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MASADA n° 1751 8-4-2016 LA MADONNA DI GUADALUPE

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MASADA n° 1751 8-4-2016 LA MADONNA DI GUADALUPE
Blog di Viviana Vivarelli

Gli Aztechi si insediarono nell’attuale Messico verso il 1100 d.C. e formarono un forte impero conquistando i popoli vicini. La loro capitale era Tenochtitlàn, che oggi si chiama Città del Messico, sul lago Texcoco, collegata con punti alla terraferma, la più bella delle antiche città degli indigeni amerindi.
Verso il 1519 gli Spagnoli, i Conquistadores, sbarcarono nello Yucatan guidati da Cortés e dopo 80 giorni di assedio la conquistarono. La civiltà azteca venne stroncata.
Cominciò allora un inutile tentativo da parte dei missionari cristiani di convertire gli Aztechi al Cristianesimo, ma dieci anni dopo….

Il 9 dicembre 1531 un indio azteco di 57 anni poverissimo, Juan Diego (il suo nome azteco era Cuautlatòhuac = colui che parla come un’aquila), camminava lungo la strada di un’aspra collina, quando gli apparve una giovane splendente. Parlandogli in lingua nàhuatl (lingua colta azteca) gli disse di essere “La Sempre Vergine Santa Maria” e gli chiese di andare dal vescovo perché in quel luogo costruisse una chiesa da cui proteggere tutto il popolo. L’indio si spaventò ma non le ubbidì.
Il giorno seguente di nuovo la giovane splendente apparve all’indio e di nuovo egli si spaventò senza andare dal vescovo.
Ci fu una terza apparizione e Juan andò a parlare col vescovo ma questi chiese una prova di quello che Juan narrava.
L’ultimo giorno lo zio di Juan si ammalò e Juan andò a chiamare il medico e poi il prete ma, per non incontrare la giovane, prese una strada diversa. Ma di nuovo la giovane luminosa apparve, gli disse che lo zio era già guarito e di andare sulla montagna a raccogliere le rose da portare al vescovo, chiedendogli di erigere un tempio per lei. L’indio andò sulla montagna e, con sua grande meraviglia, per quanto fosse dicembre e la montagna fosse arida e brulla, trovò moltissime rose in fiore, le rose di Castiglia, ne fece un gran mazzo che raccolse nel mantello (la tilma) e le portò al palazzo del vescovo.

Bussò ma quando i servi gli aprirono e videro che ero solo un povero indio, si rifiutarono di riceverlo, si insospettirono però del gonfiore del suo mantello e vollero sapere cosa nascondesse. Quando il mantello si aprì, le rose si sparsero a terra e tutti videro che sul mantello era dipinta una bellissima immagine della Vergine. Grande fu la meraviglia degli astanti e il vescovo accolse con stupore il dipinto miracoloso.

Era il 12 dicembre 1531. E il mondo vedeva per la prima volta l’immagine di quella che fu chiamata “la Madonna di Guadalupe” e che doveva divenire la più famosa immagine sacra della Vergine delle due Americhe.

Nessuno ha mai capito come questa immagine sia nata, chi l’abbia dipinta o in che modo.
La prima cosa che colpisce in questa immagine è che essa sintetizza in sé molti simboli della cultura azteca e cristiana: i colori, il viso meticcio, le mani, la tunica, il manto, l’angelo, la luna, le stelle, la cintura… tutti riportava all’antica dea madre degli aztechi ma, allo stesso tempo, l’immagine piaceva agli Spagnoli perché era quella di Maria e ricordava la madonna di Guadalupe dell’Estremadura.
Dunque la pittura riuniva in modo mirabile due divinità sacre, conciliava due culture rimaste fino a quel momento separate e divise, due diverse cosmogonie, due lontanissime simbologie.
Guadalupe era in Estremadura, patria di Cortés, dove la Madonna era apparsa a un pastore lasciando una immagine dal viso simile a quello della tilma indigena.
L’immagino, insomma, era allo stesso tempo india e spagnola. Riuniva due terre lontanissime, due civiltà, due popoli. Era la sintesi mirabile del popoli azteco e di quello spagnolo che fino a quel momento erano vissuti divisi e nemici.
Avvenne così che l’intero popolo azteco si convertì al cristianesimo.

Il vescovo Juan de Zumàrraga si fece raccontare dall’indio la storia delle apparizioni e fece costruire una piccola cappella di mattoni sulle rive del lago nel luogo indicato da Juan.
14 giorni dopo l’immagine vi fu portata con una processione.
Vicino alla cappella venne costruita una capanna di legno dove don Juan visse fino alla morte.
La Vergine aveva le fattezze della dea Tonatzìn, amata degli Aztechi, “la nostra venerabile madre”, che veniva adorata proprio sul monte Tepejac.
26 anni dopo fu costruita una cappella più grande “splendidamente addobbata e con lampade d’argento”.
Nel 1622 fu creato il vero santuario detto “Iglesia de los indios”.
Il 21 settembre 1629 ci fu una delle più tremende inondazioni della città di Mexico. Le acque del lago e di vari torrenti salirono inondando la città e facendo 30.000 morti. Delle 20.000 famiglie spagnole ne sopravvissero 400. Si trasportò allora l’immagine di Maria in canoa alla cattedrale di Mexico per impetrare la fine dell’alluvione e 5 anni dopo l’immagine tornò alla cappella.
Per più di cento anni la tilma venne appesa a mo’ di stendardo senza alcuna protezione.
Il 27 aprile 1709 venne inaugurato un nuovo santuario.
Ma ecco nel 1736 scoppiare una gravissima peste che fece 40.000 morti nella capitale e 700.000 in tutto il Paese. La città allora fu consacrata a Nostra Signora di Guadalupe, dichiarata patrona della città, e, come questo fu fatto, la peste cominciò a scemare ma solo nel 1746 la Vergine fu dichiarata patrona di tutto il regno.

Il 30 aprile 1751 sette pittori esaminarono meglio la tela che risultava miracolosamente ben conservata per quanto non avesse avuto alcuna protezione e fossero passati 220 anni. I pittori trovarono ben 4 stili diversi di pittura.
Il 25 maggio 1954 papa Benedetto XIV riconosce la Madonna di Guadalupe come patrona e protettrice della Nuova Spagna.
Solo nel 1647 fu deciso un vetro di protezione, a cui poi venne posto attorno una cornice dorata.
Nel 1791 i lucidatori che pulivano la cornice dorata rovesciarono per errore dell’acido nitrico sulla tela ma non accadde nulla, l’ayate non si è disfatto e le macchie giallastre vanno scomparendo poco a poco. Stranamente la tela respinge gli insetti e la polvere.
Nel 1828 il Congresso ha dichiarato il 12 dicembre festa nazionale.
Nel 1848 nel santuario di Guadalupe fu firmato il tratto di pace tra Messico e Stati uniti.
In seguito, la basilica si salvò dalla nazionalizzazione dei beni ecclesiastici.

Attorno al 1895 ci fu un fatto singolare: sparì la corona che era stata dipinta sulla Vergine.
Il 24 agosto 1910 Pio X proclama la Vergine di Guadalupe patrona di tutta l’America latina.

Il 14 novembre 1921 un operaio finge di deporre dei fiori ai piedi dell’altare ma contengono una bomba, è un attentato ordito dal governo; l’esplosione rompe i gradini di marmo, piega un grosso crocefisso, manda in frantumi i vetri dei dintorni ma il cristallo della teca e la tela sono le due sole cose che restano intatte.

Nel 1919 un fotografo, guardando i negativi, si accorge che nell’occhio destro della Vergine si scorge una figura.

Nel 1936 il tedesco Richard Kuhn, che poi sarà Nobel per la chimica esamina, due fibre dell’ayate originale, una rossa e una gialla, e dichiara che non è dato capire con quali materiali sia stato fatto il colore, visto che non è vegetale, animale o minerale. La tela è estremamente rozza ma i colori sembrano ‘incorporati’ o ‘impressi’ come una stampa.

Nel 1946 il chimico Isaac Ochotorena riconosce che le fibre sono di maguey (agave) ma lo studioso Tortolero non vi trova tracce di pennello. Padre Florencia nel 1668 parlò di ‘stampa per impressione’ come se la tela fosse stata timbrata con un torchio, ma la pittura appare al dritto e al rovescio.

Nel maggio 1951 un fotografo scorge un busto umano in entrambi gli occhi e pochi anni dopo l’oculista e chirurgo Javier Toroello Bueno certifica che negli occhi della Vergine si intravedono delle figure umane.
L’immagine non sembra dipinta ma come facesse parte della tela.

Il 12 ottobre 1976 viene inaugurata l’attuale Basilica che può contenere 10.000 persone con un sagrato per 30.000. Ogni anno affluiscono al santuario 12 milioni di pellegrini.

Negli anni Ottanta un ingegnere di Lima, ingrandendo 2.500 volte gli occhi della Vergine e usando la digitalizzazione, accerta la presenza di più figure umane.
Si scopre una correlazione tra le stelle del manto della Vergine e quelle presenti nel solstizio d’inverno del 1531.

Una stranezza riguarda il nome ‘Guadalupe’ che non poteva essere un termine nàhuatl, visto che contiene due suoni, d e g, assenti in tale lingua, ma che pure fu pronunziato dall’indio Juan Bernardino che non poteva conoscere nostra Signora di Guadalupe del regno di Castiglia né si conosce indio che sapesse pronunziare questa parola.
Probabilmente Juan disse un’altra parola, ‘Tecuatlanopeuh, ‘Colei che ebbe origine dalla cima dei monti’, oppure ‘Colei che schiaccia il serpente’, riferendosi alla Vergine che gli era apparsa in cima alla montagna quando gli diede le rose.

La connessione della visione con i fiori è importante perché nella cultura azteca il linguaggio dei fiori era quello usato nella comunicazione degli dei con gli uomini.

Il racconto nahua dice che all’inizio del Quinto Sole (mondo attuale), don Juan era andato di mattina assai presto sul colle Tepeyac, quando sentì un canto melodioso, come fosse di uccelli rari. Improvvisamente si fece un profondo silenzio e dalla parte in cui sorge il sole egli sentì una voce che lo chiamava con dolcezza: “Juanito, Juan Dieguito”.
Si sentì colmo di gioia e salì la collina per vedere chi lo chiamava. Sulla sommità vide una giovane Signora, che stava lì in piedi. Era bellissima e il suo vestito risplendeva come il sole. La pietra su cui posava sprigionava raggi luminosi. Il suo splendore era come quello di un bracciale in cui sono incastonate pietre preziose. La terra intorno riluceva come i bagliori di un arcobaleno nella nebbia. Egli si prostrò e lei gli disse di far costruire una chiesa ai piedi di quel colle.
Juan andò in città, alla casa del vescovo che si chiamava Juan de Zumàrraga ed era francescano. Ma il vescovo non gli diede molto credito.
Juan era triste e tornò sulla collina del Tepejac. La Vergine di nuovo gli disse di andare dal vescovo ma nemmeno questa volta il vescovo lo ascoltò.
Juan tornò a casa e trovò suo zio gravemente ammalato, corse a chiamare un medico ma lo zio chiese un sacerdote che lo preparasse alla morte. Il martedì, prima dell’alba, Juan di mise in cammino verso Tlatilolco e cambiò strada per non incontrare la Signora. Aggirò la collina e passò sul fianco opposto, ma di nuovo la vide. La Vergine disse che avrebbe guarito lo zio, e così fu. Ma gli disse anche di andare sulla collina dove avrebbe trovato moltissimi fiori. E Juan trovò una gran messe di fiori anche se si era in inverno, e li trovò là dove erano solo pietraie, spini e cactus.
Ne fece un gran mazzo e la Vergine gli disse di portarli al vescovo ripetendogli la richiesta di edificare un tempio.
Quando arrivò al palazzo, i servi non volevano farlo passare e lo forzarono perché mostrasse ciò che nascondeva sotto la tilma. Il vescovo venne e don Juan gli raccontò tutta la storia. Come aprì la tilma, i fiori si sparsero a terra e tutti video che sul mantello c’era una pittura della Vergine. Tutti caddero in ginocchi pieni di stupore con gli occhi pieni di lacrime. Il vescovo prese la tilma e la mise nella sua cappella.
Arrivato a casa, Juan scoprì che lo zio era guarito nella stesso momento in cui la Vergine lo aveva detto e, quando questi vide la tilma, raccontò che la Vergine gli era apparsa proprio con quell’aspetto.
Disse infine che il nome dell’apparizione era “La Perfetta Vergine Santa Madre di Guadalupe”.

La tilma era un mantello molto comune presso gli indio più poveri. Era un ayate o tela grezza, formata da due rettangoli cuciti tra loro con un filo di cotone sottile e fragile, si portava su una spalla annodando i lembi sull’altra. Era fatto col maguey, un agave dalle foglie carnose, da cui gli aztechi ricavavano fibre robuste che venivano tessute insieme per fare delle corde.
L’ayate era 170 cm x 104.
Il dipinto rappresenta una donna molto giovane, apparentemente india, di forse 14 anni, alta 143 cm. Ha un viso serio e scuro, da cui il nome ‘morenita’. Porta una veste lunga di color rosato cosparsa di fiori-tepetl (tepetl=monte) in boccio, dai contorni dorati, e sotto il seno ha una cintura violetto scuro che indica che è incinta, secondo l’uso nàhuatl. Compaiono molti piccoli fiori a 4 petali, quicunce, simbolo per gli aztechi della divinità.

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Al collo ha una spilla rotonda dorata con tratti neri attorno a una croce.
Sotto porta un’altra veste bianca di cui si vedono i polsi.
Il manto è un celeste tendente al verde col bordo dorato e 46 stelle.
Ai suoi piedi sta la Luna, e raggi di Sole la circondano da ogni parte, con 129 bagliori simili a fiamme, 62 sul lato destro e 67 sul sinistro e 12 attorno al capo.
Il tutto è sostenuto da un angelo di cui si vede solo il busto e il cui stile è molto diverso. L’angelo ha ali con lunghe piume verdi, rosse e bianche, erano i colori di un uccello mitico azteco ma oggi sono quelli della bandiera messicana.

Come il mantello fu posto in una cappella, cominciarono i miracoli dei pellegrini che l’andavano a visitare. Seguì il miracolo della peste che si interruppe dopo la processione e molti altri. Per cui la fama dell’immagine miracolosa non fece che diffondersi.

Nessuno è mai riuscito a capire come abbia fatto l’immagine a conservarsi per mezzo millennio. La tela su cui è dipinta è oltremodo povera e grezza e di qualità molto cattiva. Il luogo dove fu posta era caldo e umido, per molto tempo non ci fu protezione, fu trasportata i vari luoghi, eppure non presenta tracce di corruzione.
Nel 1788, venne eseguita una copia sullo stesso tipo di tessuto ma la copia, esposta sull’altare del santuario, già dopo soli otto anni era rovinata. Al contrario, l’immagine originale, a distanza di quasi 500 anni, è ancora sostanzialmente intatta.
Guardando il rovescio della tela si vedono dei colori verdi che non compaiono sul dritto per quanto la stoffa sia porosa, infine, mentre la parte posteriore è aspra e dura, quella anteriore è soffice e liscia come seta pur non mostrando tracce di un fondo di preparazione per la pittura.
Il dipinto appare completo in tutti i suoi particolari sia al dritto che al rovescio.

Chi conosce la pittura dice che nella immagine ci sono 4 stili diversi di pittura. Ogni parte sembra lavorata con uno stile diverso.

Non c’è messicano che non abbia in casa una immagine della Madonna di Guadalupe.
A oggi non c’è stato nessun pittore che sia riuscito a dipingere su una tela simile la stessa immagine.
L’immagine è stata montata su una grande lamina di metallo.
Col tempo la tunica rosata non si è screpolata né scolorita.
Solo l’angelo ha cominciato a screpolarsi. Nessun colore conosciuto nel 1500 poteva resistere con la sua brillantezza per 500 anni. Dopo 25 anni i colori avrebbero dovuto sparire e la tela logorarsi. La cintura e la luna sembrano aggiunte posteriori e si sono screpolate. La colorazione del manto non ha spiegazioni, l’azzurro verdemare è di origine sconosciuta e molto brillante. Se derivasse da un ossido di rame si sarebbe scolorito mentre è rimasto perfetto. Eppure la tela è rimasta esposta per tanti anni alla venerazione dei fedeli, appesa come uno stendardo, senza protezione, senza vetro protettivo, inquinata dal fumo delle candele e dallo sfregamento delle mani, bagnata dall’umidità dell’aria, senza rovinarsi.

Dopo il 1929 cominciarono le scoperte negli occhi della Madonna.
Primo fu un fotografo che nell’occhio destro scorso il profilo del busto di un uomo.
Nel 1951 di nuovo la scoperta colpì un disegnatore. Si destò grande interesse scientifico e si cominciarono ad usare lenti di in gradimento su entrambi gli occhi con strumenti sempre più sofisticati. scoprendo via via altre figure.

Infine si usarono degli elaboratori elettronici di immagini. Digitalizzandole si poterono avere in gradimenti fino a 2500 volte e via via si rivelò un’intera e complessa scena con almeno una decina di personaggi, in pratica tutta la scena che stava davanti a don Juan quando entrò nell’anticamera del vescovo: un indio seduto a terra con la gamba sinistra sotto quella destra con sandali con lacci, i capelli legati dietro un orecchio, un anello o un orecchino, lo sguardo verso l’alto e le mani in atteggiamento di preghiera; una donna dai capelli crespi con un bambino; i servi del vescovo; un frate cappuccino con la barba; un uomo anziano con calvizie e barba con la chierica dei frati; un uomo con barba e baffi e profilo aquilino con un cappuccio a punta; un gruppo famigliare con un uomo, una donna e dei bambini, la donna porta un bambino dentro uno scialle.
Le immagini riflesse sono così piccole che riusciamo a vederle solo con tecnologie molto complesse, ma sembrano dipinte con una tecnica a noi sconosciuta.
Al centro delle pupille si vedrebbe inoltre un’altra scena, più piccola, anche questa con diversi personaggi. Nella puntata di Voyager del 12 ottobre 2009, viene detto che i personaggi fino a quel momento trovati sono 13.

La devozione che i fedeli hanno per la Madonna di Guadalupe è simile a quella per la Sindone.
La figura ha caratteristiche particolari che la ricollegano a divinità della religione azteca. Il mantello verde e blu con cui la Madonna appare iconografata era anche un simbolo della divinità chiamata Ometeotl. La Luna è un simbolo ricorrente nelle raffigurazioni mariane e pagane, quasi sempre associato alle divinità femminili. Elemento non trascurabile è il luogo dell’apparizione, ovvero la collina di Tepeyac, sulla quale sorgeva un tempio dedicato ad una dea locale la cui pianta sacra era proprio l’agave associata all’apparizione mariana.

I misteri della sacra immagine sono molti. Li riepiloghiamo:

-Studi oftalmologici realizzati sugli Occhi di Maria hanno scoperto che avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, torna a dilatarsi, esattamente come accade a un occhio vivo.

-La temperatura della fibra di maguey (ricavata da una pianta) con cui è costruito il mantello mantiene una temperatura costante di 36.6 gradi, la stessa di una persona viva.

-Uno dei medici che analizzò il manto collocò il suo stetoscopio sotto il nastro con fiocchi che Maria ha intorno alla vita (segnale che è incinta) e ascoltò battiti che si ripetevano ritmicamente, contò 115 pulsazioni al minuto, come per un bebè nel ventre materno.

-Non si è scoperto nessun tratto di pittura sulla tela. In realtà, a una distanza di 10
centimetri dall’immagine, si vede solo la tela cruda: i colori scompaiono. Studi scientifici non riescono a scoprire l’origine della colorazione che forma l’immagine, né la forma in cui la stessa è stata dipinta. Non si riscontrano tracce di pennellate né di altra tecnica conosciuta. Gli scienziati della NASA affermarono che il materiale che origina i colori non è nessuno degli elementi conosciuti sulla Terra.

-Si è fatto passare un raggio laser lateralmente sopra la tela, e si è evidenziato che la colorazione non è né al dritto né al rovescio, ma che i colori fluttuano a una distanza di tre decimi di millimetro sopra il tessuto, senza toccarlo.

-La fibra di maguey che costituisce la tela dell’immagine, non può durare più di 20 o 30 anni, mentre, a quasi 500 anni dal miracolo, l’immagine di Maria continua a essere perfetta come il primo giorno. La scienza non si spiega l’origine dell’incorruttibilità della tela.

-Nell’anno 1791 si rovescia accidentalmente acido muriatico sul lato superiore destro della tela. In un lasso di 30 giorni, senza nessun trattamento, se ricostituì miracolosamente il tessuto danneggiato.

-Le stelle visibili nel Manto di Maria riflettono l’esatta configurazione e posizione del cielo che il Messico presentava nel giorno in cui avvenne il miracolo.

-All’inizio del secolo XX, un uomo nascose una bomba ad alto potenziale in un arredo floreale, che collocò ai piedi della Tela. L’esplosione distrusse tutto ciò che era intorno, meno la Tela, che rimase in perfetto stato di conservazione.

-La scienza scoprì che gli occhi di Maria possiedono i tre effetti di refrazione dell’immagine di un occhio umano.

-Nelle pupille di Maria (di soli 7,8 mm) si sono scoperte minute immagini umane, che nessun artista avrebbe mai potuto dipingere. Sono due scene e si ripetono in tutte e due gli occhi. L’immagine del vescovo Zumárraga negli occhi di Maria fu ingrandita mediante tecnologia digitale, e ha rivelato che nei suoi occhi è ritratta l’immagine dell’indio Juan Diego, che apre la sua Tilma davanti al vescovo.
La misura di questa immagine? – la quarta parte di un milionesimo di millimetro.

-L’immagine è una pittura identica al dettaglio dell’Apocalisse 12: “apparve nel cielo un grande segnale, una donna avvolta nel sole, con la luna sotto i suoi piedi.”

-La Vergine ha un nastro con dei fiocchi sul ventre, è “incinta“ per indicare che Dio vuole che Gesù nasca in America, nel cuore di ogni Americano.

Juan fu canonizzato e fu il primo indio laico ad esserlo nella storia del cristianesimo.

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MASADA n° 1752 9-4-2016 IL PAESE DEI CORROTTI

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MASADA n° 1752 9-4-2016 IL PAESE DEI CORROTTI
Blog di Viviana Vivarelli

Il fascismo del denaro – Il Governo è un comitato di affari colluso con le lobby – Dov’è il piano energetico nazionale di Renzi? – Sono questi i politici che si comportano con disciplina e onore? – Un miliardo investito in petrolio produce 500 posti di lavoro, in rinnovabili 17.000 – Pessimi risultati del Governo Renzi – La contestazione di Renzi a Napoli – Gli scandali di Bagnoli – Contestazioni sul numero dei nuovi occupati. Le balle del Governo sostenute dai media – Col Jobs act Renzi ha speso 12 miliardi per ottenere 156.000 nuovi occupati, arricchendo gli imprenditori, quando col reddito minimo di cittadinanza e senza togliere l’art. 18 avrebbe sollevato dalla miseria ben 2.142.857 persone – Concentrazione dei media e omologazione dell’informazione – Il crollo dei mass-media. L’informazione del mondo è in mano a 6 megasocietà ma i giovani disertano i massmedia e gli ascolti dei tg e dei talkshow crollano – Aumenta la diseguaglianza economica e sociale- Una crisi inventata per arricchire i più ricchi e impoverire i più poveri- Il tafazzismo italiano – Corruzione renziana e prescrizioni- Abbiamo solo 230 detenuti per corruzione contro i 7.986 della Germania

La piazza stracolma di Reykjavík che chiede le dimissioni del Capo del Governo reo di avere incettato bottino nei paradisi fiscali è la bellezza di una contestazione che non esisterà mai in Italia.


Reykjavic

IL FASCISMO DEL DENARO
ALDO ANTONELLI

Strana, indecifrabile e quindi anche indicibile la sensazione che mi suscita quella piazza stracolma di gente che a Reykjavik ha protestato contro il primo Ministro Sigmundur Gunnlaugsson: 22mila persone su un totale di 330mila cittadini! Come dire 321mila persone a Roma: non ci sarebbe piazza che le potesse contenere; nemmeno il Circo Massimo con i suoi 90.000 mq, calcolando 3 persone a metro quadrato, riuscirebbe a contenerle! Invidia o compassione? Meraviglia o scetticismo? Speranza o diffidenza? Certo, ricordando le parole di Charles Péguy, secondo il quale “se c’è qualcosa di peggio di avere un animo malvagio è d’aver un animo assuefatto” e non possiamo non sperare che finalmente, in questa generale, grigia assuefazione che addormenta gli animi, ci si risvegli ai grandi ardimenti per una nuova narrazione.
Da più parti, in questi ultimi anni, si è puntato il dito contro l’omologazione cui ci costringe il processo di globalizzazione in atto, globalizzazione che altro non è se non un vero e proprio processo di colonizzazione. Secondo Umberto Galimberti, nell’attuale società tecnicamente complessa e pubblicitariamente invasiva, a noi, singoli cittadini, spesso sfugge lo scopo delle nostre azioni, mentre ci viene richiesta solo la “semplice esecuzione…non le responsabilità dello scopo”. Ora privare un’attività del suo scopo significa privare chi vi prende parte di un vero rapporto con il futuro, e senza futuro l’agire si muove in quell’orizzonte senza tempo che lo trasforma in un fare senza senso, pura risposta alle richieste dell’apparato, non dissimile dalla rigida risposta che ogni animale dà agli stimoli che provengono dal suo ambiente”. Non possiamo non ricordare il forte monito di papa Francesco contro l’indifferenza: “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo” (Misericordiae vultus; n.15).
Se non vogliamo restare stritolati in una società schiava del mercato, dobbiamo riscoprire la virtù della disobbedienza e la bellezza della contestazione e ritrovare il coraggio di dire NO!
NO al servaggio della politica all’economia!
NO alla brutalità di una finanza che satolla i pochi e lascia a bocca asciutta i molti!
NO alla follia delle cose inutili che ci vengono imposte come necessarie!
NO all’invasione della burocrazia nella nostra vita quotidiana!.
NO all’idea che si possano accettare come normali le guerre, la fame, la schiavitù infantile!
NO al ritorno dei muri e delle cortine di ferro!
NO ad una globalizzazione che libera i capitali e i delinquenti che li trafficano e imprigiona le persone!
NO!
“C’è un bisogno enorme di tornare a pronunciare quella parola. E invece ne siamo incapaci», diceva George Steiner: “Mi creda, sono sgomento di fronte all’acquiescenza di tante persone per bene, trasformate in campioni di fatalismo. Che dichiarano apertamente il loro scetticismo in ordine all’inutilità della protesta, quasi che protestare fosse diventato imbarazzante. Ma le personalità più grandi del nostro tempo, i Nelson Mandela, i Vaclav Havel, non hanno mai provato questo tipo di imbarazzo. Purtroppo la famiglia e la scuola, per non parlare dell’intero sistema mediatico, inoculano sistematicamente tale virus. Ci predispongono al più totale conformismo. Per questo è fondamentale riabituarsi alla resistenza contro i falsi idoli del nostro tempo. A partire da quello principale: il denaro. Anzi, il fascismo del denaro”.

Viviana
Ho sentito un corrotto demente in un talk show de La sette affermare: “Ma che c’è di tanto strano in questo servire le lobby? E’ sempre successo. Si pensi alla Fiat…”
Beh, e non ti sembra che queste porcherie debbano cessare?
Ormai non abbiamo più chi nega e si difende. OGGI CI SI VANTA!!!!!!
POLITICI CHE SI COMPORTANO CON DISCIPLINA E ONORE
Viviana
Sono rimasta basita su un post amorale che afferma senz’ombra di pudore che una legge, in quanto tale, non può essere mai reato, come se il legislatore nel fare una legge non dovesse osservare non solo la legalità formale ma soprattutto quei principi di ordine generale e di bene collettivo per cui la legge dovrebbe essere fatta.
Ritenendo che la legge si convalida come atto di imperio, non vi sarebbe nessuna differenza tra una dittatura e una democrazia, poggiando il potere di una dittatura sulla sua forza imperativa e sanzionatoria.
Il potere non giustifica il potere.
E una legge non si autogiustifica perché ha forza di legge.
Ordina la Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore“. E Rodotà aggiunge: “Non ha alcun senso dire che in un atto legislativo non vi è nulla di penalmente rilevante e che non è stata violata alcuna norma amministrativa“. Si cancellerebbe così la parte più significativa dell’art.54, che impone a chi svolge funzioni pubbliche non solo il rispetto della legalità, ma il più gravoso dovere di comportarsi “con disciplina e onore“.
Si sono comportati Renzi, la Guidi, la Boschi non disciplina e onore? Io credo proprio di no.

Dice Rodotà: “Vi è una categoria di cittadini che deve garantire alla società un “valore aggiunto, che si manifesta in comportamenti unicamente ispirati all’interesse generali. Ma da anni si è allargata un’area dove i servitori dello Stato si trasformano in servitori di se stessi, né onorati, né virtuosi. Al posto di disciplina e onore si è insediata l’impunità, e si ripresenta la concezione di una classe politica che si sente intoccabile. Questa idea ha infettato tutta la società, con un diffusissimo così fan tutti che dà alla corruzione italiana un tratto che la distingue da quelli degli altri paesi. Basta ricordare i parlamentari inglesi che si dimettono per minimi abusi nell’uso di fondi pubblici: i ministri tedeschi che lasciano l’incarico per aver copiato qualche pagina nella loro tesi di laurea: il Conseil constitutionnel francese che annulla l’elezione di Jack Lang per un piccolo sforamento nelle spese elettorali; il vice-presidente degli Stati Uniti Spiro Agnew si dimette per una evasione fiscale su contributi elettorali (mentre un Ministro italiano ricorre al condono presentandolo come un lavacro di una conclamata evasione fiscale). In Italia si è imboccata la strada opposta con la protervia di una classe politica che si costruiva una rete di protezione che, nelle sue illusioni, avrebbe dovuto tenerla al riparo da ogni sanzione”.

Ennio Flaiano diceva: “Scaltrito nel furto legale e burocratico, a tutto riuscirete fuorché ad offenderlo. Lo chiamate ladro, finge di non sentirvi. Gridate che è un ladro, vi prega di mostrargli le prove. E quando gliele mostrate: “Ah, dice, ma non sono in triplice copia!“”.

Non basta più l’evidenza di una corruzione onnipresente, che anzi rischia di alimentare la sfiducia e tradursi in un continuo e strisciante incentivo per chi a disciplina e onore neppure è capace di pensare. La corruzione all’italiana che ormai è un impasto di illegalità, impunità ostentata o costruita, conflitti d’interesse, evasione fiscale, collusioni d’ogni genere, cancellazione delle frontiere che dovrebbero impedire l’uso privato di ricorse pubbliche, insediarsi degli interessi privati negli stessi luoghi istituzionali (che non si sradica solo con volenterose norme sulle lobby). Fatale, allora, scocca l’attacco alla magistratura e l’esecrazione dei moralisti, quasi che insistere sull’etica pubblica fosse un attacco alla politica e non la via per la sua rigenerazione. E, con una singolare contraddizione, si finisce poi con l’attingere i nuovi “salvatori della patria” proprio dalla magistratura, così ritenuta l’unico serbatoio di indipendenza. Il caso del giudice Cantone è eloquente, anche perché mette in evidenza due tra i più recenti vizi italiani. La personalizzazione del potere ed una politica che vuole sottrarsi alle proprie responsabilità trasferendo all’esterno questioni impegnative. Alzare la voce, allora, non può mai essere il surrogato di una politica della legalità che esige un mutamento radicale non nelle dichiarazioni, ma nei comportamenti”. (Stefano Rodotà)

DOV’E’ IL PIANO ENERGETICO NAZIONALE DI RENZI?
Da un articolo di Mirko Busto

Qualcuno sa qualcosa sul Piano Energetico Nazionale che questo Galletti, commercialista amico di Renzi, messo come Ministro dell’Ambiente, avrebbe dovuto fare in ottemperanza alle direttive europee che chiedono di aumentare le rinnovabili per il bene di questo Paese?
L’Italia deve importare ben il 75.9% dell’energia che consuma (la media europea è 53,4). Peggio di noi fanno solo altri 6 stati membri dell’Ue (Malta, Lussemburgo, Cipro, Irlanda, Belgio e Lituania). Il gas estratto dalle trivelle adriatiche non è nostro, è delle società petrolifere che, con tutto che inquinano mare e terra e fanno ammalare gli Italiani, pagano pure le tasse più basse del mondo (dal 4% al 7% contro il 78% dell’Islanda) quando non pagano niente perché stanno sotto la franchigia. Per il petrolio è lo stesso. Il vantaggio va solo alle lobby del petrolio e alle mazzette dei politici corrotti. Intanto il territorio e il mare vengono scempiati con danni alla salute e all’economia e rischio di catastrofe per inquinamento. E il Governo ha anche la faccia di imporci le tasse sui carburanti più alte d’Europa!

Oggi il mondo è completamente dipendente dai fossili ma è urgente fare una transazione energetica. Alla COP21 di Parigi (vertice salva-clima) è emersa tutta la necessità di passare al più presto alle energie rinnovabili. Si cerca di contenere il riscaldamento globale dentro i 2 °, ma il rischio è di superarlo quanto prima.
Mark Jacobson e Mark Delucchi, due ricercatori dell’Università di Stanford, che studiano il problema energetico ci dicono che su 139 paesi analizzati, l’Italia si piazza al 27º posto, con il 7,8% di energia fornita da fonti pulite. Lontanissima dalla vetta del 100% di sostenibilità energetica entro il 2050, se si pensa alle sue potenzialità e male se si pensa che è ancora schiava di carbone e trivelle. E’ vero che il carbone è diminuito ma le trivelle sono più che mai sparse ovunque e fuori controllo.
Prima in classifica per rinnovabili è la Norvegia, che, nonostante la sua enorme disponibilità di gas e petrolio, ha raggiunto nel 2014 un importante 67% di energia fornita da fonti pulite.
Jacobson e Delucchi hanno calcolato la quantità di fabbisogno di energia (per elettricità, riscaldamento, trasporti o agricoltura) di ogni Nazione.
L’Italia dovrebbe puntare soprattutto sul fotovoltaico (77,7%), sull’eolico (11%) e l’idroelettrico (7,8%). Se si aumentasse l’efficienza energetica, il nostro Paese ridurrebbe il suo fabbisogno di un impressionante 34%. Oltre a ciò, le nuove tecnologie ed energie rispettose dell’ambiente potrebbero portare poi a ben 877.698 nuovi posti di lavoro. C’è da aggiungere altro?
Oggi, investendo 1 miliardo di euro in petrolio, si producono circa 500 posti di lavoro. Lo stesso miliardo investito in energie rinnovabili produce 17.000 posti di lavoro e senza rischi ambientali.
400.000 posti potrebbero nascere da una filiera virtuosa dei rifiuti (eco design cioè prodotti o sistemi rispettosi dell’ambiente, raccolta differenziata porta a porta, recupero di materia) se solo l’Italia iniziasse ad attuare le normative previste dall’Unione Europea.
Altri 600.000 nuovi posti di lavoro potrebbero arrivare investendo nell’efficienza energetica e nella riqualificazione. Senza contare quanto, l’investimento in questi settori, potrebbe portare in termini di risparmi e guadagni condivisi.
Questa tabella mostra quanti occupati nei vari settori escono da un miliardo di spesa

Occorrerebbe un Governo capace di fare un piano nazionale serio e moderno. Invece abbiamo un Governo che favorisce le lobby del petrolio o quelle di settori come le armi che alimentano solo terrorismo e guerre.
L’Italia è ricca di sole, vento ed energie pulite ma chi governa ha scelto la strategia dei fossili per i benefici privati che riceve dalle lobby petrolifere.
Secondo il rapporto di Greenpeace, nel 2014 sono stati persi 4 mila posti di lavoro solo nell’eolico. Nel frattempo però il Governo ha aumentato i contributi ai combustibili fossili, passando dai 12,8 miliardi del 2013 ai 13,2 miliardi di dollari del 2014 (il dato viene dal Fondo monetario internazionale ed è stato ripreso nel rapporto ‘Rinnovabili nel mirino’).
Quanto ci guadagneremmo in termini di occupazione, di bolletta e di ambiente se invece di compiacere l’azienda dell’amico dell’ex ministra Guidi, si attraessero investimenti da parte di aziende serie che si occupano di microeolico, fotovoltaico e rinnovabili?
L’Italia è un Paese che ha la sua forza nel territorio, nel turismo, nella cultura e nel manifatturiero delle piccole e medie imprese, non certo nella Tempa Rossa, nella Tav, nelle trivelle, nei Marchionne e nel petrolio.
(E se nell’eolico ci sono state delle furbate, è con leggi serie, processi forti e pene certe che si combattono, non certo portando al Governo quelli stessi che hanno commesso reati ambientali e truffe, depenalizzando, stoppando migliaia di processi con le prescrizioni facili e candidando o dando posti istituzionali a delinquenti seriali, come fa costantemente Renzi peggiorando addirittura il trend criminale di Berlusconi).
(da un articolo di Mirco Busto)

(Mirko Busto è un deputato 5stelle, ricercatore esperto in sostenibilità ambientale.
Laureato in ingegneria per l’ambiente e il territorio, ha conseguito il Dottorato in sistemi produttivi. È Ricercatore del Centro comune di ricerca dell’Unione europea.
E’ uno di quelli che i renziani chiamano ‘parlamentari venuti dal basso e privi di esperienza’. Provate a confrontarlo per competenza all’invisibile e inefficiente Gian Luca Galletti, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare nel Governo Renzi, commercialista.

PESSIMI RISULTATI DEL GOVERNO RENZI
Blog di Grillo

Renzie come Pinocchio in processione per le vie di Napoli è emblematico: uno sputtanamento popolare. Le balle su cui si fonda il suo Governo stanno crollando una ad una. La disoccupazione cresce, il Jobs Act ha fornito solo un trucco contabile il cui effetto nei dati è già svanito. Le tasse sono aumentate in due anni di 7,6 miliardi (16,7%, Uil). La povertà avanza incontrastata, 4 milioni e 102mila individui in condizioni di povertà assoluta (il 6,8% dell’intera popolazione, dati ISTAT): i poverissimi sono raddoppiati rispetto al 2007. I piccoli imprenditori continuano a chiudere bottega a causa di una pressione fiscale spropositata e di Equitalia. Strade, ferrovie e ponti sono in uno stato pietoso, quando non crollano, specialmente al sud mentre al nord si buttano miliardi di euro in grandi opere inutili come la TAV in Valsusa (e si parla del Ponte di Messina). Non ci sono soldi per gli incentivi alle rinnovabili, ma ce ne sono per gli inceneritori (che in Europa sono pagati dai privati). Miliardi di tagli alla sanità e pensioni sempre più magre. Un Paese in rovina.
Per due anni l’ebetino ha raccontato balle, che tutto andava bene e che il Governo avrebbe risolto i problemi. Sì: quelli dei petrolieri, delle lobby del gioco dell’azzardo e dei papà banchieri. Ai bisogni della gente comune è rimasto sordo, ha coperto le loro richieste con supercazzole rilanciate a tappeto dai media di regime. E’ sopravissuto per due anni grazie anche alla loro complicità. Lo scandalo Guidi e lo scoppio di Trivellopoli, che è appena all’inizio, hanno mostrato a tutti gli intrallazzi e gli affari sporchi di petrolio del Governo che considera opere pubbliche il giacimento di una multinazionale straniera. E’ intollerabile che dinanzi a un Paese in macerie e alla crescente povertà di milioni di italiani si pensi solo a tutelare gli interessi dei banchieri, dei petrolieri e delle altre lobby vicine al Governo.
Oggi a Napoli il Bomba ha capito che l’incantesimo si è rotto: nessuno gli crede più, il suo volto ormai è lo stesso di Berlusconi, di Craxi e degli altri politicanti che lo hanno preceduto. Il potere forte che lo manderà a casa è quello dei cittadini, con buona pace di Maria Etruria. L’Italia ha bisogno che si faccia l’interesse dei cittadini e il Reddito di Cittadinanza subito per restituire la dignità a milioni di persone.
Il M5S ha presentato in Senato la mozione per sfiduciare lui e tutto il suo Governo. Il loro tempo è finito.
Renzie, vedi Napoli e poi cadi.

RENZI CONTESTATO A NAPOLI DA MIGLIAIA DI CITTADINI

A Napoli i contestatari di Renzi non erano 4 gatti, come tentano di vendere i media, ma migliaia di Napoletani incazzati. Visto quello che è stato fatto finora con la Tav in Valsusa, nella terra dei fuochi, con le trivelle adriatiche, col petrolio siciliano, con le bugie e le truffe sulla zona ex Fiera, la loro rabbia è comprensibile
Dicono: “Il clan politico-affaristico che ha preso in mano il destino di Bagnoli, si accinge a presentare un piano speculativo, dissimulato da un profluvio di slide e scenari ingannatori che si diraderanno nel progressivo farsi delle cose. ll disegno è chiaro e conosciamo pure i beneficiari della svendita delle prerogative pubbliche. Fintecna pronta a costruire sul mare, sottraendosi agli obblighi e oneri di bonifica dei suoli e di demolizione della colmata, in quanto soggetto inquinatore e concessionario demaniale. Caltagirone, autorizzato a fare della ex Cementir residence di lusso. I costruttori napoletani, che puntano decisi su Nisida. Tutto ciò con buona pace della spiaggia pubblica e del parco». Da qui scaturisce l’appello a «difendere Bagnoli dalla cementificazione, per contribuire a migliorare la qualità della vita dell’intera città e area metropolitana».
A Napoli in migliaia hanno fatto bene a contestare Renzi che viene a pavoneggiarsi con la sua propaganda elettorale spacciando una bonifica fasulla da affidare agli stessi clan camorristico-affaristici che hanno già rovinato Napoli, come se i Napoletani fossero fessi e non sapessero chi sono Fintecna o Caltagirone e quali sporchi personaggi della camorra il Pd ha avuto la faccia di difendere in Parlamento salvandoli dai processi in cui avrebbero dovuto essere puniti e messi in condizione di non più nuocere
E’ in corso un processo a Bagnoli per gli inquinamenti prodotti dagli stessi che dovevano bonificarlo. E ora si vorrebbe proseguire sulla stessa linea?
Oltretutto Renzi ha anche fatto degli sgarri istituzionali, rifiutando di vedere il sindaco De Magistris, come era suo dovere, così da delegittimarlo come ha fatto con Marino.
Ha trattato Napoli come una città in guerra e l’ha minacciata di commissariamento.
Cosa si aspettava? Applausi e lancio di fiori?

Matteo Brambilla (candidato sindaco del M5S) dice: «I veri assenti, nella bonifica di Bagnoli sono i cittadini. Si vuole fare tutto con la massima urgenza e scavalcando quindi appalti legali e norme di legge. I tempi tecnici per le gare di appalto a Bagnoli non ci sono, ci saranno procedure di urgenza e dunque noi chiederemo al presidente dell’Autorità Anticorruzione, Cantone di controllare gli appalti. Renzi viene a dirci; “a Bagnoli la politica ha fallito, adesso ci penso io”. Ma lo diceva già Berlusconi e abbiamo visto come è andata a finire.”
Per l’ area di Bagnoli M5S chiede «spiaggia libera fino a Coroglio, con l’arretramento della Città della Scienza che occupa la spiaggia, e la destinazione di polo turistico-ludico, senza costruzione di nuove residenze. Ma secondo l’onorevole Roberto Fico «De Magistris non può chiamarsi fuori dal fallimento di Bagnoli. Il parco dello Sport e la Porta versano in condizioni vergognose».
Lo stessoCantoni dice che l’operazione di Bagnoli è molto difficile.
Insomma abbiamo solo una manovra propagandista. E lo scontro di Renzi con De Magistris certo non aiuta né Bagnoli né la democrazia.
Il messaggio è chiaro: oggi da Napoli inizia la grande battaglia contro il Governo Renzi e contro le sue politiche di macelleria sociale. Nel cuore di Napoli, nella Galleria Umberto I, davanti a una sagoma che raffigura un Pinocchio con sopra la scritta Pd, i manifestanti che da mezzogiorno hanno attraversato il centro città con un corteo di protesta contro l’arrivo di Renzi a Napoli, poi riuniti in assemblea, dicono che questo è solo l’inizio.
«Parte da Napoli la sfiducia dal basso al Governo – dice Eddy Sorge, attivista di Bagnoli Libera, all’Ansa – noi diciamo no al jobs act che ha precarizzato il mondo del lavoro, diciamo no alla cabina di regia su Bagnoli che per noi è illegittima. Bloccheremo noi Bagnoli ma non dandola in mano a chi ha inquinato quella terra come Fintecna e Caltagirone dove Renzi oggi si è rifugiato».
Durante l’assemblea i manifestanti dicono che «Renzi oggi ha dimostrato di aver paura».E in tv questa paura si vedeva.
Il suo trono sorretto da lobbysti, venduti, poltronisti e criminali, sta per crollare.

– Renzi contestato a Roma 5 nov 2011
– Renzi contestato nella ‘sua’ Firenze dai dipendenti comunali 10 set 2012
– Renzi contestato a Treviso 26 feb 2014
– Renzi contestato a Siracusa 5 mar 2014
– Renzi contestato a Scalea 26 mar 2014
– Renzi contestato a Reggio Calabria 14 mag 2014
– Renzi contestato a Modena 17 mag 2014
– Renzi contestato a Roma 22 mag 2014
– Renzi contestato in Puglia 13 set 2014
– Renzi contestato a Taranto 13 set 2014
– Renzi contestato a Milano 13 mag 2014
– Renzi contestato a Palermo 15 set 2014
– Renzi contestato a Bergamo 13 ott 2014
– Renzi contestato a Catania 28 nov 2014
– Renzi contestato a Reggio Calabria: 28 nov 2014
– Renzi contestato ad Avellino 29 nov 2014
– Renzi contestato a Bologna 3 mag 2015
– Renzi contestato a L’Aquila il 25 agosto 2015.

I tg a Napoli fanno vedere solo uno scontro sul lungomare. Non dicono mai il numero dei manifestanti. Non dicono che a Napoli solo a Piazza Dante c’erano 2000 persone.
I renzioti offendono i cittadini di Napoli dicendo che sono disoccupati fancazzisti. Renzi non offende solo il lavoro, offende il popolo.

Sondaggi, il Pd e il Governo perdono quasi 2 punti dopo lo scandalo Guidi. E un italiano su due chiede le dimissioni della Boschi. Guadagna terreno il M5S, che fa segnare un +0,5% e sale a quota 25,5%.


(Bagnoli, una bomba ecologica)

GLI SCANDALI DI BAGNOLI

A Bagnoli c’era un enorme complesso industriale dell’Italsider di 120 ettari. Nel 1992 chiude. 10 anni dopo si comincia a parlare di riconversione con un progetto per risanare la zona dai contaminanti, visto che c’è nel sottosuolo un’ampia presenza di metalli pesanti (arsenico, piombo, stagno, vanadio, zinco) e ci sono nelle acque tracce altissime di ferro, manganese e idrocarburi. Si comincia una barriera con impianto di trattamento delle acque per evitare la contaminazione del mare per falde inquinate ma le operazioni vanno a rilento, oscurate da processi e scandali. Quelli stessi che dovrebbero sanare inquinano: gli ambientalisti denunciano l’abbandono di 7000 tonnellate di amianto a cielo aperto, poi si trova amianto occultato nel sottosuolo.
L’area diventa oggetto di una serie di ambiziosi piani urbanistici che sfoceranno poi nella Variante occidentale al Piano regolatore approvato dal Consiglio comunale nel 1996. Nel 1990, Renzo Piano fa un primo piano di riconversione urbanistica. Siamo ai tempi di Bassolino. Si parla di : un Parco pubblico di circa 120 ettari, di cui 36 per attività sportive/ il recupero della spiaggia/ un approdo turistico di 700 posti/ un polo del terziario con istituti di ricerca e centri di produzione tv, poli artigianali ecc./ un polo congressuale …
Ma dopo 6 anni e una spesa di 400 miliardi di lire, la bonifica totale è solo al 30%.
Nasce la città della scienza. Si riparte con altri progetti.
Nel 2013 il progetto Bagnoli Futura, ormai in crisi subisce il colpo definitivo. Le aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli vengono sequestrate dai carabinieri per disastro ambientale. Iscritti nel registro degli indagati 21 ex dirigenti di vari enti locali e della società. Sequestrati tutti i cantieri. Seguono incendi ed atti vandalici.
Dei 190 milioni di euro di debiti contratti, 59 sono vantati da Fintecna per la vendita dei suoli e ciò provoca la messa in liquidazione di Bagnoli. Il fallimento conclude il progetto di recupero e trasformazione.
Ora Renzi ci riprova ma anche Cantone gli dice che è impossibile, dunque la sua è solo una mossa elettorale.
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schiavidellelobby
Il virus (le lobby massoniche parassite italiane) hanno fatto fuori il cavallo di Troia Berluscao perché troppo debole (per via dei suoi conflitti di interesse aziendali e la sua umana debolezze anche sessuale e di età) per poter perseguire i fini delle lobby massoniche. Infatti Berlusconi non è riuscito ad abolire l’art.18 e ad effettuare le riforme costituzionali ed elettorali, della scuola, del pubblico impiego e delle pensioni, della giustizia e della sanità volute dalle lobby massoniche e ha dovuto grazie al golpe di Napolitano, insieme a Monti, Letta e Bersani, cedere il passo al cavallo di Troia a Renzi. Questi è un rappresentante non eletto, che non ha bisogno del gradimento del popolo, ma è stato istallato al potere direttamente dalle lobby a cui solo risponde e delle quali esegue gli ordini. Così Renzi ha preso in possesso il Pd senza alcuna opposizione interna mentre le minoranze di partito si rendono conto che le loro poltrone e sopravvivenza economica e politica sono il prezzo da pagare del tradimento dell’Italia e pur facendo le pudiche prostitute continuano a prostituirsi senza abbandonare il corpo infetto.
Ogni tanto il lezzo del marciume assoluto ed infestante trapela, nonostante i tanti giudici acquisiti dal sistema massonico o acquistati dai politici (metodo deluchiano), l’informazione dei pennivendoli di Stato.
Intanto si fa finta che non siano criminali golpisti a governare l’Italia, che siamo ancora nel legittimo gioco di una democrazia malata e non in una delittuosa macabra spartizione degli ultimi resti del cadavere della fu Italia democratica.

Annamaria
Le correnti, le clientele, gli impresentabili, i baci in bocca ai peggiori potentati economici, passando per mafia capitale e per il golpetto notarile con cui ha divorato il suo stesso sindaco, fino alle primarie flop del 6 marzo scorso, con tanto di schede bianche gonfiate per farle sembrare meno flop” (Gilioli). Perfetta sintesi di quello che è oggi il partito delle anime morte. E mi dispiace per Giachetti, che certo è persona pulita: ma sta di fatto che ‘quel’ partito ha scelto, che ‘quel’ partito ha deciso di rappresentare a Roma e di portare di nuovo al Governo di Roma; e nemmeno il partito nella sua interezza, ma proprio la sua specifica ‘variante’ renziana.
E quando scegli di stare dentro un partito di anime morte, prima o poi muori anche tu.

MA QUANTI SONO QUESTI NUOVI OCCUPATI?
Viviana Vivarelli

Per un anno i media ci hanno bombardato di cifre fasulle sui nuovi occupati frutto del Job act, poi, poi, appena i 12 miliardi stanziati dal Governo sono cessati, tutte le cifre roboanti sono rientrate ed è risultato che i nuovi occupati ‘veri’ erano diventati solo 109.000. Anche considerandoli 120.000, lo Stato avrebbe speso 12 miliardi (regalandoli in pratica gli imprenditori che li hanno imboscati) per produrre solo 120.000 posti di lavoro, al piccolo costo di un milione di euro a posto di lavoro. Una assurdità!
Intanto Confindustria realizzava la bella conquista dell’articolo 18 cancellato con dipendenti che diventavano tutti licenziabili a piacere.
Intanto le cifre baravano perché esse sarebbero state ovviamente diverse a seconda che si considerassero contratti o posti di lavoro.
Nel 2015 Renzi ha speso 1,8 miliardi di incentivi per produrre 109.000 occupati, peccato sia lo stesso incremento del 2014 senza stupri costituzionali e senza incentivi a spese del contribuente che finanzieranno le imprese con 3,7 miliardi nel 2016, 3,9 nel 2017 e 2,1 nel 2018. Il totale fa 11 miliardi e mezzo più cifre non conteggiate per cui c’è chi parla addirittura di 18 miliardi (Se si considera che in media i nuovi contratti a tempo indeterminato hanno usufruito di 4.215 € ciascuno di sgravio, i costi previsti nel triennio ammontano a 15 miliardi. Ma, siccome il costo degli sgravi contributivi per il 2015 è stato di 6 miliardi, a fine 2017 si arriverà a un costo totale di 18,24).
http://www.linkiesta.it/it/article/2016/02/16/allarme-contratti-a-tempo-indeterminato-ce-un-buco-da-tre-miliardi/29290/
Se consideriamo solo i nuovi contratti, escluse le trasformazioni di contratti già esistenti,i nuovi occupati a tempo indeterminato nel 2015 possono essere 156.280. Con le coperture previste ogni nuovo contratto sarebbe costato 10mila €.
Prendendo per buona questa cifra e considerando il reddito minimo di cittadinanza richiesto dal M5S di 700 €,700 x 12=8400 l’anno a testa, dividendo i 18 miliardi per 8400, ci sarebbero state 2.142.857 persone beneficate, che sono ben di più dei 156.280 nuovi occupati (temporanei) di Renzi. Insomma col reddito minimo di cittadinanza si sarebbe combattuta la povertà innescando un volano per la ripresa. Col Job act di Renzi si sono arricchiti alcuni imprenditori senza innescare alcuna ripresa e tagliando diritti e tutele ai lavoratori.
E prendendo per buono che lo Stato avrebbe speso 10.000 € l’anno per ogni nuovo occupato, avremmo 10.000:12=838 €, che è addirittura superiore al reddito minimo
Qualunque conto si faccia, Renzi ha preso la strada peggiore
Ma il vero scopo della manovra era distruggere i diritti dei lavoratori a favore di capitalisti assatanati che con lui hanno trovato il grimaldello per distruggere i diritti Costituzionali, lo Statuto dei Lavoratori, lo stato sociale e la democrazia.
Poi, se uno è così fascista da volere proprio questo, che il diavolo se lo pigli ma non venga poi a parlare di fascismo e di democrazia e non accusi proprio il M5S di fascismo!

Ricordo il Testo della raccomandazione 92/441 CEE pubblicato anche sulla Gazzetta ufficiale:

Ogni lavoratore della Comunità europea ha diritto ad una protezione sociale adeguata e deve beneficiare, a prescindere dal regime e dalla dimensione dell’impresa in cui lavora, di prestazioni di sicurezza sociale ad un livello sufficiente. Le persone escluse dal mercato del lavoro, o perché non hanno potuto accedervi o perché non hanno potuto reinserirsi, e che sono prive di mezzi di sostentamento devono poter beneficiare di prestazioni e di risorse sufficienti adeguate alla loro situazione personali“.

“… il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea, ha auspicato l’introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d’inserimento nella società dei cittadini più poveri.”

Il Comitato economico e sociale, nel suo parere del 12 luglio 1989 in merito alla povertà, ha anch’esso raccomandato l’introduzione di un minimo sociale, concepito ad un tempo come rete di sicurezza per i poveri e strumento del loro reinserimento sociale“.

Dunque l’Europa raccomanda a tutti gli stati membri: “di riconoscere, nell’ambito d’un dispositivo globale e coerente di lotta all’emarginazione sociale, il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e di adeguare di conseguenza, se e per quanto occorra, i propri sistemi di protezione sociale ai principi e agli orientamenti esposti in appresso“.
E questo significa che al reddito minimo garantito si può avere accesso senza limiti di durata, purché il titolare resti in possesso dei requisiti prescritti e nell’intesa che, in concreto, il diritto può essere previsto per periodi limitati, ma rinnovabili. E’ un DIRITTO. Non è una mancetta come gli 80 euro a chi già lavora, il bonus bebè il regalino ai diciottenni o altre cretinate transitorie di Renzi che sono toppette estemporanee messe qua e là e non risolvono il problema della miseria che è arrivata a toccare 10 milioni di Italiani.
Secondo la Caritas che di poveri se ne intende, dall’inizio della crisi ad oggi la povertà ‘assoluta’ in Italia è più che raddoppiata, passando da 1,8 a 4,1 milioni di poveri. In punti percentuali si è passati dal 3,1% al 6,8% della popolazione. E i più poveri sono diventati ancora più poveri.
Ma Renzi preferisce beneficare lobby, banche, finanza e corrotti? O continuare in follie come la Tav in Val di Susa o il Ponte di Messina? O infognarsi nella guerra di Libia? O aumentare gli acquisti di F 35?

OMOLOGAZIONE DELL’INFORMAZIONE

Con l’accordo Espresso-Itedi, si uniscono Repubblica, Stampa e Secolo XIX. Nasce il 1° gruppo italiano dell’informazione stampata e digitale.
Ferruccio de Bortoli dice: “Se questa unione di Stampa con Repubblica l’avesse fatta B, la gente sarebbe scesa in piazza. Oggi invece nessuno ne parla. La fusione è pienamente giustificata da ragioni economiche, per investire nel digitale ma le sovrapposizioni tra redazioni sono evidenti: quale sarà il prezzo in termini di occupazione?” E di libertà?
Si assicura autonomia alle testate ma è chiaro che è stato fatto un altro passo verso il consenso unificato, una stampa accondiscendente a senso unico per formare un’opinione pubblica mansueta e malleabile. Un’altra sconfitta del pluralismo dell’informazione
Negli anni 80 quando si parlò di concentrare il Corriere con La Stampa si scatenò un furioso dibattito. E tutti attaccarono la concentrazione editoriale della Mondadori di B. Oggi nessuno fiata. Eppure questo gruppo ha anche 17 quotidiani locali oltre all’Espresso con un enorme potere di mercato che peserà quanto Mediaset.
L’informazione è sempre più soggetta a una oligarchia di pochi che comandano cosa la gente deve o non deve sapere. Il dissenso sarà sempre più emarginato e punito. E tutto questo va contro la democrazia in una stampa come quella italiana che già si trova al 67° posto nella libertà di informazione mondiale.
Dove non c’è un’informazione libera, pluralista, capace di criticare il potere e amante della verità, ci sono opacità, arbitrio, corruzione, disinformazione, disprezzo del merito.
Se con B l’informazione seria è stata combattuta a colpi di querela,Renzi la mette addirittura alla gogna e la punisce con la radiazione di chi dissente. Alla Leopolda Renzi fece la classifica dei giornali ‘gufi’, mostrando una totale intolleranza verso l’informazione indipendente. (ma Renzi, lo sappiamo, è allergico alla democrazia).
La posizione verso la stampa libera è addirittura peggiorata dai tempi di B. Con Renzi abbiamo perso 8 punti nella classifica della libertà di stampa.

IL CROLLO DEI MEDIA DI MASSA
da disinformazione.it (sunto)
P. Schneider

Aumenta da tempo una presa di coscienza nei confronti dell’informazione e i media generalisti appaiono sempre più squallide macchine di propaganda controllate da governi, banche e multinazionali. Sempre più persone preferiscono informarsi attraverso voci alternative, e di conseguenza l’influenza dei ‘vecchi’ media va sgretolandosi a vista d’occhio.
Tutti ora sanno che l’intero complesso dei media generalisti è di proprietà di una manciata di multinazionali. La favola della pluralità è crollata, quasi tutto ciò che vediamo, leggiamo ed udiamo attraverso i media è un messaggio diffuso a miliardi di persone da appena 6 mega-società. Esse hanno il potere di concordare decisioni importanti e – attraverso un sistema di controllo piramidale – stabilire di escludere dalla programmazione storie o punti di vista alternativi. per questo chi lo ha capito emigra verso i media alternativi. Fox News, società controllata da Murdoch, ha appena annunciato che cesserà di comunicare i dati d’ascolto in tempo reale. Molti sospettano che questa mossa nasconda il calo degli ascolti.
Il 98% dei giovani non si fida più dei media generalisti. Un sondaggio dell’Istituto di Politica di Harvard su 3.000 soggetti tra i 18 ed i 29 anni di età, registra che appena il 2% ritiene che i media generalisti siano in buona. Questi media sono schiavi delle multinazionali ed i telespettatori lo sanno sempre più.
Due giornalisti che lavoravano per Fox News verso la metà degli anni ’90 produssero un’inchiesta sulle “implicazioni per la salute umana” della somministrazione di ormone della crescita nei bovini usati per la produzione industriale di latte: “Con la storia della Monsanto ho capito come stessero realmente le cose”, ha raccontato la giornalista Jane Akre. Prima che la storia andasse in onda in redazione fu recapitata una lettera da parte della Monsanto, che minacciava che una eventuale messa in onda avrebbe avuto “conseguenze disastrose per Fox News.” Il direttore generale li convocò ed impose loro che la storia fosse modificata. “La notizia è ciò che noi decidiamo che sia una notizia … se rifiutate di presentare questa inchiesta nel modo che noi riteniamo opportuno, sarete licenziati.” Ma a giudicare dall’enorme quantità di adesioni alla manifestazione contro la Monsanto la notizia si sparse lo stesso.
Le voci indipendenti hanno più successo che mai. I media generalisti non riescono più a controllare ‘la storia’ come facevano una volta, perché i nuovi media diffondono le versioni alternative tradizionalmente oscurate.
In Italia scricchiolano i Talk Show ‘politici’ ed i Tg della sera. Ha avuto un certo clamore, a fine settembre, la critica di Renzi ai talk show politici del martedì sera. Ha caricato Floris e Giannini (Giannini non è stato riconfermato). 15 giorni dopo Auditel ha deciso di sospendere la comunicazione dei dati d’ascolto. DataMediaHub ha dimostrato che gli ascolti dei tg serali sono in costante calo. L’Auditel è un antiquato sistema di rilevamento statistico applicato ad un piccolo gruppo di persone ben consapevoli del loro ruolo e questo è il vizio originario: Se studi un ristretto sistema sociale composto da individui consapevoli del tuo studio, automaticamente lo stai alterando. In verità, in tempi di ‘rivoluzione digitale’ sarebbe un gioco da ragazzi contare in tempo reale le percentuali esatte di audience televisiva di un’intera nazione. Ci si chiede come mai le aziende che pagano fior di quattrini per pubblicizzare i loro marchi in tv continuino ad accettare che l’audience sia rilevata su un campione inattendibile.
In USA i media generalisti dipendono dai servizi segreti. In Germania sono stati rivelati i nomi di 321 persone pagate per portare avanti una propaganda filo statunitense. Ovviamente anche giornalisti di altri Paesi Europei sono coinvolti in questo scandalo, soprattutto inglesi e italiani. Un giornalista italiano può ricevere anche 20000 dollari per schierarsi dalla loro parte. Se scrivesse a favore della Cina, della Russia o di qualunque altra nazione nemica del suo padrone, sarebbe stato tagliato fuori dal mondo giornalistico.
Così le indipendenti aumentano (web) e assistiamo a un crollo verticale nel campo dell’editoria, sia in Italia con Mondadori, Rcs e Sole 24Ore in grave crisi, che praticamente in tutti i paesi del blocco globalizzato.
Un tempo la TV era più attendibile, ma, come conquistò la fiducia della gente, fu sfruttata per diffondere disinformazione e manipolare le emozioni. Anche il web lentamente sta cambiando, purtroppo non in meglio. Attenzione.

ALESSANDRO GILIOLI

«Il primo 1% degli americani si porta a casa ogni anno quasi 1/4 del reddito della nazione. In termini di ricchezza del Paese, questo 1% controlla il 40%. 25 anni fa i termini di quel rapporto erano 12 e 33.Tutta la crescita degli ultimi decenni è andata a chi stava in cima».
Sono parole dell’economista premio Nobel Joseph Stiglitz, dal suo ultimo libro “La grande frattura”che sta creando nel mondo grande dibattito economico e culturale: l’effetto delle crescenti ed eccessive disuguaglianze sulle nostre società.
È la questione per eccellenza, altrove. Al centro del confronto politico per le presidenziali Usa, che sia pane per la dx populista o nello spostamento “a sx” del dibattito nei democratici. La questione posta in modo monumentale da Piketty tre anni fa e poi al centro dei maggiori saggi sociologici ed economici successivi – e non solo di Stiglitz: da Antony Atkinson a Robert Reich, da Ulrich Beck a Yanis Varoufakis.
In Italia, purtroppo, pare che tra gli intellettuali il tema non sia altrettanto sexy. Dopo il grande Edmondo Berselli nel suo testamento politico, ne hanno scritto in pochi.
Altrettanta latitanza viene dalla politica. È difficilissimo trovare qualcuno che faccia della disuguaglianza il tema su cui battere ogni giorno, in ogni occasione pubblica, in ogni talk show. Ma ogni giorno proprio, come Salvini fa sugli immigrati e Renzi sul nuovismo. Forse è anche per questo che in Italia è semi-sparita la sx: perché è sparito dal dibattito pubblico il tema che, come spiegava Bobbio, è per eccellenza la ragion d’essere della sx.
In questo deserto, va accolto con gratitudine il lavoro di un cronista: si chiama Riccardo Staglianò, scrive da anni su ‘Repubblica’ di vari temi – spesso legati a Internet – e da quelli è partito per raccontare nel suo ultimo libro (“Al posto tuo”) un fenomeno molto contemporaneo, cioè la correlazione tra l’aumento delle disuguaglianze e la crescita del peso dei robot e degli algoritmi nella produzione. Banalmente, Staglianò racconta la fine di un meccanismo che più o meno aveva funzionato almeno due secoli: quello che redistribuiva una parte degli utili prodotti dalla aziende attraverso il salario. Che, diceva Marx, era comunque più basso rispetto alla ricchezza prodotta da quel lavoro, ma comunque consentiva ai lavoratori di avere un reddito.
Non è il primo libro uscito sul tema della rarefazione del lavoro e dei suoi effetti sociali.
Ma in Italia è merce rara. Cade l’illusione per cui ogni grande cambiamento tecnologico produce più posti di lavoro di quanti ne distrugga, com’era avvenuto per il passaggio dall’agricoltura all’industria e dall’industria al terziario. Il fatto che sia sempre avvenuto così non vuol dire affatto che debba avvenire sempre così: anzi, tutto quello che sta accadendo e che è già accaduto dimostra il contrario. I temi che emergono sono giganteschi: a partire dalle modalità non più legate al lavoro con cui si possono ridistribuire almeno parzialmente i profitti delle corporation che incassano cifre ciclopiche con pochissimi lavoratori: come quelle digitali, per capirci. È questa, appunto, la questione economico-sociale centrale del nostro tempo, il principale motivo per cui si è impoverita la classe media, nonché la radice di ogni astensionismo e di ogni movimento o leader “antisistema” dall’Europa agli Usa.
Ed è questo oggi l’epicentro della Politica – con la P maiuscola – mentre noi stiamo qui a scazzarci sull’ultima uscita di Serracchiani o Di Maio.

UNA CRISI INVENTATA PER ARRICCHIRE I PIU’ RICCHI E IMPOVERIRE I PIU’ POVERI
Viviana Vivarelli

La crisi è stata imposta dai più ricchi e ha arricchito i più ricchi facendo diventare più poveri i poveri. Tutto secondo i precetti e le mire del capitalismo più bieco. A questo capitalismo perverso la sx italiana (non diversamente da quella europea) ha leccato i piedi con un tradimento delle proprie radici e dei propri ideali talmente ripugnante da gridare vendetta. Nessuna meraviglia se l’estrema sx si sta dissolvendo in una crisi di credibilità e se quello che ancora si chiama csx renziano altro non è che un ricettacolo di fascisti, corrotti, indagati, condannati, voltagabbana, piccoli arrivisti da strapazzo e confluenti dalla teppa di Berlusconi.
Il colmo della bassezza è stato convincere le vittime che la colpa era loro perché “avevano vissuto al di sopra delle loro possibilità”. Ora venire a dire a un povero, a un pensionato al minimo, a un salariato, a un precario, a un disoccupato che “hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità” è cosa di una tale iniquità che andrebbe punito con l’ergastolo. Ma le vittime, plagiate dai media, questo hanno ripetuto come dei mentecatti.
La crisi, voluta, imposta e costruita dai gruppi di potere finanziario “a tavolino” e iniziata nel 2008 con la riunificazione delle banche di risparmio con quelle di investimento, la liberalizzazione sfrenata dei subprime, una Borsa e una Finanza in totale anarchia e usura come pirati all’arrembaggio, un sistema bancario che di fatto è il padrone dei governi europei e un sistema europeo suddito di una Bce tesa all’arricchimento dei super ricchi secondo i dettami del Fm, ha ottenuto questo mirabile risultato di aver peggiorato il divario tra ricchi e poveri costringendo questi ultimi ad una schiavitù tanto economica che mentale e ad una progressiva impotenza contro ogni principio di democrazia violato.
Il giornalista economico Federico Fubini su Repubblica ricorda che 8 anni fa, all’inizio della crisi (fu l’anno del fallimento di Lehman Brothers, evento simbolo della grande crisi) i 18 milioni di Italiani che rappresentavano il 30% della nostra popolazione, avevano in totale 114 miliardi di euro (liquidi + risparmi investiti ed immobili). Se invece si sommavano i patrimoni delle 10 famiglie più ricche d’Italia (Caltagirone, Armani, Berlusconi, Ferrero, Del Vecchio ecc) si arrivava a 58 miliardi di euro. 58 contro 114.
10 famiglie avevano la metà di quanto posseduto da 18 milioni di poveri. Oggi le cose sono peggiorate. I 18 milioni di poveri hanno 16 miliardi in meno. Le 10 famiglie italiane più ricche hanno raddoppiato il loro patrimonio. I vari Monti, Letta, Bersani e Renzi hanno favorito in una linea di perfetta continuità gli interessi dei Paperon de Paperoni, dissolvendo i diritti e i beni dei più poveri mentre di pari grado si indeboliva e dissolveva lo stato sociale marciando verso quella ‘privatizzazione a 360 gradi di beni e servizi’ che è la meta finale di Renzi. Dunque più poveri e con meno assistenza pubblica, e tutto per arricchire ancora di più chi già era super ricco e porta le ricchezze rubate nei paradisi fiscali, mentre nel contempo si tagliano diritti democratici e di civiltà.
Come disse un giudice progressista americano: “Possiamo avere una democrazia oppure una ricchezza concentrata in poche mani, ma non possiamo avere entrambe le cose».
Oggi, con l’aiuto anche di questo fasullo csx, la democrazia si sta trasformando in oligarchia. Ma che noi, che ricchi non siamo, si sia così sciocchi da votare per gli oligarchi (banche, lobby, sistema finanziario) e chi li rappresenta e pastura (il Pd) è davvero un atto suicida.
Io non mi scandalizzo che i superricchi cerchino con ogni mezzo di diventare più ricchi, è la loro natura e maledizione. Io mi scandalizzo quando chi non è ricco vota per interessi che non sono i suoi, dunque vota contro se stesso. Ma si vede che questa sarà anche terra di poeti e navigatori, ma è soprattutto ‘la terra di Tafazzi’ che gode martellandosi le palle.

LA SINDROME DI TAFAZZI

C’è chi nasce killer. Chi nasce ladro di Stato. Il Pd è nato con la famosa e rinomata sindrome di Tafazzi e a volte pare quasi che l’abbia inventata. Tafazzismo, malattia genetica dei trinariciuti: martellarsi le palle con un grosso randello e poi dare la colpa del proprio masochismo agli altri!
Ma si può essere più idioti?! E ovviamente gli elettori del Pd lo sono anche di più!
Come scriveva Guareschi, il trinariciuto o uomo con tre narici, è simbolo di rimbecillimento e di rinuncia al ragionamento individuale in quanto dotato della terza narice che “ha una sua funzione completamente indipendente dalle altre 2: serve di scarico in modo da tener sgombro il cervello dalla materia grigia e permette l’accesso al cervello solo delle direttive di partito oggi del solo Renzi), che devono sostituire il cervello umano pensante e accettare ogni sorta di paradosso o diktat del capo, tipo: “odia B”, “Contrordine compagni: “Ama B!”
Tafazzi è definito lo zero comico assoluto, è l’insulsaggine diventata mito, è l’Italiano pecora o caprone, ma mai uomo pensante. Nonostante la sua palese e completa coglionaggine, il tafazzismo è entrato nel linguaggio comune come sinonimo del comportamento politico masochista per eccellenza. Martellatevi le palle, piddini! Appunto!
La malattia è seria è incurabile, di origine probabilmente genetica. Sembra che nel 1996 la genetista Silvia Bione abbia individuato la proteina responsabile della sindrome, una forma di 3-metilglutaril aciduria, e l’abbia battezzata ‘tafazzina’ per l’assiduo lavoro di ricerca necessario alla sua scoperta, totalmente inutile, dal momento che i tafazziani, invece di curarsi, esibiscono la loro stupidità. A che servano non si capisce, visto che l’unico loro risultato è tenere al potere una casta famelica di ladri e ingannatori che si perpetua di padre in figlio (oggi anche di padre in figlia) martellando loro le palle. Ma il tafazzista piddino è così: più soffre, più gode. In più rompe le palle a chi tafazzista non è, insistendo perché si allei con lui regalandogli i voti aggratis, cosa che qualunque persona anche con un solo neurone rifiuta, ma che i tafazzisti perseguono con acre entusiasmo! Il tafazzismo è una sorta di parafilia sessuale in cui l’orgasmo si ottiene solo se il soggetto, da solo o con l’aiuto del suo boss, prova dolore e umiliazione, condizione che negli ultimi 20 anni i piddini hanno conosciuto molto bene, visto che non ne sono ancora usciti accettando dopo il tristo connubio con Berlusconi quello attuale con il pulirinquisito Verdini, il che dice che la malattia ormai è troppo estesa per essere curabile.
Per quanto i tafazzisti piddini non abbiano da offrire altro che i loro suicidi assistiti, estenuanti nel tempo e che tendono alla fine assoluta, essi insistono per associare nel loro tentativo di eutanasia altri gruppi come i 5stelle, che li guardano sbigottiti come una setta satanica nonché deficiente.
Come il sadico ha bisogno del tafazzista, così Fi e Pd sono gemelli monizogoti (praticamente identici) che sui tafazzisti ci prosperano.
Fi gode nel far del male agli altri per far contento solo uno.
Il Pd gode nel far del male a se stesso, senza fare contento nessuno!
Ma la natura non cessa di offrirci i suoi complementari. Come esiste il neutrone così esiste l’anti neutrone. L’unica nostra speranza è che, come il neutrone e l’antineutrone incontrandosi si annientano, così avvenga anche per Pd/Fi quando troveranno la forza politica realmente opposta che li annienterà. Ma ostinarsi a credere che sia ancora un Ingroia coi suoi 756.000 voti è da minorati mentali.

CORRUZIONE RENZIANA
Viviana Vivarelli

Ogni giorno le cronache giudiziarie ci offrono un nuovo scandalo Pd.
Visto che dei corrotto vecchi e nuovi in carcere non ce n’è nemmeno uno, grazie alle belle leggine fatte dalla banda Berlusconi/Renzi e compagnie precedenti come la banda tripartita Pd/Pdl/Lega, che hanno fatto della giustizia un colabrodo, i corrotti specie se politici possono sbattersene anche delle intercettazioni e del sistema processuale e penale
Per male che vada finiranno in uno degli inutili e costosi processi che saranno troncati dalle prescrizioni facili prima di arrivare a sentenza
Lo sapete che siamo l’unico Paese del mondo ad avere 3 gradi di giudizio e la prescrizione? Lo sapete che a Roma il 30% dei processi è troncato dalla prescrizione? Lo sapete che 165.000 processi cadono ogni anno grazie alla prescrizione?
Vi rendete conto che la prescrizione è un enorme regalo alla corruzione e che Renzi ha addirittura abbreviato i termini? E ha avuto pure la faccia di attaccare i giudici perché non fanno processi rapidi e veloci!!
Solo per arrivare a una sentenza di 1° grado in Italia occorrono in media 500 giorni.
Si pensi solo ai tantissimi processi per corruzione: solo poche decine di condannati scontano la pena perché tutti gli altri sono prescritti. Un enorme costo per lo Stato di 84 milioni di euro e la giustizia derisa.
Perché non vi chiedete come mai abbiamo solo 230 detenuti per corruzione contro i 7.986 della Germania? E chi ha fatto leggi colabrodo che lasciano i corrotti impuniti e gli evasori graziati?
Come mai leggo tanti post contro le intercettazioni in nome della famigerata ‘privacy’ e nemmeno uno contro la prescrizione facile?

-Strage di Viareggio: 31 morti e 25 feriti, reati di incendio colposo, disastro ferroviario colposo, omicidio.. a rischio di prescrizione.
-Disastro di Porto Marghera: 28 accusati di strage, omicidio e lesioni plurime per aver causato 157 morti per tumore tra gli operai del Petrolchimico, e disastro colposo per aver inquinato con gli scarichi aria, suolo, sottosuolo e acque lagunari. Tutti liberi.
-Licio Gelli: reati contro lo Stato, associazione segreta pericolosa e enorme evasione: prescritto.
-Processo Mills: B accusato corruzione in atti giudiziari per le mazzette da 600 mila dollari al testimone. Prescritto
Processi intercettazione Fassino-Consorte, corruzione giudiziaria della
Mondadori, falsi in bilancio della Fininvest (caso All Iberian). Prescritto.
Prescrizioni:
-Processo Cassiopea, gestione illecita di rifiuti, 40 aziende. 97 rinvii a giudizio per imprenditori, faccendieri e mediatori con accuse di associazione a delinquere finalizzata a disastro ambientale e all’avvelenamento delle acque, realizzazione e gestione di discariche abusive. Tutti prescritti
-Processo Penati, rete di mazzette per 2 milioni. Prescritto
-Discarica di Pitelli, inquiamento ambientale, 11 inquisiti. Tutti prescritti
-Palenzona, big della finanza, autostrade e costruzioni, intasca almeno un milione di euro su una rete di conti di famiglia tra Svizzera e Montecarlo, mai dichiarati al fisco, Prescritto
-Caso Mose, mazzette al sindaco Orsoni. Prescritto
-Caso Geronzi: false dichiarazioni alla Banca d’Italia. Prescritto
-Processo Artemide: disastro ambientale, 30mila tonnellate di rifiuti nella piana di Sibari. 8 prescritti.
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Qualcuno ha detto che una legge non può essere reato perché la legge è giustificazione a se stessa!! Non credo proprio. La legge non si convalida per il fatto stesso di esistere. La legge deve essere ‘giusta’ e perseguire l’interesse generale. Solo in ciò si convalida.
Una legge fatta solo per favorire bassi interessi privati, ottenere mazzette, angariare i cittadini, favorire gruppi di interessi ristretti o stranieri non è una legge giusta. E’ un reato dal punto di vista delle coscienze e chi la mette in essere ha tutto il diritto di essere cacciato.
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Favole dal mondo …..
da Salvatore Titolo

Primavera nel Deserto dei Gobi, Mongolia del sud. Una famiglia di pastori nomadi aiuta a far nascere i cammelli del loro branco. Una cammella ha un parto terribilmente difficoltoso e doloroso ma, con l’aiuto della famiglia, viene alla luce un bellissimo cucciolo bianco. Nonostante gli sforzi dei pastori, la madre rifiuta il nuovo nato, negandogli brutalmente il suo latte e l’amore materno. Quando tutte le speranze per il piccolo sembrano essere svanite, i nomadi inviano due dei loro bambini nel deserto, in cerca di un musicista… Il suono arcaico del violino e i canti melodici di una delle donne arrivano al cuore della madre del piccolo cammello: quando le viene portato nuovamente il cucciolo, scoppia in lacrime e gli lascia finalmente prendere il latte di cui ha bisogno per sopravvivere…

RIDIAMARO :- )

VEGANI

Oh, Signore, perché ci hai punito creando i vegani? Non li potevi far mangiare dai cannibali?
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Stavo aggiungendo latte alla mia colazione, quando un collega vegano disse: “Ma non sai che il latte appartiene ad un vitello?”. Se non fosse stato il mio primo giorno di lavoro, avrei risposto: “Sì, ma non amo mangiare anche il vitello a colazione”.
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Una coppia vegana che vuole rendere la propria relazione più focosa, compra un libro chiamato “Il piacere del Sesso”. Un amico, passato un po’ di tempo, chiede loro: “Come è andata con il libro?”. La donna risponde disgustata “Malissimo, va contro ogni principio. Non immagini cosa dica di mettere dentro la bocca!!!”.
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Sto seguendo una dieta strettamente vegana. Mangio solo vegani.
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Salva una pianta. Mangia un vegano!
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Una volta lessi qualche delirio veg in cui, alla domanda “perché non mangiate le uova, le galline le depongono naturalmente a prescindere dall’uomo”, la risposta fu “perché non so se la gallina vuole che io le mangi”.
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I vegani? Sono ottimi come contorno per la tagliata di vitello.
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Crozza cuoco vegano

E’ comprovato che le piante hanno sensibilità e percepiscono dolore, emozioni e intenzioni! Per cui la tesi vegana è senza fondamento
Guarda questo strepitoso video

per cui ai vegani resta una cosa sola: suicidarsi.
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I vegani non li ho mai provati ma non credo che mi piacerebbero, nemmeno con un contorno di salsicce (Viviana).
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La libertà di scelta oggi è così risicata che le rivendicazioni dei vegani di ‘non’ mangiare quello che gli pare mi sembra come la rivolta del Bounty Quando passeremo alla libertà di ‘non’ avere i politici che mangiano noi, saremo al top della scalata alimentare (Viviana).
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Carnivoro al ristorante: “Cosa consiglia di secondo lo chef ?”.
Cameriere: “Filetto alla James Bond”.
“Sembra buono, ma com’é?”.
“Freddo, duro e con nervi di acciaio”.
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PAROSSISMI
Un Vegano etico rifiuta il consumo di ogni tipo di carne (compresa la carne delle creature marine, ovvero pesce, crostacei e molluschi), latte e derivati, uova, miele e altri prodotti delle api, anche quando presenti in forma di ingredienti in altri alimenti, come prodotti da forno preparati con strutto, pasta all’uovo o brodo di carne.
Un Vegano etico inoltre indossa solo capi in fibre vegetali e sintetiche ed evita l’acquisto di ogni capo di origine animale (pelliccia, pelle, lana, seta e imbottiture in piuma), usa cosmetici, prodotti per l’igiene personale, prodotti per la pulizia della casa non testati su animali e possibilmente privi di ingredienti di origine animale, e in generale evita l’acquisto di altre merci con parti animali (come divani in pelle, tappeti in pelliccia, ornamenti in avorio, oggetti in osso, pennelli in pelo animale, ecc.). Insomma una vita di mer-a..ma anche la mer-a è da scartare perché di origine animale.
Ma cosa hanno fatto di male costoro nelle vite precedenti per nascere vegani?
Anche tutti gli oggetti in acciaio sarebbero da evitare, poiché la produzione avviene con l’uso di grassi animali. Inoltre, l’origine animale di alcune sostanze ambigue o il coinvolgimento di derivati di origine animale nelle fasi di produzione non è sempre facilmente accertabile. Ad esempio, spesso la coltivazione agricola prevede l’impiego di concimi di origine animale.
Ne deriva che biodinamica e Veganismo non vanno d’accordo: i Vegani etici non possono mangiare ortaggi prodotti con concimazione animale. Né bere vino da agricoltura biodinamica. A meno che il produttore non certifichi che il letame derivi dalla raccolta di escrementi emessi da animali allo stato brado o animali da compagnia (difficile, eh?).


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http://masadaweb.org


MASADA n° 1753 11-4-2016 GUERRA ALLE LOBBY, GUERRA AL NUOVO FASCISMO

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MASADA n° 1753 11-4-2016 GUERRA ALLE LOBBY, GUERRA AL NUOVO FASCISMO
Blog di Viviana Vivarelli

Guerra contro le lobby – A rischio le intercettazioni, in quanto mezzo più efficiente per scoprire la corruzione della Casta – Una vittoria del M5S alle amministrative potrebbe segnare l’uscita dalla zona euro? – Il Pd ha polverizzato la sx – Lo sterminato potere delle banche. Ogni anno ci rubano solo in tasse non pagate 275 miliardi – Apologia dell’onestà nel Paese dei corrotti (Calvino) – Ma anche lo scandalo dei paradisi fiscali dobbiamo ingoiare? –Il fallimento economico dell’austerità – L’Europa decide per l’Irlanda la fine dell’austerità? – Renzi, servo dei poteri neoliberisti –

Secondo l’ultimo report dell’organizzazione Trasparency International l’Italia è al 69° posto nella classifica della percezione della corruzione, tra gli ultimi in Europa, sotto Grecia e Bulgaria. Al vertice della classifica mondiale Danimarca, Finlandia, Svezia e Norvegia e Nuova Zelanda.

Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri, traditori, non è vittima, è complice.”
(George Orwell)

La corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti”.
(Sandro Pertini, discorso di fine anno, 1979)

Non abbiamo sconfitto i corrotti, abbiamo solo selezionato la specie”.
(Piercamillo Davigo)”
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Scriveva Pasolini nel 1975: “Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, collaborazione con la Cia, uso illegale di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell’esplosione “selvaggia” della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della televisione. Senza un simile processo penale, è inutile sperare che ci sia qualcosa da fare per il nostro Paese. È chiaro infatti che la rispettabilità di alcuni democristiani (Moro, Zaccagnini) o la moralità dei comunisti non servono a nulla.”
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Chissà cosa avrebbe scritto ora?
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Il fascismo, in realtà, aveva reso gli italiani de pagliacci, dei servi, e forse in parte anche convinti, ma non li aveva toccati sul serio. Nel fondo dell’anima, nel loro modo di essere. Questo nuovo fascismo, questa società dei consumi, invece, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell’intimo, ha dato loro altri sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Non si tratta più, come all’epoca mussoliniana, di un’irregolamentazione superficiale, scenografica, ma di una irregolamentazione reale che ha rubato e cambiato loro l’anima. Il che significa, in definitiva, che questa “civiltà dei consumi” è una civiltà dittatoriale. Insomma, se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la “società dei consumi” ha bene realizzato il fascismo“.
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L’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione. Tutti si sono adattati o attraverso il non voler accorgersi di niente o attraverso la più inerte sdrammatizzazione”.
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GUERRA CONTRO LE LOBBY
Viviana Vivarelli

Questa non è una battaglia contro le trivelle.
E’ una battaglia per la democrazia.

Perché Renzi odia tanto le rinnovabili e ama tanto le energie sporche?
Perché è stato messo su come un fantoccio da quegli stessi poteri che tengono nelle loro mani avide il mondo e ne fregano della pace, dell’ambiente, del progresso dei popoli, del futuro delle genti, della democrazia, e vogliono solo distruggere questi beni per aumentare le loro spaventose ricchezze.
Non è solo una lotta tra energie pulite e sporche.
E’ una guerra tra una visione dittatoriale del mondo e una visione democratica.
Io sono una no global (non sono una casaleggese come qualche idiota ha scritto).
E mi pongo, insieme a milioni nel mondo, come Davide contro Golia, contro i grandi potentati della Borsa, della Banca, delle multinazionali, della BM, del FMI, del WTO e anche della parte più iniqua dell’UE e della BCE, strumenti di quel neoliberismo esiziale che sta distruggendo la Terra e immiserisce l’umanità economicamente e moralmente, piegandola ad una visione distorta di se stessa, del suo senso, del suo merito, delle sue possibilità, sotto la crescente spada dell’intimidazione, della paura e della fame. Una visione, quella neoliberista, quella di Marchionne per intenderci o di Berlusconi o di Renzi, che al centro non ha l’uomo e i suoi valori e diritti, il suo progresso economico o morale, ma il potere, la merce, il lucro, il capitale, nel cui nome si è pronti a fare ogni sorta di abominio, ad accettare gli incesti più blasfemi, in una visione distorta e demoniaca della supremazia di pochi su tutti, che schiaccia ogni altro nel regno degli schiavi o dei succubi, o lo spinge ad omologarsi al male per non perire, infettando come una marea nera e vischiosa l’uomo libero e cambiandolo nel contrario di se stesso, volgendolo contro il suo stesso interesse, mentre l’ideologia nera perverte le istituzioni, stravolge i valori, svuota i controlli, calpesta la Costituzione, aumenta la crescente impunità dei potenti, distrugge la democrazia.
E’ chiaro che la nostra dovrebbe essere anche la battaglia della sx ma l’odio che anche la sx ha sempre avuto verso il mondo no global è prova della sua perdita irrimediabile di coscienza e di intelligenza e dunque della sua fissità e fine.
Ci fu un tentativo andato a male, con Mussi e la sx arcobaleno, di unire le istanze della sx con quelle del mondo no global ma l’estrema sx la respinse con schifo per morire poi in se stessa incapace di rinnovarsi e di cambiare. Ora rimane solo il dileggio, lo scherno e il disprezzo più totale dell’una parte sull’altra.
Eppure il nemico avrebbe dovuto essere lo stesso. Occasione gravemente mancata, ma difettava il neomovimento di capacità di relazioni e la vecchia sx estrema di possibilità di uscire dalla propria torre d’avorio sempre più vecchia e sola.
La stupidità e l’egocentrismo faranno perdere sempre ogni battaglia..
Ora la sx moderata e di Sel preferisce tacciare il M5S (che del mondo no global è l’erede politico) continuando ad affiancare coi suoi voti il Governo sciagurato di Renzi, senza capire che il vero fascismo di cui accusano il Movimento è proprio quello di Renzi e della sua banda.
Dispiace, ma contro la stupidità resta solo il fallimento.
E la sx lo ha provato interamente. Sia quella si è omologata al peggior Governo di dx dopo Mussolini per non perdere le sue poltrone, sia la sx extraparlamentare, ormai cane sciolto che non fa più notizia e che procede traballando tra i fallimenti rinnovati di Ingroia, della Lista Tsipras, delle speranze su Podemos o si quelle sulla latitante Barbara Spinelli.

La sx oggi è divisa in due tronconi.
uno si è venduto interamente a Renzi e alla sua banda per non perdere la poltrona e i privilegi, ha rinnegato le sue radici, ha tradito i propri elettori, un’altra taccia di fascismo il M5S ma alla fine resta dentro o col Pd e fa confluire i suoi voti nel sostenere un fascismo di fatto sotto opposta bandiera da cui non si può liberare accusando di fascismo proprio i 5stelle che sono oggi gli unici oppositori reali della Bce, del Fm, della cricca bancaria o finanziarie delle peggior lobby del mondo, quelle lobbie a cui Renzi ha venduto culo e camicia.
A queste lobby gli Italiani più dementi danno il loro voto quando lo danno a Renzi
e accusare di fascismo proprio Grillo non li scagionerà dal misfatto che stanno commettendo rovinando l’Italia.
Solo quando la maggioranza di Italiani arriverà a capire cosa è veramente o può essere la democrazia dal basso, escludendo la casta al potere, tutto questo scempio finirà. Ma è una strada lunga e difficile contro un mondo ormai omologato al peggio con sempre meno capacità di rivalsa.

Non mi preoccupo del fatto che i mostri che stanno divorando l’Europa abbiano stravolto termini più importanti di resilienza, come democrazia, diritti costituzionali, tutele dei lavoratori, valori dei popoli, libertà….
La contraddizione non è mia. E’ loro. Io non sono obbligata a prendere per giusti concetti che la politica del potere ha stravolto e rovesciato.
In quanto alla Merkel, credo che aver offerto così disinvoltamente ai siriani l’accoglienza tedesca sia un grave errore di cui prima o poi pagherà le conseguenze.
Posso solo vedere che la famosa Unione europea di Schengen si sta disfacendo da sola con muri e contromuri e che la decantata unione europea delle banche finirà col distruggere rapidamente le banche stesse, a gloria e potere delle banche d’affari americana, come era negli intenti iniziali di coloro che crearono questo mostro giuridico di una banca unitaria europea priva di quegli stessi poteri che permette alla Fed di salvare sempre le banche americane e con loro il dollaro.
Dei loro stessi errori periranno.

Perché nessuno dice qual’è il vero problema per cui le società petrolifere comprano il Governo italiano per rovinare il referendum?
Sapete quanto costa smantellare una piattaforma? In Inghilterra è in atto da diversi anni la procedura di dismissione degli impianti off-shore del Mar del Nord. L’operazione durerà 30 anni con costi che si aggirano intorno ai 47 miliardi di dollari !!
Capite ora perché dare qualche mazzetta ai compiacenti politici italiani per sabotare il referendum costa alle società meno che smantellare o bonificare?
Il referendum non riguarda tutte le piattaforme che sono 135 (92 delle quali situate all’interno delle 12 miglia nautiche ovvero 22.2 km dalla costa che costituiscono il limite delle acque territoriali) ma solo 29 di cui solo 26 produttive
Nel 2015 le società hanno pagato allo Stato 340 milioni di royalties
Ogni anno lo Stato paga alle società più di 2 miliardi
Qualche piddino mi spiega dove sta il nostro guadagno?
Non vi sembra che ci sia qualcosa di assurdo in tutto questo?
Gli investimenti nelle rinnovabili sono bloccati da barriere assurde e la più incredibile riguarda il fatto che il biometano non può essere immesso nella rete Snam. Da anni, si attende l’approvazione di un decreto che dovrebbe permettere qualcosa di assolutamente scontato e nell’interesse generale. Uno stop che ha come unica motivazione quella di non aprire alla concorrenza nei confronti di quei gruppi stranieri che distribuiscono gas
Secondo voi perché un Governo dovrebbe fare cose così assurde se non ci fossero dietro interessi sporchi privati?
Si ricordi che non solo le royalties italiane sono le più basse del mondo (4% , 7% o 10% contro il 78% dell’Islanda) ma addirittura sono gratis le produzioni in regime durante la ricerca e le società non pagano nulla entro una certa soglia
Delle 26 concessioni oggetto del referendum che sono state produttive nel 2015, solo 5 concessioni di gas e 4 di petrolio hanno pagato le royalties. Tutte le altre hanno estratto un quantitativo minore della franchigia prevista dalla legge e quindi non hanno versato nulla
Ma non basta. Lo Stato ha finanziato le società straniere con 2,1 miliardi di euro l’anno e ha dato loro privilegi che non sono dati ad altri comparti industriali (esenzioni, agevolazioni fiscali, canoni irrisori, royalties molto vantaggiose).
L’Italia offre tanti vantaggi alle società straniere che queste vengono a svolgere la loro attività in Italia anche quando di petrolio o gas ce n’è poco. Al contrario, Lo Stato in questi anni non ha fatto nulla per promuovere le fonti rinnovabili anzi le ha ostacolate, facendo perdere 10mila posti di lavoro solo nell’ultimo anno.
Ricordiamo che un miliardo speso in petrolio porta 500 posti di lavoro, speso in rinnovabili porta 17.000 posti di lavoro. Ma qui le mazzette sono più difficili
Se le ragioni di Renzi fossero state così valide, perché avrebbe separato il referendum dalle amministrative buttando via 300 milioni?
Il fatto è che sa di avere torto marcio e per questo spera che il voto non raggiunga il quorum e fallisca. Intanto ha dimostrato che se ne frega proprio della democrazia e della volontà popolare come se ne fregavano Berlusconi e Craxi che invitavano all’astensione allo stesso modo
Ma lo scandalo della Guidi gli è scoppiato in mano dimostrando a tutti che il Pd ci piscia sul benessere dei cittadini e che è solo un comitato di affari al servizio delle multinazionali straniere ed è da ingenui credere che questa gente ci abbia venduti gratis. Avranno sicuramente fatto il loro sporco interesse.
Sappiamo tutti che queste piattaforme adriatiche inquinano oltre i limiti previsti dalla legge. C’è una contaminazione grave e diffusa, fatta di metalli pesanti e idrocarburi i cui valori sono 3 volte su 4 fuori dei parametri di legge. E non sono solo le piattaforme a inquinare ma le petroliere la causa del catrame che arriva sulle nostre coste, danneggiandole.
Il Governo Renzi si regge su truffe, numeri falsi e imbrogli e fa, come al solito, solo l’interesse proprio (tangenti) e quelli di poteri esteri.
Torniamo al punto di partenza: un Governo messo su da multinazionali e potere finanziario, i cui membri, Renzi in testa, fa l’interesse dei potenti e calpesta quello dei cittadini.

In realtà i politici italiani hanno fatto truffe anche sull’eolico, basterebbe citare Verdini che proprio sull’eolico in Sardegna è dentro un processo (accusato di abuso d’ufficio, corruzione, associazione a delinquere e segreta, illecito finanziamento e diffamazione). Ma Verdini è il nuovo alleato di Governo e presto avrà i suoi ministri come Alfano, magari proprio all’Ambiente.
E noi dovremmo fidarci di questa gente qui?
Che garanzie di onestà e di cura del bene comune hanno dato finora?
Truffe, falsi, manipolazioni, imbrogli, abusi, associazione a delinquere… una lunga fila di reati. E l’ambiente, la salute dei cittadini, il futuro di questo Paese sono Stati proprio l’ultimo dei loro pensieri.

RINNOVABILI E DEMOCRAZIA
Viviana
E diciamolo che molte rinnovabili permetterebbero forme di energia fai da te, aperte all’autogestione, che sarebbero uno sprone enorme alla libertà e alla democrazia (non certo quell’eolico su cui ha truffato Verdini)! Mentre le energie sporche, ovvero quelle dei fossili, mantengono in vita una piramide di potere dittatoriale in cui il mondo è nelle mani di pochi magnati, capi delle società multinazionali, che si possono permettere di rovinare il mondo con guerre e devastazioni ambientali, tenendo nelle loro mani come burattini i governi europei più vili come quello italiano, pronto a vendere i suoi cittadini e il suo territorio per un pugno di soldi e di potere!
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Marian
Tanto per risalire al bandolo della matassa, cioè all’art. 38 dello ‘sbloccaitalia’ di Mario Monti: «Le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di INTERESSE STRATEGICO e sono di pubblica utilità, URGENTI e INDIFFERIBILI». Renzi sta dando attuazione alle politiche avviate da Monti su indirizzo di Bruxelles a favore delle compagnie petrolifere. Non abbiamo votato Monti, non abbiamo votato Letta e neppure Renzi, ma chiunque formerà un Governo in Italia dovrà soddisfare le richieste delle élite finanziarie e industriali europee.

Bavaglio alle intercettazioni, segreto di Stato, opera strategica, rafforzamento dell’esecutivo e robetta affine, sono gli espedienti ‘democratici ‘per togliere sovranità ai cittadini e accentrare il potere nelle mani di pochi ‘eletti’, ‘Eletti’ per volontà divina a quanto pare, dal momento che non sono Stati mai votati da noi elettori. Se qualcuno, come la sottoscritta, ha creduto che non potesse esserci niente di peggio del Berlusca o di Monti, dovrà ricredersi. Prima ci liberiamo del Bonaparte di Rignano, di Bruxelles, della Nato e della Ue, meglio é.

