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MASADA n° 1618 29-1-2015 PREQUIRINALE

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MASADA n° 1618 29-1-2015 PREQUIRINALE

I nomi irricevibili fatti dal Governo – La rosa dei dieci nomi fatta dai parlamentari del Pd – Mattarella come primo nome di Renzi il primo giorno delle votazioni – I diktat di Renzi per le prime tre votazioni – No a Bersani, a Prodi, a Grasso, ad Amato

Molti hanno capito male, eppure la linea dei blog di Grillo è stata chiara.
Il M5S ha meno di 139 voti, da solo non può eleggere nessuno.
Il Pd, grazie all’enorme premio di maggioranza) ha 446 voti (pur avendo preso coi voti italiani 44.000 voti più del M5S).
Dunque sarà il Pd a votare il nuovo PdR perché è il partito di maggioranza e il M5S da solo non va da nessuna parte.
Il M5S due anni fa presentò una lista di nomi e la bruciarono immediatamente. Bruciarono anche Rodotà e Prodi che erano del Pd. Questa volta, per non ripetere l’errore, il M5S ha chiesto a Renzi una rosa di nomi. Renzi non ha risposto.
Allora il M5S ha chiesto ai parlamentari Pd chi avrebbero votato. Hanno risposto.
Il gruppo parlamentare M5S ha sintetizzato le LORO risposte facendo questa lista di 10 nomi.
NON SONO I NOMI CHE SCEGLIEREBBERO I 5STELLE
SONO I NOMI SCELTI DAI PIDDINI

Per questo nell’elenco ci sono Bersani e Prodi, perché il 53% del Pd è formato da bersaniani e ci sarà chi rimpiange Prodi. E’ ovvio!
A questo punto, il M5S ha chiesto ai suoi elettori quale tra questi nomi è il meno peggio, nel tentativo di limitare il danno e nella speranza di evitare il nome scelto da Renzi/Berlusconi.
Inutile dire che i 5stelle avrebbero voluto una rosa migliore di candidati. Ma sarebbe infantile non tener conto della situazione! L’erba voglio non cresce nemmeno nei giardini del re e oggi non possiamo buttare via voti. Bisogna fare di necessità virtù, uscire dal mondo dei sogni e guardare lucidamente i fatti.
E che il Cielo ce la mandi buona!
Purtroppo i giornalisti falsificano i fatti, tutti meno Travaglio, e hanno fatto credere che questa rosa di candidati uscisse dal M5S, cosa errata perché il blog lo dice chiaramente che erano candidati scelti dal parlamentari piddini entro un certo tempo e che sono state scartate le email arrivate tardi.
Così si è scatenata la bagarre, perfettamente inutile perché basata su un presupposto inesistente: che quelli fossero i candidati del M5S. Ma la gente non sa leggere, perché se fosse un po’ più alfabetizzata capirebbe da sola che le cose stanno diversamente.
ma hanno ragione le statistiche, i due terzi degli Italiani non capisce quello che legge, poi ci sono quelli che sono manipolati da una pessima informazione politica.
E il gioco è fatto!
La rosa dei 10 nomi è dunque quella proposta dai parlamentari piddini, non è una rosa di candidati scelta dai 5stelle, questo perché, da solo, il M5S, purtroppo, con 129 voti non andrebbe da nessuna parte.
Tuttavia, anche in questa rosa piddina, emergono alcuni nomi interessanti come Imposimato, Di Matteo, Cantone, Zagrebelsky (la Carlassare si è ritirata)… che aprono qualche spiraglio di luce. Possiamo sempre sperare che alla quarta votazione si aprano dentro il Pd delle defezioni interne e che il M5S possa appoggiarsi ad esse. Ma i pronostici sono cupi, visti i due massimi contraenti.
Lo ripeto per chi non ha ancora capito:
LA LISTA DEI DIECI NOMI è STATA FATTA DAI PARLAMENTARI DEL PD
NON DAL M5S CHE SI E’ LIMITATO A PRENDERNE ATTO, VISTO CHE, SE PROPONESSE CANDIDATI PROPRI, LI VEDREBBE IMMEDIATAMENTE BRUCIATI COME E’ GIA’ SUCCESSO DUE ANNI FA.
E’ ovvio che un 5stelle non sceglierebbe mai Bersani o Prodi almeno se ha capito qualcosa del Movimento e non deliri. E mi spiace che Scanzi si sfracelli cercando in Prodi il grimaldello che romperebbe il patto del Nazareno. Non è coi grimaldelli che il M5S andrà avanti. Non è con le furbate, quelle le lasciamo tutte a Renzi. E con Prodi saremmo di nuovo sulla tragica linea dell’euro che scava la nostra voragine di disperazione.
Ora speriamo solo che il nome VERO già deciso da Renzi e Berlusconi non sia Grasso e men che mai uno come Vietti e speriamo in nomi seri come come Imposimato, Di Matteo, Cantone, Zagrebelsky… Inutile votare altri nomi. Sarebbero voti perduti.

E’ pietoso vedere quanti credono che la lista dei 10 sia stata fatta da Grillo, mentre era il sunto delle indicazioni dei parlamentari piddini. Se tanti capiscono quello che leggono a rovescia o si fanno infinocchiare dai quotidiani ufficiali, c’è da immaginarsi cosa capiscano di politica o di finanza.
Riprendo Travaglio: “I 5stelle questa volta non hanno un candidato loro, come fu Rodotà nel 21013 respinto per l’insipienza del vertice Pd. Per non ridursi al ruolo di spettatori, hanno chiesto ai parlamentari del Pd un elenco da presentare agli elettori. Renzi non li ha degnati di una risposta, confermando che è lui a rifiutare il dialogo. Ma alcuni del Pd hanno risposto tirando fuori Prodi (loro non Grillo) o Bersani e altri. Gli sciocchini sono andati da Renzi a chiedere belli belli un presidente fuori dal Nazareno (cosa da pazzi!). Ma, se al 4° scrutinio il nome scelto da Renzi non passasse, come potrebbe giustificare davanti alla base di aver rifiutato anche Prodi? Se invece Renzi perseverasse col Nazareno,tutti capirebbero che il patto è ben più inossidabile di quel che si racconta. Un patto tra il pregiudicato e lo spregiudicato, di mutuo governo e mutui affari (condono fiscale, salvacondotto per B ecc.). A marzo scadono i servizi sociali. B entrerà nella maggioranza e nel governo in attesa dell’agibilità politica. L’orrendo Italicum gli sta a pennello, i partitini correranno nell’ovile di Arcore per non sparire e, se B arriverà 2°, si nominerà tutti i deputati. Ma potrebbe anche arrivare 1°. Come in un film horror”.

NO A PRODI ORA E SEMPRE

-perché fa parte di quella prima repubblica che vorremmo sotterrare
-difenderebbe quella cricca di finanzieri che ci porta alla rovina, essendo un emissario delle banche come Monti
-insieme a Monti e Draghi viene dalla famigerata Goldman Sachs col compito di traghettare l’Italia dalla democrazia alla schiavitù assoluta sotto il potere finanziario
-ci ha messo incautamente nella zona euro senza avvertirci dei rischi della perdita della sovranità monetaria
-non ci ha parlato dello spread con la Germania che avrebbe aumentato il nostro debito e bloccato qualunque investimento
-non ha realizzato una sola cosa del suo corposo programma di 286 pagine fatto con gli alleati tradendo il suo mandato elettorale e gli alleati stessi
-non ha fatto né una nuova legge elettorale, né una legge sul conflitto di interessi, né una legge anticorruzione, né tagli ai privilegi e abusi dei partiti
-ha messo al ministero della Giustizia uno come Mastella
-era implicato nei 20 miliardi di fondi europei spariti in Calabria
-in quell’inchiesta ha preferito far fuori il pm De Magistris piuttosto che fare giustizia
-ha sempre difeso il Vaticano
-distrusse praticamente l’IRI, cedendo 29 aziende tra cui l’Alfa Romeo, diminuì i dipendenti, liquidò Finsider, Italsider ed Italstat e tentò di vendere la SME al gruppo CIR di Carlo De Benedetti (fu allora che l’Ilva fu svenduta ai Riva)
-faceva parte dell’Advisor Board che doveva curare l’immagine della BP, quella, per intendersi del disastro ambientale del Golfo del Messico
-firmò quell’accordo con la Merkel che ci ha consegnati definitivamente nelle mani dei tedeschi e della BCE
-permise la basa NATO a Vicenza dicendo che non lo riguardava perché era “un problema urbanistico”
-e infine non potrebbe mai essere un candidato del M5S, perché ciò sarebbe in flagrante opposizione col M5S che ha chiesto un referendum per uscire da quella zona euro in cui lui incautamente ci ha messo.
Ditemi un solo motivo per cui i 5stelle dovrebbero votare Prodi.
Ma tranquilli, Prodi è stato l’unico del csx che per 2 volte ha vinto Berlusconi, ragione per cui non sarà nemmeno nominato.

NO AMATO ORA E SEMPRE

Nel giugno 1992 ci fu il Governo Amato, d’accordo con gli speculatori che volevano impadronirsi dell’Italia. Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a Consultare il centro del potere finanziario: le 3 grandi banche di Wall Street, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers e trasformò gli Enti statali in Società per Azioni, così che l’élite finanziaria li potesse rilevare. L’inizio fu concertato dal Fm, che voleva privatizzare selvaggiamente e svalutare la nostra moneta, per agevolare il dominio della finanza. L’incarico di far crollare l’economia italiana fu dato da Soros, uno speculatore USA che, con le informazioni dei Rothschild e la complicità di alcune autorità italiane, riuscì a far crollare la lira e molte aziende italiane. Soros ebbe l’incarico da parte dei banchieri USA di fare attacchi speculativi degli hedge funds per far crollare la lira. Così, il 5 novembre 1993 la lira perse il 30% e svalutò anche dopo.
La crisi italiana del 92 la dobbiamo proprio ad Amato. I complici Italiani della grande finanza che voleva mettere in ginocchio l’Italia furono il Ministero del Tesoro Barucci, l’allora Direttore di Bankitalia Dini, il governatore di Bankitalia Ciampi, il capo del Governo Giuliano Amato e il Direttore Generale del Tesoro Draghi. Amato costrinse i sindacati ad accettare un accordo salariale pessimo. Gli attacchi all’economia italiana proseguirono per tutti gli anni 90, finché il sistema economico italiano non cadde sotto il completo controllo della finanza.

Vogliamo ricordare quella notte del ’92 quando Giuliano Amato prelevò il sei per mille da tutti i conti correnti bancari? Tutti.
Un prelievo forzoso e retroattivo imposto con un decreto legge che rastrellava 30.0000 miliardi di lire (retroattivo al 9 luglio). Ma davvero vogliamo fare il bis?
E vogliamo ricordare che fu Amato dalla sua posizione di ministro dell’Interno a comandare a prefetti e sindaci italiani di non trascrivere i matrimoni gay celebrati all’estero, perché considerati contrari all’ordine pubblico? E che fu Amato l’autore della riforma delle pensioni del 1992 che salvaguardò le pensioni d’oro, escluse i nati prima del 1950 dall’introduzione del regime contributivo e dimenticò milioni di invalidi?
Ma per fare gli interessi di chi si dovrebbe fare il nome di Amato? Non certo del popolo italiano!

NO BERSANI ORA E SEMPRE

Bersani è un inetto che non sa parlare nemmeno italiano, figuriamoci inglese! E’ un bifolco che ci farebbe fare solo delle brutte figure. Nessuno potrebbe immaginarlo in un ruolo internazionale. Bersani sta bene a Bettole a giocare a scopone. Non è uno statista. E’ una macchietta.
E secondo voi la Costituzione dovrebbe essere tutelata da Bersani, che ha votato incostituzionalmente per la legge Fornero creando 300.000 esodati senza lavoro e senza pensione? Che ha votato l’allungamento delle pensioni più alto d’Europa? Che ha votato per quel pareggio di bilancio in Costituzione che ci strozza e ci impedisce di spendere non solo per lo sviluppo ma anche per il recupero del dissesto idrogeologico del territorio? Uno che tentava di scoutizzare (comprare) i 5stelle che ha dichiarato “Io con il m5S?? Fossi matto!”? Uno che ha sostenuto Monti e lo ha pure difeso? Uno che mentre contattava Grillo gli dava del fascista? Uno che da Grillo voleva 9 milioni di voto grati dicendo no a tutti i punti del suo programma? Uno che mise nel programma elettorale il reddito minimo di cittadinanza ma lo rifiutò quando glielo chiesero i 5stelle e poi gli votò contro? Uno che mentre parlava di smacchiare il giaguaro faceva di tutto per sostenerlo?

NO A GRASSO ORA E SEMPRE

Mattarella è uno specchietto per le allodole. Alla quarta votazione tireranno fuori uno come Grasso.
TRAVAGLIO: “Grasso prima di essere magistrato, è un italiano, è molto furbo, è un uomo di mondo, ha saputo gestirsi molto bene, non ha mai pagato le conseguenze di un’indagine. Si è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini sulla mafia e la politica, si è addirittura liberato quando era procuratore di Palermo di tutti i magistrati che facevano indagini su mafia e politica, si è reso protagonista di alcuni gesti poco nobili, come rifiutarsi di firmare l’atto di appello contro l’assoluzione in primo grado di Andreotti, lasciando soli i sostituti procuratori che avevano presentato questo appello. Ha fatto dichiarazioni in cui prendeva le distanze da Caselli, ha ottenuto applausi dal cdx. B ha detto che Grasso è tutt’altro che un brutto candidato alla presidenza del Senato, ha ottenuto addirittura dal cdx 3 leggi per fare fuori Caselli e far passare Grasso alla procura nazionale antimafia. Leggi anticostituzionali che però Grasso ha utilizzato per diventare procuratore nazionale antimafia, mentre il governo faceva fuori il suo unico rivale, Caselli. Grasso è quello che ha proposto di dare a Berlusconi la medaglia antimafia. Ve ne rendete conto?”
“Grasso è definito il cocco di B (che lo impose alla Procura antimafia, estromettendo con 3 legge Caselli), è del Centro (che voleva candidarlo) e del Pd (che lo ha candidato). In effetti i suoi rapporti col Potere sono da sempre idilliaci: specie da quando subentrò a Caselli alla Procura di Palermo e subito se ne dissociò, abbandonò le indagini su mafia e politica (Cuffaro a parte), allontanò dalla Dda i pm più impegnati su quel fronte, lasciò nel cassetto le carte sequestrate a Ciancimino sulla trattativa, rifiutò di controfirmare l’appello contro l’assoluzione di Andreotti in 1° grado, meritandosi gli elogi di Berlusconi e C. e dei “riformisti” centrosinistri, infine ritirò il premio: la legge Bobbio (An), poi dichiarata incostituzionale, che di fatto lo nominava procuratore nazionale antimafia estromettendo il suo unico concorrente Caselli. Da allora, democristianamente, si barcamena. Un giorno dice: “Le stragi furono date in subappalto a Cosa Nostra per gettare l’Italia nel caos e dare la possibilità a un’entità esterna di proporsi come soluzione”, insomma “agevolare l’avvento di nuove realtà politiche che potessero poi esaudire le sue richieste”. Cioè FI.”
Mi stupisce che qualcuno chieda se Grasso piacerebbe a B. Certo che gli piace visto che B fece proprio 3 leggi, di cui una dichiarata incostituzionale, per cambiare i requisiti per diventare procuratore antimafia in modo che fosse eletto Grasso e non Caselli. Queste 3 leggi «contra personam» furono citate da Ingroia, in campagna elettorale, per sostenere che B aveva voluto forzosamente Grasso alla Superprocura. C’è poi il fatto che spesso i pentiti dei legami tra FI e Cosa nostra e i principali furono proprio quel Giuffrè gestito in gran segreto da Grasso e da lui occultato e poi Spatuzza. Ci fu una lite memorabile tra Grasso e Scarpinato, che è stato sempre un giudice di prima linea nella lotta contro mafia e massoneria. Quest’alterco violento segna l’inizio della fine dell’ultimo pool antimafia di Palermo. Un mese prima era stato catturato Antonino Giuffrè in circostanze assai misteriose, il boss si pente ma parla solo con due o tre procuratori mentre tutti gli altri ne sono all’oscuro. Le tensioni latenti nel palazzo di giustizia esplodono. Qualcuno come Guido Lo Forte è a conoscenza del pentimento di Giuffrè, altri come Scarpinato (grande giudice antimafia) ne sono tenuti all’oscuro, mentre con Falcone e Caselli tutti collaboravano su tutto. E’ uno scandalo che lascia attoniti anche molti senatori. Grasso occulta dei pentiti e non fa circolare le confessioni per proteggere Berlusconi. Nel processo contro Dell’Utri, Grasso nasconde le prove.
Ovviamente il nome sarà GRASSO. Ma quali altre prove volete?
Nelle leggi di Renzi è sparita la lotta alla mafia.
Grasso era il candidato di Bersani.
Berlusconi ha fatto 3 leggi ad personam (di cui una incostituzionale) per rendere sicura la nomina di Grasso ed escludere Caselli che era il candidato reale per la procura.
Grasso ha occultato confessioni di pentiti che denunciavano il patto di FI con la mafia
Nel febbraio 2005, quando Grasso è ancora procuratore a Palermo, durante una perquisizione a casa di Massimo Ciancimino,si trova una lettera indirizzata a Berlusconi in cui la mafia gli promette voti in cambio della “messa a disposizione di una delle sue televisioni. Salta fuori anche un’intercettazione in cui Massimo Ciancimino, al telefono con la sorella, parla di un presunto assegno da 35 milioni di lire staccato negli anni 80 da Berlusconi per don Vito, legato a Salvo Lima e al boss Bernardo Provenzano. perché queste prove sparirono dal processo?
Il 1° fondatore di FI e consigliere di Berlusconi, Dell’Utri, è stato condannato a 9 anni per collusione mafiosa e i rapporti di Berlusconi con la mafia emergono in tutti i processi. Malgrado ciò, a La Zanzara, nel 2012, Grasso propone un non specificato premio nazionale antimafia per Berlusconi. Motivazione: “Ha introdotto delle leggi che ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi: siamo arrivati a 40 miliardi di euro”. Ma di che leggi stiamo parlando?
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Grasso è del Pd, favorito da Bersani, ma ha fatto molti favori a Berlusconi che lo ha fatto nominare procuratore antimafia facendo apposta per lui tre leggi nuove. In cambio Grasso ha occultato prove processuali, in modo che il nome di Berlusconi non uscisse. E ha proposto di dare un premio a Berlusconi per la sua lotta contro la mafia, adducendo il fatto che sotto i suoi governi erano aumentati i sequestri di beni mafiosi. Lo contraddirà il procuratore nazionale Morosini, segretario generale di MD: “Sono sconcertanti le parole di Grasso sulla politica di B in tema di lotta alla mafia. Sui sequestri ci sono leggi collaudate già da qualche decennio e gli esiti positivi degli ultimi anni, in materia di aggressione ai patrimoni mafiosi, sono dipesi dallo spirito di abnegazione e dalla capacità professionale di polizia e magistratura. Da B è arrivata una denigrazione sistematica del lavoro dei magistrati che ha solo favorito la mafia. Il codice antimafia, varato nel biennio 2010-2011, a detta di esperti, a livello accademico e giudiziario, brilla per inadeguatezze e lacune. B non ha fatto nulla in tema di evasione fiscale e lotta alla corruzione che sono i terreni su cui attualmente si stanno rafforzando ed espandendo i clan. Per non parlare delle leggi che hanno agevolato il rientro in Italia di capitali mafiosi nascosti all’estero e della mancata introduzione di norme in grado di colpire le alleanze nell’ombra tra politici e boss”.

Aristide2011
Il Presidente della Repubblica, garante e non arbitro della Costituzione, dovrebbe essere la conseguenza naturale di un Parlamento eletto democraticamente. Ci affanniamo a valutare il comportamento del M5s costretto a mosse politiche a volte discutibili distogliendo l’attenzione dal vero problema, la mancanza di democrazia che porta ad una continua violazione dei valori della nostra Carta ormai ridotta a semplici articoli privi di valore. È chiarissimo che il centro decisionale è di un partito il quale risponde a logiche lobbistiche che poco hanno a che fare col rispetto della volontà popolare, perno sul quale si fonda la regola suprema del nostro vivere assieme, la nostra nazione. La gente percepisce tutto questo, ma pochi concretizzano o focalizzano il problema, complice di tutto questo un’informazione che sa bene gestire le masse. Ecco allora episodi come le contestazioni agli ex M5s. Persone deluse. Non li giustifico affatto, anzi, non fanno altro che dar modo ai più di infierire sul movimento. Non giustifico nemmeno chi insultò Berlusconi. Meglio riflettere, un popolo saggio fa molta più paura.
.
Bruno
IL REGIME PERFETTO

In Italia si sta affermando una nuova forma di potere che ci rende tutti schiavi della nostra inerzia concausa del nostro declino e di un tunnel che non vedrà mai più la luce.
L’esecutivo prende decisioni con l’avallo di un partito unico che gli da la fiducia ad ogni votazione esautorando il Parlamento ridotto ad una giungla dove scorrazzano supercanguri e si applicano tagliole in barba ad ogni regola di buona democrazia.
La magistratura ha perso la sua autonomia infangata da contaminazioni politiche e lotte intestine di correnti interne persino tra singoli magistrati o giudici.
Il PDR verrà eletto senza se e senza ma da un singolo partito senza alcuna discussione democratica.
La stampa e la tv sono completamente asservite al partito unico e pur di ricevere finanziamenti per continuare a sopravvivere affermerebbero qualsiasi menzogna.
I partiti di opposizione e i sindacati,quelli che ancora possono chiamarsi tali,sono stati emarginati dall’ultimo PDR e dai media in modo da renderli invisi all’opinione pubblica.
Il dissenso è represso in qualsiasi maniera anche con la forza e i cittadini che protestano sono tutti etichettati come eversori.
La corruzione ha raggiunto livelli altissimi intaccando tutti i gangli istituzionali creando isole di approdo per la criminalità.

10 5STELLE DISERTANO ALLA VIGILIA DEL VOTO

Sui 10 nuovi ‘scoutizzati’ che si vendono a Renzi Paola Taverna ha detto:
“Clap clap ai nuovi fuoriusciti che vanno a gonfiare le fila del peggior governo del quale si abbia memoria. Quelli dichiarati tipo Anitori e Battista rispettivamente passati ad NCD e ad SVP e quelli mascherati da “oddio oddio Grillo fa il padre padrone” ad “andiamo a sentire i nomi che ci propone il buon Matteo. Posso gentilmente dichiarare che mi sono fracassata le bip bip bip di tanta ipocrisia? Ma prenditi questi quattro soldi ed ammetti che fa più comodo sentirsi chiamare senatore che continuare a fare il cittadino? Ma vadano dove vogliono portandosi appresso la loro squallida valigia di cartone piena di false promesse, le stesse che hanno sbandierato in campagna elettorale e che oggi li vede pontificare in conferenza stampa, insieme al vuoto cosmico che alberga nelle loro testoline. Il tempo è galantuomo e questa gente non merita neppure i giorni che li dividono dalla resa dei conti, quella che li consegnerà alla storia come i peggiori dei traditori”
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Daniel Fortesque
Alla faccia della Costituzione, due volte! Poiché Renzi, non solo ha dato indicazione di votare scheda bianca per tre volte, in dispregio appunto dell’Art, 67 della Costituzione che farebbe, e vorrebbe, il parlamentare LIBERO da qualsiasi vincolo e/o condizionamento… …ma ha pure aggiunto che se qualcuno dovesse essere di idea diversa, sul nome che poi lui farà, questo, sarà anche ammesso come possibile, a patto però che tale cosa venga detta, “confessata”, esplicitamente e pubblicamente! Se la prima proposta, quella della scheda bianca, è in dispregio dell’Art. 67 della Costituzione, l’obbligo a confessare pubblicamente una posizione diversa da quella indicata dal premier, è in netto, inammissibile dispregio alle tutele e garanzie che la Costituzione farebbe invece derivare dalla segretezza del voto!
Forse molti non sanno, non capiscono, o non vogliono capire, che la segretezza del voto ha, per legge, valore assoluto: nemmeno chi vota. è autorizzato a renderlo noto, il voto che ha dato! Altrimenti, perché, in cabina elettorale, non si potrebbe entrare con un telefonino avente una fotocamera?
Questo è l”ABC”, della Costituzione, dei comportamenti giusti e corretti da doversi tenere! Una Costituzione che, palesemente, a soggetti come Renzi, va strettissima: proprio non ci riesce, ad starci dentro! Non ce la fa! Non può!
Non a caso, direi, il governo Renzi è l’ennesimo governo generato da quelle legge elettorale incostituzionale quale è il “Porcellum”: si tratta, semplicemente, del portarsi dietro una sorta di “Peccato Originale”!
E poi, fa ridire, con un Parlamento di nominati, parlare di lealtà, con riferimento alle intenzioni di voto: chiarissimo, a me sembrerebbe, che chi dovesse dissociarsi, alle prossima, non verrà nominato più, no?

Lino Viotti
Per RENZI/BERLUSCONI il Presidente perfetto
è quello che non esiste !!!
e l’ideale sarebbe lasciare il Quirinale sede vacante,
per questo pensano a candidati come
la Pinotti, Franceschini, Fassino… ecc. gente che non gli farebbe ombra, perché proprio non ha ombra.
Candidati eterei, trasparenti, inesistenti…
.
Viviana
Può darsi che molte cose e anche la scheda bianca vengano concordate precedentemente nelle segrete stanze del potere ma ciò è e resta una totale violazione alla libertà da mandato sancita solennemente dall’articolo 67 della Costituzione. Per cui è totalmente inaccettabile e scandalosa la spudoratezza di Renzi che ai quattro venti ordina ai suoi di votare per 3 volte scheda bianca, sputtanando i piddini e dimostrando davanti a tutto il mondo che i suoi parlamentari sono solo dei burattini ai suoi ordini, incapaci di volontà proprio, proni ai suoi ordini e accettati solo se si adeguano senza fiatare al suo dispotismo.
Davanti a questo vilipendio della Costituzione, della dignità di un partito, dei principi di libertà e democrazia di un popolo, risultano ancora più ripugnanti quei servi dei blog che ieri vociavano sconnessi davanti alla richiesta del M5S di mettere un recall in Costituzione come esiste in tutti i paesi civili e che è invocato ‘dal popolo’ contro governatori indecenti, gli stessi che ieri invocavano a gran voce la libertà voltariana di difendere la propria opinione e il diritto dei parlamentari a manifestarla senza soggiacere a ordini superiori. Gli stessi oggi si prostituiscono vergognosamente tentando in ogni modo di dimostrare che lo stesso comportamento se lo fa Renzi è saggio e giusto. VOMITEVOLE!
Se qualcuno voleva dimostrare la sua totale falsità e malafede, ci è riuscito completamente.
Sappiamo tutti benissimo che questa gentaglia della Costituzione si è fatta uno stuoino per pulirsi le scarpe e che l’articolo 67 viene calpestato continuamente, tanto che quando si devono votare delle parti di leggi passano dei tizi con i cartelli su cui c’è scritto: SI’ o NO, così che i parlamentari votino secondo gli ordini senza nemmeno sapere cosa.
Sappiamo tutti che in questo parlamento di ‘nominati’ non abbiamo più uomini liberi che votano secondo coscienza ma burattini asserviti ai capibastone.
Sappiamo tutti che i leader di partito e massimamente di governo agiscono come despoti aspettandosi ubbidienza ‘ac perinde cadaver’.
Ma è la sfacciataggine di renzi che pubblicizza la cosa che è inaccettabile.
Un conto è fare qualcosa di nascosto che è vietato dalla Costituzione ma rientra nei propri comodi, un altro è sbandierarlo spudoratamente sulla pubblica piazza facendo vedere a tutti che i parlamentari sono solo burattini nelle mani di uno solo.
Anche comprare e vendere parlamentari è un reato eppure Bersani si vantò di voler scoutizzare i 5stelle. E sotto Renzi la pratica delinquenziale è diventata usuale.
Ma qui siamo addirittura all’esibizione del reato!!

dada
Due anni fa il M5S ha proposto come PdR Rodotà, che fece la campagna elettorale sostenendo Bersani, ed il Pd disse NO.
Oggi il M5S chiede che il Pd dia una rosa di nomi visto che non vota i candidati dal M5S, nemmeno se pescati tra i sostenitori del Pd, solo perché appunto indicati dai cittadini iscritti al Movimento… Ma non va bene nemmeno questo!
Il Pd è il partito del NO,
NO a qualsiasi proposta di buon senso, infatti, gli è stato chiesto di votare il Presidente entro le prime 3 votazioni in modo che avesse il più alto numero possibile di voti e quindi condiviso dopo la terza votazione, e per di più un nome solo, così lo nomina direttamente Renzi ! Uno che gli unici voti che ha preso dai cittadini sono quelli per essere eletto come sindaco.
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Tonno
Spudorato al limite, si straccia le vesti pur di eleggere quello che vuole il condannato. non gli frega nulla di eleggere qualcuno che rappresenti tutti, né di provarci, prende per i fondelli a tambur battente chiunque, persino all’interno del suo partito, poi corre dal nonno condannato a ubbidire e ridersela, tra gomitate, cinque e pacche sulle spalle, su quanto sono dei bravi e furbacchioni bad boys mafiosi di nuova generazione.

Dilario
Per caso i cortigiani si sono accorti che un parlamento di nominati dalle logge con una legge elettorale anticostituzionale, in segreto andrà a votare il presidente della repubblica seguendo un copione segreto con la regia occulta di un truffatore dello stato e la coreografia maldestra di uno spregiudicato ciellino? Patti segreti in rappresentanza di chi? Delle cosche? Delle logge? Da oltre una anno si trastullano con la spartizione delle poltrone, blindando con la legge porcata n.2 ogni possibilità al popolo di essere rappresentato elettoralmente ed intanto il paese affonda sempre più nella crisi economica e sociale. Incredibile commedia davvero. Ci svegliamo?
.
ANTONIO A.
Ripeto, l’indicazione di votare scheda bianca gli servirà anche per scovare eventuali potenziali franchi tiratori poiché chi non ubbidirà al diktat di votare scheda bianca per scrivere un nome dovrà per forza di cose restare nel seggio per più tempo rispetto a chi non scriverà alcun nome e ne uscirà dopo pochissimi secondi. Lo fece già due anni fa Berlusconi di indicare ai suoi di votare scheda bianca in uno dei primi scrutini per contarsi.

Mariuccia
– E la Boldrini? Pure lei in corsa?
– Certo, è di altissimo profilo
– E cosa ha fatto di importante?
– La rinoplastica
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ivanpascoli
Civati va alla festa di Sel, vede che lì ci sono tutti i suoi elettori e pensa: “Forse ci devo riflettere”. Un po’ come uno che trova la moglie a letto con i suoi amici, poi la vede in discoteca fare gli spogliarelli e infine la incontra per strada a battere e comincia a chiedersi: “Forse devo riflettere un attimo sul concetto di fedeltà”.
L’altro, invece, Fassina, in pratica di lavoro fa il sacco della boxe. E stato preso dal Pd per farsi saccagnare di botte da tutti, per fare il capro espiatorio, per fare la finta opposizione interna, insomma per fare il perdente per contratto. Alcuni dicono che l’hanno anche visto fare l’asciugamano,il mocio e in caso di bisogno anche la carta igienica, una specie di super eroe. Stamattina quando l’hanno intervistato si vedeva che si faceva schifo da solo, cercava di starsi lontano e di non sentirsi il suo alito. Dudù a confronto é un animale libero senza padrone.
.
Viviana

La riprova che la democrazia è stata violentata ed è diventata uno spettacolo brutale e grottesco in mano a due despoti.
Il Pd è ormai un covo di vipere, Renzi evidentemente non ha abbastanza voti per coprire i 2/3 richiesti e non si fida dei suoi. Dunque rimanda alla quarta votazione quando basta la maggioranza assoluta, cioè metà dei voti +1.
I votanti sono 1009 (630 deputati, 315 senatori eletti, 6 senatori a vita compreso Napolitano, più 58 delegati scelti dalle Regioni).
Per 3 votazioni occorrono 672 voti. Dalla quarta ne bastano 504.
Il Pd ha 446 voti (ma si sta spaccando e per Napolitano presentò 130 franchi tiratori).
Forza Italia ne ha 147 (ma è anch’essa spaccata).
Il M5S ha 139 voti (il M5S ha più parlamentari di FI ma meno delegati regionali).
Nuovo Centro Destra-Udc (Alfano e Casini): 73 voti.
Lega Nord: 38.
Sel: 34.
Fratelli d’Italia: 12.
Gruppo Misto: 30.

Siamo già una diarchia, dove tutto è comandato da due sole persone.
Il diritto elettorale è stato tarpato ed è sparito per Senato e Province.
Il referendum è stato reso più difficile.
L’Italicum è più incostituzionale del Porcellum, non rende le preferenze agli elettori e conserva il mostruoso premio elettorale (quello che, pur avendo il M5S in Italia 44.000 voti più del Pd, ha dato al Pd 446 voti e al M5S solo 139, contro ogni proporzionalità democratica).
I sindacati sono stati massacrati dal job acts e dalla distruzione dei diritti del lavoro.
Il Parlamento non conta più niente.
Si fanno attentati continui alla Costituzione.
Si mira alla distruzione totale dello stato sociale(in Grecia è già sparita la sanità pubblica).
Si è messo come Ministro delle Finanze quel Padoan che ha già assassinato Grecia e Argentina affinché prosegua la stessa distruzione per l’Italia.
I ministri sono yesman senza pensiero proprio, senza dignità né onore.
Si governa a suon di voti alla fiducia.
La Corte dei Conti è ignorata.
La Magistratura è sotto accusa continua come avveniva con Berlusconi.
Il premier dell’opinione pubblica se ne frega.
E quanto gliene freghi poco di chi gli Italiani vorrebbero come PdR lo dimostra sia facendo parlare i media di una rosa di soggetti che gli Italiani non sceglierebbero mai, sia decidendo di testa propria assieme al solo Berlusconi chi garantirà meglio i loro interessi.
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Viviana
Passato un Napolitano ne arriverà un altro.
Solo B non passa mai.
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I’foda
Per il Quirinale si è fatto persino il nome di Veltroni. Si sarà già fatto un film.
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Luce so fusa
Napolitano:”Il Quirinale è un po’ come una prigione”.
A forza di incontrarci pregiudicati.
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Sirboneddu
Napolitano abbandona il Quirinale. Ma la nave era già affondata.
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Le dimissioni di Napolitano ad appena 89 anni sono l’ennesimo segnale di un paese che rinuncia all’apporto dei giovani quando hanno ancora tanto da dare.
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Le ultime parole di Napolitano: Prodi stai sereno
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Pol1000
Renzi: “Per il Colle un nome condiviso da tutto il PD”. Quindi B ha qualche speranza.
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Viviana
Finalmente Napolitano si è scollato.
Avevo paura che avessero usato il Kukident.
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a.mazed
Per dimettersi, Napolitano ha aspettato la fine della Presidenza europea. Per non accavallare troppe cose inutili.
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Viviana
Napolitano non è più il Presidente di noi tutti.
In verità non lo era mai stato.
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1619 31-1-2015 E MATTARELLA FU

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MASADA n° 1619 31-1-2015 E MATTARELLA FU

Tutto concertato da tempo- Mattarella era già con la Finocchiaro il candidato di Berlusconi – La Grande Massoneria europea – Il teatrino delle finte – Le balle dei media che si sono prestati a reggere la candela – Le illusioni dei cittadini – E ora tutti sul carro del vincitore! – Un paese di servi e cortigiani – Poi ci sono i voltagabbana – E i Gost Writer
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Morriso
Stiamo tranquilli. Finalmente c’è un tunnel in fondo alla luce.
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Con Mattarella si salta la seconda repubblica e si torna direttamente alla prima
Alvaro:
Se Renzi è un rottamatore, figuriamoci come si comporta un restauratore….
Momento storico? No. Momento preistorico.
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Viviana

Giannuli dice ai 5stelle che hanno raccolto un buon risultato!?
E’ come nella favoletta di Rodari:
“Hai fatto buona caccia, Giuseppe?” gli domandò la mamma, al ritorno.
“Sì mamma. Ho preso tre arrabbiature belle grosse”
“Chissà come saranno buone, con la polenta”.
Gannuli! Chissà la caccia dei 5stelle come sarà buona con la polenta!!!!

Al quarto turno di votazione Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica con 665 voti. Se fossero stati 666 sarebbe stato più significativo. La quelli li prendeva solo Andreotti.
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Mattarella è uno che ha giudicato incostituzionale il porcellum.
Ora che fa? Giudica costituzionale l’Italicum che è la sua copia sputata?
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Si dice che Mattarella sia stato indicato da Draghi.
Questo vuol dire che con Matterella o senza di lui, la politica economica di Padoan/Bce/Fm continuerà a distruggere l’Italia, cosa di cui non c’è proprio nessuno che possa godere.
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31 dicembre 2014. Berlusconi aveva già scelto Mattarella come suo candidato. “A Berlusconi il candidato che sembra piacere di più- “un moderato”, dice lui, è il giudice della Corte Costituzione, Sergio Mattarella, democristiano di sinistra. Il leader di Forza Italia fa spallucce anche nei confronti di chi gli fa notare che sono proprio le “acque chete” ad avere riservato le sorprese più amare per lui al Quirinale, e che Mattarella potrebbe rivelarsi un nuovo Oscar Luigi Scalfaro. Nulla da fare, in questo momento quel candidato lo convince proprio… E allora, tutte quelle scene quando Renzi lo ha tirato fuori dal cilindro??

http://limbeccata.it/politica/quel-che-confida-berlusconi-sul-quirinale-mattarella-o-finocchiaro/

Attori, sono solo attori. E anche peggio: sono solo dei guitti!

Berlusconi aveva già detto che i suoi candidati erano Mattarella e Finocchiaro.
Berlusconi aveva già visto più volte Mattarella nei giorni scorsi.
E dunque tutto questo teatrino di Berlusconi che si finge offeso e questa sceneggiata delle 101 schede bianche a che scopo tendevano? E se il nome era già stato concordato, che scopo aveva il teatrino di Renzi che finge di volersi consultare con i rappresentanti dei partiti? E ancora: in tutta questa sceneggiata cosa significa la finta tragedia dei 10 del M5S che si sono strappati i capelli perché il M5S non andava alle finte consultazioni, al punto da uscire dal Movimento e confluire nel gruppo misto???
E’ un continuo succedersi di inganni e falsità.
Qui nulla è come appare.
E ciò che appare nasconde sempre qualcosa che non viene detto.
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Non fanno che dire che Mattarella è l’uomo della legalità, l’uomo che difenderà la Costituzione.
L’Italicum il nuovo sistema elettorale concertato da Renzi e Berlusconi, riprende due gravissimi motivi di incostituzionalità che hanno reso già incostituzionale il porcellum: mancano le preferenze e c’è un gigantesco premio elettorale che offende la democrazia. Vediamo ora se Mattarella lo firma.
E firmerà il Jobs Act che distrugge quei diritti del lavoro su cui è fondata l’intera Costituzione? E come farà a firmare quella riforma fiscale che depenalizza la frode fiscale e dà uno smisurato premio ai grandi evasori permettendo loro di evadere fino al 3% del fatturato?

LA GRANDE MASSONERIA
E’ chiaro che questa nomina che sembra cadere dal cielo era in verità concertata da tempo. Mattarella era già stato indicato assieme alla Finocchiaro come i preferiti da Berlusconi, ma la sceneggiata ha conseguito vari risultati. Ha fatto credere che Renzi fosse autonomo da Berlusconi, lo ha rafforzata, gli ha dato un’aura di falsa indipendenza, ha convinto l’opposizione interna, ha isolato i 5stelle che, non avendo ricevuto il nome di Mattarella da nessuno non lo hanno messo ai voti, e probabilmente il nome non viene né da Berlusconi né da Renzi ma da Draghi, come tutti i nomi importanti oggi in Italia, e dunque dalla Grande Massoneria europea che ha mirato a darci un personaggio ignoto ai più e non odiato come quello di Amato ma che farà comunque gli interessi della Troika. Per sapere cosa è successo in questa successione di orrori, bisognerebbe sapere cosa passa nelle strategie della Grande Massoneria europea, e non perdersi nelle balle dei vari giornali.
Gioele Magaldi, Gran Maestro dell’Oriente Democratico una delle logge della massoneria italiana, richiesto sulla candidatura di Mattarella ha detto: “E’ una operazione suggerita a Matteo Renzi da Mario Draghi, il venerabilissimo Mario Draghi è uno dei personaggi più influenti d’Europa”. L’elezione di Mattarella secondo l’esponente della massoneria italiana sarebbe parte di un operazione più grande, “Matteo Renzi in difficoltà sul piano del consenso interno con questa operazione si accredita presso il salotto buono delle massonerie aristocratiche europee ed atlantiche”.
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Le schede bianche di FI dovevano essere 150. Sono 105. E’ cominciata la transumanza?
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Se Mattarella è valido o no lo vediamo quando firmerà la prima riforma.
E’ già stato firmato l’Italicum? E’ due volte più incostituzionale del porcellum.
Se lo firma sarà peggio di Napolitano.
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Antonio Cataldi
Da non perdere la scena dei post comunisti del PD esultanti per la vittoria di un democristiano.
Sono tutti in piedi nei banchi, e il nome di Mattarella lo a dato Berlusconi!
Capisc’a me

Esprit
L’unico voto sicuramente attribuibile è uno solo, quello di Civati. Sulla sua scheda c’è scritto “Forse”.
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Viviana
Quella di Bersani invece è confusa. C’è scritto: “SOS: cercasi giaguaro”
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Petrolini. NERONE: “Ho trovato… il popolo è mio… un nume mi ha dato un lume: Eureka! Eureka! E chi se ne… importa! L’ho in mano… Basta che lo fai divertì il popolo è tuo…Roma rinascerà più bella e più superba che pria…” (BENE!). “E’ piaciuta questa parola… pria… Il popolo quando sente delle parole difficili si affeziona… Ora gliela ridico… Più bella e più superba che pria”. (BRAVO!)
NERONE, sempre più affrettatamente quasi cercando di sorprendere il popolo: “Più bella e più superba che pria..”.(BENE, BRAVO, BIS) “Lo vedi all’urtimo come è il popolo? Quando si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai gnente, sei sempre bravo! Io vi darò tutto, basta che non domandate nulla! Il momento è difficile, l’ora è suprema, l’affare s’ingrossa e… e chi la fa l’aspetta! Ed ora, ed ora vattene, diletta ciurmaglia!

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NUMERI- I VOLTAGABBANA
I votanti erano 1009 (630 deputati, 315 senatori eletti, 6 senatori a vita compreso Napolitano, più 58 delegati scelti dalle Regioni).
Per 3 votazioni occorrevano 672 voti. Dalla quarta ne bastavano 504.
Il Pd ha 446 voti. Fi 143. Il M5S 129. Nuovo Centro Destra-Udc (Alfano e Casini): 73 voti. Lega Nord: 38. Sel: 34. Fratelli d’Italia: 12. Gruppo Misto: 30
Fitto si è separato da Berlusconi con 38 parlamentari.
Ci sono stati 155 cambi di partito. Ma i cambi di gruppo sono stati addirittura 187, perché alcuni hanno cambiato più volte (Luigi Campagna ha cambiato casacca 4 volte, Paolo Naccarato tre, e Fucsia Nissoli 4). Abbiamo un Parlamento di transfughi e, siccome molti di questi passaggi sono stati accompagnati da lauti versamenti di denaro e vendersi per soldi dovrebbe essere un reato, possiamo dire che questo vergognoso Parlamento è più simile a un suk che a un istituto democratico, ed è inutile attaccare il recall chiesto dai 5stelle, che almeno responsabilizzerebbe l’eletto verso i suoi elettori, e poi accettare queste compravendite vergognose, per cui sarà benedetto colui che metterà la pena della decadenza immediata dalla sua carica a chiunque cambi partito nel corso di una legislatura, almeno per moralizzare questo andazzo infame che è una pubblica vergogna.
Alfano ha creato un altro partito pro Renzi e con questo ha portato via a Berlusconi 57 parlamentari.
Chi ha perso più parlamentari è stato Berlusconi: -58, segue Scelta Civica con -34 e il M5S con – 32.
Chi si è avvantaggiato di più di questa scoutizzazione è stato il Pd ma non è una cosa di cui possa gloriarsi, c’è sempre qualcuno che salta sul carro del vincitore ma non sarà mai uno dei più onesti!

Mariapia Caporuscio
Io non credo che l’dea “spiazzante” di proporre Mattarella alla presidenza, appartenga a Renzi ma a quelli che tirano le fila, quelli cioè capaci di trasformare un “pifferaio” da sindaco in capo di governo, alla velocità della luce come Superman. Come non credo che l’amico del nazareno ne fosse all’oscuro, ma uniti appassionatamente (come sempre), fingono (come sanno fare assai bene) per arrivare a concludere l’ultimo atto di quell’osceno disegno: riportare l’Italia ad avere un uomo solo al comando.
Il fascismo in questo paese non è mai morto, soprattutto nel cervello di quei soggetti affetti da megalomania e dalla terrificante avidità dei capitalisti, per costoro era e rimane un obiettivo irrinunciabile.
Se ci soffermiamo ad analizzare ogni mossa compiuta negli ultimi venti anni, ne avremo la conferma:
La disintegrazione del lavoro, per tornare ad avere a disposizione un gran numero di disoccupati.
l’interesse nel far fallire le piccole e medie imprese, affinché ci si rivolgesse alle multinazionali.
la privatizzazione dei colossi statali, per arricchire gli industriali privati.
L’azzeramento dei diritti, per poter schiavizzare la classe lavoratrice.
Tutto è stato programmato per un ritorno ai “padroni” e se a questo si aggiungono le leggi, che cancellano tutti o quasi i reati della casta, mentre si esasperano quelli commessi dai piccoli delinquenti, si capisce dove questa degenerata classe politica intende portare il paese.
La cosa più oscena di questa vergognosa classe dirigente è che vogliono raggiungere lo scopo a norma di legge, dissacrando la nostra Costituzione legando le braccia alla magistratura e alla popolazione.
Poveri noi!
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Al nome di Mattarella, Berlusconi è andato su tutte le furie, come se avesse concordato con Renzi un nome diverso e fosse stato tradito, il che contrasta con la sua scelta precedente proprio su Mattarella. Ma ha fatto una gran scena come se il patto del Nazareno fosse stato stracciato ed è dovuto intervenire il boss di Mediaset, Confalonieri, a dirgli che le larghe intese avevano fatto salire le azioni Mediaset con un guadagno immediato di 500 milioni e che uscire dal patto avrebbe fatto crollare le sue azioni. Ma troppe cose non tornano in questa sceneggiata. Comunque sia, Renzi ci ha fatto un figurone e la sua debolissima opposizione interna si è immediatamente ricompattata. Civati e Cuperlo a momenti piangevano per la commozione di veder scelto un democristiano della prima repubblica. I media hanno inneggiato al nuovo Salvatore della Patria, Tutto è finito a tarallucci e vino in un gaudio generale. Resta molto nel fondo il dubbio che qualcuno abbia tradito qualcun altro o possa comunque farlo. Del resto Renzi il tradimento ce l’ha nel sangue e come ha tradito Letta o Bersani, tradirà anche Berlusconi, gettandolo via come una scarpa vecchia appena non gli farà più comodo come ha fatto con gli altri, per cui ‘Silvio-stai-sereno’!
Può darsi anche che questa scelta di Mattarella sia il 1° passo per svincolarsi da Berlusconi cercando alleanze nuove (i vari Civati gli fanno un baffo ma Sel è già prona ai suoi ordini, e dentro FI le spaccature crescono, mentre Berlusconi marcia verso il 10%, Fitto ha già messo insieme 38 parlamentari ribelli, ma in futuro le defezioni dal vecchio boss saliranno per cui Renzi se ne servirà in modo utile. Renzi spera con questi teatrini di rifar salire i sondaggi che danno il Pd in calo, dal boom delle europee, di 5 punti- poi ci sono quei 5stelle che sono scoutizzabili e altri spiccioli.
I sondaggi dicono che un italiano su 2 è contrario a Mattarella. Supposto sia vero e poiché, a parte IFQ e Grillo, tutte le testate ne parlano bene, secondo voi a che si deve questo sfavore? Le accuse al momento sono:
-aver negato al tempo del Kossovo che tanti soldati fossero malati a causa dell’uranio impoverito (ma ci sono anche prove del contrario)
-il padre (tra i fondatori della DC) accusato di essere vicino alla mafia e di averla messa al potere in Sicilia (un fratello però è stato assassinato dalla mafia)
-un altro fratello accusato di aver fatto soldi con la banda della Magliana
-il Mattarellum che adulterò a tal punto il sistema maggioritario invocato dagli italiani col referendum con la quota proporzionale da far sopravvivere il vecchio ceto politico (ma Porcellum e Italicum sono pure peggio)
-i berlusconiani non gli perdonano di essere stato contro la Legge Mammì del Caf che apriva il regno televisivo di Berlusconi.
Ma poi? Molti Italiani queste cose nemmeno le sanno e perché, allora, dovrebbero rifiutare Mattarella?

Viviana
Gradirei anche che la si piantasse col dire che due anni fa il M5S avrebbe dovuto votare Prodi. Ci si chieda invece come mai non lo votò tutto il Pd, visto anche che le diserzioni furono 130 e non 101 come si usa dire!
E perché poi il M5S avrebbe dovuto votare Prodi? Il M5S agì in conformità coi suoi principi di democrazia interna, rimise la scelta agli iscritti e il vincitore democraticamente scelto fu Rodotà. Prodi era in fondo alla lista con soli 220 voti. E perché avrebbe dovuto essere votato?
Oltre tutto, la direttiva del M5S è sempre stata nel senso di combattere le regole di quella zona euro in cui proprio Prodi ci aveva messo a forza, truccando i conti, e nascondendo ai cittadini le conseguenze gravissime della tagliola in cui pericolosamente ci cacciava, e dunque candidare Prodi sarebbe stato un paradosso, una cosa contra rationem.
Sempre coerentemente a quanto predetto, questa volta il M5S, visto che i suoi candidati sono stati immediatamente bocciati, ha chiesto una rosa di candidati a Renzi che si è guardato bene dal pronunziare il nome di Mattarella. Il M5S allora ha chiesto una rosa di nomi ai parlamentari del Pd ed è su quella rosa che gli iscritti di M5S hanno votato. In testa c’era Imposimato (ovviamente era già risultato vano scegliere Rodotà, visto quanto successo) e coerentemente a ciò il M5S ha candidato Imposimato. Qualunque altro nome risponde a strategie che nulla hanno a che fare col voto di una base. Ma nemmeno i piddini hanno minimamente nominato Mattarella. E allora Mattarella da dove esce? E perché esce solo all’ultimo minuto?
Risulta che i fuorusciti dal M5S hanno votato Rodotà. Mi chiedo cosa abbiano per la testa. Era un voto buttato, visto che ormai Rodotà era stato messo fuori dai giochi. Ed è per questo che hanno disertato il M5S alla vigilia dell’incontro con Renzi??? E cosa hanno tratto da quell’incontro che il M5S ha boicottato come inutile pagliacciata? E cosa ci hanno tratto gli altri partiti? Dov’è che nella condotta dispotica e totalitaria di Renzi si riesce a vedere la minima democrazia?
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Alessandro Gilioli ha detto (poi si è corretto) che i fuorusciti dal M5S sono un terzo. FALSO! Due anni fa i 5stelle in Parlamento erano 160, oggi sono 129, i fuorusciti sono 31, cioè il 20%. E, anche se Grillo aveva predetto una perduta fisiologica, non è poco.
Sarà meglio andarci piano con le espulsioni e non agire più avventatamente come un tempo. In passato Grillo e Casaleggio hanno davvero esagerato. Non è stata una cosa bella da vedere. In qualsiasi famiglia prima di buttare uno dei figli fuori casa, ci si dovrebbe pensare due volte o anche gli altri si ribelleranno. Non sono più accettabili gesti sconsiderati o il capo famiglia si ritroverà da solo. Certe furie sterminatrici eccessive e devastanti sono state autentici autogol.
E certe beghe, come quella degli scontrini, vediamo un po’ di sistemarsele in casa, tacendole fuori per non dare adito ai giornali malevoli di marciarci sopra!
Si può apprezzare il M5S per la sua pulizia morale, per la sua onestà, per i suoi alti ideali, per la sua idea di democrazia, per i suoi valori, ma certi fanatismi ossessivi, per cui anche alcuni gridano subito al troll appena si alza una critica (per es. su Farage) li trovo francamente deliranti e squadristi.
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Scrive Gilioli: “Le aspettative erano bassissime. I più quotati erano Amato e Finocchiaro, un vecchio attrezzo del peggior Psi craxiano e una dalemiana convertita sulla via di Renzi, davanti al quale si era messa a completa disposizione per far passare le pessime riforme istituzionali al Senato. Se vince Mattarella, vince il meno peggio. Sarebbe disonestà intellettuale negare che anche M è un anziano democristiano e che sui diritti civili credo stia dalle parti di Adinolfi. Senza dire che un moroteo entrato in Parlamento ai tempi dell’Urss non rappresenta esattamente una ventata di aria fresca nel Palazzo. Il menopeggismo è pratica detestabile, perché uccide la speranza. Accettiamo Mattarella perché si parlava di Amato. Tutto dipende da quel che accadrà. Può essere male, se peggiora le cose: ad es. Renzi le ha peggiorate e il Nazareno sta peggiorando le istituzioni. Mattarella viene scelto dallo stesso Parlamento che ha silurato Prodi e Rodotà per rimandare al Colle Napolitano, lo stesso che ha appena passato l’Italicum con B nella maggioranza. Se Tsipras con si fosse alleato con un partitaccio di dx non avrebbe potuto alzare il salario minimo, bloccare le privatizzazioni, reintegrare i lavoratori illecitamente licenziati e mettere in discussione lo strapotere della Troika. Il che è un po’ diverso da quel che è successo qua per precarizzare il lavoro, allontanare i cittadini dalla rappresentanza e depotenziare le istituzioni. La rosa dei candidati usciti dalle Quirinarie M5S stava un km sopra la rosa emersa dal Palazzo: Zagrebelsky, Carlassare, Prodi e Imposimato, per capirci, sono un bacino di scelta migliore del poker Amato, Finocchiaro, Padoan, Mattarella. E non è che l’elezione di Mattarella cancelli il decreto Lupi, quello firmato Poletti, il Jobs Act e una riforma del sistema elettorale che, tra Camera e Senato, allontana i cittadini dalla rappresentanza peggio del Porcellum. E ancor meno legittima il Nazareno. Ai posteri…
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Horus
Rinchiusi nei palazzi della politica, gli esponenti della Mala-Politica italiana conducono anche stavolta la loro sceneggiata della elezione presidenziale, vivendo immersi in una dimensione del tutto estranea dalla realtà del paese reale. Lo spettacolo che forzatamente entra nelle case degli italiani attraverso le TV non riesce tuttavia a suscitare interesse più di quanto ne suscitano altre sceneggiate televisive o spot pubblicitari, quanto piuttosto desta una notevole apatia nella gente ed in molti anche disgusto. Il disgusto nasce dal fatto che l’italiano medio, alle prese con gravi problemi economici, di mancanza di lavoro, precarietà, aumento abnorme del costo della vita, imposte da pagare, molte delle quali concentrate a Gennaio, si rende conto ed acquista consapevolezza dell’estraneità di quel mondo che le Tv proiettano, un mondo di personaggi vuoti, estranei ai problemi condivisi dalla gente comune, concentrati nei loro giochi di elezione, sbarramenti, rose di nomi e quant’altro che dimostrano di essere attenti ai loro interessi e totalmente avulsi da qualsiasi sforzo di risolvere i gravi problemi sociali ed economici che attraversa il paese. Solo quando l’ultimo di questi Parassiti sarà Arrestato, Processato e Privato di ogni bene per crimini contro lo Stato e truffa ai danni dei cittadini, potremmo definirci un popolo. Fino ad allora saremo un Gregge al servizio della Mafio-Politica.
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CODICI
Cordy
1) Sergio Mattarella
2) Mattarella
3) Mattarella Sergio
4) Mattarella S.
5) S. Mattarella
6) On. Sergio Mattarella
7) Mattarella On. Sergio
Prof Mattarella
Questi i codici identificativi per sapere chi e quanti votavano come voleva Renzie. 1) Sergio Mattarella
2) Mattarella
3) Mattarella Sergio
4) Mattarella S.
5) S. Mattarella
6) On. Sergio Mattarella
7) Mattarella On. Sergio
Prof Mattarella
Questi i codici identificativi per sapere chi e quanti votavano come voleva Renzie.
Piccole strategie da Palazzo.
Signori e signori il nuovo Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
(Paola Taverna)
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Massimo Lanfranconi

E’ stata notato l’indecenza con cui la Boldrini legge i nomi
Per es. “Mattarella, punto, Sergio”
E’ immediato capire che i vari gruppi hanno indicato delle modalità per rendere palese ai loro capi come hanno votato
I 5stelle avevano chiesto che si indicasse solo il cognome ma la Boldrini ha rifiutato
Sergio Mattarella
Mattarella Sergio
S. Mattarella
Mattarella S.
On. Mattarella
Mattarella
Prof. Sergio Mattarella
Chi ha partecipato alla grande abbuffata massonica sono almeno 7 partiti/gruppi e ognuno di essi, in base ai numeri che porta, sarà ricompensato a dovere. Berlusconi ed ex M5S inclusi

Scrive Cordy:
Mattarella è stato candidato da Berlusconi da fine dicembre.
Perch?, allora, il circo mediatico e parlamentare ha inscenato tutta la pantomima, addirittura dando ad intendere che questo personaggio non faccia parte dei piani di Berlusconi e Renzi?
Siamo passati dal pragmatismo al meno peggio. Ovvero da un candidato di Berlusconi ad un candidato di Berlusconi – con la pantomima per salvare la faccia-?
Resta viva, l’immagine del Gattopardo. Mentre la casta si autocelebra, dando ad intendere che il grande risultato per loro… debba essere anche un gran risultato per te.. da fuori è sempre più palese che:
Tutto cambia, perché nulla cambi.
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Renzi si fa fare i discorsi da una Gost Writer.
Si fa dettare le leggi da Berlusconi. Fa l’economia ordinata dalla Troika per gli interessi della Germania, delle banche e del grande capitale.
Fa votare come PdR Mattarella comandato da Berlusconi e voluto dal Draghi, capo della massoneria.
E’ stato allevato e finanziato da Verdini.
In materia internazionale è consigliato da Michael Ledeen, mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, ideologo degli squadroni della morte in Nicaragua, consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, una delle intelligenze nella guerra al terrore promossa da Bush, teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano
A questo punto mi pare conseguente che Renzi sia pure massone, come suo padre.
Che qualcuno insista per trovarci per forza qualcosa di sinistra o qualcosa di vagamente democratico è puramente demenziale.

Berluscameno
Prospettive italiane, all’insegna dell’ottimismo nello scenario (sperabile ) di rimanere nell’Euro. Perché quando si parla di uscita della Grecia dall’Euro, in realtà si parla dell’Italia. Si scrive “Grecia” ma si traduce “Italia”. Non è l’uscita dall’Euro della Grecia, che spaventa l’Europa. E l’uscita dall’Euro dell’Italia, che spaventa l’Europa.
La riflessione all’insegna dell’ottimismo (nello scenario di rimanere nell’Euro) è la seguente: forse, l’Italia può ora imboccare la strada per uscire dalla crisi.
Il problema dell’economia italiana è il costo del debito pubblico. Lo Stato Italiano spende ora circa 90 miliardi all’anno di interessi. E’ oltre il 10% della spesa pubblica vera e propria. E’ troppo. E’ insostenibile.
Ma l’Italia ha un forte avanzo primario. Se potessimo ridurre il costo del debito ad 1/4 (cioè, circa 22 miliardi) del costo attuale, forse potemmo avere risolto tutti i nostri problemi. Ma è esattamente quello che si sta verificando .
Un po’ alla volta, stiamo riducendo il costo del debito a circa 1/4 di quello attuale.
Il debito “vecchio” ci costa circa 90 miliardi all’anno. Cioè, circa il 4% (o poco più) della massa totale del debito. Ma il debito di recente emissione ci costa molto meno.
Già nel 2013 il tasso medio delle emissioni è stato circa al 2%. Cioè, circa la metà del 4% (o poco più) che è il tasso medio del debito “vecchio”. Per il 2014, si può prevedere che il tasso medio delle emissioni sia stato intorno all’ 1% (o poco più).
Cioè, circa 1/4 del tasso medio del debito “vecchio”. Anno dopo anni, rimborsiamo 250-300 miliardi di debito vecchio, a tassi molto alti, e lo sostituiamo con debito “nuovo”, emesso a tassi bassissimi. Sul mercato secondario, il decennale è sceso sotto il 2% (1,77%). I BOT vengono emessi a tassi bassissimi. I trimestrali si prevede che vadano intorno allo 0,3%. Un po’ alla volta, anno dopo anno, il tasso “medio” del debito “totale” sta scendendo verso la soglia dell’1%(o poco più)..
Ma allora, lo scenario di un costo del debito di 22 miliardi,circa 1/4 del costo attuale, non è UTOPISTICO. E’ uno scenario REALISTICO, e lo stiamo materializzando un po’ alla volta, anno dopo anno. E’ vero che contemporaneamente il debito cresce.
E quindi cresce anche il costo del debito. Ma il tasso di decrescita dei tassi sul debito è infinitamente più alto del tasso di crescita del debito. E quindi la crescita del debito non è tale da scalfire la possibilità di realizzare (di massima)quello scenario sopra previsto. Se il ragionamento è giusto, allora l’Italia non ha nessuna necessità di uscire dall’Euro.(Il Fiscal Compact può attendere !).
Basta tener duro ancora qualche anno. Oppure – per qualche anno- (bontà sua) la BCE si impegna ad accollarsi l’importo del nostro debito che supera l’ 1% del debito totale. Anche perché, finché il debito “recente”, collocato a tassi bassi, è quantitativamente esiguo, rispetto al debito “vecchio”, è difficile vedere grandi miglioramenti, sul costo del debito “assoluto”.
Ma, a colpi di 300 miliardi all’anno (Rimborso annuo del debito “vecchio”), il debito “vecchio” , ad alto tasso, si ridurrà sempre di più. E soprattutto, man mano che il debito “vecchio” si riduce”, il tasso di decremento del debito “vecchio” cresce.
E quindi, anno dopo anno, il risparmio sarà sempre più marcato e visibile.
Adesso, il risparmio sui tassi di interesse è esiguo, poco visibile, perché il calo dei tassi è ancora troppo recente, ed in giro c’è ancora troppo “debito vecchio”, ad alto tasso. Ma, a colpi di 300 miliardi all’anno (Sostituzione del debito “vecchio” con debito “nuovo”), nel giro di tre anni avremmo sostituito 900-1000 miliardi di debito “vecchio”, ad alto tasso, con altrettanti 900-1000 miliardi di debito “nuovo”, emesso a tassi bassissimi. Cioè, nel giro di tre anni, avremo rinnovato con debito “nuovo”, a tassi bassissimi, quasi il 50% del debito totale. Ed a quel punto, il risparmio sul costo del debito sarà decisamente “visibile”. Ed anche il risparmio conseguibile “da un anno all’altro” sarà sempre più visibile, dal momento che calerà di anno in anno il denominatore del rapporto tra quel risparmio ed il totale degli interessi pagati sul debito “vecchio”. Quindi, alcuni economisti si sento di dire che, FORSE, siamo sulla strada giusta. Occorre solo che la BCE ci aiuti a tener duro ancora qualche anno.
E’ ovvio che , ancora per qualche anno, dobbiamo tenere i salari fermi. A cominciare da quelli del pubblico impiego. Dopo tutto, con una inflazione negativa, eventuali aumenti salariali non avrebbero nessuna giustificazione plausibile.
Quindi, la lagna che fanno i dipendenti pubblici, per il fatto che il loro contratto non viene rinnovato da anni, diventa totalmente fuori luogo. Con l’inflazione negativa, non c’è ragione di rifare alcun contratto. Soprattutto, non nc’è alcuna ragione di aumentare i salari.

Sergio Mattarella ha detto:

In tutto l’Occidente è in corso un processo per cui i veri centri di decisione rischiano di trasferirsi fuori dalla politica. Guardi che la mia non è una difesa interessata del mestiere di politico. Esiste davvero il pericolo che la politica diventi una sovrastruttura che galleggia su altri centri di potere né palesi né responsabili. La politica, invece, dev’essere un punto alto di mediazione nell’interesse generale. Se la politica non è in grado d’esser questo, le istituzioni saltano e prevale chi ha più forza economica o più forza di pressione, che è poi lo stesso.
C’è infine lo sforzo per recuperare il senso dello Stato. Il confine fra attività pubblica e interessi privati va ristabilito in modo rigido. È il presupposto da cui discende un altro livello di problemi: come ridare efficienza alla pubblica amministrazione, in quale modo realizzare di nuovo lo Stato sociale in condizioni tanto cambiate, come aggredire davvero la differenza tra il Nord e il Mezzogiorno d’Italia.

Si cresce se si cresce insieme, ci si realizza se ci si realizza insieme. Si è davvero liberi, liberi dall’ignoranza, liberi dal bisogno, liberi dalla violenza, se liberi lo sono anche gli altri.

Mutano le stagioni, mutano le condizioni di vita, ma c’è qualcosa che rimane costantemente inalterato ed è il complesso dei valori che danno senso alla vita e alla condizione umana: la dignità della persona, il bene comune, il rispetto degli altri, la responsabilità con cui viviamo lo stesso tempo. Questo complesso di valori è quello che la cultura aiuta a individuare e a fare proprio.
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RIDIAMARO : – )

Viviana
Mattarella era fuori dalla politica da sette anni
Spero almeno che lo abbiano spolverato!
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Gianmario
Che bello! SACCONI si dimette da capo gruppo al senato! Speriamo che non ci ripensi
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GHOST WRITER
Questa gente non sa nemmeno mettere due parole in croce.
Non sa nemmeno scriversi un Twitter da sola.
I discorsetti di Renzi glieli scriveva una donna, Andrea Marcolungo, che ora si è licenziata perché Renzi non la pagava, per cui ora Renzi cambierà stile, si immagina.
Bossi le sue stronzatine se le faceva scrivere dal vecchissimo, ottanquattrenne, Luigi Rossi.
Il Pd raccontava che Bersani si scriveva i discorsi da sé (tipo ‘smacchieremo il guaguaro’), invece anche quelle battutine insulse e ridicole gliele scriveva un certo F.C.d V. che era, guarda te, pure il Ghost Writer di Fini : – ) !
Si immagina che anche Napolitano aveva uno che gli scriveva i discorsi e persino i moniti.
Pensare che ci sia un Ghost Writer persino della Boschi o della Paito fa stridere i denti.

Sirboneddu
Napolitano abbandona il Quirinale. Ma la nave era già affondata.
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Le dimissioni di Napolitano ad appena 89 anni sono l’ennesimo segnale di un paese che rinuncia all’apporto dei giovani quando hanno ancora tanto da dare.
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Le ultime parole di Napolitano:
“Prodi stai sereno”.
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Pol1000
Renzi: “Per il Colle un nome condiviso da tutto il PD”. Quindi Berlusconi ha qualche speranza.
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Finalmente Napolitano si è scollato.
Avevo paura che avesse usato il Kukident.
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a.mazed
Per dimettersi, Napolitano ha aspettato la fine della Presidenza europea. Per non accavallare troppe cose inutili.
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Viviana
Napolitano non è più il Presidente di noi tutti.
In verità non lo era mai stato.
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LughinoViscorto
Non mi importa come finiranno queste elezioni. Mi auguro solo che scelgano un corpo ancora caldo.
(Guardando Mattarella, però, non si direbbe. Sembra appena levato dal catafalco).
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Pirata21
Ora che i giochi per il Quirinale sembrano fatti resta una sola domanda. Cosa si inventerà il Pd stavolta per suicidarsi?
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Mordicchio91
Mattarella è riuscito a compattare il Pd. Praticamente un imodium.
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SatirSfaction
I senatori a vita saranno i primi a votare. Non si sa mai.
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Iebitas
Il Pd compatto sceglie Mattarella. Due notizie in una sola frase.
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serena_gandhi
Renzi assicura: “Elezione entro sabato”. Per rispetto alla famiglia Mentana.
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Pirata21
Salvini: “Al Quirinale vorrei Vittorio Feltri”. È già abituato a mettere la firma su delle stronzate.
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gmbugs
Il trionfo di Tsipras in Grecia è il più grande successo della sinistra italiana dai tempi di Zapatero in Spagna.
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Pirata21
La mamma di Civati: “Nel Pd non si può più stare”. Se continuano così lo iscrive a un altro partito.
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Batduccio
Marco Rizzo vuole rifondare il Pci. Prima che lo faccia Mastella.
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Hitlerbuono
Orfini: “Mattarella sarà all’altezza di Napolitano”. Cominciano già con le minacce.
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Dariosky
Anagramma di Sergio Mattarella: Matteo si rallegra
Anagramma di Silvio Berlusconi: l’ho preso in quel posto.
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Sofino
Mattarella eletto presidente. Commovente il gesto dell’ombrello di Napolitano.
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MASADA n° 1620 4-2-2015 IL LAMENTO DEI MORTI

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MASADA n° 1620 4-2-2015 IL LAMENTO DEI MORTI- SUL LIBRO ROSSO DI JUNG
Viviana Vivarelli

Conversazioni pubbliche e private sul ‘LIBRO ROSSO’ di Jung, di James Hillman e Sonu Shamdasani (1).

(Poiché le cose non avvengono a caso, ritengo giusto che il libro “IL LAMENTO DEI MORTI” mi sia arrivato dopo che avevo fatto esperienza visionarie estremamente sconvolgenti attraverso l’ayahuasca, il succo della liana degli dei. Senza la pregnanze dell’esperienza diretta di queste allucinazioni, che sono rimaste indelebili nella mia mente trasformando la mia vita, non credo che avrei capito a fondo il LIBRO ROSSO, che pure avevo sfogliato. Ho visto il plauso generale a questa opera di Jung uscita postuma. Francamente mi chiedo che cosa ne capiscano i lettori, sia pure junghiani, se nella loro vita non hanno mai avuto l’esperienza diretta della ‘comunicazione con gli dei’, cioè i fenomeni visionari e allucinati di cui Jung parla. Cosa credono che sia questa opera? Un libro artistico? Un diario personale? La publicizzazione molto propagandata di un testo oscurato? Gli stessi autori di queste conversazioni sanno di cosa stanno parlando? Ne hanno mai fatto prova? Si rendono conto appieno del significato di allucinazioni che sono rivelazioni, sono cioè impregnata col sacro? Credono che si tratti soltanto di immagini oniriche come quelle che ci vengono nei sogni straordinari? Riescono a cogliere la valenza misterica di queste immagini? Il termine ‘rivelazione’ vuol dire: ‘il dio appare’. Riesce Hillman a capire cosa è l’epifania? Rivelare vuol dire togliere il velo, togliere il velo che ci separa dall’intuizione diretta del dio.

Mi limito tuttavia a riassumere quanto i due commentatori dicono. Ho trovato nel testo di Hillman e Shamdasani alcuni riferimenti giusti, come l’Io che diventa una figura tra figure, spettatore di un teatro dove va in onda se stesso. Ma ritengo peraltro che, malgrado la bellezza di molte frasi, nessuno dei due commentatori sappia di che cosa sta parlando).

Il ‘LIBRO ROSSO’ fu un grande manoscritto di 205 pagine, con figure accuratissime simili a miniature medievali e un testo gotico di difficile lettura, che Jung compose in una quindicina di anni, tra il 1914 e il 1930, dopo la crisi con Freud, crisi provocata dalla pubblicazione di “La libido: simboli e trasformazioni” con cui Jung separò nettamente il suo pensiero da quello di Freud, investendo la libido di contenuti simbolici e mitologici. Questo libro segna la rottura teorica tra Jung e Freud, segna la fine della loro amicizia conflittuale e appassionata. Quando la rottura avviene, Jung ha 39 anni, Freud 58.
Il LIBRO ROSSO comincia in quel momento, come un diario compensativo che viene direttamente dall’inconscio. E’ stato considerato una manifestazione artistica e terapeutica dell’Immaginazione Attiva, il canale che comunica direttamente con le parti più profonde della psiche. L’opera rimase inedita per 79 anni, fino alla sua pubblicazione nel 2009, oscurata dal volere degli eredi di Jung che negarono l’accesso al testo fino al 2001.
La prima pubblicazione in tedesco fu nel 2009. I riferimenti alle 1.500 note sono di Sonu Shamdasani.
Il LIBRO ROSSO è formata essenzialmente da immagini, ma non sono disegni normali, sono immagini straordinarie che appartengono al regno delle ‘Rivelazioni’. Ritengo sia difficile per un uomo comune capirne la potenza e il valore, ma immagino che ciò sia più chiaro per chi ha avuto messaggi diretti dall’inconscio sotto forma di allucinazioni: gli artisti, i santi, i profeti, i poeti, o chi ha assunto droghe psicotrope all’interno di un contesto rituale (per es. l’ayahuasca) e ha avuto visioni del genere mistico. Il LIBRO ROSSO è un diario nel paranormale.

Hillman è forse il più noto successore di Jung, eretico nel senso che se ne discosta con apporti originali e una propria concezione sia dell’anima che del mito che del principio di individuazione. Come tutti gli junghiani presenta una vivida intelligenza e uno stile affascinante. Shamdasani gli fa da contr’altare come compilatore delle note.
Hillman commenta ‘Il lamento dei morti’ nel 2009, dopo aver studiato i 18 volumi delle opere junghiane e subito dopo la pubblicazione sconvolgente del LIBRO ROSSO, che era rimasto bloccato nell’ombra per un tempo così lungo. L’iter è stato lungo perché tutti i discendenti di Jung dovevano dare il consenso per la pubblicazione e anche un solo voto contrario l’avrebbe impedita, era necessaria l’unanimità.

Le opere di Jung costituiscono un’avventura dello spirito, che Jung percorre inizialmente solo per se stesso, un percorso che non permette di circoscrivere il pensiero in definizioni precise ma si approfondisce tumultuosamente, attraverso le visioni, scavandosi un cammino verso profondità abissali. Hillman definisce ‘concettuali’ le precedenti opere junghiane, rispetto alla deflagrazione non conseguente ma anomala del LIBRO ROSSO, con lo sfolgorio delle sue immagini che riferiscono direttamente all’invisibile e superano ogni lavoro logico penetrando direttamente lo splendore dell’anima. Le due personalità, n° 1 e n° 2 scorrono parallele nella vita di Jung, senza rimandi comuni. Jung scrive:
Abbiamo ucciso i morti, e adesso ci aggiriamo in una vita che è poco più di un pregiudizio, lontani dalla pienezza dell’esistenza”.
Cosa sono i morti? Abbiamo trovato più volte questa parola nei “Sette sermoni dei morti”, dettato medianico di 14 pagine scritto di getto da Jung in tre sere (la prima Guerra Mondiale era iniziata da due anni). Proseguivano ormai da tempo le immersioni nella Nekuya (o Nekya), il mondo infero, e le capacità paranormali di Jung si dilateranno entro un periodo di massima espressione di 29 anni (tempo di Saturno), con voci dirette, visioni, modificazioni ambientali e altri segnali che attestavano che si era ancora più aperto il suo canale diretto con altre dimensioni. La scrittura automatica si palesò all’interno di queste aperture della mente inconscia e volse l’attenzione di Jung allo Gnosticismo, uno dei primi tentativi di sistemare filosoficamente il pensiero cristiano. Jung studiò lo Gnosticismo per otto anni. Il dettato automatico sembrava rifarsi al pensiero di Basilide, che era stato il primo filosofo a sistematizzare la visione cristiana. Ora che i 2000 anni dell’era cristiana volgevano al termine, Basilide ricompariva nel dettato automatico di questo psicoanalista svizzero dotato di capacità medianiche per richiamare l’uomo moderno alla sua vocazione spirituale.
Jung era entrato in comunicazione con presenze invisibili fin da bambino e si era sempre sentito circondato da entità soprannaturali, ma dopo i 40 anni queste invasero la sua vita.
I Sette Sermoni dei Morti convogliarono queste energie invisibili, dando loro voce come “una costellazione inconscia, la cui atmosfera è il numen di un archetipo che gira qui attorno, nell’aria”. L’archetipo non è solo una matrice psichica, può essere una energia che esiste in un altro tempo e in un altro spazio, o una memoria storica del passato che si riattiva canalizzandosi in un ricevente attuale e riprendendo voce, anche dopo tempi lunghissimi, per richiamare l’uomo ai suoi compiti dimenticati.
Nei giorni che precedettero questo dettato automatico, presenze invisibili si erano manifestate nella casa di Jung ed erano state avvertite anche dai figli. Jung chiese a queste entità cosa volevano ed esse risposero: “Ritorniamo da Gerusalemme, dove non abbiamo trovato ciò che cercavamo“. I sette sermoni cominciano con queste parole. Gerusalemme è il centro del Cristianesimo, lo spirito dice dunque che è andato al cuore della religione tradizionale a cercare qualcosa che non ha trovato nel tempo presente, perché in duemila anni il Cristianesimo ha cambiato il messaggio primitivo, le parole e il pensiero del Cristo sono stati manipolati, l’anima si è dimenticata di se stessa.
Gerusalemme è il punto di partenza della storia della Chiesa, la città spirituale che deve essere liberata. Anche Hillman dirà che nella società moderna i miti sono andati perduti e gli dei sono diventati malattie. Si è perso il senso del sacro, ma con esso il senso dell’uomo. Gli dei non sono scomparsi, noi abbiamo creduto di liberarcene ma essi sono diventati le nostre patologie. Abbiamo persi i nostri miti. “Cerca il tuo mito e troverai la tua guarigione”. Un tempo l’uomo era immerso nel senso del sacro, ma ora ha perso ‘i morti’, cioè si è allontanato dall’invisibile, ha perso la propria anima, è un uomo dimezzato. Questa è la sua sofferenza, la sua deprivazione. Fare psicologia non sarà solo fare terapia, ma ‘fare anima’, andare cioè alle radici dell’inconscio, ‘aprire la bocca ai morti’, farli di nuovo parlare, riconnettere l’uomo col mondo del sacro, attingendo alla fonte degli archetipi, aprendo la comunicazione con l’invisibile al di là della realtà contingente.
Nell’antico rito egizio, all’entrata della tomba, avveniva la cerimonia dell’apertura della bocca del morto; la cassa veniva messa verticalmente e un sacerdote toccava gentilmente, con un’ascia in miniatura, i punti corrispondenti a occhi, naso, labbra, orecchie, mani e piedi come per renderli di nuovo attivi nel mondo dell’al di là. La frase rituale era: “La mia bocca è aperta! La mia bocca è spaccata da Shu (dio dell’aria) con quella lancia di metallo che usava per aprire la bocca degli Dei. Io sono il Potente, siederò accanto a colei che sta nel grande respiro del cielo”.
Nei Sette Sermoni Jung, sotto dettatura medianica, scrive:

I morti erano di ritorno da Gerusalemme, dove non avevano trovato ciò che cercavano. Mi pregarono di lasciarli entrare e implorarono il mio verbo, e così iniziai il mio insegnamento…”
“Nella notte i morti stavano lungo i muri e gridavano: Vogliamo sapere di Dio. Dov’è Dio? Dio è morto?..”
“Come brume sorgenti da una palude i morti si accostarono e implorarono: parlaci ancora del Dio supremo…”
“I morti invasero il luogo mormorando e dissero: Parlaci degli dei e dei demoni, maledetto!..”
“I morti urlarono in tono di derisione: Insegnaci, folle, la tua dottrina sulla Chiesa e sulla santa comunione..”
“Ma quando la notte scese i morti tornarono ad accostarsi con gesti lamentosi e dissero: C’è una cosa ancora che abbiamo dimenticato di discutere. Parlaci dell’uomo. L’uomo è una porta attraverso la quale, dal mondo esterno degli dei, dei demoni e delle anime, voi passate nel mondo interiore; dal mondo grande al più piccolo…

Appena Jung comincia a scrivere in stato di trance, le energie cessano di manifestarsi nell’ambiente, perché hanno trovato la loro canalizzazione. Jung compone così un piccolo libro che fa pubblicare privatamente e regala agli amici.
Il testo riporta a BASILIDE, filosofo gnostico del secondo secolo. La scrittura automatica di Jung conserva i suoi concetti e il suo stile ermetico.
All’ignoto dava Jung il nome di ‘regno dei morti’. Se questa bolla di esistenza che ci appartiene è il mondo dei vivi, tutto l’ignoto che ci circonda è il mondo dei morti. Morto è ciò che per noi non ha luogo o senso o vista. E tuttavia accade, a volte, che il mondo di fuori invada la nostra piccola bolla coscienziale. Molto poco allora di quello che entra è per noi comprensibile e tutto resta oscuro ed inquietante, come un segno indecifrabile. Non si dà in tal caso alcuna spiegazione possibile come all’eco confusa di un suono troppo lontano. Così l’uomo che vive nel mondo terreno è lontano dal mondo ultraterreno ed ha dunque perso la pienezza di se stesso.
Quando Jung usa il termine ‘morti’ non si riferisce dunque a defunti o fantasmi. Pensa a una realtà globale che contiene cose che vediamo e cose che non vediamo, indica il Tutto in modo induista come un intero coeso, in parte manifesto e in parte latente.
Il ‘Lamento dei morti’ è il mondo invisibile che piange la nostra indifferenza, la nostra cecità, e reclama di essere visto.
Jung era convinto che la nostra realtà conosciuta fosse immersa in una realtà più grande, di cui non possiamo dire niente, possiamo solo, se ne abbiamo le capacità, ricevere i suoi segnali. I ‘morti’ stanno a indicare ‘cose non di questo mondo’. L’uomo è a metà tra il mondo tangibile e il mondo invisibile e la sua mente può captare segnali che vengono dall’universo intero. Essendo un artista e un medium, Jung espresse questi segnali nel modo pittorico delle visioni. L’espressione artistica fu il linguaggio che accompagnò il lavoro della sua intuizione e del suo intelletto, così che si ebbero due opere: IL LIBRO ROSSO delle immagini, e il LIBRO NERO delle note esplicative con cui la sua mente concettuale lavorò sulle immagini stesse.
Il LIBRO ROSSO fu la sua risposta artistica al mondo rutilante delle visioni. Anche senza assumere droghe, egli era in grado di produrre immagini psicotrope, come quelle che appaiono durante le estasi mistiche o sotto l’assunzione di allucinogeni.
Per quanto Jung avesse sempre praticato lo yoga, possiamo dire che, a differenza di Freud, non fece mai uso di sostanze tossiche, in quanto le facoltà naturali della sua mente medianica lo mettevano spontaneamente a contatto col mono delle visioni. Era uno sciamano naturale che non aveva bisogno di sostanze per produrre una ricca messe di immagini interiori.
A partire dai 41-42 anni, Jung sperimentò, dunque, la ‘discesa agli Inferi’, quella che gli antichi Greci chiamavano Nekuia o Nekya, comunicazione diretta con l’al di là, introversione della mente conscia che sprofonda nell’inconscio. Jung si rilassava totalmente e immaginava che la sua mente facesse dei balzi verso il basso, nelle profondità di un pozzo, “il viaggio notturno sul mare nell’ombelico del mondo”. Era a quel punto che le immagini apparivano. Era l’al di là stesso che lo chiamava al suo compito.
Hillman, diversamente da Jung, non aveva doti medianiche, non sentiva così fortemente l’afflato religioso, era più nitido e logico. Valutava queste immagini come richiami provenienti dal mondo dei sogni, che ci creano così come noi creiamo i sogni, con un continuo rimando dal mondo invisibile a quello visibile e viceversa.
Per Hillman i morti sono i nostri antenati, il passato della nostra civiltà, i residui degli archetipi che in qualche modo creano futuro. Il suo è il punto di vista di chi non ha mai fatto esperienze paranormali e dunque cerca di tradurle in un linguaggio concreto, perdendone l’afflato e il mistero. Per Hillman i morti sono le orme dell’Umanità, che possono riemergere dalla memoria collettiva e giganteggiare su di noi oltre ogni umana comprensione, una eredità storica e culturale. Ma per Jung la situazione era più complessa. Aveva comunicato con defunti reali come con figure simboliche, archetipiche, che potevano sintetizzare l’aura di energie sparse in quel preciso momento storico o come sub personalità di Jung stesso.
In Jung conscio e inconscio comunicavano inestricabilmente in un mondo ‘ritualistico’ e ‘inebriante’. Era il linguaggio dei sogni, ma anche del tempo contingente e del tempo senza tempo. A volte le immagini parlavano “con un linguaggio barocco che gli faceva stridere i denti”, a volte con parole desuete.
Jung si offriva docile a queste esperienze, come uno ‘scrivano dell’anima’. Non le interpretava, non le commentava, si limitava a trascriverle fedelmente come un osservatore neutrale. Appena l’evento medianico si realizzava, lo metteva per scritto.
Stranamente non scrisse mai i propri sogni e non dava importanza a quelli dei figli, che pure gli venivano raccontati ogni giorno. Tenne le sue allucinazioni medianiche ben distinte dai sogni personali, come un mondo a parte. Era il canale attraverso cui il mondo invisibile lo raggiungeva direttamente.
Mentre componeva lo sfolgorante LIBRO ROSSO, Jung continuava a scrivere di psicologia. Erano due fiumi che scorrevano paralleli, un mondo concettuale e un mondo visionario.

Quando il LIBRO ROSSO apparve, dopo 90 anni di oblio, l’effetto fu dirompente.
Nessuno sapeva come definirlo o catalogarlo o come metterlo in relazione al resto delle opere. Era come se l’inconscio di cui pure Jung aveva sempre parlato si manifestasse in tutta la sua potenza fantasmagorica, ignorando ogni strumento della mente umana, a tal punto che Hillman dichiarò che, se avesse dovuto prendere dalle fiamme una sola opera junghiana, avrebbe preso questo ma la psicoanalisi sarebbe scomparsa. L’impressione di Hillman fu che il LIBRO ROSSO fosse l’essenza primaria di Jung, mentre le opere concettuali erano il ripiego medico-scientifico che tradivano, perché la limitavano, la potenza dell’energia, che veniva totalmente bruciata “dall’immediatezza dell’esperienza”.
Mentre la definizione tenta di tenere stretto qualcosa, “le immagini sono evocazioni liriche che non hanno bisogno di parole per risuonare”.
In realtà, specie nella comunicazione orale, Jung era spesso poetico, lirico, immaginifico, portato alle storie e alle metafore. Diceva per esempio: “Ho incontrato un vagabondo con un solo occhio. Voleva essere accettato da me, ma è morto nella notte. Sono io quel vagabondo. Solo io che vedo a metà e che muoio nell’oscurità”. Questa era poesia pura. Jung cercava il segreto della vita ma non lo trovava nei concetti.
Il LIBRO ROSSO ci parla dell’anima senza parole. Sono le figure che urlano la verità.
E’ vero che la psicoanalisi usa spesso le immagini, i miti, le metafore per trasmettere conoscenza, ma qui i dipinti hanno la funzione di una comunicazione immediata, che può essere compresa solo da chi ha fatto grandi esperienze mistiche o ha avuto allucinazioni psicotrope in contesti rituali. L’impatto esperienziale delle immagini è profondissimo, modificativo, destrutturante.
Di fronte a una tale vividezza trasformativa, i concetti sembrano una realtà di secondo livello, ma l’allucinazione ci immette di botto nella realtà della realtà, senza mediazioni culturali.
Ricordiamo che ogni opera che Jung scrive (salvo due: la sua biografia e ‘L’inconscio e i suoi simboli’) è scritta per se stesso, anche se poi sente la necessità di pubblicarla per un dovere verso il mondo, ma nasce come colloquio introspettivo dell’Io. Ma nel LIBRO ROSSO scompare anche l’Io, diventa una figura al pari di tante nel teatro di un inconscio che irrompe senza alterità.
Dice Hillman, con un senso quasi doloroso, che la psicologia usa il linguaggio in modo apotropaico, cioè esorcizzante “per scacciare i demoni… per non affrontare l’ignoto, per nascondere l’angoscia di fondo che ci dice che non sappiamo niente della psiche, che non abbiamo un sistema protettivo..”. “I concetti sono un baluardo contro l’inconoscibile”. Questo concetto Hillman lo ripete spesso, quando dice che non siamo in grado di fare una psicologia, che al più potremmo scrivere una storia delle varie psicologie, ma che queste, anche prese tutte insieme, non dicono ancora niente. E anche Shamdasani conferma che dopo un secolo gli psicologi non si sono trovati d’accordo su nulla, non sono riusciti a trasformare la psicologia in una scienza. Forse la psicologia è solo una forma di esperienza. E, in tal senso, il lirismo può essere una sua chiave interpretativa, come nella narrativa, per cui il mondo concettuale dovrebbe tirarsi indietro, in una specie di atarassia, osservazione fedele ma imperturbabile.
Forse per questo tanti nascondono dietro la mente logica “la paura di riconoscere che l’ignoto esiste e ci circonda”. Jung riconosce una funzione terapeutica al linguaggio concettuale, perché “senza di esso cadremmo nella paura della follia”, ma nella follia delle proprie immagini inconsce ci sprofonda, sicuro di poter tornare alla solidità del proprio quotidiano, la famiglia, il lavoro, i pazienti, il mondo delle certezze quotidiane.
Jung era un uomo molto realizzato, che trovava gioia in piaceri immediati, come spaccare legna, pescare, accendere il fuoco, cucinare, lavorare pietre, dipingere… Nella sua vita quotidiana poteva vivere in modo molto semplice, quasi primitivo, ma, quando esplorava il mondo dei morti, esplodeva in lui una vena lirica, barocca, a volte tragica…
Ci si chiede se le allucinazioni non fossero un modo per tornare a quei primitivi che eravamo, a quel mondo brulicante e tumultuoso che la mente concettuale ha cercato di sotterrare, il mondo epico, selvaggio, dell’uomo primitivo, pronto a insorgere contro l’apollineo ordine della mente superiore.
Jung era contrario, per principio, ad ogni sistematizzazione, non voleva che gli junghiani diventassero junghiani, cioè aderissero ad un sistema. Nessun uomo può essere ingabbiato in un sistema posto a priori. Non voleva insegnare strade o imporre soluzioni, voleva accompagnare l’uomo nel suo sognare. Ma ognuno doveva sognare a suo modo, col suo cammino e il suo linguaggio. C’è costantemente in lui questo doppio registro, per cui da una parte scriveva per se stesso, seguendo il proprio iter evolutivo, dall’altra si sentiva in obbligo di pubblicizzare le sue ricerche così da non estraniarsi dal mondo, sapendo che in ciò rischiava di diventare modello e guida, vincolando la liberazione degli altri.
Ci sono tre Jung: quello visionario, quello concettuale e quello terapeutico. E non coincidono. Anche se ognuno doveva essere “il poeta della propria psiche”.
Non può esistere un linguaggio psichico per eccellenza, esistono infiniti linguaggi e approcci secondo l’infinita varietà del reale.
Ma se ognuno poteva raggiungere la pienezza di sé a suo modo, che cosa gli impediva poi di realizzarla?
Il poeta Blaise Cendrias, quando sentì Duke Ellington suonare disse che quella non era solo una nuova musica, ma una nuova ragione di vita.
Noi non cerchiamo solo la ragione della nostra vita ma vogliamo anche che sia bella.
Ecco il valore estetico delle immagini! Costruiscono per ognuno una cosmologia di bellezza. Già la parola ‘kosmos’ in greco non vuol dire solo ordine, ma ordine bello. Per i Grecia la razionalità coincideva con la bellezza. La parola ‘kalón’, che noi traduciamo con ‘bello‘, aveva in realtà un significato più ampio rispetto a quello attuale: comprendeva non solo ciò che risultava gradito all’occhio e all’orecchio, ma anche qualità del carattere e della mente. La bellezza ha un carattere ontologico. Un sistema cosmologico è sistema fondativo di ordine e di armonia.
Da un lato Jung era restio a pubblicare il LIBRO ROSSO e continuò a lavorarci per quasi 16 anni, sentiva infatti che era la propria cosmologia, da un altro lato era portato a pubblicizzare tutto ciò che trovava per un compito di servizio per cui nulla doveva restare limitato alla sua persona. “Quello che vi do non è una dottrina o un insegnamento. Questa è una via. Non è la vostra via. Guai a chi si pone come modello!” Jung sa benissimo che l’archetipo è universale e che giungere all’inconscio significa toccare un luogo collettivo. L’archetipo riguarda tutti, per cui la storia di Jung può essere considerata come una storia universale, una esperienza collettiva.
Jung aveva esaminato esperienze analoghe alla sua, come Il libro tibetano dei morti, il libro dei morti egiziano, i testi di Ignazio di Loyola, il Kundalini yoga. E il suo lavoro proseguì con i Taccuini alchemici dove alternò le sue allucinazioni alla tavole dell’alchimia. In condizioni visionarie simili, Steiner, suo contemporaneo nella vicina Dornach, si proclamava profeta, riversando le sue visioni in una filosofia spirituale. Ma non era il caso di Jung, che mantenne sempre un senso di scetticismo verso le proprie visioni. Ad un livello della mente si compenetrava con loro, restandone sconvolto, ad un altro si disidentificava da loro, cercando di dominarle.
Sullo sfondo restava la cornice della cultura cristiana che aveva permeato profondamente Jung, non tanto per la presenza di 11 preti in famiglia, ma proprio per la sua vocazione animica. Il Cristianesimo, tuttavia, aveva selezionato alcuni aspetti del reale, rigettandone altri. In Jung, invece, era fondamentale la ricerca di una totalità che avrebbe potuto trovare solo in religioni orientali.
All’inizio del libro dice di aver perduto l’anima e che, per trovarla, è sceso agli Inferi.
Quando il LIBRO ROSSO fu pubblicato, la reazione fu sconvolgente, perché rompeva l’immagine che tanti si erano fatti di Jung, ma uscì anche in un momento in cui molti cercavano la verità totale di se stessi al di là del conforto delle religioni confessionali in un mondo che aveva perso i contatti con la propria anima, le chiese di pietra risuonavano ormai a vuoto e molti cercavano modi nuovi di introspezione come le droghe. In questa civiltà tutta proiettata al denaro e al potere, all’edonismo e alla superficialità, vivendo falsi miti di eterna giovinezza, la paura della morte e del vuoto incombono sinistramente. In questa realtà nessuno parla mai della morte. Nel LIBRO ROSSO, invece, la morte viene vista come una via, un mezzo per aprire la porta (nei miei incubi i morti premono urlando dietro una porta chiusa e io mi sveglio atterrita perché vogliono entrare).
Se vogliamo vivere, dobbiamo affrontare la nostra morte, perché solo così ognuno può rinascere all’uomo nuovo, e dobbiamo affrontare il mistero dentro di noi e fuori di noi. Dunque, anche se Jung vive una esperienza eccezionale e personale, tuttavia questa può essere una esperienza universale. Allo stesso modo, quando parla della prima guerra mondiale (14-18). dice che. “Siamo tutti coinvolti. Prendiamo parte ad ogni assassinio. Siamo corresponsabili”.
Sprofondare nella nostra solitudine vuol dire abbracciare il mondo. E’ l’unico modo con cui l’uomo morto abbraccia il vivo. Vita e morte non sono contrapposte ma comunicanti. E la meditazione profonda è l’unico modo per farle riconoscere. Lo intuì bene Eraclito, l’uomo della notte: “L’uomo accende a se stesso una luce nella notte, quando essa è spenta ai suoi occhi: vivo è a contatto col morto quando dorme, desto è a contatto col dormiente.» Ovvero con altra traduzione: «Nella notte l’uomo accende una luce a se stesso, quando spegne lo sguardo, e vivendo si afferra al morto; sveglio si afferra al dormiente.» Conscio e inconscio, mondo vigile e mondo onirico, tutto comunica col tutto. La via della vita potrebbe essere una ulteriore via della morte e viceversa. “I morti dimorano sotto il nostro tetto. Bisogna riconoscere che sono qui. Noi dimoriamo già nel regno dei morti ed essi dimorano in noi. Non siamo noi a manovrare il timone, ma qualcun altro. Ci facciamo mentre siamo fatti. E solo riconoscendo la loro realtà possiamo sfuggire al loro possesso”.
Shamdasani ricorda che Franz, il figlio di Jung, sentiva il padre aggirarsi per casa dopo la sua morte. In realtà ognuno di noi è e sa più di quanto crede. Ci accorgiamo di momenti sincronici, abbiamo le nostre preveggenze, di tanto in tanto un’idea inaccettabile ci guida, qualche volta crediamo di parlare agli altri ma parliamo all’invisibile o sentiamo che per fili sottili qualcosa di invisibile ci guida, e capita a volte di rivolgersi a questi interlocutori misteriosi per chiedere aiuto.
In qualche modo il LIBRO ROSSO è l’opera incompiuta dei morti, Jung ci lavora lungamente ma lo lascia non finito e lo consegna a noi come il messaggio della bottiglia. Evita di interpretare il testo e le 1500 note del LIBRO NERO non spiegano in realtà nulla. Ognuno ci vedrà quel che vorrà.
Nel 1917, quando Jung faceva il servizio militare, riempì un taccuino di mandala semplificati con rassicuranti fossati, fortezze, castelli… ordinati e ben diversi dal caos del LIBRO ROSSO, dove le immagini sono bizzarre, fantastiche rutilanti e le si vede cangiare nella transizione da una immagine all’altra, come in una ricerca a spirale che non arriva mai alla meta.
Possiamo iniziare dal mandala del sogno di Liverpool (“In alto c’è una larga piazza con lampioni, ad essa confluiscono varie strade. In mezzo alla piazza c’è un laghetto rotondo, nel cui centro c’è un’isola. Mentre tutto attorno è tenebra e pioggia, l’isola è piena di sole, con un grande albero di magnolia al centro con germogli rossicci, come una sorgente di luce.”). Non siamo ancora nella fortezza, siamo ancora nel dramma della transizione, nel cammino verso una bellezza ineffabile.
Si noti una cosa: quando vengono creati i personaggi di un romanzo, a un certo punto questi cominciano a parlare per sé. Allo stesso modo le figure del LIBRO ROSSO sembrano esistere e parlare di per sé. James diceva: “Il pensiero tende a una forma personale” e queste figure hanno una forma drammatica, sono l’epos della vita, forme dionisiache vive ognuna nel proprio teatro. Esse sfondano il recinto del nostro mentale con la forza delle loro passioni. Sono natura dionisiaca dentro e fuori di noi in un universo panico. Jung le chiama “misterium” e sa che rappresentano il suo dramma interiore. Il LIBRO ROSSO è un copione teatrale di un dramma, che va dal tragico al non sense.
Avevamo le visioni dei santi, le esperienze dei tossici, le allucinazioni degli sciamani, ma qui la psiche si presenta nella sua immediatezza come una rivelazione.
Se la storia della psicologia è storia degli approcci all’anima, anche questo libro fa parte della sua memoria. Jung aveva studiato religioni comparate, psicologie comparate, mitologie comparate, ora tutto questo non gli bastava, gli si rivoltava contro. Chiaro che Freud non poteva accettare nulla di ciò, ma lo accettava a stento lui stesso, dominato dallo scetticismo e dal senso critico.
“Libido, simboli e trasformazione” fu il libro che segnò la sua rottura con Freud. L’opera poteva dirsi “un testo razionale sul pensiero fantastico”, era un testo di figure ma di figure spiegate, ed ecco che quelle figure gli si rivoltavano contro, si erano insediate dentro di lui e lavoravano in modo autonomo. Ed è sotto il loro richiamo che Jung si mette a lavorare sul LIBRO ROSSO alla ricerca della sua anima. Aveva scoperto come funziona la sua psiche ma aveva perso la propria anima.
Scrive Hillman: “Ha lavorato su una equazione oggettiva, ma ha lasciato fuori se stesso. Ora questa richiede la sua presenza.”
Il LIBRO ROSSO è intensamente personale, eppure manca la storia di Jung, la sua infanzia, i suoi genitori. Sprofondando in sé scopre qualcosa di universale. Nella desolazione della propria solitudine scopre la totalità. I propri conflitti profondi diventano conflitto ‘tra’ le figure, come se agglomerati di energia interagissero tra loro. Eppure essi non sembrano far parte di Jung. Hanno una vita autonoma. Esistono profondamente di per sé. Non rappresentano la vita di Jung. Auden diceva: “Siamo tenuti in vita da pensieri che fingiamo di capire”.
Altrove Jung aveva detto: “Puoi essere abitato da pensieri che non hai pensato tu stesso, che sono come uccelli che entrano in una stanza”.
Jung si è accorto che nel suo lungo lavoro sulla psiche ha sezionato l’anima e l’ha trasformata in formule vuote. Nella logica concettuale l’Immaginazione Attiva è morta. Jung pensava che l’attività fantastica fosse fuori dalla realtà. Invece vede adesso che ‘è’ la realtà.
Nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, Jung si accorge che le sue immagini più potenti non sono solo epiche, sono profetiche. Prevedono l’imminente guerra e quello che accadrà. Prevedono la distruzione europea e la sua trasformazione. Poiché le immagini sono fuori dal tempo, possono leggere tutti i tempi.
Nell’ottobre del 1913 è in treno e accade che… “Mentre guardavo la carta dell’Europa, vidi il mare sommergerla tutta, un paese dopo l’altro, a cominciare dalla Francia e dalla Germania. In breve l’intero continente era sommerso a eccezione della Svizzera. La Svizzera era come una montagna così alta che le onde non potevano sommergerla. E vidi me stesso seduto sulla montagna. Poi, guardandomi attorno, compresi che il mare era un mare di sangue, sulla cui superficie galleggiavano cadaveri, tetti divelte, travi bruciacchiate. Questa visione durò un’ora. Rimasi sconvolto. Due settimane dopo la visione si ripresentò e una voce mi disse: “Guarda bene, è tutto vero, sarà proprio così. La stessa fantasia si ripeté tre mesi dopo, nel dicembre del 13, sempre mentre andavo a Shaffhausen, sempre all’imbocco della galleria (era come se mi immergessi nell’inconscio collettivo) “ .
Come fa un poeta, Jung ci trascina con le sue immagini. Ma il poeta ha le sue regole. E così il LIBRO ROSSO: l’accurata scrittura gotica, il rilievo calligrafico impeccabile delle icone che ricordano le miniature medievali… Il flusso dell’anima si inserisce in una estetica arcaica, come un calligrafo giapponese che esprime l’osservanza della vita e insieme la trasvaluta nell’impeccabilità degli stilemi. Jung si trova a dover reinventare un linguaggio nuovo, una nuova (o antica) modalità espressiva che delimiti il flusso travolgente delle immagini. Il vulcano deve essere stilizzato. E’ come un musicista che si sente inondare da un flusso inarrestabile di musica e sa che può esprimerla solo nella funzionalità rigida del pentagramma.
La voce dice: “E’ arte!”, ma non gli basta. Dicendo che non lo è, è come se respingesse ogni forma passata di arte. Non è arte. E’nascita.
Siamo al tempo dell’astrattismo che respinge ogni elemento figurativo, del surrealismo o dadaismo che rifiutano ogni modalità del passato, rovesciando ogni stilema. Le nuove forme si creano in una vivificazione immediata.
Jung ha inventato l’arte spirituale ma non se ne accorge.
Ha oltrepassata la dimensione estetica ma non se ne avvede.
Il LIBRO ROSSO straripa di bellezza e la bellezza per lui si identifica col significato.
E nessuna figura è trasferibile dal contesto, ognuna sussiste solo nel flusso totale dell’intera opera. Non la singola figura è arte. L’opera intera è arte.
Ma perché Jung non dipinge dei quadri e compone invece un immenso diario? Perché dipinge il cammino di se stesso. Trova le sue fonti nei testi miniati dei codici medievali, nella tavole alchemiche, nei simbolismi dei sogni. Pagina dopo pagina, percorre il diario della sua anima, il libro magico delle sue metamorfosi. Riproduce come un discepolo claustrale le sue allucinazioni. Produce l’iconografia di se stesso. Contempla le figure come “Affermazioni della sua anima di cui deve capire il significato”. Gli oggetti che dipinge non sono estetici, sono rituali. Ma ognuno ha il proprio mondo, e quando Jung guarda ai prodotti di Joyce o di Picasso, non li capisce, non li vede come analoghi alla sua discesa nella Nekya, anche se, come lui, quegli artisti sono scesi nel mondo infero incontrando le proprie allucinazioni.
Ma essi vivono l’esperienza con un baccanale, atto che a Jung sembra sacrilego. L’artista segue il numen della sua natura senza cercare di capirlo, ma questo a Jung non basta. Lui cerca di significato.
Barbara Hannah diceva che per Jung l’unica tortura davvero insopportabile era quella di non riuscire a capire. Gli resta sempre attaccato un atteggiamento scientifico. Aveva paura che “se fosse restato troppo in Africa, sarebbe diventato nero”, cioè gli Inferi lo avrebbero inghiottito e lui avrebbe perso il senso di ogni realtà (psicosi). “Restare là sotto è da vili” ed è quello che avevano fatto Picasso o Joyce. Jung non tollerava chiunque perdesse l’appartenenza al proprio mondo, al punto che aggredì emotivamente il dottor Schweitzer perché non era tornato in Europa e si era lasciato inghiottire dall’Africa. Allo stesso modo attaccava gli Europei che praticavano la meditazione orientale perdendosi in essa, pur essendo questa aliena alla loro cultura.
Quando andò in India, interrogava i santoni sul loro simbolismo, scoprendo esterrefatto che non ne avevano o si erano sciolti dell’Universo, cosa a cui Jung stesso tendeva ma che rischiava di perdere per la sua ossessiva ricerca del significato.
Il suo paradosso era che da una parte viveva coma un eremita, costruiva la sua torre, scolpiva nella pietra i suoi enigmi, viveva immerso nella natura, dipingeva murali nella sua cappella, fuori dal mondo…. dall’altra parte si lamentava perché in Occidente nessuno capiva il suo lavoro. Voleva trovare autonomamente se stesso, ma voleva anche essere di aiuto agli altri. Così stava a metà tra l’anacoreta e la guida spirituale.
Dopo 16 anni di stesura del LIBRO ROSSO, sentì il dovere di pubblicarlo ma era incerto. Cosa sarebbe sembrato? L’opera di un solitario nella sua torre privata o la necessità di chi sente che la sua opera appartiene al mondo?
La luce che ha prodotto quelle immagini chiedeva di essere vista ma Jung non vuole diventare “un giullare che viene deriso” come non può cadere nell’autoindulgenza di aver fatto una cosa solo per sé. I dipinti sono compiuti quando qualcuno li guarda. L’autore ha una responsabilità sociale. L’arte deve collegarsi alla società. Esporre la propria arte è il modo per restituire al mondo ciò che si è avuto, per cui la pubblicazione diventa necessaria, ma Yung esita. Ecco dunque il lungo lavoro sull’alchimia, sul processo di individuazione, sulla teofania. Ma poi avviene come per Goethe che chiuse in un cassetto la seconda parte del Faust così che venne pubblicata solo dopo la sua morte. Il LIBRO ROSSO non avrebbe mai potuto essere terminato. Il suo compito non era di essere un’opera compiuta ma di aprire ad altri la possibilità di scrivere il proprio mito.
Yung viveva come uno sciamano moderno, un uomo medicina dell’Occidente. Cambiò il modo di fare psicologica. Ma anche Joyce e Picasso furono rivoluzionari, Joyce cambiò il modo di fare scrittura, Picasso il modo di fare pittura.
Il mito è l’eroe, ciò che ravviva la vita, l’energia che si riconosce ma, insieme, si riconosce in un universale. Il processo di individuazione deve avere un significato sociale. Il LIBRO ROSSO lo aveva ma chiunque conobbe Jung disse che l’impatto diretto con la sua persona era ben più alto. Jung esprimeva qualcosa di più col suo contatto personale, qualcosa che non usciva dai suoi libri, perché solo il contatto diretto trasmetteva il suo fuoco, la sua energia interiore.
Restituire la propria esperienza al mondo significava far parlare i morti. Non solo portare a galla i contenuti rimossi ma accogliere l’intera storia dell’anima, fare archeologia della vita.
Nel mezzo dell’esperienza Jung non cercò di analizzare le sue figure con metodo psichiatrico o di inserirle nel suo sistema concettuale.. non le definì ‘sistemi”.
I concetti erano “un parapetto di sicurezza” per tenere sotto controllo esperienze sconvolgenti. Barbara Hannah diceva che l’Immaginazione Attiva doveva essere controllata, era pericoloso scatenarla se l’io non era forte. Immergersi nelle immagini interiori in modo eccessivo poteva scatenare psicosi latenti. Jung usava per difendersi dal vortice delle proprie immagini interiori la solidità della sua vita quotidiana, della famiglia, delle abitudini, del lavoro.
I suoi pazienti furono tra le persone più svitate ed eccentriche dell’Occidente. Arrivavano a Zurigo da lontano ed Emma aveva la funzione di accoglierli e aiutarli, affinché non si sentissero troppo soli, per cui Jung, nel 1916, costituì un club psicoanalitico perché avessero un posto dove andare.
Jung non curava i suoi pazienti, li considerava solo dopo che erano stati trattati da altri. Non gli interessavano le loro patologie, gli interessava solo il viaggio per l’inconscio. Non voleva chiudere il paziente in una gabbia. E’ vero che il linguaggio psicoanalitico usa molte metafore (l’Edipo per es.) ma ognuno ha il diritto di restare libero, di non essere ingabbiato in una patologia predefinita, e ha il diritto di raccontare se stesso come meglio crede, con le immagini in cui si riconosce.
Jung comincia a scrivere il LIBRO ROSSO al tempo della sua spaventosa rottura con Freud, una crisi che gettò nella depressione entrambi, perché il loro rapporto era stato molto forte, simile a un innamoramento. Erano tra le persone più intelligenti del mondo, si facevano pionieri di una mondo nuovo, di una disciplina nuova, e specie all’inizio l’interesse reciproco fu acutissimo. Poi le forti divergenze di pensiero dovevano metterli uno contro l’altro. In Freud è possibile che si scatenasse l’Edipo (aveva 18 anni più di Jung e anagraficamente avrebbe potuto essergli padre), la ribellione di Jung che amava come un figlio e che aveva nominato erede della scuola di Vienna lo sconvolse come un tradimento inaccettabile. Questo era accaduto altre volte, forse anche perché le forti amicizie maschili di Freud potevano essere sospettate di una omosessualità latente.
Jung cadde in una forte depressione che durò alcuni anni.
Nel 1913 la rottura è consumata ed è dolorosissima per entrambi. Freud entra in una situazione d’angoscia che gli cambiò il carattere. Jung precipita in un disorientamento e in una solitudine così forti che ancora da vecchio ne parla con amarezza: “Cominciò per me un periodo di incertezza, di disorientamento. Mi sentivo letteralmente sospeso, perché non avevo ancora trovato un punto d’appoggio”.
Fu un periodo difficile. Jung aveva 38 anni; voleva scrivere un libro contro Freud ma scoprì che era bloccato e impotente. Per due mesi fu tormentato da un blocco della scrittura. Fra il ‘14 e il ’19, si allontanò anche dall’università e rischiò una forma di psicosi. Nella depressione l’uomo si sente perduto, come venissero a mancare tutte le sue basi, le sue certezze e il LIBRO ROSSO racconta come Jung ritrovò la sua anima.
Quando Jung dice ‘anima’ non intende qualcosa di concettuale, ma un contenuto sostanziale che deve essere integrato nell’essere totale perché costituisce la ragione della vita, il senso stesso del vivere. Per questo molti sciamani dicono che nella malattia l’anima esce dal corpo del paziente e se ne va in giro e lo sciamano ha il compito di cercarla e riportarla al suo posto. Jung sta male. Cura se stesso come uno sciamano. Torna al sogno perduto, al mito, e lo fa rivivere con la pittura.
Ma l’anima di Jung come quella di Freud erano fortemente impregnate dal pensiero cristiano.
Se il processo di individuazione è un cammino evolutivo, tornando alle proprie radici si trova tutto ciò di cui abbiamo bisogno. La psiche parla per metafore e le immagini sono metafore. In tal senso le immagini richiedono la sensibilità di un artista per essere comprese. Come diceva Eraclito: “Il dio non parla, accenna”.
Nel LIBRO ROSSO il serpente-anima si rivolge a Jung e gli dice: “Ti do il mio dono in forma di immagine”. L’uomo è un essere imaginale. L’immagine non ha bisogno di parole, parla da sola.

