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MASADA n° 1711 11-12-2015 IL REGNO DI MAMMONA
(Nelle foto i Presepi fai da te)
La finanza non paga mai – Lo scandalo delle 4 banche fallite- 130.000 risparmiatori privati dei loro risparmi. Un pensionato si uccide –La truffa di Veneto Banca – Ai troll piddini che impestano i blog – Storia del Giubileo – Luttwak e Poletti – L’Immacolata Concezione e l’Islam – Vittoria Del Fronte nazionale in Francia – Il programma di Marine Le Pen – Le differenze tra il Fn e Salvini – La sx europea e i suoi inutili lamenti – Le 4 libertà di Roosevelt – La mancia di 500 euro ai diciottenni – Il calo del Pd – Le pene dei pellegrini e Alitalia- Perché cadde Berlusconi – Merkel, santa della democrazia!? – Ecco i valori dell’Occidente
“Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore” (Angelus Sibelius)
Hillary Clinton ha ammesso: “L’ISIS è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano“.
Da dove li prenderemo i 3 miliardi che regaliamo alla Turchia?
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EUROPA, UNA PRIGIONE SENZ’ANIMA
Annamaria
“Questo è il nostro mondo- disgregato e deprivato gradatamente, quasi inavvertitamente, dopo decenni di quell’egemonia culturale ed economica iniziata con Reagan e Thatcher, dei suoi connotati, della sua essenza, dei principi di civiltà e solidarietà su cui era fiorita l’idea stessa di Europa.
Certo, quella Europa non c’è più. Non c’è più l’Europa libera, civile, solidale, democratica a cui siamo stati educati e a cui tutti ci siamo sentiti di aderire.
Al suo posto c’è il mondo frutto di un’egemonia culturale ed economica che in qualche decennio ha fatto del nostro continente qualcosa che sempre più si avverte come gabbia, come prigione.
Ma allora, DOV’E’ il fascismo? Nei movimenti di popolo (quindi ‘popolari’, non ‘populisti’) che in modi anche molto diversi si ribellano e tentano di riappropriarsi della loro libertà e dignità, oppure in un’Europa ridotta a una grigia prigione senz’anima?
MM
Certo che tra il fallimento generale della sx, l’inconsistenza di un partito serio di dx ed in entrambi i casi politiche fatte di promesse non mantenute, politici deprimenti e azioni di governo indistinguibili una volta al potere, azzerando così l’alternanza, sinceramente faccio fatica a capire come se ne esce. Non è comunque giustificazione per votare o tifare un partito con base estremista.
Sicuramente finché i mezzi di informazione si limiteranno a fare i leccaculi e a badare alle stronzate e ai twitter più che ai contenuti si sprofonderà ancora di più.
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IL PARTITO DI MAMMONA
Carletto
Chiedo scusa, ma, se mi sono chiari i valori M5S (onestà, legalità, solidarietà, fratellanza, frugalità, biodiversità, difesa dell’ambiente, sostenibilità economica ed ambientale, difesa della cosa pubblica, dei servizi ai cittadini e dei diritti dei lavoratori e dei piccoli imprenditori, equa tassazione e distribuzione delle ricchezze e delle possibilità di crescita, non lasciare dietro nessuno ecc.) non mi sono molto chiari i valori richiamati dai partiti tradizionali, in particolare la sx, reale o Pd, ma non vorrei offendere il Pd usando questo aggettivo (sx) che non molto ama.
Continuino con intellighenzia a prendere per il c..lo il popolo facendolo governare contro il loro volere ed il loro interesse, contro la democrazia ed il buon senso e avranno trasformato questa democrazia in una dittatura mediatica e con la lora realtà virtuale continueranno a vestire i re nudi.
Poi ci si meraviglia se i popoli votino i lepennnisti al posto degli hollandisti o dei piddisti o dei renzisti.
I francesi sono un popolo sveglio e hanno capito subito. Al contrario degli italiani loro son abituati alle rivoluzioni e non alle involuzioni. Dal loro punto di vista anche il semplice ‘ognuno padrone in casa propri’a e ‘le banche la finanza e le multinazionali fuori dalla mia casa, dal mio desco, dal mio letto e dal mio lavoro’ può ormai essere giustamente declinato solo nel lepenismo.
Tutto il resto è mammona, cioè dominio dei soldi, di interessi privati su quello pubblico, delle multinazionali sulle tradizioni, del cibo spazzatura sul naturale e della sanità, solidarietà, diritti di cittadini e lavoratori pensioni e speranze ceduti dai politici a quattro soldi sull’altare degli interessi privati e delle lobby.
Questo è ciò che ha lasciato al cittadino europeo il partito unico destrosinistro della finanza internazionale e delle multinazionali (il partito unico di mammona).
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LO SCANDALO DELLO 4 BANCHE FALLITE
Sergio di Cori Modigliani
Circa 130 mila cittadini italiani, per lo più residenti in Toscana, Marche, Umbria ed Emilia Romagna, hanno perso i loro risparmi. A questi vanno aggiunti altri 100 mila residenti nella regione Veneto, vittime di una truffa legale organizzata e gestita dalla Veneto Banca, istituto finanziario amministrato da esponenti della Lega Nord, per la quale sono in corso ben tre diversi procedimenti giudiziari nei confronti del management della banca. Per la Banca delle Marche e la Banca Popolare dell’Etruria, i partiti coinvolti sono da Forza Italia a Ncd al PD.
Si è usato il solito “ricatto occupazionale”. Renzi può dire “abbiamo difeso i posti di lavoro e quindi stiamo intervenendo per evitare che le banche chiudano per fallimento”. E’ lo stesso principio applicato nei decenni per l’Ilva di Taranto. E in Italia ha funzionato a meraviglia, mettendo i lavoratori e i loro sindacati dalla stessa parte di aziende decotte e mal gestite o truffaldine, contro giudici, identificati come responsabili della rovina di intere famiglie finite in mezzo alla strada. L’oligarchia al potere in Italia (e in Grecia) non ha nessuna intenzione né interesse a varare dei paracadute necessari per la salvaguardia dei lavoratori e dei cittadini. Voglio sottolineare che l’unica formazione politica che insiste da sempre sulla necessità inderogabile di varare immediatamente il reddito di cittadinanza è il M5s, che continuo a sostenere e a criticare.
Istituendo il reddito di cittadinanza per offrire un paracadute alle famiglie, si potrà superare il modello miope, ottuso e obsoleto di questi sindacati, si potranno bloccare i furbi e i furbetti amici degli amici, e si potranno, per esempio, far fallire le banche inadempienti. Come hanno fallito le centinaia di migliaia di piccole e medie aziende italiane, maciullate dalla recessione e dall’austerità, che hanno chiuso licenziando gli addetti senza che il governo fosse mai intervenuto. Per non parlare dei milioni di singoli che sono stati proletarizzati finendo per andare a costruire una gigantesca sacca di povertà ed esclusione sociale come l’Italia non aveva mai visto dal 1948.
Quando, nel febbraio del 1931, con un’America in ginocchio, Roosevelt decise di scendere in campo candidandosi alla presidenza, diede l’annuncio per radio, diffondendo il suo programma che era molto ben radicato nei valori del popolo americano e nel loro immaginario collettivo. Concluse sostenendo che “….la Libertà e l’Indipendenza rimangono i nostri valori fondativi; 4 sono le libertà per le quali io intendo combattere e rappresentarvi perché 4 sono le libertà da difendere e da perseguire. Esse sono la libertà di parola, la libertà di culto, la libertà dalla paura, la libertà dal bisogno”. Quando, tre mesi dopo iniziò la quotidiana collaborazione ufficiale con Keynes, alla prima riunione, Roosevelt rammentò all’economista britannico quel suo discorso e gli chiese: “Sei in grado di fornirmi un progetto efficiente, pragmatico, efficace che rispetti questi 4 parametri?”. E Keynes rispose, come è noto: “Ci proverò. C’è il rischio che ci riesca, c’è il rischio che fallisca”. Roosevelt decise di rischiare.
Le 4 libertà rooseveltiane ancora oggi mantengono inalterato il loro valore. Si possono anche ascoltare i tecnici esperti, ma nessun economista al mondo sarà mai in grado di teorizzare, organizzare, gestire il necessario repulisti di cui la nostra nazione ha bisogno oggi.
