intorno alle nove, parcheggiava e aspettava. Spesso Joe provava compassione per lui e gli offriva una tazza di caffè mentre finiva con quello prima di lui. “F” era rassicurante e sapeva esattamente ciò che Joe voleva, senza bisogno di parole. Lo scopo più sacro per “F” era l’orgasmo di Joe. “F” era la voce grave: uniforme, prevedibile e rituale, senza dubbio. Ma anche la base è molto importante, anche se, da sola, non significa molto.
Poi c’è “G”: l’unico che lei doveva e voleva aspettare. Quando finalmente compariva e Joe apriva la porta, lui non entrava immediatamente, nel modo in cui non lo fa un gatto
 quando lo lasci entrare, come se una volta che la porta è aperta lui avesse tutto il tempo del mondo. Ma lui era più di un gatto. Era come una specie di giaguaro o leopardo. Si muoveva come loro, e la cosa eccitava infinitamente Joe. Comandava lui. Ecco come stavano le cose.
La terza voce è Jerome: l’ingrediente segreto del sesso è l’amore. La terza voce: l’ingrediente segreto. Ma come arriva l’amore, qualcosa cambia. “Non riesco a sentire nulla.” dice Joe a Jerome. E questo è quanto: basta vedere cinque minuti di film, per trovare infiniti collegamenti con la matematica, la musica, la letteratura, l’architettura… Spesso questi collegamenti sono aiutati da “immagini concettuali” come nella divertente scena del “parcheggio perfetto”. Intendiamoci, non mancano peni eretti, amplessi di ogni tipo e sadomasochismo, ma anche lo spettatore più distratto non potrà non notare la quantità enorme di nozioni, informazioni, spunti, di cui questo film è saturo.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1647 6–5-2015 UN PAESE ALLA DERIVA

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(Il Pd)

MASADA n° 1647 6–5-2015 UN PAESE ALLA DERIVA
Viviana Vivarelli

Tutta l’Europa cresce, noi no. Siamo il peggiore Paese europeo insieme alla Grecia – I dati OCSE – Risultati del Jobs Act: 138.000 disoccupati in più (NON 82.000 occupati in più!! Capito, Ministro Poletti? – Zero investimenti – L’unica preoccupazione di Renzi è demolire i diritti e le tutele democratiche – Con l’Italicum ci saranno in Parlamento 475 nominati (due terzi) e 242 eletti (un terzo), bella democrazia!? – Avanza un sistema autoritario – Un futuro peggiore del presente – L’Ue e Varoufakis – La Bce viola il suo stesso statuto: dov’è che persegue la crescita, la piena occupazione e la solidarietà? – Chi comanda davvero in Europa e perché – Perché la Bce presta alle banche private al tasso dello 0,15% ma allo Stato greco chiede il 28%? Questa è usura- . Il “terrorismo finanziario” è servito per eliminare il welfare e “svuotare la democrazia sostanziale”. Per eliminare le libertà civili e politiche servirà il “terrorismo vero”- Giorgio Gaber e la democrazia

Tutto deve ancora avvenire
nella pienezza:
storia è profezia
sempre imperfetta.

Guerra è appena il male in superficie
il grande Male è prima,

il grande Male
è Amore-del-nulla.

(David Maria Turoldo)
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La vita, la libertà e la proprietà di ogni uomo sono in pericolo quando il Parlamento è riunito.” (Mark Twain)
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Giorgio Gaber
La decadenza che subiamo è uno scivolo che va giù piano piano. È una nuova esperienza che ti toglie qualsiasi entusiasmo e alla lunga modifica il tuo metabolismo. Siam lì fermi malgrado la grave emergenza come uomini al minimo storico di coscienza.”

Alberto: “Nasce a Piacenza il Museo della Merda. In esposizione l’Italicum”
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Civati: “Sono a un passo da…” A un passo???? Ma cosa ti ci vuole ancora per farlo, quel passo?
E intanto confuso
nel dubbio funesto
non parto, non resto
” (Metastasio)
Ma noi non siamo ‘a un passo’ e a quel paese ti ci mandiamo, caro Civati, per direttissima.
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La situazione è tragica, ma non seria.
Ma il problema non sarà che c’abbiamo un eccesso di clown? Berlusconi, Grillo e Renzi, per non parlare di Salvini e dei vari Rizzo e Paita! Gli è tutto un ridere! Gli è tutto da rottamare! (Viviana)
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E poi, in confidenza, 41 fiducie in 14 mesi sono oltreché un record di cui non essere certo orgogliosi, la prova provata, diciamocelo, che senza ‘sti continui strappi al regolamento, minacce, ricatti e ricattini, siamo incapaci di governare.
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Bello questo Senato che oltre a non essere elettivo pesca in quel bacino di criminalità che sono gli enti locali! Come diceva Alberto: “.. quella linea sottile che nel Senato regionale separerà i manifesti elettorali dalle foto segnaletiche.”
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Alberto
“Ci si preoccupa tanto delle vittime dell’Ebola, poco di quelle dell’ignoranza.”
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“L’Italia non è degna neanche del Terzo Mondo”
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Giordano Bruno
E’ inutile.
Hitler lo fermo’ Hitler…

Viviana
Ormai speriamo solo nell’autocombustione
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Della vita ho amato solo le cose che mi hanno fatto dimenticare della vita (H.P. Lovercraft)

COM’E’ CHE DALLA PRIMAVERA EUROPEA MANCA L’ITALIA?
Viviana Vivarelli

In tutti i Paesi europei è iniziata la ripresa economica. Restano escluse Italia e Grecia. In Italia nulla è stato fatto per stimolare l’economia. Le riforme di Renzi sono state congegnate solo per diminuire i diritti democratici, accentrare il potere nelle mani del capo del Governo neutralizzando le opposizioni e tutelare i rei dalle pene. Aumentate le tasse, diminuiti i diritti del lavoro, ridotto lo stato sociale, non è stata snellita la macchina statale, non è stato epurato il potere dai rei, né resa più equa e agile la Giustizia o facilitato il credito, manca qualunque piano di ripresa economica.
Si è fatto credere che il miglioramento di tutti dipendesse dalle riforme e ora possiamo solo augurarci che un numero sempre maggiore di cittadini riesca a capire quanto le riforma renziane ci stiano portando indietro sul piano della civiltà e della democrazia.
Le economie europee beneficiano della combinazione di molti fattori positivi. Prezzi del petrolio bassi, crescita mondiale costante, deprezzamento dell’euro che favorisce le esportazioni, quantitative easing della Bce (programma per cui la Bce compera 60 miliardi di titoli dalle banche private) che arricchisce i mercati finanziari, contribuendo all’abbassamento dei tassi d’interesse e ad aspettative di miglioramento delle condizioni di credito (intanto solo alle banche italiane ha prodotto 1,7 miliardi di utili), e orientamento neutro della politica di bilancio nell’UE che favorisce la crescita.
Via via si dovrebbero vedere gli effetti delle riforme e del piano di investimenti per l’Europa (peccato che non esista alcun piano di investimenti per l’Italia!). Per il 2015 si prevede un aumento del PIL reale dell’1,8% nell’UE e dell’1,5% nella zona euro (grottesco che l’aumento sia inferiore per i Paesi che hanno accettato l’euro!). Si prevede la crescita della domanda interna nel 2015 e una ripresa degli investimenti nel 2016.
Ora, è noto che ‘sempre’ queste previsioni si sono dimostrate sbagliate e troppo ottimistiche con risultati reali molto inferiori ma si può notare che persino nelle previsioni l’Italia va male ed è il peggiore degli Stati europei. Di questo deve gloriarsi Renzi il cui Governo è stato del tutto deleterio per l’economia italiana. In Italia il monito europeo di aumentare gli investimenti è rimasto lettera morta, senza contare che è stata proprio l’Ue a spingerci a mettere in Costituzione quel pareggio di bilancio che ci vieta, di fatto, proprio di fare investimenti. L’unico investimento visibile è stato l’Expo ed è davanti agli occhi di tutti quello che ne hanno fatto. Non solo in Italia l’occupazione non è aumentata (l’aumento fasullo propagandato dal ministro Poletti è inesistente) ma addirittura i disoccupati sono aumentati del 4,4% come palese risultato negativo del Jobs Act. Gli esclusi (disoccupati e lavoratori in nero) sono 9 milioni. La disoccupazione è salita al 13%. Col Jobs Act i precari sono aumentati del 3%. Negli anni della crisi la disoccupazione in Italia è aumentata del 108,2 %, più del doppio rispetto alla media UE. Con Renzi abbiamo ottenuto 144.000 disoccupati in più! La disoccupazione giovanile addirittura è salita al 43,1%. Quasi un giovane su due è disoccupato. Siamo il Paese con la più alta percentuale di giovani fra i 15 e i 24 anni che non lavorano e non studiano (= Neet) e siamo passati dal 16,2% del 2007 al 22,2% del 2013. Siamo peggio persino della Bulgaria.
Il sociologo Luciano Gallina dice: “Questi dati erano più che prevedibili e sono destinati a peggiorare perché conseguenza di politiche di austerità fondate su tagli forsennati alle spese dello Stato e al lavoro. Si rinuncia agli infermieri nella sanità, agli insegnanti nella scuola pubblica, a migliaia di operai nelle fabbriche: crolla la domanda interna e crolla anche l’occupazione. E, ovviamente, aumenta la disoccupazione. Una dinamica che va avanti da almeno tre governi. Ma quello attuale sta esagerando”.
Susanna Camusso, ha parlato di emergenza nel Paese: “Il tema del lavoro – ha detto – dovrebbe essere l’ossessione quotidiana di chi ci governa. Ma non mi pare sia così”. L’ossessione di Renzi è aumentare il proprio potere, far dipendere dal Governo tutte le istituzioni, annientare il dissenso e distruggere gradatamente i diritti elettorali annientando lo stato sociale.
Sempre Gallino dice: “L’unico effetto del Jobs Act è che, sotto la ridicola etichetta del contratto a tutele crescenti, autorizza il licenziamento libero, a fronte di qualunque causa: economica, aziendale, corretta o meno. Ogni piccola cosa può essere un pretesto per il licenziamento, senza possibilità di reintegro. I neoliberisti volevano far credere che con meno diritti per il lavoratore le aziende avrebbero creato più posti di lavoro. Ma la stessa OCSE ha dichiarato che non c’è nulla che lo provi.”

I DATI OCSE

L’Italia è il quarto Paese dell’area Ocse per percentuale di disoccupati di lunga durata (ovvero, persone che non lavorano da un anno o più).
Dal 2007 al 2013 la quota di disoccupati di lunga durata sul totale dei disoccupati è salita dal 45% a quasi il 60%, vanno peggio solo Irlanda, Grecia e Slovacchia
Il gettito fiscale al 2011 risulta pari a 950 miliardi di dollari, oltre il doppio della media Ocse.
C’è troppo divario tra i più ricchi e i più poveri. Il 20% più ricco della popolazione guadagna quasi sei volte di più del 20% più povero.
Nel 2012 il debito delle famiglie italiane è salito al 94,2% del reddito disponibile, una drastica impennata rispetto al 2000, quando il dato si attestava poco al di sotto del 60%. In contemporanea c’è un forte calo del risparmio delle famiglie, sceso al 3,6% del reddito disponibile nel 2012, contro il 10% circa del 2006.
Le donne italiane hanno difficoltà nel conciliare famiglia e lavoro. Il 58% della popolazione italiana tra i 15 e i 64 anni ha un lavoro retribuito, dato inferiore alla media Ocse del 65%. Gli uomini occupati sono circa il 68%, mentre le donne il 48%; questa differenza indica che le donne hanno difficoltà a conciliare il lavoro e la famiglia.

COME SONO ARRIVATI ALL’ITALICUM

I deputati sono 630.
La Costituzione consiglia che le modifiche costituzionali siano prese a larga maggioranza, visto che non devono fare gli interessi di un partito ma dell’intera collettività. E’ vero che questo dovrebbe valere per ogni tipo di legge (e un partito non dovrebbe essere una merchant bank che sta al potere solo per i propri interessi) ma per le leggi costituzionali il principio del bene comune e del consenso allargato dovrebbe essere maggiore.
E’ vero che tali leggi possono passare con maggioranza ordinaria, però un minimo di democrazia richiederebbe un consenso più ampio.
Qui il consenso ampio non c’è stato, se bastavano 316 voti per una maggioranza appena sufficiente, ce ne sono stati solo 18 sopra il minimo e se la minoranza dem avesse votato secondo coscienza, i voti dei dissidenti non sarebbero stati solo 38 ma 120 e l’Italicum non sarebbe passato. In pratica nessuna delle leggi di Renzi sarebbe passata se i dissidenti avessero avuto le palle e non fossero una manica di vigliacchi, ed è proprio a causa della loro vigliaccheria che Renzi marcia come un treno, vantando una maggioranza fasulla che si basa solo sul fatto di aver calpestato l’articolo 67 della Costituzione di tenere tutti a guinzaglio oltre al gigantesco premio di maggioranza che il Pd ha avuto a causa di un Porcellum incostituzionale. Così l’Italicum passa grazie ai ricatti e alle intimidazioni di Renzi che ha già dimostrato il suo carattere dittatoriale licenziando 3 Senatori e dieci dissidenti dalla Commissione Affari costituzionali. Morta la libertà di dissenso : morta la democrazia.
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Il principio base della democrazia è che è il Parlamento il rappresentante del popolo sovrano, e che il Governo deve solo eseguire le leggi fatte dal Parlamento.
Con 38 voti chiesti alla fiducia in 14 mesi, Renzi ha calpestato ogni principio fondamentale della democrazia e ha trasformato una Repubblica parlamentare in un sistema presidenziale. Il golpe strisciante sta arrivando al traguardo.
L’articolo 67 della Costituzione salvaguarda la libertà di giudizio e di voto di ogni membro del Parlamento. Renzi ha sostituito 10 deputati dissidenti e ha licenziato 3 Senatori che non erano d’accordo con lui, violando ogni principio di libertà, indicando chiaramente al resto dei piddini che chi vuole mantenere il suo posto deve ubbidirgli ciecamente, mentre a livello locale ben 120 membri del Pd sono stati cacciati solo per divergenza di opinione.
Questa non è più una democrazia dove si respira aria di libertà. E’una tirannide dove si governa col ricatto e l’abuso.
La legge elettorale fu concordata nel patto del Nazareno ma da allora è stata così tanto modificata che Berlusconi non la riconosce più e tutte le modifiche sono state fatte da Renzi solo andando contro l’antico socio, a dimostrazione lampante che chiunque pretenda di cucinare qualcosa assieme a Renzi perderà pentola e coperchio, perché questo cialtrone due sole cose sa fare: mentire e tradire.
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I motivi di incostituzionalità dell’Italicum sono gli stessi del Porcellum:
-il premio di maggioranza delineato dal Porcellum è incostituzionale, perché altera il principio della parità dei voti, tant’è che i seggi ottenuti dal Pd sono stati 232 in più di quelli attribuiti al M5S sebbene il m5S avesse avuto col voto italiano 44.000 voti in più
-non siamo tornati alle preferenze perché coi capi lista bloccati, Renzi e gli altri
capipartito si nomineranno da soli e alla faccia degli elettori 450 deputati su
630 (300 per i tre grandi partiti, circa 60 per la Lega e i cespugli sopra al
3%).E anche i 200 deputati che gli elettori riuscissero a scegliere saranno comunque nella rosa dei 6 sempre nominati da boss di partito, per cui parlare di scelta democratica diventa ridicolo.
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Antonio P.
Cercate di capire che è non l’Italicum da solo (al di là di evidenti principi di incostituzionalità esattamente uguali al Porcellum, vedi preferenze e premio di maggioranza) il grande scandalo, ma combinato con la riforma del Senato si crea un pericoloso squilibrio di potere,.
Questo Italicum rischia di annullare le opposizioni (tranne che al ballottaggio). Già il fatto che si parta con una coalizione allontana il M5S. Ma poi un Senato di nominati, provenienti dalle Regioni, unito a questa Camera eletta con listini quasi bloccati e con un maggioritario, porterà ad elezioni di Presidenti della Repubblica, Consulta, e Csm, non più dipendenti dal Parlamento ergo dalla rappresentanza del popolo, ma quasi unicamente del volere del capo di un solo partito.
Praticamente la maggioranza si eleggerà da sola gli organi di garanzia.

Uno dei due parla bene inglese ed è ingegnere elettronico laureato a Oxford: purtroppo per noi è quello a sinistra.

TRAVAGLIO

323 voti, lo stesso numero con cui dieci anni fa passò il Porcellum
Gli analfabeti che hanno scritto la legge, ultimo frutto bacato del Nazareno, non si sono neppure posti il problema di cosa succederà in futuro: come tutti i politicanti da strapazzo, non vedono al di là del proprio naso e non immaginano i danni che può provocare una norma in futuro, anche quando gli attuali fruitori non ci saranno più.
Mattarella, come ha detto la costituzionalista Carlassare – non ha che da leggere la sentenza n.1/2014 della “sua” Consulta sul Porcellum per rispedire alle Camere l’Italicum per gli stessi motivi
Altrimenti ci sarà il referendum abrogativo. E dal comitato referendario potrebbe persino sbocciare – come ai tempi di Segni – una nuova leadership di vera opposizione al renzismo arrembante, accanto alle forze che hanno sempre tenuto la barra dritta (M5S, Sel e FdI) e al posto delle anime morte che se la tirano da oppositori ma non lo sono mai stati. Se l’Italicum è passato in terza lettura è anche grazie alla cosiddetta minoranza del Pd, che solo in extremis e fuori tempo massimo ha trovato il coraggio di votare No, dopo aver votato Sì (o essere uscita dall’aula) le altre due volte.
Ed è soprattutto grazie a Forza Italia, che oggi grida al golpe dopo aver collaborato a scrivere e a votare la porcata nei mesi del Nazareno. Senza dimenticare la Lega Nord, che oggi fa fuoco e fiamme, ma l’estate scorsa prestava al Governo il suo Calderoli come co-relatore della controriforma del Senato.
…Gabellare il voto di ieri per un mezzo successo, come fa Bersani, noto esperto in “non vittorie”, è ridicolo: se un Parlamento in maggioranza contrario all’Italicum lo approva – pur con margini risicati – la vittoria è di Renzi, non dei suoi avversari veri o presunti. I quali, certo, potranno fargliela pagare al Senato, dove i numeri del premier sono molto più traballanti. Ma questo riguarda i loro giochini di potere, non l’interesse dei cittadini di riprendersi il diritto di scegliersi i parlamentari. Quel diritto è ancora una volta conculcato. Col trucchetto dei capilista bloccati, entreranno a Montecitorio all’insaputa degli elettori il 60,8% dei deputati: 375 nominati su 630 (nei 100 collegi nazionali, se si votasse oggi, passerebbero i 100 capilista del Pd, i 100 del M5S, i 100 di FI, più quelli della Lega nelle Regioni del Nord e degli altri partiti che supereranno qua e là la soglia di sbarramento). E questi – se passasse pure la controriforma del Senato – andrebbero ad aggiungersi ai 100 sindaci e consiglieri regionali nominati Senatori dalle Regioni. Cioè: nel Parlamento,che elegge i presidenti della Repubblica e parte dei membri della Consulta e del Csm, siederebbero 475 nominati (due terzi) e 242 eletti (un terzo).
Il record occidentale di antidemocrazia.Vedremo che ne sarà del nuovo Senato, che com’è noto – se si votasse domani – verrebbe eletto col proporzionale puro disegnato dalla Consulta (l’Italicum vale solo per la Camera): per rimpinzarlo di nominati, Renzi dovrà imporre il suo diktat anche a Palazzo Madama. E lì si parrà la nobilitate della sua cosiddetta minoranza interna, che ha più che mai i numeri per salvarci almeno da quello scempio. Al momento, comunque, Renzi ha vinto. Ha vinto con i ricatti indecenti, con le fiducie antidemocratiche e con le solite menzogne (…)

TRAVAGLIO

Il partito che vince governerà con 340 deputati su 630 (maggioranza minima 316), il che significherà che gli basterà perderne 25 per perdere la maggioranza. Si pensi che l’altro giorno ne ha persi 50 e dunque avrebbe dovuto dimettersi o fare le larghe intese col cdx o col M5S.
(Renzi voleva la governabilità assoluta) Ma anche col Mattarellum: nel ’94 si ebbe la certezza che aveva vinto e avrebbe governato Berlusconi, nel ’96 Prodi e nel 2001 ri-Berlusconi. E persino col Porcellum: nel 2006 si ebbe la certezza che aveva vinto e avrebbe governato Prodi, e nel 2008 tri-Berlusconi. L’unica incertezza fu nel 2013, ma non a causa della legge elettorale, bensì degli elettori che si divisero in tre blocchi anziché in due. La stessa situazione di oggi, almeno secondo i sondaggi. Tito è convinto che ora l’Italicum raddrizzerà le gambe agli elettori, stringendoli in una camicia di forza “bipolare, se non bipartitica” con “due grandi aggregazioni”. Addirittura “per la prima volta il sistema elettorale è in grado di determinare il sistema politico”. Ohibò, e come? Con l’Italicum, esattamente come col Porcellum, chi arriva primo ha il premio di maggioranza. Ma al primo dissenso interno il governo cade. E all’opposizione le altre aggregazioni sono tante quante decidono gli elettori.
Sincero democratico, Tito auspica una salutare “sconfitta pedagogica” con “probabile ridimensionamento” dei 5Stelle, se gli “elettori grillini” non “sceglieranno con chi stare al secondo turno” fra destra e sinistra. Ma i seggi, a parte il premio al vincitore, verranno distribuiti in proporzione ai voti presi, dunque non si capisce di che stia parlando. Tantopiù che, in caso di ballottaggio, nessun apparentamento è consentito con i due partiti vincitori del primo turno.
Dulcis in fundo, annuncia festoso Tito, “finalmente i cittadini potranno indicare gli eletti e i partiti torneranno a selezionare la classe dirigente”. Ma finalmente rispetto a quando? Era così col proporzionale della Prima Repubblica ed era così col maggioritario corretto del Mattarellum, mentre non era così col Porcellum e non sarà così neppure con l’Italicum: circa 400 capilista bloccati, cioè nominati dai capi, vanno dritti e filati a Montecitorio anche se nessuno li ha votati. E questa, per il nostro eroe, è addirittura “una rivoluzione”.
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Quello che disse Sergio Mattarella nella Dichiarazioni di voto Ddl di revisione Costituzionale: voto della Camera dei Deputati – 20 ottobre 2005

“Oggi, voi del Governo e della maggioranza state facendo la «vostra» Costituzione. L’avete preparata e la volete approvare voi, da soli, pensando soltanto alle vostre esigenze, alle vostre opinioni e ai rapporti interni alla vostra maggioranza.
Il Governo e la maggioranza hanno cercato accordi soltanto al loro interno, nella vicenda che ha accompagnato il formarsi di questa modifica, profonda e radicale, della Costituzione. Il Governo e la maggioranza – ripeto – hanno cercato accordi al loro interno e, ogni volta che hanno modificato il testo e trovato l’accordo tra di loro, hanno blindato tale accordo. Avete sistematicamente escluso ogni disponibilità ad esaminare le proposte dell’opposizione o anche soltanto a discutere con l’opposizione. Ciò perché non volevate rischiare di modificare gli accordi al vostro interno, i vostri difficili accordi interni.
Il modo di procedere di questo Governo e di questa maggioranza – lo sottolineo ancora una volta – è stato il contrario di quello seguito in quest’aula, nell’Assemblea costituente, dal Governo, dalla maggioranza e dall’opposizione di allora.
Siete andati avanti, con questa dissennata riforma, al contrario rispetto all’esempio della Costituente, soltanto per non far cadere il Governo.
Ancora una volta emerge la concezione propria di questo Governo e di questa maggioranza, per cui chi vince le elezioni possiede le istituzioni, ne è il proprietario. E’un errore, una concezione profondamente sbagliata. Le istituzioni sono di tutti, di chi è al Governo e di chi è all’opposizione. La cosa grave è che, questa volta, vittima di questa vostra concezione è la nostra Costituzione ”
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UN FUTURO PEGGIORE DEL PRESENTE
Domenico P.

Occuparsi delle cose è politica, ma anche fregarsene è politica. Tutto è politica. Questa l’hanno detta non so quanti professoroni. Ma io non sono nessuno. Guardo le cose che accadono intorno a noi come fanno tutti. E parlando di quanto è accaduto, potrei dire che i Black Block hanno fatto salire il PIL, sfasciando vetrine e bruciando auto. Fatti che le ragioni del Capitalismo non può razionalmente negare. Ecco che proprio di fatti e ragione volevo dire. Quando si è ricostruito, il mondo usciva dal disastro della guerra mondiale, e i fatti che sono seguiti, il boom economico, la trasformazione urbana e la cosa pubblica lasciata in mano all’incompetenza ed alla ruberia, ci è sembrato uno scorrere ineluttabile, e poi eravamo distratti dalla voglia di vivere. Ma all’ombra del muro che divideva il mondo, in ogni angolo, non c’era tempo per perseguire il buono, il giusto, il bello. Oggi, non averlo fatto, ci ha precipitato nella cupa prospettiva di un divenire senza futuro. Perché un futuro che si prospetta peggiore del presente, vuol dire non avere futuro. E non è semplicemente una questione di crescita e consumo. Gli sconfitti del sogno socialista guardano dalle loro macerie, i prossimi saranno gli sconfitti del fanatismo mercantile, i quali, trionfanti su un podio di sabbie mobili, scelgono dogmaticamente di perseguire l’idiozia del libero, libero, liberissimo mercato, mercato, mercato. Ecco però che, come il socialismo reale non poteva garantire la sobria felicità della società di massa, strozzato dalla violenza della burocrazia e della nomenklatura, così i liberisti si illudono che la società basata sul mercato possa garantire la giustizia del libero mercato. Ma i libero mercato non esiste. Almeno non per tutti quei servizi che il cittadino utilizza. Si tratta esclusivamente di liberi oligopoli, nel senso che sono liberi di non dare conto a nessuno del loro operato, che l’informazione vuole venderci come libero mercato, che, forti della loro rendita di posizione, arricchiscono se stessi e la loro pletora di accoliti. Bene. La domanda allora è: ” si può spezzare la narrazione egemonica che chiunque può raggiungere il suo posto nella società? Un posto fatto di benessere, ricchezza e libertà ?” La risposta è no. Non con questa classe politica e ancor più con questa informazione. Oggi il potere coopta le sue classi dirigenti, allevate nelle scuole ad accesso selezionato,classi che occuperanno, col concetto banale di casta, i posti di comando e le stanze dei bottoni. La massa acritica, stipendiata, più o meno plagiata, nei comportamenti, negli usi e nei consumi, galleggia come mucillaggine nel mare della loro inesistenza, sostiene ora una parte ora l’altra e non è capace di sradicare una visione che, solidamente, proietta ora l’ologramma di una società ora di destra ora di sinistra, ma mai del cambiamento. Ed i movimenti di opposizione hanno il ruolo del servo di scena, utili idioti per giustificare con la loro presenza l’esistenza della libertà e della democrazia. L’opulenta classe dirigente che governa non potrà mai risolvere il problema dell’ambiente, dei trasporti, della casa, della sanità, del lavoro. Le lobby hanno bisogno che il sistema non risolva le questioni che sono alla base di tutti i loro profitti. Tutti quelli che scelgono di credere alle favole si accomodino in sala, si proietta la replica dell’inutile. Fuori dalla sala, le persone vere soffrono, lottano e muoiono. Senza avere voce per gridare.

(Di fronte alla Merkel c’è ancora qualcuno che tira fuori i coglioni)

L’UE E VAROUFAKIS
Berluscameno

Quando non è più possibile scherzare col fuoco.
In Italia abbiamo sei milioni e mezzo di persone pronte a lavorare ma che o hanno perso la speranza di trovarlo o sono disoccupati (tremilioni e trecentomila, il 13,2 % del totale della forza lavoro)! E “quello” ci dice che con l’ EXPO riparte l’Italia !
Starà scherzando: il lavoro non si crea strombazzando per tutti media le magnifiche virtù terapeutiche dell’EXPO, strumento creato “ ad hoc per annullare la crisi globale creata ad arte da qualcuno per infinocchiarci.
Per fare investimenti produttivi e quindi creare lavoro- a sua volta produttivo –occorre iniettare molti capitali (“palanche” vere!) nella nostra economia atrofizzata da economisti incompetenti, ma profondamente “saccenti” perché nella loro gioventù hanno letto (male) qualche testo di Marx.
La domanda di beni sul mercato “si crea” solo con la diminuzione drastica della disoccupazione tramite denaro, denaro e ancora denaro ma destinato esclusivamente e prioritariamente agli investimenti reali produttivi.
Non sono le “chiacchiere” effettuate tramite i nostri vari media “mainstream” a produrre lavoro per i nostri giovani disoccupati.
Occorre che i nostri “furbetti del governino” si procurino i denari necessari a creare lavoro in Italia copiando l‘esempio che ci viene dalla Germania: è la banca pubblica tedesca KFW che preleva i “denari fruscianti” dalla BCE (della UE) e li “passa” – pari pari – al Governo tedesco della Merkel. Quel Governo- da Lei diretto con pugno di ferro – sa come e cosa fare per fornire di “denaro contante” le industrie manifatturiere tedesche e dei relativi servizi pubblici che creano l’occupazione in Germania .
Imparate ignoranti, imparate!
E non prendetevela con i ragazzini che sanno che gli state preparando -per il loro futuro solo -una “bella miseria” ed una magnifica e certa disoccupazione “a tempo indeterminato”!
Ma con quale coraggio “i nostri “governanti e quelli dell’UE se la prendono con un ministro delle finanze greco che manda coraggiosamente “a cagare” (nel vero senso del termine) quella congrega di lestofanti che vorrebbero definirsi un esempio di Governo globale per l’umanità intera?
“Lo stesso giorno in cui a Riga, dopo l’ennesimo incontro finito con un nulla di fatto, i rappresentanti europei lanciavano bordate di insulti contro il ministro Yanis Varoufakis (chiamato “dilettante, perditempo, giocatore d’azzardo”), l’economista greco ha pubblicato sul sito “Social Europe” un articolo, dal titolo “A new deal for Greece”, che con ogni probabilità riproduce pari- pari quello che ha detto nella riunione e che ha provocato la reazione infuriata dei partner europei.
Vale la pena di leggerlo, quell’articolo, scritto in maniera piana e semplice, perché spiega molto bene che cosa la Grecia vorrebbe e permette- inoltre – di giudicare se l’esplosione di rabbia degli interlocutori sia stata giustificata.
Quello che si vuol far credere all’esterno è che i Greci vogliano aiuti senza dare niente in cambio, rifiutano “le riforme”, insomma stanno provando a strappare delle concessioni che permettano loro di campare alle spalle degli altri europei senza correggere quel che non va nella loro economia. La realtà è molto diversa.
Il fatto è che si vuole imporre alla Grecia una serie di misure, alcune delle quali non hanno nulla a che fare né con l’aggiustamento dei conti né con il miglioramento dell’economia, e rispondono a due precise caratteristiche:
1)- segnano una perfetta continuità con la “cura” imposta fino ad ora, che ha ridotto il Paese allo stremo e provocato un’impennata a livelli stratosferici del rapporto debito/Pil;
2)-e sono profondamente “reazionarie”, mirando a cancellare il ruolo dello Stato Greco e a riportare indietro di un secolo i rapporti di lavoro.
Il tono dell’articolo di Varoufakis è tutto l’opposto di quell’atteggiamento “strafottente” di cui più volte è stato accusato. E’ invece molto conciliante, e fin dall’inizio afferma che “tre mesi di negoziati hanno portato il Governo greco e i partner europei e internazionali a molte convergenze sui passi che sono necessari per superare anni di crisi economica e ottenere una ripresa sostenibile”. Subito dopo ribadisce che “noi e i nostri partner siamo già d’accordo su molte cose”, e ne elenca una serie:
a)-il sistema di tassazione da riformare e le autorità che lo gestiscono da sottrarre a influenze sia politiche che delle grandi corporation;
b)- la previdenza “malata”;
c)-il circuito del credito interrotto;
d)- il mercato del lavoro troppo segmentato e la produttività che non cresce;
e)-la pubblica amministrazione da modernizzare e un migliore utilizzo delle risorse pubbliche;
f)-gli ostacoli burocratici alla nascita di nuove imprese;
g)-la concorrenza nel mercato dei prodotti.
h)-E solo alla fine aggiunge: una disuguaglianza “atroce”, cosa di cui presumibilmente i suoi interlocutori se ne impipano.
“Siamo anche d’accordo, prosegue Varoufakis, sul perseguire il consolidamento fiscale: ma quello su cui dissentiamo- in modo totale- è il metodo”

LA BCE VIOLA IL PROPRIO STATUTO: DOV’E’ CHE PERSEGUE LA CRESCITA, LA PIENA OCCUPAZIONE E LA SOLIDARIETA’?
Berluscameno

Tutto è inutile e ci lasciano solo la resa ?
“MARIO DRAGHI CONFESSA CHE LA BCE VIOLA IL SUO STESSO STATUTO”.
“La Bce sostiene le politiche economiche generali dell’Unione Europea al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea”. Tra questi, una “crescita equilibrata“, la “piena occupazione“ e “la solidarietà tra Stati membri”.
Da oltre due anni, alcuni studiosi della materia stanno facendo opera di informazione sui poteri e gli obiettivi statutari della BCE, combattendo una battaglia “vera “ contro l’ignoranza quasi universale in materia e la DISINFORMAZIONE strumentale messa in campo dalla stessa BCE, il cui Presidente, Mario Draghi, in tre anni e mezzo dacché ha ricevuto il mandato, non ha mai menzionato “il secondo obiettivo statutario”, con la complicità dell’Unione europea, che nel suo sito scrive di un solo obiettivo – la stabilità dei prezzi –ma esiste anche nel Trattato –come sopra riportato – l’obiettivo della “CRESCITA , della PIENA OCCUPAZIONE E DELLA SOLIDARIETA”.
Dopo le” bugie per omissione” sia della BCE che dell’UE, circa gli “obiettivi statutari della BCE”, quanto sopra riportato è LA PROVA REGINA della sua palese violazione statutaria.
Non si può che rimanere costernati sia del comportamento illecito della Banca Centrale Europea (BCE), del suo Presidente e degli altri membri del Consiglio direttivo, sia del fatto che questa gravissima violazione, che tanti danni e miseria arreca ai popoli dei Paesi del sud Europa , continui a non suscitare scandalo e quindi un’adeguata “azione legale”.
Ed allora come non sottolineare e non fare risaltare il coraggio del ministro della finanza greco quando le sue tesi economiche riferite alla Politica economica posta in atto dalla UE nei confronti della Grecia sono del tipo sotto riportato .
“Quello seguito finora consisteva nel fissare un obiettivo futuro (il 120% di debito/Pil nel 2020) e in base a quello determinare l’avanzo primario di bilancio che dovrebbe permettere di raggiungerlo, in base a” ipotesi arbitrarie” su crescita, inflazione, ricavi delle privatizzazioni e così via.
Ma perseguire quel livello di avanzo getta il Paese Grecia in una “trappola dell’austerità”:
“abbatte la crescita” e di conseguenza fa mancare gli obiettivi.
E’ appunto per questo, conclude l’economista, che i precedenti piani di consolidamento fiscale hanno sbagliato le previsioni in modo così “spettacolare”.
Chi può avere il coraggio di affermare che ha torto?
Ma c’è un secondo ostacolo, prosegue il ministro: la “trappola delle riforme”.
Il precedente programma che i nostri partner continuano a sostenere in modo inflessibile è basato sulla “svalutazione interna” con tagli di salari e pensioni, eliminazione delle protezioni per i lavoratori e massimi ricavi possibili dalla vendita di beni pubblici.
“Ma neanche questa ricetta ha funzionato”:
è vero, abbiamo raggiunto il pareggio della bilancia commerciale, ma nonostante la forte riduzione di salari e costi l'”export non è aumentato”, e il pareggio è stato raggiunto solo a causa di un drammatico calo delle importazioni. “
“Occorre aumentare la domanda di beni per il mercato ,mediante finanziamenti (pubblici o delle banche) alle imprese reali piccole,medie e grandi per la creazione di nuove fabbriche produttive e quindi diminuire drasticamente la disoccupazione.
Diminuire ancora i salari non risolverebbe nulla, così come è sbagliato pensare di risolvere il problema delle pensioni con altri tagli: quello che serve è “aumentare l numero degli occupati” e combattere il lavoro nero”.
Le posizioni espresse da Varoufakis non costituiscono una novità clamorosa.
Sono le stesse sostenute dalla maggior parte degli economisti e dei commentatori indipendenti e persino dalla più autorevole stampa di orientamento liberale come l’ Economist o il Financial Times.
Il più autorevole commentatore di quest’ultimo, Martin Wolf, qualche giorno fa ha anche ricapitolato alcune cifre che dimostrano quale “pazzesca stretta” abbia già subìto la Grecia:
“Tra il 2009 e il 2014, il saldo di bilancio primario (esclusi gli interessi sul debito) si è ridotto del 12 per cento del prodotto interno lordo, il disavanzo di bilancio strutturale del 20 per cento del Pil e la bilancia delle partite correnti del 12 per cento del Pil.
Fra il primo trimestre del 2008 e l’ultimo trimestre del 2013, la spesa in termini reali dell’economia greca è scesa del 35 per cento e il Pil del 27 per cento, mentre la disoccupazione ha toccato un livello record del 28 per cento della forza lavoro.
Sono aggiustamenti di enormi proporzioni”.
Perché, dunque, Varoufakis ha scatenato la rabbia degli interlocutori, che lo hanno anche accusato di voler fare loro una lezioncina accademica, comportandosi cioè da professore invece che da ministro?
“Perché l’Europa di Schaeuble, Katainen, Dijsselbloem (uno che ha studiato dalle suore) e dell’inesistente Moscovici se ne “infischia “di cosa serva davvero a superare la crisi anche agli altri Paesi del Sud Europa”.
Vuole imporre la sua “politica reazionaria” e non può permettere che la Grecia o altri Paesi UE sfuggano alla morsa.
Varoufakis è un “dilettante” perché dimostra di non voler accettare questa logica, si rifiuta di capire che la soluzione può essere una sola:
Lui (e tutti gli altri Paesi del Sud Europa)devono cedere al ricatto della Troika” .
Ora Tsipras, di fronte all’inasprirsi dei toni e pressato dall’imminente disastro (default Greco), ha di fatto sacrificato Varoufakis, pur senza sconfessarlo.
Resta da capire se sia un atto di resa definitiva. Che avrebbe -però -pesanti ripercussioni interne:
la sinistra di Syriza, che conta per almeno il 30% del partito, non accetterebbe mai questo sbocco, che aprirebbe la strada a scenari difficili da prevedere.
Ma può anche darsi che questo sia un estremo tentativo di arrivare a un accordo che non ricalchi la strada disastrosa seguita nel passato.
Vedremo nei prossimi giorni se il “sacrificio” della verità di Varoufakis sarà servito a qualcosa.
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FLUSSI DI VOTI
Viviana Vivarelli

C’è chi continua ad accusare il M5S di aver ‘rubato i voti alla destra.
Gli elettori sono elettori e basta e possono cambiare opinione. Sempre Italiani sono e non hanno scritto in faccia un logo per cui qualcuno li respinge se il logo di provenienza non gli piace. Chiaro che se ne nasce un partito nuovo, prende voti da quelli vecchi. E allora? Il voto è variabile, non è un marchio a vita.
Alle politiche il Pd aveva perso aveva perso 3 milioni e mezzo di voti, un terzo del suo elettorato, ne ha ripresi alle europee grazie agli 80 euro, ma quelli che hanno votato Renzi si sono ben presto ricreduti. Vogliamo parlare delle centinaia di migliaia di tessere perse dal Pd? Vogliamo spiegare come mai alle primarie c’è stato un tale calo di votanti che hanno dovuto pagare cinesi e marocchini e persino rom per far numero? Vogliamo ricordare anche che Renzi ha vinto grazie ai voti del berlusconiani? O che alle primarie, che una volta era oneste, Bersani prese 1.395.096 voti e Renzi con primarie taroccate ha preso 1.104.958 voti? E ora lo vedi dove è finito Bersani. E Renzi farà la stessa fine che ha fatto fare a Letta. Il male torna sempre indietro.
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Visto che la percentuale dei votanti italiani alle europee è stata del 58,68%
40,8 x 58,68 : 100 = 23,94 %
non 40,8 %.
Ciò vuol dire che Renzi grazie agli 80 euro ha riscosso il voto di 2 elettori su 10. Ma i non elettori sono molti di più. Attenti che una massa silenziosa non è detto che lo resti per sempre e potrebbe riservare amare sorprese!
Ed essere votati solo dal 23 % degli elettori non garantisce nessuna solida maggioranza e non dovrebbe permettere di fare violenze costituzionali. Tanto più che il consenso a Renzi sia pure ottenuto con la mancetta dubbia degli 80 euro è in costante calo. Sei punti persi in un anno e non è poco.
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Province non elettive
Senato non elettivo
Camera di yesman
dissidenti sostituiti o licenziati
liste di nominati
capilista bloccati
sindacati inascoltati
38 decreti imposti alla fiducia in un solo anno
stato sociale in smantellamento
statuto del lavoro al cesso
licenziamenti liberi
succubanza al Fm
politici in aumento alla Consulta
Corte dei Conti azzittita
Costituzione fatta a pezzi
delinquenti a piede libero
primarie di marocchini e cinesi
patti del Nazareno
bavagli, ghigliottine e canguri
media embedded
opposizione strangolata
premier in overdose di accentramento di potere
Davvero una bella democrazia!!
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Mariano Giusti
Pensate che diamo a Renzi di fascista per pura antipatia? No. Gli stiamo dando del fascista perché il fascismo è un regime fondato sul ribaltamento del principio di subordinazione tra potere esecutivo e potere legislativo: nella democrazia liberale è l’esecutivo ad essere subordinato rigidamente al legislativo, mentre in un regime autoritario è l’opposto, è cioè il potere esecutivo che impone la sua agenda e le sue scelte a quello legislativo. Dunque il renzismo è oggettivamente un regime autoritario.
Renzi è un nemico della democrazia. I fatti nudi e crudi, e non le opinioni, lo confermano.

L’ANTI-EUROPEISMO DI DRAGHI E SCHAEUBLE
Berluscameno

Come al solito la stampa italiana eccelle nell’ arte di disinformare.
Sulla scia della fallimentare e lugubre riunione dell’Eurogruppo svoltasi a Riga il 24 aprile scorso, il premier greco Alexis Tsipras ha deciso di formare un apposito direttorio destinato a relazionarsi con gli “usurai internazionali” che si nascondono sotto le insegne della Troika.
Tutti gli italici giornalisti, oramai incapaci di scrivere una cosa vera neppure per sbaglio o per mera disattenzione, hanno subito brindato al presunto commissariamento del “perfido” Yanis Varoufakis, Ministro delle finanze greco notoriamente poco gradito ai Banchieri “cravattai” europei .
Le ragioni che spingono i membri dell’ Ecofin a nutrire un astio così profondo nei confronti dell’economista ellenico (vicino alle posizioni di Galbraith) non sono chiarissime. Ma siamo sicuri che la lettura offerta dai media sia quella più corretta?
Dal punto di vista” macroeconomico” tanto Varoufakis quanto Tsakalatos sono concordi nel rigettare la prospettiva dell’austerità ad oltranza; su un piano strettamente geopolitico, invece, Varoufakis appare molto più europeista di Tsakalatos. Non è stato forse Varoufakis a lanciare l’idea di un “New Deal” per l’Europa? Sempre lui ha sempre categoricamente escluso una uscita della Grecia dall’euro in vista della realizzazione di una compiuta e democratica integrazione politica.
Al contrario Tsakalatos non ha mai fatto mistero di ritenere possibile un ritorno alla Dracma di fronte al fallimento dei negoziati. Dunque la scelta di Tsipras di affidare il prosieguo delle trattative con i creditori a Tsakalatos significa una cosa sola: la Grecia è pronta a tornare alla moneta nazionale.
I Maestri Venerabili Draghi e Schaeuble, protetti da una retorica ipocrita, sono in realtà degli “antieuropeisti convinti”, bravissimi nel fomentare i popoli del sud contro quelli del nord, e viceversa, nella speranza di impiantare in prospettiva nel cuore del Vecchio Continente nuove e più raffinate forme di nazismo. Il “povero” Tsipras, forse ammaliato anch’egli dalla martellante propaganda, credeva che l’europeismo sbandierato dalle classi dirigenti dei Paesi UE fosse autentico. Ora, dopo mesi passati a subire umiliazioni e calci in bocca, ha dovuto fare i conti con la realtà.
I “Banchieri padroni” hanno deciso di abbandonare Atene al proprio destino. Il gotha massonico reazionario che governa la Ue non intende cedere di un millimetro, rimanendo fermo sulle posizioni di partenza: o Tsipras cede su tutta la linea o toglie il disturbo, “tertium non datur”. Alla faccia della solidarietà europea!
La vera causa del fuoco di sbarramento a Varoufakis sta nel pacchetto di riforme che il Ministro ha proposto recentemente per evitare il Grexit.
Poiché quel pacchetto è risultato inviso ai “bankster americani “molto più di quanto non lo era già il Grexit, la parola d’ordine dei “ Banchieri padroni globali” è stata: “fate in modo che il Ministro cada e se non basta procurate nuove elezioni”.

CHI COMANDA DAVVERO IN EUROPA?
Berluscameno

Wolfang Schaeuble e Mario Draghi, membri forti della “Der Ring”, superloggia violenta e pericolosa che vanta stretti legami con la “Hathor Pentalpha” fondata da Bush padre.
Non a caso, sia il Ministro delle finanze del Governo Merkel che il banchiere centrale UE –BCE – hanno di fatto deciso di blindare “l’austerità” in Europa anche a costo di rompere il tabù dell’unione monetaria. Schaeuble spinge chiaramente per il “grexit” mentre Draghi, da perfetto ipocrita, impedisce al Governo greco di rifinanziarsi.
Perché le élite europee sono ora disposte a rinnegare la presunta “irreversibilità” dell’euro? Perché, come è ormai chiaro da anni, l’euro non è un fine ma un mezzo.
Il fine è l’impoverimento generale dei popoli europei, da “schiavizzare” attraverso la creazione di “finte crisi” che legittimano dappertutto il varo di controriforme dal sapore medievale. I governanti nazionali “complici di Bruxelles” hanno bisogno di appellarsi continuamente ad un “vincolo esterno” (l’euro per l’appunto) per legittimare l’applicazione di misure altrimenti inspiegabili razionalmente.
Fino a quando tutti recitano la stessa parte in commedia, leggendo cioè un identico copione fatto di “stabilità”, “conti in ordine” e “riforme strutturali”, è possibile ammantare di “nobile europeismo” una manovra in realtà pensata per decimare e “violentare” i ceti medi e proletari. Se uno solo degli interpreti esce fuori dal coro, però, la recita non può più andare in onda. Ecco perché adesso l’élite europea può tranquillamente dimostrare al mondo di non avere affatto a cuore “l’unità europea”, maschera che serve solo a celare ben altri ignobili obiettivi.
Preso atto dell’impossibilità di proseguire ancora a lungo sulla strada del rigore, evidentemente rigettato nelle urne dai diversi popoli europei, cosa si inventeranno adesso i Maestri Venerabili che dirigono le “officine massoniche” più reazionarie del Pianeta?
Le classi dirigenti europee non sono affatto spiazzate dal corso degli eventi.
Anzi, le cose stanno andando esattamente come i vari Schaeuble e Draghi avevano da tempo immaginato. Dopo anni passati a fomentare le pubbliche opinioni del nord contro le “cicale del sud” e, di converso, quelle del sud contro “gli egoisti del nord”, sono oggi presenti in Europa tutte le precondizioni necessarie per re-impiantare una sorta di nazismo 2.0. Il “politburo di Bruxelles”, affiancato sul piano globale dalle solite Ur-Lodges reazionarie, farà fallire l’esperimento Tsipras in Grecia al fine di aprire la strada ai fascisti di Alba Dorata.
Si tratta di un esperimento da trasferire poi su tutto il Vecchio Continente.
Il crescente malcontento popolare verrà sopito a manganellate, ordinate da forze intrinsecamente antidemocratiche arrivate al potere proprio cavalcando l’astio antieuro.
Perché Salvini, ad esempio, difende con tanta foga i macellai della scuola Diaz?
Non è illusorio pensare di instaurare nuovi regimi nazisti in Paesi che, come la Francia o l’Italia, vantano una lunga tradizione democratica? No.
I massoni neonazisti che guidano la Ue non sono esaltati né sprovveduti. Il ritorno del nazismo nel cuore dell’Europa non sarà frutto di un colpo di teatro, ma il naturale epilogo di un percorso lento e paziente. Il “terrorismo finanziario” è servito per eliminare il welfare e “svuotare la democrazia sostanziale”. Per eliminare le libertà civili e politiche serve invece il “terrorismo vero”.
Sull’onda dell’eccidio dell’undici settembre (pianificato dai vertici della “Hathor Pentalpha”) il Governo americano varò il pessimo “Patriot Act”. Sulla scia della strage di “Charlie Hebdo” il Governo Hollande ha pensato ora di restringere il perimetro dei diritti in Francia.
L’Europa rischia oggi di essere attraversata da tensioni fortissime, create al riparo delle logge reazionarie dai soliti apprendisti stregoni che “odiano” il concetto stesso di sovranità popolare. I vari Schaeuble , Draghi, la Merkel ed il suo scudiero Padoan non consentiranno mai alla “plebe europea” di recuperare spazi decisionali…
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TRAVAGLIO: CARO PRESIDENTE MATTARELLA

Un poco alla volta l’Umanità cercò la propria strada, tra errori e orrori indicibili, costruendo la storia. Le forze si scontrarono nuovamente, punti segreti tenuti celati cominciarono ad agire, attendendo gli inviati finali. Vennero i messia, eroicamente le vite furono donate e spese per un fine più alto. I piani della realtà e del tempo si separarono, in questa lotta disperata furono messe in gioco forze antiche conservate come ultima possibilità.
Antichi compagni di giuramenti, ai limiti del tempo, furono richiamati, cavalieri potenti che avevano dimenticato ogni cosa, persi a causa del Nemico.
Era giunta l’ora delle battaglie finali (l’Italicum….), armi segrete (droni….) dovevano essere oculatamente predisposte, le forze magiche ridestate appieno… Ci sono ricadute nel Male ma sono malattie superabili dalla potenza antica contenuta in quelli che, in parte ridestati, sono stati chiamati alla nuova era, alla battaglia, alla guerra di liberazione dell’umanità; con forza e pazienza, con coraggio e consapevolezza il Libero Arbitrio guidato con decisione porta alla salvezza, ciò è possibile!
“.

(Da un testo di Oberto Airaudi, fondatore e ispiratore della Comunità Spirituale di Damanhur).

Sauro
Concetto di USURA.
L’usura (parola latina per interesse) è la pratica consistente nel fornire prestiti a tassi di interesse considerati illegali, socialmente riprovevoli e tali da rendere il loro rimborso molto difficile o impossibile, spingendo perciò il debitore ad accettare condizioni poste dal creditore a proprio vantaggio, come la vendita a un prezzo particolarmente vantaggioso per il compratore di un bene di proprietà del debitore, oppure spingendo il creditore a compiere atti illeciti ai danni del debitore per indurlo a pagare.
La Grecia. Stato Sovrano, di cultura millenaria, inserito a pieno titolo in Europa.
E’ di oggi una notizia su Bloomberg che gli ospedali greci sono “alla canna del gas”: non hanno ricevuto fondi dalle casse dello Stato da febbraio. Ci rendiamo conto di che cosa significhi questo, io credo.
Qual’è il TASSO DI SCONTO della Banca Europea = BCE ??? lo 0.15 (!!) Vuole dire che la BCE regala i soldi alle banche che poi, in teoria ma ripeto dieci volte, in teoria, dovrebbero rimetterlo nel circuito economico (seee come Pinocchio).
Ora, qualcuno di Voi è in grado di spiegarmi perché la BCE inonda di denaro GRATIS il circuito PRIVATO e il sistema finanziario, BCE inclusa, ed invece chiede allo Stato Greco un tasso del 28%????
Non è forse USURA, questa??
E non mi dicano i soloni economici che bisogna . Una unione seria, non come questa europetta da quattro soldi, che accettò la Grecia perché imposta dagli USA da bravi sudditi, con i bilanci truccati guarda caso da Goldman S. e JP Morgan, ma potrebbe comportarsi in maniera ben diversa, prestando alla Grecia non a tassi di usura, ma a quegli stessi tassi a cui lei presta il denaro alle banche ed ai privati.
Qui l’unica cosa da pagare è la VERGOGNA di essere “europei” di una europa (volutamente con la E minsucola) piccola piccola piccola così.
MI VERGOGNO
MI VERGOGNO
MI VERGOGNO.

LA LEGGE OBIETTIVO

La Legge Obiettivo fu inventata da Berlusconi per sorpassare, in nome della necessità ed urgenza, le tutele dell’ambiente e del leggi antimafia, ma Prodi invece di abolirla la elogiò
e in 70 anni l’Italia non è riuscita nemmeno a darsi una legge come hanno in tutti i Paesi per cui la ditta che ha l’appalto di un lavoro e trasgredisce i termini del contratto che ha firmato, per costi, tempi o qualità del lavoro, subisce delle pene così dure che deve poi smettere di lavorare per sempre.
Sarebbe la prima legge penale da porre per tagliare l’enormità di corruzione negli appalti
Ma ovviamente Renzi come i suoi predecessori si sono guardati bene dal porla.
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Ancora un’alba sul mondo:
altra luce, un giorno
mai vissuto da nessuno,
ancora qualcuno è nato:
con occhi e mani
e sorride.

(David Maria Turoldo)

RIDIAMARO :-)

Viviana
Se non li puoi battere deridili!
Ma non ho mai sentito di una guerra vinta a forza di risate.
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Mariuccia
Calderoli, il padre del Porcellum chiede al padre del Mattarellum di intervenire contro il padre dell’Italicum
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Alberto
Papa Francesco: «E’ uno scandalo che le donne vengano pagate meno». E che non possano dire messa.?
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Legge elettorale, Renzi: «E’ in ballo la dignità del PD». Ultimo tango a Palazzo Chigi.
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Sicilia: migliaia di dipendenti regionali in piazza. E tutti avevano timbrato.
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Crisi economica, Renzi: «L’Italia si è rimessa in moto». Invece era un triciclo.
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Renzi sbarca ad Hanoi. Poi torna, ahinoi.
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25 aprile‬, oggi la festa per i 70 anni della mancata Liberazione da corruzione e degrado politico.
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Mattarella: «Fermiamo i trafficanti di esseri umani». Rivolto al Gruppo Misto di Camera e Senato.
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Renzi in visita a Pompei. Uno sguardo al futuro del PD.
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Renzi: «Stop alla proliferazione delle armi». Finirà quindi di sparare cazzate?
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Renzi chiedeva ai Comuni di indicare una scuola da sistemare. Per aiutarli a trovare la via ha sparso calcinacci come briciole..
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Dopo il DEF che promette niente aumento delle tasse, la Corte Europea ha condannato Renzi per tortura dell’intelligenza altrui.
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La disoccupazione torna a crescere. L’amara autoironia di un disoccupato ai tempi di Renzi: «Il lavoro mi perseguita, ma io corro più veloce»..
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Quando D’Alema dà dell’arrogante a Renzi, difficile capire chi sia il bue e chi l’asino.
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Maurizio Lupi, ministro delle Infrastorture e dei Trasporti mazzette.
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Expo, l’80% dei cantieri è in ritardo. Expost.
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I social, i selfie e l’effetto reality ci riserveranno un futuro popolato da esibizionisti e guardoni?
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Salvini: «Non mi alleo con Berlusconi, siamo diversi». Uno col pelo sul petto, l’altro sullo stomaco.
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Il Governo Renzi compie un anno. Sa già raccontare le bugie.
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Il Jobs Act legalizza il mobbing. Mentre legalizzare la marijuana non sarebbe etico.
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In Italia siamo arrivati ad un sistema capitalista con le tasse di un Paese comunista.
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Renzi: «Grazie a me spariscono co.co.co. e co.co.pro.». Qua.qua.raquà.
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La Lega va a caccia di voti al Sud. Son tutti leghisti coi terroni altrui.
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Se Renzi mette il canone Rai nella bolletta elettrica mi dichiaro prigioniero politico e mi rivolgo al tribunale dell’Aja per crimini verso l’umanità.
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Renzi-Berlusconi, scricchiola il patto del Nazareno. I due ladroni si disputano chi deve stare a destra.
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Viviamo in una società dove la gente ha pochi selfie di colpa.
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Il Papa: «Il diavolo esiste». Ti compra l’anima con 80 euro.
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D’Alema: «Renzi spaccherà l’Italia». E’ un attestato di stima.
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Grillo il clown, Renzi la scimmietta ammaestrata e Berlusconi il nano. Il Circo Massimo dell’Italia.
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La minoranza contraria del PD ha votato a favore pur essendo contraria e aver promesso battaglia alla Camera. Interessante, mi sembrano le parole di uno strappo di carta igienica che promette battaglia allo sciacquone.
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Renzi, D’Alema e Bersani. Il bullo, il brutto e il lassativo.
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I fanatici dell’ISIS vogliono conquistare Roma. Si sono accodati a quelli del M5S.
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Muore dopo essere stata anestetizzata. L’Italia dal Governo Renzi.
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Renzi all’inaugurazione di una rubinetteria a Brescia. Di perdite se ne intende.
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Italia in deflazione dopo 50 anni.
Renzi esulta: “E in soli 100 giorni!”
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Recessione, il ministro Padoan ammette che la luce in fondo al tunnel è un lumino del cimitero.
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Microsatira: Rischio default per elevata disoccupazione, ingente debito pubblico, emigrazione qualificata e giovanile alle stelle, Governo incapace di controllare le spese.
Italia? Ah no, Portorico. (noi c’avemo l’Italicus!)
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Inglisc for Renzi – lesson namber uan
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Pesce71
Prese il pane, lo spezzò e disse: “È di ieri”

GIORGIO GABER E LA DEMOCRAZIA

Dopo anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno Stato di organizzarsi, sono arrivato alla conclusione che la democrazia è il sistema, più democratico che ci sia. Dunque c’è, la democrazia, la dittatura, e basta. Solo due. Credevo di più. La dittatura in Italia c’è stata, e chi l’ha vista sa cos’è, gli altri si devono accontentare di aver visto solo la democrazia. Io da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per nascita. Come uno che appena nasce è cattolico apostolico romano. Cattolico pazienza, apostolico non so cosa vuol dire, ma anche romano…
Comunque diciamo, come si fa oggi, a non essere democratici? Sul vocabolario c’è scritto che democrazia, è parola che deriva dal greco, e significa “potere al popolo”. L’espressione è poetica e suggestiva. Ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c’è scritto. Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. E’ nata così la famosa democrazia rappresentativa, che dopo alcune geniali modifiche, fa si che tu deleghi un partito, che sceglie una coalizione, che sceglie un candidato, che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni. E che se lo incontri, ti dice giustamente: “Lei non sa chi sono io”. Questo è il potere del popolo. Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Il referendum per esempio, è una pratica di democrazia diretta, non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla “variante di valico Barberino Roncobilaccio”, ha effettivamente qualche difficoltà. Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo si se vuol dire no, e no se vuol dire sì.
In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il referendum ha più che altro un valore folcloristico simbolico. Perché dopo avere discusso a lungo sul significato politico dei risultati, tutto resta come prima, e chi se ne frega.
Un’altra caratteristica fondamentale della democrazia, è che si basa sul gioco delle maggioranze e delle minoranze. Se dalle urne viene fuori il 51 vinci, se viene fuori il 49 perdi. Ecco, dipende tutto dai numeri. Come al gioco del lotto, con la differenza che al gioco del lotto il popolo qualche volta vince, in democrazia mai. E se viene fuori il 50 e il 50? Ecco, questa è una caratteristica della nostra democrazia. È cominciato tutto nel 1948, se si fanno bene i conti, tra la destra, DC liberali monarchici missini eccetera eccetera, e la sinistra, comunisti socialisti socialdemocratici eccetera eccetera, viene fuori un bel pareggio. Poi da allora è sempre stato così, per anni. No adesso che c’entra, adesso è tutto diverso, eh è chiaro, è successo un mezzo terremoto, le formazioni politiche hanno nomi e leader diversi. Beh, adesso non c’è più il 50% a destra e il 50% a sinistra. C’è il 50% al centrodestra e il 50% al centrosinistra. Oppure, il 50 virgola talmente poco, che basta che a uno gli venga la diarrea che cade il governo. Non c’è niente da fare, sembra proprio che gli italiani non vogliano essere governati, non si fidano. Hanno paura che se vincono troppo quelli di là, viene fuori una dittatura di sinistra. Se vincono troppo quegli altri, viene fuori una dittatura di destra. La dittatura di centro invece? Quella gli va bene. Auguri auguri auguri.

http://masadaweb.org


MASADA n° 1648 10-5-2015 NAUFRAGI

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MASADA n° 1648 10-5-2015 NAUFRAGI

Il Pitalicum – Renzi sempre più di destra – Il Pd è il partito degli indagati o ‘partito della dazione’, come lo chiama Travaglio – Un sultanato renziano – Mattarella ha firmato senza fiatare l’incostituzionale Italicum – L’abbaglio dell’uomo forte – Il mistero dei derivati nei conti dello Stato: il Tesoro gestisce derivati per 160 miliardi, con una perdita di 42. I contratti swap – Il Pd europeo vota a favore delle banche ombra – La parola ‘onestà’ caccia dal Parlamento – L’ipocrisia di Bersani – Le banche fallimentari si rifaranno sui risparmiatori – L’Italia verso la disoccupazione di massa – I problemi de ‘L’Unità’ – Il tesoretto c’è ma è in Germania – Il Pd fa solo gli interessi di una cricca neoliberista

Sinistra: tutto in te fu naufragio

Stiamo così sospesi
tra una rovina accertata
e una tremula e insensata
speranza.

