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MASADA n° 1696 10-11-2015 LA VISIONE DELL’OLTRE

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(Bosch, Ascesa all’Empireo, Pazzo Ducale, Venezia)

MASADA n° 1696 10-11-2015 LA VISIONE DELL’OLTRE
Viviana Vivarelli

Tutte le grandi religioni, in tutti i tempi e luoghi, hanno dato all’uomo la credenza che la vita continui dopo la morte o che addirittura la vita sia una fase di preparazione alla morte, fase dove dobbiamo affrontare certe prove e svolgere un percorso di evoluzione. Questa credenza fu probabilmente presente nei tempi più antichi, considerando la cura che ogni popolo ha dato alle proprie sepolture. Un al di là è presente nelle tre religioni del Libro: Cristianesimo, Islam e Ebraismo, con descrizioni diverse relative alla sopravvivenza dell’anima.

Nella cultura ebraica, il Deuteronomio fornisce un insieme di norme da seguire e la Torà un sistema di punizioni che varia secondo la gravità e l’intenzione dell’offesa. Non si parla però di ricompense o di punizioni dopo la morte. La pena del kareth (esclusione) minacciata per le offese alla religione implica un concetto di “esclusione” dalla presenza di Dio nell’aldilà (cfr. Levitico, 20, 2-3). Tuttavia si getta un velo su tutto il problema della sopravvivenza nell’oltretomba, per distogliere il popolo dal culto idolatra dei morti con il quale un tempo tale credenza si associava. Il giudaismo parla comunque di una Gehenna, l’abisso di fuoco menzionato nella Bibbia (Isaia,30,33), e di una dimora di beatitudine, il Gan Eden (il giardino di delizia). Non esiste un Inferno eterno come nel Cattolicesimo e si dice che i malvagi trascorreranno nella Gehenna un tempo limitato, un anno simbolico. Dopo entreranno nel Gan Eden per godere in compagnia del giusto, secondo l’espressione rabbinica, “lo splendore della Shekinà” (Presenza divina) e la vita eterna, condizione non riservata esclusivamente a Israele ma a tutti gli uomini dotato di buona volontà.
Anima si dice in ebraico nefesh, che corrisponde al greco psyché. Nella tradizione ebraica, l’anima umana viene creata da Dio ma non fa parte di Dio. Non essendo divina, alla morte non ritorna a Dio, in quanto è stata creata, è ontologicamente diversa dalla sostanza della divinità. E viene creata assieme a un corpo, non gli preesiste. La concezione ebraica è molto diversa dalla reincarnazione come era immaginata nei culti misterici greci, che vennero prima dell’avvento degli Arii e della religione olimpica. Nell’Orfismo (da cui Platone, mito di Er) il mito parlava di anime che preesistevano ai corpi e che dopo un sorteggio venivano immesse nei corpi per poi passare dopo la morte da un corpo all’altro (trasmigrazione). Presso gli Ebrei non c’è alcun senso del kahrma, come concezione di un’anima che trasmigra in un dato destino come conseguenza di una colpa precedente.
L’ebraismo non concepisce corpo e anima come due sostanze diverse. Un corpo senz’anima non solo non esiste, ma non ha alcun senso. Quando non c’è più anima non c’è neppure corpo. C’è solo un cadavere, cioè un mucchio di polvere che si decompone.

Nell’Induismo, invece, l’anima è una particella divina insita in ogni persona, l’Atman, che è eterno e persegue il ricongiungimento con l’Anima Universale, il Brahman. Nelle religioni orientali spesso l’anima non viene nemmeno nominata e si parla solo di kahrma, azione che perdura. Per cui esiste una ruota delle vite che è come una collana di perle per cui si passa da una vita all’altra (reincarnazione), finché non si raggiunga la purificazione totale, dopo di che l’Atman può non rinascere più in un corpo ma ricongiungersi col Dio infinito.
Nel pensiero induista il tempo è ciclico e l’anima ritorna sulla Terra molte volte in un arco lunghissimo di tempo. Ci sono tre regni in cui l’anima individuale può spostarsi: il regno inferiore o infernale dove domina il desiderio; il regno di mezzo o terreno, dove l’anima può, se vuole, liberarsi dalla schiavitù del desiderio; il regno celeste che è il premio per l’anima illuminata e liberata.
In questa evoluzione possibile, l’anima si reincarna più volte, lasciando il proprio corpo per prendere un alto come fa come fa l’uomo che butta gli abiti vecchi la sera per indossarne di nuovi al mattino. Finché l’anima individuale non si purificherà tornando all’anima universale, continuerà a reincarnarsi. Quando sarà avvenuta la purificazione, si libererà dalla ruota delle vite e non rinascerà mai più, a meno che non scelga di tornare nel mondo per aiutare sotto le vesti di un santo gli altri uomini.
I Sikhs credono alla stessa reincarnazione degli Induisti, in più hanno la concezione di un Giudizio Universale, in cui le anime verranno assorbile nel Divino.

Nel Buddhismo ci sono molte scuole diverse. Una di queste non considera l’anima come una entità a sé stante ma come una serie di impulsi o energie che passano da una vita all’altra, come una candela che ne accende altre; anche se può sembrare che la luce passi da una candela all’altra, ma le fiamme sono separate ed esistono indipendentemente l’una dall’altra. Il kahrma passato si accumula nella coscienza e può riattivarsi a seguito di circostanze esterne .
Nel Buddhismo tibetano (Libro Tibetano dei Morti) si parla del bardo (bar = mezzo; do = isola, luogo di passaggio o ponte), stato in cui entrano le anime dopo la morte, formato da molti regni o livelli e intermedio tra una vita e l’altra.

Nel Taoismo si parla di reincarnazione dell’anima individuale. L’anima dopo la morte viene giudicata da dieci tribunali, riceve una specie di punizione in un inferno e di premio in un paradiso. Il decimo tribunale è la dimora degli “Amministratori”, che presiedono alla reincarnazione.
….
Report di un seminario alla Biblioteca di Parapsicologia di Bologna del 7 novembre 2015

PAOLA GIOVETTI
LA SOPRAVVIVENZA DOPO LA MORTE VISTA DALLA PARAPSICOLOGIA

Giornalista e scrittrice di parapsicologia

Nel 1848, quando si cominciò ad occuparci del paranormale, emersero fenomeni che sembravano prodotti da entità esterne. Le sorelle Fox ad Hydesville, vicino a New York, vissero un caso di infestazione, con rumori, battiti, effetti come di mobili spostati ecc, e risposero ideando una specie di codice alfabetico fatto di colpi (TIPTOLOGIA). L’entità che rispose era l’anima di un venditore ambulante che era stato ospitato lì 5 anni prima e poi ucciso e nascosto in cantina. Realmente, in cantina si scoprì uno scheletro e, dietro a una falsa parete, si ritrovò la sua cassetta. E una domestica testimoniò che un venditore ambulante era stato ospitato proprio lì. Il caso fece enorme scalpore, ne parlarono in tanti e iniziò una ricerca sistematica sulla medianità, mentre emergevano ovunque medium improvvisati.
In Inghilterra, nel 1882, sorse la prima società di parapsicologia, poi altre in ogni parte del mondo per studiare la medianità mentre emergevano figure straordinarie di medium come Piancastelli, Rol, Roberto Setti o Demofilo Fidani. Voci di entità uscivano dal medium in trance, si materializzavano oggetti ecc.

Tra i tanti fenomeni citiamo ‘l’IDENTIFICAZIONE’, in cui si manifesta una entità che nessuno conosce ma che poi, dopo varie ricerche, risulta essere realmente esistita.
A Parigini, nel 1901, al medium Borgatti si manifesta con la scrittura automatica una entità sconosciuta a tutti i presenti che dice di chiamarsi Vincenzo Reggio, di essere morto il 27 ottobre 1900 a Genova, di essere presidente della corte di appello e fratello dell’arcivescovo Tommaso Reggio di Genova, Si invitavano i presenti a mettersi in contatto con l’arcivescovo per spingerlo ad adempiere alle sue volontà come aveva lasciata scritto in vita. Si scrive dunque all’arcivescovo dapprima chiedendo conferma dei dati biografici, poi per fargli presenti le richieste del defunto. Alla seconda lettera l’arcivescovo non ripose. Ma l’entità disse che il fratello aveva rimediato.
A Roberto Setti si manifestò la voce di una bambina, Maria Donata Giorgi, nata a Pietragalla (Potenza) e morta colpita alla testa dal calcio di un mulo a 9 anni all’Ospedale San Carlo di Potenza. Nessuno la conosceva. Il dottor Ferrari scrisse al sindaco di quel paese per una verifica e il tutto ed ebbe conferma.
Roberto Setti era uomo di specchiata onestà, quando cadeva in trance e si producevano queste voci di cui egli non ricordava nulla. C’erano due entità abituali, poi altre di passaggio. Una sera apparve la voce di un giovane che ricostruì i dettagli della propria morte come se la rivivesse: “Che freddo! Che freddo! Quanta acqua! Mi chiamo Antonio. Ho 20 anni. Che esplosione! Eravamo tre amici (dice i loro nomi). La nave è affondata. Sono un soldato. Eravamo sul piroscafo…Mina”. Ferreri scrive al Ministro della Marina, i dettagli sono confermati. Il piroscafo era stato affondato da un sommergibile nemico ed era affondato in pochi secondi.

Un altro fenomeno è quello delle INFESTAZIONI. L’Inghilterra è famosa per le case infestate. (Sapete che in Inghilterra se la casa è infestata chiedono una riduzione dell’affitto?). Secondo un sondaggio (Gallup) il 14% degli Americani ha dichiarato di avere visto o sentito la presenza di uno spirito e il 33% crede nella loro esistenza. Il sondaggio è stato fatto in 15 nazioni europee e sembra che i risultati siano stati sorprendenti soprattutto in Italia e in Islanda (32%). In genere si vedono parenti o amici morti ma anche personaggi non identificati. Di solito il percipiente vede qualcuno che gli sembra vivo ma poi sparisce.
Il professor Barnard era ricoverato nel suo ospedale a Città del Capo per una epatite virale quando vide entrare nella sua camera una vecchietta in camicia da notte e con uno scialletto che gli mise la mano sul cuore dicendogli che era lì che doveva andare, poi sparì dalla finestra. Lui chiamò l’infermiera che non arrivò subito, ma dopo qualche tempo, e gli disse che era appena morta una vecchietta nella stanza accanto. In quel tempo lui stava pensando a fare il primo trapianto cardiaco della storia e prese il fatto come un augurio.
Di questi casi ne esiste una fitta casistica.
Il deputato irlandese Carlson era ottantenne quando fu visto in giardino da alcuni amici e disse a uno di loro: “Tu sei stato fortunato”, poi sparì. In serata la radio dette notizia della sua morte. Era morto per infarto nella stessa clinica dove questo suo amico era stato ricoverato sempre per un infarto, salvandosi.
Ci fu un caso in cui l’osservatrice vide un uomo che attraversava la cucina e poi spariva lasciando dietro di sé un forte odore di alcool che fu percepito anche dal marito il giorno seguente. Giorni dopo la coppia venne a sapere che era morto il precedente proprietario della casa, cadendo ubriaco in mare. Da vivo lo aveva visto solo il marito, ma la visione della moglie confermò la sua immagine.

Un terzo fenomeno è quello delle NDE, Near Death Experience, esperienze ai confini con la morte, molte migliaia ormai in tutto il mondo, sperimentate dalle persone più diverse. In India hanno aspettative diverse sulla morte e credono nella reincarnazione, ma ci sono testimonianze da paesi islamici, cristiani ecc. Le persone possono arrivare vicino alla morte in circostanze diverse ma la base è sempre la stessa: disinteresse verso il proprio corpo, spesso visto dall’alto, contatto con una dimensione diversa e superiore, luce meravigliosa che non riescono a raggiungere perché a un certo punto vengono tirate indietro.
Spesso capita che il morente veda qualcuno che gli viene incontro e può essere una persona a lui cara che crede ancora viva. Testimonianza: “Mio nipote morì in un incidente stradale ma non lo dicemmo alla nonna per non turbarla, ma in punto di morte lei lo vide tra i morti”.
Altri descrivono immagini di grande bellezza: “L’esperienza è stata meravigliosa. Vedevo il mondo come se fossi stato sospeso a 3 metri, vedevo l’auto, l’incidente.. vedevo una piazza grande come il mondo e una muraglia curva e sapevo che di là si conservava tutto e si viveva in una felicità immensa, ma ho preferito non andare di là. La morte non mi fa paura”: San Francesco la chiamava “Sorella morte”.
Maria Luise von Franx, allievo e poi collaboratrice di Jung raccolse moltissime esperienze di premorte e sogni che parlano del proseguimento della vita.
Vedo un campo di grano ancora verde. Un branco di vitelli distrugge tutto ma una voce dice: “Tutto sembra distrutto, ma le radici che sono sotto terra non sono state distrutte, per cui tutto rinascerà.”
Una malata di cancro terminale dice: “C’è una foresta verdeggiante che brucia, ma al centro c’è una pietra di arenaria e il fuoco non può attaccarla”.
Ancora una anziana malata di cancro: “Vedo brillare una candela sul davanzale della finestra dell’ospedale, trema e sembra spegnersi, ma non si spegne e poi la vedo brillare dall’altra parte del vetro.
Jung: “L’uomo dovrebbe poter dire di aver fatto del suo meglio per confrontarsi con questi problemi, anche se non arriva a una soluzione”. E Jung pensava che gran parte delle depressioni consistesse proprio nel non voler riflettere sui problemi spirituali.

MICHELE MORAMARCO
LA VISIONE EBRAICA DELL’OLTRE

Saggista, scrittore e autore musicale, esponente italiano della Massoneria tradizionale e assertore di una sintesi religiosa tra Mazdeismo e Cristianesimo

Logos vuol dire insieme parola e creazione. Quando il Logos si manifesta in noi abbiamo delle difficoltà. Nemmeno il filosofo o lo scienziato spesso riescono a spiegare “l’avere certezza di cose non viste”, come dice San Paolo. La fede non incontra sempre la tangibilità delle cose chiare. Fede è andare incontro a ciò che non ha avuto nessuna prova.
Gli Ebrei, anche se questo non è un dogma, hanno il concetto per cui le colpe verranno superate nel tempo, la colpa appartiene al tempo e sarà sanata nel tempo. Il Cristianesimo ha inventato l’idea di una colpa eterna che sarà scontata in un Inferno eterno, ma nella cultura ebraica si parla di una unità simbolica, ‘un anno’. Il termino Uno è molto importante nell’ebraismo: il Signore Uno nella Genesi, o dio che crea la luce nel primo giorno: “Fu sera e fu mattino”. Giorno Uno e giorno Unico. Per gli altri giorni della Creazione si usano i numeri ordinali, secondo, terzo…Ma il primo è Uno e Unico. E’ l’idea dell’Unità che porta a una concezione speciale della reincarnazione. La punizione per il male commesso dura un anno (in senso simbolico), dunque è limitata nel tempo e si parla di un’area in cui le attività del vivente sono sospese, come nell’Ade greco. SHEOL = Il luogo del buio.
Ne parla la religione greca, soprattutto quella misterica, e ne parlano i profeti.
Nella Bibbia c’è l’espressione per cui chi muore si unisce al suo popolo, agli antenati. E’ importante sapere da chi si viene e collegarsi consapevolmente a chi viene prima di noi nella catena delle esistenze.
L’Oltre non è un futuro, si ricollega al passato. Morendo si ha un ingresso nella compresenza, nella comunione. Si torna agli spiriti che ci hanno preceduti nell’esistenza. Nel Deuteronomio (insieme delle norme più importanti) è tassativo per gli Ebrei ortodossi il divieto del contatto con i defunti (ma questo vale soprattutto come condanna dei ciarlatani), al punto che nei tempi antichi era passibile di pena di morte (lo portavano fuori delle mura e lo lapidavano). L’ebraismo disincentiva in ogni modo il contatto che i medium hanno coi morti. Se però il morto parla attraverso il medium in modo spontaneo si accetta il fatto come volontà di Dio. L’iniziativa comunque deve essere di Dio.
Nella tradizione mistica c’è l’idea che il passaggio sia come un abisso o un muro. Questo muro dimensionale è invalicabile dal corpo fisico ma può essere attraversato dal corpo sottile.
Nell’ebraismo il corpo è solo un involucro di terra, che prende vita quando il soffio divino (ruach) viene insufflato nel corpo e così l’anima (neshamà) rende l’essere umano completo, con una personalità unica (nefesh). L’anima vitale è formata tre componenti che hanno a che fare con tre dimensioni diverse. Ma nel Talmud si parla di 5 anime di cui solo le prime tre risiederebbero nel corpo, mentre le altre due risiederebbero al di fuori. Nefesh non possiede alcuna luce in se stessa. E’ perciò che essa è così strettamente congiunta al corpo cui procura i piaceri e gli alimenti dei quali ha bisogno. Al di sopra di nefesh vi è ruach, che domina nefesh, le impone regole di vita e la illumina. Più in alto c’è neshamà che a sua volta dirige ruach e spande sopra di essa la luce della vita. Ruach è illuminata da questa luce e ne dipende totalmente. Dopo la morte ruach non ha riposo. Le porte del paradiso non si aprono permettendole di entrare fino al momento in cui neshamà non è risalita fino alla sua sorgente, all’Antico essere fra gli antichi, allo scopo di essere riempito da lui per l’eternità.
“Tutte le porte del Paradiso sono chiuse, tranne la porta delle lacrime, la rugiada del Monte Ebron ci fa entrare nell’anima le vibrazioni del Paradiso”.
Il pianto è un veicolo” (salmo 133). Le lacrime sono un detergente della visione per percepire la presenza di Dio o della Madre Divina, la parte femminile di Dio, che origina tutte le anime. Dio è l’unione in noi di maschile e di femminile. Si loda il pianto nella preghiera che non è il pianto di dolore o di rabbia, ma è il pianto degli affetti virtuosi che può produrci l’intuizione dell’inimmaginabile. Le lacrime sono connesse al Sole, all’anima solare che ci riempie di gioia ed è concrezione di luce cosmica.
L’Oltre nell’ebraismo non è fatto di Paradiso e Inferno ma di gradi. C’è un Giudizio della Tomba e un Fuoco che corrode e purifica dalle colpe, quel fuoco Gesù lo chiama Geenna, una punizione ignea a tempo. Il fuoco è simbolo di ardore sofferente ma anche di liberazione ed ha un aspetto confortante nei confronti del Giudizio della Tomba, ci mette in una situazione di possibilità. Il morto può scendere più volte sulla Terra, appoggiandosi ad un’altra anima per portare a termine qualcosa che è rimasto incompiuto.
L’anima tornerà finché i 613 precetti di Israele non saranno applicati e andrà in Cielo quando ne avrà realizzati almeno 6, che non corrispondono proprio ai nostri 7 comandamenti (c’è anche “Non usare crudeltà contro gli animali”).
Gli Ebrei ortodossi non sono assolutamente reincarnazionisti ma le scuole di pensiero sono tante. Per esempio Newton appartenne a una corrente trinitaria e ci sono rabbini che lo vedono come la reincarnazione di Noè.
Le componenti dell’anima possono essere molte ma la persona è una sola. Un Ebreo non dirà mai: “Io nella mia vita precedente sono stato…”. La visione ebraica è personalistica.
C’è una storiella ebraica che parla di un rabbino che sogna un altro rabbino che gli dice: “Sappi che dall’ora della mia morte vedo di mondo in mondo, e quello che era il cielo per il mio corpo e la terra che ora ho sotto i piedi e viceversa, in una stessa vita che si dipana di grado in grado.”
Più l’anima vitale si distacca da ciò che è materiale, più avrà coscienza di ciò che è invisibile.



ANGELO ANTONIO FIERRO
IL TRAPASSO COME SEMINA SPIRITUALE, LUCI DALL’ANTROPOSOFIA

Medico omeopata steineriano.

Barnard ebbe la sua esperienza di un fantasma perché era uno che attraversava per la prima volta una soglia. Capita di passare inconsapevolmente una soglia, ma dovremmo farlo consapevolmente. Barnard fu il primo a trapiantare un cuore, la cosa curiosa è che la morte non vien decretata sul cuore ma sull’attività cerebrale, il che dice che la nostra cultura si è spostata dal cuore al cervello.
L’esperienza dell’arto fantasma porta una sofferenza reale. Il braccio non c’è più, ma il soggetto continua a sentirlo. L’uomo continua a portare con sé la sua realtà invisibile.
Il mondo dell’oltre è già in noi ma noi continuiamo a chiedere le prove, mentre possiamo prenderne coscienza prima di andare nell’al di là. La nostra dovrebbe essere fede di certezza, non di sicurezza. Nel castello della spiritualità hanno accesso solo le certezze, non le sicurezze. Ma l’anima del dubbio le sicurezze non le raggiungerà mai.
Nel sogno noi viviamo già nell’oltre, il sogno è una piccola morte. Lì noi riviviamo innumerevoli esperienze di cui non sempre nella veglia siamo consapevoli.
Parlo di trapasso non a caso perché vorrei parlare della buona morte, purtroppo è sempre più raro morire nella propria casa e morire in un ospedale non è una buona morte. Abbiamo bisogno di una cultura della buona morte, che fosse un passaggio di soglia come la nascita, da un mondo a un altro. La vita connette nascita a morte ed è in entrambe. E’ un percorso con due polarità, come il lemniscata (otto sdraiato o simbolo dell’infinito), che è formato da due cerchi. Se la morte è un trapasso, dovremmo costantemente vivere in due realtà non solo nel presente e il lemniscata unisce passato e futuro. Il senso è illuminarsi nel presente e trovare in esso il senso di passato e futuro. C’è una realtà di memoria (in greco mnemosine) in cui esiste il passato come il futuro. Mnemosine vuol dire sepolcro, ma è come la crisalide del bruco da cui nasce la farfalla e psiché in greco vuol dire allo stesso tempo anima e farfalla.
La nostra coscienza è illuminazione dell’istante presente. Il passato scompare.
Le forze della creatività hanno come caratteristica di fondo quella che Goethe chiamava “fantasia oggettiva”, parte di un processo creativo dal greco fao = luce. La fantasia porta immagini, porta luce. Steiner dice spesso che la via è percorribile da chi ha occhi e cuore aperti. Il percorso della memoria è dominato dalle stesse forze che rendono vivo l’arto fantasma e oltrepassano la realtà materiale.
Platone, che aveva viaggiato in Egitto e aveva avuto accesso a conoscenze iniziatiche, dice che nel trapasso di attivano 3 virtù, che noi dovremmo elaborare nel corso della vita: Saggezza, Giustizia, Coraggio e Temperanza. Esse dovrebbero evidenziarsi soprattutto dopo i 70 anni. La Giustizia dovrebbe comprendere anche l’elaborazione della morte.
La Saggezza è il lavoro della mente, il Coraggio del cuore.
Il trapasso è una semina spirituale, simboleggiata dal segno del Cancro che è anche il segno della nostra galassia che ha un braccio che si ripiega in una direzione e un altro che avanza nell’altra.
In ogni sogno riappare sempre l’anelito a rivedere tutta la nostra vita e tutte le vite precedenti. Il sogno è come una fisarmonica che raccoglie tutte le nostre vite ma esso va decrittato, cioè letto nel suo simbolismo e nelle sue parti segrete.
Il trapasso come meta spirituale è un magnifico concetto..
Il genetista Boncinelli parla di ‘buchi di memoria’, buchi tra i neuroni che il cervello riempie di ricordi. Al microscopio le proteine e gli zuccheri fanno spazio alle nuove informazioni. Intorno al neurone che si presume stia per immagazzinare un ricordo a lungo termine si osserva una tempora-nea rarefazione della rete Pnn, un vero e proprio buco. Se si impedisce la formazione di un buco, si pregiudica l’apprendimento del ricordo in oggetto, mentre se si distrugge un buco già formato, si cancella il corrispondente ricordo, per esempio negativo. Nell’Alzheimer questi buchi mancano.
Perché non ricordiamo le vite precedenti? Solo quando sviluppiamo le facoltà cerebrali e galleggiamo sul cervello rettiliano attiviamo il pensare vivente simile alla memoria dell’arto fantasma. Pensiamo dunque che dopo i 63 anni e soprattutto dopo i 70 possiamo avere una evoluzione significativa e non solo nel campo del mentale, si cita il caso di Angelo Sala, che cominciò a giocare a tennis dopo i 70 anni e a 88 era diventato un campione.
Dunque ad ogni età possiamo costruire un nuovo futuro e ci sono anche momenti dell’anno particolari per dare inizio a una nuova vita, come le NOTTI SANTE, per es. quella che precede l’Epifania (Steiner diceva che ci sono dodici notti sante e che i tredici giorni e le tre¬dici notti fra il 24 dicembre ed il 6 gennaio sono un periodo di profonde esperienze spirituali).
Cosa dice Steiner dell’Oltre? Nella morte fisica troviamo quella presenza che si attiva nell’arto fantasma (che può essere anche un occhio, un seno ecc.). La morte fisica sancisce un passaggio importante ma ce ne sono altri. La forza che è polare alla vita produce frantumazione e polarizzazione, a parte casi rari di auto mummificazione del corpo come quello di Santa Caterina de’ Vigri a Bologna.
Da tempo antichissimo si ritiene che per attuare il distacco dal corpo vegetale occorrano tre giorni (Cristo risorge dopo 3 giorni e dopo 3 giorni torna il vita Lazzaro). Il distacco dal corpo eterico avviene in uno o due giorni, per cui continuano a crescere unghie e barba. In tre giorni avviene un processo di embriogenesi spirituale, uno per ogni trimestre della formazione del feto. Si vive in una realtà sempre più sottile fino a passare la soglia.
Si dice che si sia morti quando si ferma il cuore, in realtà è la circolazione periferica che ferma il cuore (lo dice Steiner rovesciando il punto di vista tradizionale).
E in questi tre giorni si rivive tutta la vita.
Dobbiamo vedere il trapasso come una vagina spirituale.
In teoria noi trascorriamo un terzo della nostra vita dormendo. Il neonato attinge nel sonno quella forza che lo aiuta a staccarsi dal mondo spirituale, quella stessa forza che dovremmo riprendere a 60 quando siamo chiamati a sviluppare una parte più sottile di noi.
Il Kamaloka viene dal sanscrito Kama=desiderio e Loka=mondo, mondo dei desideri, ed è il piano astrale. Nella Teosofia è il luogo post-mortem ove si provano desideri, sentimenti (piacevoli o spiacevoli) e passioni. Nel kamaloka il defunto prova su di sé tutti gli eventi (positivi e negativi) che ha fatto provare a tutte le persone conosciute nella sua vita terrena. La regione intermedia del piano astrale corrisponde al Purgatorio della religione cristiana, mentre la regione più bassa, più grossolana del Kamaloka corrisponde all’Inferno cristiano.
Il corpo eterico è il corpo della memoria che contiene estratti del nostro esistente che verranno ripresi più tardi nella mezzanotte della nostra vita. Se indaghiamo la nostra realtà umana oltre il visibile, possiamo cogliere i passaggi che ci aspettano con la morte fisica.
Solo riflettendo sui distacchi che la nostra vita ci presenta, potremmo cogliere l’Oltre, secondo uno sviluppo spirituale continuo. Anche la morte dei nostri cari può essere per noi motivo di evoluzione.
L’apostolo Tommaso non credeva e il Cristo spinse il suo dito nel proprio costato affinché uscisse dalla sua incredulità (vedi il dipinto del Caravaggio). “Cerca di capire la vera realtà del corpo fisico e la vera realtà dell’Oltre”.
Il ‘tempo angelico’ è quello in cui collaboriamo con le entità spirituali e ci appaiono diversamente gli aspetti della nostra vita. Ma in ogni nostra giornata cerchiamo di cogliere la sorpresa, l’imprevisto, l’inaspettato. Anche lì si manifesta l’Oltre.
La funzione dell’Oltre con le sue paure è un riflesso della nostra paura infantile del buio. Steiner dice che questa paura ci raffredda e ha un suo servizio, perché cristallizza le ossa, consolida il nostro sistema osseo spirituale. La paura poi spinge alla ricerca della conoscenza.

REINCARNAZIONE E KAHRMA
ANTONELLA FERRARI

Insegnante di meditazione per la BRAHMA KUMARIS, RAHA YOGA, (corrente devozionale shivaita), sede Via Jack London, 35, 40128 Bologna

La prima cosa che non vediamo sono i pensieri, eppure i pensieri sono importantissimi perché in relazione ad essi guiderò la mia vita. I pensieri sono la prima fase dell’invisibile. Quando sentiamo cose fondamentali, i nostri pensieri sono semplici, perché l’anima sa e riconosce il suo sapere.
Nel Raja Yoga sono importanti il kahrma e la reincarnazione.

Quando ero molto piccola, pensavo cose molto precise, per esempio non volevo dire ‘grazie’ e mio padre si adirava e se mi chiedeva perché, rispondevo: “Perché chiunque fa qualcosa ne mangerà il frutto”. Non era la frase di una bambina e me ne stupivo da sola. Ognuno quello che fa raccoglie. Pensavo anche: “Peccato che sono nata donna, gli uomini sono molto più liberi”. E anche questa non era la frase di una bambina di 4 anni. Poi non volevo mangiare il pane: “Perché devo mangiare questa cosa strana che mi riempie di niente?”. E rifiutavo il formaggio. Quando sono andata in India, mi sono sentita a casa e ho scoperto persone che pensavano come pensavo io da bambina, che rifiutavano il pane o il formaggio o non dicevano grazie.
Ho capito allora che in ognuno ci possono essere tracce di vite precedenti.
In India respiravo aria di casa, e sento uno che dice: “O voi, stranieri, che mangiate il pane che vi intoppa lo stomaco per niente”.
Il vestito che cambiamo ogni giorno è come il corpo che cambiamo ad ogni esistenza.
Il corpo muore. Noi no. Il corpo è mortale, caratteristica che non ci piace, vorremmo che durasse tanto perché ci identifichiamo col corpo.
Quando ho iniziato la Brahma Kumaris ero in Giappone, e in quel momento era l’unica allieva. Mi chiedono: “Chi sei’” e non intendono il mio nome. Io vivo e non so chi sono. Se vivo pensando di essere un corpo è poco. Sono un’anima. Ma se vivo identificandomi col mio corpo, vivo con la paura della morte. L’anima lo sa già che la morte è solo un passaggio e chissà che essa non sia assolutamente affascinante. Ma noi spesso associamo la morte alla sofferenza, ma se siamo attaccati al nostro corpo è perché abbiamo dei nessi kahrmici.
L’anima abita questo corpo, poi lo lascia. E’ bello pensare che ogni vita è un lungo e affascinante viaggio.
E forse io venivo dall’altra parte del mondo.
Se osservate i bambini, potete scoprire delle caratteristiche lampanti che li legano al passato.
Il kahrma non è solo negativo, ci sono kahrma positivi. La volontà di imparare è un buon kahrma, e così una buona sopravvivenza. L’ideale sarebbe avere tutto senza avere niente, avere la coscienza di non possedere niente, nemmeno il corpo. Se non possiedo niente, possiedo tutto. Ogni cosa che mi arriva e che utilizzerò per espanderla è un buon kahrma.
Noi siamo ospiti su questo pianeta ma proveniamo da un mondo di luce.
Non possiamo incolpare qualcuno di quello che abbiamo o non abbiamo, ognuno ha la propria responsabilità e deve usare ciò che ha a disposizione: il tempo, le sue qualità..
Il kahrma è un gioco di cause ed effetti. La causa parte, il destino torna.
Io posso agire sulle cause, per esempio posso non sprecare l’acqua, ma non ho potere sugli effetti. Anche sul kahrma che ho prodotto in passato non posso fare niente. Posso agire solo sull’oggi.

C’era un fornaio che ogni giorno comprava un chilo di burro da un pastore, ma un giorno il pastore pesò quel burro e scoprì che era 900 grammi e dunque si adirò e gli fece causa. Il pastore disse innocentemente: “Io ho una stadera a due piatti, Ogni mattina mettevo su un piatto il pena da un chilo del fornaio e gli davo l’equivalente in burro”.
Se il fornaio imbroglia sul peso, gli torna lo stesso peso.

Quello che dai o fai ti torna indietro. Ogni sera occorre fare un bilancio del dare e avere della giornata e vedere se spiritualmente siamo andati a credito o in perdita.
Se hai un debito kahrmico consistente, sarai gravato da un’ombra di tristezza, ondate di malessere, di insofferenza. Il principio base è che quello che dai ritorna.

In Giappone vedevo che si dormiva con la porta non chiusa a chiusa a chiave, che sul metro la gente portava il portafoglio in evidenza o la borsa aperta. Ho chiesto: “Ma non avete paura dei ladri?”. I Giapponesi rispondevano: “Ma se rubo, poi sarò derubato e nel frattempo avrò perso la mia dignità”. La consapevolezza del kahrma era davvero forte.
Ma chi ne fa di tutti i colori e poi la fa franca? Salderà nelle vite successive.

Quello che portiamo con noi da una vita all’altra non sono i beni materiali ma le nostre qualità, i nostri difetti. Occorre dunque fare del nostro meglio e migliorare il carattere.
Nel Brahma Kumaris le virtù sono 36. Le abbiamo tutte ma in dosi ridotte. Un difetto è una virtù che ha perso energia per un fattore di entropia. Chi ha tanta rabbia deve trasformarla in entusiasmo. Il compito è sublimare i nostri difetti, rovesciandoli in qualità.

Un muratore stanco del suo lavoro, decide di andare in pensione e lo dice al suo padrone. Questi gli chiede di costruire un’ultima casa. Ma lui non ne ha più voglia, per cui tira via e la costruisce proprio male. Quando la casa è finita, il padrone gli dice: “Ora puoi andare e questa casa è tua”.

Ogni gesto ha bisogno di essere intriso d’amore, di rispetto, solo così tutto diventa un dono. Ogni cosa che faccio deve essere corredata di un buon sentimento. Solo così mi tornerà un buon kahrma. Questa è la lezione del Buddha. “Pensa rettamente. Parla rettamente”. La mente è una qualità dell’anima e io devo riscoprire il potere della mente.
Ognuno di noi genera un tipo di energia e in questo ha una responsabilità individuale.
Curare il mondo dentro di noi vuol dire migliorare il mondo fuori di noi.
Se vi osservate, potete notare quanto rumorio inutile c’è dentro la mente che pensa male.
L’anima che passa da un corpo a un altro è una presenza invisibile ma ci sono persone che percepiscono anche le presenze invisibili.
L’anima che ha un buon kahrma si reincarna subito, le altre restano in attesa. Per le anime che sono in attesa dobbiamo provare un senso di fratellanza. La fratellanza condivisa le agevola.
Quando un donna è incinta, al quarto o quinto mese l’anima del nascituro entra nel suo corpo, prima il feto ha solo una dimensione fisica in attesa della sua anima. Dopo, l’anima della madre e quella del bambino vivono in una forte unione. Non sempre l’ambiente può essere favorevole, forse la madre beve o fuma o si arrabbia e già inizia il kahrma del bambino.

La Brakma Kumaris fu fondata da un uomo ricco e integro, generoso e di grande equità. A 60 anni ebbe delle visioni che cambiarono la sua mente. Nella prima vide una luce che disse di essere Dio. In un’altra vide la grande guerra che sarebbe venuta di lì a poco. Vide anche il fungo della bomba atomica e sentì una voce che gli ordinava di fondare una nuova coscienza. Poi vide un essere che rappresentava l’anima e che era grande, forte e bellissimo. L’uomo cambiò molto dopo queste visioni e quando uno è chiamato non può sottrarsi. I messaggi e le visioni continuarono per 33 anni.
Non dimentichiamo che chiunque entri nella nostra vita prima o poi ne esce, solo Dio non si perde mai. Dio è un fantastico insegnante che riallinea dentro di noi quello che va e quello che non va.
Ogni volta che una vita si interrompe bruscamente, si crea un grosso debito kahrmico.
Noi non sappiamo mai cosa di quello che diciamo o facciamo si riverbera nel mondo.

A Milano una famiglia aveva un grosso pitone, ma un giorno il pitone era sparito, lo cercarono a lungo e infine lo trovarono raggomitolato in una valigia. Era successo che a tavola avevano detto che non potevano più tenerlo, era troppo grosso, richiedeva troppo cibo e dunque…

Le anime purtroppo possono anche dimenticare la loro origine divina e diventare disumane. Cosa possiamo fare con loro? Possiamo solo aumentare la pace.
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http://masadaweb.org



MASADA 1697 12-11-2015 UN PAESE PESTO E ABBANDONATO

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MASADA 1697 12-11-2015 UN PAESE PESTO E ABBANDONATO
Blog a cura di Viviana Vivarelli

Caso De Luca – Salvini a Bologna, la triade nera – Felpa nord – Berlusconi ieri impone Equitalia, oggi la demonizza – L’ascesa criminale di Renzi – Italia senza speranza – Scandalo finanziario della Chiesa – I punti oscuri dell’8 per mille. Condanna della Corte dei Conti – Due libri di denuncia delle finanze vaticane: ‘Avarizia’ e ‘Via crucis’ – Piove sul Bagnasco – Padoan-Poletti gridano che i disoccupati sono diminuiti. In realtà 2 milioni e mezzo di giovani non cercano nemmeno più lavoro. LA GENERAZIONE PERDUTA – Un miliardo di sprechi in Sicilia – I misteri dell’attico di Bertone – Bollette, 3 milioni di famiglie in crisi – In 4 decideranno il Giubileo

Alla corruzione gigantesca della casta politica fa coda il servilismo bieco dei fascistelli al seguito, pronti sempre a osannarli e difenderli, senza timore di perdere la faccia, senza dignità né onore.
Il Paese è in pezzi da qualunque parte lo si guardi, e non basta la propaganda sfacciata di Renzi-Padoan-Poletti o il leccaculismo ormai mostruoso dei media a nascondere la pietosa evidenza.
Gli scandali si susseguono a un ritmo quasi giornaliero. Chi dovrebbe amministrare la giustizia o governare civilmente collude con i rei o copre il marciume. Emerge una corruzione politica fittissima, a tappeto, senza speranza di remissione, che coinvolge tutti i partiti sprofondandoli nella Geenna.
Accanto allo Stato corrotto e inetto, venduto alla finanza e al capitale, la Chiesa mostra le sue piaghe purulente: avarizia, turpitudine, sfacciata ambizione, lussuria, decadimento di tutti i valori morali.
Siamo al Kali Yuga della nostra Nazione, era oscura di discordia e ipocrisia, dov’è morta l’umanità e la giustizia, domina solo l’accaparramento e lo strapotere e l’uomo perisce sotto il giogo dei corrotti o fa comunella con i peggiori, sperando di salvare se stesso nel modo più ignobile.

Sette anni di merda, ma di Renzi e Berlusconi non rimarrà ricordo
Nanni Delbecchi
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Il caso De Luca va di male in peggio. Quel che esce dalle intercettazioni è che il giudice che doveva permettergli di restare in carica malgrado la Severino aveva contrattato col suo staff di aiutarlo se lui faceva direttore sanitario suo marito. Una sentenza barattata per una nomina. De Luca si difende come un leone dicendosi estraneo. Ma i cittadini sono stanchi di chi continua col malaffare ‘a sua insaputa’. Sui blog de Luca è difeso in modo oltraggioso da una folta schiera di fedelissimi, mentre il Pd fortemente lo supporta contro la legge Severino che vieta candidati pregiudicati, legge che il Pd ha votato ma che alla prima occasione calpesta. Il silenzio di Renzi pesa come una tomba. Starà per varare il blocco totale delle intercettazioni?

Nicola
In “Questione di fiuto”, di Spencer Quinn,disse Bernie a Earl Ford: “E’ finita,non sei abbastanza intelligente da capirlo? Ma hai ancora un po’ di margine di azione, fatte due premesse ;la prima che tu non abbia personalmente ucciso nessuno; la seconda che tu sopravviva a questa notte”!
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Insomma riuscirà ancora una volta De Luca a sopravvivere a se stesso? E il Pd che ormai è un cadavere ambulante pensa di continuare con gli show? Salviamo gli utilizzatori finali! La riforma della Giustizia secondo il Partito della Nazione.
Nemmeno Mussolini avrebbe potuto fare peggio!
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… sì, però De Luca ha tutti gli scontrini delle cene!
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pirata21
De Luca:”Non so di cosa mi si accusa”. Quando ne salta fuori una a settimana capita di confondersi.
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Comagirl100
De Luca non pare preoccupato per le accuse. Ha già corrotto il prossimo giudice
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Frank che zappa
De Luca indagato per aver corrotto un giudice. Il PD chiede le dimissioni di Marin… ah no, scusate.

Luce so fusa
De Luca indagato anche a Roma.
Una carriera così non si vedeva da tanto.

De Luca avrebbe fatto favori ad un giudice per rimanere in carica aggirando la legge Severino.
Non sentiremo parlare Renzi per svariati giorni. :- )

De Luca: “Non so di cosa mi si accusa”.
Quindi non può ancora corrompere il giudice giusto.
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Renzi non parla.
Non sente non vede.
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De Luca: “Nel PD nessuna questione morale”.
Glielo ha detto Verdini.
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George Clone
De Luca: «Non sono a conoscenza di nulla». Veramente quello è Alfano.
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Cricon
De Luca: “Sostengo la magistratura”. Solo che lo fa un giudice alla volta.

Viviana
E tutto quello che il caro leader ha da dire su De Luca è: “Me lo chiedete mentre sono qui a Malta?”, quando non afferma con gran faccia di c. : “Noi siamo portatori sani di legalità”. E’ assai che non abbia detto “..di moralità” (???) Si accorge almeno vagamente che ogni corruzione dei suoi protetti ricade su di lui come mandante o protettore dei pessimi? Se ne accorge sì, evidentemente, visto che la sua campagna di depenalizzazioni, di tagli alle intercettazioni e di protezione dei rei continua incessantemente. Qualunque cosa accada: salviamo la bottega! Ma quando si accorgeranno anche i suoi cloni che la difesa a oltranza di simili soggetti non fa che sporcarli e renderli inqualificabili?
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Alessandro
Renzi, dopo gli abbracci con De Luca a Salerno, adesso tace. Renzi per fare numero prende tutti: Verdini, Azzollini, De Luca, indagati… rinviati a giudizio….
Lo dice Crozza: “Mattè prendi nota, perché nel Pd di persone che hanno avuto qualche problemino con la giustizia tra indagati o rinviati a giudizio da farti mettere ne hai un po’ sai. Vuoi che ti rinfreschi la memoria, vecchio Matte?
– Due sottosegretari: Barracciu e De Filippo.
– Sei senatori: Valentini, Scalia, Moscardelli, Astorre, Lucherini, Broglia.
– Sette deputati: Bossa Ricchetti, Fadda, Gullo, Bragantini, Battaglia e Censore.
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I TRE COMPARI A BOLOGNA

B è davvero improponibile.
In parlamento vota per le leggi nefande del primo Matteo.
In piazza si schiera col secondo.
Firma il Patto del Nazareno, poi lo straccia per il Patto della Ruspa.
In entrambi i casi risulta ridicolo,
una vecchia anticaglia arrugginita che cerca un supporter come l’ultimo degli sciacquini.
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Patroclo64
“La domenica delle salme”….De Andre’…
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Faremo di questo Paese un bivacco di manipoli…
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SALVINI A BOLOGNA-LA TRIADE NERA

C’è stata a Bologna la manifestazione di Salvini con la Meloni e Berlusconi. Ho sentito qualche pezzetto su La7, arrabbiandomi con le giornaliste idiote che quando dovevano dire Piazza Maggiore, dicevano Piazza ‘Santa Maria Maggiore’ (ma quando mai un bolognese la chiamerebbe così?) addirittura una l’ha chiamata ‘Santa Maggiore’! Poi verso sera è venuto a trovarmi un allievo di destra che era andato in piazza per tutta la giornata e mi ha fatto il resoconto.
L’articolo su IFQ dice che non ci sono stati fischi, ma non è vero, ce ne sono stati e parecchi e tante parolacce colorite in vari dialetti del nord. L’insofferenza della piazza per il vecchio polipo B era altissima, un rifiuto plateale, infastidito e scocciato, come verso chi invade il proprio territorio. Se parlava un extracomunitario gli andava meglio. Non si capisce come facciano i leghisti ad aver dimenticato tutte le porcherie, i furti e i tradimenti perpetrati dalla Lega in 20 anni, ma, a parte questa rimozione insondabile, la manifestazione è stata riuscitissima. Un numero enorme di persone, 20.000 forse, grande entusiasmo, una giornata bellissima sotto un cielo blu con un grande sole e una frenesia evidente, non rovinata dai soliti malmessi dei centri sociali che ormai sono più scontati e idioti che mai e che hanno fatto 3 attentati incendiari sulla Tav bloccando tutti i treni e hanno costretto a uno spiegamento di forze di polizia enorme con i monumenti della piazza difesi da grate di ferro, ma come si entusiasmano quelli della Lega non si entusiasma nessuno. Berlusconi invece ha fatto proprio una figura da appiccicoso impiccione. La fine del vecchio guitto è stata palese. Ma poi, a parte il giochino scadente delle domande scontate alla folla che faceva proprio cadere le braccia, quell’elenco di cifre sballate Berlusconi da dove l’aveva estratto? Se l’era proprio inventato, non stava né in cielo né in terra. Berlusconi ieri ha dato proprio i numeri e ha dimostrato tutta la sua decrepitezza. Ormai lo tengono in vita soli i soldi e anche la P2 dovrebbe averlo abbandonato per nuovi pupilli, ma temo che non avrà mai la decenza di sciogliere Forza Italia e ci starà attaccato come le mignatte fino all’ultimo voto, anche perché la perdita degli ultimi rimasugli del suo partito si ripercuoterebbe in Borsa sulle sue aziende. Ma intanto tre televisioni ce l’ha lui e la legge Gasparri è stata rafforzata da Renzi, alla faccia della democrazia!
Berlusconi in piazza si era portato tutto il suo quartier maggiore, la Gelmini, la Santanchè, la De Girolamo… Ma non era un bel vedere nemmeno da quella parte…
Alla fine del suo sproloquio, Salvini ha dato di inutile cretino ad Alfano. Che Alfano sia un cretino non ci sono dubbi, ma è un cretino arrampicatore tenuto su da una cricca di manigoldi. Purtroppo ormai siamo governati da cretini, cialtroni e arruffapopoli e il livello morale dei politici è sotto ogni minima decenza, sorretto da una base di corrotti e venduti, col solito piedistallo di anziani rincoglioniti e di ignoranti cronici che votano ancora i fantasmi del PCI,
La politica nel senso migliore si è profondamente ristretta e nelle stanze del potere non abita da decenni sostituita da poltronisti, massoni, voltagabbana, ladri congeniti, opportunisti e immorali.
Alla degenerazione dello Stato fa riscontro la degenerazione della Chiesa, e in entrambi una figurina da spot del Mulino Barilla confonde le idee e propina un minimo di credibilità basata sul nulla.
Berlusconi ha avuto la spudoratezza di dire di voler eliminare Equitalia!
Equitalia nasce tra il 2005 e il 2006 e si consolida nel 2007. E’ stata voluta precisamente da Berlusconi, Tremonti e Castelli. E ora Berlusconi la rinnega??
Eppure è stata proprio una creatura di Berlusconi, fondata da due ministri della Lega.
Che oggi proprio lui la demonizzi in una piazza leghista mostra solo quanto sia grande l’opportunismo e l’ipocrisia di questa gente.
In realtà gli unici che hanno attaccato Equitalia finora sono stati i 5stelle, la scopiazzatura opportunista di Berlusconi è palese.
Solo che per Lega e Forza Italia la negazione oggi di Equitalia è solo una mossa elettorale. Perché non fanno come i 5stelle che l’hanno eliminata in tutti i Comuni da loro amministrati? La legge dà questa possibilità. Perché i Comuni a sindaco leghista o berlusconiano non fanno la stessa cosa ed eliminano Equitalia da subito? O forse preferiscono fare delle chiacchiere propagandistiche in piazza???
Quell’ipocrita di Berlusconi rinnega Equitalia che è stata imposta proprio da lui e parla su un palco accanto a cartelli che inneggiano ai diritti degli esodati, quando fu proprio il Pdl insieme al Pd a volere l’ignobile riforma delle pensioni della Fornero e solo Lega Nord e Italia dei Valori si opposero (al tempo M5S non c’era).
Comunque bene ha fatto Salvini a far parlare 15 persone della società civile, tra cui un poliziotto, che ha denunciato le condizioni deplorevoli delle forze di polizia, con Renzi che taglia 18.000 poliziotti, gli stipendi più bassi d’Europa, le auto con 200.000 km, spesso senza benzina, senza armi e senza fondi, frammentati in una selva di corpi non coordinati tra loro, per un 60% inchiodati dietro a una scrivania per non contare le migliaia impegnati nelle scorte ai potenti, costretti ad arrestare gente che sarà subito rilasciata o non punita in base a leggi che salvano sempre il reo o che sfuggiranno alla pena per i processi troppo lunghi, l’eccessivo garantismo, le prescrizioni facili.
B ha avuto la faccia di parlare proprio di alcune di queste cose (processi lunghi e 18.000 poliziotti in meno), ma non è stato proprio lui a rendere di indecente lunghezza il processo penale italiano ridicolizzandolo per salvare se stesso? E non è stato proprio il suo partito a votare i 213 reati depenalizzati da Renzi, la libertà fino a 5 anni di pena, l’accorciamento dei tempi di prescrizione, la depenalizzazione di fatto dei reati finanziari e ambientali? Non è stato proprio lui assieme a Renzi a demonizzare i giudici e a mettere un bavaglio alle intercettazioni?
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FELPA NORD
MARCO TRAVAGLIO

Matteo Salvini è il capopartito più vecchio della Seconda Repubblica, anche se riesce inspiegabilmente a spacciarsi per il più nuovo: dei suoi 43 anni di vita, gli ultimi 23 li ha trascorsi a carico di noi contribuenti. Entrò in politica nel 1990, 4 anni prima del giurassico Berlusconi, senz’aver mai lavorato in vita sua (a parte qualche mese in un fast food Burghy, mentre frequentava svogliatamente il primo anno di università, corso di Storia alla Statale, dove in 4 anni regolari e in 16 fuoricorso non arrivò mai alla laurea).
Da allora non ha mai mancato una poltrona, passando dall’una all’altra con grande agilità senza mai restare col culetto scoperto: segretario giovanile, cittadino, provinciale e nazionale della Lega, direttore di Radio Padania, consigliere comunale a Milano, deputato ed eurodeputato. La specialità della casa sono le balle a presa rapida: ne racconta a vagonate, selezionando quelle che funzionano meglio. Cioè quelle che suonano bene agli orecchi degli ignoranti che lo idolatrano e, per essere smentite, richiedono qualche minuto di attenzione e di concentrazione, cosa impossibile da chiedere ai suoi fan.
Quando, per es., il Sciur Felpa dice che, se governasse lui, chiuderebbe i campi rom e rispedirebbe gli zingari “a casa loro”, tutti se la bevono anche perché sul posto non è mai presente qualcuno dotato di un minimo di competenza a ricordare che i rom e i sinti sono cittadini comunitari e non si possono espellere. O a domandare perché mai, se la soluzione è così semplice, la Lega ha governato l’Italia per 10 anni (con Bobo Maroni 2 volte ministro dell’Interno e Roberto Castelli alla Giustizia), la Lombardia per 11 anni, il Veneto per 16 anni e Milano per 20, e non s’è mai notato un esodo biblico di “zingari”. Anzi molti campi rom portano la firma di amministratori leghisti o di cdx appoggiati dalla Lega, così come i centri di accoglienza per immigrati tipo il Cara di Mineo, lascito indimenticabile del ministro Maroni. Idem per gli immigrati, che continuarono a immigrare indisturbati indipendentemente dal colore del governo. Idem per l’euro: la moneta unica – è il ritornello salviniano – “ci ha rovinati”; peccato che nel 2002, quando l’euro rimpiazzò la lira, al governo ci fossero FI, An e Lega che non fecero nulla contro il vero disastro: e cioè la truffa tutta italiana che dimezzò il potere d’acquisto con il raddoppio dei prezzi, ma non degli stipendi e delle pensioni.
Ultimamente, quando la foto del piccolo profugo siriano Aylan morto sulla costa turca, gli ha sconsigliato di insistere sull’equazione profughi=clandestini=delinquenti, il Matteo padano s’è scatenato contro i magistrati cattivi che vogliono punire gli onesti cittadini solo perché sparano ai ladri: poi persino i suoi hanno capito che non siamo nel Far West e che c’è una bella differenza fra la legittima difesa di chi è minacciato di morte armi in pugno e chi prende la mira su un ladruncolo disarmato in fuga. Allora Salvini ha annunciato che avrebbe “bloccato l’Italia per tre giorni ”. Sappiamo com’è andata: hanno abboccato una dozzina di migliaia di persone (di più in piazza Maggiore a Bologna, domenica, non ce n’erano), che lui ha miracolosamente trasformato in 100 mila. E, nel lungo comizio scamiciato, non è riuscito a tirar fuori un’idea nemmeno a pagarla, a parte la constatazione sullo scarso quoziente intellettivo di Alfano: sai che rivelazione, se fosse uno sveglio non sarebbe stato alleato della Lega fino al 2011.
Intanto a Genova, al processo contro Bossi, Belsito &C.per la truffa allo Stato da 59 milioni sui rimborsi elettorali, detto anche “Lega Ladrona”, il Senatur ha chiamato in causa i suoi successori Maroni e Salvini, chiedendo a quest’ultimo di restituire 40 milioni di “corpo del reato” ancora nelle casse del Carroccio: 13,8 milioni di rimborsi non dovuti furono infatti incassati e spesi dalla Lega anche dopo le dimissioni di Bossi, in base a rendiconti falsi. Una furbata che puzza di ricettazione, e getta una luce sinistra sulla rinuncia proprio di Salvini a costituirsi parte civile.
Ora, lo Sciur Felpa dice che “la giustizia fa schifo” perché i giudici hanno scarcerato i giovani appena arrestati per i disordini di Bologna. E Alfano, confermando il giudizio di Salvini, gli va dietro con una frase copiata da Franco Bracardi (“In galeraaaa!”) e dai poliziotteschi anni 60 con Maurizio Merli: “La polizia li arresta, i giudici li scarcerano”. La balla in stereo suona bene, non c’è che dire. Casomai a qualcuno che c’è cascato interessasse sapere perché i giovanotti sono già fuori un giorno dopo l’arresto, glielo spieghiamo noi: non per colpa dei giudici, ma dei politici di destra, centro e sinistra (Lega compresa) che da vent’anni approvano leggi demenziali per assicurare l’impunità a lorsignori spacciandola per “garantismo”. La custodia cautelare è stata modificata infinite volte, sempre per restringerla, fino alla legge Orlando di qualche mese fa (eccezionalmente non votata dalla Lega, ma da Alfano sì) che vieta ai magistrati di convertire un arresto in flagranza di reato in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per chi è incensurato (come gli arrestati di Bologna) e dunque al processo avrà la sospensione condizionale della pena, cioè non finirà in carcere. Traduzione in italiano: i politici fanno le leggi per salvare dalla galera i loro amici, poi si meravigliano se si applicano a tutti. Se “la giustizia fa schifo”, è grazie a loro. Se lo scrivano bello grosso sulla fronte, o sulla felpa: “Faccio schifo.
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L’ITER CRIMINALE DELL’ASCESA DI RENZI
vv

Il pidduista Verdini finanzia l’ascesa del giovane Renzi che la P2 ordina sia il pupillo del decrepito e non più vincente B, ripudiato dalla Finanza europea al G8 di Nizza e costretto alle dimissioni sotto minaccia di fallimento in Borsa. Verdini alleva Renzi, e opportunamente B gli contrappone un antagonista debole così da farlo diventare sindaco di Firenze. Il resto lo farà l’imbelle Pd.
Sono d’accordo col piano le forze della Cia (Michael Ledeen, mente strategica della Guerra Fredda di Reagan, ideologo degli squadroni della morte in Nicaragua, consulente del Sismi, che va da Renzi a dargli gli ordini del socio americano) , è con lui la Compagnia delle Opere (analoga all’Opus Dei, dx nera cattolica). Il Pd succube accetta la scalata del nuovo rampollo, scelto dalla finanza europea, perché accetterà qualunque imposizione della Troika svendendo l’Italia alla finanza straniera. B viene fatto dimettere e i diktat della Troika, tramite Napolitano, portano alla continuità suicida di Monti-Letta-Renzi fino al patto del Nazareno prontamente ripudiato da Renzi appena la stella di B si offusca. Il gioco ora vede un riallineamento del fronte Berlusconi-Salvini-Meloni, ma l’opposizione alla Troika è velata e debolissima, più elettorale che altro. I giochi non sono ancora fatti. E l’indebolimento di Renzi (10 punti persi in un anno) lasciano prevedere nuovi sviluppi. Le ideologie sono inesistenti da tempo. Nel Titanic che affonda masse confuse si spostano a poppa o a prua secondo l’opportunità dell’istante. Il popolo fuori dei giochi e inascoltato può solo fare la ola in piazze impotenti o azzannarsi in critiche feroci quanto inutili su blog che non sollevano nemmeno la polvere della morte.
B ubbidisce solo a quello che gli ordina la P2.
Csì come Renzi ubbidisce solo a quello che gli ordina la Troika.
Ma dietro entrambe ci sono le stesse forze della finanza occidentale e del grande capitale.
Quello che a noi sembra privo di senso ne ha e fortissima sul piano dell’alta finanza che ha sostituito ormai le ideologie, i partiti, le nazioni…
I cittadini: impotenti.


(Chiara, la vittima)

UN PAESE PESTO E ABBANDONATO
Blogger

Così, dopo la fine di B. è stata giocata la carta Monti, poi c’è stato il tentativo Letta e infine l’innamoramento per Renzi. Ma, tra B. e Renzi vanno ricordati anche i Governi: Prodi II – Amato II – D’Alema II- D’Alema – Prodi – Dini- Berlusconi – Ciampi – Amato. Ciascuno con la sua narrazione. Con il risultato che questa Repubblica oramai è fondata sul grottesco. Irrimediabilmente. E come cerimoniere ha l’ipocrisia.
Ieri, l’uomo accusato di avere pestata la fidanzata fino a ridurla ad un vegetale ha avuto uno sconto di pena: da 20 a 16 anni di reclusione. Il padre, dopo la lettura della sentenza, accusa un malore. E, poi, preso il coraggio a due mani, ha postato le foto della figlia su Facebook. Uno shock indicibile. Che dire? E’ l’Italia del disordine. L’Italia della inettitudine. Del contorsionismo ideologico. L’Italia che tutti gli italiani onesti vorrebbero abbandonare. Anche perché è un’Italia senza speranza. Con tutte le Istituzioni, da Mattarella a scendere, chiusi nelle loro torri d’avorio e sorde a tutto, tranne che al soddisfacimento dei loro tanti bisogni e tantissimi capricci. Scappare, così, diventa la valvola di scarico. Ma forse si potrebbe fare di più: iniziando a farsi giustizia da soli e a liberarsi da questi parassiti. Ma il giudice e il pm, quelle foto le hanno viste? E se le hanno viste, come fanno, in punta di legge e di coscienza, a concedere lo sconto della pena? Quali sono i loro parametri morali? Da dove prendono la forza per questa loro interpretazione della legge? Come si può fare ad infierire così sulla vittima e i suoi familiari, nonché sulla Giustizia? Quello che accade nelle aule dei tribunali va oltre il cinismo e l’ideologia. E’ oltre la follia e la stupidità. E’ un fallimento antropologico. Il Governo idem.


Nuzzi e Fittipaldi

SCANDALO FINANZIARIO IN VATICANO
PIERO RICCA

E’ tornato alla ribalta delle cronache in questi giorni il deficit di trasparenza (chiamiamolo pudicamente così) dei vertici della Chiesa cattolica nella gestione delle ingenti risorse economiche che le vengono donate dai fedeli.
Forse è il momento buono per una rinnovata riflessione sul sistema dell’Otto per mille, un meccanismo di finanziamento alle confessioni religiose opaco e distorto che, nel silenzio complice dei governi e sopra la testa dei cittadini, frutta alla Chiesa cattolica oltre un miliardo di euro l’anno.
Un caso di scuola di disonestà intrinseca alla legge.
In singolare coincidenza con gli ultimi bollettini di Vatileaks, a ribadire la necessità di rivedere il meccanismo è intervenuto agli inizi di novembre un soggetto non proprio sospettabile di anticlericalismo come la Corte dei Conti, che già si era espressa più volte sul tema, con rilievi critici particolarmente duri, riassunti in questo comunicato.
La Grande Abbuffata dell’Otto per mille viene apparecchiata a metà anni 80 con la revisione del Concordato fra Stato e Chiesa, ed entra in vigore nei primi anni 90. Da allora la torta si fa ogni anno più grande, mai sfiorata dalla lama delle spending review. Oggi vale oltre 1,2 miliardi di euro l’anno. Circa l’80% di questi soldi va puntualmente, per il tramite della Cei, alla Chiesa cattolica, la quale però è indicata come destinataria del contributo sull’Irpef solo da una minoranza dei contribuenti. Com’è possibile questo miracolo? Grazie a un diabolico cavillo.
I contribuenti che non esprimono alcuna indicazione versano comunque la loro quota, che non va allo Stato, come verrebbe naturale immaginare, ma viene ripartita in modo proporzionale alle varie confessioni religiose e allo Stato sulla base delle scelte espresse. Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2011, per esempio, solo il 46% dei contribuenti italiani hanno espresso una scelta nella dichiarazione dei redditi. E solo il 37 % ha assegnato la preferenza alla Chiesa cattolica. Ma l’82 % dei fondi del gettito totale Otto per mille è finito comunque alla Chiesa cattolica, in quanto soggetto largamente più gettonato dalla minoranza che sceglie.
Tutto chiaro? Se dai una indicazione, bene. Se non la dai, per l’80% finanzi a tua insaputa la Chiesa cattolica, la quale peraltro utilizza queste risorse solo in piccola parte per le opere di solidarietà suggestivamente illustrate nelle pubblicità.
Secondo una stima dell’Espresso, negli ultimi 15 anni solo il sistema della ripartizione delle quote inespresse è valso alla Chiesa cattolica qualcosa come 10 miliardi di euro.
A onore del vero, non tutte le confessioni religiose ammesse all’intesa con lo Stato (attualmente sono 11) si comportano allo stesso modo, per esempio i Valdesi impiegano i fondi dei contribuenti solo per progetti di solidarietà. Altri rinunciano alla quota inespressa. Ma i punti oscuri dell’Otto per mille, contestati dai giudici contabili, sono numerosi. Eccone alcuni:
– Opacità e assenza di controlli e rendicontazioni sull’utilizzo dei fondi
– Disinteresse e malagestione da parte dello Stato per quanto attiene la quota di sua competenza
– Esclusione di alcune confessioni religiose non ammesse all’intesa con lo Stato
– Carenza di controlli sull’operato degli intermediari delle dichiarazioni dei redditi
– Eccessivo incremento delle quote rispetto a congiuntura economica e reali esigenze dei destinatari
– Pubblicità spesso ingannevole, che dirotta risorse verso fini impropri
Colpisce nell’analisi della Corte dei Conti il ruolo dello Stato, che in buona sostanza fa il palo, il garante, “l’apparente contrappeso” dei privilegi concessi alla Chiesa. Infatti: non pubblicizza il suo Otto per mille, non rendiconta le destinazioni, attinge da quei fondi per finalità improprie e talvolta antitetiche allo spirito dichiarato dell’Otto per mille (in passato ci si è serviti di quei soldi anche per finanziare missioni militari all’estero o per tappare buchi di bilancio), rinuncia ad attivare le pur previste procedure di revisione di un sistema ormai troppo gravoso per le casse pubbliche, finge di non vedere che la parte preponderante del finanziamento deriva dalle quote inespresse.
Insomma, “in un periodo di generalizzata riduzione delle spese sociali” è vigente da molti anni – osserva la Corte – una procedura “opaca, senza controlli, senza informazioni per i cittadini, discriminante dal punto di vista della pluralità religiosa, sempre più gravosa per l’Erario, che ha rafforzato enormemente il peso economico della Chiesa cattolica”.
Il monito della Corte dei Conti appare destinato a cadere ancora una volta nel vuoto, com’è rimasto senza esito il lungo impegno dei Radicali e di altri movimenti di opinione d’impronta laica che nel corso degli anni hanno provato a cambiare questo meccanismo. All’interno dell’attuale sistema di potere, è prevedibile che nessun governo si prenderà la briga di urtare su un tema così delicato la sensibilità delle gerarchie ecclesiali.
Ma le cose possono cambiare. E non è detto che l’attuale sistema di potere duri ancora a lungo.
Quando – e se – avremo in Italia un governo non più succube del Vaticano, tra le riforme da realizzare senza indugi dovrebbe esserci anche questa.
L’obiettivo minimo sarà immettere trasparenza ed equità nel meccanismo della contribuzione volontaria: ai culti religiosi devono andare, rigorosamente registrati e rendicontati, solo i contributi di chi, al momento della dichiarazione dei redditi, indica una precisa preferenza. E’ il modello spagnolo.
Ma c’è un’altra possibile soluzione: abolire in toto il meccanismo dell’Otto per mille, perché ogni organizzazione religiosa deve sostenersi con le donazioni dirette e spontanee dei propri fedeli, senza discriminazioni e senza oneri per la collettività. Così avviene per esempio in Francia e Gran Bretagna.
Io propendo per questa seconda ipotesi. Voi che ne dite?”

DUE LIBRI DI DENUNCIA ALLE FINANZE VATICANE: ‘AVARIZIA’ E ’VIA CRUCIS’
Fittipaldi e Nuzzi
IFQ

In “Avarizia” (Feltrinelli) il giornalista de L’Espresso Emiliano Fittipaldi racconta ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco, basandosi su documenti della Cosea, la commissione creata da Bergoglio per fare chiarezza nelle finanze vaticane. Un monsignore avrebbe passato faldoni di carte al cronista per pubblicarle. 224 pagine con documenti riservati inediti che svelano ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco. Molti di essi provenienti dalla Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede di cui facevano parte monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, arrestati dalla Gendarmeria vaticana con l’accusa di essere loro i corvi che hanno passato le carte ai giornalisti. Molti dei documenti riprodotti integralmente nel libro sono proprio di quell’organismo voluto da Bergoglio, subito dopo l’elezione al pontificato, per realizzare quelle riforme dello Ior necessarie ad attuare finalmente la trasparenza finanziaria e a sconfiggere il riciclaggio di denaro nella banca del Papa. Nel libro di Fittipaldi emergono i dati di tanti bilanci vaticani finora sconosciuti: la Santa Sede possiede case per 4 miliardi di euro, principalmente a Roma; il coro della Cappella Sistina spendeva ai tempi di Ratzinger 1,6 milioni di euro l’anno; il quotidiano del Papa, L’Osservatore Romano brucia quasi 5 milioni di euro l’anno, mentre Radio Vaticana ne perde 26. Nel 2011 il costo della Guardia Svizzera è stato di 5,8 milioni di euro. Mentre, poi, emerge lo scandaloso “business dei santi” con la sola giornata di beatificazione di Antonio Rosmini che, stando a un prospetto del postulatore della causa, sarebbe costata 375mila euro. Sugli immobili vaticani Fittipaldi ricorda anche lo scandalo degli affitti di Propaganda fide all’epoca gestita dall’attuale cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, riportando nomi e cifre pagate oggi dai vip che vi abitano. “Se il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa – scrive il cronista de L’Espresso – paga 10mila euro al mese per duecento metri quadrati a piazza di Spagna (a chi sostiene si tratti di una cifra bassa per uno degli attici più belli del mondo, il giornalista replica che ha investito mezzo milione di tasca sua per la ristrutturazione) sono o sono stati inquilini di Propaganda Cesara Buonamici del Tg5, lo stilista Valentino (che ha affittato un intero palazzo a piazza Mignanelli per i suoi uffici), il vicedirettore della Rai ed ex sottosegretario leghista del primo governo Berlusconi Antonio Marano, il giornalista Augusto Minzolini, alcuni dirigenti dei servizi segreti, l’ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi, il boiardo di Stato Andrea Monorchio, l’ex presidente dell’Enac Vito Riggio”. Il Monsignor dice che il Papa Deve sapere che la Fondazione del Bambin Gesù, nata per raccogliere le offerte per i piccoli malati, ha pagato parte dei lavori fatti nella nuova casa del cardinale Tarcisio Bertone. Deve sapere che il Vaticano possiede case, a Roma, che valgono quattro miliardi di euro. Ecco. Dentro non ci sono rifugiati, come vorrebbe il Papa, ma un sacco di raccomandati e vip che pagano affitti ridicoli. Francesco deve sapere che le fondazioni intitolate a Ratzinger e a Wojtyla hanno incassato talmente tanti soldi che ormai conservano in banca oltre 15 milioni. Deve sapere che le offerte che i suoi fedeli gli regalano ogni anno attraverso l’Obolo di San Pietro non vengono spese per i più poveri, ma ammucchiate su conti e investimenti che oggi valgono quasi 400 milioni di euro. Deve sapere che quando prendono qualcosa dall’Obolo, i monsignori lo fanno per le esigenze della Curia romana. Deve sapere che lo Ior ha quattro fondi di beneficenza avari come Arpagone: nonostante l’istituto vaticano produca utili per decine di milioni, il fondo per opere missionarie ha regalato quest’anno la miseria di 17 mila euro. Per tutto il mondo! Deve sapere che lo Ior non è stato ancora ripulito e che dentro il torrione si nascondono ancora clienti abusivi, gentaglia indagata in Italia per reati gravi. Deve sapere che il Vaticano non ha mai dato ai vostri investigatori della Banca d’Italia la lista di chi è scappato con il bottino all’estero. Nonostante noi l’avessimo promesso. Deve sapere che per fare un santo, per diventare beati, bisogna pagare. Già, sborsare denaro. I cacciatori di miracoli sono costosi, sono avvocati, vogliono centinaia di migliaia di euro. Ho le prove”.
Il monsignore prosegue: “Deve sapere che l’uomo che lui stesso ha scelto per rimettere a posto le nostre finanze, il cardinale George Pell, in Australia è finito in un’inchiesta del governo sulla pedofilia, alcuni testimoni lo definiscono ‘sociopatico’, in Italia nessuno scrive niente. Deve sapere che Pell ha speso per lui e i suoi amici, tra stipendi e vestiti su misura, mezzo milione di euro in sei mesi. Francesco deve sapere che la società di revisione americana che qualcuno di noi ha chiamato per controllare i conti vaticani ha pagato a settembre 2015 una multa da 15 milioni per aver ammorbidito i report di una banca inglese che faceva transazioni illegali in Iran. Deve sapere che la Santa Sede per guadagnare più soldi ha distribuito tesserini speciali a mezza Roma: oggi vendiamo benzina, sigarette e vestiti tax free, incassando 60 milioni l’anno”.
Per il misterioso prelato il Papa deve anche “sapere che non è solo Bertone che vive in 300 mq, ma ci sono un mucchio di cardinali che vivono in appartamenti da 400, 500. 600 mq. Più attico e terrazzo panoramico. Deve sapere che il presidente dell’Apsa, Domenico Calcagno, si è fatto un buen retiro in una tenuta della Santa Sede in mezzo al verde, facendo aprire una società di comodo a suoi lontani parenti. Deve sapere che il moralizzatore Carlo Maria Viganò, l’eroe protagonista dello scandalo Vatileaks, è in causa con il fratello sacerdote che lo accusa di avergli fregato milioni dell’eredità. Deve sapere che Bertone ha preso un elicottero costato 24 mila euro per andare da Roma in Basilicata. Deve sapere che il Bambin Gesù controlla allo Ior un patrimonio pazzesco da 427 milioni di euro, e che il Vaticano ha investito pure in azioni della Exxon e della Dow Chemical, multinazionali che inquinano e avvelenano. Deve sapere che l’ospedale di Padre Pio ha 37 tra palazzi e immobili, e che oggi hanno un valore stimato in 190 milioni di euro. Deve sapere che i salesiani investono in società in Lussemburgo, i francescani in Svizzera, che diocesi all’estero hanno comprato società proprietarie di televisioni porno. Deve sapere che un vescovo in Germania ha scialacquato 31 milioni per restaurare la sua residenza, e che una volta beccato è stato promosso con un incarico a Roma. Francesco deve sapere un sacco di cose. Cose che non sa, perché nessuno gliele dice”. Ora che il libro è pubblicato il Papa sa finalmente tutto. Ma possibile che non lo sapesse già prima?

Rosario scrive:
C’è un verminaio in Vaticano che si nutre di falsi principi, lontani dalla religione cattolica, ma molto vicini ai progetti di Mammona, mentre Papa Francesco si ritrova a dover procedere nel suo intento di rinnovamento, rischiando anche in prima persona, perché le bande che infestano il Vaticano, laici e religiosi, non conoscono limiti per tutelare loschi interessi.
Monsignor Casaldaliga, il Vescovo degli Indios, a proposito di Vaticano, non molto tempo fa scriveva:
“All’interno della Chiesa vi è stato e vi sarà sempre un conflitto che in ultima istanza finisce per essere un conflitto di potere. Abbiamo un’eredità di mille anni di potere assoluto nella Chiesa e questi mille anni non possono essere superati tanto facilmente…Ma la dimensione comunitaria si sta conquistando uno spazio, non solo nell’episcopato dei Paesi periferici, ma anche nella Chiesa popolo. Vi è molto meno gerarchismo che anni addietro, vi è una libertà che anni fa non c’era. Il Vaticano come Stato è una cosa che contesto con forza, per amore della Chiesa. Vorrei che non esistesse, così come vorrei che il Papa non fosse un capo di Stato. Altra cosa è il ministero del papa. Ma lo stesso papa ha chiesto di essere aiutato e riformare questo ministero…A volte il centralismo vaticano è il maggior ostacolo ad una certa libertà e pace all’interno della Chiesa Cattolica.


PAOLO NUZZI
Bisogna ricordarsi che ci sono due visioni della Chiesa, quella di Papa Francesco e poi un’altra che dice che non si amministra la Chiesa con le Ave Maria, e lo diceva un Signore che si chiamava Monsignor Paul Marcinkus che ha fatto dei disastri allo Ior portando anche i soldi di Cosa Nostra.
Il Papa vuole cambiare la Chiesa, ma più che altro vuole cambiare la Curia.
Il mio libro ‘Via crucis’ racconta questo, racconta di misfatti e quindi ha creato grande imbarazzo.
Parlo dell’obolo di San Pietro che prevede una destinazione di fondi a chi ne ha bisogno su indicazione del Santo Padre. L’obolo di San Pietro viene raccolto in tutte le Chiese del mondo, ammonta a circa 60 milioni di Euro, ebbene, di questo negli anni scorsi, su 10 euro, 6 finivano a coprire i conti in rosso della Curia, di quei signori che poi vivono negli appartamenti da 500 metri quadrati, dei Cardinali, solo 2 finivano non in beneficienza ma su un deposito dallo Ior o all’Apsa di, pensate, quasi 400 milioni di Euro che sta lì, giace e solo 2 Euro finiscono nel portafoglio del Papa per fare del bene è in contraddizione radicale in radici con quello che vuole e promette Papa Francesco.
Allo Ior si nascondono un sacco di persone che hanno interessi occulti, opachi, ci hanno detto che avevano chiuso tutti i conti dei laici, che avevano fatto pulizia, ho avuto una notizia documentata ovviamente, parlo di un mesetto fa e ho scoperto che ci sono ancora laici con conti che non c’entrano nulla! Quella è la banca per fare del bene, le opere, le missioni, invece ci sono laici che hanno conti per milioni di Euro che non dovrebbero averli. E’ una balla il fatto che i laici non hanno più i conti.
L’Apsa è uguale, l’Apsa è stata invece più ripulita da Francesco, bisogna darne atto, il capo è però sempre lo stesso, un Cardinale che era stato scelto dall’ex Segretario di Stato il Cardinal Bertone, con il quale io non berrei non dico un caffè, ma neanche un bicchiere d’acqua!
I conti in banca dei Papi defunti
Poi c’è un altro mistero, ci sono i conti intestati a Papi ormai defunti da molti, molti anni, quando ho scoperto questo ho chiesto in Vaticano a qualche mia fonte, ma è un mistero. Non si sa chi li gestisce, i saldi sono non strepitosi ma parliamo di centinaia e migliaia di Euro. Perché non li chiudono? Come scriveva Giampaolo Pansa “in Italia e anche in Vaticano, il sistema fognario porta ovunque”, basta alzare il tombino giusto o basta prendere il canale giusto che poi ci si trova da qualche altra parte.
Questo nulla ha a che vedere con la fede, nulla ha a che vedere con la Chiesa e quello è un patrimonio personale di ciascuno di noi, tu la fede la puoi avere o non la puoi avere, la Chiesa dei volontari, degli oratori, delle scuole, tutto quel mondo è un patrimonio del nostro Paese storico e reale di tutti i giorni.
Il personale del Vaticano
Qui sto parlando invece di questi gruppi di potere che danno privilegi, che assicurano posti di lavoro, ci sono 14 uffici personali in Vaticano che non ha nessun senso per il numero di dipendenti, ma ogni ufficio personale ha la sua ragnatela di assunti. Il Papa il 3 luglio 2013 dice che le spese dei dipendenti negli ultimi anni sono aumentate del 30% e non si capisce perché. E’ facile capirlo: ogni dipendente che tu assumi hai un uomo di fiducia sul quale puoi contare. E’ questa la ragnatela, il sistema di potere che il Papa vuole destrutturare, tutte le riforme della Curia nel ‘900 sono fallite, ce ne sono state 5 o 6, credo che questa sia la volta buona o quantomeno l’unica!
La Commissione d’inchiesta sul Vaticano
Poi c’è un altro fatto sorprendente, a un certo punto nel marzo 2014 c’è questa Commissione di inchiesta che lavora sui conti e sulle finanze del Vaticano, vuole fare chiarezza, una notte dei ladri o presunti tali o gente travestita da ladro con la fiamma ossidrica viole le casseforti e gli armadi blindati di questa Commissione di inchiesta.
E’ come in pratica se in Italia qualcuno si intrufolasse nell’ufficio di un Procuratore, aprisse i suoi armadi blindati per portare via i documenti delle inchieste che sta seguendo, perché avviene questo? La mia ipotesi è che accadde per sapere cosa stavano scoprendo questa Commissione di inchiesta voluta dal Papa.
Poi succede un fatto straordinariamente inquietante, dopo poche settimane prima della beatificazione di Giovanni Paolo II e di Giovanni XXIII una parte di questi documenti torna in busta anonima laddove nell’ufficio erano stati sottratti, si apre la busta anonima, si girano questi fogli e si scopre che di questi documenti sono delle lettere che Michele Sindona, quindi stiamo parlando di un uomo, anni, anni, anni e anni fa negli anni 60, 80, portava i suoi amici della mafia italo americana a fare affari con Caldi e con lo Ior di Marcinkus , lettere che questo signore, questo banchiere mandava alla gerarchia ecclesiastica dell’epoca e secondo me questo è un messaggio intimidatorio.
Ratzinger e Bergoglio: affinità e divergenze
C’è una differenza di passo fondamentale, Bertone era l’uomo di fiducia di Ratzinger , Ratzinger era il sovrano della monarchia assunta del Vaticano e delegava a Bertone l’amministrazione dello Stato, degli affari, dei soldi, denaro, quindi un sovrano che non governa.

PIOVE SUL BAGNASCO
MARCO TRAVAGLIO

Il Papa è fuori concorso, perché viene “dall’altra parte del mondo”. Ma i cardinaloni e vescovoni che da tempo immemorabile danno lezioni all’Italia e ordini ai politici italiani, da che pulpito pontificano? E dov’erano mentre in Vaticano succedeva quel che emerge grazie ai libri di Fittipaldi e Nuzzi? L’ultima trovata per neutralizzare le loro rivelazioni, a parte il solito giochino di guardare il dito (i corvi, le fughe di notizie) anziché la luna (gli scandali), è quella di dire che i fatti emersi erano già noti a chi di dovere, che stava già provvedendo alle necessarie bonifiche. A parte il fatto che le stesse cose si dicevano dopo il primo scandalo, quello nato dai documenti trafugati dal maggiordomo di Benedetto XVI e pubblicati dallo stesso Nuzzi e dal nostro Marco Lillo, quella non è un’attenuante, ma un’aggravante. Perché vuol dire che un mese fa, mentre l’Osservatore Romano, il presidente della Cei Angelo Bagnasco, il suo giornale Avvenire e il cardinal vicario Agostino Vallini facevano il tiro a segno su Ignazio Marino, già peraltro polpettizzato dai bombardamenti dell’aviazione renziana, sapevano tutto della mala gestione delle finanze vaticane, della vita da nababbi di certi cardinali (anche di quelli chiamati a moralizzare), degli sprechi su spese ordinarie e appalti, degli investimenti folli, dei fondi stornati dall’ospedale pediatrico Bambin Gesù per il superattico e l’elicottero del Faraone Bertone, dei conti bloccati a padre Georg e ad altri big per la gran mangiatoia della fabbrica dei santi. Eppure parlavano di Marino. “Assume i contorni di una farsa la vicenda legata alle dimissioni del sindaco”, tuonava l’Osservatore strabico: “Al di là di ogni altra valutazione, resta il danno, anche di immagine, arrecato a una città abituata nella sua storia a vederne di tutti i colori, ma raramente esposta a simili vicende”.
Silenzio, invece, sul danno d’immagine della Chiesa che usa parte dell’8 per mille, e persino delle offerte di tanta brava gente per i bambini malati, per mantenere cardinali che vivono da prìncipi rinascimentali. “Roma ha bisogno di un’amministrazione efficiente, alla sua altezza”, turibolava Bagnasco. Chissà dov’era il presidente della Cei nei cinque anni in cui la Capitale d’Italia cadde nelle grinfie di Alemanno e di Mafia Capitale: siccome il sindaco non registrava unioni gay e marciava col centrodestra al Family Day, tutto era perdonato.
E chissà che intende Bagnasco per “amministrazione all’altezza”, visto che non s’è mai accorto del malgoverno della Santa Sede. Poi c’è il cardinale Vallini, vicario di Roma fortunatamente in età da pensione, degno erede dell’indimenticabile Ruini, per vent’anni sponsor dei peggiori politici in cambio di leggi ad Ecclesiam (dalla fecondazione eterologa, poi smantellata dalla Consulta, all’esenzione dall’Ici di alberghi e scuole del clero) e di un vuoto normativo sulle coppie di fatto che fa dell’Italia la vergogna d’Europa.
L’11 ottobre, nel pieno della guerra Renzi-Marino, Vallini si schierò dalla parte del più forte, cioè del premier, invocando per Roma una “scossa” che la “stimoli a rinascere”e a darsi “una nuova classe dirigente nella politica”, possibilmente fatta di guardie svizzere. Giunse persino a dire, affacciato dalla principesca residenza di San Giovanni in Laterano, che “vivo male per colpa del traffico, dell’aria malsana, delle sirene delle ambulanze che fanno avanti e indietro dall’ospedale”. Povera stella. E quale città scelse come modello di buona amministrazione? Ma naturalmente la sporca e inquinata Firenze: “Ci sono stato e sono rimasto impressionato dalla pulizia, cassonetti puliti, nemmeno una scritta sui muri”. Slurp. Già dimenticati i due imprenditori vicini al suo Vicariato, Tiziano Zuccolo e Francesco Ferrara, ex amministratori d el l ’Arciconfraternita del SS. Sacramento e San Trifone, arrestati in Mafia Capitale per i loro rapporti col sistema Buzzi. La pia congrega, teoricamente dedita all’assistenza di poveri e migranti, aveva affittato a una società dei due imprenditori un hotel a tre stelle con un centinaio di camere all’Eur (esente da Imu, ci mancherebbe) al prezzo ridicolo di 2 mila euro al mese. Poi la coppia era passata alle cooperative bianche legate alla Compagnia delle Opere e, guardacaso, l’A rciconfraternita aveva ceduto alla coop ciellina Domus Caritatis una serie di convenzioni col Comune e col governo per l’accoglienza dei rifugiati (il business che per Buzzi fruttava più della droga). Il tutto con l’avallo del Vicariato di Vallini, che all’esplodere dello scandalo assicurò di aver commissariato l’Arciconfraternita con una “visita canonica nel marzo 2010 per una ricognizione sulla vita associativa”. Peccato che entrambi gli affari siano successivi: la “ricognizione” di Vallini non è servita a nulla.
Eppure, anziché guardare in casa propria, i cardinali seguitano a impicciarsi abusivamente nella politica italiana, che invece dovrebbe guardare in casa loro ma se ne guarda bene. Come ha documentato il nostro Marco Maroni, lo Stato italiano versa ogni anno alla Chiesa, fra annessi e connessi, la bellezza di 6,4 miliardi di euro: più di quanto il governo taglierà alle Regioni nei prossimi tre anni. Ma questa è colpa dello Stato, non della Chiesa. In una celebre vignetta di Altan, un prete in talare armato infila un ombrello aperto nel posteriore di pover’uomo, ma prima gli domanda: “Permette?”. E quello, rassegnato: “Si figuri, lei sfonda una porta aperta”.

I MISTERI DELL’ATTICO DI BERTONE
CORRADO ZUNINO

Attorno alla ristrutturazione dell’attico (296 metri quadrati) del cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato pensionato nell’agosto 2013 da Papa Francesco, sono accadute strane cose. Realizzata nell’autunno 2013, la ristrutturazione è costata 310 mila euro: il cardinale sostiene di averli versati di tasca sua. La ditta che ha eseguito i lavori che sul preventivo iniziale ha offerto uno sconto del 50 %: i lavori a pieno costo, quindi, sarebbero costati 620 mila euro. Ma almeno 200 mila euro per rifare l’immobile siano stati versati dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ma Bertone esclude di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione ad alcun pagamento.
Ma perché un’azienda edile in un periodo di profonda crisi del settore sconta di metà il suo preventivo, lavorando in perdita? E perché un ospedale pediatrico, il più importante in Italia, 25 mila ricoveri l’anno, dovrebbe pagare i due terzi della ristrutturazione del superattico di un cardinale?
Bertone fa sapere che sarà sua cura «fare in modo che la copertura economica occorrente alla realizzazione degli interventi venga messa a disposizione della Fondazione». Che significa? Che il Bambino Gesù paga una parte cospicua della ristrutturazione cardinalizia e poi si riprende i soldi dall’impresa? Il cardinale utilizzerebbe la casa quale punto di riferimento per incontri e attività di ricerca fondi per il Bambin Gesù. Tra l’altro il manager, confermando di aver versato 200mila euro, contraddice Bertone, che invece sostiene di aver pagato 300 mila euro di tasca propria. La ristrutturazione è costata 310 mila euro e uno dei due — manager o cardinale — non dice la verità.

QUALE DEMOCRAZIA?
Paolo De Gregorio

Quasi tutti abbiamo accettato la definizione “mafia capitale” per i gravi fatti di corruzione a Roma arrivati in Tribunale, definizione che mi sembra un regalo agli imputati, politici e corruttori, in quanto credo che si tratti di un “intreccio tra politica e malaffare”, ma si tratta di un fenomeno presente in tutta Italia. Può essere un regalo per gli imputati perché se cadesse l’accusa di mafia tutta la vicenda processuale prenderebbe una importanza minore da derubricare a scandalo locale.
Purtroppo l’intreccio tra politica e affari che genera inefficienza, disservizi, aumento dei costi, della spesa pubblica, arricchimenti personali, inquinamento del territorio, è un fenomeno che mette in mora la democrazia, è diffuso ovunque ed ha generato un profondo disprezzo verso la classe politica, di destra, sinistra e centro, dimostrato dal fatto che ormai neppure il 50% degli italiani va più a votare.
Eppure questa casta politica corrotta e screditata conta su un aiuto prezioso, il Vaticano, che come ha documentato Marco Moroni, giornalista del Fatto Quotidiano, prende dallo Stato italiano (ossia soldi pubblici) ben 6,4 miliardi di euro l’anno, per continuare a mantenere nella passività e nell’ignoranza milioni di pecorelle, mentre la Curia usa questo denaro per concedersi lussi faraonici.
L’intreccio fra politica e religione squalifica la nostra democrazia, offende la Costituzione e altera in modo decisivo la scelta elettorale, basta pensare al fiancheggiamento spudorato della Democrazia Cristiana che consentì per decenni la presa del governo in Italia.
Oggi vi sono emergenze drammatiche che non si risolvono con le elemosine e con le mense della Caritas, né con i rituali neoliberisti dell’economia che taglia sempre più diritti ai salariati, aumenta la precarietà, la paura del futuro, e la disoccupazione giovanile, che è ormai arrivata a oltre il 40%.
Vi sono a portata di mano due provvedimenti, che solo la politica può decidere e finanziare, semplici e chiari che anche un analfabeta può comprendere e condividere: uno è il reddito di cittadinanza di 800 euro per chiunque sia senza reddito, da finanziare con i 6,4 miliardi da togliere alla Chiesa, e, per il resto dell’onere, con la drastica riduzione di spese militari e la chiusura degli interventi all’estero dei nostri mercenari. Il secondo è quello della diffusione massiccia del part-time, 4 ore al giorno e poi a casa, a metà stipendio, che può significare lavorare meno, lavorare tutti, che ben presto significherebbe piena occupazione, con conseguente quasi azzeramento del “reddito di cittadinanza”. In una famiglia con piena occupazione il reddito complessivo aumenterebbe e l’effetto sarebbe di una famiglia più coesa e solidale, senza vecchi al lavoro e giovani al bar a bere o a drogarsi.
Se Papa Francesco, oltre a denunciare i problemi si facesse carico di risolverli, potrebbe dire la sua su queste proposte.
Voglio ricordare a tutti coloro che non vanno più a votare (“perché tanto sono tutti ladri”), che è emerso prepotentemente in questi ultimi anni un movimento politico di persone oneste, che hanno restituito allo Stato 42 milioni di euro del finanziamento pubblico ai partiti, che si impegnano a non fare della politica una professione a vita, che vogliono andare al governo da soli, senza nessun rapporto con il marciume di tutti i partiti, e che queste cose le deciderebbero in pochi giorni di GOVERNO.
Mi sembrerebbe il caso di dargli questa possibilità. Rinunciare a votare significa solo essere dei sudditi che non meritano nemmeno la mensa della Caritas.

GLI SCORAGGIATI
I NEET = “Not (engaged) in Education, Employment or Training”, quelli che non sono impegnati né nello studio né nel lavoro. LA GENERAZIONE PERDUTA

L’università Cattolica di Milano fa la fotografia di un fenomeno che conta in Italia 2,4 milioni di giovani non studenti disoccupati per scelta.
Non sono sui libri e non hanno nemmeno un impiego, vite sospese che non riescono a trovare un ruolo nel mercato del lavoro, nella società. E fanno fatica anche solo a immaginarlo. L’Italia è la più grande fabbrica di Neet in Europa. Ragazzi fra i 15 e i 29 anni fuori da qualsiasi circuito scolastico e lavorativo che di fatto vivono ancora sulle spalle della famiglia. Molti non hanno mai finito le superiori. Ma dentro quest’universo inerte finiscono sempre più laureati che non sono in grado di uscire di casa nemmeno dopo anni.
I Neet sono più di quanto contino i numeri di stato della disoccupazione giovanile, si spingono fino ai 30 anni, includono anche chi un impiego ha smesso di cercarlo o è finito fra le maglie del lavoro nero. Fino al Ventesimo secolo questa voce non esisteva. Oggi è usata da tanti istituti di ricerca per raccontare una deriva talmente grande — anche in termini di perdite economiche e di spreco di capitale umano — da spingere più studiosi a parlare di “generazione perduta”.
Nel nostro Paese i Neet erano 1,8 milioni nel 2008. Nel giro di sette anni se ne sono aggiunti altri 550mila e oggi toccano i 2,4 milioni. Insieme potrebbero riempire una città grande quasi quanto Roma. «Un livello allarmante mai raggiunto nella storia ». A dirlo è una recentissima indagine di Alessandro Rosina, demografo e sociologo dell’università Cattolica di Milano: «La quantità di giovani lasciati in inoperosa attesa era già elevata prima della crisi — scrive nel volume “Neet”, edito da Vita e pensiero — ma è diventata una montagna sempre più elevata e siamo una delle vette più alte d’Europa ». Il 2014 è stato l’anno in cui l’Italia ha toccato il punto più basso di nascite ma il valore più alto di Neet: si muovono in questo labirinto il 26 per cento dei giovani italiani fra i quindici e i trent’anni. La media europea è del 17, di nove punti più bassa. Ma ci sono Paesi come la Germania e l’Austria dove i ragazzi in questa condizione non superano il 10 per cento.
Dietro questo acronimo si nascondono storie e vite molto diverse. Come quella di Francesca Romeo. Ventenne, nata e cresciuta a Varese e un diploma di liceo artistico conquistato con fatica dopo qualche brutto voto di troppo che le ha fatto perdere un anno. «Studiare non fa per me. Per questo ho deciso di lasciare perdere l’università». Dopo la maturità ha racimolato qualche soldo lavorando nelle sere d’estate dietro al bancone di un bar in un circolo culturale. «Ma hanno avuto bisogno di me per poco». Così si è iscritta all’ufficio di collocamento e nel frattempo ha provato a bussare alla porta dei negozi del centro. Grandi catene di abbigliamento e di articoli sportivi, boutique di scarpe e profumerie, poi casalinghi, negozi di elettrodomestici. Il suo curriculum è sempre caduto nel nulla. «Chi appende cartelli per cercare personale non manca. Ma non vogliono me». Tutti chiedono un po’ di esperienza alle spalle. «Io non ne ho nemmeno una. Così però rischio di andare avanti all’infinito ». Francesca è ferma da mesi nella speranza che prima o poi qualche porta si apra. Non ha mai vissuto in un posto diverso dalla casa dov’è cresciuta e in questo momento ha il timore che il giorno in cui potrà mettere piede fuori casa non arriverà mai. Valentina Maddalena invece, 28 anni, nella casa dei genitori ci è tornata dopo cinque anni di università e una laurea mai raggiunta. Aveva salutato Fiumefreddo Bruzio, nel cosentino, per trasferirsi a Roma e iscriversi alla Sapienza. «Sono rimasta sui libri di sociologia per quattro anni, poi ho capito che non era la mia strada. La media del 28 non significa nulla: era un campo che non sentivo mio». Per un anno ha fatto l’addestratrice cinofila, poi la commessa. «Ero lontana anni luce anche solo dal pagarmi l’affitto ». Così è tornata in Calabria. Anche qui ha trovato un posto da commessa ma il negozio dodici mesi fa ha chiuso e un passo dai trent’anni bollette, spese e scontrino alla cassa del supermercato vengono pagati solo grazie agli sforzi dei genitori: il papà vende legna, la mamma lavora come domestica. «Va avanti così da un anno. Loro capiscono la situazione ma per me è pesantissimo».
Su dieci Neet, cinque sono diplomati mentre quattro hanno solo la licenza di terza media. Come Enea Testagrossa, che vive inprovincia di Monza: ha lasciato gli studi in terza superiore e oggi, a 21 anni, lavora a titolo volontario in un asilo privato e non ha entrate. Spesso all’origine di tutto c’è un insuccesso a scuola o all’università. Il 10 per cento, però, ha in mano una laurea. E gira, come gli altri, a vuoto. In un’attesa che non finisce mai. È il caso di Francesco Marando, 27 anni, laureato in Ingegneria civile. È una vita sospesa anche la sua da quando è tornato a Marina di Ginosa Ionica dai genitori. «Io continuo a inviare curriculum, ma per il nostro settore il momento è quello che è: quando va bene mi rispondono “le faremo sapere”». E anche per lui, ritrovarsi a dormire nella camera di quand’era bambino non è semplice per nulla.
Di casi come questi ce ne sono tanti. E non sono solo under trenta. Basta pensare che in Italia, secondo l’Eurostat, quasi il 66 per cento dei “giovani adulti” vive a casa con i genitori. Una percentuale di quasi venti punti superiore rispetto alla media di tutti e ventotto i Paesi Ue. Le loro storie sono legate dalle stesse paure, sottolinea Rosina: «Vagano senza meta, sempre più disincantati e disillusi, con il timore di essere marginalizzati e di dover rinunciare definitivamente a un futuro di piena cittadinanza».
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UNESCO: BUTTATO PIU’ DI UN MILIARDO E LA SICILIA AFFONDA
GIUSEPPE LO BIANCO

Altro che Ponte sullo Stretto La regione di Sciascia e Pirandello fa acqua da tutte le parti, tranne che dai rubinetti dei cittadini.
A Sambuca di Sicilia c’è una piscina olimpionica di 50 metri dove fino a qualche tempo fa gli allevatori portavano le vacche ad abbeverarsi. Ad Altavilla Milicia c’è uno stadio ormai abbandonato costruito in un paese che non aveva neanche la squadra di calcio. A Cefalù il Palazzetto dello sport “Marzio Trico-li”,costato 8 milioni di euro,ha il parquet coperto da teloni di plastica da agosto: infiltrazioni d’acqua dal tetto l’hanno reso inagibile. A Giarre il teatro è un cantiere aperto da 50 anni, lo stadio, la piscina e la casa di riposo sono scheletri in costruzione da più di vent’anni.
Con il record di opere incompiute in Europa, oltre venti, c’era persino un campo di polo (“di polo!”) per 20 mila spettatori, tanti quanti gli abitanti, il paese ha guadagnato una citazione sul sito di Usa Today: per capitalizzare quei monumenti allo spreco il sindaco ha istituito l’assessorato alle Incompiute progettando con un’associazione privata il “Parco delle Incompiute.”
QUASI LA METÀ di dighe, strade, viadotti, palestre, piscine, stadi iniziati e mai conclusi (160 su 360, denunciò nel 2007 il procuratore antimafia Pietro Grasso) è nella Sicilia del “disastro infrastrutturale”descritto il 9 ottobre scorso da Laura Boldrini: l’annuncio di Renzi del Ponte sullo Stretto suona come “una presa per il culo”. Non solo per Beppe Grillo, ma per chi oggi deve andare da Palermo a Catania con l’autostrada interrotta a metà dal crollo del viadotto Imera, vicino a Scillato, sommerso dalle promesse del governo e dell’Anas che ancora non sono riusciti neanche ad aprire un cantiere per realizzare una bretella tampone di raccordo e dove, in direzione Catania, si transita, da decenni e per una decina di chilometri su un solo asse della carreggiata. Nei sogni di Renzi e di Alfano il pilone siciliano del ponte previsto a Ganzirri è la porta d’ingresso in un’isola che si sta sbriciolando sotto i colpi del dissesto idrogeologico: un mese fa una frana ha interrotto anche l’autostrada Messina-Catania, all’altezza di Letojanni, e in commissione territorio e ambiente l’assessore Giovanni Pizzo ha lanciato l’allarme sulla massa di terra rimasta (può “scivolare a valle”) che insiste su un depuratore “tutto abusivo.” Ad Agrigento i lavori sul ponte Verdura, crollato nel 2012, sono iniziati dopo il crollo del viadotto Scorciavacche, sulla Palermo-Agrigento: l’asfalto ha ceduto a capodanno, due giorni dopo la consegna. E dieci giorni fa, dopo una pioggia leggera, l’asfalto di San Giorgio, in provincia di Catania,si è aperto inghiottendo una 126. Sulla Messina-Palermo la manutenzione è ferma da anni, la segnaletica orizzontale ormai quasi cancellata dal tempo e di notte la curva che immette al viadotto di Pollina-Castelbuono è una trappola per chi non ne conosce l’insidia. Non va meglio a chi viaggia in treno: in Sicilia circolano ogni giorno 397 treni, in Lombardia, 2.300 convogli;nei due mesi successivi al crollo del viadotto Imera i pendolari hanno fatto i conti dei ritardi, scoprendo che su 634 treni analizzati solo 27 sono arrivati in orario: i convogli giunti in ritardo da 1 a 5 minuti sono stati 300 (47%); 134 da 6 a 10 minuti (21%); 56 da 11 a 20 minuti di ritardo (8,2%); 52 con un ritardo superiore ai 20 minuti (7,8%); e 10 con più di 60 minuti (1,5%). MESSINA senz’acqua ha avuto l’onore delle prime pagine, ma a Gela l’acqua arriva una volta a settimana e ad Agrigento l’ erogazione è stata sospesa per la presenza di un batterio.

BOLLETTE, 3 MILIONI DI FAMIGLIE IN CRISI
LUISA GRION

Fra mutuo, affitti e bollette da pagare, la casa, per tre milioni di famiglie italiane rappresenta un incubo. Una voce di bilancio in rosso che le costringe ad arrancare: in media, nel 2014, per l’abitazione si sono versati 357 euro al mese, e quasi il 12 % delle famiglie non ce l’ha fatta ad essere puntuale nei pagamenti. Difficoltà che sono diventate emergenza per quel milione e mezzo di famiglie più povere che a fine mese ha fatto i conti con l’affitto. Lo ha fatto notare l’Istat durante la sua audizione al Parlamento sulla legge di Stabilità.
Ma non è solo la casa a turbare i sonni dei contribuenti: la Cgia di Mestre ha calcolato che ogni italiano paga ogni anno un centinaio di tasse. Un lungo elenco di voci che include balzelli di natura varia, addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute. Il saldo medio è di 8 mila euro a testa che sale a 12 mila se si considerano anche i contributi previdenziali.
All’analisi il premier Renzi ha risposto con un tweet: «Se cercate un premier che alza le tasse, o cambiate premier, o si cambia Paese» ha scritto, rilanciando uno dei passaggi-chiave del suo intervento all’assemblea dei parlamentari Pd di martedì scorso e linkando il sito del “Foglio” che lo riportava integralmente.
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LA SCORCIATOIA DEI MEDIOCRI
Alessandro Gilioli

Il “dream team” che nella propaganda a reti unificate doveva gestire il Giubileo a Roma non si farà più. A decidere su tutto, a Roma, saranno quindi in quattro, cioè Renzi, i prefetti Tronca e Gabrielli, più il direttore di Expo Marco Rettighieri, già braccio destro di Sala a Milano. Un bel poker di mai eletti da nessuno, tanto meno a Roma, che però avranno un potere quasi assoluto sulla città per almeno altri sei mesi.
Intanto nella capitale stanno succedendo nuove cose meravigliose. Ieri, ad esempio, il commissario straordinario aveva deciso il divieto di circolazione per le auto più inquinanti, ma nessuno lo ha comunicato nemmeno sul sito del Comune, col risultato che – dopo le proteste – lo stesso Comune ha dovuto annullare tutti i verbali di infrazione. Una figura di palta che se l’avesse fatta Marino sarebbe finita in prima pagina di tutti i quotidiani.
In compenso il blocco del traffico sarà totale domenica, ha deciso sempre il commissario: peccato che proprio domenica una delle due linee e mezza della metropolitana romana sarà chiusa per lavori (in vista del Giubileo, ça va sans dire). Idea geniale, sospendere il metrò nel giorno in cui non si può prendere la macchina, non vi pare?
Nel frattempo sono finiti i soldi per i carrattrezzi, quindi le auto in doppia fila o parcheggiate alla cazzo non verranno più rimosse.
A proposito di soldi, ieri Tronca ha deciso che per il Giubileo servono altri 50 milioni di euro, da aggiungere ai 150 già previsti per il quale il governo staccherà l’assegno giusto domani. Ormai, con questo Giubileo, siamo al ridicolo: domani il governo farà un decreto d’urgenza perfino per annullare la bocciatura della Soprintendenza alla rimozione dei sampietrini attorno a Castel Sant’Angelo, che al Vaticano danno fastidio.
Lo si è già detto ai tempi di Marino: governare questa città è difficile e non mi interessa mettere in croce Tronca, commissario solo da due settimane, per quanto pessimo sia stato il suo debutto.
La questione politica più generale non è comunque la sua bravura.
Quella di Roma sta invece diventando un’interessante case history in cui viene messo alla prova il dogma assai di moda secondo cui un uomo solo al comando – affiancato o meno da un team tecnico – fa meglio della democrazia, colpevole di distribuire troppo i poteri, quindi di inefficienza.
È uno dei problemi centrali del presente.
Il cesarismo – visto come valore di efficienza, di problem solving – è ormai passato dal centrodestra al centrosinistra: giusto l’altro ieri l’Unità paragonava Renzi a Pericle, spiegando che «anche nella patria della democrazia si sentiva il bisogno di far affidamento ad un leader».
Oggi ci piace così. O meglio, a molti piace così: far affidamento ad un leader. Non importa nemmeno quanto bravo, purché decida. E faccia arrivare i treni in orario.
Forse è un effetto dell’identificazione tra media e politica, della comunicazione che non è più ancella della politica ma semmai il contrario; o forse è la reazione uguale e contraria a vecchi eccessi di assemblearismo, di indecisonismo molecolare. Che hanno fatto danni non solo in termini di efficenza, ma anche di reputazione della democrazia, di autostima democratica: “non siamo capaci di governarci da soli, troviamo un capo che faccia lui”. Ed è anche una bella deresponsabilizzazione, incaricare il salvatore della patria: che sia il commissario alla spending review, il preside-amministratore delegato, lo zar dell’anticorruzione o appunto il superprefetto della capitale.
Comunque sia, quello che sta accadendo in così tanti ambiti ci dice che abbiamo un compito immane davanti a noi: saper immaginare e costruire una democrazia che sia anche efficiente, funzionante. Più efficiente e più funzionante dell’uomo solo al comando. Quindi diventare cittadini responsabili e maturi, consapevoli della complessità, delle interconnessioni: e capaci di gestirle.
Altro che “far affidamento a un leader”, che è la scorciatoia dei mediocri.
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La foto più carina dell’anno

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MASADA n° 1698 15-11-2015 GLI ATTENTATI DI PARIGI

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MASADA n° 1698 15-11-2015 GLI ATTENTATI DI PARIGI
Viviana Vivarelli

Terroristi. Gli Americani prima li addestrano, poi li armano, infine li lanciano. E dopo li chiamano terroristi per avere un alibi per invadere un paese straniero – Lo hanno fatto con Saddam, ora ripetono lo stesso giochino con Assad- E quelli come Salvini da una parte vorrebbero massacrare le vittime che sfuggono alle guerre, dall’altra si alleano con chi fa affari proprio con chi le provoca

Sette attentati a Parigi. Sette attacchi congiunti con tre squadre, 6 sparatorie e due esplosioni, fuori dello stadio, in una sala concerti, contro una pizzeria italiana, contro un ristorante…. 130 morti. 99 feriti gravi. Alcuni terroristi dopo aver sparato all’impazzata si fanno saltare in aria. Altri sono uccisi della polizia che alla sala concerti arriva con tre ore di ritardo (?). Minacciati gli Stati uniti, l’Inghilterra e l’Italia.
E’ ripresa l’era dei grandi atti terroristici.
Il Giubileo sarà per loro un’ottima occasione.

E con Renzi che continua a tagliare la sanità e le forze di polizia non saremo allertati né sulle strade né negli ospedali. Siamo nelle mani di cialtroni inetti. Pensare che la sicurezza è nelle mani di gente come Alfano o Renzi fa cadere proprio le braccia.
Non vorrei essere nei panni di uno di questi 25 milioni di pellegrini.
Il nostro grottesco governo ha la faccia di dire che l’Italia non è in pericolo perché noi abbiamo fatto ‘solo’ missioni di pace. Renzi ha addirittura proposto di spendere 35 miliardi in armi e recentemente ha aumentato la spesa militare. Che in Medio Oriente noi ci siamo da 12 anni ‘per portare la pace’ possono raccontarlo a quei fessi dei piddini, che si bevono di tutto, ma non credo che chi le bombe le ha sul capo e viene depredato dalle sue risorse con un territorio messo a morte pensi altrettanto.
Che esportare la democrazia con la guerra si riducesse a distruggere paesi ricchi di risorse per non portare alcuna democrazia e giustificare solo una razzia brutale lo avrebbe capito anche un bambino sottosviluppato. E che ora la reazione debba essere quella di esportare altre bombe e altra distruzione su popolazioni inermi lo possono decidere solo altri sottosviluppati.
Per anni e anni non è stata portata nessuna democrazia né in Medio Oriente, né in Asia, né in Africa. Sono state portate bombe, gas letali, sostanze inquinanti, morti, torture, miseria e fame. Insistere ancora con questo alibi della democrazia è da pazzi.
Ora raccogliamo quello che abbiamo seminato.
Pensavamo davvero che i popoli brutalizzati per l’avidità del capitale non si sarebbero ribellati?? Ogni azione suscita una azione uguale e contraria.
Abbiamo sparso la guerra a piene mani con totale e indifferenza e brutalità. Ora c’è qualcuno che ci ritorna indietro quello che abbiamo esportato.

DATI VARI
I terroristi in azione a Parigi avevano tutti dispositivi esplosivi identici. Hanno trovato indosso a tutti i terroristi dei gilet con esplosivo al perossido di azoto e lo stesso tipo di detonatore.
La sala concerti Bataclan appartiene a proprietari ebrei e ospita conferenze e manifestazioni di organizzazioni ebraiche, è da tempo nel mirino di terroristi.
“Avevamo un progetto di attentato contro il Bataclan perché i proprietari sono ebrei” avevano spiegato alla polizia, nel febbraio 2011, alcuni membri di “Jaish al-Islam”, l’Esercito dell’Islam, già sospettati dell’attentato costato la vita a una studentessa francese al Cairo nel febbraio 2009.
Il passaporto ritrovato accanto ad uno dei kamikaze della strage di Parigi è stato identificato come appartenente ad un rifugiato siriano registrato a Lesbo il 3 ottobre. Lo ha detto il vice ministro dell’Interno greco Nikolaos Toskas, secondo quanto riporta la tv greca Antenna news. Ma si dice anche che appartenga a una vittima e non a un terrorista e sembra strano che dei terroristi si portino dietro il passaporto.
Tre degli attentatori di Parigi sarebbero belgi e proverrebbero dal quartiere di Molenbeek di Bruxelles, da cui provenivano già alcuni dei terroristi del blitz di gennaio in Belgio.
Sugli otto kamikaze degli attentati di ieri sera a Parigi rimasti uccisi nelle loro azioni, sette si sono fatti saltare con le cinture esplosive. L’unico ucciso dalla polizia è stato il quarto all’interno della sala da concerti.
Il kamikaze francese identificato grazie alle impronte digitali aveva 20 anni.
Alcuni testimoni della strage della sala da concerti Bataclan hanno affermato di aver visto una donna nel commando di quattro terroristi all’origine dell’azione.
Il kamikaze francese è stato identificato dalle impronte su un dito sezionato. Era già noto ai servizi di sicurezza e schedato per la sua vicinanza con gli ambienti islamici più radicali e ritenuti a rischio. Era nato nella banlieue parigina, a Courcouronnes.
Un passaporto egiziano è stato ritrovato vicino a un altro dei kamikaze che si sono fatti esplodere ieri sera davanti allo Stade de France di Saint-Denis.
“Il terrorismo, compresi gli attacchi di ieri a Parigi, è il risultato di “politiche sbagliate adottate dai Paesi occidentali, particolarmente dalla Francia”. Lo ha detto il presidente siriano Assad. Era invece una condotta giusta la sua di angariare il popolo e buttargli contro armi chimiche?