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LA TRUFFA DI VENETO BANCA
Paolo Fior
Veneto Banca, l’amara beffa ai soci che perdono l’81% dei risparmi e non hanno diritto al recesso. Mai un consiglio d’amministrazione di Veneto Banca era durato tanto. E sì che nell’ultimo anno e mezzo a Montebelluna ne sono successe di tutti i colori: dalle ispezioni delle autorità di vigilanza sono emersi i conti taroccati della gestione di Vincenzo Consoli; la procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta penale tutt’ora in corso; sotto l’egida degli ispettori della Bce è stata effettuata una radicale pulizia dei bilanci che ha portato a svalutazioni, accantonamenti e perdite miliardarie; il valore delle azioni è stato tagliato del 25% provocando la rabbia dei piccoli azionisti intervenuti all’assemblea del 18 aprile scorso; è stata avviata la trasformazione in spa e in seguito verrà varato un nuovo aumento di capitale (il secondo in due anni) e avviato l’iter per la quotazione in Borsa. Nessuno di questi drammatici avvenimenti, però, è stato così sofferto come la decisione che il consiglio ha dovuto assumere il 2 dicembre: stabilire il prezzo come la Popolare di Vicenza, sono già ampiamente al di sotto di quei requisiti e dunque è fatto divieto alle due banche di liquidare con mezzi propri i soci che intendessero avvalersi del diritto di recesso…ciò detto, si capisce meglio come mai il consiglio di amministrazione convocato per le 10 del mattino del 2 dicembre si sia sciolto solo dopo le 23. Il contenuto del comunicato è da shock: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna per i soci che non intendono aderire alla trasformazione da banca cooperativa a società per azioni. Detto così sembra poco, in realtà occorre ricordare che Veneto Banca – pur essendo uno dei maggiori istituti di credito italiani – non è quotata in Borsa e che da anni i soci sono impossibilitati a vendere le loro azioni perché ovviamente nessuno le vuole acquistare, tantomeno ai prezzi di fantascienza proposti dal consiglio d’amministrazione e ratificati di anno in anno dalle assemblee degli azionisti. E’ questo l’effetto della legge varata dal governo Renzi che obbliga le dieci maggiori banche popolari italiane a trasformarsi in spa: la Banca d’Italia infatti può limitare il diritto di recesso dei soci, “anche in deroga a norme di legge”, se ciò è necessario per evitare una riduzione del capitale sociale al di sotto dei requisiti patrimoniali stabiliti dalla vigilanza. Veneto Banca, così come la Popolare di Vicenza, sono già ampiamente al di sotto di quei requisiti e dunque è fatto divieto alle due banche di liquidare con mezzi propri i soci che intendessero avvalersi del diritto (soppresso ad libitum) di recesso… il contenuto del comunicato del consiglio di amministrazione è da shock: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna, che peraltro deve varare una nuova ricapitalizzazione da un miliardo di euro.
Per molti che nella banca avevano creduto investendo i risparmi di una vita si sta consumando un vero dramma.
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Al momento (lo scrive Sole24ore) la voragine delle banche cialtrone è di oltre 42 miliardi. Una parte il Tesoro ha già iniziato a versarli. Dall’inchiesta del ‘Sole’ emerge qualcosa di ancora più incredibile di quello spaventoso errore compiuto coi nostri soldi: tutto è stato fatto in segreto senza che sia rintracciabile un solo responsabile: «I contribuenti hanno pagato operazioni finanziarie fatte dai gestori del debito senza essere mai state rese note, né tantomeno spiegate», e queste decisioni sono avvenute «senza un vero titolare»
Il “Sole” fa ‘elenco di chi si era là dove quei contratti-capestro sono stati firmati: Draghi, Siniscalco, Amato, Ciampi, Tremonti e Padoa-Schioppa. Quest’ultimo è morto. Draghi è alla Bce. Siniscalco è vicepresidente proprio di Morgan Stanley (curioso), Amato è alla Consulta, Ciampi e Tremonti non hanno più cariche. Uno di loro (o forse più di uno) è il responsabile politico di questo massacro ai danni degli italiani. Ma nessuno saprà chi è. Insomma c’è il delitto (42 miliardi buttati), ci sono le vittime (i contribuenti), ma non c’è il colpevole. O meglio c’è, ma nessuno ci dirà mai il suo nome.
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Cobra89
La manovra di salvataggio di 4 banche fallite (tra cui quella del padre e del fratello del ministro Boschi) che ha lasciato tutti gli investitori sul lastrico, e molti di questi sono proprio nelle regioni rosse.
– la promessa di abbassare l’IRES nel 2016 che è già andata a farsi benedire.
– la disoccupazione che aumenta e la ripresa che non c’è.
– un rinnovo contrattuale ai lavoratori dipendenti di 16 centesimi.
– nuovo debito per finanziare un bonus inutile ai 18enni per comprarsi i loro voti.
Di questo passo è tutto da vedere se vi sarà un orgoglio alle urne. Il fatto che Renzi abbia già detto che le amministrative non c’entrano nulla col governo parla chiaro.
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130.000 risparmiatori perdono tutti i loro soldi per il fallimento di 4 banche. Un pensionato che aveva perso 100.000 euro si è impiccato. Renzi versa 3,6 miliardi per salvare queste banche, ma i correntisti scappano. Malgrado le forti sofferenze bancarie, le remunerazioni dei vertici erano alle stelle per 2,5 milioni e il massimo responsabile si regala lo stesso 400.000 euro l’anno. Dov’era Bankitalia che ha il dovere di controllare le banche? A che serve Bankitalia se i controlli non li esercita? Perché queste banche non possono essere nazionalizzate, visto che sono fallite? Perché i responsabili non possono essere processati, dopo che hanno azzerato i risparmi di 130.000 Italiani? Perché l’Italia non ha messo in regola le sue banche come chiedeva l’Europa e come mai ora arriviamo in ritardo tanto che l’Ue non prende in considerazione le nostre richieste?
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Alessandro
A Firenze, Maria Elena BOSCHI venne nominata, anche senza esperienza, dal sindaco Renzi, nel consiglio di amministrazione di Publiacqua, l’azienda toscana che gestisce il servizio idrico con le tariffe dell’acqua più alte d’Italia, insieme a Erasmo DE ANGELIS che ne diventa il presidente ed ora è stato nominato da Renzi sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti e poi direttore de l’Unità. Il 4 maggio 2014 Pier Luigi BOSCHI, padre della ministra Maria Elena, è stato promosso vice-presidente della Banca Etruria. Il padre della Boschi a novembre è stato multato per 144 mila euro per la Banca Etruria. A febbraio 2015, con i formidabili rialzi dei titoli delle banche popolari scattati prima ancora che il governo annunciasse il decreto per trasformarle in società per azioni, una delle banche che ha registrato i maggiori rialzi è proprio la Popolare dell’Etruria e del Lazio di cui è vicepresidente il padre del ministro Boschi. Il giorno 2 febbraio 2015 la Banca Etruria è stata commissariata. Alla base del provvedimento “gravi perdite del patrimonio” che sono emerse dagli “accertamenti ispettivi, avviati dalla Banca d’Italia e tuttora in corso” e sono dovute a “consistenti rettifiche sul portafoglio crediti”. E’ il nuovo che è avanzato!!
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Non so come faranno quelle banche, anche coi miliardi di Renzi, a non fallire, visto che ora tutti scapperanno portando via i soldi che ancora hanno lì.
Spero che alla fine, ma non succederà, tutti costoro paghino il fio, e specialmente quei criminali dei loro direttori che hanno fatto prestiti assurdi ai soliti amici e agli amici degli amici, ovviamente politici, soldi che poi non sono tornati mandando le banche in rosso profondo. Hanno bruciato con piena incoscienza agendo come dei tossici i capitali di 130.000 persone mettendole sul lastrico, ma non esistono leggi nel nostro codice penale che li portino davanti a un tribunale o li mettano in carcere, come non esistono leggi per penalizzare i ministri delle finanze e Bankitalia che non hanno mai vigilato né i governi che finora non hanno fatto nulla per sanare la situazione, anche se l’Europa da anni lo ha chiesto insistentemente e tutti i Paesi europei lo hanno fatto, meno l’Italia, per cui evidentemente Tremonti, Padoa Schioppa, Ciampi, Padoan, Visco, Monti ecc. o erano idioti o dormivano.
Poi ci vengono a dire che i 5stelle sono incompetenti, ma più incompetenti di così!!???
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Viviana
Fosse per me i banchieri li processerei come hanno fatto in Islanda e poi li caccerei a pedate. O nazionalizzerei cacciandone i vertici le banche decotte. Gli islandesi alla fine hanno attaccato i crimini della finanza e non si sono prestati a farsi tosare e macellare, hanno fatto emergere la loro fierezza, hanno cacciato o processato i banchieri ed i politici responsabili e si sono rifiutati di pagare il conto alla Troika …
E noi invece che faremo? “Ci faremo una banca”, come disse Fassino, parlando come un idiota? Speculeremo sulle fondazioni come quella di D’Alema, legate culo e camicia a banche criminali e spacciate per organismi di volontariato? Faremo banche alla “banca di Lodi” dove i leghisti derubarono perfino i morti? O continueremo a proteggere le banche ‘amiche’, come abbiamo fatto col Monte dei Paschi di Siena o la Banca di Sicilia? Risaneremo ancora le banche coi soldi dei cittadini o faremo nomine e leggi per dimostrare che politici (vd la Boschi) e mondo finanziario sono in combutta? E manterremo ancora quel baraccone inutile e incompetente di Bankitalia, buono solo a proteggere i ladri dove almeno 6000 funzionario sono diventati inutli solo con l’entrata dell’euro?
Quando a troppi poteri non corrisponde altrettanta responsabilità, la corruzione e lo sfacelo sono la norma. E la responsabilità si cura solo con le leggi penali e la ferma applicazione della galera. Ma a un paese ridicolo come l’Italia, governato da individui ridicoli, che si sentono tutti sopra la legittimità e il bene comune, cosa lo dico a fare?
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Guido da Langhirano
Vediamo un po’: TRE BANCHE governate da gente vicina al PD sono fallite. Ferrara , Marche e Toscana, il “Triangolo rosso ” delle perdite bancarie. Poi oggi si scopre che Banca Italia e Ministero dell’economia, fra le tre soluzioni prospettate da Bruxelles, ha scelto quella che penalizzava gli obbligazionisti Tre indizi fanno una prova. … C’è una responsabilità DIRETTA ED IMMEDIATA del governo. Altro che multone al papà Boschi. Una cazzatella, neanche un anno di stipendio. Dovrebbe andare in galera, lui e tutti gli amministratori, se non altro per istigazione al suicidio dei pensionati risparmiatori.
Il PD difende i pensionati…….. ecco come.
E non provate neanche a nominare gli altri….