Fatico a capire, in queste pagine sciolte, nella cronaca amara dei giorni, se il mio è un diario da esilio o se cerco le tracce scomposte di quello che si è salvato da un naufragio. Il timore ora è di naufragare, da me stessa.
Viviana
.
Ma poiché la determinazione deve vincere su tutto…

Ungaretti

E subito riprende
il viaggio
come
dopo un naufragio
un superstite
lupo di mare
“.

Crozza giusto ieri sera: “Renzi con qualunque animale lo confronti è sempre quello più a destra“.
.
Viviana
Guarda, Renzi, che non tutte le cose veloci sono gradite. pensa all’eiaculazione precoce.
.
Jena

INVECE
In Inghilterra vince la destra, in Italia pure.
.
MEGLIO
Invece di far lavorare gratis gli immigrati non sarebbe meglio pagare Alfano per non farlo lavorare?
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SINISTRA
Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito Renzi.
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ALTRO
Mattarella firmerà l’Italicum perché non ha nient’altro da fare.
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S.O.S.
Fermate Renzi, voglio scendere.
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ADDIRITTURA
Il pianeta Marte è rossastro, nel suo sottosuolo scorre l’acqua, potrebbe addirittura esserci un po’ di vita. Somiglia alla minoranza del Pd.
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VOI
Renzi ai Comuni: “Tagliate voi che a me viene da ridere”.
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CHI
Panico tra gli italiani: «Chi è il copilota di Renzi?».
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TRANNE
L’Italia di oggi vista da Oscar Wilde: «Posso resistere a tutto tranne che alla corruzione».

Dal web:
“Se si già sa chi vincerà le elezioni, la democrazia non sta mica tanto bene”.
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Giorgio
Siamo ancora in pieno inverno renziano; anzi le gelate peggiori devono ancora arrivare, ma ogni giorno il sole sorge qualche minuto prima ed è più caldo durante le ore centrali del giorno. C’è chi pensa già alla primavera.
Avanti così!
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The hipster
“ItaliCum” sembra il nome di un canale pornografico dedicato alle eiaculazioni di maschi italiani.
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Luka’s jokes
Bersani non esce dal Pd. Serve un bravo esorcista.

a.mazed
Renzi: ‘Al Senato potrebbero essere previsti dei contrappesi.’ Per bilanciare tutta la minoranza verrà candidato Adinolfi.
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Con l’Italicum il partito che vince governerà con 340 deputati su 630 (maggioranza minima 316), il che significa che prenderà sì un enorme e incostituzionale premio di maggioranza anche se vincesse col 23%, però, gli basterà perdere 25 deputati, per dissidenza o assenteismo, e perderà la maggioranza.
Il diavolo fa le pentole ma non fa i coperchi.
.
Nell’Italicum ricompaiono le quote rosa. Forse che si cercava la parità tra uomo e donna? Macché, lo scopo era candidare le mogli dei politici!

IL PD E’ ORMAI IL PARTITO DEGLI INDAGATI

E’ così che Renzi combatte mafia, camorra e delinquenza politica?
Saviano: “Nel Pd e nelle liste di De Luca c’è tutto il sistema Gomorra”.
Mentre il M5S si batte per avere liste pulite e fa di tutto per non candidare inquisiti e condannati, “La politica del Pd, come dice Ruotolo “si è piegata al principio del potere e della vittoria a ogni costo. Si fanno accordi su un territorio solo con chi mi porta più voti”. La denuncia viene da Sandro Ruotolo, Roberto Saviano e Rosaria Capacchione, sotto scorta per le minacce della mafia.
Saviano: “Le liste di De Luca ricalcano le vecchie logiche di clientele”.
Ma il Pd ha candidato, oltre al condannato De Luca politicamente ineleggibile, anche Enrico Fabozzi a Villa Literno e Angelo Brancaccio a Orta di Atella (due ex sindaci accusati di collusione con la camorra). Sotto De Luca troviamo persone provenienti dal clan camorristico di Cosentino, come Enrico Maria Natale, il cui padre è stato arrestato due volte per camorra. Natale è di Casal di Principe, feudo simbolo di Gomorra, ed è stato candidato sindaco di centrodestra alle amministrative del 2014. Allora fu avversario del suo omonimo Renato Natale, uno dei simboli della lotta ai clan dell’allora centrosinistra. Oggi la famiglia di Natale è accusata di essere contigua agli Schiavone. Renzi accetta tutto questo e non tocca i legami di potere.
In lista Pd spicca gente coinvolta in Rimborsopoli come Mario Casillo, Angela Cortese, Nicola Marrazzo, per i quali la Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato.
Alle Regionali nelle Marche abbiamo il “Pdip”, il Partito degli indagati per peculato. Il 10% dei candidati (24 su circa 250) al prossimo voto del 31 maggio ha ricevuto infatti tre mesi fa l’avviso di fine indagini dalla procura di Ancona, con l’accusa di avere utilizzato i rimborsi ai gruppi in consiglio per presunte spese non giustificate durante le ultime due legislature.

IL PARTITO DELLA DAZIONE
MARCO TRAVAGLIO

Scusi, Presidente Matteo Renzi, lei conosce Attilio Malafronte da Pompei,arrestato a gennaio per induzione indebita a dare o promettere utilità (la vecchia concussione per induzione), e tuttora indagato per quel reato con l’accusa di aver lucrato sulle sepolture dei defunti al cimitero? Lo sa che, perquisendo casa sua, la polizia sequestrò un fucile calibro 12, una canna per fucile e 30 cartucce? Se non lo conosce, che aspetta a informarsi sul suo conto, visto che è candidato a Napoli con la lista Campania in Rete, alleata del Pd dell’aspirante governatore Vincenzo De Luca, e rischia di diventare consigliere regionale sotto le insegne del suo Pd? Come purtroppo il nostro giornale denuncia da mesi, e ieri Roberto Saviano ha confermato con un’intervista definitiva all’Huffington Post, il maggior partito d’Italia, quello che governa praticamente da solo, si elegge il Presidente della Repubblica praticamente da solo, cambia la legge elettorale praticamente da solo, modifica la Costituzione praticamente da solo, cioè il Pd, sta subendo una mutazione antropologica che va addirittura oltre tutti gli scandali che l’hanno coinvolto nel passato.
Partito con il sacrosanto slogan della “rottamazione”, Renzi ha fatto esattamente l’opposto. Prima ha imbarcato tutto il vecchio ceto politico-finanziario-imprenditoriale che si è genuflesso ai suoi piedi (e questo si chiama “riciclaggio”). Poi ha spazzato via i pochissimi che si mettevano di traverso (e questa si chiama “epurazione”). Infine ha lasciato mano libera ai ras, ai cacicchi e ai caperonzoli locali che non solo al Sud dalla Campania alla Sicilia, ma anche al Nord dalla Toscana alla Liguria su su fino a Bolzano, riempiono le liste del Pd o sue alleate di ex berlusconiani ed ex fascisti in libera uscita (e questo si chiama “trasformismo”), oltreché di inquisiti, condannati e soprattutto di impresentabili per motivi etico-politici, spesso ancor più gravi di quelli giudiziari (e questa si chiama “questione morale”). Il candidato sindaco a Bolzano è indagato. La candidata Presidente della Liguria è indagata. Il candidato riPresidente della Toscana è indagato. Il candidato Presidente della Campania è indagato. E su di lui, cioè su De Luca, attuale sindaco (decaduto) di Salerno, ci dedichiamo da quando è nato il Fatto. Non sono bastati gli innumerevoli rinvii a giudizio per reati gravi contro la Pubblica amministrazione, né la condanna poi prescritta in un processo per smaltimento abusivo di rifiuti, né la recente condanna in primo grado per abuso d’ufficio (per aver inventato una carica inesistente per piazzare un amico), per fermare la sua corsa prima alle primarie e poi alle Regionali.
Del resto, De Luca ha buon gioco a ricordare che Renzi gli indagati li ha portati nel suo Governo come viceministri e sottosegretari: Bubbico (poi assolto), Del Basso de Caro (poi archiviato), Barracciu, De Filippo, Faraone e Castiglione. Il tutto con la decisiva argomentazione che “la presunzione di innocenza vale fino alla sentenza definitiva”, dunque c’è tempo. Intanto, largo alla presunzione d’indecenza politica emorale.Così,afuriadidistrarsie distrarre l’opinione pubblica con questo camouflage e quel trompe-l’œil, ciascuno a livello locale si fa gli affari propri. Ciò che conta è vincereaqualunquecostoperfargliela vedere ai gufi e ai rosiconi, senza andare troppo per il sottile. Anche a costo di imbarcare candidati berlusconiani, cosentiniani, dellutriani e cuffariani, con la nobile scusa di attrarre voti “moderati” in vista del partito unico, il Partito della Nazione. Solo che “moderato”, in certe zone, è sinonimo di camorrista, di mafioso, di ‘ndranghetista, di tangentista. E Nazione fa rima con Dazione. Crisafulli non è più neppure indagato (almeno dice lui), ma fu immortalato ad abbracciare affettuosamente il boss di Enna, Bevilacqua: ora è candidato a sindaco di Enna, dopo regolari primarie che nessuno da Roma ha bloccato. Ad Agrigento non si riesce più a distinguere Forza Italia modello Dell’Utri, l’Udc modello Cuffaro e il Pd, infatti han partecipato tutti e tre i partiti alle primarie di centrosinistra. In Campania, al seguito del condannato in primo grado De Luca, corrono gli amici e i compari di Nicola Cosentino (detto Nick ‘o Mericano, attualmente in carcere per camorra), camuffati in almeno tre liste dai nomi soavi: Campania in Rete, Campania Libera e Centro Democratico. E, visto che non si butta via nulla, c’è di tutto. Anche l’ex mastelliano Tommaso Barbato, quello che in pieno Senato sputò in faccia a un collega che osava votare la fiducia al secondo Governo Prodi. Ma lo sputacchiere è uno degli elementi migliori, come pure gli amici di Ciriaco De Mita (la figlia Antonia dovrebbe diventare vice-governatrice in caso di vittoria di De Luca), che rischiano di nobilitare una coalizione da far accapponare la pelle.Roba che, al confronto, i candidati del forzista Caldoro paiono gigli di campo. C’è – a sostegno del Pd – Enricomaria Natale, figlio di un tizio arrestato due volte per camorra con l’accusa di essere un prestanome degli Schiavone. C’è il fascista dichiarato Carlo Aveta, proveniente da La Destra e dai raduni di Predappio sulla tomba del Duce. C’è Attilio Malafronte detto “Calibro 12”. C’è la moglie di un indagato per concorso esterno in associazione camorristica. C’è l’ex vicecoordinatrice del Pdl a Caserta. C’è l’avvenente avvocatessa Rosa Criscuolo, l’ultima a cenare con Scajola prima dell’ultimo arresto del ministro a sua insaputa. C’è la consorte di Michele Pisacane, celebre per la giravolta con cui aderì ai Responsabili e salvò il Governo B. nel 2011. Roberto Saviano,che è di quelle parti,li conosce tutti da anni, e comprensibilmente rabbrividisce, arrivando a invitare gli elettori a votare i 5Stelle e Sel, pur di non appoggiare De Luca e Caldoro.
Il solitamente garrulo Matteo Renzi, che parla e twitta su tutto lo scibile umano, su queste sconcezze tace. Dunque acconsente. E così rade al suolo l’ultima delle nobili eredità che ancora sopravvivevano nel popolo del centrosinistra: la legalità.

UN SULTANATO RENZIANO
Viviana Vivarelli

Franceschini: “Credo che molti italiani non capiscano che cosa stia succedendo“. Come accadde nel 1922.
Ora abbiamo un sistema elettorale malsano quale non esiste in nessun Paese democratico e che mozza la scelta degli elettori anche per la Camera. Un anno di Renzi ci ha avviati verso il sultanato come non erano riusciti a fare tanti anni di Berlusconi. E molti venduti corrono ora sul carro del vincitore per formare una classe di yesman senza eccezioni in basso come in alto. L’opportunismo innanzi tutto e che l’Italia crepi nella mancanza di democrazia!
L’Italia è in mano ai peggiori e anche le nuove cariche si adeguano alla corrente realizzando il piano antidemocratico di Licio Gelli.
E la pagatissima Corte Costituzionale quanti anni richiederà prima di dirci che anche questa legge è incostituzionale?
Non che avessimo illusioni su Mattarella ma la sua mancanza di dignità vanifica ormai qualunque cosa che potrà mai fare. Un retorico fasullo e senza onore.
Gli unici che hanno dimostrato coerenza e fedeltà ai loro valori sono stati i 5stelle non hanno mai cambiato opinione a parte quei 37 che si sono aggregati allegramente al carro del vincitore e che sono andati a far danno nel gruppo misto votando poi per Renzi e prendendo lo stipendio al 100%, ma quelli, evidentemente, è stato meglio perderli che trovarli, erano arrivisti qualsiasi per cui il Movimento è stato solo il predellino di lancio per obiettivi personali.
Ora la situazione è ben chiara.
La Lega ha raggiunto il suo massimo e non può che diminuire.
FI si sta disintegrando, tanto che Berlusconi si prepara, vendendo il capitale, ad andarsene altrove.
I cespugli finiranno per svendersi al maggior offerente.
La sx radicale è morta prima di nascere e non ne sorgerà un’altra, mi spiace per chi insiste su una idea fallimentare che ormai è fuori dalla storia.
Il Pd non esiste più né rinascerà più (mi dispiace per Civati che alla fine si è dimostrato migliore di quel che credevamo e che ha immolato se stesso, ma lui non ha la stoffa del leader, Landini non vuole fondare un altro partito, Cofferati e Bersani hanno già dato e altri capi all’orizzonte non se ne vedono. Emiliano ha la stoffa ma resta un servo di Renzi).
Per cui ormai l’Italia ha due sole alternative:
o finire di suicidare la democrazia con Renzi e proseguire la caduta libera dell’economia fino all’abisso della Grecia,
o tentare la democrazia diretta, cioè le redini del Paese passate ai cittadini cioè a noi, come ha fatto la Svizzera da 30 anni, con la completa epurazione della casta e il ritorno di scelte di civiltà.

Mattarella

Cordy
Il M5S ha prodotto uno sforzo assurdo. Dubito fortemente che possa prodursi in altri miracoli, perché rinunciare al denaro, in una società che fa del denaro una religione è una rivoluzione.
Proporsi politicamente con una resilienza incredibile, ad una cloaca di lecchini che ne descrivono a tinte fosche ogni sfumatura, aggirando la propaganda televisiva e giornalista con un nuovo modo di fare informazione, con temi importanti, con battaglie vinte e mai raccontate… è qualcosa che richiede uno stoicismo impareggiabile.
Perché la legge Fornero non è caduta per caso. Amato e alcuni uomini di Renzi e di Napolitano.. sono stati sconfitti, e sono stati sconfitti da un blocco che è stato creato grazie ad una battaglia vinta di un valore politico inestimabile.
Oggi la Fornero non c’è più grazie ai 5 Stelle, perché se non fosse stato per doppie e triple denunce, lì dentro sarebbe entrato qualcuno che quella riforma se l’è votata e difesa.
Oggi si parla di reddito di cittadinanza, una riforma che in varie forme esiste in tutta Europa, grazie ai 5 Stelle.
La casta, non è Bindi, Bersani e Civati. La casta è quella che viene spinta in Finmeccanica, tolta da un luogo in cui ha fatto danno per esser messa in luogo a far ancor più danno. Questa casta è la nostra assicurazione sulla vita. Perché è matematico che già oggi, in questo momento… stanno o hanno già organizzato qualche rapina che scopriremo fra qualche mese.
La casta è una informazione fatta di personaggi ormai a livello di gleba intellettuale. Di humus del regime.
I 5 Stelle hanno un vantaggio su tutti. Non devono governare. Non devono spartire posti, incarichi, restituire favori. Il potere o la sua assenza… non li logora, a differenza del PD – che dove perde, automaticamente implode – o di Forza Italia – che si trasforma da partito del capo in anarchia.
E soprattutto non deve governare un paese che ha una mentalità bloccata sulle quattro sciocchezze propinate del momento, per non affrontare ciò che è davvero importante. Si parla di federalismo, di doppio turno, di sondaggi e di altre amene balle spaziali. E allora per continuare questi discorsi non c’è bisogno dei 5 Stelle.
Se cambiamento deve essere, deve cambiare ognuno di noi.
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Viva Sankara
Ormai è palese:
la percentuale presa a qualunque elezione dal partito Pseudo Democratico corrisponde al numero di collusi.
In Toscana si dà addirittura oltre il 40%.
Dopo quel che il PD ha dimostrato, significa che in Toscana la situazione è grave.
Mi spiace, fan del PD, potete dire quel che volete, ma i ragazzi 5Stelle sono stati onesti e coerenti.
Avessero fatto anche solo un millesimo dei crimini commessi dal PD li avreste messi in croce, ma la vostra ipocrisia non vi consente di condannare chi lo merita a prescindere dal colore politico.
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Antony Fabian
Se analizziamo le cose, gli ultimi due presidenti, hanno contribuito e contribuiscono alla disfatta dell’economia e della Democrazia, ma dall’alto, non riescono a capire le vere esigenze del popolo. In uno stato civile e serio, certi personaggi non esistono, ma se essi e Renzi e Berlusconi sono la immagine del popolo Italiano, allora meglio il Bangladesh

Manlio
Nonostante gli appelli ben motivati di Travaglio e di fior di costituzionalisti, anche questo Presidente, come colui che lo ha preceduto, ha firmato una legge vergogna. E pensare che faceva parte della Corte Costituzionale. L’arroganza del potere non ha limiti.
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Alcor1969
L’evidenza che il capo dello stato è una figura inutile, completamente asservita a chi lo ha votato!!!!!!
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Viviana

Gli Italiani devono crescere, ed emanciparsi da questa Cricca di delinquenti.
Quando si è bambini, qualunque malfattore può approfittarsi di noi.
Quando si è bambini non si conta un casso.
Gli Italiani un giorno smetteranno di essere bambini e ognuno si assumerà le sue responsabilità come fa ogni adulto consapevole in un’età matura e ragionevole.
E allora questa marmaglia sparirà come neve al sole.
I 5stelle non possono pretendere i miracoli. Ma possono desiderare che un numero sempre più grande di persone si emancipi da uno stato minorile, da quello Stato che oggi accetta qualunque sconcezza, da quello Stato che ci spinge velocemente verso il Medioevo, lontano da ogni embrione di civiltà e democrazia, verso un nuovo ventennio che rischia di essere peggiore dei due precedenti.
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L’ABBAGLIO DELL’UOMO FORTE
alfonso

Il M5S è, al momento attuale, volente o nolente, l’unica alternativa a questa situazione di pre-dittatura. I partiti tradizionali sono evaporati, il PD ha preso il posto del PD con la L, i razzisti urlano, ma urlano troppo, e poi Salvini non è uomo da potere, ma da mercato rionale.
A meno che non spunti all’ultimo momento l'”uomo nuovo”, di cui io ho sempre paura, tra i flop alla Monti o Ingroia e le possibili derive salvinesche, ci rimangono solo loro, i cittadini diventati politici.
Guarda caso, sembra di essere ritornati all’antica Grecia.
Cazzuti, dileggiati da chi ne ha paura e da chi si aspettava di più, hanno un punto debole non da poco: l’Italicum è fondato sull’UOMO FORTE, il dux di chi se lo ricorda e di chi l’ha studiato. La struttura stessa del M5S parte da un concetto di “molti”. Da questi si estrarrà il dux? Oppure si alterneranno? Non me la vedo bene. E Grillo e compagnia stanno fuori dai giochi, speriamo, se non vogliono perdere più voti.
Quindi non è un fatto di crescita (oddio, anche quello, ma in parte minore) ma piuttosto di “ristrutturazione” su stile renziano. Non penso che funzionerà. Crimi? Di Battista? Mah.
Però c’e un altro elemento interessante: coagulandosi sufficientemente, il M5S ha a disposizione un bacino di voti che supera il 20%. Succederà qualcosa, oppure entreremo nel ventennio renziano da cui, speriamo, non dovremo uscirne come l’altra volta? Perché i presupposti ci sono tutti.
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stefano pedrollo
Votare per il M5S non è facile. Si tratta di un cambiamento culturale. Se voti per il M5S senza renderti conto che devi metterti in gioco in prima persona non hai capito l’essenza del movimento.
La democrazia diretta, senza costosi intermediari, è una battaglia difficile ed implica partecipazione attiva. Leggere e studiare le leggi, condividere le nuove proposte di legge tra i cittadini.
E’ questa la differenza, il M5S vuole coinvolgere i cittadini, non governare i cittadini. I cittadini vogliono poter cambiare le leggi tramite iniziative dirette. E non dite che questo è populismo. Chi non è interessato o è menefreghista non promuoverà mai una legge. Inoltre, il M5S non candida chi è indagato o condannato, e ditemi se questo non è un cambiamento culturale.
Mi dispiace, ma chi non riesce a cogliere questo gap con i partiti tradizionali e la loro forma di leadership continuerà a fare domande sulla leadership.
Mi chiedo se chi dice che il programma del M5S è impresentabile lo abbia mai letto.
Il reddito di cittadinanza può essere votato domani.
I referendum propositivi potrebbero entrare nella costituzione domani.

Alessandro

Se si vota nel 2018, perché tanta fretta per la legge elettorale??? Intanto:
– 2 aprile 2015. Tasso d’inattività 36%.
– 2 aprile 2015. Il Pil non aumenta.
– 2 aprile 2015, Istat: “La pressione fiscale in Italia è salita”. Nel quarto trimestre 2014 sale a 50,3%.
– 2 aprile 2015. Fermo il potere di acquisto delle famiglie.
– 2 aprile 2015. Nel 2014, rispetto al 2013, diminuisce dello 0,8% il profitto delle società.
– 2 aprile 2015. L’indebitamento delle amministrazioni pubbliche è salito al 2,3%, cioè 1,1 punti in più rispetto a stesso periodo 2013.
– 15 aprile 2015. Il debito pubblico è salito a 2170 miliardi di euro, che comporta un interesse di 80 miliardi di euro l’anno, tolti ai servizi pubblici essenziali.
– 19 aprile 2015. Aumenta il ticket sanitario e i salvavita.
– 30 aprile 2015. La disoccupazione giovanile aumenta al 43,1%, e la disoccupazione generale aumenta al 13,2%.
Fra qualche anno, quando sarà troppo tardi e ci avranno distrutto pezzo dopo pezzo, ci domanderemo come abbiamo fatto ad arrivare a tutto questo!!
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IL MISTERO DEI DERIVATI NEI CONTI DELLO STATO
da ‘beni comuni’
Andrea Baranes

Lo scorso anno l’Italia ha pagato 2,76 miliardi di euro in meno di interessi sul debito pubblico, in particolare grazie agli interventi della Bce. Peccato che nello stesso anno le perdite e il passivo legati ai derivati siano saliti di circa il doppio, ovvero di 5,46 miliardi.
A dirlo è un rapporto di Eurostat, che svela alcuni dati a dire poco sconcertanti. Le perdite per l’Italia nel periodo 2011¬2014 sono state superiori a quelle di tutti gli altri Paesi della zona euro messi insieme: 16,95 miliardi di euro per l’Italia, 16,35 per la zona euro. Alcune nazioni, quali Francia, Belgio o Irlanda, hanno registrato anche dei surplus consistenti.
In un’audizione in Parlamento tenutasi a fine 2014 si è scoperto che il Tesoro gestiva derivati per circa 160 miliardi, con una perdita potenziale di 42 miliardi di euro. La perdita è potenziale perché è quella che si registrerebbe chiudendo i contratti al valore attuale (mark¬to¬market). Se non è quindi detto che lo Stato debba sborsare l’intera cifra in futuro, colpisce quanto poco si sappia e quanto siano scarne le informazioni fornite dal Governo. A maggiore ragione nei giorni in cui lo stesso Governo pubblica il Def e si fa vanto dello “straordinario” risultato – e parliamo anche qui di una previsione e non di dati a consuntivo – legato a un tesoretto di 1,6 miliardi, circa trenta volte più basso delle potenziali perdite in derivati.
Solo la pubblicazione dei dati Eurostat e un’inchiesta pubblicata il 24 aprile sul Sole24Ore hanno permesso di portare alla luce alcune fondamentali informazioni. Si viene così a sapere che quasi l’80 % delle perdite potenziali sono legate a contratti chiamati “Duration Interest Rate Swap”. Difficile anche solo capire di cosa si tratti, visto che persino un sito specializzato in finanza come Bloomberg sottolinea che questa tipologia di derivato “non è definito nella letteratura finanziaria”. In ogni modo, sempre secondo Bloomberg, dovrebbe trattarsi di “una scommessa sull’andamento futuro della struttura dei tassi di interesse”.
Una “scommessa”? Ma i derivati nella pubblica amministrazione non dovrebbero essere utilizzati unicamente con finalità di copertura? Il ministero dell’Economia sostiene in realtà che contratti simili servano ad allungare la durata del debito. Peccato che secondo il Sole24Ore si è passati da una durata media di cinque anni e mezzo a una di cinque anni e 9 mesi. Per essere precisi 84 giorni che potrebbero costare, a quanto è dato sapere oggi, 42 miliardi di euro.
Sempre dall’inchiesta del Sole24Ore emergono altri dati, se possibile ancora più preoccupanti. Ad es. riguardo il derivato chiuso a inizio 2012 dal Governo Monti, che ha portato a sborsare alla Morgan Stanley 3,1 miliardi di euro. Prima considerazione, la cifra è circa mezzo miliardo superiore a quanto era noto, tant’è che il Financial Times a giugno 2013 sosteneva che l’importo fosse di 2,57 miliardi di euro. Mezzo miliardo di euro su una singola operazione, con l’informazione che viene fuori a tre anni di distanza, unicamente grazie a un’inchiesta giornalistica.
Nel merito, tale perdita era legata alla chiusura di tre “swaption”, ovvero delle opzioni riguardo l’ingresso in un contratto swap. In pratica un derivato sull’acquisto di un derivato, che secondo il Sole24Ore significa “fare cassa acquisendo rischi potenzialmente illimitati, l’esatto contrario della copertura”. L’esatto contrario perché, nei contratti firmati dal Governo italiano, era la controparte, ovvero la banca, a potere decidere se acquistare o meno lo swap, ovvero in qualche modo ad assicurarsi. Per quale motivo il nostro Governo si è messo a vendere assicurazioni alle banche d’affari?
Ribadiamo che nelle stesse parole del Mef, i derivati servono a “comprare una copertura assicurativa che minimizzi l’impatto di eventi sfavorevoli”. Comprare, non vendere. Più in generale, partendo dalle parole del Mef, sarebbe interessante sapere come si sia arrivati alla situazione attuale; capire in che modo quello che Bloomberg definisce una scommessa che non è nemmeno definita nella letteratura finanziaria possa essere equiparata a un’assicurazione; farsi spiegare perché la vendita di un derivato che contiene un altro derivato è considerata una normale operazione di politica economica; com’è possibile che le perdite per la sola Italia siano superiori a quelle di tutta l’area euro; quali siano le coperture per potenziali perdite di oltre 40 miliardi; se 160 miliardi è il totale di derivati o se dobbiamo attenderci nuove sorprese nel prossimo futuro; e le domande sarebbero molte altre.
Una prima possibile risposta viene dalla stessa inchiesta del Sole24Ore, che sottolinea come, tra amministrazione pubblica e banche d’affari, “almeno all’inizio i rapporti di forza tra i negoziatori erano chiaramente sbilanciati”. Sarebbero però necessarie quanto urgenti risposte più puntuali, così come un’informazione chiara sui rischi futuri e le misure messe in campo per contrastarli. Peccato che al momento, tutto quello che si è saputo dal Governo, per bocca del sottosegretario all’Economia Baretta, è che “in merito ai dettagli informativi sul portafoglio derivati è allo studio una nuova e più efficiente metodologia di ampliamento del set informativo e della sua periodicità”.

NOXV83
Italicum, per il voto finale, PD solo in aula.
Renzi ha raggiunto lo scopo ancor prima di far passare la legge.
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IL PD EUROPEO VOTA A FAVORE DELLE BANCHE OMBRA
Berluscameno

I “furboni di Bruxelles” si apprestano ad affrontare la prossima inevitabile “crisi finanziaria “ (che sarà scatenata su iniziativa anche delle Lobby Bancarie che comandano l’attuale Governo di burocrati della UE), addebitando le previste e prossime “mostruose perdite finanziarie”, che saranno addebitate alle popolazioni dei paesi (anche poveri) della UE.
Le lobby finanziarie e bancarie hanno vinto di nuovo!
Il 29 aprile il Parlamento Europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, ha dato il via libera a una norma che invece di ”regolamentare in modo severo” il cosiddetto “sistema bancario ombra” (Shadow Banking) – come richiesto dal “Financial Stability Board” (FSB)e dal “Comitato Europeo per il Rischio Bancario Sistemico” – ha finito per introdurre solo “requisiti marginali”, troppo blandi rispetto al rischio che le “banche ombra” rappresentano per i mercati finanziari globali.
Nello “specifico” la norma riguarda un particolare tipo di fondi monetari, i” Constant Net Asset Value Money Market Funds(CNAV)”, fondi con valore patrimoniale netto costante, utilizzati da grandi imprese finanziarie e investitori istituzionali bancari per parcheggiare la loro abbondante liquidità (fornita dalla BCE con il QE di Draghi) e finanziarsi nel breve periodo.
Formalmente si tratta di “fondi d’investimento” che però, grazie a un diverso sistema di contabilizzazione delle quote, funzionano a tutti gli effetti come “depositi bancari”, senza dover sottostare alle norme e alle “AUTORITA’ DI VIGILANZA “previste per le banche, né a garanzie sui depositi.
Tra il 2008 e il 2009, gli anni peggiori dell’ultima crisi finanziaria, le “vendite forzate di titoli di stato” da parte di fondi CNAV (per rimborsare gli investitori che volevano uscire) hanno accelerato il “crollo del valore dei bond pubblici”, contribuendo in modo determinante all’ acuirsi della “crisi recessiva GLOBALE “, in cui ancora oggi l’Italia si dibatte strenuamente.
Ecco il motivo per cui il “Financial Stability Board” e il “Comitato Europeo per il Rischio Sistemico” avevano raccomandato al Governo UE di” eliminare” gradualmente alcuni di questi fondi.
Lo stesso Michel Barnier, ex “commissario europeo per il mercato interno e i servizi finanziari “(carica che oggi ricopre il britannico Jonathan Hill), aveva appoggiato la proposta, chiedendo – nel 2013 – che i fondi CNAV fossero “almeno” sottoposti alla normativa bancaria e accantonassero un cuscinetto di capitale pari almeno al 3% del patrimonio.
Ma con Hill la musica è subito cambiata. “Il nuovo commissario ha lasciato cadere la proposta Barnier”, spiega Sven Giegold, portavoce finanziario del Gruppo dei Verdi a Bruxelles. “Francia e Germania, contrarie a regole blande ed inutili di pura facciata per i fondi, “si sono scontrate”(?) con Gran Bretagna, Irlanda e Lussemburgo (dove il mercato dei fondi CNAV è molto sviluppato) ed i secondi (molto più ubbidienti al “dictat” delle banche presenti nelle varie lobby), hanno avuto la meglio”.
Nella norma approvata è addirittura sparito il “cuscinetto di sicurezza” minimale del 3%. In più, solo una particolare categoria di fondi monetari, i cosiddetti “Low Volatility Net Asset Value”, verrà messa al bando, ma solo dopo una fase di transizione di cinque anni: tre anni in più rispetto agli Stati Uniti, dove un provvedimento analogo è già stato introdotto.
La” proposta annacquata” ed “ indecente” del Parlamento Europeo è passata a favore con il 70% dei voti e quindi con il sostegno convinto di S&D (socialdemocratici), PPE (popolari), Alde (liberali) ed Ecr (conservatori).
All’interno del gruppo S&D, il PD italiano ha votato compatto a favore proprio ed esclusivamente per prendere in giro tutto il popolo italiano, che “non sa cosa fanno nel Parlamento UE”, ma che li paga comunque profumatamente!
Solo Cofferati ed Ely Schlein si sono astenuti (e votare contro no,eh!) . Ad opporsi, alla fine, sono stati solo la lista Tsipras, il M5S (evidentemente gli italiani non sono tutti fessi!), la Lega e i Verdi.
Le “BANCHE OMBRA” (tramite lo Shadow Banking) potranno quindi continuare ad agire (come hanno sempre fatto, Monte Paschi Siena docet!) sostanzialmente indisturbate, con gli stessi rischi e causando gli stessi disastri economici causa principale della totale instabilità dei mercati globali del periodo “pre e dopo crisi”.
Per colpire il MOSTRO FINANZIARIO e BANCARIO CHE SOFFOCA ormai L’EUROPA ed il mondo intero non bastano i proclami e le manifestazioni.
Servono decisioni politiche coraggiose come sarebbe quella di creare la nuova Costituzione degli STATI UNITI D’EUROPA federale e solidale.
A Strasburgo, il 29 aprile, si è persa- invece – l’ennesima occasione di creare” una vera e seria riforma”.

Vietato in Parlamento l’uso della parola ‘onestà’!!
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L’IPOCRISIA DI BERSANI
Berluscameno

Ho letto che alla Camera è proibito ai deputati pronunciare quella parola: “ONESTA’”.
Il disegno reazionario in atto non può prescindere dal perverso utilizzo dell’informazione.
La manipolazione sistematica consente ai massoni neonazisti dominanti, Draghi e Schaeuble in testa, di sterilizzare la democrazia grazie alla sapiente costruzione di un clima di perenne emergenza. Nel 2011 per esempio, la “bufala dello spread “risultò funzionale all’ arrivo al potere di Monti, già iniziato presso la Gran Loggia Unita d’Inghilterra nonché inserito nella super-officina massonica ‘Babel Tower”.
Lo spettro del “default” serve solo per far trangugiare al popolino alcune volgari contro-riforme che mirano alla definitiva cristallizzazione di una società classista, iniqua, violenta e diseguale.
I politici, poco più che burattini al servizio di logge e poteri occulti, sono frequentemente ingaggiati a contratto, per poi essere cinicamente scaricati una volta divenuti vecchi ed inservibili.
Prendiamo il caso della cosiddetta “sx del Pd”, gruppo eterogeneo formato da una accozzaglia di mediocri raccolti intorno ad un leader da operetta come Bersani.
Se un alieno, appena sbarcato sul pianeta Terra, s’imbattesse per caso in un tipo alla Alfredo D’Attorre, potrebbe per un attimo scambiarlo per un sincero democratico, attento alla tenuta della democrazia e alle ragioni dei più deboli. Peccato le cose non stiano così. D’ Attorre, infatti, al pari di Bersani, Letta, Fassina, Cuperlo, Bindi, Padoan ecc., fa parte di quella nutrita schiera di personaggi che usa la verità come arma di ricatto contrattuale.
Fino a quando il Pd era dominato dalla vecchia guardia, le “politiche di austerità” (della Merkel) erano necessarie e responsabili; ora che Draghi ha licenziato gli antichi servitori, promuovendo al rango di nuovo caposala l’astuto pinocchietto fiorentino Renzi, molte mezze calzette trovano improvvisamente il coraggio di dire apertamente ciò che prima, per interesse e pavidità, non osavano neppure sussurrare.
Chi ha voluto Monti al potere? Il Pd di Bersani.
Chi ha votato il pareggio di bilancio in costituzione? Il Pd di Bersani.
E il fiscal compact? Sempre il Pd di Bersani.
E la riforma Fornero? Idem.
Renzi effettivamente è squallido, ma i suoi nemici interni sono più squallidi di lui, aggiungendo abbondante ipocrisia alla conclamata nefandezza.
“Hanno la faccia come il culo”..
La speranza è che simili figuri, pronti a sottoporsi ad un intervento di ricostruzione dell’imene pur di rifarsi una verginità perduta, vengano definitivamente archiviati con il disonore che meritano nel dimenticatoio puzzolente della storia.
Un altro del quale nessun uomo per bene potrà mai sentire la mancanza è Ferruccio de Bortoli, portavoce del massone aristocratico e reazionario Mario Draghi, recentemente cacciato dalla guida del Corriere della Sera.
De Bortoli, fatto della stessa pasta dei vari Bersani e D’Attorre, si è congedato dai suoi lettori scrivendo un lungo pezzo tanto paradossale quanto ridicolo “I giornali devono essere scomodi”, pontifica l’ex direttorino armato di ciuffo ed erre moscia, massima espressione di un giornalismo meschino, forte con i deboli e debole con i forti.
Il Corriere di Flebuccio in effetti è stato scomodo: scomodo per i precari, per i poveri, per i disoccupati, per i pensionati e per gli studenti, tutti criminalizzati dal piglio perbenista del miliardario con la penna posto a difesa del santuario “mercatista”.
De Bortoli ebbe perfino il coraggio di augurare all’ Italia l’arrivo della Troika, da sempre perfettamente a suo agio nel ruolo di Gabibbo di lusso che fustiga i vizi della Casta che lo pasce e lo arricchisce. Senza la scientifica “opera di mistificazione “messa in piedi da giornalisti e politicanti asserviti ai soliti centri di potere dei Banchieri globali , non sarebbe stato possibile svuotare dalle fondamenta la democrazia in Europa.

LE BANCHE RIVERSERANNO I LORO FALLIMENTI SUI RISPARMIATORI
Berluscameno

I tecnocrati di Bruxelles hanno deciso che a pagare il conto dei “loro disastri bancari “ saranno i clienti” (ossia i risparmiatori).
La crisi recessiva più lunga dal dopoguerra ad oggi sembra essersi arrestata ma l’implosione dei sistemi finanziari e bancari del 2008 ha messo a dura prova governi e finanze pubbliche ma anche i privati vivranno-ora – in un mondo completamente trasformato.
La logica è quella del “liberi tutti”. Di salvarsi come di affondare, senza aiuti esterni.
Così cambia il mondo per le società, i conti pubblici e i portafogli privati.
1)-Partiamo dalle società quotate e no.
Matteo Renzi ha annunciato la fine del “capitalismo di relazione”, ma questa “nuova era” i vecchi salotti buoni l’hanno consacrata già da un po’ di tempo. E il motivo è semplice: con lo sboom dei valori di Borsa e la riduzione del capitale di rischio, è tramontato per sempre il vecchio adagio di Enrico Cuccia per cui le azioni si ‘’pesavano’’ e non si ‘’contavano’’. Ora le azioni si contano eccome e nessuno vuole più buttare soldi pur di far parte di un club di eletti che produce solo perdite.
In questo modo, tutte le “aziende sane” (ma chi le giudica e controlla?) saranno maggiormente contendibili e si tratta di una svolta importante.
Secondo effetto, anche questo positivo, della fine della crisi, è poi la catartica riduzione dei tassi d’interesse sui titoli del debito pubblico europeo che solo 4 anni fa sembrava del tutto avveniristica. L’epoca dei” tassi a zero” rende comuni gli obiettivi di risparmiatori e banchieri ed è una cosa mai avvenuta nell’economia recente: entrambi, infatti, non saranno più disposti a pagare gli Stati per comprare i loro bond sovrani a interesse negativo ma cercheranno rendimenti migliori. Ecco spiegato il motivo per cui si sta registrando un aumento consistente dei mutui e perché potrebbe ripartire –finalmente il settore immobiliare. A questo fine occorre una adeguata diminuzione dell’“astronomico carico fiscale” sulle case di abitazione.
3)-Il terzo effetto della “fu tempesta finanziaria” è invece perverso e comporta rischi sconosciuti per tutti i clienti di una banca. Con la riforma operata in Europa dei regolamenti sui bilanci pubblici e privati delle Banche è stato stabilito che la comunità degli istituti finanziari e banche non potrà essere più salvata (in caso di “default” bancario )dagli Stati. Ai Paesi penseranno gli ombrelli finanziari sovranazionali (come i vari Fondi salva-Stati, il FM).
Delle banche- in grave difficoltà finanziaria -si occuperà in solido chiunque abbia a che fare con loro e non più i governi dei Paesi eventualmente interessati dall’eventuale “default” delle loro Banche private. In termini tecnici, si passa dal sistema di ‘’bail out’’ (salvataggio esterno) a quello di ‘’bail in’’ (salvataggio interno).
Il cambiamento è previsto dalla direttiva europea “Banking recovery and resolution” entrata in vigore dal primo gennaio 2014 un po’ alla chetichella e che dovrà essere approvata in Italia attraverso un decreto legislativo ancora all’esame del Parlamento, che prevede peraltro la necessità di ulteriori passaggi attuativi.
La novità è chiara e sarà bene che la tengano presente tutti coloro che pensano di aprire un conto in Banca o acquistare bond e azioni da un istituto di credito: lo Stato non interverrà più a salvare le banche in stato fallimentare. L’arduo compito toccherà proprio agli azionisti prima, agli obbligazionisti poi, e se non fosse sufficiente, interverranno anche i clienti correntisti e risparmiatori. Sono fatti salvi solo i conti bancari fino a 100 mila euro, un livello di garanzia già sancito dalla legge italiana e che diverrà operativo in tutta l’Unione. Se ne sono già avuti degli esempi pratici a Cipro – dove gli oligarghi russi sono stati chiamati ad aprire i portafogli – e presto accadrà anche in Austria, con una banca in “default”, la “Hypo Alpe Adria”.
Il funzionamento è piuttosto semplice: una volta dichiarato il” bail-in” (al fine di evitare il default della banca), si bloccano tutte le transazioni sui titoli azionari e obbligazionari, ma anche sui conti correnti, fino a quando non si definisce il livello di intervento necessario per turare le falle che si sono aperte nei bilanci.
A seconda del livello di rischio degli investimenti si passerà ad annullare i crediti degli azionisti, degli obbligazionisti e infine, se necessario, anche dei correntisti e titolari di conti deposito, con esclusione come detto dei primi 100 mila euro, che dovrebbero essere coperti da un fondo interbancario di tutela dei depositi, in via di costituzione per tutta l’Unione. Non è certo il caso di fasciarsi la testa prima di averla sbattuta ma giova ricordare il “livello di intervento pubblico” in Europa negli ultimi anni. Germania, Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Grecia, Belgio, Austria, Portogallo e Italia hanno speso in tutto” 441 miliardi di euro in prestiti per consolidare le loro banche”. Una montagna di denaro che, se dovesse servire di nuovo in caso di fallimenti, “graverà totalmente” sulle tasche dei cittadini e non più dei governi.

L’ITALIA VERSO LA DISOCCUPAZIONE DI MASSA
Claudio Messora

George Friedman ha parlato di catastrofe sociale. Il governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco ha detto che vede una disoccupazione di massa alle porte: “Senza innovazioni e investimenti nel capitale umano rischiamo una disoccupazione di massa“. Nel giro di 10-20 anni un lavoro su due scomparirà’.. Anche se si creasse un ambiente favorevole alle imprese ci troveremmo comunque con un forte ritardo culturale”. “L’alfabetizzazione degli adulti italiani è molto bassa: il 70% degli italiani non comprende ciò che legge o non sa come usare le informazioni scientifiche e tecnologiche che possiede. Siamo molto indietro”.
Visco ha citato una serie di dati per dimostrare che la dimensione delle imprese italiane e la loro mancata crescita dipenda dagli scarsi investimenti in capitale umano: “Anche negli Stati Uniti le imprese nascono piccole come in Italia e hanno la stessa mortalità, una su due dopo un certo periodo muore. Ma se negli Usa un’impresa comincia con 10 addetti dopo due anni questi sono 26, mentre in Italia sono 12. Questo dipende dal capitale con cui quell’impresa viene sostenuta: noi abbiamo cercato di ridurre la fiscalità sul capitale di rischio ma è drammatico che questa cosa non si sappia. La flessibilità del mercato del lavoro ha peraltro disincentivato le imprese a investire in innovazione”. “Già adesso investire in capitale umano rende molto poco in Italia perché’ l’impresa vede che non c’é convenienza a investire su quelli che più sanno. Il maggior disincentivo a investire è venuto dal modo in cui e’ stato reso flessibile il mercato del lavoro: alle piccole imprese è convenuto investire in contratti part-time e precari per prendere giovani e fargli fare le stesse cose che facevano gli anziani. Chi doveva investire su se stesso ha pensato che non fosse conveniente farlo”.

IL QUOTIDIANO L’UNITA’

Alessandro Gilioli indica i problemi del quotidiano l’Unità, che ha preso molti soldi dallo Stato e li sperperati, riempiendosi di debiti e riversandoli sui suoi giornalisti querelati che oggi sono costretti a pagare non solo la propria parte di risarcimento, ma anche quella che spetterebbe all’editore.
”L’Unità, dopo essere stata organo del partito, è diventata nel tempo una società privata, la cui proprietà faceva capo a dei ‘normali’ imprenditori. Imprenditori che tuttavia, nel mettere i loro soldi in quel quotidiano, sapevano bene di non fare un affare diretto, nel senso che la testata non avrebbe potuto mai produrre utili. Allora perché ci mettevano i soldi? Perché favorire l’Unità significava acquisire robusti crediti nei confronti di un partito che aveva un grosso potere politico – e quindi avrebbe potuto ricambiarli. L’Unità, pur appartenendo formalmente a quegli imprenditori privati, è sempre rimasta appannaggio del partito e dei suoi vertici. Con una serie di clausole e di accordi interni, il partito ci faceva il bello e il cattivo tempo, ne nominava i direttori, ne determinava la linea editoriale, ne occupava gli spazi con le sbrodolate dei suoi esponenti, che erano obbligatorie in quanto imposte dall’editore ombra stesso, cioè dal partito. Il partito continuava a essere il vero padrone del giornale, però i soldi ce li mettevano degli altri che poi sarebbero stati ricompensati dal potere politico che il partito stesso aveva. La situazione non era delle più limpide. Se poi ci si aggiunge che il buco economico creato da questo giornale era in parte riempito con i soldi pubblici stabiliti da una legge che il partito stesso aveva fatto (con altri, in situazioni simmetriche), la puzza di marcio inizia a crescere parecchio. A un certo punto, il meccanismo perverso ha tuttavia smesso di funzionare, soprattutto perché i partiti sono stati costretti – sotto la pressione di parte dell’opinione pubblica – a ridurre i finanziamenti pubblici (ma anche per altri motivi legati al cambio di dirigenza nel Pd e al cambio di imprenditori privati proprietari della maggioranza delle azioni: in poche parole, i due nuovi gruppi non andavano d’accordo tra loro).
Il risultato è stato la liquidazione della vecchia società proprietaria e la chiusura dell’Unità (che probabilmente riapparirà con altri proprietari più legati all’attuale Pd). Chiusa l’Unità, sono andate a sentenza dozzine e dozzine di cause civili per danni, come ci sono in tutti i giornali (tutti) dato che per i potenti in Italia fare causa è uno sport quotidiano, il più delle volte a scopo intimidatorio. Poiché però la società stava fallendo, nessuno si è occupato di queste cause, tanto meno i consulenti legali del giornale che – non essendo più nemmeno loro pagati – non preparavano più le udienze, portando al giudice il materiale necessario per difendersi. I giornalisti spesso non venivano neppure a sapere che erano in corso i processi. Così le sentenze sono state tutte o quasi di condanna, anche per casi (alcuni li conosco personalmente) in cui non sarebbe stato difficile ottenere un verdetto opposto. Essendo la società ormai in liquidazione, le condanne si sono interamente riversate sui giornalisti, che quindi hanno dovuto pagare non solo la loro parte, ma anche quella che sarebbe spettata all’editore. La legge infatti prevede che il danneggiato possa rivalersi interamente sull’unica parte in grado di pagare, che in questo caso erano appunto le persone. Conosco una collaboratrice esterna dell’Unità che, per un articolo di satira (!), non difesa in giudizio dall’Unità e addirittura ignara di essere sotto processo, ha scoperto a sentenza emessa di dover pagare 3.000 euro per la sua parte e altri 20 mila circa per la parte dell’azienda. E li ha pagati, tutti, dando fondo ai risparmi, perché l’alternativa sarebbe stato il pignoramento dell’appartamento dove abita. In tutto questo, coloro che nella vicenda stavano nella parte alta della piramide – cioè il partito e i vari imprenditori che si sono succeduti alla proprietà – sono spariti e non versano un euro. Il primo, perché dice di non c’entrarci nulla, che l’Unità non era formalmente sua; i secondi, perché hanno messo la società in liquidazione e ciao. A pagare sono stati i più deboli su cui i più forti (partito e imprenditori) hanno rovesciato ogni peso. Che poi ciò sia avvenuto proprio nel giornale di un partito fondato per difendere i deboli dalle angherie dei forti, beh, questo è un paradosso significativo sulla parabola di quel partito.”

honhil
Lampante il grosso conflitto d’interesse tra chi teneva in piedi (appunto per riceverne benefici a gogò) L’Unità (giornalisti compresi) e il partito di riferimento. Per quanto riguarda i deboli e i forti, beh, la storia del vaso di coccio tra i vasi di ferro non è una favola, ma lo specchio della realtà. Nonostante si dica che l’Italia abbia la più bella costituzione del mondo, lo Stivale è il Paese delle caste. E sono proprio loro a celebrare, ad ogni stormir di foglia, la Carta, dato che nelle pieghe della Costituzione trovano sempre il ferro che le tiene in piedi. La Corte Costituzionale la limatura agli stipendi delle toghe l‘ha bloccata sul nascere con una veloce sentenza resa immediatamente esecutiva. Perché toccare i loro stipendi da nababbi è anticostituzionale. Punto è basta. Per il Popolo pecorone, in nome del quale le toghe operano, invece, è tutto vischioso e tutto si può rinviare ‘sine die’. Non per niente con la legge Fornero il default è stato fatto entrare a forza nelle famiglie del ceto medio e vi è rimasto. Con il risultato di far cadere la domanda interna. E quando il giochetto non è stato più possibile portarlo avanti e l’Alta Corte si pronuncia, trattandosi di ‘deboli’, cominciano i distinguo e da parte della stessa Corte, che in parte si rimangia quello che ha deliberato, e da parte del Governo. La verità vera è che le Istituzioni italiane oramai sono troppo marce per potersi da sole emendare.
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Cordy
Ricordo i giornalisti dell’Unità migliori con la schiena assai dritta (Padellaro, Travaglio, De Gregorio), e quella con cui e’ stata alla svelta rimpiazzata (Jop, Oppo, Costa), per fare l’organo di stampa del PD. Ricordo di quest’ultima terna gli attacchi ai 5 stelle al limite della demenza, e ben oltre il ridico e l’indegno intellettualmente.
Per i primi mi dispiace assai.
Per i secondi pure.

IL TESORETTO C’E’ MA E’ IN GERMANIA
Berluscameno

Il «tesoretto» c’è, ma è in Germania.
La Merkel (su pressione degli USA) “scopre il miracolo “di avere 38 miliardi extra in cassa.
Alcuni suggeriscono che occorre prendere in considerazione di iniziare “un nuovo risorgimento italiano” per “liberare l’Italia” dalle prevaricazioni dovute a Trattati e regolamenti fraudolenti ed infami pattuiti con l’attuale farlocca UE.
La GERMANIA -anziché pensare alla costruzione di un “vero” stato europeo -ossia agli “STATI UNITI D’EUROPA “ federali e solidali- pensa di continuare nell’attuale andazzo di poter usufruire del paravento UE per avere a sua disposizione una moneta molto sottovalutata rispetto al valore reale del marco, che le permette di ottenere sui mercati internazionali (USA) delle merci un “surplus annuale commerciale spropositato“.
“Ma allora occorre che si provveda a fare subito un Referendum sulla continuazione all’appartenenza o meno all’UE attuale”, come ha dichiarato Cameron, dopo la vittoria elettorale!
Deve essere il popolo italiano che decide sul suo destino futuro e non quattro “lavapiatti in frac “che in tutta segretezza ci hanno bidonato.
L’importo del tesoro tedesco -accumulato tramite le nostre disgrazie- dovrebbe essere convogliato in investimenti interni alla Germania (od esterni nei paesi deboli della UE, che hanno estrema necessità di ottenere prestiti per “veri “investimenti produttivi).
Se il surplus commerciale della Germania concorre a creare “IL TESORO NASCOSTO DELLA GERMANIA”(centinaia di miliardi di euro e dollari costruito col “dumping valuario”), allora i nostri governanti dovrebbero chiedere la “restituzione della nostra sovranità monetaria e nazionale prima concordata con la Merkel.
Intanto la “furbetta” Germania dichiara di ritrovarsi con 38 miliardi di euro (dichiarati, ma sono molti di più) in più nelle casse del tesoro pubblico nazionale ed è giù iniziata la discussione su come utilizzarli.
(Se più soci costituiscono una società commerciale e si accorgono che solo uno realizza -a spese degli altri – enormi profitti, e i restanti accumulano solo “gigantesche perdite “ che razza di patto para sociale è stato firmato?
Questa è una colossale truffa internazionale di cui qualcuno dovrebbe rispondere in un Tribunale Internazionale !)
Secondo le cifre diffuse oggi dal ministero delle Finanze Tedesco, le entrate fiscali
nel periodo 2015-2019 saranno superiori di 38,3 miliardi di euro a quelle previste, grazie alla “maggiore crescita dell’economia e all’aumento dei salari”.
Recentemente, il Governo ha ritoccato al rialzo le stime di crescita del prodotto interno lordo per il 2015 da 1,5 a 1,8%.
La Germania ha ottenuto già lo scorso anno un “surplus di bilancio” dello 0,6% del Pil, ma alcuni economisti non tedeschi dicono che il “surplus” tedesco sia stato superiore al 6%!).
Tenere i conti in pareggio (a scapito degli altri Paesi deboli dell’UE) è l’imperativo di Schaeuble (“fregare , fregare , fregare sempre “quei popoli ignoranti dei Paesi del Sud Europa!) .
Schaeuble ha dichiarato che il “surplus miliardario addizionale” dovrebbe essere destinato agli investimenti in infrastrutture, molto carenti in Germania, e verso i quali il Governo tedesco è “stato sollecitato” dal Fm, dalla Commissione europea e dagli Stati Uniti”.
Attualmente con un euro si compra 1,12 dollari USA.
Meno valore ha l’euro rispetto al dollaro USA e più merci tedesche la Germania può vendere. Ma questo si chiama “dumping valutario”. Si tratta di partecipare al mercato dei beni internazionale disponendo di un moneta (farlocca, ossia l’attuale euro) che non rappresenta “il reale valore di quella valuta vera nascosta” (ossia il “marco” –euro tedesco). Anche cinesi –tempo fa -si proiettarono nel mercato internazionale dei beni con una moneta chiaramente “deprezzata” rispetto al dollaro. Ma gli USA hanno (per tempo) fatto capire ai governanti cinesi che il loro “giochetto “ valutario (dumping) era stato scoperto e dovettero (alla svelta) rivalutare la moneta cinese ossia il loro Yuan .
Pertanto se il” marco-euro “ si rivalutasse ora del 40% rispetto al dollaro USA (ossia un “euro-marco” = 1,50 dollari) le merci tedesche incontrerebbero più difficoltà ad essere vendute sul mercato USA dei beni reali.
Ora la missione dell’ FMI dovrà esaminare l’andamento “VERO “ dell’economia tedesca (su espresso incarico degli USA) in Germania ed il FMI – in questi giorni -emetterà le sue conclusioni lunedì a Berlino, come richiesto dal Governo USA!
Gli interlocutori internazionali del Governo tedesco ritengono che una maggiore spinta sulla domanda interna, alimentata finora dai consumi, “dovrebbe arrivare anche dagli investimenti pubblici”, resi possibili dal buon stato dei conti pubblici, dai bassissimi tassi d’interesse e dal grande TESORO PUBBLICO – ma NASCOSTO -POSSEDUTO.
Sarebbe opportuno –anche – che la Germania “offrisse prestiti” a basso tasso di interesse al Governo Italiano (con un nuovo apposito Piano del tipo di quello già sperimentato da George C. Marshall –Piano per la Ripresa Europea – “European Recovery Program”).

IL PD FA SOLO GLI INTERESSI DI UNA CRICCA NEOLIBERISTA
Berluscameno

L’attuale SINISTRA al Governo è ormai diventata solamente una élite neoliberista globale interessata solo a fare gli interessi economici della Finanza Globale e della intermediaria Merkel.
Nessun aiuto economico deve essere concesso (anche sotto forma di prestiti) per i piccoli, medi e grandi imprenditori delle imprese reali manifatturiere italiane, ma “tutto deve essere rivolto “alla creazione di un aumento incondizionato del guadagno delle Banche Private e dei relativi Banchieri.
Dice la Merkel che ovviamente tutto il guadagno dei finanzieri d’assalto realizzato tramite le Banche Ombra deve essere permesso, confezionato ed approvato dal Governo italiano in nero perfetto.
A questo proposito il Qatar e Dubai sono due intraprendenti paesi “Paradisi Fiscali” !

MASSIMO GRAMELLINI

CLASSE DIRIGENTE
A poche ore dalla proclamazione dei risultati, in Gran Bretagna i tre leader sconfitti si sono dimessi e quello vittorioso ha già ricevuto l’incarico (reincarico, nel suo caso) dalla Regina. Se fosse solo un problema di leggi, anche noi col brutale Italicum potremmo presto vantare lo stesso genere di chiarezza istituzionale. In realtà le leggi contano molto meno dei caratteri e delle consuetudini. Nemmeno il più perfetto dei sistemi metterà mai un italiano nelle condizioni di accettare l’esito del voto o indurrà gli sconfitti a dimettersi, dichiarandosi sconfitti anziché «non vincitori». E neanche la più straordinaria riforma costituzionale potrà bonificare la vergogna della composizione delle liste elettorali, che attingono a un personale politico scadente e spesso impresentabile.
L’infornata delle imminenti Regionali sembra un trattato sociologico sugli orrori della società: si va dal postfascista non pentito all’ex leghista che chiama i gay «culattoni», dal candidato in odore di camorra all’amico di Cosentino nella cui abitazione al momento dell’arresto fu trovato un fucile calibro 12. Se poi si pensa che tutti questi begli esemplari convivono nello stesso partito e che questo partito è quello che esprime un presidente del Consiglio che ha messo la trasparenza e il merito ai primi posti del suo programma, ci sarebbe da chiedere asilo politico alla Regina. O più banalmente da chiedere a Renzi, della cui buona fede resto convinto, di porre mano ai criteri di selezione della nuova classe dirigente, perché un baraccone zavorrato da mediocri, riciclati e inquisiti rischia di mandare a fondo noi, ma anche lui.
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IL VUOTO
La vera riforma istituzionale sarebbe vederli finalmente in aula. Tutti. O almeno qualcuno. Non è la prima volta che disertano, ma ci sono situazioni in cui fa più male. Ieri, per esempio. Il ministro degli Esteri riferiva alla Camera sulla tragedia di Lo Porto, l’italiano ucciso da un drone di Obama, e ad ascoltarlo erano in trentacinque. Gli altri seicento assiepavano stazioni e aeroporti, ma forse erano già ripartiti il giorno prima o quello prima ancora. Forse non erano mai arrivati. Tanto chi li controlla? Chi dà peso al loro lavoro?
Gli scranni vuoti svuotano di senso il rito della democrazia. Le polemiche contro il governo che risuonavano ieri mattina nell’aula deserta erano urla nel silenzio, meri esercizi di stile. Come puoi pensare che il Paese ti ascolti, se non ti ascoltano nemmeno le persone che sono state elette con te? La Camera è la piazza dove si discute, ma una piazza abbandonata toglie autorevolezza a qualunque cosa vi accada. Prima di decidere la legge elettorale che servirà a selezionare gli inquilini futuri di Montecitorio, bisognerebbe chiedersi quale sarà il loro ruolo. Quello attuale oscilla tra il passacarte, il menefreghista e il latitante. E, con un morto di mezzo, lo squallore della scena diventa insopportabile. A proposito della falsa partecipazione dei potenti al suo lutto, il padre di Lo Porto ha detto: «Tanto domani berranno il caffè e si saranno già dimenticati tutto». È stato ottimista, perché domani era già ieri.
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INDESITDERATI
Com’era facilmente prevedibile, la multinazionale americana che comprò la Indesit promettendo di non toccare nemmeno un posto di lavoro ne ha appena sforbiciati milletrecentocinquanta in Piemonte, Marche e Campania. L’aspetto umano della vicenda interessa una minoranza di romantici. L’impresa familiare collegata al territorio non esiste più e oggi le vite degli individui vengono decise con un tratto di penna a migliaia di chilometri di distanza, dove non arrivano le lacrime di rabbia di un lavoratore sconosciuto e lontano. Al di là dei lamenti di rito, e di una difesa altrettanto sterile di un passato che non tornerà, si pone il problema di cosa fare di questo capitalismo 2.0 che regna incontrastato sul mondo. Abbatterlo appare difficile. E allora tanto varrebbe completarlo.
Per adesso, almeno in Italia, resta un ponte sospeso sul vuoto. Il lavoratore vi viene spinto a forza dopo un licenziamento e si ritrova in mezzo al fiume senza gli strumenti per arrivare sull’altra sponda. Questi strumenti non sono la difesa ostinata di un posto diventato purtroppo antieconomico e inutile, ma un nuovo Stato sociale che garantisca all’esubero (parola orrenda) di recuperare la sua esuberanza attraverso tre semplici mosse. Un reddito di disoccupazione in grado di attutire i danni collaterali del licenziamento. Un corso di riqualificazione professionale che rigeneri anche mentalmente la persona che si è sentita rifiutata dal sistema. E infine il ricollocamento sul mercato. Sarà questo il Welfare del futuro, la vera sfida su cui Renzi l’Americano verrà giudicato dai posteri e prima ancora dai contemporanei.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1649 16-5-2015 IL VUOTO PNEUMATICO

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MASADA n° 1649 16-5-2015 IL VUOTO PNEUMATICO

Ma cos’è Renzi? – Barbara Spinelli esce dalla lista Tsipras- Cosa resta della sinistra radicale – Gaber e gli intellettuali – Renzi accorcia ancora le prescrizioni. Liberi tutti in meno tempo – Europeismo e stampa pacchiana – Ma davvero Grecia e Inghilterra usciranno dall’Europa? – Attacco alla Corte Costituzionale – Non lo sappiamo ma abbiamo dichiarato guerra alla Libia – La buona scuola

Attenzione: leggere può creare indipendenza”.
ma leggere i twitter di Renzi: no.
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In qualche modo il dispotismo esce dalle categorie politiche della democrazia e si pone come una razza a parte.
Il dispotismo è una malattia dell’anima e ha un carattere contaminante che crea succubi e cloni.
Il vuoto pneumatico può non coinvolgere i valori ma abbattersi sulle azioni e diventare una profonda offesa al mondo.
Il vuoto pneumatico riguarda la coscienza e non c’è dittatore peggiore di colui che ne è afflitto. Il male che promana da lui sgorga senza freni e copre ogni cosa che fa rendendo più aspra le vita dei popoli.
E’ incredibile come questo vuoto attragga altri vuoti coscienziali che si riempiono della sua glorificazione come fosse un buco nero. Il nulla che alimenta il nulla.