L’immagine insegna ma può uscire anche in forme sconvolgenti, come quando Jung bambino vede Dio defecare su una enorme cattedrale e mandarla in pezzi, o come nel LIBRO ROSSO vede Dio come re dei ranocchi. Jung non sempre ama le proprie immagini, così come non sempre ama il proprio io. Ma le immagini sono trasformative dell’Io, proprio perché l’Io è una realtà imaginale. Jung viveva i suoi sogni e viveva spesso la vita come un sogno.
Nel LIBRO ROSSO l’Io è una figura alla pari delle altre, è a disagio nel mondo infero, è un elemento del dramma, non è più Jung. Un Me. “Ciò che chiamo ‘Io’ è un insieme composito di tante persone che vivono nella mia stessa casa” (“Sono un baule di suoni”, come diceva Pessoa).
Il LIBRO ROSSO cerca dunque di aprire la bocca dell’inconscio, fa parlare la parte più profonda di noi, quella che è stata rimossa assieme a tutto il nostro passato. Quei contenuti emarginati urlano per tornare alla luce (nel mio incubo i morti urlano dietro la porta e spingono per entrare). Noi viviamo come se fossimo in parte morti, per questo siamo soli e disperati. Viviamo in un deserto arido dove abbiamo spazzato via i nostri sentimenti e dove ci siamo separati dal mondo. Per paura della morte abbiamo ammazzato la vita. Il LIBRO ROSSO ci dice che per ritrovare la vita dobbiamo affrontare la morte; i contenuti morti, quelli a cui abbiamo tolto la voce devono ricominciare a parlare. Questi morti sono estremamente potenti, sono straordinari, imperiosi. Non tollerano di essere stati ammutoliti, rivendicano la loro voce. Ma questa può essere vivificata solo con una pericolosa immersione nell’inconscio. Non c’è altra via. Dentro di noi o fuori di noi, ciò che non vogliamo riconoscere va affrontato.
Occorrerà una redenzione dei morti. Farli risorgere. Dobbiamo capire che il nostro compito non è stare meglio ma essere interi. Occorre resuscitare l’anima. Ci siamo chiusi in gusci difensivi e, pensando di essere più forti, abbiamo chiuso fuori la realtà, i segnali, i sogni, le paure, le debolezze. Non esiste un presente che non sia illuminato dal passato. Tutte le cose esistono in questa luce o non esistono affatto.
I sogni possono provenire dal mondo infero e avere una loro sostanza che può non essere intuita dalla scienza ma essere rappresentata dall’arte. Hillman nota spesso che il linguaggio psicoanalitico non ha bisogno di essere scientifico ma letterario, i romanzi colgono meglio la vita, la scienza la uccide. La vita è un racconto, non va definita, ma raccontata. I grandi romanzi hanno insegnato alla gente a raccontarsi, quindi a individuarsi. E lo hanno fatto cogliendo quei sentimenti che la scienza ignora.
Ecco perché Jung, nei suoi seminari, raccontava sempre storie. Era un grande affabulatore, storie che venivano dal miti, dal folklore, dall’esperienza personale o anche dalla sua invenzione, storie in cui ognuno poteva rispecchiare se stesso.
Nel LIBRO ROSSO l’anima è rappresentata da un serpente. Perché? “Perché – dice Hillman – il divenire dell’anima è una linea a serpentina, non è un percorso lineare, si muove tra vari modelli evolutivi” (In verità nei sogni il serpente indica l’energia della vita e la maggiore energia della vita è l’anima. Il serpente è un animale ctonio, sotterraneo, ed è in relazione con l’acqua, principio femminile di vita, tanto che in India i fiumi sono divinità femminili rappresentate da serpenti). Jung è solito prendere gli elementi dei sogni o delle visioni e li tratta col metodo dell’‘amplificazione’, cercando cioè analogie nel mondo della cultura. Jung dice: “Questo mi fa venire in mente qualcosa”. Ma anche l’amplificazione è un espediente narrativo. La narrazione è terapia. Come dicono in India, “Le storie guariscono”.
Ma quando il paziente racconta la sua storia, ha bisogno solo della sua voce, vuole essere ascoltato. Raccontare altre storie lo sminuirebbe. Mentre Freud riporta tutto alla trama posticcia dell’Edipo, in Jung non c’è nessuna trama dominante.
Quando l’uomo cambia la sua storia, ecco che cambia l’immagine di sé.
Jung rispetta ogni storia ma la porta avanti, cambia l’esito, la apre a nuove possibilità. Questo toglie la persona dal suo solipsismo e lo ricollega alla vicenda umana. Tutti siamo angosciati perché siamo soli ma occorre allargare i legami col mondo fuori e col nostro profondo dentro.
A Hillman non piace che in questi percorso Jung usi il termine ‘’ né che parli dell’Altro. Il Sé junghiano non ha niente di personale, entra nella trascendenza, è al di là di qualsiasi spiegazione razionale. E nemmeno piace a Hillman che negli junghiani l’individuazione diventi imitazione di Cristo, cioè percorso di salvezza. Hillman è a un gradino più basso quando dice che basta l’ecologia a fare di ognuno di noi il salvatore del pianeta. A volte la concretezza di Hillman è davvero irritante. E’ vero, come dice che “l’uomo moderno vive in una condizione di separazione dal mondo, dagli altri, dalla natura” , ma questo è abbastanza banale. Non ha la visione kahrmica sociale di Jung, per cui ognuno di noi deve adempire a un suo compito in nome del bene dell’intera umanità. Non ha il senso del sacro.
Per Jung le immagini non sono solo figure, sono ‘poteri’ catartici. Il viaggio visionario non è solo dentro Jung ma oltre Jung. E’ uno ‘spettacolo’, da ‘spectare’, contemplare. In questo spettacolo l’Io è una figura come le altre con cui Jung deve confrontarsi. Sulla scena l’io si relativizza. “Ma chi si rivolge a chi?”.
Assistiamo a una evocazione; l’Io non è più l’osservatore per eccellenza, ma lo scrivano, la penna che registra l’evento. L’Io è ridotto sulla scena al pari delle altre figure. Centrale è invece il flusso della vita, un flusso che sostiene Jung per 15 anni, che si affianca alla normalità del suo quotidiano e gli dà ragione di essere e vita.
Le figure gli dicono dove sta andando mentre va, la sua coscienza può solo lasciar accadere. Le figure sono un insegnamento in cammino e Jung è spesso impreparato al loro messaggio e può solo scartare ciò che risulta finzione. A volte l’impresa sembra folle, disperata. L’anima è ascesa al Cielo, il dio è diventato il dio dei ranocchi. Tutto appare insensato. Ridicolo anche, fino a negare gli insegnamenti di Filemone. Jung vive una esperienza interiore che non è sua ma delle sue figure. Ciò che gli appare è intensamente personale eppure non lo è. E’ disperato. Scrive ai vecchi pazienti, chiedendo aiuto. Vuol sapere se agli altri è accaduto lo stesso. E’ passato dall’illuminazione allo scetticismo. Potrebbe fare di sé un profeta, come Eckart, come Steiner, ma non vuole vincolare nessuno alle sue visioni, non vuole assolutizzarle.
Hillman cita Gopi Krishna, che fu appagato dalla sua visione ma poi non gli piacque quando il mondo la relativizzò e non accettava che fosse messa in dubbio. Ma la tradizione protestante di Jung apre la mente al dubbio. Jung non impone le sue visioni a nessuno. Cerca di disidentificarsi dalle voci. Dice che non occorre crederle anche se sono suadenti.
Abbiamo dunque il LIBRO ROSSO con le figure e il LIBRO NERO con 1500 annotazioni, ma non è facile nemmeno correlarli. Jung scrisse il LIBRO ROSSO a mano, poi lo copiò a macchina, poi lo riscrisse a mano. Fu la sua opera più laboriosa e tormentata.
Ha scoperto una nuova facoltà: l’IMMAGINAZIONE ATTIVA, lo strumento con cui comunichiamo direttamente con l’inconscio e con essa possiamo arrivare alla nostra anima. Come dice Blake: “Le figure sono i nostri maestri. Sono loro gli abitanti delle profondità”.
Il LIBRO ROSSO non è stato capito, nemmeno dagli estimatori, per non parlare di coloro che ci videro una malattia mentale, il frutto di una psicosi. I giudizi fuori luogo dipendono dal fatto che normalmente, junghiano o no, l’uomo non ha alcuna conoscenza delle visioni, per cui anche Hillman parla di cose che non conosce. Occorre avere le capacità medianiche di Jung per capire di cosa parla, o almeno aver fatto delle esperienze allucinatorie con sostanze psicoattive in un contesto sacro. Ma non penso che questo sia stato il caso di Hillman o di Shamdasani, che dunque non sanno di cosa stanno parlando. Jung ricorda che Cristo scese tre giorni agli inferi, dunque parlò anche ai pagani. Ma in Jung c’era l’intento di accogliere tutti gli opposti, era ecumenico, nel senso di accogliere ogni fede sia pure entro una cornice cristiana. In fondo un flusso di grandi immagini è alla base Secondo Jung, provengono da una stessa matrice comune, l’inconscio collettivo. Da questo il suo interesse per le religioni comparate e lo studio di ciò che sta alla base dell’esperienza religiosa. Ma in Jung troviamo anche, come motivo costante, la spinta a ricercare la sintesi di tutti gli opposti, il dio totale come l’Abraxas dei Sette Sermoni, che raccoglie bene e male.
Col Libro Rosso Jung mostra come la sua religione sia diversa da quella di famiglia. Quando nell’intervista di John Freeman gli viene chiesto se crede in Dio, risponde: “Io non credo. Io so”. Credere implica la volontà di aderire a un oggetto esterno, implica una dualità. Sapere implica l’essere uno con l’oggetto considerato, come una verità che nasce dall’interno. Ma la sua asserzione scatenò furibonde polemiche.
Le figure irrompono in un momento preciso e drammatico della storia di Jung: la sua rottura con Freud, e in un momento tragico della storia d’Europa: la prima guerra mondiale. E’ nei momenti di grande crisi che il sacro irrompe. Jung non si pone nemmeno il problema di credere o non credere in Dio.
In quel momento finiva un mondo e ne nasceva un altro. Fiorivano le avanguardie, nell’arte, nella scienza, nell’architettura. Il mondo cambiava rapidamente. Esplode il mito del Superuomo di Nietzsche che non accetta. Mentre Nietzsche parla di ‘Crepuscolo degli dei’, reinventando il mito dell’uomo dominatore, Jung vuole rifondare il sacro.
Nel LIBRO NERO vengono analizzate le sequenze delle figure, la ragazza dai capelli rosso oro, Salomé, il serpente, Kalì.. molte ma pur sempre una cosa sola.
Il processo di individuazione è progressivo, procede verso una meta, ma Jung sa che la meta è tale in quanto non viene raggiunta.
Le tappe della sequenza sono chiamate ‘avventure’, come in un romanzo picaresco.
La sequenza è diversa dal processo. Ogni figura è finalizzata a se stessa. Le mete vanno viste come semplici indicazioni. Jung parla continuamente di via, di strada.
I due terzi dell’opera sono composti in soli 5 mesi (dall’ottobre 1913), eppure continua a lavorare al LIBRO ROSSO per quasi 16 anni.
Ogni tappa è una esperienza, senza prima né dopo. Abbiamo così una sequenza di incontri drammatici.
Il LIBRO ROSSO è stato sconvolgente per alcuni, intanto ha messo in crisi molti junghiani che avevano sistematizzato Jung a loro modo, lo avevano mummificato. Ma con quest’opera Jung usciva dalla tomba e si metteva a parlare. Questo mandava in pezzi alcuni sistema costituiti. Il fatto è che ogni junghiano ha il ‘suo’ Jung. E ora tutto questo veniva rimesso in discussione. E ciò era scandaloso. Il LIBRO ROSSO mostrava la cosmologia nascosta di Jung che non corrispondeva alle opere concettuali. Gli junghiano avevano sistematizzato Jung che odiava ogni sistema, che non pensava nemmeno che la psicoterapia fosse una scienza né che ci dovesse essere un metodo e che, quando nel ’48 fondò l’Institut non lo vide come un centro di terapia ma volto alla ricerca nell’antropologia e nel folklore. Ma l’idea degli archetipi era ormai uscita dagli studi di analisi e permeava tutto il mondo, era rilevata nei film, nelle pitture, nella letteratura, nei bambini… Gli archetipi erano ormai strumenti culturali. La funzione dell’analista si riduceva a quella di un terapeuta culturale.
Secondo Hillman, noi soffriamo quando perdiamo un significato, ma è lo stesso mondo vuoto attuale che ci fa smarrire i significati. Viviamo in una cultura povera che ignora molte parti di noi. “Siamo poveri d’anima”, come diceva Jung, e le chiese e le scienze non hanno nulla da offrire. Per questo Jung amava tanto gli incontri di Eranos, dove le più belle menti del tempo si stimolavano a vicenda. Ognuno di loro era il pioniere del suo tempo. Ognuno ricostruiva, nel suo ambito, ciò che era andato distrutto. Ognuno rifondava il mondo.
Un buon analista rigenera nel suo paziente la cultura dimenticata e l’equilibrio del mondo dipende dall’equilibrio di ognuno. Ma la cosa ha senso solo se parte dall’interno e si rivolge a una socialità totale, oltre ogni individualismo. Riesce solo se ciò che avviene nel singolo incontra qualcosa di più grande di lui. L’esperienza personale è significativa solo in quanto porta a qualcosa di collettivo. La catarsi individuale non ha senso se non è catarsi universale.
Jung usa il termine tedesco ‘Zeitgeist‘, lo spirito del tempo. Anche le fantasie personali sono valide se coincidono con lo Zeitgeist. Ed è appunto questo spirito che Jung incontra con le sue profezie sulla guerra imminente. E’ questa coincidenza con lo Zeitgeist che gli permette di sfuggire il solipsismo paranoide.
Kosmos‘ è una splendida parola greca che vuol dire ordine. E’ analogo al Dharma induista, la giustizia universale. “L’essere umano ha assolutamente bisogno di stare nel cosmo”. Se cura se stesso è per curare il mondo, per essere a servizio dell’umanità per aumentare l’ordine nel mondo per tutti. L’individuo deve essere il varco che porta all’umanità. Ma deve esserlo nel senso della totalità, senza sopprimere il sacro dentro di sé. Ecco perché per Jung la soppressione della voce dei morti, del sacro dentro e fuori di noi, è il maggior problema collettivo. Ma per poter ascoltare i morti, occorre attraversare la morte.
Il LIBRO ROSSO non chiede di essere capito, è una testimonianza. Può essere capito se c’è empatia, se il lettore ha avuto esperienze simili, altrimenti resterà un oggetto misterioso. Ci dice che Jung è sceso nel proprio profondo per recuperare la propria anima e che possiamo farlo anche noi, ma non dice come. Dobbiamo arrivare alla fonte delle nostre immagini interiori, dei nostri dei, e accettarli senza capirli, perché non è natura degli dei essere capiti, ma sapendo che attingere alle immagini archetipiche guarisce, mentre che sono le idee che ci fanno ammalare.
Le rivelazioni sono scintille che aprono vie, ci fanno capire che è bene avere un senso religioso, cioè religante, accogliente dell’intero, “l’accoglienza incondizionata”, ci suggeriscono un senso più alto e collettivo del nostro essere, ci dicono che la nostra cultura è malata e che bisogna sanarla.
Il problema dunque non è personale ma ci attraversa per manifestarsi nel collettivo.
“I morti rappresentano tutto il fardello che l‘anima porta con sé”. “La vita – come diceva Jung – è un mistero sospeso tra due misteri”. La psicologia esiste ma non riguarda me, riguarda tutti.
In effetti Jung non faceva psicoterapia, faceva assoluto. La terapia era la fase preparatoria svolta da altri, la moglie, i suoi allievi e veniva prima del suo lavoro. Prima si sbrigavano i contenuti che riguardano la storia del paziente e i suoi sintomi, poi cominciava il lavoro vero e proprio.
Jung non è succube delle figure, le osserva, le dipinge, ma conserva il proprio spirito critico. E allo stesso tempo guarda all’Io come a una finzione in un mondo di finzioni.
Quando Jung libera l’Immaginazione Attiva, lascia entrare il caos, ma non al modo di Picasso o di Joyce. Nel caos Jung vuole trovare l’ordine. I morti non ci portano in una notte oscura, hanno qualcosa da dirci sul mondo del divino, altrimenti cadremmo nella psicosi, affondando nelle esperienze straordinarie come un tossico nella sua droga, senza diventare migliore. Dobbiamo trarre la saggezza dal caos. Costruire su di esso una cosmologia. Dobbiamo trovare il nostro posto nel mondo per il mondo. In questo senso la psicologia è solo strumentale. E la cosmologia è ordine e bellezza. E’ la bellezza del mondo. Nessuna scienza può darci una cosmologia. Per questo “dobbiamo trovare un posto ai morti (cioè al sacro) per essere in grado di vivere”.
Come dice Eraclito: “Con gli occhi aperti tocchiamo il morto, con gli occhi chiusi tocchiamo il vivo”.
La nostra cultura ha sotterrato tutto ciò che riguarda la storia dell’anima. Occorre ritrovarlo di nuovo. Le immagini che ci appaiono durante la meditazione o le trance psicotrope non vengono dalle esperienze della nostra vita, vengono dall’altrove.
Quelli che ci sembrano vivi sono solo una parte del totale.
Ricordiamo che a 69 anni Jung ebbe un infarto, fu dichiarato morto, poi tornò in vita, ebbe esperienze fuori del corpo, disse di essere tornato “a quella famiglia di anime a cui era sempre appartenuto”. Le cose che ci sembrano reali sono solo una parte della realtà. L’esperienza di pre-morte cambiò totalmente Jung, cambiò la sua concezione della vita e della morte, aprì lo spazio a un continuum più grande.
La cultura tibetana insegna a vivere la vita come un preludio alla morte, perché la vita è solo un frammento di un insieme più grande: “C’è come un senso di sospensione tra due misteri che relativizza la vita”.
Prima e dopo questa esistenza che molti ritengono unica ci sono tempi infiniti, serie di vite, di cui non sappiamo nulla, salvo che ne serbiamo sporadici ricordi, ma noi apparteniamo anche a tutte quelle esistenze e al loro scopo. In qualche modo la vita attuale è una parentesi relativa, all’interno di un flusso più grande. Chi ha queste riflessioni vive la vita in un modo diverso. Passa dall’assoluto al transitorio.
Avere una prospettiva più ampia non vuol dire perdere il senso della propria vita, ma anzi acquistarne uno più profondo.
Ciò non significa necessariamente acquisire un ordine razionale, ma adeguarsi a un ordine esistente, senza sapere cosa sia e perché sia come è. E’ la risposta che l’artista ha di fronte alla bellezza, non cerca spiegazioni. Contempla.
Nel LIBRO ROSSO Jung evita il linguaggio concettuale perché esso non sarebbe in grado di racchiudere il linguaggio dell’anima, non è capace di evocare i contenuti emozionali. Esso presenta la sua catarsi come faceva il teatro greco. Occorre apprezzare la vita, accogliere il mondo, accettare l’esistenza in tutte le sue forme nel bene e nel male. S. Agostino diceva: “Tutto comprendere è tutto perdonare”.
Non è come Hegel “Il reale è razionale”. Il reale è anche irrazionale. Il mistero è appunto la presenza dell’irrazionale nel mondo. Dobbiamo accettare tutto, anche la follia. Ciò che conta non è il reale ma il modo con cui lo vediamo. Etica è non scansare nulla.
Le statue degli dei sono state rovesciate con violenza. Occorre restaurarle. Dobbiamo ridimensionare l’Io di fronte alla contemplazione dell’ampiezza della vita, scrivere una psicologia che tocchi l’anima, usare tutto il pianoforte esistenziale, non una tastiera ridotta al concettuale.
Un tempo era la psicologia a interessarsi dell’essere umano, oggi la psicologia si affianca alla letteratura, all’arte, ma la psicologia da studio della psiche deve trasformarsi in generazione d’anima. Ovviamente questo non vale per tutti. Milioni di persone non sanno nemmeno di averla, un’anima, e neppure un inconscio. L’inconscio è una scoperta del tutto occidentale. Le religioni hanno scavalcato il problema offrendoci la fede, cioè l’adesione a una credenza, in cui le immagini sono state profanate. Le varie psicologie occidentali, per altro verso, hanno tentato di minimizzare l’uomo, eliminando il mistero.
La strada di Jung, dunque, è una strada religiosa, anche se non coincide con nessuna delle religioni ufficiali.
Jung torna al Cristianesimo primitivo, agli Gnostici, ma nemmeno questo lo interessa. Lo interessa l’istinto religioso. Non a caso tra tutti i dottori della Chiesa sceglie S. Agostino.
Al termine del libro, Cristo dice: “Io ti porto la bellezza della sofferenza”. Questo è il Cristo dell’accettazione. L’accoglienza incondizionata. La ricerca dell’anima porta al Cristo come grande pacificatore. Jung ha accettato tutte le differenze per giungere al Cristo che unifica tutte le differenze, il Cristo totale.
E’ assurdo accettare anche l’errore”, ma Cristo esige proprio questo“.
Il sacerdote che celebrò il funerale di Jung disse che era eretico. Io credo, invece, che Jung sia stato una delle figure più religiose del nostro tempo.


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1) Sonu Shamdasani (Singapore, 1962) è uno scrittore e storico inglese operante presso il Centre for the History of Medicine dell’University College London. Le sue opere vertono sulla storia della psichiatria e della psicologia dalla metà del XIX secolo ai nostri giorni. Ha curato la pubblicazione dell’atteso LIBRO ROSSO scritto da Carl Jung fra il 1914 ed il 1930. È cofondatore ed editor generale della Philemon Foundation, un’organizzazione costituita allo scopo di promuovere una nuova edizione storico-critica delle opere complete di Jung, comprensiva anche di tutti i testi (manoscritti, seminari, carteggi) ancora inediti.

James Hillman (Atlantic City, 12 aprile 1926 – Thompson, 27 ottobre 2011) è stato uno psicoanalista, saggista e filosofo statunitense. Portò avanti una psicologia archetipica.
Considerava gli archetipi “i modelli più profondi del funzionamento psichico, come le radici dell’anima che governano le prospettive attraverso cui vediamo noi stessi e il mondo; le immagini assiomatiche a cui ritornano continuamente la vita psichica e le teorie che formuliamo su di essa.” Essi possono essere raggiunti anche attraverso l’analisi dei sogni, il cui “mondo infero” ci ricollega alle “ombre universali” dell’inconscio collettivo. Hillman considera l’anima la base del mito e studia le sue manifestazioni nella società moderna. Un flusso di immagini è alla base di qualunque religione.
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MASADA n° 1621 5-2-015 TSIPRAS E LA CRISI DELL’EURO

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MASADA n° 1621 5-2-015 TSIPRAS E LA CRISI DELL’EURO

Viviana Vivarelli

Il disastro dell’euro – La dominante Germania – Creare una nuova banca europea – La tesi dell’economista Brancaccio – Il programma di Syriza – I teatrini italiani – Tsipras cerca alleati – La Grecia si volge a Putin e ad Israele – Effetto domino – La crescita della ricchezza dei più ricchi – La distruzione dei diritti democratici – Obsolescenza della sinistra europea – I promessi obiettivi di Maastricht – Banche commerciali e di investimento – Syriza, le ragioni della vittoria – Gesualdi – Sergio di Cori Modigliani

Don Enrico Torta : “L’usura delle banche è un omicidio lento giustificato dallo Stato.”
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IL DISASTRO DELL’EURO
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E’ ormai un dato storico ed economico: la crisi finanziaria (2007-2008) scoppiata (o fatta scoppiare artificialmente da quelle 200 famiglia di magnati che dominano l’Occidente) è stata disastrosa per le finanze di tutti i paesi europei, meno la Germania, segnando un progressivo peggioramento dei conti pubblici e privati. L’insieme di salvataggi bancari, austerity e recessione, che ha segnato la storia europea degli ultimi anni, ha letteralmente fatto esplodere il debito nella maggior parte dei paesi Ue, mettendoli a rischio. Se guardiamo l’Eurozona nel suo complesso, è impressionante constatare che tra il 2007 e il 2013 il debito aggregato è passato dal 66,2% al 92,6% del Pil (in valore assoluto 8.842 miliardi di Euro). Tutti i Paesi europei hanno visto crescere il loro debito e aumentare i loro problemi a riprova che le politiche dell’austerità adottate sono state disastrose.

La zona euro è stata un fallimento per i Paesi membri e un mezzo di arricchimento solo per le banche private. Bisogna essere molto disinformati o molto in mala fede per non constatare che, da quando siamo entrati nell’euro, il nostro Pil non ha fatto che diminuire fino a scendere a un quinto di quello che era, e il nostro debito pubblico non ha fatto che aumentare, sotto il peso di 90 miliardi di tassi usurai l’anno fino ad arrivare agli attuali 2.160 miliardi. Anche l’odierna finzione di Juncker di finanziare l’Ue con 300 miliardi in tre anni sarà solo un altro escamotage per mettere al sicuro gli interessi dei banchieri a scapito delle economie nazionali, perché non si tradurrà in crescita e sviluppo ma in un nuovo beneficio per le banche che alimenterà nuova speculazione finanziaria e non certo crescita e sviluppo. Con la scusa della crisi e il grimaldello delle regole dell’euro, la Bce ha prelevato 16.000 miliardi dalle tasche di noi cittadini europei per darli alle banche private (le uniche che si sono costantemente arricchite nella crisi e grazie alla crisi e che ora ricevono denaro quasi regalato allo 0,15% di interesse mentre ci comprano bond statali al 4-5).
Eravamo la quinta potenza finanziaria del mondo e guardate dove siamo caduti, mentre gli intrecci politici hanno la faccia di imporci come Ministro delle Finanze quello stesso Padoan che ha segnato, per conto del Fondo Monetario, la rovina dell’Argentina e della Grecia e che applica su di noi la stessa politica di lacrime e sangue, distruzione dei diritti costituzionali e salasso fiscale, che ha già distrutto quei Paesi. Dobbiamo il potere di Padoan sulle finanze italiane a quel Napolitano che lo ha imposto a Renzi e che dunque è sempre stato a servizio della Troika a nostro danno. Ma basta vedere in che situazione gravissima è caduta l’Italia con 10 milioni di poveri totali e una disoccupazione altissima per capire come le politiche finanziarie dissennate ci abbiano rovinato. La disoccupazione è salita al massimo storico del 13,4% contro il 6,5% della Germania. Sale anche la disoccupazione dei giovani, tra 15 e 24 anni, al 43,9%. Il che vuol dire metà dei giovani che non studiano non hanno lavoro. Eppure alle europee queste politiche sciagurate che si hanno messo all’ultimo posso in Europa sono state premiate con risultati bulgari grazie alla furba mancetta di 80 euro.
Siamo il Paese che va peggio in Europa a causa di molti fattori: in primo luogo un livello di corruzione politica che non ha pari in Occidente e che viene regolarmente premiata da elettori ignoranti e perseguita da partiti sciagurati e dal patto infame Fi/Pd (ancora questa settimana la richiesta del M5S di portare avanti la legge anticorruzione è stata dribblata). In 2° luogo una soggezione cadaverica alla Troika contro cui Renzi non intende sollevare obiezioni perché è stato messo lì per fare i loro interessi e non i nostri. Renzi è stato ‘confezionato’ proprio dai poteri forti per perseguire un programma di estrema dx, di progressive privatizzazioni e di progressiva cancellazione della sovranità popolare, di stato sociale, di diritti dei cittadini e dei lavoratori (questo è chiaro già del primo programma della Leopolda). Ci aggiungiamo lo strapotere del sistema bancario che aggiunge il suo grado di corruzione a quello politico e che riceve costanti donazioni dal governo.
Oggi Juncker promette all’Italia (ovvero alle banche italiane) 30 miliardi, con l’acquisto da parte della Bce dei bond ora detenuti dalle banche, ma 30 miliardi è appunto quello che l’Italia è costretta a versare all’Europa. L’Italia dunque preleva dalle nostre tasche 30 miliardi e la Bce finge di regalarci 30 miliardi che in realtà regala nuovamente alle banche. La truffa è totale. Il salasso a cui siamo costretti con la scusa della crisi si traduce in un passaggio costante di danaro dalle nostre tasche alle banche private.
In Italia la situazione è terribile: ci sono 10 milioni di poveri, quasi metà degli italiani non riesce ad arrivare alla fine del mese, 7 italiani su 10 hanno visto ridursi il potere d’acquisto e tagliano ormai su tutto, anche su beni di prima necessità come pane e latte. 4 su 10 scapperebbero dall’Italia, aumenta il numero di coloro che capiscono che restare nell’euro ci distruggerà completamente. Appena dietro di noi c’è la Grecia che ha già eliminato la sanità pubblica ed è stata costretta a licenziare migliaia di dipendenti pubblici. Ma ora la Grecia ha qualche speranza con Tsipras, noi, con Renzi, non ne abbiamo nessuna.
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LA DOMINANTE GERMANIA

Di questa situazione sempre più tragica la grande beneficiaria è la Germania che ha assunto una tale posizione di supremazia in Europa da dominare la Bce e le regole euro, falsando una situazione che doveva essere paritaria tra i membri e non soggetta a un dispotismo illegittimo. E’ la Germania, dunque, che oggi minaccia la Grecia di non comprare più i suoi titoli di stato e dunque di non alimentare la sua spesa pubblica, ma la Grecia è arrivata al suo estremo limite, non può proseguire oltre su una rotta di rovina suicida e si ribella, anche se ancora senza una minaccia palese di uscire dall’euro. Siamo in una situazione ambigua in cui Tsipras cerca di uscire dalle spire del drago senza però denunciare il modo chiaro i trattati euro. Ma è chiaro che l’Ue teme una sola minaccia: che uno dei suoi membri esca dall’euro, il che porterebbe a un movimento con uscite similari e farebbe collassare l’intera Europa. E’ chiaro che l’uscita dall’euro spaventa e che Syriza per ora non la prevede. Ma occorrerebbe, come ha detto più volte Grillo, che i paesi più penalizzati dall’euro, e dunque i Paesi mediterranei, si unissero in una alleanza e insorgessero contro la Merkel e le sue pretese indebite, cambiando i Trattati nel senso di costituire una vera banca europea analoga alla Fed, che presta direttamente agli Stati senza l’intermediazione bancaria. Ma finché questa sarà l’Europa delle banche e le sue regole serviranno solo agli interessi delle banche, non abbiamo alcuna speranza di attraversare il guado della crisi verso una vera Europa federale.
La situazione è grottesca e cruciale: l’Ue non può continuare a procedere in questo modo suicida che lesiona tutte le economica europee meno la Germania, le banche reggeranno finché potranno arricchendosi a spese dei cittadini europei, i governi rimanderanno il problema per tema di non poter sostenere un ritorno alle monete nazionali. In questa situazione l’immagine del nostro premier che pensa a distruggere la Costituzione democratica, l’equilibrio dei poteri e i diritti dei cittadini è oltremodo allucinante.
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CREARE UNA NUOVA BANCA EUROPEA
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L’abbandono della moneta unica è una scelta difficile, che al momento non fa Tsipras come non fa Iglesias. Ma potrebbe aumentare in Europa il peso della sx come quello di forze antieuro (visto che in Italia una sx non esiste più). L’eurozona è fallita, non ci sono dubbi, lo dicono tutti gli indicatori. Insistere su queste via fallimentare sarebbe suicida. Ma in Europa anche la sx è fallita e non risorgerà certo grazie a Tsipras o a Iglesias. Però, se la consapevolezza dei cittadini europei cambiasse insieme ai loro voti, potrebbero esserci cambiamenti futuri tali da farci uscire dalla spirale regressiva imposta dal Fondo Monetario, Fondo che altro non è che la mano imperativa della grande finanza internazionale, in prevalenza americana, creata per fare gli interessi di quella, al di fuori di qualunque sistema democratico e contro ogni vera idea d’Europa. In fondo gli USA non vogliono assolutamente che esista una Europa concorrenziale.
Occorrerebbe dunque sganciarsi dal Fondo monetario, ovvero dagli interessi americani, uscire dallo strapotere del sistema bancario privato creando un vera banca europea al pari della Feed che finanzia direttamente gli Stati e eliminando così i pesanti interessi sul debito, aumentare la democrazia nell’Ue, sganciarsi degli interessi predominanti della Germania, unire per interessi comuni i Paesi mediterranei costituendo una nuova Europa, senza la Germania, possibilmente federale e basata sui diritti dei popoli, e non sulla loro schiavizzazione.
E’ chiaro che l’attuale Ue e i poteri forti che finora hanno agito non ne vogliono sapere di questi traguardi. Ma è chiaro anche che, anche se la Grecia è piccola e Tispras non fa chiare minacce, è bastato che Syriza vincesse le elezioni, perché la finanza occidentale tremasse. Il Fm ha annunciato la sospensione degli aiuti alla Grecia, i mercati hanno mandato a picco la borsa di Atene. La Merkel ha ordinato alla Grecia di riprendere le politiche di austerity.
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LA TESI DELL’ECONOMISTA BRANCACCIO

L’economista Emiliano Brancaccio, già promotore del “monito degli economisti”, un documento pubblicato sul Financial Times nel 2013, è alquanto scettico sulle future possibilità di sopravvivenza dell’euro. Verrà un giorno, dice, in cui l’austerity sarà ricordata come una delle più grandi truffe dell’umanità.
La Grecia ha avuto finora ministri delle Finanze, simili a Padoan, che l’hanno distrutta. Da 4 anni le ricette del Fm sono state applicate rigorosamente, con enormi sacrifici per la popolazione: le tasse sono state aumentate di 8 punti, la spesa pubblica è diminuita di 4 punti (30 miliardi); i salari sono caduti di 12 punti percentuali e il loro potere d’acquisto è precipitato in media di 14. La Commissione europea ha sempre sostenuto che queste politiche non avrebbero depresso l’economia ma er totalmente falso. Tutte le previsioni sono state seccamente smentite. Per il 2011 la Commissione previde un Pil stazionario, che in realtà crollò di 7 punti; per il 2012 annunciò addirittura una crescita di un punto, e fu sconfessata da una caduta di 6 punti e mezzo; nel 2013 la previsione fu di crescita zero, e invece il Pil greco precipitò di altri 4 punti. Anche per il 2014 si registra uno scarto tra le rosee stime di Bruxelles e la realtà dei fatti. Nemmeno la passeggiata casuale di un ubriaco sui numeri avrebbe potuto fare peggio…
Quale credibilità si può assegnare a chi commette errori così gravi e ripetuti?
La verità, come ormai riconoscono a denti stretti persino al FMI, è che le ricette della Troika rappresentano la causa principale del crollo della domanda e della conseguente distruzione di produzione e occupazione avvenuta in Grecia: negli ultimi 5 anni, ben 8.500 posti di lavoro in meno. Queste ricette non hanno stabilizzato i bilanci: il crollo della produzione ha implicato un’esplosione del rapporto tra debito pubblico e Pil, aumentato in 5 anni di 30 punti percentuali.
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IL PROGRAMMA DI SYRIZA

Il programma di Syriza prevedeva la rinegoziazione del debito pubblico, la moratoria sul pagamento degli interessi e un New Deal Europeo (cioè un programma di investimenti) per far uscire dalla depressione economica i Paesi del Sud. Un piano di riforma radicale dell’Europa che, secondo Tsipras, la Troika sarà costretta ad accettare perché gran parte del debito greco è ancora in mano, in primis, al Fmi e ai banchieri tedeschi. Ma dubitiamo che riesca nei suoi intenti, almeno finché sarà la Germania a decidere delle sorti della Grecia e almeno finché non si profili per l’Unione europea una reale minaccia di uscita dei suoi membri, minaccia che al momento nemmeno il M5S italiano fa realmente e che è stata alquanto vanificata dall’esito bulgaro delle votazioni europee. Occorrerà ben di peggio. Occorrerà che vi sia un ulteriore danno economico e sociale per i Paesi mediterranei per farli muovere col peso dei loro disoccupati e delle loro economie a picco contro una Germania che dalla crisi ha troppo guadagnato. I poteri economici che finora hanno speculato contro la stessa Europa e che hanno guadagnato dalla sua rovina non sono ancora minacciati dalla vittoria di Tsipras. Hanno ottenuto quello che volevano: un crescente accentramento e aumento di ricchezze ai danni dei cittadini europei, perché dovrebbero cambiare le loro strategie a seguito di una vittoria di Tsipras? Offriranno, come fa adesso Juncker, palliativi o truffe come questa dei 300 miliardi ‘per investimenti’ che finiranno nelle solite casse delle banche che ormai non usano da tempo i loro soldi per investimenti. Bisognerebbe che Tsipras ripudiasse il debito. Il ripudio unilaterale del debito indurrebbe la BCE a bloccare le erogazioni. A quel punto la Grecia sarebbe costretta ad abbandonare l’euro per tornare a stampare moneta nazionale. Ma nel progetto di Syriza non è prevista l’uscita dall’euro…

I TEATRINI ITALIANI
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In questa guerra che la grande Destra occidentale ha scagliato contro i popoli europei per minare i principi democratici delle loro Costituzioni, erodere i diritti universali dei popoli, distruggere il loro stato sociale e frenare la sovranità collettiva per gli interessi esclusivi di una cricca di magnati e finanzieri, si inseriscono gli squallidi teatrini della politica italiana, dove un piccolo grassatore, avido e cinico, come Renzi, si allea con un pregiudicato ignobile come Berlusconi, uno che in qualunque sistema civile sarebbe cacciato immantinente da ogni istituzione pubblica come un malfattore e anzi lo grazia accorciandogli le sia pur fasulle pene in virtù di un neo presidente conciliante e perdonista che fa intravedere a breve la grazia totale. Nel plauso quasi unanime di media cortigiani, e con un’opinione pubblica totalmente manipolata e rimbischerita, le due destre italiane, quella proprietaria e quella rampante, si uniscono in un teatrino degli orrori in cui nulla è come sembra, nulla cambia come viene annunciato, si fingono separazioni dove avvengono concertazioni, mentre tutto prosegue implacabile e concertato nella distruzione di diritti, di futuro e di democrazia.
Anzi, l’accanimento con cui media sono diventati ormai recensori accurati delle defecazioni quotidiane oscura totalmente la gravità della situazione reale, è un paravento dipinto e artificioso che nasconde le brutture di un paese in caduta libera in cui il Governo sembra sempre proiettato nella catarsi liberatoria ‘delle riforme’, mentre ci sta, invece, uccidendo tutti.

LA GRECIA CERCA ALLEATI
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La situazione di Tsipras è molto precaria. E’ stato eletto da un popolo greco arrivato sul bordo di un suicidio collettivo e che non può continuare a precipitare nel baratro verso la morte, seguendo gli imperativi categorici di una cricca finanziaria che si arricchisce sulla sua rovina, ma è anche giovane e consapevole che la piccola Grecia non può sfidare la Troika da solo. Di qui i giri che fa nei paesi mediterranei cercando alleati, sperando forse in quell’unione dei popoli mediterranei che (come aveva preconizzato Grillo) è la sola che potrebbe far fronte comune contro la Merkel e alla sua idea distruttiva di Europa, ma dubito che Tsipras possa trovare una sponda in quel Renzi che è appecorinato agli ordini di poteri che fin qui lo hanno portato in alto (estrema sx italiana, potere bancario, interessi privati di Berlusconi, massoneria..). Il gioco di Tispras pertanto è cauto. Tasta il terreno sapendo che la Grecia rischia da un momento all’altro di trovarsi in una tenaglia che la distruggerà. Non parla nemmeno di moneta nazionale, teme la speculazione e ha bisogno di compratori per i titoli pubblici. Tsipras è in una posizione molto rischiosa, ha alle spalle la spinta di un popolo affamato e combatte con armi deboli contro un potere che finora si è dimostrato fortissimo e implacabile. Il suo fallimento segnerebbe la fine di qualunque speranza della sinistra europea ma nei suoi intenti dovrebbero stare anche forze che si sono dichiarate antieuro, anche se non sono di sinistra. Dopotutto per stare al potere si è alleato con un partito dichiaratamente di dx. Si arriva a un certo punto in cui lo scopo di cambiare le regole europee deve essere più alto delle proprie ideologie politiche dichiarate, un punto in cui deve essere chiaro che le etichette contano meno della possibilità di salvezza. Purtroppo in Italia il teatrino permanente ha falsificato ogni situazione e il gioco di rimandi e finte tra Renzi e Berlusconi ha fatto degenerare ogni speranza di lucidità.
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Sapete di quanto era l'”enorme” debito iniziale della Grecia?
Era di 45 miliardi.
Sapete, con l’applicazione delle ricette euro, a quanto è arrivato il debito pubblico della Grecia? A 323 miliardi! E il Paese è devastato.
Sapete quanto soldi l’Ue ha preso dalle nostre tasche per passarli alle banche a modici tassi di interesse (che ora sono allo 0,15%)?
16.000 miliardi!!
Quanti Paesi come la Grecia si sarebbero potuti salvare agendo diversamente?

L’economista Emiliano Brancaccio dichiara: “Molti considerano l’uscita dall’euro una via per l’inferno, dimenticano che molti paesi dell’eurozona, prima di tutto la Grecia, sono già nell’inferno. A meno di essere dei fanatici a oltranza, non si può fingere di non vedere la disperazione della Grecia, che ieri fu la disperazione dell’Argentina e che rischia di essere la disperazione dell’Italia, visto che le regole della distruzione sono le stesse e persino i fautori (Padoan) sono gli stessi.
Il peggioramento degli eventi è inarrestabile e ci sta portando all’implosione della moneta unica. A Renzi tutto ciò non interessa, per cui non farà nulla per portarci fuori dal baratro. Tsipras ne è consapevole ma si muove cautamente per non far precipitare le cose. Juncker finge di provvedere e le scelte di Draghi sono conservative del vecchio ordine costituito. In Grecia occorre disperatamente reinvestire e ricominciare la crescita, ma l’austerità ha provocato una desertificazione produttiva con danni persino più profondi che altrove. Se la Grecia tornasse alla propria moneta, aumenterebbe immediatamente le sue esportazioni. Al momento Tsipras si muove nel senso di rinnovare i legami con Putin e così da cercare di vendere bond a banche non europee, quindi si sta muovendo cautamente fuori dall’orizzonte europeo.
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Ovviamente, se un solo Paese uscisse dall’euro, l’Ue crollerebbe istantaneamente
Ma Tsipras non è ancora nelle condizioni di fare questa minaccia. Per ora cerca cautamente alleati, perché se le sue richieste accomunassero altri Paesi della fascia mediterranea la sua situazione sarebbe più forte.
Per questo ha parlato bene di Renzi e ha voluto vederlo, ma è chiaro che su questo fronte le sue richieste sono andate in buca, perché Renzi è stato messo su esattamente da quei poteri forti che Tsipras deve combattere.

TSIPRAS SI VOLGE A PUTIN E AD ISRAELE
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Se l’Ue ha solo le intenzioni di distruggere la Grecia, sarà giocoforza che la piccola Grecia si rivolga altrove. Ecco perché Tsipras si è fatto comprare i bond da altri, con alleanze strategiche, passando dalla parte di Putin e di Israele. Si è fatto comprare bond per 12 miliardi di dollari da La Kennedy Talbot, per conto della Mendelssohn & co. di Vienna, società finanziaria composta dalla Banca d’Israele e da Gazprom (ecco come le finanze si uniscono in barba alla politica). Insomma Tispras sfugge al nodo scorsoio della Bce e all’usura delle banche europee appoggiandosi ad Israele e a Putin. In questo modo le minacce della Bce resteranno spuntate.
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Ci danno continuamente buone previsioni sugli anni futuri che risultano costantemente dei falsi.
Per chi nega che il PIL italiano sia costantemente diminuito:
“In Italia il Pil è calato dell’1,2% nel 2008 e del 5,5% nel 2009, è risalito dell’1,7% e poi dello 0,4% nel biennio successivo, infine ha subito un’ulteriore contrazione del 2,4% nel 2011 e dell’1,9% lo scorso anno. Risultato: il Pil a fine 2013 era dell’8,7% inferiore a quello di fine 2007, attorno ai 1466 miliardi di euro, oltre otto volte il Pil greco.”

http://www.affaritaliani.it/economia/grecia-renzi-pil29032014.html

EFFETTO DOMINO
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Se anche uno solo dei Paesi euro uscisse, si avrebbero conseguenze a catena che farebbero crollare interamente l’euro. Annichilendosi la zona euro, ogni Paese dovrebbe tornare alla valuta nazionale e il marco sarebbe immediatamente rivalutato, facendo crollare le esportazioni tedesche, mentre l’Italia tornerebbe alla propria lira svalutata con beneficio per le esportazioni. Dunque l’uscita dall’euro sarebbe un affare per l’Italia e rovinerebbe la Germania. “L’euro ha causato un colossale trasferimento di produzione industriale da tutti i paesi periferici verso la Germania”.
Grazie all’euro, in 8 anni l’Italia ha fatto -18% e la Germania +10%; è come se tutte le fabbriche presenti nel Centro Italia avessero chiuso e si fossero trasferite in Germania in blocco: effetti analoghi a quelli di una Guerra Mondiale”. Continuando così, la Germania continuerà ad arricchirsi a danno di tutti gli altri. “In caso di disgregazione dell’EURO, e ritorno alle valute nazionali, accadrà qualcosa di analogo a quanto accadde nel 1992-95. L’Italia (e gli altri paesi che svalutarono) all’epoca ebbe un’impennata nella Produzione Industriale e la Germania ebbe una bella batosta.
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La prima cosa che Tsipras ha fatto appena eletto è stata fare il giro dei governi europei per raccogliere alleanze nella sua lotta contro le indecenti regole euro
Renzi gli ha detto: “Vai a sentire la Merkel. Ti riceverà“, con ciò significando che non avrebbe fatto la minima mossa a suo favore come non intende fare la minima mossa a favore del futuro italiano, essendo stato portato al potere da quelle stesse forze (massoneria e alta finanza) che hanno deciso il massacro greco e, dopo, il massacro italiano. Che in questa situazione i giornali italiani siano pieni solo dei teatrini da cortile tra Renzi e Berlusconi è molto peggio di una pesante disinformazione, è una indecenza che coinvolge tutti coloro che vi prestano per creare diversivi alla tragedia che incombe.

LA CRESCITA DELLA RICCHEZZA DEI PIU’ RICCHI
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Negli ultimi dieci anni alcuni paesi europei, e alcune classi sociali in particolare, hanno approfittato della crisi e dell’emergenza da essa creata, per appropriarsi di un’enorme fetta di ricchezza sottratta alle classi sociali meno abbienti e anche a quelle intermedie che, fino a qualche anno fa, pensavano di risalire e si sono ritrovate in un quadro di totale devastazione. Negli ultimi anni la ricchezza privata in Europa ha raggiunto il livello più alto con 56 trilioni di euro (cioè 56mila miliardi) in totale, e aumenti stratosferici. I Tedeschi sono complessivamente diventati più ricchi di duemila miliardi di euro rispetto ai livelli pre-crisi, mentre il patrimonio complessivo
di tutte le imprese elvetiche è cresciuto di un trilione. All’altro estremo i Paesi del Mediterraneo – in particolare Spagna e Grecia – hanno visto crollare la ricchezza privata. I patrimoni dei cittadini greci sono calati del 23% rispetto al 2007 e le famiglie greche hanno perso 170 miliardi. Altro che benessere e giustizia per tutti! Il 10% dei ricchi europei possiede più della metà della ricchezza del Vecchio Continente e l’1% dei super-ricchi possiede addirittura il 27% della ricchezza europea. Il grosso della concentrazione di ricchezza appartiene a Germania e Austria, dove l’1% dei super-ricchi possiede rispettivamente il 35% e il 40% della ricchezza totale. Grazie alla crisi, c’è stato il più grande trasferimento di ricchezza mai visto. Grazie alla gestione autoritaria della crisi da parte della Bce Europea, della Commissione Europea e dell’UE in quanto tale, i paesi più deboli sono stati letteralmente espropriati.
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LA DISTRUZIONE DEI DIRITTI DEMOCRATICI
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Non assistiamo solo a una depredazione da parte di alcuni poteri finanziari dei patrimoni dei cittadini europei, ma anche ad una parallela distruzione dei diritti del lavoro, a un depotenziamento dei valori universali delle Costituzioni democratiche, a una riduzione dei poteri della sovranità popolare, a un cancellamento graduale di quei sistemi di welfare che sono stati il risultato di decenni di lotte e che servono a salvaguardare la vita umana e a darle dignità e rispetto. Lo scatenamento di questa destra estrema, delle banche, dei magnati, degli elementi più reazionari della società è un problema gravissimo di regressione etica, sociale, economica, un serpe maledetto da cui sortirà solo il peggio per noi tutti. Non è solo la causa scatenante una gravissima crisi economica in Europa, ma quella che sta portando l’Europa indietro nella storia della civiltà.
E vedere gli Italiani persi nel teatrino mediatico delle finte di regime genera solo disgusto verso questa disinformazione squadrista che, mentre, il mondo muore, si occupa solo degli intrallazzi del potere più meschino.
E’ la guerra tra il diritto dei deboli e sopravvivere e l’abuso dei potenti che vogliono banchettare sulla loro morte.

OBSOLESCENZA DELLA SINISTRA

Chiedono all’economista Brancaccio: “Perché mai così tanti a sx continuano a considerare l’ipotesi di deflagrazione dell’euro come una eventualità improponibile, di cui non si può nemmeno discutere?
“La sx è priva da tempo di una intelligenza collettiva in grado di esaminare criticamente le dinamiche reali del capitale. Stiamo ancora a evocare i fasti della globalizzazione e della moneta unica mentre il capitale ha già svoltato verso una fase neo-imperialista e protezionista, fatta di rinnovati equilibri geo-strategici tra potenze, anche in seno all’Europa. In questo modo ci si trova sempre un passo indietro rispetto allo scorrere degli eventi, e si resta succubi delle interpretazioni del processo capitalistico suggerite dall’ideologia dominante. Gli interessi prevalenti fanno e disfano le istituzioni che governano il processo di accumulazione, costruiscono ogni volta una nuova narrazione che giustifichi le decisioni, e in questo continuo turbinio i lavoratori non hanno mai una propria bussola, una chiave di lettura che sia espressione delle loro istanze” .
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Dilario
La Grecia di oggi ci offre l’esempio più lampante delle tendenze in atto nel magico mondo neoliberista: potere e sfruttamento dei subalterni. La politica attuale mai tratta le necessità irrinunciabili della gente. Non esiste più il concetto di rappresentatività del popolo, si votano i nominati imposto dalle logge massoniche, si aboliscono le divisione dei poteri e si accentra tutto sul decisionismo del maggiordomo di turno al governo. Fintanto che i popoli non si ribelleranno la situazione peggiorerà ulteriormente. La Grecia non e’ considerata “troppo grande per fallire” come invece lo furono le grandi banche americane, od inglesi, od il Giappone, dove stamparono, e stampano. moneta a iosa. Furono salvate in un batter d’occhi premiando pure i dirigenti che truffarono il mondo con lauti “bonus”…

I PRESUNTI OBIETTIVI DI MAASTRICHT
Di Noia Davide
La Germania ripropone all’Europa l’austerità dopo 8 anni di progetti fallimentari. Questa Europa è una trappola, gestita da poteri occulti. La Grecia è obbligata a guardare fuori dall’Europa. Tra i vari obiettivi, definiti dall’articolo 2 del Trattato di Maastricht, abbiamo :
a) uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell’insieme della Comunità
b) una crescita sostenibile, non inflazionistica, che rispetti l’ambiente
c) il raggiungimento e il mantenimento di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale
d) la coesione economica e sociale
e) la solidarietà tra stati membri. Qualcuno ha visto qualcosa di tutto questo ?
La BCE è delegittimata, ha fallito e ogni Stato può decidere sul da farsi. Addio Europa, non ci piace essere ricattati e sottomessi da chi ha sabotato la nostra economia e tanto meno dalla Germania. Fuori i criminali dai vertici Europei.
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La via dell’austerità ha imposto alla Grecia biechi personaggi complici del Fm come Pamademos (del calibro di Padoan) che l’hanno massacrata
ha portato il debito greco da 45 miliardi a 323
ha gettato nella miseria un intero popolo
ha cancellato la sanità pubblica greca
e portato a 8.500 licenziamenti nel pubblico impiego
ha costretto la Grecia a svendere pezzi del proprio territorio
E ora si dovrebbe ordinare alla Grecia di proseguire su questa stessa strada????
Ma lo sapere che mentre la Grecia si metteva in ginocchio e vedeva i suoi bambini piangere per la fame, la Merkel ordinata ai Greci di comprare armi tedesche per 9 miliardi, pena la minaccia di non comprare titoli di Stato?
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BANCHE COMMERCIALI E DI INVESTIMENTO
vv
L’attuale crisi finanziaria è stata voluta e attuata esattamente dal Governo americano, e precisamente nel 2008, quando, in un mercato sempre più dominato dal sistema bancario e dalla speculazione finanziaria, il presidente Clinton decise di applicare una deregolazione assoluta che eliminò la divisione tra banche commerciali e di investimento ed eliminò le norme che vietavano l’immissione in Borsa di titoli tossici, di derivati, di swap.., e, nello stesso tempo, di mise il futuro degli Stati occidentali nelle mani di agenzie di rating private, non regolamentate, quotate in Borsa e manovrate da un gruppo di magnati che intendevano piegare l’Occidente con una guerra finanziaria, usando, appunto, la speculazione finanziaria, i titoli tossici, le agenzie di rating, i debiti nazionali e quell’organismo che è la Banca Europea, creata apposta debole per non minacciare il dollaro.

GILIOLI
Di Tsipras, Renzi e altre asimmetrie

Forse il dato greco che può farci riflettere di più, in prospettiva futura ed europea, è soprattutto quel 32,5% che, insieme, hanno preso i due partiti che per tutto il Dopoguerra hanno dominato il panorama politico locale, alternandosi al potere: il csx (Pasok) e il cdx (Nuova Democrazia).
Solo nel 2007 i due partiti in questione, assommati, facevano l’80%. Ancora nel 2012, pur molto calati, erano in grado di fare una maggioranza tenendo fuori tutti i “newcomer” di varia estrazione. A questo giro, invece, dei primi 5 partiti per consenso, 4 sono esterni alle larghe intese e 3 sono nati in questo nuovo secolo. Alle ex larghe intese sono rimasti 90 seggi su 300.
Il fenomeno è interessante perché interpreta una tendenza diffusa in diversi Paesi d’Europa. Cioè il tramonto del bipolarismo del Novecento. In Spagna il primo partito nei sondaggi è Podemos; in Francia potrebbe diventarlo il Fronte nazionale; in Gran Bretagna l’Ukip.
È difficile dire con certezza se le larghe intese diffuse quasi ovunque in Europa sono una causa o un effetto di questo crollo dei vecchi progressisti e dei vecchi conservatori. Cioè se cdx e csx crollano perché sono ormai quasi indistinguibili tra loro o se sono costretti a mettersi insieme perché crollano. Io penso che più si mettono insieme più calano, più calano e più si mettono insieme.
L’unica cosa certa, comunque, è che siamo di fronte a un cambio di paradigma molto robusto. La prima conseguenza è l’asimmetria dei Parlamenti. Nel secolo scorso gli schieramenti erano simmetrici, con due proposte che sono state alternative tra loro; adesso invece tendono a diventare un unicum (da noi diremmo Partito della Nazione) e fuori c’è un mix di proposte diversissime tra loro. Se prendiamo ancora come esempio la Grecia, vediamo che Syriza, Alba Dorata, To Potami e Greci indipendenti non rappresentano certo, messi insieme, un’alternativa simmetrica all’intesa socialisti-conservatori che aveva in mano la maggioranza uscente.
La seconda conseguenza, forse collegata alla prima, è la duttilità delle alleanze: i “newcomer” si possono talvolta mettere insieme (in alternativa al vecchio blocco di larghe intese) sulla base di convergenze pragmatiche anziché somiglianze ideologiche. Se ne è avuto un primo assaggio con l’adesione europea dei grillini al gruppo di Farage; se n’è avuta conferma ieri con Tsipras che fa il governo insieme ai Greci Indipendenti. D’altro canto, se cdx e csx ormai fanno governi insieme, anche chi sta fuori deve provare a creare una maggioranza.
A proposito: qualcuno, ieri, ha paragonato il governo Tsipras a quello di Renzi…qualcuno ha tentato addirittura di legittimare il Nazareno. Ma il paragone è falso, Renzi ha ottenuto un’alleanza all’interno del vecchio blocco delle larghe intese, mentre qui parliamo di una coalizione tra due forze esterne e alternative a quel blocco. Resta la questione politica, cioè se alleandosi con un partito così diverso dal suo, Tsipras potrà realizzare il suo programma elettorale.
Anche in Italia, la situazione è ingarbugliata.
Anzi, lo è molto più che in Grecia.
Da noi le larghe intese sono al governo dal 2011 e alle ultime europee hanno ottenuto circa il 62 %: quindi paiono godere ancora di buona salute. Tuttavia nel 2008 i partiti che oggi le compongono erano, assommati, al 78 %.
Il campo esterno a queste larghe intese è da noi diviso almeno in quattro: M5S, Lega, sinistra radicale (Sel etc) e destra radicale (Fratelli d’Italia etc). Ultimamente pare che anche una fetta di Pd e una di Forza Italia non siano felici di far parte del calderone centrista. L’astensionismo ormai al 40 % rende il quadro ancora più incerto e provvisorio: sono milioni e milioni di voti potenziali che non sappiamo se e a chi possono andare. Può darsi che anche il nuovo bipolarismo asimmetrico sia di breve termine. Tuttavia Renzi sembra aver scelto il Partito della Nazione, arroccandosi nel vecchio duopolio. E non è una grande idea.
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Copio dal web: “L’Europa ci tratta come gli ultimi del suo regno imponendo diktat che i governi nazionali chiamano riforme ma sono catene alla nostra libertà.
E’ l’affermazione del regime perfetto non quello del duce acclamato dalle folle ma quello di renzusconi dove le folle sono sedute sul divano a guardare la tv mentre gli sottraggono i diritti. Abbiamo la democrazia per eleggere i nostri rappresentanti ma abbiamo deciso di non andare a votare perché ci siamo adeguati al peggio.
Resta solo quello scassacazzi del M5S ad obbiettare ma senza una coscienza civile non riuscirà ad abbattere il regime che ci opprime.”

SYRIZA. LE RAGIONI DELLA VITTORIA
Giacomo Russo Spena (Micromega)

Ha vinto Syriza. Ha perso la Troika. Le intromissioni dei poteri forti europei, le ingerenze del ministro tedesco Schauble, i moniti “a votare bene” di Juncker, il fango dei media ellenici che ammonivano il “demagogo”, le favole sulla Grexit, le minacce dei mercati finanziari. Tutto inutile. L’attuale emergenza umanitaria nel Paese ha spinto i cittadini a dar retta alla pancia e alle proprie condizioni di disagio materiale. “I greci non avevano nulla da perdere che le proprie catene”. Hanno votato in massa un’idea di cambiamento. Syriza era la sola speranza di discontinuità in una Grecia che ha fatto da cavia della Troika. Un laboratorio delle politiche del rigore con smantellamento del welfare, distruzione del pubblico, tagli, privatizzazioni e compressioni salariali. Una “cura da cavallo”. In nome dei conti in regola, eppure – oltre agli immani disastri sociali – anche i numeri non quadrano: tasso di disoccupazione al 26%, quello giovanile quasi al 60, le famiglie hanno perso il 40% del potere d’acquisto negli ultimi 5 anni e il rapporto tra debito e Pil resta altissimo, vicino al 170%. Mentre i tossici sono aumentati del 300%, raddoppiati i suicidi e sanità e istruzione sono diventati un lusso per pochi. Un disastro, il fallimento dell’austerity. Il voto greco è il terreno di scontro tra due diverse ideologie e due idee di società. Tsipras contro la Merkel. “Due fortini che si combattono: uno del capitale e dei mercati, l’altro dell’unione dei popoli d’Europa. Lo scontro sarà decisivo”.Un referendum sulla della Troika: proseguire sulla stessa strada o cambiare rotta? Ha vinto la seconda opzione.
Contro quell’Europa a due velocità, che ha ampliato le diseguaglianze sociali e imboccato un vicolo cieco verso l’insostenibilità e la deflagrazione dell’eurozona stessa. Syriza è l’alternativa. Un’alternativa all’Europa egemonizzata dai mercati e dalla finanza rispolverando lo spirito originario di un’Europa fondata su ricette keynesiane, sul lavoro, sui diritti e sul principio di solidarietà e supremazia della politica. Ma alternativa anche alla scorciatoia nazionalista e xenofoba capeggiata da Marine Le Pen in Francia e dalla Lega di Salvini in Italia che in maniera ipocrita ora esultano alla vittoria di Tsipras. Mentre in Grecia ha impedito l’ascesa di Alba Dorata che pur restando la terza forza del Paese passa dal 9% del 2012 al 6. Syriza è una terza via. Europeista e anti-austerity. Questa opzione ha trionfato perché Tsipras è stato capace di modernizzare e innovare Syriza (in greco significa “coalizione della sinistra radicale”) ed ha avuto il merito di mantenere la barra dritta in questi anni: mentre Pasok (i socialisti sono di fatto spariti in Grecia) e Neo Demokratia imponevano i memorandum, il Paese veniva attraversato da pesanti scontri e contestazioni organizzate da studenti, anarchici e sindacati. Piazza Syntagma il luogo delle mobilitazioni, il Palazzo preso d’assalto dai manifestanti inferociti e senza più un futuro. I militanti di Syriza affollavano quelle piazze, si sono contaminati coi movimenti facendo proprio il “conflitto sociale”. E soprattutto, mentre i greci allo stremo si vedevano negati il diritto alla salute o all’istruzione, o la penuria economica rendeva impossibile mangiare e pagare le bollette di luce e gas, Syriza grazie alla sua gamba sociale, l’associazione Solidarity for All, ha messo in campo pratiche di mutualismo supplendo alle manchevolezze dello Stato: mense popolari, farmacie e ambulatori gratuiti, cooperative socio-lavorative, scuole popolari, riallacci delle utenze per i bisognosi (sfidando quindi la legalità). Per non parlare del sostegno alle fabbriche fallite e successivamente riaperte, recuperate ed autogestite dagli operai rimasti disoccupati. La forza di Syriza: un partito radicato socialmente, vicino ai movimenti, e coerente. Durante la crisi economica e morale – con un tasso di corruzione altissimo in Grecia – Syriza ha avuto la pazienza di saper aspettare il proprio turno, rimanendo all’opposizione e non cedendo alle sirene del Pasok. E’ nata nel 2004 in contrapposizione al centrodestra e al centrosinistra, “entrambi figli del neoliberismo”, a questo principio non è mai venuta meno.
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Va respinto al mittente ogni tipo di comparazione tra il nostro Matteo Renzi e il “loro” Alexis Tsipras, così qualsiasi tentativo di salire sul carro del vincitore. La “sintonia” di cui parla qualche renziano è lontana per storia personale, programmi e schieramenti politici. Lo scorso anno quando Tsipras si candidava a presidente della Commissione di Bruxelles, il Pd sosteneva il tedesco Martin Schulz e mentre i socialisti europei votavano in un regime di larghe intese coi popolari la nomina di Junker, Tsipras rimaneva all’opposizione tra le fila della sinistra europea e tra i banchi del Gue. Infine la stessa dichiarazione del leader greco è inequivocabile: “Renzi presenta un forte dualismo, è come se si trattasse, quasi, potremmo dire, di una personalità scissa: a parole è contro l’austerità, ma le sue riforme sono fissazioni neoliberiste”. E poi ancora: “Credo che sia il neoliberismo a rappresentare la grande minaccia europea: la politica del Ppe, che viene sfortunatamente seguita dalle socialdemocrazie, sta mettendo in pericolo la costruzione continentale. Noi vogliamo parlare di un’Europa solidale i cui perni siano la redistribuzione delle ricchezze, la democrazia, l’ecologia, i cittadini. Loro i numeri, noi le persone”.

In questo quadro si inserisce Putin che si avvantaggia della vittoria di Tsipras e contratta con la Grecia la parziale copertura del passivo con l’Ue.
Bruxelles è molto allarmata dalla nuova svolta della situazione. L’intervento della Russia cambia le carte in tavola. Putin sostiene da anni gli euroscettici. Attacca gli interventi europei sull’Ucraina e sulle zone di confine. Tsipras è l’uomo su cui scommette Putin per smantellare l’Ue ridiscutere il ruolo della Nato.
Da una parte ci sono le sanzioni, dall’altra miliardi.
Putin sta offrendo alla Grecia la parziale copertura del suo debito con l’Ue.
Il ministro delle Finanze russo ha detto in un’intervista alla Cnbc che Mosca è pronta ad aiutare economicamente Atene. A Tsipras occorrono per il momento solo 11 miliardi e mezzo. Così la sua vittoria disturba l’eurozona ma apre la strada a Putin. L’Ue lo ha gravemente attaccato sia con le sanzioni che appoggiando l’’Ucraina contro i separatisti e non riconoscendo il referendum della Crimea.
Già nel 2013 Tsipras predicava di uscire dalla NATO e di chiudere la grande base americana a Creta..
Anton Shekhostov, esperto di movimenti radicali europei, dice: “Il caso Grecia è forse il più pericoloso in termini di potenziali implicazioni per la politica europea delle sanzioni”.
Grecia e Russia hanno progetti importanti da sbloccare: gasdotti, centrali di stoccaggio al confine con la Turchia, investimenti privati, flusso di capitali (condivisi con Cipro) e di viaggiatori. Gazprom vorrebbe incrementare il business con Atene.

Francesco Gesualdi
Centro Nuovo Modello di Sviluppo

«Siamo stati zitti quando i nostri governanti hanno riscritto le regole del commercio internazionale per consentire alle multinazionali di spadroneggiare contro le piccole imprese, contro i lavoratori, addirittura contro gli stati, che corrono il rischio di finire in tribunale se si azzardano a fare leggi che, per difendere ambiente e salute, pongono limiti alle attività delle imprese straniere.
Siamo stati zitti quando ci hanno prospettato un’Europa costruita sul principio supremo della concorrenza selvaggia.
Siamo stati zitti quando ci hanno trascinati in una moneta unica senza alcun meccanismo a difesa delle economie più deboli.
Siamo stati zitti quando le imprese tedesche hanno avuto buon gioco a invadere i mercati degli altri paesi europei, grazie a leggi di casa propria che hanno abbattuto i costi di produzione sulla pelle dei loro lavoratori.
Siamo stati zitti quando hanno progettato l’euro avendo come unico obbiettivo quello di renderlo appetibile per la finanza internazionale affinché il suo valore salisse sempre più su.
Siamo stati zitti quando il governo dell’euro è stato affidato al sistema bancario europeo, che ha a cuore solo l’interesse delle banche contro i cittadini e i governi.
Siamo stati zitti quando i governi sono stati scippati del potere di stampare moneta, non avendo nessun’altra possibilità di finanziare i propri deficit se non ricorrendo a banche e investitori privati, che si comportano come strozzini.
Siamo stati zitti quando i trattati europei hanno anteposto l’interesse dei creditori ai diritti dei cittadini, imponendoci l’austerity come regola di vita.
Siamo stati peggio che zitti. Siamo stati assenti, considerando tutto ciò roba noiosa, da lasciare ai professionisti della politica.
Ed è successo l’inevitabile. Senza un fronte popolare che mantenesse la rotta, la politica ha deragliato. Ha trovato più conveniente mettersi d’accordo con i poteri forti, che in cambio di denaro hanno preteso regole a proprio favore. E oggi, che tutti i nodi vengono al pettine, non sappiamo da che parte rifarci. Sopraffatti dalla complessità ci limitiamo alla protesta, rendendoci simili a bambini che strillano nella speranza che qualcuno venga in loro soccorso per ripristinare i bisogni insoddisfatti. La delega continua ad essere l’atteggiamento dominante, ma ormai dovremmo averlo capito che solo la partecipazione e la proposta possono tirarci fuori dai guai».

ALESSANDRO GILIOLI
I 5stelle sono persone piene di ideali. Matteo Renzi è invece uomo privo di ideali. È un contenitore di ambizioni smisurate e di narcisismo illimitato, all’interno del quale può passare di tutto, purché serva: l’antiberlusconismo e il Nazareno, la sinistra e la destra, la sottomissione al Vaticano e i diritti civili, l’asfaltamento degli avversari o il loro ripescaggio, gli accordi e il loro tradimento. Per questo Berlusconi diceva “mi somiglia”. Mica perché Renzi è “di destra”. Ma perché Renzi è solo di Renzi: proprio come Berlusconi era solo di Berlusconi. Si somigliano, in effetti: niente ideali, solo ambizione ed estensione illimitata dell’io. È una somiglianza prepolitica, anche se poi in politica ha le sue conseguenze. Renzi è un eccellente stratega. Lo ha dimostrato per il modo in cui ha scalato il Pd, poco più di un anno fa. E poi per come ha fatto fuori Letta, dopo averlo falsamente rassicurato. E ieri, con l’operazione Quirinale. Il cui effetto alla fine non è stato tra i peggiori, l’ho già detto. Ma per convenienza, non per pulsione etica. Quasi un effetto collaterale, il presidente “rispettabile”.
I 5stelle sono piene di ideali ma le loro strategia fanno acqua da tutte le parti. Gli ideali non bastano in Italia, evidentemente. E la politica non fatta di ideali, ma di sangue e merda.
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I piddini continuano a ripetere che renzi ha dato 80 euro a 8 milioni di Italiani che un lavoro già ce l’avevano già.
E allora? Il reddito di cittadinanza avrebbe dato 780 euro a 9 milioni di poveri che un lavoro non ce l’avevano o non dava loro il minimo per campare.

SERGIO DI CORI MODIGLIANI (sunto)

Il mondo cambia ma in Italia si fa finta di niente. Così arriveremo in ritardo ai grandi appuntamenti con la Storia.
…dopo l’incontro con Tsipras il commissario europeo olandese è andato via bianco come un cencio, spiegando a Juncker che la trattativa è molto più ampia e complessa e deve essere decisa in prima persona dai premier europei. La frase che gli ha fatto fare un salto sulla sedia è quella di due in totale sintonia, Yannis Varoufakis, Ministro delle Finanze (radicale di sx) e Panos Kammenos, Ministro della Difesa (radicale di dx): “si ricordi, caro Djisselbloem” gli ha detto Varoufakis “che il punto 10 del programma elettorale di Syriza consiste nell’uscita della Grecia dalla Nato”. …Kammenos ha confermato: “siamo d’accordo su tutto, altrimenti non avremmo sottoscritto un’alleanza che intendiamo portare avanti negli interessi del popolo greco”. Già questo ci dovrebbe far invidiare la capacità di far politica dei greci.
E così, Djisselbloem, un burocrate rigorista, iper-liberista, conservatore della dx, è ritornato con la coda tra le gambe a Bruxelles, passando la palla a Juncker che ha inviato una nota al comando generale della Nato che questo pomeriggio si riunisce d’emergenza per valutare la nuova situazione.
In Italia, abituati alla nostra norma miope e asfittica, tutto è presentato come se Tsipras fosse una specie di mercante italiano in salsa greca che usa Putin per ricattare la Merkel o, ancor peggio, venduto a Putin. Ma non è così.
L’attuale governo Tsipras ha un 70% di persone con esperienza internazionale, inseriti nella realtà globale planetaria che sanno come sia cambiato il quadro generale internazionale. Tsipras sa che le alleanze strategiche nel globo sono state completamente rivoluzionate negli ultimi 15 mesi. Il mondo è cambiato.
Intanto l’America non esiste più. Ci sono due Americhe, con due politiche diverse: quella della dx repubblicana conservatrice neo-oligarchica (garantita dalla superloggia massonica White Eagle) che ha letteralmente “inventato” l’Isis e il califfato di Al Bagdadi, d’accordo con l’Arabia Saudita e la Turchia che la finanziano e la supportano: l’Arabia Saudita vuole imporre la propria supremazia totale nel mondo islamico, eliminando per sempre l’Iran mentre la Turchia intende porsi come la nazione mussulmana democratica (si fa per dire) che gestisce tutto il blocco del Mediterraneo e del MO, approfittandone per eliminare diverse popolazioni scomode, dai beduini autonomi in Lybia, ai curdi, agli armeni. L’accordo tra i potentissimi repubblicani della dx americana, i turchi e gli arabo-sauditi è totale, perché con l’Isis preparano la strada a quello che loro definiscono uno “scontro tra civiltà” e guadagnano dalla guerra che vogliono estendere in maniera permanente.
Poi c’è un’Altra America, rappresentata da Obama e da un vasto movimento liberal-radicale, pacifista, (massoni progressisti che contano nella società) che vuole accogliere al tavolo planetario l’Islam come soggetto alla pari e costruire tutti insieme un piano economico internazionale che passa attraverso la redistribuzione delle ricchezze e il lancio di un New Deal planetario gestito dagli Usa e dal Brasile nel continente americano, da Egitto, Sudafrica e Marocco nel continente africano, da Iran e Pakistan nel mondo islamico, da Giappone, India e Corea del sud nel mondo asiatico e in Europa da una Ue che abbatta l’austerità e si liberi dall’oppressione dei diktat tedeschi, aprendosi a una autentica federazione di stati su basi progressiste.
Questa lotta interna dell’impero americano è violentissima e sanguinosa.
Dopo i fatti di Parigi c’è stata una violentissima scenata di Obama che ha convocato la CIA e ha licenziato in tronco i 3 responsabili del desk France accusandoli di alto tradimento e rifiutando di andare a Parigi. “Non vado a fare il clown per celebrare il mio funerale di Stato”. La dx repubblicana, sorretta dal settore deviato della Cia e dei servizi francesi, avrebbe cospirato contro Obama, forse anche dando una qualche forma di contributo al massacro parigino. Ma Obama sta combattendo una vera battaglia alla Casa Bianca dal 2 Gennaio, quando si è aperto il nuovo congresso a maggioranza repubblicana che ha varato una operazione di 2.000 miliardi di dollari per un gigantesco mega oleodotto dal Canada agli Usa gestito -guarda caso- dalla famiglia Bush, Rumsfeld, Dick Cheney e figli, associati con il re dell’Arabia saudita. La risposta di Obama è stata immediata: “E’ una follia! Pongo il veto contro questo obbrobrio!” E si è trincerato dentro la Casa Bianca attaccato dai colossi dell’energia e della finanza.
Aggiungiamoci la nuova situazione medio-orientale ed europea nei riguardi della Russia. Da 6 mesi la situazione è cambiata in maniera radicale. Le sanzioni europee hanno comportato un tragico problema per la Russia: una crisi di emergenza alimentare, perché si è trovata priva del supporto di frutta e verdura che sarebbe dovuta arrivare a settembre da Spagna, Grecia e soprattutto Italia. Ma ha trovato un nuovo partner: Israele. Il 6 settembre 2014, Putin va a Telaviv e firma con gli israeliani un accordo inter-governativo che ha fatto diventare la Russia il 1° e più importante partner commerciale degli israeliani, con l’approvazione dell’Iran che ha chiuso altri 4 mega contratti di cooperazione e sviluppo con Israele. Israeliani,Russi e Iraniani hanno 4 grandi nemici in comune: l’Isis, la Nato, l’Ue gestita dalla dx, e la Turchia che rappresenta gli interessi sia dell’Isis sia della Nato e vuole entrare nell’Ue.
Questa nuova alleanza modifica completamente il quadro geo-politico che oggi ha da una parte, Arabia Saudita-Cina-Emirati-Isis-Usa-salafiti palestinesi; dall’altra, Russia-Iran-Israele-Sud America- autorità nazionale palestinese.
L’Europa da che parte sta? L’Europa si è italianizzata, nel senso che ha scelto di giocare su entrambi i tavoli e stare a guardare come butta. Al momento sembra che stia sorreggendo la dx repubblicana americana, e quindi gli arabo-sauditi. Obama è azzoppato ma si muove.
Qui arriva la Grecia,eterna nemica della Turchia. Tsipras riesce a far quadrare il cerchio perché si pone come amico dei russi e anche degli israeliani, in quanto garante in Europa degli interessi russi e della pace in Medio Oriente. Ha già proposto di eleggere Atene, al posto di Parigi, come sede per incontri bilaterali tra israeliani-hamas-autorità palestinese.

Venerdì pomeriggio alle ore 14, mentre la delegazione Ue incontrava il governo greco e la borsa di Atene andava a picco, con fuga di capitali verso Francia e Germania e la prospettiva di un immediato default, arrivava una curiosa notizia dal mercato secondario di Wall Street. La Kennedy Talbot, antica società finanziaria, acquista bond greci per 12 miliardi di dollari per conto della Mendelssohn & co. di Vienna, società finanziaria composta dalla Banca d’Israele e da Gazprom. Il commissario dell’Ue è andato ad Atene pensando che alle ore 15 la Grecia andava in default. E’ tornato a casa con la coda tra le gambe.

…Si intravedono degli spiragli per uscire fuori dal Partito del Pensiero Unico della dx repubblicana americana che vuole colonizzare per sempre l’occidente. Forse siamo ancora in tempo a mandare all’aria il loro piano.
E’ chiaro che o costruiamo una nuova civiltà europea o questa Europa si schianterà.

Perché i media embedded non dicono una buona volta chi c’è dietro ai giochi sporchi e truffaldini dei due compari?
-La Grande Massoneria europea
-La Mafia
-La Grande Finanza Occidentale
che vogliono solo rovesciare la democrazia, asservire i popoli, distruggere i diritti dell’uomo e del cittadino, allargare il gap tra pochissimi (Obama ha detto 70) che possiedono quando metà della popolazione mondiale e creare crisi artificiali per rendere più ricchi e potenti i ricchi e più poveri e impotenti i poveri.
Ma, in questa situazione gravissima di degrado e corruzione, peggio di tutti sono i piccolo venduti che si sbracciano a propagare le loro menzogne, quelli che non valgono nulla ma si sono messi a servizio dei potenti, come facevano i Kapò nei campi di sterminio nazisti, tradendo i loro stessi fratelli!
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Molti dicono: la Grecia ha fatto i debiti, ora ne paghi gli interessi! Non capiscono nemmeno che il sistema euro ha imposto dei tassi usurai. E che, se la Grecia avesse potuto pagare sul debito gli interessi che pagano le banche private, 0,15% ci avrebbe messo poco a uscirne.
Quell’usura che a livello privato è considerata un pesante reato, a livello internazionale dovrebbe invece essere una norma legittima?
Altri attaccano la Grecia per aver speso in armi ben 9 miliardi, Intanto gli inutili armamenti che la Grecia fu costretta a comprare erano tedeschi e fu una delle condizioni con cui la Merkel accettò di comprare titoli di stato greci.
Poi la Grecia per entrare nell’euro ha truccato i conti (come fece l’Italia con Prodi) e a spingerla fu, guarda caso, proprio la Goldman Sachs guidata da Draghi. E proprio Draghi diventa, guarda caso, presidente della Bce che deve riscuotere proprio i debiti contratti in modo truffaldino. Tutto si lega, Ma in questo cerchio dove tutto torna, l’unico soggetto che non ha voce in capitolo è stato proprio il popolo greco.
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Il 28 febbraio scade il piano di salvataggio greco. Vediamo che cosa succede.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1622 8-2-2015 POESIE DI LOTTE E DI BATTAGLIA

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(Marc Franz)

MASADA n° 1622 8-2-2015 POESIE DI LOTTE E DI BATTAGLIA

Viviana Vivarelli

IO SONO I DEVASTATI MONTI DEL KOSSOVO

Io sono i devastati monti del Kossovo
le faide della Macedonia
io le piane del Tigri e dell’Eufrate
dalle acque contaminate
io il feroce prodotto
delle guerre molto democratiche
che esportano democrazia fatiscente
e inquinano il mondo come cadaveri
io porto nelle vene
l’urlo dell’implacabile Cina
con le sue fabbriche che macinano
e i suoi nuovi schiavi
io la terra devastata
dalla soia transgenica
i deserti avanzanti
le foreste che sanguinano
io le miniere del Sudan
le acque violate, il mare
pervertito
io sono l’arsura, la ferita
il ghiacciaio che si scioglie
in un murato lamento
l’immane schianto delle foreste brasiliane
la purezza delle ere che rotolano
nelle stringhe dell’eterno
io ero l’offerta piena di fiori
lo scrigno della vita
il dono generoso
che vi accolse umani
la bella creazione che ora
agonizza
come la madre lupa
azzannata dai cuccioli folli.


(Gianfranco Comelocchi)

COME UNA DISCARICA

Il mio amore è morto
la mia casa è triste
la mia Patria è tradita
il mio Paese è venduto
una banda di sciacalli banchetta sulla mia Terra
e la distrugge ogni giorno di più
nell’indifferenza degli stolti
e nel tripudio dei vigliacchi
La democrazia è fatta a pezzi e buttata via
la vita della mia gente è fatta a pezzi e buttata via
la mia stessa anima è fatta a pezzi e buttata via
io donna mi sento a pezzi e buttata via
Il Paese più bello del mondo
è una discarica
e il peggio aumenta di giorno in giorno
come una piena di fango e di morte
Invisibile è la Grande Bellezza
là dove volevamo solamente vivere
Quando finirà tutto questo?
Sembra non esserci mai fine al male
Io mi sento sola e disperata
Ho combattuto tutta la vita
per qualcosa di migliore
Ho combattuto e lottato
e ho fatto forza a chi avevo vicino
perché combattesse e lottasse
per il bene di tutti
Ma oggi sono stanca
non posso far altro che continuare
sulla strada di sempre
non ho altra scelta che essere come me o come loro
ed essere come loro non potrei mai
perché è il destino peggiore
Ma oggi sono molto stanca
e vorrei nascondermi in un angolo
senza fare più niente.
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DISILLUSIONE

In politica, come in amore, è inevitabile la delusione
Ma a ben vedere, essa non è che disillusione
di tifosi di corto raggio
e questa
non incide sul significato del sogno
(perché nessun sogno in sé scema, se è valido)
Quello che cade
è l’eccesso di idealismo che avevamo messo
nel progetto
Non è l’ideale, che resta imperturbabile
ma il nostro infantilismo inappagato
che voleva rapidi successi
come il bambino che vuole essere promosso
prima ancora di avere studiato
o il tifoso che vuole la vittoria
dopo un’ora a inizio di partita
e odia anche i tempi
supplementari
Quello che conta
non è amare l’oggetto
ma vivere l’amore
non è vincere, ma liberare la libertà
La democrazia non è una partita di ultras
o un gioco di bambini dall’attenzione breve
non è una corsa a un, due, tre stella
è una lunga camminata costante
che dura tutta una vita.

CENTOMETRISTI

Non c’è momento più vuoto
di quello in cui la fede più accesa
crolla
per le lungaggini dei tempi
per le ripetizioni dei tiranni
per la brevità della speranza umana
che è sempre un fuoco breve
che si alimenta solo col successo

E’ il cuore dell’uomo un centometrista
ma il potere corre la sua maratona
lunga come il tempo.
e su quella
ha costruito un dominio
interminabile.
…………………

Il Male è irriducibile
è premio a se stesso
discende da una natura malata
che ha la sue preferenze
nella morte e nel disordine
e ci sono tempi
in cui morte e disordine
sembrano avvelenare tutto

Il Potere si pasce di Male
e lo alimenta
Potere e Male si sostengono
a vicenda
come due piante carnivore
nell’insieme più forti
l’uno non può fare
a meno dell’altro
per compiere
la sua distruzione

Il Male è irriducibile
è miracolo cambiarlo
ma noi non siamo santi
e non possiamo sperare
di convertire il Male
perché ogni seme
germina per sua natura
e la natura malvagia
darà la pianta cattiva
che avvelena tutte le altre

Il Male è irriducibile
solo una cosa possiamo fare
crescere nel Bene
far crescere il Bene
allargare quella luce
che è il Bene
per tutti
anche per i malvagi.
..
Chi si nutre solo di odio
odia chi vive di passione
è come il cieco che odia chi vede
come il sordo che odia la musica
come il brutto che odia la bellezza
come il reietto che odia l’amore
come il servo che odia la libertà

Ma la bellezza, la musica, la libertà e l’amore
continueranno ad esistere
malgrado lui
nonostante lui
E il suo odio non potrà mai
possederli
né distruggerli.

(Marco Iacobelli)

TORRI
Voi zittitemi, se vi va
o prostratevi al Potere
ritiratevi nelle torri dorate
o fatevi schiavi come tanti
la prostituzione ormai è di moda
non è più nemmeno sconveniente
io, finché ho voce, grido
la mia voce, ancorché piccola, darà sempre noia al Potere
e io non voglio che il mio paese diventi un mondo di morti
.

GLI UOMINI DIVISI

Le più penose tra tutte le creature

Voi che negate agli altri
il principio primo del sopravvivere
Voi che rinnegate l’essere vostro umano
rinnegando la vita nell’altro essere umano
Voi che avete creato prigioni
da chi fuggiva prigioni
inferni
da chi scappava gli inferni
che avete creato la fame
da chi scappava la fame
che avete dato ingiustizia
a chi cercava giustizia
Voi che non vi siete mai mossi di qui
e pure siete stranieri
alla vostra stessa terra
nemici del vostro stesso paese
pieni di odio coi vostri stessi fratelli
voi migranti della verità, dell’onestà della giustizia
truffatori della fede
portatori di falsi simulacri
avversi dell’uomo che alberga nel vostro cuore
nemici di voi stessi
voi che calpestate la vita ogni mattina
con parole di odio
separazione
sottrazione
emarginazione

voi creature separate
che non si incontrano mai…

voi che avete perso il cuore
pervertendo la testa
e perdendo l’anima
e il legame che vi unisce all’intero mondo.

RIBELLI

Eravamo pieni di ribellione
La ribellione ci usciva dai capelli
Sortiva dalle unghie delle mani stridenti
Ci scalpitava i piedi come un bambino che inizia
Appena a camminare
Desideroso di percorrerle tutte
Le strade del mondo
Di impugnare da eroe
Tutte le splendenti spade della lotta
Ma tutte queste singole ribellioni
Non facevano insieme una rivoluzione
E intanto le rivoluzione vere scoppiavano
Attorno a noi come gragnole
Ci circondavano di fumo, di lapilli
Ci impestavano di notizie che si accavallavano
Ci mordevano e ci incalzavano
Di morti e di feriti reali
Di eroi della strada, di partigiani veri
della prima e dell’ultim’ora
Mentre diventavamo sempre più frementi
Più inutili
Più stretti nella nostra passione ormai lisa
Ma il caldo della prima estate ci smoriva
Prima di un’altra sera
Ci trovava la notte
Insonni e stanchi
A sognare quell’alba lontana

LA STRADA FINISCE

Sono arrivata ad un punto
dove la strada finisce
ho costruito questa strada finora
con tutta la forza del mio cuore
ho lottato, ho gridato, ho sudato
ho passato giorni intensi e notti di veglia
mi sono sentita in grado
di sostenere tutte le battaglie del mondo
ero la lancia, lo scudo, il sole
ma ora la strada finisce
e io sono in una buca nera
prossima all’oceano dello sconforto
e non posso più risalire dove si cammina
alla luce del giorno
dove si uniscono passi onesti ai passi onesti del mondo
intorno a me la nube nera di Fukushima
corrompe tutto
oscura tutto
e il mondo sembra preda di un’oscura follia
le tenebre sono su di noi
sono sotto di noi
sono dentro di noi
e noi non lo sappiamo
non le vediamo
andiamo come ciechi
sull’orlo di un baratro
e nessuno ci aiuta
la piccola luce si spegne
Ci sono tante disgrazie al mondo:
la malattia, la vecchiaia, il tradimento, l’abbandono,
la povertà, la morte
ma la stupidità
è la peggiore di tutte.

.
GUERRA

Irak, Afghanistan Libia, Mali, Kossovo
Ci dicono:
“Non è una guerra;
è un intervento dell’Onu”
“E’ una esportazione
di democrazia”.
Come se una bomba
fosse diversa
per le parole
Come se un morto
fosse meno morto
per le parole.
Un caccia è un caccia
Una bomba non diventa
meno bomba
perché ci scrivi sopra
“Little boy”
o “Enola gay”.
Una depredazione
resta depredazione
un morto resta morto
un orfano orfano
una vedova vedova
un paese distrutto resta distrutto.
Il dolore di chi resta
non conosce
le parole di prammatica
delle cancellerie
internazionali
o dei media assassini.
Le lacrime sono sorde e cieche
all’ipocrisia
e il diritto resta storto
la vita infranta
il mondo distrutto
sotto una sopravveste di parole.

E il potere resta sempre potere
sopra i senza potere.

(David)

EROI

Intensamente abbiamo bisogno di eroi
Eroe è l’uomo che cammina
su una strada ininterrotta
che non si fa fermare
non deflette
non perde di vista lo scopo
non teme la caduta e la sconfitta
non cerca la gloria od il guadagno
Eroe è chi non tentenna né si vende
non somiglia alla marmaglia
non segue mode o costumi
né ha bisogno di plauso o di lode
Non si valuta sul metro del potente
o del magnate
non ha padroni
né fa servi
non sente la paura o la rampogna
parte da se stesso
ma vola oltre il proprio sé
Eroe è chi innalza il suo credo
a coscienza del mondo
Eroe è chi tiene il suo tempo di vita
come un’arma splendente
contro il buio della notte
Chi ha nella propria coscienza
l’unico faro e guida
Chi crede in se stesso e in quello che fa
Che vede i suoi limiti e si muove in quelli
al massimo delle forze
Eroe è chi ci insegna con l’esempio
cosa è il mondo
e mi fa divenire a mia volta
un eroe
per il mondo.

.
ATTENTI ALLA FURIA DEI DEBOLI

Attenti alla furia dei deboli
e alla rabbia degli indifesi
La storia dovrebbe insegnare qualcosa
agli squali e ai perversi
Il male non resta impunito a lungo
di chi ha violato suo fratello
di chi ha gettato in mare
i corpi degli infelici
di chi ha sfruttato l’uomo
per turpi interessi
e ha violentato la verità
e offuscato le coscienze
di chi ha inquinato la protesta
infiltrando rivoltosi
di chi ha comprato politici
e ha creato un mercato perenne
Ogni gesto contro l’umano
crea un’ombra sul mondo
E quando l’ombra diventa terribile
si rivolta come uno tsunami
e travolge ciò che trova
sulla sua strada come una furia cieca
Attenti a chi mente e predica
false teorie agli ignoranti
a chi truffa e inganna
e mette letame alle menti
e veleno nei cuori
a chi semina la zizzania
e l’odio sociale
Attenti che ogni pianta del male
cresce e si fa giungla
e travolge i mietitori
come le piante del grano
La barbarie è più forte di tutto
e distrugge gli stessi barbari
Attenti a chi tollera il male
quando non inciucia con esso
La Vita non perdona
patti di desistenza
o connubi contro natura
Attenti ai malvagi e agli indifferenti
Di pietre d’ignavia
era lastricata la via di Auschwitz
Ma quando la storia si rivolta
macina anche chi girò la testa
e dice: io non sapevo
io non volevo sapere
Più del buio dei malvagi
pesa il silenzio dei vedenti
Quando la furia si scatena
non conosce regole e confini
Le bombe distrussero le case
delle brave massaie tedesche
quelle che approvarono Hitler
anche se non lo uccisero di persona
Quando intrighi col male
quando lo approvi e sostieni
hai le mani macchiate di sangue
come gli stessi assassini.

(Troilus)

.. dove sono finiti i menestrelli?
gli Intelligenti, i Pasquini,
gli arrabbiati e i Soloni?
dov’è il ragazzo delle barricate
il cacciatore di scoop
il costruttore di una nuova certezza
il regista, il cantore
il politico attivo
e non abbarbicato
l’idealista, il poeta?
L’uomo che sogna con le mani
o cerca voli?

..dove siamo finiti noi?
ingannati da questi ipocriti
rinnegati da questi partiti
traditi da questi usurpatori
plagiati da questi mentitori

..chi ci darà la forza sovrumana
di liberarci dall’infame tranello?

..
POLITICI

E dunque quante volte sarà calpestata la pace
quante volte sarà denigrato il popolo
quante volte sarà distrutto il giusto
da quelli che portano bandiere
e sfilano con doppiezza ai cortei
o urlano nelle piazze e nei prati
o votano nei consigli di Stato?
Quante volte assisteremo a questa tragica
parata di questi tragici
portatori di potere,
mai costruttori di bene?
Confusamente sentono il valore
confusamente, dal fondo di una coscienza
non morta
sentono l’afflato popolare, la potenza
benefica di un mondo diverso
le voci che giungono dai confini del mondo
o dai vicoli di Roma
ma il garbuglio dei loro interessi
continua a brusire
e a confondere loro le idee
E intanto gli uomini continuano a morire
e a soffrire, vicini, lontani.
milioni milioni milioni …
in tutte le parti del mondo
milioni milioni milioni…
Quante volte tradiranno la loro causa
prima che canti il gallo?
Una causa che non è non di destra o di sinistra
una causa umana

(Foto di Henry Fair)

RIVOLUZIONE INTERNA

Spezzeremo le nostre barriere interne
pesanti, insidiose
quelle prossime e quelle
remote
degli orrori e dei terrori
bambini

taciteremo le colpe che inibiscono il
piacere
confonderemo le illusioni giovanili
con tetti di realtà più robusti
o più irreali
lasceremo che il giovane e la giovane
giacciano vicini
non più timorosi e sospetti
e accetteremo il leone e la colomba
la fiamma e il gelo
con lo stesso imperscrutabile
senso
del viaggiatore
che ripone in bisaccia lama e pane
per mangiare
per uccidere
per conquistare la sua strada
affacciandosi al bordo ignoto
della sua determinazione cosciente
pronto a sorvolare il grande fiume
che lo circonda.

LA PIAZZA

Al centro del Villaggio c’è la Piazza
Al centro della Piazza c’è il mio Tutto
Viso dipinto, cuore duro o in festa
Lutto, alba, protesta
Al centro della Piazza c’è il Mistero
dell’Uomo solo o in tanti
Con o Contro
Colorato o nero
Albero del mondo
Pino, foresta o cero.

Al centro di quell’Uomo
che sta al centro
della Piazza del Mondo
c’è il Pensiero.

.
SAPPIATE CHE IL POTERE….

Voi potere essere miti, onesti e non bellicosi
Potete sentirvi al sicuro nella vostra integrità morale
nella vostra baldanzosa giovinezza, nella purezza dei pacifici
nel desiderio di seguire i popoli
di criticare i vizi
di essere lontani da essi
e di amare la libertà
e la verità
Quello che non sapete è che il Potere non è mite né onesto
non è integro né pacifico
non è di dx né di sx
Il Potere è un mostro che da sempre si è accordato con mostri
e si è nutrito di atti mostruosi
su cui qualcuno sempre trova il tornaconto
un tornaconto che non è di dx o di sx
ma figlio bastardo di un Potere bastardo
che si spartisce la Vita e ne fa un mercato bastardo
Il Potere può farvi di tutto
È un mostro che si nutre di morte
e cercherà la vostra morte
morte del corpo o dell’anima
Può uccidervi mille volte con la falsificazione dei fatti
o la falsificazione delle idee
o l’annichilimento del pensiero
o l’omologazione dei desideri
Può uccidervi in modo mirato con un proiettile alla testa come morì Carlo
O assassinarvi in modo esplicito come avvenne a Giorgiana
Può puntarvi dopo avervi scelto a tavolino come fu per Lorusso
E dopo può ancora diffamarvi, insultarvi, farvi passare per ciò che non siete
infierire per distruggere anche la memoria
E farlo col concorso bypartisan delle forze in campo
Il che è la cosa più turpe
tacitando i processi
silenziando i testimoni
corrompendo le istituzioni
falsificando la stampa
inciuciando gli opposti
deturpando il vostro ricordo con le infamie dei media
comprando i preti che diranno l’orazione funebre
calpestando ogni fatto
fino al punto che nemmeno i vostri amici vi riconosceranno
e nemmeno i vostri parenti vi rispetteranno
e nemmeno il morto si riconoscerà nel quadro che gli hanno fatto da morto
e avrà paura di se stesso
Il Potere è subdolo
ma voi siete ignari
e credete di vivere in un paese libero
e andate fieri verso la vita
inconsapevoli e spontanei
rischiando senza saperlo
ogni giorno
la morte.

MA I GIOVANI VENNERO

Quando la cultura morì
la libertà
la pace
quando l’amore morì
il legame tra l’uomo e l’uomo
e tra l’uomo e il mondo
la giustizia morì
la compassione morì
la bellezza morì
l’infanzia del mondo morì
il futuro remoto e quello successivo morirono
i figli dei figli dei figli
stavano male e soffrivano
delle colpe dei padri
quando le energie del bene
si fecero pallide esangui
si raccolsero tutte
nell’uccello morente

che perdeva ali bianche come neve

Girò le spalle il borghese
all’angelo che moriva
teso ai suoi interessi
Girò le spalle il prete
Il banchiere
Il politico
Indaffarati
A salvare le loro casse perverse
Girò le spalle
lo stupido l’ignaro il mentitore l’ipocrita
mentre l’uccello bianco del mondo perdeva le sue ali
ad una ad una, sfarinando
e il mondo si giaceva nero e peso e affondava in una melma indicibile
di miseria e dolore

ma i giovani vennero con la loro inesperienza
vennero con i loro tumulti
vennero con le trombette e gli sberleffi
e l’incoscienza
disordinati pazzi selvatici e selvaggi
sbagliati o in ordine, saggi o fanciulleschi
incazzati o ridenti
vennero e vennero e vennero
e non potevano fare a meno di venire
e di fare quello che facevano
contro i seri, i benpensanti, i puritani, i polizieschi
vennero come viene la forza della linfa
che risale l’albero secco
che erompe dal vulcano
che schianta le barriere dell’Oceano
vennero come viene la vita, il futuro, l’amore
vennero perché era il loro tempo di venire
a salvare il mondo.

(Kathy Morton Stam)

DOV’E PIU’ LA RAGIONE?

Dov’è più la ragione?
Dove il coraggio?
Dove la lotta dei forti?
Dove sono finite le grandi idee
che fecero grande la storia?
Dove i cuori che batterono
all’unisono col dolore del mondo?
Dove sono le grandi ideologie?
È Giuda il prototipo vincente
l’opportunista, il vigliacco
il profittatore
Sono di moda i trenta denari
e le lenticchie di Esaù
che vendette la primogenitura
con la leggerezza del debole
Dove sono le idee-forza
che albeggiarono la speranza?
Le albe dei mondi migliori…
Il cristianesimo, il socialismo, il liberalismo…
Tutto è in discarica
Rose e tossici
Bandiere e cambiali
E tutto si macina insieme
In un buio d’inferno.

.
TORNARE ALLE RADICI

Ora possiamo solo
tornare alle radici,
visto che i principi li dimenticammo.
Ma esse non sono solo
nei padri della patria
della democrazia
del socialismo
del liberalismo
delle chiese
o delle ideologie
Sono vivide ancora sotto terra
nello scuro calore della piazza
sono immerse profonde dentro l’anima
ed è l’anima che torneremo a scavare
coi polpastrelli, coi gomiti, coi denti
Le radici nascono e rinascono
perché fanno parte della vita
le radici non hanno bisogno di capi
di testi, di leggi, di bandiere
perché sono esse la spinta suprema
sono l’uomo dentro l’uomo
e, come i liberi, nascono eterne.

UTOPIA E’ MORTA?

Ma quale Utopia?
Quella che confidava in quello,
in quell’altro?
Quella che sperava nella gente
gloriosa? Nelle bandiere a festa?
Non sapeva, forse,
Utopia,
di essere sola con se stessa,
sola in una folla ostile
senza compagni, cori, ovazioni, consensi?
Non sapeva
di dover rinascere, a fatica,
ogni mattina?
Pesantemente
Testardamente.
Contro.
Rinascere come morire, per non morire
come l’ultima disfatta.
Povera la mia Utopia bambina, che crede ancora nei miti, nelle favole,
nelle storie a lieto fine, nelle vittorie dei vinti, nei capi e nei simboli che sono o che
saranno.…
nelle sorti umane e progressive
e nei padroni compagni!
Mentre c’è solo questa mattina opaca,
uggiosa e marcescente
e Utopia scolora nei fumi della famosa
civiltà industriale, nei puzzi degli scarichi, negli umidori sudaticci
di un’umanità piegata
prima di sorgere,
quei fumi del mattino presto, quando vai al lavoro e sei stanco,
prima di cominciare
quei fumi che già c’erano all’era della clava
e scolorava la vita nella melma
quotidiana
come adesso
.. inutile cercarla la mattina presto quell’Utopia
mentre vai al lavoro
e non ti brucia la sconfitta
ma ti senti
di colpo solo in un paese
a te straniero.

PER RACHEL CORRIE
giovane volontaria americana uccisa dalle milizie israeliane mentre cercava di impedire la distruzione da parte di un bulldozer di una casa palestinese

Non fermarti qui. Non sto dormendo
Non mi compiangere. Non sono morta
Non guardare la mia foto con tristezza
Io sono radiosa
Ognuno appartiene a una catena di vite
che si allunga nell’universo
La mia è bellissima
perché fa parte dell’arco che tiene l’universo
E anche se morissi mille morti
tutte le rifarei con gioia
Nella mia vita
nella mia morte
ci sei anche tu
ci siete tutti voi
Pensami che sorrido
e vivimi nel tuo sorriso
Non sono venuta qui
perché si piangesse
su di me
ma perché si lottasse
per i vinti
Essi sono la luce del mondo
i miti, i deboli, gli inermi, i violentati
i perseguitati, gli ingannati, gli sfruttati,
i dimenticati
Essi sono il grano che deve fiorire
il cielo che deve albeggiare
il mondo che deve rinascere
Noi siamo il sacrificio di un mondo ricco e senz’anima
che in noi deve trovare la sua
redenzione.
Non piangere per me, piangi per loro
perché non sanno quello che fanno
e lotta tutte le lotte
e vivi tutte le battaglie
perché nella tua lotta
c’è il seme
del mondo.
La mia non è stata una morte
ma una resurrezione.

(John Martin)

APOCALISSE

…. E il cielo e la terra
E il nostro dolore eterno
E le nostre mani nude
il cuore in tormento
E la prevaricazione
che sale
come un enorme fumo nero
il potere dei seggi, dei sogli
delle ambizioni smisurate
degli uomini che si innalzano
sulla Terra, come dei
uccidendo ogni forma di divino
giganti d’argilla
che pongono il loro potere
sulla vigliaccheria umana
sull’adorazione che ogni verme
strisciante ha per il potere
che sta in alto
come potesse innalzargli l’anima
mentre la perde
Il fumo smisurata
dove consumiamo la nostra rovina
in nome della famiglia, della patria, della religione, di dio, del mercato, del denaro
di tutti i feticci che fanno meno l’uomo
quando sono invocati
contro di lui
la rovina della vendetta, del sangue
dell’io che si mette sopra il tu
sopra il noi
sopra ogni sopra
come una montagna di morti
che non finisce mai
cadaveri paludati, incensati, togati, ermellinati,
cadaveri che esalano puzzo di morte
cadaveri che condannano la vita
la dolce vita
stritolata nelle loro mani

Sia data all’uomo la vita sulla Terra
Sia dato un confine alla sua avidità di potere
Dategli una misura su cui dominare
E sia quella della sua tomba!

PER ENZO BALDONI
giornalista italiano ucciso dall’esercito dell’Islam

Sta’ quieto, uomo
Sta’ nel tuo angolo
e ubbidisci ai comandi
che ti danno
ascolta
le notizie che ti dicono
credi
le verità che ti hanno scelto
Il mondo è la cosa quadrata
messa in piedi
non da te
come seggio
non per te
Non scalare
il mistero
Non aprire
le porte
chiuse
Non voler
sapere
e far sapere
La massima colpa è la verità
Il più grande reato la ricerca
delle cose che sono
per come sono
Sta quieto, uomo
o la tua curiosità umana
sarà punita
e copriranno di polvere
la tua vita.
..
E CI DIRANNO
………..
e ci diranno che sono tornati
Enzo Baldoni, Margaret Hassan,
Rachel Corrie, de Mello, Arrigoni…
li vedremo arrivare di lontano
sorridenti
e dietro avranno i marines,
gli imam, i poveri cristi e i poveri islamici,
gli iracheni della guardia,
i pretoriani di Saddham, i carcerieri
di Abu Graib e le loro vittime,
i mercenari di Gheddafi,
i torturatori americani,
i ragazzini di Rafah, i sacerdoti
della chiesa della liberazione,
i sen terra, le vittime delle corporazioni,
le donne in burka bombardate
nelle loro povere case, i combattenti
inglesi, iracheni, i giovani ebrei
che ballavano nella discoteca,
i kamikaze palestinesi, i bambini dell’autobus,
la famiglia al posto di blocco,
Quattrocchi con Annalena Tonelli,
il morto nelle miniere cinesi
insieme all’anarchico attentatore,
tutti insieme per mano
li vedremo arrivare sorridenti
e saranno come nuovi
con occhi nuovi
e cuore nuovo
e così uguali finalmente
e saranno amici come l’uomo
è amico all’uomo
come l’uomo non è mai stato
amico a se stesso
torneranno per spiegarci
la differenza tra il bene il male
ma come si fa coi bambini
senza sgridarci troppo
piano piano con amore
con infinita dolcezza
sorridente
ci insegneranno quello che
non avevamo capito
e ci aiuteranno a fare meglio quello che
non abbiamo ancora fatto.

(Mary Anthony)

GRANDI DI FUTURO

Grandi di futuro,
uomini e donne,
ma inconsapevoli
del mondo nuovo in noi
gravidi di futuro
Non facciamo abortire la Terra
che aspetta paziente, stremata
appesi al crepuscolo
di questo domani
che non muore
né risorge
tra due ere
di cui una fosca rosseggia
dei roghi di una civiltà morente
e l’altra non nata
è nel tremolare profondo
come la speranza di luce
nell’abisso
quando più densa è la tenebra
al mattino.

ANCORA UNA PASQUA

La pioggia gentilmente ci bagna
continua lenta sulla terra
affaticata
come una richiesta dolente
Il freddo ci riporta al calore
delle case
a un punto chinato sul cuore
Sono tutti spiegazzati i fiori
del ciliegio
e l’erba è più sottile
ma verde ancora
E fuori tuonano
i pregiudizi impazziti
le lotte insistenti del potere
come un rombo sordo lontano
Il mondo sgretolato
lancia urla afone
che sanno di muffa e di vecchie
sconcezze, di belletti spastici, di bugie
di un passato murato
in una coalizione sghemba
Non sono venute le viole
quest’anno
hanno bisogno che asciughiamo
le lacrime
che scaldiamo la terra dietro il muro
e ci riprendiamo
ancora una volta
per mano.

(Riccardo Salvatore)

L’ALBA BOREALE
………………………….
nello sfacelo universale
mentre piovono cannoni
e la pioggia trincera
nelle strade buie di Bologna
l’amore fiorisce di nuovo
e si leva dai vicoli
bianco di ali bianche
che portano il sole

Nella città di pioggia nera
quest’alba boreale
che allumina di lontano
mi emoziona come ogni volta
di una nascita mai vista

gioia a te, ragazza,
gioia a te, ragazzo
sulle macerie del mondo
voi create il nuovo mondo
siate gentili l’un l’altro
siate fedeli l’un l’altro
Nel vostro rispetto
ricomincerà a sperare la Terra.
.

http://masadaweb.org


MASADA n° 1623 10-2-2015 ALFRED TOMATIS- UDIRE SUONI

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MASADA n° 1623 10-2-2015 ALFRED TOMATIS- UDIRE SUONI

Gli studi di acustica- Il Big Bang- I canti sacri- Il gregoriano – Armonia- Le bande frequenziali – La forma elicoidale – Migliorare l’udito migliora l’arte – I suoni intrauterini- Inquinamento da rumore – La musicoterapia – Mozart – Mondo greco e mondo ebraico- Il potere energetico della lettere

Mi ero imbattuta anni fa in questo grande medico e scienziato francese, studioso di tutto ciò che concerne i suoni, da quelli percepiti nel grembo materno alle sinfonie, analista profondo dell’ascolto e creatore di una teoria che vede il suono come la grande funzione morfogenetica per eccellenza.
Ero rimasta felicemente sorpresa dalle sue idee sul suono-forma, dal suo asserire che siamo modellati dai suoni fin da quelli che sentiamo prima di nascere e nei nostri primi anni di vita, dalle fasce frequenziali a cui ogni lingua appartiene che disegnano le etnie, dalle finestre di apprendimento che si chiudono a 10 anni, dal modo con cui le frequenze del nostro ascolto modellano la nostra forma fisica. Ho trovato interessanti i suoi studi sulla cassa toracica di Caruso, la sua osservazione che bambini giapponesi, per esempio, cresciuti in America, avevano cambiato la propria struttura ossea…ecc.
Nella passione travolgente di Tomatis, tutto il mondo è generato dal suono, si fa suono. Il suono è frequenza, o vibrazione di energia, che fa crescere, modella le forme, libera la mente, aiuta ad evolvere.
Come nella Genesi biblica tutto comincia col Verbo-logos, così nella Genesi dei Veda all’inizio del mondo nessuna cosa era, poi si produsse “una vibrazione, un sommovimento”, il Big Bang di cui parlano gli astrofisici, e questa vibrazione cominciò a diffondersi nel Cosmo, creandolo così come si diffondeva. Il suono che creò il mondo è ancora udibile nella radiazione di fondo che pervade l’intero universo.

Tomatis, studioso dell’orecchio, trae tutto dall’ascolto. Parte studiando la sordità professionale degli aviatori e i disturbi vocali dei cantanti, e arriva ad una teoria per cui dalle capacità di ascolto deriva la nostra struttura corporea come la nostra personalità psicologica e dalla salute dell’orecchio discende tutta la nostra salute generale. Ascoltare è un processo globale che coinvolge soma e psiche, una funzione superiore così importante che ascoltare meglio significa essere di più e stare meglio.
La prima cosa che Tomatis scopre è che le frequenze dei suoni che l’orecchio non riesce a percepire, sono le stesse che la voce non riesce ad emettere. Poi scopre che ogni modificazione dello schema uditivo comporta una modificazione dello schema vocale. Ognuno può riprodurre con la voce solo i suoni che ha udito. Ma si può con strumenti appositi migliorare il funzionamento dell’orecchio e miglioreranno la comunicazione verbale, il desiderio di comunicare e di imparare, la consapevolezza dell’immagine corporea, il controllo audiovocale e quello motorio.
Sentire meglio manda più energia al cervello tramite i segnali neuronali (ricarica corticale), aumenta il senso dell’equilibrio corporeo e muscolare, mantiene l’equilibrio neurovegetativo ecc.
Una delle osservazioni di Tomatis è che certi bambini possono essere sordastri come autodifesa da un ambiente negativo, di cui non vorrebbero sentire i suoni. La cosa mi interessava particolarmente dal momento che sono sordastra da sempre e che probabilmente, nel tentativo di non recepire la voce malevola e brutale di un padre-padrone, ho ristretto al grado massimo l’atrio vestibolare dell’orecchio con una produzione ossea eccessiva al punto che gli otorino consultati mi hanno sempre detto di non capire come faccio a sentire, visto che non ho più ‘i buchi nelle orecchie’.
Un cattivo tipo di ascolto dunque può avere anche cause psicologiche. Situazioni di trauma emotivo, a volte accompagnate da un trauma fisico, possono portare a malfunzioni anche gravi in un tentativo estremo di difesa organica. Chiudersi all’informazione sonora è di fatto possibile, per es. con un rilassamento dei muscoli dell’orecchio medio, cosa che impedisce il passaggio del suono (nel mio caso con un soprosso). Sfortunatamente non è così facile per l’orecchio, come lo è per l’occhio, aprirsi di nuovo. I muscoli dell’orecchio medio rimasti inattivi per molto tempo perdono tonicità. I suoni sono percepiti in maniera imprecisa e dunque analizzati in maniera non corretta, l’ascolto è impedito.
Tomatis studia le molte funzioni dell’orecchio umano, scoprendo che è un sistema per produrre la ricarica corticale e favorire il potenziale elettrico del cervello. Il suono viene trasformato in stimolo nervoso dalle cellule dell’Organo del Corti nell’orecchio interno, inviato alla corteccia cerebrale e da lì all’intero organismo per dinamizzarlo e tonificarlo. Le cellule del Corti sono maggiormente addensate nell’area dell’orecchio che risponde alle alte frequenze, che sono più ricaricanti delle basse frequenze. Chi tende ad essere stanco o depresso, ha spesso una voce piatta, atonale, con poche alte frequenze. L’effetto energizzante della musica, contenente molte frequenze acute, è di notevole aiuto anche a chi ha danni neurologici o problemi fisici, che sfociano in un abbassamento generale dell’energia. L’aumentata ricarica corticale risultante dall’ascolto di musica ricca in alte frequenze si traduce in un aumento della motivazione personale, maggiore facilità nel lavoro, un abbassamento del livello di fatica, un accresciuto senso di vitalità, un miglioramento dell’attenzione, concentrazione e memoria, e minore bisogno di sonno. Tutti questi fattori, ma soprattutto l’accresciuta capacità di concentrazione e memoria, possono aiutare considerevolmente il soggetto a migliorare la comunicazione e l’apprendimento.
La stimolazione dell’orecchio con musica filtrata con l’orecchio elettronico inventato da Tomatis agisce sull’immagine corporea migliorando la consapevolezza e il controllo di tutti i segmenti corporei. Il sistema vestibolare controlla la consapevolezza tempo-spaziale richiesta nel ritmo e nell’equilibrio.
Il metodo Tomatis non è utile solo ai cantanti. Molti sportivi, soprattutto sciatori, integrano gli allenamenti con sedute d’ascolto. Le sessioni audiovocali consistono in ripetizioni di parole e di testi, alternate a canti e musica (filtrata e non) con parole e testi che portano progressivamente l’orecchio ad ascoltare l’intera gamma di armonici. Durante la ripetizione di parole e frasi, la voce della persona, captata da un microfono, viene modificata dall’Orecchio Elettronico e restituita alla stessa tramite una speciale cuffia. I filtri adattano la voce all’intero spettro sonoro, parlato e musicale, al fine di dare un controllo di alta qualità ed un’analisi dei suoni più efficiente.
Poiché la laringe può emettere soltanto i suoni che l’orecchio riesce a percepire, la parola, la frase o il passaggio musicale sono emessi sotto un controllo più preciso. E quando l’orecchio ascolta bene, il corpo intero viene coinvolto nel processo, facilitando qualunque apprendimento e permettendo l’integrazione di nuovi modelli di sviluppo. Gli effetti positivi, nelle difficoltà scolastiche come in difficoltà di altro tipo, sono notevoli e documentati. I centri Tomatis sono diffusi in Italia come in tutto il mondo.

Alfredo Tomatis nacque a Nizza nel 1920. Suo padre era un famoso cantante lirico dell’Opera di Parigi, per cui si interessò sempre di musica e conobbe molti cantanti famosi. Trasferitosi a Parigi studiò Medicina, specializzandosi poi in Otorinolaringoiatria. I suoi primi casi riguardarono sordità professionali e patologie di cantanti amici del padre. Ben presto fu in grado di studiare i rapporti tra orecchio e voce, cioè tra ascolto e comunicazione, e inventò un apparecchio, detto “Orecchio Elettronico“, capace di trasformare la voce educando l’orecchio. Nello stesso tempo spiegò le proprie osservazioni cliniche formulando le leggi dell'”effetto Tomatis“, depositate all’Accademia delle Scienze della Sorbona nel 1957.
I principi sono due: La voce contiene solo i suoni che l’orecchio può percepire.
Se si modifica l’ascolto, la voce ne è immediatamente e inconsapevolmente modificata.
E’ possibile trasformare in modo duraturo la fonazione se la stimolazione uditiva è mantenuta per un certo tempo. Nei vent’anni successivi, Tomatis sviluppò l’Audio-Psico-Fonologia: una disciplina basata su assunti riguardanti il modo in cui l’uomo sviluppa e utilizza la capacità di comunicare con se stesso, con gli altri e con l’ambiente, in cui si esaminano vari aspetti dell’ascolto dalla terapia alla pedagogia. Dal suo sistema nacquero decine di centri, in cui venivano trattati problemi del linguaggio e difficoltà d’apprendimento, si aiutavano persone che soffrivano di ansia, depressione e problemi psicologici, si insegnavano più rapidamente le lingue straniere, si permetteva a musicisti, cantanti, artisti di liberare la propria espressività e creatività. Con la sua terapia del suono Tomatis curò pazienti celebri come Maria Callas, Romy Schneider, il pittore Hans Harting, l’attore Gerard Depardieu.
I suoi interessi furono ad ampio raggio: psicologia, antropologia, linguistica, pedagogia… spaziando dall’acustica alla musica sacra alla mitologia.

Ho davanti a me l’ultima opera di Alfred Tomatis “Ascolta l’Universo. Dal Big Bang a Mozart”, scritta nel 1995 (Tomatis muore nel 2001).