Pietro Flora
Basilicata : 574.251 abitanti
royalties : 68 milioni di dollari
68.000.000 dollari : 574.251 abitanti = 118 dollari per abitante annuo
118,4151 $ : 1,13 = 104,7921 euro per abitante annuo
ovvero 28 centesimi per abitante al giorno
Per ottenere questo risultato strabiliante, la TOTAL con la complicità del PD ci regala:
devastazione ambientale, inquinamento, malattie e distruzione di migliaia di aziende agricole.
E il PD, come forma di intimidazione, querela il M5S.
Questa è l’opera strategica per il Paese!
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Davide Zaccaria
Negli ultimi 25 anni, la produzione europea di energia da fonti rinnovabili è cresciuta del 175%, e se il trend rimane in crescita il petrolio sarà sempre meno utile, soprattutto se aumentano gli investimenti e l’avanzamento tecnologico. Chi può trarre vantaggio dal petrolio, in un settore che non ha futuro? Le popolazioni che tra qualche anno si troveranno in un’area degradata dall’inquinamento e senza lavoro? O giusto alcune compagnie petrolifere, che cercheranno di ricavare quanto rimane di un petrolio oltretutto di bassa qualità, lasciandoci in eredità delle trivelle che nemmeno smantellerano grazie a concessioni a tempo indeterminato?

Thinkabout
Nei termini attuali, non c’è alcuna convenienza per l’Italia nello sfruttamento del giacimento di Tempa Rossa, dato che, a fronte di pochi occupati e di cifre tutto sommato modeste versate all’erario e alla Regione, i danni ambientali perenni e quelli alla salute pubblica sono notevoli. Una convenienza ci sarebbe stata qualora il petrolio estratto fosse Stato raffinato nel nostro Paese e utilizzato per i consumi interni. Infatti mi chiedo che senso abbia consentire a Total di vendere all’estero il nostro petrolio, e poi essere costretti a importarne altro, da altri paesi, per il nostro fabbisogno. Un Governo serio avrebbe autorizzato Total solo con condizioni favorevoli all’Italia, ma, attualmente solo Total trae benefici notevoli, lasciando qualche mancia sul territorio. Questo è l’ennesimo esempio del servilismo e della sciatterìa di chi ci sgoverna.

Come mai sono sempre mancati nelle zone trivellate e inquinate studi seri voluti dal Governo sull’incidenza dell’inquinamento sulla salute delle popolazioni interessate?
I magistrati di Potenza stanno acquisendo le cartelle cliniche dei residenti nelle zone degli stabilimenti petroliferi. Diversi studi negli anni hanno registrato un’anomala crescita di patologie riconducibili anche all’eccesso di esposizioni da inquinanti. L’ultimo, a cura dell’ISS, è relativo a 20 Comuni della Val D’Agri e deve ancora uscire. Il fattoquotidiano.it ha potuto visionarlo e dice che rileva “eccessi di mortalità” legati a patologie del sistema emopoietico, dell’apparato respiratorio e digerente
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Spaventato dalle intercettazioni che stanno rivelando quale cloaca sia la compagine governativa, Renzi vuole spingere avanti una legge che dia una stretta alle intercettazioni così che le malefatte dei politici restino oscure. Al momento sembra che la stretta sia rimandata e il nuovo Presidente dell’ANM, Davigo, non mancherebbe di attaccarla, ma prima o poi un emendamento in tal senso sarà infilato di straforo in qualche decreto e non serviranno intercettazioni per dimostrare il conflitto di interessi tra una classe politica corrotta e i bavagli che intende mettere a chi scoprisse la sua corruzione.

Stefano dell’Antico
Il Pd di Renzi con Verdini è una vergogna ed una umiliazione inaudita.
Mi domando come gli Italiani di qualsiasi ceto, possano pensare a dargli il proprio voto, a mettere la loro vita sociale e culturale, l’avvenire dei propri figli o nipoti, nelle mani di tali delinquenti che pensano soltanto al loro tornaconto personale.
Quando le intercettazioni non le voleva Berlusconi, per le ragioni stranote, la sx saltava per aria dall’indignazione e ora?
Come voterà la minoranza PD?
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Alessandro Marengo
Mi ricorda quella scenetta di Benny Hill dove serviva del vino ad un tavolo, il tizio assaggiava e diceva che faceva schifo e il cameriere allora si girava, metteva un’altra etichetta sulla bottiglia e gli rifilava lo stesso vino ed il cliente era tutto felice e soddisfatto della scelta… (Così da Berlusconi a Monti a Letta a Renzi).
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Lawford
Bloccare le intercettazioni. In tutte le dittature che ho visto nascere e crescere in giro per il mondo… questa è sempre stata la prima mossa!

Ma Dma
L’analfabetismo funzionale è un fenomeno poco riconosciuto, nonostante in Italia sia più diffuso che altrove in Europa. Si tratta di un tipo di analfabetismo particolare, che non impedisce l’uso della lettura e della scrittura, ma ne limita fortemente il funzionamento. In sostanza, l’analfabeta funzionale risulta apparentemente autonomo, mentre in realtà non è in grado di trarre delle vere informazioni dalla realtà ‘testuale’ che lo circonda. Non sa comprendere un testo, né riassumerne il contenuto. Non è in grado di elaborare delle analisi complesse e paragona il mondo unicamente con le sue esperienze dirette, senza pensare in astratto o a più livelli.
Dati OCSE rivelano che più del 47% degli italiani dai 16 ai 65 anni avrebbe difficoltà di lettura e di comprensione dei testi.
A voi le conclusioni.

Alessandro
INTERCETTAZIONI – Il magistrato Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, svela i costi delle intercettazioni: “si tratta del mezzo più economico, in quanto costa solo 10 euro + iva al giorno, rispetto ad un pedinamento che costerebbe circa 3mila euro, alla quale bisogna considerare la carenza di uomini delle forze dell’ordine. Senza le intercettazioni non andremmo da nessuna parte. Non è vero che ci sono 7 milioni di intercettazioni, perché altrimenti avremmo bisogno di 2500 ascoltatori. Le intercettazioni aumentano per il cambio di utenze, ma soprattutto per l’elevata diffusione dei cellulari, che ha raggiunto una media di due cellulari ad italiano”.
“Il vero problema delle intercettazioni è la loro pubblicazione sui giornali che andrebbe rivista, per evitare che vengono pubblicate telefonate riguardanti la vita privata di un soggetto. Negli Stati Uniti, se le intercettazioni interessano un politico VIENE PUBBLICATO TUTTO, anche se si tratta di vita privata, in quanto si tratta di SOGGETTO PUBBLICO, mentre se coinvolgono un semplice cittadino, le intercettazioni private non vengono pubblicate.”

..se vincesse il M5S…

LE AMMINISTRATIVE POTREBBERO SEGNARE L’USCITA DALLA ZONA EURO?
Berluscameno

Siamo alle Elezioni amministrative od a un punto di svolta ?
Beppe Grillo ed il 5 Stelle SONO ad un punto di svolta: dare il calcio definitivo all’ euro-crazia ed all’euro o adeguarsi al sistema.
Dal palco dei suoi ultimi comizi e sul suo blog, Beppe Grillo ha tuonato contro l’Europa dei banchieri e burocrati di Bruxelles che decidono sopra la testa di tutti i cittadini e contro il famigerato trattato del “Fiscal Compact” che va abolito. Bisogna dare atto a Grillo che questi attacchi contro l’Euro-crazia li ha pronunciati molto chiaramente così come vengono pronunciati da tutti quei vari’ movimenti anti euro-crazia ‘che sono attivi in Italia e negli altri paesi europei ma con i quali Grillo rifiuta di apparentarsi (dal FN della Marine Le Pen in Francia, al PVV di Geert Wilders in Olanda, all’FPO di Heinz Christian Strache in Austria).
Grillo ed il suo movimento sono ad un punto di svolta: richiedere nettamente e senza equivoci la fuoriuscita dall’ euro e dai trattati UE o rimanere nella posizione (espressa da Casaleggio) irrealistica ed ambigua, ma conforme al sistema, di chi parla genericamente di cambiare la gestione dell’euro ed accettare per buone “le tesi della grande finanza globale “che il problema dell’Italia sia il debito (quello creato dal sistema dell’usura,del ‘signoraggio’ e delle tasse non pagate di 275 miliardi ogni anno tramite ”LA TRUFFA” della posta nel passivo -dei bilanci bancari ,per pareggiare i prestiti nell’attivo – della falsa “moneta virtuale” creata dal computer e autorizzata da nessuno !) e che sia quindi necessario tagliare la spesa pubblica. Una grande responsabilità è oggi sulle spalle di Grillo e del movimento, essendo divenuto questo numericamente la prima forza di opposizione nel Paese. Coloro che avevano riposto fiducia nel movimento di Grillo per un cambiamento rivoluzionario non si accontentano più di “fare fuori la casta politica parassitaria agli ordini dell’euro-crazia”, si aspettano che ci sia una definitiva frattura con questa Europa delle banche e della finanza. In particolare Grillo ha preannunciato che il suo movimento, entrato come forza politica in Europa, chiederà l’abolizione del Fiscal Compact, il trattato che stabilisce l’obbligo del pareggio di bilancio e che obbliga gli Stati a raggiungere il parametro stabilito del 60% del rapporto deficit/PIL entro un arco di tempo e di conseguenza per l’Italia (il Paese più indebitato assieme alla Grecia) questo comporta il taglio dal bilancio pubblico di una cifra corrispondente a circa 50 miliardi l’anno oltre ai versamenti previsti dal MES/ESM, il Fondo Salva Stati (in realtà salva banche) per il quale devono essere versati 125 miliardi in 5 anni (51 già versati dai governi Monti e Letta).
Questi dunque sono gli impegni già sottoscritti dai politici di maggioranza al Governo e nel Parlamento italiano, con il pareggio di bilancio fatto inserire in Costituzione nel 2012 dal Pd con modifica agli art.81, 117 e 119, senza molto clamore con l’”aum aum” di tutti i partiti con eccezione di Lega Nord e UDV.
Grazie a tali vincoli, risulta evidente che è del tutto illusorio parlare di ‘crescita economica e di ripresa economica per l’Italia’, un Paese ‘super indebitato’ che deve già pagare 80/100 miliardi l’anno di interessi alle banche, al quale viene prescritto di tagliare altri 50 miliardi l’anno dal bilancio pubblico, obbligato anche a versare altri 125 per il MES,” si tratta di una grande truffa propagandistica che viene propinata dai servitori dell’euro-crazia in Europa” ed in particolare dall’illusionista fiorentino che cerca di accaparrarsi il consenso elettorale con gli 80 euro ai lavoratori dipendenti a basso reddito.
In realtà è illusorio pensare che basterebbe bloccare il Fiscal Compact per sottrarsi al principale vincolo finanziario europeo, questo perché c’è molto di più in arrivo per bloccare qualsiasi scappatoia per i paesi che volessero uscire dalla gabbia dell’euro e del Fiscal Compact. E’ arrivata la nuova trappola, l’ERF (European Redemption Found), un nuovo trattato architettato dalla Germania , in sostituzione degli euro-bond (inaccettabili per la Merkel) che prevede in sostanza il versamento delle quote eccedenti il debito pubblico oltre il 60% del PIL a uno speciale fondo di garanzia che sarebbe gestito da un apposito organismo finanziario, dotato di autonomia totale rispetto ai governi e alla Commissione Europea che vincolerebbe i governi per 20 anni a versare queste quote con ‘possibilità di esproprio dei beni pubblici per i governi insolventi’.
Una trappola micidiale per paesi come l’Italia sotto il ricatto del debito.
In pratica altri 50 miliardi l’anno da versare ad una ‘super struttura finanziaria fuori da ogni controllo dagli Stati e dotata di poteri autonomi’.
Grillo ed il suo movimento, arrivati a questo punto, a questo tornante della Storia, devono dire chiaramente cosa vogliono fare perché non c’è più tempo per tergiversare o per essere ambigui: soltanto “una procedura di uscita dall’euro e la rinegoziazione dei trattati europei” permetterebbe all’ Italia di sottrarsi ad un “avvenire di Paese super indebitato con l’euro-crazia, affossato in una ‘recessione permanente’ e secolare , sottoposto alla svendita del suo patrimonio pubblico, sottratto ad ogni controllo democratico e vincolato al sistema dell’usura truffaldina bancaria per almeno un’altra generazione”.
Non esiste nessuna possibilità di referendum sull’ euro (peraltro incostituzionale) e non è previsto che un ‘singolo Stato possa recedere dagli impegni già sottoscritti’ se non con una decisione presa a livello governativo in funzione di “un cambio di regime politico” e sulla base di una “denuncia di illegittimità costituzionale delle norme sottoscritte dai precedenti governi”.
In precedenza, abbiamo rilevato le dichiarazioni rilasciate dal dr. Casaleggio in una intervista al Fatto Quotidiano con le quali si sosteneva la legittimità dell’euro e del debito pubblico italiano come “fatti consolidati” anche se con critiche alla gestione fatta dai governi precedenti. Abbiamo rilevato la contraddittorietà di queste dichiarazioni con quanto affermato da Grillo e da altri esponenti del movimento.Il messaggio è stato letto.
Va bene fare pulizia (come dice Grillo) e liberarsi della casta politica e delle varie lobby che hanno fatto strame di questo Paese indebitandolo e “privandolo di qualsiasi sovranità” ma ormai non basta più, i poteri forti, quelli della grande finanza bancaria globale stanno giocando sporco: “il piano è quello di ingabbiare i popoli con nuovi trattati in modo che non possano più rialzare la testa e” riprendersi la sovranità perduta”.
Lo stesso Grillo lo ha detto: “… le decisioni prese in Europa hanno effetti devastanti sul futuro delle prossime generazioni ma nessun cittadino europeo può interferire …”
Esattamente di questo si tratta:
i trattati europei come il Fiscal Compact, il MES, ed adesso il nuovo ERF avranno un effetto devastante per le prossime generazioni ma siamo ancora in tempo a bloccare questo processo con una immediata richiesta di attivare la procedura di uscita dall’euro per l’Italia e collocarci fra quei paesi come la Polonia, Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Ungheria, ecc.. che sono in Europa ma fuori dall’ euro e per i quali questi trattati non hanno valenza.
Non esiste un’altra soluzione, il tempo è ormai scaduto.

Pamina
Il PD ha polverizzato la sx senza accorgersene.
Il Pd è giunto allo stadio terminale per default generazionale: una generazione di giovani, questa che sostiene Renzi, che non sa distinguere politicamente e culturalmente i neo-cons dai progressisti – non è casuale, infatti, che non si pongono affatto il problema di tifare per un Governo fatto coi berlusconiani, cosa che per la mia generazione, 20 anni fa, avrebbe suonato come qualcosa di simile ad un Colpo di Stato.
ll problema vero non è Il M5S, o Salvini con le sue sclerate sulle ruspe, ma qualcuno, se ci sarà mai, che sia in grado di salvare il PD da se stesso e rimettere in piedi uno straccio di idea di sx italiana.
Altro che sondaggi.

LO STERMINATO POTERE DELLLE BANCHE
Berluscameno da un articolo di Antonella Randazzo

Molti credono che le banche siano istituzioni che investono i risparmi dei clienti per produrre profitti. Non immaginano neppure lontanamente la vera natura dell’istituzione bancaria. Non associano le crisi economiche, la disoccupazione o le guerre, al sistema finanziario, e quindi non comprendono la vera natura del potere che oggi vessa il mondo intero. Basterebbe sapere che il denaro prestato dalle banche non esiste, è “moneta virtuale” e ELETTRONICA , che pur non esistendo viene caricata di interessi.
La banca crea denaro semplicemente scrivendo la cifra sullo schermo del computer, ma i pagamenti del debito devono essere puntuali, altrimenti si impadronisce dell’automobile o della casa, che sono beni reali. Le banche hanno il potere di stampare denaro. Tale potere viene esercitato in totale segretezza. I mass media utilizzano parole e concetti per nascondere questa realtà. Ad es., parlano della Bce come fosse legata all’Europa, e non dicono che essa è un’istituzione controllata da pochi privati.
Lo stesso avviene per la Federal Reserve (FED), il cui presidente viene nominato dal presidente americano, per dare ad intendere che si tratta di un’istituzione governativa.
E invece essa è nelle mani di un gruppo di banchieri privati arraffoni .
Oggi le banche hanno come scopo principale quello di “saccheggiare i paesi”, fornendo banconote con su scritto “Pagabile a vista al portatore”, che in realtà non hanno alcun valore, ma ‘producono solo debito’. Le banche indebitano gli Stati senza dare nulla se non pezzi di carta stampati. E i popoli si impoveriscono per pagare il debito pubblico che in realtà è una truffa. Ciò significa che noi paghiamo oltre l’1% del nostro Pil annuo ad un gruppo di persone che agiscono e dominano con metodi mafiosi. Le leggi che regolano il sistema bancario occidentale sono irrazionali e disumane. Si persegue un profitto illimitato, a danno degli esseri umani.
L’élite finanziaria ha acquisito questo enorme potere attraverso i secoli, utilizzando tutti i mezzi possibili, compresi la guerra, lo sterminio e la criminalità.
Con le guerre, le banche acquisiscono ulteriore potere, perché possono concedere prestiti ai paesi in guerra, e dopo la guerra finanzieranno la ricostruzione, ricavando altri profitti.
Il potere finanziario è stato sempre un potere imperiale, che mira ad assoggettare i popoli e ad accrescere il proprio dominio nel mondo.
E’ difficile negare che la crescita economica dei paesi occidentali a partire dal secolo diciannovesimo abbia contribuito in maniera netta a rallentare la crescita industriale dei paesi del Terzo Mondo…
L’esperienza coloniale ha effettivamente rappresentato un potente fattore di blocco dello sviluppo dei paesi in ritardo economico…un Paese industriale come l’India fu trasformato nel XIX secolo nella “fattoria della Gran Bretagna”. I paesi europei e gli Stati Uniti, pur aprendosi ai commerci internazionali nel corso del XIX secolo, poterono evitare il declino economico anche grazie a politiche protezionistiche e di difesa delle industrie nazionali… La Gran Bretagna manteneva persistenti avanzi commerciali verso l’India, che dopo il 1870 divenne il primo mercato per le esportazioni industriali inglesi le quali non trovavano sbocchi nei paesi europei e negli Stati Uniti, che adottarono politiche protezionistiche fino ai primi anni del XX secolo. Agli avanzi commerciali inglesi corrispondevano afflussi di capitali che la Gran Bretagna investiva con elevati rendimenti soprattutto negli Stati Uniti e impiegava per finanziare le importazioni dagli Stati Uniti e dalla Germania che stavano sviluppando industrie competitive al riparo delle tariffe protezionistiche in settori importanti come la chimica, la siderurgia e la meccanica…l’India poté diventare esportatrice di oppio verso la Cina e di materie prime verso la Gran Bretagna smantellando l’industria artigianale locale.
Nello stesso momento in cui queste triangolazioni commerciali e finanziarie distruggevano le basi industriali dei paesi asiatici l’incorporamento dei piccoli contadini nei circuiti internazionali finanziari e delle materie prime e l’estensione della superficie destinata a produrre merci ‘cash crops ‘ per l’esportazione a spese dell’agricoltura di sussistenza avviarono cicli di carestie e generarono situazioni di indigenza endemica.

Puntosniper
Il numero dell’emendamento “incriminato” che ha incasinato la Guidi è il 37.52 che banalmente si può chiamare anche emendamento Total. Il Governo Renzi-Boschi ha permesso il transito di petrolio dalla Regione Basilicata a Taranto a favore dei francesi della Total a discapito dell’Italia con interessi anche della Shell e Mitsui.
Insomma un Ministro della Repubblica ha favorito società straniere su suolo italiano per interessi personali (o di un congiunto). La Guidi non solo ha commesso un reato ma ha divulgato la notizia ancor prima che l’emendamento passasse sebbene il ricevente della notizia fosse il suo compagno e ne beneficiasse economicamente. Lei parte offesa? Se così fosse, i PM “fingerebbero” di essere ingenui.
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LETTERA ALLA MADRE DI REGENI DI UNA MADRE EGIZIANA IL CUI FIGLIO E’ SPARITO

Cara signora Regeni
sono passati mille giorni dal rapimento di mio figlio, Amr Ibrahim Metwalli, che è stato nascosto nelle carceri del potere egiziano. Ho ascoltato le tue parole, mentre chiedevi giustizia nei confronti degli assassini di tuo figlio Giulio in terra d’Egitto. Sentivo dentro di me il dolore che portavi addosso, che è simile a quello che io vivo da mille giorni. Ti faccio le condoglianze per la perdita di tuo figlio, in questo modo orrendo e atroce, disumano. Condivido la tristezza e l’amarezza. Malgrado tutto questo, ti invidio per questo coraggio nel presentare le tue richieste determinate, ti invidio questo interesse del tuo Governo per la causa di tuo figlio e, scusami, ti invidio per aver potuto rivedere tuo figlio, anche se questo incontro è stato tragico. Tu almeno l’hai rivisto e hai avuto una certezza, hai conosciuto il suo destino e la tua angoscia si diraderà con il corso della giustizia contro i suoi assassini. Io e mille altre madri egiziane vorremmo rivedere i nostri figli, anche se fossero avvolti in un vestito bianco, macchiato del loro stesso sangue, anche se fossero presentati alla procura con il volto tumefatto dalla tortura subita ed anche se li vedessimo condotti all’impiccagione… Ma almeno vorremmo rivederli. Vorremmo vedere che i media del mio Paese parlassero del caso dei nostri figli scomparsi e delle nostre tragedie, invece di rivolgere a noi le accuse di raccontare bugie, accrescendo così le nostre sofferenze. Vorremmo che un procuratore ci desse un po’ di ascolto, come ha fatto la giustizia italiana nel vostro caso, e desse corso alla giustizia anche qui, per riportare alle nostre famiglie un minimo di diritti. Signora Regeni,io e altre centinaia di mamme egiziane ti diciamo che i nostri cuori sono con te, ti esprimiamo le nostre condoglianze e siamo al tuo fianco, le nostre mani stringono le tue… È tutto quello che possiamo fare, ti diciamo che la causa di tuo figlio è la nostra e ti diciamo anche che la causa dei nostri figli è nelle tue mani. La scoperta della verità nella causa di Giulio riporterà a noi i nostri figli e i nostri diritti. E ti diciamo anche che i nostri cuori si calmeranno soltanto quando tu e la tua famiglia otterrete giustizia.
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APOLOGO SULL’ONESTA’ NEL PAESE DEI CORROTTI
Italo Calvino

C’era un Paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema
politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia. Nel finanziarsi per via illecita, ogni centro di potere non era sfiorato da alcun senso di colpa, perché per la propria morale interna ciò che era fatto nell’interesse del gruppo era lecito; anzi, benemerito: in quanto ogni gruppo identificava il proprio potere col bene comune; l’illegalità formale quindi non escludeva una superiore legalità sostanziale. Vero è che in ogni transizione illecita a favore di entità collettive è usanza che una quota parte resti in mano di singoli individui, come equa ricompensa delle indispensabili prestazioni di procacciamento e mediazione: quindi l’illecito che per la morale interna del gruppo era lecito, portava con se una frangia di illecito anche per quella morale. Ma a guardar bene il privato che si trovava a intascare la sua tangente individuale sulla tangente collettiva, era sicuro d’aver fatto agire il proprio tornaconto individuale in favore del tornaconto collettivo, cioè poteva senza ipocrisia convincersi che la sua condotta era non solo lecita ma benemerita.
Il Paese aveva nello stesso tempo anche un dispendioso bilancio ufficiale alimentato dalle
imposte su ogni attività lecita, e finanziava lecitamente tutti coloro che lecitamente o
illecitamente riuscivano a farsi finanziare. Perché in quel Paese nessuno era disposto non
diciamo a fare bancarotta ma neppure a rimetterci di suo (e non si vede in nome di che cosa si sarebbe potuto pretendere che qualcuno ci rimettesse) la finanza pubblica serviva a integrare lecitamente in nome del bene comune i disavanzi delle attività che sempre in nome del bene comune s’erano distinte per via illecita. La riscossione delle tasse che in altre epoche e civiltà poteva ambire di far leva sul dovere civico, qui ritornava alla sua schietta sostanza d’atto di forza (così come in certe località all’esazione da parte dello Stato s’aggiungeva quella d’organizzazioni gangsteristiche o mafiose), atto di forza cui il contribuente sottostava per evitare guai maggiori pur provando anziché il sollievo della coscienza a posto la sensazione sgradevole d’una complicità passiva con la cattiva amministrazione della cosa pubblica e con il privilegio delle attività illecite, normalmente esentate da ogni imposta. Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale decideva d’applicare le leggi, provocando piccoli terremoti in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino a allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. In quei casi il sentimento dominante, anziché la soddisfazione per la rivincita della giustizia, era il sospetto che si trattasse d’un regolamento di conti d’un centro di
potere contro un altro centro di potere. Cosicché era difficile stabilire se le leggi fossero usabili ormai soltanto come armi tattiche e strategiche nelle battaglie intestine tra interessi
illeciti, oppure se i tribunali per legittimare i loro compiti istituzionali dovessero accreditare l’idea che anche loro erano dei centri di potere e d’interessi illeciti come tutti gli altri.
Naturalmente una tale situazione era propizia anche per le associazioni a delinquere di tipo tradizionale che coi sequestri di persona e gli svaligiamenti di banche (e tante altre attività più modeste fino allo scippo in motoretta) s’inserivano come un elemento d’imprevedibilità nella giostra dei miliardi, facendone deviare il flusso verso percorsi sotterranei, da cui prima o poi certo riemergevano in mille forme inaspettate di finanza lecita o illecita. In opposizione al sistema guadagnavano terreno le organizzazioni del terrore che, usando quegli stessi metodi di finanziamento della tradizione fuorilegge, e con un ben dosato stillicidio d’ammazzamenti distribuiti tra tutte le categorie di cittadini, illustri e oscuri, si proponevano come l’unica alternativa globale al sistema. Ma il loro vero effetto sul sistema era quello di rafforzarlo fino a diventarne il puntello indispensabile, Confermandone la convinzione d’essere il migliore sistema possibile e di non dover cambiare in nulla. Così tutte le forme d’illecito, da quelle più sornione a quelle più feroci si saldavano in un sistema che aveva una sua stabilità e compattezza e coerenza e nel quale moltissime persone potevano trovare il loro vantaggio pratico senza perdere il vantaggio morale di sentirsi con la coscienza a posto. Avrebbero potuto dunque dirsi unanimemente felici, gli abitanti di quel Paese, non fosse Stato per una pur sempre numerosa categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: gli onesti.
Erano costoro onesti non per qualche speciale ragione (non potevano richiamarsi a grandi
principi, né patriottici né sociali né religiosi, che non avevano più corso), erano onesti per
abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso. Insomma non potevano farci
niente se erano così, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno col lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione d’altre persone. In quel Paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto loro erano i soli a farsi sempre degli scrupoli, a chiedersi ogni momento cosa avrebbero dovuto fare. Sapevano che fare la morale agli altri, indignarsi, predicare la virtù sono cose che trovano troppo facilmente l’approvazione di tutti, in buona o in malafede. Il potere non lo trovavano abbastanza interessante per sognarlo per sé (almeno
quel potere che interessava agli altri); non si facevano illusioni che in altri paesi non ci
fossero le stesse magagne, anche se tenute più nascoste; in una società migliore non speravano perché sapevano che il peggio è sempre più probabile.
Dovevano rassegnarsi all’estinzione? No, la loro consolazione era pensare che così come in margine a tutte le società durante millenni s’era perpetuata una controsocietà di malandrini, di tagliaborse, di ladruncoli, di gabbamondo, una controsocietà che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare la società , ma solo di sopravvivere nelle pieghe della società dominante e affermare il proprio modo d’esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di sé ( almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera e vitale, così la controsocietà degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità , di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è.

COME QUESTO SIA ANCORA SOPPORTABILE
Alessandro Gilioli

È interessante vedere, a livello mondiale, i nomi dei Panama Papers: cioé di quelli che hanno infrattato i loro patrimoni nei paradisi fiscali.
Ci sono l’oligarca russo e l’imprenditore di Como, il presidente dell’Argentina e la leader della dx francese, il re saudita e il capo del partito comunista cinese, il gioielliere di Padova e il top manager di Modena, il calciatore del Barcellona e il premier britannico, il vicepresidente della Nigeria e l’ex Senatore berlusconiano.
Eppure mai come nello scorrere questi nomi si ha la rappresentazione plastica del famoso 1% di ricchi globali: categoria ormai trasversale a primo e terzo mondo, cupola di ricchezza che dovunque si trovi fa più meno la stessa vita, acquistando vestiti delle stesse costose marche, arredando le proprie case degli stessi costosi lussi, first class nei viaggi intercontinentali e neppure la più vaga idea di cosa significhi avere paura di una bolletta, di una busta di Equitalia in casella, di una perdita d’acqua in bagno.
Gente insomma che quando s’incontra si dà subito del tu, perché si riconosce al volo.
Hanno molto più in comune di quanto sembra, quindi, quelle migliaia di nomi esotici e nostrani: sono la Casta, quella vera.
La Casta, termine di cui da noi si è spesso abusato anche per definire qualche ladro di polli in un consiglio provinciale, e che invece assai più correttamente dovrebbe indicare il variegato mix di super ricchi che nella crisi sghignazza, stando sulla punta di una piramide sempre più lontana dalla base.
Ora di questa Casta sappiamo non solo che è sempre più ricca mentre il ceto medio si polverizza, ma anche che ci inganna e ci deruba. Ruba alle scuole, agli ospedali, agli asili, alle pensioni, ai disabili, ai cassintegrati, agli autobus pubblici da aggiustare e alle case popolari a cui rifare il tetto.
È un club dei ricchi che si fa beffe dei sudditi. Un club che a volte si declina direttamente nei governi, a volte nelle lobby attorno ad essi.
Come questo sia considerato ancora sopportabile, Dio solo lo sa.

Video di CROZZA sui paradisi fiscali e sulla Guidi

http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/gazebo-gasparri-conia-nuovi-verbi-su-twitter-la-lezione-social-di-zoro/235051/234733?ref=HRESS-2

Zoro e gli svarioni di Gasparri. Ma che politici analfabeti abbiamo?

 

OGNI ANNO LE BANCHE CI RUBANO 275 MILIARDI
Berluscameno

Nessuno in Italia ci dice che il sistema bancario italiano ogni anno si appropria abusivamente e in nero di mille miliardi di euro su cui dovrebbe pagare le imposte annuali sul reddito per la non piccola cifra di 275 miliardi di euro.
Sto parlando dell’uno % più ricco del Paese, che possiede un quarto della ricchezza nazionale. O di quel 10 % che ha beni liquidi o immobili per 2000 miliardi, una cifra pari a metà di tutto il risparmio privato italiano e più o meno equivalente alla totalità del debito dello Stato …
Ecco il motivo per cui occorre spiegare ai cittadini i motivi per cui l’ “EURO VA ELIMINATO”. Il sistema delle banche dell’UE deve ‘smetterla’ di voler indurre all’ obbedienza assoluta gli Stati sovrani UE. Tutti sanno-ormai – che il denaro elettronico creato dal nulla dalle banche UE finisce sulle CENTRALI DI COMPENSAZIONE INTERBANCARIA che ci sono in Svizzera, Euroclear, Clearstream e Swift.
Se andiamo a vedere l’aggregato di attività di queste “tre società di compensazione”(o di malversazione monetaria) troveremo che nell’anno 2000 erano almeno 80 trilioni di euro (80 mila miliardi di euro)!. Cioè proprio quei soldi creati dal nulla con il beneplacito criminogeno della BCE e senza essere Stati messi all’attivo, che grazie a questo tipo di contabilità truffaldina non vengono tassati e spariscono nei capaci forzieri delle centrali di compensazione ben ammanicate con i Paradisi Fiscali.

IL FALLIMENTO ECONOMICO DELL’AUSTERITA’

Le ricette keynesiane non erano più di moda da tempo in Usa, Giappone e Gran Bretagna e questi paesi nel corso dell’ultima crisi hanno reintrodotto “politiche di bilancio espansive”. Nell’area euro si è fatto l’esatto contrario, scegliendo politiche di taglio della spesa pubblica e puntando addirittura sul pareggio di bilancio.
I dati sul Pil tra secondo trimestre del 2012 e terzo trimestre 2014, il periodo di affermazione dell’austerity, dimostrano quanto ai diversi approcci alla crisi siano corrisposti risultati divergenti. L’area euro è calata mediamente del -0,1 % a trimestre, mentre gli Usa, sono cresciuti del +0,6, il Giappone del +0,4 e la Gran Bretagna del +0,3 %.
Tra i 40 Paesi considerati dall’ Ocse, i peggiori risultati sono quelli dei Paesi dell’Ue.
In fondo alla lista, appena sopra i soliti reprobi come il Portogallo e l’Italia (-0,5), e la Spagna (-0,3), fanno misera mostra di sé anche presunti campioni dell’economia come i Paesi Bassi (-0,3) e la Finlandia (-0,2), mentre Francia e Belgio sono inchiodati allo 0 %.
Sono cresciuti, ma molto modestamente, solamente Germania (+0,2), Irlanda (+0,2) e Austria (+0,1).
Nonostante questi pessimi risultati, l’Europa (Merkel e Schaeuble) ha reso ancora più severi e definitivi i vincoli di bilancio per i Paesi che vi aderiscono. Il Fiscal compact o Patto di bilancio obbliga i Paesi euro Ue a non superare il deficit del 3 % sul Pil e soprattutto a ridurre il debito al 60 % del Pil in un arco di vent’anni. Anche l’obbligo di inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione e il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) rendono permanenti le politiche pro-cicliche.
In particolare, considerando che il debito pubblico italiano supera il 130 % del Pil ed è pari a oltre 2.200 miliardi, la sua riduzione al 60 % corrisponde a un taglio di ben oltre mille miliardi. Ciò vuol dire che l’Italia dovrà tagliare più di 50 miliardi all’ anno, oltre a mantenere un deficit inferiore al 3 %. Si tratterebbe così di realizzare un surplus di bilancio del 4-5 %, un obiettivo praticamente impossibile.
Previdenza, istruzione e soprattutto sanità pubblica uscirebbero annichilite dalla stretta di questo vincolo di bilancio, a tal punto da far apparire i tagli operati fino ad ora come degli innocui scherzetti. Ma i limiti dell’euro non si esauriscono con le misure contenute nel Fiscal compact e con le politiche restrittive di bilancio pubblico. Ci sono altri limiti strutturali nell’architettura dell’euro. Il primo, come osservato dagli economisti keynesiani, è la mancanza di una corrispondenza della valuta comune con uno Stato unitario, che abbia bilancio e fiscalità comuni. L’esistenza di uno Stato federale europeo potrebbe compensare, con opportuni trasferimenti, gli squilibri interni tra aree forti e aree deboli, garantendo con il debito federale quelli dei singoli Stati, così come accade negli Usa.
Il secondo limite risiede nel ruolo differente della Bce rispetto ad altre banche centrali, ad esempio quelle di Usa, Giappone e Gran Bretagna. Le banche centrali di questi paesi hanno l’obiettivo principale di sostenere l’economia reale e possono eseguire acquisti diretti sul mercato primario (cioè dai rispettivi ministeri del Tesoro) e potenzialmente illimitati di titoli di Stato. La Bce, al contrario, ha come suo compito esclusivo il controllo dell’inflazione e non può eseguire acquisti diretti sul mercato primario, garantendo per il debito pubblico dei vari Paesi, né operare in sostegno dell’economia e del Pil.
La volontà europea di controllare la crescita dei prezzi spiega anche l’accento posto ossessivamente sul rigore di bilancio. Si ritiene, infatti, che l’immissione di liquidità nel sistema economico, mediante l’acquisto massiccio di titoli di Stato da parte delle banche centrali, porti inevitabilmente all’ aumento senza controllo dell’inflazione. In realtà, il rapporto di causa-effetto tra politiche espansive e inflazione è tutt’ altro che pacifico.
Usa e Giappone, i Paesi che negli ultimi anni hanno più immesso liquidità per sostenere le loro economie, nel 2013 hanno registrato una inflazione rispettivamente dell’1,5 e dello 0,3 %, nettamente al di sotto del 2 %, ritenuto ideale dalla stessa Bce. Oggi, il pericolo non risiede nell’ inflazione e neanche nella stagflazione, come fu negli anni ’70, ma sta semmai nella “deflazione”. Infatti, è nei periodi di recessione che i prezzi decrescono

L’EUROPA DECIDE PER L’IRLANDA LA FINE DELL’AUSTERITA’
Berluscameno

Per risolvere il problema del debito pubblico, è stato iniziato da Dublino un esperimento monetario sotto l’egida della Bce: l’Irlanda emette buoni del tesoro a scadenza centennale, al tasso fisso lordo del 2,5%, e la Bce li compera sul mercato primario.
Dato che calcoli a 100 anni sono al di fuori di qualsiasi ragionevole prevedibilità l’acquisto e la gestione dei titoli è palesemente pensata per soggetti che non si limitano a cercare di prevedere o indovinare, come è il caso dei risparmiatori, ma che hanno la forza di prendere e imporre decisioni di lungo termine, come è il caso del cartello bancario -monetario Bri –Imf -Fed- Bce & C”, ovvero le massime “istituzioni” finanziarie occidentali, che da trent’anni hanno imposto il regime dell’Austerity agli Stati, costretti a tagliare spese e investimenti.
Se l’esperimento avrà successo, e se Berlino non avrà la forza di bloccare tutto” si potrà estendere l’esperimento irlandese a tutti i paesi europei aventi un grave indebitamento pubblico, per rimetterli in grado di eseguire investimenti pubblici in funzione di rilanciare”.
Sarebbe una svolta epocale: la monetizzazione del debito permetterebbe agli Stati di uscire dal tunnel della crisi, innescata dall’irruzione della finanza speculativa nella finanza pubblica e aggravata in modo fatale dall’euro, che ha tolto definitivamente ai governi la possibilità di gestire il proprio debito pubblico.
Il test irandese – se non verrà stoppato dalla Germania – potrebbe creare un precedente per una clamorosa inversione di rotta, dopo decenni di dominio assoluto da parte del super-potere finanziario e neo-liberista internazionale (o meglio neo –mercantilista tedesco), interpretato dal Fm e dalla ‘Fed, nonché da potenze come la Bri, banca dei regolamenti internazionali e fino a ieri anche dal Wto.
La missione: disabilitare la capacità di spesa degli Stati, per accelerare la maxi-privatizzazione globale di aziende e servizi. Ruolo in Europa affidato all’Ue e alla Bce, fino ai negoziati segretissimi per la stipula del Ttip, il Trattato Transatlantico che consegnerebbe il potere, anche giuridico, alle multinazionali.
Che senso ha, allora, la contromossa che si starebbe giocando in Irlanda, dove si restituirebbe il potere finanziario allo Stato nazionale?
Un estremo tentativo di tenere in piedi l’Europa dell’euro a guida tedesca, il cui crollo è dato da più parti per imminente, o l’implicita ammissione del fallimento del sistema globalizzato, privatizzatore totale e neo-liberista monopolista?
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RENZI SERVO DEI POTERI NEOLIBERISTI
Viviana

Non c’è legge che Renzi abbia imposto scavalcando il Parlamento e rinnegando la Costituzione che non sia stata contro l’interesse degli italiani e non sia stata dettata da lobby e poteri neri. Del resto lo hanno messo su loro ed esattamente per questo, per fare il servitorello di una cricca di finanzieri, magnati e turbocapitalisti che intendono sfruttare l’Italia come se fosse un Paese vinto da risucchiare.
Renzi sa sempre tutto quello che viene fatto e perché.
I piddini che lo capiscono tacciono per conservarsi la poltrona altrimenti sarebbero gli elettori a rottamarli direttamente.
Siamo nelle mani di una cricca di venduti e di rinnegati.
Nulla in questa Gomorra avviene a caso. C’è una logica in questa follia (Shakesperare).
Per ripetere una frase del grande maestro di Renzi: “Cercate gli utilizzatori finali”.
Sono esattamente quelli che stanno rovinando l’Italia e non sono nemmeno italiani.
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Alessandro
Renzi butta a mare democrazia e soldi.
Come ha fatto con il referendum per la gestione pubblica dell’acqua pubblica.
Trivelle, niente election day, 300 milioni di euro sprecati, che si sommano a 175 milioni di euro sprecati per l’Airbus 340 di Renzi con 300 posti e camera da letto. E siamo circa a mezzo miliardo di euro!!!
Intanto aumentano i ticket per le prestazioni sanitarie!!!
A noi l’austerity e poco conta se per ogni ora di volo l’Airbus costa tra i 20 e i 25mila euro di costi operativi, di cui circa 14 mila di solo carburante.
Gli italiani intanto si dovranno pagare le analisi mediche, compreso il dosaggio del colesterolo, delle transaminasi, TAC, risonanza magnetica, ecc…
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IL GOVERNO DELLA ROTTAMAZIONE
Di Battista

1. Ministro Guidi, sviluppo economico: si dimette perché viene beccata a piazzare una leggina che aiuta il fidanzato ad incassare un appalto da 2,5 milioni di €.
2. Ministro Boschi, riforme costituzionali: ha il babbo sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta per il caso Banca Etruria (la banca aiutata dal governo Renzi). Inoltre è lei che firma la leggina pro TOTAL che aiuta il fidanzato della Guidi.
3. Ministro Padoan, economia: la Guidi intercettata dice che è stato piazzato lì da una “combriccola”, da un “quartierino” che fa pressioni sui ministeri.
4. Ministro Delrio, trasporti: è lui che prende il posto del ministro Lupi, dimesso per lo scandalo Rolex. Ebbene oggi è al centro di un presunto ricatto riguardante un dossier di foto (da verificare) con dei mafiosi. Ricordo che a Reggio Emilia (la città dove era sindaco) la ‘ndrangheta si è infiltrata in modo incredibile.
5. Ministro Pinotti, difesa: lei spinge per l’acquisto di quasi 6 miliardi di euro di nuove navi. Il capo della marina militare italiana De Giorgi è sotto indagine per associazione a delinquere. L’indagine è collegata a trivellopoli. Renzi tace ma il suo silenzio è assordante.
Ma il Premier non eletto da nessuno, quello che “a me mi difende la gente”, prende contestazioni dovunque. È lui il responsabile di queste vergogne. Di un governo sotto ricatto di poteri forti.
Andatevene via!
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YOUTH, GIOVINEZZA DI SORRENTINO
Viviana

Ho visto su sky uno splendido film di Sorrentino, ‘Youth , la giovinezza” e dire che Sorrentino non lo sopporto per cui mi ero rifiutata di andarlo ancora a vedere e ho odiato ‘La grande bellezza’ mentre per ‘Le conseguenze dell’amore’, volevo solo scappare dal cinema dopo dieci minuti e non sopportavo l’impassibile dell’interprete.
‘Il divo’ su Andreotti è stato interessante però….
Invece Youth mi ha preso da subito, con la sua perfezione formale, lo splendore dei colori, la precisione scintillante delle scene, i personaggi minori intagliati come un cameo, la grande recitazione dei due amici. Tutto così perfetto e armonico come una sinfonia.
Ho letto alcune recensioni sul film, alcune politicamente contro, altre incantate come sono rimasta incantata io, che ho gustato ogni dettaglio, ogni suono, ogni inserto prezioso, ma soprattutto sono stata immersa da subito in quella che sembrava assenza di emozioni e che invece si rivelava come in uno svelamento o nascondimento di soverchio eccesso di passioni, fino a quella scena finale in grande musica dove le emozioni erompono in tutta la loro ineluttabilità, e morte e vita, senilità e desiderio spasmodico di giovinezza, lutto e amore, gelo e passione, tutto si confonde in un’onda purissima e toccante.

Una delle cose che mi è piaciuta di più nel film è stato il colloquio della bambina col regista (che vuole apparire impegnato ma che viene ricordato sempre per il suo film più stupido finché finirà con l’impersonare Hitler e finire con l’essere totalmente stupido) è l’intervento della bambina (anche i bambini sono saggi nel film) che racconta quello che le era piaciuto di più in un suo film che nessuno aveva visto:
“Un uomo incontra per caso in un bar il proprio figlio che aveva abbandonato e ha ormai 14 anni. Il figlio gli chiede: “Perché non hai fatto il padre?” e lui risponde: “Pensavo di non essere all’altezza”. E il figlio gli dice: “Ma nessuno si sente mai all’altezza di quello che fa”.
E la bambina commenta: “In quel momento ho capito una cosa importante. Che nessuno si sente mai all’altezza. Quindi non c’è da preoccuparsi”.

Bene, facendo il bilancio della mia vita, potrei dire anche io che non ne ho azzeccata una. Non sono stata mai all’altezza. Ma l’erba ha continuare a verdeggiare, gli uccelli a cantare, la mucche e muggire e i campanacci a fare la loro musica. La bellezza non ha smesso di essere la bellezza. E noi non abbiamo smesso dirigerla come se vi facessimo parte ed essa dipendesse da noi. E in fondo è quello che conta

saluti a tutti
viviana
:-)
RIDIAMARO : – )

Doctor C
La Guidi a Gemelli: “Non puoi trattarmi come una sguattera del Guatemala”. Ancora non era il padrone della Total.
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Luce so fusa
E no cara, dopo il Jobs act può.
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Frandiben
Grazie alla Guidi quest’anno il Guatemala supererà le Filippine nell’esportazione mondiale di cameriere.
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Mariobros
Guidi: “Ho appreso di essere persona offesa” … ha dichiarato una sguattera guatemalteca
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FrancaLanza
Peccato non aver un padre mafioso per far pubblicità al mio primo libro
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luce so fusa
Ci sarebbero foto di Del Rio con dei mafiosi.
Autografate
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Cricon
Ci sarebbero foto di Del Rio con dei mafiosi. Che hanno prontamente smentito
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Macthulhu
Renzi: “È una barzelletta che noi siamo il governo delle lobby”. In effetti è vero: sono la continuazione di almeno tre governi delle lobby.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1754 14-4-2016 MORTO CASALEGGIO. HA INVENTATO LA DEMOCRAZIA IN RETE

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MASADA n° 1754 14-4-2016 MORTO CASALEGGIO. HA INVENTATO LA DEMOCRAZIA IN RETE
Blog di Viviana Vivarelli

E’ morto Casaleggio, l’ideatore del M5S, a 61 anni – Storia della vita di Casaleggio – Qual è il programma del M5S -Conseguenze nefaste dell’austerity – Come Renzi h sabotato il referendum -Domenica vota Si’ al referendum sulle trivelle

La democrazia è il Governo del popolo, dal popolo, per il popolo”.
(Abraham Lincoln)

Sergio Mattarella, si è detto “particolarmente colpito dalla prematura scomparsa di Gianroberto Casaleggio, intellettuale, editore, protagonista politico innovativo e appassionato“.

Max Weber
Il possibile non sarebbe mai raggiunto se nel mondo non ci fosse sempre qualcuno che insegna gli altro la strada sognando sempre l’impossibile”.

Viviana Vivarelli

In un mondo povero di eroi
piango la morte di un eroe
solitario
che mosse il popolo con una visione
un sognatore
un idealista
là dove gli ideali sembravano
sepolti
e il futuro perduto
A noi portare avanti
il suo sogno
e tradurlo in tangibile realtà
per la sua memoria
per la dignità di una Nazione
per il bene di noi tutti,
amici e nemici, ma comunque fratelli
verso un futuro che a questo
triste presente
sia di sprone
e guida.

.
Vi siete assuefatti
voi, servi della giustizia, leve
della speranza, ai necessari atti
che umiliano il cuore e la coscienza.
Al voluto tacere, al calcolato
parlare, al denigrare senza
odio, all’esaltare senza amore;
alla brutalità della prudenza
e all’ipocrisia del clamore
”.
(Pasolini)

Marco Barbon
Oggi se n’è andato Gianroberto Casaleggio, co-fondatore del MoVimento 5 Stelle, colui che convinse Beppe Grillo ad attivarsi, a fare da traino. Lo convinse che partendo dal nulla c’era una possibilità di riuscire a cambiare questa società, si poteva cambiare e bisognava provarci, praticamente un pazzo visionario.
Ci lascia la grande impresa che è riuscito a realizzare, il suo sogno che è diventato il sogno di molti oggi, non la speranza perché lui non amava stare lì a sperare, amava la partecipazione attiva al cambiamento. Non sperare, diceva spesso, piuttosto datti da fare. Si può condividere oppure no il suo modo di intendere ma non si può negare quello di grande che è riuscito a creare, partendo da una cosa semplice: la partecipazione degli esclusi.
Lui non amava apparire, era un tipo schivo, riservato, e così in silenzio, senza disturbare, ha deciso di andare. Da oggi il cielo ha una stella in più.
.
Simone Stellini
L’unico in Italia ha parlare di FUTURO.
L’unico che ha cambiato il modo di COMUNICARE il proprio pensiero.
CAPITO in pochissimo tempo da milioni di persone perché DIRETTO.
UN GRANDISSIMO VISIONARIO.
Forse un giorno il suo sogno diventerà realtà.
Grazie Casaleggio.
.
Eugenio Montale

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

.
Marco C
Grazie per averci dato la speranza, insieme a Beppe, che si può e si deve cambiare questo Paese.
.
Stefano Valle
Grazie di tutto Gianroberto. A riveder le stelle
.
Gli uomini passano, le idee restano.
Restano le loro tensioni morali e
continueranno a camminare sulle
gambe di altri uomini
”.
(Giovanni Falcone)

Fabrizio Castellana
Mi spiace sia morto ora, mentre tutti i media governativi si affannavano a sparlarne e ad inventarsi suoi secondi fini malvagi per screditarlo e screditare così il movimento.
Mi spiace non abbia potuto oltrepassare questo periodo di amarezza per potersi godere un periodo di riconoscenza e riconoscimento ..
Avrebbe meritato di essere riconosciuto come una persona buona e benintenzionata, utile al Paese e partigiano della democrazia, ma purtroppo lo sarà postumo, in futuro, quando capiremo che il suo tentativo di riportare la democrazia è stato sincero e prezioso, a prescindere dal fatto che possa riuscire o meno….
Il tentativo almeno c’è stato, e questo glielo avrebbero dovuto riconoscere, lo avrebbe meritato in vita.
Ma il potere giustamente lo temeva e lo ha combattuto in tutti i modi, perché il potere teme il ritorno della democrazia, e si è servito della propaganda per addestrare il popolo a odiarlo ingiustamente. E forse era inevitabile, e certamente la storia ha già visto altri personaggi trattati così.
Lui ha costruito invece, insieme a Grillo, dopo averci provato con Di Pietro purtroppo senza riuscirci, una nuova corrente politica democratica di cui l’Italia aveva necessità estrema, e che spero possa procedere verso la meta che si è prefissa: il ritorno della democrazia in questa colonia di potenze esterne che è ormai diventato il nostro stato.
Non so se il movimento riuscirà ad affermarsi come merita, spero di sì … penso di sì … nonostante tutte le forze che ha contro, perché propone qualcosa di giusto e di vitale per la democrazia, e questa sarà la rivincita di Gianroberto Casaleggio, e purtroppo non ha potuto raggiungerla prima di morire.

Francesco De Luca
Se questo Paese riuscirà a risollevarsi dai secolari mali che lo attanagliano, sarà merito anche di persone come Casaleggio.Gratitudine e dispiacere insieme.
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Ha detto: “La democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, non è relativa soltanto alle consultazioni popolari, ma a una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato. È una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzata”.
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Ogni collegio elettorale dovrebbe essere in grado di sfiduciare e quindi di far dimettere il parlamentare che si sottrae ai suoi obblighi in ogni momento attraverso referendum locali”.
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Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa”.
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Un’idea è buona o cattiva, non di destra o di sinistra. Se ognuno di noi, dal commercialista all’idraulico, al dentista, dedicasse una parte del proprio lavoro anche agli altri, il mondo lo potremmo cambiare davvero”.
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Il capitale, ormai, vince sulla democrazia che sembra essere solo un intralcio, una perdita di tempo. Il capitale ha altri tempi, più veloci, e non vuole regole, mette i suoi rappresentanti nelle istituzioni”.
.
Il Governo dell’Italia deve affrontare prima i problemi nazionali e poi i rapporti internazionali, ma mai a scapito dei suoi interessi”.
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I giornali stanno scomparendo, poi verrà il turno delle televisioni, seguite dai libri. Entro dieci o vent’anni saranno considerati alla stregua di specie estinte come il dodo. Tutta l’informazione confluirà in Rete e chiunque potrà diventare prosumer, ossia al tempo stesso produttore e fruitore dell’informazione”.

La democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, non è relativa soltanto alle consultazioni popolari, ma a una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato. È una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzata”.

Nessuna democrazia rappresentativa è una democrazia, ma un sistema di minoranze organizzate che prevalgono sulla maggioranza dei cittadini singolarmente presi, soffocandoli, limitandone gravemente la libertà e tenendoli in una condizione di minorità”.
(Massimo Fini)
.
Viviana
Casaleggio ha detto:
Ormai l’unico modello politico per cui dovremmo tutti lottare è la democrazia partecipativa che deve gradualmente prendere il posto della vecchia democrazia parlamentare”.
La democrazia parlamentare si è deteriorata fino a calpestare gli stessi principi e valori su cui era sorta: gli interessi dei cittadini e il loro bene presente e futuro.
Poiché tale bene generale e universale da tempo è stato sostituito da interessi privati, di soggetti o gruppi economici e di potere che calpestano il bene comune, e poiché quella che si spaccia ancora per democrazia parlamentare mostra la sua consunzione fino ad essere arrivata alla negazione del diritto elettorale, alla nullificazione del Parlamento, alla violenza contro la Costituzione, alla cancellazione dei diritti e delle tutele del lavoratore e del cittadino, in un peggioramento continuo e costante delle modalità del vivere e delle speranze sul domani, la democrazia parlamentare dimostra di essere diventata il contrario di se stessa e di essersi trasformata in autoritarismo.
Contro ogni autoritarismo c’è solo una via: lottare per rovesciarlo
Gianroberto ci ha insegnato che possiamo farlo con mezzi leciti e legittimi
Contro la scelta della rivoluzione violenta ci ha condotto verso mezzi di cambiamento pacifici e legalitari
.
Non ha portato avanti solo la delusione della gente
ha portato una nuova idea di partecipazione alla democrazia
una nuova idea di politica e di uomini politici
una nuova idea di ambiente, di economia
di società,
una nuova idea di futuro

LA STORIA DI CASALEGGIO, DAGLI ANNI IN OLIVETTO AL BLOG DI GRILLO CON LA PASSIONE DELLA RETE (Sole 24 ore)
Biagio Simonetta

«Attenzione ai dettagli. Perché i dettagli sono importanti, fanno la differenza». Gianroberto Casaleggio deve molto del suo successo imprenditoriale ai dettagli. Non ha mai lasciato nulla al caso, e pretendeva lo stesso dalle persone che lavoravano al suo fianco. Il Casaleggio imprenditore è un uomo totalmente diverso da quello che le cronache politiche hanno dipinto in questi ultimi tre anni. Il MoVimento 5 Stelle è figlio suo, e lo sarà per sempre. Ma la storia professionale di Gianroberto è densa di molto altro.
Milanese, vegetariano convinto, dirigente d’azienda sin da giovanissimo, aveva iniziato a Ivrea nella Olivetti di Roberto Colaninno come progettista software. Erano gli anni d’oro dell’informatica italiana. E Casaleggio era una delle menti più lucide. Un innovatore vero, e al centro delle sue idee – che non prevedevano mai compromessi – c’era un unico comune denominatore: Internet. Anzi, la Rete, come preferiva chiamarla.
A quarant’anni era già amministratore delegato di Webegg, una joint venture nata da Finsiel e Olivetti. Una società di consulenza aziendale per il web che in breve raggiunse un migliaio di dipendenti. Sono gli anni a cavallo del 2000, e Webegg è un po’ il sogno dei giovani informatici italiani. Intanto Casaleggio entra nel consiglio di amministrazione di Netikos. Il sogno Webegg si infrange nel 2003. In Telecom, che aveva acquistato le quote da Olivetti, arriva Tronchetti Provera, e i rapporti con Casaleggio sono da subito burrascosi. L’azienda contesta a Casaleggio i bilanci, mentre Casaleggio non condivide le politiche del nuovo azionista di maggioranza. Il matrimonio si rompe. Nel 2004, portandosi dietro quattro dipendenti da Webegg, fonda la Casaleggio Associati, nella quale entra pure il figlio Davide. Una piccola Srl con sede in via Sant’Orsola, a Milano, prima di spostarsi negli attuali uffici di via Morone, a due passi dalla Scala. Il resto è storia recente.
Oggi la Casaleggio Associati conta una ventina di dipendenti e in questi anni ha curato la comunicazione online di diverse importanti aziende italiane. Gianroberto è stato al timone fino all’ultimo giorno, nel suo ufficio tappezzato dai quadri di Dylan Dog e colmo dei suoi libri. Adorava Stefano Benni e Dostoevskij, ed era un grande appassionato di storia antica.
«In Rete devi scrivere semplice, perché se non riesci a essere semplice la gente non ti capisce», ha sempre detto Casaleggio alle persone che hanno lavorato per lui.
L’incontro con Beppe Grillo ha cambiato la vita a entrambi. Casaleggio aveva da poco pubblicato uno dei suoi libri sulla Rete: «Il web è morto, viva il web». Il saggio finì nelle mani di Grillo, che ne rimase colpito. Lo convocò a Livorno, nel camerino del suo spettacolo. Casaleggio aveva le idee già chiarissime: «Facciamo il tuo blog. Sarà il più letto d’Europa». Aveva ragione. Nel 2005 nasce Beppe Grillo.it, che in pochi anni diventa uno degli esempi di maggior successo di comunicazione online al mondo. Un blog dal quale è nato il M5S. Un blog che Gianroberto Casaleggio ha curato, personalmente, ogni giorno della sua vita. Facendo attenzione ai dettagli. “Perché sono quelli a fare la differenza”.

QUAL’E’ IL PROGRAMMA DEL M5S
Viviana Vivarelli

Uno degli insulti più sciocchi fatti al M5S è di non avere un programma. Ma è proprio la premessa di un simile ragionamento ad essere sbagliata.
Nei partiti tradizionali c’è un capo che, da solo, insieme ad altri o sotto altri, presenta un programma. Prodi lavorò un anno alla costruzione dell’Ulivo con i futuri alleati di Governo, poi disattese totalmente il programma fatto e fece il contrario. Berlusconi presentò un programma fittizio che in parte non riuscì a realizzare per l’opposizione del csx (un milione di posti di lavoro, la distruzione dell’art. 18, lo stop alle intercettazioni, l’annichilimento del Parlamento, le prescrizioni facili, le depenalizzazioni dei reati finanziari..), mentre favoriva i propri interessi personali e realizzava il programma di estrema dx della P2 di Licio Gelli. Monti e Letta, voluti da Napolitano su ordine dei magnati occidentali- Bilderberg, Bce, Fm, banche d’affari americane e lobby nazionali o multinazionali- ripresero il programma pidduista di Gelli che coincideva con un neoliberismo spinto e un europeismo suicida a marca tedesca, contro la Costituzione, contro la democrazia, contro i diritti dei cittadini e dei lavoratori.
Renzi ha proseguito sulla stessa linea neoliberista, smantellando qualsiasi traccia della sx e realizzando molti dei punti programmatici dei predecessori, B compreso, grazie al consenso succube del Pd, come l’eliminazione dell’art. 18, del posto fisso e delle tutele dei lavoratori (fino alle leggi sul lavoro fatte senza i sindacati, la depenalizzazione del mobbing e il licenziamento senza giusta causa), la svendita del territorio (vd anche trivelle), la distruzione progressiva dei diritti elettorali, l’eliminazione dell’equilibrio dei poteri, un accentramento assolutistico sul capo del Governo, l’erosione dello stato sociale e là dove Berlusconi non era riuscito, Renzi ha forzato la mano, sia coi voti alla fiducia, che con una corte di yeman che ha piazzato dappertutto, col voto dei traditori piddini e le aperture al centro e ai fuorusciti di Forza Italia.
Renzi avrà anche un programma ma è un programma deleterio per questo Paese, perché è di estrema dx neoliberista, favorisce solo i più ricchi, le lobby, le banche, i politici, il potere. Arricchisce i già ricchi mentre impoverisce i più poveri. Umilia la Nazione. Danneggia i cittadini, i lavoratori, i pensionati, i giovani. Taglia la democrazia, eliminando progressivamente i diritti elettorali e indebolendo il Parlamento, governa in modo centralista e senza dibattito, calpestando i diritti dei rappresentanti del popolo, asservisce i media, distrugge la Costituzione per un potere senza contrappesi, disconosce i diritti civili che essa consacra in nome del bene comune e del progresso di civiltà, rifiuta il valore dei referendum, uccide i sindacati, stritola le libertà, prima fra tutte la libertà di informazione e di espressione e la libertà dal bisogno, taglia le tutele non solo sul lavoro ma anche quelle che ci promettono una giustizia generale mentre si creano leggi e processi che favoriscono i delinquenti e annullano le sentenze o le pene. Infine ci rimette in guerre dall’esito incerto e che non ci possiamo permettere, aumenta la spesa in armi mentre diminuisce quella per la tutela del territorio. Anzi è indifferente all’inquinamento ambientale, non propone alcun piano energetico, tratta il mare e il suolo come beni da svendere o su cui prendere mazzette dalle lobby.
Quello che accade è davanti agli occhi, anche se i media embedded attuano una disinformazione sistematica: l’Italia va male, è ultima in Europa, ha tagliato tutte le sue speranze di ripresa, scende di molti posti in tutte le classifiche internazionali, mentre è prima per corruzione, malgoverno, inquinamento, squilibrio istituzionale, deficit di bilancio, debito pubblico.

Se questo è il programma che Renzi sta realizzando, qual è il programma del M5S?
Nel M5S non abbiamo un capo che detta un programma e viene votato per quello.
La piramide è rovesciata.
Abbiamo un sistema che poggia sulla democrazia diretta, non sul comando che piove dall’alto ma su una volontà popolare in fieri, come avviene da 40 anni in Svizzera, come sta avvenendo oggi in Islanda dove i cittadini si sono fatti una Costituzione dal basso.
Per cui è la volontà popolare che eleggerà i propri portavoce (così come oggi uno nomina il proprio avvocato o commercialista), essere parlamentare sarà una funzione provvisoria, un servizio temporaneo, non un potere a vita, gli emolumenti saranno bassi e non si potrà durare più di due legislature, il delegato dovrà essere efficiente, onesto e revocabile, e saranno i cittadini a prendere di volta in volta le decisioni fondamentali, come avviene col referendum. Là dove in Svizzera sono i cantoni a votarsi da soli le leggi coi sistemi tradizionali, Casaleggio ha previsto una votazione on line, inventando la democrazia telematica, cosa a cui anche la Svizzera sta pensando e che si potrà attuare con apposite salvaguardie così come si attuano già i bonifici o i pagamenti on line.
Rimettere le decisioni fondamentali ai cittadini è la sostanza del Movimento e la sua profonda differenza col marcio sistema governativo (ormai non più parlamentare), per cui non ha senso parlare di programma a priori, perché col M5S si passerà alla democrazia attiva e diretta, in cui il cittadino non si limita a tracciare una croce su una scheda ogni 5 anni, ma sarà lui stesso il decisore del proprio bene e del proprio futuro e si farà come si fa in Svizzera dove, per es., ogni anno si vota sull’immigrazione, la politica sarà un work in progress, il voto può variare di anno in anno e cambierà a seconda di varie circostanze considerate dal popolo e si voterà anche sui trattati internazionali, sulla pace e sulla guerra.
Dunque, mentre Renzi calpesta la democrazia, riducendo il diritto elettorale o falsandolo, fregandosene dei referendum, non ascoltando i sindacati, cancellando i diritti costituzionali e comportandosi come un sultano circondato dalla sua corte, il M5S vuole rendere il potere democratico ai cittadini affinché essi si amministrino da soli, legando con un obbligo di mandato i loro rappresentanti alla volontà popolare ed espellendoli se tracimano o delinquono (col recall, come in molti Stati americani).
Il M5S dunque non è un programma, è una via di governo, la più democratica che conosciamo.
Punti fondamentali: i politici dipendono dai cittadini e non viceversa, i politici sono pagati poco e sono a tempo, il ricambio politico è assicurato in base al merito e all’onestà, il potere risiede nei cittadini e non nel governo, i cittadini decidono loro sulle spese, sulle leggi, sul loro futuro. Punti ineliminabili: difesa del territorio, piano di energie pulite con svincolamento economico e politico dai carburanti fossili; recupero idrogeologico; programma di pace e non di guerra; che sia il popolo a decidere se vuole restare o no nella zona euro; difesa dei diritti del lavoro; difesa dei giovani e degli anziani; difesa del welfare con reddito minimo di cittadinanza; lotta allo strapotere delle lobby; divisione delle banche d’investimento da quelle di famiglia; difesa dei prodotti nazionali; eliminazione di grandi opere inutili….

Ecco perché l’obiezione dei detrattori che il M5S non ha un programma è una obiezione sciocca. E’ la democrazia il programma. Così come è la distruzione della democrazia il programma di Renzi.

CASALEGGIO E L’UTOPIA
Alessandro Gilioli

Mi sono fatto una lunga chiacchierata su Casaleggio con Ilvo Diamanti. Una delle prime cose che gli ho chiesto è se era azzeccata o no la definizione di “guru” così spesso appioppatagli dalla mia categoria, e lui quasi si è messo a ridere: si definisce “guru”, mi ha detto, qualcuno che capisce molto bene cose di cui noi invece non capiamo un tubo.
Vero, in effetti. E mi è tornato in mente il livello del dibattito sulla Rete, nei palazzi della politica e sui giornali, quando Casaleggio e Grillo stavano mettendo in piedi i meet-up e poi il M5S. Un livello bassissimo, con esponenti di governo che volevano chiudere Facebook e Google, mezzibusti Rai che confondevano i social network con i centri sociali e leader della sinistra che definivano Internet “un ambaradam” (di nuovo: ci sembra caotico e minaccioso ciò di cui non capiamo granché).
Era desolatamente questo il mainstream neanche troppi anni fa: cinque o sei, non di più.
Di contro, qui in Italia, c’era soprattutto Casaleggio.
Che i classici del Web li aveva letti e che la Rete la usava per estrazione professionale. E che aveva declinato questa passione in modo estremo, senza sfumature. Senza chiaroscuri. Senza rovesci della medaglia. Il radioso digitale da una parte – luogo di emancipazione delle persone comuni dalla sudditanza civile e politica – contro l’oscurantismo analogico dall’altra parte, quello dei “vecchi”, degli “zombi”, dei “morti”.
Casaleggio aveva capito (non da solo, certo, ma tra i primi a parlarne nella politica italiana) che le trasformazioni tecnologiche appena iniziate avrebbero travolto e radicalmente trasformato le relazioni sociali, economiche, politiche, culturali. E lo avrebbero fatto molto in fretta, polverizzando tutte le sovrastrutture create dall’era industriale: a iniziare dal lavoro-salario come strumento di compensazione e di redistribuzione, fino al modello di democrazia basata sulla rappresentanza parlamentare. La stessa distinzione tra destra e sinistra gli sembrava un epifenomeno del vecchio ordine moribondo, l’espressione di un’epoca in cui le relazioni sociali erano determinate da strumenti in via di sparizione.
Detto questo, Casaleggio vedeva tuttavia la trasformazione tecnologica come un percorso secco, netto, assoluto. Senza contraddizioni e senza zone d’ombra. Senza sostanziali ostacoli a parte le resistenze del vecchio. Che tuttavia, come tali, erano destinate a soccombere senza lasciare tracce.
Di qui, una visione utopistica, millenaristica e apocalittica della Rete. Che avrebbe fatto pulizia del mondo. Un po’ come la Grande guerra per i futuristi. O, meglio, la presa del Palazzo d’Inverno per i bolscevichi.
Conoscendolo solo attraverso i suoi libri, non so se Casaleggio avesse scelto questa sostanziale semplificazione manichea per esigenze di comunicazione e di stimolo alla partecipazione: oppure se fosse veramente convinto di questa sorta di transumanesimo. Di certo, il suo ottimismo radicale nei confronti del Web ha contribuito molto alla nascita del Movimento 5 Stelle, perché ne ha costituito l’obiettivo di lungo termine e l’ideologia.
In altre parole, Casaleggio ha delineato un domani “perfetto” di democrazia dal basso e partecipazione, con un peso ugualissimo di ogni cittadino nella cosa pubblica e la liberazione dalle schiavitù parallele del lavoro e dell’avidità. Questo domani, questo obiettivo, era il fattore unificante e il senso finale di ogni battaglia locale, di ogni provvisoria elezione, di ogni sit-in in piazza. Ecco perché appunto era (ed è ancora) l’ideologia, nel Movimento, ben oltre la bozza sfrangiata di programma politico che ancora campeggia sul sito.
In nome di questa utopia è nato il Movimento: perché senza utopia non si può progettare nulla, senza utopia non si rovescia il marcio, senza utopia nessun cambiamento reale è possibile. L’utopia è il sognare a occhi aperti di Lessing, l’obiettivo verso cui tendere di Kant.
Poi, tuttavia, nessuna utopia si realizza mai in sé e come tale: serve solo come punto in direzione del quale muoversi, appunto. Se prova meccanicamente a farsi realtà si rovescia facilmente in distopia.
Nel caso del comunismo, ad esempio, diventa Muro di Berlino, gulag, khmer rossi.
Nel caso di Casaleggio – assai più innocuamente – votazioni on line proprietarie, epurazioni con dei post scriptum sul blog, commistioni tra un ufficio privato di Milano e i cittadini eletti in Parlamento.
Cose così: che forse gli servivano a proteggere l’utopia dalla mediocre debolezza umana. E pensate che paradosso, per chi crede nel valore assoluto della disintermediazione, doversi fare proprio medium per preservare l’obiettivo di fondo.
Forse, chissà, anche queste “cose così” dimostrano che nessuna utopia può davvero scendere dal cielo alla Terra, e che in cielo deve rimanere affinché sulla Terra noi non si smetta di elevarsi, o almeno di provarci.
Ecco, ora nel M5S Casaleggio diventerà mito fondativo, anche oltre i suoi meriti e demeriti. Diventerà icona, simbolo dell’utopia generatrice del movimento stesso.
È giusto, ci sta.
Come ci sta che nel Movimento si apra una competizione di leadership: umana, inevitabile, perfino utile per quanto in contrasto con l’utopia iniziale.
E proprio dal modo in cui nel M5S si cercherà da oggi un equilibrio tra utopia e realtà si giocherà il futuro. Dalla capacita o meno di stare con gli occhi nella prima e i piedi nella seconda. Dal punto di equilibrio che troveranno fra i due estremi, cioè la fobia di sporcarsi le mani con il reale e il concretissimo rischio che il reale ti faccia finire con le mani sporche.
È una linea sottilissima e scivolosa. Un filo tra le sommità di due grattacieli. Con il rischio continuo di cadere da una parte (l’adeguamento ai giochi di potere, la mediazione al ribasso, l’essere come tutti) oppure dall’altra (la distopia, appunto, cioè il rovesciamento ideologico del sogno in incubo).
In bocca al lupo.
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Francesco Degni
Casaleggio è stato un politico pensante, animale strano, visto con diffidenza dai senza pensiero, razza padrone della politica italiana.
I senza pensiero vanno avanti per usi comuni. La politica per loro deve essere impersonata da un partito, con sedi, giornale segretario e strutture organizzative varie.
Casaleggio, invece, la pensava libera con contatti orizzontali tra gli aventi lo stesso pensiero, senza vincoli di potere, l’unico vincolo era quello di tendere al bene comune senza privilegi e ruberie, tutto alla luce del sole, certo queste idee non potevano essere propagandate in tv e medi media, tutti controllati dai parassiti ed ecco allora ‘ la rete’ in cui tutti possono collegarsi l’uno con l’altro.
La rete è un mezzo per la democrazia, senza che nessuno possa filtrare le idee dell’altro o oscurarle. La rete è libera. In fondo lui aveva coniugato la politica come un’offerta in rete senza passare per un negozio o centro commerciale.
Il rischio, per i prodotti, è vedersi arrivare a casa qualcosa di diverso, ma in questa politica italiana questo rischio è minimo, visto che il prodotto avariato è quello tradizionale. Il prodotto in rete, con tutti i se e i ma, può essere solo migliore e questa è la grande intuizione di Casaleggio. La differenza tra Casaleggio e gli altri è la stessa che passò tra Marconi e quelli che ritenevano impossibile la trasmissione senza l’uso di un filo.
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CONSEGUENZE DELL’AUSTERITY
Berluscameno

In un Paese “libero” le notizie debbono giungere a tutti i livelli culturali presenti nella società civile. Ed allora alcune notiziole scomode debbono essere pubblicate.

“ Il tasso di disoccupazione nell’eurozona e nell’Unione europea continua a viaggiare a livelli record : 10,5 %”. Superiore rispetto alla media, seppure di poco, il dato dell’Italia: 11,3 % (3 milioni di persone), il tasso più alto da quarant’anni a questa parte (se si escludono gli ultimi anni). Particolarmente drammatica – e ancor più asimmetrica – la situazione dell’occupazione giovanile: per quanto il tasso medio di disoccupazione giovanile dell’eurozona e dell’UE-28 sia già di per sé molto alto (22,5 e 20 % rispettivamente), in alcuni paesi si toccano punte che non si vedevano dai tempi della seconda guerra mondiale: 47,5 % in Spagna, 49,5 % in Grecia, 38 % in Italia (che però al Sud supera il 60 %, il tasso più alto d’Europa), a fronte di un risicato 7 % in Germania.

Per quanto riguarda l’Italia, il nostro Paese è uscito da una recessione di sei anni solo nel 2015, e all’inizio del 2016 registrava ancora un tasso di crescita di poco superiore a zero.
E gli effetti si vedono: produzione industriale al -25 % e PIL al -10 % rispetto ai livelli del 2008, tasso di accumulazione ai minimi storici, disoccupazione e debito pubblico a livelli record. Un’apocalisse economica e sociale – che si prefigura come la peggiore crisi dall’Unità d’Italia, ben peggiore di quella del ‘29 in termini macroeconomici – da cui il nostro Paese impiegherà decenni a riprendersi (e comunque solo a patto di un radicale cambio di rotta), soprattutto considerando i pesanti effetti strutturali che la crisi ha avuto sul tessuto produttivo italiano.
“L’esempio più evidente di ciò è l’incredibile numero di aziende che hanno chiuso per sempre dall’inizio della crisi”: alla fine del 2013 erano più di un milione e 700.000 (un’azienda manifatturiera su cinque), di cui 111.000 solo nel 2013, secondo uno studio del Centro Studi CNA. Il 94 % di queste erano piccole e medie imprese.

Anche chi ha un lavoro, però, non se la passa molto bene: a causa della decisione dell’establishment europeo di perseguire anche nel settore privato la stessa politica di “compressione dei salari” già sperimentata nel settore pubblico (in particolar modo in quei paesi sottoposti a un programma di “aggiustamento strutturale” della troika) – secondo la logica della cosiddetta “svalutazione interna” – tra il 2008 e oggi i salari reali sono diminuiti o sono rimasti stagnanti in tutti i paesi della periferia (con picchi del -20 % in Grecia).
E questo a fronte di una caduta della quota salari sul PIL che, com’è noto, prosegue ininterrottamente da trent’anni.
Consequenziale in parte all’”aumento della disoccupazione e alla stagnazione-diminuzione dei salari” – nonché dei tagli alla spesa sociale e sanitaria – è l’increscioso aumento del tasso di povertà e-o di esclusione sociale nel continente, un dramma che secondo la Commissione europea riguarda ormai il 24 % della popolazione dell’Ue (tra cui il 27 % dei bambini e il 20,5 % degli over-65), pari a più di 120 milioni di persone. Nel 2008 erano “solo” 116 milioni. “Quasi il 10 % degli europei oggi vive in condizione di grave deprivazione materiale”.

L’AUSTERITA’ SI RIVELA UN FALLIMENTO anche in base ai suoi stessi (limitatissimi) parametri: il debito pubblico dell’area euro oggi si aggira intorno al 93 % – il dato più alto di sempre –, rispetto ad un livello pre -crisi del 79 %. E pensare che uno degli obiettivi dichiarati delle “politiche di consolidamento fiscale” è proprio la riduzione del debito pubblico. Parallelamente, “continua a crescere inesorabilmente anche il debito privato”, perlopiù a causa del fatto che le politiche di austerità hanno ostacolato il ‘deleveraging’ del settore privato. Questo si riflette nella “crescita vertiginosa delle sofferenze bancarie”, ossia dei crediti bancari la cui riscossione non è certa.
Secondo un recente studio pubblicato su VoxEU.org, le banche del continente avevano in pancia, a fine 2014, “crediti di difficile riscossione” (non- performing loans) pari all’incredibile somma di circa 1,2 trilioni di euro, pari al 9 % del PIL dell’UE e più del doppio del livello del 2009. I paesi maggiormente interessati dal fenomeno sono l’Italia, la Grecia, il Portogallo e Cipro. Trattasi di un dato estremamente preoccupante sia per la stabilità finanziaria dell’Europa che per le prospettive di ripresa del continente poiché, come si legge nello studio, “un alto livello di crediti di difficile riscossione tende a … ridurre la crescita del PIL ed aumentare la disoccupazione”. È evidente che anche questa è “una conseguenza diretta delle misure di austerità perseguite negli ultimi anni”, che non hanno fatto che acuire la recessione nei paesi della periferia, peggiorando i bilanci delle famiglie e delle imprese (che fanno sempre più fatica a ripagare i debiti contratti con le banche) e di conseguenza i bilanci delle banche stesse.
Infine, la strategia di riequilibrio asimmetrico dell’eurozona – per cui i paesi che registravano un deficit della bilancia commerciale sono stati costretti a ridurre i loro disavanzi (attraverso la svalutazione interna), mentre “i paesi in surplus(GERMANIA) non hanno fatto nulla per ridurre i loro avanzi”, che anzi sono addirittura aumentati – ha sì appianato gli squilibri della bilancia dei pagamenti intra- europea, ma al costo di determinare uno squilibrio ancor più destabilizzante tra l’Europa e il resto del mondo.
Col risultato che la bilancia commerciale dell’area euro, che nel 2007 era sostanzialmente in equilibrio, “oggi registra un surplus senza precedenti, pari al 3,7 % del PIL”.
Ma è evidente che, così come la “politica mercantilista tedesca non è sostenibile su scala europea”, lo è ancor meno su scala globale, soprattutto se applicata all’eurozona nel suo complesso. Il motivo è semplice: il contesto dell’economia mondiale, caratterizzato da una “stagnazione generalizzata di lungo periodo “(ulteriormente aggravata dalla mortificazione della domanda europea causata dalle politiche di austerity), non è adatto a una crescita trainata dall’export. Intanto il punto di non ritorno – “oltre il quale sia impossibile evitare la deflagrazione dell’eurozona e con ogni probabilità della stessa Unione europea, con conseguenze economiche, sociali e politiche potenzialmente devastanti” -diventerà certo … e si avvicina a grandi passi e sempre di più.

PERCHE’ VOTARE AL REFERENDUM E PERCHE’ VOTARE SI’!
Maria Rita D’Orsogna
(Fisico e professore associato presso il dipartimento di matematica della California State
University at Northridge, a Los Angeles, dove vive stabilmente).

Nell’ottobre del 2007, ricevette una telefonata di un amico da Lanciano, in Abruzzo, dove vivono i suoi genitori e durante la conversazione l’amico le parlò di un misterioso “centro oli” di Ortona. Non c’erano molte informazioni all’epoca, su quella che poi si scopri essere una raffineria proposta dall’ENI fra i campi del Montepulciano per trattare petrolio di scarsa qualità e fortemente inquinante. Ad ogni modo, Maria Rita D’Orsogna comprese subito che estrarre petrolio scadente e raffinarlo fra i vigneti era qualcosa di nefasto che non avrebbe portato niente di buono all’Abruzzo. Così, anche se da lontano tutti le dicevano che era una battaglia persa, lei si mise all’opera. Prese dei libri dall’università per studiare meglio
la situazione, parlò con colleghi americani, con persone di Ortona. Una volta che il quadro le divenne più chiaro – sui limiti emissivi di sostanze inquinanti in Italia, sull’idrogeno solforato, sugli effetti degli scarti petroliferi nella vita delle persone e sul ciclo agricolo e ambientale –, cominciò a diffondere il messaggio ai cittadini. Pian piano la battaglia si è allargò alle concessioni marine d’Abruzzo e in altre parte d’Italia: con inviti di coinvolgimenti in altre realtà locali come Savona, la Brianza, la Murgia, il Polesine, Chioggia, le isole Tremiti, la Basilicata, il Salento, Pantelleria. Del resto, Come avrebbe potuto rifiutare? Alla fine siamo un Paese solo e salvare l’Abruzzo non serve a niente se poi invece i pozzi li fanno in altre regioni. L’articolo che segue, dal sottotitolo eloquente ‘il petrolio prima ancora che l’ambiente inquina la democrazia’, è l’ultimo pubblicato sul suo blog nel quale elenca dieci buone ragioni per andare a votare e votare SI’.

“Non avrei mai immaginato che questo referendum aprisse una cosi violenta discussione sul tema petrolio in Italia o che venissero fuori tutti questi scandali, uno più deprimente dell’altro per chiunque ami l’Italia. Essenzialmente predico tutte queste cose da anni, ma questa cosi grande macchina organizzativa per taroccare i controlli, per mentire alla gente, per farci soldi sopra, con la più totale incuranza per l’ambiente, il pianeta, la gente è
veramente strabiliante. I petrolieri hanno giocato con i polmoni, con il mare, con la fiducia degli italiani e questo da solo è un motivo forte per votare SI il 17 Aprile 2016.

Ma è quanto di più meschino e antidemocratico invitare la gente all’astensionismo come cercano di fare in molti nel PD. Quale che sia stato l’iter di questo referendum siamo
adesso chiamati alle urne, e occorre andare a votare per non sprecare i 3-400 milioni di euro che questo referendum costerà. Vincere sperando che non si raggiunga il quorum è uno schiaffo al vivere civile e a tutti quelli che hanno dato la vita, generazioni fa, per darci il suffragio universale.

Il quesito è sulla durata temporale delle trivelle. Le concessioni adesso durano 30 anni con possibilità di proroga fino all’esaurimento del giacimento. Il referendum vuole che, per il futuro e per le sole concessioni entro le 12 miglia, una volta scaduti questi 30 anni, non possano esserci proroghe. Il quesito riguarda una ventina di concessioni della Edison e dell’ENI che “scadranno” fra il 2017 e il 2027. Sono in Adriatico (Emilia Romagna,
Marche e Abruzzo), in Sicilia e nel mar Ionio (Calabria). Di queste concessioni una è unicamente a petrolio, Rospo Mare in Abruzzo, le altre sono tutte a gas o miste. Le piattaforme fuori dalle 12 miglia non sono interessate.
Il voto è simbolico. I quesiti iniziali erano sei, ma cinque sono stati cancellati, grazie a sgambetti più o meno aperti da parte del Governo. Hanno una gran paura del voto. Oltre a cancellare cinque quesiti su sei, hanno pure deciso di non voler incorporare il voto con le amministrative di Giugno, sperando nell’astensionismo.
Essendo un voto simbolico, anche l’espressione del voto deve essere simbolico. Non votiamo per trenta o trentuno anni di trivelle. Votiamo per dire al Governo che tipo di Italia vogliamo. Una Italia fossile, che si tiene ancora stretta al passato, con tutte questa petrol-molassa di morte, di ministri, di amanti, di bugie, o una Italia che con coraggio guarda al futuro e programma un paradigma energetico diverso, fatto non solo di energia pulita, ma di coscienze pulite.
Non è vero che non si può. I perdenti, i vecchi dentro, quelli che hanno le mani in pasta, dicono che non si può.
L’uomo è più intelligente dei buchi. Se abbiamo messo un uomo sulla luna possiamo anche portare sulla terra sole e vento per fare tutto quello che facciamo con il petrolio, senza avvelenare nessuno. Lo so. E’ la storia che ce lo Ecco perché votare sì:

1. Dalle trivelle italiane, esistenti e future, non ci guadagnano niente gli italiani, solo i petrolieri. Importiamo ancora la maggior parte del petrolio e del gas che usiamo e sarà sempre cosi perché ce ne abbiamo troppo poco e scadente per farne affidamento. Non sono le trivelle in mare a portare ricchezza agli italiani. E’ l’ambiente sano, un turismo intelligente e moderno, la bellezza, la poesia del nostro paesaggio che ci salveranno, non i buchi. Ogni Gela è una Taormina mancata.

2. L’Italia è un Paese fragile. Trivellare significa stuzzicare e modificare delicati equilibri naturali di cui non sappiamo niente. Tutto il Ravennate è sottoposto a fortissima subsidenza, spiagge intere sprofondano. Studi commissionati dagli stessi petrolieri in tempi recenti confermano che la maggior parte della subsidenza è causata dalle estrazioni metanifere. La subsidenza è un fenomeno irreversibile: una volta che la terra si abbassa non si torna indietro. La subsidenza si può solo rallentare. Chi da il diritto ai petrolieri di lasciare questa eredità alle generazioni future?

3. Quello che emerge da Viggiano (Basilicata) in questi giorni è “normale” per l’industria petrolifera. In alcune località del mondo i controlli sono superiori, altrove, come in Italia, arrivano tardi e c’è una spettacolare corruzione fra controllo e controllato. Ma i tentativi di avvelenare residenti e ambiente per risparmiare costi, esistono ovunque. E’ questa la triste verità dell’industria petrolifera: ancora più che i sussidi governativi i loro business lucrano con i sussidi non quantificabili delle nostre vite e del nostro ambiente. Ci avvelenano i polmoni ed i figli, ci deumanificano le coste con brutture industriali, puzze sulfuree insopportabili, e cozze e pesci tossici. Sono sicura che se si indagassero tutte le piattaforme d’Italia si troveranno concentrazioni elevate di materiale tossico in ciascuna di queste. E’ inevitabile. Prima ci lasciamo questo modus vivendi alle spalle, meglio sarà.

4. A Ragusa, allo scadere della concessione Vega A approvata nel 1984, hanno fatto richiesta per trivellare altri 12 pozzi nel quasi silenzio generale. Viene fuori adesso che dopo decenni attorno alla piattaforma Vega A ci sono elevate concentrazioni di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, composti organici aromatici e MTBE e che non è possibile il totale ripristino ambientale. A Ravenna invece viene fuori che le cozze “sane” pescate vicino alle piattaforme erano invece state prese altrove. Quelle vere invece avevano altre concentrazioni, anche qui, di metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici. Chi mangia quelle cozze? Anche qui, tutto questo è “normale” perché si tratta di infrastrutture che invecchiano, di sostanze tossiche e corrosive, e di controlli scarsi e
difficili. Un giorno in più di proroga è un giorno in più di mare malato.

5. E se qualcuna delle trivelle ha incidenti o malfunzionamenti? Dalla piattaforma Paguro, da cui sono morte 3 persone, non vogliamo veramente imparare niente? O vogliamo dimenticare la piattaforma ENI Temash incendiatasi nel 2004 solo perché è in Egitto? O del fatto che l’ENI-Saipem ha trivellato senza certificazioni? O che l’ENI in Norvegia ha ammesso una “lack of competence” nel trivellare i mari del nord? O vogliamo dimenticare che quando in Abruzzo ci furono perdite da Rospo Mare, prima si parlò di petrolio e “dopo quattro giorni” i petrolieri corressero la stampa parlando di erba e fango, come se loro stessi non fossero capaci di distinguere il petrolio dal fango immediatamente?

6. Non è vero che se non lo estraiamo noi lo faranno i Croati con magiche trivelle “a 45 gradi” come scrive qualche petrol-giornalista. Per tutto il parlare che si è fatto di petrolio in Croazia, i residenti dell’ex-Yugoslavia non hanno trivellato un solo pozzo. In Italia invece tiramo fuori petrolio dagli anni ‘50 in Adriatico, senza chiedere niente a nessuno. Non sarebbe il caso di dare l’esempio e di decidere *assieme* ai croati di chiudere il mar nostrum ai petrolieri da ambo i lati?

7. Non è vero che diminuirà l’occupazione. Nessuna piattaforma chiuderà il 18 Aprile. Per di più il lavoro petrolifero è altamente automatizzato e sono poche le persone che lavorano sulle piattaforme. Di contro, chi protegge il lavoro delle migliaia di pescatori che non sanno se pescano pesce o concentrati di monnezza tossica?

8. E se invece di preoccuparci di petrol-lavoro, ci preoccupassimo del lavoro green? La tendenza mondiale è di occupazione verde che cresce. In Canada gli ex lavoratori del petrolio chiedono di essere riqualificati per il lavoro nell’industria delle rinnovabili, negli USA il lavoro nelle rinnovabili ha superato quello nell’industria petrolifera. E la cosa bella del lavoro verde è che spesso si tratta di piccole industrie, e quindi di ricchezza distribuita invece che di colossi e multinazionali. Invece di fare la guerra al referendum, perché il Governo di Matteo Renzi non fa più politiche per incentivare le rinnovabili? L’uso di automobili elettriche? Il risparmio energetico? Nel 2014 il Governo addirittura fece dei tagli retroattivi sugli impianti di energia verde, causando l’ira degli investitori stranieri e pure
del Wall Street Journal. Forse perché Matteo Renzi ha più petrol-amici che amore per le rinnovabili?

9. Giustificare le trivelle d’Italia perché “se non lo facciamo noi, lo faranno in Mozambico e in Nigeria” è una offesa al Mozambico e alla Nigeria, e a tutti quelli che vivono vicino a pozzi e trivelle e mare malato. Ai Nigeriani non importa se trivelliamo Tempa Rossa o Ravenna o Ombrina. Ai Nigeriani importa che il loro dolore cessi e che non debbano più respirare, mangiare e vivere petrolio. A chi pensa così due cose dico. Intanto, se vogliamo proprio fare questo ragionamento, e allora dovremmo dire “se non lo facciamo nel giardino del mio condominio, lo faranno in Basilicata” e quindi che si aprissero loro un Centro Oli nelle loro città, o una FPSO nel loro mare. Andassero al mare a Falconara. E soprattutto. Se vi dispiace (ma veramente!) per la Nigeria e per il Mozambico, diventate attivisti per la Nigeria e per il Mozambico. Ce n’è tanto bisogno. E no, non è impossibile. Se l’ho fatto io dalla California per l’Italia, lo potete fare anche voi per il Mozambico e per la Nigeria. Ai politici che seguono questo pensiero dico: perché invece non mettete su delle commissioni d’inchiesta per studiare cosa esattamente l’ENI e l’AGIP abbiano combinato in Nigeria, se veramente ci tenete? Non è distruggendo l’Italia che si migliora il resto del mondo. Invece di giocare al ribasso, miglioriamolo il pianeta.

10. Il pianeta muore per colpa nostra. Del nostro uso smodato di fonti fossili. Ogni giorno leggiamo di cambiamenti climatici che progrediscono e che alterano i delicati equilibri naturali. I ghiacciai che si sciolgono, le barriere coralline che muoiono, isole che scompaiono, gli oceani che si acidificano. Non è giusto. Da qualche parte si deve
pur iniziare per cambiare le cose, e cercare di salvare il salvabile. L’Italia ha firmato decine di accordi da Kyoto a Parigi e sarebbe tutto vuoto se ci ostinassimo a trivellare il pianeta fino all’ultima goccia. Occorre invece affrontare la sfida energetica con coraggio: iniziamo da qui, dal 17 Aprile.
Non c’è sfida alcuna davanti cui l’uomo non abbia messo tutta la sua intelligenza e il suo volere e non ci sia Possiamo farcela. Ce l’abbiamo sempre fatta.

Video: 12 artisti in difesa del mare dicono: “Contro le trivelle vota sì”

L’intervista a Marco Travaglio sulla riforma costituzionale e la scomparsa di Gianroberto Casaleggio

http://www.la7.it/dimartedi/video/lintervista-a-marco-travaglio-sulla-riforma-costituzionale-e-la-scomparsa-di-gianroberto-casaleggio-12-04-2016-180572

Floris: “I grandi movimenti politici hanno spesso dei leader che hanno una intuizione. Quale è stata secondo il suo punti di vista l’intuizione di Casaleggio?”
Marco Travaglio: “…è stata quella che all’inizio sembrava una follia, poi ha cominciato ad assomigliare a una lucida follia, senza strutture, senza soldi, senza ideologie, senza sedi.. un movimento ‘senza’, un movimento con due fondatori, molto carismatici, molto presenti, che non si nascondono che portare i cittadini dentro le istituzioni non è un pranzo di gala..ma che hanno reso possibile una cosa che adesso non sappiamo ancora se funziona, Casaleggio non è riuscito a vedere realizzato il suo sogno; il suo sogno non era partecipare ma vincere. Sin dall’inizio quando tutti gli ridevano dietro, lui diceva :”Noi andiamo al governo!” All’inizio si rideva, lui era trattato come un mattocchio. Quando si è capito che la cosa poteva essere possibile, le risate sono diventate insulti, calunnie. Io non ricordo un leader politico così insultato e così calunniato, tra l’altro incensurato, forse è un’aggravante nella politica italiana…non ricordo pregiudicati così insultati, poi io l’ho criticato un sacco di volte..alla fine di tutto che ha fatto? Ha portato delle persone anch’esse incensurate dentro le istituzioni.”
“Forse-dice Floris-il sistema era arrivato alla fase conclusiva e l’attacco era il momento di farlo. Quando anche Renzi ha capito questo punto?”
Travaglio: “Eh, l’hanno capito in tanti. Non dimentichiamo che la prima uscita veramente politica della coppia Grillo-Casaleggio fu il Vday dell’8 settembre 2007. La coppia Grillo-Casaleggio era un leader con due facce opposte che si integravano. A quel Vdy c’era una sola telecamera. Santoro arrivò una settimana dopo ed era l’unico che aveva il filmato, questo per dire che nessuno aveva capito quello che stava succedendo. Il 2007 è importante, è l’anno in cui esce ‘La casta’ di Stella e Rizzo in primavera e fa il boom. E’ l’anno in cui si sfarina il 2° Governo Prodi. C’è l’impressione che crolli tutto: scandali di tutti i generi, l’anno prima era scoppiato lo scandalo dei furbetti del quartierino, era veramente la sensazione che crollasse tutto. Il fatto che loro proponessero come soluzione gente pulita in parlamento, niente soldi pubblici alla politica…faceva sorridere, referendum per ascoltare la volontà popolare…poi a mano a mano è cresciuta questa cosa ed è sembrata possibile.. ma ancora loro non ci pensavano al movimento…”

OTTO E MEZZO- I 5STELLE DOPO CASALEGGIO

http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/i-5-stelle-dopo-casaleggio-12-04-2016-180568

VOTA SI’
Aldo Antonelli

«Questo referendum può essere l’occasione per un pronunciamento dei cittadini a favore di un modello energetico coerente con gli obiettivi definiti a Parigi nella COP 21 relativamente al cambiamento climatico. L’uso di energie fossili deve diventare residuale in tempi molto veloci. Per questo le chiese in Svezia, Inghilterra, e altri Paesi stanno od hanno già disinvestito in questo settore che continua a godere di importanti sussidi economici.
Ricordiamo a questo proposito che il 27 gennaio 2016 rappresentanti dell’ECEN (la rete cristiana europea per l’ambiente) hanno incontrato il gruppo informale di parlamentari europei impegnati sul tema del disinvestimento nelle energie fossili. (vedi Riforma n.5 del 5 febbraio 2016).
L’atteggiamento verso il cambiamento climatico ha infatti una componente etica non eludibile.
Rigettando anche in questa occasione l’invito a disertare le urne, invitiamo a considerare la sproporzione tra costi e benefici oltretutto associati ad un modello di sviluppo senza futuro che nel presente produce conflitti e guerre».

Spettacolare striscione di 150 mq per il si’ in galleria Umberto I

Mai più. È quello che pensiamo quando ci tornano in mente le angoscianti immagini dell’incidente della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Oggi lo abbiamo detto a tutti: i nostri attivisti hanno aperto un enorme banner dove è raffigurato il disastro, accaduto nel 2010, con la scritta “MAI PIÙ” e l’invito a votare Sì al referendum del 17 aprile.
el disastro morirono 11 persone e vi fu la fuoriuscita incontrollata, per 106 giorni, di una quantità di petrolio ancor oggi imprecisata, tra i 3 e i 5 milioni di barili. Quell’incidente rimane il peggior disastro ambientale della storia degli Stati Uniti, che per anni hanno chiesto alla BP 34 miliardi di dollari di anni. La compagnia ne pagherà invece 20.

Quel disastro avrebbe dovuto rappresentare un monito sui rischi connessi all’estrazione di idrocarburi in mare. A distanza di soli sei anni da quella tragedia, invece, in Italia il governo Renzi ha ripetutamente tentato di avviare un piano di vasta scala per lo sfruttamento delle misere riserve di petrolio e gas presenti sotto i nostri fondali, per giunta boicottando un referendum con cui si vuole dare scadenza certa alla presenza di circa 90 piattaforme presenti entro le 12 miglia dalle nostre coste.
Al contrario di quanto ripetutamente affermato dal governo, in Italia la normativa sulle estrazioni in mare è tutto fuorché rigorosa. Nel nostro Paese il legislatore ha deciso che le trivelle sono al 100% “sicure per legge”. Infatti una norma del 2015 (DL 26 giugno, n. 105, ma normative analoghe erano in vigore già dal 2005) esclude le piattaforme petrolifere dalla categoria di “impianti a rischio di incidente rilevante”. Questo significa che le compagnie non hanno l’onere di dimostrare quali accorgimenti sono in grado di adottare per scongiurare, contenere o mitigare sversamenti di ingenti quantità di idrocarburi in mare.
Tu puoi fermare il far west dei petrolieri, prima che sia troppo tardi: il 17 aprile vai a votare, e vota sì!

Renzi chiede sentenze più rapida, però il viceministro Costa blocca la riforma della prescrizione; non più sentenze, ma più immunità (IFQ).