Eduardo d’errico
Avete presente la barzelletta del novantenne che si vanta con un amico : “Pensa che alla mia età corro ancora dietro alle donne ! Solo, non mi ricordo più perché”. Ecco, io credo che vi siano molti, da sempre elettori del PDS, DS,PD, che superati abbondantemente i quaranta, hanno semplicemente dimenticato tutte le belle idee progressiste che li avevano motivati in gioventù. Non sono masochisti, perché da tempo non soffrono più per la mancata realizzazione di quelle idee (che non riguardavano la loro vita personale ).. Gli è invece rimasto il bisogno, sempre più forte perché mai davvero soddisfatto, di VINCERE. E sono contenti così. Insieme a tanti altri cui sono sempre stati a cuore solo i fatti propri.
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RENZI NON E’ DC E NON E’ CENTRO. E’ UN NEOCON
Viviana Vivarelli

Credo che per Renzi le vecchie etichette che vengono usate siano asfittiche
Parlare di Dc e a che scopo?
Renzi è un neoliberista estremo, tende alla nullificazione dello stato sociale, alla privatizzazione massima dei servizi pubblici, alla distruzione di ogni tutela sociale e di ogni contrappeso parlamentare e sindacale, mentre focalizza ogni potere sulla propria persona nel modo più autoritario e antidemocratico, la DC almeno lo stato sociale lo aveva costruito e aveva creato le pensioni sociali. e la divisione dei poteri la rispettava come rispettava il voto popolare e non faceva a pezzi la Costituzione democratica, magari non la realizzava interamente ma non la metteva al cesso.
Renzi è quello che ho sentito in televisione annunciare che avrebbe tolto le pensioni alle vedove e nella sua autoritaria ‘buona scuola’ non ci sarà posto per i deboli. Non riesco nemmeno ad immaginare dove arriverà a sua furia distruttiva.
Renzi è succube delle banche di affari americane e delle guerre di conquista americane, mentre Andreotti almeno qualche scatto d’orgoglio a Sigonella l’ha avuto.
Renzi esegue quello che ordinano la Bce e il Fm mentre la Dc questi problemi non li aveva.
Renzi arricchisce le banche, protegge gli evasori, depenalizza i delinquenti e ne permette le candidature, annienta il confronto e neutralizza l’opposizione, la Dc aveva uno stile migliore e almeno non esibiva certe pacchianate.
Renzi disprezza palesemente la democrazia e la sovranità popolare, la DC certi stupri alla Costituzione e una tale indifferenza verso i propri elettori non l’ha mai dimostrata.
Non ho mai amato la Dc e ho sempre votato a sinistra ma direi che Renzi è ferocemente peggiore della DC e chiamarlo di centro mi sembra una burletta.
Siamo oltre i neocon statunitensi, in un liberismo spietato e feroce quanto grezzo e sporco, in una destra pidduista e massonica che poi è il pensiero dominante del capitalismo occidentale e che spopola negli organi direttivi e bancari europei e nei cosiddetti organi regolatori del mercato mondiale come la Bm o il Fm.
Mettere la parola ‘sinistra’ in collegamento con Renzi significa calpestare tutti coloro che per la sinistra hanno dato la vita o hanno lottato con onore. E’ semplicemente una bestemmia.
Ma se tutto era perfettamente chiaro fin dal primo programma della Leopolda!!??? Ma non li avete letti i cento punti??? Ma di cosa stiamo blaterando?
Era il 2011
e io scrivevo: “Insomma un gran ammasso di parole in cui le parole d’ordine sono 2: ossequiare la Chiesa -salvo che per le unioni di fatto-e privatizzare, privatizzare, privatizzare.. Ammazzate’ quanto privatizza questo!
Il programma di sx si è trasformato nella più grande cessione dello Stato ai privati, esattamente il contrario di quanto Marx e Lenin avevano auspicato.”
http://masadaweb.org/2011/11/02/masada-n%C2%B01334-30112010-la-tempesta-finanziaria/
Con Renzi tutto è peggiorato e della sinistra di Berlinguer non si vede la minima traccia.
Con questo barbaro improvvisatore del peggio un oscuro futuro si profila e l’unica speranza è nella rinascita di una coscienza civile che spedisca questo fellone nel buio della storia con la massima ignominia.

BARBARA SPINELLI ESCE DA L’ALTRA EUROPA DI TSIPRAS

Ha detto che ’Altra Europa era nata come progetto di superamento dei piccoli partiti di sx; come conquista di un elettorato deluso sia dal Pd e dal M5S sia dal voto stesso (astensionisti) – dunque un elettorato non esclusivamente «di sx» – e come elaborazione di nuove idee su un’Unione ecologicamente vigile, solidale, capace di metter fine alle politiche di austerità e ai nazionalismi xenofobi che esse hanno scatenato» (davvero è tutto da ridere se si conserva la linea radicalmente neoliberista della Bce e del Fm e la sudditanza alla Merkel e si crede di cambiare qualcosa facendo i tappetini al neoliberismo). Ora purtroppo risulta che “l’Altra Europa non è stata all’altezza di quel progetto”. E lo scopre adesso? Ma è ovvio che se non si fa il muso duro all’Europa delle banche e del grande capitale e non si minaccia l’uscita dall’euro (come fa Grillo e in maniera diversa Farage) l’Europa dei grandi capitalisti se ne sbatterà proprio dei vari Tsipras. In ogni sx che vedo è mancato un attacco diretto all’euro e alle perverse manipolazioni dei trattati europei che hanno permesso quella crisi che ha distrutto le democrazie, e anzi si sono attaccati violente i 5stelle che quelle denunce le facevano. E ora questo stare a mezzo servizio mostra i suoi frutti.
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le colporteur
Che dire? La Spinelli si propone come bandiera e dichiara che in caso di elezioni si dimetterà ed al contrario eletta non ci pensa minimamente di lasciare uno scranno peraltro già avuto da suo padre buonanima. Ha chiesto consenso per una nuova sx diversa e dopo circa un anno dichiara fallito il proposito ma ovviamente si tiene il seggio. Che altro dire? La dx, che in Italia vuol dire BERLUSCONI, non si può votare ma se questa è la sx o voto M5S o vado al mare.
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I tradimenti dell’illusione e le stupidità dell’abitudine colpiscono al cuore la constatazione razionale dei fatti e negano l’evoluzione della storia.” (Viviana)

A gennaio Diego Fusaro scriveva:

Tsipras: la sx che sta con l’euro; la sx che sta col capitale e con i padroni; la sx che ha tradito Marx e i lavoratori. Con una sx così, non vi è più bisogno della dx. È la sx che vuole abbattere l’austerità mantenendo l’euro: cioè abbattere l’effetto lasciando la causa, ciò che è impossibile “per la contradizion che nol consente”.
La domanda da porsi, allora, è una sola: stupidità o tradimento? Tradimento. Tradimento di una sx passata armi e bagagli dalla lotta contro il capitale alla lotta per il capitale, dal monoclassismo universalista proletario al bombardamento universalista imperialistico in nome dei diritti umani, dalla lotta per i diritti sociali alla lotta per il matrimonio gay come non plus ultra dell’emancipazione possibile. È una tragedia storica di portata epocale. Non siamo più al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, ma alL’urlo di Munch: dove a urlare è Gramsci, ucciso una seconda volta, dopo il carcere fascista, dalle stesse forze politiche che hanno tradito il suo messaggio e disonorato la sua memoria.
Il paradosso sta nel fatto che la sx di Tsipras oggi, per un verso, ha ereditato il giacimento di consensi inerziali di legittimazione proprio del defunto PC, per un altro verso li impiega traghettandoli verso una graduale “acculturazione” (laicista, relativista, individualista e sempre pronta a difendere la teologia interventistica dei diritti umani) funzionale alla dittatura finanziaria. La sx di Tsipras è il fronte avanzato dell’opposizione ideale al capitale. Una critica ormai metabolizzata dal cosmo mercatistico che ne fa l’apologia in modo indiretto.
Tsipras e la “sx Bilderberg” neutralizzano la possibilità di reali critiche antisistema. Tant’è che oggi le vere critiche al neoliberismo coincidono con il recupero integrale della sovranità nazionale (economica, politica, culturale, militare) che primo passo nella lotta contro la globalizzazione del grande capitale.
Che lo sappiano o no, Tsipras e compagni sono pedine del capitale.
Il progetto eurocratico è organico alla destrutturazione degli Stati nazionali come centri politici autonomi e alla “spoliticizzazione” (Carl Schmitt) integrale dell’economia, trasfigurata in nuovo Assoluto. Dal Trattato di Maastricht (1993) a quello di Lisbona (2007), la creazione del regime eurocratico ha provveduto a esautorare l’egemonia del politico, aprendo la strada all’irresistibile ciclo delle privatizzazioni e dei tagli alla spesa pubblica, della precarizzazione forzata del lavoro e della riduzione sempre più netta dei diritti sociali. Spinelli e Tsipras vorrebbero rimuovere gli effetti lasciando però le cause. Il che, evidentemente, non è possibile. Sicché essi, con la loro falsa opposizione, sono parte integrante della grande recita del capitale, svolgendo la funzione dei finti oppositori, ingannando popoli lavoratori e gonzi di ogni estrazione.
Che ha mai a che fare il signor Tsipras con Marx e Gramsci? Nulla, ovviamente. Tsipras ha assistito al genocidio finanziario del suo popolo causato dall’euro e nondimeno vuole mantenere l’euro: non passa giorno senza che egli rassicuri le élite finanziarie circa la propria volontà di non toccare l’euro, fulgida testimonianza che Marx e Gramsci stanno all’odierna “sx Tsipras” venduta al capitale come Cristo e il discorso della montagna stanno al banchiere Marcinkus.

Alessandro Gilioli
Un anno fa un milione di persone aveva creduto che votare la lista Tsipras fosse semplicemente scegliere il suo programma, il suo europeismo anti Troika, le sue proposte alternative all’austerity, le sue idee sui diritti sociali e civili o magari sull’immigrazione. A questo pensava, quel milione, quando spediva tre eletti a Bruxelles, fottendosene allegramente della tessera di partito che avevano o non avevano in tasca, delle antichissime geografie di gruppi o dirigenze.
Adesso invece quegli ex elettori sono qui a decriptare comunicati contrapposti e correntine litigiose, Viale contro Revelli, Prc contro Sel, Spinelli contro tutti, senza capirci un cacchio ma soprattutto senza volerci capire più un cacchio, perché tutte queste ridicole faide personali e microideologiche sono ormai meno comprensibili (e soprattutto meno attuali, meno vere) di una disputa teologica del XII secolo.
La cosa più paradossale, in tutto questo, è che la lista Tsipras era nata proprio per superare tutti i gruppi, i partiti, gli steccati e le divisioni che stavano a sinistra del Pd. Invece di abbatterli, quei recinti, ne hanno costruiti di nuovi, e ciascuno intorno a sé, ogni persona un partito, e tutti gli altri fanno schifo.
Ecco: adesso che, con encomiabile e coraggiosa sfida al destino, altri stanno tentando di costruire altro più o meno da quelle parti, provino magari a fare tutto il contrario di quello che è stato fatto finora. Non solo in termini di pratiche, egoismi, individualismi e divisioni, ma anche (soprattutto) nel rapporto con la realtà, con le persone fuori, con le cose vere.
Non è poi così difficile trovare la direzione giusta: basta prendere quella opposta rispetto agli scazzi lunari di cui sopra.
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Dunque la Spinelli esce dall’Unione con Tsipras, perché dice: “Quel progetto è fallito”. Parlando di fallimento si riferiva esattamente alla lista Tsipras, cioè al tentativo di riformare l’eurocrazia in modo soft, ubbidendo alla Merkel e senza contestare la Bce e la sua perenne linea di depauperazione dei popoli europei per arricchire le banche private e annullare tutti i valori della democrazia, cioè la vittima dell’usura pensa di convincere con gentilezza l’usurario ad allentare il nodo che lo strangola…
E ora che farà la cara Barbara? Si unirà ai Grillo e ai Farage che, almeno, la lotta all’eurocentrismo in maniera diversa ma egualmente finalizzata continuano a farla? o fonderà una ‘Nuova Europa’ più inconsistente della prima?
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the_joker_IT
Prima non voleva il seggio ma credeva nel progetto, ora si tiene il seggio e
abbandona il progetto… la coerenza sinistra fatta persona. SCHIFO!

SINISTRA RADICALE
Viviana Vivarelli

Sono molti anni ormai che i rigurgiti altezzosi di certuni che si presentano spocchiosamente come vera sinistra non mi riguardano più, piccole torri d’avorio prive di un progetto comune e buone solo ad insultare chiunque attenti alla loro inconcepibile superiorità.
Mi meraviglio persino che esista un blog che ancora raccolga i loro gemiti, come non mi meraviglia che quel blog promani proprio dal quel partito dem che ha totalmente calpestato la propria base popolare e tenta costantemente di fare a pezzi la Costituzione.
Il fatto che sia proprio l’Espresso di De Benedetti a nutrire costoro e a dar loro falsa rappresentanza mi sembra un vezzo come quello di certi Signori che fanno l’elemosina a un loro sottoposto che si ritiene lusingato e servizievole e viene nutrito perché rivolga la sua condanna a chi quella elemosina non ce l’ha.
Il fatto è che questi rimasugli archeologici abbiano così pochi votanti da non arrivare al potere o si fingano modesta opposizione pur di partecipare a certo potere mi dà ormai il disgusto come una finzione insopportabile.
Intanto che questa gente insiste sulla propria falsa nobiltà che altro non è che prosopopea e narcisismo, il popolo vero muore dimenticato in un angolo, il capitalismo avanza le sue pretese più sfrenate, la gente vera accresce le sue sofferenza ignorata da tutti, valori e diritti sono fatti a pezzi e tutto va in rovina, ma i polli sono addestrati per beccare altri polli e tutti stanno orgogliosamente nel mazzo che l’Azzeccagarbugli porterà in dono a un Signore più alto, così che dal reciproco becchettamento il Potere peggiore ancor più si rafforzi.
Il Male non è che vi sia chi approfitta spietatamente della stupidità e dell’ignoranza della gente, ma di chi ha la sua piccola posizione di potere, e dalla sua nicchia di falsa opposizione sa nutrire solo odio e discredito tra coloro che potere non ne hanno e in queste beghe da donnicciole perdono il ranno e il sapone.

GLI INTELLETTUALI
Giorgio Gaber
(Parlato) No. Io sono un uomo di cultura. Io con quelli lì non ci vado, sono testacchioni. Sì, forse l’impostazione è anche giusta, ma ci sono troppe cose… Certo che il mondo va male, vuoi che non lo veda? Sono più a sinistra di loro, io. È che loro sono ingenui, ignoranti, non hanno dubbi. Mentre io, io sono un problematico e prima di prendere una decisione…

Gli intellettuali sono razionali
lucidi, imparziali, sempre concettuali
sono esistenziali, molto sostanziali
sovrastrutturali e decisionali.

(Parlato) Poi dicono, gli intellettuali. È chiaro, siamo su un altro livello. Loro vanno lì, si picchiano coi fascisti, con la polizia. Cosa risolvono? Non scavano, sono grossolani. Io sono anche magro. Diffido della gente robusta. Gli operai. No, intendiamoci, io sono più a sinistra di loro. È che tanto non si può far niente. Toh! Un po’ di vento. E questa foglia che mi batte su un occhio… Agire, dicono, bisogna agire. Che fastidio, questa foglia… Bisogna vedere come si agisce e se si può agire. Intanto batte, eh… Cosa posso fare? Niente, non c’è niente da fare.

Gli intellettuali fanno riflessioni
considerazioni piene di allusioni
allitterazioni, psicoconnessioni
elucubrazioni, autodecisioni.

(Parlato) Che fastidio, questa foglia. Batte sempre più forte. Cosa posso fare?… Niente, non c’è niente da fare.
Va a finire che perdo l’occhio.

Viviana
La sinistra.. quale sinistra? Dicesi di persona malevole che è sinistra
Dicesi di chi perde la mandritta che va a sinistra
Dicesi di chi provoca la rovina di sé e di altri che è sinistrato
Altri significati avea questa parola un tempo e ora non ha più
Peccato! Era (si dice) una gran bella cosa. Ma è stata rovinata dalle persone di sinistra

DOPO AVER OTTENUTO LA SOSPENSIONE DEI REATI FINO A 5 ANNI TIPO CORRUZIONE E TRUFFA CONTRO LO STATO RENZI RIDUCE I TERMINI DI PRESCRIZIONE DEI REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
(Sole24ore)

Giustizia: sì al ddl anticorruzione, ma prescrizione ridotta per i reati contro la PA
Donatella Stasio
Governo e maggioranza blindano il ddl anticorruzione, che diventerà legge senza modifiche venerdì prossimo. Ma decidono anche di modificare il ddl sulla prescrizione riducendo i termini proprio per i reati più gravi contro la pubblica amministrazione. Il “quantum” della riduzione è ancora da definire ma il risultato finale non sarà quel (quasi) “raddoppio” promesso pubblicamente dal premier Matteo Renzi e approvato dalla Camera (nel testo ora all’esame del Senato) per i reati di “corruzione propria”, “impropria” e “in atti giudiziari”.
Salvo ripensamenti, infatti, nel vertice di maggioranza di ieri al ministero della Giustizia(presenti solo i capigruppo del Senato), Area popolare ha ottenuto un “tavolo tecnico” per mettere a punto la rimodulazione dei termini allungati a Montecitorio vista la “specificità” dei reati contro la Pa (che, come ricordato in questi giorni anche dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, spesso si scoprono anni dopo essere stati commessi, con conseguente erosione della prescrizione).
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La legge anticorruzione di Renzi è debolissima. Sono state aumentare alcune pene ma subito dopo sono stati diminuiti i tempi per mandare in prescrizione un reato. Invece per certi reati ci sarebbe voluta l’interdizione perpetua da pubblici incarichi.
Con le prescrizioni attuali, il 30% dei processi viene stoppato e troppi delinquenti restano a piede libero. Il tempo della prescrizione dovrebbe essere interrotto appena viene formulato il rinvio a giudizio o al massimo dopo la sentenza di primo grado. La prescrizione esiste perché dopo un certo tempo lo Stato non ha più interesse a portare avanti un processo, ma se c’è stata una sentenza, ecco che lo Stato quell’interesse lo ha manifestato. Possiamo ricordare che negli altri Paesi europei questa liberatoria dopo la prima condanna non esiste? Possiamo ricordare che sono stati proprio i nostri delinquenti politici ad aver inventata per scansare ogni pena?
Peter Gomez scrive che a vedere le idee cervellotiche che sono passate nel decreto anticorruzione, ad essere ottimisti li prenderemmo per dei cretini, ad essere seri per dei delinquenti che difendono a spada tratta se stessi. “Gente che, come dimostrano le candidature di tanti impresentabili alle prossime Regionali, non può sopportare l’idea di veder funzionare la giustizia penale, perché in caso di processi e inchieste celeri correrebbe il rischio di venir individuata e condannata…Chi aveva scritto il nuovo codice sapeva bene di andare incontro a questo rischio. E infatti aveva previsto che di processi se ne celebrassero pochissimi: come accade negli Usa dove l’85 % degli imputati, quando le prove sono forti, si dichiarano colpevoli e patteggiano la condanna ottenendo così degli sconti di pena. O in Inghilterra, dove addirittura solo il 10 % delle persone sotto inchiesta arriva al processo. Negli Usa, però, la prescrizione smette di decorrere dal momento del rinvio a giudizio (in Inghilterra addirittura non esiste) e la pena è effettiva. Se ti condannano a 4 anni vai in prigione, punto e basta. In Italia accade l’esatto contrario. Da una parte, se l’imputato è incensurato ha probabilità quasi nulle di scontare in carcere una condanna sotto i 4 anni (grazie all’affidamento in prova ai servizi sociali e la liberazione anticipata per buona condotta). Dall’altra, la prescrizione continua a correre in primo, secondo e terzo grado. Risultato: a quasi tutti conviene andare in aula e tirarla il più possibile per le lunghe. Se va bene, tutto viene cancellato dal colpo di spugna del tempo. Se va male si arriverà a un verdetto in gran parte virtuale che pure nei casi più gravi finisce per far scontare dietro le sbarre metà della pena alla quale si è stati apparentemente condannati. Il patteggiamento e il rito abbreviato, insomma, in Italia convengono poco e i processi si paralizzano. Se fossimo di fronte a un Parlamento normale, la soluzione più logica per reagire alla corruzione dilagante e far fronte all’aumento dei reati che si è registrato dopo gli ultimi svuota-carceri (borseggi più 12%, furti più 6%, truffe più 20%) sarebbe quella di copiare in materia di prescrizione ciò che accade all’estero e costruire qualche casa circondariale finalmente dignitosa. Ma visto che siamo in Italia, ci muoviamo a modo nostro. Il Parlamento, su pressione dell’opinione pubblica, aumenta le pene per la corruzione, ma quando si accorge che così aumentano pure i termini di prescrizione subito interviene un accordo di maggioranza per stabilire il modo di ridurla. E intanto si modifica pure il sistema con cui viene calcolata: smetterà di decorrere per due anni dopo la condanna di primo grado e per un anno dopo quella in secondo. Ma se in appello l’imputato è assolto, il bonus iniziale di due anni viene a cadere. Roba da Ufficio complicazione affari semplici o, se preferite, da amici degli amici. “

beppecicala
Sino al 2012 sono sempre andato a votare per
le nazionali,le regionali le provinciali, le comunali
le condominiali,compresi la miriade di referendum
che negli anni si sono presentati.
Era un mio diritto,ed un atto di rispetto verso chi,per farci
ottenere questo diritto ci ha perso la vita.
Oggi,davanti a questo putridume mi arrendo e dico basta.
Votateveli tutti.
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Elezioni locali
Vince chi ha più clientele, dunque il più disonesto.
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salvatorico
Dopo il grande travaso di Forza Italia al partito democratico, vedo che la strategia è quella di andare a colpire l’idea stessa di sindacato, con la medesima arroganza e dalle stesse classi e ceti sociali che quarant’anni fa venivano definiti ricchi e padroni. Il partito di Renzi è la proiezione di banche, confindustria, massoni, popolo influenzabile da piatti di lenticchie di 80 euro e potere che condiziona sempre di più la stampa la televisione e il sempre meno libero pensiero. La signora Boschi è una pedina di questo sistema.

Berluscameno
Quando “le parole fanno la realtà”.
LA SUPREMA MALIZIA DEI MEDIA “MAINSTREAM”.

L’Europa sta vivendo una crisi senza precedenti, umiliata e vilipesa da “masnadieri ipocriti ed infingardi “del calibro di Mario Draghi e Wolfang Schaeuble, pericolosi nemici della democrazia oramai da tempo smascheratisi.
RicordIamo Orwell? “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza”. Aggiungiamo ora un nuovo slogan: “L’Antieuropeismo è europeismo”.
Quale messaggio veicolano di continuo i “media mainstream“ (cioè di grande pubblico) controllati dalla massoneria reazionaria? “C’è la crisi e perciò bisogna tirare la cinghia”. Giusto? Bene. Cosa aggiungono poi i Banchieri padroni ?
“La crisi mette a repentaglio la moneta unica e perciò bisogna fare i sacrifici”.
Siamo d’accordo? Ottimo. Quale favola di comodo offrono poi i governanti del nord Europa ai rispettivi elettorati per spiegare il prolungarsi di una “crisi economica infinita”. La seguente: “Siamo dissanguati dalle cicale mediterranee. No a nuovi piani di salvataggio”. E quelli del sud? Questa: “I Paesi del nord ci strozzano obbligandoci a praticare politiche di austerità dannose e recessive”. Il teatrino appena tratteggiato che risultato oggettivo produce? Quello di alimentare dappertutto “un nazionalismo becero, astioso e rivendicativo”, indispensabile per inoculare di nuovo il “virus nazifascista” sulle macerie di una Europa volutamente e scientificamente disintegrata da due perversi massoni reazionari del calibro di Mario Draghi e Wolfang Schaeuble.
Da anni la stampa “mainstream” separa i Paesi virtuosi, in primis Germania , Finlandia e Olanda , da quelli presuntivamente spreconi e corrotti come i famigerati Piigs. L’obiettivo di una simile subdola manovra è quello di sterilizzare le pubbliche opinioni dei Paesi più colpiti dalla crisi attraverso l’innesto manipolatorio di un diffuso quanto ingiustificato senso di colpa. Cari greci, portoghesi, italiani e spagnoli, state male? Siete più poveri? La vostra vita è diventata un inferno? Prendetevela con voi stessi! Non è stata la “Merkel” a far esplodere il vostro debito pubblico!“
Simili pacchiane menzogne, accreditate per cinismo e interesse dai vari Renzi, Rajoy e Passos Coelho, fanno presa sul popolo, spesso sprovvisto di strumenti culturali utili per demistificare il racconto prevalente.
Eppure, per quanto nascosta sotto un mare di bugie, la verità si erge comunque al centro della scena, visibile e manifesta per chi ha “occhi per vedere” e “orecchie per sentire”.
Il “19 di Aprile si è votato in Finlandia”, Paese che ha dato i natali ai vari Olli Rehn e Jiky Katainen, miserabili politicanti che da anni “insolentiscono e ingiuriano “i popoli mediterranei in nome e per conto dell’Unione Europea. Ebbene, cosa ha dimostrato il voto finnico? Che il mito dei Paesi virtuosi, sempre pronti a fare la morale agli altri, è falso come Giuda. La Finlandia, al pari di tutte le altre nazioni “torturate dal giogo dell’austerity”, è in preda ad una crisi sociale ed economica senza precedenti .
Il premier uscente Alexander Stubb, una specie di “chierichetto “al servizio di Angela Merkel, ha perso le elezioni, spianando la strada alla “probabile formazione” di un nuovo governo di coalizione guidato dal milionario demagogo Juha Sipila in compagnia di Timo Soini, capo del partito di estrema destra “I Finlandesi”.
Dubbi circa le” finalità dissimulate “perseguite da Draghi e Schaeuble? Le “politiche di austerità, somministrate senza pudore con la scusa di salvare l’Europa”, servono in realtà a favorire dappertutto l’ascesa di partiti xenofobi, autoritari e violenti, pronti all’ occorrenza a reprimere con la forza dell’intimidazione e della violenza le” legittime rivendicazioni di benessere e democrazia” che salgono dal basso.
L’Europa è di fronte ad un bivio storico: “o ripensa se stessa e procede verso l’unificazione politica e democratica(ossia vengono creati gli Stati Uniti d’Europa , federali e solidali) o implode in preda ad isterismi violenti e irrefrenabili”.
I Venerabili Maestri massonici reazionari Wolfang Schaeuble e Mario Draghi sembrano aver puntato sulla seconda ipotesi, vittime di” un delirio di onnipotenza “che acceca, oggi come ieri, anche le menti più sottili e luciferine.

Berluscameno
Libertà va cercando, ch’è si cara come sa chi per Lei vita rifiuta “(Dante Purgatorio-Canto I).
Perché Atene e Londra non usciranno dall’euro e dall’Unione

Alla fine non avremo una” Grexit” né tanto meno una “Brexit”, con buona pace di chi auspica per i mercati qualche “evento traumatico” per speculare a dovere coi saliscendi delle borse e dello spread. E questo perché, in fondo, l’Unione europea, con tutte le sue imperfezioni, resta comunque il miglior mondo possibile nell’”oceano della globalizzazione”. Da soli si può solo stare peggio a vedersela con Usa, Cina, India, le tigri asiatiche e i BRICS. Bisogna vedere le cose con “una sana dose di realismo e in economia” questo barometro funziona sempre abbastanza bene, a sognare ormai è la politica.
La Grecia, pur con tutte le difficoltà che il governo Tsipras continua ad affrontare per l’incapacità di mettere insieme il pranzo con l’Ue e la cena con i suoi elettori, riuscirà ad estorcere ai diffidenti tedeschi e alla Bce (che di fatto la tiene in vita finanziando le sue banche) un allungamento del suo debito da 240 miliardi di euro. E il motivo è semplice: nessuno oggi, mentre sembra che si registrano segnali di ripresa, vuole che vada tutto all’aria per non aver concesso alla repubblica ellenica un po’ più di tempo per rimettere a posto le disastrate finanze pubbliche. Si andrà avanti così, di ultimatum in ultimatum, da un Eurogruppo al Consiglio e poi di nuovo all’Eurotower, senza aver la minima voglia di far affondare la barca greca. Passeranno magari settimane, ma alla fine i 7 miliardi di euro di nuovi prestiti Atene li otterrà col beneplacito della stessa Angela Merkel (e Schaeuble ?). E sarà un bene, comunque uno la pensi.
Più dell’uscita della Grecia, a far paura potrebbe invece essere il “ referendum inglese”, che con un facile neologismo accompagnerà come un fantasma tutte le vicende dell’Unione da qui al 2017. David Cameron, il trionfatore delle elezioni, ha promesso di far esprimere i suoi concittadini sulla partecipazione o meno alla moneta unica entro i prossimi due anni. Francamente la cosa non deve però spaventare perché in fondo la Gran Bretagna da sempre tiene un piede nell’Ue e l’altro ben saldo sulle scogliere di Dover e si è sempre mostrata molto affezionata alla sua sterlina (che ha ripreso vigore dopo la chiusura delle urne) come al tè e alla guida a destra. Su politiche finanziarie, difesa comune e strategie per contenere i flussi drammatici dei migranti, l’Inghilterra, che fosse laburista o conservatrice – come in questi ultimi anni – ha infatti sempre dato l’idea di far parte della comunità europea “solo per i propri interessi più che per uno spirito solidale”, agitando bene e nel momento giusto, il potere di veto. Così, se davvero ci sarà la consultazione, gli altri europei non devono temere una “Brexit”: qualora ci fosse, per paradosso sarà un bene, perché almeno sarà stata fatta un po’ di chiarezza. Cosa che non c’è stata in queste consultazioni appena chiuse in cui il tema Europa” è stato solo svogliatamente toccato dal premier in carica come dal suo sfidante”, Ed Miliband.
La posta più importante delle elezioni britanniche per gli addetti ai lavori doveva essere senza dubbio la possibilità o meno che venisse indetto un referendum per sancire l’uscita di Londra dall’Unione europea, ma di questo poi, in campagna elettorale, si è parlato pochissimo. Il manifesto laburista, ad esempio, dedicava all’Europa una pagina su oltre 80, forse proprio per la paura di non scivolare su una buccia di banana. E un po’ tutti i partiti non si sono impegnati convintamente su un tema così controverso. Cameron ha promesso appunto il sondaggio sul tasso di europeismo degli inglesi, a nome dei Tories, ma sapeva bene che una parte importante del suo elettorato “in primis gli interessi dell’industria e della finanza”, da sempre vicini ai conservatori, vanno in senso opposto. Che senso avrebbe la City, la piazza più importante del mondo, senza l’Unione? Quali regole su contrattazioni, agenzie di rating, derivati e quant’altro, Londra potrebbe ancora influenzare uscendo dal consesso comunitario senza uno straccio di commissario europeo? E quali banche l’Inghilterra avrebbe potuto salvare senza le garanzie comunitarie sugli aiuti di Stato? Miliband dal canto suo,” ha difeso l’Europa senza costituzione federale e solidale , ma era consapevole anch’egli che, per sfondare al centro e vincere le elezioni, avrebbe dovuto conquistare il voto anche dei tanti euroscettici che non per forza si schierano con lo Ukip di Nigel Farage, ma si trovano anche tra le fila dei Labor. Le relazioni future della Gran Bretagna con l’Europa saranno guidate quindi dal barometro post elettorale che indicherà che tempo farà per gli “eurocontrari oltranzisti”, i conservatori euroscettici,” i laburisti euro freddi (a ragione ), i liberaldemocratici eurofedeli e gli scozzesi dell’Snp, quelli sì veramente “euro entusiasti” e non solo per aver conquistato moltissimi seggi. Le molte definizioni vanno però di pari passo con le scarse convinzioni, che alla fine faranno prevalere uno status quo anche tra due anni: tanto rumore per nulla, direbbe qualcuno che gli inglesi li conosceva molto bene.

In passato ci sono stati casi di “debiti pubblici ancora più importanti di quelli che osserviamo ora”, e si è sempre riusciti a trovare una soluzione, facendo ricorso a una grande varietà di metodi, che possiamo suddividere così: da una parte il “metodo lento”, che punta ad accumulare pazientemente “surplus di bilancio pubblico ” per rimborsare poco a poco prima gli interessi e poi il capitale del debito in questione; dall’ altra parte una serie di metodi che puntano ad accelerare il processo: inflazione, imposte eccezionali, puri e semplici annullamenti del debito.
Un caso particolarmente interessante è quello della Germania e della Francia, che nel 1945 si ritrovavano con un debito pubblico di dimensioni pari a due anni di prodotto interno lordo (il 200 per cento del Pil), un livello ancora più elevato del debito pubblico che affligge oggi la Grecia o l’Italia. All’ inizio degli anni ‘50, questo debito era ridisceso a meno del 30 per cento del Pil. È evidente che una riduzione così rapida non sarebbe mai stata possibile solo attraverso un lento accumulo di surplus di bilancio. Al contrario: i due Paesi utilizzarono tutta la vasta casistica dei metodi rapidi. L’inflazione, molto alta su entrambe le sponde del Reno fra il 1945 e il 1950, fu l’elemento centrale. Alla Liberazione, la Francia introdusse anche un’imposta eccezionale sui capitali privati, che arrivava al 25 per cento sui patrimoni più alti e addirittura al 90 per cento per gli arricchimenti più significativi avvenuti tra il 1940 e il 1945. I due Paesi ricorsero anche a forme diverse di “ristrutturazioni del debito”: definizione tecnica utilizzata dagli esperti di finanza per indicare l’annullamento puro e semplice, totale o parziale, del debito (si parla anche, più prosaicamente, di “haircut”, sforbiciata): per esempio in occasione dei famosi accordi di Londra del 1953, dove fu annullato il grosso del debito estero tedesco.
Furono questi “metodi rapidi di riduzione del debito” — e in particolare l’inflazione — che permisero alla Francia e alla Germania di lanciarsi nella ricostruzione e nella crescita del dopoguerra senza questo fardello. È grazie a ciò se i due Paesi negli anni ‘50 e ‘60 furono in grado di investire nelle infrastrutture, nell’istruzione e nello sviluppo economico. E sono proprio questi due Paesi che adesso spiegano al Sud dell’Europa che il debito pubblico va rimborsato fino all’ultimo euro,” senza inflazione e senza misure eccezionali”.
Attualmente la Grecia avrebbe un lieve avanzo primario: in altre parole, i greci pagano di tasse leggermente più di quello che ricevono sotto forma di spesa pubblica. Secondo gli accordi europei del 2012, la Grecia dovrebbe mantenere per decenni un avanzo colossale del 4 per cento del Pil per rimborsare i suoi debiti.
Si tratta di una strategia assurda, che la Francia e la Germania, per nostra grande fortuna, non hanno mai applicato a loro stesse. In questa incredibile “amnesia storica”, la Germania porta chiaramente una pesante responsabilità. Ma simili decisioni non avrebbero mai potuto essere adottate se la Francia si fosse opposta.
I governi francesi che si sono succeduti, di destra e poi di sinistra, si sono dimostrati incapaci di valutare adeguatamente la situazione e proporre” un’autentica rifondazione democratica dell’Europa”. Con il loro miope egoismo, la Germania e la Francia maltrattano il Sud dell’Europa, e al tempo stesso si maltrattano da sole.
Con un debito pubblico che si avvicina al 100 per cento del Pil, un’inflazione nulla e una crescita fiacca, questi due Paesi impiegheranno anch’essi decenni prima di ritrovare la capacità di agire e investire nel futuro. La cosa più assurda è che i debiti europei del 2015 sono essenzialmente debiti interni, come peraltro quelli del 1945.
Certo, la quota di titoli di Stato detenuta da altri Paesi dell’Eurozona ha raggiunto proporzioni senza precedenti: i risparmiatori delle banche francesi detengono una parte del debito tedesco e italiano; le istituzioni finanziarie tedesche e italiane possiedono una bella fetta del debito francese; e via discorrendo.
Ma se si guarda alla zona euro in generale, allora possiamo dire che il debito è tutto nelle nostre mani. Non solo: deteniamo più attività finanziarie noi fuori dalla zona euro che il resto del mondo nella zona euro. Invece di impiegare decenni per rimborsare il nostro debito a noi stessi, spetta a noi europei , e a noi soltanto, organizzarci in un altro modo”.

Berluscameno
Un esempio di “masochismo”?

La Corte Costituzionale nel mirino dei nazisti tecnocratici.
Tempo fa “un report” della banca d’affari Jp Morgan ( dominata da uomini organici ai peggiori circuiti massonici reazionari sovranazionali), sosteneva che “l’Europa doveva al più presto liberarsi delle Costituzioni antifasciste”.
“L’obiettivo finale e dissimulato perseguito dai vari Mario Draghi e Wolfang Schaeuble, è proprio quello di re-impiantare nel Vecchio Continente i semi del fascismo, pronto a risorgere sulle ceneri di una “Europa avvelenata dalle politiche di austerità”.
In Finlandia, in Francia, in Inghilterra e perfino in Polonia avanzano le forze di destra nazionalista, dolosamente aiutate da una retorica che alimenta l’astio fra i popoli del sud e quelli del nord Europa (“presunti spreconi del sud contro presunti virtuosi del nord”). Oggi, grazie all’opera malefica svolta dai soliti figuri nel buio di logge perverse come la “Der Ring” e la “Hathor Pentalpha”, la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa sembra molto lontana, materializzandosi invece a passi veloci lo spauracchio rappresentato dal prepotente riemergere di nuove e più sottili forme di nazifascismo.
“In Italia, uno degli ultimi baluardi posto a difesa della democrazia è rappresentato dalla Corte Costituzionale”.
I recenti e sguaiati attacchi rivolti ai giudici della Consulta, per via della sentenza che stabilisce l’”incostituzionalità delle legge Fornero” che prevedeva il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, sono parte integrante e coerente di quel processo di progressiva fascistizzazione appena dipinto.
Non c’è bisogno di richiamare alla mente il famoso scontro concettuale fra due giuristi che hanno fatto la storia del Novecento, come il liberale Hans Kelsen e il filonazista Carl Schmitt, per rendersene conto. Il nazismo tecnocratico di Schaueble, esattamente come il nazismo classico di Hitler, non tollera e accetta l’esistenza di un contro-potere che ne limiti il raggio d’azione. L’attacco indiscriminato ai diritti acquisiti, sulla base di una” furba teoria dell’emergenza “non a caso teorizzata con chiarezza proprio dal principale architetto giuridico del regime nazista hitleriano (Carl Schmitt) trova nella Consulta un limite per ora insormontabile.
Come possono i “nazisti moderni” svuotare fino in fondo la nostra democrazia senza prima sbarazzarsi del potere di controllo esercitato dalla Corte Costituzionale? E’ chiaro quindi come la declinazione in senso autoritario dello Stato contempli necessariamente la pianificazione di una specifica e martellante campagna di delegittimazione in danno degli Ermellini.
La Corte Costituzionale non è immune dal commettere errori. Basti pensare a quella assurda sentenza con la quale si riconosceva al precedente Capo dello Stato,Giorgio Napolitano, finito al centro di una verminosa vicenda entrata nel processo sulla Trattativa Stato-Mafia, una specie di immunità assoluta dal sapore anacronistico e medievale. “E’ possibile quindi che, pressati dalla violenza di alcuni politici influenti, i giudici finiscano saltuariamente per piegare il diritto alle ragioni della forza”. Non è però possibile pensare che un organo collegiale come la Corte Costituzionale, per quanto minacciato, possa mai derogare completamente dal delicato compito di vigilanza che la Costituzione gli assegna.
“I nazisti moderni, come quelli passati, sanno che va abbattuto ciò che non si può corrompere”.
Gli articoli di stampa volti a gettare fango sui giudici che hanno osato smascherare le condotte infingarde e illegali messe in atto al tempo di Mario Monti, proseguiranno perciò senza sosta. I circuiti che parlano per bocca del Venerabile Maestro Massonico reazionario Mario Draghi controllano i media e controllano i leader dei principali partiti che eleggono tanto i singoli parlamentari quanto il Presidente della Repubblica. “Per instaurare una nuova forma di potere assoluto non resta quindi che colpire e ridimensionare i giudici costituzionali, difensori di quella Magna Carta che tanto infastidisce i vertici della Jp Morgan”.

Nuovo freno in Senato per la legge sulla tortura. Così l’Italia va fuori dalla comunità internazionale

Il dibattito intorno all’introduzione del delitto di tortura nel codice penale ha segnato la contrarietà dei responsabili delle forze di Polizia. Contrari Nuovo Centrodestra e Forza Italia.
Dopo la sentenza della Corte di Strasburgo nel caso Diaz, Renzi aveva detto che la risposta politica dell’Italia sarebbe stata l’introduzione del delitto di tortura. Ancora una volta invece si assiste a un arretramento nel dibattito.
Con l’introduzione del crimine nel codice non si stigmatizza o mette a rischio il lavoro delle forse dell’ordine. Il reato è una garanzia per tutti quelli che si muovono nel solco della legalità.
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STOP AL CIRCO ITINERANTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Attualmente 751 membri del Parlamento europeo, insieme a quasi 5 mila dipendenti, devono viaggiare ogni mese da Bruxelles a Strasburgo.
La Corte dei conti europea ha stimato che questo spostamento costa circa 114 milioni di euro all’anno e provoca 19 mila tonnellate di emissioni di CO2 nell’atmosfera. Inoltre il tempo speso per viaggiare implica la perdita di una media di 12 giorni lavorativi per dipendente all’anno; per un totale di circa 60 mila giornate lavorative all’anno. Questa situazione è non solo costosa e dispendiosa, ma rende anche il Parlamento europeo meno efficiente.
I membri del Parlamento europeo hanno con schiacciante maggioranza e in varie relazioni nel corso degli anni votato a favore di una sede unica e della possibilità di decidere noi stessi dove e quando incontrarci. Un cambiamento del trattato dell’Unione europea è necessario per rendere questo possibile. Tale revisione richiede una decisione presa all’unanimità da tutti gli Stati membri.
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La guerra lampo dei fratelli Renzi (Marco Travaglio)

Nessuno ha il coraggio di dire “guerra”: ma è questo che stiamo per fare in Libia. L’ennesima guerra. Difficile camuffarla da “missione umanitaria”, o da “esportazione della democrazia”, o da “soccorso dei civili” – le supercazzole escogitate per le guerre degli ultimi vent’anni, tutte con esiti catastrofici. Quindi se ne sta cercando un’altra sufficientemente ambigua, per nascondere l’orrore e fregare la gente dei paesi coinvolti. O meglio, dell’unico paese che ha già fatto sapere con certezza che parteciperà: l’Italia. Quanto agli altri, si parla di Gran Bretagna, Francia, Spagna, Malta (mai più senza), ma è tutto da vedere.
Così come un altro trascurabile dettaglio: contro chi la facciamo, questa guerra? Contro la Libia del governo islamico di Tripoli, che nessuno riconosce? Contro la Libia del governo in esilio di Tobruk? Contro qualche tribù sfusa? O contro l’Isis, che in Libia non schiera truppe regolari sul campo, ma solo miliziani libici autoarruolati in franchising e nascosti ciascuno in casa propria? Si vedrà, le nostre volpi del deserto – Renzi, Mogherini, Pinotti e persino Alfano, trust di cervelli mica da ridere – ci faranno sapere. Forse. Intanto la Mogherini è andata all’Onu, molto celebrata dai giornali italiani manco fosse il generale Rommel, e ha chiesto un mandato per destroy: affondare i barconi degli scafisti che traghettano i profughi da un capo all’altro del Mediterraneo. Russi e americani, eccezionalmente compatti di fronte a tanta insipienza, le hanno riso in faccia. Destroy se lo levi dalla testa: la Libia è uno Stato sovrano, anche se momentaneamente dotata di una mezza dozzina di governi, e difficilmente consentirebbe atti di guerra senza reagire. Allora la Mogherini ha spiegato che vuole “destroy the business model”, il modello operativo dei trafficanti. Altre risate rabelaisiane: se non è zuppa è pan bagnato. Ora si cerca un compromesso sul verbo dispose: genericamente “eliminare” non si sa bene cosa, dove e come. I russi ricordano che nel 2011 la Nato ebbe il mandato di aiutare i civili libici e poi lo usò per rovesciare Gheddafi, con il bel risultato che sappiamo. C’è poi un’altra questioncella: Tobruk non vuole che l’Onu chieda il permesso a Tripoli, altrimenti riconoscerebbe un governo illegittimo; ma senza l’ok di Tripoli non si può fare nulla, a meno di entrare in guerra con la Libia, cioè di autorizzare una missione di terra, con migliaia di uomini e costi miliardari, molto superiori a quelli dell’accoglienza dei profughi.
L’ipotesi è radicalmente esclusa da Russia, Usa e paesi del Golfo Persico. L’ultima trovata è mandare nei porti gli incursori dell’Esercito e della Marina per sforacchiare i barconi degli scafisti, che le nostre volpi del deserto continuano a chiamare “nuovi schiavisti”, incuranti del fatto che gli schiavisti costringevano gli africani a lasciare i loro paesi per imbarcarsi a forza verso l’Europa o le Americhe, mentre gli scafisti trasportano africani e asiatici che vogliono a tutti i costi emigrare in Europa. Dunque, per quanto spregevole, il loro mestiere risponde a una precisa domanda di mercato che, finché esisteranno guerre e carestie che mettono in fuga le popolazioni, qualcuno dovrà soddisfare. Per ogni barcone bucato o distrutto, ne verranno costruiti altri dieci, magari ancor meno sicuri e dunque vieppiù pericolosi. C’è poi un problemuccio pratico che nessuno dei nostri strateghi ha ancora considerato. Fermo restando che, prima di distruggere un barcone, bisogna sincerarsi che sia vuoto per evitare di fare stragi ancor più devastanti di quelle che si dice di voler prevenire, come si fa ad accertare con satelliti e droni di ricognizione che un barcone che dall’alto sembra vuoto non è pieno di migranti nascosti nella stiva? E come si fa a distinguere un barcone di migranti da uno di pescatori, visto che spesso gli scafisti sono pescatori che arrotondano il magro stipendio e usano, per pescare e per trasportare, gli stessi natanti? Resta poi da spiegare come si possa impedire a un profugo in fuga da un paese in guerra, dunque con diritto d’asilo, di imbarcarsi per un Paese che lo conceda secondo tutte le leggi internazionali. Ma questi, com’è noto, sono i sofismi dei soliti gufi che vogliono impedire al Caro Premier di tirare diritto per il Bene della Nazione, anzi dell’Umanità. Basterà qualche minuscolo accorgimento per sistemare tutto. In luogo degli sgradevoli destroy e dispose, l’Italia potrebbe suggerire all’Onu di usare il verbo riddle: letteralmente “bucherellare”, ma anche “indovinello” e “parlare per enigmi”. Il modello è quello del trattato italo-etiopico siglato nel 1889 a Uccialli dal nostro ambasciatore col negus Menelik, che diceva cose opposte nelle versioni in lingua italiana e in lingua amarica: nella prima l’Etiopia diventava un protettorato italiano e la politica estera del Negus la decideva il nostro governo; nella seconda, Menelik poteva fare di testa sua quando pareva a lui. Una furbata che consentiva a entrambi i governi di presentarsi come vincitori agli occhi dei rispettivi popoli. Poi – sfumato l’effetto annuncio – fra Roma e Addis Abeba riesplose la guerra. Ma i nostri strateghi sembrano ispirarsi anche al film La guerra lampo dei fratelli Marx, con Groucho protagonista nei panni del capo del governo di Freedonia, Rufus T. Firefly, un dittatorello pazzo, arrogante e anarchico che, dopo aver imposto una serie di leggi demenziali, fa scoppiare un conflitto con la vicina Sylvania. Celebre e attualissima la battuta: “Può essere che Chicolini parli come un idiota e abbia una faccia da idiota. Ma non lasciatevi ingannare: è veramente un idiota”.

Da Il Fatto Quotidiano delle 16/05/2015.
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DIFENDETE IL SOLDATO SALVINI

A un comizio Salvini è stato attaccato a sputi e ha chiesto più tutela dallo Stato. Lo Stato ha risposto che per tutelare Salvini sono già stati impiegati 8.465 poliziotti, più i 30 della sua scorta fissa di 30 persone da 120.000 euro al mese.
Salvini, ma quanto ci costano i tuoi sproloqui razzisti?
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LA LISTA DEGLI IMPRESENTABILI

Renzi non ha voluto togliere dalle candidature della Campania il pregiudicato De Luca, così in base alla legge Severino, se dovesse essere eletto sarà sospeso (?). Intanto lo stesso de Luca continua ad imbarcare pregiudicati nelle sue liste, l’ultimo è Carlo Iannace, accusato in quanto medico di una sfilza di reati che gli costerebbero 8 anni di carcere.
Ma il suo avversario Caldoro non è da meno e imbarca Pietro Foglia, rinviato a giudizio per peculato.
Renzi doveva inaugurare a Napoli un pezzo di metro ma andarci lo esponeva alla vicinanza con De Luca, per cui, prendendo pretesto dalla recente strage, non ci andrà. Intanto, però non prende nessun provvedimento contro De Luca, e se la casa dicendo agli elettori: “Non votatelo!”, il che, detto in Campania, suona come una campana a morte per la giustizia. Eppure la non candidabilità di pregiudicati sta anche nello statuto del Pd. Ma Renzi è fuori da qualunque statuto e anche dal comune buon senso. E se De Luca sarà eletto? Si inventeranno qualche interpretazione di eccezionalità.
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LA BUONA SCUOLA

Il decreto renziano sulla buona scuola sta lentamente acquisendo voti in parlamento, intanto gli insegnanti incazzati giurano che non voteranno mai più Renzi e quanto siano serie le loro collere lo vedremo alle regionali.
Renzi aveva scritto agli insegnanti ricevendo in risposta una valanga di 7.000 lettere arrabbiate. Anche la sua comparsata con lavagna e gessetti ha riscosso solo critiche e sberleffi. I suoi progetti lasceranno fuori dalla scuola centinaia di migliaia di persone. E quelli che saranno assunti a discrezione di qualche preside, lo saranno solo per 3 anni, per poi ricadere di nuovo al nulla. Dunque Renzi trasforma i docenti in disoccupati o peecari a vita. I poteri assoluti che darebbe al preside sono irricevibili e vorrei vedere quale preside si esimerà dallo scegliere come docente la moglie di qualche politico o magari dello stesso Renzi. Tanti poteri discrezionali dati a uno solo risponderanno alle idee autoritarie e antidemocratiche di Renzi ma in un Paese dove tutto marcia a suon di clientele, parentele e raccomandazioni aprono solo la strada alle ingiustizie. E, si immagina, i presidi leghisti, dopo, saranno liberi di escludere docenti nati al sud.
Una scuola deve essere innanzitutto giusta, con punteggi certi e uguali per tutti e assegnazioni di cattedre fatte in modo trasparente e non arbitrario.
Ridicole le modalità con cui sono state disegnate le valutazioni dei docenti. Insopportabili i test Invalsi in cui si vorrebbe inchiodare la valutazione degli allievi.
L’obiezione di tanti è stata. “Allora fate valutare anche a noi elettori i meriti di voi politici e sottoponete anche loro a test!” Ma tutti sanno che sarebbe una partita persa.
Davvero comica la somma stanziata per la ‘formazione’: 40 milioni di euro l’anno, che, divisi per il numero degli insegnanti, fanno 55 euro a testa. Non ci prendi nemmeno un biglietto del treno Milano-Roma.
Ma, ciliegina sulla torta, la detraibilità fiscale per chi manda i figli alle private si è estesa dall’asilo al primo ciclo di istruzione.

RIDIAMARO : – )

sirlorenzo
Renzi ritira la riforma dell’istruzione: l’aveva intitolata : “La buona squola”.
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Marcthulhu
Susanna Camusso: “la Buona Scuola privilegia i ricchi e divide i precari”. Tutto secondo programma quindi.
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“Emerge una scuola che non ha più una funzione di carattere generale, che non punta più a formare cittadini con spirito critico”, altrimenti chi si metterebbe a votare di nuovo Renzi?
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Pirata21
La scuola scende in piazza. Tecnicamente ci frana..
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Il mago di Floz
Oggi Cinque Maggio sciopero generale della Scuola. Ea fu.
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Pirata 21
Renzi:”Noi ascoltiamo sempre le proteste”. Ma è che proprio non gliene frega un cazzo.
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Cricon
A Palermo gli studenti bruciano i test Invalsi. Ottenendo un punteggio superiore agli anni precedenti.
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Pollo
Tra i motivi dello protesta anche l’eccessivo potere dato ai presidi. Fa discutere il trono in pelle umana
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Marcthulhu
Renzi sul boicottaggio dell’Invalsi: “Probabilmente abbiamo sbagliato noi del governo con alcuni messaggi di comunicazione”. Perché il contenuto di merda invece andava bene…
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Allineamento
Renzi spiega #labuonascuola con gessetto e lavagna. Ma è il cancellino ad incarnare lo spirito della riforma.
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Frandiben
Nel comizio di Renzi alla lavagna la parte in cui stridono i gessetti è la meno fastidiosa.
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Pirata 21
Renzi: “Dovevamo spiegare meglio la Buona Scuola”. Viste le reazioni forse è meglio di no.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1650 26-5-2015 I SOMMERSI E I SALVATI

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(Vittoria gay in Irlanda. Un passo avanti per l’umanità)

MASADA n° 1650 26-5-20151650 26-5-2015 I SOMMERSI E I SALVATI
Blog di Viviana Vivarelli

Si smetta di chiedere: “Ma dove li troviamo i soldi per il reddito minimo di cittadinanza?” e si pensi a quanti miliardi italiani ci sono nei paradisi fiscali? – E perché il Tesoro ha maturato 42 miliardi di perdite scommettendo coi derivati sul rialzo del tassi?- La demenziale Mogherini vuole bombardare le imbarcazioni dei trafficanti nei porti africani. Vogliamo dichiarare guerra all’Africa? – A corto di idee Salvini rispolvera la tassa alle prostitute – Torna il falso in bilancio- I 5stelle ottengono pene per gli ecoreati – In Irlanda vincono le coppie gay

Il cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano: “Le nozze gay sono una sconfitta per l’umanità”. Ma papa Francesco non aveva detto “Chi sono io per giudicare?” E Cristo non è venuto a predicare l’amore nel mondo? E non aveva detto: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli…, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”(Mt 18)? Ma ancora una volta la Chiesa non poteva perdere una buona occasione per tacere.
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Rilke: “Il futuro entra in noi molto prima che accada”.

Bellissima questa frase di Don Brown: “Il motore dell’entropia è l’indifferenza”.
Gramsci diceva: “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità”.

CGIL: “Sull’articolo 18 Renzi è riuscito a far peggio di Berlusconi e Sacconi”.
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Renzi è un uomo di Centro, con la fissazione che il Centro è lui.
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Letta: “Renzi si muove a colpi di forzature, quasi che la priorità sia dire di aver fatto e non fare. Non fa che annunci compulsivi. Abbiamo un quadro politico che prima era plurale e oggi è dominato da una persona sola; credo che una cosa simile non sia mai accaduta nella storia della Repubblica”.
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Purtroppo, come diceva Machiavelli: “Il popolo molte volte desidera la rovina sua ingannato da una falsa spezie di beni”. E oggi non ci si muove nemmeno inseguendo bene ma credendo in vane promesse.
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Paolo Del Debbio: “Per la cattiva politica servono solo tre passioni: il potere, il potere, il potere”.
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Fabrizio Barca: “Il Pd romano è un partito cattivo e pericoloso”.

Dopo il bonus Renzi il bonus Poletti, scrive un blogger: “Facciamo così: metà delle compagne che non me l’hanno data, me la daranno entro il primo di agosto e lo chiamiamo bonus Gnocca”.
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Escogitano mille espedienti per ciurlare nel manico i 7.500.000 a cui l’incontenibile Fornero ha rubato con legge incostituzionale i due terzi della pensione.
Lanidahs: “L’hanno giustamente chiamato bonus, perché rapina era troppo vago”.
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Lopitto: “Berlusconi contesta il bonus Poletti. “Nonno caro, stiamo ancora aspettando il milione di posti di lavoro promessi da te!

VOTAZIONI LIGURI
Lo sciopero ligure contro il Jobs Act ha visto migliaia di persone. Del resto la candidata di Renzi, la Paita, oltre ad essere rognosamente supponente e antipatica, è indagata come assessore alle Infrastrutture per dissesto e omicidio colposo in concorso e omissione di atti di ufficio, dunque rea di non aver fatto niente per scongiurare l’ultima alluvione di Genova. Il marito finora è stato una potenza del porto di Genova ed entrambi stanno nel famigerato sistema di Burlando. Ma come fanno i Genovesi a votare ancora gente simile? Luca Pastorino insiste nel dire che le liste del Pd sono piene di impresentabili: ”Non hanno argomenti, il loro unico obiettivo è difendere un sistema di potere, sono ormai alla frutta”. Sarà così, visto anche che la Paita sta su col voto degli scajolani. Ma ancora si ripeterà questa offesa al buon senso per cui i cittadini di una regione vilipesa e lasciata rovinare in ogni modo da amministrazione di csx voterà di nuovo, vilmente, il csx?

VITALIZI

Da Vespa Renzi dichiara ipocriticamente che i Vitalizi sono ‘insopportabili’ e che c’è chi ne usufruisce di 4 o 5.
Probabilmente i vergognosi vitalizi non spariranno perché chi doveva eliminarli è parte in causa e non ci pensa nemmeno a ridursi i benefit. Il bello è che per mantenerli si sbandierano i diritti acquisiti. Ma quando si tagliano le pensioni come ha fatto la Fornero o si annientano i diritti del lavoro, dove sono finiti i diritti acquisiti? Se la pensione è stipendio differito, com’è che la si può ridurre a tutti ma non ai parlamentari ai quali non si calcola su quanto versato ma sull’ultimo stipendio e vale come privilegio rubato?
Renzi ha assicurato di aver tolto i vitalizi agli onorevoli condannati, FALSO, perché li ha lasciati nella maggior parte.
Vogliamo ricordare che il M5S propose di tagliare la pensione a chi percepisce molto di più di quello che ha versato e che il Pd si oppose?

Oggi anche l’Europa dichiara incostituzionale la legge sulle pensioni, eppure la Fornero fece quella legge proprio su spinta della Bce e tutto il Pd la votò “senza se e senza ma”. In questo modo si sono rubati 17 miliardi ai pensionati. E dov’erano allora i sindacati a protestare? Non pervenuti. Dov’era la CGIL quando la riforma Fornero si abbatteva sui lavoratori? Era andata al mare? Ora, secondo il parere della Consulta, la legge è incostituzionale e quei 17 miliardi andrebbero resi a chi ne aveva diritto. Sarebbe facile prendere qui soldi annullando il contratto con gli F35 difettosi, ma Renzi parla di aumentare la benzina (?), annullando in tal modo quel piccolo benefit che l’Italia ne ha avuto. Perché invece con si confiscano immediatamente i beni degli evasori come si dovrebbe fare con i beni mafiosi? Perché non si ritirano le tante missioni militari sparse nel mondo che di pace non ne hanno portata neanche un briciolo? Perché non si azzera l’inutile e pericolosa Tav in Valsusa? O si annulla il tremendo passante che dovrebbe passare sotto Firenze, devastandola? Ma Poletti dice che saranno resi 500 euro e lo spaccia con la massima ipocrisia per un ‘bonus’! La resa parziale di un diritto rubato viene chiamata bonus, regalo !!? Ecco come rigirare le parole in modo paradossale per infinocchiare gli elettori!!

Bibbo Baggiano:
Achille Occhetto difende il vitalizio di 5.860 euro: “Mantengo moglie (lei ha il vitalizio di 3.791 euro) e due figli disoccupati” (ma quanti anni hanno i figli di Occhetto?). Povero Achille, la famiglia dev’essere il suo tallone!
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Luce so fusa
Da un breve calcolo nella famiglia di Occhetto non ha mai lavorato nessuno. 4 mantenuti a spese nostre.
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Gerry Scotti ha un vitalizio dal 1992. Gerry Scotti????
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Pirata 21
Cuffaro è in galera ma prende il vitalizio. La mafia è gente seria.