Il suono crea l’uomo, si fa parola scritta o nota sul pentagramma, produce il linguaggio dunque il pensiero e la coscienza.
Il suono attraversa l’aria in modi e tempi diversi secondo frequenze e intensità. Il cervello, tramite l’orecchio lo registra e trasforma in stimolo neuronale.
Il suono altro non è che aria che si muove.
Tomatis lo analizza in una vera filosofia dell’ascolto, che si fa storia dei suoni che animano le civiltà e si trasformano anche in architettura, dalla forma dei suoni alla forma della pietra.
Ho conosciuto un giovane architetto, che era anche bravissimo musicista, che diceva che la vista di un’opera architettonica gli suscitava sempre brani musicali. Anche la pietra è musica.
Secondo Tomatis, molte difficoltà scolastiche dei bambini possono dipendere da una cattiva percezione auditiva ed egli spiega come mai in alcuni adulti (ed è il mio caso) ci sia una vera opposizione ad imparare lingue straniere.
Ogni popolo ha la propria gamma di suoni, una fascia frequenziale che coinvolge respirazione, postura, struttura psicofisica, mentalità, cultura.
Il mondo verbale è situato in un insieme ricco e complesso in cui tutto si tiene.
Il suono è totalità, una totalità che inizia dal grembo materno dove il nascitura comincia la sua avventura auditiva ascoltando i suoni del suo mare interno, poi la voce della madre che penetra fino a lui lo forma.
Con un viaggio di scoperta lungo una vita, Tomatis ci apre ad un mondo affascinante e sconosciuto, attraverso scienze comparate, arti e bellezza, un universo governato da leggi di armonia e corrispondenze mirabili.
Il suono è il grande trasformatore che cambia le dinamiche molecolari. Se il dio del mondo è Shiva che danza, il suono fa parte del grande danzatore che nella sua danza crea il mondo.
Non solo il suono crea vita, ma la modella e le dà il suo carattere proprio.
Il mondo prima del mondo era il suono che ancora non era e dà vita a ciò che lo manifesta. Il mantra è la sillaba divina, energia primaria che crea l’universo.
Ma per giungere a questa illuminazione occorre un talento particolare, occorre essere ‘vocati’. Come disse una voce diretta: “Il cosmo ti parlerà attraverso la chiaroudienza.”
Originato il primo suono primordiale, dice Tomatis, ogni altro suono del mondo è creato da quello. L’assioma è dunque “Il mondo è suono”.
Il suono si effonde creando lo spazio e dandogli forma e nella sua espansione inventa il tempo. Già i Greci lo avevano intuito. L’universo come campo vibratorio.
Prima di Tomatis, l’acustica aveva cercato come si manifesta il suono, ma non che cosa è.
Immaginiamo un insieme di molecole in condizioni di equilibrio, il suono le perturba dando origine ad eventi, quelle molecole possono essere viste come un insieme di energie organizzate.
Il Big Bang fu il suono primario che dette il via a tutte le energie e le generò diffondendosi, generando tutte le energie successive. Così il Cosmo nasce come una struttura vibrazionale che si espande aumentando la sua complessità. Di questa stessa natura vibratoria è fatta la luce.
Il Big Bang è una teoria cosmologica sull’espansione dell’universo che non sa dirci nulla sull’incipit dell’universo stesso. Einstein, che era attratto dall’armonia e dalla bellezza, ci rappresentò il cosmo come una struttura geometrica, in ciò seguendo i grandi sogni da Pitagora a Newton. Nella teoria della relatività ristretta scelse un universo statico basato sulla Via Lattea, poi cominciò a pensare che quell’universo si espandeva in una direzione, anche se non tutte le masse della Galassia sembrano andare in quella direzione. E se l’universo sembra andare in una certa direzione, ciò sembra indicare che ci sia stato un inizio del tutto. Ecco come nasce il concetto di Big Bang, il grande suono, l’esplosione iniziale.
Verso gli anni ’40 George Gamow, allievo di Niels Bohr, unì la concezione del cosmo a quella dell’atomo. Microcosmo e macrocosmo ubbidiscono alle stesse leggi. Si tornava alla grande teoria degli antichi per cui tutto era nato da un primo suono primordiale. Da quel primo suono nacquero tutti i suoni, le musiche, i linguaggi, le forme del mondo. L’universo è un ammasso vibratorio che si organizza in strutture sempre più complesse, è un’enorme sinfonia, una gigantesca tessitura vibrazionale, quella che gli antichi chiamarono “armonia delle stelle”.
Nessuno sa dire cosa sia stato questo inizio, se l’esplosione di una enorme concentrazione di energia o il punto zero. E se pure il Big Bang fosse un suono, cosa c’era prima di quello? E questa esplosione determinò una asimmetria nell’universo? E la musica conserva la stessa asimmetria? E, se, come appare, ogni dinamica nell’universo è rotatoria, dall’orbita dell’atomo a quella dei pianeti, anche la musica ha questa natura rotatoria?
L’ipotesi dunque è che l’intero Cosmo nasca da un suono iniziale che si diffonde nello spazio e che l’evoluzione del mondo sia il risultato della diffusione di questo suono che ha creato il tempo, così che esso segna con il suo canto, le sue melodie, tutto ciò che esiste, scrivendo una gigantesca sinfonia cosmica…
Sappiamo, per averlo provato in laboratorio, che se si contrae e dilata un’onda acustica in una bolla, si producono lampi di luce. Il suono dunque si trasforma in luce. Se aumentiamo la velocità di un insieme molecolare otteniamo musica.
Gli astrofisici hanno dimostrato che all’inizio del mondo non c’era il vuoto (Einstein: “Il vuoto non esiste”) ma un flebile suono di fondo. Esso corrisponde al soffio vitale che dà origine alla vita. “Il cosmo è un vaso che canta”. “..e continua a invadere lo spazio seminando di suoni scintillanti tutta la sua evoluzione”.
Questo suono che si diffonde creando la luce, genera anche le due forze di gravità, quella cosmica e quella di ogni ammasso stellare. La gravità è la forza di coesione che si contrappone all’espansione.
Tutti i popoli antichi hanno attribuito energia ai suoni. Ogni fenomeno vibratorio sonico è produttore di energia. A un certo livello è la stessa intensità della vibrazione a condensarsi come materia. La materia comincia ad apparire quando le frequenze sono intessute densamente in masse compatte. Ma, seguendo Bohr, che voleva far corrispondere l’infinitamente grande con l’infinitamente piccolo, si vede che entrambi hanno un’origine comune, si rivelano asimmetrici e rotatori, sono esposti alla forza di espansione e a quella di gravità. Possiamo definire la forza intrinseca dall’atomo come un desiderio di espansione frenato da un’autodifesa dell’ambiente. E dall’urto di queste due forze, espansione e gravità, nascono i vari gradi della materia.

L’uomo è bombardato continuamente da una infinità di informazioni che gli danno forma e struttura e tra tutte le percezioni possibili i suoni sono sempre stati al primo posto. In ogni epoca antica il sacro è stato connesso al suono. Il culto del sacro è connesso alla liturgia cantata, come un tentativo di connettersi all’armonia universale. Ci sono dei suoni che potremmo chiamare sacri? Suoni che stimolano la nostra percezione metafisica?
Sappiamo che ogni stimolo del corpo lo trasforma. La preghiera nasce come canto. Nel mondo orientale la sillaba sacra è l’OHM, che di per sé produce dei mutamenti energetici sottili. Nel mondo cristiano le modulazioni dell’Ohm (Amen) si ampliano nel gregoriano. Nei suoi laboratori, Tomatis stimolava gli allievi sia con Mozart che usando il gregoriano dell’abbazia di Solesmes di cui aveva riscontrato effetti profondi al punto da consigliarne l’ascolto tutti i giorni.
Il gregoriano agisce immediatamente sulla corteccia cerebrale, raddrizza il soggetto, lo rende più tonico, lo energizza, risponde al suo ritmo cardiaco e respiratorio, apre la sua parte metafisica. E’ ciò che nel mondo cristiano più corrisponde a un mantra.

I monaci dell’abbazia di Solesmes dettero inizio, attorno al 1840, a una sistematica di riforma della tradizione del canto gregoriano, con l’intento di riportarlo alla sua originale dimensione di canto monodico non misurato, in contrasto con la pratica, affermatasi già a partire dal XVI secolo, di eseguire i canti liturgici secondo una rigida scansione ritmica e l’accompagnamento di un basso continuo.
I monaci benedettini, sulla base dei loro studi filologici e semiologici, ricostruirono con buona approssimazione anche uno stile di canto, divenendone in breve tempo un modello con cui confrontarsi. Sulla base dello studio e dell’ascolto di questo canto gregoriano ricostruito, alcuni studiosi hanno formulato delle teorie molto interessanti sullo scopo del canto in assoluto e di quello religioso in particolare, sulla preghiera cantata, sulla funzione terapeutica dell’ascolto del canto gregoriano, sui suoi effetti sulla salute. Il gregoriano è particolarmente adatto a coloro che vogliono acquisire un’insospettata energia e desiderano aprirsi alla loro propria dimensione metafisica.
Tomatis scrive: “Tra i suoni sacri, il canto gregoriano occupa certamente un posto di prestigio. E’ uno dei più preziosi fra i canti che portano al sacro….Se è vero che non esiste un suono sacro di per sé, del gregoriano tuttavia possiamo dire che è quello che meglio prepara l’anima ad aprirsi a Dio. …E’ noto che durante le mie sedute di educazione all’ascolto utilizzo essenzialmente brani di Mozart e di gregoriano dell’abbazia di Solesmes. Ho spesso spiegato questa mia scelta. Oltre al fatto che vi trovo un piacere che si rinnova sempre, sono stato indotto a privilegiare questi due universi musicali perché i risultati riscontrati durante gli esercizi di educazione all’ascolto erano di gran lunga i più notevoli, rispetto a quelli riportati con altre composizioni musicali; inoltre la continuità delle risposte agli effetti indotti dai suoni è tale che si conoscono in anticipo le reazioni che gli interventi provocheranno. Queste due considerazioni mi sono parse sufficienti a giustificare il loro impiego sistematico. Quando il canto gregoriano raggiunge un grado di esecuzione ottimale, come sotto la direzione di dom J. Gajard, maestro del coro dell’abbazia di Solesmes, durante le sedute di educazione uditiva, il cui scopo è di accrescere le possibilità di apertura dell’orecchio, dà effetti praticamente identici in tutti coloro che lo ascoltano. Il soggetto si sente immediatamente più tonico e al tempo stesso si raddrizza e ritrova effettivamente la sua verticalità. Bisognerebbe auspicare un ricorso quotidiano al canto gregoriano, ma sappiamo che un’incomprensibile decisione della Chiesa ha sospeso questa modalità espressiva, così che oggi sono rari i luoghi in cui il canto gregoriano rapisce e sostiene ancora il fedele nella preghiera. “
Tomatis ha esaminato il suono dei canti gregoriani con un oscilloscopio, scoprendo che esso cade nel raggio dei suoni ricaricanti. E’ come uno “yoga respiratorio“. “Coloro che cantavano sembravano rallentare il loro respiro e inducevano gli ascoltatori nello loro stesso stato di tranquillità.” Tomatis ha visitato monasteri benedettini in tutto il mondo per studiare i monaci che praticano il gregoriano. Ad un ritiro in Francia, un frate riformatore tagliò severamente il tempo che i monaci dedicavano al canto e notò che cominciarono a diventare più svogliati e a dormire di più. Inoltre, un medico consigliò agli uomini di seguire una dieta tradizionale e questo fece peggiorare le cose. Fu chiamato Tomatis. Egli reintrodusse il loro orario lungo di canto. Presto, disse, stavano dormendo meno, lavorando di più e si sentivano meglio.
I Canti Gregoriani hanno la caratteristica di contenere tutte le frequenze della voce umana e di utilizzare un ritmo simile a quello del respiro. Come tutta la musica sacra, il canto gregoriano è modale ed è per definizione una musica di meditazione e di interiorità. Essa è caratterizzata da un ritmo libero che sfugge alla costrizione metrica; ed è proprio questo uno dei suoi aspetti più affascinanti: il flusso melodico e ritmico è regolare, senza spigoli. Si crea una sorta di armonia tra la frase cantata e il respiro del cantore. Grazie a queste caratteristiche il canto gregoriano possiede un effetto psicologico e fisiologico molto profondo: la respirazione si calma, il battito cardiaco rallenta, la tensione delle arterie e il tasso sanguigno di acido lattico diminuiscono. In questo contesto musicale l’individuo può facilmente raggiungere uno stato di attenzione e rilassamento. Allo stesso tempo
Certi suoni sono efficaci come due tazze di caffè. I canti Gregoriani sono fonti di energia fantastici. Io ci lavoro come musica di sottofondo e dormo solo tre o quattro ore a notte“.
I suoni sacri calmano le onde elettromagnetiche del pensiero e lo allineano verso la fase alfa, fase della meditazione e della preghiera.
Tomatis analizza le sequenze sonore dai salmi vedici, buddisti, tibetani, islamici, dervisci, ambrosiani e infine quelli del gregoriano di Solesmes. Quest’ultimo dà un grande senso di pace di dilatazione dell’anima, per le emissioni gravi, le espirazioni lente, le cadenze cardiache allargate e tranquille. Tutto ciò genera grande energia mentale.
Tomatis dice: “L’uomo è nato per cantare.” Mentre per gli uccelli il canto è una specie di linguaggio, il canto dell’uomo comprende tutte le modalità dell’espressione umana. Oggi stiamo dimenticando la funzione basilare del canto e dovremmo reintrodurlo non solo come causa di bellezza e di piacere ma come fonte incomparabile di energia e salute sia del corpo che dell’anima.
Molto importante la postura verticale che favorisce il lavoro corticale e mette la coclea nella posizione ideale. Per questo cantanti, oratori, attori, avvocati, si esibiscono in piedi. I grandi cantanti sono sottoposti a sforzi notevoli a cui provvedono in quanto sono dinamizzati dagli stessi suoni che producono. I migliori sono dotati di orecchie eccezionalmente resistenti, perché le altezze vocali sono in grado di produrre lesioni all’orecchio simili a quelle di chi lavora presso dei reattori. La cosa curiosa è che l’ascolto tra orecchio destro e sinistro non è uguale, quello destro è ‘direttivo’, funge da recettore e controlla l’emissione, tanto che, se viene azzerato, è una catastrofe, ha una dominanza funzionale.
Tomatis ebbe anche in cura molti cantanti famosi, come Carmagnola, 2° al mondo dopo Caruso. Aveva 78 anni. E André Burdino, che lasciò l’Opera a 78 anni. Cantare rende più giovani, aumenta l’energia, crea calma e serenità, agisce sulle vibrazioni delle scatola cranica e dunque sull’ipofisi e attraverso questa su altre ghiandole endocrine.

(Vi ho messo qui anche l’incredibile Yma Sumac, l’usignolo delle Ande, che imita i pajaros (uccelli) amazzonici. La sua voce copriva un’estensione di quattro o cinque ottave (i pareri sono discordi). Nel primo brano la sua voce è indistinguibile dagli strumenti musicali. Le viene attribuito il merito di aver cantato la nota più acuta mai registrata da una voce femminile (superando Erna Sack) nella canzone Chuncho. I contemporanei dicevano che gli Aztechi discendevano da extraterrestri e in Yma Sumac c’era davvero qualcosa di strano).

Non c’è dubbio che la musica abbia interessato da sempre l’umanità.
L’uomo primitivo era immerso dentro una natura che gli parlava in mille modi, un grande mondo vibratorio di suoni, che egli provava ad imitare, come fanno ancora gli sciamani amazzonici, ma col passare del tempo la musica umana divenne più complessa e già i Greci avevano conoscenze vaste sull’argomento.
La scuola pitagorica associava l’armonia dei suoni a quella dei numeri, delle forme geometriche e del movimento delle stelle.
Che cosa differisce un rumore dal suono? Cos’è che crea una sensazione di armonia o di bellezza? Anche gli animali sono ricettivi alla musica. La musica li fa stare meglio come fa stare meglio le piante, ma il piacere della musica è tipicamente umano.
Sia il rumore che il suono sono perturbazioni in un campo molecolare che producono un assorbimento a catena delle molecole (propagazione del suono). E’ proprio l’eccitazione del campo molecolare a produrre il suono. Ma l’uomo avverte i suoni solo entro due soglie, minima e massima, prima e dopo il suono non arriva alla coscienza. La soglia minima dopo cui udiamo un suono fu chiamata ‘bel’ in memoria del fisico Graham Bell, e si partì considerando la sua decima parte o decibel. Questa è la misura dell’intensità.
La densità è la ricchezza del suono percepito. Il timbro risulta dalla composizione frequenziale.
Quando il vecchio Haydin sentì Mozart bambino suonare, gridò di aver scoperto l’armonia. Ma cosa si intende per armonia? Anche Bergson diceva che il sistema neurovegetativo ci mette in armonia. Ma con cosa? Tomatis risponde: con il cosmo. L’uomo è un’antenna che ascolta l’universo.
Ogni essere umano opera secondo la banda passante della propria lingua. Il greco antico come il francese moderno utilizzano uno stretto canale operante su un’ottava, col tono che ricade soprattutto sulle vocali. Eppure i Greci non avevano una gran musica, pur essendo circondati da popoli con musiche più elaborate, essi non le integrarono rigettandole come barbare.
Ogni etnia ha la sua fascia armonica, la banda delle sue frequenze. Ovunque sia, l’essere umano viene modellato dalle frequenze che lo circondano e gli danno la sua tipicità.
Il linguaggio è uno scorrimento modulato che fluisce in modo musicale e la musica è un linguaggio che agisce sui piano emozionale”.
E’ difficile dire cosa sia l’armonia, essa è un dono innato e corrisponde all’avere un orecchio musicale, cioè un orecchio che distingue le altezze tonali che si susseguono, così da apprezzare una musica lineare e di gustare le armoniche associate a ciascuna nota e infine apprezzare il fluire di un brano composto da diverse musiche lineari.
L’orecchio è in grado di distinguere i suoni armonici da quelli che non lo sono.
La coclea è formata come una chiocciola, ma la sua forma a spirale è la stessa della galassia. Come è quella della conchiglia che canta internamente come per un rotolio di onde. Abbiamo sempre una spirale elicoidale al cui interno l’intensità del suono è diversa nei vari punti. Il suono si distribuisce in fasce dai gravi agli acuti, partendo dalla cima della parabola verso i bordi. Dunque l’orecchio ha una forma ideale per convogliare i suoni.
Analogamente le galassie cantano e la loro sinfonia contiene probabilmente tutte le musiche che siano mai state scritte.
Tomatis racconta come aver curato l’udito di alcuni pittori abbia migliorato la loro gamma dei blu, dunque c’è un legame tra suono e colore. Addirittura in alcuni casi la vocazione artistica è nata dopo aver migliorato l’udito. Viceversa perdere l’udito farebbe perdere anche la sensibilità cromatica. In particolare è risultato terapeutico per l’arte l’ascolto dei suoni uterini.
Ad ogni gamma di suoni corrisponde una gamma di colori, per es. ai suoni che stanno fra i 1000 e 2000 hertz corrisponde il giallo. C’è una stretta corrispondenza tra le frequenze delle onde elettromagnetiche del cervello, la gamma dei colori e quella dei suoni, Questo era stato scoperto in India migliaia di anni fa.
Per questo un training audiovocale migliora anche la percezione e la resa dei colori. L’arricchimento di certe bande passanti sonore comporta un cambiamento corrispondente nella ricezione dei colori.
Gli induisti conoscono perfettamente, per la teoria dei chakra, questa corrispondenza. E hanno individuato delle sillabe (Vam, Ram, Yam, Ohm, Xham) che formano una serie di suoni che hanno le loro corrispondenze cromatiche.
I chakra sono le porte d’ingresso dell’energia universale e sono ruote di energia che gira. Ogni chakra può essere sollecitato dal suono o dal colore corrispondente. Tomatis racconta di un pittore che aveva realizzato due quadri, uno per l’uomo e uno per il cosmo, rappresentando tutta la gamma dei colori dalle terre di Siena agli indaco. A somiglianza di questi colori fu realizzata una cabina sperimentale le cui pareti riprendevano i colori e si poteva vedere come con certe composizioni si aveva una idea di armonia, e come, spostandoli, il soggetto si sentisse aggredito. Dunque l’armonia ha a che fare col modo con cui le frequenze dell’energia si dispongono in noi e con l’intuizione di ciò che ci fa stare bene o male, seconda che sia allineato o no alle nostre frequenze.
I suoni che ci circondano ci modellano. I suoni che riusciamo a sentire e a ripetere ci disegnano. Ogni uomo ha una immagine di sé che lo struttura, così la struttura fisica di un balbuziente o di un sordo è riconoscibile, perché è marcata dalla sua difficoltà e sentire a dunque a parlare.
Nell’immagine di sé ognuno privilegia una parte del proprio corpo, che sarà diversa per un calciatore da quella di un pianista o di un pittore. Il nostro linguaggio influenza la nostra immagine corporea e viceversa la parte di noi che usiamo di più influenza tono e timbro della voce. Un ciclista che pone l’immagine di sé nelle gambe avrà una voce sorda, povera di sibilanti, diversa da un benedettino.
Gli yogi tibetani sanno che i suoni influenzano il corpo e cercano di operare sulla totalità delle nostre frequenze ampliando i limiti della voce umana e dell’ascolto delle liturgie verso il basso e verso l’alto, così da far partecipare l’intero essere psico-fisico a una gamma maggiore di frequenze.
Quando emettiamo un suono, diamo vita a una vibrazione che si ripercuote sulle nostre ossa. Se accettiamo l’idea che l’immagine del corpo è conseguenza del linguaggio, possiamo sperare di rimodellare il corpo migliorando l’emissione di suoni. E questa può essere a sua volta migliorata migliorando l’ascolto.
Ma noi siamo anche influenzati dai suoni prodotti da altri, per es. davanti a un balbuziente siamo portato a balbettare e se ci sono scatti del corpo, tendiamo a ripeterli. Viceversa, un buon cantante ci provoca benessere e distensione. La musica è curativa. Fa stare bene.

Tomatis scopre che l’apprendimento del canto negli uccelli comincia dalla covata. Sono già i suoni ricevuti dalla madre attraverso il guscio a educare il nuovo nato. Se un uccellino viene covato da una specie diversa non canta. L’apprendimento parte dall’uovo. Konrad Lorenz racconta di anatroccoli nati in incubazione senza la madre anatra che seguivano la sua voce come fosse la voce della madre. Il bambino di pochi giorni non reagisce quando qualcuno dice il suo nome, ma lo fa se è chiamato dalla madre. Tomatis studiò i neonati e fu tra i primi a dire che il linguaggio arrivava al bambino già nel periodo fetale. Il feto percepisce i suoni in modo progressivo, poi, con la nascita, il suo apparato uditivo si adatta passando dall’ambiente liquido a quello aereo. Per i primi dieci giorni il bambino conserva le caratteristiche primitive, perché l’orecchio medio ha tracce di liquido amniotico. Poi comincia l’apprendimento sonoro. Ma sempre egli riconosce la voce della madre. La voce della madre lo nutre e lo fa crescere quanto il latte e assocerà la sua voce al suo viso.
Tomatis riproduce in laboratorio l’ascolto uterino e i risultati sono stupefacenti. Pensa che il feto senta soprattutto i suoni acuti, cancellando quelli gravi. Facendo risentire a un adulto i suoni uterini si realizza una seconda nascita con reazioni psicologiche profonde. Tutti abbiamo nostalgia dell’utero perduto. La prima comunicazione è un dialogo tra corpi. Il primo ascolto è l’ascolto delle vibrazioni interne del corpo della madre. Siamo alla base arcaica del linguaggio: la comunicazione con la madre, il padre entra in una seconda fase, sociale. Se la relazione col padre non è buona, può accadere che il linguaggio resti alla lallazione (ripetizione sillabica) o si fissi nella balbuzie.
I suoni uterini sono le vibrazioni basiche in cui si sviluppano i sistemi neuronali.

Se la musica è terapeutica, il rumore provoca invece stress e lo stress porta stanchezza, incidenti sul lavoro, disagi psichici, malattie…
Nel mondo attuale abbiamo perduto il valore del silenzio. Quando il rumore supera la capacità di protezione naturale dell’orecchio disturba tutto l’organismo. Non abbiamo solo la sordità traumatica prodotta dalle discoteche. Nei topi lo stress da rumore troppo alto produce paralisi agli arti inferiori, nervosismo, aggressività, insonnia…proseguendo, si arriva alla morte.
Sentire male porta a parlare male, a respirare male, rallenta il battito cardiaco, produce una minore dinamizzazione generale e uno stato di apatia o depressione.
Basta produrre una amplificazione delle armoniche elevate e riportare il soggetto ad udire i toni alti e luminosi che si assiste a un rapido cambiamento: l’espressione si illumina, torna il sorriso, la respirazione diventa più ampia, il polso accelera, tutto esprime nuove gioia di vivere.
Ogni struttura esistente emette suoni. Le galassie cantano. Ogni essere umano è immerso in un oceano di suoni. La musica può essere una terapia per aiutare a guarire. Ogni essere è una struttura sonica in quanto è una entità vibrazionale. Ci sono suoni che aiutano le cellule, altri che sono disturbanti o paralizzanti.
Tomatis pensa che vi sia una musica di sottofondo per ognuno e musiche che possono accordarsi o no con essa, per cui può essere negativa sia una deprivazione sensoriale quanto un inquinamento sonoro. Se lo squilibrio è grave può darsi che il soggetto rifiuti proprio una terapia musicale. L’orecchio è come una dinamo che dà energia al cervello e dunque al pensiero.
Il problema è che quanto più uno ha bisogno di una certa musica, tanto meno la accetta. Chi è abitato da una cacofonia interiore deve fare uno sforzo per tornare all’armonia. Più lo squilibri è grande, più la cura dei suoni sarà lunga. Ma via via che l’orecchio riprende a funzionare, il sistema nervoso si ricarica come se l’orecchio fosse una dinamo.
Se l’orecchio ha perso la sua capacità di ascolto, la sua muscolatura non riesce più ad aprirlo così che i suoni arrivino all’orecchio interno. I suoni di ricarica possono essere suoni filtrati, e la loro ricezione è più facile se sono senza significato, solo a un livello successivo si può passare alla musica. In laboratorio è stato provato che persino la pelle è ricettiva ai suoni.
Quando Tomatis è passato alla musica ha scoperto che quella che dava maggiori risultati era Mozart e si è chiesto se si poteva creare una musicoterapia basata su Mozart. Non era una questione di gusti personali, Mozart produceva migliori risposte neurofisiologiche e psicologiche. La sua opera è una vera educazione uditiva.
Tutti gli uomini del mondo nascono con lo stesso orecchio ma quanti diventano buoni ascoltatori? Mozart certamente lo fu perché fin dalla nascita su immerso in un modo sonoro armonioso. Sprofondato in un bagno musicale permanente, usufruì poi nel genio pedagogico musicale del padre. A tre anni e mezzo fece la sua prima composizione musicale. Eccezionalmente precoce, la musica si impresse sui suoi circuiti neurovegetativi e sul suo sistema nervoso in modo indelebile.
Tutta la musica che compose ebbe una densità e una regolarità straordinarie.
Per 40 anni Tomatis analizzò la musica di Mozart e ne provò l’efficacia terapeutica., enormemente superiore a quella di altri compositori, con effetti sull’orecchio, la voce, il corpo, il linguaggio, la psiche. In particolare la musica di Mozart ha effetti sul sistema nervoso. Le terapie che usano Mozart hanno migliorato l’appetito, il sonno, la motricità, la creatività, l’attenzione, la memoria, il comportamento e non solo su soggetti con patologie ma anche su artisti.
La musica di Mozart è la trascrizione più fedele della nostra musica personale e di quella dell’universo. Mozart ristabilisce in noi il nostro equilibrio primario.

Tomatis ha fatto anche ricerche notevoli sulla voce materna. Il suo suono filtrato attraverso l’Orecchio elettronico produce risonanze emotive che possono sciogliere blocchi psichici, riportando alle reminiscenze della vita prenatale. In tutti i casi i suoni della voce materna ringiovanita e ricostruita come doveva essere nell’udito intrauterino fanno sparire molte delle difficoltà che hanno costellato il percorso del bambino.
Ovunque sulla Terra la musica è parte integrante del patrimonio culturale e riflette la diversità delle etnie, in corrispondenza con la diverse lingue. La somiglianza del linguaggio con la musica è molto più importante di quel che si potrebbe credere. Gli elementi fondamentali sono i ritmi, le intonazioni, la velocità del flusso, l’ampiezza di frequenza utilizzata, ed essi permettono il paragone. Entrambi, musica e linguaggio, sono ricevuti dall’area temporale sinistra del cervello. Dall’orecchio le vibrazioni si diffondono in tutta l’area umana. Per questo chiunque abbia un problema può cominciare a guarirlo ascoltando musica, uscendo dal proprio guscio claustrofobico e ritrovando benessere ed equilibrio.
Ovviamente saper ascoltare è un’arte. L’uomo che ascolta si inserisce nell’universo. L’ascolto è comunicazione, in primo luogo con se stessi. E l’ascolto solo in parte è conscio, in gran parte affonda nell’inconscio. Ascoltare bene vuol dire far luce dentro e fuori di sé.
Si può pensare a un’antropologia dell’ascolto. Ascolto è simbiosi, ‘sin bios’, essere insieme. L’ascolto guida l’uomo alla realizzazione di sé. L’io è un’antenna ricevente e trasmittente in una sinfonia universale. Ma ogni possibilità procede lentamente. Dobbiamo arrivare all’orecchio che canta. Ciò significa partecipare all’evoluzione universale. Ognuno può aspirare a farlo secondo il suo mito personale.
Simbolo dell’uomo che ascoltando l’altro ascolta se stesso è Socrate. Egli insegna che non può esservi condivisione senza conoscenza di sé. Per Socrate la filosofia altro non è che la scienza dell’ascolto. Ma se per i Greci dell’età classica ciò che veniva ascoltato era il Logos, ad esso si sostituisce, nel mondo ebraico, il Dio che parla. Dalla razionalità alla rivelazione. Nella Cabbala le lettere dell’alfabeto sono dotate di poteri, sono energia sintetizzata. Tomatis fa dunque un esperimento sconvolgente con un rabbino. Lo spinge a pronunciare davanti a un analizzatore l’incantesimo antico della Cabbala: “O aleph, aleph, aleph” e con loro grande stupore sul tubo catodico appare un aleph. Dunque un’energia era stata percepita nella forma con cui poi la parola fu scritta. Il suono aveva una forma, quella forma.
Più tardi l’esperimento fu ripreso con uno scrittore ebreo, riguardo alle altre lettere.
E anche le altre lettere dell’alfabeto ebraico apparvero sul tubo catodico.
Il suono disegna una immagine ed esse corrispondeva al nome della lettera.
Gli antichi che inventarono quelle lettere in realtà ne sentirono le vibrazioni ‘incorporate’ in una forma. Le sentirono non solo con l’orecchio ma con la pelle. Dunque i suoni avevano una manifestazione corporea.
I suoni erano magici.
Tomatis racconta che quando era in Canada a lavorare a un film il tecnico del suono (un ebreo) gli chiese aiuto per il figlio di 11 anni troppo nervoso e insonne, e Tomatis gli consigliò di realizzare per la sua camera un grande pannello con la lettera ‘mem’. Bastò questo per calmare il ragazzo e fargli riprendere il ritmo del sonno.
Tomatis parla anche delle proprietà stupefacenti della lettera ‘shin’ che libera una energia tale da infiammare il tubo catodico.
Ogni lettera non è solo un simbolo, è un potere energetico.
Ogni lettera sintetizza in scala ridotta il Big Bang.
Ogni suono entra nello spazio con la sua capacità vibratoria e lo perturba. La cosa curiosa è che anche la forma scritta con cui fissiamo un suono conserva le sue proprietà energetiche. Nel mondo dell’energia non c’è differenza tra suono scritto e detto. Il fonema è la forma fonica di una lettera al di fuori di qualunque proiezione scritta. Ma, se si contano i fonemi usati dai popoli si scopre che sono sorprendentemente pochi.
Non tutti i suoni hanno vocazione di lettera. Così come non tutti i rumori sono suoni.
Il suono è dotato di valore linguistico solo quando è musicale.
La finalità dell’uomo è quella di saper ascoltare, ma non esiste solo una comunicazione orizzontale, ce n’è anche una verticale. L’Essere in noi risuona dalla più piccola molecola al grado più alto dell’esistente. L’ascolto totale deve comprendere anche lo Spirito divino che parla in tutte le cose. Ognuno di noi dovrebbe passare dalla semplice capacità di sentire alla facoltà di ascoltare. Il soggetto che ascolta risveglia in sé la sua poetica e la sua creatività e può andare anche molto oltre la soglia uditiva, “là dove la nostra percezione funziona su altre lunghezze d’onda, come l’intuito, i fenomeni parapsicologici o profetici”, purché ci sia l’abbandono di ogni pretesa personale. Ciò vuol dire dimenticare se stessi in quanto individui e prendere coscienza di appartenere al Tutto che ci circonda. Solo così possiamo arrivare ad una metamorfosi volgendoci allo spirito creatore. L’aiuto del Cielo a quel punto sarà provvidenziale: “Signore, apri il mio orecchio!
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Prof. Viviana Vivarelli


MASADA n° 1624 11-2-2015 IL PATTARELLO

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MASADA n° 1624 11-2-2015 IL PATTARELLO

Il bilancio disastroso di un anno di renzismo – Salvi si associa a Berlusconi- La Corte dei Conti tuona sulla corruzione – Le balle di Renzi- La lista Falciani e i capitali sporchi del capitalismo italiano – Uscire dall’euro – Tsipras e lo slittamento del debito – Paul Krugman – La gigantesca corruzione amministrativa – Quell’affaraccio del 3% – Accorciata la pena a Berlusconi – La Francia stampa denaro – Tre pezzi di Alessandra Daniele

IL BILANCIO DI UN ANNO
Viviana Vivarelli

Sono passati 12 mesi ma delle grandi riforme annunciate a tempi record da Renzi si vede poco. Renzi sta tentando con varie modifiche di mettere ogni potere nelle mani del premier: svalutazione del Parlamento, Parlamento di nominati, sistema elettorale a liste bloccate e senza preferenze, Senato ridotto a un dopolavoro dei consiglieri regionali e non più eletto dal popolo, premio gigantesco al partito che ha più voti. Si sta profilando una specie di “democrazia autoritaria”, ma la maggioranza che finora l’ha portata avanti si sta sgretolando, 173 parlamentari hanno cambiato casacca e il Patto del Nazareno scricchiola un giorno sì e l’altro pure. Renzi da solo non ha la maggioranza al senato, e sta cercando di comprare quanti più parlamentari può prendendoli da Forza Italia e cercando anche l’appoggio dei 5stelle confluiti nel gruppo misto. Quasi tutte le cose promesse da Renzi restano parole. Le auto blu sono rimaste invendute e se ne sono comprate il doppio di quelle vendute. Dei tagli per ridurre il costo del baraccone statale non c’è ombra, Cottarelli è stato licenziato, la legge anticorruzione viene continuamente rimandata e di quel che chiedeva Cantone non c’è nulla di fatto, non abbiamo una politica estera, in Europa contiamo meno di nulla, nella giustizia si conservano prescrizioni e depenalizzazioni e le nuove avvisaglie di riforma aumentano addirittura la non punibilità di molti reati, Renzi ha tentato di depenalizzare anche la frode fiscale e ha reso impunibili i reati dei colletti bianchi. Insomma un gran fritto misto e un gran caos dove non si vedono orientamenti seri, a parte uno sfascio progressivo delle istituzioni e un calo di credibilità nello Stato.

Il Paese è alla deriva ma è una deriva autoritaria dove vengono meno tutte le garanzie costituite dalle varie istituzioni, si rafforza il potere del capo del governo ma non si capisce dove si vuole andare. Renzi ha fatto poche leggi e confuse. Non si snellisce lo Stato, non si migliora la giustizia, non si rendono più comprensibili le leggi, non si garantisce il cittadino e si perde di vista l’elettore.
Gli slogan di Renzi sono rimasti annunci privi di realizzazioni serie.
L’unica cosa certa è stata il taglio di 15 giorni delle ferie ai magistrati, deciso con un decreto governativo, convertito dal Parlamento. Da 45 a 30 giorni. Peccato che quei giorni servissero per poter scrivere anche motivazioni di sentenze o di altri provvedimenti. Risultato: la legge è già davanti alla Corte costituzionale. Un giudice di Ragusa l’ha ritenuta incostituzionale in base all’articolo 3 della Carta sull’uguaglianza e all’articolo 77 sui motivi di gravità e di urgenza che devono caratterizzare i decreti legge.
Non è stato fatto nulla nemmeno per i diritti civili, un anno fa Renzi prometteva la cittadinanza per i bambini stranieri nati in Italia e una legge sulle unioni civili per gli omosessuali. Zero risultati. Non abbiamo una politica estera, Renzi ha incontrato Obama una sola volta su una visita voluta da Letta, Non è chiaro cosa voglia fare per l’Ucraina, subisce la Merkel, non ha dato risposte a Tsipras. Sembrava che si volessero mettere in sicurezza le scuole ma è sparito anche l’intento. In quanto al recupero idrogeologico del territorio sono sparito anche i pochi milioni di spese previsti per la Liguria. C’è la promessa di assumere 148 mila docenti precari ma al momento non ne è stato assunto nemmeno uno. Si doveva spendere un miliardo per le scuole, ma al momento siamo a 300 milioni. La riforma della Pubblica Amministrazione forse vedrà la luce fra un paio d’anni. E’ partito solo la legge della mobilità per gli impiegati pubblici, oggi trasferibili entro i 50 chilometri per esigenze di ufficio. Il contratto del pubblico impiego resta sempre bloccato, come è da 5 anni senza via di uscita. Restano senza soluzione i 300.00 esodati.
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Dice Michele Serra che il vantaggio di B è che, non essendo legato ad alcuna ideologia, può fare alleanze con chi gli pare, dal Ku Klux Klan a Boko Haram, previa una cena ad Arcore con pacca sulla spalla e barzelletta (a Boko Haram racconterebbe quella sui cannibali). Alcuni tra i più incalliti capetti del neofascismo italiano strinsero patti elettorali con B, e si tratta dell’unica destra in Italia che non si dichiara antifascista. Il nuovo socio è ovviamente Salvini, un altro che delle ideologie se ne infischia: un paio di slogan sulla maglietta ed è fatta. Come possa B insistere a proclamarsi ‘moderato’ è un mistero. “Riuscirà il nostro eroe, dopo avere ridotto in cocci il centrodestra, a distruggerne anche i cocci?”

RUBATE UN PO’!
Marco Travaglio

All’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, Renzi non c’era, come sempre quando c’è poco da ridere. Si spera però che la ministra Madia, casomai ci avesse capito qualcosa, gli abbia fatto un sunto della relazione del presidente Raffaele Squitieri: “Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra” e oggi “il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi”. Il presidente Mattarella assentiva. Speriamo che se ne ricordi quando gli arriveranno sul tavolo per la firma il decreto delegato sui reati fiscali e, se mai il ministro Orlando riuscirà a scriverlo, il ddl sui reati contabili: due provvedimenti che sono frutto dell’“assuefazione al malaffare” che non riguarda solo “la collettività”, ma anche e soprattutto il governo. Cosa sono infatti le “soglie di non punibilità” (sei o sette nel decreto fiscale, a partire dal famigerato 3% sull’imponibile dichiarato, e almeno tre nel “nuovo” falso in bilancio) se non la presa d’atto che i delinquenti sono troppi per punirli tutti, dunque bisogna mettersi d’accordo e salvare quelli che delinquono solo un po’? Viene in mente la vecchia battuta di Enzo Biagi sulla ragazza “un po’ incinta”.
Ora il Consiglio dei ministri emenderà il decreto di Natale e forse leverà dalla franchigia del 3% la frode fiscale, lasciandovi però l’evasione: a quel punto chi si spaccava la testa a escogitare gli artifizi e raggiri tipici della frode per non farsi beccare potrà tirare un sospiro di sollievo: gli basterà non dichiarare fino al 3% dell’imponibile dichiarato, o meglio ancora dichiarare un imponibile di fantasia per far sì che ciò che intende evadere stia sotto il 3% e la farà franca. Quanto al falso in bilancio, ieri Liana Milella spiegava su Repubblica che le soglie di impunità non si toccano, sennò salta lo storico accordo siglato giovedì fra il ministro Orlando e il suo sottosegretario dell’Ncd Enrico Costa (una specie di Ribbentrop-Molotov post litteram). Resta da decidere se la soglia resterà al 5 o al 3 o al 2% del risultato d’esercizio al lordo delle imposte, e che accadrà a chi sta sotto. Varie opzioni: a) niente; b) una sanzione interdittiva; c) una pena attenuata. Essendo uomini di principio, però, i nostri eroi sulla soglia non transigono: taroccare i bilanci un po’ alla volta è cosa buona e giusta, altrimenti si crea un pericoloso precedente e poi dove andremo a finire. A questo punto, non si vede perché limitare le soglie ai reati finanziari. Fissato il principio, davanti al legislatore si spalancano praterie sconfinate. Per la rapina in banca, ad esempio, perché non prevedere una soglia di non punibilità pari al 3% dei soldi contenuti nelle casse e nei caveau? “Mani in alto, questa è una rapina depenalizzata! Quanto avete? Cento milioni? Benissimo, datemene 3 e un bacio sopra!”. Niente sirene, allarmi, inseguimenti, sparatorie. Tutto pulito. Ma anche per lo scippo ai pensionati: “Scusi, vecchina, quanto ha ritirato di pensione? 500 euro? Perfetto, me ne dia 15 senza tante storie”. Il segreto, anziché rapinare un solo pensionato di tutta la pensione, è rapinarne qualche centinaio per identico importo, avendo cura di non oltrepassare la soglie pro capite. Per i furti in casa sarà più complicato: bisognerà calcolare il 3% del valore dell’argenteria, dei quadri, dei gioielli e della cassaforte e lasciare lì il resto. Più facile per gli assalti ai supermercati: nello scaffale degli alimentari, su 100 salami, prelevarne fino a tre; idem in quelli di elettrodomestici, computer, stereo ecc. Per i ladri d’auto, sono consigliabili i parcheggi con almeno 30 vetture posteggiate. Per il plagio, il segreto è copiare un po’ alla volta, non tutto subito. Per i reati sessuali, meglio non pensarci. Per gli attentati terroristici, scegliere città molto popolose eliminando massimo tre cittadini su 100. Nei sequestri di persona, si raccomanda di rapire un solo bambino di famiglia numerosa.

UN ANNO DI GOVERNO RENZI
TRE PROMESSE MANTENUTE SU 10

Un anno fa Renzi dichiarava di non voler prendere il posto di nessuno e subito dopo silurava Letta. Il 22 febbraio formava il nuovo governo e cominciava a mettere renziani in ogni posto di potere dello Stato, yesman il cui unico valore era l’ubbidienza assoluta a un capo. Con lui l’Italia ha aumentata quella regressione che persiste da tre anni.
Cominciava lo ‘stile Renzi’, twitter, slogan, frasi da cioccolatino, nulla che non fosse vago e impreciso, discorsi più da Mulino Bianco che da statista “è il tempo del coraggio”; “la fiducia non la sta chiedendo un governo, ma l’Italia” “Cambio verso”.
Di cambiato rispetto a Monti non c’è stato nulla, sono proseguiti, anche grazie all’implacabile Padoan, l’austerity dettata dal Fm, il taglio ai diritti del lavoro e alla sovranità popolare, la riduzione dello stato sociale, l’accentramento di tutti i poteri nelle mani del capo del Governo. Hanno continuato ad aumentare i disoccupati. Nessuno dei problemi drammatici dell’Italia, dal calo di sviluppo alla corruzione, è stato affrontato, mentre si faceva a pezzi la Costituzione e Renzi cercava voti in quella che doveva essere la sua opposizione naturale, nei voti di Berlusconi.
Con Renzi abbiamo avuto un replay di Monti travestito da giullare: riduzione della capacità contrattuale dei lavoratori (Jobs Act), sgravi fiscali per le grandi imprese (quelle che vivono di esportazioni), depenalizzazione di reati, proseguimento folle delle prescrizioni. I risultati dunque sono stati gli stessi pessimi di Monti: il Pil è continuato a calare, i disoccupati sono rimasti tali, le famose riforme sono in alto mare ma se verranno fatte, peggioreranno ancora di più le condizioni di questo
Renzi aveva aperto grandi promesse col semestre europeo, ma, a parte l’inutile Mogherini, i conti sono rimasti tragicamente gli stessi. Il voto bulgaro dato dagli Italiani, anche grazie agli 80 euro, si è tradotto in un nulla di fatto. Siamo rimasti incatenati ai diktat della Merkel. Il semestre si è chiuso a risultati zero. Addirittura quando il M5S ha chiesto la sfiducia a Juncker, proclamato per 18 anni protettore dei grandi evasori europei, il Pd ha votato per mantenerlo in carica. E abbiamo dovuto anche vedere alla vigilia di Natale il tentativo di Renzi di depenalizzare l’evasione fiscale fino al 3% salvando così Berlusconi!
I 315 miliardi promessi da Juncker finiranno alle banche private come i 16.000 miliardi precedenti e queste invece di alimentare lo sviluppo, continueranno a far crescere la mole spaventosa dei derivati che sta sommergendo ormai il pianeta.
Un anno fa Renzi disse: “Dal 2008 al 2013, mentre qualcuno si divertiva, il Pil di questo Paese ha perso 9 punti percentuali. La disoccupazione giovanile è passata dal 21,3 al 41,6%. La disoccupazione è passata dal 6,7 al 12,6%. Non sono i numeri di una crisi, sono i numeri di un tracollo….” Padoan prometteva un + 0,8%, ma il Pil è sceso di un altro 0,4. I disoccupati hanno continuato ad aumentare, le aziende a fallire. Se erano i numeri di un tracollo un anno fa, oggi, grazie a Renzi, siamo in un supertracollo. Renzi si è impegnati a raggiungere il pareggio del bilancio e a ridurre il debito, ma non ha fatto né l’uno né l’altro, anzi con la delirante proposta del 3% rischia di tagliare 16 miliardi alle casse dello Stato.
Scattano intanto e famigerate “clausole di salvaguardia”: 12,8 miliardi di nuove tasse nel 2016, 19,2 miliardi l’anno dopo che diventano 21,2 miliardi dal 2018.
Il Jobs Act, intanto, ha abolito lo Statuto dei lavoratori. Aveva giurato di non toccare le garanzie dei nuovi assunti, ha fatto una macelleria sociale e ora rende precari anche quelli vecchi. Come queste norme dissennate abbiano attratto investimenti dall’estero lo sa solo lui. Doveva semplificare le regole esistenti, ma i contratti di lavoro sono sempre 40. Il non i sé visto, Disse che avrebbe un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti, ma tutto quello che ha fatto è stato abolire le tutele Ha promesso un sostegno a chi perde il posto di lavoro, ma le risorse non ce le ha messe. Doveva controllare gli infami centro di riqualificazione per il lavoro, ma non lo ha fatto.
Non parliamo poi della sua promessa di spendere un miliardo per il dissesto idrogeologico! e 7 miliardi in sette anni! Si è vantato di fondi già messi a disposizione dai governi precedenti per 700 opere cantierabili, pari al 10% dei 7mila interventi necessari per mettere in sicurezza il territorio (19 miliardi il costo complessivo). Si tratta di fondi già stanziati dai governi precedenti, che però non erano mai stati spesi.
Ma all’orizzonte di certo non c’è niente. Tra il 2013 e il 2014 i governi hanno dovuto emanare 27 volte lo “stato d’emergenza” per eccezionali eventi atmosferici in quasi tutte le regioni italiane. A dispetto della legge, però, dopo l’emergenza non sono mai arrivati i fondi per rimettere in sicurezza i territori e ripagare i danni.
Non parliamo poi della buffonata dalle Province, che sono rimaste tutte e con personale aumentato! Le Province ci son ancora ma i consiglieri e il presidente non sono più eletti dai cittadini, ma dai consiglieri comunali della zona. Sulle competenze di queste nuove province non elettive c’è il buio assoluto. E quello di cui si occupavano le province – dalle strade alle scuole ai trasporti – andrà ancora pagato, ma non si sa con quali soldi. Poi c’è il nodo dei 20.000 dipendenti, la situazione è congelata per due anni. Infine ci sono i debiti: accollarli alle città metropolitane vuol dire che gli enti voluti da Delrio nascono tecnicamente già falliti.
La cosa fondamentale da fare erano economie sul carrozzone pubblico, ma abbiamo visto che Cottarelli è stato licenziato con un niente di fatto. E il Governo si è sempre rifiutato di divulgare i dossier preparati da Cottarelli sugli sprechi nella Pubblica amministrazione. Dei 32 miliardi di possibili risparmi previsti dal commissario non si saprà più nulla. Renzi passa ai tagli lineari. Ordina agli enti locali devono trovare 6,2 miliardi di euro. Il che si tradurrà un altri aumenti di tasse.
Vi ricordate i 70 miliardi che lo Stato deve alla aziende? Ne ha pagati la metà.
E ci fa veramente sogghignare il Renzi che diceva: “repressione durissima”, poi s’è inventato la sanatoria per chi froda il Fisco. Renzi il 23 febbraio 2014 voleva la repressione durissima per chi commetteva reati fiscali e anche solo per chi non aveva semplicemente dichiarato il giusto all’Agenzia delle Entrate. Il 24 dicembre, invece, ha firmato un decreto attuativo della delega fiscale con un articolo – il 19 bis – infilato d’imperio nonostante la contrarietà del Tesoro che realizzava una sorta di sanatoria per i reati di evasione e persino di frode fiscale realizzati al di sotto della soglia del 3% del fatturato o del reddito imponibile. È stato chiamato “Salva-Silvio” – nel senso che avrebbe cancellato a posteriori la condanna per frode di Berlusconi, ma piace assai alle banche e soprattutto ai vertici del colosso farmaceutico Menarini, la famiglia Aleotti, fiorentini con ottimi rapporti con Renzi, sotto processo per un colossale danno al Servizio sanitario nazionale e relativa frode fiscale. Pure nella legge sul rientro dei capitali all’estero, benedetto dal governo, c’è una sorta di mezzo condono per chi ha accumulato fondi neri (anche in Italia, alla faccia del “rientro”!). E non solo il falso in bilancio è stato riproposto nell’inutile formula berlusconiana per compiacere Confindustria, ma anche il nuovo reato di auto-riciclaggio è pensato per rimanere sostanzialmente inapplicato. Insomma, la lotta all’evasione nel programma di Renzi non c’è.
Renzi aveva detto anche che avrebbe rottamato i boiardi, ma, a parte che Matteraella stesso riporta in auge la DC, abbiamo poi il cerchio magico di finanzieri e imprenditori amici di Renzi. Poi ci sono tutti. E guai ai giornalisti che denunciano la corruzione! Nei cda delle partecipate entrano amici e finanziatori del premier (Fabrizio Landi, Alberto Bianchi, ecc.) e a Palazzo Chigi nasce una specie di governo ombra. Molto più fidato di quello ufficiale, con l’ex manager Andrea Guerra, economisti come Roberto Perotti e Marco Simoni o Carlotta de Franceschi, bocconiana che viene dal mondo delle banche d’affari. Resta poco chiaro il ruolo di Marco Carrai, amico del premier senza cariche ufficiali ma che, secondo racconti sempre più frequenti in questi mesi, ha un notevole potere di influenza sulle aziende nell’orbita governativa.
Sugli 80 euro si è giocato le europee. Il bonus sarà nella busta paga di chi ha un reddito da lavoro tra otto e 24 mila euro l’anno (l’effetto, in realtà, si sente fino a 26 mila) ma gli effetti sui consumi non si sono visto. Gli effetti sono stati solo elettorali.
Aveva promesso di estendere il bonus fiscale a pensionati e partite Iva con reddito fino a 24 mila euro e pure agli incapienti ma i soldi non c’erano. Intanto però ha mantenuto per il quinto anno consecutivo il blocco degli stipendi del pubblico impiego (lo scippo per il solo 2015 vale due miliardi e mezzo): per gli statali gli 80 euro sono stati un gioco a somma zero. Per gli altri ci sarà la riduzione di alcuni servizi e aumenti delle tasse locali.

LO SCANDALO DEI CAPITALI RIMPIATTATI NELLA Hsbc

Già al lavoro i loro legali. Briatore: tutto regolare. Valentino Rossi e lo stilista Valentino trovano un accordo.
QUANTI evasori hanno nascosto i loro capitali nei forzieri svizzeri della Hsbc? Da quando i magistrati francesi hanno trasmesso la lista Falciani alle autorità di altri paesi europei si è scatenata la caccia. Ma gli accertamenti sugli oltre settemila cittadini italiani, hanno incontrato numerose opposizioni legali sull’origine dei documenti. Il consorzio Icij ha ricostruito la posizione di tre correntisti illustri: lo stilista Valentino, il finanziere Flavio Briatore e l’asso della moto Valentino Rossi. Che non risultano avere pendenze con l’Erario. Il deposito più consistente è quello di Valentino: nel 2006/7 disponeva di ben 108,3 milioni di dollari, nascosti nel conto numerato “3326 CR”..
Valentino ha detto di essere residente a Londra dal 1998 anno in cui vende le sue società alla Hdp di Maurizio Romiti. Gli ispettori fiscali invece sulla base delle indagini hanno ribattuto che si trovava a Roma. Ne è nata una trattativa, poi risolta con un atto di pacificazione: Valentino ha versato una somma, nell’ordine di qualche milione di euro, per il periodo 2000-2004. E così ha chiuso ogni vertenza.
Anche Valentino Rossi ha avuto i suoi guai con l’erario. I sospetti sulla sua residenza londinese hanno provocato un procedimento per evasione, aperto nel 2008 e chiuso da un accordo. Alla Hsbc nel 2003 il “Dottore” ha accantonato 23,9 milioni di dollari nel conto numerato “Kikiki 62”. Ma l’avvocato Claudio Sanchioni ha precisato che, sborsando 30 milioni di euro, il suo assistito ha definito ogni controversia su conti esteri.
Per la Hsbc Flavio Briatore, da anni residente all’estero, è un cliente dominato da un grande attivismo. A lui fanno capo nove conti ed è “beneficial owner” di sei di questi con 73 milioni di dollari: Benton Investments Inc., Pinehurst Properties, “27361” (liquidato nel 2005), Adderley Trading Ltd (chiuso nel 2004), Formula FB Business Ltd e GP2 Ltd. Il suo avvocato Pilippe Ouakra spiega che: «Il signor Briatore è in grado di confermare che lui e alcune compagnie del suo gruppo — alcune di queste erano operative dalla Svizzera — hanno avuto conti bancari in Svizzera, in un modo perfettamente legale, in conformità con qualunque legge fiscale applicabile».

USCIRE DALL’EURO
Viviana Vivarelli

Grillo non vuole uscire dall’Europa ma vorrebbe cambiare le regole dell’euro, visto che queste portano alla rovina i Paesi del Mediterraneo. A tal fine auspica l’unione di questi Paesi così che siano più forti nel chiedere alla Bce condizioni migliori, ma questa speranza è annullata da Renzi che non ha nessuna intenzione di disubbidire alla Merkel e anche nel semestre europeo non ha detto parola per cambiare lo stato di cose. Contro le regole assassine dell’euro sono naturalmente anche Podemos e Tsipras, ma con meno mordente di quanto faccia il M5S, il quale sta raccogliendo firme nella speranza di fare un referendum (uno per l’ingresso nell’euro è già avvenuto contravvenendo alla regole costituzionali, dunque potrebbe essercene un altro) per attivare una discussione pubblica tra gli Italiani e portare in primo piano la discussione sulla nostra convenienza a continuare così. Ovviamente né il governo né i media hanno interesse a fare una analisi dello status quo per cui le aspirazioni di Grillo resteranno, io temo, deluse. I partiti hanno fatto del terrorismo sull’uscita dall’euro mentre continuano a scorrere le solite notizie fasulle su presunte riprese che poi non si realizzano mai.
La verità è che, restando nell’euro, possiamo solo peggiorare e la crisi italiana è già tragica così. Sappiamo, perché lo dice la storia, che il debito di un Paese non può superare il 90% del PIL, perché in tal caso, per poter pagare gli interessi, dovrebbe crescere al 5 o 6%: il debito greco è al 170%. E quello italiano al 134%. Inutile sperare in una crescita in queste condizioni seguendo Renzi secondo gli ordini del Fm, cancellando i diritti dei lavoro, abbassando i salari, tagliando lo stato sociale e licenziando migliaia di dipendenti pubblici. Lo ha fatto la Grecia più dell’Italia e ha solo aumentato la sua miseria. Che le ricette del Fm siano assassine lo dimostra già l’Argentina e la Grecia e noi siano su quella strada, con quel Padoan che ha già prodotto i fallimenti di Argentina e Grecia. Il fatto che il Pd con Bersani abbia messo in Costituzione il pareggio di bilancio è stata una resa totale al grande capitale che ci vieta, di fatto, qualunque investimento, persino quelli per sopperire a una alluvione.
Come il Ps si sia messo mani e piedi legati nelle mani di questi strozzini è una cosa tragica e folle che Renzi sta portando avanti con un cinismo spietato. La ricetta usata non farà che aumentare la crisi, distruggendo questo Paese oltre ogni possibilità di ripresa. Da quando è iniziata la crisi,il debito pubblico non ha fatto che aumentare (e con 90 miliardi l’anno di interessi si fa presto), la disoccupazione non ha fatto che aumentare e le condizioni del Paese reale non hanno fatto che peggiorare.
Gli anni della crisi e le ricette del Fm, della Bce e della Merkel hanno distrutto i paesi mediterranei fino a un punti di non ritorno. Ora è innegabile che il debito non sarà mai pagato. La Merlek vuole prolungare questa situazione vampirica succhiando ai paesi deboli fino all’ultima goccia di sangue. I governi finora sono stati al gioco per prolungare al massimo la loro posizione vampirica di predatori corrotti e inetti. Tsipras ha cominciato a muoversi con cautela. Di Iglesias non sappiamo. Dei tre Grillo è il più chiaro e dice chiaramente quello che gli altri due non hanno il coraggio di dire e cioè che il debito non sarà mai pagato. Tsipras al momento si limita a chiedere una dilazione di sei mesi, ma sanno tutti che è un palliativo che non risolverà nulla. C’è una sola soluzione: cambiare radicalmente lo status quo dell’Unione. Fare finalmente quella banca ‘dei Paesi’ che compera direttamente i titoli di Stato dai Paesi e non dalle banche private per arricchirle con i loro tassi da usura, fare una Bce analoga alla Fed o alla Banca d’Inghilterra o del Giappone, a servizio dei popoli e del loro investimento che presti ai popoli e non alle banche private allo 0,15% e non ai vari Paesi al 5 o o al 6. Abbattere quei 90 miliardi l’anno che ci ammazzano e uscire dagli ordini di quel Fondo monetario che altri non è che il braccio esecutivo degli interessi di 200 magnati che dominano l’Occidente. Per fare questo passo verso una vera Europa e una vera banca europea occorre la volontà politica. Quello di Iglesias o Tsipras è cauta, quella di Renzi va contro di noi, quello di Grillo è insufficiente.
Ma qualcosa si è mosso. E il sassolino può diventare valanga. Noi lo speriamo.

TSIPRAS E LO SLITTAMENTO DEL DEBITO
Beppe Grillo

Quando Tsipras ha vinto, sono saltati in molti sul carro del vincitore: da Sel alla Lega, da Rifondazione alle minoranze Pd, dalla Fiom a Fratelli d’Italia. Però quello che ha sempre detto il M5S su debito ed Euro è obiettivamente più vicino a Syriza di quanto non lo siano Sel e Rifondazione.
Occorre che i gruppi del Parlamento europeo ostili a questa unione monetaria soffocatrice concordino una mozione del Parlamento favorevole ad una conferenza europea per la ristrutturazione del debito e non mi scandalizza affatto se accanto al Gue (sperando che anche la Linke ne abbia il coraggio) ci siano M5S ed Ukip e nemmeno che ci siano Lega e Front National. Sento già le urla inorridite degli ultra-antifascisti: non che ci si debba sposare, solo che oggi c’è una urgenza che prevale su tutto ed è quella del debito, poi torneremo a dividerci su tutto. Peraltro sarebbe interessante vedere come voterebbero i deputati “socialisti” di Grecia, Spagna, Portogallo, Francia ed il Pd italiano. O magari i Verdi, sempre così pronti alle battaglie etiche…
Sommandoli ai voti degli “euroscettici” e del Gue, si farebbe maggioranza. Oppure dovrebbero spiegare ai propri elettori perché si oppongono alla ristrutturazione del debito anche del proprio paese: e magari qualche prezzo lo pagherebbero. Magari si potrebbe pensare anche ad un referendum sulla proposta da tenere contemporaneamente in tutti i paesi europei.
Ed opportuna sarebbe anche una conferenza delle forze che in Europa si battono per la ristrutturazione del debito, magari indetta insieme da Syriza, M5S, Podemos ed alla quale invitare tutti, con la sola eccezione dei nazisti di Alba dorata o di Jobbik, che sporcherebbero inutilmente l’iniziativa.
Ed è necessario anche chiamare la gente in piazza a sostegno della Grecia, che ne pensano Sel, Fiom, Cgil, le minoranze Pd? O anche la Lega? Ciascuno a suo modo e con i propri appuntamenti, ma occorre muoversi ed ora.

CORTE DEI CONTI-INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO

Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra. L’illegalità ha effetti devastanti sull’attività di impresa e quindi sulla crescita. Il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. Non possiamo permettere che questo accada” dal discorso del presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri oggi durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
L’illegalità ha effetti devastanti sull’attività d’impresa e sulla crescita. Eh sì, perché si parla tanto di crescita ma se poi fai lavorare solo le aziende (palesi o mascherate da coop) che ti passano le mazzette, che spesso non hanno neanche le capacità di effettuare a regola d’arte i servizi per le quali vengono pagate, allora penalizzi chi fa impresa onestamente e paga tutte le tasse nonostante una pressione fiscale abnorme. Queste imprese sane e virtuose falliscono e quindi cala il gettito fiscale, perché lavoreranno solo quelle degli amichetti della politica bipartisan (Mafia Capitale docet) che spesso le tasse mancano le pagano, essendosi abilmente camuffate da cooperative e godendo dei relativi vantaggi fiscali. Ed altre non ne apriranno perché è follia di questi tempi entrare in un mercato drogato sapendo di non poter competere e quindi fatturare e quindi assumere. E l’Italia così è affondata. Capito perché la corruzione è LA MADRE DI TUTTI I MALI del nostro paese? Capito perché ai partiti NON interessa COMBATTERLA?
“.

Premio Nobel per l’economia PAUL KRUGMAN

A differenza di una semplice famiglia, quando lo Stato riduce le proprie spese è un fiume che si secca, e molti consumatori, e imprese, a catena, sono costretti a fare la stessa cosa. Si avvia un ciclo recessivo che tende ad espandersi fino a contagiare tutti e a diventare depressione per tutto il paese.
Gli Stati devono stare bene attenti a come azionano la leva dell’austerity, poiché non è vero che basta ridurre le spese per ridurre il debito. Fatta malamente, questa manovra, riduce solo l’economia e spinge l’intero paese prima in severa recessione e poi in disastrosa depressione che può durare decenni.
E’ ciò che disgraziatamente sta accadendo un po’ in tutto il mondo.
Solo negli Stati Uniti è in atto un piccolo inizio di ripresa, ma il debito non è diminuito per niente, anzi, continua ad aumentare. Gli interventi di politica monetaria praticati negli ultimi 5 anni dalla Fed sono stati massicci, mentre la Bce ha cominciando solo recentissimamente ad avviare qualcosa di concreto con un QEE.
Ma lo stimolo potrebbe essere troppo piccolo, o arrivato tardi.
I danni che si sono creati, specialmente in Europa, con la folle politica di austerity, che in soli 3 anni ha generato in tutto il continente disastri che, sul piano economico, sono pari a quelli prodotti da una grande guerra persa.
Ci vuole un robusto Keynes. Il monetarismo non serve a niente.
Non è sulle proposte velleitarie di Tsipras che bisogna puntare il dito, ma sulla totale insipienza di chi ci ha governato in Italia e in Europa. E’ stato un intero tot di errori madornali a creare questa disastrosa situazione, non il debito.
Si è cominciato nel 2009, lasciando salire il cambio del dollaro fino a circa una volta e mezzo contro l’Euro. Un differenziale pesantissimo! Perché così tanto e così a lungo non si è fatto nulla per moderare la distanza? E sui tassi? Gli Usa hanno subito portato in pochi mesi il tasso di rifinanziamento alle banche pari allo zero. L’Europa non solo non lo ha fatto, ma ha addirittura aumentato il tasso due volte nel 2011 scatenando una crisi gravissima in tutta Europa. E quando finalmente hanno messo la retromarcia, invece di andare a competere con gli Usa, hanno mantenuto una distanza di oltre un punto percentuale fino a due mesi fa.
Cosa sono questi? Errori? Ignoranza?
Qualcuno (compresa l’Italia) ha esagerato con l’accumulo del debito, ma la parte in eccesso (rispetto alla Germania per es) non è andata in spese sociali, ma a lubrificare la corruzione dei politici e l’evasione fiscale. Comunque non è stato il debito a causare la crisi, ma quelle incredibili “stravaganze e disattenzioni” fatte dai nostri politici e governanti a metterci la corda al collo.
E le riforme che vuole fare Renzi? (e fino a l’altro ieri anche B!) Come mai vanno proprio nella direzione “gradita” dai riformisti del capitalismo internazionale americano?
Perché si sta facendo questo inconcepibile regalo al capitalismo Usa?
C’è una sola risposta logica: la crisi era necessaria a smantellare le migliori condizioni sociali create in Europa dal dopoguerra fino al 2010.
La nostra tutela e trattamento retributivo dei lavoratori, la nostra sanità, il nostro sistema pensionistico, ecc., la gran parte degli americani se li potranno sognare ancora per un bel pezzo, e probabilmente non li avranno comunque mai! Ma purtroppo, di questo passo, tra non molto anche l’Europa non li avrà più.

RODOTA’
”La sinistra italiana ha alle spalle due fallimenti: la lista Arcobaleno e Rivoluzione Civile di Ingroia. Due esperienze inopportune nate per mettere insieme i cespugli esistenti ed offrire una scialuppa a frammenti e a gruppi perdenti della sinistra. Chi pensa di ricostruire un soggetto di sinistra o socialmente insediato guardando a Sel, Rifondazione, Alba e minoranza Pd sbaglia. Lo dico senza iattanza, ma hanno perduto una capacità interpretativa e rappresentativa della società. Nulla di nuovo può nascere portandosi dietro queste zavorre. Rifondazione è un residuo di una storia, Sel ha avuto mille vicissitudini, la Lista Tsipras mi pare si sia dilaniata subito dopo il voto alle Europee. Ripeto: cercare di creare una nuova soggettività assemblando quel che c’è nel mondo propriamente politico secondo me è una via perdente. Bisogna partire da quel che definisco “coalizione sociale”. Mettere insieme le forze maggiormente vivaci ed attive: Fiom, Libera, Emergency – che ha creato ambulatori dal basso – movimenti per i beni comuni, reti civiche e associazionismo diffuso.”

Berluscameno
Più che “socialismo europeo ” sarebbe più corretto chiamarlo “operazione dei quaranta ladroni”. “Corruzione a go-go” . Dal Mose a Expo, l’opacità continua.
“Sono 340 le amministrazioni che non ottemperano gli obblighi di legge sulla pubblicazione di incarichi, contratti, consulenze, stipendi.
Nella lista nera dell’Anac spuntano le società pubbliche al centro degli scandali.
E poi Comuni, ospedali, aziende sanitarie. Pronta la raffica di diffide e sanzioni
L’anticorruzione bussa alla porta, nessuno risponde.
Non casca il mondo se lo fa il comune di Pachino, 22mila abitanti in provincia di Siracusa, che tutti conoscono per il pomodorino ma dove nessuno conosce retribuzione e rimborsi del sindaco e del suo vice, dei tre assessori che compongono la giunta e dei 20 consiglieri. Ma è clamoroso se nella lista nera dell’Anac spuntano enti al centro delle più pesanti vicende giudiziarie degli ultimi anni, dal Mose di Venezia all’ Expo di Milano. Nell’elenco c’è anche il più costoso ospedale d’Italia, comuni commissariati, discariche ed Enti di bonifica già nel mirino della finanza.
La questione, allora, si fa delicata e rinfocola un sospetto pesante: che tutto l’armamentario di leggi, di misure preventive e repressive in definitiva non riesca a imporre davvero la” cultura della legalità e della trasparenza” a chi inquina l’economia.
Non a caso, per tutti gli enti citati, sono scattate diffide a raffica.
A dare il polso della situazione è l’ultima ricognizione dell’ Anac sull’ attività di vigilanza in materia di trasparenza, aggiornata il 19 gennaio scorso.
Si tratta dei risultati di una complessa attività di controllo che rientra nelle competenze dell’autorità anticorruzione pensata non per a soddisfare la curiosità morbosa degli ispettori guidati da Cantone ma per dar corso alle segnalazioni di comuni cittadini che si sono imbattuti nei “buchi neri” delle informazioni che le amministrazioni pubbliche son tenute a pubblicare in forza di legge, precisamente la numero 33 del 2013:
“compensi, incarichi, performance, presenze, bandi, contratti e quant’ altro.
In poche parole, la tanto invocata “trasparenza” come antidoto alla corruzione e all’ illecito nelle articolazioni dello Stato”.
Il risultato di questa attività, ad oggi, è un elenco di 340 inadempienze frutto di altrettante segnalazioni a istanza di parte che sono giunte dal 1 gennaio al 31 dicembre 2014 attraverso la piattaforma “www.campagnatrasparenza.it”.
Una per una sono state poi approfondite dall’ anticorruzione e il risultato dell’attività istruttoria, a quasi due anni dalla legge, è il seguente:
“solo 18 segnalazioni sono risultate infondate e quindi archiviate, 215 enti sono invece risultati effettivamente inadempienti agli obblighi e a loro è stato chiesto di adeguarsi entro una scadenza prestabilita, rimuovendo le inosservanze accertate”.
Quanti l’hanno fatto?
A una seconda verifica, dettagliata nell’ aggiornamento, risulta che all’ appuntamento si sono presentate in regola 104 amministrazioni, ovvero il 64%.
Ma altre 40 si sono adeguate alle richieste solo “parzialmente” (25%) e 18 (11%) non si sono adeguate affatto, facendo spallucce ai richiami dell’ Anac.
E per entrambe le categorie sono scattate le diffide che preludono, in caso di ulteriore inadempienza e in applicazione della circolare n.2/2013 della Funzione Pubblica – a sanzioni disciplinari e amministrative (da 500 e a 10 mila euro?) a carico dei dirigenti e degli organi di indirizzo politico, nonché “la possibilità ( e non il dovere )di invalidare l’efficacia degli atti oggetto di contestazione”.
Al momento, ma potrebbe essere questione di “pochi mesi”, non risultano emesse sanzioni.
Dall’ elenco spuntano vere e proprie chicche – se così si può dire – come la mancata pubblicazione di una graduatoria a seguito di concorso da parte del ministero della Giustizia.

Berluscameno
A Napoli si guardi il Cardarelli, il più grande ospedale, spende più di tutti gli altri:
17.583 euro per posto letto contro una media nazionale di 7.597 .
L’Asl 5 di Reggio Calabria non riporta da nessuna parte l’”elenco dei consulenti e dei collaboratori”. “Il dato non è pubblicato”, pazienza se li paghiamo noi.
Su altre sei aziende sanitarie sono in corso verifiche.
Venendo ai Comuni sono 176 quelli sotto osservazione.
Seguono decine e decine di Comuni che non pubblicano l’elenco dei beni, bandi di gara, incarichi di vertice, informazioni su organi di indirizzo politico, consulenze e quant’ altro.
Il Comune di Salerno, solo dopo espresso richiamo, ha reso consultabili gli elenchi dei beneficiari di sovvenzioni, contributi e sussidi.
Ancora una volta solo “parzialmente”.
L’autorità portuale di Venezia è stazione appaltante e snodo politico-amministrativo della vicenda “Mose” e della mai risolta questione “Grandi Navi”.
Mazzette, appalti pilotati, conflitti di interesse hanno portato l’anno scorso a 35 arresti e un centinaio di indagati.
Stupisce apprendere ora che i “curricula” dei dirigenti dell’ente che dovrebbero essere pubblici e pubblicati, lo siano ancora oggi in forma largamente incompleta.
L’Anac ha chiesto di avere e pubblicare i dettagli, non sono arrivati.
Nell’ ambito dei rifiuti primeggia il “Consorzio di Bonifica integrale di Sarno”, quello che giusto tre mesi fa la Corte dei Conti ha chiamato a rispondere di “mala gestione” per aver cagionato nel corso degli anni dal 2009 al 2013 un danno erariale da 9 milioni di euro: mancato versamento delle ritenute d’acconto e dei contributi ai dipendenti, versamento di emolumenti “privi di controprestazioni lavorative”, la corresponsione di “inutili e onerosi compensi a consulenti esterni”. Tutta roba che hanno dovuto rilevare i militari della Guardia di Finanzia di Nocera Inferiore al termine di articolate indagini.
Se tali informazioni fossero state disponibili per tempo, forse, le grane sarebbero emerse prima che il danno arrivasse a tanti zeri. Ma la sezione “Amministrazione Trasparente”, che dovrebbe riportare gare, contratti, incarichi etc. a fine gennaio risultava ancora “priva di ogni contenuto”.
Altre sorprese riserva l’”Azienda lombarda di edilizia regionale”, quella che a Milano “ha in pancia 100 mila case popolari” e che a più riprese ha alimentato negli anni polemiche e inchieste per gli “affitti a canoni stracciati” a beneficio dei soliti noti.
La segnalazione che arriva all’ Anac riguarda proprio l’omessa “indicazione identificativa degli immobili posseduti”, dei canoni di locazione versati e percepiti.
In poche parole il cuore stesso delle vicende che tanto spazio hanno preso sulle pagine di politica e cronaca giudiziaria. Il dato, si legge, “non è pubblicato”.
Scatta il richiamo, segue adeguamento, ma sempre “parziale”: vengono indicati immobili e canoni, non i beneficiari.
E le premesse delle affittopoli passate e future, nonostante gli sforzi, restano.
E’ stato infine necessario il richiamo dell’ Anac perché la società Expo 2015, “circondata da scandali e tentativi (a volte riusciti)di infiltrazione da parte di imprese criminali”, indicasse un proprio funzionario responsabile della trasparenza.
” Meglio tardi che mai, visto che mancano tre mesi all’inaugurazione. “
E che tutti gli obblighi di legge fossero assolti al taglio del nastro sarebbe “veri bello”.

Stefano
In Grecia oltre il 44% della popolazione (11 milioni di abitanti) è considerato povero. Non stupisce quindi che il nuovo governo, dopo anni di politiche di tagli e rigore, imposte dalle Istituzioni internazionali per “aiutare” il Paese, stia cercando – inutilmente – di sensibilizzare queste stesse Istituzioni ed i “partner” della UE sul fatto che la popolazione è allo stremo e che le politiche indicate come risolutive non solo non hanno dato i risultati sperati, ma anzi, sembrano aver peggiorato la situazione.
In Italia (dati dell’ISTAT) abbiamo quasi 10 milioni di persone intorno alla soglia di povertà e 4.700.000 in condizione di “povertà assoluta” ..(.. guarda caso è proprio lo stesso numero dei poveri che ci sono in Grecia: 44% di 11.000.000).
Da noi un governo “lungimirante” (nel silenzio, se non nella complice reticenza della maggior parte dei media) si sta concentrando sulle misure “urgenti” per riformare lo Stato (legge elettorale, riforma Istituzionale, …) che entreranno in vigore non prima della metà del 2016 (ed anzi, il Presidente del Consiglio Renzi afferma che la riforma elettorale non si applicherà prima del 2018).
Come fare a non rilevare, in queste scelte politiche, un chiaro sintomo della scarsa sensibilità dei nostri politici per il concetto di “priorità ed urgenza” e per il bene degli Italiani e soprattutto di quelli più colpiti da questa crisi ?!?
Un inciso: in Grecia esiste un Parlamento monocamerale di 300 seggi e già dal 2007 è stata realizzata una riforma elettorale che ha confermato la soglia minima del 3% perché un partito avesse una rappresentanza parlamentare ed ha concesso un premio di maggioranza pari a 50 seggi (il 16,7 % dei seggi totali) alla lista che ottiene il maggior numero di voti…..
L’efficacia di questa riforma per il bene dei cittadini greci è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti (… ma in Italia sarà sicuramente diverso …).

GIORGIA MELONI
Mi spiace che sia Giorgia Meloni a dire queste cose, ma sarei abbastanza d’accordo, a parte il fatto che fino a ieri votava tutte le leggi ad personam di Berlusconi e che sarei abbastanza stufa di tutto questi che fanno i Soloni solo quando non hanno la maggioranza: “Considero quanto accaduto molto vecchio, nel metodo e nel merito, una grande sconfitta di Renzi, poteva davvero cambiare le regole, la grande novità che ci ha dato è che gli Italiani non possono più scegliere i senatori di un Senato che rimane e quando abbiamo proposto un Presidente della repubblica eletto dal popolo, la stragrande maggioranza degli Italiani ha votato contro. Mi chiedo quanti Italiani avrebbero votato Mattarella, se fosse dipeso da loro. Anche il risultato è vecchio, perché io penso che in tutta Europa si svolga una battaglia che ha da una parte gli interessi di pochi (le oligarchie di potere, interessi organizzati) e dall’altra i diritti dei molti (da Tsipras a Le Pen a Podemos) per riacquistare la loro sovranità. In tutta Europa vincono i partiti che si presentano come nuovi non solo con il voto a Grillo ma anche col voto a Renzi, ma Renzi si è presentato come il grande rottamatore per essere il grande restauratore, in perfetta continuità con quello che abbiamo visto negli ultimi anni, con scelte a difesa degli interessi della grande finanza, delle burocrazia e tecnocrazie europee, dei grandi gruppi organizzati e di una idea della politica vecchia e fallimentare che ci ha consegnato uno dei debiti pubblici più alti del mondo e che ha consegnato alla schiavitù intere generazioni.
Veniamo al 3%, siccome la Costituzione dice che ognuno deve concorrere con lealtà alle spese della comunità nazionale, devo ricordare che il Mattarella giudice costituzionale non disse nulla quando la Consulta bocciò un tetto allo stipendio dei giudici della Consulta, dicendo che non si potevano toccare i diritti acquisiti, mentre quando è stata bloccata l’indicizzazione delle pensioni non disse che anche qui si toccavano diritti acquisiti. Insomma ciò che per gli alti stipendi vale non vale per le piccole pensioni. Ma non si dovrebbe essere tutti uguali davanti alla legge? Quando si doveva moderare con un ‘prelievo di solidarietà’ la vergogna costituita da pensioni che arrivano a 90.000 euro al mese, non si poteva perché era incostituzionale toccare le pensioni d’oro ma lo era più bloccare le pensioni da 1400 euro. E non è nemmeno normale che a giudicare sulle pensioni d’oro fossero pensionati d’oro. Se tutti dobbiamo concorrere in modo leale alle spese nazionali, i primi a farlo dovrebbero essere quelli che prendono 90.000 euro al mese con pensioni per cui non hanno versato nemmeno i contributi, quando poi ci sono centinaia di migliaia di persone che lavoreranno tutta la vita senza prendere mai una pensione decente. La sentenza della corte dice che non si può intervenire sulle pensioni d’oro perché sarebbe come intervenire sui redditi, ma come mai la Corte non ha detto la stessa cosa quando la legge Fornero è intervenuta sull’indicizzazione delle pensioni da 1400 euro? E’ lo stesso identico meccanismo solo che nel 1° caso toccava i potenti e nel 2° la povera gente.

QUELL’AFFARACCIO DEL 3%

La prima norma che Mattarella dovrà affrontare sarà quella per cui Renzi vorrebbe non considerare evasione fiscale non aver pagato il 3% dell’imponibile, che il 20 febbraio va al consiglio dei ministri.
Renzi, dopo un po’, confessò di averla infilato lui nel decreto prima di Natale, poi tutti i piddini dissero sdegnosamente che sarebbe stata tolta, la Boschi invece ne andò fiera e ne parlò come cosa fatta. Se la legge passasse, Silvio tornerebbe ad essere puro come un giglio e riacquisterebbe l’agibilità politica, annullando la decadenza dal senato prevista dalla legge Severino. Ma la Boschi ha la faccia di insistere che la norma ‘è fatta per il bene di tutti’.
Certo, a Padoan questo pastrocchio non piace e vorrebbe eliminarlo perché è inaccettabile anche da un punto di vista europeo che si depenalizzi la frode fiscale. E’ un decreto delegato, cioè un atto del governo, per cui la firma è dovuta, ma Mattarella dovrebbe bloccarla prima che arrivi alla sua firma. Sarebbe proprio in grave imbarazzo a firmare una porcheria simile.
Infatti è chiaro che se si tratta di considerare un errore contabile su un piccolo imponibile è un conto, ma se si tratta di fare il 3% per es. di Eni o di Banca Intesa o di Unicredit il conto sale. In base a questa norma, per es. Eni potrebbe tranquillamente evadere 419 milioni. I grande evasori non solo vedrebbero vanificarsi tutti i loro processi, ma potrebbero oscurare cifre da capogiro, buone per pagare mazzette e alimentare altra corruzione. E questo quando le casse dello Stato sono vuote, non si fa che aumentare le tasse dirette ai cittadini e quelle indirette e dopo che siamo già il Paese col livello di corruzione e di evasione più alti d’Europa, che in 30 anni ha visto raddoppiare la percentuale di evasione sul Pil dal 7% al 17, quadruplicando le somme evase da 54 miliardi a 180.
La Boschi, mentendo spudoratamente, ha avuto la faccia di dire che in Francia si può evadere fino al 10%, peccato che invece in Francia il 10% valga solo per cifre piccolissime e che sopra i 153 euro chiunque sia punibile. Travaglio a Servizio Pubblico ha fatto i conti di quanto costerebbe allo stato questa leggina furba di Renzi:
ENI potrebbe evadere 419 milioni l’anno, Allianz 290, Siemens 226, Enel 216, Axa 187, Unicredit 130, Intesa 105, Generali 72, Snam 48, Poste 46, Unipol 42, Luxottica 28, Mediolanum 16, Telecom 16. In totale si è calcolato che la perdita per lo Stato sarebbe di 16 miliardi. E chi ce li rimette? I cittadini più poveri? Oppure si taglia del tutto lo stato sociale?? Ma quanto ci costano i due compari?
Qualcuno dica alla Boschi che in Francia per le grosse evasioni sono previsti fino a 7 anni di carcere e sanzioni fino a 2 milioni di euro, altro che Italia dove è quasi impossibile vedere un evasore in carcere!
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In Germania in carcere per evasione fiscale o reato economico simile ci sono 9 mila detenuti. Sono di più di quelli puniti per aggressione o rapina. Da noi è il contrario. Solo 4 su mille carcerati ha commesso crimini quali l’evasione fiscale o altri tipi di reato economico o finanziario. Siamo più bassi di tutta la media europea che è 4 su 100. Da noi si dava il carcere solo per fatture false, ma anche qui Renzi ha sanato le false fatture fino a 1000 euro. E da noi i collettivi bianchi che delinquono restano tutti impuniti. Puniscono più di noi, 6 volte di più gli olandesi, dieci volte di più gli svedesi e gli inglesi, 11 i finlandesi, 15 gli spagnoli, 22 i turchi, 55 i tedeschi”. Come disse Frattini: “Tutti urlano contro gli scippi, nessuno per il falso in bilancio”.
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In un solo giorno Renzi ha mandato a B tre segnali di vendetta:
-ha detto che avrebbe restaurato il falso in bilancio
-non ha mandato segnali positivi sulla Salva-Silvio (o legge per cu si può evadere impunemente il 3% dell’imponibile), cioè ha fatto capire a B che è lui che comanda
– e ha tassato Mediaset e Rai per 50 milioni.
Forse poi non lo farà, ma sono state tre coltellate molto chiare, come a dire a B: “Guarda che sono io il più forte e tu dipendi da me”.
E’ Verdini il vero garante del patto del Nazareno ma parte di FI si ribella a Verdini e lo dimostra creando un gruppo contro B che ha contravvenuto all’ordine di votare scheda bianca e ha votato per Mattarella, cioè è passato dalla parte di Renzi. Insomma Fi scricchiola. Verdini è l’uomo della famosa compravendita che fece cadere Prodi ma in FI il suo strapotere è visto con occhio sempre più infastidito, mentre bolle la maretta nei vecchi come Urbani e Brunetta che criticano le scelte di B e nei giovani come Fitto che ha già riunito 36 ribelli interni.

Franco Rinaldin
Il giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano Dott.ssa Beatrice Crosti ha ridotto la pena a Berlusconi per buona condotta mentre lo stesso pregiudicato Berlusconi ha tuttora in corso un processo a Bari con escort per falsa testimonianza, un altro a Napoli per corruzione di parlamentari ed è in attesa del giudizio in Cassazione per sfruttamento della prostituzione minorile e per reato di concussione nel processo Ruby e pure i suoi avvocati Ghedini e Longo sono sotto processo a Milano per falsa testimonianza!!!
Mi pare proprio un quadro giudiziario molto esaltante e su tutto ciò il suddetto pregiudicato Berlusconi ha ottenuto uno sconto di pena!!! A quando la liberazione dei pregiudicati e la detenzione in carcere della gente per bene???
Noto con molto dispiacere che via via parte dei giudici giudicanti stanno perdendo il senso della realtà e della misura e questo è molto grave ed è soprattutto INCOMPRENSIBILE!!!
Da questo punto di vista mi pare che andiamo sempre peggio ma certamente non può finire così!!!
.
Berluscameno
L’UE rende SEGRETA o QUASI una informazione che riguarda tutti i paesi Ue
La FRANCIA ha ottenuto la LICENZA di STAMPARSI DENARO in modo ILLIMITATO!
L’eurocrazia ha concesso alla Francia (e Spagna e Portogallo) 2 anni di proroga per il rientro dal deficit entro il 3% del Pil, e ha negato lo stesso sollievo all’Italia.
Enrico Letta va da Angela Merkel a Berlino ad implorare il favore (il ministro Schauble aveva detto no ancor pochi giorni fa). Ma Berlino ha fatto a Parigi un favore più grande, alla chetichella:
in pratica, ha permesso alla sua Banca Centrale di stampare euro. Lo scriveva l’8 aprile 2014 scorso addirittura Paul Krugman sul suo blog presso New York Times, con un titolo più che ironico:
“La Francia ha di nuovo la sua divisa”. Nonostante il silenzio dei soggetti coinvolti, la notizia non è sfuggita agli osservatori internazionali. Il premio Nobel Paul Krugman ha commentato così sul New York Times: “La Bce non vuole, non può, lasciare la Francia a corto di denaro, senza la Francia non vi è più alcun Euro zona. Così, per la Francia la Bce è inequivocabilmente disposta a giocare da buon” prestatore di ultima istanza”, fornendo liquidità. E questo significa che, in termini finanziari, la Francia è entrata nel club dei paesi avanzati che hanno le loro proprie valute e, pertanto, non possono rimanere a corto di soldi: un club i cui membri hanno costi finanziari molto bassi, più o meno indipendenti dai loro debiti e deficit”. Lo riporta il giornale tedesco, “Deutsche Wirtschafts Nachrichten”, ripreso in seguito dal più autorevole “Die Welt”, secondo il quale accanto al flusso di liquidità a 3 anni garantito dal programma Ltro (Long term refinancing operations), le banche francesi avrebbero a disposizione una fonte di finanziamento praticamente inesauribile, il cosiddetto mercato Step (Short term european papers), mercato non regolamentato, sul quale sono negoziate obbligazioni bancarie e corporate. Attualmente, il valore dei titoli di debito negoziati è pari a circa 440 miliardi di euro. Di questi, ben 370 miliardi sono rappresentati da obbligazioni bancarie, la stragrande maggioranza emesse da banche francesi.
E’ lo stesso risultato di “stampare moneta”.
Insomma, la Banque de France crea base monetaria per gli istituti d’Oltralpe senza un vero controllo e la Bce lascia correre. Francoforte, pur ammettendo di aver già identificato 113 casi di dati scorretti, sostiene però che ciò non incide sulla politica valutaria. In pratica il settore bancario francese, sviluppandosi anche sul mercato “Step”, ha la possibilità di ricorrere alla concessione di credito alternativo da parte della Bce, a tassi bassissimi, al di fuori del sistema tradizionale e con la possibilità di non essere controllato da soggetti esteri. Di fatto, è come avere la possibilità di stampare moneta in una specie di operazione di mercato aperto mascherata. E l’Italia é esclusa da questo Club ristretto.

RIDIAMARO :- )

Ormai dentro Fi nessuno si pronuncia più su niente.
Ma, visti i continui voltafaccia di Renzi, anche nel Pd non ne trovi uno che si pronunci su niente. Su qualunque argomento la risposta è: “L’ultima che ha detto Renzi”.
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I partiti hanno un bel dire: “Questo sì, questo no!” La strategia di Renzi é: “Io fotto tutte le sere. Chi c’è, c’è.”
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Il cerchio magico Pd è identico a quello Fi: stesso albero delle zoccole.
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Si sta come al casinò prima che facciano girare la roulette.
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Chiamare politica questa lotta al coltello tra puttane e ruffiani è come chiamare gourmet il banchetto dei topi in una discarica.
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L’Italia è una repubblica fondata sulla ‘roba’.
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Non mi sembra che gli equilibri politici siano molto cambiati.
Da una parte ci sono sempre loro.
Dall’altra parte ci siamo sempre noi.
Loro contano sempre tutto.
Noi contiamo sempre niente.
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Slot: dovevano pagare 98 miliardi. Pagheranno 857 milioni.
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“Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.” (Ennio
Flaiano)
8 membri di Scelta civica sono passati a Renzi. Da Scelta Civica a Scelta Cinica.
Domenica c’è il congresso di Scelta civica? Cos’è? Monti che si fa un solitario?
Dall’inizio della legislatura 173 parlamentari se ne sono fregati del voto degli elettori e sono passati a partiti differenti da quelli con i quali sono stati eletti.
.
Mattarella telefona personalmente a Berlusconi per invitarlo.
Il fratello Piersanti si sarà rigirato nella tomba.
Come diceva Dumas: “C’è gente che pagherebbe per vendersi.”
.
Luigi
Non posso credere che queste cose accadano qui, in Somalia.
.
Dal web
Il voltagabbana è uno che già nascita protestava perché voleva una madre con tre tette.
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Margherita HacK:
” I voltagabbana sono delle prostitute”
«Il nostro paese è il più grande esempio di pubblica prostituzione”
.
“Al mercato delle vacche chi grida più forte la vacca è sua”

IL PATTARELLO
Alessanda Daniele

Dopo una settimana di fiacca pantomima durante la quale hanno recitato da cani un bisticcio pretestuoso, tutti i nazareni dal PD a Forza Italia, con la patetica aggiunta in corsa di Vendola, hanno eletto e lasciato eleggere al Quirinale Sergio Mattarella, settantenne democristiano di lungo corso sostenuto da Napolitano, cercando di spacciare la manovra come una scelta innovativa e super partes.
Completamente irrilevanti come da copione i grillini.
Un democristiano presidente del Consiglio, un democristiano presidente della Repubblica, un solo grande partito democristiano trasversale, modulare, componibile, che va da Razzi a Civati, e che s’espande costantemente occupando tutte le posizioni di potere, come un blob riempie tutti gli anfratti.
Il soffocante monocolore DC subentrato allo sguaiato impero del Sòla si consolida sempre di più.
Demitiano, pluriministro di Andreotti, De Mita, Prodi, Amato e D’Alema, giudice costituzionale, apparentemente diafano, in realtà granitico: Mattarella è un democristiano quintessenziale.
Renzi è un cazzaro che ha riciclato in blocco tutte le sue promesse non mantenute del 2014 come programma per il 2015, ed ha accompagnato al Quirinale la personificazione di quella stessa eterna nomenclatura che aveva giurato di rottamare.
A Berlusconi, come nel 2011, è toccato ancora una volta recitare la parte dello sconfitto, permettendo così al collega cazzaro di tacitare per un po’ la stizzosa ma opportunista minoranza interna, e disorientando soltanto quei berlusconiani abbastanza rincoglioniti da non aver ancora capito o accettato che per il Canaro di Arcore l’impegno politico è sempre stato soltanto un mezzo per meglio curare i suoi affari.
Se fino a tre anni fa gli serviva il ruolo di protagonista, oggi in tempi di crisi gli è più utile quello di spalla: il mite ex sovrano che subisce le prepotenze del principino per il bene del regno.
Mattarella è l’autore della legge elettorale che nel 1994 gli consegnò il paese, quant’è credibile che Berlusconi consideri davvero la sua presenza al Quirinale una sconfitta?
La pantomima che ci viene spacciata per democrazia diventa sempre più grottesca, e le maschere che la interpretano sempre meno simili a qualcosa d’umano.

CTRL + H
Alessandra Daniele

L’editorialista indica l’articolo sullo schermo del PC.
– Sei sicuro che possiamo riciclarlo?
Il collega annuisce.
– Certo. È perfetto.
– È vecchio d’un decennio.
– Ma va ancora benissimo. C’è solo da cambiare qualche nome e qualche data. Ecco, qui dove dice Madrid metti Parigi. Sostituisci Aznar con Hollande, e Berlusconi con Renzi. Non devi neanche stare a rileggere di nuovo tutto, basta fare Ctrl+h. Il resto è già a posto.
– Davvero?
– Sì, è un pezzo da manuale, c’è tutto, lo scontro di civiltà, le cellule dormienti, l’integrazione fallita, le minaccia al Papa, il pippone sui musulmani moderati… a proposto, chi sono ‘sti musulmani moderati?
– Beh, quelli che non sparano alla gente. Cioè il 99%. Dall’articolo però devono risultare una minoranza accerchiata dai fanatici, altrimenti non funziona.
Il collega annuisce energicamente.
– Risultano. Funziona.
L’editorialista sposta il mouse.
– Ma guarda qui, il finale va riscritto. Dice che l’invasione dell’Iraq avrebbe stroncato il terrorismo. “Combattiamoli a casa loro se non vogliamo doverli combattere a casa nostra”.
– È uno slogan perfetto. Perché vuoi cambiarlo?
– Perché è una stronzata. Non ha funzionato. Ha avuto l’effetto contrario.
– E allora? Che te ne frega, non sei mica tu che decidi. Anzi, dovresti recuperare anche i tuoi pezzi del 1991, chissà quanti ce n’è riutilizzabili. – Prende il mouse – Qui devi solo sostituire Iraq con Stato Islamico, e Al Qaeda con ISIS. Poi copincolli qualche altro dato dall’ANSA, e hai finito – gli dà una pacca sulle spalle e sorride – e ci possiamo andare a pigliare un bel caffè. Magari il nostro lavoro fosse sempre così facile!

L’ANNO DEL CAZZARO
Alessandra Daniele

Matteo Renzi è davvero come uno smartphone: dopo neanche un anno la batteria è già bollita.
Il reale bilancio del suo governo è identico a quelli dei precedenti governi Monti e Letta: meno lavoro, più tasse.
Tutto il resto è solo facciata.
Solo una pericolante catasta di promesse sempre più assurde e scadenze sempre più distanti, come le Olimpiadi del 2024 (!), una penosa sceneggiata fatta di slogan da televendita di frullaminchiate, pose ridicole da capoclasse, e battute da terza elementare su gufi, gattopardi, coccodrilli, canguri, sciacalli, liocorni, e facce da serpente.
Matteo Renzi è un cazzaro, e neanche uno dei migliori.
È il mago Casanova della politica italiana, ed è arrivato alla sconocchiata poltrona che occupa solo perché in tempi di crisi a chi gestisce davvero il potere politico-economico non interessa più occuparla direttamente, e preferisce piazzarci un prestanome, o meglio un prestaculo che ci si bruci le chiappe al suo posto.
Gli italiani si sono stancati presto della sobrietà, per tenerli buoni l’esangue Letta andava sostituito con qualcuno che ricominciasse a raccontargli le loro balle preferite: meno tasse per tutti, il Senato è un doppione, l’Italia è un grande paese, possiamo farcela se solo diamo agli imprenditori la possibilità di cacciare i fannulloni e assumere TE.
Contrapposte dai media alle quartine millenariste di Casaleggio, le slide renziane sono sembrate a molti italiani persino moderne.
Napolitano ha gestito da Camerlengo il turnover Letta – Renzi come aveva fatto coi due precedenti.
Questa è la funzione rimasta al presidente della repubblica nell’Italia post-democratica commissariata dall’UE: garantire che a prescindere dal risultato delle elezioni, e dei congressi dei partiti, il governo conseguente continui comunque a seguire le direttive BCE.
Infatti per il successore di Napolitano si fa il nome di Padoan, ministro dell’Economia, e resta in ballo anche quello di Prodi, nonostante ai berlusconiani faccia lo stesso effetto che fa il nome di Frau Blücher ai cavalli.
Il dopo-Napolitano potrebbe però diventare il dopo-Renzi.
Il Piccolo Cazzaro Fiorentino non s’è arrampicato in cima da solo come narra la leggenda, c’è stato installato come una batteria di ricambio, che dopo neanche un anno è già bollita.
L’anno del Cazzaro è agli sgoccioli. La mezzanotte s’avvicina.
Cosa succederà ai renziani quando il carro del vincitore sul quale sono saltati si ri-trasformerà in una zucca?

MEGASALVINI SHOW
Alessandra Daniele

C’è da spostare una Lega. Approfittando del wormhole aperto dalla Piovra alla romana, Salvini parte alla conquista del pianeta centro sud, proponendosi come collettore nazionale di voti fascio-qualunquisti. La cosa ovviamente preoccupa Grillo, suo diretto competitor, e favorisce Renzi, che può utilizzare anche la Lega neo-nazionalista come spauracchio per recuperare consenso: “Salvini scommette sulla rabbia, io sul coraggio”. In realtà scommettono entrambi sull’idiozia degli italiani, e finora non sono stati delusi.
Salvini il padanauta spera di riuscire a piantare varie bandierine verdi in terra aliena con l’aiuto di quei media che da mesi lo pubblicizzano come l’unica alternativa possibile a Renzi. Naturalmente però non può davvero battere il PD, e proprio per questo è stato scelto come sparring partner da quegli stessi media che per settimane hanno spacciato lo sgangherato, minoritario squadrismo razzista di periferia come l’unica opposizione popolare legittima.
Renzi non può permettersi avversari autentici, è così vuoto da poter sopravvivere solo nel vuoto, solo opposto ad avversari persino più vuoti di lui.
Così i media gonfiano a dismisura ogni minima scorreggia fascioleghista, mentre la vera opposizione popolare – milioni di lavoratori in sciopero e in piazza – viene sistematicamente minimizzata e demonizzata.
E sui borborigmi xenofobi di quattro gatti si costruiscono talk show più lunghi della serata finale di Sanremo. Anche in Tv sfruttare gli immigrati rende più dei narcotici.
Intanto il semestre europeo si conclude esattamente com’era cominciato, col consueto cazziatone UE corredato dalle solite umilianti minacce di ritorsioni.
Sembra quasi di sentire la versione doppiata d’una delle intercettazioni nelle quali i boss della Piovra capitolina sollecitavano le vittime delle loro estorsioni a pagare il pizzo.
Per cambiare questa politica economica europea Renzi aveva promesso di battere i pugni, pestare i piedi, digrignare i denti, strabuzzare gli occhi.
Ha passato sei mesi a cenare, e twittare stronzate. Non ha cambiato neanche camicia.
Contro la corruzione adesso promette l’allungamento del(le) pene, con la stessa credibilità d’uno spam bot.
Il Comune di Roma andrebbe commissariato. In realtà tutta l’Italia andrebbe commissariata.
Purtroppo però lo è già, da parte della UE.
E Der Kommissar ce l’ha appena ricordato.
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MASADA n° 1625 14-2-2015 CRONACA E POESIA

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MASADA n° 1625 14-2-2015 CRONACA E POESIA

Viviana Vivarelli

GIOVANE MORTO IN CARCERE

E in quel frastuono assordante in difesa di un crocefisso
si fece di colpo un inquietante silenzio
e quelli che prima si azzannavano
la chiesa, i politici, gli osservanti, i ricchi di opinione,
gli straricchi di culto, i democratici, i teodem, i progressisti, i nazionalisti, i tradizionalisti, gli amanti di arredi sacri, i difensori della fede…
ebbero improvvisamente molte cose da fare
e svanirono chi da una parte chi dall’altra
variamente affaccendati

Giaceva il morto solo
il crocefisso vivente.

MADRE D’UN FIGLIO UCCISO

Cosa si può dire alla madre
cosa si può dirle del suo figlio
ora che è morto
ora che belve senza nome
gliel’hanno ammazzato?
Un uomo di Stato ha detto:
“Era solo un tossico!”
Lo avrebbe detto la iena
se avesse parlato
Lo avrebbe detto lo sciacallo
che si ciba di cadaveri
Non lo avrebbe detto il lupo
che pure ha un cuore
E nemmeno lo scorpione
che difende i suoi nati
Cosa si può dire alla madre
di quel suo figlio distrutto
a pugni a calci, a sprangate
da uno Stato che non può dirsi più Stato?
Cosa dirà quello Stato solo di nome
ma marcio ormai nell’infamia
nel midollo
nelle viscere
ad una madre
di quel suo figlio rubato
a lei
che lo ha portato in seno
a lei
che lo ha allattato
che ha giocato con lui bambino?
che lo ha visto crescere, bene, male,
una madre è sempre in ansia
per il suo bene e il suo male
una madre è sempre felice o malata
del bene e del male di suo figlio
una madre è sempre in lui
nasce e muore con lui
una madre dovrebbe capire
cos’è un buono Stato
e cos’è un carnefice di figli
di madri
Chi gliela renderà a quella madre
quella parte di lei
strappata per la crudeltà di carnefici
carne e sangue e vita
rapita a morte precoce
da aguzzini pagati
da uomini dello Stato?
Il nemico dovrebbe essere là fuori
-noi in casa sicuri-
Il nemico non può essere dentro
o siamo tutti finiti
o non c’è salvezza per nessuno.

LA STRAGE DI BOLOGNA

Bologna, la stazione! Ti chiama
Schizzano calcinacci
come fori di chiodi
Lamiere roventi
ti straziano

La sala d’attesa sonnolenta
esplode
Ti squarciano il fianco
come a una bella donna
ignara
Il cuore a pezzi
nell’urlo immane della sirena
incubo stravolto
E qua la famiglia
il soldato
l’uomo che dormiva con la bocca aperta
il ragazzo e la ragazza che si guardavano
il figlio che pensava alla madre
il bambino….
E tutto divenne di colpo l’orologio crocifisso
che urlava fuori dal tempo
come gocce di sangue
e spini raggelati.

Ahimai ahimai
dov’è mai la pace. il rispetto, l’amore
il bagaglio irripetibile delle cose comuni
il fazzoletto stirato con cura
la lettera letta mille volte
il biglietto che non partì mai
la fotografia?
…..
da uno a ottantasei
e ognuno era intero
centro di vita
mondo
persona nel cuore del mondo

La belva passò come colomba nera
sinistra
sul tuo sangue versato
inutilmente

Ahimai ahimai
Bologna, la stazione ti chiama!

Si levano negli angoli
volti pallidi e tristi
Occhi muti ti guardano
ti guardano
ti guardano
…………………………..”

DISCORSI DI FINE D’ANNO

Dentro la retorica il nulla
le parole vuote non riescono a mascherare
il vuoto dell’anima
mentre lo sbadiglio sale
dai pochi in ascolto

Se la vita avesse un senso
il Presidente sarebbe apparso
e sarebbe scoppiato in un pianto a dirotto
senza dire una parola
e avrebbe dato le sue dimissioni
dalla sua carica inutile per sempre

Sarebbe stato il più bel discorso
da Presidente di tutti i tempi
e tutti gli uomini buoni
lo avrebbero scoperto vicino
in questo giorno di dolore
e tutto il mondo ne avrebbe parlato
come di una Grande Meraviglia
di un politico che finalmente
trovava la sua onestà
e si metteva vicino
all’uomo di tutti i giorni

E se la storia avesse miracoli
altri lo avrebbero seguito
in una palingenesi di rimorso
Capi di Stato di tanti paesi
tutti dimissionari
di fronte all’ineluttabilità del dolore
di un mondo distrutto
per la colpa di tutti
e i Capi delle Chiese, gli inetti
anch’essi avrebbero chiesto perdono
delle loro colpe attuali
della distruzione in corso
e i Capi di Partito
e delle Corporazioni
e delle Banche e delle Grandi Sette
tutti piegati in ginocchio si sarebbero dimessi
e avrebbero reso alla gente
i loro esosi emolumenti
le predazioni rubate
schiere e schiere di dimissionari
ovunque nel Mondo che muore
per costruire un nuovo Mondo
per non farlo davvero morire
per salvarci tutti quanti
per tornare di nuovo umani.

USA a Vicenza

4000 soldati morti in guerra
6.300 suicidi
pillole antidepressive
reduci che tornano vecchi e folli
tossici
famiglie distrutte
o che non saranno mai
la meglio gioventù d’America distrutta
e decine di migliaia di morti senza nome
sparsi
senza sepoltura
prigionie e torture
due nazioni in Medio Oriente spezzate
distrutte fino al limite della follia
per guerre di un’inutilità tremenda
che hanno portato male a tutti
per il beneficio di pochi squali
ma le bugie viaggiano forte
un paese affossato
che era il più grande del mondo
500 miliardi di dollari
solo in armi
2000 solo il danno finanziario
di una follia condivisa
per difendere uno stile di vita
che nemmeno i topi avrebbero chiesto
e di questo stile
bieco, iniquo, oppressivo, prevaricante, inumano
la piccola Italia
stupida
si vuole fare vassalla
la miseria che aumenta
un deficit pubblico maggiore del PIL
l’immagine nel mondo a pezzi
e il futuro senza più fede
una infezione che contagia il pianeta
la vita, il cielo e la terra
gli organismi internazionali a pezzi
la guerra fredda che ricomincia
il mondo armato fino ai denti
e bombe nucleari ovunque
le Borse impazzite
e nessuno che sappia cosa fare
la fine della speranza
per loro, per noi, per tutti
e tutto per opera di un pazzo
gli Hitler non finiscono mai
E ora che l’impalcatura è distrutta
e il mondo intero misura la grandezza del danno
in Italia si persiste nella follia
di una guerra ogni giorno più stolta
con un candidato che giura di ritirarsi
e un altro che strilla nuove guerre
e noi dovremmo aiutare
questo disastro
nella complicità di ogni partito
nell’insensatezza comune
Uno vede solo il proprio vantaggio
l’altro bofonchia che Vicenza
è “una questione urbanistica”
Il vantaggio di uno
è sempre stato lo svantaggio di tutti
e la guerra non è mai stata
“una questione urbanistica”

Iddio acceca coloro
che vuole distruggere
ma quanti innocenti
si porta appresso la rovina!

ELIANA

Tutti intorno alla morta
volevano salvare la morte
e farne un’icona
preti, politici, famiglie,
cosiddetti cristiani

Vagavano milioni di affamati
di profughi, di devastati
attraversavano deserti
affogavano in mari
nemici
si prostituivano
venivano
fatti a pezzi
o sfruttati
o buttati
nella totale indifferenza del mondo
che voleva salvare la morte

ed era tutto intento a litigarsi
per la sottile questione di primazia
di potere
attorno a una morta
celebratori di morte
divoratori di morte
che di essa si pascevano
e si arricchivano
e con essa fingevano
di fare qualcosa mentre
il loro alibi puzzava lontano di fogna

50.000 trapiantati reclamavano
il loro diritto di vivere
che i difensori della Vita
avrebbero semplicemente negato
intanto che celebravano le loro funzioni
ipocrite
alla morte
attorno al corpo di una morta
50.000 in cambio di una
è un affare molto cattivo

E affamati, profughi, migranti, affamati
trapiantati
gridavano
tutti
il loro diritto alla Vita
ma non così forte
quanto gridava una morta
sull’altare della morte
ma non così forte
da far salvaguardare la vita

sarebbe bastato che qualcuno
si distraesse
dall’incubo
magnete d’ipocriti
e dicesse, come il bambino al re
nudo,
che si deve salvare la vita
non si deve salvare la morte.

VOGLIAMO UN ALTRO SPETTACOLO

Il parlamento è un teatrino
Il governo un cabaret.
La finanza una farsa.
Il leader canta
battute
scadute.
L’informazione fa i fumetti.
La tv il porno.
L’opposizione il granguignol.
Bande di ladroni
depredano gli spettatori
mentre il tetto del teatro
crolla.
Il pubblico fischia
e rivuole indietro
il prezzo del biglietto.
Urla:
“Questo spettacolo è indecente!
Ridateci uno spettacolo
fatto per la gente!
Esiliate la troupe bara e incompetente”

SCIOPERO

I medici scioperano
I ferrotranvieri scioperano
I metallurgici e i chimici
Quelli della sanità scioperano
scioperano gli insegnanti
gli allievi e i genitori
i bidelli, i cantanti
Scioperano i minatori
Quelli dell’amianto
Sciopererebbero i pensionati se capissero
cosa gli stanno preparando alle pensioni
Persino le massaie
le mamme e quelle che vorrebbero diventarlo
Scioperano i ricercatori
gli universitari
gli agricoltori
e non parliamo dei giudici
e dei precari
degli allevatori
Gli avvocati hanno già scioperato
per motivi che non ci piacciono
…i bancari
Non scioperano i banchieri
ma scioperano i loro clienti incazzati
scioperano i disoccupati e gli sfruttati
Scioperano quelli di Scanziano Ionico
e i 30.000 di Terni
Scioperano gli handicappati
morattati
Scioperano i migranti
insieme ai disoccupati
scioperano i sindacati
Quelli della Rai scioperano
e i giornali tutti
scioperano i belli e i brutti
Scioperano persino i negozianti
che non hanno mai scioperato
e hanno sempre parlato male degli scioperi
e ora sono un po’ distrutti
come tutti
e non la vedono bene
nemmeno se hanno un negozio di occhiali
Scioperano gli aeroportuali
e i piloti e le torri di controllo
Sciopera per il bollo
e la benzina e l’assicurazione
anche l’automobilista coglione
Scioperano quelli che hanno il bond
e quelli del pallone
Scioperano gli impiegati
e quelli della televisione
Ma i politici
scioperati
non fanno mai sciopero
e se ne fregano dei nostri scioperi.
E allora io chiedo:
perché non ci mettiamo tutti insieme,
insegnanti e pensionati, dottori e malati,
balie e padroncini, operai e commessi
e tutti insieme li facciamo fessi?

Il premier parla, parla…solo gli applausi
attraversano
la sua abissale sordità
.

Incredibile come un despota
sia circondato da cretini!
È la loro chance di immortalità!
Ma anche la sua!

.

Tra il governo che trasborda
e l’opposizione che non c’è,
cerchiamo una fessura plausibile
di dignità.
.

L’un per cento del male del mondo
dipende da malvagi.
Tutto il resto da idioti.

.
Coloro che gli dei fanno crescere in estensione
li schiacciano in profondità.

Il chiacchiericcio dei politici
è la nube oscura del mondo.

.
Mangia i partiti, mangia i capitali,
mangia i territori, mangia i diritti,
mangia i valori, mangia le leggi,
mangia la democrazia…
L’uomo che mangia non digerisce mai.
Scoppierà in un gran spruzzo di merda?
.

Per farsi applaudire dai più lontani
Saltella.
Gioisce della loro esultanza.
I loro applausi lo inebriano.
Se l’essere vanesio lo crescesse
in altezza
sarebbe
un campanile.

Essendo senza scrupoli è perfettamente prevedibile.
Il Male, si sa è monotono.
Sarà sempre dove i nostri scrupoli non ci metterebbero mai.

I volontari gli stanno come un prugnolo in un occhio.
Sono gli unici che non può comprare.


Chi è senza se stesso cerca di specchiarsi in chi è pieno di se stesso.
Ma due vuoti non fanno un pieno.

Avviluppata da tutto quel rumore
l’anima: sorda.
.
Non fumiamo più gli spinelli.
Ci fumeremo la speranza.
Badate, è una cosa dura.
Scende in Terra e la rivolta.
.
La cazzata del secolo:
“Esportare democrazia!”
Certo che ce ne vuole di faccia
e di menzogna…
Come la fede sulle punte dei roghi…
O la conversione di Montezuma
O l’invasione della razza ariana
…pertanto superiore.
.

Conoscere una sola lingua
un solo lavoro
un solo costume
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione

DOLORE

Il dolore impedisce
di liberare l’amore

Ognuno piange il suo dolore
Ognuno è chiuso a quello dell’altro
Le nostre lotte non sono
che desiderio diviso
Camminiamo nemici
vicini-lontani
E ogni anno si apre
con nuova lotta
L’Io bambino ulula
e il suo pianto
gli impedisce di sentire
Il pianto compagno
gli impedisce di vedere
la sorte comune
la sacra salvezza
per il bene di tutti

NON VOGLIO

Non voglio i fantasmi
lugubri del passato
le tenaglie dell’Inquisizione
i cappucci del Ku Klux Klan
o i grembiulini dei Venerabili
i roghi dei libri e i linciaggi del pensiero
i crocifissi impugnati come clave
e i poveri Cristi mandati al macello.
Non voglio tornare nelle catacombe
per avere il diritto alla verità
e diventare di nuovo martire
di indegni Colossei.
Cominciano ad essere troppe
le soperchierie del Potere.
Pretendono il peggio della storia
e lo rivestono dei loro orpelli.
Impongono le loro caverne nere
sui mondi colmi di luce.
Non voglio che i mostri risorgano
dal loro putridume
per abbigliarsi di bombe e dollari
sporcando le parole che più amo
con le loro bocche maledette.
Violentano il mondo bambino
impongono dazi al mio cibo, al mio latte,
all’acqua che bevo, al cielo
che respiro,
al pane.
Impongono mani sporche di morte
sul grano dorato, i frutti di sole,
le strade che cammino.
200 padroni con nuove ferraglie
imprigionano la Terra
la dolce Gaia che mi nutre e boccheggia
stremata da grinfie malvagie.
200 padroni di morte
coi vecchi labari, gli antichi terrori
sul mondo che voleva soltanto
camminare per strade nuove e felici.
Non voglio sentirmi così sola
io che sono mondo e gente e vita
che dovrei essere tutti
quelli che essi non sono
che dovrei essere la vera
maggioranza della Terra.
.