UNA STORIA ASSURDA
Nel 1984 il Governo italiano dà una concessione petrolifera alla Edison (ovvero ai francesi di Edf: la piattaforma Vega, quando non c’era ancora una legge sull’impatto ambientale. Non si chiede nulla sui trattamenti dei rifiuti. Edison scarica illegalmente mezzo miliardo di litri di liquidi tossici in un pozzo sterile a 2800 m di profondità. Probabilmente essi si riversano in mare. Edison con questo smaltimenti illegale ci guadagna 69 milioni. Ma nessuno le dice nulla. Nasce un processo. Lo Stato chiede 69 milioni di danno ma il processo è lentissimo e sarà prescritto. Come se niente fosse, il Ministero dello Sviluppo economico, la Guidi, rinnova la concessione, e lo fa sei settimane prima del divieto assoluto di nuove perforazioni entro le 12 miglia. Dunque nascerà Vega 2 con la trivellazione di altri 12 pozzi. Lo Stato è allo stesso tempo parte lesa in un processo per difendere il mare e il territorio pubblico, e autorizzatore di nuovi scempi ambientali. Assurdo! Votare sì domenica chiuderebbe questa assurdità.
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GREGGIO, TROPPI RISCHI E POCHI VANTAGGI
Legambiente denuncia duramente che l’estrazione in Italia è un affare per tutti, tranne che per gli italiani. L’Adriatico è un mare chiuso, se crollasse una di queste fatiscenti piattaforme che esistono da 40 anni, sarebbe una sciagura immane. L’Adriatico ci mette 80 anni a ricambiare le proprie acque e sarebbe un fallimento secolare per tutta la costa adriatica che dovrebbe chiudere turismo e commerci.
Inutile sventolare i posti a rischio. La stessa CGIL vota per il SI’. I posti a rischio non sono molti e potrebbero essere molti di più investendo nell’eolico. Si ricordi che dalla royalties l’Italia ci prende poco o nulla mentre dà 2 miliardi l’anno di incentivi alle società petrolifere.
Delle 16 concessioni che estraggono gas, l’anno scorso solo 5 hanno pagato le royalties.
La percentuale di petrolio e gas che viene da qui è minima e basterebbe un decreto di governo per immettere il biometano nella rete Snam per far passare i posti di lavoro dai 5000 attuali a 12.000.
Se domenica vince il sì non saranno prorogate le concessioni delle trivelle che sono dentro le 12 miglia dalla costa. Questo riguarda 88 piattaforme, di cui 35 non più in funzione, 6 solo non operative e 28 non eroganti. Dunque fanno solo ruggine. 29 producono pochissimo perché sono a fine. Se il referendum passa, le società dovranno smantellare e bonificare tutto E, a 25 milioni, l’una, spenderebbero 800 milioni. Per questo danno mazzette ai politici per mandare all’aria il referendum.

Da greenpeace.org

Tenere a casa 13 milioni di voti spendendo 300 milioni di euro
Da febbraio Renzi ha lavorato per sabotare l’election day
Virginia Della Sala

Trivelle, si vota. E il ripasso è veloce: domenica 17 aprile (ormai mancano cinque giorni) avrà le solite regole: un solo giorno, i seggi che apriranno alle 7 e chiuderanno alle 23, gli elettori che dovranno andare alla propria sezione (indicata sulla tessera elettorale) con tessera e documento di riconoscimento, la possibilità in caso di smarrimento, come per ogni consultazione, di richiederla al Comune anche il giorno stesso. Tutto come al solito.
Eppure,questo referendum costerà agli italiani più di 300 milioni di euro. Ma non, come vogliono fare intendere il governo, i Pro Triv e il Partito democratico, a causa della sua esistenza, che è un diritto costituzionale. Bensì per la decisione dell’esecutivo di non unirlo alle elezioni amministrative di giugno. Un election day che sarebbe stato ‘contro legge’, si sono giustificati più volte: peccato che nessuno sa quale sia questa legge che non lo prevede o che lo nega.
Allora, si può ribaltare il punto di vista con un conto a spanne ma vicino alla realtà: gli oltre 300 milioni spesi per il referendum servono al premier soprattutto per evitare che vadano a votare almeno 12 milioni di persone. E come viene fuori questo numero?
Partiamo dal quorum: il 50 % degli aventi diritto al voto, più uno, che si traduce in circa 23 milioni di italiani. L’affluenza dell’ultimo referendum fallito, quello sulla Legge 40 del 2005, è stata pari a circa il 25 %: quasi 13 milioni di italiani sono andati a votare ed è verosimile che ci vadano ancora. Anche perché in nessun caso di referendum falliti si è mai scesi sotto il 23 %. Anzi, la maggior parte ha superato il 30.
Le ultime elezioni amministrative (1060 Comuni nel 2015) hanno invece portato alle urne oltre 12 milioni di italiani. Stavolta, che si vota per 1.371 Comuni, tra cui le grandi città come Milano, Roma, Napoli e Torino, la percentuale potrebbe anche aumentare. Unire le due consultazioni in una sola, numeri alla mano avrebbe assicurato il raggiungimento del quorum.
Giocata la carta della legge, il secondo atto: inneggiare all’astensionismo per una consultazione richiesta da nove consigli regionali, di cui sette del Pd, ma definita “senza senso”. Nonostante il tentato sabotaggio, la corsa è comunque ancora aperta.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 12/04/2016.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1755 16-4-2016 CASALEGGIO E LA DEMOCRAZIA DIGITALE

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MASADA n° 1755 16-4-2016 CASALEGGIO E LA DEMOCRAZIA DIGITALE
Blog di Viviana Vivarelli

“… tutti i problemi di cui stiamo parlando, cioè la legge che non viene applicata, gli operai che muoiono, il lavoro come ricatto, la riduzione in schiavitù delle persone, alla fine siano riconducibili tutti alla questione del denaro che ha preso il sopravvento su qualunque aspetto della nostra vita. Al denaro andrebbe attribuito un peso marginale nella società perché in sostanza è una forma di scambio di beni. Nessuno dovrebbe possedere più di un certo livello di beni materiali, un massimo di 3 o 4 milioni di euro. Non è un discorso francescano ma politico.
L’accumulo di denaro non va d’accordo con la democrazia. Chi concentra molto denaro può influenzare la società, piegare la
politica e quindi la gestione della cosa pubblica ai suoi interessi.”
Gianroberto Casaleggio, ‘Il Grillo canta sempre al tramonto’ ed. Chiarelettere
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Alessandro Gilioli
Imparare la rinuncia. La forza morale di dimostrare distaccamento dal denaro in favore della politica. Questo è il concetto più forte che ha introdotto politicamente Gianroberto.
Un messaggio cristiano eppure di una violenza devastante in una società dell’avere in cui si abbiamo invertito l’essere con l’avere
“.

BEPPE GRILLO- PAROLE GUERRIERE
Cercavamo una porta per uscire. Eravamo prigionieri del buio. Pensavamo di non farcela. Ci avevano detto che le finestre e le porte erano murate. Che non esisteva un’uscita. Poi abbiamo sentito un flusso di parole e di pensieri che veniva da chissà dove. Da fuori. Da dentro. Dalla Rete, dalle piazze. Erano parole di pace, ma allo stesso tempo parole guerriere. Le abbiamo usate come torce nel buio, come chiavi da girare nella serratura per andare altrove, in posti sconosciuti, verso noi stessi. E ora siamo fuori, siamo usciti nella luce e non ci siamo ancora del tutto abituati. Stringiamo gli occhi e, anche se sappiamo che stiamo percorrendo l’unica via possibile, abbiamo qualche timore, ed è normale. Quello che sta succedendo ora in Italia non è mai successo prima nella storia delle democrazie moderne. Una rivoluzione democratica, non violenta, che sradica i poteri, che rovescia le piramidi. Il cittadino che si fa Stato ed entra in Parlamento in soli tre anni. Abbiamo capito che eravamo noi quella porta chiusa, che le parole guerriere erano da tempo dentro di noi, ma non volevano venire fuori, pensavamo di essere soli e invece eravamo moltitudine. E adesso siamo sorpresi che così tante persone a noi del tutto sconosciute avessero i nostri stessi pensieri, le nostre speranze, le nostre angosce. Ci siamo finalmente riconosciuti uno nell’altro e abbiamo condiviso parole guerriere. Parole che erano state abbandonate da tempo, di cui si era perso il significato, sono diventate delle armi potenti che abbiamo usato per cambiare tutto, per ribaltare una realtà artificiale dove la finanza era economia, la menzogna era verità, la guerra era pace, la dittatura era democrazia. Parole guerriere dal suono nuovo e allo stesso tempo antichissimo, come comunità, onestà, partecipazione, solidarietà, sostenibilità si sono propagate come un’onda di tuono e sono arrivate ovunque annientando la vecchia politica. Siamo diventati consapevoli della realtà. Sappiamo che possiamo contare solo sulle nostre forze, che il Paese è in macerie e che quello che ci aspetta sarà un periodo molto difficile. Ci saranno tensioni, problemi, conflitti, ma la via è tracciata. L’abbiamo trovata questa via e ci porta verso il futuro, un futuro forse più povero, ma vero, concreto, solidale e felice. C’è una nuova Italia che ci aspetta. Sarà bellissimo farne parte.

Senza la tua fondamentale opera queste parole non sarebbero mai state scritte, urlate, diventate FATTI

Giovanni
Casaleggio ha il grande merito di aver dato voce e rappresentanza a chi ormai si era allontanato dalla politica perché forse la politica si era allontanata da loro. Ha il grande merito di aver canalizzato in forme (quasi ) democratiche il dissenso delle persone verso la politica. Ha il grande merito di aver riportato a discutere di scelte ideali molti giovani che erano diventati indifferenti nei confronti della politica perché la politica, forse, era diventata indifferente nei loro confronti. Onore al merito!!
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ANT
E’ morto un pioniere.
E’ morto uno stratega.
Pioniere di un processo sociale pragmatico, definibile e tangibile e con accenni e sfumature poco ideologiche e piuttosto concettuali e visionarie dello stesso processo. Ecco perché siamo de facto costretti a parlare di idea e non ideologia.
La sua grandezza, a differenza di altri, non la vedo nell’unicità delle sue visioni.. ma proprio nella singolarità del proprio ruolo di sintesi tra teoria e pratica. Di fautore e garante di questo processo.
Un processo di trasformazione che non può non avere una fase di canalizzazione. Una fase di ribaltamento e sviluppo. E questo perché nulla si crea o si distrugge da sé… ma ogni cosa si trasforma.
Ecco perché Gianroberto è stato un innovatore assoluto della dialettica politica, sociale ed economica.
Ma a differenza di figure carismatiche che abbiamo consegnato alla pura filosofia, Gianroberto Casaleggio si è fatto – come pochissimi uomini nella storia – anche garante e stratega della sua creatura concettuale.
Un gruppo di uomini di statura elevatissima e di contributi non solo sociali e politici – nel bene e nel male -.
Ed il loro bagaglio di necessarie contraddizioni, a voler perlustrare con lente ideologica il loro cammino. Ghandi – visionario della non violenza, muore violentemente -. Hitler – ideologo della supremazia tedesca, soccombe dominato -.
Ma il Movimento 5 Stelle andrà oltre.
Perché non e’ tanto figlio di un’idea quanto dell’approccio di due personalità profondamente carismatiche e bilanciate. Di cui una e’ Casaleggio e l’altra e’ Beppe Grillo. Testa e cuore. Acqua e Fuoco.
Un binomio di antipodi apoditticamente complementare,
Uno Yin e Yang trasmesso alla loro creatura e alla dialettica italiana.
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“… Perché senza utopia non si può progettare nulla, senza utopia non si rovescia il marcio, senza utopia nessun cambiamento reale è possibile.
L’utopia è il sognare a occhi aperti di Lessing, l’obiettivo verso cui tendere di Kant
… “(Alessandro Gilioli ).
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ANT
E c’e’ del cuore e tanto cuore e raffinatezza nel Movimento 5 Stelle che solo chi lo guarda con disprezzo può non notare.
E lo testimonia, anche in questi giorni, la vicinanza di un Premio Nobel italiano.

Viviana Vivarelli

Mio marito lavorava in IBM. Quando nacque il portatile, in IBM dissero che il nuovo oggetto non avrebbe attecchito. Lo stesso scetticismo ci fu col bancomat. La prima mostra degli Impressionisti suscitò ribrezzo e risate. Nessuno volle credere che il piccolo aereo dei fratelli Right potesse sollevarsi in aria. Nessuno accettò il telegrafo di Marconi. Il primo telefono finì in un parco divertimenti. Il cannocchiale di Galilei non convinse i saggi veneziani a guardarci dentro. Oggi c’è chi dubita della democrazia digitale. E sulla democrazia diretta, si continua a dimenticare che è una realtà di fatto in Svizzera da 60 anni e viene usata oggi in Islanda.
Spesso accade che i precursori non siano capiti.
Cortezza di visione. Conservatorismo. Ignoranza. Mancanza di immaginazione. E poi tanti che trovano più facile denigrare invece che capire.
Ma Casaleggio era avanti e aveva una visione.
Per nostra fortuna, il progresso e la civiltà vanno avanti sulle gambe dei visionari. Oppure resteremmo immobili e chiusi in una ripetizione ossessiva come una colonia di formiche che ripete sempre i propri schemi immutabili.

L’Islanda ha la prima Costituzione del mondo fatta direttamente dai cittadini sul web. Nell’estate 2010 (6 anni fa), 950 cittadini islandesi, selezionati casualmente, furono convocati per costituire il National forum e discutere le linee guida della nuova Costituzione. A novembre si elessero i 25 cittadini dell’Assemblea costituente, selezionati tra 522 candidati. Requisiti indispensabili: la non appartenenza a nessun partito politico, la maggiore età e il sostegno di almeno 30 firmatari. L’Assemblea fu incaricata della prima stesura della nuova Costituzione, partendo da un documento di 700 pagine che raccoglieva i punti salienti del dibattito del National forum. Il lavoro dell’Assemblea fu via via pubblicato su un sito e sottoposto al giudizio dei cittadini islandesi, che espressero pareri e suggerimenti. A disposizione degli utenti anche una pagina Facebook e un profilo Twitter dedicati, un canale YouTube e un album di foto su Flickr. La partecipazione fu facilitata dall’enorme sviluppo della banda larga: in Islanda l’80% delle case ha una connessione ADSL. Nacque così la Costituzione “wiki”, basata sul legame tra Stato e cittadini, dopo la sfiducia causata dalla crisi economica che estromise la vecchia casta politica. I punti salienti riguardavano i temi che più stavano a cuore al popolo: innanzitutto economia e finanza, messe duramente alla prova dal fallimento delle principali banche nazionali, in seguito alla crisi americana dei mutui subprime. Anche per le risorse naturali, di cui l’Islanda è ricchissima, si previdero specifiche disposizioni, tra cui il diritto a un ambiente salubre e a una salute incontaminata. Un altro tema di primo piano fu la libertà d’espressione e la tutela del diritto d’accesso alla Rete, garantito a tutti.
Si stabilì il limite di 3 mandati per il presidente della Repubblica e la possibilità per l’elettorato di inviare proposte di legge al Parlamento.
L’es. islandese di una Costituzione scritta in crowdsourcing, ossia attraverso il contributo degli utenti, potrebbe essere seguito da altri paesi. All’università di Stanford è stato elaborato il progetto di una piattaforma online che consenta agli utenti di discutere testi ed elaborare proposte per la nuova Carta. Alla piattaforma si affianca un wiki, aperto a tutti coloro che intendono fare proposte per la nuova riforma istituzionale.
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Se la Svizzera ci dà il primo e più consolidato sistema di democrazia diretta realizzato in tempi moderni, l’Islanda fa un passo in più, trasforma la democrazia di digitale, costruendo una nuova Costituzione sul web. E’ quanto Casaleggio ha magnificamente intuito con uno svecchiamento formidabile della politica che da diretta si fa DIGITALE.
La Democrazia Digitale è la forma di Democrazia Diretta più moderna esistente, quella che usa le moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle consultazioni popolari, usa cioè internet e il web per far emergere e comprovare la volontà sovrana dei cittadini. La Democrazia Diretta Elettronica è la più alta forma di democrazia Digitale, e presuppone che i cittadini siano i soggetti legislativi primari attuando nel modo più completo il principio costituzionale della loro sovranità.
Ovviamente per essere operativa, non basta che la Democrazia Diretta sia annunciata, deve essere inserita nella Costituzione, richiede cioè che la Costituzione preveda gli articoli che la rendano operativa, dando direttamente alle scelte popolari la forza di legge. Richiede, cioè, che il Movimento 5stelle vinca le elezioni e generalizzi il suo progetto facendolo divenire operante a livello delle istituzioni che dovranno essere, dunque, totalmente riformate, togliendo alla Casta politica i poteri assoluti che ha adesso e rendendo al popolo una sovranità che deve essere esercitata direttamente e non delegata a rappresentanti. Nella visione di Casaleggio i delegati sono legati ai propri elettori da un vincolo di mandato (recall) e non possono fare come fanno generalmente adesso quando compiono atti esattamente contro i precedenti programmi o in relazione a interessi privati o di lobby, si alleano ai nemici dichiarati, cambiano di partito o schieramento o si asservono a potenze straniere o poteri esterni.

Non ci sono ostacoli, se non nella volontà contraria del potere, che possano impedire l’applicazione della Democrazia Digitale nel mondo. In Italia la tendenza dei partiti è stata di esautorare i cittadini della loro sovranità, lo hanno fatto prima col porcellum, che ha trasformato la democrazia in una oligarchia di segretari di partito con liste formate dalle loro scelte e non da quelle dei cittadini, hanno poi distorto il senso di ogni ideologia politica con le larghe intese e l’infame patto di alleanza tra Pd e B, infine hanno esautorato dei loro poteri i massimi organi dello Stato, come il Parlamento o la Corte dei Conti o ne hanno distorto i fini come hanno fatto col Presidente della Repubblica, la Cassazione o la Consulta e ora centralizzano ancora di più il potere con la distorsione creata col nuovo Senato e una Costituzione facilmente variabile per facilitare il passaggio a una repubblica presidenziale. Non c’è nulla di più contrario alla visione di Casaleggio dell’operato di Renzi che sta creando un sultanato con uno solo che assomma tutti i poteri e una corte di yesman, un dispotismo partitico centralizzato e autoritario, che toglie sovranità al popolo per rendere inamovibile e impunibile la Casta.
Ma se al momento è molto difficile introdurre in Italia la Democrazia Digitale, questa viene applicata e da molto tempo in altri Paesi. Nella sua forma più forte in Svizzera, sia a livello federale che locale, poi negli Stati Uniti, a livello dei singoli Stati.
Le prime esperienze pratiche dimostrano che e-democracy può essere usata per migliorare la burocrazia relativa alle operazioni di voto (voto elettronico) e nei processi decisionali relativi alla deliberazione popolare.
La Germania è una delle nazioni guida nell’e-democracy, in parte perché il locale mondo politico ha subito visto in questa la possibilità di interagire e fidelizzare l’elettorato, in parte per una tendenza culturale democratica non delegante, tipica dei paesi a forte cultura calvinista.
Ora il progetto Roussesau per i 5stelle creerà una piattaforma che di fatto sarà un’assemblea permanente e virtuale, dove tutte le iniziative vengono sviluppate e messe ai voti tra tutti gli iscritti al partito. Le iniziative che passano il vaglio dell’assemblea, sono portate avanti dai loro rappresentanti.
Per citare altre iniziative concernenti l’implementazione di e-democracy, l’adozione da parte del Partito Socialdemocratico Tedesco della piattaforma deliberativa Adhocracy.”
Anche negli USA la e-democracy ha destato parecchio interesse, in quanto ramo di sviluppo delle tecnologie informatiche, da sempre considerate strategiche.
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Chiaro che in Italia le reazioni dei partiti alla democrazia digitale è stata negativa. Essa aprirebbe alla loro destituzione. I motivi di opposizione sono sostanzialmente due:
-il peso delle lobby sulla gestione politica;
-i tradizionali meccanismi elettorali che arricchiscono indebitamente di soldi e di potere una casta feroce di politici attaccati ai loro privilegi e abusi
Ma nel mondo ci sono stati vari progetti nel senso di una maggiore democrazia, come E-Democracy.org, un’associazione di cittadini nata nei tardi anni 90 in Minnesota, capace di indirizzare attraverso il dibattito e la pressione le elezioni locali e le successive scelte amministrative; MixedInk, una piattaforma attivata dalla Casa Bianca allo scopo di aprirsi alle proposte dei cittadini (open government); White House 2, un’iniziativa privata open source che ha portato alla creazione di una piattaforma per realizzare programmi e proposte condivise; fu promossa durante la prima campagna elettorale del presidente Obama nel 2008, e rimase attiva fino al 2010.
In materia ambientale, l’Europa ha mosso i primi passi verso l’implementazione dei principi partecipativi attraverso la convenzione stipulata ad Århus, Danimarca, il 25 giugno 1998. Ratificata dall’Italia con la legge 16 marzo 2001, n. 108, la Convenzione richiede ai governi di intervenire in tre settori: garantire ad un pubblico il più vasto possibile (persone fisiche o giuridiche, associazioni, gruppi o organizzazioni) il diritto di accesso alle informazioni ambientali detenute dalle istituzioni e dagli organi comunitari; prevedere che le informazioni in materia ambientale siano messe a disposizione del pubblico attraverso banche dati elettroniche facilmente accessibili; prevedere la partecipazione del pubblico all’elaborazione di piani e programmi in materia ambientale da parte della Comunità.
Molti faticano a capirlo ma siamo arrivati alla fine di un’era. Il web propone mezzi e strumenti impossibili prima e sarebbe da ciechi rifiutare di vederli. La storia non esige passi indietro e chi tenta di immobilizzare il tempo farà la fine dei dinosauri.
Cambiare si può, cambiare si deve.
Con la rete non ci sono scuse per non essere cittadini attivi e non sudditi, per esercitare la democrazia vera, intesa come partecipazione, condivisione di scelte, di priorità di programmi, partecipazione alla stesura, alla selezione dei rappresentanti, alle scelte dello stato. E la maggioranza dei cittadini impegnati, chiamati a queste scelte, determinerà il corso degli eventi e sarà sicuramente meglio di quanto non faccia questa classe di servi politici sotto un unico capo.
Democrazia è dare a tutti gli strumenti per partecipare, prima di tutto l’informazione.
Democrazia è promuovere e accettare le scelte della maggioranza prese con la democrazia diretta, e non ex cathedra attraverso la voce del padrone o dei servi del padrone di turno, che si chiami Renzi o Berlusconi.
Ci sono casi in cui veramente il mezzo è il messaggio. Casaleggio lo aveva capito e lavorando sul mezzo ha permesso al messaggio di una democrazia più vera e moderna di venire avanti per affermarsi per il bene di tutti.

Democrazia vuol dire scelta. Se le scelte le fa solo uno, non siamo in democrazia.
Le scelte fanno parte della libertà. Le deleghe hanno senso fin quando la persona a cui deleghi il tuo potere fa i tuoi interessi. E’ un sistema di falsa democrazia quello in cui, quando credi di delegare, in realtà non scegli la persona che vuoi o quella che fa il tuo utile ma ti viene imposta dall’alto come avviene col porcellum, con l’Italicum, col nuovo Senato e, quando vedi che il tuo rappresentante si dimostra infido, non hai poi la possibilità di cacciarlo, o peggio ancora non puoi far nulla se quello prende tutto il potere che gli hai dato e lo usa contro di te.
La democrazia parlamentare dopo decenni di applicazione ha dimostrato tutti i suoi difetti e le sue inadempienze. Invece di fare del Parlamento l’organo dei rappresentanti popolari, ha creato una Casta eterna di detentori del potere che sono disposti a tutto pur di conservarlo e che è capace solo di difendere se stessa e occupare altro potere.
Solo la democrazia digitale permetterebbe la selezione, il controllo e la cacciata degli indegni.
Dicono che la democrazia digitale non si può fare perché il voto on line è falsificabile, ma tutto si può correggere e tutto si può falsificare. O ci siamo dimenticati che il famoso ‘carta e matita’ trasformò dopo il fascismo una vittoria della monarchia in una vittoria della repubblica. O che con i sistemi attuali la prima votazione per Bush aveva visto la sua chiara sconfitta ma i risultati americani furono alterati. O che quando i risultati di Berlusconi arrivarono al Quirinale e lo davano sconfitto, in pochi secondi quegli stessi dati si rovesciarono e ne proclamarono la vittoria. O forse dimentichiamo che con ‘carta e matita’ dittatori come Putin hanno sempre il 98% dei consensi.
Oggi abbiamo sistemi per impedire che i soldi possano essere sottratti dai nostri conti in banca e facciamo on line bonifici e pagamenti, perché lo stesso sistema che vigila sui nostri soldi non potrebbe vigilare sul nostro voto?
In quanto alla segretezza del voto dei parlamentari, penso che dovrebbe essere abolita così che chi li ha votati sappia sempre cosa fanno i suoi delegati e possa delegittimarli in caso di tradimento del mandato, cacciandoli dalla politica per sempre, come si fa con un funzionario infedele.
Contro la democrazia digitale trovo le obiezioni di tanti oppositori semplicemente infantili e deprimenti, frutto di ignoranza, disinformazione e accanimento nel difendere il peggio, come se non potessero vedere con i loro occhi a quale degradazione, recessione e morte civile ed economica ci hanno portato il neoliberismo, il turbocapitalismo e i pessimi sistemi parlamentari odierni che hanno semplicemente ucciso i germi della democrazia per diventare pseudo oligarchie dei soliti pochi.

Stiamo vivendo la crisi gravissima del sistema parlamentare, i cui abusi e vizi sono sotto gli occhi di tutti e stanno portando al fallimento gli Stati.
In Italia il fenomeno è peggiore a causa di una casta politica che è la più corrotta d’Europa e che ha perso per strada ogni pudore e ogni valore, portandoci ad essere il Paese peggio amministrato ed economicamente più debole d’Europa.
Occorre fare una rivoluzione culturale e una rivoluzione di sistema!
L’Italia deve farsi promotrice di un mutamento strutturale epocale come quello che contrassegnò le costituzioni occidentali della fine dell’800, col passaggio dalla monarchia assoluta a sistemi parlamentari sotto l’egida della Costituzione.
E’ il momento di uscire dal sistema parlamentare ormai marcio e insufficiente che calpesta la democrazia ed elimina la sovranità popolare e di entrare in un sistema costituzionale nuovo, che salvi i valori e trasformi i mezzi per attuarli, in particolare riformi radicalmente la rappresentanza politica, ponendo fine ai suoi vizi ed abusi.
La democrazia parlamentare non governa più oggi in funzione del bene collettivo, ma di interesse privati di una Casta e al servizio di interessi finanziaria,lobbistici e bancari che calpestano il bene collettivo e stanno portando alla glaciazione l’economia reale a favore di un turbocapitalismo che si presenta come l’esito peggiore del neoliberismo dei mercati.
Col passare del tempo, i governi si sono sempre più staccati dagli elettori, dipendendo sempre più da chi li sovvenzionava (banche, multinazionali, lobby, cricche di magnati, produttori di armi…) legandosi sempre più a quegli organismi internazionali (Fm, Bm, Bce..) che sono stati istituiti col preciso scopo di garantire ai magnati il loro potere e che non hanno mai badato ai diritti dell’ambiente, ai diritti dei popoli, alla sopravvivenza dei deboli, trasformando il pianeta in un enorme mercato di tipo feudale dove è cresciuta la miseria e si sono persi i valori umani per la spietata legge del capitale.
Rivoluzionare la funzione dei politici nazionali è solo il 1° atto di rivolta contro questo sistema iperliberista e assassino che si attanaglia e che viene pensato come invincibile, per modificare poi i patti europei e arrivare a spodestare i grandi organismi economici mondiali che hanno sostituito i sistemi, le ideologie e i governi, togliendo ai popoli ogni sovranità e ogni democrazia.
I partiti hanno abusato dei loro poteri.
Hanno violato la Costituzione.
Hanno tradito i loro elettori.
Hanno ucciso la democrazia, dando a se stessi le garanzie di eternità, impunità arricchimento continuo, abuso permanente.
Hanno calpestato gli esiti referendari.
Hanno adulterato il sistema elettorale.
Hanno ignorato i desideri e i bisogni dei cittadini.
Hanno deformato la Giustizia.
Hanno svuotato gli organi di controllo.
Hanno disertato dai programmi che avevano presentato ai loro elettori.
Continuano a fare scelte di spese e di priorità che nessun cittadino normale auspicherebbe.
Hanno più che dimostrato di non avere alcune idea o proposta per lo sviluppo.
Continuano solo ad aumentare le tasse, le spese nocivi o inutili, le armi, gli aiuti agli amici, gli squilibri di sistema, gli abusi di Casta.
Fanno solo crescere la disoccupazione e i fallimenti. Ci fanno solo morire.
Hanno provato in ogni modo possibile di essere obsoleti, inutili, nocivi, corrotti, autoreferenziali, antidemocratici.
Solo un pazzo potrebbe volere che queste tenie continuino a farci morire succhiando ciò di cui abbiamo bisogno!
Casaleggio si è opposto a tutto questo
E ci ha dato il modo e l’oggetto per cui lottare
Il modo è il web e una nuova forma di democrazia
L’oggetto è la nostra libertà, la nostra democrazia, il nostro Paese, il nostro futuro.

MIO PADRE
Davide Casaleggio

Volevo scrivere due parole su mio padre, perché molti non lo conoscevano veramente e per me é stato un padre fantastico ed é bello essere orgoglioso del proprio padre come lo sono io. Il suo essere riservato e allergico ai riflettori ai piú lo rendevano sconosciuto. Era ostinato, sua zia mi raccontava che fin da piccolo per ottenere i suoi giornalini non faceva i capricci, ma si stendeva direttamente sui binari del tram, e con il blog era lui in prima persona a battagliare contro i troll, la sua mania erano i dettagli, nulla passava se i dettagli non erano sistemati. Ma era soprattutto un grande lavoratore, nessun giorno era veramente vacanza in particolare i week end. Fino a quando ha potuto camminare é sempre voluto andare in ufficio, tutti i giorni, e il suo sguardo non si staccava mai dal futuro. Aveva l’audacia di vedere il futuro prima degli altri e di crederci anche quando gli altri ne diffidavano.
Ma oggi volevo raccontarvi una storia per farvi capire quale é stata la sua vita.
Un gruppo di 50 persone stava frequentando un seminario. Improvvisamente l’oratore si fermò e decise di fare un’attività di gruppo. Iniziò a dare un palloncino a ciascuno dei 50 seminaristi. Ad ognuno fu chiesto di scrivere con un pennarello il proprio nome su di esso. Poi tutti i palloncini furono raccolti e messi in un’altra stanza.
Una volta riempita la stanza di palloncini, l’oratore chiese ai 50 seminaristi di rientrare dentro e trovare il palloncino col proprio nome entro 5 minuti. La scena fu questa: tutti erano freneticamente alla ricerca del palloncino col proprio nome, ognuno si scontrava con l’altro, spinte, gomitate….nella stanza regnava il caos totale!
Allo scadere dei 5 minuti nessuno riuscì a trovare il proprio palloncino.
Vista la prova fallimentare ad ognuno di loro fu chiesto di raccogliere un palloncino qualsiasi e darlo alla persona che aveva scritto il nome su di esso. In pochissimi minuti tutti avevano in mano il proprio palloncino!
A questo punto l’oratore disse: Questo è esattamente ciò che sta accadendo nella nostra vita. Tutti siamo alla ricerca frenetica della felicità…giriamo come delle trottole, ma non riusciamo a trovarla.
La nostra felicità sta nella felicità delle altre persone. Rendete loro felici e avrete la vostra felicità.
Mio padre non ha mai tenuto per sé palloncini, ma li ha sempre donati agli altri con il sogno di cambiare in meglio questo Paese. Chi sente di aver ricevuto un palloncino da mio padre lo conservi con cura. Chi condivide il suo sogno lo persegua senza mollare mai come ha fatto lui, fino alla fine.

Viviana
Oggi assistiamo a un soprassalto di dignità e di democrazia dal basso
Il regime autoreferenziale dei partiti vacilla
La sua condanna esce netta dalle sue malefatte, dalla crisi in cui ha gettato il Paese,dalla dipendenza da forze che desiderano solo la nostra depredazione,dall’inettitudine proterva a governare senza produrre sviluppo,epurare i mali interni,tagliare abusi e privilegi,creare futuro per i giovani,realizzare la democrazia,uscire dalla servitù al sistema finanziario
Ma non sarà certo con questi Capi del Governo che ci risolleveremo e Renzi è il peggiore di tutti, il peggior governo dell’era repubblicana
Berlusconi, Bossi, Letta, Monti, Renzi… nessuno di loro e nessuno dei partiti italiani ha mai fatto la minima cosa per eliminare gli sprechi del carrozzone pubblico,tagliare la corruzione politica,combattere veramente la mafia, controllare le malefatte delle banche e costringerle a dare credito alle famiglie e alle imprese,pagare i 90 miliardi che lo Stato deve alle imprese italiane,per abbassare le tasse con una riforma del fisco che lo renda più equo stroncando l’evasione (attualmente Equitalia riscuote solo il 5% dell’evaso emerso! E Padoan ha fatto un altro regalo ai fondo neri svizzeri!).
Peggio ancora, Pd e Fi sono entrati nella sporcizia e corruzione delle banche,delle fondazioni,degli enti inutili,degli organi di controllo, con doppie e triple cariche e il mantenimento incostituzionali di ogni sorta di finanziamenti, rimborsi, regalie, concessioni, mazzette, compravendita, truffe… disperdendo denaro pubblico e cioè di noi tutti per sanare i propri enormi guai finanziari e giudiziari. E, chiaramente, se il controllore diventa il percettore degli utili illeciti, è ben difficile che il controllo avvenga!

LE DIFFICOLTA’ DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA
Viviana Vivarelli

In Islanda i patiti e le lobby hanno fatto di tutto per sabotare la nascente democrazia diretta. Che la casta politica osteggiasse qualunque tentativo in tal senso era scontato. Che la democrazia diretta non possa essere il sistema del futuro, invece, non è scontato per niente. Certo la lotta sarà lunga, graduale e difficile ma intanto in Italia è cominciata a differenza di altri Paesi come Spagna e Grecia dove il nuovo non è mai nato.
In Svizzera la democrazia diretta c’è da molti anni e viene studiata da altri Paesi anche del terzo mondo. Certo il passaggio non sarà facile né indolore. Il fatto è che molti cittadini non si sentono più rappresentati dai politici eletti in parlamento, vogliono avere più voce in capitolo e partecipare direttamente. Casaleggio ha colto questa aspirazione come nessun altro. Ma il passaggio sarà graduale.
Intanto si dovrebbe passare a forme di democrazia allargata, aumentando l’ascolto dei cittadini non solo attraverso i sindacati ma anche dando maggior potere a gruppi come gli ambientalisti, i gruppi a difesa delle donne, i gruppi a difesa dei gay, i consumatori ecc. Poi si dovrebbero migliorare le due forme di democrazia diretta che già abbiamo e che sono i referendum (eliminazione del quorum) e i sindacati (regolamenti più severi), che hanno bisogno entrambi di correttivi e che Renzi invece sta distruggendo. Occorre un sistema elettorale migliore dell’Italicum, aperto alle preferenze e più proporzionale senza l’orrendo premio di maggioranza attuale. Infine, dovrebbe essere moderato lo strapotere dei politici nell’operato, nell’onestà, nei soldi e nel tempo (come il M5S ha statuito) e posto il diritto del recall degli indegni.
La democrazia diretta non è una rivoluzione, è una tendenza, ma rivela una aspirazione innegabile nelle società moderne. Prima o poi il passaggio a sistemi più aperti e meno oligarchici e autoritari ci sarà. Il fatto che i politici di carriera e le lobby non lo vogliano è fisiologico.
In realtà la democrazia diretta in senso assoluto non esiste e anche quella svizzera è una democrazia semi-diretta che comprende sia elementi di democrazia diretta che di democrazia rappresentativa.
In Svizzera, i due principali strumenti di democrazia diretta sono l’iniziativa popolare e il referendum facoltativo. L’iniziativa consente ad almeno 100mila cittadini con diritto di voto di proporre una modifica della Costituzione federale. Il referendum facoltativo consente ad almeno 50mila cittadini di sottoporre al voto popolare una legge approvata dal parlamento. La tragedia italiana è che lasciamo che un bulletto di provincia eteroguidato per interessi contrari a quelli nazionali tagli drasticamente i diritti elettorali, costituzionali e del lavoro con l’appoggio bieco e succube del partito di maggioranza e che, invece di ampliare la nostra democrazia, la stia distruggendo. Anche la riforma del Senato e il modo con cui è stato affrontato il referendum sulle trivelle (solo 13 minuti di tg durante mesi e propaganda verso l’astensione) prova ampiamente il carattere autocratico e antidemocratico di un piccolo ras che vorrebbe eliminare del tutto i diritti democratici, specialmente il voto. E questo non è sano per nessun Paese del mondo. Non so come questo possa essere negato e francamente la condotta dei piddini desta solo schifo e ripugnanza.

Le Democrazie moderne si riducono a libera concorrenza politica per raggiungere gli strumenti per la concentrazione del potere e della violenza, i poteri arbitrari di legiferare, espropriare e di tassare senza consenso (mezzi politici di acquisizione della ricchezza): una gara che favorisce i soggetti peggiori, i talenti politici aggressivi e più pericolosi a scapito di quelli difensivi e pacifici: una competizione che incentiva abilità come la demagogia moralmente disinibita, la ciarlataneria, la menzogna, il sotterfugio, l’opportunismo e la corruzione. La statalizzazione democratica stimola l’abilità di imprenditori politici, di lobbisti senza scrupoli ed è il miglior sistema per assicurare che uomini pericolosi riescano ad arrivare al governo.” (Rudolph J. Rummel)
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Qual’ è il miglior Governo?… Quello che ci insegna a governarci da soli” (Goethe)
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La Democrazia non è uno sport da spettatori: se tutti stanno a guardare e nessuno partecipa, non funziona più!” (Michael Moore)
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Oggi viviamo in un mondo i cui i dottori distruggono la salute, gli avvocati distruggono la giustizia, le scuole distruggono la conoscenza, i governi distruggono la libertà, la stampa distrugge l’informazione, la religione distrugge la morale, e le banche distruggono l’economia.” (C. Hedges)
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Mail di Nando Meliconi:
Ti racconto una cosa, quel giorno che l’ho conosciuto a piazza Navona per il Cozza Day, Casaleggio mi chiese anche di te, chi è Viviana Vivarelli, c’è qui oggi?
era l’unico che ci conosceva uno per uno, l’unico che col suo staff l’ha sempre letto, il Blog, forse non ce ne siamo accorti, ma tante cose che venivano scritte sul Blog poi erano spunto per il Blog stesso.
Ciao
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Viviana
Ma va?
Grazie, Nando, di questa cosa. Se è vero, mi fa tanto tanto piacere, perché io ci metto tutta me stessa in questo progetto.
Qualche volta quando mi sentivo proprio giù, prima di dormire facevo qualche fantasia riparatrice e siccome con la fantasia si può realizzare anche i desideri più infantili, mi immaginavo di andare a un grande raduno dei 5stelle e che qualcuno mi chiamasse sul palco e che tanti mi applaudissero come una amica che si conosce da tanto tempo, una di famiglia. Ovviamente, nel mio sogno, io sono giovane, snella e bellissima, non sono quella vecchia carampana che sono e salgo con un balzo agile sul palco, mentre ora non riesco quasi a salire sugli autobus e devo tirarmi su a forza di braccia.
E, siccome nel mio sogno non mi mancava nulla, cantavo per tutti con una voce bellissima alla Susan Boyle una canzone sfolgorante di libertà e tutti la cantavano con me.
Ma nella realtà io non ho voce e sono pure stonata:-)
Grazie di avermi detto questa cosa, Nando
Non me la sarei mai aspettata. E oggi ne avevo proprio bisogno..
,
Ale
La cosa non mi stupisce, anche perché lui conosceva tutti quanti i nick che postavano e anche i vostri pensieri, sicuramente gli avrebbe fatto piacere fare due chiacchiere con te.

http://masadaweb.org


MASADA n° 1756 17 aprile 2016 OGGI VAI A VOTARE !

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MASADA n° 1756 17 aprile 2016 OGGI VAI A VOTARE !

OGGI VAI A VOTARE AL REFERENDUM
VOTA SI’ CONTRO LE TRIVELLE
DIFENDI IL MARE ADRIATICO E LE SUE COSTE
VOTA SI’ CONTRO LE MAZZETTE DEL GOVERNO
E GLI ABUSI DELLE SOCIETA’ PETROLIFERE
Non buttare via i referendum ! Sono l’ultima soglia di democrazia che ci resta
Oggi vota per salvare l’Adriatico, domani voterai per salvare la Costituzione repubblicana
Sta a te salvare oggi i nostri mari e la salute dei cittadini e domani la tua stessa democrazia
Migliaia di persone sono morte per dare a te il diritto di votare. USALO !

‘Lasciate che sia io ad emettere e a controllare il denaro di una nazione,e non mi importerà più nulla di chi scrive le leggi”.
MAYER AMSCHEL ROTHSCHILD

Renzi ha in odio la democrazia e pretende di annullare il diritto elettorale.
Ci ha rubato il diritto di votare per il Presidente di Provincia (ma le Province sono rimaste).
Ci ha rubato il diritto di eleggere i Senatori (ma i Senatori sono rimasti in un caos legislativo e in uno squilibrio istituzionale e saranno nominati da quella sentina di corruzione che sono gli enti locali)
Impone l’Italicum che azzera le libere scelte degli elettori e procede con liste blocate comandate dall’alto
Si circonda di una corte di yesman a cui dà un potere enorme e che sono senza merito né competenza
Fa leggi sul lavoro calpestando i diritti dei sindacati e annienta l’articolo 18
Cerca di annullare la funzione di rappresentanza popolare del Parlamento con voti alla fiducia e leggi che passano attraverso commissioni parlamentari aservite con la minaccia del licenziamento
Cambia di prepotenza i sindaci eletti dai cittadini
Ha reso più difficile il referendum popolare e ha incitato all’astensione (fatto gravissimo vietato da una legge penale che dà 3 anni di carcere alle autorità pubbliche che invitino gli elettori a disertare il voto)
Il voto è sacro. Non ti far scippare la democrazia! Vota come ti pare ma vai a votare!

Oreste segnala:

Il quesito referendario
Il quesito referendario chiede ai cittadini se vogliono abrogare la norma, introdotta dalla legge di stabilità 2016, che permette di sfruttare per un tempo indefinito le 44 concessioni ora in vigore relative a giacimenti di idrocarburi entro le 12 miglia nautiche dalla costa. Le concessioni situate più al largo o sulla terraferma scadono dopo trent’anni, prorogabili per un massimo di altri 20. Se vince il Sì, le 44 concessioni entro le 12 miglia (cui fanno capo 92 fra piattaforme e strutture varie) cesseranno gradatamente di produrre idrocarburi fra il 2018 e il 2034, cioé allo scadere dell’attuale permesso di estrazione o della proroga già richiesta. Le nuove trivellazioni entro le 12 miglia sono vietate, ma se fallisse il referendum potrebbe essere relativamente facile azionare le trivelle per scavare altri pozzi legati a giacimenti già in corso di sfruttamento entro le 12 miglia.

Gli effetti:Inquinamento.
L’estrazione di petrolio e gas comporta un impatto ambientale anche in assenza di incidenti. Come ha evidenziato Greepneace nel suo recente “Trivelle fuorilegge”, il problema principale nasce dalle acque che vengono estratte insieme agli idrocarburi e che contengono varie sostanze tossiche, fra cui metalli pesanti e isotopi radioattivi. I sedimenti attorno a due terzi delle piattaforme prese in esame da Greenpeace superano i limiti che definiscono il “buono stato” chimico dell’ambiente; gran parte delle cozze cresciute sulle piattaforme contiene concentrazioni di metalli pesanti più alte di quelle presenti nelle cozze cresciute lontano dalle attività estrattive.
Per una vasta area attorno ai pozzi di idrocarburi spesso viene rilevata la subsidenza (abbassamento del suolo o dei fondali): notevole quella riscontrata dall’ARPA Emilia Romagna in prossimità di Angela-Angelina, un campo di estrazione del metano in mare che ricade entro le 12 miglia dalla costa e che é situato di fronte a Ravenna: la quale sta sprofondando nel mare.
La scienza non é in grado di dire se l’estrazione degli idrocarburi in un dato luogo causerà o meno un terremoto. E’ però in grado di stabilire se é statisticamente probabile la correlazione fra un terremoto che si é già verificato e le attività estrattive praticate nelle vicinanze. Uno studio pubblicato nel 2012 dall’istituzione scientifica statunitense National Research Counsil mette in rilievo come l’estrazione di petrolio e gas con tecniche convenzionali sia in grado di innescare terremoti e compila una lunga lista di terremoti attribuibili alle attività umane. In Olanda, sono attribuiti all’estrazione di gas con metodi convenzionali numerosi terremoti verificatisi nella regione di Groningen: non particolarmente forti ma tali da causare danni significativi alle abitazioni.

La produzione
Le concessioni oggetto nel referendum hanno fruttato nel 2015 una quantità di petrolio pari allo 0,8% dei consumi italiani e una quantità di gas pari al 2,1% dei consumi italiani. I calcoli, desunti dai dati ministeriali, sono di Aspo Italia. Come il caso di Tempa Rossa insegna, tuttavia, l’interesse dei petrolieri é esportare: i consumi interni possono essere utilizzati solo come comoda pietra di paragone. La piccola quantità di idrocarburi in gioco col referendum é anche pari al 28,1% della produzione nazionale di gas e al e al 10% della produzione nazionale di petrolio, come recita in questi giorni l’home page dell’UNMIG, la Direzione per le attività estrattive e minerarie del Ministero del Tesoro. La produzione italiana é infatti assai scarsa, così come le riserve custodite dal sottosuolo.

In Italia vengono estratti ogni anno quantitativi di gas e petrolio in grado di soddisfare, rispettivamente, il 12% e il 10% dei consumi nazionali. Le riserve ancora recuperabili di gas in Italia sono di 88,5 MTep: una quantità che sarebbe sufficiente a soddisfare il consumo nazionale per un anno e mezzo. Le riserve ancora recuperabili di petrolio sono di 142 MTep e basterebbero a soddisfare il consumo nazionale per due anni e mezzo (elaborazioni di ASPO Italia su dati UNMIG) Ovviamente, più rapidamente questi idrocarburi vengono estratti, più rapidamente le riserve si esauriscono.

Le royalties
Non ci sono dati ufficiali sulle royalties versate alle casse pubbliche dalle trivelle oggetto del referendum. Si calcola che siano pari a 38 milioni all’anno. Nel 2015, tutte le royalties su petrolio e gas hanno fruttato all’Italia 351 milioni: circa 5 euro a testa. Il Governo ha speso 300 milioni evitando di accorpare il referendum alle elezioni amministrative… Le royalties italiane sono pari al:

10% del prezzo per il gas e il petrolio estratti sulla terraferma
7% del prezzo per il petrolio estratto in mare
4% del prezzo per il gas estratto in mare.
Però ogni anno sono esenti dal pagamento delle royalties

le prime 20 mila tonnellate di petrolio prodotte in terraferma
le prime 50 mila tonnellate di petrolio prodotte in mare
i primi 25 milioni di metri cubi di gas estratti in terra
i primi 80 milioni di metri cubi estratti in mare.

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AI POLITICI DELLA SINISTRA
Voi che vi siete sempre schierati dalla parte della ragione.
Voi che vi ritenevate superiori per aver sempre difeso i più deboli.
Voi che sognavate un mondo migliore senza padroni, senza sfruttati, senza emarginati, senza poveri.
Voi che predicavate la parità dei diritti e l’abolizione dei privilegi.
Voi che amavate il dio vero: l’uomo, come avete fatto a tradirlo col “dio denaro”?
Come avete fatto a voltare le spalle alla giustizia, alla verità, al progresso vero, per promuovere il regresso a cui avete cambiato nome?
Come avete fatto ad abbandonare i più deboli per unirvi ai più forti?
Come fate a dormire la notte quando state togliendo la pace a chi vi ha dato fiducia?
Come fate a guardare i vostri figli, quando i figli di chi vi mantiene non hanno di che sfamarsi?
Come fate a voltare le spalle alla gente onesta per schierarvi dalla parte dei delinquenti? (Anche oggi come tutti i giorni molti di quelli che sostenete sono indagati) e non diteci per pietà, che sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, quella classe lavoratrice che avete tradito non gode di queste “delicatezze” ma viene licenziata anche senza una giusta causa.
Come fate a gettare così in basso quello che era un partito di lotta per il benessere sociale?
Come fate ad accordare fiducia a chi si compra la vostra coscienza?
A chi non è stato eletto dal popolo,
a chi occupa abusivamente il Parlamento,
a chi promuove leggi contro quella classe lavoratrice che tanto stava a cuore alla sinistra quando era degna di definirsi sinistra?
Come fate a sopportare chi sta rigettando tutti i diritti conquistati dai lavoratori col vostro contributo?
Come fate a far massacrare il popolo italiano e la vostra nazione per non perdere una poltrona?
Come fate a permettere senza sputarvi in faccia, che un cazzaro di periferia, inviti i cittadini a non votare un referendum, per fermare gli squali che stanno sbranando i cittadini del vostro e nostro paese?
Voglio gridarlo quanto FATE SCHIFO.

COSI’ SPERO DI VOI
Alessandro Gilioli

Escludo di prendermi a male parole con chi voterà no, domani, domenica 17 aprile. Condivido tuttavia, grosso modo, lo spirito e gli obiettivi di lungo termine del referendum: meno ecomostri per estrarre combustibili fossili da sotto il mare, vicino alle coste, a poco a poco, se possibile e se questa scelta non implica immediate carestie, notti al gelo d’inverno e invasioni delle cavallette d’estate. E questa, per quel che vale, è la mia laica dichiarazione di voto sul sì o sul no. Sul resto, onestamente, non credo che la possibilità di trivellare in mare a tempo indeterminato sia questione paragonabile per importanza – chessò – alla scandalosa forbice crescente tra i super ricchi e gli altri, all’ipotesi di un reddito di dignità in una società dove il lavoro sarà merce sempre più rara, al diritto universale alla salute e all’istruzione, agli uguali diritti civili indipendentemente da genere e orientamento, o anche all’accoglienza umana o al respingimento dei profughi.

Ma c’è un fatto: che domenica 17 aprile mi permettono di esprimermi solo sulle trivellazioni a tempo indeterminato in mare, ecco. E ho la certezza che meno persone si esprimeranno in merito, più lontano sarà il giorno in cui mi permetteranno di esprimermi su tutto il resto. E no, Renzi non c’entra, Grillo nemmeno, Salvini ancora meno. C’entra semmai quella particolare forma di democrazia consistente nei cittadini che decidono in un modo o nell’altro su qualcosa che non sia un partito, contandosi senza imbrogliare: perché ogni tanto, più o meno fortuitamente, possono farlo. Ed è una forma di democrazia bellissima, emozionante, unica.

Mi auguro quindi che in futuro questa forma di democrazia aumenti, per occasioni e temi, non che diminuisca. E oltre ad augurarmelo, faccio sì che questo possa avvenire davvero, andando a votare ai referendum quando ne ho la possibilità.
DEMOCRAZIA TRIVELLATA
Paolo De Gregorio

Chiunque abbia un po’ di sale in zucca sa bene che viviamo in una democrazia apparente, illegale, fino allo strapotere renziano che trivella la Costituzione senza essere stato eletto da nessuno, con i voti di un Parlamento delegittimato dalla Suprema Corte, che ha dichiarato incostituzionali due regole della legge elettorale, che esigevano l’immediato ritorno a nuove elezioni.
Già questo dovrebbe far inorridire, ma al peggio non c’è mai fine, e la nuova legge elettorale, definita “Italicum”, con cui dovremmo votare, prevede liste bloccate dalle segreterie dei partiti che farebbero diventare una barzelletta la “libera scelta” elettorale del “popolo sovrano”.
Comunque la “Costituzione più bella del mondo” non ha impedito quei fenomeni deleteri e vergognosi che si sono verificati negli ultimi 25 anni: la presenza di inquisiti e condannati nelle istituzioni, la compravendita di parlamentari attraverso la possibilità di passare da un partito ad un altro, il conflitto di interessi che ha visto il monopolista delle TV private ma di concessione statale, andare al potere politico.
Per impedire che questi fenomeni si ripetano all’infinito, bisogna cominciare a pensare a nuove regole, anche emendando la Costituzione, che devono essere presenti nel programma elettorale di chi desidera che finalmente si cambi in profondità il modo di far politica.
-La cosa più importante è partire con una nuova legge elettorale, che riporti alle urne quel 50% di cittadini che non le frequentano più, con immensa gioia di tutta la vecchia politica
-chi ha precedenti penali o procedimenti in corso non può essere candidabile. Se il reato viene commesso durante il mandato parlamentare l’autorità giudiziaria deve poter procedere senza chiedere alcun nulla osta alle assemblee parlamentari e ci inseriamo in un sistema in cui ogni cittadino è uguale davanti alla legge
-i partiti si devono presentare singolarmente e non in coalizione, la soglia di sbarramento deve essere almeno al 5%, le coalizioni non funzionano, sono litigiose e spartitorie, ricordiamo la ridicola ammucchiata del governo Prodi con 10 partitini rissosi che bloccarono qualunque possibilità di governo
-per impedire che la disponibilità di denaro sia decisiva per la propaganda elettorale, si deve vietare l’uso di manifesti, spot radio e Tv, pubblicità sui giornali, permettendo solo una campagna basata sul porta a porta con il proprio programma scritto e i comizi in spazi pubblici messi a disposizione gratis dai Comuni (questo solo si può chiamare “par condicio”).
-il finanziamento pubblico ai partiti, già abolito dal voto degli italiani e rientrato fraudolentemente, deve essere cancellato, visto che il M5S ha dimostrato che si può arrivare al 25% dei voti senza denaro, ma con la bontà del proprio programma, e tale abolizione dovrebbe riguardare anche i finanziamenti alla editoria e l’8 per mille alle Chiese.
-la modalità del voto, per capirci, dovrebbe essere quella adottata per eleggere i sindaci, maggioritaria a doppio turno (se nessuno raggiunge il 50% al primo turno, vanno al ballottaggio i due candidati più votati)
-è vietato candidarsi in più collegi
-per essere candidato bisogna risiedere nel proprio collegio da oltre due anni (non si può conoscere un territorio con i suoi problemi in meno tempo)
-è vietato durante la legislatura passare ad un altro partito, perché deve essere prevalente la volontà degli elettori su quella dell’individuo. Se non si è più d’accordo con il proprio partito ci si dimette e l’escluso più votato subentra nella carica
-dopo due legislature si è ineleggibili (la migliore ricetta anticasta che conosca)
-il “vitalizio” viene abolito (il Parlamento non è un ente previdenziale), ciascun parlamentare, per la sola durata del mandato, riceverà in busta paga il corrispettivo di quanto veniva versato nella propria attività lavorativa di dipendente o professionista
-chiunque possieda direttamente o controlli mezzi di comunicazione di massa non è candidabile
Contrappesi.
I cittadini si avvicinano al mondo politico solo se gli si offrono reali e concreti momenti di partecipazione
-il primo è quello del Referendum propositivo senza quorum, che consenta la promulgazione di leggi di iniziativa popolare
-i cittadini devono avere a disposizione lo strumento in vigore in Inghilterra il “recall”, che consente, previa raccolta di un certo numero di firme, di sospendere dalla attività politica un parlamentare che non rispetta gli impegni
-per poter giudicare l’operato dei singoli parlamentari è essenziale abolire qualunque votazione segreta che favorisce solo comportamenti truffaldini e opachi
-la RAI, oggi scippata dai partiti ai cittadini, umoristicamente definita “servizio pubblico”, deve essere solennemente trasformata in “public company”, senza pubblicità, il cui direttore generale con tutti i poteri sia eletto dai cittadini (canone pagato alla mano) fra personalità indipendenti da politica, economia, religioni (io voterei Gabanelli), in regolari elezioni da abbinare a quelle amministrative o politiche
-reddito di cittadinanza, pari a una pensione minima, per tutti i disoccupati, in cambio di 4 ore di lavoro socialmente utile, controllato e organizzato dai comitati di quartiere (i più vicini ai problemi dei cittadini e dunque da valorizzare), come alternativa alla disperazione, alla piccola delinquenza, al lavoro nero,
Senza queste regole ci hanno ridotto a sudditi, egoisti, passivi, scettici su qualunque cambiamento, fino al limite di non andare più a votare, proprio ora che una alternativa c’è e lo sa bene il nostro primo ministro, che ci invita a disertare le urne il 17 aprile per bocciare le sue amate trivelle, diamogli subito una lezione, perché se vinciamo il referendum arrivando al quorum ci sono buone probabilità di mandarlo definitivamente a casa.
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DI BATTISTA

Domenica 17 aprile si vota, c’è il referendum sulle trivellazioni. Vediamo un po’ di cosa si tratta. Attualmente la legge italiana già prevede un divieto di nuove trivellazioni in mare entro le 12 miglia dalla costa. Tuttavia Renzi e il PD, qualche mese fa, hanno modificato il codice dell’ambiente inserendo alcune paroline magiche utili alle compagnie petrolifere.
Queste sono state le paroline che hanno inserito: “I titoli abilitativi già rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento“. Che significa? Significa che oggi, anche se è proibito trivellare entro le 12 miglia, le concessioni per l’estrazione di gas e petrolio in mare – anche entro le 12 miglia – potranno essere prorogate potenzialmente per sempre, per tutta la vita utile del giacimento, quindi fino a quando le società petrolifere lo vorranno. Renzi dice: perché non estrarre quel petrolio se le piattaforme già ci sono? Forse qualche distratto potrà pensarla come lui, il problema però è che queste piattaforme estraggono poco petrolio e gas, pagano royalties da fame all’Italia, e oltretutto oltre una certa soglia di estrazione annua non pagano proprio nulla allo Stato italiano. Quindi le compagnie petrolifere hanno tutto l’interesse ad estrarre poco ma per molto tempo, così pagheranno meno tasse e soprattutto non dovranno smantellare mai le loro piattaforme. E dovete considerare che smantellare una piattaforma petrolifera per loro rappresenta un costo, per la nostra società invece rappresenta una possibilità di nuovi posti di lavoro. Se domenica 17 vincerà il Sì, le piattaforme petrolifere entro le 12 miglia cesseranno di estrarre quando scadranno i loro contratti, quindi non il giorno dopo il referendum. Quindi non si perderanno posti di lavoro, e non aumenteranno le nostre bollette. Se vincerà il No o l’astensionismo, potranno estrarre per decine e decine di anni anche poco petrolio e gas all’anno e così non pagheranno le tasse, i rischi inquinamento aumenteranno anche perché molte piattaforme sono ferrivecchi e soprattutto non dovranno mai tirare fuori qualche milioncino di euro per smantellarle. Un esempio: se dovesse vincere il Sì, la piattaforma di trivellazione Rospo Mare, davanti alle coste abruzzesi, dovrà chiudere nel marzo 2018 e dovrà essere smantellata dalle aziende petrolifere stesse. In queste ore Renzi, un premier non eletto da nessuno, e Napolitano, uno che entra in Parlamento nel 1953 l’anno della morte di Stalin (sono 63 anni che lo paghiamo) vi invitano a non andare al voto. Lo scandalo di Trivellopoli ci ha fatto capire che sono le lobby che governano il Paese, non Renzi. Renzi difende la sua poltrona, quella che le stesse lobby gli hanno dato, e per questo vuol boicottare il referendum. In un Paese come l’Italia le trivellazioni non portano posti di lavoro, al contrario allontanano i turisti, non è un caso che un Paese che vive di turismo come la Croazia, abbia bloccato le trivellazioni nell’Adriatico. Domenica possiamo mandare un segnale a questi politicanti che non rispondono alle richieste dei cittadini. E’ un’occasione per indicargli un altro modello di sviluppo, e per fargli capire che sono fossili dentro.

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MARIAPIA CAPORUSCIO

Prima del referendum di oggi mi vorrei rivolgere a te che hai sempre pensato di godere di una superiorità morale intrinseca nelle tue tesi;
a te che avevi sempre detto che se toccavano la scuola saresti sceso in piazza,che hai sempre detto che se toccavano il lavoro e l’art.18 saresti stato pronto alla rivoluzione;che hai sempre detto che se cambiavano la Costituzione, il capolavoro giuridico nato dalla Resistenza, ti saresti fatto uccidere;
Mi rivolgo a te che ancora ti illudi, 15 anni dopo l’Afghanistan, attraverso le parole di presunti leader di un mondo che si crede libero e che invoca la “civilizzazione”  a suon di bombe;
che sei arrivato a sacrificare la tua libertà per il feticcio della “sicurezza”;
che credi di vivere in un paese talmente democratico da poter esportare democrazia eccedente all’esterno e, intanto, a casa tua, subisci le decisioni di tre premier mai eletti da nessuno;
Mi sto rivolgendo a te che ti senti esperto di politica internazionale perché leggi gli esteri di Repubblica o Internazionale una volta a settimana;
che ti credi informato, ma vivi passivamente in un regime monetario e finanziario che ha umiliato in modo assolutamente totalitario e repressivo le decisioni democratiche della Grecia;
a te che ti senti “impegnato” perché “porti avanti la bandiera dei diritti umani nel mondo” e ti lasci guidare in tutte le scelte di politica estera da un paese, gli Stati Uniti, la cui polizia uccide una persona ogni 6,5 ore, quasi 47 milioni di suoi cittadini vive in condizione di povertà, 46 milioni si rivolgono alla banca alimentare ogni anno, oltre un milione e mezzo di bambini ha dormito in un rifugio per senzatetto nel 2014 e dove è detenuta il 25% della popolazione carceraria del mondo, perlopiù afroamericani e ispanici, etc, etc;

A te che sei per la “pace nel mondo” e hai avallato tutte le decisioni del “mostro della guerra”, la Nato, e sei sempre contro tutti quei paesi che chiedono coesistenza pacifica e multilateralismo per il futuro della Terra;
Mi sto rivolgendo a te che hai sfilato per Charlie Hebdo e non hai speso una parola per la repressione dei giornalisti in Turchia,
che hai messo la bandiera della Francia e del Belgio nel tuo profilo e non hai mai speso una parola sul massacro che dura cinque anni di Aleppo e la distruzione della Siria attraverso il terrorismo foraggiato dall’occidente.
A te che credi che gli Stati Uniti siano dalla parte giusta della storia, mentre  Venezuela, Brasile, Cuba, Bolivia, Ecuador e l’integrazione indipendente dell’America Latina in generale, da quella sbagliata.
A te, proprio a te, mi sto rivolgendo.
Mi sto rivolgendo a te, elettore del Pd, che hai subito tutto questo passivamente perché credi che quel partito sia l’erede di un qualcosa che non esiste più.

A te che, nonostante Renzi, il Jobs act, l’abolizione dell’art.18, Verdini, la distruzione della scuola e della sanità, Lupi, il bail-in, Banca Etruria, Mafia Capitale, Monte dei Paschi di Siena, Guidi, Porcellum 2.0, il “terrorismo occidentale” dei droni Usa a Sigonella…. continui imperterrito in questa eterna Sindrome di Stoccolma verso dei rapitori dei tuoi ideali;
a te che continueresti a votare il PD anche con Hannibal Lecter segretario, vivendo nella perenne illusione che un Civati o un Fassina di turno, un giorno, riuscirà a renderlo di “sinistra”;
a te che non riesci proprio ad ammettere che tutto quello in cui hai creduto non potrà mai essere realizzato al Nazareno.
Mi rivolgo a te che ti sei sempre dichiarato ambientalista.

AMBIENTALISTA.

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Riccardo Fraccaro

Il quorum è il numero di votanti necessario affinché una consultazione elettorale sia considerata valida. In Italia, la legge stabilisce che un referendum è valido solo se si reca alle urne il 50% degli aventi diritto.
Il “Referendum senza quorum” è una delle battaglie fondamentali del MoVimento, quasi una sesta stella, per la quale si combatte fin dal primo momento. E abbiamo ragione a farlo: lo dimostrano i subdoli inviti a non andare a votare che i partiti lanciano in queste ore, usando il quorum come uno strumento antidemocratico.
Ne sanno qualcosa i moltissimi Paesi occidentali dove il quorum non è mai previsto, lo dimostra anche il Consiglio d’Europa che ha chiesto all’Italia di eliminarlo dallo strumento referendario.
Senza quorum c’è più democrazia, si costringono le forze in campo ad un’onesta battaglia politica ed informativa per convincere i cittadini a votare per il Si o per il No senza furbi giochini.
Il MoVimento 5 Stelle è per la democrazia diretta: eliminare il quorum serve a coinvolgere tutti, ed è un atto di civiltà. E’ fondamentale allora partecipare al referendum di domenica per disinnescare l’arma dell’astensionismo di Renzi e delle lobbies, che grazie a lui dettano legge. Andiamo a votare e diciamo sì alla democrazia!

L’analfabeta politico

Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.
Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
~Bertolt Brecht

Il referendum di domenica 17 aprile è il tuo momento. Si vota in tutte le regioni, nonostante la disinformazione quotidiana degli organi che in Italia si autodefiniscono di informazione.

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http://masadaweb.org


MASADA n° 1757 19-4-2016 L’IGNORANZA E’ UN MALE DELL’ANIMA

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MASADA n° 1757 19-4-2016 L’IGNORANZA E’ UN MALE DELL’ANIMA

Blog di Viviana Vivarelli

A noi non ci rovina la politica
Ci rovina l’ignoranza
La corruzione è male ma l’ignoranza unita al menefreghismo sono peggio.

Essenza benzina o gasolina
soltanto un litro e in cambio ti do Cristina
se vuoi la chiudo pure in monastero
ma dammi un litro di oro nero.
Ti sei fatto il palazzo sul jumbo
noi invece corriamo sempre appresso all’ambo.
Ambo terno tombola cinquina
se vinco mi danno un litro di benzina.
Spendi spandi spandi spendi effendi
spendi spandi spandi spendi effendi
Spider coupé gittì alfetta
a duecento c’è sempre una donna che t’aspetta
sdraiata sul cofano all’autosalone
e ti dice prendimi maschiaccio libidinoso coglione
non più a gas ma a cherosene
il riscaldamento centralizzato più ti scalda e più conviene
niente più carbone mai più metano
pace prosperità e lunga vita al sultano.
Spendi spandi spandi spendi effendi
spendi spandi spandi spendi effendi

(Rino Gaetano)

Siamo tutti nel fango
ma qualcuno tra noi
guarda le stelle

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Viviana
Su 79 trivelle adriatiche ne sono produttive solo 26.
Secondo la legge europea, le altre devono essere smantellate e bonificate a spese delle società petrolifere. La legge imposta da Renzi va contro le leggi Ue per cui “la durata dell’autorizzazione non deve superare il periodo necessario allo scopo per cui è stata concessa” e Renzi non può rilasciare autorizzazioni a tempo indeterminato. Chi lo difende difende una violazione di legge.
Ma hanno dato mazzette a Renzi perché non lo faccia e le tenga aperte all’infinito. Così risparmiano 800 milioni. Consideriamo che lo Stato paga alle società 2 miliardi l’anno. Ora l’Europa ci multerà pure per la legge antieuropea di Renzi che favorisce i suoi amici petrolieri.
Dunque: abbiamo pagato noi i 300 milioni dovuto al suo divieto di accorpamento del voto. Pagheremo noi la multa europea. Paghiamo già noi i due miliardi di regalo l’anno alle società.
Quanti soldi sottobanco sono stati dati a Renzi&soci per questo orrore?
E avete pure la faccia di difenderlo?

Renzi al momento ha vinto e potrà tenersi le sue mazzette del petrolio e proseguire con i suoi corrotti in combutta con le società petrolifere per vantaggi personali ma chi di referendum ferisce di referendum perisce, e, quando sarà il momento del referendum che dovrà confermare il nuovo Senato, potrebbe essere lui quello penalizzato perché anche se il quorum non ci sarà, i suoi avversari si coalizzeranno contro di lui.

Che brutta Italia!
Dio non voglia che accada una tragedia petrolifera in mare o tutta la sua spocchia gli tornerà sul muso, ma sarebbe una amara vittoria che punirebbe noi al posto suo.

DEPRESSIONE POST REFERENDUM?
Paolo Farinella, prete

Genova 18-04-2016. – È andata come non poteva non andare, considerati il reato d’istigazione alla diserzione del boss del governo, l’ammutinamento della tv pubblica e, in parte privata, di quasi tutta la stampa e le falsità sui posti di lavoro che si sarebbero stati persi. Diversi amici e amiche mi scrivono dicendomi che sono andati a votare SI e ora sono depressi perché il voto è stato inutile.
Prendo atto che non si sia raggiunto il quorum, ma non sono soggetto a depressione post referendum perché non conosco né depressione né scoraggiamento, né tanto meno rassegnazione. Anche se tutti i votanti avessero votato NO e solo io SI, ne sarebbe valsa comunque la pena perché ho votato secondo la mia libera coscienza in formata, senza essermi venduto ad alcuno, senza avere ricevuto benefit dai petrolieri, senza avere avuto paura del ducetto Renzi e della sua compagnia di merende. Difendere l’ambiente contro una chiara forma di inquinamento autorizzato dal governo che lascia circa 40 piattaforme inattive da anni a marcire per sempre nelle acque del Mediterraneo, ne valeva e ne varrà sempre la pena, anche da solo.
Invito le Amiche e gli Amici a riflettere.
Ci sarebbe stata sconfitta se la battaglia fosse stata combattuta ad armi pari con uso appropriato del servizio pubblico televisivo e se il governo si fosse astenuto, come sarebbe stato suo dovere in fatto di referendum. Il capo del partito Pd, ormai fuori controllo democratico, poteva invitare i suoi a votare secondo coscienza, ma non poteva minacciare nella duplice veste di segretario di un partito (= associazione privata) e di presidente del consiglio che, aggravante colpevole, ha mobilitato il re emerito Giorgio II che non ha perso il vizio di volere comandare anche fuori tempo massimo.
Circa 15 milioni di Italiani e Italiane sono andati alle urne, di cui l’85,8% ha votato SI. Di questo risultato devono cominciare ad avere paura Renzi e i suoi accoliti, perché se si fosse svolto un referendum con tutti i crismi della democrazia, avrebbero stravinto i SI. Se sconfitta c’è stata, questa è di pertinenza del governo e dei suoi alleati perché hanno vinto in modo scorretto, diffondendo dati non veritieri e barando nella dinamica democratica. Non temete: tanto va il Renzi al lardo che ci lascia lo zampino.
Non so se avete notato che la stessa sera di domenica nella conferenza stampa per commentare il risultato, la paura gli si leggeva in volto. Era una maschera tragica e ogni parola era nervosa e ballerina, nonostante gli sforzi per nasconderla. Intanto la stessa conferenza stampa: perché indirla? Non era assolutamente necessaria, visti i risultati. Il narciso di Rignano doveva farla perché ne aveva bisogno lui per illudersi di avere vinto e per mandare messaggi trasversali di stampo malavitoso a chi, nel suo partito, ha dissentito come Emiliano, presidente della Regione Puglia, dall’imperatore del nulla.
Con la faccia da falsario, ha detto che non ha vinto il governo, ma hanno vinto gli operai: lui che ha calpestato ogni garanzia sul lavoro, che ha abolito l’articolo 18 che nessuna Confindustria gli aveva mai chiesto di abolire perché non è mai stato un ostacolo agli investimenti esteri; lui che ha precarizzato gli operai come dimostra il calo verticale delle assunzioni e l’aumento dei licenziamenti, finiti gl’incentivi. Qualcuno, più gigione di altri, aggiunge che «abbiamo buttato all’aria 300 milioni», senza nemmeno scomodarsi a pensare che se, come sarebbe stato suo dovere, Renzi avesse accorpato il referendum alle regionali, si sarebbero non solo risparmiati più soldi, ma si sarebbe giocato più pulito e il quorum sarebbe stato raggiunto. La perdita dei 300 milioni è da addebitare a lui e solo a lui e dovrebbero sborsarla tutti i membri del governo, cui bisogna aggiungere il silente e silenziato presidente della Repubblica che avrebbe dovuto imporre l’accorpamento e non subire l’offuscamento della democrazia con l’umiliazione dell’elettorato. Speriamo che le denunce dei radicali e di altri contro il presidente del consiglio dei ministri, «pubblico ufficiale … [il quale] abusando delle proprie attribuzioni … si adopera … a indurre
all’astensione» (D.P.R. 361 del 30 marzo 1957) vada avanti fino in fondo e spero che Renzi venga condannato al massimo previsto dalla Legge: tre anni di reclusione con in più il pagamento della multa. Qualcuno conclude che «ormai votiamo per le cause perse». In democrazia non è sufficiente vincere a qualsiasi costo, ma è molto più importante decidere e agire con senso di legalità, in coerenza di Diritto, fedeltà alla Costituzione e secondo la propria coscienza informata. No! Non abbiamo perso una causa, abbiamo vissuto un momento altissimo di vita civile e senso democratico. Vi pare poco in questi tempi di
«accorciamento» dei diritti e della democrazia? Io sono orgoglioso di avere votato SI. Nonostante Renzi. Chi non ha votato per qualsiasi ragione perde il diritto di lamentarsi e di protestare contro le ingiustizie del potere perché ne sono complici e fautori. La «servitù volontaria» o l’ignavia non sono mai obbligatorie.

Viviana
Un certo Giorgio mi scrive esaltandosi su Renzi e affermando che la nostra non era una battaglia ‘ecologica’

Caro Giorgio
La tua lettera mi ha fatto ridere o stridere i denti, scegli tu.
Dunque la battaglia contro le trivelle “non sarebbe ecologica”!Davvero mi domando che idea hai tu dell’ecologia.Forse pensi sia una cosa da mangiare o un nuovo telefonino
Allora…continuiamo ad estrarre petrolio e gas che ormai sono a termine e producono solo guerre,contaminazioni ambientali,inquinamento, cancro e cambio climatico ma non è ecologia.
Lo Stato dà 2 miliardi l’anno di soldi nostri alle società straniere come incentivo a rovinarci terra e mare e prende pure le sue brave mazzette,mentre potrebbe spendere li stessi in recupero del territorio e energie pulite ma non è ecologia
Grazie alle trivelle il fondale adriatico sprofonda di 80 cm l’anno facendo sparire le spiagge per cui le Regioni devono spendere fior di milioni per ricostruirle ma non è ecologia
La percentuale di malati di cancro tra i lavoratori del petrolio e gli abitanti delle zone estrattive è fortemente superiore al normale ma non è ecologia.
Le piattaforme adriatiche sversano in mare sostanze fortemente inquinanti che uccidono i pesci o li rovinano ma non è ecologia.
Se sciaguratamente una di queste piattaforme o petroliere producesse una catastrofe ecologica ci perdiamo tutto il mare Adriatico e ci vorrebbero 80 anni per cambiare l’acqua inquinata con morte turistico commerciale dell’intera costa adriatica ma non è ecologia
Con la scusa della dipendenza, mazzette comprese, dalle società petrolifere il governo non ci pensa nemmeno a fare un piano energetico che aumenti le rinnovabili che mazzette non ne danno,anche se produrrebbero 10 volte più lavoratori,ma non è ecologia.
Mi domando cosa sia l’ecologia per te ma so già la risposta:sostenere fino alla morte Renzi che è il personaggio politicamente meno ecologico d’Italia e si tira dietro certe scorie che non ti dico
Ti saluto e buona notte all’ecologia!
Viviana
.
X Stefano che chiede: perché chi era veramente di sx avrebbe dovuto andare a votare al referendum e votare sì?
Perché se era veramente di sinistra col cuore e con la mente avrebbe dovuto per tradizione, modo di sentire, radici storiche, principi morali e ideologia:
-rispettare il diritto-dovere del voto
-sapere che il referendum sia pure calpestato è l’unica forma di democrazia diretta che resta dopo i tagli infami e antidemocratici di Renzi
-difendere i cittadini e non i petrolieri
-stare dalla parte della gente e non del capitale
-esigere giustizia e non corruzione
-abbandonare il petrolio che ha portato tante guerre, inquinamento, cambio climatico e corruzione e passare alle energie pulite
-difendere la pace e non le guerra (e tutte le 80 guerre del mondo sono nate dal petrolio)
-curare la salute del popolo e dell’ambiente, non le mazzette e gli intrallazzi e abusi dei potenti
-riconoscere in Renzi un servo dei grandi magnati, banchieri, capi di multinazionali, petrolieri, finanzieri che lo hanno messo su non certo per fare il bene del popolo ma per farli arricchire di più calpestando i diritti costituzionali e i principi democratici
TI basta?

Grazie agli oltre 15 milioni di cittadini che hanno detto SI alla democrazia ed un futuro con mari puliti, energie rinnovabili, efficienza energetica e turismo sostenibile!
Sono tantissimi e hanno combattuto una battaglia da eroi della democrazia.
Hanno combattuto come milioni di semplici Davide del Mondo Pulito contro i Golia delle lobby del petrolio di Trivellopoli e della disinformazione.
Lo hanno fatto affrontando 8 mesi di totale disinformazione su questo referendum, con trasmissioni che dichiaravano che si votava solo in 9 Regioni , alle bufale sui ‘posti di lavoro a rischio’ oppure quella che ‘si sono sprecati 300 milioni di euro’, quando è stato il Governo a non volere l’accorpamento con le elezioni amministrative, proprio per evitare di raggiungere il quorum.
Lo hanno fatto affrontando il vergognoso Governo di Trivellopoli ed un vergognoso ex presidente della Repubblica, che violando la Costituzione sulla quale hanno giurato (“articolo 48: Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”) hanno invitato all’astensione.
Invitavano al ‘non voto’ facendo leva, per il mancato raggiungimento del quorum, su quella parte di cittadini che si astengono in maniera “fisiologica” ( ed in questi tempi toccano il 40% dell’elettorato).
Il Movimento 5 Stelle da sempre si batte per l’abolizione del quorum nei referendum, perché negli strumenti di democrazia diretta solo chi partecipa deve contare e decidere.
Ma chi ama la democrazia, soprattutto diretta e lotta per questa ogni giorno partecipando, informandosi e attivandosi nelle proprie comunità, vince sempre.
Oggi chi ha perso, soprattutto la faccia, sono il Governo del Bomba e l’ex presidente della Repubblica che hanno dimostrato di non amare la democrazia, la partecipazione civica e la Costituzione sulla quale hanno giurato.
Questa sera si riparte verso il futuro. Da oltre 15 milioni di cittadini che vogliono un futuro diverso per portare il Paese verso uno sviluppo energetico differente, che può essere già realtà con le rinnovabili che producono il 40% dell’elettricità. Il M5S ha già un piano energetico nazionale frutto di un anno e mezzo di lavoro con esperti e confronti. Siamo pronti a dimostrare che con le tecnologie oggi disponibili è già possibile cambiare il Paese e liberarlo in pochi anni da carbone e inceneritori ed arrivare al 2050 senza petrolio.
“Non si può battere una persona che non si arrende mai” (Babe Ruth)
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E ora (Pirro e la sua vittoria)?
19/04/2016 di triskel182
Puntare sull’astensione per vincere è facile.
Siamo un paese dove la gente tende a non occuparsi della cosa pubbilca, dell’interesse generale, a non informarsi dei problemi del paese.
E, se si informa sui TG della Rai, questi si sono guardati bene dal dare un’informazione completa sul tema delle concessioni per le piattaforme.
Ma l’astensione è un’arma che va bene oggi. A lungo termine, puntare sulla disaffezione al voto, sull’andare al mare, può essere controproducente.
Prima o poi (per esempio a giugno) si deve andare a votare senza quorum.
Hai voglia a dire che alle comunali non si vota pro o contro Renzi, ma a Milano, Roma, Napoli, Renzi e il governo hanno messo il cappello su tutti i candidati. Come per il referendum, anche queste elezioni saranno improntate sul con me o contro di me.
Quelli che vogliono cambiare le cose e quelli che le vogliono lasciare così ..
Peccato che i voti ora si debbano pescare altrove, lontano dal suo elettorato: tutto questo grazie a quelle riforme che il paese (o forse era il centrodestra, le lobby, confindustria..) aspettava da vent’anni.
Gli 80 euro, la buona scuola, il jobs act, lo Sblocca Italia, la soglia del contante, la responsabilità civile dei magistrati, il falso in bilancio col buco, la blanda lotta all’evasione. E ora le intercettazioni: quante soddisfazioni per un governo che dice di essere di sinistra.
Provvedimenti passati anche con quei 50 decreti con voti di fiducia che, in questi due anni, sono stati fatti digerire alle Camere, uno ogni due settimane.

Ecco, forse la visione della politica che ha questa governo è quella in cui non è più necessario andare a votare.
Quella dove la politica è cosa per pochi.
La politica energetica, dei trasporti pubblici, della scuola pubblica, non viene decisa in modo trasparente nelle Camere in Parlamento ma in altre camere.

E allora i voti possono essere presi e chiesti a coloro i quanti fanno parte di quel dentro, che decide veramente la politica e le leggi.
Da unoenessuno.blogspot.it
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Max Stirner
CHE COS’E’ ROUSSEUA? (PER ORA)

Rousseau è il sistema operativo del MoVimento 5 Stelle.
I suoi obiettivi sono la gestione del M5S nelle sue varie componenti elettive (Parlamenti italiano e europeo, consigli regionali e comunali) e la partecipazione degli iscritti alla vita del M5S attraverso, ad esempio, la scrittura di leggi e il voto per la scelta delle liste elettorali o per dirimere posizioni all’interno del M5S.
Solo gli iscritti al M5S possono accedere a Rousseau. Le funzioni sono disponibili solo dopo l’identificazione che, oltre all’ identità, prevede anche il profilo, ad esempio se eletto o meno, e città di residenza .
Funzioni disponibili sono ad oggi:
– Lex nazionale, partecipazione alla scrittura delle leggi nazionali proposte dai parlamentari
– Lex regionale, partecipazione alla scrittura delle leggi regionali proposte dai consiglieri regionali
– Lex Europa, partecipazione alla scrittura delle leggi europee proposte dagli europarlamentari
– Vota , voto per le liste elettorali o per pronunciarsi su un tema specifico
– Fund Raising, raccolta fondi per elezioni o eventi del M5S
– Scudo della Rete, raccolta fondi a tutela legale del M5S o di suoi iscritti ed eletti
In futuro saranno attivate:
– Activism, (materiali di supporto alle iniziative del M5S, sia digitali (es. la marcia virtuale o Attivista a 5 Stelle), sia volantini esplicativi ( es. per il Reddito di Cittadinanza e per l’Euro), sia video e/o foto
– Sharing, archivio con le diverse proposte (interrogazioni, delibere, leggi, ecc. a livello comunale e regionale con una tassonomia comune
– E-learning lezioni sulle strutture in cui sono inseriti gli eletti e sul loro funzionamento
– Lex iscritti, proposte di legge formulate dagli iscritti che in seguito vanno presentate dagli eletti nelle diverse sedi
– Gruppi sul territorio (i.e. meetup), informazioni sui e dai gruppi sul territorio su iniziative in corso
– Lex iscritti, proposte di legge formulate dagli iscritti che in seguito vanno presentate dagli eletti nelle diverse sedi.
è la funzione più importante di democrazia diretta…arriverà in seguito, ci avrei scommesso.
Descrizioni più complete sulle singole funzioni sono presenti all’interno di Rousseau cliccando la stella interessata.
Stelle accese e email di alert
All’ingresso in Rousseau le stelle che si vedranno “accese” saranno in funzione della propria identità/profilo. Ad esempio se ci sono votazioni per le liste elettorali per la Regione Lombardia potrà votare solo chi è iscritto al M5S e risiede in Lombardia e, in quel caso la stella “Vota” sarà accesa, lo stesso profilo potrà accedere alla scrittura delle leggi regionali lombarde e in questo caso sarà accesa la stella ‘Lex regionale’. Ad ogni iscritto sarà inviata una mail se una funzione a cui può partecipare è stata attivata,
Inviate una mail
Per ogni funzione si potrà utilizzare una mail specifica presente nella pagina di spiegazioni per dubbi, segnalazioni di errori e miglioramenti richiesti, ecc
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Ale
Ieri sono andato a votare tutto sommato contro Renzi e non sarebbe male se potessero rappresentare alle prossime votazioni la maggioranza dell’elettorato del M5S.
Nelle politiche del 2013 il M5S prese 8.797.902 voti con un’affluenza del 75,19%.
Se alle prossime politiche almeno 2/3 di queste persone votassero M5S (10.537.858 persone) le possibilità di andare al ballottaggio potrebbero essere alte grazie alla nuova legge elettorale, considerando che la coalizione di Bersani prese con un’affluenza più alta un totale di 10.353.275 voti, una cifra inferiore ai 2/3.
Ho tolto dunque una cifra considerevole dal computo, che magari vota insieme destra e PD, si tratta di ben 5.268.929 voti.
Mi sembra che dunque si possa ripartire da questo risultato per ottenere un ottimo risultato fra due anni, dunque non bisogna affatto scoraggiarsi, gente che vota il M5S ce ne sta tantissima in Italia, ieri è stato dimostrato e poi alle politiche non c’è quorum che tenga.
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Don Aldo Antonelli
“HANNO VINTO I LAVORATORI”!
Così il premier Renzi, senza faccia, senza memoria e senza coscienza!
Dal fondaco dei suoi vergognosi trucchi ricaccia fuori ciò che aveva fatto fuori: i lavoratori….
Miracolosamente riportati in vita dopo averli cancellati con le sue pratiche lobbistiche e dopo averli diafanizzati con la sua politica patronale.
Chiedo a voi: esiste in Italia o anche in Europa o anche in capo al mondo un centro di riabilitazione mentale per questo essere “demenziale” (letteralmente: “senza mente”)?
Aldo
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“Tutta la storia dell’industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutti i lavoratori nella più profonda degradazione”.
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IFQ
Secondo Enzo Di Salvatore l’emendamento alla legge di Stabilità che la consultazione mirava a modificare è in contraddizione con la normativa europea sulla libera concorrenza. E annuncia l’azione contro il Mise “per chiedere il blocco immediato delle 5 concessioni estrattive entro le 12 miglia”. Il costituzionalista: “Sono scadute da anni. La norma prevede che siano prorogati i titoli vigenti, non quelli scaduti. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando ad estrarre senza autorizzazione”
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MARIAPIA CAPORUSCIO
I governi sono formati da marionette al servizio di pupari senza scrupoli e le nazioni europee sono diventate “cosa della mafia finanziaria”. Ci stanno riportati indietro di secoli e vogliono usare gli stessi metodi in vigore nel Medioevo (quando la santa inquisizione bruciava come streghe le ragazze che rifiutavano di farsi stuprare), ora si stuprano i cittadini tutti: uomini, donne, vecchi, bambini, belli e brutti. La colpa di tutto è da addebitare all’idiozia (criminalità) dei capi di Stato, nel momento in cui decisero di affidare ai banchieri la sovranità nazionale, divenendo a tutti gli effetti succubi, oltre a compiere il più grave crimine contro l’umanità.
Ma che cosa stiamo aspettando per spezzare le catene e uscire da questo campo di concentramento che chiamano “Unione Europea” e cacciare a calci queste marionette che stanno uccidendo il nostro paese?
Dobbiamo impegnarci per formarlo noi un governo composto da uomini degni e capaci, che sanno cosa significa buttare il sangue per otto dieci ore al giorno. Basta farci sfruttare. Ci rendiamo conto che il paese viene mantenuto solo dalla classe lavoratrice? Ci siamo mai chiesti perché un lavoratore che passa la vita dentro una fabbrica, porta a casa una miseria che non basta neppure a sfamare la propria famiglia? La risposta la conosciamo bene perché ogni lavoratore deve mantenere nel lusso dei parassiti, esseri che passano l’esistenza sfruttando i lavoratori e gli stessi essendo abituati dalla nascita a questo immorale sistema, lo ritengono naturale e non si rendono conto di essere schiavi di questi usurai: chi lavora muore di fame e chi li sfrutta si strafoga.
La cosa più oscena è che nonostante siano i salariati a mantenere il paese, sono i parassiti a dettare le regole e tutte a senso unico per aumentare i loro privilegi sfruttando sempre più chi glielo permette.
Verrà mai il giorno in cui la classe lavoratrice si deciderà a porre fine a questa schiavitù?
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CLAUDIO CHIARAMONTE
Un accorato appello che rivolgo a tutti coloro che il 17 Aprile non sono andati a votare ed a “quello” che lo ha fatto quasi di nascosto a tarda notte (per essere sicuro di non dare il buon esempio):
il 25 Aprile statevene nuovamente a casa ma ben rintanati, ben nascosti, in silenzio … chiudete le imposte … spegnete le luci …
non avete il diritto di farvi vedere, di uscire a “far finta” di festeggiare una “liberazione” che avete infangato, negata, calpestata, derisa e che non meritavate !!!
Schiavi erano coloro che hanno conquistato più di 70 anni fa la libertà con il proprio sangue …
voi invece lo siete ancora oggi !!Uscite solo all’imbrunire come fanno i topi di fogna … e mi raccomando … senza lamentarvi … mai più, perché con il vostro comportamento voi siete gli artefici del vostro destino di cui non mi dispiaccio affatto …
L’unica nota amara è che voi con la vostra ignavia obbligate alla schiavitù anche quei pochi che schiavi non voglion essere …
Avete tutto il mio disprezzo !!!
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Blog di Grillo
Lo scandalo Trivellopoli ha travolto il governo mentre l’Italia ha raggiunto il record di poveri in Europa, le tasse aumentano e la disoccupazione galoppa. Oggi in Senato si vota la sfiducia al Governo dei banchieri e dei petrolieri proposta dal MoVimento 5 Stelle: devono andare a casa perchè fanno solo gli interessi delle lobby, dei loro amici e dei loro parenti! Gli italiani hanno diritto a un governo che si occupi dei loro bisogni, a partire dal Reddito di Cittadinanza per restituire dignità a milioni di persone, compresi gli anziani con una pensione minima da fame che se la vedrebbero aumentare fino a 780 euro. Gli italiani li hanno già sfiduciati: il Bomba non è mai stato legittimato dal popolo e non può più fare un passo per strada senza essere contestato e fischiato come a Napoli e Treviso.
Dalle intercettazioni della Procura sull’inchiesta Trivellopoli sono spuntati nomi di ministri e di politici piddini:
– L’Ex Ministro Guidi (Governo- Pd);
– Il Ministro Boschi (Governo – Pd);
– Il Presidente della Regione Basilicata (Pd);
– L’Ex Sindaco del Comune di Corleto (Pd);
– Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti (Pd);
– Il Consigliere regionale Vincenzo Robortella (Pd);
– Il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo (Pd);
– Il Capo dello Stato Maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi;
Tantissimi i REATI CONTESTATI: disastro ambientale, associazione per delinquere, traffico d’influenze illecite, Corruzione propria, corruzione impropria, concussione, induzione indebita, truffa aggravata per erogazioni pubbliche, traffico illecito di rifiuti e miscelazione di rifiuti speciali, abuso di ufficio.
Le intercettazioni su Trivellopoli coinvolgono direttamente ministri scelti dal Bomba come la Guidi e la Boschi, ma per lasciare la Boschi nella poltrona, il Bomba ha detto che l’emendamento Total è opera sua. Vi ricordate come sono andate le cose?
La notte del 17 ottobre 2014 la Camera discusse lo Sblocca Italia. All’improvviso arrivò dal governo un emendamento per favorire l’azienda petrolifera francese Total. La proposta esclude le autorizzazioni regionali e locali per le opere che trasportano il petrolio estratto in Basilicata, prima a Taranto e poi fuori dall’Italia, all’estero, con enormi risparmi per la Total. Mirella Liuzzi, portavoce M5S, si accorge dell’emendamento marchetta e riesce a tirarlo fuori dalla legge. Il Governo qualche mese dopo infila la stessa marchetta dentro la legge di Stabilità per il 2015 e la Boschi blinda tutto con il voto di fiducia. Festeggia Gianluca Gemelli, fidanzato del ministro Guidi che ha guadagnato un subappalto della Total da 2 milioni e mezzo di euro.
Un conflitto di interessi gigantesco! Per il bomba invece è solo un modo per sbloccare un’opera pubblica – in realtà privata – secondo lui necessaria al Paese, ma che in realtà favorisce solo la Total. Ogni giorno nuovi nomi illustri, come i ministri Del Rio e Padoan, sono tirati in ballo nell’inchiesta Trivellopoli. Chi sarà il prossimo?
Sfiduciamoli subito. #SfiduciamoliPer occuparci dei cittadini, non delle lobby.
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RIDIEBASTA

Bambino: “Perché le ballerine devono ballare sulle punte? Non sarebbe più comodo prenderle più alte?”
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1758 25-4-2016 VIVA LA CORRUZIONE. ABBASSO IL GIUSTIZIALISMO

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MASADA n° 1758 25-4-2016 VIVA LA CORRUZIONE. ABBASSO IL GIUSTIZIALISMO
Blog di Viviana Vivarelli

Riforma della giustizia o penalizzazione della magistratura? – Renzi: “La barbarie del giustizialismo” –Trivellopoli è solo l’inizio, si sta scoprendo una tangentopoli ancora maggiore – Libertà di stampa, con Renzi scendiamo al 77° posto – I giovani di oggi andranno in pensione a 85 anni – L’eterogeneo antirenzismo – L’Unità diffama la Raggi- Renzi attacca la giustizia –Polemica su Davigo- Che fine ha fatto la riforma della Giustizia affidata a Gratteri?

La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà.”
Don Luigi Sturzo – Discorso al Senato della Repubblica, 27 giugno 1957
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25 aprile. Renzi non vuole che l’ANPI, associazione nazionale partigiani, si esprima in ordine al referendum di ottobre sulla sua riforma costituzionale.

Non passa giorno che Renzi non offenda il buon senso, non spinga avanti l’autoritarismo, non ferisca la democrazia, non faccia del male alla repubblica.
La sua allergia alla verità è patologica come il suo odio verso i valori democratici.
Non c’è nulla di più urtante per un malvagio che sentirsi dire la verità o sentir parlare i democrazia
è come un foruncolo dell’occhio del diavolo.
C’è chi vince con le argomentazioni ma chi vuole vincere imbavagliando chi la pensa diversamente ha perso in partenza.
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Art. 21 della nostra Costituzione:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”

Art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo:
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA O PENALIZZAZIONE DELLA MAGISTRATURA?
Viviana Vivarelli

Da 16 mesi Renzi ha chiesto a una Commissione di fare una riforma della Giustizia, il lavoro è stato fatto ma Renzi l’ha ignorato. I media nulla dicono sulla prescrizione o ammazza processi e la cosa più grottesca è che si parla solo di una frase di Davigo di esecrazione dei corrotti della classe politica che sono aumentati rispetto a tangentopoli, in uno sterile attacco dei renziani ai magistrati onesti, attacco degno di un Berlusconi o un Riina. E, mentre della riforma della Giustizia non si sa nulla e della riforma della prescrizione anche meno, avanza sempre più la richiesta di un blocco alle intercettazioni con lo stesso ridicolo pretesto della protezione della privacy, ridicolo visto che in querela per diffamazione finora è stata sollevata solo in una dozzina di casi.
La riforma della giustizia era uno dei cavalli di battaglia del programma di Renzi ma a ben vedere si è ristretta a una riforma della Magistratura, nulla che renda i processi più giusti e più snelli ed efficienti. Nulla per ridurre i tempi processuali che sono i più lunghi d’Europa. Nulla per ridurre il numero dei processi stessi che in Italia è enorme. Nulla per garantire il ripristino della giustizia con punizione certa dei colpevoli per cavilli, depenalizzazioni ed eccesso di prescrizione (165.000 cause troncate dalla prescrizione ogni anno). La durata dei processi civili di primo grado è di 493 giorni, mentre nei paesi aderenti al Consiglio d’Europa è di 287. Nei processi commerciali siamo al 160° posto su 185 paesi, peggio di Iraq, Togo e Gabo. Questa sfiducia riduce gli investimenti esteri, crea rigidità nel mercato del lavoro, limita la concorrenza nei settori produttivi, nei servizi e nelle professioni. Si ripercuote sull’economia. La lentezza del nostro sistema giudiziario ci fa perdere l’1% del Pil, mentre smaltire l’enorme mole di cause pendenti frutterebbe alla nostra economia il 4,9% del Pil (Un punto del Pil equivale a 15 miliardi).
Basterebbe poco per rendere più efficiente il sistema giudiziario: disincentivare l’abuso processuale che rallenta le cause reali, adeguando ad esempio il tasso legale a quello di mercato; incentivare la sottoscrizione di polizze di tutela legale a copertura dei costi processuali, sul modello di diversi paesi europei; introdurre altri sistemi per risolvere il contenzioso come la negoziazione diretta con valore di titolo esecutivo in presenza degli avvocati, tavoli paritetici, mediazione e arbitrato; introdurre nei tribunali il processo telematico; introdurre la pratica dei giovani nell’Ufficio del Giudice, laureati selezionati secondo criteri qualitativi che affianchino il giudice, configurando la pratica (tra l’altro positivamente sperimentata a Milano) come normale procedura concorsuale per ottenere l’accesso alla magistratura e come tirocinio abilitante per l’avvocatura.
Se fosse per me, abolirei i tre gradi di giudizio come avviene altrove, permettendo il ricorso solo nel penale per sostanziali e nuove prove in grado di ribaltare la sentenza e abolirei totalmente la prescrizione nel penale, come abolirei il divieto di carcere sotto i 5 anni di pena come ha voluto Renzi, mentre aumenterei le pene e porrei l’allontanamento da cariche istituzionali a vita per i reati commessi da politici. Fondamentale poi un aumento delle risorse, visto che i tribunali sono in uno stato endemico di povertà di mezzi sia umani che tecnici o materiali (si pensi solo alla mancanza cronica di cancellieri).
Anm stronca su tutta la linea la riforma del governo e la taccia di ritorno a un passato berlusconiano.

Secondo quell’arnese indecente e spocchioso di Renzi, c’è in giro troppo giustizialismo. Ma va? Dunque i piddini quando per 20 anni denunciavano i reati di Berlusconi erano falsi fino al midollo perché facevano solo demagogia? Ma allora Berlusconi era un probo ingiustamente accusato! Facciamolo santo subito!
Abbiamo in carcere solo 230 detenuti per corruzione contro i 7986 della Germania, saremmo mica troppo giustizialisti? Sarà il caso di scarcerarli tutti? Anzi ai corrotti politici non facciamoglielo nemmeno il processo! Già Renzi ha depenalizzato la corruzione! L’ha fatta diventare un illecito civile. Ora nemmeno questo gli basta, vuole proprio nobilitarla!
Siamo già il Paese più corrotto d’Europa. Con queste belle proposte di Renzi cosa vogliamo diventare? Il Paese più corrotto del mondo? E tutta queste bella gente che si braccia sui blog per incensare un simile soggetto che premia il reato e punisce la virtù di cosa è fatta? Dei peggiori rimasugli del Paese? Perché ce ne vuole di pelo sulla coscienza per elogiare un simile individuo.
Anzi propongo un premio alla Guidi, per essere stata maldestramente colpita da un arcaico quanto iniquo giustizialismo
Viva il Governo al soldo delle Lobby, che depenalizza i reati e protegge i rei, anzi i peggiori li premia con cariche istituzionali e li fa soci di governo! Onore alle mazzette! Quel che conta è la prepotenza e il dané. Nel Paese all’incontrario il reato è premiato! I giudici sono incaprettati! La corruzione fa proseliti! Il premio e l’onestà sono messi alla berlina! I processi sono troncati e le pene annullate. Della democrazia poi è meglio non parlarne! I peggiori fanno massa, il reato fa pedigree, e l’ideologia è quella che i complici fanno numero e delle ideologie chi se ne frega.