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Ivano Marescotti a Guccini che ancora vota Pd:
“Ma che fai? Il Pd è servo del capitalismo! Facci caso, quando i partigiani e i loro coetanei sono andati in pensione o sono morti attorno alla fine degli 80, si sono portati dietro anche i valori politici, etici, morali che rappresentavano. La classe politica che li ha sostituiti è degenerata a livelli inimmaginabili. Al punto che un Presidente della Repubblica (che pure è antico quanto i partigiani) e poi il giovanotto Presidente del Consiglio nonché capo del partito di maggioranza relativa, il PD, accolgono, per programmare la politica italiana, fare le riforme, cambiare la Costituzione, un pregiudicato, un delinquente abituale, come è scritto nella sentenza, uno che non ha neanche il diritto al voto, cioè lo Stato gli impedisce, anche con il suo semplice voto individuale, di influire nella politica italiana. E ora, col patto B-Renzi il fondo è toccato. Siamo nella merda totale. Hai voglia avere nostalgia del vecchio PCI, figurati che io ho perfino nostalgia del primo PD di cui sono fondatore nel 2007 (ci’ho la targa firmata!), nonché eletto nella Assemblea Nazionale! Il PD non c’è più, al suo posto c’è un fantasma impostore e infido, traditore di se stesso,che riesce in ciò che il berlusconismo non è mai riuscito ad ottenere: abbattimento dei diritti dei lavoratori, dell’articolo 18 (col Job Act non serve più) e, quindi, del sindacato (Renzi non è andato al congresso della CGIL, così come fece solo
Propone una legge elettorale che la nostalgica e dimenticata “legge truffa” del 1953 era uno zuccherino democratico in confronto a quella proposta da costoro e il porcellum, dichiarato incostituzionale, ne era solo un timido assaggio. Un patto B-Renzi che modificherà la Costituzione senza neanche concederci il referendum e avvierà le riforme che considerano il lavoratore non una persona ma una merce, un bullone, un macchinario in mano all’impresa che lo usa come gli pare. Un partito che è utilizzato per servire il capitalismo più pericoloso e antidemocratico che la storia del dopoguerra abbia mai conosciuto, una svolta epocale di cui il PD è primo responsabile. E questo lo poteva fare solo un partito un tempo di sx, il PD. E il Job Act lo poteva proporre solo un ex comunista, già Presidente della Lega coop rossa.”
Meglio Marescotti di uno Scalfari e Miele venduti al vile denaro e non sono più persone ma servi dell’utile più basso: “Io, attore, parlo e come, e dico che il Pd ha tradito, ferocemente tradito, gli ideali di giustizia, le conquiste fatte, i valori etici e gli obbiettivi per cui era nato e aveva ereditato dal PCI e perfino dall’ala democratica della DC. Il PD è un partito di centrodx con la quale governa da tre anni e la prospettiva di continuare per altri anni a venire. E il voto al PD, magari fosse solo inutile, esso è dannoso e metterebbe una pietra tombale alla sx in Italia.Tutto cambia e la nostalgia canaglia non ci impedirà di parlare forte, di urlare, anche in dialetto: adès bàsta!”
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Per la truppa ormai insopportabile dei fascistelli piddini a libro paga che imperversano sui blog
MASSIMO IMPERATO
“sembra che seguan lo spartito
marciano un truppa i servi di partito
Hanno sepolto la propria volontà
ai piedi di uno stemma senza età
pieno di forme e senza contenuti
Mentono anche a se stessi
si muovon come ossessi
Declamano ognuno i suoi ideali
che invece sono scappati con le ali
volando verso uomini più onesti”
..
Come dice Stefano Sandulli:
“Tu credi che l’ironia ignorante
sia il giusto strumento
per la stonata orchestra dei tuoi convincimenti
ma sappi che un solo attimo della mia esistenza
ha più significato di un tuo, mai umile, passo
asservito al potere”
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QUALE GIUBILEO?
Aldo Antonelli
Non è nato sotto buona stella e, nonostante gli sforzi di papa Francesco, sembra che anche oggi dovrà pagare il suo tributo all’ambiguità, così come è avvenuto per tutti i precedenti.
Il termine “Giubileo” è stato usato per la prima volta da papa Bonifacio VIII nel 1300, quando indisse il primo giubileo della storia. In realtà l’iniziativa fu una richiesta della gente comune. Nella notte di Natale del 1299 si riversarono nella Basilica di San Pietro cittadini di Roma e migliaia di pellegrini a visitare i sepolcri degli apostoli Pietro e Paolo convinti di afferrare così il perdono di tutti i peccati di cui si erano pentiti. Inoltre il rinnovamento spirituale introdotto in gran parte dai francescani e domenicani aveva diffuso un grande bisogno di fede, di perdono e di purificazione. Tale fu l’impressione suscitata dal Papa, che decise di indire un Anno Santo. Ogni 100, divenuti poi 50 e in seguito 25 anni.
Più che un innesto nella tradizione biblica e profetica dell’anno “sabatico”, il primo Giubileo dell’era cristiana si pone subito come “affare”, in contrapposizione alla “Perdonanza” di Celestino V. Questi, tale Pietro da Morrone, eletto papa nel 1294, in una situazione del tutto eccezionale, con la cosiddetta “Bolla del Perdono”, stabiliva che coloro i quali, senza alcuna distinzione, fossero entrati nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L’Aquila, nell’arco di tempo compreso tra la sera del 28 e quella del 29 agosto (anniversario della sua investitura) di ogni anno, e fossero “veramente pentiti e confessati”, avrebbero ottenuto la remissione dei peccati. Il fatto era del tutto eccezionale, visto che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso legato alla speculazione e al denaro e in un luogo “periferico”, rispetto alla “Roma Papale”. L’Aquila era la città nella quale Celestino V si era fatto incoronare papa e dalla quale non si era voluto muovere, perché a Roma non si sentiva sicuro. L’Aquila era all’epoca sotto il dominio di Carlo II d’Angiò, acceso sostenitore del pontificato di Celestino. E il 28 settembre 1294 re Carlo, su sollecitazione di Celestino V, emanò un Diploma, col quale perdonava ogni colpa ai “paganisci”, cioè agli abitanti di Paganica responsabili delle distruzioni operate contro alcune rocche feudali di proprietà regia ed annullava la relativa multa di 2.000 once d’oro. Questa si poneva dentro la piena tradizione biblica, così come si evidenzia dal capitolo XXV del Levitico, nel quale si ordinava, ogni sette settimane di anni, cioè ogni cinquant’anni (dopo quarantanove anni), il riposo della terra che non poteva essere coltivata, il rientro in possesso delle terre perdute, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi e la pacificazione universale: “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. (…) Ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia” (v.10); “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini” (v. 23).
Il giubileo di Bonifacio VIII occultò e tentò anche di cancellare (non riuscendovi) l’intuizione profetica di papa Celestino. Da momento di “Grazia” si trasformò in occasione di “grazie”, commercio sempre più laido di “perdoni” e “beneficenze”, di profitti e assoluzioni.
Fu papa Paolo VI, molti secoli dopo, a restituire al Giubileo l’idea di riscatto e giustizia sociale, ricordando che le radici bibliche di quella celebrazione risiedono in quel passo del Levitico (25,10) in cui Dio proclama ogni 7 cicli di 7 anni un anno speciale, di grazia e redenzione, nel quale gli ebrei si impegnano a far riposare la terra; a condonare i debiti; a liberare gli schiavi. Lo fece nel 1973, annunciando l’indizione del giubileo del 1975, affermando che quelle radici andavano recuperate e pienamente vissute, seppure in un senso spirituale.
Ciononostante il Giubileo ha continuato e continua ad essere un’ottima occasione per fare business, là dove a beneficiare non sono i poveri, che secondo la Bibbia dovrebbero essere i primi destinatari dell’Anno di Grazia, bensì gli albergatori, i commercianti e le grandi agenzie turistiche. Occasione di grossi guadagni e di sprechi immensi. Basti dare un’occhiata al resoconto del Giubileo wojtyliano del 2000: dei 2.578 miliardi di lire stanziati per la realizzazione di 5.000 opere “giubilari”, ben 2.208 vennero spesi per opere mai portate a termine!
Per il Giubileo indetto da papa Francesco e che ha avuto inizio l’8 Dicembre, fonti vaticane e del Comune di Roma già profetizzano 25-30 milioni di pellegrini che varcheranno la Porta Santa nella basilica di San Pietro. La scelta di Francesco, di inaugurare l’Anno Santo a Bangui, nella Repubblica Sudafricana, avrebbe potuto e dovuto insegnare ai cattolici di tutto il mondo che il vero Giubileo è un qualcosa che riguarda la loro Vita e non la Geografia, il loro rapportarsi con l'”altro” e non il loro trasferirsi altrove. Non si tratta di far venire i pellegrini a Roma; si tratta di rimettere al mondo la misericordia di Dio e, quindi, di proporre al mondo un nuovo paradigma, contro lo sfruttamento della terra, i prestiti usurai, gli investimenti non rispettosi né dei diritti dei popoli né delle esigenze della natura. E invece no! Proprio per niente. Si continua, a tambur battente, a suonare la grancassa del guadagno e dello spreco, per di più in una costosissima guerra senza confini e mai dichiarata!
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LUTTVAK E POLETTI
Berluscameno
Guerra e precariato, le ciniche verità di Luttwak e Poletti.
Chissà perché in questi giorni si è finito per associare Edward Luttwak a Giuliano Poletti.
Sono due persone diversissime per storia cultura e esperienze, l’uno intellettuale militante dell’imperialismo Usa, l’altro burocrate un poco rozzo del ‘pentitismo comunista’.