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MASADA n° 1626 21-2-2015 ALCHIMIA (SINTESI)

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MASADA n° 1626 21-2-2015 ALCHIMIA (SINTESI)

Prof. Viviana Vivarelli

Il termine ‘Alchimia‘ evoca contenuti esoterici, operazioni segrete in laboratori oscuri, oggetti strani e inquietanti: la pietra filosofale, l’elisir di lunga vita, l’homunculus in provetta, alambicchi dove si distillano essenze misteriose, crogioli dove i metalli fondono cambiando proprietà. I termini stessi alchemici hanno un’eco favolosa: l’araba fenice, la tavola smaragdina, la scala degli angeli, l’opera al rosso, l’ermafrodita, il corvo nero, il Rebis…
Jung è un personaggio altrettanto misterioso, uno psichiatra svizzero, di cui molti parlano con vaghezza ma di cui pochi sanno qualcosa, perché i suoi testi sono difficili e asistematici. E’ un contemporaneo di Freud, più giovane, maestro di una psicoanalisi spiritualista che sfocia nell’esoterismo e nella metafisica. Dedica all’alchimia gli ultimi 30 anni della sua vita.
Jung parte dall’inconscio individuale, il mistero di ognuno, la nostra parte ombra personale, per allargarsi all’inconscio collettivo, il mistero dell’intera specie umana, fino all’ignoto più grande, che è Dio.

C’è un Dio trascendente, l’Ignoto Celeste, che si può intuire su una via mistica o nell’al di là, e un Dio immanente che pervade ogni cosa, il Dio della creazione, che può essere conosciuto attraverso la ricerca sulla Natura. Il dio dell’alchimia è questo: l’energia interna alla creazione.
La vita di Jung è un lunghissimo percorso di conoscenza in cui egli stesso progressivamente si trasforma, come avviene a chi procede su una via di conoscenza profonda. La trasformazione delle energie da un grado più basso a uno più alto, dal mondo dell’ego al mondo del tutto, e’ anch’essa, una alchimia.
Nell’ultima fase della sua vita Jung si occupò essenzialmente di questo tema, raccogliendo una quantità enorme di testi antichi di icone.
La ricerca sull’alchimia fu preceduta da sogni premonitori che gli mostrarono un’ala nuova della casa (la nuova parte della psiche e dell’opera). Nell’ala nuova Jung vedeva una bellissima biblioteca di libri del 1600 e 1700, con strane incisioni e illustrazioni simboliche. I sogni indicavano che stava per iniziare una nuova fase conoscitiva e preannunziavano la raccolta dei i rari e ardui testi ermetici che per 30 anni occuparono la sua ricerca. Poco anni dopo, la biblioteca del sogno era realizzata, Jung aveva messo insieme la piu’ grande messe di testi alchemici esistente, sia orientali che occidentali, e poteva studiare tutte le forme in cui l’alchimia si era manifestata fin dai tempi più remoti.
Storicamente, l’alchimia appare in tempi e luoghi diversi, ma Jung cerca ciò che accomuna la specie umana in senso universale, cerca cioè gli archetipi, le grandi forme della psiche collettiva, il sostrato psichico comune a tutti gli uomini della Terra. Per cui non considera l’alchimia un fenomeno storico o temporale ma una categoria psichica, universale e perenne, che affiora sempre nello stesso modo con simboli e modalità comuni, e non riguarda tanto precise operazioni materiali quanto qualunque attività uno intraprenda: scienza come terapia, insegnamento o arte, filosofia o religione, insomma ogni aspetto della vita stessa.
Per intendersi, anche il lavoro che l’analista fa col paziente può essere un processo alchemico, ‘se’ il medico scende dal suo piedestallo di potere e diventa tutt’uno col malato. Fanno alchimia Patch Adams, il medico clown, che celebra riti ludici dalla magia lieta per allontanare il dolore, o le suore di Madre Teresa di Calcutta che usano l’amore e la compassione come forze taumaturgiche per i malati terminali.

Limitandoci alla stretta analisi storica, l’alchimia si occupò di quattro cose: la terapia attraverso erbe e minerali, la pre-chimica, la distillazione e la metallurgia. Ma nella sua essenza l’alchimia fu una filosofia.
E’ vero che gli alchimisti ci hanno lasciato centinaia di ricette e procedimenti, alcuni incerti, altri assurdi, ma nessuno ha prodotto mai oro dal piombo o elisir di lunga vita o panacee di tutti i mali; se lo scopo fosse stato quello, avremmo nell’alchimia una ricerca eterna e disperata. Il loro valore sta altrove. Vediamo anche che molti loro scritti sembrano esperienze allucinatorie ma un motto alchemico dice: “Tam ethice quam fisice” , “ciò che si mostra nel cuore si manifesta nel mondo”.
Quello che a noi qui interessa non è ripetere fusioni o distillati, ma studiare alcuni principi alchemici fondamentali, prendendo come regola che nella conoscenza vale ciò che trasforma il nostro cuore e si fa trasformazione del mondo.
Jung usò l’alchimia in un senso molto particolare, come metafora sia della terapia analitica che dell’evoluzione umana, considerandola una disciplina mistica e un’arte esoterica. ‘Alchimia’ vuol dire metamorfosi, non trasformazione, si badi bene, ma proprio’ metamorfosi‘ cioe’ cambio in qualita’ superiore. ‘Esoterico’ significa segreto, nascosto, rivelato solo agli iniziati, teso a elevare il livello della conoscenza profonda e quindi dell’essere del soggetto iniziato. L’alchimia è dunque una via di trasformazione sottile che si attiva solo per alcuni eletti, ciò indica in primis che non è qualcosa di facilmente comunicabile, divulgabile e trasmissbile e che implica un cammino interiore che non è aperto a tutti.
Gli alchimisti storici non sono scienziati ante litteram, ma partecipano di un mistero per pochi, che non chiarirono in alcun modo e che nascosero in simboli e metafore. La Chiesa li attaccò, li torturò e li bruciò, considerandoli eretici o stregoni. Lo stato li sospettò in ogni modo e tentò di rubare i tesori che si favoleggiavano attorno alla loro opera. Ovunque si presentassero, in qualunque tempo e luogo della Terra, furono malvisti, dileggiati o calunniati, e restarono degli isolati, guardati con sospetto dal popolino superstizioso, dalle chiese e dalle istituzioni del potere. Spesso furono minacciati, aggrediti, derubati, imprigionati, così lavorarono nell’ombra, con pochi o nessun allievo, senza lasciare testi chiari o procedimenti ricostruibili e mascherando le loro scoperte dietro codici ermetici interpretabili solo da altri iniziati ma oscuri ai profani.
Che cosa li faceva persistere su una via tanto obliqua e pericolosa? Un fuoco sacro, una sapienza non trasmissibile, una vocazione spirituale, a cui dedicarono la vita.
Nell’interpretazione di Jung, l’alchimia è vista come una ricerca analogica. Questo si attaglia a Jung, che legge sempre il mondo attraverso analogie, egli è il maestro del pensiero analogico, la funzione dell’emisfero destro che collega in modo frequenziale le cose di questo mondo e dell’altro. La scienza positiva al contrario utilizza la percezione tangibile e il pensiero logico, funzione lineare, che unisce gli enti per causa ed effetto e si basa sul numero, mentre il pensiero analogico invece correla le cose per somiglianze figurative e simboliche e si basa sul significato. Questi sono i due modi polari di funzionamento della neocorteccia e ognuno arriva a delle scoperte diverse. In effetti potremmo dire anche che c’è un livello empirico in cui le cose appaiono, in quanto presenze percepite materialmente (realtà fenomenica) e un livello non empirico in cui le cose sono, in quanto essenze percepite idealmente (realtà ideale). Ci si può muovere sulle apparenze del reale o si può cercare ciò che sta dietro il primo reale tangibile. L’alchimia intende oltrepassare le apparenze visibili per penetrare il piano dell’energia pura, energia in quanto vibrazione.
Il primo principio della vita è ‘la trasformazione’. L’alchimia è trasformazione. Tutto ciò che esiste si trasforma; i Greci dicevano: panta rei= tutto scorre, tutto diventa. Il mondo fu intuito come ‘divenire’ da tre pensatori: Eraclito, filosofo greco dell’Asia Minore, VI° sec. a.C., che apre alla filosofia occidentale; Lao Tzu, pensatore ancora del VI° secolo ma in Cina, che apre alla filosofia orientale, e Jung, psicologo e filosofo svizzero moderno, che inizia la visione spiritualista della nostra era.

Dunque: tutto si trasforma; la trasformazione è signora del tempo, nella psiche come nella natura. La conoscenza vera non è studiare il mondo come oggetto morto ma cercare il segreto delle trasformazioni. L’alchimia è una via molto particolare che studia le trasformazioni della natura rapportandole a trasformazioni parallele che avvengono nella psiche. Nel contatto tra ricercatore e natura ricercata avviene un doppio processo parallelo di metamorfosi di entrambi. La ricerca non e’ dunque devastante e predatoria ma crea una sintesi ‘spirituale’ tra le essenze di entrambi, portandole a un livello frequenziale più alto. Da questo punto di vista, l’alchimia diventa una strada per avvicinarsi all’essere supremo.
Dicono in India che molte sono le scale per scendere al Gange, cioè molte sono le vie per arrivare a Dio ovvero alla conoscenza suprema. L’alchimia è una di queste vie, con essa si giunge al Dio immanente, l’energia che è nella natura, agendo sulle cose, cioè attraverso operazioni sulla materia senza opporsi alla materia. Per questa premessa filosofica l’alchimia non è una scienza e non somiglia a nessuna delle nostre scienze, proprio perché pone, come dogma fondamentale, oserei dire ‘rituale’, l’identità tra il soggetto e l’oggetto, unione che può avvenire solo a un livello molto sottile. L’unione di soggetto e oggetto è una esperienza derivabile dalla mistica, un concetto accessibile alla santità, che non può in alcun modo essere compreso dalla mente solo razionale. Possiamo dire che esso è l’intuizione fondamentale di ogni iniziato, che è ‘mistes‘, cioè mescolato a ogni particella dell’essere.
Non è affatto facile capire questo concetto, prendiamo perciò un esempio dalla mistica, che, del resto, fornisce molti Grandi Maestri all’alchimia: Jacob Bohme è un calzolaio tedesco di 25 anni, del 1600; un giorno, colpito dal riflesso del sole su un piatto di peltro riceve una illuminazione totalizzante e intuisce Dio. Sconvolto, esce di casa, guarda le piante e di colpo, in modo diretto, ‘conosce’ i loro poteri di guarigione, ‘vede’ le loro essenze. Non c’è più nessun diaframma tra lui e la natura, è caduto il velo che lo separava dalla conoscenza ‘essenziale’ delle cose, perché è uscito dal mondo separato ed è entrato nel mondo ‘totale’. Notiamo che questa distinzione tra mondo virtuale in cui viviamo come separati dall’essenza divina e mondo totale in cui il soggetto non è più separato dall’oggetto, è un punto fermo della mistica indiana come della pratica taoista.
L’alchimia dice, analogamente alla mistica, che il mondo è uno e che è l’inganno della nostra coscienza parziale a separare le cose tra loro e a separare noi stessi dal mondo. Se potessimo rientrare nella visione totale, conosceremmo tutto e vedremo la nostra identità col tutto. E’ chiaro che questi momenti di totalità sono una esperienza bellissima e rara, possibile solo ad alcuni prescelti in situazioni eccezionali. Il che fa degli alchimisti personaggi analoghi ai mistici, tant’è che nella storia dell’alchimia ci imbattiamo anche in molti santi.

La seconda legge dell’alchimia è di conseguenza che tutte le cose si corrispondono. L’energia divina trascorre in ogni cosa, oggetti e creature non sono separati ma vivono in una sintonia comune, secondo flussi comunicanti. Mondo degli uomini e mondo delle cose sono tutt’uno, forme parallele in risonanza.
Per percepire questa unità non servono sensi e intelletto, ma occorre un canale superiore, che Jung chiama ‘immaginazione attiva’, non intendendo con esso una declinazione dell’immaginario ma una funzione che avvicina l’uomo al sacro, e che si accende nei mistici, nei santi, nei guru, negli artisti, negli sciamani, essi possono intuire la simbiosi universale tra soggetto e oggetto e penetrare la vita segreta dell’esistente. Paracelso chiama questa funzione ‘la piccola stella interiore‘. Come dice il mistico Iacob Bohme, “Vasti eravamo e di un’unica sostanza./ Eravamo un’unica testa, un’unica cosa,/ come il raggio del Sole./ Senza nodi eravamo e limpidi come l’acqua.”
La conoscenza è un compito spirituale. Sri Aurobindo, il più grande mistico indiano, dice: “Ciò che sta dentro di voi e cerca di conoscere e progredire, non è la mente ordinaria, ma qualcosa che sta dietro e ne fa uso”.
Oggi la teoria dei quanti mostra che, scomponendo la materia, essa si annulla in una rete di flussi energetici. Tutto è movimento. L’elettrone è un movimento. E sappiamo che l’osservatore è immerso in questa rete, mai esterno, ed è concausa di ciò che osserva e che persino la sua osservazione modifica il campo osservato. La teoria del caos afferma decisamente che tutto è collegato, al punto che una piccola causa può avere effetti globali: “Basta il battito di ali di una farfalla in Occidente per scatenare un tifone in Oriente”. Basta il crollo di una società in Borsa per generare una catastrofe finanziaria mondiale. Basta una diga in una regione per cambiare il clima di un continente. Il mondo è sempre uno, come dicono i canti degli indiani Lakota: “Tutto è legato insieme“. La grande legge dell’alchimia è che, qualunque cosa si fa, non si è mai separati.
La vecchia fisica determinista trattava il mondo come fosse materia inerte, da frammentare in parti, come una macchina; l’alchimia intuisce una natura intelligente globale con cui si può comunicare interamente.
C’è un famoso testo alchemico di cui abbiamo solo frammenti, che contiene i principi fondamentali dell’alchimia ed è la Tavola Smaragdina, o Tavola di Smeraldo. Lo Smeraldo indica un grado alto di vibrazione, come l’Oro, la Giada o il Diamante. La prima legge dice: “Tutto ciò che è in alto è in basso. Tutto ciò che è in basso è in alto”. Cioè microcosmo e macrocosmo si corrispondono, il mondo è basato su analogie; l’uomo è un frammento di specchio che riflette l’universo e resterà in vita finché saprà fare questo bene. Quando la sua separazione dalle cose e dalle altre creature sarà totale, una catastrofe planetaria ci spazzerà via, non più come la specie più intelligente, ma come il parassita più pericoloso. Dobbiamo ritrovare questa sintonia col tutto.
Ai nostri tempi la guerra permanente e la scienza al servizio del mercato non fanno ben sperare. Eppure mai come oggi si levano tante voci spirituali.
L’alchimia dice che il mondo è spirito. Cerca le essenze, le quintessenze, che messe tutte insieme formano l’intera creazione. Oggi parliamo di onde e diciamo che ogni cosa ha una frequenza distintiva e irradia campi di onde formando famiglie a vibrazione simile. Il mondo è formato da fasce di simili a uguale risonanza. L’universo è un immenso spartito, dove l’energia degli esistenti si sviluppa in risonanze multiple.
Jung legò in serie i simboli della psiche individuale, poi di quella collettiva, infine contemplò il mondo intero come una musica formata da note diverse, e questa musica era ordine, cosmos, bellezza.
Nel 1930 la nuova fisica, contestata da Einstein, sostituisce alla visione corpuscolare dell’universo una visione ondulatoria, e, dicendo che l’universo è formato da onde invece che da atomi, sposta la fisica dalla materia alla relazione, dai corpi alle forze, ma l’alchimia aveva già anticipato tutto questo, e in più aveva considerato la natura ‘animata’ cioè intelligente, percorsa da intelligenze invisibili con cui si può comunicare. L’alchimia dice che la Terra è un organismo e un organismo è l’Universo; la nuova fisica vede oggi la Terra come un organismo e rileva le connessioni fra le parti, l’esistente diventa un oceano di campi di energia interferenti, connessi ai campi gravitazionali del cielo. Tornano i concetti di interrelazione e globalità. Ma l’alchimia sta in un luogo di mezzo, tra la magia antica e la scienza moderna, consegue risultati che passano a chimica, fisica e medicina, ma conserva la concezione animistica degli antichi sistemi magici.
L’alchimia parte dalla convinzione che sia possibile una identità tra operatore o natura e questo nella scienza moderna si è perduto. Gli alchimisti pensavano di poter realizzare giuste trasformazioni sulla natura solo se si sintonizzavano con la sua energia, non da uomo a cosa ma da spirito a spirito, da intelligenza a intelligenza, stabilendo contatti tra l’anima dell’uomo e l’anima del mondo. Essi erano convinti che esisteva un mondo indiviso, una sola energia comunicante e che la natura fosse un oceano di energia dove l’uomo era energia anch’esso, legato da rapporti sottili a tutto l’esistente.
In questo quadro globale il criterio quantitativo diventa insufficiente, l’intelletto non basta, entra in gioco la funzione analogica del cervello, che cerca la via della relazione e della comunicazione e accoglie anche le realtà paradossali rifiutate dalla fisica classica, quella che la pura logica deve respingere. Oggi la fisica del caos studia proprio gli eventi paradossali, scoprendo in essi forme costanti stupefacenti, per esempio che tutti i cervelli schizofrenici funzionano secondo una stessa forma o che tutti gli anfratti di una costa ripetono il motivo della costa. Nella teoria del caos le forme prendono il posto dei numeri e si scoprono le ‘figure’ della trasformazione, le danze dell’energia, le sue coreografie di bellezza, gli ‘attrattori strani’, puri disegni che manifestano il ritmo della vita per cui tutti i maremoti tendono a una stessa forma bellissima, uno stesso disegno hanno i movimenti di Borsa o le variazioni meteorologiche o la forma delle nuvole. Dietro al mondo numerato appare una bellezza immateriale figurativa, simile a un gioco o a una pittura o a una poesia, tanto che il fisico Prigogine diceva: “Al posto della descrizione classica del mondo come meccanismo, sarebbe meglio vedere il mondo come opera d’arte“. Ecco che l’universo non sembra più una macchina ma un enorme pensiero (la frase è di un fisico), dove la differenza tra coscienza e materia si annulla. Ma tutte queste sono frasi alchemiche.

Oltre la mente logica e la mente analogica, Jung postula una ‘mente simbolica’, con una visione diretta del reale, la mente del visionario, del sognatore, del mistico, del poeta… con un proprio codice e una grammatica visuale. L’alchimia è qui, le icone sono le sue visioni, non accessibili all’intelletto ma trasformative dello spirito, propulsive di vita. Paracelso dice addirittura: “Chi vive secondo la ragione, vive contro lo Spirito” e ricerca l’intuizione diretta delle forme universali attraverso la sua ‘stella interiore‘”.
Dunque l’alchimia non guarda alla materialità delle cose ma alle loro essenze. Gli oggetti non sono per come appaiono ma ognuno esiste in quanto è una frequenza. Siamo nel mondo della vibrazione, delle ‘qualità’ dell’energia.
Si dispongano dunque gli enti su una scala di frequenze, qui enti diversi possono corrispondersi per avere frequenze simili. Si ha una trasmutazione quando un ente passa da una frequenza inferiore ad una superiore. Nel percorso completo, la frequenza più bassa arriva al vertice, il piombo si trasforma in oro, il carbone in diamante, l’uomo materiale in uomo di giada, la psiche inconscia in spirito illuminato. Avere una trasmutazione vuol dire attivare un mutamento non sulla materia visibile ma sulle frequenze invisibili. Ecco la differenza dell’alchimia dalla scienza! Le operazioni fisiche si uniscono a quelle simboliche, elementi materiali e immateriali operano insieme.
Per realizzare questa trasformazione sottile occorrono operatori particolari che possiedano particolari qualità della mente. Secondo Jung, misticismo, magia, arte, sciamanesimo e alchimia sono forme eterne dello spirito, forme cognitive alte, modalità psichiche o antropologiche, coordinate sottili della mente, in cui si manifesta una particolare intuizione che si ripete inalterata nei secoli. L’alchimia non è un dunque un fenomeno storico quanto una categoria psichica, che esprime una rivelazione profonda ed eterna, aperta ad alcuni ma non possibile a tutti.
In un senso più lato e meno iniziatico potremmo dire però che è in qualche modo alchimia non solo quella storica dei laboratori e degli alambicchi o delle intuizioni magico-mistiche, si può realizzare opera alchemica in ogni attività che non separi l’io dal non io ma li unisca, e in cui l’operatore che trasforma e l’oggetto trasformato siano portatori di una stessa intelligenza, riescano a comunicare fra loro ed evolvere insieme. Per questo ci sono e ci saranno sempre alchimisti potenziali, cioè persone che intuiscono il comune ed universale flusso dell’energia ed entrano nelle sue trasformazioni. Essere un alchimista è dunque una condizione dell’anima, una predisposizione dello spirito umano.
Enti apparentemente distinti, uomo e uomo, o uomo e cosa, si uniscono in una metamorfosi parallela. Colui che trasforma è trasformato, colui che guarisce è guarito, colui che insegna è educato…
Certo capire cos’è l’alchimia non è facile, proprio perché essa non è una definizione ma un atto di esperienza, simile ad una illuminazione, come l’amore, perfettamente chiaro quando lo si prova, oscuro e incomprensibile quando non ne siamo illuminati.
Per Jung l’alchimia è sogno, una grande proiezione dell’inconscio collettivo. Egli stesso si ritenne un alchimista della psiche e come tale fu visto dai suoi contemporanei che lo chiamarono ‘il grande stregone di Kusnacht’. Lo stesso procedere nella vita è la Grande Opera alchemica. Jung dice: “La Grande Opera esige sforzi costanti. Gli alchimisti proiettano la coscienza su un piano intermedio tra veglia e sogno, producendo l’ascensione della materia fino alla Luce Ignota che ne costituisce il limite.”
Sicuramente il viaggio nell’alchimia è un viaggio iniziatico. Si legge l’universo come una scala musicale, in cui serie di enti stanno sulla stessa nota o frequenza e la trasmutazione consiste nel passare a una nota più alta. Nella grande metafora astrologica, i livelli dell’energia sono proiettati nel cielo, nelle orbite dei pianeti; quelli più lenti e pesanti, di vibrazione bassa, percorrono orbite lontane dal Sole; quelli più veloci a vibrazione alta orbite centrali. Il più lontano è Saturno, collegato al Piombo, ultimo nella scala dei metalli, simbolo dell’uomo inconscio, calato nella pesantezza della materia. Al centro è il Sole, la vibrazione massima, l’Oro, che rappresenta Dio, la massima luce. Passare dal Piombo all’Oro è la metafora perfetta, l’uomo materiale che si spiritualizza, tendendo a Dio. La trasmutazione è un avanzamento progressivo o a balzi, nella natura come nell’anima.
Tra tutti gli alchimisti Jung ammira PARACELSO, il grande medico di Zurigo del 1500, di cui sente successore spirituale o kahrmico, personalità eclettica, figlio di un medico e allievo di un alchimista, seguace del sapientissimo Tritemius. La sua opera è sterminata: farmaci vegetali e minerali, concetti mistici e filosofici, elementi cabalistici e astrologici, tecniche psichiatriche, che scopre l’etere solforico, isola l’idrogeno, cura il ‘ballo di san Vito’, inventa la iatro-chimica, la preparazione di farmaci minerali secondo astronomia e astrologia…

Gli alchimisti sanno che le energie dei pianeti influiscono sulle preparazioni, ma in agricoltura si è sempre saputo che la semina e il raccolto sono relazionati ai tempi dell’anno, al moto del sole, alle fasi lunari, i luoghi, le interferenze… lo stesso vale per l’allevamento degli animali, le api, la distillazione di liquori o l’imbottigliamento del vino.
Paracelso lega tutti i fattori dell’esistente nella preparazione di rimedi omeopatici. Pensa che in ogni pianeta e metallo ci sia un ARCANO, o quintessenza, e cerca di isolarla, per ricreare le frequenze fondamentali dell’universo. Nessuna sostanza è negativa in assoluto; da un veleno, si può, riducendo le dosi, ricavare un antidoto o un vaccino. Paracelso cura ogni male col suo simile, scoprendo che, diluendo un prodotto, si può arrivare a dosaggi così bassi da rovesciare la sua qualità, per esempio si può combattere un avvelenamento da belladonna usando la stessa belladonna in soluzione omeopatica. Scopre che, diminuendo la dose, si amplifica l’effetto, cioè, diminuendo la parte materiale, aumenta quella essenziale, fino a entrare in livelli di energia pura dalla massima efficacia. Paracelso studia la ‘MEDICINA SPAGIRICA’, che precorre l’omeopatia (‘spao‘ e ‘agheiro‘, ‘separo’ e ‘riunisco’) e fa tinture vegetali e minerali, in cui isola l’energia e separa le essenze, non solo per il corpo ma anche per l’anima.
Gli alchimisti sanno che le energie sono cicliche, hanno una loro vita in cui crescono, raggiungono un massimo e decrescono, con tempi fissi e moti costanti, per cui cercano la combinazione ottimale. Così una pianta sarà raccolta quando ha energia massima e circostanze esterne favorevoli. Scoperti i cicli e le frequenze, si possono ordinare serie corrispondenti di enti e studiare dinamismi multipli. Le cose si influenzano, ognuna col suo ritmo, per cui, accostandole, si devono conoscere armonie e disarmonie; energie analoghe si amplificano come due onde in fase, energie discordanti si elidono. Ma, poiché anche l’uomo è una fonte di emissione energetica, anch’egli avrà la sua vibrazione e si accorderà o no alle cose che tratta.
L’alchimia studia le energie sottili e collega ogni cosa al suo analogo. Dispone in modo seriale gli analoghi, unendo vivente e non vivente, animato e inanimato, secondo una concezione antichissima che ha dominato tutte le culture del mondo e tutti i sistemi religiosi. Collega il piano visibile con l’invisibile, studia i rapporti tra le energie, e cerca di capire come si sviluppino e reagiscano tra loro. L’uomo è una energia come le altre e modifica il risultato, in quanto è un fattore di un processo globale. Vediamo oggi che anche gli studi di microfisica hanno finito per arrivare a questa conclusione: operatore e natura danzano insieme, come direbbe il Tao. Non esiste una percezione soggettiva separata dal dato di fatto, ma soggetto e oggetto sono sempre interconnessi.
Ma se il mondo danza insieme, se è un flusso di relazioni, ridurre tutto a misura e a meccanicismo non basta. Una scienza solo quantitativa è una scienza povera, limitata. L’alchimista considera tutto: il luogo, il tempo, le irradiazioni della terra e del cielo, l’operatore col suo campo energetico… e cerca la giusta combinazione fra tutti i fattori, come avviene in un’orchestra dove ci sono gli esecutori, gli strumenti, il teatro, il tempo, il luogo, l’acustica, il direttore… nella ricerca della
massima risonanza, Quando si realizza la perfetta sintonia abbiamo il risultato perfetto che supera la somma delle parti, l’esecuzione ideale, a suo modo irripetibile. Allora il risultato alchemico è raggiunto.

Oltre ai fattori in gioco interviene poi un quid sottile che possiamo chiamare energia divina, intelligenza superiore, natura, spirito o forza e che gli alchimisti chiamano PIETRA FILOSOFALE, intendendo qualcosa che è in ogni parte del rapporto, alchimista, metallo, pianta, crogiolo, fiamma, procedura, tempo, luogo, evocazione… e tutte queste cose insieme. Ma se la pietra filosofale non si realizza, tutto è niente. La pietra filosofale è lo spirito della vita, evocato dall’unione di tanti fattori che creano unità. Alcuni alchimisti pensarono che fosse un qualche elemento o procedura specifici, ma i più saggi capirono che era l’armonia di tanti fattori, primo fra tutti l’atteggiamento spirituale, la sintonia tra uomo e natura, che entra in contatto con un’energia che sta al di là del soggetto e dell’oggetto.
C’era, nell’alchimia, una Piccola Opera, che era trasformazione della natura visibile, e una Grande Opera, che era trasformazione delle energie invisibili. Nella Grande Opera soggetto e oggetto si incontrano quando si sintonizzano e diventano una energia sola.
L’alchimia aveva scopi che sembravano anche assurdi eppure stranamente la scienza ha realizzato proprio quelli, come l’uomo in provetta o la clonazione di un essere vivente, e anche la famosa trasformazione del piombo in oro agendo sulle forze nucleari, sappiamo oggi modificare i legami molecolari ed entrare nell’architettura del DNA, ma l’alchimia era qualcosa di più, era una scienza ‘qualitativa’ mirata all’evoluzione spirituale, mentre la scienza attuale è quantitativa e mirata al profitto materiale. Anche la famosa comunione e comunicazione con la natura sono diventate oggi depredazione e prevaricazione incontrollate sulla natura stessa.
Non possiamo guardare all’alchimia come a una pre-chimica, è vero che essa ha fatto anche molte scoperte fisiche o chimiche, ma esse sono state superate dalle scienze moderne; a noi resta il suo spirito filosofico, il modello concettuale globale, l’interazione uomo-natura, il mondo visto come ecosistema in cui tutte le energie comunicano… e questo spirito anima anche molte espressioni del nostro tempo, il volontariato, il pacifismo, l’ambientalismo, l’ecologia moderna, i nuovi modi di coltivazione e allevamento, le terapie alternative che legano corpo e mente, la fisica quantistica, la teoria del caos, il nuovo pensiero filosofico-sociale del mondo, la nuova globalizzazione dei diritti, il rispetto della sostenibilità planetaria… mentre si fa pressante l’esigenza di una scienza che salvaguardi la natura e la vita e ponga l’azione dell’uomo in una situazione di armonia e non di conflitto con la natura, mentre cresce la necessità di una politica e di una economia a misura umana per il progresso generale e il rispetto della vita e dei diritti universali delle sue creature.
Oggi una specie di follia perversa ha ottenebrato la scienza, l’economia, la politica e dunque più che mai abbiamo bisogno dei valori filosofici dell’alchimia. Essa poggiava su una concezione spiritualista dell’uomo e della natura, mentre oggi la scienza si sta alienando dalla propria anima e allontanando da una visione globale del mondo.
Eppure, malgrado tante desolazioni, si aprono nuove speranze: dopo i quattro secoli del materialismo meccanicistico e ora dopo pochi decenni di una globalizzazione economica, selvaggia e distruttiva, che sta portando il pianeta sull’orlo dell’estinzione e l’umanità in una serie di guerre senza fine, ricominciamo a credere che un nuovo pensiero filosofico, umano e sociale, possa informare la vita umana e possa riportare l’uomo a comunicare con la parte migliore di sé e con le energie migliori dell’universo.
Sappiamo che le leggi fondamentali della vita sono ‘costruzione’ e ‘distruzione’. In alcuni momenti della storia umana, come adesso, la distruzione sembra avere il sopravvento come se ciò fosse fatale. Ma nulla è destinato che noi non vogliamo. Solo arrendersi passivamente alla distruzione la rende irrimediabile.
O lavoriamo per la vita o siamo paladini della morte. Ma la vita vuole rispetto e responsabilità, impegno etico e senso del futuro; questo gli alchimisti lo sapevano. Oggi molti sembrano aver smarrito se stessi e vivono l’istante per l’istante, mirando solo al proprio profitto o potere immediati, incuranti di ogni conseguenza sugli altri o sull’ambiente.
I filosofi del divenire sapevano che c’è la guerra e c’è l’integrazione. Il Tao ci dà due energie non contrapposte ma complementari. Finché l’uomo agirà ‘contro’ e non ‘insieme’, abbiamo poca speranza. Finché gli scopi saranno il potere materiale e non la conoscenza, avremo un mondo disperato. E tuttavia noi siamo parti in causa e partecipiamo dell’accadimento universale e anche questa è alchimia. Un principio alchemico, che si ripete nel Taoismo, dice che solo una visione limitata ci porta a vedere le cose come opposte, in una visione superiore gli opposti possono coesistere perché sono complementari. Se possono coesistere gli elementi, a maggior ragione possono coesistere uomini e donne, classi e popoli, ideologie e propositi… Jung è perfettamente centrato su questo, la coesistenza degli opposti è una delle mete del suo cammino, sia nella psiche, che nella visione spirituale, che nella palingenesi sociale. Cercare l’unione e non la disintegrazione.
Se si vuole cercare l’unione, la sola logica non basta. Il codice dell’alchimia è simbolico, il simbolo riporta a un pensiero analogico. La mente della scienza è logica e separativa, focalizza i dettagli, perde di vista l’insieme, può perdere anche il rispetto e l’amore per l’insieme.
L’alchimia è globale, vede la Terra come un organismo, sa che operare su una parte ha ripercussioni sul tutto. E’ una visione da riprendere perche’ è una visione etica. La scienza o l’economia o la politica, focalizzate sul particolare, che eludono le implicazioni totali nello spazio e nel tempo, rappresentano oggi un agire irresponsabile con effetti inquietanti: assurdo per esempio costruire una diga o una centrale nucleare senza curarsi del resto, assurdo imporre alimenti geneticamente modificati senza conoscerne gli effetti di lungo periodo, assurdo travolgere le economie locali per un mercato centralizzato. Procedendo ognuno centrato sul proprio scopo singolo e materiale, rischiamo di distruggere tutto, anche la vita stessa.
Nel mondo orientale furono predilette le vie analogiche, in quello occidentale quelle logiche, ora i due modi dovrebbero integrarsi, se non fosse che le finalità sono spesso divergenti, infatti la via analogica corrisponde a un’etica globale di rispetto e cooperazione, quella logica porta spesso a progetti di guerra e depredazione. L’alchimia sa che nessuna cosa è isolata e nessun effetto circoscritto e tende perciò all’aumento della responsabilità. Oggi la noncuranza per l’insieme ci sta portando alla catastrofe. Una visione alchemica è una visione totale.
Non importa quale cammino intraprendiamo, se siamo sul cammino del cuore, avremo sempre una trasformazione totale. Compiendo al meglio il lavoro visibile, procediamo su un cammino più grande, invisibilmente. Il compito non è solo guarire dal dolore, ma salire in alto, attuare cioè la sottile trasformazione che ci porta dal rettile all’angelo.
Alchimia implica rispetto per la vita e intuizione che la natura non è sotto di noi o fuori di noi ma che noi siamo dentro la natura perché lei è il nostro corpo più grande.
Quando i gradini sono risaliti e l’uomo si stacca dai suoi legami materiali e procede verso l’universale, intuisce di colpo il progetto del cosmo, vede il mondo come esso è: UNO, diventa partecipante. Le cose non sono più slegate ma in armonia e si corrispondono in un disegno unico. Egualmente l’uomo ‘vede’ che egli è il mondo, che non c’è differenza tra lui e l’altro. Realizza un’unione mistica, un atto d’amore.

Certo l’alchimia è uno dei più grandi misteri della conoscenza; non sappiamo cosa sia, dove sia nata, come e perché, ma sappiamo che è sempre esistita come ricerca universale perenne. Le immagini la fanno crescere e, danzando le immagini, danziamo la vita. E’ una via del sogno, collegata a un segreto, per cui i tentativi di spiegazione razionale la perdono, mentre chi si impegna nella simbolica delle immagini la vive come un rito. A volte le intuizione alchemiche appaiono improvvise come rivelazioni. La più bella è questa di una mia allieva adulta che mi scrisse: “Una sera, mentre ero seduta sul divano, ho guardato il tappeto che avevo davanti a me e ho visto non il solito tappeto ma una formazione di uno spessore di circa 30 cm, nella quale i colori non erano più ben definiti ma si mescolavano, si compenetravano uno nell’altro e questo spessore aveva una propria vita. Ho capito così, perché l’ho visto con i miei occhi, che la forma “normale” delle cose dipende da un nostro modo di vederle e che noi non siamo sopra il tappeto, ma dentro il tappeto, così come siamo continuamente mescolati con quanto ci circonda.
Il primo principio alchemico è ‘l’universo globale‘. Dio non crea cose singole separate ma un cosmo, un universo di assoluta bellezza e ordine, dove ogni cosa esiste in quanto si rapporta alle altre e dove tutto è insieme. Non dobbiamo separare l’anima che è dentro di noi dal mondo fuori di noi, o separeremo la vita dalla Vita, restringendo le nostre capacità di salvezza. Nessuno si salverà se non ci salveremo tutti insieme. Il futuro del mondo sta tutto nella speranza della resurrezione dello spirito. Se Dio è ordine e unione, il Male è disordine e separazione. Il nostro mondo sembra l’apoteosi del Male, la vittoria della separazione: nei rapporti con la natura, in quelli sociali, tra popoli, ideologie, scienze, religioni, filosofie, nei rapporti con noi stessi… Ma l’esaltazione della divisione porta alla catastrofe. Alla separazione dobbiamo contrapporre elementi di unione che portano naturalmente a Dio. Chi ha perso la coscienza di sé ha perso la coscienza del mondo, è un alienato, anche quando tenta di trascinare gli altri nella propria alienazione, controllando la psicologia delle masse o il sistema finanziario o la diffusione delle informazioni o la gestione delle risorse. La fusione con l’altro è l’unico modo per praticare alchimia, come è l’unico modo per praticare Vangelo.
Il concetto di globalità comunicante passa oggi all’ecologia, che studia gli ecosistemi, equilibri societari dove ogni elemento si lega agli altri e ne è responsabile, o al moderno concetto di ‘Ganzfeld’, campo totale, visione ideale di un mondo interconnesso, all’ambientalismo e a tutta la visione sociale ed economica new-global, ed è il fondamento del mondo nuovo.
Partecipare alla vita della Terra e dei suoi abitanti vuol dire entrare in una visione di grande bellezza e comunanza, ma anche caricarsi della responsabilità di tutto quello che succede.
Dice Gibran:“E l’uno all’altro, e ognuno a se stesso/ Fino al giorno in cui tu parlerai e io ascolterò/ E penserò che la tua voce sia la mia/ E quando mi alzerò davanti a te / Penserò a me stesso di fronte ad uno specchio“.
Chiudo con una frase che mi è appena arrivata su Internet ed è molto bella: “Il nostro compito è guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere più semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.”
Anche questa è una frase alchemica.

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MASADA n° 1627 27-2-2015 I MISERABILI

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(Le opere nelle immagini sono di Anthony Gormley)

MASADA n° 1627 27-2-2015 I MISERABILI

Tragica sinistra – Siamo tutti sudditi – Grottesca opposizione di Bersani al Jobs Act – La legge sulla responsabilità civile dei magistrati – Berlusconi tenta l’acquisto di RCS libri – Compro tutto – Grillo visto dalla Spagna – La svolta autoritaria è già avvenuta – Fatti non foste a viver come Bruti – Ladri di democrazia – Il costo degli interessi – TTIP e CETA – La dittatura di Renzi- Nella libertà di stampa scendiamo al 73° posto perdendo 24 punti – Il crollo dei diritti del lavoro – L’insostenibile peso della ragione

Kierkegaard
La nave è ormai in mano al cuoco di bordo e le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta, ma il menù del giorno dopo“.
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Una delle espressioni più in uso e più violentatrici della politica è “non ci sono alternative”. Non ci si accorge che chi soggiace alla forza intimidatrice di quest’espressione si fa sostenitore di nichilismo politico, la forma più perfetta di anti-politica conservatrice.”
Gustavo Zagrebelsky
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Desmond
Per quelli che dicono: “Almeno Renzi qualcosa fa o almeno ci prova”. Sì, impone una dittatura e assicura l’impunità di corrotti e mafie.

Caterina
Quei grandissimi geni dei greci antichi, che 3000 anni fa avevano capito veramente tutto della psiche umana, la chiamavano “hybris”: l’orgogliosa tracotanza, la presunzione superba e cieca dell’uomo (o della donna) che ha un alto concetto di sé, e non la cede a nessuno.
Un peccato che gli dei odiavano davvero, per cui non la si passava mai liscia, ma ci si schiantava sempre contro l’ineluttabile rovina.
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TRAGICA SINISTRA
Layos
La mia esperienza di militante della sx sotto varie forme mi ha portato ad una (per altro tragica) verità. A sx è praticamente impossibile trovare due persone che sulla maggior parte dei temi la pensino allo stesso modo e, essendo per fortuna in gran parte persone informate e che partecipano, anche apparenti sfumature diventano motivo di disagio e lite. Quando due persone si incontrano e hanno lo stesso pensiero sul 90% delle questioni, fondano un partito, un movimento o una fondazione. Salvo 10 minuti dopo iniziare a litigare su chi sia il capo.
Poi c’è l’innamoramento periodico ad un leader, spesso un Papa straniero. Ricordo Lula, Zapatero, Jospin, Mujica, Al Gore e chi più ne ha più ne metta. Fra l’altro iniettando anche in loro una significativa dose della sfiga atavica della sx italiana, visto che al momento di fare il tifo per loro, hanno iniziato a perdere, fare cazzate sesquipedali o finire travolti da qualche scandalo.
La metafora del cerchio di Ennio Doris direi che è rappresentata benone da questo mitologico video del Terzo Segreto:

Oppure, citando un pezzo memorabile di cinema, i palestinesi di Brian di Nazareth, che invece che combattere coi romani, si scannano fra di loro. E’ un guaio antico, mi è capitato di recente di vedere dei documentari sugli anni di piombo e nella frammentata galassia della sx extraparlamentare e pure fra di loro non mancavano i colpi bassi, nonostante oggi, col filtro della Storia e non più della cronaca, le questioni su cui dissentivano erano talmente irrilevanti da sembrare quasi pretesti.
All’epoca il PCI era tenuto insieme dall’ideologia dogmatica (e in ogni caso non mancarono gli scismi dolorosi e le fughe a sx) e c’era un Verbo che era il vero e tutte le eresie che andavano condannate come tali. Finito il dogma, eliminato il marxismo e la Cortina di Ferro, questa colla si è liquefatta e la sx ha subito una balcanizzazione non solo e non tanto in chi rappresenta le istanze in parlamento, ma soprattutto nei suoi elettori o potenziale bacino elettorale, che ha guardato via via alla Lega o al 5 Stelle più di recente.
Adesso è il turno di Landini, come lo fu di Vendola, Cofferati, Ingroia, la Borsellino, Crocetta…. anche lui finirà nel tritacarne di gente che gli darà del venduto per aver stretto la mano a qualche figuro di dx o aver firmato una qualche legge o dell’inaffidabile estremista perché cercherà di non perdere contatto coi movimenti di protesta, dalla FIOM ai No TAV.
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SIAMO TUTTI SUDDITI
Berluscameno

IL CASO GRECO FA RIFLETTERE: VOTARE in Italia HA ANCORA UN SENSO?
“Il caso Grecia dimostra come il rito del voto sia oramai del tutto superfluo”.
Come ha ben sintetizzato “Wolfang Schaeuble”(Ur Lodge “Der Ring”), nazifascista abituato a parlare chiaro, “chiunque vinca le elezioni comandiamo sempre noi”. Siamo in dittatura.
L’idea di essere governato da alcuni despoti, per quanto imbellettati e protetti da una retorica di tipo tecnocratico, ripugna la mia coscienza di uomo libero.
Non siamo più cittadini, ovvero titolari pro-quota dell’esercizio della sovranità; siamo sudditi, perciò “schiavi” di un modello economico forgiato sulle esigenze di una “finanza globale speculativa” che annulla ovunque le fondamenta della democrazia e dello stato di diritto.
I nazifascisti occulti, promotori su scala globale di questo nuovo modello di governance, hanno oggettivamente realizzato un capolavoro.
Imporre un dominio cieco e sanguinario per il tramite della forza bruta è infatti relativamente semplice. Riuscire a violentare gli oppressi carpendone invece surrettiziamente il masochistico consenso è opera in vero assai più complessa.
I soliti malefici architetti, quegli stessi che godono nel vedere il popolo greco ridotto ad uno stato pietoso e larvale, ci sono magicamente riusciti.
Le vittime non odiano più l’oppressore ma si odiano fra di loro. Il piccolo imprenditore odia il precario della pubblica amministrazione, che odia il disoccupato che lavoricchia in nero, il quale a sua volta odia l’immigrato che, presuntivamente, ruba il posto di lavoro agli italiani. Categorie diverse che si riscoprono infine tutte unite dal comune odio verso la famigerata “casta politica”, che poi altro non sarebbe se non la democratica espressione di una classe dirigente “selezionata in teoria” per difendere l’interesse collettivo dalle endemiche pulsioni fameliche che attraversano quasi sempre i portatori di mastodontici interessi privati.
Il mostro appena dipinto non è facile da scardinare. Il nemico, anziché sul confine, si è insinuato con l’inganno nella mente di ognuno di noi, falsificando la percezione stessa di una realtà che non siamo più in grado di comprendere.
Nonostante siano passati anni dallo scoppio di questa non meglio specificata “crisi economica”, peggiorata in seguito alla somministrazione delle ricette dell’austerity accompagnata dalla recessione, deflazione e disoccupazione c’è ancora moltissima gente che crede in buona fede alla lettura dei fatti offerta dal sistema.
E quindi la colpa è degli sprechi, della corruzione, dell’evasione fiscale e della instabilità politica che genera incertezza fra i mercati.
Quanti sono, secondo voi, gli italiani in grado di riconoscere in automatico l’impianto menzognero e fraudolento di simili racconti? Temo pochi.
Ma mettiamo pure il caso che, all’improvviso, la maggioranza degli italiani apra gli occhi, decidendo contestualmente di conferire un mandato democratico ad un ipotetico premier eletto appositamente in funzione anti-austerity ed anti recessione.
Un eventuale braccio di ferro fra i difensori della democrazia e quelli del tecno-nazismo, non finirebbe per concludersi in ogni caso con la vittoria dei secondi?
In Grecia è andata così. Certo, l’Italia non è la Grecia. Ma anche la Francia non era la Grecia. Il presidente Hollande, giova ricordarlo, vinse le elezioni del 2012 promettendo eurobond e rilancio della crescita e sviluppo, calandosi poi rapidamente e con mansuetudine nel ruolo di cane di compagnia del rottweiler Angela Merkel(Ur Lodge “Golden Eurasia” ). Neppure i “galletti” conservano un po’ di autonomia?
Anche la Francia è oramai ridotta al rango di nazione stracciona e supplicante?
Il problema è evidentemente più serio e articolato di quanto superficialmente non appaia.
Votare è ormai inutile dappertutto.
In Europa, e non solo in Europa, guida da tempo il “pilota automatico” (copyright Mario Draghi). L’origine del disastro contemporaneo è contenuto in un accordo stipulato nel 1981 dai vertici della massoneria sovranazionale (“United Fremasons for globalitazion”), accordo svelato da Gioele Magaldi nel suo monumentale libro “Massoni”. Un patto scellerato, svantaggioso quasi quanto quello concluso di recente da Tsipras con i “vampiri” di stanza presso l’Eurogruppo.
Nonostante tutto possiamo guardare al futuro con ottimismo, combattendo incessantemente e con determinazione insieme a noi una battaglia che alla fine vinceremo. La nostra democrazia è come un palloncino in acqua. Per quanto nascosta e sospinta verso il basso tenderà sempre per inerzia a riemergere”.

GROTTESCA OPPOSIZIONE DI BERSANI AL JOBS ACT
Viviana Vivarelli

Ma Bersani solo ora scopre che la riforma del lavoro di Renzi toglie ogni diritto ai lavoratori e li porta indietro di 50 anni??? Ma a chi lo vuole raccontare ??
Quante ridicole balle!
La minoranza bersaniana conta ben 140 parlamentari contro 445 del totale Pd.
Se Bersani fosse una persona seria, con un tale numero di parlamentari, potrebbe quasi in ogni momento bloccare le infami riforme di Renzi semplicemente uscendo dall’aula e facendo mancare il numero legale assieme a Sel e M5S a cui si aggiungerebbero molti di FI, e questo farebbe immediatamente cadere Renzi, ma basterebbe anche una minaccia seria in tal senso per farlo recedere dagli orrori che si propone.
Perché Bersani questo non l’ha mai fatto? Perché non lo ha nemmeno minacciato?
E di quale difesa dei lavoratori parla dopo aver votato senza se e senza ma la terrificante riforma della Fornero???
E’ lecito a un dittatore quale Renzi, mai eletto da nessuno ma nominato da Napolitano, e che non ha nemmeno la maggioranza in Senato (unico motivo per cui lo vuole storpiare) ignorare ben 140 dissidenti interni e comandare come un arrogante despota senza dialogo né confronto?
I casi sono due:
-o questi 140 sono degli imbelli incollati alla poltrona e che per conservarla si vendono anche il cubo
-o questi 140 fingono soltanto un dissenso in realtà inesistente in una manfrina che vuole solo provare una finta resistenza democratica in realtà inesistente ma continua a votare per mantenere la poltrona.
Che ipocrisia!
Ma Bersani non era quello che votò per il pareggio di bilancio in Costituzione che avrebbe vietato di spendere persino per una alluvione e non parliamo di investimenti?
Bersani non era quello che votò ‘senza se e senza ma’ le infami leggi Fornero?
Non era quello che quando si poteva uscire dall’aula e far mancare il numero legale a Renzi sul Jobs Act, preferì restare in aula col didietro attaccato alla poltrona?
E allora di che balle ciancia costui?
Forse ha capito che Renzi sta per rottamare anche lui e allora fa queste sceneggiate indecenti che nemmeno un pappagallo di regime potrebbe prendere in considerazione? Basta con queste sceneggiate false e menzognere!
Quando è stato votato il Jobs Act solo 29 piddini hanno lasciato l’aula, alla Camera solo 40 piddini hanno votato contro. Alla Camera il Jobs Act passò con 316 sì, 6 no e 5 astensioni. Al Senato il Jobs Act passò con 166 voti favorevoli, 112 contrari e un astenuto. Ma la minoranza bersaniana conta 140 parlamentari!!! Cosa hanno votato gli altri bersaniani? Cosa facevano? Si calavano le brache?
E ora vengono a piagnucolare??? Ma chi chi vogliono far fessi???
Questi pagliacci sono irricevibili. Si pugnalano da soli.
Sul Jobs Act la loro resa è stata vergognosa. Se i 140 bersaniani sul Jobs Act fossero usciti dall’aula Renzi si sarebbe frenato di colpo e col cavolo che avrebbe fatto quelle porcherie che ha fatto, invece uscirono dall’aula solo 5 o 6 civatiani.
Bersani disse: “Se usciamo, casca il governo e ne va del bene del Paese (??), non possiamo affrontare una crisi al buio”. La crisi evidentemente non era abolire lo statuto del lavoro o scempiare la Costituzione o riproporre un sistema elettorale antidemocratico con gli stessi affronti incostituzionali del porcellum o proporre addirittura la depenalizzazione della frode fiscale, la crisi è solo quella dei bersaniani e la loro paura di perdere la poltrona, perché in nuove elezioni Renzi potrebbe non metterli nemmeno in lista, candidando solo altri yes man.
Citiamo le parole di Cuperlo: “La fiducia non è in discussione (ma va?!). Ma non si profila mica una delega in bianco. Alla Camera ci sarà una discussione per migliorare il testo”. E infatti si è visto quanto Renzi sia capace di ‘discutere’. Renzi conosce solo un modo: il diktat dittatoriale.
E Bersani fa scivolare la minaccia in avanti: “Se passa il Jobs Act non voteremo l’Italicum” Ma a chi lo vuol far credere? Fa ridere anche i polli. Ormai ha perso ogni credibilità.
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Renzi fa passare la legge sulla responsabilità civile dei magistrati che metterà bavagli e legacci alla loro libertà di giudizio e moltiplicherà le cause giudiziarie in un diritto già abbastanza ingorgato.

I RETROSCENA DEL PATTO DEL NAZARENO
Rosario Amico Roxas

La copertura omertosa sul Patto del Nazareno ha impedito di conoscere i punti salienti degli accordi tra il pregiudicato Berlusconi e lo spregiudicato Renzi; ma gli eventi cominciano a gettare una luce sugli accordi che sono stati abilmente nascosti al popolo sovrano, diventato “popolo succube”, accordi sottobanco a tutela degli interessi di Berlusconi, che gli forniscono anche i mezzi per le sue vendette personali.
Con la legge in discussione sulla responsabilità dei magistrati si realizza il sogno del pregiudicato Berlusconi di alterare i rapporti nei procedimenti penali, con i magistrati al banco degli imputati e i pregiudicati che li accusano; i potenti di turno metterebbero le mani sulla giustizia, lasciando inalterata ogni libertà di delinquere, di corrompere, di turbare le aste, di evadere il fisco, di esportare capitali all’estero. A ciò si deve aggiungere, sempre in tema di giustizia, il mantenimento della impunità nel falso in bilancio.
Il Patto del Nazareno sembra andare ben oltre gli aspetti negati alla “Giustizia uguale per tutti” perché sembra regalare a mister Ex-tutto il monopolio sulla informazione e sulla cultura, permettendo l’acquisto da parte di Mondadori di RCS-libri; ma non basta, per salvare il bilancio fallimentare di Mediaset si discute anche l’acquisizione delle antenne Rai-WaY, che cederebbero a Berlusconi anche la maggioranza di controllo. In pratica si permetterebbe che la Rai venda a Mediaset la corda con la quale Mediaset intende impiccare la RAI.
Sembra assolutamente evidente che il governo Renzi non intende mettere mano ad una legge che regolamenti il conflitto di interessi, per lasciare libero Berlusconi di esercitare il controllo diretto e indiretto sulle istituzioni, che vedrebbero vanificati i poteri riconosciuti dalla Costituzione.
In campagna elettorale Renzi aveva promesso una legge severa contro le evasioni fiscali, una legge anti-corruzione (finita nel macero delle leggi da discutere a tempo perso), argomenti transitati nell’oblio..
Se accadesse che una sola delle misure elencate andasse in porto, ciò segnerebbe una sconfitta di tutti gli italiani, a vantaggio della vittoria di un solo squallido personaggio, incapace di fare l’imprenditore nella legalità e alla perenne ricerca di tutte le scorciatoie per eludere le leggi.
Ci manca solo che, in vista del big match Milan-Inter, Berlusconi compri l’Inter: è così che si “vince facile”.
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COMPRO TUTTO
Rosario Amico Roxas

Berlusconi annuncia di voler comprare le torri di trasmissione della Rai, per la modica cifra di 1,22 miliardi nell’interesse e per conto di Mediaset, diventando il solo possessore di oltre 5000 antenne, che in breve tempo dovrebbero generare utili miliardari (che sia il compenso pattuito con Renzi per lo “sgarbo” di avere fatto eleggere Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica ?).
Lancia un’OPA (offerta Pubblica di Acquisto) su RCS libri, per conto della Mondadori, che farebbe diventare l’azienda gestita da Marina Berlusconi, la sola azienda in grado di condizionare fortemente l’andazzo culturale nazionale.
Due ipotesi che renderebbero il gruppo Berlusconi monopolista in tutte le forme di condizionamento culturale e mediatico. Ma c’è una serie di contraddizioni che vanno valutate con molta attenzione.
La prima ipotesi riguarda la vendita di una consistente quota di Mediaset, azienda ridotta al lumicino, già salvata dal fallimento con la legge Gasparri e, successivamente, con la partecipazione alle guerre di Bush in Iraq, quando ignoti “finanziatori” americani pensarono bene di investire, proprio in Mediaset, sull’orlo del fallimento, 6,5 miliardi di dollari, non avendo trovato in giro per il pianeta altre forme di investimento meno aleatorie. Il gruppo di Berlusconi si barcamena tra l’ipotesi di portare i registri in Tribunale per sancire un fallimento e i programmi di acquisti per somme di cui, ufficialmente, non dovrebbe avere la disponibilità.
L’ipotetico è d’obbligo, conoscendo le manovre di cui è capace per evadere il fisco e accumulare capitali all’estero, che vorrebbe far rientrare, ma senza pagare il dovuto e senza far sapere in giro le sue manovre, perché non gli restituirebbero la credibilità che, ormai , ha perduto.
La seconda ipotesi riguarda la vendita del Milan, che chiarisce parecchie cosette; circola, ad arte o in verità, che ci sarebbe un’offerta di un miliardo di euro, da parte di finanzieri stranieri e poco noti. L’intero volume azionario del Milan non supera i 200 milioni, per arrivare alla cifra messa in circolazione, mancano ben 800 milioni. Cosa c’è sotto ? O meglio, cosa potrebbe esserci sotto? Un acquirente di comodo potrebbe anche versare i 200 milioni del valore reale, mentre i restanti 800 milioni potrebbero rappresentare un gioco delle tre carte per far rientrare la medesima somma da una delle banche svizzere che custodisce il malloppo ben nascosto al fisco italiano. Sarebbe il montante sufficiente per organizzare l’acquisto sia delle torri della RAI che di RCS libri, anche se dovesse spremere altri conti esteri prima che scattino gli accordi di trasparenza con l’Italia.
Intanto un suo primo risultato lo ha ottenuto: Mediaset e Mediolanum stanno guadagnando negli indici di borsa, basandosi esclusivamente sulle dichiarazioni ufficiali con le quali Berlusconi “compra tutto”.
C’è da attendersi una ulteriore manovra su Mediolanum, dove già Renzi ha messo avanti ipotesi di agevolazioni idonee a salvare la banca di Berlusconi e quelle di Verdini.
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In questa legislatura ci sono stati 175 cambi di gabbana. Puntare l’attenzione solo sui 5stelle mi sembra come minimo disinformazione calunniosa.

GRILLO VISTO DALLA SPAGNA
PABLO ORDAZ, intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Pais

Fino a pochi anni fa, Beppe Grillo (Genova, 1948) era un comico e si occupava dei problemi principali dell’Italia. “Gli spettatori”, spiega nel corso di una lunga conversazione a Milano, “fuori dai miei spettacoli mi dicevano, beh, Beppe, ora cosa facciamo?”. Da questa domanda è nato un programma politico, i cui due punti principali sono il reddito di cittadinanza e l’uscita dall’euro. Grazie a una serie di liste civiche è entrato in comuni e regioni e poi, nel 2013, in Parlamento. Tutto è partito nel 2005 da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, un imprenditore esperto di internet milanese. E oggi il M5s è la seconda forza politica in Italia, e dispone di 11 sindaci, 17 deputati, 91 deputati, 36 senatori e 1.500 consiglieri comunali e regionale. Il M5s è noto per la rinuncia dello stipendio e per aver respinto i 42 milioni di finanziamenti pubblici. Beppe Grillo è noto anche per il rifiuto a compromessi con le altre formazioni politiche.
Tanto che nel 2013, Grillo ha avuto l’opportunità di allearsi con il Partito Democratico (PD) e di far ritirare per sempre Silvio Berlusconi, ma ha scelto di non farlo. “Noi – ha detto Grillo – Non possiamo essere d’accordo con il PD per due ragioni molto semplici. In primo luogo, perché è un partito che da sempre è alleato in un modo o nell’altro con Forza Italia (FI), il cui fondatore, Marcello Dell’Utri, è in carcere per associazione mafiosa e il cui leader, Silvio Berlusconi, è stato espulso dal Senato dopo la sua condanna per frode fiscale. Il PD e FI sono sempre stati partner e hanno fatto tutto il possibile per non cambiare nulla in questo Paese. La seconda ragione è che allearsi con uno o l’altro per ottenere qualcosa è un vecchio concetto della politica. La nostra rivoluzione è di essere onesti nel bel mezzo di un sistema corrotto. Abbiamo fatto dell’Onestà la nostra bandiera. L’Italia sta molto male, e non si rendono conto che senza noi ci sarebbe Alba dorata, forze di dx che stanno crescendo in tutta Europa. Siamo noi che manteniamo la democrazia. Se cadiamo noi, questo paese rischia”.
Beppe Grillo, faccia a faccia, è una persona molto diversa dalla sua immagine mediatica “tronante” . Egli si assume una parte di responsabilità – “forse alcuni si sono spaventati al nostro grido ‘tutti a casa’, o della minaccia che avremmo fatto un processo online per la restituzione del denaro rubato” – ma accusa i media italiani di “disonestà intellettuale” al servizio dei grandi interessi politici e commerciali. I suoi attacchi alle caste hanno ostacolato le sue presente alle televisioni, così ha deciso di rinunciare alla tv e ha utilizzato la Rete per far crescere il proprio movimento, in particolare, il suo blog, il più visitato d’Italia. “Ma – riconosce – forse mi sbagliavo. Internet non è sufficiente per l’invecchiamento della popolazione, siamo il Paese con più anziani al mondo, ed è molto difficile convincere un uomo di 70 anni che da casa, con un clic, può decidere se andare in guerra in Iraq, o vietare il gioco d’azzardo o migliorare il futuro dei propri nipoti. Io non sono riuscito a raggiungere queste persone. Le persone di una certa età non fanno la rivoluzione, guardano in televisione quale candidato piace di più e lo votano”.
Grillo ha anche incontrato alcune incomprensioni interne. 18 deputati e altrettanti senatori sono stati espulsi. Secondo Grillo, il motivo è chiaro: “Abbiamo intrapreso questo progetto facendo entrare anche persone che non conoscevamo e che si sono rivelate deboli e si sono lasciate schiacciare dal sistema. Ma sono felice. Ora siamo più forti”. Sulla possibilità che una parte del suo elettorato quasi 10 milioni di voti, abbia capito il suo rifiuto fermo al compromesso, Beppe si è mostrato ancora più sicuro: “Preferisco essere accusato di essere puro e duro piuttosto che uno che fa accordi segreti con partiti pieni di corruzione. Preferisco perdere voti per non essermi accordato con questi piuttosto che guadagnare voti accordandomi con dei mafiosi”.
Grillo assicura comunque che la sua proposta di lasciare l’euro non è un’utopia: “Utopia sarebbe rimanere nell’euro, abbiamo perso la nostra sovranità monetaria e dobbiamo recuperarla, e dobbiamo garantire un reddito minimo di cittadinanza. Qui stanno facendo politiche per abolire tutti diritti, e per consentire alle multinazionali di comprare il Paese. E questi non creano lavoro. Acquistano le risorse del Paese: acqua, luce, gas… Ci vorranno generazioni prima che si capisca quello che sta accadendo ora”. E, nonostante tutto, il leader del M5S avverte che la cosa più importante in Italia e più rivoluzionaria è l’onestà: “La corruzione è istituzionalizzata. I nuovi mafiosi sono già all’interno del sistema a fare le leggi. E la cosa peggiore è che l’Italia è stata costruita in modo tale che se sei una brava persona vieni espulso dal sistema e sei considerato uno stupido. E’ difficile andare avanti da onesti. Ecco la mia rabbia. Si tratta di una rabbia condivisa con 10 milioni di persone. Quindi non ho alcun dubbio che prima o poi vinceremo”.

Mario Luzi
Natura

La terra e a lei concorde il mare
e sopra ovunque un mare più giocondo
per la veloce fiamma dei passeri
e la via
della riposante luna e del sonno
dei dolci corpi socchiusi alla vita
e alla morte su un campo;
e per quelle voci che scendono
sfuggendo a misteriose porte e balzano
sopra noi come uccelli folli di tornare
sopra le isole originali cantando:
qui si prepara
un giaciglio di porpora e un canto che culla
per chi non ha potuto dormire
sì dura era la pietra,
sì acuminato l’amore.

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DORMITE SERENI, LA SVOLTA AUTORITARIA E’ GIA’ AVVENUTA
Maurizio Viroli

Un Parlamento eletto in base a una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Corte stravolge una Costituzione approvata da un’Assemblea costituente eletta secondo un equo sistema proporzionale che garantiva piena rappresentanza a tutte le forze politiche. Il che significa che chi non ha potere pienamente legittimo, neppure per legiferare e governare, rovina la Carta fondamentale approvata da un’Assemblea costituente che aveva piena legittimità.
Una Costituzione approvata a larga maggioranza (quasi l’88% dell’Assemblea costituente) dopo lungo, serrato, colto e serio dibattito nelle commissioni e in assemblea plenaria, viene modificata a stretta maggioranza senza seria discussione. Il metodo delle larghe intese, osannato da tanta parte dell’opinione pubblica e apertamente sostenuto dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano vale dunque per formare il governo e legiferare, ma non per riformare la Carta fondamentale che definisce le regole per governare e per legiferare. Nessuna parola, nemmeno un monito da parte del capo dello Stato? E quale sarebbe la necessità impellente di abolire il Senato elettivo per sostituirlo con un Senato di nominati da istanze inferiori, consigli comunali e regionali, con potere di concorrere alla riforma della Costituzione? Nessuna.
Illustri colleghi costituzionalisti di chiara fama affermano che non c’è alcun rischio di svolta autoritaria o antidemocratica. Hanno pienamente ragione. Non esiste alcun rischio in tal senso: la svolta autoritaria c’è già stata e consiste nel metodo usato per riformare la Costituzione. Svolta autoritaria secondo uno dei significati propri del termine: un uomo animato da volontà di dominio scatena contro le istituzioni repubblicane una pletora di servi che dipendono da lui per avere il privilegio di rimanere in Parlamento o di essere rieletti. Addirittura Renzi si permette di minacciare i recalcitranti che se non passa la sua riforma della Costituzione “si va alle elezioni”, come se avesse il potere di sciogliere le camere! Dimentica, o fa finta di dimenticare, il dinamico riformatore, che sciogliere le Camere è prerogativa del capo dello Stato. Ma per Renzi questa distinzione, che è fondamento dell’ordinamento repubblicano, è troppo sottile: si sente già capo del governo, capo dello Stato e padrone del Parlamento.
I giuristi del XIV secolo parlavano di tirannide tacita o velata: niente armi, niente proscrizioni, niente esili. Bastano dei servi tenuti al guinzaglio con la vecchia minaccia di togliere loro i privilegi e con loro dare a un uomo un potere senza limiti. Possibile che i cittadini italiani, tranne piccole minoranze, non si rendano conto dell’inganno messo in atto contro la loro dignità? Pare, purtroppo, che sia così.

Guccini- L’avvelenata

Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il “crucifige” e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato…

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d’ un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d’ arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta…

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso…

Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell’ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare…
se son d’ umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo…

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perché canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare!

Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice “sei depresso”, nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po’ di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni…
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!

Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!

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L’Italia perde 24 posti e scivola al 73/o gradino della classifica della libertà di stampa stilata da Reporter senza Frontiere (Rsf)

FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI
Marco Travaglio
A Milano c’è un procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, che su incarico del suo capo, Edmondo Bruti Liberati, coordina il pool Reati contro la Pubblica amministrazione (già Mani Pulite). Poi il suo capo comincia a sottrargli una serie di fascicoli di sua competenza per assegnarli ad altri dipartimenti che devono occuparsi di tutt’altro (Ruby, Formigoni, Expo), mentre quello sulla Sea lo “dimentica” per mesi in cassaforte. Robledo lo denuncia prima al Pg di Milano, poi al Csm. Il primo si volta dall’altra parte. Il secondo apre una pratica su Bruti, ma quando sta per sanzionarlo arriva una lettera di Napolitano al suo vice Vietti, “non ostensibile” ai consiglieri, che intima di salvarlo perché, essendo capo, può fare quel che gli pare: anche violare le regole dettate da lui.
I consiglieri obbediscono immantinente alla lettera fantasma, sbianchettano i rilievi che avevano mosso a Bruti in due relazioni d’accusa e lo “assolvono”. Intanto Robledo indaga sui rimborsi pubblici per le spese private dei consiglieri regionali lombardi. Il 29 gennaio 2014 le agenzie Agi e Asca riferiscono che le indagini riguardano tutti i gruppi consiliari. L’avvocato di alcuni leghisti, Domenico Aiello, si complimenta via sms per la sua imparzialità: “Uomo di parola! Poi grande magistrato”. Robledo risponde: “Caro avvocato, promissio boni viri est obligatio”. Cos’ha “promesso” Robledo ad Aiello? Che avrebbe indagato a 360 gradi, senza risparmiare nessun partito, anche per non influenzare le elezioni regionali di primavera. L’aveva detto anche ai due legali del Pd. E così ha fatto. Indovinate com’è finita? Il Csm che aveva salvato Bruti ha punito Robledo: trasferito ipso facto a Torino con divieto di fare mai più il pm.
Com’era accaduto alla Forleo e poi sia a De Magistris sia ai tre pm di Salerno – Apicella, Nuzzi e Verasani – che osavano indagare sull’insabbiamento delle sue indagini a Catanzaro. Guardacaso, tutti magistrati finiti nel mirino di Napolitano. Quindi Bruti resta al suo posto, anche se è scaduto a luglio e il Csm s’è scordato di rinnovargli il mandato. Robledo invece deve traslocare, e alla svelta, perché restando a Milano un istante di più comprometterebbe “il buon andamento dell’amministrazione dell’ufficio”. L’ha fregato quello scambio di sms con l’avvocato Aiello (intercettato a Reggio Calabria), che dimostra la sua imparzialità, almeno agli occhi di un lettore sano di mente. Per il Csm invece è “la plastica conferma del rapporto opaco con l’avvocato che fruiva di fonti informative privilegiate in Procura” (una: Robledo) e della sua “contiguità” con esponenti politici “in vista di uno scambio di favori”. Quali notizie segrete avrebbe fornito Robledo ad Aiello? Che avrebbe indagato su tutti i consiglieri sospettati (cioè che avrebbe fatto il suo dovere) e che aveva disposto intercettazioni (peccato che non le avesse disposte, infatti Aiello dice di non aver appreso la notizia falsa da lui, ma dai giornalisti nel corridoio della Procura). Quali notizie segrete avrebbe fornito Aiello a Robledo? “atti riguardanti la richiesta di immunità presentata al Parlamento europeo da Gabriele Albertini” che Robledo aveva denunciato. Peccato che le presunte rivelazioni risalgano al 18-19.12.2013 e che Albertini abbia chiesto l’immunità a fine gennaio 2014. Per questa e altre bufale (come Gianni Barbacetto ha sempre documentato e documenta anche oggi con nuove carte a pag.   10  ), Robledo è stato degradato sul campo e trasferito con ignominia. Il tutto grazie all’azione disciplinare avviata dal Pg della Cassazione Gianfranco Ciani, che nel 2012 convocò Piero Grasso su richiesta di Mancino & Napolitano (a proposito di rapporti contigui e opachi) per parlare di “avocare” da Palermo l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Il classico bue che dà del cornuto all’asino. Qualcuno dirà: chissenefrega, beghe fra toghe. Errore: a furia di raffiche contro i non allineati, il Csm sta inoculando nella magistratura il virus di una mutazione antropologica che sostituisce i principi costituzionali di eguaglianza e di indipendenza con i vizi del conformismo e del servilismo. Alla fine, a pagarne il conto, saremo noi cittadini.

Ken Saro-Wiwa

http://it.wikipedia.org/wiki/Ken_Saro-Wiwa

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un’intera generazione
È il poliziotto che corre all’impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L’inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
È questo
È questo
È questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.

LADRI DI DEMOCRAZIA
Beppe Grillo

Di notte lavorano i ladri di appartamenti, non si cambia la Costituzione“. Invece in questo Paese, ormai stretto nella morsa di un governo che comanda come se fosse il padrone, la Costituzione viene massacrata in tutta fretta col favore delle tenebre e del Festival di Sanremo.
Non si sa il motivo di tanta pressione e di un’azione così arruffata e impositiva. Nel caos dell’aula, tra le opposizioni che denunciano lo scempio e il M5S che si ribella con forza, il PD si permette di fare il bello e il cattivo tempo dirigendo i lavori e dando persino ordini alla Presidenza. Presidenza che obbedisce, e indice una seduta fiume: un vero orrore trattandosi di riforme costituzionali, e considerando che l’art.138 (quello che noi abbiamo salvato “salendo sul tetto“,ricordate? prevede comunque tre mesi di stop e altri due passaggi alle Camere. Perché allora si deve correre così?
In una riforma costituzionale gestita con la forza da un pugno di potenti che puntano a ridurre le istituzioni ad un clan di nominati, il M5S vuole inserire il virus della democrazia diretta e della voce dei cittadini. Un contrappeso formidabile. Così, ecco nostri tre emendamenti:
1) Esame obbligatorio delle leggi di iniziativa popolare. I nostri dipendenti in Parlamento dovranno, a scadenze prefissate, esaminare almeno una legge proposta dai cittadini, e dare una risposta
2) Referendum propositivo e abrogativo senza quorum. Nella Costituzione sarà finalmente inserito questo strumento di partecipazione diretta alla stesura delle leggi
3) Ricorso alla Corte Costituzionale da parte delle minoranze parlamentari. Un decimo dei parlamentari potranno sollevare questioni di legittimità davanti alla Consulta
Più la democrazia viene calpestata nei Palazzi, più noi chiediamo democrazia, diretta e partecipata dai cittadini. Hanno paura di questo. Noi non abbiamo paura né di loro né della democrazia. Perché, un giorno, anche loro saranno opposizione e chissà, magari ci ringrazieranno.”
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IL COSTO DEGLI INTERESSI
Italiote

A fronte delle cifre ripetute sul debito greco non si menziona quanta parte sia dovuto ad interessi (manco ci fosse la censura).
In quattro anni l’Italia ha speso per interessi 318 miliardi di euro: Se non ho capito male sono interessi passivi in aggiunta alla restituzione del prestito.
Plausibilmente con inflazione regolata per mandato BCE i rentier traggono un beneficio proporzionalmente maggiore in funzione delle rispettive disponibilità finanziare vincolate a tale scopo.
PS: È vero che l’Italia versi alla BCE interessi miliardari per via di regole penalizzanti?
NB: la deflazione pesa maggiormente sul debito italiano avvantaggiandone i creditori (i proporzione dallo scostamento dal target inflazione)
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Mariano Giusti
Sul vocabolario alla voce “pratica che impedisce di risanare un debito costringendo all’infinito il debitore a pagare interessi” trovo “usura”
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Berluscameno
Revisione alla “FED -USA”: ecco come ha prestato i soldi gratis a pochi individui di organizzazioni bancarie.
Quello riportato sotto ,è la traduzione dell’articolo originale del Senatore Sanders del Senato americano. Tradotto da Andrea Lunardon, amico e traduttore professionista, è una pietra miliare della storia economica e politica degli ultimi 5 secoli.
Esso smaschera un “sistema segreto di potere” che permette ad alcuni individui -appartenenti ad organizzazioni bancarie private – di comperare interi stati o di deciderne la bancarotta. I nomi che compaiono hanno ricevuto centinaia di miliardi di dollari a tasso quasi nullo, in realtà un tasso-poi – “secretato”.
Per fare un termine di paragone, se il popolo italiano (ossia la Banca d’Italia prima di perdere la sovranità monetaria) potesse fare altrettanto, non avrebbe più alcun problema economico riferito al Debito Pubblico che ci sta massacrando. E invece lo stesso debito pubblico italiano è un FALSO, solo un trucco di bilancio, perché realizzato da” soci privati della Banca d’ Italia” con incroci vietati dallo statuto della BANCA D’Italia: statuto riformato da Draghi (quando era il Presidente e governatore della Banca d’Italia) che così si sarebbe illuso di aver sanato un illecito, lui che aveva lavorato per la “Goldman Sachs” ed oggi chiede (o meglio ordina tramite la BCE) sacrifici immani al popolo italiano.
Nella realtà – ora – quale Governatore della BCE costringe i Paesi UE del sud Europa a pagare interessi esosi per ripagare un debito fasullo, creato con artifici contabili..
E’ evidente che se si privano i popoli delle proprie ricchezze (con l’applicazione di troppe tasse- volute dalla UE – sulle case di proprietà) o si debilita la capacità economica di produrre ricchezza con lavoro produttivo (con voluta distruzione della classe media), gettando in una perversa spirale di debito (Grecia docet!), si commette una violazione dei diritti umani fondamentali, si distrugge il diritto al lavoro, il diritto alla libertà, e se ne minaccia la salute, sia fisica che morale.
Prepariamo dunque una forte rete internazionale per “arrestare” (e non in senso metaforico) coloro che stanno riducendo (con la loro teoria economica errata di austerità in un periodo di forte recessione) il Sud Europa alla fame attraverso” lo strozzinaggio bancario”..
La prima revisione completa della Federal Reserve ha scoperto nuovi allucinanti dettagli su come gli Stati Uniti abbiano fornito la enorme somma di 16.000 miliardi di dollari con “prestiti segreti “per salvare le imprese bancarie americane e straniere durante la peggiore crisi economica mai verificata dal tempo lontano della “Grande Depressione”. Un emendamento del senatore Bernie Sanders alla riforma di legge di Wall Street che passò qualche anno fa, ha portato l”’Ufficio Contabilità del Governo USA (GAO)” a condurre uno studio approfondito su questa incredibile vicenda.
”Come risultato di questa verifica, ora sappiamo che la Federal Reserve ha fornito più di 16.000 miliardi dollari come assistenza finanziaria totale ad alcune delle maggiori istituzioni finanziarie e società private bancarie negli Stati Uniti e in tutto il mondo”, ha affermato Sanders. ”Questo è un chiaro caso di “socialismo per i ricchi e forti”, e di individualismo crudele nei confronti di tutti gli altri che devono camminare solo con le proprie gambe.”
Tra i principali risultati dell’indagine troviamo che la FED ha unilateralmente fornito migliaia di miliardi di dollari in aiuti finanziari a banche e società finanziarie straniere dalla Corea del Sud alla Scozia, secondo il rapporto del “GAO”.
”A nessuna agenzia del governo degli Stati Uniti dovrebbe essere consentito il salvataggio di una banca o società finanziaria straniera senza l’approvazione diretta del Congresso e del Presidente USA”, ha affermato Sanders.
Il “braccio investigativo del Congresso”, al di sopra delle parti e dei partiti, ha anche stabilito che la FED non ha un chiaro sistema per affrontare i veri “conflitti di interesse”, nonostante gli abusi verificati.
Infatti, secondo il rapporto, la FED ha applicato “deroghe al conflitto di interessi” a dipendenti e appaltatori privati in modo che potessero mantenere gli investimenti nelle stesse società bancarie e istituzioni finanziarie che hanno ricevuto ingenti prestiti di emergenza. Ad es., l’amministratore delegato(AD) di “JPMorgan Chase” operava tra i direttori della FED USA di New York nello stesso momento in cui la sua banca riceveva oltre 390 miliardi dollari in aiuti finanziari dalla FED.
Inoltre, la” JP Morgan Chase” ha attuato come una delle “banche di compensazione” per i programmi di prestito d’emergenza della FED.
Inoltre il “GAO” ha detto che il 19 settembre 2008 a William Dudley, che ora è il Presidente della FED di New York, è stata concessa una deroga per permettergli di mantenere i suoi investimenti in” American International Group (AIG)” e nella “General Electric (GE)” nello stesso momento in cui “AIG” e “GE” ricevevano notevoli prestiti d’emergenza. Una delle ragioni per cui la FED non ha obbligato Dudley a vendere le sue partecipazioni, secondo la perizia, era che l’operazione avrebbe potuto dare l’”apparenza di un conflitto di interessi”.
Per Sanders, la conclusione è semplice. ”A nessuno che lavora per una società che riceve aiuti finanziari diretti da parte della FED dovrebbe essere consentito di sedersi al tavolo d’amministrazione della FED o essere assunto dalla stessa FED,” ha detto.
L’indagine ha anche rivelato che la FED ha destinato la maggior parte dei programmi di emergenza suoi prestiti a imprenditori bancari privati, molti dei quali sono stati anche i destinatari di prestiti inizialmente a bassissimo interesse e poi divenuti segreti.
La FED ha praticamente destinato tutte le operazioni dei programmi di prestito d’emergenza ad” imprese bancarie private” come” JPMorgan Chase”, “Morgan Stanley” e “Wells Fargo”. Le stesse imprese hanno anche ricevuto migliaia di miliardi di dollari in prestiti della FED a tassi d’interesse quasi nulli. Complessivamente circa due terzi dei contratti che la FED ha concluso per gestire i suoi “programmi di prestito d’emergenza “sono avvenuti senza gara d’appalto. Con la “Morgan Stanley “è stato concluso il più grande “contratto senza gara d’appalto”, del valore di 108,4 milioni dollari, per aiutare a gestire il salvataggio di “AIG” da parte della FED.
Una indagine più dettagliata del “GAO “su potenziali conflitti di interesse nella Fed è già prevista a breve scadenza , ma Sanders ha detto che una cosa è già evidente:
”La Fed deve essere riformata per soddisfare le esigenze delle famiglie dei lavoratori e non solo per favorire gli “strapagati “amministratori delegati di Wall Street.”
Se sostituiamo il nome FED con il nome BCE vedrete che la sostanza monetaria tecnocratica non cambia!

Berluscameno

Abbiamo già dato tanti soldi alla Grecia, ce li deve restituire”. Ma ci sono altri personaggi (banchieri )che ci dovrebbero restituire i denari che hanno ricevuto da tutti Noi (popolo italiano) per le prestazioni professionali esercitate solo a nostro danno (signoraggio, usura, riciclaggio,ecc.
I Signori della globalizzazione e i loro mostri: “TTIP”, “TiSA” e adesso “CETA”.
Trappole diaboliche. Strumenti di un “complotto internazionale” in piena regola.
Ma, si sa, appena si sfiora la parola “complotto”, si viene relegati nell’angolo dei cretini di turno. I complottisti. Certo. È un’etichetta comoda per chi, passo dopo passo, sta rendendo schiavo il pianeta. Il complotto, dice l’establishment, non esiste.
Anzi, finché ci sono i “poveri complottisti “che gridano all’ allarme, c’è sempre spazio per qualche alzata di spalle arrogante, per qualche risatina in più.
Nel frattempo i “Signori banchieri del saccheggio internazionale”, quello davvero senza limiti, si fregano le mani compiaciuti e continuano la loro opera.
Non disdegnano nemmeno le guerre.
Perché, anche a prescindere dai lauti affari derivati dalla vendita di armi in grande stile, mentre la popolazione è occupata a seguire le notizie delle catastrofi umanitarie nella striscia di Gaza, in Siria o in Iraq, loro ne approfittano per stipulare accordi iniqui in tutta segretezza.
E se le stragi ancora non bastassero a distrarre l’umanità, ricorrono all’ultima arma vecchia come il mondo, quella sempre efficace del rincoglionimento di massa.
Panem et circenses. Gli antichi Romani lo sapevano bene.
Basta mandare in onda qualche isola dei più o meno famosi, per tenere milioni di persone incatenate alla tv, mentre i Signori del saccheggio firmano i loro trattati e le convenzioni, rinchiusi in tacite stanze di difficile accesso. Là, dove si spartiscono il mondo.
Intanto, per noi tutti comuni mortali, la minaccia del “TTIP” incalza. Nonostante le proteste diffuse e pur se messo per il momento sotto ghiaccio, l’accordo del “Transatlantic Trade International Patnership” è ancora lì, un demone in fondo al corridoio buio che attende il suo momento.
Tanto più che i predoni ne hanno pensata un’altra per riuscire a imporcelo.
Si sono detti: se non possiamo entrare subito dalla porta principale, non fa nulla. Entriamo più tardi, dal retro. Con il “CETA”, “Comprehensive Economic and Trade Agreement“ . Un altro accordo di” libero scambio”. E, non appena sentiamo questo termine “libero scambio”, dobbiamo metterci all’erta. Perché il libero scambio è il campo da gioco preferito dei “predoni”.
L’accordo è stato stipulato nell’ottobre 2013 dal Governo canadese e dalla Commissione Europea.
Il Parlamento e il Consiglio europeo, invece, non ci hanno ancora apposto la firma.
A tale scopo si lavora alacremente. A porte chiuse.
Un round delle trattative “CETA” si è appena concluso il 5 agosto 2014.
Il prossimo avrà luogo dal 17 al 21 settembre a Ottawa e poi dal 15 al 26 ottobre in Bruxelles, mentre la chiusura dell’accordo si profila per la fine di quest’anno, e nel 2016 la convenzione potrebbe entrare in vigore.
Anche il contenuto di questo accordo, che conta circa 1500 pagine, è segreto.
Come quello del “TTIP”. Ma guarda un po’.
Tutti i temi più importanti che riguardano la nostra vita, vengono decisi da pochi e a nostra insaputa. I governi cosiddetti democratici non si prendono la briga di chiedere il nostro parere e nemmeno di informarci. Ci mettono di fronte al fatto compiuto. Prendere o lasciare. Ma viviamo davvero nella democrazia?
Mi pare che, anche considerando la situazione economica e sociale dell’Occidente che sta scavando un abisso sempre più profondo tra un esiguo numero di sproporzionatamente ricchi e un’enorme massa di poveri privi di qualsiasi diritto, si debba piuttosto parlare di oligarchia: il governo di pochi. Pochi plurimiliardari -predoni finanziari -senza scrupoli. La tattica è sempre la stessa. Non appena il “mostro” si delinea all’orizzonte, quando trapela qualcosa sulle loro trattative segrete (di solito sempre grazie a Wikileaks), ecco che giunge una voce ufficiale pronta a tranquillizzare la gente: nulla di strano e tantomeno pericoloso, il “CETA” confermerebbe semplicemente l’abolizione delle dogane, l’accesso di imprese europee al mercato canadese con bandi e appalti in loco, e la salvaguardia della proprietà intellettuale nonché delle denominazioni di provenienza dei prodotti agricoli. Questa la risposta ufficiale. In realtà si tratta di un’altra trappola che ha un solo scopo: mettere in atto il programma del “TTIP”. Se quest’ultimo, infatti, è stato soggetto a pesanti critiche e proteste in diverse nazioni che ne hanno bloccato l’entrata in vigore, invece il “CETA” è riuscito a sfuggire a qualsiasi controllo. Pochi ne hanno sentito parlare: sparute proteste, trattative in corso. Sarà quindi l’accettazione del “CETA” a farci accettare automaticamente anche il “TTIP”.
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Brunetta
Maggioranza semplice 316, presenti 313, in missione 90. @matteorenzi riesce a mantenere numero legale grazie a deputati in finta missione
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Cobra89
Col bicameralismo perfetto il Lodo Alfano passò in appena 20 giorni. Non si capisce quindi questa fretta di rendere il Senato non elettivo per riempirlo di nominati dai consiglieri regionali i quali poi godrebbero dell’immunità parlamentare come i precedenti senatori. Non sarebbe più urgente una legge anticorruzione visti gli scandali continui? Benito Renzi non è nemmeno in grado di spiegare perché queste riforme sarebbero utili al Paese.
Il dittatorello si limita infatti ai soliti slogan da asilo infantile del tipo “Io voglio cambiare loro no”… “O si sta con noi o coi frenatori”… “C’è un derby tra noi e loro”… e inutili frasi fatte del genere.
Sul perché il Paese avrebbe bisogno di un Senato di non eletti e di una Camera di nominati e del mantenimento dell’immunità parlamentare non è stato in grado di dirlo.

Psicopompo
Nessuno può essere così spassosamente arrogante quanto un giovane che ha appena scoperto una vecchia idea e pensa che sia la sua” – Sidney J. Harris
Renzi ha scoperta la dittatura e crede di averla inventata lui.
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Alessandro
Matteo Renzi: “Non accetto lezioni di onestà”.
– “Io contro Letta? Una barzelletta”.
– “Con me segretario del Pd, Letta sarà più forte”.
– “Letta puoi arrivare fino al 2018″.
– “Palazzo Chigi, no, no, no”.
– “Enrico stai sereno, nessuno vuole il tuo posto”.
– “Sosterremo Enrico Letta”.
– “Il governo? Fiducia a Letta”.
– “Non faremo giochini tristi da prima Repubblica”.
– “Mai al governo senza elezioni”.
– “Se vinco mai più larghe intese.”
– “Nessuna intesa tra Alfano e me, non voglio essere assolutamente accomunato a loro”.
– “Accetto tre ministri di NCD ma devono essere facce nuove, Alfano quindi non può esserci.”
– “Io non sono aggrappato alla seggiola.”
– “Al governo senza elezioni chi ce l’ho fa fare? Io non diventerò mai presidente del consiglio senza il voto.”
– “Immunità, reintrodurla, un errore clamoroso.”
Di Renzi, bugiardo cronico, non c’è da fidarsi, ancor meno quando fa giochini di parole! I cittadini non hanno più voce, e ne avranno di meno con la riforma della legge elettorale, la riforma del Senato, la riforma della Costituzione e la modifica dell’articolo 138 della Costituzione, che è un “paletto” posto dai padri costituenti e che impedisce senza referendum la modifica dei primi articoli della Costituzione, cioè i diritti civili.
Inoltre:
– Le firme per le leggi popolari sono aumentate a 150 mila.
– Le firme per i referendum abrogativi sono aumentate a 800 mila.
Non abbiamo ancora capito da chi siamo governati. Svegliamoci !!!
Non sarebbe ora che gli italiani si emancipassero dagli imbonitori politici che raccontano una cosa per conquistare le piazze e poi regolarmente ne fanno una diversa, peggiore?
Lo sviluppo culturale, sociale ed economico dell’Italia non può essere fondato sulla superficiale furbizia pasticciona del loquace di turno. Non c’interessa la dx o la sx. Vogliamo l’onestà al Governo!!
Il regolamento della Camera dice che ad ogni nuova seduta, cioè quando una seduta si chiude e poi si riapre, è possibile presentare altri emendamenti. Con la seduta fiume, essendo una sola seduta, non è possibile presentarli. In questo modo il Pd impedisce ogni discussione.
“Giachetti parla di comportamenti fascisti da parte dei deputati M5S che gridavano onestà all’interno dell’aula. In effetti la parola “onestà” è palesemente offensiva in un luogo come la Camera. I “comportamenti fascisti che impediscono di parlare” sono ben altri, sono le ghigliottine per tacitare le opposizioni, i canguri per saltare gli emendamenti, le sedute fiume per riformare indegnamente la Costituzione. Questo è fascismo, caro Giachetti, è lo stile della nuova “sx” rottamata.”
L’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, per la stesura della Costituzione della Repubblica Italiana, svolse le sue sedute fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948. Quindi oltre un anno e mezzo, senza nessuna fretta sospetta a rifilarci “il pacco”… e, con tutto il rispetto della Boschi, fu realizzata da persone del calibro di Calamandrei e di Pertini.
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ilMattoQuotidiano
Un’ulteriore prova che il PD ha paura che a governare sia il popolo è l’aumento del numero richiesto di firme per le leggi popolari
“Ora serviranno 150mila firme e non più 50mila”.
Qual’e’ il senso di tale provvedimento? Lo stesso di quello di un senato non elettivo: che a scegliere saranno loro invece che i cittadini. Ricordate tutta la fretta che aveva il Pd quando il M5S voleva discutere sulla legge elettorale? Ricordate che non c’erano i tempi ? Ricordate che ce l’hanno menata con la storia che non potevano attendere ?
Sapete a quando risale l’incontro del Pd con il M5S ? Al 25 Giugno 2014.
Otto mesi e mezzo fa e ora che temono che il governo cada, si affrettano a far passare la riforma che permetterebbe, nel caso di nuove elezioni, di mantenere saldo il potere sul senato. Dicono di avere tanto consenso, ma la verità è che se la stanno facendo sotto al solo pensiero che si possa arrivare anticipatamente a nuove elezioni.
Certo sembra ieri che il PD protestava contro Berlusconi perché usava il parlamento per i suoi scopi con metodi autoritari, comprandosi parlamentari, andando avanti a botte di fiducia e fregandosene dei veri problemi dell’Italia. E ora lo spettacolo inqualificabile lo dà il PD. In nessuno stato un comportamento come quello di Renzi sarebbe MAI accettato neanche dai sostenitori dello stesso partito.
Provate ad immaginare se Merkel, Hollande, Cameron o Obama anche solo lontanamente osassero dichiarassero che 90 parlamentari del proprio partito sono in missione per avere il numero legale. 90!!! Sarebbe un clamoroso autogol e quel governo perderebbero ogni credibilità di fronte al proprio elettorato. Evidentemente in Italia non ci sono né’ gli stessi politici né gli stessi elettori.
Mussolini, Berlusconi, Renzi… il terzo “ventennio” in un secolo non ce lo possiamo permettere!
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Robin Hood
Come può una persona onesta volere un Senato di nominati dotati d’immunità con membri pescati dai corrottissimi consigli regionali?
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Horus
Renzi ha restaurato lo stato assolutista pre-rivoluzione francese. Con le sue riforme il premier domina il partito e ne forma le liste elettorali; domina la Camera con un terzo circa dei suffragi; domina l’ordine del giorno dei lavori; domina il Senato; sceglie il capo dello Stato; nomina direttamente 5 membri del Consiglio Superiore della Magistratura e 5 attraverso il Capo dello Stato; nomina o sceglie i capi delle commissioni di garanzia e delle authority; da ultimo presiede il Consiglio dei Ministri. Si è fatto controllore di se stesso. E’ stato superato il principio della divisione dei poteri. In ciò, Renzi batte Mussolini, perché l’espansione dei poteri del Duce incontrava la limitazione data dalla presenza del re a capo dello Stato, tant’è vero che il Re lo fece arrestare nel 1943.
Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente. Per evitare che si conculchi la libertà dei cittadini, il potere legislativo e quello esecutivo non possono mai essere accentrati in un’unica persona od organo costituzionale.
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Stefano1155
Che spettacolo il parlamento itagliano.La banda della Magliana contro quella del Testaccio.
Rispetto al 2014, (senza menzionare i dati economici) riguardo la libertà di stampa, il Belpaese ha perso 24 posizioni arrivando al 73esimo posto, dietro la Moldavia e davanti al Nicaragua. W Renzi, W l’itaglia!
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La classifica della libertà di stampa di Reporter senza Frontiere si basa sull’analisi di 7 indicatori: livello di abusi, pluralismo, indipendenza dei media, autocensura, quadro giuridico, trasparenza e infrastrutture, non lascia scampo, l’Italia perde 24 posti e finisce 73a su 180 paesi, siamo dopo la Moldavia e prima del Nicaragua
Tra le cause: le numerose minacce ricevute da giornalisti da parte di organizzazioni mafiose o pseudo mafiose. Ci sono stati 43 casi di aggressione fisica e 7 casi di attacchi incendiari a case e auto nel corso dei primi 10 mesi del 2014. In Italia a pesare è l’intimidazione della mafia nei confronti dei giornalisti, vittime anche di processi «ingiustificati» per diffamazione, dalle 84 nel 2013 alle 129 nei primi 10 mesi del 2014 e nella maggior parte dei casi le cause sono state fatte da politici.

Renatolli52
Contratti a tempo indeterminato con la possibilità di licenziare !
-Ci vuole la faccia tosta di Renzi nel dire che finalmente i lavoratori non saranno più precari ma lavoratori assunti a tempo indeterminato che potranno essere licenziati in qualsiasi momento al massimo pagandogli qualche stipendio in più di buona uscita !
-Siamo davvero tornati agli anni 50 quando nei luoghi di lavoro o accettavi le condizioni imposte dalle aziende in fatto di salari, salute, ferie ecc o venivi licenziato !
-Il “demansionamento” del lavoro è il massimo: l’azienda può chiamare qualsiasi lavoratore , spostarlo di posto e ridurgli il livello di inquadramento e lo stipendio altrimenti : sei fuori !
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L’Italia batte tutti i record per sfiducia dei cittadini nelle istituzioni

Desmond
Per i corrotti e per le mafie quelle renziane sono “riforme” davvero indispensabili.
Per la democrazia, lo sviluppo, la stabilità dello stato e della società e un ragionevole livello di prosperità del paese, è indispensabile invece sia impedire che vadano in porto tutte le proposte renziane che ancora non sono state realizzate, che cancellare tutte le leggi berlusconiste e le sciagurate e cialtronesche modifiche alla costituzione compiute negli ultimi 16 anni.
Poi sarà indispensabile, insieme a misure severissime ed efficaci contro la corruzione, ripristinare retroattivamente le norme sull’attentato alla costituzione, sospese dal 2006, e con quello assicurare al carcere Renzi e i suoi principali tirapiedi e complici.
Dopo di quello la democrazia sarà ripristinata e si potranno riparare i danni e le devastazioni terribili del berlusconismo e del renzismo.
Ma se il regime renziano riuscirà a portare a termine le sue “riforme” criminali, indispensabili per realizzare gli scopi dell’ultradx eversiva degli anni ’70, la devastazione sarà tale da rendere quasi impossibile tornare ad una democrazia ed a una condizione di accettabile stabilità sociale.
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L’INSOSTENIBILE PESO DELLA RAGIONE
Paolo De Gregorio Verso la fine della propria vita è più facile che si parli a se stessi e agli altri senza dire balle, senza veli, cercando di chiamare le cose col loro nome, senza cortine fumogene che cercano di nascondere le nostre vere convinzioni, i nostri bilanci, la paura della sofferenza e del vuoto che ci si preparano come scenario finale.
Solo le religioni offrono una prospettiva di esistenza oltre la morte, ma per un laico di tutta una vita è difficilissimo affidarsi ad esse con profonda convinzione perché alla fede, come alla laicità, si arriva per percorsi lunghi, storici, fatti di vita vissuta, di traumi, di ricerca, di piccole felicità e di tanti dolori.
Per me la più grande sofferenza è quella di non aver potuto determinare il più piccolo cambiamento sociale inteso in modo ampio, che renda la vita degna di essere vissuta, senza patire fame e malattie e senza essere costretti ad abbandonare la propria terra per andare a fare gli schiavi salariati dove il mercato comanda.
Eppure mai l’umanità ha posseduto tanti mezzi tecnici e sanitari per limitare le nascite, per far lavorare tutti quattro ore al giorno, per diffondere cultura e prevenzione delle malattie, mentre dominano cinici disegni di massimo sfruttamento umano, di disprezzo per l’ambiente, di una politica farmaceutica che indirizza la ricerca per rendere croniche le malattie e non per guarirle, con fatturati da multinazionali del petrolio.
La nostra vita, e spesso la nostra morte, dipendono da questo mostruoso sistema le cui fila sono tirate dall’1% degli abitanti della terra con poteri illimitati che sono dati dal possedere non solo i beni materiali, ma anche banche, mezzi di informazione, mezzi di distribuzione delle merci, medicine, musica, droga, poteri assoluti che nessuna politica è in grado oggi né di limitare e tanto meno di contrastare.
L’ECONOMIA CRIMINALE, contro cui si leva la sola voce di Francesco, è semplicemente contro l’uomo, contro l’ambiente, contro la vita, a favore delle guerre e delle accumulazioni di ricchezze sempre più in mano a pochi.
Con tutta la buona volontà è difficile scorgere in questo scenario una speranza di cambiamento, soprattutto dopo il fallimento del comunismo trasformatosi in spietato capitalismo, dopo aver visto nei secoli la Chiesa, dalle Crociate in poi, abbandonare il principio fondante del “NON UCCIDERE” e governare il potere temporale con la tortura e la pena di morte, e appoggiare colonialismo e schiavismo. Lo stesso Francesco è oggi ferocemente boicottato dalle gerarchie vaticane e per ciò che afferma io sono sicuro che sta rischiando la vita, e non certo per mano islamica.
Dovunque mi giri non vedo altro che trionfare il male, la corruzione, l’ipocrisia, l’egoismo, la violenza, la droga, l’alcolismo, la depressione, la tristezza e la solitudine, la brama famelica di denaro da ottenere ad ogni costo, la cultura diffusa che solo con i soldi puoi comprare tutto.
La sola strada che valga la pena di percorrere mi sembra quella di investire in rapporti umani fino a farli diventare comunità, progetto di vita e di lavoro, dove si coltivi come prezioso l’esatto contrario di quello che vale nella nostra società: la sincerità, la capacità di collaborare, la lealtà, l’onestà, il bene comune, l’orrore per lo sfruttamento di un altro uomo.
Invidio profondamente chi possiede una fede autentica. Costoro possiedono una possente ancora che impedisce loro di andare alla deriva e rimandano ogni azione ed ogni sofferenza a dei significati precisi, trascendenti.
Per un laico vi è solo la “insostenibile leggerezza dell’essere”, la coscienza che questo filo sottile della vita si può spezzare ogni giorno e finire nel NULLA di un insignificante mucchietto di cenere.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1628 5-3-2015 IL BUIO ATTORNO

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(quadro di LUISA TARANTOLA)

MASADA n° 1628 5-3-2015 IL BUIO ATTORNO

Un’oscura minaccia – Triste Portogallo – La crisi in Spagna – I mostri del Jobs Act – Accuse alle Troika – Accuse alla Lega – La Banca HSBC e i megaevasori – Alle primarie di Napoli vince il condannato De Luca – Intervista di Grillo al Corriere – I distruttori della democrazia europea – Volete Barabba o Barabba?- Vogliamo la procorruzione

Che Berlinguer li maledica tutti dalla tomba per il male che hanno fatto all’Italia e alla sinistra italiana!
Nel 1981 Berlinguer diceva: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”.

I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.”
Molti italiani si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani hanno dato in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel ’74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell’81 per l’aborto, gli italiani hanno fornito l’immagine di un paese liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord come al sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelle elezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane.”
Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell’economia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che l’iniziativa individuale sia insostituibile, che l’impresa privata abbia un suo spazio e conservi un suo ruolo importante. Ma siamo convinti che tutte queste realtà, dentro le forme capitalistiche non funzionano più, e che quindi si possa e si debba discutere in qual modo superare il capitalismo inteso come meccanismo, come sistema, giacché esso, oggi, sta creando masse crescenti di disoccupati, di emarginati, di sfruttati. Sta qui, al fondo, la causa non solo dell’attuale crisi economica, ma di fenomeni di barbarie, del diffondersi della droga, del rifiuto del lavoro, della sfiducia, della noia, della disperazione.”
La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono provare d’essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude…” “Il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione. L’inflazione è l’altro rovescio della medaglia. Bisogna impegnarsi a fondo contro l’una e contro l’altra. Guai a dissociare questa battaglia, guai a pensare, per es. che pur di domare l’inflazione si debba pagare il prezzo d’una recessione massiccia e d’una disoccupazione, come già in larga misura sta avvenendo. Ci ritroveremmo tutti in mezzo ad una catastrofe sociale di proporzioni impensabili. Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi, accrescere il risparmio, contenere i consumi privati superflui, rallentare la dinamica perversa della spesa pubblica, formare nuove risorse e nuove fonti di lavoro. Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro parte a questo sforzo di raddrizzamento dell’economia, ma che l’insieme dei sacrifici doveva essere fatto applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere come obiettivo quello di dare l’avvio ad un diverso tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi, ma anche più umani). Questo fu il nostro modo di porre il problema dell’austerità e della contemporanea lotta all’inflazione e alla recessione, cioè alla disoccupazione. Precisammo e sviluppammo queste posizioni al nostro XV Congresso del marzo 1979: non fummo ascoltati.”
Quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli -come al solito- ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire
.”

Io Berlinguer l’ho votato. Questi delinquenti attuali che portano sempre più indietro il Paese e il Pd mi danno il voltastomaco. Conoscete qualcuno dei grotteschi parolai di oggi che valga anche solo una frazione di Berlinguer?

Ciao a tutti
oggi parlavo ad alcuni amici di tante persone che in questo periodo vengono da me chiedendomi una protezione magica perché si sentono assaliti da forze oscure. E’ una cosa strana che, in tanti anni e con centinaia di persone che vengono da me, non mi era mai successo di raccogliere tanti timori di questo tipo e questo ripetersi mi ha molto colpito, tanto più che io posso fornire ascolto e consigli umani ma non certo riti e talismani.
Stasera ero stanca, avrei dovuto essere contenta perché la giornata di festeggiamento del compleanno di un amico con altri amici è stata bella, e invece quella sensazione di cui tanti mi hanno parlato ha assalito improvvisamente anche me.
Mi sembrava che qualcosa di molto brutto mi attorniasse e non potevo vederlo e mi dava molta paura.
Io non parlo mai del Male, anche nei miei corsi, e questo mi è stato anche rimproverato, ma parlare del Male mi sembra sia come evocarlo e ho sempre preferito orientarmi sul Bene, almeno tutto il Bene di cui sono capace.
Di colpo mi è venuta la voglia insopprimibile di parlare con mio marito, che è morto da due anni, e assurdamente ho pensato che forse se lo chiamavo su skape c’era una remota possibilità che mi rispondesse e mi desse una qualche forma di protezione o di luce. Ho immaginato realmente, vividamente, di poterlo chiamare e di parlare con lui. Per un breve istante ho creduto quasi che questo fosse possibile, ho riacceso il computer andando su skape e l’ho cercato. Ma sul computer il suo nome non c’era. Forse mia figlia lo ha levato, non so. Io non ho tolto mai nulla che riguardi lui, e non capisco nemmeno se è stata Nicoletta a toglierlo, ma prima quel nome c’era e ora non c’è più.
Sono andata vicino a questa follia per quasi un millimetro.
La speranza è una cosa strana. E non guarda in faccia se una cosa è possibile o no. Tenta di fare l’impossibile e basta. La speranza è una forma di certezza.
Ma stasera sono nel buio.
Viviana

Mia cara
il nostro mondo è crollato, Viviana, quel mondo in cui avevamo impiegato un’intera vita per imparare a muoverci, a capire come funzionasse. L’abbiamo visto sgretolare giorno per giorno e quello che sta sorgendo al suo posto non ci piace. Non ci piace perché a differenza del nostro ci abbiamo messo poco a capire come funziona, ma non abbiamo più tempo e energie per imparare a muoverci dentro.
Non so se gli equilibri della storia andranno verso qualcosa di meglio o di peggio di quello che abbiamo vissuto finora. So solo che in molte più persone si sta facendo strada sulla loro pelle la percezione di essere dentro un gioco più grande di noi, in mano a poteri oscuri di pochi coalizzati contro le masse.
Forse c’è davvero un gruppo di illuminati discendenti di antichi colonizzatori venuti dallo spazio che ha una visione d’insieme più chiara di quella che possiamo avere noi dal nostro piccolo orizzonte individuale.
Forse loro sanno in anticipo che quello che stava accadendo non era sostenibile per il nostro pianeta: allungamento dell’aspettativa di vita, benessere diffuso, consumo illimitato delle risorse naturali, migliore qualità di vita per un numero sempre crescente di esseri umani, cose che nel nostro egoismo sembrano conquiste di civiltà forse sarebbero state esiziali per l’umanità, forse avrebbero portato molti più danni in futuro di quanto possiamo immaginare noi nell’arco della nostra breve vita.
E’ un pensiero che sembra assurdo anche a me, ma è l’unico che spiega questa corsa folle a distruggere tutto quello che abbiamo costruito inseguendo l’illusione illuministica di migliorare la qualità della vita di tutti.
Secondo me, confusamente, la gente comincia a percepire delle forze superiori, non tutti hanno avuto la fortuna di aver studiato la storia, non tutti hanno una minima visone generale di quello che sta succedendo, e anche quelli che credevano di avercela sono sconcertati.
Per questo ci si rivolge a qualcuno che appaia in comunicazione con quelle forze oscure che inconsciamente si percepiscono. Quando ci si ritrova sul ciglio di un’autostrada interrotta si va in cerca di qualcuno del posto che ti indichi i sentieri di campagna per continuare il viaggio. Poi, chissà, al di là di pietraie, fossi, dirupi e rovi, alla fine ci aspetta un nuovo sentiero comodo, una nuova autostrada superveloce.
Lo vedranno i nostri figli, noi non ci saremo, come diceva quella vecchia canzone.
Lily

Si fa sempre più silenzioso ed alto
il mare degli anni.

(Pier Paolo Pasolini)
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Cara Viviana
Stanotte ho fatto un sogno. È molto lungo e non sono in grado di descriverlo. C’era di tutto: soprannaturale, pedofili e stupratori di bambini, un gruppo di assassini malvagi. Poi alle cinque mi sono svegliato e ho letto il tuo messaggio. Poi mi sono riaddormentato e il sogno è ripreso esattamente da dove è cominciato. Una cosa mai successa. Nel sogno cercavo di chiamare la polizia al telefono con un numero 333, ma sbagliavo e facevo sempre il 666.
Nel tempo ho sviluppato una mia idea del bene e del male, molto cinese e rassicurante. Il principio di yin e yang non dice come tutti pensano che ogni cosa si definisce dal suo contrario ma, molto più semplicemente, che ogni cosa è, in sé, il suo contrario. Ora: c’è una collina di fronte a te, metà è illuminata dal sole e metà non lo è. Ma è la stessa collina. Ma non è cosi semplice. Forse tutte queste persone che ti scrivono percepiscono una cosa di cui parlavo con un padre esorcista mesi fa, un monsignore, un illuminato che ha capito quello che riesco a vedere e mi insegna tanto quanto impara da me. Le sacre scritture dicono che quando i tempi stanno per finire il male si fa più attivo, cerca pecore da soggiogare prima del giudizio finale.
Guarda l’oggi, Putin che sembra Hitler nel 39, l’Isis che sgozza la gente e prende like su youtube…
Stiamo uniti, restiamo forti nell’unità!
Paolo

Cara Liliana
la tua lettera esprime pienamente lo sconforto che provo. Sappiamo entrambe che cercare l’indirizzo di un morto sul computer è perfettamente assurdo. I tempi sono bui e non sarà cercando luci nel paranormale che ne verremo fuori. Vista la follia della maggior parte degli umani non ci resta che sperare comunque in un atto di grazia invisibile che ci conceda di nuovo ciò che con tanta scelleratezza abbiamo dilapidato
viviana
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Emily Dickinson

Bussò il vento come un uomo stanco
e io senza indugio
da padrona di casa dissi “avanti”,
ed esso venne dentro.

Un ospite veloce, senza piedi,
cui offrire una sedia era impossibile
come invitare l’aria
ad accomodarsi sul sofà.

Non aveva ossatura a sostenerlo.
Il suo parlare era come l’empito
di tanti colibrì in una volta
dall’alto di un cespuglio,

il suo volto un’ondata.
mentre passava le sue dita sparsero
una musica, come un’armonia
vibrante soffiata sopra un vetro.

(DARIO MARCHESI)

Lettera dal Portogallo di Nicoletta

Ho letto un po’ su internet e pare che il Portogallo sia la regione più povera del Europa occidentale e che la povertà ha colpito ancora di più negli ultimi anni.
Lisbona è una città che mi ricorda il nostro sud Italia. Avrebbe un bello stile, uno splendido castello, una bella geografia, tante case a colori pastello a ridosso del mare, ma rovinata da un edilizia incontrollata, case fatiscenti,grafiti imperanti e tanta tanta povertà.
Abbiamo camminato molto, non solo nelle zone turistiche e ho visto aree che dovrebbe essere pieni di turisti o di persone all’uscita da ufficio e scuola, quasi deserte, con invece sparpagliate persone ovviamente disoccupate in giro con l’aria triste, vestite molto poveramente.
Siamo andati in un bel ristorante ieri sera, molto fuori copertura turistica dove c’erano lo stesso molte persone che parlavano inglese. La famiglia portoghese vicino a noi non ha quasi toccato cibo e mi sono chiesta se fosse per dieta o per non spendere troppo.
Il Portogallo come la Grecia ha chiesto un bailout (liquidità) nel 2011 e ha dovuto introdurre severe misure di austerità che hanno spinto la classe media sotto la linea di povertà, in particolare le famiglie con bambini.
Anche Firenze ha le strade che puzzano di pipì (veramente è l’odore di un pessimo disinfettante), e anche Milano ha i quartieri di casermoni squallidi, e anche Bologna ha molti graffiti. Quello che mi ha colpito qui è trovare tutto ciò in uno spazio relativamente piccolo, senza quasi trovare una area che fosse ben conservata.
Le persone con cui ho comunicato sono state tutte cordiali e guardando la gente per la strada, piccola di statura, un po’ scura di pelle, e con i pochi portoghesi che ho conosciuto a Londra, mi ha dato l’idea di un popolo che potrebbe essere tosto, pronto a tirarsi su le maniche e lavorare sodo, ma che però ha un’ala di depressione al momento molto più forte che quella che sento in Italia.
Mi ero, portata tanto da leggere da Londra e ho finito spendendo il mio tempo leggendo articoli sull’economia in Portogallo. Questo viaggio è stato un’incredibile opportunità per capire di un paese così vicino e di cui sapevo così poco. Ma che tristezza!
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Wislawa Szymborska

Il gatto in un appartamento vuoto
Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare un gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.

Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.

Qualcosa qui non comincia
alla solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c’era qualcuno, c’era
poi d’un tratto è scomparso
e si ostina a non esserci.

In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani si è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Che altro si può fare.
Aspettare e dormire.

Che lui provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all’inizio niente salti né squittii.

ALLE PRIMARIE DI NAPOLI VINCE DE LUCA

Alle primarie di Napoli, gli elettori piddini con a fronte un partito di inetti, poltronisti e delinquenti, non hanno trovato di meglio che far vincere il delinquente De Luca, uno che un minino senso del pudore avrebbe respinto immediatamente dalle candidature.
Iscritto nel registro degli indagati nel 2013, nelle indagini sul “progetto Seapark”. Nel corso dell’inchiesta il sostituto procuratore incaricato ha presentato per tre volte richiesta di custodia cautelare, ma le istanze sono state respinte dal GIP. La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati ha negato l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche. Nel 2009 De Luca e altri 13 imputati vengono rinviati a giudizio
Processo per gli ”Stipendi d’oro”, condannato in primo grado dalla Corte dei Conti di Napoli nel 2010 a pagare 23.000 euro.
Diffamazione aggravata ai danni di Travaglio condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli nel maggio 2013 a un risarcimento di 1.000 euro.
Condannato in 1° grado per il Termovalorizzatore di Salerno-nomina project manager, a un anno di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici. (abuso d’ufficio)
Procedimenti in corso: Sea Park. (corruzione, truffa aggravata, truffa, falso, associazione a delinquere e concussione) – Prescritti nel 2012 i reati di corruzione, truffa aggravata, falso e truffa e per il processo Crescent. (abuso d’ufficio, falso ideologico, lottizzazione abusiva)
Mai come oggi ho desiderato la vittoria dei 5stelle, l’unica forza politica di persone oneste, contro la sciagura di partiti corrotti che hanno ormai distrutto anche il senso comune e la coscienza etica degli Italiani.
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De Luca non doveva neanche partecipare alle primarie perché glielo vietavano le regole stesse dello statuto del Pd, articolo 2 comma 1. Lo statuto fa riferimento all’articolo 51 della Costituzione che rimanda alla legge ordinaria (legge Severino). Ora, se uno per legge non è nemmeno candidabile, perché il Pd lo ha candidato?
Questo statuto del Pd è una merita buffonata. Per es. uno non può essere governatore di regione per più di due volte. Ed Errani allora?? La buffonata massima è che per statuto del Pd un piddino non può essere parlamentare per più di 3 mandati. Davvero da sbellicarsi! La Turco e la Finocchiaro stanno in parlamento da 25 anni, D’Alema da 24, le Rosy Bindi e la Melandri da 19, Veltroni e Castagnetti da 18. Ma come fanno a rispettare le leggi se non rispettano nemmeno il proprio statuto interno? Sono dei buffoni privi di ogni credibilità!