Il Papa, in lacrime, in diretta su TV2000 ha dichiarato: “Sono commosso, questo non è umano. Non c’è spiegazione né religiosa, né umana. Questo è un pezzo della terza guerra mondiale. Sono vicino a tutta la Francia che le voglio tanto bene”.

“Profonda condanna degli assurdi attacchi terroristici a Parigi a nome dell’Islam che è innocente. Sul terrorismo”, è stata espressa da Ahmed al Tayyeb, l’imam di Al Azhar, centro teologico più importante dell’Islam sunnita.

L’Isis ha pubblicato un video, senza data, in cui minaccia la Francia: “Non vivrete in pace finché continueranno i bombardamenti”, afferma un militante dell’organizzazione. Lo riferisce al Arabiya. Si tratta della seconda rivendicazione indiretta degli attacchi di Parigi.
alle 21,20 con la prima esplosione fuori dallo Stadio di Francia, a Saint Denis a nord della capitale.

Subito dopo, alla prima deflagrazione da Saint Denis, dal centro di Parigi hanno risposto i colpi dei kalasnhikov degli altri terroristi che hanno iniziato indisturbati la loro mattanza contro obiettivi facili perché non protetti: bar, ristoranti, una sala concerti, affollati.

Questa carneficina è stato il peggior attentato in Europa dopo la strage dell’11 marzo 2004 alla stazione di Atocha a Madrid (191 morti) e ha avuto il suo picco al Bataclan, storica sala da ballo, dove 1.500 persone stavano seguendo un concerto.
Qui 4 terroristi hanno sistematicamente massacrato almeno 100 persone. Un’ora dopo l’inizio dell’esibizione la musica è stata sostituita dal crepitare dei kalashnikov.
I quattro con il volto coperto da un maschera nera hanno iniziato con calma fredda e sanguinaria a sparare metodicamente sulla folla. Alla fine si conteranno 100 morti.
Un testimone ha riferito che uno dei 4 terroristi urlava: “È colpa di Francois Hollande. È colpa del vostro presidente, non avrebbe dovuto intervenire in Siria”, riferimento ai raid aerei contro i jihadisti iniziati a fine settembre.
A mezzanotte e mezzo il blitz della polizia durato meno di mezz’ora. Tre terroristi hanno fatto deflagrare la cintura esplosiva che celavano sotto le vesti mentre l’ultimo è stato ucciso dalle teste di cuoio.
Non lontano dal Blatacan a Rue de Charonne 18 persone sono state uccise in un ristorante giapponese. Un altro attacco poco più a nord, all’incrocio tra Rue Bichat e Rue Alibert è stata la volta di un ristorante cambogiano, si contano 14 vittime.
A poche centinaia di metri dal Bataclan sulla terrazza della pizzeria “Casa Nostra” a Rue Fontaine, le vittime sono state 5.
In Boulevard Voltaire, dove il 9 gennaio si dipanò la grande marcia in risposta agli attentati contro Charlie Hebdo di due giorni prima, un terrorista si è fatto saltare in aria.

VIVIANA VIVARELLI

Sono sconvolta da quello che è accaduto a Parigi e ancora più dalla campagna di odio razziale che è stata aizzata sui blog.
L’8 dicembre inizia il Giubileo che durerà fino al 24 novembre 2016, davvero una scelta inopportuna da parte del papa, che lo anticipato di 10 anni, portando milioni di pellegrini a Roma, un ottimo e facile obiettivo per i terroristi. Quale migliore occasione per i fanatici religiosi?
Il caro Renzi, invece di prevedere misure straordinarie di sicurezza, ha eliminato 18.000 poliziotti che vanno in congedo senza che sia stato fatto quest’anno il concorso per rimpiazzarli e ha tagliato per l’ennesima volta (un altro mezzo miliardo) i fondi per la polizia, mentre ha aumentato le spese per armi al servizio delle guerre americane, col voto festante degli sciagurati che lo sostengono. Le forze di polizia, mortificate dal governo Renzi, rispondono in maniera forte all’ennesima presa in giro. I sindacati di polizia ed i Cocer delle forze armate dichiarano lo sciopero per protestare contro il mancato sblocco contrattuale annunciato dal ministro Madia e sono 5 anni che gli stipendi sono bloccati. Però si insiste nel voler comprare per 15 miliardi questi F 35 che non si reggono in volo e che non abbiamo mai stornato per quanto lo abbiano fatto tutti gli altri. E quest’anno anzi abbiamo speso 6 miliardi in più in armi e tutto per essere al 12° posto nel mondo per spesa militare. Ma noi dobbiamo essere sempre i più zelanti lecchini verso i padroni americani e tedeschi. Così non abbiamo i 19 miliardi per il reddito minimo di cittadinanza ma dobbiamo buttarne 35 in quelle guerre di depredazione e distruzione che produrranno milioni di profughi che poi non sapremo come gestire, mentre le stesse guerre alimenteranno l’odio dei fondamentalisti. E’ tutto un serpente che si morde la coda. Noi distruggiamo i loro paesi, loro ci rimandano profughi dalle guerre e terroristi che fanno attentati che non sappiamo prevenire. Follia assoluta! E chi ci guadagna sono i signori di Wall Street, i mercanti di armi,i governi corrotti che distolgono l’attenzione degli elettori da loro stessi, i partiti razzisti e i fanatici che sono peggio dei terroristi stessi.

Ant
L’odio non ha confini.
Il gioco del terrore è il gioco in cui muoiono innocenti. E gli innocenti non hanno religione, non hanno colore.
Muoiono innocenti. Di qua, di là.
Una mamma con un figlio mai nato non ha colore, non ha religione.
E’ solo vita più vita. Oggi la Francia piange. Oggi Siria ed Iraq piangono.
Ed io con loro.
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Rosa Anna
E noi continuiamo a vendergli le armi ?
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Alieno Giallorosso
Davvero pessima l’idea del pontefice di organizzare un Giubileo straordinario. Roma è un obiettivo troppo esposto e critico. Speriamo bene. (su sky il sondaggio che chiedeva se il Papa avrebbe fatto bene a disdire il Giubileo ha avuto consensi esagerati. Ma les affaires sont les affaires).
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Gianfranco Reda
Purtroppo questo è solo l’inizio di un lungo periodo di sangue che toccherà tutto l’occidente; questa è la drammatica conseguenza di una politica sbagliata verso i paesi arabi. Solo ora capiremo che aver bombardato e destabilizzato quei paesi è stato il più grosso degli errori che si potesse commettere.
Oggi piangiamo i fratelli francesi, domani potrebbe toccare a noi; questa, da parte dell’Isis, è una vera e propria dichiarazione di guerra.
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Claudio S.
Penso ai valori della pace e della fratellanza e non mi sono mai sembrati così importanti e così fragili.

Asmodeus
Era ovvio che continuando ad entrare a gamba tesa in Medioriente ed in Nordafrica per servire lo zio Sam, prima o poi il guaio veniva fuori. E mi sa che purtroppo è solo l’inizio.
Gheddafi, Saddam, Assad e altri che tenevano sotto controllo la situazione, non andavano bene. Ci si è voluti ingozzare e ci è rimasto il boccone in gola.
Da domani anche il nostro quotidiano sarà diverso, purtroppo.
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Al momento sono circa 41,5 milioni i musulmani che vivono nei Paesi europei, il 5,6% della popolazione totale (742,5 milioni). La loro presenza è concentrata soprattutto in Francia (un numero che oscilla tra i 3,5 e i 4,5 milioni, a seconda delle stime), in Germania (4 milioni) e nel Regno Unito (quasi 3 milioni). Consistente, se si considera il totale degli abitanti, è anche il loro numero in Stati come il Belgio (650mila, il 6% della popolazione), l’Olanda (1 milione, il 5,5%) e la Svezia (500mila, il 5%). Un po’ più sfumata è la percentuale di cittadini musulmani nei Paesi mediterranei, che pur geograficamente si affacciano in modo diretto sugli Stati dove è radicato l’Islam: in Spagna i fedeli islamici sono 1 milione (il 2,3% della popolazione), in Grecia 500mila (circa il 4%), in Italia 1 milione e mezzo (il 2,6%).
In tutti questi Paesi, però, si prevede addirittura un raddoppiamento della loro presenza nell’arco dei prossimi quindici anni. In base a una stima del Pew Research Center, nel 2030 i musulmani rappresenteranno infatti circa l’8% della popolazione europea; e solo in Italia diventeranno più di 3 milioni (in pratica, il 5,4% del totale).

Guglielmo
Dopo la semina…
arriva il raccolto
e questo non resterà
un caso isolato – ovviamente
le stragi di Parigi
non sono meno intelligenti
delle tonnellate di bombe
che quotidianamente sganciamo
su bersagli lontani
e di cui francamente
ce ne frega men che zero
ma la cosa più sorprendente
sono le facce dei beoti
che,increduli, dopo il massacro
hanno pure il coraggio
di chiedere “perché?”
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DORIANA GORACCI
Hollande decreta lo stato d’emergenza e chiude le frontiere e io che faccio? Chiudo Facebook e me ne vado a letto?
E’ un incubo e magari se lo condivido non cambia niente ma mi sento più sollevata o carico di affanno e ansia altra gente? Sembra sempre più vicino l’ attentato, quelle notizie mostruose a cui siamo assuefatte anche noi donne, che leggiamo di tante donne saltate in aria al mercato magari in Afghanistan o da altre parti del mondo che in alcuni paesi del viterbese dove vivo, neanche ne sanno l’ esistenza. E’ uno sfogo da nulla il mio, non devo dare notizie, non sono una giornalista, non devo dare opinioni non sono una opinionista non mi paga nessuno eppure non mi sento libera, eppure non mi sento in pace eppure siamo in guerra. Mia figlia stasera mi ha telefonato dalla Francia e mi ha detto “Mamma, hai saputo?” E come li rincuoro io i miei figlie e nipoti che hanno trovato lavoro emigrando fuori, come possono rassicurarmi loro? Eppure dobbiamo ritrovare un senso a questa nostra esistenza ed è atroce chiudere la giornata e la pagina sapendo che neanche sappiamo quante persone sono morte in una serata di novembre, a Parigi, che a per stare a casa c’è sempre tempo… Era a maggio del 2014 che in Francia simulavano un attacco terroristico.
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Calceo
Complimenti ai Neocons
Complimenti agli Stati Uniti
Complimenti alla GB
Complimenti all’Arabia Saudita
Complimenti al Qatar
Complimenti alla Francia
Complimenti a Israele
Grazie a tutti questi paesi di avere creato dei movimenti Terroristi in Medio Oriente
Oggi vediamo dove siamo arrivati
Cioè che i Popoli Europei hanno paura
Grazie di avere fatto dell’Irak, della Libia, della Siria e ancora tanti altri paesi dei posti dove oggi c’è soltanto il CAOS….
CAOS dovuto unicamente alla vostra voglia di mettere la mano sul Petrolio e potere cosi mantenere artificialmente il Dollaro Americano ( che non è più soggetto all’oro dal 1971 )
Ecco il vero Casus Belli.
Il problema non sono le religioni, ma soltanto la voglia di governare il Mondo e mantenere nella precarietà diverse Nazioni.
Tutta la politica è marcia
I miei più sinceri condoglianze non solo al Popolo Francese, ma anche ai diversi popoli (Irak, Libia, Siria ecc. che subiscono ancora oggi questa politica bellica….

Viviana
….e invece che cosa fa il nostro emerito presidente del governo Renzi?
taglia 18.000 poliziotti
taglia fondi alle forze di difesa interna
aumenta i fondi per la guerra
aumenta i regali alle banche
e si schiera sempre con la lingua di fuori dietro le infami guerre statunitensi,
compera persino quelle ciofeche di F35 che esplodono in volo.
E per aggiungere la ciliegina finale… l’emerito presidente della Repubblica Mattarella concede la grazia al pensionato leghista che ha ammazzato un ladruncolo che stava scappando, come forte incentivo a portare la guerra nelle nostre case e ad ammazzare chi ci pare con il sangue negli occhi, un precedente davvero ammirevole per chi dovrebbe tutelare la Costituzione e la democrazia e vigilare sulla giustizia! E tutto perché? Per favorire una tale che si chiama Calderoli che ha detto che non ritira i 600.000 emendamenti leghisti alla riforma del Senato se Monella non viene scarcerato. Almeno se non ci ammazza l’Isis, ci ammazziamo tra noi per futili motivi per la gloria di Renzi e della sua banda di inetti
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Erastes Fulmen
Ma i francesi si ricordano di quando massacravano gli algerini ?
«Si vedevano cadaveri ovunque, in tutte le strade[…] La repressione era cieca, un grande massacro […] Il tutto si è concluso con decine di migliaia di vittime. A Guelma, mia madre ha perso la memoria […] la repressione era atroce». «Le mitragliatrici, le mitragliatrici, le mitragliatrici, alcuni cadono, altri corrono tra gli alberi, niente montagne, niente strategia, potevamo tagliare i fili del telefono, ma loro hanno la radio e armi americane nuovissime. I poliziotti hanno tirato fuori i loro side-car, non vedo più nessuno vicino a me».«la legge marziale è proclamata. Si distribuiscono armi agli europei. Ogni arabo che non porti un bracciale sarà ucciso» – Nedjma Kateb Yacine – La rivolta di Sétif (Algeria) – maggio 1945.
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E intanto il bravo Renzi ha fatto altri tagli alle forze di polizia ed è sempre più finalizzato al disfacimento delle capacità operative delle forze armate italiane.
Mancano ormai manutenzioni, ricambi, lubrificanti, munizioni e carburante.
18.000 poliziotti in meno
Auto con più di 200.000 km
L’addestramento per le guerre americane ormai viene fatto su elicotteri fermi parcheggiati nei piazzali delle basi perché a causa dei tagli al Bilancio della Difesa non ci sono né carburante né ore di volo disponibili.
L’Aviazione militare ha subito decurtazioni devastanti, pare che quest’anno abbia un bilancio di appena 15 milioni di euro contro i 190 del 2014 e si dice che appena il 10 % dei velivoli sia efficiente.
I piloti volano in media tra 20 e 50 ore all’anno, nei reparti più ”spinti” si arriva anche a 80, contro le 150/200 ritenute indispensabili per volare in sicurezza
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Alberto61
Chi pensa di esportare la democrazia con bombe e droni, non si aspetti di essere ricambiato con rose e fiori!!…

Viviana
I venditori di armi godevano prima e godono ora.
Dietro i terroristi ci sono sempre le multinazionali delle armi, americane, russe, italiane…
L’Italia è al 12° posto per spesa in armi, ma i vari governi hanno fatto a per fare tagli a cosa? alla difesa interna!!!
Secondo l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma la cifra spesa nel 2014 per le armi a livello mondiale è stata di 1.776 miliardi di dollari. Quando basterebbero 120 miliardi di questi, meno del 7%, per raggiungere tutti gli Obiettivi del Millennio.
Ma noi Italiani battiamo il record dell’ipocrisia. Ci spacciamo per pacifisti e sparliamo di missioni di ‘pace’, quando siamo sempre i primi in armi accanto agli alleati statunitensi nelle loro guerre di depredazione e di conquista. Primi a dichiarare guerra all’Irak, all’Afghanistan, alla Libia..Eravamo noi italiani coi nostri mercenari a rastrellare i civili che venivano torturati ad Abu Graib o rinchiusi a Guantanamo, poi ora abbiamo la grandissima faccia di m…a di fingere che non ci sia pericolo per l’Italia come se fossimo innocenti di tutto. Abbiamo fortemente voluto tutte quelle guerre che hanno devastato quegli stessi paesi da dove oggi ci arrivano popoli straziati, che rischiamo la morte pur di sfuggire agli orrori che abbiamo contribuito a provocare.
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Viviana
Faceva senso ieri sera dalla Gruber la pacatezza e il buon senso di Letta contro la sfacciata e demenziale arroganza di Renzi o, peggio, contro il suo silenzio inspiegabile.
Letta vive ormai da diversi mesi con la famiglia a Parigi, dopo essersi dimesso da parlamentare dopo la pugnalata di Renzi e il tradimento del Pd e ora si occupa di insegnamento universitario, accettando l’incarico di dirigere la Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi.
Diceva giustamente Letta che l’errore più grande in questo momento è la generalizzazione che produce un fanatismo non dissimile a quello che produce il terrorismo
Il fatto che un terrorista fosse (forse) un profugo siriano non vuol dire che tutti i terroristi fossero profughi né che tutti i profughi siano terroristi
Allo stesso modo, visto che uno dei terroristi era francese e un altro era belga, non ne consegue che tutti i Francesi o tutti i Belgi siano terroristi
Anzi, i profughi sono proprio le vittime del terrorismo e fuggono dai loro paesi anche per quello. Se tra loro c’è un infiltrato (il che poi è tutto da dimostrare), questo non può trasformare le vittime in carnefici. Per cui l’odio generalizzato è pretestuale e assurdo e non è molto diverso dall’odio che i fanatici dell’Isis hanno per l’Occidente.
In Francia si è reagito con molta compostezza, in Italia invece si sono dette cose fuori luogo, soprattutto da Salvini e dai suoi, facendo di ogni erba un fascio e unendo argomenti che sono completamente diversi.
Adesso bisogna passare dagli attuali nazionalismi a una forza di contrasto europea. Non si può continuare a gestire il problema a livello nazionale,.

Ma chi arma i terroristi? Chi vende loro le magnifiche Toyota? E i mitra ultimo modello? E le bombe? Di questo nessuno parla.
Paolo Pagliaro, a “Otto e mezzo” ricorda che l’Isis è stato finanziato da Turchia e Arabia Saudita, ed equipaggiato dagli Usa. Il vicepresidente Joe Biden riconobbe, tempo fa, che le armi inviate ai “ribelli” anti-Assad erano “finite” tutte alle milizie jihadiste del “califfo” Abu Bakr Al-Baghdadi, l’uomo fotografato in Siria in compagnia del senatore John McCain. Ma ovviamente di questo nemmeno Salvini ama parlare.
Si parla oscuramente di ‘Califfato islamico. Perché non si accusano direttamente Il Kathar, il Kuwait, gli Emirati arabi? Eppure i servizi segreti sanno benissimo che sono i loro emiri i mandanti delle stragi. Ma tutti tacciono perché con gli emiri si fanno buoni affari. E così Salvini si allea con Berlusconi che vende Villa Certosa all’emiro del Qathar e fa affari con l’emiro del Qathar. L’ipocrisia di Salvini è grande. E dare ogni colpa ai migranti è vile. Ma ovviamente sui poveracci si sputa e con gli emiri si fa festa.
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Che l’ISIS sia o sia stato uno strumento della politica estera americana oltre a risultare evidente dai fatti di questi ultimi anni è confermato in maniera più o meno diretta da vari esponenti dell’establishment di Washington.
Tra i più espliciti era stato mesi fa il generale Wesley Clark, ex comandante delle forze alleate nella guerra in Kosovo, ex comandante supremo della NATO in Europa e per un breve periodo candidato alla presidenza per i democratici nel 2004. Secondo Clark, l’ISIS è stato creato e finanziato precisamente dai “più stretti alleati” degli Stati Uniti, al fine di “combattere Hezbollah” in Libano.
Gli alleati in questione sono le monarchie assolute del Golfo Persico, in prima fila nel fornire denaro e armi a formazioni jihadiste anche e soprattutto per rovesciare Assad in Siria, ma la sua ammissione tende a minimizzare, se non a occultare del tutto, il ruolo svolto dagli Stati Uniti in queste operazioni. Che l’ISIS sia o sia stato uno strumento della politica estera americana oltre a risultare evidente dai fatti di questi ultimi anni è confermato in maniera più o meno diretta da vari esponenti dell’establishment di Washington.
Tra i più espliciti era stato mesi fa il generale Wesley Clark, ex comandante delle forze alleate nella guerra in Kosovo, ex comandante supremo della NATO in Europa e per un breve periodo candidato alla presidenza per i democratici nel 2004. Secondo Clark, l’ISIS è stato creato e finanziato precisamente dai “più stretti alleati” degli Stati Uniti, al fine di “combattere Hezbollah” in Libano.
Gli alleati in questione sono le monarchie assolute del Golfo Persico, in prima fila nel fornire denaro e armi a formazioni jihadiste anche e soprattutto per rovesciare Assad in Siria, ma la sua ammissione tende a minimizzare, se non a occultare del tutto, il ruolo svolto dagli Stati Uniti in queste operazioni.
Nell’audizione di Kerry, Carter e Dempsey il senatore Corker ha chiesto se l’autorizzazione all’uso della forza militare presentata da Obama potrebbe includere la difesa dei “ribelli” siriani addestrati dagli Stati Uniti nel caso finissero sotto attacco delle forze del regime di Damasco. Il generale Dempsey ha escluso questa eventualità, ma quando Corker ha avanzato l’ipotesi di aggiungere tale clausola all’AUMF, nessuno dei tre ha mosso una qualche obiezione. Anzi, lo stesso Dempsey e il segretario alla Difesa Carter, nel discutere del programma di addestramento di “ribelli affidabili” che sta per essere lanciato in Giordania e in Turchia – ufficialmente per preparare una forza efficace da contrapporre all’ISIS – hanno affermato che una condizione fondamentale per la sua riuscita sarà appunto il sostegno militare che a essi dovrà essere fornito dagli Stati Uniti.
Con la giustificazione di dovere difendere i “ribelli” da Assad, perciò, gli USA potrebbero a breve effettuare bombardamenti contro le forze governative o imporre una no-fly zone nel nord della Siria, cambiando perciò di fatto l’obiettivo del coinvolgimento militare. Il tutto grazie all’opportuna minaccia rappresentata dallo Stato Islamico.
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Insomma prima li addestrano, poi li armano, infine li usano come finti nemici per avere l’alibi di intervenire ‘a protezione’ e sganciare bombe per occupare territori e rubare risorse o posizioni strategiche.
E Salvini, seguito dalla marmaglia, vuol prendere a cannonate quelli che scappano. Mentre le nullità lordate di sangue inneggiata alla guerra santa della Fallaci !!!!

La7, otto e mezzo
http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/otto-e-mezzo-14-11-2015-167657

LETTA: “Difendiamoci anche con i concetti. Dobbiamo smettere di chiamare questi terroristi ‘Stato islamico’. Così facendo diamo loro un marchio molto attrattivo, dobbiamo chiamarli per quello che sono: dei terroristi che vanno trattati come tali. I terroristi hanno minacciato Washington, Londra e Roma ma la nostra reazione ma dobbiamo reagire, la vita deve battere la morte, Tra due settimane deve svolgersi a Parigi il grande vertice sul clima, saranno centinaia di capi di governo e di stato e sarebbe un errore per prendere sufficienti misure di sicurezza. Penso la stessa cosa sul Giubileo. Non dobbiamo permettere a questi terroristi di cambiare la nostra vita, condizionando il nostro modo di essere, i nostri valori europei basati su concetti di libertà e tolleranza. Noi dobbiamo battere i terroristi con questi valori., non andando contro questi valori.

CACCIARI: “Non c’è contraddizione tra sicurezza e libertà. La sicurezza serve a vivere liberamente. Il problema è che questi terroristi, grazie anche a una serie sciagurata di errori commessi dall’Occidente, oggi hanno anche una struttura territoriale, governano determinati territori. La risposta non può essere che molto complessa, ha un aspetto militare che ancora non si sta configurando, ha un aspetto nei grandi equilibri geografici ed economici, non ha finora una risposta adeguata sul piano delle politiche di emigrazione e integrazione (alcuni dei terroristi di Parigi avevano regolare cittadinanza europea). O noi affrontiamo questo terremoto in termini sistemici e attraverso una politica europea veramente concordata o questa emergenza diventerà fisiologica. Questa risposta sistemica non c’è. Manca tragicamente.
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Caterina 2011
Io, nella mia semplicità, provo angoscia, ma non disorientamento. Fin da piccola mi hanno insegnato che quello che fai ha le sue conseguenze, e non puoi sperare di cavartela per sempre. Quindi, a me tutto torna.
“E’ tutto un serpente che si morde la coda. Noi distruggiamo i loro paesi da almeno 200 anni, loro ci rimandano profughi dalle guerre che non sappiamo gestire e terroristi che fanno attentati che non sappiamo prevenire. E chi ci guadagna sono i signori di Wall Street… Infatti, insieme all’oppressione di alcune aree del mondo su altre, ci sta l’oppressione, in ciascuna area, di chi sta sopra su chi sta sotto, e l’aizzamento da parte di quelli che stanno sopra, ovunque si trovino, di quelli che stanno sotto, gli uni contro gli altri, ovunque si trovino, sfruttando qualunque ben noto oppio dei popoli, dalle religioni ai revanscismi.
E trovo persino le parole per dirlo: è lo sfruttamento del capitalismo, giunto a incontrastata maturazione.
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Ant
Il discorso su innocenti e non innocenti trova poco appiglio in guerra. Noi non esitiamo a bombardare un ospedale perchè le nostre bombe sono intelligenti non etiche. Se un obiettivo sensibile si scuda di mille innocenti, per noi divengono automaticamente mille casualties. Anzi, mille complici.
E così loro. Se una ragazza, italiana, è di emergency o no. Se è islamica o cristiana… rappresenta un nemico da distruggere con ogni mezzo e senza remore o interrogativi sulla natura politica, culturale e religiosa della vittima.
Noi abbiamo sganciato due bombe nucleari su innocenti, non dimentichiamocelo mai. E questo perchè per noi erano tutti colpevoli, ed utili per indebolire il nemico e le sue certezze.
Siamo migliori di loro? Dimostriamolo oggi cercando la condivisione più larga possibile su alcune strategie da intraprendere con immediatezza:
– Mercato delle Armi. Sono dell’idea che non deve essere più, al mondo, consentita la vendita o l’acquisto o la detenzione di armi da fuoco. Succede in Giappone, può esser fatto ovunque. Chi ha armato l’ISIS?
– Petrolio immorale. Non deve essere più possibile per la Turchia comprare petrolio dall’ISIS. Sparare sugli ospedali sì e le raffinerie le lasciamo operative e produttive?
– Banche. Non deve più essere consentito flusso di denaro a queste cellule terroristiche. Ed invece sappiamo che provengono milioni dai paesi del golfo. Sappiamo che utilizzano strumenti finanziari per vendita di petrolio e acquisto di beni.
– Propaganda e Comunicazione. La propaganda di guerra santa la fanno ragazzi con gli occhi azzurri in francese, in inglese … facendo leva sul disagio sociale e sulla mancata integrazione di questi popoli in patria e da noi. Twitter, facebook e altro.. sono canali dove ci si condivide l’umanità.. non la disumanità. Non è molto intelligente che l’ISIS utilizzi i nostri canali di comunicazione e condivisione contro di noi.
Oscurare la propaganda ISIS.

PAOLO BECCHI
Gli obiettivi scelti a caso tra la popolazione civile, sembrano non toccare le ragioni che potrebbero spingere il terrorismo islamico a colpire la Francia. Testimoni presenti al teatro Bataclan, raccontano che gli spari partivano indiscriminatamente verso la folla, con il solo scopo di fare quante più vittime possibili: colpire senza avere un obbiettivo preciso. Questi attentati sembrano spingere verso un cambiamento di qualche tipo che l’Europa tutta dovrebbe intraprendere per salvaguardare ciò che resta della sua civiltà. Dopo Charlie Hebdo, venne immediatamente auspicata dal premier Renzi e dal presidente Hollande una ulteriore cessione delle sovranità degli stati nazione, per raggiungere quel livello di unità politica europea, necessario per far fronte in modo compatto e coordinato alla nuova minaccia che incombe sull’Europa. Probabilmente si assisterà nelle prossime ore al coro di voci che invocano “più Europa”. Ci si riferisce forse a quell’Europa che subisce le conseguenze delle politiche di Washington nei paesi arabi?

Il dato oggettivo è che il vecchio continente tenta di resistere alle crescenti pressioni che provengono da Washington per la firma del TTIP, che renderebbe l’ Europa una mera espressione geografica subordinata agli interessi statunitensi e del suo braccio militare, la Nato. Su questo la Germania della Merkel è l’ostacolo più significativo per arrivare al completamento dell’ultimo passaggio. In qualche modo le cancellerie europee più forti, si sono rese conto forse che il processo di cessione di sovranità le spinge sempre più prepotentemente nella sfera degli interessi atlantici e iniziano a cercare delle vie di fuga. Il recente accordo firmato dalla Germania con la Gazprom per la costruzione del gasdotto Nord Stream può essere letto in questo senso, come il tentativo di aprire un varco ad Est e cercare una sponda con la Russia di Putin.

L’Europa potrebbe aprirsi a nuove alleanze, tali da mettere in discussione la solidità di quella atlantica, ed è questa una strategia che gli Stati Uniti tenteranno di ostacolare con forza. Ecco dunque che la nuova Europa che sorge dalle ceneri del terrorismo, si sveglia incapace e inadeguata a fronteggiare una minaccia di questa portata, dal momento che le sue prerogative di politica estera sono troppo legate a quelle americane, responsabili della destabilizzazione dell’intero teatro del Medio Oriente, che ha dato alla luce il nuovo terrorismo islamico.

In tutto questo, la Francia è ancora una volta il teatro prescelto per questa nuova guerra che colpisce tutta l’Europa. Non è un caso che la Francia sia il paese con la più alta popolazione di islamici, il paese che forse più di tutti manifesta un evidente malcontento verso le politiche dell’Unione Europea e che vede crescere in maniera preponderante il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Non è da sottovalutare nemmeno la crescente crisi sociale ed economica che sta toccando la Francia, in qualche modo il vero malato d’Europa che inizia a patire in maniera evidente il peso dell’unione monetaria, la disoccupazione che resta a due cifre e l’insostenibilità dei parametri europei, difesi tempo addietro dal duo Merkel-Sarkozy che costituiva l’asse franco-tedesco, da sempre protagonista dell’Unione Europea. In questo contesto, il brodo di coltura del malcontento contro le politiche europee continua a crescere, e non sorprenderebbe assistere all’uso che verrà fatto di queste morti, che verranno probabilmente strumentalizzate per deviare la protesta e l’attenzione su altri palcoscenici.

A destare stupore sono anche gli aspetti operativi degli attentati. L’arma scelta per gli attentati è il kalashnikov, un’arma da guerra e questo solleva a tutta prima una serie di domande e interrogativi sulla solidità degli apparati di sicurezza francesi. Com’è possibile che dopo le stragi di Charlie Hebdo, otto uomini entrino in possesso di armi di questo tipo e riescano a muoversi tranquillamente per gli arrondissement di Parigi? Dopo i massacri precedenti, sarebbe stato legittimo attendersi un giro di vite sui presunti sospetti, e un controllo di prevenzione più efficace che non è avvenuto evidentemente. Incredibilmente la polizia francese non si dichiara sorpresa da queste stragi, quasi che ci fosse un sentore concreto che tutto ciò sarebbe potuto accadere. L’Europa prometteva sicurezza e stabilità, e il migliore dei mondi possibile. Adesso sembra impossibile contare i frammenti del sogno europeo che ha distrutto i diritti costituzionali e la sicurezza dei cittadini europei.

Il presidente siriano Assad ha dichiarato subito: “La Francia ieri ha conosciuto ciò che viviamo in Siria da 5 anni”. Per seguire una politica estera di conquista, aggressiva, in violazione perenne del diritto internazionale e che ha distrutto Stati una volta sovrani da parte degli Stati Uniti, l’Unione europea ci ha esposto a quest’immane pericolo. E’ ora di comprenderlo.

CAPITALISMO E LOTTA INTESTINA
NICOLAI CAIAZZA

Il fatto piú importante di quanto é successo e sta succedendo a Parigi é la reazione della popolazione. Lungi dal lasciarsi intimorire e ritirarsi nelle proprie case, cosí come fece al tempo di CharlieHebdo, la popolazione sta manifestando, si sta facendo sentire nelle piazze, cosciente che questi attentati hanno avuto diversi scopi uno dei quali é intimorire la gente. Non a caso Hollande nel suo primo discorso ha annunciato misure di restrizione della libertá di movimento e dimostrazione per le persone, la minaccia di applicare il coprifuoco, proprio in conseguenza della proclamazione dello stato d’assedio. Misure che valgono anche per gli altri comuni di Francia. Non a caso, per il summit sul clima che avrá luogo a Parigi a metá dicembre, erano e sono in corso in tutta Europa,preparazioni per la mobilitazioni di migliaia di persone che vi andranno a manifestare con l’intento di influire sulla riunione affinché prenda misure a salvaguardia del clima. La cosa non é certo gradita alle grandi corporation che si occupano di estrarre oli e minerali dalla terra cosí come a quelle che si stanno battendo per omologare l’alimentazione mondiale secondo i prodotti che gli Usa stanno imponendo con alla base l’uso degli Ogm. Una conseguenza di questi attentati, sará un colpo alle esportazioni all’interno dell’Europa, proprio a causa della applicazione di controlli piú stretti alle frontiere. E’ dunque anche un colpo alle attivitá produttive non solo della Francia ma di tutti i paesi che con essa commerciano. Gli Usa non hanno digerito la indisponibilitá del paesi europei a imbarcarsi in una politica antiRussia. I loro piani di utilizzare il colpo di stato in Ucraina come base per isolare la Russia hanno avuto per risultato un accrescimento della influenza di questa nelle situazioni di conflitto, come Siria e Medio Oriente. Ancora gli Usa non hanno digerito gli accordi che la Germania ha fatto con la Russia per le forniture di gas. Guarda caso Casini ha proposto come soluzione per la lotta al terrorismo, una alleanza di tutti i Paesi, sottolineando che anche la Russia deve farvi parte, e che “sarebbe un grave errore
isolare la Russia”. Cioé, i Casini vari sono ben coscienti di a chi é diretta la canzone.
Contro i piani di distruzione che il capitalismo mondiale sta cercando di portare avanti é importante la mobilitazione della popolazione, come hanno mostrato a Parigi, la presa di coscienza che i governi sono ormai marionette mosse dal grande capitale produttivo¬finanziario¬ militare. Da loro non arriveranno soluzioni positive. Con la mobilitazione si troveranno soluzioni alternative al potere capitalista .
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MASADA n° 1700 16-11-2015 I SEGRETI DEI COLORI

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MASADA n° 1700 16-11-2015 I SEGRETI DEI COLORI

Di Paolo Brescia, Color designer
via Masaccio,6 – 70043 Monopoli (BA) – ITALY
web: http://www.cromoambiente.it
email: cromoambiente@cromoambiente.it
Tel. 080/74.88.84 – Cell. 348/79.38.880

Cos’è il colore? Da sempre si è cercato di dare una risposta, ogni volta che si è pensato di essere riusciti a codificarlo, è emerso sempre qualcos’altro che modificava la certezza ottenuta. Oggi sappiamo che il colore è energia elettromagnetica, per cui anche i non vedenti reagiscono ad una esposizione cromatica allo stesso modo dei vedenti.
L’energia è misurabile tra i 780 e 380nm. (nanometri), oltre abbiamo da un lato gli infrarossi dall’altro gli ultravioletti.
Grandi figure del passato come Pitagora e Aristotele ne hanno parlato a lungo, Platone e Plinio cercarono di spiegarlo, Leonardo li abbinò agli elementi; rosso per fuoco, verde per l’acqua, blu per l’aria, giallo per la terra; ma si deve a Newton, scienziato e alchimista, l’aver posto un paletto fermo; la sua teoria è stata accettata per generazioni.

Nel 1666, mentre studiava al microscopio il bacillo della peste (che stava decimando la popolazione di Londra), si imbatté in un gioco strano di colori dovuto a riflessi ai margini delle lenti che non erano concave e/o convesse, che lui chiamo “Aberrazione Cromatica”, abbandonò la ricerca sui bacilli impossibilitata a causa dei riflessi e si dedicò a cercare la spiegazione di questo strano fenomeno, arrivò con la sua ricerca ad imprigionare la luce, immise un raggio di luce in un prisma e ottenne la divisione dei colori. L’esperimento continuò nell’immettere i colori nel prisma rovesciato e riottenere la luce bianca. Contò SETTE colori; il numero santo in alchimia, il numero delle note nella scala musicale diatonica; sette sono i giorni della settimana, i vizi capitali, all’epoca si credeva fossero sette anche i pianeti.
Voltaire aveva dichiarato che Newton era il più grande uomo che fosse mai vissuto; mentre Goethe definiva la teoria dei colori di Newton “vecchi nidi di topi e gufi”.
La diatriba su quale fosse la teoria più precisa ancor oggi divide gli studiosi; hanno ragione entrambi, e, anche se con gli studi del dott. David Hubel, premio Nobel alla medicina nel 1981, insieme al dott. Torsten Wiesel per la ricerca sui “meccanismi celebrali della percezione visiva”, si è riusciti a capire appunto come vediamo i colori, la teoria di Newton viene considerata più vicino alla realtà.
Sei milioni di fotorecettori detti “coni”sono deputati alla lettura del colore suddivisi in tre fasci del rosso del verde e del blu e oltre un milione di fotorecettori detti “bastoncelli” deputati alla lettura del bianco e nero.

Visione colorata CONI = effetto fotopico equivale alla lettura del colore in luce
Visione in bianco e nero BASTONCELLI = Effetto scotopico equivale alla lettura dei
bianchi e neri e/o il colore con un chiarore molto basso “acromatica notturna”
Cecità momentanea = Effetto mesopico il momento di alternanza quando si passa dalla luce al buio o viceversa, ricordiamoci ogni qualvolta entriamo o usciamo in una sala cinematografica siamo ciechi cosi come quando guidando entriamo e usciamo da una galleria.

Hubel ha dimostrato che la trasmissione dei dati veicola ad una parte del cervello e Semir Zeki, neurobiologo, ha identificato in V4 la regione celebrale dove arriva il segnale attraverso il cromosoma X.
L’uomo è dotato di un solo cromosoma X motivo per cui non è difficile riuscire a trovare un maschio che lo legge in modo preciso a differenza dalla donna che è più agevolata. Questo è uno dei motivi perché il colore è sempre stato poco considerato, in più di trenta anni di lavoro penso di averne viste e sentite di tutti i colori; spesso l’uomo demandava alla propria compagna o il manager di qualche ditta chiamava la propria segretaria per la scelta del colore che considerava una scelta banale. Un amico Ingegnere al mio invito di partecipare ad un convegno nel 1986 mi ha risposto: “Ma quale importanza vuoi che abbia un colore rispetto ad un altro? Al limite potrebbe essere considerato una cravatta su di un abito che non toglie o aggiunge importanza all’abito stesso” (Ho scoperto dopo che aveva difficoltà a differenziare i gialli ed era affetto da retinopatia).
La percentuale di uomini che non leggono bene il colore è del 20-30% a seconda dell’ambiente che frequentano, più è inquinato il luogo maggiore è il loro numero, ma anche la vecchiaia, malattie come il diabete e infezioni oculari generano il discromatoptico, individuo che non ha una buona lettura dei colori sfumati, mentre il daltonico ha difficoltà di lettura dei rossi con i verdi e il rosa con il blu.
Dalton chiese che dopo la sua morte fossero esaminati i suoi occhi e fosse aggiunto un liquido blu, in quanto era convinto che ai suoi occhi mancava la quantità giusta di fluido oculare blu, l’autopsia scoprì che l’umor vitreo era perfettamente trasparente; ovviamente non poteva sapere che non si trattava di una carenza visiva, ma di una differente trasmissione al cervello.
J.K.Bowmaker fisiologo ha dimostrato che le tre classi di coni hanno una sensibilità spettrale massima di circa 663nm. (rossi) 535nm (verdi) 420nm (blu), ma la gamma si presuppone sia più ampia .

Test isocromatiche di ISHIHARA :
Figura 1
uomopallini

numeropallini

Chi non vede un arlecchino è discromatoptico.
Chi non legge “25 p per copy“ è certamente un daltonico .
Ultimamente si è scoperto che i fasci neurali che trasmettono gli impulsi sono affiancati dai fasci del suono e dell’olfatto, è facile supporre che la trasmissione del messaggio potrebbe essere modificata se si attivassero all’unisono, si otterrebbe quello che avviene in un Surbahar, dove le venti corde vibrano insieme e,anche se sono toccate (pizzicate) solo 7 corde, per risonanza suonano le altre 13.
Come è possibile che gli antichi Asclepiadi conoscessero e applicassero per questo l’incubatio? L’incubazione è una pratica magico-religiosa che consiste nel dormire in un’area sacra allo scopo di sperimentare in sogno rivelazioni sul futuro e sulla guarigione; il tutto era agevolato dai colori nei quali si addormentavano; il sonno era accompagnato dalla musica e da incensi ed erbe aromatiche, ma ancor prima c’era l’applicazione di terapie simili a quelle egiziane.
Il sonno riparatore e rigeneratore deriva dalle tecniche di incubatio?

La confusione che può derivare da chi non legge bene il colore è ben sottolineato dalla piantina della metro di Londra. Immaginate cosa accade, il protanopo si troverebbe disperso ogni qualvolta la Metropolitan line incrocia la Nothern line e ancora la District incrocia la Jubilee e/o la Circle.

Figura 2

tonalita

Il protanopo o daltonico ha difficoltà di lettura dei rossi e arancio che confonde con i verdi.
Il deuteranopo ha difficoltà di lettura dei verdi.
Il Tritanopo ha difficoltà di lettura dei blu (molti giapponesi chiamano il verde del semaforo: cielo.

Effetto biologico- fisiologico della Luce
reazioni allo stimolo luminoso cromatico (processo di conversione dell’energia luminosa in energia
Radiazione infrarossa ; effetti riscaldanti; effetti sul rendimento fisico-mentale; effetti percettivi
ed infine effetti di vasodilatazione
Radiazione ultravioletta; Uva, effetto fotochimico
UVb produzione vitamina D, aumento del metabolismo proteico si intensifica il sistema
endocrino, stimolazione del sistema immunitario ,dell’attività celebrale, dilatazione capillare,
aumento del senso di benessere
UVc; effetti germicidi, sterilizzazione

La luce naturale ha in sé un’escursione cromatica notevole che passa dai 9.000 gradi Kelvin (°K) di mattina ai 2.500 °K di tardo pomeriggio, variando evidentemente la propria energia .
Ogni qualvolta siamo sottoposti alla luce dal punto di vista biologico e fisiologico si producono alcuni effetti, pertanto ogni qualvolta siamo sottoposti ad una luce infrarossa (energia del calore sprigionata ad esempio da una stufa da un calorifero etc.) sentiamo più caldo (effetti riscaldanti) siamo più svegli dal punto di vista celebrale e fisico, i nostri vasi dilatatori vengano attivati.
I raggi ultravioletti si suddividono in tre famiglie e si realizza per ultravioletti A un processo fotochimico, per ultravioletti B la produzione di vitamina D e l’aumento del metabolismo proteico, aumenta anche la produzione di anticorpi per il nostro sistema immunitario e l’intuizione celebrale, ci pervade un senso di benessere (che si ha ogni volta che siamo esposti al sole per abbronzarci) ; infine l’ultravioletto C ha un effetto germicida ed è utilizzato alla fine di ogni processo di sterilizzazione. L’ultravioletto prodotto dalla lampada blu ha permesso ai neonati nati con l’ittero di salvarsi.

Nella parte centrale, tra gli infrarossi oltre gli 800nm e gli ultravioletti oltre i 380nm, c’è la luce del visibile, quella che contiene l’equilibrio della gamma cromatica dal rosso al viola, e si attiva la ghiandola pineale (terzo occhio, sesto chakra) che regola i ritmi circadiani, giornalieri e stagionali, i livelli di stress e le prestazioni fisiche, produce la serotonina, stimola la mente, è inoltre il neuro trasmettitore responsabile dell’umore, una ghiandola ha bisogno del buio e del sonno per ricaricarsi.
Dormire in assoluta oscurità aiuta la ghiandola a produrre melatonina che garantisce un buon riposo (motivo per cui si dovrebbe dormire senza avere in camera da letto alcuno strumento che abbia anche un piccolissimo led come un telefonino o un televisore spento e/o una sveglia elettrica ed infine uno specchio etc.
C’è un esercizio molto interessante per attivare la ghiandola pineale ed è quello di fissare il sole per pochi secondi (al sorgere nei primi 10 e negli ultimi 15 minuti al tramonto).
Altri effetti che si producono sono quelli sul rendimento, sull’affaticamento, sulla conoscenza e sull’emotività, inoltre si ha l’attivazione dei ritmi circadiani, equilibrio che sarebbe utilissimo fosse conosciuto in special modo nelle scuole e negli ospedali oltre ovviamente che nelle zone lavoro.

Radiazione luce visibile; attivazione della ghiandola pineale; effetti sul rendimento e
affaticamento; effetti cognitivi, comportamentali ed emotivi, innesco dei ritmi circadiani
Ritmi circadiani meritano un’attenzione particolare cosa che succede in farmacologia dove si è scoperto che alcune cellule rispondono meglio ad alcuni farmaci se assunti in un determinato periodo della giornata; ovviamente ogni volta che si interviene in un ambiente è uno dei valori da tener presente per la giusta applicazione della luce e del colore.

Vediamo come reagisce il nostro cervello quando la vista è sottoposta ad un colore?
Il più delle volte produce i colori di contrasto simultaneo e ciò è importantissimo in quanto ha salvato delle vite umane: alla domanda del “perché il verdino in sala operatoria?
il chirurgo risponde “perché è riposante?” in realtà : se non vi fosse quel colore il chirurgo dopo aver lavorato sul rosso sangue dovrebbe stropicciarsi gli occhi o attendere qualche secondo prima di ritornare ad operare.
Oggi i camici non sono più solo verdi ma anche azzurri, perché? Perché le scialitiche hanno la luce gialla e il sangue diventa arancione e il colore di contrasto è l’azzurro.

Figura 3

colorifondamentali

Per comprendere meglio è sufficiente fissare lo sguardo sulla crocetta posizionata tra
i segmenti colorati e dopo dieci secondi spostare lo sguardo sulla crocetta adiacente,
tenendo fisso lo sguardo vedremo quattro colori dove non c’è niente (i colori di
contrasto simultaneo) al rosso subentrerà un verde: al verde un indaco-rosato; al
giallo un viola, al blu un giallo arancio.

Provate a fissare il puntino al centro per qualche secondo e spostate lo sguardo sulla superficie bianca laterale; vedrete materializzarsi: la bandiera in giallo e il fondo blu .

Figura 4

bandiera

Ma il nostro cervello anticipa al colore il segno forse V3? Infatti, invece di produrre il disegno del colore di contrasto, produce un rombo dello stesso colore. In modo da uniformare la tavola fissiamo il puntino al centro del rombo e spostiamo lo sguardo sulla porzione bianca: il nostro cervello produrrà il rombo mancante dello stesso colore.

Figura 5

rombo

Ripetere l’esperimento con il puntino al centro dei cerchi gialli: ci si rende conto che il nostro cervello produce tutte le porzioni che mancano per ottenere un disegno colorato uniforme (sul fondo bianco si formano tutti i rombi e ……..

Figura 6

pallinigialli

In questo caso è importante tener conto della visione periferica, ovvero la visione che arriva al cervello senza essere filtrata dalla ragione, esempi lampanti sono quando ci si trova a guidare un auto fermi in fila davanti a un semaforo su di una strada in discesa e continuare a frenare convinto di essere in procinto di tamponare la macchina ferma davanti, ma poi girando lo sguardo lateralmente ci rendiamo conto che l’auto che ci affianca si sta muovendo, un altro esempio è quando siamo comodamente seduti in un treno ad un certo punto ci sentiamo spostati in avanti e invece il treno su di un altro binario sta partendo o arrivando, siamo abituati a considerare solo quello che vediamo direttamente sarebbe interessante studiare un’applicazione per ridurre incidenti stradali che potrebbero essere causati da messaggi ricevuti che non si è avuto il tempo di codificare.
Il disegno dei “bolli” di una marca di ceramica molto famosa, negli anni settanta, era molto utilizzato nei bagni di abitazioni, peccato che nello stesso periodo veicolava frequentemente sulla TV una pubblicità “basta la parola” gli italiani si erano scoperti un popoli di stitici….. forse perché invece che rilassarsi con un giornale o un libro al cervello arrivavano disegni di rombi gialli?????

Il cervello produce dei colori prestabiliti attraverso macchie cromatiche: se fissiamo il puntino tra le macchie e dopo spostiamo lo sguardo sul castello succederà… che sarà visto a colori anche se è in bianco e nero per un brevissimo periodo .

Figura 7

castellofoto

castelloblu

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MASADA n° 1701 18-11-2015 IL PENSIERO POSITIVO

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MASADA n° 1701 18-11-2015 IL PENSIERO POSITIVO

(Riflessioni tratte da una conferenza di Giuliano Falciani)

Il pensiero è la maggiore espressione dell’uomo, ma bisogna imparare a pensare bene.
Anche il Buddha insegna a pensare rettamente. Il pensiero fa l’uomo e fa il mondo.
State attenti a quello che pensate perché la maggior parte dei compiti kahrmici è legata ai pensieri, alle intenzioni. Non pensate in questa vita di poter risolvere tutto perché tutta questa vita è un battito di ciglio.
Ogni sera fate un bilancio di quanti pensieri positivi o negativi avete avuto nella giornata. E fate sempre attenzione a quello che pensate. Tutti i nostri pensieri devono essere allineati all’Uno. Ricordiamo che se immettiamo nell’energia un pensiero negativo, attiriamo energie simili. Quello che pensiamo ritorna a noi come un boomerang.

Noi siamo creatori del mondo a immagine e somiglianza di Dio. Siamo quel Sé superiore che spesso crediamo di non incontrare mai. E quello che ci accade non è che il segno di ciò che dobbiamo incontrare.
Chi è geloso o è possessivo è come se dicesse: io ti do il mio amore ma tu devi rendermi dieci volte tanto.
Quando ci incarniamo, scegliamo una certa combinazione astrale, una certa combinazione materiale, un certo destino e sono quelli di cui abbiamo precisamente bisogno a livello kahrmico.
Il kahrma non è dolore o espiazione, ma azione e conseguenza dell’azione, perché ogni esistenza è conseguenza delle esistenze precedenti.
Ognuno di noi ha le sue dipendente ma è proprio lavorando sulle dipendenze che possiamo lavorare sulla nostra liberazione.
Anche l’eccessiva protezione di un figlio può essere una dipendenza. Noi lo amiamo ma allo stesso tempo vorremmo assoggettare la sua volontà alla nostra, con la scusa che sappiamo meglio di lui qual è il suo bene, con la scusa di proteggerlo. Possiamo farlo quando è piccolo, non possiamo più farlo quando è grande. Lo amiamo ma ci aspettiamo da lui certi comportamenti, siamo dipendenti da lui e vorremmo che lui dipendesse da noi. Naturalmente questo farà sì che il figlio ci deluda, deluderà le nostre aspettative e saremo inquieti e turbati. Per quanto lo amiamo, siamo restii ad abbandonare il legame con il figlio che abbiamo immaginato e con quella immagine che gli vorremmo imporre. In questo modo distruggeremo la sua volontà e libertà e la nostra.
Solo quando l’io impara a distaccarsi da rapporti troppo vincolanti, si libera e libera l’altro.
L’amore non può esistere nella costrizione.
L’amore può esistere solo nella liberazione, la nostra e quella dell’altro, noi amiamo bene solo quando liberiamo l’altro dai vincoli di un amore troppo possessivo.
(Il verso di un poeta dice: “Ti stringo a me con l ebraccia aperte”)
Noi siamo portati a dubitare sempre dell’altro, come se non avesse una sua individualità e una sua libertà. Siamo abituati a pensare le cose più negative di ognuno e di ogni realtà. Siamo pieni di giudizi e pregiudizi, di ansie, di timori, di presentimenti spiacevoli.
Il pensiero crea e il pensiero distrugge. Il pensiero alimenta tutto l’Universo nel bene e nel male. L’Universo ci ascolta.
Quando pensiamo, mettiamo in moto delle energia che si diffondono tutto attorno creando o attirando ciò che abbiamo pensato. Se temiamo troppo che qualcosa di spiacevole avvenga, aumenteremo le probabilità che esso avvenga realmente. Lo evocheremo. Lo creeremo. Attireremo a noi proprio quello che non vogliamo.
Per questo colui che temere di continuo di essere derubato attirerà i ladri. E chi teme di continuo di subire violenza subirà violenza. Ricordate questo se pensate ossessivamente qualcosa di negativo per i vostri figli: esso accadrà.
Nell’Universo tutto è pensiero. L’Universo stesso non è altro che la manifestazione dell’essere divino pensante.
Noi non siamo abituati a pensare di poter percepire i pensieri di chi abbiamo vicino, ma gli altri forse possono farlo, per cui cerchiamo di pensare sempre con la massima verità, la massima sincerità e la massima positività. Solo così creeremo e attireremo cose simili.
Questa nostra esistenza attuale non è altro che la manifestazione di un pensiero che abbiamo avuto in passato.
Dunque bisogna chiedere all’Universo il Bene e avremo il Bene.
La vera preghiera è la richiesta buona; la meditazione è la risposta. La meditazione è il mettersi in ascolto. Creare un vuoto mentale. Noi siamo troppo pieni de pensieri e invece dovremmo abituarci ogni tanto a smettere di pensare. Mettere la pace dentro di noi. E la pace è assenza di pensiero. In qualunque situazione.
Ciò che turba massimamente l’energia è la dipendenza che noi abbiamo dagli altri, non solo quelli da cui ci aspettiamo protezione, ma anche quelli a cui vorremmo dare la nostra protezione. In entrambi i casi noi creiamo delle aspettative che resteranno deluse.
Voi dovete smettere di pensare che sarete felice quando gli altri vi daranno quello che vi aspettate.
L’aspettativa nasce dal piano causale quando da ogni rapporto noi pretendiamo qualcosa. E più questa aspettativa sarà alta, più avremo delusione, tristezza, depressione.
La depressione è un male spirituale. Per Buddha è un peccato che discende dalla volontà.
E’ depresso chi non riesce a darsi da solo quello che gli serve. Se non ti aspetti nulla da nessuno e conti solo su te stesso, non resterai mai deluso. Chi dipende troppo dagli altri dimostra di non fare nulla per la propria indipendenza.
Io devo arrivare al punto di poter dire: “Sono felice?”, “Sì”, “Perché?” “Non lo so”.
Se io avessi una risposta, vorrebbe dire che quello che mi serve viene da fuori.
Bisogna scegliere la vita che si vuole. Quando sono venuto in questa vita mi sono scelto. Ho scelto un dato percorso, fisico, sentimentale…ma la mia incarnazione è la mia missione.
Oggi siamo invasi dagli strumenti elettronici di comunicazione ma in tanta comunicazione elettronica aumenta il distacco tra gli uomini, si perdono i momenti di condivisione, di partecipazione, di crescita. La tecnologia va usata ma senza dimenticare gli uomini.
Come facevano 10.000 persone a sentire le parole del Cristo in mezzo al lago? Col cuore. Oggi il cuore dell’uomo è talmente chiuso che con tanti mezzi di comunicazione non siamo mai stati così soli.
C’è un tempo del sogno dove tutto avviene in un pochi momenti. C’è un tempo lineare in cui si scandisce ogni cosa e c’è un tempo astrale dove tutto è istantaneo.
Ci siamo reincarnati per imparare ed evolvere, ma ognuno apprende secondo per quanto può contenere.
Noi siamo eterni ma è paradossale pensare all’eternità in un corpo. Questo che abbiamo oggi lo lasceremo e ne cambieremo altri finché avremo necessità di sperimentare la realtà terrena. Teniamo dunque bene questo corpo col cibo spirituale.
La nostra intelligenza è una piccola scintilla capace di superare il nostro io inferiore.
Noi siamo composti di vari corpi energetici e tra essi è molto importante il corpo della buona volontà (Gesù dice: “Beati gli uomini di buona volontà”).
La beatitudine è una realtà che voglio vivere qui e posso farlo regolando i pensieri condizionanti.
Yogananda scrive: “La meditazione è la risposta che ho dal Creatore se ho la pazienza di ascoltare”.
Se siamo malati, non si deve chiedere a Dio di essere guariti, ma di capire le cause per cui ci siamo ammalati. Dovete trovare la volontà di non farvi del male con la mente. Impegnate la vostra volontà per pensare bene e ogni tanto cercate di non pensare a niente o pensate a quello che state facendo.
I buddhisti dicono: se hai fame, mangia; se hai sonno, dormi.
A Damanhur, quando suona la campana, ognuno smette di fare quello che sta facendo e medita su di esso.
Noi viviamo troppo spesso in modo automatico, meccanico, assente. Non siamo collegati. Dobbiamo invece essere padroni della nostra interiorità, anche dei nostri motivi caratteriali, senza dire: “Io ho questo carattere, cosa ci posso fare? Non posso cambiare”.
Dobbiamo ridurre il nostro Ego fino ad eliminarlo; possiamo averne bisogno, ma quando esso si comporta male, dobbiamo regolarlo.
Chi si avvicina a voi non deve farsi del male. Non dobbiamo fare del male al mondo.
Spesso siamo così convinti di noi che non ascoltiamo nessuno, proseguiamo imperterriti nelle nostre convinzioni, spesso nelle nostre fissazioni. La gioia deve essere dentro di noi per nutrire il mondo, non si deve disperdere o sparire. Noi siamo responsabili per il mondo, perché il mondo è anche creazioni dei nostri pensieri.
Ed è importante che raccogliamo le energie positive che vengono da fuori e si insediano dentro di noi e cominciano a lavorare. Possiamo farlo, se vogliamo gestire il flusso dei pensieri con la nostra volontà. E non dobbiamo prendere in noi le negatività degli altri.
I pensieri creano situazioni. Creano vita. Energia. Mondo.
Dobbiamo imparare a gestirli e dobbiamo anche imparare ad andare piano coi giudizi che hanno una grande forza negativa, sono distruttori. I giudizi sono sentenze.
Dio non dà giudizi, non condanna né giudica, dunque non ha bisogno del perdono. Il perdono spetta a noi.
Ogni realtà è causale. Ogni vita è un progetto evolutivo che abbiamo voluto e deciso.
Non è un caso nessuna delle cose che ci capitano, anche il disegno del nostro corpo non è casuale, lo ha deciso il DNA, che è uno strumento che non trasporta solo informazioni fisiche ma kahrmiche, il passato e il futuro di ogni essere, ogni sua malattia o ostacolo. Anche ciò che nel DNA la scienza definisce come parti non codificate contiene il disegno dell’Universo. Se un essere di altri pianeti volesse esaminarci a distanza, gli basterebbe la radianza di una nostra cellula, che come in un ologramma contiene tutto l’intero.
Noi siamo il dio che cammina.
Dobbiamo tornare all’essenza della vita. Staccarci da ciò che ci scollega col Tutto.
Dobbiamo imparare a mangiare bene e a pensare bene.
Il pensiero è potente, smuove energie cosmiche.
Quando l’uomo pensa, produce movimenti dell’anima, cambia l’Universo.
Noi siamo poli in miniatura che attraggono e irradiano. Il nostro compito è ascendere del livello spirituale, salire nella scala delle frequenze. Oggi siamo molto in basso, è come se fossimo dinosauri.
Tutto va più veloce di un tempo perciò non abbiamo più tanto tempo kahrmico per completare la nostra evoluzione. E, se la razza umana, non svolge per tempo il suo compito, il pianeta è alla fine.
Non siamo nati per essere santi o demoni ma per essere persone che si scambiano tra loro energia. Eppure viviamo alla dimensione di animali, ci siamo persi. Non ricordiamo le antiche esistenze. Se vogliamo avere un futuro, dobbiamo avere più coscienza del presente. Stiamo dunque attenti ai nostri pensieri!
Dio è amore. Tutto quello che è fuori dall’amore non dovrebbe esistere. Noi umani non conosciamo la giustizia né la bontà. I pensieri possono condizionare il futuro e sconvolgere il presente. Tutte le particelle, gli esseri, tutta la realtà esistente dipende dalla Perfezione infinita.
S. Paolo diceva agli Efesini: “Ricordate che tutto quello che seminate raccoglierete!”
Se noi non seminiamo il Bene non potremo raccogliere il Bene.
Ogni atto o pensiero sbagliato è privo di perdono. Perdoniamo dunque agli altri e perdoniamo anche a noi stessi.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1702 19-11-2015 LE RADICI DELL’ODIO

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MASADA n° 1702 19-11-2015 LE RADICI DELL’ODIO

Le cosiddette ‘missioni di pace’ – Analisi del fanatico – L’Isis è stato creato dagli Stati uniti e finanziato dagli emirati – Numeri delle grandi religioni – Contro il versetto del Corano le atrocità della Bibbia – Ma se non facciamo la guerra, cosa possiamo fare? – Padre Alex Zanotelli – Se il petrolio è guerra, liberiamoci dalla schiavitù dal petrolio! – Non avrete il mio odio – Un milione e 300 mila vittime civili. Il Rapporto di Amnesty – Islam vuol dire pace- La geopolitica del caos

Questa civiltà moderna di oggi e guidata da un manipolo di persone con una pietra al posto del cuore.
Andrea
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Non so cosa sia peggio se le menzogne dei potenti o il fanatismo degli imbecilli.
Viviana
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La più grande vittoria dei terroristi è farci diventare come loro.
Viviana
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Gli uomini d’affari sono sempre attratti dalla prospettiva di un conflitto.
Questo la dice lunga sul genere di etica dei loro affari.

Viviana
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Hollande: “La Francia è in guerra. Ue intervenga con noi”.

Annamaria
Cito: “In altre occasioni abbiamo addirittura rovesciato il vocabolario definendo le nuove guerre “missioni di pace”, e qui l’insufficienza semantica del vecchio vocabolo è diventata uno strumento e un alibi per perpetrare un inganno politico e mediatico.”
Lo smarrimento di una collettività che ha capito che sta succedendo qualcosa di enorme, ma non possiede le parole giuste per dirlo.”
Ho selezionato due passaggi di Gilioli che mi sembra rappresentino molto bene il ‘prima’ e il ‘poi’ del momento che stiamo vivendo e della nostra attuale condizione.
Il ‘prima’: le “missioni di pace”: immensa violenza rivestita di immensa ipocrisia.
Il ‘poi’: smarrimento, confusione, disorientamento di fronte a qualcosa di enorme che non si era previsto e che ci ricade addosso e da cui, più che ‘le parole giustè, non troviamo il mezzo giusto per metterci al riparo.
I ‘mostri’, inventati, finanziati, armati, addestrati da quelli delle “missioni di pace”, si sono messi ‘in proprio’ e le “missioni di pace” le fanno a modo loro.
Ha ragione chi scrive:”Prima o poi arriva il momento di sbattere il muso sulla realtà, di guardarsi allo specchio e accettare quello che si vede. Noi occidentali siamo bestie assassine come quelli dell’Isis. Loro uccidono in nome del loro dio, noi in nome del nostro: il dio denaro. Non siamo diversi quanto a ferocia e integralismo.”
Ha ragione Ant che scrive:” Noi non esitiamo a bombardare un ospedale perché le nostre bombe sono intelligenti non etiche. Se un obiettivo sensibile si scuda di mille innocenti, per noi divengono automaticamente mille casualties. Anzi, mille complici.”
Ha ragione Viviana quando scrive: “Si parla oscuramente di ‘Califfato islamico. Perché non si accusano direttamente Il Kathar, il Kuwait, gli Emirati arabi? Eppure i servizi segreti sanno benissimo che sono i loro emiri i mandanti delle stragi. Ma tutti tacciono perché con gli emiri si fanno buoni affari.”
Ha ragione Caterina quando scrive:” Fin da piccola mi hanno insegnato che quello che fai ha le sue conseguenze, e non puoi sperare di cavartela per sempre. Quindi, a me tutto torna.”
Ecco, anche a me tutto torna.


(Tonino Mattu)

Ant
A mio vedere non possiamo colpire il fondamentalismo ed integralismo e contemporaneamente rifiutare chi fugge e cerca asilo. Anche perché sono la migliore critica possibile a quell’integralismo.
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ALESSANDRO GILIOLI
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/11/12/la-scorciatoia-dei-mediocri/

“Che l’ISIS sia o sia stato uno strumento della politica estera americana oltre a risultare evidente dai fatti di questi ultimi anni è confermato in maniera più o meno diretta da vari esponenti dell’establishment di Washington.
Tra i più espliciti era stato mesi fa il generale Wesley Clark, ex comandante delle forze alleate nella guerra in Kosovo, ex comandante supremo della NATO in Europa e per un breve periodo candidato alla presidenza per i democratici nel 2004. Secondo Clark, l’ISIS è stato creato e finanziato precisamente dai “più stretti alleati” degli Stati Uniti, al fine di “combattere Hezbollah” in Libano.
Gli alleati in questione sono le monarchie assolute del Golfo Persico, in prima fila nel fornire denaro e armi a formazioni jihadiste anche e soprattutto per rovesciare Assad in Siria, ma la sua ammissione tende a minimizzare, se non a occultare del tutto, il ruolo svolto dagli Stati Uniti in queste operazioni. Che l’ISIS sia o sia stato uno strumento della politica estera americana oltre a risultare evidente dai fatti di questi ultimi anni è confermato in maniera più o meno diretta da vari esponenti dell’establishment di Washington.”
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SUL FANATICO E DINTORNI
Viviana Vivarelli

Non vedo nessuna differenza tra i fanatici dell’Isis che odiano tutto l’Occidente e i fanatici dell’Occidente che odiano tutto l’Islam e sbandierano i testi sanguinari della Fallaci o le frasette piazzaiole di Salvini o, ancor peggio, si allineano a forme di odio ideologiche come il Breivik (cristiano fondamentalista) che fa strage di 90 giovani a Utoya.
Tutti i fanatici mi sembrano uguali, totalizzanti e accecati, in preda a un delirio inquietante e demoniaco.
Quando la furia della passione antiumana invade la psiche, qualunque sia la sua origine etnica, politica, ideologica, religiosa.., assistiamo sempre a una caduta verso il basso dell’animo umano con un invasamento non diverso da quello che portò appena ieri ai pogrom, all’olocausto, alla caccia alle streghe, alle follie anticomuniste del maccartismo…
Ma quando l’uomo, qualunque sia il suo invasamento, perde la sua ragione, è pronto a credere a tutto, è una pedina in mano a interessi superiori i quali sono tutt’altro che fanatici, sono lucidi e freddi, e usano i fanatici come corpi senza coscienza, passioni senz’anima, zombi manovrati dalla politica e dalla finanza.
L’uomo che perde la capacità di discriminare le differenze e le responsabilità personali e individuali e che odia per masse, per religioni, per nazionalità, per ideologie, è l’uomo che è dominato dal suo inconscio e ha perso la capacità di gestire se stesso. Di lui si può fare tutto il peggio possibile.
È chiaro che alcuni hanno un DNA anti islamico e non sono diversi dai fanatici dell’Isis. A loro non importa sapere che il fanatismo nasce in qualsiasi religione come nell’ateismo, non importa sapere che i fanatici dell’Isis sono strumentalizzati, addestrati e armati da Russia, America, Emirati, per interessi di finanza e di potere, in cui di motivi religiosi o ideologici non c’è traccia. A loro importa solo far rientrare tutto quello che accade in una ossessione razzista e c’è chi ci marcia, o perché ci sono partiti che possono arrivare al potere solo sfruttando l’odio razzista o perché chi gestisce la finanza ha bisogno di fare guerre di conquista che hanno molto poco a che fare con la religione o l’etnia ma molto con giochi di predominio, sterminio e potere.

Io non potrò ascoltare chi è ossessionato nella stessa maniera dei fanatici islamici e generalizza a interi popoli quella che è la malattia di pochi individui. Il paradosso, tragico e grottesco insieme, è che i fanatici occidentali odiano proprio i profughi che scappano dalla furia dell’Isis e sono proprio quei profughi le sue maggiori vittime e i maggiori testimoni del suo fallimento.
Israele fa parte del blocco capitalista americano e la distruzione della Siria rientra nei suoi scopi. Agitare tutto questo odio serve a una guerra contro la Siria per aggiogarla al giogo americano e tranquillizzare Israele, permettendole quella espansione che è stata più volte stornata. Nel gioco di potere si infilano gli emirati arabi.
Capisco chi legge gli eventi secondo l’impero del capitalismo e della grande finanzia mondiale, delle multinazionali, delle banche e delle corporazioni, ma non riesco a capire chi è accecato dall’odio religioso o razziale e non vede altro che quello.
Il fanatismo è la piaga dell’umanità e leggere interi popoli in chiave razzista è un’altra forma di fanatismo, utile a pochi, dannoso ai più. La differenza tra il fanatico cristiano che demonizza l’Islam e il fanatico dell’Isis che demonizza l’Occidente è zero, a livello di odio inconsulto essi sono pari.
Ricordiamo che ciò che odiamo di più negli altri è qualcosa che ci riguarda intimamente. Quando entriamo nell’ossessione non facciamo altro che proiettare su altri qualcosa di nostro. Chi odia tutti gli Islamici in modo indifferenziato è egli stesso un fanatico e chi lo spinge a questo è un criminale.
Il termine fanatico viene da fan=tempio. Il fanatico è totalizzante, crede in un proprio dogma come se fosse sacro. Sacralizza una propria fissazione, la esaspera, la totalizza, non capisce altro che quella, ne è schiavo, riduce ogni cosa alla propria fissazione.
Nel mondo ci sono persone buone e persone cattive, non è sano vedere popoli interi come malvagi e dividere il bene e il male secondo grandi categorie come fanno certuni. Eppure questo è sempre stato fatto nella storia e il potere ha sempre usato questa arma per scatenare i popoli in guerre in cui chi è in basso perde sempre e chi è in alto guadagna sempre. Il fanatico è un elemento negativo della società, che si fa usare da altri, avendo perso il senso della realtà, ma chi ne fa uso è peggiore, perché il fanatico è un essere inconscio, plagiato, inconsapevole, in parte è una vittima, ma chi lo usa agisce a freddo, con cinica consapevolezza e fa del fanatico il suo strumento cieco da manovrare a proprio interesse. Nel fanatismo c’è una vena di follia. Il fanatismo non è sano, da qualunque parte provenga. Le guerre si servono dei fanatici e aizzano il fanatismo, perché ai potenti l’uomo che non pensa ma odia fa comodo mentre è l’uomo che pensa il loro mortale nemico.

Il gioco dei potenti è sempre lo stesso. Spingere i popoli a desiderare la guerra.
Ora, chiunque abbia un minimo di buon senso dovrebbe sapere che la guerra è sempre distruttiva per i popoli, anche per il popolo del paese vincitore. Nessuna persona sana di mente potrebbe desiderare la guerra. Ma ai potenti le guerre fanno comodo perché è così che aumentano il loro potere. C’è dunque un solo modo per far sì che i popoli desiderino la guerra. Creare un nemico e spingere ad odiarlo. L’odio contro un nemico è un gigantesco stimolo a oltrepassare qualunque opposizione alla guerra. L’odio al nemico deve essere superiore dell’odio alle guerre.
Ecco perché gli Stati uniti il nemico lo hanno attentamente costruito, lo hanno addestrato, lo hanno armato, lo hanno lasciato libero di agire, poi lo hanno scagliato contro gente inerme in atti odiosi, che sono stati ingigantiti fino a diventare non atti di singoli ma di masse, al solo fine di scatenare l’odio di altre masse per usare questo odio a loro piacimento.
Gli Americani lo hanno fatto con Saddham, poi contro Saddham, nell’attacco alle torri, con Assad e contro Assad. Il gioco è sempre lo stesso. E chi cade ancora in questo gioco che vuol fare del mondo non un mondo di pace ma uno scacchiere di guerre, non capisce quello che fa ed è il più servo dei servi.


(Henry Rousseau)

I NUMERI DELLE GRANDI RELIGIONI

Ricordiamo che le religioni del Libro (Bibbia = Libro), cioè che hanno in comune l’Antico Testamento, sono tre: Ebraismo (4000 anni fa), Cristianesimo (2000 anni fa) e Islamismo (1400 anni fa). Oggi i numeri sono questi: Cristiani, 2 miliardi e 200 milioni di persone, Islamici 1 miliardo e 800 milioni, Ebrei 14 milioni di persone (di cui quasi 6 in Israele). Pur essendo gli Ebrei una minoranza religiosa (sono meno di buddhisti, taoisti, scintoisti, sik), il loro potere finanziario (banche e multinazionali) e la loro influenza sulla politica soprattutto statunitense è sempre stata enorme e ha governato la politica anglosassone in Medio Oriente.
Avendo una base storica e religiosa comune (la Bibbia), le tre religioni dovrebbero essere sorelle, come chi nasce da una stessa famiglia, invece, come accade nelle famiglie peggiori, hanno sempre sviluppato tra loro un odio implacabile ed eterno (pogrom, crociate, guerre agli eretici ecc.) che finora solo Papa Giovanni ha tentato di sedare, chiedendo rapporti e colloqui in nome di un ecumenismo che poi è stato sparito nei successori, per cui l’odio che li divide è più grande e spietato di quello che può esserci verso altre religioni come induismo o buddhismo.
Tutto si può dire delle tre religioni del Libro fuor che siano state religioni di pace e la storia di tutte e tre è stata una storia di guerre senza fine in cui si sono ammucchiati solo orrori e atrocità, prova evidente che in nessuna è stato ereditato uno spirito di costruzione e di amore. Ovviamente, essendo ogni religione un luogo di potere, politica e mercato, il predominio e la prevaricazione hanno avvelenato e strumentalizzato quanto avrebbe dovuto esserci di buono nel culto, dovendo essere una fede primariamente il luogo dove si esaltano i valori positivi dell’uomo e dunque la fratellanza, la partecipazione, la condivisione, il rispetto reciproco e la pace. Al contrario, la storia di queste tre religioni è stata più spesso cosparsa dall’eccitamento dei valori più negativi che un uomo possa produrre: il fanatismo, l’odio, la prevaricazione, la manipolazione, il potere. La conseguenza è stata un cumulo di orrori, di morti, di stragi che hanno avvelenato l’occidente e il Medio Oriente.


(Boccioni)

LE ATROCITA’ DELLA BIBBIA

A quanti sventolano trionfalmente e con stupidità quel versetto del Corano 2:191 “Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell’omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti.”
vorrei contrapporre versetti identici presi dalla Bibbia

Il bastone di Dio, retto dalle mani di Mosè sulla vetta del colle, permise a Giosuè di sterminare Amalec e la sua gente “passandoli a fil di spada“.

Dio comandò ai figli di Levi: “Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l’accampamento da una porta all’altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino.” – “In quel giorno caddero circa tremila uomini” e Dio ne fu compiaciuto.

Dio ricompensò l’obbedienza assicurando che ogni nemico sarebbe perito per la spada.

Con l’approvazione di Dio gli Israeliti si recarono nella città di Og, ne uccisero il re Basan – senza risparmiare i figli – sterminarono l’esercito senza lasciare superstiti, e assunsero il controllo del territorio.

Dio appoggiò Giosuè nel combattere e sterminare dodicimila uomini e donne nella città di Ai. Nessuno sopravvisse.

Dio aiutò Giosuè nel massacro dei Gabaoniti.

Con l’approvazione di Dio, Giosuè passò la città di Machedda ed il suo re “a fil di spada” – Li votò allo sterminio con tutte le persone che vi si trovavano; non ne lasciò scampare una.

Dio mise la città di Libna nelle mani di Giosuè. “Giosuè la mise a fil di spada con tutte le persone che vi si trovavano; non ne lasciò scampare una.“
Dio diede la sua approvazione affinché Giosuè uccidesse ogni uomo, donna e bambino della città di Lachis. Con la spada.

Tutti gli abitanti della città di Eglon furono falciati dalle spade di Giosuè e della sua armata.
Gli israeliti uccisero venticinquemila uomini. Seicento fuggirono nel deserto. Gli israeliti li raggiunsero e “li passarono a fil di spada, dagli abitanti delle città al bestiame, a tutto quello che si trovava; e diedero alle fiamme tutte le città che trovarono
.“ (si prosegue con vari stermini)

La punizione di Dio contro coloro che attaccano Israele: “Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori, si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto.“

LE RADICI DELL’ODIO
Paolo De Gregorio

Su Libero un titolo a caratteri cubitali recitava “Islamisti bastardi”, per la gioia di quei cittadini acefali che non desiderano assolutamente comprendere la realtà elementare, che l’odio ha delle origini, non nasce dal nulla, e non volerlo capire e spiegare significa la pervicace volontà di lasciare le cose come sono, ossia mantenere lo scontro tra Stati, religioni, interessi economici e geopolitici.
Tutta la storia del dopoguerra ci racconta che la ricerca della pace da parte delle “democrazie occidentali”, per la difesa dei nostri valori di civiltà cristiana è una balla spaziale, una barzelletta da raccontare ai sudditi, visto che la 3a guerra mondiale partì dalla Corea, nei primi anni ’50, con gli USA che si intromisero in un conflitto a 10.000 km dalla loro nazione e così in Vietnam, per arrivare all’Irak, all’Afganistan, alla Libia, e ora bombardano la parte della Siria in mano all’Isis.
Una persona onesta si ricorderebbe anche le guerre per procura finanziate e armate dagli USA e dai suoi camerieri della Nato, tipo quella scatenata dall’allora servo degli americani Saddam Hussein contro l’Iran della rivoluzione komeinista, che costò un milione di morti per difendere solo gli interessi delle multinazionali petrolifere.
Per chi non ha dimenticato ancora le aggressioni dei crociati cristiani di un millennio fa, non pensate che vendicarsi dei morti di questi anni, con i mezzi che hanno. sia quanto meno comprensibile e prevedibile?
La elementare verità da comprendere è che questa situazione globale, in cui il capofila dei guerrafondai sono gli USA, con 900 basi militari sparse in tutto il mondo, che non appaiono proprio come presidi di pace e di amore universale, è voluta e gestita da chi vuole continuare ad esercitare la propria superiorità militare (non etica né morale), in accordo con quei giganteschi interessi dei produttori di armi, del Pentagono, dei servizi segreti, delle multinazionali del petrolio, che sono il vero governo degli USA e del mondo.
Sono loro che stanno dietro la 3a guerra mondiale di cui ha parlato anche Papa Francesco e sarebbe ora che finalmente la Chiesa puntasse il dito contro i veri guerrafondai: Usa, Inghilterra, Israele, Nato.
La Francia, se non vuole attentati sul suo territorio, ha una sola strada da percorrere, chiedere scusa per essersi intromessa nella crisi siriana, senza alcun titolo per farlo, per essersi intromessa nella guerra civile libica, con feroci bombardamenti che hanno fatto molte più vittime di quelle subite, e invece costruire una Europa pacifica, senza la Nato, indipendente dagli Usa, e considerare i paesi arabi i nostri vicini con cui fare affari secondo le leggi del mercato e non secondo la potenza militare.

MA SE NON FACCIAMO LA GUERRA, COSA POSSIAMO FARE?

Da chi ha solo l’odio nel cuore, da chi non conosce nemmeno lontanamente il significato di parole come religione o democrazia, da chi non vede altro rimedio al terrorismo che il bombardamento di interi Paesi, anche se da quei Paesi le popolazioni innocenti e vittime scappano e diventano profughi disperati proprio per sfuggire alle bombe e al terrorismo, si alza una eterna quanto stupida domanda: “Ma se non facciamo la guerra, cosa possiamo fare?”

Risponde il maggiore santo italiano, Padre Alex Zanotelli: “Possiamo smettere di fabbricare e vendere armi. Possiamo smettere di rispondere occhio per occhio e dente per dente col risultato di rendere tutto il mondo cieco. Possiamo dare una retta informazione a coloro che i media hanno reso come zombi rinfocolando un fanatismo di massa pari a quello dell’Isis. Possiamo smetterla di finanziare le banche armate e di votare i partiti guerrafondai che spendono più in armi per guerre aggressive di quanto spendono nella difesa e nella vita dei loro cittadini. Possiamo smetterla di riversare le risorse della Nazione in guerre inutili quanto disastrose che aumenteranno le stragi e la rovina e la distruzione di futuro di tutti”.

PADRE ALEX ZANOTELLI

“La guerra imperversa ormai dall’Ucraina alla Somalia, dall’Iraq al Sud Sudan, dal Califfato Islamico (ISIS),al Califfato del Nord della Nigeria (Boko Haram), dalla Siria al Centrafrica, dalla Libia al Mali, dall’Afghanistan al Sudan, fino all’interminabile conflitto Israele –Palestina.
Mi sembra di vedere il ‘cavallo rosso fuoco’ dell’Apocalisse: ”A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace della terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda, e gli fu consegnata una grande spada.”(Ap.6,4) È la “grande spada” che è ritornata a governare la terra. Siamo ritornati alla Guerra Fredda tra la Russia e la NATO che vuole espandersi a Est, dall’Ucraina alla Georgia.
Nel suo ultimo vertice, tenutosi a Newpost nel Galles(settembre 2014), la NATO ha deciso di costruire 5 basi militari nei paesi dell’Est, nonché di dare pesanti sanzioni alla Russia. Renzi ha approvato queste decisioni e ha anche aderito alla Coalizione dei dieci paesi , pronti a battersi contro l’ISIS, offrendo per di più armi ai Curdi. Inoltre si è impegnato a mantenere forze militari in Afghanistan e a far parte dei “donatori” che forniranno a Kabul 4 miliardi di dollari. Nel vertice NATO, Obama ha invitato gli alleati europei a investire di più in Difesa, destinandovi come minimo il 2% del PIL. Attualmente l’Italia destina 1,2% del proprio bilancio in Difesa. Accettando le decisioni del Vertice, Renzi è ora obbligato ad investire in armi il 2% del PIL .Questo significa 100 milioni di euro al giorno!!! Questa è pura follia per un paese come l’Italia in piena crisi economica. È la follia di un mondo lanciato ad armarsi fino ai denti. Lo scorso anno (dati SIPR)I, i governi del mondo hanno speso in armi 1.742 miliardi di dollari, cioè 5 miliardi di euro al giorno (1.032 miliardi di dollari solo dagli USA e NATO). Siamo prigionieri del “complesso militare- industriale” USA e internazionale che ci sospinge a sempre nuove guerre, una più spaventosa dell’altra, per la difesa degli “interessi vitali”, in particolare della “sicurezza economica”,come afferma la Pinotti nel Libro Bianco. Come quella contro l’Iraq , dove hanno perso la vita 4.000 soldati americani e mezzo milione di iracheni, con un costo solo per gli USA di 4.000 miliardi di dollari. Ed è stata questa guerra che è alla base dell’attuale disastro in Medio Oriente ,che fa ripiombare il mondo in una paurosa spirale di odio e di guerre. Papa Francesco ha parlato di Terza Guerra Mondiale.
Davanti ad una tale situazione di orrore e di morte, non riesco a spiegarmi il silenzio del popolo italiano. Questo popolo non può aver dimenticato l’articolo 11 della Costituzione: ”L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Non è possibile che gli italiani tollerino che il governo Renzi spenda tutti questi soldi in armi, mentre lo stesso non li trova per la scuola, per la sanità, per il terzo settore. Tantomeno capisco il silenzio dei vescovi italiani e delle comunità cristiane, eredi del Vangelo della nonviolenza attiva.
È ora che insieme, credenti e non, ci mobilitiamo , utilizzando tutti i metodi nonviolenti , per affrontare la “Bestia “(Ap.13,1)”. Ritorniamo in piazza e per strada, con volantinaggi e con digiuni e, per i credenti, con momenti di preghiera. Chiediamo al governo sia di bloccare le spese militari che di “tagliare le ali” agli F-35 che ci costeranno 15 miliardi di euro. La speranza nasce dal basso, da questo metterci insieme per trasformare Sistemi di morte in Sistemi di vita. Ce la dobbiamo fare!
Speriamo nel Sogno ben espresso dal profeta Michea:
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci, una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.” (Michea,4,3).

Viviana
Ma ha senso bombardare interi Paesi per combattere una banda di assassini? È come se volessimo bombardare la Sicilia per estirpare la mafia?
Per reagire all’Isis basterebbe che i servizi di intelligenze dell’Occidente usassero veramente le informazioni sul terrorismo che sono in loro possesso e bloccassero i terroristi prima che intervengano.
Per reagire all’Isis basterebbe che le potenze occidentali interrompessero le sceneggiate continue per cui prima addestrano e armano i ribelli (lo stesso vicepresidente di Obama ha appena dichiarato che quelli dell’Isis li hanno addestrati loro), poi fingono di non vederli quando preparano i loro attacchi, come fecero con le due Torri, e infine bombardano paesi innocenti dichiarando che sono tane di terroristi e che bisogna liberare il mondo dal terrore).
Per reagire all’Isis basterebbe rivelare il gioco sporco delle banche che investono in armi e riciclano i soldi dei trafficanti di carne umana.
Per reagire all’Isis basterebbe dare una informazione vera ai popoli e non aizzarli alle guerre sante.
Per reagire all’Isis basterebbe non comprare il petrolio che loro vendono e penalizzare i Paesi che lo comprano.
Persino usare energie alternative e non petrolio sarebbe un’operazione di pace.
Invece per combattere la cricca assassina dell’Isis bombarderanno popolazioni inermi, creeranno altre masse di profughi e di disperati, distruggeranno ospedali, ponti, città, pranzi di nozze, avveleneranno fiumi…come hanno sempre fatto.
Siamo rimasti allibiti a sentire i due sciacalli che ridacchiavano al terremoto dell’Aquila, ma quanti sono gli sciacalli, Hollande in testa, che ridacchiano oggi al pensiero dei lauti affari che verranno loro dalla guerra?
E gli sciocchi vanno loro dietro come se dall’ennesima guerra, che il Papa, ha dichiarato ‘mondiale’, potesse mai venire qualcosa di buono per i buoni!
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Se oggi il Medio Oriente è un focolaio di distruzione, l’Occidente ha piena responsabilità del peggio. L’avidità di accaparrarsi il petrolio, il gas, le posizioni strategiche di controllo del territorio, l’acqua, gli interesso sporchi dei mercanti di armi, dei finanzieri, di quelli che in Borsa scommettono sulla morte. L’esigenza di difendere a qualunque costi le aberrazioni di Israele, stato nato sull’iniquità e mantenuto con iniquità che prima ha cercato di espandersi a spese della Siria e ora è ben lieto di invaderla.
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E così Hollande ha deciso “in nome della difesa della Nazione” di violentare la Costituzione francese, cioè di aggredire proprio la Nazione. Il che sarebbe una ulteriore vittoria del terrorismo contro la democrazia. Chissà come mai prima si permette l’emergenza e poi, sistematicamente, si violano i diritti democratici, con la scusa dell’emergenza? A meno che l’emergenza non sia proprio lo strumento per attaccare i diritti democratici (vedi Patriot Act). Ma allora non sarebbe il terrorismo la causa ma il pretesto.
Mi chiedono cosa c’entrano i popoli e cosa possono fare contro le guerre delle grandi potenze per i loro sporchi interessi?
I popoli c’entrano sempre quando non difendono i loro valori migliori, quando non sostengono le loro democrazie, quando non si informano, quando non si emancipano, quando non cercano cultura e verità, quando si lasciano aizzare nelle loro visceralità peggiori, e soprattutto quando mantengono al potere col loro voto quelli stessi che si sono messi a servizio dell’orrore per difendere i loro piccoli e meschini interessi personali.
L’emancipazione del mondo passa per l’emancipazione di ognuno di noi.
E ognuno di noi è per la sua parte responsabile del tutto.
Siamo 8 miliardi di persone e LORO sono poche migliaia di despoti.
Subire e non reagire finirà per distruggerci tutti.

frei
Se Blair ha ammesso le responsabilità della Gran Bretagna sull’intervento in Iraq, se Putin al G20 afferma che alcune nazioni del Gruppo hanno finanziato e armato la mano dei terroristi, se Rohani idem…allora dovrebbe essere fatta una seria autocritica da parte dei paesi di democrazia avanzata, come ci onoriamo di essere. Se poi qui in Italia, anziché investire in F35, impiegassimo risorse fondamentali per i servizi di intelligence e difesa territoriale interna, molto meglio sarebbe. Se poi l’Europa condividesse gli stessi sistemi di controllo e difesa, i metodi di monitoraggio dell’immigrazione, le informazioni in possesso dei servizi di intelligence e ci fosse finalmente non solo unione per politiche dettate dalle banche e dalla finanza, ma un’Europa autorevole e democratica, in ascolto dei suoi popoli e dei suoi parlamenti, magari adesso nessuno invocherebbe modifiche alle costituzioni. Se.

Viviana
….e invece ora magari Obama riuscirà a vincere le resistenze europee sullo scudo spaziale americano sull’Europa, abbatterà quel poco di democrazia ancora resistente in qualche Paese europeo, farà passare il Ttip vincendo le ultime opposizioni, comanderà ad ogni paese europeo di spendere il 2% del Pil in armi (ovviamente americane), aumenterà le sue basi militari in Europa e convincerà i più che essere soggetti alla Troika (che rappresenta gli interessi della grande finanza occidentale) è giusto e progressivo.
E i sordo-ciechi di casa nostra continueranno come degli scemi a dare la colpa di tutto ai migranti, seguendo i razzisti furbastri padani e non.
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È inutile e stupido cercare le fonti finanziarie dell’Isis quando gli stessi americani li hanno finanziati insieme agli Emiri, con cui sono andati sempre d’accordo, e ora l’Isis ha nelle sue mani pozzi di petrolio da cui ricava ogni giorno 1,5 milioni di dollari.
Titolo di Repubblica: “I semi dell’Isis nel carcere di Camp Bucca. Così al-Baghdadi e gli altri concepirono Daesh sotto gli occhi degli Usa”
Sono questi i risultati ottenuti dalla Cia con il suo programma antiterrorismo?
Ma c’è molto di peggio. Ogni volta che gli Stati uniti e persino l’Italia ci dicono che spendono soldi ‘per addestrare alla difesa interna’ iracheni o afgani, a cosa li addestrano veramente?
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Renzi ciancia a vuoto con le solite frasi fatte mentre Alfano si immiserisce in polemiche sterili di basso livello con Salvini. Palloni gonfiati tutti e tre!
Intanto, mentre da Alfano non arriva verbo sui 18.000 agenti che vanno in congedo e non esiste un bando di concorso per reintegrarli, Renzi depenalizza l’autoriciclaggio, favorendo in pratica il giro di soldi sporchi.
Con cosa vogliono farla la prevenzione? Con le chiacchiere?

Guerre per il petrolio? Come evitarle? Basterebbe operare a favore della liberazione dal petrolio

SE PETROLIO È GUERRA, LIBERIAMOCI DALLA SCHIAVITU’ DEL PETROLIO!

L’ISOLA AUTOSUFFICIENTE
Energia pulita, imponenti montagne e rigogliose vallate… Potrebbe sembrare la descrizione di un romanzo di fantasia, di un film romantico oppure utopia, non è così. Nel nostro pianeta, infatti, esiste un posto che sta per diventare autosufficiente al 100 per cento…Sì, avete capito bene, autosufficiente al 100 per cento! L’Isola di Eigg, in Scozia, con i più svariati sistemi alternativi sostenibili riesce ad ottenere oltre il 90 per cento della sua energia da fonti rinnovabili..
Grazie al suo paesaggio incontaminato e all’installazione su tutta l’isola di centrali idroelettriche, turbine eoliche e pannelli solari, può garantire il fabbisogno energetico di quasi tutti i suoi abitanti. Il forte vento e l’abbondante sole, condizioni geografiche che per molti sarebbero considerate “difficili” da sopportare, sono state invece viste dagli abitanti dell’isola come un potente mezzo che gli ha permesso di trarne un grande vantaggio, garantendo anche il riscaldamento gratuito di spazi pubblici, come chiese e centri sociali..
La rete elettrica, costata 2.640 mila dollari, è stata avviata nel 2008 ed è stata resa indipendente dalla rete nazionale del Regno Unito. L’isola usa la propria energia, non quella delle “grandi compagnie”, mantenendo un consumo inferiore ai 5 chilowatt, con un massimo di 10 chilowatt per le aziende.
Ma la cosa sorprendente è un’altra: l’isola è di proprietà dei suoi abitanti. Infatti dal 1997 chi vive sull’isola per più di sei mesi diventa un membro del comitato dei residenti ed è parte attiva e integrante per le decisioni che riguardano la gestione della propria città.
In questo modo, gli scozzesi ci stanno offrendo una nuova visione su come possiamo concepire la natura, il mondo e le sue risorse, ma soprattutto ci permettono di vedere concretamente e di toccare con mano quelli che sono i mezzi per vivere bene, in un ambiente naturale, sano, ecologico e senza l’utilizzo di combustibili fossili. Non tutti potremo andare ad abitare sull’Isola di Eigg, ma possiamo trarne un grande insegnamento che ci permette di riflettere, acquisire nuove idee e nuovi modi di vivere.
Sono questi grandi esempi che ci permettono di capire che se vogliamo possiamo attuare in ogni momento un grande cambiamento. Non è un’illusione.

http://www.nationofchange.org/island-scotland-be-first-100-self-sustaining-place-earth-1392131918
blog.saltoquantico.org
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Come è sempre accaduto, i servizi segreti erano stati informati ‘prima’ dell’attentato a Parigi e nessuno è intervenuto.
Da giornalisti israeliani arriva la notizia che Israele sapeva dal marzo 2011 dell’attentato contro il Bataclan perché i proprietari sono ebrei, ciò nonostante il locale non era sorvegliato. Tuttavia gli ebrei francesi erano stati avvertiti.

http://voxnews.info/2015/11/14/giornali-israele-ebrei-avvertiti-di-attacco-imminente-ieri-mattina/

PAOLO PAGLIARO: GLI AMICI DELL’ISIS HANNO NOME E COGNOME

La domanda: “Chi finanzia i terroristi dell’Isis?” ottiene quasi sempre risposte evasive o allusive. Ma in un momento di sincerità, il 7 ottobre 2014, parlando alla Cnn, il vice presidente americano Joe Biden disse che i principali finanziatori dello stato islamico erano alcuni paesi alleati degli Stati Uniti: Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Kuwait e Qatar. “Hanno fatto piovere centinaia di milioni di dollari e decine di migliaia di tonnellate di armi nelle mani di chiunque fosse in grado di combattere contro Assad, – disse Biden – peccato che chi ha ricevuto i rifornimenti siano stati al Qaeda e gli elementi estremisti della Jihad provenienti da tutte le parti del mondo”. Il giorno dopo l’amministrazione Obama presentò scuse formali e ritrattazioni, ma nelle conversazioni off the record con i giornalisti i funzionari della Casa Bianca ammisero che il vice-presidente aveva detto la verità.
Che gli stati del Golfo finanzino le milizie jihadiste in funzione anti-Assad e più in generale contro il potere sciita lo pensano numerosi osservatori internazionali. Naturalmente non si tratta di un appoggio esplicito, con il timbro dei governi; si tratta quasi sempre di donazioni che vengono da privati, stimati banchieri o uomini d’affari di casa a Ginevra, Londra o Parigi. I loro nomi sono ben noti, anche se alle opinioni pubbliche occidentali dicono poco o niente.
Vengono invece direttamente dall’America le fiammanti Toyota che in colonna trasportano i tagliagole del Califfato. Lo ha ammesso il Dipartimento di Stato, spiegando che i pick-up sono parte degli aiuti inviati ai ribelli siriani in guerra contro Assad. Da loro all’Isis il passo è stato breve.
Può accadere però che le armi arrivate da occidente ricompaiano poi nel centro di Parigi.

In quanto alla miserevole querelle “dove prendono i soldi questi terroristi?”, la domanda dovrebbe essere “chi c’è rimasto ormai che non li aiuta?”; visto che abbiamo una lunga fila di Paesi finanziatori, oltre agli aiutini degli stessi americani e, ovviamente, alla maggioranza dei pozzi di petrolio siriani in mano all’Isis, che fruttano ogni giorno 1,5 milioni di dollari o anche il doppio, petrolio che viene rivenduto a Siria, Irak Turchia, Emirati arabi e perfino Paesi europei, ma sembra che non si riesca a distogliere dal traffico nemmeno la Turchia, socia della Nato.
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Ninnananna di Trilussa recitata da Gigi Proietti

NON AVRETE IL MIO ODIO
MASSIMO GRAMELLINI

Se ciò che chiamiamo Occidente ha un senso, questo senso palpita nelle parole con cui il signor Antoine Leiris si è rivolto su Facebook ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie.
«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.
L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».
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Crozza a diMartedì, la copertina del 17 novembre 2015: ‘Je suis un cretin totalment brancolant dans la nuit

http://www.giornalettismo.com/archives/1948526/maurizio-crozza-copertina-martedi-17-novembre-seria-sui-fatti-parigi/

“Dopo l’11 settembre, siamo passati ai bombardamenti e dopo 14 anni di bombardamenti, adesso i talebani occupano molto più territorio di quanto ne avevano prima.
Però, coi nostri bombardamenti sono stati uccisi un milione di civili iracheni, 200.000 civili afgani e 80.000 civili pachistani. Più che una guerra di civiltà per ora è stata una RIUSCITISSIMA guerra ai civili. E quella, secondo me, l’abbiamo giù vinta.
Sbaglio o adesso stiamo per rifare la stessa cosa?
Forse non sono io il cretino ma tutto il mondo.

FESSERIE
Salvini twitta: Buonisti = complici
Subito Libero titola: BASTARDI ISLAMICI
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Moni Ovadia: “Sarebbe come se, dopo l’attentato a Falcone e Borsellino, si fosse titolato ”Bastardi Siciliani”.
La guerra non è mai stata una soluzione. I bombardamenti aprono problemi, non li risolvono. Gli Stati uniti sono stati i migliori amici dell’Isis e sostennero Al Qaeda quando si trattava di armarlo o addestrarlo contro la Russia. La Russia è alleata di Assad. È tutto un intreccio di affari collegati. Blair ora ci viene a dire che la guerra all’Irak era tutta basata su prove false. Non lo dice nessuno ma ci sono 23.000 morti islamici colpiti dal fuoco islamico.”
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Gino Strada: “In 15 anni di guerra solo danni

La guerra non solo è uno strumento stupido e crudele, non funziona neanche. Questa guerra è incominciata poco dopo l’11 settembre. È stato detto, a noi cittadini, che era cominciata la guerra al terrorismo e sarebbe durata 50 anni. Bene, 15 sono già passati. E con quali risultati? Si sono distrutte intere nazioni, scardinata la struttura sociale, non solo politica. E l’Isis nasce proprio da lì. Davvero un grande successo!! … e nessuno dice niente. Serve la guerra o ha prodotto ulteriore guerra, ulteriore terrorismo? Ce li ricordiamo i talebani? Nessuno se li ricorda più, ma controllano oggi molto più di quello che controllavano prima dell’ingresso in guerra in Afghanistan. Io non ci sto a liquidare 15 anni di storia così. Prima bisogna ammettere gli errori del passato. Quante balle sono state raccontate ai cittadini del mondo! Mi sono visto sventolare perfino una provetta con piscio di laboratorio per giustificare una guerra. E oggi ammettono di aver detto bugie, perfino Tony Blair.

hairway to steven
La varietà delle soluzioni proposte dimostra univocamente la complessità della questione, nonché la sua sostanziale insolubilità.
Nel 2001, Tiziano Terzani, rispondendo ai deliri all’invasata Fallaci, scrisse: “L’orrore indicibile è appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento.” Una grande occasione persa. Persa per sempre.
In 15 anni abbiamo fatto tutto il possibile e oltre per la nascita e lo svezzamento dello stato islamico. Il terrorismo salafita non è mai stato così forte e inafferrabile. Tutti gli anonymous del cyberspazio, tutte le intelligence in ascolto non possono impedire che 8 kamikaze mettano a ferro e fuoco una capitale europea, verosimilmente pullulante di telecamere e organizzata per un’emergenza di questo genere.
Quelli che evidenziano le lacune dell’antiterrorismo francese sono gli stessi che manderebbero le truppe di terra, come settant’anni fa, per una riedizione quasi scontata di Dien Bien Phu.
Hollande reagisce da isterico, mentre il nostro Renzi per una volta tace. Bravo! Ma dell’irrilevanza internazionale nostrana abbiamo già preso atto, quando il gioco si fa duro non contate sull’Italia.
Storpiare la Costituzione? Errore da matita biancarossaeblu, guardate noi che abbiamo debellato le br e combattuto le mafie senza stravolgere la carta. Anche questo tocca leggere. Come se le leggi Reale e Cossiga non avessero fatto più danni di uno tsunami alla nostra cagionevole democrazia. Come se per sgominare un migliaio di brigatisti male armati e peggio addestrati non avessimo dovuto ricorrere infine alle torture e alle delazioni. E con le mafie non avessimo portato a casa un sostanziale pareggio, il minimo risultato con il massimo sforzo.
Né torture né delazioni né miserabili contrattazioni ci salveranno dalla forza brutale dei “valori” jihadisti, esecrabili quanto vuoi, ma fortissimi. Pensiamo di cavarcela opponendo la bellezza del nostro lifestyle? Auguri.
Quanto agli “errori” di Bush&Blair, dipende dai punti di vista. Per qualcuno, invadere Afghanistan e Iraq è stato un lucrosissimo affare, e continua a esserlo. Gli “errori”, in subordine allo scopo del profitto, sono rubricabili alla voce “inconvenienti implementativi”. Si parva licet: anche la Tav è un errore, una castroneria economica strategica ambientale e finanziaria nel lungo periodo MA per qualcuno è un succoso business nel breve. Inconvenienti: qualche straccione di valligiano da sfollare e manganellare, un po’ di opinione pubblica da ridimensionare, poca roba.
Mentre gli “inconvenienti” dell’occupazione militare occidentale, in corso da 15 anni, appaiono improvvisamente fuori controllo.
È la guerra, che i coglioni coniugano al presente indicativo mentre è in corso da decenni, soltanto si è spostata di qualche fuso orario. La barbarie coltivata lontano dagli occhi sembra meno barbarie e i morti non vanno a finire nelle foto gallery, sono troppi e intaserebbero i server. “Vengo a restituirti un po’ del tuo terrore, del tuo disordine, del tuo rumore”.
Nella terza guerra mondiale, in corso di svolgimento, i morti civili superano e supereranno definitivamente il numero dei caduti militari. Ecco finalmente spiegato il senso dell’asimmetria.

RAPPORTO DI AMNESTY
http://www.rapportoannuale.amnesty.it/

Il 2014 è stato un anno catastrofico per milioni di persone intrappolate nella violenza di stati e gruppi armati. Di fronte ad attacchi barbarici e repressione, la comunità internazionale è rimasta assente.
I governi a parole sostengono l’importanza di proteggere i civili ma i politici di tutto il mondo hanno miseramente fallito nel compito di tutelare coloro che più avevano più bisogno d’aiuto.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è intervenuto ad affrontare la crisi siriana negli anni precedenti, quando ancora sarebbe stato possibile salvare innumerevoli vite umane. Tale fallimento è proseguito anche nel 2014. Negli ultimi 4 anni, in Siria sono morte più di 200.000 persone, la stragrande maggioranza civili, principalmente in attacchi compiuti dalle forze governative (Assad). Circa 4 milioni di persone in fuga dalla Siria hanno trovato rifugio in altri paesi. Più di 7,6 milioni sono sfollate in territorio siriano.
La crisi in Siria è intrecciata con quella del vicino Iraq. Il gruppo armato che si autodefinisce Stato islamico, Isis, che in Siria si è reso responsabile di crimini di guerra, nel nord dell’Iraq ha compiuto rapimenti, uccisioni sommarie assimilabili a esecuzione e una pulizia etnica di proporzioni enormi. Parallelamente, le milizie sciite irachene hanno rapito e ucciso decine di civili sunniti, con il tacito sostegno del governo iracheno.
La non risposta dell’Occidente alle violenze commesse da Stati e gruppi armati contro i civili è stata vergognosa e inefficace.
Nel 2014 i gruppi armati hanno commesso abusi di diritti umani in almeno 35 Paesi.
Oltre 3.400 i rifugiati e i migranti annegati nel Mar Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere l’Europa.
119 i paesi nei quali i governi hanno arbitrariamente limitato la libertà di espressione.
Amnesty chiede ai 5 stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di rinunciare al loro diritto di veto nei casi di genocidio o di altre atrocità di massa.
La disponibilità di armi in grandi quantità è uno degli aspetti cruciali del nuovo contesto internazionale. La scorsa vigilia di Natale, dopo una campagna durata oltre 20 anni, è entrato in vigore il Trattato globale sul commercio di armi, che ha l’obiettivo di limitare i trasferimenti internazionali di armi e munizioni. Se applicato, contribuirà a salvare migliaia di vite umane. Finora è stato sottoscritto da 130 Paesi e ratificato da 62, ma non da Stati Uniti, Cina, Canada, India, Israele e Russia.
Nel 2014, enormi forniture di armi sono state inviate a Iraq, Israele, Sud Sudan e Siria, nonostante la probabilità assai elevata che sarebbero state usate contro i civili intrappolati nei conflitti. Quando lo Stato Islamico ha conquistato ampie parti dell’Iraq, ha trovato grandi arsenali pronti all’uso. L’irresponsabile flusso di armi verso chi viola i diritti umani deve cessare subito.
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Un rapporto pubblicato da un gruppo di medici insigniti del premio Nobel della pace rivela che quasi un milione di civili iracheni, 220.000 Afgani e 80.000 Pachistani sono morti, nel nome della battaglia condotta dall’Occidente contro «il terrore».
La «guerra mondiale contro il terrorismo» ha ucciso almeno 1,3 milioni di civili.
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Viviana
È vergognoso vedere quante teste deboli e strumentalizzate, bisognose di odio come di una droga, incensino la Fallaci in nome di nuove crociate contro l’Islam, come se non bastassero i milioni di morti che queste guerre spietate hanno procurato, e animati dallo stesso fanatismo che muove i terroristi. Ma quando mai occhio per occhio ha reso vedente qualcuno? Ci diciamo cristiani con l’orgoglio di chi ignora anche i principi fondamentali di questo credo che doveva essere rivoluzionario perché sostituiva l’amore all’odio, ma del Cristo non sappiamo niente e siamo rimasti ai tempi tribali dell’Antico Testamento non diversi da certe frasi sporadiche del Corano, ancora legati ad un Dio spietato e guerriero che difende i popoli eletti e stermina i suoi nemici.
La Fallaci era una fanatica sanguinaria che aveva rinnegato tutta la sua ideologia precedente (il suo compagno Panagulis si sarà rivoltato nella tomba a vedere il suo utile e rabbioso voltafaccia)ed era avvelenata da un odio parossistico e malato
Ha guadagnato dei bei soldoni coi suoi scritti aizzanti alla guerra santa ed è stata usata utilmente da quelle potenze come gli USA la cui politica è sempre stata finalizzata alla guerra, al colonialismo,alla depredazione di risorse altrui, all’invasione di Paesi fino al giorno prima considerati amici.
Si situò perfettamente nella catena di media servili, come il Corriere della sera, che fecero il lavoro sporco di manipolare i cervelli per convincere gli sciocchi della necessità improrogabile di ‘esportare la democrazia’ con una guerra utile e santa con tutte le balle conseguenti, e che decisero quell’occupazione del Medio Oriente che gli USA avevano progettato molto prima dell’attacco alle Torri (già nel marzo, cioè 7 mesi prima, era cominciato lo spostamento delle truppe e dei mezzi navali verso il Medio Oriente e nulla accadde in quel micidiale 11 settembre che la Cia non avesse saputo prima, ed esattamente come oggi, lasciò che i terroristi agissero indisturbati).