Sono persone normalmente lontanissime eppure le loro uscite di questi giorni sui mass media italiani li hanno fatti sembrare assai vicini.
Il primo a La7 ha rivendicato con orgoglio il sostegno degli Stati Uniti ai talebani e a ciò che ne è seguito. È stato un buon affare comunque, ha detto, perché in Afghanistan è crollata l’Unione Sovietica è così l’Occidente ha visto sconfitto il suo principale nemico.
Poletti ha dichiarato inutili le lauree con alti voti, magari conseguite in ritardo, e poi ha rivendicato la necessità di superare il concetto stesso di orario di lavoro, sostituendolo con la retribuzione a prestazione.
Si può trovare che entrambi abbiano brutalmente descritto la verità.
Per Luttwak la guerra si fa per conquistare potere e chi la vince, qualsiasi mezzo usi, ha sempre ragione. Non troveremo in lui le ributtanti ipocrisie sulle guerre umanitarie e democratiche. Le guerre servono a tutelare precisi interessi e per questo devono essere astute e spietate. Le guerre di Luttwak sono quelle del neoliberismo globale, quello santificato da George Bush padre allorché dichiarò: “Il nostro sistema di vita non è negoziabile e verrà difeso in tutti i modi.”
Giuliano Poletti deve esercitare qualche ipocrisia in più, vista la professione, ma alla fine non scarseggia in brutalità. Il suo attacco al 110 e lode corrisponde ad un mercato del lavoro nel quale i giovani laureati vanno a fare le polpette ai McDonald’s, naturalmente nascondendo il titolo di studio altrimenti non verrebbero assunti. A che serve studiare tanto se i lavori che vengono offerti non corrispondono minimamente alla cultura acquisita?
Poco tempo fa ho conosciuto un ricercatore universitario che, stufo di ‘fare la fame’, aveva rilevato la bancarella del padre ai mercatini.
Poletti sta semplicemente cercando di adeguare le aspettative scolastiche alla realtà del mercato del lavoro voluto dalla Merkel e dai suoi tirapiedi. Nel quale serve soprattutto una piccola istruzione di base adatta alla nostra società mediatica e consumista. Solo ad una élite rigidamente selezionata, quasi sempre su basi censitarie, sarà consentito di lavorare esercitando le competenze apprese in lunghi studi. Per la maggioranza dei giovani studiare troppo è tempo buttato. Come aveva lamentato Berlusconi, non può essere che anche l’operaio voglia avere un figlio dottore. Le controriforme della scuola di Gelmini (FI) e Renzi (PD di centro-sx)hanno cominciato ad adeguare, con i tagli, il sistema formativo al mercato del lavoro fondato su precariato e ‘disoccupazione di massa’. Meglio studiare meno e prepararsi ai lavoretti precari che verranno offerti, piuttosto che accumulare rabbia per una laurea (in ingegneria edile) non riconosciuta da nessuno.
Anche sull’orario di lavoro Poletti ha in fondo detto la verità. La ‘globalizzazione finanziaria’ voluta dalla èlite al potere nel mondo con i neo- con (contraria al “vecchio capitalismo delle imprese economiche manifatturiere” reali) , l’euro, le POLITICHE ECONOMICHE DI AUSTERITA’ e di RIGORE (VOLUTE dal Governo della ‘ UE’ su suggerimento della ‘reazionaria ed ignorante’ Merkel) hanno progressivamente ‘distrutto’ le secolari conquiste del mondo del lavoro. Che per avere un orario definito per la propria prestazione e ridotto a dimensioni umane e legato ad una retribuzione dignitosa, ha speso 150 anni di lotte e miriadi di vittime. Oggi tutto è in discussione e non perché il lavoro non abbia più bisogno delle tutele conquistate, ma perché il “falso neo-liberismo tedesco” (abbracciato e fatto proprio dalle sinistre al governo nei paesi occidentali della UE e negli USA) è riuscito a distruggerle.
Occorre consigliare al PD (partito italiano di sx incomprensibilmente molto favorevole all’Austerità ed al Rigore tedesco di matrice nazista ) di Poletti, che non pare persona particolarmente colta, la lettura di ‘Furore’ di John Steinbeck. È la storia(triste ma vera!) di una famiglia USA che, durante la crisi degli anni ‘30 negli Usa, è costretta a migrare e a trovare lavoro a cottimo. E arrivano in una azienda ove si raccolgono le cassette di arance a cinque centesimi l’una, senza orario di lavoro e ’ se non va bene che se ne vadano via’.
Il ‘New Deal keynesiano di Roosevelt ‘si rivolse proprio contro quel ‘sistema di sfruttamento’, che oggi non a caso viene invece riproposto nell’ Europa in cui, con l’Austerità ed il Rigore trionfa il neo-liberismo e si distruggono lo stato sociale e i diritti del lavoro oltre alla sovranità nazionali : gli stati nazionali debbono sparire e solo le popolazioni dei paesi UE debbono rimanere soggette alla ‘nuova schiavitù’ già a suo tempo prevista dal “Grande Terzo ‘Reich’ millenario germanico”.
Luttwak e Poletti sono solo dei ‘reazionari’, la loro visione del mondo fa venire i brividi e fa tornare indietro anche di secoli, ma non hanno inventato nulla. (Infatti l’aveva già tutto progettato ed approntato Hitler, ipotizzando la creazione della Grande Germania Nazista costituita solo dai popoli europei soggetti ed opportunamente schiavizzati!).
Ciò che dicono Poletti & Luttvak corrisponde a ciò che si fa realmente nelle ‘nostre società malate’ e governate da “finti partiti di sx”. Quindi più che per le loro parole ,conviene ‘mostrare scandalo’ per la ‘realtà’ che cinicamente descrivono e difendono.
E soprattutto conviene, quella realtà, provare a cambiarla!
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BELLEZZA
Alberto
Da un treno in corsa, guardando attraverso il vetro del finestrino come se fosse la tela di un dipinto, contemplavo all’imbrunire il paesaggio del sud tra mare e ulivi. Poi indirizzai l’attenzione al vetro stesso sul quale erano state disegnate alcune scritte con il pennarello e tra alcune macchie di sporco e condensa apparivano riflesse le immagini all’interno dello scompartimento, dove anche l’ombra del mio viso assieme a tante altre si rivelava su questo quadro da me inventato al momento. Uno sguardo sul tutto caricò la mia attenzione facendo così svanire la concentrazione nel particolare. La coesione di immagini progredì dall’astratto all’armonia, entrai in un territorio senza sentieri dove era facile imbattersi nell’inganno di un sogno, nell’errore di una scoperta o nell’incanto di una intuizione. Ogni paradosso era possibile ma allo stesso momento individuabile, sostenibile. Ritornai naturalmente alla mia memoria, nella misura e nel calcolo ricordando alcuni disegni di Leonardo nei quali cose differenti custodivano in se, paradossalmente, la stessa natura: i capelli di una donna mossi dal vento come le onde del mare o la spina dorsale di uomo divenuta albero maestro della nave ed tanto altro ancora. Questi uomini come Leonardo ed Einstein hanno attraversato anche per noi territori sconosciuti, meravigliosi ed avversi sospesi tra il genio e la follia, afferrando di tanto in tanto quel filo profondissimo che tesse trama e ordito di tutto ciò che ci è dato amare.
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FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE E ISLAM
8 dicembre, nel 1854 Pio nono proclama l’Immacolata Concezione, pone cioè il dogma per cui la Madonna sarebbe nata senza peccato originale, da non confondere con l’altro dogma per cui ha concepito senza colpa, restando vergine, in caso contrario Gesù sarebbe stato un figlio bastardo e la Madonna una ragazza allegra. Non vogliamo sapere il parere di Giuseppe. Del resto il dogma è in linea con tutto il paganesimo per cui la dea Madre è la prima ad esistere e mette al mondo i suoi figli per partenogenesi, senza l’intervento del maschio, il quale arriva dopo e in genere fa dei danni.
Sempre riprendendo vari mito pagani, la concezione del Bambinello sarebbe avvenuta tramite l’orecchio. L’arcangelo Gabriele cioè parlò nell’orecchio a Maria e lei rimase incinta. Occhio a quello che si sente!!
Maria ha un ruolo privilegiato anche nell’Islam. Il Corano dice che durante la sua infanzia, Maria è benvoluta da Dio che la protegge e le concede doni particolari come il cibo sempre fresco che Zaccaria, suo zio e tutore, trova presso di lei tutte le mattine e che le proviene direttamente dal cielo. Procedendo negli anni, Maria riceve dagli angeli particolari comunicazioni grazie alle quali apprende di essere prediletta da Allah tanto da essere scelta come procreatrice del Messia, l’unto, il purificato che avrà la missione di portare agli uomini un messaggio di Dio. La sua maternità è misteriosa, è opera speciale di Allah che tutto può creare con un semplice “Sii” della Sua parola e il brano coranico che racconta il concepimento di Gesù (III, 45-47) ricalca ampiamente il vangelo di san Luca (1,32-38) e soprattutto i Vangeli apocrifi della nascita e dell’infanzia di Gesù.
La figura di Maria è intrinsecamente legata a quella di Cristo che, per il Corano, è uomo prediletto da Allah, inviato agli Ebrei per confermare la Legge e perfezionarla, ma sempre solo uomo anche se santo. Maria, quindi, è vergine per la sua maternità, ma non è certo madre di Dio, anzi tale affermazione rappresenta una terribile bestemmia. L’immagine di Maria tuttavia emerge tanto che gli Ebrei sono maledetti perché hanno osato calunniarla e non hanno creduto al concepimento e alla nascita misteriosa di Gesù (IV, 156-57).