Da ex deputato, Cuffaro riceve una somma di seimila euro lordi. Per rifarsi una cosca quando uscirà.

Batduccio
Non passa emendamento M5S, Fiorito mantiene il vitalizio da consigliere regionale. E viceversa.
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Trabeoscopio
15 dei 26 deputati che hanno presentato ricorso contro il taglio dei vitalizi sono della Lega, il cuore in Padania e il portafoglio a Roma.

FONDI NERI E PARADISI FISCALI

Così Renzi ci ha buggerato anche col rientro dei fondi neri dalla Svizzera, ma la legge eviterà proprio che i frodatori in nero ne siano interessati. Intanto l’evasore dovrebbe autodenunciarsi all’Erario, mentre con lo scudo fiscale di Tremonti il rientro era anonimo, poi contro il 5% richiesto da Tremonti ora la tassa sale dal 7 al 50%. C’è poi il rischio che il decreto antimafia faccia scattare il sequestro dei beni anche sui capitali scudati. E’ vero che il decreto fiscale permetterebbe di riscattare solo gli ultimi anni ma è una spia che farebbe scattare indagini sul gap precedente tra quanto denunciato e quanto esportato. In ogni caso quanto prescritto vale solo per Svizzera e Panama. Ma quanti sono i paradisi fiscali nel mondo? Almeno cento.
Chi si batte per una Tobin Tax anche minima sulle transazioni finanziarie dice che se si potesse prelevare anche solo lo 0,5% del gigantesco patrimonio sottratto alle tasse nazionali tanti problemi potrebbero essere finalmente affrontati.
Ma il mercato ormai prevarica la politica e la globalizzazione ha addirittura peggiorato la vita di tanti popoli per l’ingrassamento di poche migliaia di speculatori. L’ideologia neoliberista ha favorito solo le multinazionali e le lobbie finanziarie, corrodendo quando non addirittura annientando stato sociale e diritti costituzionali e democratici.

(Vediamo come il tema considerato è stato presentato da Report).
A Road Town, capitale di Tortola, alle Isole Vergini Britanniche, ci sono 15 mila abitanti e ben 350 mila società offshore, cioè fuori giurisdizione. Non hanno uffici, non hanno dipendenti, non hanno altro che delle targhette fuori dalla porta, e spesso neanche quelle.
Intestare a una di queste i propri beni è facilissimo: bastano 48 ore, la riservatezza è totale e garantita e nel paradiso fiscale la società non paga tasse. Dai tribunali dei paradisi fiscali non filtrano informazioni sull’identità dei veri beneficiari dei conti correnti intestati alle società offshore. Alle Bahamas, per es., su 600 rogatorie, dopo 8 anni ne sono state soddisfatte soltanto la metà e ci sono paesi che garantiscono l’anonimato assoluto, come le Seychelles.
I paradisi fiscali sono più di 100 e sono in continua crescita. Vi si ricorre per evasione fiscale, riciclaggio di denaro, fuga dai creditori, addirittura per scansare i pagamenti al coniuge in caso di separazione. Aprire una di queste società costa poco: a Jersey costa 4 milioni. Alle Isole Vergini 3 milioni e mezzo.
Il Liechtenstein è uno Stato fasullo fatto di avvocati, business man e intermediari finanziari.
Ci sono due società e mezzo per abitante. Con le sue tattiche dilatorie, il Liechtenstein ha provocato una vera e propria crisi diplomatica, rifiutandosi di dare informazioni relative all’inchiesta Imi Sir che coinvolge l’ex ministro della giustizia Cesare Previti.
Altro caso: l’isola di Jersey nel canale della Manica, regno indipendente legato alla corona britannica, qui ci sono circa 30 mila società offshore e oltre 200 filiali degli intermediari finanziari più importanti del mondo.
E per mettere i propri beni in un rifugio fiscale non è necessario andare fino in Liechtenstein o fino all’isola di Jersey: basta andare in banca o dal professionista a 50 metri da casa. Però la crema è tutta a Milano intorno a piazza del Duomo.
Se ho un miliardo di soldi sospetti non denunciati al fisco italiano e voglio nasconderlo e farlo rendere bene, che strade ho? L’avvocato/fiduciario contatta un corrispondente in un paradiso fiscale dove viene aperta una società offshore, intestata al fiduciario. Poi, attraverso una “dichiarazione di trust” il fiduciario dichiara (in via riservata) che la società non è sua ma è del cliente. E così tutti i beni che io voglio intestare a quella società non risulteranno più miei agli occhi del fisco. Il sistema di “triangolazione” può essere ripetuto più volte.
Senza bisogno di ricorrere a tecniche come questa, quasi tutti sanno che vale la pena di portare i propri soldi in Svizzera. Intanto per le tasse minori, poi per il segreto. Purtroppo il segreto bancario in Svizzera non è più quello di una volta (vedi gli Stati uniti che hanno ingaggiato degli hacker per avere le liste dei loro cittadini evasori), ma a Lugano c’è il “trust” che permette di risparmiare sulle imposte di successione e allo stesso tempo copre l’identità dei beneficiari. Uno intesta dei beni al trust, indica chi sono i beneficiari e così se ne spoglia completamente. Poi mette se stesso come beneficiario.
In Lussemburgo creano le “holding”. Ce ne sono 11 mila. La holding è una società che detiene partecipazioni, le vende e le compra e su questa attività in Lussemburgo non si pagano imposte. Si pensi che l’Italia è terza in Europa per tasse, 47% ed è impossibile sapere quante sono le aziende italiane che sono andate in Lussemburgo per risparmiare, sono troppe. I Francesi hanno calcolato che la sola perdita fiscale prodotta dal Lussemburgo è di 30 mila miliardi l’anno. 30.000 miliardi!!!
Alle Isole Vergini britanniche sono di moda le scatole cinesi delle holding. Sono isole completamente disabitate dove il soggiorno costa un patrimonio. In quella di proprietà di Richard Branson, il magnate della Virgin records, si pagano 14000$ a notte, accettano solo 20 persone su tutta l’isola e si pagano 25 milioni a notte. Per un cocktail si va sulle 40 mila lire. L’isola è privata e ti raccomandano di non disturbare la privacy degli ospiti. Road Rown, la capitale di Tortola, è la sede di 350 000 società offshore. Ma ci sono solo le targhette di fiduciari, ognuno dei quali fa da prestanome a centinaia di società. Queste società sono solo recapiti postali.

(Ma perché i governi dei vari Stati non fanno leggi punitive serie contro i paradisi fiscali? Perché i famosi G8 fanno solo chiacchiere ma ogni volta che si riuniscono non prendono mai provvedimenti seri e pesanti contro di loro? Perché non dichiarano loro guerra dal momento che potrebbero annientarli in un solo giorno? Perché i Paesi occidentali continuano a piangere miseria e ad applicare l’austerity e non uno di loro attacca i capitali dove sono realmente e le casse dello Stato si rifanno sempre e solo su pensionati e lavoratori?)

Si pensi che il più importante gruppo italiano, Telecom Italia, è controllato da una società con sede in Lussemburgo, la Bell, e tra i soci della Bell figurava una società con sede alle isole Cayman, in un paradiso fiscale.

(Questa è la speculazione finanziaria che distrugge il mondo e che mantiene e sostiene quei politici che mai toglieranno un dollaro ai fondi neri e si rifaranno sempre e solo sui deboli spolpandoli col provvido aiuto del Fm e della Bm, istituzioni di comodo che soverchiano gli Stati nazionali per angariare i popoli e arricchire smisuratamente i depositi segreti dei grandi delinquenti neoliberisti).

E questi magnati non tollerano nemmeno quel bruscolino che è la Tobin tax, tassa infinitesimale sulle loro transazioni di Borsa che darebbe un gettito che basterebbe a salvare milioni di persone dalla miseria più atroce. Basti pensare che ci sono speculatori che accumulano ogni giorno l’equivalente di 3600 milioni di miliardi. Li giocano in borsa, operano in dieci minuti, comprano Euro e li rivendono e su questi guadagni non pagano nemmeno lo 0,5% di tasse. La battaglia per l’introduzione della tassa Tobin non fa comodo a nessun governo e non ne vogliono proprio sapere Stati Uniti e Gran Bretagna, ovvero le centrali della finanza (e del riciclaggio) mondiali.
E agli speculatori miliardari poco importa se con una miserabile tassa dello 0,5% si potrebbe creare un fondo che eviti tragedie ai popoli. Per gli speculatori, protetti dai governi, il giro d’affari è di 3 milioni e 600 mila miliardi di lire al giorno, esentasse. Questo è, e continuerà.
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Paolino bg
I fondi pubblici alla Lega finiscono in Tanzania.
Leghisti milanesi incazzatissimi: “Ciapa’ i bot dai negher” è il massimo del disonore

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The Horror
Il trota affascinato: “il paese di Tanzan!”
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IL TESORO HA BUTTATO 42 MILIARDI NEI DERIVATI

Quando qualcuno di fronte alla richiesta di un reddito minimo di cittadinanza chiede: “Ma dove li troviamo i soldi?”, dimostra una ingenuità che sfiora la scemenza o la complicità ai corrotti. Come se la montagna di soldi sottratti al fisco in Italia dai furbi con la protezione dei politici non bastasse, ricordiamo che il Tesoro ha giocato in Borsa sui nostri soldi scommettendo, con i derivati, che i tassi sarebbero saliti e siccome invece sono scesi, ora ci ritroviamo con una perdita di 42,6 miliardi. Ma è lecito che il Tesoro speculi in Borsa con i soldi dei cittadini? E che neghi poi i servizi pubblici con la scusa delle casse vuote? Ed è lecito che operazioni di finanza speculativa siano fatte dagli enti locali?
Dopo anni e anni con molta fatica è arrivata qualche regolamentazione di questo uso disinvolto dei soldi pubblici, ma grazie alla pessima amministrazione di Province e Regioni con contabilizzazioni errate, violazioni normative e contratti fatto coi piedi, il valore dei derivati degli enti territoriali è arrivato a 25 miliardi. Poi ci si chiede come mai il debito italiano sia uno dei più grandi del mondo.
I contratti derivati sottoscritti dal Governo per proteggere il debito pubblico dalle oscillazioni dei tassi di interesse si sono rivelati un bagno di sangue per le nostre tasche. I parlamentari 5stelle chiedono di vedere i contratti, ma il Ministero rifiuta.
L’Italia ha un debito pubblico record, nell’eurozona inferiore solo alla Grecia (132% del Pil). Ma che peso hanno in questo “buco” i contratti derivati sottoscritti dallo Stato italiano per proteggersi da rischi come l’oscillazione delle valute o dei tassi d’interesse? In 3 anni, dal 2011 al 2014, lo Stato italiano ha subito un aumento del debito pubblico di 16,95 miliardi di euro solo a causa dei contratti derivati sottoscritti da Roma per 159 miliardi. Siamo quelli che nell’eurozona hanno perso di più. Noi perdiamo più di tutta l’Eurozona messa insieme. Ma è anche peggio: le perdite potenziali sarebbero 42 miliardi (6 miliardi in più della finanziaria 2015), se Roma volesse chiudere i contratti stipulati con le varie banche d’affari estere.
Ma, quando in aprile i 5stelle hanno chiesto di vedere, in base alla legge 241/1990 sull’accesso agli atti amministrativi, gli allegati che definiscono i valori e le commissioni legate ai derivati, Padoan ha opposto un rifiuto, dicendo che non vedeva il loro interesse concreto, che ciò avrebbe comportato una indagine su tutta l’amministrazione (e magari!) e che farlo avrebbe prodotto delle turbolenze di mercato. In realtà non esiste alcuna legge che consenta al Governo di nascondere i conti. Il problema c’era anche in passato ma il Tesoro continua a rivendicare un diritto assoluto a gestire i soldi come gli pare e senza renderne conto a nessuno.
C’è anche un conflitto di interesse perché il Tesoro da una parte paga miliardi di commissioni alle banche per i derivati, dall’altra cerca di vendere titoli a queste stesse banche per garantire il debito pubblico. Il M5S vorrebbe che tutto fosse messo alla luce del sole, ma è proprio questo che i farabutti vogliono evitare.
Insomma il Tesoro ha giocato in Borsa coi soldi nostri, ha scommesso che i tassi sarebbero saliti e sono scesi. Poteva scommettere che l’Italia, con questi partiti, sarebbe andata sempre peggio, e chissà quanti soldi ci avremmo guadagnato!?

SALVINI E LA MERLIN

In puro stile fascista (non gli bastava la carta ‘forte’ del razzismo a oltranza!), Salvini vuole farci credere che, abolendo la Merlin e tassando la prostituzione, si raccoglierebbero 4 miliardi. Falso in ogni modo! Intanto la Germania che tassa 400.000 prostitute prende solo 500 milioni. In Italia se ne contano 70.000 (che darebbero 87 milioni) ma non si capisce come si potrebbero tassare i clienti o costringerli a chiedere fattura e a scaricarla dalle tasse.
Troppa gente vota Lega, dimenticando che per 20 anni ha contributo alle disgrazie italiane e che per 8 è stata al governo con Berlusconi e che ci sono state vergognose ruberie di Bossi e family. Niente ideologie, niente programma, solo razzismo e qualche fregnaccia in stile fascista. Ma la gente cosa pensa quando vota??
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Vittorio Scudieri
Riparte il referendum per l’abrogazione della legge Merlin.
Lo slogan è: “Più pilu per tutti”

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MIGRANTI

Per pagare Frontex, l’agenzia di pattugliamento dei confini europei, l’Italia paga 118 milioni l’anno. Di questi il 28% se lo beve la burocrazia. La cifra più alta a livello europeo se la prende l’affitto della sede centrale a Varsavia (5 milioni di euro).
50 milioni di persone hanno chiesto asilo in Europa. Nel 2014, quando sulle coste mediterranee sbarcarono 220.000 migranti, l’Europa dette a Roma 20 milioni, 90 dollari cadauno, un cifra ridicola.
Renzi ha tenuto duro per mettere la Mogherini in Europa. Bell’acquisto! Per controbattere l’ondata migratoria, costei non ha meglio da dire che si dovrebbe bombardare le imbarcazioni dei trafficanti nelle coste africane prima che partano, una robetta da niente come dichiarare guerra a una decina di Paesi. Vi immaginate qualcuno che bombardasse i pescherecci italiani nei nostri porti? E Renzi ha sprecato il semestre italiano di presidenza europea senza fare nulla e senza sollevare nemmeno una volta la questione gravissima dell’emigrazione.
E che senso dichiarare guerra alla Libia quando non esiste nemmeno un governo nazionale? La situazione è scottante ma irrisolvibile e non migliorerà certo con le alzate si di scudi di questi improbabili personaggi. La crisi libica andrebbe risolta con una mediazione internazionale e solo dopo si potrebbe discutere i barconi. Il fatto è che l’Europa ha speculato su guerre e devastazioni e il Fondo Monetario e la Banca Mondiale hanno ricattato i paesi più miseri proteggendo cinici dittatori e depredando senza sosta il Terzo Mondo per l’arricchimento smisurato di poche lobbie assassine. Questi sono ora gli inconvenienti di ritorno. Hanno creato l’inferno, ora i disperati cercano di fuggire dall’inferno. E la Mogherini parla di bombardarli???
Di questi disperati in fuga l’Italia ne accoglie solo il 14%. Ci sono Paesi come la Giordania o il Libano cove la situazione è molto più grave, con pochi milioni di abitanti ospitano più di un milione di profughi, mentre noi l’anno scorso ne abbiamo avuti 170.000.
Milioni di persone scappano perché non vogliono morire. Davanti alla morte si scappa. Ma non ci saranno mai progetti validi per evitare le ondate migratorie finché ci saranno guerre e ci sarà instabilità politica, devastazioni, genocidi, bande di predoni, dittatori assassini. Siamo ormai a una situazione senza speranza:non possiamo accoglierli tutti, non possiamo farli morire in mare di fame e di sete o continuare ad ammucchiare cadaveri sul fondo del Mediterraneo, non possiamo bombardarli a terra prima che partano.
Il sistema capitalista ha creato condizioni di invivibilità che ora lo stesso sistema non sa gestire. Tutto continuerà come prima, peggio di prima: i magnati ad ammucchiare capitali nei paradisi fiscali, le multinazionali a depredare e inquinare i territori, la Bm e il Fm a ricattare i paesi deboli rubando loro ogni risorsa e vincolandoli a debiti infiniti, e i disgraziati a morire di mille morti cercando di riparare proprio dai loro assassini.
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Vauro: “Renzi vuole recuperare dal fondo il barcone della strage. Così la Mogherini lo può riaffondare”.
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Alessandro Robecchi: “Sono un italiano così umano che li ammazzerei tutti”.
Io pure, ma non i migranti, i politici. Se penso a loro mi viene subito in mente l’eutanasia.
Scrive Robecchi: “E’ come se, stritolati dalla crisi, molti scegliessero un nemico facile facile, chiaramente minoritario e indifeso. Se hai una fifa blu del futuro, proietti, scegli di menare chi sta peggio di te, meccanismo elementare con sfondo cattivista, che chiede sacrifici umani perché prendersela con chi non conta niente e soffre di più è facile, comodo, rilassa ed è fortemente incoraggiante perché, finché chiedi la testa dei deboli, i forti brinderanno.”
Proverbio africano: “Quando la memoria va a raccogliere rami secchi, ritorna col fascio di legna che preferisce”.
La nostra memoria ha portato a casa i rami degli Italiani brava gente, ma ha perso quelli di chi cercava un posto al sole in Libia o in Etiopia, magari bombardando con i gas i villaggi di gente inerme. La nostra memoria ha dimenticato l’infamia delle leggi razziste e i milioni di Italiani. I dati Istat del 2013 ci dicono che sono più gli Italiani andati all’estero degli stranieri arrivati in Italia. Ma oggi facciamo presto a dimenticare.
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SCIAGURATI MEDIA

La libera informazione è tutt’uno con la libertà e la democrazia. Ove non esista quella sono in pericolo anche questi. Si dice che i media dovrebbero essere i cani da guardia del potere. Quanto siamo caduti in basso nella scala della civiltà lo provano proprio i nostri mezzi di informazione servili e sciagurati, giullari disonorevoli di onorevoli solo di nome, in un giro vizioso di nullaggine e cortigianeria.
Il potere in Italia ha stroncato qualunque pretesa critica di una libera stampa con denunce, querele, intimidazioni, legge penali, licenziamenti, minacce di morte, multe e sanzioni varie. 50 giornalisti sono sotto scorta per minacce di morte ricevute dalla mafia. Gli altri si imbavagliano da soli o si dedicano all’arte infima del lecchinaggio ben retribuito. Ormai i delinquenti sono talmente inseriti nel sistema politico che creano loro l’opinione come creano le liste elettorali. Dunque della mafia non si parla più, non ne parla l’indegno Renzi e non certo l’inetto Alfano, e i media hanno una funzione di incensatori del peggio, come in ogni regime. Renzi promette grottesche lotte alla corruzione ma aumenta la multe ai giornalisti incauti così che ci farà scendere ancora più in basso tra i Paesi semiliberi, sotto quel 73° posto che è già abbastanza vergognoso.
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Contro Renzi, a parte il M5S, il nulla. Il vetusto trio D’Alema-Letta-Amato lo guarda ormai come Superman la kriptonite.
D’Alema conciona: “La nuova legge elettorale è una roulette russa con due partiti (che all’occorrenza diventano uno), magari al 20% (dunque non certo una maggioranza) che si giocano tutto. E chi vince prende l’en plein.
Letta: “Con queste riforme il Capo dello Stato sarà un semplice taglia nastri” (e la firma di Mattarella alla legge elettorale prova che già lo è). Tutto il potere sarà nelle mani del Premier”.
Amato: “Stiamo andando verso una pericolosa oligarchia (in pratica una dittatura) senza pesi e contrappesi”.
Ma di che parlano tutti e tre? Avendo tutti contribuito, ognuno massimamente per la sua parte, alla distruzione di ogni democrazia senza dare nulla di buono all’Italia.
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Si insiste a dire che non si sa come trovare i soldi per l’assistenza o la ripresa, intanto ogni riforma di Renzi apre voragini nella pubblica amministrazione. Solo il raddoppio voluto da Renzi dei termini per la contestazione penale in campo tributario rischia di mandare al macero processi per molti miliardi. Va anche peggio se si pensa ai 13 miliardi (che diverranno 60) che Renzi si ostina a voler buttare nei difettosi F35 quando tutti i Paesi hanno stornato o ridotto i contratti, vista l’inutilità del mezzo. La Pinotti, incompetente Ministro della Difesa, aveva giurato di disdirli e invece il Pd ha riconfermato il contratto per una somma addirittura superiore.
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LA RIPRESA DEL GAMBERO

Mentre l’Europa si riprende e sta lentamente tornando ai tempi prima della crisi, noi siamo in controtendenza grazie alle politiche scellerate del Pd, e per tornare a come eravamo prima della crisi, di questo passo, ci vorranno 40 anni e con Renzi la ripresa ce la potremo scordare, tutto intento com’è a centralizzare il potere e a ridurre gli spazi di democrazia e di giustizia. Col Pd il Sud ha ottenuto 500.000 disoccupati in più, mentre in tutta Europa il tasso di disoccupazione scende. Da noi i disoccupati accertati sono 3,2 milioni mentre 3,5 milioni di non occupati non cerca nemmeno più lavoro, in 4,5 milioni di famiglie lavorano solo le donne ed è aumentata del 6% la fuga dei cervelli.
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GRECIA ALLA FRUTTA

Il 5 giugno la Grecia deve rende 500 milioni al Fm, e altre centinaia a tempi brevi fino a un miliardo e 700.000, ma non ci sono. Tsipras presenterà un piano di ristrutturazione del debito per ora respinto da Ue e Bce. Ogni mese la Grecia deve pagare un miliardo e mezzo di stipendi e pensioni. Come farà?
Se il 5 giugno il Fm non accetta il piano di Tsipras, sarà il default, ma non solo della Grecia, crollerà l’intera costruzione europea. In ogni caso entro metà giugno Tsipras deve pagare 1,7 miliardi al Fm e 7 al Fondo salvataggio europeo (Paradossale! il Paese in maggiore crisi è lui che deve pagare al Fondo salva stati!). Se l’Europa non vuole il disastro dovrà sterilizzare il debito greco. Siamo nell’assurdo!
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La riforma della scuola è passata alla Camera per un solo voto, ma, vista la reazione negativa del Paese, possiamo sperare che venga bocciata al Senato, dove i Dem hanno numeri scarsi, motivo principale per cui Renzi vuole abolirlo sostituendolo con un fittizio Senato di nominati presi dalle Regioni, la sentina degli orrori italiani.
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MARCO TRAVAGLIO

Berlusconi ha detto che è fuori dalla politica ma è sempre stato fuori, nel senso che ha sempre fatto i caxxi sua. Ma la politica non può fare a meno di lui. Renzi ha dovuto cooptarlo col Patto del Nazareno. Ha introiettato tutto quello che Berlusconi rappresentava come un microchips che nessuno riesce più ad estirpare. Di chi è l’idea che il problema delle giustizia siano i giudici? Chi ha tentato il bavaglio sulle intercettazioni? Tutte idee di Berlusconi che Renzi ha fatto sue. E la modifica quantità di falso in bilancio? E’ di Berlusconi ma è Renzi che ne fa una legge che applica all’evasione fiscale. E il primato della politica con liste di impresentabili? Tutto di Berlusconi. Berlusconi è sempre presente, sempre più improbabile, pittato, rifatto e trapiantato ma ineliminabile. Si è divorato tutti i leader di csx. Salvini dovrà accordarsi con lui, Alfano e Fitto. Semmai votassimo con l’Italicum, Renzi dovrebbe rifare il Nazareno 2.
La Buonanima anche da defunta continuerà a indirizzare tutto e a condizionare tutto.
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TORNA IL FALSO IN BILANCIO

Il nuovo falso in bilancio sarà reato “di pericolo”, non di “danno“. Ci sarà quindi la procedibilità d’ufficio. Se i conti non tornano, sarà possibile riconoscere il falso in bilancio senza attendere che qualcuno denunci.
A differenza di testi precedenti, è prevista la punibilità per tutti, cioè senza soglie.
Il reato è tale per tutti coloro che lo praticano, anche per le holding di controllo e per chi raccoglie risparmio
Per le aziende quotate si prevedono dai 3 agli 8 anni di carcere e sono possibili le intercettazioni.
Per le società non quotate il testo prevede tre possibilità di falso: di “tenue entità”, di “lieve tenuità”, di grave entità. A seconda della formula, cambia il comportamento del giudice, che potrà anche decidere se archiviare il caso o continuare il processo. Ma si dovevano meglio specificare i casi, semplificando le formule. Ora si rischiano scappatoie pericolose, che ripristinano di fatto le soglie. Per il giudice non sarà semplice distinguere.
Il testo prevede due incertezze da chiarire sull’espressione “fatti materiali”, per le società quotate, o “fatti materiali rilevanti”, per le società non quotate. Il concetto di “fatti materiali rilevanti” è una traduzione ridondante dall’inglese “material fact”, ma nel sistema giuridico italiano ciò rischia di essere una formula vuota e inefficace. Meglio sarebbe stato togliere la parola “materiali” per assicurare l’efficacia della norma e la sua applicabilità.
Accanto ai “fatti” vanno perseguite anche le “valutazioni” (previste anche nella legge attuale), cioè quando si trucca il bilancio stimando in più o in meno qualcosa che si possiede, con un valore sballato rispetto a quanto previsto dalla legge e dagli standard internazionali. Non avendo previsto le “valutazioni” nel testo, la legge consegna l’interpretazione al giudice, aumentando i rischi.
Poi il reato deve essere “commesso per trarre un ingiusto profitto”: è un’inutile precisazione, perché è evidente che il falso in bilancio sottende questa finalità. Gli esperti lo chiamano infatti “dolo specifico”: gli errori contabili, come logico, restano fuori dal reato anche senza questa nota. Per evitare qualunque pasticcio, la frase andava tolta.
Nella norma sulle false comunicazioni sociali delle società quotate, anche l’avverbio “consapevolmente” rischia di rendere di difficile applicazione la nuova disciplina: c’è reato se “consapevolmente” si espongono informazioni non corrispondenti al vero. Il giudice potrà dover dimostrare la consapevolezza, cosa molto difficile da verificare. Altra parola da eliminare dal testo.
Per le aziende non quotate si prevedono da 1 a 5 anni di carcere. Questi tempi NON rendono possibili le intercettazioni. Bisognava tornare alla prima versione del testo di riforma, in cui erano previsti da 2 a 6 anni, permettendo le intercettazioni.
Nella norma sulle false comunicazioni sociali delle società quotate, l’avverbio “concretamente” rischia di rendere di difficile applicazione la nuova disciplina. Le informazioni dovranno essere omesse in modo “concretamente idoneo a indurre altri in errore”. Ma è reato solamente quando gli altri effettivamente incappano nell’errore, o anche indipendentemente dal fatto che ciò accada? Ciò rischia di creare molta confusione.
Bisognava anche eliminare questa parola dal testo.
Insomma il falso in bilancio è stato ripristinato come reato ma nei fatti sarà difficile per il giudice dare una giusta sentenza e i soliti furbi la scapoleranno sempre.
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ECOREATI

Non so di che esultino i 5stelle per l’introduzione nel penale degli ecoreati. Abbiamo aspettato vent’anni per avere una legge che punisca i reati ambientali, mentre proseguiva impunito lo scempio del territorio ed ecco che arriva una legge costruita secondo le richieste di Confindustria. La legge dice che si punisce chi agisce abusivamente con intenzione, il che vuol dire “senza autorizzazione”. Ma il significativo deterioramento ambientale resta nel vago ed è rimesso alla valutazione del giudice.
Le norme Ue chiedono sanzioni “efficaci, proporzionali e dissuasive”. Ma qui il massimo della pena è di 15 anni ma poiché il disastro risulterà sempre colposo e non intenzionale si scende a 5 e, per la famosa legge di Renzi per cui sotto i 5 anni in galera non si va, e a chi patteggia e si ravvede abbuonano i due terzi della pena, alla fine non sarà punito nessuno. Insomma ci manca solo che all’inquinatore gli diano un premio!
Insomma la legge contro gli ecoreati è fatta in modo subdolo e poco efficace, Renzi poi distrugge quel che resta abolendo proprio il Corpo che dovrebbe applicarla, quel Corpo Forestale di 8.500 agenti che dovrebbe vigilare su discariche abusive, inquinamenti di falde acquifere, sgorghi industriali, quello che ha scoperto i misfatti della Montedison a Bussi, e con questo azzeramento Renzi va anche contro la direttiva Ue che chiede di rafforzare e specializzare la vigilanza.

LEGGE ANTICORRUZIONE

Dopo 797 giorni il decreto anticorruzione è diventato legge col No del M5S.
Molte pene sono aumentate ma si aumenta il divieto di carcere fino a 5 anni e si accorciano le prescrizioni per liberare prima gli imputati per decadenza del processo, per cui in galera ci andranno ancor meno persone.
Un taglio anche alle intercettazioni che per il falso in bilancio si potranno usare colo per società quotate in Borsa (cioè molto poche). Per i reati più gravi si potrà patteggiare solo dopo aver reso il maltolto (ma la pena allora dove sta?). Non si è visto il Daspo promesso da Renzi per i corrotti e chiesto dal M5S.

PENSIERI

Viviana
Per quanto si voglia fare, la memoria sarà sempre un falso immaginato dall’orgoglio”.
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Ogni possibilità è una sfida all’impossibile. In fondo l’ardimentoso è una che mente a se stesso con la forza dell’immaginazione”.
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Il rapporto con gli altri è una catena di osservazioni. Io osservo il viso, il gesto, il comportamento, le parole, la scrittura, i sogni, i suoni, gli odori. Ma anche toccare qualcuno un modo per osservare le manifestazioni. Le mani osservano l’invisibile. E, oltre ogni osservazione tangibile, l’energia dell’altro si fa osservare e osserva in un modo sottilmente pervasivo che le parole non sanno dire.
Ognuno di noi inventa storie. In primo luogo la storia di se stesso. La vita stessa è storia inventata di cui scansiamo l’epilogo. E questa collana i reversibili storie è una mistificazione, ciò che chiamiamo, con inconscia ironia, realtà.
Fare di questa storia una storia d’amore è nella nostra responsabilità, ma troppo spesso scansiamo tale compito per un mal compreso amore di noi stessi. Eppure sarebbe l’unico modo di intendere una religione nel senso di religare.

JESUS IN TURIN
Ognuno sopravvive come può. E’ la sopravvivenza creativa. Un attore disoccupato gira per Torino vestito da Gesù, la gente si fa i selfie, lui raccoglie i ‘fondi per Gesù’ in un cestello “Jesus crowdifending”, abbraccia i passanti, non si fa intervistare perché, dice: “Gesù non concede interviste”, la polizia tenta più volte di arrestarlo (perché non arresta le zingare, allora?) ma su Facebook ha 11.000 like.Ci mancava giusto il Cristo di Facebook.

TRASH
Molto contestata la donna carota di Serafini. Dice l’autore: “Si contesta ciò che non si capisce. Dl resto siamo i maestrini che metterebbero un reggiseno a Picasso in un quadro astratto dive è impossibile capire qual è la tetta e quale il pube.
Nel tempo dell’immagine debordante, mentre l’Isis distrugge i siti archeologici già abbondantemente distrutti, ma nel silenzio di stampa, dagli yankee, le tv del democratico Occidente censurano “Le donne d’Algeri” di Picasso coprendone i capezzoli.
La parola magica del nostro tempo è trash. Credevamo che Berlusconi fosse trash, ma dopo aver visto Renzi…Non c’è più confine tra bellezza e spazzatura, ma anche tra spazzatura e politica… Trash è l’osceno, ma anche lo scemo. Come a dire che anche Dem è trash.
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Il segreto di qualsiasi fallace democrazia è saper far votare i poveri (poveri in tutti i sensi) contro se stessi.”


(Oscar Wilde)

LA CRISI IRREVERSIBILE DELLA SCUOLA

Stefania Giannini, ministro della distruzione delle disgraziata scuola pubblica.
Credevate, eh, con la Gelmini di aver visto il peggio? Non avreste immaginato l’insipienza becera e scipita dei ministro renziani? Geni di compiaciuta arroganza per un popolo ignorante e inetto, buono per essere menato per il manico.
Dopo l’immaginario al potere siamo arrivati al nulla al potere. Ed è tutto.
Crozza: “La vera riforma sarebbe fare come in Germania, dove un professore prende fino a 55.000 euro l’anno contro i nostri 23.000. Ma i soldi dove si prendono? Forse portando gli stipendi dei politici a 1.500, come si fa in Germania. Ma non si può. Perché, se fossimo in Germania, Renzi non farebbe il premier ma l’animatore per bambini in un autogrill di Düsseldorf.

L’UNICO
Travaglio (Fottemos)

… “L’altro Matteo, rottamatore della sinistra italiana nonché fautore del partito unico (della nazione), del preside unico e ultimamente del sindacato unico, si sente anche lui molto Podemos. Pare che abbia commissionato al suo barbiere di fiducia, Tony Salvi da Pontassieve – quello che gli taglia il ciuffo, gli leviga le basette e cura i suoi “capelli bellissimi” – una fornitura di extension pilifere per farsi il codino come Pablo Iglesias e inscenare il suo ultimo travestimento in ordine di tempo: quello da comunista spagnolo. Com’è noto, Renzi è una via di mezzo fra Zelig e Arturo Brachetti. Quando in Grecia vince Syriza, dice che “la vittoria Tsipras è una speranza contro la crisi”. Poi va dalla Merkel, nemica giurata di Tsipras, e annuncia che “la Germania è il mio modello”. Poi va da Obama e comunica che “l’America è il mio modello”. E ora che in Spagna vince Podemos contro le politiche tedesche e americane, il suo modello diventa Iglesias: “Il vento della Grecia, il vento della Spagna, il vento della Polonia non soffiano nella stessa direzione, soffiano in direzione opposta, ma tutti questi venti dicono che l’Europa deve cambiare e io spero che l’Italia potrà portare forte la voce per il cambiamento dell’Europa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. O l’Europa riesce a cambiare la propria politica economica o saranno sempre più forti i movimenti contro Bruxelles e contro Strasburgo”. Che peccato: per sei mesi, dal 1° luglio al 31 dicembre, il presidente di turno dell’Unione europea era lui, ma l’idea di cambiarla non gli è proprio venuta in mente. Vabbè, dai, c’è tempo. Poi c’è il Podemos alle cime di rapa, Nichi Vendola: “Con la vittoria di Podemos viene sconfitta sia l’Europa liberista di Renzi sia quella fascista di Salvini”. E pare di immaginarlo, Pablo Iglesias che sghignazza al telefono con Girolamo Archinà, plurinquisito braccio destro della famiglia Riva. Ci prova anche Luigi Di Maio, Podemos a 5 stelle: “Quello che è successo a Madrid e Barcellona dimostra che chi si schiera con i fatti dalla parte dei cittadini, viene sempre premiato con la loro fiducia. Andiamo avanti!”. Ma, a parte il fatto che l’M5S si dice “né di destra né di sinistra” mentre Podemos è di-sinistra-così (con due pugni alzati, come Mario Brega nel film di Verdone), Di Maio per somigliare a Iglesias dovrebbe almeno spettinarsi un po’, oltre a piantarla con le espulsioni un tanto al chilo. “Ottima notizia la sconfitta dei partiti liberisti, popolari e socialisti e la vittoria della sinistra alternativa: la strada per vincere le prossime Politiche è l’unità dei movimenti sociali”, tripudia Paolo Ferrero, segretario dell’estinta Rifondazione: anche lui, come i 5Stelle, qualche parentela con Iglesias la può rivendicare. Ma dev’essere terribile collezionare fiaschi su fiaschi in patria e vincere sempre e soltanto all’estero per interposto Podemos o Syriza. Però ciascuno si consola come può. Gasparri, inopinatamente, tace: starà mica poco bene? In compenso, per l’angolo del buonumore, esterna Renato Brunetta, capogruppo forzista. Chi stava nel governo B. ai tempi della lettera della Bce, chi si è circondato di pregiudicati e inquisiti, chi ha abolito il falso in bilancio e garantito l’impunità a corrotti e corruttori, chi ha sostenuto il governo Monti, chi ha votato non solo la legge incostituzionale della Fornero ma persino il pareggio di bilancio in Costituzione, dovrebbe avere il buon gusto di tacere dinanzi alla vittoria di un partito di sinistra che fa delle battaglie contro la casta, la corruzione e l’austerità i suoi tre punti di forza. Ma chiedere il silenzio a Brunetta è come pretendere l’astinenza da Rocco Siffredi o l’inappetenza da Giuliano Ferrara. Ecco dunque l’epocale tweet di Renatino, pudicamente firmato Il Mattinale: “Il vento è cambiato. Podemos cacciar via Renzi da Palazzo Chigi. Podemos e lo faremos”. Lo portanos vias.

ANTONIO PADELLARO
Allarme anti-sistema Sarà l’Isis? No, Podemos.

Non è un caso che dopo il successo di Podemos in Spagna, le grandi testate dell’informazione unica lancino il più vivo allarme sui rischi per l’Europa, come se Pablo Iglesias fosse una sorta di al-Baghdadi dal volto umano e come se in Spagna stesse per sorgere un nuovo califfato dopo quello di Cordova nell’anno Mille. Infatti, il Corriere della Sera che denuncia “il contagio del populismo” e Repubblica che segnala la “vasta area anti-sistema” in cui Matteo Renzi potrebbe presto impantanarsi, parlano di spagnoli e greci (Syriza) ma in realtà pensano al M5S che, guarda un po’, s’intestardisce a conservare gran parte del consenso raccolto due anni fa.
Colpisce soprattutto la parola “populismo” maneggiata con la stessa circospetta ripugnanza con cui i monatti manzoniani segnalavano le fonti di possibile contagio da peste bubbonica. Mentre, se vogliamo, l’origine inglese del termine (populism) pone il popolo al centro di una vera politica di giustizia sociale e di progresso economico, proprio ciò che tanti cittadini greci, spagnoli e anche italiani riconoscono ai nuovi movimenti. Quanto poi alle forze “anti-sistema”, davvero non si capisce il tono apocalittico dei giornaloni, come se il “sistema” fosse la cornucopia dell’abbondanza e non l’origine dell’impoverimento di interi ceti sociali e dell’arricchimento della finanza e delle banche, grazie soprattutto all’Europa dell’austerità. Contro cui proprio Matteo Renzi aveva sparato tutte le cartucce della demagogia populista, prima che la Merkel gli spiegasse come va il mondo.

RIDIAMARO : – )

Come disse Paolo Guzzanti in ‘Quelo’: “La risposta non la devi cercare fuori. La risposta è dentro di te. E però è sbagliata”.
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Travaglio. “Le sentenze sono come le salsicce, meglio non sapere come si fanno”.

http://masadaweb.org


MASADA n° 1651 31- 5-2015 IL BUIO ATTORNO

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Blog di Viviana Vivarelli

Considerazioni prima dei risultati delle regionali – De Luca e i 17 bocciati dalla commissione antimafia – Di Maio, grazie – Somiglianze e differenza tra M5S e Podemos – Tentano una legge per estromettere di diritto il M5S dal Parlamento – Democrazia diretta. Una salutare utopia – L’Italia deve dare 40 miliardi alla Grecia – Non è vero che lo Stato dà ai migranti 35 euro al giorno – Il banchetto sull’acqua – Detesto la guerra – Il canto libero di Mutlu Kaya- Cos’è una bad bank – Perché il nemico da abbattere è il Pd

Ormai gli Italiani si dividono in tre categorie:
gli onesti che soffrono di quello che accade, quelli che se ne fregano di come andrà l’Italia, e i disonesti che appoggiano questi politici sciagurati e hanno pure la faccia di difenderli.
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In Italia (ma anche in Europa) non esiste un piano nazionale per i rom.
Non esiste un piano nazionale per i migranti.
Come non esiste un piano nazionale per l’energia.
O le pensioni.
O la pubblica amministrazione.
O la sanità.
O la ripresa.
O la salvaguardia del territorio.
O il fisco.

Non esiste un piano nazionale su nulla. Politici improvvisati e totalmente inetti continuano a distruggere quel poco che c’è ubbidendo agli ordini di organismi sopranazionali diretti al più bieco capitalismo finanziario, o seguono i ricatti di lobby interne tese solo al loro utile immediato più cinico e lucroso. La Nazione serve solo come corpo da spolpare da parte di parassiti retti da cloni e da gente corrotta come loro, che non va oltre il servilismo più infame.
Di fronte ad una classe politica sempre più corrotta, inetta e collusa coi poteri neri, il rischio maggiore delle elezioni di oggi è l’allargamento dell’astensionismo.
A loro dice Caparezza: “Tu non voti per il tuo Paese e il tuo futuro alle politiche, ma ti lamenti se le condizioni sono critiche eppure televoti l’Isola dei famosi d’Egitto convinto di avere esercitato un tuo diritto. Pazzesco!“.
Erich Fromm scriveva: “Non si può giudicare solo dal punto di vista politico ed economico se un sistema economico e politico sia tale da promuovere la causa della libertà umana. Il solo criterio per misurare il grado in cui la libertà venga realizzata è l’esistenza o meno di una partecipazione attiva dell’individuo alla determinazione della sua vita e di quella della società, e questo non solo attraverso l’atto formale del votare, ma anche nella sua attività quotidiana, nel suo lavoro e nei suoi rapporti con gli altri
Ma chi è, oggi, che lotta per allargare la partecipazione del cittadino alla cosa pubblica? Non certo il Pd o la Lega e tantomeno Sel. Lo fa solo il M5S. E finché il M5S non riuscirà ad avere abbastanza voti per allargare la democrazia e a rendere la sovranità al popolo andremo sempre peggio.
A te che odi i politici imbrillantinati/ che minimizzano i loro reati, / disposti a mandare tutto a puttana / pur di salvare la dignità mondana, / a te che non ami i servi di partito / che ti chiedono il voto, dai un voto pulito.” (Rino Gaetano)
Ma è l’astensionismo oggi il mostro peggiore.
Se fai parte di una società che vota, allora vota. Forse non ci saranno candidati e decisioni per cui votare… ma senza dubbio ce ne saranno di quelli contro cui vorrai votare. Nel dubbio, vota contro.” (Robert Anson Heinlein).
L’astensionismo è un atto di irresponsabilità che dà il via libera al peggio.
Ci sono dei doveri che prima di essere legali sono morali.
Chi si astiene dal voto commette un atto gravissimo di irresponsabilità sociale.
Anche Pilato fu un astensionista. E fu dunque più colpevole di quelli che il Cristo lo condannarono a morte, fu più colpevole di Giuda che il Cristo lo tradì per poi pentirsene. Chi si astiene dal voto è colpevole di lasciare che i più corrotti portino a morte questo Paese.
Ma ormai questo voto è pro o contro Renzi.
E votare o no Renzi vuol dire accettare o rifiutare tutto quel sistema di corruzione politica e morale che ha portato alla rovina l’Italia, significa votare per l’antidemocrazia o per la democrazia, scegliere tra distruggere la sovranità del popolo e servire passivamente quegli organismi finanziari e quelle grandi banche d’affari che ci stanno distruggendo o rivendicare i nostri diritti di Nazione e di popolo, significa scegliere se calpestare quei diritti e quelle tutele dei cittadini e dei lavoratori per cui migliaia di persone hanno lottato e sono morte o cedere tutto quello che abbiamo: diritti elettorali, stato sociale, occupazione, beni nazionali, pluralismo democratico, equilibrio dei poteri, difesa dei deboli, dignità.. tutto, a una cricca di yesman dominata da una solo…
Votare oggi significa lottare per essere liberi e tornare ad essere cittadini o diventare sudditi.
Renzi è ormai espressione del peggio. Votare per lui significa scegliere il baratro.
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Magari vogliamo ricordare che Renzi vuole abolire (lo ha detto lui stesso in televisione) le pensioni di reversibilità alle vedove? Sono 4 milioni. Le vedove lo sanno che se votano Renzi si vedranno cancellare la loro pensione?
Ci sono in Italia 12 milioni di pensioni basate sul retributivo
E Renzi vuole azzerare anche lo stato sociale. Questi milioni di pensionati si rendono conto di come diventerà difficile la loro vita quando la sanità diventerà tutta privata e dovranno farsi una assicurazione privata per poter essere curati? Hanno idea di quanto questo verrà loro a costare? Saranno in grado di potersela permettere?
E ricordiamoci che nei Comuni dove hanno vinto i 5stelle vanno al governo gli onesti, è stata cancellata Equitalia, si dà il reddito di cittadinanza a chi ne ha bisogno e vige il microcredito per aiutare le piccole e medie imprese
Vi sembra poco questo?

DE LUCA E LA LISTA DEI 17 BOCCIATI DALL’ANTIMAFIA

Quanta gente proprio senza vergogna!
Dicembre 2014: TUTTI i partiti votano un codice antimafia uguale a quello del 2007, per cui l’Antimafia indicherà per ogni elezione i candidati che stanno sotto un minimo di legalità, per frenare il fatto che l’Italia ha la classe politica più corrotta d’Europa. La casta è sporca e TUTTI i partiti decidono di salvarsi la faccia con un minimo di regole per eliminare almeno i casi peggiori: membri di giunte sciolte per mafia, sottoposti a misure di prevenzione, rinviati a giudizio per reati gravi (mafia, traffico di droga, delitti contro la pubblica amministrazione come la concussione, di cui è accusato De Luca perpetrata per ben 8 anni, o la truffa, di cui sempre è accusato Da Luca per l’Ideal Standard, estorsione, usura e riciclaggio). E va anche bene che la commissione con non considera reati gravi come l’Abuso di Ufficio (altra condanna di De Luca) o i reati sessuali(ha messo nella sua lista uno condannato per molestie a minori). De Luca dunque è un delinquente sostenuto da gente priva di moralità a cui vanno bene i delinquenti. Ma c’è dell’altro! La Bindi ha detto chiaramente che l’Antimafia ha accesso a dati che il pubblico non conosce e da cui risulta chiaramente che De Luca ha fatto anche peggio (probabilmente è associato alla camorra): E il bravo cittadino che fa? Attacca la Bindi!? Se non è corruzione questa, non so proprio cos’è. Un delinquente sostenuto da delinquenti. E noi cadiamo sempre più in basso.
Ma che serietà possono avere dei partiti che prima votano all’unanimità un codice di autoregolamentazione generale che vieti la candidabilità di delinquenti e poi, la prima volta che viene applicato, vanno in escandescenze ed accusano la commissione stessa di giochetti politici? Non è la stessa identica tecnica di Berlusconi che prima delinqueva e poi accusava i giudici di fare processi politici?
Il Pd si sta dimostrando anche in questa occasione uguale e addirittura peggiore di Berlusconi.
Il Pd ha un codice etico in cui si impegna a non candidare nessuno per cui sia stata emessa sentenza di condanna, ancorché non definitiva ovvero a seguito di patteggiamento, per delitti di corruzione nelle diverse forme previste e di concussione (caso De Luca)
b) sia stata emessa sentenza di condanna definitiva, anche a seguito di patteggiamento, per reati inerenti a fatti che presentino per modalità di esecuzione o
conseguenze, carattere di particolare gravità ;
c) sia stata disposta l’applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, previste dalla legge antimafia, ovvero siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della medesima normativa.
Ma se il Pd calpesta le proprie norme e le leggi stesse che vota in parlamento che garanzie di buon governo può dare ai cittadini?
Renzi poi con la consueta faccia di tolla si è comportato anche in questa occasione con falsità e immoralità.
Prima dichiara solennemente che il Pd non ha impresentabili, poi quando la commissione Antimafia gli dice che De Luca è impresentabile, scaglia si suoi scagnozzi contro la povera presidente di Commissione che ha fatto solo il suo dovere legale, in un’opera dei demonizzazione degna di Putin.
I giustificativi di Renzi per la sua carognata variano di minuto in minuto: prima dice che la Commissione Antimafia non ha agito legalmente ma ha regolato dei conti interni (quando qui poi l’unico che regola dittatorialmente i conti interni è proprio lui che fa fuori i suoi oppositori, vedi i 5 dal senato o i critici nelle commissioni). Arriva a dire che non succederà nulla “tanto gli impresentabili capeggiano solo piccole liste civiche”. E De Luca allora?
Prima il Pd recluta personaggi inguardabili tanto per raccattare voti sporchi (sai la mafia quanti ne tira su! Cosa facciamo? La arruoliamo tutta nel Pd solo perché porta voti?), poi contesta il veto dell’Antimafia e crede di cavarsela dicendo: “Non votateli!” (bella serietà!!), finge ipocritamente di conoscerli, infine mente dicendo che “tanto capeggiano piccole liste!” (e essere candidato del Pd in Campania sarebbe capeggiare piccole liste?). Una risposta peggiore dell’altra che la dice lunga sulla serietà e moralità del soggetto. E la canea dei fedelissimi che gli dà pure ragione! Dimostrando a che livello di degrado morale sono scesi, assieme ai servi di partito ormai disposti a dire il peggio del peggio e insieme e ai media embedded prostrati davanti al potere.
Il risultato degli eventi italiani, tra politici immorali, candidati corrotti portati alle massime istituzioni, cittadini che ormai hanno calpestato i loro diritti e i loro doveri di controllo morale e legale assieme a media cortigiani e servili degni solo di una dittatura, disegna un panorama squallido da fine impero in cui non ci sono valori, non ci sono diritti, non c’è legalità, e muore nel modo peggiore la democrazia.
E in queste condizioni di degradazione morale e sociale, i partiti della cricca avrebbero pure l’intenzione di escludere per legge dal parlamento i 5stelle, in quanto unici onesti e dunque estremamente fastidiosi ai corrotti, preparando un codice legale per i partiti, che ripete il tentativo di escluderli escogitato da Zanda pochi mesi fa? Se non li puoi battere sul piano dei valori e dell’etica costruisci delle leggi che li facciano fuori con un sistema antidemocratico. E’ questa la risposta alla democrazia del Pd? Di quello stesso Pd che non è nemmeno capace di ubbidire alle leggi che lui stesso si è dato? E scommetto che una legge di esclusione dittatoriale del M5S sarebbe l’unica legge che sarebbero capaci di rispettare!! E ancora qualcuno crede che siamo in un Paese democratico? In un Paese dove la legge è sovrana? In un Paese dove i migliori vanno al Governo? Ma chi è che in buona fede può credere ancora questa cosa? Ma chi è che in buona fede e in tutta onestà può ancora difendere Renzi e il Pd? Non vedono in che buio profondo questa gentaglia sta gettando il nostro Paese? Immaginate che credibilità all’estero e che figuraccia internazionale avrà gente simile! E’ peggio di Berlusconi? Molto, molto peggio.

DI MAIO

Di Maio Grazie!
Giovane, onesto, intelligente, appassionato.
Questa è l’Italia che vorrei.
Non gli zombi, i delinquenti e le Vanne Marchi pronti solo a mentire, ingannare e depredare.
Ogni volta che vedo Di Maio mi accendo di speranza per questo Paese e per tutta la gente onesta e perbene che amo e che rispetto e che merita un governo onesto e perbene come lui.
Abbiamo diritto ad avere il governo che meritiamo e soprattutto un governo che nasca dai cittadini migliori e difenda la loro vita, il loro futuro e i loro valori.
Riprendiamoci la sovranità! Riprendiamoci il futuro! Riprendiamoci la difesa dell’onestà! Riprendiamoci il nostro Paese dai distruttori di ogni valore, di ogni principio, di ogni tutela democratica, di ogni onestà!
Con questa gentaglia tutto ciò per cui milioni di uomini e donne hanno combattuto e sono anche morti va solo in pezzi.
Riprendiamoci la nostra Italia! Diamo valore a noi stessi! Il voto è l’unico modo che abbiamo per riprenderci ciò che ci è stato rubato. Se ci rubano i nostri diritti, se distruggono le nostre speranze, non ci sarà nessuna differenza tra noi e i servi dei banditi di strada. Votiamo per noi stessi, per i nostri figli, per i nostri nipoti! Votiamo per la democrazia e per l’onestà!
Chi è pulito può votare solo per persone pulite.
Chi è onesto può sostenere solo gli onesti.
C’è una corruzione che nasce nei cloni e nei succubi che impedisce loro di distinguere ormai ciò che è lecito da ciò che è criminale.
In nome di una tifoseria malintesa chi ha sostituito la propria coscienza con la cieca ubbidienza si arriva a sostenere il male, il reato, il dolo, la violazione della legge, la truffa, lo strapotere, la corruzione.
Questo è un danno gravissimo che è stato fatto allo spirito etico di questo Paese: l’accecamento di tanti che in nome di un servaggio dell’anima si sono piegati a sostenere i peggiori e che non sanno più distinguere ciò che è onesto da ciò che non lo è, ma si svenano nello sventolare bandiere, difese irricevibili, lotte intestine, cattiverie viziose e gratuite.
La corruzione nel mondo dello sport si riflette nella sporcizia del mondo politico, e in entrambi i settori ci sono i ciechi, i fanatici, gli ultras, persone ormai acefale, acritiche, incapaci di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e che vivono solo nell’esaltazione irrazionale di soggetti che in qualunque contesto civile dovrebbero solo essere cacciati per il danno morale e materiale che fanno a tutti. Ma il fanatismo si nutre solo di se stesso e si allarga come un’epidemia, incapace di vedere e di capire e accecato dalla propria furia iterativa e ossessiva.

Votiamo Movimento 5 Stelle!
Annamaria

C’è qualcosa di disperato nell’impegno spasmodico, concettuale e linguistico, con cui alcuni tentano di dimostrare, soprattutto a se stessi, che il M5S sia qualcosa di inconsistente, di spregevole, anzi, sia qualcosa che proprio non esiste.
Se ne facciano una ragione: il Movimento esiste, ha un notevole spessore ideale e politico e per questo è fiorente e profondamente radicato nella coscienza di milioni di persone.
Dall’altra parte- lo stiamo verificando ancora una volta in queste ore, se mai ce ne fosse bisogno- c’è un partito di anime morte, come scrive anche qualche commentatore ben più autorevole di me; un partito che, a giudicare dalle reazioni scomposte e violente con cui sta aggredendo Rosy Bindi, non è più solo una congrega di anime morte, bensì di anime in avanzato stato di putrefazione.
E, per una volta, tutta la mia solidarietà a Rosy Bindi: che, se si sente ancora viva, dovrebbe scappare, SUBITO, a mio modestissimo avviso, da quella morta congrega.
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Cobra89
Le elezioni Europee sono state comprate col bonus dei “mitici 80 euro” che poi non hanno aumentato i consumi nemmeno di un decimale, malgrado negli ambienti renziani si prevedeva un improbabile aumento del 15%.
Ma quello che è peggio è che questo aumento della spesa pubblica è stato finanziato con l’introduzione dell’IMU sui terreni agricoli e l’aumento retroattivo dell’IRPEF alle aziende.
Un governo che mette altre tasse a chi lavora per finanziare un bonus pre elettorale è un governo che deve andare a casa.
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Roberto Bonetti
Non solo quello che dici tu. Il governo non ha più prorogato la detassazione al 10’% su bonus e straordinari, che dunque quest’anno sono tassati con l’aliquota normale. Chi lavora sa di che si tratta. Ha dato con una mano e preso dall’altrs.
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Italiote
Il pluralismo partitico forniva garanzie reali che non possono essere surrogate tramite deinterpretazione della Costituzione.
«Dalla considerazione di cui sopra deriva anche che i partiti politici sono definibili come organizzazioni della società civile, in quanto espressione della libertà di associazione, e non invece organi dello Stato. Questa ultima notazione è supportata anche dalla previsione costituzionale circa il “metodo democratico” che deve essere utilizzato dai partiti politici. Dalla norma – ma anche dal dibattito dell’assemblea costituente – emerge infatti che la espressione “metodo democratico” non fa riferimento alla organizzazione interna del partito, ma al rapporto del partito con gli altri partiti e con i terzi. Non si volle cioè sottoporre i partiti a controlli da parte dello Stato, allo scopo di garantirne al massimo grado l’autonomia.» — Diritto costituzionale Di Andrea Pisaneschi.
PS: Creare barriere normative che riducano il pluralismo diminuisce la possibilità di “ricambio” aumentando quelle di omologazione al ribasso.

Viviana Vivarelli
Quelli che insistono a dire che l’ideologia del M5S è inesistente sono gli stessi che rifiutano caparbiamente di leggere qualsiasi cosa inerisca al M5S, che rifiutano di riflettere sul concetto di democrazia allargata, che vivono secondo una appartenenza acritica che impedisce loro sia di vedere lo scempio che attualmente sulla democrazia si compie in Italia che di capire che ci possono essere teste pensanti che invece quello scempio lo aborriscono.
Poi ci sono quelli che dicono: “Non voto M5S perché ci sono Grillo e Casaleggio”, e vanno a votare per partiti aziendali o proprietari dove non ci sono nemmeno le primarie o, se ci sono, sono truffaldine e obbediscono ciecamente a qualunque corbelleria sia ordinata da monarchi che si chiamano Berlusconi o Salvini o Renzi, i quali se ne sbattono dei cittadini o dei loro stessi parlamentari e governano, quando possono, con yesman, fregandosene del pluralismo democratico e della sovranità popolare.
Poi ci sono quelli che si sono incartati su una ridicole scusante:” Non voterò mai M5S perché Grillo in piazza ha detto a Casapound: “Se volete venire nel Movimento, venite pure”. Ergo, secondo queste teste non pensanti, Grillo è fascista. E io chiedo a costoro:
1° se la domanda fosse stata rivolta a Renzi o Berlusconi o Salvini, cosa credete avrebbero risposto? Non avrebbero forse risposto esattamente come ha fatto Grillo? O avrebbero detto: No, i vostri voti non li voglio, teneteveli?
Per capire quale sarebbe stata la risposta basta guardare a quali patti scellerati gli attuali politici si sono piegati pur di aumentare il loro potere. Quelli, sì, erano scellerati, non dire che un partito o un movimento sono aperti a tutti quelli che vogliono abbracciare le loro idee.
2° come mai poi finite col votare partiti che si sono realmente associati a gente come i fascisti di Casapound?
3° e come mai siete così feroci contro una battuta innocua, mentre quando il fascismo entra nello Stato con leggi antidemocratiche non fate una piega?

Ho molti dubbi su quanto scrive sul confronto tra M5S e Podemos da
ALESSANDRO GILIOLI

Sulle differenze e le somiglianze tra Podemos e Movimento 5 Stelle ho letto in questi giorni un po’ di imprecisioni, diciamo. Per il sito del mio giornale ho quindi cercato di mettere giù alcuni punti, che copioincollo qui di seguito. Osservazioni e critiche, come sempre, sono benvenute.
Principali somiglianze
1. Lotta alla casta e alla corruzione. Sono caratteristiche comuni dei due movimenti, che ad essa danno ugualmente assoluta priorità.
2. Superamento di destra e sinistra. Anche Podemos, come il M5S, rifiuta la geografia politica basata su destra e sinistra e rivendica la volontà di andare oltre questo “vuoto dualismo”.
3. Contrapposizione a entrambi i poli. Podemos parla del “bipartitismo” Pp-Psoe in senso fortemente negativo più o meno come Grillo ha coniato la dizione “Pdl-Pdmenoelle”.
4. Radicalità del conflitto e del posizionamento. Anche Podemos si propone un cambiamento politico radicale (e quindi una conflittualità forte verso il potere politico presente) identificandosi come qualcosa di completamente diverso da tutti gli altri.
5. Reddito minimo, opposizione a fiscal compact e pareggio di bilancio. Si tratta di elementi programmatici forti sia per Podemos sia per il M5S, così come la lotta allo strapotere delle banche e alla speculazione finanziaria
6. Superamento dei vecchi blocchi sociali. Anche Podemos ritiene che i vecchi blocchi sociali (ad esempio, “operai versus imprenditori”) siano superati da nuove dinamiche, in particolare “cittadini comuni contro élite ed establishment”.
7. Grande attenzione al precariato e alle nuove forme di lavoro. L’interesse verso i flessibili e le “nuove generazioni escluse” è un altro tratto in comune.
8. Coinvolgimento nelle lotte locali. Anche Podemos crea engagement degli attivisti attraverso questioni locali, comprese quelle di tipo ambientale (ad esempio contro le grandi opere).
9. Superamento della vecchia forma partito e voto on line. Anche Podemos ritiene che il partito fondato sugli apparati debba lasciare il posto a forze politiche la cui sovranità è nella base, che la esercita attraverso votazioni on line.
10. Uso dei nuovi media. Anche in Podemos l’uso virale della Rete per la comunicazione e il coinvolgimento (oltre che per le decisioni politiche) è un tratto fondamentale.