Da un articolo di MARCO TRAVAGLIO

“L’Asl di Prato organizza un corso anti-corruzione per i suoi 150 dipendenti e affida le cinque lezioni a S. S., ex direttore generale dell’Asl di Pistoia, appena condannato dalla Corte dei Conti a restituire all’Erario 60 mila euro per consulenze esterne inutili e anzi dannose per le finanze pubbliche, e perciò pure indagato dalla Procura per abuso d’ufficio. Alcuni dipendenti-studenti della Cgil protestano con una lettera in cui contestano anche la nomina di S. S. nell’“organismo indipendente di valutazione del personale”: “Che esempio dà la nostra Asl?”. Ma il direttore amministrativo dell’Asl pratese che ha organizzato i corsi e li ha affidati al condannato replica testualmente: “La scelta è ricaduta su S. S. per le sue indubbie capacità nella materia: non è un caso che tuttora collabori con Il Sole 24 Ore in qualità di esperto. Il fatto che sia stato condannato dalla Corte dei Conti perché ha firmato una delibera su un incarico esterno per noi significa veramente poco. Io stesso firmo centinaia di quelle delibere, solo ieri ho messo 2-300 firme. Anche altri direttori generali toscani sono finiti nel mirino della Corte dei Conti e lo stesso presidente del Consiglio ha avuto problemi da sindaco di Firenze. Incappare in incidenti di percorso perché si firma una delibera che poi si rivela sbagliata fra centinaia non mi sembra così scandaloso”.
Qual è la notizia? Che un dirigente pubblico condannato per danno erariale e indagato per abuso tenga corsi anti-corruzione a dipendenti pubblici? Che venga per questo – e per la sua collaborazione al giornale della Confindustria (nota culla di legalità) – ritenuto “un esperto”? Che una sentenza che lo dipinge come uno scialacquatore di denaro pubblico venga ritenuta da un collega una quisquilia, quasi un titolo di merito, perché così fan tutti, compreso il premier? Che alcuni discepoli si siano ribellati a cotanto maestro? Oppure la notizia, semplicemente, non esiste perché è così in tutta Italia?
In Sicilia, nel breve volgere di un mese, il consigliere comunale di Palermo Giuseppe Faraone, primo dei non eletti in Regione nella lista dell’antimafioso Rosario Crocetta e ultimamente passato alla Lega Nord, finisce in galera per estorsione mafiosa (…).”

IFQ: “Veneto, Tosi fonda un gruppo separato contro la svolta a destra della Lega. E pensare che fu condannato per razzismo. Tipico caso di pena rieducativa”.

VOLETE BARABBA O BARABBA?
MARCO TRAVAGLIO

Spunti per il copione di una sceneggiata napoletana. Nel 2012 un partito, il Pd, incalzato da un movimento, i 5Stelle, si batte come un sol uomo per approvare una legge, la Severino, che estende finalmente ai parlamentari le norme sulla sospensione, la decadenza e l’ineleggibilità già in vigore per gli amministratori locali arrestati e/o condannati per reati gravi. Il partito degli arrestati e dei condannati, Pdl, tenta di opporsi ma non è aria e alla fine subisce. La legge passa, ma con un codicillo: per sospendere gli amministratori locali basta la condanna in primo grado, per i parlamentari invece no. C’è solo la decadenza e l’ineleggibilità dopo la condanna definitiva, per giunta sopra i 2 anni. Sotto i 2 anni fa niente, anzi: averne, di pregiudicati. Dopo vari amministratori locali semisconosciuti, il primo utilizzatore finale famoso della legge è il senatore B., 4 anni per frode: decaduto e ineleggibile. Tutto bene. Il secondo è il sindaco De Magistris: 1 anno e 3 mesi per un abuso d’ufficio demenziale (tabulati telefonici di parlamentari usati senz’autorizzazione, peraltro prima che potesse sapere che erano di parlamentari e che richiedevano l’autorizzazione), per giunta commesso non da sindaco, ma da pm: il Pd gli intima giustamente di dimettersi, lui resiste, il prefetto lo sospende, il Tar e il Consiglio di Stato lo reintegrano. Il terzo è il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca: ha più processi che capelli in testa, con una collezione di imputazioni da Guinness; uno finisce male con la condanna a 1 anno per un abuso d’ufficio commesso da sindaco. Il Tribunale sposa la tesi del pm,secondo cui De Luca nominò il suo capo staff Di Lorenzo a project manager del “termovalorizzatore” di Salerno al posto di un altro: scelta “illegale, dannosa, inutile e illecita”, tantopiù che “Di Lorenzo non aveva neppure i titoli” e la spesa per stipendiarlo fu uno sperpero di denaro pubblico. Solita trafila: il prefetto sospende De Luca, il Tar lo reintegra in via cautelare, in attesa della pronuncia della Consulta sulla Severino. Stavolta, essendo De Luca del Pd e renziano, il Pd renziano non gli ordina di andarsene, come dovrebbe avendo voluto e votato la Severino. Anzi tace e acconsente alla sua candidatura alle primarie per il governatore della Campania: carica da cui, se eletto, decadrebbe un secondo dopo essersi seduto in poltrona. Ma un deputato suo fedelissimo, tal Fulvio Bonavitacola, ha già presentato una legge ad De Lucam per togliere dalle cause di decadenza un reato a caso. Indovinate quale? L’abuso d’ufficio, of course che passa per una quisquilia, un incidente professionale per pubblici amministratori, un’afflizioncella quasi obbligatoria. Invece, dopo la riforma del 1996, è un delitto grave: quello di chi abusa della carica pubblica per danneggiare un nemico o favorire patrimonialmente un amico: e di solito nasconde un tornaconto, cioè una mazzetta. Se la Severino, fatta apposta per tutelare la Pubblica amministrazione da chi ne approfitta per i suoi porci comodi, non includesse l’abuso d’ufficio, tanto varrebbe raderla al suolo. Come se la Chiesa tollerasse i preti che bestemmiano e, nei ritagli di tempo, fanno le messe nere con l’ostia consacrata. Ma, si sa: i reati degli amici sono sempre meno reati di quelli altrui. De Luca punta il dito contro la disparità di trattamento fra parlamentari e amministratori locali: e avrebbe ragione, se non fosse che vuole abbassare l’asticella dei secondi al livello dei primi, non certo alzare quella dei primi al livello dei secondi. L’idea che un condannato non debba amministrare denaro pubblico non sfiora nessuno.
Renzi, per non saper né leggere né scrivere, fa sapere che il governo la Severino non la tocca. Però la Boschi aggiunge che, se vuole toccarla il Parlamento, chi è il governo per impedirglielo? Ma che carina, ma che graziosa sensibilità istituzionale. Diciamolo pure: ma che sceneggiata. Bersani invece, da bravo oppositore interno, la Severino la vuole cambiare senza se e senza ma: del resto chi era il segretario del Pd che fortissimamente la volle? Bersani. Un tempo si diceva: fatta la legge, trovato l’imbroglio. Ora è l’inverso: fatto l’imbroglio, cambiata la legge. Pare quasi che la colpa dell’inguacchio sia della legge e del Parlamento che non la cambia due anni dopo averla approvata all’unanimità, anziché del Pd che non ha neppure la forza di escludere dalle proprie primarie – dove le regole le stabilisce il partito – un condannato in primo grado. È lo stesso partito che, già sotto Renzi, aveva escluso dalle primarie in Sardegna Francesca Barracciu, “soltanto” indagata per peculato, salvo poi risarcirla con un sottosegretariato. Ora, anziché scegliere una volta per tutte fra il primato della legge (regola cardine dello Stato liberale di diritto) e il primato della politica (che non esiste), i presunti rottamatori pensavano di risolvere la cosa candidando contro il renziano De Luca il neorenziano Gennaro Migliore (che non voterebbero neppure i parenti stretti, infatti si ritira) e il bassoliniano Andrea Cozzolino. Che, a furia di elettori cinesi, aveva già mandato in vacca le primarie per il Comune: meritava un’altra chance anche per la regione. Ma è andata male: non basterebbe tutta l’Asia a scalfire il sistema De Luca. Comunque non tutte le primarie vengono per nuocere: quelle in Campania hanno definitivamente chiarito il significato di “rottamazione”.
Cittadini, siccome siamo democratici, la scelta spetta a voi: volete Barabba o Barabba?

BEPPE GRILLO intervistato dal Corriere della sera ha detto:

“Il reddito minimo di cittadinanza è un diritto civile, è destinato a chi perde il lavoro, a chi non lo raggiunge. Sono 780 euro al mese, ma varia a secondo del numero dei componenti familiari. Per es. una coppia con figli, lei casalinga avrà 1.200-1.300 euro. Nel frattempo chi ne usufruisce segue un percorso con lo Stato. Gli si offrono due-tre lavori, se non li accetta, perde il reddito. Sarà molto diverso subire i licenziamenti del Jobs act con il reddito di cittadinanza. In Italia solo il 40% delle persone ha un reddito da lavoro, il 30% sono figli, persone a carico, il 20% vive da reddito indiretto – con le pensioni – e il 10% con i sussidi. I soldi li troviamo. Spendiamo 45 miliardi per gli armamenti, 20 per la formazione professionale. Poi c’è il gioco d’azzardo e le persone che hanno 2-3 milioni di euro di reddito. Se gli prendi lo 0,5-l’1% a questo scopo non credo siano contrari. Discuteremo anche con la Cei…e credo che papa Francesco sarà sulla nostra stessa lunghezza d’onda. La povertà va affrontata come una malattia, non come un reato. Se ci sono proposte, siamo aperti a qualsiasi discussione. Nessuno deve rimanere indietro, sennò vanno su le destre, i fascisti, le persone che…. Dicono che Salvini può sottrarre voti al Movimento. Io non ho niente contro Salvini, ma la storia della Lega è diversa dalla nostra. La Lega è stata al governo, è artefice del patto di Dublino e ha investito fondi in Tanzania. E’ vero che sul palco diciamo tutti la stessa cosa, ma noi abbiamo sempre fatto le cose che abbiamo detto. Tante nostre proposte sono state bocciate a priori anche se stavano nei programmi dei partiti, le hanno proclamate per avere voti poi se le sono rimangiate. Il reddito minimo ce l’avevano tutti, poi non lo hanno votato. Possiamo dialogare con tutti, anche con il Pd. Ma ci deve essere onestà intellettuale. Nelle liste per le Regionali abbiamo persone di prim’ordine. Le piazze non funzionano più. Il Movimento non è una cosa che possiamo gestire solo io e Casaleggio, siamo cresciuti, abbiamo altri numeri. Sono sempre contrario ai talk show, ma ognuno è libero di scegliere il da farsi. Alla tv credo meno perché siamo un Movimento nato in Rete però capisco che ci sia una fetta di elettorato che si informa con i canali tradizionali. Può essere che forse abbia sbagliato io. Vorrei una Rai senza partiti. Mi ha colpito che (la società controllata da Mediaset che ha lanciato l’opa su Rai Way) abbia una struttura congegnata esattamente come Rai Way. Non un caso: è scandaloso, vuol dire che era già tutto preparato».

I MOSTRI DEL JOBS ACT

ALESSANDRO GILIOLI

Nel decreto legislativo di attuazione del Jobs Act è stata inserita, alla fine, una postilla che modifica anche l’articolo 13 dello Statuto dei Lavoratori: quello che impediva il demansionamento e che recita: «Il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto».
Questa modifica non si applica solo ai lavoratori che saranno assunti dal primo marzo, ma a tutti. In sostanza, è retroattiva. E permette a qualunque azienda di modificare in peggio in modo unilaterale le mansioni del dipendente, in caso di «modifica degli assetti organizzativi», che ovviamente può autodichiarare l’azienda stessa.
In altre parole, per esempio, se siete un quadro o un impiegato e quale che sia la vostra funzione, da domani la vostra azienda può mettervi a fare le fotocopie.
È, in sostanza, la legalizzazione del mobbing. Una delle modalità del mobbing (non l’unica) avviene quando un dipendente poco gradito al capo diventa per questo suo obiettivo in azienda. Ciò può accadere per svariatissimi motivi – caratteriali, professionali, ma anche politico-sindacali o per rifiuti di avance sessuali – e fino a oggi l’articolo 13 impediva, nella più parte dei casi, che ciò si trasformasse in un demansionamento; quando avveniva, c’era la possibilità di ricorrere al magistrato.
Con la postilla, da domani, il mobbing è di fatto legalizzato.

Cave canem
I lavoratori precari, i sottoccupati, i disoccupati, gli esodati, i senza diritti si sono fatti sobillare dai padroni dell’informazione, finendo per vedere nei lavoratori garantiti i loro nemici di classe. Adesso che i diritti sono stati azzerati per tutti, statesereni!
Come ci insegna la Storia, la democrazia è un equilibrio instabile che si basa sull’esistenza di una classe operaia solida e su un ceto medio acculturato e solidale.
Sospingere tutti nel sottoproletariato economico e culturale è il sogno realizzato delle oligarchie totalitarie.
Del resto, detto in soldoni, i poveracci sono i peggiori nemici di se stessi, rappresentando l’anima e il sangue di ogni reazione.
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Francesco48
Nella vita ho imparato che niente viene dato in cambio di niente
I diritti acquisiti nel tempo dai lavoratori, che così facilmente oggi sono stati quasi aboliti , sono stati il frutto di dure battaglie e, talvolta, spargimento di sangue dei lavoratori stessi
Non illudiamoci, pertanto, che possano esserci modifiche migliorative della situazione attuale, se non facciamo sentire con forza la nostra voce.
Costoro hanno alle spalle poteri forti nazionali e sovranazionali. Li vota un popolo letteralmente manipolato e abbrutito da una informazione serva e prezzolata.
La scuola di massa ha fallito. La cultura è affossata e derisa.
Mi dispiace, ma i conti tornano.

Carla Ruocco, M5S Camera

In un Paese in cui le imprese sopportano un carico fiscale che può arrivare, complessivamente, a tocca¬re il 70% del fatturato e un imprenditore brucia, mediamente, in un anno, un mese del suo tempo per sostenere il peso degli adempimenti burocratici, il governo Renzi decide di intervenire su un tema, l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che riguarda appena il 2,4% delle imprese italiane. Piuttosto, quindi, che interessarsi del dato allarmante sulla mancata competitività delle aziende e dell’assenza di commesse, cause principali di 2 fallimenti all’ora in Italia, il premier decide di dare “il via”, pensate un po’, ai decreti attuativi del Jobs act su flessibilità in uscita (da dove se non crea lavoro?) e ammortizzatori.
Introduce il cosiddetto contratto a tutele crescenti ed elimina il reintegro pure per i licenziamenti collettivi. “Rottama”, quindi, per utilizzare un suo termine, l’articolo 18 e 200 mila co.co.pro., monetizza il diritto al lavoro, che viene così umiliato, lasciando “il reintegro” solo in caso di licenziamenti discriminatori o per quelli disciplinari in cui il fatto materialmente non sussiste. Di crescente resta, quindi, solo la precarietà, culla della depressione economica; rimangono, per l’appunto, forme iper-flessibili come il lavoro a chiamata e viene incoraggiata la “somministrazione”. Viene promosso l’ allargamento selvaggio dell’uso dei “vouchers”. Insomma, tutti provvedimenti che sviliscono lo sviluppo delle professionalità di impresa.
Per il Movimento 5 stelle non servono queste chiacchiere di Renzi; serve subito, un reddito di cittadinanza, combinato con massicci investimenti in politiche di sviluppo, per settori con immensi margini di crescita (ricerca, tecnologia, agroalimentare, turismo, cultura, ecc.). L’Italia con le sue imprese ce la può e ce la deve fare, ma è vitale una politica economica coraggiosa, che passi anche per il recupero della nostra competitività e quindi della sovranità monetaria in Europa. Un’Europa cucita addosso alle esigenze dei cittadini, e delle singole economie che essi rappresentano”.
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MARIO LUZI

Questa felicità

Questa felicità promessa o data
m’è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove il molteplice nell’unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

LA CRISI IN SPAGNA
Doriana Goracci manda:
http://www.reset-italia.net/2015/02/21/grecia-spagna-pah video foto e documenti
(leggetelo perché è molto molto interessante)

Ho ricevuto una mail da Andrea De Lotto, insegnante che vive in Spagna, ma la lettera contiene un articolo dedicato alla Grecia di Rodrigo Rivas, economista cileno, parlamentare ai tempi di Allende, esule dal 1974, direttore di Radio Popolare e che oggi lavora in Umbria per le politiche sociali di Città di Castello. L’ altro messaggio è dalla Spagna, con un video. Fatene buon uso dovunque. E l’ Italia? Speriamo di non ricantare come fece il meraviglioso Gaber “E l’Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar…”

Blackstone, la più grande società finanziaria statunitense specializzata nei settori di private equity, investimenti immobiliari, hedge funds, ha acquistato proprietà immobiliari dalla Banca della Catalogna, un istituto finanziario spagnolo salvato con 12 milioni di euro (15,4 miliardi dollari) di soldi dei contribuenti. Blackstone compra i prestiti in arretrato scontati, ma questi prestiti sono in realtà le famiglie, le famiglie che hanno perso il lavoro e sono ora in procinto di essere sfrattate dalle loro case. Il popolo non ha ricevuto alcun aiuto o soluzioni ai propri problemi, mentre le nostre tasse portano hedge fund internazionali.
Per gli attivisti PAH (Plataforma de los afectados por la hipoteca), tutto questo è abuso e ingiustizia per tutti i cittadini. Queste case appartengono al popolo e non agli speculatori finanziari. Pignoramenti e sfratti stanno aumentando rapidamente in Spagna sotto la pressione di Blackstone, ma la PAH ha un messaggio: “Si tratta di una lotta globale per il diritto alla casa, non ci fermeremo, e vinceremo. Sì, si può”

1) Tra il 2009 e il 2014, grazie alla cura della Troika (Fondo monetario, Bce e commissione europea) il PIL greco diminuiva del 26% e il debito pubblico passava dal 129,7% al 175% del PIL. La disoccupazione balzava al 25% (50% tra i giovani), i livelli di povertà si duplicavano, ai pensionati venivano ridotte le pensioni, i costi dei servizi pubblici fondamentali aumentavano, il budget del Ministero di Sanità diminuiva del 23,7%, tutti gli impiegati pubblici subivano forti decurtazioni dei loro stipendi, un terzo delle aziende esistenti chiudeva definitivamente i battenti…
Se i perdenti di questa politica sono chiari, lo sono anche i vincenti. Sono, anzitutto, i creditori, ovvero le banche, principalmente francesi e tedesche, che hanno conservato i loro bilanci inalterati e si sono disfatti dei buoni dello Stato senza perdite (dal 2012, il 90% del debito greco è in mano agli Stati, il BCE e il FMI, un’altra splendida e grafica rappresentazione del processo di socializzazione delle perdite). Gli altri vincenti sono “i falchi dell’austerità” (Paul Krugman), “fautori di politiche stupide” (secondo Joseph Stiglitz).
Ad essere schietti, più che fautori di politiche stupide mi sembrano fautori di politiche di classe. Comunque, esse non hanno avuto alcun effetto positivo, nemmeno da una prospettiva neoliberista. Non è un caso: gli effetti positivi erano esclusi. La sola intenzione era, ed è, garantire a qualunque costo l’enorme affare del debito, i profitti dei creditori e delle grandi aziende. La Troika non ha mai preso in considerazione le condizioni di vita ed i diritti dei cittadini né il debole tessuto produttivo greco. Depurate dalle bugie (il FMI parla di “errori tecnici”), tutte e ognuna delle loro misure sono servite a smantellare le leggi che proteggevano i lavoratori e garantivano i loro diritti (anche quelli dei professionisti, dei lavoratori autonomi e delle aziende familiari), a beneficio esclusivo delle grandi corporazioni e del capitale transnazionale, ai quali è stato offerto un territorio libero di restrizioni (lavoro, ambiente, fiscali), per arricchirsi senza limiti.
Le dimensioni colossali del furto spiegano la scelta degli elettori greci, scelta con un’unica certezza: l’accanita e rabbiosa opposizione dei poteri forti e dei loro cantori, in Grecia e all’estero. Forse non era una preoccupazione fondamentale dei greci ma, non finiremo mai di ringraziarli a sufficienza, con la loro scelta hanno ristabilito in Europa il “principio speranza” . Era ora.
2) Da una semplice lettura del programma in 40 punti del governo di Syriza si vede che questo si basa nel senso comune più che nelle ideologie. Per molti versi risulta assai meno radicale delle proposte della dx europea e non si osservano parentele con altre pratiche di governo contemporanei (ad esempio, quello di Renzi).
In estrema sintesi, propone:
a) Realizzare l’audit (verifica ispettiva) delle oscure origini del debito pubblico, rinegoziarlo e condizionarne il pagamento alla ripresa dell’economia; ridistribuire il carico fiscale per far pagare di più i più ricchi (ad esempio gli armatori e la chiesa ortodossa); proporre una legge elettorale proporzionale; vietare la speculazione finanziaria; ridurre la spesa militare.
b) Reintrodurre il salario minimo ai livelli precedenti all’’aggiustamento strutturale’ imposto dalla Troika; ospitare i senza casa in edifici del governo, le banche e la chiesa; offrire la prima colazione e il pranzo gratuitamente agli allievi delle scuole pubbliche; includere i disoccupati, i poveri e i senza tetto nei servizi sanitari pubblici; assistere finanziariamente le famiglie strangolate da ipoteche; ampliare i programmi rivolti a disoccupati, famiglie monoparentali, anziani, portatori di handicap e persone senza reddito; ridurre l’IVA sui prodotti di prima necessità.
c) Nazionalizzare la banca privata, le ferrovie, gli aeroporti, la posta e l’acqua potabile; stabilire la parità salariale tra uomini e donne; limitare i contratti temporali; ampliare la protezione lavorale e salariale per gli occupati a tempo parziale; riformare la Costituzione per garantire la separazione Chiesa-Stato il diritto all’educazione, alla salute e alla protezione dell’ambiente.
d) Sottoporre a referendum vincolante i trattati con l’Unione Europea; abolire tutti i privilegi dei parlamentari e dei ministri (i tribunali ordinari potranno sottoporli a processo come ad ogni cittadino).
e) Demilitarizzare la guardia costiera, sciogliere le forze speciali e vietare la presenza di poliziotti armati alle manifestazioni; cambiare i piani di studio delle accademie di polizia enfatizzandone i temi sociali, l’immigrazione, le droghe e l’esclusione sociale.
f) Garantire i diritti umani nei centri di detenzione per immigranti; facilitarne la ricomposizione familiare; dare loro pieno accesso alla sanità e alla educazione (anche ai non documentati).
g) Regolare il diritto alla obiezione di coscienza riguardo il servizio militare.
g) Eliminare il ticket nei servizi sanitari pubblici; eliminare ogni partecipazione privata nel sistema sanitario pubblico.
g) Ritirare le truppe greche dall’Afghanistan e dai Balcani (“nessun soldato greco dovrà restare fuori dai confini nazionali”).
h) Interrompere gli accordi di cooperazione militare con Israele e appoggiare la creazione dello Stato palestinese entro i confini del 1967.
i) Negoziare un accordo stabile con la Turchia.
l) Chiudere tutte le basi militari straniere e abbandonare la NATO.
3) I tenori travestiti da giornalisti e, forse, buona parte della disinformata opinione pubblica europea, dicono che molte proposte sono proposte campate per aria. E’ falso. Ad es., riguardo il punto più controverso, il debito estero, non solo è d’accordo persino Obama, ma lo stesso “Regolamento della UE per i paesi sottoposti ai piano di aggiustamento strutturale” recita: “Uno Stato membro sottoposto ad un programma di aggiustamento macroeconomico realizzerà una valutazione delle sue finanze pubbliche allo scopo, tra altre cose, di valutare le ragioni per cui si è indebitato eccessivamente e accertare ogni possibile irregolarità”. (“Regolamento UE 472/2013”, art. 7/9, adottato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo il 21 maggio 2013). Ciò malgrado, il 4 febbraio 2015 la BCE ha deciso di dare un ultimatum alla Grecia cin firma di Mario Draghi (l’Europa vuole imporre l’alternativa fascista di Alba Dorata?), e questa è una decisione imbarazzante se si considera che fu proprio l’attuale capo della BCE ad avallare – in quanto responsabile della Goldman Sachs per l’Europa – i conti falsi con cui il governo greco riuscì ad entrare nell’euro dando inizio alla tragedia greca in corso.
4) Oltre alla crescita dei fascismi, lo scenario conflittuale in Europa non si riduce all’economia e include tensioni geopolitiche nella regione orientale, legate al controllo territoriale e alla sovranità sulle risorse naturali strategiche, che hanno portato la UE ad annunciare nuove sanzioni contro la Russia (gennaio 2015). In un contesto di caos globale, questa ipotesi è stata respinta dal nuovo governo greco secondo il quale “la Grecia non ha alcun interesse ad imporre sanzioni alla Russia”, trasformando la crisi ucraina e l’atteggiamento verso la Russia in elementi vitali della trattativa con la UE: “La Grecia può svolgere un ruolo particolare nella mediazione e lo sviluppo delle trattative Unione Europea-Mosca”. Va da sé: poiché il Kremlino cerca di diminuire l’intensità dell’offensiva economica della UE e degli USA, si è affrettato a dichiarare: “Se c’è una richiesta di aiuto dal governo greco al governo russo, la prenderemo seriamente in considerazione.
Se alla diversità di opinioni sulla Russia si aggiunge il preannunciato rifiuto di Atene al TTIP, il trattato commerciale con cui i neoliberisti delle due sponde dell’Atlantico intendono santificare il loro dominio per secula seculorum, si deve concludere che la scommessa delle classi dirigenti europee sembra chiara: o Atene si arrende alla ineluttabilità delle loro decisioni, o viene messa fuori dalla porta. Meno chiaro l’atteggiamento dei progressisti europei che per ora, Gaber dixit, giocano a carte e discutono di calcio nei bar.
5) Il caos globale ha ragioni e motivazioni comunque riducibili alla decadenza imperiale e, forse, dei sistemi democratici come li abbiamo conosciuto finora (l’idea della democrazia come costruzione permanente fondata sulla partecipazione cittadina che potrei chiamare “ecosocialismo”, è tutt’altra cosa e ne presuppone il superamento).
Nel caos si distingue con nettezza la direzione di marcia scelta dalle classi dirigenti: barra dritta verso il Medioevo. Difficile interpretare diversamente i dati. Ad esempio, nel 2016 l’1% più ricco della popolazione mondiale possederà una ricchezza superiore al restante 99% (nel 2014, ne possedeva già il 48%) e gli 80 multimiliardari in testa hanno incrementato la loro ricchezza di 600 miliardi di dollari in 4 anni, equivalenti alla somma dei PIL di 11 paesi che hanno una popolazione di 2.300 milioni di persone. Ciò si trova alla base, ad esempio, della disoccupazione giovanile (40% a livello complessivo).
Ciò non può essere modificato senza affrontare le disuguaglianze globali: alla fine del 2014, il 79% della popolazione mondiale aveva solo il 5,5% della ricchezza mondiale e la sua partecipazione si è ridotta di 750 miliardi di dollari in 4 anni.
Perciò, mentre qualcuno afferma che è arrivata l’ora di “mettere il turbo alle riforme” (quali?), i severi banchieri olandesi hanno deciso che, dal 2016, tutti loro si sottoporranno ad un nuovo giuramento: “Giuro che cercherò di mantenere e promuovere la fiducia nel settore finanziario. Che Dio mi aiuti!”, per trasformare Dio nel regolatore del loro sistema bancario. Non solo loro: Lloyd Blankfein, presidente esecutivo di Goldman Sachs, assicura che i banchieri stanno mettendo in opera la volontà di Dio, Wall Street e la City londinese garantiscono la loro disponibilità a introdurre il giuramento. Sarebbe un ottimo succedaneo all’etica mancante.
6) Cosa farà la sx progressista in questo quadro. Forse continuerà a giocare a carte, ma vale la pena provare a discuterne ancora seriamente. Mi limito a chiudere citando Winston Churchill: “Mai nel campo dei conflitti umani, così tanti dovettero così tanto a così pochi”.

Rodrigo A. Rivas

ACCUSE ALLA TROIKA
Viviana Vivarelli

Intanto che i magnati dell’Occidente sono intenti a rendere sempre più poveri con le loro depredazioni i popoli dell’Occidente con un cinismo che supera quello dei seguaci di Attila, e mentre i leader dei disgraziati Paesi mediterranei per attaccamento cinico e infame ai loro poteri personali continuano a manipolare l’opinione pubblica e a svendere i loro cittadini come capi di bestiame, i ricchi evasori possessori di capitali sporchi continuano a portare il loro bottino nei paradisi fiscali, primo fra tutti quel Lussemburgo, in cui Juncker ha protetto i maggiori ladri e corrotti d’Europa per 18 anni, col plauso dell’Europa che non ha esitato a riconfermarlo come capo della Commissione europea (cioè come uno tre responsabili della Troika) contro la richiesta di sfiducia dei 5stelle. Dunque, mentre all’interno degli Stati dell’Unione, il poveraccio che si trova in difficoltà economiche viene gettato sul lastrico e i suoi debiti sono penalizzati orrendamente, l’Europa tollera non solo l’usura della Bce, ma addirittura elegge come capo della sua massima istituzione un protettore di ladri, evasori, corrotti e mafiosi, uno che ha protetto e arricchito chi ruba alle casse dello Stato, aumentando il deficit pubblico e costringendo i governi a tagliare la spesa sociale. Ciò indica che in questa vergognosa Europa ciò che è reato infame per chi è povero diventa elogio ed onore per chi è molto ricco e protegge altri corrotti, due pesi e due misure, che fanno di questa costruzione europea una cricca di delinquenti di alto livello costituitasi per devastare un intero continente stracciando due secoli di lotte civili e democratiche.

ACCUSE ALLA LEGA
Viviana Vivarelli

In questa disfatta del mondo di sotto da parte di poche centinaia di magnati e speculatori, non mi pare che quella Lega che oggi si schiera contro l’Europa si sia comportata coerentemente. Quando i suoi capi gli sghei li hanno controllati, non li hanno certo impiegati per il bene degli iscritti, ma hanno cercato proprio di indirizzarli ai paradisi fiscali addirittura col consiglio della ‘ndrangheta, tanto che le casse del partito sono state svuotate dai ladri del partito, e ora Salvini licenzia 70 dipendenti. Bossi non è stato punito e ha tenuto il malloppo. La Rosy Mauro non è stata punita e ha tenuto il malloppo. Salvini si permette di attaccare i ladri di stato ma nello stesso tempo blocca il processo contro Belsito, il tesoriere della Lega per evidente timore che possa parlare anche sui soldi che potrebbero essere finiti nelle tasche di Salvini stesso o che possano uscire altre accuse di furti al ‘cerchio magico’ di Bossi e family.
Belsito aveva stanziato oltre 7 milioni di rimborsi elettorali in investimenti in paesi stranieri come Tanzania, Cipro e Norvegia. Aveva evidentemente violato il segreto bancario sui conti correnti liguri della Lega, staccando assegni per 450.000 euro, aveva trasferito dai conti liguri 700.000 euro ad altri conti correnti della Lega mentre le sezioni lamentavano mancanza di fondi. Belsito viene accusato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali, e che sarebbero stati utilizzati dalla famiglia Bossi. Il 24 aprile 2013 Belsito viene arrestato dalla guardia di finanza per appropriazione indebita, riciclaggio,truffa e false fatturazioni. il 6 febbraio 2015 Bossi e Belsito vengono rinviati a giudizio per truffa sui rimborsi elettorali ai danni dello Stato (40 milioni di euro). Belsito è accusato anche di appropriazione indebita aggravata per essersi impossessato della somma complessiva di 5,7 milioni di euro: 1,2 milioni stornati dal conto della Lega in favore del conto inglese di Paolo Scala di cui 850.000 euro sono stati restituiti nel febbraio 2012 e altri 4,5 milioni trasferiti sul conto di Stefano Bonet in Tanzania e restituiti anch’essi nel febbraio.
E il resto?
Ricordiamo che se siamo in una crisi spaventosa e abbiamo cambiato tutte le nostre leggi in leggi peggiori a favore di dimostrati delinquenti, ciò è avvenuto anche grazie all’appoggio che per 20 anni la Lega ha dato a Berlusconi, ai massoni, ai mafiosi, ai camorristi, dei palazzinari, al peggio di questo Paese.
E dopo tutte queste infamie, ancora i leghisti hanno la faccia di scendere in piazza??????
I clandestini fanno comodo alla Lega
Il razzismo fa comodo alla Lega
Perché se togli quello, resta solo una banda di ladri.

MARIO LUZI

Ridotto a me stesso?

Ridotto a me stesso?
Morto l’interlocutore?
O morto io,
l’altro su di me
padrone del campo, l’altro,
universo, parificatore…
o no,
niente di questo:
il silenzio raggiante
dell’amore pieno,
della piena incarnazione
anticipato da un lampo? –
penso
se è pensare questo
e non opera di sonno
nella pausa solare
del tumulto di adesso…

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VOGLIAMO LA PROCORRUZIONE
MARCO TRAVAGLIO

Basta, pietà, fatela finita. Non ne possiamo più di sentir parlare i politici di legge anticorruzione, visto che più che parlarne non sanno fare. A giugno era stato il governo Renzi a bloccare il testo, emendato infinite volte, che compie due anni proprio in questi giorni, visto che Piero Grasso lo presentò appena fu eletto in Senato, prim’ancora di diventarne presidente. Quando finalmente era pronto per la votazione in commissione Giustizia, il premier bel bello fece sapere che bisognava fermare tutto, in attesa di un epocale “decreto ad hoc”, ovviamente mai visto. Ora, otto mesi dopo, fra promesse di “Daspo per i corrotti” e leggi antiprescrizione, il gioco delle parti prevede che tocchi a Forza Italia lardellare la legge di emendamenti ostruzionistici per paralizzarla in Senato.
Tutto per non ammettere che un Parlamento con 100 fra condannati, imputati e inquisiti, senza contare chi non è stato ancora beccato, con un governo d’affari tuttora ricattato da un detenuto ai servizi sociali, non può e non potrà mai permettersi una legge anticorruzione. O, meglio: può farne quante ne vuole, ma finte. È questa la vera differenza fra gli anni dei governi Berlusconi e quelli delle larghe intese più o meno dichiarate. Ai tempi di B. passavano leggi vergogna la cui ragione sociale era almeno dichiarata fin dal titolo: prescrizione dimezzata, falso in bilancio depenalizzato, impunità per le alte cariche, condoni e scudi fiscali. Ora le porcate sono più raffinate: si scrive una cosa per fare bella figura e strappare qualche titolo encomiastico sulla stampa al seguito, poi di nascosto si fa in modo di ottenere l’effetto contrario. È stato così per il voto di scambio politico-mafioso: in teoria, punisce chi traffica voti con mafiosi in cambio sia di denaro sia di altre utilità; in pratica, grazie a un codicillo in caratteri lillipuziani (la prova dell’uso dichiarato di metodi intimidatori tipici delle mafie per la raccolta dei voti), si rendono impunibili sia l’uno sia l’altro. È stato così per la concussione per induzione degradata a induzione indebita: non basta più l’ingiusto vantaggio per chi induce (tipo B. che chiama in Questura per far rilasciare Ruby), ora ci vuole anche quello per chi è indotto (il funzionario Ostuni che rilascia Ruby). È stato così per l’autoriciclaggio: il reato c’è, ma è impossibile applicarlo a chicchessia, perché va dimostrato che i soldi sporchi sono stati lavati non per “godimento personale”, ma altrui (e chi dovrebbe godere, di grazia, se non l’autoriciclatore?). E sarebbe già così per i reati fiscali, se Renzi non fosse stato sgamato la notte di Natale mentre regalava il condono a evasori e frodatori sotto il 3% dell’imponibile e altre soglie pressoché illimitate. Per il falso in bilancio, invece, si fa come per i reati di traffico di influenze illecite e corruzione fra privati, istituiti nel 2012 col metodo Severino: che, come dice la parola, consiste nel fare la faccia severa mentre si infliggono pene talmente basse (fino a 3 anni) da garantire quanto segue: niente carcere né prima né dopo la condanna; niente intercettazioni né interdizione dai pubblici uffici; e prescrizione dopo appena 7 anni e mezzo (dalla data del reato, non della sua scoperta). Il sistema ha funzionato a perfezione: non si ricordano, dalla legge Severino a oggi, processi per quei due reati. Così il ministro Orlando l’ha subito adottato per il falso in bilancio: a che serve sputtanarsi con le soglie di impunità? Basta fissare per il grosso delle società la pena massima a 3 anni per non far intercettare né arrestare nessuno e assicurare la prescrizione a tutti. Ieri M5S e Lega hanno proposto un emendamento che raddoppiava i termini di prescrizione per tutti i reati contro la PA: tutti gli altri, Pd compreso, han votato contro. E così si spera sia chiaro a tutti a che gioco giocano. Quindi, per favore, basta perder tempo sull’Anticorruzione: rinviamola alla prossima legislatura o al prossimo secolo. E concentriamoci sulla Procorruzione: quella sì avrà una maggioranza oceanica e passerà in un battibaleno. Così magari al prossimo giro gli elettori apriranno gli occhi.

LA BANCA HSBC E MIGLIAIA DI GRANDI EVASORI

Da Avaaz
Sono migliaia solo in Italia i mega-ricchi che la banca HSBC ha aiutato a evadere le tasse! Noi saremmo già in carcere per una cosa così, ma per loro i governi non faranno nulla se non lo esigiamo subito. Ci sono due persone che possono cambiare le cose, firma subito e fagli capire che nessuno è troppo importante per finire in manette:
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Passaparola con Hervé Falciani, autore assieme ad Angelo Mincuzzi, del libro “La Cassaforte degli Evasori” Ed. Chiarelettere

Hervè Falciani: “Le liste Falciani sono elementi raccolti da anni, che permettono un controllo della Banca HSBC: un esempio unico di una banca offshore internazionale, una delle due più grandi al mondo e che spiega come funziona questa rete di banche che oggi lavorano nell’opacità e nascondono la metà del debito mondiale. La metà degli interessi che paghiamo, vanno nelle tasche di queste banche. Ci sono tante piccole cose da fare che potrebbero avere un effetto molto grande. Oggi il controllo delle banche è inefficiente perché sono gli stessi che sono pagati per controllare che controllano quelli che pagano. Per evitare quello bisogna aggiungere gente della società civile. Si potrà fare paura a quelli che organizzano dentro le banche questi sistemi di evasione fiscale e inoltre ottenere l’informazione quando sono nascoste.
Il più grosso problema che abbiamo è con la politica è che subisce un conflitto di interesse gigantesco. Hanno come consiglieri gli stessi imprenditori che non pagano le tasse. Occorre un archivio dedicato alla politica, ai giornalisti, ai magistrati e anche alla società civile che permetta ai cittadini una forma di controllo. Col M5S stiamo lavorando da anni per spiegare le cose e mostrare dove agire. Il controllo sul cittadino delle banche si ritrova nel programma del M5S.
La clausola del 3% voluta da Renzi si riferisce a un problema molto grave che si ritorce sullo stato sociale. Abbiamo bisogno di soldi per pagare i servizi pubblici ai cittadini, gli ospedali, per es., ma creiamo una soglia del 3% fino a cui evadere non è reato, mancheranno soldi per i cittadini. Il problema non è di ridurre le imposte ai più ricchi ma fare in modo che tutti ne paghino meno. Le grandi imprese non pagano e ognuno di noi ha qualche modo per non pagare le tasse. Dunque quel 3% è un problema, non una soluzione.
Occorre una legge che sostiene chi aiuta altri cittadini, che protegge chiunque ha informazione di interesse generale e denuncia chi compie una frode. Anche qui il M5S è dalla nostra parte insieme a Di Pietro. E’ lui che storicamente, dal tempo di Mani Pulite, è stato un testimone molto importante in questa lotta.
Io, Hervè Falciani, per aver denunciato i grandi evasori, se metto piede in Svizzera o in tanti altri Paesi, finisco in prigione. Quando ho iniziato a lavorare con la giustizia francese, violavo la legge sul segreto bancario svizzero e facendo quello gli svizzeri hanno potuto aprire un mandato di cattura con l’Interpol e questo mandato di cattura rimane e rimarrà, dunque fuori dall’Italia, fuori dalla Francia, fuori dalla Spagna anche se sto lavorando con le altre giustizie. Se ci vado mentre lavoro con una giustizia, un’altra parte della giustizia mi metterà in prigione. Oggi i risultati cominciano a arrivare. Insieme possiamo fare cose incredibili, qualche volta con poche persone e dopo aggiungendo gente di vari orizzonti, facciamo sempre di più. Oggi quello che mi spinge a continuare a andare sempre più avanti, è unirmi a gente coraggiosa e che ha voglia di cambiare le cose per il bene di tutti.
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DA AVAAZ
La banca HSBC aiutava a evadere le tasse migliaia delle persone più ricche del mondo, tra cui tantissimi italiani! Al posto loro noi saremmo già in carcere, ma i governi trattano questi potenti come se fossero troppo importanti per finire in manette. Dimostriamo che non è così! Ogni anno solo in Italia l’evasione fiscale ci ruba 180 miliardi di euro, siamo i peggiori in Europa. Nel mondo si arriva a 3mila miliardi di dollari: per sconfiggere la povertà estrema ne basterebbero molti meno! “SwissLeaks” è il più grande scandalo bancario di sempre: abbiamo un’occasione unica per fare giustizia, ma dobbiamo agire subito. Due persone possono cambiare le cose: il ministro delle finanze inglese che si sta preparando alle elezioni e la candidata come prossimo Procuratore Generale USA che è in attesa della nomina. Entrambi sono al centro dell’opinione pubblica e la nostra campagna può spingerli ad aprire un’inchiesta e colpire l’élite dei grandi evasori, mandando un messaggio chiaro: nessuno è troppo importante per finire in manette! La HSBC è una banca inglese, inoltre migliaia di questi evasori rispondono alle leggi di USA e Gran Bretagna. Se spingiamo questi due paesi ad avviare azioni legali, possiamo innescare una reazione a catena globale. Questi mega-ricchi e le loro speculazioni incontrollate sono spesso la causa di gravi crisi finanziarie. Poi però vengono salvati con i soldi dei contribuenti, e hanno anche il coraggio di dire che bisogna tagliare i fondi alla scuola e alla sanità per coprire i debiti. Il tutto mentre molti di loro sono i primi a evadere le tasse! Questo circolo vizioso sta facendo aumentare rapidamente le diseguaglianze in tutto il mondo. Al giorno d’oggi, 85 miliardari possiedono più ricchezze della metà più povera della popolazione mondiale. Soldi che poi troppo spesso sono usati per comprare politici e manipolare le nostre democrazie a loro vantaggio.
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La Costamagna straccia la Picierno

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I DISTRUTTORI DELLA DEMOCRAZIA EUROPEA
Berluscameno

IL”VELO DI MAYA “CHE PROTEGGEVA IL” VENERABILE” MARIO DRAGHI E’ FINALMENTE CADUTO.
Qualche giorno fa, molti riflettendo sul caso greco, hanno constatato come oggettivamente alcuni tristi “figuri” abbiano già di fatto abolito la democrazia in alcune nazioni d’Europa: Draghi,Schaeuble e Merkel, Padoan sono chiari e diretti: “i cittadini non possono cambiare attraverso il voto l’indirizzo politico dei rispettivi governi”.
Anziché inviare i carri armati a reprimere nel sangue eventuali proteste, Draghi può semplicemente “schiavizzare” un Paese intero minacciando di interrompere la liquidità che tiene in piedi le barcollanti finanze elleniche. Le forme divergono, ma la sostanza non cambia: in Grecia si è instaurata una evidente dittatura.
Nessuno può quindi più fare finta di non sapere che un manipolo di oligarchi, capitanati dal Venerabile Maestro Mario Draghi (UR Lodge Three YES) , promuove e realizza nel Vecchio Continente un golpe strisciante e continuo. Ora, la situazione di fatto appena dipinta si presta ad una lettura bivalente: da un lato la consapevolezza di essere governati da”nuovi fuhrer “-che non possono essere fermati attraverso libere elezioni – incute timore; dall’altro il consolidarsi di un simile equilibrio pone gli odierni torturatori in una posizione scomoda e in prospettiva decisamente pericolosa.
Una cosa è “raggirare la pubblica opinione” (tramite “false” dichiarazioni in TV) carpendone la fiducia cavalcando l’inganno dello spread e dei sacrifici umani indispensabili; un’altra è voler sovvertire il risultato delle urne con la forza bruta.
Ecco, come dimostra la storia, gli uomini affetti da un” delirio di onnipotenza” che hanno battuto temerariamente la seconda strada sono quasi sempre finiti molto male.
L’avere costretto alcuni contro-iniziati a mostrare al mondo il loro vero volto rappresenta perciò il più grande ed insperato successo che potessimo sperare di ottenere in questa fase .
Adesso inizia una partita mortale. La posta in gioco non riguarda più il prevalere di una impostazione neoliberista (e reazionaria) a discapito delle teorie keynesiane, da consumarsi sempre e comunque all’ interno di una cornice fondamentalmente ispirata al rispetto dei pilastri che contraddistinguono una democrazia liberale e uno stato di diritto. La posta in gioco riguarda “adesso” la salvaguardia della nostra nazione e delle nostre libertà politiche, sociali, economiche e civili, messe apertamente in discussione da una “masnada di barbari “antidemocratici.
In estrema sintesi stiamo dicendo che, al di là del merito della trattativa tra Tsipras e la Troika ora ribattezzata “Istituzioni”, teatrino divenuto oramai stucchevole ed irritante, un altro fatto politico importantissimo si è consumato: il” velo di Maya” che permetteva al Venerabile Draghi di colpire nell’ ombra è finalmente caduto.
Arrivati a questo punto è giusto chiedersi: a noi, sinceri democratici e progressisti, cosa conviene? Che Draghi si ammorbidisca, continuando a rispettare le forme per violentare all’ infinito la sostanza; o, al contrario, è preferibile sperare in un ulteriore irrigidimento di “stampo liberticida” messo in bella mostra da parte del nostro nervosetto banchiere centrale?
E’ molto meglio sperare nella seconda ipotesi. Per capire meglio si può ricorrere ad un paragone di tipo storico che vale solo a titolo esemplificativo. Mentre la sicumera e l’arroganza condannarono Hitler ad una fine terribile e vergognosa, la prudenza e la temperanza permisero al dittatore spagnolo Francisco Franco di morire nel suo letto.
A chi è andata peggio? Ai tedeschi, che all’ indomani di una sanguinosissima guerra mondiale poterono ripartire su basi diverse e migliori, oppure agli spagnoli, i quali dovettero vivere sotto il regime di uno spregevole individuo fino al 1975?
Ecco che per noi oggi si profilo lo stesso bivio.
Se i “nazisti tecnocratici” al comando della UE dovessero spingere sull’acceleratore ubriacati da “una provvidenziale sindrome di imbattibilità” ci farebbero un grosso favore. In caso contrario, nel caso in cui cioè i” padroni della UE ” recuperassero un rispetto solo epidermico per i riti della democrazia, l’Europa andrebbe invece probabilmente incontro ad una lenta ed inesorabile agonia che potrebbe in astratto durare decenni. Non disperiamoci quindi nel notare come gli “orchi” (anche non islamici) riescano ad affondare il coltello nella carne viva delle vittime.
Trasformeremo l’”odio provocato da alcune crudeli condotte” in balsamo di liberazione e di futura implacabile giustizia.

(LUISA TARANTOLA)

MARIO LUZI

La notte lava la mente.

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d’anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.

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Spinoza
L’Isis vandalizza un sito archeologico. Pensate che delusione quando arriveranno a Pompei?
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1629 8-3-2015 DONNE

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MASADA n° 1629 8-3-2015 DONNE

8 marzo, festa delle donne – Parte il microcredito voluto dal M5S – Reddito minimo di cittadinanza – La Lega cos’è – Gramellini – La truffa

Donne: una maggioranza discriminata come fosse una minoranza”. (Viviana)
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Viviana
Oggi stanno distruggendo i diritti dei lavoratori.
Oggi stanno distruggendo i diritti dei cittadini.
Ma i diritti delle donne li distruggono da sempre.
Riconoscerò caratteri civili e onorevoli solo a quel partito, a quello Stato e a quella Chiesa che riconoscerà i miei diritti di lavoratrice, di cittadina e di donna.
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Rita L

Buongiorno al blog e auguri a tutte le donne!
Auguri di vita nuova.
Via dai soprusi sul posto di lavoro, via dalla violenza domestica, via dalle discriminazioni religiose e culturali.
Via!
Da chi ci compra
Da chi ci vende
Da chi ci vuole per consumare prodotti e vuole consumarci come un prodotto.
Via! Da chi ci lapida, ci insulta, ci espone in vetrina e sugli altari.
Da chi ci immagina immagini.
Ci vela, ci spoglia e ci uccide.
Libere!
Mimose e primavera a tutte noi.

Viviana Vivarelli

Uomo, se anche tu fossi tanto saggio da chiedere perdono
per te per quello che ti precedettero
e per quelli che seguiranno
difendendo una stessa stolida arroganza
il pregiudizio dei pregiudizi
e la presunzione che ti spetti il potere
per esser nato con un cromosoma in meno
se anche ti rendessi conto cosa vuol dire
vivere nel corpo di una donna
soffrire le pene di una donna
aggiungere ai problemi del vivere comune
tutti i problemi imposti a chi si chiama donna

Uomo, se anche tu riuscissi a capire
le discriminazioni famigliari, politiche, religiose, sociali, della consuetudine o del costume
che si aggiungono a tutte le altre difficoltà della storia e del destino
non ti potrei mai perdonare della tua differenza di cuore
della mancanza di empatia
del disinteresse che ti volge a tutte le storie del mondo
ignorando le nostre
di quella cecità sorda e muta per cui ti bei del non essere una donna
come fosse una condanna, una maledizione

Uomo, se pure tu riuscissi..
ma non si riesci
e ti salva soltanto
la nostra infinita sete di amore
che ti ama benché tu non riesca a smettere di essere un uomo,
figlio, fratello, amante, amico, sodale
e sempre agli occhi nostri essere amato
anche se resti solamente un uomo.

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IL CORAGGIO DELLE DONNE
Bruno Esposito

Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l’aiuto di nessuno,
rivalutando l’ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza, puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno.

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ERRI DE LUCA

La fissavo, lo sguardo inceppato su di lei. Fu la prima notizia certa della bellezza femminile. Non sta sopra le copertine dei giornali, delle passerelle, sullo schermo, sta invece all’improvviso accanto. Fa sussultare e svuota. Restai così. “Mi ascolti o mi guardi?” Non so come mi uscì di dire: “posso scegliere?”
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Ero uno, anche meno di uno. Però amavo.
Se esiste un’alleanza tra femmina e maschio, io l’ho provata allora.

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Essere al mondo, per quello che ho potuto capire, è quando ti è affidata una persona e tu ne sei responsabile e allo stesso tempo tu sei affidato a quella persona ed essa è responsabile per te.
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Anche quando la vita sembra una lotta contro i mulini a vento, eroe è colui che non si arrende, che ogni volta si rimette in piedi e prosegue il suo viaggio, incurante degli ostacoli, incurante della sconfitta. Invincibili sono tutti coloro che hanno eredito l’ostinazione di don Chisciotte. Invincibili sono, per esempio, i migranti, uomini e donne che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione, da nessuna legge, da nessun annegamento, perché li muove la disperazione e vanno a piedi.
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(Eroiche le donne che attraverso i secoli non si arrendono alla prevaricazione e all’arroganza maschile)

Mariapia (REPLAY)
La parità tra generi è ancora solo un programma ma la sua attuazione è fatta a pezzi
Migliaia di anni di continuo accrescersi della cultura maschile hanno lasciato segni che non si cancellano in 100 anni di rivendicazioni.
Non si modifica una cultura millenaria e comoda ai più forti in tempi brevi,ma una mano amichevole tanti uomini evoluti ce l’hanno data.
La storia delle 129 operaie arse vive può non essere vera, ma essa è verosimile e compendia in un mitico atto tutte le angherie che da millenni si perpetrano contro le donne in una storia di atrocità che non ha fine a cui hanno partecipato famiglie, tribù, stati e religioni. Così le 129 operaie di New York compendiano tutte le donne angariate del mondo in un evento archetipico.
Non si aiuta un necessario cambiamento discutendo un fatto marginale. Quel fatto è divenuto simbolico, e chi si chiede se quell’episodio sia vero, sembra più voler svilire la festa delle donne che accertare una realtà storica. Difficilmente capiremo le ragioni di tanto fastidio.
Ci sono eventi universali per cui non è il dettaglio storico che conta. Che Martin Luther King fosse “solo un uomo” che moriva,mentre nel del mondo, nella stessa ora, ne morivano migliaia, non fa la differenza.
Penso che ciascuno di noi abbia i propri simboli interiori, che sono le radici del senso che diamo alla nostra vita. Ciò riguarda tutti, ognuno in modo diverso, ma uguali nella necessità di avere delle radici o di avere degli ideali.
Mi auguro che quelle operaie non siano mai morte come che non sia morto Cristo. Ma anche il Cristo è un simbolo da rispettare. L’8 marzo è un simbolo delle donne di questo tempo. Si deve rispettarlo!
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Se al comando in Italia arrivano solo donne poco degne o che avanzano per meriti sessuali abbassa solo la dignità del nostro paese e ancor più quella degli uomini di potere che queste donne hanno gratificato e non per qualità da ‘statista’, ma sappiamo che in Italia nessuno avanza per meriti

Moltissime sono le direttive europee che comandano la lotta alle discriminazioni basate sul sesso.
Nel 1989 è stata adottata dal Parlamento Europeo la Carta Comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori con la quale viene ribadita la necessità di combattere ogni forma di discriminazione basata sul sesso. Infine, il trattato di Nizza all’art. 20, e la Direttiva 2000/43/CE hanno ribadito il divieto di la discriminazione per età nei luoghi di lavoro.
In Italia attualmente le donne a parità di lavoro guadagnano il 30% in meno degli uomini, sono le prime ad essere licenziate, e adesso in base all’infame Jobs act possono essere mobbingate liberamente, minacciate da profferte sessuali, licenziate liberamente se le rifiutano e licenziate anche se restano incinte.
Ma c’è ancora chi pensa che l’8 marzo, festa delle rivendicazioni femminili, sia una festa inutile e obsoleta.
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Patty Ghera
In molti credono che questa ricorrenza nasca in memoria di alcune operaie morte nel rogo del 1908 della Cotton, una fabbrica di New York. Non è vero. La Giornata Internazionale della Donna è infatti nata un anno più tardi, nel 1909 (sempre negli Usa), per merito del Partito Socialista americano che, il 28 febbraio, diede vita a una manifestazione per il diritto di voto delle donne.
Successivamente, tra il novembre 1908 e il febbraio 1909, migliaia di operaie di New York scioperarono per settimane: chiedevano un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. E così, nel 1910 l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista, decise di istituire una giornata dedicata alle donne.
Ma la data che cambiò il corso di questa storia fu il 25 marzo del 1911 quando nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio e 146 lavoratori (soprattutto donne) morirono.
La data dell’8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna qualche anno più tardi, nel 1917: un gruppo di donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra; le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca scelsero l’8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell’Operaia.
In Italia si iniziò a festeggiare la Giornata della Donna nel 1922. Il simbolo, come noto, è la mimosa. Perché? Semplice: è uno dei pochi fiori che fiorisce a marzo.

Rebecca West
“Io stessa non sono mai stata in grado di scoprire cosa è esattamente il femminismo; so solo che la gente mi chiama femminista ogni volta che esprimo sentimenti che mi differenziano da uno zerbino.”
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Nei paesi civilizzati ci sono 94 uomini contro 100 donne.
In Italia ci sono 93,7 UOMINI OGNI 100 DONNE.
Elezioni politiche del 2013: 50 449 979 elettori: 26 088 170 donne e 24 361 809 uomini. Ma in mano agli uomini c’è l’80% degli incarichi.
Dal Quirinale ai Comuni, in Italia è ‘rosa’ per solo il 19,7% dei ruoli elettivi o di nomina. Su 106 sindaci, solo 3 non sono maschi. L’attuale esecutivo riequilibra le percentuali, ma i numeri crollano quando si analizzano le posizioni chiave: negli ultimi 45 anni, da Nilde Iotti alla Mogherini, i ruoli chiave sono stati 23. Rappresentanza femminile in parlamento, in un raffronto mondiale l’Italia è 36esima, Rwanda al primo posto. In Europa i primi ministri donna sono quattro, in Svezia gli uomini al governo sono in minoranza.
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Viviana

Oggi dovrebbe essere la nostra festa
o vogliono ancora farci la festa?
La nostra pazienza non è infinita
non siamo oggetti di divertimento
né di ornamento
non siamo bestie da macello
o eterne seconde sul piano della vita
eterne emarginate
velleitarie
o deluse
Rifiuto un mondo che l’egoismo dei maschi
ha trasformato in terra di conquista
distruggendo quel poco che poteva esserci
di meglio:
la tenerezza, la compassione, la partecipazione, la dolcezza
Rifiuto la mimosa
che dura lo spazio di un mattino
per un mondo dove sia celebrata
in eterno
la creatura intera

non solo maschio, non solo potente
ma semplicemente abitante
di questa faticosa Terra
che dovrebbe essere
la Terra di tutti.

Le donne subiscono la maggior parte dei reati violenti e sessuali, compiuti dagli uomini.
Italia, secondo i dati della polizia, nel 2010 il 44,9 per cento delle vittime femminili è stato ucciso dal partner o da un ex (era il 54,1 per cento nel 2009).
Nel 2012 sono state uccise dai loro partner 124 donne.
2013, sono state uccise dai loro partner 128 donne
2014, sono state uccise dai loro partner 330 donne.
2012, in Inghilterra nei casi di violenza l’88% dei colpevoli sono uomini.
Negli omicidi a sfondo sessuale arriviamo al 98%.
Secondo i dati della polizia, nel 2010 il 44,9 per cento delle vittime femminili è stato ucciso dal partner o da un ex (era il 54,1 per cento nel 2009 e il 38,5 per cento nel 2002).
Nel triangolo” dell’America Centrale(Honduras, Guatemala ed El Salvador) abbiamo il più alto tasso di omicidi in un contesto non di guerra. In Honduras nel 2007 le uccisioni femminili sono aumentate del 166% (quelle maschili sono aumentate del 40 %). A Ciudad Juárez, in Messico, 730 donne sono state uccise per motivi di genere tra il 1993 e il 2009. In India tra il 2007 e il 2009 quasi 8.400 donne sono state uccise per questioni legate al matrimonio e molte sono state aggredite con l’acido.
La violenza contro le donne fa spendere alla Danimarca 70 milioni di euro ogni anno.
In Inghilterra in 20 mesi la spesa totale per i reati contro le donne è stato di 36,2 miliardi di sterline, e tre quarti erano crimini violenti. Ogni anno le violenze commesse dagli uomini costerebbero alla società 24 miliardi.
Molti paesi stanno cercando di contrastare la violenza sulle donne attraverso delle leggi specifiche, la prevenzione e la formazione professionale.
In Spagna è stata approvata nel 2004 la Ley integral contra la violencia de género che prevede oltre alle pene anche misure per la protezione e il reintegro delle vittime (sostegno psicologico, sociale, giuridico e per l’indipendenza economica). Nel 2007 è stata approvata anche la Ley para la igualdad efectiva entre hombres y mujeres, per la parità tra i sessi, sia nella sfera pubblica sia in quella privata.
In Italia nel 2011 i dati delle Forze dell’Ordine parlano di 1.256 minorenni vittime di violenza sessuale, molte delle quali aggravate. L’Italia ha ratificato la convenzione ma non ha mai provveduto alle risorse finanziarie per dare alle donne reale protezione, e le denunce di mobbing sono spesso finite in fatti di sangue senza alcuna difesa da parte delle forze dell’ordine. Ora che Renzi ha depenalizzato il mobbing e ha reso possibile il licenziamento indiscriminato, la bella ragazza che non cederà alle mire di un suo superiore sarà senza difese legali contro lo sfruttamento sessuale o il licenziamento. Lo stesso la dipendente che resta incinta. La depenalizzazione del mobbing e la cancellazione delle difese del lavoratore sono atti gravissimi che connotano Renzi e il suo ministro del lavoro come criminali.
Il primo strumento internazionale a tutela delle donne che ha un valore giuridico è la convenzione approvata dal Consiglio europeo a Istanbul l’11 maggio 2011.
La convenzione individua i reati perseguibili (violenza fisica e psicologica, sessuale, stupro, mutilazioni genitali, aborto forzato) e promuove un’armonizzazione delle leggi nazionali. Si occupa anche della violenza domestica, che non colpisce solo le donne ma anche bambini e anziani, tutelati allo stesso modo.
Perché la convenzione di Istanbul entri in vigore serve la ratifica, cioè l’approvazione di almeno dieci stati, otto dei quali devono far parte del Consiglio europeo. Finora hanno firmato la convenzione 29 paesi, ma solo 4 (Albania, Montenegro, Portogallo e Turchia) l’hanno ratificata. In Italia la convenzione ha avuto l’approvazione della Camera e attende quella del Senato.
La sicurezza delle donne è il miglior parametro per capire il benessere di un paese, più della sua ricchezza o del livello di democrazia. Valerie Hudson, esperta statunitense di sicurezza internazionale che ha creato un database sulla condizione della donna nel mondo, spiegando che più è grande il divario fra il trattamento riservato agli uomini e quello riservato alle donne in uno stesso paese, più è probabile che quel paese sia coinvolto in conflitti interni ed esterni.

PARTE IL MICROCREDITO VOLUTO DAL M5S

Questa settimana, il M5S ha raggiunto un traguardo importantissimo per tutto il Paese: finalmente è partito il fondo statale del Microcredito ai professionisti e alle piccole imprese, finanziato con i tagli degli stipendi dei parlamentari del MoVimento. E al Senato, è stata approvata per la prima volta una legge a firma M5S: la Legge Micillo contro le ecomafie. Grandi news anche dalla Vigilanza RAI e dal nostro Roberto Fico, che in conferenza stampa ha annunciato la Riforma della RAI proposta dal MoVimento 5 Stelle e che prevede finalmente una TV pubblica libera dal controllo dei partiti. E i 5stelle hanno detto il loro no al decreto “SalvaIlva” che non salva Taranto, e con loro c’erano anche tanti cittadini tarantini.
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Stipendi Rai, la metà dei giornalisti del servizio pubblico guadagna più di 105 mila euro

Dopo decenni di lottizzazione dei partiti sulla Rai, viale Mazzini sembra più un Titanic affollato, eppure fa ancora gola a tanti, soprattutto ai giornalisti. E non c’è da stupirsi se si considera che su 1.581 giornalisti del servizio pubblico, la metà guadagna più di 105 mila euro all’anno. Un’allegra comitiva dove il più sfigato è un caposervizio (in tutto 279), fino a salire con dirigenti giornalisti e capiredattori che (303 fortunati) che incassano stipendi tra i 120 mila e 240 mila euro. Non di più solo grazie all’imposizione del ministero del Tesoro che ha stabilito il tetto massimo per i dirigenti nelle società partecipate. I dati messi insieme dal Fatto quotidiano aggiungono anche i 64 inviati speciali dei tg della Rai che a cranio guadagnano 126 mila euro. E poi ci sono i 150 vice capiredattori che in media portano a casa ciasciuno 120mila euro per un totale sul bilancio aziendale di 18 milioni di euro.
Nuovi dirigenti – I dirigenti in tutta la Rai sono 262. Nonostante le promesse di spending review della gestione Gubitosi, nel 2013 ne sono arrivati altri 13. In 35 sono stati promossi e ovviamente a questi meritevoli manager è stato adeguato lo stipendio, sempre con il tetto massimo di 240 mila euro. C’è poi la pletora degli 8.501 dipendenti, tra impiegati di varie mansioni, quelli di fascia superiore guadagnano in media 67mila euro.

REDDITO MINIMO GARANTITO

http://www.bin-italia.org/article.php?id=1768

(Giovanni Perazzoli, dichiarazioni rilasciate a Ignazio Dessì per l’intervista “Solo l’Italia non ha il reddito di cittadinanza”, pubblicata da “Tiscali Notizie”. Filosofo, saggista e collaboratore di “Micromega”, Perazzoli è redattore di “Filosofia.it”)

“In tutta Europa, e non solo in Germania, ci sono 2 forme di trasferimenti in denaro per i disoccupati. Quella più importante è un sussidio di disoccupazione per chi non lavora ma si impegna a cercare un lavoro. Vale anche per le persone che non hanno mai lavorato. Il sussidio a cui si ha diritto è illimitato nel tempo, finisce quando cessa la disoccupazione. Quindi è falso quello che si legge sui giornali che dura un periodo limitato. Il sussidio,oltre all’affitto dell’alloggio e il riscaldamento, comprende una serie di trasferimenti per i figli. La 2a è un’indennità di disoccupazione per chi è stato licenziato o ha terminato un contratto. Hanno un’indennità di disoccupazione pari,in Germania, al 67% del precedente stipendio per circa 12 mesi (18 per chi ha più di 55 anni).
La riforma degli ammortizzatori sociali avrebbe avuto un senso europeo se avesse introdotto il sussidio di disoccupazione. In Europa, terminata l’indennità, il lavoratore può avere un sussidio di disoccupazione (con l’affitto per l’alloggio); in Italia, non c’è niente.
I paesi che hanno i sistemi migliori sono Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Austria, poi ci sono i paesi scandinavi. L’Europa raccomanda all’Italia di introdurre un reddito minimo garantito da almeno 20 anni. Si dice chiaramente di introdurre un “reddito minimo garantito” senza limite di durata. Ma nulla è stato fatto. Ancor più clamorosa l’omissione di informazione nel caso della famosa lettera della Bce. Nel testo c’è scritto che insieme all’accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, l’Italia dovrebbe introdurre un sistema di assicurazione dalla disoccupazione
La mancanza di reddito minimo garantito in Italia permette alla nostra classe politica di mangiare a caviale e champagne. Sarebbe molto più difficile, per loro, guadagnarsi il consenso di persone libere dal bisogno primario dell’esistenza. Con la libertà dal bisogno diminuisce, e non è poco, il clientelismo politico, il potere dei potentati. Che il reddito minimo garantito permetta di vivacizzare l’economia è stato sostenuto da economisti neokeynesiani come da neoliberisti. Ma in Italia il problema è a monte: un’economia relativamente moderna, e una classe politica e dirigente Premoderna. Tutto dunque deve partire dal basso. Anche nel lavoro precario aumenta la soggezione nei confronti di dirigenti, spesso incompetenti, che hanno un potere sproporzionato sulla vita delle persone. Questo tipo di subordinazione in realtà distrugge l’economia. Le idee creano ricchezza, non la subordinazione. Se posso contare su una rete di sicurezza, posso anche rischiare, studiare. Se sono il figlio di un operaio, posso veramente giocarmi le mie possibilità. Se le persone non sono libere dai bisogni primari della sussistenza, non possono dire “no”: saranno costrette a far parte di un sistema piramidale e autoritario, dove il merito e l’iniziativa scompariranno. Lo Stato italiano spende comunque dei soldi, ma in modo irrazionale o secondo delle logiche politiche. Poi c’è il discorso dell’ordine pubblico, perché la povertà e la percezione dell’abbandono producono criminalità grande e piccola; poi c’è il lavoro nero,che sottrae risorse. Dove esiste il reddito minimo garantito, la società si muove dal basso, conta la società civile, contano gli individui; la scelta democratica è meno inquinata dal bisogno.
“Che sia proprio la Bce a raccomandare l’introduzione di un’assicurazione per la disoccupazione demolisce l’alibi di chi sostiene che non ci siano i fondi per realizzarlo. Il reddito minimo garantito è un passaggio essenziale per uscire dalla crisi. Un’altra occasione è stata la lettera con le 39 domande, al punto 21 si chiedeva se l’Italia stesse perseguendo l’impegno preso “a rivedere il sistema dei sussidi di disoccupazione, attualmente molto frammentato,entro la fine del 2011″.Nessuno ci ha fatto caso”. Ha perfettamente ragione Landini a porre il problema di un reddito minimo garantito. È surreale e ridicolo che lo si accusi di essere un estremista, mentre è in accordo con l’Europa e addirittura con la Bce. In realtà, sono gli altri a volere tenere l’Italia in un isolamento medioevale e fuori dall’Europa. Il problema è che ci riescono benissimo. La cassa integrazione è discrezionale, non universale, e riguarda solo un certo genere di rapporti di lavoro. Il reddito minimo garantito è cosa diversa: entri in un ufficio,metti una firma e hai il tuo sussidio. Il grande errore è ridurre il reddito minimo garantito a una forma di assistenza ai poveri. L’aspetto che dovrebbe far riflettere è che dove c’è un forte welfare non c’è crisi. Invece,Grecia e Italia non hanno un reddito minimo garantito. Questo non spiega tutto, ma è uno degli aspetti che distinguono due tipi di società: una dove prevale la libertà individuale, la protezione sociale, la redistribuzione, l’altra dove fioriscono le rendite, i monopoli, il clientelismo. Nei paesi dove senza reddito minimo garantito il lavoro è squalificato. Penso alle assunzioni di massa che spesso sono una forma di clientelismo politico. Il reddito minimo garantito permette di scegliere il lavoro e dunque la vita che si preferisce. E permette anche di scegliere liberamente chi ci rappresenta. Ha un forte peso politico.

Viviana
Vedo che qualcuno continua a contestare i 15,5 miliardi di euro, costo presunto del reddito minimo. I conti non sono stati fatti a caso e vanno a corrispondere agli 80 euro più bonus bebè di Renzi.
Quello che molti non considerano è che tutta la materia sarebbe riconsiderata, e ovviamente sparirebbero molte delle attuali voci di aiuto dello Stato che all’estero non esistono, non ci sarebbero doppioni di spesa.
La Germania spende per il reddito minimo garantito 27 miliardi e faccio notare che i Tedeschi sono 81 milioni e noi 60.
Copio: “Per avere un’idea della realtà dobbiamo pensare che la Corte Costituzionale tedesca ha giudicato come parzialmente incostituzionale la riforma restrittiva del cancelliere Schroeder, dopo il ricorso di una famiglia – padre, madre e una figlia – perché doveva vivere con soli 850 euro al mese (e naturalmente affitto e riscaldamento a carico dello Stato). ” E in Germania ci sono ben altri aiuti da parte dello Stato! “Una donna tedesca disoccupata, sola, con tre figli e un affitto di 500 euro, riceve dallo Stato 1850 euro al mese; l’affitto nel caso specifico è basso, ma lo Stato si impegna a pagare un affitto medio, oltre che il riscaldamento e l’acqua calda”.
Copio: “Noi abbiamo un’evasione fiscale di 130 miliardi all’anno: dunque, fatti due conti, potremmo permetterci circa cinque volte lo stato sociale tedesco. Ma la Germania recupera il 70% dell’evasione fiscale, noi no.” E noi in carcere per corruzione abbiamo 11 persone! La Germania che è un modello di civismo e dove lo Stato funziona ne ha 2700!
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Con un’altra luce
mi sveglio a piangere
i giorni che volano
via come ombre.

Pier Paolo Pasolini
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Nunzia Catalfo, portavoce M5S Senato

“Il M5S ha presentato una proposta di legge sul reddito di cittadinanza per quasi 10 milioni di italiani, con coperture economiche chiare e certe. Ora però i democratici dovranno spiegare come mai la prima proposta concreta per aiutare economicamente le famiglie in difficoltà porta la firma di un Movimento entrato in Parlamento solo due anni fa, mentre il Pd, che in questi palazzi ci sguazza da sempre, non ha mai fatto nulla. Per togliersi dall’imbarazzo, è stato sguinzagliato il responsabile economico del partito, Filippo Taddei. Dalle sue parole si capisce che siccome il Pd e il governo Renzi non hanno saputo/voluto fare una legge sul reddito di cittadinanza, allora non deve farla nessun’altro: “Il reddito minimo di Grillo è solo propaganda. Dobbiamo valutare la fattibilità delle proposte e non solo i desideri. E questa proposta non è praticabile. Fare una proposta che è impossibile non condividere ma che non è credibile, è semplicemente una provocazione”
Taddei ha gettato fango sulla proposta del M5S pur di mettere i bastoni tra le ruote a un provvedimento che potrebbe raccogliere in Parlamento il consenso di molti e fare uscire milioni di italiani dalla disperazione.
Taddei parla di propaganda, ma dov’era quando il suo governo dava i famosi 80 euro in busta paga, utili solo a vincere le elezioni e non a rilanciare i consumi e a tutte le balle renziane puntualmente disattese dalla realtà? Non è forse questa la vera propaganda? Se il reddito di cittadinanza è propaganda, allora è propaganda anche quella fatta in Francia, o in Germania, o in Olanda e nel resto dei Paesi europei, fatta eccezione per la Grecia e l’Ungheria, uniche a non avere una misura assimilabile al reddito di cittadinanza.
La nostra proposta per il reddito di cittadinanza costa all’incirca 15 miliardi di euro coperte da voci di spesa inutili: se Renzi per vincere le elezioni con il trucco degli 80 euro ne ha trovati 10, allora il Parlamento ha l’obbligo morale di trovare quelli necessari a combattere la povertà delle famiglie italiane.
Le nostre coperture finanziarie – che Taddei reputa ‘sbagliatissime’ – sono state ritenute ammissibili dalla Commissione Bilancio del Senato in sedi di esame della Legge di Stabilità. Se Taddei non fosse intellettualmente disonesto, saprebbe che in Commissione si può discutere e si può arrivare ad un accordo tra le varie forze politiche anche sulle coperture. Noi siamo disposti a farlo, perchè la nostra priorità sono i cittadini e non gli investitori stranieri che ha a cuore Taddei a cui svendere le aziende italiane.
La verità è che Taddei, l’economista a cui il Miur negò persino l’abilitazione a docente, piega le sue idee in base all’opportunità del momento. Quando era consigliere economico di Pippo Civati gli faceva comodo sostenere la necessità di un reddito di cittadinanza; oggi che è salito di grado, diventando uno dei lacchè di Renzi, ha cambiato velocemente idea. Ci vediamo in Parlamento

Valore
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello
che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca
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Gli arrivisti sono come le scimmie delle quali hanno l’agilità:
durante la loro scalata si ammira la loro destrezza ma, una volta arrivati in cima, non se ne vede che il culo
”.
Honoré de Balzac

GLI 80 EURO
Alessio Santi

Rienzi contro Renzi : Carlo Rienzi ( Codacons) afferma che gli italiani hanno utilizzato gli 80 euro non per incrementare la spesa e i consumi, ma per pagare gli affitti, le bollette, i mutui… Tuttavia alla base dell’ennesima riduzione delle vendite c’è la fortissima perdita del potere di acquisto reale del 12 % dal 2008 al 2014. Praticamente Renzi ha restituito alla fascia medio bassa di lavoratori dipendenti meno della metà di quello la politica (di quelli che voleva rottamare) ha bloccato. Bloccando la rivalutazione media degli stipendi all’indice di inflazione. Su uno stipendio medio annuo di 10 anni fa di 1.200 euro, ipotizzando un tasso reale di inflazione del 2 % si perde in 10 anni il 20 % della capacità di spesa, per 240 euro al mese. ora Renzi dice che regala 80 euro, che invece sono dei soldi loro, che gli spettavano come rivalutazione dei contratti bloccati… Mancano ancora 160 euro
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Nuovo record per la disoccupazione in Italia, dove gli effetti del peggior anno dall’inizio della crisi per il mercato del lavoro (il 2013) si fanno sentire a pieno nel primo mese del 2014. A gennaio il tasso di disoccupazione è balzato al 12,9%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su dicembre e di 1,1 su base annua. In Europa, invece, il dato resta fermo al 12%. I disoccupati italiani, secondo i dati provvisori diffusi dall’Istat, sfiorano i 3,3 milioni.
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A OTTO E MEZZO SCONTRO PENNACCHI LUSSANA E SCANZI

LA LEGA COS’E’?
ANDREA SCANZI

“Chiedersi se la Lega di Salvini è “fascista” è legittimo, ma è anche inutile. Se dici “fascista” o “razzista” a uno come Buonanno, lo prende come un complimento. Salvini non è un fascista: è un furbacchione, che pur di vincere raccatta di tutto. Lepenismo, putinismo, mussosalvinismo, fascioleghismo. Secessione da una parte, iper-nazionalismo dall’altra: tutto e il suo contrario. Presterei piuttosto attenzione ad altri aspetti:
1) Basta con questa storia della manifestazione trionfale di Salvini in Piazza del Popolo: c’erano 12mila persone, una miseria. Storace, non esattamente Berlinguer, in quella stessa piazza ne portò 20mila per manifestare contro Monti.
2) La Lega non è “il nuovo”. La Lega è una delle massime responsabili dello sfacelo degli ultimi 20 anni della politica italiana, perché accanto a Berlusconi c’era sempre. E Salvini è il meno nuovo di tutti: parla di “gente che lavora” e “fannulloni”, ma lui è il più fannullone di tutti. Non ha mai lavorato un giorno in vita sua, fa politica da 22 anni, politicamente è il più vecchio della Seconda Repubblica. “Nuovo” de che?
3) La Lega è certo in crescita nei sondaggi, ma si sta sfaldando: da una parte Salvini e dall’altra Tosi. Se non ricordo male, fino a due anni fa Tosi era “il candidato premier” della Lega per il cdx. Non proprio una figura marginale.
4) La Lega non ha una classe dirigente all’altezza: dietro Salvini, che è bravissimo e furbissimo, e ha pure combattuto battaglie giuste (per es. contro la Legge Fornero), non c’è nulla. Infatti in tivù va solo lui, perché se ci vanno altri è un disastro.
5) La Lega non è “anticasta”, ma più casta di tutti. In soli sei mesi, nel 2013, Maroni ha dilapidato 5 milioni e 900mila euro dei 6 milioni complessivi. Nelle casse della Lega non c’è più un euro. Hanno sperperato quasi tutto. Hanno speso 125mila euro per ripulire le notizie “cattive” da Internet, hanno dato 50mila euro alla scuola Bosina della moglie di Bossi. E poi c’è la storia del quotidiano La Padania, che la simpatica Lussana ben conosce: 60 milioni di euro di soldi pubblici, dico 60 milioni. E poi i tre bonifici da 150mila euro di Maroni, e poi più di 20mila abbonamenti obbligatori al quotidiano (per 773mila euro) imposti sempre da Maroni. Ciò nonostante la Padania ha chiuso, e giustamente: era un giornale orrendo. Così Salvini ha mandato a casa i 71 dipendenti, dopo che la Lega – sostengono gli ex dipendenti – aveva promesso loro un contratto di solidarietà. Questo sarebbe “il partito nuovo” Ma nuovo de che? E’ un accrocchio con dentro La Russa, Corsaro, Saltamartini, Alemanno: per carità. E senza Berlusconi non vanno da nessuna parte, di sicuro non al governo.
Ecco cos’è la Lega. Lo scenario è chiaro: con un Partito Democratico renziano che è ormai la Dc 2.0, per Salvini – se vuole sfondare – c’è spazio solo nell’estrema destra. Così lui ripropone le ricette xenofobe e fascistelle del MSI pre-Almirante, uccidendo qualsiasi possibilità di una destra italiana “normale”. Nella Lega di Salvini, i Borghezio e i Calderoli ci stanno benissimo. Buonanno, uno che in Piazza del Popolo stava accanto a Salvini e gli parlava all’orecchio, a Piazzapulita due sere fa ha detto testuale: “I rom sono la feccia della società”. Ci rendiamo conto? Sono parole inaccettabili: in un paese normale, per una frase così, si va in galera. La Lussana dice che Buonanno “ha avuto un botto di applausi per quella frase”. Ma che bel ragionamento: allora andate in tivù e dite che “i neri sono tutti da ammazzare”, così ne prenderete altri. Questa Lussana spera di prendere altri voti alimentando le pulsioni peggiori e le intolleranze più bieche: davvero un genio”.

GRAMELLINI
VOLARE BASSO

Un atterraggio d’emergenza imposto dal maltempo ha rivelato improvvisamente agli italiani che per andare da Firenze a Roma il granduca Matteo usa l’elicottero di Stato. Lui, il campione dell’Anti Casta che da sindaco impazzava per la città gigliata al volante di una macchinina elettrica e da segretario del Pd si faceva immortalare sul Frecciarossa come un Draghi qualunque. L’opinione pubblica si è subito spaccata. La maggioranza, composta da pendolari e sardine d’auto o di metrò, invoca per Messer Renzi un mezzo di trasporto più sobrio ed economico (non sottovaluterei il baldacchino, è ecologico e in Italia i portatori non mancano mai). Ma esiste anche una minoranza, fiera della propria impopolarità, convinta che fare viaggiare il capo del governo tra i cittadini significherebbe esporlo alla mercé del primo squilibrato e che la sua scorta sarebbe fonte di disagio per gli altri passeggeri.
L’elicottero rimane una scelta infelice perché è lo scooter dei miliardari e la metafora di una distanza abissale dalla gente comune. E comunque in democrazia il problema è sempre la trasparenza. Obama sale e scende dagli elicotteri senza dare scandalo, dato che in America tutti sanno che quei velivoli fanno parte del corredo presidenziale. Che Renzi ne usasse uno, invece, noi lo abbiamo scoperto ieri per caso. Come ogni caduta di stile, anche questa fa girare le eliche. Ma sostenere un condannato in primo grado alla presidenza della Regione Campania le fa girare ancora di più.
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MOZIONE E RIMOZIONE

Ieri l’Italia ha riconosciuto la Palestina per quasi cinque minuti, il tempo intercorso tra la mozione favorevole del Pd e quella irta di distinguo dei suoi alleati di centro, entrambe approvate dalla maggioranza dei parlamentari con il sostegno entusiasta del governo. Poi uno si chiede come ci vedono all’estero. Così. Nei secoli infedeli. Adulteri esistenziali, incapaci di rispettare un patto e di finire una guerra dalla parte in cui l’hanno incominciata. Il Paese degli inciuci e dei distinguo, delle leggi dove il secondo comma contraddice sistematicamente il primo. Di un primo ministro (Berlusconi, ma Andreotti non fu da meno) che la mattina visitava in lacrime un ospedale di Gaza e al pomeriggio abbracciava calorosamente i deputati di Tel Aviv. In Italia, diceva Flaiano, la linea più breve tra due punti è l’arabesco. Alla schiena dritta si preferiscono le evoluzioni dei dervisci e alle mosse rigide delle torri quella del cavallo, un passo avanti e due di lato, ma solo per tornare a farne uno indietro.
Gli esperti sapranno sicuramente spiegarci le sfumature di questo ridicolo o forse geniale pateracchio che ha rassicurato gli israeliani e illuso i palestinesi senza deluderli del tutto, lasciando una porta aperta, per quanto spalancata sul vuoto. Tanto vale rassegnarsi. Accettare il talento cialtrone che il mondo intero ci riconosce. Sorriderne, magari. E continuare a esercitarlo con la professionalità che, almeno in questo campo, non ci è mai venuta meno.
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LA CUOCA DI BRIATORE

Non bastasse il caso del serioso Gino Paoli, di cui nessuno avrebbe mai osato supporre che fosse un cantante d’evasione, i soliti maligni sospettano che anche dietro i 39 milioni di dollari rintracciati sul conto svizzero della cuoca di Flavio Briatore si nasconda una truffa per eludere il fisco. In pochi sono disposti a riconoscere al raffinato gourmet anglo-cuneese il legittimo desiderio di ingaggiare a qualsiasi prezzo la chef migliore del pianeta per commissionarle il suo piatto preferito, la Caviella, una crema di caviale alle nocciole da spalmare su banconote da cento euro leggermente tostate.
Il particolare che la signora non fosse a conoscenza del cospicuo lascito sembra avere incuriosito i magistrati, biliosi e inappetenti come tutti i comunisti, mentre testimonia soltanto la bravura del manager battente bandiera monegasca nel motivare le maestranze. Chiunque sarebbe stato capace di spadellare meraviglie in cambio del prodotto interno lordo del Ghana o dell’ingaggio di Cristiano Ronaldo. Invece la cuoca di Briatore cucinava soltanto per il piacere di strappare un rutto griffato di soddisfazione al suo committente. Poiché la signora risulta al momento disoccupata in quel di Brescia, si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di lasciarle la disponibilità del conto di cui era l’inconsapevole beneficiaria. Del resto ogni epoca ha gli imprenditori che si merita. Michele Ferrero seppe arricchire una provincia intera. Che Briatore arricchisca almeno la sua cuoca.
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DOVE GIRANO LE ELICHE

Colpito da malore durante una vacanza ad Alghero, il dottor Gaetano Marchese ha rifiutato il ricovero nel vicino ospedale di Sassari e si è fatto dare uno strappo fino a Palermo dall’elicottero del 118 siciliano di cui è direttore. La notizia, orgogliosamente sbandierata dal 118 come prova di efficienza, è di sicuro una prova di attaccamento alla propria terra di origine. Tra le lenzuola del nosocomio sardo l’esimio Marchese sarebbe stato accudito meglio di un principe. Ma è nel momento del bisogno che l’uomo sente risuonare con più prepotenza il richiamo delle radici. Ed è commovente che la comunità abbia assecondato quel richiamo, mettendo a disposizione del Marchese in ambasce un velivolo del pronto soccorso diretto dal Marchese medesimo.
Qualcuno ipotizza favoritismi e abusi di potere. Figuriamoci, la regola del Marchese varrà per tutti i cittadini. Ovunque nel mondo ci colga un malore, basterà chiamare il 118 siciliano per vedere stormi di elicotteri levarsi in volo come in una scena di «Apocalypse Now». Di giorno e di notte, come nel suo caso. Dite di no? Dite che l’altra settimana a Catania, quando si è trattato di farne decollare uno per porre in salvo una neonata, a levarsi in volo sono stati solo i consueti ostacoli burocratici? Temo abbiate ragione. Invece di vantarsi dell’efficienza che il 118 ha dispiegato soltanto per lui, forse il Marchese (del Grillo?) farebbe meglio a provare un po’ di imbarazzo, perché nell’aria si sente già uno straordinario giramento di eliche. Quelle dei contribuenti.

Berluscameno
LA “TRUFFA”.

“Obama (USA) a causa della crisi finanziaria globale del 2007 (disoccupazione causata dalla recessione in USA) è stato obbligato -per disposizione costituzionale USA- a battersi contro la disoccupazione come azione prioritaria del suo Governo.
Ha quindi “ordinato “ alla FED (Banca centrale USA)di creare i Q.E. per infondere liquidità nel mercato USA strangolato dall’avidità (“DERIVATI SUB PRIME”)dei Banchieri USA.
La BCE (Draghi ) nel 2015 pensa di fare i QE europei (contro la crisi recessiva e di disoccupazione dei Paesi del sud Europa), ma con lo scopo dichiarato di finanziare prioritariamente le Banche dell’UE.
I trattati UE vietano alla BCE di finanziare direttamente gli Stati UE.
Ma i Banchieri UE forniranno il credito fornito loro dalla BCE (ed ora bloccato per le imprese reali) alle medie e piccole imprese manifatturiere della UE?
Ne dubito. Chi ha interesse politico (VOTI) per eliminare la disoccupazione nei Paesi del sud Europa sono di fatto solo rispettivi Governi a cui è fatto –però – “divieto tassativo “ di ricevere direttamente dalla BCE gli euro destinati agli “investimenti produttivi reali”(in particolare l’edilizia residenziale pubblica e privata ) che soli possono far crescere la domanda di beni reali e quindi diminuire drasticamente la disoccupazione (ad esempio in ITALIA)!
Quindi abbiamo ora il Quantitative Easing della Bce che è ai blocchi di partenza.
L’obiettivo finale è riaccendere il motore della crescita in Europa.
Intanto, le borse festeggiano e gli spread calano. Eppure, ci sono anche rischi.
Legati alla conclusione dell’operazione e alla bolla finanziaria che avrà generato.
IL QE E L’IMPATTO SUI CONSUMI .
Inizia il Quantitative Easing della Banca centrale europea. Le borse sono sui massimi e abbiamo già un terzo dei titoli di Stato europei con un prezzo così elevato da implicare un rendimento a scadenza negativo. L’obiettivo finale è quello di riaccendere il motore della crescita in Europa.
L’inevitabile bolla finanziaria(già organizzata dagli avidi Banchieri )è considerata una sorta di danno collaterale.
Apparentemente, è una situazione dove tutti vincono per l’Eurozona, ma i rischi non mancano.
In linea teorica, tassi d’interesse negativi dovrebbero spingere da un lato a consumare di più e dall’altro a indirizzare gli investimenti verso attività più rischiose, presumibilmente più vicine alla economia “reale”.
Come funziona però, nella pratica, la cinghia di trasmissione tra tassi e consumi?
Partiamo dai modelli micro scelta economica intertemporale.
Il tasso d’interesse determina la convenienza relativa tra il consumare oggi e il consumare domani.
Un abbassamento del tasso d’interesse provoca un effetto sostituzione (positivo per i consumi oggi) e un effetto reddito (negativo).
Quale dei due prevarrà? In genere, dovrebbe prevalere quello di sostituzione e si dovrebbe determinare un effetto positivo sui consumi.
Tuttavia, in un contesto demografico come quello europeo, l’”effetto reddito” potrebbe essere potente e di fatto compensare – se non invertire – quello finale sui consumi.
Considerando anche le attività finanziarie, le cose però potrebbero cambiare in termini più favorevoli ai consumi, ma con un grosso “caveat”, che chiameremo il fattore “Piketty”.
L’abbassamento dei tassi d’interesse porta con sé la rivalutazione delle obbligazioni a lungo termine, delle azioni e (se il fisco non è troppo penalizzante) degli immobili.
Si genera cioè un effetto ricchezza positivo che potrebbe compensare l’effetto reddito negativo.
Tuttavia, una distribuzione molto ineguale della ricchezza concentra tutti i benefici nelle mani del famoso 1 per cento della popolazione (Banchieri e grandi manager).
La bolla speculativa alimentata dal Qe potrebbe quindi risolversi solo in un aumento del grado di diseguaglianza, con un impatto minimo sui consumi.
INVESTIMENTI E BILANCIA DEI PAGAMENTI.
Senza contare troppo sulla domanda interna, il QE può quindi agire sugli investimenti attraverso due sole leve, il costo del finanziamento e la domanda estera.
La prima leva in altri periodi sarebbe stata la più importante, ma è da parecchio tempo che nel “vecchio mondo” il problema non è certo quello del costo finanziario.
La leva più rilevante è, quindi, la seconda, quella “keynesiana”, che passa attraverso la “svalutazione del cambio”.
Da quando, un anno fa, si era cominciato a capire che la Bce aveva aperto al QE il dollaro da 1,39 si è gradualmente rafforzato fino all’1,1 di oggi.
Questo si sta già traducendo in un aumento degli ordinativi esteri per i produttori europei.
Se ci aggiungiamo che il prezzo del petrolio è crollato, non c’è nemmeno l’effetto negativo della svalutazione sul costo degli input e dei trasporti.
A questo punto, gli imprenditori potrebbero riattivare la domanda di credito e per questa via riaccendere il motore dell’economia.
CREAZIONE DI MONETA E INFLAZIONE.
Il QE della BCE di per sé non è sufficiente a creare “moneta” e a generare inflazione.
La Bce crea base monetaria ma sono solo le banche(Trattati europei truffaldini) che, attraverso l’attività creditizia, la trasformano in “aggregati monetari” per l’economia.
“La liquidità creata dalla Bce” può rimanere nel circuito finanziario e alimentare una pericolosa bolla speculativa oppure può iniziare a fluire nell’economia reale.
Affinché “la liquidità inizi a circolare” è necessario che venga “spesa” e trasferita a qualcuno, impresa o commerciante, che è in grado di investirla in attività reali e in lavoro.
Come si convincono gli investitori a uscire dal circolo della bolla (organizzata ad arte dai Banchieri speculatori)?
La Bce dovrà far capire che la direzione per il prezzo delle obbligazioni, governative o corporate, non è sempre verso l’alto e che se si detengono obbligazioni quando i tassi sono a zero o negativi si corre un rischio enorme.
E allora tanto vale lasciarli in deposito (dove non si guadagna, ma non si perde nulla se i tassi dovessero risalire) o spenderli.
Nel generare le scosse di avvertimento, un grande aiuto potrà venire dalla FED, che entro l’anno dovrebbe iniziare a rialzare i tassi e così facendo dare il segnale che la “festa per i bond” non può durare all’infinito.
CHE COSA PUÒ ANDARE STORTO?
La parte più delicata di un QE o di una parziale “monetizzazione del debito” non sta nelle fasi iniziali, ma nella sua conclusione.
La conclusione di un programma di QE è estremamente complessa anche quando il “malato” risponde positivamente alle cure.
“Le bolle speculative alimentate dal QE devono essere sgonfiate lentamente per evitare che scoppino e travolgano l’economia reale”.
E dunque i fondamentali devono gradualmente sostituirsi alla “droga monetaria “per sostenere i mercati. Abbiamo visto che gli Stati Uniti hanno iniziato a parlare di “tapering” a maggio del 2013 con circa due anni di anticipo rispetto al probabile primo aumento dei tassi, previsto per l’estate-autunno del 2015.
Il problema potrebbe quindi sorgere se la Bce non avesse il tempo di aspettare i “fondamentali”, ad esempio perché l’inflazione riparte, ma l’”economia reale no”.
Senza “una legittimazione politica forte”(che i Trattati UE non gli danno), la Bce potrebbe non rispettare il suo mandato e continuare a pompare liquidità per evitare lo scoppio delle bolle speculative che lei stessa ha generato?
Se non potesse e fosse costretta a tirare il freno anzitempo, il rischio sarebbe quello di un atterraggio dolorosissimo, aggravato dalla perdita di credibilità della banca centrale (BCE).
Quanto di peggio si possa immaginare nel contesto istituzionale e politico attuale, dove la fiducia dei cittadini europei nei confronti dell’euro e delle istituzioni comunitarie è ai minimi da sempre”.

RIDIAMARO : – )

SPINOZA

I leghisti in manifestazione a Roma. “Guardate Marino come ha ridotto il Colosseo”.
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Salvini va in piazza, sale sul palco e manda affanculo tutti. Gli hanno detto che funziona.
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Salvini alla piazza: “Siete centomila”. Li ha calcolati in lire.
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Il segretario della Lega: “Non bisogna rispettare una legge sbagliata”. Che poi uno si abitua e le rispetta tutte.
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Un contadino sul palco: “Presto in Italia finiranno carne, pane e latte”. Dite a quelli dell’Isis di portarsi le provviste.
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Salvini parla di libri. Vabbe’, considerate che Silvio Muccino parla di cinema.
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Alla fine del suo intervento Salvini grida “Vaffanculo alla Fornero”. È qui che sono partite le luci degli accendini.
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CasaPound riconosce Salvini come leader. Dopo averlo odorato per un po’.
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Il vice di CasaPound: “Non moriremo leghisti”. Già hanno avuto la sfiga di nascere fascisti.
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CasaPound critica i contestatori per aver cercato di impedire la manifestazione. Se c’è una cosa che i fascisti non sopportano è proprio il fascismo.
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Umberto Bossi: “No ad alleanze con i neofascisti”. Poi si è accorto che era sul palco.
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In piazza del Popolo anche cartelli con foto di Mussolini. È l’ala progressista.
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Omicidio Nemtsov, Obama chiede “indagini trasparenti”. Non si vedranno nemmeno.
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Il Cremlino: “Nemtsov non contava niente”. Un trucchetto per pagare meno i sicari.
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Gli inquirenti: “Nemtsov ucciso dagli estremisti islamici”. È il primo caso in cui li si usa per tranquillizzare.
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Pubblicata la lista dei maxievasori che hanno portato i soldi in Svizzera. ROSSI C’È!
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Pierluigi Bersani critica Renzi in un’intervista ad Avvenire. Per dire come si è ridotto.
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Bersani: “I dirigenti del Pd non devono diventare figuranti”. Ah, per me è assurdo pure che diventino dirigenti.
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Tsipras: “Adesso riduzione del debito, aumento degli stipendi e taglio delle tasse”. Hai dimenticato vincita al Superenalotto.
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MARIO LUZI
Avorio

Parla il cipresso equinoziale, oscuro
e montuoso esulta il capriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso Olimpia.
Correranno le intense vie d’Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo.
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il tremebondo amore è morto?
Violavano le rose l’orizzonte,
esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
la sua voce nell’aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori.

.
Uccelli

Il vento è un’aspra voce che ammonisce
per noi stuolo che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti, viola
scavato nel viola inesauribile,
miniera senza fondo dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell’azzurro che s’apre oltre l’azzurro,
nel tempo ch’è di là dal tempo; alcuni
mandano grida acute che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia è il moto delle cime
nell’ora – quasi non si può pensare
né dire – quando su steli invisibili
tutt’intorno una primavera strana
fiorisce in nuvole rade che il vento
pasce in un cielo o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia, la schiarita.

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http://masadaweb.org


MASADA n° 1630 10-3-2015 PIETRO VERGA, POETA

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(Mondrian)

MASADA n° 1630 10-3-2015 PIETRO VERGA, POETA

“Sono nato un giorno di giugno degli anni ‘70. Ho vissuto, ho amato, ho odiato, ho letto, ho studiato, ho pensato e ho letto ancora. Poi un giorno ho preso tutti i libri che avevo e li ho ammassati in giardino. Ho preso della benzina e li ho bruciati. E attraverso il fumo che saliva dalle loro fiamme, ho guardato.
Pietro Verga è uno pseudonimo che amo molto perché, come diceva Oscar Wilde: un uomo non sarà mai totalmente sincero su se stesso, ma dategli una maschera ed egli vi dirà la verità”

Adesso

Altro che un ciliegio
È la mia vita ramificata – Non troverai frutto di me
Nessuna grazia,
Soltanto un vecchio orpello, a pendere
dalla vergogna – E il mio rosso luminoso
Risplende vuoto
nel sottobosco, che brucia
senza rumore – E quell’incendio sono io
E quelle foglie sono io
E tu trattienimi il respiro
(con le mani) e poi
soffiami, come nero al vento
Per dissolvermi
adesso.

Al cimitero

Forse dovrei andarmene un po’ al cimitero
a guardare qualcuna di quelle facce tristi
che ti osservano dagli ovali spessi
(invalicabili)
Dico questo perché
Sto leggendo un libro in cui
il protagonista se ne va al cimitero
Convinto che
Toccare la morte degli altri
possa lenire il suo dolore – Non so se abbia ragione
In fondo, lui
è soltanto un tipo inventato
– stampato sulla carta –
Personalmente
Credo siano le uova sode
A lenire il mio dolore
– due la sera – E anche quegli snack gialli, croccanti
Come si chiamano?
E la birra fredda – E poi, non è tanto il dolore il mio problema perché
In fondo
Il dolore è Bellezza – Credo si tratti, più che altro
Del perdersi dell’equilibrio sottile (delle cose)
Ecco, penso sia questo
Che mi mette questa voglia
di andare al cimitero.
.
Altro

Altro è l’essere sinceri
Ti dico queste cose perché le meriti.
Altro è l’essere inviolati
Ti dico che Soli, nell’atto di sentire,
Noi siamo. Altro è dirti Buona Notte
Pensando al tuo domani, onestamente e senza rancori
E poi andarmene a dormire
Senza onestà e con onesto rancore.
Altro è fingere ricordi – che non hai di me
perché dormivo – perché partivo – perché ero fermo. Altro è tutto
E tutto è niente
Indefinitamente. Senza ritorno,
Se la lusinga della sera
Che mi sfiorava nell’attimo in cui non sentivo
Era l’anima dell’animo imperterrito – che moriva
Allora,
sono io che ho perso.

Ancora un paio di colpi

Ancora un paio di colpi
E mi ritiro
A far che so?
guardiano del faro di un porto lontano
sciacallo – sparviero – poi lontra marina
Cresta di bue
su onde del mare
frastagliate e morbide.
Ancora un paio di colpi
Poi me ne vado
A perdere il tempo – da fuori del tempo
fissare istantanee per viverci appresso
sperduto, saziato
ridente
e convinto.
Già tutto è deciso e mi cullo all’idea
Ma solo una cosa per ora non torna:
a vincere o perdere
ho già fatto a tempo?
.
Ancore

L’artiglio e quel braccio oscuro
Come la chela di un ragno da muro
Incatenati, mi giacciono
Affianco. Per ricordarmi che
Avevo scritto una poesia sulle ancore, una volta
Che stese di fianco, sul fondo del mare
Stringevano alghe
E ci facevano l’amore – tra il verde brillante e il ferro,
spruzzandomi il bianco, di qua e di là, dall’occhio dei pesci
E poi salivano e poi scendevano, con la risacca del mare in su è
in giù,
dondolando insieme
con musica acustica
e bollicine inclinate di lato.


(Silvia Canton)

Aspirapolvere

Mio padre mi ha regalato un aspirapolvere
(non sa che la mia casa si pulisce soltanto con il sangue
e che il mio sangue non sgorga più da tempo)
Ha il colore della panna e un nuovo sistema di scarico dei residui
Non è troppo femminile in fondo, né troppo rumoroso
Dice che l’ha trovato in offerta
(c’era amore in quell’offerta – c’era tutto l’amore del mondo). Erano le sei quando mi ha accompagnato a casa e siamo scesi in
cantina
Abbiamo posato lo scatolone e dato una sistemata in giro
(io ero stanco quanto lui – ma sapevo di essere il più forte)
Mentre stavamo al buio mi sono detto che mi sbagliavo
– che lui aveva ragione – che era già tutto chiaro in me
(e che non era tardi)
Poi, siamo saliti in casa, abbiamo cenato e dormito assieme.
Ora, sono passati i giorni e io penso
che tu piangi qui davanti a me
– ma è come se guardassi un talk show – Adesso tu piangi qui di fronte a me
– ma è come se fossi una poltrona a teatro – Quanto è freddo e sbagliato questo essermi così fedele?
.
Attimi

Attimi a perdersi in frazioni più piccole,
mentre il distante prende forme misteriose
scopri che sei vittima di miracoli: han girato la tua sorte
[in senso opposto
Ma Tu sei Fato, Tu sei Destino
Tu sei Prigione
e allora:
perfora – colpisci – perfora
fin che puoi
Gli ultimi istanti a riprendere fiato
E poi di nuovo giù,
nella nebbia del non essere,
senza lumi o direzioni
da seguire fino in fondo.
.
Augurio

Di colpo,
Il sorriso disegnato sul pettine
(che tieni sul mobile antico)
si chiude – Mentre di lato,
Il magma oscuro che ti riposa nei capelli
Scende
e s’impiglia tra i tuoi nodi – Possa la luce bianca
(che ti arresta e si acceca
nel cammino)
proteggere
i tuoi sacri ordini
(così naturali),
finché la seta della tua rivalsa
(che ti copre gli occhi
puntuti di grigio)
non sappia vestire
te
piuttosto
che il tuo tormento.

Aspetto

Ho raccolto i fogli autunnali
Ho ripreso i toni del discorso
Ho aspettato
Ho fumato
– e mentre sistemavo i dischi di vinile pensavo che avrei potuto
venderli al mercato – Dall’osteria vengono rumori – che gli pigliasse un accidenti – Dagli
antri
oscuri vengono rimorsi – che fossero loro a piangere.
Ho pensato che avevo ragione
Ho tenuto i bordi del lenzuolo
Ho aspettato
Ho fumato
– e se mi trovi bello, è soltanto perché mi avvolge un velo scuro. E
voi donne,
si sa, amate il nero sopra ogni cosa – È in accadimento
Sta accadendo
Deve accadere
Avresti potuto dirmi che non c’eri più – sarei corso ai ripari?
Avresti potuto dirmi che le scatole erano vuote – le avrei buttate
quel giorno?
Non ho detto che è giusto
Non ho detto che è vero
Non ho detto neppure che è
Raccolgo i libri pieni di polvere
Chiudo l’annuncio dei vecchi orologi
Fumo
Fumo ancora
Aspetto.
Adesso tu piangi qui di fronte a me
– ma è come se fossi una poltrona a teatro – Quanto è freddo e sbagliato questo essermi così fedele?

(Giuseppe Trielli)

Augurio

Autoritratto

Dico sconcezze
Eppure sono figlio del fiume
e fratello del vento
Sono un ago di paura
in un pagliaio d’argento,
sono un sorriso accennato
sulle labbra di un morto ammazzato
(ironia che distrugge – tutto ciò che tocca)
Mangio verità, e sono affamato
Io sono figlio del fato e fratello del peccato.


(Raffaela Maria Sateriale)

Avventura

Non vorrei che
Tutta questa voglia d’avventura
Nascondesse soltanto la paura di vivere- L’ombra stesa, davanti alla sera
Di un muschio che verde, per quanto sia acceso,
Non copre che parti
Di vecchi mattoni
Più rossi del sangue
.
Bambina

Quella bambina
Che diceva sempre buongiorno
Così educata
Così ben educata
Da mamma e papà,
Quella bambina
Che a volte
Diceva anche buonasera
E rimaneva in veranda
Ad aspettare,
Quella bambina
Che aveva occhi da bambina
Mani da bambina
Capelli da bambina,
Quella bambina
Che padri e madri
In grigio e blu
Un giorno
Per vedere
Per capire
Come la carne diventa pane
Come il sangue diventa siero
Nel supplizio
Del sottosuolo
Al crepitio
Del silenzio d’intorno,
Quella bambina
L’han messa in un forno.


(Bruna Rosco)

Bianca stella

Nella neve di impronte – a vedere
Gli occhi di un lupo
Il pendere incessante
dei pensieri, come per l’agonia
di una moglie, che ti dice: sono belle le tue poesie
le ho lette in silenzio – Tu aspetti lontano o equidistante
Da tutto quanto ti era caro, ed a noi (lo era)
E intanto
Ti ricopri di coltri umide,
(e sottili)
strati d’angoscia – Nessuno è immune dal male
Dici
L’audacia non difende gli audaci
Tutta la fortuna a te, bianca stella
che riposi accanto al dolore.
.
Bianco è il limone

Bianco è il limone
E Dio non è nato in un giorno di pioggia
Tu inseguivi gli uccelli
Per l’invidia che avevi
Poi, la sera,
vivevi la fame
-grigia nel volto- Perché era tua moglie.
Bianco è il limone
E questa strada so che mi porterà al mare
Io ti stavo vicino
E pensavo a Pessoa
Poi, la sera,
vivevo l’autunno
-e gli ippocastani- Perché eri mia moglie.


(Felice Casorati)

Bipolarismo

Parlami di cose che non so,
vestimi allegro – fuori da questo cadavere interiore
Immondami e poi lavami ancora
a nuovo
Distanti sono le cime tempestose
Distanti sono tutti i miei sensi
Distante è ognuno – ed ogni cosa – nell’aria serale di queste finestre
mai aperte
Non mettermi la faccia fuori
Conservami tutto il conservabile
(risicato e folle)
E tienilo ben stretto
Per quando splenderà ancora il sole dietro queste finestre.
.
Buongiorno mamma

Buongiorno mamma
Grazie di essermi venuta a trovare in questa valle miserabile
In questo silenzio sconnesso
da cui anche gli uccelli notturni scappano
Buongiorno mamma
Il mio editore dice che sono bravo. Ma credo che voglia soltanto
una prova
Io distillo dolore e lui mi zittisce
È roba mia – gli dico – E’ un regalo al mondo – mi risponde
Buongiorno mamma
Una confessione almeno te la devo
Come ti devo le notti che hai dormito sul mio divano
Non avrei mai voluto arrivare a questo
Non avrei mai dovuto chiederti tanto
Buongiorno mamma
Se non hai più capelli da ragazzina come può consolarti che scriva
poesie per te?
So bene che
mille pagine di letteratura non valgono un accenno di preghiera.


(Felice Casorati)

Bukowski

Anna aveva detto che aveva freddo
Si era seduta sul bordo della strada e si era coperta il viso con la
borsetta
aveva iniziato a parlarmi del futuro
Io avevo un pezzo di giornale in mano, la vita che mi scivolava di
lato, e tutti che ridevano dei miei capelli – Pensavo soltanto che il vecchio era passato a miglior vita
e mi chiedevo come facessero già a saperlo
Aveva lasciato una casa con giardino, il vecchio, e i nipoti che si
azzannavano per due stanze e un lampadario antico sembravano
topi di fogna con la coda rosata
Una volta l’avevo incontrato in un bar. Aveva una faccia
strana e i capelli tutti tirati all’indietro. Come Bukowski.
Mi aveva detto: il sangue del mio sangue è merda, amico mio. Se
fai dei figli, dimenticati di loro. Oppure non farne mai. E’ meglio
Io mi ero appoggiato al bordo del tavolo e l’avevo guardato
attraverso il fumo delle sue sigarette.
C’era un velo d’armonia sotto quei pezzi di ruggine che gli
imbrattavano il viso . e che cadevano a terra in pezzi. Avevo bevuto con lui . l’avevo salutato e me n’ero andato.
Grazie vecchio. Addio.
.
Casa mia

Torno sempre a casa mia
L’ho barattata coi tuoi occhi
(e così sia)
L’ho barattata coi tuoi morti
E in fondo è un bene, perché
Se oggi penso a un giorno
Pieno di tristezze
Senza tempo per le tristezze
è soltanto merito tuo.
Avevo un orto che era mio
Avevo un torto che era mio
Li ho barattati con lampi di luce
Li ho scritti in nero, e ogni parola era per te
Chiedevo conto a un’alba nuova
E in cambio avevo una domanda:
adesso, che succede?
Fare elenchi è la mia passione
Ma forse un giorno non ne scriverò più.


(falso Monet)

Hai visto

Hai visto tutto. Hai visto le luci sulle cime degli alberi
Hai visto le reti dei pescatori, inseguire il vuoto, nel vuoto
Hai visto le ombre della mattina
Hai sentito piangere i bambini
Hai capito che avevi qualcosa da fare e l’hai fatto
Hai visto che lei giaceva immobile. Sul letto della sera.
Sentivi il suo lamento
Questo era il suo voto
Ma ancora tu dormivi
Oltre ogni possibile logica
Fottersene
Questo era il tuo stato dell’arte
Riportare i conti allo stato dello zero
Ma quei conti infiniti – che poi così infiniti non sono mai – Alla fine sono venuti da te, come il vento sottile che ha trascinato le
foglie
sul marmo delle lapidi che non volevi vedere.
.
Il tetto del mondo

Dovrei essere sincero
e prendere le redini di questo discorso
(senza posa). Dovrei essere vero,
e puro, come il limbo, che non è fatto per i poveri
ma non è fatto neppure per me.
Dovrei chiedermi chi governa il mondo
E confessarti chi regna, dal profondo dell’abisso,
sul mio abusare. Ma in occhi così gentili ritrovo soltanto me stesso
Perché ciò che non sono
– ma pretendo di essere – ascolta da tempo
e veglia per me.
E poi, la pioggia, che batte da sopra
La soffro di più (meno)
se tiene distante
quel tanto che basta
la luce pietosa
ma schiude uno squarcio
sul tetto del mondo
per guardare in alto
e chiedermi piano:
tu scendi o tu cadi?


(Nancy Quaiot)

L’anima

L’anima è un oggetto spigoloso
si contorce non lontano dalla luce
ti rifugge nell’abbraccio
e nel calore
le carezze te la possono
ammazzare – L’anima ha una consistenza esatta
non la metti in una scatola
da scarpe
non l’adagi sopra il tuo chiccoso armadio
aspettando che si trovi
un vento estivo – L’anima appartiene a chi la trova
(io credo)
e la trova sempre chi
non la cercava – Non ricordi quando avevi quindici anni?
Non ricordi quando il mondo era rotondo?
.
La terra degli avi

D’appresso al ponte sottile, ecco la terra degli avi:
il famelico quando, sul famelico dove – non posso viver d’erba e surgelati
amore mio, e tu non eri affatto una gran donna
a pensarci bene – Lo so che tra le luci e la ribalta, nessun’altro sceglierà (per me)
Ma ancora (a volte) spero che tu, passato, mi riporti a casa . mi
ritorni indietro
Perché non siamo stati così grandi, io e te, per andare oltre a
questo, vero?
(ma forse un giorno)
Tu invece, futuro, continua pure a violarmi . accanirti . umiliarmi .
sfinirmi –
Io ti guardo dal ciglio del Fato, da quel ricordo che è mio
E poi, allegramente,
continuo a lasciarti andare.
.

(Kandinskji)

Cane che muore

Questo azzurro intenso
Che sta qui nelle mie mani
Che mi sgretola nell’ozio
Che ti preme sui polmoni
Questo azzurro intenso
Che i ricordi me li squarcia
Che ti strozza in coincidenze
Che ti smembra gli elementi
Questo azzurro intenso
Che non puoi non accettare
Che ti schianta senza fame
Questo cuore di Animale
Questo azzurro intenso
io lo dono a te,
Addio.
.
Centoventi

Centoventi trame
di filo e pizzo
profumato
Nell’olio ho messo
il Sangue
e l’unguento allettante
Di cui nessuno sa


(Giuseppe Corcione)

Famiglia

Il sabato vado al mare con mio padre
Andiamo in bici
Fino al porto, poi
Prendiamo il battello
E scendiamo sull’isola – Ultimamente
Viene anche mio zio
Ha una compagna seccante, lui
Che lo tormenta
Vuol far la cuoca – di successo – mentre lui
Ama il mare
E i sassi
E l’isola – Li sto scoprendo
Questi due fratelli spigolosi
Ogni sabato
Non so perché
Forse è soltanto che
Adesso
Sono io che ho bisogno
Ma ora noi
Nuotiamo assieme
E io guardo i loro occhi
E vedo il vento che hanno addosso
– su quella barca
rossa e bianca – posarsi anche su di me – Così, ho pensato che
Magari
Forse
Stiamo
Diventando
Una famiglia.
.
Figlio

Pensi a quel tuo figlio che ti rende folle
Ha gli occhi puntuti di blu
ma non lo salvano dal caos
I ricordi te li fa a brandelli e ti cammina sulle giunture
Ti muore nel sonno
Ti vive nel sonno
Pensi a quel tuo figlio che ti torna a casa la notte
Se avesse avuto un’infanzia felice
Se avesse vinto almeno una volta
Pensi a quel tuo figlio che ti ascolta quando parli
Ma non quando taci
Perché anche tu sei sola
Ma non quanto lui
Pensi a quel tuo figlio che è troppo stanco
Perché ha ragione
E vedi la fine della sua strada
Nell’attimo in cui gli dici di andare avanti
Pensi a quel tuo figlio che ha visto cose turche
Ha detto cose greche
Che ha fatto tutto quel che poteva
Pensi a quel tuo figlio mentre scendi le scale
E provi a dirti che tutti hanno un figlio
su cui piangere.

Finestra sulla notte

Ieri è venuto il tipo dell’affitto,
lo odio
mi ha fregato, quello schifoso,mi aveva visto nelle peste,
a terra, totalmente, – aveva capito subito uno
che scende all’inferno
senz’ascensore – così ha picchiato giù duro
pure lui,
ma sì, accomodatevi,
nella fogna ci urinano tutti!
In sostanza,
io cercavo una casa
con una certa urgenza e
quel nano occhialuto schifoso
rinsecchito
mi ha rifilato questo posto di merda
– da cui ora guardo la notte – un buco di due stanze
sopra un ristorante fatiscente
con puzza di minestra da un lato
e cameriere puttane urlatrici
dall’altro – E ora me ne sto qui, a guardare questa notte
e credo di riuscire a vederla – davvero
soltanto perché mi trovo
in questo stato – è bella, comunque, la notte,
e placida,
e mi pare che si faccia gli affari suoi
e non si curi molto di me
e nemmeno dei poeti
a dire il vero.
.
Forse

Forse adesso, avrai capito
Che il gioco non è sempre gioco
Che il tatto non è sempre tatto
Che sei vittima perché sei buono
Che la giustizia esiste, ma non sempre si applica al tuo caso.
E ancora
forse, avrai capito che
chi morde non ha denti aguzzi
Che il pianto non è sempre pianto
Che il martire non sempre è santo
Che l’ingiustizia colpisce, laddove il cuore manca
di cuore
E di fermezza.