Sulla misteriosa gravidanza di Maria non c’è pieno accordo: secondo alcuni, seguendo l’affermazione di Ibn ‘Abbâs, fu miracoloso non solo il concepimento ma anche la durata, di una sola ora, della gravidanza; secondo altri invece avrebbe avuto un decorso normale di nove mesi. Giunta l’ora del parto, Maria si isola sotto una palma da datteri e soffre atrocemente tanto da desiderare di essere morta prima di quel momento. Una voce la consola esortandola a cibarsi di datteri freschi e a rinfrescarsi con l’acqua del vicino ruscello. Alcuni interpretano questa voce come angelica, altri come quella del neonato Gesù che evidenzia così la sua straordinarietà, ribadita poco dopo quando, appena entrati in casa, difende la madre dalle accuse dei parenti di aver disonorato se stessa e la famiglia dando alla luce un figlio illegittimo. Maria è donna devota per tutta la sua vita; attesta la veridicità della parola del suo Signore e per questo è posta fra le predilette di Allah insieme ad Asiya, moglie del faraone, che salvò Mosè dalle acque del Nilo, alla moglie di Zaccaria e a Fatima. Inoltre è l’unica donna inserita nella serie dei Profeti, come discendente di Adamo, Abramo, Noè, ‘Imrân. In tutto il Corano è quindi citata con grande rispetto ma nello stesso tempo sono frequenti i passi in cui si tende a ribadire l’errore dei cristiani che le attribuiscono qualità soprannaturali.
L’Islam, preoccupato di non intaccare l’assolutezza di Allah, non tributa a Maria atti devozionali e non le conferisce alcun ruolo di intercessione o di intermediazione fra l’uomo e il suo Signore. Tali atteggiamenti sono riscontrabili solo in alcuni gruppi marginali facenti capo all’Islam sciita, ove Maria viene inserita in pratiche devozionali accanto a Fatima, la figlia prediletta di Muhammad, e ai due figli di questa.
In ambito sunnita i modelli femminili sono piuttosto le due mogli del Profeta, ‘A’isha e Khadîja. Tuttavia Maria conosce la venerazione popolare anche in certe regioni, ad esempio nei santuari di Algeri e di Efeso i musulmani si recano a venerare l’immagine della Vergine accanto ai cristiani.
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Armando di Napoli
Gli animi di spermatozoi impazziti
bruciano nelle fiamme clandestine
di un fuoco misericordioso
un bagliore brillante riscalda
carne ridotta alla povertà
sfruttata e sfrattata per usi lucrosi
striscia l’usura appesa al dominio
di generazioni senza orientamento
incenerendo le ultime speranze
nelle vasche abusive dell’egoismo…
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VITTORIA DEL FRONTE NAZIONALE IN FRANCIA
Massimo Gallo
Con la vittoria del Fn in Francia non è la Sx ideologica a perdere, ma la Sx che NON fa la Sx e che si vende.
Quanti politici hanno tradito il loro mandato? Mi hanno scritto due amiche in Francia, paragonando Hollande ad un’ibridazione tra D’Alema e Gennaro Migliore: promesse tradite ed ora pure la rinuncia a favore di Sarkozy.
C’è poi un dato di fatto. Nel 2002, studiando Politica Sociale, si trovava il classico schema circolare, con effetto di feedback, ove la società nazionale distribuiva e programmava il welfare tramite l’adesione a progetti presentati dai politici, i quali gestivano ed ottenevano il consenso col soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. A loro volta i cittadini avevano, col voto, il potere di determinare le misure di welfare. Ora è tutto diverso. Le Direttive europee e i vincoli di bilancio impongono dall’esterno modifiche fondamentali della vita del cittadino, specie in tema di welfare, senza che questi abbia un vero potere di veto specie su programmazioni fatte dalla BCE.
Ora, se la BCE è in effetti un esproprio del potere dei cittadini, è evidente che i medesimi, in tempi di crisi, ritengano (a torto o a ragione) che l’epoca degli Stati Nazionali indipendenti fosse migliore, ci fosse più potere dei singoli sul proprio destino e più modalità per affrontare la crisi, con la possibilità di adottare metodi più adeguati per il proprio paese. L’esemplare Finlandia, seguendo le ricette Merkel, è sofferente, mentre la Svezia, che ha posticipato l’entrata nell’euro, con le classiche manovre di svalutazione e senza distruggere il suo welfare si è ripresa e viaggia a vele spiegate.
La realtà è molto semplice, Hollande stesso ha tradito la fiducia dei suoi elettori. Dunque, perché stupirsi? Resta lo sdegno di chi, dal basso, nel suo piccolo si è impegnato tante volte, perdendo tempo, incrinando amicizie per portare avanti partiti che… che hanno fatto schifo.
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IL PROGRAMMA DI MARINE LE PEN
Dovrebbe essere evidente che, se Marine Le Pen ha vinto, non è stato per gli attentati di Parigi ma per aver presentato un programma vasto e profondo, come i nostri partitucoli italiani neanche si sognano, che va a favore di molte richieste ed esigenze dei Francesi ed è fortemente avverso al programma ipercapitalista e iperliberista della Troika. In questo senso l’Ue è molto più fascista della Le Pen. Visto nel suo complesso, questo programma non somiglia ai programmi di dx di suo padre, è fortemente ffermative ta e prende molti elementi di sx e molto ambientalismo.
Possiamo essere d’accordo o no su tutti i suoi punti, ma resta un programma interessante.
Anti-europeismo e anti-atlantismo, lotta all’immigrazione, sostegno alla pena di morte (referendum da farsi sulla reintroduzione della pena di morte per delitti efferati come quelli suoi bambini ed ergastolo intero senza sconti), avversione all’eutanasia, ma anche rispetto della laicità dello Stato e politiche sociali in favore dei ceti meno abbienti (che nei programmi italiani mancano totalmente).
Auspica che la Francia aumenti l’autarchia dei grandi spazi e l’economia in cerchi concentrici (prima l’ambiente, poi la società, per terza l’economia = questo è uno dei capisaldi dello sviluppo sostenibile). E’ un’eresia ecologica consumare prodotti coltivati a 20mila km di distanza. Si deve produrre per il territorio più vicino, distribuire sul posto, consumare prodotti locali (localismo e ambientalismo). Sostiene che la Francia deve attuare contratti di cooperazione, se merci necessarie come il caffè non sono prodotte in Europa. Appoggia il ferroutage (treno+ferrovia) e i trasporti pubblici.
Serve una moratoria sull’immigrazione, si deve fare una politica che favorisca prima i Francesi in materia di occupazione, stato sociale e alloggi.
La cittadinanza è indivisibile dalla nazionalità. Vuole abrogare la ffermative action (parità di tutti senza politiche discriminatorie) e restaurare una meritocrazia repubblicana. Vuole rimuovere la doppia cittadinanza e l’acquisizione automatica della nazionalità francese. E’ necessaria una severa applicazione della legge per quanto riguarda la perdita della cittadinanza. Uno straniero che non rispetta la legge in Francia dovrebbe essere privato della nazionalità francese e se commette reati gravi e illeciti in Francia deve essere rimandato al suo paese d’origine. Promuove la linea dura contro le violenze nelle scuole e l’incremento delle forze di polizia nelle zone a rischio, allo stesso tempo appoggia il miglioramento delle condizioni delle carceri.
Non vuole si penalizzino i clienti delle prostitute.
Afferma il suo attaccamento ai valori della laicità della società francese e difende vigorosamente la legge del 1905 che stabilisce che la Repubblica francese non riconosce, non concede stipendi o sussidi a qualsiasi forma di culto religioso. Vieta ogni tendenza religiosa nella scuola e l’ostentazione di simboli religiosi nelle cerimonie e negli edifici civili. Auspica leggi a favore della famiglia e dei bambini. E’ contraria alla legalizzazione delle droghe, sostiene l’obbligo di cura per i tossicodipendenti e l’inasprimento delle leggi contro i trafficanti. Dà la «preferenza nazionale» negli appalti pubblici. Grida contro «la dittatura dei mercati». Si avvicina alla sx nella difesa del regime delle 35 ore settimanali di lavoro (introdotto dalla gauche). Chiede di abbassare a 60 anni l’età della pensione (Renzi la vuol portare a 75!). E di aumentare subito gli stipendi più bassi, in particolare il salario minimo fissato per legge di 200 euro.
«Non sono contraria all’aborto e non lo rimetterò in causa, se diventerò presidente ma non voglio che sia usato come contraccettivo”. Vuole perciò abolire le sovvenzioni regionali ai consultori familiari, «che banalizzano l’aborto».
Se vincerà le elezioni presidenziali, la Francia farà della Russia un partner privilegiato e uscirà dalla NATO. “Penso che la Francia abbia ogni interesse a guardare all’Europa, ma alla grande Europa, in partnership con la Russia” per “ovvi motivi, geostrategici e di comunanza culturale” così come per gli interessi d’indipendenza energetica.
PIÙ TASSE SULL’IMPORT E ADDIO AL LIBERISMO
Vuole modificare le relazioni franco-americane e far uscire la Francia dalla Nato. Ha predetto la fine dell’euro e vuole uscire dall’euro.