Principali differenze
1. La Casta non è solo quella politica. Per Podemos con la parola “casta” si intende non tanto i parlamentari o i consiglieri regionali, quanto soprattutto l’intreccio di politica e poteri economici, di partitocrati ed élite del Paese che è tale per patrimonio e reddito. C’è insomma, nel termine, una maggiore valenza “di classe”.
2. Conflitto sociale come elemento portante. Per Podemos il conflitto tra la parte bassa della piramide sociale (“il popolo”) e l’élite economica è fondamentale e indissolubilmente legata alla lotta contro la corruzione e al malaffare: sono due cose che non si possono scindere.
3. Uno non vale uno. Podemos ha fatto un congresso e ha creato al suo interno cariche formali di partito a livello locale e nazionale, elette dalla base ma con autonomia operativa, finché sono in carica (con limite di mandati).
4. Nessuna ambiguità di carica. La catena di comando in Podemos è chiara e determinata dalle cariche elettive di cui sopra: non esistono un Grillo o un Casaleggio che esercitano forme di potere o di “suasion” senza cariche formali e statutarie.
5. Uso diverso della democrazia diretta. Podemos, al contrario del M5S, ha delegato a tre diverse società esterne e indipendenti la gestione e la verifica delle votazioni on line; e non ha mai usato la Rete per espellere suoi esponenti.
6. Alleanze possibili. Podemos ritiene possibile e anzi auspicabile arrivare al governo nazionale o a quelli locali tramite alleanze, anziché puntare al 51 per cento da solo; le alleanze però devono essere programmatiche, concordate in trasparenza e sottoposte al voto on on line degli iscritti.
7. Europeismo come faro. Podemos si professa fortemente europeista, nel senso di di Altiero Spinelli, e chiede quindi una vera federazione con istituzioni democratiche elette dai cittadini; non pone nemmeno come ipotesi la questione dell’uscita dall’euro.
8. Origine del partito. Mentre il M5S è nato dai meet-up creati attraverso il blog di Beppe Grillo, Podemos è la declinazione partitica delle manifestazioni di massa in piazza del maggio 2011, quelle degli Indignados; anche la radicazione dei suoi leader nelle facoltà di studi sociopolitici di Madrid e nelle esperienze di lotta dei Social forum è un tratto che lo diversifica dal M5S.
9. Ispirazioni ideologiche. Anche Podemos è postideologico, nel senso che sottolinea la continua prevalenza dei dati di realtà sulle forzose interpretazioni astratte, tuttavia richiama sempre i suoi ispiratori di pensiero (poco presenti invece nel M5S): soprattutto Ernesto Laclau, Chantal Mouffe, Antonio Gramsci, Pier Paolo Pasolini e Altiero Spinelli. Molto sentita inoltre, in Podemos, la vicinanza con le esperienze di lotta antiliberista in alcuni Paesi dell’America latina, dai Sem Terra brasiliani all’Ecuador di Correa.
10. Uso della televisione. Nessuna questione su andare o no ai talk show: per Podemos la presenza televisiva è fondamentale e del resto per lanciare la nuova forza politica è stata ampiamente sfruttata la pregressa notorietà di Pablo Iglesias come ospite fisso nei salotti catodici.

Contestazione di Viviana Vivarelli
Trovo questo tentativo di comprensione patetico e parziale. E non discuto nemmeno i commenti che sono ridicoli.
Rifiuto in primis la definizione che il M5S sia solo una reazione di protesta italiana contro una cricca di corrotti perché è molto più di questo. E’ la ricostruzione di un nuovo mondo e di un nuovo cittadino, che lo capiate o no.
Sarebbe come dire che il marxismo è nato solo come formazione di protesta escludendo tutta la sua componente ideologica. Un falso ridicolo e squallido.
Il pensiero prevalente del M5S nasce dal concetto di ‘DEMOCRAZIA DIRETTA’ e se non si capisce questo non si capisce niente. E’ questo il punto che differenzia massimamente il M5S sia da ogni partito attualmente esistente che da ogni costruzione vera o illusoria di stampo comunista. Perché il comunismo è storicamente provato che ha sempre lasciato senza potere la base per concentrarsi tutto nelle mani di una nomenclatura che spesso si riassume in un dittatore, mentre la democrazia diretta intende smantellare proprio la piramide gerarchica e attaccare le modalità stesse del potere per restituire la sovranità piena al popolo e sostituire i gerarchi di partito con funzionari che rappresentano i cittadini, a paga limitata, poteri limitati, tempo limitato e revocabili se indegni, come nella federazione elvetica, dove i partiti sono solo gruppi di opinione e non esiste un premier e nemmeno un capo dello Stato e dove le decisioni fondamentali sono prese direttamente dai cittadini, che governano se stessi, nel pieno diritto e potere di decidere da soli del proprio Stato, del proprio futuro e di loro stessi.
In questo senso la democrazia diretta è esattamente l’opposto della piramide comunista, come è esattamente l’opposto di ciò che stanno diventando le democrazie peggiori dell’Occidente (e la nostra è la prova più lampante di come si uccide una democrazia). Oggi la democrazia è morta, abbiamo solo falsi sistemi democratici dove, con la scusa della crisi, i diritti, i poteri e le tutele dei cittadini vengono progressivamente corrosi o aboliti, assieme alla distruzione della loro Costituzione e dell’equilibrio del poteri, per un accentramento totalitario nelle mani di pochi, a loro volta succubi di uno solo e venduti a domini finanziari extranazionali.
Nel mondo moderno la democrazia diretta nasce in Svizzera più di 30 anni fa. Qualcuno pensa di poterla ridurre a un movimento di protesta? Non si rende nemmeno conto della bestemmia che dice.
La democrazia diretta è stata riproposta 30 anni fa in quel movimento mondiale che è il pensiero no global. Il M5S prende dal pensiero no global tutti i punti principali. E non si limita ad essere una protesta contro un casta, è una ideologia, una nuova visione del mondo, della vita umana, del rapporto dell’uomo col pianeta, del rispetto dell’ambiente, di una nuova coscienza civile e di un modo nuovo di intendere la politica e di ridurre i vizi del potere.
Dire che il M5S si limita a lottare contro la casta del proprio paese è ridicolo come dire che i no global si limitano a lottare contro i despoti nazionali o rifiutare che questo pensiero sia una nuova ideologia che scalza dalla base proprio le radici del potere totalitario, qualunque sia la sua etichetta, fascista o comunista o falsamente democratico.
Dire questo significa non saper nulla del M5S e ignorare tutte le discussioni e gli argomenti e le tesi che sono stati presentati in questi anni e tutti i premi Nobel o gli esperti di finanza e di economia che si sono avvicendati in tutto questo tempo per spiegare e smantellare gli schemi del potere neoliberista. Quello di Grillo e di Casaleggio è stato un attacco puntuale al capitalismo e a tutte le sue efferatezze, quelle che portano a rovina il pianeta, quelle che stanno distruggendo l’Europa, quelle che ormai destra e sinistra non riescono più nemmeno a contestare o a riconoscere, succubi come sono di una omologazione vergognosa che ha reso ridicoli gli stessi nomi di destra e sinistra che un tempo corrispondevano a filoni filosofici diversi e ben chiari e che oggi sono mischiati nella notte collosa degli interessi affaristici personali.
Il M5S non è solo ambientalismo e lotta al Pd-Pdmenoelle, ma pedagogia della democrazia diretta, svelamento dei trucchi e dei vizi del dominio bancario e finanziario, rifiuto del predominio del Fm e della Bce, che altro non sono che organismi a servizio del grande capitale, denuncia delle speculazioni di Borsa, costante attacco alla macchina neoliberista, alle finte guerre di esportazione della democrazia, al potere del petrolio, al cinismo del mercato, allo strafottenza delle banche d’affari e delle società di rating, alla perversa austerity frutto di un gioco macabro a tavolino per distruggere le fondamenta stesse delle democrazie occidentali, alle lobbye che rovinano il mondo, e attacco anche diretto e personale che Grillo ha sferrato contro i potentati economici nostrani da Parmalat a Telecom a Ferrovie dello Stato, al sistema mediatico supino sotto il potere che ci ha fatto scendere al 73° posto nel mondo.
Capisco che vi dispiaccia che su tutto questo non ci sia il marchio ‘comunismo’ ma disconoscere l’entità e la vastità delle battaglie condotte dal M5S mi sembra squallido e infantile.
Avete paura che la parola ‘sinistra’ scompaia e voi con essa?
Non sono gli attaccamenti alle parole a formare gli uomini, sono gli scopi delle loro battaglie. E troppe battaglie perse o sbagliate sono state combattute solo in nome dell’appartenenza, in nome di bandiere che col tempo si sono sbiadite e sono diventate obsolete. Non siate tanto attaccati a una identità fatta solo di parole! Ha ragione Grillo nel dire che non siamo più né di destra né di sinistra, queste due categorie storiche hanno fatto l’Europa. E’ ora di lasciarle nei libri di storia. E’ ora di unire gli uomini non con le etichette ma con la consapevolezza che l’Occidente è dominato da un mostro che si chiama ‘sistema finanziario’ e che contro questo mostro stanno degradando le politiche e le economie e gli uomini stanno perdendo tutti i valori e i principi e le tutele per cui per secoli hanno lottato, perché il sistema finanziario è la veste odierna e peggiore del capitalismo. E per il capitalismo non esistono uomini o Costituzioni, ideologie o bandiere. Non esiste la democrazia. E in nome degli interessi capitalisti, Stati che si dicono di destra e Stati che si dicono di sinistra fanno ormai affari insieme e sempre, comunemente, contro l’interesse e il futuro dei popoli.
Chi rifiuta che nel M5S ci sia la fiamma di una passione ideale per il riscatto dei popoli contro il predominio del lucro non ha capito nulla del M5S, ma probabilmente non capisce nulla nemmeno di cosa sia la democrazia e di cosa significhi avere un ideale al posto di una bandiera.

UNA LEGGE PER ESTROMETTERE DI DIRITTO IL M5S DAL PARLAMENTO

Il Pd sta tentando di estromettere per legge il M5S dal Parlamento. Ci aveva già provato una volta con Zanda e ora ci riprova. Vuole mettere il M5S fuori legge costringendo i partiti ad avere un capo, uno statuto, un patrimonio ecc. in un processo di omologazione creato artificialmente per salvaguardare i partiti esistenti e le loro antidemocratiche strutture di potere così da eliminare qualsiasi creazione nuova che abbia un rapporto diretto col popolo. Il Potere si arrocco attorno al Potere e difende se stesso. Il suo attacco furente è la prova più chiara che solo il M5S costituisce per questo Potere nefasto l’unico attacco che riconosce in grado di combatterlo.

«Se passa questa legge il Movimento 5 stelle non potrà più candidarsi alle elezioni. Non ci sono scappatoie, non ci sono questioni interpretative. E “questa legge” non è una legge qualsiasi, ma un testo presentato ufficialmente da tutta la filiera direttiva del Partito democratico.»

http://www.huffingtonpost.it/2015/05/26/pd-legge-sui-partiti-che-fa-fuori-il-m5s_n_7441746.html
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In Spagna il Sistema ha riconosciuto Podemos come parte di se stesso.
In Italia il Sistema si chiude a riccio contro il M5S riconoscendolo unanimemente come l’anticorpo che può sconfiggerlo.
Questa è la maggiore differenza.
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DEMOCRAZIA DIRETTA, UNA SALUTARE UTOPIA
Paolo De Gregorio

Sento raccontare anche da Marco Travaglio (e la cosa mi stupisce) che il risultato elettorale è già scritto a favore di Renzi e Salvini in ragione della loro massiccia presenza in TV e che i 5stelle si sono accorti troppo tardi dell’importanza di quella scatola magica che monopolizza le informazioni o meglio la disinformazione, che riempie i cervelli dei sudditi italioti.
Avrei preferito sentire dal miglior giornalista italiano che i voti dovrebbero essere cercati dai candidati nella carne viva del proprio collegio, nel territorio in cui si abita da tempo, di cui si conoscono a fondo problemi e persone, e dove si è conosciuti per le iniziative politiche e sociali intraprese, senza bisogno di manifesti, soldi o cene elettorali, ma con la semplice e personale distribuzione e spiegazione porta a porta del proprio programma.
La “Rete” è senz’altro uno strumento essenziale per farsi conoscere, iscriversi, partecipare alle votazioni interne sui provvedimenti da adottare in Parlamento (su cui gli iscritti devono sempre e tassativamente essere interpellati e avere l’ultima parola), ma ad essa bisogna affiancare la presenza sul territorio e solo se avanza tempo accettare gli inviti in TV, con il grave rischio, anche subliminale, di essere omologati al sistema partitico, che ha distrutto l’Italia.
Per sostituire la casta dei professionisti a vita della politica, parlo di tutti i partiti e dei sindacati, non bisogna perdere una sola occasione per affermare che questa non è democrazia. Abbiamo visto quali disastri hanno provocato (disoccupazione, tasse stratosferiche, delocalizzazione e vendita all’estero dei migliori marchi dell’industria italiana, corruzione dilagante, monopoli mediatici del pensiero unico), e dunque i cittadini hanno bisogno di nuovi strumenti per incamminarsi verso la democrazia:
-Referendum propositivo, senza quorum, che affidi ai cittadini l’onere di proporre ed approvare una legge
-Canone pagato alla mano per avere il diritto (oggi riservato ai partiti) di eleggere il presidente della RAI, con tutti i poteri e responsabilità, fra personaggi indipendenti dal potere politico, economico, religioso, da tenere in carica 5 anni e poi ineleggibile dopo due mandati
-Legge elettorale nuova simile a quella che oggi viene utilizzata per eleggere i sindaci, con ballottaggio fra i primi due più votati se non si è raggiunta la maggioranza assoluta
-Divieto durante la legislatura di passare ad un altro partito perché deve affermarsi il principio costituzionale che il popolo è sovrano e non il singolo deputato, e la volontà di chi lo ha votato deve essere prevalente sulla “libertà” di vendersi o riciclarsi dell’eletto
-per avere una governabilità immediata e chiara, vanno vietate le coalizioni e il partito che ottiene più voti ha il governo e la maggioranza del 55% in Parlamento, senza dover trattare al ribasso con nessun altro partito
Per entrare in una democrazia autentica e partecipata, l’accoglimento di queste regole è essenziale e può essere ottenuto solo da un partito che mette questi obiettivi nel suo programma, ottiene la maggioranza relativa, e ha il premio di maggioranza fino al 55%.
L’unico “partito” che ha affrontato questi temi, di autentica democrazia, a partire dai candidati espressi e votati dal territorio e non nominati dalla segreterie di partito, è il M5S, ed è stato etichettato dai gaglioffi di tutti i partiti di destra e sinistra “antipolitica”, mentre è in corso il più difficile e nobile tentativo di rifondare la politica dando qualche strumento in mano ai cittadini al fine di controbilanciare lo strapotere del denaro, del malaffare, della corruzione, delle ruberie, delle P2, delle mafie, del monopolio televisivo, che nulla hanno a che fare con la politica e assomigliano sempre più ad associazioni a delinquere in lotta solo per spartirsi il pubblico denaro.
Paolo De Gregorio

L’ITALIA DEVE DARE 40 MILIARDI ALLA GRECIA
Viviana Vivarelli

Eccovi le aberrazioni dell’Ue.
Il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) è stato appositamente costituito il 9 maggio 2010 in seguito alla crisi,con la scusa di aiutare finanziariamente gli stati membri dell’Eurozona. Dal luglio 2012 è stato sostituito dal Meccanismo europeo di stabilità (MES), sostenuto da impegni di garanzia degli Stati-euro per 780 miliardi con una capacità di prestito di 440 miliardi da integrare con contributi dal Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF) per 60 miliardi e dal Fm per 250 miliardi. Dal 27 ottobre 2011 il totale è arrivato a 1000 miliardi!
Così arriviamo a mille miliardi nostri che hanno solo rifocillate le banche con l’assurdo che il Paese penultimo in Europa (l’Italia) debba aiutare con 40 miliardi l’ultimo (la Grecia).
E’ come se tra due barboni,si costringesse quello meno cencioso a dare dei soldi a quello più cencioso per ingrassare un banchiere.
Perché in tutti questi obblighi l’unico soggetto che prende solo denaro senza darne è il sistema bancario che ha avuto dai cittadini europei tramite la Bce 16.000 miliardi,li ha presi dalle nostre tasche,li ha dati alle banche private allo 0,15%,le banche private ci comprano il debito attraverso i titoli di Stato al 5 o 7%. Nel frattempo non erogano mutui né sostengono le imprese ma investono questo surplus nella speculazione di Borsa,soprattutto nei derivati, che sono scommesse pazzoidi sugli andamenti futuri,per es. il Tesoro ha perso 42 miliardi scommettendo che i tassi sarebbero saliti mentre Draghi li ha abbassati
In queste scommesse pazzoidi banche e Stati dilapidano i soldi dei cittadini
E quando poi sono nelle peste arrivano i partiti a rifocillarle sempre coi soldi dei cittadini, come ha fatto il Pd col Monte dei Paschi di Siena che,dopo aver truffato e imbrogliato,ha ricevuto dal Pd 10 miliardi.
E poi ci vengono a dire che mancano i soldi per il reddito minimo di cittadinanza!?
Non è abbastanza chiaro che l’Ue è stata costruita solo per derubarci?

NON E’ VERO CHE LO STATO DA’ AI MIGRANTI 35 EURO AL GIORNO

Spiace che si diffondano dicerie assolutamente false come questa dei 35 euro al giorno (o addirittura 70) dati ai migranti. E’ UNA INFORMAZIONE FALSA!
Innanzitutto i 35 euro al giorno non vengono dati in nessuno modo ai richiedenti asilo e ai rifugiati. Sono soldi erogati per la gestione dei centri, che vanno a chi si prende la responsabilità di gestirli. Servono dunque a pagare gli operatori, l’affitto ai privati degli immobili, i fornitori di beni di consumo. Una piccola quota va per gli interventi di riqualificazione professionale, come i tirocini, orientati a permettere ai migranti di vivere in autonomia una volta usciti dal sistema di accoglienza. E solo 3 euro, se va bene, sono dati ai migranti.
La storia dei 35 euro è stata inventata da Salvini per raccattare voti.
Del resto la Lega ha solo tre voci nel suo programma: diffondere razzismo, tassare le prostitute e attaccare in modo superficiale e generico l’euro.
Se a voi questo sembra un programma serio su cui fondare il futuro di un Paese….!!!
MASSIMA IPOCRISIA DI SALVINI E COMPAGNI DI MERENDA
Ma ragionate!!
Vi sembra possibile che ogni migrante prenda 35 € al giorno?Se così fosse non ci sarebbe ad ogni angolo un disgraziato che cerca di sopravvivere elemosinando o lavando i vetri o facendo il vu cumprà.
E non ci sarebbe stata mafia-capitale e il traffico di migranti non sarebbe il business che è coinvolgendo mafia, politici corrotti e delinquenza comune
Il fatto è che al migrante nel caso migliore arrivano 3 euro,il resto se lo pappano i mediatori, i CTP, i politici, e quella Lega che sui migranti e sui rom ci guadagna 2 volte: la prima accattando voti con propagande razziste, la secondo con le mani in pasta negli stessi centri di accoglienza o nei campi rom, che ha creato lei, così da papparsi il malloppo.
Salvini vuol sapere quanti soldi pubblici vengono spesi nei Centri d’accoglienza per gli immigrati. Se si informa bene,invece di stazionare fisso in tv e di disertare il suo lavoro al parlamento europeo dove non sta mai, scoprirà che molti centri sono gestiti dalla Confraternita della Misericordia, ingoiando cifre astronomiche di soldi pubblici e realizzando deficit spaventosi.
Soldi che hanno riempito tasche italianissime, tenendo disgraziati in centri di prigionia, contro ogni norma di diritto internazionale.
A decidere le cifre da destinare, a rendicontare e a stilare una relazione di corretto (auto)controllo, in perfetta corrispondenza tra controllore e controllato, c’è in molte regioni il caro Daniele Giovanardi, gemello di Carlo Giovanardi, deputato, ministro, sottosegretario e senatore, lo stesso con cui la Lega di Salvini ha governato per 8 anni l’Italia. Ma come mai il suo nome non esce mai nelle arringhe di Salvini?E come mai negli 8 anni in cui la Lega è stata al governo, nessun leghista ha chiesto mai un rendiconto dell’esorbitante giro d’affari che per anni i suoi amici hanno fatto sulla pelle dei profughi? La Lega era troppo occupata a rimpiattare a Cipro o a Panama o in Tanzania i soldi rubati alle casse del partito?
Magari Salvini invece di stare fisso in televisione a ripetere in modo catatonico un paio di slogan razzisti, potrebbe spiegarci cosa ha fatto la Lega in 8 anni di Governo per controllare i soldi che venivano inghiottiti dai gestori dei vari centri di accoglienza o dei campi rom e che erano suoi amici, come quel Giovanardi Daniele, fratello del Ministro Giovanardi, suo ex socio di governo, e cosa ha fatto la Lega contro i furti perpetrato dalla Conferenza nazionale delle Misericordie, colosso del volontariato italiano che, oltre alle donazioni, succhiava dallo Stato 75 euro a migrante e si intascava questi soldi, non solo lasciando a secco proprio i migranti, ma lasciando per mesi senza stipendio e contributi i propri dipendenti. Eppure questo colosso ha 250 mila iscritti, 60 mila volontari e due sedi, a Roma e a Firenze. Ma a Modena è stata sull’orlo della chiusura per guai finanziari e un buco di bilancio da brivido. Daniele Giovanardi è presidente, rappresentante e fondatore nel lontano 1996 oltre che diretto dell’ospedale. Fino al 2012 l’associazione presieduta da lui ha avuto in mano la gestione dei due centri d’identificazione ed espulsione di Modena e di Bologna. Per un intero decennio si è aggiudicata il controllo delle due strutture, cruciali per centro Italia, con un contratto che prevedeva dai 70 ai 75 euro al giorno per ospite.Poi la Cancellieri ha abbassato la quota a 30 euro. Solo di arretrati ai dipendenti, del resto si parla di 50 mila euro. Per mesi, fino a 10, i dipendenti della Misericordia non hanno visto né stipendi, né straordinari, né la tredicesima. Per non parlare di maternità o assegni famigliari.
Ma la Lega, sotto un paio di slogan, è il NIENTE.

IL BANCHETTO SULL’ACQUA
Forum italiano dei movimenti per l’acqua

Attraverso la famigerata coppia normativa, formata dal decreto “Sblocca Italia” e dalla Legge di Stabilità, il governo Renzi ha deciso di portare il secondo scalpo al tavolo dei rigoristi europei e al banchetto dei grandi interessi finanziari: i servizi pubblici locali, a partire dall’acqua.
Il disegno sotteso è quello di un processo di aggregazione/fusione che veda i quattro colossi multiutility attuali (A2A, Iren, Hera e Acea), già quotati in Borsa, fare man bassa di tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, così da diventare gli unici campioni nazionali, finalmente in grado di competere sui mercati internazionali.
La riduzione del carrozzone delle società partecipate e dei costi della “casta” è un problema reale, ma le soluzioni immaginate dai cittadini e dai lavoratori dei servizi andrebbero in direzione ostinata e contraria rispetto agli interessi delle lobby politico/finanziarie che dominano il paese: nella propaganda anticasta si nasconde dunque anche il tentativo di mettere una pietra tombale sull’esito della straordinaria vittoria referendaria del giugno 2011 e sul suo profondo significato di pronunciamento di massa contro le politiche liberiste e di affermazione del nuovo paradigma dei beni comuni.
Con il decreto “Sblocca Italia” – piano di cementificazione devastante del paese, alla faccia delle lacrime di coccodrillo sul suo dissesto idrogeologico – si è imposto il concetto dell’unicità della gestione del servizio idrico dentro ogni ambito territoriale ottimale (Ato) in cui è diviso il territorio, buttando a mare il pre-esistente concetto di unitarietà della gestione, che permetteva di mantenere, integrandola, la pluralità delle gestioni esistenti in ogni territorio. Se a questo si aggiunge il fatto che ogni regione sta ridisegnando gli ambiti, tendendo sempre più spesso a farli coincidere con l’intero territorio regionale, il risultato appare chiaro: al termine di questo processo, vi sarà un unico soggetto gestore per Regione, e sarà giocoforza il pesce più grosso che annetterà tutti i pesci più piccoli. Ciò romperà definitivamente ogni legame con la territorialità dei servizi pubblici locali e la possibilità, se non di una gestione partecipativa, almeno di un controllo democratico affidato alle istituzioni locali.
In realtà, il disegno di fusione progressiva ha un preciso obiettivo: la valorizzazione finanziaria di società che si basano su una redditività garantita dall’erogare servizi essenziali – e quindi a domanda rigida – e sull’enorme liquidità periodica garantita dalle tariffe, se dimensionate su un numero significativo di utenti-cittadini. Per le loro caratteristiche queste società possono produrre, una volta collocate dentro la rete delle grandi mutltiutility, un importante valore aggiunto sui mercati finanziari.
Ciò che prevede lo Sblocca Italia è tuttavia solo la premessa di quanto disposto dalla Legge di Stabilità, che si prefigge di assestare il colpo finale ad ogni idea di riappropriazione sociale dei beni comuni e di gestione partecipativa e priva di profitti da parte delle comunità locali.
Infatti, approfittando del progressivo strangolamento degli enti locali, scientificamente portato avanti negli anni attraverso i tagli dei trasferimenti e l’applicazione di un patto di stabilità interno che ne ha reso praticamente impossibile il mantenimento di ogni funzione pubblica e sociale, il governo Renzi regala ai Sindaci il definitivo ricatto: toglie dai parametri del patto di stabilità – rendendole quindi accessibili per le spese comunali – le cifre ricavate dalla cessione di quote pubbliche delle società partecipate di servizi pubblici locali, rendendo nel contempo ancor più onerosa la scelta di una gestione pubblica degli stessi.
Si chiede ai Sindaci, dunque, di mettere in vendita i beni comuni primari delle proprie comunità di riferimento, per consentire loro di mantenere uno straccio di funzionamento ordinario dell’ente locale.
L’obiettivo delle élite politico-tecnocratiche dell’Ue è lo stesso di quando, dopo neppure un mese dalla proclamazione della vittoria referendaria, scrissero all’allora governo Berlusconi la famosa lettera di diktat, tra i quali il n. 26 diceva “cosa intende fare il suo governo per la privatizzazione dei servizi idrici nel Paese, malgrado l’esito del recente risultato referendario?”.
L’obiettivo di Renzi è quello di dimostrare di essere l’unico capace di portare a termine un compito che nessun altro governo era sinora riuscito ad adempiere.
Il compito del movimento per l’acqua e dei movimenti per i beni comuni è ancora una volta quello di dimostrare che indietro non si torna, riaprendo una forte mobilitazione territoriale e nazionale che sappia parlare a quella maggioranza di persone, intimorita dalla crisi ma non annichilita nella speranza, che votando “sì” al referendum ha suggerito la possibilità di un altro modello sociale, basato sulla riappropriazione dei beni comuni e sulla loro gestione partecipativa, democratica, territoriale.
E di far schierare i Sindaci, costretti, oggi più che mai, a scegliere se essere l’ultimo terminale delle politiche rigoriste che dall’Ue ai governi nazionali precipitano sui beni comuni delle popolazioni locali o se finalmente essere i primi rappresentanti del territorio e delle persone che lo abitano.
Renzi non che è il presente fine a sé stesso, feroce e cinico come chi non conserva memoria e non immagina futuro. Alle donne e agli uomini dell’acqua, che un futuro non solo l’hanno chiaro ma lo pretendono per tutte e tutti, l’obiettivo di fermarlo.

BERLUSCONI, ULTIMO ATTO
Enrico Deaglio

Dieci giorni fa, in una sofferta intervista ad Anais Ginori (Repubblica del 12 maggio), il disegnatore Luz — uno dei pochi sopravvissuti alla strage di Charlie Hebdo del 7 gennaio scorso — raccontava quanto gli fosse difficile ormai ridere e cercare di far ridere. Lasciava cadere anche questo piccolo esempio: «Mi è venuto in mente di fare un disegno su Berlusconi dopo che è inciampato. Ma mi sono accorto che pure lui annoia».
Ha ragione, e dire che il potente che prende una culata per terra è sempre stato un classico della risata. Berlusconi non riesce più a suscitare invidia, ammirazione, odio o disprezzo. Noia, piuttosto. La platea sta guardando l’orologio: ahò, ma quanto deve durare ancora ‘sto strazio? Il copione è terribilmente lungo, troppi tempi morti, e le ultime trouvailles — il cagnolino, la fidanzata giovane, il partito repubblicano — sono stati così così. La brutta sensazione è che lì, ormai, manchino sia il panem che i circenses. E quindi: venderà le sue aziende, venderà il Milan, pagherà le ragazze e gli avvocati e un gruppo di parlamentari che lo difendano, saluterà il partito (non mollate, eh!), ma non contate più sui miei soldi. E tutti sanno che aveva pagato tutti, lui. Il come back, il Berlusconi Quater, la Riscossa, gli è vivamente sconsigliato da tutti. Improvvisamente, si scopre che tutto costa, il calcio soprattutto. Oh, San Siro però. Quanti bei ricordi. E ora l’affronto di una curva in sciopero per il disastro della squadra, con gli irriducibili a comporre un quadro vivente di cinque lettere: «Basta». E dire che nel 1986 proprio il football lo aveva fatto diventare una star. Silvio scese dall’elicottero in mezzo all’Arena di Milano, nel vento, le pale fruscianti e la Cavalcata delle Valchirie sparata a palla, a fianco, addirittura, di Cesare Cadeo. Lì venne annunciato il nuovo ciclo vincente del Milan di Arrigo Sacchi, di Franco Baresi e delle stelle olandesi. Sarà stato il calcio a portargli sfiga?
Il calcio è indispensabile per un politico, ma può anche essere terribile. L’elettore lo puoi buggerare, il tifoso si ribella.
Chissà se qualcuno ha mai raccontato a Berlusconi la storia di Achille Lauro. Dunque, c’era una volta, nella Napoli del Dopoguerra, un personaggio molto pittoresco, proprietario della più grande flotta navale che l’Italia abbia mai avuto, una specie di Fiat del meridione. Già personaggio di spicco del fascismo, Achille Lauro — detto O’ Comandante — divenne un decisivo uomo politico italiano, simbolo del partito monarchico e poi del Msi. Sindaco di Napoli (vi avviò la spaventosa speculazione edilizia), editore di giornali, cavaliere del lavoro, senatore, doveva la sua popolarità al fatto di essere presidente della squadra di calcio e alla leggenda, da lui alimentata tra il popolino, delle «spropositate» dimensioni del pene (tene ‘na uallera tanta). Con i «colpi di mercato» che facevano impazzire i tifosi del Vomero e con il voto di scambio (regalava ai poveri una scarpa prima del voto e la seconda solo a risultati ottenuti), arrivò a prendere, nelle politiche del 1953, 680 mila preferenze alla Camera. All’apice del successo, O’ Comandante consegnò al figlio Gioacchino un posto in Parlamento e la presidenza del Napoli Calcio. Gioacchino però non era molto intelligente. Se i comizi del padre erano ricordati come opere d’arte oratoria, quelli di Gioacchino si limitavano ad annunciare alle folle: «Ha ditte papà che v’accatta a Pelè». Gioacchino, che dissipò in sei mesi 7 miliardi di lire di allora, venne fatto interdire dal padre, ma mantenne il posto di deputato. Morì nel 1970. L’impero finanziario Lauro crollò negli anni seguenti. Rispetto alla meteora Berlusconi, nella storia laurina mancano la televisione e la mafia, ma sesso, calcio e strategia politica non mancano.

DETESTO LA GUERRA
DORIANA GORACCI

A mio nonno non piaceva la guerra, caro signor Vespa
So che ha dedicato una sua puntata televisiva ai cento anni della grande guerra, caro signor Vespa, invece io le racconto che mio nonno, Natale Goracci, era un giovane contadino a mezzadria quando lo chiamarono al fronte a fare l’alpino e lasciò una quasi fidanzata in Toscana, mia nonna Carolina Fanciulli detta Pia.
Erano in quella parte di terra che stava tra Torrita e Montepulciano, quella parte di terra toscana che quando erano ragazzi facevano in bicicletta anche in due per andare a ballare, perché, se anche erano i primi del ‘900, a loro piaceva vivere e fare l’amore e nessuno gli chiedeva di nasconderlo, tantomeno il prete.
Mi raccontava nonno, che era di pochissime parole ma tanti sorrisi, che si ritrovò la guerra in montagna e lui non si scordò mai più quel freddo fuori e dentro. Mia nonna gli mandava calze e maglie fatte a mano ma chissà se arrivarono… poche lettere perché erano quasi analfabeti.
Poi nonno ce la fece, e non morì. E nei primi anni ’30 emigrò a Roma a fare il portiere per i Beni Stabili, dopo alcuni anni gli diedero una casetta all’ultimo piano di Piazza Colonna, forse 35 metri quadrati e forse 1.000 metri di terrazza. Fece dei vasconi di terra immensi (a me sembravano così), con i filari di uva, le verdure per l’inverno e l’estate, rosmarino e salvia così che nonna faceva le patate insaporite e i gnocchi con il sugo, in quella cucina piccola come neanche uno stanzino, ma dove il gatto Pimpi riusciva ad entrare e rubacchiare qualcosa.
Gli anni della mia infanzia sono fermi in quella casetta dove nonna mi faceva giocare con le sue mollette di ferro per fare l’onda ai capelli, dove mi portava per le strade intorno alla Fontana di Trevi dalle sue amiche mercantine; mi fece bere il primo caffè e fumare la prima sigaretta. E poi tornavo nella guardiola di nonno, nel suo ufficio e non vedevo l’ora che arrivasse per pranzo che non gli pareva vero di trovare il piatto di pasta, e poi si metteva il grembiule grigio e faceva i lavori di fuori, sapeva lavorare anche il legno.
Mi rimane una loro foto, nonna con un’ espressione arcigna che non è da lei e nonno dolce e sereno come l’ho sempre conosciuto con il gatto Pimpi: tutti tranne Bianchina si chiamarono così i mici. Si rabbuiava solo quando parlava di quella guerra e di tutto il freddo che prese, dei morti che erano freddi pure loro, e allora fumava una sigaretta e tirava giù a mezza voce una quasi bestemmia del tipo porcodirindina… Nonna cantava Pia dei Tolomei onesta e sgherra, ma una volta mi disse che c’era un altro che le faceva la corte mentre nonno era in guerra, ma lei scelse lui per sposo.
Lui non ci sarebbe voluto andare al fronte, a nonno non piaceva la guerra e per fortuna non fu ammazzato e neanche ammazzò nessuno. Nonno votava comunista e nonna pure, a loro piaceva Togliatti e farci una croce sopra come lui diceva alla tivù, ma negli ultimi anni, tanto lui era morto, scotevano la testa.
Mio padre era diventato socialista: la guerra non piacque per niente neanche a lui, Osvaldo Goracci, unico loro figlio. Sarebbe diventato un giovane anonimo partigiano, in quella seconda e tragica ripetizione di morte. I Goracci non hanno avuto eredi maschi ma tre femmine e detestiamo la guerra, tutte, compresi i nipoti e le nipoti che non hanno potuto conoscere. Rimanga almeno questo ricordo di pace, perché come disse Abraham Lincoln “Non c’è niente di buono nella guerra, eccetto la sua fine”.

IL CANTO LIBERO DI MUTLU KAYA

http://www.agoravox.it/Turchia-Mutlu-Kaya-il-canto-libero.html

Mutlu Kaya a soli 19 anni ha le idee ferme e chiare, consapevole di essere non solo una bella ragazza, è dotata di una voce stupenda e vuole cantare. Mutlu Kaya ha una famiglia alle spalle, non per proteggerla ma per punirla di tanta sfacciataggine che l’ha portata a concorrere al talent show turco ‘Sesi Cok Guzel’.
“Quando hanno sentito che avrei partecipato, mi hanno detto che mi avrebbero uccisa. Ho paura”, ha detto la ragazza ai responsabili del talent show, citata dai media turchi. L’ agguato che doveva farla zittire per sempre è avvenuto domenica notte mentre si trovava in casa nella provincia di Diyarbakır.
Il 30 marzo scorso Mutlu Kaya aveva ricevuto la visita della nota cantante turca Sibel Can, che le aveva chiesto di prendere parte al concorso dopo averla ascoltata nei provini.”La mia bella ragazza Mutlu, come potrebbe avervi ferito nell’orgoglio e nella dignità, partecipando ad un talk show musicale? Sono molto triste perché la sua situazione sanitaria è ormai critica, ma mi auguro una pronta guarigione”, ha scritto sul suo account di Instagram la cantante. I femminicidi sono un problema allarmante in Turchia. Secondo i dati delle ong, nel 2014 294 donne sono state uccise, mentre quest’anno sono già 91: “Forse sta accadendo qualcosa, la società turca sta perdendo il suo desiderio di scagionare uomini violenti. Peccato, però, che così tante donne abbiano dovuto soffrire perché si arrivasse a questo. Non solo alle mani dei loro violentatori, ma anche a quelle dei giudici, delle famiglie, dei mezzi d’informazione e della società che hanno preservato la cultura dell’impunità che ha fatto molte vittime.”
Canta l’amore in lingua turca Mutlu Kaya, spero lo canterà per sempre, che la sua voce possa volare libera e alta sopra a questo infame dilagare di violenza nel mondo. Mutlu in turco significa felice e lo saremo noi tutte , madri amiche sorelle.. .quando ci diranno che non è più in pericolo di vita.

COS’E’ UNA BAD BANK
Berluscameno
Esiste qualcuno in Italia che sia in grado di spiegare a Visco (Presidente della Banca d’Italia) cos’è una “BAD BANK ?
Nelle sfere della nostra politica economica Euro-vincolata, la scelta di creare una Bad Bank e definirla “sovrana” e conforme a Costituzione sarebbe francamente eccessivo e ciò, a quanto pare, non è nemmeno più chiaro alla stessa Corte Costituzionale, ma nei fatti è una banca in cui far confluire le “sofferenze” bancarie, liberando da esse i bilanci del nostro sistema creditizio.
Negli ultimi giorni, un giornale che più “embedded” o” mainstream” non si può, ci riporta in questo modo i termini della questione:
“Renzi ovviamente spera in una ripartenza forte del sistema-Paese.
E infatti non perde occasione per iniettare robuste dosi di ottimismo della volontà, come ha fatto poco tempo fa, chiudendo a Milano la kermesse sull’ Expo ed elencando tutti i fattori che nelle ultime settimane stanno creando i presupposti di una svolta: cambio euro-dollaro, costo del petrolio, maggiori opportunità nelle regole europee, jobs act, segnali nella produzione industriale. Ma Renzi stesso e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno capito che quei segmenti non bastano.
Spostano solo decimali, non punti pieni di Pil. E dunque “urge” un catalizzatore-moltiplicatore di quei segnali. E lo hanno individuato in un provvedimento battezzato “Bad Bank di sistema”, in sostanza “una leggina” che consenta alle banche la radicale cancellazione dei crediti palesemente deteriorati e oramai “inesigibili”. Un fardello sul portafoglio prestiti, già oggi enorme, (181 miliardi di euro) e che continua a paralizzare la propensione ad erogare nuovi prestiti. Di fatto ingolfando le potenzialità di ripresa.
Di recente Padoan è andato a Bruxelles per verificare se una legge di quel tipo, potesse essere interpretata come un “aiuto di Stato mascherato e perciò vietato”.
Missione delicata. Il ministro ha interpellato il commissario agli Affari economici, il francese Pierre Moscovici; il vicepresidente della Commissione europea con delega all’Euro, il lettone Valdis Dombrovskis e il commissario alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager. La “notizia” è questa: i tre commissari, sia pure con alcune perplessità, non hanno opposto pregiudiziali. Ora il provvedimento sulla Bad Bank è nei “cantieri” del ministero dell’Economia, come ammette Padoan: «Ci stiamo lavorando». Ma soprattutto di recente , intervenendo al congresso della Assiom Forex, è stato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a dare la sua autorevole e a questo punto decisiva benedizione all’ operazione “Bad Bank”. Definendola «cruciale». Auspicando un «coinvolgimento delle banche nei costi dell’operazione», ma anche la «garanzia di remunerazioni adeguate» al sostegno pubblico.
“In altre parole, lo Stato aiuta le banche a liberarsi dei propri fardelli ma chiede la restituzione di quei prestiti”. Una soluzione che eluderebbe l’accusa di «aiuto di Stato» e soprattutto – e su questo Renzi è sensibile – sgonfierebbe le contestazioni sull’ ennesimo “regalo” alle banche (parassite).
In un sistema banco -centrico come il nostro, “ripresa vera” ci sarà solo quando si potrà riaprire il rubinetto del credito. Poiché l’eccesso di sofferenze non è risolto dal pur fondamentale “Qe della Bce”, i segnali di ripresa diventeranno certezze, proprio quando il provvedimento della “Bad Bank” dispiegherà i suoi effetti».”
Come si può vedere, da parte dell’intero establishment politico-finanziario pubblico, si “propone la cosa come promozionale della crescita” e, addirittura, “fondamentale”, escludendosi in partenza che possa essere “l’ennesimo regalo” alle banche ed ai Banchieri parassiti. Una cosa però salta agli occhi, di qualunque attento e ragionevole lettore: si tratta di “una misura sul lato dell’offerta”, cioè di agevolazione della “industria bancaria”, cosa che non è affatto esclusa dall’evitare – negoziando sul filo di “impenetrabili criteri tecno-europei”, normalmente usati con larghe disparità di trattamento tra Paesi membri- che sia considerato un “aiuto di Stato”.
Dunque una misura “supply side”, la cui utilità potremmo comprendere solo se avessimo un quadro di tutte le effettive criticità dell’intero settore del credito, cioè delle difficoltà che esso oppone alla ripresa “considerando sia la domanda che l’offerta ” relative. Solo appurando che” il problema del credito privato alle imprese “sia risolvibile con un intervento “sul solo lato dell’offerta”, le enunciazioni dei Visco, Padoan e… Morando potrebbero considerarsi “attendibili” e correlabili alla finalità della “effettiva crescita” (aspetto che il sullodato giornale “mainstream “non esamina minimamente).

Lalla segnala
PERCHE’ IL NEMICO DA ABBATTERE E’ IL PD
Aldo Giannuli

Perché sostengo che il PD sia il nemico peggiore?
Per tre ragioni fondamentali: la politica economica, la politica sociale, la democrazia e la corruzione.
Politica economica: il PD, sin dal suo appoggio al governo Monti di infelice memoria, poi con il governo Letta ed ora con il governo Renzi, sta perseguendo una politica fiscale che sarebbe demenziale, se non fosse deliberatamente finalizzata alla svendita del paese. Le aziende grandi e piccole soffocano e muoiono sotto il peso del prelievo fiscale e dei tassi giugulatori delle banche, l’occupazione si assesta a livello drammatici e, pur se di poco, peggiora costantemente, incurante della cosmesi dei conti fatta dal governo.
Il PD è il partito del capitale finanziario straniero che deve liquidare il patrimonio immobiliare degli italiani, per poi fare ugualmente fallimento. E’ il partito che ha svenduto Bankitalia e si appresta a svendere i pezzi nobili di Eni e Finmeccanica. L’Italia è, per colpa del PD, terreno di caccia dei capitali francesi, americani, cinesi, quatarioti ecc. Peggio non potrebbe fare.
La politica sociale non ha bisogno di commenti: il Jobs act e la recente riforma della scuola fanno quello che la destra berlusconiana non osava neppure immaginare.
..
Barbara Tampieri
Per comprendere bene con chi abbiamo a che fare, completare l’opera di autopurificazione ed avviarci ad una nuova consapevolezza, occorre mettersi in testa che – come giustamente ricorda Giannuli – quest’opera di devastazione su commissione dell’Italia, del mio e del vostro paese, non inizia con il PD ma molto prima. Precisamente ai tempi del PCI del “santo” Berlinguer, vero precursore dei propugnatori della durezza del vivere.
La chiave di volta della tragedia italiana è questo patto con il diavolo, la vendita dell’anima, il tradimento di classe e di popolo in cambio del condono tombale sul passato e dell’impunità per gli anni a venire, ovvero quel particolare trattamento di favore che ottengono coloro che accettano di fare il lavoro sporco per conto di altri.
Un patto siglato sul cadavere sacrificale di Moro e consolidatosi con il cambio di gestione della provincia imperiale a seguito della stagione di epurazione denominata Mani Pulite (antico motto, questo, della CEKA, la polizia sovietica) che ora pare giungere al suo naturale compimento della consegna ai committenti dell’ultimo brandello di sovranità nazionale.
Capire che ci stanno fottendo dai tempi del PCI. E’ un percorso duro, lo so, di una fatica che stronca le gambe e toglie il respiro. E’ il nostro personale Mortirolo ma, una volta giunti in cima e compiuto l’ultimo strappo, ve lo assicuro, tutto diventa discesa e tutto ciò che è accaduto in questi ultimi anni diventa straordinariamente chiaro e comprensibile.
..
MARIAPIA CAPORUSCIO
L’onestà è per davvero un crimine per la classe politica che vive e si alimenta nella disonestà, ed è per questo che si ritiene necessario combattere questa ”novità” con ogni mezzo, proibendone l’accesso dentro le istituzioni e di sparare su chiunque manifesti rispetto verso questa che, per lor signori è una bestemmia. Dunque per questa sottospecie umana, diventa di estrema necessita disintegrare il Movimento 5 Stelle, la cui genetica onestà, diventa la peggior nemica alla malavita istituzionale. E’ urgente trovare il modo per cacciare questi alieni dalle istituzioni, ne va della sopravvivenza della quasi totalità dell’attuale classe dirigente.
Dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione ed averla poi usata come carta igienica, ora ne sbandierano l’applicazione di una norma, da utilizzare come complice per i loro crimini, tirando fuori un cavillo (fregandosene di tutti gli articoli mai rispettati) per cacciare a “norma di legge” quel Movimento che osa rivendicare il mancato rispetto delle leggi, che questa Carta Costituzionale imponeva e che i cittadini si erano dati. Calpestare le regole democratiche della Carta Costituzionale è per queste cosche, il miglior modo per sottomettere la popolazione e piegarla al ruolo di sudditi, se non incatenarli addirittura, come veri e propri schiavi. Una classe dirigente immorale, indecente, spudorata, priva di dignità al punto di mandare in rovina la propria nazione, pur di soddisfare la loro miserabile e patologica sete di potere.
Per quali ragioni il popolo italiano continua a dormire, lasciando nelle mani di questa banda di malviventi la propria vita e quella dei propri cari non si spiega. Qualsiasi popolo anche il più arretrato culturalmente, combatterebbe contro i propri nemici, mentre quel popolo di navigatori, artisti, musicisti, scrittori, partigiani, eroi e combattenti rimane in ginocchio e chiude gli occhi, piuttosto che spalancarli senza paura, nel nome e per conto della più sacrosanta ragione, per sterminarli.
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MASADA n° 1652 2-6-2015 VIAGGIO AD ISCHIA

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MASADA n° 1652 2-6-2015 VIAGGIO AD ISCHIA
Viviana Vivarelli

Totò
Fra tante belli cose c’ha criato
‘o Padreterno ‘ncopp’ a chesta terra,
na cosa ha fatto che nce s’è spassato:
immiez’ a nu golfo nu pezzullo ‘e terra.
E ‘ncoppa a chesta terra profumata,
c’addora ‘e pace e regna na quieta,
chest’isola da tutte decantata,
te ce ha piazzato pure na pineta.
Ischia, paraviso ‘e giuventù,
Ischia, chistu mare è sempre blu!
Chistu cielo ch’è n’incanto,
chistu golfo ch’è nu vanto
chesto ‘o tiene sulo tu!
Sti bellizze songhe ‘o vero!
Chesto ‘o dice ‘o forestiero,
ca scurdà nun te pò cchiù.
‘A primma vota ca nce sò venuto
‘ncopp’ a stu scoglio d’oro illuminato,
senza parola sò rimasto, e muto
pe chesta spiaggia me sò ‘ncammenato…
Vedenno cu ‘o due pezzi sti ffigliole,
‘a verità?, so asciuto d’ ‘o sentiero:
i’ ch’ero già mbriaco ‘e mare, ‘e sole,
overo, sì, aggiù fatto nu pensiero…


Ischia Porto
Una settimana da domenica a domenica (17-24 maggio). Una spesa non elevata. Tre ore e 20 di Freccia rossa da Bologna a Napoli (molto comoda con due sole fermate a Firenze e Roma), ricordarsi che le valige si possono mettere comodamente nel corridoio senza sollevarle troppo. Il punto ristoro fa schifo, la pizza più cattiva che abbia mai mangiato, pure il trattamento del personale è penoso. L’audio ci ricorderà per tutto il viaggio “i deliziosi manicaretti del punto ristoro”, in realtà inesistenti. Una desolazione! CONSIGLIO: portarsi qualcosa da terra, dolci, panini, frutta.
Cose da prendere: cuffia, costumi, un accappatoio leggero (quello dell’hotel costa 10 euro, ci puoi andare dappertutto meno che in sala da pranzo, nelle piscine non è richiesta la cuffia), zainetto, telo da mare, scarpe comode e basse, cappellino con visiera, occhiali da sole, molte creme solari, macchina fotografica, una giacca impermeabile leggera e pieghevole, ombrello pieghevole.
Siamo in 5, due coppie e io da sola. Per fortuna sono in compagnia perché l’amico più prestante e gentile si premurerà di sollevare e imbarcare tutte le valige delle tre signore. Io avevo adocchiato un aiutante ferroviario ma appena gli ho chiesto di aiutarmi a mettere sul treno la valigia si è dileguato.
A Napoli prendiamo il taxi ed è il caos totale, dopo una rissa urlata tra tassisti per aggiudicarsi i clienti, ci pigiano in 5 più conducente, 5 valigioni e bagagli vari, su un taxi piccolo piccolo, siamo accatastati come sardine. Un’amica, in collo al suo compagno e con la testa pigiata contro il soffitto, ha paura della multa e grida quando vede il vigile: Il taxista: “Signurì, non guardatelo, non guardatelo!” Uno improvvidamente osserva: “Non ho ancora visto un incidente!”. Non so se crede di essere a un autoscontro ma il conducente lo prende male: corna bicorna. Intanto ci spiega in modo colorito che a Napoli quando fanno una cosa nuova lo fanno solo per peggiorare la città, per es. ora apriranno un nuovo ingresso per i treni, peccato che chi passa di lì dovrà fare 500 mt a piedi. Alla richiesta se voterà Renzi. La risposta è: “Nun cognosco nisciuno, salvo mia moglie e i miei figli”. Arrivati al porto, prima fregatura, spendiamo 25 euro per 3 chilometri, ma appena do 30 euro al taxista, questi si dilegua senza dare il resto. Non è un caso, ma un uso fisso, perché la stessa cosa si ripete a Ischia, dove per 500 metri ci vengono chiesti 15 euro, ma il tassista scompare senza darci il resto a 20 euro. CONSIGLIO: Chiedere sempre prima il costo al tassista e pagarlo ‘prima’ di salire sul taxi. Ricordarsi che, per evitare spiacevolezze, il taxi sia di arrivo che di ritorno può essere prenotato all’hotel e costerà 12 euro fissi.
Aspettando l’aliscafo al porto, prendiamo un ottimo caffè (il caffè napoletano come la pizza o il pesce è davvero squisito dappertutto) e dei babà che sono grossi ma senza rum. Al ritorno mangeremo le famose sfogliatelle napoletane, pesanti e ripiene di ricotta, buonissime e sazianti.
Un’ora di aliscafo, 17 euro, per Ischia. Se appena appena il mare dondola, l’aliscafo salta la corsa e chi deve andare da Ischia a lavorare a Napoli non ci va. I biglietti si possono fare alla biglietteria all’ultimo minuto. La televisione a bordo dà continuamente immagini di Ischia e anche la pubblicità di De Luca.
L’albergo è il Royal terme (4 stelle), in via Morgioni prolungamento di via delle Terme, vicinissimo alla centrale Via Roma, alla banca e alla farmacia, 73 euro al giorno mezza pensione (siamo a maggio, si sale poi fino ai 100 euro di ferragosto), a 500 mt dalla sua spiaggia privata a 700 dal porto, vecchiotto e accogliente, vicinissimo al corso principale, Via Roma, personale festoso e simpatico salvo la sgradevole signora alla reception (gli altri sono tutti più che gentili), negativa anche la segretaria del reparto termale interno, che tratta i clienti senza garbo e li fa aspettare secoli per le sue privatissime telefonate e sms. Molto bravo e serio il medico che fa la visita preliminare. Bravissimi e affabili i vari massaggiatori (io consiglio Raffaele). Gratis la spiaggia privata a 500 m e il Parco termale Castiglione. L’hotel offre anche due serate musicali con un giovane simpatico della reception che suona la chitarra, canta canzoni napoletane e offre ai clienti da suonare vari strumenti folkloristici di Napoli: caccavella, putipù, scetavajasse e triccheballacche .
Telefono dell’hotel: 081996999

http://www.booking.com/hotel/it/royal-terme.it.html?aid=347009;label=hotel-381367_T-2_pool-it_slice-99999;sid=93d324af125e5864fa698c449ca1d40d;dcid=4;dist=0;srfid=489e00b77cbb7885aa36edac6f3c5a0deb786801X1;type=total;ucfs=1&#availability_target

Attenzione alle piscine con acqua ferrosa e non filtrata perché ingialliscono i costumi e bisogna evitare di portare oro o altri metalli ed è bene fare la doccia dopo ogni bagno.
Tutti i residenti conoscono tre o quattro lingue, e soprattutto il tedesco, perché Ischia è piena di Tedeschi vecchi più o meno claudicanti, non ci sono quasi bambini e ho visto pochi giovani. Qui ci si viene per guarire.
Mi danno una bella camera grande con letto matrimoniale, bagno grande e grande terrazza attrezzata sulla piscina. Tutto molto comodo e pulito.

Ischia è formata da sei vulcani e sei comuni. Ischia porto è il comune più grande (18.000 abitanti) e messa abbastanza in pari, gli altri Comuni sono per lo più in salita sul fianco del vulcano e pieni di scale e scalette molto scomode.

Architettura mediterranea, casette cubiche a due piani, bianco, bianco scrostato, bianco e rosa, bianco e giallino, chiese tutte uguali bianche e rosa o bianco e gialline, qualche cupola moresca.

Bellissimi pavimenti colorati in ceramica di Vietri dappertutto. Molta ceramica. L’artigianato locale è vivace e creativo.

Ischia è pulita, festosa, tutti molto gentili o ospitali, con i più bei negozietti di abbigliamento, bigiotteria, souvenir e oggetti d’arte e artigianato locale che abbia mai visto, cose veramente di buon gusto e a prezzi bassissimi, molti capi in lino o seta, e ricamati a mano, una vera eleganza, il posto migliore dove fare shopping, nulla del ciarpame cinese che si vende in Piazzola o nei negozi di Bologna che ormai sono fin troppo decaduti come qualità o stile.
Ho visto magliette stupende a sei euro, pareo originali a 4 euro e 50, ma anche gioielli di autore e pezzi pregiati.
Tanti i ristoranti veramente ottimi e a prezzi comodissimi.

Pizza napoletana alta e osffice (Meglio chiedere Pizza margherita o te la portano senza mozzarella. Inutile dire che la mozzarella qui è buonissima come la ricotta)


Arancini di riso o crocchette di purè con dentro la mozzarella


Coniglio all’ischitana


Granita di frutta (pesca, mandarino…)


Limoncello

Noi siamo andati qualche volta a pranzo vicino all’albergo al “O solit post”, sempre in via delle Terme a scendere dal corso, simpatico, eccellente e non caro, cucina contadina e marinara, pizza squisita, dolci eccellenti, personale gentile.

Tra la casette cubiche scorci di giardini bellissimi e pieni di fiori con alberi carichi di limoni. Alberi con fiori e cespugli di fiori dappertutto: bungavilla, ibisco, ipomea, rose, orchidee, gigli, limoni, cedri, aloe, piante rare e antiche felci… Ischia è chiamata ‘l’isola verde’. Il terreno vulcanico favorisce ogni specie di fiori e produce verdure saporitissime, mai mangiato pomodori così buoni e verdure così deliziose. In Hotel pesce tutti i giorni, ma anche carne e primi buonissimi, scarsi invece i dessert. I camerieri sono stati molto simpatici e portavano anche doppia porzione. Ho mangiato pesce spada, dentice, occhiate, linguine, cannelloni al salmone, tortellini, creme di verdura.. tutto buonissimo. Il buffet è abbondante la sera, meno il giorno, meno a pranzo dove però si può partecipare anche avvertendo all’ultimo momento e si paga per un pasto completo solo 13 euro.
A Ischia piove spesso e c’è molto sole (354 giorni l’anno), un sole speciale per cui io ero abbronzata appena dopo il primo giorno (poi ha piovigginato sempre), il terreno pieno di minerali fa il resto. Cactus giganti e piante grasse bellissime ovunque. Assolutamente da visitare (ma noi non l’abbiamo visto) non tanto l’orto botanico quando la Mortella, grande giardino realizzato negli anni 50 con piante di papiro, fiori di loto e ninfee di specie rarissime, voluto da due amanti, sir William Walton, uno dei più grandi compositori inglesi del Novecento e sua moglie Susana, argentina. I giardini ‘La Mortella’, attraverso le specie floreali ed arboree presenti, sono la testimonianza dell’amore dei due sposi che scelsero Ischia come dimora. Era il 1949. William ha già 46 anni ed è già un musicista affermato in patria ed all’estero. Ha 24 anni più di Susana. E’ un amore a prima vista di una giovane e bella donna argentina, colta e raffinata, con un maturo musicista che non viene da una famiglia borghese ma povera e che deve la valorizzazione del suo talento ad una coppia di benefattori. Si sposarono nel dicembre del 1948 dopo appena tre mesi di conoscenza a Buenos Aires. Scriverà Susana anni dopo: “Mi fece credere che saremmo andati a vivere nella sua casa londinese, Lowndes Cottage, che mi descriveva come un posto incantevole. Con mia grande sorpresa, prima che la nave che ci riportava in Inghilterra toccasse la costa inglese, mi comunicò che il suo più grande desiderio era quello di fuggire dalle luci abbaglianti di Londra e che saremmo andati a vivere in qualche luogo presso il Golfo di Napoli, dove intendeva lavorare”. Scrive ancora Susana: “Mi affascinò con racconti della magia evocati dal luogo in cui Ulisse aveva navigato e dove costantemente si ha memoria del mondo classico della Grecia e di Roma, grazie alle palesi testimonianze di ville appartenute a Giulio Cesare, Agrippina e Claudio, sulla costa dominata dal castello-fortezza di Baia nel Golfo di Pozzuoli. La scelta di andare a vivere ad Ischia, la più grande delle isole partenopee ma allora poco nota nei circuiti internazionali, si deve al “caso o all’azzardo”. Arrivarono ad Ischia nell’inverno del 1949 e restarono 10 anni in una casa in affitto a Forio. Infine decisero di costruire una casa loro con un giardino. Scelsero un terreno incastonato nella roccia trachitica, “una valle con terra scura rivolta al tramonto del sole e che gode perciò numerose ore di luce in più”. Il posto era come “un gigantesco vaso di fiori scolpito nel torrente di lava ed in seguito spaccato dai terremoti, una conca di dura trachite colma di 20 piedi di solido humus”. La collina sovrastante è uno sperone di trachite vulcanica che si estende da oriente a occidente e protegge la valle dal vento del nord. Restarono affascinati da quelle rocce straordinarie e, nonostante gli ammonimenti del loro amico Lawrence Olivier, decisero di costruire una casa sulla collina, tra due rocce imponenti ed un giardino ai suoi piedi. Li aiutò un noto architetto di giardini, Russel Page. Il giardino richiese 10 anni di duro lavoro. Trasformarono la collina e la valle in uno dei più bei giardini d’Italia. William viaggiava spesso per i suoi concerti. Ovunque andasse, in Oceania, nelle Americhe, in Asia, in Europa – portava le piante che trovava in quei luoghi. Alla sua morte dispose che la villa ed il giardino fossero aperti al pubblico e che tutti i suoi beni fossero destinati ad Una Fondazione, un “Trust” inglese, che mettesse a disposizione dei giovani compositori di tutto il mondo un luogo ideale per lavorare alle loro composizioni, che “La Mortella” divenisse un laboratorio critico per lo studio delle opere di William ed un centro di eccellenza mondiale per rappresentazioni di musica, teatro e danza. Nel 1991 i Giardini sono stati aperti al pubblico, giovani compositori arrivano alla “Mortella” ogni anno, spettacoli prestigiosi si tengono ogni anno da aprile ad ottobre con l’apertura dei giardini.
Oggi la Mortella si estende su di una superficie di circa 3 ettari con 4 mila varietà di piante provenienti da tutto il pianeta terrestre. Vi lavorano 22 persone di cui 7 giardinieri. La Fondazione è diretta dalla dottoressa Alessandra Vinciquerra, una delle più grandi esperte di piante particolari e rare d’Italia.
Mortella in dialetto napoletano vuol dire ‘mirto divino’. Le piante furono integrate con le formazioni rocciose di origine vulcanica tipiche dell’isola e arricchite con fontane, piscine e corsi d’acqua. Nel tempo il giardino si è arricchito di una rara collezione di piante tropicali e subtropicali provenienti da ogni parte del mondo. Passeggiando tra i suoi viottoli, si rimane innanzitutto colpiti dalla gigantesca ninfea ‘Victoria Amazonica’, coltivata nella serra tropicale ‘Victoria House’. La vasca che la contiene è dominata dalla ‘Bocca’, una grande scultura realizzata da Simon Verity. Impossibile non perdersi tra le bellezze di orchidee, bromelie, araceae e rampicanti.

Le piante più care a Lady Walton sono quelle cresciute dai semi provenienti dall’Argentina, suo Paese di origine, come la ‘Chorysia speciosa’, con il tronco pieno di spine, la ‘Jacaranda mimosifolia’ o le ‘Cycadacee’, addirittura più antiche dei dinosauri. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, durante la stagione fredda ‘La Mortella’ non si addormenta, né si spoglia, anzi… Il giardino resta verdissimo e rigoglioso. Si possono ammirare le fioriture delle camelie e della ‘Bauhinia blakeana’, l’albero delle orchidee di Hong Kong; come anche le magnolie orientali, che regalano immagini fiabesche. In un’atmosfera incantata, sospesa nel tempo, si arriva a primavera con l’intero giardino che torna a vivere. Famosa è la rinascita della ‘liana di giada’, uno strabiliante rampicante originario delle Filippine che, da fine marzo in poi, offre il prezioso dono dei suoi grappoli di fiori turchesi lunghi fino ad un metro. Le tinte blu dominano anche la parte più collinare del luogo, grazie alla presenza degli ‘Echium’, che sembrano sfidare il colore del mare.