(Gino Ramaglia)

Fottimi

Fottimi la dolcezza
Avanti fallo, te lo sto chiedendo!
Io ne scoprirò di nuova nei lembi dei fiori – nei ceppi del fuoco e nella perseveranza
E la natura sarà mia amica – e lo sarà per sempre.
Fottimi la tenerezza
Prova a fottermela con le parole.
Io ne troverò ancora nel pane del fornaio –
sarò la sua crosta – forte e irriducibile – sarò l’anima fragile che
dentro riposa
E questo pane sarà il mio pane – che mangerò per sempre.
.
Gusti letterari nr.II

Dio, Amleto, quanto vorrei essere con te in quest’istante!
Seduto in disparte, accanto a te, con la testa tra le mani, come te.
La calzamaglia nera attillata
La nostra fine eleganza danese
-sai, anch’io sono stato figlio di un re e anch’io oggi detesto mio
zio- Dio, Goljadka, quanto ti capisco povero diavolo!
Quel tuo amico è troppo meglio di te
Se ne sta lì, sulla tua poltrona lisa, a guardarti
E ha quegli occhi scuri – e ti fissa
– e in un attimo la tua casa è sua – la tua donna è sua –
– la tua vita, è sua – Ma credo che anche lui stia soffrendo, sai?
Guardalo bene
Nessuno è indenne
Da quella luce nera
Che gli vomitano gli occhi.


(Marina Marina)

Grazia

Portami in riva al mare
E riluci con ombre di me, in te
Levigami come il vento
e recita a voce alta
Parole di strade al tramonto, umide di dolore buono.
Portami per le vie più strette
Da cui volgi il tuo sguardo distratto
In questa notte placida
che rischiara adesso
Io e te, fratelli d’anime confuse.
.

I pesci

I pesci sono volati a riva
Imprecando come scaricatori di porto
Credo abbiano perduto il tono
della parola leggerezza.
Ho visto un pesce una volta
Pensavo mi avesse notato
Stavamo a sei metri
Io guardavo lui
Lui guardava me
Ci facevamo gli affari nostri
Sembrava tranquillo
Così mi sono detto:
non sarebbe bello vivere sempre così?
.
Il Padre

Dell’ultimo pianto umano
Rivoglio il sale – pieno, misto, armonioso –
come la fiamma
d’arte perduta, che scalza e immune
attende in me – E rivoglio il Padre
Che stia con me, sulle mie spalle – io sulle sue
E sia rifugio, in me e per me
Nell’attimo in cui
davvero, la voglia di finire
resterà là, deserta e spenta,
ad aspettare
Ecco, arda allora, di nuovo in me
la Grazia buona
del pianto umano.

Il senso del tatto

Mi piace il senso del tatto
Dio, grazie di avermelo dato!
Mi piace scorrere – attonito
Lungo le pieghe di resistenze
A tempo – Mi sento un battello
Alle volte
A vapore – e nero – come uno scarafaggio
Che risale arrancando
Un fiume nebbioso
Che è (poi) la scia
dei tuoi ricordi – Domani a cena, amore?
Risaliamo la follia in nero e blu, io e te?
Mi darai veleno?
Io soffierò nel vetro del bicchiere
Ne volterò la costa
E sarò soltanto
un polpastrello sordo.
.
Io non so

Io non so
Se questo è il principio
Oppure se, semplicemente,
abbiam perduto il conto degli inizi
È possibile che io
M’inganni
Ma ieri ho visto il vento agitare le foglie
Accanto al fiume
Le muoveva una ad una
Ognuna di esse,
Così gli ho chiesto
Per caso, tu sei Dio?
Già lo sapevo che non mi avrebbe risposto, perché
La mia risposta stava nella domanda
Faceva caldo
Io avevo i brividi
Ero vivo.

Io non ti conoscevo

Ti hanno sistemata sul tavolo
– e mentre ti vestivano hanno lasciato
cadere un braccialetto – L’ha ritrovato tua figlia,
nell’atrio.
Ti hanno girato la testa tre volte
Ti hanno messo la cera sugli occhi
Ti hanno pettinato i capelli
La gente se ne andava e veniva
– parlavano di cose varie – facevano finta
che non ci fossi – ma non erano lì per caso.
Ti hanno portata fuori- c’era una porta di ferro
– tiene lontani i germi – come quel vetro spesso.
Soltanto in due piangevano lacrime salate
Uno era il portiere,
L’altro ero io
non capivo il perché – ma in fondo era evidente:
Il portiere aveva
perso il suo incarico.
Io, invece, non ti conoscevo
Per questo ti amo.

Je t’adore – Je te deteste

Le foglie di magnolia sono amare sulle labbra
Verde d’azzurro – è un vestito cordiale
Stanno arrivando i francesi e io non ho imparato che
una frase:
Je t’adore – Je te deteste
Ti avevo fatto ridere – dicendotela – ma fu soltanto un punto di
partenza
Pensavo
Le foglie di magnolia sono più commestibili dell’odio
Se il nero prevale qui – Imposizione della notte
Era tutto studiato quel tuo modo d’esser donna?
Una parola ancora ti devo
mentre le testa mi preme fino al collo:
Non devo più farti ridere adesso
Fortuna
.

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MASADA n° 1631 12-3-2015 IL PUNTO PIU’ BASSO

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(Botticelli. La voragine infernale)

MASADA n° 1631 12-3-2015 IL PUNTO PIU’ BASSO
Blog di Viviana Vivarelli

Il PD, quel gran figlio di Troika – Il suo crollo alla faccia dei sondaggi – Nel Cremlino di Matteo Renzi: obbedire e tacere – Siano maledetti! – Grecia contro Bruxelles – L’orribile riforma del Senato – Quell’opposizione interna che vota sempre sì – La grandissima truffa della Salerno/Reggio-Calabria- L’abbraccio di Renzi a Putin subito dopo l’assassinio di Nemtsov – Lo strapotere di Renzi – Reddito di cittadinanza – I numeri segreti degli stipendi dei giornalisti Rai – Berlusconi assolto per il caso Ruby

Cosa serve nella vita per essere felici?”. Risposta di un bambino: “Sognare
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Si sopravvive di ciò che si riceve,
ma si vive di ciò che si dona
(C.G. Jung)

Mariangela Gualtieri

Enigma: io sono la mancanza – la mancanza che sono
- sono ciò da cui manco – sono tutta mancanza – e non
c’è nostalgia – neppure lontananza – essendo ciò che
manca – adesso e sempre – io.

Io guardo spesso il cielo. Lo guardo di mattino nelle
ore di luce e tutto il cielo s’attacca agli occhi e viene a
bere, e io a lui mi attacco, come un vegetale
che si mangia la luce.

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Nome che stai al centro,
il tuo suono ciocca e s’imperla di voci
ma nessuna ti tiene, nessuna ti osa in
suoni, in lettera e in cifra. Nelle tue solitudini
di mai chiamato. Come tutto è assai strano.
A me sembra. Assai strano.
Ti piantóno, ti indago, mi avvicino in
millimetri. Ti ho nella voce
senza che esca in suono.

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Ma se non ci fosse il cielo diurno o quello
stellante cielo se. Come bruchi
noi allora, come fiori schiacciati
nei libri.

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Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo

è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni

d’amore nei libri.

MARIO LUZI

Tu che avevi in te il mio bene
cui ero andato incontro, ma poco,
camminando da solo
e inciampando nella mia ombra,

tu che me lo porti in dono
e non vuoi né congedo a occhi bassi dal passato
né abiura, né pentimento
e sorridi profonda
in me più di me stesso e risplendi,

non ti fermare sulla soglia:
nulla di degno posso darti in cambio,
entra, prendi possesso della casa,
nei muri, nelle fondamenta.


(Buco nero)

Cobra
Renzi, prima di diventare premier, diceva: “La disoccupazione al 12% e la disoccupazione giovanile al 40% sono dati non da crisi ma da catastrofe”.
Bene, ora dopo un anno col “treno Renzi” la disoccupazione è aumentata al 12,7%, la disoccupazione giovanile è aumentata al 42% e il debito pubblico e schizzato di altri 80 miliardi…
Se i dati di prima erano “da catastrofe”, quelli attuali come dovremmo definirli?
E quali sarebbero poi queste “riforme” di Renzi?
– I consiglieri regionali che si nominano da soli per fare i senatori con l’immunità parlamentare.
– Aumenti delle tasse su: regimi ai minimi, casse di previdenza, fondi pensione, rivalutazione TFR, rendite, gestione INPS…
– Blocco dei salari fino al 2020.
– Aumento dei pedaggi autostradali fino all’1,5%.
– Vendita di tutte le azienda pubbliche.
– Possibilità di licenziare, anche collettivamente, senza giusta causa….
La prima mi pare un favore alla casta, le altre le direttive che la Troika detta e che Renzi esegue. Di riforme non c’è traccia.
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Dati ANSA freschi freschi
Gli ultimi dati Istat segnano un 2014 in calo dello 0,4% e un quarto trimestre dell’anno che, dopo trimestri di contrazione, registra un andamento piatto. L’economia è rimasta uguale. Quando Renzi è diventato premier la disoccupazione era al 13%, il livello più alto dal 1977 (anni di piombo). La disoccupazione giovanile al 42,3% . Ora invece i due parametri sono calati al 12,9% e al 42%. Un cambiamento impercettibile. Certo a dicembre le statistiche Istat hanno registrato 100.000 nuovi occupati. Ma poi, grazie ai dati diffusi dalle Finanze sulle nuove partite Iva, si è scoperto che 70.000 erano nuovi
imprenditori: per loro da gennaio sarebbe cambiato il regime del ”minimi”, con un prelievo salito dal 5 al 15%. La pressione fiscale, che nel 2014 si è fermata al 43,3%, lo stesso livello dell’anno precedente, quest’anno salirà al 43,4% e poi al 43,6% nel 2016.
Gli 80 euro non hanno spinto i consumi proprio perché i cittadini hanno dovuto fronteggiare la Tasi (a giugno). Certo sono stati confermati anche nel 2015 e per gli anni a venire, ma la volontà di estendere il beneficio anche ai pensionati, agli incapienti e alle partite Iva è rimasta solo una promessa.
Non ci sono stati i tagli della ”spending review” e il commissario Carlo Cottarelli è stato rispedito a casa.
Insomma, al momento, i successi di un anno di governo non hanno prodotto grandi effetti. Il gallo ha cantato ma l’uovo non si è visto.


(Eclisse)

Terry Parma
Così ora il pedofilo pregiudicato di Arcore fa finta di fare un po’ la voce grossa dicendo che non vota le riforme (che non sono riforme ma azzeramento del limite minimo di democrazia) così il botolo arrogante spregiudicato di Rignano ha la scusa per lasciare immutato il conflitto di interessi, il falso in bilancio, il costo praticamente gratis delle frequenze televisive e l’impunibilità per chi evade fino 3% imponibile, la Rai lottizzata dai partiti e praticamente gestita da Mediaset, i termini di prescrizione come sono ora e tutte le altre belle PORCHERIE che tanto piacciono e servono al pregiudicato ed anche allo spregiudicato arrogante e a suo padre e a tutta la corte di corrotti ruffiani che girano loro intorno e bivaccano in parlamento da 40/60 anni alla faccia della rottamazione solo annunciata dal Botolo di Rignano.

(Ristorante 4 stagioni)

Riccardo Revilant
Grillo dice bene, non è cambiato nulla.
Prima c’erano la Lega e il pregiudicato di Arcore a far danni, ora c’è Renzi, sempre con il pregiudicato di Arcore e al prossimo giro magari ancora la Lega e ancora col pregiudicato. Insomma, una delle poche cose certe in questo paese è che chi governa deve essere il meno adatto a farlo per il bene del popolo ma il più adeguato per gli interessi PROPRI e DI PARTE.
Renzi è l’uomo di DESTRA che usa il PD come cavallo di Troia di sinistra…fa cose che la destra non avrebbe potuto fare e lascia il posto a chi dopo di lui continuerà la staffetta distruttiva. Renzi, l’uomo che praticamente dice di voler sentire tutti ma subito dopo assicura che tanto lui va per la sua strada, dice che non è un assolutista…la coerenza innanzitutto, vero ebetino? Renzi, l’uomo che è riuscito persino a superare Berlusconi a STRATOSFERICHE e promesse supercazzolate ora dice che rimanda al popolo…! E’ tutto tra il grottesco e il ridicolo, una farsa che pare far contenti tanti elettori ma che alla fine genererà solo sofferenza e disperazione.
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Viviana
Si vede che sono buone riforme conservare il falso in bilancio, depenalizzare l’autoriciclaggio e la frode fiscale, regalare 16 miliardi ai grandi evasori, limitare le intercettazioni, fare a pezzi i diritti del lavoro e tagliare la sovranità popolare!!!! Ormai siamo al neofascismo d’Italia
Il fascismo di Renzi, il fascismo di Berlusconi, il fascismo di Salvini .
E hanno dietro il fascismo della Troika, quello della Pd e quello di CasaPound.
E’ un triumvirato nero. Per la gioia di fascisti d’Italia. La restaurazione del regime per metterlo in tasca agli Italiani perbene.

CROLLO DEL PD ALLA FACCIA DEI SONDAGGI

A Bologna il PCI aveva 120.000 tesserati. Ora Bologna è sotto la media regionale. In ‘tutta’ l’Emilia i tesserati sono scesi a 60.000, il Pd bolognese arriva a stento al 76% (e la cosa più comica è che si sono eletti un cuperliano, cioè uno che è contro Renzi.
A livello nazionale il Pd ha perso la bellezza di 400.000 tesserati! Nel 2013 ne aveva 539.354, ora è sceso sotto i 100.000.
Dove sarebbe la tenuta popolare di cui cianciano i sondaggi??
Bersani disse: “Senza tesserati non esiste partito”. Bene, ci spieghi Bersani, il Pd con Renzi si sta dunque avviando ad una progressiva e solitaria AUTODISTRUZIONE?
Istituto Cattaneo: in valori assoluti il Pd in Emilia-Romagna lascia sul campo la metà dei voti ottenuti alle ultime europee e un terzo dei consensi incassato alle regionali del 2010. In Calabria il Pd ha perso molti consensi rispetto alle europee del 2014 (-82.711), Pari a un terzo in meno dei consensi ricevuti dal partito Renzi lo scorso giugno
(-30,9%). In Emilia-Romagna la perdita di voti da parte del Pd è stata ancora più netta, con 667.283 voti smarriti rispetto alle europee (-55,9%) e 322.504 consensi andati in fumo rispetto alle regionali del 2010 (-37,6%).
Parlare di consenso in queste condizioni è da delirio. E questi dati sconfessano anche platealmente i sondaggi farlocchi commissionati dagli stessi partiti che ne vogliono beneficiare e pagati per dare indici del tutto falsi. Basta pensare che Renzi secondo i sondaggi avrebbe lo stesso consenso che davano prima a Monti e abbiamo visto poi alle elezioni Monti dove è andato a finire.
Il Pd è il partito maggioritario non certo per i voti degli Italiani ma solo grazie alla truffa del porcellum che ha regalato al Pd ben 148 seggi grazie a una manciata di voti all’estero. E se si pensa che nel voto nazionale il M5S aveva addirittura preso 44.000 voti in più del Pd, l’abnormità del sistema elettorale balza agli occhi come un insulto alla democrazia.

Alessandro
Sintomatico dei metodi dittatoriali ed autoritari di Renzi è il ripercorrere il modo con il quale è stata votata, il 24 dicembre, la legge finanziaria, che per sua natura è una legge complessa e fondamentale per il Paese, e richiederebbe un tempo congruo di due settimane per verificarla e capirla. E’ stata portata al voto al Senato senza il testo scritto. Richiesto dal M5S, il cartaceo della legge finanziaria è stato portato in aula alle due di notte con un testo incompleto e pieno di errori e in solo due ore è stata votata senza il tempo di leggere, capire, verificare, discutere. E, con il 33° voto di fiducia in solo 11 mesi. Il Parlamento è esautorato di una sua prerogativa, che è quella di discutere le leggi e non solo di votarle. Una riunione di condominio dura di più! Renzi non è che è veloce, è che, con l’alibi di una fretta sospetta, dittatorialmente, ci fa il “pacco”.

Rudolf
Ma é possibile che nessuno abbia colto i “pericoli” della globalizzazione, che avrebbe portato alla precarizzazione? É possibile che quell’idiota di Prodi non sapesse che l’ingresso nell’euro avrebbe dimezzato nell’arco di appena due anni il potere d’acquisto degli italioti? Nessuno ha capito che il Bonanni della CISL era complice di Confindustria e ha svenduto pian piano i lavoratori? Il disegno europeo di precarizzazione e riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori e della classe media, non era già in atto ancora prima della crisi del 2008? E possibile che nessuno sia riuscito a farsi un quadro completo e lo abbia denunciato? A chi conveniva e conviene questo impoverimento attuato scientificamente e di cui la cavia principale é la Grecia? Se é vero che esiste il Bilderberg e il vero potere economico sta nelle mani di una decina di esseri pseudo-umani, dove stanno i loro vantaggi nell’aver seminato la disperazione in Europa, cosa si nasconde dietro a questi ultra-ricchi e potenti, la solita anaffettività, l’anoressia sentimentale, il narcisismo patologico, l’egotismo, il sadismo, il cinismo? Tutti danno per scontato che i soldi non procurano felicitá, ma uno studio sul limite massimo di ricchezza e potere che un umano, può psicologicamente sostenere, senza dover diventare necessariamente anaffettivo, cinico, spudorato, “lupo fra lupi” esiste? É possibile che il pianeta sia nelle mani di dieci casi psichiatrici, che giocano con l’umanità come ad una partita di Risiko, e veramente non si possa fare assolutamente nulla, prima che i loro lacchè alla bimbominchia e psicopedonani, Merkel, Putin, portino l’Europa al collasso totale, alla miseria più nera, all’odio razziale? Cosa vogliono questi dieci? La terza guerra mondiale, per potersi arricchire ancora di più? Se é vero che questi non sono più di una decina, insomma il loro disegno non dovrebbe essere cosi incomprensibile!

PANSA. NEL CREMLINO DI MATTEO RENZI OBBEDIRE O TACERE

«Sai che cosa mi ricorda Palazzo Chigi? Il Cremlino» dice un vecchio collega che ha fatto per parecchio tempo il corrispondente dall’Unione sovietica. La sua sicurezza mi sorprende: «Perché il Cremlino?». Lui risponde: «Per molti motivi. Il primo è che nessuno conosce davvero che cosa accada in quel palazzo. Quali sono gli obiettivi di chi ci lavora? Che intendono fare dell’Italia e del potere che hanno raccolto per strada, grazie a un insieme di circostanze oscure e senza essere eletti da nessuno? Ma la ragione più forte è un’altra. Come nel vero Cremlino, la fortezza di molti leader sovietici e oggi di Vladimr Putin, anche quello di largo Chigi è abitato da una persona sola che sta diventando sempre più potente».
La persona sola è Matteo Renzi, il nostro premier. Non esiste ancora un’analisi spassionata del leader fiorentino. Tuttavia qualche elemento del suo identikit lo conosciamo. Ha un alto concetto di sé. L’autostima non ha incertezze. È tutto preso dalla propria volontà e intelligenza. Non assomiglia a nessuno dei leader della Prima Repubblica. Neppure Alcide De Gasperi o Palmiro Togliatti erano come lui. Soltanto Amintore Fanfani, un altro toscano, ma di Arezzo, presentava gli stessi difetti: l’arroganza, il fastidio sprezzante per le lungaggini del Parlamento, la convinzione di essere il meglio del meglio. Era sicuro di vincere sempre. Poi incontrò la disfatta nel referendum contro il divorzio. Matteo rifletta.
Renzi si presenta come il sindaco d’Italia. Ma non ha nulla di chi si accolla la difficoltà di lavorare per i cittadini. Lui lavora per se stesso. Matteo è il centro della vita di Matteo. È un logorroico, capace di pronunciare un’infinita quantità di parole. Si sente un gigante tra i nani. È un cinico senza limiti, lo ha dimostrato nella conquista volpina di Palazzo Chigi, attuata con l’assassinio politico di un premier del suo stesso partito. È un campione della promessa.
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SIANO MALEDETTI!
Mariapia Caporuscio

Siano maledetti i capi di Stato che permettono a questo degenerato capitalismo di portare alla morte civile nazioni che avevano raggiunto la civiltà dopo guerre, rivoluzioni e secoli di storia.
Siano maledetti i capitalisti colpevoli della morte di milioni di esseri umani sterminati per fame in tutto il pianeta e solo per coprire d’oro i loro putridi cazzi.
Siano maledette le multinazionali che per guadagni promuovono guerre per svuotare gli arsenali di armi distruttive e riempirli di nuovo.
Siano maledetti gli organi dell’informazione al servizio di questi assassini, invece che informare e aiutare a difendersi le popolazioni.
Siano maledetti i politici che si prestano all’uccisione dei propri fratelli e della nazione per assicurarsi la benevolenza di questi mostri.
Siano maledetti gli economisti idioti che condividono approvando queste politiche assassine.
Siano maledetti i promotori di questa globalizzazione lebbrosa che rende più poveri i poveri e più ricchi i ricchi.
Siano maledetti i manager che distruggono il lavoro per creare schiavi da offrire alla mannaia dei capitalisti.
Siano maledetti coloro che chiamano “modernità” questo feroce ritorno all’età della pietra.
Siano maledetti gli inventori degli OGM che sterilizzano la terra violentando la natura.
Siano maledetti tutti coloro che per interesse vendono la vita dei fratelli a questi moderni boia.
Questo ritorno al passato che questi assassini si ostinano a chiamare “progresso” stanno decretando la fine del pianeta della vita. Quest’orda di mostri che come una ragnatela, sta avvolgendo il nostro pianeta, deve essere fermata.
Quello che stanno prospettando è una realtà allucinante, una violenza fatta di sfruttamento estremo, di paghe da fame, di ricatti, di abusi. Stanno facendo della vita un viaggio allucinante, per davvero una corsa verso la morte.
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In un anno, a conti fatti, Renzi ha aumentato di 3 miliardi le tasse degli Italiani
e ora taglierà 2 miliardi alle sanità
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GRECIA CONTRO BRUXELLES

Mentre il ministro greco dell’economia Varoufakis era a Bruxelles e sembrava accettare tutte le condizioni della Troika, Tsipras incaricava una Task force di esperti internazionali per preparare l’uscita della Grecia dall’euro.
Tsipras sa che sotto le ricette della Troika la Grecia non si risolleverà mai più e che occorre che la Grecia riprenda la propria sovranità e sta preparando come fosse un piano militare la via di fuga dal cappio dell’euro e dal commissariamento che la Troika sta esercitando sul suo paese. Occorre che la Grecia esca dall’euro e torni alla dracma. A tal fine sono stati convocati economisti greci e di altri paesi per predisporre dei “protocolli operativi” in caso di uscita dall’Unione monetaria europea.
Si tratta di indicare cosa prevedere con decreti urgenti per rendere l’operazione meno traumatica possibile ed esporre la popolazione e l’economia greca ai minori disagi possibili.
I consulenti si sono offerti di lavorare gratis e dovranno valutare se uscire solo dall’euro o dalla stessa Ue. Il tempo è breve. Fra meno di 4 mesi scadono le “concessioni” elargite dalla Troika. Occorre uscire dall’euro e riappropriarsi di tutti gli strumenti economici espropriati dai vincoli esterni dei Trattati. La Grecia potrebbe chiedere degli indennizzi in sede giudiziaria internazionale per essere risarcita dai danni di chi ha preteso il disastro economico del paese! E occorre trovare aiuti da Paesi terzi (USA o URSS) per controbattere le sicure “ritorsioni” dell’UE.
Tsipras è disposto a tutto per garantire un futuro migliore e dignitoso al suo popolo.
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Berluscameno
Ma è mai possibile che un Capo di Governo di uno stato UE non conosca gli effetti prodotti da una politica monetaria “folle” che il Popolo del suo Paese dovrebbe essere tenuto a sopportare ?
L’euro è stata una cattiva idea fin dall’inizio, l’Europa può ammetterlo, finalmente?
La sopravvivenza dell’euro nel contesto delle eterogenee preferenze nazionali ha provocato una lunga recessione, con elevata disoccupazione e il deterioramento del tenore di vita in alcuni paesi, un debito pubblico ingestibile e un’opinione pubblica sempre più euro scettica.
La Grecia ha visto la sua economia contrarsi dal 2008 al 2013.
L’Italia ha sperimentato una doppia recessione e 14 trimestri consecutivi di crescita negativa dal 2011.
Entrambi i paesi hanno alti livelli di disoccupazione: 25% in Grecia e 12,6% in Italia.
E non si vede la fine. I problemi vengono rattoppati, ma non risolti.
Per es., la questione di come affrontare livelli di debito pubblico molto alto alla luce delle rigidità strutturali e dei vincoli istituzionali dell’area valutaria — tra cui il divieto di monetizzare il debito a livello di eurozona — continuerà a minacciare la sopravvivenza del progetto-euro, mettendone in pericolo la stabilità finanziaria e la fattibilità politica.
L’unica strada proposta ai paesi fortemente indebitati come Grecia e Italia sembra essere più o meno la continuazione della stessa ricetta:
ridurre gli stipendi, aumentare la flessibilità del mercato del lavoro e “attuare riforme dal lato dell’offerta”, come le privatizzazioni e la riduzione del settore pubblico.
Questa proposta affronta correttamente la rigidità di un sistema a tasso di cambio fisso come l’Unione Monetaria Europea e punta a migliorare la produttività.
Ma ignora le considerazioni politiche, come ad es. “quanta altra austerità siano disposti a sopportare gli elettori”.
All’ interno del sistema attuale, gli Stati membri sono bloccati in un regime di cambi fissi, che riflettono il tasso di conversione delle monete nazionali in euro.
“Non si può più utilizzare il tasso di cambio come uno strumento per rendere più competitive le esportazioni e riequilibrare l’economia interna”. Così, nel breve periodo, un paese può raggiungere la competitività solo tagliando i salari e riducendo i costi della manodopera. Fin dall’ inizio dell’euro-crisi, un dibattito limitato e il punto di vista prevalente dei paesi economicamente e politicamente più forti (la Germania) hanno trasformato “un’unione valutaria già ingessata dalla fissazione dei tassi di cambio, in un sistema punitivo”. Le pressioni deflazionistiche, come nel caso della periferia dell’Eurozona, rendono ancora più difficile ridurre il rapporto debito pubblico – PIL.
Il progetto-euro non è il primo caso di fissazione del tasso di cambio che ha costretto i paesi ad aggiustamenti attraverso una deflazione inutile e dolorosa. Prima della prima guerra mondiale e brevemente in seguito, l’economia globale ha funzionato con il “gold standard”, che funzionava globalmente allo stesso modo in cui l’euro funziona all interno dei 19 paesi che lo utilizzano come loro valuta.
A causa della “Grande Depressione”, i paesi non poterono più far fronte alle riduzioni dei prezzi e dei salari necessari per mantenere la competitività, e cominciarono a uscire dal gold standard. La Gran Bretagna se ne andò nel 1931, quando divenne chiaro che il tasso di cambio della sterlina era troppo alto e stava facendo aumentare la disoccupazione. Questa opzione non è possibile per gli Stati membri dell’eurozona.
“Essi sono vincolati da obblighi di trattato e non hanno più le proprie valute” — a meno che siano disposti a seguire la strada disordinata di una rottura dell’euro, qualcosa che perfino il governo radicale di Atene dice di non voler fare. Ma le sofferenze dell’austerità hanno alzato il livello del problema e reso meno accettabili le politiche deflazionistiche in paesi democratici. Questo si riflette nel dibattito che si è sempre più polarizzato tra partiti pro e anti-euro, e tra quelli pro e anti-Germania.
L’Unione Monetaria Europea è un progetto politico costruito sul “presupposto impossibile” che una moneta unica — e un mercato unico — possano trascendere gli interessi nazionali e la politica interna. La storia degli ultimi cinque anni dimostra il costo di queste asserzioni.
Ci si chiede se mantenere in vita l’euro facendo “qualsiasi cosa necessaria” sia la via giusta, soprattutto se questo compromette”il benessere di alcuni Stati membri e rischia di minarne la democrazia”.
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Armando Di Napoli

Spavalda ipocrisia scivoli
nelle tasche dell’arroganza
ancora l’egoista spiuma le ali della decadenza
di ogni contrabbando creando illusioni
nel vergognoso ricatto disumano

non ci resta che scongelare i rancori
nei fiumi teporosi dove scorre misericordia
arrestando ogni flusso malefico della mercificazione
i bambini tremanti non hanno nessun scialle per proteggersi
da questa infame pioggia che cade senza rispetto…

(Van Gogh)

DAL DIRE NO AL VOTARE NO (brani)
Travaglio

Il nuovo Senato invece è una pessima idea. Illustri costituzionalisti lo hanno definito una “svolta autoritaria”.
Un pugno di capi-partito continueranno a nominarsi due terzi dei deputati a propria immagine e somiglianza (con i capilista bloccati per la Camera).
Anziché abolire, come promesso, il Senato, lo si mantiene con poteri decorativi e organici ridotti a un terzo, e si abolisce l’elezione dei senatori, che saranno anch’essi nominati dalla Casta (5 dal capo dello Stato e 95 dalle Regioni, di cui 74 consiglieri regionali e 21 sindaci) e per giunta blindati con l’immunità-impunità.
Il Parlamento diventerà lo zerbino di un premier-padrone, “uomo solo al comando” senza controlli né contrappesi, con una maggioranza spropositata su un solo partito (premio alle liste, anziché alle coalizioni) che gli permetterà di scegliersi personalmente, oltre ai parlamentari, anche un presidente della Repubblica ad personam e parti significative della Corte costituzionale, del Csm e della Rai, mortificando le opposizioni, indebolendo i poteri di controllo e influenzando la magistratura e l’informazione. Questo cocktail obbrobrioso veniva giustificato con la lealtà al Patto del Nazareno con B.: ma, se è vero – come dicono tutti – che quel patto è saltato, non c’è alcun motivo di perseverare a rispettarlo. Basterebbe azzerare l’Italicum e tornare al Mattarellum (o, meglio ancora, copiare il sistema francese a doppio turno); e, quanto alla Costituzione, diversificare i ruoli delle due Camere, lasciandole elettive e dimezzando il numero e lo stipendio dei parlamentari.
Invece Renzi tira diritto da solo, non si sa se più per puntiglio o per vocazione padronale, per conficcare l’obbrobrio a viva forza e a tappe forzate nella nostra Costituzione, scardinandone i principi fondamentali pur senza formalmente modificarli, e stravolgendone lo spirito trasformando una democrazia orizzontale, partecipata e bilanciata in un regimetto verticale, centralizzato, castale e dunque autoritario che infesterà la vita pubblica per chissà quanti anni. ….I 5Stelle e Sel hanno sempre votato contro la riforma costituzionale. La Lega le ha prima prestato il suo Calderoli come relatore al Senato ma ora annuncia voto contrario. Poi c’è FI o quel che ne resta: B., per i motivi inconfessabili che animano ogni sua decisione, ha comunicato il suo No dopo aver partecipato al Nazareno alla stesura originaria, con Verdini e la Boschi, e averla poi fatta approvare l’estate scorsa a Palazzo Madama. Se mai oggi riuscisse a controllare il suo partito, del che è lecito dubitare, si ritroverebbe a salvare per la seconda volta la tanto detestata Costituzione (la prima fu nel 1998, quando fece saltare il tavolo della Bicamerale D’Alema). Ma tutti questi No non bastano: sono indispensabili anche quelli della minoranza del Pd, vista anche la transumanza in direzione governativa degli “ex grillini” voltagabbana: “cittadini” eletti al grido di “vaffa al Pdl e al Pdmenoelle” che fino a un anno fa, prima di andarsene o essere espulsi, combattevano le “riforme” renziane con parole di fuoco e gesti eclatanti, dopodiché giurarono che si sarebbero dimessi da parlamentari, salvo poi restare a pie’ fermo con tutte le diarie e le indennità, e ora mendicano poltrone ministeriali e di sottogoverno in cambio dell’atterraggio morbido a corte. I Bersani, i Cuperlo, i Fassina vogliono continuare a combattere la svolta autoritaria nei convegni, nei talk show e nelle interviste ai giornali, per poi votare ogni schifezza in Parlamento? Oppure intendono riappropriarsi finalmente dell’art. 67 della Costituzione (“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”) per difenderla tutta intera? Perché è per difenderla, non per demolirla, che furono votati due anni fa. Renzi, mai eletto da nessuno se non per fare il sindaco di Firenze, degli elettori può tranquillamente infischiarsene: loro no. Un giorno saranno chiamati a rispondere del loro voto di oggi.

IL SANGUE DEI FINTI
Marco Travaglio

La scena penosa di centinaia di deputati che approvano per viltà la controriforma costituzionale Boschi-Verdini pur giudicandola sbagliata e pericolosa resterà a lungo negli annali delle vergogne parlamentari. Per trovare l’ultimo precedente (di una lunga serie) bisogna risalire al 5 aprile 2011, quando la Camera approvò la mozione Paniz su Ruby nipote di Mubarak. Ma allora la maggioranza era di cdx e il suo voto ebbe l’unica conseguenza di coprire vieppiù di ridicolo l’Italia. Questa volta invece il Pd e il Ncd mette la seconda pietra tombale (su quattro) sulla Costituzione, fino a stravolgerne la forma repubblicana. E lo fa sotto il ricatto di un premier mai eletto, su un progetto costituzionale mai sottoposto agli elettori, ma nato nelle segrete stanze del Nazareno in base a un misterioso patto privato con un pregiudicato. Il quale s’è poi sfilato in extremis, lasciandolo votare da due soli partiti, che alle ultime elezioni non superarono il 30% dei voti…Ma sono padroni della Camera grazie a un premio di maggioranza dichiarato illegittimo dalla Consulta. Eppure nemmeno quei numeri estrogenati sarebbero bastati a far passare la schiforma, se il premier non avesse minacciato i deputati esplicitamente di tornare a votare e implicitamente di escludere i dissenzienti dalle liste, per imporre una riforma di squisita competenza parlamentare: quella che cambia la Costituzione per ingigantire i poteri del governo a scapito di tutti gli organi di controllo. Cioè Parlamento, Consulta, Quirinale, magistratura, informazione e cittadinanza attiva. Renzi, bontà sua, annuncia il referendum come una gentile concessione e non un obbligo costituzionale. I pigolii e i balbettii della cosiddetta minoranza Pd, buona a nulla ma capace di tutto, aggiungono un tocco di surrealismo alla tragicommedia. L’impavido Bersani: “Se non ci saranno modifiche né alla legge elettorale, né al ddl costituzionale, d’ora in poi non voterò più a favore, perché nel caso del referendum vorrò stare dalla parte dei cittadini. Non c’è più il Nazareno: il paradosso è che dobbiamo rispettare un Patto che non c’è più”. I temibili Bindi, Cuperlo e D’Attorre: “Questo è il nostro ultimo atto di responsabilità”. L’avevano detto tante altre volte. Ma la loro ultima volta è sempre la penultima. La loro responsabilità, trattandosi della Costituzione e non di un regolamento condominiale, è un ossimoro. E i loro ultimatum (“se il governo rifiutasse di riaprire il confronto sulle ipotesi di miglioramento avanzate da più parti, ciascuno si assumerà le proprie responsabilità: ci riserviamo fin d’ora la nostra autonomia di giudizio e azione”) sono penultimatum. L’opposizione è rinviata a data da destinarsi. Del resto, se davvero pensano – come scrivono – che “col ddl Boschi siamo davanti a uno slittamento del potere legislativo dal Parlamento all’esecutivo… in assenza di contrappesi necessari e con una spinta verso un presidenzialismo di fatto che non ha corrispettivi nel resto d’Europa”, perché mai hanno votato sì? Anziché far pesare il loro voto senza vincolo di mandato, tradiscono la Costituzione e i loro elettori, poi brandiscono pistole a salve e fuciletti a tappo: le “modifiche alla riforma costituzionale” che fingono di invocare e che la Boschi finge di assecondare (“è giusto anche approfondire ulteriori elementi, avremo occasioni nelle riunioni del partito per confrontarci”) sono parole vuote: dalla terza lettura non ci sarà quasi più spazio per gli emendamenti, si voterà sì o no in blocco. L’ultima chance di fermare la deriva autoritaria era quella di ieri, e se la sono fumata come tutte le altre. Hanno fatto mille distinguo, hanno espresso terribili sofferenze, hanno fatto le faccette malmostose, hanno avvertito “tenetemi, sennò faccio un macello”, qualcuno ha votato su un piede solo, e alla fine sono scattati sull’attenti, come sempre, davanti al nuovo padrone d’Italia. Sono come il ragionier Ugo Fantozzi che, pestato a sangue da una gang di teppisti che gli sventrano pure la Bianchina, fra un ceffone e una testata, esala: “Badi, signore, che se osa ancora alzare la voce con me…”. Poi perde i sensi. Ps. Danilo Toninelli dei 5Stelle ha letto in aula il discorso di un deputato datato 20 ottobre 2005: “Oggi voi del governo della maggioranza vi state facendo la vostra Costituzione, avete escluso di discutere con l’opposizione, siete andati avanti solo per non far cadere il governo, ma le istituzioni sono di tutti, della maggioranza e dell’opposizione”. Quel deputato era Sergio Mattarella. Ci è rimasto soltanto lui, volendo.

UNA SPLENDIDA CINQUANTENNE
Marco Travaglio

L’autostrada (si fa per dire) A3 Salerno-Reggio Calabria, chiusa nei giorni scorsi dopo gli ultimi crolli e la morte di un operaio rumeno isolando mezza Calabria, ha compiuto 50 anni l’anno scorso, insieme a Monica Bellucci, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari, Michelle Obama e qualcun altro. Iniziata nel 1964, fu completata nel 1974, al ritmo di 40 km l’anno e al costo di 5,6 milioni di euro di oggi al km (contro i 4 che erano bastati per l’Autosole). All’inaugurazione si scoprì che, più che un’autostrada, era una statale di 443 km (altri la definirono “il corpo di reato più lungo d’Italia”): sia per le uscite ogni 9, sia per le due corsie per ciascun senso di marcia, per giunta molto strette e senza quella di emergenza.
Così, come raccontano Stella e Rizzo ne La Deriva, “poco più di un decennio dopo l’inaugurazione, il governo Craxi doveva già stanziare mille miliardi di lire per sistemare un mucchio di opere incompiute e correggere errori progettuali. Era solo l’inizio di un tormentone infinito”. Da allora di anni ne sono trascorsi altri 30, si sono susseguiti i governi Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi-1, D’Alema, Amato, Berlusconi-2, Prodi-2, Berlusconi-3, Monti, Letta e Renzi. E i cantieri sono sempre aperti, o chiusi per camorra (primo tratto) o per ‘ndrangheta (secondo tratto) o per tangenti ai politici (tutti i tratti) o per fallimento delle imprese, che poi è la stessa cosa. Con incidenti da record, d’auto e sul lavoro. Con le macchine che, quando riescono a correre e non sono bloccate negli ingorghi, fanno lo slalom fra i birilli.
Eppure non c’è ministro delle Infrastrutture, dal 1985 a oggi, che non abbia annunciato il completamento dell’A3 “fra un anno”, al massimo “fra due”. Nel 1997 i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paolo Costa e Claudio Burlando, promettevano giulivi la fine dei lavori “nel 2003”. Buonanotte. Nel 2001 arrivò Pietro Lunardi, l’uomo del fare: “L’autostrada sarà pronta nel 2004-2005”. Nel 2002 aveva già cambiato idea: “Per i lavori ancora in fase di progettazione o affidamento il completamento previsto entro il 2006”. Nel 2005, quando doveva mancare davvero poco, sparò: “I lavori saranno conclusi nel 2009”. Balle. Ma ecco Monti, col superministro Corrado Passera, altro uomo del fare. Ma soprattutto del dire: “Metto la faccia in tanti posti, la metto anche qui. Dobbiamo assicurarci che entro la fine del 2013 tutti i cantieri della Salerno-Reggio siano completati. Il governo segue i lavori mese per mese perché questo accada” (2012). Certo, come no. Intanto il conto dei costi saliva: almeno quanto la saliva dei giornalisti al seguito, sempre pronti a rilanciare le balle dei ministri. Non è il caso di Stella e Rizzo: “Nel 1987 la Salerno-Reggio poteva essere sistemata con 983 milioni di euro. Dieci anni più tardi la cifra si era già impennata a 4 miliardi. All’inizio del Terzo Millennio, mentre la Fillea Cgil denunciava che di quel passo i lavori sarebbero finiti nel 2040, stavamo a quasi 7. E su, su, su fino alla stima attuale: 9 miliardi. Cioè 52 euro per ogni cittadino. Fate i conti: 20 milioni abbondanti a km. Vale a dire che per sistemare l’autostrada si spenderà quasi quattro volte di più che per costruirla”. Il tutto per produrre, quando e se mai sarà finita, una ciofeca: “Dei 443 km, solo i primi 53 saranno a tre corsie più quella d’emergenza. Gli altri 390 rimarranno a due corsie, come oggi. Nonostante sia percorsa da tremila tir al giorno”. Ora c’è Renzi, che naturalmente non ha colpe in questo mezzo secolo di vergogna. E, siccome è anche furbo, non azzarda nuove date di scadenza. Si limita ad annunciare fantomatici “sblocca-Italia” che sbloccano solo cemento inutile, invece di bloccarlo e di completare le opere utili. Oltre all’A3, ci sarebbe fra l’altro la Metropolitana C di Roma, iniziata nel 2007 e ancora ridotta a un gruviera pieno di buchi, immortalato da una memorabile scritta anonima: “Ma la state scavando o la state cercando?” Molto meglio delle battute del premier sulla Salerno-Reggio: “È costata più della sonda spaziale Curiosity, ma c’è una differenza: la sonda è andata nello Spazio invece la Salerno-Reggio no… La sonda l’ha creata la Nasa e l’autostrada l’Anas, che è tutt’altra cosa”. Infatti all’Anas c’è il solito Pietro Ciucci, il terzo bronzo di Riace ma un po’ meno bello degli altri due, che ancora l’anno scorso osò dire restando serio: “La nuova Salerno-Reggio non è l’autostrada della vergogna, ma è il più grande progetto economico-finanziario infrastrutturale italiano e costituisce un motivo di vanto e di orgoglio per il nostro Paese”. L’ambulanza della neurodeliri tentò di raggiungerlo fra un cantiere e l’altro dell’autostrada, ma non arrivò mai a destinazione: la stanno ancora cercando.

PUTINIERI
Marco Travaglio

Dopo la visita del presidente del Consiglio a Mosca, dove ha omaggiato Putin, ha vietato le domande dei giornalisti in conferenza stampa, non ha detto una parola sui diritti civili e umani, anzi ha fatto il piazzista degli interessi privati di un gruppo di imprenditori italiani e ha criticato le sanzioni economiche alla Russia, beandosi infine della definizione putiniana sull’Italia “partner privilegiato”, esplode finalmente la rivolta dei ministri e degli altri leader del Pd e della maggioranza. Durissima col capo del governo la vicesegretaria Debora Serracchiani: “Il legame privato tra lui e Putin ha caratteri tali da imbarazzare qualsiasi cancelleria europea. È lecito ritenere che gli interessi nazionali possano essere messi a rischio… Il nostro Paese non ha davvero bisogno di ingrossare i dossier dei Servizi russi con le stravaganze di questo presidente del Consiglio… E comunque, nonostante tutti gli sforzi che sta facendo per assomigliare al suo amico Putin, si tolga dalla testa di tappare la bocca alla stampa, italiana o estera”. “Il governo italiano non può pensare che il suo ruolo si risolva nel coltivare un rapporto tra il premier e Putin”, rincara Fassino. Casini invita il premier a lavorare con l’Europa “con maggiore intransigenza verso la Russia e maggiore sintonia nei confronti degli Stati Uniti” e conclude severo: “Mi piacerebbe un presidente del Consiglio che avesse la dignità di porre il problema delle minacce russe agli Stati vicini, come ha fatto il governo francese”. “La frequenza dei suoi viaggi in Russia – insiste il capogruppo al Senato Luigi Zanda – e il confronto con le sue rarefatte visite negli Usa (mai nello stesso periodo) è inquietante… Solo una condizione di estrema ricattabilità personale e politica può spiegare gli ‘speciali’ rapporti con Putin”. “Purtroppo – denuncia Bersani – l’Italia è stata sorpresa con il governo nel punto più basso dal dopoguerra ad oggi del suo prestigio, privilegiando relazioni speciali solo con Putin… solo per far vedere il nostro premier nei principali tg”. L’intero gruppo del Pd al Senato lancia un accorato appello al capo del governo: “Renda trasparenti tutte le sue relazioni internazionali. C’è un impasto di ridicolo e di superficialità che peserà per molti anni sulla immagine internazionale del nostro Paese. Le relazioni tra l’Italia e la Russia sono molto importanti. Ma essere considerato il ‘portavoce di Putin’ è cosa diversa da ‘amico’ di Putin. Presuppone un rapporto di dipendenza. È una definizione grave che evoca il tradimento degli interessi dell’Italia e dell’Europa”.
“C’è – spiega Zanda – un continuo autoattribuirsi da parte sua il ruolo inesistente e sgradito di mediatore tra Stati Uniti e Russia, con posizioni personali volte a compiacere gli interessi russi. E poi, mai una protesta per i giornalisti russi e i loro avvocati uccisi o arrestati e per aver cercato la verità. Nessuna protesta per Anna Politkovskaja o per la deportazione politica in un carcere siberiano di Mikhail Khodorkovsky. Perché non ha mai discusso in Parlamento queste sue posizioni? Per amicizia disinteressata con Putin? Gli Stati Uniti ritengono che sia in gioco l’interesse strategico della sicurezza europea e che il rapporto del nostro premier con Putin… sia funzionale a una politica energetica a favore di Gazprom. Il Pd gli chiede chiarezza sulle sue relazioni internazionali. È necessario escludere, senza che resti alcun dubbio, che la politica estera italiana sia stata forzata a favore di interessi personali del presidente del Consiglio”. Tagliente il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli: “L’agenda dei rapporti tra Berlusconi e Putin si riempie di inquietanti sospetti… Emerge la necessità di conoscere la ragnatela di interessi del premier, anche per tranquillizzare i nostri partner europei impegnati sulle questioni energetiche in un confronto anche aspro con il governo russo”. Ma riecco Fassino, alzo zero: “Soltanto l’ossessiva e smisurata megalomania che lo accompagna può far credere al presidente del Consiglio di essere un attore della scena internazionale. Non ce n’è uno che lo pensi in Europa e nel mondo. La verità è che con lui l’Italia è purtroppo ai margini in Europa e nel mondo, con grave danno per l’immagine e gli interessi del Paese”. “Non ci interessa sapere – argomenta lo scatenato Zanda – come il nostro capo del governo ha intenzione di festeggiare il suo amico Vladimir Putin. Ma se il presidente del Consiglio italiano va in visita dal primo ministro russo per trattare ‘temi seri’ ha il dovere, al suo ritorno, di riferire immediatamente al Parlamento il contenuto della sua visita e delle questioni affrontate. Perché lo Stato italiano non è una sua proprietà privata. La nostra affidabilità è compromessa dalle modalità con cui gestisce i rapporti con Putin… Per questo gli abbiamo più volte chiesto di venire personalmente in Parlamento a spiegare quale sia oggi la sua politica estera del Paese e chi siano i suoi migliori amici. Solo così sarà possibile discuterla e valutarla”. Tranchant il commento della ministra della Difesa, Roberta Pinotti: “La politica estera del premier è un mistero di fronte al quale non possiamo arrenderci per il bene dell’Italia”. Le fa eco il ministro della Giustizia, Andrea Orlando: “Probabilmente il modello ispiratore del presidente del Consiglio è quello della Russia di Putin”. Veltroni, anche lui simpatizzante renziano, paventa il rischio di un “modello Putin” in Italia e ironizza sui trascorsi del presidente russo: “Putin sì che è comunista, era il capo del Kgb!”. Ps. Matteo Renzi e i suoi cari stiano sereni. Queste dichiarazioni risalgono agli anni 2008-2011 in ginocchio da Putin c’era B. Oggi non si usano più.

VOGLIAMO L’AMNESIA
Marco Travaglio

Speriamo di non offendere il dottor Pierdante Piccioni, medico di emergenza di Codogno (Lodi), colpito nel 2013 da un malore che gli ha azzerato 12 anni di memoria e l’ha fatto retrocedere al 2001, cancellando tutto il resto. Ma dobbiamo proprio dirlo: non dev’essere poi così male rimuovere tutte le vergogne cui abbiamo assistito nel frattempo. Anzi, forse sarebbe bene brevettare questo reset mnemonico e considerarlo non più una malattia da curare, ma una salutare terapia collettiva da consigliare ed eventualmente somministrare a chi non vuole assuefarsi al peggio, come sono costretti a fare quelli dalla memoria lunga, che ricordano tutto e non riescono a dimenticare nulla. Sempreché, sia chiaro, nessuno si permetta poi di ricacciarci in testa ciò che con tanta fatica abbiamo cancellato, come i parenti del dottor Pierdante stanno facendo con lui spiegandogli che in quei 12 anni di vuoto Berlusconi ha governato per altri 8, seguito da Monti, Letta e Renzi; che la sua Juventus è finita in Serie B perché s’è scoperto che Moggi e la sua banda truccavano i campionati; che le Torri gemelle sono crollate per mano di al Qaeda e ora al posto di Bush c’è Obama; che ridendo e scherzando ci siamo fatti altre tre guerre, pardon missioni di pace in Afghanistan, in Iraq e in Libia, col risultato che oggi rimpiangiamo Gheddafi e fors’anche Saddam. Per il resto siamo sempre lì a farci le pippe sulla riforma della Costituzione, della scuola, della Rai, della PA, del lavoro, della giustizia, e poi il conflitto d’interessi e gli affari di Mediaset, il falso in bilancio, il debito pubblico, la spesa pubblica, la pressione fiscale e l’evasione fiscale, le mazzette, gli scandali, gli inquisiti in Parlamento, la disoccupazione, l’immigrazione, la fuga dei cervelli, le banche in bancarotta, le imprese assistite e le telefonate di B. con i suoi ideologi dell’import-escort. Come i ruminanti che continuano a inghiottire tutto senza mai digerire niente. Perciò chi ha la disgrazia di avere memoria è sopraffatto dalla frustrazione e dalla rassegnazione. Chi invece ha la fortuna di non avercela, ha ancora voglia di lottare, di indignarsi, di protestare: molto meglio così.
Ah, naturalmente a Palazzo Chigi abbiamo un bulletto che tira avanti a furia di decreti e fiducie, disprezza il Parlamento, imbarca voltagabbana per puntellare la maggioranza che non ha, si riscrive la Costituzione da solo, vuole nominarsi due terzi dei deputati e tutti i senatori, fa leggi contro i giudici, devasta lo Statuto dei lavoratori con leggi copiate da Confindustria, insulta i sindacati, scorrazza su aerei ed elicotteri di Stato, candida inquisiti e condannati, si circonda di ministri e soprattutto ministre incapaci. Poi vola ad abbracciare l’amico Putin (il noto democratico i cui oppositori hanno il brutto vizio di continuare a defungere di morte violenta), con cui condivide l’indifferenza ai diritti umani e soprattutto l’allergia alle critiche: infatti proprio ieri e proprio a Mosca ha perfezionato un nuovo genere letterario: la conferenza stampa senza domande. Ma non è il bulletto di prima: è uno nuovo. Nel senso che è pure più giovane, dunque minaccia di durare di più. Ieri, per dire, ha detto che la presidente della Camera non deve permettersi di criticare il suo abuso di decreti, perché così “esce dal suo perimetro di intervento istituzionale con valutazioni di merito se fare o no un decreto che non spettano al presidente di un ramo del Parlamento”. Giusto: le donne al potere possono andarci solo se ammaestrate, vedi le sue ministre, altrimenti sono nemiche, oppositrici politiche. Come il sindacalista Landini, reo di rappresentare i lavoratori e di non organizzargli la claque alle catene di montaggio: “Non capirei certe contestazioni che ho ricevuto in alcune fabbriche da parte della Fiom se non in base a un disegno politico”. Quindi, se gli operai, anziché fargli la ola e lanciargli i petali di rosa, lo contestano, c’è dietro un complotto politico. Quanto alle opposizioni, ci sono quelle buone e quelle cattive: decide lui, senza peraltro uscire dal suo “perimetro di intervento istituzionale”, anzi: lui può tutto e ha sempre ragione. Le opposizioni buone sono quelle che gli votano tutte le leggi senza batter ciglio (“Berlusconi è il capo del principale partito dell’opposizione”: e pazienza se è il capo del secondo, essendo il primo i 5Stelle). Le cattive sono quelle che si oppongono: “Grillo si marginalizza” e la battaglia della minoranza del Pd per far scegliere i parlamentari dagli elettori è roba “di dettagli”, dunque “incomprensibile”. Ah, naturalmente gli piace molto Denis Verdini, che ha solo cinque rinvii a giudizio per bancarotta, corruzione, truffa allo Stato, finanziamento illecito, associazione per delinquere segreta (la P3) finalizzata a varie mazzette e abusi d’ufficio: “Verdini è un pragmatico, che conosce la prima regola della politica: i rapporti di forza”. Poi, già che c’è, vuol fare anche i palinsesti della Rai: “Rai Uno generalista, su Rai Due l’innovazione e la sperimentazione, su Rai Tre la cultura”. Se avesse un filo di tette, diceva Enzo Biagi, farebbe pure l’annunciatrice. Ma forse parlava di quell’altro. No, vabbè, molto meglio dimenticare tutto. Dottor Pier-dante, glielo domandiamo con il massimo rispetto per il suo dramma: ci insegna come si fa?

REDDITO DI CITTADINANZA

Il Reddito di Cittadinanza è un diritto della persona a non essere abbandonata dallo Stato e ad essere libera da ricatti e dal voto di scambio politico mafioso. Non è un’elemosina di 80 euro come quella che ha fatto il Pd per raccattare qualche voto in più alle europee. E’ semplice, lo capirebbe anche un bambino, ma Taddei, il responsabile economico del Pd, proprio non ce la fa. Non è una cima, infatti il Miur gli negò persino l’abilitazione a docente, ma confidiamo che piano piano ci arriverà anche lui. (Grillo)

Nunzia Catalfo (5stelle)
La proposta del M5S sul reddito di cittadinanza ha delle basi legislative ed economiche fondate: il disegno di legge è incardinato nella commissione Lavoro del Senato dove sarà esaminato per essere poi discusso in Parlamento. Ci sembra la strada più corretta per affrontare una proposta seria e concreta come la nostra, tutto il contrario di quella demagogia usata proprio da Taddei “Non si fanno bluff su cose tanto delicate. Quella del reddito cittadinanza, così come lo propone Grillo, non è una operazione seria”.
Noi 5 stelle abbiamo posto al centro della scena politica un provvedimento importante e necessario per mettere un argine a una vera e propria emergenza sociale. E chiediamo alle forze in Parlamento che hanno a cuore il bene del Paese di valutare nel merito il disegno di legge e lavorare insieme a noi per renderlo possibile. È forse questo che fa paura al Pd?

Il costo del Reddito minimo è stato calcolato in 15,5 miliardi.
La Germania che è più grande e ricca di noi e spende molto di più nell’assistenza ci mette 27 miliardi l’anno. La Germania ha 80 milioni di abitanti, noi 60.
Quello che spende la Germania è un dato certo.
Ad avere diritto del reddito minimo garantito sarebbero tutti i maggiorenni residenti in Italia con cittadinanza italiana che non hanno più un posto di lavoro o che non riescono a rimanere sopra la soglia di povertà. La proposta del M5S prevede anche un salario minimo garantito che deve essere di almeno 9 euro l’ora.
Chi trarrà giovamento del sostegno economico – che dovrebbe essere di 600 euro netti secondo la proposta del M5S – dovrà però, se non è in età pensionabile, dimostrare di cercare attivamente lavoro. Stando alla bozza del M5S i centri di impiego proporranno infatti offerte di lavoro ‘congrue’ al profilo del candidato, che se si rifiuterà di accettare di sostenere colloqui e partecipare alle attività di formazione consigliate non potrà più usufruire della somma. Il beneficiario dovrà anche partecipare attivamente alla ricerca del lavoro e recarsi una volta a settimana al centro per l’impiego territorialmente competenti.
Entro 7 giorni dall’iscrizione i beneficiari dovranno intraprendere il percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Chi percepirà il reddito minimo avrà inoltre l’obbligo di esercitare almeno 4 ore settimanali di volontariato nel comune di appartenenza e comunicare tempestivamente agli enti preposti ogni variazione della situazione reddituale che comporti la perdita del diritto a ricevere il sussidio.
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ll santo vivente d’Italia è Alex Zanotelli. Lui e il magistrato Aldo Policastro hanno elaborato un decalogo per i candidati, chiedendo di muoversi per la gestione trasparente dei beni comuni, per il contrasto alle povertà, per i diritti delle persone e per la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica.
1. Impegno per le classi deboli, col raddoppio nel bilancio comunale delle voci per politiche sociali.
2. Attenzione ai più poveri, con il reddito minimo di cittadinanza.
3. Stop alla camorra, con un impegno quotidiano contro il clientelismo, la cultura mafiosa, la connivenza, l’ economia criminale.
4. Lavorare per il buon lavoro, ovvero sicurezza sul lavoro e dignità del lavoro per tutti, compresi ovviamente gli immigrati, che devono vedersi riconosciuto il diritto alla legalità ed evitare che il bisogno di lavorare ne faccia entità clandestine costrette a sentirsi sempre prive di ogni diritto.
. Società della conoscenza, diritto a imparare, educazione accessibile a tutti e restituzione al campo pubblico del controllo sulla conoscenza e sui saperi.
6. Acqua pubblica, da far gestire a società totalmente a capitale pubblico e non a Spa.
7. Rifiuti zero, con raccolta differenziata e senza incenerimento. 8. Spazi pubblici comuni, da recuperare, anche in periferia, con gruppi civici in alternativa alle ronde.
9. Il patrimonio immobiliare pubblico è bene comune, quindi richiede una gestione partecipata e democratica.
10. Trasparenza e rapporto con i cittadini. Questi ultimi devono ritrovare la fiducia nella funzione pubblica e vedere che assunzioni, graduatorie, assegnazioni, avvengano con la massima trasparenza e «coram populo». Inoltre ogni assessore abbia un’ ora precisa a settimana in cui ascoltare i cittadini.

I NUMERI SEGRETI DEGLI STIPENDI DEI GIORNALISTI RAI

Metà dei 1581 assunti possiede almeno una qualifica di caposervizio e prende più di 105 mila euro l’anno. La Rai è un pachiderma con oltre 12.000 dipendenti e 10.000 collaboratori, con un costo del lavoro di 905 milioni di euro. Che i costi della Rai, l’azienda pubblica televisiva, fossero astronomici non era finora un segreto. Ma il Fatto Quotidiano in un recente articolo ha esaminato la mappa dell’organico che la Rai ha inviato all’azionista di controllo, il ministero dell’Economia, aggiornata al 31 dicembre 2013. “Quel che colpisce”, osserva l’autore Carlo Tecce, “non è l’esercito, che arruola privilegiati, garantiti e precari, ma i generali, le stellette, i grossi stipendi che appesantiscono una televisione col pubblico, la pubblicità e il canone che si assottigliano.” Infatti sono 1.581 i giornalisti assunti a tempo indeterminato, di cui “la metà guadagna più di 105.000 euro l’anno e può sfoggiare almeno la qualifica di caposervizio (sono 279)”. Stipendi altissimi, che solo da quest’anno non superano il tetto imposto dal Tesoro. “I dirigenti giornalisti, dai capiredattori in su, sono 303 e vanno dai 120.000 euro ai 240.000 euro, il limite imposto alle società partecipate dal Tesoro. Un anno fa, 6 giornalisti superavano i 310.000 euro. I telegiornali Rai, che stanno per subire la riforma approvata in Cda, possono muovere 64 inviati speciali, 126.000 euro ciascuno è il prezzo per Viale Mazzini. I vice capiredattori sono 150, tradotti in milioni fanno 18. I redattori ordinari con buste paga che non rispecchiano il mercato odierno – la media è di 85.000 euro – sono 688; chi ha un lavoro a termine riceve non più di 54.000 euro.” Spropositato anche il numero delle qualifiche più alte: “Viale Mazzini per funzionare ha bisogno di 262 dirigenti, una decina lambisce il tetto dei 240.000 euro.”
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POVIA. CHI COMANDA IL MONDO

Fate la nanna bambini verranno tempi migliori
Fate la nanna bambini e disegnate colori
Chi comanda il mondo? C’è una dittatura c’è una dittatura
Chi comanda il mondo? Non puoi immaginare quanto fa paura
Chi comanda il mondo? Oltre che il potere vuole il tuo dolore
e dovrai soffrire e sarai costretto ad obbedire
Chi comanda il mondo? Voglia di sapere voglia di capire
Chi comanda il mondo? Sotto questo cielo che ci può sentire
E chi ha creato il mondo? Torre di babele torre di babele
Chi ha creato il mondo messo sulla croce in Israele?
C’è una dittatura di illusionisti finti economisti equilibristi
terroristi padroni del mondo peggio dei nazisti
che hanno forgiato altrettanti tristi arrivisti stacanovisti
Gli illusionisti che ci hanno illuso
con le parole libertà e democrazia fino a portarci all’apatia
creando nella massa una massa grassa di armi e di divisione di massa
media, oggetti, nomi, colori, simboli, la pensiamo uguale ma siamo divisi noi singoli
dormiamo bene sotto le coperte siamo servi di queste sorridenti merde
Fate la nanna bambini verranno tempi migliori
Fate la nanna bambini e disegnate i colori
Fate la nanna che la mamma ti cullerà sui suoi seni
Fate la nanna bambini volate nei cieli
Ma un giorno un bambino di questi si sveglierà
e l’uomo più forte del mondo diventerà portando in alto l’amore
Chi comanda il mondo? C’è una dittatura c’è una dittatura
Chi comanda il mondo? Non puoi immaginare quanto fa paura
Chi comanda il mondo? Torre di babele torre di babele
Chi ha creato il mondo dice sempre che va tutto bene!
La libertà è la lotta contro l’ingiustizia non sono né di destra né di sinistra
la musica può arrivare nell’essenziale dove non arrivano le parole da sole
Gli illusionisti ci hanno incastrati firmando i trattati da Maastricht a Lisbona
siamo tutti indignati perché questi trattati annullano ogni costituzione
Qui bisogna dare un bel colpo di scopa e spazzare via ogni stato da quest’europa
se ogni stato uscisse dall’euro davvero magari ogni debito andrebbe a zero
Perché per tutti c’è un punto di arrivo, nessuno lascerà questo mondo da vivo
vogliamo una terra sana sana, meglio una moneta sovrana che una moneta puttana
Fate la nanna bambini verranno tempi migliori
Fate la nanna bambini e disegnate i colori
Fate la nanna che la mamma ti cullerà sui suoi seni
Fate la nanna bambini volate nei cieli
Ma un giorno un bambino di questi si sveglierà
e l’uomo più forte del mondo diventerà portando in alto l’amore
Chi comanda il mondo? C’è una dittatura c’è una dittatura
Chi comanda il mondo? Non puoi immaginare quanto fa paura
Chi comanda il mondo? Oltre che il potere vuole il tuo dolore
e dovrai soffrire e sarai costretto ad obbedire
Chi comanda il mondo..voglia di sapere voglia di capire
Chi comanda il mondo sotto questo cielo che ci può sentire
e chi ha creato il mondo? Torre di babele torre di babele
Chi ha creato il mondo messo sulla croce in Israele!!
Fate la nanna bambini volate nei cieli.

ASSOLUZIONE O BEATIFICAZIONE?
Rosario Amico Roxas

Pur dovendo respirare un’aria nauseabonda, le sentenze della magistratura si rispettano, ma devono essere rispettate da tutti, indistintamente e non blaterare contro una sentenza di condanna identificata come persecutoria, ed esaltare oltre misura quella che assolve, pur lasciando dietro di sé una scia disonorevole, che non inquina l’assoluzione, ma precisa i confini etici di un procedimento penale, comminando, attraverso le parole dell’avv. difensore, una condanna morale, che penalizza molto più di una assoluzione formale. Notiamo, però, che la condanna morale, dopo aver ammesso i contorni squallidi, viene minimizzata da tutti i sostenitori di Mr. Ex-tutto, a cominciare dai peones di FI, portatori esclusivamente del loro voto, da attribuire a comando; seguono le “horizzontales” che cercano di far passare l’odierna assoluzione, come una beatificazione in vita , come se le coinvolgesse direttamente, facendo loro riacquistare una verginità perduta, da offrire nuovamente al satrapo.
La precedente condanna passata in giudicato, viene strumentalmente oscurata, con festeggiamenti, canti, affermazioni, nonché dall’angosciosa domanda “e ora chi lo risarcisce ?” Ma risarcire di cosa ?
La pena che B ha appena finito di scontare è stata la conseguenza di ben altro reato, accertato in 3 gradi di giudizio e coinvolgeva anche il ruolo della persona, avendo truffato lo Stato proprio mentre rivestiva il ruolo di presidente del consiglio, meritando l’identificazione di “pregiudicato”. Secondo le affermazioni che si odono e si leggono nei media di proprietà del medesimo mr. Ex-tutto, anche gli imminenti procedimenti penali dovrebbero venire azzerati come se l’odierna assoluzione avesse il potere di dilatarsi anche su di loro, rendendo inefficaci le accuse.
La sentenze si rispettano, altrimenti verrebbe stravolto il principio della legge uguale per tutti. Ci rimane la nausea, che non è penalmente rilevante, ma solo eticamente, nel dover prendere atto che anche secondo la Suprema Corte di Cassazione, dopo il pronunciamento del Parlamento, Ruby è la nipote di Mubarak .
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Podemos auspica l’educazione del popolo come base della democrazia.
Nei 4 anni in cui ho seguito il blog di Grillo ho contattato e approfondito una informazione sulle istituzioni europee, sulla Troika, sul sistema finanziario, sullo strapotere bancario, sui diritti del lavoro, sui diritti e poteri del cittadino, sulla democrazia diretta, sull’ambiente, sul cambio climatico e su infiniti altri argomenti come non ho mai avuto da nessun’altra fonte mediatica.
E ho avuto approfondimenti su tutti questi argomenti con l’aiuto di premi Nobel, specialisti, esperti del settore, giuristi, luminari … di ogni genere.
Nessun partito in Italia ha mai saputo fare prima quanto ha fatto Grillo in 4 anni
La sua è stata una vera missione pedagogica, conoscitiva ed evolutiva.
Chi si limita a ingiuriarlo senza averlo seguito non sa di cosa parla e starnazza come un ubriaco
Al suo confronto i suoi oppositori sono una masnada capace solo di insulti a vuoto, totalmente privi di fondamento.
E quando su un blog si incontrano i nemici di Grillo li si riconosce immediatamente per la scarsezza di linguaggio, la povertà di idee, il nulla assoluto di democrazia, le facoltà solo infamanti senza alcuna base di contenuto o programma, lo squadrismo neofascista, la miseria morale, il menefreghismo verso questo povero Paese e verso noi tutti.
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1632 16-3-2015. IO STO CON LANDINI

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MASADA n° 1632 16-3-2015. IO STO CON LANDINI
Blog di Viviana Vivarelli (nelle immagini Grandi Fotografi)

Regge il M5S- La proposta di Landini – La DEMOCRATURA – Differenze tra Podemos e M5S per Gilioli – Matrimoni omosessuali –Da dove ripartire per investire in Italia: scuole e difesa del territorio – Evoluzione del debito pubblico – Ma mi faccia il piacere – Renzi, il gattopardo – Bullarò

E’ impossibile scrivere in pace se quello che si scrive vale qualcosa. ( Charles Bukowski)
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Viviana: “Sono stanca, sono troppo stanca. Vorrei solo morire per quanto mi sento stanca”.
Paolo: “Questa stanchezza la sento anche io sai? Molto simile alla tua. Stiamo attraversando una fase di grande transizione, la Von Franz diceva che siamo nell’epoca di contrapposizione dicotomica di Bene e Male. Sentiamo che un’era sta per finire. La tua stanchezza come la mia è morale. È la stanchezza di questo mondo e di quest’era che sta per finire… Prova a immergerti nella gente ogni tanto. Vai in un mercato con la musica nelle orecchie e “senti” la gente. Non hai voglia più nemmeno di leggere, lo so. Ma sforzati ancora di fare la cosa per cui sei nata: capire. Non stai morendo, ti stai ancora una volta evolvendo..”

Il M5S sta risalendo. Non viene dato più a quel 25% reale preso alle politiche ma viene dato ancora al 19,9% da quei sondaggisti embedded che sono sempre a favore del Pd in quanto rifocillati da quel partito e che finora hanno sempre imbrogliato sui dati, tenendo basse le percentuali presunte del M5S e alte quelle del Pd. Malgrado questo inganno permanente, il M5S resta la seconda forza politica del Paese e, mentre il Pd viene ancora sostenuto per un 25% da elettori molto vecchi, sopra i 65 anni, il M5S è il primo partito tra i giovani e dagli anziani sopra i 65 anni prende solo un 8%. Questo ne fa una forza politica giovane e per i giovani, attirando soprattutto la parte più colta ed evoluta del Paese, i laureati, i diplomati, gli informati, i difensori di diritti civili e di democrazia, mentre il Pd continua ad essere sostenuto da un elettorato vecchio, spesso disinformato, colpito da analfabetismo di ritorno, non informatizzato e legato nostalgicamente a modelli del passato ormai traditi e distrutti, elettori vecchi che non riescono, per età, per mancanza di cultura o per massificazione televisiva a capire l’entità dei peggioramenti in corso. Del resto basta leggere l’inconsistenza e la disinformazione dei blogger piddini sui blog per rendersene conto. Gli over 65 sono 12 milioni circa ed il 25% circa dell’elettorato del Pd.
L’uso di internet tra gli over 65 è poco diffuso(tra gli over75 è virtualmente assente)

IO STO CON LANDINI

LANDINI da Mentana a Bersaglio Mobile- 13-3-2015

http://www.la7.it/bersaglio-mobile/rivedila7/bersaglio-mobile-14-03-2015-149787

“Io non faccio altro che mettere in pratica una decisione che ha preso tutta la Fiom.
Una settimana a Cervia la nostra Assemblea di 500 delegati di fabbriche, di luoghi di lavoro, impiegati, tecnici.. ha preso una decisione alla luce che sta cambiando tutto nel nostro Paese, a danno di chi lavora, c’è una divisione nel lavoro che non ha precedenti, c’è una competizione nel mondo del lavoro che non ha precedenti e c’è un attacco da parte del governo ai diritti che sta svalorizzando tutte le forme del lavoro non solo quello dipendente ma anche quello autonomo. C’è molta solitudine nel Paese, la gente si sente sola e non si sente rappresentata e quindi noi abbiamo che per proseguire la battaglia sindacale che abbiamo messo in campo nei mesi scorsi, con tutta la CGIL non solo la FIOM, che c’è bisogno anche di pensare e a forme nuove di mobilitazione e soprattutto c’è bisogno di unire questo Paese, perché noi lo vogliamo cambiare più del governo Renzi ma lo vogliamo cambiare insieme alle persone che lavorano, insieme ai giovani che vogliono trovare un lavoro e mi permetto di dire che il primo a fare una coalizione in questo Paese è stato Renzi col suo governo, hanno scelto di stare con Confindustria, hanno scelto di seguire la lettera che la Bce nel 2011 aveva mandato a Berlusconi ma che di fatto ha confermato le politiche di attacco ai diritti, ai salari, alle pensioni e allora noi pensiamo che per cambiare veramente questo Paese bisogna cambiare musica, bisogna cambiare linea. Il sindacato è un soggetto politico perché ha un progetto, rappresenta delle persone, e allora noi vogliamo unire tutto quello che è stato diviso e siccome c’è un attacco a tutto ciò che è sociale, noi vogliamo unire proprio il sociale, c’è un’idea della politica che sta prendendo piede in questo Paese e sta togliendo rappresentanza a tutto ciò che è sociale. Noi partiamo da lì, si tratta di unire il popolo, di unire tutto quanto è sociale. Io non mi sto allargando dal mio compito sindacale, ma proprio per rappresentare i metalmeccanici ho bisogno di fare questo lavoro. Quando si parla di metalmeccanici si va dalla siderurgia all’informatica. In questo Paese drammatico le imprese hanno cambiato, siamo dentro appalti, subappalti, socio appalti, siamo dentro una trasformazione gravissima. Allora, se io voglio rappresentare una persona che lavora e che vuole nel lavoro realizzarsi, ho bisogno non solo di tutelarlo nella sua condizione oggi sempre più difficile, ma ho bisogno di permettere a lui anche di discutere cosa produce, perché lo produce, che significato ha il suo lavoro, come viene valorizzato.. Io, nel rappresentare i metalmeccanici, voglio rappresentare anche la loro intelligenza e il fatto che sono dei cittadini che possono avere anche una idea di società. Io non voglio presentare alcun movimento. Una cosa di questo genere nasce non perché la decide Landini o la Fiom, ma se tutti i soggetti, se tutte le associazioni, se tutte le persone pensano che sia utile per migliorare la loro condizione. Io dico che in questa fase particolare, nel Paese, nel Parlamento, nel Governo, il mondo del lavoro e non solo del lavoro dipendente ma di tutte le forme di lavoro non è rappresentato. Oggi sono rappresentati altri interessi. Quando si arriva a cancellare lo statuto e i diritti dei lavoratori, quando si arriva a dire che una persona può essere licenziata se gli viene dato un po’ di soldi, siamo alla mercificazione del lavoro, stiamo tornando indietro di 150 anni e c’è una svalorizzazione complessiva. Io oggi sento la necessità di poter discutere per le persone che rappresento di che imprese ci sarebbe bisogno di fare. Bisogna ripensare tutto. Bisogna ripensare i prodotti, bisogna ripensare il Paese. E allora solo utilizzando l’intelligenza di chi lavora si può ripensare questo progetto. Oggi non c’è questa democrazia. Dentro le imprese le persone che lavorano non hanno questa possibilità di partecipare alle decisioni che vengono prese e che riguardano il loro futuro e il loro lavoro dentro la fabbrica e fuori dalla fabbrica, dentro gli uffici e fuori dagli uffici e allora, sì, io dico: il Governo ha fatto un’altra scelta, ha scelto di mettersi coi poteri forti, ha scelto di stare con Confindustria, ha scelto di attestare la logica europea. Questo secondo me sta dividendo il Paese, contrappone le persone e penso che sia sbagliato, perché se uno vuol cambiare veramente il Paese, lo deve fare con la maggioranza di quel Paese, che sono quelli che lavorano, che pagano le tasse, che si fanno il mazzo dalla mattina alla sera. Questi non sono rappresentati e anzi Renzi con noi non vuol discutere. Secondo me, Renzi non sta cambiando il Paese, lo sta peggiorando. Io non voglio sostituirmi a qualcun altro. Voglio fare il mio mestiere.
Sono critico anche sulla riforma costituzionale. Ci sono cose che non capisco. Se il Senato non funziona, che lo tolgano! Ma una cosa più radicale che io penso è questa: siamo di fronte a un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale dalla Consulta. La Costituzione di questo Paese quando fu fatta vide il popolo italiano che elesse una Assemblea Costituente che aveva il compito di fare una Costituzione. Se uno vuole davvero cambiare la Costituzione, può essere legittimo, allora si faccia lo stesso processo! Si elegga una Assemblea Costituente, si apra nel Paese una discussione sul perché lo si fa, non che le decisioni vengono prese non si capisce dove, in quali patti, non si capisce per ritornare a che cosa e alla fine con un concentramento del potere che non ha precedenti. Noi rischiamo che un partito che ha la minoranza nel Paese abbia la maggioranza e che possa cambiare il Paese, questa non è democrazia! E in un Paese dove ormai la maggioranza dei cittadini a votare non ci va più.. Noi siamo di fronte a fenomeni nuovi. C’è stato Renzi. C’è stato Grillo. C’è stato Salvini. Ma qual è il dato che sta emergendo? Che la maggioranza degli Italiani a votare non ci va. E anche i fenomeni nuovi della politica non hanno recuperato la partecipazione. La gente non si sente rappresentata ed è sola. Questo è il tema che io voglio affrontare. E siccome molto spesso nel lavoro che faccio vedo le persone che si sentono sole, che stanno perdendo il lavoro, che sono in difficoltà e non si sentono rappresentate, questo mette in discussione la democrazia. E allora sono rappresentante di un sindacato, ma lo penso come un soggetto politico, che ha le sue idee, che ha una sua autonomia, che è indipendente dai partiti. Penso che anche il sindacato deve cambiare. Anche noi siamo in crisi. Il mondo del lavoro è cambiato. E di fronte a un simile processo di cambiamento credo che tutti dovrebbero essere disponibili…A me la parola rottamazione non è mai piaciuta. Io penso che i cambiamenti si fanno attraverso la partecipazione delle persone. Rottamare e basta senza dare degli incentivi è poco. Noi stiamo pagando il fatto che non c’è una politica industriale. Stiamo anche svendendo pezzi importanti, si pensi alla svendita di tutto il settore dei trasporti. Parlare di politica industriale, oggi, significa anche affrontare delle contraddizioni. Pensiamo solo all’Ilva, al problema di cosa significa oggi produrre senza inquinare. Quali sono i prodotti, quali sono le innovazioni che oggi servono?
E’ la FIOM che fa questa proposta e non Landini. Prima di mettere in moto tutto e di parlare con le associazioni con cui in questi anni abbiamo lavorato, questa proposta è stata discussa in tutti gli attivi regionali. Noi abbiamo fatto riunioni di tutti i delegati e le delegate metalmeccanici, quelli eletti nelle fabbriche, parlo di migliaia di persone, in tutte le Regioni, poi abbiamo fatto una Assemblea Nazionale, e, sulla base di quel mandato, io, a nome di tutta la FIOM ho scritto a diverse associazioni con cui in questi anni abbiamo lavorato, tanti soggetti diversi che sono stati con noi nelle manifestazioni sul lavoro,e abbiamo discusso su cosa vuol dire mettere insieme diverse associazioni sulla base di programmi e obiettivi condivisi, in una discussione in cui ognuno mantiene la sua soggettività. Si tratta di capire se ci sono campagne comuni con obiettivi comuni.
Un tale processo si avvia se tutti quelli che partecipano sono d’accordo e se decidono assieme cosa fare. Io sto pensando a un processo davvero dal basso, democratico, costruito con la partecipazione delle persone. Punto. Io non arrivo lì avendo pensato a tavolino qualcos’altro. L’obiettivo è cambiare le politiche di questo Governo.
Deve essere chiaro un punto: non era mai successo nella storia della nostra Repubblica che un Governo cambiasse le leggi sul lavoro senza neanche discutere con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori. Non era mai successo, vorrei farvelo notare. Renzi si sta rifiutando di confrontarsi con le parti sociali. E si è messo d’accordo con Confindustria, sta ponendo la fiducia e non ascolta neanche il Parlamento. Io di fronte a un Governo che pensa di poter giocare a 360° da Berlusconi alla Fiom e di poter non rispondere a nessuno, io non sto a giocare sul terreno che vuole lui e mi pongo il problema che un processo di tale natura sta cancellando non Landini, non il sindacato, ma il diritto delle persone che lavorano di potersi collettivamente organizzare e di essere cittadini liberi anche dentro i luoghi di lavoro. Allora, siccome sono di fronte a un cambiamento e la crisi sta cambiando tutto, e nulla sarà come prima in questo Paese, penso che sia legittimo che nel rispetto dell’autonomia di ognuno, tutti i soggetti sociali che oggi rischiano di non essere rappresentati e di non contare niente, provino a ragionare.
Io poi parto da un punto di vista sindacale. Penso che questo fa bene al sindacato perché noi oggi non rappresentiamo tutti, siamo dentro la contrapposizione tra precari e non precari, ci sono anche cose nuove.. per es.
Ma è possibile che anche voi giornalisti non riusciate a guardare il mondo altro che dal punto di vista dei partiti? Ma chi se ne frega di fondare un altro partito?
Il problema è che oggi tanti lavoratori dipendenti o tanti precari o tanti lavoratori che hanno forme di lavoro autonomo non hanno una rappresentanza. L’altro punto è che i governi di questi anni ha messo in contrapposizione queste persone tra loro. Viste le leggi che sono state fatte, io come sindacato mi chiedo: come faccio a cambiare leggi fatte in questo modo da un Governo che si rifiuta di discutere le leggi che fa? Come faccio a far ripartire gli investimenti? Come faccio a combattere la criminalità? Per cui, accanto all’azione sindacale che voglio fare, vedo la necessità di costruire un’azione di consenso, una cultura, una pratica nei territori, nei luoghi di lavoro, anche fuori dai luoghi di lavoro, che siano in grado di costruire un’altra idea di azione, un’altra cultura, un altro consenso.
Noi come CGIL stiamo preparando un’altra idea di Statuto dei lavoratori perché il Governo lo sta cancellando. A quel punto o il Parlamento intende affrontare queste richieste, oppure, se non vuole neanche discutere con gli interessati, userò il referendum per cancellare delle leggi sbagliate. Io penso ad azioni dal basso, nei territori, in ordine a una serie di diritti che oggi sono negati. Faccio altri es. Sai quante volte in assemblea mi sento dire: io non posso curarmi perché non ho i soldi per pagare i ticket. Oppure: non posso mandare i figli a scuola perché non posso pagare i loro studi. Allora, il diritto alla salute e alla scuola sono diritti costituzionali e se io sto dentro uno schema classico, non affronto questo tipo di problema. Devo essere in grado di contrastare questi processi. E’ fare politica questo? Sì. E’ fare un partito? No.
Il sindacato deve tornare a fare politica ed essere un soggetto politico.
E se non si cambia la Comunità Europea non si va da nessuna parte.
Le riforme costituzionali non ci piacciono e non piacciono alla CGIL. Io penso che la nostra Costituzione vada pienamente applicata e se qualcuno la vuole modificate, elegga un Assemblea Costituente, questo sarebbe il modo democratico per poterlo fare altrimenti siamo in un altro quadro.
L’elezione di una Assemblea Costituente non fu solo un fatto che mise persone capaci in Parlamento, ma promosse una discussione nel Paese. C’era un mandato, c’era un percorso, c’era una idea. Oggi vedo il rischio che venga snaturato quel processo.
Io non sto con questo o quello, io sono d’accordo sulle cose secondo il merito. Queste cose le sto discutendo da due mesi e mezzo in Fiom e CGIL e non c’è nulla contro.
Noi abbiamo fatto delle mobilitazioni e degli scioperi, il governo se n’è fregato, coi sindacati non ha mai parlato ed è andato avanti mettendo la fiducia. Per questo sono necessarie altre iniziative oltre lo sciopero. Se Renzi pensa di andare avanti fregandosene di ciò che pensa la gente e risponde ad altre logiche si presenta un fatto nuovo che fa sorgere la necessità di contrastare questo modo di fare anche con iniziative diverse dalle manifestazioni e dagli scioperi.
Io sono stato d’accordo con tante scelte iniziali di Renzi come gli 80 euro o la tassazione delle rendite finanziarie, ma ad un certo punto lui ha privilegiato le scelte europee che lo portavano a tagliare diritti e lo avevo avvertito che questo avrebbe aperto un contenzioso col sindacato. Il Governo non sta affrontando la lotta vera contro l’evasione, contro la corruzione, contro la disoccupazione rilanciando un piano di investimenti, è chiaro che a quel punto si è determinata una valutazione diversa. Non c’è mai stato un pregiudizio pro Renzi o contro Renzi. Valgono le politiche. Vale il merito dei problemi. Oggi siamo di fronte a una svalorizzazione del lavoro. Se passa l’idea che uno per lavorare deve accettare qualsiasi cosa, questa è una regressione assurda. Il lavoro o ha dei diritti o non è lavoro, è schiavismo.

Nel 2014, gli iscritti al Pd sono stati 366.641
La Fiom ha 350mila iscritti
Al 2012 La CGIL rappresentava la maggiore confederazione sindacale italiana, con poco più di 5 milioni e 700 000 iscritti di cui quasi 3 milioni di pensionati.
Il 52% degli iscritti, ovvero 2.996.123, erano pensionati che aderivano al Sindacato Pensionati Italiani
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ERRI DE LUCA
“Consiglio”

Fai come il lanciatore di coltelli, che tira intorno al corpo.
Scrivi di amore senza nominarlo, la precisione sta
nell’evitare.
Distràiti dal vocabolo solenne, già abbuffato,
punta al bordo, costeggia,
il lanciatore di coltelli tocca da lontano,
l’errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di
mancarlo.

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Dino L
Oggi il mio capo (piddino) mi ha detto:
quando muore Silvio vi regalo una giornata di ferie.
Io gli ho risposto: quando muore Matteo lavoro gratis una settimana.
Si è offeso.
Fantastici piddini.
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Che la Camusso lavori per lo stipendio è una emerita boiata, credo prenda 3.400 euro al mese e Landini 2200.
Non confondiamoci con Bonanni!
Bonanni, oltre a percepire una pensione da nababbo (8.593 euro lordi al mese), dal 2006 ha beneficiato di incrementi salari notevoli. Dai 118.186 euro del 2006 fino ai 336mila euro di pochi mesi fa. Insomma, Bonanni, oltre a superare abbondantemente il tetto per i manager pubblici, nel suo ultimo anno guadagnava più del presidente americano Barack Obama (che percepisce circa 275mila euro).Nel 2007, infatti, la retribuzione complessiva dichiarata all’Inps è di 171.652 euro lordi annui. Che aumenta ancora nel 2008: 201.681 annui. L’evoluzione è spettacolare, gli incrementi retributivi di Bonanni sono del 45% e poi del 17%. Ma la progressione continua: nel 2009, la retribuzione è di 255.579 (+26%), nel 2010 sale “di poco” a 267.436 (+4%) mentre nel 2011 schizza a 336.260 con un aumento del 25%”, si legge sul quotidiano di Padellaro. Come se non bastasse, Bonanni è riuscito a sfuggire sia alle modifiche introdotte nel 1995 dalla riforma Dini sia dalla riforma Fornero.


(Mario De Biase)

ERRI DE LUCA
“Legno”

Una barca da pesca, le traversine in rovere della
ferrovia
le botti sfruttate dal vino, i manici di arnesi,
l’aratro, la chitarra, il legno tenuto per il pugno
dissanguato di resina e unto dal maneggio:
di questa materia seconda va fatto l’altare.

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LA DEMOCRATURA
Viviana Vivarelli

Penso a quanti sui blog auspicano, in preda a raptus demoniaci, l’estinzione dei 5stelle come di qualunque opposizione democratica, per lo strapotere di un centro unico e monopolista che trovi la strada spianata per tutti i suoi abomini. Si rendono conto o no che questa è una dittatura fascista della peggiore specie?
Penso a Bersani che ‘il giorno dopo’ che i cittadini italiani con referendum avevano al 97% detto No alla svendita dell’acqua pubblica, ‘riproponeva’ una legge per darne ‘di nuovo’ la gestione ai privati e a questi partiti che dopo 4 anni dal referendum non hanno ancora applicato la sua scelta contro ogni legge e precetto. Come non hanno mai applicato il referendum con cui il popolo diceva NO al finanziamento pubblico dei partiti. Penso a Renzi che ha rimesso la svendita dell’acqua pubblica già nel primo programma della Leopolda assieme alla privatizzazione a 360° di tutti i servizi pubblici e alla distruzione progressiva dello stato sociale a vantaggio dei servizi e dell’assicurazione privata. Penso a Zanda che ha avuto la faccia di proporre una legge per chiudere ai 5stelle l’accesso al Parlamento per eliminare ogni opposizione!! Penso alla ghigliottina con cui l’opposizione intera è stata stroncata per far passare gli 8 miliardi di regalo alle banche. O ai 34 voti di fiducia di Renzi che hanno annientato i poteri del Parlamento. Addirittura la fiducia chiesta sulla parola in mancanza di testo scritto per la Finanziaria. O al tentativo di Napolitano di riscrivere mezza Costituzione con una dozzina di accoliti ai suoi comandi, in tre giorni di vacanza in un hotel termale per ubbidire alla Goldman Sachs che diceva che l’Italia aveva ‘troppa’ democrazia! Penso al tentativo di depenalizzare l’evasione fraudolenta per un 3%. Alla porcheria dell’Italicus che aggrava gli elementi già incostituzionali del porcellum, alle sue liste di nominati, al suo abnorme premio di maggioranza, per cui chi ha coi voti nazionali 44.000 voti più del 2° partito, viene annullato in parlamento, mentre il 2° arrivato si becca 147 seggi in più. Ai 37 mesi che sono già trascorsi e in cui non hanno voluto far passare la legge anticorruzione richiesta dall’Europa e dal senso comune, in cui hanno continuato a mantenere la depenalizzazione del falso in bilancio e dell’autoriciclaggio o le vergognose prescrizioni che annullano ogni anno decine di migliaia di processi a cui Renzi ha aggiunto ora anche la non carcerazione sotto le pene di 5 anni e la ricandidatura di personaggi obliqui già condannati per reati contro lo Stato. Penso al patto infame con Berlusconi su cui si continua a mentire mentre si tenta di vendergli addirittura la televisione pubblica. Penso all’orrore del Jobs Act, alla finta abolizione delle Province più nutrite e costose che mai, alla finta abolizione del Senato che resterà come un club governativo dove saranno ‘nominati’ i peggiori riciclati dalle Regioni. Penso alle mani del Governo che si allargano sulla Consulta, sulla Corte dei Conti, su tutti gli organi di controllo mettendoli in mano ai controllati. Penso a un Pd che senza nemmeno une fievole reazione umana ha accettato la distruzione progressiva dei diritti del lavoro, dalla riforma Fornero al Job Act, senza porre un limite alla sua ignominia e al suo tradimento degli elettori. Non riesco nemmeno ad accettare di lontano che una persona di media intelligenza e coscienza che si trovi davanti simili orrori non vomiti e non reagisca violentemente. Mi sembra di vivere in un incubo: un paese diviso tra una moltitudine di zombi e pochi criminali che li muovono a comando senza alcun rispetto della loro vita, dei loro diritti, della loro dignità e del loro futuro.
E trovo intollerabile, antidemocratica e razzista la campagna di insulti, menzogne, squalificazione permanente, emarginazione mediatica e prostituzione della verità che è stata messa su da 4 anni almeno (una vera campagna razzista) contro chi, come i 5stelle, tenta di riportare l’Italia a forme di democrazia allargata contro il progressivo accentramento di potere malvagio di un Renzi che, dopo il tentativo di sultanato berlusconiano, sta instaurando una ‘democratura’, cioè un regime che ha solo poche apparenze di democrazia ma prosegue imperterrito e quasi senza oppositori un’opera maligna e feroce di distruzione della sovranità popolare, della Costituzione democratica, dell’equilibrio dei poteri, delle scelte dei cittadini, dei diritti civili e del lavoro, dello stato sociale, del diritto alla vita, del futuro di intere generazioni.
La democratura è un regime a metà strada tra democrazia e dittatura e con Renzi e questo infame Pd di cagasotto e poltronisti si sta avvicinando ogni giorno di più più alla dittatura di uno solo, spalleggiato dalle peggiori forze della Nazione: Confindustria, corrotti politici e sociali, succubi di partito, grandi evasori, banchieri da derivati e cosche di malaffare, mafia della Pubblica Amministrazione, politicanti falliti e giornalai venduti, infine i cittadini peggiori, a cui si unisce per nostra disgrazia un 25% di vecchi inabili a capire e di analfabeti politici ed economici incapaci di imparare, e una percentuale di fanatici settari, che sostengono anche loro, ognuno a suo modo, l’arrivismo più bieco, la svendita di ogni coscienza morale, l’attaccamento al potere di una cricca ignobile cinica, distruttiva e senza dignità… con a capo questa macchietta mostruosa di venditore di pentole, questo Renzi fantoccio, messo su e sostenuto da fuori non solo dagli interessi degli USA e delle sue 4 principali banche d’affari, ma soprattutto dalle tre forze antidemocratiche della Troika che operano per la distruzione dell’Italia allo stesso modo e con le stesse ricette e persone (vd Padoan) con cui hanno distrutto Argentina e Grecia. Qualcuno mi spieghi perché le economie e le politiche dei Paesi europei, chiamati ancora democratici, devono sottostare ai diktat di un potere oscuro come il Fondo Monetario che nessun cittadino europeo ha mai eletto, sul cui operato nessuna volontà popolare può nulla, che è l’organo esecutore degli interessi e della corsa di dominio di 200 famiglie di magnati in massima parte americani, il cui unico scopo è di annientare le conquiste sociali, civili e del lavoro realizzate dai popoli europei in 150 anni, con l’intento di riportare l’Occidente a un sistema feudale, un vero neofascismo economico dal classismo spaventoso, dove i potenti diventano sempre più ricchi e i poveri diventano sempre più carne da macello e servi della gleba? Il regresso storico e civile che questi capi di malaffare stanno realizzando sull’Europa ha qualcosa di apocalittico e spaventoso. E’ una vera banda criminale. E il peggio è che tutto il sistema di informazione europeo sta collaborando potentemente per compiacere i nuovi imperatori, sottoponendo i popoli a un vero lavaggio del cervello, paragonabile a quello che Hitler realizzò nella Germania nazista, con tutto un analogo codazzo di servi e squadristi per contratto o vocazione.
Ha ragione Landini quando dice che oggi il disfacimento dei partiti, delle ideologie, delle democrazia ci sta spaventosamente davanti agli occhi e sbaglia chi continua a perdere tempo coi distinguo fissandosi sulle minime divergenze, mentre interi popoli stanno orrendamente regredendo e dovremmo tutti oltrepassare le divisioni parcellizzate, gli obsoleti steccati e gli individualismi solipsistici per unirci, oltre ogni gretta divisione settaria, nella ricerca di ciò che ci unisce, nei concreti scopi dell’umanità tutta intera, comprendendo, finalmente, che chi ancora insiste sulle piccole divisioni ideologiche, sulle minuzie divisive, sugli attaccamenti ideologici del passato, fa il gioco dei potenti e favorisce, con la nostra polverizzazione, la loro strage di umanità.
Il termine ‘democratura’ fu coniato anni fa dallo scrittore croato Predrag Matvejevic, per indicare quei regimi, formalmente democratici ma in realtà oligarchici, che presero nell’est europeo il posto del socialismo reale. Oggi ciò a cui ci riferiamo è il pericolo gravissimo che ci sovrasta e saremo perduti se non faremo qualcosa.


(Tomasz Tomaszewski)

Annamaria
Le mani sulla Costituzione.
Le mani sul Parlamento. Con il mix Italicum &riforma del Senato.
Le mani sulla giustizia: legge sulla responsabilità civile dei giudici.
Le mani sull’informazione: la Rai alle dirette dipendenze del governo.
Le mani sui diritti del lavoro.
Le mani sulla sovranità popolare
Perché tutto possa procedere senza intoppi, è essenziale, anzi, fondamentale che il popolo ‘sovrano’ non sappia, non conosca, non capisca, non prenda coscienza : non ci vuole molto, basta martellarlo a reti e testate unificate, 24 ore su 24, di annunci roboanti, promesse strepitose, menzogne sbandierate come verità. Confondere, frastornare, ingannare, negare la conoscenza: è questa la ‘pedagogia’ praticata dalle nostre parti.
E in tutto questo, in questo processo violento di restaurazione autoritaria che va avanti dal 2011, la responsabilità di Napolitano e dei partiti tutti, Pd in testa, è a mio avviso gravissima. “Le mani legate di Sergio Mattarella”, è la riflessione lucida e disperante di Antonio Padellaro sul nuovo corso autoritario voluto e costruito da Napolitano e portato a un punto tale che il nuovo Presidente sarà impotente e non potrà fare nulla per evitare lo scempio.
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ALESSANDRO GILIOLI
“NOI E PODEMOS”

Le somiglianze programmatiche (ma anche cognitive e generazionali) tra Podemos e M5S sono numerose: il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini dal basso, l’approccio postideologico, il superamento del dualismo cdx-cds, la contrapposizione ai poteri finanziari e alla Troika, l’attenzione estrema per i problemi ambientali e per le lotte locali, l’uso della rete per scegliere i candidati alle cariche pubbliche, l’autoriduzione degli stipendi degli eletti, lo sdegno per i privilegi della casta, la fermezza più assoluta contro la corruzione, la trasversalità di classe e altro ancora.
Tuttavia, anche le differenze non mancano: «In Italia, Beppe Grillo e il suo movimento sono stati molto positivi nella fase destitutiva del vecchio regime, ma si sono rivelati insufficienti nella fase costitutiva», dice uno degli ideologi di Podemos, Juan Carlos Monedero. «Questa infatti esige un’approfondita diagnosi sociale, una lettura economica e culturale del passato recente e del presente: una cosa che manca al Movimento 5 Stelle. Ma noi siamo diversi dal partito di Grillo anche perché proveniamo dal troncone della emancipazione sociale spagnola e internazionale, loro no».
Ciò nonostante, le occasioni di collaborazione al Parlamento europeo non mancano, soprattutto nella contrapposizione alla Troika e alle “larghe intese” di Bruxelles: «Lavoro molto bene con alcuni di loro», dice l’eurodeputata Tania González, «e ci troviamo d’accordo su molte cose, specie economiche e ambientali. Su altre invece siamo lontanissimi, come sul tema dell’immigrazione, che per noi è una questione dirimente. Credo che Grillo abbia interpretato bene lo scontento, da voi, ma poi non sia andato oltre».
Ma c’è di più, come dice Pablo Gomez Perpinya, responsabile di Podemos Pozuelo: «Il nostro partito non condivide per nulla l’euroscetticismo di Grillo: noi, al contrario di lui, crediamo che l’Europa sia l’unica strada attraverso la quale passa la possibilità del recupero della sovranità da parte dei cittadini. Pensare a un ritorno alla sovranità su base nazionale è un’illusione o tranello».
In Podemos infatti non si parla di uscire dall’euro – nemmeno come ipotesi – ma di «cambiare le istituzioni europee rendendole espressione dei cittadini anziché delle élite». Il fatto è che «il M5S ha tentato di dare una soluzione solo tecnica a una questione politica e sociale», sostiene Guillermo Zapata del Patio Maravilla: «Offre un protocollo – la partecipazione dal basso – ma non propone una risposta politica da metterci dentro. L’idea di aprire l’architettura del potere ai cittadini è giunta, tuttavia da sola non basta, resta vuota».
Ma le differenze tra M5S e Podemos non riguardano solo la cultura politica, le tradizioni di provenienza e l’europeismo. Anche le prassi, tra le due forze, sono diverse: basti pensare al fatto che per la certificazione delle sue consultazioni on line Podemos utilizza tre diverse società esterne, mentre in Italia sono gestite direttamente da Casaleggio. Inoltre a Podemos nessuno ha mai pensato di usare le votazioni via Web per espellere qualcuno, anzi gli attivisti spagnoli aggrottano le sopracciglia parlando di Grande Fratello quando vengono a sapere di questa usanza pentastellata.
Per quanto riguarda il modello organizzativo, quello di Podemos prevede l’elezione di vertici locali e nazionali, quindi di rappresentanti ufficiali nelle cariche di partito, cosa che in Italia il M5S ha sempre escluso. In Podemos le cariche sono definite e strutturate tanto a livello locale (comune, provincia, regione) quanto nazionale, con un segretario generale (Iglesias), un numero due (Íñigo Errejón) e così via, tutti eletti con apposita votazione on line dagli iscritti al termine di un congresso che si è tenuto “fisicamente” (mentre il M5S non ha mai fatto un congresso nazionale); va tuttavia specificato che anche in Podemos il congresso ha funzione solo di dibattito mentre la sovranità degli iscritti si manifesta via web. A proposito di Internet, è vero che anche Podemos, come il M5S, ne fa un uso robustissimo per la comunicazione virale dei suoi punti di vista, ma questo non viene considerato alternativo ai vecchi mezzi di comunicazione bensì del tutto complementare: è raro che un esponente o attivista di Podemos rifiuti la partecipazione ai talk-show o un’intervista a una televisione; anzi, le persone più in vista del partito considerano essenziale esserci capillarmente nei media che entrano nelle case di quella vasta fascia di popolazione non raggiunta dai blog e dalla Rete.
Infine, anche la questione delle possibili alleanze viene vista da Podemos con più laicità e possibilismo rispetto al niet del M5S: «Difficilmente a novembre avremo la maggioranza assoluta quindi non è escluso che ci troveremo a concludere qualche accordo di scopo con altre forze politiche», dice Carolina Bescansa, tra i fondatori del partito, e questa è la stessa formula che si sente ripetere anche tra gli attivisti dei circoli di base. L’importante, si aggiunge, è che le trattative avvengano alla luce del sole, che il grosso del programma di Podemos venga accettato dai possibili alleati e che ad accordo concluso questo sia sottoposto a un referendum tra gli iscritti prima di fare il governo.


(Michael Vahle)

OBIEZIONI ai post di commento a Gilioli
Viviana Vivarelli

Che la spinta del M5S si stia esaurendo è una speranza di alcuni, non solo è al 19,9% ma sta risalendo, datevene pace! Quello che sta proprio sparendo è qualunque imitazione italiana di partiti greci o spagnoli.
In quanto all’opposizione di Grillo all’Europa, anche questa è un’idea peregrina.
Lascio parlare Grillo. Gli chiede Travaglio: “Chi decide come si vota sull’euro, sulla politica estera, sulla cittadinanza, sull’immigrazione, sulla bioetica e le altre grandi questioni di principio?” E Grillo risponde: “Appunto: questioni troppo grandi perché possa decidere un partito, o un non-leader. Faremo referendum popolari propositivi. In Svizzera fanno così da 200 anni. Lo so, è difficile. Ma è difficile anche continuare così.”
Grillo è contro le assurde regole della Troika, non contro l’appartenenza all’Europa. Fatevene una ragione.
Inutile insistere a parlar male di Farage. Ricordo che nel Parlamento europeo Podemos ha votato contro la richiesta del M5S di far dimettere Juncker. Ricordo che Podemos è andato al potere alleandosi con la destra. E sempre nel Parlamento Europeo i 5stelle hanno votato a favore degli immigrati e non come Farage. In Italia, che se il reato di clandestinità è stato tolto, ciò è stato per merito dei 5stelle. Per cui, da dove viene questa balla dello scimmiottamento della Lega nel suo odio contro gli immigrati?? Tentate qualche forma di razzismo inesistente ch giustifichi la vostra bile?
E mi sembra poi di una stoltezza infinita che si continui a parlare di Bersani quando Bersani stesso ha dichiarato pubblicamente: “Io allearmi con il M5S?? Non sono mica scemo!” Bersani ha rifiutato in blocco tutti i 20 punti del M5S. Ha rinnegato persino il reddito minimo di cittadinanza dopo che lo aveva sbandierato nel programma del Pd alle politiche e in aula ha votato contro mentre ha votato a favore di tutte le sconcezze di Renzi. E ancora qualcuno nomina Bersani??? Il Bersani che ha votato “senza se e senza ma” il pareggio di bilancio in Costituzione?? Il Bersani che ha votato ‘senza se e sena ma’ la riforma Fornero? Il Bersani che ha votato senza battere ciglio qualunque distruzione dei diritti dei lavoratori prima con Monti e poi con Renzi??? Ma ci rendiamo conto di quello che si chiedeva col voto a occhi chiusi a uno come Bersani che ha svenduto l’Italia alla Troika???? ma ancora con questa barzelletta di Bersani???? Possibile che non si riesca a capire che il patto con Berlusconi esisteva da 23 anni???
Alcuni continuano a farsi le pippe con un comunismo inesistente, ma poi non battono ciglio se Tsipras si allea alla destra o se Podemos si astiene dal votare contro Juncker che rappresenta tutta una casta di malfattori che nascondono il denaro rubato ai popoli dai grandi evasori fiscali. Ma di quale comunismo stanno parlando?
Ho addirittura letto che un partito come il M5S in Spagna non sarebbe mai stato permesso dalla stampa, ma di che sa questa uscita fuori di cervello? E cosa avrebbe fatto di tanto illegale il M5S per essere rifiutato come illegale?? E perché poi sarebbe una buffonata se non fa che proporre anche per l’Italia il modello di democrazia diretta che esiste e funziona benissimo da 30 anni in Svizzera?? Forse che la Svizzera è un covo di terroristi e di illegali? Forse che gli Svizzeri sono dei buffoni?
Circa poi il paragone tra stampa spagnola e italiana, ce ne vuole di cecità sugli occhi per fingere di ignorare l’attacco costante, inconsulto e feroce che tutti i nostri media, l’Unità in testa, hanno sempre usato contro il M5S.
Ma perché questi ex sinistrini con a capo Gilioli ci tengono tanto a decantare Podemos, bistrattando il M5S che dopo tutto gli somiglia ed è nato pure prima? Perché continuano a cullarsi nell’infinita illusione che Podemos sia un partito comunista! E non c’è stupidaggine più grande! Visto anche che il loro motto è “Andare oltre sinistra e destra”, che è poi anche il motto di Grillo. E perché se lo dice Iglesias applaudite e se lo dice Grillo vi stridono i denti? Perché continuate a nutrirvi di differenze e di estremismi e tentate di differenziarvi dal M5S in ogni modo insultandolo e inventandogli patenti fasulle? Allora non avete capito nulla del grande concetto di base di Podemos: “Cercare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide!”? mentre a sentire voi la sx italiana morirà continuando a cercare fasulle divisioni e cullandosi in un estremismo micidiale e suicida.
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MATRIMONI OMOSESSUALI
Romanelli (Sel)

“Dal Parlamento Europeo una nuova lezione di civiltà e un invito pressante ai paesi arretrati e inadempienti, come l’Italia, a rispettare i diritti umani e civili”.
“Il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza (390 voti a favore, 151 no e 97 astensioni) il Rapporto annuale sui diritti umani, che comprende tra l’altro la posizione, nettissima, di Strasburgo sui matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il Parlamento europeo “incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell’Unione europea a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili”. E’ una presa di posizione molto importante perché si mette da parte il principio di sussidiarietà e si invitano gli Stati membri a seguire o copiare quei paesi, ormai 17, l’ultimo la Slovenia, che si sono dotati di legislazioni in materia. Un invito particolarmente pressante per l’Italia, che ha una nota riluttanza e difficoltà su questo argomento” – dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sel.
“Spero che anche nel nostro Paese si possa iniziare a passare dalle parole ai fatti e che quello che viene finalmente riconosciuto come uno dei diritti umani e civili venga rispettato da tutti, al netto delle proprie convinzioni etiche o morali. Mi aspetto, dopo questo pronunciamento, che manifestazioni di pensiero oggettivamente omofobe, non trovino più alcuna cittadinanza all’interno delle Istituzioni democratiche, fondate, come scritto nella nostra Costituzione, sul riconoscimento, la tutela e la promozione dei diritti umani e civili. Personalmente, dopo questo pronunciamento, non sarò disposto a tollerare nelle Istituzioni alcuna iniziativa ambigua in questo senso” – conclude Romanelli.


(Robert Mapplethorpe)

ERRI DE LUCA

Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

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DA DOVE PARTIRE PER INVESTIRE IN ITALIA
Viviana Vivarelli

Caro Berluscameno, io ti elogio sempre e copio spesso i tuoi lunghissimi articoli per il mio blog Masada, ma questa fissa che hai per l’edilizia privata proprio non la capisco. Gli Italiani sono il popolo che in Europa ha più case di proprietà. Il 76,6% delle famiglie italiane vive un una casa di proprietà. Oggi l’edilizia privata è ferma e non si può resuscitare a comando, del resto ci basta la bolla edilizia spagnola a farci desistere dal proseguire su questo campo inquietante. Ma a chi le vendi le case, poi, se i disoccupati aumentano, se Renzi vuole precarizzare tutti, se le banche non danno mutui ai precari e se la vendita immobiliare è ferma da anni?
Renzi aveva parlato di ripristino e recupero ambientale del territorio e poi non ne ha fatto di nulla, si pensi solo a quanto lavoro sarebbe stato prodotto col ripristino e la messa in sicurezza dei fiumi, si pensi solo a quanto sono state ridicole e grottesche le sue promesse sul ripristino idrogeologico della Liguria, regione altamente dissestata proprio grazie all’incuria del Pd (e quei fessi di Liguri con la Paito hanno poi rivotato una delle maggiori colpevoli di questa incuria disastrosa, questo tanto per sottolineare la coazione a ripetere degli elettori del csx e non parliamo poi della sinistra cosiddetta estrema dinanzi a Vendola e alla catastrofe di Taranto!). Sono 50 anni che la Liguria è governata dalla sinistra e i suoi elettori continuano testardamente a votarla malgrado la malagestione e l’abbandono sistematico del territorio!!
Per mettere in sicurezza i fiumiciattoli liguri basterebbero 40 miliardi. Su 4000 interventi necessari ne sono stati realizzati 100 !! Non sono stati spesi nemmeno i 2,4 miliardi stanziati dal ’98. Tra il 2009 e il 2012 solo 1 miliardo è stato destinato al territorio, la stessa cifra pagata dalle Regioni per le indennità dei loro assessori, ma Renzi ha la faccia di dire che i soldi non ci sono mentre regala miliardi alle autostrade, alla slot machine, alle armi e tenta di far passare il 3% di abbuono sulla frode fiscale che costerebbe 16 miliardi alle casse dello Stato.
Renzi aveva promesso anche il ripristino degli edifici scolastici e non ha fatto quasi nulla, pur sapendo che 24mila istituti, su un totale di 41mila, hanno impianti fuori uso e che più della metà delle scuole presenta gravi carenze strutturali negli impianti elettrici, idraulici o termici. Per ben 17 anni il Miur non ha monitorato le scuole in Italia e non esiste nemmeno un quadro aggiornato della situazione. Fino a oggi si è andati avanti a colpi di emergenze, promettendo interventi dopo il crollo di una scuola o dopo i danni di un terremoto. E questo malgrado solo nel 2014 siano stati più di 40 gli eventi a rischio nelle scuole italiane. Senza parlare dell’amianto: ci sono almeno 2.400 scuole con rischio amianto e dunque rischio di mesotelioma.
Per tutto questo io penso che si possa produrre lavoro senza venire a parlare di edilizia abitativa, e ormai, dato il procedere della crisi, e con 6 milioni di disoccupati e milioni di sottopagati o precari a rischio licenziamento facile, si dovrebbe guardare ad altri tipi di opere e non certo all’edilizia abitativa.
In quanto alle esose e sfacciate opere pubbliche, matrici solo di ricarichi e mazzette, posso solo riproporre per l’ennesima volta quello che gli Statunitensi praticavano già prima della guerra: una legge semplicissima con cui chi si prende in carico un lavoro pubblico, è impegnato mani e piedi al rispetto del contratto e se sfora i tempi o i costi o peggiora la qualità, viene condannato a pene gravissime che gli scorticano la pelle o lo mandano in carcere, così che vergogne come la Salerno-Reggio Calabria non dovrebbero nemmeno essere pensate. Ma siccome da 23 anni siamo nelle mani di corrotti del cdx e del csx della stessa feccia che hanno pensato solo a tutelare e assolvere i corrotti e a lasciare nelle loro mani le redini del Paese, posso solo auspicare l’avvento di una democrazia dal basso che sbatta fuori tutti questi corrotti, coi loro partiti delinquenziali, e mando a spasso il milione e 300.000 parassiti che sul potere irreale dei partiti italiani ci campano da generazioni.
Poi voi potete farvi le pippe con gli Ingroia, gli Tsipras, gli Iglesias, e tutti i partiti di importazione del mondo, che prendono solo pochi voti di nostalgici impenitenti, continuando a insultare i milioni di Italiani che hanno votato il M5S e vogliono governarsi finalmente da soli, eliminando gli attuali partiti di magnaccioni! Ma non lo capite che siamo messi così male che aumentare i partitini oltre i 120 che già abbiamo o venire a scrivere sciocchezze sulle promesse roboanti di Renzi o credere ancora che il partitino nuovissimo di sx sia meglio dei precedenti, è zavorra inutile, massa di chiacchiere che non porta avanti di un centimetro questo disgraziato Paese?


(Jean Saudek)

ERRI DE LUCA
Volti

Chi ha steso braccia al largo
battendo le pinne dei piedi
gli occhi assorti nel buio del respiro,
chi si è immerso nel fondo di pupilla
di una cernia intanata
dimenticando l’aria, chi ha legato
all’albero una tela e ha combinato
la rotta e la deriva, chi ha remato
in piedi a legni lunghi: questi sanno
che le acque hanno volti.
E sopra i volti affiorano
burrasche, bonacce, correnti

e il salto dei pesci che sognano il volo.
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EVOLUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO
Alessio Santi

Evoluzione del debito pubblico italiano dal 2002, anno di introduzione dell’euro, a oggi: 2001 1368 miliardi di €
2005 1514 miliardi
2010 1843 miliardi
2011 1906 miliardi
2012 1990 miliardi
2014 2150 miliardi di euro di debiti… e ora siamo al redde rationem, perché il debito è aumentato e l’economia è crollata, con un rapporto debito/pil di oltre il 130 % e interessi sul debito pubblico di 90 miliardi di euro l’anno da pagare e che si aggiungono di anno in anno al debito in conto capitale, ai 2150 miliardi di debito.
Dove vogliamo andare? E chi ha voluto questo default? Dove erano la sx è la dx? A spartirsi gli ultimi affari di una Italia corrotta?
L’euro è stato introdotto nel gennaio 2002, il debito pubblico era di 1358 miliardi e, a detta di Prodi, doveva farci lavorare un giorno in meno e guadagnare come se lavorassimo un giorno in più… Poi abbiamo visto tutti cosa ha voluto dire questa gabbia dell’euro per la nostra economia, con la Germania che ha esportato di tutto e di più e con noi, dentro la gabbia che, non potendo svalutare la moneta per essere competitivi con la Germania (che è la prima manifattura d’Europa e noi la seconda) abbiamo svalutato il lavoro e i contratti di lavoro… Poi si sono aggiunte le importazioni di semilavorati dai paesi Low cost che ci hanno dato la botta finale, con tutti i distretti italiani a vocazione export che sono in crisi, sia che producano tessuti o macchine di qualunque tipo… Se la via industriale ci è preclusa non ci rimane che il turismo è la valorizzazione del l’immenso patrimonio culturale, monumentale, architettonico e paesaggistico, che farebbe del nostro Paese la metà preferita da tutti i ricchi del mondo… Cinesi compresi (che hanno 100 milioni di miliardari su una popolazione di 1,5 miliardi di persone) … E invece dove vanno a finire i soldi dello sblocca Italia?