165.000 processi troncati ogni anno grazie alla comoda prescrizione,
165.000 condotte delinquenziali premiate in sfregio alla Giustizia,
solo 230 detenuti per corruzione contro i 7.986 della Germania,
nemmeno un politico espunto da istituzioni o liste elettorali in quanto condannato o plurindagato anzi chi ha più indagini viene lautamente premiato,
tentativi costanti di imbavagliare le intercettazioni e asservire i magistrati,
uno come Verdini incriminato al 6° processo ma socio di governo,
il premier che depenalizza il proprio processo e si circonda di gente che facilita leggi ad reum per favorire congiunti o parenti o per tenere ben liberi se stessi,
leggi fatte per intascare mazzette da lobby o allargare il marciume che ci mette al 1°posto per corruzione in Ue
depenalizzazioni di reati gravi a go go,
un governo che procede su balle e bufale sostenuto da una stampa ormai senza più decenza e ritegno .
Ma in Italia non si morirà mica di troppo GIUSTIZIALISMO?!
Sta ricomparendo il peggior B, quello che ha in odio i giudici, che ingiuria l’opposizione, che imbavaglia la democrazia, che si difende come una bestia in trappola dalle troppe accuse, che realizza il piano della P2
Solo che qui il nuovo B ha dalla sua il peggio di tutti i partiti e giornali e riesce nel suo intento infame di far risorgere la dx più oltranzista, corrotta e antidemocratica, giocando su un popolo troppo vecchio per capire e troppo inetto per reagire.

Si spinge di nuovo avanti l’efferato progetto già di Berlusconi di imbavagliare le intercettazioni che spesso sono l’unica prova di reato e di impedire che la gente venga a sapere che razza di delinquenti sono quelli che ci governano.
Non gli basta che la prescrizione impedisca ai processi di arrivare a sentenza.
Non gli basta aver depenalizzato reati gravissimi.
Non gli basta aver intimidito i giudici e minacciare di togliere loro i diritti riconosciuti dalla Costituzione.
Non gli basta aver ridotto i media a dei cortigiani senza decenza che pubblicano qualsiasi bugia di governo.
Vogliono non solo delinquere in pace ma liberarsi anche dell’assillo di essere scoperti!
Si attaccheranno alla difesa della Privacy. Lo sapete quante cause per diffamazione per violazione della privacy ci sono state finora? Dodici (12) !!!!!
Ma la giustizia e il diritto di essere governati da persone oneste, quelli chi li difende?

LE PROPOSTE DI GRATTERI IGNORATE DA RENZI
Alessandro

– VOTO DI SCAMBIO. Si inasprisce la pena per il voto di scambio politico-mafioso: non “inferiore ai 10 anni”. Reato punibile “anche nel caso in cui l’accordo avvenga con un singolo appartenente a un’associazione mafiosa.
(Ma il governo Renzi da 7-12 anni, come erano prima, le ha abbassate a 4-10. Solo i senatori M5S hanno votato contro).
– REATI AMBIENTALI. Pene più severe anche per i reati ambientali: da 5 a 15 anni per i promotori e da 4 a 9 anni per gli aderenti.
– PRESCRIZIONE. Dopo la sentenza di primo grado la prescrizione cessa il suo decorso e il reato non può più estinguersi.
– CIMICI AMBIENTALI. Per disporre intercettazioni ambientali in luoghi privati, al pm è sufficiente ribadire che ci sono necessità di indagine, non serve sostenere che si stia commettendo un crimine.
– INTERCETTAZIONI. Chiunque, fuori dai casi consentiti, pubblica o diffonde il testo delle intercettazioni (…) il cui contenuto sia diffamatorio e che risulti irrilevante ai fini della prova, è punito con la reclusione da due a sei anni e con una multa da 2 mila a 10 mila euro.
Renzi fa esattamente il contrario.
Le proposte di Gratteri per combattere la corruzione sono ferme nel cassetto.
Ma la riforma Fornero è stata votata in appena una settimana. Il finanziamento dei partiti è stato votato in poche ore. Poche ore anche per pagare, nell’ottobre 2015 scorso, con soldi pubblici, i 107 milioni di euro di debiti della vecchia gestione del giornale di partito L’Unità.

AUTORITARISMO
Viviana Vivarelli

Chiediamoci come mai questo governo, molto peggio di Berlusconi, porta avanti il piano della P2 di destrutturazione dello Stato repubblicano, lasciando formalmente i nomi delle istituzioni ma distruggendo la divisione dei poteri e la loro parità di forza entro funzioni diverse, e concentrando ogni potere sul capo di governo, cioè su se stesso? Ce lo vogliamo ricordare che l’equilibrio dei poteri è stato creato dai costituzionalisti per far sì che nessuno prevalga sugli altri così che esercitino un controllo reciproco?
Legislativo, esecutivo, giudiziario
Renzi ha estromesso il potere legislativo (Parlamento) con un eccesso di decreti e di voti alla fiducia, espellendo la sua forza di istituto rappresentativo del popolo (sistema elettorale con liste bloccate dall’alto, annullamento del diritto di eleggere presidenti di provincia e senatori, referendum più difficile)
Ora sta cercando di neutralizzare il potere giudiziario (magistratura)
La sua corsa verso un potere centralizzato autoritario è più che evidente.
Quando Renzi dice che è finito il tempo della subalternità della politica alla magistratura, dice una eresia.
Renzi è laureato in legge come Berlusconi, ma hanno entrambi una concezione antidemocratica e autoritaria della politica
In realtà egli con questa frase demenziale calpesta proprio il caposaldo della democrazia che consiste nell’equilibrio dei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario. In questo equilibrio non esiste sulbalternità ma ognuno dei tre poteri ha una funzione precisa, il Parlamento legifera, il Governo esegue le leggi votate dal Parlamento, e la Magistratura interviene quando queste leggi sono trasgredite.
Ma la pretesa di Renzi è che l’esecutivo, ovvero il Governo, prevarichi le altre forze, faccia le leggi e decida quali rei salvare incaprettando i giudici e mettendoli sotto il tallone del governo per cui essi, secondo il suo intento, potranno aprire solo quei processi che il Governo vorrà. E questa è tutta l’arroganza del cattivo potere che distrugge la democrazia.
Questo è fascismo e contro il fascismo occorre una nuova resistenza.

TRIVELLOPOLI
BLOG DI GRILLO

La mozione di sfiducia al Governo è stata bocciata da quest’ aula per un motivo molto semplice: ancora una volta il gruppo del senatore Verdini, proprio quello che ieri è stato rinviato a giudizio per la sesta volta in 2 anni, e proprio quello condannato per concorso in corruzione, ha votato con la maggioranza. Di seguito la dichiarazione di voto di sfiducia del MoVimento 5 Stelle espressa dal capogruppo Nunzia Catalfo

Sono tanti i problemi che affliggono questo nostro Paese e di cui un governo serio e responsabile dovrebbe occuparsi: la disoccupazione giovanile al 39%, i risparmiatori truffati dalle banche, i pensionati che non arrivano a fine mese, famiglie strozzate dalle tasse, il sistema sanitario al collasso dopo i tagli di oltre 4 miliardi di euro.
Invece di discutere di soluzioni e proposte di legge concrete per restituire dignità e serenità ai cittadini, come il reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle, quest’Aula del Parlamento deve fare i conti con lo scandalo enorme che da settimane ha travolto il governo.
La Trivellopoli di oggi è paragonabile alla Tangentopoli che nel ‘92 travolse Governo e istituzioni italiane esattamente come oggi questa marea nera, nera come il petrolio, sta sommergendo il vostro governo, il Pd e i suoi illustri esponenti.
Da Tangentopoli e dall’inchiesta di Mani Pulite sono passati più di venti anni, ma oggi come allora dobbiamo prendere atto che le istituzioni italiane, e questo governo in particolare, non sono stati in grado di rendersi impermeabili alle infiltrazioni della corruzione e del malaffare, non hanno voluto risolvere i propri conflitti di interesse e resistere alla tentazione di piegare la politica a strumento di potere e di indebito arricchimento personale.
E quando il malaffare penetra istituzioni e governo, è perchè governo e istituzioni SONO permeabili alle infiltrazioni e dunque complici.
Oggi, esattamente come quegli anni bui del ‘90, la ‘cosa pubblica’ è ancora ‘cosa loro’.
Per raccontare Trivellopoli è utile partire dai reati che la Procura di Potenza e l’Antimafia contestano agli indagati:
associazione per delinquere;
traffico d’influenze illecite;
corruzione propria;
corruzione impropria;
concussione;
induzione indebita;
truffa aggravata per erogazioni pubbliche;
traffico illecito di rifiuti e miscelazione di rifiuti speciali;
abuso di ufficio.

I nomi coinvolti, direttamente o indirettamente, e che emergono dalle intercettazioni dell’inchiesta sono quelli di esponenti del governo, del Pd e della maggioranza:
L’ex Ministro Guidi, le cui dimissioni sono state un atto dovuto che però non salva la faccia all’intero esecutivo,
il Ministro per le Riforme Boschi,
il Ministro delle Infrastrutture Delrio,
il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio De Vincenti,
il Sottosegretario alla Infrastrutture Vicari,
il Presidente PD della regione Basilicata Pittella,
il Capo segreteria della Finocchiaro, Paolo Quinto
Poi ci sono gli indagati:
il Sottosegretario alla Salute De Filippo,
il Consigliere regionale PD Robortella,
il Capo dello Stato Maggiore della Marina De Giorgi,
il Vice presidente di Confindustria Lo Bello.
Infine ci sono l’ex Sindaco PD del Comune di Corleto Perticara Rosaria Vicino, oggi ai domiciliari, e l’ex Vice sindaco PD del Comune di Corleto Perticara Genovese, sottoposto a misura cautelare.

Questa inchiesta ci racconta di un sistema di potere marcio e ipocrita, con istituzioni manovrate da una cricca, un clan, un quartierino, un’associazione a delinquere che muove ministri e ministeri come pedine su una scacchiera, con l’unico obiettivo di raggiungere illeciti profitti personali.
Trivellopoli svela a tutti gli italiani come avete operato e perché oggi le vostre sono mani sporche e grondano petrolio!
In pieno conflitto di interessi, avete lavorato per favorire multinazionali come la francese Total, a danno della salute dei cittadini della Basilicata e dell’ambiente.
Sblocca Italia e Legge di Stabilità sono servite come cavalli di Troia per inserire di nascosto norme spinte dalla cricca che faceva capo al compagno dell’ex ministro Guidi, norme che sbloccavano l’impianto di Tempa Rossa e in un colpo solo tagliavano le autorizzazioni necessarie per portare il petrolio estratto in Basilicata fino a Taranto, dando l’ultima parola al governo e disattendendo la volontà di Regioni, Comuni e cittadini.

Chi ci guadagnava in questa operazione? Gli italiani? I cittadini lucani che si ammalano di tumore? I territori inquinati dagli sversamenti dei pozzi di petrolio? Certamente no!
Mentre il Paese fa fatica a ripartire e a risollevarsi, avete permesso alla cricca del petrolio – che è anche la cricca delle navi e dei porti – di fare affari e mettere le mani ovunque.
Avete ridotto questo Parlamento ad un grande Mercante in Fiera: tu mi fai fare l’emendamento sblocca petrolio e io ti do il subappalto da 2,5 milioni di euro; tu mi nomini il Commissario dell’Autorità Portuale compiacente e io ti faccio approvare il rinnovo della flotta navale per quasi 6 miliardi di euro. Avete sperperato soldi pubblici, speculato sulla salute dei cittadini, sulla difesa e sulla sicurezza, sulla protezione dell’ambiente e del nostro territorio e così facendo avete perso ogni brandello di dignità e credibilità.

Colto con le mani nel petrolio prima dal Movimento 5 Stelle, poi dalla Procura della Repubblica, lei presidente Renzi ha rivendicato il famoso emendamento Tempa Rossa, come se mettere i piedi in testa alle Regioni e ai cittadini che in quei territori ci vivono e sbloccare un’opera privata da cui l’Italia non ricaverà un fico secco, fosse un vanto o una medaglia da appuntarsi sul petto.
Ma questa medaglia viene pagata a caro prezzo, con le vite della gente che vive in Basilicata e muore a causa dell’inquinamento.
Già solo per questo, se avesse un sussulto di dignità, Presidente Renzi, dovrebbe fare un passo indietro.
E con lei dovrebbero andare a casa i suoi ministri, in primis il ministro Boschi che ha permesso che l’emendamento marchetta sponsorizzato dalla Guidi entrasse nella Legge di Stabilità e poi ha blindato l’intero testo con un voto di fiducia: dopo il favore alla banca del padre, ora anche quello alle lobby del petrolio.
Dovrebbero andare a casa il ministro Delrio, che ha riconfermato l’uomo voluto dalla cricca a capo del Porto di Augusta e il ministro Pinotti, che non muove un dito per rimuovere l’Ammiraglio De Giorgi nonostante sia indagato in Trivellopoli e nonostante i dossier in circolazione che raccontano i suoi vizi e i suoi lussi di uomo della Casta pagati con i soldi pubblici.
Dovrebbero andare a casa il suo sottosegretario De Filippo, indagato per induzione per fini elettorali, e il suo sottosegretario De Vincenti, che la stessa Guidi definì “amico di quel clan lì”. Dovreste andare a casa tutti, perché avete dimostrato di essere il governo dei petrolieri, delle banche e dei poteri forti, schierati dalla loro parte e non da quella dei cittadini e della povera gente!

Il Movimento 5 Stelle è orgoglioso di aver denunciato il marcio che oggi è sotto gli occhi di tutti, quando ancora la cricca agiva nell’ombra.
Siamo andati a portare la nostra solidarietà ai cittadini della Basilicata, luoghi di enorme bellezza ma martoriati dal centro oli dell’Eni e dall’impianto della Total; siamo stati ad Augusta, una città devastata dall’inquinamento e dove la cricca di faccendieri e petrolieri voleva speculare ancora, facendo affidamento proprio sulla compiacenza di questo governo!
Oggi, invece di prendere atto del vostro fallimento, volete imbavagliare ed intimidire definitivamente la magistratura, senza la quale scandali come Trivellopoli, Mafia Capitale o il Cara di Mineo non sarebbero mai venuti alla luce.
Lei, Presidente del Consiglio dei Ministri, dovrebbe spiegare agli italiani chi ha finanziato le sue Fondazioni politiche e quelle del Pd, e poi andare dai magistrati e raccontare – spontaneamente – tutto ciò che sa e tutto ciò che conosce su queste vicende giudiziarie.

Trivellopoli è solo l’inizio, così come all’epoca l’arresto di Mario Chiesa fu soltanto l’antipasto della valanga che poi sarebbe arrivata con Tangentopoli; Trivellopoli è solo la punta di un iceberg contro cui – ne siamo certi – presto o tardi questo governo è destinato a schiantarsi.
Gli italiani devono sapere – con chiarezza – che la mozione di sfiducia sarà bocciata da quest’Aula per un motivo molto semplice: il Gruppo del Senatore Verdini, proprio quello che ieri è stato rinviato a giudizio per la sesta volta in 2 anni, e proprio quello condannato per concorso in corruzione, voterà con la maggioranza!
Un governo politicamente corrotto dalle lobby, dai clan del petrolio e degli affari, salvato da soggetti corrotti penalmente e con a carico più processi che Al Capone! Corruzione e malaffare che, in quest’Aula, si nutrono, si salvano e si autoassolvono: uno spettacolo indegno per un paese civile!
Delinquenti penali che supportano (e salvano) delinquenti politici: siete gente senza pudore e senza dignità e, per questo, dovete andarvene a casa!

LIBERTA’ DI STAMPA, L’ITALIA SCENDE AL 77° POSTO

Con Renzi siamo scesi Reporter sans frontières ci fa scendere di 33 posti sotto il Botswana e dietro il Nicaragua. In testa la Finlandia
Siamo più in basso del Nicaragua, più giù della Moldavia e più ancora dell’Armenia. E’ lì che si piazza l’Italia nella classifica di Reporters sans frontières (Rsf), termometro della libertà di stampa nel mondo. La Penisola continua a perdere posizioni a ora saluta il 73° posto dello scorso anno scivolando al 77esimo: siamo il Paese peggio re dell’Unione Europea, appena sopra Cipro, Grecia e Bulgaria. Il motivo? Pressioni, minacce e violenze subite dai cronisti.
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Uno di quelli che esalta la riforme antidemocratiche di Renzi è il senatore Barani.

Annalisa
Barani ….mi sono fatta un viaggetto su internet e ho scoperto tante cose su codesta personcina……sono alcune perle: nel febbraio 2003 fece erigere nel centro cittadino dove era sindaco una statua commemorativa di Bettino Craxi, Al suo fianco fece erigere un monumento ai “Martiri di Tangentopoli”, per commemorare i politici morti suicidi o “perseguitati” nel corso dell’inchiesta Mani pulite.
Il 14 ottobre 2014 viene deferito, assieme ad altre 10 persone, avanti la Corte dei conti per danno erariale allo Stato di 1,9 milioni di Euro in riferimento all’epoca in cui era sindaco di Aulla. Da Sindaco di Aulla diventa sindaco di Villafranca (a noi italiani piace farci del male!!). Come sindaco di Villafranca ha intitolato una via al – tuttora vivente – ex presidente della Tunisia Zine El-Abidine Ben Ali, per aver ospitato Craxi ad Hammamet. Giustamente andava promosso e diviene deputato della Camera. l 2 ottobre 2015 Barani si rende protagonista di gesti sessisti in Parlamento nei confronti della senatrice del M5S Barbara Lezzi (mimando un rapporto orale), provocando la sospensione dei lavori. Il 6 ottobre, l’Ufficio di Presidenza del Senato decide una sospensione di 5 giorni per Barani e per il collega di partito Vincenzo D’Anna – la prima volta nella storia della Repubblica che un capogruppo parlamentare viene sanzionato dall’Ufficio di Presidenza del Senato
“Le affermazioni del presidente del Consiglio in tema di giustizia ricalcano quanto sostenuto anni fa da Craxi – esulta il senatore verdiniano Lucio Barani, presidente del gruppo Alleanza Liberalpopolare – Autonomie – si tratta di quelle riforme in materia giudiziaria fondamentali per il Paese che purtroppo i governi Berlusconi non sono riusciti a portare a compimento”, conclude Barani, che nel pomeriggio aveva regalato alle cronache un’altra definizione memorabile: “Siamo i pretoriani del governo Renzi – ha detto il senatore verdiniano – siamo un gruppo di resistenti che vuole sostenere le riforme liberali. Lo abbiamo fatto prima conBerlusconi e ora con Renzi”.

LE TRAPPOLE, LA FAVOLISTICA, LE COSE
Alessandro Gilioli

Oggi quasi tutti i titoli dei giornali sono sulla frase di Renzi sul barbaro “giustizialismo”. In questo modo Renzi vuole distrarre da 3 notizie molto più rilevanti di ieri.
-Una è quella che la famosa “flessibilità” vendutaci come strumento di rilancio dell’economia sta invece creando una generazione che sarà costretta a lavorare fino al decesso o quasi. E se qualche anno le avanza tra il ritiro dal lavoro e la tomba, lo vivrà in condizioni di povertà.
-La seconda è che, finito il doping degli sgravi, le assunzioni a tempo indeterminato continuano a diminuire: meno 33 € sul febbraio 2015; in compenso crescono sempre più velocemente i voucher, cioè la forma più estrema di precariato, che sta rendendo il lavoro tanto saltuario e occasionale da far ipotizzare un destino esistenziale, per la generazione nata nei ’90, ancora più infame rispetto ai loro fratelli più grandi.
-La terza è che la produzione in Italia è ferma e che le previsioni di crescita del governo sono smentite dalla realtà.
Poi l’attacco sui giudici riporta al tipo di confronto politico degli anni berlusconiani. Nel senso di divisione estrema e verticale del Paese su una persona, cioè lui medesimo. O con me o contro di me. Con il minimo spazio possibile per la discussione concreta sui contenuti politici, sui risultati dell’azione di governo, sulle condizioni reali delle persone.
È il modo in cui pensa di vincere il referendum di ottobre: che sta trasformando in un plebiscito su di lui, tutto il resto in secondo piano, compresa la pasticciatissima riforma costituzionale su cui andremo a votare. Di qui a ottobre non si parlerà degli assurdi rimbalzi da una Camera all’altra dell’attività legislativa, né delle modalità con cui i senatori verranno scelti dalle segreterie dei partiti, né dello squilibrio di poteri che il tutto produrrà: si parlerà solo di Renzi. Al massimo si dirà che “il bicameralismo rallentava la produzione delle leggi e finalmente è stato abolito il Senato”.
È la stessa semplificazione binaria e ingannevole con cui il gruppo attualmente al potere ha imposto la sua egemonia nel percepito: il “nuovo” contro il “vecchio”, il “cambiamento” contro “la stagnazione”, “l’Italia del fare” contro “l’Italia del no” etc. E appena si prova a entrare nei contenuti di merito si viene irrisi come professoroni, gufi, etc. Così si riporta l’Italia allo scontro emotivo basato sullo schema amore-odio: anziché sugli argomenti, sulle cose, come faceva B.
Così è avvenuto anche per il referendum sulle trivelle. Che il premier ha usato come strumento per portare lo scontro su di lui. Ieri è stata la volta dei giudici: tema su cui è facilissimo dividere l’Italia con il coltello e suscitare reazioni che radicalizzano lo scontro attorno a lui.
Altri ne arriveranno sempre con lo stesso scopo. Portare tutto il dibattito pubblico su una persona e su quello che ha detto. E le cose vere, i numeri veri, i dati veri? Tutto chiuso in un ripostiglio. Tutto sotterrato dalla narrazione favolistica e dalla contrapposizione attorno a una persona: alle sue battute, ai suoi tweet, alle sue slide, alle sue dirette sul Web, alle sue dichiarazioni del giorno. Per impedire che un’opinione pubblica consapevole ragioni sui contenuti, che obietti sul merito e magari sia perfino in grado di proporre contenuti diversi, una leadership diversa: come si fa o si dovrebbe fare in una democrazia matura. Il tutto, tra l’altro, in un Paese che (notizia di oggi) è appena sceso dal 73° al 77° posto nella classifica sulla libertà di stampa, quindi non è esattamente dotato di anticorpi informativi robusti e solidi.
Di qui la nascita del neologismo:antirenzismo. Mentre l’antiberlusconismo coincideva con un’area politica relativamente omogenea (il centrosinistra, dal 1994 e per i 15-20 anni successivi) il cosiddetto antirenzismo non coincide con niente. Non sono in alcun modo omologabili Salvini e Landini, Il M5S e Brunetta. No, non lo sono: né per cultura, né per visioni, né per proposte. Se non cresce la coscienza politica, non è che dopo Renzi ne arriva uno tanto migliore, ecco.

L’UNITA’ DIFFAMA LA RAGGI

Per attaccare Virginia Raggi l’Unità pubblica un video di propaganda per Berlusconi in cui si vede una ragazza che somiglia vagamente a lei per instillare il dubbio che sia una berlusconiana. Ma la ragazza non è la Raggi, la quale risponde:”Ringrazio l’Unità per la pubblicità gratuita e per il buon giornalismo, anche se la ragazza del video non sono io”.
A questo punto anche l’Ordine dei giornalisti recrimina sull’episodio ma l’Unità non ci pensa nemmeno a scusarsi. E’ questa l’informazione italiana?
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RENZI DISTRUGGE LA GIUSTIZIA
Viviana Vivarelli

Renzi ha avuto la faccia di attaccare i giudici per “i processi troppo lunghi e lenti”
– come mai, allora, non elimina due gradi di giudizio, visto che l’Italia è l’unico Paese ad averli e non fa come in tutti i Paesi civili, dove si va in carcere dopo la condanna penale di 1°grado e solo in casi assolutamente eccezionali di fatti che rovesciano la sentenza il processo viene riaperto?
-come mai la riforma della prescrizione non va avanti da due anni e, grazie alla sua mannaia, 165.000 processi vanno in fumo ogni anno? il 49% dei processi a Venezia e il 30 a Roma, tanto da far dire al procuratore generale i che “interi settori della legalità quotidiana sono sommersi dalla prescrizione” e a Napoli si parla di “amnistia strisciante”.
-come mai persino in Cassazione una sentenza può essere annullata per banali vizi di forma? Ed è proprio in questo modo che Carnevale annullò le sentenze di 500 pericolosissimi assassini di mafia
– come mai, a causa dei ritardi nei processi penali, la scarcerazione anche di imputati per reati gravi avviene per decorrenza dei termini di custodia cautelare e l’estinzione di un gran numero di reati per prescrizione, vanifica il lavoro dei magistrati e finisce per diventare una sorta di amnistia strisciante e perenne?
-come mai non fa la più piccola cosa per rimediare alla carenza di personale amministrativo (solo di cancellieri ne mancano più di mille) anche se l’ANM da tempo ha sollevato la questione dei carichi di lavoro dei magistrati, spesso insostenibili anche per effetto delle gravi carenze nelle dotazioni di mezzi e personale e per l’irrazionale distribuzione dell’organico dei magistrati che corrono pure il rischio di subire procedimenti disciplinari per ritardi anche poco significativi? Ci rendiamo conto che dei 1.400 procedimenti penali che giungono in Corte d’appello 1.200 non sono iscritti perché non c’è il personale per farlo?
-come mai tanto accanimento del Parlamento per non dare il permesso a procedere a quelle indagini che coinvolgono ministri o parlamentari?
-come mai l’unica cosa che interessa Renzi è mettere un bavaglio alle intercettazioni sulla più pura
linea berlusconiana?
-come mai i processi per mafia dovevano essere esenti dalla prescrizione e hanno finito con l’utilizzarla a tutto vantaggio degli accusati?
-e come mai infine avere una brutta fedina penale non impedisce al Pd di candidare persone che come minimo andavano sospese e non ha impedito a Renzi di prendersi come socio di governo un Verdini implicato in ben 6 processi per concorso in corruzione per gli appalti a la Maddalena, per appalti illeciti delle P3, violazione della legge Anselmi sulle società segrete, truffa sui fondi per l’editoria, corruzione sulla Scuola Marescialli, bancarotta fraudolenta sulla Toscana edizioni, associazione a delinquere….Ed è sostenendo simili personaggi che Renzi pensa di dare un’immagine di sé come difensore del diritto e della legalità?
Ed è con simili precedenti che ha la faccia di parlare di ‘barbarie giustizialista’?
E se le cose vanno male per la giustizia penale non vanno meglio per la giustizia civile. Nella classifica dei primi Paesi del mondo siamo al 45° posto dietro Bielorussia, Belgio, Ungheria e Kazakistan. Ai cittadini italiani è reso un servizio di Giustizia peggiore di quello di molti paesi del terzo mondo: peggiore per esempio di Egitto, Cile, Costa Rica, Gambia, Pakistan, Slovenia e perfino dell’Iran
Troppo facile dare le colpe ai magistrati. I magistrati non fanno che applicare le leggi, ma le leggi le fanno i parlamenti e da quando c’è Renzi le fa precisamente il Governo soverchiando il Parlamento.

CANTONE E LEGNINI ATTACCANO DAVIGO

Pessimo Cantone, pessimissimo Legnini: che scandalo c’è nell’ovvia verità di Davigo
Paolo Flores d’Arcais

Pessimo, pessimo, pessimo Cantone (inteso come Raffaele Cantone, il magistrato di renziana predilezione, investito dal premier del cruciale incarico di presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione”) che ha lanciato un’intemerata contro Piercamillo Davigo al grido di “dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione”. E pessimissimo Giovanni Legnini, plurisenatore Pd e plurisottosegretario, fortissimamente voluto da Renzi alla vicetesta del Consiglio superiore della Magistratura (a presiederlo, di diritto ma di fatto solo in circostanze eccezionali, è il Presidente della Repubblica) che ha bollato le parole di Davigo con un “rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il Paese non hanno alcun bisogno”.
Quali parole false, diffamatorie, oscene, violente aveva infatti pronunciato l’ex magistrato di Mani pulite, da qualche giorno presidente dell’Associazione nazionale magistrati, da giustificare questo corale stracciarsi di vesti istituzionale?
Piercamillo Davigo aveva in realtà pronunciato un’ovvietà: “la classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi”. Qualsiasi persona sensata, in qualsiasi democrazia, una frase del genere la sottoscrive, e se non la pronuncia è perché considera che vada da sé. Una classe dirigente, quando delinque, certamente e incontrovertibilmente fa più danni del ladro di polli, dello scippatore, e perfino del rapinatore di banca.
Cantone pensa che invece una classe dirigente, quando delinque, faccia danni meno gravi? Non risulta lo abbia mai detto o scritto, anzi, e se davvero lo pensasse sarebbe opportuno che lasciasse il suo incarico per manifesta incompatibilità. Ma che lo pensi è una ipotetica di terzo tipo.
Perché allora gli viene in mente di tradurre automaticamente la frase inoppugnabile e priva di equivoci di Davigo in un “la classe dirigente è tutta corrotta” che Davigo non ha mai pronunciato e anzi in un quarto di secolo di notorietà ha sempre combattuto? La risposta standard di Davigo, quando un politico o un giornalista polemizzava con lui chiedendogli perché ritenesse che tutti nella classe dirigente fossero corrotti è sempre stato: “lei è corrotto? No. Io neppure, come vede è falso che tutti siano corrotti. Lo sono molti politici, ma si tratta di un’affermazione ben diversa e purtroppo suffragata da molte indagini e sentenze”.
Eppure alle orecchie di Cantone, dire che “una classe politica quando delinque …” e che “tutto è corruzione” hanno suonato come frasi sinonime. Perché attribuire a Davigo quello che non ha detto, e che anzi nella sua intera carriera ha sempre rifiutato? Forse Cantone, dal suo osservatorio, trova quotidianamente fin troppi sintomi che gli fanno temere che la quasi totalità della classe dirigente sia corrotta, e inconsciamente gli viene perciò da assimilare le due affermazioni? Altra spiegazione non vedo.
In che senso l’ovvietà pronunciata da Davigo (e per la quale è agevole rintracciare una panoplia di analoghe affermazioni nei classici del pensiero e della politica democratica) rischi di alimentare un conflitto di cui il Paese non ha proprio bisogno risulta ancor più misterioso. Un danno micidiale per il paese sono i politici che rubano e gli imprenditori corruttori o corrotti, non i magistrati che li scoprono. Un danno micidiale per il paese sono governo e parlamentari che non fanno leggi più efficaci per contrastare il multiforme ingegno dei crimini di establishment e si muovono anzi in direzione opposta, rendendone più agevole l’impunità, non i magistrati (o qualsiasi altro cittadino) che richiamino all’ovvio della convivenza democratica.
Quando però una verità ovvia e banale scatena lo scandalo diventa doveroso capire il perché di una reazione che dal punto di vista logico è palesemente assurda. Perché l’establishment, quasi interamente, si indigna contro un’ovvia verità, che cioè “la classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi”? La risposta la sanno anche i sassi: i padroni della politica e della finanza vogliono opacità anziché trasparenza, non vogliono controlli di legalità (cioè una magistratura che possa davvero indagare autonomamente) ma mani libere, benché Charles-Louis de Secondat, barone di Montesquieu, ormai quasi tre secoli fa, abbia cominciato a teorizzare la divisione dei poteri proprio a partire dalla consapevolezza che il potere corrompe, e il potere assoluto corrompe assolutamente.
Perciò, o ci mobilitiamo noi cittadini a difesa dell’autonomia dei magistrati, o Renzi nei prossimi mesi distruggerà dalle fondamenta la possibilità di ogni azione efficace di contrasto ai crimini di establishment, hybris di corruzione in primis.

Viviana
Attacca Davigo solo chi ha torto marcio e difende i corrotti in quanto anche lui è corrotto.
Prendiamo l’ultimo esempio: la Guidi spinge un emendamento che va contro gli interessi del popolo italiano ma porta lauti affari a un suo amichetto di letto. Il fatto è un reato o quanto meno se non è illecito ai sensi della legge, è profondamente illegittimo secondo la morale diffusa in quanto è palesemente un uso privato e fraudolento di un potere pubblico. La Guidi si dimette. Renzi, invece di scusarsi, si attribuisce l’emendamento e se ne vanta. Cosa si dovrebbe dire?
Si dice, come fa appunto Davigo, che al tempo di tangentopoli di queste cose ci si vergognava, ora l’impudenza travalica qualsiasi etica anche di apparenza e dei comportamenti illegittimi ci si vanta. Ha torto Davigo? Non credo proprio, racconta solo la bieca realtà.
Previti, colto in flagranza di reato, emise la famigerata espressione: “Embé?”
Come a dire: “Io so’ io e voi non siete un caxxo”
Ora con Renzi le cose sono addirittura peggiorate, non solo i politici agiscono contro il bene pubblico perseguendo solo il vantaggio personale o l’arricchimento illegale di cosche o lobby, ma, quando qualcuno esecra lo scadimento immorale ed evidentissimo della vita politica, hanno anche la faccia di mettere all’indice quel giudice che si limita a descrivere lo stato di fatto. Non si mettono alla berlina i rei ma chi valuta negativamente il loro operato. Di male in peggio, dunque, e del peggio, con questa gentaglia, non vedremo mai la fine.

Mark
Semplicemente Davigo ha detto la verità senza filtri, e non è qualunquismo: i partiti non sanno scegliere la propria classe dirigente. Ogni spinta etica e pensiero culturale è andato perduto, la fedeltà al capo è l’unico canone, e le finalità sono la difesa del potere, nominando gli amici e i fedeli in tutte le poltrone. Meritocrazia, solo chicchere per imbonire i più sempliciotti. Comitati elettorali, in cui le stesse regole interne sono calpestate e violate, pur di prevalere; persino le primarie, evento privato, organizzato dal partito stesso, vedono aggirate el regole: si strappano le regole, che il partito stesso si è dato. Suvvia non prendiamoci per i fondelli: una classe politica fondamentalmente crimenogena, che fa del garantismo, la propria difesa e delle più oscene consorterie. La prescrizione viene spacciata per assoluzione e innocenta conclamata. Quanti sono i sottosegretari indagati, o di cui sono stati gli arresti che rimangono nell’incarico?
Probabilmente qualcuno ha già dimenticato il nome di Castiglione, che per inciso è attualmente sottosegretario all’agricoltura.

Gap Stefano Carboni
E che dire dei dati che ora anche l’istituto statistico europeo ha distribuito (ma che in Italia i pochi osservatori attenti già sapevano grazie all’ISTAT) sul numero assoluto di poveri che abbiamo in Italia: 7.000.000 di persone, siamo il Paese con più poveri d’Europa !
Possibile che la politica (e la maggior parte dei media ) ignorino la cosa ed enfatizzino invece le “fantastiche” riforme del governo con impatto assolutamente nullo sui veri problemi del Paese e che, come dice lei, il dibattito si concentri su Davigo ?!?

Gratteri ha detto:
” “È vero, ho detto che Davigo ha sbagliato, ma nella forma, non nella sostanza. Piercamillo è un provocatore intelligente, brillante, perbene e indipendente. Uno dei pochissimi che può permettersi di parlare. Provocatore nel senso che vuole smuoverci dall’apatia, aprire il dibattito sulle falle del sistema. Quando dico che ha sbagliato a generalizzare, intendo che ha dato modo a chi vuole parlar d’altro di attaccarlo, anziché rispondere nel merito. Ad ogni modo non ha bisogno di difensori, vista la sua storia professionale. La situazione oggi è molto più grave rispetto a 20 anni fa, come documentano diverse indagini degli ultimi anni. C’è stato un abbassamento dell’etica e in parallelo una sempre maggiore legittimazione delle mafie, che danno risposte più credibili della politica.
Ormai sono i politici a cercare i mafiosi, non viceversa. I candidati alle Politiche, Regionali e Comunali vanno dal capomafia a chiedere i voti. Solo nella Locride le ultimi indagini han detto questo e altro.
Le mie proposte per far funzionare la giustizia stanno a Palazzo Chigi da un anno e sono state anche inviate, su richiesta della presidente Bindi, alla commissione Antimafia. Quasi tutti i parlamentari ne hanno copia. Qualcosa, come il processo a distanza, è stato approvato alla Camera e aspetta di passare al Senato. Si discute anche dell’Agenzia dei beni confiscati. Ora è sotto esame l’ordinamento penitenziario, anche se stanno scrivendo l’esatto opposto di quel che abbiamo suggerito noi (volevamo la sostanziale abolizione del Dap per dare più poteri alla polizia penitenziaria, in nome di una maggior trasparenza). A occhio, han recepito circa il 5% del nostro lavoro.
Questo lavoro era stato commissionato da Renzi. Io mi aspettavo, o quantomeno sognavo che almeno parte delle riforme che Renzi mi ha chiesto passasse per decreto. come quella più urgente, che dovrebbe essere meno controversa, per abbattere tempi e costi del processo penale.
Invece nulla. Perché? Abbattere i tempi del processo significa non arrivare alla prescrizione, specie per i reati ordinari, i tre quarti dei quali oggi non fanno in tempo ad arrivare in Cassazione. Rimettere in piedi un sistema efficiente è fondamentale anche per la lotta alla mafia. Se risolvi il problema di una truffa, magari l’imprenditore prende fiducia e la volta dopo ha il coraggio di denunciare un’estorsione. Forse, per questo tema così delicato, Renzi non ha i numeri in Parlamento. Queste riforme toccano centri di potere: se implementate, manderebbero in galera molti colletti bianchi.
Renzi ha ceduto pure a Napolitano, che non mi voleva ministro della Giustizia.
Il veto c’è stato solo su di me, ma le ragioni non sta a me commentarle. È una domanda per l’ex capo dello Stato.
La mia commissione ha lavorato gratis per 6 mesi. Renzi all’inizio era fortemente conscio della necessità di queste riforme. Quando ne parlavamo era entusiasta.
Ora ho consegnato tutto e il mio compito è finito. E francamente questa situazione m’imbarazza: non sta a me convincerli a portare avanti un lavoro chiesto da loro.
Il problema sono i centri di potere interni al Parlamento che non vogliono cambiare le cose. Oggi Renzi accusa solo i magistrati: “25 anni di barbarie giustizialista”.
Ma i magistrati non sono marziani, sono il prodotto di questa società. La quasi totalità è perbene, onesta, preparata. Ma è ovvio che capita anche a noi di sbagliare, come al medico o all’avvocato. Solo che certi errori sono molto gravi, perché incidono sulla libertà delle persone. Abusi ce ne sono stati, ma han riguardato una minoranza della magistratura. E ricordo che, se sono venuti fuori certi “comportamenti” di magistrati infedeli, è perché altri magistrati li hanno indagati, rinviati a giudizio e in certi casi arrestati.
Intervistatore: “Renzi attacca i giudici, accetta i veti di Napolitano sul Guardasigilli e subisce un Parlamento che lavora per bloccare la giustizia. A un certo punto lei riconoscerà una responsabilità anche al premier o gli darà per sempre il beneficio del dubbio?)
Io racconto la storia, le valutazioni fatele voi. Il mio dispiacere sta nella consapevolezza che molte di queste riforme sono determinanti come il 416 bis e ter e l’autoriciclaggio, sono urgenti e fondamentali. Basterebbe la volontà politica
La gente percepisce questa situazione e si pone delle domande, ma non spetta a me puntare il dito. Io faccio il magistrato, non il politico.
Io ho l’entusiasmo di un trentenne, ma quando ti scontri e vedi il mondo, capisci che oltre a un certo punto non si può andare. Fare il Masaniello non serve. Perché poi ti etichettano come un pazzo – è successo a molti – e quello che vuoi comunicare non viene più preso sul serio. Io posso solo continuare a lavorare, adesso ho la Procura di Catanzaro a cui pensare. Ma, di fronte alle polemiche degli ultimi giorni, la risposta saggia sarebbe discutere. L’approccio campanilistico della politica è sbagliato. La guerra non possiamo permettercela. Renzi dovrebbe cogliere l’occasione per discutere dei grandi problemi della giustizia, per aprire un dialogo con i magistrati in appositi incontri di studio. Invece pare ci sia una gara ad avvelenare il clima. E sono certo che non era questo l’intento di Davigo.”

SE NON PUOI SVALUTARE LA MONETA SVALUTI IL SALARIO

“Due generazioni di vittime…
Viviamo in periodo nel quale è evidente il fallimento della politica economica nel perseguire occupazione: se non c’è lavoro non c’è creazione di valore, se non c’è valore non si sostiene il sistema pensionistico. La radice del problema è che la disoccupazione è voluta perché serve a difendere l’Euro perché in presenza di una moneta unica, e quindi di una rigidità del cambio fra Paesi europei, questi possono adattare il passo delle proprie economie non facendo variare il valore della moneta ma quello dei salari, e nei Paesi deboli questa variazione deve essere al ribasso. Se ne è accorta perfino la Camusso che dice: se non puoi svalutare la moneta svaluti il salario, ma siccome il lavoratore non lo accetta la disoccupazione serve a convincerlo ad accettare. Quindi è inutile lamentarsi della disoccupazione se poi si sostiene il sistema che la rende necessaria”.
“Certamente questa è una relazione che si osserva in tutto il mondo, i lavoratori stabili sono anche contrattualmente i più forti. Quello che succedeva fino agli anni ’80. Ma questo è un fenomeno globale, l’economia basata sul profitto finanziario è un’economia basata sulla disoccupazione perché nel breve periodo per qualsiasi imprenditore il modo per alzare il profitto è abbassare il salario. La disoccupazione è alta per i giovani perché qualcuno difende questo sistema”.
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1759 27-4-2016 DAL SOGNO ALL’INCUBO

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MASADA n° 1759 27-4-2016 DAL SOGNO ALL’INCUBO
Blog di Viviana Vivarelli

I candidati del Pd – Calpestano il messaggio della Resistenza – I record dell’Italia: primi per tangenti, ultimi per detenuti – Candidati del Pd – Renzi parla come Berlusconi – Fermate i voucher ! – La distruzione efferata di un paese bellissimo – Attaccare Davigo – Oggi è peggio di tangentopoli – 275 miliardi persi ogni anno dal fisco. Quanti redditi minimi di cittadinanza ci starebbero? Ma Padoan premia i soldi neri in Svizzera – Il M5S e il fisco – Gli indagati e processati del Pd sono 124 – Lettera di una bimba a Cameron

Ogni giorno una nuova piccola croce nell’elenco delle vergogne. Che si ammassano in un cimitero nascosto alla periferia dell’umanità. “Quante volte può un uomo volgere lo sguardo e fingere di non vedere?
Bob Dylan
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Viviana
Abbiamo abbondanza di sfruttatori, furbi, malviventi, corrotti, succubi, uomini volti al male. Ma noi possiamo essere i sognatori. E i sognatori faranno il mondo di domani.
Andate e cercate. Trovate coloro che non si arrendono. Sono loro il futuro.” (Dal film Tommorrowland)

Ora vi racconterò una storia:
“Ci sono due leoni.
Uno si chiama buio e disperazione. L’altro luce e speranza.
Quale vincerà?
Quello che tu nutri”
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ER SOGNO SVANITO
Maria Pia Caporuscio

Artro che vita mejo cianno dato…
puro li denti ‘st’Europa cià cavato!
‘st’unione serve p’arricchì li ricchi
e pé schiaccià noi come pidocchi!
Prometteveno mari e monti ‘st’assassini,
pé convince li pori cittadini.
E propio quelli c’avevamo creduti…
so’ stati quelli che c’hanno vennuti!
Ancora c’arincojonischeno de balle:
alegri, eleganti, ricchi e ‘mpomatati.
Che voja de pialli a carci ne le palle,
pensanno ai poracci che se so’ ammazzati.
Quanta gente nelle piazze va a cercà,
tra gli scarti quarcheccosa da magnà
indicanno le ciliegge piagne quer pupetto
e la pora mamma se lo stringne ar petto.
Quanno se sgargarozzeno ‘sti banditi
nelle loro belle tavole e puro serviti,
spero che ’n’osso je vada pe’ storto
e ne trovassero uno ar giorno morto!
Come c’hanno ridotto ‘sti buffoni…

a diventà ‘na massa de straccioni!
Tremo de rabbia ‘mpotente…
ma da sola nun ze po’ fa gnente!
Parlaveno d’un bel monno universale…
e ‘nvece l’hanno fatto più infernale.
La speranza è morta, nun c’è più futuro
e nun serve sbatte la capoccia ar muro,
se dovemo da svejà, dasse ‘na mossa:
dovemo trovà er modo de fracassaje l’ossa.
La sola cosa che li fa tremà è sicuro
è ’n popolo unito quanno se fa…muro!

Disse Norberto Bobbio sul 25 aprile del 1961:
«Il messaggio che ci hanno lasciato i caduti in quei bellissimi documenti che sono le lettere dei condannati a morte della Resistenza, era un messaggio di fede in una riforma della società nella libertà, nella dignità, nella giustizia, nell’odio per i soprusi, nell’amore dei poveri e degli oppressi. Che cosa ne abbiamo fatto di questo messaggio? Abbiamo davanti a noi un’Italia senza fede, incredula, come sempre, in cui dilaga la corruzione, la sfiducia negli ideali, la rassegnazione di fronte al fatto compiuto, la furberia e lo spirito di sopraffazione del più forte sul più debole. Non sono morti per questo coloro che oggi commemoriamo».
Dopo 55 anni possiamo purtroppo ripetere queste parole con molta amarezza.
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Il 25 aprile di Moni Ovadia: “Abbiamo sputato sangue per diventare cittadini e ora ci rivogliono sudditi. Il ddl Boschi è uno sfregio alla nostra Costituzione”.

CANDIDATI SINDACI
ALESSANDRO GILIOLI

Tre dei candidati sindaci del Pd nelle quattro maggiori città d’Italia sono andati a votare al referendum sulle trivelle: Sala, Giachetti e Fassino. Solo a Napoli la Valente si è astenuta.
Il motivo è evidente e si chiama ballottaggio.
I candidati del Pd – quando arriverà il secondo turno – avranno bisogno del voto di sx: quella radicale, certo, ma soprattutto quella genericamente non renziana. In tutto, qualcosa che vale almeno il 10-15 % dell’elettorato: decisivo al ballottaggio. Quindi i candidati del Pd si sono fatti vedere ai seggi, per non alienarsene del tutto le simpatie. Dappertutto tranne che a Napoli, dove il voto alla sx di Renzi è comunque perso, perché Valente – se mai arrivasse al secondo turno – dovrebbe vedersela con De Magistris.
A Milano invece Giuseppe Sala si scontrerà al ballottaggio con il cdx e lì il voto di sx gli servirebbe parecchio.
È dato in bilico, dagli ultimi sondaggi, quelli di Index: 37 a lui e 36 a Parisi, al primo turno. Del resto, sono candidati quasi indistinguibili. La candidatura di Sala – legittimata dalle primarie in cui i due candidati di sx si sono elisi tra loro – è una delle tante dimostrazioni di come non valga più il principio secondo cui per vincere la sx deve virare al centro. Paradossalmente, sta accadendo il contrario: il candidato di establishment Sala sta rivitalizzando un cdx che in città era morto, dopo la buona gestione Pisapia. Ha dell’incredibile, che il csx rischi di perdere in una città dove la dx è sputtanata e il M5S quasi non esiste. Quasi un miracolo alla rovescia. By the way, che l’annacquamento al centro non paghi più in termini elettorali lo ha capito anche lo stesso Sala, che da quando è in corsa sta facendo quello di sx, tutto pugni chiusi e magliette di Che Guevara. Un po’ penoso, con rispetto, nel tentare di raschiare consensi sposando un’iconografia che proprio non gli appartiene e che ormai è considerata obsoleta anche da chi, per valori, è di sx davvero.
Per la stessa ragione – non perdere voti a sx – domenica scorsa Sala è andato alle urne, seppur dicendo che il referendum era «costoso»: un colpo al cerchio e un colpo alla botte, è dura fare allo stesso tempo il candidato di Renzi e il pieno a sx.
A Roma Bobo Giachetti – dicono i sondaggi – andrà al ballottaggio contro Raggi, seppur da inseguitore. Merito soprattutto del caos in cui si è infilata la dx, nella capitale: con quattro candidati in corsa (Meloni, Marchini, Bertolaso e Storace) più frattaglie estreme tipo CasaPound o Adinolfi. In altre parole, se Giachetti va al ballottaggio lo deve soprattutto al fatto che Berlusconi ormai non ne azzecca più una e a Roma ha fatto un casino totale.
In vista del ballottaggio contro Raggi, il Pd ha più che mai bisogno di strappare alla candidata del M5S l’elettorato di sx, in parte tentato di votarla. Ecco allora che tutta la campagna contro Raggi è pensata per dire che lei «è di dx». Allo scopo, l’Unità è arrivata a pubblicare un video di gente che cantava “meno male che Silvio c’è” con la didascalia: «Ma non è Virginia Raggi la ragazza nel video?». No, non era la Raggi. Era una bufala. Un paio di giorni dopo il direttore dell’unità ha spiegato che pubblicare quel video farlocco era «giornalismo 2.0». La rivendicazione di una balla è probabilmente un punto di non ritorno nella narrazione falsificata.
Comunque Raggi prima di entrare nel M5S votava Pd. “La Stampa” racconta che in passato ha lavorato «col mondo di Sel, con associazioni come la Ex Lavanderia, con occupazioni solidali di luoghi come l’ex Manicomio Provinciale Santa Maria della Pietà, mercatini biologici e gruppi d’acquisto equosolidali». A occhio non mi sembra un curriculum esattamente di dx. Tra l’altro, al Guardian ha spiegato di avere posizioni diverse da quelle di Grillo rispetto ai migranti. In ogni modo, da qui al 5 giugno sentiremo continuamente dire che “Raggi è di dx”. È probabilmente l’unico modo in cui il Pd può pensare di vincere al secondo turno, a Roma, dato che per il resto la reputazione del partito in città è scarsina, dopo Mafia Capitale, e dopo il colpetto notarile contro Marino, sei mesi fa.
A Torino il candidato Pd è messo molto meglio. Del resto, Piero Fassino è abbastanza navigato. Ha capito che per farcela non può prendere i voti solo del “Pdr” ma anche del “Pd” nel suo complesso (per usare l’espressione coniata da Ilvo Diamanti, dove il “Pdr” è il partito di Renzi). Quindi si tiene lontano dalle beghe nazionali. E parla solo di temi locali, mezzi pubblici, tombini, cose così. E batte la città strada per strada, molta più presenza fisica che tweet. Anche lui ha votato al referendum sulle trivelle perché anche lui al ballottaggio contro la pentastellata Appendino avrà bisogno come il pane del voto di sx. Che al primo turno andrà in parte a Giorgio Airaudo, dato dai sondaggi attorno al 10 %. Ma al secondo turno è libero.
Poi c’è Napoli che, va beh, è tutta una storia a parte. Al momento, nei sondaggi, la piddina Valente è addirittura terza, dopo De Magistris e il candidato dicdx, Lettieri. Nel caso lo scontro fosse netto e verticale tra la dx di Lettieri e la sx di De Magistris, sarà interessante vedere se e quali indicazioni darà il Pd locale.
Questo il quadro nelle quattro città, dopo il referendum sulle trivelle e le sue conseguenze emotive nell’elettorato di sx. Al Nazareno danno per persa Napoli e quasi Roma. Informalmente, dicono che un 2 a 2 nelle quattro città (sconfitta a Napoli e Roma, vittoria a Milano e Torino) sarebbe già un risultato accettabile.
Ma soprattutto, data la situazione, l’ordine è di “tenere basso” il voto del 5 giugno. Non dargli importanza. E puntare dritti all’appuntamento “epocale” del referendum costituzionale, a ottobre. Che Renzi vede come un plebiscito su di sé e così lo imporrà mediaticamente. Anzi, lo sta già imponendo.
Gli piace soprattutto il modo in cui si voterà: “sì” i favorevoli alla riforma Boschi, “no” i contrari. Non è solo questione di semplicità. È che così potrà usare a piacimento e all’infinito l’arma retorica contro l’«Italia del no». Cioè i cattivi, i gufi, i professoroni, ma soprattutto quelli che «non vogliono cambiare».
Di qui all’autunno sarà il refrain ovunque: lo leggerete dappertutto, lo sentirete in ogni talk show, in ogni titolo di Tg, in ogni “Renzi ai suoi” della Meli sul Corriere. Altro che sindaci. Del pasticcio semianalfabeta con cui è stata scritta la riforma Boschi – tanto nelle modalità di scelta dei senatori quanto nei loro ambigui poteri che scateneranno un casino infernale di ricorsi – non parlerà nessuno. Sarà solo una campagna totale contro «l’Italia del no», per potere poi dire #ciaone.
Mi auguro che ne siate almeno consci e pronti, ecco.

I RECORD DELL’ITALIA: PRIMI PER TANGENTI, ULTIMI PER DETENUTI
Mario Portanova

“Attendiamo le sentenze”, dice Renzi nella polemica su politici e mazzette. Ma i numeri di condannati e detenuti per reati di questo tipo dipingono il nostro Paese come la Svezia. Basti pensare che in Calabria ci sono state solo due casi di coplevolezza in 20 anni. E i nostri detenuti per reati economici sono un decimo rispetto alla Germania. Colpa, anche, di leggi inadeguate. A cominciare dalla prescrizione
In Calabria non c’è corruzione. Una piccola Svezia trapiantata all’estremo Sud dell’Italia. Questo, almeno, se si dà retta a Matteo Renzi nella polemica su politici e tangenti sollevata daPiercamillo Davigo, neopresidente dell’Associazione nazionale magistrati e già “dottor Sottile” del pool Mani Pulite di Milano. Prima di parlare di mazzette bisogna “attendere le sentenze”, ha avvertito il presidente del Consiglio. Ergo, la regione culla della ’ndrangheta è un’isola felice, dato che in vent’anni, dal 1982 al 2002, ci sono state solo due condanne definitive per corruzione. Il dato, basato sul casellario giudiziario nei dieci anni prima e dopo Tangentopoli, è riportato in un libro che proprio Davigo scrisse con la giurista Grazia Mannozzi nel 2007, La corruzione in Italia. Percezione sociale e controllo penale(Laterza).
La situazione è cambiata, ma non di molto, se le condanne, nel 2011, sono state solo 24, più 11 per concussione (fonte Anac). È solo un esempio di come la scappatoia imboccata da Renzi e da buona parte del Pd non regga alla prova dei numeri (un po’ vecchi perché da anni l’Istat non diffonde dati disaggregati, sorda alle proteste degli studiosi). Nel 2015, in Italia solo 228 persone risultavano detenute per “crimini economico finanziari” di cui le mazzette rappresentano soltanto una parte (dati Consiglio d’Europa). Nel 2014, l’Espresso calcolò che i detenuti definitivi per la sola corruzione erano appena 11. Nella versione di Renzi dovremmo rallegrarcene e guardare dall’alto in basso, fra gli altri, la Germania della Merkel, che tiene in cella ben 6.271 colletti bianchi. O la virtuosa Finlandia, con i suoi 177 detenuti, a fronte di una popolazione che è un decimo della nostra. L’ultimo dato ufficiale sui condannati per tangenti in Italia risale al 2010: 332, come riportaAlberto Vannucci nel suo “Atlante della corruzione” (Edizioni Gruppo Abele). Una goccia nel mare.
Peccato che, oltre al senso comune, remino contro il presidente del Consiglio le classifiche internazionali sulla corruzione percepita.Nel 2015 Transparency International ci ha piazzati al penultimo posto dell’Unione europea (peggio di noi la Bulgaria) e al 61esimo nel mondo. Se poi fossero davvero le sentenze a restituire la realtà del fenomeno, c’è da dire che i pochi colpevoli si spartirebbero un malloppo colossale. Lucio Picci, uno dei massimi studiosi di indicatori sulla corruzione, ha calcolato che se riuscissimo a portare il nostro tasso di trasparenza a livello della Germania cresceremmo di 585 miliardi di euro in più all’anno. Uno spread che non scalda il dibattito.
Non è vero che tutti i politici rubano, e Davigo non lo ha mai detto. Questi numeri – con tutti il limiti delle stime su fenomeni per natura occulti – confermano però che quelli che “delinquono” fanno molti più danni dei ladri di strada. E hanno molte meno probabilità di essere puniti. “Nel nostro lavoro mostrammo che ogni tre condannati per corruzione, il quarto si salvava grazie alla prescrizione”, spiega Grazia Mannozzi, “anche dopo condanne in primo e in secondo grado”. Sono gli effetti della ex Cirielli, la legge mannaia di berlusconiana memoria ancora in vigore, dato che la riforma del ministro della giustizia Andrea Orlando langue in Parlamento per la strenua opposizione degli alfaniani. I tangentisti godono di un alto tasso di impunità, e non solo per la prescrizione. La “cupola degli appalti” di Expo (Frigerio, Greganti e soci) ha patteggiato pene inferiori a quattro anni ed è stata esentata, per legge, dallo scontare anche un solo giorno di pena in carcere. Resta solo la sanzione “mediatica” delle intercettazioni, che svelano il malaffare meglio di ogni statistica. Ma per il bavaglio, trovare l’accordo in maggioranza non è stato un problema.

Da Il Fatto Quotidiano del 24 aprile 2016

Verdini, il socio di Governo, è stato colpito dal sesto rinvio a giudizio ancora per bancarotta fraudolenta. Rendi dice qualcosa o aspetta che completi la collezione? (UFQ)

FERMATE I VOUCHER !

I voucher solo nell’ultimo anno sono saliti del 66%. La minoranza Pd ha presentato proposte di legge che mirano a eliminare le novità introdotte dalla Fornero E la Cgil sta raccogliendo firme per abrogare questi ticket. Ma il governo punta solo sulla tracciabilità.
Dice Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, esponente di punta della minoranza anti-renziana del partito: C’è tempo fino a fine di giugno per modificare il decreto attuativo del Jobs act che regola la materia. È sufficiente, anche in questo caso, riportare l’Italia in Europa e tornare a limitare l’uso dei voucher agli “small jobs” riconducendo la retribuzione annuale massima al limite originario (era di 3.000 euro lordi l’anno, è salita a 7.000, ndr). È necessario assicurare la tracciabilità dei voucher con procedure certificate». Lo stesso Cesare Damiano, anch’egli della minoranza democrat, nella sua proposta di legge con l’obiettivo di tornare alla versione iniziale dei voucher, prima che venissero estesi a tutti i settori produttivi e innalzati i tetti retributivi. Quello che accade su larga scala è che il datore di lavoro acquista i voucher e fa la comunicazione solo quando si presenta l’ispettore in azienda, in molti casi dopo un incidente sul lavoro (cresciuti di oltre il 200% tra i voucheristi). Dietro al massiccio uso dei voucher si nasconde infatti un ampio ricorso al lavoro nero. Che il governo pensa di poter contrastare senza modificare le ultime normative (prima la legge Fornero poi il Jobs act).

Articolo intero su La Repubblica del 24/04/2016.

Nordio, il procuratore di Venezia, che tiene una linea piuttosto bizzarra sul malaffare, difende la difesa della privacy dalle intercettazioni. Travaglio lo asfalta.

VIRNA NORDIO
Marco Travaglio

Com’era ampiamente prevedibile, l’elezione di Davigo al vertice dell’Anm ha subito fatto saltare i nervi alla classe politica, specie di quella governativa. Il prestigio che deriva dalla sua storia, il linguaggio franco e tagliente, la capacità di sintetizzare i disastri della politica giudiziaria dei governi con battute comprensibili a tutti senza paraculaggini, sono peccati mortali nel Paese di Tartuffe. Chi lo ascolta e lo confronta coi balbettii dei minus habentes autonominatisi eletti dal popolo capisce subito chi ha ragione. Del resto ciò che Davigo dice da anni e ripete ora lo sanno tutti: i politici rubano più di prima, ma hanno smesso di vergognarsi, anzi rivendicano ciò che prima facevano di nascosto, quindi si guardano bene dal varare riforme efficaci per scoperchiare e combattere il malaffare.
E non passa giorno senza che un’indagine lo dimostri. Ma sentirglielo dire con tanta chiarezza, tra tanti suoi colleghi che impiegano un quarto d’ora e duemila parole solo per dire “buonasera”, ha lo stesso effetto dell’urlo “il re è nudo!” del bimbo nella fiaba di Andersen. Siccome i politici parlano male perché pensano e agiscono malissimo, il solo sentir parlare Davigo li manda in bestia. Riecco dunque il vecchio refrain “i giudici parlino con le sentenze” (copyright Craxi&B.) in bocca al responsabile Giustizia (si fa per dire) del Pd David Ermini, molto applaudito da Ncd e da FI.
Sognano un bel bavaglio, oltreché per i giornali, anche per Davigo: come se il rappresentante di 9 mila magistrati non avesse il diritto di dire la sua sulla materia di cui si occupa da 40 anni. L’apparenza però non deve ingannare: di Davigo non spaventano le parole, ma i fatti che potrebbero scaturirne: l’effetto galvanizzante e rivitalizzante su una magistratura sempre più tremebonda, conformista e “genuflessa” al potere. Il rischio (per lorsignori) e la speranza (per noi) è che molti magistrati ritrovino le ragioni della propria missione e perdano i timori reverenziali verso il potere nel momento cruciale in cui devono decidere se indagare o archiviare, se prosciogliere o processare, se assolvere o condannare un colletto bianco. “Non ci attaccano per quello che diciamo – disse Davigo ai tempi di Mani Pulite –, ma per quello che facciamo”. La controprova si chiama Carlo Nordio, procuratore aggiunto a Venezia. Anche lui è prodigo di interviste e, diversamente da Davigo, di articoli sui giornali. Scrive sul Messaggero di Caltagirone. E non fa mai mancare l’appoggio alle controriforme del governo di turno.
Ora è molto eccitato per l’attacco di Renzi a “25 anni di barbarie giustizialista” e per il bavaglio sulle intercettazioni, anche se gli pare “troppo timido”: lui non si contenta di proibire ai giornali di pubblicarle (“una porcheria indegna di un paese civile”); lui vuole proprio abolirle come “fonti di prova” e lasciarle “nel cassetto del giudice”. Al posto suo, eviteremmo di evocare cassetti: nel 2004 Bruno Vespa scoprì che nel suo giaceva dal 1998 il famoso fascicolo sulle presunte tangenti rosse di D’Alema e Occhetto: avrebbe dovuto essere trasmesso 6 anni prima alla Procura di Roma, ma Nordio se l’era scordato. Quando arrivò, era tutto prescritto. In compenso due anni fa fu proprio Nordio a far arrestare 35 persone a Venezia per il Mose, dal sindaco Orsoni al deputato Galan: li aveva visti coi suoi occhi scambiarsi mazzette?
No, orrore: li aveva intercettati. E le conversazioni, anziché nasconderle nel cassetto, le aveva usate come fonti di prova, allegandole orribilmente agli atti, così il gip le usò per arrestarne 35 e i giornali le pubblicarono. Lui però non denunciò la “porcheria indegna” nelle sue copiose interviste sull’inchiesta. E nessuno si sognò di intimargli di parlare solo con i suoi atti. Come nessuno ora gli domanda a che titolo un pm trinci giudizi politici sul Messaggero: Michele Emiliano ha avuto un’“infelicissima uscita” sul referendum, mentre l’amato Renzi fa benissimo ad “affondare la lama” contro i pm e non deve “intimidirsi” per i cattivoni del M5S e di quel che resta della libera stampa (“le anime belle del giacobinismo forcaiolo”) che osano opporsi al bavaglio. Quanto al centrodestra, deve “applaudire il premier” e “incoraggiarlo”, anziché appoggiare il referendum No Triv con gli orrendi “grillini” e l’“estrema sinistra”. Il finale è strepitoso: “La libertà personale è vulnerata dall’eccesso di custodia cautelare”.
Fanno eccezione i suoi 35 arresti per il Mose, s’intende. Ma anche il caso di un pm veneziano che, nel 2000, sequestrò l’auto al cliente di una prostituta anche se non aveva commesso alcun reato: A.P, 25 anni, sorpreso dai carabinieri con una moldava, fu denunciato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione (delitto previsto per i papponi, non per i clienti) e si vide sequestrare l’auto. Il pm convalidò e il giovane, pochi minuti dopo, si suicidò. Il pm spiegò che “nell’immediatezza del fatto l’operato dei carabinieri si presentava formalmente legittimo”, ma “il cliente non si può assolutamente perseguire in base alla legge”. Perciò dissequestrò l’auto, a funerali avvenuti. Il pm era Nordio: lo stesso che oggi, all’unisono con Renzi & C., strilla contro “la dignità calpestata dalle intercettazioni generalizzate e diffuse”.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 23/04/2016.

PEGGIO DI ALLORA
Andrea Scanzi

Davigo ha detto stamani al Corriere della Sera: «Oggi è peggio di allora (ai tempi di Tangentopoli). È come in quella barzelletta inventata sotto il fascismo. Il prefetto arriva in un paese e lo trova infestato di mosche e zanzare, e si lamenta con il podestà: “Qui non si fa la battaglia contro le mosche?”. “L’abbiamo fatta — risponde il podestà —. Solo che hanno vinto le mosche”. Ecco, in Italia hanno vinto le mosche. Hanno vinto i corrotti (..) Nel 1994 erano crollati cinque partiti, tra cui quello di maggioranza relativa e tre che avevano più di cent’anni. Però noi eravamo stati come i predatori che migliorano la specie predata: avevamo preso le zebre lente, ma le altre zebre erano diventate più veloci. Avevamo creato ceppi resistenti all’antibiotico (..) Come va con Renzi? Questo governo fa le stesse cose (di Berlusconi).
Aumenta le soglie di rilevanza penale. Aumenta la circolazione dei contanti, con la scusa risibile che i pensionati non hanno dimestichezza con le carte di credito; ma lei ha mai visto un pensionato che gira con tremila euro in tasca? (..) I politici non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto».
92 minuti di applausi a Davigo. Tutto tristemente vero.

IL RETICENTE DEL CONSIGLIO
Marco Travaglio

Matteo Renzi ha rilasciato un’intervista a Claudio Tito di Repubblica. Intervista si fa per dire: il presunto intervistatore è un po’ più pidino del segretario Pd. Già alla seconda domanda, chiede se la Festa della Liberazione non rischi “di essere travolta” dalla “destra populista che a Roma si presenta con il volto della Meloni e della grillina Raggi”. Che strano: prima che nascesse il M5S la Raggi votava a sinistra e solo un tal Tito può definirla “destra populista”. Infatti Renzi, in evidente imbarazzo, risponde ecumenico: “Tutti ci riconosciamo nella Costituzione”. Compreso lui che ne ha sfasciati 47 articoli su 139, mentre i 5Stelle l’han difesa fino a salire sui tetti di Montecitorio e la Meloni ha votato contro la riforma. Ma le risposte più tragicomiche del battutaro di Rignano riguardano la giustizia.
1. Su Davigo, Tito e Renzi fanno a gara a chi mente di più. Tito: “Davigo sostiene che tutti o quasi i politici siano dei ladri”. Renzi: “Dire che tutti sono colpevoli significa dire che nessuno è colpevole”. Ma Davigo non l’ha mai detto. Ha sostenuto che oggi la corruzione “è peggio di allora”, cioè del 1992, perché nella classe dirigente “non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi”. E meno male che Renzi auspica “un confronto nel merito”.
2. “I politici che rubano fanno schifo – dice Renzi – e vanno trovati, giudicati e condannati”. Una grande apertura ai magistrati? No, Totò che si vende la Fontana di Trevi. La Costituzione e la legge non prevedono l’autorizzazione a procedere del premier per acchiappare, processare e condannare i ladri. I giudici lo fanno a prescindere da quel che dice il premier e continuerebbero a farlo anche se lui dicesse di non farlo. Il guaio è che, mentre le pene massime per il furto arrivano a 22 anni e quelle per la corruzione – che fa danni molto più gravi – solo fino a 12 (cioè, fra attenuanti, condoni, pene alternative e indulgenze varie, molti di meno). E soprattutto la prescrizione è di 6 anni da quando la mazzetta viene pagata, prorogabile di 1 anno e mezzo. Così, se il pm scopre la tangente dopo 6 anni, è obbligato ad aprire un’inchiesta che finirà sicuramente nel nulla, visto che restano appena 18 mesi per indagini, deposito atti, udienza preliminare e tre gradi di giudizio. Indovinate un po’ chi parlava così: “O il caso Eternit non è un reato o, se lo è ma è prescritto, vanno cambiate le regole sulla prescrizione perché non è possibile che facciano saltare la domanda di giustizia. Basta con l’incubo prescrizione”.
Era Renzi il 20.11.2014. Dopo 17 mesi, lui è ancora lì e la prescrizione pure (120 mila processi falcidiati all’anno). (Continua)

DIRITTO ACQUISITO

Doctor C
I renziani contro Davigo.
Se ancora non avete capito da che parte stare.

Davigo criticato da Pd, Ncd e Salvini.
Praticamente dalla crema della politica.
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Davigo: politici hanno smesso di vergognarsi, non di rubare. Ma prima abbiamo smesso noi di indignarci.
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Pirata 21
Davigo:” Una classe dirigente che delinque è peggio dei ladri di strada”. Quelli almeno lo fanno per fame.
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Glafauci
Davigo: “Mani Pulite non ha funzionato perché le manette non bastano”
Giusto, serviva la ghigliottina.
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NoveVonBismark
Cantone: “Dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione”. Ok, quanto ti hanno dato per dirlo?
.
Arthur Rombò
E’ il suo modo di dire “Tana libera tutti”.
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Antonio Carano
Csm, Legnini a Davigo: “così si torna al passato”. Stanno pensando di farlo sbranare dai leoni nel Colosseo.
“Così si torna al passato”. Il futuro, invece, è ruberanno
Oggi vogliono essere chiamati ‘diversamente ladri’.

LA VISIONE DELL’INFORMAZIONE

Seguivo Otto e mezzo sulle intercettazioni e mi è sembrato di tornare indietro ai tempi di B, quando i suoi tiravano fuori i soliti argomenti: la barbarie, la violazione della privacy, politici dalla carriera rovinata..
Sono cambiati i tempi e non c’è più la Santanché, la signora che non voleva vivere ai tempi della DDR e della Stasi. Ora c’è l’esponente del PD Alessia Rotta, più giovane, più social, ma con le stesse argomentazioni.
Il punto più basso è stato un intervento della giornalista spagnola Angela Rodicio, in risposta a Travaglio secondo cui è giusto pubblicare anche intercettazioni non penalmente rilevanti, perché queste spesso rilevano la doppiezza dei nostri politici, perché raccontano del contesto in cui maturano leggi e provvedimenti (l’esempio è il compagno del ministro Guidi che la chiamava per fare pressioni su una legge). “Eh ma così si crea un’opinione pubblica …”. E non è questo il compito del giornalista? Trovare le notizie e consentire ai cittadini di avere una loro opinione dei fatti?

Da unoenessuno.blogspot.it

LA DISTRUZIONE EFFERATA DI UN PAESE BELLISSIMO
Mariapia Caporuscio

Ogni città o paese o villaggio italiano è un miracolo di bellezza, ogni più piccolo angolo di questa nazione brulica di vita, di suoni, di voci, di poesia. Qui ogni posto è un quadro di rara bellezza, ovunque si volge lo sguardo si resta rapiti dallo splendore e dalla luce che ci riempie di gioia e gratifica i nostri occhi. Tutta questa bellezza potrebbe non renderli solo felici i nativi ma arrecare loro anche ricchezza e sviluppo col turismo. Purtroppo il paese più bello del mondo è governato dalla gente più immorale del mondo che dopo aver privatizzato tutto sono arrivati addirittura a far stuprare anche il mare facendolo trivellare e appestarlo scaricandovi fanghi e rifiuti tossici che avvelenano e uccidono la vita delle creature che in mare vivono, oltre ad avvelenare l’aria, la terra, le falde acquifere, per strafogare quella massa di banditi assetati di soldi, che sono le multinazionali e le banche mondiali.
Ma come si fa a consentire che venga saccheggiata e uccisa la propria nazione per soddisfare l’avidità di questi feroci criminali? Dove ce l’hanno la coscienza questi assassini detti politici? Per caso sono strafatti di droga? Come si spiega altrimenti questa idiozia? Quel vecchio che ci ha imposto questa caricatura di governo, di sicuro soffre di demenza senile e questi quarantenni mai cresciuti, sono la peggiore classe politica della storia, il loro vuoto siderale è dimostrato dall’arroganza tipica degli esseri più ritardati e il disastro totale provocato alla nostra bella Italia ne è la conferma.
Chiediamoci come facciamo a starcene con le mani in mano mentre tutto intorno crolla o per davvero ci meritiamo questa gente al potere?

NELO RISI

I lupi
La mia città deserta
un nero vento invade,
la mia città dolora
all’alba delle case

Il muro non misura
più di tre metri, il sonno
di quel ragazzo steso
a lato è un peso eterno

I lupi sono scesi
visitano le strade,
autunno o primavera
non mutano paese

La mia città deserta
ha occhi di rovina,
le rose del suo sangue
c’è già chi le coltiva
.

275 MILIARDI SOTTRATTI OGNI ANNO AL FISCO. QUANTI REDDITI MINIMI DI CITTADINANZA CI STAREBBERO?

Copio da Massimo Cavazzini (http://www.maxkava.com/2011/12/un-paese-di-evasori/)
“Ogni anno in Italia vengono sottratti 275 miliardi agli occhi del fisco. 275 miliardi su cui non vengono pagate le tasse. 2.000 euro a contribuente di tasse evase. 120 miliardi di euro di tasse complessive che vanno in fumo, ogni anno, e che inevitabilmente ci ritroviamo a dover pagare – noi che paghiamo le tasse, ovviamente – tra manovre e manovrine.
Dove si concentra l’evasione? Al Nord per ammontare (ma un libero professionista del Nord dichiara in media il doppio di un omologo che vive al Sud), al Centro per numero di evasori singoli. Due le categorie che fanno dell’evasione uno sport nazionale: i lavoratori autonomi o gli imprenditori che dichiarano la metà del loro reddito reale nascondendo al Fisco più di 15 mila euro a testa; i proprietari immobiliari che dalla dichiarazione tengono fuori oltre l’80% delle loro entrate, quasi 18 mila euro ciascuno. Metà degli italiani dichiara al fisco meno di 15mila euro lordi l’anno e il 90% è sotto i 35mila euro. L’86% dei lavoratori autonomi dichiara meno di 20mila euro l’anno di reddito, meno dei loro (eventuali) dipendenti.
Discoteche e i locali da ballo dichiarano in media meno di 6 mila euro di reddito lordo annuo, i centri benessere meno 3.200 euro e gli impianti sportivi meno 1.300, i ristoratori in media 13.800 euro, i parrucchieri 12.500, i gioiellieri 16.300.
Quasi 4 milioni di persone nel 2007 che dichiarano in media 26.300 euro lordi annui, in pratica quanto un neolaureato al primo impiego. Uscendo dagli studi di settore, la media è ancora peggiore: 18.300 euro ogni anno, meno di un operaio. Secondo l’Agenzia delle Entrate a dichiarare di più sono stati gli avvocati con 49.000 euro, seguiti dai titolari di agenzie immobiliari (35.000) e ingegneri (28.300). In fondo alla classifica i parrucchieri con 10.400 euro, battuti di poco dagli ambulanti che hanno dichiarato, in media, 11.000 euro. I macellai hanno guadagnato 22.500 contro i 17.00o dei baristi ( un reddito di poco inferiore a quello dei metalmeccanici) e i 13.800 euro dei negozi di casalinghi. Gli albergatori, invece, dichiarano in media 21.000 euro.
Insomma, anche tra i più ricchi sulla carta (gli avvocati), il reddito medio è davvero basso. Ma se l’Agenzia delle Entrate conosce tutti questi numeri, perché non fa nulla?
Nel 2010 sono state vendute più di 200mila auto con valore superiore ai 103mila euro (i ‘vecchi’ duecento milioni di lire) e solo 72mila contribuenti hanno dichiarato un reddito annuo lordo superiore ai 200mila euro. Oltre 42mila barche sopra i 10 metri di lunghezza sono intestate a persone che guadagnano meno di 20mila euro l’anno, ci sono oltre 500 italiani che guadagnano meno di 1500 euro al mese lordi e hanno un aereo: il 26% dei proprietari di aereo infatti dichiara meno di 20mila euro l’anno, il 30% meno di cinquantamila.
E’ evidente che c’è spazio per recuperare soldi. Il perché non si faccia è per me un mistero.”

Ma Renzi che non ci pensa nemmeno a fare un’equa riforma fiscale e anzi depenalizza una ‘modica quantità’ di evasione e non riforma né tasse né Equitalia è da spazzare via dalla Terra assieme a tutti quelli che credono che evadere sia un diritto.
Se l’Italia avesse un sistema di scarico delle spese dalle tasse e tutte le denunce incredibili e inascoltabili fossero riportare a un livello da Paese civile, lo sai quanti redditi minimi di cittadinanza ci entrerebbero? Ma Padoan ha preparato il salvaevasori bis a vantaggio dei capitali detenuti illegalmente all’estero e sottratti al fisco italiano. Un Governo che ruba ai poveri e arricchisce i ricchi, meglio se sono corrotti ed evasori.

Diceva Di Maio: “Puoi frodare il fisco, essere indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, essere un pregiudicato a vario titolo, essere un ex piduista e stare comodamente seduto in Parlamento ma, per favore!”

Il M5S E IL FISCO

Dice il M5S: “La delega per la riforma fiscale si è trasformata nella fiera degli errori, degli orrori e delle occasioni perse. E’ finita in soffitta la riforma del catasto, che doveva dare equità al prelievo sugli immobili. Si è mancato di delineare la nuova imposizione diretta sulle imprese e non si è fatto nulla per togliere l’Irap alle Pmi, punto su cui il M5S aveva duramente lavorato. Al contrario, il governo non ha perso l’occasione di fare grossi favori agli evasori. Prima ci ha provato con la famosa norma di Natale, che depenalizzava la frode fino al 3% del fatturato. Poi è stato scoperto con le mani nella marmellata, le ha tirate fuori e le ha infilate, con meno clamore, in altri barattoli. Abbiamo quindi una definizione di abuso di diritto (in pratica l’elusione di chi usa le norme fiscali a proprio vantaggio senza violazioni formali) alquanto ghiotta per i furbi. E soprattutto ci sono le incoerenze e le ambiguità del decreto che ridefinisce le sanzioni penali e che dovrebbe (sulla carta) favorire chi sbaglia in buona fede, colpendo invece gli evasori incalliti.
Non ci convince, ad esempio, la definizione delle operazioni simulate. Inoltre, viene introdotta come requisito per avere la fattispecie della dichiarazione fraudolenta, una fantomatica ‘idoneità ad indurre in errore l’amministrazione finanziaria’, con il rischio paradossale che se l’evasore viene scoperto e perseguito allora vuol dire che la sua presunta operazione fraudolenta non era idonea a ingannare il Fisco. Quindi, si salva automaticamente se viene beccato.
C’è poi la depenalizzazione dell’omessa dichiarazione e rischia di essere neutralizzato anche l’istituto della confisca in relazione al maltolto che “può” (e non “deve”) essere restituito al Fisco. Per non parlare della modifica all’articolo 4 del decreto legislativo 74/2000 che punisce la dichiarazione infedele, in cui è stata aggiunta tutta una parte sulla non rilevanza ai fini del reato penale delle valutazioni fatte in sede di bilancio: è molto simile alla malfatta norma sul falso in bilancio. Che sia questo il vero ‘aiutino’ a Berlusconi?
Un aumento generalizzato delle soglie di punibilità finisce per incentivare l’evasione, visto che la semplice sanzione amministrativa ha un’efficacia deterrente limitata. D’altronde, spesso le frodi fiscali vengono perpetrate attraverso le cosiddette “teste di legno” che non hanno garanzie patrimoniali.
E che dire dell’abolizione del “falso valutativo” nell’ambito delle condotte che sostanziano la dichiarazione infedele? Il falso in bilancio si compie, per lo più, soppesando e stimando le componenti di reddito in modo lontano dalla realtà. La Cassazione ha già detto che questa nuova formulazione neutralizza l’efficacia della sanzione penale e la cronaca ci racconta già di imputati accusati di bancarotta che se la sono cavata grazie al falso in bilancio in formato Renzi.
Il decreto del governo garantisce poi la non punibilità a chi paga il debito fiscale prima dell’avvio del dibattimento. Questo termine andrebbe anticipato perché spesso il dibattimento viene fissato ad anni di distanza dal rinvio a giudizio. Dunque, troppo tardi. ln più l’applicazione della sanzione ridotta viene individuata nella presentazione della dichiarazione prima dell’inizio dell’attività amministrativa di accertamento, mentre sarebbe stato opportuno anticipare tale limite temporale all’inizio dell’attività ispettiva.
Infine, molti soggetti istituzionali e osservatori hanno stigmatizzato l’arco temporale di validità delle norme contenute in questo decreto. Si tratta solo degli anni 2016 e 2017: un elemento “che si pone in evidente contrasto con le necessarie esigenze di certezza del diritto e di semplificazione del sistema”, spiega il M5S. Si tratta di un’applicazione di dubbia costituzionalità che si aggiunge come una ciliegina avvelenata su una torta alquanto indigeribile. ”

GLI INDAGATI O PROCESSATI DEL PD SONO 124

sono 124, ce ne sono per tutti i gusti
Altro che questione morale! Da nord a sud, il Partito di Renzi è record di inquisiti. Il peggior partito d’Italia, il più corrotto. Corruzione, disastri ambientali e spese pazze. Genova, Bologna, Torino, Palermo, Roma e Milano: non c’è città dove esponenti democratici non siano nei guai.
Ecco perché Renzi attacca così maldestramente i giudici peggio di Berlusconi!! E non ci pensa nemmeno a epurare il partito dai corrotti, anzi: li candida a cariche superiori o li prende come soci di governo come il caro Alfano e i suoi e il caro Verdini plurinquisito e i suoi transfughi di eccellenza che gli salvano la maggioranza !!

https://triskel182.wordpress.com/2016/04/22/nuova-carica-dei-101-gli-indagati-del-pd-regione-per-regione/

Solo a Roma sono sotto processo 101 per mafia capitale e i Romani dovrebbero credere a Giachetti, il quale sarà pure onesto ma si tira dietro la cricca stabile dei disonesti ?!
Ma credete che se in una cesta c’è una sola mela sana, si sanerebbero di colpo anche tutte le altre?
…e questi coglionazzi stanno a diffamare il M5S per Quarto dove la camorra fu denunciata e il sindaco costretto alle dimissioni !!!??
.. e c’è ancora qualcuno che si vanta di appartenere al fascistissimo Partito della Nazione di Renzi e alla sua banda di criminali????
..e a questa gentaglia Sel continua a sommare i suoi voti????

Come diceva Pippo Fava: “La politica ha sopraffatto la legalità…”
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Killzone
Perché non vengono fatte le leggi a favore di una giustizia efficace? Anche mio figlio di 5 anni te lo dice: “Se metti Dracula a capo dell’Avis, qualche problema ci sarà”.

IL BENE E IL MALE
Don Aldo Antonelli

Vado a letto con un interrogativo:
Nella bilancia della storia pesano più, in negativo, le cattiverie dei “buoni” o, in positivo, le giuste lotte dei “malvagi”?
Aiutatemi a trovare una risposta.
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Caro don Aldo
apparentemente sembra che la malvagità vinca sul bene, ma basta riflettere un po’ più a fondo per capire che non è così.
Se penso alle persone che conosco, vedo subito che quelle buone, simpatiche e utili agli altri sono la maggioranza, amiche, madri di famiglia, padri industriosi, zie, nonne…. La civiltà e il progresso, magari a volte piano a volte inavvertitamente, ma avanzano.
Se ci si toglie dalla presa malefica dei media che parlano ossessivamente delle stesse persone non certo encomiabili, e se si fa del volontariato o ci si occupa di cause civili e sociali, si incontrano tante persone meravigliose, si scopre che il nostro Paese è pieno di associazioni di volontari più che qualsiasi altra parte del mondo, persone che si prendono cura di mille mali, gli emarginati, i senza tetto, i bambini abbandonati, gli anziani soli, i malati negli ospedali, i pensionati che non possono fare la spesa, gli abitanti del terzo mondo, i meno fortunati e dotati… Nelle famiglie uno stuolo infinito di persone industriose cura i bambini, aiuta gli anziani, assiste gli infermi, si occupa degli handicap più pesanti. Poi ci sono gli amici che si fanno in quattro per darti una mano quando hai bisogno, quelli che ti scrivono di lontano perché tu non sia più sola, chi lotta per il lavoro, per leggi più giuste, per la democrazia, e chi aiuta gli animali, le piante, il mare, l’acqua, l’aria, il mondo intero…. milioni e milioni di persone che, ognuno per la sua parte fanno cose buone, curano, assistono, rimediano, correggono, salvano, e il fatto che i giornali non ne parlino, inchiodati come sono nella riverenza a un pugno di stronzi potenti che credono di possederci, non diminuisce il loro numero e se il mondo va avanti e non perisce non è per i magnati, i politici, i criminali, i divi, i furbastri… ma per questa umanità silenziosa e industriosa che non cessa mai di operare per il bene di qualcuno o di qualcosa, e tutte queste particelle preziose di bene, messe tutte insieme, tengono accesa la luce, non permettono al male di prevalere, salvano il mondo.
Ecco, io credo che bisognerebbe focalizzare l’attenzione su questi protagonisti positivi della vita e credo che sarebbe buona politica parlare anche di loro per dare animo ai disillusi, per diffondere i buoni sentimenti, per valorizzare il bene, per tenere accesa la speranza.

Viviana

Berlusconi: “Abbiamo vinto usando il nostro linguaggio. Le mazzette le capiscono tutti”.
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TRAVAGLIO

Matteo impari a contare. I 15,8 milioni di votanti al referendum sono pochi rispetto ai 26 del quorum, ma tanti rispetto a quelli raccolti dal Pd quando vince, e persino quando stravince. Alle elezioni del 2013, quando il segretario era Bersani, il Pd arrivò primo d’un soffio con 8,6 milioni (risultato sempre irriso da Renzi con i suoi sarcasmi su “quelli del 25%”, grazie ai quali peraltro governa). Alle Europee invece, quando il segretario era lui, ci fu il record del 40,8%, con 11,1 milioni. L’altroieri il Sì ne ha raccolti 2,2 in più, nonostante un’informazione da regime bulgaro e una serie di fattori sfavorevoli che avrebbero scoraggiato pure Che Guevara. Altro che “ciaone”.

FILM, LETTERE DA UNO SCONOSCIUTO
vv
Ho visto un film cinese molto toccante “Lettere da uno sconosciuto” di un grandissimo regista, Zhang Yimou, lo stesso di Lanterne rosse, La strada verso casa, La foresta dei Pugnali Volanti, La storia di Qiu Ju.
Durante il periodo del terrore una ragazzina ambiziosa che vuole studiare danza ed essere promossa dal partito denunzia il proprio padre, un professore, come nemico dello Stato e lui viene condannato a 30 anni di lavori forzati. La moglie ogni giorno scrive il proprio nome, Lu, su un cartello e va ad aspettarlo alla stazione, tra quelli che tornano dal nord, caccia anche la figlia da casa e le rinfaccia sempre di aver denunziato il padre.
Dopo 30 anni il professore ritorna e trova la moglie ad aspettarlo alla stazione ma lei non lo riconosce perché è malata di amnesia. Allora lui prende alloggio in una legnaia davanti alla sua casa e tenta in vari modi di contattarla e aiutarla ma sempre lei non lo riconosce anzi non lo riconosce una volta dall’altra come “il compagno che legge le lettere”. Prima le va ad accordare il pianoforte, poi le porta una valigia piena delle lettere che le aveva scritto dalla prigionia e comincia a leggergliele, dandole grande gioia, infine infila tra le vecchie lettere qualche lettera nuova in cui le dà consigli su come sopravvivere e la convince a perdonare la figlia e a riprenderla in casa. Ma quando una volta la trova che dorme nel suo letto e cerca di coprirla con una coperta, la poverina ha una crisi isterica e grida che non sarà violentata un’altra volta e lo caccia barricandosi in camera. Lui andrà a cercare il violentatore ma scopre che la polizia lo ha arrestato.
Passano gli anni. Nulla è cambiato. Ogni giorno la povera donna, ormai invecchiata, va alla stazione ad aspettare il marito che dovrebbe tornare dal nord.
Nevica e lui ha attaccato alla sua bicicletta una specie di carrozzino coperto per lei, dove tenerla seduta comodamente e con la coperta. Sotto la neve vanno alla stazione e stanno lì finché i guardiani chiudono i grandi cancelli neri. Ed è lui ora con faccia impietrita dal dolore a reggere il cartello con su scritto il nome della donna.
Il film è tutto grigio, salvo il rosso sgargiante del costume da danza della figlia che stride inesorabilmente con la musica trionfale della propaganda maoista contro la miseria dell’insieme e la tragica immobilità dei protagonisti.
Mi ha commosso profondamente.
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Trailer

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LA LETTERA DI SOFIA

In Inghilterra, la Camera dei Comuni ha rigettato l’emendamento che richiedeva all’Inghilterra di accettare 3000 bimbi rifugiati dalla Siria.
Stamattina mia figlia ha chiesto a Sofia (8 anni) di scrivere una lettera al Parlamento poi l’ha spedita. Ahimè, il loro parlamentare di zona fa un po’ pena ma gliel’ha mandata lo stesso.
La lettera diceva:

Da Sofia …, 8 anni, allieva nella scuola elementare di Little Ealing

Caro David Cameron,
La prego di accogliere quei bambini migranti nel nostro paese e almeno di insegnare loro a parlare inglese e ospitarli in un orfanotrofio.
Le piacerebbe se tutti i bambini inglesi morissero di fame !!!!!!!!!!!!
Quei bambini là fuori sono in pericolo perché non sono in grado di procurarsi il cibo, tutta la mia famiglia non vuole che muoiano di fame e di sete e nessuno fa niente.
Immagini se fosse lei là fuori che sta morendo lentamente perché nessuno l’ha aiutata!
Come possiamo far sì che ognuno ospiti a casa sua uno di questi bambini?
Se potessimo costruire per loro una scuola siriana, anche molto economica, vorrei venire come volontaria quando sarò grande a insegnare e imparerei la lingua siriana
Cordiali saluti da
Sofia … ,….
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NELO RISI

Ho vissuto con fiducia nel reale che non sento
il bisogno di portare con me niente
ho acquisito negli anni il piglio
di preservarmi dai vuoti dai richiami
del sociale dal come valutare gli incontri
lasciare al mezzo una conversazione le spalle
al banale limitare gl’inviti o a mattino inoltrato
fischiettare Mozart staccando la spina per cogliere
l’istante di vero che talvolta mi dà luce

http://masadaweb.org


MASADA n° 1771 1-25-2016 ATTUALI BARBARIE

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MASADA n° 1771 1-25-2016 ATTUALI BARBARIE
Blog di Viviana Vivarelli

Finalmente sfiduciato Galan – Chiesti per Formigoni 9 anni di carcere. Intanto i suoi beni non sono confiscabili e il suo stipendio da parlamentare nemmeno – Indagato per camorra Graziano, presidente del Pd campano e consulente del Governo – Perché sul caso di Graziano i media tacciono mentre su Quarto ci fu un attacco feroce al M5S?- Non passa giorno che un piddino non incappi nella giustizia – Cos’è il neoliberismo. Le disuguaglianze crescenti – Il programma di Virginia Raggi- Avanza la crisi europea- Scandali bancari e organi di controllo super pagati che non controllano – Soluzioni alle crisi bancarie – La sindrome di Stoccolma- Il lavoro ridotto a brandelli- I senza vergogna – Cos’è la spiritualità?

Se a un uomo togli la libertà di sognare resta solo la bestia.”
Viviana

FINALMENTE SFIDUCIATO GALAN

Finalmente, dopo due anni, il Parlamento si è deciso a sfiduciare Galan. Dopo una carriera sperperata a rubare in ogni modo possibile, aveva patteggiato di restituire 2,6 milioni di euro (a fronte di un bottino di oltre 15 milioni). Malgrado la condanna, per due anni ha continuato ad essere deputato e Presidente della Commissione Cultura di Montecitorio percependo 5.000 € dello stipendio base senza le relative indennità a cui vanno aggiunti 80.000 € annui di vitalizio e 96.000 di Tfr come ex governatore del Veneto.
Qualcuno spieghi ai cittadini il perché di questo premio ulteriore a un condannato per furto e truffa!
Poi, non solo non ha restituito i 2,6 milioni di € pattuiti, ma quando gli è stata sequestrata la cinquecentesca Villa Rodella ed è stato costretto a trasferirsi in un’altra, prima lasciare la villa, lui e la moglie hanno sottratto e smontato tutto quello che potevano portare via: mobili pregiati, sanitari, lavandini, lampadari, termosifoni, specchi, etc. Tutto regolare?
Eletto in Forza Italia è stato ‘il Doge’ del Veneto per 15 anni.
Complimenti vivissimi a quel 1.365.698 di Veneti che lo hanno sostenuto vibratamente e appassionatamente. Bella manica di ladri!

CHIESTA CONDANNA A 9 ANNI PER FORMIGONI

…imputato per associazione per delinquere e corruzione nel caso Maugeri. I pm hanno chiesto altre 9 condanne, e in particolare 8 anni e 8 mesi per il faccendiere Pierangelo Daccò e per l’ex assessore lombardo Antonio Simone. “Abbiamo ricostruito dei fatti gravissimi di corruzione, una corruzione sistemica durata dieci anni. Questo processo dimostra quanto la corruzione sia devastante per il sistema economico, abbiamo avuto qua 70 milioni di euro di denaro pubblico sperperati, con due enti al tracollo, la Maugeri e il San Raffaele, con imprenditori che hanno depredato questi enti e un danno enorme al sistema sanitario”. Secondo l’accusa, infatti, dalle casse della Maugeri sarebbero usciti circa 61 milioni di euro tra il ’97 e il 2011 e dalle casse del S. Raffaele tra il 2005 e il 2006 altri nove milioni di euro. Tutti soldi che sarebbero confluiti sui conti e sulle società di Daccò e Simone, presunti collettori delle tangenti, i quali poi avrebbero garantito circa otto milioni di euro in benefit di lusso, tra cui vacanze, l’uso di yacht e finanziamenti per la campagna elettorale, all’allora governatore lombardo Formigoni. E lui in cambio, sempre secondo l’accusa, avrebbe favorito la Maugeri e il S. Raffaele con atti di giunta garantendogli rimborsi indebiti (circa 200 milioni di euro per la Maugeri).
Secondo i pm, Formigoni, così come Daccò, Simone e altri imputati, non merita la concessione delle attenuanti generiche e deve essere condannato a 9 anni di carcere.
Intanto non pagherà i danni a Report (5.000 euro) che aveva denunciato per diffamazione, grazie a una legge del 1965 perché la sua indennità di parlamentare non può essere requisita e lui non risulta titolare di conto corrente. Dunque, per quanto abbia abbondantemente rubato, i suoi soldi non risultano. Dello stesso beneficio godono Scilipoti, che deve 200mila euro a un imprenditore siciliano”, e Nicola Fornichella, braccio destro di Marcello Dell’Utri, in debito di 140mila euro con una società di comunicazione”. Non basta rubare, bisogna anche nascondere bene il bottino. Ovviamente non c’è il carcere per costoro.
La Gabanelli ha chiesto come compenso almeno uno dei quadri di Formigoni ma Renzi ha vietato che i beni dei politici corrotti siano sequestrati, così la loro pena sarà zero.
Il M5S ha chiesto di estendere la confisca dei beni che si fa ai mafiosi anche ai politici corrotti ma non sembra che questa norma elementare sia applicata.

INDAGATO PER CAMORRA IL PRESIDENTE PD DELLA CAMPANIA GRAZIANO

Sarebbe stato sostenuto dai boss in cambio di appalti ma è stato consulente del Governo.
L’incubo Gomorra sul Pd, alla vigilia delle amministrative. Dalle intercettazioni di un’inchiesta per tangenti, spuntano rapporti tra Stefano Graziano,Presidente campano del Pd e Consigliere regionale e un imprenditore legato a Michele Zagaria, padrino del clan dei Casalesi. 9 arresti per corruzione aggravata. Scenario di scambi di favori e voti a Santa Maria Capua Vetere. Graziano è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Graziano inizia la sua carriera nel csx con e Mita e poi Follini. Col Pd diventa capo del tesseramento nazionale e deputato, poi tra il 2013 e il 2014 è consulente del Governo di Letta.
Indagato l’appalto da due milioni di euro per realizzare il cosiddetto Polo della legalità in uno storico Palazzo di Santa Maria Capua Vetere. Una gara per la quale sarebbero girate mazzette per circa 100 mila euro, 70 mila dei quali versati.
L’opera rischiava di perdere i finanziamenti perché lo stanziamento di bilancio imponeva l’inizio dei lavori entro una data, il 30 giugno 2015, ritenuta troppo ravvicinata. Così il sindaco Biagio Di Muro (ora in cella per corruzione aggravata) fece spostare dal Ministro dell’Interno il finanziamento ad un altro capitolo di bilancio, così da guadagnare un anno. E’ qui che entra in scena Graziano, mentre si intercetta il Fi Muro che parla con Alessandro Zagaria. Di Muro fa esplicito riferimento all’appalto e all’aiuto che Graziano avrebbe dovuto fornire affinché il finanziamento venisse trasferito da un capitolato di spesa a un altro. Zagaria si sarebbe impegnato a “prestare l’appoggio elettorale” contando “sulla disponibilità” di Graziano”. La polizia giudiziaria li pedina in periodo preelettorale e “documenta plurimi incontri” fra i due prima delle elezioni. Dopo il voto, Graziano risulta aver avuto “contatti telefonici” con Zagaria, “dai quali emergeva la riconoscenza dell’esponente politico nei confronti di Zagaria”.

Tommaso
Ma basta con queste notizie! Ormai lo sanno tutti che il PD è marcio. Fate un po’ di buon giornalismo d’inchiesta, intervistate il sindaco di Ostia del M5S. Com’è possibile che abbia risanato il bilancio del comune in due anni, dove li ha presi i soldi, come ha fatto a far dire ai malavitosi nelle intercettazioni che è incorruttibile? Indagate, perdinci!