E’ chiara la differenza con l’insussistente programma della Lega. Forse anche Salvini avrebbe potuto sperare in risultati migliori nell’ignaro elettorato italiano se non fosse per 5 errori marchiani:
-una ideologia esile attaccata a degli slogan scritti sulle felpe ma soprattutto
-8 anni di governo con Berlusconi in cui non hanno fatto niente di buono e hanno approvato qualunque legge ad personam
-8 anni di leggi stupide e senza fondi con cui i migranti li hanno fatti solo aumentare
-la corruzione e i ladrocini della Lega (ved anche il pasticciaccio della banca di Lodi o i furti slla stessa cassa di partito) per non parlare del nepotismo verso personaggetti tipo il Trota o la Rosy Mauro o la moglie del Bossi
-ma soprattutto la campagna di odio verso i meridionali quando ancora credevano nella secessione della Padania dall’Italia
Non credo poi che nell’identità della Le Pen ci siano cretinate come il dio Po, i Galli boi, le nozze celtiche e gli Ufo.
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C’è chi tenta sempre di saltare sul carro del vincitore. Quando vinse Blair i piddini erano tutti blairiani. Ora Salvini salta sul carro della Le Pen.
Ma le differenze sono molte:.
La Francia ha un regime presidenziale, noi almeno formalmente uno parlamentare.
L’Fn è ormai radicato su tutto il territorio francese (eccetto Bretagna, Corsica e Ile-de-France), la Lega è un partito regionale che non sfonda al sud.
Il Fn non ha mai governato. La Lega è stata 8 anni al governo e ha partecipato alle porcherie di B.
I membri del Fn non sono incappati in reati, quelli della Lega si sono fatti conoscere come arraffoni e ladri.
Il Fn non ha mai avuto una banca, la banca di Lodi abbiamo visto lo schifo che è stata.
Il Fn governerebbe da solo. Salvini è pronto a rimettersi con B o a vendersi al maggior offerente.
La Le Pen ha un programma solido e robusto. Salvini ha una collezione di felpe,
Contro il Fn non c’è nessuno. Contro Salvini c’è il M5S che lo supera.
Infine il Fn ha il 30% ed è il primo partito francese, la Lega al massimo ha avuto il 10,8 % nel 1996, quasi vent’anni fa.
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LA SX EUROPEA E I SUOI INUTILI LAMENTI
Giulietto Chiesa
Fuori dalle geremiadi della sx sconfitta (meritatamente) in Francia, sarà utile cominciare a riflettere su quanto sta accadendo già da qualche anno.
La spiegazione la si trova subito, confrontando la catastrofe di Hollande con il successo contemporaneo di Jeremy Corbyn nel Regno Unito, in una elezione locale ma molto significativa, nella quale il suo candidato ha messo in fila, a grande distanza, i conservatori di Cameron e l’Ukip di Farage.
Due leader “di sx”, parrebbe, uno dei quali viene seppellito dal disgusto popolare e l’altro trionfa. La risposta è che il primo è “sotto” e il secondo è “sopra”.
“Sotto” vuol dire, in questo caso, “non credibile”, ma anche neo-liberista, bugiardo, guerrafondaio, antipopolare, europeo di una Europa che è sempre più lontana dal popolo, dai popoli europei, dalla solidarietà, dalla giustizia.
“Sopra” vuol dire sincero, contro la guerra, per una politica di giusta redistribuzione della ricchezza sociale, coraggioso, non succube del mainstream media, fautore dell’ indipendenza dagli Stati Uniti d’America.
La sconfitta di Hollande non è un merito preminente della dx, ma di Marine Le Pen. La dx europea, quella vera, si identifica con la grandi banche d’investimento, sovranazionali per definizione. La sx europea si è sdraiata sulla politica delle banche e, dunque, è coricata sul letto di morte a fianco di quella della dx.
Dove sta la differenza? Nel rapporto con la gente, con il popolo, con i suoi sentimenti e con le sue paure. Marine Le Pen festeggia la vittoria centrando il bersaglio: noi rappresentiamo il nostro paese, la sua sovranità. Anche Corbyn rappresenta la sovranità popolare contro i maneggi dei padroni universali. L’una e l’altro, non a caso, vogliono uscire dalla Nato. Uscire dalla guerra. Forse (anzi è così) sono arrivati a questo approdo per motivi diversi. Ed è certamente vero che muovono verso questo approdo con intenzioni diverse. Ma il fatto nuovo è che si muovono verso un approdo antagonista rispetto a quello della struttura autoritaria e di controllo, antidemocratica e repressiva che è divenuta l’Unione europea. Per questo vincono: perché interpretano l’inquietudine crescente dei popoli europei. I quali percepiscono il pericolo, anche se non ne comprendono l’origine e le cause. Non possono, del resto, proprio perché i maggiordomi del Potere (che sono padroni dei media) gliele hanno accuratamente nascoste.
Queste considerazioni non valgono solo per Francia e Regno Unito. Valgono per tutta l’Europa. I partiti tradizionali, di dx e di sx (affratellati, anzi avvinghiati gli uni agli altri, dal potere e dal “centrismo”) strinsero un patto con i rispettivi sudditi: noi vi diamo il benessere e voi ci date i voti. L’Europa è divenuta quello spettacolo desolante che vediamo adesso, sulla base di quel patto. Che ha funzionato nell’epoca ingannevole dell’abbondanza.
Ora l’abbondanza è finita con la crescita, che si supponeva (ma non era) infinita. Le classi subalterne, a cominciare da quelle “medie”, hanno cominciato solo ora ad accorgersene. Il patto è stato rotto. Dall’alto. Tutti capiscono che i poteri non sono più capaci nemmeno di rattopparlo. Non hanno alcuna ricetta che non sia l’egoismo (questo sì senza fine) dei loro padroni. Tutti vedono che la prossima generazione vivrà peggio delle precedenti. Non si sentono più rappresentati dai vecchi partiti e ne cercano di nuovi.
Cioè si allontanano dal “centro”. In qualche caso li hanno trovati. Il Front National è uno di questi, sulla dx. Syriza, in Grecia, è uno di questi, sulla sx. Ma anche Alba Dorata, sulla dx. Anche l’UKIP, sulla dx, in Gran Bretagna. Dove non trovano niente di niente, se li cercano, li costruiscono: è il caso del Movimento 5 Stelle, in Italia. Mentre, sempre in Italia, tutti i partiti tradizionali, di dx e di sx, si frantumano, si frastagliano, si sciolgono. E i casi di analoghe diaspore verso le periferie si vedono dovunque: in Finlandia e in Danimarca, in Olanda, in Spagna, in Belgio, in Portogallo.
Collocare questi sommovimenti nel vecchio schema di sx e di dx è un errore. Non serve a capire la portata della rivoluzione in corso. Essa richiede, per essere compresa, il ritrovamento dei valori fondanti del vivere civile, delle regole, della tradizione. Richiede il rifiuto della globalizzazione. Richiede il ritorno alla natura. Ciascuno, poi, arriverà a suo modo all’approdo, se si riuscirà a evitare la guerra, cioè a sopravvivere. Dunque questo è l’imperativo del momento. Poi, forse, si ricomincerà a discutere. Adesso l’essenziale è fermare i portatori di egoismo e di morte
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I partiti prima votano per eliminare i finanziamenti pubblici, poi fanno la legge Boccadutri per prenderli lo stesso e così si beccano illegittimamente 45 milioni. Nemmeno dei bilanci onesti come prevedeva la legge sono riusciti a fare, ma i soldi se li sono spartiti lo stesso.
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Il M5S ha rinunciato a tutti i soldi che gli sarebbero spettati, in questa occasione l’assegno sarebbe stato di cinque milioni e mezzo di euro, soldi dei cittadini italiani che devono restare ai cittadini italiani. Invece il Pd e FI non aspettano altro che gonfiare i propri portafogli: al partito del Bomba (che pochi mesi fa gonfiando il petto diceva di aver “abolito il finanziamento pubblico”) andranno più di 21 milioni di euro. Alla faccia di chi non prende finanziamento pubblico… Non scherza nemmeno FI che magari userà gli oltre 14 milioni di euro per pagare parte dei propri debiti. Il ballista Salvini, che vive di politica da vent’anni, continuerà a succhiare i soldi degli italiani prendendosi con la sua Lega Nord 3 milioni e 800mila euro di finanziamento pubblico. Nessuna di queste sanguisughe ripensa al referendum del 1993 con cui gli italiani hanno abolito il finanziamento pubblico ai partiti! Da quel momento a oggi il finanziamento pubblico ha cambiato nome, adesso in teoria parliamo di rimborsi elettorali, che nell’ultimo ventennio ammontano a circa 3 miliardi di euro. Di questi tre miliardi in realtà ne sono stati spesi molto meno, e tanti soldi sono finiti nelle tasche dei politici.
Letta però chiedeva ai partiti di certificare i bilanci prima di prendere le rate successive al 2013. Niente da fare neanche su questo: il Parlamento ha infatti approvato la sanatoria in poche settimane, una legge per bypassare un’altra legge! Così con la Boccadutri via libera ai soldi per tutti senza controlli sui bilanci. E così i partiti si divoreranno tutto, mentre nel nostro Paese ci sono 9 milioni di poveri. Nessuna misura per una famiglia su dieci che secondo l’Istat sta in povertà relativa o assoluta, tante misure e tanti soldi per i partiti che hanno messo sul lastrico questo Paese con leggi criminali nell’ultimo ventennio.
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Oggi il M5S ha iniziato la piantumazione di 573 alberi nell’ex-velodromo di Via dei Missaglia, nella periferia sud di Milano, un’area verde molto grande ma purtroppo fino ad oggi abbandonata e incurata. La giunta Pisapia nei mesi scorsi ne ha abbattuti ben 573, di cui molti secolari. Il M5S ora ne pianta di nuovi, perché Milano deve essere una città bella da vivere e del verde non si può fare a meno!