Ischia del resto ha una stagione turistica molto lunga, per cui i mesi con più turisti termali sono aprile e settembre, mentre a luglio e agosto arriva il turismo spicciolo di massa anche giornaliero. (La Mortella è visitabile Martedì, Giovedì, Sabato e Domenica dalle ore 9.00 alle ore 19.00- 12 euro. Vi si tengono anche spettacoli musicali).

Da qui poi si possono fare viaggi piccoli e organizzati a Pompei, Ercolano, Napoli, costiera amalfitana, Capri ecc.
Ci sono ad Ischia il grand’hotel Regina Isabella che ogni anno accoglie la Merkel

la villa di Luchino Visconti

e quella dove Pieraccioni ha girato il film “Il paradiso può attendere”.

Fu grazie alla lungimiranza e all’impegno di Angelo Rizzoli che, negli anni ’50, sorse l’Hotel della Regina Isabella. Il celebre editore e produttore cinematografico, incantato dai luoghi e dalla tradizione delle Terme, realizzò l’attuale complesso termale e l’omonimo albergo sulle antiche rovine greco-romane. Pochi anni dopo la sua fondazione, l’Hotel della Regina Isabella divenne fulcro della mondanità, del costume e della cultura, attirati dai prestigiosi appuntamenti ischitani. Negli anni le sale hanno incorniciato momenti felici di celebrità come Richard Burton ed Elisabeth Taylor, Charlin Chaplin e Clark Gable, William Holden e Maria Callas, Alberto Sordi, principi e re delle più famose case reali,fino a personaggi della cultura e dell’arte dei nostri giorni.
Angelo Rizzoli ebbe una vita tormentata, fece e perse grandi fortune, a 18 anni era stato colpito dalla sclerosi multipla rimanendo zoppicante e si innamorò di Ischia, dove costruì alberghi e richiamò una vivace fauna internazionale di politici e attori. La fama di Ischia si deve a lui. Rizzoli ebbe una vita tumultuosa, la sua prima moglie fu Eleonora Giorgi, incappò in gravi scandali finanziari, finì anche in prigione, fu coinvolto nello scandalo della Banca Ambrosiana con Gelli e Calvi, ma rese famosa Ischia.
Lacco Ameno fu il suo borgo preferito (un gioiellino di 4000 abitanti). Quando c’eravamo noi, a Lacco Ameno hanno fatto la festa della santa Patrona, santa Restituta, con bancarelle, musica e tantissimi fuochi di artificio.

Ischia è 14 chilometri per 10, sembrerebbe poco ma siccome è fatta da vulcani, le sue strade vanno sempre in salita e le spiagge sono rare e piccole. Ischia Porto ha una sua spiaggia di grossa rena, abbastanza grande e l’Hotel ha la propria spiaggia privata dove si possono avere gratis ombrellone e sdraio ma non ci siamo andati mai, perché gli altri voleva perlustrare tutta l’isola. Per questo abbiamo fatto un tesserino settimanale per i piccoli e ingorgati bus, che si timbra una volta sola e che poi nessuno ti richiede. Le fermate sono un po’ facoltative e i tempi sono ‘napoletani’, una volta abbiamo aspettato un’ora e mezzo. I fianchi del vulcano sono franosi per cui c’erano appena state tre frane che avevano deviato il bus. Dopo le ore 17 di bus non ce ne sono più. Spesso il bus si inerpica sulla montagna e quando ti sbarca hai da scendere un bel po’ per raggiungere qualche spiaggetta. Insomma, se uno vuole, c’è da scarpinare parecchio per cui sono comunque consigliabili scarpe comode, zainetti e impermeabili leggeri da tasca.
Abbiamo fatto il giro dell’isola con la motonave (16 euro, tre ore, di cui una di sosta a Sant’Angelo). Sant’Angelo è un ex borgo di pescatori elegante ma impercorribile perché tutto in salita con scalette scomodissime, percorribile solo a piedi e raggiungibile dal mare, ed è considerato il più bel borgo di Ischia.

A dieci minuti dal porto di Sant’Angelo in teoria c’è la spiaggia delle Fumarole, ma per scenderci il tempo non bastava. Sant’Angelo ha una delle più calde falde termali dell’isola, sulla spiaggetta dei Maronti, dove dal mare escono zampilli di acqua calda. Qui il sottosuolo emana una grande energia termica che produce nuvole di vapore nell’ambiente esterno e bolle di gas nel mare a 100°C, osservabili con maschera da sub a pochi metri dalla riva o addirittura, avvicinandosi, agli scogli bianchi posizionati sulla sabbia bollente, passeggiando a distanza di sicurezza.
Fin dai tempi dei romani la sabbia calda veniva utilizzata per curare gli acciacchi del corpo, attraverso le sabbiature. Ci andavano i soldati romani a rimettersi dalle ferite di guerra. Sulla spiaggetta, se si mette sotto la sabbia un uovo, diventa sodo in dieci minuti e se ci si mette un pollo dentro la carta d’argento cuoce in un’ora. Per cui, con patate pollo e uovo, il tutto a 100 gradi si può pranzare. Nei periodi più caldi, durante l’attesa della cottura, il bagno al chiaro di luna è obbligatorio, subito dopo distendetevi sulla calda sabbia a guardar le stelle ed a gustare un ottimo vino bianco isolano.
Per raggiungere Maronti le persone disagiate hanno un servizio navetta ecologica, con piccole auto elettriche. Alternativa molto comoda è il servizio taxi via mare dal porto di Sant’Angelo.

Tutta Ischia, essendo formata da vulcani, ha sorgenti termali calde molto ricche di minerali (ce ne sono ben 103) che fanno bene alla pelle, alle ossa, ai problemi respiratori. Per questo Ischia è il centro termale più famoso d’Europa. Queste sorgenti calde sono dappertutto e molti hotel come il nostro sorgono sopra una di esse e hanno dunque sia piscina calde esterne molto ferrose che vasche individuali e piscine interne, con bagni turchi e saune e stanze per massaggi aerosol, e fanghi termali, che sono maturati in sei mesi in acque termali calde. Le acque termali a 79° modificano le proprietà chimiche e fisiche del fango determinando la formazione delle unità Humominerali e la produzione di sostanze farmacologicamente attive responsabili dell’efficacia terapeutica nelle patologie osteoarticolari. Prima di fare queste cure si riceve la visita di un bravo medico che nel mio caso ha consigliato solo dieci minuti di acqua termale al giorno e niente fanghi caldi, perché chi ha protesi o impianti metallici rischia di surriscaldarli. Il fango viene applicato sulla cute gradualmente, alla temperatura di 40°/42°C, evitando la zona toracica anteriore, il capo e i genitali esterni. La durata della fangoterapia viene prescritta dalla Direzione Sanitaria. Al termine della fangoterapia il paziente viene tolto dal fango e, dopo essere stato lavato con una doccia calda, immerso nel bagno termale alla temperatura di 37°/30°C per un tempo di 8/10 minuti. Dopo il bagno il paziente, asciugato con panni caldi, viene ben coperto, per la reazione sudorale.Si dice che queste acque siano più medicamentose di quelle di Cervia, per cui staremo a vedere. Certo è che con queste acque la pelle diventa liscia e setosa.
Io avevo portato la richiesta del medico di base per cui avrei pagato solo il ticket (che chissà perché in Campania non è 50 euro ma 60: surplus Campania, come il surplus taxi) ma poi non ne ho fatto nulla perché, avendo due viti di titanio nella schiena, i fanghi non potevo farli. Potevo però usare le strutture esterne o interne gratuitamente e anche senza richiesta medica e l’ho fatto.
L’Hotel Royal, oltre ad avere le proprie sorgenti termali interne, dà l’ingresso gratuito a un centro termale, il parco Castiglione (l’autobus ferma davanti), che scende con dieci piscine dal monte, in mezzo a piante e fiori. L’acqua parte calda e poi la temperatura diminuisce fino al mare. Si scende con le scalette ma si può risalire con una piccola funicolare.
Ma l’impianto più bello e famoso è il Poseidon, con ben 20 piscine termali e bellissima vista, si va dai 40 gradi ai 28. E’ affacciato sulla splendida Baia di Citara, già nota ai Romani per le sue straordinarie acque curative e aperto dalle 9 alle 19 (32 euro o 27 per mezza giornata). Anche queste acque sono indicate per malattie ostioarticolari (come artriti, artrosi, sciatalgie, sindrome cervicale, ecc.), malattie reumatiche croniche, postumi di traumi, paresi e malattie dell’apparato respiratorio. I bambini hanno a disposizione tre vasche non termali. Obbligatoria la cuffia. Oltre ai bagni termali all’interno del parco vi sono una sauna naturale scavata nel tufo ed il bagno giapponese, un percorso alternato caldo (40°) – freddo (15°) disseminato di ciottoli sui quali camminare per riattivare la circolazione degli arti inferiori e per donare al corpo un senso di benessere generale. Negozi di articoli vari, tre punti ristoro.

A Ischia si possono vedere i resti del Castello Aragonese, non merita fare il biglietto (10 euro) perché è un rudere, anche se dagli spalti la vista è bella. E’ spettacolare specie visto dal mare, sta su una roccia rachitica e si collega a Ischia Ponte con un ponte in muratura di 220 mt. Geologicamente è una bolla di magma che si è andata consolidando nel corso di fenomeni eruttivi e viene definita “cupola di ristagno”. Al castello si accede attraverso un traforo, scavato nella roccia e voluto verso la metà del Quattrocento da Alfonso V d’Aragona. Prima di allora l’accesso era possibile solo via mare attraverso una scala situata sul lato nord dell’isolotto. Il traforo è lungo 400 metri e il percorso è illuminato da alti lucernari che al tempo fungevano anche da “piombatoi” attraverso i quali si lasciava cadere olio bollente, pietre e altri materiali sugli eventuali nemici. Il tratto successivo è una mulattiera che si snoda in salita all’aperto e conduce fino alla sommità dell’isola. Da questa strada si diramano sentieri minori che portano ai vari edifici e giardini. Dagli anni settanta del novecento è anche in funzione un ascensore, il cui percorso è ricavato nella roccia e che raggiunge i 60 metri sul livello del mare. Gli edifici ricoprono una parte minima della superficie dell’isolotto, che è per lo più occupato da ruderi, da orti e vigneti. Alcuni eredi di questa famiglia hanno lentamente intrapreso una campagna di restauri che, a partire dalle poche stanze elette a propria dimora, hanno gradualmente interessato la parte monumentale del complesso architettonico, anche se molte strutture sono ancora in rovina.

Nel quarto secolo a.C. Ischia non c’era, c’era un vulcano come il Vesuvio, che sprofondò di colpo in mare creando una grossa onda, onda che nella lingua di allora si chiamava Cuma, per questo il villaggio fondato sulla terraferma dagli scampati prese il nome di Cuma.
L’Ischia che si vede adesso è la cima del vulcano che è rimasta sopra l’acqua, con altri 5 vulcani minori.
Ischia viene considerata la quarta isola italiana del Mediterraneo (46 kmq). Il vulcano più alto è il Monte Epomeo di 800 mt. Ci sono 44.000 abitanti Ma in epoca romana raggiunse le 100.000 persone. Si chiama Ischia a causa della resina (vischia o vischiosa) dei suoi pini marittimi, che serviva a impermeabilizzare i vasi di coccio. Per cui veniva considerata l’isola dei vasai e dei pescatori.

Le fonti erano ritenute sacre e ornate con statue di Apollo.
A Ischia venne a curarsi anche Garibaldi, dopo la ferita dell’Aspromonte.
A Ischia sono venuta a curarmi anch’io e speriamo che buon pro mi faccia. Certamente il viaggio meritava e mi ha lasciato un ricordo bellissimo. Spero ci possiate andare anche voi.

http://masadaweb.org


MASADA n° 1653 3-6-2015 HANNO PERSO TUTTI

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MASADA n° 1653 3-6-2015 HANNO PERSO TUTTI

Considerazioni sul voto locale in sette Regioni- Astensionismo. Un Italiano su due non ha votato – Voti persi dai vari partiti. Al Pd meno 2 milioni di voti ma su base nazionale sarebbero 5 – Renzi, cavallo di Troia della dx – Il caso De Luca – Sconfitte la Paito e la Moretti – Renzi ha preso meno voti di Bersani – Chi vogliono far vincere quelli di sx? – Come far cadere Renzi in tre mosse – Perché accusare la Bindi? – Renzi ridimensionato, il cavallo vincente non è poi così vincente – De Luca, lo chiamavano impunità – Con l’Italicum ci sarà da ridere

Giga: Alle regionali vota il 50% degli aventi diritto. L’altro 50% è quello degli aventi nausea.
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Annamaria: La ‘soluzione finale’, rottamare direttamente la democrazia, è il “vero” programma politico che il ducetto sta lucidamente perseguendo.

Rodotà: “Il voto ha indicato chiaramente una insoddisfazione diffusa. Molti hanno sperato in Renzi e si sono poi accorti in ritardi di quello che stava succedendo. E’ stato inutile metterli in guardia, c’è stata una riposta corale contro i ‘gufi’. Solo ultimamente sui media è apparso qualche accenno al rischio di plebiscito, all’autoritarismo dilagante, agli scempi di democrazia, ai troppi poteri che si accentravano sul premier. Chi pensava che col tempo Renzi migliorasse ha dovuto ricredersi. Renzi non si corregge. E sbagliava chi credeva di correggerlo con emendamenti parlamentari. Il suo progetto restringe violentemente ogni spazio culturale, ogni pluralismo, ogni spazio di diritti.”

Eravamo il Paese europeo con l’affluenza più alta al voto, ora vota un elettore su due. A Taranto non ha votato il 58%, a Casal di Principe il 54.
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Paradossale! De Luca denuncia la Bindi per abuso di ufficio, uno dei suoi tanti reati.
Il sonno della ragione genera mostri … oramai i delinquenti denunciano chi fa notare che son delinquenti!
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Dov’è finito lo sbandierato 41 % delle Europee? Un anno di Governo di Renzi e il Pd non ha fatto che perdere elettori. Il consenso cala di giorno in giorno. Aumenta il numero di piddini che si astiene. E lo abbiamo visto in Toscana, Umbria, Veneto e Liguria. Sono stati proprio i candidati renziani a far perdere il Pd. La Moretti ha bruciato 600mila voti su 900mila, la Paita e la Marini hanno perso mezzo elettorato. Il marchio di fabbrica di Renzi non sembra più una garanzia, piuttosto un impedimento. Invece stravincono i non allineati, quelli che Renzi ha snobbato: Rossi, Ceriscioli e soprattutto Emiliano in Puglia che nell’emorragia di preferenze ne perde per strada meno di tutti, “solo” 16mila. Certo, il Pd governerà 5 Regioni su 7, ma è una vittoria monca perché qui hanno perso tutti. Il Pd incolpa il fuoruscito Pastorino, ma ha preso solo 36.000 voti contro i 160.000 persi dalla Paita. Mai che a qualche piddino venisse in mente che qualcuno si sia sdegnato nel veder candidare proprio una responsabile del disastro genovese, una che è piena di processi, una che ha vinto le primarie col voto degli scajolani! In tutto, il Pd in 7 Regioni ha perso 2 milioni di voti. E ricordiamo che così ha perso tutte e 4 le Regioni della parte più industriale d’Italia: Piemonte, Liguria, Lombardia e Veneto! E’ una emorragia continua, che cresce ad ogni ‘riforma’ di Renzi. E teniamo conto che alle Europee il Pd si presentava da solo, qui si è fatto soccorrere da liste civiche di tutti i tipi, per cui l’emorragia dei voti, segno di crescente scontento, è anche più marcata. Secondo l’istituto Cattaneo, il Pd ha perso 2 milioni e 143mila voti. Non è un bel risultato per chi si vanta di avere grande consenso e la piena maggioranza del Paese! A questo aggiungiamo il disastro di aver permesso la candidatura di De Luca, già pregiudicato, che non doveva nemmeno esser preso in considerazione per la legge Severino, quella stessa che ha permesso la decadenza di Berlusconi e che tutti i partiti avevano votato all’unanimità. E ora si deve sentire in televisione gente del Pd che spergiura che la Severino non è nemmeno una legge e che il Pd non deve tenerne conto! Davvero oltraggioso più che per la Bindi per la dignità stessa di questo Paese.
Con De Luca Renzi si è messo in un cul de sac e ne uscirà comunque male sia che lo sospenda sia che lo salvi con una legge ad personam, che farebbe perdere ogni credibilità e serietà al Pd.
Vince Emiliano che, pure lui, ha razzolato tutto quel che si poteva razzolare e vince perché perde meno di tutti. E in Puglia è stata meno bassa anche altrove anche l’affluenza, come a dire che se i candidati meritano gli elettori votano. Ma Emiliano è parecchio anomalo rispetto a Renzi e al renzismo. Addirittura strizza l’occhio ai 5stelle. E Renzi a sostenere Emiliano nemmeno c’è andato. Rossi in Toscana e Ceriscioli nelle Marche sono altri due anomali, due casi a parte, anche loro fuori dal renzismo. Rossi non ha nemmeno fatto le primarie, è molto attivo, è stato sindaco di Pontedera e vent’anni fa bloccò il trasferimento della Piaggio, si fa le foto con i rom, manifesta davanti alle fabbriche con gli operai contro i gruppi industriali che si trasferiscono all’estero, ha sempre in bocca l’antifascismo. Il Pd in Toscana ha perso 400mila voti in un anno. Nella Marche Cerignoli, ex sindaco di Pesaro era stato addirittura dichiarato incandidabile da Lotti, ha sempre contrastato Renzi, Renzi lo voleva eliminare dicendo che chi era stato sindaco non poteva presentarsi per le Regione (e Renzi allora? che da sindaco è saltato al Governo?), alla fine Renzi lo ha abbandonato e Lotti gli ha chiuso la porta in faccia. E poi dichiarare che Cerignoli era in candidabile e De Luca no è stato il massimo della strafottenza, come a dire che la legge è quello che gli pare a Renzi.
Inutile ripetere la solfa che Renzi è uno che vince, il Pd di Bersani prese nelle stesse Regioni un milione di voti più di Renzi e con Renzi il Pd ha fatto fuori in un anno quasi la metà del proprio bacino elettorale, per cui queste vittorie sono di quelle con l’amaro in bocca e non siamo allo stadio dove conta vincere e all’inferno tutto il resto. La caduta a picco del Pd è davanti agli occhi di tutti.
Poi c’è la voragine del Veneto: alle Europee aveva fatto impressione che in terra leghista il Pd fosse votato dal 37,5 % degli elettori, ma oggi i 900mila voti sono diventati 390mila, meno di quelli che prese Bersani nel 2013. Insomma se a queste votazioni il premier fosse stato Bersani, avrebbe preso di più.
A Venezia speriamo ora che vinca Casson, un altro che Renzi non può vedere.
In Campania comanda più De Luca che Renzi quindi non si capisce di cosa si vanti il Pd e sostenga chi. In questi ultimi mesi tuttavia Renzi e Guerini hanno sostenuto De Luca decine di volte, a partire dalle primarie. Il Pd vince con De Luca ma perde oltre 300mila voti, cade dal 36% al 24. Una vittoria di Pirro.
La Liguria è la sconfitta più bruciante perché qui da 30 anni il csx non ha mai perso. E’ la regione rossa per eccellenza, ma la gente non è andata a votare. L’affluenza è scesa dal 60 al 50%. I voti dem sono crollati da 323mila a 163mila. L’inverosimile Paita è stata sostenuta da tutto il partito, a Genova sono passati Renzi, Delrio, la Boschi, la Madia e la Pinotti, perfino Speranza e Bersani. Ma non è bastato. Altro che “va tutto bene”! Ormai lo abbiamo capito che sostiene solo i peggiori
Ora sono al ballottaggio Venezia, Rovigo, Lecco, Mantova, Arezzo, Fermo, Macerata, Chieti, Trani, Matera, Enna, Nuoro

IL CAVALLO DI TROIA
Viviana Vivarelli

Con Renzi la furbizia è stata proprio di presentare un tipo di estrema dx, al soldo del capitalismo internazionale, in un partito che da decenni si vanta di essere di sx, un magnifico cavallo di Troia che non sarà pago finché la sx non sarà totalmente distrutta e la democrazia con essa.
Non dimentichiamoci che Renzi è stato allevato da Verdini, stipendiato da Berlusconi, sostenuto dalla Compagna delle Opere e scelto dalla P2 e dalla peggiore dx americana.
Infilarlo nel Pd (ricordate come Berlusconi a Firenze gli contrappose una mezza calzetta per farlo vincere?) è stato un gioco da maestro.
E i piddini ci sono cascati come pere cotte.
Abituati da mezzo secolo a osannare acriticamente qualunque cosa piovesse dai capi (ricordate Guareschi col suo “Contrordine compagni!”?), erano già manipolati al punto giusto per accettare qualunque cosa piovesse dal capetto di Rignano, anche se erano le distruzioni di quei diritti per cui erano morti i partigiani, per quei valori che la sx aveva difeso per 20 anni contro Berlusconi e per cui era scesa furente in piazza.
Così è stato un gioco da ragazzi far votare l’abolizione dei diritti del lavoro e di quelli dei pensionati, tagliare i diritti elettorali, ridurre la democrazia, candidare pregiudicati, spaccare l’equilibrio dei poteri, imbavagliare la magistratura, asservire la stampa…
I cani di Pavlov hanno accettato tutto. Di più: lo hanno applaudito! Tanto per dimostrare che il loro cervello fosse ormai in pappa.
A Genova città il primo partito è stato il 5 stelle. La Paita non l’ha voluta nessuno e nessuno l’aveva votata alle primarie. In realtà, visto l’alto grado di astensione, anche alle europee il Pd aveva in realtà preso il 23%, mi fanno ridere quelli che esigevano il 51% per il M5S, quando oggi, in Italia, nessun partito da solo e senza le liste associate riesce ad arrivare al 30 %. Se poi l’Italicum chiede le liste invece delle coalizioni ci sarà da ridere, perché al ballottaggio si potranno vedere dei cambi di situazioni strabilianti, come si sono visti spesso per l’elezione del sindaco.
Non dimentichiamo che, comunque sia, tutto si giocherà tra i primi due partiti e se il Pd è il primo, il M5S è il secondo. E, con Renzi, il M5S tiene, mentre il Pd si copre di vergogna ed è in una progressiva caduta.
Si è detto tanto male di Bersani ma in tanti Comuni le percentuali prese da Renzi sono risultate parecchio più basse di quelle di Bersani. E allora? Il famoso cavallo vincente?! Ai fatti, quel brocco di Bersani avrebbe vinto di più.

ASTENSIONISMO
ALESSANDRO GILIOLI

Non era mai accaduto che in due grosse Regioni come Toscana e Marche l’astensionismo superasse il 50 %. Se fosse un referendum abrogativo, la consultazione non avrebbe neppure valore. Ma anche altrove le cose non sono andate meglio e in nessuna regione si è arrivati al 58 % di votanti.
L’Istituto Carlo Cattaneo ha mostrato come da vent’anni la partecipazione sia in calo rapido in tutte le consultazioni (europee, politiche e amministrative), con un’accelerazione negli ultimi dieci. L’Swg ha invece cercato di capire da quali partiti provengono i nuovi astenuti, cioè quelli che un anno fa avevano votato e domenica no: in Liguria il 30 % aveva votato Forza Italia, il 23 % M5S, il 20 % Pd. In Veneto il Pd ha ceduto il 6,2 % del suo elettorato al non voto, in Campania il M5S ha regalato all’astensionismo 12,4 punti rispetto alle europee, mentre in Puglia è Berlusconi che perde 5 punti verso i non votanti. Ma l’astensione riguarda tutti i partiti meno quello di Salvini. E’ un fenomeno inquietante, l’abbandono delle urne da parte della maggioranza invisibile, quella di cui il governo se ne frega: gli esclusi: i precari, i disoccupati, i lavoratori occasionali, le partite Iva da mille euro al mese ecc.
Si tratta di 20-25 milioni di persone, un immenso pulviscolo disperato e senza rappresentanza. Questa mezza parte del Paese si sente esclusa: dall’economia e dalla politica, che avverte lontane e nemiche. E se tu mi escludi tutta la vita, perché pretendi di coinvolgermi solo il giorno delle elezioni?
Purtroppo se tu ti escludi, sarai sempre più escluso. E così via all’infinito.
Unica eccezione: Salvini. Che è riuscito a vendere mediaticamente la formula pe4r cui se tu sei un escluso è colpa dei migranti, degli zingari e dell’euro: tolti questi ostacoli, tutto andrebbe molto meglio. In questo modo Salvini ha raccolto una parte, seppur non maggioritaria, della fetta di cittadini propensi al non voto.
Come si supera la crisi? Via l’euro, via gli zingari, via gli immigrati. Con la ruspa.
In tutto questo non è pervenuta in alcun modo la sx, più o meno radicale. La sx che doveva essere la maggior rappresentante degli esclusi.

http://fondazionepintor.net/manifesto/senzaconfini/

“La sx italiana che conosciamo è morta. Non lo ammettiamo perché si apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette. Possiamo sempre consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa. Ma la sx rappresentativa, quercia rotta e margherita secca e ulivo senza tronco, è fuori scena. Non sono una opposizione e una alternativa e neppure una alternanza, per usare questo gergo. Hanno raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della dx ma al suo
punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno. Non credo che lo facciano per opportunismo e che sia imputabile a singoli dirigenti. Dall’89 hanno perso la loro collocazione storica e i loro riferimenti e sono passati dall’altra parte. “

GIOVANNI

Comincio ad essere ottimista.
Qualcosa, sia pure piano piano ed in modo ancora confuso, ad alti e bassi e a zig-zag, comincia a muoversi.
Forse abbiamo davvero toccato il fondo e stiamo davvero riemergendo.
Dopo il berlusconismo anche l’operazione Monti/Montismo è fallita.
L’operazione Letta è fallita.
L’operazione “larghe intese all’italiana” è fallita.
L’operazione Renzi, che doveva trionfare con in più l’Italicum che doveva esserne il timbro, è in via di fallimento, con l’Italicum che si è trasformato in vaffanculicum.
Il merito di tutto questo è degli astensionisti.
E’ del Partito di coloro che non vanno più a votare, che progressivamente si ingrossa sempre di più, e ha ora raggiunto la maggioranza assoluta nel Paese.
E’ chiaro che quando una fetta di elettorato, che prima andava a votare compatto o quasi, comincia a non andare più a votare, i membri della casta festeggiano, specie quelli che non guardano più in là del proprio naso.
In una primissima fase questo fatto sembra fare il loro gioco.
Se vanno a votare mille persone, devo prendere 501 voti per vincere.
Se vanno a votare 800 persone me ne bastano solo 401, e governo lo stesso.
Se vanno a votare 500 persone, me ne bastano ancora meno, 251 e stappo lo champagne (e mi mangio pure le ostriche e l’aragosta insieme, tanto paga Pantalone).
Se vanno a votare 450 persone, e 50 votano bianco o nullo, me ne bastano appena 200 per vincere.
Se faccio con l’Italicum una legge elettorale che mi fa vincere con il 40% e mi assegnano un congruo premio di maggioranza, me ne bastano 160 (400×40 : 100) per vincere e sistemarmi.
Ma questi, appunto, sono i conti della serva, per di più di una serva neppure tanto istruita e intelligente, che magari questi conti li fa con l’aiuto del pallottoliere, che a malapena li sa fare i conti, semianalfabeta com’è.
In politica due più due non fa mai quattro.
Tutto questo è valido solo in una primissima fase di questo processo, ma questa prima fase è ormai passata, poi arrivano i guai per la casta e i politicanti del cazzo.
L’estendersi di questo processo e il suo protrarsi nel tempo porta tutta una serie di conseguenze negative per lorsignori, tra cui voglio citarne solo due (ma non sono i soli):
1- quando hai preso 160 voti, puoi anche con un gioco di prestigio da scarcagnato mago di avanspettacolo trasformarli nella maggioranza assoluta dei seggi in un Parlamento, ma 160 voti rimangono comunque 160 voti e rappresentano pur sempre il consenso del 16% della popolazione e del Paese.
Il Paese reale non è fatto solo di parlamentari, di giochi di palazzo, congiure, truffe e imbrogli, è fatto di gente in carne e ossa, di professionisti, di lavoratori, di pensionati, di giovani disoccupati, di organizzazioni sindacali, sociali, culturali, di lobby, di gruppi di pressione, di mass-media, di “opinion-leader”, di intellettuali, di organizzazioni religiose ed etiche, di istituzioni ed enti locali, coltivatori, artigiani, onlus, persone con indosso una uniforme e così via .
Dopo la sbornia di champagne, il giorno dopo devi governare avendo contro l’84 % del Paese, e non è così facile come sembrano credere i dilettanti allo sbaraglio che da anni ci governano.
2 – quando i voti sono così pochi, ne bastano altrettanti pochi per sconvolgere aspettative, travolgere pseudo-roccaforti, provocare tsunami, disattendere previsioni e sondaggi.
Bastano 40-50 mila persone che tornano a votare, magari perché incazzate su un tema particolare (che so, la riforma della scuola, la TAV, il blocco delle pensioni, le tasse sulla casa etc.) e i risultati possono essere sconvolgenti.
40-50 mila persone ti tolgono una regione al favorito e la consegnano ad un altro candidato.
40-50 mila persone, per avere un’idea di che cosa stiamo parlando, sono gli elettori che abitano, che so, un quartiere di una grande città.
Qualche anno fa, con l’elettorato che votava tutto, questi cittadini, tutti insieme, potevano a malapena decidere o non decidere l’elezione di un consigliere di circoscrizione o parte di un consigliere provinciale; oggi, improvvisamente e imprevedibilmente per lorsignori, possono decidere le sorti di un’intera provincia o di una elezione regionale.
Allora cosa succederà ai referendum che dovranno svolgersi sulle modifiche alla Costituzione che hanno fatto e che stanno facendo?
Che cosa succederà alle prossime elezioni comunali, regionali, nazionali?
Non lo sanno, non lo sanno più e non lo sa nessuno, e questo comincia a farli impazzire.
Naturalmente tutto questo sono solo i prodromi di un cambiamento, che non può avvenire senza che un gruppo organizzato si metta alla guida di questo bacino di gente pensante, che si è rivelata refrattaria ai talk-show di canale 5 e suoi imitatori, che non ha portato il cervello all’ammasso, che non crede più nelle recite a soggetto degli scontri davanti alle telecamere da parte di criminali che fanno in realtà parte della stessa banda.
Ma queste cose che stanno avvenendo rendono più vicino il giorno in cui finalmente nascerà questo nuovo soggetto.
Tutto questo rende più appetibile e più fattibile il progetto, da parte di chi ha i mezzi economici e organizzativi per lanciarlo.
Già oggi è chiaro che: a) la maggior parte degli elettori del movimento 5 stelle, b) della coalizione sociale di Landini, c) dei dissidenti PD (molti dei quali sono già fuori dal partito) e d) degli astensionisti, potrebbero agevolmente dare vita ad un nuovo soggetto politico della sx, sulla falsariga di Podemos/Spagna e Syriza/Grecia.
Allora non sarebbe più così facile per lorsignori abolire diritti dei lavoratori, mettere tasse e sovrattasse a dx e manca, tenere in piedi carrozzoni clientelari milionari con i nostri soldi, chiudere servizi sociali, sanità pubblica, scuola, pensioni, sfruttare i giovani con disoccupazione e precariato, far diventare i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Forse sto sognando, ma per quanto mi riguarda io la penso così e sono disponibile solo per una operazione di ampio respiro di questo tipo.
Buona notte.
Giovanni

ALESSANDRO GILIOLI
Chi vogliamo far vincere, noi di sx?

Un sistema di potere locale che si è incancrenito in un intreccio spaventoso di affari, relazioni, appalti?
Una candidata legata a doppio filo – perfino famigliare! – con questo intreccio affaristico-politico, e di rapidissima conversione renziana dopo essere stata fedele bersaniana per anni?
Un leader nazionale che sta smontando le regole costituzionali e i suoi contrappesi per mettere la democrazia al guinzaglio, una cosa che se l’avesse fatta Berlusconi saremmo tutti in piazza, insieme, ininterrottamente da sei mesi?
Un partito che da un anno legifera per rendere sul lavoro ancora più forti i forti e ancora più deboli i deboli, con la licenziabilità, il telecontrollo e il demansionamento?
Un segretario che sbertuccia e “asfalta” ogni giorno chi osa controargomentargli nel merito proprio da sx, a suon di “rosiconi”, “professoroni”, “gufi” e altri epiteti da cabaret indegni di un confronto tra idee?
Un “partito della nazione” che tutto comprende e che tutto comprendendo punta all’azzeramento di ogni richiesta sociale, in nome di un vincismo darwinista travestito da meritocrazia?
Ecco, non è poi così strano se qualcuno di sx – vedendo quella sx diventata di dx come la dx, più simile al Tea Party americano che alle socialdemocrazie scandinave – non ritiene più che quella sx sia un argine contro le politiche di dx.
Anzi, ne diventa un facilitatore: perché con l’etichetta di sx può fare cose di dx con meno contrapposizione sociale. Non a caso Renzi ha fatto ciò che a Berlusconi non era stato consentito, a partire dallo smantellamento dello Statuto dei Lavoratori.
E se la cosiddetta sx finisce per fare quelle cose di dx che la dx in quanto dx non riusciva a fare, è chiaro che il meccanismo “voto comunque sx per fermare la dx” va a farsi benedire. Ma proprio pragmaticamente, a benedire. Perché forse il Paese è andato più a dx con un governo cosiddetto di sx che con i governi che si dicevano di dx.
E allora, cari amici del Pd, credetemi: per quanto mi riguarda non c’è alcun livore personale, né tanto meno rancore. C’è solo una lettura delle cose: sicuramente opinabile, ma credo non lunare.
Resta naturalmente, anche condividendola, la domanda che viene dopo: e allora, chi è di sx, cosa deve fare?
Ognuno risponde a modo suo. Chi resta accanto al Pd comunque, per antico affetto o sperando che non sia sempre così; chi alle elezioni si astiene (molti); chi vota il M5S, un partito che sarebbe sciocco definire privo di elementi di sx; chi cerca di costruire qualcosa d’altro e di nuovo, come quel 10 % che proprio in Liguria si è visto ieri. Ho rispetto per tutte e quattro le scelte ma personalmente penso che la meno fertile – quella che fa accadere meno cose positive, sul medio termine – sia la prima: la perpetuazione cieca della cessione del proprio consenso a un partito che si dice di sx ma fa cose di dx. Ed è proprio perché nella prima non credo più che ieri ho sommessamente e silenziosamente esultato. Perché penso che delle quattro scelte quella cessione sia l’opzione di maggior danno, per chi sta con la parte bassa della piramide, contro le élite economiche e politiche che gestiscono questo Paese, felici di fare non solo quello che vogliono, ma di farlo anche con i voti di tante persone di sx e con un governo che si ritiene immune dalle critiche perché ha un’etichetta di sx. Non è poi così strano se qualcuno di sx – vedendo quella sx diventata di dx, più simile al Tea Party americano che alle socialdemocrazie scandinave – non ritiene più che quella sx sia un argine contro le politiche di dx. Anzi, ne diventa un facilitatore: perché con l’etichetta di sx può fare cose di dx con meno contrapposizione sociale. Non a caso Renzi ha fatto ciò che a B non era stato consentito, a partire dallo smantellamento dello Statuto dei Lavoratori
E allora è chiaro che il meccanismo “voto comunque sx per fermare la dx” va a farsi benedire.
E allora, chi è di sx, cosa deve fare? Qualcuno si astiene (molti); poi c’è chi vota il M5S, un partito che sarebbe sciocco definire privo di elementi di sx e chi cerca di costruire qualcosa d’altro e di nuovo (Ma i peggiori sono gli ostinati, quelli che negano l’evidenza e continuano a sperare che da Renzi esca qualcosa di buono. Questi sono proprio senza speranza. Il fanatismo ha vinto sulla ragione).

Claudio R.
Noi che avremmo voluto essere liberati dalla volgarità ammantata di perbenismo
di Berlusconi non avremmo voluto che fosse sostituita da una volgarità ammantata
di modernismo renzina con relativa corte dei miracoli, con l’aggravante che si dice progressista praticando politiche reazionarie.
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genr034
Sky TG24 sta mandando in onda il Messia Bullo scappato in Afghanistan; in tuta mimetica; che parla di partigiani suoi amici o parenti e giura che un non precisato aumento di libertà in Afghanistan c’ entrerebbe qualcosa con loro (intanto così ha sgamato tutte le interviste, vigliaccheria grandissima).
Qualche mese fa una avversaria renziana di Cofferati, Paita, ha vinto in Liguria primarie cugine di quelle che in Campania hanno proiettato De Luca in orbita ; Paita le ha vinte grazie anche ad un esercito di Zingari, Marocchini, Cinesi, fascisti e
forzaitalioti indigeni (in primis scajolani), variamente prezzolati e in vari casi entrati con telefono cellulare dentro il seggio. Grazie Liguria, oggi godo come un porco

Codice77
Solo in Campania il centro dx ha perso 665.600 voti (valori assoluti) rispetto le precedenti regionali, mentre il Pd circa 217.000, mentre i 5S ”insignificanti” sono passati da 39.000 preferenze nelle regionali del 2010 a oltre 400.000.
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PERCHE’ ACCUSARE LA BINDI?
Viviana

La Commissione antimafia è formata da 25 deputati e 25 senatori.
Se è stata riunita solo all’ultimo mese questo non è certo colpa della Bindi ma ciò è stato voluto espressamente da Renzi per rendere difficili i lavori. Renzi ha costretto un gruppo di 50 parlamentari ad esaminare in un solo mese la bellezza di 4000 candidati. Avrebbe potuto dar loro più tempo, se solo avesse voluto, visto che i candidati si conoscono da tempo. I candidati impresentabili erano 100 e se la commissione si è ristretta a indicarne 17 vuol dire che è stata di manica larga.
La Bindi da sola non avrebbe potuto fare niente ma ha raccolto la serie di fatti che sono stati esaminati dai 50 e ha sintetizzato il risultato finale così come si fa in una giuria.
La Commissione ha esaminato dati processuali che sono pubblici ma non conosciuti dalla gente e la Bindi non ha fatto che seguire seriamente le regole di esame previste dalla legge.
Chi parla di vendetta politica ha, come ha detto Fava, l’anima nera come la pece.
Quanto successo dimostra solo che siamo ormai in un palese stato di illegalità, parificabile al Far West dove la legge la fa il più forte e non importa se è un criminale.
Alcuni difendono De Luca quanto rinunciò in un suo processo alla prescrizione. Non so perché alcuni credano che la prescrizione sia uguale all’assoluzione. Non so nemmeno perché tentino di far passare De Luca come un eroe per aver rinunciato alla prescrizione. In realtà è anche falso che lo abbia fatto. Nel caso dei versamenti di liquami, De Luca dichiarò di non essere stato lui a richiedere la prescrizione, come asserivano certi esponenti politici, ma che era stata una scelta del tribunale giudicante, dopo dieci anni di processo. Cioè lui non l’ha chiesta e gliel’hanno data ‘ad honorem’!!! Insomma, prima fanno leggi per allungare a dismisura il processo, poi, siccome il processo dura da troppo tempo lo chiudono senza danno per l’imputato. Un bel modo di esercitare la giustizia!!

MA CON CHI HA VINTO DE LUCA?
Ha imbarcato demitiani e cosentiniani, fascisti, neonazisti e camorristi. E’ di questa vittoria che i piddini esultano? Ognuna di queste fazioni reclamerà i suoi diritti. Davvero una bella compagnia! Abbonando anche i Casalesi. Ci troviamo gente del clan Schiavone. Senza perderci personaggi indagati per voto di scambio. Ma quanto sarà costato questo voto a De Luca? Dice che ha migliorato Salerno. Ma fammi il piacere! Ormai siamo alla feccia che si raduna sul fondo del pozzo.
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Alessandro
Abbiamo visto chiaramente che Renzi è stato disponibile a candidare chiunque, purché portatore di voti. Venuto quasi dal nulla, con gli 80 euro si è pagato la campagna elettorale alle europee a maggio 2014. Ma Renzi per dare 80 euro a pochi, e cioè solo ai possessori di busta paga, e non agli esodati, ai disoccupati, ai giovani, ai pensionati, ha tagliato ai Comuni 6.9 miliardi di euro e, a ottobre, per dare 80 euro alle neo mamme ha tagliato altri 4 miliardi di euro alle Regioni. Quindi un totale di 11 miliardi di euro. I Comuni e le Regioni, per compensare i tagli, hanno aumentato la Tasi, la Tari, l’Ici, l’Irpef e tagliato i servizi. Gli Italiani hanno pagato più tributi regionali e comunali e hanno avuto meno servizi pubblici essenziali: treni regionali, trasporti, ticket, servizi sanitari a pagamento, asili, mense scolastiche, servizi agli anziani, agli handicappati.
Gli stessi percettori hanno restituito gli 80 euro… con gli interessi. Inoltre, il governo Renzi per compensare gli 11 miliardi di euro, con la manovra finanziaria di dicembre, ha aumentato le tasse di 11 miliardi, cioè un terzo della manovra finanziaria di oltre 30 miliardi. Gli 80 euro gli Italiani dunque li hanno pagati tre volte: con i maggiori tributi comunali, con i maggiori tributi regionali, con i tagli sui servizi pubblici comunali e regionali, con 11 miliardi di tasse dello Stato… e con l’Imu agricola, l’aumento dei ticket sanitari e la riduzione delle esenzioni per i malati cronici.
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Marx 2
Dire che il Pd ha vinto cinque a due è vero, ma non si può tacere che ha preso una batosta poiché HA PERSO PIU’ VOTI DI TUTTI : 2.143.003 in un solo anno e solo considerando sette Regioni. Dopo di che ognuno tiri la coperta dove gli pare.
Quei voti sono andati al Movimento 5 stelle? Manco per idea poiché il M5S ha subito una contrazione di voti pari a 1.956.613 rispetto al 2013 e 893.541 rispetto alle europee 2014 (-40.4 %). Forza Italia ha perso a sua volta quasi 2 milioni di voti sul 2013 (-1.929.827) e quasi 1 milione rispetto al 2014 (-840.148). E per quanto riguarda la Lega è pur vero che essa aumenta di 402.584 rispetto al 2013 e di 256.803 voti rispetto alle europee 2014, ma complessivamente, pur tenendo conto delle liste civiche, MANCANO ALL’APPELLO MILIONI DI VOTI.

COME FAR CADERE RENZI IN TRE MOSSE
Paolo Flores d’Arcais

Se nel Pd c’è ancora qualche testa pensante anche vagamente sensibile ai valori di “libertà e giustizia” che definiscono la sx (due condizioni che escludono d’emblée Bersani, D’Alema e compagnia cantando) già avrà individuato il “che fare”. In tre mosse.
Primo: far cadere Renzi in una delle numerose fiducie che sarà costretto a porre per far passare in parlamento le sue pimpanti controriforme.
Secondo: chiedere allora un immediato congresso del Pd, con le stesse modalità e procedure che portarono Renzi a impadronirsi del partito, partecipazione/iscrizione dei cittadini anche al momento del gazebo, ecc.
Terzo, in contrapposizione a Renzi candidare per la segreteria del Pd Maurizio Landini, e parallelamente chiedere al Presidente Mattarella che al posto del governo sfiduciato, anziché sciogliere le camere, venga insediato un governo di “tregua repubblicana”, affidato tutto a personalità della società civile e capace di ottenere le convergenze autonome di parlamentari Pd, M5S e altri “volenterosi” sul programma e la credibilità dei ministri preposti a realizzarlo.
La razionalità di questo “che fare” non è difficile da riscontrare.
Renzi si accinge a completare la distruzione del Pd mutandolo in comitato elettorale personale, intenzione che del resto non aveva mai occultato. La sua politica, per profonda convinzione, è quella di realizzare la contro-rivoluzione di liberismo autocratico vagheggiata da Berlusconi ma restata in panne per i conflitti d’interesse e i crimini nell’armadio (sfociati finalmente in una condanna definitiva, dopo le tante sventate da leggi ad hoc e inciuci) e soprattutto per l’ondata di lotte civili, sociali, d’opinione, con cui la parte migliore della società civile ha saputo fare argine. In realtà il progetto politico di Renzi è la marchionizzazione del paese e delle istituzioni, e la contro-riforma della scuola ne costituisce la più luttuosa evidenza.
Renzi è in questo momento debolissimo, malgrado il fumo negli occhi della quasi totalità dei mass media. In un anno ha perso la metà dei consensi. La metà, il 50%, un voto su due rispetto al bottino elettorale delle europee! 2 milioni di voti solo nelle sette Regioni in cui si è votato. In proiezione nazionale sono cinque milioni e mezzo. Un dissanguamento da mattatoio. In un solo anno: quello che passa il mirabolante e il miserabile. Perdere in un anno un voto su due non è una “non sconfitta” o una “non vittoria”, è un tracollo, una disfatta, una gogna e rottamazione civica impietosa.
Che quanto resti di “opposizione” nel Pd non colga l’attimo è squallido.
Lucidità vuole che esca di scena.
A Landini può riuscire l’Opa sul Pd.

Pierfranco Pellizzetti

2014, Matteo Renzi stravince le elezioni europee avvolgendosi in un’aura di tracotante invincibilità. Dopo un anno, le regionali ci riconsegnano il Superbone di Rignano sull’Arno notevolmente ridimensionato. Così come vengono ricondotte alla giusta dimensione di tappezzeria puramente decorativa le soavi viperette del suo harem (Boschi, Madia e Serracchiani, con l’intermittente apporto della veterana F35 Pinotti), che per tutta la campagna elettorale sono state in tourné canoro-cinguettante; lasciando al passaggio tracce devastanti nel corpo elettorale.
Un esito che qualcuno nell’entourage del Premier aveva prefigurato…
In apparenza l’esito per i colori renziani è stato migliore di quanto paventato: 5 presidenze conquistate a 2. Ma è una mela avvelenata. De Luca docet. E con De Luca scompare ogni pretesa credibilità di rottamazione.
Emiliano vince in Puglia con un profilo dichiaratamente alternativo al modello renziano. E lavorerà a un “modello Puglia” con cui conquistare ruolo nazionale in conflitto proprio con il proprio boss, tanto di partito come di governo. Difatti non è casuale l’apertura fatta al M5S a urne non ancora chiuse, invitato a cogestire le questioni ambientali.
E le minacce per Renzi provengono più qui che dai civatiani, vendoliani o rifondaroli. Per non parlare dei cuperliani e altri tremuli lunari. Mentre Bersani partecipa fuori concorso al premio “coniglio dell’anno” dopo le “benemerenze” acquisite con la trasferta genovese a sostegno della Paita.
Del resto anche la candidatura ligure della Paita, renziana dell’ultima ora e burlandiana da sempre, è stata più subita che voluta; nella sempiterna logica cinica che l’importante è solamente vincere. E la Paita sembrava vincente, anche per le spregiudicatezze che aveva messo in mostra nello sgarrettare il notabile anti-renziano Sergio Cofferati (poi allontanatosi sdegnato da quel partito che gli andava benissimo quando lo mandava a svernare a Bruxelles). Piaceva al Renzi sprezzante lo stile comunicativo paitiano; una via di mezzo tra Crudelia Demon e il pugile russo di Rocky IV, quello del “ti spiezzo in due”. Ma la gente ligure non ne poteva più di questa arroganza, coniugata con l’inettitudine e tradotta in alluvioni mortali.

Si è creato così un bel pasticcio: ora il governatore Toti non ha i voti per governare, ma troverà difficile riproporre l’antico schema degli accordi sottobanco con il PD, che hanno retto per decenni in Liguria (“il patto dei due Claudio”, Burlando e Scajola) perché l’azionista di maggioranza della sua componente è la Lega, recalcitrante nei confronti del consociativismo sottobanco.
E allora? Anche qui il vincitore politico è il M5S, che si posiziona come unica alternativa al PdR (Partito di Renzi), anche grazie all’Italicum che contrappone partiti e non coalizioni. Alla faccia di un B sempre più marginale. Il M5S – tra l’altro – ha messo in mostra una nuova classe dirigente locale che cammina con le proprie gambe, libera dalle tutele dei Padri Fondatori. Il problema è quello di elaborare strategie alla Podemos per uscire dall’isolamento politico che ha reso sinora sterile e – al limite irrilevante – la presenza pentastellare.
Potrebbe essere cartina di tornasole la risposta che verrà data all’offerta di Emiliano. Se si comincerà a incidere o si continuerà a trincerarsi nel fondamentalismo talebano della purezza.

Alessio Sbini
I blog li hanno tutti ormai, anche persone che pesano in ogni tematica, dalla scienza, all’economia. Dicono cose e fanno informazione. E così moltissimi esperti di ogni categoria. Oggi creare un programma, una proposta politica, un’alternativa è facilissimo.
I 5 stelle sono stati il primo movimento politico europeo a comprendere questo principio e a farlo proprio.
E son gli altri, come Podemos, ad aver imparato dai 5 stelle. Se alleanza deve essere, che sia sulle idee, sull’oggetto del fare politica, e non sui soggetti.
Cosa condivide, nei fatti, Emiliano del nostro programma della Puglia? Qualcuno glielo ha chiesto? Perché anche in campagna elettorale, ha flirtato parecchio, ma non ci ha mai risposto.

LO CHIAMAVANO IMPUNITA’
Marco Travaglio

Ci sono un aspetto grottesco e uno serio, nella denuncia sporta ieri da Vincenzo De Luca contro Rosy Bindi “per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d’ufficio” presso la Questura di Salerno situata –come sottolinea il sindaco decaduto e neo governatore decadente – “in piazza Giovanni Amendola (martire della libertà)”.
L’aspetto grottesco è nel fatto che un condannato in primo grado per abuso d’ufficio e per diffamazione, nonché imputato in altri processi con accuse anche più gravi, si paragoni ad Amendola e denunci la presidente della commissione parlamentare Antimafia, incensurata e mai indagata in vita sua, accusandola di entrambi i suoi stessi reati, solo perché ha riepilogato il suo curriculum giudiziario. Come uno che si fa un selfie con l’iPhone, scopre di avere la faccia da culo e corre a denunciare la Apple. L’aspetto serio è che mai, prima d’ora, un presidente dell’Anti-mafia era stato denunciato per un atto compiuto nell’esercizio delle sue funzioni, per giunta da un esponente di spicco del suo stesso partito, per soprammercato dal partito che – a torto o a ragione – è erede di due tradizioni politiche che alla mafia hanno pagato un pesantissimo tributo di sangue: la comunista (con Pio La Torre e tanti sindaci e sindacalisti) e la cattolico-democratica (con Piersanti Mattarella e tanti altri).
L’altro giorno, quando la Bindi lesse l’elenco dei 16 impresentabili nelle liste delle Regionali e De Luca annunciò querela, Renzi se la cavò con un pilatesco “Se la vedranno fra loro in tribunale”. Ma ora qualcosa deve dire. Come presidente del Consiglio e come segretario del Pd. Il governo e il Pd da che parte stanno? Da quella della commissione parlamentare che, fin dai primi anni 60, ha il compito istituzionale di investigare sui rapporti fra mafia e po-litica e dal 2007 si è data un Codice etico votato da tutti i partiti, ribadito nel settembre 2014, che li impegna a non candidare membri di giunte sciolte per mafia, soggetti sottoposti a misure di prevenzione e personaggi rinviati a giudizio per mafia, traffico di droga e di rifiuti, delitti contro la Pubblica amministrazione, estorsione, usura e riciclaggio? O da quella di un gerarchetto locale che ha più processi che capelli intesta, che si candida a cariche che non può ricoprire in spregio alle leggi dello Stato e non perde occasione di vantarsi dei suoi capi d’imputazione e persino delle sue condanne (“chi non ha almeno un abuso d’ufficio è una chiavica”)? Le chiacchiere stanno a zero: o di qua o di là. O ha ragione De Luca, e allora il Pd deve espellere la Bindi e chiederne le dimissioni dall’Antimafia
Oppure ha ragione la Bindi, e allora dev’essere cacciato De Luca: non solo dalla Regione (per la legge Severino), ma anche dal partito. Questa non è una bega di ballatoio o uno “scontro”, come oggi titoleranno i giornali paraculi per non chiamare col loro nome l’aggressore e l’aggredita: è un conflitto istituzionale ai massimi livelli fra chi rispetta la legge e chi la calpesta. De Luca, avendo fatto pure il parlamentare, sa benissimo che la sua denuncia finirà nel nulla, per un fatto sia di regole sia di merito.
L’art. 68 della Costituzione dice che “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. È l’unica forma di immunità parlamentare legittima e doverosa, quando davvero l’eletto parla nella sede e nell’esercizio delle sue funzioni, come ha fatto la Bindi venerdì elencando i candidati in conflitto con il Codice etico dell’Antimafia. Il merito dice che la presenza di De Luca nell’elenco era scontata e doverosa, essendo stato rinviato a giudizio per due reati contro la Pubblica amministrazione (concussione e truffa): la Bindi avrebbe commesso reato di abuso d’ufficio escludendolo, non certo inserendolo.
L’attentato ai suoi diritti politici costituzionali è una barzelletta: De Luca non aveva alcun diritto di candidarsi a governatore della Campania, sia per il Codice etico dell’Antimafia che esclude dalle liste gli imputati per reati come i suoi, sia per la legge Severino che impone la sua decadenza appena poggerà le terga sulla poltrona più alta della Regione. È semmai De Luca che ha violato i diritti costituzionali degli altri candidati e anche degli elettori campani, chiedendo e prendendo voti per un incarico che mai potrà svolgere. Quanto infine alla diffamazione, è un reato impossibile: la Bindi non ha fatto altro che fotografare il processo Ideal Standard che vede De Luca imputato per quei due reati. Quindi: il processo non si farà mai, per via dell’insindacabilità della Bindi; ma, anche se si celebrasse, con la tragicomica sfilata dei commissari dell’Antimafia interrogati sui poteri della commissione, finirebbe in un’assoluzione certa, perché la Bindi non può aver commesso nessuno dei tre delitti indicati nella denuncia.
Perché allora De Luca s’è avventurato in una lite tanto temeraria? Per affermare un principio malato, di chiaro stampo berlusconiano: le leggi valgono per gli altri, non per lui; chi viene eletto è al di sopra della legge e della Costituzione; le urne sono un lavacro che sana ogni illegalità, amministrativa e anche penale, come il medievale “giudizio di Dio”. Dunque – sottinteso – l’Antimafia avrebbe dovuto pubblicizzare tutti gli impresentabili tranne De Luca, che ha imputazioni più gravi di altri, ma è intoccabile in quanto unto del Signore. È su questi principi che il premier-segretario deve esprimersi, e alla svelta. Se non lo farà, saremo autorizzati a dedurne che in Italia non solo Berlusconi si ritiene al di sopra della legge: ma anche il governo e il Pd. Che a questo punto potrebbe anche cambiare nome in Pdl:
Partito De Luca.
Ps. Se poi il presidente Mattarella volesse eccezionalmente dire due parole anche lui…
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CON L’ITALICUM CI SARA’ DA RIDERE
Viviana

Nessuna coalizione, ogni lista si presenta da sola, sbarramento al 3%, la lista che prende anche un solo voto in più ha la maggioranza. Se prende più del 40% (ma la vedo difficile) prende il potere, sennò i due partiti più votati vanno al ballottaggio.
Il Pd è al 29,6%. Il M5S al 16 e al massimo può arrivare al 20. Se Berlusconi raduna Salvini e la Meloni ha il 32,2 % e va al ballottaggio. Lo vedo male in questa frangente il Renzi. Se Berlusconi non riesce a fare il partito unico con Fratelli d’Italia e Lega, il ballottaggio lo fa Renzi con il M5S. E a quel punto tutto sta nelle mani di quel 50% che non ha votato.
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TRAVAGLIO osserva che il grande effetto vincente di Renzi in realtà non c’è stato.
Anche 5 anni fa con Bersani 5 Regioni andavano al csx e 2 al cdx.
In cambio Bersani prese 1 milione di voti in più (e allora il csx non aveva ancora raso al suolo i suoi alleati)
Se paragoniamo questi risultati alle Europee va anche peggio. Renzi ha perso 2 milioni di voti in un solo anno.
”Questa è la prima elezione dopo 16 mesi di governo; e il premier e i suoi ministri si sono spesi allo spasimo in campagna elettorale. Soprattutto per le due uniche candidate renziane: la Paita, stesa da tal Toti, e la Moretti, asfaltata da Zaia. vincitori, invece, o rappresentano la vecchia “ditta” (Rossi in Toscana, Marini in Umbria, Ceriscioli nelle Marche), o hanno giocato e vinto da soli (Vincenzo De Luca in Campania e Michele Emiliano in Puglia).
Nel 2000 il centrosinistra perse in 8 regioni su 15 e il premier D’Alema si dimise all’istante. Ora la situazione è diversa, ed è una sciocchezza chiedere le dimissioni del governo. Ma è sciocco anche dire che non cambia nulla. Intanto gli italiani avvertono il premier che non sono soddisfatti del suo primo anno a Palazzo Chigi, tutto chiacchiere e distintivo. Eppoi l’arroganza dell’uomo solo al comando non paga, anzi spaventa. Tantopiù se un elettore su due non va a votare. In Spagna vince Podemos, in Italia trionfa Astenemos. Con che faccia Renzi riforma da solo la legge elettorale, lo Statuto dei lavoratori, la scuola, financo la Costituzione col 25% dei votanti, pari al 13 dei cittadini attivi? Chi rappresenta poco più di un italiano su 10 non può comportarsi come l’idolo delle masse.
Paradossi. Renzi perde nelle due regioni dove più avrebbe voluto vincere, mentre strappa alla destra l’unica regione che le avrebbe volentieri lasciato: la Campania. Lì ora gli tocca dichiarare decaduto De Luca e spiegare perché mai ha candidato e sostenuto uno che non può governare, avviando una battaglia di carte bollate destinata a screditare più Matteo che don Vincenzo. La classica vittoria di Pirro, anzi di pirla.
Alibi. Anziché fare autocritica sui candidati sbagliati in Liguria, Veneto e Campania e sull’agenda sballata del governo, Renzi parla di “gufi e masochisti” della sinistra che gli avrebbero rubato la Liguria. Se questi gaglioffi sapessero far di conto, scoprirebbero che Toti ha staccato la Paita di 7 punti, mentre di suo Pastorino ha portato a casa il 4%. E poi: se il Pd passa dal 40,8 al 25 su scala nazionale, tallonato in molte regioni e città dai 5Stelle, e perde 2 milioni di voti in un anno, sarà mica colpa dei 62 mila elettori di Pastorino? Forse la colpa è di un partito che ha smarrito la vecchia identità, senza costruirsene una nuova, e anzi mettendo in fuga con le scelte di governo pezzi del suo blocco sociale (insegnanti, studenti, lavoratori, sindacalisti, società civile sensibile alla legalità). E poi: se davvero la sconfitta in Liguria fosse colpa di Pastorino, dunque non conta, allora non varrebbe neppure la vittoria in Campania, che sarebbe merito di De Mita e delle liste impresentabili, senza i cui voti De Luca avrebbe perso con Caldoro. O De Mita e l’ex sputacchiere Barbato sono due architravi del “nuovo Pd”?
Partito della Nazione. Il sogno (o l’incubo) di un partitone centrista e postideologico tipo Dc, che si piazza al centro e catalizza voti da destra e sinistra, esiste solo nella fantasia malata di chi l’ha concepito. Gli elettori continuano a dividersi in tre blocchi equivalenti: centrosinistra, centrodestra e incazzati grillini. Il che rende ancor più demenziale il premio di maggioranza dell’Italicum che regala il 55% della Camera alla prima lista, magari al di sotto del 30% dei voti validi (cioè del 15% degli elettori). E il record di astensionismo fa delle regioni l’istituzione più screditata e meno rappresentativa: la meno indicata per nominare i futuri senatori.
5Stelle. A ridosso del Pd in diverse regioni e città, il M5S smentisce chi lo dava per morto. Merito di alcuni suoi esponenti capaci di rendersi credibili dopo la ritirata mediatica di Grillo e Casaleggio. Ma anche merito del governo, che alimenta la speranza di qualcosa di radicalmente diverso. A lungo andare, però, vincere senza governare può stufare chi crede nel Movimento, che ora più che mai è a un bivio: porsi il problema delle alleanze, misurarsi con la difficile sfida dell’amministrazione e smentire la propaganda del “voto inutile”. Una sfida che potrebbe arrivare prima del previsto, se a Toti non bastassero 16 consiglieri su 30 e si rivotasse in Liguria e/o in Campania: un approccio sui contenuti con la sinistra landinian-civatian-cofferatiana pare l’unica strada.
Forza Lega. Salvini si aggiudica il derby con FI, ma senza B non vincerebbe da nessuna parte, salvo il Veneto (dove però candidava il più rassicurante Zaia) e forse la Lombardia. FI, pur al suo minimo storico, si salva dall’estinzione: che, per un partito senza leader, senza idee, senza programmi e senza senso, è già un trionfo. Quindi Lega e FI sono condannate alle nozze o alla testimonianza. E quel che resta di B, che pure ha perso la supremazia a destra, avrà ottimi argomenti (numerici e finanziari) per contare ancora qualcosa al tavolo delle trattative con l’altro Matteo. Anche perché il suo cerchio magico ha vinto con Toti e ha rimesso in riga i nostalgici del Nazareno, Fitto e Verdini, che col dimagrimento di Renzi stanno – se possibile – peggio di B Il quale potrà “investire” un volto più giovane e spendibile di lui e sperare che intercetti su scala nazionale quegli elettori di centrodestra che non voterebbero mai nessuno dei due Matteo (modello Liguria).
Sinistra. È ancora un mondo senza leader: Civati è troppo debole, Cofferati troppo “ex”, Vendola è troppo screditato. Ma, se magari Landini si decidesse al grande passo, troverebbe un suo elettorato, in grado anche di ringalluzzire gli antirenziani rimasti nel Pd. Anch’essi sono in cerca di un leader che non puzzi di ditta e di muffa. Ma il loro peso contrattuale da oggi aumenta: col Pd sotto il 30%, un’eventuale scissione costringerebbe Renzi a porsi un problema finora inimmaginabile: il rischio di diventare il secondo partito alle elezioni politiche. Tantopiù che ora qualcuno potrebbe sfidare la sua leadership, smontando la famosa “mancanza di alternative” con un progetto neoulivista.
Informazione. Come sempre arroccati nei loro palazzi, spesso coincidenti con il Palazzo, i giornaloni avevano capito poco o nulla. Davano Renzi per imbattibile, gli accreditavano consensi oceanici grazie alle mirabolanti “riforme”, irridevano a chiunque non baciasse la sua sacra pantofola. E lui, poveretto, ci aveva creduto.