Peppiniello80
Solo negli ultimi due anni sono risultati coinvolti in storie abbastanza losche personaggi come De Luca, Bargone, Lorenzetti, Del Turco, Crisafulli, Penati, Zoggia, Crocetta … tutti ex PCI o ex PDS, e una mano è andata via così veloce veloce … mi fate tenerezza voi che continuate a mitizzare “il mio vecchio PCI, PDS”: la diversità antropologica non esiste, l’unico antidoto alla corruzione è la trasparenza, sia nella scelta dei candidati alle cariche elettive sia nel controllo degli eletti da parte di militanti e cittadini. Tutte cose a cui i partiti hanno rinunciato, essendosi trasformati in comitati d’affari al servizio del più ricco o potente di turno. L’apoteosi dei capibastone.

Viviana
Non bastava che nel Pd ci fossero 124 tra indagati e condannati, ora abbiamo anche l’inchiesta che vede il Presidente del Pd campano Stefano Graziano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma Renzi si presenta in un’ora e mezza di diretta assieme a De Luca, non dice una sola parola su camorra e politica e non fa il minimo commento sull’indagine per mafia. Accanto a lui, con la massima faccia d bronzo, il Presidente della Campania Vincenzo De Luca, eletto coi i voti dei verdiniani e degli amici camorristi di Cosentino. Quel De Luca che l’anno scorso fu inserito tra gli impresentabili dalla Commissione Antimafia perché accusato di concussione e truffa in un procedimento del 2002 per una vicenda urbanistica salernitana, lo stesso su cui pesava lo spettro della sospensione della legge Severino prima di essere prosciolto in appello dall’accusa di abuso d’ufficio. E che però resta indagato a Napoli e Salerno in altre due inchieste. Ma ormai è comprovato che al Pd i corrotti con curriculum impressionante di processi e indagini piacciono. Renzi è di bocca buona con chiunque porti voti, fosse pure il diavolo in persona e non gli fanno schifo i voti della camorra come quelli della mafia, tutto fa brodo.

Alessandro
I parlamentari della Commissione Antimafia del M5S hanno ricordato che secondo la DDA il capogruppo del Pd, Salvatore Silvestri Pd, a Casavatore (NA) aveva nel comitato elettorale un “sorvegliato speciale e collegato ad ambienti camorristici” e che è stato “sostenuto nella sua campagna elettorale anche dal Ministro della Giustizia Orlando, dal vice segretario del Pd Lorenzo Guerini e affiancato anche dalla deputata e sfidante Valeria Valente (Pd) alle prossime primarie del Pd per la carica di sindaco di Napoli”.
La compagna di Silvestri (Pd) lavora a Roma come assistente parlamentare di Valeria Valente (Pd).
Per questo i Cinquestelle chiedono lo scioglimento del Comune e chiedono al Pd di “prendere esempio” dal M5S, avviando “l’espulsione di chi è sotto indagine”. “A Quarto – dicono i grillini – eravamo parte lesa e le telecamere dei principali tg hanno stazionato giorni e giorni, ora un’incredibile e complice silenzio su Casavatore dove il candidato sindaco Pd era sodale della camorra. Dove sono gli antimafiosi del Pd, i vari Picierno e Orfini? E l’informazione è sorda, complice o ha paura dei clan, delle sue ritorsioni?”.
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Cobra89
Altro che la volta buona, il PD a guida Renzi è diventato l’accozzaglia trasversale di tutta la vecchia politica peggiore.
De Luca, Graziano, Verdini, Bondi, Alfano, quelli che erano con Cuffaro, quelli che erano con Cosentino… tutti riuniti nel partito di cui il Paese si deve liberare.

COS’E’ IL NEOLIBERISMO. LE DISUGUAGLIANZE CRESCENTI
Alessandro Gilioli

Per guadagnare quello che Marchionne prende in un anno, un voucherista italiano dovrebbe lavorare 2.500 anni tutti i 365 giorni dell’anno. Un rapporto 1 a 2.500, pertanto, ipotizzando generosamente che anche Marchionne non riposi nemmeno un giorno.
Diceva Adriano Olivetti che «nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l’ammontare del salario minimo». Il capitalismo italiano è insomma passato in mezzo secolo dalla teorizzazione di un rapporto 1 a 10 alla pratica di un rapporto 1 a 2.500.

Quella che vedete qui sopra è una delle tabelle più note del libro con cui Thomas Piketty, nel 2013, ha preso d’assalto 3 decenni di egemonia culturale, politica e fattuale della dx economica. Mostra la quota di reddito in percentuale del 10 % più ricco nell’ultimo secolo e illustra in modo immediato quello che è successo in Europa e negli Stati Uniti.
Ci sono diverse cose, in questo grafico.
Ad esempio c’è la rappresentazione plastica della parola “neoliberismo”, su cui alcuni ironizzano come se fosse un’invenzione dietrologica, una proiezione da complottisti, invece qui si palesa in tutta la sua chiarezza: è, semplicemente, quella cosa che ha iniziato a far schizzare in su le due linee, dopo che i vari new deal, patti sociali, socialdemocrazie o altre forme di mediazione tra alto e basso le avevano fatte gradualmente scendere, per mezzo secolo abbondante. Ad es. a quelli del Foglio, che si baloccano con la rubrichetta “Tutta colpa del neoliberismo”, bisognerebbe ogni volta sbattergli in faccia questa tabella: magari, con un disegnino, capiscono.
Curiosamente il mezzo secolo in cui diminuiva il distacco tra più ricchi e più poveri ha coinciso con il periodo di maggior avanzamento complessivo delle società.
Buona parte della letteratura economica, negli ultimi tempi, sta avanzando seriamente l’ipotesi che oltre un certo livello le disuguaglianze producano danni per tutti. Lo ha fatto Robert Reich come Maurizio Franzini e Mario Pianta nel loro ultimo saggio, “Diseguaglianze”(Laterza). La loro analisi su questo punto – basata soprattutto su dati Fmi e Ocse – è prettamente di carattere economico, cioè relativa agli effetti sulla crescita di un Paese. Qualche anno fa, Richard Wilkinson e Kate Pickett – in un libro che andrebbe fatto studiare in tutte le scuole – mostrarono dati alla mano come una forbice sociale eccessiva genera anche più violenza, più ignoranza e maggiore disagio psichico. È di questi ultimi mesi invece l’evidenza che, oltre a tutto questo, l’eccesso di disparità sociali si ripercuote in crescenti espressioni politiche di tipo nazionalista e neofascista, dagli Stati Uniti all’Europa.
Oggi in Europa, scrivono Franzini e Pianta, «il 20 % delle persone ha un patrimonio pari a zero (o debiti che superano i risparmi), mentre il secondo quintile possiede una ricchezza media di 29.400 €, il terzo di 111.900, il quarto di 235 mila: fino al quinto degli europei che ha ricchezze per 780.700 euro, possedendo così il 68 % della ricchezza totale.
Il tutto in un quadro di capitalismo sempre più oligarchico, cioè riservato a pochi, e sempre più dinastico, cioè con un ascensore sociale quasi fermo.
Quest’ultimo è un problema di cui in Italia si parla poco. Anche a sx, devo dire. Ed è un po’ uno scandalo: tra l’altro, dopo la riforma Berlusconi appena ritoccata da Monti, siamo e restiamo uno dei paesi al mondo con le tasse di successione più basse. E siamo secondi tra i Paesi sviluppati nella pessima classifica di trasmissione generazionale delle disuguaglianze.

Insomma “la famiglia conta”, conta per eredità, ma anche per istruzione (tasse universitarie comprese) e rete di relazioni. E questa realtà, oltre a essere un fattore chiave del capitalismo oligarchico, fa un po’ di chiarezza sulle tante balle che si sentono in giro relative alle “uguali opportunità” come forma che rende accettabili, se non giuste, le disuguaglianze. Le posizioni di rendita invece sono il primo tratto caratterizzante dell’economia contemporanea e del capitalismo oligarchico.
Poi ci sono altri motori di diseguaglianza come la maggiore rilevanza nella produzione di redditi assunta dal capitale rispetto al lavoro, soprattutto per via finanziaria e per trasformazioni tecnologiche, ma anche l’individualizzazione delle condizioni economiche, cioè la fine delle classi organizzate, delle loro categorie, dei loro sindacati: con la riduzione del lavoratore a monade solitaria e disperata che ogni giorno mette insieme pezzettini di reddito molecolare.
Il quarto motore delle troppe disuguaglianze è l’arretramento della politica che interviene sempre meno con politiche redistributive e taglia sempre di più i servizi universali o destinati ai ceti più poveri (salute, istruzione, etc), sempre con l’altro mantra liberista del “bisogna ridurre la spesa pubblica”.
In genere, chi parla di diseguaglianze viene accusato di essere utopista, perché nessuna società realizza mai un’uguaglianza assoluta: il che è evidente, ma diventa quasi sempre un alibi per non fare alcun passo in direzione di una riduzione della forbice sociale, anzi per andare nella direzione opposta. Che è quella delle diseguaglianze crescenti. Delle società non solo meno ricche nel loro complesso, ma anche più arrabbiate e infelici. Dei Paesi in cui per rabbia confusa dilagano quindi i neofascismi, i nazionalismi, i razzismi, i Trump e Le Pen. Del neoliberismo, insomma.

IL PROGRAMMA DI VIRGINIA RAGGI

Forse sì allo stadio per la Roma e per la Lazio
No alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024
Avanti tutta con i lavori della linea C della Metro fino al Colosseo
Lotta aperta alla corruzione. Si deve ricominciare a fare le gare pubbliche e portare trasparenza nella gestione dei soldi pubblici. Sia mafia capitale che l’illegalità sugli appalti hanno prosperato nelle amministrazioni precedenti
Gestione diversa dei rifiuti e avanti con la differenziata
I debiti prodotti dai partiti li pagheranno i partiti“. La città di Roma ha un debito di circa 13,6 miliardi e solo grazie al contributo annuale di 500 milioni di euro del governo alla gestione del Commissario Tronca e ai 110 milioni di euro stanziati per far fronte ai costi che la città deve affrontare come Capitale d’Italia la città non è fallita
-Acea dovrebbe chiudere con un utile di esercizio di 50 milioni, sicuramente questo tipo di gestione è in contrasto con il referendum del 2011 perché con l’acqua non si devono fare profitti. Occorre cambiare il management e iniziare a fare investimenti sulle reti.
Più efficienza del trasporto pubblico (corsie preferenziali, semafori intelligenti, più mezzi pubblici e servizio più capillare). L’Atac ha registrato una perdita nel primo semestre 2015 di 58 milioni di euro e un patrimonio netto negativo alla stessa data di 480.701 euro
Maggior controllo sull’evasione (senza appaltare il servizio a ditte esterne) nonché l’abbassamento delle multe per consentirne l’immediato pagamento già a bordo senza dover ricorrere a costose procedure di riscossione.
Via lo scandalo dei (PUNTI VERDI QUALITÀ, aree dismesse e degradate affidate all’associazionismo per farne centri sportivi e di intrattenimento sociale che rischiano di costare ai romani fino a 586 milioni di euro. In alcuni casi, hanno poco verde e più cemento privato e sono fruibili dai cittadini soltanto a pagamento (ad esempio, sale slot, oppure ristoranti McDonald, o palestre Virgin). La Raggi suggerisce un metodo per distinguere i progetti virtuosi da quelli speculativi, attraverso il confronto tra la superficie verde (che per il concessionario è un costo), le cubature costruite (che per il concessionario sono fonte di ricavi) e i costi sostenuti per costruire. Occorre affrontare i PVQ caso per caso, revocando le concessioni a quelli che hanno un rapporto verde/cemento sotto una certa soglia e rivedendo i piani economici di quelli che restano“.
Intervenire sui 60.000i immobili ceduti a prezzi stracciati. Rivedere con equità i prezzi portando molto denaro nelle casse di Roma
LOTTA AGLI SPRECHI, è dal 2014 quando si è insediata la Commissione Revisione della Spesa presieduta da Daniele Frongia M5S Roma che il M5S Roma chiede con forza di tagliare gli sprechi e avviare una politica di recupero dei soldi persi . La stima è di 1,2 miliardi l’anno da investire in trasporto pubblico, asili nido, pulizia della città, parchi, piste ciclabili e nelle imprese.
Far pagare l’IMU al Vaticano (qui la vedo più dura della lotta alla corruzione o agli sprechi).

AVANZA LA CRISI EUROPEA. LA SOLITUDINE DELLA GERMANIA
Bruno p

Come un domino l’Europa vede sgretolarsi ad una ad una le nazioni che ne fanno parte oberate da debiti e disoccupazione dove a trionfare è l’ingiustizia sociale.
Anche la Francia scivola verso il declino con una disoccupazione al 10% e l’imposizione di una riforma del lavoro il cui risultato sarà la svalutazione salariale dei lavoratori e licenziamenti di massa. Un film già visto in Irlanda, Portogallo, Spagna,Italia, Grecia, in alcuni paesi dell’est Europa e che ora viene girato anche nelle nazioni d’oltralpe e che vede protagonista anche la ricca Finlandia la cui crescita è vicina alla deflazione.
L’Europa è da tempo che è morta e resta solo una flebile luce di tipo germano centrica ma neanche troppo brillante con una locomotiva azzoppata tedesca che ha approfittato della congiuntura economica e della crisi delle altre nazioni per spingere al massimo il suo export e una Norvegia completamente dipendente dalle estrazioni di petrolio che se un giorno dovesse esaurirsi lascerebbe i popoli nordici completamente senza alcuna alternativa economica.
I problemi che affliggono l’Europa ormai sono acciacchi strutturali dovuti al suo invecchiamento con un welfare pensionistico sbilanciato verso le classi più ricche,una natalità ridotta all’osso ,manovre economiche varate a deficit e una conduzione bancaria che farebbe inorridire anche Al Capone.
Un’Europa disposta anche a fare la guerra pur di non negare ricchezze e privilegi alla sua classe aristocratica e politica,che chiude le sue frontiere come faceva nel medio evo per paura delle invasioni, che stringe accordi assurdi col resto del mondo pur di non avere problemi in casa.
Un’Europa che si professa democratica ma che si è trasformata in una vera e propria oligarchia di burocrati e banchieri che sta creando divari sociali insormontabili dove come nel passato ritorna l’antico conflitto tra aristocrazia e il resto del popolo la cui distribuzione economica viene spalmata verso la povertà.
Quando il potere dei capi di stato della sedicente Europa viene messo in discussione o quando vengono minacciati i propri orticelli non esistono regole o norme da rispettare,tutto è permesso.
E’ consentito violare accordi, sforare deficit, costruire muri, togliere sovranità alle nazioni, salvare banche criminali, stampare moneta all’infinito. Quando la zona teutonica rischia di perdere qualcosa subito vengono prese misure che bypassano i parlamenti nazionali ed europeo. L’accordo con la Turchia è una di quelle misure che rasentano l’abominio e non solo dal punto di vista economico.
La famosa quota 72000 prevede che tutti i profughi che sbarcano nelle isole greche siano rimandati in Turchia e poi rimpatriati. Si tratta di persone che hanno speso tutto per essere traghettati e non hanno alcuna intenzione di essere rispediti nei loro paesi nativi quindi non si capisce quali metodi saranno adottati per “accompagnarli” a casa.
Per ogni rimpatriato ci sarà un turco che avrà un visto da turista in Europa e tra questi ci sono anche i Curdi non molto ben visti da Erdogan visto che fa di tutto per massacrarli. Poi c’è l’apertura delle frontiere europee solo per i Siriani che hanno diritto di asilo fino a quando non si raggiunge appunto la quota stabilita. Ma di siriani ammassati al confine turco ce ne sono due milioni e mezzo e non tutti nei campi profughi per cui ci vorrà pochissimo tempo ad arrivare a 72000, mentre gli altri profughi non siriani tenteranno lo stesso il tutto per tutto per fare la traversata, una miscela ideale per un conflitto assicurato.
L’Europa, escludendo il parere del suo popolo, ha preso una decisione con un governo non europeo e non propriamente democratico pur di tenere i profughi alla larga relegando sempre alla Grecia e all’Italia l’onere dell’accoglienza.
Cosa accadrà quando tutte le frontiere, comprese quella turca, saranno chiuse con un numero incontrollato di persone che spinge alle porte?
L’Europa non esiste è solo chiacchiere e distintivo.

SCANDALI BANCARI E ORGANI DI CONTROLLO SUPERPAGATI CHE NON CONTROLLANO
Viviana Vivarelli

Essendo il neoliberismo un sistema creato per favorire i più ricchi mettendolo in tasca ai più poveri, del neoliberismo fanno parte gli scandali bancari che vanno sempre a favore delle banche e a discapito dei cittadini.
Siccome siamo prima delle amministrative, Renzi promette di rendere l’80% delle cifre rubate dalle 4 banche truffatrici a una parte dei truffati. E questo 80% che verrà eventualmente reso ai truffati dove sarà preso? Dalle banche? Dagli eventuali condannati o prescritti? Dai paradisi fiscali? Da Bankitalia? O dalle nostre solite tasche?
E a voi risulta che Renzi abbia fatto qualche decreto in più per evitare truffe future?
Magari una divisione, come sta facendo la Germania, tra banche di affari e banche di risparmio? O qualche regola penalizzante seria sugli organi di controllo che non controllano? O qualche legge penale non come al solito ad personam e pro parentes ma che cacci in carcere i responsabili bancari corrotti, vedi padri e amici di famiglia massoni nonché delinquenziali?
E cosa ne dice l’Europa? Tutto costituzionale e conforme al diritto europeo?
Ma dice qualcuno: uno che compra delle obbligazioni dovrebbe sapere a quali rischi va incontro. Eh no, guarda che una banca dovrebbe essere un istituto legalmente affidabile, non una sezione della mafia, e sono i consulenti delle banche che hanno il dovere di informare con la verità i clienti, sennò sarebbe come se il farmacista vendesse veleno al posto di medicine e poi dicesse a mo’ di scusa: “Era il cliente che doveva informarsi!”
Certo che se il farmacista riceve un benefit ogni volta che vende veleno e ‘dimentica’ di avvertire il cliente del pericolo a cui va incontro, non puoi dare la colpa al cliente.
Il problema sarebbe che le banche non dovrebbero rifilarti veleno. Altrimenti qualunque truffatore dovrebbe essere assolto con l’alibi che la colpa era del truffato perché “doveva stare attento”! E’ lo stesso caso della Parmalat dove molti persone sono state truffate perché spinte dagli stessi impiegati della banca. Non solo c’è un conflitto di interesse grande quanto una casa (la banca ha spinto i propri clienti a comprare titoli tossici per liberarsene lei), ma anche la frode di chi, sfruttando la propria posizione, ha convinto i clienti ad comprare le obbligazioni senza spiegargli i rischi del caso.
Non parliamo poi del fatto che abbiano pure falsificato i profili di rischio, quella è proprio la prova provata che c’era l’intenzione di fregare la gente.
Se un pensionato di 70 anni che è sempre andato in quella banca, lo si convince a comprare obbligazioni, facendogli credere che non ci sia rischio ma solo guadagno e che i suoi soldi sono al sicuro, poi non ci si può mascherare dietro “ma lui doveva sapere i rischi” perché è chiaro che i veri rischi gli sono stati attentamente nascosti e si è abusato della sua fiducia per raggirarlo.
Renzi fa il gioco delle tre carte. Ma comunque le carte girino, noi restiamo sempre i truffati
e i truffatori restano sempre i premiati. E’ andato forse in galera qualche responsabile dopo questa truffa? E’ stata fatta forse qualche legge per evitare truffe future? Bankitalia e Consob hanno forse pagato per i mancati controlli? Qualche Ministro del Tesoro ha chiesto venia e sta provvedendo per evitare casi simili in futuro? No.
E’ tutta una menata vergognosa che non fa che perpetuare iniquità e mancanza di rispetto per i cittadini. Hanno fatto lo stesso con i bond argentini che vendevano ai clienti come prodotti sicuri, lo stesso con le obbligazioni Parmalat. L’ABI ha avuto come Presidente Mussari e come vice Berneschi, e non mi pare che siano 2 figure cristalline ma non si fa nulla per migliorare la situazione.
La Consob è una Commissione nazionale per le società e la Borsa, una autorità amministrativa indipendente, con personalità giuridica e piena autonomia che è stata creata a tutela degli investitori per efficienza, trasparenza e sviluppo del mercato mobiliare italiano.
Come dimostrarono le Iene, ci sono parlamentari che manco lo sanno cosa sia la Consob. Vedi l’eurodeputata del PDL Elisabetta Gardini che alla domanda della Nobile “Cos’è la Consob?» rispose: «Hmm….Non lo so cos’è, me lo dica lei…»
E il Presidente Giuseppe Vegas che dice? Come mai nessun giornalista lo interroga? Come mai si accetta che vi siano stati profili modificati, rendimenti abbassati e disinformazione a gogo per truffare il cliente? Banca Etruria ha anche falsato i risultati del questionario Mifid di un centinaio di clienti per poter vendere loro strumenti complessi. Nel 2013, poi, chi aveva bond subordinati si è visto concedere per venderli solo 48 ore a cavallo delle feste natalizie. Vegas c’era? E se c’era dormiva?
La colpa è sempre del truffato,vero? Ma andate a nascondervi !
Secondo il vostro idiota punto di vista, lo Stato potremmo anche abolirlo, tanto uno si deve guardare da sé dai delinquenti! Ma allora tanto varrebbe licenziare la Consob, Bankitalia e soprattutto Padoan. Sapete quanto guadagnano quelli della Consob? Il caro Presidente Giuseppe Vegas prende 311.658 euro, il commissario Paolo Troiano: 280.492,68 euro; il direttore generale Gaetano Caputi: 290.425 euro; il vice direttore Giuseppe D’Agostino 270.745 euro; il segretario generale Guido Stazi 242.760 euro; l’avvocato generale Fabio Bigianti 265.883 euro e il funzionario generale Pietro Farina 249.703 euro (34.105 euro). Ci sono 627 funzionari adibiti al controllo delle banche da parte della Consob e 6.000 da parte di Bankitalia. Visco guadagna 495 mila euro e i suoi vicedirettori 315.000 euro l’uno. L’ex Presidente aveva anche l’aereo privato e ha ancora ufficio, autista e guardia del corpo.
Se però uno deve guardarsi da sé, allora licenziamoli tutti!
Ma se il cittadino dai truffatori deve guardarsi da sé, a che servono gli organi di controllo? Bankitalia, la Consob, i Ministeri…?
Perché il cittadino che non è mai nelle cure di costoro deve spendere centinaia di milioni l’anno per mantenere una casta di finti controllori super pagata con una galassia di funzionari inutili che non controllano niente, che sono troppi, nullafacenti, pesano sulle casse dello Stato e costituiscono un duplicato di burocrazia costosissima e inutile sempre esente da qualsiasi responsabilità e colpa.
Quando si passò dalla lira all’euro, i funzionari delle banche nazionali divennero di colpo superflui e la Francia ne licenziò 6.000. Noi i nostri 6000 ce li siamo tenuti e abbiamo continuato a mantenerli anche se Bankitalia di fatto è una istituzione privata formata da banche private. Cosa hanno fatto finora per noi questi 6000 burocrati superpagati?
Che ne è stato del piano Cottarelli per risparmiare miliardi sul ridimensionamento delle autorithy, dalle competenze fumose, spesso con doppioni e con poltrone assegnate dai potenti di turno a persone bizzarre come Augusta Iannini messa alla Privacy perché moglie di Bruno Vespa o l’ex magistrato Antonio Martone, uscito nell’inchiesta sulla lobby P3 e finito all’Anticorruzione?
La galassia delle agenzie indipendenti vanta 18 diversi incarichi e una spesa annua di miliardi. Hanno il compito di controllare settori dell’economia e dell’ordinamento sociale, tutelando i diritti dei cittadini, ma tutelano cosa?

SOLUZIONI ALLE CRISI BANCARIE
Viviana Vivarelli

Le soluzioni per la crisi (non solo bancaria) sono poche e chiare e sarebbero immediatamente produttive, facendo stare subito meglio i popoli europei, ma chi governa non le vuole, perché è al soldo di quella piccola cricca di magnati speculatori che possiede il 90% della ricchezza occidentale e se ne frega della crisi e della rovina dei popoli europei. Le soluzioni sarebbero:
-dividere di nuovo banche di risparmio da banche di investimento come fece Roosevelt
-vietare l’uso dei derivati nelle banche di risparmio, nel Ministero del Tesoro e negli enti locali
-combattere in ogni modo i paradisi fiscali, come fossero un vero terrorismo, e realizzare una vera giustizia nel campo fiscale con una reale lotta alla grande evasione
-difendere i lavoratori, i risparmiatori, i malati e i deboli
-opporsi a qualunque riduzione dello stato sociale
-difendere le Costituzioni democratiche
-aumentare il grado di democrazia in Europa e nei singoli Stati
-togliere il comando della Germania sui Paesi europei
-staccare l’Europa dagli ordini del Fondo Monetario
-farla finita con l’austerità e il pareggio del bilancio a favore di una campagna roosveltiana di investimenti pubblici, come nel New deal, per far riprendere produzione, lavoro e consumi
-passare gradualmente dalla democrazia parlamentare alla democrazia diretta
-dare agli elettori il diritto del recall sui politici disonesti
Sono invece ben altre le soluzioni dei delinquenti che ci comandano.

Visto che Padoan ha già rovinato Argentina e Grecia e ora sta rovinando anche l’Italia, altro che abbracciare Padoan, come bercia Renzi! Dargli fuoco sarebbe il minimo! Insieme a quel bieco Napolitano che lo ha imposto! E insieme a Renzi che lo ha accettato insieme a tutte le altre nefandezze del Fm e della Bce!

LA SINDROME DI STOCCOLMA
Viviana

Cha Paese disgraziato!
I truffati della Banca di Lodi che hanno continuato a votare Lega
I truffati di Banca Etruria che continueranno a votare Pd
Gli Italiani poveri che si vedono strappare lo stato sociale e i diritti del lavoro e continuano a votare per i partiti che li hanno portati a questo sfacelo
Sembra una maledizione!
Il voto coatto degli Italiani per i loro oppressori fa pensare a un Paese di masochisti.
Mai nessuno che capisca qualcosa.
Tutti vittime della sindrome di Stoccolma, stato di dipendenza psicologica che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza. Il soggetto affetto dalla Sindrome di Stoccolma, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all’amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice
La sindrome prende nome da un caso di sequestro di persona nel ‘73 in una banca svedese, dove dei criminali tennero 4 persone in ostaggio per 6 giorni in un corridoio. I sequestrati mostrarono simpatia verso i rapinatori verso i quali si sentivano in debito per la ‘generosità dimostrata’. Essi temevano invece la polizia che li aveva liberati (dice nulla sul M5S?)

Alex78
Lavorando in banca, posso garantirvi che funziona allo stesso modo ovunque…. i soldi vengono dati senza garanzia alcuna agli amici, alle società dei consiglieri, dei politici o del “cerchio magico” di turno. L’unica certezza anzi è che quei soldi con ogni probabilità non verranno mai restituiti. Il segreto è non superare mai una soglia limite che possa mandare in affanno la banca così come è successo nelle 4 banche commissariate, e qualora questo dovesse comunque succedere, la perdita verrà socializzata alla collettività.
La truffa è anzitutto a danno della banca stessa e non comporta grandi rischi… in fin dei conti c’è il rischio di credito, il rischio di impresa, ed in ogni caso non ci sono mai responsabili… nessun amministratore paga per quei buchi, si cambiano gli amministratori e si regalano soldi ai “nuovi” amici. Poi ai dipendenti, poveracci che devono pure metterci la faccia, si dice che c’è crisi e partono gli esuberi, stipendi fermi da 10 anni etc etc…..

Il Codacons è una associazione di associazioni a difesa del consumatore e la difesa del consumatore, o cliente o utente, è esattamente quello che fanno. Cosa hanno fatto invece i vari organi di tutela dell’utente bancario? La Consob? Bankitalia? E soprattutto cosa hanno fatto finora i vari Ministri del Tesoro e delle Finanze: Tremonti, Monti, Grilli, Saccomanni, Padoan, Visco, Del Turco… per rendere legali i comportamenti efferati delle banche italiane? Prima hanno bloccato le pensioni affinché non crescessero. Poi le hanno tassate ben bene come nemmeno i più ricchi gioiellieri. Infine hanno obbligato i pensionati a prendere la pensione attraverso le banche. Poi si è fatto slittare il giorno della riscossione di 10 giorni. E una volta che hanno messo piede in banca, li hanno circuiti con promesse false e truffaldine perché investissero i loro risparmi. Ora danno loro la cannata mentre il caro Padoan col caro Renzi blaterano di riforma delle pensioni che si risolverà in altri tagli.
E i pensionati li dovrebbero ancora votare?
Per quante volte Pinocchio voterà il gatto e la volpe?
Per quante volte gli diranno di seppellire le monete d’oro e di aspettare che cresca l’albero degli zecchini?
Il consulente di banca non dovrebbe essere ‘il primo che passa’, dovrebbe dare per legge un funzionario tenuti a dre garanzie di affidabilità.
Vista anche l’enorme quantità di miliardi tolti dalle nostre tasche per tenere a galla le banche, una garanzia di qualità sarebbe proprio il minimo che dovremmo esigere. Ma col
suo furbastro espediente di garantire a qualcuno l’80% del capitale truffato, Renzi ha azzerato ogni possibilità di ricorso e di arbitrato mozzando in fieri i diritti delle vittime di rifarsi giudizialmente. Fare peggio di così era difficile. Si chiama imbavagliamento della giustizia.
Cos’è questa foia di aggredire i risparmiatori? Sono successe delle cose orribili. Tutti sapevano tutto, Renzi, la Boschi, Padoan Visco, Bankitalia, la Consob… e nessuno ha fatto niente. Hanno mandato i risparmiatori allo sbaraglio fregandosene della legalità e delle responsabilità che spettavano ad ogni istituzione e facendo prima gli interessi di famiglie potenti contro quelli degli Italiani.
Devo ricordare quanti miliardi paghiamo a questi organi di controllo perché garantiscano la tutela degli utenti? Devo ricordare che la tutela del risparmio è garantita dalla Costituzione? Articolo 47: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”.
Ma credete davvero che una Stato civile sia una giunga dove ogni forma di corruzione sia permessa e dove il Governo si prende beffa dei cittadini contando sulla loro disinformazione e anzi allargandola più che può? Dove un Governo specula coi soldi dei cittadini stessi (guardate quanti miliardi ha perso il Ministero del Tesoro investendo i nostri soldi in derivati?) e dove si trovano miliardi per le banche corrotte ma si tagliano pensioni e salari?
..
MARIAPIA CAPORUSCIO

Il mondo che questa dittatura globale (messa in atto dalle banche mondiali e dalle multinazionali) sta realizzando è qualcosa di terrificante: la miseria totale del 99 % della popolazione e la ricchezza sfrenata dell’uno % di essa. Stanno costruendo un mondo infame, senza pietà, senza diritti, senza più rispetto per l’essere umano. Il dio di questi “moderni boia” è il denaro che quell’1% venera e uccide in suo nome la giustizia, la civiltà, la cultura e l’educazione, raggiunte in secoli di storia. Privando i cittadini del lavoro, dei diritti, della sanità e di una qualsiasi forma di sostentamento ne decretano non solo la morte civile, ma anche quella fisica.
La società deve ribellarsi, non è possibile piegarsi alla criminalità di un capitalismo assassino. La storia dell’uomo ci insegna che i nemici vanno combattuti e sterminati e le mura che ancora possiamo vedere a difesa delle città, ne sono una prova. Se i popoli antichi sono stati capaci di difendersi e difendere le loro città non si capisce come mai al giorno d’oggi, dove non mancano i mezzi per difendersi ci si arrende come idioti alla violenza di questi dannati.
Abbiamo raggiunto un livello culturale tale da essere in grado di distinguere il bene dal male e che uso ne stiamo facendo? Com’è possibile dopo aver conosciuto il benessere materiale e sociale ci lasciamo riportare indietro di secoli senza muovere un dito? A cosa sono serviti anni di studio per trasformarci in una massa di coglioni? Tanto valeva restare analfabeti se studiare ci ha ridotto così. I nostri antenati senza saper leggere e scrivere sapevano combattere e hanno saputo trovare il modo di difendersi e migliorare la loro e la nostra vita, mentre noi ci stiamo lasciando togliere tutto, rendendo non solo inutile ma addirittura dannosa per le generazioni future, la nostra presenza su questa Terra!

TRUFFATORI
Viviana Vivarelli

Padoan è la Vanna Marchi italiana e Renzi è il suo Mario Pacheco Do Nascimento.
Vanna Marchi è stata arrestata, processata e condannata per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Il 4 marzo 2009 la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a 9 anni e 6 mesi di reclusione per Vanna Marchi, a 9 anni e 4 mesi per la figlia Stefania Nobile e a 3 anni per Francesco Campana. Ma per questi corrotti del sistema bancario non vedremo né arresti né sequestro dei beni.

LO SCOPO DI TUTTO. IL LAVORO RIDOTTO A BRANDELLI
Alessandro Gilioli

Parlavo con un guru della Silicon Valley. L’intervista era sulle tecnologie wearable: quelle che si indossano, insomma. Lui mi spiegava il percorso dei device tecnologici. I primi computer se ne stavano in una stanza, isolati. Poi, con i pc, questi congegni elettronici si sono avvicinati a noi, trasferendosi sulle scrivanie di ogni appartamento. Poi sono arrivati i laptop, che ci stavano ancora più vicini, sulle nostre ginocchia. Quindi gli smartphone: nelle nostre tasche, ormai prossimi al corpo. Il passo attuale sono gli smartwatch e gli smartglass, ormai attaccati alla pelle. In quello successivo, prevedeva il mio guru, saranno dentro il corpo, direttamente.
Al lavoro è successo il contrario. Prima gli operai erano nelle catene delle montaggio, uno accanto all’altro: lì si scambiavano parole, rabbie, idee, rivendicazioni, e di lì nasceva il sindacato. Poi c’è stata la prima robotizzazione dei macchinari, quella degli anni Ottanta: e tra un operaio e l’altro la distanza è diventata di dieci, venti metri, abbastanza per non parlarsi quasi più – se non in pausa, in mensa, all’uscita. Adesso la lontananza ha fatto un passo ulteriore: un giorno qui e un giorno lì, somministrati o interinali; o addirittura un’ora qui e un’ora là, con il meccanismo dei voucher ma più in generale con la molecolarizzazione del lavoro all’ora o a cottimo. Ognun per sé.
Oggi è la festa del lavoro del 2016.
Il governo la festeggia brindando a dati ridicoli, uno zero virgola in più rispetto a febbraio che poi è uguale ai dati pessimi di gennaio, in base peraltro a indicatori che considerano “occupato” pure chi fa il cameriere un’ora al mese nel ristorante dello zio. Il governo fa il suo mestiere, s’intende: cerca di dare un po’ d’ottimismo a una realtà prostrata, sperando nel noto meccanismo della profezia che si autoavvera.
E non è mica tutta colpa di Renzi se la realtà è questa, effetto di dinamiche globali strutturali e tecnologiche e di predominio culturale dei vincenti, più che di leggi dello Stato: le quali semplicemente vi si adeguano, facilitano, oliano. Come il Jobs Act e i voucher.
Semmai le sue colpe sono di omissioni, più che di azioni: non muovere un dito affinché la polverizzazione del lavoro si smussi e si tamponi con misure di welfare universale. Cosa che all’attuale premier, un darvinista sociale, dà allergia. Come ai precedenti, del resto.
Ma pazienza: il tema del lavoro ridotto a brandelli e ad addizioni penose fra redditi orari è troppo grande per essere ridotto a Matteo Renzi, semplice esecutore pro tempore del presente. È tema epocale, doloroso quanto colossale. Che solo una visione larghissima potrebbe iniziare ad affrontare. Una visione che tenga conto non solo della molecolarizzazione già in corso, ma anche della ulteriore rarefazione futura: se oggi il lavoro è pezzetti di reddito da strappare con i voucher o con Mechanical Turk, domani sarà semplicemente di meno, in giro, perché l’intelligenza artificiale e l’automazione lo renderanno quasi inutile, quindi quasi introvabile. E qualsiasi forma di redistribuzione della ricchezza prodotta dalle corporation con le tecnologie avanzate non sarà più redistribuita attraverso i salari. Quindi occorrerà un altro modello di redistribuzione, universale e sganciato dal lavoro. O sarà la barbarie, la guerra di tutti contro tutti.
Ma il lavoro ha significato anche altro, oltre al reddito, si sa. Ha significato anche identità, passione, coesione tra persone, realizzazione personale. La chiave a stella di Primo Levi, per capirci: è stato anche quella roba lì.
E questa parte del lavoro non ce la restituisce più nessuno: neanche il reddito minimo, l’istruzione gratuita fino all’università, la sanità e la casa pagata dal welfare. Quella cosa lì è finita. Toccherà quindi inventarci nuove forme di identità, passione, coesione tra persone, realizzazione personale.
Ottenuto il welfare universale, sarà questa la vera sfida. Forse la più difficile, ma anche la più bella. La più bella perché il lavoro è ed è stato anche schiavitù, frustrazione, alienazione, tempo di vita buttato al servizio di altri.
..Ma non più per chiedere qualcosa, manifestare, rivendicare, lavorare: com’era ai tempi di Pellizza da Volpedo. Semplicemente, per vivere in modo decente o addirittura piacevole il tempo della loro esistenza in questa Terra.
Che poi è lo scopo di tutto.

Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono“. »

E’ malinconicamente vero che molti lavori non sono amabili, ma è nocivo scendere in campo carichi di odio preconcetto: chi lo fa, si condanna per la vita a odiare non solo il lavoro, ma se stesso e il mondo”.

Il termine «libertà» ha notoriamente molti sensi, ma forse il tipo di libertà più accessibile, più goduto soggettivamente, e più utile al consorzio umano, coincide con l’essere competenti nel proprio lavoro, e quindi nel provare piacere a svolgerlo”.
(Primo Levi “La chiave a stella”)

NORMALE DIALETTICA?
Da unoenessuno.blogspot.it

Vero: Berlusconi e Verdini hanno governato in un governo tecnico con Bersani ed erano nella maggioranza di Letta. Con molti mal di pancia da parte dell’elettorato di sx, sia perché questi governi hanno poi portato avanti quasi esclusivamente politiche di dx (e aumentato le diseguaglianze nel Paese), sia perché questo ha di fatto svuotato i partiti di centro dx (oggi in crisi) del loro elettorato che oggi potrebbe tranquillamente votare PD.
Perché oggi l’incontro alla Camera tra Ala e PD dà così fastidio?
Perché mese dopo mese, decreto dopo decreto, riforma dopo riforma, questo andazzo da larghe intese, anticipazione del partito della nazione, sta diventando la normalità.
Diventa normale quello che prima era considerato scandaloso: i casi di corruzione, la voglia di chiudere con la pubblicazione delle intercettazioni, i conflitti di interesse, lelobby, la politica dell’astensionismo sul referendum…
Parlare con Verdini, non è normale dialettica. Punto.
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VECCHI E NUOVI PADRI COSTITUENTI
Andrea Scanzi

Chi a ottobre voterà “sì”, sia almeno consapevole del disastro immane che provocherà.

QUALUNQUISTI
Da unoenessuno.blogspot.it

C’è un presunto che gira in Ferrari. Anzi, secondo la legge non è un evasore, è un nullatenente che gira in Ferrari. I suoi beni sono intestati alla moglie che abita a Montecarlo. Di beni personali, aggredibili, non ne ha. Come non ha beni Formigoni, Senatore della repubblica, condannato a pagare 5000 euro a Report per una querela temeraria. Niente conti, niente beni. Forse per questo, l’ex Presidente di BPVI Zonin sta intestando i suoi beni alla moglie (prima che si muova la magistratura, senza che ABI o altri facciano qualcosa). Mala tempora ..
Ma non c’è solo l’evasione: ci sono anche corrotti e corruttori. Imprenditori e politici che si mettono d’accordo per mettere in piedi progetti inutili in cui i soldi per dividersi i soldi pubblici. Soldi che poi quando mancano, vanno presi della spesa per la sanità, per la ricerca, per adeguare finalmente gli stipendi del pubblico…
Se poi la corruzione riguarda la criminalità organizzata, il problema diventa ancora più virulento: la forza delle mafie sta nel potere intimidatorio e nella loro capacità nel poter entrare nelle stanze del potere, come candidati, come portatori di voti.
Per questo la vicenda del Presidente del PD in Campania è grave: dal punto di vista processuale, Graziano avrà modo di far valere le sue ragioni.
Dal punto di vista giudiziario, è innocente fino a condanna definitiva.
Dal punto di vista politico dobbiamo seguire un altro ragionamento: per l’accusa che gli viene rivolta, è opportuno o no che faccia un passo indietro?
Non è una domanda scontata e non esiste una risposta che sia vera sempre. E’ la politica, di fronte ai propri elettori, che deve saper fare questa scelta, in modo trasparente ed onesto.
Quelli che tirano in ballo il giustizialismo, che da una parte rivendicano la superiorità della politica e dall’altra si nascondono dietro la presunzione di innocenza commettono un errore, sono disonesti intellettualmente.
Nessuno, nemmeno Davigo, nemmeno Travaglio (che oggi sono consideRati da renziani e berlusconiani i responsabili dei problemi del Paese) dice che tutti i politici rubano. Non l’hanno mai detto. Ma i politici che si fanno scudo con la prescrizione, con le immunità (che dovrebbero proteggere solo per questioni inerenti l’attività politica), con le leggi ad personam infangano tutta la categoria.
Lo dice oggi il Presidente Mattarella: “La corruzione politica è la più grave”. Più grave perché aggrava di molto quel senso di ingiustizia che sta avanzando nel Paese, per la forbice che si sta allargando tra chi sta sopra e chi sta sotto.
Sotto, le persone alle prese con le code per le visite, alle prese coi contratti rinnovati di anno in anno, pagati coi voucher o in nero. Senza tutele, senza casa, senza una sicurezza, senza il futuro.
E sopra quegli imprenditori che girano in Ferrari non avendo beni. Quegli imprenditori che vincono gli appalti perché conoscono le scorciatoie e i politici giusti. O sbagliati, dal punto di vista della Democrazia.
E ora che l’ho scritto, mi prenderò anche io del Qualunquista!

LO YOGURT DELLA CUCCAGNA
Massimo Gramellini

Hamdi Ulukaya è un pastore curdo che vent’anni fa, stufo di mangiare solo yogurt, scese dalle montagne e partì per New York in cerca di fortuna. Per dieci anni assaggiò la vita dura del migrante e arrivò a rimpiangere i suoi yogurt: quelli americani non avevano sapore. La fortuna arrivò nel 2005, sotto forma di una mail che Hamdi si ritrovò per sbaglio sulla casella postale. Era di un’agenzia immobiliare che metteva in vendita un impianto per la produzione di yogurt. Hamdi si convinse che il destino stesse bussando alla sua porta e avesse una consistenza cremosa. Accumulò debiti pur di comprare l’impianto e impiegò due anni per riprodurre il gusto della sua infanzia.
Ma alla fine nacque lo yogurt Chobani, che in turco significa ‘gregge’. In poco tempo conquistò uno spazio fisso nei frigoriferi della Costa Orientale, rendendo miliardario il suo inventore e consentendogli di assumere duemila persone, scelte per lo più tra i migranti senza lavoro come lui.
L’altro giorno il pastore del gregge ha comunicato due notizie. La prima: presto Chobani sarà quotato in Borsa. La seconda: era sua intenzione assegnare ai dipendenti il 10 % delle azioni. Qualcuno ha barcollato, qualcun altro è svenuto, tutti si sono ritrovati di colpo nelle tasche duecentomila dollari. Quelli che hanno tentato di ringraziare Hamdi per l’inatteso regalo si sono sentiti rispondere che non si trattava di un regalo, ma di una mutua promessa: d’ora in poi avrebbero lavorato con uno scopo e una responsabilità comuni. Ci voleva un pastore curdo per ridare un senso al capitalismo. E ci voleva New York per ridare un senso al pastore curdo.

I SENZA VERGOGNA
Marco Travaglio

Tre notizie a mo’ di bussola per orientarci.
1) Il Tribunale del Riesame di Sassari ha scarcerato Giovanni Satta, esponente dell’Udc-Uds, ex sindaco di Buddusò e neoconsigliere regionale in Sardegna, arrestato il 6 marzo nella maxi inchiesta su un traffico internazionale di droga in Costa Smeralda con alcuni criminali albanesi e imputato in altri due processi per evasione fiscale, traffico di droga e armi. Le esigenze cautelari, dopo quasi un mese di galera, sono venute meno e così martedì prossimo Satta potrà finalmente prendere possesso della nuova carica, ottenuta dopo un ricorso al Tar mentre si trovava in cella nel carcere di Bancali, in compagnia di un altro consigliere regionale momentaneamente detenuto: Antonello Peru di FI, arrestato in aprile per tangenti e appalti truccati e già incarcerato nel 2012 in un’indagine su un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa e ai maltrattamenti a disabili mentali, con sequestri di persona e lesioni. Non potendo prestare giuramento nell’ora d’aria, l’insediamento di Satta era stato rinviato a data da destinarsi. Intanto però il Consiglio l’aveva proclamato eletto e aveva iniziato a versargli lo stipendio, in contumacia. I suoi legali avevano chiesto ai giudici di scarcerarlo provvisoriamente, giusto il tempo per giurare, poi sarebbe tornato dentro. Ma il Tribunale, poco spiritosamente, aveva rifiutato. Nel frattempo la Prefettura ha avviato l’iter per sospenderlo in base alla legge Severino che, per gli amministratori locali arrestati o condannati in primo grado, prevede il congelamento. Ma un provvedimento che dovrebbe essere automatico, riguardando un membro della Casta, diventa una gimkana: un consigliere che non può fare il consigliere intanto giura da consigliere e ritira lo stipendio da consigliere, poi si vede. De Luca docet. Purtroppo non è ancora in vigore il nuovo Senato: altrimenti, prima che scatti la Severino, la Regione potrebbe nominare Satta e Peru Senatori, con immunità incorporata, mettendoli al riparo da ulteriori arresti, o peggio ancora da intercettazioni.

2) Intanto, a Roma, il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini e il capogruppo Ettore Rosato incontravano a Montecitorio la delegazione di Ala, capitanata da Denis Verdini (6 processi per vari reati e una condanna in primo grado per corruzione), Lucio Barani (imputato per peculato e truffa e indagato per corruzione) e Ignazio Abrignani (indagato e poi archiviato per dissipazione fallimentare).
Al termine del summit, lo storico annuncio: il gruppo verdiniano, il terzo della maggioranza per dimensioni dopo Pd, e Ndc-Udc, nobilitato dalla presenza dei cosentiniani Milo, D’Anna e Falanga (Cosentino purtroppo no, ma solo perché è dentro per camorra) parteciperà a tutti i vertici dei partiti governativi per concordare leggi ed emendamenti. Compresi, ci mancherebbe, quelli sulla giustizia. Però, sia ben chiaro, il sempre spiritoso Presidente del Pd, Matteo Orfini, precisa che “Ala non entra in maggioranza”. O magari ci entra a sua insaputa: sono rimasti solo lui e Mattarella a non saperlo (il Presidente l’altro giorno ha garantito ai 5stelle che Verdini non gli risulta, poi con comodo s’è svegliato). Ora fervono i preparativi per la grande rentrée di B che s’è già molto avvicinato scaricando Bertolaso per appoggiare Marchini in funzione anti-Meloni e dunque pro-Giachetti. Proprio ieri, del resto, con mossa felina ha ripristinato le giuste gerarchie penali con l’amico verdini: in un colpo solo ha moltiplicato per sette il processo Ruby, per cui ora è di nuovo primo. Sette dibattimenti a carico contro gli appena sei di quello sfigato di Denis

3)Sempre ieri mentre alcuni geniali capicorrente dell’Associazione magistrati spaccavano il capello in quattro per trovare qualcosa che non va nelle dichiarazioni del neoresidente Piercamillo Davigo e mettergli la museruola, l’istituto di sondaggi Ixè intervistava un campione di italiani per Agorà. Risultato: l’88% è d’accordo con l’analisi di Davigo sulla devianza delle nostre classi dirigenti (“non hanno smesso di rubare ma solo di vergognarsi”) . Figurarsi se l’Ixè avesse testato la vibrante denuncia di Renzi al Senato sulla “barbarie giustizialista che negli ultimi 25 anni avrebbe perseguitato tanti poveri politici e imprenditori innocenti”, candidi come gigli di campo, costringendoli a una vita di stenti; o magari la legge delega in cantiere per impedire ai magistrati di riportare , ai giornali di pubblicare e ai cittadini di conoscere le intercettazioni non penalmente rilevanti ma moralmente indecenti; il sondaggio sarebbe stato sospeso per eccesso di risate e pernacchie. Renzi ha molti difetti ma non la distonia con l’opinione pubblica: nessuno meglio di lui, dopo il tramonto di B, aveva saputo sintonizzarsi con la testa, anzi con la pancia, della gente, scegliendo parole d’ordine che tutti o quasi volevano sentirsi dire. Ora, all’improvviso, ha perduto il tocco magico, o l’ha sacrificato al Giglio Magico. E così si ritrova a distanze siderali dal Paese reale; precipita nei sondaggi, si annette tunnel svizzeri, inaugura viadotti già in piedi, promette soldi che non ha, fa coppia fissa con i Verdini e i De Luca che non dovrebbe toccare neppure con una canna da pesca, pasticcia sulla prescrizione che nessun italiano sano di mente e incensurato vuole conservare, sistema amici, occupa poltrone e parla un politichese un po’ meno comprensibile del suo inglese. Come disse Veronica di Silvio: “chi gli vuol bene gli stia vicino”.

COS’E’ LA SPIRITUALITA’
Domanda rivolta al web, potete rispondere anche voi, ma sarebbe gradito che non mettesse nella risposta le parole: ‘Dio’ e ‘anima’, affinché la risposta possa andare bene anche per gli agnostici.

Annarita: “Ricordarmi che non sono solo un pezzo di carne e che posso attivare/coltivare/espandere un’altra parte di me, pressoché sconosciuta, che mi lega all’universo”.

Gianluigi: “E’ quella empatia con l’altro che ti porta alla condivisione”.

Ale: “E’ un percorso con il quale ci si stacca dal vincolo materiale per dedicare la propria esistenza a pensieri intangibili e inafferrabili a livello fisico, traendo dal vero tangibile il minimo necessario, contrapponendosi alla materialità nel modo più coerente possibile”.

Altri: Aumento di consapevolezza.

Sintonia con tutto ciò che esiste.

Sentirsi universo.

Buddhismo: La spiritualità è una via di liberazione dal dolore riducendo gli elementi egocentrici dell’io.

Se siamo tutti addormentati, la spiritualità è una via del risveglio che consiste nell’esercitare virtù, meditazione e saggezza.

Nel Taoismo, non esistendo né Dio né l’anima, la spiritualità è laica e consiste in una via mistica, una forma di meditazione senza parole, con cui si spezzano le catene della mente razionale e si entra in contatto con il cosmo, inteso come flusso vitale preesistente ogni differenziazione. Scopo del taoista perfetto è la santità, stato di perfetta armonia con tutto ciò che esiste e che si raggiunge non con l’azione ma con l’inazione, non col pensiero ma mandando in scacco il pensiero, non con la conoscenza ma con la non conoscenza, non lasciandosi turbare né dai mutamenti né dalla morte in una specie di atarassia.

Viviana: Intendo la spiritualità come un livello di coscienza più alto in cui ci stacchiamo sia dall’ego che dalla materialità e in parte anche dal nostro destino e tendiamo alla fusione con tutto l’esistente, umano e non umano, comunicando anche a sprazzi con l’invisibile e attingendo sempre a sprazzi ad una conoscenza assoluta che sta fuori del tempo e dello spazio (quella che in India si chiama Akasa o akasha). Se la nostra condizione umana costringe la scintilla del vitale ad essere imprigionata in una forma corpo dotata di proprie caratteristiche fisiopsichiche ed esistenziali, con la spiritualità saliamo a un livello più alto di liberazione dalle condizioni originarie in cui miriamo a quella liberazione assoluta che avremo dopo la morte, tornando a quella condizione di fusione totale con l’universo di cui possiamo avere a volte tenue memoria. In questo senso possiamo dire di dar prova di spiritualità ogni volta che ci sentiamo uniti all’altro o al mondo, e ce ne allontaniamo ogni volta che diamo prova di separazione, divisione, incomprensione, egocentrismo).

Sauro: Spiritualità per me è prendermi cura della mia Anima, accompagnarla in un percorso “evolutivo”, per cercare di sfuggire il più possibile dal “male” e avvicinarmi il più possibile al “Bene”. Spiritualità è osservare dei piccoli semplici “riti”, come accendere una candela in ossequio ad una persona cara defunta o per festeggiare un evento, come l’inizio della primavera. Bruciare un incenso. Entrare in un tempio, che sia una chiesa cattolica o valdese o una casa. Fare Reiki ad una persona per farla stare bene. E tantissime altre occasioni possono essere un momento di Spiritualità. Anche contemplare il massiccio del Monte Bianco dalla cima di una montagna può essere un momento altissimo di Spiritualità. Così come fare l’Amore con la persona amata può rappresentare un momento altissimo di Spiritualità.
Coltivare il proprio spirito e la propria anima, questa in sintesi è per me, la Spiritualità.

Fabio: “E’ espansione di coscienza al di là del proprio egoismo personale”.
“Un grado alto di evoluzione in cui si oltrepassano i limiti del proprio io per espanderci nell’universo.”

Aurora: “Credo che la spiritualità sia uno stato dell’essere che va aldilà delle cose tangibili e visibili uno stato in grado di percepire l’essenza delle cose in seno all’ordine universale”.

Liliana: “Annullare il nostro corpo, dimenticare sangue e ossa di cui siamo fatti e lanciarsi in una specie di mare unicum dove possiamo sentirci parte del tutto. E a questo “tutto” ognuno di noi dà il nome che crede, dio o natura o caos”.

Manuela: “La spiritualità è avere sempre il pensiero puntato verso ‘l’Alto’, ovvero in ogni atto che fai nell’arco della giornata, mentre vivi la quotidianità, avere una parte di te sempre rivolta all’Essenza , ad un ambire costante al ritorno del Principio Unico; e a fine giornata, in raccoglimento interiore, porti in offerta a quel Principio ciò che hai dato, fatto, detto….”.
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RIDIAMARO:-)

Arthur Rombò
Razzi:”Scendo in campo.”
Finalmente la svolta agricola.
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Pirata 21
Anche Razzi si candida a sindaco di Roma. È la risposta a chi diceva che peggio di così non sarebbe potuta andare.
E’ al momento è il più credibile.
Meloni:”Bertolaso non ha scaldato i romani”. E nemmeno gli aquilani.
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Luce so fusa
Sindaco di Roma, Tosi:” ci sto pensando anch’io”.
Oddio è incinta pure lui.
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Pirata 21
Camorra, mazzette per appalti: indagato Presidente del Pd Campania. Ma ormai al Pd non gli conviene mettersi in proprio?

Campania, la Camorra avrebbe chiesto favori al Pd. Deve essere disperata.

Presiedente Pd regione Campania indagato per favori alla Camorra. È già pronto il dopo De Luca.

Pd, Indagato per favori alla camorra Presidente regionale in Campania. Ormai nel Pd non ci sono più le “correnti” ma le “famiglie”.

Indagato il Presidente Pd in Campania per favori alla camorra. Sono sicuro che De Luca userà il pugno duro, nel promuoverlo.

foisluca84
Indagato il Presidente del PD Campania. Più che parlare di scandalo parlerei di consuetudine.

KimTaegon
Camorra, indagato il Presidente Pd in Campania
Renzi aspetterà con ansia la sentenza di prescrizione prima di giudicare.

Il PD rassicura i propri elettori non prova alcuna vergogna.

DoctorC
(quando la satira sta nella notizia):
Il Presidente del Pd Campania indagato per concorso esterno in associazione mafiosa è stato consulente del Governo fino al 2015.

Graziano è consigliere regionale in Campania.
Quindi da ottobre potreste anche chiamarlo Senatore.

SanGancillo
Indagato il Presidente del PD campano Stefano Graziano. Dev’essere l’effetto domino dell’indagine su Delrio.

comagirl00
De Luca: “Graziano è innocente fino al terzo grado di giudizio”. Tanto la prescrizione arriva prima.

notturnoconcertante
Renzi in diretta su Facebook dimentica di parlare della camorra.
Però aveva De Luca accanto.

luce so fusa
Renzi e De Luca in diretta su Facebook non nominano mai la camorra.
Altrimenti la ‘ndrangheta ci rimane male.
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Article 1

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MASADA n° 1761 7-5-2017 ORBS
Blog di Viviana Vivarelli

Nell’ultima conferenza presentata dalla Biblioteca di parapsicologia di Bologna ho ascoltato Stefano Nalini parlare degli ORBS. Questo acronimo sta per ORBITAL REDUCTION BALL SHINE, sfere brillanti.
Nalini ha fatto sugli ORBSS una ricerca decennale molto paziente che ha riportato in una serie di libri.
Si tratta di formazioni puntiformi che appaiono specialmente nelle foto digitali ma che possono apparire anche nelle pellicole ordinarie, senza corrispondere apparentemente a nulla che sia visibile ad occhio nudo, con l’aspetto di piccoli punti bianchi che, ingranditi moltissimo, 600 o mille volte, presentano tutti caratteristiche molto simili senza che si riesca a capire cosa siano.

Stefano Nalini è un signore in età, di grande corporatura, con l’innocenza di un bambino, sempre facile alla commozione, con le lacrime in pizzo, come si suol dire, che parla con voce lenta e quasi incantata e induce a una leggera sonnolenza.

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Studia questo strano fenomeno da molti anni con le apparecchiature più complesse, strumenti che conosce bene perché è stato un venditore di macchine fotografiche e conosce bene l’uso del computer e della tecnologia fotografica. Ha fatto sugli ORBS migliaia di foto che ha analizzato individuando delle caratteristiche comuni.
Quando si scatta una foto digitale, specialmente al buio e col flash, appaiono dei piccoli punti bianchi, ma quasi tutti questi punti non sono molto significativi, sono prodotti semplicemente dalla polvere, dalla pioggia, dall’umidità, da difetti della macchina fotografica o altre cause simili. Ingrandendo questo puntini non appare nulla, ma per gli ORBS la cosa è diversa e appaiono forme con disegni abbastanza simili.
Nalini ha iniziato la sua ricerca sugli ORBS nel 2001, dalle centinaia di migliaia di foto scattate ha estratto 2300 scatti più significativi e da questi 35 che destano vari interrogativi.
Nalini ha scattato foto in ogni posto possibile, castelli, cimiteri (in cui non ha rilevato nulla), situazioni varie con amici ecc.
In Inghilterra c’è un museo della medianità dove sono conservate vecchie foto del 1800 che già mostrano questi globuli bianchi.
A tutti può capitare di fare una foto e scoprire che contiene dei piccoli globi bianchi che dal vivo non erano visibili, piccoli punti luminosi che levitano attorno ad amici e parenti. Cosa sono ? Effetti ottici? Fantasmi? Anime? Ufo?

Gli ottici possono parlare di un fenomeno prodotto dalla diffrazione o di oggetti fuori fuoco, ma com’è, allora, che riportando sul computer questi punti luminosi e ingrandendoli 600 o mille volte, danno luogo a forme che hanno sempre le stesse caratteristiche? Il fenomeno della diffrazione si manifesta più facilmente con le fotocamere digitali compatte che hanno il flash più vicino all’ottica (più in asse), mentre con le fotocamere reflex, gli ORBS appaiono con maggiore difficoltà.
Guardandoli nella foto, non si capisce se sono lontani o vicini, qualche rara volta appaiono in parte dietro il soggetto (e questo è ancora più strano).
Per individuarli non occorre una macchina molto complessa, va benissimo una normale macchina fotografica digitale da poco prezzo, perché non ha il filtro che taglierebbe le frequenze.

L’ORB ci dice che quello che i nostri occhi percepiscono è solo una piccola parte della gamma di onde esistenti in natura.
Noi pensiamo che gli ORBS siano nella fascia degli infrarossi dove i nostri occhi non vedono e dove una macchina fotografica normale non arriva, tra i 700 e i 1200 nanometri.
Si consiglia di mettere la risoluzione massima e di impostare in grand’angolo, con apertura totale.
Quando si fotografa al buio e le foto risultano nere, basta metterle sul pc e cominciare a ingrandire e salta fuori qualcosa.
Con telecamera a infrarossi gli ORBS risultano in movimento, ma anche la polvere sospesa fa questo effetto e basta che uno sbatta i propri abiti perché la polvere crei un effetto di infiniti punti luminosi, per cui evitate di fare foto quando c’è vento o polvere.
Occhio anche a non scambiare i moscerini per angeli o fate.
La ricerca va fatta con i piedi per terra per cui anche gocce di pioggia o tracce di umidità possono essere scambiate per ORBS.
Altre tracce sembrano stelle filanti luminose. Ma, mentre pioggia, polvere o tracce di sporco sul vetro sono bianchi, gli ORBS, ingranditi, rivelano dei colori molto tenui ma perfettamente individuabili, di un leggero viola, verde, rosa ecc. e forme molti precise.

Tutti gli ORBS hanno una corona luminosa attorno, una corona meno luminosa più interna e una parte centrale più o meno mossa con zone più scure in cui Nalini cerca insistentemente dei visi o delle forme.

E’ vero, e lo riconosce anche lui, che il nostro cervello ha una funzione che si chiama PAREIDOLIA, per cui si tende istintivamente a trovare forme familiari in immagini ignote, ma a volte certe coincidenze sembrano sconcertanti come un giorno in cui i chiaroscuri interni sembravano delineare la figura di un angelo con la spada e il suo interlocutore trasse dal cassetto un santino con una immagine similare dell’Arcangelo Michele.
Si vede un po’ quello che si vuole vedere.

Partendo da queste similitudini, Nalini è andato molto avanti con l’immaginazione e ha dato a questi ORBS dei significati animici o da fantascienza, nell’ipotesi che essi siano messaggi significanti da parte di altre energie.
La sua convinzione è che anche la diversità dei colori sia significativa, come se essi fossero energie musicali e che, se c’è un messaggio, esso sia rivolto a colui che fa le foto. La sua esaltazione in proposito è notevole ed egli è convinto che si tratti di una forma di comunicazione o potrebbero testimoniare di altre forme di vita esistenti attorno a noi.

Le ipotesi di carattere paranormale più note sulla natura di questo fenomeno sono le seguenti:
-secondo alcuni sostenitori del paranormale (tra cui Andreas Müller, autore di “Kornkreise-Geometrie, Phänomene, Forschung”) gli ORBS sarebbero legati ad un altro fenomeno, quello dei cerchi nel grano o “crop circles”. Lo stesso Müller dice di nutrire dubbi su cosa possano rappresentare queste sfere di luce e sostiene che la gran parte delle loro apparizioni sia dovuta solo agli effetti del flash o all’improprio funzionamento di alcune apparecchiature fotografiche.
-secondo un’altra teoria paranormale, diffusa soprattutto tra gli spiritisti nordamericani che seguono le teorie dell’australiano Wyatt, si tratterebbe di spiriti che decidono di mostrarsi. Sempre secondo Wyatt alcuni sarebbero capaci di individuare gli ORBS ad occhio nudo poiché questi potrebbero essere in grado di decidere se e da chi farsi notare.

E’ molto facile riuscire a fotografare gli Orbs in situazioni di poca luce e con l’ uso del flash, è comunque possibile riprenderli anche di giorno e senza il flash.
Si constata che si muovono a velocità elevatissime perche scattando fotografie in sequenza appaiono, scompaiono, si presentano in numero diverso e posizioni diverse tutto in frazioni di secondo. Il professor Klaus Heinemann, ricercatore dell’agenzia spaziale americana NASA e autore del libro “The Orb project” e il teologo Miceal Ledwithha, hanno condotto decine di esperimenti usando due macchine fotografiche sotto condizioni controllate e scoperto che gli ORBS possono muoversi a velocità elevate, fino a 800 chilometri orari o più. E’ stato inoltre osservato che, scattando foto contemporaneamente con due macchine fotografiche che inquadrano lo stesso oggetto, ma da angolazioni diverse, le sfere apparivano solo in una delle immagini, come se avessero scelto su quale macchina apparire. Secondo Heinemann, pare che queste “entità” abbiano oltre a forme e densità diverse, anche abitudini diverse. Si dice che appaiano numerose quando qualcuno invia loro amore o cerca di comunicare con loro chiamandoli mentalmente. E’ possibile addirittura invitarli a partecipare alle foto.
Una diversa teoria è raccontata nel libro “Ascension Through Orbs” scritto da Diana Cooper e Kathy Crosswell. Secondo la loro ricerca, le sfere sono parte di un movimento di massa nella gerarchia spirituale e servirebbero ad aiutare il pianeta Terra ed i suoi abitanti ad ascendere. Alcuni Orbs servirebbero ad accelerare la crescita spirituale dell’ individuo col quale entrano in contatto, ognuno offre diversi tipi di accesso ad elevate energie ed è collegato ad un diverso chakra.

Si ricordi che in prossimità dei cerchi del grano sono state fotografate sfere di luce che hanno colori sempre diversi ma i più frequenti sono l’arancione, il giallo e il verde, il loro diametro spazia dai 20 cm ai 20 metri, sono state fotografate ferme al suolo o che si muovono a zig zag sia di giorno che di notte e non sono visibili ad occhio nudo, proprio come gli Orbs. Naturalmente è facile pensare che il fenomeno non abbia niente di paranormale e che le teorie degli scettici sembrino più veritiere e controprovate rispetto alle altre.


(Palle di luce)


(In un crop circle)

Video

Se gli ORBS non sono visibili ad occhio umano nel campo visivo reale ma compaiono attraverso ingrandimenti di foto, ci sono poi le sfere di luce che hanno dimensioni molto più grandi e sono viste specialmente da aerei ad alta quota.

Alcune sono state filmate mentre si muovono nel cielo e contemporaneamente il campo di grano sottostante veniva inciso e disegnato in forma di mandala.

Viviana Vivarelli

Secondo una teoria paranormale, diffusa soprattutto tra gli spiritisti nordamericani che seguono le teorie dell’australiano Wyatt, si tratterebbe di spiriti che decidono di mostrarsi. Sempre secondo Wyatt alcuni sarebbero capaci di individuare gli ORBS ad occhio nudo poiché questi potrebbero essere in grado di decidere se e da chi farsi notare.

Quando ero piccola ed ero spesso malata perché avevo una malformazione bronchiale che mi dava febbre alta e bronchite cronica. Fino ai 9 anni ho abitato in una casa fatiscente del centro brutto della vecchia Firenze, e la camera, fredda e volta a nord, era oltre le scale, per cui passavo giornate intere a letto da sola, senza giocattoli e senza tv o radio, giocando solo con le mie mani o con una scatola di bottoni di mia mamma che faceva la sarta. Quando la febbre era più alta, ricordo che vedevo delle grandi bolle, soffici e luminose, che si sollevavano lentamente negli angoli della stanza, le percepivo come presenze amiche, mi facevano compagnia, erano lente e misteriose, ma ero una bambina molto strana e la palla di gomma era la mia amica immaginaria che io percepivo come vivente e in grado di comunicare con me e pensavo che esistessero gli omìni che vivono sotto le mattonelle a cui offrivo piccole offerte di cibo dei ditali che rubavo a mia mamma.

Le bolle erano soffici e luminose, si alzavano quietamente da terra negli angoli della stanza, simili a fulmini globulari, erano come anime buone e silenziose
Erano i miei amici d’anima, protettori silenziosi, a volte venivano fitte e riempivano la stanza ondulando attorno a me, mentre bruciavo per la febbre. Erano abbastanza grandi
,globuli evanescenti e biancastri e qualche volta mi parevano lievemente colorate e allegre. Ma dopo ho visto anche ‘le ragnatele’, cupi ammassi neri confusi negli angoli alti e bui delle stanze, larghi mezzo metro o un metro, che evitavo di guardare per paura, e anche altri le videro accanto a me e me le indicarono (Donatella).
Uno dei fidanzati di mia figlia ne indicò una in un corridoio semibuio e disse: “Qui sento il Male”.
C’erano anche i ‘boli rotanti’, simili a quei cespugli che rotolano nel deserto portati dal vento, rotolavano sul pavimento davanti a me come ammassi di fuliggine sottile e io alzavo i piedi per non toccarli, e anche questi altri li videro con me ed erano malefici. Poi arrivavano ‘gli uccelli di luce’, a volte sfrecciavano come uno sprazzo di luce al lato dello sguardo, un battito d’ali che mi ricorda la morte, una luce rapidissima che ti passa a fianco come una freccia e fai appena a tempo a scorgerla
Gli oculisti li chiamano ‘fosfeni’, lampi gialli o azzurri al margine dell’occhio prodotti
da una leggera patologia della retina, da cui il detto “veder le stelle”. Il fenomeno può avvenire anche al buio, a occhi chiusi anche per chi è cieco, si produce nel cervello e ha aperto nuovi studi sul recupero della cecità; è lo stesso fenomeno che si ha strofinandoci gli occhi, ma questi lampi di luce sono stati fotografati con macchine agli infrarossi. Io ne sentivo anche il rumore crepitante, velocissimo; una volta ‘le ali’ mi sbatterono in faccia facendomi spaventare e a volte mi toccavano la mano che trasaliva. Ho sempre pensato che la morte, anche in sogno, si presentasse come una saettante colomba di luce.
Le luci potevano arrivare in traiettorie rapidissime nella stanza, come un fulmine e girare rapidamente, qualche volta le vedevo anche attorno alle persone e le vidi poi identiche in certe foto che dei fotografi del paranormale di Bologna avevano fatto per studiare ciò che non si vede al di là delle frequenze visibili (infrarosso). Anche io, quando fotografai la statuetta della Madonna a Chartres, che dicevano portasse addosso un vero lembo del mantello di Maria, ebbi una foto in cui non c’era affatto la statuetta della Madonna ma un cilindro lungo di luce.

Quando morì di leucemia la figlia della mia amica Giuliana e lei fotografò la cagna che la ragazza aveva tanto amato e che era stata sempre ai piedi del suo letto in tutta la sua malattia, in tutte le foto attorno alla bella bestia apparve un cerchio di luce e anche la cagna si chiamava ‘Luce’.

L’apparizione più bella fu quella delle’ girandole’ che esplosero un giorno nel mio ‘cerchio’ magico e in cui toccammo momenti di eccezionale simbiosi: un giorno bellissimo la stanza si riempì di girandole silenziose luminosissime e la dolce Laura-bruna disse: “Quanti vortici! C’è luce dappertutto!” Lei era una che sentiva l’incenso quando io sentivo l’incenso e vedeva la luce quando io vedevo la luce e questo mi confortava.
La luce che vedo a volte non è molto forte, ma come un neon intenso al centro che sfuma senza margini ed è in genere biancastra, come velata.
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MASADA n° 1762 9-5-2016 ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA

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MASADA n° 1762 9-5-2016 ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA
Blog di Viviana Vivarelli

Verso un sistema autoritario- Come si può giustificare la riforma del Senato dicendo che è per velocizzare le leggi quando una legge su 2 è fatta in 5 mesi per decreto? E come si può dire che è per risparmiare 100 milioni quando solo la Presidenza del Consiglio è costata 400 milioni in più e i soldi in vitalizi e superstipendi si buttano? – L’indice di democrazia – Tagli e bavagli. L’Italia è una democrazia difettosa –Degradazione sociale ed etica degli Italiani – 112 reati depenalizzati da Renzi – Bicameralismo- Vecchi e nuovi Padri Costituenti – Una spregevole riforma – Reddito minimo a Napoli – 10 milioni di poveri di cui un milione di bambini – Aboliamo la prescrizione almeno dopo la prima sentenza – Gli stratosferici stipendi italiani. Dov’è finito il tetto di 240.000 euro?- Elenco delle grane giudiziarie del Pd- Ma come si può mantenere libera una casta di corrotti e poi chiedere 4 anni di carcere a chi non paga il canone tv? – E’ arrivato Jeeg Robot

MacFerrin
Denis Verdini, ex braccio destro del Cavaliere, ha già presentato il suo simbolo per la campagna elettorale: un’ala stilizzata con i colori della bandiera italiana, lo sfondo blu a ricordare l’origine moderata e il contorno rosso che rimanda alla “passione” per la politica.
Basterà grattare con una monetina per scoprire i simboli veri: squadra e compasso.

Viviana
Anche Cacciari fa tutte le sue belle considerazioni intelligenti contro la riforma costituzionale e poi si mette la coda tra le gambe e dice che “Gli toccherà votare sì”! E’ pazzesco! Questi non sono intellettuali. Sono animali pasturati dal regime che non abbandonano la mangiatoia nemmeno di fronte agli atti peggiori. Ma non c’è nulla da fare: per alcuni essere “servi” è uno stato mentale, per altri è uno stato sociale.
La democrazia non è solo un atto di intelligenza. E’ un atto di coraggio. E c’è chi il coraggio non sa darselo e preferisce la sua situazione di comodo, se ce l’ha.

STIAMO DIVENTANDO UNA REPUBBLICA SEMIPRESIDENZIALE
Viviana Vivarelli

Stiamo assistendo a una paurosa deriva di autoritarismo, cioè a una rapida tendenza verso un sistema antidemocratico. E prima i cosiddetti ‘intellettuali’ italiani lo denunceranno, meglio sarà. Ben venga, dunque, la correzione di Benigni che dice che a ottobre voterà No. Meglio tardi che mai. Ma è ancora poco.
Nel suo primo discorso, Mussolini, il 16 novembre 1922 dopo la marcia su Roma, disse: «Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti». Ora c’è qualcuno che fa esattamente questo. Stiamo diventando una Repubblica semipresidenziale, che è molto peggio di una Repubblica presidenziale.
Anche se non abbiamo ancora un premier che è anche Presidente della Repubblica a diretta elezione popolare, la caratteristica di una Repubblica semipresidenziale è la gestione egemonica e autoritaria del potere da parte del capo del Governo, come conseguenza dell’eccessiva concentrazione di poteri sulla sua persona con conseguente schiacciamento delle altre istituzioni e soprattutto dei diritti dell’opposizione.
Ovviamente, noi dissentiamo con forza con questo regime, che in Italia sta portando a un assolutismo senza contrappesi, vista anche la non libertà dei media e l’annichilimento dei sindacati, mentre Renzi riduce progressivamente i diritti della sovranità popolare (ha già eliminato due diritti di voto e reso più difficile il referendum) mentre attacca la Magistratura con toni identici a quelli di Berlusconi.
L’esistenza di una opposizione e la sua possibilità di contare qualcosa e di moderare il potere è un caposaldo fondamentale di una democrazia, che, per essere tale, deve essere pluralista, basarsi sulla divisione e il bilanciamento dei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, e prevedere dei contrappesi (vd importanza di una stampa libera o di un organo che si contrappone al Presidente come fa per es. il Congresso americano contro il Presidente USA).
Finora in Italia l’opposizione si è fatta sentire soprattutto in Senato e spesso è stata fondamentale per rallentare o correggere delle cattive leggi, per cui la decisa modifica costituzionale di Renzi ha avuto come scopo quello di neutralizzare l’opposizione attraverso la riduzione della rappresentatività del Senato e con l’aumento del potere anche legislativo del Governo. Del resto Renzi legifera già a suon di decreti, ne fa 2 al mese, abbonda nel voto di fiducia, in 2 anni l’ha chiesta ben 48 volte, usa la Camera solo per vidimare le sue decisioni stroncando ogni dibattito parlamentare, licenzia le commissioni se non gli sono succubi al 100%, e debilita il Senato, riducendolo di numero e togliendogli l’elezione diretta da parte cittadini, cioè la sua funzione di rappresentanza popolare. Ma questo è assolutismo, non è più democrazia.
Peggio di Renzi fu solo Monti, alla prese con inedite intese e una crisi senza precedenti, e in anno e mezzo impose la fiducia 51 volte, per far passare a forza leggi difficili come la riforma Fornero (8 voti alla fiducia), la legge Severino e il Salva Italia (5 ciascuno), il decreto Sviluppo e la Riforma fiscale (4 ciascuno).
Come abbiano potuto i piddini votare tutte queste porcherie resta un pesante mistero.
Renzi ha imposto la fiducia, cioè il voto parlamentare senza discussione e modifiche, più spesso di Monti, con chiara trasgressione del dettato costituzionale, per il Milleproroghe, le missioni internazionali, il decreto Stadi, il Giubileo, le carceri, l’Ilva ecc. La blindatura è stata posta anche quando non serviva perché i voti c’erano, come alla Camera, per 24 volte. Una legge su due è stata approvata in questo modo con chiaro schiacciamento dei poteri parlamentari e dunque della sovranità popolare. Con Renzi i decreti da mezzo straordinario sono diventati mezzo ordinario, in media uno ogni 15 giorni. Berlusconi, che fu molto criticato dal csx per questo, in 3 anni fece 80 decreti, Renzi ha fatto peggio perché in due anni ne ha fatti 48.

Dunque salta uno dei motivi per cui è stata fatta la modifica del Senato: fare leggi più veloci, visto che una legge su due viene fatta ormai per decreto in 5 mesi. In quanto al presunto risparmio che si avrebbe con un Senato ridotto (risparmio ridicolo di 100 milioni) si pensi che solo le spese di Palazzo Chigi, con Renzi, sono aumentate fino a 3,8 miliardi. Solo la Presidenza del Consiglio è costata 400 milioni di euro in più.
Dunque:
Bavaglio alla stampa e controllo assoluto della Rai.
Annullamento dei sindacati.
Attacco alla Magistratura.
Abuso di decretazione.
Nullificazione della Camera.
Riduzione del Senato.
Schiacciamento dell’opposizione.
Pesanti modifiche costituzionali portate a forza da un solo partito e spezzano l’equilibrio dei poteri.
Partito della Nazione che assorbe in sé tutte le vecchie ideologie per mostrare la sola idea del potere per il potere.
La diffamazione e lo scherno usati come mezzo di governo…
232 parlamentari transfughi con 307 cambi di casacca.
Tutti i diritti dei cittadini e dei lavoratori che sono costati secoli di lotte di civiltà annullati con mosse rapide e reazionarie.
Una condotta di Governo che premia solo i corrotti, i ricchi, i banchieri, gli speculatori, i finanzieri, i poltronisti e i mafiosi….
Ma di cosa dovremo gloriarci?

DEMOCRACY INDEX
Viviana Vivarelli

Ci sono diversi modi per stabilire il grado di democrazia di uno Stato. The Economist stila ogni anno una classifica sulla democrazia (Democracy index), esaminando 167 nazioni e valutandole con un punteggio da 0 a 10. Alla fine del 2010, la Norvegia risultava la nazione più democratica al mondo con un punteggio di 9,8 mentre la Corea del Nord era al minimo con 1,08. Nel 2015 l’Italia risulta una ‘Democrazia imperfetta’ al 29° posto con 7,85, il Governo sta al 6.43, la cultura politica poco sopra il 7, il livello dell’amministrazione al 6,43. I Paesi a rischio di democrazia sono quelli in cui la partecipazione politica dei cittadini è debole. E le riforme di Renzi vanno tutte in questo senso: indebolire la volontà popolare, smantellare i contrappesi, imbavagliare l’opposizione, svuotare le istituzioni delle loro funzioni e dei loro poteri e aumentare la concentrazione di potere su se stesso.
Lo studio dell’Economist conclude che la democrazia in Europa si è deteriorata allo stesso modo via via che la crisi economica produceva i suoi nefasti effetti. Tra il 2006 e il 2008, la democrazia ha ristagnato; fra il 2008 e il 2010, è regredita. Nel 2011, sette Paesi dell’Europa occidentale hanno subito un declino di democrazia, 5 sono della zona euro: Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e Irlanda. Più drammatica degli altri la situazione di Grecia e Italia. Anche Freedom House dice che nel 2013 le “libertà globali” erano diminuite per l’8° anno consecutivo. Non sono solo nate meno democrazie, ma alcune di quelle esistenti hanno diminuito le loro libertà e le loro garanzie e diritti, pur mantenendo un’apparenza democratica. Con Renzi l’Italia è diventata un Paese a ‘democrazia imperfetta’ che marcia verso un ‘semipresidenzialismo’ senza contrappesi, senza rispetto del voto popolare, con tutti i poteri sempre più accentrati su una sola persona, senza pluralismo, dove l’elettore conta sempre meno e con media di regime che spargono disinformazione. Di contro, una cultura democratica nel Paese si va perdendo, mentre è gravemente carente nelle forze di Governo. Andiamo così male che ci mettono al 29° posto, tra il Botswana e il Sudafrica, molto lontani da Stati come Germania (al 13° posto), Regno Unito (al 16°) o Stati Uniti (al 19°).
In Italia “capi democraticamente eletti sono stati sostituiti da tecnocrati” (Monti) e a questi sono succeduti leader non democraticamente eletti (Renzi), i quali stanno modificando l’assetto costituzionale del nostro Paese senza esplicito mandato elettorale in tal senso e con la forza di un solo partito. Al decadere della democrazia fa riscontro l’aumento di corruzione politica non punita adeguatamente ma depenalizzata dalla forze di Governo che rendono via via sempre più debole la reazione della Magistratura aumentando la mancanza di responsabilità civile e penale dei corrotti con leggi di protezione del crimine.
Ha ragione Michele Ainis quando dice che “il divorzio tra responsabilità e potere è alla radice di tutti i nostri mali”. Siamo governati da irresponsabili, la reazione fiacca, assenteista se non addirittura complice dei cittadini rende la situazione anche più grave e terribile.

I capisaldi di una democrazia sono:
– suffragio universale maschile/femminile
– elezioni libere, competitive, regolari, ricorrenti
– multipartitismo
– fonti di informazione plurime ed imparziali
– garanzia di diritti di cittadinanza
– abbattimento delle più estreme diseguaglianze socio-economiche
– sufficiente cultura democratica della classe politica e dei cittadini
I diritti civili sono: diritto alla vita, libertà di autodeterminazione, diritto alla sicurezza personale, libertà di culto, libera stampa e informazione, libertà di manifestazione del pensiero, libertà di associazione, diritto di sciopero, diritto di manifestazione pubblica.
I diritti politici sono: diritto di elezione, diritto di candidatura politica, diritto di associazione partitica
Poi ci sono i diritti economici che la crisi ormai ha stralciato per la maggioranza dei cittadini per concentrarli solo su una precisa classe di finanziari e politici.
I diritti sociali sono: solidarietà, welfare state, assistenza sanitaria universale, pari opportunità, diritto di voto per gli immigrati, diritto universale a un’istruzione paritaria e su tutti questi punti Renzi è latitante.
E, poiché in una democrazia i diritti sono in aumento, abbiamo gli ultimi diritti che storicamente sono stati riconosciuti dalle democrazie sane e moderne: diritto di decidere sul proprio corpo, libertà dell’orientamento sessuale, uso garantito di sostanze psicoattive, libertà della ricerca scientifica, accesso garantito alla fecondazione artificiale, diritto di aborto, diritto di eutanasia, diritto al testamento biologico, diritto al suicidio assistito. E anche su questo fronte Renzi va malissimo.

C’è infine un altro punto fondamentale: la diffusione di una cultura democratica nella gente, se manca questa, se anzi i mezzi di diffusione giornalistica lavorano al contrario perché diretti da quegli stessi magnati neoliberisti che sono contro la democrazia e non a favore, se i media complottano per diffondere disinformazione e plausi al rinascente fascismo, non siamo più in democrazia.
Così assistiamo a un processo estremamente negativo che non desta sufficiente reazione: forze politiche che marciano verso una progressiva limitazione dei diritti (sia primari che elettorali, sia di welfare che di stampa libera) e in questo modo sempre più si distrugge la democrazia.

TAGLI E BAVAGLI – LE DEMOCRAZIE DIFETTOSE
Viviana Vivarelli

Con Renzi, più che con Berlusconi, abbiamo assistito a: tagli e bavagli sulla volontà elettorale del popolo (cancellazione del diritto a eleggere i Presidenti di Provincia e ora anche i Senatori e referendum resi più difficili), stampa e tv asservite e di regime, abolizione dell’intervento dei sindacati sulle leggi sul lavoro, distruzione delle tutele dei lavoratori, riduzione dello stato sociale, eliminazione delle differenze politiche ideologiche con patti e alleanze contro natura, bavaglio agli investimenti pubblici per il pareggio del bilancio inserito in Costituzione, governi che non escono da elezioni popolari ma sono decisi da potentati finanziari esterni all’Italia, politici corrotti che non ricevono alcune punizione né sono estromessi dalle candidature e dalle cariche…E questa riforma costituzionale che abbatte il Senato e toglie un altro diritto elettorale al popolo è un’altra picconata contro la democrazia e di rafforzamento di un regime antidemocratico che realizza il piano pidduista di Licio Gelli.

Mentre il M5S richiede e propone un allargamento della democrazia, Renzi e i suoi alleati lavorano per restringerla e annullarla.
L’indice di democrazia stilato nel suo rapporto da The Economist chiama la nostra ‘l’età dell’ansia’.Ci dà una valutazione della democrazia in 165 Stati indipendenti, dunque copre quasi tutta la popolazione del mondo.
Si basa su 5 categorie:processo elettorale e pluralismo, libertà civili; funzionamento del Governo, partecipazione politica, cultura politica.
Distingue 4 sistemi: Democrazie piene; Democrazie difettose; Regimi ibridi; e Regimi autoritari. Con Renzi siamo diventati una democrazia difettosa e si avviamo a diventare un regime autoritario.
Nel 2015 la democrazia ha avuto varie battute d’arresto prodotte dalla crisi economica, le guerre, il terrorismo, le migrazioni di massa ..
Sono aumentate l’ansia personale e sociale e l’insicurezza. Sono diminuiti i valori illuministi (libertà, uguaglianza, fraternità, ragione, tolleranza e libertà di espressione).
In molti Paesi le élite politiche constatano la propria incapacità di relazionarsi con l’elettorato e temono la sfida dei partiti populisti che giustamente raccolgono le lamentele popolari e propongono midi nuovi e allargati di gestire la democrazia, il consenso e la rappresentanza. Sulla via reazionaria, i partiti consolidati hanno colluso per escludere o emarginare i movimenti populisti. Nei paesi non democratici (vedi Egitto o Turchia), le élite politiche autoritarie temono la minaccia dalle masse, imprigionano gli avversari, controllano i media, tagliano le libertà elettorali e reprimono la protesta.
I cittadini sono sempre più arrabbiati perché le loro preoccupazioni non vengono più rappresentate dai partiti tradizionali.
Su 165 Paesi che ricoprono quasi tutto il globo, la metà viene chiamata democrazia ma solo 20 sono considerati ‘democrazie piene’.
59 paesi sono classificati come “democrazie imperfette o difettose”. L’Italia è una ‘democrazia difettosa’. Degli altri 88, 51 sono .”sistemi autoritari” e 37 “regimi ibridi”.
Solo l’8,9% dei cittadini del mondo vive in una “democrazia piena”.
2,6 miliardi di persone, più di un terzo della popolazione mondiale, vivono ancora in sistemi autoritari (molti ovviamente in Cina).
Sono considerate democrazie piene: Norvegia, Islanda, Svezia, Nuova Zelanda, Danimarca, Svizzera, Canada, Finlandia, Australia, Olanda,
Lussemburgo, Malta, Inghilterra, Spagna, Mauritius, Uruguay, USA.
Le “democrazie difettose” sono concentrate in America Latina, Europa orientale e in Asia. Ma anche la Grecia e l’Italia ne fanno parte.

Schiavidellelobby

Può una pianta di rovi generare un frutto buono?
Può un pdc mai sottoposto al vaglio delle elezioni scrivere la legge fondamentale, il patto frai i cittadini, per i cittadini che mai lo hanno votato?
Può un Renzi modificare ciò che fu scritto dai PADRI COSTITUENTI?
Può il figlio di un bancarottiere, truffatore dell’Inps, pluriindagato da sindaco e Presidente di Provincia, appena coinvolto nel decreto salvabancarottieritruffatori, parenti del Governo, riscrivere l’Italia?
Può chi fascisticamente ha irriso l’istituto democratico del referendum, compiendo un reato da pubblico ufficiale (pubblico invito a reti unificate del primo pubblico ufficiale della Repubblica non andare a votare) mettere il mattone fondamenta della Repubblica stessa?
Può chi non ha il mandato dei mandatari, costituire un atto superstraordinario che coinvolga persone che non gli hanno mai dato mandato di formularlo, e per di più come atto di parte, per di più ancora, in conflitto di interesse con chi non gli ha dato mandato?
Può uno che mai ha lavorato, mai ha prodotto, produrre le basi su cui devono relazionarsi tutti gli strati sociali, le classi, i lavoratori o i cittadini, senza neanche una costituente di maggioranza assolutissima?
Chiedere il voto referendario a cittadini ignavi e a digiuno dei fatti, soggetti a media occupati e pagati dal loro ”tutore”, equivale a chiedere ad un incapace di sanare un atto illegittimo compiuto a suo danno e di cui gli si nascondano effetti e le conseguenze.
Ripeto può una pianta di rovi che sta soffocando un albero da frutta, un saprofita che si é impossessato indebitamente del corpo che lo ospita, deviandone i comportamenti, può, ripeto, produrre frutti buoni?
La risposta é che Mussolini, Hitler, Renzi, i rovi in generale, producono solo spine raggirando i popoli.
Gli alberi si giudicano dai frutti e i frutti dagli alberi, non è consigliabile giudicare i frutti velenosi mangiandoli.
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Alessio Santi
La Grecia è fallita con il 130 % del PIL e aveva un debito complessivo che era 1/5 del nostro… Noi ci tengono legati al lumicino, si perde tempo con le chiacchiere, per dar tempo alle bande bassotti di completare il lavoro decennale di furti pubblici e di appalti pilotati, di truffe semantiche e di subappalti regalati ai fidanzati, di rapine milionarie senza pistola nelle banche da parte di babbi e di fratelli, di accordi sottobanco e soprabanco fra dx e sx per raccattare gli ultimi spiccioli, gli ultimi milioni di euro.

DI MAIO A CENA CON L’ISPI

Si sta accendendo l’interesse esterno verso il M5S.
Di Maio è stato invitato a una cena dall’ISPI, Istituto per gli studi di politica internazionale, cena in cui c’erano anche membri della Commissione Trilaterale, a partire da Mario Monti e dal vice-direttore dell’istituto Carlo Secchi, presidente del ramo italiano della stessa Trilaterale. Il giudice Ferdinando Imposimato ha precisato che Di Maio ha partecipato a una cena sulla politica migratoria dopo essersi preventivamente accordato con i parlamentari 5stelle che si occupano dell’argomento.
Vorrei far notare quanto il tema delle migrazioni sia importante oggi e vorrei ricordare anche che agli ultimi convegni europei sui migranti Renzi non è nemmeno stato invitato. La Merkel ignora i gravi problemi dell’Italia sul fronte dell’accoglienza mentre fa patti illegittimi con la Turchia a cui saranno dati 6 miliardi mentre sulle necessità italiane si nicchia.
Subito i nemici del M5S hanno attaccato Di Maio accusandolo di essere entrato a far parte dei ‘poteri forti’. Di Maio ribadisce che ha solo partecipato a una cena a cui erano state invitate molte persone e che e “se è per questo partecipa pure alle riunioni dei capigruppo con Brunetta e Lupi”.
Magari qualche domanda dovremmo farcela invece sugli incontri di Renzi con Michael Ledeen, mente strategica della Guerra Fredda di Reagan, ideologo degli squadroni della morte in Nicaragua, consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, una delle intelligenze nella guerra al terrore promossa da Bush, teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano. Che ci è andato a fare da Renzi?
Prima i soldi e gli indottrinamenti di Verdini, poi i contatti con questo ambiguo personaggio, poi ancora la nomina di Carrai a capo dei servizi segreti quando lo stesso è consulente dei servizi segreti di Israele (nomina che è stata contestata giustamente persino da Obama).
Come mai Mattarella viene elogiato da Ledeen sul Wall Street Journal?E come mai Ledeen partecipò in Toscana al ricevimento di nozze di Carrai con l’ambasciatore USA? Tutto questo mi sembra molto più grave di una cena dell’Ispi a cui è stato invitato Di Maio e a cui partecipava gente come Monti.

Adolfo Treggiari
Che una politica economica Keynesiana sia indispensabile perché un Paese esca da una fase di depressione lo hanno capito fin dalla metà del secolo scorso persino gli americani, campioni del liberismo. Il problema per l’Italia è che una politica espansiva trainata dalla spesa pubblica si scontra con le rigide regole europee del fiscal compact e con l’abnorme debito pubblico del nostro Paese, accumulato in decenni di sprechi dei governi a guida democristiana, socialista e berlusconiana. Ci sono però altre leve che il Governo italiano potrebbe usare, dalla razionalizzazione della spesa pubblica alla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale. Solo che per farlo occorre il coraggio e la lungimiranza dello statista perché si tratta di colpire interessi e centri di potere consolidati, il che contrasta con il disperato desiderio del nostro Premier di rimanere in sella ad ogni costo, anche a costo di far morire il cavallo.
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Maria Pia Caporuscio
Prima dell’Unione Europea lo Stato aveva la sovranità monetaria per cui finanziava i servizi necessari al benessere dei cittadini, ma da quando siamo entrati nell’euro sono le banche mondiali a finanziare se stesse, tagliando lo stato sociale. Il debito trasformato da pubblico (che nessuno ci poteva richiedere) a privato (pagandoci interessi da usura alle banche) tramite il quale si ricattano le nazioni.
Oltre alla rinuncia della sovranità monetaria con la quale questi capi di Stato si sono castrati, divenendo a tutti gli effetti impotenti e succubi del potere finanziario, hanno rinunciato anche a quella politica per cui agiscono come bambini scemi, agli ordini dei banchieri. Tutto questo non fa che aumentare la disonestà della classe dirigente dove miliardi di euro all’anno vengono inghiottiti dalla corruzione ed evasione fiscale. Purtroppo è questo nazi-capitalismo a creare la recessione e dopo l’introduzione nella Costituzione dell’obbligo di pareggio di bilancio, è come aver messo una spada sul capo di ogni cittadino. Certo questi moderni boia da qualche parte devono prendere i soldi per pagare i loro vizi, i favolosi stipendi, i privilegi delle caste e per far fronte alle necessità più urgenti, per cui si taglia la sanità, la ricerca, la prevenzione, le pensioni, l’istruzione tanto i cittadini sono abituati a stare a pecoroni.
Più l’avidità dei banchieri si fa irrefrenabile e più si smantella lo stato sociale. Si privatizza tutto persino l’acqua pubblica nonostante il novanta per cento degli italiani abbiano detto NO alla privatizzazione col referendum.
Questi disonorevoli se ne fottono dalla volontà popolare per cui si arriva a socializzare le perdite e privatizzare i profitti e i poveri cittadini assistono impotenti alla ricchezza sfrenata delle lobby e all’impoverimento tragico del proprio potere di acquisto.
Stiamo vivendo una fase storica basata sulla barbarie e purtroppo dobbiamo temere che il peggio debba ancora arrivare.

DEGRAZIONE SOCIALE ED ETICA DEGLI ITALIANI-112 REATI DEPENALIZZATI DA RENZI
Viviana Vivarelli

E’ davanti ai nostri occhi la degradazione sociale e morale di almeno metà dei cittadini italiani e che questa degradazione etica e culturale si accompagni al crollo dell’Italia in tutte le classifiche mondiali e alla caduta della stessa all’ultimo posto in Europa non meraviglia ma è la logica conseguenza dell’abbrutimento di una classe politica che ormai ha battuto il peggio di qualsiasi politica italiana degli ultimi 70 anni..
Mi fanno stridere i denti quelli che sparlano ancora di una presunta incapacità a governare dei 5stelle con la scusa che l’onestà non basta. E quale efficienza e capacità mostrerebbero le altre forze politiche a fronte di una gigantesca caduta nella disonestà più plateale? E questo Renzi così arrogante e volgare cosa pretende di affermare con un senso morale caduto ormai tanto in basso?
Uno dei segni di questo degrado morale è il Decreto Legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014 varato dal Consiglio dei Ministri, per il quale non saranno più puniti ben 112 reati che non faranno più andare in carcere chi li commette, con o senza premeditazione. La depenalizzazione è stata effettuata dal ministro della Giustizia Orlando e dalla ministra Madia e non ha destato alcuna reazione nello zombizzato popolo italiano.
Depenalizzati lo stalking, la corruzione di minore, il furto… non è più reato nemmeno il pizzo !!! Un bel regalo alla mafia!
Facile avere la fedina penale pulita così.

BICAMERALISMO
Cos’è questa foia che ha preso Renzi e molti Italiani per cui si vuole abbattere i bicameralismo?
Hanno il Bicameralismo: Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Germania, India, Malesia, Pakistan, Russia, Sudafrica, Svizzera, e Stati Uniti..
Vorrei ricordare che la Svizzera ha il migliore sistema democratico del mondo ma non ci pensa nemmeno ad abolire il bicameralismo.
Ricordiamo anche chi furono i Padri Costituenti della Costituzione più bella del mondo:
Piero Calamandrei, Benedetto Croce, Lelio Basso, Codignola, De Gasperi, Di Vittorio, Einaudi, La Malfa, La Pira, Lussu, Marchesi, Ferruccio Parri, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Terracini, Togliatti, Ignazio Silone, Aldo Moro, Labriola.

I nuovi barbari invece sono: Renzi, la Boschi, Alfano, Verdini, Scalfarotto, Stefania Giannini, la Lorenzin, la Guidi, la Madia, la Pinotti, Orlando, Padoan, Gentiloni, Del Rio, Martina, Franceschini, Poletti, Faraone,..
Se vi sembra che ci sia un confronto possibile….

Hologram
Se questa riforma è così ben fatta e giusta, allora perché si sono usati i peggiori strumenti in mano alla Governo per farla passare a forza?
E poi, da quando in qua una riforma costituzionale la fa l’Esecutivo? Si tratta di una palese anomalia. Che cosa c’entra il Governo, che dovrebbe occuparsi sostanzialmente di dare concreta attuazione alle leggi emanate dal Parlamento, con la Costituzione e la sua eventuale revisione? Niente. Infatti non è casuale che i membri della Corte Costituzionale, cioè l’organo supremo che vigila sul rispetto della Costituzione, siano nominati dal Parlamento, dal Presidente della Repubblica e dalla Magistratura, ma NON dal Governo. Non è compito del Governo occuparsi della Costituzione, se non nel senso di rispettarla come tutti sono tenuti a fare (art. 54).
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Arturo
A ottobre non avremo un referendum tra un sì e un no (come lo è stato ad es. per la precedente riforma del titolo V). E’ un referendum per restare in democrazia o tornare in dittatura. Al posto di un iteri legislativo puro e semplice avremo 12 procedimenti legislativi destinati a bloccare il Parlamento e concentrare tutti i poteri nel Governo grazie al combinato disposto con l’Italicum. I dotti professori come Zagrebelsky sanno benissimo cos’è una rivoluzione in senso tecnico o che cos’è la deroga dell’art. 138 cost. che non è stata approvata per miracolo grazie a chi è salito sui tetti e ad una dotta sezione feriale della Cassazione.