Berluscameno
La nuova strage di Parigi era annunciata, e non solo dai proclami bellicosi dell’Isis.
La matrice della strage potrebbe facilmente essere ricondotta ad una struttura di potere USA -marcatamente progressista fino ai primi decenni del dopoguerra- e poi – col doppio omicidio di Bob Kennedy e Martin Luther King – rovinosamente degenerata in una parabola reazionaria, neo-feudale e neo-aristocratica.
La nuova élite finanziaria e bancaria globale ha avuto mano libera fino al Pnac, il piano dei neo-con per il “nuovo secolo americano” su cui costruire il “nuovo ordine mondiale”, quindi c’è stato l’11 Settembre e la “guerra infinita” (Iraq, Afghanistan, Libia, Siria) che è sotto i nostri occhi, compreso l’ultimo spaventoso massacro di Parigi.
E resta sempre nell’ ombra uno dei soggetti-chiave degli ultimi sanguinosi sviluppi:
proprio l’Isis, l’armata di tagliagole del “califfo” Al-Baghdadi, terroristi e miliziani sostenuti da Turchia e Arabia Saudita, appoggiati da settori dell’ intelligence Usa e impiegati in diversi teatri, sempre con la medesima missione: destabilizzare gli assetti statali, generare terrore e caos, ingaggiare l’Occidente in una sorta di Terza Guerra Mondiale che ha come obiettivo strategico il depotenziamento della Cina, vero competitor mondiale dell’egemonia del dollaro, e il suo alleato più potente, l’indocile Russia di Putin.
Siamo oggi molto lontani dal presidente Roosevelt, fautore del New Deal, e sua moglie Eleanor, promotrice all’ Onu della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che sono stati sostenitori di un orizzonte liberal-socialista, nutrito di idee keynesiane, quelle che ispirarono lo storico piano elaborato da George Marshall per far risorgere l’ Europa dalle macerie del dopoguerra.
Oggi, a loro proseguimento dovremmo farla finita con l’austerity imposta dall’Ue “ed fare spesa pubblica espansiva, verso la ‘piena occupazione’.
Si parla spessissimo di Keynes e del Piano Marshall, evitando però di ricordare che l’insigne economista inglese e il famoso generale erano amici progressisti.
“La crisi della democrazia”, libro che è stato promosso dalla Commissione Trilaterale (guidata dalla élite al potere globale) è stato redatto con sempre lo stesso obiettivo:
collocare i propri uomini (Thatcher, Reagan, Kohl, Mitterrand, ecc.) alla guida dei paesi-chiave, per occupare lo Stato e asservire le sue sovranità ai diktat delle grandi lobby multinazionali.
Nulla di tutto ciò è avvenuto per caso, ma sotto la regia di Bush senior, che sarebbe “impazzito di rabbia” dopo la bruciante sconfitta inflittagli nel 1980 dai sostenitori di Reagan”. Da allora, ancor prima di diventare a sua volta presidente, Bush avrebbe reclutato il gotha ‘neo-con’ del ‘Pnac’, il piano per il’ Nuovo Secolo Americano’, da Cheney a Rumsfeld, nonché fondamentali alleati europei, da Blair a Sarkozy, incluso il turco Erdogan. Missione del clan dei conservatori USA dell’élite al potere finanziario e bancario globale: ‘destabilizzare il pianeta’, anche col terrorismo, a partire dall’ 11 Settembre.
Per questa missione è stato riciclato- a suo tempo – anche ” Osama Bin Laden, arruolato dallo stesso Brzezinski ai tempi dell’invasione sovietica in Afghanistan.
Risultato, dopo l’attentato alle Torri: una serie di guerre, in sequenza, dall’ Afghanistan all’Iraq, dalla Libia alla Siria, anche dietro il paravento della “primavera araba”.
Ultimo bersaglio, la Russia di Putin. Oggi la “geopolitica del caos” si avvale sempre di più della più’ grottesca creatura dell’intelligence USA’, “il fondamentalismo islamico”:
nel lontano 2009, i militari americani del centro iracheno di detenzione di ‘Camp Bucca’ si videro recapitare l’ordine di rilascio dell’allora oscuro Abu Bakr Al-Baghdadi, l’attuale “califfo” dell’ Isis. Oggi, Al-Baghdadi è l’uomo che minaccia l’Europa e fa strage di innocenti a Parigi, e c’è chi se ne stupisce: politici e giornalisti esibiscono sconcerto e raccapriccio, come se brancolassero nel buio.

Tiziano Terzani fu una delle persone più pacifiste e illuminate del mondo
Traggo dalla sua risposta alla Fallaci:

«L’immagine del terrorista che ora ci viene additata come quella del “nemico” da abbattere è il miliardario saudita che, da una tana nelle montagne dell’Afghanistan, ordina l’attacco alle Torri Gemelle; è l’ingegnere-pilota, islamista fanatico, che in nome di Allah uccide se stesso e migliaia di innocenti; è il ragazzo palestinese che con una borsetta imbottita di dinamite si fa esplodere in mezzo ad una folla. Dobbiamo però accettare che per altri il “terrorista” possa essere l’uomo d’affari che arriva in un paese povero del Terzo Mondo con nella borsetta non una bomba, ma i piani per la costruzione di una fabbrica chimica che, a causa di rischi di esplosione ed inquinamento, non potrebbe mai essere costruita in un paese ricco del Primo Mondo. E la centrale nucleare che fa ammalare di cancro la gente che ci vive vicino? E’ la diga che disloca decine di migliaia di famiglie? O semplicemente la costruzione di tante piccole industrie che cementificano risaie secolari, trasformando migliaia di contadini in operai per produrre scarpe da ginnastica o radioline, fino al giorno in cui è più conveniente portare quelle lavorazioni altrove e le fabbriche chiudono, gli operai restano senza lavoro e non essendoci più i campi per far crescere il riso, muoiono di fame?».

Capite ora perché non me la sento di gridare “Je suis Paris”, così come non ho gridato, a suo tempo, “Je suis Charles”? No!

Piuttosto: JE SUIS CITOYEN DU MONDE!

ISLAM
Il termine arabo Islam significa semplicemente sottomissione e deriva da salam- che significa PACE
Il Credo islamico (Iman) consiste nel fatto che tu abbia fede in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Apostoli, nella vita futura.
“Dio si è rivelato ad Abramo.
Da Abramo discendono Ismailiti, Ebrei e Cristiani.
Dio ha dato tre diverse rivelazioni da cui sono nate tre diverse religioni : Ebraismo, Cristianesimo ed Islam.
L’ultima rivelazione in senso cronologico è quella data a Maometto.
Questo fatto viene interpretato dai Musulmani come il compimento di tutta la rivelazione divina: le prime due rivelazioni sarebbero incomplete e ad esse ebrei e cristiani non avrebbero risposto con la dovuta osservanza.
Abbiamo già visto nella storia quali danni terribili e disumani può fare un odio generalizzato che colpisce indiscriminatamente tutta una categoria di persone, un popolo, una etnia
Lo abbiamo visto con gli ebrei, con i comunisti, con gli omosessuali, con i negri, con gli odi di genere, con quelli razziali…
Abbiamo già conosciuto gli orrori del pregiudizio e della caccia alle streghe
Non ripetiamo gli orrori del passato demonizzando oggi i musulmani!
I musulmano sono quasi due miliardi
e i terroristi e i fanatici sono una netta minoranza, come sono una netta minoranza all’interno del mondo cristiano (vedi Breivik)
Il resto è Islam moderato
Negare che esista un Islam moderato significa negare la realtà dei fatti e accanirsi su un pregiudizio estremista in un modo radicale che esaspera solo le opposizioni
I pregiudizi rendono l’uomo cieco e lo abbassano a un livello di barbarie
Per quanto riguarda il terrorismo, una schiacciante maggioranza dei musulmani è contraria e non lo giustifica
Per quanto riguarda la libertà delle religioni, la maggior parte dei musulmani la difende
Per quanto riguarda l’uguaglianza delle donne, quanto più avanza il progresso tanto più anche questa avanza e non è che nel mondo cristiano siano scomparsi disuguaglianze e pregiudizi
Per quanto riguarda le guerre di conquista, fino ad oggi, la maggior parte sono state scagliate proprio da capi di governo che si dichiaravano cristiani
Per quanto riguarda l’osservanza del culto, possiamo solo osservare che i musulmani sono molto più religiosi di noi e che non conosciamo la loro religione ma non conosciamo nemmeno la nostra. Almeno loro hanno letto il Corano, noi nella maggior parte non abbiamo mai letto la Bibbia
Per quanto riguarda la gerarchie i dogmi, nell’Islam semplicemente non esistono.
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MASADA n° 1703 20-11-205 GUERRA E AFFARI

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MASADA n° 1703 20-11-205 GUERRA E AFFARI

Blog di Viviana Vivarelli
Da dieci anni a oggi in MO non è cambiato niente – Nel 2005 la distruzione di Falluja – Cosa dovrebbe fare l’Italia – Cos’è il DAESH – Chi finanza l’Isis- Errore capitale dell’Occidente: intromettersi nelle lotte tra sunniti e sciti – Gli USA direttamente responsabili della nascita del terrorismo – L’ondata antislamica in Europa fa il gioco del Califfato- La verità sulla strage di Parigi – Saudi Connection –Renzi nega che l’Italia faccia affari coi terroristi. Finemccanica lo smentisce. I suoi viaggi di affari pure

Le guerre continueranno finché ci sarà chi penserà che la morte è un affare.”

Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè è brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia hawaiana.
Le tue vacanze sono turche,
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare al tuo vicino
di essere straniero.

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Bombing for peace is like fucking for verginity.
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Nel film Spaghetti House, Nino Manfredi diceva: “A me mica me fanno paura questi che ce vonno ammazzà…a me me fate paura voi che ce dovete difenne!!
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Lo spettro della paura e del terrore è uno degli strumenti più efficaci per applicare scelte antidemocratiche e reazionarie, in totale contrasto con la logica e il benessere dei popoli“.
Karatas
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Sono di essenza diversa.
La loro pace e la loro guerra
son come vento e tempesta.
La guerra cresce dalla loro pace
come il figlio dalla madre.
Ha in faccia
i suoi lineamenti orridi.
La loro guerra uccide
quel che alla loro pace
è sopravvissuto
.”

(Bertold Brecht)

Il ministro francese Manuel Valls spaventa la Francia millantando presunte guerre batteriologiche e chimiche. Queste minacce ventilate e propagandate dai guerrafondai fanno ricordare le inesistenti fabbriche di atomiche su Saddham o la fialetta di piscio che Colin Powell agitava davanti al Congresso spacciandola per antrace mentre diceva che buste postali piene di antrace avrebbero potuto raggiungere a casa sua ogni buon americano. Queste sono menate da piazzisti del terrore!
Alé, ora cambiamo tutti le costituzioni e facciamo un grande Patriot Act europeo per fare un piacere ai terroristi!
Come il marito che se lo taglia per fare dispetto alla moglie fedifraga.
La Francia ha insegnato a tutto il mondo come combattere per i diritti umani e ora la stessa Francia, che ha insegnato la democrazia al mondo, dovrebbe calare le braghe e farsi hara kiri da sola?????

Certo se gli Stati uniti avevano certi obiettivi: indebolire l’Ue, tagliare le costituzioni democratiche, diminuire i diritti e le tutele dei cittadini, imporre all’Europa lo scudo spaziale americano, forzarci ad accettare il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, spingerci ad acquistare caccia e armi americane …ora, con questo attentato è diventato per loro tutto più facile
.
Ant
L’investimento in guerra, denaro e tempo che abbiamo effettuato ci ha portati ad elevare il livello di intensità, di capillarità e di pericolosità del terrorismo.
..
Giorgio Sorial, capogruppo M5S Camera, nell’Aula di Montecitorio lunedì 16 novembre 2015

“Gli attacchi di Parigi sono stati terribili e hanno scosso la coscienza e la percezione di ognuno di noi. Nella capitale francese è stata realizzata una vera e propria azione militare con un commando specificatamente addestrato e pronto a morire.
Gli attacchi di Parigi sottolineano ormai quanto siano deboli e facilmente attaccabili i sistemi occidentali, incerti e fortemente divisi sulle forme di contrasto al terrorismo e il nostro Paese, con il Giubileo alle porte, rischia di oggi di divenire il primo bersaglio dei fondamentalisti.
Se i fatti di Parigi rappresentano l’11 settembre europeo, quel che è certo è che occorre rispondere in modo totalmente diverso da come si è risposto dopo l’11 settembre statunitense. Questo perché, da quando si è dichiarata una guerra totale al terrore, il terrore è proliferato: i dati del Global Terrorism Index rivelano che le vittime del terrorismo sono quintuplicate dagli attacchi alle Torri Gemelle e nonostante i 4.400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq, Afghanistan e in altre aree di crisi sono nate nuove sigle jihadiste.
Negli ultimi 45 anni, sempre secondo il Global Terrorism Index, l’80% delle organizzazioni terroristiche è stato neutralizzato grazie al miglioramento della sicurezza e alla creazione di un processo politico finalizzato alla risoluzione dei problemi che erano alla base del sostegno ai gruppi terroristici. Appena il 7% è stato eliminato dall’uso diretto della forza militare.
Gli attentati di Parigi e i loro esecutori dimostrano ancor di più che il terrorismo 2.0 si affronta internamente, non facendo alzare in volo un F35. L’Italia, ancor prima degli attentati di Parigi, aveva un disperato bisogno di sicurezza. Le forze dell’ordine sono sotto organico e mal equipaggiate. Le risorse sprecate in cacciabombardieri difettosi (ben 13 miliardi di euro) e in una guerra inutile, oltretutto persa, come quella in Afghanistan, vanno investite in sicurezza interna.
La sicurezza è un investimento, non solo una voce di bilancio. Oltre alle forze dell’ordine è l’intelligence che necessita di sostegni ulteriori, anche attraverso la formazione di corpi d’élite.

Sappiamo tutti che oggi non c’è una soluzione immediata al terrorismo, ma sappiamo anche che il terrorismo è una macchina che va a benzina. Per togliergli la benzina occorre da un lato lavorare sul traffico di armi e dei finanziamenti ad ISIS e contemporaneamente spegnere, uno ad uno, i focolai che alimentano il jihad dandole forza di propaganda utile nel reclutamento di nuovi miliziani.

L’Italia deve:
– Ripristinare i fondi che il governo ha tagliato alle forze dell’ordine e dare maggiore sostegno all’intelligence
– Interrompere ogni rapporto e sanzionare tutti quei Paesi che (direttamente e indirettamente) sostengono il jihad. In particolare le monarchie del Golfo (su tutti Arabia Saudita), che contribuiscono a finanziare in modo illegittimo milizie jihadiste con la compiacenza dell’Occidente. A Riad è in vigore la “sharia” così come a Raqqa, quartier generale dell’Isis. A Riad le donne non possono guidare, non hanno alcun diritto, è in vigore la pena di morte, la fustigazione, ma nel nostro governo nessuno sembra stupirsi, neppure quando all’Arabia Saudita viene concessa la guida del consiglio dei diritti umani dell’Onu. Non sembra stupirsi nemmeno Matteo Renzi, che solo pochi giorni fa era in visita proprio a Riad.
– Varare subito una moratoria sulla vendita di armi ai Paesi coinvolti in conflitti, anche indirettamente, anche in guerre per procure come quella siriana (sono stati dati diritti alle merci, tra cui le armi e tolti alle persone. Oggi vogliono limitare la libertà delle persone ma non quella delle armi).
– Rafforzare le nostre frontiere: siamo la porta di ingresso in Ue, l’Italia è sottoposta a rischi maggiori. Servono maggiori controlli, controlli efficaci.
– Introdurre misure volte alla prevenzione del terrorismo, misure atte ad avviare processi di de-radicalizzazione, che nel decreto Alfano sono assenti. Non possiamo sempre reagire, bisogna anticipare l’ipotesi di attacchi. Non sarà un aumento delle pena di prigione a convivere un kamikaze a non farsi saltare in aria in una piazza.
La stabilità in Medioriente è condizione necessarie per sconfiggere il terrorismo. Quindi:
– Ritirare immediatamente le truppe italiane dall’Afghanistan
– Coinvolgere nel processo diplomatico attori cruciali ma finora rimasti al margine del dibattito internazionale, come Lega araba e Unione africana.
I governi europei finora hanno portato avanti iniziative di politica estera non considerando gli interessi e le volontà dei propri popoli. Anziché colpire il terrorismo e salvaguardare la sicurezza e le frontiere d’Europa, hanno garantito interessi privati delle multinazionali e perseguito altri obbiettivi. La situazione sta precipitando ed è necessario un cambiamento di rotta drastico e immediato.
Se la responsabilità degli attentati in Francia è dell’ISIS e l’obiettivo comune è smantellare l’organizzazione dello Stato Islamico nel territorio in cui si è insediato in Siria e Iraq, si inizi con l’individuare e il punire chi compra il loro petrolio, con i proventi del quale finanziano la loro struttura e le attività terroristiche in tutto il mondo. Stime indicano che si tratta di 500 milioni di euro ogni anno. Chi finanzia i terroristi va considerato loro pari.
Tutti insieme contro il terrorismo
L’Europa deve riconoscere come suo alleato qualsiasi Paese mostra il chiaro interesse di combattere il terrorismo, compresa la Russia. L’Italia e i Ventotto devono innanzitutto revocare le sanzioni sancite nei confronti di Mosca per facilitare il percorso di cooperazione e lo svolgimento delle attività diplomatiche. Il governo italiano ha il dovere di agire per garantire la sicurezza interna dei cittadini italiani.
Condanniamo ogni forma di violenza, odio e terrore. Siamo vicini al popolo francese e a tutti nostri connazionali coinvolti. Ci stringiamo attorno al dolore della famiglia di Valeria

Massimo Fini
L’Occidente ha fatto un errore capitale. È andato a intromettersi in una guerra in cui non c’entrava, quella tra sciiti e sunniti. Americani e francesi hanno bombardato gli uomini dell’Isis e quindi ci si poteva sicuramente aspettare che loro avrebbero portato la guerra in Europa con il terrorismo kamikaze. Non è affatto una sorpresa. Noi da 15 anni facciamo una guerra al mondo musulmano, prima l’Afghanistan, poi l’Iraq, poi la Somalia per interposto Etiopia e poi la Libia. È chiaro che a un certo punto tu crei un fenomeno radicale come l’Isis.
Siamo in guerra da 15 anni ma non ci siamo accorti che eravamo in guerra, perché tanto eravamo solo noi a colpire, perché i bombardieri e le armi tecnologiche le abbiamo noi. Adesso invece capiamo che la guerra può entrare anche in modo sistematico nel nostro mondo. Lo spaccio per l’Isis l’abbiamo creato proprio noi, prima abbattendo Saddam Hussein e poi aiutando i rivoltosi contro Bashar Al Assad, quindi creando lo spazio proprio fisico per il califfato.
Giustamente rabbrividiamo vedendo quello che succede a Parigi. Però noi facciamo esattamente la stessa cosa. Un comunicato del califfato dice: “Voi ci bombardate, uccidete i nostri bambini, adesso bevete dalla stessa coppa”. È una logica tremenda ma è una logica che riguarda entrambe le parti, perché quando tu spari un missile con un drone, forse uccidi un paio di guerriglieri ma uccidi magari anche altre 100 persone, e questo lo stiamo facendo da tempo.
Vendere armi è sempre stato un affare del mondo occidentale. Nella guerra Iraq-Iran per 5 anni abbiamo dato armi all’uno e all’altro perché si ammazzassero meglio e poi abbiamo deciso che l’Iran non doveva vincere. E allora abbiamo dato le armi solo a Saddam Hussein. Questo è il business occidentale. È il cinismo occidentale.
L’Europa sa che l’Arabia Saudita finanzia l’Isis ma non prende provvedimenti come non li prendono gli Stati Uniti perché l’Arabia Saudita è un nostro alleato. In Arabia Saudita ci sono le basi americane, in Arabia Saudita c’è la sharia ma nessuno si è mai sognato di contestare questo sistema, mentre con talebani e afgani stiamo facendo la guerra da 14 anni.
La forza dell’Isis sta nella nostra debolezza, da una parte ci sono uomini che vanno a morire come se fumassero una sigaretta e dall’altra c’è un Occidente che non ha più valori.
Il terrorismo che abbiamo visto a Parigi non viene dai migranti, viene da gente che vive qui, che magari è andata in Siria, in Iraq a addestrarsi ma sono cittadini belgi o francesi a tutti gli effetti. Credo che, se si vuole fare la guerra all’Isis sul serio, bisognerebbe mandare le truppe nel califfato invece di far fare il lavoro duro a curdi e iraniani. Non è una questione di ridurre i diritti civili a zero per combattere il fenomeno Isis. Basterebbe fare una guerra reale all’Isis e forse lo si eliminerebbe, anche se l’Isis è un fenomeno complesso, lo vedo più come un’epidemia ideologica. Infatti si espande in Egitto, in Libia, in Bangladesh e ha una forte attrazione proprio perché questi hanno valori fortissimi, per sbagliati che siano, in confronto a mondi come il nostro che non ha più valori, ha delle formule, delle regole.
Purché si rispetti la legge è lecito a chiunque mantenere la propria cultura. Uno si può integrare o non integrare. Comunque più bombardiamo quei mondi, più loro porteranno il guerra da noi.

Massimo Trento
L’idea di bombardare per spezzar loro i reni è un’idea miope che non ha funzionato né con Ho Chi Minh né col Mullah Omar. Chi è disposto a dare la sua vita per una causa, giusta o sbagliata che sia dal nostro punto di vista, non può essere vinto con questo atteggiamento. Sopratutto se ha molto seguito popolare. Poi ci sono quelli che dicono: in Medio Oriente le donne non possono guidare, il maiale è impuro, l’alcol è proibito e le esecuzioni capitali avvengono il venerdì sera in piazza. Se non ci garbano usi e costumi altrui, evitiamo di mettere piede sul loro territorio, con la scusa magari che è da fighi far vacanze sul Mar Rosso, a Bali o a Marakesh. Per quelli che: la democrazia è l’unico emblema di civiltà, dove sta scritto che altre culture debbano per forza abbracciare tale forma di governo? La democrazia è diventata da noi un feticcio, privo di qualsiasi valore intrinseco. Un cadavere imbellettato, tale e quale al potere che -molto in teoria- dovrebbe essere garantito al popolo “sovrano”. Auguri!
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Novecento sull’oceano
L’ISIS è finanziata dall’Arabia Saudita dal Qatar e dal Kuwait. Poi ci sono le donazioni volontarie che pervengono dai paesi del Golfo Persico, la vendita del petrolio e il controllo di infrastrutture. Il ministro tedesco Gerd Mueller e il vice segretario Usa David Cohen hanno accusato il Qatar di finanziare l’Isis. In Qatar le condizioni la raccolta di finanziamenti è favorita dalle politiche di controllo liberiste del governo. Centinaia di milioni di dollari versati da facoltosi uomini d’affari in Qatar e Kuwait a favore di al-Nusra e Isis, che in precedenza era nota come Al Qaeda in Iraq. Abd al-Rahman al-Nuaymi, Salim Hasan Khalifa Rashid al-Kuwari, Abdallah Ghanim Mafuz Muslim al-Khawar, Khalifa Muhammad Turki al-Subaiy, Yusuf Qaradawi sono alcuni dei finanziatori dell’Isis in Qatar. Abd al-Rahman al-Nuaymi avrebbe donato oltre 600 mila dollari nel 2013 ad Al Quaeda in Siria e due milioni al mese ad Al Quaeda in Iraq.
Ma anche il dipartimento del tesoro americano avrebbe donato centinaia di migliaia di dollari ad Al Quaeda in Iran nel corso degli anni e così anche Abdallah Ghanim Mafuz Muslim al-Khawar. Il Kuwait è l’epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria, mentre ufficialmente il governo del Paese non appoggia i gruppi islamisti come l’Isis, la popolazione appoggia le milizie jihadiste attraverso donazioni e finanziamenti o arruolandosi nelle milizie.
La maggioranza shiita irachena, lo dice l’ex premier iracheno Nouri al-Maliki, ha dichiarato di ritenere responsabile l’Arabia Saudita per il supporto finanziario e morale dell’Isis. Günter Meyer, direttore del Centro ricerche sul mondo Arabo all’Università di Magonza (Mainz), dice che le ragioni del finanziamento,risiedono nella volontà degli stati del Golfo, di ostacolare il regime di Assad. Mentre gli stati del Golfo Persico finanziano i jihadisti, gli Stati Uniti sono intervenuti in Irak a sostegno di iracheni e guerriglieri curdi per fermare ISIS

Copio un MASADA del 2004 (sono passati 10 anni ma è come se non fosse cambiato niente.

Novembre del 2004: la battaglia di Falluja è la battaglia più imponente, sanguinosa e misteriosa di questa guerra: 10 giorni di assedio e distruzione di una città di 350.000 abitanti per «rompere la spina dorsale» del terrorismo. Su di essa gli USA hanno imposto il più assoluto silenzio e ancor oggi il Pentagono nega il suo crimine. L’operazione al-Fajri (alba), rase al suolo 36.000 case e uccise 5000 persone. Dopo, una squadra di medici volontari poté entrare a “ripulire” la città delle migliaia di vittime civili che nessuno ha mai contato. Si aspettavano di trovare una carneficina, visti i bombardamenti fittissimi per 10 giorni, col divieto di acqua, cibo e soccorsi, ma quello che i medici trovarono superava tutti gli orrori: di cos’era morta tutta quella gente? Per disgrazia degli USA, i ripulitori fecero dei filmati che hanno cominciato a girare il mondo, rompendo la pesante censura che Bush e i suoi alleati (vedi B. che ha ritirato tutti i giornalisti e li minaccia del carcere) hanno imposto alla guerra. In seguito pochi parlamentari videro quei film grazie alle parlamentari E. Deiana (Prc) e S. Pisa (Ds), ma la stampa ha taciuto e il parlamento idem. I film sono del 18-11-2004. Uso di armi chimiche vietate da tutte le convenzioni è immediata. Alle immagini sconvolgenti si aggiunga il cadavere dell’imam perforato orrendamente dai buchi del trapano, strumento molto usato degli americani, l’imam prelevato dalla CIA in Italia e scomparso senza reazione governativa e gli 80 imam prelevati dalle moschee di cui non si hanno tracce. Al Kazeera le ha mostrate, e l’intero mondo musulmano le conosce.
La ferocia mostrata è senza limite! Questi non sono eserciti umano, sono belve! “

“18-11-2004 Si decretarono i filmati di Falluja, si secretò il falso dossier del SISMI sull’uranio nigeriano che mostra un B. complice delle menzogne di questa guerra; si secreto’ la battaglia dei ponti, dove i nostri soldati massacrarono civili e uccisero anche una partoriente dentro un’ambulanza, si fece silenzio sul vero carattere della missione ‘umanitaria’, in cui supportammo le feroci stragi USA e i nostri elicotteri facilitarono l’avanzata delle truppe distruttive, gli italiani consegnarono civili inermi ai torturatori di Abu Graib e tacquero sugli orrori visti. Oggi nessuno chiede inchieste su Falluja, DS, Margherita e Prodi continuarono nella menzogna del “manteniamo l’ordine” e nell’ipocrisia del “ritiro graduale”.
Bush passerà alla storia come uno dei più feroci criminali di tutti i tempi, ma il governo italiano e parte dell’opposizione figureranno come i suoi docili fiancheggiatori.

Quello che veramente spaventa non è nemmeno questo ma che continuino ad esserci persone che, anche di fronte alle prove di tanti orrori, negano la verità per difendere delle posizioni prestabilite, per difendere irragionevolmente l’America, per non riuscire a dire: “Mi sono sbagliato”. Non dobbiamo respingere la verità ma vergognarci del nostro errore. Oppure Falluja morirà due volte.

Quando Bush annunciò l’attacco degli Stati Uniti contro l’Afghanistan nell’ottobre del 2002, dichiarò: “Siamo una nazione pacifica”. Poi, qualche giorno dopo al quartiere generale dell’Fbi, aggiunse: “Questa è la nostra vocazione”…! Questa nazione “pacifica” che “esporta democrazia” ha esordito massacrando 18 milioni di nativi
Ha fatto guerra contro:
la Cina nel 1945-46, 1950-53
la Corea nel 1950-53
il Guatemala nel 1954, e per 40 anni ha ammazzato centinaia di migliaia di persone
in Indonesia (1958)
a Cuba (1959-60)
nella Repubblica democratica del Congo (1964)
in Perù (1965)
nel Laos (1964-73)
nel Vietnam (1961-73)
in Cambogia (1969-70)
in Libia (1986)
nel Salvador (anni 80)
in Nicaragua (anni ’80)
a Panama nel 1989)
in Iraq dal 1991 per 12 anni con crudeli sanzioni commerciali
in Sudan nel 1998
in Yugoslavia nel 1999.
Ora possiamo aggiungere alla lista:
dal 2002 l’Afghanistan
dal 2003 l’Iraq.
(e si pensa di attaccare Iran e Siria).
Tutte guerre sante ordinate da Dio?
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Forse dovremmo ricordare anche tutte le manovre che la CIA ha messo in essere per uccidere capi di stato, coartare elezioni, destabilizzare paesi, manovrare governi, premere organismi mondiali.. oltre naturalmente ad attentati, violazioni del diritto nazionale o internazionale, diffusione di epidemie, distruzione del clima, minacce politiche e economiche, embarghi, proliferazione atomica, uso di armi proibite, torture, basi nucleari, protezionismi interni per far crollare le esportazioni del terzo mondo, imposizione di OGM, inquinamenti climatici planetari, manovre finanziarie di distruzione di stati…
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Nella guerra in Medio Oriente tutto è spaventoso, sono passati da menzogna a menzogna, da infamia a infamia. Hanno violato tutte le leggi internazionali, tutte le regole civili. Sono stati smascherati! A cosa ancora i loro difensori si vogliono attaccare? Non hanno più nulla di difendibile. Tutto crolla nell’inferno. Volete difendere l’inferno?

A Detroit (Michigan-USA) assegnarono a Saddam Hussein le chiavi della città e la cittadinanza onoraria. Fiorivano i documentari americani inneggianti al democraticissimo Saddham. L’operazione Anfal che portò al genocidio dei curdi avvenne tra il febbraio e l’agosto del 1988 e, mentre ciò succedeva, Saddam era coccolato e riverito dagli americani, e dagli europei, e riceveva forniture di armi un po’ da tutti. Dove stavano tutti quelli che giustificano una guerra con la necessità di abbattere un dittatore? E ancora un dittatore è tale sempre o da un certo periodo in poi? Cos’era prima del 2003 Saddam? Un dittatore sanguinario o un caro amico degli Stati uniti E Bin Laden? Era un terrorista o il membro rispettabile di una famiglia molto ricca e stimata in Usa con frequentazioni presidenziali e rapporti con tutte le banche occidentali? Quanti armi aveva venduto Bush a Bin Laden prima di accorgerci che era il nemico n° 1? E come mai quando fu messo il blocco aereo dopo le due Torri, si permise all’intera famiglia bin Laden di mettersi in salvo con aerei di Stato?

Gennaro Carotenuto:
“Ci sono notizie che possono circolare e notizie che non debbono circolare ed il controllo sul sistema mediatico mondiale è indispensabile in questo. C’e’ una parte di opinione pubblica occidentale e mondiale… che considera la tortura indispensabile e perdonabile, almeno in casi estremi. Del resto il parlamento italiano ha votato un emendamento della Lega che considerava tortura solo la reiterazione del supplizio… Qualunque voce indipendente esca dall’Iraq denuncia lo stupro sistematico delle donne irachene da parte dei marines… Lo stupro… è caratteristico di tutte le guerre, ma mal si adatta all’immagine dei “buoni liberatori esportatori di democrazia”.
In Germania furono documentati almeno 5 milioni di stupri, tanto da parte dei sovietici come degli alleati, senza distinzioni ideologiche…Falluja è la Guernica del XXI secolo. Gli Stati Uniti non ammetteranno mai di avere usato Fosforo e Napalm contro i civili a Falluja e sanno di poter trovare compiaciuti e compiacenti distinguo nel sistema mediatico mondiale.. E più in là c’è il tabù finale dell’atomica, evocato in dosi moderate ma significative da Donald Rumsfeld ogni volta che è necessario.
..
Giuliana Sgrena nel 2005: “L’uso del napalm e del fosforo bianco nella guerra in Iraq era già noto. Purtroppo. Dei cadaveri carbonizzati ritrovati dopo la battaglia dell’aeroporto (aprile 2003) mi avevano raccontato gli abitanti di Falluja prima ancora di diventare profughi, dei volti scarnificati dal fosforo bianco mi avrebbero detto poi e l’avrebbero confermato i soldati americani impegnati sul campo di battaglia. Ma questo orrore l’inchiesta di Rainews24 te lo sbatte in faccia. Volti irriconoscibili e bruciati di donne e bambini inerti nei loro abiti intatti (il fosforo bianco consuma solo le cellule che contengono acqua), parte di quella uccisione di massa riconosciuta persino dagli autori materiali del massacro, i soldati, che hanno testimoniato davanti alle telecamere. Ma non dai mandanti. L’inchiesta di Rainews24 di Ranucci squarciò il velo di omertà, ma soprattutto spinse a interrogarsi su chi questa guerra l’ha sostenuta o ancora la sostiene con la presenza delle nostre truppe in Iraq. Bush non solo ha scatenato una guerra contro Saddam accusandolo di possedere armi di distruzioni di massa ben sapendo che non era vero, ma ha permesso che il suo esercito usasse contro gli iracheni micidiali armi bandite dall’Organizzazione per la proibizione delle armi. Proprio come aveva fatto Saddam nel 1988 contro i kurdi. Bush come Saddam, che quando ha gasato i kurdi era un fedele alleato degli americani. Le immagini dell’inchiesta di Rainews lo dimostrano e gli interessati lo confermano: il Pentagono ha ammesso l’uso del Napalm anche se sotto forma di Mk77 e il ministro della difesa inglese si e’ giustificato sostenendo che ignorava che gli Usa l’avessero usato. E cosa fa la comunita’ internazionale? Tace. Ma non si può tacere di fronte a un simile orrore, senza diventare complici. E complici lo siamo restando in Iraq con le nostre truppe, sia che il fosforo bianco lo usiamo nei traccianti per illuminare il cielo o per bruciare i poveri abitanti di Falluja. Bruciati in modo tale da non poter essere riconosciuti e nemmeno contati: solo 700 delle migliaia di vittime di Falluja sono state seppellite con un nome.
E’ questa la democrazia esportata in Iraq e di cui si dimostra soddisfatto il presidente iracheno, il kurdo, Jalal Talabani?
.
Ranucci, disse: “Il mondo musulmano sa cosa è successo a Falluja. Siamo noi a non sapere. La notizia del fosforo bianco era già uscita anche su Al Jazeera. I Pentagono il 9 dicembre 2004 ha smentito le voci del fosforo con una nota in cui diceva di aver utilizzato il fosforo solo come traccianti…Non è vero. Ci sono gli estremi di un crimine di guerra, Bush nel novembre 2004 per bombardare Falluja aspettò l’esito delle elezioni presidenziali.”
(Ma ci rendiamo conto?! Per festeggiare la rielezione di Bush si fecero questi fuochi di artificio!? E i cadaveri scarnificati sono i resti della festa!? La distruzione di Falluja fu la torta per festeggiare la vittoria elettorale! E donne e uomini e bambini furono le candeline!? Riuscite a immaginare un cinismo più sfrenato? E c’e’ anche chi li difende? Siamo sbigottiti dalla malafede, dalla malvagità, dalla mancanza di umanità, dalla bestialità di questa guerra. E tutti dovrebbe ricominciare di nuovo? Dov’e’ la Chiesa in questa tragica circostanza? Il suo silenzio pesa come un macigno. Un macigno che potrebbe distruggerla.
….
Scriveva il pensatore tedesco Günther Anders al figlio di Adolf Eichmann:
L’inadeguatezza del nostro sentire non è un semplice difetto tra tanti, ma la peggiore delle peggiori cose che sono già accadute… a incepparsi non sono solo i sentimenti dell’orrore… bensì anche il sentimento della responsabilità. E questo significa che il nostro meccanismo di inibizione si arresta del tutto non appena si sia superata una certa grandezza massima. “ Piangiamo la morte di un cane, ma la morte di migliaia di vittime innocenti non ci sembra reale).
E poiché vige questa regola infernale ora il ‘mostruoso’ deve avere di nuovo via libera?


Affrontare i crimini americani non vuol dire negare i crimini di altri paesi, quelli russi, quelli francesi, quelli turchi, quelli boeri, quelli cinesi. (e ora quelli del Califfato). Gli USA non hanno il monopolio del male, ma solo l’America pretende oggi di fare lo sceriffo del mondo e ci impone la favola della ‘nazione pacifica’ che esporta democrazia. Chi si beve ancora questo mostra un notevole stato confusionale. Notiamo che non è con questi crimini orrendi che maggioranza e opposizione dovrebbero andare a braccetto né le persone oneste e civili. La civiltà è ben altra cosa. Che si estradino osservatori, si puniscano o uccidano giornalisti (un centinaio di loro è stato ucciso proprio dalle forze americane), si secretino i fatti, si imponga il silenzio blindando le notizie, si pretenda di far credere solo a verità precostruite.. mi sembra la miglior prova che la verità scotta e non la si vuol mostrare perché è ignobile.
Gli USA, più che uno stato che esegue gli ordini di Dio (Bush diceva che era la voce di Dio a ordinargli la guerra e faceva fare veglie di preghiera), sembrerebbe piuttosto una nazione maledetta, un governo che ha sempre costituito la più grande minaccia di instabilità, insicurezza e guerra, per il mondo, il governo che ora sta perpetrando i peggiori crimini dell’umanità, mentre i responsabili vengono assolti e i crimini negati.

(Tutto questo è stato copiato da un Masada di dieci anni fa)

COS’E’ IL DAESH
Isis è equivalente di DAESH, o anche Is o Sic. Il nome del gruppo terrorista islamico cambiato nel tempo. All’inizio era una piccola ma brutalmente efficace fazione della resistenza sunnita all’invasione statunitense dell’Iraq nel 2003 che si faceva chiamare Al Qaeda in Iraq, o Aqi. Nel 2007, in seguito alla morte del suo fondatore, Aqi ha cambiato nome in Stato islamico in Iraq, o Isi. In seguito ha subìto alcune battute d’arresto sul suo territorio ma, osservando la Siria sprofondare nella guerra civile nel 2011, ha intravisto un’opportunità. Nel 2013 si era installato nella parte orientale della Siria, assumendo il nuovo e più aderente nome di Stato islamico in Iraq e Siria (Isis). Rendendo le cose ancora più complicate, l’Isis ha cambiato nuovamente nome nel giugno 2014 , proclamandosi Stato del califfato islamico (Sic), un titolo che riflette le sue ambizioni d’autorità su tutti i musulmani del mondo.
Il gruppo voleva mettere in discussione i confini “colonialisti” usando un vecchio nome geografico arabo, al Sham, che comprende sia la capitale siriana Damasco sia la più ampia regione del Levante, il che spiega la predilezione ufficiale statunitense per l’espressione Stato islamico dell’Iraq e del Levante (o Isil) invece che per Isis. L’equivalente arabo, Al dawla al islamiya fi al Iraq wal Sham, può essere abbreviato in Daesh, così come il nome di Hamas (che significa zelo in arabo) per il gruppo palestinese è un acronimo di Harakat al muqawama al islamiya, ovvero Movimento di resistenza islamica.
Daesh è il nome che più si è diffuso nei paesi arabi, anche se i membri del gruppo lo chiamano semplicemente al dawla, lo stato, e minacciano di frustare quanti usano il termine Daesh.
Attribuire nomi sgradevoli a persone sgradevoli è una vecchia tradizione. Un po’come per il termine Nazi, che si è impresso in inglese anche a causa della sua somiglianza con parole come nasty (cattivo, disgustoso), Daesh ha un suono, per gli arabi, simile a quello di parole che significano calpestare, distruggere, sbattere contro qualcosa, e causare tensione.
Cogliendo questo aspetto, la Francia ha ufficialmente adottato il termine per gli usi governativi. Il suo ministro degli esteri, Laurent Fabius, ha spiegato che Daesh ha l’ulteriore vantaggio di non dare al gruppo la dignità di stato. Ban Ki-moon, il segretario generale dell’Onu, ha assunto un’analoga posizione di critica, denunciando il gruppo come un “Non-stato non-islamico”. Invece di adottare diligentemente l’acronimo Nins, l’Economist ha deciso, per ora, di continuare a chiamare il gruppo semplicemente Stato islamico (Is).

ALESSANDRO GILIOLI
1. Tutti gli esperti di Daesh onvengono sul fatto che il Califfato ha compiuto questi attentati con l’obiettivo di scatenare un’ondata anti islamica in Europa per radicalizzare “lo scontro di civiltà” e portare tutti i musulmani del mondo dalla propria parte. Se ne deduce che se si cade nel tranello (quindi ci lascia andare all’ondata emotiva anti islamica e si accetta la radicalizzazione dello scontro) si fa esattamente il gioco dei nostri nemici. Trattasi di considerazione lineare, intuitiva, pragmatica e semplice.
2. Tutti gli esperti di Daesh spiegano che come obiettivo secondario di questi attentati lo Stato islamico aveva la speranza che l’Occidente intervenisse direttamente in Siria e Iraq per trasformare una guerra locale interislamica in una guerra totale contro gli infedeli. Anche questo quindi è un ragionamento intuitivo, facile e non ideologico: a intervenire direttamente in una guerra locale trasformandola in guerra globale si fa esattamente il gioco dei nostri nemici.
3. Le esperienze dell’Afghanistan ma soprattutto di Iraq e Libia hanno mostrato a tutti che intraprendere una guerra senza avere già un progetto sugli assetti futuri condiviso con almeno una parte delle forze locali è una prassi che peggiora le cose, non le migliora. Le peggiora proprio per la nostra sicurezza in Europa (l’intervento in Iraq ci ha dato lo Stato islamico, quello in Libia un casino in cui comandano i clan che gestiscono gli scafisti). Se ne deduce che chiunque decida di mandare anche un solo drone dovrebbe prima sapere a cosa sta portando, dopo, ciò che sta facendo. Se se per forza deve morire qualcuno in un conflitto, che serva rigorosamente a fare star meglio (non peggio) i popoli domani.
4. Alcuni anni fa il governo Usa inventò il termine “stato canaglia”, che attribuiva in giro in modo piuttosto arbitrario. Oggi invece sarebbe utile che l’Ue stendesse un bell’elenco documentato con i nomi dei Paesi che con l’Is hanno rapporti che avvantaggiano lo stesso Is: vuoi di acquisto di petrolio, vuoi di finanziamenti di altro tipo, vuoi di aiuto indiretto attraverso il bombardamento di chi combatte l’Is sul campo. Se poi da questo elenco venissero fuori i nomi di Paesi con cui intratteniamo amichevoli rapporti d’affari, che sono nella nostra stessa Alleanza militare (Nato) o presso i quali ci apprestiamo ad andare a giocare i mondiali di calcio, beh, ci faremmo un’idea più autentica su quello che siamo disposti davvero a pagare per combattere l’Is. Perché quelli che aiutano Daesh oggi sono veri Stati canaglia, contro i quali dovremmo opporre tutto il nostro potere negoziale affinché la smettano di farlo, da ora.
5. il jihadismo che colpisce in Occidente è quasi sempre il frutto di una proiezione da parte delle seconde o terze generazioni di immigrati che immaginano un luogo ideale e utopico – il Califfato, dove spesso non sono mai stati – in alternativa a un luogo nel quale vivono un disagio sia sociale sia identitario. E’ evidente che è indispensabile smontare questo dualismo farlocco che si è insinuato nelle menti dei giovani jihadisti europei. E per smontarlo servono anzitutto due cose: programmi di welfare nei luoghi in cui vivono (l’integrazione avviene attraverso il welfare); programmi di educazione – nelle scuole e altrove – sui valori della laicità, dell’interetnicità e della tolleranza, su cosa comporta (per le donne, ad esempio, ma per chiunque) vivere nel sottosviluppo culturale proposto da Daesh. Allo stesso modo, serve un’educazione all’interetnicità che parta dalle scuole primarie perché non crescano generazioni di europei “bianchi” pregni di subcultura islamofoba o anti immigrati: minor integrazione etnica causa più radicalizzazione dei figli di immigrati, più radicalizzazione porta più terrorismo. L’antirazzismo quindi non è più solo un ideale etico, è una necessità pratica. Per entrambe le battaglie culturali (quella destinata ai ragazzi di famiglie islamiche e quella destinata ai ragazzi figli di autoctoni) la pedagogia è un’arma straordinaria di cui però ci dimentichiamo spesso, forse perché i suoi risultati arrivano nel lungo termine, cioè quando sarà fisiologicamente finito il ciclo elettorale degli attuali governanti.
6. Come dimostra tutta la storia di Israele, il controllo assoluto e militarizzato del territorio – dai supermarket agli stadi, dagli aeroporti ai concerti – non è una garanzia di sicurezza per i civili se sei circondato dall’odio. Se qualcuno ti odia – ancor più se tanti ti odiano – il modo di ammazzarti lo trovano, specie se hanno in scarsa considerazione il valore della propria vita. Quindi possiamo benissimo chiudere le frontiere, far alzare gli elicotteri e far girare poliziotti a cavallo tutto attorno al Colosseo come ho visto stamattina: e se ci fa sentire un po’ più tranquilli nell’immediato, è un placebo che non mi scandalizza. Ma sul medio e lungo termine, se vogliamo garantire ai nostri figli di vivere in sicurezza, l’unica strada da percorrere è lavorare contro l’odio – e le sue motivazioni, le sue radici – fino a debellarlo.
7. Tutte le esperienze e le ricerche dimostrano che la sorveglianza di massa sulla rete (modello Nsa) non ha un rapporto costo-beneficio conveniente: è come sparare migliaia di cannonate in cielo per cacciare un canarino. E questo al netto dei costi in termini di diritti civili. È invece dimostrato che lo spionaggio on line funziona solo se è mirato (ad esempio, su chi immette contenuti filojihadisti e sui suoi contatti) e incrociato con forme di intelligence tradizionali (intercettazioni telefoniche, infiltrati etc). Chiunque voglia cogliere l’occasione del 13 novembre per riproporre forme di sorveglianza virtuale di massa sta mentendo sapendo di mentire: non gli interessa la guerra all’Is ma, appunto, la sorveglianza di massa.

MALEDIZIONE E OBIEZIONE DI COSCIENZA?
Paolo De Gregorio

Dichiara Papa Francesco: “Maledetti coloro che operano per la guerra e per le armi”. Parole sante, però ci vorrebbe qualche piccola precisazione: tra coloro che operano per la guerra e per le armi non vi sono solo servizi segreti, banche d’affari nei paradisi fiscali, Pentagono, imprenditori che considerano le armi una merce come le altre, ma anche milioni di operai senza i quali nessuna arma circolerebbe.
Convincere i produttori di armi e i guerrafondai al potere mi sembra dura, ma, oltre alle parole di maledizione, che potrebbero risultare dolorose per i tanti cristiani che lavorano per costruire ordigni di guerra, senza sortire effetti concreti, il Papa dovrebbe far seguire una campagna di obiezione di coscienza per tutti i cristiani addetti alla costruzione di questi ordigni.
La campagna di obiezione di coscienza è stata portata avanti, con successo dal punto di vista della Chiesa, tra il personale sanitario per contrastare l’aborto. e non c’è paragone tra l’aborto e la guerra come nemici della vita.
Ricordo solo che, anni fa, in una zona con il 100% di cristiani, nel bresciano, la Valsella Meccanotecnica costruiva le odiose e letali mine antiuomo che vendeva a milioni nei territori di guerra in tutto il mondo, senza che ci fosse mai stata alcuna iniziativa da parte delle gerarchie vaticane per far finire quello schifo. Solo l’intervento dell’ONU e di alcuni sindacati, dopo anni e anni, fece chiudere quelle attività criminali.
Carissimo Papa Francesco, la tua “maledizione” è una bellissima novità, ma se fossi al tuo posto scomunicherei senza appello, né perdono, tutti coloro che lucrano e operano per la guerra, aggiungendovi la campagna per l’obiezione di coscienza degli addetti alla produzione di ordigni.
Non si può tenere insieme etica cristiana e collaborazione a qualunque livello con i guerrafondai, non deve essere consentita la fuga dalle proprie responsabilità di coloro che pensano che basta pentirsi negli ultimi giorni della propria vita per ottenere il perdono.

LA VERITA’ SULLA STRAGE DI PARIGI
Berluscameno

Sui francesi veglia la Dgse, e i risultati si vedono. (La Direction générale de la sécurité extérieure, comunemente conosciuta anche con la sigla DGSE, è il servizio informazioni all’estero della Francia. )
Per scovare i mandanti della carneficina del “venerdì 13” non serve allontanarsi da Parigi, probabilmente basterebbe visitare il quartier generale della Dgse, la Cia francese. Lo sostiene un analista che se ne intende , analizzando le falle, troppo clamorose, della sicurezza: tre kamikaze che si fanno saltare in aria allo stadio, uccidendo solo se stessi, per dar modo ai colleghi di scorrazzare in pieno centro su una Seat Leon nera, per quasi mezz’ ora, sparando nel mucchio.
Tutti gli indizi, afferma l’analista, conducono ai vertici dei servizi segreti francesi, rinnovati sotto Nicolas Sarkozy e confermati sotto la presidenza di François Hollande:
“Con il subentrare allo spionaggio transalpino di personaggi vicini agli angloamericani è ‘avviata nel 2012 la strategia della tensione’.
Dopo una pausa coincidente con i primi due anni della presidenza di Hollande, il terrorismo islamico riesplode in concomitanza alla caduta verticale del capo dello Stato nei sondaggi”.
Sarebbe questo, sostiene l’analista, il vero ruolo della “Direction générale de la sécurité extérieure”: organizzare l’accurata copertura necessaria a rendere efficace l’azione dei commando, nient’altro che ‘manovalanza reclutata e addestrata.’
L’analista ricostruisce la mattanza.
Apre le danze alle 21.30 davanti allo Stade de France il kamikaze Ahmad al Mohammad, con cintura esplosiva: si fa saltare in aria ed è il solo a morire.
Cinque minuti dopo, in centro, compare la Seat Leon: i terroristi a bordo sparano contro i ristoranti “Petit Cambodge” e “Carrillon”, 15 morti.
Allo stadio si fa esplodere un secondo kamikaze (Bilal Hafdi?), ‘morendo senza causare vittime’.
Intanto la Seat raggiunge Rue de la Fontaine au Roi, bersaglio i locali “Casa Nostra” e “Bonne Bière”, 5 morti tra gli avventori.
Poi l’auto si ferma in Rue de la Charonne, davanti al bistrot “Belle Equipe”: altre 19 vittime.
Alle 21.40, vicino a Place de la Nation, un terrorista sceso probabilmente dall’auto nera, Brahim Abdeslam, si fa esplodere al locale “Compte Voltaire”: ferisce alcuni avventori ma è ‘l’unico a perdere la vita’. La Leon nera, guidata presumibilmente dal fratello del kamikaze, Saleh Abdeslam, sarà ritrovata a Montreuil, ad ovest di Parigi, con tre Kalashinkov a bordo.
Non è finita: alle 21.40 scendono da una Volkswagen Polo nera quattro terroristi, armati di fucili automatici e a pompa. Fanno irruzione nella sala da concerto Bataclan, durante un’esibizione degli Eagle of Death Metal: inneggiando ad Allah, alla Siria ed all’Iraq compiono una carneficina.
Pochi minuti dopo, alle 21.53, ancora nei pressi dello stadio si fa esplodere un terzo kamikaze: ‘nessuna vittima’, eccetto lui.
“Solo a questo punto, Hollande è trasportato al ministero degli interni, mentre la partita continua fino al termine”.
Venti minuti dopo la mezzanotte (dunque 2 ore e 40 dopo l’inizio della strage al Bataclan), le teste di cuoio fanno ‘finalmente irruzione’ nel Bataclan, dove nel frattempo è avvenuta la mattanza: tutti terroristi si fanno esplodere, tranne Samy Animour che è colpito a morte prima di azionare la cintura. Bilancio del terrore nel teatro, 90 morti.
Ma intanto affiorano le prime ‘stranezze’: mentre per il “Wall Street Journal” Hollande avrebbe lasciato lo stadio alla prima e non alla terza esplosione, le foto ritraggono il presidente nella sala stampa dello stadio alle 21.36, quindi sarebbe corretta la versione di “Le Monde”: Hollande trasportato all’ esterno solo dopo la terza e ultima esplosione, a rischio ormai cessato. E’ come se i kamikaze avessero ricevuto l’ordine di farsi saltare in aria non tanto per uccidere spettatori, quanto per attirare la polizia lontano dal centro, dove stavano per entrare in azione i commando di killer. “Tra l’esplosione del primo e del terzo kamikaze intercorrono 33 minuti: è il tempo dell’azione terroristica nel suo complesso, anche se gli ultimi strascichi si protraggono al Bataclan fino alle 00.20.
La terza deflagrazione nei pressi dello stadio, in Rue de la Cokerie vicino al McDonald’s, era il segnale che la sicurezza attendeva per trasportare Hollande fuori dallo stadio?
Le prime stranezze risalgono a due ore prima della strage: alle 19.30, secondo “Le Figaro”, un avventore del ristorante “Cellar”, a tre minuti del Bataclan, ha ‘inutilmente segnalato alla polizia’ la presenza di un’auto sospetta, una Volkswagen Polo nera, parcheggiata di traverso, con a bordo quattro individui (musulmani europei, secondo il ristoratore). Erano intenti a digitare sui telefonini e, a quanto pare, in ‘evidente stato di alterazione da droghe’. “E’ risaputo che i tagliagole dell’Isis in Siria ed Iraq facciano uso di anfetamine, sia per commettere atrocità a cuor leggero sia per sconfiggere la paura”, scrive l’analista.
‘Il 26 ottobre al porto di Beirut sono state bloccate due tonnellate di anfetamine Captagon prima che fossero imbarcate sull’ aereo privato di un principe saudita’.
Secondo l’analista, gli elementi direttamente operativi il 13 novembre a Parigi sarebbero stati non meno di 20-25: troppi, per passare inosservati.
“Che un complotto riguardante un tale numero di persone, molte delle quali note ai servizi e per di più “calde”, sia sfuggito ai radar della sicurezza francese – a dieci mesi di distanza da Charlie Hebdo e a tre mesi dall’attacco terroristico sul treno Amsterdam-Parigi – è una falla simile all’11 Settembre: impossibile, a meno che i servizi non siano complici”.
‘Quanto alla provenienza delle armi, si scopre che il 5 novembre la polizia tedesca aveva fermato in Baviera uno slavo ortodosso del Montenegro a bordo di una Volkswagen carica di Kalashnikov e diretta a Parigi’.
Le auto impiegate, poi, sono piene di indizi, dalle targhe ai biglietti dei parcheggi:
“Sembrano essere studiati apposta per indirizzare le indagini in Belgio, dove anche agli attentatori di Charlie Hebdo avrebbero acquistato le armi:
lo scopo è probabilmente alleggerire la posizione delle autorità francesi, rendendo più giustificabili all’opinione pubblica i continui smacchi subiti dalle forze di sicurezza.
Le dichiarazioni di Hollande e Valls puntano infatti a discolpare la Francia ed evidenziare le responsabilità esterne”.
La parte più assurda della vicenda? E’ la pretesa che l’operazione sia stata pianificata in Siria. Secondo Hollande, “gli attacchi sono stati decisi, pianificati in Siria, organizzati in Belgio e condotti sul nostro territorio con complici francesi”. Avvalorano questa testi persino i “fantomatici servizi iracheni”, secondo cui la Francia sarebbe stata informata in anticipo, almeno il giorno prima, dell’ordine di morte “partito dal Califfo”.
Abu Bakr Al-Baghdadi? “Nient’altro che un prodotto dei servizi americani, sfornato dal famigerato carcere di Bucca gestito dalle truppe statunitensi in Iraq, crogiolo di quasi tutti i capi dell’Isis”. In ogni caso, aggiunge l’analista, visto che l’Isis bombardato dalla Russia è ormai in rotta da settimane, è pura fantasia ipotizzare che un micidiale “quartier generale” dei terroristi sunniti abbia potuto organizzato gli attentati in Francia senza farsi scoprire da Nsa, Cia, Mossad e Dgse.
Ma la cronaca regala anche risvolti tragicomici: secondo la “Cnn”, dalla sua roccaforte di Raqqa (ora bersagliata dai missili russi) i boss del Califfato avrebbero aggirato l’Fbi usando messaggi criptati in modo semplicissimo. “Ora si scopre che gli attacchi di Parigi sono stati organizzati attraverso la ‘messaggeria della PlayStation 4’: è l’equivalente dei ‘taglierini ‘per dirottare i Boeing sulle Torri Gemelle”.
Terroristi braccati? Macché: “Si scopre che “la mente” della strage di Parigi, il marocchino Abdelhamid Abaaoud, si vanta – sulla propaganda web del Califfato – di viaggiare indisturbato tra Siria e Belgio, pur essendo ricercato dalle polizie di mezzo mondo.
Ricorda un po’ i brigatisti che, negli anni di piombo, riuscivano sempre ad evadere dal carcere in un modo o nell’ altro”. Ma se il vero Al-Baghdadi “è già morto, almeno due volte”, e se l’Isis è sotto scacco in Siria ed Iraq, visto che il commando del “venerdì 13” è composto “da piccoli criminali della banlieue parigina e qualche reduce siriano in botta da anfetamine”, chi ha coordinato e supervisionato gli attacchi? “Cherchez à la Dgse”, suggerisce l’analista, puntando il dito contro l’intelligence francese all’estero, l’equivalente transalpino della Cia e dell’MI6. Ai tempi di Jacques Chirac, di tanto in tanto il servizio francese rifilava agli americani qualche colpo basso, come “la sullodata morte di Bin Laden”, secondo i francesi risalente al 2006, “per ridicolizzare la “Guerra al terrore” di George W. Bush e Tony Blair”. Ma la situazione si è ribaltata con l’avvento al’Eliseo di Nicolas Sarkozy: tra i primi provvedimenti del neo-presidente, oltre a riportare la Francia sotto il comando integrato della Nato, “c’è, non a caso, il pensionamento dei vertici dei servizi fedeli a Chirac e la cooptazione di nuovi elementi, di provata fede atlantica”.
Una rivoluzione copernicana: dal 2007, secondo “Le Monde”, l’intelligence inglese ha accesso illimitato ai dati riservati francesi. E nel 2008 arriva a coordinare i servizi Bernard Bajolet, ex-ambasciatore francese in Iraq e Algeria. Poi torna alla diplomazia in Afghanistan, ma nel 2013 è lo stesso Hollande a richiamarlo alla guida della Dgse.
“Il periodo in esame coincide con i tentativi di Parigi, Washington, Londra, Tel Aviv e monarchie sunnite, di rovesciare Bashar Assad: Hollande arriva fino ad ipotizzare un intervento franco-americano contro Damasco nell’ estate del 2013, prima che Obama si tiri indietro lasciandolo con il cerino in mano”.
Strategia della tensione? Parla da sola la tragedia del 2012, con il franco-algerino Mohammed Merah che a Tolosa fa 8 vittime, colpendo militari e comunità ebraica.
Poi si scoprirà che il killer era un ‘informatore’ della Dgse: “Quante cose avrebbe potuto raccontare, il giovane magrebino, se non fosse stato ucciso nel blitz delle teste di cuoio per “catturarlo”?”.
Sarkozy perde le elezioni, e all’ Eliseo arriva Hollande: “La strategia della tensione è momentaneamente archiviata, finché i sondaggi di gradimento del presidente socialista raggiungono, nel breve volgere di tre anni, un record negativo storico”.
E riecco il terrore, da “Charlie Hebdo” al treno Amsterdam-Parigi, fino alla strage di novembre. Uno stragismo che, sotto Hollande, secondo l’analista, “ha compiuto un salto di qualità: sia per l’efferatezza e spettacolarità crescente degli attacchi, sia per la loro internazionalizzazione”. La violenza a Parigi “si salda col tentativo, da parte del Likud israeliano e dei falchi americani, di trascinare il presidente Barack Obama in guerra, prima in Yemen (Charlie Hebdo) e poi in Siria, con l’ultima carneficina parigina”. Ecco perché diventa facile sospettare che Bajolet, il capo della Dgse, non potesse essere all’ oscuro degli eventi in preparazione.
“La corresponsabilità dei servizi francesi nelle stragi dell’ultimo anno è certificata dalla sconcertante indulgenza di cui godono, nonostante le incessanti e drammatiche débacle”.
Dall’ inizio del 2015 sono state uccise quasi 150 persone, senza che nessuna testa sia caduta.
Al contrario: anziché accusare la sicurezza, Hollande annuncia misure d’emergenza per limitare la libertà, controlli sulla stampa e perquisizioni non autorizzate dalla magistratura.
La strage di Parigi serviva anche per costringere Obama a spedire truppe in Siria?
Obiettivo mancato: il capo della Casa Bianca si è accordato con Putin al G20 di Antalya e ha bocciato qualsiasi ipotesi di “stivali americani” sul suolo siriano. Ma non c’è da stare tranquilli, perché c’è il rischio che la ‘strategia della tensione’ venga utilmente impiegata in politica interna, e sempre di più: “Si può dire che i ‘vertici del sistema euro-atlantico’ considerano ormai lo ‘stragismo di Stato’ un arnese della politica simile alle mance elettorali sotto elezioni: l’avvicinarsi di tornate elettorali decisive, tra il 2016 ed il 2017, rende sicuro il crescendo di violenza”.

Sole24ore
In questi giorni appare folgorante una frase riportata dal Financial Times del defunto principe Saud Feisal al segretario di Stato Usa John Kerry: «Daesh è la nostra risposta sunnita al vostro appoggio in Iraq agli sciiti dopo la caduta di Saddam». Ecco in cosa consiste la Saudi Connection: una politica estera intossicata dalle involuzioni di Riad con i jihadisti mentre la sua campagna militare in Yemen, denominata “Decisive Storm”, è diventata un Vietnam del Golfo.
La Saudi Connection è soprattutto il rapporto ombelicale che da 70 anni lega Washington a Riad. L’Arabia Saudita, il più oscurantista degli Stati islamici, è la roccaforte del sunnismo ma anche la nazione musulmana con il più antico patto con gli Stati Uniti, firmato tra Ibn Saud e Roosevelt nel 1945, pochi giorni dopo Yalta.
I sauditi dopo l’accordo sul nucleare iraniano si sono sentiti traditi da Washington, perché considerano Teheran la minaccia numero uno. Ma le cose non stanno del tutto così. In termini pratici significa che mentre Obama e Re Salman si stringevano la mano al G-20 di Antalya veniva firmato l’ennesimo contratto militare: 1,2 miliardi di dollari per 10mila sofisticate bombe Usa da scaricare i Yemen sulla testa dei ribelli sciiti Houti.
Negli ultimi cinque anni i sauditi hanno acquistato sistemi d’arma da Washington per 100 miliardi di dollari, di cui 12 negli ultimi mesi, nonostante il Congresso abbia sottolineato la persistente violazione dei diritti umani e i crimini di guerra in Yemen. Alla luce di queste cifre si spiega l’atteggiamento americano nei confronti del Califfato e dei jihadisti siriani sponsorizzati dalle monarchie del Golfo. E si comprende perché Washington esiti a mandare truppe a terra. Da una parte c’è l’ovvia considerazione che dopo l’Afghanistan, l’Iraq e la Libia, gli Usa hanno mostrato segnali evidenti di disimpegno dal Medio Oriente. Ma dall’altra c’è questa connessione implacabile con i sauditi, che oltre ad essere leader dell’Opec, hanno finanziato i mujhaeddin afghani contro l’Urss negli Anni 80 e foraggiato Saddam nel conflitto contro l’Iran.
I sauditi pagano e gli americani guidano coalizioni internazionali che ai loro occhi non devono abbattere il Califfato ma prima di tutto contenere l’Iran e un giorno magari liquidare Assad in Siria. La Saudi Connection condiziona la politica estera americana quanto l’alleanza con Israele. Ora questo patto leonino tra Riad e Washington, dopo la strage di Parigi, è entrato in collisione con la nuova “santa alleanza” tra la Russia di Putin e la Francia di Hollande. Il problema è capire quali obiettivi si pongono i belligeranti. Se assestare una punizione esemplare al Califfato oppure demolire l’Isis. Nel secondo caso la Francia si scontra con Riad. Se si limita a una spedizione punitiva Parigi conserva le lucrose relazioni con la monarchia saudita, principale cliente degli armamenti francesi che quest’anno, con l’acquisto di reattori nucleari per 12 miliardi di dollari, ha salvato l’Areva dal fallimento.
Ecco cosa significa la Saudi Connection, una delle molteplici ragioni perché la guerra al Califfato finora è stata frenata da un mix di affari militari, petrolio e investimenti esteri di uno Stato dove si applica la sharia più duramente di qualunque altro posto al mondo, tranne naturalmente il Califfato di Al Baghdadi.

ALDO ANTONELLI
Per quanto riguarda i soldi dell’Isis, secondo uno studio pubblicato sul “Sole 24 ore”, su una stima di circa 700 milioni di euro l’anno di entrate del califfato le donazioni contribuiscono per il 6%, le tasse interne per il 14% i saccheggi per il 14,5% ed il petrolio per ben il 65,5%. Di queste voci, due (petrolio e donazioni) dipendono in buona parte da scambi economico finanziari con il resto del mondo. Non solo si spostano tra i 50 e i 100 milioni di barili all’anno, ma si eseguono pagamenti ingenti e trasferimenti finanziari importanti.
Per quanto riguarda le armi, secondo la Stockholm International Peace Research Institute, l’America, la Russia, la Germania, la Cina e la Francia (noi italiani seguiamo subito a ruota) coprono i 3/4 delle esportazioni internazionali di armi negli ultimi 5 anni. Considerando che i Paesi arabi non esportano ma importano armi, se ne deduce che le armi con le quali l’Isis ci fa guerra vengono fornite da noi.
Ugo Biggeri, presidente della Banca Popolare Etica, scrive: “C’è un filo rosso che lega gli assurdi attentati di Parigi, la guerra dell’Isis, il pensiero economico e la finanza». Siamo coinvolti, mani e piedi, in un’economia cieca e amorale: «questo strabismo economico finanziario che ci fa condannare l’Isis, ma non ci fa vedere come è ben inserito negli scambi economici cui anche noi partecipiamo, non è un accidente casuale. È conseguenza del modo con cui facciamo funzionare la finanza e l’economia”.
Un minimo di logica razionale vorrebbe che si chiudessero i traffici di armi e i rubinetti del petrolio, invece che invocare un’altra guerra che porterebbe altri soldi nelle casse dei finanziatori di tutte le guerre e di tutte le stragi. E invece no! I nostri politici invocano la guerra mentre il popolo piange e solidarizza.

Blog di Grillo
“Il Presidente del Consiglio mente vergognosamente. Intervistato su Sky Tg 24 ha dichiarato “L’Italia non fa affari con finanziatori del terrorismo”. I fatti lo smentiscono. Secondo dati del Dipartimento USA ammontano a 40 milioni di dollari in 2 anni i finanziamenti all’ Isis da Arabia Saudita, Kuwait, e Qatar.Tutti Paesi con i quali l’Italia fa affari, tramite anche partecipate pubbliche come Finmeccanica. L’8 e 9 novembre il premier italiano era in Arabia Saudita. Come denunciato da Amnesty International, l’Italia continua ad esportare bombe in quel Paese. Non solo.
Proprio poche ore fa da Cagliari è partito un carico di bombe destinato all’Arabia Saudita ed è arrivato questa mattina. Il tutto in barba alla legge 185 del 1990 che vieta l’autorizzazione all’esportazione di armi verso Paesi in guerra.
Non è finita. L’ 11 settembre il governo italiano ha firmato un memorandum d’intesa con il primo ministro kuwaitiano per spianare la strada ad un acquisto per 8 miliardi di euro di 28 caccia Eurofighter, costruiti da un consorzio europeo in cui Finmeccanica partecipa con una quota di quasi il 50%. Proprio quel giorno casualmente Finmeccanica ha registrato un +5,4% in Borsa.
A questa operazione i vari governi italiani lavorano dal 2012 ed il ministro Pinotti si è recato più volte in Kuwait. Di 375 milioni di euro è invece il volume delle esportazioni in armi verso l’Arabia Saudita (2005-2012). 146 milioni di euro è il volume d’affari delle armi italiane vendute in Qatar tra il 2012 ed il 2014. Tre paesi che finanziano Isis
tre Paesi con i quali l’Italia fa affari. Intanto la proposta del MoVimento 5 Stelle di istituire una Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al commercio di armamenti, è insabbiata al Senato dallo scorso gennaio.” M5S Parlamento

Giovanni Allegra
Se i produttori di armi, impiegassero gli stessi mezzi e risorse per produrre energia pulita anziché armi, avrebbero tasche piene e coscienza pulita.
Questo sistema economico, fossile, impostato sui fossili, creato da fossili, ed in mano a fossili, non ha più motivo di essere.
Ormai, insostenibile sotto tutti i punti di vista, deve essere abbandonato e sostituito investendo tutte le risorse per salvaguardare ambiente e benessere delle Persone.

NUNZIO MICCOLI
L’Isis si finanzia, esportando petrolio, con sequestri di persone, tassando il territorio che controlla… E con il contributo volontario di 40 famiglie importanti di Arabia, Qatar, Emirati e Turchia, incanalati tramite le banche del Kuwait. Perciò la Turchia fa passare in Siria guerriglieri e armi e in Europa immigrati dalle zone di guerra e compra dall’Isis petrolio a prezzi scontati.
I paesi arabi sunniti, che sostengono il terrorismo, investono in Usa ed Europa e comprano armi in Francia e Inghilterra, invece la Turchia le compra in Italia; probabilmente tra le 40 famiglie ci sono anche principi arabi che hanno finanziato la campagna elettorale di Obama, che perciò spesso ha le mani legate, Renzi è molto vicino alla classe dirigente araba e turca. L’occidente vende armi e importa petrolio da questi paesi; la corruzione non esiste solo in Italia, pagando, si ottengono favori, consenso e acquiescenza.
L’informazione e i politologi sono in genere nel libro paga dei potenti… raramente fanno luce completa sulla questione, perciò, da parte nostra, la verità deve essere cercata con molta fatica. Fortunatamente ora la Francia ha deciso di reagire e bombarda l’Isis, in coordinamento con la Russia e anche con gli Usa, mentre l’Italia addestra i peshmerga curdi.
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MASADA n° 1704 21-11-2015 LETTERA DI TIZIANO TERZANI A ORIANA FALLACI

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MASADA n° 1704 21-11-2015 LETTERA DI TIZIANO TERZANI A ORIANA FALLACI

Così scrisse alla Fallaci, il 7 ottobre 2001, Tiziano Terzani, dopo l’attacco alle Torri e la violenta recriminatoria che la scrittrice fece al mondo islamico, aizzando allo sterminio dell’Islam.

Oriana, dalla finestra di una casa poco lontana da quella in cui anche tu sei nata, guardo le lame austere ed eleganti dei cipressi contro il cielo e ti penso a guardare, dalle tue finestre a New York, il panorama dei grattacieli da cui ora mancano le Torri Gemelle. Mi torna in mente un pomeriggio di tanti, tantissimi anni fa quando assieme facemmo una lunga passeggiata per le stradine di questi nostri colli argentati dagli ulivi. Io mi affacciavo, piccolo, alla professione nella quale tu eri gia’ grande e tu proponesti di scambiarci delle “Lettere da due mondi diversi”: io dalla Cina dell’immediato dopo-Mao in cui andavo a vivere, tu dall’America. Per colpa mia non lo facemmo.

Ma e’ in nome di quella tua generosa offerta di allora, e non certo per coinvolgerti ora in una corrispondenza che tutti e due vogliamo evitare, che mi permetto di scriverti. Davvero mai come ora, pur vivendo sullo stesso pianeta, ho l’impressione di stare in un mondo assolutamente diverso dal tuo.
Ti scrivo anche per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive, quasi come dal crollo delle due Torri. Là morivano migliaia di persone e con loro il nostro senso di sicurezza; nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana – la ragione; il meglio del cuore – la compassione.
Il tuo sfogo mi ha colpito, ferito e mi ha fatto pensare a Karl Kraus. “Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia”, scrisse, disperato dal fatto che, dinanzi all’indicibile orrore della Prima Guerra Mondiale, alla gente non si fosse paralizzata la lingua. Tacere per Kraus significava riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi. Lui usò di quel consapevole silenzio per scrivere ‘Gli ultimi giorni dell’umanità’, un’opera che sembra essere ancora di un’inquietante attualità.
Pensare quel che pensi e scriverlo è un tuo diritto. Il problema è però che, grazie alla tua notorietà, la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani e questo mi inquieta.
Il nostro di ora è un momento di straordinaria importanza. L’orrore indicibile è appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo una grande occasione di ripensamento. E un momento anche di enorme responsabilità perché certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell’odio che dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l’uccidere. “Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più difficile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me”, scriveva nel 1925 quella bell’anima di Gandhi. Ed aggiungeva: “Finché l’uomo non si metterà di sua volontà all’ultimo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sarà per lui alcuna salvezza”.
E tu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza non è nella tua rabbia accalorata, né nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela più accettabile, “Libertà duratura”.
O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non c’è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. Non lo sarà nemmeno questa.
Quel che ci sta succedendo è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. E una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d’aver davanti prima dell’11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all’inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta.
Le guerre sono tutte terribili. Il moderno affinarsi delle tecniche di distruzione e di morte le rendono sempre più tali. Pensiamoci bene: se noi siamo disposti a combattere la guerra attuale con ogni arma a nostra disposizione, compresa quella atomica, come propone il Segretario alla Difesa americano, allora dobbiamo aspettarci che anche i nostri nemici, chiunque essi siano, saranno ancor più determinati di prima a fare lo stesso, ad agire senza regole, senza il rispetto di nessun principio. Se alla violenza del loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancor più terribile violenza – ora in Afghanistan, poi in Iraq, poi chi sa dove -, alla nostra ne seguirà necessariamente una loro ancora più orribile e poi un’altra nostra e così via.
Perché non fermarsi prima?
Abbiamo perso la misura di chi siamo, il senso di quanto fragile ed interconnesso sia il mondo in cui viviamo, e ci illudiamo di poter usare una dose, magari “intelligente”, di violenza per mettere fine alla terribile violenza altrui.
Cambiamo illusione e, tanto per cominciare, chiediamo a chi fra di noi dispone di armi nucleari, armi chimiche e armi batteriologiche – Stati Uniti in testa – d’impegnarsi solennemente con tutta l’umanità a non usarle mai per primo, invece di ricordarcene minacciosamente la disponibilità. Sarebbe un primo passo in una nuova direzione. Non solo questo darebbe a chi lo fa un vantaggio morale – di per sè un’arma importante per il futuro -, ma potrebbe anche disinnescare l’orrore indicibile ora attivato dalla reazione a catena della vendetta. In questi giorni ho ripreso in mano un bellissimo libro (peccato che non sia ancora in italiano) di un vecchio amico, uscito due anni fa in Germania. Il libro si intitola Die Kunst, nicht regiert zu werden: ethische Politik von Sokrates bis Mozart (L’arte di non essere governati: l’etica politica da Socrate a Mozart). L’autore è Ekkehart Krippendorff, che ha insegnato per anni a Bologna prima di tornare all’Università di Berlino. La affascinante tesi di Krippendorff è che la politica, nella sua espressione più nobile, nasce dal superamento della vendetta e che la cultura occidentale ha le sue radici più profonde in alcuni miti, come quello di Caino e quello delle Erinni, intesi da sempre a ricordare all’uomo la necessità di rompere il circolo vizioso della vendetta per dare origine alla civiltà.
Caino uccide il fratello, ma Dio impedisce agli uomini di vendicare Abele e, dopo aver marchiato Caino – un marchio che è anche una protezione -, lo condanna all’esilio dove quello fonda la prima città. La vendetta non è degli uomini, spetta a Dio.
Secondo Krippendorff il teatro, da Eschilo a Shakespeare, ha avuto una funzione determinante nella formazione dell’uomo occidentale perché col suo mettere sulla scena tutti i protagonisti di un conflitto, ognuno col suo punto di vista, i suoi ripensamenti e le sue possibili scelte di azione, il teatro è servito a far riflettere sul senso delle passioni e sulla inutilità della violenza che non raggiunge mai il suo fine.
Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noi occidentali siamo insieme i soli protagonisti ed i soli spettatori, e così, attraverso le nostre televisioni ed i nostri giornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni, non proviamo che il nostro dolore.
A te, Oriana, i kamikaze non interessano. A me tanto invece. Ho passato giorni in Sri Lanka con alcuni giovani delle “Tigri Tamil”, votati al suicidio. Mi interessano i giovani palestinesi di “Hamas” che si fanno saltare in aria nelle pizzerie israeliane. Un po’ di pietà sarebbe forse venuta anche a te se in Giappone, sull’isola di Kyushu, tu avessi visitato Chiran, il centro dove i primi kamikaze vennero addestrati e tu avessi letto le parole, a volte poetiche e tristissime, scritte segretamente prima di andare, riluttanti, a morire per la bandiera e per l’Imperatore. I kamikaze mi interessano perché vorrei capire che cosa li rende così disposti a quell’innaturale atto che è il suicidio e che cosa potrebbe fermarli.
Quelli di noi a cui i figli – fortunatamente – sono nati, si preoccupano oggi moltissimo di vederli bruciare nella fiammata di questo nuovo, dilagante tipo di violenza di cui l’ecatombe nelle Torri Gemelle potrebbe essere solo un episodio.
Non si tratta di giustificare, di condonare, ma di capire. Capire, perché io sono convinto che il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali.
Niente nella storia umana è semplice da spiegare e fra un fatto ed un altro c’è raramente una correlazione diretta e precisa. Ogni evento, anche della nostra vita, è il risultato di migliaia di cause che producono, assieme a quell’evento, altre migliaia di effetti, che a loro volta sono le cause di altre migliaia di effetti. L’attacco alle Torri Gemelle è uno di questi eventi: il risultato di tanti e complessi fatti antecedenti. Certo non è l’atto di “una guerra di religione” degli estremisti musulmani per la conquista delle nostre anime, una Crociata alla rovescia, come la chiami tu, Oriana. Non è neppure “un attacco alla libertà ed alla democrazia occidentale”, come vorrebbe la semplicistica formula ora usata dai politici. Un vecchio accademico dell’Università di Berkeley, un uomo certo non sospetto di anti-americanismo o di simpatie sinistrorse dà di questa storia una interpretazione completamente diversa. “Gli assassini suicidi dell’11 settembre non hanno attaccato l’America: hanno attaccato la politica estera americana”, scrive Chalmers Johnson nel numero di The Nation del 15 ottobre. Per lui, autore di vari libri – l’ultimo, Blowback, contraccolpo, uscito l’anno scorso (in Italia edito da Garzanti, ndr) ha del profetico – si tratterebbe appunto di un ennesimo “contraccolpo” al fatto che, nonostante la fine della Guerra Fredda e lo sfasciarsi dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno mantenuto intatta la loro rete imperiale di circa 800 installazioni militari nel mondo Con una analisi che al tempo della Guerra Fredda sarebbe parsa il prodotto della disinformazione del Kgb, Chalmers Johnson fa l’elenco di tutti gli imbrogli, complotti, colpi di Stato, delle persecuzioni, degli assassinii e degli interventi a favore di regimi dittatoriali e corrotti nei quali gli Stati Uniti sono stati apertamente o clandestinamente coinvolti in America Latina, in Africa, in Asia e nel Medio Oriente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi.
Il “contraccolpo” dell’attacco alle Torri Gemelle ed al Pentagono avrebbe a che fare con tutta una serie di fatti di questo tipo: fatti che vanno dal colpo di Stato ispirato dalla Cia contro Mossadeq nel 1953, seguito dall’installazione dello Shah in Iran, alla Guerra del Golfo, con la conseguente permanenza delle truppe americane nella penisola araba, in particolare l’Arabia Saudita dove sono i luoghi sacri dell’Islam. Secondo Johnson sarebbe stata questa politica americana “a convincere tanta brava gente in tutto il mondo islamico che gli Stati Uniti sono un implacabile nemico”.
Così si spiegherebbe il virulento anti-americanismo diffuso nel mondo musulmano e che oggi tanto sorprende gli Stati Uniti ed i loro alleati.
Esatta o meno che sia l’analisi di Chalmers Johnson, è evidente che al fondo di tutti i problemi odierni degli americani e nostri nel Medio Oriente c’è, a parte la questione israeliano-palestinese, la ossessiva preoccupazione occidentale di far restare nelle mani di regimi “amici”, qualunque essi fossero, le riserve petrolifere della regione. Questa è stata la trappola.
L’occasione per uscirne è ora.

Perché non rivediamo la nostra dipendenza economica dal petrolio? Perché non studiamo davvero, come avremmo potuto già fare da una ventina d’anni, tutte le possibili fonti alternative di energia?
Ci eviteremmo così d’essere coinvolti nel Golfo con regimi non meno repressivi ed odiosi dei talebani; ci eviteremmo i sempre più disastrosi “contraccolpi” che ci verranno sferrati dagli oppositori a quei regimi, e potremmo comunque contribuire a mantenere un migliore equilibrio ecologico sul pianeta.
Magari salviamo così anche l’Alaska che proprio un paio di mesi fa è stata aperta ai trivellatori, guarda caso dal presidente Bush, le cui radici politiche – tutti lo sanno – sono fra i petrolieri.
A proposito del petrolio, Oriana, sono certo che anche tu avrai notato come, con tutto quel che si sta scrivendo e dicendo sull’Afghanistan, pochissimi fanno notare che il grande interesse per questo paese è legato al fatto d’essere il passaggio obbligato di qualsiasi conduttura intesa a portare le immense risorse di metano e petrolio dell’Asia Centrale (vale a dire di quelle repubbliche ex-sovietiche ora tutte, improvvisamente, alleate con gli Stati Uniti) verso il Pakistan, l’India e da lì nei paesi del Sud Est Asiatico. Il tutto senza dover passare dall’Iran. Nessuno in questi giorni ha ricordato che, ancora nel 1997, due delegazioni degli “orribili” talebani sono state ricevute a Washington (anche al Dipartimento di Stato) per trattare di questa faccenda e che una grande azienda petrolifera americana, la Unocal, con la consulenza niente di meno che di Henry Kissinger, si è impegnata col Turkmenistan a costruire quell’oleodotto attraverso l’Afghanistan.
E dunque possibile che, dietro i discorsi sulla necessità di proteggere la libertà e la democrazia, l’imminente attacco contro l’Afghanistan nasconda anche altre considerazioni meno altisonanti, ma non meno determinanti. E per questo che nell’America stessa alcuni intellettuali cominciano a preoccuparsi che la combinazione fra gli interessi dell’industria petrolifera con quelli dell’industria bellica – combinazione ora prominentemente rappresentata nella compagine al potere a Washington – finisca per determinare in un unico senso le future scelte politiche americane nel mondo e per limitare all’interno del paese, in ragione dell’emergenza anti-terrorismo, i margini di quelle straordinarie libertà che rendono l’America così particolare.
Il fatto che un giornalista televisivo americano sia stato redarguito dal pulpito della Casa Bianca per essersi chiesto se l’aggettivo “codardi”, usato da Bush, fosse appropriato per i terroristi-suicidi, così come la censura di certi programmi e l’allontanamento da alcuni giornali, di collaboratori giudicati non ortodossi, hanno aumentato queste preoccupazioni. L’aver diviso il mondo in maniera – mi pare – “talebana”, fra “quelli che stanno con noi e quelli contro di noi”, crea ovviamente i presupposti per quel clima da caccia alle streghe di cui l’America ha già sofferto negli anni Cinquanta col maccartismo, quando tanti intellettuali, funzionari di Stato ed accademici, ingiustamente accusati di essere comunisti o loro simpatizzanti, vennero perseguitati, processati e in moltissimi casi lasciati senza lavoro.
Il tuo attacco, Oriana – anche a colpi di sputo – alle “cicale” ed agli intellettuali “del dubbio” va in quello stesso senso. Dubitare è una funzione essenziale del pensiero; il dubbio è il fondo della nostra cultura. Voler togliere il dubbio dalle nostre teste è come volere togliere l’aria ai nostri polmoni. Io non pretendo affatto d’aver risposte chiare e precise ai problemi del mondo (per questo non faccio il politico), ma penso sia utile che mi si lasci dubitare delle risposte altrui e mi si lasci porre delle oneste domande.
In questi tempi di guerra non deve essere un crimine parlare di pace. Purtroppo anche qui da noi, specie nel mondo “ufficiale” della politica e dell’establishment mediatico, c’è stata una disperante corsa alla ortodossia. E come se l’America ci mettesse già paura. Capita così di sentir dire in televisione a un post-comunista in odore di una qualche carica nel suo partito, che il soldato Ryan è un importante simbolo di quell’America che per due volte ci ha salvato. Ma non c’era anche lui nelle marce contro la guerra americana in Vietnam?
Per i politici – me ne rendo conto – è un momento difficilissimo. Li capisco e capisco ancor più l’angoscia di qualcuno che, avendo preso la via del potere come una scorciatoia per risolvere un piccolo conflitto di interessi terreni si ritrova ora alle prese con un enorme conflitto di interessi divini, una guerra di civiltà combattuta in nome di Iddio e di Allah. No. Non li invidio, i politici.
Siamo fortunati noi, Oriana. Abbiamo poco da decidere e non trovandoci in mezzo ai flutti del fiume, abbiamo il privilegio di poter stare sulla riva a guardare la corrente.
Ma questo ci impone anche grandi responsabilità come quella, non facile, di andare dietro alla verità e di dedicarci soprattutto “a creare campi di comprensione, invece che campi di battaglia“, come ha scritto Edward Said, professore di origine palestinese ora alla Columbia University, in un saggio sul ruolo degli intellettuali uscito proprio una settimana prima degli attentati in America.
Il nostro mestiere consiste anche nel semplificare quel che è complicato. Ma non si puo’ esagerare, Oriana, presentando Arafat come la quintessenza della doppiezza e del terrorismo ed indicando le comunità di immigrati musulmani da noi come incubatrici di terroristi.
Le tue argomentazioni verranno ora usate nelle scuole contro quelle buoniste, da libro Cuore, ma tu credi che gli italiani di domani, educati a questo semplicismo intollerante, saranno migliori? Non sarebbe invece meglio che imparassero, a lezione di religione, anche che cosa è l’Islam? Che a lezione di letteratura leggessero anche Rumi o il da te disprezzato Omar Kayan? Non sarebbe meglio che ci fossero quelli che studiano l’arabo, oltre ai tanti che già studiano l’inglese e magari il giapponese?
Lo sai che al ministero degli Esteri di questo nostro paese affacciato sul Mediterraneo e sul mondo musulmano, ci sono solo due funzionari che parlano arabo? Uno attualmente è, come capita da noi, console ad Adelaide in Australia.
Mi frulla in testa una frase di Toynbee: “Le opere di artisti e letterati hanno vita più lunga delle gesta di soldati, di statisti e mercanti. I poeti ed i filosofi vanno più in là degli storici. Ma i santi e i profeti valgono di più di tutti gli altri messi assieme”.
Dove sono oggi i santi ed i profeti? Davvero, ce ne vorrebbe almeno uno! Ci rivorrebbe un San Francesco. Anche i suoi erano tempi di crociate, ma il suo interesse era per “gli altri”, per quelli contro i quali combattevano i crociati. Fece di tutto per andarli a trovare. Ci provò una prima volta, ma la nave su cui viaggiava naufragò e lui si salvò a malapena. Ci provò una seconda volta, ma si ammalò prima di arrivare e tornò indietro. Finalmente, nel corso della quinta crociata, durante l’assedio di Damietta in Egitto, amareggiato dal comportamento dei crociati (“vide il male ed il peccato”), sconvolto da una spaventosa battaglia di cui aveva visto le vittime, San Francesco attraversò le linee del fronte. Venne catturato, incatenato e portato al cospetto del Sultano. Peccato che non c’era ancora la Cnn – era il 1219 – perché sarebbe interessantissimo rivedere oggi il filmato di quell’incontro. Certo fu particolarissimo perché, dopo una chiacchierata che probabilmente andò avanti nella notte, al mattino il Sultano lasciò che San Francesco tornasse, incolume, all’accampamento dei crociati.
Mi diverte pensare che l’uno disse all’altro le sue ragioni, che San Francesco parlò di Cristo, che il Sultano lesse passi del Corano e che alla fine si trovarono d’accordo sul messaggio che il poverello di Assisi ripeteva ovunque: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Mi diverte anche immaginare che, siccome il frate sapeva ridere come predicare, fra i due non ci fu aggressività e che si lasciarono di buon umore sapendo che comunque non potevano fermare la storia.
Ma oggi? Non fermarla può voler dire farla finire. Ti ricordi, Oriana, Padre Balducci che predicava a Firenze quando noi eravamo ragazzi? Riguardo all’orrore dell’olocausto atomico pose una bella domanda: “La sindrome da fine del mondo, l’alternativa fra essere e non essere, hanno fatto diventare l’uomo più umano?”. A guardarsi intorno la risposta mi pare debba essere “No”.
Ma non possiamo rinunciare alla speranza.
“Mi dica, che cosa spinge l’uomo alla guerra?”, chiedeva Albert Einstein nel 1932 in una lettera a Sigmund Freud. “E possibile dirigere l’evoluzione psichica dell’uomo in modo che egli diventi più capace di resistere alla psicosi dell’odio e della distruzione?” Freud si prese due mesi per rispondergli. La sua conclusione fu che c’era da sperare: l’influsso di due fattori – un atteggiamento più civile, ed il giustificato timore degli effetti di una guerra futura – avrebbe dovuto mettere fine alle guerre in un prossimo avvenire.
Giusto in tempo la morte risparmiò a Freud gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.
Non li risparmiò invece ad Einstein, che divenne però sempre più convinto della necessità del pacifismo. Nel 1955, poco prima di morire, dalla sua casetta di Princeton in America dove aveva trovato rifugio, rivolse all’umanità un ultimo appello per la sua sopravvivenza:
“Ricordatevi che siete uomini e dimenticatevi tutto il resto”.
Per difendersi, Oriana, non c’è bisogno di offendere (penso ai tuoi sputi ed ai tuoi calci). Per proteggersi non c’è bisogno d’ammazzare. Ed anche in questo possono esserci delle giuste eccezioni.
M’è sempre piaciuta nei Jataka, le storie delle vite precedenti di Buddha, quella in cui persino lui, epitome della non violenza, in una incarnazione anteriore uccide. Viaggia su una barca assieme ad altre 500 persone. Lui, che ha già i poteri della preveggenza, “vede” che uno dei passeggeri, un brigante, sta per ammazzare tutti e derubarli e lui lo previene buttandolo nell’acqua ad affogare per salvare gli altri.
Essere contro la pena di morte non vuol dire essere contro la pena in genere ed in favore della libertà di tutti i delinquenti. Ma per punire con giustizia occorre il rispetto di certe regole che sono il frutto dell’incivilimento, occorre il convincimento della ragione, occorrono delle prove. I gerarchi nazisti furono portati dinanzi al Tribunale di Norimberga; quelli giapponesi responsabili di tutte le atrocità commesse in Asia, furono portati dinanzi al Tribunale di Tokio prima di essere, gli uni e gli altri, dovutamente impiccati. Le prove contro ognuno di loro erano schiaccianti. Ma quelle contro Osama Bin Laden?
“Noi abbiamo tutte le prove contro Warren Anderson, presidente della Union Carbide. Aspettiamo che ce lo estradiate”, scrive in questi giorni dall’India agli americani, ovviamente a mò di provocazione, Arundhati Roy, la scrittrice de Il Dio delle piccole cose: una come te, Oriana, famosa e contestata, amata ed odiata. Come te, sempre pronta a cominciare una rissa, la Roy ha usato della discussione mondiale su Osama Bin Laden per chiedere che venga portato dinanzi ad un tribunale indiano il presidente americano della Union Carbide responsabile dell’esplosione nel 1984 nella fabbrica chimica di Bhopal in India che fece 16.000 morti. Un terrorista anche lui? Dal punto di vista di quei morti forse sì.
L’immagine del terrorista che ora ci viene additata come quella del “nemico” da abbattere è il miliardario saudita che, da una tana nelle montagne dell’Afghanistan, ordina l’attacco alle Torri Gemelle; è l’ingegnere-pilota, islamista fanatico, che in nome di Allah uccide se stesso e migliaia di innocenti; è il ragazzo palestinese che con una borsetta imbottita di dinamite si fa esplodere in mezzo ad una folla. Dobbiamo però accettare che per altri il “terrorista” possa essere l’uomo d’affari che arriva in un paese povero del Terzo Mondo con nella borsetta non una bomba, ma i piani per la costruzione di una fabbrica chimica che, a causa di rischi di esplosione ed inquinamento, non potrebbe mai essere costruita in un paese ricco del Primo Mondo. E la centrale nucleare che fa ammalare di cancro la gente che ci vive vicino? E la diga che disloca decine di migliaia di famiglie? O semplicemente la costruzione di tante piccole industrie che cementificano risaie secolari, trasformando migliaia di contadini in operai per produrre scarpe da ginnastica o radioline, fino al giorno in cui è più conveniente portare quelle lavorazioni altrove e le fabbriche chiudono, gli operai restano senza lavoro e non essendoci più i campi per far crescere il riso, muoiono di fame?
Questo non è relativismo. Voglio solo dire che il terrorismo, come modo di usare la violenza, può esprimersi in varie forme, a volte anche economiche, e che sarà difficile arrivare ad una definizione comune del nemico da debellare.
I governi occidentali oggi sono uniti nell’essere a fianco degli Stati Uniti; pretendono di sapere esattamente chi sono i terroristi e come vanno combattuti.
Molto meno convinti però sembrano i cittadini dei vari paesi. Per il momento non ci sono state in Europa dimostrazioni di massa per la pace; ma il senso del disagio è diffuso così come è diffusa la confusione su quel che si debba volere al posto della guerra.
“Dateci qualcosa di più carino del capitalismo”, diceva il cartello di un dimostrante in Germania.
“Un mondo giusto non è mai NATO”, c’era scritto sullo striscione di alcuni giovani che marciavano giorni fa a Bologna. Già. Un mondo “più giusto” è forse quel che noi tutti, ora più che mai, potremmo pretendere. Un mondo in cui chi ha tanto si preoccupa di chi non ha nulla; un mondo retto da principi di legalità ed ispirato ad un po’ più di moralità.
La vastissima, composita alleanza che Washington sta mettendo in piedi, rovesciando vecchi schieramenti e riavvicinando paesi e personaggi che erano stati messi alla gogna, solo perché ora tornano comodi, è solo l’ennesimo esempio di quel cinismo politico che oggi alimenta il terrorismo in certe aree del mondo e scoraggia tanta brava gente nei nostri paesi.
Gli Stati Uniti, per avere la maggiore copertura possibile e per dare alla guerra contro il terrorismo un crisma di legalità internazionale, hanno coinvolto le Nazioni Unite, eppure gli Stati Uniti stessi rimangono il paese più reticente a pagare le proprie quote al Palazzo di Vetro, sono il paese che non ha ancora ratificato nè il trattato costitutivo della Corte Internazionale di Giustizia, nè il trattato per la messa al bando delle mine anti-uomo e tanto meno quello di Kyoto sulle mutazioni climatiche. L’interesse nazionale americano ha la meglio su qualsiasi altro principio. Per questo ora Washington riscopre l’utilità del Pakistan, prima tenuto a distanza per il suo regime militare e punito con sanzioni economiche a causa dei suoi esperimenti nucleari; per questo la Cia sarà presto autorizzata di nuovo ad assoldare mafiosi e gangster cui affidare i “lavoretti sporchi” di liquidare qua e là nel mondo le persone che la Cia stessa metterà sulla sua lista nera.
Eppure un giorno la politica dovrà ricongiungersi con l’etica se vorremo vivere in un mondo migliore: migliore in Asia come in Africa, a Timbuctu come a Firenze.
A proposito, Oriana. Anche a me ogni volta che, come ora, ci passo, questa città mi fa male e mi intristisce. Tutto è cambiato, tutto è involgarito. Ma la colpa non è dell’Islam o degli immigrati che ci si sono installati. Non son loro che han fatto di Firenze una città bottegaia, prostituita al turismo! E successo dappertutto. Firenze era bella quando era più piccola e più povera. Ora è un obbrobrio, ma non perché i musulmani si attendano in Piazza del Duomo, perché i filippini si riuniscono il giovedì in Piazza Santa Maria Novella e gli albanesi ogni giorno attorno alla stazione.
E così perché anche Firenze s’è “globalizzata”, perché non ha resistito all’assalto di quella forza che, fino ad ieri, pareva irresistibile: la forza del mercato.
Nel giro di due anni da una bella strada del centro in cui mi piaceva andare a spasso è scomparsa una libreria storica, un vecchio bar, una tradizionalissima farmacia ed un negozio di musica. Per far posto a che? A tanti negozi di moda. Credimi, anch’io non mi ci ritrovo più.
Per questo sto, anch’io ritirato, in una sorta di baita nell’Himalaya indiana dinanzi alle più divine montagne del mondo. Passo ore, da solo, a guardarle, lì maestose ed immobili, simbolo della più grande stabilità, eppure anche loro, col passare delle ore, continuamente diverse e impermanenti come tutto in questo mondo.
La natura è una grande maestra, Oriana, e bisogna ogni tanto tornarci a prendere lezione. Tornaci anche tu. Chiusa nella scatola di un appartamento dentro la scatola di un grattacielo, con dinanzi altri grattacieli pieni di gente inscatolata, finirai per sentirti sola davvero; sentirai la tua esistenza come un accidente e non come parte di un tutto molto, molto più grande di tutte le torri che hai davanti e di quelle che non ci sono più. Guarda un filo d’erba al vento e sentiti come lui. Ti passerà anche la rabbia. Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di trovare pace.
Perché se quella non è dentro di noi non sarà mai da nessuna parte.

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MASADA n° 1705 24-11-2015 LA GUERRA LUCROSA

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MASADA n° 1705 24-11-2015 LA GUERRA LUCROSA
Viviana Vivarelli

Boom nella vendita delle armi- Gli affari di Finmeccanica -Chi finanzia l’Isis? – Le leggi di Renzi a difesa dei politici corrotti scarcerano i terroristi. Ullalà! – I viaggi di Renzi hanno come scopo una maggiore vendita di armi italiane proprio ai Paesi che finanziano l’Isis- Possiamo sperare che, in considerazione di ciò, ci risparmieranno-Le proposte del M5S –Il Mali – Lettera ai terroristi di una giovane musulmana – Combatteremo il terrorismo con la satira: I gatti di Bruxelles; Cinque motivi per cui non è possibile fare un attentato a Roma; Cinque motivi per cui non è possibile fare un attentato a Napoli (almeno speriamo che ci leggano)

Sia benedetta la guerra!
Rafforza governi vacillanti
Zittisce le opposizioni
Unifica le masse
Distrae dagli scempi interni
e dai vulnus di democrazia
Solleva la vendita dei giornali
e l’audience televisiva
Innalza strepitosamente la spesa in armi
nel tripudio popolare
Permette quei tagli alle Costituzioni
che le Costituzioni non avrebbero sopportato
e quegli scudi spaziali americani
che l’Europa non avrebbe tollerato
Trova miracolosamente per portare la morte fuori
quei miliardi che non c’erano per salvare la vita dentro
Solleva il PIL, l’Ue, l’AIEA e le sindromi da accerchiamento
Unifica i popoli in una sola travolgente epopea
così che anche l’ultimo dei meschini
si sente un eroe antiterrorista
e si permette di odiare con tutte le sue forze
il ladruncolo di polli o il diverso religioso
così che l’odio diventa la sua malattia
in cui si sente rigenerato
Sia benedetta la guerra
toccasana di tutti i guai!
Se non l’avessero sempre creata
bisognerebbe inventarla!

VV

(Domenica 22 novembre la polizia di Bruxelles ha messo in atto una serie di blitz in tutta la città per arrestare potenziali terroristi. Per non bruciare le operazioni, gli agenti hanno pregato tutti gli organi di stampa di non fare dirette dell’evento. Con un tweet, la polizia ha pregato anche i cittadini di non pubblicare notizie, per garantire massima sicurezza ed efficacia all’azione in corso. Gli utenti non solo hanno accettato, ma sono passati al contrattacco, utilizzando l’hashtag BrusselsLockdown in maniera originale: postando foto di gatti.)

Si crede di morire per la patria, e si muore per i capitalisti”. (Su un muro al confine franco-tedesco, Prima guerra mondiale)
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La guerra è un racket. Lo è sempre stata. È possibilmente la più vecchia, più facilmente redditizia, certamente la più cruenta. È l’unico scopo internazionale. Ed è l’unica in cui i profitti sono stimati in dollari e perdite di vite”. (Smedley Butler, U.S. Marine Corps)
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La guerra è la condizione salutare dello Stato. Essa attiva in maniera automatica in tutta la società quelle forze irresistibili a vantaggio del conformismo, del cooperare appassionatamente con il governo al fine costringere all’obbedienza i gruppi minoritari e gli individui a cui manca il senso del branco.” (Randolph Bourne, The State)
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La guerra è un’ottima cosa per le responsabilità de governi. Non si deve più nulla al popolo, quando gli si dà la guerra”. (Maximilien de Robespierre)
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Se vedi uno che si comporta come un pazzo, tu vuoi essere più pazzo di lui?
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IL DISCORSO SULLA PACE

Verso la fine di un discorso estremamente importante
il grande statista incespicando
davanti al vuoto di una bella frase
ci casca dentro
e smarrito con la bocca spalancata
ansimante
mostra i denti
e la carie dentaria dei suoi pacifici ragionamenti
mette a nudo il nervo della guerra
la delicata questione del denaro.

PREVERT

IL RICCO AFFARE DELLA GUERRA

Boom di Borsa e vendita di armi, l’Italia c’è.
La corsa alla sicurezza dopo gli attentati di Parigi ha fatto schizzare al rialzo i titoli delle grandi aziende come Lockheed Martin, Bae Systems e l’italiana Finmeccanica. L’Italia ha come primo acquirente di armi gli Emirati arabi uniti (EAU), che stanno guadagnando un ruolo di primo piano nello scacchiere mondiale.
Gli stanziamenti degli Stati per armarsi contro la minaccia terroristica cresceranno, questa è una delle poche certezze. Hollande ha già ottenuto da Bruxelles di fare più deficit del previsto, anche la Stabilità italiana si prepara a trovare 120 milioni di nuove risorse. Con i lampeggianti delle sirene parigine ancora accese, già si sapeva che gli Usa avevano venduto migliaia di bombe intelligenti all’Arabia Saudita, per 1,29 miliardi di dollari di valore. Per chi avesse dubbi, basta guardare l’andamento di Borsa: aziende come la leader delle armi Lockheed Martin, ma anche altri colossi come Bae System, la Airbus e la Boeing (che non producono solo aerei passeggeri) e la nostra Finmeccanica hanno registrato un balzo in avanti sui mercati. L’indice Bloomberg del settore aero-spaziale e della difesa, dagli attentati di Parigi ha guadagnato il 4,5%, Finmeccanica più dell’8%. Nel gioco delle armi, d’altra parte, l’Italia ha un ruolo di primo piano. I dati del Sipri di Stoccolma (istituto specializzato nella ricerca sul commercio di armamenti e spese per la Difesa), ci dà il 3% del mercato delle armi nel periodo 2010-2014, in crescita di un punto rispetto al quinquennio precedente. Il primo cliente sono gli Emirati Arabi Uniti, con il 9% del totale, a pari merito con l’India e un piccolo passo avanti rispetto alla Turchia. Proprio gli Emirati sono stati uno dei maggiori acquirenti di armi (nel 2010-2014) di tutto il mondo: sono nella top five con il 4% dell’import mondiale di armamenti. Le spese militari del Medio Oriente sono salite (5,2%) nel 2014, alla ragguardevole cifra di 196 miliardi di dollari. Gli Eau (e le altre potenze dell’area come l’Arabia Saudita) dal 2005 al 2014 restano in progressione esponenziale (+135%), secondi solo all’Iraq (+286%).
La lotta al terrorismo è un affare interessante per le aziende d’armi. Nella relazione al bilancio 2014 di Finmeccanica, dopo Charlie Hebdo, si registrava che “la spesa per nuovi investimenti tenderà nei prossimi anni a crescere con un ritmo intorno al 2% annuo, grazie al lancio di programmi per lo sviluppo di nuovi sistemi di armamento e allo stanziamento di fondi per operazioni contro il terrorismo organizzato internazionale (circa 40 miliardi di euro tra il 2015 e il 2017)”. Un processo che i recenti fatti ha senza dubbio accelerato, ma che – per quanto riguarda il Medio Oriente- si innesta su una situazione già redditizia.
“I budget di spesa della Difesa sono previsti sostanzialmente stabili (intorno a 1.300 miliardi di dollari per anno), con una progressiva crescita di importanza delle aree di nuova industrializzazione (Asia-Pacifico, Medio Oriente, Paesi del Golfo)”.
L’azienda della Difesa è presente con 12 siti tra Arabia, Emirati arabi uniti e aree circostanti. Finmeccanica intende rafforzare la partnership con gli Emirati Arabi Uniti mediante la definizione di ulteriori alleanze con il settore pubblico e privato e con importanti enti di ricerca governativi, ampliando la rete di collaborazione con i player di settore locali”. Abu Dhabi è da tempo uno degli azionisti di riferimento di Unicredit (5%), è entrata in Alitalia, Dubai, fino a poco tempo fa, era azionista forte della Borsa di Londra (e di lì di quella italiana), Mubadala devolepment è stata in Ferrari e Piaggio Aero. Intrecci infiniti che svelano l’effetto di una finanza globalizzata dai fili invisibili, il cui volto prende forma solo quando ce lo ricordano centinaia di vittime.

ANDREA SCANZI
Fatico a negare l’esigenza di una reazione: non possiamo tirarci indietro. Il punto è però come, e dove, intervenire. Qui non siamo nella Prima Guerra del Golfo, quando la “trama” in qualche modo era chiara. Il rischio di intervenire a casaccio, reiterando gli errori della guerra in Iraq nel 2003 (e non solo quella), mietendo vittime civili e facendo il gioco del sedicente Stato Islamico è altissimo. Sono decenni che l’Occidente, in Medioriente, non migliora e anzi complica ulteriormente la situazione. E’ questo il problema: non il cosa, ma il dove e il come. Siamo onesti e ammettiamolo, benché con dolore, e con un fatale senso di sconfitta.
.. Renzi. Lo guardi e, più del solito, sembra del tutto impreparato. Persino un po’ tonto. Anzi: proprio tonto. Per una volta lo capisco. Fa bene, anzi benissimo a prender tempo e a non dire “sì” acriticamente a qualsiasi richiesta di Francia (e Russia, ché ormai son tutti diventati putiniani). Fa meno bene, anzi malissimo, a dare armi a quegli Stati “amici e moderati” che si sono rivelati indiscutibilmente finanziatori dell’Isis. Troppo facile dire no all’Isis e poi andare a Rihad per baciare la pantofola dell’amica Arabia Saudita. Troppo facile vendere caccia a Qatar e Kuwait, magari aiutando – già che ci siamo – i cari amici di Finmeccanica. Una soluzione a breve termine non c’è e Renzi lo sa. Meglio riflettere: riflettere bene. Qualcosa, però, potrebbe fare subito.
Per esempio non avere alcun tipo di rapporto commerciale con quegli stati vicini all’Isis (a costo di perdere soldi, tanti soldi). E poi rendere ancora più facili le intercettazioni (altro che limitarle). E poi combattere il riciclaggio (altro che depenalizzarlo parzialmente). E poi – e soprattutto – investire sulla sicurezza. Abbiamo forze dell’ordine senza giubbetti antiproiettili, auto scassate, poliziotti costretti a pagarsi la benzina da soli. Uno scenario pietoso. E – se non ricordo male – neanche troppo tempo fa un elicottero ha potuto volare libero nei cieli di Roma, per lanciare petali sulla Capitale obbedendo al ghiribizzo di un clan malavitoso. Se intendiamo difenderci così, durante il Giubileo dovremo davvero affidarci alla Misericordia. Quella divina, però.

Tommaso
La posizione prudente di Renzi è condivisibile. Non bisogna andare in giro per il mondo a sganciare bombe: serve solo a creare problemi molto maggiori di quelli che abbiamo già, non è una questione di buonismo o di pacifismo a tutti i costi, ma di una banale valutazione costi-benefici. L’attacco è opera di criminali e questi come tali devono essere perseguitati, al momento non è sbarcato nessun esercito per invadere la Francia o l’Italia e non c’è quindi motivo per bombardare o per sbarcare in Siria o in qualunque altra parte del Medio Oriente. I politici hanno il dovere di promuovere la sicurezza dei cittadini dei loro stati e quello di non esporli a rischi inutili; tale difesa deve essere esercitata attraverso il controllo del territorio e, in particolare, con il controllo delle frontiere. In Italia e in Europa non deve più entrare chi vuole, senza documenti, per essere mantenuto dalla popolazione e per fare quello che vuole; bisogna attuare, per la sicurezza nazionale, il controllo e la difesa delle frontiere. Questo è il dovere e il compito istituzionale dell’esercito e dei militari e questi devono svolgerlo seriamente, nell’interesse della popolazione da cui sono mantenuti, e non travisarlo svolgendo paradossali operazioni chiamate di soccorso ma che altro non sono che complicità aperta con i trafficanti di uomini e con i criminali.

Renatolli52
Chi finanzia l’Isis ?
-Che l’Arabia Saudita e gli Stati del Golfo (alleati dell’ Occidente) siano i finanziatori dello Stato Islamico è risaputo da tempo. Che la Turchia chiuda più di un occhio lasciando passare dai suoi confini i volontari che vanno a combattere e non ha concesso la sua base agli USA per azioni militari è sotto gli occhi di tutti.
-La Francia, l’Italia, gli Usa ecc devono decidersi a sciogliere la loro ambiguità che condannano il terrorismo dell’Isis ma non prendono le distanze da chi li finanzia !
-Le armi vendute a questi Stati dagli europei dove pensate che vadano a finire?
-Uno Stato Islamico senza soldi inizia ad andare in crisi da solo e solo allora che è diventato più debole si può pensare a soluzioni diverse.


(Gatti strateghi)

DI BATTISTA
Siamo indignati e preoccupati che in una fase drammatica per l’Europa e per l’Italia, il PD – al posto di indicarci le sue soluzioni per contrastare il terrorismo – stia pensando solo ad attaccare il M5S strumentalizzando ogni nostra dichiarazione.
Il terrorismo per noi si sconfigge prima di tutto colpendolo nel portafogli e togliendogli benzina. E oggi la gran parte dei giornalisti italiani, sempre pronti a vivisezionare qualsiasi parola detta dal M5S, dimostra codardia nei confronti di Renzi. Quasi nessuno osa chiedergli spiegazioni rispetto agli affari che il nostro paese attraverso il governo Renzi sta facendo con quei Paesi responsabili direttamente o indirettamente del sostegno politico e finanziario allo stato islamico.
L’Italia sta per concludere un affare, la vendita di 28 cacciabombardieri Eurofighter al Kuwait, un Paese da cui provengono sostenitori dell’ISIS.
Il presidente del consiglio ha da poco fatto visita all’Arabia Saudita, Paese a cui abbiamo venduto sistemi d’arma.
La prima domanda che un giornalista dovrebbe fare al Presidente del Consiglio è: “Come puoi dire che contrasti il terrorismo se stai vendendo armi a Paesi che sostengono il terrorismo?”
Il carburante del fondamentalismo sono le armi e i soldi. Il governo la smetta di fare affari con chi finanzia l’ISIS.
Le nostre proposte sono chiare:
1. assumere agenti e dare più risorse alle forze dell’ordine
2. formare poliziotti e carabinieri affinché possano colpire un bersaglio mobile
3. controllare maggiormente le frontiere
4. cancellare le sanzioni alla Russia e tutelare nostri imprenditori e decretare subito sanzioni per quei Paesi che appoggiano l’ISIS.
Il doppio gioco di Matteo Renzi è un pericolo per l’Italia e la rende ancora di più un bersaglio dei terroristi. Il PD la smetta di occuparsi solo del M5S e inizi ad occuparsi di terrorismo!”