(Alessandro Pierini)

MA MI FACCIA IL PIACERE (stralci)
Marco Travaglio

Una vita difficile. “Berlusconi torna in campo: ‘Ora capite cosa ho subìto’” (Il Messaggero, 12.3). In effetti, farsi decine di ragazzine alla volta dev’essere stata un’esperienza terribile. Peggio di Guantanamo.

Silviagra. “Berlusconi ha un carisma incredibile, dà una grande carica. Ricordo un colloquio con lui prima della finale di Champions League del 2003. Fu come un Viagra” (Gennaro Gattuso, ex calciatore del Milan, Radio24, 9.3). Molto opportunamente, per rivelarlo, ha atteso la fine del processo Ruby.

La scoperta dell’Isis. “Renzi: ‘Contro l’Is un piano per la Libia’” (la Repubblica, 14.3). “Vertice in Egitto, Renzi lancia l’allarme: intervenire in Libia prima che l’Isis vinca” (Corriere della sera, 14.3). Al Sisi: buono a sapersi, mo’ me lo segno.

Giubilo giubilare. “Lavoreremo quanto mai prima. Il Giubileo non può essere un problema, ma un’opportunità” (Ignazio Marino, Pd, sindaco di Roma, 14.3).
Buzzi e Carminati: “Mortacci loro, se ne approfittano solo perché siamo in galera”.

“Berlusconi assolto, chi paga?” (Giorgio Mulè, Panorama, 18.3). “Silvio assolto, ora chi paga?” (Libero, 11.3). “Berlusconi, quasi 5 milioni pagati alle Olgettine. Metà durante il processo” (la Repubblica, 14.3). Per ulteriori informazioni rivolgersi al ragionier Giuseppe Spinelli.

Volta&Gabbana. “W la famiglia fatta di mamma, papà e figli… Stefano Gabbana e Domenico Dolce si confessano… difendendo a sorpresa un’idea di famiglia tradizionale. Anzi, sacra” (Panorama, 18.3). Uahahahahahah. Casi umani. “Voglio un figlio da mia madre. Posso, tecnicamente, legalmente. La chiesa cattolica resta in silenzio” (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 14.3). Lo portano via. Che s’ha da fa pe’ magnà.

Le rivoluzioni – diceva Longanesi – cominciano in piazza e finiscono a tavola.

Passerà. “L’Italia non può più assorbire altri immigrati di livello medio-basso” (Corrado Passera, presidente di Italia Unica, 8.3). Si procederà così. Appena l’immigrato sbarca, un apposito incaricato di Passera gli domanderà: “Scusi, lei è per caso un immigrato di livello medio-basso?”. In caso di risposta affermativa, risalirà sul barcone.

Questi uomini, signora mia. “La prostituzione accertata ad Arcore? Ognuno nella vita fa nei propri gusti privati quello che gli pare… Tutti gli uomini, quando parlano di noi donne, o quando sono tra di loro, secondo lei cosa si dicono? Dicono che noi donne siamo intelligenti?” (Daniela Santanchè, FI, Le Invasioni Barbariche, La7, 11.3). Proprio tutti o solo quelli che la conoscono?

IL GATTOPARDO
Marco Travaglio

Renzi1: “A che punto è la rottamazione del vecchio?”.
Renzi2: “A buon punto. Ti mostro una slide con le linee guida:si governa con Alfano e Lupi, si fa un patto con Berlusconi e, se quello ti sguscia via, Verdini resta una certezza”.
Renzi1: “Verdini chi? L’unico politico più imputato di B.?”
Renzi2: “Ovvìa, non venirmi a fare il giustizialista. Ha 5 processi ma nessuna condanna: e la presunzione d’innocenza?”.
Renzi1: “Ma che cazzo c’entra? Mica devi sbatterlo in galera. Non devi fare accordi per non legittimarlo come politico. Non eri tu che chiedevi le dimissioni di Cancellieri e Alfano, neppure indagati, dal governo Letta?”.
Renzi2: “Appunto, mica dal mio. Basta strapotere delle toghe, ricordiamoci Tortora! Manca solo che io disturbi Alfano e Verdini: e poi la riforma costituzionale chi me la vota?”.
Renzi1: “Ah, stai riformando la Costituzione? Hai chiesto agli elettori se sono d’accordo?”.
Renzi2: “Non c’è stato tempo. Ora però mi mando un tweet così mi ricordo di chiederglielo, appena ho un attimo”.
Renzi1: “Scusa, non devi chiederlo adesso: dovevi inserirlo nel programma elettorale”.
Renzi2: “Ehm… ecco… io non ho mai avuto un programma elettorale, a parte quello per il sindaco di Firenze. Piste ciclabili, tramvia, stadio, asili nido: una figata pazzesca”.
Renzi1: “Sì, ma io parlavo delle elezioni per governare”.
Renzi2: “Quelle mi mancano. Però sto cambiando la legge elettorale. Si chiama Italicum”.
Renzi1: “Meno male, almeno quella: ‘Basta col Parlamento dei nominati, i cittadini devono scegliere e poi giudicare i propri rappresentanti, non importa se col Mattarellum, col maggioritario a doppio turno o col proporzionale!’. Ricordi?”. Renzi2: “Acqua passata. Poi Silvio ha voluto il Senato nominato dalle regioni e la Camera con due terzi di capilista bloccati”.
Renzi1: “Silvio chi, scusa?”.
Renzi2: “Il Berlusca, e chi se no? È tanto simpatico. Peccato che ora abbia cambiato idea e dica che non vota più con noi”.
Renzi1: “Meglio! Così ora puoi restituire la parola ai cittadini”.
Renzi2: “Ocché m’hai preso per grullo? Poi mi tocca candidare pure quelli della minoranza: se le liste le faccio io, li asfalto”.
Renzi1:“Cioè: il patto è morto e tu continui a rispettarlo?”.
Renzi2: “Ma certo, babbeo! Conviene pure a me nominarmi i parlamentari, mica solo a lui!”
Renzi1: “Non capisco. E la lotta alla casta, come va? ‘Niente più sprechi in scorte e voli di Stato! La nostra scorta è la gente!’”.
Renzi2:“Vabbè, son cose che si dicono. Poi sali sul treno Roma-Firenze e incontri subito qualche elettore che ti rompe i coglioni perché non hai mantenuto le promesse. E ti tocca rispondere. Non sai quant’è comodo l’aereo di Stato, ma anche l’elicottero”.
Renzi1: “Però basta poltrone a vita: ‘Due mandati e a casa!’”.
Renzi2: “Se sei dell’opposizione, o ti chiami D’Alema, basta pure un mandato. Ma per i nostri è diverso”.
Renzi1: “Ma almeno i Crisafulli, i De Luca, gli Oliverio, i Chiamparino, i Fassino che son lì dagli anni 70 li hai rottamati?”.
Renzi2: “E perché? Stanno con me. Crisafulli, se accetta, sarà il nuovo sindaco di Enna. De Luca è sindaco per la quarta volta di Salerno, purtroppo decaduto, ma ora spero lo eleggano presidente della Campania. Oliverio è il nuovo governatore della Calabria, Chiamparino del Piemonte e Fassino è sindaco di Torino”.
Renzi1: “Però massima trasparenza sui finanziatori del Pd, giusto?”.
Renzi2: “Ma dove vivi? C’è la privacy, sacra e inviolabile”.
Renzi1: “Però il bipolarismo non si tocca, no?”.
Renzi2: “Seee, bravo tu! E se poi perdo le elezioni? Dai retta a me, molto meglio una nuova Dc che galleggia al centro e non si muove di lì, un bidone aspira-tutto che acchiappa di qua e di là. Pensa che ad Agrigento sto sperimentando le primarie del Pd con Forza Italia. Fico, eh? Mi sono inventato pure l’avversario ideale, si chiama Matteo pure lui: lo faccio invitare in tutte le tv così la gente vede che troglodita è, e piuttosto vota me. Tanto la destra la faccio io”.
Renzi1: “Ma noi non siamo la sinistra?”.
Renzi2: “Uffa, ancora queste categorie novecentesche. Ma in che mondo vivi? Non vedi come sono moderni e progressisti Marchionne e Squinzi? Lo Statuto dei lavoratori è un ferro vecchio ideologico. La formula della ripresa è: più licenzi, più assumi. Aritmetica pura. Ora che mi ci fai pensare, devo annunciare le linee guida del Jobs Act-2: i licenziamenti, da facoltativi, diventano obbligatori. Una sferzata di ottimismo”.
Renzi1: “Ma non eri tu che dicevi ‘basta annunci?’”.
Renzi2: “Sì, ma non sai la fatica di scrivere una legge, e poi i decreti attuativi, due palle. Specie se hai una vigilessa all’ufficio legislativo. Molto meglio annunciare: rapidità e ricreazione”.
Renzi1: “Non ti riconosco più. Mi fai paura. Ma allora perché sei andato al governo?”.
Renzi2: “O grullo, non l’hai ancora capito? Mica possiamo lasciare che si divertano sempre gli altri e star lì a guardare? Si fa un po’ per uno, finché dura. Dai, smetti codesto broncetto da gufo e vieni giù a Palazzo Chigi: ci si ammazza dalle risate con la Maria Elena, la Marianna, il Lotti. La gente si beve tutto, e i giornali di più. Pensa, ora credono che riformo la Rai per mandar via i partiti, ahah. Meglio che andare in ottovolante”.
Renzi1: “Non ho parole”.
Renzi2: “Fa niente, #matteostaisereno ahah: qui di parole se n’ha da buttar via, te ne presto qualcuna io”.

BULLARO’
Marco Travaglio

Anni, settimane, mesi trascorsi a discutere pro o contro l’uso del decreto legge o invece del disegno di legge per l’epocale riforma della Rai, all’insegna dello slogan – già in voga ai tempi di Fanfani – “fuori i partiti da Viale Mazzini”. E ora il Consiglio dei ministri non partorisce né un decreto né un ddl, ma le solite “linee guida”. Cioè il consueto blabla di Renzi in una conferenza stampa un po’ bullesca e senza domande, nella consueta tradizione orale che rinverdisce i fasti di Omero con una spruzzatina di Putin e un tocco di conte Mascetti. La stampa governativa a prescindere spaccia il tutto per una rivoluzione copernicana “per il Paese che riparte”. Ma finora l’unica cosa che riparte è la supercazzola. La novità più rivoluzionaria è che – nel ddl che vedremo prossimamente su questi schermi – il Cda Rai scenderà da 9 a 7 membri.
E la maggioranza dei Magnifici Sette sarà nominata non più dai partiti riuniti nella commissione di Vigilanza, bensì dai partiti riuniti nel Parlamento in seduta comune. Roba forte. Piccolo dettaglio: le occasioni in cui il Parlamento può riunirsi in seduta comune sono regolate dalla Costituzione, che purtroppo non prevede l’elezione del Cda Rai: occorrerebbe una riforma costituzionale ad hoc, tempo minimo due anni. L’altra sconvolgente novità è che uno dei Sette sarà eletto dai 12 mila dipendenti della Rai e, naturalmente, conterà come il due di coppe a briscola quando comanda bastoni. Quanto al direttore generale, sarà sempre indicato dal Tesoro (azionista di super-maggioranza), ma attenzione: si chiamerà amministratore delegato. Nessuna gara pubblica trasparente, nessun curriculum su Internet, tutto nelle segrete stanze della politica. Immediate le congratulazioni di Gasparri, che vede confermato tutto il peggio della sua legge (sua si fa per dire). Anche perché la Rai renziana “non dovrà più inseguire gli ascolti”: che è quel che dicono da sempre B. e Confalonieri. Renzi non lo dice, ma il suo governo – vedi Carlo Tecce a pagina 8   – ha quintuplicato in un anno la pubblicità istituzionale sulle reti Mediaset: un modo come un altro per regalare a B. una carrettata di soldi pubblici. In attesa della rivoluzione, che con questo ritmo sarà d’ottobre (se va bene), si a avanti col vecchio Cda. Dove B., dato da tutti per morto e sepolto, ha la maggioranza.
Il consigliere Antonio Verro, infatti, resta al suo posto a pie’ fermo grazie all’inerzia del governo. Il 19 febbraio il Fatto pubblicò una lettera da lui inviata nel 2010 all’allora premier B. in cui Verro spiegava come sabotare otto programmi di punta della sua azienda, a suo dire “antigovernativi”: Annozero, Report, Ballarò, Che tempo che fa, Parla con me, Tg3 Lineanotte, In mezz’ora e Glob. “Unico rimedio ipotizzabile – scriveva il presunto amministratore del cosiddetto servizio pubblico al suo mandante – sarebbe quello di mettere paletti relativi a composizione del pubblico, strettoie organizzative e scelta di ospiti politici (e non)… tramite i direttori di rete”, cambiando subito quello di Rai2 Massimo Liofredi con Susanna Petruni. Interpellato dal Fatto, Verro giurò: “Impossibile che abbia potuto scrivere questo. Indicare il nome della Petruni poi! Smentisco al 100 per cento. No: al 102 per cento”. L’altro giorno, Audito in Vigilanza, ha confessato: “I contenuti della lettera sono sicuramente miei: come quella lettera poi sia stata scritta e trasmessa, questo mi riservo di dirvelo dopo che la commissione Rai (il Comitato etico, ndr) ha fatto tutti i suoi accertamenti”. Quindi, per giorni e giorni, ha spudoratamente mentito. E ancora fa il furbo, lasciando credere che una lettera firmata da lui e spedita via fax alla villa di Arcore si sia scritta da sola. Ma la cosa non pare turbare granché il governo che dice di voler cacciare i partiti dalla Rai. Quando la lettera di Verro uscì sul Fatto, Renzi fece sapere di averla trovata “vergognosa”. E Pier Carlo Padoan, suo ministro del Tesoro e primo azionista Rai, si disse “indignato”. Marco Lillo, sul Fatto, spiegò loro che non sono dei passanti, ma gli unici abilitati per legge a innescare le procedure per la revoca di Verro dal Cda. Funziona così: il ministro del Tesoro intima al presidente della Rai di convocare l’assemblea degli azionisti con all’ordine del giorno l’immediata revoca dell’amministratore ritenuto “vergognoso” per aver violato la legge Gasparri (che è tutto dire). Questa infatti, varata nel 2004 dal governo B., prescrive ai consiglieri Rai “notoria indipendenza di comportamento”. Un requisito che per Verro è venuto meno con la pubblicazione della sua lettera al capo del governo e di Mediaset contro i programmi della sua stessa azienda (alcuni dei quali puntualmente scomparsi dai palinsesti). Purtroppo, in queste tre settimane, il governo non s’è mosso e la Tarantola s’è limitata al ridicolo deferimento di Verro al Comitato etico. Qualche lettore continua a scriverci che siamo prevenuti con il governo Renzi. Ma se il governo Renzi lascia la Rai in mano a un soggetto che racconta bugie e viola persino la legge Gasparri, sarà mica colpa nostra.


(Rasmus Morgensen)

ERRI DE LUCA
Dopo

Non quelli dentro il bunker.
non quelli con le scorte alimentari, nessuna città,
si salveranno indios, balti, masai,
beduini protetti dal vento, mongoli su cavalli,
e poi uno di Napoli nascosto nel Vesuvio,
un ebreo avvolto in uno sciame di parole,
per tradizione illesi dentro fornaci ardenti.
Si salveranno più donne che uomini,
più pesci che mammiferi,
sparirà il rock and roll, resteranno le preghiere,
scomparirà il denaro, torneranno le conchiglie.
L’umanità sarà poca, meticcia, zingara
e andrà a piedi. Avrà per bottino la vita
la più grande ricchezza da trasmettere ai figli.

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MASADA n° 1633 19-3-2015 ECLISSE SOLARE E LUNARE

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MASADA n° 1633 19-3-2015 ECLISSE SOLARE E LUNARE
Blog di Viviana Vivarelli

Interpretazione astrologica ed esoterica delle future eclissi.
Domani 20 marzo 2015 ci sarà una eclissi solare e lunare, che anticiperà di un giorno l’inizio della primavera (Equinozio di Primavera)
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Annarita manda:

L’ONDA DEL NUOVO TEMPO

In questa settimana ci prepariamo al momento in cui la Natura passa dalla fase dormiente a quella in cui si rianima e rifulge di nuova vita. E’ l’equinozio di Primavera, punto di equilibrio delle due forze Yin e Yang, che decreta questo cambio. Quest’anno è accompagnato da un’eclisse di Sole prodotta dalla Luna Nuova che avviene in quello stesso giorno. La contemporaneità dei due eventi sottolinea con evidente grandiosità che da ora in poi le due polarità maschile e femminile non potranno fare altro che fondersi e compenetrarsi per ristabilire quell’Armonia da tempo perduta, necessaria per conoscerci sempre più in profondità e scoprire chi veramente siamo.

L’Equinozio di primavera, e ancor di più questa Luna Nuova, danno il via a un nuovo modo di rapportarci alla nostra parte divina e, di conseguenza, al mondo che ci circonda. Tutto sembrerà iniziare e per la prima volta ci sentiremo artefici e protagonisti delle situazioni completamente nuove in cui ci verremo a trovare. Tutti i settori della nostra vita potranno essere illuminati di nuova luce, nuove caratteristiche e inedite singolarità. Martedì Venere passa da Ariete a Toro accentuando il nostro desiderio di entrare in sintonia con la Terra, accogliendo in noi le energie che essa emana nella sua rinnovata attività vitale. In questa settimana, se ci lasciamo andare sull’onda del rinnovamento, potremmo avere una sensazione di benessere come se qualcosa di bello potesse accadere, anche se ancora non ben definito. L.B.
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Potremo vedere l’eclissi solare parzialmente (al 70%) anche in Italia. La Luna passerà davanti al Sole oscurandolo. Questa eclissi è nota come l’eclissi dell’equinozio, avrà luogo dalle 7:40 alle ore 11:50, con il picco massimo intorno alle 9:46. Questa è la nona eclisse totale del 21° secolo, 11° passaggio dell’ombra della Luna sulla Terra in questo secolo.
In Italia vedremo un’ombra parziale sul Sole che al Nord sarà quasi al 70%.
Molte coincidenze rendono questa eclisse speciale.
Essa è significativa soprattutto per Torino, che nel mondo esoterico rappresenta il luogo dove bene e male si incontrano, città esoterica che viene ad essere il vertice in due triangoli magici: il triangolo bianco del Bene (Torino-Lione e Praga), il triangolo nero del Male (Torino, Londra e San Francisco).
Ovviamente è una leggenda esoterica per cui gli occultisti considerano Torino una città magica.
I due simboli di Torino sono la Mole Antonelliana (simbolo del potere finanziario internazionale) e la Sindone custodita nel Duomo (Cristo).
La Mole Antonelliana nasce come tempio ebraico e diventa nel tempo un museo. Ad essa sono collegati strani eventi: nel 1904 la statua dell’angelo dorato alta 7 metri che stava in cima cadde colpita da un fulmine, pur pesando 3 tonnellate, restò in bilico sul terrazzino sottostante e non fece nessuna vittima. Al suo posto fu sistemata una stella ma anche questa, nel 1953, fu colpita da una tornado che spezzò la punta della Mole facendo cadere 47 metri di cuspide. La cupola cadde verticalmente, a candela, nel piccolo giardino della RAI sottostante, sull’unico fazzoletto di terra non edificato della zona. Anche quella volta, straordinariamente non ci furono morti. Nel 1961 la stella fu rimessa a posto: una stella tutta nuova, larga 2,4 metri e pesante 210 chili. Per gli esoterici la Mole ha i suoi lati oscuri: una base piramidale e una guglia altissima che come una sorta di antenna catalizza l’energia che capta dal Cielo e aspira dalla Terra.

Viene considerata un potente collettore di energie cosmiche.
Torino (già fondata dagli Egizi, prende il suo nome dal dio Api, raffigurato come un toro, SHRY-APY (pron. SHERY APY) = piccolo toro ) anche nei tempi antichi era considerata una città magica, perché sorgeva sulla confluenza della Dora (la Luna), col Po (il Sole) ed è attraversata dal 45° parallelo. Le sue porte sono ai punti cardinali. Molti la considerano il centro del satanismo e della massoneria europea. E’ stata cercata da Cagliostro e Nostradamus. Nostradamus disse che qui c’erano “Paradiso, Inferno, Purgatorio, magia bianca e magia nera”. Il 45° parallelo è segnato dalla fontana con obelisco, la Fontana del Frejus, che domina Piazza Statuto ed è considerato uno dei punti più negativi della città. Sotto Palazzo Madama si dice vi siano le “Grotte Alchemiche” sede di misteriosi alchimisti medioevali alle quali si poteva accedere dalla Cripta di SS Annunziata e dai sotterranei di Palazzo Madama, sono stati per secoli assiduamente frequentati dai membri di Casa Savoia, anzi le loro residenze formano una stella a 5 punte.
Piazza Statuto sarebbe un centro nevralgico di energie magiche, e già gli antichi romani la vedevano come portatrice di sventura in quanto posizionata ad Ovest e quindi ove calava il sole. Inoltre proprio nel suo cuore è nascosta la ‘città dei morti’, una immensa necropoli sotterranea. In epoche successive la piazza fu anche usata come tribunale e luogo per le esecuzioni capitali.

IL SIGNIFICATO ESOTERICO DELL’ECLISSI SOLARE

Comunemente chiamato “sole nero”: l’eclissi solare può avere un significato esoterico.
Per i Celti veniva percepito come la morte della vita sulla Terra, nell’abbraccio della sua morsa di buio e di freddo. Ma rappresentava anche la sua resurrezione del Sole che vince sulla Luna riportando nuovamente luce, vita e calore sul pianeta. Il male che vince sul bene tingendo il sole di nero ma torna l’equilibrio grazie alla vittoria del sole sulla luna.
Questa eclisse del 20 marzo che anticipa l’equinozio di primavera ha una forte risonanza energetica.
Pratico, Abbiamo tre grandi eventi celesti durante un solo giorno: eclisse solare, lunare ed equinozio di primavera.
Per gli spiritualisti, dedicarsi in questo giorno a pratiche spirituali, meditazione e preghiera, può avere una enorme risonanza.
Il momento segna un tempo di massima crisi dopo il quale possiamo eliminare cose, persone e pensieri che non sono più utili per il futuro, per ristabilire un sano equilibrio allo sviluppo.
Gemelli, Vergine e Sagittario risentiranno più di altri di questa eclisse.
L’eclisse avviene nel segno dei Pesci, che è spesso legato a ambizioni eccessive ed illusioni e dunque può incontrare delusioni permanenti per la sua grande sensibilità, ma deve sviluppare il perdono e la compassione.
Questa eclisse in Pesci riguarda la decima Casa e potrebbe influenzare chi esercita il potere. Gli astri dovrebbero influenzare i governanti portandoli a una trasformazione positiva ed elevando le coscienze. Ciò dovrebbe portare anche miglioramenti nelle nostre finanze, nell’economia in genere iniziando un periodo dove si faranno molte correzioni alle leggi e all’economia.
Se qualcuno a Pesci nel tema Natale, aumenterò la sua compassione e sarà in grado di fare sacrifici per gli altri. E’ stato sprecato troppo egoismo per impulsi sbagliati seguendo i propri bisogni emotivi, ora si ci deve correggere e andare alla ricerca di una maggiore armonia.

I popoli antichi pensavano che un’eclisse totale indicasse trasformazioni profonde, la morte di un capo, una guerra, un cambio epocale nelle condizioni storiche..
Ovviamente gli influssi sono maggiori nelle zone dove l’eclisse appare totale, per cui in Italia a Nord si vedrà al massimo per un 70% e questo riduce le possibilità di cambiamento.

Le influenze di un’eclisse vanno studiate con interesse a causa dei singolari turbamenti che apportano alla vita di una Nazione. L’effetto di un’eclisse è sempre discordante, perché la posizione della Luna influenza sfavorevolmente la quantità di energia solare ricevuta sulla Terra. Questa dissonanza è rimarchevole nel periodo di un’eclisse totale, durante la quale una buona parte del nostro globo si trova isolata da una grande quantità di energia elettromagnetica del Sole. L’eclisse totale di certi pianeti, come Mercurio e Venere, corrisponderebbe alla completa privazione delle qualità dei pianeti stessi.

Il giorno 20 marzo 2015, secondo l’antico Calendario Maya rè riferito al glifo Cauac (tempesta blu) che ci parla di una Rinascita attraverso una trasmutazione figlia della purificazione con abbandono di vecchi schemi mentali, emozionali e fisici. Purificazione senza caos.
Poiché questa eclisse avviene nel segno dei Pesci, segno d’acqua, a livello mondiale gli effetti potrebbero avere a che fare oltre che con un’ulteriore profondo purificazione dell’umanità anche con maggiore piovosità… inondazioni e pericoli provenienti dall’ innalzamento delle acque (maree)…Nello stesso giorno però sia la luna che il sole passano nel segno dell’Ariete, e quindi potremmo vedere avvenimenti sulla scena mondiale di portata eccezionale…Un’eclissi solare che saluta l’equinozio primaverile nel segno dei Pesci e vede affacciarsi il segno dell’Ariete nello stesso giorno risente dell’energie di entrambi i segni (Pesci e Ariete) e dunque è portatrice di una forza ambivalente e propulsiva che può essere altamente destabilizzante e non affrontata con equilibrio e centratura. Dopo ogni tempesta c’ è sempre il sole e il 21 marzo secondo il calendario Maya è un giorno speciale dedicato al Sole (AHAU: Sole giallo), dunque tutto quello che avremo rilasciato fino ad oggi e che rilasceremo con questa nuova eclissi creerà quel magico vuoto che servirà per la nostra rinascita.

La singolarità di questa eclissi sono molto importanti e rendono la sua qualità energetica particolarmente significativa. Il Sole che ci dà la vita e illumina il nostro cammino si unisce brevemente con le qualità oscuri e misteriosi della Luna.
La Luna blocca la luce del Sole. In questo momento di oscurità che tutti percepiscono come malessere e aumento delle negatività, la spiritualità e la psiche si incontrano di nuovo, generando un nuovo ciclo evolutivo.
Qualcosa sarà cancellato dalla nostra coscienza, qualcosa di nuovo arriverà. Dobbiamo iniziare nuovi progetti di vita, purificare la nostra anima, fare sforzi di cambiamento sociale, sviluppare nuoti talenti e competenze con uno sforzo autonomo.
I periodi di Eclissi sono estremamente attivi, spesso associata a eventi significativi nella politica.
Questa eclisse avviene non solo al ultimo grado dei Pesci ma è l’ultimo grado di tutto il zodiaco. Così è ancora di più potenziato il significato del nuovo inizio. Questa eclissi dentro di sé contiene la fine di qualcosa di antico. L’ultimo grado dello zodiaco in un modo contiene tutto quello che è successo nei precedenti 359 gradi.
Il ciclo di questa Eclissi andrà avanti per circa 18 o 19 anni. Entro i prossimi 20 anni o giù di lì, molto sarà deciso riguardo a ciò che nascerà con l’umanità e il pianeta Terra.
Questa Eclissi è un seme che sboccia dalla fine delle 7° quadrato Urano /Plutone.
Abbiamo un grande potenziale per creare crescita costruttiva e il sostegno nel cambiare!
Questo è un momento straordinario di elevare verso la coscienza superiore.
Prepariamoci bene: perché il 2015 sarà un anno con 4 eclissi, 2 eclissi di sole e 2 eclissi di luna. E qualche influsso lo avranno sicuramente sulla nostra vita e sulle vicende del mondo.
In linea generale le eclissi indicano una parziale sottrazione di energia.
Sembra che scombussolino i mercati azionari e aumentino le probabilità di guerre e di rovesciamenti di governi.
Già il 2014 è stato l’anno più caldo degli ultimi 140 anni. Cosa accadrà nel 2015?
Le eclissi di luna, invece sembrerebbero avere più peso a livello individuale creando ansia, emotività freddo interiore oltre che climatico energetico.
Si comincia con l‘eclissi totale di sole che sarà visibile in Islanda ed in Europa, parzialmente anche in Italia. Poiché si forma durante un segno d’acqua, a livello mondiale gli effetti potrebbero essere maggiore piovosità, inondazioni, pericoli di epidemie, decessi di persone importanti, delitti misteriosi. Ma poiché – dicono gli astrologi – nello stesso giorno sia la luna che il sole passano nel segno del’ariete, potranno esserci anche eventi pubblici sensazionali.
4 aprile 2015: cosa porta l’eclissi parziale di luna. Si prosegue con un’eclissi parziale di luna che sarà visibile in Asia, Australia, nel Pacifico e nelle Americhe.
Si forma in un segno d’aria. A livello mondiale ciò significa, secondo gli astrologi , che possono verificarsi disturbi negli affari internazionali di qualche Paese, nei commerci internazionali nelle relazioni tra stati. Potrebbe essere l’anno della rivoluzione dell’Euro? o della fine dell’Euro?
A livello individuale, alti e bassi soprattutto il 4-5 aprile e il 7-8-9 ottobre, nelle relazioni affettive, d’affari o di giustizia.
13 settembre 2015: cosa porta l’eclissi parziale di sole. Si prosegue ancora con un’eclissi parziale di sole che sarà visibile in Suda Africa, nell’Oceano indiano, in Antartide.
Poiché si forma in un segno di terra potrebbe, a livello mondiale, può portare difficoltà nel lavoro e ai lavoratori, per i quali possono saltare le regole e nascere momenti di confusione. Danneggia i frutti della terra e porta ostacoli a capi di Stato e di governo.

Nella sfera individuale, sono in agguato problemi di salute o di lavoro o in questioni pratiche soprattutto per i nati il 13.-14-15 settembre. E’ un momento di stallo, temporaneo.
28 settembre 2015: cosa porta l’eclissi totale di luna. L’anno delle eclissi si conclude con un’eclisse totale di luna visibile in Italia, Europa, nel Pacifico, nelle Americhe, in Africa, in Asia.
Si forma in un segno di fuoco e ciò, secondo gli astrologi, significa che a livello mondiale può eccitare le menti, produrre eventi pubblici di particolare gravità che vanno dalle forti opposizioni, quasi rivoluzionarie in qualche parte del mondo, fino al rinvigorimento dei movimenti antagonisti ( sono tali per esempio i black block, i terroristi islamici, le frange armate del terrorismo politico internazionale religioso o separatista).
A livello individuale sarà necessario controllare l‘emotività affinché non sconfini nella violenza sia in famiglia che al di fuori, soprattutto per i nati tra il 24 ed il 26 marzo e tra il 27 e il 29 settembre.

Gli scienziati spiegano che la tanto attesa eclissi del 20 marzo appartiene a una famiglia nota come Saros 120, una serie in cui ogni evento è separato dal precedente (e dal successivo) di 6.585,3 giorni, pari a 18 anni, 10 giorni e 8 ore (o 18 anni, 11 giorni e 8 ore, a seconda di quanti anni bisestili cadono nell’intervallo temporale). Tutte le eclissi appartenenti alla famiglia Saros sono molto simili tra loro, dal momento che la Luna si trova pressappoco nella stessa posizione rispetto al proprio nodo (ossia al punto dove l’orbita del nostro satellite interseca quella terrestre) e alla stessa distanza dalla Terra. Le eclissi Saros avvengono più o meno nello stesso periodo dell’anno.
Un’altra caratteristica delle eclissi di questo tipo, spiegano a EarthSky, è che il periodo tra un evento e l’altro non è pari a un numero intero di giorni: le otto ore extra fanno sì che la Terra compia un terzo di giro in più rispetto all’eclissi precedente, cosicché gli eventi sono visibili da regioni del globo sempre diverse (ogni volta si avanza di 120° verso ovest, per la precisione). Attualmente, sono in corso circa 40 serie di eclissi di tipo Saros, identificate con un numero progressivo. Alcune di esse, come Saros 120 (quella del 20 marzo prossimo) sono abbastanza antiche; altre, come Saros 145, cui appartiene l’eclissi che sarà visibile dall’America il 21 agosto 2017, sono molto più giovani. L’eclissi di questo mese è la 61esima nella serie Saros 120: la prima è avvenuta l’11 agosto 1069, quasi 1000 anni fa.
L’eclissi inizierà alle 8:40, raggiungerà il massimo alle 10:45, e si concluderà alle 11.45.
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Questo è tutto quello che ho trovato su questo argomento, ma ovviamente si può prenderlo come un insieme di favole. Fatene quello che volete.
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Tanto per rallegrarvi vi racconto una barzellettina appena sentita da mia figlia.

“Dei pianeti discutono tra loro e uno è molto arrabbiato: “Non ne posso più di questi umani! Non fanno che peggiorare!”
L’altro lo tranquillizza. “Non ti preoccupare, tanto stanno per scomparire!”
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MASADA n° 1634 22-3-2015 LUPI E IL MUCCHIO SELVAGGIO

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MASADA n° 1634 22-3-2015 LUPI E IL MUCCHIO SELVAGGIO

La retata alle infrastrutture – L’orda dei Lupi –Una tangentopoli che fa invidia alla prima – 20 anni di grande affari sporchi sulle Grandi Opere – La legge Obiettivo – Incalzi, 7 Governi, continuità di latrocinio e 14 indagini – I due Maurizio – Gilioli e la coalizione sociale di Landini – Mai dire Troika – Politica, stampa, sindacati e magistratura corresponsabili dello sfacelo in atto -Composizione dell’elettorato – Tangenti, voce del verbo incalzare – Fame da Lupi – Il Bergoglio nullafacente – Figli ‘ntrocchia – Basta col fantomatico patto che il M5S doveva fare con Bersani! – Non è democrazia – Povertà – I precari promossi a disoccupati ringraziano Renzi – By By Lupi – Gli aumenti di tasse di Renzi

Arnaldo
La sola ed unica Grande Opera è cacciarli tutti.”
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Karma

La democrazia in Italia è la dittatura dell’ignoranza
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Viviana
Nel Medioevo si distinguevano due tipi di diavoli: i succubi e gli incubi.
Ovviamente gli incubi sono i Lupi.
Il Cielo abbia pietà degli altri!

Maurizio Lupi si dimette da ministro ma resta capogruppo di Alfano in Parlamento. Così non perde le immunità e i privilegi, vitalizi compresi.

Ma chiedere le dimissioni anche per quella gatta morta di Alfano no? Non è un affronto alla Giustizia (con la G maiuscola) avere un Alfano come Ministro della Giustizia? Peggio ancora di Mastella, il che è tutto dire. Almeno Mastella era furbo, Alfano è una nullità completa.
I Lupi stanno aggrappati unghie e denti al potere, assistiti dal resto del branco. Non vedo, non sento e non parlo. Omertà assoluta. I Lupi stanno tra noi e fanno proseliti, come i vampiri, le mignotte e le mignatte.
E’ ovvio che questi malfattori la democrazia diretta non la vorranno mai. E vedranno sempre i 5stelle come un orzaiolo nell’occhio. Non si curano di Sel, di Tsipras, dei sindacati, della Lega. Ma i 5stelle sono per loro come per il diavolo l’acqua santa.
E hanno pure la faccia di rifiutare il reddito minimo ai più poveri, non paghi di quello che rubano a man bassa! Quante opere si potevano fare coi miliardi di soldi pubblici che quelli come Lupi hanno aiutato a rubare? Quante Grandi Opere malfatte o inutili ci potevamo risparmiare? Quanto territorio potevamo mettere a posto?
Ma davvero Renzi pensa di scavalcare Lupi come fosse una merdina senza sporcarsi le scarpe?
Vogliamo ricordare per la cronaca che i PIANI OBIETTIVO con cui si saltavano le precauzioni prese contro corruzione e mafia furono confermati e approvati da Prodi?
Vogliamo ricordare che la figura più grande e più diabolica di Comunione e Liberazione fu Andreotti che scansò pene pesantissime per collusione mafiosa solo grazie a prescrizioni altrettanto diaboliche che nessun Paese civile della Terra avrebbe mai legiferato e che Andreotti fu sempre il nume centra di quel csx che sfocia ora nel renzismo?

LA LEGGE OBIETTIVO
Scrivevo questo il 15-12-2002

“Una delle cose più sporche del governo (allora Berlusconi ma poi Prodi la riprese allegramente) è la Legge Obiettivo n° 443, che nasce il 21 dicembre 2001 per attuare le Grandi Opere. Essa delega al Governo i lavori in materia di infrastrutture, insediamenti produttivi strategici ecc., per rilanciare le attività produttive, aprendo
dei cantieri molto velocemente, con l’eliminazione di qualsivoglia intralcio. La delega è un atto che scavalca il Parlamento e si usa in casi di necessità e di urgenza. Per intralcio si intende anche quelle precauzioni mirate a salvaguardare il territorio, la vita dei suoi abitanti, l’ambiente, la salute, i principi democratici, l’informazione, le consultazioni con i rappresentanti locali ecc… che sono solitamente previste dalle norme in proposito e massimamente dalle norme europee. Il concetto della 443 è: miriamo al nostro obiettivo (far soldi), all’inferno tutto il resto! La legge, fortemente voluta da Lunardi, impone dunque procedure di urgenza e drastici snellimenti procedurali così da tagliare come inutili tutti i rallentamenti ai processi di decisione e autorizzazione che invece sarebbero necessari in un ambito di interesse generale. Il ministro dei lavori pubblici Lunardi, di fatto, con questa legge, si dà il potere di scegliere da solo cosa, dove e quando costruire senza consultare nessuno. La legge 443 è stata combinata per mettere in moto una macchina potente con cui B promette di fare in 10 anni 80 Grandi Opere, per un investimento complessivo di 236 mila miliardi di lire, e però, guarda caso, queste migliaia di miliardi nemmeno ci sono, per cui le opere saranno iniziate a mai finite !!!! I soldi dovranno uscire dalla spesa corrente, il che vuol dire dalle nostre tasche, con un feroce aumento delle tasse, tanto c’è chi le paga sempre e chi non le paga mai. Gli enormi fondi per l’opera saranno anticipati dalle banche con spaventosi tassi di interesse che pagheremo sempre noi contribuenti. Delle 80 opere promesse sono stati aperti i cantieri solo di 4: Variante di Valico Bo-Fi (interrotta per mancanza di fondi), nuova autostrada Milano-Brescia (opera del tutto inutile), passante di Mestre (32 km sui cui si sono scannati i partiti) e autostrada Asti-Cuneo (in zona soggetta ad alluvione!).
La Legge Obiettivo introduce la figura del GENERAL CONTRACTOR, o contraente generale, soggetto unico a potere immenso, che decide a chi affidare la realizzazione senza concorsi o aste, e che può scegliere per gli appalti chi vuole lui al 100% e che ovviamente sceglierà in modo clientelare tra i propri amici, magari concedendo qualcosa all’opposizione per averla dalla propria parte come cointeressata agli utili. La Regione ha 90 giorni di tempo per presentare migliorie (cosa che il presidente del Piemonte, Ghigo, FI, si è guardato bene dal fare). “Una volta che una grande opera sia inserita nella Finanziaria nessuno potrà opporsi!” (parole di B). La legge Obiettivo non si cura di violazioni in materia ambientale, non contiene alcun riferimento alle leggi europee, non si occupa dei rischi per gli abitanti né degli smaltimenti pericolosi delle scorie, non prevede rapporti con rappresentanze del territorio. Per quanto la legge sia antieuropea e anticostituzionale e violi i poteri di comuni e province, non ci sono state obiezione da parte della Consulta. L’opposizione fece 2000 emendamenti. La legge passò con la fiducia.
La legge Obiettivo facilita le Grandi Opere, come gli enormi movimenti di capitali, il riciclaggio di denaro mafioso, le commesse a gruppi clientelari, e le tangenti bypartisan che stanno facendo esplodere una seconda tangentopoli. Nel 2001 Cirino Pomicino inventa la famigerata “Legge Obiettivo”, con cui il governo può fare grandi opere o insediamenti industriali strategici, in modo aziendalista, senza concertare alcunché con i rappresentanti di territorio. Al csx la legge va bene. Prodi tace. Con questa legge indecente si estromettono i cittadini insieme agli Enti locali dalle procedure di approvazione e valutazione dei progetti. E’ una vera e propria auto-licenza a devastare. Questa legge cancella in un solo colpo mezzo secolo di progresso civile in materia di governo del territorio e di lavori pubblici, e ferisce duramente la programmazione economica, la pianificazione urbanistica, la sostenibilità ambientale e la trasparenza delle procedure, i diritti costituzionali dei cittadini, in una parola il rispetto democratico. La Legge Obiettivo non è una procedura concorsuale o selettiva tra progetti, ma uno “sportello” per il finanziamento di iniziative già stabilite tramite accordi politici, senza alcuna valutazione economica degli effetti degli investimenti pubblici. I meccanismi “accelerativi” della Legge rendono possibile che siano ammessi ai finanziamenti progetti perversi, vaghi, viziati.. e che uno solo ne disponga.”

Marilussa
S’arrampica su’ specchi er clone
che cerca de difende li compari,
“giustizia da bar giustizia sommaria
non giudicate, non fate li somari,
che ragliano al vento e alle streghe
e non cadete nel giustizialismo
cercamo la verità, fuori le beghe,
cosi non è giustizia, è qualunquismo!”
Rispondono dal bar gli avventori
“Ce semo ormai stufati de’ intrallazzi
non pensano davvero lor signori
che questi so’ discorsi de ‘sti cazzi ?
Dice che dovemo da rigenerà

e intanto cor paese che va in vacca,
er giustizialismo, no, non se po’ fa’
se po’ fa’ solo politica da baracca !”

Mentre me ne sto in disparte e osservo, trovo qualcosa di molto commovente (io direi penoso) nello spettacolo di grandi masse di uomini, che seguono la guida di quelli che negli uomini non credono
(Walt Whitman)
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Don Aldo Antonelli
«Si mettano comunque l’animo in pace, lor signori: noi credenti non siamo più disposti a fare da garanti di una fede esibita nelle chiese e violata sulle strade. Né ci piace rifugiarci nell’apnea del silenzio opportunistico, anche se foraggiato. In questo mondo di solitudini incomunicanti, in questo nomadismo senza orizzonti, contro il pensiero unico del monoteismo della merce in cui l’essere è stato ridotto a merce di scambio, noi non taceremo e non staremo con le mani in mano. E cercheremo di strappare anche Dio, oltre che l’uomo, al suo sequestro dal parte del potere».

Maurizio Landini un anno fa:
La vera scommessa è ricostruire un progetto e un disegno su come cambiare il Paese. Qui, in termini politici, oggi c’è un vuoto. Bisogna uscire da un’idea minoritaria, dalla convinzione che basti mandare in Parlamento una testimonianza di qualche interesse o valore. Il punto è che la sinistra dev’essere un soggetto che mette insieme persone con un’idea di trasformazione».
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Che differenza tra i due Maurizio! Chissà come si coniuga la parola ‘Mazzette’ con la parola ‘Trasformazione’?

Riporta ALESSANDRO GILIOLI:
«Quest’anno abbiamo mandato un questionario a tutti gli operai della Fiom, per capire meglio chi sono. I risultati sono impressionanti: primo, solo una piccola minoranza è iscritta a uno di quelli che si definiscono partiti di sinistra; secondo, anche il modo in cui votano è frantumato in modo estremo, dalla Lega al Movimento 5 Stelle. Insomma, in fabbrica stanno con noi perché vedono che rappresentiamo bene i loro interessi, ma in politica non trovano le stesse risposte. E, per chiarezza, non sono i lavoratori a essere schizofrenici: sono i partiti di sinistra che evidentemente non sanno più creare fiducia. E allora gli operai alle urne non scelgono in base ai loro interessi, che sentono ugualmente non rappresentati, ma in base ad altro: magari all’emotività, alla simpatia, al miraggio di pagare meno tasse o al desiderio di mandare tutti a casa».
Di qui l’obiettivo, diceva: «Tentare di recuperare un’egemonia culturale e di pensiero su principi come l’eguaglianza, la redistribuzione, la solidarietà, la giustizia sociale. Bisogna partire da lì, dall’elaborazione di un modello sociale alternativo a quello che c’è oggi. Ad esempio, io non credo che nella costruzione della sinistra di domani sia utile creare un soggetto che si ponga semplicemente “a sinistra del Pd”, altrimenti si ricasca nella testimonianza e nel minoritarismo: l’obiettivo da porsi semmai è puntare a creare l’epicentro di un nuovo disegno sociale, non una costola del centrosinistra attuale».
Pertanto, aggiungeva, i passaggi sono tre: «Primo, la costruzione di un progetto, di una visione generale di cambiamento, di un disegno verso cui tendere; sembra banale, ma oggi manca. Secondo, la partecipazione democratica e il coinvolgimento delle persone: se si ha la sensazione di non poter incidere veramente nel proprio partito, è già finita. Terzo, la coerenza dei comportamenti: non è pensabile che le persone di sinistra si identifichino in un partito se vedono che i suoi leader e i suoi apparati non fanno le cose che dicono, cioè si riservano dei privilegi e degli status che oggi non sono più accettati da nessuno. Se vuoi rappresentare le persone, devi vivere come fanno le persone. È proprio la condizione di base, per un rapporto di fiducia».
Oggi, un anno dopo, questi virgolettati possono forse aiutare a chiarirci un po’ le idee su Maurizio Landini e magari perfino sul percorso che può avere in mente.
Intanto, certo, «fare politica», che non vuol dire necessariamente fare un partito, almeno non subito. Si fa politica infatti in mille modi, nel tessuto sociale di un paese, con battaglie locali e nazionali. Non è stato fare politica il referendum sull’acqua pubblica del 2011, che pure non aveva alcun collegamento con i partiti in Parlamento? Non hanno fatto politica i Social Forum nel primo decennio di questo secolo? Non sarebbe politica una campagna accanto a Emergency per tagliare le spese militare o la sanità pubblica? Non è stata politica la miriade di iniziative mutualistiche e sociali implementata da Syriza molto prima di diventare governo, quando dava aiuto legale agli sfrattati o mandava autobus con medici e apparecchi sanitari nei centri in cui il governo aveva chiuso gli ospedali?
Poi, più avanti – se si crea un rapporto concreto e positivo tra un soggetto organizzato e una vasta fascia di popolazione – si può pensare a una sua rappresentanza nelle istituzioni. Ma non prima, che le case non si costruiscono dal tetto. Del resto le società di mutuo soccorso e le camere del Lavoro (prime esperienze italiane di “coalizione sociale”, sul finire dell’Ottocento) nascono prima non solo del Pci, ma perfino del Partito socialista di Turati.
Non so se Landini ha in mente di svolgere in prima persona un’eventuale futura rappresentanza: può darsi che altri emergano in questa funzione, proprio dall’esperienza precedente nella politica non partitica; di certo tuttavia il leader Fiom intende avere un ruolo in questa fase di tessitura e di «elaborazione di un modello sociale alternativo a quello che c’è oggi», con lo scopo di «creare un soggetto maggioritario e che non si ponga semplicemente “a sinistra del Pd”», per tornare alle sue parole.
Nell’agire di Landini pesano parecchio, è evidente, anche le ultime fallimentari esperienze tentate proprio a sinistra del Pd: la lista capeggiata da Bertinotti nel 2008 (sotto il 4 per cento), quella messa in piedi da Ingroia due anni fa (appena sopra il 2) ma anche L’Altra Europa per Tsipras che nel maggio scorso ha superato di un soffio lo sbarramento per dissolversi subito dopo nelle consuete risse. Tutte queste vicende raccontano di addizioni di sigle che hanno sempre assommato le loro debolezze (e nei primi due casi, i loro leader) senza costruire alcuna vera sintonia con il Paese, o almeno con alcune delle sue fasce più numerose.
In questo senso, il pensiero che sottende il ragionare del leader Fiom è facilmente rintracciabile nelle parole di Stefano Rodotà, il primo che ho sentito usare l’espressione “coalizione sociale”, nel medesimo periodo. Si parlava della lista Tsipras, appunto, di cui Rodotà pure era stato elettore ma senza nascondersene i limiti: «I miei dubbi sono relativi alla ripetizione delle semplificazioni che ci sono state sia con la Sinistra Arcobaleno nel 2008 sia con Rivoluzione Civile nel 2013: la convinzione cioè che basti mettere insieme un po’ di pezzi per arrivare al risultato. Il percorso di una coalizione sociale non si può improvvisare se si vuole che abbia un respiro ampio, che fondi una nuova cultura dei principi. Bisogna avere un po’ di pazienza e un po’ di programmazione per ripartire, dopo la terra bruciata che era stata fatta per tanti anni. Ci sono dei modelli, in questo senso: come l’esperienza di Emergency, quella di don Ciotti con Libera, quella della stessa Fiom. Che sono di successo perché hanno lavorato su un lungo lavoro di radicamento sociale».
Come si vede, anche i soggetti indicati da Rodotà un anno fa sono esattamente gli stessi che hanno partecipato alla prima riunione della Cosa che Landini sta cercando di mettere in piedi, il 14 marzo scorso.
Dove e quando andrà questo percorso, tuttavia, credo che non lo sappia nemmeno Landini. Intendo dire: sarebbe sbagliato pensare che nella testa sua e dei suoi ci sia una strategia precisa e con una tempistica stabilita per radicare il progetto e poi di lì fare un partito. È molto più probabile che il segretario Fiom – pur sperando in un progetto sul lungo termine maggioritario – preferisca sul breve “camminare domandando”, come recita un famoso slogan zapatista. Il che vuol dire ascoltare, conoscere, leggere continuamente la realtà nelle sue trasformazioni, per poi decidere in viaggio se è cosa fattibile utile o no anche la rappresentanza, insomma “il partito” – quale che ne sia la sua forma.
Ovviamente nella politica di palazzo, a sinistra, c’è chi caldeggia già questo passaggio – per farne parte – o al contrario lo teme, perché ha paura di esserne escluso e quindi di perdere la sua attuale (pur minuscola) rendita di posizione. Nella sua prima riunione, come noto, Landini li ha lasciati tutti fuori dalla porta.
Non so se è stato un errore o no. So però che anche questo è il contrario di tutto quello che è stato fino a ieri – che ha portato al nulla: quindi ogni nuova pratica difficilmente può fare peggio.
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M. scrive: “conosco bene la base da cui è partita Podemos, l’ho vista nascere al primo hackmeeting spagnolo: una capacità di aggregazione, uno spontaneismo, davvero potenti, rari e preziosi. Una ventata di energia ed aria fresca. Tutto ciò che mancava in Italia, dove appena spuntava qualcosa d’interessante, arrivavano i “professionisti del dissenso” a metterci il cappello sopra, soffocando le iniziative all’istante…”
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Il M5S è riuscito ad ottenere un fondo pubblico per aiutare tramite le banche le piccole e medie imprese in difficoltà
perché su questo fondo non si mettono i soldi e i beni che sono intercorsi in questi patti occulti e delinquenziali, le mazzette o i beni sequestrati o ipotecati che sostituirebbero le mazzette come garanzia fino a fine processo?
perché questa gentaglia, vedi Scaiola, deve sempre cavarsela con qualche articolo di stampa e nessuna penalizzazione effettiva?
perché non si può fare una legge che li sospenda o cacci dalle istituzioni?
perché dobbiamo arrivare all’abominio di un Pd che si fa prescrivere Penati e che addirittura candida un condannato come De Luca?
perché queste maledette prescrizioni e questi patteggiamenti ignoti al mondo civile non vengono aboliti di sana pianta?
e perché ignominiosamente né il facondo Renzi né il neo assunto Mattarella fanno un fiato?

ELIO E LE TROIE STESE

Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi;
tanta voglia di ricominciare abusiva.
Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate;
il visagista delle dive è truccatissimo.
Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto:

Italia sì Italia no Italia bum, la strage impunita.
Puoi dir di sì puoi dir di no, ma questa è la vita.
Prepariamoci un caffè, non rechiamoci al caffè: cè’ un commando che ci aspetta per assassinarci un po’.
Commando sì commando no, commando omicida.
Commando pam commando papapapapam, ma se c’è la partita
il commando non ci sta e allo stadio se ne va,
sventolando il bandierone non più sangue scorrerà ;
infetto sì ? Infetto no? Quintali di plasma.
Primario sì primario dai, primario fantasma,
io fantasma non sarò e al tuo plasma dico no.
Se dimentichi le pinze fischiettando ti diro’
“fi fi fi fi fi fi fi fi ti devo una pinza, fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l’ho nella panza”.
Viva il crogiuolo di pinze. Viva il crogiuolo di panze.
Quanti problemi irrisolti ma un cuore grande così.
Italia sì Italia no Italia gnamme, se famo du spaghi.
Italia sob Italia prot, la terra dei cachi.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo; un totale di due pizze e l’Italia è questa qua.
Fufafifi’ fufafifi’ Italia evviva.
Italia perfetta, perepepè nanananai.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo:
in totale molto pizzo, ma l’Italia non ci sta.
Italia sì Italia no, Italia sì
uè, Italia no,uè uè uè uè uè.
Perché la terra dei cachi è la terra dei cachi. No.

ALESSANDRO GILIOLI
Testimonianza di un muratore siciliano che, su 1.300 euro al mese di stipendio, deve restituirne 300 al datore di lavoro: «È pur sempre meglio di niente», dice lui.
La prassi, rivela l’inchiesta, è tutt’altro che isolata ed è un nuovo spettacolare passo nella direzione che conosciamo. Non solo ci sono meno diritti e meno salario, ma c’è un convincimento che è ormai entrato nella testa di tutti – a partire dai più giovani – e cioè che qualsiasi forma di lavoro, a qualsiasi reddito e in qualsiasi condizione è ormai benvenuta, perché «è meglio di niente».
È questa, la prigionia mentale in cui ci hanno ridotto trent’anni di lotta di classe dall’alto verso il basso. Ed è stata una vittoria epocale, in termini di egemonia culturale e di pensiero diffuso: aver portato alla gratitudine per condizioni di lavoro sempre più infime, perché «è meglio di niente».
Così è avvenuto, in questo Paese e non solo: riforma del lavoro dopo riforma del lavoro, con tutto l’apparato mediatico a reti unificate a spiegarci ogni volta «che così si crea più occupazione».
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POLITICA, STAMPA, SINDACATI E MAGISTRATURA CORRESPONSABILI DELLO SFACELO IN ATTO
Berluscameno

Distruggere dalle fondamenta una nazione ricca, prospera e industrializzata come l’Italia non è cosa semplice. Eppure l’ala massonica ,reazionaria e neo-aristocratica ora prevalente sul piano globale è quasi riuscita nell’impresa. Non sarebbe stato possibile realizzare un obiettivo tanto perverso quanto ambizioso senza assicurarsi preventivamente il consenso, tacito e fattivo, di tutta una serie di mondi “politici” solo in senso lato. I partiti maggioritari, in particolar modo quelli che si riconoscono nel Partito Popolare Europeo e nel Partito Socialista Europeo, sono guidati dal centro da uomini scelti e selezionati all’interno delle Ur-Lodges più oscure e tenebrose (reazionarie).
Per cui non è difficile capire perché, in Italia come quasi dappertutto, i diversi leader politici locali appoggino governi stile Monti, creati con il chiaro obiettivo di aumentare le disuguaglianze sociali, distruggere il welfare e azzerare le garanzie dei lavoratori.
Limitandosi a corrompere i principali partiti in giro per il Vecchio Continente, però, i massoni neonazisti assiepati all’ interno di logge potenti come la “Three Eyes”, la “Hathor Pentalpha” e la “Der Ring”, non avrebbero mai potuto centrare il risultato.
Anche il governo Berlusconi nel 2002 tentò di eliminare l’art.18, salvo poi desistere a causa della fortissima reazione sociale suscitata. Oggi invece Matteo Renzi può facilmente riportare l’Italia nel buio dell’Ottocento senza incontrare nessun tipo di reazione degna di questo nome. Del “quarto potere” è quasi inutile parlare, essendo manifesto il ruolo svolto dalla stampa negli ultimi anni al fine di anestetizzare, imbambolare e raggirare i cittadini.
Da dieci anni a questa parte alcuni direttori di giornale ( a volte etero -diretti dal Venerabile Maestro Mario Draghi) raccontano una realtà surreale e inesistente, fatta di ripresa dell’economia, crescita ed imminente assorbimento della disoccupazione .
Solo chi ha portato il cervello all’ ammasso può ancora credere alle “reiterate menzogne” veicolate da un manipolo di funzionari(fatti passare per giornalisti), pagati a peso d’oro per fornire menzogne senza sosta e senza scrupoli.
Ma neppure il semplice connubio corruttivo intercorrente tra stampa e politica sarebbe bastato per cancellare 50 anni di progresso civile, economico e sociale del Belpaese. Serviva qualcosa in più. Serviva cioè carpire con l’inganno anche il consenso delle vittime, condotte sull’orlo del precipizio proprio per mano di chi, per costituzione, avrebbe dovuto al contrario difenderle e tutelarle.
Ricordate la foto di Susanna Camusso sorridente al tavolo con Mario Monti? Ecco, quella istantanea spiega più di mille parole. Mentre il governo dei tecnici tagliava le pensioni e creava gli esodati, la Cgil teneva il sacco al Pd di Pierluigi Bersani, membro forte di quella famosa alleanza repubblicana tenuta insieme solo dal comune desiderio di bastonare a sangue gli ultimi e i poveri. Sulla Cisl e sulla Uil stendo direttamente un velo pietoso.
Su Landini i pareri possono essere discordanti, però non si può non apprezzare il coraggio di un sindacalista finalmente pronto a squarciare un immenso velo di ipocrisia. Fino ad oggi la Cgil è stata un oggettivo bastione usato dal potere per imprimere alla nostra società una svolta di tipo oligarchico. I lavoratori sono stati di fatto schiavizzati grazie al sapiente uso dello spauracchio “disoccupazione”, dolosamente creato in vitro dalle classi dirigenti per impaurire ed ammorbidire le pretese delle classi subalterne. D’altronde, se la scelta è fra un salario da fame e la disoccupazione, tanto vale il salario da fame, non trovate? Così facendo Landini non sarà mai premiato con un posto in Parlamento a fine mandato, ma in compenso potrà continuare a guardarsi allo specchio senza vergognarsi.
Giusto per concludere la panoramica, si può precisare infine come ai nazisti tecnocratici a capo delle principali Ur-Lodges reazionarie planetarie non sarebbe bastato neppure il contestuale controllo di politica, stampa e sindacato per completare l’attuale scempio. Senza una magistratura strabica ed addomesticata , pronta cioè ad inseguire con zelo puttanieri e rubagalline, ma silente e titubante nell’affrontare scandali come il crack Monte Paschi o la manipolazione del mercato per il tramite delle famose agenzie di rating, il giochino architettato dai masnadieri di stanza a Bruxelles (UE) e Francoforte (BCE) non sarebbe durato a lungo.

Mai dire Troika
Per strumentalizzare il progetto del M5S ci vuole un’informazione aziendalista e totalmente controllata dal governo, a Berlusconi, a Cairo a Murdoch. Cosa succede quando le Lobby sostituiscono i Partiti? Quale sarà mai l’ideologia risultante?
lo stiamo vedendo: come recuperare 3 milioni di disoccupati col cucchiaino della propaganda. La politica economica è ormai totalmente in mano all’FMI: Padoan è un uomo FMI, come Monti era di un certo circolo, come Tremonti, come Padoa Schioppa, come il privatizzatore Prodi, come Amato..
Basta seguire le leggi che hanno legalizzato lo schiavismo e di questo ventennio fino a Renzi: con la promessa di un milione di posti di lavoro.. e tanti ricavi per chi vive su ex monopoli pubblici in regime di rendita. L’Espresso ha di fatto giocato sulla forma, non sui contenuti, reiterando la propaganda berlusconiana del ‘lasciamolo lavorare': ma le nomine ai vertici degli enti pubblici erano antecedenti alle elezioni europee… se il buon giorno si vede dal mattino: è sempre lo stesso centrosinistra affarista di sempre. E tutti sapevano fino alla strumentalizzazione di Cantone e Casson, e non solo: di Colombo e Tobagi. Ricordate il Berlusconi che nel 1994 volle al Ministero di Giustizia il Pool di Mani Pulite? Così i media, dal TG3 all’espresso a LA7, per non parlare di Mediaset, mostravano il M5S come un gruppo di scemi. Informazione è selezionare il peggio. Ora stanno selezionando in modo diverso: chi parla a nome del M5S lo fa con cognizione di causa e mette alle strette l’avvocato rampante del partito di turno perché al prossimo giro vinceranno “le destre” e quindi perché non ripescare e accarezzare il caro movimento rivoluzionario a 5 stelle? Ma anche con una vittoria delle “destre”: la classe dirigente del Pd è in buone mani. Sono i soci d’affari.

Annamaria
Mentre il circo mediatico ci racconta del tirannello che va a Milano a far scintille e a presentarci un Expo-paese delle meraviglie, si dà il caso che la ‘realtà’ milanese sia diversa: operazione camouflage di 1 milione di euro per nascondere le opere incompiute. “Il costo per la fornitura delle pezze che si metteranno sulle zone non finite è stimato in 100 euro per metro quadro. Intanto il reale stato del cantiere sembra diventato una faccenda top secret: i lavori risultano ultimati in due aree su 24. Per alcune opere la consegna prevista dei lavori sarà ad evento abbondantemente avviato”. Ma questa ‘realtà’ non la dice quasi nessuno..
Intanto i tombini, a intervalli regolari, continuano a saltare. E dai tombini, a intervalli regolari, saltano fuori, beccati a rimestare nella solita merda, i topi e le pantegane di sempre. Con un governo che-giustappunto- provvede a proteggere tombini e pantegane, varando in tempi fulminei la legge che dovrà intimidire i giudici e rallentando in tempi biblici la legge sulla corruzione.
Va tutto bene, stiamo sereni!

COMPOSIZIONE DELL’ELETTORATO

Dire che il M5S ha definitivamente perso il treno quando è passato dal 25% al 19,9 e ora è in risalita e resta la seconda forza politica del Paese e l’unica opposizione parlamentare credibile mi sembra stolto, può rientrare nei desideri di qualcuno ma dice solo che o ha la benda sugli occhi o parla perché è stato assunto per dire cose di questo tipo. In quanto alla capacità di autoilludersi degli Italiani, non è cambiato il fatto che gran parte di loro è formato da analfabeti di ritorno, persone cioè incapaci di leggere un articolo e capirne il senso e manipolate dalla tv. Il Pd poi ha un altissimo numero (45,9) di over 65, è un partito di vecchi. ll M5S al contrario è il movimento politico preferito dai giovanissimi (32,9% tra chi ha fino a 24 anni, 33,9% tra i 25-34enni e partito più votato anche i 35-44enni, al 31,5%).
Forza Italia non è più il primo partito di imprenditori, dirigenti e liberi professionisti: tra loro si ferma al 10%, superati addirittura dal Nuovo Centrodestra. Il primo partito è qui il Pd, non per niente Renzi ha preso pari pari il programma di Confindustria senza cambiarne una virgola.
Il M5S è votato da commercianti, artigiani e lavoratori autonomi (37,1%).
Impiegati e insegnanti continuano a votare in massa Pd (36,2%) e questo spiega per es. come mai il Jobs Act non è estesa ai dipendenti pubblici e come mai Renzi prometta mancette agli insegnanti, mentre tra gli operai e affini è il M5S a fare il botto (39%), così come tra i disoccupati (34%).
Le casalinghe da sempre grandissime sostenitrici di Berlusconi sono scese al 28% e molte sono passate a Renzi (viva la televisione!) Il Pd trionfa comunque tra i pensionati (45,4%). Raggiunge infatti il suo massimo tra chi ha la licenza elementare o nemmeno quella (41,5%), fascia che in larga parte coincide con la popolazione più vecchia del Paese, ma conta anche tanti laureati.
Il M5S è invece il primo partito tra chi ha la licenza superiore (28,7%) e la licenza media (26,7%). Forza Italia è pochissimo votata dai laureati (9%), mentre regge tra chi ha la licenza elementare o nemmeno quella (26,3%). La frase di Berlusconi che lui parlava a chi ha solo la terza elementare e siede all’ultimo banco trova la sua conferma.
La terza e ultima rivoluzione dell’elettorato Pd riguarda la religione.
Dopo il suo tradimento di ogni principio e valore del vecchio PCI, il Pd di Renzi sembra diventato il primo partito tra i cattolici praticanti ( 36% dei voti). I non praticanti votano soprattutto M5S.
Poi, riguardo a Internet, il 47% di coloro che si informano soprattutto su internet vota M5S. Dunque l’elettorato del Pd è in parte vecchio, poco informato, senza cultura o analfabeta di ritorno, si crede cristiano praticante, è pensionato o casalinga, non conosce internet.

TANGENTI, VOCE DEL VERBO INCALZARE
Marco Travaglio |

Finora, a ogni scandalo, abbiamo sempre riconosciuto che Matteo Renzi e il suo governo non c’entravano, perché erano appena arrivati. Da ieri, con l’arresto di Ercole Incalza, non è più così. Il governo c’entra eccome. Il premier vede platealmente rottamata la sua presunta rottamazione e deve spiegare molte cose, al Parlamento e all’opinione pubblica. E il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Ncd) se ne deve andare alla svelta. Il fatto che non sia indagato non vuol dire nulla: per molto meno Renzi due anni fa, quando era ancora un aspirante segretario del Pd, chiese la testa di due ministri del governo Letta, Alfano e Cancellieri, che non erano indagati, ma certamente responsabili di condotte ritenute incompatibili con le loro funzioni (sequestro Shalabayeva e teleraccomandazioni alla figlia di Ligresti).
Lupi deve sloggiare o essere sloggiato non tanto per la storia dei presunti favori a suo figlio da parte di un costruttore arrestato, quanto soprattutto per aver confermato un anno fa e lasciato fino alla scadenza del mese scorso al suo posto di capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza, vecchia conoscenza di procure e tribunali. Né Lupi né Renzi possono dire che non sapevano: nel febbraio 2014, appena nacque il governo, e poi ancora a giugno con un editoriale di Marco Lillo (“O Incalza o Cantone”), il Fatto aveva incalzato – è il caso di dirlo – il governo a rimuovere quel soggetto poco raccomandabile per “820 mila ragioni”: tanti erano gli euro sganciati dall’architetto Zampolini (vedi alla voce Cricca) nel 2004 per pagare la casa a suo genero, a due passi da piazza del Popolo, bissando l’operazione Scajola. Solo che Scajola disse che la casa gliel’avevano comprata a sua insaputa. Per Incalza invece la lista degli insaputisti va allargata ai sette governi che gli hanno lasciato le mani in pasta. Ingaggiato da Lunardi (Berlusconi-2), Ercolino Sempreinpiedi fu cacciato da Di Pietro (Prodi-2), poi riesumato da Matteoli (Berlusconi-3) e lasciato lì tanto da Passera (Monti), quanto da Lupi (governi Letta e Renzi). E siccome un bel giorno andò finalmente in pensione, fu subito riciclato come consulente. Con l’aggravante che, quando nacque il governo Renzi, Incalza era stato appena indagato (avviso n. 15!) a Firenze per gli appalti truccati del Tav. Eppure fu subito rinnovato per un altro anno, con un concorso ad hoc. E quando i 5 Stelle ne chiesero conto alla Camera, Lupi si presentò a leggere una imbarazzante difesa scritta dal suo avvocato.
Quindi, per favore, questi tartufi che in men che non si dica votano la legge per farla pagare ai giudici mentre da due anni non riescono a votare l’anticorruzione (anzi, riescono a non votarla), ci risparmino almeno lo stupore. Oltreché ramificato e invincibile – almeno finché nessuno si deciderà a combatterla sul serio – la nostra Tangentopoli è anche ampiamente prevedibile: un piccolo mondo antico dove non c’è ricambio nemmeno fra i faccendieri, infatti s’incontrano sempre i soliti noti, già inquisiti ai tempi di Mani Pulite, poi reinquisiti negli anni 90 e 2000, tutti rimasti ai posti di combattimento. Non nonostante, ma in virtù dei loro trascorsi penali. Che, nel Paese di Sottosopra, fanno curriculum e sono indice di esperienza e affidabilità. Greganti, Frigerio e Grillo (Luigi) in Expo. Maltauro e Baita nel Mose. E ora Incalza, già balzato alle cronache giudiziarie nel 1996 per gli scandali ferroviari di Necci & Pacini Battaglia. Se poi qualcuno è proprio troppo vecchio per trafficare col girello e la flebo, o magari è passato a miglior vita, trasmette il background alla prole: nelle carte di Firenze, fra i comprimari non indagati, affiorano i nomi di Pasquale Trane, figlio del socialista pugliese Rocco, e Giovanni Li Calzi, figlio dell’ex assessore comunista milanese Epifanio. Fra gli indagati invece troneggia Vito Bonsignore, che non è il figlio dell’andreottiano condannato per tentata corruzione a Torino negli anni 90 e di nuovo pizzicato 10 anni fa nelle scalate dei furbetti del quartierino: è sempre lui, solo che ora è uno degli azionisti di maggioranza – come pure Incalza – di Ncd, prezioso alleato di Renzi, acronimo di Nuovo Centro Destra (per distinguerlo dal vecchio), accreditato dai giornaloni come la “nuova destra liberale ed europea”. E Antonio Bargone non è un parente dell’ex deputato Pci-Pds-Ds, dalemiano di ferro e sottosegretario ai Lavori pubblici di Prodi e D’Alema: è sempre lui, solo che s’è messo in proprio e presiede le autolinee Sat. Idem per altri coprotagonisti, anch’essi inquisiti, tipo Rocco Girlanda (ex deputato Pdl e sottosegretario di Letta), Stefano Saglia (ex deputato di An e del Pdl), Fedele Sanciu (ex senatore Pdl) e Alfredo Peri del Pd, assessore della giunta regionale dell’Emilia-Romagna guidata da Vasco Errani, poi caduta per la condanna del governatore per falso in atto pubblico. A prescindere dalle responsabilità penali, che sono personali e saranno vagliate dai giudici, finisce alla sbarra la banda larga dei soliti noti, che da 30 anni “fa il bello e il cattivo tempo” nella grande mangiatoia delle grandi opere: Prima e Seconda Repubblica, governi politici e tecnici, destra e centro e sinistra, rottamati e rottamatori.
L’unico leader che ebbe il coraggio di liberarsi di Incalza, Di Pietro, è anche l’unico espulso dal Parlamento: era incompatibile col sistema. Per anni ha proposto una legge semplice semplice: fuori dalle pubbliche funzioni i politici e gli amministratori condannati e fuori dalle gare pubbliche gl’imprenditori condannati. È quello che Renzi chiama “Daspo per i corrotti”, credendo di averlo inventato lui. Ma si guarda bene dal farlo. Ora forse è più chiaro perché.
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Viviana: E ancora qualcuno voterebbe come irreprensibile la Gabanelli che per fare un favore al suo editore del terzo canale massacrò con denunce ‘false’ Di Pietro rovinandogli per sempre la carriera politica?
e se questo è il meglio dell’informazione che ci propina la tv, figuriamoci il resto!

FAME DA LUPI
Marco Travaglio

Forse una visita guidata al Museo Lombroso di Torino, che espone i crani imbottigliati in formalina dei manigoldi più famosi, non guasterebbe. La criminologia fisiognomica sarà pure una teoria superata, ma – visto come siamo conciati – può ancora servire a riconoscere dalla faccia certi ladroni che periodicamente finiscono nelle patrie galere, poi rientrano nel giro, poi vengono riacchiappati, poi acciuffano una prescrizione e riagguantano la poltrona, per poi tornare nel loro habitat naturale: la cella di isolamento. Prendiamo Ercole Incalza: ex Psi (corrente sinistra ferroviaria), l’aveva fatta franca in ben 14 processi, fra prescrizioni, assoluzioni e norme ad hoc (gli errori giudiziari più diffusi sono le assoluzioni dei colpevoli). Insomma, meritava un’altra chance nell’Ncd, che tutti credono l’acronimo di Nuovo Centro Destra, trascurando l’opzione più ovvia: Nuova Compagnia Detenuti. In una telefonata – scrive il gip di Firenze – Incalza “afferma di aver trascorso la notte a redigere il programma di governo che Ncd avrebbe dovuto presentare e di essere in attesa del benestare di Alfano e di Lupi”. Il 17 febbraio 2014, mentre nasce il governo Renzi, Lupi “si lamenta per essere stato da lui abbandonato”, ma “Incalza contesta tale affermazione dicendogli di aver scritto anche il programma”.
Che vuoi di più, Mauri’? Che ti porti la brioche al mattino? Poi c’è la nomina dei sottosegretari alle Infrastrutture, che non spetta a Lupi né tantomeno a Incalza, ma a Renzi. Però ci pensa Ercolino, ci vuole gente giusta: Letta ha rischiato i denti col viceministro pd Vincenzo De Luca, plurimputato, e con Tonino Gentile, quello che candidò B. al Nobel per la Pace, poi passò a Ncd e finì in uno scandalo che lo costrinse a dimettersi. Con chi rimpiazzarli? Ci pensa Incalza, grande talent scout: “II 28-2-2014 Lupi gli telefona e lo informa che, in seguito alla sua ‘sponsorizzazione’, hanno nominato viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini e invita Incalza a parlargli per dirgli ‘che non rompa i coglioni'”. Nencini, pure lui ex Psi, era già comparso nelle intercettazioni della Cricca della Protezione civile: l’uomo giusto al posto giusto. L’altro sottosegretario è Umberto Del Basso De Caro, che era l’avvocato di Craxi ed è inquisito a Napoli per peculato: chi meglio di lui. Ercolino è soddisfatto: “In alcune successive telefonate Incalza fa presente che al ministero per le Infrastrutture sono arrivati due suoi compagni socialisti: Nencini e Del Basso De Caro. Il suo amico commenta tali nomine dicendo ‘complimenti… sempre sempre più coperto!'”.
Renzi, noto rottamatore, sbatte i tacchi. Una bella squadretta, non c’è che dire. Del resto, senza l’Ncd il suo governo non esisterebbe: niente maggioranza in Senato. E sul capitale umano la grande stampa chiude un occhio, anzi due. Eugenio Scalfari stravede per quell’accozzaglia di inquisiti e poltronisti, rimasti nel governo Letta dopo l’uscita di FI per conservare le cadreghe: “È quella che noi chiamiamo la destra repubblicana… Una novità di grandissimo rilievo nel panorama della politica non soltanto italiana ma anche europea”, anche perché grazie a Ncd “scompare la presenza di Berlusconi e del ber lusconismo dalla maggioranza” (17-11-2013). Berlusconi forse, il berlusconismo mica tanto. Invece, sul Corriere, Polito El Drito si esalta per il “parricidio” di Alfano con B. e lo paragona a quelli di Fanfani con De Gasperi, di Sarkozy con Chirac, della Merkel con Kohl e incensa il Letta-bis “sorretto da una nuova maggioranza temprata nel fuoco di una battaglia parlamentare aperta e senza rete” in vista della “riforma del sistema politico” e dell’avvento “di una terza Repubblica”. E sta parlando del partito di Alfano, Cicchitto, De Girolamo, Schifani, Formigoni, Scopelliti, Castiglione, Firrarello, Bonsignore, Giovanardi e naturalmente Lupi. Più che un partito, pare il bar di Guerre stellari, con una densità di condannati e inquisiti che nemmeno nella periferia metropolitana più disagiata. Al confronto, Forza Italia è un convento di orsoline: se passa di là pure Verdini, a parte il capo gli altri rischiano di essere quasi tutti incensurati. Formazione tipo Ncd. Vito Bonsignore, una condanna definitiva per tentata corruzione e una nuova indagine, quella delle Grandi Opere, dov’è inquisito insieme ad altri due pezzi grossi di Ned: Rocco Girlanda, ex sottosegretario pdl di Letta, e Stefano Saglia, ex An alfanizzato. Roberto Formigoni, sotto processo a Milano per corruzione e altre virtù. Nunzia De Girolamo, inquisita a Benevento per abuso e altre facezie. Giuseppe Scopelliti, condannato in primo grado per abuso. Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura, indagato a Catania per abuso e turbativa d’asta sull’appalto per il Centro rifugiati di Mineo, il più grande d’Europa (un business, quello dei Cara, molto caro alle “Misericordie”, tipo quella di Modena presieduta dal gemello di Giovanardi). Suo suocero Pino Firrarello, condannato e poi prescritto per turbativa d’asta e corruzione sull’ospedale di Catania e di nuovo inquisito per voto di scambio. Luigi Grillo, condannato con patteggiamento per corruzione su Expo e indagato per rapporti con la ‘ndrangheta. Pare che graviti dalle parti di Ned pure Cesare Previti, nei panni del vecchio saggio, come Totò ne I soliti ignoti: e la sua mano – onore al merito – si nota subito. Renato Schifani, per anni indagato per mafia, archiviato con un provvedimento che sottolinea i suoi rapporti con diversi mafiosi. Ed è uno dei più puliti di “quella che noi chiamiamo la destra repubblicana… Una novità di grandissimo rilievo nel panorama della politica non soltanto italiana ma anche europea”. L’Europa ancora non sa nulla, ma il primo che esce di galera l’avverte.

Viviana
Altro che Rolex o impieghi chiesti per i figli|
Siamo a una valanga di sporcizia e corruzione che fa impallidire tangentopoli!
Avete capito ora come mai la legge anticorruzione sta aspettando da due anni e viene continuamente rimandata da quel Renzi così’ veloce solo a rifocillare le banche e a tagliare i diritti dei lavoratori?
Ma non avrebbe dovuto essere la madre di tutte le leggi già 67 anni fa?
Ma non lo vedete che ancora Renzi e Berlusconi non ci pensano nemmeno a dotare il Paese di una legge di civiltà perché nel brago ci sono tutti dentro? E ancora li votate? E ancora li sostenete? E ancora li difendete? E ancora venite sui blog per sputare veleno sui 5stelle che sono gli unici che vogliono ripulire dalle monnezze queste istituzioni merdose???
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Alessandro
Renzi è responsabile quanto Lupi e si dovrebbe dimettere. Renzi non può
dire che non sapeva.
Il M5S è intervenuto per almeno tre volte sull’argomento, anche in Parlamento,
con interrogazione e una richiesta di un emendamento… e poi ne ha parlato più
volte Il Fatto:
– maggio 2013. Marco Scibona, senatore M5S denuncia l’inadeguatezza di Incalza
a coordinare la task force in Val di Susa.
– luglio 2014. Primo anno era Renzi. Il M5S ha presentato un’interrogazione
parlamentare sul ministro Lupi e su Incalza.
– 5 marzo 2015. Secondo anno era Renzi. I senatori del M5S hanno presentato un
emendamento che traduceva il proposito del Daspo in una norma penale nel ddl
anticorruzione di Grasso n discussione in Commissione giustizia al Senato, ma è
stata bocciata dalla maggioranza renziana compatta.

IL BERGOGLIO NULLAFACENTE
vv
Bergoglio ha una bella immagine da santino.
E’ simpatico
Fa piccole cose carine che piacciono alle folle.
Ma vi pare che in un anno abbia cambiato qualche sostanziale malefatta della Chiesa di Roma?
Parità delle donne? Non pervenuta.
Magistero ecclesiastico femminile? Non pervenuto.
Accoglienza dei gay? Non pervenuta.
Trasparenza dello Ior? Non pervenuta.
Famiglie di fatto? Non pervenute.
Democrazia nella Chiesa? Non pervenuta.
Controllo di quella vergogna costituita dal mercato delle adozioni internazionali? Non pervenuta.
Condanna del neoliberismo europeo e della Troika? Non pervenuta.
Condanna dei paradisi fiscali, compreso lo Ior? Non pervenuta.
Riduzione degli sprechi e della ricchezza della Chiesa? Non pervenuta.
Conciliazione con i preti di frontiera, i preti operai, la Chiesa della Liberazione? Non pervenuta.
Scomunica dei preti pedofili e loro cacciata dalla Chiesa? Non pervenuta.
Abbandono del sostegno dei peggiori governi fascisti della storia? Non pervenuto.
Persino il pagamento della giuste tasse o delle bollette del Vaticano non è pervenuto.
Mi spiace, ma quando non vedrò una di queste cose, non dirò mai che Bergoglio rappresenti qualcosa di nuovo nella storia bi millenaria della Chiesa.
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FIGLI NTROCCHIA
Viviana Vivarelli

Il figlio di Passera si è occupato di marketing per la Piaggio, società di Colaninno, partner dell’ex ad di Intesa nella cordata di salvataggio Alitalia. Ora Passera jr ha un impiego di tutto rispetto presso la multinazionale Procter & Gamble.
La figlia di Monti ha lavorato nel prestigioso studio Ambrosetti, quelli del Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove si riunisce la crème dell’economia italiana. E che poi ha sposato Antonio Ambrosetti, unico figlio maschio degli Ambrosetti.
Il figlio della Cancellieri, già assunto trentenne come direttore di Unicredit, poi direttore generale di Fondiaria Sai a 500mila euro l’anno, l’ha in questi giorni lasciata con una buonuscita di 3,6 milioni, scoperta dal Fatto. Ma non è rimasto a spasso: assunto da Telecom Italia come Chief Financial Officer.
La figlia della Fornero ha una cattedra all’Università di Torino (dove madre e padre sono professori ordinari), e lavora in una fondazione finanziata da Intesa (dove la madre era nel consiglio di Sorveglianza).
I casi di Renzo Bossi e Cristiano Di Pietro sono quelli più conclamati.
Il Pd può vantare la 29enne Daniela Cardinale, eletta deputata nel 2008, figlia di Salvatore, ex ministro delle Comunicazioni nei governi D’Alema, Prodi e Amato. Nel coordinamento nazionale dei giovani del Fli, basta scorrere l’elenco dei cognomi per notare strane corrispondenze. Lamorte e Tatarella, tanto per citarne due, vi dicono qualcosa? E fino a qualche tempo fa c’era anche Pietro Urso, poi migrato insieme a papà Adolfo nella fondazione Fare Italia (l’unico “ursiano” che ha lasciato Fli oltre ad Urso, dicono i maligni).
Nel Pdl spicca Annagrazia Calabria, classe 1982, deputata e leader del movimento giovanile, figlia di Cynthia Alfonsi, coordinatrice regionale delle donne di FI (il padre, Luigi Calabria, è il direttore finanziario di Finmeccanica) oppure Armando Cesaro, numero uno degli Studenti per la Libertà, figlio dell’onorevole Luigi, detto “Giggino ‘a purpetta”, presidente della Provincia di Napoli. Non poteva mancare neanche l’Udc: il leader dei Giovani del partito è Gianpiero Zinzi (che è anche commissario regionale dei centristi in Campania), figlio di Domenico, deputato alla Camera e presidente della Provincia di Caserta. In questo caso la passione per i doppi incarichi è ereditaria.

Siamo il Paese della discriminazione e delle corporazioni. Dove va avanti chi nasce privilegiato, mentre chi non vanta conoscenze e relazioni rischia, quasi sempre, di arrivare ultimo. Alla Sapienza di Roma l’assioma è spesso confermato: sono decine i parenti di professori eminenti assunti nei dipartimenti, con intere famiglie (su tutte quella dell’ex rettore Luigi Frati) salite in cattedra. A volte con merito, altre meno. Si pensi allo strano concorso di dottorato vinto dal rampollo del nuovo magnifico Eugenio Gaudio, al tempo preside di Medicina.
Forse che il Pd ha mai fatto qualcosa per frenare lo scandalo permanente dei concorsi pubblici?
Forse che il Pd ha mai fatto qualcosa per frenare lo scandalo permanente degli appalti?
Forse che il Pd o chi prima di lui hanno fatto qualcosa per eliminare le leggi abominevoli di Berlusconi? E ora che l’abominio continua addirittura il Pd fa le leggi della dx peggiore addirittura con voti che vengono dalla cricca di Berlusconi????

BASTA COL FANTOMATICO PATTO CHE IL M5S DOVEVA FARE CON BERSANI!!!!
Viviana Vivarelli

Mi sono stancata di rispondere a chi insiste sulla pseudoalleanza che il M5S avrebbe dovuto fare con Bersani,
-visto che Bersani stesso l’ha sconfessata pubblicamente dicendo che lui non aveva la minima intenzione di farla,
-visto che Bersani non aveva accettato nessuno dei 20 punti di Grillo,
-visto che voleva scoutizzare il M5S, l’ha anche detto in chiaro e l’ha pure fatto,
-visto che voleva avere i suoi voti ‘gratis’ e facendo un programma contrario, cosa che non è accettabile nemmeno nel paese dei pazzi
-visto che l’Unità non ha cessato un solo momento i suoi attacchi feroci al M5S, cosa che evidentemente non si fa con chi si spera di convincere a una alleanza, attacco mediatico che non abbiamo mai visto in 20 anni sferrato con la stessa ferocia contro Berlusconi,
-visto che due governi del csx non hanno tolto una sola legge ad personam di B, non hanno votato una sola legge sul conflitto di interessi, non hanno mai applicato la famosa legge che vietava a B di candidarsi in quanto gestore di televisioni e giornali, -visto che il patto con Berlusconi è andato avanti in modo strisciante per 20 anni ed è diventato manifesto solo con Renzi
-visto che Bersani ha votato delle cose tremende come il pareggio di bilancio in Costituzione, il governo Monti, la riforma Fornero e poi in seguito tutto il peggio della Troika e di Berlusconi e di Renzi, cioè il contrario esatto di quanto auspicato dal M5S.

NON E’ DEMOCRAZIA
Viviana

Le statistiche si possono anche contestare ma è un fatto che il M5S è una forza politica giovane per giovani e il Pd è una forza politica vecchia, che retrocede verso il passato, dove c’è un 25% di vecchi i quali spesso sono poco colti e pochissimo informati.
Anche vis a vis, nella città in cui vivo e che è Bologna, ho a pelle la percezione di quanti anziani votino il Pd per forza di abitudine, per nostalgia, per vecchi ideali giovanili, ma in una ignoranza totale di economia o macropolitica.
Dico solo una cosa: Renzi già dal suo primo programma alla Leopolda aveva detto chiaramente che lo stato sociale doveva sparire in una privatizzazione a 360° di tutto. Ora io vorrei che ci facesse un sondaggio tra i piddini chiedendo loro se capiscono cosa vuol dire ‘abolire lo stato sociale’ e se sanno cosa è lo ‘stato sociale’. Mi sembra assurdo che si continui a parlare di democrazia, di parlamentarismo, di osservanza alla Costituzione, di voto o consenso popolare con quanto abbiamo sotto gli occhi. Non si può essere ciechi a tal punto. Che un premier che esce da una votazione interna di partito ma non da una elezione politica nazionale si arroghi il diritto di governare per di più usando i numero abnormi di un parlamento uscito da una legge elettorale incostituzionale con uno sproporzionale premio di maggioranza al Pd, imponendo cataclismi costituzionali con 34 voti alla fiducia in un anno, con ghigliottine e canguri, proteggendo manifestamente la corruzione, distruggendo diritti civili e del lavoro, e facendo tornare il Paese indietro di 150 anni lo trovo aberrante. Questa non è democrazia ma truffa, come fare tre governi nominati dal Presidente della Repubblica per ubbidienza alla Troika, senza elezione popolare.
Non è democrazia governare con tanti voti alla fiducia.
Non è democrazia concordare lo stravolgimento del Paese con un patto segreto con chi doveva essere il principale nemico storico e ideologico e senza avvertirne prima l’elettorato.
Non è democrazia tappare la bocca all’opposizione e persino tentare, come ha fatto Zanda, di imporre una legge per eliminare legalmente qualsiasi opposizione.
Non è democrazia demolire l’equilibrio dei poteri, umiliare la Magistratura e fare del Parlamento un’assemblea di yes man, mentre si concentrano tutti i poteri sulla sola figura del capo del governo.
Non è democrazia tentare di cambiare mezza Costituzione in tre giorni con una assemblea di ‘saggi’ nominati da Napolitano e senza uno solo che fosse dell’opposizione.
Non è democrazia fingere di eliminare le province, che sono rimaste, costano di più, hanno 31.000 dipendenti e parecchi presidenti in più ma non sono più elette dal popolo.
Non è democrazia fingere di togliere il Senato che rimane, sarà formato da nominati, e vede solo la scomparsa del voto popolare e cessa di essere l’unico ostacolo alle votazioni infami della maggioranza alla Camera e l’unico freno a chi non vuole discussioni o emendamenti imponendo una volontà a senso unico.
Non è democrazia cercare di trasformare la Costituzione da rigida a flessibile, così che ogni Governo si faccia la sua, come se non bastassero le leggi processuali e penali con cui il potere si difende da ogni responsabilità e si mette sopra il senso comune allargando la propria corruzione.
Non è democrazia proporre l’Italicum che è più incostituzionale ancora del porcellum e ripete i suoi motivi di incostituzionalità.
Non è democrazia infine truffare sui tesserati, far votare alle primarie extracomunitari e non cittadini.
… e mi dispiace se i 5stelle insistono nel proclamarsi onesti e questo dà noia a qualcuno che per questa onestà li chiama ‘stronzi’, ma sono i fatti a dimostrare ogni giorno che gli attuali partiti sono solo fonte di corruzione a larga banda, una corruzione talmente pesante, insistente e ripetuta che l’unica soluzione è cacciarli tutti, anche visto che finora con leggi o divieti parlamentari o depenalizzazioni o prescrizioni i corrotti sono stati protetti e non cacciati da Berlusconi come dai suoi successori .
Non insisto nemmeno sulla discrasia profonda tra i programmi elettorali e voti dei partiti in aula e sulla incoerenza delle dichiarazioni renziane che sono diventate ormai solo oggetto di scherno per la loro sfacciataggine e menzogna, ma chi vuol vedere vede e chi non vuol vedere continuerà a immaginarsi il mondo come lo desidera.
Io su questa cecità posso fare poco ma essa è devastante ed è grazie ad essa che il nostro Paese precipita sempre nel peggio.

POVERTA’

Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il Reddito Minimo o di Cittadinanza. Ci sono diverse proposte di legge depositate al Senato. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati. È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”. Sono passati cinque anni e nulla è successo. Milioni di italiani/e non possono più aspettare. Chiedi una legge per il reddito di dignità.
Libera via Change.org

https://www.change.org/p/reddito-di-dignit%C3%A0-per-ridurre-povert%C3%A0-e-diseguaglianze-e-contrastare-le-mafie?utm_source=action_alert&utm_medium=email&utm_campaign=265001&alert_id=mFeceZfwKA_VZtE7I9JXEUnPMM0R2yX4J6cqzddHmZQKrOcoFIh5As%3D

ALDO ANTONELLI
I precari promossi a disoccupati ringraziano Renzi

Nella mente ombelicale ed autoreferenziale del premier Renzi finalmente il Jobs act comincia a dare i suoi frutti: in Italia non ci sono più precariati; cancellati per legge, assieme all’articolo 18! Nella realtà, sempre in Italia, la disoccupazione continua a crescere fino al punto di posizionarci nei primissimi posti in graduatoria. Quanto alla disoccupazione giovanile siamo al secondo posto, dopo la Grecia. Viene quasi spontaneo pensare ad una logica conclusione: i precari sono diventati disoccupati!
Mi rode la domanda del perché mai l’abolizione dell’articolo 18 debba cancellare la precarietà. Quando sappiamo che in Italia la precarietà, già diffusa in precedenza, è diventata norma con la legge 30 del 2003, la cosiddetta legge Biagi di riforma del mercato del lavoro. Con essa si legalizza la precarietà, e viene reso possibile affittare, trasferire, svendere i lavoratori come merce, a vantaggio del profitto. Obiettivo di fatto di questa legge è l’eliminazione del conflitto di lavoro collettivo, l’indebolimento della forza dei lavoratori, il ridimensionamento del sindacato ad un ruolo subordinato e di appoggio a tale politica, l’abolizione della contrattazione collettiva, trasformata in rapporto individuale tra lavoratori ed azienda
Questa situazione veniva così denunciata da Romolo Menighetti ben dieci anni fa, ad appena due anni dalla Legge Biagi, che aggiungeva: “Con questa legge, in forza dello staff leasing (somministrazione di manodopera) il lavoratore diventa merce liberamente trattabile attraverso una nuova figura imprenditoriale, quella del commerciante di lavoro altrui, che trae profitto dal lavoro degli altri attraverso un’attività di interposizione permanente. Questo imprenditore assume lavoratori, i quali però svolgono la loro prestazione sotto la direzione e il controllo di un’impresa terza. Insomma, due padroni invece di uno. Sempre la stessa legge, poi, prevedeva, a grappolo:
1. il part-time, entro il quale il lavoratore non aveva alcuna certezza di futuro;
2. il job in call (lavoro a chiamata), che trasforma il lavoratore in uno “squillo”, a disposizione del padrone che lo chiama quando e come vuole;
3. il job sharing (lavoro ripartito), in cui due o più lavoratori oltre che dipendere dal padrone inter-dipendono tra di loro;
4. il lavoro a progetto, che si è rivelato non essere altro che un lavoro dipendente camuffato da lavoro autonomo;
5. il contratto di apprendistato, che legalizza il lavoro dei quindicenni.
Se così stanno le cose, non si capisce bene lo zelo straripante del premier e del suo governo nel rottamare l’articolo 18 invece che la legge Biagi. A meno che non ci fossero altri intenti. Quello, per esempio, di asservire la cultura del diritto alla funzionalità dell’efficienza. Quello di spalancare le porte al capitale, comunque, anche “asfaltando” la dignità del lavoratore. Quello di consegnarsi a mani alzate a quello sviluppo senza regole così come è richiesto dal sistema finanziario internazionale. “Ambiente criminogeno”, lo definiva Massimo Giannini su La Repubblica, che ha annientato l’economia reale cannibalizzando il lavoro, distruggendo i diritti, destrutturando la democrazia.
Siamo di fronte ad un programma di destra portato avanti da un governo di sinistra e ad un leader di sinistra applaudito dalla Confindustria e criticato dai sindacati.
“Non c’è nulla di casuale – disse Massimo Cacciari in un’intervista all’indomani della Leopolda e della rottura coi sindacati sul Jobs act – nulla di improvvisato nell’attacco di Matteo Renzi al posto fisso e all’articolo 18. Lui sta abbattendo i simboli della sinistra socialdemocratica per penetrare nel centrodestra con il partito della Nazione. È un piano lucidissimo. Il partito della Nazione punta alla fine della distinzione fra destra e sinistra e alla valorizzazione della dicotomia vecchio e nuovo. Per la formazione politica a cui Renzi sta lavorando sono desuete le differenze e le contraddizioni fra padroni e lavoratori, mentre assume importanza la lotta al “vecchio”: la politica, il posto fisso, i sindacati!”.

BYE BYE LUPI
Bruno p

Il ministro delle infrastrutture sta per essere abbandonato non solo dal Pd ma anche dallo stesso Ncd che prima gli aveva fatto quadrato. Le indagini stanno facendo venire alla luce particolari che obbligano la politica a prendere le distanze. Sta venendo all’evidenza che era lo stesso Incalza a scrivere gli emendamenti sulle opere da appaltare e il Parlamento ubbidiva. Lupi si dimetteper spegnere un incendio che se si propaga non si sa quali dimensioni possa assumere.
Il complottismo di cui accusano sempre il M5S, riguardo l’ingerenza delle lobbie ed il loro condizionamento nelle decisioni Parlamentari a questo punto è cruda realtà ed allora il governo rischierebbe grosso agli occhi di un’opinione pubblica sempre più incazzata. La risatina di Renzi difronte alla discussione della deputata 5Stelle Laura Castelli nascondono il nervosismo che si sta alzando riguardo all’incresciosa s situazione nella quale si trova il governo.
Quanti miliardi sprecati e quanto cemento solo per mettere in moto la macchina mangiasoldi degli appalti pubblici! L’Italia nel frattempo continua ad indebitarsi e l’Europa già scalpita per chiedere altri sacrifici che consistono in più precarietà, più dismissioni e più tasse.
Campa cavallo che l’erba cresce.
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Lorenzo M
Il governo Renzi ha:
– Aumentato le tasse sui regimi ai minimi dal 5 al 15%.
– Aumentato le tasse sui fondi pensione dell’11 al 20%.
– Aumentato le tasse sulle casse di previdenza dal 20 al 26%.
– Aumentato le tasse sui risparmi dal 20 al 26%.
– Aumentato le tasse sulla rivalutazione del TFR dall’11 al 17%.
– Aumentato le tasse sulla gestione Inps separata dal 27 al 30%.
– Aumentato i pedaggi autostradali fino all’1,7%.
– Aumentato dal 1° gennaio le accise sui carburanti di 1,8 centesimi al litro, 2,2 cent considerando l’effetto dell’IVA.
– Triplicato l’IVA sul pellet.
– Attuato altri aumenti delle tasse su passaporti, assicurazioni sulla vista…
– Venduto un altro 5,7% di Enel per far cassa.
– Firmato clausole di salvaguardia sui conti che prevedono aumenti dell’IVA fino al 25,5%; aumenti dell’IVA agevolata fino al 13%; aumenti delle accise sulla benzina per 700 milioni di euro all’anno… se non rispettati i vincoli sui bilanci.
– Messo l’IMU sui terreni agricoli.
A questo punto non si dimetta solo Lupi, ma l’intero governo!

RIDIAMARO :- )

La prestigiosa società svizzera, che produce i pregiati orologi da polso, ha rilasciato alcune dichiarazioni in una conferenza stampa ufficiale questa mattina a Ginevra. Il portavoce della società Jean-Paul Valy si è pronunciato sul caso Lupi e ha dichiarato che “Rolex vuole adire le vie legali per prendere le distanze dalla vicenda del ministro italiano Maurizio Lupi”.
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Frandiben
“Ho piena fiducia in Lupi” ha dichiarato Alfano con un Rolex al polso.
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Pirata 21
Le dimissioni di Lupi pare siano una questione di tempo. Sincronizzate i Rolex.
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L’immagine di Lupi è compromessa
Dalla nascita
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Ha ragione Santoro: “Si usa per le dimissioni fare un dibattito parlamentare
qui no, la chiudono lì?
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Grande ! Da Santoro a difendere Lupi c’è Formigoni!!
La difesa tra ladri??
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Viviana
Ma per piacere, fate questi versamenti sui conti svizzeri
Niente Rolex!
lo vedete il popolino come rimane colpito dai dettagli !
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Pirata 21
Comunque io vorrei spezzare una lancetta in favore di Lupi.
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Domani tutto il mondo potrebbe assistere ad un evento straordinario e rarissimo. Le dimissioni di un ministro italiano.
(Ora ci manca che Renzi gliele respinga!)
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Viviana
Sarà che Grillo non ha aperto il parlamento come una scatoletta di tonno, ma la scatoletta del governo è così gonfia che scoppia da sola.
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Pirata 21
Lupi annuncia le dimissioni da Vespa. Come se tutta questa storia non fosse già abbastanza ridicola.
(V.: Sarà mica meno ridicolo Formigoni che lo difende da Santoro?)
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Tangenti, Arrestato Ercole Incalza, dirigente del ministero dei Lavori pubblici da 14 anni. Ora la Svizzera rischia la bancarotta.
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Ercole Incalza, arrestato per corruzione,ha attraversato 7 governi e 14 inchieste. Mi chiedo come mai non sia ancora Senatore a vita.
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Gigio
Caso Lupy. Dalla nipote di Mubarak alla figlia di Fantozzi.
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Cricon
Lupi: “Mi dimetto, scelta mia Renzi non c’entra”. Ti pareva ne avesse fatto una buona!
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Allineamento
Caso Lupi, la morale del ciellino in politica: abito al padre, orologio al figlio. E fanculo allo spirito santo!
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Giga
Grandi opere: 4 arresti, 50 indagati, 100 perquisizioni. È questo lo stile italiano che fa scuola nel mondo.
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Miguel Mosè
Pochi giorni all’inaugurazione di Expo. E’ ormai una vera e propria corsa contro il tempo per completare le ultime tangenti.
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…ora ci manca che Renzi faccia un altro raid sui magistrati!
e che vieti completamente le intercettazioni!
Vi rendete conto che è per intercettazioni come queste che è stato attaccato e infamato De Magistris?
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Notturno concertante
Renzi: “Falso e ingiusto dire che lo Stato carezza i corrotti”.(Li fa solo governare).
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Sirboneddu
Grandi Opere, 4 arresti, 50 indagati, 100 perquisizioni. Col primo numero in edicola il pratico raccoglitore ad anelli.
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(Qui se l’Isis non si spiccia va tutto in malora).
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Cricon
Lupi respinge ogni addebito. Ma a quanto pare non gli accrediti!
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Viviana
Ma il fatto che Lupi sia l’uomo di Comunione e Liberazione è una attenuante o una aggravante?
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Viviana
Ora si capisce perché Renzi il ripristino del territorio e delle scuole con centinaia di piccole opere non lo voleva proprio fare.
E come le metti le grosse tangenti sulle piccole opere?
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Pirata 21
Alfano: «Lupi è uno per bene». Mica come i pezzenti con gli Swatch.
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Luce so fusa
Alfano:” ho piena fiducia in Lupi”.
Il classico colpo di grazia.
Lupi:” Le risposte le darò in Parlamento”.
Bustarella 1 bustarella 2 o bustarella 3?
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Cobra89
Lupi si è dimesso solo grazie alla mozione di sfiducia presentata dal M5S e da SEL… ma comunque ha già pronto il riciclo come capogruppo NCD con uno stipendio che il 99,9% degli italiani neanche si sogna.
Ma Renzi, con Lupi e Incalza e i costi di tutte le grandi opere che lievitano a non finire, aveva lanciato anche l’idea di fare le Olimpiadi in Italia! Magari lo scandalo servirà almeno a far tramontare l’assurda proposta.
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Alessandro
Nello “Sblocca Italia” verranno approvati le opere anche senza i progetti definitivi e gli esecutivi. Questo arricchirà le imprese. Gli inconvenienti, le varianti, gli imprevisti saranno innumerevoli. E il conseguente lucro, ingentissimo. Tanto, paga lo Stato
Le PRIVATIZZAZIONI arricchiscono i poteri forti e le lobbie, ma impoveriscono i cittadini con gli aumenti progressivi delle tariffe, senza controllo, favoriti e non contrastati dalla politica che gliele ha concesse. E’ un cronoprogramma studiato da tempo. I primi passi con la legge elettorale dittatoriale sono stati già quasi realizzati. Forse è per questo che il PD non vuole il M5S al governo!
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potino
Per farmi coraggio e superare la nausea, molto spesso per poter leggere di ciò che succede in Italia, mi bevo un cognac, ma poiché la faccenda va avanti da parecchio tempo, il mio dottore mi ha ordinato di leggere le notizie a giorni alterni,……
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Travaglio: ” L’unico leader che ebbe il coraggio di liberarsi di Incalza, Di Pietro, è anche l’unico espulso dal Parlamento: era incompatibile col sistema. Per anni ha proposto una legge semplice semplice: fuori dalle pubbliche funzioni i politici e gli amministratori condannati e fuori dalle gare pubbliche gl’imprenditori condannati. È quello che Renzi chiama “Daspo per i corrotti”, credendo di averlo inventato lui. Ma si guarda bene dal farlo. Ora forse è più chiaro perché.”
(Vi: E ancora qualcuno voterebbe come irreprensibile la Gabanelli che per fare un favore al suo editore del terzo canale massacrò con denunce false Di Pietro rovinandogli per sempre la carriera politica?)
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1635 26-3-2015 CORRUZIONE E INTERCETTAZIONI

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MASADA n° 1635 26-3-2015 CORRUZIONE E INTERCETTAZIONI

Blog di Viviana Vivarelli

La non trasparenza del potere – La simbiosi tra Pd e Fi. Ad Agrigento primarie del Pd vinte da uno di Fi – Bilancio negativo delle promesse di Renzi – Le leggi mai fatte – After generation e Before generation – Le intercettazioni in Italia e in Europa – Il Patriot Act all’italiana – Le tasse sulla casa crescono e penalizzano i più poveri – Grottesca Barracciu – Sabato manifestazione delle Unions di Landini – Reddito di cittadinanza subito, ce lo chiede l’Europa – Poletti vuole usare le vacanze scolastiche per lavoro minorile non pagato – Crisi della sinistra europea

Alessandro Gilioli
“Utopisti un cazzo! Sarete utopisti voi, convinti che gli umani di questo secolo possano accettare sereni quello che pochissimi gli ammanniscono perché secondo voi ‘ineluttabile'”.
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UTOPIA
Carla Andreolini
Ai tempi del ’68, mio padre mi diceva “quando sarai adulta capirai … ora ciò in cui credi è un’utopia”.
Sono più che adulta ma non ho smesso di credere in una giustizia equa, non ho smesso di pensare che gli uomini sono tutti diversi ma devono avere gli stessi diritti, non ho smesso di desiderare di vivere in uno stato realmente democratico, non ho smesso di sostenere che la salute, l’istruzione … l’acqua sono diritti e non merci …
diceva A. Olivetti : “Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande.”
No, non sono rassegnata, nonostante tutto.

LA NON TRASPARENZA DEL POTERE
Viviana Vivarelli

Tra il perseguire i reati e frenare le intercettazioni, opinionista Panebianco sceglie la seconda opzione.

Quello che in Italia proprio manca è la trasparenza del potere, che si riflette nella manipolazione dei media e ci abbassa di anno in anno nella classifica della libera informazione.
La trasparenza può e deve creare una partecipazione costante nei processi politici da parte dei cittadini. Uno strumento fondamentale per aumentare la partecipazione democratica ai processi politici è una adeguata normativa sulla libera informazione. Il potere deve essere trasparente perché deve essere giudicato. Una moderna democrazia non cresce senza la partecipazione popolare alle scelte del governo,ma questa implica conoscenza.
Un buon giornalista è dotato di due qualità: onestà ed etica. Ma chi ha interessi in gioco e gestisce malamente il potere possiede molti modi per influenzare l’opinione pubblica e dunque il voto e le decisioni a tutti i livelli e sceglie i giornalisti ossequienti, non quelli onesti e dotati di coscienza morale. Oscurare i fatti del potere con la disinformazione o minimizzarli come fa Panebianco è uno dei modi usati dalle dittature. In politica, la trasparenza è lo strumento principe per informare la gente, responsabilizzare i membri del potere e combattere la corruzione. Per questo i protagonisti principali dei media, e massimamente i giornalisti che scrivono gli articoli di fondo dei quotidiani, hanno una grandissima importanza. Possono incentivare o inquinare la coscienza popolare. Panebianco è uno che annacqua tutto e dunque che inquina qualunque indignazione salutare buttandola in cacca.

Mario Miguel Moretta
MISMA MIERDA CON DISTINTOS NOMBRES
Tradotto: il Renzismo costituisce, in larga parte, l’evoluzione peggiorativa di un’era connotata da inarrestabile decadenza morale, economica e istituzionale nota come Berlusconismo.
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Toblack
Il PD di Renzi sta raccogliendo almeno un 10% di voti in uscita da Forza Italia. Renzi sta facendo tutto quello che Berlusconi in 20 anni non è riuscito a fare. L’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e la legge sulla responsabilità civile dei giudici sono solo i primi due passi. Adesso toccherà alla legge per limitare le intercettazioni e segare le gambe alla Magistratura che vuole colpire gli imbrogli, gli intrallazzi e la corruzione in cui sta annegando l’Italia. Questo Paese è marcio fino al midollo e alla maggioranza degli italiani questo sta più che bene. Se ne avessi la possibilità, scapperei al più presto dall’Italia.

Silvio Alessi di Forza Italia vince le primarie del Pd ad Agrigento

La simbiosi tra Pd e Fi è ormai completa. Alessi ha detto che quelle non erano le primarie del csx e che pertanto la coalizione per cui si presenta non è di csx, ma basata su liste civiche a cui partecipano anche partiti di csx, così come forze di cdx. Giustamente Alessi ha detto: anche a Roma Renzi ha messo insieme cdx e csx, perché vi scandalizzate se lo facciamo ad Agrigento?
Scrive Alessandro Gilioli: l’indistinguibilità tra cdx e csx ormai è talmente conclamata – a livello nazionale ma anche europeo – che prendersela con lui che fa le larghe intese a livello locale sarebbe davvero ingeneroso. Anzi Alessi è stato più franco di altri, che, come Renzi, hanno inscenato una pagliacciata in campagna elettorale fintamente contro B per poi fare le stesse cose di B. Si pensi a quanti hanno fatto la fila per le primarie del csx su un programma chiamato Carta d’intenti. Poi sono arrivati tre premier in fila che hanno fatto il contrario. Meglio ha fatto Alessi a dire che csx e cdx sono la stessa cosa.
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Andrea Chiari
Si chiama “effetto cùculo”: mettere l’uovo nel nido altrui

5 SOTTOSEGRETARI DI RENZI SOTTO ACCUSA

I Cinque sottosegretari di Renzi indagati non dovrebbero fare la stessa scelta di Lupi, come avviene in ogni democrazia occidentale? Ma qualcuno si dovrebbe dimettere anche per motivi politici dopo un anno di fallimento economico, o per motivi etici, come l’uso dell’elicottero di Stato per andare a sciare, o per motivi giudiziari, come la condanna di primo grado per truffa all’erario che Renzi si è prontamente depenalizzato con legge ad personam.
Renzi non ha rottamato nessuno, anzi ha fatto di tutto per sistemare chi aveva promesso di rottamare negli alti scranni del potere.
Non ha soppresso le Province che sono aumentate di 21.000 addetti e hanno accresciuto anche i loro dirigenti.
Non ha fatto sparire il Senato che è stato trasformato in una congrega di nominati.
Non ha cancellato i 10.00 Enti Inutili né le scorte o le auto blu usate per fare la spesa e per portare a spasso i soliti privilegiati.
Non ha dimezzato gli Stipendi né le pensioni d’oro. Non ha tolto i vitalizi ai parlamentari condannati per gravi reati.
Non ha dimezzato i Parlamentari, i Senatori, i consiglieri Comunali o Regionali o Provinciali con l’invenzione miracolosa delle Città Metropolitane.
E per mantenere l’aumento di ciò che diceva di tagliare ha aumentato le tasse e fatto crescere il debito pubblico di 31 miliardi
Aveva promesso 18 miliardi in meno di tasse e le ha aumentate di 2,7 miliardi mentre è in arrivo una stangata in 3 anni di 72 miliardi.
Non ha premiato il merito anzi ha riempito le istituzioni di uomini suoi il cui unico pregio è di essere degli yesman, dimostrando che è inutile studiare o essere bravi perché tutti i posti migliori sono riservati ai famigliari e amici del sistema che li paga a peso doro e li difende quando sbagliano.
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Joacchino
Giacciono nella tomba le leggi sul conflitto d’interessi, il falso in bilancio, il riciclaggio, il voto di scambio, la prescrizione, il fisco equo e la punizione dell’evasione fiscale, l’umanizzazione del regime carcerario, il potenziamento e snellimento degli apparati e procedimenti giudiziari, la depenalizzazione dei reati minori e la cancellazione del proibizionismo, le leggi contro le mafie, le lobby e le logge… le Controriforme vanno avanti. Renzi tira diritto!
Conservazioni di ogni diritto politico anche per chi è interdetto…fatto!
Vanificazione dei reati di prostituzione minorile, abuso d’ufficio e induzione alla corruzione ..fatto!
Responsabilità civile dei giudici (V: col rischio della moltiplicazione dei processi e del blocco alla giustizia)… fatto!
Rimessa in discussione, col contenzioso giudiziario, della legge Severino..fatto!
Intercettazioni e bavaglio alla stampa…ci stanno lavorando.
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Viviana
Sono 12 anni che l’Europa ci chiede una legge anticorruzione e ci chiede di allungare i tempi della prescrizione, istituto ignoto nei paesi civili e che serve ad annullare i processi prima di arrivare a una condanna. Si pensi solo ad Andreotti a cui furono prescritti i reati accertati di associazione mafiosa compiuti prima del 1980, anche se tutte le leggi gridano a grande voce che la prescrizione non vale per i reati di mafia, o si pensi al piddino Penati, presidente della provincia di Milano e reo di aver costruito in Lombardia una rete di tangenti ma rapidamente prescritto.
E se questo fosse stato un Paese civile avrebbero fatto una legge anticorruzione già 70 anni fa, e invece non si sono mossi nemmeno dopo la prima tangentopoli.
Il csx è stato due volte al potere e ha governato un numero di giorni pari al governo di Berlusconi. Vi sembra che si sia mai curato di vietare ogni candidatura a chi possiede televisioni? Vi sembra che si sia mai curato di fare una legge contro i conflitti di interesse? Vi sembra che si sia mai curato di fare una legge anticorruzione? O che abbia tolto le prescrizioni facili? O i doppi e tripli incarichi (altra cosa richiesta dall’Europa)? O che abbia levato una qualunque delle leggi ad personam di Berlusconi? O che abbia penalizzato più duramente i reati dei boiardi di Stato? O che abbia mai fatto una legge semplicissima che per le Grandi Opere eliminava con pene pesanti, chiari e dure, qualunque tentativo di sforare i tempi, i costi e i modi stabiliti con contratto come accade ovunque? Anzi, Prodi applaudì entusiasticamente la Legge Obiettivo di Cirino Pomicino che permetteva di scavalcare le regole già stabilite come i controlli antimafia “per velocizzare i tempi”? E infatti li abbiamo visto poi “i tempi velocizzati” nelle Grandi Opere eterne, iniziate e mai finite!! Quanti sanno che la Salerno-Reggio Calabria iniziò 49 anni fa? Mezzo secolo!!!
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Cordy
In Italia vedo due generazioni. L’AFTER-generation che sceglie se guardare Porro o Gruber. Che ride alle vignette di Vauro o alle caricature di Libero.
Poi c’è la BEFORE-generation che ti dice le cose PRIMA, accusata di raccontare bufale e stupidaggini, che poi, guarda caso, si dimostrano tutte vere.
Ti dice che i chip-sottopelle sono in sviluppo – e giù insulti e risate – poi li vediamo installati sul braccio di lavoratori svedesi come badget per aprire porte e far partire impianti.
E’ quella che un anno PRIMA interroga Lupi in parlamento proprio sulle faccende di Incalza, poi arrestano Incalza e sputtanano Lupi.
Quella che contesta PRIMA i costi e lo stato delle opere dell’Expo in cantiere fatti dagli stessi che DOPO verranno arrestati.
Quella che chiede PRIMA di aumentare le risorse per il dissesto idrogeologico con monitoraggi sui livelli delle acque e poi abbiamo i morti.
Quella che ti dice PRIMA che PD=PDL e poi si ritrova Bersani a dire “basta intercettazioni”.
Quella che ti dice PRIMA che la Mafia non uccide chi paga il pizzo e poi le analisi dell’Espresso svelano che la Mafia uccide meno solo perché è dentro lo Stato.
Quella che ti dice PRIMA che la creazione della moneta e i meccanismi dell’austherity sono una truffa, poi si ritrova la Bank Of England in un documento ufficiale… a dire la stessa identica cosa
Quelle che ti dice PRIMA che le stampanti 3d sono un volano per l’economia, poi vede negli altri paesi quel settore crescere del 40%.
Quella che ti dice PRIMA di fare il reddito di cittadinanza perché in Europa ce l’hanno tutti in un welfare moderno, mentre personaggi da 4 soldi come Porro e Gruber dicono che non ci sono coperture per una riforma da 20 miliardi, e DOPO si scopre che copre chi ruba 100 MILIARDI di corruzione l’anno in opere pubbliche gonfiate e neppure realizzate.