UNA SPREGEVOLE RIFORMA. LE BALLE DI RENZI
Viviana Vivarelli

La furbizia di Renzi è far credere lucciole per lanterne. Fa credere che si elimini il bicameralismo mentre resta, che si toglie il Senato mentre rimane, così come in precedenza aveva detto che aboliva le Province ma sono rimaste e costano come prima, In entrambi i casi quello che viene cancellato è solo il diritto elettorale dei cittadini. Ora dice che abolirà il Senato. FALSO. ll Senato continuerà ad esistere, solo molto più incasinato, con 12 sistemi diversi per fare le leggi al posto di uno. Renzi cancella invece il diritto elettorale dei cittadini di eleggere i Senatori come loro rappresentanti. Li nominerà lui e sceglierà altri yesman, con una ulteriore sottrazione di democrazia.
Non è vero nemmeno che fare le leggi sarà più veloce, sarà invece il caos, visto che
il Senato mantiene la funzione legislativa paritaria o può proporre modifiche per una seconda lettura alla Camera e in molti casi la Camera deve poi riapprovarle a maggioranza assoluta dei suoi componenti, secondo 12 modi diversi e ingarbugliati e vari rimandi che non velocizzeranno affatto le leggi.
Non ci saranno nemmeno grandi risparmi, visto che i Senatori saranno rimborsati sulle trasferte più altri rimborsi. Resterà poi il personale dipendente e al massimo ci sarà un 20% di risparmio, ovvero 100 milioni, che si poteva avere meglio adeguando TUTTI gli stipendi alla media europea. Se l’obiettivo era il risparmio, bastava dimezzare tutti i parlamentari. Con questa riforma i parlamentari stipendiati restano infatti 630 (i deputati), più i rimborsi e le trasferte a Roma dei 100 Senatori.

Purtroppo saltano tutti gli equilibri democratici. Combinato poi con l’Italicum che toglie le preferenze sbilancia tutto sul partito di maggioranza il cui Premier controlla 340 seggi. Troppo potere nelle mani di uno solo che può decidere chi votare come Presidente della Repubblica o come giudici della Consulta (10 su 15).
Non è vero che avremo governi più stabili, perché occorrerà che chi vince alla Camera vinca anche al Senato e non è scontato.
Non è vero che questo Senato rispecchia le Regioni come in Germania, perché i membri del Bundesrat sono vincolati al mandato ricevuto dai governi dei Länder di provenienza, ne rispecchiano la volontà e ne sono espressione diretta: in modo da costituire un contrappeso federale e locale al potere centrale. Da noi invece i Senatori non hanno alcun vincolo di mandato rispetto alla regione di provenienza, quindi non ne esprimono le volontà: sono solo espressioni dello loro appartenenze politico-partitiche.
Questo Senato non rispecchia nemmeno il federalismo, al contrario, la riforma Boschi toglie alle regioni molti margini legislativi e ne riduce autonomia (salvo le Regioni a Statuto speciale). Il testo è ambiguo e malfatto, rimanda a leggi ordinarie e aumenta il contenzioso tra Stato e Regioni.
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Sono per il No i costituzionalisti ZAGREBELSKY, RODOTA’, LORENZA CARLASSARRE, Alessandro Pace, Salvatore Settis, Elisabetta Rubini , Roberta De Monticelli, Gaetano Azzariti, Alberto Vannucci, Simona Peverelli, Salvatore Settis, Costanza Firrao (e scusatemi se è poco).
Sono per il SI’ la Boschi, la Madia, la Pinotti, Verdini, Scalfarotto, la Guidi, Padoan, Del Rio, Gentiloni, Franceschini, Poletti, Faraone.. Nessuno di costoro è un costituzionalista. La Guidi si è dovuta dimettere. Faraone è accusato di peculato, del rio di rapporti con la mafia.. ma si deve continuare?

Tutte le leggi che partono da Renzi sono malfatte anche tecnicamente, sono abborracciate e confuse, tanto che è il Presidente della Repubblica che deve rimetterle in ordine e dar loro una veste presentabile. Renzi presenta solo una tendenza ossessiva: ridurre i poteri dell’elettorato, ridurre i diritti dei cittadini, ridurre i diritti dei lavoratori, umiliare il Parlamento e ridicolizzare la Magistratura, con omertà parlamentari che ostacolano i processi a politici, tempi di prescrizione dimezzati, reati gravi depenalizzati, obbligo ad archiviare i casi politici, leggi che sanciscono iniquità palesi. Dal punto di vista tecnico, la riforma è una frode, perché non renderà più snella l’attività legislativa bensì, nel modo caotico e cialtrone con cui è stata fatta, aprirà infiniti conflitti di competenza. In pratica avremo sempre un bicameralismo ma stolido e confuso, in cui un Senato di ‘nominati’ si ritroverà ad esercitare in parte la funzione legislativa, anche su cose gravi (come la politica comunitaria, le politiche pubbliche e di controllo sulla Pubblica Amministrazione, l’elezione dei giudici della Consulta) ma senza un mandato popolare, e dunque in rappresentanza di chi? Del capo del Governo che ha ‘nominato’ i Senatori?
Si cambiano ben 47 articoli della Costituzione dunque l’intera Costituzione è storpiata con una riduzione netta della democrazia e un accentramento di poteri sul Governo, così che salta ogni equilibrio di poteri e si marcia a corsa verso un presidenzialismo assoluto, in cui le leggi saranno fatte senza correzioni e ripensamenti.
Il cambiamento non viene fatto da costituzionalisti esperti ma una congrega di yesman di Renzi, è fatto dal Governo (cosa assurda e quando mai il Governo è stato un organo che può cambiare la Costituzione?non è nemmeno un organo legislativo!
Inutile parlare di abolizioni. Quale abolizione c’è stata delle Province? Ma se sono sempre lì coi costi di prima?! Lo stesso per il vantato risparmio? Si è avuto forse qualche risparmio dalla finta abolizione delle Province? Ci sono ben altri modi per risparmiare se si vuole, visto che i nostri politici sono pagati 10 volte quello che sono pagati i consimili all’estero.
Renzi elimina solo il diritto elettorale di eleggere i Senatori dunque storpia il parlamento che per essere un organo di rappresentanza democratica deve essere eletto direttamente dal popolo, non formato da nominati dal Governo.
Parte del Senato resterà e l’iter delle leggi sarà aggravato, pasticciato e complicato, con 12 sistemi diversi al posto di uno e un caos immenso. Al posto di Senatori eletti dal popolo avremo soggetti nominati dal Premier tra gli enti locali che finora hanno dato il massimo di corruzione e abusi.
Sui costi della politica ci sarebbe molto da discutere, visto che, con tutte queste riforme, i costi non hanno fatto che aumentare e che parlarono di risparmi anche con l’eliminazione delle Province che non sono affatto sparite coi loro costi, mentre l’unica cosa cancellata è stata il diritto dei cittadini a votarne i Presidenti. Se davvero si voleva ridurre i costi della politica, si poteva fare un Parlamento sempre bicamerale ma molto più leggero. Il Congresso americano è formato da 453 membri. L’Assemblea nazionale francese da 577. Il Parlamento tedesco da 639. Perché noi dobbiamo averne 945? Si poteva dimezzare il Parlamento conservandone la bicameralità che impedisce una formazione troppo rapida e superficiale di leggi. E perché, per ridurre i costi dello Stato, non si equiparano gli stipendi, i vitalizi e i benefit dei parlamentari alla media europea? Cosa che non è mai stata fatta, quando i nostri politici sono i più pagati d’Europa (quasi 10 volte di più di quelli americani, quasi 5 di più di quelli inglesi). E, sempre per ridurre le spese pubbliche, perché non si comincia ad applicare davvero quel tetto dai superstipendi di 240.000 euro, che viene bellamente superato con espedienti meschini come i bond dei dipendenti Rai, per cui per es. il Presidente Campo Dall’Orto prende 650 mila euro, la Bignardi, che è stata fatta direttrice di Rai 3 non si sa per quali meriti guadagnerà come 280.000 euro?
Chi distrugge diritti, tutele e futuro non è un innovatore. E’ un distruttore. Mai la classe politica è stata corrotta e incapace come questa. E mai i risultati economici, politici, sociali e persino culturali dell’Italia sono stati così bassi. Mai la nostra immagine nel mondo è caduta tanto in basso. E non si possono chiamare innovatori quelli che ci fanno crollare in tutte le classifiche positive internazionali mentre saliamo in quelle negative che misurano la corruzione, la mancanza di libertà di stampa, l’emigrazione, la fuga di cervelli, la disoccupazione giovanile e quelli che non cercano nemmeno più lavoro (oltre 6 milioni).
In democrazia comanda il popolo, non l’uomo forte. Questo è autoritarismo. E la storia della civiltà non può e non deve tornare alle manifestazioni dell’uomo forte, di cui in Italia abbiamo visto tutte le disastrose conseguenze. Oggi il potere dell’uomo forte in Italia ce l’abbiamo già, in quanto Renzi mette uomini suoi a capo di tutte le istituzioni e i posti strategici dell’economia (l’ultima è stata sostituire la Bindi Presidente dell’antimafia con un renziano). Siamo ai massimi della cortigianeria politica e de nepotismo così da eliminare qualunque opposizione. La democrazia si basa sull’equilibrio dei poteri (e Renzi lo sta distruggendo come nemmeno B fu capace di fare), sulla sovranità popolare (e Renzi lede violentemente il diritto elettorale), sull’uguaglianza di tutti davanti alla legge (e non c’è Paese come l’Italia dove questa sia negata), sul riconoscimento dei diritti dei cittadini (e Renzi ha attaccato i diritti del lavoro e quelli del welfare assieme al diritto ad avere giustizia e ad essere protetti da uno stato sociale). Il futuro che ci propone l’uomo forte Renzi è gravido di minacce, pieno di precarietà e di abbandono, povero di certezze e di speranze.
Una riforma costituzionale non è mai tecnica ma profondamente politica e tesa a un cancellazione ulteriore della sovranità popolare per l’aumento dei poteri di uno solo, dunque meno democrazia e più tirannide. Si rovescia la piramide democratica. Il popolo diventerà maggiormente soggetto ai diktat di uno solo. Le “riforme” costituzionali servono solo a facilitare un despota circondato da una corte ossequiente, il che è il contrario di qualsiasi democrazia.
I danni fatti alla Costituzione da Renzi sono ormai giganteschi (si prenda solo l’eliminazione dell’art. 18 che tutela i lavoratori o l’espressa intenzione di abolire lo stato sociale) così che augurarsi il suo prosieguo è da criminali. C’è una tale differenza tra i Padri legislatori e questi cialtroni e antidemocratici che, per il bene della nostra Repubblica, possiamo solo augurarci che siano cacciato al più presto prima che abbiano distrutto ogni traccia di democrazia e di tutela dei cittadini. Renzi si sta facendo una Costituzione su misura, ma, visto che rappresenta non i cittadini bensì la classe politica e finanziaria più rapace e corrotta d’Europa, avere una Costituzione fatta da lui che tutela il Capitale, depenalizza i reati, lascia senza tutele i cittadini e uccide la democrazia non è veramente augurabile. Anche solo pensare ad un Governo costituente è una aberrazione, visto che qualunque Governo rappresenta solo gli interessi di una parte mentre una Costituzione deve difendere i diritti di tutti. E la parte che ora governa tramite Renzi non ha nemmeno i numeri della maggioranza degli elettori bensì quelli raffazzonati di una armata Brancaleone per un Governo talmente in bilico di numeri che cambierà il Senato principalmente per sbarazzarsi dell’opposizione.
Queste riforme tendono a un pesante accentramento di potere nelle mani di uno solo, comprimendo la democrazia e portando gradatamente a una forma di tirannide: un uomo solo al comando, circondato da una corte di yesman, uomo che non viene nemmeno più eletto ma è scelto e pilotato da forze esterne, per portare l’Italia al massimo dello sfacelo, come è avvenuto in Argentina o in Grecia e come si sta ripetendo da noi, addirittura con gli stessi autori dei massacri comandati in precedenza (vd Padoan).
Per questo si vuole coartare l’organo più rappresentativo della democrazia, il Parlamento, che dovrebbe essere il rappresentante del popolo, per farne una assemblea di nominati che non legifera già più ma vota solo alla fiducia e in cui sé stata soppressa la discussione addirittura per leggi minori per farne un organo succube e impotente. L’Italicum che ripete tutti i difetti malsani del porcellum è su questa stessa strada di massacro della democrazia.
Questa Europa ultraliberista e finanziaria sta distruggendo gradatamente le autonomie degli Stati, il welfare, i diritti dei popoli, portando a quella cancellazione delle Costituzioni e delle democrazie ordinata dalle maggiori banche americane, con in testa la Goldman Sachs, per uccidere l’Europa e rivalutare la finanza americana, costringendoci all’aiuto bellico, allo scudo spaziale, al TTIP, ai polli alla varechina e ad altre aberrazioni contro natura, per il solo interesse statunitense. La riforma di Renzi ubbidisce alle mire di questi signori. Non per niente tra i padri della nuova Costituzione c’è quel Padoan mandato dal Fondo monetario a distruggere Argentina e Grecia. Ora tocca a noi.

REDDITO MINIMO A NAPOLI

“La giunta comunale di Napoli ha approvato, assieme al bilancio preventivo, una delibera con la quale si introduce il reddito minimo cittadino. La delibera, a firma degli assessori al Welfare e al Lavoro, conclude un percorso avviato da tempo dall’Amministrazione comunale cominciato con le iniziative di contrasto all’esclusione e alla povertà, proseguito con il forte sostegno dato alla raccolta di firme per la presentazione di un progetto di legge per il reddito minimo regionale, culminato ora con l’introduzione del reddito minimo cittadino che, a partire dal 2016, sarà realtà a Napoli».
Il reddito minimo cittadino viene introdotto sperimentalmente a partire dal 2016. La fase sperimentale serve per correggere eventuali problemi derivanti dalle prime attuazioni. Nelle prossime settimane saranno definiti gli importi annuali ed i criteri di accesso. Il criterio base per usufruire del reddito minimo comunale è l’essere residenti a Napoli da almeno 24 mesi. « Napoli, insieme a Livorno è l’unica città nella quale si fa questa scelta di civiltà in un Paese che, assieme alla Grecia, è l’unico a non avere alcuna legislazione al riguardo nonostante che il Parlamento Europeo, fin dal lontano 1992, lo abbia chiesto con una apposita deliberazione a tutti gli stati membri»”

UN PLEBISCITO SU RENZI
A ottobre i cittadini italiani saranno chiamati a dire ‘sì’ o ‘no’ alla controriforma costituzionale voluta da Renzi, che con tale voto intende ricevere l’investitura popolare che fin qui non possiede. MicroMega considera tale controriforma – soprattutto nella sua simbiosi con una legge elettorale iper-maggioritaria che in determinate condizioni consente alla forza politica di maggioranza relativa di ‘occupare’, con appena un terzo dei voti validi, Parlamento, Corte costituzionale, Presidenza della Repubblica – un vero attentato alle libertà repubblicane nate dalla Resistenza e garantite dalla Costituzione che da essa ha tratto ispirazione. Renzi vuole trasformare il referendum in un plebiscito su di sé: è opportuno o no raccogliere questa sfida? Come potranno le ragioni del ‘no’ repubblicano diventare egemoni contro l’opportunismo delle destre anticostituzionali di Salvini e di Berlusconi che esibiranno gli spurghi più inverecondi della demagogia e contro la grancassa dei media che nella sua servitù di regime userà ogni artificio per ridurre il voto a uno scontro tra vecchia partitocrazia e nuova efficienza (Renzi-Alfano-Verdini e banchieri e P3 di complemento!)? Quali sono gli aspetti più pericolosi o scellerati della controriforma di Renzi?
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M5S
C’è stata la festa dei lavoratori ma in Italia ha festeggiato un’esigua minoranza, in particolare i sindacalisti che non hanno mosso un dito per impedire che passasse il jobs act con l’eliminazione dei diritti dei lavoratori e adesso ringhiano, innocui, contro il Governo che hanno contribuito a proteggere. Secondo i dati ISTAT in Italia ci sono 22 milioni e 578 mila occupati, tra questi qualche milionata di precari che di fatto non hanno diritti, né tutele, né un salario adeguato a vivere una vita dignitosa. La disoccupazione è a livelli da record europeo: solo la Croazia (55,8 per cento) e la Grecia (50,8 per cento) presentano un tasso di occupazione più basso del nostro (56,3 per cento). Il jobs act è stata una presa per i fondelli: ha gonfiato i numeri dell’occupazione con la bolla degli sgravi contributivi per qualche mese per poi rivelarsi totalmente inutile appena gli sgravi sono stati ridotti a inizio 2016. L’unico che festeggia il fantomatico calo della disoccupazione è il Bomba. Perfino il cardinal Bagnasco ha detto che “[Nelle parrocchie] le code di coloro che cercano il lavoro, che sono disoccupati o che non sono mai stati occupati continuano notevolmente non soltanto per i giovani che sono la grande parte ma anche per le persone di mezza età che hanno famiglia e impegni economici da onorare”.
Il provvedimento del Governo sul lavoro è stato inutile, gli unici interventi efficaci sono stati quello per salvare le banche (compresa quella di papà Boschi) e quello per sbloccare il giacimento della Total che ha fruttato un appalto al compagno dell’ex ministro Guidi finito dentro lo scandalo Trivellopoli. Per amici, parenti e lobby il provvedimento giusto si trova sempre, i cittadini possono aspettare.
Con l’esplosione della disoccupazione dopo il 2008 e il taglio a servizi essenziali come la sanità e la scuola e senza nessun intervento serio di sostegno al reddito, in Italia la povertà sta dilagando. Ci sono 10 milioni di poveri e un milione e 470 mila famiglie in condizioni di povertà assoluta, pari al 6,8% della popolazione. Tra il 2012 e il 2014 i poveri sono aumentati del 2% e la crescita negli ultimi due anni si è tutt’altro che arrestata e il Governo è rimasto a guardare. Il 10% della popolazione non si può permettere una cena e un pranzo regolari e dal 2007 ad oggi è raddoppiato il numero delle famiglie che non possono assicurarsi un pasto con una componente proteica ogni due giorni. Più di un bimbo su quattro, (il 27,7%), vive in famiglie con risorse molto limitate, in case prive di televisore a colori, riscaldamento e persino senza un pasto proteico al giorno. Il tasso di povertà infantile già nel 2013 aveva toccato il 17,7%. Un Paese in macerie. I cittadini sono abbandonati dal Governo e dai partiti che hanno come unica preoccupazione le esigenze delle lobby e il mantenimento del potere.
Il Reddito di Cittadinanza è l’unica misura a favore dei cittadini che può restituire dignità a tutti e rilanciare l’economia a partire dalle famiglie e dalle piccole imprese. Sarà la prima misura del M5S al Governo!

Il Senato costa 540 milioni l’anno
Con la riforma si risparmierà il 20%, cioè circa 100 milioni
E per risparmiare 100 milioni si fa tutta questa manfrina qui?
Con Atlante il Governo ha appena regalato 6 miliardi alle banche per i crediti deteriorati
Basterebbe mettere gli stipendi di tutti i parlamentari alla media europea o rispettare il tetto di 300.000 euro l’anno per i superstipendi e avremmo risparmi enormemente maggiori.
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IL NUOVO SENATO
Viviana Vivarelli

Avevamo un Parlamento semplice e chiaro, ora abbiamo un casino che non si sa come funzioni, con un Senato dove tutto è estremamente pasticciato e sorgeranno continuamente difficoltà e contenziosi da rimettere alla Corte Costituzionale.

Intanto il Senato non viene abolito ma rimane, ma, mentre prima era un organo che rappresentava i cittadini, ora non si sa più chi rappresenti. La legge è scritta così male che i suoi poteri sono confusi. Non si capisce nemmeno bene in che rapporti stiano i Senatori con le Regioni. Intanto non avranno nessun mandato nemmeno politico. Ogni Consiglio regionale sceglierà al proprio interno, con metodo proporzionale, chi mandare al Senato ma i Senatori non rispondono ai Consigli e nemmeno ai Governi Regionali.

Il nuovo Senato conserva alcuni poteri legislativi insieme alla Camera per certe cose, per altre può proporre modifiche alle leggi e ci sono casi che le sue modifiche sono così vincolanti da bloccare la Camera finché non avrà accolto le modifiche a maggioranza assoluta dei suoi componenti, cioè metà più uno, e già questo manda all’aria la presunta velocità.

Ogni Senatore può proporre delle leggi. Se il Senato vota una legge a maggioranza assoluta, la Camera deve discuterle entro 6 mesi (immagino che ingorghi di saranno!).

Il nuovo Senato decide con la Camera sulle leggi europee riguardo le autonomie locali, gli organi di Governo locale, il coordinamento della protezione civile, l’autonomia finanziaria regionale e locale, il coordinamento Stato-Regioni in materia di immigrazione, l’ordine pubblico e la tutela dei beni culturali e paesaggistici… (non poco!). Poi continuerà ad esercitare le competenze che la Costituzione attribuisce al Parlamento in seduta comune: elezione del Presidente della Repubblica, messa in stato di accusa dello stesso, elezione dei giudici costituzionali. Però non rappresenterà più la Nazione; orgoglio che spetterà solo alla Camera dei deputati. E allora perché partecipa alla elezione del Presidente della Repubblica che invece rappresenta l’unità nazionale?

I consiglieri regionali ELEGGONO CON METODO PROPORZIONALE i Senatori tra i propri membri e tra i Sindaci della Regione. Come si fa a dire che le loro scelte sono “conformi” alle scelte degli elettori? Chi lo garantisce? Come si fa a dire che essi votano “in conformità” al voto espresso dai cittadini? Io il mio voto lo voglio dare da me. Non accetto che uno voti al posto mio e dica che lo fa “in conformità del mio voto”. Questa è una truffa! Tra l’altro non tutti i Consiglieri sono eletti direttamente: ci sono quelli che entrano in Consiglio con il Listino del candidato alla Presidenza della Regione (dunque io nemmeno li ho scelti). L’elezione in conformità è una mostruosità e una truffa.

Oltre a ciò questi Senatori svolgono ‘nello stesso tempo’ le funzioni di Sindaco e di Senatore o di Consigliere regionale e di Senatore e questo sarà un casino terribile perché non faranno bene né un lavoro né l’altro.

I consiglieri regionali ELEGGONO CON METODO PROPORZIONALE i Senatori tra i propri membri e tra i Sindaci della Regione. Come si fa a dire che le loro scelte sono “conformi” alle scelte degli elettori? Chi lo garantisce? Come si fa a dire che essi votano “in conformità” al voto espresso dai cittadini? Io il mio voto lo voglio dare da me. Non accetto che uno voti al posto mio e dica che lo fa “in conformità del mio voto”. Questa è una truffa! Tra l’altro non tutti i Consiglieri sono eletti direttamente: ci sono quelli che entrano in Consiglio con il Listino del candidato alla Presidenza della Regione (dunque io nemmeno li ho scelti). L’elezione in conformità è una mostruosità e una truffa.

Questi Senatori svolgono ‘nello stesso tempo’ le funzioni di Sindaco e di Senatore o di Consigliere regionale e di Senatore e questo sarà un casino terribile perché non faranno bene né un lavoro né l’altro.

Se poi consideriamo che i diritti delle opposizioni dovranno essere definiti dal regolamento parlamentare, vale a dire dai parlamentari del partito più votato al quale si garantisce la maggioranza assoluta, si comprende che lo statuto delle opposizioni potrebbe non vedere mai la luce o concretarsi in uno specchietto per le allodole.

Il Presidente delle Repubblica può sempre nominare 5 Senatori a vita. Ma che c’entra con gli enti territoriali? Però gli attuali Senatori a vita restano, per cui avremmo i 6 Senatori a vita attuali più altri 5, 11 su 106 (non pochi!)

CONTINUANO GLI ARRESTI NEL PD

Continua l’epopea di arrestati piddini nelle amministrazioni locali. Oggi tocca al sindaco piddino di Lodi Simone Uggetti, farà carriera nel partito di Verdini! Per il prossimo è già partito il countdown: le città amministrate dal Pd sono martoriate da debiti, truffe e danni economici ai danni dei cittadini per incompetenza o per connivenza. Il M5S dove è andato al Governo ha dovuto riparare ai disastri piddini, come a Pomezia dove si è passati dall’eredità di un debito di 7,5 milioni a un attivo di 15. Il 5 giugno si vota per tornare a respirare: è semplice, basta essere onesti. Onestà! Onestà! Onestà!
A Lodi è appena stato arrestato il sindaco piddino Simone Uggetti con l’ipotesi di turbativa d’asta in relazione al bando per l’appalto per la gestione delle piscine comunali scoperte in via di aggiudicazione alla società Sporting Lodi, e che il M5S di Lodi nei mesi scorsi aveva ripetutamente tentato di portare all’attenzione di stampa e opinione pubblica. Infatti a far scattare i primi accertamenti e le prime acquisizioni di documenti, nel 2015, era stato un esposto presentato dal M5S alla Procura della Corte dei Conti. Al centro della vicenda c’è la struttura delle piscine scoperte, costata oltre 13 milioni e realizzata in project financing con la Iter di Ravenna. Da quel momento però sono iniziate alcune controversie dovute ai guai finanziari della società romagnola e proseguite con liti per debiti e fatture tra le varie società che si sono succedute nella gestione dell’impianto.
Adesso è chiaro perché questo Governo abbia approvato un codice degli appalti che impedisce all’autorità anticorruzione di controllare oltre l’80% dei lavori pubblici. Perché i loro uomini di partito devono “lavorare” indisturbati.
Ma noi non glielo permetteremo. Alle prossime elezioni comunali del 5 giugno cacciamoli via dai nostri Comuni.

ABOLIRE LA PRESCRIZIONE DOPO LA PRIMA SENTENZA
Adolfo Treggiani

Preoccupato per le ricadute sull’opinione pubblica e quindi sugli elettori della serie infinita di scandali, incriminazioni e arresti di esponenti del PD, il Governo -Bomba in testa- sta raffazzonando le proposte giacenti da tempo in Parlamento per sembrare attivo in materia di giustizia. Premesso che non basta stampare sul frontespizio di una legge la parola riforma perché si tratti effettivamente di una riforma, le proposte governative sembrano come al solito insufficienti a risolvere il problema della giustizia nel nostro Paese. Esso si può riassumere nella impossibilità attuale della magistratura di applicare la legge, giusta o sbagliata che sia. In effetti il processo, quando si riesce ad arrivarci, è uno scontro tra i magistrati che cercano di applicare la legge e gli avvocati che cercano di “fregare” la legge. In questo scontro le armi a disposizione degli avvocati per allungare all’infinito il processo sono di gran lunga più efficaci di quelle a disposizione dei giudici per concluderlo. E’ il frutto di decenni di “garantismo” sfrenato che ha ingarbugliato a tal punto il codice di procedura penale che un avvocato “bravo” e senza scrupoli riesce sempre a trovare il cavillo giusto per i suoi fini. Per questo motivo, ad esempio, allungare i termini della prescrizione significa semplicemente allungare i processi. Se veramente si vuole arrivare a sentenza la prescrizione va perciò abolita quantomeno al momento del rinvio a giudizio. Se poi si volesse far funzionare in modo decente la giustizia occorre che il potere legislativo o meglio quello esecutivo che se n’è impossessato applichino quelle modifiche e quegli accorgimenti da tempo immemorabile indicati dai magistrati che della giustizia sono i custodi. In primo luogo snellire e semplificare le norme e le procedure perché le leggi siano chiare, applicabili e comprensibili anche per i semplici cittadini.
(Io: in verità una mole enorme di processi viene prescritta prima ancora di arrivare alla sentenza di primo grado, per cui meglio sarebbe abolire totalmente la prescrizione com’è ovunque e sgombrare la procedura processuale dai cavilli attuali con cui gli abili avvocati riescono a prolungare la durata del processo).

GLI STRATOSFERICI STIPENDI ITALIANI

Stipendio mensile di Giuliano Amato: 50.000 euro
di un Procuratore Generale: 30.000
di un Sostituto Procuratore: 15.000
di un Questore: 20.000 euro
di un Prefetto: 30.000.
Come dice Vittorio Sgarbi: “I soldi ci sono ma li buttiamo nel cesso “.
Lo sapevate che i giudici italiani sono i più pagati al mondo?
Il presidente Mattarella si è tagliato lo stipendio e ha imposto il tetto dei 240 mila euro ai dipendenti del Quirinale, ma i nostri giudici costituzionali guadagnano da 360 mila a 500 mila euro l’anno.
Dal primo gennaio 2015 doveva scattare per chi lavora in Parlamento il tetto di 240.000 euro, buffonata denunciata dai 5stelle in quanto poi si potevano aggiungere l’indennità di funzione, l’incentivo di produttività e gli oneri previdenziali e si arrivava a 400mila euro.
In Rai il tetto superstipendi pubblici è stato aggirato con l’emissione di obbligazione così che la Maggioni incassa 366.000 euro, Campo dell’Orto 650.000.ecc.
Poi ci vengono a buggerare dicendo che con la manipolazione del Senato si risparmiamo 100 milioni!!!
Tempo fa blaterarono a lungo dicendo che avrebbero equiparato gli stipendi dei Parlamentari, Ministri e Giudici alla media europea, poi dissero che era molto difficile calcolarla (?!) poi, ovviamente, tutto è finito del dimenticatoio, così I Parlamentari italiani rimangono i più pagati in Europa con uno stipendio lordo mensile che supera i 16mila euro, il 60% in più rispetto alle media Ue. Perché, se tengono tanto ai risparmi, non si adeguano ai 5stelle che si sono autoridotti gli stipendi?
Poi Renzi ha la faccia di venirci a dire che cambia il Senato per risparmiare 100 milioni !!! e ha ancora la faccia di dire che lo fa per velocizzare le leggi quando al posto di un sistema legislativo ne pone 12!!! Perché non interviene su stipendi e vitalizi? Perché non rende fisso il tetto almeno di 240.000 euro l’anno, lordo di ogni indennità o obbligazione o aggiunta PER TUTTI????? Se si vogliono fare risparmi, si può farlo senza deformare la Costituzione e stracciare diritti elettorali. Ma quando mai in due anni Renzi ha risparmiato un solo euro sui privilegi della Casta? E’ democrazia questa?
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….e non garantiscono nemmeno una presenza dignitosa in Parlamento!
Angelucci, di FI, il re delle cliniche romane ha votato 86 volte su 16.365
Rocco Crimi (FI), 92,09% delle assenze
Piero Longo, 77,42%
Daniela Santanché, 73,88%…
per non parlare di assenteisti cronici come Ghedini, Matteoli, Nitto Palma, Verdini, Bondi..
almeno quelli che non vengono quasi mai penalizziamoli non candidandoli più per assenteismo caratteriale!
In un paese civile la democrazia si misura sugli stipendi e sulle pensioni di tutti

Schiavidellelobby
I renzies sono i berlusconies travestiti, ma in realtà anche i berlusconies sono i verdinies travestiti. Si scrive Verdini ma si legge: mafia, massoneria, biscazzieri, concessionari, banchieri truffaldini, intellettuali venduti, pennivendoli, petrolieri, armaioli, usurai, scudati, evasori, politici professionisti, prescritti, corrotti, corruttori, cementificatori, inquinatori, malasanità, spacciatori, pedofili e stupratori, assassini, servizi deviati, trame oscure italiche.
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Ant
Non c’è una questione morale nel PD.
Anzi.. non c’è né questione, né morale.

9 febbraio: parte il processo “firme false” lista Chiamparino
9 febbraio: sen. Esposito (PD) condannato per diffamazione – Torino
10 febbraio: rinviato a giudizio Ignazio Marino (PD) – Roma
11 febbraio: presunti brogli tesseramenti PD – Basilicata
13 gennaio: Brenta (Varese), arrestati sindaco Pd ed ex capo dei vigili
15 febbraio: condannato ed deputato Bollomo (PD) – Palermo
16 febbraio: scoppia il caso primarie PD truccate a Salerno
16 febbraio: indagato assessore Pieroni (PD) – Marche
17 febbraio: la Corte dei conti condanna Fiorenza (PD) – Palermo
17 febbraio: condannato Gaetani (PD) per bancarotta – Salerno
18 febbraio: il PD salva dall’arresto il senatore De Siano – Roma
23 febbraio: On. Nicotra (PD) condannato per danno erariale – Palermo
26 febbraio: indagato Alfano, ministro del governo Renzi
27 febbraio: rinvio a giudizio per l’ex sindaco PD di Moteriggioni
1 marzo: ex sindaco Rusconi (PD) condannato – Valmadrera
2 marzo: indagato sindaco Capizzo (PD) – Monreale
4 marzo: udienza per la Paita (PD) al processo alluvione 2014 – Genova
4 marzo: rinvio a giudizio per Cacciarellav – Ceprano
5 marzo: indagato sindaco e assessori – Barletta
6 marzo: indagato il sindaco De Rosa (PD) – Capasenna
7 marzo: indagato sindaco Broglia (PD) – Crevalcore
11 marzo: scoppia il caso primarie PD a Napoli
12 marzo: scoppia il caso primarie PD a Roma
12 marzo: consigliere Caviano (PD) patteggia per “firme false” – Em.R.
12 marzo: a giudizio sindaco Piazza (PD) – Beinasco
13 marzo: indagati Viviani e Novelli (PD) – Follonica
14 marzo: iscritti ai Giovani PD denunciano brogli per la scelta del segretario giovanile – Roma
14 marzo: indagati di dx e sx per la “gettonopoli” a Siracusa
15 marzo: indagata la deputata Bragantini (PD)
15 marzo: il PD nomina il cugino del boss come “garante della legalità” a Moncalieri (TO)
16 marzo: Ministero Istruzione condannato a risarcire
22 docenti per discriminazione
16 marzo: rinviati a giudizio tre sindaci – Basilicata
16 marzo: confermata la condanna per Lorenzetti (PD) – Umbria
16 marzo: clinica dei Vip scuote la Regione Lazio
17 marzo: rinviato a giudizio ex sindaco PD di Ascoli
17 marzo: Denis Verdini condannato a 2 anni per corruzione
17 marzo: “cocaina in municipio” sindaco Censi (PD) nei guai – PR
17 marzo: scoperte 1150 tessere false del PD su 1200 iscritti a Ercolano
20 marzo: gli inquirenti indagano sul padre del Ministro Boschi
22 marzo: indagati sindaco e vicesindaco PD di Pescara
22 marzo: rinviato a giudizio l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino
23 marzo: il governo non ha ancora sbloccato i fondi per le vittime di mafia
24 marzo: De Luca (PD) conferma come consigliere personale il sindaco di Agropoli indagato
25 marzo: Ministero dei Trasporti indagato per inquinamento
25 marzo: frode e abuso: a processo sindaco e vicesindaco PD di Morciano
29 marzo: Torre del Greco: scrutatori scelti tra figli e parenti dei consiglieri comunali
30 marzo: alluvione Nuoro: indagato l’ex presidente della Provincia Deriu (PD)
30 marzo: Ignazio Marino in conferenza stampa: “Se avessi seguito il Pd ora sarei in cella”
30 marzo: Novara, il sindaco Ballarè (PD) nomina il cugino nel Cda della Fondazione
30 marzo: Banca Etruria, a rischio pignoramento i beni di Boschi
31 marzo: Beni Comunali ceduti ad una Fondazione: 10 indagati nel centrosinistra Vibonese
31 marzo: sentenza TAR Toscana, il M5s chiede la pubblicazione delle spese sostenute dall’ex sindaco di Firenze Renzi
31 marzo: Milano – Elezioni, fra gli uomini di Sala ci sono ex democristiani e un condannato
31 marzo: indagato il compagno della Ministra Guidi (che si dimette)
31 marzo: Campania: condannato a sei anni consigliere regionale Iannace, già candidato con De Luca
1 aprile: condannato anche in appello Luigi Lusi (PD), appropriazione indebita
1 aprile: Viggiano, arrestata l’ex sindaca Rosaria Vicino (PD)
1 aprile: spese pazze all’ARS, conclusione indagini per Gianni Gennuso, Marziano e Bonomo
1 aprile: la viceministro Teresa Bellanova (PD), denunciata in Procura.Due gli articoli di legge violati: il n. 98 del DPR 361/1957 sulle elezioni e l’articolo 51 comma 2 della legge n. 352 del 25/05/1970 che disciplina i referendum.
1 aprile: L’assessore all’Agricoltura ed ex capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, è stato condannato in primo grado dalla Corte dei conti
1 aprile: Colazioni istituzionali da 800 euro «a botta». Dopo Ignazio Marino, anche Matteo Renzi rischia di «scivolare» sulle spese di rappresentanza pagate con i soldi del Comune di Firenze
4 aprile: scandalo petrolio, indagato il capo della Marina, Gabriele De Giorgi, già nella segreteria del Sottosegretario Manzione (governo Renzi)
4 aprile: Fiumicino, il consiglio comunale boccia l’Odg che chiedeva le dimissioni del sindaco PD indagato con la giunta e vari consiglieri
4 aprile: Monreale, indagato l’assessore alla Polizia Municipale, Sandro Russo (PD)
5 aprile: referendum trivelle, il presidente della Puglia Emiliano (PD) denuncia “Intimidazioni dei capetti del PD”
6 aprile: chiesti 4 anni di galera per l’europarlamentare PD, Renato Soruv – evasione fiscale
7 aprile: Guidi e le telefonate di favore per l’aeroporto di Firenze. Pastena: “Usciranno foto di Delrio con i mafiosi”
7 aprile: Ex cava di Vaglia: indagato l’ex Sindaco (PD)
7 aprile: L’ordine dei giornalisti condanna le offese alle giornaliste da parte del sindaco PD di Brindisi.
7 aprile: l’Asl di Brindisi si è costituita parte civile contro Mauro Vizzino (consigliere regionale eletto nella lista Emiliano) accusato di peculato
7 aprile: l’ex ministra Guidi intercettata: “Padoan l’ha messo li la cricca del petrolio”
7 aprile: Alluvione 2014: concesso a Paita (PD) il rito abbreviato così la Regione non sarà più responsabile civile. Accuse per omicidio e disastro colposi
8 aprile: il Tar conferma lo sgombero della sede storica del PD in via Giubbonari (100mila euro la morosità nel pagamento dell’affitto al Comune)
8 aprile: Sala, candidato sindaco del PD-centrosinistra a Milano dichiara: “L’omissione della casa in Svizzera nella dichiarazione delle imposte? Una dimenticanza”
8 aprile: Rimborsopoli Piemonte: chiesti 2 anni e 4 mesi per Cota (Lega), 3 anni per Stara (PD) e Dell’Utri (Moderati)
11 aprile: Voto di scambio. Comincia a Marsala il processo all’ex consigliere Vito Cimiotta (PD)
11 aprile: BARATTER INDAGATO PER CORRUZIONE ELETTORALE viene sospeso da capogruppo. Il Pd in Trentino governa ufficialmente con un consigliere indagato per corruzione elettorale.
11 aprile: ‘Ndrangheta in Emilia, M5s: “Delrio ha mentito ai pm. Ecco i documenti”
12 aprile: falso in atto pubblico, rinvio a giudizio per De Luca (PD)
12 aprile: Finale Emilia, carabinieri in Comune: indagati il sindaco e tre assessori (PD-centrosinistra)
12 aprile: Caso Gesturist, in sei a processo per abuso d’ufficio, truffa e falso: c’è anche ex sindaco Pd di Cesenatico
12 aprile: inchiesta petrolio, indagato il sottosegretario De Filippo (PD)
12 aprile: Il candidato avversario è disabile, il Pd lo insulta – Savona
12 Aprile: Mose, via al processo. Alla sbarra ex ministro Matteoli (Pdl) ed ex sindaco Orsoni (PD)
12 aprile: Palermo, martedì all’Ars mozione di censura all’assessore Cracolici (PD)
13 aprile: Brindisi. a giudizio Mauro Vizzino (giunta Emiliano)
17 aprile: Potenza, indagato il numero due di Confindustria. Coinvolto anche Paolo Quinto del PD
19 aprile: Palermo, mozione di sfiducia al consigliere regionale Cracolici (PD)
19 aprile: Civitavecchia, Delrio riconferma commissario all’autorità portuale indagato per falso
19 aprile: Potenza, scandalo petrolio. Il sottosegretario PD alla sindaca: “Tuo figlio lo mando all’Eni come se fosse mio”
19 aprile: Roma, il deputato PD Marco di Stefano rinviato a giudizio
19 aprile: Potenza, il consigliere regionale Robotella (PD) indagato
19 aprile: Roma, Sin Spa porta in tribunale Carbone (PD)
20 aprile: Firenze, sesto processo per Verdini
20 aprile: Rimini, crack Aeradia, Tribunale Riesame conferma i sequestri al Sindaco di Rimini (PD)
20 aprile: Vibo Valentia, 23 arresti per ‘ndrangheta. Indagato presidente della provincia eletto da Pd, Ncd, FI e Fdi: ‘Favoriva le cosche’
20 aprile: Brescello, comune amministrato dal PD sciolto per mafia
21 aprile: Alcamo, la Procura ha chiesto il carcere per l’ex senatore Nino Papania (PD).
21 aprile: Brindisi, indagato l’assessore regionale Amati del PD
21 aprile: rifiuti, 116 indagati a Firenze. “Coinvolta la cricca renziana”
21 aprile: Caltagirone, abuso d’ufficio, rinviato a giudizio sindaco PD
21 aprile: Gavorrano, la Corte dei Conti condanna l’ex sindaco Borghi (PD)
21 aprile: Palermo, Voto di scambio, l’ex senatore Pd Papania condannato a otto mesi di carcere
22 aprile: Pizzo Calabro, Operazione “Costa pulita”: si dimette consigliere comunale (centrosinistra)
22 aprile: Cagliari, False comunicazioni sociali a Tiscali, il pm chiede rinvio a giudizio per Soru (PD)
22 aprile: Rho, Minacce, affari e politica: condanne fino a 10 anni per gli uomini del clan Galati – Riconosciuto colpevole anche un l’ex consigliere comunale del Pd di Rho, Luigi Addisi
22 aprile: Battipaglia, a giudizio l’ex consigliere Orlando Pastina (centrosinistra)
22 aprile: Cerveteri, Festa dell’Unità, un rinvio a giudizio
22 aprile: pubblicato l’elenco dei 124 indagati del PD
23 aprile: Bisceglie, indagato per tentata estorsione il sindaco trasformista finito nelle fila del PD
23 aprile: Milano, in candidato del PD Sala al voto da indagato per le case “dimenticate”
23 aprile: Livorno, Aamps, indagato anche Enzo Chioini, ex portavoce del sindaco PD
23 aprile: Rimini, Ex assessore (centrosinistra) arrestato mentre intasca una bustarella
23 aprile: Cerveteri, Rinviato a giudizio un dirigente del Partito democratico
23 aprile: Napoli, Inchiesta sulla variante di Piazza della Libertà De Luca rinviato a giudizio
23 aprile: Pd, pubblicato l’elenco dei 18 indagati tra viceministri deputati e senatori
26 aprile: Caserta, Camorra, tangenti e appalti truccati per favorire Casalesi: in carcere anche l’ex sindaco PD di Santa Maria Capua Vetere
26 aprile: Camorra, indagato presidente del PD in Campania Stefano Graziano
27 aprile: favori ai clan, spunta il nome della ministra Lorenzin
28 aprile: la ministra Giannini condannata a risarcire l’Università di Perugia
28 aprile: Il carabiniere infiltrato, fermato quando scoprì i rapporti dei Casalesi anche con la sinistra
28 aprile: Torino, conflitto d’interessi all’Amiat. La cooperativa vincitrice dell’appalto è guidata dalla sorella di una consigliera PD
28 aprile: Camorra, pubblicate le telefonate tra Graziano (PD) e Zagaria
28 aprile: Firenze, Nardella nei guai per la casa comprata con tre maxi assegni
29 aprile: Cosenza, il PD candida Adamo …che è indagato
29 aprile: Cerveteri, Rinaldi (PD) condannato in primo grado
29 aprile: assunzioni troppo facili a Nettuno, condannato l’ex sindaco di centrosinistra
29 aprile: Siracusa, arrestato consigliere comunale del PD mentre trasportava 20 Kg. di droga
30 aprile: Polesine Zibello, il candidato sindaco Censi (PD) è indagato
30 aprile: San Giorgio di Nogaro, Consorzio Ziac lo scandalo si allarga: è indagato tutto il CdA compreso l’ex sindaco Duz del PD
30 aprile: Mugello, indagato l’ex sindaco Bettarini (PD)
30 aprile: ‘ndrangheta a Vibo Valentia. Indagato anche il sindaco PD di Briatico
30 aprile: Cagliari, la Barracciu (PD) rinviata a giudizio per peculato
3 maggio: Verdini rinviato a giudizio a Firenze
3 maggio: Cosenza, il PD candida Guccione (indagato)
3 maggio: Reggio Emilia, indagine sul catasto, in cui era coinvolto il consigliere comunale Scarpino, bloccata dalla prescrizione.
3 maggio: Siracusa, il GIP convalida l’arresto di Bonafede (PD)
3 maggio: Lodi, arrestato il sindaco Uggetti (PD)
…to be continued….
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MA COME SI PUO’ MANTENERE LIBERA UNA CASTA DI CORROTTI E POI CHIEDERE 4 ANNI DI CARCERE PER CHI NON PAGA IL CANONE TV?

La riforma del canone Rai ha introdotto una sanzione da 8 mesi a 4 anni di carcere per chi evade il canone Rai. Nel testo della legge si cita l’articolo 482 del codice penale, che sanziona la falsità materiale commessa dal privato. La fattispecie vale per chi dichiara il falso all’Agenzia delle Entrate in merito all’esenzione per il canone, consentita a chi non ha un apparecchio televisivo domestico. Una sanzione così severa appare però sproporzionata e incoerente con le pene per i reati tributari previste nel nostro ordinamento. L’evasione fiscale per omessa dichiarazione è sanzionata penalmente con una soglia minima di 30 mila euro. Il canone Rai vale 100 euro l’anno. La magistratura non applicherà probabilmente in modo rigido questa norma, che appare frutto di un errore o di un’eccessiva tutela dell’autodichiarazione. Dichiarare il falso alle autorità, in questo caso l’Agenzia delle Entrate, è un reato grave, però una sanzione penale così forte come la privazione della libertà appare davvero sproposita in una simile casistica. ….
Ma anche di fronte a una tale mole di delinquenti del Pd, anche di fronte alle balle conclamate di Renzi, anche di fronte all’annullamento dei diritti dei lavoratori, anche di fronte ai regali continui alle banche e alle lobby, anche di fronte alla realizzazione del piano antidemocratico di Gelli di attacco alla democrazia, anche di fronte allo stupro costituzionale, anche di fronte alle spudorate alleanze con alfaniani e verdiniani, anche di fronte a tutto ciò c’è gente come Marco o come Chiari che insiste a sostenere Renzi??????????????????????????????????????????????????
Ma cosa siete? Massoni o criminali???????????????????????????

FILM. E’ ARRIVATO JEEG ROBOT

Ho visto “E’ arrivato Jeeg Robot”, di Gabriele Mainetti, molto divertente. Tutti i caratteri sono caricaturali. C’è una strage di morti ammazzati con sbranamenti vari come nei fumetti truculenti ma ci si diverte.
Questo film era arrivato nel totale silenzio, distribuito da poche agenzie e in poche sale ma al pubblico è piaciuto così tanto che ora tutti vanno a vederlo e così è tra i primi in classifica con un gran successo, viene proiettato in 16 sale e ha ricevuto 16 candidature per altrettante categorie di premio ai David di Donatello. Non c’è stato nulla di simile sinora, soprattutto è divertente che una storia di super eroi da cartone animato sia ambientata in un quartiere romano di borgata e recitata in romanesco da un eroe coatto. Abbiamo una violenza esagerata, personaggi incisi con lo scalpello, un anti eroe, una trama tragica e epica, il tutto è piaciuto molto sempre che se ne sappia cogliere il sarcasmo e la fusione tra generi diversi e antitetici. I personaggi sono brutali, grotteschi, abbozzati a forti tinte come nei fumetti noir, incredibili e proprio per questo trucidi alla pulp fiction e molto autoironici, mentre non manca un messaggio di denuncia sociale, o, più che altro, una parodia sociale, ed è interessante l’evoluzione del personaggio dal mondo dell’emarginazione sociale alla palingenesi, sia pure abbozzata, verso il bene.
Credo che abbiamo tutti bisogno di un supereroe. Così anche i critici hanno dovuto rivedere i loro giudizi.
Jeeg Robot è stato l’eroe di mia figlia quando era piccola. 46 episodi che arrivarono sui nostri piccoli schermi nel ’79 quando lei aveva 7 anni. Lo guardava con estrema ammirazione e non se ne perdeva una puntata. Era un cartone animato di Go Nagai che raccontava la storia di Hiroshi Shiba che si trasformava in un gigantesco robot che combatteva contro i cattivi. Un brutto giorno la serie finì e Nicoletta piccola era così arrabbiata per questo che ebbe una vera crisi, voleva mettersi il televisore in testa e buttarlo dalla finestra, voleva che scrivessi una lettera indignata a quelli della televisione perché riprendessero a trasmettere la serie. I suoi eroi al tempo erano Jeeg Robot d’acciaio e Heidi, piuttosto diversi tra loro, direi ma li amava a tal punto che mio marito registrò tutte e due le serie complete per regalarglieli da grande e lei se le riguardò che aveva più di 35 anni. Ma i bambini di oggi hanno altri eroi, Spiderman o le tartarughe Ninja.
Nel film la storia è ambientata nei bassifondi romani e il protagonista, Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), è un povero emarginato di borgata, grosso, solo, chiuso e non molto intelligente, ladruncolo di Tor Bella Monaca e immischiato con una ghenga di cattivissimi veramente trucidi che combatte con un’altra banda di cattivissimi napoletani altrettanto trucidi. Enzo è grosso e per interpretare la parte l’attore ha dovuto ingrassare 20 chili. Nel film mangia solo budini alla crema. Guarda film porno. Vive in una stamberga sporca e incasinata. Quando viene colpito, si fascia con carta igienica e strisce nere da elettricista. L’inizio del film mostra il non eroe inseguito dalla polizia che per salvarsi si getta nel Tevere e sfonda, preciso preciso, un bidone di sostanze radioattive che stava sul fondo e lo contamina, trasformandolo in un superman dalla forza incredibile, forza che userà prima per mettere a segno alcune strabilianti rapine, sradica un bancomat e poi i writer lo disegnano sui muri della città mentre fugge col suo cappuccio e il bancomat sotto braccio, poi combatterà contro i cattivissimi e infine, in una lenta palingenesi, deciderà di mettersi al servizio dell’umanità. I personaggi sono tutti caricaturali ma non mancano spunti di poesia. Le battute sono in un romanesco molto volgare e non sempre comprensibile, specie nel rapporto con Alessia, una povera ragazza non sana di mente di cui Ceccotti diventerà il paladino.

Citazioni: ” Zingaro:Ti ha morso un ragno? Un pipistrello? Sei cascato da n’artro pianeta?”
Alessia: “La prossima volta però mettite la maschera. ..che te stanno a guarda’tutti!”
Enzo: “Io non so’ amico de nessuno”.
Alessia: “E invece tu devi esse’ amico di tutti!”

Il cartone animato:

La sigla viene cantata da Santamaria alla fine del film.

“Che cos’è un eroe? Un eroe è qualcuno che fa azioni fuori dal comune, non ordinarie e che dà prova di straordinario coraggio. Sceglie il bene al posto del male, sacrifica se stesso per gli altri e ha sempre, o quasi, tutto da perdere e nulla da guadagnare”.

Ecco, in una società dove il potere in alto come in basso è gestito da persone meschine, e dove ci sentiamo schiacciati e inermi, senza la possibilità di cambiare le cose, un eroe è proprio quelli di cui tutti, adulti e bambini, abbiamo estremamente bisogno.
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MASADA n° 1763 15-5-2016  ART STREET: BLU

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MASADA n° 1763 15-5-2016 ART STREET: BLU

Blog di Viviana Vivarelli

Dopo aver denunciato e stigmatizzato graffiti e disegni come vandalismo, dopo avere oppresso le culture giovanili che li hanno prodotti, dopo avere sgomberato i luoghi che sono stati laboratorio per quegli artisti, ora i poteri forti della città vogliono diventare i salvatori dell’arte di strada“.(Wu Ming)

“Il segno non è intorno a te, non è nei muri, nei mattoni, nella calce, nei ciottoli, no, non troverai ciò che vai cercando. Il segno è la ricerca stessa, il segno sei tu che arranchi nel fango delle strade”.

Bisogna riscoprire un’altra idea di bellezza che non sia chiusa nei musei del passato ma ci afferri nelle strade ingorgate o disertate del nostro quartiere. (Viviana)

L’arte non rende più carino il mondo. L’arte può cambiarlo. (Viviana)

Ci hanno schiacciato tra le strade del niente. Ci arrampicheremo sulle case e diventeremo grandi come palazzi per gridare al potere la nostra rabbia. (Viviana)

Blu è uno degli artisti murali più famosi e più contestatari del mondo. Secondo il Guardian uno dei dieci writer migliori del mondo.
E’ di Senigallia ma si fa conoscere a partire dal 1999 a Bologna, con enormi graffiti nel centro storico (ortofrutticolo, zona universitaria, periferia, negli spazi occupati del centro sociale Livello 57 in via dello Scalo) ma subito scoppia il putiferio. Che cosa accade? Quando esplode il fenomeno della street art, l’arte sui muri offerta a tutti e fatta non per lucro ma per bellezza e protesta, prima le municipalità reagiscono con furore dando la caccia agli artisti da strada per punirli come vandali, ciechi alla loro arte, incapaci di distinguere lo scarabocchio di un vandalo dal dono di un vero artista, poi subentra un periodo di ripensamento e si arriva ad organizzare vere mostre museali alla street art. Ed è così che proprio a Bologna, dove gli assessorati al Turismo e all’Arte non si sono mai mostrati molto lungimiranti o attivi, lasciando nello sfascio la città e non smuovendosi mai oltre l’eterna e reiterata mostra dei Carracci, viene allestita una mostra “Street art Bansky  e Co”. Si parla troppo nel mondo ormai di Bansky perché anche le ottuse menti nostrane non abbiamo qualche soprassalto di ritorno, ma ecco che, senza alcun rispetto per gli autori e i loro intenti, non ci si limita a proiettare riprese dei murales, si esercita una vera rapina delle loro opere che vengono strappate dai muri e dunque dal loro ambiente naturale così da rinnegare l’intento primario di questa forma di arte che è dono al mondo e protesta contro la bruttezza del degrado urbano, contestando le accademie arroganti e i circoli ristretti dei mercanti d’arte per acquirenti danarosi. Come rifiuto della depredazione, Blu cancella le sue opere e si scatena la bagarre.

Ed è così che scompare uno dei suoi graffiti più famosi,  il muro del centro sociale Xm24, scatenando sui social una pioggia di commenti tra entusiastici e sbigottiti. Non si sta parlando solo di una indebita rapina, ma dello scontro tra modi differenti di concepire l’arte, la strada e il museo, la cerchia ristretta di chi l’arte se la può comprare e l’offerta gratuita dell’artista del suo prodotto alla gente della strada, tra il mondo del business e del mercato e quello della libertà, l’arte come lusso di pochi e l’arte come patrimonio di tutti.

Gli street artist ormai sono milioni, dilagano in tutto il mondo, ricoprono con le loro pitture gigantesche le pareti degli edifici degradati, portano colore e splendore nelle zone abbandonate delle città, mostrano le loro proteste al neoliberismo, allo strapotere del danaro, alle iniquità dei politici, ai magnati che, come dice Blu “Si magnano l’arte”. Sono i Robin Hood moderni che in una realtà sempre più sforzata al brutto, alla miseria e al decadimento, regalano i colori della bellezza, le forme del pensiero, lo spirito della libertà.

Per questi i burocrati li odiano, danno loro la caccia con le polizia, tentano di imprigionarli e negarli, li censurano e li ricoprono, li abbattono o li nascondono, oppure, come massimo paradosso, li staccano dai muri per farli rientrare nel circuito museale dei soldi o del mercato che è il loro circuito lucroso, rubandoli alla fruizione della gente. A questo Blu si è opposto col suo gesto clamoroso di autodistruzione.

Oggi della street art si parla sempre di più, si girano lungometraggi televisivi, si fanno mostre, si affastellano articoli di stampa più o meno maldestri. I cittadini sempre più curiosi non sanno come catalogare questo nuovo movimento innovativo ed eclatante, alcuni sono scettici, i più reazionari vorrebbero distruggerli in preda a furie iconoclaste, ma i più moderni ed aperti approvano, si divertono, li trovano eccitanti per gli occhi e per la mente, si abituano alla loro orgia di colori o di rappresentazioni, bevono il messaggio implicito che ognuno di loro diffonde. E infine è accaduto l’impensabile che alcune amministrazioni giovani e ardite hanno cominciato a commissionare agli artisti di strada i graffiti sulle mura degradate e fatiscenti, il recupero delle zone culturalmente morte.

C’è una regola fondamentale che le amministrazioni migliori del mondo devono capire: che se vivi in un ambiente brutto, la bruttezza ti scava dentro, ti prelude possibilità di riscatto. Dunque il recupero urbano, la bellezza che scende per le strade ed entra negli occhi di tutti, fanno parte del recupero morale ed estetico di una comunità, perché il bello e il buono vanno insieme, come sapevano i greci classici e tu sei modellato anche dalle cose che ti circondano e che guardi ogni giorno. Molti amministratori oculati ormai ci sono arrivati ma non a Bologna dove una amministrazione ottusa ha pensato bene di rubare  i graffiti strappandoli dai muri, nella perfida convinzione che se qualcosa era donata per il bene di tutti fosse materiale non protetto da copyright, abusivo, e dunque rubabile, per farne oggetto di una mostra a Palazzo Pepoli e alimentare ulteriormente il circuito dell’arte per ricchi a cui la street art fieramente si oppone. E così si distrugge la motivazione prima della street art che vuole essere arte aperta per tutti e non arte privilegiata per pochi e che è strettamente legata come causa ed effetto ai luoghi e ai ruderi su cui si pone.

“L’idea di esporre graffiti e street art in una mostra che viene dall’alto non è certo recente e se in Italia, nel 1984, Bologna celebrò la cultura dei graffiti con la celebre mostra Arte di Frontiera va ricordato che anche istituzioni come il MOCA di Los Angeles, la Tate di Londra o la Fondation Cartier di Parigi hanno dedicato delle importanti esposizioni a questa pratica artistica.  L’ultimo danno è stato quello di non limitarsi ad esporre le opere prodotte dagli artisti su tela, muro o altro supporto o di ricorrere alla semplice documentazione fotografica e video ma di strappare l’opera dal suo contesto originario  con la scusa si preservarla dai guasti del tempo e delle intemperie. Ovviamente questo ha scatenato l’inferno e gli stessi artisti si sono divisi. Tra gli artisti, il primo a ribadire pubblicamente il suo no al sopruso è stato Ericailcane con un disegno diffuso sulla sua pagina Facebook che se la prende con i ladri dei beni comuni, i sedicenti difensori della cultura che sono predatori incontrollati di beni altrui.

Scrive italianfactory: “Che l’operazione “stacca graffiti” in quel di Bologna fosse a dir poco discutibile, lo avevamo già scritto. Che puzzasse lontano un miglio di operazione commerciale malamente mascherata da (presunti) fini culturali, anche. Andare in giro a staccare dai muri sui quali sono nati, senza alcuna autorizzazione o condivisione con gli artisti, che quei graffiti hanno creato, né con la collettività, che di quelle opere è la legittima proprietaria… è un sopruso bello e buono. Che poi dietro l’operazione ci siano professori, critici e persino un ex rettore dell’Università di Bologna come Fabio Roversi Monaco, non depone a favore dell’operazione, ma dà piuttosto il senso del degrado etico cui l’arte contemporanea è giunta. Si era infatti mai vista, prima, una mostra (il 17 marzo a Palazzo Pepoli) messa in piedi non con il consenso degli artisti “invitati”, ma sopra le loro teste, cioè senza chiedere il loro parere, e di fatto in contrasto coi loro propositi originari? Finora, no. Ma dopo questo precedente, forse ci toccherà vedere anche questo come regola comunemente accettata: è il mercato, bellezza, direbbe qualcuno. Fino a ieri, però, gli street artist erano stati misteriosamente poco loquaci sulla vicenda. Oggi, invece, finalmente almeno uno di loro ha preso posizione, in maniera netta. Bocciando l’operazione e gli organizzatori della mostra-beffa in maniera inequivocabile…Si tratta di Ericailcane, autore, con Blu, di molti graffiti e dipinti murali creati da oltre dieci anni in tutto il mondo, sia legalmente che illegalmente (in Italia, tra l’altro, ha dipinto la facciata del Pac, sempre assieme a Blu, in occasione della mostra Street Art Sweet Art nel 2007: e per fortuna che a Milano non c’è Roversi Monaco, altrimenti, chissà, magari avrebbero staccato anche quella, naturalmente per “salvaguardarla” e metterla… al sicuro da qualche parte).

“Parassiti”, li ha definiti infatti lo street artist bellunese. E ancora: “tombaroli, ladri di beni comuni, sedicenti difensori della cultura, restauratori senza scrupoli e curatori prezzolati, massoni, sequestratori impuniti dell’altrui opera di intelletto, adepti del Dio danaro”. Non bastasse, ci ha aggiunto anche un disegno: un bel topone, che con le unghie gratta via qualcosa da un muro. Infine, un commento a lato, che spiega, per chi ancora non l’avesse capito, a chi sia dedicato quel disegno: “Per tutti quelli che non rispettano il bene comune ed il lavoro altrui, capaci solo di rubare e vivere da parassiti”.

Con bella faccia di bronzo, uno dei due curatori della mostra, Luca Ciancabilla ha detto: “Il nostro è un gesto di libertà quanto lo è quello del writer che realizza un graffito in un posto proibito”. In pratica, una pernacchia agli artisti “derubati” delle loro opere, dei loro valori e delle loro intenzioni. Insomma, oltre al danno, potremmo dire, ora c’è anche la beffa…Noi, dal canto nostro, le mostre, eravamo (e siamo) abituati a farle in altro modo: con gli artisti, e non contro di loro. Facendo dipingere loro le facciate dei musei, com’è avvenuto al Pac, e non staccandone le opere dai muri sui quali, e per i quali, sono stati dipinti. Ma tant’è. I tempi sono cambiati. I furbetti e gli speculatori avanzano e trovano ovunque posti, prebende, denari e sponde politiche, dalla politica alla finanza. E l’arte, a quanto pare, non fa certo differenza…

Così Blu ha risposto cancellando nel giro di un giorno tutti i muri che aveva dipinto a Bologna nel corso di 20 anni, aiutato da una schiera di volontari con banda musicale al seguito. Armati di pittura grigia, di scalpelli e strumenti vari, hanno rimosso le opere nel giro di pochissimo tempo e lasciato la città priva di quelle narrazioni visive e visionarie nate dal gesto creativo di una delle migliori voci della street art internazionale. La città oggi si ritrova svuotata da quelle figure che avevano contribuito a riscriverne l’immagine e a campeggiare è una rullata di grigio.

Blu ha dichiarato che a Bologna Blu non ci sarà più finché i “magnati magneranno” e con un post affidato ai Wu Ming, Blu si scaglia contro “l’accumulazione privata” dell’arte di strada.

“Il 18 marzo si inaugura a Bologna la mostra Street Art. Banksy &Co. – L’arte allo stato urbano, promossa da Genus Bononiae, con il sostegno della Fondazione Carisbo. Tra le opere esposte ce ne saranno alcune staccate dai muri della città, con l’obiettivo dichiarato di «salvarle dalla demolizione e preservarle dall’ingiuria del tempo», trasformandole in pezzi da museo. Il patron del progetto è Fabio Roversi Monaco, già membro della loggia massonica Zamboni – De Rolandis, magnifico rettore dell’università dal 1985 al 2000, ex-presidente di Bologna Fiere e di Fondazione Carisbo, tuttora alla guida di Banca Imi, Accademia di Belle Arti e Genus Bononiae – Musei della Città.
Il nome di Roversi Monaco, più di ogni altro nella storia recente di Bologna, evoca la congiuntura di potere, denaro e istituzioni, con la repressione che li accompagna. Ai tempi delle celebrazioni per il Nono Centenario dell’Ateneo cittadino rifiutò qualunque dialogo con gli studenti che protestavano per i costi della festa. Alla cerimonia di inaugurazione, nell’aula magna di Santa Lucia, la polizia tenne i contestatori fuori dalla porta. Il gran galà si concluse con 21 denunce a carico dei manifestanti. Era il 1987. Tre anni dopo, per le occupazioni della Pantera contro la Legge Ruberti che apriva l’università ai finanziamenti privati, le denunce furono 127.
Niente di strano, allora, nel vedere Roversi Monaco dietro l’arroganza piaciona di curatori, restauratori e addetti alla cultura, che con il pretesto dell’amore per l’arte di strada trovano un’occasione di carriera, mettendo a profitto l’opera altrui.
Non stupisce che ci sia l’ex-presidente della più potente Fondazione bancaria cittadina dietro l’ennesima privatizzazione di un pezzo di città. Questa mostra sdogana e imbelletta l’accaparramento dei disegni degli street artist, con grande gioia dei collezionisti senza scrupoli e dei commercianti di opere rubate alle strade.
Non stupisce che sia l’amico del cdx e del csx a pretendere di ricomporre le contraddizioni di una città che da un lato criminalizza i graffiti, processa writer sedicenni, invoca il decoro urbano, mentre dall’altra si autocelebra come culla della street art e pretende di recuperarla per il mercato dell’arte…Questa mostra sdogana e imbelletta l’accaparramento dei disegni degli street artist, con grande gioia dei collezionisti senza scrupoli e dei commercianti di opere rubate alle strade.
Non stupisce che sia l’amico del cdx e del csx a pretendere di ricomporre le contraddizioni di una città che da un lato criminalizza i graffiti, processa writer sedicenni, invoca il decoro urbano, mentre dall’altra si autocelebra come culla della street art e pretende di recuperarla per il mercato dell’arte.Di fronte alla tracotanza da landlord, o da governatore coloniale, di chi si sente libero di prendere perfino i disegni dai muri, non resta che fare sparire i disegni. Agire per sottrazione, rendere impossibile l’accaparramento.
A dare una mano a Blu ci sono gli occupanti di due centri sociali che non a caso si trovano lungo la direttrice del canale Navile, là dove ogni forma di partecipazione reale è morta sotto il peso di fallimentari progetti edilizi di riqualificazione e di strumentali emergenze come quelle contro i campi nomadi. Questo atto lo compiono coloro che non accettano l’ennesima sottrazione di un bene collettivo allo spazio pubblico, l’ennesima recinzione e un biglietto da pagare.
Lo compiono coloro che non sono disposti a cedere il proprio lavoro ai potenti di sempre in cambio di un posto nel salotto buono della città.
Lo compiono coloro che hanno chiara la differenza tra chi detiene denaro, cariche e potere, e chi mette in campo creatività e ingegno.
Lo compiono coloro che ancora sanno distinguere la via giusta da quella facile”. Wu Ming, Bologna, 11-12 marzo 2016

http://www.lavoroculturale.org/hacking-di-blu-a-bologna/  scrive: “Al di là della diatriba
Quello che si mette in atto è dunque una riflessione verso il modo d’intendere la stessa idea di street art, linguaggio ibrido che da sempre ha vissuto di costanti contaminazioni e relazioni con territori differenti che vanno del mercato artistico alle politiche creative negli spazi urbani, dalla grafica alla pubblicità, passando per la moda e l’editoria. A una street art sempre più istituzionale e pacificata nei linguaggi e nei metodi, Blu che si è sempre distinto per la sua carica di dissenso e per la scelta dei contesti d’esecuzione, contrappone un gesto che rimescola le carte in tavola e ricorda come micro tattiche, con tutta la loro forza, possano sempre emergere e capovolgere i sistemi di attese e le retoriche dominanti. L’autocancellazione di Blu rappresenta uno spartiacque all’interno della storia dell’arte urbana, è una dichiarazione d’intenti e un manifesto in un momento in cui la street art vive una fase di sovraesposizione mediatica e in cui quei valori antagonisti che la caratterizzavano sono stati riassorbiti all’interno di un ordine consensuale. La street art si trova costantemente a fare i conti e a dover gestire quel successo mediatico dimostrato dal proliferare di pubblicazioni, trasmissioni televisive, mostre, festival, fino ad arrivare ai talent show a tema. Quella messa in atto da Blu è una strategia discorsiva e mediatica che permette di ribadire il suo posizionamento all’interno dell’arena della street art dove non basta più la grande abilità tecnica e stilistica e la capacità di sorprendere il fruitore negli spazi ma dove la partita si gioca anche attraverso le strategie di comunicazione, attraverso atti di hacking urbano in grado cambiare e stravolgere costantemente le regole del gioco ma soprattutto attraverso azioni in grado di diventare diffondibili sul web. Il gesto si pone dunque a essere letto da un lato come una riflessione sui metodi e sui modi di fare street art oggi, una presa di posizione all’interno di una comunità che nelle sue diverse forme d’azione, nei differenti valori che la animano, deve anche tornare a pensare se stessa. Allo stesso tempo, il gesto incide sulla relazione che intercorre tra street art e spazio pubblico e dispiega un discorso critico sulla città stessa. L’azione di cancellare uno dei suoi lavori a Curvystrasse, quartiere di Berlino dove i prezzi degli immobili sono vertiginosamente aumentati per i processi di gentrificazione, si inserisce anche in questa scia.(Gentrificazione= Trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni).
Blu ribadisce che la street art deve pensarsi come gesto dirompente e collettivo, critico e residuale, come tattica in grado di incidere sul vissuto della città e sulle politiche che la governano.”

“Lo spazio d’esecuzione, nel caso dei lavori di BLU, è importante tanto quanto l’opera stessa e le sue azioni sono fortemente specifiche… La cancellazione è allora gesto creativo e politico insieme, residualità critica, pratica distruttiva ma allo stesso tempo costruttiva: l’opera scompare ma l’immagine, con la sua forza politica ed evocativa, resta.

I primi lavori di Blu risalgono al 1999 ed erano ancora realizzati con la bomboletta spray, tipica del writing tradizionale. A partire dal 2001 le opere di Blu iniziano ad essere eseguite con vernici a tempera e rulli montati su bastoni telescopici. Tale tecnica gli ha permesso di ingrandire la superficie pittorica. I soggetti sono figure di umanoidi dai connotati sarcastici o talvolta drammatici il cui immaginario sembra ispirarsi al mondo dei fumetti e dei videogiochi arcade.
Sono dei primi anni le collaborazioni con artisti quali Run, Dem, Sweza ed Ericailcane, dalle raffigurazioni del mondo animale ai soggetti umani dipinti da Blu. Altro aspetto fondamentale che ha caratterizzato i suoi esordi è la prassi dell’azione pittorica, e alcune sperimentazioni di animazione digitale.
Negli anni duemila anni duemila e duemiladieci l’attività di Blu si internazionalizza, ma resta principalmente legata alla strada e alla fruizione gratuita e per tutti.

Blu ha dipinto in varie parti del mondo: in Sud America, a Città del Messico, Città del Guatemala, Managua, Nicaragua City, San José e Buenos Aires. Nel 2007 a San Paolo partecipa al festival A conquista do espaço, disegnando un murale in cui il Cristo Redentore di Rio de Janeiro è sommerso da una montagna di armi da fuoco.

Blu, Cristo del Corcovado, San Paolo, 2007

Fra l’inverno del 2007 e la primavera del 2008 passa ancora due mesi a Buenos Aires, dedicandosi alla realizzazione del cortometraggio intitolato Muto, pubblicato su YouTube sotto licenza Creative Commons[6] e vincitore del Grand Prix Festival “Clermont Ferrand” del 2009[7]. Il filmato mostra centinaia di disegni su muro che investono numerose strade di Buenos Aires.

Nell’autunno del 2009 è tornato in Sud America per un tour che lo ha visto impegnato a Bogotá nel festival Memoria Canalla, a Montevideo, di nuovo a Buenos Aires in Argentina e a Lima, dove ha dipinto un’intera facciata di un palazzo storico nell’Avenida Arenales, narrando la storia del continente Sud americano violata da conquistadores antichi e moderni.

Un lavoro realizzato in Argentina nel 2011, rappresentante una massa di persone rese cieche e mute da un’enorme bandiera argentina, è stato vandalizzato dopo una polemica sul significato politico dell’opera.

Negli Stati Uniti d’America è stato invitato dalla Deitch Gallery di New York a dipingere l’esterno della loro sede di Long Island.
Un suo lavoro è stato censurato e cancellato dal Museum of Contemporary Art di Los Angeles, che lo aveva commissionato per l’evento Art in the street.

2007 Betlemme, Palestina. Il collettivo Santa’s Ghetto che dà vita all’annuale appuntamento di happening pittorici e commerciali invita Blu a prendere parte all’edizione. Blu interviene sul muro che divide il west bank ed il territorio israeliano. Su quel muro simbolo stesso del conflitto che da anni insanguina quei territori, sotto una torretta di avvistamento Blu dipinge un ragazzo che cerca con un ingenuo coraggio di abbattere con un dito quella prigione a cielo aperto.

Il suo carattere è crudo e diretto, affronta la degradazione urbana che è segno ed effetto della degradazione morale del potere. Usa prima gli spy, poi il pennello in modo netto e senza sfumature, molto bianco e nero, pochi colori, copertura opaca e uniforme della vernice data con il rullo, in modo da poter realizzare dipinti molto grandi senza bisogno di scale. Dipinge personaggi giganteschi ed emblematici con una forte carica politica e sociale, simboli delle problematiche della realtà contemporanea. Scrive raramente lettere o tags, non si firma ma è perfettamente riconoscibile.

Nel 2010 viene invitato a Vienna per creare un murale al porto Albern sul Danubio (distretto Simmering). L’opera d’arte ha commemorato la storia non raccontata dei lavoratori forzati, che hanno costruito il porto tra il 1939 e il 1942 durante il regime nazista. Il lavoro è stato distrutto nel 2013.

In Germania ha eseguito alcuni lavori a Berlino fra il 2006 e il 2009, in particolare nel quartiere di Kreuzberg, grazie alla partecipazione a varie edizioni dei festival Backjump e Planetprozess. Sempre in Germania, nel 2006 realizza una delle sue prime animazioni dipinte direttamente sulle pareti, tecnica in seguito adottata di frequente.

A Napoli nel 2016 abbiamo ‘L’uomo verde’, il graffito appare sul muro dell’ex ospedale psichiatrico giudiziario del quartiere Materdei. Per dare voce ai poveracci che negli anni sono stati rinchiusi in quel luogo orribile,Blu ha dipinto un gigantesco uomo verde, con gli occhi vuoti, che urla mentre si strappa la maglia da carcerato. Per creare questo pezzo enorme, Blu si è servito dell’architettura della Fortezza di Sant’Eframo per creare prospettiva e movimento. La faccia infatti è stata dipinta su due lati del palazzo e come bocca, l’artista ha usato una finestra spalancata, che dà perfettamente l’idea dell’urlo.
Anche il profilo del palazzo è stato usato per dipingere il braccio, che segue la linea delle scale rendendo il lavoro praticamente tridimensionale.

A Londra, nel 2007 ha realizzato graffiti a Camden Town ed a Willow Street, presso la ex sede di Pictures on Walls, e ha tenuto una mostra presso la Galleria Lazarides con Ericailcane. L’estate successiva la Tate Modern dedica una intera mostra al fenomeno della street art ed invita Blu assieme a Faile e altri artisti a dipingere una porzione della facciata esterna del museo.

Sono molti i lavori di Blu realizzati a Bologna, dal centro (Giardino del Guasto, via Mascarella ecc.) alle periferie (zona Roveri, via Zanardi, via Stalingrado ecc.) ai centri sociali come l’XM24 in via Fioravanti o l’ex capannone del Crash! in via Marco Polo. Ma, come abbiamo detto, nella notte fra l’11 e il 12 marzo 2016, in un gesto di protesta contro la “privatizzazione della street art”, relativamente alla mostra ideata da Fabio Roversi Monaco a Palazzo Pepoli, Blu ha cancellato tutti i suoi graffiti a Bologna, ricoprendoli di vernice grigia.

(Via Fioravanti, Bologna)

(Via Zanardi, Bologna)

In Italia si ricordano inoltre la facciata del Padiglione d’arte contemporanea a Milano, realizzata nel 2008, gli interventi all’Università degli Studi di Milano-Bicocca ed alla stazione di Lambrate nel 2008 e 2009

Pac, Via Palestro

(Milano, stazione di Lambrate)

A Firenze su una casa in via della Certosa
Il Silo del porto di Ancona nel 2008 per il festival Pop Up.

Blu ha poi partecipato a tre edizioni dello Spinafestival a Comacchio (2005, 2006, 2007), a due edizioni del Fame Festival a Grottaglie (2008, 2009) nella cui ultima edizione ha realizzato una video-animazione con l’artista newyorchese David Ellis e ad alcune partecipazioni al festival Icone di Modena.
Nella città di Grosseto, sul muro di un edificio scolastico, l’artista ha realizzato nel 2004 un grande murale dal titolo World Wide Trap che ritrae una schiera di decine di persone identiche, apatiche e collegate da cavi, a simboleggiare la manipolazione e l’omologazione da parte di Internet.

Nel giugno 2015 a Lecce, ha decorato l’intera facciata del Binario 68 occupato, in via Dalmazio Birago.

In Polonia Blu ha realizzato lavori a Breslavia e a Danzica nel 2008.

Nel 2008 partecipa a Praga al Names festival dove realizza un graffito intitolato The Gaza Strip, in cui carri armati e bulldozer si inseguono lungo il nastro di Möbius.

Blu ha dipinto a Belgrado nel 2009.

A Saragozza, partecipando al Festival Segundo Asalto, realizza un minotauro che raccoglie un essere umano.

Alcuni lavori sono stati eseguiti anche a Valencia, a Linares, a Madrid e a Barcellona, dove ha preso parte al festival The Influencers dipingendo un minaccioso squalo completamente rivestito di euro (Money stark).

Di Blu non si sa quasi niente, neppure il nome, si sa quello che dicono le sue opere: crede nelle lotte sociali, nella tutela dell’ambiente e di tutti gli animali, non al capitalismo, non al denaro.
Dice un blogger: “La prima volta che ho visto un suo murale ero a Berlino, a Kreuzberg, a Cuvrystrasse, era un pomeriggio grigio di febbraio, e mi sono trovata davanti un uomo gigantesco, vestito elegante, con ai polsi le manette d’oro, e a quegli altri due, nel palazzo accanto, che si tolgono la maschera a vicenda, sotto la scritta “Reclaim you city”.

A Bologna, su uno dei muri dell’XM24, l’ex mercato ortofrutticolo della Bolognina, occupato da undici anni, che rischia di essere buttato giù per permettere la costruzione di una rotonda spartitraffico, in una zona in forte espansione edilizia ha dipinto, su tutta la facciata, una battaglia fra due parti della città: quella opulenta, avida e spietata (che lancia enormi mortadelle) e quella che quotidianamente combatte per la giustizia, l’uguaglianza e il rispetto (lanciando cocomeri e zucche). Utilizzando personaggi e immagini del Signore degli anelli, l’opera è anche un racconto degli ultimi quindici anni di storia dei movimenti e di lotte sociali: dalle giornate del G8 di Genova alla critical mass, dal bookblock al movimento No Tav.

A Roma dipinge due facciate dell’ex caserma dell’aeronautica di via del Porto Fluviale, da dieci anni diventato occupazione abitativa che ospita più di 450 persone: 200 metri quadri di parete su cui l’artista dipinge delle enormi e colorate facce umanoidi.

Seguendo la via Ostiense, poco più avanti, delle macchine incatenate campeggiano sulle pareti dell’Alexis, una recente occupazione.

Proseguendo, un gigantesco affresco in stile neoclassico, che rappresenta la corruzione della classe politica romana e italiana e della chiesa cattolica, occupa tutta la facciata dell’ex cinodromo, occupato dal 2002.

Nato a Senigallia, madre matrigna che ha distrutto tutte le sue opere, cresciuto artisticamente a Bologna, Blu non lavora da solo, ma anche con altri artisti, come Ericailcane (c’è un unico rarissimo libretto del 2005 con 25 suoi disegni edito da Modo Infoshop) o i brasiliani Os Gêmeos. Ma non rilascia interviste: le sue opere parlano da sole. Con le loro forme spesso grottesche e surreali sono supericoniche: come affreschi medievali, esplicite nel significato e nel messaggio politico, un messaggio che è riconoscibile, globale, ma che non prescinde mai dal territorio e dal suo contesto di quel momento. Un fermo immagine di un conflitto.

A Niscemi, accompagnando la protesta NoMuos, Blu dipinge un enorme robot che si muove su un campo pieno di aerei che diventano tombe, contrastato dai manifestanti armati di bastoni e attrezzi per coltivare la terra.

A Bogotà una mano taglia, con una carta di credito, della polvere bianca composta da centinaia di teschi umani.

A Milano, sulla facciata del PaC, uomini in giacca e cravatta, ma in mutande, si arrampicano su una montagna di cocaina.

A Sassari due mani versano dentro un’ampolla veleni, aerei e macchine: l’ampolla si riversa su altre ampolle dove sono i pesci, i prati, le pecore.

A Lisbona un uomo, bianco, camicia e giacca, grasso, con sulla testa una corona d’oro con i simboli delle società petrolifere, succhia con una cannuccia l’America Latina, come acqua da un cocco fresco.

“È chiara la sfida? Sostenere il recupero urbano, appoggiare le lotte dei movimenti, quelli ambientalisti, quelli contro le opere che danneggiano il territorio, quelli di lotta per la casa.
Arte povera, poverissima, lontana mondi interi dal mondo glamour delle gallerie, delle installazioni e dei vernissage: al posto di un pubblico di addetti ai lavori e di spettatori che si mettono in fila e pagano un biglietto, magari trasformando gli artisti in feticci da bookshop, gli street artist comunicano con gli abitanti dei luoghi che scelgono, spesso quelli delle periferie, dei quartieri popolari. Così i muri di Blu attraggono le persone che ci sbattono per caso, o quelle che vanno apposta per guardare la sua arte.”
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1764 19-5-2016 L’ITALIA RETROGRADA

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MASADA n° 1764 19-5-2016 L’ITALIA RETROGRADA
Blog di Viviana Vivarelli

Tutti addosso a Pizzarotti- M5S: la dittatura delle espulsioni- Siamo come i capponi del Manzoni – Sta per piombarci addosso la sciagura del TTIP – Intanto che il Pd accusa di scarsa democrazia il M5S, Renzi caccia Lacorazza per aver votato contro le trivelle – La situazione economica è sempre più tragica – Fatta la pseudo legge sulle unioni civili che non cancella il pregiudizio omofobico – Boschi “Chi vota No alla riforma del Senato è come Casapound”- Bellissimo intervento di Davigo a Piazza Pulita -La povertà estrema degli Stati uniti –Truffa palese della Banca di Vicenza- E’ falso che la riforma ci equipari alla Germania con un Senato rappresentativo delle Regioni – E’ falso che essa sveltisca l’iter legislativo- Miliardi persi dal Governo che ha investito i nostri soldi in derivati

IL CASO PIZZAROTTI
Viviana

Pizzarotti, sindaco 5stelle di Parma, è stato accusato dal senatore Pagliaro del Pd di aver fatto le nomine dei vertici del Teatro Regio in modo illegale
In verità non c’è nulla di illecito in queste nomine. Dovevano essere nominati i due nuovi responsabili, la nomina spettava al sindaco che ha indetto un bando ‘esplorativo’ che non aveva alcun vincolo legale.

Anche il capogruppo M5s Marco Bosi ha ricordato che la selezione non vincolava l’amministrazione alla nomina tra i partecipanti al bando, come si legge ben chiaro all’articolo 11 dell’avviso pubblico, in cui si specifica che “La ricognizione esplorativa di cui al presente avviso non vincola in alcun modo la Fondazione a procedere o meno all’affidamento dell’incarico”. Per cui Pizzarotti poteva comunque nominare chi voleva. La sua azione è stata corretta e questa storia è stata messa su solo come arma elettorale dal Pd per fare casino e distogliere l’attenzione dai fallimenti di Renzi e frenare la frana elettorale del Pd alle amministrative. Ma il direttorio del M5S, Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno ritenuto che, siccome Pizzarotti per 3 mesi non ha detto a nessuno di questo avviso di garanzia, trasgrediva a una regola di trasparenza non scritta in nessun regolamento ma implicita dei principi generali del M5S e che meritasse dunque una sospensione. Tutto è stato deciso dall’alto, senza sentire Pizzarotti e senza consultare la base. Pizzarotti è stato avvertito della sospensione da una mail abbastanza anonima, dello stesso tipo del resto di quella che lo aveva nominato sindaco. Si è difeso con fermezza provando che in vario modo aveva cercato di contattare Fico o Di Maio i quali erano troppo occupato per riceverlo ma sul caso è stata montata dai media piddini e dallo stesso M5S una bagarre indecente da entrambe le parti, in cui gli avversari dei 5stelle accusavano il Movimento di autoritarismo e di scarsa democrazia ed equiparavano l’avviso di garanzia di Pizzarotti ai molteplici avvisi di garanzia con accusa di veri reati penali a ben 124 membri del Pd, così da far cadere il vanto di onestà del M5S, e dal canto suo il direttorio dei 5stelle blaterava in modo poco convincente e con eccessivo rigorismo sulla richiesta trasparenza. Non parlava Grillo e stava del tutto silenzioso Davide, figlio di Casaleggio, che dovrebbe agire solo come supporto tecnico ma i cui poteri vanno, sembra, molto al di là dei suoi compiti informatici, senza che peraltro i suoi veri compiti siano precisamente specificati. Fico e Di Maio sono sembrati sfuggenti, imbarazzati e poco persuasivi, evidenziando una volta di più la fumosità di regolamento dei 5stelle e la nebulosità con cui è diviso il potere, potere che trattandosi di un Movimento che basa tutta la sua etica sulla democrazia dal basso, sembra un po’ troppo diretto dall’alto. Insomma una faccenda tutta molto poco chiara, in cui reato o dolo non ci sono, ma c’è, appunto, una nebbia istituzionale da cui il M5S dovrebbe tirarsi fuori quanto prima per non dare ragione ai suoi detrattori, precisando regole interne, compiti e ruoli. E siccome questa bagarre salta fuori a un mese dalle amministrative, potrebbe essere un grave colpo di immagine per i 5stelle, a meno che non tolgano la sospensione a Pizzarotti, tanto più che in casi simili di avvisi di garanzia, nessun provvedimento è stato preso contro Nogarin, sindaco di Livorno e Fucci, sindaco di Pomezia. Quest’ultimo ricevette un avviso di garanzia da una ditta di pompe funebri per aver il sindaco vietato una inumazione dopo l’orario del cimitero, mentre il sindaco di Livorno è accusato di abuso d’ufficio per avere assunto 33 persone al di fuori dei termini di legge mentre l’accusa di bancarotta fraudolenta societaria lo colpisce assieme a un gruppo di persone coinvolte nello scandalo dei rifiuti, scandalo che Nogarin ha denunciato, e dice solo che la Magistratura esaminerà la società assieme al sindaco che l’ha denunciata. Insomma tre casi che penalmente non sono rilevanti per nessuno dei tre protagonisti, ma che il M5S ha valutato con molta diversità, con pieno appoggio per Nogarin, senza nemmeno saperlo per Fucci, con atteggiamento decisamente ostile e attaccandosi alle funi del cielo per Pizzarotti. E questo non è affatto accettabile.
Dice la Boschi che il 21% dei Comuni amministrati dal M5S è sotto avviso di garanzia, non dice che i 124 piddini indagati o condannati che pure avevano ricevuto un avviso di garanzia lo era per gravi reato penali e non per aver ricevuto futili denunce.

MA CHE DIFFERENZA C’E’ TRA PIZZAROTTI, NOGARIN E FUCCI?
Viviana

Quando un avversario politico denuncia un esponente del M5S, il giudice deve per forza mandare un avviso di garanzia per avvertirlo della denuncia in corso così che possa difendersi. Per un sindaco essere denunciato per abuso di ufficio è veramente il minimo, tant’è che la legge stessa sull’abuso di ufficio è poco chiaro ed è stata applicata rarissime volte.
Anche un cretino capirebbe che il caso è diverso se l’avviso di garanzia viene mandato per presunti reati. Vi sembra un buon motivo per sospendere o espellere un sindaco quando si trova palesemente nel primo caso? E’ quanto è successo a Fabio Fucci, sindaco di Pomezia, che nemmeno ha avvisato il direttorio, ed è quanto è successo a Pizzarotti che non aveva nessun obbligo verso nessuno finché la cosa non fosse chiarita, tanto più che l’avviso nasceva da una palese falso.
Possibile che non si possa avere lo stesso trattamento per entrambi e cioè aspettare di capire come stanno le cose?
La gente sente dire ‘avviso di garanzia’ e non è capace di distinguere e fa di ogni erba un fascio, così che è fin troppo facile equiparare l’avviso di garanzia di Pizzarotti o di Nogarin ai 124 condannati o indagati per reati del Pd . E dare alla gente l’idea che pari sono è folle e sbagliato. Permette solo agli avversari di scatenarsi con ogni tipo di attacco e diffamazione. E non solo gli avversari purtroppo perché la cattiveria è presente anche in tanti che si dicono 5stelle. Così è nata una canea da infoiati intollerabile.
Ma a questo punto urge che i 5stelle si facciano regole chiare e non principi fumosi e la piantino con questa corsa al massacro che fa solo male al Movimento!
Occorre che si chiariscano una volta per tutte compiti, responsabilità,limiti e doveri di Davide Casaleggio, del direttorio e dello staff perché non se ne può più di questi attacchi feroci della stampa e della tv a cui non è facile ribattere!
La massima trasparenza non deve esserci solo sugli eletti ma anche e soprattutto su quelli che decidono! Senza di che la pretesa democrazia diretta va a rotoli.
E’assurdo parlare di trasparenza quando troppe cose nel Movimento non sono trasparenti affatto. Cominci chi comanda ad essere trasparente e solo dopo potrà chiedere trasparenza ad altri ! E si distingua una volta per tutte ciò che è grave da ciò che non lo è!
A me non sembra affatto che Pizzarotti si sia comportato da opportunista o peggio.
E il M5S la deve piantare di crocifiggere i propri candidati!
Una certa libertà di pensiero deve essere tollerabile, non è umano che si sia d’accordo con tutto. La critica interna deve essere ammissibile, non è tollerabile nemmeno una intransigenza feroce da dittatura che brucia gli eletti. E se si vuole il rispetto delle regole, le regole devono essere chiare e precise e non opinabili e variabili da persona a persona con casi simili. Poi deve essere chiaro chi le applica queste regole, e se si vuole la trasparenza allora anche la struttura del M5S deve essere chiara e chi esercita azioni di repressione o punizione deve essere a sua volta trasparente.
Non credete che sia proprio questa mancanza di trasparenza dall’alto il punto cruciale che permette tante critiche?
Io sono fermamente contro tutte le espulsioni che sono state fatte finora. Non c’era dietro a nessuna di esse alcun reato provato e nemmeno una forte probabilità di reato. C’è stata una spietatezza molto preoccupante che non dovrebbe esistere in un movimento democratico ma ricorda feroci autoritarismi.
Posso solo sperare che il movimento corregga questo suo errore perché potrebbe essergli fatale.
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Pizzarotti su Facebook:

“Visto che qualcuno sosteneva che l’informazione di garanzia (impropriamente chiamato “avviso”) andasse comunicato prima e che avrei qualcosa da nascondere ho deciso di pubblicare quanto segue. Il primo è l’avviso di garanzia in questione. Il secondo è un parere legale che spiega bene perché oggi è possibile farlo, mentre fino a qualche giorno fa non lo era.
Potete leggere tutti, ma per riassumere il concetto è che l’informazione di garanzia è uno strumento a tutela degli indagati e se io avessi pubblicato queste informazioni prima che diventassero di dominio pubblico, avrei leso il diritto delle altre persone coinvolte in questa indagine. La mia vicenda è legata alla fondazione del nostro teatro e coinvolge persone che nulla hanno a che vedere con ruoli politici e hanno tutte le ragioni di vedere garantiti i propri diritti.
È mia intenzione rispondere anche alle controdeduzioni richieste dai vertici del MoVimento. Ho riguardato tutti i regolamenti, statuti, non statuti, e non c’è nessun regolamento interno che tratta la tematica degli avvisi di garanzia, e le regole per attivare la procedura di espulsione non sono state violate. (Regolamento M5S Art 4 commi a) b) c) http://www.beppegrillo.it/movimento/regolamento/ )
Inoltre, la trasparenza che mi viene contestata non è citata espressamente in nessuno dei suddetti regolamenti, ma compare nel codice di comportamento dei gruppi parlamentari. Ecco, anche assumendomi quell’obbligo non lo avrei comunque violato.
Concludo ribadendo ancora una volta che sono come sempre disponibile a confrontarmi sia con il direttorio, sia con il gruppo parlamentare che avrebbe richiesto un’assemblea. Penso che una diretta streaming come si faceva un tempo sarebbe in linea con quei concetti di trasparenza che mi vengono richiesti. Vediamoci e parliamo, solo così potremo chiarire. Io il mio passo in avanti l’ho fatto. Ora tocca a voi.”
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Seguono foto avviso e parere legale.
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M5S: LA DITTATURA DELLE ESPULSIONI
Viviana

Concordo con Gilioli come concordo con le ammonizioni di Travaglio. Vista la quantità di merda scagliata su Pizzarotti fin dal principio, che lui spendesse due parole per difendersi in tv era proprio il minimo. Che si pretendeva? Che soggiacesse in silenzio alle accuse come una pecora al macello?
Tutta la faccenda delle espulsioni e sospensioni fin dal principio è stata gestita da cani, ogni volta per chi spera nel Movimento è una stilettata al cuore.
Questa è la dittatura delle espulsioni !
Il Pd difende veri delinquenti cambiando le leggi, depenalizzando reati, con prescrizioni mozzaprocessi e candidature e patti di alleanza irricevibili, ma tra questo infame andazzo e le espulsioni ECCESSIVE del M5S non si sa fatte da chi e in nome di cosa ci sarà pure un giusto mezzo! E prima nascerà un codice etico preciso e trasparente dei 5stelle, prima sapremo chi comanda e chi ha il potere di espellere o sospendere e perché, meglio sarà!
A questo punto molti di 5stelle non ne possono più. Alla fine, il M5S si suiciderà per troppa intransigenza sventolando una intollerabile purezza mentre ci sono zone oscure che giustificano qualsiasi attacco degli avversari perché di contro i vertici non sono in grado di ribattere nulla. Tutti gli altri discorsi stanno a zero.
Pazienza che tutti attacchino il M5S, era fisiologico visto che è l’unica forza rivoluzionaria del sistema, ma che i vertici stessi operino per farlo fuori è impensabile.
Non accettiamo che la democrazia diretta si possa difendere portandosi dietro queste zone oscure di potere che troncano ogni speranza di buona amministrazione e sono paradossali rispetto ad ogni intento di democrazia diretta.
Pizzarotti un minimo di difesa se la meritava. Non si uccidono così i migliori soprattutto se scelti dal popolo. E’ uno schiaffo al popolo stesso e alla democrazia diretta.
E poi si sono fatte votazioni dal basso in passato, perché non ora?
Se si continua in questo modo, il M5S si ammazzerà da solo. Se sbianchi un panno con troppa varechina non resterà nemmeno la stoffa, si brucerà tutto. Ci deve essere un giusto limite alle epurazioni. Spero solo che possano trovarlo al più presto, prima che il Movimento da Movimento degli eletti diventi il Movimento degli espulsi.
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SIAMO COME I POLLI DEL MANZONI
Viviana

Da una parte nel Pd la difesa a oltranza dei delinquenti ormai costola del regime e senza i quali il regime stesso crolla
Dall’altra parte, M5S, una penalizzazione distruttiva e autodistruttiva dei migliori che ormai è patologica e inquina i 5 stelle stessi come una pulsione masochista al suicidio.
In un’Italia senza poteri lapidare qualcuno è diventato uno sport collettivo, uno sfogo coatto che non rivendica libertà ma rivela la nostra caduta in basso nella cattiveria più meschina e vile. I polli di Renzi portati al macello si beccano a morte anche se sono dello stesso pollaio. In una situazione di disagio comune, accusare i compagni di sventura e non chi l’ha provocata è la stolta soddisfazione degli schiavi.
Non sarà così che faremo un’Italia migliore!
Occorre pensare che il Movimento è un work in progress, ha già fatto molti cambiamenti e altri ne farà. La democrazia non si costruisce in un paio di anni e anche la strada migliore è costellata di errori. La cosa più bella è che questo Movimento è predisposto ad evolvere.

Ma chiedo che evoluzione potrà avere un Pd sempre più chiuso e ristretto in modo claustrofobico nella persona onnipotente e onnifacente del capo e sempre più volto ad un autoritarismo che di ogni democrazia fa strame il cui l’unico scopo sembra essere quello di conservare la poltrona a costo di imbarcare l’Italia peggiore del peggiore centro e della peggiore destra, fino a perdere qualsiasi connotazione originaria in un confuso calderone post ideologico dove l’unica ideologia è quella del potere per il potere, mentre si distruggono premeditatamente principi, valori, sicurezze e tutele… Insomma, secondo me, il M5S ha il futuro davanti. Il Pd ha davanti a sé solo la sua rovina.
In quanto alla sinistra-sinistra, la sua morte per inedia e mancanza di carburante è più che evidente. Manca l’autista, mancano i passeggeri, si è persa ogni visibilità e la macchina ormai va in pezzi e non sa più dove andare. Quod est usus? A questo punto: a che serve?