Harry Haller
Il Terrore, percorre il mondo da sempre: oggi, ha le sembianze dei tagliagole dell’Isis, ma quante volte, si è presentato nelle rispettabili vesti di una ricca e civile nazione? Terrorismo, è anche vendere armi, addestrare alla guerra, vendere ed acquistare tecnologie di morte, tutte cose che i nostri democraticissimi ed ipocriti governi fanno da sempre, per il bene del PIL nazionale e delle tasche di certe canaglie che vogliono che la “festa” continui all’infinito; dell’Islam e di Maometto, sospetto che ai burattinai di questa tragedia planetaria, da una parte e dall’altra, non gliene importi una beata minchia: la “jihad” è però un attimo argomento per reclutare gonzi emarginati, le vittime di un esodo forzato, per i fessi che obbediscono ciecamente all’ordine di uccidere gli infedeli pensando alle 72 vergini, fondamentalisti autentici, ma , soprattutto, è una splendida occasione per i commercianti di petrolio e di armi che campano di morte più d’un becchino in una casa di riposo……

Mali, sono 21 le persone uccise nell’attacco terroristico all’hotel Radisson Blue di Bamako

LA VERITA’ PUO’ SALVARCI,TUTTI
Bruno di Napoli

Oggi il Mali è tornato sotto l’attenzione dei media con l’atto terroristico da parte dell’Isis ai danni di turisti occidentali.
Strano che l’occidente si svegli quando c’è una azione militare da parte del “terrore” contro i suoi figli mentre si assopisce quando le bombe cadono altrove.
Il Mali è una polveriera da diversi anni ma è anche una ex colonia francese e soprattutto una fonte inestimabile d’uranio per le sue centrali elettriche.
Da anni la Francia e qualche altro paese della Nato appoggiano il presidente del Mali per la lotta contro i ribelli governativi a suon di bombe,poi è subentrata l’Isis e la battaglia è divenuta più difficile.
Forse parte tutto dall’Africa e dal suo periodo coloniale con l’eterna contrapposizione tra imperialismo e movimenti di liberazione.
Forse è giunta l’ora di raccontarci la verità e di ammettere che gli Africani stanno ancora combattendo per riprendersi le loro terre che continuano ad essere preda dello “straniero”, lo stesso che li schiavizzava nei campi di cotone.
Poi è arrivata la globalizzazione e i governi sono diventati socialisti ed accoglienti a parole mentre nei fatti hanno continuato a depredare quelle che hanno sempre considerato le loro colonie sostenendo i dittatori per poter controllare le popolazioni.
Mali, Nigeria, Sudan,Tunisia e vogliamo parlare della Libia che l’Italia ha bombardato nonostante un trattato di amicizia che le univa o delle primavere arabe trasformatesi subito in gelidi inverni?
L’Africa è nelle mani di fazioni tribali armate dall’occidente utilizzate dalle lobbie per contendersi il territorio.
l’Isis, allora, potrebbe anche essere il risultato di quanto descritto. Sintetizzarla come una estremizzazione islamica è riduttivo. In questi anni di crisi e di globalizzazione ci siamo sempre più chiusi sulle nostre ragioni ed abbiamo dimenticato un intero mondo che dall’origine dei tempi viene trattato come terzo ma che è sempre stato primo nell’ordine cronologico delle ere.

FULVIO GRIMALDI
COSA SUCCEDE IN MALI

Il Mali è stato occupato, con un intervento della legione straniera francese, da Hollande, un paio di anni fa, perché era in corso una rivolta annosa, con molte giustificazioni territoriali, storiche, etniche, dei Tuareg. I Tuareg sono una popolazione titolare di quei territori da sempre, che stavano sottraendo il Mali, componente del Sahel, che i francesi considerano una loro area privilegiata di spettanza (erano le loro colonie, in tempi precedenti alla liberazione nazionale di questi popoli). Su questa insurrezione indipendentista Hollande si è lanciato e ha occupato il Mali, facendo tra l’altro una serie di operazioni militari che hanno portato alla morte, alle uccisioni, alla devastazione di gran parte di questo territorio. I Tuareg sono ancora molto attivi nel nord del Mali e non sono stati ancora totalmente repressi. Si è inserito anche lì il fenomeno Isis, che è quello che giustifica poi l’intervento occidentale: gli dà una patina morale e di diritto internazionale. Un Isis inventato, che non è mai esistito in Mali, ma che lì viene inserito come viene inserito in Nigeria, come viene inserito in tutta l’area che l’occidente neocolonialista vuole recuperare. Ecco che Hollande ha avuto il pretesto per intervenire e oggi ha un pretesto per giustificare questo intervento nettamente colonialista, organizzando questa sceneggiata dell’assedio all’albergo, con probabili vittime francesi. E’ una replica coloniale africana di quanto è successo a Parigi.
Quando dici “sceneggiata” che cosa intendi?
Intendo che è finto. E’ una storia vecchia come il mondo che le grandi potenze, per giustificare interventi bellici, aggressioni, recuperi coloniali, si inventano delle forze che stanno alle loro dipendenze ma vengono presentate come ostili, e quindi danno una giustificazione degli interventi, poi, di queste stesse potenze. E soprattutto danno all’opinione pubblica un motivo per assecondare, per sostenere queste campagne imperialiste, colonialiste di intervento. Se non ci fossero questi orrori, che vengono commessi da queste forze estremamente oscure, estremamente ambigue… ambigue poi per chi non studia la storia e soprattutto non studia il “cui prodest?” (a chi conviene).
Ora, per esempio, il Mali: l’assedio a questo albergo in cui vi sono cittadini francesi, addirittura di livello simbolico come dipendenti dell’Air France, compagnia nazionale, fornisce il motivo per dire che “hanno fatto bene i francesi, Hollande, a intervenire in questo territorio infestato da terroristi!“. Come sono infestati da terroristi Siria, Iraq, Libia, Libano e Parigi, l’occidente.
La storia delle provocazioni False Flag, come si dice in inglese, “Sotto falsa bandiera“, che è quella dei pirati, inizia quando le navi, i galeoni di Sua Maestà Britannica giravano per l’Atlantico, nei Caraibi, per assaltare i rivali spagnoli e portoghesi, in quella zona, nella loro competizione colonialista, e issavano la bandiera dei pirati, facendo finta di essere pirati, negando la loro matrice, la loro identità britannica, ufficiale, statale, governativa, per poter agire impunemente e non essere accusati – in termini di accuse al Governo – di quello che stavano facendo. E’ una storia antica. Una storia che in tempi recenti è ripartita alla grande con l’11 settembre.
Ultimamente è uscito uno studio di oltre 2000, tra ingegneri, architetti, ricercatori, insomma “tecnici” che hanno studiato in tutti i dettagli l’evento dell’11 settembre, le esplosioni, il crollo delle torri, e hanno dimostrato in termini scientificamente inoppugnabili che si è trattato di una demolizione controllata. Si è trattato di esplosivi collocati nei punti nevralgici decisivi della struttura di acciaio di questo grattacielo, per farlo venire giù. Cosa che non si è mai verificata con nessun edificio, in altezza, che sia stato strutturato in termini di colonne d’acciaio: non era mai successo che un incendio, tanto più un piccolo incendio provocato presumibilmente da carburanti di aerei, abbia abbattuto un intero edificio, lo abbia disfatto come si sono disfatte le Torri Gemelle. Lì inizia la grande campagna che dà lo spunto, apre la strada alla campagna mondiale, alla guerra infinita – come l’ha definita Bush e poi tutti i suoi successori – al terrorismo [ndr: ascolta le dichiarazioni del generale Nato Wesley Clark]. Guerra infinita al terrorismo che ha comportato l’occupazione, la distruzione e la devastazione di un paese dopo l’altro, a partire dall’Afghanistan e finendo oggi con la Siria. Sono paesi che in qualche maniera si collocavano fuori dal controllo dell’occidente, delle grandi potenze occidentali, soprattutto degli Stati Uniti, e soprattutto del sistema economico globale in cui la cupola finanziaria mondiale utilizza gli Stati Uniti, come grande potenza militare, per eseguire i suoi progetti. Questa guerra infinita al terrorismo è semplicemente il rinnovo di una strategia colonialista che tende a riprendersi quei paesi, quelle risorse, il controllo su quei popoli che erano sotto il controllo colonialista fino a circa cento anni fa, o anche meno.
Noi abbiamo gli esempi dell’Africa, del Medio Oriente, dell’Asia, dei paesi che nel corso del ‘900 hanno avuto la forza di ribellarsi al dominio coloniale (britannico, portoghese, spagnolo, francese, italiano e così via) e liberarsi da questo controllo. E con la perdita di questi paesi, da parte dell’occidente, delle potenze coloniali, è finito anche un grandissimo flusso di ricchezze, che hanno sostenuto il capitalismo in occidente in tutti questi decenni. La perdita di questo flusso ha provocato anche delle grosse crisi in occidente. Le stiamo vivendo ancora adesso. Per cui quello che succede, in virtù della guerra al terrorismo, lanciata in seguito alle Torri Gemelle e a successivi grandi attentati, come Madrid, Londra, Bali, Amman eccetera, permette di trovare una giustificazione per intervenire e riappropriarsi di quei territori, di quegli stati, di quelle risorse. La complicità dei nostri alleati in Medio Oriente, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati, Turchi soprattutto, era evidente, era lampante, era dimostrata. Non se ne è parlato in termini ufficiali sui media e da parte dei Governi, fino a quando i russi non hanno praticamente scoperto il vaso di Pandora e hanno cominciato a dimostrare che questa gente, in quegli ambiti, in quei territori, l’Isis, potevano muoversi a loro piacimento, e che tutta la presunta coalizione occidentale che doveva bloccarli, colpirli in Iraq e in Siria, faceva finta. E anzi, ci sono infinite dimostrazioni, naturalmente occultate, di testimoni ufficiali, o privati iracheni, che hanno visto in decine di occasioni gli aerei della coalizione degli statunitensi gettare rifornimenti all’Isis.
C’è una cronista americana che aveva denunciato di avere visto nei camion della Nato guerriglieri dell’Isis, con armamenti, e che il giorno dopo è stata ritrovata morta.
Ci sono video, fotografie a decine di giornalisti turchi, di opposizione o anche di altri testimoni, che hanno visto per mesi colonne di camion di rifornimenti, di armi e
anche di jihadisti, di combattenti, andare dalla Turchia in Siria. E tutto questo è stato nascosto. Adesso viene fuori. Adesso la tecnica è quella di attribuire l’unica responsabilità del sostegno al terrorismo jihadista agli alleati, ai Sauditi, ai Qatarioti, ai Kuwaitiani eccetera [ndr: leggi: “I documenti desecreatati USA che raccontano la nascita dell’ISIS“]. “Sono dei gruppi“, dicono addirittura: neanche i Governi. Perché i Governi in qualche maniera dobbiamo salvarli. Perché i Governi, come Renzi ha dimostrato alcuni giorni fa a Riad, noi li riforniamo di tonnellate e tonnellate di armi. E a che cosa devono servire queste armi? A chi vanno queste armi? In questo momento servono per esempio a radere al suolo lo Yemen, che ha tentato con la sua popolazione di trovarsi un minimo di ambito di libertà, di indipendenza e di progresso, e sta venendo decimato con le armi che noi italiani in particolare, ma anche tutti gli altri in occidente, forniscono ai tagliagole sauditi. Noi abbiamo come alleati dei Governi, dei regimi che sono atroci, che sono sullo stesso piano dell’Isis, che trattano la loro popolazione in termini di dittature spietate, che annullano e lapidano le donne, che tagliano gli arti ai presunti oppositori, o ladri, o comunque vengano definiti: questi sono i nostri alleati. Ma se questi sono nostri alleati, come lo sono da decenni, noi non sappiamo cosa fanno con i loro fondi? Non sappiamo che finanziano il terrorismo in tutto il Medio Oriente e anche in Africa? Ma vogliamo scherzare? I nostri servizi son talmente ciechi, e sordi e muti, da non sapere che i nostri alleati più stretti, nella zona, fanno questo lavoro? Ma è ridicolo! A parte il fatto che non si tratta soltanto, come oggi si vorrebbe far credere, del fatto che questi gruppi di milionari, sauditi, qatarioti e così via danno dei soldi e finanziano i jihadisti. Sono i marines! Sono specialisti, forze speciali dell’occidente, stanutitensi, dell’MI6 britannico, dei francesi che in Giordania e in Turchia da anni addestrano i combattenti che poi entrano in Siria e in Iraq e fanno quello che fanno. Quindi la complicità è completa con questo terrorismo. Il terrorismo jihadista è la fanteria dell’Occidente che si vuole riprendere questi paesi. E al tempo stesso non soltanto distrugge questi paesi, decapitando Governi legittimamente eletti che, come io posso documentare conoscendo bene quei paesi essendoci stato anche recentemente, hanno tutt’ora il sostegno della massima parte della loro popolazione. Non soltanto hanno questo risultato di distruggerli, ma li spopolano anche.
Ma torniamo al terrorismo. A Parigi è successa una cosa che fa acqua da tutti i buchi…

LETTERA AI TERRORISTI DI UNA GIOVANE MUSULMANA

Maledetti terroristi,
sono Chaimaa Fatihi, ho 22 anni, sono italiana musulmana ed europea. Vi scrivo perché possiate comprendere che non ci avrete mai, che non farete dell’Islam ciò che non è, non farete dell’Europa un luogo di massacri e non avrà efficacia il vostro progetto di terrore.
Vi scrivo come musulmana per dirvi che la mia fede è l’Islam, una religione che predica pace, che insegna valori e principi fondamentali, come la gentilezza, l’educazione, la libertà e la giustizia. Voi siete ciò che l’Islam ha contrastato per secoli, voi siete nemici, voi siete coloro che spargono sangue di innocenti, di giovani, anziani, uomini e donne, bambini e neonati. Non ho paura dei vostri kalashnikov, dei vostri coltelli e le vostre armi, perché da musulmana vi rinnego, vi combatto con la parola, con l’informazione, con la voce di chi vive quotidianamente la propria fede, dando esempio dei suoi insegnamenti.
Vi scrivo anche da italiana musulmana, perché possiate capire che il mio paese non sarà mai messo in ginocchio da una banda di criminali, che cercano di terrorizzare e creare caos. Io non ho paura di voi, se malauguratamente doveste arrivare qui, sarò la prima a scendere in campo per salvare la mia
patria, i miei concittadini e a dirvi che non avrete mai la nostra terra. Se qualcuno di voi sta cercando già di deviare la mente di qualche giovane, mio coetaneo, per commettere crimini contro l’umanità, sappiate che ce ne sono altri migliaia che sono pronti a riprendersi quella umanità che tenete in ostaggio, per ridarla al mondo intero. Non ci fermeranno mai i vostri messaggi intimidatori. Chi calpesta la nostra Costituzione, la nostra dignità umana, la nostra libertà non è altro che uno scellerato.
Vi scrivo anche da europea, ma questa volta il mio messaggio va a quegli stati che vi finanziano, vi danno armi con le quali poi uccidete e spargete sangue di vittime innocenti e create timori indegni. A te assassino, che con sangue freddo hai reciso fiori, hai calpestato l’anima a uomini, donne, bambini ed anziani, a te che scorrazzi qua e là alla ricerca di nuovi scenari in cui ripetere le tue malefatte, sappi che noi giovani e meno
giovani, faremo sì che i nostri stati europei, prima o poi la smettano di darti la benzina per carburare la tua macchina di ferocia e disumanità, perché noi non accettiamo in alcun modo che per politiche estere indegne e vili, si mettano in pericolo le vite di cittadini, di esseri umani, che non hanno alcuna colpa. Vi faremo vedere quanto è potente, unita, grandiosa la cittadinanza europea, uomini e donne liberi. Siete alleati del demonio, non appartenete al mondo, siete esseri vigliacchi e non avrete mai nulla da noi.
Un ultimo messaggio vorrei che vi rimanesse chiaro: non vi daremo mai la soddisfazione di chiamarvi stato, neppure islamico, perché io da musulmana difenderò in prima persona i miei amici e concittadini non musulmani e il mio bel paese, che non cadrà nelle vostre grinfie, MAI!

Giovane musulmana italiana europea libera

ISLAM-NUNZIO MICCOLI

USA e Russia, rappresentati dai ministri degli esteri, Kerry e Lagrov, apparentemente cercano un’intesa per porre fine dalla guerra in Siria, però Turchia e Arabia chiedono le dimissioni immediate di Assad, invece la Russia e gli Usa, ufficialmente per eliminare i terroristi e garantire una via di fuga ad Assad, accettano che conservi il potere per un periodo limitato; Russia, Iran e Assad vorrebbero prima sconfiggere l’Isis e gli altri terroristi, a quel punto, anche Assad, consigliato dai suoi alleati in tal senso, accetterebbe di andarsene, poi ci sarebbero le libere elezioni, riservate ai partiti democratici.
In generale, in Medio Oriente e nel teatro palestinese, Hamas è stata creata dai fratelli musulmani egiziani ed è sostenuta dal Qatar, dalla Turchia e dall’Iran, mentre l’Isis è sostenuto dall’Arabia; da una parte sono Turchia e Arabia sunniti e dall’altra l’Iran sciita. Arabia e Iran si fanno guerra per procura, mentre la Turchia, profittando della situazione, fa traffici economici e militari e specula anche sugli migranti e, come l’Isis sogna il califfato, sogna il sultanato; dietro Turchia e Arabia sta la Nato.
La Turchia non combatte veramente l’Isis, infatti, nelle carceri turche ci sono più curdi, giornalisti ed esponenti politici turchi, che guerriglieri dell’Isis. Il conflitto siriano è anche una guerra per procura tra Usa e Russia; gli Usa e i suoi alleati, fingendo di combattere l’Isis, che hanno armato, vogliono destabilizzare la Siria, la propaganda televisiva occidentale alimenta questo mito; fino adesso questa guerra, iniziata cinque anni fa, ha fatto 300.000 morti e creato milioni di profughi che la Turchia dirotta verso l’Europa.
La commissione europea, per favorire un accordo sull’immigrazione, non condanna le repressioni interne da parte della Turchia. La Russia sostiene la Siria dalla fine della seconda guerra mondiale, i ribelli armati dagli americani dovrebbero opporsi all’Isis, in realtà lavorano soprattutto per cacciare Assad, i peshmerga curdi, addestrati dagli italiani della Folgore, combattono contro l’Isis, con le sue truppe, l’Italia è impegnata anche su altri fronti, come la Somalia.
A capo di una coalizione, gli Usa, dopo aver eliminato Gheddafi, bombardano Irak e Siria, gli Stati Uniti volevano rovesciare Assad anche prima della primavera araba del 2011, per far contenta l’Arabia fondamentalista che fornisce petrolio e investe in Usa, nell’obiettivo erano i governi baathisti di Iraq e Siria, di contenuto laico e socialista; a capo della coalizione anti Assad, sono Usa, Turchia, Arabia e Qatar, che sponsorizzano l’insurrezione jihadista, alla quale partecipano Al Qaeda e Isis.
La propaganda occidentale afferma che si vuole cacciare Assad perché calpesta i diritti umani e per difendere la democrazia, però in Medio Oriente è difficile da realizzare una vera democrazia che non esiste nemmeno in Italia, inoltre, gli Usa non criticano l’Arabia che ha represso la primavera araba al suo interno, ricorrendo anche alla crocifissione e fustiga i condannati per blasfemia, inoltre, mette a morte quelli che offendono la religione.
Dopo la cacciata di Saddam dall’Irak e di Gheddafi dalla Libia, la ragione dell’intervento americano sta ancora nei combustibili fossili di queste regioni; inoltre, gli Usa vogliono impedire che la Russia, fornendo il gas con il suo gasdotto, si leghi strettamente all’Europa occidentale e perciò progettano un gasdotto concorrente che parta dal Qatar e arrivi in Turchia e poi in Europa occidentale; la Turchia ha anche cercato, senza successo, di persuadere Assad ad abbandonare un progetto di gasdotto con l’Iran, altro paese alleato della Russia e nemico di Usa e Israele.
Da un anno gli Usa sono ufficialmente in guerra contro l’Isis, ma con risultati trascurabili, infatti, l’Isis ha continuato ad avanzare; poi, a fianco di Assad, è intervenuta l’aviazione russa, che in tre settimane ha distrutto centrali operative, centri di addestramento e depositi di armi di Isis e Al Qaeda o Al Nusra, considerata dagli Usa opposizione moderata ad Assad; ora i miliziani dell’Isis si ritirano e si rifugiano in Turchia.
L’occidente aveva dichiarato di combattere il terrorismo e invece lo aveva lasciato agire indisturbato, in realtà, voleva solo abbattere Assad, la televisione occidentale accusava la Russia di colpire solo gli avversari di Assad e la popolazione civile e non l’Isis. Ora gli equilibri in Medio Oriente e in Egitto si stanno di nuovo spostando a favore della Russia; la Nato è corsa ai ripari e perciò a Vienna, sotto la presidenza del segretario di stato Usa, Kerry, è stato raggiunto un accordo per la fine della guerra in Siria, senza chiedere per il momento l’uscita di scena di Assad. Il documento finale difende l’integrità territoriale della Sira, promette aiuti economici al paese e la sconfitta di tutti i terroristi, le modalità per l’uscita di scena di Assad si decideranno in seguito.

EUROPA-NUNZIO MICCOLI

l Giornale americano Veteran Today ha scritto che la Germania ha un accordo segreto con Israele, con cui finanzia la sua produzione di armi nucleari, che poi Israele fornisce in parte alla Germania, mentre la Germania fornisce a Israele sommergibili per il lancio di missili nucleari. La Germania ha collaborato alla realizzazione del reattore nucleare israeliano di Dimona e alla realizzazione in Israele di un impianto per la lavorazione del plutonio, vi ha aiutato la realizzazione di un impianto per la produzione di armi nucleari e vendette una centrifuga per la produzione di armi nucleari alla Libia
Pare anche che un gruppo nazista, chiamato DVD, con sede a Dachau, a nord di Monaco, per il tramite della famiglia Bush, condizioni la politica di Germania e Usa. L’organizzazione si formò alla fine degli anni venti, d’intesa tra Londra e Washington e con un’alleanza tra le famiglie Bush, Harriman e Rothschild e poi ebbe il sostegno di Edward Heath, quest’organizzazione sostenne l’avvento di Hitler. (Gordon Duff – caporedattore di Veterans Today – Nexus n.118.)

LETTERA APERTA A LANDINI
Paolo De Gregorio

Caro Maurizio Landini, non ti far coinvolgere nella sommatoria di vari gruppuscoli che cercano di ricostruire una improbabile “sinistra italiana” che non riparte da lotte di massa dei lavoratori, ma da storiche e recenti scissioni di una sinistra in disfacimento identitario, dal “compromesso storico” e da “meglio la Nato che il Patto di Varsavia”, fino al governo Renzi che ha la spudoratezza di sostenere a nome della sinistra il “jobs act”, che rende precario e insicuro qualsiasi rapporto di lavoro.
Tu sei un sindacalista, conosci quel mondo, e dovresti ben sapere quanto è deleteria la divisione del mondo sindacale in sigle che hanno dietro forze politiche precise che, purtroppo, al di là delle panzane sulla autonomia dei sindacati, decidono linee, strategie e tattiche e rendono impossibile l’unità dei lavoratori. Il marcio che vi è tra i partiti politici si è trasferito anche nei vertici sindacali e infatti sono in pochi ad aver fiducia in queste organizzazioni, che semplicemente vanno abbandonate.
Un sindacato unico dei lavoratori, autogestito dagli stessi, con cariche che non durano più di due mandati, totalmente indipendente dai partiti, con dirigenti che non siano iscritti ad alcun partito, con piattaforme e decisioni elaborate dalla base e votate da tutti gli iscritti, elezione dei delegati senza liste calate dall’alto, libera scelta delle avanguardie riconosciute dai lavoratori, è un obiettivo storico che nessuno ha mai perseguito anche perché la logica del potere è quella di concentrarlo in poche mani e non avere istituzioni veramente autonome.
So bene che subito si griderebbe al regime totalitario voluto dai vetero-comunisti, ben sapendo che l’autonomia e l’autogestione sono le forme più alte di democrazia, e ci dovrebbero anche spiegare perché il sindacato unico dei padroni, che si chiama Confindustria, non è mai stato definito totalitario, perché esprime interessi di classe precisi, non è diviso in sigle politiche, proprio come dovrebbe essere il sindacato unico dei lavoratori, il più adatto a difendere gli interessi di quella classe sociale.
Il periodo storico è favorevole, le ideologie sono morte, i partiti in disfacimento, l’etica non c’è più nemmeno nella Chiesa tanto che Papa Francesco sembra un marziano in una curia ricca, corrotta e sessuofobica, quindi dare parole d’ordine di un sindacato unico, autogestito dai lavoratori, potrebbe diventare un brillante punto di riferimento, di fiducia, di rinnovamento profondo a cui potresti mettere la tua faccia che oggi ci appare onesta e fuori dai giochi dei politicanti.
La tua “coalizione sociale” mi sa di ambiguo ed astratto. Trasformare i lavoratori in protagonisti sociali, indipendenti dalla politica, mi sembra un grande obiettivo, da meritarsi un posto nella storia. Saluti e auguri.

Mauro Cioni
Caro Rossi, a parte che chiamare “compagni” gli attuali politici del PD è voler dare un pugno alla memoria di Berlinguer, fai un’analisi dell’operato del tuo presidente, non è certo la minoranza a sfasciare il partito, ma le politiche destrorse di Renzi accompagnate da una lotta alla corruzione inesistente, anzi incoraggiata, lotta all’evasione fiscale inesistente, provvedimenti che vanno contro le maestranze, tagli alla scuola, tagli alla sanità, tagli alle forze dell’ordine, aiuti di stato alle banche, aumento della spesa militare, l’acquisto degli F35, continue bugie che puntualmente racconta, per non contare la gente con cui collabora, fra condannati, indagati e lecca c.u.l.o. che non sanno mettere insieme una frase, forse ha ragione la minoranza è venuto il momento di fare due conti e uscire dal PD tenuto in piedi da Alfano con la cricca degli indagati, Verdini, solo il nome è una garanzia di illegalità, Caro Rossi non sarai Renziano ma ti piace andarci a passeggio sottobraccio.

LE PROPOSTE DEL M5S
Il M5S, a seguito della conferma da parte del Governo dei minori fondi e risorse destinati alle forze dell’ordine e alla sicurezza interna per l’importo di Euro 491.307.031 milioni, come si evince dal Bilancio di Previsione dello Stato riferito al Ministero dell’Interno (missione Ordine Pubblico e Sicurezza interna), ha presentato diversi emendamenti finalizzati, invece, a: incrementare la spesa per 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 a favore del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; a incrementare di 20 milioni di euro per l’anno 2016 la spesa in favore della Polizia di Stato e specificatamente per l’acquisto di automezzi, equipaggiamenti, ecc.;
a incrementare, al fine di ottimizzare il controllo ambientale e la prevenzione ed il contrasto alla criminalità organizzata, la spesa di 83.000.000 per l’anno 2016 a favore delle forze di polizia e degli enti tecnici preposti alla tutela ambientale, con specifica destinazione di 1,5 milioni di euro da destinare ai controlli incrociati tra i seguenti enti: Camere di Commercio, Agenzie delle Entrate, Agenzia delle dogane, Aziende sanitarie locali – Asl; a incrementare la spesa pari a 5 milioni di euro e procedere al trasferimento nella città di Roma del contingente militare attualmente impiegato nei cantieri del TAV e nel sotto attraversamento della città di Firenze per esigenze di prevenzione e contrasto alla criminalità ed al terrorismo durante il Giubileo di Roma del 2016; a incrementare la spesa di 20 milioni di euro per l’anno 2016 a favore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e per il potenziamento dell’intelligence nazionale; a istituire una commissione d’inchiesta sul traffico d’armi, nonchè a sbloccare il turn over nella PA, quindi anche per le forze dell’ordine, i cui contratti sono congelati da ormai 6 anni.
L’obiettivo del M5S era quello di impiegare maggiormente le risorse economiche in favore del personale e delle dotazioni delle Forze Armate in Sicurezza interna ed ordine pubblico e meno per finanziare operazioni internazionali di dubbio valore, come l’intervento in Afghanistan o come la vendita di armi all’estero. La nostra visione è quella di impiegare questo denaro pubblico nel sviluppare e potenziare la sicurezza interna, rendendo più efficiente le nostre forze dell’ordine. Più risorse a beneficio dei cittadini, meno in favore delle Lobby.
Le proposte in questione miravano chiaramente a spostare i finanziamenti previsti per lo sviluppo del settore dell’aereonautico, in cui attualmente è prevalente l’interesse a sviluppare sistemi d’armamento, verso un programma di potenziamento della Sicurezza interna, per la tutela esclusiva dei cittadini. Ma la maggioranza di questo Governo ha detto no!
Da beppegrillo.it


(Abu miao)

C’è stato un momento, domenica, in cui le operazioni della polizia belga hanno rischiato di essere messe a repentaglio sui social network da messaggi del tipo: «Stanno circondando il mio condominio» che finivano inconsapevolmente per fornire informazioni utili ai terroristi. Allora a qualcuno è venuta l’idea di confondere quelle altrui, mettendo in circolo immagini di gattini. In breve la Rete è stata intasata di caricature e fotomontaggi comici o patetici, comunque funzionali all’obiettivo, tanto da meritarsi a operazioni concluse il pubblico e ironico ringraziamento della polizia, che ha postato la foto di una ciotola di crocchette.
Non che basti essere dei cazzoni per sconfiggere i terroristi. Però obiettivamente aiuta. «Il Nome della Rosa» ci ha insegnato che il riso è nemico di ogni ideologia cupa. La libertà di ridere è qualcosa che l’Isis non può nemmeno concepire. Perciò ne sottovaluta il potere. Entrambi gli schieramenti hanno un’arma che l’avversario non possiede: loro la voluttà della propria morte, noi quella dei futili sghignazzi.
Saper prendere e prendersi in giro, persino al culmine di una tragedia, rimane l’antidoto più efficace contro la paura.
Da La Stampa

Una foto di croccantini in una ciotola della polizia federale e la scritta “Per tutti i gatti che ci hanno aiutato ieri… servitevi!”: è il tweet di ringraziamento dell’account ufficiale della polizia federale belga a tutti gli utenti che, postando foto di gatti durante le operazioni delle forze speciali, hanno ‘disturbato’ il flusso di informazioni che rischiava di essere di aiuto ai terroristi in fuga. Un po’ per ironia, un po’ per sdrammatizzare, i cittadini belgi (e anche qualche giornale) avevano risposto con foto di gatti all’appello al silenzio delle forze dell’ordine.

RIFLESSIONI SUL BENESSERE INTERIORE
Omraam Mikhaël Aïvanhov

« Può succedere a tutti di sentirsi, interiormente, come se si stesse attraversando un deserto: non si ha più il gusto né il desiderio di niente, tutto diventa insipido, estraneo, vuoto. Questo è lo stato più grave in cui un essere umano possa cadere. La cosa più grave non è subire fallimenti, essere malati o cadere in rovina, ma è non avere più amore, slancio, fede, perdere il senso della vita. Bisogna dunque pensare a preparare in se stessi gli elementi di cui si avrà bisogno per uscire indenni dal deserto dell’anima.
Ogni difficoltà ha una soluzione particolare. La soluzione può essere la luce o la volontà o l’umiltà o la purezza o l’amore… Perciò sforzatevi di non trascurare nessuna di queste potenze, in modo da non trovarvi completamente privi di mezzi al momento della prova. Anche se oggi vi sembra che non vi manchi nulla, non è una buona ragione per non lavorare all’acquisizione degli elementi che – potete starne certi – un giorno vi saranno necessari. »

« Volete che si provi piacere nel ricevervi, nell’incontrarvi? Invece di portare agli altri il vostro cattivo umore, le vostre preoccupazioni e le vostre tristezze, pensate come poter portare loro la gioia. Istintivamente ci si allontana da coloro che avvelenano l’atmosfera con lamentele e recriminazioni. Ma ciò che è anche peggio per queste persone è che esse avvelenano la loro stessa esistenza.
La tristezza è un fumo nero che, dopo aver invaso l’anima, finisce per estendere la sua ombra su tutto il viso. Alla lunga, anche il funzionamento dell’organismo viene turbato e l’intelligenza offuscata. Direte che il buonumore e l’allegria sono spesso una questione di temperamento, e che è difficile cambiare il proprio temperamento. È vero, ma tramite il pensiero, con l’amore e la volontà, ci si può riuscire… Per portare la felicità agli altri bisogna soprattutto riempire il proprio cuore di amore. Fate dunque appello all’amore con tutte le vostre forze, e non solo sarete felici, ma la gioia che avrete dato vi ritornerà amplificata. »

E’ l’ironia che ci permette di salvarci da quelli che vorrebbero diffondere il terrore.

Musulmana ignara viaggia seminando il panico con la scritta della sua borsa:

Il Manga giapponese

Tanti romani consigliano agli uomini del Califfo di non scegliere l’ora di punta per l’attacco: troppo alto il rischio di finire imbottigliati nel traffico del Grande Raccordo Anulare. C’è chi chiede di “portare la sigarette perché costano di meno” e chi consiglia ai terroristi di “evitare di prendere i mezzi pubblici perché sono sempre in ritardo”. Un altro: “Coi cammelli sui sampietrini ve ce vojo vede'”. Qualcuno dà anche dei suggerimenti su dove gustare i piatti della tradizione romana. Insomma, anche così si esorcizza la preoccupazione. Anche se la battuta più amara è quella sotto una foto della Barcaccia di piazza di Spagna violata dai teppisti: “Purtroppo per l’Isis, i tifosi del Feyenoord sono arrivati prima”.

RIDIRUDI :- ))

Tu me provochi? E io te magno!

CINQUE MOTIVI PER CUI L’ISIS NON PUO’ CONQUISTARE ROMA

Metti un giorno d’ordinaria follia nella Capitale. Roma batte Isis 5-0
L’annuncio c’è. «Conquisteremo Roma», ha dichiarato il portavoce dell’Isis Abu Muhammed Al Adnani. Così, in una non lontana giornata di dicembre, abbiamo immaginato l’assalto alla Capitale. E tutti i vari tentativi per cui i terroristi potrebbero non farcela.

PRIMO TENTATIVO: TANGENZIALE- «I miliziani dell’Isis non avranno vita facile» il messaggio congiunto è arrivato in una nota di Aci, Anas, Aiscat, Autostrade per l’Italia e la partecipazione speciale dell’Eni. Nel comunicato si legge «Traffico rallentato sulla Tangenziale Est, a causa delle solite code, tra viale Castrense e Largo Passamonti in direzione San Giovanni. Mosso il mar Tirreno».
Una notizia che non ha mancato di destare scalpore tra gli invasori «Passeremo di notte!» ha suggerito qualcuno «Niente da fare, la notte è chiusa…», ha obiettato tristemente un altro.
Al-Zarqawi avrebbe poi ricordato ai suoi della recente costruzione di una galleria che permetterebbe comunque il transito notturno «Abbiamo usato i tunnel a Gaza, possiamo farlo anche qui!».
Ma dopo aver telefonato allo 06.06.06 è arrivata la conferma della chiusura al traffico dalle 23.00 alle 6.00. «Allora che lo hanno costruito a fare?» si sono chiesti i guerriglieri, che ancora non hanno trovato risposta.

SECONDO TENTATIVO: METRO B – Si opta per la seconda soluzione: la metro. La scelta cade sulla linea B: partenza Rebibbia direzione finale Termini. A Pietralata, mentre il gruppo ISIS sta a bordo stretto tra una comitiva di tedeschi, un pensionato e un gruppo di quindicenni che “fa sega” a scuola, Mohamed ha un mancamento. Dentro il vagone, tra sudore e cappa, non si respira più. Fuori, anche se è Dicembre, ci stanno 40 gradi. Mentre i compagni schiaffeggiano Mohamed nella speranza che si riprenda il vagone si ferma. Dopo aver aspettato 10 minuti bloccati tra Monti Tiburtini e Quintiliani i militanti Isis vengono fatti scendere. «Gnente corsa zio, gnente», spiega il conduttore al gruppo che trascina Mohamed mezzo sofferente. «Fa ripija tu fratello perché ve la dovete fa a piedi capito?». Corse bloccate su tutta la linea. «Se so rubati il rame, mortacci loro». Poi si rivolge a Mohamed, che prende pian piano i sensi: «Zio pijate un caffè. Oggi va così. A piedi. Stacce».

TERZO TENTATIVO: LE DONNE – Al Adnani l’aveva promesso: prenderemo le vostre donne. Così il gruppo tra traffico, mezzi ko e gente che continua ad intimare caffè, va alla conquista della fauna femminile. Sempre a piedi, sulla Tiburtina purtroppo, i militanti decidono di avvicinarsi ad una mora top fucsia e jeans attillatissimi. La prima frase non è certo da corteggiamento ideale. Abdul, a suo dire uno dei più intraprendenti, si avvicina alla ragazza. «Donna» «infedele» e altre parole gli sfuggono nella prima frase. «Ma che me sta a dì questo?», chiede Moira all’amica a fianco. «Non so, te dice infedele». «Infedele a me? Ma che vor dì?», aggiunge Moira fissando Abdul. Moira non è affatto convinta. Un tizio, a piedi, sulla Tiburtina, le chiede di venire con lei. Non ha un auto, non ha delle Hogan ai piedi, non ha manco le sopracciglia depilate.
«A sfigato guarda che a me così, nun me convinci». Abdul rimane gelato e continua a ripetere a random i concetti della prima frase. Ripete l’esperimento a tutte le donne fino al parcheggio bus del Verano. Invano.

QUARTO TENTATIVO: IL COMIZIO – Il gruppo Isis comincia a vivere già i suoi primi attimi di scazzo. Abdul, già nervoso di suo per il rifiuto di Moira, comincia a sgridare Mohamed per ogni cosa che fa. A ora di pranzo qualcuno si palesa davanti ai militanti (ancora appiedati). «Siamo bombardati da un miliardo di informazioni su un miliardo di tematiche diverse. Ci confondono. Un cittadino informato è un cittadino sovrano». È il deputato 5 stelle Alessandro Di Battista, vuole parlare con loro. Mentre mezzo mondo cerca di capire dove si trovino in questo momento i pericolosi militanti Isis lui li ha trovati.
E prova a farli ragionare.
«Il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore». Ed inizia. «È tutta una questione di privilegi e i privilegi dei politici sono come la droga. Si chiama cambiamento, fa paura, me ne rendo conto, ma è la linfa vitale dell’essere umano. #oltre». Di Battista continua a parlare per almeno mezz’ora. «Il gioco è chiaro ma non ci fanno paura, abbiamo una fame di vittoria che questi questi squallidi illusionisti non sanno neppure cosa sia». Mohamed ha il secondo mancamento della giornata e sviene. I militanti, spaventati, mollano Dibba in mezzo ad una strada. Di Battista, a sua insaputa, diventa un eroe nazionale.

QUINTO TENTATIVO: AUDITORIUM – Dopo innumerevoli peripezie, code incessanti e un caldo a cui nemmeno loro sono abituati (“perché è l’umidità che ti frega”) i disobbedienti di Al Qaida provano ad avvicinarsi alle porte Vaticane.
Non riuscendo a trovare alcuna indicazione utile, si convincono a chiedere la strada alla signorina dell’ufficio informazioni; avendo ormai abbandonato qualsiasi velleità di rapimento della donna italica.
«Ehm… mi scusi» chiede un miliziano spostando il cappuccio dalla bocca per farsi sentire meglio. «Attenda un attimo…» risponde l’impiegata finendo di limarsi le unghie finte. Dopo circa 45 minuti di attesa, la donna abbassa la tendina e va in pausa pranzo, lasciando nel dubbio gli impavidi invasori. I più arguti suggeriscono di seguire la segnaletica stradale, ma di San Pietro nessuna traccia. A campeggiare nei posti più impensati invece, quel cartello bianco con freccia e scritta nera che salva la vita a qualsiasi abitante di Roma nord: «Auditorium».
Auditorium ovunque, da Capannelle a Balduina, da Giustiniana a San Giovanni, solo indicazioni per il complesso di Renzo Piano, ma per il resto… nulla di nulla.
Stanchi e rassegnati, i miliziani dell’Isis rinunciano al Vaticano e provano a farsi esplodere al Parco della Musica. Neanche il tempo di arrivare che vengono assaliti da una folla di cacciatori di autografi in attesa del Fiction Fest. Lusingati finiscono a scattare foto con i passanti.
FINE (in caciara)

Sembra che la CIA e il SIADE si stiano studiando un vecchio documento dei tempi di bin Laden (Allah l’abbia in gloria), per incrementare ‘la difesa interna italiana’ (termine strano che i politici stanno tentando inutilmente di farsi tradurre da antiche lingue morte).

CINQUE MOTIVI PER CUI NON E’ POSSIBILE FARE UN ATTENTATO A NAPOLI

Bin Laden ha dichiarato: “È molto difficile fare un attentato in Italia”. In realtà alcuni documenti del SISDE rivelati recentemente affermano che Bin Laden ci ha provato, tempo fa diede ordine di organizzare un aereo in Italia. Due terroristi, provenienti da un Paese del Medio Oriente, arrivarono a Napoli con la ferma determinazione di eseguire “il castigo di Allah per gli infedeli italiani”. Ecco com’è andata.

Arrivano all’aeroporto internazionale di Napoli, via aerea dalla Turchia: escono dall’aeroporto dopo otto ore perché gli hanno perso le valigie. La società di gestione dell’aeroporto non si assume la responsabilità della perdita e un impiegato consiglia ai terroristi di provare a ripassare il giorno dopo: chissà, con un po’ di fortuna… Prendono un taxi: il taxista (abusivo) li guarda dallo specchietto retrovisore e, vedendo che sono stranieri, li passeggia per tutta la città per un’ora e mezza. Dal momento che non proferiscono lamentela, neanche dopo che il tassametro raggiunge i 200 euro, decide di fare il colpo gobbo: arrivato alla rotonda di Villaricca, si ferma e fa salire un complice. Dopo averli derubati e coperti di mazzate li abbandonano esanimi nel Rione 167.

Lunedì ore 04
Al risveglio, dopo la mazziata, ambedue i terroristi riescono a raggiungere un albergo sito in zona piazza Borsa. Decidono quindi di affittare un auto presso la Hertz di piazza Municipio. Quindi si avviano con direzione aeroporto, ma giusto prima di arrivare a piazza Mazzini, rimangono bloccati da una manifestazione di disoccupati napoletani, che non li fanno passare.

Lunedì ore 12,30
Arrivano finalmente in piazza Garibaldi decidono di cambiare dei soldi per muoversi più liberamente: i loro dollari vengono cambiati in biglietti da 100 euro falsi.

Lunedì ore 15:45
Arrivano all’aeroporto di Capodichino con la ferma intenzione di dirottare un aereo per farlo cadere sulle torri dell’Enel del centro direzionale. I piloti Alitalia sono in sciopero perché chiedono la quadruplicazione del salario e vogliono lavorare meno ore. Stessa cosa per i controllori di volo, che pretendono anche la pinza obliteratrice per tutti (“altrimenti che controllori saremmo?”, hanno dichiarato). L’unico aereo disponibile che c’è in pista è uno della Maradona Air con destinazione Alghero e ha 18 ore di ritardo… gli impiegati e i passeggeri sono accampati nelle sale d’attesa… intonano canti popolari… gridano slogan contro il governo ed i piloti! Arrivano i celerini… cominciano a dare manganellate a destra e a manca, contro tutti… si accaniscono in particolar modo sui due arabi.

Lunedì 19:05
Finalmente si calmano un poco gli animi. I due figli di Allah, coperti di sangue, si avvicinano al banco della Maradona Air per acquistare i biglietti per l’aereo con destinazione Sassari, dirottarlo e farlo schiantare contro le torri Enel. Il responsabile Maradona Air che gli vende dei biglietti, tace il fatto che il volo, in realtà, è già stato cancellato.

Lunedì 22:07
A questo punto, i terroristi discutono se continuare oppure no… non sanno più se distruggere Napoli è un atto terroristico o un’opera di carità.

Lunedì 23:30
Morti di fame, decidono di mangiare qualcosa al ristorante dell’aeroporto: ordinano panino con la frittata e impepata di cozze.

Martedì 04:35
In preda a una salmonellosi fulminante causata dalla frittata, finiscono all’ospedale San Gennaro, dopo aver aspettato tutta la notte nel corridoio del pronto soccorso. La cosa non sarebbe durata più di un paio di giorni, se non fosse subentrato un sospetto di colera dovuto alle cozze. Successivamente, a causa di un banale quanto comune scambio di cartelle cliniche, ad uno dei terroristi viene asportato un rene sano, mentre all’altro viene applicato un doppio pacemaker di fabbricazione cinese, acquistato sul mercato nero.

Domenica 17:20
Dopo dodici giorni escono dall’ospedale e si trovano nelle vicinanze dello stadio San Paolo. Il Napoli ha perso in casa con il neopromosso Palermo per 3-0, con due rigori assegnati alla squadra siciliana dall’arbitro Concettino Riina da Corleone. Una banda di ultrà della “Masseria Cardone”, vedendo i due scuri di carnagione, li scambiano per tifosi del Palermo e gli rifilano un’altra caterva di legnate. Per di più il capo degli ultrà, un tale detto “Peppo o Ricchione”, abusa sessualmente di loro.

Domenica 19:45
Finalmente gli ultrà se ne vanno. I due terroristi decidono di ubriacarsi per la prima volta nella loro vita (anche se è peccato!). In una bettola della zona portuale gli rifilano del vino adulterato con metanolo e i due rientrano al San Gennaro per l’intossicazione. Gli viene anche riscontrata la sieropositività all’HIV (Peppo non perdona).

Martedì 23:42
I due terroristi fuggono dall’Italia in zattera con direzione Libia, semiorbi per il metanolo ingerito e con una dozzina di infezioni a causa del virus HIV. Giurano ad Allah che non tenteranno mai più nulla contro il nostro amato Paese.
.
(Almeno speriamo che i terroristi sappiano l’Italiano e leggano quanto sopra).

http://masadaweb.org


MASADA N° 1706 26-11-2015 EMILY DICKINSON

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MASADA N° 1706 26-11-2015 EMILY DICKINSON

Blog di Viviana Vivarelli

Io non sono una rosa, ma mi sento fiorire
E non sono un uccello, ma mi slancio nell’aria
.”

I miei compagni sono i monti e il tramonto
e un cane grosso come me
che mi ha comprato mio padre.
Sono meglio delle persone, perché capiscono, ma non parlano.
E il brusio dello stagno a mezzogiorno
è migliore del mio pianoforte.
Ho un fratello e una sorella.
Mia madre non ha interesse per il pensiero
e il Babbo è troppo occupato con i suoi incartamenti per badare a quello che facciamo
Mi compra molti libri
ma mi dice di non leggerli
perché teme che mi confondano le idee.
In casa sono tutti religiosi
fuorché me
.”

Nel 1866 moriva, per una malattia renale, a soli 55 anni, Emily Dickinson. Il fratello Austin, indicando la sua occupazione, scrisse: “A casa”. Morì nella stessa casa dove era nata e che apparteneva ai Dickinson da un secolo, ad Amherst, nel Massachussets, dove aveva passato tutta la vita. Dai 31 anni fino alla morte, Emily non era più uscita dalla sua camera al piano superiore. La gente di Amherst la chiamava ‘il Mito’. Nei primi 31 anni aveva forse esplorato il paesaggio bellissimo che si estendeva dietro la sua casa, prati, boschi, stagni ma poi fece della casa la sua vita, sfuggendo a fiere, balli, visite, funzioni, concerti…. Non uscì di camera neppure per il funerale del padre, facendo rare apparizioni in casa o nel parco, sempre vestita di bianco (“Il bianco è il colore accecante della poesia”) e comunicando con lettere passate sotto la porta. Per 25 anni scelse la clausura che fu il regno della sua libertà. Dopo la sua morte, la sorella Lavinia trovò nel cassettone 44 mazzetti di poesie, ognuno su un tema, i fogli cuciti insieme come i petali di una margherita, legati con nastri, e altre poesie scritte su pezzetti di carta, buste, bordi di giornali… per un totale di 1775 poesie, a cui dobbiamo aggiungere 2000 lettere. Di queste poesie solo 7 furono pubblicate quando Emily era viva. Solo dopo la sua morte, l’America conobbe una delle sue più grandi poetesse.
Silenziosa, riservata, virginea, chiusa nella sua camera come in un eremo che la preservava da contatti umani, intelligente, acuta, sensibile, a volte sacrale e filosofica, a volte lineare ed essenziale, assolutamente diversa non solo dalle signore della società bene ma da tutte le poetesse americane del romanticismo, lamentose e elegiache, Emily non solo rivoluzionò lo stile e il linguaggio della poesia, ma anche il ruolo e l’identità del suo essere donna. L’isolamento la salvò dalle contaminazioni culturali, dalle banalizzazioni delle convenzioni e acuì le sue possibilità espressive facendo di lei un incredibile diamante.
La sua prima lotta fu contro la Chiesa e iniziò nell’adolescenza (subordinazione religiosa). Amherst era travolta da un puritanesimo estremo diffuso da predicatori apocalittici che minacciano dannazione e inferni; le conversioni fioccavano e anche il padre e la sorella di Emily si convertirono, lei no, con lucida fermezza: “Sono sola nella mia ribellione” Più i predicatori comandavano di sottomettersi, abbandonando il mondo, più lei sentiva il valore della propria autonomia e della bellezza del mondo. Ha 19 anni ma non si arrende: “A riva non c’è pericolo, ma a piace lottare con il mare”. Contro l’integralismo sceglie uno scetticismo sottile, che contesta i valori manichei, bene/male, santo/peccatore.. Il mondo non è uno, squadrato e diviso, come voglio costume, Governo e Chiesa, ma è un insieme di colleganze insolite e di unioni profonde, dove la consapevolezza prende il posto della fede, una cosmologia al cui centro non c’è il potere ma l’amore.
La seconda lotta di Emily è contro il padre che la vuole figlia sottomessa (subordinazione patriarcale). Nella società vittoriana è prescritta alla donna la dipendenza, il servizio, il padre dà la sicurezza economica ma esige l’ubbidienza; non è previsto che la donna sia persona e possa realizzarsi fuori dal potere maschile. Il padre le vuole bene ma le fa interrompere gli studi perché è fragile e, secondo i pregiudizi del tempo, se una donna studia, le si indeboliscono le ovaie; il lavoro più adatto a una donna è il lavoro domestico, non quello mentale. Così è Austin, il primogenito, che studia al college e diventa avvocato, come il padre. Emily non dovrebbe nemmeno accedere alla biblioteca paterna, ma lei lotta per i suoi diritti e si infuria se Austin scrive poesie, perché ‘la poetessa di casa è lei’. Ostinata, egocentrica, ribelle, ottiene in casa il riconoscimento del genio, può leggere quanto vuole, è esonerata in parte dai servizi domestici, può lavorare nella sua camera fino a notte tarda. La sua camera diventa allora la sua fortezza, il suo spazio di libertà. Il prezzo è l’isolamento, ma la posta è riscattare se stessa.
La terza lotta è per l’autonomia affettiva. Si pensa in quel mondo che una donna possa diventare persona solo attraverso il matrimonio. Difficile ricostruire i suoi innamoramenti: forse un reverendo che incontra rare volte, poi un redattore repubblicano sposato e amico di famiglia, poi il bel giudice Lord. La sua vulnerabilità ha bisogno di amore ma nessuno può diventare se stesso negandosi o aspettando la felicità da un altro. I suoi amori sono dunque infelici o impossibili. “Con la volontà di scegliere, o di rifiutare / Ed io scelgo, solo una Corona”. E’ lei la corona di se stessa, e il suo regno è il pensiero.
Ma quando tenta di affermarsi con la poesia fuori casa è il fallimento: a 31 anni manda 4 poesie a un critico che le dà assurdi consigli di metrica, la corregge…. Prende allora la decisione irrevocabile di non pubblicare più nulla. E prende anche la decisione dell’isolamento ne “Il potere infinito della Casa”. La casa si capovolge nel suo spazio di libertà, diventa il luogo dove lo spirito crea se stesso. Chiudendo la porta della sua camera, Emily si apre all’infinito dell’universo.

Alle mie spalle Eternità sprofonda
ed immortalità davanti a me
Io sul confine
.”

Cessa di vedere gli amici, ogni emozione diventa eccessiva per lei, comunica solo con dei bigliettini.

Una gioia perfetta, paralizzante
e quieta come la disperazione
”.

Gode la solitudine come condizione preziosa: “…poiché nasciamo e moriamo soli, e la nostra identità, nella sua essenza più intima, è incomunicabile”.
Padrona del suo tempo, senza vita sociale, senza credo religioso, senza le schiavitù dell’amore, può guardare liberamente la propria vita interiore. Rifiutando la falsa identità femminile, le resta il mondo inesplorato e “selvaggio” della coscienza, la registrazione acuta e lucida delle sue forme mentali.

La crescita dell’uomo
come la crescita dentro la Natura
gravita dentro.
L’atmosfera e il sole lo confermano
ma germina da sola.
Ciascuno il suo difficile ideale
deve da sé raggiungere
con l’eroismo solitario
di una vita silente.
Condiziona lo sforzo
pazienza con se stessi
pazienza con le forze contrastanti
e una precisa fede.
Ed al pubblico spetta
soltanto di guardare
mentre l’azione non è mai aiutata
da nessun volto
”.

Ogni vita converge a qualche centro
dichiarato o taciuto
”.

Nessuna vita è sferica
tranne le più ristrette
queste sono presto colme
si svelano e hanno un termine.
Le grandi crescon lente
dal ramo tardi pendono
sono lunghe le estati
delle Esperidi
”.

Emily compatisce le mogli indifese e sottomesse, spesso trascurate dai mariti, che si perdono nell’artificio dei doveri e delle convenzioni, vede il matrimonio come la tomba che spegne lo spirito femminile e ne mortifica l’intelligenza. Lei studia, scrive, lavora in casa, accudisce i familiari (quando ha 41 anni il padre muore e lei cura per 8 anni la madre invalida). I suoi occhi sono malati, passa lunghi mesi senza poter leggere, la luce l’acceca. Eppure questa donna solitaria e quasi cieca ha una straordinaria capacità visiva del mondo interiore. Rifiuta la vita sociale ma è interessata ai problemi sociali. Il padre è membro della Corte Generale e poi del Congresso degli Stati uniti, amici di famiglia sono uomini famosi, giornalisti, politici, nella sua casa si discute animatamente di antischiavismo, di femminismo… Sono i tempi dell’assassinio di Lincoln, della questione dei neri, della guerra civile in cui muoiono molti conoscenti di famiglia. Il suo tempo è in bilico tra la vecchia società puritana e il nascente capitalismo individualista. Il mondo esterno presenta le nefandezze delle guerra, della politica, dell’economia. La casa è il luogo degli affetti, della sicurezza, dei valori dove si esercita il mistero femminile basato sulla cura, la custodia, l’assistenza. Mentre fuori gli uomini si allenano alla presunzione del potere, le donne posseggono “la tecnica della vita”.
Il rifiuto di Emily delle convenzioni e degli ordini costituiti si manifesta anche nel suo linguaggio, negli accostamenti eccentrici, nella trasgressione alle regole.
Nel mondo dominato dalle opposizioni e dalle classi diventano emblematici gli ‘ossimori’, il paradossale coesistere di opposti “agitazione irrigidita, disperazione fiduciosa, confronto lacerante”, le sinestesie che legano sensi diversi, “Gli odori si intrecciano in un groviglio… io odo per la prima volta il fiume nell’albero..”, le metafore strane che collegano e sacralizzano oggetti quotidiani: la luna= mento d’oro, il gelo= biondo assassino”.

Solo nel separarci
Ci incontriamo
Tu là-io qua
Le porte quasi chiuse
Fra noi
Che Oceani sono- Invocazione
E uno smorto Alimento
Il Disperare
”.

La metafora è per eccellenza un enigma, che unisce il particolare all’universale, intuisce i legami del cosmo, rimanda da una cosa all’altra, unendole in un tempo che è ORA.

L’intera verità
dilla
ma sghemba
Siede dentro il circuito
Il Successo
”.

Nel mondo gerarchico, maschile, razionale, ogni cosa è quello che è, al suo posto, secondo regole prestabilite, ma in Emily tutto si fonde in legami inaspettati, nell’intuizione della parola esatta che sfida l’imprendibilità dell’essere, razionale e irrazionale insieme, volta lancinante all’essenza. La poesia di Emily è ricercata, sottile e lucida, rifiuta l’ortografia, ribelle, la esclude nel trattino. Se la vita dell’uomo comune è respiro, la vita del poeta respira col suo spirito e ne segue le scansioni, i ritmi, gli spazi di libertà. La sintassi è sconvolta, la regola è l’irregolarità, la rottura lo schema.

Noi parliamo in Noncurante- e in agitare
Mi soffermo con il Prima
”.

La sua semplicità è apparente, in realtà è maestra di ogni forma classica, anastrofe, isteresi, aperesi, ellissi… puro virtuosismo. I nomi delle cose, degli avverbi, innalzati con la maiuscola, si sostantivano a un livello più alto, si fanno entità archetipiche, dei. L’esperienza, l’emozione, diventano eterne, l’oggetto: universale.
L’osservazione è contemplazione, il dato esperienziale vissuto come sacro. In una esistenza senza Chiesa, l’esperienza è essa stessa Chiesa. Religione è legame che unisce tra loro le cose e le santifica.

Nel nome dell’ape
-e della Farfalla
-e della Brezza- Amen
!”

Osservazione sottile e limpida acutezza illuminano l’esperienza e la sublimano in un misticismo senza Dio, i cui termino sono centro, circonferenza, finito e infinito.

La vita che abbiamo è molto grande
La vita che vedremo
ancora più grande, lo sappiamo perché
E’ l’infinito
Ma quando lo sguardo avrà percorso tutto lo Spazio
E tutti i territori messi alla luce
La più piccola parte del Cuore Umano
Li ridurrà a zero
”.

(Pietro Spica)

Uno è il cuore che vive nella natura e allora gli eventi importanti sono la venuta degli uccelli, le crisalidi, le prime foglie… Alla natura Emily scrive lettere, ad albe, nubi, meriggi, piogge, tramonti e soprattutto fiori “i nostri piccoli parenti”.

Immensità d’argento
con funi di sabbia
a trattenerla, perché non cancelli
una pista che chiamiamo terra

La parola ‘estasi’ compare spesso, Awe, la Vita è una presenza traboccante, una vastità che si riempie d’estasi.

Trovo estasi nell’atto del vivere
il semplice senso di vivere
è gioia sufficiente
”.

Vi è sempre una cosa di cui sentirsi grati
essere se stessi e non qualcun altro
”.

Ma accanto alla Vita è la Morte l’altro evento inquietante.

Che altro è mai la terra se non un Nido
dal cui bordo stiamo tutti cadendo?

Quando perde l’adorato nipotino, è schiantata. Le sue ultime parole erano state: “Apri la porta, apri la porta. Mi stanno aspettando!

Passa al tuo appuntamento con la luce
là non è pena per te, ma per noi
Che lentamente guadiamo il Mistero
Da te varcato con un salto

Morire è una Notte selvaggia ed una nuova Strada

Nel mondo di opposti, vita-morte, caldo-freddo, luce- buio… urge trovare relazioni per cui gli opposti si sollevino e l’uno dia significato all’altro.

Ciò che è Finito-fornito di ciò che è Infinito il Sempre
è composto di tanti Ora

L’Errore è nella valutazione
L’Eternità è lì
Diciamo, cose fosse una Stazione
”.

(Elizabeth Pol)

I vocaboli sono scelti con occhio netto, col senso deliberato e consapevole della preziosità, isolati come oggetti rari ma l’esito è estraniante, rarefatto, il segno preciso tocca l’infinito, infinito di ogni cosa che nella preziosità dell’unico si fa eterno.
Così la parola, in sé limitata, apre lo spazio più ampio della risonanza interiore, come il koan che fa esplodere la rivelazione. Il segno è chiuso, l’eco immane. Il suono balena nel mondo provvisorio e transitorio, avvisaglia d’ignoto. Ma l’Ignoto non è l’Altro, è la bellezza stessa della cosa. Se c’è una divinità, essa non è altrove in un Dio trascendente, ma è nella Natura stessa, interna ed esterna. Se c’è Dio nell’uomo è nell’istante in cui egli percepisce la preziosità del proprio essere, e l’istante di questa rivelazione è l’estasi.

Il Soprannaturale è soltanto
il Naturale rivelato

Ma c’è un mistero che non permette di abbandonare la paura, perciò si canta anche per esorcizzare l’ignoto.

Canto come un ragazzino che passa vicino a un cimitero

La Natura è una casa abitata da spettri

Questo è il mondo che si apre e si chiude
come gli Occhi della Bambola di Cera
”.

L’infinito è un ossimoro, ma ossimoro è morte e vita insieme, che sfida la lama dell’intelligenza a penetrarne il varco.

La morte è la prima forma di Vita
che abbiamo il potere di contemplare
”.

Elemento onnipresente il fiore, sessualità femminile o pienezza di natura.

Porgo i miei fiori a te-
Luminoso Assente!
gerani-tinta- e macchia
Umili Margherite- un punto
”.

Dapprima è il fiore-donna che dipende dal maschio-sole, poi è in sé, autonomo, in consapevolezza e totalità.

Basta un trifoglio e un’ape
a fare un prato.
E il sogno.
Il sogno solo può bastare
se sono scarse le api
”.

Nella stanza segreta si conosce e riconosce l’universo. La scrittura è alchemica. Il deserto della camera chiusa è lo scrigno dove “la parola è messa al sicuro”.

Dobbiamo fare molta attenzione a ciò che diciamo. A nessun uccello è data la possibilità di riprendere dentro di sé l’uovo”.

La vita è una ricchezza, Come dice l’Apocalisse: “Ognuna delle tante porte era di perle”.

Un’ora è un mare
fra alcuni e me-
la loro compagnia sarebbe un porto

L’intuizione è una visita di Dio e come tale va venerata

Il creato sembrava tutto un immenso spacco
per lasciarmi scoperta

La condanna è la casa senza porta
Vi penetriamo dal sole
Poi vien tolta la scala
Perché non v’è più fuga
E’ variata dal sogno
Di quanto accade fuori,
dove le bacche muoiono, gli scoiattoli giocano
e gli abeti s’inchinano a Dio.

Se non avessi visto il sole
Avrei potuto accettar l’ombra.
Ma la luce rendeva più deserto
Il mio deserto
”.

Bevvi una sola sorsata di vita
Vi dirò quanto la pagai:
precisamente un’esistenza.
E’ questo il prezzo sul mercato, dicono.
Mi pesaron, granello per granello
E bilanciarono fibra con fibra.
Poi mi porsero il prezzo del mio essere:
un solo sorso di cielo
”.

Piangere è una cosa tanto piccola –
sospirare una cosa tanto breve –
ma è di occupazioni di tal genere
che noi uomini e donne moriamo

Le cortesie più piccole
– un fiore o un libro –
piantano sorrisi come semi
che germogliano nel bui
o”

Nostra parte di aurora –
riempire il nostro spazio di felicità
Portare la nostra parte di notte –
il nostro spazio di risentimento –
Qui una stella, e là una stella,
alcuni si perdono!
Qui una nebbia, e là una nebbia,
infine il giorno
.”

Che sia l’amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell’amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore
.”

E’ poca cosa il pianto
Sono brevi i sospiri
Pure, per fatti di questa misura
Uomini e donne muoiono!

L’acqua è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani traversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
L’amore da un’impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve
.”

“Un sepalo, un petalo e una spina
In un comune mattino d’estate,
Un fiasco di rugiada, un’ape o due,
Una brezza,
Un frullo in mezzo agli alberi –
Ed io sono una rosa!

..
http://masadaweb.org


MASADA n° 1707 28-11-2015 FINCHE’ C’E’ GUERRA C’E’ BUSINESS

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MASADA n° 1707 28-11-2015 FINCHE’ C’E’ GUERRA C’E’ BUSINESS
Blog di Viviana Vivarelli

La Francia vende armi per 15 miliardi. Anno record per i traffici di armi francesi –Noi intanto mandiamo armi ai Curdi e finanziamo l’industria bellica -I 22 alleati anti-Isis-La doppiezza dei leader europei: sbraitano contro l’Isis ma ci fanno affari – Come un buon giornalismo funziona meglio dei servizi segreti – Intanto il Califfo se la ride – Renzi promette 50 euro ai diciottenni – Un miliardo per la sicurezza, un miliardo per la cultura – Ma finora le promesse di Renzi sono state fasulle – Dopo 3 anni ancora non sono stati eletti i tre giudici mancanti alla Consulta – Aiuti di Stato solo alle grandi imprese – Tre quarti dei fondi pubblici alle industrie delle armi – Renzi dà 3,6 miliardi a 4 banche, 2,7 miliardi alle industrie belliche, 2 miliardi al dissesto idrogeologico e 1,7 all’edilizia sanitaria, solo 7 milioni alla Pmi – Cosa sono le bad bank. Ennesima fregatura ai cittadini – Le proposte del M5S bocciate dal governo – Ulteriore crisi dell’euro zona: dobbiamo cacciare i parassiti della finanza.

Crozza – Renzi contro Isis: ‘Ne usciremo tutti sani e SELFIE’

Crozza-Renzi: ‘Trasformo l’Italia in una Repubblica Twittatoriale’

Parodiando Karl Kraus: ‘La politica è la malattia di cui pretende di essere la cura

DI BATTISTA
Anche Famiglia Cristiana (non proprio un giornale eversivo) chiede al Ministro della Difesa Pinotti se sia davvero legale vendere armi all’Arabia Saudita.
I sauditi sono sostenitori dei fondamentalisti e stanno bombardando da mesi i ribelli sciiti in Yemen con migliaia di vittime civili (di cui 830 tra bambini e donne).
Sono state trovate bombe di fabbricazione italiana in Yemen. La Pinotti dice che è tutto regolare e che l’Italia vende armi a norma di legge. Eppure l’Italia nel 1990 si è dotata di una buona legge, la 185, che vieta espressamente le esportazioni di tutti i materiali militari e loro componenti verso i Paesi in stato di conflitto armato. Vanno bloccate immediatamente le forniture di armi a tutti gli sceicchi! I sauditi stanno comprando mezza Europa ma l’interesse nazionale e la sicurezza degli italiani è più importante degli affari che si fanno con le armi.

I 22 ALLEATI ANTI-ISIS
Fabio Mini

In ordine sparso. Ognuno combatte per i propri interessi.
Il tour di solidarietà del presidente francese Hollande alla ricerca di una grande coalizione appare ormai come la reazione politica e per certi aspetti isterica d’un governo in crisi, messo alle strette da opposizione politica e gran parte della popolazione che vuole la guerra aperta al punto da minare la democrazia in Francia e in Europa e che non eliminerà certo il terrorismo in Medioriente, e neppure quello interno. Anzi, gli effetti di quest’ultimo sono sfruttati per destabilizzare l’Eliseo e cambiare gli attuali equilibri europei.
La guerra all’Isis è stata dichiarata più volte e le coalizioni che combattono lo Stato islamico esistono da oltre un anno, come evoluzione della coalizione anti-siriana voluta dagli Usa nel 2012. Ma proprio gli scarsi risultati ottenuti rivelano gli effetti della miopia tattica e della cecità strategica. Oggi, fanno parte della coalizione, a vario titolo e con diversi impieghi, 22 paesi occidentali e mediorientali: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna , Canada, Australia, Giordania e Marocco, effettuano attacchi aerei in Iraq e Siria e assistono, con forniture di armi, forze speciali e ‘consiglieri militari’ le forze regolari irachene e le formazioni più o meno chiare di ribelli al regime siriano e di contrasto alle bande dell’Isis. Belgio, Danimarca e Paesi Bassi effettuano operazioni solo in Iraq. Germania, Italia, Portogallo, Spagna e Repubblica Ceca forniscono un minimo supporto logistico e operativo non armato. Supporto quasi simbolico ai curdi anche da Albania e Bulgaria. Mentre Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar e Turchia intervengono solo in Siria. La Russia che sostiene il regime siriano si è unita alla lotta armata contro l’Isis in seguito, intensificandola dopo l’abbattimento dell’aereo di linea nel Sinai. L’Iran non fa parte della coalizione ma, in quanto sciita, è quello che opera più efficacemente sul terreno con milizie ‘volontarie’. Russia e Iran sono in sintonia e dopo l’accordo sul nucleare anche gli Usa non hanno remore a tollerare gli interventi iraniani. Sul piano della cooperazione operativa, le nazioni occidentali e arabe dipendono dagli Stati Uniti che assegnano obiettivi e missioni. Ma ciascuna ha i propri paletti e priorità di carattere politico. La Francia finora ha combattuto contro il regime, gli americani tentano di salvaguardare gli interessi petroliferi delle compagnie presenti in Iraq e le prospettive di quelle siriane. Mentre Obama appare cauto nel sostegno ai ribelli, l’opposizione repubblicana continua a foraggiare i ribelli di tutte le specie. La Russia guarda ai propri interessi nel Mediterraneo con o senza la Siria e con o senza l’Isis, l’Iran tenta di salvaguardare il regime sciita-alawita, anche senza Assad. L’Iraq vuol riprendersi i pozzi passati all’Isis, ma non insiste troppo nella guerra. Il Kurdistan iracheno fornisce i peshmerga che combattono come possono l’Isis, ma ritiene si tratti d’un problema dei curdi siriani. La Turchia non ha alcun interesse a combattere l’Isis, dal quale si rifornisce di petrolio e dollari in cambio di armi. Il problema turco è quello dei curdi. Oggi è divenuto anche quello della Russia.

GIORNALISMO BATTE CIA
Loris Mazzetti

Alla fine se ne è accorto anche il ministro Alfano dell’utilità di una intelligence europea, che convogli tutte le segnalazioni dai paesi sui ricercati. Quelli che vorremmo taggare.
Quelli per cui vorremmo arrivare ad un riconoscimento facciale. Ma è lo stesso ministro Alfano che considerava gli articoli del Fatto (sui giubbotti antiproiettile carenti, sulla preparazione degli agenti di Roma per il Giubileo) come ansiogeni. Chissà cosa ne pensa il ministro, e anche il governo, del servizio di Report dove si parlava dei money transfer.
Dell’allarme lanciato da Bankitalia sui flussi sospetti partiti dalla Lombardia (la regione di Maroni e Salvini), che potrebbero nascondere operazioni di riciclaggio o di finanziamento ai terroristi.
Mentre noi stiamo a guardare, l’unica risposta che è arrivata dai paesi europei (in attesa che l’Ue si risvegli dal torpore) è quella dei bombardamenti alle postazioni dell’Isis. Dovremmo chiederci però quanto sono efficaci e quante vittime civili costano.
Chiediamo agli immigrati di fede islamica di dissociarsi dai terroristi, dimenticandoci che gli stessi possiedono la nostra ex compagnia di bandiera e anche interi quartieri a Milano.
Sarebbe bello che le banche dati si parlassero, che i dati, in formato elettronico viaggiassero dalle telecamere agli analisti dell’intelligence europea.
Ma qui siamo ancora alla carta d’identità su carta, alle mille anagrafiche che non parlano, all’uso del contante per rilanciare l’economia.
Gilioli ci parla delle borse che esultano assieme ai produttori di armi, assieme agli analisti militari’ che passano lunghi inverni rinchiusi nei loro siti per bambini tonti a giocare con immaginari carrarmatini, ma adesso hanno il loro nuovo quarto d’ora di celebrità con interviste e inviti ai talk show.
Stiamo andando in guerra che è proprio quello che Isis vuole. Senza una visione politica sul dopo. Armiamoci (e armiamoli) e partite.
I venti di guerra soffiano (vedi il caccia russo abbattuto) e dobbiamo dare una risposta alle paure della gente.

PS: mi chiedo se tra i nostri valori a cui non dobbiamo rinunciare c’è anche la libertà di stampa e il diritto ad essere informati. E anche la libertà di espressione. Perché vedendo quello che sta succedendo a Nuzzi e Fittipaldi in Vaticano, al vignettista Heidari in Iran, ai dissidenti in Arabia (dove Renzi ha pure parlato di terrorismo), non sembrerebbe proprio.

Da unoenessuno.blogspot.it

COME UN BUON GIORNALISMO FUNZIONA MEGLIO DEI SERVIZI SEGRETI
Da Report di MILENA GABANELLI

Loris Mazzetti

Un Report di Milena Gabanelli subito dopo le stragi di Parigi, ha anticipato tutti sul traffico d’armi. Renzi e Alfano hanno assicurato gli italiani che saranno vigili ma la propaganda non serve, per combattere l’Isis occorrono più fondi all’intelligence, alle forze di polizia e alla magistratura. Il governo non solo non investe, fa la guerra alle intercettazioni telefoniche che sono uno strumento fondamentale per le indagini. Sigfrido Ranucci è il giornalista che ha realizzato l’importante inchiesta dal titolo: ‘Finché c’è guerra c’è speranza’. Ranucci ci ha abituato a grandi reportage: dal traffico dei rifiuti alla mafia, dall’uranio impoverito al fosforo bianco usato durante i combattimenti a Fallujah in Iraq.
Per fortuna che c’è ancora chi la tv la sa fare con le immagini e non solo con le parole. Bisogna essere bravi investigatori, sapersi infiltrare per scovare la talpa, inseguire senza mai mollare la preda e farla parlare, leggere le carte delle indagini con sapienza. Ranucci ha raccontato la storia di una struttura clandestina esistente in Italia attrezzata per addestrare milizie in Somalia. L’inchiesta parte da un paesino, Seborga in provincia d’Imperia, per arrivare dentro i palazzi di Agusta Westland-Finmeccanica.Un trafficante svela come le armi giungono in Africa e nel Medio Oriente. Militari italiani, mercenari, che hanno organizzato nello Yemen campi di addestramento, ufficialmente per preparare guerriglieri arabi contro la pirateria, in realtà questi sono poi passati nelle file dell’Isis.

SIGFRIDO RANUCCI incontra a Londra George Smiley, nome di copertura di un importante trafficante di armi, italiano che vive tra Londra, Dubai e Malta. Ha condotto trattative riservate in Africa e Medio Oriente. Per questo è in contatto con
i servizi segreti di vari paesi. Dice: ‘Tutti i paesi occidentali fanno i conti con i rifugiati che scappano dalle guerre, ma nessuno si preoccupa di bloccare il traffico di armi verso Africa
C’è il mondo delle trattative per la vendita di aerei, navi, elicotteri, e avvengono tra aziende e stati. Le posso garantire però che non c‟è vendita senza il pagamento di tangenti. Poi c‟è il mondo sotterraneo. È il mercato che alimenta le guerriglie e
destabilizza i paesi: quello di kalashnikov, bombe e lanciarazzi. Chi traffica in armi fa anche compravendita di petrolio. È con il petrolio che si pagano armi, tangenti, commissioni. Poi ci sono tutte le armi dell’esercito di Saddam da riciclare, i grandi
venditori di armi in questi posti sono Cina e Sud Africa. Poi ci sono anche le nostre di armi. Guardi queste sono le foto satellitari dell’aeroporto Murtala a Lagos in Nigeria.
Vede questi container? Sa cosa ci sono dentro? Missili antinave costruiti in Italia. Sono là da decenni, abbandonati. Per venderli sono volate tangenti che in parte sono anche finite in tasche italiane. Chi arma l’Isis? Il Qatar. Conosciamo anche quali famiglie lo fanno. Poi molte armi sono arrivate anche attraverso la Turchia. Nel nostro ambiente si sa perfettamente che l’Isis è una creatura dell’occidente. Anch’io ho incontrato esponenti dell’Isis. È stato armato in funzione anti Iran per alimentare il conflitto storico tra i musulmani. Ma poi ci è scappato di mano. E ora per bilanciare abbiamo riabilitato l‟Iran. L‟Italia ha armato l’Isis a sua insaputa, armando la Siria di Assad e addestrando le sue milizie che poi sono passate all’Isis.Lo scorso febbraio, poi i militari sotto la guida dei nostri servizi hanno addestrato nello Yemen, un centinaio di combattenti arabi da utilizzare contro l’Isis. Finito l’addestramento, nel giro di 36 ore, i combattenti si sono dileguati e si sono arruolati nelle milizie dell’Isis.

LA FRANCIA VENDE ARMI PER 15 MILIARDI, batte il suo record

La ridente cittadina di Saint-Cloud si trova soltanto a dieci km dalla Cattedrale di Nôtre-Dame. In questo piccolo ricco borgo a ridosso della città di Parigi hanno vissuto principi, re di Francia e Napoleone ci fece persino il colpo di stato del 18 Brumaio. La cittadina è conosciuta anche per essere tradizionalmente schierata a destra. Non a caso qui vive la dinastia Le Pen che ha lasciato la sua impronta in tutto il tessuto urbano. A Saint-Cloud sorge anche la sede centrale di Dassault Aviation, fiore all’occhiello dell’industria bellica francese, che produce i caccia Mirage 2000 e i caccia Rafale che proprio in queste ore bombardano intensamente Raqqa in Siria ed altri obbiettivi legati all’attività di Daesh. Questi apparecchi vanno a ruba nel Medio Oriente in fiamme, soprattutto in quei paesi come Qatar, Arabia Saudita, Egitto, paesi in prima linea nella guerra globale provocata dal Daesh.
La Francia ferita dagli attentati, la Francia in guerra ma la Francia che batte record su record nell’esportazione di armi nel mondo. Inutile nascondersi dietro a un dito. Secondo le cifre pubblicate nel rapporto parlamentare sulle esportazioni di armi della Francia, nel 2014 Dassault Aviation ha totalizzato 8,21 miliardi di euro di guadagni, miglior risultato degli ultimi 20 anni, anche migliore dei risultati del 2009 (8,16 miliardi) e del 1998 (8,18 miliardi). Le cose nel 2015, dopo quindi gli attentati di Charlie Hebdo, sono migliorate a dismisura per l’industria degli armamenti francese.
Per Laurent Collet-Billon, delegato generale sugli armamenti presso la Commissione Difesa francese, l’anno 2015 sarà addirittura un anno record per le esportazioni di armi francesi. La sua analisi è sopraggiunta prima degli attacchi di Parigi e diversi specialisti sono concordi nell’affermare, non senza un certo imbarazzo, che con l’attentato e la nuova coalizione internazionale in chiave anti-Daesh gli affari della Francia nel settore degli armamenti andranno ancora più a gonfie vele. Del resto il Paese è da poco riuscito a firmare un contratto con l’Egitto per la vendita di 24 caccia Rafale con armamenti associati per una cifra complessiva di 5,2 miliardi di euro e di fregate multimissione (FREMM) che hanno totalizzato 1 miliardo di euro. Fine agosto 2015: la Francia ha già totalizzato 8,5 miliardi di euro di guadagni nel settore degli armamenti. In seguito, nel mese di ottobre, è arrivato il contratto firmato con il Qatar per altri 24 caccia, oggi non ancora in vigore, un contratto valutato a 6,3 miliardi di euro, di cui solo 2 miliardi per armamenti associati ai caccia.
Del resto, mentre la preparazione e la logistica degli attacchi al Bataclan erano oramai a buon punto, Jaber Al-Moubarak Al-Ahmad Al-Sabah, primo ministro del Kuwait, calcava le strade di Parigi per firmare un triplice contratto per esercito, aeronautica, marina: un totale di 2,5 miliardi di euro. Nel contratto c’è anche un’opzione per l’acquisizione di 24 elicotteri ad armamenti pesanti Caracal ed altri 6 che dovrebbero totalizzare 1 miliardo di euro di guadagni.

Questi elicotteri prodotti da Airbus Helicopters, filiale d’Airbus Group, concepiti per missioni di salvataggio durante i combattimenti e trasporto di truppe sulla lunga distanza, sono dotati di un sistema di blindaggio automatico, di autoprotezione e detenzione radar dei missili. L’esercito francese ne possiede solo 19 ma ne vende ben 24 al Qatar che ha deciso di acquistarli dopo l’attacco di Daesh ad una moschea sciita nella capitale, attacco che ha provocato 26 morti. All’Arabia Saudita invece la Francia ha venduto altri dispositivi militari per un totale di 600 milioni di euro di guadagni. Insomma le cifre parlano chiaro e sono state anche annunciate dal ministro delle difesa in persona, Jean-Yves Le Drian, ora sul fronte nella guerra contro Daesh, nel corso di un’intervista a Journal du Dimanche: la vendita di armi nel 2015 ha già totalizzato 15 miliardi di euro.
Ma perché queste esportazioni sono così importanti per la Francia? Uno studio d’impatto realizzato nel 2014 sulle esportazioni di armi ha evidenziato che, così, si è riusciti a ridurre il deficit di budget francese del 5-8% grazie alla creazione/preservazione di circa 27.000 impieghi nel settore armamenti. Dunque la vendita di armi è diventata una priorità politica nazionale. La Francia che afferma di non poter rispettare il plafond di bilancio a cause delle prossime spese militari legate all’imminente guerra tiene sicuramente anche in conto della probabile impennata nella vendita di armi francesi dopo il lancio della crociata contro Daesh. Ma la UE che chiude un occhio, anzi due, su questi obbiettivi ( forse comprensibilmente) l’avrà tenuto in conto ?

AIUTI DI STATO SOLO ALLE GRANDE AZIENDE BELLICHE

La legge di Stabilità parla di aiuti alle piccole e medie imprese. Ma dove? Il 73% (2,7 miliardi) finisce all’industria bellica. I 3/4 del budget vanno a Finmeccanica e ai costruttori di armamenti. In tutto 112 società con 50mila occupati, quando le Pmi contano 134mila ditte e 3,9 milioni di lavoratori. Per il 2016 il Ministero per lo Sviluppo Economico ha un budget totale di 4,3 miliardi, di cui 3,7 miliardi destinati alla competitività e allo sviluppo delle imprese: di questi, 2,7 vanno a Finmeccanica, Fincantieri, Iveco-OtoMelara e altre aziende dell’industria bellica. Anche se il comparto si compone di 112 aziende, 50mila occupati e 13,3 miliardi di fatturato, a fronte delle Pmi, che contano (al netto di quelle con meno di 10 dipendenti) 134 mila aziende con 3,9 milioni di occupati e 838 miliardi di fatturato
Cosa direbbero i cittadini italiani, gli imprenditori in difficoltà, i disoccupati, se scoprissero che ogni anno i 3/4 dei fondi pubblici destinati al rilancio economico del Paese sono spesi per costruire carri armati, aerei e navi da guerra destinati alle nostre forze armate? E che per i prossimi anni, sempre a favore della produzione di armamenti, sono stati decisi rifinanziamenti per 3,2 miliardi di euro, a fronte di meno di 2 miliardi destinati al dissesto idrogeologico e 1,7 miliardi all’edilizia sanitaria? Per quanto incredibile, così stanno le cose.
La legge di Stabilità 2016 segue uno schema che si ripete ormai da una decina d’anni, destina infatti 2,7 miliardi di euro al finanziamento di programmi d’armamento della Difesa, vale a dire il 73% dei complessivi 3,7 miliardi di stanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno della competitività e dello sviluppo delle imprese. Il rimanente miliardo è destinato in gran parte al fondo incentivi per le imprese (772 milioni al Fondo di Garanzia per le Pmi, prezioso strumento di agevolazione dell’accesso al credito per le imprese).
L’enorme stanziamento per il comparto difesa rappresenta da solo i 2/3 dell’intero bilancio del Mise (4,3 miliardi) che sono il 99,7% degli stanziamenti per la politica industriale e le piccole e medie imprese, a cui vanno solo 7 milioni.
‘In questo momento più che mai le spese per la difesa nazionale rappresentano una priorità – dice Alberto Baban, presidente della Piccola Industria.
Lo squilibrio pro-Difesa non riguarda solo il bilancio del Ministero dello Sviluppo Economico, ma più in generale l’intera politica governativa di investimenti pubblici. Sono stati decisi nuovi stanziamenti per 3,2 miliardi sul settore della Difesa a fronte di meno di 2 miliardi destinati al dissesto idrogeologico e 1,7 miliardi all’edilizia sanitaria.

IL CALIFFO SE LA RIDE
Marco Travaglio

Dicono che c’è una formidabile coalizione anti-Isis. Ma un caccia della Russia, che ne fa parte, viola lo spazio aereo della Turchia, che ne fa parte, la quale a sua volta lo abbatte, costringendo i due piloti ad atterrare in territorio siriano dove – pare – vengono uccisi dalle milizie anti-Assad, sostenute a parole dall’Occidente ma bombardate en passant dalla Russia. Che annuncia vendetta contro la Turchia. Mirabile prova di compattezza della coalizione anti-Isis. Il Califfo, intanto, se la ride.
Dicono che la guerra all’Isis si vince bombardando lo Stato islamico dall’alto, ma i bombardamenti dall’alto gettano altra benzina sulla rabbia delle popolazioni facendo soprattutto vittime civili, come quello americano a Kunduz in Afghanistan, che ha centrato in pieno un ospedale di Medici senza frontiere, assassinando almeno 20 fra pazienti e personale medico. Il Califfo, intanto, se la ride.
Dicono che l’Isis si finanzia vendendo petrolio al mercato nero (anche alla Siria di Assad, che dicono essere un alleato irrinunciabile della coalizione contro l’Isis), ma mai che un caccia della coalizione anti-Isis bombardi un pozzo petrolifero dell’Isis, nemmeno per sbaglio. Il Califfo, intanto, se la ride.
Dicono che l’Arabia Saudita è impegnatissima con la coalizione a combattere l’Isis, ma l’Arabia Saudita finanzia da sempre il jihadismo–figlio della teologia wahabita nata in Arabia Saudita – e finora ha decapitato più persone di quante ne abbia decollate l’Isis, e come questa perseguita sciiti e atei, oltre a distruggere siti archeologici di grande valore culturale e religioso vicino a Mecca e Medina, e a bombardare da 7 mesi lo Yemen con le armi gentilmente fornite dall’Occidente. Il Califfo, intanto, se la ride.
Dicono che aveva ragione Oriana Fallaci e che chi dissentiva da lei le deve le scuse postume, ma la Fallaci dopo l’11 settembre suggerì all’Occidente di fare esattamente ciò che ha fatto: invadere l’Afghanistan e l’Iraq, col risultato che fino al 2001 i morti per terrorismo nel mondo erano ogni anno meno di 3 mila e nel 2014 erano triplicati a 32 mila, dieci volte i caduti nelle Torri gemelle (senza contare le decine di migliaia di vittime della guerra civile siriana, fonte Gti: Global terrorism index). Pochi comprendono che il jihadismo vuole eliminare la zona grigia, quella della stragrande maggioranza moderata o agnostica degli islamici, con una chiamata alle armi “o con noi o con l’Occidente”. Il Califfo, intanto, se la ride.
Dicono che è una guerra di religione perché l’Islam radicale ha dichiarato guerra alle religioni non islamiche d’Occidente, dunque tutti i musulmani devono prendere le distanze dall’Isis, anzi dal terrorismo, anzi dal radicalismo, anzi possibilmente dall’Islam per dimostrarsi veramente “moderati”. Ma il maggiore Stato islamico, l’Indonesia (200 mila musulmani) è del tutto estraneo al conflitto. La guerra riguarda solo l’Islam arabo (320 milioni di islamici su un miliardo e mezzo), e soprattutto vede schierata una parte di islamici arabi (jihadisti sunniti) contro tutti gli altri (sciiti, yazidi, sunniti non jihadisti ecc). Infatti le vittime del terrorismo islamista sono quasi tutte di religione islamica (24.517 su 32 mila) e gli attentati colpiscono prevalentemente paesi a maggioranza musulmana. Nel solo 2014 sono morte ammazzate 9929 persone in Iraq, 7512 in Nigeria, 4505 in Afghanistan, 1760 in Pakistan, 1698 in Siria, 654 nello Yemen, 429 in Libia. I paesi occidentali (Europa e America del Nord) sono buoni ultimi con il 2,6% delle vittime. Nel 2015 i morti islamici per mano dei terroristi islamisti sono 23 mila, contro i 148 europei (Parigi,Copenaghen e di nuovo Parigi), i 224 russi (sull’aereo in volo sul Sinai) e i 59 trucidati in Tunisia fra il museo del Bardo e la spiaggia di Sousse. Pochi capiscono che il terrorismo jihadista – da al Qaeda all’Isis – usa il pretesto della religione per perseguire strategie e obiettivi politici. Il Califfo, intanto, se la ride.
Dicono che le stragi di Parigi sono il punto di non ritorno, ma a Parigi sono morte molte meno persone che nel mercato di Beirut o sull’aereo russo nel Sinai, due attentati che non hanno destato la stessa reazione in Occidente. Delle vittime di Parigi conosciamo tutto, volti, storie, parenti, funerali, mentre delle 44 vittime di Beirut –anche lì bambini, studentesse, padri di famiglia – non sappiamo nulla: eppure sono morte ammazzate solo il giorno prima di quelle di Parigi, uccise da kamikaze armati nello stesso identico modo di quelli di Parigi.

INTANTO MANCANO SOLDI PER LA DIFESA INTERNA

Polizia: ‘Lavoriamo in condizioni disastrose’. Coisp denuncia: ‘Siamo sotto i livelli standard d’organico e mezzi, sia alla polizia di frontiera che nella Digos’. Abbiamo 45.000 uomini in meno, dice il COCER. Le divise ce le dobbiamo comperare. I proiettili sono scaduti. I giubbotti antiproiettili sono da rinnovare. Le auto sono ferme o senza benzina. ‘Possiamo contrastare in queste condizioni un terrorismo armato da petrodollaro infiniti?’
Ora Renzi promette un miliardo per la sicurezza e un miliardo per la cultura. Ma quante sono le promesse che ha fatto e che non ha mantenuto?

RENZI PROMETTE 500 EURO A CHI COMPIE 18 ANNI NEL 2016

Alessandro
Forse gli italiani, che spesso hanno la memoria corta, si stupefanno dei tweet, si nutrono di annunci e slogan di Renzi, abbagliati dagli 80 euro e si stanno disabituando a pensare.
A proposito degli 80 euro, portati nei talk show dai parlamentari Pd come il massimo regalo fatto agli italiani da Renzi, dimenticano di dire che quegli 80 euro usati da Renzi per pagarsi la campagna elettorale alle europee hanno fatto aumentare le tasse!
Infatti con gli 80 euro dati a maggio 2014 Renzi ha tagliato ai Comuni 6.9 miliardi di euro.
Per dare 80 euro alle neo mamme ha tagliato altri 4 miliardi di euro alle Regioni. Un totale di 11 miliardi di euro. I Comuni e le Regioni, per compensare i tagli, hanno aumentato le tasse e tagliato i servizi.
Gli italiani hanno pagato più tributi regionali e comunali e hanno avuto meno servizi pubblici essenziali: treni regionali, trasporti, ticket, servizi sanitari a pagamento, asili, mense scolastiche, servizi agli anziani, agli handicappati. Gli stessi percettori hanno restituito gli 80 euro… con gli interessi. Inoltre, il governo Renzi per compensare gli 11 miliardi di euro, con la manovra finanziaria di dicembre, ha aumentato le tasse di 11 miliardi, cioè un terzo della manovra finanziaria di oltre 30 miliardi.
Gli 80 euro gli italiani li hanno pagati tre volte: con i maggiori tributi comunali, con i maggiori tributi regionali, con i tagli sui servizi pubblici comunali e regionali… e con le tasse dello Stato!

Mezzo miliardo andrà alla Difesa, afferma Renzi, ‘con investimenti efficaci finalizzati a dare una risposta immediata alle esigenze strategiche, non a quelle quotidiane e organizzative. Siamo orgogliosi dei nostri militari non faremo mai mancare il nostro sostegno’. In particolare ’150 milioni di euro sulla cybersecurity e 50 milioni di euro per migliorare la strumentazione delle forze dell’ordine a fronte di chiarezza e riorganizzazione’. In più è prevista ‘l’estensione del bonus degli 80 euro’ per tutti i dipendenti delle forze dell’ordine, ‘a chi sta sulla strada’. ‘C’è troppa gente nei palazzi romani, bisogna aumentare la presenza in strada’ rileva il presidente del Consiglio. A fronte di nuovi fondi, sarà anche completata entro l’anno ‘la riorganizzazione con il passaggio da 5 a 4 delle forze dell’ordine’, con l’accorpamento della Forestale alla polizia.
Ma ‘la risposta dell’Italia non può essere solo securitaria’ secondo Renzi. Mezzo miliardo andrà ‘alle città metropolitane per un intervento sulle periferie di riabilitazione e, come direbbe Renzo Piano, rammendo. I progetti dovranno essere presentati entro il 31 dicembre e spesi nell’anno solare 2017″. Anche perché ‘qualcuno sta cercando di equiparare gli immigrati ai terroristi. Ma ci sono verità inoppugnabili, e chi vuole farci credere che il nemico venga solo da fuori, nascondendo che è cresciuto nelle nostre periferie, che basti chiudere le frontiere’ per respingerlo, ‘sa che sta dando vita a una mediocre illusione’. Una carta bonus da 500 euro, simile a quella già prevista per i professori, sarà prevista per ‘550mila italiani che compiono 18 anni e che potranno investire in attività culturali’. Altri ’150 milioni di euro’ serviranno a ‘donare a tutti i cittadini che lo vorranno la possibilità di dedicare il 2 per mille a un’associazione culturale. Ciò che è possibile per i partiti, sarà possibile anche per le realtà della cultura’. Cinquanta milioni, poi, saranno stanziati per il diritto allo studio: ‘Chi è meritevole non può essere bloccato da reddito’.

Quante di queste mirabolanti promesse andranno in porto? I precedenti mostrano che Renzi ha la promessa facile ma la mano corta

Frei
La bellezza ci salverà. Per ogni arma un canestro per le strade. Dobbiamo ricordarci che siamo l’Italia. Un grande investimento per i giovani e per il futuro del paese. Poetico, commovente, positivo, breve, da bacio Perugina. Solo che se scarti, niente cioccolato e nemmeno nocciola. Rimane solo la carta stagnola argentata, luccicante, non masticabile e indigeribile.
E anche domani Job Act, sotto occupazione, disoccupazione giovanile, taglio a salari, stipendi, diritti, riforma della costituzione, riforma Fornero, abolizione dell’art. 18, salvataggio delle banche, mancata lotta a evasione e corruzione, alleanze variabili con personaggi impossibili, Salva Italia, tour d’affari e tutto il corollario di bellezza e cultura che fanno grande ed unica – soprattutto davvero unica e speciale – l’Italia.

Cobra89
La cosa patetica poi è che i renziani, ormai senza più nessun senso del ridicolo, hanno anche il coraggio di dire che con queste elemosine pre elettorali ‘il governo dà’.
Rinnovo dei contratti ancora bloccato; tagli sugli esami sanitari; riduzione degli ammortizzatori sociali… poi ‘il governo dà’ perché spunta fuori il solito bonus una tantum poco prima delle elezioni solo per comprarsi i voti. Ridicoli!
Ma nel 2016 Renzi non aveva già annunciato di ridurre l’IRES?
Quindi siamo a 1 miliardo per la sicurezza, 1 miliardo per la cultura, la riduzione dell’IRES… Senza scordare quei 95 miliardi per il Sud annunciati entro il 2013.
Ovviamente senza sforare il pareggio di bilancio e rispettando le clausole di salvaguardia.
Quello che farnetica questo populista da 2 soldi (sempre senza niente di scritto) non sta matematicamente in piedi.
Dopo aver tagliato esami sanitari per prevenzione per ridurre gli sprechi; aver preso in giro i dipendenti del pubblico impiego con un rinnovo contrattuale barzelletta di 16 centesimi; aver tagliato sulla sicurezza in tutti gli anni precedenti.
Adesso che si avvicinano le amministrative tornano di moda le elemosine pre elettorali nella speranza di comprarsi i voti.
Una politica semplicemente squallida. Per altro tutti questi annunci sui più soldi qui più soldi là sono tutti senza coperture.
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Son Mi
Renzi continua con le sue bugie vergognose. Uno sciacallo che prima va a stringere accordi con l’Arabia Saudita che finanzia i terroristi e poi va al funerale della ragazza italiana uccisa. VERGOGNA!

E NOI DIAMO ARMI AI CURDI
Alessandro
Sembra che Renzi a parole faccia il moderato pacifista ma con i fatti il guerrafondaio.
Armi ai curdi, l’arsenale doveva essere distrutto. Non rispettato ordine dei giudici.
2000 tonnellate di materiale bellico. 133 container. Ecco il carico di armi che il governo Renzi si prepara a spedire alla resistenza curda, per cercare di fermare l’avanzata Isis nel nord dell’Iraq. Armi che lo stato italiano ha tenuto custodite nell’arsenale della Maddalena in Sardegna per 20 anni, dopo il sequestro del carico a un gruppo di trafficanti russi e ucraini. Arsenale che in teoria non doveva esistere più. Mantenuto in piena efficienza dalla Marina Militare italiana, nonostante un ordine di distruzione della magistratura del 2006, mai rispettato. La Nuova Sardegna raccontò dell’invio curato dalla Marina Militare e dai servizi di sicurezza italiani di una parte di quell’arsenale alla resistenza libica, in violazione dell’embargo stabilito dall’Onu, La procura di Tempio Pausania ipotizzò una violazione delle norme internazionali che vietavano di fornire armamenti alle fazioni in guerra. Sforzo inutile, l’indagine fu bloccata dal segreto di Stato.

Alessandro
Renzi predica bene, ma razzola male.
– Il 18 nov 2015 dall’aeroporto civile di Cagliari è partito un nuovo carico di morte. Migliaia di bombe caricate su un cargo per l’Arabia Saudita’ destinate alla sanguinosa guerra in Yemen, lungi dal fermarsi dopo le ultime polemiche, continua a ritmi sempre più serrati nel silenzio del governo Renzi.
– L’ultimo carico di ordigni fabbricati dalla RWM Italia S.p.a. di Domusnovas, nel Sulcis, era decollato sempre da Cagliari lo scorso 29 ottobre alla volta della base militare delle forze armate saudite a Taif. Nei mesi precedenti, ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia, come le bombe MK84 e Blu109, erano stati ritrovati in diverse città dello Yemen colpite dalla coalizione saudita.
Il governo Renzi, nella manovra finanziaria 2015 per l’anno 2016, ha tagliato 416 milioni di euro alle forze dell’ordine.
Anche dalla manovra finanziaria 2014, per l’anno 2015, tagli per 6,1 miliardi alle amministrazioni dello Stato, tra cui la Polizia.
Renzi, prima toglie poi rimette meno di quanto toglie… sembrano gli aerei di Mussolini.
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Cobra89
Ultima notiziola consolante: riduzione IRES già rimandata al 2017 :-)
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Truciolo
Le promesse di Renzi non stanno in piedi, sta giocando a risiko con le casse pubbliche con la complicità di Padoan: sposta soldi a destra e manca manco fosse un giocoliere.. nel frattempo gradualmente i servizi si fermano ed aumenta il disagio…
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Nick09
Quante chiacchiere! La realtà purtroppo è diversa e molto molto triste:
1-ci sono in Italia oltre 10 milioni di poveri che si trovano in una situazione di grandissima difficoltà. (persone che rovistano nei cassonetti, che si rivolgono al banco alimentare, alle mense dei poveri, che dormono in ricoveri di fortuna, in automobile ecc.)
2-la disoccupazione supera ancora il 10% mentre quella giovanile si mantiene oltre il 40%.
3-l’imposizione fiscale, quella ovviamente dichiarata dalle Istituzioni, è pesantissima: oltre il 42-43%.
4-la Sanità è oggetto di pesanti tagli che ammontano, solo per il 2015, a 12 milioni di Euro che vuol dire: meno letti di ospedale, assistenza, cure, esami, medicine, ricoveri, ecc.
http://www.quotidianosanita.it…
Chi ne è colpita di più è purtroppo la classe meno abbiente, la più debole e indifesa che meriterebbe una maggiore sensibilità e attenzione come per esempio un intervento legislativo volto all’approvazione del Reddito minimo garantito, proposto dal Prof. Tito Boeri o del Reddito di cittadinanza, promosso dal M5S.

Peppino255
Manovra in deficit… deficit che pagheremo noi, ovviamente… Chissà come farà a rimpiazzare i circa sei milioni di proiettili calibro 90 DIFETTOSI che sono in dotazione alle forze di polizia e che sono più pericolosi per gli agenti che per i malviventi ? E per i corpetti anti-proiettile scaduti? E per le auto ferme da anni in attesa di essere riparate?… Proponiamo di dare alle forze dell’ordine le inutili auto blu dei parlamentari mafiosi… Che ne dite ?
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Giulietto Chiesa commenta l’abbattimento del caccia russo da parte della Turchia

LE GRANDISSIME BALLE DI RENZI

Nel settembre 2014 Renzi prometteva ’la buona scuola’, dicendo che alla scuola servivano grossi investimenti e DIVERSI cambiamenti. La Buona Scuola. Sembrava fosse il punto a cui Renzi teneva di più. “La scuola il principio di tutto, Non deve essere l’ultima ruota del carro”. E infatti… Dopo appena un mese si era rimangiato tutto. I 150.000 insegnanti da assumere diventavano 50.000. Gli sbandierati aumenti di stipendio si riducevano a 7 € al mese (Il contratto è bloccato da 7 anni!). La promessa di 500 € di ‘Bonus formazione’ per tutti i docenti, anche i neoassunti si è ridotta a bonus utilizzabili solo per spese specifiche. E i 200 milioni per il premio di merito andranno a pochi e solo per 10 euro. Insomma molto fumo e poco arrosto. Intanto i precari non sono pagati da settembre,
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A Genova Renzi aveva promesso un miliardo e mezzo per la messa in sicurezza del territorio. Non si è visto un centesimo.
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Pensioni, Renzi si rimangia promessa sulla flessibilità: ‘Non abbiamo trovato soluzione per metterla in legge Stabilità. I sindacati: ‘Errore gravissimo, si continuano a penalizzare i lavoratori over 62 e i giovani che vedono ancora bloccato il turn over nel mercato del lavoro’. Poi però Renzi regala 500 euro ai diciottenni!?
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Renzi non ha mantenuto la promessa di sulle coppie di fatto, il premier aveva assicurato che entro settembre ci sarebbe stato un disegno di legge. Ma anche qui niente.
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Lo Stato doveva pagare 57 miliardi ai propri creditori. Renzi ha promesso di farlo entro il 21 settembre 2014, ha pagato 32,5 miliardi, Delle risorse stanziate solo 9 miliardi sono state destinate dall’attuale governo, il resto è eredità dei governi Monti e Letta.
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Ha promesso che avrebbe ridotto le tasse ma il documento di economia e finanza ha detto che nel 2015 la pressione fiscale è stata più alta.
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Ha promesso che avrebbe messo nella legge di bilancio dei costi standard per la sanità per evitare lo scandalo di costi fortemente diversi tra regione e regione ma non l’ha fatto.
E’ tornato ai tagli lineari che penalizzano le regioni più virtuose.
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Nel novembre 2012 alla domanda se le grandi opere fossero prioritarie, aveva risposto di ‘NO, per 3 motivi. Uno perché le grandi opere creano meno occupazione che le piccole opere. Due perché è dimostrato che le piccole opere che riducono la congestione del traffico hanno il miglior rapporto benefici/costi. Tre perché il ritorno economico è nettamente migliore per le opere più piccole Poi ha fatto esattamente il contrario: ha varato ‘lo sblocca Italia’, un decreto legge che riguarda solo grandi opere pubbliche, tralasciando le piccole. Ha consentito di trivellare il Paese, per cui avremo più cemento e appalti assegnati in via diretta, poteri infiniti dei Commissari sulle bonifiche, rischio idrogeologico, oltre a ulteriori scandali legati ad infiltrazioni mafiose.
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Nel febbraio 2014 diceva: ‘In 5 anni il Pil ha perso 9 punti, la disoccupazione è raddoppiata al 12,6% e quella giovanile al 41,6%. Non sono numeri da crisi ma numeri da tracollo’. Prevedeva una crescita del Pil del 0,8. Subito sbugiardato dai dati Ocse per cui il Pil italiano scendeva dello 0,4%. Durante il suo mandato la disoccupazione in Italia è cresciuta arrivando a livelli storici, quella generale al 13,4% e quella giovanile al 43,9%.
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Renzi il ‘risparmiatore’ dichiarava che con l’abolizione delle province si risparmia! Peccato però che a conti fatti si è trattato solo di fuffa. Nessuna abolizione delle province è stata fatta, bensì un semplice riordino che addirittura ha creato ben 13 città metropolitane e quindi, anziché far risparmiare l’indennità delle 3000 persone a cui faceva riferimento ha esteso l’indennità a ben altri 26.000 nuovi Consiglieri comunali e ad altri 5.000 nuovi Assessori. Una vera abolizione delle province, invece, avrebbe portato un risparmio di 17 miliardi di euro per l’Italia. Invece ci ha solo rubato il diritto elettorale sui Presidenti di Province e le Province sono rimaste.
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I costi del Senato andavano ridotti. Nel gennaio 2014 dichiarava: ‘1 miliardo in meno all’anno’. Ma purtroppo, dopo il parere chiesto dal M5S alla ragioneria dello Stato, è venuto fuori che il risparmio totale della riforma di Renzi è di 49 milioni all’anno e non di 1 miliardo. Non solo. Secondo Renzi il Senato sarebbe il colpevole dei ritardi delle riforme. Ma così non è. La colpa è del governo. Una volta che le riforme vengono fatte, sono i governi a dover dare attuazione. Se monitoriamo i ritardi burocratici che frenano l’operatività delle misure approvate dai governi Monti, Letta e Renzi vediamo come mancano ben 511 decreti attuativi. Per cui altra falsità detta dal Premier. Intanto però Renzi con questo trucca ha rubato agli elettori il diritto di eleggere i senatori, con un’altra riduzione di democrazia.
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Lotta alle mafie e alla corruzione. Il 2 marzo 2014 scriveva a Saviano di una riforma organica per dare strumenti più incisivi alla lotta contro le mafie. Il 24 dicembre dell’anno scorso affermava: ‘sanzioni inasprite per chi evade’. Ma leggi non se ne sono viste. Anzi per i grandi evasori è arrivato il 24 dicembre il regalino che si può evadere senza colpa fino al 3% del fatturato. Per il falso in bilancio ha reintrodotto le stesse soglie di non punibilità volute da Berlusconi, consentendo di falsificare i bilanci e creare soldi in nero. Soldi che potranno essere riciclati, senza che ciò che sia reato, in acquisti per uso personale. Ha modificato in peggio le prescrizioni. Ha depotenziato il reato di scambio politico mafioso. Risultato: quelli che venivano prima condannati con la vecchia legge, ora con quella nuova sono assolti.
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Riforma della giustizia: l’obiettivo era quello di rendere i processi più rapidi e di ridurne il numero. Cosa ha fatto? Ha ridotto le ferie ai magistrati da 45 a 30 giorni. Ma siccome la legge è fatta amale, le ferie resteranno le stesse perché non ha abrogato la legge precedente.
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Legge elettorale: ‘Va condivisa’ diceva Renzi per il bene del Paese. E l’ha condivisa col condannato Berlusconi, che ha peggiorato addirittura l’incostituzionale Porcellum lasciando tutti i motivi di incostituzionalità. “Nonostante i gufi, la approveremo entro settembre”. Ma la riforma è ancora in attesa. L’Italicum è incostituzionale come il Porcellum. Consentirà ai Partiti di ‘nominare’ quasi tutti i parlamentari, viola il diritto elettorale delle preferenze, prevede un premio di maggioranza abnorme che rischia di deformare gli equilibri istituzionali della nostra repubblica, con poteri accentrati in un unico soggetto, il Presidente del Consiglio. Un vero e proprio disegno da parte di Renzi per garantirsi un lungo futuro politico.
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80 euro: è l’unica promessa che Renzi ha mantenuto, studiata mediaticamente per ottenere consensi alle ultime elezioni europee. Ma gli 80 euro dovevano andare anche ai pensionati, alle partite iva ed agli incapienti. Mai successo. Anzi è arrivata la beffa. Resta intatto il divario tra le pensioni minime e quelle d’oro. Mentre per le partite iva, Renzi ha previsto una triplicazione delle aliquote fiscali. E gli 80 euro alle neomamme? Mai visti!
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Riduzione delle tasse: mai fatta. E’ lo stesso governo nel Def del 2014 prevede per il 2015 un aumento delle tasse dello 0,1 % . Ha ridotto qualche tassa a livello nazionale ma tagliando i fondi agli enti locali che a loro volta hanno dovuto aumentare le loro tasse. Così, il Governo ha inserito nella legge di stabilità del 2015 le clausole di salvaguardia che garantiranno alle casse dello Stato per il 2016 un gettito di 12,8 miliardi, per il 2017 un gettito di 18,5 miliardi e per il 2018 un gettito di 20,5 miliardi. E’ una riduzione delle tasse questa?

Unioni civili: a ottobre Renzi diceva che la legge era pronta. Ma ancora non si è vista.
Sembra sia bloccata da Alfano e Giovanardi. Alfano e Giovanardi????

Spending review, cioè piano di risparmi sulle spese del carrozzone statale. Prometteva tagli per 16 miliardi. Cottarelli aveva fatto un buon piano di risparmi pubblici. Dove è finito? Si sono continuati a fare i pessimi tagli lineari di Monti. Renzi ha tolto 4 miliardi alle Regioni, 2,2 agli enti locali, e ai Ministeri solo 1 miliardo. Nel frattempo è riuscito a mantenere intatti gli enti pubblici inutili, poltrone e privilegi per pochi.