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LA MANCIA DI RENZI DI 500 EURO AI DICIOTTENNI
Quelli che nel 2016 compiono 18 anni sono 550.000. A 500 euro di mancetta l’uno fanno 250 milioni. Se si pensa che quel farabutto di Renzi voleva tagliare i 300 milioni di aiuti ai malati di SLA cadono veramente le braccia.
Tu mi dai il voto, io ti do 500 euro. No, questa non è una mancetta. E’ proprio una marchetta.
Dunque, gli 80 euro ci sono costati 11 miliardi.
I 500 ci costeranno 250 milioni.
Il bonus bebè per 3 anni ci costerà 1 miliardo e mezzo.
Poi Renzi ha promesso 500 euro agli insegnanti che porta a 400 milioni l’anno e ha promesso 500 euro ai pensionati più poveri che sono 4 milioni e fanno altri 2 miliardi.
Siamo a un totale di 15 MILIARDI E 150 MILIONI.
Ognuna di queste mancette ha fatto aumentare il debito e dunque le tasse e ha tagliato lo stato sociale.
Il reddito minimo di cittadinanza per 10 milioni di poveri costerebbe secondo la Corte dei Conti 18 miliardi e con i tagli previsti dalla legge del M5S non farebbe salire il debito né aumentare le tasse o tagliare i servizi.
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IL CALO DEL PD
Nel 2009 i circoli erano 7.221, oggi sono diminuiti di oltre mille unità per calo degli iscritti. Nel 2009 i comunicato del Pd furono 831.042, nel 2014 366.641 del 2014, diminuzione del 55%. Il calo delle tessere è endemico. Comunque sul fronte della sx europea l’Spd tedesca l’anno scorso registrava 459.902 iscritti, il Labour inglese è intorno a 200.000 dal 2010, mentre il Partito Socialista francese ha 133.000 tesserati.
Poco più di 100.000 sono gli iscritti a Forza Italia, la Lega 122.000, il M5S a giugno 2014 ne contava 87.654. Il Pci, per esempio, non riuscì a eguagliare mai il picco di 2 milioni di iscritti raggiunto nel ’56 neanche ai tempi di Berlinguer. Negli ultimi anni, poi, il livello di fiducia e identificazione con i partiti è andato precipitando. Insomma: le scelte di voto, specie a livello nazionale, hanno sempre meno a che fare con l’appartenenza e l’adesione. D’altra parte, il Pd è diventato, specie negli ultimi anni, un soggetto con un bacino elettorale molto fluido.
Su 100 elettori del Pd di Veltroni 23 si definivano di sx, 42 si definivano di csx e ben 31 di centro; ai tempi di Bersani, alle Politiche 2013, il quadro era cambiato, con 33 su 100 che si collocavano a sx, 51 a csx e appena 14 di centro.
Nel 2014, quando Renzi sale a Palazzo Chigi, Demos misura ben il 10% degli elettori Pd che si dichiarano di cdx o dx (erano il 2% con Bersani), più un 11% di “esterni”, che rifiutano di prendere posizione. Dato confermato dal sondaggio pubblicato in questi giorni dal Cise, che fotografa un 9,2% di elettori Pd di dx.
Alle Europee del maggio 2014, quelle del trionfo renziano con il 40,8% dei voti, il Pd riesce a raccogliere il 31% dei consensi fra i lavoratori autonomi e il 42% fra le casalinghe. Due segmenti che avevano sempre premiato il cdx e in particolare B. I dati di Ipsos di un anno fa confermavano l’appeal del Pd a guida Renzi presso gli imprenditori e i liberi professionisti, all’opposto del Pd di Bersani che doveva molto del suo consenso ai pensionati e ai dipendenti pubblici. Questo parziale spostamento verso dx dell’elettorato Pd è confermato dagli studi del Cise di maggio 2015: il governo riscuote l’apprezzamento del 33,2% degli elettori che si definiscono di centro, e del 26,9% di quelli di dx. Per le riforme del Jobs Act l’apprezzamento sale al 37,8% per il centro e al 39,2% per la dx. In attesa di capire se davvero il Pd stia diventando il Partito della Nazione, il test delle Comunali di maggio ci dirà molto sulla capacità dei democratici di trovare candidati competitivi sul territorio e di mantenere una struttura organizzativa solida.
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PD UN IPPOGRIFO MAL RIUSCITO
Sergio Caserta
Giungono a maturazione scelte fondamentali che hanno contraddistinto l’azione del governo: il jobs act innanzitutto, che ha dato un enorme vantaggio alle imprese, dal punto di vista economico con la detassazione delle assunzioni per un ammontare di 24.000 euro in tre anni per ogni neoassunto, ma soprattutto togliendo una difesa ai lavoratori, con l’abolizione dell’articolo 18, che li proteggeva attraverso la possibilità del reintegro dall’ingiusto o ingiustificato licenziamento.
Attraverso l’abolizione di questa protezione, Renzi e Ichino, il suo mentore, hanno disarmato la parte più debole nei rapporti di lavoro, concedendo all’imprenditore la piena libertà di licenziare, consapevole di potersela cavare, nella peggiore delle ipotesi, con un modesto risarcimento economico al lavoratore ingiustamente licenziato!
Il miraggio di questa infausta scelta era che avrebbe dato luogo a una crescita occupazionale senza precedenti, ma così non è stato, fatta eccezione per le assunzioni in sostituzione di rapporti di lavoro precedenti, attivate allo scopo di incamerare il bonus fiscale.
Al contrario, mentre nell’economia europea si sono avuti i primi segnali di ripresa, l’Italia è rimasta al palo con un incremento del Pil irrilevante e il permanere, anzi, l’acuirsi in ampie zone, in particolare al Sud ma non solo, di una grave crisi produttiva, occupazionale e sociale con milioni di famiglie in povertà assoluta e lunghe file davanti le sedi della Caritas.
Nello stesso tempo Renzi ha imposto a un Parlamento imbelle le cosiddette “riforme” istituzionali che, se definitivamente approvate, daranno di fatto un potere assoluto al Governo, eliminando ogni controllo sul processo legislativo mediante lo svuotamento del Senato, e con la legge elettorale, attraverso un abnorme premio elettorale, un potere assoluto al partito vincitore delle elezioni. E’ fin troppo chiaro l’indicibile scopo di realizzare una Repubblica presidenziale di fatto, destabilizzando gli equilibri tra i poteri dello Stato previsti in Costituzione a garanzia del sistema democratico.
Non meno grave è la situazione degli enti locali, in primo luogo dei comuni, dopo la lunga stagione di tagli ai trasferimenti e al comparto sanità, a cui ha corrisposto un crescente maggior prelievo dalle imposte locali e il netto peggioramento di servizi ai cittadini; cosicché la pressione fiscale non solo non è diminuita come i media addomesticati sbandierano ogni giorno, ma è costantemente aumentata, perdendo il requisito di progressività stabilito in Costituzione, a svantaggio dei meno abbienti.
Basterebbero questi argomenti per comprendere la necessità di un cambiamento radicale di rotta, ma non è il solo Renzi il colpevole di questa situazione, è tutto il Partito Democratico ad aver mutato la sua natura e ad aver tradito la Costituzione.
Il Pd oggi è un ibrido, si potrebbe dire un ippogrifo, animale mitologico: il corpo di cavallo e la testa di uccello, due specie antitetiche che insieme hanno prodotto un mostro politico. Un’ibridazione mal riuscita che ha dato luogo a un partito, dedito alla ricerca e alla conservazione del potere a qualsiasi prezzo.
La “mutazione genetica” parte da lontano e la responsabilità maggiore la portano proprio coloro che oggi predicano di difendere il partito che hanno contribuito in misura determinante a snaturare. E paradossalmente dove le radici storiche sono più profonde lo snaturamento ha prodotto le conseguenze più gravi, determinando un’identità politica ambigua e classi dirigenti mediocri e acquiescenti verso il potere centrale.
A Bologna, per l’evidente crisi che attraversa la giunta uscente di Merola, fortemente contestato per le scelte contraddittorie e il profilo modesto del suo mandato, per il profondo malessere che cova nella cittadinanza, certificato dall’enorme astensionismo alle ultime elezioni regionali, una proposta alternativa dal forte profilo programmatico, qualificata e innovativa nei nomi e nei contenuti, può suscitare convinzione nella concreta possibilità di un cambiamento.
La città che ebbe come sindaci Dozza, Fanti, Zangheri e Imbeni, ha bisogno di riguadagnare il profilo oggi spento da amministrazioni da tempo deficitarie. E’ venuto il momento di ricostruire un programma di governo e una classe dirigente all’altezza di Bologna.
Le energie migliori della città che normalmente sono tenute ai margini delle scelte, in primo luogo il mondo del lavoro e la diffusa intellettualità, possono tornare a svolgere un ruolo per una diversa prospettiva.
Ecco perché è particolarmente importante che tutte le parti in causa, nella costruzione della proposta, le numerose forze che si stanno coalizzando, siano disponibili a partecipare con intelligente e lungimirante spirito unitario, a costruire una proposta forte e vincente che può fare davvero la differenza in queste elezioni.