Confesso: non ho capito molto dei pretesi ‘delitti’ di Nogarin-Pizzarotti (assunzioni fatte un po’ disinvoltamente sorpassando la legge?) ma concordo con Travaglio e Gilioli sul fatto che il codice etico avrebbe bisogno urgente di qualche precisazione.
Mi è molto chiara la sfacciata arroganza di chi ne ha combinate di tutte, ci ha messi in un disastro, procede a suon di prescrizioni mentre smantella la repubblica peggio di Attila e i suoi Unni, ha 124 tra accusati e condannati, è compromesso persino con la mafia senza parlare della P2 e si erge a censore di chi ha fatto assunzioni illecite. E questo quando Renzi che aveva fatto la stessa cosa si è depenalizzato con una legge apposita, ad personam, gentilmente approntata dalla Madia, per cui il processo per 4 assunzioni contro la legge per cui aveva avuto già un rinvio a giudizio per danno erariale, è stato rapidamente annullato, mentre sui pesanti conflitti di interesse e sui legami scoperti delle due massime cariche dello Stato con la P2 e mentre una carica ancora più grande si è fatta distruggere le intercettazioni che la collegavano alla mafia. Ma è lampante che chi sta sui blog per incensare Renzi e scagliarsi sui 5stelle di queste cosucce non si preoccupa, mentre chi non ha ancora dichiarato il suo voto persiste nella sua opera di diffamazione meschina tanto che sembra capace solo di quella. Ma si sa che chi non sa sproloquia e chi non fa crede di esistere perché critica chi fa, diffamo dunque esisto, con buona pace per questo Paese che sprofonda in un baratro di cui solo pochi si interessano.
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Mail di risposta di Beppe Grillo che non è stata pubblicata da Federico Pizzarotti.
Gentile Federico Pizzarotti,
è evidente la particolare importanza della carica pubblica di sindaco di Parma da te ricoperta, ed è altrettanto incontrovertibile, in relazione alla tua notorietà acquisita anche a livello nazionale, che i tuoi comportamenti, soprattutto se riguardanti fatti commessi nell’esercizio delle funzioni di sindaco, incidono sull’immagine del MoVimento 5 Stelle, riflettendosi inevitabilmente sulla credibilità dell’azione politica del MoVimento, aspetto particolarmente delicato nell’imminenza delle prossime elezioni amministrative.
ecc ecc.
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Ieri sera, 13 maggio, a “Bersaglio Mobile”, su La7, c’era Pizzarotti da Mentana il quale, Mentana ha fatto vedere che sulla emai del M5s c’era la firma di Beppe Grillo, e non era “anonima” come Pizzarotti aveva detto. Pizzarotti ha dovuto confermarlo.
Quindi le parole di Pizzarotti: “Gentilissimo ANONIMO staff… forse vi siete dimenticati che sono un sindaco eletto, e pubblico ufficiale, e ad una email ANONIMA non fornisco alcun documento”… non erano vere! Ma intanto la polemica ha superato ogni limite di accettabilità.
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I piddini ripetono ad ogni piè sospinto le previsioni ottimistiche di Renzi, dicono che per le agenzie di rating l’Italia è in ripresa, ma le agenzie di rating sono quotate in Borsa e fanno profezie autoavverantisi nella speranza di guadagnare in proprio perché speculano sul fallimento degli Stati e sono le stesse che dettero la tripla A alla Lehman Brothers alla vigilia del suo disastroso fallimento.
Nei fatti, tutti i paesi europei hanno migliorato il rapporto debito/Pil meno l’Italia e la Grecia.
In Italia il rapporto debito/Pil 2015 è il peggiore dopo la Grecia.
Di cosa avete da vantarvi voi renzioti proprio non si capisce.
L’Ue per l’Italia prevede un deficit in crescita. Il debito pubblico italiano ha segnato un nuovo record a marzo: 2.228 miliardi, 14 in più in un mese. L’Ue “non è soddisfatta” di risposte di Padoan. Con Renzi il debito pubblico in 25 mesi è aumentato di 121,543 miliardi al ritmo di 4,86 miliardi di euro al mese ma di razionalizzare le spese Renzi nemmeno ci pensa e la sua dichiarazione che un Senato ridotto ci farà risparmiare 100 milioni cozza col fatto che lui con la sua segreteria in due anni ha aumentato la spesa di 400 milioni.
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STA PER PIOMBARCI ADDOSSO LA SCIAGURA DEL TTIP

Intanto il TTIP avanza e con quello l’economia americana farà a pezzi totalmente questa Europa molto vacillante e che non riesce nemmeno a tener valido il trattato di Schengen.
Assolutamente da vedere questo video che spiega benissimo cos’è il TTIP. Sta avanzando qualcosa di terribile, qualcosa che farà fuori del tutto l’economia europea, la piena apertura al commercio statunitense che sui propri prodotti pone una dozzina di regolette contro le 2400 dell’unione europea e che avanza minaccioso verso il controllo dei nostri servizi pubblici. Vi sembra che in tv o sui giornali qualcuno ci dica qualcosa??? Vi sembra che questa Europa sia stata creata per difenderci da queste invasioni che porteranno la nostra economia ancora più in basso? No, qui dobbiamo stare a parlare di Nogarin-Pizzarotti. E’ tutto comandato. E col TTIP non avremo solo l’invasione incontrollata delle merci americane ma anche la possibilità di pagare ogni dipendente secondo i salari più bassi esistenti. La direttiva Bolkestein che sembrava scongiurata ritorna peggio di prima nel mostro americano.
Il TTIP (Transatlatic Trade and Investment Parnership) è un RISERVATISSIMO accordo commerciale, attualmente in fase di negoziazione, tra Europa e Stati Uniti.
É un trattato per rimuovere quelli che le grandi multinazionali ora vedono come ostacoli: i diritti dei lavoratori e i regolamenti che difendono l’ambiente, la salute e la privacy.
In che modo? Ve lo spieghiamo come nessuno hai mai fatto prima.

E noi qui a parlare di Pizzarotti?? Ecco come si imbecherisce la testa della gente!

RENZI CACCIA IL PIDDINO LACORAZZA PER AVER VOTATO CONTRO LE TRIVELLE
Annamaria

Roberto Speranza, capo della sinistra Pd: “Apprendo con grande rammarico che il primo atto della moratoria proposta ieri da Renzi è l’epurazione del presidente del consiglio regionale in Basilicata avvenuta per mano del neo renzianissimo presidente Marcello Pittella. Lacorazza è stato tra i protagonisti della campagna referendaria sulle trivelle e il suo peccato mortale è aver votato contro. Oggi con una scelta sconsiderata e priva di qualsiasi legittimazione formale si è deciso di epurarlo rompendo l’unità del Pd” (Il FQ)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/10/basilicata-pd-rimuove-il-presidente-del-consiglio-regionale-sostenne-referendum-anti-trivelle/2715367/
Ragazzi, vediamo un po’ di intenderci con le parole e con i fatti.
Come vogliamo definire ciò che è accaduto a Lacorazza senza ‘alcuna legittimazione formale’? Diciamo che è stato epurato? Oppure che è stato esautorato? Ma forse va meglio rimosso? O espulso? O silurato? O buttato fuori a calci?
Si può sapere in base a quali criteri è avvenuta tale espulsione? Si può sapere chi nel PD stabilisce i criteri che determinano l’espulsione, ovvero la cacciata brutale, ovvero il siluramento dei Lacorazza e dei tantissimi Lacorazza che vengono abitualmente sottoposti a tale trattamento all’interno del PD? (al momento sono 519).
Si può sapere perché di questa espulsione non se ne sa nulla? Si può sapere perché delle centinaia di espulsioni come questa, che avvengono nel PD, non si deve parlare, non si deve scrivere, non si deve sapere?
Ecco, io non so darmi una risposta a queste domande. Ma sono certe che tutti coloro che quotidianamente danno lezioni di democrazia e muovono severe rampogne ai 5Stelle dall’alto delle loro ‘regole’, non faranno mancare una loro illuminata risposta.
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LA SITUAZIONE ECONOMICA E’ SEMPRE PIU’ TRAGICA

L’esperta di sistemi finanziari ed economici Loretta Napoleoni depreca che, mentre l’Italia va sempre peggio, l’opinione pubblica si fa distrarre dalla faida su Pizzarotti, come fosse la notizia più importante. Ci dicono che il tasso di disoccupazione è all’11,4 % ma è falso, e la Commissione europea sostiene che dovremmo aggiungerci un altro 12 % di lavoratori usciti dal mercato del lavoro, così che i numeri italiani della disoccupazione sono 3 volte la media europea, mentre in Calabria la disoccupazione arriva al 65% e in Campania al 53, e ogni anno 100.000 giovani lasciano il Sud per espatriare. Ma è ovvio che a chi governa così male conviene far parlare di più di Pizzarotti o Nogarin. Intanto le sofferenze bancarie sono il 18% dei prestiti bancari e un quinto del Pil, mentre in USA sono il 5 e nella zona euro stanno sotto il 10, il che fa prevedere altri fallimenti bancari. Il Patto di stabilità impedisce all’Italia di creare una bad bank, una banca dove far confluire tutte le sofferenze come ha fatto a suo tempo la Spagna, così Renzi dovrà cedere sovranità alla Bce, non potendo sopravvivere al debito accumulato, seguendo la sorte della Grecia. Il Pil resta di gran lunga al di sotto del picco del 2008. La Commissione ha tagliato le sue previsioni di crescita 2016 per l’Italia dal 1,4 % al 1,1 %, mentre nel 2015 l’Italia è cresciuta di un pietoso 0,6%. Il debito pubblico è ormai gigantesco (133 % del Pil). Eravamo la settima potenza del mondo e la terza d’Europa. Ecco dove ci hanno portato gli errori giganteschi del cdx e del csx e ora il malgoverno di Renzi. Qualunque cosa i sindaci 5stelle abbiano fatto, diventa ridicolo davanti alla corruzione della casta e al danno immane che essa ha commesso distruggendo questo Paese. Eppure i faziosi e gli sciocchi non hanno occhi che per una diffamazione permanente dei 5telle mentre non abbandonano l’attaccamento ai veri distruttori del Paese. Non esiste Paese al mondo dove sia così facile inquisire qualcuno e non esiste Paese al mondo dove i corrotti la facciano così franca. L’avviso di garanzia ormai è diventato un’arma di potere e la corruzione si estende anche su questo.

Bellissimo intervento di Davigo a Piazza Pulita e l’88% degli Italiani è con lui:

Davigo, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Io non ho detto che tutti i politici rubano, ma che quelli che rubano lo fanno ancora ma ora nemmeno si vergognano. Se rubassero tutti, non avrebbe senso fare i processi. (Ma la frase ha scatenato Renzi e i suoi con un nuovo attacco alla Magistratura).
E Gratteri, procuratore a Catanzaro il più esposto dei magistrati anti ‘ndrangheta, il più a rischio, il più in trincea, aggiunge: “Ormai sono i politici a cercare i mafiosi, non viceversa”.
E il procuratore antimafia Franco Roberti rincara la dose: “Oggi la vera svolta è il salto della mediazione: le mafie mandano in Parlamento e nelle istituzioni i loro uomini”.
Sono frasi gravissime da parte di autentici servitori dello Stato.
Davigo: “La corruzione oggi in Italia è peggio di 20 anni fa. Ha vinto la corruzione. Dai frutti conoscerete l’albero: da 15 anni l’attività principale della politica è fare leggi non più favorevoli alla repressione della corruzione ma più favorevoli a impedire i processi, abolire i reati, cambiare le regole sulle prove e fare in modo che le prove non valessero più.. è chiaro che poi il risultato è questo.. In Italia c’è stata a lunga una diseducazione sul rispetto delle regole, es: il condono edilizio, il condono fiscale servono ad incentivare comportamenti illegali. Se le case abusive fossero state abbattute subito tutte, nessuno le avrebbe più costruite. Se invece ogni 3-4 anni fanno un condono edilizio, c’è l’aspettativa. La colpa è della politica che ha fatto leggi che all’estero sono incomprensibili. Una volta ho provato a spiegare a un gruppo di giudici della California il concetto di amnistia. Non riuscivano a capirlo. Dopo un po’ hanno detto:”Ah, ce l’abbiamo anche noi, si chiama ‘perdono presidenziale’”. No, quello ce l’abbiamo anche noi ed è la grazia. L’amnistia è una legge che perdona tutti. Hanno sorriso: “Abbiamo capito, ci state facendo uno scherzo”.
Formigli gli chiede che effetto gli fa vedere così tanti amministratori locali coinvolti in processi giudiziari.
“Credo che la statistica sia piuttosto bassa. C’è differenza tra i delitti commessi e quelli denunciati. Se ne scoprono pochissimi. Non bisogna confondere il provvedimento del magistrato che il più delle volte è un atto dovuto come l’avviso di garanzia, per es se in un incidente sono coinvolti 3 conducenti ricevono tutti l’avviso di garanzia così che, se c’è un morto, tutti possano nominare un loro consulente Poi ci saranno certe risultanze. La politica ha appaltato alla magistratura la selezione interna con conseguenze dirompenti nel rapporto tra politica e magistratura, perché tutti restano al loro posto in attesa delle sentenze definitive. Nella maggior parte dei casi i fatti sono noti e la politica può attivarsi a prescindere dai magistrati. (Cacciari ha detto che ormai solo i pazzi amministrano i Comuni). Gli avvisi di garanzia sono scritti in modo tale che ormai io vedo pochissimi colpiti per abusi di ufficio. Nella mia attività professionale che ormai dura da 38 anni, credo di avere pronunciato una sola sentenza di condanna per ‘tentato’ abuso di ufficio. E’ una norma di tale difficile applicazione…. (sul tanto contestato arresto del sindaco di Lodi accusato in fondo su abusi di piccole cifre…abbonamento del canone di una piscina da 4000 euro risponde che uno inquina le prove c’è l’esigenza cautelare dall’arresto).
Negli Stati uniti, che noi diciamo di copiare, il processo a piede libero non esiste. Il processo comincia sempre con l’arresto dell’imputato, poi mettono fuori su cauzione quelli che noi non arresteremmo mai. Noi abbiamo casi in qui si rilascia l’imputato, per es, se parla. Lei terrebbe in carcere uno che quando lo prendono fa l’elenco di tutti quelli che ha pagato? No, perché ormai nessuno si fiderebbe di lui.
Il giudice è un tecnico che applica la legge. Ma in Italia non c’è sufficiente possibilità di accertare i reati. (Renzi ha detto che veniamo da 20 anni di barbarie giustizialista). La frase non è condivisibile. Al momento in cui l’indice di percezione della corruzione colloca l’Italia allo stesso livello della Grecia e della Bulgaria, ultime in Europa, e abbiamo però lo stesso numero di condanne, della Finlandia che uno dei Paesi dove c’è meno corruzione, c’è da chiedersi: “Come mai tanti la fanno franca?” (Formigli nota che nella percezione della gente troppo spesso un avviso di garanzia si trasforma in una sentenza di condanna). Davigo nota che però si sventola sempre la presunzione di innocenza fino alla Cassazione, ma se un mio vicino di casa sia stato condannato solo in primo grado come pedofilo. Gli affiderei la mia bambina in virtù della presunzione di innocenza? Perché questa regola di prudenza non deve valere in politica? Dovrebbero essere i politici a sospendere chi è stato condannato per gravi reati.
(Cosa si potrebbe fare subito per ridurre la corruzione?) Si può fare una forte riduzione di pena per il primo che parla, in certi casi si può anche arrivare all’impunità perché chi parla diventa inidoneo a ripetere i reati, chi tace si garantisce un futuro. Gli agenti provocatori per far cadere in trappola i delinquenti sono già previsti dai patti internazionali che l’Italia ha sottoscritto, quella dell’Onu come del Consiglio d’Europa sulla corruzione, ma il punto è che si immagina la corruzione come un atto singolo mentre è sempre di gruppo, è seriale e diffusiva. Chi compie questi reati si avvale di altri e tende a ripeterli ogni volta che ne ha occasione. Perché un funzionario pubblico che si vende dovrebbe vendersi una volta sola? Saltato il fosso, continuerà. Gli agenti sotto copertura sono previsti dai patti internazionale ma in Italia dove si usano per droga, armi, persino pornopedofilia ecc, non c’è vero di farli inserire in materia di reati contro la pubblica amministrazione. Negli Usa mandano agenti ad offrire denaro ai politici per arrestare quelli che lo prendono. Non è solo questo ma anche entrare in cartelli di imprese che si dividono gli appalti.
(Sul tormentone delle intercettazioni) Qui gli aspetti sono due: le intercettazioni, e la loro pubblicazione. Le intercettazioni sono indispensabili, assurdo fare polemiche dicendo che in Italia sono troppe, è una bugia, in Italia si fanno più intercettazioni ‘giudiziarie’ solo perché qui possono farle solo i giudici mentre altrove possono essere fatte anche da altre autorità (persino i pompieri). All’estero può farle anche l’esecutivo. L’NSA americana ha intercettato mezzo mondo senza nessun permesso della magistratura. Nei confronti di altri Paesi l’Italia ne fa meno. Riguardo la pubblicazione c’è una norma curiosa che impedisce di pubblicare interamente gli atti fino alla fine del processo. Ma c’è una multa di 124 euro, dunque nulla. Se le intercettazioni non sono pertinenti e sono pubblicate si ricade della diffamazione. Qui il risarcimento chiesto è cospicuo. C’è chi propone pene pesanti per la pubblicazione, ma la Corte europea dei Diritti dell’uomo ha detto che non si possono
punire i giornalisti se non in casi estremi perché essi svolgono una funzione essenziale alla tutele della democrazia con l’informazione. Le intercettazioni sono ineliminabili si pensi solo alla loro importanza contro il nuovo terrorismo.
(Renzi dice: si accorcino i processi!) Va benissimo, il problema però è che poi non si fa nulla per renderli più veloci. I processi durano tanto, primo perché ce ne sono troppi. Se un giudice ha 200 processi e il primo tempo libero è tra un anno, farà la prima udienza tra un anno. La prima cosa da fare è diminuire il numero dei processi. Noi abbiamo un numero di processi che non ha l’equivalente in nessun paese del mondo. Basta trattare un po’ meno bene chi viola la legge e un po’ più bene chi è vittima delle altrui violazioni. Per es. perché mai un debitore dovrebbe pagare il suo debito? visto che, se mai perdesse la causa, dovrebbe pagare quel che deve con un tasso di interesse più basso di quello corrente e dunque guadagnandoci?
(Renzi dice che i giudici lavorano poco e ha accorciato le loro ferie che prima andavano dal 1° agosto al 15 settembre). In verità i magistrati lavorano anche in agosto, le sentenze vanno scritte, ferie o no, ma poi la Commissione europea della Giustizia ha misurato la produttività dei magistrati italiani ed è risultata la più alta d’Europa. Noi lavoriamo il doppio dei colleghi francesi e il quadruplo dei tedeschi. “C’è sempre stata tensione tra il potere giudiziario e quello politico ed è bene che ci sia (diceva Lord Bingham). Esistono Paesi al . mondo dove le sentenze delle Corti sono sempre apprezzate dai governi. Non sono i posti dove uno vorrebbe vivere.” (Sono i posti dove c’è poca democrazia e poca separazione dei poteri).
(Il Foglio pubblica che Morosini, giudice di CSM, avrebbe detto: “C’è rischio di una democrazia autoritaria. Se passa la riforma del Senato, Renzi potrebbe fare come Reagan, un’infornata autoritaria di giudici
allineati al suo pensiero. Condivide?) Per cominciare Morosini ha smentito di averlo detto. Poi è lecito ai magistrati esprimere le loro opinioni. C’è un problema di opportunità che è un’altra cosa e che ognuno valuta nel rispetto del codice etico dei magistrati. Io la mia opinione politica la esprimo quando vado a votare.

Scrive IFQ: “Grande è la confusione sotto il cielo. L’unico modo che hanno le forze politiche per fare chiarezza è dotarsi subito di codici etici che contemplino i vari casi giudiziari e diano risposte severe e credibili per ciascuno. A volte l’avviso di garanzia è una medaglia al valore per un amministratore (un’indagine per diffamazione per aver denunciato uno scandalo). Talvolta contiene un sospetto, ma non basta per giustificare le dimissioni (se, per es., l’indagine nasce dalla denuncia di un cittadino o di un avversario politico, o anche da un’iniziativa delle forze dell’ordine o del pm, ma su fatti ancora tutti da verificare). Altre volte basta e avanza per mandarlo a casa (accuse gravissime o comportamenti illeciti già provati inoppugnabilmente da filmati, intercettazioni, documenti). Altre ancora non ce n’è neppure bisogno dell’avviso di garanzia per licenziarlo (condotte gravi non penalmente, ma moralmente: tipo frequentazioni con mafiosi o favoritismi depenalizzati dalla riforma dell’abuso d’ufficio, scoperti in indagini su altri o in inchieste giornalistiche). Perciò bisogna sempre leggerli, gli avvisi di garanzia e gli altri atti, giudiziari e non.”
Da Il Fatto Quotidiano del 14/05/2016.

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Nonrosso
“Il vituperato Renzi cerca di ottenere il massimo possibile da questo Parlamento sgangherato (ed ereditato da altri) fregandosene del suo ombelico pur di salvare l’Italia anche da sé stessa….”…come no, piazzare amici ed amichetti in tutti i gangli del potere, approvare leggi peggiori di quelle volute dai governi Berlusconi (vedi le assoluzioni di Crespi e Laurenti), fregarsene della volontà espressa dai cittadini (vedi referendum sull’acqua) e stravolgere la Costituzione solo per aggiungere una tacca al calcio della sua pistole, in sintesi, fare l’esatto opposto di quello che aveva promesso ai suoi elettori per lei significa cercare di salvare l’Italia (questo sorvolando su quisquilie come l’aumento del debito pubblico e le regalie elettoralistiche)?
Ma già, per farsi megafono della propaganda renziota l’utilizzo delle capacità critiche è fortemente sconsigliato, solo così si possono fare le pulci a Zagrebelsky e allo stesso tempo sorvolare sulle magagne del proprio idolo che, nominato dirigente nell’azienda del padre immediatamente prima di diventare presidente della Provincia (dove ha speso 600.000 euro di cui proprio non vuole rendere conto) ha intascato per 10 anni i relativi contributi figurativi pagati da noi (questo sorvolando sull’ipocrisia di chi a favor di telecamera girava in bicicletta o in Smart e oggi predilige elicotteri e aerei di Stato anche per le vacanze con famiglia a seguito).
P.s. Renzi non è stato votato da nessuno eppure si comporta come se avesse vinto le elezioni con percentuali di consenso bulgare, quindi , di grazia, ma di quale Governo eletto dal Popolo (che non avremo nemmeno qualora le pessime riforme dovessero essere realizzate) va cianciando?
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Viviana
Insomma, che si parli di Renzi o del M5S, quello a cui dovremmo sempre guardare è se questi politici si muovono nel senso di una migliore e reale democrazia, che dovrebbe valere per tutti, o se si limitano a fare della faziosità da strapazzo.
Per questo sono contro le fumosità delle non regole del M5S come sono contro la riforma anticostituzionale autoritaria e dittatoriale di Renzi.
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UNIONI CIVILI
Viviana Vivarelli

La legge sulle unioni civili, fortemente richiesta da anni dall’Ue, è un piccolo passo avanti ma non è una buona legge, per cui i 5stelle non potevano votare No per il primo motivo e non potevano votare Sì per il secondo.
Prima di tutto assistiamo sbigottiti al fatto che con Renzi una legge su 2 nasce come decreto del Governo e viene imposta alla fiducia senza discussione parlamentare con una media temporale di 5 mesi, dunque scavalcando il Parlamento che è l’organo rappresentativo della sovranità popolare e questa cosa è aberrante e incostituzionale perché la Costituzione prevede espressamente che il decreto possa essere preso solo in casi rari di necessità e urgenza e sia confermato comunque dopo dall’approvazione parlamentare, ma Renzi abolisce anche questa imponendo la fiducia. Siamo ormai alla cinquantesima fiducia con un abuso permanente di poteri da parte del Governo che è e resta l’organo esecutivo e non legislativo e con un abuso anche sulle commissioni parlamentari che, se non eseguono ‘ac perinde cadaver’ gli ordini di Renzi vengono rimosse e sostituite. Già questi comportamenti sono incostituzionali e dittatoriali ma che addirittura siano presi mettendo la fiducia e tagliando ogni potere del Parlamento su una legge che attiene a un diritto civile è ancor più aberrante, tanto più che questa legge era attesa almeno da 13 anni, quando ormai il diritto in questione viene riconosciuto in 23 stati del mondo: Spagna, Francia, Regno Unito, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia Islanda, Norvegia, Svezia, Irlanda, Stati Uniti, Canada, Messico, Colombia, Argentina, Brasile, Uruguay, Sudafrica e Nuova Zelanda (noi siamo quattordicesimi in Europa).
In questi comportamenti autoritari di Renzi si notano varie cose: prima di tutto che se una legge su 2 passa ormai come decreto imposto alla fiducia, cadono le tre pregiudiziali della riforma del Senato: rendere le leggi più veloci, aumentare la rappresentanza regionale e velocizzare l’iter legislativo. In secondo luogo se Renzi voleva prevaricare la volontà di Alfano, poteva farlo anche in altri casi senza ripararsi dietro l’alibi che Alfano non era d’accordo.
Perché, comunque, questa è una cattiva legge? Perché non risolve con chiarezza il problema della parità del diverso sessuale, non gli riconosce gli stessi diritti né parifica il matrimonio gay al matrimonio etero. Intanto non ha nemmeno il coraggio di chiamare questa unione civile col nome di ‘matrimonio’ ma la chiama ipocritamente ‘formazione sociale’. Poi non riconosce a questa unione il requisito fondamentale dell’amore che porta con sé l’impegno e l’obbligo alla fedeltà, dunque non le dà gli stessi obblighi e impegni considerandola di livello morale inferiore. Il motivo di questo trattamento ipocrita e differenziato è discriminare comunque l’unione gay per non essere obbligato a equipararla al matrimonio riconosciuto, cosa che avrebbe comportato anche il diritto di adozione. In questo modo l’unione gay sembra rientrare più nel diritto delle associazioni che in quello di famiglia. Diventa un rapporto societario, non matrimoniale. E come poteva il M5S votare Sì a questo accrocchio disgustoso e ipocrita?
Ma davvero si è arrivati a non prevedere “l’obbligo di fedeltà” per le coppie gay per evitare “omologazioni con il matrimonio”? Ci si rende conto di quanta ipocrisia ci sia in questo?
Persino la cattolicissima Irlanda ha scelto il matrimonio gay, eppure i renziani offendono ancora il mondo gay rifiutando che l’unione gay sia parificata al matrimonio e continuano a discriminarla così da farla passare come una unione moralmente e giuridicamente meno impegnativa, una sorta di convivenza saltuaria con ‘diritto di scappatella’.
Per quanto l’evidenza ci mostri ormai indubitabilmente che le leggi della natura sono più complesse di quelle del diritto, che spesso sanciscono solo un predominio di potere, l’Italia continua ad essere un mondo arcaico legato a un maschilismo ormai ingombrante e meschino a cui la Chiesa di Roma dà il suo appoggio basandosi su un pregiudizio vecchio di 2000 anni ed ereditato dal mondo romano, pregiudizio che oggi suona solo ridicolo e antistorico e che è legato alla presunzione di un maschilismo imperante per diritto di genere.
Con questa legge ambigua i cattodem non tolgono l’Italia dalla piaga dell’omofobia, in quanto con la concessione all’infedeltà e il veto alle adozioni si lascia nella testa della gente il pregiudizio che gli omosessuali siano promiscui di natura, incapaci di morale, non adatti a creare un rapporto solido e dunque indegni di una adozione. Se prima questi erano pregiudizi popolari ora sono confermati “per legge”, una legge, lo ripeto, che ribadisce un pregiudizio omofobo.
Questa legge, diciamolo chiaramente, è uno schifo, però è “meglio di niente…”. Ma per quanto tempo ancora dovremo accettare il “meno peggio” o il “meglio di niente” senza allinearsi su una linea di civiltà?
Il fatto reale è che gli omosessuali che sono da sempre discriminati continueranno ad esserlo. Un pochino meno ma continueranno ad esserlo.
E benissimo ha fatto il M5S ad astenersi dal voto, come benissimo ha fatto ad astenersi dall’accettare qualunque canguro o espediente simile per ‘imporre’ con violenza procedurale qualcosa che in democrazia dovrebbe essere democraticamente discusso e accettato.
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L’omofobia è un grave delitto contro l’umanità Non a caso era una piaga sia del nazismo come dello stalinismo. Ed è davvero infame che il governo renziano faccia una legge sulle unioni civili che non riesce ad opporsi all’omofobia della chiesa di Roma e ne ripete l’orrendo pregiudizio maschilista, insistendo nella discriminazione di un genere naturale che dovrebbe godere di ogni parità.
La Cirinnà, invece, sancisce con legge dello Stato una pretesa differenza morale, ribadendo per decreto un pregiudizio che andrebbe sradicato ,non rappezzato. Ed è davvero ripugnante che quelli che l’hanno portata avanti, con lo strumento antidemocratico del decreto imposto alla fiducia, se ne vantino come di una conquista di civiltà. C’è molto poco di civile in questa legge che volendo salvare capre e cavoli finisce con l’offendere tutti. Anche nelle sue parti ipocritamente aggiustative il renzismo fa solo prova di inciviltà e di arretratezza etica e sociale. Del resto il Pd e prima di lui l’Ulivo e prima ancora il Pci non hanno dato mai prova di modernità e di rispetto dei diritti civili, prima opponendosi al divorzio, poi rendendo difficile l’aborto per cui non sono mai predisposti efficienti consultori, infine accettando supinamente l’obiezione di coscienza negli ospedali in relazione alle pratiche abortive, in ogni tempo riguardo il numero di donne in parlamento o l’equiparazione dei diritti delle donne sul campo del lavoro…per cui, a parte la lotta per il voto universale dei primi anni della repubblica, possiamo annoverare la cosiddetta sinistra tra le file dei reazionari che tengono questo Paese in condizioni di arretratezza culturale
Curioso che quelli che parlano maggiormente di ‘amore’ e cioè la Chiesa di Roma e il renzismo che scimmiotta il berlusconismo (il partito dell’amore!), siano proprio quelli che più penalizzano i ‘non maschi’ per timore di perdere diritti e poteri che si sono radicati storicamente ma che non hanno ragione di essere in un Paese evoluto e civile!
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Io ho una figlia e ho cercato di crescerla libera da pregiudizi.
Ora vive a Londra e ha due bambini.
Londra è una città dove il pregiudizio omofobico e quello razzista sono duramente repressi per legge.
Nelle chiese sia cattoliche che protestanti ci sono manifesti dove si chiede alla gente di fare un numero di telefono per denunciare atti di razzismo o omofobia di cui siano testimoni, come noi abbiamo il telefono azzurro per le violenze contro i bambini.
Se si manifesta razzismo o omofobia verso altri sul posto di lavoro si può essere licenziati in tronco (mia figlia ha assistito a un licenziamento di un italiano per comportamento razzista).
I miei nipotini sono abituati al multiculturalismo e non ci fanno nemmeno caso e a scuola e a casa discutono liberamente sui generi sessuali ritenendo che sia possibile amare e sposare una persona dello stesso sesso.
Addirittura la scuola dà loro libretti con figure molto facili da capire dove sono presentati come naturali tutti i generi sessuali.
I miei nipotini, che fanno i primi anni della scuola primaria, hanno compagni di scuola che hanno due babbi i due mamme e non ci fanno nemmeno caso.
L’omofobia è un pregiudizio che è stato incistato culturalmente nella mente dei retrogradi culturali, i quali apprezzano il pregiudizio perché dà loro una superiorità che dovrebbe essere conseguita con ben altri comportamenti e opere.
In ogni caso il pregiudizio che fa considerare taluni superiori ad altri in base a credenze innaturali risponde a una filosofia dell’odio, non certo dell’amore.

L’Inghilterra, come gli Stati uniti, come tutti i Paesi, ha cose buone e cose cattive. L’Italia dovrebbe copiare quelle buone e guardarsi da quelle cattive. Tra le scelte cattive annovero il fatto che oggi ci siano un milione di bambini siriani orfani che hanno chiesto asilo all’Europa e anche al Regno unito e Cameron li abbia rifiutati. Che ne sarà di quei bambini? L’omofobo che parla tanto di proteggere i piccoli riesce ad immaginarsi la loro sorte? Crede che sarebbe stato un gran danno se le famiglie inglesi che volevano adottarli li avessero accolti come figli loro? Trova davvero disdicevole che tra loro avrebbero potuto esserci delle famiglie con due babbi o due mamme?
Io non credo che l’amore sia patrimonio esclusivo di un solo genere, né posso credere che le persone debbano essere valutate o discriminate per i loro caratteri sessuali e non per i loro caratteri affettivi e morali. Ho amici omosessuali, non vedo in loro differenze genetiche di tipo sessuale tali da indurmi a discriminarli come diversi o inferiori. Vedo in loro specificità caratteriali, per cui alcuni possono essere più adatti a crescere dei figli, altri meno, me nella stessa misura in cui lo sono tutti. Il senso materno o paterno dipendono dalla secrezione di prolattina e ossitocina, prodotti ormonali che hanno influenza sul cervello e sono anche nel maschio ed essi non hanno nulla a che fare col genere sessuale anche se nella donna esistono in misura maggiore.

Qualcuno ha detto che l’omofobia era l’ultimo dei problemi italiani. Ma per un omosessuale quello è il primo problema.
Questa legge ci era chiesta dall’Europa da almeno 12 anni e i pregiudizi italiani conculcati dalla Chiesa contrastavano con la legislazione dei Paesi civili relegandoci al Terzo Mondo.
La Corte Costituzionale americana dichiarava l’anno scorso: “La limitazione del matrimonio alle coppie eterosessuali può essere sembrata naturale e giusta per lungo tempo, ma la sua incompatibilità logica con il significato centrale del diritto fondamentale di sposarsi è ora manifesta.”
I principi di diritto, di eguaglianza formale dei cittadini di fronte alla legge, di protezione degli individui, dignità personale, diritto a costruire una famiglia, diritto al matrimonio, rispetto di ogni persona e dei suoi sentimenti, sono gli stessi in tutti i Paesi a civiltà giuridica affine alla nostra, e dunque validi e destinati ad essere vagliati anche per l’indagine giuridica nel nostro Paese.
E ovunque ci sia una disuguaglianza, un pregiudizio, una sofferenza o una iniquità che si protraggono per archeologie culturali, là occorre porre la lotta come priorità assoluta.
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« Il Parlamento europeo […] ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni; »
(Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa, art 8)

« Il Parlamento europeo […] condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli »
(Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa, art 10)

Per quanto il M5S abbia compiuto molti errori, io continuo a sperare che anche in Italia si realizzi una democrazia allargata mirante a una democrazia diretta. A coloro che dicono che questo non avverrò mai, rispondo: “Attenzione che un anno fa in Inghilterra qualcuno diceva : è più facile che il Leicester vinca lo scudetto che un musulmano diventi sindaco di Londra….”

Ma mi rifiuto con tutte le mie forze di accettare l’antidemocrazia di Renzi.
Renzi ha ereditato in blocco il linguaggio di Berlusconi, l’intento di sultanato di Berlusconi, l’arroganza di Berlusconi, il rifiuto destroide della democrazia di Berlusconi, il piano della P2 di Berlusconi, le frasi idiote di Berlusconi e persino i capibastone e i fascistelli di Berlusconi.
Gli mancano le ragazze che ballano attraccate al palo e il vulcano in giardino e poi è Berlusconi junior.
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CHI VOTA ALLA RIFORMA DEL SENATO E’ COME CASAPOUND??!! (Boschi)

Ma come? I maggiori costituzionalisti hanno trovato un lungo elenco di pesanti motivi per cui la riforma costituzionale è una aberrazione e anche le persone di istruzione media vedono chiaramente a occhio nudo un ulteriore tentativo di annullare la sovranità popolare impastocchiando il Parlamento, mentre l’associazione partigiani si ribella violentemente a questo attacco fascista, e tutto quello che costoro hanno da dire è che chi vota NO è “COME CASAPOUND”??? E che si deve essere, come ha ribadito Renzi, “L’ITALIA DEL SIGNORSI’!”??? Ma è impazzita questa gentaglia? Ci prendono tutti per scemi?
.. e faranno 10.000 banchetti sventolando Casapound????
Tutte lì le loro argomentazioni?
Sventolare uno spauracchio per spaventare i bambini? “Attenti perché sennò diventiamo come l’uomo nero…!”
Pretendere dagli elettori un assenso assoluto ‘sulla parola’?! Come si fa con gli incapaci di intendere e di volere. “Dite di sì e basta! Sennò vi cascano le palle e diventate impotenti. E le donne si riempiono di foruncoli”.
Peggio argomenti di così non potevano tirare fuori. Vuol dire che a ragioni stanno proprio a zero. Finora ce n’erano tante categorie che ringraziavano: speculatori, banchieri, mafiosi, corrotti, ladri, stalker, massoni, deficienti, troll a libro paga…ora pure i fascisti…
Casapound gentilmente ringrazia.
Quale sarà la prossima battuta da grandi statisti? Se si vota No siamo brutti e cattivi? Se si vota No si diventa tutti dell’Isis? Se si vota No la mamma piange e la sorellina si piscia addosso? Se si vota No Renzi dimagrisce?
Chi è che diceva che coi 5stelle sarebbero andati al governo degli incapaci inesperti? Perché questi cosa sono? Capaci ed esperti?
Siamo governati da bambocci grezzi e arroganti, incolti e barbari, assolutamente inadatti a fare da statisti e che di democrazia e rispetto dei diritti non sanno niente, gente più simile a capre che a umani.
Che a persone così rozze e ignoranti siano stati dati i maggiori poteri di un Paese è un delitto che non riuscirò mai a perdonare ai piddini, tanto inconsulti e oscurati da accettare qualsiasi bassezza per conservare la poltrona o per non emanciparsi da una situazione abitudinaria dove hanno perso persino la capacità di valutare il peggio come peggio.
Con loro questo Paese sprofonderà sempre più in fondo.
Non ci sarà mai speranza dove ci si ancora attaccamento all’antidemocrazia, all’ignoranza, alla barbarie, dove si chiudono gli occhi davanti alla delinquenza specie politica ormai imperante, prescritta o depenalizzata, dove si rifiuta di vedere che dietro al piano comandato a Renzi c’è il progetto antidemocratico di Gelli e ci sono gli interessi dei poteri neri che gestiscono il Fondo monetario come la Bce e le maggiori banche d’affari americane o quel pugno di magnati che vogliono tenere nelle loro mani le sorti dei popoli europei e scannarli a loro piacimento.
Tutti i grandi che hanno combattuto per rendere libera l’Italia, tutti i Padri Costituenti, tutti gli eroi del nostro Risorgimento, della lotta partigiana, della lotta contro la mafia, della difesa della democrazia si stanno rivoltando nella tomba a vedere in che mani è finito il nostro bel Paese.
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Alessandro
Forse gli italiani, che spesso hanno la memoria corta, si stupefanno dei tweet, si nutrono di annunci e slogan di Renzi, abbagliati dagli 80 euro e si stanno disabituando a pensare.
A proposito degli 80 euro, portati nei talk show dai parlamentari Pd come il massimo regalo fatto agli italiani da Renzi, dimenticano di dire che quegli 80 euro usati da Renzi per pagarsi la campagna elettorale alle europee hanno fatto aumentare le tasse!
Infatti con gli 80 euro dati a maggio 2014 Renzi ha tagliato ai Comuni 6.9 miliardi di euro e, a ottobre per dare 80 euro alle neo mamme ha tagliato altri 4 miliardi di euro alle Regioni. Un totale di 11 miliardi di euro. I Comuni e le Regioni, per compensare i tagli, hanno aumentato le tasse e tagliato i servizi.
Gli italiani hanno pagato più tributi regionali e comunali e hanno avuto meno servizi pubblici essenziali: treni regionali, trasporti, ticket, servizi sanitari a pagamento, asili, mense scolastiche, servizi agli anziani, agli handicappati. Gli stessi percettori hanno restituito gli 80 euro… con gli interessi. Inoltre, il governo Renzi per compensare gli 11 miliardi di euro, con la manovra finanziaria di dicembre, ha aumentato le tasse di 11 miliardi, cioè un terzo della manovra finanziaria di oltre 30 miliardi.
Gli 80 euro gli italiani li hanno pagati tre volte: con i maggiori tributi comunali, con i maggiori tributi regionali, con i tagli sui servizi pubblici comunali e regionali… e con le tasse dello Stato!

Grazie alla riforma, ora Renzi controllerà tutto: Parlamento, governo, Quirinale, Corte costituzionale, Rai e Consiglio superiore della magistratura, realizzando un sogno (anzi un incubo) che forse nemmeno B. aveva osato accarezzare.
La Corte Costituzionale è un organo di garanzia costituzionale cui è demandato il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, dirimere eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri di dette istituzioni e tra le Regioni stesse, ed esprimersi su eventuali atti di accusa nei confronti del presidente della Repubblica.
Sul referendum sulla Costituzione è importante informare che non esiste il quorum, quindi per far bocciare la Costituzione della Boschi, votata da Verdini, non bisogna astenersi ma andare a votare “NO”.
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claudio240857
Chi vota NO è come Casapound ? Chi ? L’ ANPI che è da febbraio che si è schierato per il NO ? Senza pudore.
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La questione morale secondo Berlinguer :
«I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal Governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali…
Per esempio, oggi c’è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, Il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente: ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine.
Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico.
Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi,…
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Renzi: “Per difendere la riforma del Senato, entreremo in modalità banchetto permanente. E se va bene, anticipiamo il congresso”.
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mario pinna
Il PD entra in modalità banchetto? Non credevo avesse mai smesso.
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LA VERGOGNA SEGRETA DELL’AMERICA
Marcello Foa

Qualche tempo fa vi raccontavo sul mio blog l’altro volto dell’America, quello che i turisti non vedono, che le statistiche ufficiali nascondono e che i film di Hollywood non mostrano. Vi raccontavo come basta addentrarsi nell’interno degli Stati Uniti per assistere ad uno scenario desolante: case semidistrutte, strade piene di buche e baracche di legno:
L’economista Paul Craig Roberts, ex-assistente del presidente Reagan, da anni denuncia le condizioni di povertà in cui versano milioni di americani.
Informazioni che in un paese che “esporta” la democrazia in tutto il mondo dovrebbero essere di dominio pubblico, ma che nei fatti sono annacquate dalle istituzioni che ritoccano i dati sull’economia, e vengono dimenticate dai media, succubi del frame impostato dagli spin doctor.
Uno studio internazionale ha confermato che i dati ufficiali non combaciano con la realtà: nella classifica sulla percentuale della popolazione che vive in povertà gli Usa sono al 35° posto su 153. Quella riguardante i bambini in povertà nei Paesi occidentali è ancora più disastrosa: gli Usa sono 34esimi su 35. E gli Stati Uniti sono il quarto Paese al mondo con la maggior disuguaglianza reddituale.
Dati che basterebbero per sfatare il mito dell’America come terra delle opportunità. Ma… non è finita qui. Un lungo reportage uscito sul magazine The Atlantic riporta i dati di un sondaggio condotto dalla Fed “per monitorare lo stato economico e finanziario dei consumatori americani”. Buona parte dei risultati non sono rilevanti, ma la risposta degli intervistati ad un quesito specifico lascia senza parole: il 47% degli americani non saprebbe come affrontare una spesa imprevista di 400$.
400 dollari!
E ancora più sconcertante è il fatto che Neal Gabler, il giornalista che ha scritto il reportage, ammette di far parte di quel 47%.
Per di più una ricerca finanziata dalla Fondazione Russell Sage ha rilevato che il reddito medio, aggiustato per l’inflazione, è passato da 87mila dollari nel 2003 a 54mila nel 2013. In 10 anni c’è stato un calo del 38%.
Il vero volto dell’America è peggio di quanto immaginavamo. La classe media che ha costruito la grande e democratica America sta scomparendo in un Paese che assume sembianze neofeudali: i ricchi diventano sempre più ricchi e sempre più autoreferenziali, come una casta, e i poveri continuano ad aumentare. L’antitesi di quello che un tempo era il sogno americano.
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LA TRUFFA DELLE BANCHE
Jacopo Berti, portavoce M5S Regione Veneto

La notizia che sta scioccando tutti nell’economia del Paese è che ‘Borsa italiana’ non ha approvato la quotazione in borsa della Popolare di Vicenza. Lo si legge in una nota, in cui si precisa che “non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato”. Ma di cosa si meravigliano? Dicevamo da mesi ciò che sarebbe accaduto e abbiamo avvisato tutti della follia della richiesta di trasformazione in S.p.a e quotazione in borsa di BpVi!
NESSUNO HA AVVISATO I RISPARMIATORI
La cosa che deve scioccare è che nessun giornale ne abbia parlato e nessun altro politico sia intervenuto, impedendo a migliaia di cittadini azionisti di salvare i propri soldi.
Siamo stati gli unici ad opporci con tutte le forze alla trasformazione in S.p.A, all’aumento di capitale (ovvero al versamento di altri soldi da parte degli azionisti per recuperare quelli persi, come nel gioco d’azzardo) e alla sua quotazione in borsa, perché erano l’ennesima truffa per gli azionisti. Questo dimostra non solo che noi del M5S siamo gli unici credibili anche quando si parla di economia, ma pure che partiti e stampa, al contrario, sono al servizio dei poteri forti. Se vi state chiedendo quanto questa operazione fallimentare sia costata ai suoi autori, allora non avete ancora ben chiaro il livello di schifo di cui stiamo parlando: attraverso una votazione tra di loro, i dirigenti della banca ed il Consiglio di amministrazione si sono salvati dall’azione di responsabilità (ovvero dai provvedimenti nei loro confronti) e si sono pure dati un premio! Sì, si sono attribuiti 8 milioni di euro!
BANCA POPOLARE DI VICENZA E’ SALTATA
Nel frattempo coloro che ostinatamente hanno continuato a fidarsi di questi pirati in giacca e cravatta sottoscrivendo l’aumento di capitale hanno nuovamente perso tutto. Tutto questo era prevedibile già da mesi, ma ora, con lo stop dell’entrata in borsa, dovrebbe essere chiaro a tutti: Bpvi è tecnicamente fallita!
Solo il 7,6% dell’aumento di capitale era stato sottoscritto, per questo sono mancati tutti i requisiti minimi per poter entrare in borsa. Ma d’altronde, quale persona sana di mente avrebbe ancora dato in mano a questi sciacalli i propri soldi? I debiti accumulati dalla banca che non verranno recuperati, i famigerati NPL, sono una quota enorme: si parla di 3,4 miliardi di euro e pare che ne debbano essere calcolati ancora per 1 miliardo!
Dopo averlo ripetuto oggi, avranno ancora il coraggio di etichettarci come irresponsabili?
Delle loro scuse ovviamente non ci interessa nulla, il nostro dovere è compiuto ogni volta che un azionista salva i propri risparmi.
Il Fondo Atlante che si professa ora come salvatore delle patria in verità è solo uno stratagemma del Governo per coprire la voragine creata dagli NPL, che rischia di trascinare nel baratro l’intero sistema bancario italiano.
RISCHIO BAIL IN PIU’ GRANDE CHE MAI
Oggi possiamo anche dire responsabilmente e senza mezzi termini che l’appello di Altroconsumo a soci e clienti di “chiudere i conti correnti per il rischio bail in” è condivisibile. Il motivo è semplice: la banca non ha i requisiti minimi per sopravvivere, e chiunque abbia ancora soldi lì dentro rischia grosso. lo schema delle banche ci insegna che dopo le azioni e le obbligazioni, i prossimi ad essere nel mirino sono i correntisti.
Il MoVimento 5 Stelle si è sempre schierato contro il Bail In e lo facciamo oggi più che mai: non possono essere i correntisti a pagare i disastri dei dirigenti, mentre questi si godono i milioni di euro sottratti nelle loro regge dorate.
LO SCHEMA ZONIN: COME TRUFFARE I RISPARMIATORI
Grazie all’uso scellerato della banca da parte del cda e del presidente Zonin, che hanno usato la banca come un bancomat personale. Hanno usato i soldi di 119mila azionisti per creare una delle più grandi bolle finanziarie della storia d’Italia, distruggendo e mettendo in ginocchio uno dei territorio più ricchi d’Europa. Ma come? Ecco lo schema Zonin:
– BpVi viene usata come un bancomat personale da parte di Zonin e dal Cda per 20 anni.
– Quando il buco diviene insostenibile elaborano uno schema di truffare i soci, gonfiando i bilanci
– Vengono erogati prestiti che hanno bassissime probabilità di essere restituiti
– Per sostenere questa politica occorre però continuare a vendere azioni, a gente comune ed a grandi investitori
– Per continuare a vendere azioni occorre però tenere il valore del titolo artificialmente alto, sopravvalutandolo. In questo modo si sopravvaluta la “solidità apparente” della banca, e contemporaneamente si guadagnano molti più soldi
– Quando la naturale richiesta di azioni finisce, non è però finito il bisogno di soldi freschi per alimentare il sistema dei prestiti “facili”. Si comincia a concedere prestiti a patto che con una parte dei soldi si acquistino azioni della stessa Banca
Questo sistema però genera altri prestiti difficili, altri crediti deteriorati
Quando la sorveglianza passa alla Bce si apre il vaso di Pandora: la banca non vale più niente, i soci hanno perso il 99% del valore investito in pochi anni, perché il capitale è stato completamente mangiato dai crediti deteriorati, i famigerati “NPL”
LA MAXI PERDITA
Si era arrivati a prestare denaro ai soci comprare azioni Bpvi per un totale di circa 974 milioni. Deriva da qui gran parte della maxi perdita, 1,05 miliardi,dell’ultima semestrale, chiusa a giugno e pubblicata a fine agosto 2015, che ha di fatto sancito la morte dell’Istituto.
Ma a chi hanno prestato questi soldi? Ad esempio allo stesso Zonin e le aziende ad esso collegate: 48 milioni di euro!
Questo avvenne il 6 agosto 2015, quando già da due mesi a Vicenza era arrivato il nuovo consigliere delegato Francesco Iorio, il consiglio di amministrazione, secondo i dati riportati dal prospetto Consob pubblicato il 21 aprile 2016, approvò all’unanimità e con voto favorevole di tutti i sindaci effettivi finanziamenti per oltre 48 milioni di euro a società riconducibili all’allora presidente, compreso un prestito personale di 2,4 milioni di euro a Zonin. Sono tutti complici, nessuno escluso, vecchi e nuovi membri del cda.
In questi giorni decine di clienti di BpVI mi hanno riferito delle sollecitazioni della banca ad investire ancora e, conoscendo il nostro impegno sul tema, mi hanno chiesto un consiglio. Non da consulente finanziario, ma da persona informata, ho semplicemente riferito ciò che ho detto ad una cliente della popolare di Vicenza a me molto cara, mia nonna: “Sposta tutto! I tuoi soldi sono i risparmi di una vita e chi li prende in gestione deve meritarseli!”
Non si danno in mano i soldi a dei pirati in giacca e cravatta che si salvano da sé, si danno 8 milioni di euro, e mentre si godono quei soldi guardano i malcapitati affondare e perdere tutto, con un calice in mano.
CITTADINI AGGIRATI E DERUBATI
La spietatezza di questo episodio supera perfino lo scandalo Mose, con protagonista il decaduto Galan: questi squali derubavano circuendo i cittadini, stringendo la mano agli azionisti e rassicurandoli. Alla luce di questi fatti risultano ancora più nauseanti le parole del Presidente Zonin, che si lagnava di essere attaccato dicendo: “Quello che mi rammarica e quando si mette in discussione la lealtà, l’onestà e la serietà del consiglio di amministrazione della banca”. Senza vergogna!
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Viviana
Ma anche di fronte a una tale mole di delinquenti del Pd, anche di fronte alle balle conclamate di Renzi, anche di fronte all’annullamento dei diritti dei lavoratori, anche di fronte ai regali continui alle banche e alle lobby, anche di fronte alla realizzazione del piano antidemocratico di Gelli di attacco alla democrazia, anche di fronte allo stupro costituzionale, anche di fronte alle spudorate alleanze con alfaniani e verdiniani, anche di fronte a tutto ciò… c’è gente come Marco o come Chiari che insiste a sostenere Renzi ??????????????????????????????????
Ma cosa siete? Dementi, massoni o criminali???????
C’è qualcuno che può provare a rispondere a questa domanda? Perché io davvero non mi capacito che, dopo tutto quello che è successo, ancora ci sia qualcuno disposto a sostenere questo individuo che sta facendo a pezzi morale pubblica, democrazia e Costituzione.
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FALSO CHE LA RIFORMA CI EQUIPARI ALLA GERMANIA CON UN SENATO CHE RAPPRESENTA LE REGIONI
Viviana

E non mi si tiri fuori Cassese, esperto di diritto amministrativo, che al momento è l’unico grande nome che stia dalla parte del SI’ contro una miriade di costituzionalisti schierati fieramente con il NO. Cassese avvalla la sua tesi col dire che Questo Senato sarebbe più forza alla voce delle Regioni ma ciò è palesemente falso.
Il giurista Pellegrino contesta vivacemente qualsiasi raffronto col sistema tedesco, prima di tutto perché la Germania è una federazione di Länder e noi non siamo uno Stato federale, e poi perché in Italia l’attività legislativa spetta al Parlamento e non agli enti locali che appartengono al potere amministrativo, per cui è molto grave che si faccia confusione tra legislativo ed esecutivo. La storia della Germania è molto diversa dalla storia del nostro Paese. Dice Pellegrino: “È costituzionalmente criminale attribuire alle Regioni italiane la possibilità di costituire uno dei due rami del Parlamento. I Länder rappresentano una cultura e una tradizione che ha fatto nascere popoli e sensibilità regionali. La selezione della classe politica locale lì è anche migliore di quella nazionale. Cosa che, certo, non si può dire alle nostre latitudini: in Italia il disegno regionalista è tragicamente fallito. Le Regioni sono diventate centri di potere e di irresponsabilità politica. Se lei domanda al cittadino di un piccolo Comune chi è il suo sindaco, lui le risponderà che lo conosce. E così se domanda chi è il premier. Ma se chiede chi è l’assessore all’urbanistica della sua Regione, difficilmente saprà risponderle. Questo per dire che i membri delle Giunte regionali hanno molto potere senza dover rispondere agli elettori del loro operato. Il risultato sono i Fiorito, le decine e decine di consiglieri regionali sotto inchiesta: i centri di potere senza controllo diventano centri di malaffare. Ora, grazie alla riforma, questi signori diventeranno la nostra Camera alta.
Come spiegò benissimo Gustavo Zagrebelsky, mentre i Länder tedeschi sono realtà che nascono dal basso e sono quindi la proiezione alta dei popoli regionali, qui per il fallimento del regionalismo, la classe politica locale costituisce il riflesso degradato di quella nazionale. Abbiamo dunque una politica nazionale che degrada in politica regionale e una politica regionale che, con un ulteriore rilancio verso il basso, forma la politica nazionale. Altro che Camera alta!”
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FALSO CHE LA RIFORMA DEL SENATO SVELTISCA L’ITER LEGISLATIVO

Ma la riforma non persegue affatto quest’obiettivo! La riforma prevede dodici procedimenti diversi per la formazione delle leggi, in base alle materie. Vogliamo riformare il Titolo V della Carta per via dei conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni, ora ci sarà un conflitto al giorno tra Camera e Senato sulla scelta del procedimento legislativo. Se avessimo voluto perseguire la semplificazione normativa, allora avremmo dovuto avere il coraggio di scegliere un vero monocameralismo, ovviamente prevedendo adeguati contrappesi e bilanciamenti. Invece stanno facendo questa guerra interna al Pd – tutta autoreferenziale – per passare da un bicameralismo che almeno è collaudato a un bicameralismo confuso.

I nuovi senatori faranno due lavori part-time. In più c’è il tema della durata dei consigli regionali.
Nasceranno tantissimi problemi. Questo Senato che riflette le vicissitudini delle Regioni, sarà una porta girevole continuamente in funzione. Praticamente un albergo a ore, in base alle singole vicende dei ‘senatori’ o alle vicende dei Consigli Regionali, le cui elezioni, peraltro, vengono spesso annullate o contestate.

Previsioni?
C’è da augurarsi che il progetto muoia. Bene che vada ci sarà un grave peggioramento della situazione istituzionale. Più che un rischio autoritario, io vedo un rischio confusionario: c’è un pressappochismo terribile in questa riforma. È vero che il meglio è nemico del bene, ma è anche vero che al peggio non c’è mai fine.

Da Il Fatto Quotidiano del 9 agosto 2015

MILIARDI PERSI DAL GOVERNO CHE HA INVESTITO IN DERIVATI
Viviana Vivarelli

L’ISTAT ci fa sapere che, grazie alle speculazioni sciagurate del Tesoro sui derivati, abbiamo perso 3,8 miliardi di euro e per competenza quasi 6,8. Cioè ci dice che abbiamo concretamente pagato 3,8 miliardi e rinviato all’anno dopo altri 3.

Faccio un replay di quanto scrivevo tre anni fa.

Siamo sull’orlo di un tracollo dell’occidente ma nessuno dei nostri mezzi di informazione dice una parola sui derivati.
I derivati sono strumenti finanziari il cui valore dipende (deriva) da altri. Praticamente sono scommesse d’azzardo. Possono basarsi su qualsiasi cosa:azioni, obbligazioni,indici finanziari, petrolio, altri derivati, qualsiasi cosa, sono scommesse su un rischio, anche su quanta neve cadrà in un posto o quanto aumenterà la crisi di un paese o se una banca fallirà (il Davide Serra della Leopolda, per es., specula su questo e guadagnerà dal fallimento di MPS)
I derivati sono contrattati su mercati laterali e alternativi alle borse vere e proprie. Questi mercati sono creati da banche e da professionisti tramite reti telematiche e sono PRIVI DI REGOLE!
I derivati o titoli tossici sono esplosi negli ultimi 20 anni, ma nel 1992 avevano già un giro di 20.000 miliardi di dollari. Per capire l’enormità della cosa si pensi che il PIL mondiale,intorno agli anni 2010,era stimato in circa 70.000 miliardi di dollari
Es. di derivato: mi impegno a comprare fra 3 mesi un tot di caffè a un certo prezzo,poi mi impegno a venderlo a Caio a un prezzo leggermente superiore. Se tra 3 mesi il prezzo del caffè sale, ci guadagno;s e scende, ci perdo. Ma posso anche non tutelarmi con un successivo compratore, per cui se il prezzo scende ci rimetterò molto,perché lo dovrò pagare più di quello che l’ho pagato e avrò poi difficoltà a rivenderlo.
La MetallGesellschaft nel 1993 fece una speculazione simile,sperando che il prezzo del petrolio sarebbe aumentato, invece diminuì e per salvarsi dal fallimento la società dovette essere salvata con 1.9 miliardi di dollari da 150 banche tedesche e internazionali.
Per nostra disgrazia gli enti locali, che ricevono una buona quota delle nostre tasse e il Ministro del Tesoro hanno giocato sui derivati. Hanno giocato d’azzardo coi nostri soldi.
Dunque enti locali e Ministro del Tesoro hanno bellamente giocato d’azzardo coi NOSTRI soldi e hanno perso. Questo gioco d’azzardo dovrebbe essere vietato agli enti pubblici e massimamente al Ministro del Tesoro che dovrebbero custodire le nostre tasse e usarle intelligentemente e razionalmente per il funzionamento dello Stato, non giocarci d’azzardo sulla Borsa dei derivati.
E i derivati dovrebbero essere riservati solo a chi è tanto pazzo da giocare d’azzardo coi soldi propri, non con chi deve amministrare i soldi dei cittadini.
Per questo chiediamo che anche le banche siano divise tra quelle che tengono in conto i risparmi dei cittadini e quelle che vogliono fare investimenti rischiosi, divisione voluta da Roosevelt che sciaguratamente è stata tolta dagli USA dopo il 2008 (ma la Germania sta tornando alla divisione iniziale, perché non noi?).
Invece in Italia i soldi delle tasse servono a questi speculatori da strapazzo per i loro sporchi giochini, tanto sono soldi NOSTRI e chi se ne frega?
Ora accade che questi criminali sciagurati che ci governano hanno speculato coi NOSTRI soldi scommettendo che i tassi aumentavano. E invece i tassi sono diminuiti! Così è stato perso un sacco di soldi, soldi che mancheranno dalle casse dello Stato e per cui il caro Renzi dovrà tagliare lo stato sociale e cioè la sanità, le scuole, i trasporti, gli aiuti ai più poveri..
Insomma dobbiamo pagare NOI perché coi soldi NOSTRI questi pessimi amministratori hanno giocato d’azzardo e hanno perso! E sto parlando di Renzi, Letta, Monti, Visco, Padoan e altra gente simile che protegge magnati, speculatori, banchieri, lobby… e dei cittadini se ne frega!
Le speculazioni sono andate male e lo Stato, cioè noi, dobbiamo ripagare i conto in rosso.
Poi ci vengono a dire che siamo NOI che siamo vissuti sopra le nostre possibilità?!
E ci vengono a raccontare le balle prodiane che l’Ue e la Bce sono state create per l’unione dei popoli, per il progresso dell’Europa, per un futuro migliore! Balle!!

Nessun media al mondo parla della bolla dei derivati ma sta crescendo e prima o poi esploderà
A fine 2013 il valore nominale di tutti i contratti derivati del mondo ammontava a 710.182 miliardi di $.Si pensi che il PIL di tutti i paesi del mondo era pari a 73.982 miliardi di $
L’ammontare dei derivati è quindi 10 volte il PIL mondiale!!! Negli ultimi 15 anni, mentre il PIL mondiale cresceva del 9% annuo, i derivati sono cresciuti annualmente del 52%!!
Quand’è che i derivati crescono?Quando diminuisce il tasso di guadagno nel settore produttivo
Cioè, più c’è crisi, più si specula. La crisi fa bene agli speculatori che muovono titoli spazzatura, come il caro Serra,amico di Renzi, che Renzi ha la faccia di presentarci come italiano modello, accanto a Marchionne.Cioè l’italiano MODELLO sarebbe uno che speciale sulla nostra crisi e ci guadagna!?
Negli USA va pure peggio. Le banche commerciali sono esposte ai derivati, ossia a titoli spazzatura, per 237.023 miliardi di dollari!
Le banche più esposte sono 4: Jp Morgan, Citibank, Goldman Sachs e Bank of América. Hanno derivati pari a 219.798 miliardi di dollari, quanto 1/3 di tutti i derivati esistenti al mondo. Il patrimonio di queste 4 banche a fine 2013 era di 4.831 miliardi di dollari, più del doppio del PIL italiano scorso. I loro contratti in titoli spazzatura erano 45 volte il valore del loro patrimonio!
E sono queste 4 banche che dominano (o dovremmo dire ‘rovinano’) il mondo, per portare avanti le loro sporche speculazioni che ovviamente si legano al più sporco capitalismo.
Sono queste 4 banche che ordinano a Governi viscidi e succubi come quello di Renzi di distruggere la Costituzione democratica e instaurare un regime autoritario. E quel viscido di Renzi ubbidisce!
E’ chiaro che questo stato di cose non può durare ma è chiaro che non finirà mai se il popolo non viene informato e come fa il popolo italiano ad essere informato se la stampa italiana serve solo come propagandista del regime e scende ogni anno di più nella scala della libertà di informazione?
Capite ora perché la Goldman Sachs si permette di dare ordini all’Italia affinché violenti la Costituzione,dicendo che è “troppo democratica”?
E perché Renzi ubbidisce col sostegno di Napolitano e il silenzio omertoso di Mattarella?
Le 4 maggiori banche americane, Jp Morgan, Citibank, Goldman Sachs e Bank of America, stanno sperperando una mole gigantesca di miliardi a spese nostre, ma questa enorme speculazione porta al fallimento loro e degli Stati che le seguono, per cui il governo USA per salvare queste banche ha usato una dose massiccia di denaro pubblico, perché il loro fallimento avrebbe fatto fallire l’America. Idem sta facendo il caro Renzi che ha appena regalato col Fondo Atlante altri 6 miliardi alle banche. Non è diverso per le banche private europee che hanno ricevuto 16.000 miliardi dalla Bce (presi dalle nostre tasche) e ora ha posto gli stress test per estromettere le banche peggiori, cosa che costringerà gli Stati a nuove capitalizzazioni per non farle fallire, e dunque a nuove tasse (vd il Monte dei Paschi di Siena protetto a iosa dal Pd).
Lo capite ora perché il Pd non si ricordi nemmeno più di essere nato come partito dei lavoratori, se ne freghi altamente dei diritti dei cittadini e pensi solo a favorire le banche e i grossi speculatori? Lo capite perché Renzi ha sterzato così violentemente a dx a protezione del grande capitale?
Ai poveri, che di finanza non se ne intendono, si può dare sempre qualche mancetta come gli 80 euro ma quel che ci prenderanno in cambio è molto peggio di un aumento di tasse per 27 miliardi (e ora la Bce ce ne chiede altri 14). E’ la perdita della sovranità e della democrazia! E’ la schiavitù politica ed economica. Ed è anche per questa guerra fatta con la finanza che ora gli USA premono per imporci col TTIP i loro prodotti, privi delle 2300 regole che regolano i nostri contro le 12 scarsissime regole dei prodotti americani che dunque tentano di invadere il nostro mercato affossando. Se le maggiori banche dell’Occidente falliranno (e il fallimento vista l’esposizione in titoli tossici è sicuro) salterà in aria l’intero Occidente.
Non certo i Paesi islamici del petrolio o il Giappone o la Cina che sono fuori da questo gioco perverso,ma l’Europa e gli Stati uniti.E stare aggiogati al carro dell’euro porterà anche noi ancora più a fondo.
Quando la bolla dei derivati esploderà, falliranno le maggiori banche americane e l’intera America, e le ripercussioni saranno mondiali e fallirà questa Europa che con gli USA è legata a filo doppio.
USA e Europa sono alla vigilia di una grande crisi economica che può esplodere da un momento all’altro e ci travolgerà tutti quanti.
In USA come in Europa, grazie alla crisi provocata e voluta, i profitti dell’economia reale (imprese) sono scesi e i capitali si sono riversati sempre più sui titoli spazzatura. Questo porterà al tracollo gli Stati Uniti che non saranno più la prima potenza del mondo ma verranno superati da Cina, India ed altri paesi emergenti. Noi siamo attaccati a questo carro che sta precipitando.
La Fed ha dichiarato che non stamperà altri dollari e smetterà di comprare titoli tossici, ma non può farlo, anche se sta per esplodere la bolla dei derivati, per cui continuerà a stampare altri dollari (3 anni fa ne aveva stampati 16.000 miliardi per le banche). La situazione è talmente critica che è solo questione di tempo. E nel mondo sempre più Paesi abbandonano il dollaro nelle transazioni internazionali per non trovarsi scoperti.
Il dollaro è stato fino a oggi la principale moneta delle riserve internazionali nel mondo e su questo gli USA hanno fondato una superiorità truffaldina. Il giorno in cui il dollaro cesserà di essere la principale valuta del mondo, tutti gli Stati venderanno i dollari che possiedono per comprare nuove monete più solide. E gli USA saranno finiti.
Ecco perché Obama va male e non sarà rieletto. Perché l’America è sull’orlo della rovina. Ma non sarà certo uno come Trump a salvarla definitivamente l’economia europea.
Come se questa sciagura non bastasse, gli Enti Locali che riscuotono le nostre tasse locali hanno investito mille miliardi in derivati. Sono stati circa 900 i derivati firmati da 525 Enti Locali
7 mesi fa si diceva che ammontavano a 40 miliardi di euro le perdite potenziali nei conti pubblici italiani legate ai derivati. Si tratta della massa di derivati finanziari in passivo nei bilanci dello Stato, voce che nell’ultimo anno si è allargata di quasi il 30% ed è arrivata a quota 36,8 miliardi. In tutta Italia, considerato sia il settore pubblico sia quello privato, la montagna di titoli finanziari ad alto rischio, cioè potenzialmente in perdita, è cresciuta in totale di oltre l’8% in un anno (dal 2013 al 2014) passando da 153 miliardi di euro a 166 miliardi in aumento di 13 miliardi.
E cosa ha fatto il caro Padoan? Cosa ha fatto il caro Renzi? Cosa facevano il Pd e gli altri partiti? Un benemerito nulla! Andiamo dritti contro il disastro e stiamo a fare le tavole rotonde su una frase di Davigo????
Parlamento di transfughi: 252 cambi in tre anni. Ogni tre giorni un onorevole lascia il suo gruppo
Rapporto Openpolis “Giro di valzer”: dal 2013 a oggi il 26% di deputati e senatori ha cambiato casacca
Il 7 per cento lo ha fatto due volte. Forza Italia perde un rappresentante su due. Record “fedeltà” nel Pd
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Italia idiota: Altamura, andare a fare la comunione con la carrozza di Cenerentola

La poesia dell’utile idiota
Se fossi potessi
e se avrei potrei.
Ah… se mettessi lo levassi.
E se lo leverei lo mettessi.
E tu che pensassi che se si potesse,
sarebbe meglio che ciò che puoi fare …
Cose tue …
Io sognassi, sperassi.
Semplicemente io … dormissi…
E NON MI SVEGLIASSI!

Ecco fateve nantro sonno và!!!!
Frank.Fo.
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MASADA n° 1765 21-5-2016 RUDOLF STEINER COME PROFETA DEL CRISTO VIVENTE

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MASADA n° 1765 21-5-2016 RUDOLF STEINER COME PROFETA DEL CRISTO VIVENTE

(ANGELO ANTONIO FIERRO – Esperto in Medicina Antroposofica)

La vita di Steiner vista sui nodi lunari – Gli angeli del tempo – L’arcangelo Michele e il Kaly Yuga

Trascrizione di una conferenza fatta dal medico antroposofo Fierro alla Biblioteca di Parapsicologia di Bologna il 18-5-2016.

Rudolf Steiner partì da premesse teosofiche, poi se ne staccò per configurare una diversa figura del Cristo. Non è facile raccontare quello che è successo, perché non è facile entrare nel cuore di un uomo non comune come lui. Occorre avvicinarsi in punta di piedi e cogliere alcuni caratteri di questa poliedrica personalità. (Si veda la biografia che ha fatto di lui Paola Giovetti per le Mediterranee, tentando una difficile semplificazione e ricordiamo che non sono molte le biografie di Steiner e questa è sicuramente la prima in Italia). Prenderemo dunque in considerazione alcuni aspetti intriganti di Rudolf Steiner, considerandolo dal punto di vista cosmico/terrestre e rivisiteremo la sua biografia attraverso l’esame dei suoi nodi lunari. (n.d.a.: I nodi lunari sono connessi al viaggio dell’anima. Sono i punti in cui l’orbita della Luna attraversa l’eclittica, ovvero il cerchio percorso dal Sole nel suo apparente moto annuo.

Nell’Astrologia kahrmica rappresentano i punti di collegamento fra la vita presente dell’anima e quella precedente. Il Nodo Ascendente o Nord – Testa del Drago – è quello in cui la Luna incontra l’eclittica a Nord. Rappresenta le opportunità di crescita, di miglioramento e l’auto-aiuto ed è collegato a Giove. Il Nodo Discendente è quello in cui la Luna incontra l’eclittica a Sud e indica gli ostacoli e le prove assimilabili a quelli collegati a Saturno. Simboleggia, infatti, le esperienze delle vite precedenti, che devono essere rielaborate e superate in questa vita affinché l’anima possa progredire. Il nodo lunare Nord è la direzione di questa vita, quello che l’anima vuole imparare e le esperienze che ha scelto di fare. Il nodo lunare Sud è il luogo in cui ci sentiamo a casa, dove risiedono caratteristiche, talenti, idee e abitudini che l’anima ha conservato dalle esistenze passate. Il segno in cui si trova il Nodo Nord, esprime le energie che l’anima ci chiede di portare nella nostra vita per adempiere al compito evolutivo che abbiamo scelto. Nella prima parte dell’esistenza, saremo senz’altro più distanti da quanto espresso dal Nodo Nord. Col passare degli anni, soprattutto se avremo scelto di crescere con consapevolezza e coraggio, potremo avvicinarci sempre più all’essenza che ci appartiene. In questo, lo studio del tema natale in chiave kahrmica, può esserci di grande aiuto).
Rudolf Steiner mette in relazione il ritmo del respiro umano con il ciclo di rivoluzione dei nodi lunari: come l’uomo respira circa 25920 volte in un giorno (considerando mediamente 18 respirazioni al minuto) così in un anno platonico 18 anni corrispondono ad un “respiro” del Macrocosmo. L’asse terrestre è inclinato rispetto all’eclittica e si muove lentamente in senso retrogrado impiegando circa 26000 anni per un giro completo. Il movimento è simile a quello di una trottola, l’asse terrestre inoltre oscilla con un periodo di 18,6 anni, identico al periodo di rivoluzione dei nodi lunari.
L’intreccio dei circuiti solari e lunari avviene ogni 18 anni e 7 mesi, in quei punti Sole e Luna ci fanno ripercorrere nella memoria le scelte dell’incarnazione, che si ripetono in un ritmo cosmico come una serie di nascita/morte/rinascita, come momenti tipici della nostra vita.
Il nodo lunare non va usato in modo meccanico ma va respirato.
Nella vita di Rudolf Steiner i punti salienti saranno tra i 18 ai 19 anni il primo (1879), i 36 e 37 anni il secondo (1897), il terzo tra i 55 e i 56 anni (1916).
Steiner si è fermato al terzo perché muore a 65 anni.
Consideriamo che è nato in una terra di confine, tra Austria e Slovenia e gode dunque delle caratteristiche di entrambe cosa che lo porta ad avere un’anima mitteleuropea.

Quando arriva il primo nodo lunare si trova a Vienna dove dà gli esami di maturità e accede all’Università. Si prepara alacremente secondo studi tecnici paragonabili al nostro Politecnico anche se allora erano molto più severi, in particolare studia gli apparecchi telefonici che erano la novità tecnica del momento anche se a Vienna ce n’erano solo una ventina. Gli danno due incarichi importanti. Nel 1882, su proposta di Karl Julius Schröer, suo docente, al professor Joseph Kürschner, curatore di una nuova edizione delle opere di Goethe, viene incaricato di occuparsi delle opere scientifiche. Nel 1886 pubblicò un primo libro sulla filosofia di Goethe: ‘Linee fondamentali di una teoria della conoscenza della concezione del mondo di Goethe’. Di conseguenza, nel 1888, fu invitato a lavorare come curatore negli archivi Goethe a Weimar, dove rimase fino al 1896, scrivendo introduzioni e commenti ai quattro volumi di scritti scientifici di Goethe e pubblicando nel 1897 un secondo libro sulla filosofia di Goethe: Goethes Weltanschauung (‘La concezione del mondo di Goethe’).
E c’è il famoso incontro in treno con Felix Kogusky, un raccoglitore d’erbe, compito a cui oggi si dedicano in pochi, uomo che lavora nella natura e conosce i segreti delle erbe, avendoli ricevuti per tradizione orale e lui lo inizierà spronando Steiner a combattere l’imperante materialismo. Siamo nel 1889, c’erano già stati Comte, il positivismo e le teorie marxiste.
Kogusky gli dice: “Entra nella pelle del drago! Cerca di conoscere a fondo il punto di vista del materialismo per poterlo fronteggiare. Non è un nemico perché fa parte dell’umanità e della storia. E’ un nemico quando si fa unilaterale”. Steiner affronta questa lotta in modo diverso da Nietzsche, il lottatore contro il suo tempo, l’avventuriero della conoscenza spirituale, basato su una visione spregiudicata e rimasto troppo solo di fronte a forze superiori che lo portano a una patologia su base organica. Steiner lo conobbe nei suoi ultimi anni.
Nella fase formativa dei suoi primi trent’anni, Steiner riceve la consapevolezza delle sue forze di veggenza e il modo di presentarle al mondo finché non approfondirà Goethe, elaborando la propria formazione di pensiero attraverso di lui.
Altri due maestri di Steiner sono Schiller da cui prende non tanto la parte artistica che metaforizza quanto la parte pedagogica (“Lettera estetiche”) e una visione rinnovata della pedagogia da cui trae impulsi pedagogici tutt’altro che astratti perché aveva seguito un ragazzo idrocefalo che riuscì a far diventare un medico con la sua arte pedagogica di precettore. La terza radice fu Novalis, il grande poeta romanico, da cui prende i frammenti, gli scritti sul Cristianesimo interiore.
Novalis muore giovane poco dopo i trent’anni, era poeta ma anche scienziato, curatore delle miniere e nei frammenti parla di medicina, minerali, poesia ecc.
Oggi abbiamo esperti specializzati nelle parti ma se queste parti non le mettiamo nell’universale, perdiamo la realtà. Si deve avere prima un’idea dell’universale per arrivare poi al particolare. Steiner dice: “La foglia è la pianta primordiale”. Egli è il macinatore continuo di una serie di riferimenti di Goethe che gli entrano nella carne. Ci ha lasciato un materiale amplissimo: una trentina di libri, seimila conferenze… un mare magnum in gran parte ancora non pubblicato.
Steiner sembra difficile ma può essere accessibile se si segue sempre questa sua concezione dell’universale.
Nel 1879 a livello macrocosmico inizia il passaggio di testimone degli arcangeli che reggono i tempi. Michele prende le redini di guida dell’umanità. Siamo ancora sotto la sua egida ed è trascorso un terzo della sua epoca.
Gli arcangeli hanno una segnatura planetaria. Michele è contrassegnato dal numero 11, duplicazione dell’uno. Michele affianca il Cristo dopo l’evento del Golgota come signore del kahrma, arcangelo rappresentato con la lancia puntata alla gola del drago. (Si pensi al grande quadro del Carracci nella Chiesa del Minghetti, la chiesa bolognese degli esorcismi all’inizio di Via Montegrappa. Nel quadro sono rappresentati Michele e S. Giorgio che è il rappresentante terrestre di Michele: lotta celeste e lotta terrestre. Il cavallo è il fedele compagno di S. Giorgio nella liberazione dell’anima.)
Il 1879 segna l’inizio dell’opera di Michele.

Nel 1897 abbiamo il secondo nodo lunare della vita di Steiner. Ha 36 anni.
Michele aveva preso le redini del tempo 2160 anni prima. Ogni era dura 2600 anni. In esse gli arcangeli si alternano. Il loro compito non è sempre lo stesso ma varia un poco.
Nel 1897 il compito è la spiritualizzazione del pensare, entrare nella valle del drago.
A 33 anni Steiner aveva scritto “Filosofia della libertà”, il suo terzo libro, testo difficile diviso in una parte teorica attorno alla domanda se l’uomo è un essere libero e come si gioca la sua libertà, e in una parte che è la pratica della libertà, mettendo sotto esame tutti i filosofi che dicono che l’uomo è libero o che non lo è. L’esercizio da fare su questo libro non richiede un’altissima intelligenza, basta fare una sintesi di ogni capitolo e pensare insieme a questi pensatori. La compartecipazione di Steiner è totale, venerando l’essere pensante e in ciò realizzando Michele. Il sottotitolo è “Osservazioni animiche”, cioè compartecipative dell’anima.
Dal 5 all’11 aprile 1911 si tenne a Bologna il IV Congresso internazionale di filosofia. … Langevin, Nicolaji Losskij, Wincenty Lutoslawsky, Alexius Meinong, Giovanni Papini, Henri Poincaré, Ferdinand Canning Scott Schiller e anche Rudolf Steiner. Tra i partecipanti c’erano filosofi come Gentile e Croce ed esoterici come Assagioli o Annie Besant e Steiner fu inserito tra gli orientalisti perché era legato alla Società Teosofica.
Nel 1911 Steiner ha 50 anni, trasmette la sua ricerca al pubblico, passando dall’esoterismo all’essoterismo.
Il secondo nodo lunare va dai 37 ai 38 anni (1898-99). Steiner, avendo radicalizzato alcuni aspetti della filosofia della libertà, ha un piccolo smarrimento, non ha ancora diretto se stesso verso il percorso futuro e ha un momento di crisi.
Nel 1889 il senso macrocosmico e le chiusure del Kali Yuga portano ad un periodo oscuro. Secondo i Veda, Il Kali Yuga, è l’ultimo dei quattro yuga, ‘yuga’ in sanscrito vuol dire epoca e Kali Yuga vuol dire ‘conflitto’. Il Kali Yuga è un’era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale. Ha una durata di 432.000 anni ed è iniziato tra gli anni 3102-3101 a.C. .5000 anni dopo l’inizio del Kali Yuga inizierebbe un periodo di 10.000 anni di “illuminazione” dell’umanità. L’inizio di tale periodo ascendente coinciderebbe, quindi, all’incirca, con gli anni 1898-1899 d.C.
C’è un punto cosmico di grande importanza che segna il passaggio dall’antico chiaroveggenza alla nuova chiaroveggenza. La prima risente dell’atavismo della nostra appartenenza all’Umanità in quanto tutti siamo stati veggenti e alcuni conservano ancora tracce di questo anche quando non ne sono consapevoli, mentre il nuovo chiaroveggente è consapevole di ciò che vede. Nel primo caso ha bisogno dell’aiuto di un altro, come per es. fu per Catherine Emmerich e Brentano. Nel secondo abbiamo per es. mistici con la stigmate, capaci di accompagnare col pensiero quello che vedono. Per conquistare questa seconda capacità di chiaroveggenza occorre entrare in una forma rinnovata e risorgente di pensiero. Con loro inizia un’epoca di luce anche se noi risentiamo sempre della prima era ma occorre rinunziare alla prima possibilità per entrare nella seconda: il vino nuovo va in otri nuovi. Bisogna creare un nuovo pensiero in grado di osservare i fenomeni politici e materiali di ciò che ci circonda.
Steiner ha una grande crisi, come sempre accade quando il seme muore e si prepara il germoglio.
Nel 1899 pubblica sul Magazin un articolo intitolato ‘La rivelazione segreta di Goethe, saggio sulla natura esoterica di una fiaba di Goethe, Il serpente verde’. In questa fiaba c’è il nucleo di tutta l’antroposofia, la visione degli esseri elementari, la teoria dei colori.. e c’è già la nuova chiaroveggenza che parla e più uno la legge più la comprende, lasciandola lavorare dentro il Sé.
Nel 1901 Steiner si iscrive alla Società Teosofica, ha 40 anni, inizia la sua attività di conferenziere pubblico. E’ attratto dalla gran veggente Madame Blavatsky.
Dice: “Io vi riporto le visioni della mia attività meditativa comparata alle visioni della Blavatsky”. In lui parlano reincarnati precedenti. Solo pochi eletti erano in grado di seguire il suo pensiero ma questo si allargava a un pubblico europeo più vasto.

Il terzo nodo lunare arriva nel 1916, dai 55 ai 56 anni.
La prima guerra mondiale lo turba profondamente perché tanti giovani che aveva conosciuto erano andati in guerra o erano morti ma da queste stesse anime riceve ispirazione.
Nel 1916 tiene varie conferenze. Comincia il suo interesse verso l’organismo sociale, oltrepassando l’essere che è corpo, anima e spirito, su cui fonda la medicina antroposofica. Nella sua vision trinitaria l’uomo si espande nei tre corpi, nelle tre anime, nei tre spiriti. Fa un’affermazione profetica importante: “Nel 2200 verrà impedito di pensare”. E oggi vediamo già i presupposti di questo. Questo lavoro non sarà fatto solo sugli oppositori del pensiero (i vari lager), l’operazione è più sottile: si creano i presupposti perché una popolazione sia forzata alla demenza, soprattutto nell’età piccola dove crescono patologie e autismo. Ci aspettano momenti difficili. “Entrare nella pelle del drago” vuol dire confrontarsi con la nostra paura.
E Steiner introduce rimedi che la medicina del tempo neanche si sognava per le somatizzazioni che esistono anche oggi e che avrebbero bisogno di ben altre ricerche.
I talenti devono fruttare ma non è facile quando oggi gli stessi antroposofi famosi sono sempre meno e sono sempre più limitati dalle leggi e dalla burocrazia. La medicina che non viene sviluppata arretra.

Dai 42 ai 52 anni Steiner entra in una fase artistica e compone 4 drammi mistero, che vengono recitati ancora adesso. Sviluppa l’euritmia, un’arte di movimento, assieme a Lory Maier-Smits e sviluppata successivamente grazie al lavoro di Marie Steiner von Sivers, la sua seconda moglie, che vuole rendere visibile ciò che vive nella parola e nella musica. Dipinge, fa acquerelli, scolpisce una statua lignea conservata al Goetheanum di Dornach (Basilea) che raffigura il Cristo, ‘Rappresentante dell’Umanità’, nella sua intima dicotomia fra le forze ‘demoniche’ contrapposte, ossia Arimane (la materialità, in basso) e Lucifero (la spiritualità, in alto).

Infine esplode con l’agricoltura biodinamica, la pedagogia e l’architettura che si sostanzierà in una grande opera in legno, il Goetheanum, costruzione monumentale a Dornach vicino a Basilea (Svizzera).


(S. Giorgio)

Il primo Goetheanum (denominato Johannesbau – edificio di Giovanni – fino al 1918), costruito interamente in legno, venne completamente distrutto in un incendio doloso il 31 dicembre 1922, come il rogo del tempio di Efeso, frutto del fanatismo demenziale di chi non aveva compreso il suo impulso al rinnovamento.
Da ultimo Steiner studia l’economia che lo porterà a studiare le istituzioni in cui l’organismo sociale si deve articolare.
Dal pensare al sentire al volere.
L’incendio del Goetheanum fu per Steiner un trauma enorme, fu come se bruciasse anche il suo corpo eterico lasciandolo senza energie vitali. Malgrado questa botta tremenda tentò di reagire progettando un nuovo edificio questa volta in cemento armato, che fu finito nel 1927, uno dei primi edifici in cemento armato dell’epoca, ma muore due anni e mezzo dopo, in una breve malattia, a 65 anni.

A partire dagli anni ’30, Steiner aveva fatto l’incontro del Cristo, come aveva fatto Paolo a Damasco, incontro che avviene sul piano eterico, non su quello materiale, un evento che si ripete per molti: vedere il Cristo, come avvenne per gli apostoli che sotto forma di angelo non seppero riconoscerlo ma lo riconobbero nella veste eterica del Cristo risorto.
Quando Annie Besant gli presenta Krishnamurti come il Cristo novello, Steiner lo rifiuta: “Non io ma il Cristo in me”. Lo dobbiamo realizzare e allora lo faremo carne della nostra carne. Da questo punto di vista la ricerca del Cristo vivente si incarna nel pensare e se questi mi sarà dato sarà per grazia divina. Nel prossimo millennio molte più persone avranno questa possibilità. Il sangue del Cristo attende di essere vivificato nell’intelligenza del cuore, forza che connette il cuore al cervello.
E’ l’impulso del Cristo che viene preparato da millenni dai bodhisattva, che poi diventano i Buddha, che passano dalla teoria dell’amore alla pratica dell’amore nella lotta col drago. Ciò richiede una presa di coscienza che possiamo avere se viviamo non come anime dormienti ma come anime viventi, vivificate da noi stessi.
Dal monito di Steiner deve nascere un anelito affinché parte dell’umanità si guardi dal sonno della materia. L’umanità deve confrontarsi con le grandi prove in base alle proprie forze.
Se io ricevo la dote di una veggenza, devo essere in grado di confrontarmi con essa, mentre oggi rischio di essere emarginato e crocifisso nel senso di non essere riconosciuto. Noi abbiamo una responsabilità appena siamo consapevoli del drago. Non c’è evoluzione che non passi attraverso la lotta contro il drago.
Nel 1200 Gioachino da Fiore previde un’era in cui le facoltà spirituali sarebbero state sviluppate al massimo, ma occorre anche andare loro incontro.
L’incendio del suo edificio architettonico fu per Steiner una prova terribile, un PTDS.
Oggi ovunque sono frequenti le PTDS, post traumatic sindrom desorder, disturbi post traumatici da stress: gli esiliati che hanno subito violenze e hanno avuto lutti, i bambini violati, gli internati,i processati spogliati di ogni identità, i reduci da guerre, gli abusati sessuali, gli incidentati, i terremotati, gli annegati, i torturati, coloro che hanno perso un figlio…tutti hanno bisogno di un grande sforzo spirituale.
Il dramma dal livello eterico si riversa sul livello fisico. Steiner cerca di riprendersi buttando in nuovi progetti con la forza di volontà, Nei due ultimi anni dà moltissimo, fa duemila conferenze, tre o quattro al giorno, progetta il nuovo teatro… lavora e lavora fino agli ultimi giorni della sua vita ma muore lo stesso. Non è ben chiaro di cosa sia morto, forse per avvelenamento o per una forma di linfoma che lo spegne in sei mesi ma il suo corpo eterico era già leso. Aveva 65 anni.
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MASADA n° 1766 22-5-2016 IO SONO VECCHIA E TU?

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MASADA n° 1766 22-5-2016 IO SONO VECCHIA E TU?
Blog di Viviana Vivarelli

La vita non è altro
che una lunga giovinezza
”.

Lessi una volta di una ultracentenaria che, richiesta su quale dote l’avesse aiutata a raggiungere un così tardo traguardo, disse: “Ci vuole molta vita per vivere la vita”. La capisco, perché le fasi della vita che ho passato in depressione sono state tante e non tutte sono venute con l’età, ché anzi da ragazzina stavo molto peggio di ora, per cui posso dire che tutte le tempeste che ho superato mi hanno temprata ad accettare un tempo di bonaccia.

Così, dopo i 74 anni, dopo aver attraversato diverse fasi, tante lotte e tante sconfitte, la vedovanza, la figlia lontana, i nipotini che crescono senza di me, la solitudine, l’abbandono, l’amarezza, l’insoddisfazione, l’impotenza e la fragilità, ho deciso di mettere “più vita nella mia vita”, perché, se l’infanzia è l’età degli istinti e la giovinezza quella delle passioni, la maturità può anche essere il tempo del bilancio superato, ma la senilità deve essere per forza l’età della ‘pace del cuore’, qualcosa che dipende solo da noi vivere con slancio alternato a momenti di riposo, di beatitudine, di pacatezza, uscendo da tutti gli stereotipi che la società ha confezionato per noi, ‘gente di età’, per estrometterci dal vivere, nostro malgrado.
Nei fatti questa società euro-americana ad un certo punto ha deciso che il potere doveva essere ‘dei giovani’, cosa più di propaganda che reale, ha messo apparentemente ogni riconoscimento nel rampantismo dei pueri, nel giovanilismo (grande mito americano), nella velocità, nella presa rampante delle poltrone, nell’arroganza e nella sfacciataggine di chi ha predicato che il potere non può essere retaggio dei vecchi, vecchi che questa società in nome del giovanilismo arrogante ha deciso di emarginare, e che non sono certo i vecchi del economico che stanno ben saldi in sella, tanto più quanto meno il mondo che conta crede di aver bisogno di loro. Occorre perciò che gli ‘ancora verdi’ facciano la loro rivoluzione culturale e soprattutto si riprendano la loro rivincita di vita, se non per se stessi almeno per il mondo che, anche quando non lo sa, ha parecchio bisogno di loro.

Così un bel mattino ho fatto una forte cura ricostituente di erbe amazzoniche e sono ripartita a riorganizzarmi l’esistenza, perché se aspetti che te le riorganizzino gli altri, sei perduto, salvo che non abbiano bisogno di te come balia o badante o cassa continua, e, non avendo più io nessun malato da curare e nessun bambino da allevare, sono ripartita alla riscoperta di me stessa, una riscoperta che può avvenire solo nel mondo del fare nuovo e del guardare diverso, convinta che, come io avevo bisogno del mondo, il mondo avesse bisogno di me.
Così ora scrivo di politica sul mio blog, faccio conferenze e corsi a chi mi vuole ascoltare, perché le gambe sono deboli ma la testa è ancora vivace e in 74 anni di cose ne ho viste e imparate parecchie e non mi va di non mettere a frutto tutto quello che ho appreso. Per cui ho gettato via l’idea che io avevo bisogno del mondo e ho pensato ardentemente che il mondo non lo sapeva ma aveva bisogno di me. Dunque mi sono resta utile. E, diventando utile agli altri, ho rivissuto in me stessa.
Così ho ripreso a dipingere, ma non da sola, con le amiche, perché anche dipingere, come cucire o ricamare, ballare o fare la maglia, raccogliere e preparare erbe medicamentose o scrivere poesie, può non essere un passatempo solitario e diventare una impresa comune, in uno scambio di impressioni ed emozioni, memorie e speranze, come un tempo si faceva accanto al camino o sulle aie o nelle stalle, perché qualsiasi attività è più bella se ci stacchiamo dallo zombismo televisivo che ci aliena dal mondo ed è ben diverso dallo scambio sociale. Questo si può fare sempre, purché si smetta di aiuto in dare aiuto e si cominci a darne, cambiando il subire in agire, l’essere amati in amare.
E scambio, naturalmente, è il volontariato (nel mio caso è, per es., raccogliere e sistemare abiti smessi per i medici della Sokos che spesso sono più vecchi di me e hanno scelto di dedicare il loro tempo ulteriore agli emarginati sociali e raccogliere non solo abiti ma soldi per loro), così che non ci sia solo scambio di parole ma anche di cose in quel riciclo o redistribuzione di beni che si chiama ‘mondo in comune’.
La mia amica Liliana accorre quando qualcuno è malato e gli fa la spesa o lo assiste, è vicina anche solo per telefono o per email ai suoi amici, si preoccupa di un sacco di persone, prodiga informazioni che raccoglie con gran cura su tutto ciò che concerne il vivere (telefono sempre a lei se voglio sapere quale mezzo pubblico prendere o quale medicina comprare), con le vicine di casa si ritrova a fare la magia o l’uncinetto, con le parenti vicine fa la spesa o va a guardare i negozi.
E, in questo nuovo tempo della rinascita e della condivisione, si può riscoprire la bellezza dello stare insieme a chi è meno giovane o meno fortunato di noi, anziani che aiutano altri anziani.

Siamo nove miliardi. Non si può essere soli in un mondo di 9 miliardi. La solitudine è una scelta, non è un destino. Ma se la scelta dipende da noi, noi possiamo cambiarla.
Così, via via che mi riapro al mondo, mi reinvento cose che un tempo non potevo fare ma a cui ancora posso dedicarmi, pur nei ristretti limiti delle mie possibilità fisiche ed economiche, senza più quei legami famigliari che prima mi assorbivano quasi totalmente, e ho scoperto che aprirsi agli altri porta un incredibile arricchimento, perché l’altro, chiunque egli sia, ti aiuta a sua volta e la nuova vita che si intreccia è una vera vita a cui, quando avevo una famiglia e un lavoro, pensavo distrattamente.
Insomma quella che ricominciava a zampillare era una sorgente infinita che rinasceva proprio da me, senza molto aiuto di istituzioni superiori, per il semplice motivo che se metti in moto la vita, la vita si rimette in moto e ti ripaga.
E da questo movimento nuovo è nata tanta ricchezza di vita che quando arrivo a sera sono stanca felicemente di una giornata bene assestata, perché chi vive in un mondo di nove miliardi di persone non può essere solo, salvo che non lo voglia veramente.

Una mia allieva adulta, Laura bionda, uscendo da un complesso materno negativo, aveva superato la sua situazione dicendo: “Se non ho avuto la madre che volevo, posso però essere la madre amorosa di me stessa”. Io scoprivo che, entro certi limiti, potevo imparare ad essere la madre amorosa di quelli che incontravo, compito nuovo per una brusca e scorbutica come me, che non aveva certo imparato in famiglia la simpatia umana e la dolcezza. Ma quell’esercizio sociale del ‘prendermi cura di’” era come un muscolo fino allora poco utilizzato fuori della famiglia e che ora poteva tornarmi utile come un compito e uno scopo ulteriore, mentre cercavo di diventare più flessibile e armoniosa, più ricettiva dell’ignoto altro, insomma, più aperta al noi e a me stessa.
Del resto mio marito l’aveva detto, dopo morto, durante il rito dell’ayahuasca, quando gli avevo chiesto quale fosse il mio compito, ora che lui non c’era più e con la figlia lontana.
E lui aveva detto: “Devi essere la madre che abbraccia”, e questo mi aveva scioccato tanto più che vengo da una madre molto anaffettiva e sono cresciuta più rude che gentile. Ma dovevo capire che, al di là dei miei titoli di studio e delle mie competenze professionali di cui il mondo ora non sapeva che fare, c’erano altre doti che potevo e dovevo sviluppare a partire da me stessa, rivolte affettivamente verso il genere umano, e che ognuno di noi a un certo punto può guardare a quelle, qualunque sia la sua età e forza o il reddito, e scoprivo quel qualcosa poteva trascendere la bellezza delle forme e la giovinezza, la capacità economica o materiale, e stava in cose che fino a quel momento avevo poco considerato: il sorriso, l’ascolto, la partecipazione, la gentilezza, la voglia di aiutare, l’accoglienza, l’apprezzamento, il dono, il tempo… Ed era come imparare a suonare uno strumento dolce e sconosciuto, esercitando su di me quelle facoltà che avevo poco ricevuto e che richiedevano non attitudini native o patrimoniali ma un capovolgimento del mio ruolo nel mondo, un rivolgimento ideale.
Da allora io non esco più di casa al mattino per comprare o vendere, vincere o guadagnare, ma vado “a caccia di sorrisi”, “in cerca di occasioni”.
Diciamo che dai giovanotti non ne raccolgo molte, di più dai bambini, parecchie da anziani più anziani di me.
C’è chi va con la macchina fotografica a caccia del mondo, mentre io il canto del mondo non dovevo solo cercarlo, dovevo suscitarlo e reinventarlo a partire da me stessa.

Ora non crediate che quanto dico mi venga facile e naturale per vocazione perché sono sempre stata ambiziosa e di forti passioni, più brusca che femminile, più volitiva che tenera. Ma i riguardi e i limiti dell’età mi costringono a una virata verso una creatura socialmente e affettivamente migliore.
Beh, non crediate che questo mutamento da tigre ad agnello sia facile ma ci può essere della grandezza anche nel trattenere quello che non ti serve più e fissarti su quello che sarebbe bene diventare. Insomma, se la matita è spuntata e non scrive più puoi farne una bacchetta d’orchestra per la tua musica interiore. E potevo scoprire che la matita aveva due punte e ciò che non puoi più scrivere con una puoi scriverlo con l’altra.
Potevo scoprire che le facoltà e le doti della natura umana sono infinite ma cangiano con la situazione per cui ogni età deve valorizzare le proprie.
Come diceva Eraclito: “Per quanto tu puoi andare avanti nella tua anima non finirai mai di stupirti”. Dunque arrivava il tempo in cui l’anima doveva variamente stupirmi.
Certo le scaramucce non mancavano, dovevo combattere molto spesso con la mia irruenza, il desiderio di prevalere, la rabbia verso chi nel mondo ti rifiuta perché non più giovane, il lavoro che non ti danno, la fiducia in te che non si riaccende perché il tuo aspetto ti tradisce o non hai abbastanza fede o pazienza…ma erano aspetti marginali che aspettavano solo che io li rielaborassi superandoli.