Auto Blu: Ad aprile dell’anno scorso, diceva: ‘ogni Ministero potrà avere al massimo 5 auto blu, così sottosegretari e i dirigenti andranno a piedi, in taxi o in autobus…la riduzione di auto blu più significativa della storia’. Dunque i ministeri dovrebbero avere un totale di 93 auto, ne hanno ben 1.153, tutte pagate dai cittadini. Non solo. Se facciamo un calcolo complessivo delle auto pagate dallo Stato ci ritroviamo ad averne, dopo un ulteriore acquisto di 1.276, un totale di 53.830

Cobra89
Il fallimento del governo Renzi è evidente:
– le tasse in Italia pesano sulle imprese per il 64,8%, a fronte di una media europea del 40,6%.
– i disoccupati inattivi in Italia sono il 35,8%, oltre il doppio della media europea del 16%.
– l’Italia resta il solo Paese europeo assieme alla Grecia dove il reddito minimo ancora non esiste.
– non è stato tagliato un euro ai privilegi della politica.
– la Spendig Review è stata la metà di quanto annunciato.
– Non sono state mantenute le sentenza della Consulta su pensioni e rinnovo dei contratti.
– il PD è diventato il terreno di riciclo di tutta le peggiore vecchia politica dagli Alfano ai Verdini… alla faccia del rinnovamento.
Per questo è ora che tale Bugiardo Seriale non eletto e bramoso di potere venga mandato a casa. Le elemosine pre elettorali non cancellano il suo fallimento.

Viviana
(E i politici venduti alla finanza come Renzi torchiano il cittadino rimbambendolo con false promesse, riducono la sua sovranità e fanno solo gli interessi della finanza. Del resto sono stati messi lì per quello, come dei servetti diligenti, e la cosa è diventata mostruosa da Monti-Letta a Renzi, col valido aiuto di Napolitano che ha impedito le elezioni e ha diretto la sequela di governi venduti al capitalismo più becero e arrogante, riducendo la democrazia secondo gli ordini della Goldman Sachs, la maggiore banca americana, che aveva decretato che in Italia c’era troppa democrazia. Non per niente Kissinger oggi benedice Napolitano dicendo che: ‘Ha salvato la democrazia in Italia’. Non ha salvato la democrazia, ha salvato la Finanza, ma si capisce che per Kissinger è esattamente la stessa cosa. Un cittadino onesto, informato e in buona fede non può accettare tutto questo. E i Dem sono colpevoli di questa occupazione che la Finanza ha fatto della nostra democrazia.

IL GOVERNO SALVA 4 BANCHE IN CRISI CON 3,6 MILIARDI

Il governo ha approvato il cosiddetto decreto ‘salva-banche’: 3,6 miliardi di euro messi a disposizione da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi, per salvare quattro istituti del centro Italia, Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio (quella del papà del ministro Boschi), Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara. Il blog ha intervistato Elio Lannutti, presidente e fondatore di Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Finanziari Postali e Assicurativi).

La bad bank, la banca cattiva, dovrebbe farsi carico di mettere in un veicolo tutte le perdite delle banche, le cosiddette sofferenze bancarie che sono circa 200 miliardi di euro frutto, da una parte della crisi economica iniziata nel 2007, e dall’altra dagli incauti affidamenti dati a amici e compari dei banchieri.
Le sofferenze bancarie negli ultimi 3 anni sono state vendute al 10%, ossia se io banca mi voglio liberare delle sofferenze, chiamo una società di recupero credito e le vendo a 10, e se recuperano di più è tutto vantaggio della società che mi ha acquistato questi crediti. Con la garanzia statale della Sace e in ultimo della Cassa depositi e prestiti che gestisce il risparmio postale, queste sofferenze balzano al 30/40% di valore. Quindi i profitti delle banche come dividendi sono privati e vanno alle fondazioni bancarie – voglio ricordare che Intesa San Paolo, Unicredit e altre banche daranno dividendi per 2,8/3 miliardi di Euro – e le perdite vengono addossate al pubblico. Questa è una vergogna. Com’è una vergogna quella del bail-in. Cos’è? Dal primo gennaio 2016 se le banche fanno il dissesto – come la banca del papà della Signora Boschi, la Popolale dell’Etruria e del Lazio, la Banca delle Marche dove si pagava un pizzo del 5% per avere il mutuo in contanti, oppure la Cari Ferrari, oppure la Cassa di Risparmio di Chieti – pagheremo noi, pagheranno gli azionisti (anche se sono stati tagliati fuori dai patti di sindacato, dalla gestione delle banche) gli obbligazionisti e i correntisti il cui deposito è superiore a 100 mila Euro. Ma per quale ragione chi dovrebbe vigilare, come la Banca d’Italia o la Banca Centrale Europea, non pagano mai il conto? Se un ladro ruba, le forze di polizia dovrebbero impedire lo scippo e la rapina e devono pagare, se fanno da palo.
In questo caso abbiamo avuto anche gli altri dissesti, come la Banca popolare di Vicenza, e dovremo pagare noi ossia gli azionisti, gli obbligazionisti e i depositanti. Queste cose non vanno bene. Bisogna impedire che l’oligarchia europea, la Troika, la Bce, quel mostro giuridico di Mario Draghi, addossino ai popoli i crac e i dissesti da loro provocati. La sovranità dovrebbe appartenere al popolo e noi abbiamo ancora un articolo, che è l’articolo che è l’Art. 47 della Costituzione, che tutela il risparmio. Non è ancora stato abrogato. Ci dobbiamo difendere e confidiamo molto nel M5S, l’unica e l’ultima speranza di un Paese divorato da corruzione e da illegalità, l’unica speranza per andare al governo con una classe dirigente di portavoce alla Camera e al Senato di gente straordinaria, umile, preparata anche a governare e pronta da fare uscire questo paese dalla corruzione e dall’illegalità, soprattutto quella delle banche e dalla Banca d’Italia.’

Alessandro Vinaccia
La notizia non ha trovato spazio nei telegiornali mentre le testate nazionali l’hanno riportata in chiave positiva, come una operazione per salvare posti di lavoro, correntisti e i detentori di obbligazioni ordinarie, a costo zero per la collettività. Ma non è così. La brillante operazione consiste nel dividere le banche in due parti: una chiamata ‘bad bank’, ma che di fatto non è una banca, in cui vengono riversati passività e crediti non più esigibili, ed una ‘good bank’ dove vanno a confluire il patrimonio immobiliare, l’operatività corrente ed in generale le voci attive.
Per Decreto è stato deciso che la ‘bad bank’ è solo degli azionisti e dei detentori di obbligazioni subordinate, mentre la vendita di tutta la parte buona andrà a ripagare (e presumibilmente generare un buon guadagno) per 3 banche, Unicredit, Intesa San Paolo e Ubi, che per 18 mesi prestano liquidità tramite un neo-costituito ‘Fondo di risoluzione Nazionale’. Hanno avuto il coraggio di dire che gli azionisti ed i detentori di obbligazioni subordinate avrebbero dovuto mettere in conto la perdita e che si tratterebbe del famoso ‘rischio d’impresa’. Ciò è inaccettabile: per es., la Banca Popolare di Etruria e Lazio è stata commissariata l’11 Febbraio 2015 poiché a seguito di verifiche da parte della Banca D’Italia è emersa una gestione che aveva procurato «gravi perdite del patrimonio» a causa dell’erogazione amicale di crediti e fidi a persone che non godevano delle dovute garanzie. Tanti soldi che non sono mai tornati indietro..

http://www.altroparlante.com/p/economia/26-espropriodistato.html

Jürgen Gremm
Renzi poco tempo fa regalava 7,5 miliardi di euro dei nostri soldi ai banchieri (non ai cittadini danneggiati) ma si vede che non era sufficiente per salvare queste banche di criminali. Ora altri dà loro 3,6 miliardi. Fanno più di 11 miliardi, sufficienti a finanziare il reddito di cittadinanza.
Spero che quando i 5stelle andranno al governo esproprieremo questi soldi ai banchieri e li restituiranno ai cittadini derubati.

Patrizia
In parole povere la cosa funziona così: la banca PRENDE il denaro dei cittadini e lo usa in operazioni rischiose nel casino della finanza. Perde tutto, lo stato fa debiti presso la BCE e dà il denaro a chi l´ha perso. Il debito aumenta e i cittadini devono pagare più tasse e diminuire i servizi sociali per pagare gli interessi. Contemporaneamente Draghi crea denaro dal nulla chiamando l´operazione ‘quantitative easing’ cosìche il denaro in mano ai cittadini PERDE valore.Ma non finisce qui. Da Gennaio 2016 chi porta denaro in banca non e´più ‘depositore’ ma ‘creditore’. Così, SE LA BANCA FALLISCE i CREDITORI perdono i soldi. E chi è creditore delle banche e dello stato? La BCE.
Che peraltro èanche creditore dei paesi emergenti. E cosa succede se il debitore fallisce?
Il creditore si rivale sui BENI del debitore. Cosìfunziona il grande furto operato dalle banche centrali: scambio di carta denominata denaro con beni REALI.
E chi è DIETRO le banche centrali? La stessa identica élite che è dietro ai grandi MONOPOLI o all’alta finanza, il capitalismo più bieco.

Clesippo
-Renzi aiuta la Boschi con una leggina che moltiplica il valore delle azioni della banca Etruria, in pieno conflitto d’interessi perché lei ne è azionista e ci lavoravano il padre e il fratello
-pochi mesi dopo altra leggina per salvare dal fallimento altre banche tra cui bancaEtruria con varie furbate per eludere gli aiuti di stato proibiti dall’UE
-Renzi spinge la Corte dei Conti ad archiviare gli scontrini fiscali delle sue spese pazze quando era sindaco di FI
Ma vi pare una cosa normale e corretta che la BCE vende denaro alle banche private con interessi dello 0,05% e la banca presta al cittadino lo stesso denaro con interessi che superano il 5% ?

DOPO TRE ANNI NON SONO STATI ANCORA ELETTI I TRE GIUDICI CHE MANCANO ALLA CONSULTA

Il metodo dei partiti, quello degli inciuci, per eleggere i tre giudici mancanti della Corte Costituzionali ha fallito. L’unico metodo possibile è quello M5S, il metodo della trasparenza per il bene dei cittadini.
Questo è il risultato delle scelte dei partiti che, invece di optare per un voto trasparente insieme al M5S, hanno optato per l’eterno inciucio allo scopo di piazzare due loro politici alla Consulta e poterne, così, controllarne l’operato. Ma gli è andata male.
Il Pd, infatti, dopo le richieste del M5S di fare pubblicamente un nome che il MoVimento potesse vagliare, a meno di 48 ore dal voto ha tirato fuori quello del professor Barbera. Costituzionalista affermato, ha militato nelle fila del Pci – Pds – Ds, deputato alla Camera dal 1976 al 1994, con tanto di incarico da ministro dei Rapporti col Parlamento.
Barbera si è espresso a favore della riforma renziana del Senato, dell’Italicum e da sempre ha sostenuto il ‘premierato forte’. Sulla sua testa pende, poi, la questione ancora aperta dell’inchiesta della procura di Bari sui concorsi pilotati all’Università. Il suo nome è finito nelle cronache dei giornali – in contemporanea alla sua nomina fra i 35 saggi di Napolitano a inizio di questa legislatura – perché contenuto nelle informative della Guardia di Finanza. Ma di questa vicenda se ne sono perse le tracce.
Poche le parole da spendere, poi, su Francesco Paolo Sisto. Attuale deputato di Forza Italia, già presidente della Commissione Affari Costituzionali, capace di sostenere con forza la legge elettorale, per poi cambiare idea quando anche Berlusconi l’ha cambiata.
Candidato dell’ultima ora è stato anche Giovanni Pitruzzella, attuale presidente dell’Antitrust nonché avvocato amministrativista e docente di diritto Costituzionale all’Università di Palermo. Da presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha adottato numerosi provvedimenti di forte impatto economico e sociale, spesso a vantaggio di grandi aziende o dei ‘poteri forti’. In suo studio legale ha assisto la Regione siciliana, sin dai primi anni novanta, sulle questione di costituzionalità in ambito regionale. Risulta che il suo studio abbia difeso in una causa civile Renato Schifani. Non ha mai svolto attività politica.
Infine il vincitore morale, il M5S. Si era detto: alti profili, personalità slegate dalla politica e dalla comprovata indipendenza. Gente come il professor Franco Modugno, scelto all’unanimità per un curriculum di altissimo livello e, soprattutto, per non essersi mai fatto acquistare dalla politica. Modugno i suoi voti li ha presi tutti, gli altri no.
E al prossimo giro, se i partiti non vogliono continuare a fare pessime figure (già bacchettati dal presidente della Repubblica Mattarella), devono passare dal M5S. O meglio, dal suo metodo: e saranno costretti, almeno una volta, a fare una cosa per il bene di tutti i cittadini.’
M5S Parlamento
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Da un articolo di Marco Travaglio

Per i tre posti in palio, i nomi che girano sono sempre talmente deprimenti che la loro bocciatura non suscita alcuno scandalo, anzi soltanto sollievo: scampato pericolo. Dopo vari tentativi andati a vuoto per promuovere a giudici costituzionali i vari Luciano Violante e Donato Bruno, ieri il trust di cervelli che circonda Renzi s’era messo d’accordo con B. per votare il seguente terzetto: Augusto Barbera (eccellente giurista, se non fosse stato beccato dalla Procura di Bari a raccomandare il figlio dell’ex garante della Privacy, Pizzetti, per un concorso universitario); Francesco Paolo Sisto (già avvocato di B., di Verdini e di Fitto, già autore di un disegno di legge sulla concussione per salvare B. dal processo Ruby); e Giovanni Pitruzzella (presidente dell’Antitrust, già consulente di Schifani, Lombardo e Totò Cuffaro, con cui scrisse pure un libro a quattro mani).
Sappiamo com’è finita: fulminati tutti e tre. Un vero leader, ma anche un mezzo leader, chiuderebbe in un sottoscala i manutengoli che combinano solo disastri e prenderebbe in mano la situazione: andrebbe dai 5Stelle – gli unici che non vogliono mandare alla Consulta i soliti politicanti e le vecchie muffe con la tessera in tasca e la targhetta sul cervello – e concorderebbe con loro una terna secca di giuristi eccellenti e soprattutto indipendenti: tipo Cordero, Rodotà, Pace, Carlassare, Ainis, Azzariti, Coppi, Grosso. Nomi che lascino tutti senza fiato, per la loro competenza e autonomia. Che siano vicini o lontani da lui non dovrebbe interessargli: anzi, più saranno lontani da lui più la Consulta apparirà agli occhi di tutti, dopo anni di bieche lottizzazioni partitocratiche, come un baluardo d’indipendenza: cioè quello che deve essere e da troppi anni non è, o almeno non appare.
A maggio si voterà in mezza Italia per eleggere i sindaci di molte grandi città capoluogo. Il Pd, incalzato dalla marea montante dei 5Stelle, è a caccia di candidati autorevoli a Milano, a Roma e a Napoli. Ma, al suo interno, non riesce a trovarne nemmeno uno. Tant’è che a Milano tenta di prendere in prestito Giuseppe Sala, un manager nato nella covata di Letizia Moratti, reduce dal colabrodo di Expo spacciato per una marcia trionfale e totalmente estraneo al partito (infatti Sala non vuol sentir parlare di primarie, sapendo di perderle, e qualche genio ipotizza di allargarle all’hinterland milanese, perché in città non c’è partita con l’assessore Majorino). A Roma naviga a vista, dando addirittura per scontata la sconfitta al primo turno e un’ammucchiata nazarena destra-centro-sinistra su Marchini al ballottaggio pur di non consegnare la Capitale al M5S. A Napoli ha addirittura il problema inverso: neutralizzare un candidato forte come Bassolino.

LE PROPOSTE DEL M5S BOCCIATE DAL GOVERNO

Il Governo ha presentato meno fondi per le forze dell’ordine e alla sicurezza interna, 491 milioni. Il M5S ha chiesto di aumentarli per 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 a favore del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; di aumentarli di 20 milioni per l’acquisto di automezzi, equipaggiamenti, ecc. ; 83 milioni per migliorare il controllo ambientale, la prevenzione ed il contrasto alla criminalità organizzata ecc.; a spostare a Roma per il Giubileo il contingente militare attualmente impiegato nei cantieri del TAV e nel sotto attraversamento della città di Firenze: 20 milioni per potenziare l’intelligence nazionale; a istituire una commissione d’inchiesta sul traffico d’armi, nonché sbloccare il turn over nella PA, quindi anche per le forze dell’ordine, i cui contratti sono congelati da ormai 6 anni.
L’intento era di potenziare la sicurezza interna e di rendere più efficienti le nostre forze dell’ordine. La maggioranza di questo Governo ha detto di no!

CRISI DELL’EURO ZONA. COSA SI DOVREBBE FARE
Berluscameno (Sunto da Colonna)

Solo cacciando i ‘PARASSITI DELLA FINANZA’ avremo ancora un futuro.
Il baricentro politico si sposta dall’ Atlantico al Pacifico e condanna l’ Europa a diventare sempre più periferica. La Cina punta chiaramente a diventare potenza navale oltreché commerciale, in Estremo Oriente ma anche verso Africa e Medio Oriente.
Questo obbligherà gli USA a scegliere tra Cina o Giappone, come alleato strategico. Russia e India non staranno a guardare.
Se il vecchio continente perde terreno nel ‘forziere petrolifero mediorientale’, l’influenza cinese continua a crescere in teatri strategici per gli Stati Uniti, dall’ Iran al Pakistan fino al continente nero, che rappresenta un’enorme riserva di materie prime e terre coltivabili.
Di conseguenza torna alla ribalta il ruolo del Mediterraneo: decisivo ‘snodo geografico e culturale tra Africa ‘, Vicino Oriente ed Europa.
Di recente, il protagonismo neo-coloniale della Francia (appoggiato da Usa e Israele) ha relegato l’Italia “alla semplice condizione di piattaforma logistica dei grandi alleati occidentali”. Ma se l’Occidente deve comunque fare il conti con la Cina, questo influisce anche sul nuovo ruolo della Russia di Putin, la cui condizione ricorda quella dell’impero zarista di cent’anni fa, schiacciato a oriente dalla potenza giapponese e ad occidente dall’impero germanico. Oggi, la politica estera russa ha costruito un asse preferenziale con la Cina, dato che in Occidente la pressione della Nato e degli Usa non si è minimamente allentata, né l’Ue ha saputo smarcarsi dalla vecchia politica atlantica ereditata dalla guerra fredda. La Russia post-sovietica “non rinuncia al suo ruolo di grande potenza sullo scenario mondiale”, e per questo non rinuncia “ad una propria forte capacità militare, in grado di tutelare i propri fondamentali interessi strategici”.
Ora si tratta di vedere se la Russia di Putin “seguirà la propria vocazione asiatica oppure quella europea. E’ davvero singolare, che l’Europa “continui a seguire pedissequamente gli ordini americani, rivolti ad isolare la Russia sul piano internazionale, invece di perseguire una più realistica politica di avvicinamento ed integrazione che costituirebbe
la sola efficace copertura del nostro continente rispetto a qualsiasi ambizione cinese”.
Ma il peggio è in assoluto l’Italia: ancora una volta, il nostro paese si “scopre” collocato al crocevia delle forze da cui dipende il futuro del pianeta, ma le’ classi dirigenti italiane non se ne sono accorte’. Hanno una evidente mancanza di coscienza della nostra importanza geopolitica. Colonna la definisce “devastante pochezza” di uomini “privi di un sentire vivamente operante e non retorico per la patria”. Mezzi uomini, “colpevolmente ignari delle prove che anche l’Italia si troverà presto a dover affrontare”.
Là fuori, infatti, impazza la ‘grande crisi recessiva’: ci si muove tra macerie economiche, provocate dall’’ oligarchia finanziaria e bancaria globale “ che ha devastato la “democrazia del lavoro”. “I grandi centri finanziari mondiali, che elaborano le ‘strategie sistemiche dell’economia mondiale’, dimostrano di non volere e di non potere rinunciare al loro sistema di valori che ha prodotto la crisi”. Questa ‘avidità cieca di accumulare sempre più denaro ’ è anche “il fondamento stesso del potere di questi oligarchi globali. Lo dimostra il fatto che nessuna delle regolamentazioni statunitensi o europee ha affrontato le questioni basilari per la risoluzione della crisi: i paradisi fiscali -con la finanza speculativa tramite lo Shadow Banking totalmente fuori controllo- e le agenzie di rating che si fingono soggetti terzi, ma sono complici dei grandi speculatori internazionali.
L’Occidente ha risposto in un solo modo, cioè “tutelando i monopolisti del crimine finanziario globale “:negli Usa coi salvataggi delle banche “troppo grandi per fallire”, tenute in piedi con i dollari della Fed, e in Europa ‘ spremendo senza pietà paesi interi’, con super-tasse e tagli selvaggi alla spesa vitale, cioè “fiscalizzando” le “rovinose perdite del sistema finanziario internazionale”, il cui conto viene fatto pagare ai lavoratori dell’economia reale. Nessuna alternativa in campo, finora, “per il semplice fatto che, da oltre mezzo secolo, sono i ‘centri finanziari e bancari mondiali a condizionare gli Stati-nazione dell’Occidente’, grazie alla formazione di una vera e propria ‘classe dirigente internazionale ‘che occupa con continuità le posizioni chiave, indipendentemente dalle alternanze di governo e dalle competizioni elettorali”. Classe dirigente “cui viene affidata la puntuale esecuzione di ‘strategie economiche’, monetarie e legislative costruite a livello globale”. Si tratta di “una vera e propria ‘prepotente’ ed avida ‘oligarchia economico finanziaria globale’ e di politica internazionale, che ha progressivamente svuotato di significato la ‘democrazia parlamentare’ occidentale”, visto che il POPOLO è stato privato della sua prerogativa essenziale (la sovranità) e anche della sua principale forza politica (il lavoro). La’ finanziarizzazione globale dell’ economia ‘ ha infatti trasformato i sistemi industriali, togliendo -al lavoro – ogni potere contrattuale: dagli anni ’80 la ‘ finanza e le banche ‘ controllano le aziende, i cui pacchetti azionari sono diventati “merce” sui mercati finanziari mondiali, distogliendo il ‘management dall’ economia reale’, ossia verso le ‘reali strategie produttive e commerciali’.
Conseguenza: i progetti strutturali nazionali sono previsti con la vita sempre più breve, e quindi non favoriscono e non rilanciano “investimenti pubblici e privati” nella ricerca e sviluppo a lungo termine. Da parte della proprietà industriale, si è così “accentuata la tendenza a servirsi degli utili per entrare nel grande gioco finanziario globale, piuttosto che reinvestire nel futuro delle rispettive imprese produttive reali “. Per questo, oggi, i grandi gruppi bancari e finanziari “preferiscono investire i generosi aiuti ottenuti a spese della collettività nell’ acquisto di titoli di Stato piuttosto che nel fare credito alle PMI, come sarebbe il loro obbligo istituzionale”. E il peggio è che tutto questo è avvenuto nel ‘silenzio generale della politica’, incapace di elaborare un’alternativa “ai dogmi dell’economia finanziaria globale solo speculativa”.
Risultato: “Si è persa l’occasione per prendere coraggiosamente atto della crisi recessiva come di un’ evento globale ‘e non contingente, esigendo quindi, da parte delle classi dirigenti, un radicale mutamento di rotta”.
Pre -condizione: “l’emancipazione dell’economia reale produttiva”. “Imprenditori, lavoratori e consumatori” dovrebbero liberarsi “dal controllo dell’ ‘oligarchia finanziaria globale’ e dalla strumentalizzazione politica dei partiti”, prendendo il mano “istituzioni autonome dell’economia reale”, in grado di “esigere il controllo, per esempio, della moneta e del credito” da parte dello Stato nazionale di riferimento(recupero della sovranità monetaria nazionale derubata dall’UE). Inoltre, la crescente consapevolezza dei “limiti allo sviluppo” “impone anch’ essa che le forze dell’economia reale, piuttosto che ‘rincorrere le asticelle statistiche ‘della “ripresa”, si impegnino a riorganizzare la produzione”, in tutti i campi:
energia, tecnologia, servizi, beni di largo consumo,costruzione di edilizia residenziale pubblica e privata. Servono anche “prodotti a basso impatto, recuperabili, di elevata qualità e durata”. In sostanza, per Colonna, serve una nuova alleanza strategica:
imprenditori, lavoratori e consumatori devono accordarsi per sconfiggere la ‘finanza globale parassitaria’, e quindi “liberare l’economia reale dal peso congiunto del ‘debito e della speculazione’, realizzando quella ‘democrazia del lavoro’ senza la quale la democrazia politica è ormai divenuta un guscio vuoto”.
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http://masdaweb.org


MASADA n° 1708 1-12-2015 RUDOLF STEINER

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MASADA n° 1708 1-12-20151708 1-12-2015 RUDOLF STEINER
La sua vita e la sua missione: unire la scienza con la religione.

« …i sapienti e i profeti delle età più diverse sono venuti a conclusioni identiche nella sostanza, seppure dissimili nella forma, sulle verità fondamentali e finali, seguendo tutti lo stesso sistema dell’iniziazione interiore e della meditazione »
Édouard Schuré

A cura di Viviana Vivarelli

Conferenza di ALESSANDRO BENATI su “VITA E MISSIONE DI RUDOLF STEINER”, presentata dalla Associazione Palladio, finalizzata alla diffusione di conoscenza e tradizione, una metodologia finalizzata più sull’evoluzione che sulla rivoluzione. Mentre la rivoluzione presuppone un taglio netto col passato, l’evoluzione presume che vi sia un ponte tra l’oggi e le tradizioni del passato. Nel panorama delle grandi individualità che hanno tracciato questo ponte troviamo l’esoterista Rudolf Steiner. Molti individuano la spiritualità con l’Oriente e sicuramente la spiritualità dell’Occidente è meno conosciuta. Steiner è un grandissimo spiritualista non ancora abbastanza conosciuto.

L’austriaco Rudolf Steiner è un idealista abbastanza recente (muore nel 1925 a 64 anni) ma la comprensione del suo pensiero è ancora di là da venire. Ha scritto su moltissime discipline, ha composto 350 volumi, ha fatto 3600 conferenze in almeno 100 città europee, dagli inizi del 1900 al 1924. Poi si è ammalato ed è morto a Dornach. E’ impossibile sintetizzare la sua opera, la cui vastità copre tutto l’arco delle scienze. E’ stato filosofo, pedagogista, esoterista, artista e riformista sociale. Ha fondato l’antroposofia, una particolare corrente pedagogica (la pedagogia Waldorf), un certo tipo di medicina, un modello di agricoltura biodinamica, uno stile architettonico e uno pittorico. Ha posto anche le basi dell’euritmia, del Massaggio Ritmico Antroposofico e dell’arte della parola. Si è occupato inoltre di filosofia, sociologia, antropologia e musicologia.

Vediamo gli elementi principali della sua biografia.
Nasce il 25 febbraio 1861 a Murakirály nell’Impero austroungarico (odierna Croazia), la cittadina faceva parte allora dell’impero austroungarico. I genitori venivano dalla Bassa Austria. Rischiò subito la morte per emorragia a causa della levatrice, per cui il battesimo era stato annullato e i genitori ottennero di poterlo battezzare in una Chiesa più lontana che si chiama (notiamolo) Chiesa di San Michele, un Arcangelo che poi tornerà con grande significato nella sua vita, un serafino guerriero che combatte contro il male e viene rappresentato come un eroe su un cavallo bianco con una spada che uccide il drago.

La madre lavorava a servizio presso una famiglia nobile, il padre era un libero pensatore e faceva il guardiacaccia presso lo stesso conte. Quando chiese al conte il permesso di sposarsi, questi rifiutò e il padre di Steiner si licenziò e fu sbattuto presso i confini con l’Ungheria. Si sposò ed ebbe tre figli. Steiner fu legatissimo alla sorella di cui si preoccupò anche in punto di morte perché era cieca. La famiglia era povera e il bambino dovette darsi da fare molto presto, provvedendo all’acqua, all’orto, alla spesa, alla coltivazione delle patate.. ma faceva tutto con molta gioia, in un paesaggio meraviglioso di prati e foreste. Il padre è impiegato delle Ferrovie e lui è spesso in una stazione, dove imparerà a telegrafare.
E’ in questo contesto che a sette anni si manifesta la sua chiaroveggenza sovrannaturale. Diceva che poteva percepire cose visibili e cose invisibili. Da questo momento non fu in contatto solo con alberi e pietre ma con uno spazio animico. Ma non ne fa parola con alcuno.
Per un diverbio col maestro, fu tolto dalla scuola del paese e istruito da padre.
Un giorno, mentre era nella stazione, vide entrare una donna che gesticolava e gli parlava in una lingua a lui ignota. Alla fine disse: “Ti prego di occuparti di me”, si avvicinò alla stufa e scomparve. A cena vide che i genitori erano tristi e pochi giorni dopo gli dissero che era morta una parente della madre che si era suicidata. Poi si trasferirono in una cittadina a 100 km da Vienna dove viene iscritto a scuola e partecipa come chierichetto alle funzioni. Il padre vuole farlo diventare ingegnere ferroviario. Era un bambino che giocava poco e studiava molto.
A nove anni incontra la geometria ed è come una esperienze spirituale, si immerge nella nuova materia a capofitto e con grande gioia.
Era un bambino silenzioso che aveva difficoltà sia col linguaggio che con la scrittura ma la geometria con la sua limpidezza gli parve una disciplina spirituale. Il padre era deciso a fare di lui un ingegnere ferroviario, Lo mandò dunque alla scuola tecnica di Wiener Neustadt, la ‘Realschule, che racchiudeva medie e ginnasio, dove venne ammesso solo grazie alla sua abilità nel disegno tecnico, malgrado le sue lacune nelle altre materie.
Ed è qui che avviene la sua prima formazione intellettuale, un po’ fuori dalle righe, visto che si infatua di un articolo che parla della nascente fisica atomica. A 14 anni esplode la sua passione per la filosofia. Si studia la Critica della Ragion Pura di Kant, senza essere distratto dal lavoro fisico e dalla fatica di dover fare ogni giorno 12 km a piedi per andare a scuola. Scriverà più tardi che certe pagine di Kant le ha lette anche venti volte. Malgrado questo, continua a scrivere male, con molti errori di ortografia. Invece l’elaborazione concettuale dei temi gli riesce bene tanto che svolgeva anche quelli dei compagni. Intanto impara il lavoro di legatore. Poiché il professore di storia non spiega ma si limita a leggere il testo, sostituisce l’interno del libro di storia con quello di filosofia. Si diploma e va a Vienna in base a un patto del padre con le Ferrovie, per cui il padre aveva chiesto di essere trasferito vicino a Vienna.
Nell’autunno del 1879 si iscrive al politecnico di Vienna con una scarsa conoscenza letteraria ma un gran bagaglio filosofico (Kant, Fichte, Schelling ecc). A scuola studia, fra l’altro, biologia, chimica e fisica. Specialmente quest’ultima materia influenza profondamente la sua evoluzione interiore, e, nello stesso tempo, lo pone di fronte a difficili enigmi. Non riesce a trovare un ponte tra le scienze naturali, come vengono insegnate nelle università, e la visione spirituale che sperimentava nell’intimo della sua anima. Attraverso Karl Julius Schröer, suo professore di storia della letteratura, ha occasione di conoscere, per la prima volta, Goethe come poeta. Grazie ai precedenti studi di ottica, botanica e anatomia, effettuati durante il tempo libero, arriva anche a «scoprire» Goethe come scienziato. A poco a poco cresce in lui la convinzione che la scienza moderna, negatrice dello spirito, può solamente afferrare ciò che nella natura è morto; mai l’elemento vitale. Egli vede anche come Goethe, nei suoi scritti scientifici, ha mostrato una via all’indagine dell’organico e quindi anche un ponte tra la natura e lo spirito. Avrebbe trattato volentieri un qualsiasi argomento scientifico nel senso di Goethe. Ma la vita gliene nega il tempo. Rudolf Steiner è un povero studente che si deve mantenere con lezioni private.
A casa discute col medico del paese. Si fa una buona formazione tecnico scientifica in moltissime scienze. Incontra Karl Julius Schröer, professore di letteratura, che gli dà un po’ di sapere umanistico, è un incontro importantissimo, gli diventa amico e Schröer lo segnala come “curatore delle opere di Goethe” a Grizendorf.

E’ in questo tempo che avviene il famoso viaggio in treno, durante il percorso di ogni giorno, in cui incontra uno strano personaggio, Felix Koguzky, raccoglitore di erbe, un uomo dotato di una sapienza naturale con una conoscenza profondissima delle piante. Ed è lui a metterlo in contatto col Maestro (M).
«Con lui era possibile parlare del mondo spirituale come con qualcuno che ne aveva diretta esperienza». Rudolf Steiner scrive che, tramite lui, ha conosciuto un «Maestro spirituale» sconosciuto dal mondo. L’erborista è un uomo di semplice professione che gli dette profondi impulsi per la sua vita, tra cui anche quello di penetrare a fondo la mentalità materialistico-scientifica del tempo.
“Prima del Maestro arrivò il Messaggero, ad aprirlo alla conoscenza delle piante, dei loro effetti e delle loro relazioni con gli spiriti della Natura” (come dice Schurè).
Il Maestro gli dà questo semplice incarico: “Se vuoi combattere il drago, devi cominciare a comprenderlo, devi entrare nella sua pelle, Nelle peggiori disgrazie troverai sempre dei compagni per le tue battaglie. Vai e sii te stesso”. E’ lo stesso compito che Apollo consiglia sul frontone del suo tempio a Delfi: “Conosci te stesso” (ΓΝΩΘΙ ΣΑΥΤΟΝ, gnôthi sautón).

Il momento è particolare: 18 anni e 18 mesi, siamo nel 1879, nodo lunare.
Le sue facoltà lo collegano ad una tradizione preesistente (chiusa nel 380 da Teodosio con editto di Tessalonica che conferma il Concilio di Nicea, condanna il paganesimo e impone il cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero).
Chi era il Maestro? Schurè dice: “Chi cerca la verità prima o poi la trova”.
Pochissimi hanno saputo chi fosse il Maestro. Era uno di quegli uomini possenti in vita ma sconosciuti al mondo che eseguono una missione restando incogniti, forse un rosacrociano, e questo essere incognito rende la sua azione più potente.

Nel 1879 non comincia solo una fase importante della vita di Steiner, comincia anche un periodo importante per la storia del mondo. In astronomia si definisce ‘anno platonico’, grande anno o anno perfetto il tempo impiegato dall’asse terrestre per compiere un giro completo a seguito del movimento di precessione degli equinozi: tale tempo ha una durata di circa 25.920 anni.
Nel 1500 l’abate ed esoterista tedesco Giovanni Trithemius aveva parlato del ‘Genio del tempo’ o Arcangelo. Steiner si rifa alle sue visioni che suggeriscono una particolare prospettiva storica, Trithemous nel 1515 aveva pubblicato una breve opera di Angelologia, “Il trattato delle cause seconde”, dove per «cause seconde» si intendono gli angeli, subordinati alla Causa prima che è Dio. In quest’opera Tritemio rivela che la storia è ciclica in quanto formata dal continuo ripetersi di sette epoche, ciascuna retta da un Arcangelo per una durata di 354 anni. Secondo i calcoli dell’abate benedettino, la cosiddetta «epoca assiale» della filosofia, che va dal 550 al 200 a. C. fu retta dall’Arcangelo del Sole, Michele, poi si succedettero Orifiele (Saturno, 200 a.C.- 150 d.C.), Anaele (150-500, Venere ), Zacariele (500-850, Giove), Raffaele (850-1190, Mercurio), Samaele (1190-1510, Marte), Gabriele (1510-1879, Luna), quindi ancora Michele, la cui reggenza durerà dal 1879 al 2300 circa. Nel 1879 inizia dunque il secondo ciclo di Michele.
L’intero ciclo del settenario arcangelico equivale a 2480 anni e 6 mesi, che vengono così a formare la «settimana cosmica».
Nell’esoterismo cristiano l’Arcangelo Michele riveste una particolare importanza. Ma è sempre stato considerato fin da tempi antichissimi il grande aiutante guerriero di Dio nella lotta tra bene e male.
Il suo tempo attuale comincia nel 1879, è allora che egli diventa l’Angelo del Tempo dell’Umanità, Angelo, ovvero grande intelligenza universale, che regge e coordina le sorti del mondo.
Gli Angeli sono intelligenze che coordinano vari settori dell’essere. Secondo la tradizione cristiana, di origine ebraica, gli angeli sono organizzati in una gerarchia di differenti ordini, detti cori angelici. Lo Pseudo-Dionigi l’Areopagita, nel libro De coelesti hierarchia, indica alcuni passaggi del Nuovo Testamento, nello specifico la Lettera agli Efesini] e la Lettera ai Colossesi], sulla cui base costruire uno schema di tre gerarchie, sfere o triadi di angeli, ognuna delle quali contiene tre ordini o cori. In decrescente ordine di potenza esse sono:
Prima gerarchia: serafini, cherubini, troni
Seconda gerarchia: dominazioni, virtù, potestà
Terza gerarchia: principati, arcangeli, angeli
Gli Arcangeli sono due livelli sopra l’uomo. Le tre sfere della gerarchia sono riprese anche da Dante.

(Ricordiamo la Pala di San Michele in San Petronio, a Bologna)

Steiner vuole fondare un nuovo misticismo. Il Maestro gli ha detto: “Va’ e fonda una nuova religione! Metti la scienza nella religione e la religione nella scienza” E gli dà il compito di creare una connessione tra scienza occulta e manifesta, tra religione popolare ed esoterica”.
Esaminiamo il quarto sigillo dell’Apocalisse o VITRIOL (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” che compongono l’acronimo V.I.T.R.I.O.L. La frase significa “Visita l’interno della Terra, e compiendo il giusto, ritroverai la pietra occulta, la vera medicina”)

Questo è un simbolo dei Rosacroce, la rappresentazione più completa del processo alchemico su base settenaria. Davanti al Tempio di Salomone ci sono due colonne, una rossa e una blu. Ricordiamo che il Tempio di Salomone è per gli Ebrei l’unico Tempio. E’ solo a Gerusalemme e solo in un dato tempo, L’architetto attuò un progetto divino ed esso conteneva l’Arca dell’Alleanza con al suo interno le Tavole della Legge). Le due colonne rappresentano scienza e religione, le due vie in cui si diparte la sapienza di Dio. Nei tempi antichi esse erano unite, per esempio la medicina era studiata dai filosofi che non erano iniziati e la saggezza era data agli iniziati che erano mistes. La tavola alchemica rappresenta la rivelazione originaria prima delle Colonne d’Ercole (atlantidea), di cui qualcosa arriva a noi attraverso l’esoterismo indiano, egizio o greco fino alla manifestazione del Cristo. Il culto dei misteri riemerge con i Rosacroce, l’altra via è il materialismo scientifico, Steiner cercherà una sintesi delle due attraverso l’Antroposofia.

Nel 1880 si chiude il periodo della sua formazione universitaria. Nel 1883 si era laureato al Politecnico di Vienna, dove aveva studiato matematica, fisica e filosofia con Franz Brentano dal 1879 al 1883.
In seguito lascia Vienna e va a fare il curatore delle opere di Goethe, producendo i testi fondamentali della sua filosofia in un ambiente, come lui dice “di bassa lega” (archivio di Weimar), ma in cui entra in contatto con i personaggi più famosi del tempo, come la sorella di Nietzsche, che egli chiama ‘l’Ottenebrato’. Cerca di mettere nelle sue opere tutti i temi che lo chiamano, sentendosi guidato da spiriti interiori. Nel 1882, su proposta di Karl Julius Schröer, suo docente, al professor Joseph Kürschner, curatore di una nuova edizione delle opere di Goethe, fu incaricato di occuparsi delle opere scientifiche. Nel 1886 pubblicò un primo libro sulla filosofia di Goethe: Linee fondamentali di una teoria della conoscenza della concezione del mondo di Goethe. Di conseguenza, nel 1888 Steiner fu invitato a lavorare come curatore negli archivi Goethe a Weimar, dove rimase fino al 1896, scrivendo introduzioni e commenti ai quattro volumi di scritti scientifici di Goethe e pubblicando nel 1897 un secondo libro sulla filosofia di Goethe: Goethes Weltanschauung. (La concezione del mondo di Goethe).
E’ un precario annuale. Vive a pigione da una vedova che sarà la sua peggior nemica ma che lui sposa, come dice “per compassione”, persona di pessimo carattere che sarà sempre la sua parte oppositiva. Quando il medico gli chiederà come ha fatto a sposarla, visto che anche la compassione ha i suoi limiti, risponderà: “La compassione non ha limiti”.
Capisce infine che in quell’ambiente non potrà mai diffondere le sue idee.
Uno dei suoi interessi è la teoria dei colori di Goethe, libro di cui scrive la prefazione come alle altre sue opere. Ma un eminente fisico lo critica e questo lo sconvolge.
Va a Berlino, entra in contatto con personaggi discutibili, imbroglioni, ciarlatani, artisti. Non lo pagano per cui insegna in una scuola per operai. La Germania viene unificata nel 1878 e Berlino è la nuova capitale dell’Impero con Bismark. E’ povero. I guadagni sono molto scarsi.

Tra i 30 e i 40 anni patisce ‘la pena dell’anima’, che sublimerà in forma artistica in opere dove drammatizza con altro nome i personaggi che incontra. Questo periodo è il più duro della sua vita ma lo trasforma in una esperienza interiore che trasferisce in un ciclo di conferenze sul cristianesimo come fatto mistico ed esprime in una innata capacità di chiaroveggenza che cerca di unire allo spirito positivista del tempo. Questo connubio sarà in lui sembra prevalente. Gli restava inaccettabile quanto Kant aveva detto dell’inconoscibilità della ‘cosa in sé’ (il noumeno).

A 40 anni si dedica all’esoterismo. Entra in contatto col Madame Blawatsky e il colonnello Alcott e la loro Teosofia, che introducevano in Europa il pensiero spiritualista indiano e tibetano. La società teosofica ebbe un influsso enorme sugli intellettuali del tempo. Steiner entra nella società ma chiede carta bianca, vuole il diritto di dire tutto quello che pensa. In particolare gli interesse collegare la tradizione spiritualista con le scienza moderne, spiritualizzare la scienza e scientificizzare lo spirito. Ha finalmente trovato un ambiente che lo ascolta ma i dissapori con la Società teosofica non mancano e quando diventa direttrice Annie Besant, gli chiede di andarsene.
Lui dice: “C’è un mondo in parte nascosto, in parte rivelato”.
Steiner vuole tradurre l’antica saggezza in forme moderne. Finora ha studiato Kant, Fichte e Schelling e ha ottenuta la completa comprensione del tempo fisico ma pensa che dobbiamo superare la distinzione di Kant tra soggetto e oggetto, per una nuova unione che le sue guide spirituali gli suggeriscono “La filosofia della libertà”.
Diventa un iniziato, un uomo che con le proprie forze emerge verso i mondi spirituali usando forze scientifiche (filosofia idealista).
Il grande studioso degli iniziati, Schurè scriverà: “La scienza materialistica si presenta come un drago che divora l’uomo, occorre riportarlo sul carro della verità spirituale”.

C’è un albero teosofico che mostra come dall’Uno si arrivi a tutte le cose, ‘omnia ab uno’. Dio si manifesta come natura, si scinde nei 4 elementi che si manifestano nei tre stati, per riunirsi nell’Uno, dove sta la veritas simplex, percorso che è stato fatto anche dalla società, che da una struttura monocratica diventa giuridica con l’Impero romano fino ad arriva oggi alla sfera economica.
E’ indispensabile che l’uomo ritrovi la conoscenza dello spirito mediante l’esperienza scientifica. “Egli dunque creerà in se stesso la fase interiore per non sprofondare”.
Riunire ciò che è stato diviso è la missione di Steiner. Qual è la vostra?
Steiner può essere immaginato come un grande palcoscenico da cui esce verso il pubblico una luce bianca fortissima. Davanti a questa luce sta una sagoma umana, da essa esce un altro fiotto di luce colorata molto più ampio del palcoscenico. Ai lati una colonna rossa e una blu, anche da esse escono due fasci di luce di tutti i colori. Queste luci investono un uomo tra il pubblico che fa roteare nelle sue mani un solido poligonale dalle cui facce escono infinite luci. Quello è Steiner.
Su Steiner la moglie disse: “La sua vita interiormente votata al sacrificio per l’umanità è stata ricambiata con un’ostilità indicibile. Egli però ha ricambiato l’incomprensione con l’amore”.
Il Maestro, come Steiner, fanno parte della confraternita dei Maestri che, palesi o incogniti, aiutano il mondo. Senza di loro sprofonderemmo nella sub natura.


l Goetheanum, sede dell’Università di Scienza dello Spirito (Dornach)

http://masadaweb.org


MASADA n° 1709 4-12-2015 VITTIME E GERARCHI

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MASADA n° 1709 4-12-2015 VITTIME E GERARCHI
Blog di Viviana Vivarelli

Nelle immagini: foto dal mondo del 2015

Il presepe e i faziosi di Rozzano – 500 euro ai diciottenni – Il pupazzo e i pupari – Le spese pazze di Palazzo Chigi – Gli 80 euro gli Italiani li hanno ripagati tre volte – Il piano pensionistico di Boeri – Intervista di Casaleggio – Bombe sugli ospedali – Il colosso finanziario BNP PARIBAS finanziava Al Qaida – SALVINI: il pistola, il politica che nella sua vita non ha mai fatto una beata tega – I costi dell’Expo- La protesta delle forze dell’ordine – Mancano i soldi ma il governo salva 4 banche con 3,6 miliardi – Ripresa quale??? –
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Religione viene da religare che vuol dire abbracciare, mettere insieme, ed è esattamente il contrario dell’odio ateo o bigotto.
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Il Gesù del Natale non è «la risposta alle nostre attese, Gesù è la sovversione delle nostre domande”.
(Lilia Sebastiani)
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Se Gesù dovesse rinascere sarebbe in una barca di immigrati, gettato a mare insieme alla madre in vista della costa di Puglia o di Calabria
(Carmine di Sante: Nocciolo d’oliva)
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Magari qualcuno dovrebbe ricordarsi che Gesù nacque come ebreo, povero, senza tetto e profugo.

“Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene
quello che fanno; e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà no,
cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi
e quelle dei giornali? Nel fango affonda
lo stivale dei maiali. Me ne vergogno un poco,
e mi fa male vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.”

(Franco Battiato, “Povera patria”, 1991)
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I Curdi si stanno addestrando in Germania, in Bassa Baviera.
Quando li avranno addestrati e armati, poi li bombarderanno dicendo che sono terroristi.
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La cattiveria di IFQ: Renzi: “Sconfiggeremo l’Isis con la cultura”. Gli faremo crollare addosso i muri di Pompei.
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D’Alema: “Controllo Playstation? E’ attacco ai vertici Pd“.
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Berlusconi: “Ho convinto Gheddafi a mettere 6mila soldati per fermare l’immigrazione dalla Libia. Inoltre, l’ho anche convinto ad usare il bidet…”
Ma va?? Sarà quello che lo ha ammazzato?

IL PRESEPE E LE FAZIOSITA’ DEI CRETINI
Viviana Vivarelli

Hanno montato una falsa notizie su un preside di Rozzano che avrebbe vietato il presepe o i canti natalizi per paura di offendere i musulmani. La notizia era una balla, c’erano state solo due mamme che avevano chiesto un corso di preparazione natalizia a cui il preside aveva detto di no, ma tanto è bastato per scatenare una bagarre grottesca di leghisti e Fratelli d’Italia, che non aspettavano altro per manifestare tutto il loro odio anti-islamico, ben lontano dalla solidarietà natalizia e dai valori fondamentali di amore del Vangelo.
Di fronte a tanta stupidità e cattiveria non so proprio che dire. Siamo un paese disperato, ma non serio.
Tuttavia, se proprio si deve affrontare la questione delle classi con bambini di più religioni posso dire che i miei nipotini vivono a Londra che è una città multietnica. A scuola ovviamente ci sono bambini di molte fedi diverse, un po’ tutte, meno gli ebrei che vanno alle loro scuole e a Londra vivono anche in un quartiere a parte. Le insegnanti delle scuole pubbliche le religioni le rispettano e le festeggiano tutte. Quando è la massima festa di una religione, tutta la classe insieme la festeggia. Si fa anche una cucina relativa, indiana, o cinese ecc., secondo quella etnia. I bambini imparano da subito che le religioni sono tante, che possono tranquillamente convivere e che nessuno sarò mai escluso per la fede che pratica o che non pratica. Crescono senza trovare nulla di strano nel fatto che Dio possa chiamarsi Buddha o Allah o Krishna o che qualcuno non ci creda affatto. Si abituano da subito a un mondo dove si deve avere rispetto per gli altri e in cui le diversità sono accolte con gioia, non con livore. Trovo veramente grottesco che, nella paura di offendere la religione di un altro, si accantoni la propria e difendo il carattere non confessionale di ogni scuola pubblica, ma trovo ancora più grottesco che si facciano piazzate per fingere di difendere una fede che uno nemmeno ha e di cui non ha capito i principi fondamentali: solidarietà, rispetto e amore. Non credo proprio che il fondamento della religione cristiana sia il presepe, che si dice sia stato inventato da San Francesco nel 1209, per cui il cristianesimo ne fece a meno benissimo per 1209 anni. Non credo nemmeno che la principale festa cristiana sia il Natale, che non corrisponde nemmeno alla nascita di Cristo, avvenuta verosimilmente negli ultimi anni del regno di Erode e quindi 7 o 4 anni prima. Comunque sia, il Natale divenne festa religiosa solo nel 336 d.C. E fu fatta coincidere con la festa pagana del solstizio d’inverno, celebrata da sempre. Per le Chiese ortodosse orientali cade il 6 gennaio, e il 7 gennaio per le Chiese ortodosse slave. In ogni caso dovrebbe essere inferiore all’Epifania, che indica ‘Dio si manifesta agli uomini’, 12 giorni dopo Natale e alla Pasqua di resurrezione. Ma da un po’ il Natale è diventato la festa del consumismo (negli Stati Uniti si stima che un quarto di tutta la spesa personale sia fatta nel periodo natalizio) e la festeggiamo con l’albero di Natale che è una tradizione anch’essa pagana, propria dei Celti, e col vischio, altra tradizione celtica, per non parlare delle renne che entrano nella tradizione nel 1823 come compagne di Babbo Natale, grazie a una favoletta che parla della slitta di San Nicola è trainata da otto renne dai nomi fantasiosi che poi diventano nove. In quanto a Babbo Natale, è stato disegnato così nel 1800 dalla Coca Cola!
Ma non credo che agli assatanati di Salvini o della Meloni della religione o della verità storica importi qualcosa. Tutto è pretesto per sfogare odio e cattiveria, e così fanno solo la figura dei cretini invasati, e qualche berlusconiano con loro, come quell’oca della Gelmini che è andata a Rozzano a cantare Bianco Natale, che poi è una canzone tedesca e parla di un povero bambino figlio di migranti che sta al freddo e al gelo, ma non mi pare che la Gelmini o i suoi degni compari dei veri bambini dei migranti al freddo e al gelo si siano occupati più di tanto. Tutto diventa pretestuale per aggredire qualcun altro con odio e violenza. Ma gli stupidi conoscono solo quello.
Il mondo è vario ma dovrebbe evolvere solo per sommatoria e accettazione, non per esclusione e sottrazione. Tutto diventa pretestuale per un Natale di Odio.
Gott mit uns??
Ma vergognatevi tutti! Che si si leva ‘l’odio’ non avete uno straccio di ideologia!

IL PUPAZZO E I PUPARI
Viviana Vivarelli

Renzi è un puparo e i suoi sono i servi di un pupazzo. Sorte infame!
Gli ordini di governo Renzi li prende dalla Troika e dal sistema bancario e finanziario.
I testi glieli scriveva prima una giovane in gamba (Andrea Marcolongo, dalla scuola di Baricco), ma Renzi non la pagava per cui si è licenziata. I tweet erano suoi come “i gufi, il pathos, la generazione Telemaco, cambiare verso, rottamare, il derby tra la rabbia e la speranza”, le citazioni di Frost e Disney, le belle metafore e i colti riferimenti culturali snocciolati da Renzi in discorsi e interventi. Ora glieli scrive un altro ma è peggio. Renzi è solo un pappagallo che impara i testi a memoria, una marionetta, messa su e pagata per curare interessi che con l’Italia non hanno nulla a che fare, un proclamatore di slogan, che ci vende la politica come se fosse Coca Cola.

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RENZI PROMETTE 500 EURO A TUTTI I DICIOTTENNI

Bella di Giorno
A tutti i 18enni, che abbiano un interesse o no, che siano ignoranti o colti non ha alcuna importanza, che siano ricchi o no, basta che abbiano 18 anni. Si è mai sentita una cosa più stupida e inutilmente populista? Non diamo 500 euro a chi se li merita e vuole realmente approfondire. Diamoli a tutti e poi ognuno ci compra quello che crede, chi la biografia di Costantino Vitagliano, chi, magari, la Critica della Ragione Pura. Chi l’ultimo album di Gigi D’Alessio o l’ultimo modello di cellulare.
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Viviana
Chiaramente l’unico talento che i diciottenni hanno per cui si dà loro la paghetta è quello di essere i prossimi elettori e di essere fortemente attratti dalla democrazia diretta e pulita del M5S. Più voto di scambio di così!!!
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Snow LittleJohn
Adesso mi beccherò del “grillino comunista” ma vi pare normale che costui abbia tolto 17 miliardi pensionati ridandone solo 2 e poi con parte di quei soldi cioè con 200 milioni dia una mancetta ai diciottenni, anche ai figli di papà benestanti, per pop corn e concerti spacciati come investimenti culturali? Intanto i musei, i monumenti, i restauri ecc. sono in difficoltà clamorosa. Servirebbero minimo 2 miliardi e spesi davvero in cultura. Per non parlare che ha svenduto il 40% di Ferrovie dello Stato.
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Joacchino
Ma vi sembra normale che dopo che l’Italia è stata per vent’anni nelle mani di un pregiudicato, abbiano affidato il governo del paese ad un pupazzo? a un bischero patentato, a un palloncino gonfiato, a una pernacchietta?

Viviana
….a uno che ubbidisce come una marionetta alle banche d’affari americane, alla Troika che è la manus longa del capitalismo, al sistema bancario e finanziario. A uno che è stato scelto solo per essere una Vanna Marchi della politica, un venditore da asta televisiva, così come era stato scelto Berlusconi, e che è stato infiltrato in quello che restava del csx per affossare tutte le tutele e i diritti del cittadino e del lavoratore, in primo luogo la Costituzione e con essa la sovranità popolare, la democrazia, lo statuto dei lavoratori…!!

E’ evidente che Renzi ha carenza di voti e tenta di rastrellare quello che può: diciottenni, famiglie con bebé, carcerati a cui dà uno sconto di pena..tutto fa brodo, sembra la politica della disperazione: “in do cojo cojo”.
I giovani che il prossimo anno faranno 18 anni sono 550.000. Il costo totale dell’operazione sarà di 275 milioni di euro, che saranno ottenuti aumentando il deficit o facendo altri tagli alle Regioni e dunque ai servizi dei cittadini, così mentre uno va al teatro, l’altro non avrà i farmaci di base.
Il colmo dello sfottò è che questa mancetta è “collegata alla lotta al terrorismo”, secondo l’equazione: “un miliardo in più alla sicurezza, un miliardo in più alla cultura”. Non era meglio, allora, fare borse di studio per giovani meritevoli? O forse no, visto che l’ineffabile Poletti ha detto che è meglio laurearsi prima e con voti scadenti che dopo con voti altissimi. Cosa vuol fare? Sfoltire le università? Impedire che le nostre eccellenze trovino un lavoro all’estero? O è per fare la lotta al terrorismo anche questo? Questo governo ormai è tragicomico. Non si sa se siamo governati da delinquenti o deficienti. E’ vero che il fondamentalismo si sconfigge con la cultura ma combattere l’Isis con i 500 euro sembra una barzelletta. E intanto si continua a prendere misure uguali per categorie economiche diverse! Diamo le mancette anche ai figli dei ricchi!! Molto democratico!
Va bene che viviamo ormai in una costante illegittimità, ma a Renzi non basta comprarli quando sono adulti,li vuole proprio abituare a vendersi da piccoli.

Alessandro
Renzi si ripete. Per pagarsi la campagna elettorale alle europee con gli 80 euro solo a quelli che hanno la busta paga, non ai pensionati e agli esodati, a maggio 2014 ha tagliato ai Comuni 6.9 miliardi di euro e a ottobre, per dare 80 euro alle neo mamme, ha tagliato altri 4 miliardi di euro alle Regioni. Un totale di 11 miliardi di euro. I Comuni e le Regioni, per compensare i tagli, hanno aumentato le tasse e tagliato i servizi.
Gli italiani hanno pagato più tributi regionali e comunali e hanno avuto meno servizi pubblici essenziali: treni regionali, trasporti, ticket, servizi sanitari a pagamento, asili, mense scolastiche, servizi agli anziani, agli handicappati. Gli stessi percettori hanno restituito gli 80 euro… con gli interessi. Inoltre, il governo Renzi per compensare gli 11 miliardi di euro, con la manovra finanziaria di dicembre, ha aumentato le tasse di 11 miliardi, cioè un terzo della manovra finanziaria di oltre 30 miliardi. Gli 80 euro gli italiani li hanno pagati tre volte: con i maggiori tributi comunali, con i maggiori tributi regionali, con i tagli sui servizi pubblici comunali e regionali, con 11 miliardi di tasse dello Stato… e con l’Imu agricola, l’aumento dei ticket sanitari e la riduzione delle esenzioni per i malati cronici!
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Alessandro Robecchi
…dicono i sondaggi che i diciottenni o non hanno voglia di votare (55 %) o votano i 5 stelle (37 %). Dunque una specie di campagna acquisti presso l’elettorato concorrente, in contanti.
Altro legittimo sospetto sull’annuncio, l’universalità della mancia: reddito basso, o alto, o altissimo, tutti uguali. Il figlio del bracciante contribuirà con la sua quota di debito pubblico ad acquistare libri al figlio del notaio. Dovendo comprare libri, ragazzi, suggerirei Don Milani, là dove dice che fare parti uguali tra diseguali è una grossa ingiustizia. Prevale, insomma, la gentile concessione rispetto al diritto, in un Paese in cui le tasse universitarie salgono, le borse di studio calano e 58 italiani su cento non prendono in mano un libro nemmeno sotto minaccia armata…Insomma, la logica del regalo al posto del diritto, della munificenza governativa al posto dell’investimento mirato, la mancia, già visto ad esempio con il bonus bebé prima promesso a tutti e poi ovviamente, e giustamente, riportato a erogazioni basate sul reddito…dal 2016 può essere che i neo-diciottenni avranno (coi soldi di tutti) un regalo “culturale” da Matteo. Se poi se ne ricorderanno nel segreto della cabina elettorale è tutto da vedere: ai tempi di Lauro si poteva andare a reclamare la scarpa destra dopo aver votato, oggi è tutto sulla parola…di Matteo, tra l’altro. Auguri.
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ALDO ANTONELLI
Vedere Ignazio La Russa, la Santanché, Gasbarri e Salvini, nonché i denigratori de “Il Giornale” cantare “Tu scendi dalle stelle”, ma fa venire i brividi.
Razzisti, materialisti della Politica e dello Spirito, millantatori di valori, predatori di ideali, cosa hanno a che fare con il Gesù della capanna?
La loro difesa del Natale è una difesa di una “parte” del mondo che si identifica con la più ricca, con quella che sfrutta de depreda le ricchezze del terzo mondo e fa strame di giustizia: l’Occidente!
Pensando a loro mi sovvengo di un fatto. Alla fine del novecento un cittadino americano agnostico si appellò alla Costituzione degli Stati Uniti, la quale non prevede feste religiose nel calendario nazionale e chiese la soppressione del Natale come giornata festiva. La Corte Suprema, dopo lungo esame, respinse l’appello, sentenziando che già da tempo il Natale aveva cessato di essere una festa religiosa…!
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Come diceva Petrolini : “Io non ce l’ho con te, ce l’ho con quelli accanto a te che non ti buttano di sotto“.

LE SPESE PAZZE DI PALAZZO CHIGI

Il reddito minimo di cittadinanza proposto dal M5S e chiesto dall’Ue è di 780 €, e non di 1000 come gli ignoranti continuano a dire
Ecco alcune delle spese pazze del Governo:
– 140 milioni nel 2014 per il funzionamento dell’istituzione
– 63,2 milioni in più rispetto all’anno scorso per la segreteria generale
– 42,7 milioni in più sul 2014, in particolare, per il Segretariato generale
– 26 milioni in più sulle auto blu, con un aumento di quasi duemila vetture
– 40 milioni l’anno per il leasing sul nuovo Airbus, un aereo grande il doppio del precedente
– 600 mila euro di spese per sondaggi, 5 volte in più di quanto spese Letta
– 118 mila euro per il fondamentale “servizio di piante interno”
– 256 mila per la “anagrafica di postazioni arredi”
A suo tempo era stato dichiarato che i sottosegretari e la dirigenza alla presidenza del Consiglio sarebbero andati a piedi e che il limite sarebbe stato di 5 auto blu per ministero. Chiacchiere!

Ecco cosa si potrebbe fare con le “spese pazze” di Palazzo Chigi.
– Con 140 milioni di euro si potrebbero costruire cinquemila chilometri di piste ciclabili.
– Con i 40 milioni annui dell’Airbus si potrebbero costruire 20 mila metri quadri di nuovi asili nido.
– Con 600 mila euro dilapidati in sondaggi si potrebbero installare 2.500 mq di pannelli fotovoltaici, pari al fabbisogno energetico di 100 famiglie italiane.
Invece nulla di tutto ciò, mentre sette milioni di italiani, tra disoccupati e scoraggiati e nuovi poveri, osservano il capo castarolo competere con Obama e Putin a chi ha l’aereo più grosso.
E’ il governo colabrodo del #cattivoesempio.
(blog di Grillo)

O CON BOERI O CONTRO PURCHE’ PRENDIATE POSIZIONE
Claudio Martinotti Doria

Dovrebbe essere evidente quali siano gli interessi in gioco, per chiunque segua anche solo distrattamente il conflitto sempre più serrato tra il governo (con esso tutta la casta politico burocratica parassitaria) ed il presidente dell’INPS prof. Tito Boeri.
Boeri non è un politico (ecco perché ha avanzato tali proposte ed è inviso ai politici) ma è probabilmente dotato di buon senso e di una morale, e di fronte alla montagna di iniquità, sperequazioni e privilegi che si è trovato di fronte in seguito al suo incarico istituzionale, ha cercato dapprima sommessamente e poi in maniera sempre più determinata di avanzare proposte correttive, che andassero incontro alla maggioranza della popolazione, che negli anni passati, e soprattutto in quelli recenti (Riforma Fornero) è stata molto penalizzata, mentre altre categorie sociali minoritarie non sono state neppure sfiorate dalla crisi e da quelle “correzioni” che la crisi stessa avrebbe dovuto rendere necessarie. Ha ad esempio proposto riduzioni di appena l’8 fino al massimo del 12 % per le pensioni cosiddette d’oro, cioè oltre i 5mila euro mensili, quasi tutte frutto di generose elargizioni e concessioni di stato o delle regioni autonome, mai proporzionate ai versamenti previdenziali effettuati, per poter utilizzare le risorse derivanti da questi interventi a favore delle fasce sociali più deboli e penalizzate, quali ad esempio gli ultra55enni senza lavoro e senza pensione (che peraltro nessuno in questo paese si è degnato di censire, non sapendo neppure quanti siano).
In pratica di fronte a vistose ingiustizie nel trattamento previdenziale, e di fronte ad una povertà che è solo agli inizi ma che si può immaginare in prospettiva quanto si potrà aggravare, Boeri ha semplicemente proposto dei correttivi modestissimi che graverebbero solo su chi ha ricevuto privilegi eccessivi in passato e che potrebbero riequilibrare e compensare parzialmente la situazione, attualmente troppo sbilanciata.
Il governo e la casta di parassiti (che costituiscono un corpo unico, quando si tratta di difendere i loro interessi) hanno respinto al mittente tutte le proposte, con cinismo e spregiudicatezza, a volte bleffando, facendo finta di accoglierne una porzione insignificante, ma solo per il gioco dei media, per il teatrino della politica, per guadagnare tempo contando come al solito sulla memoria corta e l’ignoranza degli italiani, in attesa di eventi che li possano distrarre.
Per usare una metafora, è come se Boeri avesse chiesto ad un obeso ed ingordo di rinunciare, dopo un pasto di 14 portate, alla terza razione di dessert cui è abituato, dicendo che il ricavato della sua rinuncia avrebbe fornito il pane e companatico per una famiglia priva di reddito da lavoro e priva di pensione (grazie alla Fornero), e questi, con tutti i suoi consimili, gli avesse risposto che piuttosto l’avrebbe data al suo cane (che si suppone più intelligente di lui, e che quindi non gradirebbe perché nociva per la sua salute), perché è un diritto acquisito avendo versato i contributi.
In realtà è vero che ha versato i contributi, ma in misura ridotta in seguito a sfacciati privilegi, e siccome non esistono pasti gratis, quei privilegi li sta pagando qualcun altro. Cioè chi lavora onestamente e vede il frutto del suo lavoro sottratto progressivamente e inesorabilmente fino a livelli insopportabili, sia con la pressione fiscale e previdenziale che con un sistema finanziario e monetario criminale e truffaldino (quanti ad es. si sono visti dissolvere i propri risparmi investiti in alcuni fondi e banche?).
I politici ed i burocrati, che sono stati i beneficiari di questo sistema avido e corrotto, non sono che i maggiordomi ed i servi dell’alta finanza internazionale, che sta portando avanti un disegno di concentrazione nelle proprie mani di tutta la ricchezza prodotta, lasciando solo quanto necessario per sopravvivere a chi lavora onestamente, in modo che sia costretto ad impegnarsi sempre di più e sempre più a lungo (fino alla morte, possibilmente senza riscuotere neppure la pensione) nel lavoro e nella produzione, in un circolo perverso che favorisce solo il parassitismo e le rendite da posizione dominante.
Chi non ha ancora capito che si tratta di un piano teso a conservare il potere ed accumulare tutta la ricchezza prodotta si sta facendo ingannare dalle mistificazioni in atto, e ne diventa complice in cambio di un piatto di lenticchie.
Chi non si schiera a favore di Boeri è parte del gioco ed ha preso posizione, si suppone in cambio di privilegi o di promesse future. Solo uno sprovveduto può pensare che alla lunga, quando la popolazione sarà ridotta sul lastrico, possa essere domata con la forza, con le unità antisommossa.
Possibile che non capiscano che sarebbe meglio rinunciare al terzo dessert a fine pasto per distribuire pane e companatico a chi non c’è l’ha, per perpetuare un minimo di pace sociale? O temono che costituirebbe un pericoloso precedente? Che metterebbe a repentaglio tutto il loro sistema di dominio?
La popolazione tutta dovrebbe schierarsi a favore di Boeri e delle sue proposte correttive, che sono veramente il minimo che si dovrebbe realizzare per porre almeno parziale rimedio all’iniquità dominante nel sistema previdenziale italiano.
Nella peggiore delle ipotesi, quantomeno si renderanno evidenti gli schieramenti in gioco e le dissimulazioni, da un lato i parassiti e dall’altro i parassitati, le zone di grigio sono infinite (l’ambiguità e l’ambivalenza è tipicamente italica), ma col tempo si renderanno più riconoscibili.

Dall’intervista di Casaleggio a La Stampa:

Per le prossime amministrative sono già state fatte ottime scelte come Chiara Appendino a Torino, Patrizia Bedori a Milano e Massimo Bugani a Bologna. In futuro verrà votato online il candidato sindaco di Roma. Nel 2016 andranno al voto 1283 comuni grandi e piccoli, il M5S cercherà di essere presente in ogni comune con una lista. Il Movimento non è fatto solo di persone alternative, è un mito da sfatare. Appendino ha un’estrazione che un tempo si sarebbe detta borghese, ha studiato in Bocconi, ha mostrato di sapere lavorare in azienda. Farà bene.
Penso alla Rete come a un’intelligenza collettiva. Oggi sono iscritte al M5S circa 130mila persone, in continua crescita. Finora ci sono stati percentualmente pochi casi di candidati, sui 1600 eletti nelle istituzioni, rivelatisi inadatti in seguito alle votazioni on line.
I cittadini devono scegliere priorità e metodi di intervento. Non possono essere calati dall’alto dal politico di turno.

Il terrorismo si affronta, come abbiamo detto in parlamento, con più spesa per l’intelligence, no agli affari con i paesi collusi come l’Arabia Saudita, no alla possibilità per l’Isis di continuare a vendere il petrolio, con un ricavo annuo di 500 milioni.

Stiamo assistendo al ritorno degli imperi centrali: allora la Germania, oggi l’Europa; l’impero Ottomano, la Russia. Cambiano le alleanze ma il punto vero è che in Medio Oriente abbiamo tracciato i confini con il righello. E ora la storia ci presenta il conto.

Le migrazioni sono un effetto. Bisogna eliminare le cause. Quindi le guerre, la spoliazione delle materie prime e dello stesso territorio dei Paesi da cui arrivano, bloccare la vendita di armi e incentivare gli investimenti nei Paesi coinvolti. Per i migranti vanno poi accelerate le procedure di riconoscimento, che superano spesso i due anni. Ci dovrebbe essere il riconoscimento dell’asilo entro i 30 giorni dalla presentazione della domanda, con una decisione nei successivi tre giorni su chi è profugo e chi è clandestino, e inoltre bisognerebbe eliminare il regolamento di Dublino che impone al profugo di rimanere nel Paese di prima accoglienza. Ciò gli impedisce di muoversi liberamente nell’area Ue, con il risultato che la maggior parte dei migranti arriva e rimane in Italia e in Grecia.

La crisi non è per nulla archiviata, bisognerebbe chiederlo alle persone che hanno perso il lavoro, che non riescono più a pagare il mutuo o che per curarsi devono rivolgersi alla sanità privata con costi insostenibili dopo i tagli del governo. Il tasso di disoccupazione italiano è dell’11,8%, il doppio dell’area Ocse a 6,7%; le famiglie italiane hanno sempre più difficoltà con il pagamento delle spese che riguardano le utenze domestiche, i mutui e gli affitti. Si tratta di ben 3 milioni di italiani, vale a dire l’11,7% della popolazione; il rapporto Censis segnala che il 41,7% delle famiglie ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria per i costi troppo salati e le liste d’attesa troppo lunghe. Questo governo ha tagliato la sanità più di qualunque altro. Solo un anno fa il fondo sanitario nazionale era a quota 112 miliardi ed era previsto per il 2016 a 115 ma nel 2015 è stato abbassato a 109,7 miliardi di euro e nella legge di Stabilità 2016 scende a 111. Quanto ai valori, la solidarietà, la conservazione dell’ambiente, il superamento del totem del denaro e dell’arricchimento a qualunque costo purtroppo non sono presi ancora in considerazione dalla politica.
Sia la proposta di reddito di cittadinanza di Boeri che quella di Emiliano sono depistaggi al ribasso. Il M5S ha presentato una proposta di legge sul reddito di cittadinanza che nessun apparato del sistema vuole, dal governo, ai partiti, ai sindacati. Il reddito di cittadinanza ci è stato chiesto dalla Ue da molti anni, in Europa non è presente solo in Italia e in Grecia, consente una vita dignitosa a chi è privo di reddito in attesa di trovare un’occupazione. Non è, come vorrebbe la propaganda governativa, assistenzialismo, ma un aiuto temporaneo a chi è in difficoltà, e si perde se si rifiutano 3 proposte di attività. La copertura di circa 15 miliardi per un assegno mensile di 780 euro in assenza di altri redditi, è stata trovata (e certificata) dal M5S con il taglio degli sprechi ed è documentata.

DORIANA GORACCI
Ho conosciuto suor Silvia l’ultimo sabato di novembre, a Roma con sua nipote venuta dal Veneto, mia carissima amica e per me “intervistarla e fotografarla come una star” è stato un grande onore.Sono rimasta affascinata da questa donna che a 90 anni conserva l’espressione lucida e viva, come i suoi occhi chiari. E’ stata ragazza anche lei, e appena adolescente è entrata in un Istituto di suore e scuola privata per 70 anni: oggi ne ha 90.Ha lavorato duramente, sempre, ma il lavoro lei lo ama, ancora ha molto da dare prima di recarsi in quella sede dove ci si riposerà per sempre. Quando sono entrata nella lavanderia e stireria della Casa, è come se avessi avuto modo di vedere decenni di storia passati attraverso quelle mura. Trapelano solo alcune piccole cose, dettagli di una vita per me enormi. Racconta che una volta, cioè per decenni, lì a quell’ultimo piano dove c’è una grande terrazza che lascia intravedere la Basilica di San Giovanni, era proibito far crescere una qualsiasi pianta… Lei poco a poco ce l’ha fatta e ha compiuto la sua piccola rivoluzione mettendo di tutto come i fiori e i peperoni, pomodori e rampicanti. Ancora oggi che sono rimaste in 11 suore (prima erano in 40) lei stira e lava per tutte e cuce. Si fa da sola anche le scarpe per casa perché una brutta artrite le ha deformato i piedi. Ci ha donato piccoli lavori all’uncinetto, le maglie per i turni d’ inverno in fabbrica della mia amica, una sciarpa, e poi il sole sul comò che illuminava le foto dei suoi cari, quel piccolo mondo antico dove è tornata di tanto in tanto.
Suor Silvia fa parte di quella generazione di donne a cui non è stata data un’ istruzione di studi superiori ma che invece hanno dato tanta forza lavoro, nell’abnegazione dell’ amore.
Suor Silvia oggi è consapevole di quanto ha fatto e ha dato e non possiede nulla. Condivido come sempre.

BOMBE SUGLI OSPEDALI
DORIANA GORACCI

La Ong Medici Senza Frontiere (MSF) ha annunciato che sabato l’ospedale è stato colpito da un attacco con barili esplosivi, facendo 7 morti e 47 feriti. L’ospedale si trova in “una zona assediata da parte del governo siriano”. L’ospedale è stato parzialmente distrutto: “Questo attentato mostra tutti i segni di un attacco a doppio impatto… Questa tattica di impatto duplice, mostra un livello calcolato di distruzione che difficilmente si può immaginare… L’area è stata bombardata una prima volta, e poi un secondo bombardamento ha colpito le squadre paramediche di soccorso di un vicino ospedale dove si stavano prestando cure alle vittime”, ha aggiunto Brice de le Vingne, direttore di Medecins sans Frontieres.
Sabato alle 9 e 40 ora locale è stato lanciato un primo barile di esplosivi da un elicottero su una zona popolata della città di Zafarana (a nord est di Homs), uccidendo un uomo e una giovane donna. Sedici le altre persone rimaste ferite. I pazienti sono stati poi ricoverati nell’ospedale di Zafarana.”Poco dopo, un altro barile di esplosivi è caduto nei pressi dell’ospedale (…), caduto proprio accanto all’ingresso principale, uccidendo un passante e ferendo 31 pazienti e il personale medico MSF. L’ONG, che sta fornendo assistenza materiale per l’ospedale, non sa se sarà in grado di riaprire. Quasi 40.000 persone hanno beneficiato dei suoi servizi. L’organizzazione gestisce direttamente sei strutture mediche nel nord della Siria e supporta oltre 150 ospedali rurali e altri centri sanitari in tutto il paese. Gli occidentali accusano il regime siriano di effettuare attacchi mortali. Forse qualcuno ricorderà : “Il 3 ottobre 2015 resterà per sempre un giorno di lutto nella storia di MSF. Alle prime ore del mattino, l’ospedale traumatologico di MSF a Kunduz, in Afghanistan, è stato oggetto di precisi e ripetuti attacchi aerei. Sotto attacco, i nostri colleghi hanno lottato per le loro vite e per le vite dei loro pazienti con una determinazione e un coraggio straordinari. Quattordici colleghi di MSF hanno perso la vita in quel tragico giorno… il nostro collega Zabiullah, in una delle sue poesie: “Il tempo passerà, ma resterà il ricordo, Le ferite guariranno, ma resterà il segno.”

BNP PARIBAS A GIUDIZIO PER FINANZIAMENTI AD AL-QAIDA
Viky Charo (dal Kenya)

Il colosso finanziario francese alla sbarra negli Usa per il supporto che avrebbe fornito ai paesi sostenitori del gruppo terroristico responsabile delle stragi alle ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam, nel 1998.
Il gigante bancario francese Bnp Paribas (proprietario anche della italiana BNL) avrebbe «deliberatamente e consapevolmente» fornito ad al-Qaida «denaro, sostegno materiale e risorse» che hanno permesso ai terroristi di compiere gli attacchi alle ambasciate statunitensi di Nairobi e Dar es Salaam, nel 1998.
Questa l’accusa, alla quale l’istituto (assieme ad alcune sue sedi sussidiarie) è chiamato a rispondere davanti a un tribunale degli Stati Uniti. Sessantotto vittime e familiari di cittadini americani morti negli attentati, chiedono un risarcimento di 2,4 miliardi di dollari.
Le parti lese si sono affidate a Fay Kaplan, uno studio di avvocati specializzati in questo genere di cause internazionali, che i vertici di Bnp ben conoscono. Nel luglio 2014, infatti, la banca d’oltralpe fu condannata a pagare 8,9 miliardi di dollari, al termine di un patteggiamento – condotto dallo stesso team di avvocati – in cui aveva ammesso la propria responsabilità nella violazione degli embarghi americani in Sudan, Iran e Cuba.
Nel corso di quel dibattimento fu appurato come l’istituto fungesse essenzialmente da «banca centrale per il governo sudanese», finanziando organizzazioni terroristiche attraverso scambi di denaro tra Bnp Nord America e Bnp Svizzera. «Gli imputati – si legge nel documento d’accusa di questo nuovo procedimento – hanno cospirato tra loro, con il governo del Sudan, le banche e le altre entità controllate da Khartoum, nonché con organizzazioni terroristiche che operano nel paese, tra cui hezbollah e al-Qaida, per muovere intenzionalmente e volontariamente milioni di dollari attraverso il sistema finanziario degli Stati Uniti, in violazione delle leggi anti-terrorismo americane».
In un altro procedimento, intentato sempre dallo stesso team di avvocati nel 2011, la Corte riconobbe la responsabilità di Iran e Sudan nel sostegno al terrorismo, decretando il sequestro di beni ai due paesi (per un valore di 907 milioni di dollari), in risarcimento alle vittime. Una sentenza, questa, resa possibile dalla Foreign Sovereign Immunities Act, una legge che permette anche ai cittadini non americani impiegati dal governo all’estero, di citare in giudizio stati sponsor del terrorismo. In quell’occasione, il regime iraniano venne riconosciuto colpevole di fornire (attraverso Hezbollah) esplosivi e addestramento di qaidisti, in appositi campi nel sud del Libano, mentre il Sudan offriva “rifugio sicuro” ad Osama Bin Laden, permettendogli di pianificare gli attentati del 1989, in cui morirono 200 kenyani, 12 americani e 10 tanzaniani.
Su queste sentenze e sulla precedente ammissione di responsabilità del colosso finanziario francese, si basa l’impianto accusatorio di questa nuova causa. Un’azione giudiziaria che, come le precedenti, esclude gli oltre 500 kenyani colpiti in vario modo dalle azioni terroristiche che non erano nel libro paga del governo statunitense e che sono stati dimenticati anche dal governo del proprio paese.
(Da Nigrizia)
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SALVINI: IL PISTOLA, IL “POLITICO” CHE NELLA SUA VITA NON HA MAI FATTO UNA BEATA TEGA
Lucio Galluzzi

La sua prima volta nello spettacolo fu a 12 anni, ce l’ha nel sangue, partecipò ad un quiz su Canale 5, pettinato da tempio induista, rispondeva alle domande di Corrado Tedeschi in Doppio Slalom. Ci ritorna nel 1993, a vent’anni, con Il Pranzo è Servito, su Rete 4 con Davide Mengacci.. Renzi inaugura il suo palcoscenico l’anno dopo, 1994, alla Ruota della Fortuna, con Mike Buongiorno.

Per uno scarto minimo di tempo i due Matteo non si sono incontrati prima, altrimenti già da allora avrebbero governato in duetto i corridoi della Fininvest.
Di nuovo Salvini ha solo le felpe che cambia di continuo: è il leader più vecchio di questa Seconda Repubblica delle banane, da poco ha compiuto 40 anni, 22 tutti a carico del contribuente. Per i precedenti 18 era a carico di mamma e papà.
Scende in campo nel 1990, 4 anni prima di Berlusconi,, non ha mai lavorato in vita sua, escluso qualche mese da Burgy, il fast food. A quei tempi era iscritto al primo anno di Storia alla Statale di Milano. Il lavoro da Burgy è stata solo una breve malattia, guarisce subito perché lo eleggono Consigliere Comunale. Smette di lavorare, ma studierà tantissimo: finisce i 4 anni a Storia più 16 fuori corso e poi desiste. Nella sua biografia ufficiale ci fa sapere che aveva ancora cinque esami da dare. Dal 1993, senza una sola pausa, ha posato le chiappe tu qualsiasi poltrona gli si presentasse: Segretario Giovanile della Lega, Segretario Cittadino, Segretario Provinciale, Segretario Federale, Direttore di Radio Padania Libera, Consigliere Comunale, Deputato, Europarlamentare. A Bruxelles ci arriva nel 2004, Bossi era stato colpito da ictus e così Salvini, che è un ’ragazzo’ altruista e pieno d’amore per la ’famiglia’,porta con sé il fratello di Umberto, Franco Bossi, nominandolo Assistente Parlamentare a 12.750 euro al mese. Un Assistente Parlamentare sa parlare con proprietà diverse lingue, conosce l’Economia e il Diritto, i meccanismi delle Istituzioni; difatti Franco Bossi dopo la terza media ha fatto le commerciali, conosce tutto di motori e ha un negozio di auto ricambi a Fagnano Olona ed è allenatore della squadra di ciclismo della Padania. Ma Salvini non è solo affezionato alla ’famiglia’ del Senatùr, anche alla sua: l’ex moglie, Fabrizia Ieluzzi, l’ha sistemata per un decennio al Comune di Milano con i Contratti a Chiamata durante le Giunte Albertini e Moratti. Dopo il divorzio si mette con Giulia Martinelli che mette alla Regione, assunta pure lei a chiamata dalla Giunta Maroni: 70 mila euro all’anno. La nuova fidanzata, la Isoardi, lavorava di già prima di conoscerlo, conduce “A Conti Fatti” su Rai 2, un programma di economia domestica.
Quando scoppiò lo scandalo dei fondi pubblici alla Lega usati da Belsito per acquistare diamanti e mantenere anche i figli di Bossi, Salvini si vestì da moralista temporaneo e scrisse su twitter: “Ai miei tempi la mia paghetta era solo di 500 lire!” Peccato che pochi mesi prima, Salvini era in vacanza con il Trota e oggi al processo contro Belsito, ha ritirato la costituzione in Parte Civile della Lega, impedendo così che fosse recuperato, almeno in parte il malloppo che si era rubato l’ex tesoriere. A decine i giornalisti della Padania sono finiti in cassa integrazione proprio a causa delle casse vuote della Lega: difatti la Padania ha chiuso. Gli scandali della Lega Nord continuano anche sotto l’ala di Salvini: presunti illeciti finanziamenti in Piemonte, nomine pilotate nelle ASL della Lombardia, altre ruberie da verificare in Emilia Romagna. Ladroni a casa loro insomma.
Ma Salvini non è solo un sentimentalone delle ’famiglie’, è soprattutto la coerenza in persona: 1997, elezioni per il Parlamento del Nord, Salvini era a capo della lista “Comunisti Padani”; 2008, “io non ho smesso di essere di sinistra, non ho cambiato le mie idee, c’è ancora bisogno di una sinistra seria in Italia: faremo campagna elettorale su temi di sinistra…”, diceva il Salvini. infatti oggi è il teddy bear della Le Pen e fa le marce con i fascisti di Casa Pound; 2009, Salvini con i suoi ’amiconi’ canta: “Napoli merda, Napoli colera, sei la vergogna dell’Italia intera”, per poi proporre anche, qualche settimana dopo, dei posti riservati ai veri milanesi sugli autobus della città; 2014, si mette con le destre nazionaliste d’Europa e chiede voti al Sud, lanciando la lista “Noi con Salvini”: ma la “terronia” per fortuna gli risponde solo con sonori pernacchi; 2012, Salvini si scaglia contro le macchinette mangiasoldi e chiede più tasse sui videogiochi; 2012, la GdF lo becca con un lobbista della Sisal che non amava i controlli della Polizia Municipale di Milano in una precisa sala giochi aperta accanto al Duomo. I capi della Sisal consideravano Salvini un alleato contro la polizia e per questo gli mandarono un regalo a Natale. Intervistato dal Fatto Quotidiano, Salvini ammette l’incontro con il lobbista, “non ricorda” il pacco natalizio e nega di essere intervenuto sui controlli dei Vigili meneghini; 2013, Salvini promette “calci in culo ai giornalisti infami”, poi gli infami hanno cominciato ad invitarlo 24/24 in tutti i salotti TV e lui non li ha più presi a calci nel culo; 2013/2014, “L’Unione Europea è un gulag sovietico”, continua a ripetere il Matteo, ma va con il prestigiosissimo Razzi in Corea del Nord, trovandola “molto bella e ordinata”. Va anche nella Russia dell’ex capo del KGB Putin, trovandola “carina e democratica” e facendo di Putin il suo modello di efficienza statale pratica; Salvini detesta l’Europa e l’Euro, ma da 11 anni è accampato proprio nell’Europa Unita, a 15 mila euro netti al mese. L’euro non lo fa vomitare solo una volta al mese, quando passa a ritirare lo stipendio; combattente contro i campi rom senza spiegare dove metterebbe gli stessi rom una volta spianati i campi, dimenticando che i rom sono cittadini comunitari e non possono essere espulsi [chiederà a Franco Bossi un progetto ad hoc?]; risolutore del problema immigrazione: usare piattaforme galleggianti, in alto mare, dove far approdare i migranti e lì controllarli per non fargli toccare minimamente terra, rispedendoli indietro. Dice che ci sono strutture d’estrazione di petrolio marino non più utilizzare, quindi sono quelle che dovrebbero essere usate per far sostare i migranti, identificarli, stabilire chi è veramente profugo e chi no; è probabile che Salvini abbia anche pensato ad astronavi sospese sopra le stesse piattaforme, che con il teletrasporto forniranno strutture telematiche, pasti e acqua potabile, dormitori, personale d’assistenza e sanitario adeguato… per poi come d’incanto, dopo aver compiuto la magia, fare sparire tutta l’infrastruttura per materializzarla su altra piattaforma.
Lui è proprio così: ha la soluzione per ogni tipo di problema. Quando lo intervistano, risponde senza neppure pensarci un solo secondo, va avanti, senza prendere fiato. Le sa tutte, a memoria. Ma in 20 anni tondi di governi in Italia questa cura miracolosa non l’hanno mai usata. Hanno governato l’Italia 10 anni su 20. 10 anni la Lombardia. 15 anni il Veneto. 20 anni Milano. In tutti questi anni, per esempio i campi rom sono rimasti in Lombardia e in Veneto esattamente come erano e nessun esodo di “migranti” si è visto uscire dalle due Regioni. Salvini è anche un fine islamologo: dopo la strage a Charlie Hebdo, un un programma a Sky disse: “L’estremismo islamico deriva da una errata interpretazione della Torah”, che infatti è il Libro Sacro degli Ebrei.
Ma Salvini scambia il Corano con la Torah perché è roba di casa sua; la Torah di certo gli rammenta il dio Thor, figlio di Odino, quello con la mazza, sotto il suo culto ha celebrato le nozze il suo amico Calderoli con il druido Formentini che suggellava la celtica cerimonia.
Salvini è anche uno sportivo eccezionale e non avendo più a sua disposizione la Kyenge da insultare, pochi giorni fa ha preso di mira il ghanese Sulley Muntari, ex calciatore del Milan, scrivendo: “è uno che non lavora, se ne torni a casa!”; è intervenuto Balotelli: “ma davvero questo è un politico? Beh allora votate me!” E se Balotelli riesce a a capire chi è in realtà Salvini, la destra italiana in mano a lui, alla Meloni e al cadavere è veramente in buone mani.

I RISULTATI DELL’EXPO

Tutti i giornali ripetono il mantra del governo sul successo dell’Expo. Nessuno tira fuori i dati veri però. Gianni Barbacetto, autore del libro “Excelsior. Il gran ballo dell’Expo”, fa i conti e parla dei un buco di bilancio fra i 200 e i 400 milioni di euro.
Ci hanno detto che i biglietti venduti sono stati oltre 22 milioni, in realtà secondo i calcoli e i dati, i visitatori veri, quelli paganti, sono stati 18 milioni. Con lo stesso risultato l’Expo di Hannover nel 2000 è stato qualificato come il flop del millennio, Poi i prezzo medio del biglietto è stato molto abbassato per ottenere gli ingressi degli ultimi 3 mesi, grandi sconti, saldi di fine stagione. Certamente non un successo. Poi c’è chi dice però: non si può giudicare Expo soltanto dai soldi, dalle cifre, bisogna anche vedere il lascito morale di Expo, benissimo qual è il lascito morale di Expo?
La famosa Carta di Milano che si è proposta addirittura di risolvere un problema globale come quello della fame nel mondo, ci è riuscita? No, è un elenco di buone intenzioni senza vincoli per i paesi che l’hanno firmata, dunque probabilmente resterà sulla carta. D’altra parte le organizzazioni, le Ong più qualificate che hanno anche partecipato alla stesura della Carta di Milano alla fine non l’hanno firmata, perché?
Vi leggo alcune risposte:
Slow Food Italia dice: la Carta di Milano è solo un rassicurante elenco di buone intenzioni, abbiamo deciso di non firmarla perché non tocca alcuni nodi a la proprietà dei semi, l’acqua come bene comune, i cambiamenti climatici.
Caritas internazionalis ha dichiarato: “è una carta scritta dai ricchi per i ricchi e non parla di speculazione finanziaria, accaparramento delle terre, diffusione degli Ogm, perdita della biodiversità, clima, speculazioni finanziarie sul cibo, acqua, desertificazioni, biocombustibili”.
Extra costi e bonifiche: chi li paga?
Tutte le aziende che hanno vinto appalti, e alcune vinti truccando le gare, hanno chiesto extra costi, più soldi, molti più soldi, ancora non sappiamo quanti soldi andranno a queste aziende.
Le bonifiche non sono state fatte, c’era un preventivo di 6 milioni, ora sappiamo che ce ne vogliono più di 70 e non sappiamo a carico di chi, di solito è il venditore dell’area che deve consegnarla già bonificata ma sono costi che peseranno per il futuro.
Il dopo Expo? Abbiamo un’area immensa di oltre 1 milione di metri quadrati che dovrà trovare un suo utilizzo perché sono stati impiegati 2.400.000.000 di denaro pubblico, di soldi nostri. Ci hanno promesso 200 mila posti di lavoro nuovi ma non ce ne è traccia, in Lombardia l’occupazione è ancora in calo.
Ci promettevano aumenti del Pil di 1, 2, 3, 4 punti? Nulla. Le idee non potevano essere più confuse.
L’area è stata comprata per la prima volta nella storia degli Expo di tutto il mondo con i soldi pubblici perché l’Expo per la prima volta è stato realizzato su aree private, così sostanzialmente il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno dovuto indebitarsi con le banche, per 200 milioni, chi restituirà quei soldi? Non lo sappiamo, è stata fatta un’asta per rivendere quelle aree nel novembre 2014 ma nessuno si è presentato.
L’idea di trasportare sul sito di Expo le facoltà scientifiche dell’università statale è del Rettore della statale Gianluca Vago, ottima idea ma con quali soldi? Con quale regia? Con quali tempi? Assolombarda ha detto: accanto alle facoltà scientifiche dell’università statale, possiamo metterci una zona di imprese, le imprese tecnologiche che possono trasferirsi lì, sì ma con quale sicurezza, certezza, tempi regia non lo sappiamo.
Il governo brancola nel buio Renzi ha detto in modo pomposo: faremo un centro di ricerca, un grande centro di ricerca che farà di quell’area la Silicon Valley dell’Italia, porteremo lì l’istituzione italiano di tecnologie che ora ha sede a Genova e due altri piccoli di ricerca uno che ha sede a Trento e l’altro che ha sede a Torino e faremo di quell’area un posto prezioso per la ricerca genomica, per i big date etc., bellissimo anche questo ma andiamo a vedere le cifre, questi centri di ricerca occupano nel progetto originale 30 mila metri quadrati, nel progetto annunciato con grande pompa 70 mila metri quadrati è meno di 1/10 dell’area e tutto il resto?
Come si fa a riempire questa area che altrimenti rischia di restare il più grande squat d’Europa?
Da beppegrillo.it

LA PROTESTA DELLE FORZE DELL’ORDINE
Igor Gelarda

Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Guardia Forestale e Vigili del fuoco. Tutti sotto casa del premier il 3 dicembre a Pontassieve, per protestare per una situazione ormai insostenibile.
Renzi ha detto varie balle come quella che il Governo avrebbe investito un miliardo in sicurezza del Paese sono state di grande effetto.
Nel bilancio 2016 la dotazione di Polizia e Sicurezza aumenterà complessivamente di 400 milioni, passando da 18,5 miliardi a 18,9 miliardi, mentre per quanto riguarda la difesa c’è stata una diminuzione di 300 milioni. Quindi complessivamente, tra difesa e sicurezza non c’è nessun miliardo in più, ma una eccedenza di 100 milioni. A volere essere ancora più pignoli, però, questo miliardo non è un investimento, in senso stretto, ma un risparmio fatto con lo slittamento del taglio dell’Ires. Che in Italia è al 27,5 e che sarebbe dovuto diminuire già dal 2016.
Come verrà investito questo miliardo? Bonus di 80 euro/ malus di 130 euro per tagli agli straordinari. Le forze dell’ordine hanno i contratti bloccati da 6 anni. Inoltre, fino a tutto il 2014 hanno subito anche il blocco del tetto salariale. E quindi chi avanzava di grado, e vedeva aumentate le proprie responsabilità, non aveva un aumento di stipendio. Il blocco è stato poi dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale ma i soldi degli anni passati non sono stati restituiti, perché la sentenza non aveva effetto retroattivo. Piuttosto che l’annuncio di un Bonus, ci saremmo aspettati che il Premier proponesse un nuovo contratto per le forze dell’ordine che andasse oltre i 10 euro mensili. Questo bonus non verrà conteggiato ai fini della pensione e siccome non è strutturale sparirà alla mezzanotte del 31 dicembre del 2016, proprio come Cenerentola. Addirittura, ad oggi manca formale conferma del Governo circa la concessione di tale bonus anche ai Vigili del Fuoco!
Straordinari non pagati per 37 milioni di euro
Con la stessa mano con cui concede, il Governo toglie 12 milioni di euro dal monte ore straordinari dei Poliziotti: all’incirca 130 euro all’anno meno a poliziotto! E circa 25 milioni di euro vengono tolti ai Carabinieri. Questi 80 euro a fronte dei circa 10.000 euro pro capite che abbiamo perso in questi sei anni, e dei due o trecento euro in più al mese che avremmo dovuto avere se i contratti ci fossero stati rinnovati in maniera congrua, ci sembrano comunque un regalino! Ecco perché protestiamo.
50 milioni per le dotazioni delle forze dell’ordine? In realtà sono 44 milioni, dato che dal bilancio di previsione del 2016 il governo aveva già decurtato 6 milioni di euro. Il problema è che si parte da una base penosa: parchi auto funzionanti al 50%; giubbotti antiproiettile scaduti, ponti radio che non funzionano, situazioni logistiche da film horror, divise che mancano, scarpe che mancano. Questa somma è davvero una inezia. Tanto più che verrà stanziata a fronte del processo di riorganizzazione in corso delle polizie. E il governo chiama riorganizzazione la soppressione della Forestale. Sappiate che la sola militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato, che sarà assorbito dai Carabinieri, comporterà dei costi aggiuntivi per complessivi 25 milioni di euro! Quindi cosa resterebbe? Restano 19 milioni, 54 euro ad operatore. Ecco dunque le dotazioni per la lotta al terrorismo: un paio di scarpe nuove per tutti!
La polizia postale chiude. 150 milioni di euro per la lotta Cyber Crime. Ma vorremmo capire perché nel frattempo decine di sezioni della polizia postale stanno chiudendo, nel nome della spending review. Presidi territoriali di polizia postale che, fino ad oggi, hanno proceduto alla denuncia di migliaia di persone, rispondendo a migliaia di richieste di aiuto che riguardano soprattutto truffe online, clonazione carte di credito e cyberbulismo. Combattiamo il Cyber Crime, chiudendo gli uffici della Postale?
Servono investimenti, non bonus elettorali. 500 milioni riguardano la Difesa e i militari ma il Governo ne aveva già tagliato 300 nel bilancio. Quindi lo stanziamento reale è di 200 milioni di euro e pensiamo di sapere come lo impiegheranno: per finanziare i trattamenti e le spese di missioni internazionali, anche in vista di un nostro possibile ingresso nello scenario che si paventa contro l’Isis. Ben venga ogni euro in più investito in sicurezza, ma che sia un investimento strutturale. Basta con i provvedimenti straordinari, vogliamo interventi con strategie per il futuro. Non si può sempre agire per reazione a qualche cosa, in questo caso la paura del terrorismo.
Una riforma seria della sicurezza. La sicurezza in Italia ha bisogno di una immediata e seria riforma, grazie alla quale potremmo ottenere una maggiore efficienza operativa e risparmiare fino a 5 miliardi di euro, ottimizzando risorse che ci sono e vanno solo amministrate con maggiore accortezza. Bisogna ridisegnare completamente il comparto sicurezza per renderlo moderno, efficiente e senza sprechi. E senza bisogno di ricorrere ai bonus!”
Igor Gelarda, Dirigente Nazionale Consap

MANCANO I SOLDI MA IL GOVERNO SALVA 4 BANCHE CON 3,6 MILIARDI

1.2 miliardi di euro è il costo sostenuto dalle famiglie italiane per il salvataggio di 4 banche ormai fallite da tempo e sotto amministrazione controllata della Banca d’Italia: Banca delle Marche, CariFerrara, Banca Etruria e CariChieti.
Federconsumatori e Adusbef denunciano il fatto che tali perdite siano state subite in gran parte da 130mila piccoli azionisti e 20mila piccoli obbligazionisti che si sono visti azzerati i loro risparmi investiti in queste banche spesso utilizzando anticipi sul loro TFR per sottoscrivere carta straccia.
A fine novembre 4 banche sono state salvate con il cosiddetto fondo di risoluzione bancaria europea dopo aver azzerato il valore del capitale e delle obbligazioni in mano appunto alle famiglie. Tale fondo è previsto all’interno dell’Unione Bancaria e sarà operativo da gennaio 2016: tutte le banche europee contribuiranno a costituire un salvadanaio che nel giro di 10 anni dovrà raggiungere circa 50 miliardi di euro da utilizzare per salvataggi bancari e prevenire il rischio sistemico generato dai fallimenti bancari senza dover contare sull’intervento dello Stato. In Italia dunque si è anticipato il ricorso a tale fondo chiedendo alle banche soldi che non sono ancora stati versati. Al fine di salvare le 4 banche che rappresentno non piu’ di 1% dei depositi nazionali le banche hanno trasferito 3.6 miliardi di euro nel fondo che sono poi stati utilizzati per i salvataggi:
– 1.8 miliardi saranno usati per ricapitalizzare le banche pulite che verranno rimesse in vendita
-140 milioni per ricapitalizzare la bad bank in cui saranno trasferiti quasi nove miliardi di sofferenze
– 1.7 miliardi serviranno per coprire le perdite da svalutazione su tali sofferenze.
E’ dunque vero che le banche italiane hanno fornito liquidità al fondo e dunque salvato le quattro banche attraverso due linee di credito: €2.3 miliardi a breve e €1.6 miliardi a 18 mesi con un intervento di garanzia da parte della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) su quest’ultima in caso tali fondi non dovessero essere sufficienti.
Ha dunque ragione l’ABI?
In realtà no perché ciò che le altre banche italiane hanno fatto è anticipare soldi al fondo di risoluzione, soldi che avrebbero comunque dovuto fornire anche se in modo più graduale negli anni a venire. E non lo hanno fatto gratis, ma con prestiti ben remunerati e senza rischio perché in caso di difficoltà sarà la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) a coprire il buco con il risparmio postale degli italiani. Aggiungiamoci benefici fiscali per le banche ‘salvatrici’ ed il fatto che alcune di loro ora potranno comprarsi con due lenticchie le banche ripulite ed ecco che l’operazione per il sistema bancario si risolve in un mega anticipo di pagamenti comunque dovuti ed in ogni caso ben remunerati.
2016, arriva la fregatura del bail in
Le perdite subite invece dai piccoli azionisti e obbligazionisti restano definitive e prive di appello.
– E dal 2016 sarà ancora peggio perché con la nuova disciplina di ‘bail in’ i salvataggi bancari saranno effettuati scaricando le perdite non solo su azionisti e obbligazionisti (come nel caso delle 4 banche in questione), ma anche sui depositi bancari superiori a 100mila euro e su altri strumenti obbligazionari prima di attingere al fondo di risoluzione. Ci viene detto che questa disciplina eviterà i salvataggi bancari con soldi pubblici ed in teoria questa è una buona cosa. In pratica però il ‘bail in’ applicato al caso italiano puzza di fregatura per diversi motivi.
– L’Italia presenta una forte peculiarità nel fatto che molte obbligazioni bancarie sono state vendute alle famiglie come alternativa più remunerativa dei BTP. Nel resto d’Europa sono gli investitori specializzati a mettere i loro soldi in questi strumenti. Al momento ci sono circa 650 miliardi di euro di obbligazioni bancarie in circolazione in Italia di cui circa 250 miliardi in mano alle famiglie e dunque a rischio di azzeramento in caso di fallimenti bancari. L’eventuale salvataggio di stato buttato fuori dalla finestra grazie al “bail in”, nel caso Italiano rientra dalla finestra attraverso le perdite che in caso di fallimenti saranno subite dai detentori di questi titoli, ossia le famiglie stesse.
– In questi anni di crisi l’Italia e’ quella che meno ha sborsato per aiutare le banche. Parliamo di alcuni miliardi di Monti bond di MPS (ripagati in toto oltre che con 10% di interessi). Questo a fronte solo in Germania di oltre mezzo trilione di aiuti alle banche, un numero da moltiplicare per otto se si allarga a tutta l’Europa del dopo Lehman. Chi doveva sistemare le banche lo ha dunque fatto con soldi pubblici a volte attinti da fondi europei a cui contribuiamo anche noi. Gli altri si arrangiano. Significa che se un domani fosse necessaria la nazionalizzazione del MPS (cosa che il M5S auspicava sin dall’inizio delle difficoltà della banca senese) dal 2016 in poi saranno i suoi piccoli risparmiatori con obbligazioni MPS in portafoglio a farne le spese in primis.
– Ci dicono che non c’era alternativa alla soluzione adottata salvo azzerare tutti i depositi e non pagare gli stipendi rischiando una corsa agli sportelli in Italia. Non è vero. Esiste il Fondo interbancario di tutela sui depositi che era pronto ai salvataggi attraverso i fondi forniti questa volta per davvero dalle altre banche. Perché non è stato possibile attivare lo strumento previsto per queste situazioni? Il motivo è che il governo non ha voluto contestare la fattispecie di aiuti di Stato che l’uso di quel fondo avrebbe configurato secondo Bruxelles e che ha quindi obbligato l’Italia a seguire la via della risoluzione che non prevede il consenso delle banche. Peccato che in Germania negli stessi giorni il governo abbia staccato un assegno da tre miliardi di euro per salvare Hsh NordBank senza alcun mugugno europeo sugli aiuti di Stato. Due pesi e due misure dunque anche se Renzi non lo ammetterà mai.
– Per lo stesso motivo, la necessità di evitare che si configurino aiuti di Stato, l’Italia non riesce oggi ad implementare un veicolo di gestione e dismissione delle sofferenze bancarie come invece ha fatto la Spagna nel 2012 attingendo a fondi europei (inclusi quelli italiani). Monti deve ancora spiegarci in base a quale criterio capestro l’Italia non ha seguito allora l’esempio spagnolo lasciandoci oggi una eredità di 200 miliardi di euro di sofferenze bancarie che bloccano la ripresa economica. Se questo necessiterà di salvataggi saranno di nuovo anche i piccoli investitori a farne le spese.
Questo decreto di salvataggio presenta dunque controversie tali da poter essere impugnato di fronte alla Corte europea di Strasburgo. Se è la logica dell’Unione Bancaria europea a guidare le decisioni qualcuno dovrà pur spiegarci come si pensa di evitare il rischio sistemico con un salvadanaio di appena 50 miliardi di euro pari a meno di 1% degli attivi totali delle banche europee che si intende salvare. Non è così che si previene la corsa agli sportelli ma con l’unico strumento da sempre atto a questo fine: la garanzia sui depositi. Peccato che sia proprio la Germania ad opporsi all’attivazione di un tale strumento di garanzia su scala europea. Come per gli eurobond tutto ciò che prevede condivisione di rischio non viene preso in considerazione. Il risultato è che in nome dell’Europa ci ritroviamo cornuti e mazziati: abbiamo perso l’uso del nostro fondo di tutela dei depositi a livello nazionale senza poter contare su uno strumento analogo su scala europea.

LA PECORINA SMARRITA
Marco Travaglio

Oltre alle numerose controindicazioni, il terrorismo islamico ha questo di bello e di comico: trasforma plotoni di italici miscredenti, bestemmiatori, libertini, ladri, bigami, puttanieri e puttanoni in altrettante pie monache devote a Santa Romana Chiesa, alle madonne, ai beati, ai santi, al crocifisso e naturalmente al presepe. L’altro giorno il comune di Rozzano (Milano), dove un preside ha sostituito il Natale con una strana festa dell’inverno per non offendere i non cattolici, è divenuto meta di un pellegrinaggio di politici di centrodestra. Mariastella Gelmini, che sta alla scuola come Attila sta all’erba, presidiava quella rozzanese intonando Tu scendi dalle stelle. Ignazio La Russa sventolava una bandiera di Fratelli d’Italia, noto simbolo della Cristianità fin dal 33 d. C. Matteo Salvini, agghindato con paramenti verdi catarifrangenti tipo cantoniere notturno, recava un presepe in miniatura e volantinava cd del Bianco Natal. Lega e Forzitalia preannunciano forniture intensive e obbligatorie di pastori, pecorelle, remagi, bambinelli, marie, giuseppi, buoi, asini e stelle comete a tutte le scuole della Padania. Il Tg4 anticipa d’un mese il Natale esibendo un presepione grandezza naturale da far precedere alle commediole sexy di mezza sera. E gli house organ di B., dal Giornale al Foglio a Libero, fanno a gara a chi dedica più colonne di piombo alla Natività, orgoglio e vanto della Tradizione, con editoriali appassionati di padre Sallusti con cardinalessa Santanchè incorporata, di monsignor Belpietro e della papessa Ferrara, tutti bardati con tonache, sottane, rocchetti, mitre e bastoni pastorali per fare scudo col proprio corpo alla civiltà cristiana minacciata dal feroce Saladino. Anche Feltri, pur dichiarandosi ateo, fa sapere: “Guai a chi mi tocca il presepe”.
Nessuno, nemmeno gli interessati, li avrebbe mai sospettati di tanta devozione senza l’Isis e al Qaeda. Purtroppo tanto zelo, tipico dei neofiti, è piuttosto mal riposto perché il Natale, per i cristiani, è una festività secondaria rispetto alla Resurrezione, alla Pentecoste e all’Epifania. E simboleggia valori come l’eguaglianza, la povertà, la pace e la tolleranza, lievemente diversi da quelli dei nostri convertiti last minute, predicatori di guerra, intolleranza, profitto, privilegio, legge del più forte e del più ricco. Almeno B., che Dio l’abbia in gloria, si astiene dalla carnevalata natalizia. A differenza dei suoi, passati agilmente dalla difesa del bungabunga a quella del presepe. Dalle pecorine alle pecorelle.
La Gelmini che canta Tu scendi dalle stelle è la stessa che nel 2011, a Porta a Porta, giurò che alle famose “cene eleganti” di Arcore si discettava “della salvezza dell’Alitalia” (con le hostess sotto coperta), imbarazzando persino Vespa. Sallusti paragonò il Cav di Hardcore a Kennedy (dunque Marilyn Monroe a Ruby) e, già che c’era, pure a Clinton per via della Lewinsky (che però, piccoli dettagli, non era minorenne e non veniva pagata). Poi filosofeggiò: “Ma le escort ci sono dall’antica Roma! Le più fortunate e depravate riescono ad arrivare ad Arcore. Ma quella porta la varcano anche altre persone: B. ogni anno paga 30 milioni a tante persone, anche missionari”. La famosa posizione del missionario, in omaggio alla Santa Sede. Del resto c’era un che di religioso, nelle cene eleganti. La Minetti si vestiva da suora e stringeva il crocifisso in mezzo alle tette. E poi – Silvio dixit – “Carlo Rossella ha una ragazza che canta in Vaticano, molto brava”. Pare addirittura che le olgettine ballassero una speciale lap-dance in gregoriano.
Rossella, direttore di Panorama, strappò una visita pasquale del cardinal Ruini per far benedire se stesso e la redazione. Concelebranti Gianni Letta e Barbara Palombelli, chierichetto Piero Vigorelli (“da bambino servivo messa al cardinal Tisserant”), gli uffici addobbati con crocifissi, foto di papi (minuscolo), busti di San Gennaro, quadretti di angeli custodi e l’Osservatore romano in cima alla mazzetta dei giornali. Il pio Rossella precisò che, sì, in redazione ci sono molte donne, ma “io le vedo come suore: l’atteggiamento qui è un po’ conventuale”. Lo stesso stridio di unghie sugli specchi si era già avvertito al Family Day, patrocinato da Ruini per negare i diritti alle coppie di fatto: una processione di defensores Fidei così affezionati alla famiglia da averne due o tre a testa. Dai forzisti ai leghisti agli Udc (Unione divorziati cristiani): un Multifamily Day. Ora che nasce Presepe Nord, è forse il caso di ricordare con la dovuta invidia che Bossi ha avuto due mogli; Castelli una moglie in chiesa e l’altra davanti al druido; Maroni ha una moglie, ma pure un processo per aver sistemato in enti regionali un paio di amiche, con gran disdoro della storica portavoce gelosa; Salvini, al momento, è a una moglie e due fidanzate ufficiali; Calderoli, quello che dava lezioni di pastorale cristiana al cardinal Tettamanzi, batte tutti con tre mogli, la seconda – Sabina Negri – sposata con rito celtico dal druido Formentini: “I Celti non hanno lasciato nulla di scritto”, raccontò la Negri, sapevamo solo che dovevamo scambiarci i bracciali al posto degli anelli. Formentini si arrampicò sull’albero per raccogliere il sacro vischio e ci fece bere il sidro, che aveva un saporaccio. Io pensai non avessero lucidato bene il calice, Roberto credeva ci fosse rimasto dentro il disinfettante… Noi in chiesa non ci eravamo mai andati, poi di colpo questi della Lega sono diventati cattolici osservanti e mi facevano le prediche su casa e famiglia, anche se molti erano divorziati!”. Non toccategli la Sacra Famiglia, se no s’incazzano e tirano giù qualche moccolo.