RIDIAMARO :- )

Pirata 21

De Luca :”Renzi ha chiaramente definito la Severino un problema superabile”. Come del resto la Costituzione.
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Acid rain
Grasso: “La commissione Antimafia si è data delle regole”. Tipo ‘fatti li cazzi tua’.
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Viviana
La maggioranza PD attacca la Bindi: “Viola la Costituzione”.
La Costituzione chi?
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Marcthulhu
Renzi:”Non ci sono impresentabili nelle liste del Pd”. Questa me la appiccico accanto alla buona vecchia “La Mafia non esiste”.
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EnricoCameriere
Renziani: “La Bindi viola a costituzione.” Accusata di vilipendio di cadavere.
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Triplio
Questa la situazione:
Gli “impresentabili” sostengono candidati PD o PDL
Nelle liste del M5S abbondano gli “improponibili”.
Tra i leghisti ci sono gli “inconcepibili”
Nelle liste sostenute da Civati troviamo tutti gli “incomprensibili”
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Pirata 21
Il Pd si scaglia contro le regole dell’antimafia da loro stessi votate. Tipo quando attaccavano Berlusconi ma poi gli paravano sempre il culo.
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Pirata 21
Regionali in Veneto, Alessandra Moretti si presenta senza il simbolo del Pd. Non si abbinava con il vestito.
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Salvini: “È finita per le mummie”. Ora è il turno dei mostri.
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Rossi: ”Nel Pd bisognerà parlare di qualcosa”. Almeno non si annoiano mentre fa tutto Renzi.
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Batduccio
Rossi: ”Nel Pd bisognerà parlare di qualcosa”. “Visto che bel sole oggi?”.
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Notturno concertante
Renzi: “Nessuno può darmi lezioni di legalità”.
Avrebbero lo stesso risultato di quelle di inglese.
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Xanax
Suicidio dentro un seggio elettorale. Il voto attribuito al PD.
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Murcielago
Emiliano: “Offro una poltrona al M5S”
Emiliano: “Ho bisogno di Renzi”.
M5S: rifiuta l’offerta di Emiliano.
giovani, incapaci, gurudipendenti, tutto quello che si vuole: ma almeno non schizofrenici e piglia culi
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Pirata 21
Il Pd ha perso 2 milioni di voti rispetto alle europee. E’ che si lavora così tanto con il Jobs act che non c’è stato il tempo di andare a votare.
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ReNudo
Uno su due non ha votato. Che poi è quello che si lamenterà per i prossimi 5 anni.
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a Mazed
Il M5S rifiuta l’assessorato regionale all’ambiente. Peccato perché in Puglia sarebbe stato un lavorino tranquillo tranquillo e facile facile.
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Edelman
Disastro per la Moretti in Veneto. È la depilazione definitiva.
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Marcthulhu
Due milioni di elettori in fuga da Renzi. Dal partito pigliatutto al partito perdimolti.
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Murcielago
La Moretti parla di esperienza “più importante” della sua vita.
farsi trombare in 24 ore da 1.107.145 veneti non è certo cosa che le potesse passare inosservata
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Marcthulhu
Renzi parla dopo il voto: «In periferia non abbiamo dimostrato il cambiamento». Se è per questo nemmeno in centro.
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MASADA n° 1654 4-6-2015 POESIA E TEATRO – EMANUELA FERRARI

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MASADA n° 1654 4-6-2015 POESIA E TEATRO – EMANUELA FERRARI

25 anni, Acquario, laurea magistrale in lettere (indirizzo moderno), tre anni di corso teatrale.

Un nome, una poesia.

VIVIANA

La via della pianta per una vita vera e non vana
E’ presente già nel tuo nome
Viviana:
E’ una falce innamorata
Che recide
Le salde radici
Per perdere l’equilibrio
E
Spiare
La precarietà di se stesso,
Contadino solitario
Che semina speranza
E non teme
La condizione del bocciolo
Ma con vividi occhi
Aspetta.

RECENSIONE DELLO SPETTACOLO TEATRALE “LA PERSECUZIONE E L’ASSASSINIO DI JEAN-PAUL MARAT”

Rappresentato dagli internati dell’ospedale di Charenton sotto la guida del marchese di Sade.
Sabato 26 ottobre 2014. Ore 20.00. Arena del Sole.

Una rete divide noi, spettatori, da loro, attori. Non c’è sipario: il segnale che indica l’inizio della messa in scena è il lento rotolare della luce bianca in un’onirica penombra. E così, ecco che spalle e capelli dinanzi a me divengono ombre statiche pronte a scomparire e tutti ci mutiamo in voyeurs, curiosi di sbirciare il brulichio della seconda vita creata dal teatro.
Dopo pochi istanti mi rendo conto di non trovarmi affatto in una seconda vita, ma in un sistema di scatole cinesi; lo spettacolo è, infatti, metateatrale: il dramma in musica si svolge in un ospedale psichiatrico giudiziario di inizio Ottocento e i suoi attori sono i pazienti di Charenton, manicomio dove Sade venne realmente rinchiuso tra il 1801 e il 1814 ; all’interno di questa cornice il Divin Marchese (interpretato da Nanni Garella) allestisce uno spettacolo che narrerà vita e morte di Jean Paul Marat.
Un’interprete-infermiera introduce i personaggi e viene a sedersi in mezzo al pubblico: come noi, si rende testimone. Il suo compito è riportare l’ordine quando i pazienti di Charenton, al suono della parola “Libertà”, iniziano a vaneggiare e a toccare avidamente la rete. Rappresenta il duro principio di realtà che soggioga i sogni quando le parole di una battuta appresa a memoria mostrano di non essere solo suono, ma di conservare in sé una forte carica esplosiva capace di innescare nei pazienti la consapevolezza. La consapevolezza di essere chiusi in gabbia, di essere privi della liberté proclamata a gran voce dai Girondini della Rivoluzione francese.
Perché questo spettacolo è, prima di tutto, una riflessione sulla libertà. Chi ha ragione, il radicale rivoluzionario Marat o l’aristocratico nichilista De Sade? La disputa rimane aperta, non ci troviamo né all’Inferno né in Paradiso, ma in un Purgatorio, “un luogo in cui le azioni umane possano ancora, prima della catastrofe, cambiare le regole di un mondo sbagliato, possano ancora perseguire l’utopia di guidare gli oppressi verso la liberazione e la salvazione” (Nanni Garella).
Restano delle domande.
Marat, simbolo della rivoluzione, viene ucciso. È la fine della speranza? La libertà affoga forse con lui, in una vasca piena di sangue? Cosa sarebbe accaduto se Charlotte Corday (interpretata da Laura Marinoni) non avesse bussato alla sua porta? Se non avesse alzato in aria il suo pugnale?
E sentiamo il ghigno indifferente dell’aristocratico De Sade, il pensatore libero, colui che va fuori dagli schemi e svela in anticipo a Marat chi è destinato a diventare.
Ma se Weiss terminava il suo dramma con grida e un esercito di attori schierati come in una guerra, Garella conclude con sorrisi, abbracci, balli e la voce di John Lennon che canta All you need is love.
Perché la libertà è tale se siamo consapevoli dell’oggetto per cui combattiamo, come lo sono gli attori dell’associazione Arte e Salute, che recitano in questa pièce.
È tale se ci liberiamo delle catene che disegnano sbarre dentro la nostra mente.
Se ci dedichiamo con amore ad un obiettivo.
Se nel nostro piccolo compiamo un gesto utile a cambiare il pensiero.
Fare teatro con un gruppo di pazienti psichiatrici che combattono per denunciare le condizioni degli internati nei manicomi è, a mio avviso, un atto d’amore rivoluzionario.

Di: Peter Weiss
Adattamento e regia: Nanni Garella
Con: Laura Marinoni, Nanni Garella, Nicola Berti, Giorgia Bolognini, Luca Formica, Pamela Giannasi, Maria Rosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi
Musiche originali: Saverio Vita
Luci: paolo Mazzi
Costumi: Elena Dal Pozzo
Regista assistente: Gabriele Tesauri
Assistente alla regia: Nicola Berti
Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Associazione Arte e Salute onlus

Riporto anche le parole scritte sul libretto di sala da Laura Marinoni perché trovo che siano piene di verità:

L’ATTORE è UN MATTO
di Laura Marinoni

Quando ho accettato di far parte del manicomio di Charenton, immaginavo mi aspettasse una straordinaria esperienza umana, a contatto con persone che vivono quotidianamente la diversità. I primi giorni avevo paura. Paura che le mie fragilità potessero esplodere, paura di dover disimparare a stare in scena per recitare la mia patologia, per trovare un’altra verità nel senso di rappresentarsi. La sorpresa più grande è stata invece la sensazione di accoglienza, di calore umano, la semplicità delle relazioni. Mi sono sentita a casa, fin dal primo momento, tra persone capaci di sensibilità, generosità, ascolto, ironia. Gente che fa il teatro con la pancia, come un gioco. Come piace a me. Che reagisce alle emozioni e si deve emozionare per agire.
Quanto teatro dovrebbe imparare da loro!
Osservandoli da vicino, al di qua della grata, ho capito che non c’è nessuna differenza tra di noi, senza retorica, senza complessi.
L’attore è un diverso, un’anima fragile e magnetica, un essere che fugge la quotidianità, che fa i conti con la solitudine e con la ricerca della verità. Per la società, in poche parole, è un matto a tutti gli effetti.
Il “matto” è una persona speciale, usa il suo corpo interamente, senza sovrastrutture, si esprime con una sincerità senza sconti. E c’è una tale dolcezza che aleggia intorno alle prove, mentre ognuno sente la necessità di affermarsi come essere unico e misterioso, in una commovente solidarietà di gruppo.
Ecco che in un baleno mi è tutto chiaro. Non devo fare niente di strano.
Il matto è un attore e l’attore è un matto.

SOLITUDINE

Al tramonto il cielo si veste
di coppie di colori
e il Sole, stanco di se stesso,
si china sulla Terra
in un abbraccio.
Laggiù due finestre agghindate
timidamente
si accendono d’amore.
Per me quando cala sera
c’è il buio ad abbracciarmi
c’è la luna, anche lei sola,
c’è la notte con i sogni.
Palpebre nel nero finalmente,
si stagliano binomi sullo sfondo:
il gatto spalanca braccia di uomo
e intreccia le dita intorno al collo.
Ma all’alba il sole
invadente
strappa il mio corpo dal sogno;
e il gatto sulla sedia
dorme
nella casa vuota.

PUNTI PAZZI

Sedute in diagonale
tracciamo discorsi obliqui,
paralleli a questa società di sterili “i”
e figli d’azione.
Incrociamo occhi che sono
punti pazzi
guizzati fuori dall’orbita razionale che li conduce avanti.
Arrestiamo il tempo giustificato
di i e di a
e congeliamo sogni di madelaines e alberi di limone.
Impazienti, stormi di punti impazziti si eclissano, intermittenti,
emettendo stridule grida
i-a-i-a-i-a

Tutti vediamo lo stesso cielo, ora.
Una notte di lettere infinite in ascolto,
ferme a godersi finalmente.

POESIA SULLA TESI

Sbuf sbuf
sbuffa
È un treno che
Non riesce a partire
Si arresta sul binario
Numero 55
E cancella
Con il freno
Della sua nera
Tastiera
Il percorso tracciato,
La tabella di marcia,
la bianca freccia
che indica il passato,
la pagina si svuota
di un’altra
la pagina si
svuota
di UNA
TRAGICA
VITALE
riga
55, 54
Ctrl C, Ctrl V
X X X
La stazione annuncia
Il ritardo del treno
E io, pendolare,
incollo e cancello
pagine bianche.
L’orario di arrivo
Si allontana
E io scrivo brutte poesie
Sui binari morti e
sgomenti,
che distesi sotto
pesantissimi sassi
aspettano,
sbuffando,
che il tempo
lento del treno
del binario 55
in una riga
passi.

POESIA LIQUIDA

Sbagli! Sbagli! dice. Poi mi regala
occhi lucidi e neri
e un elefante graffiato,
compagno da sempre
di corni da streghe e gatti fatati.
Sbagli!
(Sbaglio?)

Nel silenzio del testimone offeso
ascolto quegli occhi

(di ricordi stracciati).
Sbagli, ancora, e sempre, sbagli:
ma dietro le sue mani maldestre
(tra le pieghe)
si nasconde
la malinconia di una poesia.
Ci si vuole bene così.
Ci si vuole bene
tra
gli
spazi,
nelle virgole che ci trascinano avanti,
scivolando tra gli elenchi.
E quando dietro ai due punti:
INCOLLERITI!!
la spiegazione è un abbraccio
di parentesi,
i punti esclamativi
tremano di rossore,
quelli interrogativi
chiedono silenzio
e
nonesistonopiùpausetraleparoleenemmenolavoce
ma solo
due paia di neri e lucidi
occhi
pieni di stelle e
ricordi stracciati
che nella Babele dei linguaggi
liquidi e molli
muti si parlano.

La poesia “Temptation” è ispirata alla canzone omonima tratta dal film “Estate violenta” (1959) di Zurlini. Dunque non descrive tanto il film, ma è un’impressione derivata da un insieme di sensazioni date da una musica ipnotica, da un filo invisibile di sguardi e dal mistero creato dalla notte. Nessun effetto speciale, dunque, per creare una grande empatia anche in noi spettatori.

TEMPTATION

Statue semimobili
un po’ distratte,
bisbiglii in dialetto e
rauche risate.
Scende il buio
in questo nostro cinema di paese
siamo un respiro comune
di generazioni divise.
Sfuocati ricordi
di un’estate violenta
violenta
nello spegnere una radio
solo per ballare,
violenta
nella violenza
che è propria dell’amore.
Siamo tutti dentro quegli occhi
in tentazione
siamo tutti ai nostri 20 anni
di passione.
Statue di carne
stagliate in un notturno quadro
dove la vita è
di due infantili aerei che
si inseguono e
si tendono la mano.

Ora, per favore,
balliamo?

SE SOLO TOGLIESSI IL SÉ

Piove e ci scontriamo con le crespe teste dei nostri ombrelli.
Avanti, claudicanti in cerca di un rifugio.
Se solo ci fermassimo un attimo:
una pozzanghera mi guarda con occhi tanto simili ai miei.
Se solo in quegli occhi
tanto simili e grigi e fangosi
non scorgessi riflesso il mio viso
ma un cosmo di raggi di sole!
Solo se sottraessi più volte l’io.
Solo se togliessi i se e i sé.
Allora non vedrei nemmeno
l’ombra del riflesso
allora non ci sarebbe più “lo so”.
Solo sé…
il cielo.

IL CAPPOTTO tratto da Gogol.docx
di Vittorio Franceschi

liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’
con Vittorio Franceschi, Umberto Bortolani, Marina Pitta, Federica Fabiani, Andrea Lupo, Giuliano Brunazzi, Matteo Alì, Alessio Genchi, Valentina Grasso
regia Alessandro D’Alatri
Emilia Romagna Teatro Fondazione

Un affresco della città di Pietroburgo nel primo 800: bloccando per un attimo il flusso delle azioni e catturando un’istantanea in un qualsiasi momento della vicenda, avremmo notato che ogni attore manteneva sempre una caratteristica che lo identificava. Anche senza le parole avremmo colto lo stato sociale dei personaggi.
Tac: al centro della scena, dietro ad una scrivania sommersa da libri, un magistrale Vittorio Franceschi interpreta Akàkij Akàkievič, un impiegato del ministero, un Fantozzi ante litteram, un copista che trascorre tutto il tempo a riscrivere testi di altri con cura maniacale, un vero artista dell’imitazione della scrittura. Da ventuno anni indossa lo stesso cappotto grigio slabbrato, pieno di solchi, toppe, fili tirati…altro che cappotto,
è piuttosto una “vestaglina” estiva, ridicola di fronte al terribile Inverno russo che bussa alle porte di Pietroburgo. Per evitare che si crei qualche altro buco, tana degli spifferi, Akakij adotta la tecnica dello “scivolamento”: scorrono i secondi ad osservare la sua fatica per infilarsi quel vecchio straccio, d’altronde unico baluardo contro il freddo.
Tac: istantanea scattata questa volta sulla destra, dove cogliamo un Capitan Uncino che regge in mano una bottiglia di Vodka quasi vuota ed è intento a infilare l’ago in una stoffa. È il sarto Petrovic, sempre ubriaco, ammiratore dei grandi eroi della storia, velleitario artista. Se fosse nato a Parigi, ne è convinto, sarebbe divenuto il più famoso sarto della città.
Sulla sinistra, l’obiettivo cattura un letto singolo e, dietro, una libreria. Una donna dal volto sicuro e dall’aria pragmatica rappresenta la padrona di casa di Akakij, che aspetta da lui l’affitto arretrato di due mesi. Spegniamo ora la macchina fotografica e ritorniamo al movimento, alla voce, alla vita.
Sembra che i giorni del mite copista siano destinati a trascorrere sempre uguali, tra mani imbrattate di inchiostro blu e l’eco dei passi che separano la casa dal luogo di lavoro.
Ecco, però, la svolta: il capo ufficio dona ad Akakij un premio in denaro e questo gli consente, finalmente, di saldare i debiti con la padrona di casa e di acquistare un bel cappotto nuovo, un cappotto color marrone kakhi, provvisto di pelliccia di “gatto di Parrrigi, direttamente dal mare”. Un bel “chappotte nouvelle”, sissignore. Ora Akakij, con il suo cappotto color kakhi, viene invitato alle feste dai suoi colleghi e sogna gatti di Parrrrigi, oltre ad un inchiostro rosso che renderà uniche le iniziali dei suoi manoscritti.
Il sogno, però, dura poco: dopo un rinfresco, mentre il protagonista si aggira solo e un po’ ubriaco tra le strade deserte di Pietroburgo, due ladri si avventano su di lui e gli sottraggono il nuovissimo acquisto. La vittima invoca giustizia presso una guardia che ha visto la scena. Invano. Spogliato del cappotto e derubato una seconda volta dall’indifferenza della sentinella, Akakij sente di aver perso tutto, anche se stesso. A questo punto porta l’identificazione con un oggetto?
Dopo il massimo della felicità, il picco improvviso nella disperazione più nera che lo consumerà fino alla morte.
Tic.
Tac.
Tic.
Tac.
La Vita per Akakij finisce in questo modo: distesa sul suo letto, infreddolita, delirante, disperata.
Ma se il tempo delle persone comuni svanisce così, nell’oblio della memoria, almeno c’è la poesia, che può scattare una foto per noi. E allora ecco una delle ultime immagini, una delle più belle a mio avviso: barcollando, Polkan, “poeta di strada”, raggiunge il centro della scena e declama una poesia in ricordo di Akàkij Akàkievič, un uomo comune che ci ha fatto ridere e piangere,un uomo come la maggior parte di noi, e che si è sgretolato tra le mani come il suo vecchio cappotto grigio e slabbrato.
Visione consigliatissima.
Notare che color marrone cachi ha somiglianza fonica con il nome del protagonista Akakij: non è, secondo me, un caso dal momento che l’identità del protagonista cambia in base al vestito che porta. Prima è modesto e senza pretese come il suo cappotto bucato, dopo è ambizioso come il suo cappotto nuovo. C’è identità tra il protagonista e l’oggetto. Se poi pensiamo che Cachi deriva il suo nome dal persiano kakh che significa polvere, io trovo ci sia ancora maggiore corrispondenza, vista la fine che fa protagonista. Come a dire: dietro l’oro sta la polvere. È molto cinica questa visione del mondo che crede che non vi possa essere riscatto delle classi sociali e che tutti siano destinati a rimanere sempre al loro posto.
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MASADA n° 1655 10-6-2015 CHIROLOGIA E CHIROMANZIA

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MASADA n° 1655 10-6-2015 CHIROLOGIA E CHIROMANZIA

Viviana Vivarelli

LETTURA E ANALISI DELLA MANO

KHEYR MANTEIA = CONOSCENZA DELL’UOMO O DIVINAZIONE ATTRAVERSO LE LINEE DELLA MANO

Khèyr in greco vuol dire mano, per cui la chirologia è lo studio delle mani, la struttura, il colore, le unghie, i vari segni, da cui si determina la salute e il temperamento.
La chiromanzia, invece, è la predizione del futuro mediante la lettura dei segni delle mani.
Mi sono occupata nel tempo, di molte mantiche (sistemi di divinazione); quella attraverso le mani è difficile, sottile e ambigua. I segni sono spesso poco visibili, hanno interpretazioni contrastanti, richiedono memoria e attenzione insieme ad un’ottima vista (sarebbe bene osservare la mano con una lente e una torcia), infine sono raramente sicuri, si devono combinare tra loro e infine possono cambiare col tempo. Per es. io avrei dovuto morire a 37 anni, ma sono stata graziata e oggi ne ho 73.

Ogni sensitivo ha una mantica che gli corrisponde, per cui sarebbe bene sperimentarne molte, anche per imparare le correlazioni e le trame comuni, così come un suonatore dovrebbe imparare più di uno strumento per scegliere poi quello che più gli si attaglia.
Ma la prima cosa da dire è che non è possibile sperimentare le mantiche su se stessi.

La mano presenta un reticolo crittografico (criptos = mistero) di non facile interpretazione. Ogni mano ha un’impronta inconfondibile. Non esiste una mano uguale a un’altra, come non esistono impronte digitali simili.
Ognuno ha la una propria mano individuale. La polizia criminale prende le impronte digitali (ma potrebbe prendere anche la foto della pupilla) come segno della singolarità di ognuno.

I Cinesi chiamano i segni delle mani “i graffiti del cielo”. Essi credono che vi sia corrispondenza tra tutte le cose, quelle che stanno in basso e quelle che stanno in alto, così come dice la tavola smaragdina di Ermete Trismegisto, la tavola base dell’alchimia, il microcosmo che rispecchia il macrocosmo e viceversa perché il mondo è una rete di corrispondenze.
I particolari che segnano una mano sono moltissimi e di non facile interpretazione.
La Bibbia dice: “Dio tracciò i segni sulle mani di ogni uomo, così che ciascuno potesse comprendere le opere e i disegni suoi” .
Nel momento in cui nasciamo, troviamo sopra di noi un cielo che ci imprime l’energia di certi momenti stagionali e allo stesso tempo nasciamo con dei segni precisi impressi sulle mani, segni, tuttavia che possono eccezionalmente cambiare nel tempo.
Tutto è collegato; se nasciamo sotto Saturno avremo un monte di Saturno forte o una netta linea del destino (linea di Saturno); se c’è un Giove dominante, avremo un monte di Giove spesso; se siamo del Cancro, occhio al monte della Luna; Toro o Bilancia avranno una mano artistica ed elegante con un forte monte di Venere; Gemelli e Vergine, dominati da Mercurio, presenteranno un mignolo lungo e appuntito (intelligenza e capacità in affari); un Leone avrà un bel monte di Apollo; l’Acquario ha spesso una decisa linea di Saturno e una mano a spatola (che si allarga cioè verso l’alto, in modo trapezoidale, creativa e versatile, tipica degli artisti).
I segni della mano sono in corrispondenza con i pianeti e i loro significati simbolici. Nell’universo nulla è a caso. Tutto si corrisponde secondo leggi di armonia.
Se nel tema natale abbiamo la preponderanza di segni d’acqua, la mano sarà morbida e tondeggiante. Il Fuoco ha palmi un po’ duri, secchi e rossastri e così via.

Se presentiamo allo specchio i due palmi ravvicinati, vediamo che i segni si uniscono in un disegno unico che è parte di una spirale e parte di quello stesso disegno è presente nei polpastrelli. La spirale è una delle matrici del cosmo e rappresenta il ritmo dell’universo.

L’origine dello studio delle mani risale soprattutto a due civiltà antiche: Cina e India.
Dei segni incisi sulle mani parlano i VEDA, i libri egizi di THOT e gli antichi scritti di medicina cinese e la mano viene esaminata a fini diagnostici anche dalla moderna medicina cinese. Il nostro medico ci chiede di mostrargli la lingua e ci ausculta cuore e polmoni, i medici cinesi esaminano la mano per diagnosticare lo stato di salute o malattia e fanno l’auscultazione del polso su vari livelli di pressione, così come i medici indiani, testando entrambi i polsi con grande attenzione. L’ayurveda o medicina indiana riconosce 354 battiti diversi del cuore che si saggiano attraverso il polso e può, dal battito, dire che una puerpera ha in seno un feto maschile o femminile.
La chiromanzia è nata in India ed è probabile che gli zingari che la praticano provengano dall’India. Alcuni avranno raggiunto l’Europa attraverso la Turchia e la Grecia, altri attraverso l’Egitto, tanto che in inglese “zingaro” si dice gipsy = egiziano e ci sono affinità tra la lingua degli zingari e certe lingue indiane per es. chiamano la mano “vaste” e in sanscrito è “hasta”.
Forse ci fu una migrazione gitana che portò la chiromanzia in Europa. Ricordiamo però che la chiromanzia gitana è molto diversa da quella che facciamo noi. Essa è legata alla magia, per es. il pollice sinistro è il dito del diavolo e porta sfortuna, invece l’indice è il dito della buona sorte, mentre il medio è il dito dei vampiri e della magia nera.
Se hai perduto un oggetto o una persona, dice la magia gitana, leva tre gocce di sangue dall’indice sinistro e lasciale cadere sul destro. L’anulare è il dito della salute, se hai la febbre avvolgilo in un filo rosso. Se vedi una strega cacciati l’anulare in bocca, lo stesso per il malocchio. Il mignolo aiuta ladri e commercianti, basterà passarlo su un oggetto e qualcuno lo comprerà.
In India la lettura della mano privilegia soprattutto il pollice e nella lettura gitana, il pollice sinistro è il dito MAESTRO e l’angolo che forma con l’indice indica volontà e indipendenza (noi diciamo invece che più ampio è questo angolo, maggiore sono la generosità e altruismo).
L’indice è il dito della decisione (dito del comando o di Giove).
Il medio ci dà la buona sorte e, più lungo è, più ci dà la fortuna e successo. L’anulare rappresenta gli affetti, i legami famigliari.
Il mignolo indica la creatività e la fantasia, indipendenza e autonomia e più si allontana dalla mano, più manifesta desiderio di realizzarsi lontano dalla famiglia, in modo personale e originale.
Secondo i gitani, la donna incinta avrà un maschio se ha macchie bianche sull’unghia dell’anulare sinistro, una femmina se le macchie sono sul destro.
La linea della testa è chiamata Raggio di Sole, quella della fortuna: linea del Serpente, quella del cuore: Frusta del Diavolo ecc..

Chi vuole fare della sensitività attraverso la lettura della mano ricordi che noi usiamo solo una parte minima del nostro cervello e che particolari tecniche possono permettere di accedere ad altre parti, per cui possiamo amplificare le nostre potenzialità mentali emettendo onde elettriche a bassa frequenza e, per attivare il sesto senso occorre sintonizzarci su onde bassissime, onde alfa, che sono quelle della meditazione e della chiaroveggenza e portano a stati modificati di coscienza. In tal modo si può accedere a realtà che sono al di fuori delle categorie spazio-temporali. Per ogni mantica poi è importantissima la respirazione allungata e rilassata e la spersonalizzazione che facilitano lo stato alfa.

Si dice che certi segni zodiacali abbiano particolare sensibilità medianica e di chiaroveggenza e sono in genere i segni d’Acqua: Pesci, Cancro e Scorpione, più predisposti allo stato onirico e all’apertura del terzo occhio. Per cui o abbiamo il Sole in questi segni o abbiamo l’ascendente (io ho ascendente Pesci) oppure troviamo in un segno d’acqua Mercurio, Luna o Nettuno, cioè i pianeti connessi all’intuizione, alla spiritualità, alla medianità. Mercurio è l’intelligenza giovane e comunicativa. La Luna è in relazione all’esoterismo e alla spiritualità, Nettuno indica il nostro inconscio.
Avere un trigono d’acqua (Cancro, Scorpione, Pesci) dà predisposizione per il paranormale. Importanti sono poi le case occulte: 4 (il passato), 8 (la morte e la trasformazione) e 12 (l’anima).

Le due mani hanno caratteristiche diverse per cui devono essere esaminate insieme. Si dice che i segni in una mano indicano, in ambedue confermano. Cioè se lo stesso segno compare a destra e a sinistra aumentano le sue probabilità di certezza.
Si comincia la lettura della mano sinistra (il destino che ci è stato assegnato dalla sorte), che corrisponde al nostro lato femminile, onirico, lunare, inconscio, intuitivo, e riguarda il passato e il destino esistenziale.
La mano destra indica invece le variazioni che sul destino sono apportate dalla nostra volontà, la libera scelta, per cui più la mano destra è diversa dalla sinistra, maggiormente le nostre scelte cambieranno il nostro destino.

Le due mani sono come le pagine di un libro dove noi siamo scritti con tutte le nostre caratteristiche caratteriali e gli eventi della nostra vita. I segni sono le lettere di un messaggio ma il senso non emerge dalle singole lettere bensì dalla loro totalità e relazione, ma intuirlo nel modo giusto non è affatto facile.
In pranoterapia, la mano destra appare ai sensitivi rossa e attiva perché e quella che manda in fuori l’energia; la mano sinistra appare blu, perché è quella ricettiva che succhia l’energia malata. Con la destra mandiamo energia positiva, con la sinistra assorbiamo energia negativa. Le due mani devono essere posizionate entrambe sopra la zona considerata per formare un circuito energetico. Curiosamente, poiché i polpastrelli corrispondono alla testa, quando il pranoterapeuta sente formicolare i polpastrelli, ciò indica che il paziente ha problemi psicologici o mentali.

Nel TAO TE CHING la mano destra è l’azione, la sinistra la saggezza, mano Yang, mano Yin.
Importanti sono anche i concetti alto e basso: basso è la materia, la carne, i sensi; alto è il cielo, la luce, la spiritualità, gli ideali. Questa distinzione la ritroviamo dappertutto, nelle tre fasce della scrittura, nelle tre parti del volto, nelle tre strisce della mano e nelle tre falangi delle dita, dal basso verso l’alto: Materia, Intelletto e Spirito, come nei tre piani dello stupa.

La mano sinistra corrisponde allo yin, è il luogo dove il sole va a dormire: la madre, la casa, la tana, l’archivio delle memorie, il passato, il destino, l’elemento ereditario, il kahrma, le possibilità, le predisposizioni, le potenzialità, le radici ; è la mano che riceve, che ha in sorte, che subisce.
La mano destra corrisponde allo yang cinese, è la mano attiva: il padre, il sole che nasce, l’alba, dunque è il futuro, la progettualità, la liberazione dal legame kahrmico, ciò che dipende dalla volontà, gli atti e le scelte, è la mano che agisce e cambia il destino.
Il sacerdote benedice con la destra. Nel mondo ebraico il bene è mandato dalla mano destra di Dio, il male da quella sinistra.

Il colore della mano dice quanta energia abbiamo in questo momento, può andare dal bianco al paonazzo, dal giallastro al violaceo, e dà il tono emozionale, dalla freddezza all’emotività, dall’aridità alla passione, dalla calma alla violenza.

Si comincia dunque dalla mano sinistra, per vedere com’è il destino che abbiamo avuto in sorte, come base di partenza, ma se la destra presenta forti differenze dalla sinistra, allora vuol dire che la volontà e la scelta vinceranno sul destino, la scelta modifica la sorte, la libertà prevale sul fato e qualunque cosa ci sia capitato, possiamo modificarla. Oppure possono intervenire eventi eccezionali, miracoli, stati di grazia…
Il futuro resta sempre una possibilità, mai una certezza. E qualsiasi cosa ci sia scritta sulla mano, l’uomo è sempre libero di modificarla.
La mano sinistra ci dà le predisposizioni, le tendenze, le potenzialità: la destra le realizzazioni, i programmi e le scelte. La nostra vita è un mix di entrambi: elementi fatali del destino e libera scelta.

In ogni mano il palmo rappresenta il destino, ma le dita sono le scelte, il libero arbitrio.
Quando eravamo scimmie, avevamo scarsa possibilità di scelta, eravamo legati alla nostra natura animale, per questo la mano della scimmia ha grandi palmi ma dita corte, perché le dita manifestano la libertà, la capacità del pensiero creativo che si libera dall’istinto ed evolve. Dunque, più nella mano le dita sono lunghe, più la persona è evoluta dalla sua base animale.

Il palmo rappresenta la nostra natura istintuale e inconscia; le dita indicano l’intelligenza, l’intelletto e la creatività. Se sono lunghe, è un buon segno. In certe icone bizantine il Cristo ha dita lunghissime, per significare che è un essere evoluto che ha scelto la sua sorte e ha un’altissima spiritualità .

Anche le mani del Cristo hanno funzioni simboliche diverse, la mano destra dà al mondo ordine e struttura, la sinistra il dono irrazionale della Grazia.

Via via che nella evoluzione della specie siamo diventati esseri pensanti, abbiamo separato l’intelligenza della mente da quella del cuore, sopra il cervello rettile si è formato il cervello mammifero e infine il cervello superiore (razionale e intuitivo), parallelamente si sono formate sul nostro palmo due linee parallele distinte, quella della mente e quella del cuore (le due linee parallele in alto sul palmo).

Nei palmi dei mongoloidi (sindrome di Down) la linea è una sola e molto marcata come un solo solco, come hanno le scimmie. Inoltre l’attaccatura del pollice è molto bassa. Le mani dei bambini Down sono corte e larghe, con mignoli inclinati verso l’interno della mano e solco palmare unico in entrambe le mani (che si chiama linea simiana, da scimmia).

65 milioni di anni fa c’era il celacanto, un pesce che divenne anfibio e cominciò ad uscire dalle acque. Da quel pesce vennero poi i primati e da essi gli uomini. Quando eravamo celacanti avevamo le pinne; quando saremo angeli avremo le ali; ora che siamo uomini abbiamo le mani. Esse indicano che siamo in uno stato intermedio tra il mondo della materia e quello dello spirito.
Le mani ci rappresentano, ma il loro codice non è di facile comprensione, sono un libro scritto con un altro linguaggio con cui non si può avere empatia come avviene in molte mantiche, e dove si disegna una intelligenza molto primitiva, che non è razionale, fantastica o inconscia, ma è corporea, dunque molto lontana dalla nostra mente razionale o intuitiva.
Le linee di una mano sono come i cerchi del taglio di un albero, dove si sedimenta la storia materiale di quell’albero che parla con un proprio linguaggio scritto sulla materia. In un certo senso è più facile sintonizzarsi con un sogno o uno scritto che con una mano. Le mani sono come gli strati geologici del nostro essere.
Le mani sono molto importanti. Kant diceva che sono il “cervello esterno” dell’uomo e che manifestano in modo grafico i nostri processi cerebrali. Le linee della mano sono dette dermoglifi e alcuni studiosi hanno ipotizzato che i cerchi che appaiono sui nostri polpastrelli siano in rapporto con le circonvoluzioni cerebrali.
Già da bimbi cominciamo a conoscere il mondo toccandolo con le mani, esse sono i primi strumenti di esplorazione, e poi di modificazione del mondo.
Prima di apprendere il linguaggio verbale, noi ci esprimiamo con i gesti, come fanno le scimmie, e anche da adulti sappiamo che le nostre mani danno delle informazioni e non solo con i gesti ma con la loro forma stessa, con i loro segni (la v della vittoria, il segno ciao o stop, le corna, la stretta di mano, il pollice del nascondimento, il pollice in giù della condanna, mangiarsi le unghie, mordersi le mani, baciare la mano, il pugno chiuso o alzato, le mani giunte che pregano, i polpastrelli che si toccano per la concentrazione, il gesto aggraziato, le dita a mucchio interrogativo, il graffio, il palmo del medicante, pollice e medio uniti, il segno dell’autostop, l’indice che chiama, l’indice che indica, l’indice in su, i Romani indicarono i numeri con le dita, con le dita si fanno gli scongiuri, gli antichi Egizi non facevano le corna ma alzavano indice e medio uniti, il gesto crea e protegge).

Le mani sono una mappa dove sono scritti i nostri dati temperamentali, le possibilità, le caratteristiche, gli eventi. Il passato, il presente, il futuro.

Nel cervello abbiamo delle zone che corrispondono a tutte le parti del corpo, la vastità di queste aree è proporzionata all’importanza delle parti corrispondenti e la mano è così importante che viene rappresentata in tutta la corteccia cerebrale; il centro del palmo occupa un terzo dell’intera corteccia ed è in contatto col midollo. Dunque la mano è un’appendice del cervello, è il nostro cervello esterno. Ed è a tal punto uno strumento di comunicazione e di relazione col mondo che mano e parola corrispondono alla stessa zona del cervello. E nella lingua ebraica la stessa parola indica mano e conoscenza.

Per le diagnosi, la mano è una mappa utile dove sono rappresentati tutti gli organi e tutte le funzioni del corpo, un po’ come il piede.

La tecnica di autoterapia più facile che possediamo è quella di massaggiarci le mani. Premendo il polpastrello del pollice sulle loro parti si può individuare punti dolenti che corrispondono ad organi malati. C’è una riflessologia plantare della mano e del piede che aiuta a ritrovare la salute mediante appositi massaggi, la riflessologia si basa su teorie simili a quelle dell’agopuntura o dello sha-tzu (il massaggio digitale coreano), considera cioè il corpo fisico come attraversato da raggi di energia (CH’I), canali (meridiani) in cui se si è sani l’energia circola fluidamente irrorando gli organi che sono sul suo tragitto, in caso di occlusione l’energia ristagna ed è possibile liberarla premendo col pollice o con speciali aghi di acciaio sul punto di occlusione. In tal senso un massaggio paziente alle mani e ai piedi, premendo con leggero movimento circolare i vari punti, è sempre benefico e riattivante.
Nelle mani fanno capo alcuni meridiani molto importanti (cuore, polmone, Maestro del cuore, intestino) perciò strofinare e massaggiare le mani ogni giorno fa molto bene. I Cinesi hanno delle palline dette sfere della salute e col pollice le fanno rotolare a due a due sul palmo in modo da operare un massaggio su tutti i meridiani della mano, e dà indurre calma e meditazione.

La riflessologia si basa appunto sul fatto che ogni parte del corpo si riflette su un’altra, l’orecchio si presenta con la forma di un neonato rovesciato in posizione fetale, mano e piede sono mappe dell’intero corpo ecc., secondo un sistema di corrispondenze, che fa di noi un insieme molto armonico e non casuale.

Massaggi o tecniche di agopuntura vengono praticati in tutto il mondo orientale e da alcuni anni sono arrivati anche in Occidente e fanno molto bene specie per alcuni disturbi come l’artrosi.

Se si esaminano le mappe della mano della chiromanzia e della chirologia si vede che sono quasi simili a quelle della riflessologia o dell’agopuntura orientali, sempre tenendo conto che in Occidente noi parliamo sempre di organi precisi, mentre in Oriente ci si riferisce piuttosto a percorsi dell’energia. Così ogni punto della mano corrisponde a un organo e anche il suo aspetto visivo può permetterci di diagnosticare qualcosa di quell’organo. Per esempio in agopuntura mettere un ago su un certo punto della mano o del piede fa sì che un feto in posizione podalica si rigiri.
Altri punti stimolano la funzionalità epatica, cardiaca, respiratoria ecc. Ci sono mappe cinesi antichissime che mostrano questi punti peculiari. La Tecnica metamorfica o Teoria Prenatale è sulla stessa linea con massaggi leggerissimi in alcuni punti della mano.

Poiché in questi tempi uno dei mali più diffusi è l’artrosi o i dolori alle ossa, ricordiamo che i bordi esterni della mano corrispondono alla spina dorsale e alle ossa, dunque massaggiamo spesso queste parti, per il piede è lo stesso.

Il microcosmo riflette il macrocosmo. Si può fare una diagnosi osservando l’iride dell’occhio (iridologia), la lingua o l’unghia. Nella mano sinistra si potrebbero trarre molte conclusioni solo analizzando il pollice.

In questo ambito di corrispondenze osserviamo per esempio l’esatta proporzione tra la lunghezza delle tre falangi del medio con tre parti del viso: mento, naso, fronte. I disegnatori conoscono queste corrispondenze, sanno per esempio che l’orecchio è grande come il naso e parallelo ad esso.
Le tre parti del dito si chiamano dal basso: falange, falangina e falangetta.
Queste fasce le ritroviamo nelle tre parti della scrittura, ognuna delle quali rappresenta un tipo di disposizione:
-le aste inferiori sono gli istinti, gli impulsi e le passioni, la materia, la carne, il corpo
-la parte mediana o centrale è il quotidiano, il senso pratico, il lavoro di ogni giorno, la sopravvivenza
-la parte superiore è il mondo degli ideali, dei sogni, della spiritualità.

Analogamente osserviamo le tre falangi delle dita; per essere armoniche dovrebbero essere quasi uguali e che la falange superiore sia un po’ più breve di quelle inferiori. Anche qui però se una di queste falangi è eccessiva indica la prevalenza della zona corrispondente:

falange (prima dal basso) = Materia
falangina (intermedia) = Ragione
falangetta (ultima, in alto, ungulata) = Spirito

E’ facile riportare queste proporzioni al volto, per cui bocca e mento saranno la materia, il naso la ragione ma anche la famiglia e gli affetti e le forti passioni, la fronte la spiritualità. L’ideale però non è che una delle parti prevalga ma che ci sia una giusta armonia e un equilibrio tra di loro.

Le mani sono molto importanti. Con le mani trasmettiamo energia, amore, potere, amicizia. Il re impone le mani sul cavaliere, la donna concede la sua mano, anzi infila l’anello che la impegna alla fedeltà, il Cristo miracola con le mani gli occhi del cieco, il re medievale risana gli scrofolosi, il pranoterapeuta usa la mano come un’antenna per diagnosticare disfunzioni e mettere in circolo le energie bloccate.

Le dita sono dieci, e 10 nei tarocchi è l’Arcano del carro, del trionfo, dell’evoluzione, nessun animale ha dieci dita salvo i primati. Anche i Simpson e i personaggi di Topolino hanno 4 dita. E, stranamente, antichissimi reperti su pietra trovati in Perù mostrano uomini con 4 dita. Sulle Pietre di Ica che sono state datate 90.000 anni fa, gli uomini incisi hanno 4 dita. (Cerca Masada- Il clima e le pietre di Ica: http://masadaweb.org/2006/03/05/masada-n%C2%B0-258-6-3-2006-il-clima-e-le-pietre-di-ica/)

I personaggi di Walt Disney hanno 4 dita, a indicare che sono umanoidi ma non umani.

Le dieci dita indicano nella cabala la completezza, il grado superiore dell’evoluzione.
Ogni dito possiede la sua funzione, tutte e dieci rappresenta l’unità umana.

Ogni dito è collegato a un organo, per esempio il mignolo è collegato al cuore e all’intestino tenue, con un’arteria particolare che va direttamente al cuore, in caso di svenimento si può pizzicare con violenza l’unghia del mignolo lateralmente, il medio alla spina dorsale… L’anulare è collegato al fegato, al rene e allo stomaco. Il medio alla vescica. L’indice all’intestino crasso e ai polmoni. Il pollice ai polmoni.

La punta delle dita corrisponde alla testa, e a tutto quello che essa comprende. Se avete mal di denti potete anestetizzarvi semplicemente mettendo delle mollette da bucato sulle punte delle dita o anche degli elastici non stretti che non blocchino la circolazione. Altri punti della mano se vengono bucati o premuti procurano un effetto analgesico su altre parti del corpo. In Cina sono in grado di fare operazioni chirurgiche usando l’agopuntura come anestetico, la stessa è usata nel parto.

Se fanno male gli occhi basta stringere indice e medio di entrambe le mani di lato e sopra e sotto nella terza falange.
Invece stringere l’anulare migliora l’udito.
Per fare una specie di agopuntura domestica basta un grosso pettine di plastica dura: premere la punta delle dita sui denti migliora la lombaggine (dolore alla schiena bassa) stringere il pettine nel pugno in modo che le punte vadano sulla piegatura delle dita fa bene alle ossa.

Il simbolismo delle dita è presente nella magia, nella divinazione, nelle fiabe. Ci sono filastrocche o fiabe su bambino di nome Mignolino o Pollicino. Il mignolo rappresenta in genere il cuore e anche la creatività, la fantasia, il Mago dei Tarocchi.
5 è il numero della famiglia e manifesta l’unità dell’uomo, l’uomo è una stella a 5 punte: la testa e i 4 arti, anche la mano manifesta la stella a 5 punte, il medio è la testa, le due dita laterali sono le braccia, la destra (indice) è l’azione decisa, del potere, e la sinistra (anulare) è la parte femminile dei legami affettivi, famiglia e arte, le dita laterali rappresentano il pollice le parti basse, pancia e genitali, il piacere connesso alla materia e il mignolo il piacere connesso alla creatività, l’estro, la fantasia, la creazione di cose nuove, l’abilità negli affari.

Ogni dito manifesta una caratteristica della psiche umana e, se prevale sugli altri, mostra le nostre priorità. Noi sottolineiamo questi valori impliciti nelle nostre dita attraverso l’uso degli anelli. C’è un simbolismo implicito anche nell’uso degli anelli che funziona anche quando non lo conosciamo.

Il Pollice era un tempo connesso alla testa, alla volontà e al comando. E’ il dito oppositivo, quello che ha permesso il progresso della specie umana sulle specie animali, noi siamo diventati uomini grazie alla presa del pollice, ma poi ci siamo evoluti verso l’alto in virtù di altre funzioni che il pollice non manifesta. (Al Colosseo gli antichi Romani decretavano la morte o la vita di un condannato con un gesto del pollice, e portare un anello al pollice manifesta questo desiderio di comando anche brutale). Oggi, nel codice della chiromanzia, il pollice, così breve e tozzo, con due sole falangi, dunque senza possibilità evolutiva verso l’alto, è connesso al basso, al mondo degli istinti e del piacere, è il più carnoso di tutte le dita unito alla materia e alla carne. Esso è considerato il dito della VENERE materiale e il monte che è alla sua base è il monte di Venere, se è prominente indica amore per i piaceri, golosità, erotismo. Se lo è troppo la natura può essere eccessivamente materialista.

L’indice appartiene ai giudici e agli insegnanti. E’ connesso a GIOVE, il capo degli dei, la massima autorità. E’ il dito con cui si indica qualcuno, si richiama all’ordine “Ehi,tu!”, il dito degli insegnanti e dei giudici, il dito che condanna e richiama. Giove rappresenta quella parte della nostra psiche che riguarda il potere, l’autorità, il giudizio, l’emergenza personale, la dignità, l’orgoglio, l’amor proprio.

Il medio è l’intelletto, la mente razionale, la testa, la parte cerebrale, gli studi, i pensieri a volte ossessivi, la cupezza, la maturità ma anche la vecchiaia. Può essere anche la presa del potere raggiunta attraverso gli studi o le capacità di dominio razionale. Molte donne in carriera, manager, consulenti fiscali, direttrici d’azienda, portano un anello importante e magari con una pietra scura al medio per manifestare il loro potere raggiunto con l’uso dell’intelletto. Questo dito è connesso a SATURNO, dio del tempo e della vecchiaia, uno degli dei più antichi della mitologia greca.

L’anulare indica il legame affettivo, la famiglia, il matrimonio. Portare un anello all’anulare sinistro indica un chiaro legame affettivo, premessa della vera matrimoniale, ma se l’anello è all’anulare destro il rapporto è instabile, chi lo porta non è molta sicura di se stesso o del partner; se invece gli anelli sono troppi c’è un’ostentazione eccessiva che in realtà rivela insicurezza e timore di solitudine. Molte adolescenti si coprono di anellini, in realtà vorrebbero portarne solo uno. L’anulare è collegato ad APOLLO dio della bellezza, dell’amore e dell’arte, che scaglia la freccia dell’innamoramento, dio affascinante e bellissimo ma anche enigmatico e misterioso, che protegge gli innamorati e gli artisti, dà pene d’amore, inquietudini di creatività ma anche risana e guarisce. Corrisponde al mondo della bellezza, dell’amore, dell’arte.

Infine il mignolo è MERCURIO, messaggero degli dei, sfuggente creatura semidivina che vola rapidissima tra il mondo del cielo e quello della terra. Protettore dei viandanti, degli artisti, dei commercianti e dei ladri, ma anche connesso alle cure mediche perché collegato a Apollo guaritore e a suo figlio Esculapio, creatore della medicina. Non a caso può avere sul suo monte, spostandosi verso il monte di Apollo (sotto l’anulare) alcune linee verticali che si chiamano linee samaritane e indicano che si è portati alla cura degli altri, una cura che può essere tanto del corpo che della mente, si è portati a curare i mali del mondo e questo segno lo portano infermieri, medici, psicoanalisti, psicologi, volontari o anche certi insegnanti che sentono la loro professione come una missione terapeutica, ma se non si ha avuto la fortuna di intraprendere una professione adeguata, le linee samaritane dicono che dovremmo comunque curare i nostri parenti ammalati.
Se si tiene la mano chiusa con le dita attaccate, il dito di Mercurio può staccarsi da tutte le altre, manifestando l’indipendenza dell’artista che segue la propria vocazione interiore, il mondo dei propri ideali, le capacità artistiche o commerciali (ricordate la zingara? “Se tocchi qualcosa col mignolo, te lo compreranno più facilmente!”), la capacità di prenderci dalla vita piaceri sottili ecc.

Osserviamo bene le dita: materialità, comando, intelletto, amore, fantasia. Quella che emerge, che sta più dritta, verso cui le altre si piegano è la nostra parte più importante.

MONTI

I monti sono i gonfietti del palmo sottostante ogni dito, sentiamoli bene passandoci sopra il polpastrello, quello più rilevato manifesta la nostra natura.
Dov’è che abbiamo un monte?

Sotto il pollice: Monte della sessualità o della Venere materiale
Sotto l’indice: Monte di Giove o del comando
Sotto il medio: Monte di Saturno o degli studi
Sotto l’anulare:Monte della Venere lunare o dell’amore spirituale
Sotto il mignolo: Monte di Mercurio o dell’indipendenza e della creatività

Dal lato destro del palmo della mano sinistra:
Monte di Marte positivo: sotto il mignolo fra la linea del cuore e della testa: grande determinazione nell’ottenere quello che si vuole. Più è pronunciato, maggiore è il coraggio, indica anche la capacità di sopportare le prove della vita,al contrario esprime invece arrendevolezza.
Monte della Luna: più sotto ancora
Se il Monte di Venere è bianco, c’è carenza ormonale.
Se il Monte della Luna è arrossato indica chiaroveggenza
I due Monti di MARTE, positivo a destra, negativo a sinistra, sono sotto il monte di Mercurio e quello di Giove.

Dal mignolo al polso abbiamo, dunque, in verticale 3 monti
In alto sotto il mignolo: Monte di Mercurio (creatività superiore, intellettuale)
Sotto: Marte negativo, equilibrio tra fisico e spirito
Sotto ancora: il Monte della Luna: esoterismo.

E’ importante la forma delle dita, per es. un lavoratore manuale di precisione ha dita rettangolari; la forma conica dà meno energia fisica e più sensibilità; vi sono poi dita tozze e corte fatte per gli sforzi fisici. Chi ha dita a mazza di tamburo ha vizi cardiaci congeniti, come le persone che hanno la linea del cuore a spiga sono affette da disturbi cardiaco-nervosi.

La punta delle dita indicano che mente abbiamo; se è a cono, siamo artisti, intuitivi, creativi, ma anche capricciosi e poco disciplinati; una punta quadrata corrisponde a una testa quadrata, positiva, concreta, pratica, che ama il lavoro quotidiano, ha una certa energia, efficienza, fedeltà ecc.; a spatola che si allarga in alto è il tipo che ha bisogno di espandersi e di muoversi anche in modo bizzarro, inquieto e originale, che fa le cose diversamente da tutti, rivoluziona il mondo, è sportivo, resistente, deve sempre fare di testa sua e sempre cose nuove, nella monotonia soffoca e si annoia.

Ma le stesse considerazioni possiamo farle sulla forma complessiva della mano. Per cui guardiamo se la mano è quadrata, rettangolare, conica, a spatola ecc.

UNGHIE

Le più comuni anomalie delle unghie che possono aiutare il medico a diagnosticare una malattia grave sono:
1) Dita a bacchetta di tamburo, con una esagerata curvatura verso l’alto e ondulazioni diffuse: enfisema, tubercolosi, malattie cardiovascolari, colite ulcerativa o cirrosi.
2) Lunule bluastre. Una tinta bluastra sulla lunula, la mezzaluna alla base dell’unghia: cattiva circolazione, malattia di cuore, sindrome di Raynaud (cianosi delle dita che porta a cancrena), spasmi delle arterie nelle dita delle mani e piedi con freddo intenso, ma a volte con artrite reumatoide o lupus (l’organismo invece di produrre anticorpi produce cellule che lo attaccano).
3) Unghie a cucchiaio: piatte od incavate come un cucchiaio: anemia per carenza di ferro, problemi alla tiroide e febbre reumatica.
4) Unghia di Lindsay. La metà superiore dell’unghia vicino alla punta del dito appare rosea o bruna mentre la parte bassa è bianca: malattie renali croniche.
5) Linee di Beau: profondi solchi orizzontali che vanno da una parte all’altra dell’unghia: malnutrizione o malattia grave che ostacola temporaneamente la crescita delle unghie come: morbillo, parotite, cardiopatia acuta
6) Unghie di Terry. La maggior parte della pelle sotto l’unghia appare bianca, mentre la normale zona rosea è ridotta ad una striscia vicino alla punte. Può essere sintomo di cirrosi epatica.
7) Sindrome dell’unghia ingiallita: la crescita rallenta, le unghie diventano più spesse e molto dure, assumono un colore giallo o giallo-verde: disturbi cronici della tiroide, delle vie respiratorie e del sistema linfatico.
8) Emorragie lineari sub ungueali: strisce rosse longitudinali indicano un sanguinamento di capillari. Quando sono molte possono essere un segnale di ipertensione arteriosa stabilizzata, di psoriasi (malattia della pelle), o di una pericolosa infezione del tessuto che tappezza le cavità cardiache (endocardite batterica subacuta ).
9) Chiazze scure: possono essere dovute ad un melanoma maligno, specie quando si estendono dall’unghia al tessuto del dito circostante. A volte è una sola macchia grande, altre un insieme di piccoli lentiggini. Appaiono più frequentemente sui pollici e sugli alluci.
10) Unghie picchiettate: La superficie dell’unghia presenta depressioni puntiformi che possono essere disposte irregolarmente, come si osserva nella psoriasi, oppure secondo linee regolari che fanno somigliare l’unghia ad ottone picchiettato, come talvolta si verifica in conseguenza all’alopecia aerata, malattia autoimmune poco nota che da luogo a perdita parziale o totale dei capelli.
Negli ultimi decenni molti medici si sono posti a osservare i rapporti tra i caratteri della mano e le malattie o elementi del carattere, come la psicologa Charlotte Wolff che a Parigi studiò la mano di ragazzi delinquenti e ritardati e si è visto che la mano può mostrare vizi congeniti, malattie in corso o anomalie psichiche.

Lo Yoga ha molti gesti rituali detti mudra, uno di questi unisce pollice e medio, nel medio passa il meridiano detto maestro del cuore, nel pollice il meridiano dei polmoni, l’unione stabilizza la mente.

La mano è un organo molto sensibile, per questo è qui che vengono posti gli elettrodi della macchina della verità per misurare la variazione della resistenza elettrica della pelle in relazione al variare delle emozioni. (Quando siamo agitati ci sudano le mani o ci tremano ecc.)
Le mani possiedono tremila innervazioni nervose, quando uniamo le punte della mano destra con quelle della mano sinistra è come se chiudessimo un circuito (posizione di meditazione), quando siamo preoccupati ci tocchiamo la fronte con le dita ecc..

(Continua)
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MASADA n° 1656 10-6-2015 LA GRANDE MONNEZZA

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MASADA n° 2656 10-6-2015 LA GRANDE MONNEZZA

Mafia capitale 2 – Più di 50 Pd con le mani in pasta – Ma davvero volevate che il M5S regalasse i suoi voti a questa gente? – Iene e sciacalli – Chieste le dimissioni di Marino – Castiglione e Orfini – Roberta Lombardi a Bersaglio mobile – Quanti seggi hanno preso i 5stelle – Le candidature Pd in Liguria e Veneto erano demenziali – De Luca e la vergogna della politica- Quelle banche che sono sempre in rosso- La devastazione del neoliberismo – L’ascesa di Salvini – La legge ad personam di Renzi – 150 miliardi rubati dalle baby pensioni- Il sindaco 5stelle non ruba, prendetelo!

Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri e traditori, non è vittima. È complice”. (George Orwell)

Buzzi: “Se non mangia, la mucca non può essere munta”
“Se questo sindaco dura altri tre anni e mezzo ce magnamo Roma”.
L’Ignaro Marino: “Io sono il baluardo contro i delinquenti!” E infatti si è visto !!
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Matteo blogger
Ormai metà del PD per i manifesti della prossima tornata elettorale può utilizzare le foto segnaletiche.
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Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste.”
Martin Luther King

Gli immigrati in Italia fanno lavori che gli italiani non
vogliono più fare. Votare alle primarie del Pd, per esempio.
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Travaglio: “Siamo paese dove i poveri mantengono i ricchi e gli onesti mantengono i ladri. Bisognerebbe guardare ai Paesi che l’evasione l’hanno contenuta, mandando in galera chi evade e facendocelo restare. Hai la Ferrari? Giustificami come ce l’hai. Bisogna invertire l’onere della prova come per la mafia.”

HO VISTO ORFINI PIANGERE PERCHE GLI HANNO TOLTO LA PLAYSTATION…..
Aniello
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MAFIA CAPITALE 2
Viviana Vivarelli

Altri 44 arrestati nell’inchiesta Mafia capitale. E sono questi i soggetti con cui i 5stelle dovevano allearsi?????????????
Altro che scie chimiche, guru, bioshwal e microchip!!!
Tutte le fandonie ripetute ossessivamente per mesi e mesi dagli squadristi del Pd per calunniare i 5stelle crollano miseramente dinanzi a una realtà turpe e miserabile in cui i piddini al potere si comportano come una banda di ladroni e in cui non si distingue ormai più il grado delinquenziale di chi ruba da quello pesantissimo di chi li sostiene. Il simile si piglia col simile. Ormai accanto alle tre mafie, mafia, camorra e ‘ndrangheta, abbiamo la mafia del Pd, che sta emulando le altre tre.
Qui non si deve dimettere solo Marino, ma tutta la banda dei boss piddini al completo! Il Partito dei Delinquenti! Si capisce ora perché Matteuzzo aveva messo le mani avanti candidando De Luca e la sua banda di pregiudicati, vietando il carcere sotto i 5 anni e accorciando le prescrizioni. Si capisce il suo attacco ai magistrati e ci si aspetta ormai solo il veto alle intercettazioni, nel miglior stile berlusconiano, che toglierà di mezzo la maggior prova di reato.
Ed ecco perché tanti delinquenti e cialtroni votano questo incapace! Riina non sarebbe da meno, sarebbe applauditissimo. E crepi l’evidenza! Ormai la politica si fa negando i fatti e calunniando l’avversario, mentre il Paese muore negli spasmi di un potere retto da delinquenti ed imbecilli.
E si capisce anche come mai gente come la Paita prenda i voti degli scajolani e tipacci come De Luca stiano su coi voti dei camorristi di Cosentino e degli intrallazzoni demitiani! E’ tutta una banda a delinquere dove crolla miseramente anche il meno implicato solo per il suo tentativo bieco di negare l’evidenza e salvare tutti gli altri. E bravo anche il caro Zanda che cerca disperatamente di fare qualche legge per mettere gli unici onesti fuori dal Parlamento! I vecchi si arrampicano sull’iniquo ormai peggio dei giovani! Corruzione con corruzione,in una pappa comune. Non sanno più chi derubare, si arricchiscono anche sui più disgraziati, come i corvi che si ingrassano sui corpi dei morenti! L’Italia è una enorme discarica e costoro la rendono sempre peggio.
E ora mi raccomando, Renzino, un’altra bella legge per depenalizzare gli amministratori corrotti! Un altro accorciamento ai tempi per le prescrizioni! Un altro bell’attacco ai giudici per imbavagliarli e intimidirli! Un bel taglio alle intercettazioni! A piede libero chi ha commesso reati con pene fino a 10 anni! E una legge ad personam per il caro De Luca che raduna tutti i voti della camorra! Un’altra cascata di spot e twitter uno più falso dell’altro! E, certamente ci vuole: una legge costruita apposta per tenere i 5stelle ovvero gli unici onesti, fuori dal Parlamento! Poi, mi raccomando, paga qualche altra decina di squadristi per sparlare sui blog di Grillo pluriassassino o macroevasore o di bioshwall o scie chimiche o Farage! A me Farage non ha fatto il minimo danno, ma questa banda di criminali sì.
E in tutto questo immondezzaio il silenzio di Mattarella rimbomba assordante!