INTERCETTAZIONI

Panebianco sul Corriere sferra un attacco alle intercettazioni e le definisce un reato peggiore della corruzione.
Nutro il massimo disprezzo per Panebianco, da sempre servo del potere, ragion per cui lo fanno scrivere sul Corriere che è il più diffuso e più manipolativo quotidiano italiano. Raggiunse il suo punto più basso al tempo di Abu Ghraib, quando, per compiacere i padroni americani, scrisse una apologia della tortura. Niente di strano se oggi attacca le intercettazioni.
Chi sta dalla parte del potere, non starà mai dalla parte della giustizia.
In quanto al Corriere, da che parte sta? Ora ci manca un articolo di fondo del Corriere in cui si elogia Gelli e la P2 e poi abbiamo visto di tutto.
.. dopo l’apologia della tortura di Panebianco (Abu Ghraib)
.. e ora l’attacco feroce dello stesso alle intercettazioni
.. l’attacco dissennato a Grillo di Scalfari
.. la difesa strenua dell’assoluta libertà di mercato di Ostellino (e proprio durante la crisi finanziaria)
..le paginate deliranti della Fallaci a favore del razzismo
…le interviste di quelli che dopo l’assoluzione di Berlusconi per Ruby chiedevano le scuse di chi lo aveva indagato o accusato..
una bella perorazione della P2 ci starebbe perfetta.
E magari può farla il direttore in persona.
Ma come volete che gli italiani diventino intelligenti con giornali simili?
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Praticamente tutti gli studiosi di diritto ritengono che il sistema giudiziario italiano sia tra i primi al mondo per livello di garantismo e per complessità, soprattutto per quanto riguarda la parte penale. All’interno di questo quadro massimamente garantista per l’imputato, le intercettazioni entrano in gioco solo quando esiste un fondato sospetto che una persona possa utilizzare il telefono, la posta elettronica o altri mezzi di comunicazione per portare a termine il suo piano criminoso. In altri termini, in Italia non si possono fare intercettazioni “a caso”.
Ci voleva proprio la classe politica più corrotta d’Europa ad avere la bella pensata di limitare o oscurare le intercettazioni, visto che non passa giorno che proprio le intercettazioni scoprano la fittissima rete di reati, collusioni criminali, truffe, tangenti e guadagni illeciti che ormai infamano nella totalità la classe politica italiana. E chi difende costoro non può che essere fatto della stessa loro pasta.
Non si possono nemmeno fare “monitoraggi” generici nella speranza di “beccare” qualcuno mentre organizza una rapina. Si può procedere ad una intercettazione solo quando esistono delle fondate ragioni per pensare che l’Indagato usi il telefono per il proprio “business” criminale e solo quando il reato ipotizzato è di una certa gravità.
Per avviare una intercettazione è necessario l’ordine del Giudice per le Indagini Preliminari, che solitamente agisce su richiesta del Procuratore della Repubblica o di un suo Sostituto. L’intercettazione iniziale può avvenire solo sullo specifico numero telefonico per cui è stata richiesta e non può durare più di 15 giorni! Se durante questo periodo vengono raccolte delle “notizie di reato” o degli “indizi di reato” di un certo valore, allora l’intercettazione può essere protratta per altri 15 giorni (e poi altri 15…) ed allargata ad altre utenze telefoniche, diversamente viene terminata.
Il materiale raccolto durante le intercettazioni è coperto da segreto istruttorio fino al momento in cui viene depositato presso la Cancelleria del Tribunale insieme al resto delle prove a carico e insieme alla richiesta di rinvio a giudizio. A quel punto diventa pubblico. Sia gli avvocati della Difesa che qualunque privato cittadino (o giornalista) possono richiederne una copia.
Il fatto che tutto il materiale raccolto dall’Accusa sia di pubblico dominio è la conseguenza di un principio di Diritto universalmente riconosciuto e che serve a proteggere l’Imputato. Se così non fosse, si potrebbero celebrare processi farsa “a porte chiuse” alla maniera di Stalin. In questo modo, invece, l’Imputato può sapere di cosa viene accusato e può difendersi pubblicamente (vedi Giusto processo e Diritto di difesa).
Questa situazione è molto diversa da quanto avviene in molti altri paesi. Ad esempio, negli Stati Uniti (e in quasi tutti i paesi di lingua inglese) la Polizia può avviare un’indagine di sua iniziativa e può mettere in atto una intercettazione telefonica senza nessun mandato di un giudice. Può tranquillamente fare intercettazioni “a caso” e può svolgere “monitoraggi” di vario tipo. Addirittura, in alcuni casi, possono eseguire delle intercettazioni telefoniche anche moltissimi altri “enti” che non hanno nulla a che fare con la Polizia, come i vigili del fuoco o i vigili urbani per esempio.
Negli Stati Uniti, le intercettazioni sono consentite non solo per i reati più gravi, di competenza dell’FBI, ma anche per i reati previsti dai singoli stati, per cui le intercettazioni possono essere disposte dal procuratore federale, dal procuratore di ciascuno stato, dalle polizie locali e persino dalle polizie municipali (che corrispondono ai nostri vigili urbani!). Per non parlare dei corpi antiterrorismo e persino dalle autorità di controllo della Borsa!

L’Italia è già il Paese più garantista d’Europa, allo stesso tempo è il Paese più corrotto d’Europa, per cui non si capisce quali altri oscuramenti alle prove di reato dovrebbe imporre la riforma di Renzi.
Il vero guaio italiano è la lentezza della Giustizia, voluta e attuata artamente dal potere politico per allungare a dismisura i processi e mandarli in prescrizione (istituto inesistente altrove). In Europa l’Italia è il Paese che ha più processi penali pendenti, quasi un milione e mezzo e cause civili in attesa di giudizio, 4 milioni e mezzo. Abbiamo anche il record dei tempi più lunghi per avere un giudizio di 1° grado (per es. per la bancarotta occorrono 2.648 giorni, per un divorzio 770 giorni). A causa di molte storture del sistema processuale, l’Italia è il Paese che ha il più alto numero di detenuti in attesa di giudizio DEL MONDO! Sono l’85% dei detenuti totali e solo risolvere diversamente questo problema sfoltirebbe le carceri. Per es. usando il sistema della libertà condizionale dietro pagamento di una cauzione, o trasformando molte pene carcerarie in ammende pecuniarie o in disposizioni alternative al carcere, sfoltiremmo le prigioni e daremmo ossigeno ai magri bilanci del sistema giudiziario. Per questi ed altri motivi, l’Italia è giustamente nel mirino delle organizzazioni umanitarie internazionali come le peggiori dittature del Terzo Mondo. E non sarà riducendo le intercettazioni che miglioreremo lo stato della Giustizia italiana!

A differenza di quello che avviene in molti altri Paesi, in Italia le forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Postale, etc.) godono di pochissimo potere discrezionale e, salvo rari casi, non possono avviare o gestire un indagine di propria iniziativa. Le indagini di polizia vengono avviate e coordinate dalla Procura della Repubblica, nella figura del Procuratore Generale o di un Sostituto Procuratore. In entrambi i casi si tratta di un Magistrato Inquirente, non di un poliziotto. Il Procuratore, a sua volta, non ha assolutamente nessun potere discrezionale riguardo alle indagini: nel momento in cui viene a conoscenza di un reato è tenuto, per legge, ad avviare un’indagine. Diversamente finisce in galera per omissione di atti d’ufficio. Questa è la famosa “obbligatorietà dell’azione penale”.

Diversamente, in Gran Bretagna, il potere di ordinare delle intercettazioni, senza che sia necessaria l’autorizzazione di un Giudice, è riconosciuto ai Servizi Segreti, a tutti i tipi di Polizia, a moltissimi enti pubblici che vanno dagli istituti finanziari, ai direttori degli istituti di pena, fino addirittura a uffici postali e pompieri!
L’Italia viene da sempre considerato il paese più garantista d’Europa. Questo avviene già da molto, molto prima che si iniziasse a parlare di riforma della legge sulle intercettazioni. R solo in Italia è vietato porre sotto intercettazione il telefono di un parlamentare (e quindi anche quello di un Ministro o di un altro esponente del Governo e delle Istituzioni, come il Presidente della Repubblica). Nemmeno un Giudice può ordinare una intercettazione di questo tipo.
Ma, allora, com’è possibile che appaiano sui giornali le intercettazioni del Presidente del Consiglio, dei suoi Ministri e di altri Parlamentari? Questo avviene perché questi parlamentari si intrattengono in conversazioni compromettenti con loschi figuri che non godono della loro stessa prerogativa. Quando questi malviventi vengono rinviati a giudizio, i materiali raccolti a loro carico devono essere resi pubblici per permettere loro di difendersi pubblicamente. Il Giudice non potrebbe fare diversamente nemmeno se lo volesse.
Si noti che solo in Italia è vietato intercettare i parlamentari. In tutto il resto d’Europa, e in gran parte del mondo (USA, Canada, Australia, Giappone, persino in Russia, etc.), un parlamentare è un semplice cittadino agli occhi della Magistratura e quindi non gode di nessuna protezione in più rispetto al cittadino ordinario. La famosa “immunità parlamentare”, inoltre, salverebbe il parlamentare solo dalle conseguenze delle azioni che compie nello svolgimento delle sue funzioni, non dalle conseguenze delle sue azioni criminali.
Si noti anche che il contenuto delle intercettazioni telefoniche (che siano rilevanti o meno ai fini dell’indagine, che riguardino privati cittadini o parlamentari) viene considerato di pubblico dominio in tutti i paesi del mondo alla sola condizione che le intercettazioni siano state depositate come atti in un processo.

IFQ
Si contano sulle dita di una mano le volte in cui la vita privata di qualcuno è davvero finita sui giornali attraverso gli atti d’indagine. Eppure il bavaglio è diventato un punto fermo della riforma della giustizia. Il “ti amo” di Anna Falchi a Ricucci. Gli apprezzamenti di Moggi junior per Ilaria d’Amico. Qualche nome di soubrette citato al telefono. E poco altro. Meno di 20 casi. Un alibi insostenibile a confronto dei 180 milioni di “eventi telefonici” che secondo l’Eurispes vengono registrati ogni anno in Italia su mandato delle procure, con un numero di utenze telefoniche intercettate pari a circa 140mila (bisogna tenere conto che in genere ogni singolo indagato ha più numeri sotto controllo). Eppure il nuovo bavaglio di stampo renzian-alfaniano parte proprio da qui: il divieto di trascrizione delle conversazioni sugli atti giudiziari (e di conseguenza sui media) se non per riassunto, che diventa divieto assoluto, anche in riassunto, per le conversazioni dei terzi, ovvero di coloro che non sono indagati..

Viviana Vivarelli

Riepilogando.
Faccio notare:
1° che questi attacchi alle intercettazioni in cui i politici sono beccati a tramare cose losche può avvenire solo in Italia
2° che solo in Italia è vietato intercettare politici del Parlamento o Governo
3° che la classe politica italiana è la più corrotta d’Europa e che questa corruzione ci
costa almeno 60 miliardi l’anno
4° che spesso le intercettazioni sono la prova dei reati dei politici
5° che solo in Italia abbiamo un sistema pesantissimo di tangenti e bustarelle
6° che l’Italia è il Paese più garantista d’Europa e quello coi processi più lungo miranti alla prescrizione
7° che a fronte di una casta di un milione e 300 000 politici, i cui atti corruttivi appaiono ogni giorno in un nuovo scandalo, abbiamo in carcere solo 11 persone arrestate per corruzione
8° che sono 67 anni che aspettiamo una legge anticorruzione seria e 12 anni che l’Unione europea ci ha ordinato di farcela
9° che i casi di privacy violati su persone non politiche sono pochissimi, meno di 20 e riguardano atti di scarso valore
10° che le leggi attuali difendono anche la privacy
11° e infine che bisogna proprio essere dei cecati o dei servi del potere per non capire che il giochetto delle intercettazioni serve solo a garantire questi corrotti cosicché possano allargare ancora di più i loro reati agendo indisturbati.
Ancora una vola Renzi è a favore di una casta di corrotti e non certo della Giustizia e del rispetto ai cittadini.

IL COSTO DELLE INTERCETTAZIONI
Alessandro

Il magistrato Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, svela i costi delle intercettazioni, dice: “Si tratta del mezzo più economico, in quanto costa solo 10 euro + iva al giorno, rispetto ad un pedinamento che costerebbe circa 3mila euro e in cui dovremmo considerare anche la carenza di uomini delle forze dell’ordine. Senza le intercettazioni non andremmo da nessuna parte. Non è vero che ci sono 7 milioni di intercettazioni, perché altrimenti avremmo bisogno di 2500 ascoltatori. Le intercettazioni aumentano per il cambio di utenze, ma soprattutto per l’elevata diffusione dei cellulari, che ha raggiunto una media di due cellulari ad italiano”.
“Negli Stati Uniti, se le intercettazioni interessano un politico, VIENE PUBBLICATO TUTTO, anche se si tratta di vita privata, in quanto si tratta di SOGGETTO PUBBLICO, mentre se coinvolgono un semplice cittadino, le intercettazioni private non vengono pubblicate.”
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Nel 2009 scrivevo su Masada http://masadaweb.org/2009/06/12/asada-n-940-12-6-2009-le-intercettazioni/

“Quella delle intercettazioni è un braccio di ferro infinito, iniziato con B che voleva vietarle del tutto, salvo che per mafia e terrorismo, e chiedeva carcere per tutti, giornalisti e giudici, se qualche spezzone di dialogo rubato fosse finito sui media.
In una riunione finale tra ministri Alfano, Maroni, Vito e Calderoli, più Giulia Bongiorno, l’onorevole Ghedini e i capigruppo di Pdl e Lega Nord, è uscito il maxi-emendamento finale. Ci vorranno “evidenti” indizi di colpevolezza – tranne che i reati più gravi come mafia e terrorismo – per disporre le intercettazioni a carico di un indagato. E comunque per tempi più brevi di quelli attuali. Resta vietata la loro pubblicazione fino alla fine delle indagini preliminari, anche per riassunto ed anche se non sono più coperte da segreto. Divieto assoluto di pubblicare pure il contenuto delle richieste di misure cautelari fino a quando indagato e difensore non ne siano venuti a conoscenza. Previsto il carcere per i giornalisti, nei casi più gravi”.
Sono passati 16 anni e siamo sempre lì, da Berlusconi a Renzi, e pure Alfano è sempre lì. In questo Paese non cambia nulla. Renzi è il maggior restauratore del passato peggiore. Ha rottamato solo la giustizia e la democrazia.

Maretempestoso
Il PD a chiacchiere assicura di voler combattere la corruzione, nei fatti si tiene i 5 sottosegretari indagati per peculato, riforma la Costituzione con un condannato per frode fiscale (Berlusconi), candida un condannato in primo grado a presidente di regione (De Luca) e tenta di mettere i bastoni tra le ruote ai magistrati eliminando l’unico strumento che ha dimostrato di funzionare per combatterla: le intercettazioni telefoniche
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«L’Italia è prima per corruzione tra i paesi dell’Ue e siamo ai primi posti nel mondo. Lo scrive nero su bianco l’ultima classifica della corruzione percepita, il Corruption Perception Index 2014 di Transparency International». A livello mondiale siamo al 69° posto, e con Renzi abbiamo perso 3 posizioni, cioè siamo ancora peggiorati, arrivando allo stesso livello di corruzione della Tunisia (41 punti) e peggio del Ghana, che ci batte di 9 posti. Peggiora anche la Grecia che scende al 94° posto con 36 punti scivolando così di 14 posizioni e attestandosi allo stesso livello della Colombia. Questo a provare come le ricette del Fondo Monetario non solo peggiorino la situazione economica di un Paese ma si accompagnino anche ad un aggravamento della sua corruzione politica.

IL PATRIOT ACT ALL’ITALIANA
Viviana Vivarelli

Qualunque blog legga, mi salta agli occhi sempre uno stesso gigantesco vizio di sostanza.
Come mai non c’è mai da discutere il fatto più eclatante del giorno ma il gestore sembra sempre addietro di parecchi giorni quando non addirittura fuori dall’attualità del presente?
E questo vale per la pagina on line di IFQ come per il blog di Grillo (qui anzi va addirittura peggio), e vale per il blog di Gilioli che, anche quando produce i suoi articoli migliori, sembra fisso in modo monotematico sul sogno di una sinistra inesistente, mentre ignora i danni alla democrazia oggi più esistenti che mai.
Così, mentre si propongono recensioni sui testi di autori di sinistra va in onda, nel silenzio generale IL PATRIOT ACT ALL’ITALIANA
Renzi fa a pezzi la Costituzione e non alza un fiato… e, mentre i servitorelli di regime si sgolano nell’attaccare le intercettazioni giudiziarie per difendere quella che chiamano “la privacy del privato cittadino”, anche quando è “la prova di reato di un politico delinquente”, ecco che Alfano, socio di Renzi, tenta un Patriot Act all’italiana, con cui, con la scusa dell’Isis, lo Stato può entrare nei post e dati informatici “di tutta la nostra vita” e farne quello che gli pare e nemmeno a seguito di una indagine giudiziaria con tanto di ordine del giudice, ma a discrezione politica. In pratica, con questa legge lo Stato si dà il potere arbitrario di usare dei troyan, detti captatori occulti, per entrare nei nostri strumenti informatici, senza alcun controllo o permesso giudiziario, di frugare nei nostri archivi, di leggere la nostra posta, i nostri blog ecc., calpestando ogni privacy e insieme quell’art. 15 che sta tra i principi fondamentali della Costituzione, che dice che “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”. Con questa legge incostituzionale lo Stato entrerebbe di prepotenza nel controllo dell’intera vita dei suoi sudditi. Ma questo, lo si sappia, avviene solo nei regimi totalitari.
Come mai la pagina on line di IFQ è ancora a Panebianco quando oggi la notizia di prima pagina dello stesso quotidiano è il nuovo Patriot Act all’italiana voluto dal duo a delinquere Alfano/Renzi? Non vi pare che la notizia-bomba dell’art. 15 della Costituzione fatto a pezzi per uno Stato di polizia che fruga liberamente nei cellulari, tablet o pc degli Italiani mandi a carte 48 quanti insistono sulla necessità di frenare le intercettazioni con la scusa di “proteggere la privacy”??? Quale privacy si protegge con un decreto antiterrorismo che permette ai servizi segretio o simili, senza il mandato di un giudice, di introdursi nella nostra corrispondenza privata, reato che anche Berlusconi perpetrava rapinando a man bassa negli archivi privati dei suoi antagonisti ma che, almeno, sotto di lui rimaneva un gravissimo reato per di più incostituzionale, mentre ora lo si vuol far passare come atto lecito e necessario?

LA NUOVA POLITICA GIA’ C’E’
Paolo De Gregorio

La voglia di una buona politica è emersa prepotentemente ieri con la immensa manifestazione a Bologna promossa da Don Ciotti e dalla sua creatura “LIBERA”, con la figura di Landini che vuole dare un peso politico nuovo al sindacato che oggi ipocritamente sostiene di essere indipendente dalla politica mentre è evidentemente diviso da sigle che corrispondono ai partiti, da personaggi generosi come Gino Strada che sembra aver capito che non basta fare ospedali all’estero per pesare su una riforma sanitaria nazionale, dal M5S che si sta faticosamente liberando da infiltrati dai partiti e segnala efficacemente le porcherie che si fanno in Parlamento.
Sfortunatamente in Italia qualunque persona perbene si avvicini al potere trova un muro di gomma subdolo e respingente costituito da tutti i funzionari ministeriali che contano (messi lì dai partiti e lottizzati con cura), capaci di usare tutte le armi, del boicottaggio, dei ritardi, della scomparsa di pratiche, per frenare o sprofondare nelle paludi qualsiasi tentativo di cambiare l’andazzo esistente. Citiamo l’amarezza di Veronesi, fatto ministro della Sanità, che alla fine del suo mandato deplorò il fatto che non era riuscito a fare assolutamente nulla di ciò che avrebbe voluto, invischiato e reso inoffensivo dalla ragnatela di poteri misteriosi e da una burocrazia penalizzante adatta a scoraggiare il più volenteroso dei riformatori.
Senza una maggioranza politica che cambi in profondità le regole del gioco, oggi fintamente democratico, non vi è possibilità di cambiamento, nel senso della partecipazione dei cittadini, partendo da una nuova legge elettorale, da una RAI indipendente da partiti e governo, dalla fine di ogni finanziamento dei partiti e dell’editoria, dal Referendum propositivo, da due legislature e poi ineleggibilità, dalla fine delle convenzioni tra Sanità pubblica e privati, da severissime leggi anticorruzione nella pubblica amministrazione, dove non deve esistere la prescrizione e si deve andare in galera dopo il primo grado di giudizio, da una legge chiara sulla ineleggibilità di chi possiede mezzi di informazione di massa, dalla fine del duopolio del pensiero unico di RAI e Mediaset che devono cedere ciascuna due reti perché nessun soggetto pubblico o privato può possedere più di una rete nazionale.
Sul tavolo c’è il passaggio epocale tra la dittatura delle oligarchie economiche, bancarie, mediatiche, piduiste, mafiose e una democrazia popolare dove i cittadini sul proprio territorio decidono chi andrà in Parlamento, eleggono il Presidente della Repubblica, propongono i referendum, eleggono il presidente della RAI fra candidati indipendenti da poteri economici, politici, religiosi. Insomma finiscono di fare i sudditi e diventano protagonisti del proprio futuro.
In questo possibile cammino insieme non bisogna fare l’errore di creare una struttura comune di partito, ma ognuno deve presentarsi agli elettori con la sua storia e il suo programma, cercando poi in Parlamento, su provvedimenti legislativi specifici, convergenze e maggioranze.
Oggi vi è un grande spazio conquistato dal 5 stelle, vi è un grande spazio per un partito diverso che sostituisca l’osceno PD (ormai sigla di partito democristiano), vi è enorme spazio per una aggregazione della “società civile”, di cui “Libera” di don Ciotti e la forza più significativa e aggregante, che deve diventare forza politica.
La vecchia politica ha il terrore della democrazia e della partecipazione dei cittadini, rottamiamola. Se non si punta ad una maggioranza politica, con tutti i vecchi partiti fuori gioco, è inutile immaginare una politica nuova.
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AUMENTATE LE TASSE SULLA CASA. PENALIZZANO I PIU’ POVERI
ALESSANDRO GILIOLI

Il crescente spostamento di ricchezza dal ceto medio e medio-basso verso l’élite economicamente più fortunata del Paese è avvenuta e continua ad avvenire attraverso strade diverse, spesso scollegate tra loro e che tuttavia producono – alla fine – lo stesso effetto.
Uno di questi percorsi è stato quello della tassazione sulla casa, al centro di un ampio dibattito quando è stata abolita l’Ici, poi di nuovo sotto i riflettori in campagna elettorale, infine concretizzatasi nell’attuale legislazione basata su Imu e Tasi.
Oggi il “Sole 24 Ore” pubblica un’intera pagina sugli effetti di questa “riforma”.
Il gettito totale è il più alto di sempre, 25,2 miliardi – quindi complessivamente sono state pagate più tasse. Ma ciò che è più interessante è che «la distribuzione del peso fiscale si è spostata dalle fasce di rendita più alte a quelle più basse», e gli unici che hanno risparmiato sono stati i contribuenti che vivono in case dal valore fiscale più alto; mentre «alla maggioranza degli italiani, proprietari di case con rendite catastali medio basse, è stata imposta una tassa più alta». Di qui, appunto, il maggior gettito.
In particolare, il decile di rendita più basso ha visto un aumento di imposte del 29,4 per cento e quello subito dopo del 38,5; il decile di rendita più alto ha visto una riduzione di tasse del 9,8 per cento e quello subito prima del 8,5.
Quasi l’80 % delle famiglie italiane vive in case di proprietà, la grande maggioranza delle quali non di lusso: quindi non è difficile capire come questa controriforma abbia penalizzato larghissime fasce di ceto medio e mediobasso.
Perfino il “Sole 24 Ore” – che non è esattamente “il Manifesto” – si stupisce di fronte a quella che chiama «un’evoluzione regressiva a danno dei contribuenti più poveri».
Quando si dice che è in corso una lotta di classe dall’alto verso il basso che ha come effetto una graduale proletarizzazione del ceto medio si parla di cose molto concrete e pratiche. “Nei fatti la classe dirigente miope in poco più di tre anni (dalla fine del 2011 a quella del 2014) ha aumentato il prelievo fiscale di oltre 29 miliardi. Imu e Tasi non solo hanno rovinato i piccoli proprietari costringendoli a subire un’altra stangata, ma hanno anche devastato il mercato perché hanno deprezzato il rendimento di questo bene. E la nuova riforma del catasto non promette per niente bene giacché si stima un aumento medio delle rendite del 25%, con inevitabili ricadute su Imu, Tasi e canone di affitto.”
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Viviana
Al momento in Italia le case in vendita non si vendono. Il mercato immobiliare è fermo. A che pro costruire altre case di abitazione? E con i licenziamenti facili chi si arrischierebbe oggi a comprare casa col rischio di vedersela sequestrata dalla banca?
Le banche non concedono mutui. Renzi precarizza e i precari non ottengono mutui. E anche chi ha un contratto a tempo indeterminato, grazie al Jobs Act, diventa immediatamente licenziabile e dunque è a rischio come il precario. E’ vero che in altri Paesi tutti sono precari, ma negli stessi Paese si ottengono con più facilità i mutui per acquistare una casa e lo Stato predispone alloggi piccoli e popolari a basso costo che anche un pensionato può permettersi (vedi Berlino). I miliardi quasi regalati da Draghi a un tasso di interesse prossimo allo zero vanno tutti alle banche private che li disperdono in derivati o in speculazione finanziaria, ma non alimentano nessun mercato. I proprietari di case vedono il prezzo di queste diminuire e aspettano a metterle sul mercato in attesa di tempi migliori.
Secondo il Rapporto 2014 della Bce sulla ricchezza e i consumi delle famiglie dell’area dell’Euro, i proprietari di case in Italia sono il 68,7% contro una media Eurozona del 60%. Ma solo il 4% sono under 30: comprare casa non è un affare per giovani, soprattutto se titolari di un contratto flessibile.

«Il Paese muore di corruzione, Barracciu lasci” (Emiliano Liuzzi).
5 sottosegretari di Renzi sono indagati per peculato. Ma Renzi finge di non accorgersene. secono il 94% degli intervistati dovrebbero dimettersi. Una delle accusate è Francesca Barracciu, accusata di aver fatto sparire 78.000 euro di fondi pubblici. Vince le primarie del Pd in Sardegna ma viene indagata per spese pazze e sostituita. Come premio per il supposto peculato, nel febbraio scorso, Renzi la nomina sottosegretaria di Stato al Ministero dei Beni e delle attività culturali, attività che la Barracciu frequenta poco visto che non riesce nemmeno a citare il nome giusto di un poeta suo conterraneo. Dunque la Barracciu in quanto indagata per peculato non può governare la Sardegna. Ma può fare il
sottosegretario. È il criterio tutto singolare del Pd di Matteo Renzi e del suo governo.

La sottosegretaria e lo strafalcione in 140 caratteri
Andrea Scanzi

Cultura a chi.
Una nuova stella brilla all’orizzonte: si chiama Francesca Barracciu. In realtà non è proprio nuovissima. Se ne parla da tempo (ovviamente) non per meriti particolari, ma poiché indagata per peculato nell’ambito della maxi-inchiesta della Procura di Cagliari sui fondi ai gruppi regionali. L’avviso di garanzia le è costato la candidatura alle Regionali, ma le è anche valso un posto da sottosegretario ai Beni Culturali: rottamazione vera. Degna espressione del renzismo, pensiero debole e saccenza sbarazzina, la simpatica Barracciu ha tuonato ieri – su Twitter, il parco-giochi preferito dai renziani – contro Alessandro Gassman. L’attore aveva osato chiederne le dimissioni, come milioni di italiani.
Lei però non ha gradito e ha risposto piccata. Così piccata che nessuno ha capito granché del suo strano idioma. Testuale: “Chiarirò tutto a fondo. lei intanto che impara a fare l’attore, può evitare far pagare biglietto cinema per i suoi “film”? grazie”. Forse un grammelot, forse il solito post-paninarismo. O magari un complotto del T9.
Tanti, in Rete, hanno infierito sulla Barracciu. Tra questi Luca Bizzarri: “Ma è sottosegretaria ai beni culturali di che Paese? Dalla prosa non si capisce”. La Barracciu è adusa a tali performance: lo scorso dicembre, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della morte del poeta Sebastiano Satta, lo confuse ripetutamente con Salvatore. E sì che erano entrambi sardi, proprio come la 49enne Barracciu. La quale, al tempo, incolpò l’entourage: “Una leggerezza del mio staff”. Lo stesso elegantissimo – e credibilissimo – scaricabile adottato da Mary Star Gelmini dopo il tunnel dei neutrini e dal totemico Francesco Boccia dopo aver sostenuto che gli F35 sono “elicotteri” che “spengono incendi, trasportano malati, salvano vite umane”. È però probabile che, stavolta, la Barracciu non accamperà scuse ma si intesterà il tweet: poiché privo di senso compiuto e al contempo saturo di arroganza, Renzi le farà quasi sicuramente i complimenti.

SABATO MANIFESTAZIONE DELLE UNIONS DI LANDINI

Camusso sarà al corteo della Fiom.
La Fiom si prepara alla manifestazione di sabato prossimo a Roma con 300 pullman prenotati da tutta Italia (il corteo sarà da piazza della Repubblica piazza del Popolo). L’appuntamento servirà anche a delineare i primi contorni della Coalizione sociale. Accanto al sindacato, infatti, sfileranno, e parleranno dal palco, precari, partite Iva, studenti, migranti e personalità come Stefano Rodotà (se si riprenderà da una frattura) oppure, al telefono in collegamento dall’Africa, Gino Strada. Possibile anche l’intervento di Gustavo Zagrebelsky. Non è chiaro, invece, se parlerà Susanna Camusso. Il segretario della Cgil ha fatto sapere ieri che sarà certamente in piazza ma non ha ancora deciso se farà il suo intervento.
Landini ha illustrato ieri le ragioni della manifestazione, che si chiamerà “Unions”, “Noi vogliamo continuare la lotta contro il Jobs Act” ma batterci anche per “la riforma delle pensioni, la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale e la richiesta del reddito minimo”. Ma il tema della coalizione sociale sarà comunque al centro della giornata anche perché è a pieno regime la preparazione dell’assemblea di aprile (forse l’11) che definirà sia il programma che il perimetro della rete sociale.
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REDDITO DI CITTADINANZA SUBITO, CE LO CHIEDE L’EUROPA

“Oggi nel Consiglio di Europa, nella Commissione Affari sociali, si parla di reddito di cittadinanza. In particolare si sottolinea l’importanza di introdurre in Italia una misura come il reddito di cittadinanza proposto dal M5S che segua i principi del modello sociale europeo e che abbia come obiettivo quello di rilanciare la piena occupazione, garantire una vita dignitosa ad ogni cittadino, nonché che garantisca il benessere comune e la tutela della democrazia. Il Movimento 5 stelle sin dall’inizio della legislatura si batte anche in Europa per introdurre il reddito di cittadinanza in Italia.
Una misura che manca solo in Italia, Grecia ed Ungheria e che serve, oltre a ridare dignità ai tutti i cittadini che l’hanno persa, a contrastare la povertà e ad evitare ricatti dalla mafie. Una misura urgentissima, da introdurre subito per tutelare tutte quelle famiglie colpite da dalla crisi. Ce lo chiede anche l’Europa. E’ arrivata l’ora del reddito di cittadinanza anche in Italia.”
Nunzia Catalfo, portavoce M5S Senato, dal Consiglio d’Europa di Parigi
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Video di Crozza:applauso a Poletti che ha capito subito qual è il vero problema dell’Italia: troppe vacanze scolastiche

Il Ministro Poletti, altro rappresentante del genio italico, dopo aver abbattuto i diritti del lavoratori intende vendere alle aziende il lavoro gratuito dei loro figli ragazzini.
Poletti inventa un sistema per non assumere i maggiorenni, ma sfruttare gratis i minorenni nei cantieri e nelle fabbriche

“È lo strepitoso ultimo passaggio per la piena affermazione di un liberismo sfruttatore e illimitato, mascherato da “opportunità per le nuove generazioni” e per la crescita del PIL. Il ministro del lavoro – infatti – invece di pensare a creare le opportunità di lavoro per milioni di disoccupati tra i 18 e i 60 anni, vuole mettere in fabbrica e nei cantieri, gratis e a solo vantaggio dei suoi amici imprenditori, i ragazzi tra i 14 e i 18 anni, che non costano come operai remunerati, ma lavorano uguale.” http://www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-24877559.html
DIETRO LE VACANZE DI POLETTI STUDENTI GRATIS IN AZIENDA Salvatore Cannavò

ALTRO CHE “TROPPE FERIE”: ECCO COSA C’È SOTTO L’ULTIMA USCITA DEL MINISTRO
Un apprendistato gratis oppure pagato al 10 % del dovuto. Per capire che quella del ministro Giuliano Poletti sulle vacanze scolastiche – “sono troppi tre mesi” – non è una boutade tra le tante, basta andarsi a leggere i testi dei provvedimenti legislativi in via di approvazione. Due, in particolare: il terzo decreto attuativo della legge delega chiamata Jobs Act, quello sulle “Tipologie contrattuali” e il disegno di legge che riforma la scuola. Se letti all’unisono i due documenti offrono un’idea molto precisa del rapporto tra scuola e lavoro immaginato dal governo Renzi e dell’obiettivo di far lavorare di più i giovani in età di studio, di pagarli meno, molto meno o, addirittura, di non pagarli per niente. NON SIAMO PROPRIO al ritorno a Oliver Twist ma, anche nei riferimenti immaginifici – “i miei figli scaricavano le cassette al mercato”, dice il ministro Poletti – si conferma che il progetto sociale dell’attuale governo è il ritorno alla stagione antecedente al 1970, alla conquista dello Statuto dei lavoratori ma anche alla stagione dei diritti sociali. Quando il ministro dice che “non si distruggerebbe” un ragazzino se invece “di stare a spasso per le strade della città va a fare 4 ore di lavoro”, dice qualcosa che ha già impostato sia nel Jobs Act che nel disegno di legge sulla Scuola. Il terzo decreto attuativo del Jobs Act, quello che deve ancora passare in Parlamento – e che è ancora nei cassetti del governo come se la fretta iniziale fosse esaurita – è finito sotto i riflettori soprattutto per la parte che riguarda la soppressione delle tipologie lavorative “precarie” (in realtà, solo i Co.co.pro., l’associazione in partecipazione e il job sharing). In quel testo, però, c’è un articolo, il 41, che introduce “l’apprendistato per la qualifica, il diploma e la specializzazione professionale”. IL FINE È QUELLO di “coniugare la formazione sul lavoro effettuata in azienda con l’istruzione e formazione professionale svolta dalle istituzioni formative”, cioè gli enti di formazione. Questo apprendistato riguarda i giovani “che hanno compiuto i 15 anni di età” e la durata del contratto “è determinata in considerazione della qualifica o del diploma da conseguire” e non può essere superiore ai tre anni oppure a quattro nel caso del diploma professionale. Per attivare la tipologia lavorativa, i datori di lavoro sottoscrivono un “protocollo” con l’istituzione formativa a cui lo studente è iscritto in base a uno schema definito da un decreto ministeriale che definisce anche il contenuto e “l’orario massimo del percorso scolastico che può essere svolta in apprendistato”. I profili sono poi regolati dalle regione. Ognuna delle quali ha stabilito livelli di formazione annua differente: sono 1.000 ore in Emilia Romagna, 990 in Piemonte, Toscana e Liguria ma scendono a 400 in Lombardia e Campania. Secondo il Jobs Act, la formazione esterna all’azienda “non può essere superiore al 60% dell’orario per il 2° anno e del 50 % per il 3° e 4° anno”. Quanto alla retribuzione, “per le ore di formazione svolte nella istituzione formativa” il datore di lavoro “è esonerato da ogni obbligo retributivo”. Per quanto riguarda invece, le ore di formazione a carico del datore di lavoro, “è riconosciuta al lavoratore una retribuzione pari al 10% di quella che gli sarebbe dovuta”. Trattandosi di un apprendista, si tratterebbe comunque di una retribuzione inferiore di almeno due livelli di categoria di quelli di un dipendente regolare. Nella legislazione vigente, per la qualifica e per il diploma professionale, si riconosce una retribuzione che tenga conto delle ore di lavoro effettivamente prestate nonché delle ore di formazione “almeno nella misura del 35% del relativo monte ore complessivo”. Il peggioramento è evidente. LO COMPLETA quanto previsto dal disegno di legge su “La buona scuola” dove, all’articolo 4, si parla di “Scuola, lavoro e territorio”. In questa sede si prevedono 400 ore di alternanza scuola-lavoro (200 per i licei) negli istituti tecnici. L’alternanza è prevista nei periodi di sospensione dell’attività didattica (Natale, Pasqua, estate) e viene inserita la possibilità dei contratti di apprendistato per la qualifica. Finora le sperimentazioni avviate non hanno funzionato. Anche per questo, nella Buona scuola, sono previsti 100 milioni per finanziare gli incentivi alle imprese. Studiare meno, lavorare tutti.
Il Fatto Quotidiano del 25/03/2015

POLETTI VUOLE USARE LE VACANZE SCOLASTICHE PER LAVORO MINORILE NON PAGATO

E’ vero che se si lavora gratis la produttività aumenta e allora Poletti ha questa bella idea: visto che il 40% dei giovani è disoccupato, facciamoli lavorare gratis! E allora perché non usare le vacanze scolastiche per lasciare alla svelta ‘la buona scuola’ e lavorare di bracci, ovviamente aggratis? Tanto la polverosa scuola sarà presto abbandonata, e dunque perché non cominciare a farlo subito?

Nota Furio Colombo che il Ministro del Lavoro non dovrebbe invadere il campo della scuola, che non gli compete, che non ci può venire a dire che i suoi figli da ragazzini scaricavano gratis frutta ai mercati generali, al più l’avranno raccolta nel giardino di casa e in cambio di una paghetta e che persino in USA si discute se dilazionare di un’ora l’ingresso a scuola, visto che i ragazzini hanno bisogno di dormire un’ora in più e nessuno si sognerebbe di trasformare le loro vacanze in una esperienza di lavoro non pagato. Non si capisce poi quale lezione dovrebbero imparare i ragazzini a scaricare frutta o a portare mattoni. E’ molto triste che l’unica cosa che viene in mente a questo strano Ministro del Lavoro sia di anticipare l’ingresso del lavoro ai ragazzini e senza pagarli, mentre sta distruggendo i diritti del lavoro degli adulti, che sono sempre peggio pagati! “Qualcuno spieghi a Poletti che in Italia non c’è un problema di ragazzini che in vacanza di annoiano, ma un problema di giovani che sono senza lavoro!”.

Il lettore Aldo Bombardi, che sembra molto più intelligente di Poletti, scrive di aver cominciato a lavorare in azienda a 14 anni, ma lo pagavano come apprendista e gli pagavano pure i contributi che servono alla pensione. “Ora l’ineffabile Ministro, dopo aver distrutto lo Statuto dei Lavoratori, vorrebbe far lavorare gli studenti gratis. Ma questo si chiama ‘sfruttamento minorile’. E gli schiavi erano trattati meglio perché almeno avevano vitto e alloggio.”

Ma dove andremo a finire con Ministri di questo genere? Il Terzo Mondo è sempre più vicino.
Le loro riforme sono in realtà controriforme tese solo a distruggere quei diritti e quelle tutele per cui milioni di uomini hanno combattuto per 150 anni.
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CRISI DELLA SINISTRA EUROPEA
ALESSANDRO GILIOLI

Nel 1974 il cancelliere tedesco Helmut Schmidt, socialista, diceva che i profitti di oggi avrebbero costituito gli investimenti di domani e i posti di lavoro di dopodomani. Forse allora poteva essere vero. Nel 2015 invece i profitti di oggi costituiscono solo i dividendi di domani e la disoccupazione di dopodomani.
Peccato che la sx, in Europa, non se ne sia accorta.
E, non essendosene accorta, crede ancora in questo mercato, pensando che sia uguale a quello di 40 anni fa come strumento di emancipazione dalla povertà e dalla subalternità sociale, quando invece è diventato mezzo di concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi. Un fenomeno più evidente nel paese in cui è iniziato, cioè gli Stati Uniti: dove da 6 anni il 95 % della crescita viene confiscato dall’1 % di popolazione più ricca. Ma la stessa dinamica è presente ovunque, in Occidente: compresi gli Stati che avevano storicamente strumenti di welfare e di redistribuzione, gradualmente smantellati con le varie leggi sulla “flessibilità” e le privatizzazioni.
Le accuse qui sopra sono di Jack Dion, intellettuale e giornalista francese (“Le mépris du peuple”, il disprezzo del popolo, come l’oligarchia ha preso la società in ostaggio”).
È un libro che in Francia sta facendo parecchio discutere – specie dopo il recente crollo dei socialisti – e che anche in Italia potrebbe costituire utilissima lettura specie a chi parla di sx, ma non solo. La parola ‘sx’ è ormai la foglia di fico per nascondere le più mercatiste e liberiste delle politiche e – soprattutto – per celare appunto il disprezzo per il popolo, verso le persone che stanno in basso nella società.
«Quando i partiti che si succedono al potere si trasformano in strumenti di difesa dell’ordine stabilito, il popolo diventa un nemico, simboleggia un pericolo potenziale», dice Dion. Che conia il termine prolofobia per descriverli, questi socialisti alla Hollande o alla Strauss-Kahn. Prolofobia: paura e alterigia verso i proletari di oggi, divisi in mille lavori (o non lavori) diversi, intellettualmente incapaci di costituire un blocco sociale e progettuale, politicamente alla deriva tra l’astensione e (in Francia) il partito di LePen.
Ecco, LePen e il Fronte Nazionale. A cui nella propria prolofobia i partiti lasciano le masse degli esclusi e degli arrabbiati, ignorando i problemi concreti dei ceti impoveriti e limitandosi a reagire istericamente a ogni successo dell’estrema dx con la più scontata delle accuse, quella di populismo: cdx e csx «difendono gli stessi precetti, quelli del neoliberismo», e per occultare questa verità descrivono tutto ciò che sta fuori di loro come ‘populismo’, arma mediatica dell’establishment per delegittimare il popolo. Dion insiste sull’utilizzo truffaldino del termine pupulismo per indurre nell’immaginario la convinzione che non esista alcuna alternativa possibile al liberismo, per sancire il dogma secondo cui ogni possibile scarto rispetto ai binari dell’ortodossia neocapitalista sia pericoloso e “anti democratico”, quando invece ad aver annegato la democrazia sottomettendola all’élite economica sono stati proprio loro, e in un’Europa in cui ormai il primo partito vero è quasi ovunque l’astensione.
Dice Dion che «questa democrazia malata ha messo il popolo in quarantena e la rappresentanza in ibernazione» e intanto si impadronisce del linguaggio chiamando «riforme» quelle che sono invece controriforme regressive per concentrare le ricchezze e il potere nelle mani di pochi; ma anche diffondendo a piene mani una narrazione basata su competitività, flessibilità, liberalizzazioni e costo del lavoro – e mai nessuno che spenda una parola sul costo, invece, di questo estremismo del capitale. Eppure, un altro vocabolario è possibile, altre parole per ribaltare l’egemonia culturale che dura da almeno tre decenni: come oligarchia – ad es. – il vero tratto caratterizzante di quest’epoca, trasversale alla politica e al mondo del lavoro; oppure sovranità, sottratta sempre di più dalle mani dei cittadini e riservata alle élite che la esercitano. Anche attraverso un altro vocabolario, si può e si deve tendere verso un altro ordine delle cose: ordine politico, economico, ecologico, sociale, ideologico, morale, civico.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1636 27-3-2015 PADRE PIO

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MASADA n° 1636 27-3-2015 PADRE PIO

Viviana Vivarelli

Il 26 febbraio 2002, dopo 19 anni di esame canonico, abbiamo avuto la gioia di veder riconoscere come beato uno dei personaggi più straordinari del nostro paese: Padre Pio. Ma, prima che la Chiesa decidesse questa tardiva beatificazione, il fervore popolare lo aveva già riconosciuto come santo.
Ho il piacere di presentarvi la sua vita straordinaria ed esemplare.

Padre Pio nacque a Pietrelcina, presso Benevento, il 25 maggio del 1887, alle 5,30, quarto di otto figli si una poverissima famiglia, il padre dovette emigrare due volte in Brasile e in America, come bracciante agricolo e operaio, e la madre Giuseppa faticò molto per sfamare i figli. Il ragazzo, che si chiamava Francesco Forgione, guardava le pecore, era scontroso e chiuso, diverso dagli altri, non giocava molto ma era attratto precocemente dalla preghiera. Il desiderio di farsi frate gli venne molto presto, si dice che già a partire dai 5 anni aveva delle visioni ed era convinto che anche gli altri vedessero la Madonna. A 5 anni cominciarono anche gli assalti demoniaci che lo perseguitarono per lungo tempo e, come scrive il suo confessore fra Agostino, “furono sempre in forme oscenissime, umane e soprattutto bestiali”.

A dieci anni di età era sicuro di voler diventare frate francescano. A 15 anni entrò come novizio nell’ordine dei Cappuccini.
Una delle visioni fu proprio a 15 anni, poco prima di entrare in convento. Vide un uomo splendente e maestoso, che lo prese per mano, chiedendogli di combattere da valoroso guerriero. L’uomo lo portò in una grande pianura, dove era due schiere, una di uomini bellissimi con vesti bianche, l’altra di orrende figure nerovestite. D’improvviso, di fronte al ragazzo era apparso un gigante tremendo e minaccioso, intenzionato a combattere con lui. Il ragazzo era stato preso dal terrore ma il suo compagno gli disse che questa era la sua battaglia e che gli sarebbe stato a fianco.
La vita nel convento era rigida, un saio ruvido, scalzi, senza riscaldamento, tre ore di sonno per svegli per la funzione di mezzanotte nella cappella e per il 1° dei 7 uffizi, poi un sonnellino e svegli alle 5 per l’Angelus, un pezzo di pane per colazione e così via. Il poco cibo non era un peso per Francesco, che per tutta la vita quasi non si cibò, e chiese la grazia di non mangiare. Tre volte la settimana l’obbligo di fustigarsi per ricordare la Passione di Cristo e non era un atto simbolico perché le spalle sanguinavano.
Padre Pio amava lo studio delle Scritture e la preghiera, in particolare venerava Santa Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce. Le sue meditazioni sulla Passione era totali, spesso scivolava in uno stato che potremmo dire di trance, in cui perdeva il senso e dello spazio e più tardi arrivò a fare delle messe che duravano cinque ore.
A 23 ricevette gli ordini. Gli fu fatta la tonsura, che era il taglio di capelli che i Romani praticavano agli schiavi.
Il regime di vita era severo ma Padre Pio è sempre stato descritto come un burlone, uno che faceva scherzi o amava fare battute.
Aveva chiesto di essere missionario all’estero ma questo non gli fu concesso a causa della salute precaria anche se per tutta la vita le sue malattie furono un mistero. Da giovane era magrissimo, perseguitato da una tosse secca che divenne poi asma acuta bronchiale.
Il noviziato nel convento di Morcone fu un periodo di fame, freddo, stanchezza e cattiva salute.
S. Paolo dice: “Offrite voi stessi a Dio come sacrificio vivente”.
A 18 anni ebbe il primo caso di bilocazione.
Mentre era nel coro si trovò in una casa signorile, a un piano una bimba nasceva, al piano superiore il padre moriva. La Madonna gli affidò questa bambina. A Udine, in una ricca casa, una bambina effettivamente veniva al mondo mentre suo padre era morente, questi era un massone, nemico dei preti. Mentre la moglie stava al suo capezzale, si vide accanto un frate giovane che poi si allontanò. Poche ore dopo la donna partorì una bambina precoce di 5 settimane. Il sacerdote del posto, saputa la cosa, forzò il picchetto dei massoni che presidiava la casa, per battezzare la bambina, mentre il padre in coma riprese conoscenza e chiese perdono a Dio dei suoi peccati. La bambina fu chiamata Giovanna. A 18 anni, Giovanna andò in S. Pietro, voleva confessarsi ma non c’erano più preti, vide però un cappuccino entrare in un confessionale e a lui espose i suoi dubbi. Finita la confessione, aspettò che uscisse ma il confessionale era vuoto.
L’anno dopo Giovanna andò a S. Giovanni Rotondo, Padre Pio andò verso di lei e le disse: “Io so chi sei, tu sei nata la notte in cui morì tuo padre” “Figlia mia, ti ho aspettato per tutti questi anni” “Non ti ricordi di aver cercato un confessore in S. Pietro?
Dopo alcuni anni Padre Pio incontrò anche la madre “Signora, quel giovane frate che lei ha visto camminare nella sua casa di Udine, quando suo marito stava morendo, ero io”.

Questo è un esempio delle bilocazioni di Padre Pio. La bilocazione semplice è il fenomeno per cui uno, mentre dorme o è in meditazione o in preghiera, lascia il suo corpo come morto mentre il suo spirito si sposta in un altro luogo dove può essere visto. La bilocazione multipla è il potere di essere contemporaneamente in due o più luoghi con due o più corpi che agiscono con caratteri separati. Ci sono molti episodi in cui il frate è stato visto contemporaneamente in più luoghi diversi. Per esempio, una volta era in chiesa a celebrare la messa e un fotografo che gironzolava per il convento lo trovò che pregava nella sua cella e lo fotografò, ma nella foto comparve la stanza vuota e Padre Pio era in Chiesa a fare la messa.
L’episodio più famoso è quello del generale Cadorna che, dopo la sconfitta di Caporetto, era così depresso da meditare il suicidio. Quand’ecco arrivare nella sua tenda un fraticello che lo dissuase dal suo folle proposito. Cercò poi quel frate ma sembrava scomparso. Qualche tempo dopo il generale vide Padre Pio e riconobbe con stupore il frate che gli aveva parlato quella notte. Padre Pio gli ammiccò dicendo “L’abbiamo scampata bella, quella volta, eh?”

Nel 1916 Padre Pio fu mobilitato per la guerra ma, poco prima di andare al fronte, si ammalò gravemente di bronco-alveolite doppia e i medici scoprirono con imbarazzo che la sua temperatura arrivava a 48 gradi e mezzo facendo scoppiare i termometri. Queste ipertermie che duravano anche otto giorni e arrivarono a 53 gradi si ripresentarono spesso nella vita di Padre Pio, come un fattore inesplicabile, quasi un contrassegno dell’ardore spirituale. Questi sintomi comparivano di colpo e sparivano di colpo. I confratelli dicevano che le sue crisi erano connesse a qualcosa di eccezionale che avveniva ad altri, una conversione, una guarigione, come se egli se ne assumesse il carico. Lui scriveva: “Mi brucia un vulcano sempre acceso che Dio ha immesso in un cuore così piccolo” “Sono divorato dall’amore per dio e dall’amore per il prossimo”. Ma i medici pensarono che fosse in fin di vita e lo dimisero e i cappuccini lo mandarono a morire a S. Giovanni Rotondo dove l’aria era più mite e si riprese. La salute di Padre Pio fu sempre minacciata: febbri, spossatezze, asma, tubercolosi.
Padre Pio ebbe una vita molto piena, totalmente occupata da preghiere, messe e confessioni. Non ebbe tempo di scrivere su di sé, ma, quando era in difficoltà, scriveva a Padre Benedetto, suo maestro spirituale e poi Padre Provinciale, o a padre Agostino, tutore, amico e confessore.
Desiderava ardentemente essere frate, ma, come entrava nel convento, era preso da forti dolori di stomaco e cominciava a vomitare. Non riusciva a trattenere il cibo, solo l’ostia benedetta, e passò anni cibandosi solo di poco latte o di poco brodo. Aveva spesso la tosse, la febbre molto alta e disturbi respiratori e spesso si collassava. Se tornava a casa, il vomito spariva e poteva mangiare, ma se metteva piede in convento gli spasmi e i conati riprendevano e non tratteneva nemmeno un cucchiaino d’acqua. Il medico disse che poteva essere una nevrosi psicosomatica. Dal punto di vista religioso, era come se in lui ci fosse una energia diabolica che non sopportava il convento. Ma né nevrosi né tubercolosi bastavano a spiegare i suoi sintomi, aveva anche forti dolori al petto e alla schiena con malattie sempre inesplicabili, come è avvenuto a molti mistici (Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux, Caterina da Siena).
Così lo rimandarono dai suoi ma, poiché la regola vietava che vivesse con loro, il padre gli prese una stanza sopra una specie di torre, dove meditò e pregò tra i 22 e i 25 anni, con sua grande desolazione. La notte i contadini, in questa capannetta, sentivano dei rumori indescrivibili, fracassi terrificanti, quegli attacchi diabolici che Padre Pio ebbe per tutta la vita e che lo lasciavano al mattino pesto e sofferente.
Il tema costante delle sue meditazioni era la simbiosi col Cristo sofferente. Ma Padre Pio diceva che c’era il diavolo che lo flagellava e lo bastonava con strumenti di ferro. Lo chiamava ‘Barbablù’, mentre Cristo era ‘Monsieur’.
A 21 anni gli fu diagnosticata la tubercolosi, ma i medici non seppero mai fargli diagnosi precise. Era come se il suo costante sforzo spirituale producesse danni mostruosi al suo corpo. Agli inizi del 1910, l’ordine era indeciso se espellerlo, visto che i medici lo giudicavano un malato senza speranza per cui era inutile che passasse gli ultimi anni nel convento, ma il giovane chiese di diventare sacerdote in anticipo e di morire consacrato, così a 23 anni prese i voti (al tempo si poteva accedere al sacerdozio solo a 24 anni). Nel santino che dette per la sua prima messa si presentava a Dio come ‘vittima perfetta’ e per tutta la vita si offrì al posto del Cristo per portare la sofferenza degli altri, un’offerta che era già stata fatta da molte mistiche stigmatizzate come Gemma Galgani. I superiori si convinsero che sarebbe morto di lì a poco e lo mandarono a Pietrelcina, che era un posto tranquillo, dove l’aria era buona. Il convento era sulla costa di un monte, in una zona solitaria, a un km dal paese e ci si arrivava per un sentiero. Il paese era poverissimo, senza elettricità o acqua corrente. Ma le sue messe piacquero e le presenze aumentarono anche se i contadini si lamentavano che queste messe erano troppo lunghe. Si creò così il primo gruppo di preghiera.
L’8 settembre del 1911 Padre Pio ricevette le stigmate, un fenomeno molto raro in un uomo, soprattutto in un uomo di chiesa anche se il primo stigmatizzato fu S. Francesco.
PADRE PIO diventò così uno dei pochissimi sacerdoti segnati dalle stigmate in duemila anni; le stigmate comparvero a laici, laiche e suore, ma non a sacerdoti, fatto questo abbastanza strano. Ma, su Padre Pio, il fenomeno delle stigmate si presentò con una evidenza e con una durata unica nella storia della Chiesa.
Il 7 dicembre 1910, a 23 anni, PADRE PIO mostrò al suo arciprete due fori che gli attraversavano le mani da parte a parte, il medico parlò vagamente di una tubercolosi della pelle non sapendo come altrimenti spiegare il fenomeno.

Padre Pio narra che stava pregando sotto un olmo quando gli apparvero Gesù e Maria e gli dettero questi segni. Egli pregò che queste ferite dolorose diventassero invisibili ed esse scomparvero alla vista per un anno, mantenendo il dolore.
Il 7 settembre 1911 i fori ricomparvero sulle mani e sui piedi. Padre Pio aveva aumenti anomali del battito cardiaco, rialzi della temperatura fino a 56 gradi, tanto che faceva scoppiare i termometri e doveva usare i grossi termometri da acqua. Continuava a mangiare e dormire pochissimo.
Un’altra sua caratteristica erano le lacrime copiose che spesso gli impedivano di scrivere o leggere. I suoi digiuni erano sempre più lunghi e così le sue trans da meditazione che duravano anche 3 ore, con dialoghi con Gesù o con l’angelo custode e attacchi del diavolo. Padre Agostino cominciò a controllarlo quando aveva delle estasi e a scrivere quello che diceva. Anche studenti o medici vi assistettero qualche volta.
Quando entrava in catalessi, le sue pupille si dilatavano ed erano indifferenti al fuoco, guardava fisso davanti a sé e parlava a persone invisibili, poi o si addormentava di colpo o si svegliava tutto tranquillo e scherzava e rideva come se niente fosse. In una delle visioni Gesù gli apparve mentre guardava disgustato una folla di sacerdoti e diceva: “Macellai!”
Padre Agostino per metterlo alla prova gli scrisse una lettera in greco ma l’angelo custode la tradusse e rispose, altre volte la lettera fu in francese ma Padre Pio scrisse su dettatura anche la risposta in francese.
Diceva: “Non mi mandate lettere, non mi mandate telegrammi, l’angelo è più veloce e costa meno!” Per tutta la vita parlò col proprio angelo e spesso diceva ai fedeli: “Se avete bisogno di me, mandatemi il vostro angelo!“. Era in grado di vedere anche gli angeli degli altri e di parlare con loro.
Le prime stigmate furono di breve durata, le vere ferite permanenti e sanguinanti cominciarono nel 1918, a 31 anni. Queste ferite profondissime sanguinarono per 50 anni, senza guarire, senza produrre cicatrici, senza andare in cancrena, senza avere odore di putrefazione.
Il 5 agosto 1918 mentre era in chiesa e confessava i ragazzi ebbe di colpo una terribile visione:
Stavo confessando i nostri ragazzi la sera del cinque, quando d’un tratto fui riempito di un estremo terrore alla vista di un personaggio celeste che mi si presentò dinanzi all’occhio dell’intelligenza. Teneva in mano una specie di arnese, simile ad una lunghissima lamina di ferro con una punta bene affilata da cui sembrava uscisse fuoco. Vedere tutto questo e osservare detto personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese nell’anima, fu tutt’uno. A stento emisi un lamento, mi sentivo morire…Dissi al ragazzo che si ritirasse perché mi sentivo male.. questo martirio durò senza interruzione fino al mattino del giorno sette. Cosa soffrii in questo periodo non so dirlo. Persino le viscere vedevo che mi venivano strappate dietro quell’arnese e il tutto era messo a ferro e fuoco. Da quel giorno io sono ferito a morte.
Per tre giorni restò a letto sanguinando bendandosi le ferite con dei fazzoletti. Cominciò così un lungo calvario, un fenomeno doloroso che lo imbarazzò sempre e che cercò di nascondere. Questo fenomeno è frequente nella storia del misticismo. Abbiamo 300 stigmatizzati accertati, quasi tutti donne, il primo in assoluto fu S. Francesco. Poi TERESA D’AVILA, prima donna che fu dottore della Chiesa, soffrì a lungo di una misteriosa malattia che la rese invalida, infine TERESA DI LISIEUX.
Teresa D’Avila racconta che un angelo con una freccia con punta di fuoco la trafisse più volte nel cuore e dopo la sua morte nel suo cuore fu trovata una cicatrice come di arma affilata. Anche lei soffriva di febbri altissime. PADRE PIO andava a fuoco durante la messa, cercava acqua gelata, come S. Giovanni da Coppertino che si rotolava nella neve per placare la fiamma ardente. Nei Veda indiani Dio è chiamato tapas, calore; si parla di ‘ardore mistico’ e ‘cherubino’ vuol dire ‘ardente’. Persino nella normale chiaroveggenza si sprigiona a volte un intenso calore che invade la stanza (io l’ho provato, nei primi tempi del mio periodo di veggenza, i visitatori accanto a me sentivano molto caldo come se fossi una stufa accesa, poi il fenomeno sparì).
Le stigmate sono dolorose, essudano anche dopo essere state lavate, dopo essere state asciugate si formano subito piccoli punti di sangue sparsi. Al di là delle mistificazioni o dei casi di somatizzazione isterica, le stigmate sono un fenomeno impiegabile e straordinario. Dal 1800 sono state fatte moltissime ricerche su questi strani casi, addirittura ad alcuni il braccio fu tenuto a lungo sotto una teca di vetro e ugualmente le stigmate apparvero. Molti stigmatizzati non riescono a mangiare, non possono assumere cibo solido e sono nutriti artificialmente con flebo e tubicini nel naso, spesso soffrono di insonnia o hanno sonni molto agitati.
Il fenomeno dell’incontro con l’angelo con la lancia narrato da Padre Pio si chiama TRANSVERBERAZIONE.
E’ curioso pensare tutto era cominciato durante la confessione, che sarà l’attività prevalente di Padre Pio, che sarà chiamato il martire del confessionale e nel confessionale passerà anche 18 ore al giorno.
Si può pensare che là dove ci sono altissime manifestazioni soprannaturali, esse si riverberino sul corpo che reagisce con segni fisici.
Alcuni parlarono di autosuggestione, avrebbe meditato tanto sul Cristo da riprodurlo, lui rispose: “Dite loro di andare in un campo e di guardare bene il toro e di concentrarsi e poi vediamo se anche a loro crescono le corna”.
I fori erano larghi 5 cm..Il sangue variava, aumentava di venerdì e di domenica. Durante una messa gli comparve anche una corona di puntini rossi attorno alla fronte con una croce di 3 cm al centro.
Cominciò così una lunga agonia. Le stigmate durarono 50 anni, come gli era stato predetto, e da queste ferite uscì tanto sangue quanto il peso di tre uomini. Padre Pio dovette fasciarle, tenere coperte le mani con mezzi guanti scuri e mettere ai piedi scarpe deformate. Ogni giorno la pezzuola che teneva sul cuore era intrisa di sangue e doveva essere cambiata. Egli disinfettava queste ferite con alcool ed esse gli procurarono forti dolori, specie quelle dei piedi che si deformarono al punto da dargli vivo dolore nel cammino, tanto che i suoi sandali si piegarono come se sotto il piede ci fosse un’arancia. I fori erano profondi e scuri e si immergevano nella carne, mani e piedi erano forati da parte a parte, tanto che i medici vi immersero il dito.
Questa emorragia continua durò 50 anni eppure le ferite non andarono in cancrena, non c’era infezione e nemmeno anemia. Un grande medico ha detto: “Nello stato mistico esistono relazioni misteriose e sconosciute tra anima e corpo”. Quando la vita spirituale è fuori dall’ordinario, anche la vita fisiologica è fuori dall’ordinario.
Tuttavia, malgrado i suoi chiari segni di santità, Padre Pio subì una lunga persecuzione che gli venne dalla Chiesa stessa, dal Santo Uffizio e dal suo stesso Ordine, ma non si ribellò mai e firmò anche un’empia dichiarazione preparata e imposta dai suoi superiori, in cui scagionava tutti i suoi superiori. I mali del mondo sembravano non toccarlo, egli era altrove. Scriveva a un confratello: “Cerca di comprendere cosa sta avvenendo in me. Abbiamo a che fare con l’immenso. L’immenso sta entrando in me, semplice creatura, e quindi mi sta crepando in ogni parte. Prorompe in me“.
Le ferite di Padre Pio non erano semplici macchie di sangue ma buchi veri e propri che trapassavano mani, piedi e costato, sanguinavano e producevano dolori fortissimi. Durante la settimana su questi fori si formava una sottile pellicola protettiva ma ogni venerdì le ferite peggioravano e fino alla domenica la pellicola si apriva e il sangue usciva. Malgrado le fasce e i guanti, si vedeva spesso un rivolo di sangue scendere attraverso le dita delle sue mani. Padre Pio portava di solito dei mezzi guanti di lana nera che si toglieva solo durante la messa nascondendo in parte le mani sotto maniche molto lunghe. Queste piaghe furono una cosa molto strana, perché piaghe di tale spessore in 50 anni o sarebbero guarite o sarebbero andate in cancrena. Nei due mesi prima della morte, le ferite cominciarono a ritirarsi e durante l’ultima messa cadde l’ultima pellicola. E’ ancora del tutto inspiegabile come mai le ferite si sanarono completamente senza lasciare nemmeno delle cicatrici.
Il fenomeno delle stigmate non è raro. E’ una somatizzazione delle ferite del Cristo, spesso origine isterica, che di per sé non è indice di santità, ma rientra nelle psicosomatizzazioni. Di stigmate sono piene le cronache e anche persone molto mediocri per santità le hanno presentate, ma la personalità di Padre Pio ha ben altri elementi sconcertanti che hanno colpito l’immaginario popolare per le fitte testimonianze extranaturali che accompagnarono tutta la sua vita: visioni, estasi, lettura del pensiero, conoscenza diretta, precognizione, guarigioni istantanee anche a distanza, bilocazione e infine il mistero del profumo. Per cui possiamo a buon diritto considerarlo il più grande taumaturgo e santo italiano del nostro tempo.
Padre Pio rifiutava di essere lui a fare miracoli, diceva: “Guagliò, io non faccio miracoli, io prego soltanto!”

Molte storie di Padre Pio sono collegate ai profumi. Si dice che il profumo sia il primo modo che abbiamo di contattare il soprannaturale perché è la percezione più sottile che abbiamo.
Accade dunque che anche oggi gruppi di fedeli nella chiesa di Monterotondo sentano profumi diversi o che persone lontane, che contattano Padre Pio per lettera o con la preghiera, sentano dei profumi. E anche oggi chi va a pregare nel punto della cappella dove pregava Padre Pio avverte certe volte profumo di viole.
Questi profumi hanno un loro linguaggio. Anche le stigmate di Padre Pio non odoravano di sangue ma avevano un particolare profumo di viole.
-il profumo di bergamotto: è sentito da chi ha uno spirito sveglio e non teme il male
-rosa mista a garofano: per le anime belle ma iraconde che quando diventano furenti coprono la loro anima con un velo nero
-gelsomino: chi è ingenuo e vuole essere guidato
-violetta: sentito da chi vuol credere alle cose divine ma non ci riesce e avrebbe bisogno di un gran pianto liberatore
-canfora e fenolo: indicano una malattia grave prossima o già iniziata.

Quando abitavo in Via Rivareno a Bologna (casa che seppi poi essere vicina alla sede dei Bambini di Satana), appena arrivata, sentii per la casa per tre giorni un forte odore di incenso che nessun altro sentiva e di cui non riuscii a trovare la provenienza. Solo Laura Bruna una volta arrivò e disse subito: “Che odore d’incenso!“, ma era una persona santa, in grado di relazionarsi coi mondi sottili.
Sempre nella stessa casa, una volta, sulla soglia del salotto e solo lì, avvertii un forte odore di cane nero bagnato e mi fece orrore come di una cosa diabolica.
Durante un convegno a Riccione conobbi una professoressa che aveva avuto l’intera famiglia decimata e non era crollata perché, diceva lei, qualcosa la sorreggeva dall’alto. La vidi nel cinema e mi sedetti accanto a lei che era con delle amiche. Cominciò a raccontarmi che era sempre stata in Tibet, mai col corpo fisico, ma ci poteva andare col corpo astrale quando voleva. Io la stavo ad ascoltare divertita. A questi convegni di Riccione c’è sempre un sacco di gente paranormale e lo spettacolo maggiore non è sul palco ma in platea o negli alberghi attraverso gli incontri casuali che si fanno. Intanto che mi raccontava dei suoi viaggi spirituali in Tibet, ho cominciato a avvertire un fresco odore di rose, come di bocci al mattino presto in un giardino umido di rugiada. La sua amica si è messa a ridere e ha detto “Hai fatto il profumo di rose questa volta?“. Allora io ho raccontato che per parte mia avevo sentito profumo d’incenso. Non ho fatto a tempo a dirlo che il profumo di rosa si è trasformato in un forte profumo d’incenso, tra le risate delle amiche che a quanto pare erano abituate a queste manifestazioni.
La mia amica Franca ha raccontato che quando è morto un suo caro amico, di notte, nella sua stanza è stata svegliata dall’odore della sua acqua di colonia. E sempre la mia amica sensitiva Laura racconta che la sua casa è visitata ogni tanto da una presenza invisibile che si annuncia accendendo la radio o il ventilatore o muovendole le tende o caricandole la sveglia, e lei la riconosce da un forte odore molto maschile di tabacco e olio da motori. Io stessa per l’anniversario della morte di mio marito (anniversario che avevo dimenticato), mentre stavo stesa sul divano, sono stata avvolta dal profumo del suo dopobarba della Atkinson, dopobarba che non avevo in casa perché il suo lo avevo regalato. Mentre il suo profumo svaniva rapidamente, questo durò per due ore, molto forte come se avessi avuto la bottiglietta sotto il naso.
Ricordo anche la mia amica Maria Teresa, che aveva perduto il figlio di 14 anni e che spesso sentiva la sua voce uscire dalla radio assieme a un fresco profumo di fiori di primavera. Questo profumo fu avvertito da altre persone e, quando venne da me e si sedette sul famoso divano, quando se ne andò sentii sullo stesso quel profumo di fiori di cui aveva parlato.

Delle predizioni di Padre Pio è difficile parlare, sono per lo più individuali e soggettive, come se egli sapesse già tutto di chi lo andava a trovare. Nel 57 disse che:
-tutti gli ideali politici, le ideologie, che producevano le miserie attuali e dividevano gli uomini sarebbero caduti,
-la scienza avrebbe reso inutili certe sterili battaglie,
-dopo una trentina di anni si sarebbe entrati nell’età dell’oro,
-il Duemila avrebbe mostrato una grande conciliazione universale.
“Io vedo- disse- la prossima vittoria degli uomini su una malattia che è la più terribile di quante stanno già uccidendo migliaia di persone: il cancro. Saranno molti gli scienziati, appartenenti a vari paesi, che troveranno il rimedio a questo terrificante morbo. Debbo però dire che essi dovranno ancora lottare molto per raggiungere la loro meta”.
Alla vigilia della sua morte disse:
“Fin dal 1918 sapevo che Dio mi avrebbe chiamato a Lui a 50 anni dal giorno in cui appariranno sulle mie mani le stigmate che porto”.
Fece anche una profezia stupefacente sul ruolo delle donne nel futuro:
“L’ordine sarà definitivamente ristabilito dalle donne, poiché soltanto loro sono capaci di dominare e di dirigere gli uomini”.
Previde anche la morte di Kennedy alcuni mesi prima che avvenisse:
“Vedo una folla entusiasta, luci dappertutto, vedo un uomo giovane e sorridente. Egli crede di volare verso la vittoria. Ma Dio già lo sta chiamando. Un uomo che egli non conosce ed è di un altro paese, di un’altra razza, che soffre nelle sue carni, crede di compiere un atto di giustizia. Egli spara. Questo crimine avrebbe potuto essere evitato. Tuttavia, in mezzo alla folla, c’erano almeno tre persone che conoscevano la verità. Perché esse non hanno agito?”

I confratelli lo trovavano simpatico, era brusco ma spiritoso, molto schietto e amava le battute in dialetto e le storielle. Ma di notte la sua cella era devastata dalla violenza, un frastuono infernale, e spesso al mattino lo trovavano zuppo di sudore e pallidissimo, diceva che Satana andava da lui e lo combatteva, persino il vescovo andò a sentire questo rumore infernale.
Il 13 maggio 1918, dopo un lungo percorso di preghiera alternato ad estasi, mentre rientrava in convento, la sua auto andò in panne e il frate passò la notte all’aperto. Aveva avuto un’estasi improvvisa e aveva visto quello che gli sarebbe accaduto nei mesi successivi.
In una lettera al suo padre spirituale egli spiega così questo evento:
Era la mattina del 20 dello scorso mese. Ero in coro dopo la celebrazione della S. Messa, allorché venni sorpreso da un riposo, simile a un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, nonché le stesse facoltà dell’anima si trovarono in una quiete indescrivibile. Mentre tutto questo si verificava, mi vidi davanti un misterioso personaggio simile a quello visto la sera del 5 agosto che si differenziava in questo solamente: aveva le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. La sua vista atterriva. Ciò che sentii in quell’istante non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore che balzava fuori dal petto. Vidi che mani, piedi e costato erano trasforati e grondavano sangue! Immaginate lo strazio che sperimentai allora e che vado sperimentando quasi tutti i giorni: la ferita del cuore getta continuamente sangue, specie da venerdì sera fino al sabato. Padre mio, muoio per lo strazio e per la confusione che io provo nell’intimo dell’animo. Temo di morire dissanguato se il Signore non ascolta i gemiti del mio cuore...”

Il 7 ottobre 1918 Padre Pio scrisse in una lettera una profezia riguardante la sua vita, disse che le sue stigmate sarebbero durate 50 anni e che egli sarebbe morto solo, tra l’abbandono di tutti.
La chiesa riconosce 327 casi di stigmatizzati, quasi tutti donne o laici.
S. Giovanni Rotondo era un poverissimo paese del Gargano a 40 km da Foggia, con sterpaglie, pecore e capre, qua sul colle del Pattariello sorge un piccolo eremo, il convento di S. Maria delle Grazie; il luogo era sperduto, la strada sassosa e ripida a strapiombo, difficile anche per un mulo e a malapena pochi paesani la risalivano per la messa. La lunga vita di Padre Pio si svolgerà qui, rigorosamente divisa tra la preghiera in chiesa o nella cella, la messa e la confessione.
Quando la notizia delle stigmate si diffuse, migliaia di persone accorsero a S. Giovanni Rotondo da tutte le parti del mondo e cominciarono i miracoli. Al momento della elevazione dell’ostia la gente vedeva le stigmate. Arrivarono anche giornalisti da tutto il mondo e fiumi di lettere.
Ogni tanto Padre Pio diceva a qualcuno una frase breve ma predittiva. Un giovane si sentì dire: “Sarai un frate, come tuo zio e ti aspetto in questo seminario”.
Il lavoro nel confessionale era enorme, in media confessava 60 persone al giorno e sembrava conoscere i peccati meglio di chi glieli raccontava.
Naturalmente si fece dei nemici, uno fu Gagliardi, l’equivoco arcivescovo di Manfredonia, odiatissimo dalla popolazione che fece dei tumulti contro di lui e cercò di infangarlo dicendo che Padre Pio si procurava le stigmate con un acido e poi le profumava. Un giorno Padre Pio sognò che Papa V che gli diceva che l’arcivescovo sarebbe stato destituito, cosa che avvenne di lì a poco con grande scandalo.
Intanto le conversioni e le guarigioni straordinarie aumentavano ma il santo Uffizio aumentava la sua diffidenza verso di lui e più volte fece dichiarazioni ufficiali per dissuadere i fedeli e indicare Padre Pio come un ciarlatano. Alla fine gli fu ordinato di non celebrare più messe in pubblico. Questo provocò una manifestazione di 500 persone e la casa di un prete nemico di Padre Pio fu assalita e per poco non fu data alle fiamme. Il Vaticano era bersagliato da telegrammi, petizioni, ma invano. Quando si seppe che il Santo Uffizio voleva trasferire Padre Pio, i fedeli fecero gruppi di volontari con turni di guardia al convento 24 ore su 24. Un giorno addirittura la folla sradicò un lampione con cui sfondò la porta del convento invadendolo.
La tensione arrivò a un punto tale che un giorno un pazzo salì di corsa gli scalini dell’altare puntando una pistola alla tempia del frate e gridando che se lo volevano portare via lo avrebbe ucciso lì. L’atmosfera era così incandescente che la forza pubblica fece annullare il trasferimento per timore di sommosse.
Si arrivò al punto che quando il medico trovò che il frate aveva una grossa ernia inguinale, lo si operò in un corridoio del convento sopra un tavolo, perché la gente non lo avrebbe fatto uscire. Padre Pio aveva l’ordine di non mostrare le stigmate, ma, se fosse stato anestetizzato, il medico avrebbe potuto vederle, allora volle fare l’operazione senza anestetico, e la cosa durò un’ora e tre quarti, da sveglio. Alla fine dell’intervento il frate svenne e il medico guardò subito le famose ferite che erano profonde, fresche e vermiglie, quelle del costato a forma di croce. Dai contorni delle ferite si sprigionavano evidenti radiazioni luminose.
Presero ad arrivare anche le offerte, che Padre Pio destinò alla costruzione di un ospedale per i poveri, il fondo di carità arrivò a gestire milioni di dollari. Così, sulla nuda roccia, nacque uno dei più grandi ospedali d’Europa, una vera città per gli ammalati poveri, che qui venivano assistiti amorevolmente, dai medici più famosi e con le attrezzature più moderne: la Casa Sollievo della Sofferenza.
Prima fu un piccolo ospedale di 20 letti, poi 300 oggi 1300.
Padre Pio voleva un ospedale bellissimo, chiaro e pieno di luce, con i medici migliori d’Europa e dove i malati fossero trattati con amore e i malati poveri fossero curati gratis.
L’ospedale fu inaugurato dal cardinale di Bologna Giacomo Lercaro.
Ci passarono grandi medici come il presidente della società europea di cardiologia o il medico personale di Eisenhower, nacquero poi scuole per infermiere, day hospital, orfanotrofi, centri spirituali, 22 centri per disabili o ritardati, scuole di radiologia… Oltre a questo ci sono in tutto il mondo gruppi di preghiera.
Di fronte a questi fatti si potrebbe pensare che le alte gerarchie ecclesiastiche e in particolare i superiori dei Cappuccini si rallegrassero, invece accadde il contrario: la Chiesa assunse un atteggiamento ostile, il vescovo di Manfredonia accusò Padre Pio di procurarsi da solo le ferite con tintura di iodio e acido nitrico. Padre Pio venne sospeso e segregato nella sua cella, non poté vedere nessuno né dire messa. La voce più autorevole della Chiesa nel campo scientifico era, a quel tempo, Padre Agostino Gemelli, consigliere del papa, grande scienziato e potente francescano, egli non guardò nemmeno le stigmate ma attaccò Padre Pio come simulatore. Il frate venne esaminato da 5 illustri clinici (tra cui il Romanelli e il Bignani, che era medico personale del Papa e poi il Festa). Essi lo sottoposero a prove dolorose ma non trovarono una spiegazione plausibile e naturale. Si cercò allora di allontanare Padre Pio perché le sue ferite davano scandalo, si pensò di trasferirlo in Spagna, e la popolazione di Monterotondo insorse.
Contemporaneamente l’arcivescovo di Manfredonia pubblicava un libello calunnioso contro Padre Pio. Nel 31 il Santo Uffizio lo sospese a divinis, cioè dalle cose divine, dai sacramenti, e lo segregò. Per due anni Padre Pio visse come un prigioniero, due anni di isolamento, con la gente che recitava il Rosario davanti al convento. Poteva fare messa solo con un chierico, la sua messa durava anche 5 ore, il suo viso si trasfigurava in una immensa sofferenza.
Solo nel ‘33 fu reintegrato nelle sue funzioni e ricominciò a confessare.
La santità di Padre Pio si svolse così, sotto il tormento costante di una Chiesa, che dubitò sempre della sua buona fede, sottoponendolo a ogni sorta di inquisizioni, ma malgrado ciò sfruttò la sua crescente fama e cercò sempre di mettere le mani sulle offerte che, col tempo, costituirono un enorme tesoro.
La lunga vita di Padre Pio, che morì a 81 anni, fu attraversata da ben 9 papi che si comportano in modo molto vario nei suoi confronti.
Pio XI lo riabilitò dalle accuse infamanti, liberandolo dalla segregazione e annullando anche il divieto di sospensione a divinis del S. Uffizio.
Pio XII gli dette un riconoscimento pieno di santità e un permesso speciale molto importante esonerandolo dalla regola cappuccina di obbedienza ai superiori e dal voto di povertà affinché le offerte dei fedeli dipendessero nella loro destinazione solo dalle sue decisioni. Malgrado questo, i superiori dell’Ordine cercheranno in ogni modo di strappargli l’enorme patrimonio che Padre Pio aveva destinato alla costruzione di uno dei maggiori ospedali d’Europa.
Papa Giovanni XXIII non trattò bene Padre Pio, probabilmente per ignoranza dei fatti e perché informato da consiglieri in mala fede, come Agostino Gemelli. Purtroppo il suo pontificato fu uno dei più brutti per Padre Pio.
Paolo VI annullò tutti i provvedimenti restrittivi e gli rese la libertà, quando però ormai era ottantenne e molto malato.
Papa Voitila fu il migliore, si recò in pellegrinaggio da lui, chiese di essere suo figlio spirituale e iniziò la causa per la dichiarazione della sua santità. Del resto si dice che Padre Pio avesse riconosciuto in lui il futuro papa quando nel ‘47 era andato a visitarlo come semplice prete polacco. Egli chinò la testa e disse: “Sia fatta la volontà di Dio”.
Wojtyła aveva 27 anni quando volle conoscere padre Pio. Era il 1947, partì per il Gargano con un seminarista suo connazionale e si trattenne qualche giorno nel paese in cui viveva Padre Pio. Ebbe vari incontri con lui e si fece confessare. 15 anni dopo, quando Wojtyła era vescovo, andò a Roma per il Concilio e inviò una lettera a Padre Pio chiedendogli l’intercessione per la salute di una sua amica affetta da una grave neoplasia. La signora guarì, a detta dei medici stessi, in modo prodigioso. Wojtyła dimostrò sempre grande considerazione per il frate di Pietrelcina; fu proprio durante il suo pontificato che il frate fu prima beatificato (2 maggio 1999) e poi canonizzato (16 giugno 2002).

Padre Pio visse per 50 anni nel convento, senza quasi mai uscire. Eppure molti lo videro altrove, per il fenomeno della bilocazione. Fu visto in Paraguay al letto di morte del Vicario generale a cui lo aveva promesso.
Don Orione lo vide in S. Pietro durante la canonizzazione di Don Bosco.
Un vescovo lo vide alla canonizzazione di Santa Teresa di Lisieux, ma i racconti di persone qualsiasi sono infiniti.
Molte sono le sue predizioni, vide la morte del re Giorgio V di Inghilterra quando non era nemmeno malato, previde la lunghezze della seconda guerra mondiale e disse che il paese doveva essere invaso dagli alleati e che era importante che perdesse la guerra, vide anche che il Gargano sarebbe stato risparmiato.

Padre Pio non uscì mai dal suo eremo e là si spense dopo atroce agonia il 22 settembre 1968 all’età di 81 anni. Ancora il 21 settembre aveva fatto un miracolo.
Una ragazza era stata portata in ospedale con atroci dolori, i medici parlavano di tumore o peritonite, il padre voleva riportarla a Biella ma Padre Pio disse di aspettare e il giorno dopo i dolori erano scomparsi, la ragazza non aveva più nulla e fu dimessa.

Le storie che si annodano attorno a PADRE PIO sono emozionanti:
Nel 55 un chimico inglese che lavorava nella pianura padana ebbe un incidente d’auto, la macchina si divise in due e lui fu catapultato a 4 metri. Balzò in alto, vide da sopra il suo corpo, vide un tunnel che lo attirava e in fondo a questo una gran luce. Poi tornò nel suo corpo e vide le gambe di tre persone, la benzina tutto attorno a uno di loro che accendeva la sigaretta. Poi di nuovo balzò fuori, mentre il suo corpo era messo su una macchina e portato all’ospedale, lui fluttuava sopra la macchina. Poi di nuovo tornò nel suo corpo e vide accanto a lui un frate che lo sollecitava a confessarsi e gli dava l’olio santo. Sopravvisse ma gli restarono atroci dolori di testa da impazzire, gli fecero ogni sorta di cura ma invano. Le radiografie mostravano un tumore nel lato destro del cervello. Un amico lo portò allora in Italia e, durante una crisi di dolore acutissimo ,lo portò da Padre Pio, in una brutta e livida alba invernale e lui riconobbe il frate che era stato in sogno accanto al suo capezzale. Padre Pio gli dette tre colpetti sul lato destro della testa e guarì”.

Padre Pio ebbe sempre una predilezione per la Madonna. Nel 1959 si decise di portare in giro per l’Italia la statua della Madonna con un elicottero. Padre Pio era molto malato e si pensava che sarebbe morto, ma, quando la statua arrivò a Pietrelcina, guarì inspiegabilmente.

Una delle storie più belle, l’abbiamo accennata, è collegata a papa Voitila.
Karol Voitila era arcivescovo di Cracovia, una sua amica fu Wanda Poltawaska che lo chiamava zio Karol. Oggi è una donna importante, è medico e psichiatra e ha sposato un filosofo da cui ha avuto 4 figlie.
A 19 anni aveva fatto parte della resistenza polacca contro i nazisti, era stata messa in un lager e usata come cavia a Ravensbruck nella baracca ospedale; le venivano fatti dei tagli nelle gambe dove erano immessi dei batteri o le prelevavano brani di ossa o tessuti. Alla fine fu gettata come morta nell’obitorio tra i cadaveri di altre ragazze, in quei momenti giurò a se stessa che, se fosse sopravvissuta, sarebbe diventata un medico. A quel punto arrivarono i soldati russi e la liberarono ma questo cadavere vivente dovette camminare ancora per tre settimane per tornare in Polonia. Le restarono terribili incubi e per farli passare dovette scriverli tutti. Poi divenne medico, si sposò, ebbe 4 bambine. Ma, a 40 anni, sopraggiunse un cancro allo stomaco e i medici dissero che anche operandolo non le restavano che poche settimane di vita. Fu a quel punto che il suo amico Voitila scrisse a Padre Pio per chiedere il suo aiuto. Prima dell’intervento i medici controllarono le sue condizioni ma il cancro era sparito.
Nel 67 poté venire in Italia e andò da PADRE PIO, questi le accarezzò la testa e le disse: “Stai bene, ora, figliola cara? Va tutto bene, ora?

Che cosa fece questo frate nei 50 anni di stigmatizzazione? Padre Pio visse sempre nello stesso luogo, conducendo una vita molto semplice, dedita alla preghiera. Pregava, faceva messa e confessava.
Sembrava possedere la conoscenza diretta, che è una forma particolare di chiaroveggenza. La gente andava da lui e lui sembrava conoscere i loro problemi prima che ne parlassero o i loro peccati.
Conosco una signora molto pia che ha avuto un figlio gravemente handicappato e ha dedicato tutta la sua vita alla sua cura. Andò da Padre Pio e, prima ancora di dire una parola, egli le disse: “Tu sei un’anima santa. In Cielo c’è già pronto un posto per te per quello che fai per tuo figlio. Non ti fare una colpa delle sue condizioni. Sono state provocate dal forcipe.”
La gente restava sbalordita sentendosi interpellare così. Padre Pio era brusco e scorbutico, non sorrideva, parlava in dialetto, trattava le persone in modo ruvido, sembra più un brigante di montagna che un santo frate. Se qualcuno andava da lui dicendo che era malato rispondeva malamente che non lui era un medico e che andassero dai medici. Per quanto fosse costantemente tormentato dai diavoli, non praticò quasi mai l’esorcismo. Spesso si rivolgeva a qualcuno in particolare nella gran calca della gente in chiesa e lo trattava male, lo cacciava addirittura dalla chiesa o gli rifiutava la confessione. Per migliaia di persone il contatto con lui fu traumatico e produsse mutamenti radicali nella loro vita.
Non fu il genere di santo dolce e gentile di cui ci parlano le agiografie, non era diplomatico né simpatico. Era semplice, scontroso, poco accattivante e sincero. Si arrabbiava spesso alle richieste dei fedeli e non accettava di essere trattato come un fenomeno. Si potevano chiedergli solo due cose: una confessione o una preghiera.
Il compito per cui venne al mondo era la sofferenza, una sofferenza tanto fisica che morale a cui egli si offrì come un martire. Le sue manifestazioni furono la lotta col male attraverso la preghiera, col rosario, che egli chiamava “la mia arma”. La sua vita fu una continua preghiera, pregava per guarire i mali del mondo. In particolare pregava per i poveri. Come disse Papa Voitila: “La grande intuizione di Padre Pio fu quella di unire la scienza alla fede mediante la preghiera. In ogni malato c’è Gesù che soffre, in ogni povero c’è Gesù che langue. In un malato povero c’è due volte Gesù“.

Il 20 settembre 1968, pochi giorni prima della morte, Padre Pio aveva celebrato il cinquantennio delle stigmate (20 settembre 1918), dicendo messa per i gruppi di preghiera, che aveva fondato, che erano venuti da tutto il mondo, c’erano sparsi in ogni dove 740 gruppi di preghiera che raccoglievano 100 000 persone.
L’affluenza era enorme, tutti gli alberghi pieni, gente che dormiva in auto o in pulmann o all’aperto. Alle 5 del mattino la folla invase la chiesa, duemila persone, troupe televisive, anche la BBC.
La messa si era svolta con difficoltà perché il suo stato era gravissimo (crisi di asma, tachicardia, sudorazione fredda, cianosi labiale e calo dei valori arteriali), una situazione chiaramente di pre-morte. Padre Pio era stato portato all’altare su una sedia a rotelle, sudato e ansimante, con un pallore cadaverico. Malgrado le sue condizioni gravissime, il padre superiore gli aveva ordinato di dire messa per non deludere un superiore dell’ordine in visita. Per di più la messa era cantata e le messe di Padre Pio erano sempre lunghissime, la gente si era anche lamentata per questo, perché, al momento dell’Offertorio Padre Pio sembrava entrare in trance, il tempo si fermava e lui riviveva la passione del Cristo, una volta tenne l’elevazione per 27 minuti. C’era un folla enorme. La celebrazione fu filmata e all’elevazione tutti videro con orrore che le stigmate stavano sparendo, una escara, cioè una scaglia di pelle si staccò da una mano. Dai filmati si vede la lenta e graduale sparizione delle stigmate e la caduta della pellicola protettiva. Il foro c’era ancora nel palmo, ma era scomparso sul dorso delle mani. Nessuno capì che questo era un segno e indicava che il compito terreno di Padre Pio era finito. La sparizione delle stigmate era cominciata già da qualche giorno, il sangue da scuro e denso si era fatto pallido e sieroso. Anche le ferite ai piedi e al costato si erano chiuse. I SEGNI ERANO FINITI.

Guardate il filmato di questa sua ultima messa.

Copio: “Il Superiore del convento volle la Messa solenne e cantata, ma Padre Pio non se la sentiva e lo si avvertì dal filo di voce sofferente durante la consacrazione del pane e del vino, dalla penosa difficoltà con cui riuscì a cantare il Padre Nostro.
Al termine della Messa, quando provò ad alzarsi per impartire la benedizione ai fedeli, barcollò e poi s’afflosciò tra le braccia di padre Bill. Accorsero subito altri confratelli con la sedia a rotelle per accompagnarlo nella sua cella. Padre Pio passò tra la folla addolorata e sconvolta pronunciando flebilmente: “Figli miei, figli miei…”. Nella cameretta venne disteso sul letto, mentre la notizia del malore si diffondeva rapidamente e tutti i suoi figli spirituali sparsi nel mondo cominciavano a pregare per lui.
La notte andarono ad assisterlo dapprima padre Mariano e poi padre Pellegrino da S. Elia a Pianisi. Era disteso supino, ma non dormiva e chiedeva sempre più frequentemente l’orario. “Padre Pio, ma tenete qualche appuntamento?”, chiese scherzoso il confratello che l’assisteva.
A mezzanotte il vecchio frate chiamò padre Pellegrino per dirgli: “Guaglio’, hai ditto ‘a Messa?”. Quello gli rispose che era ancora presto. “Vabbe’, resta con me, figlio mio. Adesso è già domani, celebriamo insieme la Messa del Mattino”. Poco dopo continuò: “Figlio mio, se oggi il Signore mi chiama chiedi perdono per me ai confratelli di tutti i fastidi che ho dato. E chiedi ai miei confratelli e ai figli spirituali una preghiera per l’anima mia”.
All’una volle alzarsi per sedersi sulla poltroncina, invece si diresse verso il terrazzino. Dopo cinque minuti tornò a sedersi con il rosario in mano. In breve il volto si fece pallido, le labbra cominciarono ad illividirsi.
Frate Pellegrino, allarmato, lo rimise a letto e si mosse per chiedere aiuto, ma Padre Pio si oppose: “No, no, lascia stare, non svegliare nessuno”. Poi il vecchio frate cominciò a tossire, il respiro si fece ansito e padre Pellegrino diede l’allarme: “Presto, Padre Pio sta male!”. Arrivarono tutti, superiori, frati e medici. Gli vennero praticate due iniezioni e applicata la maschera ad ossigeno.
“Gesù, Maria..”, mormorò il venerabile Padre. Frate Paolo gli amministrò il sacramento dell’Estrema Unzione e alle due e mezzo di lunedì 23 settembre, si addormentò fra le braccia della Madre Celeste.
Le stimmate, sofferenza e segni del Calvario, che per cinquant’anni lo avevano accompagnato ed avevano sanato migliaia di corpi e di anime, scomparvero prodigiosamente senza lasciare alcuna traccia.”

Quel giorno avevano benedetto la sua tomba, ormai finita, aveva detto: “Quando questa tomba sarà finita, morirò”. Due anni prima aveva detto a una nipote “Quando tra due anni non ci sarò più, molte cose cambieranno”.
Nella cella, lo sdraiarono sul letto e gli tolsero i calzari deformi dai piedi, che erano sempre stati orrendamente piagati, per cui aveva camminato con grande dolore, ma anche le piaghe dei piedi si stavano miracolosamente ricomponendo.
Padre Pio era stravolto e sembrava terrorizzato, tremava come una foglia e fissava davanti a sé qualcosa che nessun altro vedeva. Le sue notti erano state spesso dei giganteschi scontri con il male, mostri visibili solo a lui, che egli chiamava “cosacci”. All’una di notte Padre Pio si alzò da solo di colpo, si lavò e si preparò. Padre Pellegrino che era un semplice frate che gli faceva compagnia, vide che alzò il braccio destro come parlando con qualcuno e diceva: “Va bene, come tu vuoi, si compia la tua volontà“. All’una e trenta disse “Vedo due madri”.. Alle due il frate compagno andò a chiamare il superiore e vennero tre medici. Gli dettero l’ossigeno, era un infarto.
PADRE PIO cadde sulla sua sedia a rotelle ed ebbe un crollo. Padre Pellegrino capì che stava morendo. Alle due entrò in coma. E alle due e mezzo morì.
Come il suo corpo fu preparato, e gli vennero tolte le calze e i mezzi guanti neri, si vide che le stigmate erano sparite, il corpo era sanato, come testimonierà il prof. Sala, le mani e i piedi e il costato erano di nuovo elastici e sani, le gambe e i piedi non più gonfi e tumefatti e non c’era alcuna traccia di cicatrici o ferite. Ma per motivi non chiari il Padre Guardiano ordinò che ciò fosse nascosto e nascose il certificato medico per molti mesi. Non fu fatta autopsia.
In pochi minuti i notiziari di tutto il mondo dettero la notizia, la gente piangeva e singhiozzava “Siamo orfani, il padre se ne è andato”
Sparsi nel mondo, i figli spirituali seppero della sua morte nell’istante in cui avvenne, si svegliarono urlando nel sonno, qualcuno vide la cella e potè descrivere nei dettagli chi c’era e cosa faceva.

Padre Pio morì il 23 settembre del 1968.
Per 14 anni il Vaticano vietò che si iniziasse il processo di beatificazione.
Infine papa Voitila dette il permesso.
Nel ‘99 è stato dichiarato ‘venerabile’
il 2 maggio di quest’anno è stato dichiarato ‘beato’.

Dopo, Padre Pio fu esposto e una moltitudine immensa di persone sfilò dinanzi a lui per 4 giorni e 4 notti.
Malgrado i segni della sua santità, la storia umana di Padre Pio fu la storia di un lunghissimo tradimento. Poco prima di morire disse: “Mi hanno tradito tutti.”
Il Cardinale di Genova Siri disse che a Padre Pio era accaduto come a Cristo, lo capirono i poveretti, lo attaccarono i sapienti e i potenti.
Quando il giusto viene nel mondo, il mondo lo uccide.

FINE
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P.S.
Il 21 e il 23 Padre Pio aveva avuto tre collassi eppure gli fu comandata una messa cantata e una confessione e non ebbe al suo fianco né un medico né un infermiere ma solo un fraticello digiuno di medicina, eppure con le offerte dei fedeli egli aveva fatto costruire il più grande ospedale del Mezzogiorno, uno dei più grandi d’Europa, con 300 medici di grande valore, moltissimi paramedici, suore ecc., con le attrezzature più moderne, con tutto ciò non fu permesso che un medico si occupasse di lui malgrado le sue condizioni e la sua età. Il funzionamento scientifico di questo ospedale era stato organizzato dal Prof. Pietro Valdoni, chirurgo di fama internazionale, eppure nessuno sembrò curarsi più di tanto dell’agonia del frate. Il fatto è che mentre Padre Pio pregava nella sua cella, si svolsero a sua insaputa per decenni lotte e intrighi, in cui la Chiesa si coprì d’ignominia. Fu una brutta storia di avidità, di denaro, ambizione, potere e usura, che finì con uno scandalo e vide implicati penalmente i nomi alti dell’Ordine dei cappuccini
Erano tempi di speculazioni selvagge e molti personaggi di spicco della Chiesa furono travolti dall’avidità senza curarsi degli illeciti che stavano compiendo. In quegli anni lo schermo televisivo era invaso da società finanziarie che promettevano fortissimi interessi per investimenti di capitale. Quasi tutte queste finanziarie sono poi cadute in fallimenti, motivati da fughe di capitali, le loro promesse di forti guadagni erano dovute a prestiti con usura, i fondi raccolti sarebbero stati prestati cioè a tassi illegali e con crescite enormi. L’usura è un reato il cui uso perverso si protrae anche nell’Italia di oggi, rovinando migliaia di famiglie, piccoli artigiani, negozianti…Quando il debitore non riesce a pagare nel breve tempo concesso, gli interessi salgono a quote pazzesche e sono estorti con torture e minacce. Uno dei questi finanzieri che prometteva guadagni da capogiro a chi gli avesse dato del denaro da investire si chiamava Giancarlo Giuffré, era un commendatore, capostipite degli scandalosi faccendieri di Dio che sarebbero divenuti una delle piaghe del nostro paese. Il commendator Giuffré rastrellava nei conventi forti capitali e li reinvestiva in operazioni di strozzinaggio con tassi del 150 %, così che poteva garantire interessi da capogiro. Egli prometteva un interesse del 120% contro il 9% bancario. Il cappuccino Bortignon, vescovo di Padova, avido di questi guadagni spropositati e noncurante dei mezzi con cui venivano estorti, gli affidò i soldi delle casse della diocesi. Giuffré gli diede in 13 anni interessi per 21 miliardi, poi, improvvisamente, fallì. Il Bortignon aveva grandiosi progetti, voleva costruire un seminario per 600 allievi, un Cottolengo veneto ecc. Per ogni miliardo Giuffré gli offriva un miliardo e novecento mila lire. Sembrava un ottimo affare, al vescovo non interessava come questi soldi venivano reperiti e a danno di chi. Si prospettò qualcosa di simile al Banco Ambrosiano, dove la Chiesa non investigò con quali traffici e quali connivenze la banca dello IOR si procurava i redditi. L’avidità e il potere non sono cose nuove nella storia della Chiesa di Roma, che dalle indulgenze del 1500 a oggi è sempre stata coinvolta in scandali finanziari.
Con lo scandalo del Banco Ambrosiano il Vaticano si trovò coinvolto in un intrigo ancora più grande che è rimasto uno dei grandi misteri d’Italia, per il divieto di Voitila di interrogare personaggi equivoci come il cardinale Marcinkus, che agiva per il Vaticano con pieni poteri finanziari. Qui, oltre al fallimento e alla fuga di ingenti capitali, si ebbero anche alcuni omicidi (Calvi, Sindona, Ambrosoli…) ma tutto fu messo a tacere.
Come esplose il crack di Giuffré, il vescovo di Padova si trovò con forti ammanchi e le casse vuote. Con spirito spregiudicato e opportunista si rivolse allora all’umile opera di Padre Pio, per il suo ospedale era affluito da ogni parte del mondo un enorme tesoro, inviato dalle persone che erano state miracolate o volevano aiutare il frate a costruire il grande ospedale per i poveri, a cui confluivano le offerte dei gruppi di preghiera creati da Padre Pio e sparsi in tutto il mondo.
Il vescovo ordinò dunque a Padre Pio di dargli il patrimonio dell’ospedale, quando la Chiesa stessa vieta che le offerte dei fedeli siano destinate ad un uso diverso da quello per cui sono state versate. Dapprima Padre Pio rifiutò, e ciò scatenò le ire del potente vescovo, che aveva amici potenti nel S. Uffizio. Cominciò così la persecuzione.
Il S. Uffizio accusò solennemente Padre Pio di favorire la superstizione, di ribellarsi alla Chiesa e di impurità. Il Papa di allora era Giovanni Roncalli, ma il suo segretario era Loris Caponella ex collaboratore del vescovo di Padova che calunniò Padre Pio e Giovanni XXIII, forse per ignoranza dei fatti, non seppe capire la situazione. Il vescovo di Padova intendeva coprire i propri ammanchi coi soldi di Padre Pio e lo attaccò duramente, attaccò anche due sacerdoti che difendevano il frate e che per questo furono sospesi dai sacramenti e dal sussidio. Padre Pio fu processato e segregato, lo si accusò di idolatria e plagio dei fedeli.
Fu una faccenda estremamente squallida che coinvolse vari prelati e persino una suora. Per trovare prove contro di lui, si misero microfoni nella sua cella e addirittura, e questo è proprio abominevole, nel confessionale, manipolando i nastri che vennero mandati a Roma. La persecuzione durò dal 53 al 63, cioè per tutto il pontificato di papa Giovanni. Padre Pio non si lamentò mai e obbedì sempre. Nel 64 si preparò un testo che dovette firmare in cui dichiarò che nessuno lo aveva mai trattato male. Malato, quasi impotente nei movimenti, bisognoso di aiuto anche per le cose più intime, Padre Pio firmò senza obiettare.
Padre Pio venne isolato per 10 anni e fu liberato solo da Paolo VI.
Nel 59 il Padre Provinciale assediò Padre Pio affinché desse un centinaio di milioni alla provincia di Foggia. Quando la Casa di Sollievo della Sofferenza venne inaugurata, il vescovo di Padova pubblicò critiche contro l’eccessivo fanatismo dei fedeli. Alla fine il vescovo riuscì a espropriare Padre Pio di metà delle offerte dei fedeli. Padre Pio nella sua cella era lontano da tutti questi clamori, continuava a pregare e a compiere prodigi. Uno dei coinvolti nel caso Giuffré fu il Padre Definitore Provinciale di tutto l’ordine dei cappuccini, che aveva ampi poteri su Padre Pio, egli lo fece sottoporre a continui interrogatori, e mise nel convento uomini di sua fiducia per spiarlo.
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ALCUNI MIRACOLI

Luigina Suppa, 52 anni, torinese, aveva un tumore maligno alla spina dorsale, la imprigionarono in un busto di acciaio che doveva portare anche a letto. Pregò davanti a una statua di Padre Pio. Improvvisamente sentì un profumo di rosa. Si sentì meglio, era guarita.

1974, Giovanni Ventura, con distrofia muscolare avanzata, a Pompei sentì uno strano profumo. Qualcuno vicino a lui disse: “Questo è il profumo di Padre Pio, Vai a Pietrelcina!” A pranzo sentì di nuovo quel profumo. Tre giorni dopo, di notte, una voce disse: “Va’ a ringraziare la Madonna per quello che hai ricevuto!”

Uno dei miracoli più grandi riguarda una bambina nata senza pupille, una bambina che ora è una donna che vede.

La vita di Padre Pio non fu molto movimentata, si svolse tra un altare, un confessionale e un letto. La sua alimentazione era ridotta al minimo, qualche frutto, acqua, un po’ di brodo pessimo. Per 50 anni questo uomo visse col minimo dell’assistenza, malgrado le terribili condizioni di salute. Al cinquantesimo delle stigmate la chiesa tacque, non venne una parola dal papa né dal capo dell’ordine. Le poche visite ufficiali che Padre Pio aveva ricevuto erano state di inquisitori che venivano a tormentarlo, sottoponendolo a esami e a interrogatori come se fosse un colpevole. A capo della persecuzione furono i capi del suo stesso Ordine.
Malgrado fosse stato esentato dall’ubbidienza, Padre Pio obbedì a ogni comando, per lunghi periodi subì l’isolamento, il divieto di parlare ai fedeli, l’allontanamento dalla messa, ubbidì anche quando gli ordinano di firmare in bianco le azioni della Casa Sollievo della sofferenza, firmò senza ribellarsi anche la dichiarazione scritta da altri che nessuno gli aveva fatto del male e che lui godeva di una assoluta libertà, una dichiarazione che la Chiesa volle estorcergli e rendere pubblica per far tacere le dicerie.
Alla fine il suo Ordine prese il controllo totale dell’ospedale. Si tentò di esiliarlo in Spagna, poi fu segregato, infine l’opera fu requisita. Il paradosso della Chiesa fu che aveva bisogno del suo denaro ma non voleva riconoscere la sua santità. Così da una parte il patrimonio gli fu estorto, dall’altra si seminarono dubbi sulla sua santità, con una doppiezza che troviamo spesso nei peggiori politici, quelli che gridano una cosa e ne tramano un’altra.
I tempi sono questi: la prima persecuzione è del 31, nel 33 viene reintegrato, nel 47 iniziano i lavori dell’Ospedale Sollievo della Sofferenza. Nel 55 esplode lo scandalo Giuffré. Nel 56 l’ospedale è terminato e si comincia a costruire la grande chiesa di S. Maria delle Grazie per contenere l’enorme afflusso dei fedeli. Nel 59 Padre Pio è in punto di morte e si salva miracolosamente con la vista della statua della Madonna di Fatima. Nel 60 scoppia la seconda persecuzione. Padre Clemente di Milwaukee e Padre Bonaventura da Pavullo ottengono la gestione delle azioni dell’ospedale. Poco dopo, Padre Bonaventura entra negli elenchi della magistratura. Nel 63 muore Papa Roncalli e sono allontanati i Definitori dell’Ordine. Padre Pio è tolto dalla segregazione ed è così malato che è dispensato dal far Messa. Nel 68 Padre Pio muore.
L’immane complotto durò 25 anni e alla fine fu denunciato pubblicamente ma ormai un grave danno era stato fatto. Solo nel 61 con Pio XII, Padre Pio ottenne la libertà, lo statuto dell’ospedale fu riconosciuto, e furono riconosciuti anche i gruppi di preghiera. La casa Sollievo nacque dotata di beni mobili e immobili e gli intrighi per espropriarla non cessarono mai. Ogni giorno arrivavano da tutte le parti del mondo da 1000 a 1500 lettere di persone che erano riconoscenti a Padre Pio, e quasi tutti i plichi contenevano offerte in denaro. Le lettere erano confessioni strazianti che mostravano l’infinito dolore del mondo. Ma il Padre Guardiano bloccava la posta e il denaro, così che arrivavano a destinazione solo le lettere indirizzate all’ospedale, 1\4 del totale. In più si rimandava al mittente un ringraziamento con un conto corrente che dirottava ulteriori offerte.
Il giorno dell’inaugurazione dell’ospedale, le autorità del paese arrivarono in convento in pompa magna ma incontrarono Padre Pio quasi per caso, e subito altri frati lo sequestrarono portandolo via di peso, la cittadinanza allora insorse tanto che si dovette chiamare la polizia. Tutti parlavano della prigionia del frate e chiedevano che finisse. Ma solo 10 giorni dopo la morte di Papa Giovanni le restrizioni furono tolte, e avvenne un’epurazione nel convento, alcuni frati furono mandati via.
Il tesoro che arrivò a Padre Pio in 50 anni fu enorme, esso fu versato nelle casse dello IOR.
La salute di Padre Pio fu sempre pessima. Nel 59 si ammalò di tubercolosi, aveva una neoplasia pleurica con versamento emorragico, e sembrò non ci fosse più niente da fare. I fedeli passavano notti intere a pregare. In quel tempo era in viaggio la Madonna di Fatima, e un elicottero portò la statua a S. Giovanni Rotondo. Padre Pio era a letto da tre mesi, agonizzante. Guardò l’elicottero che si alzava con la statua e ebbe un brivido. Era guarito di colpo.
Padre Pio era feroce con i comunisti ma non era tenero nemmeno con i democristiani, che chiamava “i demoni cristiani”. Quando un’autorità DC veniva per vederlo, scappava e si rinchiudeva nella sua cella.
L’unica arma di quest’uomo fu la preghiera. Ma attorno a lui fioriva la fede e fiorivano i miracoli.

Maria Rosa Laigueglia: una bambina che dall’età di 4 anni era malata gravemente al fegato, finché cominciò a gonfiare e a deformarsi. In punto di morte le si mise un’immagine di Padre Pio sotto il cuscino scrivendo un espresso al frate. Nella camera fu sentito un profumo di rose, la bambina smise di lamentarsi e chiese da mangiare completamente guarita.

Desiderio Magnano di Padova: operaio, ustionato terribilmente sul lavoro, al punto che non c’era più niente da fare. Sua sorella mandò un telegramma a Padre Pio. Padre Pio comparve al malato nel sonno, e questi guaì subito, dopo una settimana lasciò l’ospedale.

Rosetta Paolo Riva di Genova: dall’età di 12 anni era gravissima per una endocardite, con forti dolori, scrisse al frate. Due settimane dopo entrò dalla finestra una nuvola bianca che la spaventò, una nuvola che parlava con la voce di Padre Pio. Due settimane dopo era guarita.

I miracoli continuano anche dopo la sua morte.
La signora Margherita Cassano vede nel giardino incolto di una casa abbandonata un frate che estirpa le erbacce coi mezzi guanti “Padre Pio che fa?” “Faccio ciò che non fanno gli uomini, mi sembra una proprietà abbandonata. Dì a Rina che il Signore vuole anime generose e non anime vigliacche, è ora che si ritiri”. Poi sparisce. Rina è la padrona che ha abbandonato la casa dopo la morte del padre e non ha il coraggio di tornare. Sentita la storia, Rina ritorna e accoglie con sé Margherita che è senza casa.

Nel 1995, in novembre, a Formia un povero malato di 75 anni, giaceva da 9 anni in condizioni pietose immobilizzato nel suo letto da un melanoma multiplo. Il cancro aveva accartocciato le sue ossa, al punto che non poteva più muoversi, parlare, mangiare, era diventato da otto mesi una specie di vegetale, che non dava quasi segni di vita, ebbe l’estrema unzione, entrò in un torpore prossimo al coma, senza più dignità né consapevolezza. Sognò Padre Pio che gli disse: “Alzati!” e si alzò, riprese a mangiare, a parlare e a muoversi. Il tumore c’è sempre. Non è guarito, ma si comporta come se lo fosse, il miglioramento è davanti agli occhi di tutti. Qualcuno ha detto “Io credo che i sogni siano capaci di rispondere a domande che non abbiamo il coraggio di fare“.
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Post privato
Se andate in un qualunque negozio di vendita di immagini sacre, potete trovare l’immaginetta con l’effigie di Padre Pio, oppure basta che la scarichiate da internet o la stampiate da questo stesso blog. Però deve essere una foto, non una pittura.
Seguendo la radioestesia, si può vedere che questa foto è dotata di poteri straordinari, è terapeutica. ma deve essere messa in orizzontale. Non irradia se è verticale, per es. se è appesa al muro. Io la tengo sempre accanto a me nel mio luogo di lavoro, stesa sul tavolo.
Da qualche tempo pratico la cura a distanza con l’imposizione delle mani sulla foto di persone che hanno patologie e mi hanno chiesto di curarle. Faccio la diagnosi con l’antenna rabdomantica che mi indica in modo molto generico lo stato dell’energia in varie parti del corpo su una foto in formato A4, che si ottiene stampando con la stampante del pc una foto in digitale della persona a figura intera da sola e senza persone dietro. L’antenna indica eventuali punti patologici, non indica influenze o piccoli problemi di salute, ma può vedere, per es., una indigestione.
Poi impongo le mani per qualche minuto sulla foto nei vari punti e sto attenta alle percezioni dei miei palmi. In genere se mi prudono i polpastrelli ci sono problemi mentali o depressioni. Se la persona è scarica energeticamente, la mano destra manda energia e io la sento come elettrica e vorticante. Se ci sono patologie, io sento che la mano sinistra lavora come se succhiasse qualcosa. Se la foto mi rimanda un senso di fresco, la persona sta bene.
Ho provato questa cosa in via sperimentale e ho visto che funziona per quasi tutti. Non funziona se ci sono depressioni forti e se la persona rifiuta violentemente il mio aiuto o si oppone alla sua stessa guarigione perché preferisce star male piuttosto che essere aiutata o mi sta contro e, se questa è la sua scelta, io non posso fare niente. Ma funziona anche sulle foto mandate da amici o parenti di persone che non sanno nulla di quello che io faccio (e dunque per loro devo escludere l’effetto placebo). Le malattie che mi sono state sottoposte sono molto gravi, ma, lo ripeto, pur non avendo io palesi virtù terapeutiche, la cosa funziona.
Ogni mattina io mando a tutti le mie impressioni per e mail.
Questo lavoro cerco di non farlo per più di 4 persone per volta, perché, che funzioni o no, è certo che mi stanca molto, per cui a volte, dopo, mi gira la testa e mi sento senza forze.
Da qualche giorno ho provato a mettere una foto di Padre Pio sotto le persone in cura, sotto la parte più colpita e sembra che il lavoro che faccio ogni mattina sia diminuito, come se quell’immaginetta facesse parte del lavoro.
La foto di Padre Pio irradia energia fortissima e mi muove verso l’alto l’antenna rabdomantica più di qualsiasi immagine mai trovata.
Solo una volta, l’antenna ha scartato violentemente sulla foto, restando poi piegata per sempre di lato, come se il Santo sentisse quella persona come fortemente malefica. Ma in genere l’antenna oscilla verso l’alto in misura crescente e le oscillazioni sulla foto di Padre Pio sono le maggiori che io abbia mai visto.
Queste antenne si comprano nei negozi di pietre e cristalli o nei negozi di articoli esoterici e ne insegno l’uso nei Masada dedicati alla Radioestesia, materia su cui ho fatto varie volte dei corsi completi a Bologna.

vedi http://masadaweb.org/2008/03/26/masada-n-660-27-3-2008-la-radioestesia-%E2%80%93-lezione-1/
e seguenti.
Secondo la radioestesia, le frequenza di ognuno restano identiche in una sua foto, in un suo scritto, in un suo capello o in una goccia del suo sangue.
Ma l’immagine di Padre Pio è straordinaria.
Io consiglio sempre in via sperimentale di usare l’immagine miracolosa di Padre
Pio per metterla sotto il materasso dei malati, o sotto una loro foto stampata col pc e di raccontarmi poi se succede qualcosa. Potete anche provare l’imposizione delle mani. Che il tutto avvenga gratuitamente e solo per amore è la prima condizione.
Auguri!
.
Viviana Vivarelli- aloha1789@gmail.com
.
http://masadaweb.org.


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