RIPRESA QUALE??
Le ottimistiche previsioni di crescita di Renzi dello 0,9 sono un imbroglio. Se va bene, sarà uno 0,6, per cui restiamo all’ultimo posto in Europa come i peggiori dopo la Grecia contro una crescita europea prevista dell’1,9%. Grazie alla crisi voluta e imposta dal sistema finanziario per risucchiare i beni dei popoli europei e distruggere le loro difese democratiche, l’Italia ha perso in 8 anni, il 9% della ricchezza nazionale, mentre continua la campagna di privatizzazione dei beni statali (vd ora le Ferrovie, ma Renzi vuole privatizzare tutto) e peggiorano i servizi pubblici. Siamo in una crisi più lunga di quella del ‘29, anche perché in America ci furono politiche economiche espansive con forti investimenti statali, che ora mancano totalmente. Non si investe, si lascia alla malora il territorio e non si tagliano i benefit e gli sprechi delle classi egemoni. I dati trionfalistici di Renzi e Padoan sono emerite truffe, sostenute solo dalla grancassa dei giornali di regime, che ormai ‘danno i numeri’ per i più allocchi, smentiti platealmente dai fatti. Ci dicono che i disoccupati sono diminuiti solo perché chi ha perso la speranza ha smesso di iscriversi alle liste di collocamento, e non ci dicono che sono diminuiti gli occupati, mentre Renzi ha tagliato i diritti del lavoro, rendendo tutti licenziabili e una chimera la pensione. I nostri dati sulla disoccupazione restano i peggiori d’Europa. Fingono di diminuire le tasse mentre le scaricano sugli enti locali, assolvono i grandi evasori e tartassano i piccoli contribuenti. il sistema giudiziario e penale viene fatto a pezzi e la democrazia subisce costanti riduzioni. “L’Italia è il paese che ha registrato i risultati peggiori sulla crescita del Pil pro capite tra quelli che hanno adottato l’euro fin dall’inizio”. A certificarlo è la Bce (Sole 24 ore).

RIDIAMARO :- )
Aereo russo abbattuto dai turchi
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Miguel Mosè
Per spiegare che cosa sta succedendo ho detto a mia nonna che hanno sparato all’arciduca Francesco Ferdinando
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a.mazed
Erdogan ordina l’abbattimento di un jet russo. Ma dubito che venisse a sganciare democrazia.
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dan11
La situazione è così tesa e confusa che Mattarella sta pensando di invadere la Sardegna.
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zip
Siamo sull’orlo della terza guerra mondiale e Renzi ha le idee chiare: “Mi bastano pochi twet per sedermi al tavolo della pace”. (Abbatetelo!!)
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George Clone
Berlusconi lo ha già detto “Tranquilli, chiamo io Vladimir e sistemo tutto”? (Sul lettone?)
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comagirl100
Comunque é arrivato l’inverno, quindi noi si sta coi russi, no? (Insomma questo gas chi ce lo vende?)
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Bar uc
Glielo avevo detto a Putin di andar di droni…
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Lorenzo
Non è che non sono russo in questi momenti. È che “Je Suis Charlie” è più facile di “Я Русский”.
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CthulhuRulez
Sull’orlo della Terza Guerra Mondiale:
Guardiamo il lato positivo, se inizia almeno questa sarà davvero l’ultima.
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Pirata21
Sta per iniziare la Terza Guerra Mondiale. In compenso però finisce la crisi. (sui giornali almeno)
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Luca
La Russia sconsiglia viaggi in Turchia. A meno che non guidiate un carrarmato.
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SPINOZA
Alfano: “L’Italia ha un protocollo preciso per affrontare un attentato”. Inquinare le prove, depistare le indagini e poi quarant’anni di processi inutili.
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Salvini avverte l’Isis: “Ho fatto un anno di servizio militare”. Aggiungici un anno di judo e si arrendono.
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Il ministro Pinotti: “Vendiamo armi in Medio Oriente nel pieno rispetto della legge”. Se si inceppano gliele cambiamo.
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Salah ha partecipato agli attentati ma non si è fatto esplodere. Anche l’Isis ha il suo Civati.

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MASADA n° 1710 30-11-2015 I SEGRETI DEI COLORI

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MASADA n° 1710 30-11-2015 I SEGRETI DEI COLORI 2
PAOLO BRESCIA, Colordesigner
PARTE SECONDA

Non è cambiato niente con l’avvento dei colori estratti in modo sintetico rispetto a quanto si otteneva con processi naturali, fin dagli antichi Fenici, che avevano scoperto come ottenere la gamma dei Rossi, dal rosa fino al porpora, miscelando il composto estratto dai Murici. Le tre famiglie di conchiglie producevano rossi differenti, vi erano procedure per ottenere il colore voluto, dalla cottura al sole alla miscela con altri prodotti come la caseina. Nel 17° secolo il dactylopius coccus (cimice delle agavi) ha sostituito i murici con processi più velocizzati, immaginate ad esempio il tempo necessario ad ottenere il colore con il Guado: pianta lacustre che produceva un blu, ma non prezioso e stabile come quello prodotto dall’indigo pianta e/o dalla polverizzazione e miscelazione del lapislazzulo, infatti i processi di fissaggio erano molto differenti; per poter ottenere una certa stabilità cromatica il tessuto veniva immerso insieme alle foglie di guado in vasche che contenevano urina e alcool.

Nel medioevo non era difficile di notte imbattersi in contenitori tipo vespasiani che venivano svuotati dai tintori.
brescia insalata grande
Guado
conchigliegrandi
Murice

Oggi con la produzione del colore attraverso la chimica si dovrebbe in laboratorio ricreare ogni volta i processi uguali di costruzione ma una qualsiasi minima differenza e nei tempi. nelle dosi, nel calore, nell’umidità, nella stoccatura generano sfumature differenti
Quando scelgo un oggetto colorato che faccia pendant con quello che ho nell’armadio , per essere più sicuro, vado fuori dal negozio per poter controllarne il colore alla luce del sole? ….. Bene la maggioranza delle volte quando ritorno a casa mi rendo conto di aver sbagliato scelta, perché la luce solare ha in sé una differente temperatura colore per cui di mattina è azzurra a differenza del tardo pomeriggio che è arancione. Lo sapeva bene Monet che dipingeva otto quadri dello stesso soggetto ognuno in un un‘ora differente del giorno, e, quando completava il dipinto, distruggeva gli altri sette .
monet
La conoscenza di questa variazione della luce colorata mi ha permesso di progettare e realizzare una struttura, al centro di una città, alta oltre novanta metri larga venticinque e profonda trentasei che cambia colore nell’arco della giornata diventando una specie di “gnomone cromatico” o addirittura in particolari condizioni si mimetizza con l’ambiente circostante scomparendo.
La torre BA di pomeriggio

torremattina

torrepomeriggiodi mattina
Quando scelgo su di un catalogo vernici per la mia casa, non lo trovo uguale una volta applicato? Posso rispondermi che il più delle volte la scelta era su un campioncino molto piccolo e in una superficie ampia il colore cambia, ma la realtà è un’altra: ogni volta che consulto un campionario, ho intorno altri colori che condizionano la mia scelta, il colore scelto andrebbe perimetrato da squadrette grigie in modo da leggere e scegliere quello giusto colore.
Si veda come il quadratino rosso su sfondi differenti cambia drasticamente colore

quadrati
In un determinato periodo della vita mi capita di avere una preferenza per un colore e un rifiuto per altri o in seguito potrebbe essere esattamente il contrario? Il test di Luscher spiega il perché di una scelta o di un rifiuto, che ovviamente cambia con il cambiare delle situazioni
Nel periodo natalizio ci capita di mangiare di più e il cibo inoltre sembra più buono?
Il rosso che abbonda nelle tovaglie e nei festoni fa sì che si attivi la sinestesia del gusto, aumenta la salivazione e tutto sembra più buono… i Mc Donald e i ristoranti Cinesi conoscono bene questo processo, ma l’esempio più eclatante è accaduto una quindicina di anni fa quando furono dati da degustare e classificare a dieci sommelier cinque vini bianchi e altrettanti vini rossi, ebbene tutti dettero valutazione più o meno simili ma nessuno riuscì a capire che i vini rossi erano gli stessi vini bianchi colorati con il bols (liquido inodore e insapore). Da allora si consiglia, ed ogni sommelier lo sa bene, di valutare il vino rosso in bicchieri neri e/o opachi, dopo si può passare alla valutazione del colore.

tovaglia
sinestesie che si attivano attraverso il colore,
Si dice che la vista migliori con l’arancione (betacarotene). Durante l’ultima guerra si pensava che gli Inglesi vedessero prima gli aerei che venivano dal continente in quanto gran mangiatori di carote, ma la realtà è che avevano messo a punto il radar.
Per decongestionare la vista è necessario il verde assorbente e non riflettente. Tenere presente che Nerone usava per non stancare la vista durante le mattanze al Colosseo una lente di smeraldo, gli antichi incisore rigeneravano la vista attraverso il guardare una pietra di berillio, oggi o usate una pietra di smeraldo o una di berillio oppure la soluzione più economica è certamente avere vicino allo schermo del computer un frammento di vetro fuso o uno di quegli oggetti che si trovano facilmente presso i mercatini e i bazar dei cinesi
carote

diamante
(la gemma verde)
L’appetito viene super attivato con il rosso, il rosso aumenta la salivazione e rende i cibi più gustosi. Nei Mc Donald si riesce a deglutire quanto propinano grazie al rosso che rende il cibo più saporito, al giallo che dà l‘impressione di prodotti ben cotti, il verde di un prodotto naturale ed infine il bianco un prodotto raffinato. Ogni ristorante Cinese abbonda nei rossi (provate a mangiare fuori lo stesso spring roll e certamente lo troverete meno buono). Utilizzando il rosso in una zona pranzo non in modo eccessivo ma solo in piccole porzioni potrebbe aiutare l’anoressica. Il colore che è il contrario del rosso in cucina è il blu. Col blu sembra che i cibi siano sciapi pertanto si eccederà in utilizzo del sale o zucchero con antipatici risultati.
L’arancione tendente al rosso infatti spinge a respirare con la bocca non sentendo alcun odore. Ho fatto molti esperimenti; uno di questi è stato il far “visitare” ai discenti architetti; un bagno in costruzione senza finestra dove vi erano le pareti e il pavimento in ceramica arancione con alcune piastrelle verdi: il 20% alla domanda cosa ne pensassero, rispondevano che esteticamente non era un gran che, ma alla domanda su quale odore avessero percepito, non sapevano cosa rispondere.
Il viola diminuisce la percezione del rumore che arriva ovattato nel padiglione auricolare e la causa potrebbe essere dei 380 nm. che forse irrigidiscono l’infinità di sottili cellule sensoriali e fibre nervose che ci permettono di sentire un tono di suono inferiore, questo spiegherebbe perché i teatranti ancora oggi considerano iellato recitare o cantare in un ambiente viola, e non perché come si è creduto fin’ora era la conseguenza delle leggi cristiane che vietavano qualsiasi manifestazione durante la quaresima in quanto la chiesa era in lutto ulteriore, la prova è che quando in chiesa abbonda il viola, il brusio dei partecipanti alle orazioni sono meno rumorose, sembra che preghino sottovoce.
Il blu è un colore solido, non freddo e tantomeno caldo, è voluttuoso, è il colore carezzevole per eccellenza, colore molto difficile da ricavare in modo naturale e oggi si trova solo in modo sintetico anche se sembra che ci sia in Emilia una coltivazione di Guado. Un’applicazione consigliata e quella di colorare in blu i corrimani in acciaieria e in officine dove si lavora ferro caldo. Il blu è certamente non ustionante, mentre la codifica del nero da utilizzare è un errore molto grave infatti il ferro incandescente è un nero che subentra al rosso che a sua volta subentra all’arancio e giallo, motivo per cui l’operaio si guarda bene dal toccarlo nonostante l’inerpicarsi delle scale. Ricordo ancora che la nonna quando si accingeva a stirare con i ferri da stiro di allora a carbone, inumidiva le dita che toccavano appena l’involucro contenente il fuoco. Nelle antiche botteghe del fabbro si gettava del liquido o si sputava sopra prima di toccare un ferro nero.
Nella segnaletica ci sono varie codifiche errate: tutti sanno che gli strumenti antincendio, gli estintori , i maniglioni per le porte anti fuoco, i contenitori dei tubi eroganti ecc… sono rossi, e la maggior parte delle volte gli estintori si trovano verso le porte di uscita, bene non ci vuole molto acume per rendersi conto della pericolosità di questo obbligo. Il rosso è perfettamente visibile in un ambiente quando non vi è incendio, vorrei capire chi è cosi stoico da recarsi verso qualcosa di rosso tra le fiamme, il fumo, le urla e l’ adrenalina a 1.000. Sono stato a parlare con un responsabile SIE (società Italiana di Ergonomia) a Milano in una a specie di sottoscala (ufficio ergonomico? assolutamente no!!); mi ha risposto che per normativa sono necessari venti casi più uno di decessi addebitati alle stesse cause per poter modificare una codificazione. Ho immaginato di fare lo stesso viaggio del divin poeta ma mi sono chiesto come avrei potuto avere testimonianza del fatto che erano morti ustionati al cinema statuto di Torino se i documenti erano bruciati insieme a loro. La risposta l’ho trovata ricordandomi una frase di Einstein: “Ho dedicato tutta la vita alla ricerca e a conclusione posso asserire che solo a due manifestazioni non ci sono limiti: il cosmo e l’imbecillità umana. Ma sul promo nutro dei dubbi”.
Il documento più antico che si conosce per aver indicato il colore come terapia è il Papirp di Ebers datato intorno al 1.500 a.c. vi era un elenco di cure attraverso il colore comprendente: il piombo rosso, l’olio bianco, le lucertole nere, l’indaco e il verderame; quest’ultimo mischiato alla cera d’api era usato per guarire le cateratte; la porpora di Tiro per i Greci era ottima per i foruncoli e le ulcere per il suo contenuto di ossido di calcio; per i Cinesi il colore era lo strumento migliore per conoscere lo stato di salute del malato ad esempio un polso rosso denotava un intorpidimento del cuore, un aspetto giallo la buona salute mentre uno verde preannunciava l’imminente morte. Ancora presso gli Egizi vi era la dottrina degli “umori” che collegava gli stessi ai quattro elementi così la bile nera (terra) esprimeva malinconia (depressione) una bile gialla (aria) un carattere collerico, un eccesso di rosso ( fuoco) un carattere sanguigno, il bianco (acqua) un carattere flemmatico. Queste valutazioni furono utilizzate dai Cinesi, dagli Indù, dai Greci, dai Romani e arrivarono all’Europa medievale attraverso il mondo Islamico. Oggi il colore trasmette al medico se è un buon osservatore immediatamente le carenze del proprio corpo infatti l’analisi del colorito della pelle, della lingua, degli occhi e delle secrezioni sono indicativi. Per esempio, una pelle tendente al blu indica una mancanza di ossigeno nel sangue conseguenza di una malattia ai polmoni o al cuore; una pelle rosso acceso indica un avvelenamento del sangue di ossido di carbonio; il rosso negli occhi indica una congiuntivite o l’alcolismo; una lingua molto rossa e una pelle gialla indicano un’anemia dovuta a carenza della vitamina B.
Ad ogni cambiamento di stagione sarebbe preferibile essere attenti ai colori che si indossano, ad esempio con i primi freddi è opportuno indossare indumenti rossi e lo stesso colore andrebbe indossato immediatamente ai primi sintomi di influenza, in quanto l’indossarlo aumenta il battito cardiaco tonificando il corpo, ma sarebbe opportuno stare attenti nel suo utilizzo se si hanno problemi cardiaci; indossarlo inoltre aiuta a superare i primi sintomi di depressione; sembra che in Tibet gli ammalati di bronchite siano avvolti in drappi rossi ed esposti al sole.
In altre sfumature e non in saturazione piena, il rosso tendente all’arancio è un aiuto per combattere la bulimia e l’anoressia, infatti aumenta la salivazione; in sfumatura con il blu si può ottenere una gamma molto varia che và dall’indaco rosato e a quello azzurro fino al porpora ed infine al pompeiano.
Il primo indaco rosato è ottimo come il rosa per aumentare l’ottimismo, è splendido per la convalescenza e se è utilizzato per la zona trucco permette di vedersi più bella. Con questo colore il centro estetico sembra più professionale e certamente più frequentato.
Il secondo, l’indaco azzurro, è il colore anti batterico e anestetico e aumenta la soglia del dolore. Sono stati fatti vari esperimenti si sono eseguiti alcuni interventi e il risultato è stato ottimo, probabile anche l’ effetto placebo???
Il porpora è il colore della magnificenza, difficile da indossare (non si potrebbe non essere più presenti in un consesso di persone), più facile da utilizzare sulle pitture murali sottolineato da tele con le cornici in legno dorato.
Il pompeiano è certamente il viagra naturale, è il colore dei lupanari, basti pensare che a Pompei la donna che esercitava il meretricio era considerata una dea dell’eros; la stessa ad Ercolano era considerata una etera; è il colore che Gino Paoli ha identificato come viola nel suo “cielo in una stanza”, immaginato e memorizzato in un bordello.
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La prima parte si trova qui:
http://masadaweb.org/2015/11/16/masada-n-1700-16-11-2015-i-segreti-dei-colori/
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1711 11-12-2015 IL REGNO DI MAMMONA

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MASADA n° 1711 11-12-2015 IL REGNO DI MAMMONA
(Nelle foto i Presepi fai da te)
La finanza non paga mai – Lo scandalo delle 4 banche fallite- 130.000 risparmiatori privati dei loro risparmi. Un pensionato si uccide –La truffa di Veneto Banca – Ai troll piddini che impestano i blog – Storia del Giubileo – Luttwak e Poletti – L’Immacolata Concezione e l’Islam – Vittoria Del Fronte nazionale in Francia – Il programma di Marine Le Pen – Le differenze tra il Fn e Salvini – La sx europea e i suoi inutili lamenti – Le 4 libertà di Roosevelt – La mancia di 500 euro ai diciottenni – Il calo del Pd – Le pene dei pellegrini e Alitalia- Perché cadde Berlusconi – Merkel, santa della democrazia!? – Ecco i valori dell’Occidente

Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore” (Angelus Sibelius)

Hillary Clinton ha ammesso: “L’ISIS è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano“.

Da dove li prenderemo i 3 miliardi che regaliamo alla Turchia?
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EUROPA, UNA PRIGIONE SENZ’ANIMA
Annamaria
“Questo è il nostro mondo- disgregato e deprivato gradatamente, quasi inavvertitamente, dopo decenni di quell’egemonia culturale ed economica iniziata con Reagan e Thatcher, dei suoi connotati, della sua essenza, dei principi di civiltà e solidarietà su cui era fiorita l’idea stessa di Europa.
Certo, quella Europa non c’è più. Non c’è più l’Europa libera, civile, solidale, democratica a cui siamo stati educati e a cui tutti ci siamo sentiti di aderire.
Al suo posto c’è il mondo frutto di un’egemonia culturale ed economica che in qualche decennio ha fatto del nostro continente qualcosa che sempre più si avverte come gabbia, come prigione.
Ma allora, DOV’E’ il fascismo? Nei movimenti di popolo (quindi ‘popolari’, non ‘populisti’) che in modi anche molto diversi si ribellano e tentano di riappropriarsi della loro libertà e dignità, oppure in un’Europa ridotta a una grigia prigione senz’anima?

MM
Certo che tra il fallimento generale della sx, l’inconsistenza di un partito serio di dx ed in entrambi i casi politiche fatte di promesse non mantenute, politici deprimenti e azioni di governo indistinguibili una volta al potere, azzerando così l’alternanza, sinceramente faccio fatica a capire come se ne esce. Non è comunque giustificazione per votare o tifare un partito con base estremista.
Sicuramente finché i mezzi di informazione si limiteranno a fare i leccaculi e a badare alle stronzate e ai twitter più che ai contenuti si sprofonderà ancora di più.

IL PARTITO DI MAMMONA
Carletto

Chiedo scusa, ma, se mi sono chiari i valori M5S (onestà, legalità, solidarietà, fratellanza, frugalità, biodiversità, difesa dell’ambiente, sostenibilità economica ed ambientale, difesa della cosa pubblica, dei servizi ai cittadini e dei diritti dei lavoratori e dei piccoli imprenditori, equa tassazione e distribuzione delle ricchezze e delle possibilità di crescita, non lasciare dietro nessuno ecc.) non mi sono molto chiari i valori richiamati dai partiti tradizionali, in particolare la sx, reale o Pd, ma non vorrei offendere il Pd usando questo aggettivo (sx) che non molto ama.
Continuino con intellighenzia a prendere per il c..lo il popolo facendolo governare contro il loro volere ed il loro interesse, contro la democrazia ed il buon senso e avranno trasformato questa democrazia in una dittatura mediatica e con la lora realtà virtuale continueranno a vestire i re nudi.
Poi ci si meraviglia se i popoli votino i lepennnisti al posto degli hollandisti o dei piddisti o dei renzisti.
I francesi sono un popolo sveglio e hanno capito subito. Al contrario degli italiani loro son abituati alle rivoluzioni e non alle involuzioni. Dal loro punto di vista anche il semplice ‘ognuno padrone in casa propri’a e ‘le banche la finanza e le multinazionali fuori dalla mia casa, dal mio desco, dal mio letto e dal mio lavoro’ può ormai essere giustamente declinato solo nel lepenismo.
Tutto il resto è mammona, cioè dominio dei soldi, di interessi privati su quello pubblico, delle multinazionali sulle tradizioni, del cibo spazzatura sul naturale e della sanità, solidarietà, diritti di cittadini e lavoratori pensioni e speranze ceduti dai politici a quattro soldi sull’altare degli interessi privati e delle lobby.
Questo è ciò che ha lasciato al cittadino europeo il partito unico destrosinistro della finanza internazionale e delle multinazionali (il partito unico di mammona).

LO SCANDALO DELLO 4 BANCHE FALLITE
Sergio di Cori Modigliani

Circa 130 mila cittadini italiani, per lo più residenti in Toscana, Marche, Umbria ed Emilia Romagna, hanno perso i loro risparmi. A questi vanno aggiunti altri 100 mila residenti nella regione Veneto, vittime di una truffa legale organizzata e gestita dalla Veneto Banca, istituto finanziario amministrato da esponenti della Lega Nord, per la quale sono in corso ben tre diversi procedimenti giudiziari nei confronti del management della banca. Per la Banca delle Marche e la Banca Popolare dell’Etruria, i partiti coinvolti sono da Forza Italia a Ncd al PD.
Si è usato il solito “ricatto occupazionale”. Renzi può dire “abbiamo difeso i posti di lavoro e quindi stiamo intervenendo per evitare che le banche chiudano per fallimento”. E’ lo stesso principio applicato nei decenni per l’Ilva di Taranto. E in Italia ha funzionato a meraviglia, mettendo i lavoratori e i loro sindacati dalla stessa parte di aziende decotte e mal gestite o truffaldine, contro giudici, identificati come responsabili della rovina di intere famiglie finite in mezzo alla strada. L’oligarchia al potere in Italia (e in Grecia) non ha nessuna intenzione né interesse a varare dei paracadute necessari per la salvaguardia dei lavoratori e dei cittadini. Voglio sottolineare che l’unica formazione politica che insiste da sempre sulla necessità inderogabile di varare immediatamente il reddito di cittadinanza è il M5s, che continuo a sostenere e a criticare.
Istituendo il reddito di cittadinanza per offrire un paracadute alle famiglie, si potrà superare il modello miope, ottuso e obsoleto di questi sindacati, si potranno bloccare i furbi e i furbetti amici degli amici, e si potranno, per esempio, far fallire le banche inadempienti. Come hanno fallito le centinaia di migliaia di piccole e medie aziende italiane, maciullate dalla recessione e dall’austerità, che hanno chiuso licenziando gli addetti senza che il governo fosse mai intervenuto. Per non parlare dei milioni di singoli che sono stati proletarizzati finendo per andare a costruire una gigantesca sacca di povertà ed esclusione sociale come l’Italia non aveva mai visto dal 1948.
Quando, nel febbraio del 1931, con un’America in ginocchio, Roosevelt decise di scendere in campo candidandosi alla presidenza, diede l’annuncio per radio, diffondendo il suo programma che era molto ben radicato nei valori del popolo americano e nel loro immaginario collettivo. Concluse sostenendo che “….la Libertà e l’Indipendenza rimangono i nostri valori fondativi; 4 sono le libertà per le quali io intendo combattere e rappresentarvi perché 4 sono le libertà da difendere e da perseguire. Esse sono la libertà di parola, la libertà di culto, la libertà dalla paura, la libertà dal bisogno”. Quando, tre mesi dopo iniziò la quotidiana collaborazione ufficiale con Keynes, alla prima riunione, Roosevelt rammentò all’economista britannico quel suo discorso e gli chiese: “Sei in grado di fornirmi un progetto efficiente, pragmatico, efficace che rispetti questi 4 parametri?”. E Keynes rispose, come è noto: “Ci proverò. C’è il rischio che ci riesca, c’è il rischio che fallisca”. Roosevelt decise di rischiare.
Le 4 libertà rooseveltiane ancora oggi mantengono inalterato il loro valore. Si possono anche ascoltare i tecnici esperti, ma nessun economista al mondo sarà mai in grado di teorizzare, organizzare, gestire il necessario repulisti di cui la nostra nazione ha bisogno oggi.

LA TRUFFA DI VENETO BANCA
Paolo Fior

Veneto Banca, l’amara beffa ai soci che perdono l’81% dei risparmi e non hanno diritto al recesso. Mai un consiglio d’amministrazione di Veneto Banca era durato tanto. E sì che nell’ultimo anno e mezzo a Montebelluna ne sono successe di tutti i colori: dalle ispezioni delle autorità di vigilanza sono emersi i conti taroccati della gestione di Vincenzo Consoli; la procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta penale tutt’ora in corso; sotto l’egida degli ispettori della Bce è stata effettuata una radicale pulizia dei bilanci che ha portato a svalutazioni, accantonamenti e perdite miliardarie; il valore delle azioni è stato tagliato del 25% provocando la rabbia dei piccoli azionisti intervenuti all’assemblea del 18 aprile scorso; è stata avviata la trasformazione in spa e in seguito verrà varato un nuovo aumento di capitale (il secondo in due anni) e avviato l’iter per la quotazione in Borsa. Nessuno di questi drammatici avvenimenti, però, è stato così sofferto come la decisione che il consiglio ha dovuto assumere il 2 dicembre: stabilire il prezzo come la Popolare di Vicenza, sono già ampiamente al di sotto di quei requisiti e dunque è fatto divieto alle due banche di liquidare con mezzi propri i soci che intendessero avvalersi del diritto di recesso…ciò detto, si capisce meglio come mai il consiglio di amministrazione convocato per le 10 del mattino del 2 dicembre si sia sciolto solo dopo le 23. Il contenuto del comunicato è da shock: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna per i soci che non intendono aderire alla trasformazione da banca cooperativa a società per azioni. Detto così sembra poco, in realtà occorre ricordare che Veneto Banca – pur essendo uno dei maggiori istituti di credito italiani – non è quotata in Borsa e che da anni i soci sono impossibilitati a vendere le loro azioni perché ovviamente nessuno le vuole acquistare, tantomeno ai prezzi di fantascienza proposti dal consiglio d’amministrazione e ratificati di anno in anno dalle assemblee degli azionisti. E’ questo l’effetto della legge varata dal governo Renzi che obbliga le dieci maggiori banche popolari italiane a trasformarsi in spa: la Banca d’Italia infatti può limitare il diritto di recesso dei soci, “anche in deroga a norme di legge”, se ciò è necessario per evitare una riduzione del capitale sociale al di sotto dei requisiti patrimoniali stabiliti dalla vigilanza. Veneto Banca, così come la Popolare di Vicenza, sono già ampiamente al di sotto di quei requisiti e dunque è fatto divieto alle due banche di liquidare con mezzi propri i soci che intendessero avvalersi del diritto (soppresso ad libitum) di recesso… il contenuto del comunicato del consiglio di amministrazione è da shock: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna, che peraltro deve varare una nuova ricapitalizzazione da un miliardo di euro.
Per molti che nella banca avevano creduto investendo i risparmi di una vita si sta consumando un vero dramma.

Al momento (lo scrive Sole24ore) la voragine delle banche cialtrone è di oltre 42 miliardi. Una parte il Tesoro ha già iniziato a versarli. Dall’inchiesta del ‘Sole’ emerge qualcosa di ancora più incredibile di quello spaventoso errore compiuto coi nostri soldi: tutto è stato fatto in segreto senza che sia rintracciabile un solo responsabile: «I contribuenti hanno pagato operazioni finanziarie fatte dai gestori del debito senza essere mai state rese note, né tantomeno spiegate», e queste decisioni sono avvenute «senza un vero titolare»
Il “Sole” fa ‘elenco di chi si era là dove quei contratti-capestro sono stati firmati: Draghi, Siniscalco, Amato, Ciampi, Tremonti e Padoa-Schioppa. Quest’ultimo è morto. Draghi è alla Bce. Siniscalco è vicepresidente proprio di Morgan Stanley (curioso), Amato è alla Consulta, Ciampi e Tremonti non hanno più cariche. Uno di loro (o forse più di uno) è il responsabile politico di questo massacro ai danni degli italiani. Ma nessuno saprà chi è. Insomma c’è il delitto (42 miliardi buttati), ci sono le vittime (i contribuenti), ma non c’è il colpevole. O meglio c’è, ma nessuno ci dirà mai il suo nome.

Cobra89
La manovra di salvataggio di 4 banche fallite (tra cui quella del padre e del fratello del ministro Boschi) che ha lasciato tutti gli investitori sul lastrico, e molti di questi sono proprio nelle regioni rosse.
– la promessa di abbassare l’IRES nel 2016 che è già andata a farsi benedire.
– la disoccupazione che aumenta e la ripresa che non c’è.
– un rinnovo contrattuale ai lavoratori dipendenti di 16 centesimi.
– nuovo debito per finanziare un bonus inutile ai 18enni per comprarsi i loro voti.
Di questo passo è tutto da vedere se vi sarà un orgoglio alle urne. Il fatto che Renzi abbia già detto che le amministrative non c’entrano nulla col governo parla chiaro.

130.000 risparmiatori perdono tutti i loro soldi per il fallimento di 4 banche. Un pensionato che aveva perso 100.000 euro si è impiccato. Renzi versa 3,6 miliardi per salvare queste banche, ma i correntisti scappano. Malgrado le forti sofferenze bancarie, le remunerazioni dei vertici erano alle stelle per 2,5 milioni e il massimo responsabile si regala lo stesso 400.000 euro l’anno. Dov’era Bankitalia che ha il dovere di controllare le banche? A che serve Bankitalia se i controlli non li esercita? Perché queste banche non possono essere nazionalizzate, visto che sono fallite? Perché i responsabili non possono essere processati, dopo che hanno azzerato i risparmi di 130.000 Italiani? Perché l’Italia non ha messo in regola le sue banche come chiedeva l’Europa e come mai ora arriviamo in ritardo tanto che l’Ue non prende in considerazione le nostre richieste?

Alessandro
A Firenze, Maria Elena BOSCHI venne nominata, anche senza esperienza, dal sindaco Renzi, nel consiglio di amministrazione di Publiacqua, l’azienda toscana che gestisce il servizio idrico con le tariffe dell’acqua più alte d’Italia, insieme a Erasmo DE ANGELIS che ne diventa il presidente ed ora è stato nominato da Renzi sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti e poi direttore de l’Unità. Il 4 maggio 2014 Pier Luigi BOSCHI, padre della ministra Maria Elena, è stato promosso vice-presidente della Banca Etruria. Il padre della Boschi a novembre è stato multato per 144 mila euro per la Banca Etruria. A febbraio 2015, con i formidabili rialzi dei titoli delle banche popolari scattati prima ancora che il governo annunciasse il decreto per trasformarle in società per azioni, una delle banche che ha registrato i maggiori rialzi è proprio la Popolare dell’Etruria e del Lazio di cui è vicepresidente il padre del ministro Boschi. Il giorno 2 febbraio 2015 la Banca Etruria è stata commissariata. Alla base del provvedimento “gravi perdite del patrimonio” che sono emerse dagli “accertamenti ispettivi, avviati dalla Banca d’Italia e tuttora in corso” e sono dovute a “consistenti rettifiche sul portafoglio crediti”. E’ il nuovo che è avanzato!!

Non so come faranno quelle banche, anche coi miliardi di Renzi, a non fallire, visto che ora tutti scapperanno portando via i soldi che ancora hanno lì.
Spero che alla fine, ma non succederà, tutti costoro paghino il fio, e specialmente quei criminali dei loro direttori che hanno fatto prestiti assurdi ai soliti amici e agli amici degli amici, ovviamente politici, soldi che poi non sono tornati mandando le banche in rosso profondo. Hanno bruciato con piena incoscienza agendo come dei tossici i capitali di 130.000 persone mettendole sul lastrico, ma non esistono leggi nel nostro codice penale che li portino davanti a un tribunale o li mettano in carcere, come non esistono leggi per penalizzare i ministri delle finanze e Bankitalia che non hanno mai vigilato né i governi che finora non hanno fatto nulla per sanare la situazione, anche se l’Europa da anni lo ha chiesto insistentemente e tutti i Paesi europei lo hanno fatto, meno l’Italia, per cui evidentemente Tremonti, Padoa Schioppa, Ciampi, Padoan, Visco, Monti ecc. o erano idioti o dormivano.
Poi ci vengono a dire che i 5stelle sono incompetenti, ma più incompetenti di così!!???

Viviana
Fosse per me i banchieri li processerei come hanno fatto in Islanda e poi li caccerei a pedate. O nazionalizzerei cacciandone i vertici le banche decotte. Gli islandesi alla fine hanno attaccato i crimini della finanza e non si sono prestati a farsi tosare e macellare, hanno fatto emergere la loro fierezza, hanno cacciato o processato i banchieri ed i politici responsabili e si sono rifiutati di pagare il conto alla Troika …
E noi invece che faremo? “Ci faremo una banca”, come disse Fassino, parlando come un idiota? Speculeremo sulle fondazioni come quella di D’Alema, legate culo e camicia a banche criminali e spacciate per organismi di volontariato? Faremo banche alla “banca di Lodi” dove i leghisti derubarono perfino i morti? O continueremo a proteggere le banche ‘amiche’, come abbiamo fatto col Monte dei Paschi di Siena o la Banca di Sicilia? Risaneremo ancora le banche coi soldi dei cittadini o faremo nomine e leggi per dimostrare che politici (vd la Boschi) e mondo finanziario sono in combutta? E manterremo ancora quel baraccone inutile e incompetente di Bankitalia, buono solo a proteggere i ladri dove almeno 6000 funzionario sono diventati inutli solo con l’entrata dell’euro?
Quando a troppi poteri non corrisponde altrettanta responsabilità, la corruzione e lo sfacelo sono la norma. E la responsabilità si cura solo con le leggi penali e la ferma applicazione della galera. Ma a un paese ridicolo come l’Italia, governato da individui ridicoli, che si sentono tutti sopra la legittimità e il bene comune, cosa lo dico a fare?

Guido da Langhirano
Vediamo un po’: TRE BANCHE governate da gente vicina al PD sono fallite. Ferrara , Marche e Toscana, il “Triangolo rosso ” delle perdite bancarie. Poi oggi si scopre che Banca Italia e Ministero dell’economia, fra le tre soluzioni prospettate da Bruxelles, ha scelto quella che penalizzava gli obbligazionisti Tre indizi fanno una prova. … C’è una responsabilità DIRETTA ED IMMEDIATA del governo. Altro che multone al papà Boschi. Una cazzatella, neanche un anno di stipendio. Dovrebbe andare in galera, lui e tutti gli amministratori, se non altro per istigazione al suicidio dei pensionati risparmiatori.
Il PD difende i pensionati…….. ecco come.
E non provate neanche a nominare gli altri….

Ivano Marescotti a Guccini che ancora vota Pd:

“Ma che fai? Il Pd è servo del capitalismo! Facci caso, quando i partigiani e i loro coetanei sono andati in pensione o sono morti attorno alla fine degli 80, si sono portati dietro anche i valori politici, etici, morali che rappresentavano. La classe politica che li ha sostituiti è degenerata a livelli inimmaginabili. Al punto che un Presidente della Repubblica (che pure è antico quanto i partigiani) e poi il giovanotto Presidente del Consiglio nonché capo del partito di maggioranza relativa, il PD, accolgono, per programmare la politica italiana, fare le riforme, cambiare la Costituzione, un pregiudicato, un delinquente abituale, come è scritto nella sentenza, uno che non ha neanche il diritto al voto, cioè lo Stato gli impedisce, anche con il suo semplice voto individuale, di influire nella politica italiana. E ora, col patto B-Renzi il fondo è toccato. Siamo nella merda totale. Hai voglia avere nostalgia del vecchio PCI, figurati che io ho perfino nostalgia del primo PD di cui sono fondatore nel 2007 (ci’ho la targa firmata!), nonché eletto nella Assemblea Nazionale! Il PD non c’è più, al suo posto c’è un fantasma impostore e infido, traditore di se stesso,che riesce in ciò che il berlusconismo non è mai riuscito ad ottenere: abbattimento dei diritti dei lavoratori, dell’articolo 18 (col Job Act non serve più) e, quindi, del sindacato (Renzi non è andato al congresso della CGIL, così come fece solo
Propone una legge elettorale che la nostalgica e dimenticata “legge truffa” del 1953 era uno zuccherino democratico in confronto a quella proposta da costoro e il porcellum, dichiarato incostituzionale, ne era solo un timido assaggio. Un patto B-Renzi che modificherà la Costituzione senza neanche concederci il referendum e avvierà le riforme che considerano il lavoratore non una persona ma una merce, un bullone, un macchinario in mano all’impresa che lo usa come gli pare. Un partito che è utilizzato per servire il capitalismo più pericoloso e antidemocratico che la storia del dopoguerra abbia mai conosciuto, una svolta epocale di cui il PD è primo responsabile. E questo lo poteva fare solo un partito un tempo di sx, il PD. E il Job Act lo poteva proporre solo un ex comunista, già Presidente della Lega coop rossa.”

Meglio Marescotti di uno Scalfari e Miele venduti al vile denaro e non sono più persone ma servi dell’utile più basso: “Io, attore, parlo e come, e dico che il Pd ha tradito, ferocemente tradito, gli ideali di giustizia, le conquiste fatte, i valori etici e gli obbiettivi per cui era nato e aveva ereditato dal PCI e perfino dall’ala democratica della DC. Il PD è un partito di centrodx con la quale governa da tre anni e la prospettiva di continuare per altri anni a venire. E il voto al PD, magari fosse solo inutile, esso è dannoso e metterebbe una pietra tombale alla sx in Italia.Tutto cambia e la nostalgia canaglia non ci impedirà di parlare forte, di urlare, anche in dialetto: adès bàsta!”

Per la truppa ormai insopportabile dei fascistelli piddini a libro paga che imperversano sui blog

MASSIMO IMPERATO

“sembra che seguan lo spartito
marciano un truppa i servi di partito
Hanno sepolto la propria volontà
ai piedi di uno stemma senza età
pieno di forme e senza contenuti
Mentono anche a se stessi
si muovon come ossessi
Declamano ognuno i suoi ideali
che invece sono scappati con le ali
volando verso uomini più onesti”

..
Come dice Stefano Sandulli:

“Tu credi che l’ironia ignorante
sia il giusto strumento
per la stonata orchestra dei tuoi convincimenti
ma sappi che un solo attimo della mia esistenza
ha più significato di un tuo, mai umile, passo
asservito al potere”

QUALE GIUBILEO?
Aldo Antonelli

Non è nato sotto buona stella e, nonostante gli sforzi di papa Francesco, sembra che anche oggi dovrà pagare il suo tributo all’ambiguità, così come è avvenuto per tutti i precedenti.
Il termine “Giubileo” è stato usato per la prima volta da papa Bonifacio VIII nel 1300, quando indisse il primo giubileo della storia. In realtà l’iniziativa fu una richiesta della gente comune. Nella notte di Natale del 1299 si riversarono nella Basilica di San Pietro cittadini di Roma e migliaia di pellegrini a visitare i sepolcri degli apostoli Pietro e Paolo convinti di afferrare così il perdono di tutti i peccati di cui si erano pentiti. Inoltre il rinnovamento spirituale introdotto in gran parte dai francescani e domenicani aveva diffuso un grande bisogno di fede, di perdono e di purificazione. Tale fu l’impressione suscitata dal Papa, che decise di indire un Anno Santo. Ogni 100, divenuti poi 50 e in seguito 25 anni.
Più che un innesto nella tradizione biblica e profetica dell’anno “sabatico”, il primo Giubileo dell’era cristiana si pone subito come “affare”, in contrapposizione alla “Perdonanza” di Celestino V. Questi, tale Pietro da Morrone, eletto papa nel 1294, in una situazione del tutto eccezionale, con la cosiddetta “Bolla del Perdono”, stabiliva che coloro i quali, senza alcuna distinzione, fossero entrati nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L’Aquila, nell’arco di tempo compreso tra la sera del 28 e quella del 29 agosto (anniversario della sua investitura) di ogni anno, e fossero “veramente pentiti e confessati”, avrebbero ottenuto la remissione dei peccati. Il fatto era del tutto eccezionale, visto che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso legato alla speculazione e al denaro e in un luogo “periferico”, rispetto alla “Roma Papale”. L’Aquila era la città nella quale Celestino V si era fatto incoronare papa e dalla quale non si era voluto muovere, perché a Roma non si sentiva sicuro. L’Aquila era all’epoca sotto il dominio di Carlo II d’Angiò, acceso sostenitore del pontificato di Celestino. E il 28 settembre 1294 re Carlo, su sollecitazione di Celestino V, emanò un Diploma, col quale perdonava ogni colpa ai “paganisci”, cioè agli abitanti di Paganica responsabili delle distruzioni operate contro alcune rocche feudali di proprietà regia ed annullava la relativa multa di 2.000 once d’oro. Questa si poneva dentro la piena tradizione biblica, così come si evidenzia dal capitolo XXV del Levitico, nel quale si ordinava, ogni sette settimane di anni, cioè ogni cinquant’anni (dopo quarantanove anni), il riposo della terra che non poteva essere coltivata, il rientro in possesso delle terre perdute, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi e la pacificazione universale: “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. (…) Ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia” (v.10); “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini” (v. 23).
Il giubileo di Bonifacio VIII occultò e tentò anche di cancellare (non riuscendovi) l’intuizione profetica di papa Celestino. Da momento di “Grazia” si trasformò in occasione di “grazie”, commercio sempre più laido di “perdoni” e “beneficenze”, di profitti e assoluzioni.
Fu papa Paolo VI, molti secoli dopo, a restituire al Giubileo l’idea di riscatto e giustizia sociale, ricordando che le radici bibliche di quella celebrazione risiedono in quel passo del Levitico (25,10) in cui Dio proclama ogni 7 cicli di 7 anni un anno speciale, di grazia e redenzione, nel quale gli ebrei si impegnano a far riposare la terra; a condonare i debiti; a liberare gli schiavi. Lo fece nel 1973, annunciando l’indizione del giubileo del 1975, affermando che quelle radici andavano recuperate e pienamente vissute, seppure in un senso spirituale.
Ciononostante il Giubileo ha continuato e continua ad essere un’ottima occasione per fare business, là dove a beneficiare non sono i poveri, che secondo la Bibbia dovrebbero essere i primi destinatari dell’Anno di Grazia, bensì gli albergatori, i commercianti e le grandi agenzie turistiche. Occasione di grossi guadagni e di sprechi immensi. Basti dare un’occhiata al resoconto del Giubileo wojtyliano del 2000: dei 2.578 miliardi di lire stanziati per la realizzazione di 5.000 opere “giubilari”, ben 2.208 vennero spesi per opere mai portate a termine!
Per il Giubileo indetto da papa Francesco e che ha avuto inizio l’8 Dicembre, fonti vaticane e del Comune di Roma già profetizzano 25-30 milioni di pellegrini che varcheranno la Porta Santa nella basilica di San Pietro. La scelta di Francesco, di inaugurare l’Anno Santo a Bangui, nella Repubblica Sudafricana, avrebbe potuto e dovuto insegnare ai cattolici di tutto il mondo che il vero Giubileo è un qualcosa che riguarda la loro Vita e non la Geografia, il loro rapportarsi con l'”altro” e non il loro trasferirsi altrove. Non si tratta di far venire i pellegrini a Roma; si tratta di rimettere al mondo la misericordia di Dio e, quindi, di proporre al mondo un nuovo paradigma, contro lo sfruttamento della terra, i prestiti usurai, gli investimenti non rispettosi né dei diritti dei popoli né delle esigenze della natura. E invece no! Proprio per niente. Si continua, a tambur battente, a suonare la grancassa del guadagno e dello spreco, per di più in una costosissima guerra senza confini e mai dichiarata!

LUTTVAK E POLETTI
Berluscameno

Guerra e precariato, le ciniche verità di Luttwak e Poletti.
Chissà perché in questi giorni si è finito per associare Edward Luttwak a Giuliano Poletti.
Sono due persone diversissime per storia cultura e esperienze, l’uno intellettuale militante dell’imperialismo Usa, l’altro burocrate un poco rozzo del ‘pentitismo comunista’.
Sono persone normalmente lontanissime eppure le loro uscite di questi giorni sui mass media italiani li hanno fatti sembrare assai vicini.
Il primo a La7 ha rivendicato con orgoglio il sostegno degli Stati Uniti ai talebani e a ciò che ne è seguito. È stato un buon affare comunque, ha detto, perché in Afghanistan è crollata l’Unione Sovietica è così l’Occidente ha visto sconfitto il suo principale nemico.
Poletti ha dichiarato inutili le lauree con alti voti, magari conseguite in ritardo, e poi ha rivendicato la necessità di superare il concetto stesso di orario di lavoro, sostituendolo con la retribuzione a prestazione.
Si può trovare che entrambi abbiano brutalmente descritto la verità.
Per Luttwak la guerra si fa per conquistare potere e chi la vince, qualsiasi mezzo usi, ha sempre ragione. Non troveremo in lui le ributtanti ipocrisie sulle guerre umanitarie e democratiche. Le guerre servono a tutelare precisi interessi e per questo devono essere astute e spietate. Le guerre di Luttwak sono quelle del neoliberismo globale, quello santificato da George Bush padre allorché dichiarò: “Il nostro sistema di vita non è negoziabile e verrà difeso in tutti i modi.”
Giuliano Poletti deve esercitare qualche ipocrisia in più, vista la professione, ma alla fine non scarseggia in brutalità. Il suo attacco al 110 e lode corrisponde ad un mercato del lavoro nel quale i giovani laureati vanno a fare le polpette ai McDonald’s, naturalmente nascondendo il titolo di studio altrimenti non verrebbero assunti. A che serve studiare tanto se i lavori che vengono offerti non corrispondono minimamente alla cultura acquisita?
Poco tempo fa ho conosciuto un ricercatore universitario che, stufo di ‘fare la fame’, aveva rilevato la bancarella del padre ai mercatini.
Poletti sta semplicemente cercando di adeguare le aspettative scolastiche alla realtà del mercato del lavoro voluto dalla Merkel e dai suoi tirapiedi. Nel quale serve soprattutto una piccola istruzione di base adatta alla nostra società mediatica e consumista. Solo ad una élite rigidamente selezionata, quasi sempre su basi censitarie, sarà consentito di lavorare esercitando le competenze apprese in lunghi studi. Per la maggioranza dei giovani studiare troppo è tempo buttato. Come aveva lamentato Berlusconi, non può essere che anche l’operaio voglia avere un figlio dottore. Le controriforme della scuola di Gelmini (FI) e Renzi (PD di centro-sx)hanno cominciato ad adeguare, con i tagli, il sistema formativo al mercato del lavoro fondato su precariato e ‘disoccupazione di massa’. Meglio studiare meno e prepararsi ai lavoretti precari che verranno offerti, piuttosto che accumulare rabbia per una laurea (in ingegneria edile) non riconosciuta da nessuno.
Anche sull’orario di lavoro Poletti ha in fondo detto la verità. La ‘globalizzazione finanziaria’ voluta dalla èlite al potere nel mondo con i neo- con (contraria al “vecchio capitalismo delle imprese economiche manifatturiere” reali) , l’euro, le POLITICHE ECONOMICHE DI AUSTERITA’ e di RIGORE (VOLUTE dal Governo della ‘ UE’ su suggerimento della ‘reazionaria ed ignorante’ Merkel) hanno progressivamente ‘distrutto’ le secolari conquiste del mondo del lavoro. Che per avere un orario definito per la propria prestazione e ridotto a dimensioni umane e legato ad una retribuzione dignitosa, ha speso 150 anni di lotte e miriadi di vittime. Oggi tutto è in discussione e non perché il lavoro non abbia più bisogno delle tutele conquistate, ma perché il “falso neo-liberismo tedesco” (abbracciato e fatto proprio dalle sinistre al governo nei paesi occidentali della UE e negli USA) è riuscito a distruggerle.
Occorre consigliare al PD (partito italiano di sx incomprensibilmente molto favorevole all’Austerità ed al Rigore tedesco di matrice nazista ) di Poletti, che non pare persona particolarmente colta, la lettura di ‘Furore’ di John Steinbeck. È la storia(triste ma vera!) di una famiglia USA che, durante la crisi degli anni ‘30 negli Usa, è costretta a migrare e a trovare lavoro a cottimo. E arrivano in una azienda ove si raccolgono le cassette di arance a cinque centesimi l’una, senza orario di lavoro e ’ se non va bene che se ne vadano via’.
Il ‘New Deal keynesiano di Roosevelt ‘si rivolse proprio contro quel ‘sistema di sfruttamento’, che oggi non a caso viene invece riproposto nell’ Europa in cui, con l’Austerità ed il Rigore trionfa il neo-liberismo e si distruggono lo stato sociale e i diritti del lavoro oltre alla sovranità nazionali : gli stati nazionali debbono sparire e solo le popolazioni dei paesi UE debbono rimanere soggette alla ‘nuova schiavitù’ già a suo tempo prevista dal “Grande Terzo ‘Reich’ millenario germanico”.
Luttwak e Poletti sono solo dei ‘reazionari’, la loro visione del mondo fa venire i brividi e fa tornare indietro anche di secoli, ma non hanno inventato nulla. (Infatti l’aveva già tutto progettato ed approntato Hitler, ipotizzando la creazione della Grande Germania Nazista costituita solo dai popoli europei soggetti ed opportunamente schiavizzati!).
Ciò che dicono Poletti & Luttvak corrisponde a ciò che si fa realmente nelle ‘nostre società malate’ e governate da “finti partiti di sx”. Quindi più che per le loro parole ,conviene ‘mostrare scandalo’ per la ‘realtà’ che cinicamente descrivono e difendono.
E soprattutto conviene, quella realtà, provare a cambiarla!

BELLEZZA
Alberto

Da un treno in corsa, guardando attraverso il vetro del finestrino come se fosse la tela di un dipinto, contemplavo all’imbrunire il paesaggio del sud tra mare e ulivi. Poi indirizzai l’attenzione al vetro stesso sul quale erano state disegnate alcune scritte con il pennarello e tra alcune macchie di sporco e condensa apparivano riflesse le immagini all’interno dello scompartimento, dove anche l’ombra del mio viso assieme a tante altre si rivelava su questo quadro da me inventato al momento. Uno sguardo sul tutto caricò la mia attenzione facendo così svanire la concentrazione nel particolare. La coesione di immagini progredì dall’astratto all’armonia, entrai in un territorio senza sentieri dove era facile imbattersi nell’inganno di un sogno, nell’errore di una scoperta o nell’incanto di una intuizione. Ogni paradosso era possibile ma allo stesso momento individuabile, sostenibile. Ritornai naturalmente alla mia memoria, nella misura e nel calcolo ricordando alcuni disegni di Leonardo nei quali cose differenti custodivano in se, paradossalmente, la stessa natura: i capelli di una donna mossi dal vento come le onde del mare o la spina dorsale di uomo divenuta albero maestro della nave ed tanto altro ancora. Questi uomini come Leonardo ed Einstein hanno attraversato anche per noi territori sconosciuti, meravigliosi ed avversi sospesi tra il genio e la follia, afferrando di tanto in tanto quel filo profondissimo che tesse trama e ordito di tutto ciò che ci è dato amare.

FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE E ISLAM

8 dicembre, nel 1854 Pio nono proclama l’Immacolata Concezione, pone cioè il dogma per cui la Madonna sarebbe nata senza peccato originale, da non confondere con l’altro dogma per cui ha concepito senza colpa, restando vergine, in caso contrario Gesù sarebbe stato un figlio bastardo e la Madonna una ragazza allegra. Non vogliamo sapere il parere di Giuseppe. Del resto il dogma è in linea con tutto il paganesimo per cui la dea Madre è la prima ad esistere e mette al mondo i suoi figli per partenogenesi, senza l’intervento del maschio, il quale arriva dopo e in genere fa dei danni.
Sempre riprendendo vari mito pagani, la concezione del Bambinello sarebbe avvenuta tramite l’orecchio. L’arcangelo Gabriele cioè parlò nell’orecchio a Maria e lei rimase incinta. Occhio a quello che si sente!!
Maria ha un ruolo privilegiato anche nell’Islam. Il Corano dice che durante la sua infanzia, Maria è benvoluta da Dio che la protegge e le concede doni particolari come il cibo sempre fresco che Zaccaria, suo zio e tutore, trova presso di lei tutte le mattine e che le proviene direttamente dal cielo. Procedendo negli anni, Maria riceve dagli angeli particolari comunicazioni grazie alle quali apprende di essere prediletta da Allah tanto da essere scelta come procreatrice del Messia, l’unto, il purificato che avrà la missione di portare agli uomini un messaggio di Dio. La sua maternità è misteriosa, è opera speciale di Allah che tutto può creare con un semplice “Sii” della Sua parola e il brano coranico che racconta il concepimento di Gesù (III, 45-47) ricalca ampiamente il vangelo di san Luca (1,32-38) e soprattutto i Vangeli apocrifi della nascita e dell’infanzia di Gesù.
La figura di Maria è intrinsecamente legata a quella di Cristo che, per il Corano, è uomo prediletto da Allah, inviato agli Ebrei per confermare la Legge e perfezionarla, ma sempre solo uomo anche se santo. Maria, quindi, è vergine per la sua maternità, ma non è certo madre di Dio, anzi tale affermazione rappresenta una terribile bestemmia. L’immagine di Maria tuttavia emerge tanto che gli Ebrei sono maledetti perché hanno osato calunniarla e non hanno creduto al concepimento e alla nascita misteriosa di Gesù (IV, 156-57).
Sulla misteriosa gravidanza di Maria non c’è pieno accordo: secondo alcuni, seguendo l’affermazione di Ibn ‘Abbâs, fu miracoloso non solo il concepimento ma anche la durata, di una sola ora, della gravidanza; secondo altri invece avrebbe avuto un decorso normale di nove mesi. Giunta l’ora del parto, Maria si isola sotto una palma da datteri e soffre atrocemente tanto da desiderare di essere morta prima di quel momento. Una voce la consola esortandola a cibarsi di datteri freschi e a rinfrescarsi con l’acqua del vicino ruscello. Alcuni interpretano questa voce come angelica, altri come quella del neonato Gesù che evidenzia così la sua straordinarietà, ribadita poco dopo quando, appena entrati in casa, difende la madre dalle accuse dei parenti di aver disonorato se stessa e la famiglia dando alla luce un figlio illegittimo. Maria è donna devota per tutta la sua vita; attesta la veridicità della parola del suo Signore e per questo è posta fra le predilette di Allah insieme ad Asiya, moglie del faraone, che salvò Mosè dalle acque del Nilo, alla moglie di Zaccaria e a Fatima. Inoltre è l’unica donna inserita nella serie dei Profeti, come discendente di Adamo, Abramo, Noè, ‘Imrân. In tutto il Corano è quindi citata con grande rispetto ma nello stesso tempo sono frequenti i passi in cui si tende a ribadire l’errore dei cristiani che le attribuiscono qualità soprannaturali.
L’Islam, preoccupato di non intaccare l’assolutezza di Allah, non tributa a Maria atti devozionali e non le conferisce alcun ruolo di intercessione o di intermediazione fra l’uomo e il suo Signore. Tali atteggiamenti sono riscontrabili solo in alcuni gruppi marginali facenti capo all’Islam sciita, ove Maria viene inserita in pratiche devozionali accanto a Fatima, la figlia prediletta di Muhammad, e ai due figli di questa.
In ambito sunnita i modelli femminili sono piuttosto le due mogli del Profeta, ‘A’isha e Khadîja. Tuttavia Maria conosce la venerazione popolare anche in certe regioni, ad esempio nei santuari di Algeri e di Efeso i musulmani si recano a venerare l’immagine della Vergine accanto ai cristiani.

Armando di Napoli

Gli animi di spermatozoi impazziti
bruciano nelle fiamme clandestine
di un fuoco misericordioso
un bagliore brillante riscalda
carne ridotta alla povertà
sfruttata e sfrattata per usi lucrosi
striscia l’usura appesa al dominio
di generazioni senza orientamento
incenerendo le ultime speranze
nelle vasche abusive dell’egoismo…

VITTORIA DEL FRONTE NAZIONALE IN FRANCIA
Massimo Gallo

Con la vittoria del Fn in Francia non è la Sx ideologica a perdere, ma la Sx che NON fa la Sx e che si vende.
Quanti politici hanno tradito il loro mandato? Mi hanno scritto due amiche in Francia, paragonando Hollande ad un’ibridazione tra D’Alema e Gennaro Migliore: promesse tradite ed ora pure la rinuncia a favore di Sarkozy.
C’è poi un dato di fatto. Nel 2002, studiando Politica Sociale, si trovava il classico schema circolare, con effetto di feedback, ove la società nazionale distribuiva e programmava il welfare tramite l’adesione a progetti presentati dai politici, i quali gestivano ed ottenevano il consenso col soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. A loro volta i cittadini avevano, col voto, il potere di determinare le misure di welfare. Ora è tutto diverso. Le Direttive europee e i vincoli di bilancio impongono dall’esterno modifiche fondamentali della vita del cittadino, specie in tema di welfare, senza che questi abbia un vero potere di veto specie su programmazioni fatte dalla BCE.
Ora, se la BCE è in effetti un esproprio del potere dei cittadini, è evidente che i medesimi, in tempi di crisi, ritengano (a torto o a ragione) che l’epoca degli Stati Nazionali indipendenti fosse migliore, ci fosse più potere dei singoli sul proprio destino e più modalità per affrontare la crisi, con la possibilità di adottare metodi più adeguati per il proprio paese. L’esemplare Finlandia, seguendo le ricette Merkel, è sofferente, mentre la Svezia, che ha posticipato l’entrata nell’euro, con le classiche manovre di svalutazione e senza distruggere il suo welfare si è ripresa e viaggia a vele spiegate.
La realtà è molto semplice, Hollande stesso ha tradito la fiducia dei suoi elettori. Dunque, perché stupirsi? Resta lo sdegno di chi, dal basso, nel suo piccolo si è impegnato tante volte, perdendo tempo, incrinando amicizie per portare avanti partiti che… che hanno fatto schifo.

IL PROGRAMMA DI MARINE LE PEN

Dovrebbe essere evidente che, se Marine Le Pen ha vinto, non è stato per gli attentati di Parigi ma per aver presentato un programma vasto e profondo, come i nostri partitucoli italiani neanche si sognano, che va a favore di molte richieste ed esigenze dei Francesi ed è fortemente avverso al programma ipercapitalista e iperliberista della Troika. In questo senso l’Ue è molto più fascista della Le Pen. Visto nel suo complesso, questo programma non somiglia ai programmi di dx di suo padre, è fortemente ffermative ta e prende molti elementi di sx e molto ambientalismo.
Possiamo essere d’accordo o no su tutti i suoi punti, ma resta un programma interessante.

Anti-europeismo e anti-atlantismo, lotta all’immigrazione, sostegno alla pena di morte (referendum da farsi sulla reintroduzione della pena di morte per delitti efferati come quelli suoi bambini ed ergastolo intero senza sconti), avversione all’eutanasia, ma anche rispetto della laicità dello Stato e politiche sociali in favore dei ceti meno abbienti (che nei programmi italiani mancano totalmente).
Auspica che la Francia aumenti l’autarchia dei grandi spazi e l’economia in cerchi concentrici (prima l’ambiente, poi la società, per terza l’economia = questo è uno dei capisaldi dello sviluppo sostenibile). E’ un’eresia ecologica consumare prodotti coltivati a 20mila km di distanza. Si deve produrre per il territorio più vicino, distribuire sul posto, consumare prodotti locali (localismo e ambientalismo). Sostiene che la Francia deve attuare contratti di cooperazione, se merci necessarie come il caffè non sono prodotte in Europa. Appoggia il ferroutage (treno+ferrovia) e i trasporti pubblici.
Serve una moratoria sull’immigrazione, si deve fare una politica che favorisca prima i Francesi in materia di occupazione, stato sociale e alloggi.
La cittadinanza è indivisibile dalla nazionalità. Vuole abrogare la ffermative action (parità di tutti senza politiche discriminatorie) e restaurare una meritocrazia repubblicana. Vuole rimuovere la doppia cittadinanza e l’acquisizione automatica della nazionalità francese. E’ necessaria una severa applicazione della legge per quanto riguarda la perdita della cittadinanza. Uno straniero che non rispetta la legge in Francia dovrebbe essere privato della nazionalità francese e se commette reati gravi e illeciti in Francia deve essere rimandato al suo paese d’origine. Promuove la linea dura contro le violenze nelle scuole e l’incremento delle forze di polizia nelle zone a rischio, allo stesso tempo appoggia il miglioramento delle condizioni delle carceri.
Non vuole si penalizzino i clienti delle prostitute.
Afferma il suo attaccamento ai valori della laicità della società francese e difende vigorosamente la legge del 1905 che stabilisce che la Repubblica francese non riconosce, non concede stipendi o sussidi a qualsiasi forma di culto religioso. Vieta ogni tendenza religiosa nella scuola e l’ostentazione di simboli religiosi nelle cerimonie e negli edifici civili. Auspica leggi a favore della famiglia e dei bambini. E’ contraria alla legalizzazione delle droghe, sostiene l’obbligo di cura per i tossicodipendenti e l’inasprimento delle leggi contro i trafficanti. Dà la «preferenza nazionale» negli appalti pubblici. Grida contro «la dittatura dei mercati». Si avvicina alla sx nella difesa del regime delle 35 ore settimanali di lavoro (introdotto dalla gauche). Chiede di abbassare a 60 anni l’età della pensione (Renzi la vuol portare a 75!). E di aumentare subito gli stipendi più bassi, in particolare il salario minimo fissato per legge di 200 euro.
«Non sono contraria all’aborto e non lo rimetterò in causa, se diventerò presidente ma non voglio che sia usato come contraccettivo”. Vuole perciò abolire le sovvenzioni regionali ai consultori familiari, «che banalizzano l’aborto».
Se vincerà le elezioni presidenziali, la Francia farà della Russia un partner privilegiato e uscirà dalla NATO. “Penso che la Francia abbia ogni interesse a guardare all’Europa, ma alla grande Europa, in partnership con la Russia” per “ovvi motivi, geostrategici e di comunanza culturale” così come per gli interessi d’indipendenza energetica.
PIÙ TASSE SULL’IMPORT E ADDIO AL LIBERISMO
Vuole modificare le relazioni franco-americane e far uscire la Francia dalla Nato. Ha predetto la fine dell’euro e vuole uscire dall’euro.

E’ chiara la differenza con l’insussistente programma della Lega. Forse anche Salvini avrebbe potuto sperare in risultati migliori nell’ignaro elettorato italiano se non fosse per 5 errori marchiani:
-una ideologia esile attaccata a degli slogan scritti sulle felpe ma soprattutto
-8 anni di governo con Berlusconi in cui non hanno fatto niente di buono e hanno approvato qualunque legge ad personam
-8 anni di leggi stupide e senza fondi con cui i migranti li hanno fatti solo aumentare
-la corruzione e i ladrocini della Lega (ved anche il pasticciaccio della banca di Lodi o i furti slla stessa cassa di partito) per non parlare del nepotismo verso personaggetti tipo il Trota o la Rosy Mauro o la moglie del Bossi
-ma soprattutto la campagna di odio verso i meridionali quando ancora credevano nella secessione della Padania dall’Italia
Non credo poi che nell’identità della Le Pen ci siano cretinate come il dio Po, i Galli boi, le nozze celtiche e gli Ufo.
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C’è chi tenta sempre di saltare sul carro del vincitore. Quando vinse Blair i piddini erano tutti blairiani. Ora Salvini salta sul carro della Le Pen.
Ma le differenze sono molte:.
La Francia ha un regime presidenziale, noi almeno formalmente uno parlamentare.
L’Fn è ormai radicato su tutto il territorio francese (eccetto Bretagna, Corsica e Ile-de-France), la Lega è un partito regionale che non sfonda al sud.
Il Fn non ha mai governato. La Lega è stata 8 anni al governo e ha partecipato alle porcherie di B.
I membri del Fn non sono incappati in reati, quelli della Lega si sono fatti conoscere come arraffoni e ladri.
Il Fn non ha mai avuto una banca, la banca di Lodi abbiamo visto lo schifo che è stata.
Il Fn governerebbe da solo. Salvini è pronto a rimettersi con B o a vendersi al maggior offerente.
La Le Pen ha un programma solido e robusto. Salvini ha una collezione di felpe,
Contro il Fn non c’è nessuno. Contro Salvini c’è il M5S che lo supera.
Infine il Fn ha il 30% ed è il primo partito francese, la Lega al massimo ha avuto il 10,8 % nel 1996, quasi vent’anni fa.

LA SX EUROPEA E I SUOI INUTILI LAMENTI
Giulietto Chiesa

Fuori dalle geremiadi della sx sconfitta (meritatamente) in Francia, sarà utile cominciare a riflettere su quanto sta accadendo già da qualche anno.
La spiegazione la si trova subito, confrontando la catastrofe di Hollande con il successo contemporaneo di Jeremy Corbyn nel Regno Unito, in una elezione locale ma molto significativa, nella quale il suo candidato ha messo in fila, a grande distanza, i conservatori di Cameron e l’Ukip di Farage.
Due leader “di sx”, parrebbe, uno dei quali viene seppellito dal disgusto popolare e l’altro trionfa. La risposta è che il primo è “sotto” e il secondo è “sopra”.
“Sotto” vuol dire, in questo caso, “non credibile”, ma anche neo-liberista, bugiardo, guerrafondaio, antipopolare, europeo di una Europa che è sempre più lontana dal popolo, dai popoli europei, dalla solidarietà, dalla giustizia.
“Sopra” vuol dire sincero, contro la guerra, per una politica di giusta redistribuzione della ricchezza sociale, coraggioso, non succube del mainstream media, fautore dell’ indipendenza dagli Stati Uniti d’America.
La sconfitta di Hollande non è un merito preminente della dx, ma di Marine Le Pen. La dx europea, quella vera, si identifica con la grandi banche d’investimento, sovranazionali per definizione. La sx europea si è sdraiata sulla politica delle banche e, dunque, è coricata sul letto di morte a fianco di quella della dx.
Dove sta la differenza? Nel rapporto con la gente, con il popolo, con i suoi sentimenti e con le sue paure. Marine Le Pen festeggia la vittoria centrando il bersaglio: noi rappresentiamo il nostro paese, la sua sovranità. Anche Corbyn rappresenta la sovranità popolare contro i maneggi dei padroni universali. L’una e l’altro, non a caso, vogliono uscire dalla Nato. Uscire dalla guerra. Forse (anzi è così) sono arrivati a questo approdo per motivi diversi. Ed è certamente vero che muovono verso questo approdo con intenzioni diverse. Ma il fatto nuovo è che si muovono verso un approdo antagonista rispetto a quello della struttura autoritaria e di controllo, antidemocratica e repressiva che è divenuta l’Unione europea. Per questo vincono: perché interpretano l’inquietudine crescente dei popoli europei. I quali percepiscono il pericolo, anche se non ne comprendono l’origine e le cause. Non possono, del resto, proprio perché i maggiordomi del Potere (che sono padroni dei media) gliele hanno accuratamente nascoste.
Queste considerazioni non valgono solo per Francia e Regno Unito. Valgono per tutta l’Europa. I partiti tradizionali, di dx e di sx (affratellati, anzi avvinghiati gli uni agli altri, dal potere e dal “centrismo”) strinsero un patto con i rispettivi sudditi: noi vi diamo il benessere e voi ci date i voti. L’Europa è divenuta quello spettacolo desolante che vediamo adesso, sulla base di quel patto. Che ha funzionato nell’epoca ingannevole dell’abbondanza.
Ora l’abbondanza è finita con la crescita, che si supponeva (ma non era) infinita. Le classi subalterne, a cominciare da quelle “medie”, hanno cominciato solo ora ad accorgersene. Il patto è stato rotto. Dall’alto. Tutti capiscono che i poteri non sono più capaci nemmeno di rattopparlo. Non hanno alcuna ricetta che non sia l’egoismo (questo sì senza fine) dei loro padroni. Tutti vedono che la prossima generazione vivrà peggio delle precedenti. Non si sentono più rappresentati dai vecchi partiti e ne cercano di nuovi.
Cioè si allontanano dal “centro”. In qualche caso li hanno trovati. Il Front National è uno di questi, sulla dx. Syriza, in Grecia, è uno di questi, sulla sx. Ma anche Alba Dorata, sulla dx. Anche l’UKIP, sulla dx, in Gran Bretagna. Dove non trovano niente di niente, se li cercano, li costruiscono: è il caso del Movimento 5 Stelle, in Italia. Mentre, sempre in Italia, tutti i partiti tradizionali, di dx e di sx, si frantumano, si frastagliano, si sciolgono. E i casi di analoghe diaspore verso le periferie si vedono dovunque: in Finlandia e in Danimarca, in Olanda, in Spagna, in Belgio, in Portogallo.
Collocare questi sommovimenti nel vecchio schema di sx e di dx è un errore. Non serve a capire la portata della rivoluzione in corso. Essa richiede, per essere compresa, il ritrovamento dei valori fondanti del vivere civile, delle regole, della tradizione. Richiede il rifiuto della globalizzazione. Richiede il ritorno alla natura. Ciascuno, poi, arriverà a suo modo all’approdo, se si riuscirà a evitare la guerra, cioè a sopravvivere. Dunque questo è l’imperativo del momento. Poi, forse, si ricomincerà a discutere. Adesso l’essenziale è fermare i portatori di egoismo e di morte
..
I partiti prima votano per eliminare i finanziamenti pubblici, poi fanno la legge Boccadutri per prenderli lo stesso e così si beccano illegittimamente 45 milioni. Nemmeno dei bilanci onesti come prevedeva la legge sono riusciti a fare, ma i soldi se li sono spartiti lo stesso.

Il M5S ha rinunciato a tutti i soldi che gli sarebbero spettati, in questa occasione l’assegno sarebbe stato di cinque milioni e mezzo di euro, soldi dei cittadini italiani che devono restare ai cittadini italiani. Invece il Pd e FI non aspettano altro che gonfiare i propri portafogli: al partito del Bomba (che pochi mesi fa gonfiando il petto diceva di aver “abolito il finanziamento pubblico”) andranno più di 21 milioni di euro. Alla faccia di chi non prende finanziamento pubblico… Non scherza nemmeno FI che magari userà gli oltre 14 milioni di euro per pagare parte dei propri debiti. Il ballista Salvini, che vive di politica da vent’anni, continuerà a succhiare i soldi degli italiani prendendosi con la sua Lega Nord 3 milioni e 800mila euro di finanziamento pubblico. Nessuna di queste sanguisughe ripensa al referendum del 1993 con cui gli italiani hanno abolito il finanziamento pubblico ai partiti! Da quel momento a oggi il finanziamento pubblico ha cambiato nome, adesso in teoria parliamo di rimborsi elettorali, che nell’ultimo ventennio ammontano a circa 3 miliardi di euro. Di questi tre miliardi in realtà ne sono stati spesi molto meno, e tanti soldi sono finiti nelle tasche dei politici.
Letta però chiedeva ai partiti di certificare i bilanci prima di prendere le rate successive al 2013. Niente da fare neanche su questo: il Parlamento ha infatti approvato la sanatoria in poche settimane, una legge per bypassare un’altra legge! Così con la Boccadutri via libera ai soldi per tutti senza controlli sui bilanci. E così i partiti si divoreranno tutto, mentre nel nostro Paese ci sono 9 milioni di poveri. Nessuna misura per una famiglia su dieci che secondo l’Istat sta in povertà relativa o assoluta, tante misure e tanti soldi per i partiti che hanno messo sul lastrico questo Paese con leggi criminali nell’ultimo ventennio.
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Oggi il M5S ha iniziato la piantumazione di 573 alberi nell’ex-velodromo di Via dei Missaglia, nella periferia sud di Milano, un’area verde molto grande ma purtroppo fino ad oggi abbandonata e incurata. La giunta Pisapia nei mesi scorsi ne ha abbattuti ben 573, di cui molti secolari. Il M5S ora ne pianta di nuovi, perché Milano deve essere una città bella da vivere e del verde non si può fare a meno!


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LA MANCIA DI RENZI DI 500 EURO AI DICIOTTENNI

Quelli che nel 2016 compiono 18 anni sono 550.000. A 500 euro di mancetta l’uno fanno 250 milioni. Se si pensa che quel farabutto di Renzi voleva tagliare i 300 milioni di aiuti ai malati di SLA cadono veramente le braccia.
Tu mi dai il voto, io ti do 500 euro. No, questa non è una mancetta. E’ proprio una marchetta.
Dunque, gli 80 euro ci sono costati 11 miliardi.
I 500 ci costeranno 250 milioni.
Il bonus bebè per 3 anni ci costerà 1 miliardo e mezzo.
Poi Renzi ha promesso 500 euro agli insegnanti che porta a 400 milioni l’anno e ha promesso 500 euro ai pensionati più poveri che sono 4 milioni e fanno altri 2 miliardi.
Siamo a un totale di 15 MILIARDI E 150 MILIONI.
Ognuna di queste mancette ha fatto aumentare il debito e dunque le tasse e ha tagliato lo stato sociale.
Il reddito minimo di cittadinanza per 10 milioni di poveri costerebbe secondo la Corte dei Conti 18 miliardi e con i tagli previsti dalla legge del M5S non farebbe salire il debito né aumentare le tasse o tagliare i servizi.

IL CALO DEL PD

Nel 2009 i circoli erano 7.221, oggi sono diminuiti di oltre mille unità per calo degli iscritti. Nel 2009 i comunicato del Pd furono 831.042, nel 2014 366.641 del 2014, diminuzione del 55%. Il calo delle tessere è endemico. Comunque sul fronte della sx europea l’Spd tedesca l’anno scorso registrava 459.902 iscritti, il Labour inglese è intorno a 200.000 dal 2010, mentre il Partito Socialista francese ha 133.000 tesserati.
Poco più di 100.000 sono gli iscritti a Forza Italia, la Lega 122.000, il M5S a giugno 2014 ne contava 87.654. Il Pci, per esempio, non riuscì a eguagliare mai il picco di 2 milioni di iscritti raggiunto nel ’56 neanche ai tempi di Berlinguer. Negli ultimi anni, poi, il livello di fiducia e identificazione con i partiti è andato precipitando. Insomma: le scelte di voto, specie a livello nazionale, hanno sempre meno a che fare con l’appartenenza e l’adesione. D’altra parte, il Pd è diventato, specie negli ultimi anni, un soggetto con un bacino elettorale molto fluido.
Su 100 elettori del Pd di Veltroni 23 si definivano di sx, 42 si definivano di csx e ben 31 di centro; ai tempi di Bersani, alle Politiche 2013, il quadro era cambiato, con 33 su 100 che si collocavano a sx, 51 a csx e appena 14 di centro.
Nel 2014, quando Renzi sale a Palazzo Chigi, Demos misura ben il 10% degli elettori Pd che si dichiarano di cdx o dx (erano il 2% con Bersani), più un 11% di “esterni”, che rifiutano di prendere posizione. Dato confermato dal sondaggio pubblicato in questi giorni dal Cise, che fotografa un 9,2% di elettori Pd di dx.
Alle Europee del maggio 2014, quelle del trionfo renziano con il 40,8% dei voti, il Pd riesce a raccogliere il 31% dei consensi fra i lavoratori autonomi e il 42% fra le casalinghe. Due segmenti che avevano sempre premiato il cdx e in particolare B. I dati di Ipsos di un anno fa confermavano l’appeal del Pd a guida Renzi presso gli imprenditori e i liberi professionisti, all’opposto del Pd di Bersani che doveva molto del suo consenso ai pensionati e ai dipendenti pubblici. Questo parziale spostamento verso dx dell’elettorato Pd è confermato dagli studi del Cise di maggio 2015: il governo riscuote l’apprezzamento del 33,2% degli elettori che si definiscono di centro, e del 26,9% di quelli di dx. Per le riforme del Jobs Act l’apprezzamento sale al 37,8% per il centro e al 39,2% per la dx. In attesa di capire se davvero il Pd stia diventando il Partito della Nazione, il test delle Comunali di maggio ci dirà molto sulla capacità dei democratici di trovare candidati competitivi sul territorio e di mantenere una struttura organizzativa solida.

PD UN IPPOGRIFO MAL RIUSCITO
Sergio Caserta

Giungono a maturazione scelte fondamentali che hanno contraddistinto l’azione del governo: il jobs act innanzitutto, che ha dato un enorme vantaggio alle imprese, dal punto di vista economico con la detassazione delle assunzioni per un ammontare di 24.000 euro in tre anni per ogni neoassunto, ma soprattutto togliendo una difesa ai lavoratori, con l’abolizione dell’articolo 18, che li proteggeva attraverso la possibilità del reintegro dall’ingiusto o ingiustificato licenziamento.
Attraverso l’abolizione di questa protezione, Renzi e Ichino, il suo mentore, hanno disarmato la parte più debole nei rapporti di lavoro, concedendo all’imprenditore la piena libertà di licenziare, consapevole di potersela cavare, nella peggiore delle ipotesi, con un modesto risarcimento economico al lavoratore ingiustamente licenziato!
Il miraggio di questa infausta scelta era che avrebbe dato luogo a una crescita occupazionale senza precedenti, ma così non è stato, fatta eccezione per le assunzioni in sostituzione di rapporti di lavoro precedenti, attivate allo scopo di incamerare il bonus fiscale.
Al contrario, mentre nell’economia europea si sono avuti i primi segnali di ripresa, l’Italia è rimasta al palo con un incremento del Pil irrilevante e il permanere, anzi, l’acuirsi in ampie zone, in particolare al Sud ma non solo, di una grave crisi produttiva, occupazionale e sociale con milioni di famiglie in povertà assoluta e lunghe file davanti le sedi della Caritas.
Nello stesso tempo Renzi ha imposto a un Parlamento imbelle le cosiddette “riforme” istituzionali che, se definitivamente approvate, daranno di fatto un potere assoluto al Governo, eliminando ogni controllo sul processo legislativo mediante lo svuotamento del Senato, e con la legge elettorale, attraverso un abnorme premio elettorale, un potere assoluto al partito vincitore delle elezioni. E’ fin troppo chiaro l’indicibile scopo di realizzare una Repubblica presidenziale di fatto, destabilizzando gli equilibri tra i poteri dello Stato previsti in Costituzione a garanzia del sistema democratico.
Non meno grave è la situazione degli enti locali, in primo luogo dei comuni, dopo la lunga stagione di tagli ai trasferimenti e al comparto sanità, a cui ha corrisposto un crescente maggior prelievo dalle imposte locali e il netto peggioramento di servizi ai cittadini; cosicché la pressione fiscale non solo non è diminuita come i media addomesticati sbandierano ogni giorno, ma è costantemente aumentata, perdendo il requisito di progressività stabilito in Costituzione, a svantaggio dei meno abbienti.
Basterebbero questi argomenti per comprendere la necessità di un cambiamento radicale di rotta, ma non è il solo Renzi il colpevole di questa situazione, è tutto il Partito Democratico ad aver mutato la sua natura e ad aver tradito la Costituzione.
Il Pd oggi è un ibrido, si potrebbe dire un ippogrifo, animale mitologico: il corpo di cavallo e la testa di uccello, due specie antitetiche che insieme hanno prodotto un mostro politico. Un’ibridazione mal riuscita che ha dato luogo a un partito, dedito alla ricerca e alla conservazione del potere a qualsiasi prezzo.
La “mutazione genetica” parte da lontano e la responsabilità maggiore la portano proprio coloro che oggi predicano di difendere il partito che hanno contribuito in misura determinante a snaturare. E paradossalmente dove le radici storiche sono più profonde lo snaturamento ha prodotto le conseguenze più gravi, determinando un’identità politica ambigua e classi dirigenti mediocri e acquiescenti verso il potere centrale.
A Bologna, per l’evidente crisi che attraversa la giunta uscente di Merola, fortemente contestato per le scelte contraddittorie e il profilo modesto del suo mandato, per il profondo malessere che cova nella cittadinanza, certificato dall’enorme astensionismo alle ultime elezioni regionali, una proposta alternativa dal forte profilo programmatico, qualificata e innovativa nei nomi e nei contenuti, può suscitare convinzione nella concreta possibilità di un cambiamento.
La città che ebbe come sindaci Dozza, Fanti, Zangheri e Imbeni, ha bisogno di riguadagnare il profilo oggi spento da amministrazioni da tempo deficitarie. E’ venuto il momento di ricostruire un programma di governo e una classe dirigente all’altezza di Bologna.
Le energie migliori della città che normalmente sono tenute ai margini delle scelte, in primo luogo il mondo del lavoro e la diffusa intellettualità, possono tornare a svolgere un ruolo per una diversa prospettiva.
Ecco perché è particolarmente importante che tutte le parti in causa, nella costruzione della proposta, le numerose forze che si stanno coalizzando, siano disponibili a partecipare con intelligente e lungimirante spirito unitario, a costruire una proposta forte e vincente che può fare davvero la differenza in queste elezioni.

INDULGENZA ALITALIA
Marco Travaglio

Siccome il Giubileo è stato annunciato dal Papa il 13 marzo (9 mesi fa), le opere pubbliche a Roma sono appena partite: se Dio vuole saranno finite fra un annetto, in tempo per la chiusura della Porta Santa. Esattamente come per Expo, dove molti padiglioni sono stati smontati prim’ancora di essere costruiti. Così i pellegrini, oltre a sottoporsi a lunghe file per i controlli antiterrorismo, devono pure fare la gimkana fra i cantieri. Ma le code, che all’ufficio postale e in autostrada sono indice di inefficienza, nei grandi eventi diventano motivo di orgoglio nazionale. Dev’essere per questo che da qualche giorno, all’aeroporto di Fiumicino, i passeggeri sono costretti a vagare incolonnati per chilometri a caccia di un taxi, visto che la banchina degli arrivi è un cantiere a cielo aperto. Se Giuseppe Sala viene premiato per le code di Expo con la candidatura a sindaco di Milano, i geni aeroportuali che hanno scoperto il Giubileo a dicembre correranno al prossimo Soglio pontificio. Si vocifera di un accordo Vaticano-Fiumicino per complicare la vita ai pellegrini come forma estrema di penitenza. La convenzione coinvolge pure Alitalia, che in fatto di mortificazioni ai passeggeri non è seconda a nessuno: prevede l’intensificazione dei decolli e atterraggi in ritardo, cioè l’ordinaria amministrazione. La pena accessoria per limare vieppiù i nervi ai peccatori sono le formule dettate all’altoparlante da gentili voci femminili.
La più classica è il “ritardato arrivo dell’aeromobile” (versione in sanscrito: “attesa dell’aereo programmato”), con l’aria di dire: se è arrivato tardi è ovvio che riparta tardi, ci puoi arrivare anche tu, somaro che non sei altro, è colpa del destino cinico e baro. Casomai qualcuno avesse visto l’aereo pronto in pista in tempi non sospetti, scatta la variante “causa problemi operativi”: si porta su tutto perché è così vaga da non ammettere repliche. Se un curioso domanda “problemi operativi quali?”, si passa alla formula 3: “Ritardo dell’equipaggio in transito da un altro volo”. Tiè, ciapa lì. Può capitare, però, che anche l’equipaggio sia lì da ore con le ragnatele, allora il prontuario Alitalia contempla altre supercazzole a presa rapida. L’“intenso traffico oggi nei cieli” lascia senza parole, anche se – ragionandoci un po’ su – è improbabile che migliaia di aerei di linea, cacciabombardieri e droni telecomandati si siano aggiunti di botto a quelli previsti, decollando spontaneamente all’insaputa della torre di controllo. L’insaputismo contraddistingue anche certi atterraggi, che colgono di sorpresa il personale aeroportuale.
Allora si resta barricati nella carlinga come ostaggi in un dirottamento: non arriva il bus, o la scaletta, o l’elevatore di disabili, o – testuale – “siamo a 5 metri dal finger ma nessuno è in grado di accendere il segnale per il parcheggio automatico”. Stessa sensazione se si scopre il ritardo del decollo quando si è già tutti a bordo. Lì lo scusario Alitalia prevede un’ampia gamma di alibi: dai banali “stiamo controllando/ attendendo un bagaglio”, “siamo in attesa dell’imbarcazione di alcuni bagagli” (una nave?) o di “alcuni transiti in ritardo”, al meno intelligibile “stiamo verificando il pieno di carico”, al più articolato “non c’è corrispondenza fra un bagaglio imbarcato e un passeggero”, all’incontrollabile “siamo in attesa della documentazione ufficiale per lasciare l’area di parcheggio”, su su fino alle citazioni dei Blues Brothers: la pioggia, la neve, il ghiaccio, il vento, la nebbia, dal che si deduce che in tutto il mondo oltre Greenwich non si vola mai. Gettonatissime le frasi-scaricabarile: dall’elementare “Non siamo stati ancora autorizzati a muoverci” (e vabbè, allora mica è colpa tua) alla più elaborata “L’autorizzazione a iniziare le operazioni ci è stata data, ma poi è stata revocata e rinviata di 30 minuti, causa l’intenso traffico in aeroporto e le raffiche di vento” (e le cavallette e le altre piaghe d’Egitto no?).

PERCHE’ CADDE BERLUSCONI
vv.
Dalle intercettazioni esce che B insulta Salvini dandogli di ubriaco e lo ricattava minacciandolo di sputtanarlo sui suoi giornali. E ora tornano insieme? Che schifo!
Il Pd (o Ds) ha sempre tentato di salvare Berlusconi in ogni modo, non ha fatto il top delle presenze quando le sue leggi ad personam passavano magari con 4 o 5 voti, ed ha anche permesso che costui allungasse all’inverosimile la sua permanenza al governo anche dopo che i suoi governi erano caduti. Il csx esitò oltre ogni accettabilità prima di dichiararlo decaduto o votargli la sfiducia dopo la condanna penale per maxievasione fiscale e la collegata interdizione dai pubblici uffici e se alla fine gli votò contro, ciò avvenne solo per l’insistenza durissima del M5S ad esigere un voto palese che, se fosse stato palesemente di salvataggio a B, avrebbe sputtanato pubblicamente il csx, mentre se fosse stato segreto come il Pd voleva, lo avrebbe probabilmente salvato un’altra volta. Tutta l’opposizione a Forza Italia fu leggera, di facciata e poco seria (vi ricordate gli appelli a non demonizzarlo? a fargli una opposizione soft? a non parlare dei suoi reati perché “l’opposizione deve essere politica e non penale”???) Il che permette l’illazione che il patto del Nazareno sia stato osservato da sempre.
Ma quello che azzoppò Berlusconi, oltre al vanificarsi della sua maggioranza numerica in Parlamento, fu il G8 di Nizza, dove i grandi della finanza, e dunque i vertici politici che da essi dipendono, gli presentarono un feroce ostracismo. Nessuno gli andò incontro o gli strinse la mano o gli sorrise e i report mostravano un Berlusconi livido, rigido come una marionetta, con un sorriso sforzato stampato in faccia che si muoveva come un automa fra la folla dei leader cercando un approccio qualsiasi, mentre gli altri lo evitavano come fosse una m…a, evitando il suo sguardo e lasciandolo disperatamente solo.
Ecco, al di là dell’opposizione farlocca del csx, la morte di Berlusconi risale ad allora. Bossi spifferò che gli avevano detto fuori dai denti che se non si dimetteva gli avrebbero affossato le azioni Mediaset in Borsa.
E quando la finanza decide la tua morte, anche uno squalo come Berlusconi ubbidisce.

SANTI TUTTI
Bruno p.

Quest’anno la donna dell’anno incoronata dalla rivista Time è la cancelliera tedesca Angela Merkel.In questi tempi d’altronde va di moda santificare chi ha contribuito ad innalzare le ineguaglianze sociali ma soprattutto coloro che si fanno paladini di regole che sono i primi a non rispettare.
La Merkel è responsabile del fallimento dell’Europa sotto tutti i punti di vista.La sua austerity applicata a macchia di leopardo ha creato un centro ed una periferia continentale dove i più lontani dalla massa economica sono abbandonati a se stessi e soffrono della mancanza totale di quei diritti tanto decantati dall’Unione.
La Germania con la sua politica discriminatoria sull’immigrazione è corresponsabile dei tanti morti delle traversate africane nel Mediterraneo mentre si è prodigata per l’accoglienza di altre razze ed etnie che evidentemente riteneva più redditizie per la sua economia.
Sono tempi bui.Tempi nei quali si pubblicizzano auto che emanano ossigeno invece di inquinanti e si elogiano le esemplari organizzazioni lavorative delle aziende che le producono.
Tempi nei quali le banche come la Deutsche manipolavano il tasso interbancario per favorire l’economia in casa propria e danneggiare le altre.
I santi negli USA di questi tempi stanno scarseggiando e forse è meglio distrarre l’opinione pubblica verso i capi di stato europei per ritrovare quel briciolo di ragione che il mondo sta perdendo.
Obama è confuso mentre si fa strada la “lega” di Trump che chiude ad internet e ai Musulmani,Putin parla di atomica e non come fonte energetica mentre Hollande vuole creare una Guantanamo nei dintorni di Parigi.
Se fossi il direttore del Time parlerei del Papa,forse ma neanche più di tanto.

ECCO I VALORI DELL’OCCIDENTE … CIVILE E DEMOCRATICO !!
comedonchisciotte

Tempo di terrorismo … tempo di “scontro delle civiltà” … come asseriva il vecchio Samuel P. Huntington, nel lontano 1996, giustificando così tutte le nefandezze yankee, dall’11 settembre ad oggi … e dunque i poveri occidentali come potranno sopravvivere a questo scontro tra la “civiltà occidentale” e i suoi valori da una parte, e la “barbarie orientale” e le sue atrocità dall’altra, fatta di gole tagliate, attacchi terroristici, droga e stragi? Eppure ce l’avevamo messa tutta per esportare la democrazia in quei “luridi” paesi, e lo abbiamo anche fatto a suon di bombe … visto che quegli strani esseri umani (umani?), erano piuttosto refrattari e si dimostravano particolarmente restii a qualsiasi pratica di governo democratico.
Quindi alcuni segnali manifesti della nostra civiltà consistono per esempio nell’affermazione di un neoliberismo sempre più spietato, che costringe i giovani ad una precarizzazione selvaggia delle condizioni di lavoro e fa saccheggio spudorato anche dei risparmi di una vita, con il Bail-in che entrerà in vigore in Italia dal 1° gennaio 2016 (per gli obbligazionisti senior e conti correnti sopra i 100mila euro). Ne hanno già dato prova le quattro banche fallite negli ultimi tempi – Carife, CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche – cui è stata applicata in Italia la norma eurocratica (in base ad un decreto governativo del 13 novembre scorso) che scarica i costi del salvataggio sulle spalle di coloro che hanno acquistato obbligazioni delle banche in questione (130mila truffati). Naturalmente vengono tutelati i pesci grossi, i proprietari delle banche medesime, i grossi manager.
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MASADA n° 1712 12-12-2015 LA MODELLA DEL BOTTICELLI

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MASADA n° 1712 12-12-2015 LA MODELLA DEL BOTTICELLI

Presentazione di Paola Giovetti del suo libro “La modella del Botticelli” alla libreria Ibis di Bologna.

Si parla qui di una fanciulla bellissima e piena di grazia, morta giovanissima, che venne considerata un prodigio di bellezza da molti artisti del Rinascimento, Piero di Cosimo, Ghirlandaio e soprattutto Botticelli, e fu cantata da poeti rinascimentali ma anche dell’era moderna.
L’amore che per lei ebbe a Firenze Giuliano dei Medici e la sua fama che fu grande anche a livello popolare si svolse all’interno di dieci brevi anni, ma la memoria di lei resta eterna nel tempo.
SIMONETTA CATTANEO VESPUCCI, sposa di Marco Vespucci, fu una nobildonna del Rinascimento, amata da Giuliano de’ Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico e ammirata da lui stesso.

Nacque a Genova il 28 gennaio 1453 e morì a Firenze il 26 aprile 1476, per problemi polmonari, a soli 23 anni. E’ seppellita nella Chiesa di Ognissanti a Firenze.
Appare come personaggio storico nelle Vite del Vasari e negli scritti di Machiavelli.
Colta e gentile, fu considerata dai contemporanei come la più bella donna del tempo, Sandro Botticelli la prese come modella per la Nascita di Venere e per numerosi altri dipinti. Fu musa ispiratrice anche per numerosi altri artisti, tra i quali si distinse Piero di Cosimo, che dipinse il Ritratto di Simonetta Vespucci, come Cleopatra con un’aspide al collo.

Simonetta aveva abitato a Porto Venere nella villa a mare della famiglia poi a Piombino dalla sorella maggiore che era andata sposa al duca di Piombino. Viveva a corte, dove andava spesso Vespucci, ambasciatore della famiglia Medici.
Nell’aprile del 1469, a soli 16 anni, andò sposa a Marco Vespucci, anche lui giovanissimo, cugino lontano di Amerigo Vespucci, nella chiesa gentilizia di San Torpete, assistita dal Doge e da tutta l’aristocrazia genovese.
Lo aveva conosciuto a Porto Venere dove la famiglia era andata in esilio e il padre di Marco era stato ospite della sua famiglia durante i viaggi di affari. Marco si era innamorato di Simonetta appena l’aveva vista e lei era anche un buon partito perché portava in dote alcune miniere. La coppia si stabilì a Firenze proprio nel 1469, l’anno in cui Lorenzo dei Medici, Lorenzo il Magnifico, diventava Signore della repubblica fiorentina. I due fratelli, Lorenzo e Giuliano accolsero la coppia nel loro palazzo in Via Larga e in loro onore organizzarono una sontuosa festa nella loro villa di Careggi. La corte medicea era centro di feste e ricevimenti e Simonetta il marito vi parteciparono, nell’ammirazione dei due Medici per Simonetta di cui si innamorò subito Giuliano de’ Medici, che aveva la sua stessa età e era considerato uomo di grande bellezza e estimatore di donne, era, come scrive il Vergani, “nelle cose veneree meravigliosamente involto”.
Nel 1469, quando Simonetta e il suo sposo arrivano a Firenze, Lorenzo de Medici diventava, insieme al fratello minore Giuliano, signore de facto di Firenze dopo la morte del padre Piero. Lorenzo aveva 20 anni, il fratello Giuliano ne aveva due di meno, cioè 18, la stessa età di Simonetta. Come la vide, se ne innamorò perdutamente e anche il giovane. Anche Lorenzo non fu insensibile alla sua bellezza.

Giuliano de’ Medici, del Verrocchio

Lorenzo de’ Medici dipinto da Agnolo Bronzino (Uffizi)

Intelligentissimo e abile, il giovane Lorenzo doveva il suo potere non solo alla ricchezza della sua famiglia di banchieri ma alle sue enormi capacità. Divenuto negli anni ’80 l’ago della bilancia della politica italiana, trattato come un sovrano dai monarchi stranieri, Lorenzo legò il suo nome al periodo di massimo splendore del Rinascimento fiorentino, circondandosi di intellettuali del calibro del Poliziano, del Ficino, di Pico della Mirandola e di artisti quali Botticelli e il giovane Michelangelo. Alla sua prematura scomparsa nel 1492, a soli 43 anni, a causa di una uricemia ereditaria che era degenerata in un infezione, che provocò una cancrena alla gamba, Firenze si ribellò all’inetto figlio Piero per consegnare il potere nelle mani del frate Girolamo Savonarola. Come conseguenza, la rivalità dei signori italiani non più frenati dalla diplomazia di Lorenzo permise a Carlo VIII di Francia di scendere in Italia e di dare inizio alle guerre franco-spagnole del XVI secolo.

Nel 1469 Firenze era una piccola città di soli 80.000 abitanti, dove tutti si conoscevano. La fama della straordinaria bellezza di Simonetta coinvolse tutti in una ammirazione generale e non poteva non ispirare i maggiori artisti del tempo. Nella storia dell’arte troviamo spesso modelle che fanno parlare di sé, Caravaggio che per una sua Madonna prese una donna affogata, la modella di Modigliani che fu così sconvolta dalla sua morte da uccidersi. Ma erano solo modelle. Simonetta fu molto di più, Venne considerata la modella “ineffabile”, colei che riassume nella sua immagine tutto lo spirito di un tempo e quel tempo fu uno tempi più straordinari di tutta la storia della cultura occidentale: il Rinascimento.
Nel Rinascimento Simonetta fu una leggenda, un simbolo di bellezza e di grazia.

Ma fu Botticelli il pittore che più fu incantato dalla sua grazia, al punto di prenderla come modello fondamentale per la sue Madonne e Veneri e Grazie e da ripetere il suo viso e la sua immagine in tutti i suoi dipinti. Botticelli era rimasto incantato dalla sua grazia un po’ malinconica e sognante, dal suo corpo snello e la capigliatura ramata, e la pose in tutte le sue pitture come un modello costante di bellezza e di grazia.
C’è un quadro del Ghirlandaio nella cappella Vespucci, ‘La vergine della Misericordia’, dove è rappresentata tutta la famiglia Vespucci.

Non sappiamo se Simonetta posò realmente per Botticelli, ma certo lui la vide spesso, giornalmente, perché aveva bottega accanto alla sua dimora.
Simonetta non ispirò solo pittori ma anche poeti e letterati come il Poliziano o il Pulci e ispirò sonetti allo stesso Lorenzo il Magnifico che era anche poeta e non solo ad artisti del suo tempo ma anche a poeti moderni come D’Annunzio e Carducci.

L’adorazione dei Magi’ è un’apoteosi della famiglia Medici.

Botticelli. Uffizi

Vi si vede il fondatore del potere dei Medici, Cosimo il Vecchio, che sta proprio davanti alla Madonna e incarna uno dei Magi, figure verso le quali la famiglia Medici aveva una particolare devozione. Quello col mantello rosso è Piero il Gottoso, che proprio per la gotta non fu preso come erede da Cosimo che gli preferì il nipote Lorenzo. Lo stesso Botticelli raffigura se stesso col mantello giallo.

La fama della giovane Simonetta fu tanto grande che Giuliano intitolò proprio a lei la grande Giostra annuale del 1475 che si teneva in Santa Croce e che si distinse dalle precedenti per la ricchezza profusa negli apparati, nei gioielli, nelle stoffe, nelle armature. Parteciparono all’evento numerosi ospiti provenienti da varie parti d’Italia. Vincitore del gioco equestre fu Giuliano di Piero, fratello del Magnifico, che portò un’armatura d’argento, con elmo disegnato da Andrea Verrocchio. La Giostra si tenne proprio il 28 febbraio, giorno del compleanno di Simonetta, fu fatta in suo onore e fu lei che dette al vincitore l’elmo bellissimo del Verrocchio che ne era il premio. Il motto scelto fu “Les temps reviennent”, i tempi ritornano, per indicare gli studi fiorentini che riportavano dall’oblio lo splendore dell’Atene classica con L’Umanesimo, e col Rinascimento producevano l’alba di una nuova cultura che si collegava a quella antica.
La fanciulla era ricordata dallo stendardo, dipinto su fondo azzurro probabilmente da Sandro Botticelli, raffigurata in veste di casta Pallade coperta da una corazza e con armi all’antica. In piedi su un prato colmo di fiori Pallade, con in mano una lancia da giostra e uno scudo con Medusa, volgeva lo sguardo in alto verso il sole. Vicino alla dea c’era Cupido sconfitto, avvinto alle mani e alle gambe da legacci dorati al ramo di un ulivo accanto a frecce e turcasso a terra spezzati. Al medesimo ramo era appeso un cartiglio con inscritto a caratteri d’oro un motto in francese antico: ‘La sans par’, ‘La senza pari’.
Pallade/Simonetta appariva così come l’allegoria di una incomparabile virtù, unica degna di aspirare alla gloria e al suo eterno rinnovarsi.

In pratica entrambi i fratelli Medici ammiravano Simonetta, Giuliano poi ne era proprio innamorato, Nessuno a Firenze si stupiva di questo innamoramento né le cronache dicono cosa ne pensasse il marito.
La Giostra di Giuliano restò famosa, fu cantata dal Poliziano, che raffigurò l’amore di Simonetta e Giuliano in una delle sue Stanze. Giuliano divenne Iulio, bellissimo cacciatore colto ed elegante che non tiene in nessun conto l’amore finché non incontra e insegue una magnifica cerva bianca che poi si trasforma in Simonetta. Lei era nata a Porto Venere “in grembo a Venere” e Venere vuole che lui faccia qualcosa di grandioso per meritarla.
Le Stanze sono un’opera deliziosa che rimase incompiuta proprio per la morte prematura di Simonetta.

Botticelli si chiamava in realtà Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, era figlio di un conciatore che viveva vicino all’Arno. Fu avviato alla pittura dal fratello maggiore Giovanni che era piccolo e basso e sembrava una botticella, per cui lui venne soprannominato Sandro del Botticella o Botticelli. Andò a bottega dal Lippi in casa Vespucci accanto al palazzo dove viveva la bella Simonetta.
Lei posò solo per questo ritratto, in cui portava un prezioso gioiello di casa Medici:

Il Vasari dice che in casa Medici i suoi ritratti erano due. Questo è custodito a Francoforte e la sua acconciatura colorata complessa con perle e nastri appare spesso nei dipinti del Botticelli, come l’abito bianco col bordo di pelliccia.

Ne ‘Il banchetto nuziale’ (episodio tratto dalla novella del Boccaccio su Nastagio degli Onesti) Simonetta appare a sinistra.

In ‘Pallade e il centauro’ abbiamo elementi classici mitologici. Le opere greche furono molto valorizzate e vennero tradotte dal Ficino. Qui abbiamo Minerva, dea della Sapienza, che tiene per i capello un centauro, simbolo della forza bruta, e lo doma.

In ‘Venere e Marte’ lei è seria e composta, serena e pacata, e rappresenta la pace e sorveglia il sonno del dio della guerra, che dorme in modo così pesante che non si accorge che i satiretti gli rubano le armi e uno si è addirittura infilato il suo elmo.

Uno dei quadri più belli e misteriosi dell’arte rinascimentale è “La primavera” di Botticelli, dipinto fatto per i Medici, prima conservato nella loro villa del Castello e ora agli Uffizi, una delle opere più straordinarie del Rinascimento.

Solo nel tappeto erboso ci sono 134 specie di piante e fiori diversi, degne di un grande botanico. Al centro del Giardino delle Esperidi c’è sempre lei, Simonetta-Venere, pacata, con sul capo il figlioletto Cupido che lancia una freccia contro una delle tre Grazie, quella più disadorna, secondo la visione neoplatonica dell’unità dell’Amore (Venere-Afrodite) con la triade, anzi “trinità delle Grazie” (Pico della Mirandola). Le tre Grazie sono le tre forme dell’Amore: Castitas (la più sobria e disadorna), Voluptas e Pulchritudo (la Bellezza).
La primavera, rappresentata con uno splendido abito fiorito, sparge a terra le infiorescenze che tiene in grembo. Dietro c’è Flora, dea della natura, con la ninfa Cloris insidiata dal vento Zefiro, che fa uscire fiori dalla sua bocca. La composizione fu forse suggerita da Lorenzo de’ Medici per rappresentare la pace, l’amore e la natura.

Altro quadro famosissimo “La nascita di Venere

Qui troviamo la più perfetta rappresentazione di Simonetta, nuda ma pudica, vestita solo del nastro dei suoi capelli, casta, con questa ancella stupenda che sta per coprirla con mantello rosato, E anche qui troviamo Zefiro. Dietro si intravedono le insenature di Porto Venere.

Poi citiamo le tante Madonne che si ispirano a lei:

Pala di Santa Barbara. Botticelli, Uffizi

Madonna del Magnificat. Uffizi.

Madonna della melagrana. Uffizi.

Un anno dopo la giostra, Simonetta muore il 26 aprile 1476 a soli 23 anni per una affezione polmonare. Il cordoglio in tutta Firenze è grande. Lorenzo aveva mandata a curarla il suo medico personale ma non ci fu nulla da fare.
Lorenzo era a Firenze per occuparsi della nuova università. Il Vespucci suocero lo tenne al corrente sulla malattia con un epistolario che abbiamo conservato. Il funerale fu sontuoso, con la bara aperta e grande concorso di folla. Scissero sonetti su di lei morta:
Come <aveva scritto il Petrarca: “Morte bella parea sul suo bel viso”.
I fratelli Medici scrissero su di lei dei versi stupendi. I primi 4 canti del Canzoniere di Lorenzo furono ispirati da Simonetta.
Era veramente ornata di bellezza e gentilezza umana
e continua con le lodi di lei: “O chiara stella che coi raggi tuoi….”
Giuliano ebbe una crisi di disperazione, confortato dal suocero di Simonetta e dal marito.
Un anno e mezzo dopo Giuliano incontrò Fioretta che sposò in modo ufficiale e il figlio che ebbe da lei diventerà poi papa col nome di Clemente VII, ma nacque un mese dopo la sua morte.
Marco, il marito di Simonetta, si risposò subito.
Restano a parlare della bellezza di questa creatura mirabile i celebri quadri di Sandro Botticelli la cui opera fu interamente ispirata da Simonetta anche dopo la sua morte. Botticelli lasciò scritto di essere sepolto ai suoi piedi; la tomba del pittore infatti si trova nella Chiesa di Ognissanti, patronata dalla famiglia Vespucci.

Ritratto postumo del Botticelli

Che cosa accadde dopo la morte di Simonetta?
Occorre ricordare che i componenti della famiglia Medici, da sempre al centro della politica fiorentina, hanno subito almeno una congiura per generazione: Cosimo de’ Medici fu esiliato per motivi politici per un anno, suo figlio Piero scampò per miracolo a un’imboscata tesagli da Luca Pitti sulla via per Careggi, Leone X avrebbe dovuto essere ucciso dal suo medico, istruito da un gruppo di cardinali a lui avversi, e Cosimo I rischiò di essere impallinato al passaggio del suo corteo davanti a Palazzo Pucci.

La “congiura dei Pazzi” fu quella che ebbe conseguenze più gravi.
Il papa aveva manifestato la sua ostilità ai Medici, esautorandoli dall’amministrazione delle finanze pontificie proprio in favore della famiglia dei Pazzi, ma inizialmente l’idea di una congiura contro i Medici non si manifestò, anzi le due famiglie fiorentine, sebbene rivali, si erano imparentate tra loro grazie al matrimonio tra Guglielmo de’ Pazzi con la sorella maggiore di Lorenzo, nel 1469. In seguito le tensioni tra le due famiglie crebbero.
Il 26 aprile 1478, giorno di Pasqua, Giuliano non era andato a messa e i Pazzi andarono a sollecitarlo, abbracciandolo per sentire se avesse la cotta, che non aveva perché mai avrebbe pensato di essere assalito proprio in chiesa e il giorno di Pasqua, anzi non aveva nemmeno il suo coltello da guerra che gli avrebbe sbattuto contro una gamba ferita. Quando arrivarono in chiesa, la messa era già iniziata. Al momento solenne dell’elevazione, mentre tutti erano inginocchiati, si scatenò il vero e proprio agguato: Giuliano cadde in un lago di sangue sotto i colpi degli aggressori, Lorenzo, ferito ad una spalla, fu spinto in sagrestia. Gli assassini uscirono sul sagrato inneggiando alla liberazione di Firenze dalla ‘dittatura’, convinti che il popolo li avrebbe applauditi. Invece la gente, che amava i Medici, attaccò proprio loro. Quando Jacopo de’ Pazzi si presentò in Piazza della Signoria con un gruppo di compagni a cavallo gridando “Libertà!”, invece di essere acclamato, venne assalito dalla folla in un incontenibile movimento popolare che dal Duomo a tutta la città si accanì contro i congiurati. Le truppe del papa e delle altre città che attendevano appostate attorno a Firenze, al suono delle campane sciolte si insospettirono e lo stesso Jacopo de’ Pazzi uscì dalla città portando la notizia del fallimento, per cui non fu sferrato nessun attacco. Per i Pazzi e per i loro alleati l’epilogo fu tragico: poche ore dopo l’agguato Francesco de’ Pazzi, rimasto ferito e rifugiatosi a casa sua, e l’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati penzolavano impiccati dalle finestre del Palazzo della Signoria. Al grido di “Palle, palle!”, ispirato al blasone dei Medici, i Palleschi scatenarono in città una vera e propria caccia all’uomo, feroce e fulminea.
Pochi giorni dopo, anche Jacopo de’ Pazzi e Renato de’ Pazzi, che pure non era coinvolto nella congiura, venivano impiccati e i loro corpi furono gettati nell’Arno. Bernardo Bandini riuscì a fuggire dalla città, arrivando a rifugiarsi a Costantinopoli, ma venne scovato e consegnato a Firenze per essere giustiziato il 29 dicembre 1479. Il suo cadavere impiccato venne ritratto da Leonardo da Vinci.