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INDULGENZA ALITALIA
Marco Travaglio
Siccome il Giubileo è stato annunciato dal Papa il 13 marzo (9 mesi fa), le opere pubbliche a Roma sono appena partite: se Dio vuole saranno finite fra un annetto, in tempo per la chiusura della Porta Santa. Esattamente come per Expo, dove molti padiglioni sono stati smontati prim’ancora di essere costruiti. Così i pellegrini, oltre a sottoporsi a lunghe file per i controlli antiterrorismo, devono pure fare la gimkana fra i cantieri. Ma le code, che all’ufficio postale e in autostrada sono indice di inefficienza, nei grandi eventi diventano motivo di orgoglio nazionale. Dev’essere per questo che da qualche giorno, all’aeroporto di Fiumicino, i passeggeri sono costretti a vagare incolonnati per chilometri a caccia di un taxi, visto che la banchina degli arrivi è un cantiere a cielo aperto. Se Giuseppe Sala viene premiato per le code di Expo con la candidatura a sindaco di Milano, i geni aeroportuali che hanno scoperto il Giubileo a dicembre correranno al prossimo Soglio pontificio. Si vocifera di un accordo Vaticano-Fiumicino per complicare la vita ai pellegrini come forma estrema di penitenza. La convenzione coinvolge pure Alitalia, che in fatto di mortificazioni ai passeggeri non è seconda a nessuno: prevede l’intensificazione dei decolli e atterraggi in ritardo, cioè l’ordinaria amministrazione. La pena accessoria per limare vieppiù i nervi ai peccatori sono le formule dettate all’altoparlante da gentili voci femminili.
La più classica è il “ritardato arrivo dell’aeromobile” (versione in sanscrito: “attesa dell’aereo programmato”), con l’aria di dire: se è arrivato tardi è ovvio che riparta tardi, ci puoi arrivare anche tu, somaro che non sei altro, è colpa del destino cinico e baro. Casomai qualcuno avesse visto l’aereo pronto in pista in tempi non sospetti, scatta la variante “causa problemi operativi”: si porta su tutto perché è così vaga da non ammettere repliche. Se un curioso domanda “problemi operativi quali?”, si passa alla formula 3: “Ritardo dell’equipaggio in transito da un altro volo”. Tiè, ciapa lì. Può capitare, però, che anche l’equipaggio sia lì da ore con le ragnatele, allora il prontuario Alitalia contempla altre supercazzole a presa rapida. L’“intenso traffico oggi nei cieli” lascia senza parole, anche se – ragionandoci un po’ su – è improbabile che migliaia di aerei di linea, cacciabombardieri e droni telecomandati si siano aggiunti di botto a quelli previsti, decollando spontaneamente all’insaputa della torre di controllo. L’insaputismo contraddistingue anche certi atterraggi, che colgono di sorpresa il personale aeroportuale.
Allora si resta barricati nella carlinga come ostaggi in un dirottamento: non arriva il bus, o la scaletta, o l’elevatore di disabili, o – testuale – “siamo a 5 metri dal finger ma nessuno è in grado di accendere il segnale per il parcheggio automatico”. Stessa sensazione se si scopre il ritardo del decollo quando si è già tutti a bordo. Lì lo scusario Alitalia prevede un’ampia gamma di alibi: dai banali “stiamo controllando/ attendendo un bagaglio”, “siamo in attesa dell’imbarcazione di alcuni bagagli” (una nave?) o di “alcuni transiti in ritardo”, al meno intelligibile “stiamo verificando il pieno di carico”, al più articolato “non c’è corrispondenza fra un bagaglio imbarcato e un passeggero”, all’incontrollabile “siamo in attesa della documentazione ufficiale per lasciare l’area di parcheggio”, su su fino alle citazioni dei Blues Brothers: la pioggia, la neve, il ghiaccio, il vento, la nebbia, dal che si deduce che in tutto il mondo oltre Greenwich non si vola mai. Gettonatissime le frasi-scaricabarile: dall’elementare “Non siamo stati ancora autorizzati a muoverci” (e vabbè, allora mica è colpa tua) alla più elaborata “L’autorizzazione a iniziare le operazioni ci è stata data, ma poi è stata revocata e rinviata di 30 minuti, causa l’intenso traffico in aeroporto e le raffiche di vento” (e le cavallette e le altre piaghe d’Egitto no?).
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PERCHE’ CADDE BERLUSCONI
vv.
Dalle intercettazioni esce che B insulta Salvini dandogli di ubriaco e lo ricattava minacciandolo di sputtanarlo sui suoi giornali. E ora tornano insieme? Che schifo!
Il Pd (o Ds) ha sempre tentato di salvare Berlusconi in ogni modo, non ha fatto il top delle presenze quando le sue leggi ad personam passavano magari con 4 o 5 voti, ed ha anche permesso che costui allungasse all’inverosimile la sua permanenza al governo anche dopo che i suoi governi erano caduti. Il csx esitò oltre ogni accettabilità prima di dichiararlo decaduto o votargli la sfiducia dopo la condanna penale per maxievasione fiscale e la collegata interdizione dai pubblici uffici e se alla fine gli votò contro, ciò avvenne solo per l’insistenza durissima del M5S ad esigere un voto palese che, se fosse stato palesemente di salvataggio a B, avrebbe sputtanato pubblicamente il csx, mentre se fosse stato segreto come il Pd voleva, lo avrebbe probabilmente salvato un’altra volta. Tutta l’opposizione a Forza Italia fu leggera, di facciata e poco seria (vi ricordate gli appelli a non demonizzarlo? a fargli una opposizione soft? a non parlare dei suoi reati perché “l’opposizione deve essere politica e non penale”???) Il che permette l’illazione che il patto del Nazareno sia stato osservato da sempre.
Ma quello che azzoppò Berlusconi, oltre al vanificarsi della sua maggioranza numerica in Parlamento, fu il G8 di Nizza, dove i grandi della finanza, e dunque i vertici politici che da essi dipendono, gli presentarono un feroce ostracismo. Nessuno gli andò incontro o gli strinse la mano o gli sorrise e i report mostravano un Berlusconi livido, rigido come una marionetta, con un sorriso sforzato stampato in faccia che si muoveva come un automa fra la folla dei leader cercando un approccio qualsiasi, mentre gli altri lo evitavano come fosse una m…a, evitando il suo sguardo e lasciandolo disperatamente solo.
Ecco, al di là dell’opposizione farlocca del csx, la morte di Berlusconi risale ad allora. Bossi spifferò che gli avevano detto fuori dai denti che se non si dimetteva gli avrebbero affossato le azioni Mediaset in Borsa.
E quando la finanza decide la tua morte, anche uno squalo come Berlusconi ubbidisce.
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SANTI TUTTI
Bruno p.
Quest’anno la donna dell’anno incoronata dalla rivista Time è la cancelliera tedesca Angela Merkel.In questi tempi d’altronde va di moda santificare chi ha contribuito ad innalzare le ineguaglianze sociali ma soprattutto coloro che si fanno paladini di regole che sono i primi a non rispettare.
La Merkel è responsabile del fallimento dell’Europa sotto tutti i punti di vista.La sua austerity applicata a macchia di leopardo ha creato un centro ed una periferia continentale dove i più lontani dalla massa economica sono abbandonati a se stessi e soffrono della mancanza totale di quei diritti tanto decantati dall’Unione.
La Germania con la sua politica discriminatoria sull’immigrazione è corresponsabile dei tanti morti delle traversate africane nel Mediterraneo mentre si è prodigata per l’accoglienza di altre razze ed etnie che evidentemente riteneva più redditizie per la sua economia.
Sono tempi bui.Tempi nei quali si pubblicizzano auto che emanano ossigeno invece di inquinanti e si elogiano le esemplari organizzazioni lavorative delle aziende che le producono.
Tempi nei quali le banche come la Deutsche manipolavano il tasso interbancario per favorire l’economia in casa propria e danneggiare le altre.
I santi negli USA di questi tempi stanno scarseggiando e forse è meglio distrarre l’opinione pubblica verso i capi di stato europei per ritrovare quel briciolo di ragione che il mondo sta perdendo.
Obama è confuso mentre si fa strada la “lega” di Trump che chiude ad internet e ai Musulmani,Putin parla di atomica e non come fonte energetica mentre Hollande vuole creare una Guantanamo nei dintorni di Parigi.
Se fossi il direttore del Time parlerei del Papa,forse ma neanche più di tanto.
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ECCO I VALORI DELL’OCCIDENTE … CIVILE E DEMOCRATICO !!
comedonchisciotte
Tempo di terrorismo … tempo di “scontro delle civiltà” … come asseriva il vecchio Samuel P. Huntington, nel lontano 1996, giustificando così tutte le nefandezze yankee, dall’11 settembre ad oggi … e dunque i poveri occidentali come potranno sopravvivere a questo scontro tra la “civiltà occidentale” e i suoi valori da una parte, e la “barbarie orientale” e le sue atrocità dall’altra, fatta di gole tagliate, attacchi terroristici, droga e stragi? Eppure ce l’avevamo messa tutta per esportare la democrazia in quei “luridi” paesi, e lo abbiamo anche fatto a suon di bombe … visto che quegli strani esseri umani (umani?), erano piuttosto refrattari e si dimostravano particolarmente restii a qualsiasi pratica di governo democratico.
Quindi alcuni segnali manifesti della nostra civiltà consistono per esempio nell’affermazione di un neoliberismo sempre più spietato, che costringe i giovani ad una precarizzazione selvaggia delle condizioni di lavoro e fa saccheggio spudorato anche dei risparmi di una vita, con il Bail-in che entrerà in vigore in Italia dal 1° gennaio 2016 (per gli obbligazionisti senior e conti correnti sopra i 100mila euro). Ne hanno già dato prova le quattro banche fallite negli ultimi tempi – Carife, CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche – cui è stata applicata in Italia la norma eurocratica (in base ad un decreto governativo del 13 novembre scorso) che scarica i costi del salvataggio sulle spalle di coloro che hanno acquistato obbligazioni delle banche in questione (130mila truffati). Naturalmente vengono tutelati i pesci grossi, i proprietari delle banche medesime, i grossi manager.
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