MA DAVVERO VOLEVATE CHE IL M5S REGALASSE I SUOI VOTI A QUESTA GENTE??
Viviana Vivarelli

La Casta è marcia e ogni giorno che passa dimostra sempre più il suo marciume.
I pretesti che si sono presi per attaccare Grillo sono esili e totalmente ridicoli, grotteschi davanti a questa mole gigantesca di immondizia politica e partitica, spaventoso nell’immagine che l’Italia dà all’Europa e al mondo, in cui i peggiori e i più criminali assumono posizioni di rilievo di gestione del denaro pubblico e di scelte sociali per derubare i più poveri e i più deboli: i malati, i pensionati, i disoccupati, gli emarginati, i migranti. Una massa ignobile di ladri deruba la parte più misera e bisognosa della società speculando sulle loro miserie, arricchendosi sulle loro privazioni, derubandoli di possibilità e di futuro, veri sciacalli e iene e lupi.
I politici al Governo e in Parlamento assicurano a questa enorme banda di disonesti la certezza che non avranno mai una pena, che non perderanno i loro remuneratissimi incarichi, i loro vitalizi, le loro posizioni di potere, giurando loro che saranno di nuovo riconfermati ed esaltati, mentre il premier continua a fare le sue scelte razzolando nella piaga dei peggiori, candidando pregiudicati, difendendo inetti o criminali, circondandosi di inetti e ridicoli yesman.
E in questo quadro sciagurato di abiezione e di dolore i media fanno la loro parte di incensatori di un regime perverso, Giuda venduti al massimo offerente, senza più dignità né faccia né onore.
Se nella Germania ligia alla legge ci sono in carcere 8.700 corrotti e in Italia solo 110, chi dobbiamo accusare? Delle false riforme di Renzi non ce n’è una, una sola, che punisca il reato come si deve e non faciliti la vita ai delinquenti.
Davvero cadono le braccia davanti a dichiarazioni come quella di Cantone contro la Bindi che lo ha smascherato in pieno.
Qualunque illusorio credito Cantone si fosse guadagnato agli occhi della gente è crollato miseramente a terra.
Del resto, come aspettarci ormai qualcosa da chiunque sia scelto dalla casta? Se è stato scelto da delinquenti non sarà mai per combattere realmente la delinquenza!
Cantone è come Orfini, un inutile paravento nominato per fingere di fare qualcosa mentre non sta facendo niente.
Tutto il regime di Renzi si basa sull’illusione, sull’imbroglio, sull’inganno, sull’ipocrisia. Ma una cosa è certa. Con Renzi la delinquenza d’Italia è sicuramente aumentata.
Ed è inutile dire che l’amministrazione precedente è di Alemanno, a Roma sono decenni che le mani in pasta sono quelle del Pd che ha costruito da tempo un sistema infernale corrotto.
Altro che Grullo e i grullini!!
Qui ci sono dentro tutti, tutti i partiti, e tutti coloro che attaccano il M5S odiando gli unici rimasti onesti, in nome non si sa più di che e di cosa.
Ma davvero è a questa gente che volevate che Grillo regalasse i suoi voti?
Ma non vi vergognate nemmeno a pensarlo un abominio simile?
E state ancora qui a contare le differenze millesimali tra M5S e Podemos? Non la vedete la vostra totale inutilità? E vorreste consegnare l’Italia a quella stessa Lega che l’ha rovinata per dieci anni o insistete a elogiare un Renzi che è il corrotto supremo amico dei corrotti? O chiedete voti per una estrema sinistra che li metterebbe nel calderone del Pd come ha sempre fatto finora? Ma non vi rendete conto della vostra assurdità totale? Ma cosa avete nel cervello? Dei dischi rotti che ripetono canzoni stonate? Siete capaci di pensare o no? Li vedete i fatti o no? Non si può continuare a sbagliare oltre un certo limite, dopo è diabolico. Siete posseduti?? Sempre a cercare il pelo nell’uovo dell’unico movimento che può dare speranza all’Italia e nello stesso tempo pronto a osannare chi specula persino sui più miseri della società!!! Iene e carnefici della miseria umana! Ma non vi vergognate! Non avete un briciolo di dignità e di civiltà?

IENE E SCIACALLI
Viviana Vivarelli

Nel mondo degli affari la malvivenza è la norma. Ladro ruba a ladro. Del resto ogni profitto capitalista (o quasi) è un furto alla società. Ma che si deve pensare di chi, profittando di un posto nella pubblica amministrazione, deruba i più poveri, gli emarginati, i reietti, quelli che stanno agli ultimi posti della scala sociale? Cosa si deve pensare di chi si arricchisce senza ritegno scagliando il suo gesto criminale contro i più deboli e si ingrassa del loro bisogno, della loro sofferenza? E soprattutto, se questi soggetti ricoprono da decenni posti in cui gestiscono denaro pubblico secondo le scelte di un partito come il Pd che ancora millanta di essere proprio a favore di quei poveri, di quei reietti? Che per decenni ha evitato con cura di sorvegliare, di controllare, di epurare e anzi ha preso parte all’enorme banchetto fatto sui deboli? Quel partito di scrocconi che oggi come oggi è capeggiato da un pivello arrogante che sa solo accorciare i tempi delle prescrizioni, depenalizzare i reati, mandare liberi i criminali, candidare pregiudicati e imbavagliare i giudici mentre prosegue la mattanza dei processi e la durezza sui derelitti?
A ben guardare (e non ci vuole molto acume per questo) questi sciagurati che capiscono solo il furto e la truffa e vivono di razzia e depredazione non sono che la frangia bassa, infima, di quello stesso sistema capitalista che col Fm e la Bce angaria gli Stati deboli, deruba i popoli poveri, mentre riconferma al potere i peggiori come Blatter o Junker, proseguendo un sistema fatto di rapina e di usura.
Come nello specchio alchemico: il piccolo rispecchia il grande e ne ripete le aberrazione. E di quel sistema neoliberista costoro ripetono nel loro piccolo abietto tutti i vizi e le nefandezze.
La cosa grave è che i delinquenti si riproducono come conigli e in un Paese come l’Italia dove fino a 5 anni di pena non si va in carcere, migliaia di processi sono troncati dalla prescrizione e il premier candida pregiudicati, abbiamo ormai garantito il paradiso dei criminali.
Altri avranno il paradiso fiscale.
Noi abbiamo il paradiso penale.
Qui chi delinque fa carriera.
E i peggiori governano le istituzioni e sono acclamati dai media e dagli Italiani più rimbambiti o più delinquenziali.

MARINO SI DEVE DIMETTERE
vv.
Ma perché Marino non dovrebbe essere forzato alle dimissioni? Se un cane che fa la guardia a un branco di pecore non riesce nemmeno a vedere i lupi, perché dovrebbe restare al suo posto? Può solo fare del danno. Marino può sempre andare a fare il cane da salotto nei talk show o tornare a fare il chirurgo. Così com’è ha dimostrato solo di non saper fare il suo lavoro di sindaco

ALESSANDRO GILIOLI

A Roma abbiamo – onestamente – un sindaco che è abbastanza scadente, per competenze e capacità, e che purtuttavia è persona lontana per curriculum e pratiche da quel mondo di mezzo che dominava Roma prima, che prosperava con Alemanno e pure con il Pd romano. E allora adesso noi che dobbiamo fare? Stringerci attorno a un sindaco scarsino perché non è mafioso o pretendere che Roma sia governata non dico bene come Milano, ma insomma più decentemente, mafia o non mafia? E la società, il famoso paese reale che sta sotto, è meglio o no di quelli che l’amministrano, quindi può esprimere uno al contempo onesto e capace, oppure è anche lei tra lo scarsino e il mafioso, quindi alla fine Marino è il massimo che riesce a esprimere, e tanto vale tenercelo stretto perché l’alternativa sono i farabutti?
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La vergogna è davvero senza fine. Insomma, questi partiti danno l’immagine peggiore di sé e quello che i deficienti hanno da dire è che, se i 5stelle fossero stati al loro posto con le mani in pasta, forse avrebbero fatto peggio. A parte che è tutto da vedere e che è un modo ben strano di discolparsi (mi immagino il mostro di Londra che dicesse: beh, anche voi con tutta questa figa, avreste ammazzato tante donne quante me), ma vorrei capire come si fa ad attaccare i 5stelle quando:
-sono gli unici che si sono ridotti gli stipendi
-sono gli unici che si sono dati solo due legislature e poi a casa
-sono gli unici che chiedono di essere scelti direttamente dai cittadini
-sono gli unici che darebbero ai cittadini il diritto del recall, cioè di mandarli a casa se si dimostrano indecenti
-sono gli unici che quando hanno trovato nel loro interno qualche pecora nera l’hanno mandata via immediatamente non l’hanno promossa o candidata
-sono gli unici che hanno chiesto che i pregiudicati e quelli che hanno processi gravi in corso non siano candidati (e ti faccio notare che Grillo ha fatto questa legge e la osserva anche contro di sé essendo stato condannato per incidente colposo e non doloso, mentre Renzi quella legge ce l’aveva nel codice morale del Pd e nello statuto della regione Campania e se n’è fregato e ora magari De Luca lo mette al ministero degli Interni
Ora la verità sta talmente davanti agli occhi che se uno proprio non la vuole vedere farebbe meglio a mettersi una pietra di mulino attaccato al collo e a buttarsi in mare
E non so che dire poi di quelli che ancora insistono a dire che il M5S si doveva alleare col Pd, e non desistono nemmeno davanti a un Bersani inetto e vile, quello del voto senza e ma e senza se degli abomini della Fornero e del pareggio di bilancio in Costituzione, quello dell’insulso Letta, quello che ha mandato su Renzi e ha votato fino a ieri le sue fasulle riforme, un Pd che si è venduto alla Bce e al neoliberismo, che in Europa vota Junker e alla Fifa vota Blatter, quello del Pd del semestre perduto in Europa, della cancellazione dell’articolo 18 e dello statuto dei lavoratori, quel Pd che affossa lo stato sociale e che arricchisce banchieri ed evasori, e che ora ci copre di vergogna davanti a tutto il mondo con fiumane di criminali mai controllati e mai fermati.. e ancora c’è chi che anche col senno del poi ha il coraggio di dire che non allearsi col Pd è stata una enorme cazzate e non riesce a vedere che se il M5S ha conservato quel 20% di voti è proprio perché con questi farabutti non ci è mai entrato in combutta. O forse chi si crede di estrema sx finge di ignorare che finora il csx ha fatto sfracelli anche grazie ai voti di Sel e di estrema sx, che non sono certo stati all’opposizione.

Marina segnala
La “storia” nel cosiddetto “Mondo di Mezzo” emerge già a settembre 2011, quando, al largo delle coste di Alghero, la Guardia di finanza intercetta una barca con a bordo circa 500 chili di cocaina che tagliata e venduta al dettaglio avrebbe fruttato oltre 200 milioni di euro. Viene arrestato Roberto Grilli (lo skipper) che, sentendosi tradito dalla cupola romana che controlla il traffico di cocaina, fa il nome di Riccardo Brugia: vice di Carminati, suo amico “fraterno” , anch’egli appassionato di armi, ex Nar e successivamente aderente alla banda della Magliana.
Dalle dichiarazioni di Grilli è partita tutta l’indagine “Mondo di Mezzo”. Siamo nel 2011, ma quella associazione a delinquere già operava da un pezzo.
Infatti, c’è da sapere UN FATTO DETERMINANTE: Carminati e Brugia parteciparono assieme al colpo del caveau al Tribunale di Roma (luglio 1999), con il quale svuotarono decine di cassette di sicurezza appartenenti a POLITICI, MAGISTRATI E FUNZIONARI DELLE FORZE DELL’ORDINE; quelle cassette di sicurezza, oltre a denaro, contenevano documenti e segreti di Stato, che così finirono nelle mani di ex Nar e delinquenti della Magliana.
Questo sembrerebbe essere l’atto costitutivo del “Mondo di Mezzo” e da questa data inizia probabilmente quella forma di “ricatto collaborativo” che domina trasversalmente tutta la politica e che solo recentemente è emerso.
Il primo grande “intoppo” per il Mondo di Mezzo arriva a fine 2011, quando, non a caso, viene nominato Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone (ex collaboratore di Grasso alla Procura di Palermo), colui che tuttora si sta occupando dell’indagine. Infatti, l’intera organizzazione mafio-delinquenziale comincia a tremare, come rivela un’intercettazione telefonica del 27 gennaio 2012 (quando Pignatone era stato appena nominato)tra Carminati ed un suo amico: ” Pignatone non gioca e butterà all’aria Roma”; e ancora: “In Calabria ha capottato tutto. Non si fa inglobà dalla politica”.

50 membri del Pd con le mani sporche, immerse nel pozzo della corruzione.
E’ da Veltroni che il malaffare imperversa, i circoli Pd sono al centro di scandali e di clientelismo.
COMMISSARIATE ROMA PER MAFIA!!
Mattarella va all’expo, come se vivesse in un altro mondo! La carica più inutile e più costosa d’Italia! Un alieno!! Renzi giura pene durissime, ma cosa va raccontando? Farebbe meglio a restare solo alla play station a raccontarsi bubbole con Orfini!
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GIUSEPPE CASTIGLIONE, uno della banda
Nemmeno laureato. Entra nella DC. Viene eletto in Sicilia con Buttiglione, aderisce nel 1998 all’Udeur nel 1998 e nel 2000 a Forza Italia. Nominato Vicepresidente della Regione Siciliana e Assessore Regionale all’Agricoltura con Cuffaro. Poi entra nel PPE, portavoce di FI al Parlamento Europeo e vicecoordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia. Presidente della Provincia regionale di Catania poi coordinatore regionale del PdL in Sicilia, con Nania. Deputato nel Pdl, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche Agricole. Infine con Alfano come coordinatore regionale per la Sicilia e sottosegretario alle Politiche agricole di Renzi.
Indagato nel 1998 per turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta per le tangenti all’Ospedale Garibaldi di Catania, e condannato a dieci mesi di carcere (in primo grado), insieme al suocero e Senatore di FI. Imputato anche per concorso esterno in associazione mafiosa. Insomma una perla.

ORFINI, il presunto commissario del niente, quello che commissaria solo i like di face book
Viviana Vivarelli

Comandato di controllare il Pd romano, Orfini ha saputo solo gettare discredito sul M5S, che è l’unico che non c’entra niente, dicendo che il boss di Ostia ha fatto due like su facebook a Di Battista e Di Maio, ergo i due sono i loro idoli, ergo sono tutt’uno con mafia capitale. La calunnia è pure ridicola, non solo perché su face book possono scrivere tutti e di tutto, ma anche perché è chiaro che non essendo riuscito a trovare di peggio è come se asserisse che il M5S è fatto di onesti.
Orfini è un pavido vigliacco che come tutti i vigliacchi getta fango su chi non c’entra
ma Marino non si rende proprio conto della gravità della situazione.
A Roma ci vorrebbe un prefetto di ferro, un nuovo Cesare Mori, uomo integerrimo, inflessibile nel tutelare lo Stato e la legge, capace di perseguire chiunque la infranga compresi i piddini al potere. Quel prefetto dovrebbe azzerare tutte le cariche politiche romane e rifondare Roma un’altra volta.
Che in una tale situazione di degrado si debba sentire quello che Renzi ha designato per mettere ordine attaccare i 5stelle dicendo che in facebook hanno raccattato due like da due della banda non è solo maligno, è demenziale
Davvero non riesco nemmeno a misurare l’indecenza di Orfini che dichiara senza nemmeno diventare rosso di vergogna! Ma dove crede di arrivare questa mezza sega con dichiarazioni così meschine e infamanti?
Di Maio ha querelato Orfini.
“Orfini – dice Grillo- è bugiardo, penoso e vergognoso. Mentre il suo PD è coinvolto dalla testa ai piedi in Mafia Capitale, con decine e decine di arresti per fatti di corruzione, lui cosa fa? Tenta di distogliere l’attenzione attaccando il M5S. L’unica forza politica integra e totalmente estranea a qualsiasi fatto di mafia. Lo fa in un modo davvero meschino, risultando ridicolo. Orfini accusa un esponente del M5S di aver ottenuto ben due ‘like’ e condivisioni di pagine pubbliche su facebook da parte di un esponente dei clan di Ostia che neanche conosce. Di cosa sta parlando Orfini? Ha idea di come funziona facebook? Chiunque può ricevere dei ‘like’ da chiunque. Ma non si vergogna di usare un’argomentazione così meschina e senza senso? Ma può un deputato della Repubblica Italiana scendere cosi in basso?”.

ROBERTA LOMBARDI A BERSAGLIO MOBILE

Mentana: “Seconda ondata di Mafia capitale. Uno schifo! Perché quando si lucra un euro al giorno su ogni migrante nella maniera peggiore e si offendono i capisaldi della cultura democratica: l’accoglienza, il recupero, la riabilitazione, in nome di guadagni illeciti con una consorteria mafiosa e politica, si fa del male allo stesso concetto di democrazia rappresentativa. Questa inchiesta scoperchia veri sistemi di corruzione.”
Roberta Lombardi: “Da anni noi cittadini paghiamo gli intrallazzi tra politici corrotti e imprenditori corrotti, per avere sempre meno nelle nostre buste paga e nei nostri servizi pubblici. Questa politica è iniziata con la Giunta Veltroni, è continuata la con Giunta Alemanno, e si è fortificata con la Giunta Marino. Nelle intercettazioni è Buzzi stesso che dice: “Se Marino resta sindaco altre tre anni e mezzo ci mangiamo Roma!” Lascio alla cronaca giornalistica lo straordinario risultato 5 a 2: 5 arrestati del Pd contro 2 di FI. Il Pd parla di “straordinaria bonifica del partito”. Voglio ricordare che il 18 marzo 2015 il presidente del Pd, Orfini, commissario del Pd romano e il senatore Esposito, commissario del Pd di Ostia, sedevano con in mezzo Tassone (oggi accusato di associazione mafiosa) e chiedevano per lui un’altra chance al Governo. Orfini si fece interprete di questa richiesta a Marino. Se Orfini commissario del Pd romano non si rende conto della situazione e spende la sua credibilità e la sua reputazione per chiedere una chance per una persona che si sapeva che era sotto avviso di garanzia (Orfini era commissario del Pd romano da due mesi e mezzo)… tra l’altro Orfini è romano cresciuto a Roma e dovrebbe conoscere il territorio e sapere che Ostia è quello che è da anni. Tutto il traffico dei migranti si lega a Odevaine, già capo di gabinetto della Giunta Veltroni. Dunque Orfini spende la sua credibilità per raccomandare Tassoni, come a dire “Per curare la mafia ci vuole un mafioso”, sarà pure una cura omeopatica!! Noi abbiamo rispetto per ogni soldo del cittadino. Quando vediamo che ci sono partiti che speculano in campagna elettorale sulla paura delle persone.. e parlo di quella stessa Lega che, quando era al Governo, aprì a Roma quegli stessi campi nomadi che ora chiede di chiudere e diede ad Alemanno 30 milioni di euro per questo…Ci ingrassano tutti su questi fatti, ci ingrassa una consorteria economica che finanza le campagne elettorali di certi politici. Lo sanno benissimo chi gli ha finanziato le campagne elettorali! I delinquenti sanno di arricchire i consiglieri. Basta vedere quanto sono costate le loro campagne elettorali e chi sono i finanziatori. Andate a vedere la campagna elettorale di Marino e trovate non solo Buzzi ma tutte le società che lavorano nell’ambito della cooperazione sociale legata ai migranti, l’emergenza abitativa, la manutenzione del verde, la manutenzione delle strade, le società di intermediazione immobiliare, i palazzinari… La politica del M5S è basata su micro donazioni di privati con somme estremamente sobrie. E quando la politica è così, le preferenze premiano le qualità dei candidati. Odeveine si è fatto cambiare il cognome, cosa difficilissima per chiunque, ma la prefettura glielo ha fatto. Il sistema mette gli uomini giusti nei posti giusti. E quelli sono i referenti politici degli imprenditori corrotti e corruttori e della criminalità organizzata.
Noi chiediamo le dimissioni di Marino e della sua Giunta, perché attualmente questa Giunta non sta facendo un’operazione trasparente che risolverebbe l’emergenza abitativa di Roma. Basterebbe non dare più da mangiare a tutti quelli che mangiano sui vecchi, i malati, i poveri, i migranti, i rom. Lo so che chiedere lo scioglimento del Comune di Roma per mafia è gravissimo davanti alla Nazione e agli occhi del mondo intero, è un’onta nazionale. Ma bisogna rendere ai cittadini romani, ora che sanno la verità, il diritto di scegliere se rimanere sotto la botta della mafia o no. Sono anni che con le mie tasse, le tasse de miei genitori e dei miei nonni, contribuiamo a finanziare l’edilizia residenziale pubblica di Roma, che servirebbe a dare una casa alle fasce più deboli, permettendo di avere una casa anche a chi per reale povertà non riesce a comprare o prendere in affitto una casa a prezzi di mercato. Questi soldi sono stati presi dalle tasche dei cittadini romani (come accade in tutte le città d’Italia) ma non sono mai stati conteggiati né dagli affitti del Comune di Roma né dagli uffici regionali competenti e preposti al controllo dello scorporo del canone di locazione. Per es. io povero dovrei pagare 500 euro di affitto, ma 200 euro li hanno pagati i cittadini, il Comune dunque mi abbassa il caone a 300 euro, questo mi aiuta in un momento di sofferenza economica come questo. Siccome questa Giunta comunale di Roma e questa Giunta regionale del Lazio non hanno scorporato questo contributo pubblico dai canoni di locazione (non solo le Giunte del passato ma nemmeno queste) contribuiscono agli affitti dei nuovi residence. I cittadini di Roma pagano 35 milioni di tasse per pagarli e per prendere case in affitto proprio dai Buzzi e soci. Questo lo fa questa Giunta comunale e questa Giunta regionale. Per cui, quando si dice che Marino sta facendo di tutto per uscire dal malaffare si dice il falso, perché basterebbe applicare la legge, rispettare i soldi presi ai cittadini e andare incontro a chi sta in difficoltà, invece la legge non è stata applicata, proprio per favorire le cooperative come quella di Buzzi. La legge c’è, si deve solo applicarla. Addirittura le convenzioni che il comune di Roma firma con questi palazzinari permetterebbero al Comune, se trasgrediscono, di acquisire questi palazzi che sono stati pagati con la nostre tasse per darli direttamente a chi ne ha bisogno.
Il debito pubblico di Roma ha avuto un bell’aumento con le opere pubbliche iniziate da Veltroni e noi cittadini ce le porteremo addosso per 30 anni. I vari Salva-Roma nascono da questo. E’ non stiamo parlando di una corrente minoritaria, quella che è stata investita dallo scandalo contava: il Presidente dell’assemblea capitolina, l’assessore alla casa, il Presidente della commissione patrimoniale. Uomini giusti al posto giusto. I consiglieri comunali romani sono 48 e non sono tutti del Pd, ma a me cittadino delle correnti internete del Pd non me ne importa nulla. A me interessa sapere che chi amministra la cosa pubblica faccia i miei interessi, che coi soldi delle mie tasse mi dia scuole che non caschino in testa ai miei figli, un posto in ospedale quando serve per non morire in corsia in barella, che siano coperte le buche delle strade.. ecc. Tutto questo Marino non lo sta facendo, non interviene nemmeno nell’emergenza abitativa, quando gli basterebbe applicare la legge.
Di chiudere i campi rom, lo chiede l’Europa! I rom o li integri o li mandi via. L’Europa ce lo ha detto chiaramente. E’ la legge che lo chiede! Applicala! Ci vogliono dieci minuti per farlo. Ci sono 8 campi rom legali pagati dal Comune, ci costano 30 milioni l’anno E per avere cosa? Degrado, insicurezza e nessuna forma di integrazione. Io da cittadino pago le tasse e se faccio un investimento da 30 milioni, vorrei vedere un risultato. Così non lo vedo, ed evidentemente il sistema non funziona. I rom li integri obbligandoli a mandare i bambini a scuola, ad iscriversi nelle liste di collocamento, obbligandoli a rispettare le leggi, mettendoli se sono onesti nelle liste per la casa. Se sono cittadini italiani e sono onesti devono avere gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini italiani. Altrimenti se ne vanno. Questo lo dice l’Europa. Ma su questa cosa che il problema sono gli altri ( i rom o i migranti) ci sono partiti che ci campano e altri che ci si arricchiscono indebitamente. La logica dell’emergenza fa la fortuna economica e politica di certi partiti. Ma la logica dell’emergenza è finita! Ci avete mangiato per anni, adesso basta! Torniamo ad applicare la legge, una cosa rivoluzionaria in questo Paese!
(Le chiedono perché il 5S non entri nella maggioranza del cambiamento)
“Ma perché il cambiamento non c’è stato! Sono 2 anni che i 5stelle presentano mozioni e alcune vengono votate all’unanimità, basterebbe applicarle. Ma la Giunta non lo ha fatto. Perché? Questo è prenderci in giro1
(Mentana chiede chi metterebbero in campo in caso di nuove elezioni. Ma per i 5stellela domanda non è corretta. Loro devono far parlare i cittadini, non tirare fuori l’uomo della provvidenza, di quelli ce ne sono stati fin troppi. Il m5S non si basa sull’uomo solo al comando ma sull’impegno comune di tanti cittadini. Ed è inutile dire che poi sarebbero votati perfetti sconosciuti quando anche i capo di regione fino a qualche anno fa erano perfetti sconosciuti.).
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Anthony
Forse che non è stata una vittoria quella del M5S?
Premesso che il paragone con le politiche risulta inappropriato, faccio notare che per il M5S le regionali rappresentavano una novità e dunque i risultati ottenuti possono essere considerati ampiamente positivi.
In Liguria, i 5stelle hanno ottenuto 6 seggi contro i 7 del PD e i 5 della Lega; in Veneto, invece, ne hanno conquistato 5, il che è positivo se si considera che un ex leghista come Tosi con la sua lista non riesce ad andare oltre il 5% (3 seggi).
Nella Campania del neo governatore De Luca, il M5S sfiora il 20% dei consensi ottenendo 7 seggi, cosa non da poco se si considera che i candidati del cdx e del csx avevano già amministrato la cosa pubblica ed erano dunque ben conosciuti dall’elettorato e che in quei territori aleggia altresì il fantasma del voto di scambio.
Un discorso simile lo si può fare per la Puglia dove la candidata dei 5stelle, Antonella Laricchia, è arrivata seconda, sconfitta com’era prevedibile da Emiliano, il quale come il suo collega De Luca ha avuto modo negli anni di guidare una città e costruirsi un ampio seguito elettorale.
Per il resto, anche nelle rimanenti regioni i risultati sono stati lusinghieri se si considera che in Toscana i 5stelle conquistano 5 seggi (uno in più della Lega) e che sia nelle Marche che in Umbria risultano essere il secondo partito più votato.

Aldo Quadri
Su una cosa Padellaro ha ragione: le candidature in Veneto e Liguria erano sbagliate. Ma mentre in Veneto c’era poco da fare, avrebbe perso chiunque (non con questi numeri, però), quello della Liguria è stato un errore enorme, che chiunque poteva capire. Un vero regalo a Berlusconi.
Insomma, la giunta Burlando era in crisi: giusto o sbagliato, le davano la colpa del dissesto idrogeologico e delle alluvioni, il gradimento del governatore era a livello di prefissi telefonici da anni, tutti in regione avevano voglia di un cambiamento; con queste premesse, come si fa a candidare proprio l’assessore alla protezione civile ed alla difesa del suolo della giunta uscente? Tanto valeva confermare Burlando, avrebbe fatto una figura migliore.
Contro Raffaella Paita, avrebbe vinto anche Lurch degli Addams. Ed infatti…

Blog di Grillo
IL MESCHINO ATTACCO DI ORFINI AL M5S

Mentre il suo PD è coinvolto dalla testa ai piedi in Mafia Capitale, con decine e decine di arresti per fatti di corruzione, Orfini cosa fa? Tenta di distogliere l’attenzione attaccando il M5S. L’unica forza politica integra e totalmente estranea a qualsiasi fatto di mafia.
Lo fa in un modo davvero meschino, risultando ridicolo.
Orfini accusa un esponente del M5S di aver ottenuto ben due “like” e condivisioni di pagine pubbliche su facebook da parte di un esponente dei clan di Ostia che neanche conosce. Di cosa sta parlando Orfini? Ha idea di come funziona facebook? Chiunque può ricevere dei “like” da chiunque. Ma non si vergogna Orfini di usare un’argomentazione senza senso? Ma può un deputato della Repubblica Italiana scendere cosi in basso?
Tutto questo solo per nascondere dei fatti di una gravità assoluta come che il sindaco Marino, in un video del 2013 annunciava pubblicamente che avrebbe donato il suo primo stipendio da sindaco alla Coop29 di Buzzi? O le intercettazioni di Buzzi che dichiara “Se resta sindaco Marino, con il mio amico ci mangiamo Roma …” o ancora: “i Consiglieri comunali devono sta ai nostri ordini …” e infine: “gli utili (40 milioni di euro) li abbiamo fatti sui zingari, sull’emergenza degli alloggi e sugli immigrati…”.
Altrettanto ridicole e strumentali le accuse di Orfini nei confronti di Grillo che da sempre denuncia il “nuovo” volto delle mafie e lo fece già dieci anni fa proprio a Roma, preannunciando lo scandalo di Mafia capitale. Nel 2005 Beppe Grillo con don Luigi Ciotti ed il procuratore Giancarlo Caselli partecipò ad una manifestazione contro le infiltrazioni mafiose nella Capitale. Al fianco di don Ciotti dichiarò alle telecameredel Tg3: “La mafia in fondo non è più la stessa. E’ stata corrotta dall’interno, dalla finanza, da questi nuovi finanzieri e i clienti della mafia. Se vedi un associazione mafiosa oggi sono formate da commercialisti, direttori di banche, impresari, uomini d’affari, c’è anche qualche magistrato”. E ancora “quando parliamo di mafia uno immagina subito uno con un unghia lunghissima che si fa l’ottorino laringoiata con l’unghia, uno che dice ‘minchia, di minchia, la straminchia’. La mafia non è più così da anni. La mafia ha le unghie curate. La mafia non dice “minchia” dice “sorry”.
Orfini deve vergognarsi profondamente perché prendere una frase fuori contesto in questo modo scellerato stravolgendone il significato è da vigliacchi e ignobili.
Il M5S e Beppe Grillo sono stati sempre contro ogni tipo di Mafia e, addirittura, contro qualsiasi tipo di ombra mafiosa. E’ dimostrato dai fatti, non dalle parole. Dai propri candidati ed eletti, tutti incensurati e trasparenti come l’acqua.
Il PD, invece, è inserito in un sistema criminale che si nutre delle risorse pubbliche attraverso la complicità e la corruzione dei propri politici, il sostegno delle organizzazioni mafiose e l’utilizzo delle cooperative rosse come viatico per arrivare agli appalti. Proprio Orfini, nominato Commissario del PD a Roma e chiamato dal proprio segretario a ripulire prima una Giunta Comunale inquinata e contaminata e poi l’intera sezione del partito, ha totalmente fallito e dovrebbe immediatamente dimettersi o essere rimosso dall’incarico.
I 44 arresti e 21 indagati di ieri attestano la totale inadeguatezza del ruolo ricoperto da Orfini e, soprattutto, che il PD ormai non è altro che un partito che a Roma si regge su scambi politici mafiosi. D’altronde candida condannati (come De Luca) sostenuti da personaggi vicini ai Casalesi. I propri esponenti politici fanno affari con i vari Buzzi e Carminati, utilizzando proprio i temi della vecchia sinistra – come l’emergenza sociale – per sottrarre in modo illecito soldi alle casse pubbliche e, dunque, ai cittadini.
Orfini, il M5S è altra cosa rispetto al tuo PD e rispetto alla Mafia in cui direttamente è coinvolto il tuo partito.
Fattene una ragione e mettiti l’anima in pace.”
(M5S Parlamento)

DE LUCA E LA VERGOGNA DELLA POLITICA
Luisella Costamagna

Sul caso De Luca si alternano ignoranza (nella migliore delle ipotesi) e malafede (nella peggiore). La parola chiave, però, è vergogna: se – almeno – un italiano su due non vota, è anche per vicende come questa, che creano disaffezione (nella migliore delle ipotesi) e indignazione (nella peggiore) nei confronti della politica.
È una vicenda vergognosa innanzitutto perché stiamo parlando di un condannato a un anno (1° grado) per abuso d’ufficio e imputato per concussione e truffa, che per queste ragioni non doveva essere candidato (ed è bene ricordare che, prima di Renzi, a candidarlo alla presidenza della Campania nel 2010 fu il Pd di Bersani, quando De Luca era già rinviato a giudizio per gli stessi reati). Giustamente la Commissione parlamentare antimafia l’ha inserito nella lista degli “impresentabili”: secondo il codice di autoregolamentazione approvato a settembre all’unanimità, i partiti si sarebbero dovuti impegnare a non presentare alle elezioni candidati anche solo rinviati a giudizio, tra gli altri reati, per concussione (art. 1); e compito della Commissione era appunto quello di verificare che la composizione delle liste elettorali corrispondesse a tale prescrizione. Nulla da eccepire, dunque, sul comportamento della Commissione; tutto da eccepire invece sul comportamento del Pd, che lo ha candidato lo stesso.
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E’ una vicenda vergognosa per l’ingorgo istituzionale che ora si è generato con la vittoria di De Luca, visto che quest’ultimo dovrà essere sospeso dalla carica sulla base della legge Severino (sospensione fino a 18 mesi degli amministratori locali condannati, anche con sentenza non definitiva, per abuso d’ufficio). Come ha scritto la Cassazione di recente “non c’è alcuna discrezionalità della pubblica amministrazione sulla sospensione”, che quindi è un atto dovuto e deve essere attuata in tempi solleciti. Ma possiamo stare certi che il Governo Renzi farà di tutto per dilatarli (col rischio di incorrere a sua volta nell’abuso per ritardo di atto d’ufficio), o piuttosto salvare De Luca con una modifica ad personam della Severino, nella migliore tradizione berlusconiana. Che si sia andati avanti lo stesso con De Luca, ben sapendo della sospensione dalla carica ed esponendo una delle regioni più complicate d’Italia a un vuoto istituzionale (che potrebbe protrarsi se, nel frattempo, ci dovesse essere un’ulteriore condanna in II grado), è – lo ripeto – una vergogna.
Ed è infine, e ancora una volta, una vergogna la denuncia presentata da De Luca nei confronti di Rosy Bindi: il rappresentante di un partito che denuncia la presidente della Commissione antimafia getta discredito sulle istituzioni e sulla politica tutta. Anche per le caratteristiche della triplice querela: 1) per abuso d’ufficio (secondo i legali di De Luca, l’organismo parlamentare avrebbe agito come organo di magistratura senza averne le prerogative); 2) per diffamazione (sarebbe avvenuta non nel momento dell’inserimento nella lista degli “impresentabili” ma, secondo quanto riportato dai giornali, in quello della sua diffusione attraverso i media: come a dire “ok sono impresentabile, ma è meglio non farlo sapere agli italiani”); e 3) per attentato ai diritti politici costituzionali (perché l’inclusione nella lista avrebbe penalizzato De Luca nella competizione elettorale).
Di fronte a tutto questo, non dovrebbero essere gli italiani a denunciare la politica e i partiti (il Pd in particolare, in questo caso), per attentato ai diritti politici costituzionali, con una bella class action? Non sono vicende come questa a ledere l’esercizio del diritto politico costituzionale del voto?

Viviana

A quanti difendono a tutta forza l'”onesto” Marino chiedo:
ha amministrato bene il problema legalità?
ha amministrato bene il problema emergenza abitativa?
ha amministrato bene il problema campo nomadi?
ha amministrato bene il problema trasporti pubblici?
ha amministrato bene il problema verde pubblico?
ha amministrato bene il problema sanità?
ha amministrato bene il problema conti pubblici ?
ha amministrato bene il problema delle strade?

Se chiedete a qualunque romano vi risponderà di NO su tutto
Gli unici che sono contentissimi di Marino sono quelli di mafia capitale.
Ma vi sembra davvero opportuno che un sindaco così continui a NON amministrare una città come Roma?
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sanjust43
E’ il PD romano che non è più legittimato a governare Roma . Marino è stato osteggiato dal suo partito fino a ieri ora è il PD che si aggrappa a Marino per non subire l’onta dello scioglimento ed essere costretto ad andare a nuove elezioni .Pensiamo a cosa succederebbe se il comune di Roma dovesse,come dovrebbe, essere sciolto per mafia. L’immagine di un paese che ha la sua capitale, città metropolitana, governata dal PD il cui segretario è anche il presidente del consiglio,subirebbe un altro colpo mortale. Non è possibile attendere è giunto il momento di dare una svolta decisiva senza aspettare oltre ed andare subito a nuove elezioni.
DIMISSIONI !

QUELLE BANCHE CHE SONO SEMPRE IN ROSSO

La Bce ha dato alle banche private 16.000 miliardi di euro prendendoli dalle nostre tasche e le banche che ricevono questa massa gigantesca di soldi allo 0,5% li prestano agli stati al tasso usurario del 5 o 7 %.
Ma le banche non hanno usato questa massa gigantesca di soldi per finanziarie sviluppo e progresso, bensì se li sono giocati in borsa in derivati, speculazioni rischiose e prestiti dati a politici e potenti che hanno aumentato le loro sofferenze
Ora le banche non sono soddisfatte e si dicono in rosso e lo Stato userà i soldi nostri per pagare i loro debiti.

http://www.lavocedinewyork.com/Le-banche-pagheranno-i-propri-debiti-prelevando-i-soldi-dai-conti-correnti-degli-italiani/d/12088/

Lo prevede un disegno di legge approvato dal Senato con i voti di Pd, Forza Italia, Udc, Nuovo centrodestra democratico e Scelta civica. Si sono astenuti i grillini e la Lega. Contrari solo i fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle. Il prelievo dai conti correnti è previsto da una direttiva dell’Unione europea…

LA DEVASTAZIONE DEL NEOLIBERISMO
Giovanni Scavazza

La democrazia (quella vera, cioè il potere al popolo), i diritti civili (cioè il diritto a vivere vedendo soddisfatte le normali esigenze di vita: nascere, crescere, istruirsi, sposarsi, fare figli, avere un tetto sopra la testa, curarsi se ammalati, andare in pensione), l’uguaglianza di diritti e doveri davanti a una legge uguale per tutti, la tutela dei più deboli, la distribuzione equilibrata della ricchezza, la dignità della persona, sono tutti concetti INCOMPATIBILI con il liberismo, il capitalismo e l’economia di rapina ad essi connessa.
E’ sempre stato così, in tutte le parti del mondo e in tutti i tempi.
L’unica breve eccezione è stata durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, quando le potenze capitaliste sono state messe a disposizione per abbattere, insieme ad altre forze democratiche e socialiste, le dittature di destra fasciste e naziste, ma questo è dovuto solo ad un concorrere di circostanze, poi mai più ripetuto e forse irripetibile. In quel momento gli interessi del capitale coincidevano con la lotta democratica alla barbarie nazifascista, subito dopo l’espansionismo imperialista (oggi chiamato pudicamente “globalizzazione”) veniva frenato dal blocco sovietico e dal blocco dei paesi non allineati. Ma caduto il freno, si è ripreso nel solito modo, moltiplicato per dieci.
Prima della guerra e dopo la caduta del blocco sovietico, assistiamo alla vera essenza del capitalismo e del liberismo: si fa solo ciò che conviene, e ciò che conviene davvero ad una ristrettissima casta di privilegiati, a spese di tutti gli altri.
Nel 2021 (cioè praticamente dopodomani) gli studi economici prevedono che, continuando gli attuali meccanismi di produzione e distribuzione della ricchezza, sul pianeta Terra un gruppo di ricchi pari al 1% della popolazione sarà più ricco del restante 99% della popolazione mondiale. Quello sarà il momento in cui Satana avrà definitivamente vinto.
Sarà il trionfo finale del male sul bene, della follia sulla ragione. Satana avrà vinto utilizzando il suo sterco, lo sterco di Satana, il denaro, il dio denaro.
La vedete mai in televisione la troika economica della UE e del FMI ?
Quelli sono solo l’apparenza, il travestimento che Satana ha adottato, sperando di non essere riconosciuto, riuscendoci fino ad ora. Non sono umani quelli lì, sono mostruosi demoni della peggiore specie, che si manifestano in forma umana.
Basterebbe appostarsi dietro un angolo dove passano, con un secchio di acqua santa, e buttarglielo addosso quando passano per accorgersi del trucco: verrebbero immediatamente corrosi ed emergerebbero tra fumo e fiamme nauseabonde le loro vere sembianze, gli zoccoli, la coda, le corna, gli occhi di brace.
Ovviamente il 2021 è solo una data simbolica, la ciliegina sulla torta, ma la torta è ormai bella che confezionata.
Come sarà la situazione oggi, nel 2015? Suppergiù un gruppo pari a 1,5% della popolazione mondiale detiene una ricchezza superiore al restante 98,5%.
Non mi sembra granché diversa la situazione, può peggiorare, peggiorerà fino a raggiungere il dato previsto nel 2021, ma non stiamo poi tanto meglio di come saremo nel 2021. Unica soluzione possibile, a tempi brevi o medio-brevi: affidarsi ad una squadra numerosa e accanita di bravi esorcisti, ma attenzione che devono essere proprio bravi, che l’infestazione maligna è proprio grave. Non vedo altra soluzione.
Chi frequenta gli ambienti ecclesiastici romani, potrebbe parlarne con qualcuno, ma attenzione con chi parlate, che il demonio può travestirsi anche da prete, anzi, c’è chi sostiene che una delle sedi terrene di Satana, molto ben mimetizzata, sia proprio dentro lo stato della città del Vaticano e dintorni.
Il problema va quindi inquadrato in questo schema teorico.
Se aspettiamo che intervengano le istituzioni per aiutarci,, comuni, regioni, Parlamento, procure della repubblica e compagnia bella, campa cavallo!
Abbiamo molte più probabilità di successo affidandoci ad amuleti, riti di liberazione, vodoo, magia nera, miracoli di sanggennaro et similia.
Buona domenica a tutti.

BLOG DI GRILLO
L’ASCESA DI SALVINI

E’ una forma di difesa di chi crea il suo antagonista a tavolino, la Lega in questo caso, per eclissare la sua vera alternativa: il M5S. Quindi Lega ovunque, spesso senza contraddittorio per mesi su tutte le televisioni a ripetere gli stessi slogan rilanciati poi dai giornali. La promozione di un (falso) antagonista che ha partecipato per vent’anni alla mangiatoia del Sistema con finanziamenti pubblici, leggi a favore dell’immigrazione selvaggia (firmando i regolamenti di Dublino), diamanti in Tanzania, Belsito indagato, lauree in Albania. “Se sei nel Sistema, fai parte del Sistema” è una vecchia e sempre valida regola. E non puoi far parte del Sistema se non sei ricattabile. Questo è valido per la Lega, il finto antagonista che assolve due scopi. Il primo è quello di drenare voti al M5S, il secondo è di far percepire di essere un’alternativa al Sistema in modo che tutto cambi perché nulla cambi….
Il tramonto di Berlusconi ha lasciato il PD privo di un avversario di una qualche credibilità, privo di uno spauracchio da sventolare per gli elettori che devono ancora votarli turandosi il naso. Situazione pericolosissima: perché agli occhi degli italiani si profilava un bipolarismo tra il PD e il M5S, e si sa quanto all’opinione pubblica disgustata dalle politiche del PD il M5S appaia come l’unica scelta logica e naturale.
L’obiettivo non erano le regionali, ma le prossime politiche. C’è bisogno di un avversario, ma c’è bisogno di un avversario organico al Sistema. Un avversario che conosca le politiche basate sull’inciucio, sulla spartizione di poltrone, sulle clientele di territorio, che all’occasione sia ricattabile per qualche giochino sporco locale, aduso a candidare personaggi presi dal sottobosco della politica affaristica, insomma un nuovo/finto avversario con cui mettersi d’accordo per le spartizioni future.
E così, ecco riesumata la Lega dall’oblio in cui l’avevano precipitata i diamanti, le lauree albanesi e le mutande verdi comprate coi soldi pubblici. Una ripulitina volante, la puzza di meridionale sostituita con la puzza di rom, la secessione della Padania sostituita con la secessione dalla Merkel, e via andare, tanto gli italiani hanno la memoria corta.
Tutto pur di non ritrovarsi con l’avversario antisistema per eccellenza: il M5S che alle prossime politiche (che arriveranno dopo altri massacri sociali, altra austerity e altri scandali) rischia di vincere. E che soprattutto non consentirà a nessuno di conservare il sistema Spartizioni&Clientele come è avvenuto con Mafia Capitale, cosa che spaventa i partiti sopra ogni altra.
Questa è l’operazione Salvini. Puro marketing. Chissà se Felpa Selvaggia reggerà.
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La Lega, ha governato per 10 anni, ha avuto il ministro dell’Interno, del Lavoro, di Grazia e Giustizia, delle Riforme, delle Finanze,etc.
E cosa hanno fatto? Il disastro.
Antonio

LA LEGGE AD PERSONAM DI RENZI
Renzi si è fatto aggiungere dalla Madìa un paragrafo all’interno del decreto PA. Un piccolo comma che cancella una condanna ricevuta da Renzi nel 2011. Il decreto fatto da lui ad personam dice: “in ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell’attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l’accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento”. La Corte dei Conti” aveva condannato Renzi in primo grado per danno erariale a causa dell’assunzione nel suo staff di 4 segretarie non laureate contravvenendo a quanto richiedeva la legge e imponendo allo stato un danno di 200 milioni di euro (oltre tutto mettendone oltre tutto 4 al posto di una per favorire le sue amichette). Con quel piccolo comma Renzi si è depenalizzato, come faceva Berlusconi.
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150 MILIARDI DI DANNO: 41 ANNI FA NACQUERO LE BABY PENSIONI: A 35 ANNI GLI STATALI ANADAVANO IN PENSIONE, PER POI TROVARSI UN BEL LAVORO IN NERO
Roberto

Quell’insostenibile follia fu abrogata 19 anni dopo, ma continua a danneggiare i conti dello Stato. Oggi mezzo milione di italiani ne usufruisce legittimamente, 425 mila dei quali ex dipendenti pubblici. Il peso economico è di 9 miliardi l’anno, fino al 2012 la legge Rumor è costata agli italiani 150 miliardi. Diciassettemila persone andarono in pensione a 35 anni di età e, considerate statisticamente le aspettative di vita, percepiranno la pensione per mezzo secolo. Vale a dire incassando mediamente il triplo rispetto a quanto avevano versato. Un’ingiustizia pura in disprezzo del mondo del lavoro. Il decreto sulle baby pensioni ancora oggi ci dimostra quanto fosse allegra e superficiale la gestione della cosa pubblica, mantenuta con i soldi della gente.
E quanto fosse sconnessa la frase di Andreotti:
«Meglio tirare a campare che tirare le cuoia».

Armando Di Napoli

I sogni smembrati d’ogni idiozia
le speranze perse nell’aurore umide
improvvisamente da un’alba piena di misericordia
sbucò un sole vestito di sentimento
squarciando ogni nuvola ignobile
ed accarezzò un mare di carne umana
persa in mari lontani dal legno marcio
di un barcone fatiscente un urlo affamato
di un bimbo appena nato
trasportato senza biglietto
da un soffio di vento spazzò via
ogni disumano razzismo
nel silenzio generale della sopravvivenza
le labrucce afferrarono i capezzoli della madre
cercando di rimanere in vita
resistendo ad ogni ignobile discriminazione…

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L’IMMONDEZZAIO ITALIA
Giovanni Scavazza

Penso che le cose stiano ormai molto peggio di come dicono. In parte come la penso io lo ha espresso di recente Rodotà. I corruttori non stanno DENTRO lo stato, per fregargli soldi e arricchirsi con la corruzione. I corruttori sono ormai AFFIANCATI allo stato, come un secondo stato alternativo a quello legale, anzi, ormai lo stato reale sono loro.
Questa storia mi ricorda le inchieste e gli scandali che periodicamente venivano fuori alcuni anni fa, ai tempi della guerra fredda. Ogni tanto si scopriva che pezzi dei servizi segreti italiani tramavano nell’ombra contro le istituzioni democratiche, preparavano colpi di stato, fiancheggiavano i terroristi, depistavano le indagini sulla P2 e sugli attentati della strategia della tensione, coprivano la banda della Magliana, facevano scappare Kappler etc etc

Li chiamavano “servizi deviati”, o schegge deviate o impazzite o infedeli dei servizi segreti. Non era vero. I veri servizi segreti erano loro, e prendevano ordini dalla NATO e dagli americani, che noi non siamo mai stati davvero liberi e indipendenti. I servizi segreti “ufficiali” erano un paravento, una finzione che copriva i veri servizi segreti, che erano quelli che chiamavano “deviati”,
Oggi è la stessa cosa. Dicono che il malaffare è una malattia che sta minacciando l’organismo sano dello stato. Ma non è vero, il vero stato sono loro, quello apparentemente “ufficiale” è ormai una finzione per abbindolare i gonzi. Sono loro, gli pseudo/corrotti i veri rappresentanti dell’economia di rapina capitalista. Sono loro i veri operatori che lavorano per trapiantare il modello americano in Italia e in Europa. Che stanno costruendo l’Europa dei mercanti e dei mercati, e non quella dei popoli. Che stanno applicando alla lettera le (vere) direttive di UE, USA, FMI. Che stanno instaurando meccanismi economici dove il denaro è il fine ultimo. Dove il pesce grande mangia quello piccolo, dove l’uno percento dei ricchi è più ricco dell’altro 99 percento. Insomma che stanno lavorando per instaurare il regno del male, che hanno venduto l’anima a Satana. Ci si scordi di concetti come “diritti civili”, “solidarietà”, “tutela del bisogno”. Ci si scordi di tutto ciò che non produca denaro, cioè che non convenga, e convenga davvero a quel ristretto gruppo di privilegiati dell’unopercento. La scuola di massa non conviene alla casta, non gli porta profitti, anzi ha dei costi. La sanità per tutti non conviene alla casta, anzi, ha dei costi. La pensione non conviene alla casta, anzi ha dei costi. I servizi sociali non convengono alla casta, anzi hanno dei costi. La gente si dimentichi di tutto questo. E’ poco moderno. Sono ideologie ottocentesche. Stelle, strisce e dollari, questo è il nostro triste destino, proprio mentre invece parti importanti del mondo (i paesi BRICS) hanno scelto e stanno praticando strade diverse e alternative.
Come lo combatti tutto questo? Con le chiacchiere insipienti? Qui bisogna fare prendere coscienza a quel 99 % del popolo che occorre ribellarsi, e dopo la presa di coscienza ci vuole un movimento politico che incarni questa presa di coscienza, che inauguri una nuova stagione di lotte sociali, che si colleghi con gli altri movimenti europei che propugnano tutto questo, che si colleghi con i paesi del mondo che hanno scelto strade alternative.
Staremo a vedere. Se qualcuno, oltre al buon Rodotà, proporrà qualcosa del genere e si darà da fare per realizzarlo, potrà contare sul mio umilissimo apporto, altrimenti stavolta mi aspetta la bella Provenza dove andrò a dipingere, finalmente.
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Oggi il M5S ha consegnato al Presidente del Senato Pietro Grasso il testo della legge di iniziativa popolare per l’indizione di un referendum sull’Euro

Qualcuno sostiene che questo referendum non si può fare poiché non previsto in Costituzione. Falso: la realtà è che la richiesta è seria e precisa e si rifà ad un precedente storico importante.
Nel 1989 veniva indetto un referendum di indirizzo. Per realizzarlo, è stata varata un’apposita legge di rango costituzionale recante al suo interno tutti gli elementi, dal testo referendario fino alle modalità del suo svolgimento.
La nostra proposta è il primo ed unico atto formale ed istituzionale con il quale si è chiamati ad affrontare nel Paese la questione dell’Euro. Il Movimento 5 Stelle non fa propaganda elettorale. Quella è abitudine dei partiti di bassa “lega”. La nostra è assunzione di una responsabilità: ciò che inseriamo nei nostri programmi, lo realizziamo con atti concreti. Ciò che promettiamo, manteniamo.
La realtà è che hanno rubato la libertà di scelta ai cittadini. E stanno facendo di tutto per nasconderlo. Ci avete provato. Ma il M5S vi sta mettendo davanti alle vostre responsabilità e negligenze.
Adesso non ci sono più scuse, né alibi. Vedremo al voto al Senato chi è davvero a favore della partecipazione popolare, e chi ne ha paura.
Il referendum consentirebbe l’apertura di un dibattito approfondito ed equilibrato (par condicio rispettando) sul tema della moneta unica, obbligo a suo tempo imposto agli italiani e del quale oggi stanno subendo le pesanti conseguenze.” M5S Parlamento
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CROZZA E MAFIA CAPITALE 9 GIUGNO

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/06/09/crozza-g7-renzi-con-obama-ha-acceso-un-fuoco-solo-a-forza-di-strofinargli-i-coglioni/381797/

Crozza: “Mi scusi, ma lì a Roma chi è rimasto a piede libero ormai? Cazzo, se un turista quest’estate va a Roma, trova più coda a Regina Coeli che ai Musei Vaticani. Marino, si informi, Marino, si svegli quantomeno! Povera Roma. Non c’è più il Grande Raccordo Anulare, ma il Grande Accordo a Rubare“.

“Per Buzzi la corruzione era solo al 3%: stava forse dentro i parametri di Maastricht. Glielo chiedeva l’Europa. Il 3% poi forse è la stessa percentuale di questione morale rimasta nel Pd. Buzzi ha detto al magistrato: ‘Non registri, perché, se parlo, casca il Governo’. Ma che minaccia è? Tanto il Governo casca anche se parla Renzi, Orfini o la Bindi. Se invece parla Cuperlo, cascano prima i maroni. Se parla Toti, cascano i marò“.

Coalizione Sociale di Landini: “Sembrava un raduno di Pensione Sociale. Mancavano solo Dalida, Shel Shapiro e il tenente Sheridan. C’era un clima così anni ’70 che nella prima mezz’ora hanno parlato solo di targe alterne e di braghe a zampa d’elefante”.

G7 in Baviera: “Vabbè, G7. Diciamo più G6 più Renzi. Al G7 hanno concordato tutti che come clima, fra i boschi, fa più fresco che in ufficio. Renzi, che è un ex boy scout, con Obama è riuscito ad accendere un fuoco senza nemmeno i legnetti: solo a forza di strofinargli i coglioni. Poi è corso a Roma per la direzione del Pd: da Obama a Fassina è come passare, in un attimo, da un orgasmo a una colonscopia“

Buzzi ha detto che se parla lui cade il Governo.
Renzi ha replicato che se parla lui cade Buzzi.

L’APPLAUSO DEL PD A DE LUCA
Don Aldo Antonelli

Più che uno scroscio di mani sembrava il rumore di una frana dolomitica o il fracasso frantumato di un crollo. Più che un applauso, un pugno allo stomaco. Quell’applauso di domenica sera nella sede del Nazareno, indirizzato all’indagato Vincenzo De Luca da parte del direttivo del Pd sa di bruciato, di catastrofico: marchio indelebile della deriva di un partito che fu di sinistra e che è diventato sinistro.
Gramsci, Togliatti e Berlinguer si saranno rivoltati nelle loro tombe in contorsioni di insofferente ripulsa. Non trattasi soltanto di dignità. Ma financo di quel minimo di prudenza precauzionale che dovrebbe accompagnare coloro che sono al vertice di un partito alla guida di un Paese membro dell’Europa, e/o del G7, e/o del Patto Atlantico. Ma tant’è! De Luca in Campania e la Paita in Liguria sono ormai la certificazione della spudoratezza, della presunzione boriosa e della tracotanza che caratterizzano il partito di Renzi, elemento estraneo all’autentica tradizione storica, ideale e ideologica del Pd che a furia di dictat ne ha cambiato la natura sì da farne una specie di ibrido organismo geneticamente modificato.
Evidentemente il potere lo rende cieco da non vedere l’erosione continua del suo partito che, tenendo conto della percentuale degli astenuti, rappresenta appena il 15 per cento della popolazione; e sordo da non sentire i mugugni di una minoranza, sì, frastagliata, ma in continua ebollizione. Su Repubblica del 30 marzo scorso Thomas Piketty si chiedeva come mai le masse abbiano voltano le spalle ai partiti di centrosinistra che sostengono di difenderle. La risposta che si dava era semplicemente perché i partiti di centrosinistra non le difendono più ormai da tempo. Oggi, noi ci si trova di fronte ad una “ex-sinistra” che si è sostituita alla destra, che ne fa le veci e ne realizza le “riforme”.
Raniero la Valle segna le tappe disgraziate di questo degrado e, chiamiamola così, dell’eutanasia della democrazia:
“Fin dal 1971 le riforme monetarie ed economiche di Nixon, di Reagan, della Thatcher, i minuziosi trattati europei sulla sovranità della concorrenza e dei mercati, la separazione tra Banca d’Italia e autorità di Governo, la rinunzia degli Stati a battere moneta, senza che i nuovi produttori di moneta dipendano da nessuno, e meno ancora rispondano a istanze democratiche, hanno tolto alle Repubbliche, cioè al potere politico e alla sovranità popolare ogni possibilità di governare l’economia e di perseguire i fini di promozione e di felicità umana che essi stessi si erano assegnati”.
Il fine della politica, ormai da tempo, non è più la promozione e il benessere del popolo, bensì l’apertura al mercato. Ma questa è anche la sua fine!
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LUI NON RUBA, PRENDETELO!
Marco Travaglio

“C’era un tempo in cui le mazzette facevano notizia, perché erano considerate l’eccezione: il numero dei derubati superava ancora quello dei ladri. Ora invece c’è stato il sorpasso: la notizia è che a Roma e dintorni c’è anche qualcuno che non ruba. I ladri non ci provano nemmeno, a corromperlo: sanno che con lui non c’è speranza”.
Si chiama Fabio Fucci, 35 anni, da due sindaco di Pomezia per i 5Stelle, il tanto ridicolizzato non-partito col non-statuto che fa politica con i non-soldi. Ma come, un partito che vince le elezioni senza bisogno di denaro, a parte qualche manciata di euro raccolti fra i simpatizzanti? Salvatore Buzzi, pregiudicato per omicidio ed ex ergastolano (un ossimoro in tutto il mondo, fuorché in Italia), dunque capo della coop rossa 29 Giugno, dunque socio del nero Carminati, dunque padrone del Comune di Roma e di mezza Regione Lazio, dunque finanziatore del Pd e non solo, è giustamente indignato: “Su Pomezia non abbiamo alcuna protezione, il sindaco è incorruttibile”. Non ha neppure provato a indurlo in tentazione: metti che quello ti denunci, magari ti registri pure e ti metta in rete. Troppo rischioso. La sua fama di “incorruttibile” -vocabolo ormai sconosciuto nel lessico politico – lo precedeva.
Perché Fabio Fucci è incorruttibile? 1) Perché è una brava persona, ma questa non è una sua esclusiva: per strano che possa sembrare, ci sono ancora brave persone annidate in quasi tutti i partiti. 2) Perché il M5S non conosce sedi, apparati, funzionari, segretarie, dipendenti, galoppini, manifesti, finanziamenti pubblici, rimborsi statali forfettari, cene elettorali e nemmeno – così pare – tangenti, insomma non ha bisogno di soldi, dunque non ne riceve, non ne chiede e nessuno gliene può offrire: e questa sì, è un esclusiva. La questione è tutta qui, come dimostra un’altra intercettazione di Mafia Capitale: nel settembre scorso il tesoriere del Pd romano, Carlo Cotticelli, probabilmente brava persona, ha un problema: non sa come pagare gli stipendi dell’elefantiaca macchina organizzativa del partito. E a chi si rivolge? A chi i soldi li ha, anche se sono soldi nostri, frutto di appalti pilotati dalla notte dei tempi grazie alle giunte di sinistra e di destra (chi si ricorda più la differenza): il solito Buzzi. Il quale ha tutto l’interesse a tenere in piedi il Pd, visto quel che gli ha fruttato e gli frutta. Così mette mano al portafogli. Non il suo, ci mancherebbe: quello della coop. Del resto, la coop sei tu. “Cotticelli – annota il Ros – spiegava che erano in estrema difficoltà in quanto non erano riusciti a pagare gli stipendi di agosto e non sapevano cosa fare, quindi chiedeva a Buzzi se poteva aiutarli
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RIDIAMARO :- )

Marcossà: Mafia Capitale. Il PD sotto accusa, replica: una banda di destra. Ohhh!!!! Finalmente fanno outing e confessano di essere di destra
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Pirata 21
Orfini: “Marino è un nemico di Mafia Capitale?”. Mi domando cosa ci faccia ancora nel Pd, allora.
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Luce so fusa
Renzi:” un Paese solido è quello che combatte la corruzione con forza e manda chi ruba in galera”.
Poi c’è l’Italia…
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Siokanzino
Mafia Capitale, nuovi arresti: “Si arricchivano sulla pelle dei migranti”.
Mentre altri ci basano il proprio programma elettorale.
Come a dire che tutti e due ci mangiano sopra.
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Pirata 21
Marino: «In Campidoglio persone per bene». Credo si riferisca all’usciere.
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Siokanzino
Mafia Capitale, Salvini: “Che altro deve accadere perché Marino se ne vada?”
Che non trovi parcheggio sotto al Comune.
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Doctor C
Membri del Pd accusati di associazione a delinquere, corruzione aggravata da modalità mafiose e di essere del Pd.
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Macthulhu
Mafia Capitale: nelle carte sulle “coop bianche” spunta anche Comunione e Liberazione. Ora rinominata Comunione e Criminalizzazione.
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http://masadaweb.org


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