Giovan Battista da Montesecco, sebbene non avesse preso parte all’agguato in Duomo, venne arrestato e, messo sotto tortura, rivelò i particolari della macchinazione, compreso il coinvolgimento del papa, che additò come il principale responsabile. Fu decapitato. I due preti assassini vennero catturati pochi giorni dopo e linciati dalla folla: ormai tumefatti e senza orecchie, giunsero al patibolo in Piazza della Signoria e vennero impiccati.
Lorenzo non fece niente per mitigare la furia popolare, così fu vendicato senza che le sue mani si macchiassero di colpe. I Pazzi furono tutti arrestati o esiliati e i loro beni confiscati. Alle condanne seguì la ‘damnatio memoriae’: si proibì che il loro nome comparisse sui documenti ufficiali e vennero cancellati dalla città tutti gli stemmi di famiglia, compresi quelli impressi su alcuni fiorini coniati dal loro banco, che furono riconiati.
Così fu ucciso, a soli 25 anni, Giuliano de’ Medici, due soli anni dopo la morte di Simonetta Vespucci.
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MASADA n° 1713 15-12-2015 I BALILLA DELLA LEOPOLDA

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E’ tutto Okei?

MASADA n° 1713 15-12-2015 I BALILLA DELLA LEOPOLDA

Attacco al Fatto Quotidiano- Renzi e la libertà di stampa- Il Governo salva 4 banche fallite – La Boschi e Banca Etruria – Il M5S chiede le dimissioni della Boschi – Cos’è il bail in – Il caos programmato liberista – Maledire i mercanti di morte non basta – Le regole inutili e dannose dell’Unione Bancaria Europea – Merkel personaggio dell’anno – Il primo voto delle donne arabe –

(Nelle foto immagini buffe)

La Leopolda è un posto dove imprenditori con sede legale a Londra, sede fiscale a Dublino, produzione in Pakistan e residenza a Montecarlo discutono su come affondare l’Italia.” (da Facebook)
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Ilbarone
La Leopolda è tossica. Il leopoldino avvelena anche te, digli di smettere.” (Pubblicità Progresso).
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Viviamo in un’epoca molto ingenua, dove, per esempio, la gente compra prodotti la cui eccellenza è vantata dalle stesse persone che li vendono.” (Jorge Luis Borges)
…e vota per i partiti i cui leader si applaudono il partito da soli e si svendono come democratici mentre mettono alla gogna chi li critica.

Luce so fusa
Vendola: “Renzi ha ucciso la sinistra”.
Adulatore.
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Giga
Vendola: “Renzi ha ucciso la sinistra”. A me è parso più vilipendio di cadavere.
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Ors0
Renzi dice che la Leopolda è “un incubatore di idee”.
A me sembra più un’idea da incubi.

Individui strani leggono libri invece di guardare cellulari

Comagirl00
Alla Leopolda niente bandiere. Distraggono dalle gigantografie di Renzi.
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IFoda
Renzi presenta un video con i risultati del suo governo. “Qui è quando ho messo il primo dentino”.

Good invention

Rocco Gazzaneo
Alla Leopolda si votano i titoli peggiori. I bond di Banca Etruria
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Milingopapa
La Cristoforetti non andrà alla Leopolda. Sa già che non c’è vita.
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Notturno concertante
La Boschi sulle parole di Saviano: “Sono rimasta senza parole, come dopo un pugno nello stomaco”.
Sapesse i risparmiatori della banca di suo padre.
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MantovanAle
Alla Leopolda i renziani criticano il Fatto Quotidiano.
Loro sono esperti in titoli tossici

Mondo moderno

Cricon
Alla Leopolda i renziani criticano il Fatto Quotidiano. E pensate se riuscissero a leggerlo.
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Mr_ Pac
De Bortoli: “I titoli dei giornali li faccia direttamente lui, così facciamo prima.” Renzi, il tautolista.
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Maurizio Neri
Renzi: “Speculare su un morto fa schifo”. Guarda che fa schifo pure speculare sui vivi.

Gufini

PRIMO GIORNO DELLA LEPOLDA: ATTACO AL FATTO QUOTIDIANO
Viviana Vivarelli

1° giorno della Leopolda. Kermesse di partito che deve glorificare Renzi tra le ovazioni dei fedelissimi. La prima cosa che appare sono gigantografie de Il Fatto Quotidiano con titoli contro Renzi. IFQ viene messo pubblicamente alla gogna. La cosa è gravissima. Mai in un Paese democratico, un governo ha attaccato così un giornale di opposizione,
Ma tutto quello che hanno da dire i piddioti è che Grillo ha fatto lo stesso esponendo i nomi dei giornalisti che lo attaccavano da anni.
Ora a me pare estremamente sbilanciato che si consideri l’attacco di Renzi a IFQ nel luogo celebrativo del suo partito di governo (quando IFQ è al momento l’unico giornale di opposizione) e lo si paragoni con l’alzata di scudi di un comico che non riveste nessuna carica istituzionale e parla su un blog privato per contestare l’attacco concentrico e asservito al suo Movimento da parte di tutti i media italiani e dei trolletti a libro paga su tutti i blog, in una campagna di calunnie e di diffamazione sistematica e orchestrata che va avanti da anni e non ha mai avuto l’eguale nella storia italiana, nemmeno contro Berlusconi, e con membri del Governo che tentano addirittura di proporre delle leggi per estromettere d’ufficio il M5S dal parlamento.
Se poi qualcuno pensa che l’intero circuito dei media a cui si aggiunge anche il capo del governo abbia lo stesso peso di Grillo e possa ricadere con lo stesso potere sull’opinione pubblica e sul Paese, non so proprio che dire. Ce ne sono fin troppe di cose che trovo assurde in Italia e di stampo fascista e mi farò una ragione anche di questo.
Se infine si crede giusto e corretto che, nel giorno in cui il più importante partito d’Italia fa la propria celebrazione, esordisca con un attacco a IFQ come fosse al momento il problema più grosso dell’Italia non posso che restare stupefatta.
Ricordo che, mentre il DIRITTO e DOVERE di un giornale che si rispetti è la critica al potere, i media italiani si sono appecorinati a Renzi peggio dei cortigiani delle dittature e che, mentre Renzi controlla di fatto, il 99% dei media italiani e li ha pagati pure finora salvandoli dal fallimento, IFQ ha rifiutato i finanziamenti pubblici e i servaggi pubblicitari ed è oggi l’unico quotidiano senza padrone né politico né commerciale. Lo stesso rifiuto ai fondi pubblici lo hanno fatto i parlamentari 5stelle. Grillo poi è interamente padrone di se stesso e non ha né giornali né televisioni per dire il pensiero del suo Movimento.
Mi sembra di parlare di Davide e Golia, solo che Golia è il fronte compatto di Pd, governo+finta opposizione, Renzi, e la quasi totalità dei media cartacei e televisivi, e i due piccoli Davide sono da una parte IFQ e dall’altra Grillo e il M5S.
Si paragona Davide a Golia. Assurdo solo pensarlo. Troppa è la sperequazione delle forze in campo.
Si difende addirittura Golia. Niente di strano. La difesa del potere in quanto potere ha sempre fatto parte del peggio della nostra storia.
A qualcuno sembra normale che un capo del governo, che ha tutto il potere mediatico, attacchi l’unica opposizione giornalistica che gli si profila all’orizzonte. Posso ricordare quanto ciò sia antidemocratico e rientri nello stile delle dittature? Posso ricordare, di nuovo, che la critica del potere fa parte del DIRITTO-DOVERE di ogni giornalista che si rispetti e che ciò in Italia fa paurosamente acqua da tutte le parti?
In quanto a Grillo, ma davvero si trova ripugnante che Grillo si difenda, dopo anni e anni di attacchi diffamatori e calunniosi di un fronte compatto di giornalisti servi del regime? Posso ribadire che difendersi da diffamatori e calunniatori è pieno DIRITTO di chi viene offeso?
E vorrei ricordare anche che, in solo un anno di governo Renzi, siamo scesi di ben 24 punti nella classifica della libertà di stampa e già stavamo messi maluccio ed eravamo considerati ‘Paese semilbero’, ma con Renzi siamo finiti addirittura al 73° posto, tra la Moldavia e il Nicaragua (Reporter senza Frontiere). E se questo è accaduto è perché la parola ‘libertà’ in Italia non ha più alcun significato mentre ci sono estimatori del potere similfascisti che vivono la critiche al governo come una offesa propria, essendo personalmente incapaci di critica a chi comanda, ma questa non è esattamente una posizione democratica e rinnega la nostra Costituzione.
Sempre per fare un pro memoria:

Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo:
Art. 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere

Art. 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ratificata dall’Italia con l. 4 agosto 1955, n. 848:
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.

Articolo 21 della Costituzione italiana:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Quello che ha fatto Renzi alla Leopolda è una intimidazione antidemocratica. Nei paesi democratici gli attacchi dei giornali hanno prodotto processi a governi indegni e anche la loro caduta. Da noi un Capo di Governo si permette di intimidire un giornale di opposizione e tutto quello che si ha da dire è che Grillo ha fatto lo stesso?? Temo che le idee circa i principi democratici siano molto confuse e anche le valutazioni delle forze in gioco..
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Io la capisco la frustrazione dei poveri balilla renziani. Non passa giorno che il Pd non sia sotto inchiesta per qualche reato, qualche truffa, qualche sopraffazione o che il caro Renzi non si inventi qualche nuova porcheria contro i risparmiatori, gli elettori, i malati, gli anziani, i lavoratori… e poi 27 impresentabili..120 cacciati dal partito solo per aver criticato i capi. Uno stile di basso livello alla Vanna Marchi, fatto di slogan, twitter, piccoli insulti, robetta da bar dei guitti. Continui tagli alla democrazia, allo stato sociale, ai diritti elettorali. Un leader, figlio di un bancarottiere fraudolento, che non ha mai fatto un giorno di lavoro in vista sua ed è stato allevato da Verdini coi soldi di B e infiltrato nel Pd per farlo diventare la dx della dx, un tizietto disonorevole che ha venduto l’Italia alla Troika, che ha sperperato i soldi pubblici, si è fatto leggi ad personam, non sa nemmeno compilare una legge e fa solo degli abbozzi e degli accrocchi e non può onorarsi di nessuna riforma a favore degli Italiani ma solo di favori alle lobby, all’alta finanza, agli evasori, ai rei, e che finora ha protetto solo bancarottieri, bancari ladri, politici truffatori, candidati corrotti e delinquenti abituali, circondandosi di una corte di protetti inetti e collusi, uno che i capi europei gentilmente schifano e non invitano ai loro incontri perché lo valutano meno di niente e che ora crede di inaugurare uno stile littorio mettendo all’indice l’opposizione.
Io la capisco la vergogna dei poveri renziani.


(Solo una foglia)

Nella libertà di stampa Renzi ci ha fatto scendere di 24 posti
Siamo ventiquattresimi per innovazione tecnologica
Per produttività l’Italia fa peggio anche della media del G7 e della media dell’Area Euro. Siamo il paese con la più bassa produttività del G7
Per l’industria l’Italia scivola all’8° posto nel mondo (eravamo al 5°) In 13 anni perso oltre il 25%
Per occupazione e lavoro siamo al 117° posto su 133 economie nazionali
Per efficienza delle istituzioni: 97° posto
La percezione della corruzione è 4,3%, mentre per es. il Brasile è al 3,7% e l’Argentina quasi alla metà,2,9%
Non facciamo che scendere nella classifica del benessere mondiale
Abbiamo perso due posizioni nella classifica della felicità, piazzandoci diero il Cile (qui si considerano 58 parametri “sociali” tra cui tutela dell’ecosistema, sicurezza, sanità, libertà politica e d’espressione, accesso a educazione e risorse)
Corruzione, criminalità, scarsa attenzione all’ambiente fanno precipitare la nostra media al di sotto di gran parte dei Paesi europei.
Basta?

Comprate on line

ATTACCO ALLA LIBERTA’ DI STAMPA
Viviana

E indicano il nemico numero 1 nel Fatto Quotidiano. Il fatto Quotidiano continua a denunciare Renzi per essere un truffatore che ha svenduto il nostro Paese alla Finanza e sta distruggendo la democrazia e rovinando l’Italia. Giustamente Renzi si risente. Era un segreto e nessuno vuole che i suoi segreti siano diffusi in giro. Ogni dittatore attacca gli onesti che si coalizzano contro di lui. La mosca che gli ronza sulla testa dà noia all’assolutezza del potere. Ha sempre preferito il silenzio del cimitero. La scoperta della democrazia fu un progresso per il mondo. Ma i rottamatori di democrazia non finiscono mai. I renziani sono come gli OGM o le scorie nucleari, un ibrido inaccettabile tra specie diverse, o il peggio del peggio della deflagrazione della democrazia. Se proprio vi piace Renzi e la sua cricca, metteteveli in camera insieme agli altri due! Pitigrilli scrisse: “Capisco il bacio al lebbroso, ma non la stretta di mano al cretino”.
Al mondo ci sono i pidocchi, le iene, i cretini, i servi e i corrotti, poi ci sono i renziani che riescono ad essere tutte queste cose insieme.
Abbiamo un enorme pregio a cui non potremo mai rinunciare. Non possiamo discutere due minuti con un renziano senza sbottare per la sua malafede. Questo fa prova di un DNA ancora sano. Lo zombismo è un’altra cosa.
Solo gli stupidi o i nati servi sperano di trovare la felicità nella dittatura. Purtroppo per Renzi non si può essere tutti stupidi o nati servi. Renzi non si limita a distruggere i diritti del lavoro e quelli della democrazia. Ora si è messo all’opera per distruggere anche il diritto alla libera espressione. Dopo lo scempio sull’articolo 18 siamo arrivati all’attacco dell’articolo 19. Non se ne perde uno!
Come diceva la maggiore banca americana, la Goldman Sacks: “C’è troppa democrazia in Italia! Tagliamola!”
Ci rendiamo conto che in un solo anno Renzi ci ha fatto perdere 24 posti nella classifica della libertà di stampa? Ma si vede che non gli basta.
E’ lampante che i partiti peggiori si fondino principalmente sugli idioti. Un gran numero di persone si dà da fare per educare o contrastare gli idioti, ma una tendenza perversa della natura continua a sfornarne in altissime quantità. Purtroppo, al momento, vince la tendenza perversa della natura.
Ormai è del tutto impossibile non vedere la deriva autoritaria di questo governo, la sua allergia a qualunque valore della sinistra, la distruzione programmata dei diritti del lavoro, dei principi democratici, della separazione dei poteri, della giustizia penale, dello stato sociale, l’intolleranza a qualsiasi cosa sia democratica o meritocratica, il favoritismo servile alla finanza e al sistema bancario, la sudditanza alla spregevole ideologia della Merkel, la svendita del Paese, dei suoi beni, dei suoi cittadini, della sua Costituzione.
Il cretinismo congenito che sta sotto ogni atteggiamento dittatoriale non lo tollero nella vita sociale, figuriamoci in quella politica! E nemmeno un cretino potrebbe disconoscere la campagna pesantissima di stampa che i media tutti al servizio del potere hanno scagliato da sempre contro Grillo e le mandrie di trolletti a libro paga che sono stati messi sui blog per sputtanarlo. Lo stesso tipo di cretino congenito dà ora di ruffiano a chi osa contestare il turpe governo di Renzi che sta rovinando totalmente l’Italia e ci ha messo agli ultimi posti in Europa. E’ proprio vero che chi nasce servo tenta sempre di rendere servi gli altri e che c’è sempre chi si sente qualcuno quando mette la propria idiozia al servizio di una dittatura.
E allora instauriamo un bel MINCULPOP renziano, un ministero addetto al controllo della cultura e dei media che organizzi in modo totalitario la propaganda del fascio-renzismo!
Il servo è colui che ignora ogni fatto pur di compiacere il suo padrone. E’ quello che dice “Non sono stati mandati in esilio i contestatori, ma in villeggiatura”.
Non disturbate il cretino che lavora per difendere una dittatura.
Probabilmente è l’unica cosa che sa fare.
Ora quel burattino di Renzi a servizio del finanzcapitalismo e dei bankster ci vuole togliere anche la libertà di opinione.

Renzi, la tua idiozia ti distruggerà!

“Le libertà di parola e di stampa sono essenziali per l’illuminazione di una persona libera e nel limitare quelli che detengono il potere.”
Felix Frankfurter
..
La censura fascista in Italia consisté in un’attività di censura e di controllo sistematico della comunicazione e, in particolare, della libertà di espressione, di pensiero, di parola, di stampa e nella repressione della libertà di associazione e di assemblea avutasi soprattutto durante il ventennio fascista (1922-1943).
La censura in Italia non terminò del tutto con la fine del regime fascista, anche se i governi democratici della Repubblica Italiana, pur sussistendo alcune disposizioni del codice Rocco, si dichiararono esplicitamente a favore della libertà d’espressione come sancito dall’articolo 21 dalla costituzione della Repubblica Italiana.
L’intervento repressivo e autoritario, sporadico nel 1923, aumenta nel 1924 e conosce una svolta a partire dal 1925, quando inizia a prendere forma lo stato dittatoriale che reprimerà ogni forma di libertà d’espressione. Durante il ventennio fascista la polizia politica esercita uno stretto controllo sulle vite dei cittadini. I giornalisti potevano riportare solo le notizie che arrivavano alle redazioni tramite le disposizioni del Ministero della Cultura popolare che si preoccupavano anche della forma ritenuta la più conforme agli ideali e ai modi fascisti. Erano queste le “veline”.


Adorabile!

Alessandro
Come si dovrebbe parlare di Renzi sui giornali?
Erasmo De Angelis, quando Renzi era sindaco, fu nominato presidente di Publiacqua, l’azienda toscana che detiene la gestione dell’acqua con le tariffe più alte d’Italia – assieme alla Boschi che fu nominata in quel CdA – poi nominato da Renzi sottosegretario alle infrastrutture e la Boschi ministro. A proposito delle parole usate da Renzi nelle sue intercettazioni, dice Erasmo De Angelis nominato da Renzi DIRETTORE DE L’UNITA’. “Proviamo umana compassione per chi usa tal innocenti evasioni letterarie per combattere goffamente il migliore esecutivo degli ultimi 178 anni di storia della Repubblica. Lungi dall’apparire irriguardoso e volgare, il nostro Matteo si mostra con grazia antica e nitore morale d’altri tempi. Non nascondiamo che, in redazione, quando abbiamo letto la parola “Mazinga” ci siamo commossi. E siamo sicuri che lo abbia fatto anche Gramsci.”
Molti invece di commuoversi. s’indignano nel vedere quanto oggi l’Unità sia orientata a servire il potere e non i cittadini.
Se Gramsci fosse vivo forse querelerebbe l’Unità per aver usato impropriamente il suo nome.
..
Viviana
Mi pare che le obiezioni dei pidioti siano solo due:
-IFQ riporta falsità
-la critica ai giornali la fece anche Grillo
Per il primo punto, è tutto da dimostrare che IFQ pubblichi falsità. Se lo facesse sarebbe immediatamente denunciato a qualche Procura.
Per il secondo punto, mi sembra folle paragonare il peso di un partito di governo, la sua influenza sui media e il suo potere di intimidire una testata, col peso del blog di un comico che ha solo uno spazio sul web e non ha nemmeno cariche istituzionali. Se un giornale ha il diritto-dovere di stringare un regime e di pubblicare le notizie che lui non dà o che deforma, un governo, che è tacciato gravemente di portarci a un regime antidemocratico, deve guardarsi bene dal mettere i pochi giornali di opposizione alla gogna. Questa è una cosa gravissima che nessun Paese civile fa.
Per il resto è palese l’unanime disprezzo dei renzioti per i principi democratici, per la libertà di stampa e per qualsivoglia verità.


(Guardate questo, ragazzi!)

Mentre Renzi cerca di distrarre l’opinione pubblica attaccando Il Fatto Quotidiano, il nuovo scandalo di cui alla Leopolda non si parla è la crisi di 4 banche:

IL GOVERNO SALVA 4 BANCHE FALLITE
Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa Ferrara

3,6 miliardi messi dal governo per salvarle attraverso un fondo di risoluzione alimentato da altre banche, che prenderanno i soldi dai conti correnti
130.000 obbligazionisti completamente rovinati
200.000 piccole e medie imprese a rischio
2,6 miliardi di euro bruciati
sofferenze per 8,5 miliardi
60 miliardi di obbligazioni subordinate ancora in giro
90 banche a rischio di fallimento

Anticipando di un mese le nuove regole bancarie europee, il Governo ha fatto un disegno di legge per cui le banche pagheranno i propri debiti prelevando i soldi dai conti correnti degli italiani. La legge è stato approvata dal Senato con i voti di Pd, Forza Italia, Udc, Nuovo centrodestra democratico e Scelta civica. Si sono astenuti i grillini e la Lega. Contrari solo i fuoriusciti dal M5S. Il prelievo dai conti correnti è previsto da una direttiva dell’Ue. In pratica l’Italia applica con un mese di anticipo la nuova legge europea sulle banche. In questo modo i danni causati dalle speculazioni azzardate dei banchieri non saranno più pagati dai responsabili, ma dai correntisti e da alcune categorie di azionisti. Ad imporre una misura simile fu Amato l’11 Luglio 1992, con un decreto che prevedeva, tra l’altro, il prelievo forzoso di denaro (il 6 per mille) dai conti correnti bancari e, come se non bastasse, retroattivamente. Scoppiò uno scandalo. La norma, assolutamente impopolare, fu giustificata dicendo che il Paese si trovava in una situazione drammatica.
Oggi, ad essere in crisi non è tanto la finanza pubblica quanto, piuttosto, le banche: nonostante il governatore di Banlitalia Visco abbia parlato di “crediti deteriorati, oggi pressoché inesistenti”, si parla di 189 miliardi di euro di “sofferenze” delle banche italiane (spese eccessive, stipendi e premi abnormi e crediti politici dati con mano larghissima). Una somma tanto più che la sua incidenza sul totale dei crediti erogati è doppia rispetto alla media aggregata dell’Eurozona. Oltre a ciò, nelle ‘casse’ delle banche italiane giacciono “titoli spazzatura” greci per oltre 40 miliardi. L’Italia è il terzo Paese europeo per possesso di titoli di Stato ellenici (dopo Germania e Francia). Ad essere in crisi oggi non è l’Italia: sono le banche, le quali poi scaricano le conseguenze dei loro atti sciagurati sul Paese, in una latitanza totale di controlli. E siccome in Europa i governi non hanno a cuore gli interessi dei cittadini, ma gli interessi (finanziari ed economici) delle banche, il governo più la dx è andato in loro soccorso, spremendo le tasche dei cittadini che saranno “prestatori di ultima istanza”.
In altri Paesi sono le banche centrali a farsi carico, letteralmente, delle insolvenze del sistema bancario ricorrendo alle ricapitalizzazioni. Negli USA, dopo la crisi finanziaria del 2008, è stata la FED a salvare le banche americane, stampando moneta; analogamente in Gran Bretagna, la Bank of England ha comprato i titoli marci della banche inglesi. In genere, in un Paese, se una banca rischia il fallimento, è la Banca centrale di appartenenza che, grazie al potere di emettere valuta, ricapitalizza le perdite. Ma non in Europa. Nel Vecchio Continente a pagare saranno i cittadini.
I singoli Stati, infatti, hanno ceduto la propria sovranità monetaria alle banche centrali che, a loro volta, l’hanno ceduta alla Bce. Ma sia le Banche centrali dei singoli Paesi, sia la Bce sono soggetti privati di proprietà di banche private. Per loro è molto più semplice caricare il malfatto sulle spalle dei cittadini.
E i politici, non contenti dei 2000 miliardi di euro già concessi in aiuto delle banche, hanno accettato senza fiatare le nuove regole, anzi in Italia le hanno applicate un mese prima!
La direttiva Bce impone ai cittadini di pagare i crediti delle banche. Una richiesta avanzata nei confronti di alcun Paesi e non di altri.
A Cipro i cittadini presero d’assalto le banche, per cui il governatore della Banca d’Italia non ha parlato e nella sua Relazione annuale si è guardato bene dal fare cenno allo scippo ai danni dei correntisti
..
Una di queste banche salvate è la Banca Etruria. Pier Luigi Boschi padre della Ministra Boschi, che è già indagato per bancarotta fraudolenta (come Tiziano, il padre di Renzi) era nel consiglio di amministrazione nel 2010 e nel 2014 diventa vicepresidente quando la figlia diventa Ministro, decade ricevendo 144.000 euro di multa da Bankitalia. I vertici di banca Etruria sono stati multati per 2,5 milioni. Quando Renzi vara il Salvabanche, Maria Elena Boschi esce dall’aula per salvare la faccia. Ma possiede 1500 azioni della banca e suo fratello ha lavorato nella stessa.


Parla! dov’é l’altro?

SALVA BANCHE. LA BOSCHI, IL PAPA’ E IL CASO DI BANCA ETRURIA
Andrea Scanzi

La Boschi ha detto che suo padre è una persona perbene e che Banca Etruria non ha ricevuto favoritismi dal (suo) governo. Intanto la sua città,Arezzo, è devastata dal caso Banca Etruria, ma capisco che dopo aver regalato a giugno la città al cdx imponendo un candidato smisuratamente debole e dopo che il suo governo (e la “sua” banca) hanno contribuito a gettare nella miseria migliaia di cittadini, Arezzo non sia la prima città che le venga in mente. Infatti, ad Arezzo, ieri c’era Salvini. E la Boschi no. E’ assai probabile che, di fronte al disastro ormai conclamato, il governo Renzi non potesse fare altro che anticipare il bail-in di gennaio 2016 al 22 novembre scorso. I danni erano stati fatti molto prima. Con gli omessi controlli, con i conflitti d’interesse, con i favori ai soliti noti. Con le regole cambiate in corsa, con l’atteggiamento di Bankitalia, con quello della Consob. Con una congrega di (pagatissimi) dirigenti che hanno fatto più danni della grandine. Già: ma la Boschi davvero non sapeva tutto questo? Delle 4 bad bank “salvate”, la Banca Etruria è sempre sembrata più banca delle altre. Dal 2011 fino al commissariamento dell’11 febbraio 2015, il papà Pierluigi faceva parte del Cda Etruria. Non appena la figlia diventa ministro, il papà diventa vicepresidente della Banca. Non solo: il ministro è azionista e il fratello è dipendente. Conflitti di interesse come se piovessero. La Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015, per un buco di 3 miliardi, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora sbolognate agli ignari e incolpevoli risparmiatori (che il governo Renzi vuole far passare per “speculatori”). Bankitalia, constatando le “forti criticità crescenti” e una situazione disastrosa, commina multe per 2.5 milioni di euro al cda della Banca. Viene multato per 144mila euro anche Pierluigi Boschi. Per “Carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Praticamente non ha fatto niente di tutto quello che doveva fare: anzi, ha fatto l’esatto contrario. Senz’altro persona “perbene”, come dice la figlia, ma che verosimilmente ha sbagliato lavoro.
La Banca Etruria, che Travaglio definì a febbraio “salotto di cattolici e massoni”, era una banca morta molto prima del commissariamento. Eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l’anno in “consulenze” esterne. I dirigenti si erano anche inventati una legge ad hoc per cui bastava una firma per prestare soldi agli amici degli amici: prestiti che, ovviamente, mai sarebbero rientrati. Però, quando due anni fa l’allora presidente Fornasari aumentò il capitale di 100 milioni dicendo ai soci di comprare azioni da 60 centesimi l’una, li rassicurò, sostenendo che la banca era coesa e che “l’Etruria è la banca popolare più forte del centro Italia”. Il livello generale era questo. Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015, strani movimenti riguardano alcune banche popolari. Su tutte l’Etruria. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché? Non è dato sapere. Nel pomeriggio del 20 gennaio 2015, in neanche due ore, il governo Renzi – tramite decreto – trasforma le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in Spa. Chi ci guadagna di più? Guarda un po’: Banca Etruria, che registra in borsa la migliore performance dell’anno (+62.5%). Molte di quelle plusvalenze e speculazioni “indovine”, che faranno poi supporre casi di “insider trading”, arrivavano da Londra. A Londra, del tutto casualmente, sta anche Davide Serra, noto finanziatore renziano col suo fondo Algebris. Serra ha poi dichiarato di non avere mai comprato azioni Banca Etruria, ma di avere acquistato molto prima – a inizio 2014 – azioni del Banco Popolare, salvo poi rivenderle pochi giorni prima del decreto. Perdendoci non pochi soldi (acquistate a 13,76, rivendute a 9,72). Non è tenuto a farlo, ma sarebbe interessante sapere a chi le ha vendute.


(Bimbo, hai sbagliato rivista!)

BANCHE FALLITE, CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL….
Daniele Martinelli

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. La tragedia di Luigino D’Angelo, il risparmiatore suicida che ha perso i 110 mila euro di risparmi tutti affidati alla Banca Etruria, è l’effetto estremo della fiducia data a dei truffatori seriali che sono i bancari in giacca e cravatta. Questa moda di affidare i soldi alle banche con l’intento di guadagnarci tutti, senza che nessuno ci perda, è una favola che purtroppo si svela in tutta la sua drammatica realtà. Le obbligazioni subordinate, cioè quelle che vincolano i risparmi per un tot di anni a garanzia di allettanti percentuali di interesse, ma che poi, di fatto, sono soldi che la banca usa deliberatamente per le sue operazioni a rischio, dovrebbero mettere in guardia il risparmiatore e indurlo a porsi una domanda: “Perché mai una banca dovrebbe fare il mio interesse vincolando i miei soldi?”. E aggiungersi: “Quali responsabilità ha la banca nei miei confronti se verrà meno alle promesse e non mi ridarà i miei soldi?”. Basterebbero queste semplici domande per farsi venire quantomeno qualche dubbio e magari lasciare i soldi sul conto corrente, piuttosto che sotto il cuscino.
Bene. Oggi, col fallimento di quattro banche, tra cui l’Etruria presieduta (solo alla fine) dal papà del ministro Boschi, scopriamo che un manipolo di bancari che hanno truffato in giacca e cravatta i loro risparmiatori, sono morti o comunque usciti di scena con fior di liquidazioni. E le banche “salvate” con soldi pubblici (sempre i nostri), contro il parere della Ue che li ritiene illegali. In estrema sintesi, il quadro è che piangiamo un risparmiatore credulone, truffato da un manipolo di bancari protetti da un vulnus legislativo che persegue le banche, a loro volta libere di fallire con la sicurezza di essere rimpinguate dallo Stato con soldi pubblici. Ecco, alla fine, dare i soldi alle banche è un po’ come darli a un chiromante, con la differenza che se i soldi te li fotte il chiromante va tutto bene, se te li fotte la banca ti metti il cappio al collo.
Chi sono i responsabili di queste truffe? In primis, è doloroso dirlo, degli stessi risparmiatori creduloni. In secondo luogo la colpa va ai governi Berlusconi-Prodi-Monti-Letta e Renzi, che negli ultimi dieci anni hanno lasciato alle banche una sorta di ruolo deliberato alla Wanna Marchi, senza che avessero provveduto a rafforzare le autorità di controllo sui rischi e senza responsabilizzare Bankitalia. Bankitalia, che a cascata, ha le sue responsabilità assieme ai direttori di banca stessi.
Io, da cittadino che lavora e paga le tasse, sono contrario al salvataggio delle banche per salvare i risparmiatori con i fondi dello Stato italiano che si indebita con l’euro. Diffido da chiunque, in politica, oggi, grida allo scandalo a tutela dei risparmiatori con uno slogan facile facile a portar voti. A cominciare dalla Lega di Salvini, che ha governato con Berlusconi negli anni della diffusione dei mutui tossici e degli investimenti pazzi delle banche sugli yacht di società fantasma o fallite. Lo ripeto: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Pace all’anima di Luigino D’Angelo e a chi lo seguirà.

IL M5S CHIEDE LE DIMISSIONI DELLA BOSCHI SIA ALLA CAMERA CHE AL SENATO PER CONFLITTO DI INTERESSE

La pressione sulla Boschi è destinata a crescere. Il cosiddetto “decreto-salva-banche” infatti non prevede la ‘decadenza o la sospensione’ dei requisiti di onorabilità per gli ‘organi amministrativi e di controllo delle banche in risoluzione’, dal momento che la disciplina vigente sull’ ‘onorabilità degli amministratori’ non contempla la procedura di risoluzione. Dunque, allo stato dei fatti, un amministratore o un membro del collegio dei revisori dei conti di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Cari- Chieti, se anche dovesse essere ritenuto responsabile del dissesto del suo istituto, ‘potrà comunque andare a ricoprire ruoli di vertice altrove’. (E con compensi milionari !) Non solo. Nella legge di stabilità in esame alla Camera manca la previsione di meccanismi che consentano effettivamente a soci e creditori l’esercizio dell’azione di responsabilità, ma è piena di riferimenti al decreto legislativo 180 del 16 novembre 2015. Un testo che costituisce la “cornice normativa” nel quale si inserisce il cosiddetto “salva banche” varato dal Governo.
All’ articolo 35 del decreto si legge: “L’esercizio dell’azione sociale di responsabilità e di quella dei creditori sociali contro i membri degli organi amministrativi e di controllo e il direttore generale (…), spetta ai commissari speciali sentito il comitato di sorveglianza, previa autorizzazione della Banca d’Italia”.
Dunque, senza il benestare dei commissari, del comitato di sorveglianza e di palazzo Koch non si potrà esercitare l “azione di responsabilità”.
I Banchieri ringraziano …
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COS’E’ IL BAIL IN
Il primo gennaio 2016 entrerà in vigore la direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie, una vera rivoluzione per le banche europee, ma soprattutto per i risparmiatori e titolari di conti correnti.
Se fino ad oggi le banche sono state salvate anche con soldi pubblici da gennaio 2016 in caso una banca sia in difficoltà non interverrà più lo Stato, ma dovranno farsi carico delle perdite anche i privati come gli azionisti, obbligazionisti. Se tutto questo non fosse ancora sufficiente a coprire le perdite interverrà un fondo che sarà finanziato dalle banche. Continueranno ad essere garantiti i depositi fino a 100mila euro. Questo in gergo tecnico si chiama bail-in, difficile che correntisti e risparmiatori siano a conoscenza dei veri rischi e gli effetti collaterali della sua introduzione, perché non sono stati informati. Nei prossimi mesi molte magagne verranno fuori, solo a quel punto capiremo veramente quanto sia sicuro il sistema bancario italiano. Fino ad oggi si è riuscito a gestire senza troppi problemi i guai di numerosi istituti di credito, che non hanno messo in ginocchio il sistema bancario italiano.
Il bail in non riguarda solo chi investe sui titoli bancari, che siano azionari o titoli obbligazionari, ma anche tutti i correntisti che prima di aprire un conto devono informarsi sullo stato di salute della banca (come?).
Ma la Germania ha approvato una legge che separa attività bancarie speculative da creditizie
Perché noi no?
La proposta della Merkel inasprisce le pene per i banchieri che mettano dolosamente a rischio la sopravvivenza degli istituti di credito attraverso speculazioni inappropriate, prevedendo fino a 5 anni di carcere.


(Per non perdersi la tartaruga)

Questo lo scrivevo sul mio blog Masada nel 2012:

L’attuale crisi finanziaria è stata voluta e attuata dal Governo USA nel 2008,quando, in un mercato sempre più dominato dal sistema bancario e dalla speculazione finanziaria,Clinton decise di applicare una deregolazione assoluta che eliminò la divisione tra banche commerciali e di investimento ed eliminò le norme che vietavano l’immissione in Borsa di titoli tossici,derivati, swap..mettendo il futuro dell’Occidente nelle mani di agenzie di rating private,non regolamentate,quotate in Borsa e manovrate da un gruppo di magnati che intendevano piegare l’Occidente usando la speculazione finanziaria, i titoli tossici, le agenzie di rating,i debiti nazionali e la Bce creata apposta debole per non minacciare il dollaro
Ma perché gli Stati uniti sferrarono nel 2008 la loro battaglia contro i paesi europei per mandarli in rovina? Perché l’America aveva perso tutte le sue battaglie,si era sfinita in Iraq e Afghanistan in una guerra costosissima persa su tutta la linea,aveva un debito che era aumentato 15 volte negli ultimi 30 anni ed era il primo del mondo raggiungendo i 15.000 miliardi di dollari. Perché il dollaro non riusciva più a giustificare la sua pretesa di essere la valuta base del mondo mentre altre valute come l’euro o lo yen o la rupia lo sopravanzavano. Perché,infine,perché il neoliberismo,che era stato la bandiera dell’ideologia americana,stava fallendo e la propaganda non bastava più a diffondere un credo che aveva messo il mondo in ginocchio,aveva aumentato la miseria,aveva accresciuto l’ingiustizia,aveva minacciato la democrazia e aveva messo a rischio il pianeta.
Questa crisi finanziaria non è una calamità fatale. E’esattamente la guerra che gli USA hanno scagliato all’Occidente nella speranza di trascinare tutti nella sua rovina. E questa guerra non la vinceremo se accetteremo di essere governati da immissari (la Troika) di quello stesso nemico che ci aggredisce.
Gli organismi economici internazionali come il Fm o la Bme o il WTO (e dunque oggi anche la Troika) hanno favorito l’iperliberismo assoluto e sono stati loro a spingere verso la deregolazione l’ARGENTINA di Menem. Il risultato delle ricette liberiste fu l’allargarsi della disoccupazione e della privatizzazione fino al default del 2001. Il Giappone era sulla stessa linea fallimentare ma non tagliò le tasse ai più ricchi a causa del grande deficit statale. Ma alcuni paesi asiatici furono spinti al default proprio dal Fm. Clinton, appena eletto, come prima cosa eliminò il Glass-Steagal Act. Era una legge istituita dopo le crisi del 29 e del 33, che introduceva misure per limitare la speculazione da parte degli intermediari finanziari e cercava di evitare il panico bancario. Istituiva la Fed per garantire i depositi ed evitare che la gente corresse in banca a prelevare tutto senza trovare contante. E separava banche commerciali tradizionali dalle banche di investimento. Le banche commerciali non potevano fare speculazioni coi soldi dei loro clienti. Ma Clinton eliminò queste regole e aprì la porta ai derivati tossici che impestarono tutto e poiché le banche commerciali ci investirono, impestarono anche i depositi dei clienti. Intanto la crisi maturava per colpa delle delocalizzazioni che produssero disoccupazione e per l’esplosione dei mutui che non potevano essere ripagati ed erano stati dati o a chi non si era non si reso conto degli interessi progressivi o era rimasto disoccupato. Alla fine del 2006 la bolla esplose. La Fed corse subito a rialzare i tassi ma era troppo tardi. Il fallimento di chi non poteva più pagare il mutuo produsse il fallimento delle banche.
E’ con il libero accesso ai titoli tossici che la crisi americana diventa la crisi di mezzo mondo. Il settembre-ottobre 2008 sotto Clinton sono epocali. La crisi diventa sistemica. I media cominciano a parlarne dopo i clamorosi crolli di borsa della prima metà di ottobre. Ancor oggi non tutti gli analisti concordano che ciò che ha portato a un crisi totale è la deregolazione liberista, ma attaccare la deregolazione significherebbe attaccare il primo dogma del liberismo. La logica sottostante è che mercati più liberi siano in grado di produrre risultati superiori spostando i capitali verso gli impieghi più produttivi, spingendo l’economia e migliorando il benessere. Oggi questa teoria si dimostra sbagliata. Mercati finanziari più liberi creano soltanto danni maggiori.
Stieglitz, Premio Nobel per l’economia, chiese un sistema di regolamentazione efficiente: “Credo che debba essere data ampia libertà agli uomini di negoziare gli uni con gli altri, finché non rechino danno ai terzi. Ma le istituzioni finanziarie sono responsabili dei soldi di altri. Quando falliscono, anche il nostro sistema economico fallisce e vi è un gran numero di vittime innocenti. È per questo che il governo è intervenuto con i salvataggi, non soltanto in questa occasione ma ripetutamente. Il settore finanziario ha ripetutamente mostrato che, senza regolamentazione, semplicemente non è in grado di essere responsabile della gestione di soldi altrui in modo prudente, senza mettere a repentaglio l’intera economia. E i depositanti comuni, i piccoli investitori e coloro che risparmiano per la loro pensione semplicemente non sono in grado di esercitare autonomamente un’adeguata supervisione. Questa costituisce un bene essenzialmente pubblico. Tutti beneficiamo da istituzioni finanziarie ben regolate. Le nostre istituzioni finanziarie hanno fallito, hanno fatto quello che fanno le imprese private,hanno massimizzato il benessere dei loro manager. Oggi abbiamo bisogno di un sistema regolatore degno del 21° secolo per essere sicuri che, in futuro, essi prendano in considerazione le conseguenze più ampie delle loro azioni”.
Col libero accesso ai titoli tossici la crisi USA diventò la crisi di mezzo mondo
Nel sett-ott 2008(Clinton)la crisi era sistemica.I media cominciano a parlarne dopo i clamorosi crolli di borsa della prima metà di ottobre. Oggi sappiamo che mercati finanziari più liberi azzerano la produzione riversando i capitali su transazioni solo finanziarie e derivat.i
Gli errori dei presidenti USA hanno spinto alla recessione mezzo mondo
Una delle conseguenze più sconvolgenti della crisi è stata la fine dell’era delle banche d’investimento indipendenti. Lehman Brothers è fallita, Merrill Lynch e Bear Sterns sono state acquisite a prezzi di liquidazione;Goldman Sachs e Morgan Stanley, le uniche sopravvissute, si sono trasformate in banche commerciali e comandano sui governi europei,coartando le costituzioni democratiche e cancellando con governi complici i diritti democratici
Per quanto dovrà continuare ad andare avanti questa perversione?
E poi ci meravigliano della vittoria della Le Pen??


(Chi illumina chi?)

DEREGULATION E TERRORISMO, OVVERO IL CAOS PROGRAMMATO LIBERISTA
Francesco Erspamer

Oggi le multinazionali preferiscono la deregulation, ossia l’illegalità e il disordine programmatici, per favorire la dissoluzione dell’etica e delle culture e il ritorno alla legge della giungla, che premia sempre il più ricco e il più forte. Per quale ragione credete che scatenino guerre inutili? Per generare terrorismo e migrazioni di massa, ossia per creare le condizioni ideali per condurre l’attacco finale alle organizzazioni della solidarietà sociale
Il New York Times ha pubblicato un editoriale in prima pagina )“L’epidemia delle armi”) per invitare la gente sensata a ribellarsi al ricatto della paura e del denaro dei mercanti di armi. Giustamente l’articolo faceva notare che i massacri indiscriminati sono tutti atti di terrorismo, anche quando a perpetrarli fossero imbecilli locali piuttosto che jihadisti, in quanto provocano panico e reazioni irrazionali. E chiudeva con un invito a dimostrare che gli Stati Uniti hanno conservato una qualche dignità: anche se ancora non ci sono le condizioni culturali per abrogare il secondo emendamento, quello del diritto di possedere armi (approvato nel 1791, quando il paese aveva quattro milioni di abitanti e non 320 milioni e pistole e fucili sparavano un colpo solo prima di dover essere ricaricati), si dovrebbe riuscire a proibire mitra e armi da guerra esplicitamente costruite non per difendersi ma per uccidere con brutalità e efficienza. L’AR-15 usato da due stronzi a San Bernardino per ammazzare 14 persone può sparare 800 colpi al minuto (con una piccola modifica, illegale ma semplice: e se uno vuole fare una strage e poi accettare il martirio, cosa volete che gliene importi di avere un’arma illegale?); se andate su Google e scrivete “ar15 speed shooting” compaiono decine di video di squilibrati travestiti da cowboy o da marine che si sentono molto uomini facendo vedere come sono veloci.
Qualche elementare limitazione e controllo è ciò che due giorni prima anche Obama aveva chiesto al Congresso. Per tutta risposta il Congresso, controllato dai repubblicani, non solo ha bocciato la proposta ma ha fatto passare una legge che abolisce la riforma sanitaria di Obama. Obama porrà il veto però non fa differenza: ciò che importa al partito dei miliardari è precisamente frantumare la società e alimentare la violenza, l’insicurezza, la sfiducia nello Stato. È questo che l’editorialista del New York Times, i democratici e in generale i moderati di ogni paese ancora non sembrano aver capito: che la strategia dei poteri forti dell’economia e della finanza non punta più all’ordine sociale e alla ricerca del consenso, come ai tempi della guerra fredda. Oggi le multinazionali preferiscono la deregulation, ossia l’illegalità e il disordine programmatici, tanto il consenso se lo comprano con i media e la pubblicità. Con ogni mezzo dunque favoriscono la dissoluzione dell’etica e delle culture e il ritorno alla legge della giungla, che premia sempre il più ricco, il più forte e il più stronzo. Per quale ragione credete che scatenino guerre inutili? Per generare terrorismo e migrazioni di massa, ossia per creare le condizioni ideali per condurre l’attacco finale alle organizzazioni dei lavoratori, alle istituzioni e in generale alla solidarietà sociale. In questo senso anche il conflitto novecentesco contro il comunismo non fu che un capitolo del loro assalto di lunga durata contro le comunità. La globalizzazione non è insomma un mezzo del neocapitalismo: la globalizzazione è il neocapitalismo.
Peccato che la sx non se ne sia accorta. Con la consunta scusa della delusione storica provocata 25 anni fa dalla caduta dell’Unione Sovietica e ancor prima dal fallimento delle velleità sessantottesche di rivolta, per decenni si è rifiutata di fare politica e populismo, aggrappandosi invece ai miti autorizzati, anzi sponsorizzati, dal liberismo: l’antifascismo (indirizzato esclusivamente a un fascismo che non c’è più perché in dissintonia con gli interessi della finanza globalizzata), il terzomondismo e il multiculturalismo (che poi non sono altro che imperialismo consumista), il buonismo (cioè la rassegnazione), l’individualismo (ossia la strenua difesa delle libertà individuali).
Lussi che non possiamo più permetterci, così come non possiamo più permetterci una sx perennemente sulla difensiva, priva di un programma, di idee, di coraggio, di una base.
Le conseguenze dell’inazione saranno atroci: immani catastrofi ambientali, oscena ineguaglianza e povertà, terrore, egoismo sfrenato. Il tempo dei compromessi e del dialogo è finito e così quello delle anime belle, dei rivoluzionari con iPhone, sempre pronti a offrire l’altra guancia e a citare Gandhi in tweet postati da un salotto di via Montenapoleone o da una villa di Capalbio.
A meno che ovviamente non siate convinti che le vecchie tattiche e strategie dell’antifascismo, del multiculturalismo e dell’individualismo stiano funzionando: in quel caso, andate avanti e auguri. Altrimenti bisogna prendere atto che servono nuove tattiche, nuove strategie, una nuova retorica, più coerenti con le due fondamentali e uniche ragioni di esistenza della sx: l’eguaglianza economica e la difesa dei beni comuni.
Al resto, a tutto il resto, si penserà dopo. Se no a raccogliere il grido di disperazione della gente saranno gli integralismi religiosi, la criminalità organizzata e una nuova dx sociale, razzista e corrotta ma capace di farsi capire.
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MICHEL HOUELLEBECQ
La Francia resisterà. I francesi sapranno resistere, anche senza sbandierare un eroismo eccezionale, senza aver nemmeno bisogno di uno «scatto» collettivo di orgoglio nazionale. Resisteranno perché non si può fare altrimenti, e perché ci si abitua a tutto. E nessuna emozione umana, nemmeno la paura, è forte come l’abitudine.
Mantieni la calma e vai avanti. D’accordo, faremo proprio così (anche se – ahimè – non abbiamo un Churchill alla guida del Paese). Contrariamente a quanto si pensi, i francesi sono piuttosto docili e si lasciano governare facilmente, ma questo non vuol dire che siano dei completi imbecilli. Il loro difetto principale potrebbe definirsi una sorta di superficialità incline alla dimenticanza, e ciò significa che periodicamente occorre rinfrescar loro la memoria. La situazione incresciosa nella quale ci ritroviamo è da attribuire a precise responsabilità politiche; e queste responsabilità politiche dovranno essere passate al vaglio, prima o poi. È assai improbabile che l’insignificante opportunista che occupa la poltrona di capo di Stato, come pure il ritardato congenito che svolge le funzioni di primo ministro, per non parlare poi dei «tenori dell’opposizione» (LOL), escano con onore da questo riesame.
Chi è stato a decretare i tagli nelle forze di polizia, fino a ridurle all’esasperazione, quasi incapaci di svolgere le loro mansioni?
Chi ci ha inculcato, per tanti anni, che le frontiere sono un’assurdità antiquata, simbolo di un nazionalismo superato e nauseabondo? Si capisce subito che tali responsabilità sono state largamente condivise.
Quali leader politici hanno invischiato la Francia in operazioni assurde e costose, il cui principale risultato è stato quello di far sprofondare nel caos prima l’Iraq, poi la Libia? E quali governanti erano pronti, fino a poco tempo fa, a fare la stessa cosa in Siria ?
La conclusione inevitabile è purtroppo assai severa: i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni (venti? trenta?) hanno fallito penosamente, sistematicamente, pesantemente nella loro missione fondamentale, cioè proteggere la popolazione francese affidata alla loro responsabilità.
La popolazione, dal canto suo, non ha fallito in nulla. In fondo, non si sa esattamente che cosa pensa la popolazione, visto che i successivi governi si sono guardati bene dall’indire dei referendum (tranne uno, nel 2005, ma hanno preferito non tener conto del risultato). I sondaggi d’opinione, invece, sono sempre autorizzati e – per quello che valgono – rivelano grosso modo le cose seguenti: la popolazione francese ha sempre conservato fiducia e solidarietà nei confronti dell’esercito e delle forze di polizia; ha accolto con sdegno i predicozzi della « sx morale» (morale?) sull’accoglienza di rifugiati e migranti e non ha mai accettato senza sospetti le avventure militari estere nelle quali i suoi governanti l’hanno trascinata.
Si potrebbero moltiplicare all’infinito gli esempi della spaccatura – oggi abissale – che si è venuta a creare tra i cittadini e coloro che dovrebbero rappresentarli.
Il discredito che oggi colpisce in Francia l’insieme della classe politica è non solo dilagante, ma anche legittimo. E mi sembra che l’unica soluzione che ci resta sarebbe quella di dirigersi lentamente verso l’unica forma di democrazia reale, e con questo intendo dire la democrazia diretta.


(Dietro ogno donna forte c’è un maschio romantico)

MALEDIRE I MERCANTI DI MORTE NON BASTA
Paolo De Gregorio

Sento ovunque magnificare il pontificato “rivoluzionario” di Papa Francesco, ma a me sembra che non ci siano novità teologiche o dottrinali, né regole che permettano ai preti di sposarsi e alle donne di accedere all’amministrazione dei sacramenti, né l’eliminazione dello IOR diventato oscuro rifugio addirittura per correntisti della “banda della Magliana”, ma si tratti di un fenomeno di grande umanità (autentica nella figura di questo Papa), a cui masse di disperati, di malati, di disoccupati, abbandonate dalla sparizione della sx e di una qualunque rappresentanza sociale, emarginate da una feroce globalizzazione e deprivate dei diritti, hanno trovato l’unica speranza a cui aggrapparsi.
Sembra proprio che Francesco con questa estrema attenzione per gli ultimi e le critiche ai “faraoni” della Curia, si sia fatto molti amici tra gli emarginati, ma molti nemici in Vaticano e tra le oligarchie dominanti, al punto che alcuni hanno espresso il desidero che possa scomparire presto, in quanto figure come la sua non sono replicabili. Temo che la grande popolarità suscitata dall’approccio con i fedeli, svanisca con il personaggio e le speranze che suscita, se non sono seguite da riforme profonde, possono finire nel nulla o nella restaurazione.
Le parole più importanti del suo pontificato, secondo me, sono quelle contro i mercanti di morte che progettano, fabbricano, vendono armi, il cui teatro di profitti sono le guerre, le tensioni provocate tra religioni, le destabilizzazioni geopolitiche. Queste parole però non bastano e devono essere seguite, almeno da parte dei cristiani, dalla obiezione di coscienza, come è stato per l’aborto, a cominciare dai lavoratori nelle fabbriche di morte, dai tecnici che progettano ordigni, fino a coloro che ii commerciano, dimostrando che essere cristiani è una cosa seria e non solo una elencazione di principi, che risultano falsi e fasulli se non portano a cambiare radicalmente i propri comportamenti, pagando prezzi anche pesanti, senza i quali però non si cambia mai la storia.
Invitare “ex cathedra” i cristiani a testimoniare il loro credo di “non uccidere” a fare obiezione di coscienza, a trasformare il mercato della morte in manufatti di pace, ad uscire da ogni alleanza e intervento militare della nostra nazione, a far scomparire quell’esercito di mercenari che oggi abbiamo, da sostituirsi con una difesa civile territoriale capace di intervenire soprattutto ad aiutare i civili nelle calamità naturali, potrebbe essere una vera svolta. Vorremmo finalmente sentire dal Papa non solo la teoria, ma anche la strada per cambiare le cose,
Maledire mercanti e fabbricanti di armi non basta, bisogna che i cristiani facciano di più, a cominciare dalla eliminazione della figura dei cappellani militari.


Fratello e sorella si rivedono dopo una settimana di separazione

CHE BELLA L’ITALIA CHE CAMBIA VERSO… CHE RIPARTE
Antonio

…. Dalle Università che crollano senza neanche toccarle, ai risparmi della classe media ed operaia che si azzerano da un giorno all’altro, dall’inquinamento dell’ ILVA che cessa per decreto con reati vicino alla prescrizione alle strade ed i ponti della Sicilia che si sbriciolano dopo le inaugurazioni… ed in qualche caso anche prima, dalla regolarizzazione delle oltre 15 mila licenze per sale slot agli incentivi per i comuni che le favoriscono, dal decreto sull’omicidio stradale che prevede la depenalizzazione del reato di guida senza patente alle mancette elettorali annunciate e promesse, dai buchi della Capitale con la Metro ferma alle chiusure degli Ospedali, dalla lotta alla corruzione con l’innalzamento del tetto di punibilità per le dichiarazioni IVA all’innalzamento del tetto all’uso dei contanti…… che gran Paese ….. CAMBIA VERSO…
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Berluscameno
La recente “Unione Bancaria Europea” è totalmente da rivedere e riscrivere !
E’ solo un ‘flop ‘ di regole inutili e dannose per i paesi deboli della UE.
Come si fa a cadere nel “TRAPPOLONE “ O “TRANELLO “ ordito a nostro unico danno e a tavolino dall’ élite Politica e finanziaria (la Lobby UE dei banchieri tedeschi) per far credere ai Paesi deboli del Sud Europa
che il Partito della Merkel e di Schaeuble ed il Partito socialista tedesco ed italiano -che governano assieme l’UE -siano composti da VERI “NEO-LIBERISTI“?
Purtroppo sono solamente rimasti quello che sono sempre stati, ossia fedeli seguaci del ‘ CREDO’ politico – economico del “ NEO – MERCANTILISMO TEDESCO di MATRICE NAZISTA”.
Ossia debbono obbedire compatti all’ “ordine supremo” di portare alle casse del tesoro dello Stato Germanico (ossia al Sovrano) sempre più ORO, tramite l’aumento smisurato delle esportazioni (ricorrendo sempre a qualsiasi ‘imbroglio commerciale ‘utile alla felicità del Sovrano) e principalmente mediante la” pratica illegale del DUMPING valutario tedesco”, che gli USA hanno molto ben valutato e studiato.
Eppure i nostri “BABBIONI”-ossia i politici italiani nella UE (usati come utili idioti dai tedeschi)- continuano a “ciarlare “ sul come è bello potersi definire quali “ NEO-LIBERISTI “ , proprio come si definiscono tali i politici tedeschi nella UE.
Si fanno “fregare e buggerare” nella UE da quei ‘furfanti dei tedeschi ‘ in nome di una inesistente e solo fantomatica LIBERTA’ dei Mercati !
Mario Draghi, il presidente della Banca Centrale Europea, avverte che molte banche dovranno chiudere con le nuove regole decise a dicembre dai governi europei per formare una ‘Unione Bancaria’. La BCE annuncia quindi un’altra crisi potenzialmente dirompente dopo quella drammatica dei debiti sovrani.
Ecco perché questa ‘Unione Bancaria europea’ è da respingere: perché favorisce l’inasprimento della crisi europea, non risolve la deflazione in corso e indebolisce le banche del sud a favore delle banche dei paesi più ricchi, Germania in testa.
Per essere chiari: quando, alla fine del 2015, le regole dell’unione bancaria cominceranno ad essere applicate, una banca in grande e seria difficoltà come in Italia MPS incontrerebbe dei problemi ancora maggiori e potrebbe rischiare veramente di chiudere se non fosse nazionalizzata o ceduta all’estero.
Ma chi dice che l’unione bancaria è un fallimento? I soliti marxisti catastrofisti e incompetenti? La sinistra radicale ed estremista? Il populista Beppe Grillo? No, lo riconosce prima di tutti ‘Wolfgang Munchau’, forse il maggiore esperto di economia europea e di euro: l’uomo che meglio conosce il sentimento dei mercati finanziari.
L’editorialista del Financial Times a proposito dell’Unione Bancaria decisa a dicembre si chiede: “Perché i paesi europei si accontentano di stringere questi patti disgustosi?
Per usare una metafora: perché i tacchini continuano a votare a favore del Natale?” .
Così Munchau descrive la situazione: “L’unione bancaria decisa a dicembre è esattamente quella voluta dal ministro delle finanze tedesche Wolfgang Schäuble…”I contribuenti tedeschi non pagheranno nulla per la ristrutturazione delle banche estere e nessuna banca tedesca verrà mai chiusa” … La Germania ha ottenuto tutto quello che voleva senza concedere nulla. E’ accaduta la stessa cosa per il ‘fiscal compact’. “Ha imposto la disciplina fiscale a tutta l’Europa in cambio di niente”. Munchau ci fa vedere che tutti i ministri hanno gridato alla “svolta storica” solo per non perdere la faccia di fronte al loro completo fallimento. Ma nulla di quello che avevano proposto è stato accettato. In partenza miravano a realizzare un “fondo pubblico europeo” in grado di provvedere alle ristrutturazioni bancarie in caso di “crisi sistemiche” e di “garantire i correntisti”.
Invece – indica Munchau – la verità è che non hanno ottenuto nulla semplicemente perché “non sono mai stati in grado di coalizzarsi contro i diktat della Germania” – la quale’ non vuole nessun fondo comune’ che metta a rischio le sue finanze per coprire i problemi altrui

“I governi (del sud Europa) non hanno fiducia l’uno dell’altro”, dice Munchau: non vogliono coalizzarsi, e quindi il governo CDU – SPD riesce facilmente a imporre la sua ferrea volontà. Il dramma è che non esiste ‘alcun statista europeo’ in grado di opporre una cooperazione solidale ed efficace di fronte alla visione unilaterale tedesca. L’unione bancaria è la dimostrazione di come il governo tedesco delle larghe intese vuole l’Unione Europea: una unione centralizzata, diretta dalle élite finanziarie tedesche, a vantaggio esclusivo della Germania e a svantaggio degli altri paesi deboli e debitori del sud Europa.
Una unione foriera di crisi senza fine.
Perché il governo italiano dovrebbe rifiutare questa unione bancaria? Perché questa unione non solo non risolve nulla ma potrebbe avere un ‘micidiale effetto boomerang’, ovvero ‘amplificare le difficoltà delle banche’.
Non a caso Draghi ha già avvertito che “con l’esame della BCE le banche deboli dovranno chiudere”.

Veccchie signore

OGGI IN ARABIA ESISTONO ANCHE LE DONNE
DORIANA GORACCI

Un sabato storico per le donne dell’Arabia Saudita, oggi votano e sono candidate per la prima volta: le donne voteranno ancora separatamente dagli uomini. Parliamo di 130.637 donne di cui 865 le candidate, su totale degli iscritti nelle liste elettorali che sono circa 1,5 milioni di uomini. Continuando con i numeri si viene a sapere che il 72,5% dei sauditi non appoggia la candidatura femminile alle elezioni, l’11,3 la sopporta mentre l’8,7 la accetta: vale a dire che il rapporto fra candidati di sesso maschile e femminile è di circa 6 a 1.Oggi si vota per eleggere il 20% dei consiglieri comunali del Majlis al-Shura, un’assemblea composta da 150 membri di nomina regia, con poteri consultivi e molto limitati, come l’approvazione del bilancio cittadino e la gestione di rifiuti, parchi e strade ma senza diritto di approvare le leggi né di impedirle. L’Arabia Saudita è l’ l’unico Paese al mondo in cui le donne non possono nemmeno guidare l’auto e dunque le candidate hanno dovuto sottostare a regole severissime e molto penalizzanti, fra cui il divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione, dibattito o comizio in presenza di uomini, l’obbligo di parlare in pubblico esclusivamente tramite un portavoce maschio e di creare sezioni separate per uomini e donne nelle sedi elettorali. “L’Arabia Saudita è il luogo di nascita dell’Islam e il regno è talvolta chiamato “la terra delle due sacre moschee” in riferimento ai due luoghi più sacri dell’Islam. L’Arabia Saudita ha le più grandi riserve di petrolio al mondo che rappresenta più del 95% delle esportazioni e il 70% delle entrate del governo, anche se la quota di economia non petrolifera è andata recentemente in crescendo. Questo ha facilitato la trasformazione di un regno deserto sottosviluppato in una delle nazioni più ricche del mondo. Ha inoltre la sesta più grande riserva di gas naturale al mondo. L’Arabia Saudita è l’unico Paese al mondo che vieta alle donne di guidare veicoli e uno dei pochi a non avere un parlamento”. Nel sito della Reale Ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma è scritto: “il Regno dell’Arabia Saudita intrattiene ottime relazioni con l’Italia fin dal 1932 quando, con la firma di un Trattato di Amicizia, furono stabiliti reciproci rapporti diplomatico-consolari. Nel 1951 viene aperta a Roma la Legazione del Regno dell’Arabia Saudita, elevata, nel 1958, a rango di Ambasciata. L’Arabia Saudita, per la sua politica moderata ed equilibrata e con la precipua tendenza a favorire l’iniziativa privata, favorisce condizioni di sviluppo e quindi di ricchezza…” Dobbiamo dire Grazie Shari’a ?


Sguardo da duro

LA MERKEL PERSONAGGIO DELL’ANNO
Daniel Johnson

Il Telegraph scrive un tagliente articolo sulla decisione del Time di nominare la Merkel “Persona dell’Anno”. Di fatto, la Cancelliera tedesca ha recentemente collezionato una serie di errori politici clamorosi: dalla pessima gestione della crisi greca al caso Ucraina, dall’apertura illimitata delle frontiere ai profughi, alla successiva penosa marcia indietro, nella quale ha coinvolto anche il premier turco Erdogan, avanzando promesse decisamente affrettate. Se già la Merkel aveva creato astio e malcontento in tutta Europa, ora sta precipitando nei sondaggi anche in Germania, e con lei il suo partito.
Dopo oltre un decennio in carica, il capo del governo tedesco sta trascinando il suo partito verso il basso nei sondaggi, è criticata apertamente dal suo ministro delle finanze, non è in sintonia coi suoi partner europei, e ha riempito le strade di manifestanti arrabbiati.
Il suo rivale più potente, il ministro delle finanze Wolfgang Schauble, l’ha paragonata a una “sciatrice imprudente”, che fa precipitare le valanghe. La sua ribellione contro la politica migratoria delle “porte aperte” avviata dalla Merkel è largamente condivisa dai tedeschi, che ora sono decisamente allarmati al vedere un afflusso di immigrati che non accenna a fermarsi. Le proteste contro le politiche della Merkel sono sempre crescenti, ma finora lei si è rifiutata di dargli ascolto.
Com’è possibile che sia andato tutto così storto per la donna più potente del mondo? Appena all’inizio di quest’anno la Merkel aveva celebrato l’anniversario dei suoi 10 anni in carica, ma subito dopo la sua fortuna è sembrata esaurirsi. Prima, riguardo la crisi dell’euro, c’è stata la decisione di imporre un duro regime di austerità alla Grecia, nonostante i greci avessero mostrato di voler rifiutare questa politica nelle elezioni – non una volta, ma ben due in un anno.
Lo spettacolo di una Germania che bullizzava i paesi più piccoli per mantenere una moneta unica di cui era la principale beneficiaria ha suscitato i ricordi di un passato nazista che la Merkel e i suoi predecessori avevano cercato di farsi perdonare.
Poi è arrivata la crisi migratoria, che si è dimostrata essere un test ancora più decisivo per la politica europea in generale e per la capacità politica della Merkel in particolare. La sua decisione di spalancare le porte ai profughi siriani è stata accolta inizialmente con grande plauso dai media, specialmente nel suo stesso paese, dove è stata soprannominata “Mutti” (“la mamma”). Il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung la ha salutata come “la madre d’Europa”. L’Economist l’ha definita “l’europea indispensabile”.
L’euforia però è durata poco. Perché il segnale della Merkel è giunto forte e chiaro non solo in Siria, ma in tutto il mondo musulmano, dalla Nigeria al Bangladesh, dall’Albania all’Afghanistan. Nel giro di poche settimane, c’erano milioni di persone in marcia. Non solo rifugiati, ma anche migranti economici. Per un uomo – e si trattava soprattutto di uomini giovani – quelli che non vogliono venire in Gran Bretagna hanno una destinazione ben precisa in mente: la Germania.
L’immigrazione è sempre una questione di numeri. La Merkel aveva già permesso ad oltre un milione di immigrati di ogni genere di insediarsi in Germania nel 2014, più di quanto avessero fatto gli Stati Uniti (un paese che però ha quattro volte la dimensione della Germania, e ha una lunga storia di immigrazione alle spalle).
All’inizio la stima era che sarebbero arrivati mezzo milione di rifugiati nel corso dell’anno, e altrettanti ogni anni per i prossimi anni. Ma i numeri sono stati rivisti costantemente al rialzo, ed è verosimile che almeno un milione di persone avranno cercato asilo in Germania entro la fine di quest’anno, escludendo gli altri tipi di immigrati.
Questo tsunami umano ha avuto effetti in tutta Europa. Prima c’è stato il tentativo di imporre le quote agli altri paesi UE, che ha sollevato solo astio e resistenza. Essendo arrivato così, subito dopo la crisi dell’euro, il ditino puntato della Merkel e (nel caso dell’Ungheria) anche la minaccia di sanzioni su un tema che va al cuore dell’identità nazionale, ha fatto un danno ancora più grande alla reputazione della Germania.
È stato anche controproducente. La Polonia, per esempio, è arrivata ad eleggere un partito che è fieramente anti-immigrazione, sostituendo un governo che aveva obbedito alla richiesta della Merkel, in realtà solo simbolica, di accettare 5.000 immigrati.
La Merkel ha dovuto volare ad Ankara poco prima delle elezioni turche dello scorso mese per implorare il presidente Erdogan di rallentare il flusso dei migranti verso il suo paese. In cambio, gli ha dato tutto ciò che voleva, perfino offrendo la possibilità di una corsia preferenziale per l’ingresso della Turchia nell’UE, o quantomeno della libertà per 80 milioni di cittadini turchi di viaggiare liberamente e lavorare in Europa.
Questo trionfo diplomatico ha permesso a Erdogan di ottenere la maggioranza decisiva, che lo aiuterà a raggiungere il suo obiettivo finale: instaurare una dittatura islamista.
In Germania, la popolarità della Merkel è crollata assieme a quella del suo partito. Anche se è troppo presto per suggerire che la grande coalizione tra Cristiano-Democratici e Social-Democratici si possa rompere, se le lotte intestine nel suo partito dovessero andare fuori controllo, la Merkel potrebbe essere costretta a rompere la coalizione, come fece Helmut Schmidt alla fine della sua carriera nel 1982.
Come per la Thatcher negli ultimi anni, anche alla Merkel sembra venire meno il giudizio. La sua mania di protagonismo sull’immigrazione è stata una caduta di rara gravità per una cauta pragmatista che preferisce seguire le opinioni dell’elettorato piuttosto che guidarlo. È stata punta dalle critiche anche per la sua vile decisione di tirarsi fuori dalla produzione di energia nucleare.
La sua gestione della crisi ucraina è sembrata altresì insensibile ai timori dei paesi più piccoli di fronte alle minaccie di Putin.
Anche se ha sempre saputo cavarsela, e ha solo 61 anni, sembra che il suo tempo si sia esaurito. Si trova improvvisamente sola al vertice. Anche suo marito e collega, il fisico Joachim Sauer ha detto a un gruppo di studenti tedeschi, in una recente visita a Oxford, di avere dei dubbi sulle politiche della moglie.
Konrad Adenauer, l’uomo che ha ricostruito la Germania ovest dopo il 1945, aveva per slogan “No esperimenti”. Angela Merkel ha dimenticato quello slogan quando si è imbarcata nel suo esperimento di accettare milioni di immigrati in un paese che non li vuole. Se non fa attenzione, la “Cancelliera del Mondo Libero” potrebbe molto presto non essere più nemmeno la Cancelliera della Germania”.

Pisolino

Berluscameno
Il progetto di unione bancaria UE aveva tre obiettivi:
a) spezzare il legame tra il rischio rappresentato dalle grandi banche sistemiche e quello degli stati deboli dell’ euro-zona – ovvero non indebolire le banche del sud europee piene di titoli di stato dei loro paesi -:
b) proteggere i risparmiatori europei con un fondo comune europeo di garanzia – in modo da evitare la fuga all’ estero dei correntisti in caso di una crisi nazionale -;
c) garantire l’uniformità delle condizioni del credito in un mercato bancario europeo frammentato, in cui “le aziende italiane per esempio pagano tassi d’interesse più alti alle loro banche nazionali (quando fanno credito alle PMI!)rispetto a quanto pagano le aziende tedesche alle banche del loro paese”.
Non è possibile raggiungere nessuno di questi tre obiettivi con questa unione.
Schäuble ha rifiutato ogni meccanismo di mutualizzazione con copertura di fondi pubblici:
quindi il progetto non risolve nulla, anzi ‘peggiora drasticamente la situazione attuale’.
I ministri europei delle finanze hanno deciso quello che perfino Draghi aveva implorato segretamente la Commissione Europea di non fare – cioè far pagare gli obbligazionisti e i creditori – per non rischiare di fare precipitare le crisi bancarie.
Grazie a Schäuble i privati (azionisti, obbligazionisti e correntisti, con oltre 100 mila euro di deposito) si faranno carico in prima persona delle difficoltà delle banche in crisi, poi interverranno i fondi nazionali creati grazie a nuove tasse da applicare alle banche stesse, e infine tra dieci anni interverrà anche in ultimissima istanza un esiguo fondo europeo di 55 miliardi sempre di origine bancaria – cioè solo lo 0,2% circa del patrimonio complessivo delle banche europee -, anche se si prevede che le banche dovranno ricapitalizzarsi per circa 100 miliardi.
L’accordo fa acqua da tutte le parti. Appena una banca sarà percepita in difficoltà i correntisti, gli azionisti e i creditori fuggiranno, creando un circolo vizioso di diminuzione del valore e di ulteriore fuga. Il caso Cipro insegna. Si incentiva il ‘meccanismo di panico’ che condanna le banche dei paesi deboli a vantaggio delle banche dei paesi forti.
In Italia ci sono 2,7 miliardi di ‘bond bancari subordinati scaduti nel 2014 e 4,6 nel 2015.
Gli investitori a rischio reagirebbero al timore di essere colpiti vendendo i bond.
Interverrebbero allora gli speculatori e i fondi avvoltoi per “salvare le banche”.
(Con l’aiuto interessato dei politici italiani !).
Probabilmente nascerebbe -poi- una serie infinita di ricorsi in tribunale.
Per evitare il fallimento delle banche e la corsa al ritiro dei depositi, gli stati nazionali dei Paesi deboli della UE dovranno intervenire con i soldi dei contribuenti. I paesi deboli si indeboliranno ancora di più e si avvicineranno all’orlo del baratro. Ma c’è di più.
Draghi ha già avviato gli stress test (ovvero degli esami preventivi di solvibilità in caso di crisi) su circa 130 banche europee, tra cui 13 italiane – ma sono escluse le casse di risparmio tedesche, che Schäuble non ha voluto comprendere negli stress test (il furbone galeotto!)– per verificare se sarebbero in grado di sopportare un grave peggioramento della situazione economica.
Ma quali sono i criteri applicati dalla BCE per gli stress test?
I fattori di rischio che portano le banche al fallimento sono sostanzialmente tre:
1) la leva finanziaria troppo elevata rispetto al capitale proprio – leva che di solito viene usata dalle banche per speculare sui ‘mercati finanziari ombra’(Shadow Banking) come quello dei derivati e dei titoli tossici;
2) l’acquisto di titoli di ‘debito sovrano ‘di paesi con elevato debito pubblico, come l’Italia;
3) e i crediti in sofferenza e inesigibili.
Le banche del nord Europa, in particolare quelle tedesche e francesi hanno una leva spropositata.
Hanno un attivo pari a 30-40-50 volte il loro capitale.
Per intenderci: Deutsche Bank e Credit Suisse hanno una ‘leva di circa 50′, la francese Credit Agricole del ’62’, contro una leva di circa ’18’ di Intesa e Unicredit. La leva – legata a capitali presi a prestito – amplifica enormemente i rischi sistemici e delle singole banche, anche perché serve soprattutto a investire nel trading (tramite lo Shadow Banking), cioè su titoli obbligazionari, azionari e derivati ad alto rendimento ma, appunto, molto volatili e ad alto rischio. I ricavi di Deutsche Bank derivano per esempio al 75% circa dal trading, e non dà prestiti alle imprese e alle famiglie. (Che orrore fare prestiti alle PMI per una Banca
moderna!). In pratica gran parte dei maggiori “istituti europei fanno le banche d’affari “invece di prestare denaro alle imprese e alle famiglie per lo sviluppo.
Al contrario le banche del sud Europa, Italia compresa, fanno meno attività speculativa, hanno in pancia meno titoli tossici, ma hanno invece il “problema di avere investito molto sui titoli pubblici del loro paese” e di avere molti crediti in sofferenza, a causa della crisi economica pesante attraversata dai loro paesi.
In Italia le banche italiane hanno in pancia circa ‘450 miliardi di titoli pubblici’ e hanno sofferenze per circa 150 miliardi.
La domanda è: quanto peseranno i diversi fattori di rischio negli stress test?
La BCE considera più rischioso – come dovrebbe essere! – avere una leva abnorme e molti titoli tossici, o avere invece investito sui titoli pubblici del proprio paese?
Se, come sembra possibile, verrà sottovalutato il rischio derivato dalla leva finanziaria, dal trading e dalla speculazione, le banche del nord Europa si salveranno e supereranno sempre l’esame senza troppe difficoltà.
Se invece sarà considerato “molto rischioso” detenere titoli di debito pubblico del proprio paese, allora parecchie banche dei paesi del sud Europa verranno praticamente condannate (insieme ai bilanci pubblici dei loro paesi).
Le banche del sud che non supereranno l’esame della BCE dovranno ricapitalizzarsi, cioè aumentare ulteriormente il loro capitale.
Ma troverebbero pochi capitalisti nazionali pronti a mettere il loro denaro in banche in difficoltà.
Ecco allora che le banche ‘meno solide del sud Europa’ potrebbero semplicemente fallire, come ha avvertito Draghi.
O potrebbero essere facilmente acquisite a poco prezzo da quelle del nord Europa.
Così parte del risparmio nazionale potrebbe finire in mano alle banche estere dei paesi “meno stressati”(ma che ‘furboni’ che sono questi politici tedeschi!)
Ecco perché questa unione bancaria non è da fare. O meglio è da rifare!
Perché non risolve il problema del credito alle imprese e alle famiglie;
e perché rischia di ‘premiare le banche maggior’i che speculano e di bocciare le banche che investono nell’ economia reale.
“Ma la sinistra (opportunamente oliata dalla lobby bancaria tedesca!)raramente si accorge delle minacce che vengono dalla UE”. Sull’ Unione Bancaria perfino il Manifesto riportava:
“Certo a volte è meglio qualcosa invece di niente ed è forse meglio tardi che mai”
Chi si contenta gode.
Ma è ora di abbandonare una visione idilliaca della UE e di avere un approccio più realistico sull’ insopportabile egemonia tedesca unicamente e sempre a loro vantaggio.
Ma che strano, non vi pare ?
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L’ex funzionario che vendette i ‘bond’ al pensionato suicida di Civitavecchia (Banca Etruria): “Dicevano che se non li avessimo piazzati saremmo stati licenziati”.

Maestro

(Le immagini sono tratte da da http://www.immagini-divertenti.org)
http://masadaweb.org


MASADA n° 1714 19-12-2015 BANCA ETRURIA E COMPARI

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MASADA n° 1714 19-12-2015 BANCA ETRURIA E COMPARI

Blog di Viviana Vivarelli

Il Pd truffa 130.000 risparmiatori – Richiesta di dimissioni alla Boschi per conflitto di interesse. Respinta – Renzi salva per decreto i banchieri e condanna i risparmiatori – La lettera riservatissima agli amici affinché si salvino revocando le obbligazioni – Lo schifo delle Authority italiane – Il decreto di Renzi supera la Bce e vieta ai truffati di vendere i bond – E non dimentichiamo i rapporti tra Banca Etruria e il babbo di Renzi – Il Governo dovrebbe dividere banche commerciali da banche di investimento, come ha fatto la Germania! Invece anticipa il bail in di un mese tutelando i banchieri truffatori – Renzi affida a Cantone il pasticciaccio degli obbligazionisti – La presa per i fondelli del decreto salva banche – E’ morto Licio Gelli – Eletti finalmente i tre giudici mancanti della Consulta- Povero Paese!

314 i voti con cui il cdx votò per dire che credeva a Berlusconi sulla nipote di Mubarak
373, pure di più, i voti dato dal csx per dire che la Boschi non ha nessun conflitto di interesse.
L’omertà e l’ipocrisia sono le stesse.
Due pagine vergognose nella storia delle Repubblica che dimostrano solo una cosa: questa gentaglia di ciò che è giusto o ingiusto se ne frega e si comporta solo come una banda di mercenari a servizio solo di chi li paga.
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“Er monno è bello perché è avariato” (Harry Haller)

Tutti giustizialisti fuori dal potere (vd Boschi o Renzi che esigevano duramente le dimissioni della Cancellieri per una telefonata).
Tutti ipergarantisti quando siedono al potere.
La poltrona è mia e guai a chi me la tocca, la spartisco solo con gli amici e gli amici degli amici. Il popolo chi???

karatas
“Un governo all’angolo si ripara in un “Cantone”…sperando di salvarsi dall’ennesima cantonata.”
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Pirata 21
“Il pensionato che si è suicidato aveva la tessera della Cgil e del Pd. Questo scagiona la banca.”
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Luce so fusa
“In effetti è il tipico profilo dell’aspirante suicida”.
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Pirata 21
“Salva banche, Berlusconi dice che avrebbe trattato diversamente i risparmi degli italiani. Lui li avrebbe portati alle Cayman.”
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George Clone
“Il Governo studia una riforma delle banche. Anziché le penne, proporrei di legare alle catenine i nostri risparmi.”
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Luce so fusa
“Per Bersani chiedere le dimissioni della Boschi è esagerato.
Facciamo che rinuncia ad andare dal parrucchiere per tre settimane.”

Notturno concertante
“Padoan: “La gente non capisce la finanza”.
E poi vogliamo parlare di questi immondi speculatori di novant’anni?”
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Pirata 21
Banca Etruria, la mamma della Boschi: «Arriveranno delle sorprese». Alla fine saranno i risparmiatori a dover restituire dei soldi.
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George Clone
“Ho chiesto a Babbo Natale di portarci i soldi persi nelle obbligazioni subordinate. Anche se alla mia età non dovrei credere nelle obbligazioni subordinate.”
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Luce so fusa
“Salvini attacca le banche.
Investite in diamanti !”
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Comagirl100
“Direttore di filiale della banca Etruria: “Cercavamo clienti negli ospedali e nelle case di cura per truffarli”. E senza neanche doverli convincere dell’efficacia del metodo Stamina.”
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Viviana
Ma era un decreto salva banche o un liberitutti?
Certo, come fa tana Renzi non lo fa nessuno.
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Crozza, a LA7, in Martedì (15/12/2015 ) imita Renzi.
Renzi – Crozza : “Non è necessaria la bandiera del PD, perché io la bandiera del PD ce l’ho nel cuore”.
Renzi – Crozza si mette la mano nel cuore (a sinistra del petto).
Renzi – Crozza: .”… silenzio… “ma… io non sento niente….ah … già… ma io il cuore ce l’ho a destra!” E Renzi – Crozza si mette la mano sulla destra del petto.
Finale di Crozza: “Renzi ha ragione, con il PD non è tanto importante sapere se la bandiera è nel cuore. E’ molto più importante sapere dove ci hanno messo l’asta” (!!!).
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Alessandro Gilioli
Con la vittoria globale del neoliberismo, in un’Europa occidentale privata dello spauracchio comunista, i padroni dell’economia non avevano più bisogno di concedere niente alle classi subalterne, quindi potevano tranquillamente ridurre welfare e diritti.
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Nella legge di stabilità Renzi abolisce la tassa sugli yacht. Ecco quello che ci mancava!
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Dire che Bankitalia e Consob siano enti ‘inutili’ è proprio poco.
Io credevo che ci fossero 3 mafie oggi in Italia: la mafia vera e propria, la ‘drangheta e la camorra. Ma la quinta è il sistema bancario con i suoi complici camuffati da controllori e da governanti.
Dire che Bankitalia e Consob controllavano le banche è la barzelletta migliore del secolo.

DI BATTISTA SFIDUCIA LA BOSCHI

Esprimo la totale indignazione a nome di un popolo intero rispetto alle menzogne che il vostro governo negli ultimi mesi e rispetto a provvedimenti infami che hanno mandato sulla strada migliaia di cittadini risparmiatori e non gli speculatori finanziari per colpa della responsabilità vostra, esprimo la mia totale indignazione. Lei è venuta qui e ci ha fatto un bel discorso pieno di pietismi e compassione raccontandoci anche del passato con alcuni componenti della sua famiglia, non abbiamo visto né da parte sua né da parte degli esponenti del Pd lo stesso pietismo e compassione nei confronti delle migliaia di cittadini truffati dal decreto salva-banche. In questo palazzo dell’ipocrisia voi vi lamentate se l’opposizione presenta una mozione di sfiducia nei confronti di un ministro, questo perché pensavate, prima che entrassero in campo i 5stelle, di essere immuni da qualsiasi critica, che questo palazzo fosse chiuso ai cittadini. Il M5S ha presentato una mozione di sfiducia e soltanto questo è riuscito a costringere il Ministro Boschi a venire qui in aula e a fornire spiegazioni di fronte al Parlamento e quindi alla Nazione intera, perché lei pensava che bastassero 4 frasi in croce durante la presentazione del libro di Vespa. Questo non funziona in un repubblica democratica. Lei viene in aula e parla. Avete già provato a buttarla in cavilli e contro cavilli, articoli, valore azionario di 1500 o 200 azioni..Ma pensate davvero che il valore sia quello di queste azioni? La domanda che tutti gli Italiani si devono fare è: il governo Renzi e ancora prima il governo Letta ha o meno favorito gli interessi del mondo delle banche? Evidentemente sì. Letta con un infame decreto su Imu Banca d’Italia ha dato quattrini nostri a una serie di banche private che detengono pacchetti azionari di Banca d’Italia e che probabilmente compreranno queste nuove banche tra cui Banca Etruria che sono state ripulite e verranno comprate probabilmente da Banca San Paolo e Unicredit che vennero favorite da quel decreto infame grazie alla compiacenza della presidente Boldrini che mise una ghigliottina incostituzionale. Poi c’è stato il decreto sulle banche popolari che ha aumentato in poco tempo il valore di quelle azioni, il cui valore stava tracollando anche durante gli anni in cui nel consiglio di amministrazione c’era il dottor Pierluigi Boschi. Considerate che le azioni di Banca Etruria valevano nel 2011, anno in cui entra il dottor Boschi, 8 € cadauna, nel 2014, dopo le ispezioni di Banca d’Italia che hanno poi portato alla multa nei confronti del Boschi, il valore era diventato 1 € e,caso strano, nonostante queste indagini, nonostante il tracollo del valore azionario, il dottor Boschi venne nominato vicepresidente appena un mese dopo che la figlia diventata Ministro. Ma pensate di prendere in giro un Paese intero con le vostre balle, i vostri doppi pesi, doppigiochisti? Pensate di prendere in giro il popolo? Poi altri provvedimenti sono stati presi dal governo Renzi e hanno favorito le banche. Ora tutto il governo Renzi è in conflitto di interessi col mondo bancario, ma in realtà tutti i parlamentari lo sono, perché cosa è diventato oggi un partito politico? Un partito politico è una banca sono la stessa cosa, gestiscono i nostri soldi, lo fanno in maniera poco trasparente, perché Bankitalia non controlla perché evidentemente è controllata dalle banche private e i vostri bilanci non sono controllati perché piazzate delle leggi indegne come la legge Boccadutri per non far controllare i soldi. Partiti e banche sono la stessa cosa. E come le banche piazzano titoli tossici, partiti come il Pd piazzano leggi tossiche come il Jobs act, come lo sblocca Italia..utilizzando la parte compiacente di una stampa che non ha mai buttato fango sul Ministro Boschi, minimamente, perché se nella passata legislatura, anziché la Boschi, ci fosse stata una berlusconiana, la Polverini, la Gelmini, la Carfagna, sarebbero insorti tutti. Oggi per i fatti della Boschi parla solo un intellettuale, Saviano, e voi gli rispondete che lo fa ”per vendere più libri”!? IPOCRITI! Il Ministro Boschi ha un conflitto grande non come una casa, come una banca, una banca tutelata, una banca su cui è intervenuto questo governo e lei, e non soltanto lei, è chiaramente un punto di intermediazione tra il governo Renzi e una banca che è riconducibile alla sua famiglia. Un Ministro della Repubblica deve essere al di sopra di ogni sospetto. E lei non lo è. Questo è il concetto democratico di questa pseudo sinistra che si sente migliore di tutti i cittadini! Quello che facciamo vi fa impazzire. Incredibile! Non eravate abituati! Ministro Boschi, pare anche, dico pare perché Renzi oltre a non fornire dati sulle sue spese pazze, non dà nemmeno i verbali per capire se lei fosse o meno presente a quei provvedimenti e alle riunioni preparatorie, in attesa che ci dia i verbali desecretandoli, le dico che il fatto che pare che lei non fosse presente avvalora la tesi del conflitto di interessi di cui evidentemente si rendeva conto benissimo.
Nonostante oggi ci sia una legge ridicola come la legge Frattini, e voi quando c’era B ridevate, Renzi aveva detto che in 100 giorni risolveva il conflitto di interesse ma è la solita balla, falsità, siete passati dal conflitto di interesse risolto in 100 giorni a cento conflitti di interesse al giorno. Chiaramente la mozione verrà bocciata grazie al premio abusivo messo in Costituzione. A me non interessa. Il mio dovere di opposizione è portare il caso in aula. C’è solo una soluzione e tutto continuerà anche peggio se non separeremo le banche commerciali dalle banche d’investimento e Bankitalia diventerà una banca controllata dai cittadini, dal pubblico e dalla Nazione italiana! La mozione verrà bocciata ma non sappiamo se il caso si ingrosserà nei prossimi giorni, se emergeranno altri risvolti penali potrebbe essere che Renzi stesso sacrifichi la Boschi. Occhio che Renzi difende solo se stesso ed è capace di tutto pur di mantenere il potere. Se questo dovesse succedere e la Boschi dovesse fare un passo indietro, anche lei si farà una domanda: “Ma se io invece di Boschi mi fossi chiamata banca, sarei stata salvata?” Certamente sì. Boschi dimettiti! E viva l’Italia, nonostante questa oscena ipocrisia!”

Luigi XIV : “L’État c’est moi!
La Boschi : “La banque c’est moi!”
Luigi XV : “Après moi le deluje”
Renzi : “Che mi frega a me della piena?”
..
Alessandro
Plusvalenze in Borsa nella settimana precedente il decreto del governo sulle Popolari: Secondo l’inchiesta della Guardia di Finanza la Romed, società finanziaria di cui De Benedetti è proprietario e che all’epoca presiedeva, dall’inizio del 2015 ha operato in modo massiccio sui titoli di quattro popolari, investendo tra i cinque e i sei milioni di euro, con una plusvalenza finale di 600mila euro. Il decreto del governo Renzi è del 20 gennaio.
– il Banco popolare ha segnato un +21%,
– Ubi +15%,
– Popolare dell’Emilia +24%,
– Popolare di Milano +21%,
– Popolare dell’Etruria, protagonista in questi giorni del caso titoli tossici, addirittura +65%.”
Guarda caso, solo Banca Etruria ha segnato + 65%.

MA DA CHI SIAMO GOVERNATI?
Viviana Vivarelli
Renzi, figlio di uno accusato di bancarotta fraudolenta che si premura di depenalizzare i reati finanziari dopo essersi fatto una legge ad persona per chiudere il proprio processo per furto all’erario.
Boschi, figlia di un truffatore bancario, che si premura di far ricadere sui risparmiatori i danni dei reati commessi dai banchieri.
Alfano, eletto coi voti di Cosa nostra, distributore di appalti ai parenti e coinvolto in mafia capitale.
Verdini, accusato di corruzione, truffa e bancarotta.
E poi ci si meraviglia se la mozione di sfiducia dei 5stelle viene rifiutata???
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IL FATTO QUOTIDIANO
Giorgio Meletti

“Banca Etruria travolta da degrado irreversibile”
Bankitalia sapeva, ma lasciò spolpare i clienti
Nel dicembre 2013 via Nazionale scrive una lettera “riservatissima” ai vertici: “Impossibile percorrere la strada del risanamento”. Ma il testo resta segreto mentre l’istituto colloca 120 milioni di bond.
Già due anni fa Banca Etruria era travolta “in modo irreversibile” da un “progressivo degrado” in corso indisturbato da 11 anni. Lo ha scritto il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in una lettera al consiglio d’amministrazione della Popolare aretina il 3 dicembre 2013. Peccato che la lettera fosse secretata, probabilmente per non disturbare il collocamento di obbligazioni subordinate in corso proprio in quei giorni. Se Visco avesse reso pubblica la lettera, molti risparmiatori avrebbero potuto salvare i propri risparmi. Ma per Bankitalia il parco buoi non deve sapere, per essere spolpato meglio. In questo caso però, essendo saltato il banco, è possibile che chi ha perso i suoi soldi chieda giustizia in tribunale: la Vigilanza bancaria sapeva cose tremende su Banca Etruria e le ha occultate al pubblico.
Nel 2013 Banca Etruria è pressata da Bankitalia, che dal 2002 contesta la debolezza patrimoniale a fronte di crescenti rischi sui crediti (clienti che stentano a rimborsare i prestiti ottenuti). Piazza un aumento di capitale da 100 milioni e quattro emissioni di subordinate per complessivi 120 milioni. L’ultima tranche viene piazzata agli sportelli di Etruria, unico luogo di smercio, tra ottobre e dicembre. Nel frattempo gli ispettori della Vigilanza passano al setaccio per l’ennesima volta gli uffici di Arezzo. Guidati da Emanuele Gatti, che il capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo considera il suo Maradona, si installano in banca dal 18 marzo al 6 settembre. Dopo sei mesi consegnano a palazzo Koch i loro rilievi.
Il 3 dicembre Visco scrive la lettera che comincia con la scritta “riservatissimo”. Leggendo si capisce perché. Il 20 dicembre la Consob pubblica un supplemento al prospetto informativo della subordinata IT0004966856, che è già stata venduta e che, secondo gli scenari probabilistici opportunamente vietati dalla Consob, presentava il 64 per cento di probabilità di perdere la metà del capitale. Il supplemento concede agli investitori (qualora avessero per caso saputo della pubblicazione) di revocare l’ordine di acquisto, alla luce delle novità, entro due giorni lavorativi. Il 20 dicembre è un venerdì, possono eventualmente andare in banca il 23 e il 24 dicembre (sabato e domenica??)
A parte questa presa in giro, il supplemento tace della lettera di Visco. Si limita a dire che, a seguito dell’ispezione, Bankitalia ha fatto dei rilievi che “non assumono in ogni caso un’entità tale da pregiudicare il mantenimento dei requisiti prudenziali”. E che, “in linea con gli indirizzi dell’Organo di Vigilanza”, il cda ha deciso di cercare un partner bancario di “elevato standing”: “Un intento che, oltre a dare respiro alle prospettive future, mira a non compromettere i livelli occupazionali ed a valorizzare il sempre crescente patrimonio di professionalità e conoscenze acquisite nel tempo”. Ma che bello. Prima di vedere che cosa ha scritto Visco, ricordiamoci il copione. La Banca d’Italia non vigila sui mercati finanziari, quindi non si assume responsabilità se il contenuto di un prospetto, oltre che tardivo, risulti anche falso. Scarica la colpa sulla Consob, che però replicherà che non può sapere della lettera di Visco se Bankitalia non glielo dice.
Visco il 3 dicembre ha scritto nella lettera segreta che già nel 2002, a fronte di ingenti crediti ammalorati, “la Banca d’Italia ha imposto un coefficiente patrimoniale specifico”: cioè un capitale totale pari al 10 per cento dei prestiti erogati e non dell’8 per cento come nelle banche sane. Questa misura di prevenzione, dice Visco, “non è stata mai rimossa per mancanza dei necessari presupposti”, visto che “negli ultimi anni tali criticità si sono progressivamente accentuate”. Ricorda l’ispezione del 2010, che non è servita a fermare il degrado. E richiama la lettera del 24 luglio 2012 con cui era stato chiesto un rimpasto sostanzioso del cda per la sua “inadeguatezza”, un taglio della struttura attraverso il “ridimensionamento della rete territoriale”, e “un rafforzamento dei buffer patrimoniali rispetto ai minimi regolamentari”, cioè nuovo capitale, cioè obbligazioni subordinate, visto che il mercato non assorbiva aumenti di capitale.
Un anno e mezzo dopo la lettera del 2012 Visco sostiene che a Banca Etruria si sono fatti beffe di lui: “I ritardi accumulati nell’affrontare le gravi problematiche e il ricorso ad interventi parziali e talvolta dilatori hanno contribuito ad accrescere le criticità”. Conclusione tombale: “A seguito del progressivo degrado della situazione aziendale, la Banca Popolare dell’Etruria risulta ormai condizionata in modo irreversibile da vincoli economici, finanziari e patrimoniali che ne hanno di fatto ‘ingessato’ l’operatività”. Per cui Bankitalia “ritiene che la Popolare non sia più in grado di percorrere in via autonoma la strada del risanamento”. Visco ordina a Banca Etruria di vendersi a un’altra banca più grossa entro 120 giorni, tempo che in genere non basta neppure per vendere un’auto usata. Infatti non succederà niente. L’ispezione di Bankitalia serve solo a fare fuori il presidente Giuseppe Fornasari (che ne ha contestato energicamente i contenuti) e a mettere in sella Lorenzo Rosi (oggi indagato) con due vice presidenti: Pier Luigi Boschi e Alfredo Berni, ex direttore generale negli anni in cui la Banca, stando a Visco, era stata sfasciata. Lo scorso febbraio, a quindici mesi dalla letteraccia, Visco ha commissariato l’istituto che Bankitalia ha lasciato sfasciare per 13 anni segretando le sue ispezioni.

Marco Celestino
Un piano ancora peggio di quello previsto da Gelli del sistema berlusconiano è stato quello di penetrare, mediante la massoneria, nei CdA delle banche, per poi concedere crediti ad alto rischio a soggetti clientelari. Vi rendete conto che in banca Etruria il 91% delle fideiussioni erano taroccate?
Magari fossimo negli USA, così tutti questi dirigenti di merda finirebbero in galera direttamente per anni e anni!
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Challenger
Sarebbe ora di fare chiarezza su tutte le Authority Italiane, ad iniziare da Consob, Antitrust, Garante della privacy, Ivass, Covip, Agcom, Aeeg, Anac e Authority dei trasporti spendono ogni anno 310 milioni per gli stipendi dei 2.300 dipendenti e quasi 24 di affitti.
Queste istituzioni ormai sono diventate politiche e non tutelano affatto i cittadini, in pratica sono dei mangiapane a tradimento con manager approfittatori nei loro consigli d’amministrazione. Mi sapete dire a cosa servono ? Sono arbitrati pessimi, in combutta con i loro stessi sistemi.
Proporrei una grande revisione di questi Garante, eliminandone un paio che servono solo a mettere dentro i trombati politici di turno.
Già, invece si eliminano ospedali e si fanno tagli alla Istruzione, Sanità, Pensioni, Welfare.
VE NE DOVETE ANDARE TUTTI E MOLTI IN GALERA, avete capito?

ETRURIA, IL PM ACCUSA DI TRUFFA SUI BOND
Viviana Vivarelli

Dopo gli esposti dei risparmiatori si configura un nuovo reato e si accusano gli istituti di controllo. E’ chiaro che ci sono state omissioni insieme a consulenze milionarie.
Per tutto il 2013 gli ispettori di Bankitalia sono stati costantemente in banca Etruria, eppure il risultato della loro ispezione è ignoto. Nessuno parla. La banca va malissimo. Ma dà l’idea di stare alla grande, visto che aumenta il capitale per 100 milioni di euro ed emette altri 120 milioni di euro di obbligazioni subordinate nel silenzio di Bankitalia. Una vera truffa, preparata e compiuta sotto gli occhi degli ispettori. Ma ispezionavano cosa? E come mai Bankitalia non apriva bocca per avvertire i risparmiatori che la banca andava male? Tutti zitti.
Oggi parte la quarta indagine su denuncia di Federconsumatori per il reato di truffa ai danni dei clienti. Bankitalia, Consob e il Ministro delle Finanze sono stati complici. Nel 2013 abbiamo avuto i governi Monti e Letta. I Ministri delle Finanze furono Saccomanni e Grilli. Che facevano? Dormivano?
Scattano 4 denunce per omissione gravissima di vigilanza della Banca d’Italia e di altri soggetti che hanno provocato un danno enorme, bruciando il risparmio di migliaia di persone. Due sono di Adusbef e Federconsumatori. Questi delinquenti hanno commesso una gigantesca truffa con la complicità dei governi e degli istituti di controllo. L’ispezione di Bankitalia cominciò nel dicembre 2012 e si concluse il 6 settembre 2013. Il Governatore era Visco. Ne seppe qualcosa qualcuno? I vertici erano Giuseppe Fornasari, Luca Bronchi e David Canestri, tutti indagati e prossimi al rinvio a giudizio. Bankitalia sapeva tutto. Fece qualcosa? Perché autorizzò un aumento del patrimonio moto superiore ai 100 milioni? E Consob? Banca Etruria è una spa quotata in borsa e Consob doveva monitorare la massiccia emissione di obbligazioni subordinate nel 2013. Perché non l’ha fatto? Siamo dentro una truffa gigantesca che coinvolge tutti, governi, ministri, istituzioni di controllo.
E Renzi alla Leopolda si permette di fare un polverone sui titoli di IFQ!???
Non solo questi criminali sapevano tutti che quelle obbligazioni erano tossiche ma spingevano a venderle come buone agli ignari risparmiatori, premiando i venditori più solleciti e premendo per venderle ai loro stessi impiegati.
E la Bce è d’accordo con tutto questo?? Siano maledetti tutti quanti!

Marzia De Santis
Complimenti ai giornalisti! In questi giorni “i grandi esperti” e le “grandi firme” si sono attivati sui media per ribaltare i rapporti causa-effetto, infatti i risparmiatori erano già diventati degli avidi speculatori o persone non in grado di comprendere “operazioni complesse” di alta finanza, come se per acquistare un’obbligazione occorresse la laurea alla Bocconi …. Certo se vendi carta straccia e me la spacci per oro, non sono io che non capisco, sei tu che mi stai truffando …
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Massimo Maurizio
Ma come si fa a parlare di ‘investimento azzardato’ e di ‘alto rischio’ per delle obbligazioni con un rendimento lordo del 2% annuo (o meno) e una massa di risparmiatori che in media hanno investito 5000 euro? Le obbligazioni sono state azzerate, perché le banche che le hanno emesse rischiavano il “fallimento”, grazie ai favoritismi (prestiti senza le dovute garanzie, nemmeno sulla sostenibilità finanziaria delle richieste) fatti dai vertici nei confronti degli amici e famigli e politici, il tutto sotto lo sguardo vigile, ma benevolo (complice?) di Bankitalia. Ricordiamo che in Italia ogni euro versato in banca è potenzialmente a rischio, in un sistema torbido come quello del nostro sistema bancario. E non c’è scampo. L’ultima chicca è il procuratore capo del tribunale che indaga su Banca Etruria, scelto ovviamente da Renzi, è consulente di Renzi, lo stesso che sta facendo strame della carta costituzionale. Eppure Renzi e la Boschi non hanno ritenuto di interrompere la collaborazione! E’ chiaro in che mani siamo? Ah sì, il CSM ha aperto un fascicolo in merito. Ehh bè…

Pontez
Cioè, ricapitolando:la Boschi viene nominata Ministro, due mesi dopo (maggio 2014, quando già Bankitalia parlava di situazione irreversibile) il padre viene nominato vice-presidente, e poi tra 2014 e 2015 il Governo emana due decreti sulla trasformazione delle popolari in Spa e salva banche (tra movimenti di sospetti di ingenti somme di denaro alla vigilia del primo decreto e le polemiche seguite al secondo). In tutto questo Bankitalia per 13 anni mette la polvere sotto il tappeto e lascia che la banca tiri la sòla a più di un centinaio di migliaia di risparmiatori, alla faccia di chi a tutt’oggi sostiene che se la siano cercata (incluso quel def****e del sottosegretario Zanetti).
Ah dimenticavo: con il decreto salva banche viene tolta agli azionisti la possibilità di esperire l’azione di responsabilità civile nei confronti di direttore generale, organi di controllo e amministrativi (inclusa quindi Boschi-family), nonché revisori contabili (e tutto questo non ce lo aveva chiesto l’Europa!!).
Concludendo: conflitto di interessi? Naaaaaaaaaaaaa
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COLLINA GIAMPAOLO
Vorrei fare presente la bruttissima situazione di BRC DI CESENA (FC), che è riuscita a fallire essendo stata commissariata 2 volte di fila e facendo tutto quello che veniva imposto, ha RUBATO circa 16 MILIONI DI EURO AI SOCI AZIONISTI E NESSUNO NE PARLA A LIVELLO NAZIONALE come le altre banche. PERCHE’?…ora il liquidatore deve trovare risorse e decidere a chi darle, ha dichiarato pochissime speranze! Considerando che la maggior parte degli azionisti ha investito meno di 5.000 euro e aderivano alla “mentalità cooperativa” della banca. Forse nessuno ha ancora fatto un esposto “PERCHE?” Mi sa’ che se si andasse a verificare la VERA storia molto SICURAMENTE sarebbe da Prima Pagina.
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…e non solo costoro non andranno in galera, ma non pagheranno una lira, non perderanno il bottino e saranno nominati di nuovo in qualche vertice prestigioso, magari politico, basta guardare Verdini.
Ma non vedete che siano nelle mani di una banda di criminali???

giulio.paricozzi
Bankitalia è uno strano animale. Ente di diritto pubblico ma il capitale sociale è al 94% di privati soprattutto banche che in teoria Bankitalia dovrebbe controllare, il che farebbe pensare ad un certo conflitto di interessi rispetto al quale quello di B era una sciocchezza. Ente di diritto pubblico ma i manager se ne sbattono del limite di 240mila euro l’anno dei manager pubblici e arrivano a più di 400mila euro anno e gli “esperti” BCE dicono che è tutto ok. Dopo l’ introduzione dell’ euro Bankitalia non emette più moneta (conserva 6000 funzionari diventati inutili) e il suo principale compito sarebbe il monitoraggio delle banche e può essere che lo abbia fatto, peccato che i rapporti rimangano segreti, ignoti ai più, ignoti al parco buoi, e quindi inutili a difendere il risparmio come la costituzione vorrebbe. In sintesi: MA A CHI e A CHE COSA SERVE BANKITALIA? E pure CONSOB a che ci serve?
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TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE
Viviana Vivarelli

E non dimentichiamo gli strani intrecci tra Banca Etruria e il babbo di Renzi. Non solo Tiziano Renzi è sotto processo per bancarotta fraudolenta, ma nel novembre 2014 (9 mesi prima della sua dichiarazione giurata che non possedeva nulla) era proprietario della Party srl, società specializzata in consulenza immobiliare, per un 40% con mamma Renzi amministratore unico. Gli altri soci sono Creazione Focardi srl con il 20% e Nikila Invest per un 40%, che qualche mese dopo avrebbe fatto un affarone comprandosi il teatro comunale di Firenze da trasformare in grande resort. Con la Nikila Invest papà Renzi ha ottimi rapporti nella sua avventura imprenditoriale di Egnatia Shopping Mall, dove fa da consulente e ci sono altri due nomi noti della finanza toscana: Andrea Bacci (che Matteo volle alla guida di partecipate del comune di Firenze) e soprattutto Lorenzo Rosi, l’ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento di Bankitalia, che fu costretto ad uscire insieme al suo vice, Pier Luigi Boschi, papà di Maria Elena. Il mondo è piccolo…
Negli ultimi anni la storia di Banca Etruria si intreccia con la famiglia Renzi.4 irregolarità contestate:violazioni delle regole sulla governance,violazione delle norme sui controlli interni,carenze nella gestione e nel controllo del credito e omesse e inesatte segnalazioni a Bankitalia.
In banca c’è pure un fratello della Boschi, nonché figlio del vicepresidente e membro del comitato esecutivo di Etruria: Emanuele Boschi. Al matrimonio di Emanuele fra gli invitati c’è Lorenzo Rosi, presidente di Banca Etruria che poi sarebbe stato come papà Boschi commissariato da Bankitalia. Rosi è il collegamento tra Banca Etruria e Renzi. Una volta lasciata l’Etruria, Rosi entra ed esce da una girandola di società. Ma la vera gemma è Egnazia Shopping di cui è amministratore unico. Nell’azionariato ci sono due società di diritto panamense, una di Andrea Bacci, il costruttore fiorentino che prima ristrutturò la villa di Pontassieve di Renzi e poi fu da Renzi messo a capo di una partecipata del Comune, la Florence Multimedia, e c’è la Nikila Invest di Ilaria e Armando Niccolai. Sono loro che collegano papà e mamma Renzi con Rosi, gran capo di Etruria. Amministratore unico della società la mamma di Renzi. Guarda caso, i genitori di Renzi ‘si dimenticano’ di dichiarare questa società nella dichiarazione patrimoniale.
Dopo l’unione societaria con i Renzi i due Niccolai comprano per soli 25 milioni il vecchio teatro comunale, che Renzi figlio aveva messo in vendita nel 2009 per 44 milioni.
Non basta. Banca Etruria in condizioni pre-fallimentari dopo le numerose ispezioni della Banca d’Italia fra il 16 e il 26 di novembre vede schizzare in borsa il suo titolo del 68%. Com’è possibile che sia lo stesso giorno in cui è stato comunicato che il governo avrebbe trasformato in spa le più grandi banche popolari. L’Etruria è la più malandata, eppure è quella che fa i più clamorosi affari in borsa. Qualcuno, grazie alla legge di Renzi saputa prima, si è messo in tasca almeno 10 milioni di euro in pochi giorni (ma non è un reato?). Chi? Uno dei fortunati è proprio quel Davide Serra, grande finanziatore di Renzi, che lui presentò alla Leopolda come ‘l’uomo nuovo’! (un faccendiere che ha il patrimonio alla Cayman e il nome nella lista Falciani di chi ha soldi neri in Svizzera, ma Napolitano lo fece commendatore!). Grazie, con le soffiate del Governo son buoni ad arricchirsi tutti! Si chiama ‘aggiotaggio’, è un reato, consiste nel fare una speculazione (punibile per legge) sul crescere o diminuire di azioni, usando informazioni riservate.
Consob lo convoca ma finisce tutto a tarallucci e vino. Ma com’è che tutte le indagini di Bankitalia o Consob finiscono nel nulla?

ottotto
Ma che vadano tutti in galera senza se e senza ma, questi criminali in doppiopetto! Negli Usa non potrebbero essere difesi neanche da un legale a loro scelta, ma accontentarsi di un avvocato d’ufficio poiché gli congelano subito i conti. E le pene per reati finanziari sono molto molto severe lì. Ne è venuto a conoscenza Davigo in un suo tour presso alcuni carceri statunitensi. Rubare al popolo è considerato un reato gravissimo quasi a livello di alto tradimento. Centinaia di famiglie rovinate. Quante Enron, quante Parmalat dovranno accadere perché la gente non si fidi più di questi ladri autorizzati dallo Stato che attraverso i suoi organi competenti non ha voluto controllare macchiandosi di complicità?
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reddoctor1
Questo capo croupier del casinò banca d’Italia guadagna tre volte il suo equivalente americano. Sono proprio soldi ben spesi, un controllore che al massimo potrebbe controllare i biglietti sugli autobus.
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daco749
Vorrei che non si diffondesse la convinzione che la storia delle banche farlocche sia finita qui!!! Le banche italiane, nessuna esclusa, sono tutte tecnicamente fallite da anni, ed è proprio per questo stato comatoso che fanno tutto fuorché svolgere il loro compito tradizionale nella società.
Pretendere che a fare chiarezza sia Bankitalia è semplicemente assurdo in quanto Bankitalia non è di proprietà dei cittadini ma delle banche stesse, e pertanto ha fatto, fa, e farà solo l’interesse delle banche perché per statuto è obbligata a farlo. (Occorrerebbe una Banca Nazionale ma quella ce la siamo venduta con l’euro).
Ma chi invece deve per incarico istituzionale fare l’interesse dei cittadini, deve tassativamente attivarsi per informare adeguatamente i cittadini, di come funzionano certi meccanismi, e non lasciare il compito di informare a chi non lo può e non lo vuole fare!!!
I funzionari di Bankitalia devono fare gli interessi dei propri azionisti, cioè delle banche stesse e quindi non possono fare operazioni di trasparenza ma solo di copertura.
Come in effetti hanno fatto a vantaggio dei propri azionisti e senza alcun riguardo per i clienti e gli azionisti delle banche stesse, che in quanto cittadini comuni, devono essere tutelati dai propri incaricati, cioè dai politici!!!
Concludendo conviene liberarsi delle obbligazioni bancarie, subordinate o meno……..sicuramente prima del 1 gennaio 2016, e comunque prima possibile!!!

andrea
Complimenti…. Banca d’Italia avrebbe il compito di vigilare per tutelare i risparmiatori e invece ha consentito la vendita di prodotti spazzatura facendoli passare per prodotti a basso rischio….. le dimissioni di massa sarebbero il minimo.
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SFRA-GELLI D’ITALIA
Massimo Gramellini

Di Licio Gelli ho sempre trovato sconvolgente il divario tra l’enormità della sua influenza e la pochezza della sua cultura. Quando uno immagina il Potere tende a raffigurarsi luoghi inaccessibili solcati da creature eteree e raffinate che decidono le sorti degli altri mettendo intelligenza e competenza al servizio di cinismo e crudeltà. Licio Gelli parlava un italiano da terza elementare, trafficava in affari dozzinali e tesseva trame da operetta in una stanza d’albergo di via Veneto dove riceveva cialtroni e spioni, generali e sensali, complottisti e fancazzisti. Era un trapezista del nulla, capace di saltare con una capriola dal fascismo all’antifascismo e di infilarsi in tutti i posti dove ci fosse odore di chiuso e non per aprire le finestre, ma per abbassare le serrande.
Non esiste mistero italiano da cui non spunti la sua faccia di italiano qualunque, più furbo che intelligente. E questo la dice lunga sulla qualità mediocre che da noi hanno persino i misteri. Mi sono sempre chiesto come mai il Gotha della politica, dell’amministrazione, del giornalismo e dell’imprenditoria si sia servito o messo al servizio di questo misirizzi di provincia, privo di carisma e capace di mettere insieme un cardinale con un generale, ma non tre frasi di senso compiuto. L’unica risposta possibile è che la nostra classe dirigente di intrallazzoni raccomandati senza spessore vale anche meno di Gelli. Allora come oggi, chi ha talento e passione non ha tempo per tramare e millantare, cioè per acquisire potere. È troppo impegnato a lavorare.
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Carano
Riforme, Boschi: ora il conflitto d’interessi. Poi, le barzellette sui carabinieri.
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Purtroppo
E’ morto Licio Gelli: verrà insabbiato nella tomba di famiglia.
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Night
Aveva 96 anni di troppo.
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Frandiben
Licio Gelli conosceva così tanti segreti sull’Italia che per lui i libri di storia erano genere fantasy.
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Pirata 21
Licio Gelli disse: “Berlusconi è l’unico che può andare avanti nella politica in Italia”. Poi per fortuna è arrivato Renzi ed è morto sereno.

Feel-ice
É morto Licio Gelli, i medici rassicurano: “abbiamo un piano di rinascita”
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Lucagian
E’ morto l’aretino Gelli.
Per ricordarci che la Boschi è il male minore.
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Pirata 21
Mi piace pensare a Berlinguer con in mano la lista della P2 che ogni volta tira una riga sui nomi di quelli che muoiono.
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Mr_Pac
Nel 2003 disse: “Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo.” E se n’è andato finalmente in pace.
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Luce so fusa
Licio Gelli aveva solo la licenza elementare.
Visto che Poletti aveva ragione.
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Gelli è morto in conclusione della Leopolda.
È morto sereno aveva capito che il suo piano sarebbe stato portato a compimento.
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La lista di 962 nomi della P2 includeva 3 ministri, 208 ufficiali,18 alti magistrati, 49 banchieri, 120 imprenditori,44 parlamentari, 27 giornalisti. E un bimbo di 6 anni detto il rottamatore.

ELETTI FINALMENTE I TRE GIUDICI MANCANTI DELLA CONSULTA

Dopo un anno e mezzo e 31 voti buttati, Renzi si è adattato a votare finalmente i tre giudici mancanti della Corte Costituzionale, visto che Berlusconi voleva imporre a tutti i costi il proprio avvocato. I tre giudici sono stati eletti con i voti del M5S. Per ritorsione Berlusconi ha detto che si asterrà dal voto sulla sfiducia alla Boschi. Il voto del Pd assieme al M5S segna una svolta. Il M5S accetta il candidato di Renzi che a sua volta accetta il candidato del M5S. Berlusconi viene bruciato. Il voto segue la lite tra Brunetta e Renzi sulle banche e il tutto può indicare delle variazioni importanti sui voti futuri. Si rompe il blocco Pd-Fi. Era stato stallo più “assurdo”, “Una figura di merda”, aveva detto Renzi.
Grazie ai voti del M5S sono stati finalmente eletti i tre giudici della Consulta che non si riusciva ad eleggere da un anno e mezzo, perché Berlusconi e il Pd continuavano a proporre nomi indecenti come Violante o Sisto che era l’avvocato di Berlusconi o Pitruzzella, collezionista di poltrone e coinvolto in un’inchiesta per corruzione in atti giudiziari. Il mercato dei partiti è stato impressionante.
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Roberto Di Filippo
E’ un fallimento per il PD dover alla fine votare per una persona libera non riconducibile a qualche partito. Il dramma è che a questo non sia arrivato spontaneamente e subito, ma ci sia arrivato per sfinimento dopo decine di votazioni. E’ dura tornare a scegliere a favore dei cittadini e mi sembra lo faccia proprio controvoglia.
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CLAUDIO MARTINOTTI DORIA
Il compito primario della finanza degenerata, con la complicità della politica, è separare gli ignoranti (meglio se anche stupidi) dal loro denaro vendendogli illusioni cartacee, ed il repertorio delle frodi è sterminato, essendo l’unico limite la fantasia creativa. Come ultima istanza il truffato invocherà l’intervento dello stato, cioè di quel soggetto che ha consentito la truffa, il quale continuerà nel gioco illusionistico promettendo un intervento riparatore che sarà solo palliativo e simbolico, per poter proseguire nei giochi con altri giocatori ed altre vittime sacrificali, in un circolo vizioso, nel senso che sono le stesse vittime ad alimentarlo differenziando solo la tempistica e qualche variante.

LEOPOLDA TRA DISASTRI E ATTACCHI AL FATTO: Renzi non ne indovina una
ANDREA SCANZI

Povero Renzi. Era difficile immaginare un disastro più fragoroso di quello che ha caratterizzato la sesta Leopolda. Al Pacioccone Mannaro non ne è andata bene una. Il caso “salvabanche”, drammaticamente sottovalutato e sempre più inquietante, ora dopo ora, anche per gli enormi conflitti di interesse che lo caratterizzano. La decisione di scappare da un incontro all’Università, terrorizzato dalle contestazioni. L’imposizione di una Leopolda blindatissima, con i risparmiatori truffati tenuti a debita distanza come lebbrosi per non sporcare la festa (?), e tutto questo dopo il flop dell’operazione gazebo “Pd coraggio” di una settimana prima.
La Leopolda doveva essere il rilancio della propaganda renziana, tra supercazzole jovanottiane e “visioni” ottimistiche da Smemoranda, ma tutti sono scappati dall’adunanza. Anzitutto i campioni, quelli che dovevano raccontare le “imprese”: una defezione dopo l’altra, dalla Pellegrini alla Cristoforetti. Renzi voleva collezionare selfie con i suoi idoli, ma non ha potuto fare altro che scattarsi qualche foto con i Faraone e Carbone.
La madrina della Leopolda è sempre stata la Boschi, che è però arrivata all’appuntamento crivellata dalle critiche e depotenziata dall’enorme scandalo Etruria. Più di 5mila risparmiatori aretini – la sua città – sono stati rovinati dalla banca di cui il papà (multato per 144mila euro per mancati controlli e svariate omissioni) era vicepresidente, il ministro piccola azionista e il fratello Emanuele curava il settore delle posizioni a sofferenza e a incaglio: “un settore”, racconta Davide Vecchi sul Fatto, “che ha bruciato 185 milioni solo di fondi concessi a ex amministratori e sindaci e mai restituiti”.
Ad Arezzo, fino a pochi mesi fa la città più renziana d’Italia, i Boschi non si fanno più vedere. La Boschi, del resto, è anche responsabile dell’harakiri-Bracciali di giugno, un ameno ragazzotto imposto al partito come candidato sindaco che – in un delirio di onnipotenza renziana – doveva vincere facile e “governare 10 anni”. Come no. Infatti ha perso al secondo turno e ancora ad Arezzo tutti ridono. Anche Bracciali è scomparso, ma a dire il vero era scomparso anche quando c’era. E’ di Arezzo pure Marco Donati, uno che su Twitter si firma “marcodonats” (sì, con la “s”), deputato Pd più renziano di Renzi che il 22 novembre – il giorno del decreto salvabanche – scriveva entusiasta su Facebook: “Il provvedimento (..) rappresenta un segnale positivo per il territorio e in particolare per il personale, i correntisti e la clientela degli istituti di credito tra i quali quello aretino”. Un genio vero, che esemplifica una volta di più quel mix di incompetenza, pressappochismo e arroganza che caratterizza quasi sempre questa “nuova classe dirigente” renziana, composta perlopiù dal peggio della generazione nata nei Settanta e inizio Ottanta.
In questo disastro totale, Renzi è riuscito a peggiorare tutto con la trovata del “vota il titolo peggiore”. Un’idea così scema, sgradevole e controproducente che persino Claudio Velardi, notoriamente renzianissimo, ha riassunto così: “Matteuccio, quel gioco è fesso e un po’ di regime”. Una frase che, peraltro, reggerebbe forse anche se si togliesse la parte “quel gioco”.
Lo stesso Ferruccio De Bortoli ha scritto: “Già che c’è, la prossima volta ce lo dica lui che titoli dobbiamo fare”. Ma la risposta si sa già: Renzi ama l’ottimismo, quindi adora titoli come “Voglio tutto” (Panorama), “Renzi ha le palle” (Il Giornale), “Quello strano fluido della Leopolda così il sindaco diventa fidanzato d’Italia” (Repubblica). A Renzi piace il giornalismo stile Pravda, e in questo può stare tranquillo: per un Saviano che ogni tanto si arrabbia, l’intellighenzia de sinistra resta bella zitta e prona. Moretti, ci sei? Benigni, ci sei?
Quello di Renzi alla Leopolda è un vero e proprio Editto Leopoldino, con il Fatto Quotidiano – chiamato “fango quotidiano” da quei quattro o cinque leoni da tastiera col poster in camera della Picierno – al primo posto. E qui, va detto, i renziani dimostrano se non altro una dote vera: hanno un pessimo gusto per gli idoli, ma sui nemici hanno gusti sopraffini. Al di là della conferma che Renzi è un personaggio oltremodo caricaturale, con un’idea di libertà di stampa paragonabile a quella che ha Hannibal Lecter dei vegani, la trovata – patetica e puerile – del “dagli all’untore Fatto Quotidiano” è l’ennesimo autogol. Per questa serie di motivi.
1) Permette a Grillo, e ai M5S, di rivalutare quasi la rubrica “Giornalista del giorno”, che in confronto pare una carezza affettuosa alla stampa italiana.
2) Regala una pubblicità smisurata a quelle stesse testate, e a quegli stessi giornalisti, che Renzi vorrebbe silenziare e che – tramite Sensi – evita come la peste in tivù.
3) Dona a quegli stessi giornalisti odiati un discreto godimento, perché quando si sta sulle palle a certa gente vuol dire che si è sulla strada giusta. Anzi giustissima.
4) Rafforza il paragone “renzismo = berlusconismo”, alimentando con ciò anche il fronte antirenziano, proprio come Berlusconi rinsaldava le fila dei suoi nemici quando insultava i Luttazzi, i Santoro e i Biagi. Fa cioè un ulteriore favore al “nemico”.
5) Mostra il vero volto di Renzi e renzismo: all’apparenza garbato, di fatto allegramente illiberale.
In ultima istanza, l’attacco di Renzi alla stampa sgradita non è solo irricevibile, ma è pure un suicidio politico. E anche questo non stupisce: Renzi è tanto arrogante quanto politicamente fragilissimo. E questo lo rende persino più pericoloso. Non è neanche un uomo solo al comando, ma un bimbominkia lanciato a bomba contro il disastro. Suo e del paese che – senza che nessuno gliel’abbia chiesto – governa, facendo disinvoltamente quel che gli gira e piace. Nella compiacenza pressoché generale dei media.
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“Mettere alla berlina i giornali e i giornalisti scomodi, agitando bavagli più o meno mascherati, è tipico dei regimi – afferma in una nota il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso – L’iniziativa del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, di redigere la classifica di quelle che, a giudizio suo e dei suoi sostenitori, sono le peggiori prime pagine dei giornali italiani, qualifica chi l’ha proposta e si inserisce nella peggiore tradizione della politica italiana”. E’ l’avversione alla stampa non allineata al potere in carica. Politici e governanti devono farsene una ragione: una stampa libera è il presupposto di qualsiasi sistema democratico e chi tenta di asservirla o di ridurla al silenzio perde soltanto il proprio tempo. Va comunque tenuta alta la guardia sui sempre più frequenti tentativi di intimidazione ai giornalisti da parte di esponenti della classe politica, evidentemente allergici alla circolazione delle idee e delle notizie”. La Fnsi ha espresso solidarietà a giornali e giornalisti coinvolti.

Visco in tempi non sospetti arrivò a vietare la vendita delle obbligazioni derivate.
Cosa si è fatto dopo?
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BLOG DI GRILLO
Serviva che scoppiasse il bubbone delle perdite sulle 4 banche fallite per far emergere le contraddizioni e la miopia politica di chi ci rappresenta. Come sempre è partito il rimpiattino tra il governo e l’Abi, tra le associazioni dei consumatori e le banche, tra Roma e Bruxelles, su cosa si doveva evitare o si poteva fare diversamente. Nessuno ha però il coraggio di puntare con decisione a Banca d’Italia come la principale responsabile di quanto successo.
Con l’adozione dell’Euro le banche centrali nazionali hanno delegato alla BCE le loro storiche funzioni di politica monetaria mantenendo solo quelle di vigilanza sulle banche. Ci si aspettava dunque che almeno su questo Banca d’Italia facesse il suo compito. Invece la lista di responsabilità da parte di Via Nazionale nell’ultimo decennio è lunghissima.
Si parte da prima della crisi con l’allora governatore Fazio che si arrogava il diritto di combinare tra loro le banche a suo piacimento in base alle sue relazioni, fino a farne le spese lui per primo con una indagine della magistratura. Vi ricordate di un certo Fiorani? Se andate a vedere in che modo ha rischiato il fallimento della sua Popolare di Lodi scoprirete che non ci sono differenze rispetto alla gestione allegra delle 4 banche citate. Stessa cosa per il fallimento della BiPOP di Sonzogni o della Italease di Faenza. Resta l’eredità di quel periodo: molti dei problemi delle banche di oggi nascono da operazioni di fusione / salvataggio capestro su cui Banca d’Italia doveva vigilare ed intervenire bloccandole.
Unicredit – Capitalia, MPS – Antonveneta, Banco Popolare – Italease / Popolare di Lodi hanno in comune i prezzi folli pagati e la pessima qualità dei portafogli acquisiti. Anziché bloccare 3 banche nella loro politica allegra se ne sono coinvolte altre 3 per salvarle a prezzi discutibili affossando così buona parte della disponibilità al credito del sistema bancario durante la crisi visto quanto questi poli bancari siano a tutt’oggi impegnati a digerire operazioni che non stavano in piedi già allora.
Poi è arrivata la crisi.
La Spagna del 2012 ne approfitta per implementare Sareb, una bad bank finalizzata a smaltire gli impieghi tossici spagnoli figli della bolla immobiliare. Lo fa con soldi europei e quindi anche nostri. E l’Italia perché non ha colto la stessa occasione? Chi tra Monti, Grilli Ministro dell’Economia e Visco governatore Banca d’Italia è responsabile di tale errore madornale? La conseguenza è l’indecente ping pong di oggi tra Roma e Bruxelles per una soluzione al problema sofferenze difficile da far digerire a Bruxelles alla luce delle nuove regole sugli aiuti di stato. Si poteva e doveva fare nel 2012 e qualcuno ci deve dire perché si è perso quel treno.
E di MPS ne vogliamo parlare? Chi c’era in Via Nazionale a dare OK all’operazione Antonveneta? Draghi. E chi c’era quando venivano firmati gli accordi sui derivati Alexandria e Santorini che enormi perdite hanno generato? Draghi. E chi ha disegnato gli stress test della BCE per far emergere in particolare i problemi di Siena e forzare un aumento di capitale necessario a ripianare le perdite? Draghi. Chi continua ad insistere che la banca vada ora ceduta perché nonostante tutto non è ancora sistemata? Draghi. E allora uno si chiede cosa altro deve fare un governatore di sbagliato nel vigilare se tutto ciò non basta ad individuare nella Banca d’Italia e nella BCE i principali responsabili (oltre che nei governi) del trascinamento del problema senese. La banca andava nazionalizzata quando si poteva. Invece questo rischia di succedere nel 2016 quando con le nuove regole di bail in rischiamo una corsa agli sportelli senesi visto che, come nel caso delle 4 banche, prima di poter nazionalizzare MPS si dovranno imporre adesso perdite alle famiglie.
E chi se non ABI e Banca d’Italia dovevano impedire la vendita di strumenti bancari subordinati alle famiglie che per definizione non erano consapevoli del rischio che stavano assumendo?
L’Italia ha accettato supinamente le condizioni poste dai partner europei senza tutelare i propri risparmiatori. Ne consegue che le regole di capitale definite da Basilea 3 sono state architettate più a vantaggio delle banche ‘hedge fund’ del nord Europa che del nostro modello di prestito di banca tradizionale. Lee regole di bail in non hanno considerato gli investimenti delle famiglie italiane (e solo loro in Europa) in strumenti ora considerati a rischio di perdite di capitale. E non si è prevista una assicurazione europea sui depositi bancari.
Il mondo del risparmio cambierà dal primo gennaio 2016. Le regole le hanno fatte in Europa e nessun italiano ha messo bocca contro un disegno che penalizza il risparmio italiano. Il bail in rischia di mandare in panico i risparmiatori italiani e lo si sapeva da due anni. Chiedetevi perché non ve lo avevano spiegato a sufficienza in anticipo. Ormai è troppo tardi per cambiare le regole ma si fa ancora in tempo a cambiare il voto nei confronti di coloro che hanno accettato l’introduzione di regole senza spiegarle a noi ma, temiamo, senza capirle loro stessi per primi.
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Cobra89
Sarà un autogol per loro?
In ogni sua dichiarazione questo sbruffone da due soldi dimostra di essere completamente fuori dalla realtà.
Il padre della Boschi è diventato vice presidente della banca (nella quale lavoravano anche fratello e cognata dello stesso ministro) subito dopo che la Boschi diventò ministro.
La sua cacciata poi non fu per decisione di Renzi, ma atto obbligato perché la banca aveva accumulato un debito di 6 volte il proprio patrimonio netto… e nonostante questo continuava a sbolognare obbligazioni agli investitori.

RENZI AFFIDA A CANTONE IL PASTICCIACCIO DEGLI OBBLIGAZIONISTI

truffato
Affidare l’immane corruzione del sistema italico ad una sola persona non mi sembra sia il modo per sconfiggerla, almeno che i poteri di quest’uomo non siano divini. Nella legge di stabilità si trova anche un decretino che in qualche modo salva i responsabili bancari da una eventuale richiesta dei danni da parte dei truffati, forse sarebbe più giusto chiamare la legge salva banche anche salva banchieri. Questo signore che fa il bello e cattivo tempo nel suo regno, riconosce la cittadinanza solo alle persone facoltose, gestendo tutte le altre come una sorte di subumani, quindi niente a che vedere con i diritti e le garanzie democratiche.
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Arturo
I risparmiatori devono essere tutelati da giudici precostituiti “per legge” (art. 25 cost.) che devono essere autonomi e indipendenti dall’esecutivo. Non possono essere tutelati da arbitri scelti dall’esecutivo. Il cittadino ha diritto ad una tutela effettiva (art. 24 cost.)
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Unonessunocentomila
Ma Cantone è un uomo o un nuovo antibiotico?
Va bene sempre e per qualsiasi cosa!!!!
“Il furbo lo fai fesso, il fesso non lo fai capace.”
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Viviana
Mettiamo Cantone come arbitro nel pasticcio obbligazionario?? E poi di Consob e Bankitalia che ne facciamo? Le dimettiamo come complici perché non hanno controllato? E allora, già che ci siamo, licenziamo anche Renzi assieme a tutti i compari precedenti: Letta, Bersani, Fassino, D’Alema, Berlusconi, Tremonti, Visco, Ciampi, Padoa Stoppa e non dimenticatevi quel bel tomo di Padoan!
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Luigi
Sembra uno di quei filmetti degli anni 70…
Cantone contro Ercole…
Cantone contro il Pirata Nero…
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Renatolli52
Banca Etruria : non da sanzionare ma da denunciare !
-Come al solito Renzi è bravissimo nel mischiare le carte ed alzare un polverone politico per non far capire più niente a nessuno.
-Lui ed il Ministro Boschi possono dire quel che vogliono ma il Decreto Salvabanche da loro “partorito” dice che un amministratore o un membro del collegio dei revisori dei conti di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti, se anche dovesse essere ritenuto responsabile del dissesto del suo istituto, potrà comunque andare a ricoprire ruoli di vertice altrove.
-Gli amministratori di cui il papà della Boschi fa parte da anni, negli ultimi 5 anni (consiglieri e sindaci) si sono dati oltre 14 milioni di euro, mentre la banca da loro gestita ha cumulato perdite per quasi 300 milioni, prima dell’epilogo finale cui si sommano altri 500 milioni.
-Se qualcuno vuole conoscere meglio le “porcate” fatte da questa banca consiglio di leggersi un articolo di Alberto Statera su Repubblica
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La Banca Etruria andava male, però si sono spartiti 185 milioni di euro con 198 posizioni di fido finiti in “sofferenza” e in “incaglio”, sotto la cara guida di Emanuele Boschi, fratello del super-ministro Maria Elena e si sono dati 14 milioni in gettoni in 5 anni! E ora Padoan curerà che 200 milioni vadano ai primi 20 “sofferenti”, che si chiamano Francesco Bellavista Caltagirone dell’Acqua Antica Pia Marcia (esposta per 80 milioni), la Sacci (40 milioni) della famiglia Federici, a Finanziaria Italia Spa del Gruppo Landi di Eutelia (16), o ancora la Realizzazioni e Bonifiche del Gruppo Uno A Erre (10,6) , l’Immobiliare Cardinal Grimaldi, titolare di un mutuo di 11,8 milioni a 40 anni, una durata che non esiste sul mercato, e l’ Acquamare srl (17,1) sempre del gruppo Bellavista Caltagirone.
Tra le storie più deliranti la più sconclusionata è quella del panfilo più lussuoso al mondo commissionato da Brad Pitt e Angelina Jolie. Già al progetto salta fuori un buco di 200 milioni. L’inventore del bidone si chiama Mario La Via, che si definisce “finanziere internazionale”. L’inaugurazione del cantiere fu benedetta dal cardinale Tarcisio Bertone. D’altro canto, la Banca Etruria è da lustri teatro dello scontro e anche degli incontri d’interessi tra finanza massonica e finanza cattolica. Quasi tutte storie che vengono dalla notte dei tempi.
La Banca dell’oro, come era chiamata per il ruolo nel mercato dei lingotti, nasce nel 1882 in via della Fiorandola come Banca Mutua Popolare Aretina. Ma è cent’anni dopo, nel 1982, che comincia l’espansione con l’acquisto della Popolare Cagli, della Popolare di Gualdo Tadino e della Popolare dell’Alto Lazio, feudo di Giulio Andreotti che era sull’orlo del default. E comincia il trentennio del padre-padrone Elio Faralli, classe 1922, massone, che rinunciò alla presidenza con una buonuscita di 1,3 milioni e un assegno annuale di 120 mila euro perché a 87 anni non facesse concorrenza alla sua ex banca. Scomparso nel 2013 e sostituito dal cattolico Giuseppe Fornasari, ex deputato democristiano, Faralli sponsorizzò tutte le prime venti operazioni in sofferenza di cui abbiamo dato conto, salvo 20 milioni deliberati ancora per la nave di carta durante la presidenza Fornasari. Risale poi al 2006 l’acquisto di Banca Federico Del Vecchio. Doveva essere la boutique bancaria che portava in Etruria i patrimoni delle ricche famiglie fiorentine, ma si è rivelata un buco senza fondo. Un giorno Faralli si rinchiuse da solo in una stanza col presidente della Del Vecchio e ne uscì con un contratto di acquisto per 113 milioni, contro una stima di 50, mentre mesi fa veniva offerta in vendita a 25 milioni.
“La Banca Etruria non si tocca,” andava proclamando il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, nipote del leader storico della Democrazia Cristiana Amintore e figlio del leader locale Ameglio, alla vigilia di lasciare l’incarico per trasferirsi nella poltrona di membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Un sindaco aretino, chiunque egli fosse, era costretto a difendere “per contratto” l’icona bancaria cittadina, 186 sportelli e 1.800 dipendenti, con un modello fondato su un groviglio di interessi intrecciati tra loro. Lo stesso modello ad Arezzo, come nelle Marche, a Chieti e Ferrara, con banchieri improvvisati, politici locali, imprenditori, azionisti, grandi famiglie feudatarie, truffatori, a spese dei piccoli correntisti spinti ad acquistare prodotti a rischio per loro incomprensibili. Ma il mito della banca semplice, radicata sul territorio, per clienti semplici, dove tutti si fidano, si è infranto definitivamente un mercoledì del febbraio scorso.
Adesso, con il pellegrinaggio di ieri ad Arezzo di Matteo Salvini ed altri raccogliticci salvatori della patria, le polemiche tutt’altro che ingiustificate sulla Banca d’Italia, che era finora un tabernacolo inviolabile, si spostano dritte dritte sul governo Renzi. Il capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo evoca i 238 miliardi di aiuti alle banche messi dalla Germania, che poi ha promosso i vincoli per impedire interventi analoghi agli altri paesi, contro il nostro miliardo. E lamenta gli inadeguati poteri d’intervento e sanzionatori. Ma non spiega perché il commissariamento non fu fatto dopo la terribile ispezione del 2010 o dopo quelle altrettanto tragiche del 2013 e 2014. Quanto al governo, ci ha messo non più di venti minuti per approvare il Salva-banche. Ma, attenzione. Così com’è, c’è chi teme che rischi di provocare altri monumentali guai.
a.statera@repubblica.it

macbeth mauro b
La Banca Etruria venne commissariata nel febbraio 2015 per un buco di 3 miliardi, mentre poco prima, nel gennaio 2015, il governo Renzi, tramite decreto, aveva trasformato le banche popolari (tra cui la Etruria) con almeno 8 miliardi in attivo in SpA.
Quindi la Banca Etruria a gennaio viene promossa perché in attivo di almeno 8 miliardi ed a febbraio commissariata perché in passivo di 3 miliardi.
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Viviana
Il dramma è che non esiste alcun governo in grado di opporre una cooperazione efficace contro la Germania. In questa Unione bancaria vince di nuovo la Merkel che vuole vantaggi solo per la sé mentre i paesi più deboli vedranno fallire tutte le loro banche, una dopo l’altra. Ancora una volta Renzi, il cagnolino della Merkel, ha ubbidito senza fiatare, ché lo hanno messo lì per questo, come un burattino sotto comando. Con questa Unione Bancaria che condannerà a morte 90 banche italiane andiamo verso la sciagura. Ci sarà un effetto domino spaventoso. La legge di Renzi riversando sui correntisti le sofferenze delle banche sciagurate amplificherà i danni senza fine. Non a caso Draghi ha già avvertito che “con l’esame della BCE le banche deboli dovranno chiudere”. Quando sarà che i cittadini cominceranno a capire che i loro risparmi sono a rischio e cominceranno a toglierli della banche con un effetto Argentina?
Quante ne abbiamo noi di banche a rischio, lasciate libere di fare ogni porcata da tutti i governi e dalle coperture sporche di Bankitalia e Consob?
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Arturo
La commissione d’inchiesta e l’arbitrato sono prese in giro. Deve funzionare il controllo preventivo e repressivo. La Consob è presieduta da un esponente di un partito che è la quintessenza del conflitto d’interessi. La Banca d’Italia è di proprietà delle banche che deve controllare. Il controllato controlla il controllore. Per punire le truffe e le frodi non solo in questo settore deve funzionare la giustizia. La pena deve essere effettiva e il processo si deve svolgere in un tempo ragionevole. Raddoppiano le sanzioni e i termini di prescrizione solo per l’omicidio colposo stradale (l’omicidio colposo sul lavoro e la colpa medica non sono meno gravi). Le truffe e le frodi sono dolose e sotto il profilo soggettivo il dolo è più grave della colpa. Per ovvi motivi non vogliono rendere efficiente la giustizia.

BASTA OFFENDERE I RISPARMIATORI!
VIVIANA VIVARELLI

Io ne ho piene le tasche di questi che vengono a insultare i risparmiatori difendendo con enorme faccia tosta truffatori,delinquenti e strozzini. Dopo il danno la beffa. E basta! La penso come Vauro: “Queste banche sono fallite non perché hanno fatto credito alla piccola e media impresa, agli artigiani o alle famiglie, ma perché hanno favorito oltre misura gli amici e gli amici degli amici e in particolare i politici, con una conduzione ‘familista’: il babbo della Boschi,il babbo di Renzi.. in un grande magna magna. E perché allora non si fa una bella leggina (come in Germania) e si dividono le banche di risparmio da quelle di investimento, e le prime si tutelano col divieto di investire in derivati e titoli a rischio, e nelle secondo ci va chi vuole speculare e fa quello che gli pare,investe,si arricchisce o fallisce e si ammazza,cavoli suoi? Ma il Governo il risparmio lo deve proteggere (e non fare come la Bce o il solito Renzi in coda che nemmeno in questo finanziaria le banche le depenalizza, e scarica i danni sui risparmiatori). I famigerati ‘compagni di merenda’ del mostro di Firenze erano cruenti ma questi non sono da meno perché marciano sulla pelle della gente. E dobbiamo continuare così??
Il povero piddino Andrea Romano a Lasette tenta la difesa impossibile di Renzi e ritira fuori la commissione d’inchiesta. Ma ci vuole prendere per il sellino?! Ma quando mai una commissione d’inchiesta parlamentare ha schiodato un chiodo? Ma davvero vogliamo dare proprio agli stessi complici delle banche il potere di processare le banche? E quando mai i compagni di merenda si sono fatti le scarpe tra loro? Facciano, invece, qualche, solida e giusta legge che separi e protegga i risparmi delle famiglie e dei pensionati da chi vuole solo speculare!! E vieti agli enti locali di mettere i soldi delle tasse e dei cittadini in derivati e titoli tossici!!! Se lo ha fatto la Germania, potremo ben farlo anche noi! Renzi almeno nella legge di stabilità poteva ben metterci qualche protezione al risparmio invece che il solito aiuto alle banche truffaldine e assassine che da quando la crisi è stata voluta hanno sugato ben 2000 miliardi di euro di soldi pubblici!! Ma quanto bene comune si poteva conseguire con una somma simile che invece ha alimentato solo corrotti e paradisi fiscali???

DECRETO SALVA BANCHE
Giorgio Meletti

Salva banche, così Consob e Bankitalia hanno tolto il semaforo all’incrocio più pericoloso per i risparmiatori. Una gigantesca presa in giro in vista della quale il governo si sta ricompattando con i due litiganti Consob e Bankitalia. Infatti non c’è bisogno di alcuna commissione d’inchiesta sulle responsabilità: è già tutto scritto, basta leggere. Ma nessuno vuole pagare dazio. Dunque l’obiettivo comune è minimizzare – anche sparando balle – il disastro del cosiddetto salvataggio delle 4 banche dell’Italia centrale che hanno bruciato 2,6 miliardi di euro.
Le due autorità di vigilanza si sono rinfacciate i mancati controlli. Ha cominciato il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, che ha scansato ogni colpa per il falò di 788 milioni di obbligazioni subordinate: “Ricordo che a vigilare sulla sollecitazione al risparmio è preposta un’altra autorità”. Il presidente della Consob Giuseppe Vegas se l’è presa: “Dire che non abbiamo vigilato è non solo una falsità ma anche un’offesa”. Ieri sera a Porta a Porta Matteo Renzi ha sancito l’armistizio a modo suo: “Vedo un attacco al governo per dare la colpa al governo, ma non rispondo dicendo che la colpa è di altri per etica della responsabilità”. Insomma, non ha detto che la colpa è di Consob e Bankitalia solo perché è un signore.
Più prudente Padoan: “le istituzioni sono solide e forti, il governo ha piena fiducia in Banca d’Italia e in Consob”. Ma ha anche preparato il terreno a una nuova truffa, quella dei “casi singoli”, come se la liquefazione di miliardi di euro fosse attribuibile a qualche sportellista idiota: “Ci sono state responsabilità individuali che andranno verificate caso per caso”. Rossi di Bankitalia aveva già brevettato il concetto spiegando che Bankitalia “dovrebbe avere un ispettore in ogni filiale per scoprire quelli che vogliono comportarsi in modo fraudolento”. Come se nelle singole filiali ci fossero impiegati pazzi vogliosi, chissà perché, di affibbiare obbligazioni subordinate (rischiosissime e poco redditizie) ai clienti.
Sullo sfondo c’è il decreto sui risarcimenti. Il governo vuole cavarsela con 100 milioni. Hanno inventato la dimensione spirituale dell’aiuto “umanitario” (copyright Padoan), riservato ai più poveri – come truffare un ricco – con l’onere per il malcapitato di dimostrare il raggiro. La rissa è sulla composizione dei collegi arbitrali che dovranno decidere se ci sono colpe della banca emittente e delle due vigilanze, o se il fesso se l’è cercata. Vegas vuole la Consob dentro i collegi, e lo ha strillato al Corriere della Sera due giorni fa, quando Renzi lo aveva tagliato fuori. Ma come tutti anche Vegas vuole essere giudice di se stesso. La notizia sulle speculazioni del suo amico Carlo De Benedetti sui titoli delle Popolari quotate – pubblicata dal Giornale – ha fatto capire a Renzi la potenza di fuoco della Consob, che infatti è subito rientrata nei collegi arbitrali.
In realtà non c’è da fare nessuna analisi “caso per caso”. Il caso è uno solo, enorme. C’è stata una decisione “di sistema” a partire dal 2009, quando le banche, travolte dalla crisi finanziaria mondiale, avevano bisogno di nuovo capitale. Gli investitori istituzionali (e consapevoli) erano in fuga, bisognava andare a prendere i soldi ai risparmiatori. In questi anni sono state piazzate obbligazioni subordinate per 35 miliardi. Il mandante dell’operazione è stata l’Abi, l’associazione delle banche italiane. L’esecutore materiale la Banca d’Italia, che scriveva compite letterine alle banche in difficoltà ordinando di “dotarsi di nuovo capitale” per patrimonializzarsi. La Consob ha fatto da palo, allentando regole e controlli sulle obbligazioni subordinate.
Chi comprava un bond subordinato emesso da Banca Etruria a ottobre 2013 aveva il 62,7% di probabilità di perdere metà del capitale
La prima mossa l’ha fatta nel 2009 l’allora presidente della Consob Lamberto Cardia, eliminando l’obbligo dei cosiddetti scenari probabilistici per le subordinate. Al Tg La7 il giornalista Marco Fratini ha efficacemente spiegato per il largo pubblico che “è come togliere il semaforo da un incrocio pericoloso”. Lo scenario probabilistico serve a calcolare le probabilità di guadagnare o perdere su un titolo. Esempio: alla subordinata emessa da Banca Etruria a ottobre 2013 mancava questa informazione essenziale, il risparmiatore aveva il 62,7 per cento di probabilità di perdere la metà del capitale. Per alcuni anni, anche in mancanza dell’obbligo, la Consob ha continuato ad accompagnare le obbligazioni con previsioni statistiche. Per esempio nel 2010 la Popolare di Vicenza ha emesso una subordinata a tasso fisso (4,60 per cento, poco più di un Btp): lo scenario probabilistico attribuiva il 24 per cento di probabilità all’ipotesi di perderci soldi o guadagnare meno che con un titolo di Stato. Nel 2011 Vegas ha eliminato del tutto gli scenari probabilistici, consentendo agli istituti di continuare la rapina dei clienti.
Le banche avevano disperatamente bisogno di eliminare quel semaforo: dovevano attraversare gli incroci a tutta velocità, inseguite dalla crisi. Il 29 ottobre del 2008, due settimane dopo il fallimento della Lehman Brothers, Cardia lo disse. Visto che gli investitori professionali erano in fuga, la crisi, disse, “potrebbe orientare le banche a collocare obbligazioni subordinate e prodotti ibridi poco adatti, per profili di rischiosità e complessità, a investitori al dettaglio”. Le banche infatti si sono scatenate, vendendo ai propri clienti proprie obbligazioni, in un conflitto d’interesse che lo stesso Cardia denunciava nei convegni, salvo poi non fare niente. La Consob guardava. Bankitalia gongolava. È tutto scritto anche questo. Nel 2010 uno studio della Consob ha rivelato che, già nel biennio 2007-2009, le banche avevano piazzato obbligazioni subordinate per 20 miliardi alla clientela retail e per soli 4 miliardi agli istituzionali. Solo il 9 per cento di quei titoli erano liquidi, cioè vendibili. Consob e Bankitalia sapevano e lasciavano fare.
Adesso dicono che, “in tempi non sospetti” (in realtà sei mesi fa), il governatore Ignazio Visco ha chiesto di vietare la vendita delle subordinate ai “semplici risparmiatori”. Ma nel 2011, quando ancora le banche dovevano fronteggiare la fuga degli investitori stranieri dalle loro obbligazioni, l’allora governatore Mario Draghi si compiaceva della loro capacità di spolpare i clienti: “Nel confronto con gli intermediari di altri Paesi più dipendenti dalla raccolta all’ingrosso, il nostro sistema bancario beneficia di un’ampia provvista al dettaglio, che è poco sensibile alla volatilità dei mercati”. Si noti che “sensibile alla volatilità” significa sensibile al prezzo. Banca Etruria ha collocato obbligazioni subordinate con cedola al 5 per cento quando ragionevolmente il rischio che quel titolo conteneva doveva essere remunerato con il 10-12 per cento. I vigilantes di Consob e Bankitalia lo sapevano benissimo. Ecco cosa dice Visco il 31 maggio 2012: “Alla fine dell’anno cessavano quasi del tutto le emissioni di obbligazioni bancarie sui mercati internazionali. Le tensioni si riflettevano sul costo della provvista e sulla disponibilità di credito”.
Gli investitori avveduti chiedevano cedole alte, e l’unica soluzione per salvare le banche malmesse era di indurle a rapinare i clienti vendendo obbligazioni rischiose, ma a tasso infimo. Altro che “esame delle posizioni individuali”, come dice Padoan: chiunque abbia comprato quei titoli a quei prezzi ha dimostrato di essere uno sprovveduto a cui la banca ha piazzato le subordinate solo perché sprovveduto o ingannato, anche se miliardario. Finirà che dovranno risarcire tutti. Per questo Renzi è così nervoso.
da Il Fatto Quotidiano del 16 dicembre 2015
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http://masadaweb.org


NATALE 2015

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Ancora un altro Natale e ancora un altro Anno Nuovo

e la speranza rinasce che tutto possa andare meglio
per tutti
con la buona volontà e con l’amore
di tutti

viviana

Sono molto carini questi video di John Lewis
Ve ne regalo uno per questo mondo sempre di corsa

Trovo che John Lewis sia veramente delizioso
Ma guardatevi anche questo: “UN DISASTROSO NATALE”


MASADA n° 1715 21-12-2015 UN’ITALIA TUTTA IN DISCESA

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MASADA n° 1715 21-12-2015 UN’ITALIA TUTTA IN DISCESA

La lenta caduta del Pd. Il M5S sale sempre – I flop di Renzi – I banchieri corrotti premiano se stessi – Banche sovrane e politica serva – Storia della famiglia Boschi – Si dovrebbe sfiduciare non solo la Boschi ma tutto il governo insieme all’Ue – E basta attaccare i risparmiatori! – Disinformazione programmata – Scuola, l’ultima beffa – Il cardinal Bertone ‘regala’ 150.000 euro al Bambin Gesù – Satira

Adotta anche tu una banca!
Fabrizio Castellana
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Veneto banca
Cento auto blu e pure un jet
e poi la colpa sarebbe dei risparmiatori?
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Per Ipsos In un anno il M5S è cresciuto di quasi 10 punti (dal 19,8 al 29,1)
Renzi ne ha persi 10 (dal 47 a un minimo di 33 per poi risalire al 38)
Il Pd è sceso dal 36,8 al 31,2 (il M5S è appena 2 punti sotto)
Lega stabile (ma Salvini scende dal 37 al 32, le felpe non tirano più?)
Forza Italia crolla a picco (dal 14,3 al 10,8)
Vendola dal 20 al 14
Per Pagnoncelli il M5S sarebbe al 29,1 % contro il 31,2 del Pd
Lega al 14,3, Forza Italia al 10,8, Fratelli d’Italia al 4,3, Area Popolare al 3,9 e Sinistra Italiana al 3,4.
Al ballottaggio arriverebbe M5S e Pd e vincerebbe il M5S.

Marco Travaglio

Il successo di Renzi è molto appannato dopo il flop del Jobs Act (appena 2mila posti fissi in più in un anno, al costo spropositato di 3 miliardi di incentivi alle imprese(un milione e e mezzo a testa), la ridicola battaglia sui decimali del Pil (previsto dal governo a +1% e invece stagnante al +0,7) e lo scandalo delle banche. Che non è solo lo scandalo Boschi: è molto di più. Con la sua propaganda facilona, e con qualche dato timidamente incoraggiante, Renzi era riuscito a invertire l’umore dell’opinione pubblica, diffondendo la sensazione che l’economia volgesse ormai al bello stabile. Il crac delle quattro banche, con i truffati in piazza e i conflitti d’interessi della famiglia Boschi (strettamente intrecciata con la famiglia Renzi), è una doccia gelata sui bollenti spiriti dell’ottimismo obbligatorio. Dopo anni di mantra “il sistema bancario è solido”, si scopre che la realtà è ben diversa e l’effetto domino rischia di risucchiare altri istituti di credito già pericolanti. La figuraccia epocale di Banca d’Italia e Consob, cioè degli arbitri che avrebbero dovuto vigilare e invece tenevano sostanzialmente il sacco alle banche del buco, è un altro elemento di sfiducia: dimostra che, dopo i mille “mai più” pronunciati dopo i crac Cirio e Parmalat, le scalate bancarie dei furbetti del quartierino e il caso Mps, non è cambiato nulla. Anzi proprio l’ansia di rassicurare che “il sistema è solido” a dispetto dei santi e dei conti ha indotto organi di vigilanza e governo a nascondere la polvere sotto i tappeti rinviando il redde rationem a babbo morto: ispezioni continue, rapporti durissimi sui dissesti, multe ai Cda, ma al contempo notizie omissive e persino false trasmesse ai risparmiatori perché continuassero a fidarsi, finendo cornuti e spennati.
Ora, con le nuove regole europee lasciate scadere dagli ultimi tre o quattro governi senza far nulla, non possono più essere rimborsati con denaro pubblico (cosa che invece è avvenuta nel resto d’Europa, dove i governi si sono mossi per tempo prima che calasse la mannaia del bail-in).
Tutto ciò basta e avanza a spiegare il sondaggio di Nando Pagnoncelli sul Corriere, più credibile di altri perché registra una tendenza costante di tutto il 2015: la continua emorragia di consensi dal Pd e FI verso i 5Stelle e la discesa in picchiata del gradimento del governo Renzi (39%), ben al di sotto del punto più basso toccato dai suoi predecessori Monti (45) e Letta (40). Matteo, almeno per le banche, paga anche le colpe dei governi precedenti, perché i nodi vengono al pettine ora che c’è lui. Ma certo non lo aiutano le mirabolanti imprese di suo padre Tiziano con gli outlet in tandem con l’ex presidente (indagato) di Banca Etruria, né quelle di papà Boschi che mettono in serio imbarazzo la figlia e tutto il governo. Il Pd, che a febbraio era al 36,8%, ora è al 31,2, mentre i 5Stelle sono balzati dal 19,8 al 29,1. Con un distacco che s’è ridotto da 17 a 2 punti. Siccome poi la politica è sempre più personale, c’è anche una questione di facce: ora che si appannano le figure di Renzi e Boschi, simboli del Pd e del governo, alle loro spalle c’è il vuoto (basti pensare che si fanno rappresentare in tv dai Rondolino e dai Romano, noti desertificatori di ascolti e di consensi).
Il M5S invece, ora che ha il volto del direttorio a cinque e soprattutto del duo Di Maio-Di Battista, fa breccia anche tra i cittadini meno arrabbiati e più anziani, che il duo Grillo-Casaleggio non riusciva a intercettare. Dà l’impressione di avere studiato e di fare seriamente l’opposizione, distinguendo la battaglia politica che li vede saldamente contro il governo (la mozione di sfiducia anti-Boschi li ha accreditati come unici avversari di Renzi, facendo sparire dai radar il centrodestra) dalle scelte istituzionali dove gioca responsabilmente le sue partite (per es. collaborando a eleggere i giudici della Consulta, con nomi di prim’ordine come Modugno). Se però i 5Stelle pensano che i sondaggi si tradurranno automaticamente in voti, sbagliano di grosso. I sondaggisti lavorano in camera iperbarica, lontano dal clima elettorale. Quando si avvicineranno le urne, la propaganda di grandi giornali e tv (tutti schierati con i partiti tradizionali) si farà sentire; i poteri forti italiani e internazionali che non tollerano outsider al governo si scateneranno contro di loro. E contro quella marea montante il blog non basterà. Specie se il M5S presterà il fianco alle critiche, almeno a quelle fondate: cioè se non avrà riempito i vuoti del programma (tipo in politica estera, sempre più decisiva) e deciso un chiaro sistema di selezione della classe dirigente (la richiesta di trasparenza sulle liste, come a Bologna, non si liquida con le espulsioni). Peggio un sondaggio oggi che una gallina domani.

Marco Marchi
Che Renzi (un fenomeno pop da film di Vanzina) sia in un calo oramai irrecuperabile era prevedibile. E’ spaccone, privo di una visione e vivacchia con tutto e il contrario di tutto.
E’ segretario del PD ma ha metà dell’elettorato storico contro, che ha terminato ogni sorta di antiacido per digerire la m*** che è costretta a mangiare.
E’ alleato di Berlusconi in segreto, che è stato non l’avversario bensì il nemico del PD (almeno finché interessava a De Benedetti).
E’ alleato di Alfano, a capo di un’entità politica semi-comica, quattro parlamentari in croce di FI che hanno preferito fare outing, con il peso politico e morale di un Udeur di Mastella.
E’ alleato sottobanco addirittura di Verdini, che non ha bisogno di presentazioni.
Tangenti MOSE, mafia capitale, tangenti EXPO, Salva-banche, 80 euro, 500 euro, 2 auto vendute su ebay, 100.000 annunci uno più roboante e disatteso dell’altro, la fuffa del jobs act, ecc ecc… sono l’essenza del PD renziano e non solo.
I sondaggi sono pure troppo ottimistici… Solo una ripresa economica, partita oltreoceano e agganciata dall’Europa e infine dalla carretta-Italia, potrà lasciare il berluschino al suo posto…Ma se non arriva…bye bye
Perché bisogna essere decisamente sbronzI per votare questa gente.
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Dice Luciano Gallino (uno dei più illustri sociologi italiani, di Sel): “Le riforme di Renzi si collocano tra il dramma e la barzelletta. Rispetto alle dimensioni del problema, alla gravità della crisi, il Jobs Act è una stanca ricucitura di vecchi testi dell’Ocse pubblicati nel 1994 e smentiti dalla stessa Ocse: la flessibilità non aumenta l’occupazione. Abbiamo perso il 25% della produzione industriale, il 10-11% di Pil, gli investimenti in ricerca e sviluppo sono penosamente modesti. I giochetti delle riforme sono l’apoteosi preoccupante del fatto che il governo non ha la più pallida idea dei problemi reali del paese; o forse ce l’hanno ma procedono per la loro strada di passiva adesione alle politiche di austerità.”

I CORROTTI PREMIAVANO SE STESSI

(Repubblica) Etruria già in crisi dava premi a pioggia ai suoi dipendenti”. 2,1 milioni al personale e 900 mila al dg Bronchi L’ombra del riciclaggio su 20 mila conti senza titolare certo. settembre 2013. Banca Etruria sta affondando, e nemmeno troppo lentamente. Le sofferenze sui crediti hanno superato i due miliardi di euro e alle filiali sul territorio è stato dato l’ordine di vendere 110 milioni di obbligazioni subordinate. L’ultima, disastrosa, mossa per tenere a galla il “Titanic”. Eppure, quel 27 settembre, il consiglio di amministrazione della Popolare si sente in vena di delibere generose. Scrivono gli uomini di Bankitalia nel verbale della terza, e ultima, ispezione. “La banca ha elargito 2,1 milioni di euro di premi per il personale per il conseguimento di traguardi importanti”. E ancora: “Negli ultimi cinque anni gli emolumenti per tutti i membri del cda ammontano a 14 milioni di euro”. Non sono semplici osservazioni, ma fatti che spingono l’ispettore della vigilanza Giordano di Veglia a chiedere l’avvio di una procedura di sanzione per anomalie nelle “politiche e prassi di remunerazione e incentivazione” del gruppo bancario. Si parte dai 2,1 milioni di premio a pioggia su tutti i dipendenti (in media è circa un migliaio di euro a testa) per “importanti traguardi raggiunti” che non si capisce bene quali siano. Se di incentivazione si tratta, non si può non legare il premio ai maggiori sforzi che in quell’anno i manager della Popolare chiedevano ai loro lavoratori, tra cui anche quello di piazzare le rischiose subordinate. Gli ispettori segnalano anche i 15 milioni di euro spesi in “consulenze e servizi” di cui non si ha “piena rendicontazione” e i 14 milioni per gli emolumenti complessivi del cda dal 2008 al 2013. Ci sono poi i 185 milioni di euro di prestiti concessi con il fido dai consiglieri, di cui 18 milioni finiti in perdita (due pratiche, una da 5,6 milioni e l’altra da 3,4 milioni sono intestate al consigliere Luciano Nataloni, indagato dalla procura di Arezzo per “conflitto di interessi” insieme a Lorenzo Rosi).
LIQUIDAZIONE DA 900 MILA EURO AL DG : Un paragrafo a parte è dedicato alla buonuscita del direttore generale Luca Bronchi, che è stato in carica fino al primo luglio 2014. Per lui il cda delibera una ricca liquidazione da 900 mila euro, nonostante il 2013 si fosse chiuso con una perdita di 300 milioni di euro, e nel 2014 il bilancio sarà ancor più disastroso con 517 milioni di buco. Secondo il verbale ispettivo di Bankitalia, Bronchi deve essere sanzionato per “carenze nel governo, nella gestione e nel controllo dei rischi”. E’ l’unico, nell’elenco degli amministratori per cui si chiede la multa, cui è stato dedicato un paragrafo a parte e le contestazioni a suo carico sono una decina. Le controdeduzioni dei manager sono state già redatte e portate a Palazzo Koch, che ora ha tempo fino a marzo per decidere se procedere lo stesso con la sanzione e, nel caso, valutarne l’entità.
CONTROLLORI NON CONTROLLANTI: Sotto accusa poi è stato messo tutto il collegio dei sindaci, proprio per “mancanza di controlli”. Per cui rischiano i cinque componenti, tra cui c’è un nome noto: Massimo Tezzon. E’ stato il direttore generale della Consob, l’authority che vigila sulle operazioni di Borsa (che ha autorizzato l’emissione delle subordinate anche nel caso Etruria, ndr), dal 1999 al 2008. E’ entrato nella Popolare dopo essersi dimesso dalla Consob e ha già avuto una sanzione: 84 mila euro nella precedente “tornata” in cui fu multato da Bankitalia anche il padre del ministro Boschi per 144 mila euro. Clienti sconosciuti: Nel verbale ispettivo, poi, c’è un ampio capitolo che analizza come Banca Etruria si è adeguata alla normativa antiriciclaggio. Anche questo, a quanto pare, era un punto debole. Nella precedente ispezione (la seconda, nel 2013) erano saltati fuori rapporti con clienti da regolarizzare. Scrive Di Veglia: “A dicembre 2014 permangono circa 25mila rapporti da regolarizzare (di cui 5.000 conti correnti e 5.000 dossier titoli), sui quali sono state effettuate, nel secondo semestre 2014, 1.200 forzature con 360 operazioni di importo superiore ai 1000 euro. Anche l’individuazione del titolare effettivo presenta anomalie: a dicembre i rapporti continuativi per i quali il titolare effettivo è stato dichiarato inesistente ammontano a più di 20.000”. Ma in quel dicembre di un anno fa, la normativa antiriciclaggio era l’ultimo dei problemi di Banca Etruria

BANCHE SOVRANE E POLITICA SERVA
Diego Fusaro

Si chiacchiera a reti unificate delle responsabilità di singoli individui e politici nella tragica vicenda delle banche salvate dallo Stato derubando i risparmiatori, i cittadini e i lavoratori. E, così facendo, si personalizza il problema. Vent’anni di berlusconismo e di antiberlusconismo dovrebbero pur averci insegnato qualcosa. Se si personalizza il problema, esso cessa di essere inteso come sistemico.
Morale? La contraddizione cessa di essere il sistema finanz-capitalistico, come lo chiamava il compianto Luciano Gallino, e diventa il cavalier Berlusconi prima e la signora Boschi dopo. Con l’ovvia conseguenza che il sistema è assolto. Si finisce per credere – diciamolo nel modo più semplice – che il problema siano i singoli personaggi (più o meno piccoli, più o meno ridicoli a seconda dei casi) e non il sistema finanz-capitalistico, basato sul classismo, sul folle principio della crescita infinita e sull’alienazione come stile di vita.
Occorre, allora, lasciare al “si dice” del circo mediatico la chiacchiere sui nomi e ragionare de re ipsa. E la res ipsa in questione riguarda un aspetto che così vorrei esprimere: di sovrano oggi vi è solo il mercato, con banche e finanza in primo piano.
Tutto il resto è subordinato e secondario, Stati compresi; i quali Stati, ove ancora esistano e non siano messi in congedo dalle sacre norme della mondializzazione, divengono i semplici garanti della lex oeconomica. La loro funzione, appunto, cessa di essere la tutela dei cittadini: divengono puri continuatori dell’economia con altri mezzi. Salvano le banche, quand’anche ciò costi la vita di lavoratori e risparmiatori. La modernità era sorta con il riconoscimento dello Stato “superiorem non recognoscens” (Bodin): oggi muore con l’economia mercatistica “superiorem non recognoscens”, a cui gli Stati debbono piegarsi.
È il sistema finanziario oggi a dettare la linea politica: una politica di lacrime e sangue, tutta dalla parte del capitale e contro il lavoro, tutta dalla parte delle banche contro i popoli e i lavoratori. La lotta di classe non è finita, come falsamente si continua a ripetere: semplicemente, col sistema finanziario, è diventata un massacro di classe, con cui i dominanti si stanno prendendo tutto, compresa la vita dei dominati.
Dall’89 in poi, la lotta di classe è diventata una “rivolta delle èlites” (Lasch): i dominanti si riprendono tutto ciò che i dominati erano riusciti a ottenere nel Novecento (Stato sociale, diritti, orari di lavoro, diritto di sciopero, ecc.). Finito il compromesso con lo Stato, il capitale è passato all’offensiva. E lo fa anche grazie al sistema bancario, strumento nella lotta di classe che permette ai dominanti, appunto, di riprendersi tutto.
Già Marx nel “Capitale” scagliava i suoi dardi contro la “moderna bancocrazia”, “questa genìa di bancocrati, rentiers, mediatori, agenti di cambio e lupi di Borsa” (“Il capitale”, I, cap. XXIV, n. 6): egli aveva capito ciò che a molti sfugge, anche a molti di quelli che da “destra” (per quanto possa ancora valere oggi questa categoria topografico) criticano l’usura e le banche. Aveva cioè capito che capitale, banche e finanza non sono “cose”, ma rapporti sociali, nessi di dominio e servitù occultati dalla mediazione delle cose e del denaro.
Questa vicenda ci insegna che il sistema bancario, se non è limitato dalla politica e da quella che con Hegel potremmo con diritto chiamare la potenza etica dello Stato, genera tragedie sociali di ogni tipo. Oggi si parla senza tregua di terrorismo. Quel che non si dice è che è terrorismo anche l’inaudita violenza economica del sistema finanziario capitalistico, che produce impunemente cadaveri e tragedie. Il sistema bancario – occorre rilevarlo, e solo in apparenza è un paradosso – non è meno terroristico dell’Isis. A meno che non si distinguano le morti, giustificando quelle generate dal debito

MARIAPIA CAPORUSCIO
Purtroppo in questi ultimi anni un’assurda follia sta avendo la meglio sulla ragione, sembriamo impazziti tutti, è come se dal buco dell’ozono qualcuno avesse versato una pozione magica che devasta il cervello agli esseri umani. Non si spiega altrimenti come sia stato possibile girare sottosopra questo mondo, ribaltando ogni cosa e dove l’assurdo ha preso il posto della ragione. Ci si chiede come abbiamo potuto permettere allo Stato di smettere di tutelare i cittadini per curare gli interessi delle banche. La logica ci dice che deve essere l’uomo al di sopra delle cose, invece è stato posto il profitto al di sopra dell’uomo e tutto, ma proprio tutto viene sottoposto al potere finanziario. Gli attuali politici se ne fregano se i cittadini non possono mangiare non avendo più i soldi per comprare anche il pane, per quanto li riguarda possono tranquillamente morire di fame. Che gliene fotte se i connazionali non posseggono più una casa, venduta all’asta da Equitalia? Secondo loro possono dormire sotto le stelle, non è più compito dello Stato farsene carico!
Dunque lo Stato non può farsi carico dei problemi dei cittadini però i cittadini devono farsi carico di mantenere lor signori, oltretutto con le buone o con la forza.
Abbandonati a se stessi i cittadini si ritrovano su una barcone alla deriva, per davvero il mondo ha perso la bussola: lo Stato tutela i banchieri, finanzia i loro affari, si accolla i debiti e le truffe per non farli fallire (che fa pagare ai truffati) mentre gli utili appartengono interamente alle banche! Se agire in questo modo è normale, è doveroso chiedere i pazzi chi sono!
Quel che il sistema sta facendo è puro terrorismo che genera tragedie, suicidi, morte e disperazione per cui va stroncato anche con l’uso delle armi!

STORIA DELLA FAMIGLIA BOSCHI
Carla Ruocco (Portavoce del M5S Camera dei Deputati)
Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

Le coop e la nomina lampo di papà. La carriera di Pier Luigi: dalle 14 aziende alla vicepresidenza dell’istituto con la figlia ministro. La famiglia «di origine contadine», il babbo che fa chilometri ogni giorno a piedi «per andare a scuola», i sacrifici per vedere i figli laureati. Al toccante quadro famigliare offerto dalla ministra nella sua arringa difensiva alla Camera, manca però un pezzetto. Le origini saranno umili, e i sacrifici tanti, ma la famiglia Boschi si è affrancata da tempo dal contado ed è passata più gratificanti occupazioni: il latifondo, le aziende, la politica. Papà Pier Luigi Boschi è stato sì «soltanto per 8 mesi vicepresidente della Banca Etruria», ma è giusto anche ricordare che nei 4 anni precedenti al crac era consigliere di amministrazione (membro prima del Comitato Controllo e Rischi e poi del Comitato esecutivo) dall’aprile del 2011. E che nel 2013, insieme agli altri manager, è stato sanzionato (144mila euro) con l’accusa, formulata di Bankitalia, di «carenze nella gestione e nel controllo del credito», «violazione delle disposizioni sulla governance», «violazioni in materia di trasparenza» e altri addebiti non da poco. Dunque la sua corresponsabilità, insieme agli altri amministratori, nella gestione (sciagurata) della banca aretina è acclarata. Poi, solo nel 2014, arriva la carica di vicepresidente. Maria Elena diventa ministro il 22 febbraio 2014, due mesi dopo l’assemblea di Banca Etruria ritiene indispensabile nominare suo padre vicepresidente per il triennio 2014-2016. Proprio a ridosso del prestigioso incarico governativo della figlia. Una semplice coincidenza?
Boschi doveva essere l’ombrello renziano in banca, racconta il capo di una coop rossa del sistema Etruria.
Immobili, società, emolumenti: ecco il patrimonio della famiglia Boschi. Un patrimonio da un milione e 173mila euro. Beni su cui, grazie a un decreto di Renzi, i correntisti truffati non potranno rivalersi. Mentre l’istituto andava a picco, lui non solo veniva promosso da semplice consigliere di amministrazione (72mila euro annui di stipendio) a vicepresidente (189mila), ma vedeva i propri bene aumentare e aumentare fino a un milione e 173mila euro. Quando diventa vicepresidente, Banca Etruria naviga già in pessime acque. Ma, nel giro di un anno, contribuisce a peggiorare la situazione. I numeri parlano da soli. L’istituto, spiega Bechis, “riduce il patrimonio netto di 5 miliardi di euro. La raccolta diretta scende del 32,90%, il portafoglio di proprietà si assottiglia del 62,30%. Il margine di intermediazione si riduce del 40,52%, il risultato di gestione peggiora dell’86,37%”. Il risultato lordo, che era già negativo, “peggiora del 514,24%” e il risultato di esercizio fa ancora peggio: rosso cresciuto del 547,7%. Insomma, una disfatta su tutti i fronti. Non per Pier Luigi Boschi. Il suo patrimonio continua ad aumentare. E, grazie alla legge ora di Renzi, non potrà essere toccato dagli obbligazionisti lasciati in mutande da Banca Etruria. Nel patrimonio c’è di tutto. Tanti immobili. Due nel piccolo comune di Laterina. Uno è di 6,5 vani, l’altro di 13,5 vani. Insieme valgono poco meno di 600mila euro. Ne ha altri a Gaiole in Chianti, Montevarchi, Loro Ciuffenina e Castiglion Fibocchi. Poi ci sono i terreni. E le partecipazioni societarie.
Il presidente Vegas, esperto di diritto ecclesiastico e fedele viceministro di Tremonti, arriva in Consob a gennaio 2011. Una delle tante nomine che violano il conflitto di interessi. In un paese normale un viceministro non può infatti essere nominato presidente di un’autorità di vigilanza indipendente. Ma, si sa, in Italia il conflitto di interesse è un’opinione. La Consob ha un ruolo chiave nella finanza italiana. Vigila sulla veridicità dei bilanci delle società e delle banche quotate; garantisce che se c’è un aumento di capitale o una fusione o una scalata non ci siano favoritismi tra i vari azionisti. E controlla che i prodotti finanziari vengano “adeguatamente” venduti ai risparmiatori, dove “adeguatamente” significa che i rischi devono essere resi trasparenti e che la banca non forzi mai la vendita di prodotti il cui rischio è incoerente con le esigenze del cliente. Insomma: il risparmiatore deve essere consapevole di cosa compra.
Per questo nei manuali di diritto dei mercati finanziari si legge che la Consob è l’Autorità che tutela il risparmio bene costituzionalmente garantito (art. 47 Cost.). Eppure Vegas non la pensa così. Il primo segnale lo si trova già sul sito web della Consob (www.consob.it) rinnovato proprio qualche mese fa. Sotto una strabiliante mongolfiera – forse espressione della bolla dei mercati finanziari che sta per esplodere – si legge: “Consob, l’autorità italiana dei mercati finanziari”. È proprio il caso di dire che il risparmio vola con la mongolfiera. O meglio: si è volatilizzato! Tra i casi più eclatanti ci sono il “salvataggio di MPS”, la fusione Unipol-Fonsai ed i prestiti subordinati azzerati con un altro salvataggio, quello delle 4 banche. Sembrano vicende sconnesse ma c’è un filo rosso che le lega profondamente. MPS ha fatto 10 miliardi di aumenti di capitale attraverso tre operazioni. Ogni volta nel prospetto approvato dalla Consob si leggeva che con questo aumento sarebbe andato tutto a posto. Intanto i risparmiatori che hanno investito nelle azioni di MPS hanno perso tutto o quasi. Cosa non andava? MPS era piena di derivati che erano invece contabilizzati come titoli di Stato per svariati miliardi. Qualche giorno fa MPS ha dovuto riconoscerlo in un comunicato stampa. Ovviamente questo è avvenuto solo dopo che la Procura di Milano ha chiuso il provvedimento per il rinvio a giudizio dei vertici della Banca proprio su questi temi. E ancor più ovviamente, solo dopo la decisione della Procura, anche la Consob ha acceso il solito faro, spento, sul caso.
Passando a Unipol-Fonsai, ricordiamo che in ogni fusione c’è un rapporto di concambio tra le azioni delle società coinvolte che dipende dal loro stato di salute; se la rappresentazione dello stato di salute nei bilanci viene alterata, questo rapporto non è corretto e tra gli azionisti delle società di partenza c’è chi vince e c’è chi perde indebitamente.
Unipol ha in pancia svariati miliardi di titoli strutturati e derivati ed il loro valore potrebbe essere gonfiato in bilancio. Anche su questo punto non stiamo parlando di ipotesi dato che ci sono report di società di revisione e non solo come vedremo più avanti.
Ed ora veniamo ai prestiti subordinati, purtroppo non solo quelli delle 4 banche “salvate” maldestramente da Renzi. Le obbligazioni subordinate sono una sessantina di miliardi e sono state vendute senza le informazioni sui rischi di immediata comprensibilità per il risparmiatore. I subordinati erano vere e proprie scommesse. Ad es. nel caso esaminato la probabilità di perdere la metà del capitale investito era del 63%.
Ma è a partire dal 2011, anno dell’insediamento di Vegas, che questi scenari probabilistici scompaiono dai prospetti approvati dalla Consob. E nel maggio 2011, dopo un convegno Abi (che con il Portale ‘Patti Chiari’ aveva bollinato come sicuri ed affidabili bond bancari ed i titoli Lehman Brothers, giudicando a rischio i titoli di Stato come i Btp) sui bilanci delle banche, si materializza una proposta sui ‘bond da banco’ che mira a eliminare l’obbligo dei prospetti per alcune obbligazioni creditizie, con l’evidente finalità di vendere titoli bancari a bizzeffe che, altrimenti, nessun risparmiatore avrebbe acquistato, assumendosi enormi responsabilità nella truffa a decine di migliaia di famiglie.
Il filo rosso è l’Ufficio analisi quantitative della Consob, un Ufficio con competenze tecniche riconosciute a livello internazionale nei temi della finanza, dei derivati e più in generale nella valutazione dei prodotti finanziari e nella misurazione dei rischi. È ad es. l’Ufficio che ha inventato gli scenari probabilistici che dal 2009 la Consob aveva fatto mettere anche nei prospetti delle obbligazioni subordinate vendute dalle banche. Non solo. È l’Ufficio che saprebbe ben distinguere un BTP da un derivato e nel caso degli strutturati di Unipol è noto alle cronache giornalistiche lo scontro tra l’Ufficio ed il suo Presidente: il primo diceva che il portafoglio era sopravvalutato mentre il secondo ha fatto in modo che fosse comunque tutto a posto nonostante il parere contrario della Commissione.
È importante che sappiate che proprio nel 2011 l’Ufficio viene reso inoperativo con una serie di provvedimenti organizzativi e addirittura il capo di questo Ufficio (ma non solo) diviene vittima di procedimenti disciplinari su questioni insussistenti come ha sentenziato il TAR. Che ci sia un problema con questo Ufficio il Presidente Vegas non lo nasconde. L’ufficio andava disarmato e possibilmente anche abbattuto perché così serviva al “sistema”. Intanto i risparmiatori sono stati traditi dalle istituzioni dello Stato che dovevano proteggerli. Adesso il Governo deve evitare di fare altri errori e le Procure smetterla di tentennare con indagini di ostacolo all’attività di vigilanza quando il reato è di omessa vigilanza. E poiché un Ufficio fatto da persone che servivano lo Stato è stato sacrificato da chi si è servito dello Stato, Vegas deve essere dimissionato. Basta con i trucchi come quello di dare l’incarico di gestire l’arbitrato sui subordinati all’ANAC perché la Consob, che per legge sarebbe competente, è divenuta inaffidabile. Si intervenga quindi sul vertice per ripristinarne l’affidabilità e si renda nuovamente operativo l’Ufficio Analisi Quantitative. La trasparenza sui rischi è un valore inabdicabile per la tutela del risparmio nazionale. Peccato che da alcuni anni è diventata trasparente sì ma come un fantasma! Giuseppe Vegas e la prima linea di un feticcio di autorità, corresponsabili di una eclatante truffa ai danni del mercato e di almeno 130.000 famiglie che hanno subito un esproprio criminale del risparmio, costato sudore, sacrifici, privazioni, devono essere dimissionati ed incriminati.”

CASO BOSCHI. IL COSTITUZIONALISTA VILLONE PARLA DI RAGIONI DI OPPORTUNITA’ CHE AVREBBERO IMPOSTO LE DIMISSIONI
da un articolo di Antonio Pitoni

L’ex senatore Pds e Ds dice: “In altri Paesi sarebbe bastato molto meno”. Difende la Boschi dicendo che non leso le leggi sul conflitto di interesse perché non ha partecipato alle riunioni sul decreto, dimentiche, però, la Boschi ha partecipato alle riunioni preparatorie.
Sull’affondo di Saviano contro il ministro spiega che era : “Fondata la sua richiesta di chiarimenti”. “Ci sono regole di comportamento che sono tanto più rigorose quando investono la sfera dell’etica pubblica. Regole che avrebbero dovuto suggerire al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi di dimettersi per ragioni di opportunità politica. Perché la vicenda della Banca Popolare dell’Etruria ha gettato un’ombra sull’operato del governo”. Non ha dubbi Massimo Villone, professore emerito di diritto costituzionale alla Federico II di Napoli con una lunga carriera di parlamentare alle spalle. Proveniente dall’esperienza del Partito comunista è stato senatore per 4 legislature, fino al 2008, con il Pds prima e i Ds poi, ricoprendo nel corso del suo secondo mandato anche la presidenza della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Rifiutando l’adesione al Pd.
“Questo governo da un lato rivendica l’adozione di criteri ultra rigorosi quando, a parole, invoca la rottamazione, ma dall’altro non si dimostra diverso dagli altri esecutivi che lo hanno preceduto per quanto riguarda le prassi concrete di comportamento. Rispetto alle vicende giudiziarie di alcuni componenti del governo e parlamentari si sono dimostrati più o meno garantisti a seconda della tipologia della situazione processuale”.
“Il confine resta quello della correttezza formale, se si va oltre si rischia di entrare in un terreno molto scivoloso. Si dovrebbe seguire l’esempio di altri Paesi, dove la politica garantisce un livello di autocontrollo interno che va al di sopra della regola giuridica che, a volte, può non essere nelle condizioni di essere applicata. Non c’è dubbio che da questa vicenda cada un’ombra sull’operato del governo. La circostanza suggerirebbe scelte che in altri Paesi non avrebbero generato né dubbi né perplessità sull’opportunità che un ministro si dimettesse. Abbiamo avuto, del resto, casi eloquenti: il ministro tedesco che si è dimesso per aver copiato la tesi di dottorato, il parlamentare britannico costretto a fare altrettanto perché il coniuge aveva comprato una videocassetta con soldi pubblici e quello americano costretto a farsi da parte per una vicenda di contributi non pagati alla colf.
De Mita diceva : le sfiducie e gli attacchi ai ministri servono solo a compattare il sostegno della maggioranza al ministro medesimo. Mi pare che la regola valga ancora oggi. Allo stesso tempo è giustificata la richiesta di Saviano o di chiunque altro abbia esigenza di chiarezza. Anche se, come cittadino della Repubblica, mi piacerebbe che i chiarimenti fossero dati senza che nessuno li abbia chiesti o pretesi”.

SALVA BANCHE. SFIDUCIAMO GOVERNO E URE PERCHE’ AVEVANO UNA ALTERNATIVA
LIDIA UNDIEMI

Non è soltanto la Boschi ma tutto il governo e l’Ue che vanno “sfiduciati” per avere messo in piedi un sistema di salvataggi bancari che non lascia scampo ai risparmiatori italiani.
Dall’anno della grande crisi finanziaria che ha travolto anche l’eurozona, l’Ue e gli stati membri, anziché affrontare le reali cause della crisi, ossia il fallimento dell’attuale modello capitalistico-finanziario globale hanno operato in senso diverso, predisponendo una serie di regole finalizzate a garantire proprio la sopravvivenza del sistema con le sue anomalie. A norma di legge, il costo delle grandi crisi finanziarie e dei salvataggi delle grandi banche viene fatto ricadere sui cittadini, e ciò attraverso due meccanismi: i fondi gestiti dalla Troika (fondi Mes), direttamente a carico degli Stati e dunque dei contribuenti, e il cd salva banche, incluso il bail in, che colpisce i cittadini in qualità di risparmiatori.
Dal 1 gennaio 2016, non soltanto le azioni e le obbligazioni subordinate ma anche altre tipologie di passività possono essere colpite dal meccanismo di risoluzione, compresi i depositi superiori a 100 mila euro (almeno per il momento).
E’ assurdo pensare che i risparmiatori possano trasformarsi in scienziati della finanza, della tecnica bancaria e di almeno 7 branche del diritto (societario, tributario, lavoro, bancario, internazionale, europeo, penale, ..). Tra l’altro, tali conoscenze non sarebbero nemmeno sufficienti per proteggere i piccoli risparmi, in quanto la procedura di risoluzione non viene attivata in caso di fallimento della banca (la risoluzione persegue l’obiettivo della prosecuzione dell’attività) ma in base ad una serie di valutazioni da parte degli esperti, altamente discrezionali, che inducono a ritenere che una banca sia in crisi per una serie di circostanze, per cui si è legittimati ad “espropriare” i risparmi dei cittadini. Una volta attivato il commissariamento, si valutano gli elementi patrimoniali attivi e passivi, che possono essere smembrati e canalizzati in altre società e così via. Come può un risparmiatore governare tutte queste variabili? Serve il controllo pubblico, che evidentemente non ha funzionato.
Quindi, anziché fantasticare sull’alfabetizzazione dei risparmiatori, bisogna discutere dell’inadeguatezza del sistema di regole, che antepone la sopravvivenza della “stabilità finanziaria” europea (questo è il principio base della nuova legislazione) alla tutela del risparmio in tutte le sue forme prevista dall’art. 47 della Costituzione.
Il governo ha accettato senza fiatare la proposta dell’Europa di ridurre ai minimi termini una tutela così importante. E’ un problema molto serio, perché le nuove regole sul salva banche sono state progettate per crisi sistemiche ben più grandi rispetto a quelle di Banca Etruria e degli altri istituti di credito.
Eppure in sede europea la Banca d’Italia aveva provato ad alleggerire l’impatto del salva banche con un approccio meno aggressivo e doloroso. Aveva proposto di utilizzare il Fondo nazionale Interbancario di Tutela dei Depositi, ma la Commissione europea si era messa di traverso in quanto tale intervento è assimilabile ad un aiuto di Stato. Eppure nel 2014, sono stati attuati ingenti salvataggi pubblici delle banche degli altri paesi europei: Germania (238 miliardi), Spagna (52 miliardi), Irlanda (42 miliardi) e Grecia (40 miliardi). Ciò è stato possibile grazie ai fondi europei guidati dalla Troika e finanziati dagli stati dell’Eurozona.
L’atteggiamento della Commissione europea era dunque facilmente contestabile, spettava al governo far pendere l’ago della bilancia in favore dei risparmiatori italiani. Ma non lo ha fatto, per questo devono essere sfiduciati. Anche per tale ragione, infine, l’Italia dovrebbe “sfiduciare” le istituzioni europee responsabili.

E BASTA!
Viviana Vivarelli
E basta con questa solfa che la colpa è dei risparmiatori che hanno giocato d’azzardo! Non se ne può più di questa coscienza falsa e pelosa!! E di questa difesa ad oltranza dei malviventi! Quello che si insiste a dire sarebbe giusto che il gioco non fosse stato oltremodo sporco. Persino se giochi a poker in un circolo abusivo hai il diritto che il gioco non sia truccato e che non si siano dai bari! E qui siamo a livello di vere truffe, non solo informative ma di plagio e crimine. Ci troviamo di tutto; mancanza di controlli del Ministro delle Finanze, della Consob e della Bce, sovvenzioni e aiuti a pioggia del capo del Governo, quando non addirittura complicità, depenalizzazioni e leggi a favore delle banche colpevoli, ricapitalizzazioni fatte coi soldi dei cittadini, mancanza di controlli, credito aperto a go go a politici e compari, nessun tetto alle sofferenze, finte consulenze strapagate abusi negli stipendi autovotati, sprechi… E ancora in queste condizioni truffaldine si ha la faccia di sproloquiare dicendo che “gli investitori sono colpevoli”?? No, non è come quando giochi a poker! Non si sta parlando di bische clandestine! Si sta parlando di banche, ovvero di istituti legali di estrema importanza per lo Stato, che dovrebbero essere regolati e controllati dallo Stato, dal Ministro delle Finanze, dalla Consob e da Bankitalia, e che invece hanno goduto di una protezione ‘mafiosa’, che ha permesso loro finora di fare tutti i soprusi e le nefandezze che hanno voluto, mentre i controllori non hanno controllato e i Governi complici e corrotti non solo non ha provveduto a tutelare il cittadino, ma hanno provveduto diligentemente e costantemente a torchiare gli utenti, salvando ogni volta le banche truffaldine e senza mandare in galera MAI nessuno degli sciagurati gestori. In questo caso di ulteriore corruzione non si misura la negligenza e l’ignoranza del risparmiatore italiano, che pure ci sono, ma la nefandezza di tutti i governi italiani, e di quella Bce che ha fatto dell’Europa non un’unione di popoli ma un potere bancario delinquenziali, fregandosene totalmente dei diritti e della tutele dei cittadini. Per cui spero solo che il fallimento di tutte le piccole banche europee che saranno schiantate dalla Nuova Unione Bancaria sia il primo atto di autodistruzione del perverso sistema finanziario che ci sta mandando tutti in rovina! Magari mi spiegherai come mai gli ‘investitori’ sono sempre colpiti,mentre i gestori delle banche,anche di fronte a casi plateali di corruzione,spreco,abuso e soldi messi in tasca a valanga,restano liberi di continuare le loro malversazioni e anzi passano indenni da un posto di potere all’altro o magari vanno in politica (vd Passera),senza mai pagare il fio di quello che hanno fatto!
Magari mi spiegherai come mai le banche assassine sono sistematicamente salvate e risalvate dallo Stato coi soldi nostri e a prenderla in tasca sono solo gli ‘investitori’!
E come mai in Italia in galera dei banchieri non ci va mai nessuno e nemmeno nella nuova legge di stabilità di Renzi si prevede alcuna regola o sanzione penale.E cosa esistono a fare Governo,Ministero delle Finanza,Bankitalia e Consob,visto che non hanno mai controllato,frenato o punito
O forse il motivo è che quelle ‘sofferenze’ che ora provocano il fallimento sono dovute proprio ai crediti elargiti a chi doveva controllare o investiti precariamente in quei derivati che gli stessi non hanno mai combattuto,o aumentano proprio,grazie ai titoli pubblici interni,per l’aumento del debito che proprio i politici avrebbero dovuto diminuire?
Che cosa c’entra il cittadino in tutto questo?
Prima di tutto nessuno,né il governo né i media, si sono mai presi la cura di spiegarci qualcosa dell’Unione europea
anzi, per dirla tutta, l’ignoranza dei cittadini su cosa l’Ue sia è spaventosa e proprio per colpa di quelli stessi che in Europa ci hanno messi e hanno evitato con cura che sapessimo che era una unione finanziaria creata per arricchire i più ricchi e espropriare i più poveri di beni e diritti, distruggendo quel poco di democrazia che le Costituzioni almeno in teoria ci promettevano
Ci hanno anche vietato di fare un referendum che almeno avrebbe informato qualcuno e gli avrebbe aperto gli occhi
Ci hanno detto che lo vietava la Costituzione quando la Costituzione viene manipolata e stuprata ogni giorno!
E in questa situazione di ignoranza indotta in modo delinquenziale, con una informazione che con Renzi è scesa di altri 24 punti, si ha ancora la faccia di dire che ” i risparmiatori non sapevano”. Viviamo in un regime di inganno permanente e poi la colpa sarebbe di chi viene plagiato???? Il plagio è un reato, ma banche e governo ne escono immuni!
.. chi, dentro e fuori le banche, doveva controllare che il risparmiatore fosse adeguatamente informato (e quindi anche tutelato) del valore e del contenuto di rischio di ciò che stava comprando e chi doveva vigilare affinchè sul mercato non circolassero titoli “inadatti”, cosa faceva? Par di capire che chiudesse un occhio e magari pure tutti due, perché così, in quel momento, conveniva all’azienda e al sistema.
La realtà è che quanto è accaduto in alcune banche italiana è la conseguenza di una lunga e diffusa sequenza di errori, omissioni, irregolarità e forse anche illegalità. La questione non è se sia giusto che lo Stato a questo punto intervenga a sanare le perdite. Ma se è giusto che l’anello più debole della catena, cioè il risparmiatore, debba pagare il prezzo più alto di tutto questo.

DISINFORMAZIONE PROGRAMMATA

Noi viviamo in una disinformazione costante e programmata, dove media e politici fanno il peggio del peggio
Paolo Pagliaro a Lasette parla di ’Pagella politica’ che controlla sistematicamente le cazzate dette dai politici. Secondo Grillo, dall’inizio della crisi 1/3 delle aziende italiane ha chiuso. Risuta invece che se ne sono aperte un milione e 200.000 in più. Renzi ha detto che in Italia ci sono più banche che negli altri Paesi europei. Falso. La maggior parte dei Paesi europei ha più banche di noi. Secondo la Meloni, tutti i Paesi della zona euro sono cresciuti meno di quelli senza salvo la Germania, in realtà il Pil pro capite dei Paesi euro è più alto dal 1999 eccezion fatta per l’Italia. Secondo Berlusconi,la macchina dello Stato costa il 30% in più degli altri. Non è vero nemmeno questo, perché siamo al 1° posto su 20, Tra i meno attendibili è Salvini che srotola una bugia dietro l’altra. Non è vero che ¾ dei detenuti sono extracomunitari, sono un terzo. Non è vero che nel 92 ci riprendemmo perché uscimmo dalla moneta comune, SME, entrammo in recessione e il Pil pro capite precipitò. Non è vero che in una scuola hanno dovuto eliminare un salvadanaio a forma di porcellino che insultava l’Islam. Il porcellino è sempre lì.
Non tutte queste frottole sono innocue.
(Ma per chi vota Pagliaro? per la Bce?)

Massimo
Nel 1971, la Corte suprema, nella sentenza relativa al Watergate, stabilì un livello molto alto di protezione della libertà di stampa: « Nel primo emendamento i padri fondatori hanno dato alla libera stampa la protezione che essa deve avere per realizzare il suo essenziale ruolo nella nostra democrazia. La stampa doveva servire i governati, non i governanti. Il potere del governo di censurare la stampa fu abolito affinché la stampa rimanesse per sempre libera di censurare il governo. La stampa fu protetta affinché potesse rivelare i segreti del governo ed informare il popolo. Solo una stampa libera ed indomita può effettivamente svelare gli inganni del governo».
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Riassumendo:
Renzi dice a Sallusti: “Vengo sotto casa tua e ti spacco le gambe”
I titoli di Libero sono messi alla berlina alla Leopolda
Renzi litiga in aula con Brunetta: “Lei ha fatto una manovra di marchette!, grida Brunetta
Ora lo scippo dei giudici costituzionali e lo sgarbo dei voti assieme al M5S
Il patto del Nazareno sta diventando ‘lo schifìo’ del Nazareno.

ELEZIONI SPAGNOLE. VINCE RAJOY MA NON GOVERNA. PODEMOS E’ TERZO

ottotto
Definiscono Podemos una banda di estremisti. Ma chi sono i veri estremisti? Una sinistra vera come era un tempo che vuole restituire dignità all’uomo o una destra becera e reazionaria che fa da spalla al Capitalismo e che riduce l’uomo a semplice merce utile solo per fare profitti spropositati togliendoli qualsiasi umanità? L’uomo che fa della libertà un arbitrio e decide cosa è progresso e cosa non lo è in base all’utilità o meno del suo simile. Podemos è un baluardo. E’ la ribellione delle persone a questa bestiale filosofia che distrugge l’uomo. Qui non è solo un semplice confronto politico. Qui ci sono due filosofie di vita,due concezioni diverse dell’uomo. Ascoltate i discorsi di Pepe Mujica e capirete.
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youssef
Purtroppo da noi la sinistra “com’era una volta” per l’appunto ” c’era una volta”. I sedicenti rappresentanti di quella parte politica o non hanno gli attributi oppure sono inciuciati con il governicchio di turno (ben sapendo che l’illusionista di Rignano è’ stato voluto dalle lobbie) per non perdere il seggiolone, oppure peggio ancora hanno sposato le peggiori volgarità frutto del delirio di onnipotenza che colpisce chi siede in alto, troppo lontano da noi (Bertinotti salottiero che usa il volo di stato per andare al matrimonio della figlia dell’amico altolocato Avv. D’Urso; Vendola che, al telefono con il principale accusato, sbeffeggia le vittime dell’ILVA, ecc ecc.). Stendiamo un velo pietoso sui sindacati collusi e conniventi, che si attivano con qualche manifestazione “di facciata” e di breve durata, solo per fare da farmaco ipnotico al popolo imbestialito, e solo in prossimità di elezioni… La vera rivoluzione sembra essere l’abbandono di tutti gli ignobili rappresentanti che hanno approfittato di noi a piene mani, e l’ingresso diretto del popolo al governo, tramite la Democrazia Diretta referendaria su modello svizzero, proposta in Italia dal M5S. La legge Fornero, sottoposta a voto popolare, non sarebbe mai passata, come pure il ponte sullo stretto o la TAV o altre leggi vergogna.

VENETO BANCA, LA BANCA DIVENTA UNA SPA

marsangola
Ero presente all’assemblea. Quasi tutti avevano stampata in volto la rabbia per essere stati derubati e la consapevolezza di non poterci fare nulla. All’ingresso siamo stati accolti da un imponente schieramento della polizia in assetto antisommossa, poi siamo stati investi dai faccioni dei dirigenti che dai maxi schermi ci hanno comunicato due possibilità: accettare la quotazione in borsa o perdere tutto.
Quando i soci hanno potuto parlare, hanno chiesto di avere giustizia, verso chi ha carpito la loro fiducia per piazzare titoli di carta straccia, verso chi doveva vigilare e non ha vigilato, verso chi ha certificato dei bilanci che non potevano essere certificati, verso le istituzioni e la politica che, contrariamente a quanto dice la costituzione, non hanno tutelato il risparmio, alla fine, verso un sistema che gli ha rapinati.
E’ un dramma che coinvolge 20.000 famiglie e una bella fetta dell’economia italiana, quella buona. Avranno giustizia?

SCUOLA L’ULTIMA BEFFA
30mila senza stipendio e tredicesime da 1 euro
CORRADO ZUNINO

I sindacati: supplenti in attesa della busta paga da settembre Il ministero: mancano i soldi, ma da gennaio tutto sarà risolto. L’ultima umiliazione è la tredicesima da un euro. La stanno ricevendo in queste ore diversi insegnanti precari, supplenti brevi e annuali ai quali lo Stato non riesce a pagare il dovuto e consegna una busta paga bugiarda: 202,80 euro di competenze, 201,80 euro di trattenute, il totale netto fa un euro e zero centesimi. In attesa di conguaglio. Solo a Padova la Cgil ha contato undici tredicesime beffa e questo è l’avamposto plateale di un problema nazionale ormai fuori controllo: il ministero dell’Istruzione non riesce a pagare lo stipendio alla maggior parte dei supplenti in carica, soprattutto a quelli chiamati per malattie e maternità dei titolari di cattedra.
I precari al verde — alcuni attendono lo stipendio di settembre — nel paese sono trentamila. Un disastro, alla vigilia delle ferie di Natale.
La prof Stefania Aceto, emigrata a Padova, racconta: «Ho lasciato un paese della provincia di Cosenza per poter insegnare e adesso il mio affitto lo pagano i miei genitori ». Antonio Amoroso insegna a Piove di Sacco e dice: «Da settembre a oggi mi hanno pagato nove giorni, non ho neppure i soldi per fare l’abbonamento a BusItalia». Patrizia Buccinì, siciliana nel Nord-Est, di tremila euro dovuti ne ha ricevuti cinquecento. L’ingegner Vito Orazio C. racconta che la figlia, precaria a Torino da otto anni, dopo quattro mesi di stipendio zero «è andata in cura per esaurimento nervoso». A Biella l’avvocato Giovanni Rinaldi ha depositato il primo decreto ingiuntivo per una docente che non è più in grado di garantire un pasto a sé e al figlio di 4 anni. Il sindacato Anief assicura che diversi insegnanti si sono dovuti rivolgere alla Caritas.
Il problema non è nuovo, ma quest’anno è particolarmente ampio e profondo. È accaduto che, con la Buona scuola lontana dall’approvazione, all’inizio del 2015 il ministero dell’Istruzione abbia chiesto al ministero delle Finanze un plafond per le supplenze di 110 milioni. Mesi dopo, ne sono arrivati poco più di venti. Quindi, per superare il vecchio problema dei pagamenti fatti direttamente dalle scuole (che nel passato spesso non avevano fondi sufficienti), il Mef ha centralizzato le operazioni di calcolo dei giorni lavorati e l’elaborazione del cedolino. Il risultato ha fortemente peggiorato le performance sulla questione. Il nuovo sistema informatico ha paralizzato segreterie scolastiche spesso sotto organico e impreparate. Sul sistema sono stati caricati, per errore, diversi precari incardinati con supplenza annuale e dai primi giorni di ottobre gran parte degli stipendi dei sostituti si sono bloccati. A novembre, mese picco per le sostituzioni temporanee, la situazione è diventata da allarme rosso. Ad oggi ci sono casi di versamenti non fatti per ore d’insegnamento del giugno 2014.
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Intanto che mancano i soldi per gli esodati, i precari, i creditori dello Stato, Renzi trova nella legge di stabilità un miliardo da dare in ‘marchette’ e dimessa i tempi per i reati fiscali, così da farli cadere prima in prescrizione.
Nelle ultime ore le mancette a favore degli “amici” si sprecano. Alla faccia della legge e in spregio a ogni buonsenso. Ci aggiungiamo la propaganda da quattro soldi di un governo in difficoltà che rilancia con le promesse per nascondere i propri fallimenti.
Il M5S chiede da tempo di far ripartire per le forze dell’ordine e di ritirare i tagli, Renzi regala 80 euro alle forze di polizia che valgono solo per quest’anno. Costo? Mezzo miliardo. Poi ci sono i 500 euro ai 18enni. Mentre il M5S propone il Reddito di cittadinanza che consentirebbe anche ai ragazzi poveri di studiare tranquilli o di formarsi per cercare un lavoro, il governo fa 300 milioni di deficit per cultura e svaghi.
Rimane l’elargizione alla Melandri per la Fondazione Maxxi che potrà spendere 500mila euro in più all’anno. Poi il regalo di 12 milioni al Comune di Campione d’Italia “in considerazione delle particolari condizioni geopolitiche” (?). Ok pure al sostegno Aci per il Gran premio di Monza e all’abolizione del balzello fiscale ad hoc sui contratti di compravendita dei calciatori: un settore che ha proprio bisogno urgente di sostegno!!
20 milioni per i soliti forestali calabresi. Un milione per il Club Alpino Italiano, 15 milioni in tre anni al Fondo nazionale per la montagna e i soliti 10 milioni per la convenzione con Radio Radicale. Poi addirittura un credito di imposta di 15 milioni, per chi acquista impianti di videosorveglianza elettronica o stipula contratti con vigilantes.
5 milioni di incentivo a chi rottama il camper. 20 milioni per i collegamenti aerei della Sicilia o 5 milioni per la bonifica della Valle del Sacco (?). 300mila euro su tre anni per la società Dante Alighieri. 3 milioni per festival, cori e bande. Della serie: canta che ti passa.
L’Ente morale Fondazione Pagliara di Napoli ringrazia per l’erogazione da 500mila euro. Stessa cifra e stessa città, ma stavolta all’Istituto Suor Orsola Benincasa. Infine, 70mila euro arrivano al Museo della Civiltà istriano-fiumana-dalmata.
Intanto ai cittadini tocca assistere al solito, triste mercato delle vacche.
Da beppegrillo.it

LA PESCA DI PIETRO
Massimo Gramellini

Ci vorrebbe una sonda capace di entrare nella crapa giuliva dei tanti italiani che sui social network stanno criticando il gesto di Pietro, quel ragazzino di Pavia che ha deciso di rinunciare a una canna da pesca del valore di 150 euro per devolvere la cifra del suo regalo di Natale a un’associazione che si occupa di bimbi africani. Non pago, questo bullo del bene – come tale viene impalato sulla Rete – sta promuovendo una colletta in classe per fornire matite e pennarelli a un compagno appena arrivato dal Camerun che non si può permettere di comprarli.
Ora, uno è liberissimo di infischiarsene dei bimbi africani e dell’album da disegno di un alunno camerunense. È liberissimo persino di non sentirsi toccato dallo slancio di generosità di un ragazzino di seconda media. Ma perché adombrare secondi fini, accusarlo di cercare pubblicità (non è stato lui a divulgare la notizia, tra l’altro) o addirittura di disprezzare gli italiani? Quanto deve essere triste la vita delle persone che reagiscono in questo modo a un gesto spontaneo ed eloquente di condivisione? Magari sono gli stessi che si lamentano perché il Natale è diventata una festa consumistica, gli stessi che si ergono a fieri custodi della tradizione cristiana. Ma la comparsa del bene – un bene silenzioso che non commenta e non giudica, semplicemente fa – li irrita e li confonde. Come talpe da tastiera intrise di rabbia e paura, che a furia di muoversi al buio considerano un affronto ogni spiraglio di luce.
Da lastampa.it

SANTON NATALE
Massimo Gramellini

Un’amica mi ha raccontato una storia. Può essere cupa o luminosa, dipende dal modo in cui la si guarda. Come tutto nella vita, del resto. È la storia di un bambino messo al mondo da una madre surrogata, assieme al suo gemello, in una notte d’inverno di cinque anni fa. Il bambino si chiamava Anton e aveva delle piaghe sulla pelle. Quella del suo gemello invece scintillava liscia come la buccia di una pesca. I genitori biologici erano miliardari e mandarono un jet privato, con una babysitter sopra, per prendere il gemello liscio. Anton lo lasciarono lì. In un ospedale russo dove nessuno aveva mai sentito parlare della sua malattia. L’epidemiolisi bollosa colpisce cinquanta bimbi su un milione. Un volontario della fondazione che se ne occupa incrociò Anton in una corsia, diagnosticò con uno sguardo il problema e lo fece curare nel posto adatto.
Non erano cure semplici né indolori. Anton le affrontò con le lacrime agli occhi ma, dicono le infermiere, senza perdere nemmeno per un attimo il suo sorriso. Provava un desiderio superiore persino a quello di guarire: una famiglia, genitori, fratelli. E se non avevano il jet privato, pazienza. Si sarebbe accontentato che gli volessero bene. Partì una petizione che fece il giro del pianeta e alla fine la famiglia giusta arrivò, lo accolse e se ne prese cura. Ancora l’altro ieri Anton era il bambino di cinque anni più felice del mondo. Così felice che ha deciso che per questo giro di giostra potesse bastare così. Se ne è andato in un luogo dove ci piace pensare che la sua pelle scintilli liscia come la buccia di una pesca e l’amore dato e ricevuto sia l’unica cosa che conta.
Da lastampa.it

MICHELE SERRA

È il massimo di democrazia che potevamo ottenere », dice il deputato Di Battista a commento dell’elezione dei tre della Consulta. Lo dice anche per tenere a bada il ringhio furibondo degli ultras, quelli per i quali ogni compromesso è un tradimento. Perché tutti sono ladri, tutti sono corrotti, tutti sono «merda politichese», come chiosa su Facebook un elegante fan dell’isolazionismo. Ma Di Battista, che quando non fa il fanatico è un bravo politico, ha semplicemente detto la verità: è il massimo che si poteva ottenere. E la verità è sempre rivoluzionaria. La verità, contro la quale anche il più acceso predicatore o arruffapopoli prima o poi sbatte la faccia, è che in politica e in società non si è mai soli.
Con l’eccezione dei dittatori, ai quali basta, per decidere, dire “ho deciso”, per tutti gli altri la politica è lotta, discussione, rottura, accordo, nuova rottura, e così via. Nel furore della lotta la persona intelligente impara a essere umile, a riconoscere i propri limiti e perfino a riconoscere umanità nel nemico. Il resto è solo triste isterismo da consumare nella propria stanzetta. La politica, come la vita, è impura: per questo infinitamente più grande e più generosa della tirchieria dei “puri”.

DANIELE MARTINELLI
Cosa rimane della sesta edizione della Leopolda? Resta un’accozzaglia di chiacchiere di un premier non eletto che si autocelebra nel tentativo di rinvigorire i sondaggi. Matteo Renzi, dal palco, snocciola le sue imprese di presidente del Consiglio di un governo senza spina dorsale. Droga i numeri, enfatizza i provvedimenti di legge, bara sui risultati, attacca i giornali e difende una ministra dipinta come la Vergine Maria, (Maria Elena Boschi, travolta dal crac di Banca Etruria, che in un Paese normale farebbe al massimo la cassiera al supermercato). Insomma, più che Leopolda, la manifestazione andrebbe chiamata Manigolda.

IL CARDINAL BERTONE ‘REGALA’ 150.000 EURO AL BAMBIN GESU’

Vaticano: a proposito della finta donazione del cardinal Bertone
Paolo Farinella

Sig. cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone,
che lei sia inadeguato ai ruoli e compiti che ha svolto è davanti agli occhi di tutti: a Genova dove non lasciò alcuna traccia significativa, ma scelse come plenipotenziario del Galliera, il prof. Giuseppe Profiti, al centro di ogni ben di Dio; da segretario di Stato dove ha distrutto la credibilità della Chiesa universale con la sua incapacità di governo, privo di qualsiasi discernimento, ma dedito a costruire una rete di fedelissimi per perpetuare il suo potere anche da pensionato e da morto; infine da cardinale in pensione con il miserevole attico di 296 mq dove vive con tre suore e magari si rilassa, giocando a golf negli appropriati corridoi.
Leggo sui giornali che lei ha deciso «ex abundantia cordis» di donare all’ospedale Bambin Gesù un contributo di 150mila euro, attinti come da lei dichiarato, dai «miei risparmi e dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative». Mi faccia capire perché c’è qualcosa che non quadra. Non sto a questionare sul fatto che la ristrutturazione è costata € 300mila, di cui 200mila pagati dalla fondazione Bambin Gesù. Mi lascia esterrefatto la notizia che lei ha preso questi soldi «dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative», cioè non per lei, ma perché lei li desse per gli scopi per cui li ha ricevuti o, genericamente, per opere di carità. Invece lei dice che attinge da questi «vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni» per pagare il suo appartamento. Non solo, ma lei parla di «vari anni», lasciando intendere un solo senso: lei ha trattenuto per anni contributi ricevuti per beneficenza. Mi perdoni, quando pensava di darli in beneficenza, alla sua morte per testamento?
Il buco che lei vuol coprire risulta più grande della toppa che cerca disperatamente di metterci su senza riuscirci perché la sua maldestra difesa aggrava ancora di più la sua posizione che l’espone, per le sue stesse parole, al ludibrio della gente perbene che vede nei suoi comportamenti una miserabile attitudine alla superficialità che è colpa ancora più grande della delinquenza di persone come lei che dicono di volere rappresentare quel Dio che accusa chi veste di porpora di essere soci della casta del potere. Non solo lei ha trattenuto nel suo conto personale denari ricevuti per beneficenza, ma li ha anche trattenuti per «vari anni», lucrando magari sugli interessi che dalle parti dello Ior, gestito da suoi uomini e da lei stesso, potrebbero essere stati più che generosi.
Lei ha rubato due volte ai poveri: la prima volta trattenendo questi denari non suoi e la seconda volta facendosi bello con l’ospedale «Bambin Gesù» dando soldi non suoi, ma quelli della beneficenza che non ha donato negli anni passati. In ultima analisi, poiché è il totale che fa la somma (copyright Totò), lei non sborsa nulla di tasca sua, ma paga tutto sempre con denaro di beneficenza. Complimenti, esimio cardinale!
La rovina dei preti sono sempre i soldi. Per questo sproloquiate di celibato perché così siete più liberi di amare «mammona iniquitatis», fornicando giorno e notte senza essere visti da alcuno. Se il tempo che dedicate a difendere il celibato dei preti, che solo pochi rispettano (e lei lo sa perfettamente!) o a condannare i gay laici – visto che preti, vescovi, monsignori e cardinali lo sono ad abundantiam – o a sproloquiare di separati e divorziati, di cui non sapete nulla, lo dedicaste a proibire ai preti di gestire denaro, fareste una cosa preziosa per il mondo e per la Chiesa. Sicuramente due terzi del clero lascerebbe la Chiesa, ma con il terzo che resta e con l’aiuto dei preti ridotti allo stato laicale perché sposati, ripresi in servizio, saremmo capaci di rivoluzionare il mondo, oltre che il Vaticano, covo di malaffare e di depravazione senza misura.
Tanti anni fa, quando era potente, io la ripudiai pubblicamente insieme al suo amico e sodale Berlusconi, da cui lei – o lui da lei? – «prese lo bello stile che le ha fatto (dis)onore» e oggi sono contento di avere visto lungo e giusto. Lei mente dicendo di essere salesiano; se lo fosse veramente, avrebbe agito come il cardinale Carlo Maria Martini, il quale, date le dimissioni, si è ritirato in una casa di gesuiti abitando in una stanza 6×4 con letto, tavolo, armadio, servizi e un assistente personale perché malato, partecipando alla vita comunitaria da cui proveniva. Scegliendo di accorpare due appartamenti con i soldi della beneficenza, lei ha dimostrato non solo di non credere in Dio, ma di dare un pugno nello stomaco a Papa Francesco che sta provando a dire ai cardinali, ai vescovi e ai preti che c’è anche un piccolo libretto che si chiama Vangelo. A lei, di sicuro non interessa, perché come i fatti dimostrano, lei legge solo «Gli Attici degli Apostoli».
Con profonda disistima perché la conosco dai tempi di Genova, senza rimpianti.

RIDIAMARO :- )

LETTERINA DELLA LITTIZZETTO

Caro Babbo Natale..
Umorismo a Natale: le risposte bastarde di Babbo Natale alle letterine dei bambini
Caro Babo Natale, mi piacerebe havere u’ giuchetto dellu spazzio per il Natale… ‘iamme. Sugnu stato nu bravo bambino in cuesto anno. Il tuo ammico Marco

Caro Marco, complimenti per l’ortografia ehhhhh…!! Terun! Senza dubbio farai una brillante carriera… COME IGNORANTE!!! Che ne dici se invece ti mando un bel libro di ortografia? Di sicuro il giochetto dello spazio lo manderà a tuo fratello, almeno lui sa scrivere! Babbo Natale

Caro Babbo Natale, mi piacerebbe ricevere un monopattino e una bicicletta. Sono stato molto buono e non ho mai fatto cose cattive. Ti voglio bene. Carletto.

Caro Carlo, prima di tutto, come fai a volermi bene se neanche mi conosci? E come ti viene in mente di chiedermi un monopattino e una bici ??? Oltre che credulone, sei pure idiota??? Babbo Natale

Caro Babbo Natale, sono stata una bimba molto buona quest’anno. L’unica cosa che ti chiedo è pace e amore per tutto il mondo. Con amore, Sara.

Cara Sara, i tuoi genitori fumano marijuana, vero? Babbo Natale

Caro Babbo Natale, sono tre anni che ti chiedo un camion dei pompieri. Per favore, quest’anno portami un camion dei pompieri. Grazie, Luigi.

Caro Luigi, mi fanno arrabbiare i frignoni, però devi scusarmi, per favore. Quando starai dormendo incendierà la tua casa. Così potrai avere tutti i camion dei pompieri che vuoi. Babbo Natale

Caro Babbo Natale: Non so se lo puoi fare, ma quest’anno vorrei che facessi tornare di nuovo insieme i miei genitori, mi manca davvero tanto il mio papà. Con amore, Giovanni

Caro Giovanni, ma che mi stai chiedendo? Che rovini la relazione fra tuo papà e la sua segretaria? Ma se si sta divertendo come mai ha fatto con una donna! Meglio che ti regali dei Lego. Babbo Natale

Caro Babbo Natale, voglio una bici, un nintendo, un trenino, dei pokemon, un cane, un
pony e una chitarra elettrica. Con amore, Tiburzio.

Caro “T I B U R Z I O” , non vorresti nient’altro, bastardo scroccone !!??? Quale infelice può mai chiamare suo figlio Tiburzio? Babbo Natale
Caro Babbo Natale, ti ho lasciato dei biscotti e un bicchiere di latte sotto l’albero, e delle carote per le tue renne. Con amore, Susanna

Cara Susanna, il latte mi da’ la diarrea, e le carote fanno sì che le renne mi fanno le puzzette in faccia… Se davvero vuoi fare la brava, lasciami una bottiglia di Chivas Regal, un sigaro cubano, e convinci tua madre a mettersi quel tanga che usa con il lattaio… Babbo Natale

Caro Babbo Natale, per favore, per favore, per favore, per favore. Quest’anno voglio un cagnolino. Me lo porti? PER FAVORE, PER FAVORE, PER FAVORE! Paolino.

Caro Paolino, queste smancerie, forse funzionano con tuo padre e tua madre. E vuoi sapere una cosa? Sei stato adottato e quindi ti concedono tutto, pero’ qui le tue moine non attaccano! Ti mandero’ un pigiama, come l’anno scorso. Babbo Natale

Brivido
Finlandia, procedura fallimentare per Babbo Natale. NOOooo…. fino a 40 anni i miei mi han fatto credere che non esisteva….

Ci avrei scommesso: uno che paga tutte le tasse, col cazzo che avanza soldi per far regali…

Pirata 21
Finlandia, Babbo Natale è fallito. Merkel:”Serve aiuto?”

Finlandia, Babbo Natale è fallito. La befana in Germania invece sta benissimo.

Ordinary madness
Babbo Natale ora ha il conto congelato?

Acid rain
Fallito? Ah ecco, mi sembravano troppi 364 giorni di ferie all’anno.

Pol 1000
È una vita che è in rosso

Mey de other
L’ultima letterina era di Equifinlandia.

Siokanzino
“Mi doveva dei regali da anni, ho dovuto farlo” ha detto la Merkel.

Ferribotte
Avesse un figlio presidente del consiglio non avrebbe problemi…

Un ispettore di Equitalia va in sinagoga cercando di ricavare qualche soldo…
Curioso “Ma mi dica, con tutte le candele che utilizzate…ma la cera dove finisce?”
Il Rabbino cortese “Noi non buttiamo nulla, tutto viene mandato ad un’impresa specializzata che poi ci manda delle candele riciclate…abbiamo tutto, bolla fattura”…
“Ah! Ho capito….”. L’impiegato di equitalia, non contento, vuole trovare il modo di far pagare il rabbino…
“Ma mi dica, e con il pane azimo, come fate?”
“Noi non buttiamo nulla, le briciole le mandiamo al forno e loro ci mandano del pane…abbiamo tutto, bolla fattura”…
A questo punto l’impiegato Equitalia non sa piu’ cosa fare…ma gli viene un’idea geniale!
“Ma mi dica, e con le circoncisioni, come fate?”
“Noi non buttiamo via nulla, i pezzetti li mandiamo a Equitalia e ogni tanto ci mandano una testa di cazzo!”.
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Virginia Raffaele imita ministro Boschi: giornalista incantato

Virginia Raffaele imita Belen

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Lega ai migranti: ““Noi non vi accogliamo perché non condividete la nostra cultura, che è superiore in quanto è quella dell’accoglienza”.

IL FURTO
Cinque testimoni vengono chiamati a testimoniare per il signor Vitale, un uomo che ha subito un furto di portafoglio mentre dormiva sdraiato su una panchina, in un parco. Una poliziotta li incontra tutti: il primo è un”renziano”, il secondo un “salviniano”, il terzo un “democristiano”, il quarto un “grillino” e il quinto un “berlusconiano”.
Il risultato è l’esilarante nuovo video trasmesso su La7 a ‘Piazza Pulita’ realizzato dal “Terzo segreto di satira”. Si tratta della prima serie de “I testimoni”.

http://www.blitzquotidiano.it/video/video-youtube-terzo-segreto-di-satira-furto-raccontato-da-berlusconiano-renziano-leghista-grillino-2178277/#sthash.JnETvptu.dpuf

http://www.blitzquotidiano.it/video/video-youtube-terzo-segreto-di-satira-furto-raccontato-da-berlusconiano-renziano-leghista-grillino-2178277/

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