La mia amica Annarita davanti alla mia protesta perché quel centro sociale neanche aveva preso in considerazione la mia offerta culturale, ha detto: “Se ti arrabbi, è potere che cedi”.
Il problema è che la mia capacità di arrabbiarmi mi ha tenuto in vita finora contro un padre-padrone e un marito prevaricante, la mia rabbia è continuamente insorgente, mi arrabbio contro i politici corrotti, contro le inutili pratiche burocratiche, contro le tortore che mi inzaccherano di cacca bianca il giardino, contro l’imbecille di quartiere che fa strisciate di olio puzzolente davanti alle porte sperando che qualcuno scivoli e si rompa una gamba, contro l’altro imbecille (e forse è lo stesso) che strappa i miei volantini appena li affiggo e me ne ha strappati più di 6000 in tre anni! Mi arrabbio e mi arrabbio. Ma mio padre era un uomo arrabbiato e io penso che non ho voglia di finire come lui.
E sempre Annarita ha detto che una volta ha avuto in casa una invasione di blatte e non sapeva come debellarle perché sembravano inattaccabili a qualsiasi sostanza e allora ogni sera rivolgeva una preghiera mentale alle blatte pregandole gentilmente di andarsene da un’altra parte e alla fine quelle “se ne sono andate”.
Ma io ho troppi oggetti della mia rabbia e dovrei stare sveglia tutta la notte a dire novene.
Quando qualcosa ci fa arrabbiare, pensiamo sempre che sia eterna come un muro invalicabile e invece non c’è nulla di eterno, nemmeno noi, per cui la rabbia non serve a niente, serve la pazienza, o, più spesso, serve imboccare una via magari strana ma totalmente nuova rispetto a quelle che abbiamo usato fino adesso. Per cui io non so se cambierà il mondo o se io potrò cambiarlo in quello che non mi piace, ma posso cominciare a cambiare me stessa che sono parte del mondo, posso rovesciare il mio modo di pensare e forse questo cambierà anche il giro delle cose.
Certo mi è facile dirlo, meno farlo, per ora il progetto è solo ragionato, perché le cose le ho sempre prese di petto e mi risulta duro cambiare il mio modo di pensare e di fare. Ma comincio piano piano a credere che anche con le persone tante battaglie sono state perse perché ripetevo ossessivamente sempre la stessa azione e reazione, come un meccanismo comandato, mentre non ho mai provato a essere creativa e insolita e a stupire l’avversario con qualcosa che per lui, ma anche per me, poteva essere stupefacente.

Vecchi non si nasce, vecchi si diventa e, come tutte le cose, può essere un’arte.

Per superare la mia rabbia, devo pensare a un aneddoto che racconta il Buddha.
C’era un uomo che camminava per la sua strada e arrivò davanti a un fiume, e allora si costruì una zattera e poté attraversarlo. La zattera era stata molto utile e allora l’uomo se la mise in testa e continuò il suo cammino ma certo con la zattera in testa non poteva avanzare agevolmente e doveva decidersi ad abbandonarla perché non gli serviva più. Così io mi sono trovata a dover sopravvivere a un padre padrone, a una madre anaffettiva e a un marito possessivo e ho potuto farcela nutrendo una gran rabbia. E quella rabbia l’ho scagliata contro la vita, contro il mondo, e per un po’ ha funzionato salvandomi dalla depressione e dalla sconfitta. Ma ora che queste figure impositive non ci sono più e che io stessa sono cambiata e non devo più guadare fiumi, ecco che mi ritrovo con questa rabbia in testa che non mi serve più ma mi impiccia e devo decidermi ad abbandonarla. Questa rabbia io l’ho imparata da mio padre che è dovuto partire dal basso, molto in basso, per farsi strada nella vita e ha dovuto combattere ogni sorta di guaio finché quella rabbia è diventata parte di lui e lo ha stritolato così che, quando in vecchiaia, si è trovato in un’oasi di pace di bellezza che poteva godere interamente e che era il suo grande orto-giardino al mare, sogno di tutta la sua vita, non è riuscito più semplicemente a godere del suo tempo ritrovato e la rabbia ha avvelenato i suoi ultimi anni finché un infarto se lo è portato via.
Io non voglio finire come lui. Voglio imparare dal tempo una consapevolezza nuova, voglio guardare tutti i passi della mia vita con uno sguardo diverso e accorgermi, almeno adesso, di quanti doni ho ricevuto e non li ho goduti, perché non era quello che volevo in quel momento lì, e capire che godere di quello che si ha, in ogni istante, quello è il segreto del bene vivere, se non si vuole che tutto diventi una corsa verso l’impossibile e non si vuole ritrovarsi a rimpiangere quello che avevamo ma che è stato perduto.
E così io avevo l’amore di un uomo quando non volevo nemmeno sposarmi, e avevo poi un marito forte e bravo ma soffrivo di non potermi realizzare nel lavoro… E adesso che guardo le cose all’indietro tutto mi appare diverso e persino i tempi della mia lunga malattia mi sembrano ora, a guardarli a ritroso, tempi sprecati, perché chiedevano la mia riflessione e io ci vedevo solo la mia morte. Così anche i doni mai voluti della chiaroveggenza avrei potuto usarli un po’ meglio e ora che non li ho più quasi li rimpiango, ma li associavo alla paura, perché ogni cosa che ti vene data si porta con sé la sua parte ombra, come l’amore che si porta dietro anche tutte le sue sofferenze, ma senza una cosa non c’è l’altra, devi prendere sempre il pacchetto completo, e l’intero ti è dato perché tu ne impari qualcosa da tutte le sue parti.

E allora, poiché il rimpianto del tempo andato non può giovare a nessuno, io ho ora il compito, il piacere e il dovere di trovare la bellezza dei miei ulteriori anni esattamente ora, mentre li sto vivendo.
Se da giovane ero proiettata nel futuro, non voglio essere da vecchia ripiegata sul passato, ma voglio vivere il qui-ora con la massima intensità permessa dai miei anni, perché il giovane si proietta nel futuro e il vecchio resta agganciato al passato ma il saggio vive il suo momento nella pienezza del presente, che non corre o non fugge ma si estende, perché se non dominiamo il momento di ora’, rischiamo di perderlo per sempre.
Dunque sia lode all’invecchiare che ci riporta a ciò che siamo qui e adesso, perché invecchiare bene è una forma d’arte che possiamo imparare e perfezionare, la vecchiaia può essere il capolavoro di se stessi, le donne più degli uomini, le persone generose più di quelle meschine, gli amanti del genere umano più di chi lo aborrisce.
Il giovane non possiede mai abbastanza e il vecchio soffre di quello che ha perduto ma il saggio gode la bellezza del momento e la assapora nella lentezza di chi dilata l’attimo per renderlo prezioso.

Dunque ho deciso, nei limiti del possibile, che la mia vita dipenderà da me e che ogni giorno andrò “a caccia di sorrisi”, occasioni di contemplare, occasioni di incontrare, occasioni di accettare, occasioni di crescere perché si cresce, all’infinito, anche nell’ultimo minuto prima della prossima vita, occasioni, occasioni….

C’è uno spot in cui una vecchia signora molto bizzarramente agghindata ricorda che da giovane qualcuno le disse: “Non sei bella, non sarai mai bella, ma puoi avere dello stile”. Vivere bene a qualsiasi età vuol dire trovare il proprio stile ed esserne fieri.
Come una specie di fame, fame mentale. Stare con gli altri e capire. Trovare soluzioni anche di un piccolo problema e goderne. Vocarsi all’assistenza del mondo che ha bisogno e curare di più se stessi come persona che pure ha bisogno.
Dice Hillman che gli anni servono a mostrare il carattere, e gli anni dovrebbero, dico io, far imparare la grazia, far scoprire l’anima che si ha dentro.
C’è una immagine globale dell’io che supera l’insieme del corpo materiale, del corpo eterico (energie vitali) e di quello astrale (Steiner). Col passare del tempo dovrebbe essere sempre meno importante attaccarsi ai primi tre corpi, perfezionando l’immagine del nostro io ricevuta dagli altri. In fondo sorridere al mondo significa far sorridere se stessi. La nostra individuazione passa sempre meno attraverso la nostra parte materiale e sempre meno si attacca alle energie vitali grossolane per imparare dal corpo astrale il distacco verso le vite ulteriori che ci aspettano. A tal fine occorre allontanarsi dall’ego come egoismo, egocentricità, egomania. Amarsi ma attraverso altre persone, altre cose, nell’innovazione di ciò che siamo.
Gli anni ci dovrebbero servire a mostrare e perfezionare il carattere e io penso che con gli anni dovremmo “imparare la pazienza, l’ascolto e la grazia”. Ormai tante cose non le posso più fare ma l’inventiva e l’evoluzione umana sono infinite. In fondo anche da bambini c’erano tante cose che non sapevo o potevo fare ma questo non mi scoraggiava, perché ero concentrata sul positivo, nella scoperta e nella crescita. Non veniva spesso il giudizio critico sul limite e l’impossibilità e la curiosità del conoscere del fare mi portava poi di nuovo sulla vita “attiva”.
Qualunque cosa faccio o so fare, posso sempre farla meglio, posso imparare di più, esplorare cose nuove, cambiare il modo con cui guardo il mondo, scoprirne l’anima.
Dice Elliot: “I vecchi sono esploratori, il luogo e l’ora non importano”.

Le culture antiche guardavano agli anziani del gruppo con reverenza, poiché in loro era la premessa per diventare antenati, cioè prossimi agli dei. La lingua inglese conosce tre aggettivi per dire anziano: adult, ancient e ancenor…
Nella Bibbia ci sono 9 modi per dire ‘vecchio’:
olam sono i tempi antichi
qedem è il tempo prima del tempo
rachoq vuol dire remoto
zachen sono le persone anziane
zignah è la vecchiaia
(“Non mi respingere nella mia vecchiaia ora che la mia forza langue, non mi lasciare!”.
Sebah è una buona vecchiaia
baleh una vecchiaia triste
artik vuol dire essere avanti con gli anni
yashan è la frutta o i cancelli o i pozzi.
Lasciate che io sia vecchia come la nonna che racconta fiabe ai nipoti o di quando loro erano piccoli, o era piccola la loro madre o lei stessa. Lasciate che io sia vecchia come la bambolina rosa di celluloide che si spaccava in due e che le braccine e le gambine legate con gli elastici. Lasciate che io sia vecchia come la conchiglia che mia madre portò con sé la prima volta che vide il mare.
Lasciate che io sia vecchia come il tronco contorto dell’ulivo che ancora dà frutto.
Lasciate che io sia vecchia come il neonato che riassume in sé le passate generazioni.
Lasciate che io sia meno vecchi di ieri e più di domani perché ho imparato che invecchiare è migrare verso est dove inizia una terra nuova.

Nelle comunità antiche gli anziani godevano di rispetto e considerazione, erano i depositari dei valori e delle tradizioni della tribù, conoscevano la sua storia e portavano in loro stessi il legame tra il futuro e il passato.
Noi siamo una civiltà senza memoria che non ha rispetto per i suoi padri e accantona le proprie radici, ignora dunque da dove è venuta, ma senza conoscenza del passato non può esserci costruzione di futuro.
Nelle tradizioni culturali contadine come nelle dinastie nobiliari il culto verso gli anziani è stato macinato dal culto della velocità e della superficialità, che fa scambiare per buono tutto ciò che è nuovo e moderno e in ciò fa immani disastri. Il giovanilismo, specie nelle società europea e anglosassone, ha portato a un rimbecillimento che si spaccia per nuovismo ed è solo distruzione dei valori dell’esistente, perché i valori di un popolo non si inventano sul momento né possono risultare dalla fretta e dalla rapidità d’azione ma si sedimentano come le montagne.
Diceva Gandhi: “Mantieni i tuoi valori positivi perché i tuoi valori diventano il tuo destino”. Così è per un popolo. Il Paese che dimenticherà i propri valori etici, seguendo capi irresponsabili e senza profondità di principi, non uccide solo la propria storia ma distrugge il proprio futuro.
Quello che scambiamo per modernità è spesso solo una distruttività superficiale e rovinosa che frantuma ogni valore, prima di tutto l’esperienza del tempo e un tale tipo di modernità non è progresso ma regresso, non emargina solo la saggezza dei vecchi ma chiude anche ogni domani per i giovani.
Senza rispetto del tempo, senza conoscenza della storia, senza consolidamento dei principi, senza un’etica che travalichi il passato positivamente, non ci può essere evoluzione.
L’apparente modernità e velocità vanno a scapito della maturazione e della giustizia, precipitando in una involuzione. Quello che chiama se stesso ‘moderno’ può essere il corridore pazzo che distrugge totalmente ogni futuro, lo smemorato di ogni passato che si fa saggezza solo quando viene elaborato così da non ripetere errori futuri per andare non verso il nuovo in quanto nuovo ma verso il nuovo in quanto migliore.
Se non impariamo e non rispettiamo la lezione della storia, rischiamo di ricadere in epoche cupe per un mondo che corre ubriacato di velocità come il mulo cieco attorno all’albero a cui è legato, e al posto del valore della memoria o della saggezza dell’esperienza avremo la corsa folle e scompisciata dei nuovi gerarchi, ignari di ogni consapevolezza e senza inibizioni morali e pronti senza rimorsi a rinnovare passate forme di inciviltà. In luogo degli anziani che insegnano avremo la cecità risoluta dei giovani che distruggono, come se il mondo dovesse nascere dalla insensatezza degli immemori. Un potere frettoloso e senza saggezza farà a pezzi il mondo antico senza crearne di nuovi ma prospettando solo la fine delle vecchie certezze e delle antiche tutele.

E allora non resta agli anziani emarginati che diventare spettatori inerti di una nuova decadenza portata avanti con spavalderia e arroganza da giovani incapaci e anaffettivi che non sanno cosa farsene di loro e di ciò che essi hanno imparato in tutta una vita. Il potere giovanile può essere più feroce di altri se crede di dominare da solo, rifiutando ogni apporto e ogni saggezza, e può buttare il buono sedimentato dal tempo e dalle lotte umane per ricostruire un mondo rapido e senza radici, fatto di rovine.
Cosa fa l’anziano allora?
L’ultima delle sue scelte sarebbe arrendersi alla futilità e alla velocità e scimmiottare il giovane ripetendone atteggiamenti e scelte non consoni a lui. In Parlamento come nella vita sarebbe uno scimmiotto non umano che ha rinnegato se stesso.
Il vecchio può restare come lo spettatore giudicante che attraverso i social fa sentire la sua voce e partecipare come opinione pubblica facendosi massa in un mondo dove i suoi diritti e le sue potenzialità non sono certo isolate. Può attrarre anche a sé per i propri valori l’umanità cangiante e disordinata che ha davanti. Può alimentarla con una calma tranquilla, rinnovando le sue conoscenze e il suo pensiero come un’antica sorgente senza la quale tutto si inaridisce, e, se non può dare al giovane corridore la sua esperienza rifiutata, può dargli un’immagine di imperituri sentimenti, la calma della saggezza, l’ironia dell’intelligenza, il rispetto del perdono, affinché il mondo che gira convulsamente in una fittizia irrealtà artificiale ritrovi le proprie basi, le proprie fondamenta.

Certo che ci vuole molto carattere per diventare vecchi e molta resistenza per durare ed essere, e oggi ce ne vuole più di ieri, proprio perché questo modo di velocità impazzita rischia di sorpassare sé medesimo, prillando come la trottola senza limite che non sa più dove sta andando. Nel mutevole mondo che gira, l’anziano può essere il punto fermo, specie per le vite nuove, per quei bambini dimenticati e disorientati dalla corsa di genitori troppo impegnati.
E’ un valore il nonno che osserva quietamente il nipotino, l’infermiera che assiste il malato, la consigliera che raccoglie le lacrime della ragazza, infine colui o colei che mostra al mondo che ci può essere bellezza nel fare nei mille modi che la natura e la società ci permettono al di fuori dei circuiti obbligati del lavoro e del guadagno.
E’ fatto prevalentemente di anziani il variegato mondo del volontariato, dell’associazionismo, della cura, dell’esempio, del lavoro famigliare, del recupero e dell’abbellimento del mondo. Milioni e milioni di gesti, di parole, di pratiche, di sorrisi con cui milioni e milioni di anziani mettono ordine, riparano, creano bellezza, costruiscono pace.
Siamo dunque anziani positivi! Con tutti i milioni e milioni di possibilità che a qualunque età e in qualunque modo si possono usare, anche solo con la pazienza.
Ecco che allora la terza età, se non affranta da patologie e da impedimenti gravi, può essere l’età del servizio, dell’amore, del sentimento, del tempo libero ritrovato, della contemplazione, dell’assistenza, dell’aiuto, dell’ascolto, del sorriso, del bene vivere.
E il ‘quanto’ può trasformarsi nel ‘come’.

Siamo una società che ha dato il potere ad alcuni, non so se veramente giovani, ma che, con la scusa del giovanilismo, ha tolto diritti ai vecchi come ai giovani e rischia di finire in un classismo di censo e di potere inaccettabili in una democrazia.
Se saremo tanto fortunati da conoscere in futuro una democrazia più allargata di questa che rischia totalitaria che nega se stessa, avremo una società veramente progressista che darà il giusto riconoscimento e i giusti diritti ai vecchi come ai giovani, bloccando il nuovo medioevo in fieri che oggi crea solo emarginati e defraudati.
La velocità di ricambio della tecnologia non può diventare il metro temporale e morale della velocità di ricambio delle leggi, dei costumi, delle tradizioni, dei valori… Tutto deve avere la sua misura. Se cambi tutto è come se non cambiassi niente, ma crei solo distruzione. Se non rispetti i diritti del tempo, il tempo ti divorerà. Una società non può deflagrare in un presente troppo rapido e tumultuoso o potremmo perdere l’immagine di noi stessi prima di crearne un’altra.
Sbollita la furia del lavorare, calmata la passione del desiderare, divenuta inutile la spinta a generare, resta molto tempo, anche se le energie sono scemate, ed è proprio quel tempo la vera ricchezza se diventa un ‘buon’ tempo da godere, un buon tempo dove vivere diversamente se stessi e gli altri, tanto più che la vita si allunga e i vecchi aumentano di numero e allora, se la società è tanto sorda e sciocca da trascurare il loro patrimonio potenziale, dovranno essere loro a ritrovare il loro valore sociale.
Dice Theodor Roszak: “E sia allora il tempo dei vecchi! Aiuteranno a passare dal predatore capitalismo dello sfruttamento ambientale ed umano alla sopravvivenza del più mite, porteranno nel mondo i loro valori: l’alleviamento della sofferenza, la non violenza, la giustizia, l’accudimento, la conservazione, la giustizia, la bellezza, il rispetto…”
Ma in tal senso bisogna illuminare la vecchiaia, farne una rinascita!
Intanto, come abbiamo più volte detto, se gli anziani hanno tempo come i bambini, imparino come loro a farsi esploratori di realtà. In una società dove nessuno ti ascolta imparino ad ascoltare, dove tutto corre follemente imparino a passeggiare e a contemplare, dove tutto è usa e getta imparino a conservare e a curare.
Le regola fondamentali della natura sono conservazione e evoluzione. Sono entrambe indispensabili. Se ne manca una, la natura perisce.

Senza la conoscenza del passato non si crea futuro. In una società che ha distrutto la storia e non si cura del futuro, il tempo, congelato nell’attimo presente, crea solo la morte.
Come può crescere la pianta se si tagliano le radici?
Ma l’augurio è che l‘anziano non viva la vita come nostalgia e rimpianto! Insegni al giovane il senso della bellezza che ha conosciuto perché anche il giovane ricrei se stesso in una bellezza nuova. E gli insegni il valore della lotta per gli ideali che ha amato affinché anche il giovane abbia i propri ideali e impari a lottare per quelli.
Non esiste generazione che non possa innestarsi fruttuosamente sulla generazione successiva per creare una pianta migliore per prendere il meglio del passato e creare un futuro migliore, mentre la pianta senza radici fa solo foglie non fa frutto né lascia al futuro semi di civiltà di libertà. Colui che non conosce la storia è destinato a ripeterla nel suo peggio.

E faccia l’anziano tutte quelle cose che ha sempre desiderato di fare e che stanno nel suo DNA, non attuate ancora per le necessità della famiglia e del lavoro e della sopravvivenza, come chiacchierare e stare insieme ad altri felicemente, e giocare, dipingere, scrivere, cantare, suonare, imparare, ballare, scoprire, contemplare…!
Eserciti la comprensione, il consenso, l’aiuto, il sorriso! Anche quando non ha l’energia della materia, la forza del potere o il lampo della bellezza, abbia la calma dall’ascolto, la confidenza dell’accettazione, la grazia dell’aiuto, la curiosità dell’apprendere!
Rivivere diversamente la vita sulla sua ultima onda può essere un’incredibile scoperta, un’avventura gioiosa, una nuova esplorazione di vita.
Scrive Hillman: “Abbiamo dunque l’audacia di immaginarci come in un rito, e con la speranza dei nostri pensieri e della nostre parole invochiamo una benedizione divina. Immaginiamo che stia per iniziare una consacrazione!”.

Noi siamo unici. Per tutta la vita abbiamo lottato per essere integrati, assimilati, omologati. Ora possiamo prenderci il lusso di essere originali, eccentrici, individuati. Ed è allora che l’immagine di ciò che veramente siamo può emergere in ciò che è più nostro, singolo, originale.
Ecco cosa voglio pensare: “Qualunque sia stata la mia vita, poiché la vita è eterna, la mia vita comincia ora”.
Le vite sono tante. Non ne esiste la fine, sono innumerevoli, io vengo da tante vite e tante mi aspettano. In questa mia fase io getto i semi della mia vita che sarà, per cui ogni cosa che sono ora sarà l’inizio della mia sorte futura. Non solo il kahrma è il proseguire in una vita successiva delle mie scelte presenti ma ogni inizio ora di cose nuove potrà essere l’anticipo di sviluppi futuri. Per cui imparerò ora a fare i primi esercizi di piano per il compositore che diventerò rinascendo. Mi porto avanti col lavoro. Preparo le fondamenta del mio destino che sarà. In tal senso nessun tempo sarà tempo perso.
E farò pace con i miei nemici affinché non me li ritrovi, mutati i panni, davanti domani.
Non esiste la fine, esistono infinite rinascite e bisogna prepararsi a quelle.
Un tempo i vecchi erano depositari di saggezza, oggi noi possiamo essere scrigni di affetti e se quelli famigliari sono ostici e livorosi, possiamo dare il nostro cuore a chi ci avvicina in qualunque modo ciò avvenga.
Per quanto ci possiamo ritrovare soli, inabili e poveri, possiamo sempre essere utili agli altri con un ascolto, un sorriso, un aiuto, una storia, un dono…

Tanto tempo fa io e mio marito andavamo in un poverissimo paesino delle Alpi Marittine, lontano dai circuiti ufficiali e nei primi anni senza luce elettrica, collegato alla valle solo con una sassosa mulattiera. Là trovammo una grande amica, una vecchina di più di 90 anni che era la cercatrice di funghi del paese. Piccola e povera, con una faccetta minuscola e rubizza, piena di grembiuli a fiorellini e la pezzolina legata attorno alla fronte, con vivacissimi occhietti azzurri e la faccia piena di piegoline, stava in una casa misera che non era stata imbiancata da mezzo secolo, affumicata dalla stufa a legna e aveva per gabinetto la stalla. Silvia, la donna dei boschi, viveva con una pensione sociale, coltivando un piccolo orto, raccogliendo funghi e curando le sue galline. Andava anche a raccogliere erbe medicinali che uno di città veniva ogni tanto a comprarle. Non aveva studiato, aveva lasciato il paese poche volte da giovane per scendere in piano per fare la mondina. Sposata giovanissima, il marito l’aveva lasciata subito per andare emigrante in Sudamerica e non si era più fatto vedere formandosi là una nuova famiglia con figli, poi, vecchio e malato, era tornato da lei per morire. Silvia non aveva studiato, non aveva vissuto, era stata anche emarginata dal paese per la sua intelligenza e la sua lingua tagliente, ma, quando nel paesino cominciò ad arrivare qualche villeggiante, attratto dal fresco, dall’aria buona e dai grandi boschi, i migliori la scoprirono e la amarono e per me e mio marito Silvia divenne una grande amica. Ci sedevamo volentieri nella sua cucina scura, accanto al fuoco, tra i gatti e i cani, sul divano di legno, pieno di cuscini e sfondato dal tempo, tra le mosche abbondanti, e Silvia ci divertiva raccontandoci le antiche saghe del paese che nella sua fantasia diventando sagaci storielle che portavano al riso. Ci faceva un caffè lungo lungo che qualche volta era solo acqua e a me fece una volta gli sfriciolin, delle frittelle di ortica . Noi ricambiavamo con regali, cibarie e altro. Nella sua cucina che sembrava più l’antro di una strega ci sentivano a casa e noi, come credo altri, abbiamo raccontato a questa vecchia donna i segreti e i dolori della nostra vita come si fa con un confessore, uno psicologo, una grande amica.
Per quanti regali le portassimo, era lei che era un regalo per noi, ci divertiva, ci deliziava, ci ascoltava. Era un grande cuore. Portava mio marito nel buio dell’alba sul monte con la pila a cercare funghi e gli svelava i posti segreti che a quelli del paese teneva nascosti e mio marito ricordava quelle escursioni meravigliose col sole nascente e lei che così vecchia gli dava dei punti nel camminare. I bambini l’adoravano. Noi villeggianti cercammo di migliorare la sua casa imbiancandola tutta e pulendole la canna fumaria, volevano costruirle un gabinetto in casa ma non ci fu verso. Con la pioggia o con la neve continuò a servirsi della stalla. Silvia era meravigliosa. Ho raccontato a lei delle cose che non avrei raccontato nemmeno a me stessa. Quando cominciò a non stare bene, tentammo di portarla a vivere a casa nostra per poterla accudire ma, arrivati con la macchina ai piedi del monte, si spaventò e chiese di tornare a casa sua. Poi sapemmo che altri amici l’avevano costretta ad andare in un pensionato, perché non era più autonoma e non seppe opporsi. Morì dopo poco.
Non credo di avere avuto mai un’amica così buona. Eppure era povera, vecchia, senza istruzione e sola. Era sola ma non era triste e non può essere mai solo chi è ospitale e offre il suo cuore.

Per quanto possiamo essere soli, malati, poveri, debilitati.. ci sarà sempre qualcosa che possiamo fare per gli altri, ci sarà sempre nel nostro cammino qualcuno che potrebbe essere ascoltato, confortato, divertito con una indicazione, una storia, un sorriso, un dono…e anche sotto una vecchia quercia che non dà più frutto può essere piacevole sostare.

Sappiamo tutti che la aspettative di vita sono molto aumentate, dunque, per quanta vita le statistiche ci possano dare come possibilità, quando avremo raggiunto quel traguardo avremo davanti altra vita che aspetta e le statistiche ancora ci daranno altra vita possibile. Dunque la vecchiaia come meta finale non esiste. Esistono degli inizi, ognuno con le sue caratteristiche e le sua capacità me nessuno vuoto di niente a meno che noi non lo vogliamo.
Un adolescente avrà speranza di vita fino ai 70 anni e arrivato là si sentirà dire che ora la sua aspettativa di vita è salita a 78, ma a 78 gli diranno che è 86 e via così ad aumentare per cui possiamo solo rassegnarci a questa lunga vita e sperare di poterla passare nel modo meno acciaccato possibile e godendo a ogni tempo di tutto quello che quel tempo potrà darci in una scoperta infinita. E tante più cose faremo e penseremo, tanta più vita migliore sarà nelle nostra possibilità. Insomma, più a lungo abbiamo vissuto, più a lungo vivremo. E più a lungo avremo fatto e inventato, tanto più intensamente useremo il nostro tempo, perché ogni tempo ha la sua gioia.

E’ chiaro che il corpo cambia e anche la mente. E cambiano le cose che facciamo e che faremo, la nostra storia, il nostro destina. Ma se tutto cambia, cos’è che dura? C’è qualcosa che cresce e si conserva ed è il nostro carattere. Mutano tutte le cellule, un corpo si sostituisce all’altro. Ogni due settimane noi cambiamo la nostra pelle. Ogni tre mesi i globuli rossi. Ogni anno e mezzo il fegato. Ogni 10 anni lo scheletro e ogni 15 i muscoli, 15 anni e 9 mesi per l’intestino. Ogni 7 anni noi cambiamo interamente tutte le cellule del nostro corpo e continuamente cambia la nostra mente. Sono le cellule staminali che operano questo cambiamento. Così, ogni 15 anni, noi siamo dal punto di vista cellulare organismi totalmente diversi. Ci sono solo alcune cellule che non cambiano mai e sono quelle della corteccia cerebrale, degli occhi e del cuore.
Se viviamo in un ambiente sano, mangiamo poco, ricerchiamo frutta fresca e secca e verdura cruda che riducono gli ossidanti, se riduciamo la carne che è cancerogena, e conduciamo una vita sana e soprattutto attiva, se riduciamo i radicali liberi che danneggiano le cellule, se non fumiamo, non beviamo alcoolici, evitiamo le droghe e lo stress, se non mangiamo cibi grassi e poveri di conservanti, se continuiamo ad amare.. avremo forti probabilità di vivere fino a 120 anni. Ma anche qui non conta il quanto. Conta il come.

E la cosa straordinaria, oltre al ricambio continuo di cellule che è il nostro corpo, c’è una cosa che permane ed è il nostro io, che cambia se pure molto lentamente restando con una base comune, per cui a 70 anni abbiamo lo stesso carattere fondamentale che avevamo a due anni, ovviamente con tutte le modificazioni dell’evoluzione o dell’involuzione della nostra esistenza. In qualche modo essenziale, pur nel continuo flusso di cambiamento materiale che è il vivere, l’io è sempre il nostro io, lo stesso nel neonato come nel centenario e in qualche modo, da centenari, rimane in noi tutto ciò che siamo stati, il neonato, il ragazzino, l’adolescente, il giovane, l’uomo maturo..così come la pianta conserva in sé la sua impronta originaria, il suo genere, il suo essere proprio, in ogni fase del suo sviluppo, per cui la ghianda contiene la quercia.
Ma allo stesso tempo, pur nella persistenza di un carattere, di un io, che sottostà ad ogni cambiamento, quel carattere, quell’io è destinato a una evoluzione, ha il compito naturale e soprannaturale di migliorare se stesso, di tendere al proprio implicito fine, per cui non credo, come fa Hillman, che vi sia anche un seme di Hitler che attuandosi diventa Hitler, non credo e non voglio credere nella potenzialità moralmente sbagliata così come non posso credere che la quercia storta e malriuscita possa essere la vera realizzazione di un qualche tipo di ghianda che era nata per essere esattamente così. Sono convinta che allontanarsi dallo scopo originario non sia un vizio dell’origine ma la somma di una serie di scelte e situazioni negative senza la cui considerazione non esisterebbe libero arbitrio né giudizio morale né possibile cura. Perché, come ipotizzo che vi sia in ognuno una possibilità di variare, e la vedo, devo ipotizzare che vi sia anche una capacità di evolvere, e la devo cercare e nutrire e questa capacità penso che esista in ognuno in ogni istante della sua vita.

Certo che desta totale meraviglia pensare alla persistenza in me, nel continuo variare di tutto, di un principio essenziale che è sempre lo stesso anche se può svilupparsi e cambiare e farsi via via più complesso, nel processo di crescita del corpo e del mutare della mente, un unicum che è il mio io, la ‘forma’ o ‘eidos’ o ‘impronta’ fondamentale che mi contiene e mi sospinge, che è insieme atto fattuale e causa efficiente, mi rappresenta, mi fa vivere, mi fa conseguire a cause ma anche tendere a scopi, il progetto originario che mi viene consegnato ab origine perché lo tenga al meglio, ne abbia la maggior cura, lo porti alla sua totale attuazione, secondo quello che Jung chiama “principio di individuazione”, processo psichico unico e irripetibile di ogni individuo che consiste non solo nel completamento della crescita fisica ma nell’avvicinamento dell’Io al Sé, in quella crescente integrazione e unificazione dei complessi psichici che formano la personalità. Questa idea dell’io non riguarda solo l’Io conscio e inconscio, non si riferisce solo alla formazione del carattere apparente, è ciò che fa di ognuno un qualcosa di unico e irripetibile di cui devo aver cura e rispetto, per cui il delitto maggiore è trascurare se stessi, non riconoscere le proprie esigenze e i propri diritti, non darsi il proprio bene lecito, trascurare le proprie finalità superiori.

Vivere è un’arte. Noi siamo il capolavoro in fieri su cui sempre stiamo lavorando e dimenticarselo o dichiarare forfait, arrendersi, è l’errore maggiore,
Allo stesso tempo non può esistere individuazione dell’Io che non sia insieme compito sociale, vivere con gli altri e per gli altri, non solo perché viviamo in aggregati sociali, ma anche perché l’uomo, come diceva Aristotele, è un animale sociale e dunque può e deve realizzarsi con l’aiuto degli altri o dando aiuto agli altri. Questo concetto di socialità e solidarietà è per me fondamentale non solo per l’individuazione, cioè per l’attuazione di ciò che siamo, ma anche per la felicità del compito, cioè per ciò che siamo chiamati ad essere.

Se invecchiare è ancorarsi al cuore delle cose, l’invecchiamento deve portare il senso del distacco, della meraviglia e dell’essenziale ritrovato.
Come la vecchia pietra del torrente levigata dal passare delle acque finché splende come una gemma riflettendo i colori dell’iride sia la nostra faccia che si flette sotto la levigatezza degli anni e risplenda di luce interiore.

E non dimenticarti mai di camminare! L’aria, il sole, il contatto col mondo, la natura.. incontrare, amare, contemplare, sorridere.. non c’è età dove finisca tutto questo. Non c’è tempo dove puoi non essere curioso, attento, partecipante. Non c’è tempo in cui non puoi sorridere dentro e fuori. E ciò che irradi attira il simile.
Metti dentro di te tutto ciò che ti è piaciuto della vita, il sorriso, il gesto gentile, la pazienza, l’ascolto, il conforto. Ciò che di bello hai ricevuto o desiderato rispecchialo! E se non òo hai mai avuto, crealo!
L’io è molto di più di un corpo e di un tempo. E’ un insieme di pensieri, di scelte, di atti di volontà.
E più ameremo il buono e il bello in noi, più lo regaleremo agli altri, perché trasparirà da tutto quello che facciamo.

Mio marito era ormai immobilizzato e provo della voce, eppure tutte le infermiere lo adoravano per i suoi occhi dolci, il suo viso sorridente, la sua pazienza e sopportazione del dolore. Fino all’ultimo mi scriveva su un blocchetto di essere gentile con loro, di capire la loro stanchezza, di ringraziarle, di onorare il loro lavoro e di comprare loro cioccolatini o fiori. E loro gli volevano bene, amavano lui che trasformava anche la sua agonia in un dono. Perché è così che accade. Il nostro stress stressa. La nostra accettazione ci fa accettare. Lo spirito amorevole travalica la malattia e si effonde.
Così da lui dovevo imparare che anche nell’impossibilità più dolorosa del dare e del fare, se nel tuo cuore c’è posto per l’altro, l’altro nel suo troverà posto per te.
Ci è stato dato questo cammino. Prima del compiersi di questa tappa dobbiamo portare a frutto il nostro carattere. Ormai non si tratta più di raggiungere conquiste o successi, arricchimenti materiali o poteri. Al compimento della tappa il kahrma chiede di essere superato, le reazioni standardizzate devono essere rinnovate, il moto del pensiero rovesciato, i pesi e i vincoli nobilitati.
E quelli che riusciranno a portare a compimento il Sé, se ne serviranno come punto di partenza per risorgere dopo, in un’altra vita, e il punto dove arriveremo sarà il punto di partenza per la nuova partenza di luce.
Per cui ogni perdita sarà un conseguimento. Ogni accettazione del limite, lasciando cadere le antiche battaglie, sarà una nuova vittoria. Ma soprattutto lasciar andare con il perdono ‘soave’ quanti non abbiamo ancora perdonato ci renderà il passo leggere per una ripartenza felice.

Jung è fortemente convinto che, nel ciclo delle rinascite, ognuno di noi viene al mondo con un compito, che non può consistere nel potere, nel sapere o nel comandare, ma che può e deve necessariamente comprendere l’esistenza degli altri uomini nel senso del reciproco aiuto. Notate che quando dico altri uomini non intendo nemmeno dire uomini viventi, nella duplice accezione che ‘uomini’ possono essere anche grandi uomini di altri tempi o anime che non sono più incarnate ma che ugualmente esistono per aiutarci o essere da noi aiutati. Persino gli angeli, per chi si sente in contatto con loro, rientrano nel ciclo dell’aiuto reciproco, in quanto come noi abbiamo bisogno di loro, loro hanno bisogno di noi, all’interno di un cerchio di esistenti totali che comprende tutto l’universo.
In questo cerchio di reciproche corrispondenze non c’è nessuno che sia totalmente scollegato dagli altri e viva solo di sé e per sé, ma tutti e tutto si tengono per mano.
La crescita è un processo collettivo e in questo processo ognuno, ovunque sia e comunque egli sia, a qualunque età e in qualunque situazione di trovi, può collaborare al bene del tutto, se solo lo vuole.
La non collaborazione alla cura del nostro primo assegnatario che è l’io e alla cura del mondo ha la sua sottrazione, sottrazione di senso che è la depressione, sottrazione di bene comune che è la delinquenza, sottrazione di partecipazione comune che è il cattivo potere, sottrazione di vita che è non vita. In tutti i casi, l’uomo ha fallito il proprio compito. E’ stato il cattivo pastore che ha abbandonato il suo gregge alla furia dei lupi.

E quando dico ‘vita’ non intendo nemmeno ‘questa vita’, perché noi non siamo robot, assemblamenti di pezzi in varianza, c’è qualcosa che oltrepassa questa materia e anche questo destino, in questo me attuale sono presenti tutte le forme che la materia-pensiero ha preso nelle vite precedenti, per cui sarò anche tutti i ‘me’ che sono stata e anche, in nuce, tutto quelli che sarò nelle vite successive, in un fluire incessante e dinamico dove io, oggi, metto i semi di quello che sarò poi, per cui ogni mio istante è sacro e prezioso non solo per quello che sarò domani ma per quello che sarò sempre.
La mia forma, che è anche sostanza, travalica il senso di ogni configurazione temporale nell’aspetto di un fluire extratemporale ed extraspaziale.
Ed ecco che il mio dovere di essere in ogni istante ‘al meglio’ supera la mia forma-materia istantanea per farsi riconoscimento e mantenimento della parte di un Io eterno, flusso che perdura per dare un senso a tutto l’universo.
Chiama Aristotele questo carattere perdurante “l’anima”, la nostra amica che rientra nell’anima del mondo, e all’anima i Geci classici attribuivano le virtù principali del genere umano: il Bene, la Bellezza, la Giustizia, il Coraggio, l’Amicizia, la Lealtà e quell’anelito che ci spinge a superare l’io egoico per mettere la nostra vita al servizio di una causa comune.
Il carattere è l’anima in azione. E se qualcuno volesse negare l’anima, dovremmo trovare un altro nome per indicare qualcosa che non è corpo o mente, ma tutti li sovrasta, per indicare l’essere in cammino secondo una pulsione che non può derivare dalla sola materia né dal solo pensiero, e che li unifica in un dover essere, il compito esistenziale che ogni uomo ha, che lo riconosca o no, verso se stesso, verso chi gli sta vicino, verso il mondo, ché tutti facciamo parte di un’unica vita.
E così noi ci serviamo dell’anima per enunciare in suo nome tutte le qualità positive del carattere che ben conosciamo tanto che il solo parlare di anima ci pone nella sfera della morale personale o dell’etica collettiva. E l’anima resta una astrazione bizzarra finché non la pratichiamo incarnandola in pensieri, atteggiamenti, comportamenti, opere.
E’ l’anima l’energia in atto per il Bene comune. Così che in India ogni sua caratteristica viene proiettata in un nume e venerare quel nume significa ricreare in se stessi la qualità che gli corrisponde: la compassione, il coraggio, la conoscenza… così che l’intero e multiforme Olimpo indiano non è che il dispiegamento trionfante e completo dell’anima liberata.
“L’anima- dice Hillman- è l’intelligenza attiva, incorporea e invisibile” ma vivissima e mitopoetica, in quanto è produttiva dalla narrazione del vivere, ché sempre narrazione è la vita, mito sempre presente che drammatizza se stesso, secondo i suoi moduli nativi e il suo kahrma perenne.
Questo comprendere il kahrma nella panoramica del nostro destino è fondamentale per staccare la nostra esistenza dai suoi limiti temporali ed effonderla in un tempo non tempo che contiene tutti i tempi, le vite che fummo e quelle che saremo e gli spazi intermedi della non vita terrestre con i loro squarci di conoscenza diretta e di consapevolezza trascendente.
Certo, di quelle narrazioni archetipiche e di quegli squarci divini il nostro carattere è solo pallido schermo, pur tuttavia la tensione che lo pervade, fortissima sotto il dolore della malattia o il blocco della depressione, pur incastrandosi nella finitezza limitata della carne e della mente con tutti i loro problemi, ha il suo seme nelle grandi “eidos” o forme concettuali terrene e metafisiche a cui attingiamo e che stanno al nostro ego psico-materiale come i prototipi perfetti stanno all’imperfezione necessitata del mondo.

Ed ecco che quando una vita è una buona vita, il carattere con la vecchiaia si perfeziona, perde le disarmonie della crescita, e anche la terza età, con tutti i suoi impedimenti, può essere vissuta come il capolavoro che vogliamo.
Quando siamo giovani, la sostanza di cui siamo fatti è fresca e vibrante ma può essere virtù dell’anziano far emergere, nel declinare del vigore fisico e mentale, la spinta ad affinare e smaterializzare tutte quelle facoltà che appartengono alla creatura disincarnata. Del resto molti santi perfezionarono la propria santità proprio quando la forma-corpo perdeva tutti i suoi caratteri di prestanza, salute e persino movimento.
Svanisce la materia, si affina lo spirito.
Ci auguriamo dunque che la nostra senilità non sia fardello o tempo perso ma porti a compimento quelle facoltà che sono solo dell’anima e che con la vecchiaia possono solo espandersi.
“Il pomeriggio conosce cose che il mattino nemmeno sospettava” (Proverbio svedese).

L’anziano non deve solo autoconservarsi perché si ridurrebbe a materia che si perpetua. deve armonizzarsi con la sua anima liberata, perché il viaggio della vita deve essere percorso da un eccesso di materia in cui si accende l’anelito dell’anima ancora lontana a un difetto di materia in cui l’anima arriva alla sua realizzazione maggiore e si prepara a quel passo avanti che la porterà al prossimo salto.
Si renda dunque sano e bello il seme che porterà alla pianta nuova!
La sola autoconservazione sarebbe sterile attaccamento a qualcosa che tra poco non sarà più. Deve invece farsi fase preparatoria di qualcosa che sarà poi.
Se i bambini sono i meno dotati di pietà, portino gli anziani la virtù della pietà nel mondo!
Ai giovani si dà come meta il successo, ai vecchi spetta il riordino e la conservazione del meglio.
Se vuoi valutare una società, guarda cosa offre alle sue fasce estreme, cosa offre ai suoi giovani e come tutela i suoi vecchi. Se li emargina entrambi, se non offre loro la protezione e le vie necessarie a far sì che esplichino il compito loro proprio, sarà inutile propagandare il giovanilismo o il progressismo, avremo una società destinata a sparire che si fonda in ultima analisi sul predominio di classi ristrette per censo e potere, il cui unico scopo è la conservazione di se stessi, pena la distruzione di tutti gli altri.
L’involuzione della società occidentale e massimamente di quella italiana si misura proprio sulla sottrazione di futuro ai giovani e sullo stato di debolezza dei vecchi, dove tutto è concentrato su una casta di mezzo, avida e meschina che si fa grande sul furto di vita a tutti gli altri. Ma che società civile può esserci se penalizza gli inizi dell’età dell’uomo come la sua parte finale?

Bisogna dunque guardare gli anziani con uno sguardo particolare, che oltrepassi l’apparenza e miri diritto alla bellezza e alle potenzialità dell’anima nel rispetto verso chi ha molto vissuto e dunque molto sofferto e non col materialismo di chi guarda un corpo valutandone solo, come per una macchina, il bruto rendimento materiale.
Sono i vecchi i custodi del tempo, i possessori della memoria, tant’è che la natura ha messo in loro con lo svanire della memoria vicina la persistenza di quella remota.
Nelle loro membra il trascorrere dell’età ha creato una geografia interessante come per i vecchi olivi centenari o i grandi massi del torrente.
Essi sono i punti fermi di un’umanità frenetica e convulsa, che dimentica troppo spesso il tempo della contemplazione, della meditazione, dell’introspezione, della memoria.
Bisogna guardare ai vecchi con uno sguardo particolare, che oltrepassi l’apparenza del corpo e miri dritto alla bellezza dell’anima, col rispetto che si deve a chi molto ha vissuto e molto sofferto.
Quando si è vecchi, non si è più gli stessi di prima, si è molto di più, e chi ci guarda non deve farlo come a dei diversi o a degli emarginati, ma come a ciò che anche lui diventeranno, trattandoci come loro vorrà essere trattato in futuro.

C’era una storiellina nel mio libro delle elementari che ricordo ancora. Due coniugi maltrattavano il nonno e un giorno la sua scodella di terracotta cadde rompendosi in molti pezzi. Il bambino di casa raccolse questi pezzi. “Cosa fai?” chiese il padre. “Raccolgo i pezzi- rispose il bambino –per darci da mangiare a voi quando sarete vecchi”.

In verità ci sono solo dei personaggi che danno ai vecchi il rispetto che meritano e sono i bambini. Camminano piano come loro, guardano il mondo con curiosità e stupore come loro, hanno un modo spontaneo a carezzevole di averne cura, hanno bisogno di attaccarsi alle loro memorie, di essere nutriti dalle loro storie, di essere consolati nei loro pianti.. sono i bambini le migliori cure che un anziano possa desiderare per non sentirsi vecchio e solo. Bambini e anziani si sono utili e vicenda. Felice quella casa dove ci sono dei buoni nonni e dei buoni nipotini che crescono insieme! Ed ecco che tra vecchi e bambini si completa quel cerchio d’amore che rende bella la vita, quel cerchio che i figli spesso dimenticano o trascurano, per quella regola feroce della vita per cui un figlio si crede emancipato quando non si sente più figlio, mentre una madre o un padre continuano ad essere madre e padre per sempre.

La vita è eterna e può essere bellissima secondo come la si guarda. La vita è eterna e la morte è solo uno stato d’animo. Ogni età ha la sua bellezza, purché si voglia vederla. La vecchiaia potrebbe essere l’età della calma e potrebbe avere le sue gioie, purché non la si voglia contrabbandare per gioventù, si lasci perdere l’ambizione smisurata, la violenza degli appetiti sessuali, l’estetismo falso e rifatto, purché sia onorata e non nascosta e la si prenda esattamente per quello che è senza pretendere quello che non ha.
La vecchiaia bisogna imparare a viverla esattamente come ogni altra età, con la moderazione di chi segue uno stile di vita sano e adeguato, con la capacità di coglierne le gioie e le possibilità, senza voler sembrare ciò che non si è e senza voler occupare posti che non ci competono.

Ha un’altra dote bellissima il vecchio: è unico. Là dove tanti giovani sembrano tutti uguali per come sono omologati tra loro, nello sforzo di apparire diversi e in realtà, spesso, così simili, tutti vestiti di nero, tutti con gli scarponi militari, il piercing, il tatuaggio…, il vecchio ha la bellezza straordinaria di essere unico semplicemente essendo ciò che veramente è. E’ ridicolo che nei giovani a volte tanta energia vitale, tanto slancio passionale, tanta smania di protagonismo si manifestino nell’uniformità della divisa, nell’omologazione del comportamento, nella similitudine delle manifestazioni.
Ma ogni vecchio è fatto a suo modo, unico e irripetibile, come è fatto a suo modo ogni vecchio albero della foresta, che ha vissuto molte stagioni, è stata percosso dal vento e dalla pioggia, ha ospitato famiglie di uccelli, ha perduto le foglie e le ha rimesse e nei suoi nodi serba tutti i segni di suoi anni e delle vicissitudini di una lunga vita e solo grazie a tutto che ha visto e patito può mostrarsi ora in tutta la sua bellezza, in tutta la sua struttura di grande complessità e profondità. Un vecchio è una storia.
Sia dunque il vecchio ciò che vuole essere, la sua forma se l’è guadagnata, destino che in lui si fa originalità e unicità, indipendenza e bizzarria, che lo distoglie dalla massa uniforme dei senza-carattere che proprio per autodifesa e inesperienza da giovani virgulti si fanno tutti uguali, proiettando nell’imitazione del gruppo la sicurezza degli inizi.
Se dunque i giovani si somigliano, sia pure nella baldanza e nell’uguale prorompenza, tanto da sembrare le milizie di un esercito così che quando se ne vede uno si sono visti tutti, ogni vecchio è unico e individuo, come un capolavoro dell’esistere, in sé espressivo e perfettamente riuscito.

Ecco dunque che anche la valutazione del tempo non più giovane può essere travalicata nel senso positivo di chi, in qualunque data della sua vita sia, 2 anni come 90, può sentirsi o parte empatica, attiva, partecipante di un mondo comune, o particella separata e dunque sofferente e fonte di sofferenza per sé e per gli altri. La sofferenza può chiamarsi in molti modo, non sempre è prevaricazione, può essere anche smania, avidità, inquietudine, furia, buco nero che non si soddisfa mai, mancanza, nostalgia, rancore, disarmonia, squilibrio ecc. A tutto questo contrappongo quattro sole parole: armonia, amore, equilibrio, pace.
E quando mai se non da vecchi questi traguardi sono più vicini?

Ho fatto tanti errori nella mia vita. Ma il peggiore è stato di non godere ogni volta quello che avevo, inseguendo quello che non avevo più o che non avrei mai avuto. Adesso non farò l’errore di non godere di quello che la mia età mi può ancora dare per la nostalgia di quello che ho perduto.

A 80 anni Jung scriveva: “Sono stupito, deluso, contento di me, sono afflitto, depresso, entusiasta. Sono tutte queste cose insieme e non so tirare le somme. Sono incapace di stabilire se alla fine valgo o non valgo, non ho un giudizio da dare su me stesso e sulla mia vita. Non c’è nulla di cui mi sento veramente sicuro. Quando Lao-tzu dice: “Tutti sono chiari, io solo sono offuscato” esprime quello che provo io ora, nella mia vecchiaia avanzata…Eppure ci sono così tante cose che mi riempiono: le piante, gli animali, le nuvole, il giorno e la notte e l’eterno che è nell’uomo. Quanto più mi sono sentito insicuro di me stesso, tanto più è cresciuto in me un senso di affinità con tutte le cose. Anzi, è come se quel senso di alienazione, che per tanto tempo mi ha separato dal mondo, adesso si fosse trasferito nel mio mondo interiore, rivelandomi un’insospettata estraneità a me stesso”.

Sentirsi uno col mondo, questa è l’età felice.

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MASADA n° 1768 29-5-2016 IL CENACOLO DI LEONARDO

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MASADA n° 1768 29-5-2016 IL CENACOLO DI LEONARDO
Blog di Viviana Vivarelli

Tutti sanno che Leonardo da Vinci è stato uno dei più grandi geni di tutti i tempi e che si è espresso in tutti i campi conosciuti al suo tempo e in altri del tutto avveniristici. E’ stato pittore, scultore, ingegnere, architetto, alchimista, scenografo, anatomista, musicista, scienziato, botanico…Era elegante, bellissimo e di erudizione immensa. Ebbe una vita abbastanza lunga per i suoi tempi, 67 anni. Morì probabilmente per un avvelenamento causato dall’arsenico contenuto negli inchiostri e nei pigmenti dei colori. E negli ultimi anni fu affetto da paresi alla mano destra e stava con la mano inerte nella stessa posizione della Gioconda.
Talento universale ed eclettico, rappresentò a cavallo tra il 1400 e il 1500 la vetta massima del Rinascimento e anche oggi i suoi risultati non cessano di stupire.

Leonardo ci ha lasciato opere straordinarie, tra cui una trentina di dipinti magnifici (alcuni di non certa attribuzione), tra cui la Gioconda, la Vergine delle rocce e l’Ultima Cena, conosciute in tutto il mondo, e 13.000 fogli di appunti con notazioni stupefacenti, osservazioni e disegni del corpo umano, del feto ecc, del tutto insoliti nel suo tempo che vietava pratiche di dissezione dei corpi, ed esempi di tecnologia moderna come il carro armato, l’elicottero, l’energia solare, il paracadute, il robot, lo scafandro da immersione, la calcolatrice…
Leonardo nacque ad Archiano, frazione di Vinci, come illegittimo dal figlio venticinquenne di un notaio e da una ragazza del popolo, Monna. Il nonno lo crebbe nella sua casa. Entrambi i genitori naturali si sposarono poi con altre persone, il padre anzi si sposò più volte ed ebbe 12 figli che crebbero assieme a Leonardo nella stessa casa. Il padre Piero si occupò molto di questo primo figlio illegittimo bellissimo e intelligentissimo ed, essendo facoltoso, lo mantenne fino ai 28 anni senza però dargli una educazione regolare per cui non imparò il latino né altre materie di base, cosa di cui si lamentò molto sentendosi inferiore ai letterati del tempo.
Quando Leonardo aveva dieci anni, il padre si trasferì a Firenze e, poiché il ragazzo disegnava splendidamente, lo mise a bottega dal Verrocchio. La sua educazione primaria avvenne così in campagna in modo confuso e disordinato e Leonardo prese a scrivere con la sinistra; più tardi scriverà in modo speculare, da destra a sinistra, cioè con una scrittura leggibile solo allo specchio. E a volte iniziava dall’ultimo foglio andando verso il primo. Alcuni dicono che prese a scrivere con la sinistra dopo un incidente, altri che era un vezzo del 1500, altri infine che era dislessico e per i dislessici scrivere così è più facile oppure che nascondeva così i suoi scritti per proteggerli dall’Inquisizione. Sicuramente il mancinismo di Leonardo ridicolizza l’opposizione che nei tempi antichi c’è spesso stata contro i mancini. I mancini costituiscono il 10% della popolazione mondiale. E tra questi troviamo molti personaggi illustri, artisti, inventori, attori, campioni sportivi, come Aristotele, Nietzsche, Kant, Beethoven, Bach, Mozart, Michelangelo, Raffaello, Picasso, Einstein, Alessandro Magno, Napoleone, Churchill, Bill Clinton…e, curiosamente, Leonardo scriveva con la sinistra ma dipingeva con la destra.
In genere l’emisfero sinistro presiede alle funzioni logico-deduttive, invece nei mancini esse sono gestite dall’emisfero destro, ma la spiegazione non è così semplice e non possiamo pensare a funzioni cerebrali invertite. C’è un’ipotesi che dice che il mancinismo dipende dalla posizione del feto negli ultimi tre mesi di gravidanza, un’altra richiama anomali livelli di progesterone. Fatto sta che sembra che il mancino preferisca pensare per immagini anziché per concetti e che legga una pagina come immagine globale fotografica, il che apre alla visione pittorica. Altri ritengono che nei mancini e negli ambidestri sia più grande il corpo calloso, cordone neuronale che collega i due emisferi e permette un più veloce scambio tra razionalità e intuizione. Questo vale almeno, per il cervello di Einstein, che viene tutt’ora conservato e studiato.


Entrare nella bottega del Verrocchio fu per Leonardo una vera fortuna perché era un vero laboratorio pregiato di arti varie. Tra gli allievi troviamo nomi eccellenti come Botticelli, Perugino, Ghirlandaio… Vi si insegnava non solo la pittura ma anche la scultura e vi si imparava a disegnare in un modo abbastanza simile tant’è che è difficile l’attribuzione delle opere uscite dalla bottega sulle quali grava l’impronta e lo stile del Verrocchio. Ma si ricevevano anche nozioni di carpenteria, meccanica, ingegneria e architettura, perfette per una mente eclettica come quella di Leonardo che poi le avrebbe sviluppate in grado massimo.
La sua prima pittura conosciuta, a parte alcuni dettagli nelle opere del Verrocchio, è un paesaggio naturalistico dipinto a 21 anni. Ma già nelle sue prime prove pittoriche emerge il suo stile sfumato, l’attenzione agli elementi vegetali o all’espressività dei volti, spesso ritratti con un sorriso ambiguo. Le prime opere indipendenti partono dai suoi 17 anni, prima si confondono con le opere del Verrocchio. Molto discussa “L’annunciazione” che ora è agli Uffizi, generalmente attribuita a un giovanissimo Leonardo.

Tra i 22 e i 26 anni non si sa nulla di Leonardo, che forse frequentò il geografo Paolo Toscanelli, incerto se dedicarsi alla pittura o alla scienza. Probabilmente approfondì l’anatomia assistendo alla dissezione di cadaveri, cosa vietata dalla Chiesa. E probabilmente fu allora che emerse la sua omosessualità, altra cosa condannata dalla Chiesa, tanto  che a 24 anni ebbe una denuncia anonima per pratiche omosessuali con un diciassettenne. La pena era terribile: evirazione per gli adulti e taglio di una mano o di un piede per i giovani. Nella denuncia contro un gruppo di giovani gay di Firenze, Leonardo era indicato come ‘quello vestito di nero’, e il nero era la stoffa più costosa che solo i ricchi potevano permettersi. Ma intervennero poteri alti e tutto il gruppo fu assolto. Diciamo che, a parte l’austerità della Chiesa, a Firenze c’era molta condiscendenza verso comportamenti sessuali ‘non di norma’. Del resto furono omosessuali anche Michelangelo e Caravaggio. Con questo non voglio dire che tutti gli omosessuali mancini siano dei geni, ma dico che omosessualità e mancinismo sono caratteri che si possono accompagnare tranquillamente alla genialità.
Sembra che anche la Gioconda sia un uomo vestito da donna e che la sua ambiguità affascinante derivi proprio dalla sua ambiguità sessuale che può attrarre sia le valenze maschili che quelle femminili di ognuno giocando sui due generi, o che addirittura la Gioconda sia Leonardo stesso vestito da donna.
Certo che vestirsi con insolita pompa e ricercatezza fece parte del suo personaggio e Leonardo fu noto al suo tempo per un abbigliamento squisito ed eccentrico così come lo fu  Oscar Wilde nei propri.
Dopo i 26 anni Leonardo ricominciò a dipingere. Conobbe Lorenzo il Magnifico per cui fece progetti militari.. Nel 1481, aveva 29 anni, gli venne commissionata dai monaci di san Donato l’Adorazione dei Magi ora agli Uffizi, come pala dell’altare maggiore.

Ma l’opera non fu mai finita e restò in forma di abbozzo. L’anno dopo era a Milano, città che al tempo aveva 100.000 abitanti ed era una delle città maggiori e più importanti d’Europa. Forse fu inviato là come ambasciatore da Lorenzo, fatto sta che conobbe Ludovico il Moro. Aveva 30 anni, portava a Ludovico una lira d’argento che sapeva suonare benissimo e con cui partecipò a una gara musicale alla corte sforzesca superando tutti gli altri. Ma portò anche i suoi progetti di ingegneria, di apparati militari, di opere idrauliche e di architettura, tra cui il progetto di un cavallo di bronzo per un monumento a Sforza.

Milano era la città moderna e innovatrice che ci voleva per lui e il suo genio poteva servire alle varie e continue campagne militari. Ma inizialmente ebbe qualche difficoltà a inserirsi anche a causa della lingua poiché ogni parte d’Italia parlava il suo dialetto e il vernacolo toscano era diverso dal dialetto che si parlava a Milano e non veniva capito.
Finalmente, a 31 anni, ebbe la commissione di una pala d’altare e dipinse “La vergine delle rocce”.

Ma poi i frati non vollero pagarlo perché non aveva finito il lavoro e ne nacque un contenzioso durante il quale sembra che Leonardo abbia fatto una seconda versione del quadro che vendette al re di Francia.
Verso i 33 anni progettò per Ludovico il Moro alcuni sistemi di irrigazione, preparò per la corte anche scenografie per le feste, fece ritratti ecc., lavori per cui si lamentò sempre di essere stato pagato poco. Uno dei ritratti è il ‘Ritratto di musico’. Un altro è ‘La belle Ferroniere’. C’è poi la famosa e bellissima ‘Dama con l’ermellino’.

Via via le commissioni ducali si fecero sempre più frequenti.
Nel 1494, a 42 anni, Leonardo ebbe una nuova commissione, legata al convento di Santa Maria delle Grazie, luogo caro al Moro, che aveva scelto questa chiesa come luogo di celebrazione della casata Sforza, finanziando importanti lavori di ristrutturazione e abbellimento di tutto il complesso. I lavori furono affidati al Bramante e infine si decise di fare due grandi affreschi nel refettorio.

Gli fu affidato dunque il compito di dipingere una parete di questo refettorio, una sala rettangolare dove i frati domenicani consumavano i pasti: “L’ultima Cena”.
Leonardo sceglie il momento drammatico in cui Cristo dice: «Qualcuno di voi mi tradirà» e si scatena la reazione dei discepoli, ritratti a gruppi di tre, come in una serie di onde emotive successive, con al centro la figura isolata e dominante del Cristo.
L’ultima Cena era stata dipinta altre volte da altri pittori del tempo che in genere non avevano caratterizzato i discepoli, non avevano isolato il Cristo e avevano posto Giuda dall’altro lato del tavolo. Leonardo sceglie di porre il Cristo al centro contro una finestra centrale di tre che forma dietro di lui come un rettangolo di luce e pone Giuda non da solo, non separato, ma assieme agli altri, tradito solo da un gesto.
L’errore di Leonardo fu che non si dette la pazienza di studiare la tecnica dell’affresco che richiedeva una pittura rapida entro tre ore, per cui riparò il muro con uno strato di gesso e biacca e vi dipinse sopra con una tecnica mista di olio e tempera, assolutamente inadatta a una parete, così avvenne che il suo enorme lavoro fu immediatamente attaccato dall’umidità e dalla muffa, in breve tempo i colori scolorirono, le forme sbiadirono, il dipinto si scrostò. Altri danni furono arrecati alla parete dal tempo, dalla sbadataggine, della storia, dai vandali. La sala divenne addirittura una stalla. E i domenicani avevano aperto sotto il Cenacolo una porta che portava alla cucina.
Una volta c’era sulla parete destra del refettorio una finestra per cui il Cristo sembrava ricevere luce da quella. Poi fu detto che la troppa luce danneggiava i colori e venne chiusa.
Leonardo era maestro della pittura a olio e lavorava con lo sfumato. La tecnica dell’affresco prevedeva una asciugatura veloce e una pittura molto rapida a cui egli non era portato. Leonardo studiava lungamente i suoi dipinti e questi cambiavano via via nella lavorazione, procedeva con elaborata pazienza e successive velature con una pennellata finissima, che era l’esatto contrario dell’affresco. Per ‘L’ultima Cena’ creò una tecnica mista di tempera e olio su due strati di intonaco, che rallentò le fasi di esecuzione dell’opera consentendogli di rendere una maggiore armonia cromatica e gli effetti di luce e di trasparenze a lui cari. Ma la parete era umida tanto più che dietro c’erano le cucine e sotto una faglia da cui risaliva molta umidità per cui la pittura si rovinò rapidamente. L’opera era appena finita e già mostrava una piccola crepa. Il degrado continuò inarrestabile. Inizialmente il Cenacolo aveva colori brillanti e accesi ma pochi anni dopo il colore cominciava già a staccarsi. Ci aveva impiegato 4 anni ma fu una rovina.
Nei secoli successivi avvenne di tutto, ci dipinsero sopra, furono fatti dei restauri che cambiarono addirittura i visi degli apostoli, venne l’alluvione, l’umidità fu permanente, i soldati francesi fecero del refettorio un bivacco e una stalla per i loro cavalli e gettarono pietre…Danni ancora più gravi vennero causati durante la seconda guerra mondiale, quando il convento venne bombardato nell’agosto del 1943 e venne distrutta la volta del refettorio, ma il Cenacolo rimase miracolosamente salvo tra cumuli di macerie, protetto solo da un breve tetto e da una difesa di sacchi di sabbia e rimanendo esposto per vari giorni ai rischi causati dagli agenti atmosferici. Inesorabilmente via via il dipinto spariva.
A partire dal 1978 è iniziato il restauro del Cenacolo, che è stato uno dei più lunghi e minuziosi restauri della storia non ancora terminato, con le tecniche più moderne e innovative. Durante il restauro fu trovato il buco di un chiodo piantato nella testa del Cristo dove Leonardo aveva appeso i fili per disegnare l’andamento di tutta la prospettiva, usandolo come punto di fuga. Sono stati riscoperti anche i piedi degli apostoli sotto il tavolo, ma non quelli del Cristo, parte del dipinto  distrutta nel XVII secolo dall’apertura di una porta che servì ai frati per collegare il refettorio con la cucina.
L’opera è stata dichiarata nel 1980 patrimonio dell’umanità dall’Unesco,

Ho ascoltato un commento di SERGIO ANTONIO LAGHI che ha visto in questa grande opera di Leonardo simboli, segni e misteri di un’opera cosmica e riporto le sue parole.

“Certamente Leonardo ha fatto qui un’opera misteriosa che non cessa di stupire, un’opera che comunica col divino. Il mistero è la profondità mistica dell’essere che è insondabile. Noi siamo dentro il mistero. Il mistero ci avvolge. Un filosofo polacco collaboratore di Voitila diceva: “Parleremo del mito e del simbolo, ovvero dell’essere della poesia che è la sola via per la trascendenza umana e per quella divina”. Ancora è stato detto: “Il mito è la migliore approssimazione della verità assoluta espressa dal mistero”. E Ursula le Guin scrive: “Il mito racconta con immagini quello che avviene dentro di noi”.
Tutto il Cenacolo è pervaso da simboli, le posizioni, i gesti, i colori delle vesti, la centralità del Cristo… I riferimenti astrologici sono importanti. Il Cristo è il Sole che attraversa i 12 segni dello Zodiaco. Ogni apostolo corrisponde a un segno zodiacale.
Leonardo conosceva i movimenti degli astri, era un alchimista e l’alchimia è in stretta relazione con l’astrologia, del resto tutto il Rinascimento è il rifiorire dei significati alchemico-astrologici. L’infiltrazione in Leonardo di osservazione naturalistica, scienza, arte e mistero è stata letta in molti modi anche se molti rifiutano che egli sia maestro di arti occulte.
Yeats definì Leonardo un rosacrociano in quanto lavorava con i ‘trascendentali’ che sono i fondamenti dell’essere.

La novità più dirompente del Cenacolo è una prospettiva che non coincide col punto di vista dello spettatore e in cui sia le figure molto grandi che il piano prospettico della lunga tavola inclinata in avanti sono stati voluti in modo che chi mangiava al refettorio si trovasse quasi immerso nella cena del Cristo come se le due tavole laterali dei frati fossero il prolungamento ideale della sua tavola. Dunque tutti noi siamo chiamati a partecipare all’Ultima Cena. Essa avviene ora e qui per noi. Lo spettatore è come se fosse il tredicesimo apostolo invitato alla Cena del Cristo, questo per stimolare la sua parte profondo e farlo sentire coinvolto.

Prima di Leonardo altri si erano cimentati in questa rappresentazione.
Nell’Ultima Cena di Andrea del Castagno gli apostoli appaiono abbastanza simili e Cristo si riconosce solo perché gli si appoggia Giovanni, mentre Giuda sta di qua del tavolo

Nel Cenacolo di San Marco del Ghirlandaio Cristo non è nemmeno al centro, sempre con Giovanni che si appoggia a lui.

Leonardo dipinge un Cristo centrale ben delineato dalla finestra retrostante, con Giovanni spostato per permettere la visione triangolare del Cristo. I discepoli sono disposti a gruppi di tre. Il gruppo che fu dipinto per primo è più piccolo perché Leonardo solo dopo averlo dipinto decise di fare gli apostoli più grandi.

Il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21
« Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò>». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. »

Leonardo interruppe la tradizione secondo cui l’Ultima Cena veniva raffigurata in modo statuario e fisso e cercò di riprodurre il significato emotivo e drammatico dell’evento, studiando i moti dell’animo e le reazioni personalizzate di ogni personaggio sconvolto dalla rivelazione del tradimento di uno di loro.

Nel gruppo di Pietro/Giuda/Giovanni appariva una mano fantasma che brandiva un coltello e che nel restauro fu assegnata a Pietro anche perché ciò compariva dai disegni preliminari e nei dipinti degli allievi di Leonardo che riprodussero l’opera mostrando com’era bello il blu raro e pregiato tratto dai lapislazzuli che veniva dall’India. Il coltello viene impugnato da Pietro in innumerevoli altri dipinti rinascimentali. Nella scena successiva Pietro taglierà l’orecchio al Gran Sacerdote.

Giovanni è rappresentato secondo l’iconografia classica come l’apostolo più giovane (il “prediletto” secondo lo stesso quarto vangelo), un adolescente dai capelli lunghi e dai lineamenti dolci. In particolare ricordiamo che nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, Giovanni viene descritto come un “giovane vergine” il cui nome “significa che in lui fu la grazia: in lui infatti ci fu la grazia della castità del suo stato virginale“.

Giuda viene dipinto mentre allunga una mano rapace verso il pane (“Chi intingerà con me il pane mi tradirà..”) e con l’altra mano stringe la borsa con i soldi. E’ ancora libero di decidere se tradire o no.

Notiamo che nessuno ha l’aureola, nemmeno il Cristo, cioè nessuno ha in questo momento il diritto di arrogarsi la santità. Gesù è un uomo come tutti gli altri. La luce gli viene dalla finestra dietro che sullo sfondo si apre su un dolce paesaggio dell’altro mondo. Solo Dio può dire chi è santo e chi no.
Gli apostoli sono a gruppi di tre come le 4 stagioni che sono formate ognuna da tre mesi, riprendendo la simbologia dello Zodiaco.

Da sinistra a destra si vedono:
Bartolomeo/Giacomo Minore/ Andrea – Pietro/Giuda/Giovanni
Il Cristo
Tommaso/Giacomo maggiore/ Filippo – Matteo/Taddeo/Simone

Ognuno ha la sua reazione.

Giacomo ha la mano sulla spalla di Andrea e con l’altra tocca Pietro, collegando due gruppi.

Quando il Cristo pronuncia con rassegnato fatalismo la terribile previsione, è per tutti un trauma terribile che scatena un’onda emotiva, un tumulto; quelli più vicini trasecolano, quelli più lontani ne sono meno toccati, uno si alza perché è lontano e non ha capito. Simone si consulta con Matteo.
Pietro, incuneato tra Giuda e Giovanni vuol sapere chi è il traditore, si china impetuosamente in avanti, con la sinistra scuote Giovanni chiedendogli “Dì, chi è colui a cui si riferisce?
Giuda davanti a lui si sente minacciato e si tira indietro col corpo, con una mano stringe la borsa con i soldi (“tenendo Giuda la cassa” si legge in Gv. 13,29), ha l’aria colpevole e nell’agitazione rovescia la saliera, segno che porta male, è il sale della terra che non ha più.
All’estrema destra del tavolo, da sinistra a destra, Matteo, Giuda Taddeo e Simone esprimono con gesti concitati il loro smarrimento e la loro incredulità. Giacomo il Maggiore (quinto da destra) spalanca le braccia attonito; vicino a lui Filippo porta le mani al petto, protestando la sua devozione e la sua innocenza.

Tommaso mette in dubbio la frase alzando il dito. Giacomo figlio di Zebedeo si sdegna come un leone e dietro di lui c’è la dolcezza di Filippo.

Alle parole drammatiche del Cristo la prima reazione è di allontanamento, come onde che si ritirano, fuga dall’orrore.
Le reazioni sono libere come libera è l’anima dell’uomo. I domenicani a cui l’opera è affidata insistevano molto sul libero arbitrio. Non c’è condanna. Tommaso d’Aquino diceva che non si condanna l’altro ma si costruisce con lui una realtà trascendente. Nella lingua russa ‘voglia’ vuol dire allo stesso tempo desiderio e libertà. L’uomo ha il libero arbitrio anche se ha molti condizionamenti e non riesce a comprendere la divina provvidenza. In questo momento Giuda è ancora libero di scegliere.

Un’altra differenza tra l’opera di Leonardo e quasi tutte le ultime cene precedenti è il fatto che Giovanni non è adagiato nel grembo o sul petto di Gesù (Gv. 13,25) ma è separato da lui, nell’atto di ascoltare la domanda di Pietro, lasciando così Gesù solo al centro della scena.

Contrasta con la drammaticità della scena e il movimento tumultuoso a onde la calma rassegnazione del Cristo contro un paesaggio fiammingo con un cielo pacato che tende al crepuscolo (I Getsemani e la Crocifissione avvengono di notte: “Poi si fece buio su tutta la Terra”).
Cristo appare come in un triangolo ideale, il triangolo divino.
Circa il paesaggio, ricordiamo che Leonardo fu uno dei primi a capire che le cose lontane appaiono azzurrine per l’aria che c’è in mezzo.
Nel tumulto generale Cristo appare saldo come una roccia fissa mentre i discepoli si muovono affannosamente come le onde del grano. La scena è mossa e drammatica.

Nel Cenacolo si è detto che Giovanni fosse una donna, la Maria Maddalena, forse la sposa del Cristo (romanzo di Don Brown), ma Giovanni era un adolescente e gli adolescenti hanno tratti femminei, in particolare il suo viso qui è simile a quello della Madonna delle Rocce. Giovanni era l’unico ad avere capito il Cristo, tanto che questi dice alla Madonna: “Madre, questo è tuo figlio”. Il Cristo lo prende come fratello e lo affida alla Madre.
Giovanni sembra in trance con le mani incrociate.
Il dolce Filippo tiene le mani rivolte al suo cuore.

Si tenga conto che quando vediamo riproduzioni colorate, si tratta di copie degli allievi di Leonardo e che la parte centrale del Cenacolo è più sbiadita perché non è stata ancora restaurata, tant’è che il mantello di Giovanni era rosso. Notiamo che i colori della veste di Giovanni sono speculari di quelli del Cristo.

Notevole la prospettiva giocata usando semplici espedienti come i cassettoni del soffitto e i pannelli laterali o la luce che viene dalla vera finestra di sinistra per dare l’impressione che il Cenacolo proseguisse il refettorio, tanto che i rettangoli che appaiono ai lati del Cenacolo sono il prolungamento di pannelli che apparivano realmente sulle pareti del refettorio (trompe l’oeil).
Leonardo alzò il punto di incrocio di tutte le ortogonali e spostò le pareti in modo che ognuno ovunque fosse vedesse perfettamente tutti i particolari.
Tutte le linee laterali convergono al Cristo, più esattamente convergono verso il suo occhio destro allo stesso modo delle connessioni del soffitto. L’occhio destro del Cristo diventa il punto prospettico filosofico.
Cristo porta una veste rossa con un mantello blu (il colore della terra, il colore del cielo). E la veste di Giovanni le è speculare.
Ogni apostolo ha una posizione diversa delle mani e Dario Fo ha notato tutte queste posizioni che creano una danza, come una pantomima..
Il Cristo con le mani aperte rappresenta le due materie, quella umana, quella relativa alla coscienza cosmica. “Io sono la luce del mondo”.

Nelle figure centrali appare una enorme ‘emme’, la cosiddetta emme mariana.

Leonardo è stato un innovatore e un precursore. Il suo è il Cristo cosmico che dorme in ognuno di noi. Se riuscissimo a sentire il Cristo incarnato in ognuno di noi, si annullerebbero le varie divisioni religiose. Essere osservanti del Cristo e avere la fede non è la stessa cosa. Metà dei praticanti non ha la fede.

Il tempo della lavorazione del Cenacolo fu molto lungo, a volte Leonardo era assiduo e non lo abbandonava, a volte spariva per giorni e se ne andava a bighellonare per strade e mercati. Di questo si lamentò il priore che si rivolse a Beatrice d’Este, moglie di Ludovico Sforza, con aspre critiche ma Leonardo prese la palla al balzo e disse che, siccome gli era rimasto da dipingere il viso di Giuda, avrebbe preso quello del priore: “Io vado in giro e cerco nei visi della gente”, diceva Leonardo ma dai disegni appare come’egli era anche un caricaturista, un maestro della fisionomia bizzarra e curiosa. Così nessun apostolo gli venne uguale all’altro, ché ognuno doveva esprimere i sentimenti suoi propri.

Di fronte al Cenacolo, sull’altra parete c’era ‘La Crocefissione’ del Montorfano.

Dunque da una parte l’Ultima Cena, dall’altra il Golgota.
Gesù ha l’atteggiamento triste, avvilito, come sulla Croce.

In ogni gruppo di tre c’è uno che un movimento volontario, uno involontario, uno limbico o del sonno.
Notevoli anche le nature morte sul tavolo: la sezione di una anguilla, il pane che è una michetta milanese, lo spicchio di arancia, il bicchiere trasparente contro il piatto…il soffitto a cassettoni…

Come fu finita, l’opera apparve bellissima suscitando grande ammirazione. Ma subito cominciò a svanire. Oggi, solo parzialmente restaurata, è di difficile visione. Noi non vedremo mai la sua indescrivibile bellezza. Ci appare come fatta di frammenti di pensiero. Così è la verità per noi destinata ad apparirci solo per frammenti di bellezza.
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MASADA n° 1769 3-6-2016 IL PARTITO HA SEMPRE RAGIONE

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MASADA n° 1769 3-6-2016 IL PARTITO HA SEMPRE RAGIONE

Blog di Viviana Vivarelli

La riforma Boschi – Roma dopo lo schifo di csx e cdx – Citazioni di Saviano- Gli slogan di Renzi e del Duce – Renzi e i corrotti – Voragine sull’Arno- Casson, Cucca e M5S chiedono cambiamenti alla prescrizione- Cosa riformare per la Giustizia- Renzi e i media servili – Su 10 inattivi 4 sono mamme – Previsto rialzo della pressione fiscale in Italia dal 43,5 del Pil al 44,1%, siamo già quasi il 20% in più della media europea – Emigrare per pagare meno tasse – DEF, Documento di Economia e Finanza per il 2016-2017- A Londra un sindaco musulmano – Intervista di Revue de Politique Internationale a Di Maio

L’Italia non è un Paese per menti libere
..
Anche io vedo il mondo molto nero. Con tanta intelligenza e capacità di adattamento e inventiva, il genere umano ancora non riesce a fare l’evoluzione e continua in questo moto avido e distruttore. Si sa che siamo esseri cellulari e prima o poi le malattie arrivano. Ma ciò che è deprimente è ciò che decidiamo di fare quando le cellule stanno bene!” (Nicoletta)

Hanno vinto le catene dei negozi
le insegne luminose sui tetti dei palazzi
le luci lampeggianti dei semafori di notte
i bar che aprono alle 7
hanno vinto i ristoranti giapponesi
che poi sono cinesi anche se il cibo è giapponese
i locali modaioli, frequentati solamente, da bellezze tutte uguali
le montagne d’immondizia, gli orizzonti verticali
le giornate a targhe alterne e le polveri sottili
hanno vinto le filiali delle banche, hanno perso i calzolai

e ha perso la città, ha perso un sogno
abbiamo perso il fiato per parlarci
ha perso la città, ha perso la comunità
abbiamo perso la voglia di aiutarci
.”

(Canzone di Niccolò Fabi)

Persino Paolo Flores d’Arcais che di dx assolutamente non è dice di votare 5stelle:
“Chi alla servitù volontaria è refrattario e incapace di restare indifferente alla resistibile ascesa dell’ex sindaco di Firenze (che fece di Publiacqua, ora sotto accusa per i lungarno che sprofondano, uno dei suoi feudi, dove ebbe inizio tra l’altro la carriera pubblica della Boschi), filiazione e sintesi di Craxi e Berlusconi, con cui una Nuova Cricca (e più giovani lustrini) sta sostituendo la vecchia dell’inciucio per finire di spolpare a forza di privatizzazioni e infeudamenti politici un ex Paese chiamato Italia, ha di fronte a sé una scelta obbligata: votare per i candidati del M5S, quali che siano gli innumerevoli difetti di ciascuno di loro e le colpe del movimento in quanto tale e dei suoi vertici, che MicroMega ha sempre segnalato senza sconti e minimizzazioni. Perché a Roma e a Torino si gioca la prima partita decisiva (la seconda sarà al referendum di ottobre) tra la colonizzazione schiacciasassi delle istituzioni da parte della Nuova Cricca o la possibilità che si riaprano gli spazi di un rinnovamento civile che consenta all’Italia di congedarsi dal ventennio che non passa, nella cui morta gora Renzi vuole radicare e affondare il Paese”.

LA RIFORMA BOSCHI
Alessandro Gilioli

La principale argomentazione di merito – “finalmente si cambia dopo tanti anni di paralisi, ora tutto sarà più agile e più semplice” – rischia di rivelarsi drammaticamente falsa.
La quantità di rimandi, rimpalli, subipotesi, eccezioni e varianti previste dall’articolo 70 della riforma Boschi promette infatti un casino infernale di conflitti di competenze, altro che semplificazione.
E se (Dio non voglia) un domani l’Italicum dovesse dare la vittoria (con premio di maggioranza) a uno schieramento diverso da quello che ha in mano il Senato, la produzione legislativa rischia di trasformarsi in una guerra di trincea senza fine.
Probabile che prima o poi accada, sul lungo periodo, quando Renzi sarà solo un ricordo e la sua Costituzione sarà ancora lì. Ma non è un’ipotesi della fantasia nemmeno sul breve termine: il Senato infatti è saldamente in mano al Pd (essendo eletto dalle regioni) mentre alla Camera, con il doppio turno dell’Italicum, già al prossimo giro o a quello dopo può benissimo vincere un altro schieramento.
In altri termini, il mix tra Italicum e riforma Boschi sacrifica la rappresentanza in nome della governabilità, ma contiene in sé i germi di una paralisi degli iter legislativi, quindi della governabilità.
In questa riforma l’articolo 70 ha creato una tale confusione di competenze e rimbalzi da determinare l’altissima probabilità che – in caso di Camera e Senato con maggioranze opposte – il caos sia assicurato. E paradossalmente questo viene gabellato per semplificazione! Un affarone, davvero.

DOPO LO SCHIFO DI CSX E CDX
Alessandro Gilioli

Negli ultimi anni csx e cdx hanno dato uno spettacolo talmente indecoroso che molti elettori sono disposti a rischiare con una semi sconosciuta, purché estranea a quella mangiatoia e a quelle pratiche. E ritengo a tutt’oggi probabile che questi molti siano maggioranza.
In altre parole: se Raggi vince, ciò non accadrà tanto per i meriti suoi e le proposte sue, ma perché è parere diffuso che i maleodoranti poteri incrostati e incrociati di questa città – economici, politici e soprattutto clientelari – vadano presi di petto, non più con l’accomodamento e la mediazione. Perché se provi a mediarci, stravincono loro.
Il principale bug di Ignazio Marino del resto era quello. Non che lui non volesse sradicarli, quei poteri maleodoranti: ma aveva sul groppo un partito, degli assessori, dei consiglieri e dei dirigenti che invece stavano dall’altra parte. Abbiamo visto com’è andata.
Di qui anche l’handicap di Giachetti. Che è persona perbene, ma si porta dietro una buona parte del peggio di questa città. Il Pd di Orfini, che ha mandato a casa Marino con un atto dal notaio perché si vergognava di sfiduciarlo in un pubblico e motivato confronto in aula; la vecchia Dc che ora si chiama “corrente franceschiniana”, che anche a Roma sta riscuotendo la cambiale di quando Franceschini spostò i suoi deputati da Letta a Renzi, permettendo a quest’ultimo di entrare a Palazzo Chigi; e tutti gli intrecci che in questo Pd sono solidamente embedded, dalle partecipate in giù. Gli intrecci che hanno contribuito non poco a portare Roma laddove si trova, cioè nella melma.
Poi c’è la destra, che con Alemanno e il Pdl ha governato talmente male – e con tali dispendiose, incredibili clientele – da non essere più presentabile nemmeno se si nasconde sotto il sorriso a 32 denti del bel Marchini o dietro la presunta genuinità della pasionaria Meloni.
Il pasticcio su Bertolaso di un Berlusconi in evidente declino di lucidità ha fatto il resto.
E comunque, se il Pd si porta dietro metà dell’inciucio che ha divorato la città, la destra si porta dietro l’altra metà: la cui voracità è stata perfino maggiore, così come maggiore è stata l’incompetenza pratica, l’insipienza nell’amministrare.
È questo il combinato che ha lanciato e che continua a tenere alti i numeri di Raggi.
Ed è un combinato che sul piatto della bilancia pesa più di tutto il resto, più del praticantato allo studio Previti e più degli altri punti deboli di Raggi – il famoso rapporto con lo staff, ma soprattutto il rischio che in un corpo a corpo con i poteri forti di Roma tutto si paralizzi, per la gioia di Renzi che così potrebbe arrivare alle politiche del 2018 sbandierando l’insuccesso grillino.

Citazioni di Saviano:

Il Pd mi accusa di delirare quando chiedo le dimissioni del ministro Boschi, come se fosse lesa maestà chiederle di chiarire le troppe opacità del caso Banca Etruria, dato il suo diretto coinvolgimento familiare. […] Se il ministro Boschi dovesse rifiutare spiegazioni, restando al suo posto nonostante il pesante coinvolgimento della sua famiglia in questa gravissima vicenda che avrà probabilmente sviluppi giudiziari (come potrebbe non averne?), vorrà dire che nulla è cambiato, la Leopolda è una riunione di vecchi arnesi affamati, resi più accettabili dalla giovane età e dall’essere venuti dopo Berlusconi, e il Pd un’accolita che difende i malversatori a scapito dei piccoli risparmiatori.”

Nel PD e nelle liste c’è tutto il sistema di Gomorra, indipendentemente se ci sono o meno le volontà dei boss. Il PD nel Sud Italia non ha avuto alcuna intenzione di interrompere una tradizione consolidata. E cioè alla politica ci si rivolge per ottenere diritti: il lavoro, un posto in ospedale… Il diritto non esiste. Il diritto si ottiene mediando: io ti do il voto, in cambio ricevo un diritto. Il politico non dà visioni, prospettive, percorsi, ma dà opportunità in cambio di consenso. E De Luca, in questo, è uno che ci sa fare. La politica dovrebbe essere tutt’altro. Dovrebbe ottenere consenso in cambio di trasformazioni complesse e complessive della società. Invece dando il proprio voto l’elettore rinuncia a chiedere progetto e trasformazione in cambio di una e una sola cosa.

Una cosa è certa: io, come molti altri, continueremo a raccontare. Userò la parola come un modo per condividere, per aggiustare il mondo, per capire. Sono nato, caro Presidente, in una terra meravigliosa e purtroppo devastata, la cui bellezza però continua a darmi forza per sognare la possibilità di una Italia diversa. Una Italia che può cambiare solo se il sud può cambiare. Lo giuro Presidente, anche a nome degli italiani che considerano i propri morti tutti coloro che sono caduti combattendo le organizzazioni criminali, che non ci sarà giorno in cui taceremo. Questo lo

SCORTE
VV.
D’Anna, il Senatore di Ala ha chiesto la revoca della scorta a Saviano.
Saviano sul patto Pd-Verdini. «Sono questi gli alleati di Renzi a Roma e di Valeria Valente a Napoli? Sono queste le nuove risorse campane? Buona fortuna. E vergogna»
D’Anna ha chiamato lo scrittore una «icona farlocca. ha detto che “si è arricchito con un libro che ha pure copiato per metà».
Chiediamo: E’ un tentativo di chiedere i voti della camorra?
Ma Saviano affonda i colpi: «Il Senatore D’Anna – scrive – dannoso scherano di Verdini, renziano e cosentiniano insieme, impone a me di rinunciare alla scorta. A me che non vedo l’ora di ritornare libero. Cosa debbo pensare: ha forse progetti per il mio futuro?».
Altri del Pd dichiarano: “Non vedere il gigantesco problema politico rappresentato dall’alleanza con Ala e da questi episodi, significa tradire i valori fondativi del Pd».
Ma intanto lo votano lo stesso.
L’ipocrisia di questi personaggi è incommensurabile.

Se qualcuno sta per saltare su a contestare la scorta a Ferrara, vorrei ricordare che pure Giuliano Ferrara ha una scorta, e che i giornalisti italiani sotto scorta per minacce di morte da parte di organizzazioni criminali sono una cinquantina: Rosaria Capacchione, Lirio Abbate, Giovanni Tizian a Michele Albanese, Federica Angeli, Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo…e che in Italia sono circa 585 le personalità sotto scorta, di cui 411 con auto blindata, poi ci sono presidenti di regioni, semplici parlamentari, ex ministri, ministri che non hanno mai ricevuto minacce specifiche.
Citiamo il Presidente della Lazio Claudio Lotito, l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino, per altro condannato in via definitiva per corruzione che ha una guardia giurata e un’auto blu, i coniugi Mastella, Clemente e Alessandra Lonardo, rinviati a giudizio per aver recepito tangenti; tra i giornalisti saltano all’occhio Vittorio Feltri, Bruno Vespa, Emilio Fede e Maurizio Belpietro…l’ex ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto che ha a disposizione autista e agente, l’avvocato ed ex deputato Carlo Taormina che gira con quattro uomini, mentre sono cinque gli agenti per l’ex sottosegretario Mario Baccini. Ma a questi si possono aggiungere gli ex presidenti di Camera e Senato, come Marcello Pera, Fausto Bertinotti e Pier Ferdinando Casini che sono sempre sotto controllo. E, in dolce sin fundo, come non citare Claudio Scajola, l’ex ministro che negò la scorta a Marco Biagi, che fu poi assassinato dalle Nuove Brigate Rosse nel 2002. Proprio a lui, all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, spettano otto poliziotti e due blindate. Niente a che vedere con i 18 agenti e le quattro auto che difendono il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. Mentre personalità come il sacerdote Pino Puglisi e il giornalista Beppe Alfano non avevano la scorta e infatti sono stati uccisi dalla mafia, lasciati soli come tanti altri minacciati da pericoli quotidiani eppure non tutelati dallo Stato.

GLI SLOGAN DI RENZI E DEL DUCE
Annamaria

Marchio di fabbrica renziano gli slogan-giochi di parole (“Ridurre i costi e pure i posti”) e oppositivi (“Conservazione vs futuro”; “Paura vs coraggio”, e persino, prima del Nazareno, un incredibile “Il cavaliere vs Gli italiani”). Ma non li ha inventati lui. “Arriva l’Italia” è un guscio vuoto come quel “L’Italia agli italiani” di Mussolini, il “fabulatore di scemenze” (Gadda). “Non cambiare tutto, cambiare tutti” ricalca per struttura semiotica il “Marciare, non marcire” del Duce. “Forte l’Italia che decide” non era un motto della X Mas, è uno slogan della campagna referendaria; “Fermarsi significa retrocedere” non è leopoldino ma fascista, “Non ci fermeremo” è di Renzi. “Il popolo italiano ascolta le parole ma giudica dai fatti” è di Mussolini, “La mafia si batte con i fatti, non con le parole” di Renzi. Lui e i suoi spin doctor, consapevoli o no, non fanno che copiare i più dilettanteschi trucchi oratori dei capipopolo.”
Quello era il PNF. Questo è il PDN.
Sarà molto dura.

RENZI E I CORROTTI
Viviana Vivarrelli

Siamo il Paese europeo col più alto tasso di corruzione, di evasione fiscale, di mafie e di corruzione politica, perdiamo una montagna di miliardi a causa di questa sciagura e tutto quello che Renzi sa fare è proteggere i corrotti, depenalizzare 120 reati, mirare a bloccare le intercettazioni e aiutare il malaffare politico, mentre nelle istituzioni accoglie o addirittura promuove persone indagate per reati, esattamente l’opposto di quel che servirebbe a un Paese civile ed esattamente quell’aiuto alla delinquenza generalizzata che nessuna persona perbene si augurerebbe. In più Renzi si sceglie come alleati di governo un pluripregiudicato come Verdini e il capo di un partito pieno di condannati come Alfano. La prescrizione come ce l’ha l’Italia non ce l’ha nessun Paese al mondo, è un vero toccasana per la delinquenza. Nessun Paese al mondo ha tre gradi di giudizio come noi e nessuno depenalizzerebbe mai 120 reati gravi come ha fatto Renzi, che ha aiutato a contorcere sia il sistema processuale che quello penale in linea con Berlusconi, come se lo scopo fosse solo quello di aiutare i delinquenti e lasciare indifesi gli onesti. Peggior governo di questo non c’è mai stato! Del resto cosa aspettarsi da uno condannato in 1° grado che si è fatto depenalizzare il reato con legge ad personam?

Zacavasz Nigovian cita da 1984, George Orwell:

«Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa

Quasi inconsciamente, [Winston] scrisse con le dita sul tavolo coperto di polvere: 2+2 = 5.

Winston: Io so che alla fine sarete sconfitti. C’è qualche cosa, nell’universo… non so, un qualche spirito, un qualche principio… che non riuscirete mai a sopraffare.”.

O’Brien: Credi in Dio, Winston?
Winston: No.
O’Brien: E allora quale può essere questo principio che ci annienterà?
Winston: Non lo so. Lo spirito dell’Uomo.
O’Brien: E tu, ti consideri forse un uomo?
Winston: Sì.
O’Brien: Se tu sei un uomo, Winston, tu sei l’ultimo uomo. La tua specie è estinta; noi ne siamo gli eredi. Ti rendi conto che sei solo? Tu sei fuori della storia, tu non esisti
.”

Tirare avanti giorno dopo giorno e settimana dopo settimana, dilatare il più possibile un presente che non aveva futuro, sembrava a entrambi un istinto incontrollabile, come fanno i polmoni, che continuano a inspirare aria finché ce n’è.
Il Partito raccomandava di non badare alla prova fornita dai propri occhi e dalle proprie orecchie. Era l’ordine finale, il più essenziale di tutti. Il suo cuore ebbe un tuffo al pensie¬ro dell’enorme potere spiegato contro di lui, della facilità con cui ognuno dei cosiddetti intellettuali del Partito lo avrebbe potuto rovesciare sul tappeto della discussione, de¬gli argomenti sottili ch’egli non sarebbe stato in grado di comprendere, e tanto meno di controbattere con adeguate risposte. Eppure lui aveva ragione! Loro avevano torto e lui aveva ragione. Le cose ovvie, le cose semplici, le cose vere dovevano essere difese. Le verità esistenti erano vere, non ci potevano essere dubbi, su questo! Il mondo concreto esiste, le sue leggi non mutano. Le pietre sono dure, l’acqua è liquida, gli oggetti privi di sostegno cadono verso il centro della terra
.”

Tutti i documenti sono stati distrutti o falsificati, tutti i libri riscritti, tutti i quadri dipinti da capo, tutte le statue, le strade e gli edifici cambiati di nome, tutte le date alterate, e questo processo è ancora in corso, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. La storia si è fermata. Non esiste altro che un eterno presente nel quale il Partito ha sempre ragione.”

v-man
La metafora del renzismo: na frana!

Crollano 200 metri di Lungarno.
Firenze sprofonda ma la colpa non la vuole nessuno.
Non vogliono la colpa i figli presenti che fanno capo alla corte di Renzi.
Non la vogliono i padri che hanno da sempre governato Firenze con gli antesignani del Pd.
Che la colpa se la debbano prendere i nipoti?
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Francesco Berardino
Le Idi di ottobre. Segni premonitori precedettero la morte di Giulio Cesare, fu visto un corvo schizzare in alto emettendo alte grida, fu trovata a Capua una epigrafe che preannunciava la sua morte, i cavalli di una mandria che aveva incontrato nei pressi del Rubicone piangevano copiosamente. Chissà se la voragine sul Lungarno e quella della produzione industriale sono segni premonitori riguardo al referendum, preludendo alle Idi di ottobre. Ma non drammatizziamo, si tratta solo di un tratto di rete idrica realizzata nel
ventennio mussoliniano e che nessuno si è mai preoccupato di sostituire.
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Viviana
…e mi raccomando andiamo dritti vero la privatizzazione di tutto l’esistente come predicato alla Leopolda!
Se le cose sono già così, figuratevi dopo, quando ogni ente sarà privatizzato secondo gli intenti iperliberisti di Renzi e nessuno si occuperà più della manutenzione di alcunché visto che ai privati interessano solo gli utili e non i costi!
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Alessio Santi
Publiacqua appartiene al Pd da sempre… Una cinquantina di comuni… Con il socio privato Acea che è il socio maggiore, con il 40 %, quello che da tempo sta imponendo la linea, la determinazione delle tariffe (più alte d’Italia, 400 euro contro i 100 di Milano) gli utili, la gestione del Know How e gli investimenti sulla rete (il minimo indispensabile) per avere dividendi e profitti alti – da dividere fra i soci pubblici. Il Comune di Firenze ha il 20 % e quello di Prato attraverso il Consiag il 25 %… Comandano loro da sempre
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Andrea Zanella
Ecco qui i risultati del Bomba: debito pubblico 2.228 miliardi, mai così alto, record! A marzo: produzione industriale -3,6%, un calo così grosso non si vedeva dal 2013! Evvai! Sempre a marzo: calo del commercio, -0,8%! Evvai Bomba! Presto il calo del Pil è garantito! Perché i numeri non mentono quanto i giornalisti e i politici di partito!

CASSON, CUCCA E M5S CHIEDONO VARIAZIONI ALLA PRESCRIZIONE
A oggi bruciati dalla prescrizione un milione e mezzo di processi
Viviana Vivarelli

“La prescrizione cessa comunque di operare dopo la sentenza di primo grado”. Un emendamento secco, firmato dai Senatori Pd Felice Casson e Giuseppe Cucca, che rivoluzionerebbe l’attuale normativa – la famigerata ex Cirielli – e certo ha tutte le caratteristiche per non piacere ai centristi della maggioranza. Infatti piace al M5S, che ha immediatamente diffuso una nota in cui si dice pronto a votarla. E non basta. Perché un altro emendamento firmato dai medesimi Senatori Pd afferma: “Il termine della prescrizione decorre dal giorno in cui la notizia di reato viene acquisita o perviene al pubblico ministero, ai sensi dell’articolo 335, comma 1 del codice di procedura penale”. Un’altra svolta, dato che con la legge attuale la clessidra comincia a scorrere dal momento in cui il reato viene commesso, indipendentemente da quando viene aperta la relativa inchiesta. Anche questa, molto lontana dalle alchimie via via proposte per chiudere l’accordo tra Pd e centristi: dalla proposta del governo, in cui la prescrizione si ferma per due anni dopo una condanna in primo grado e per uno dopo una condanna in appello, fino al “lodo Falanga” (Ala) che prevede una corsia prioritaria per i processi su corruzione e reati simili. In più i due Senatori chiedono anche un ulteriore allungamento dei tempi per i reati di corruzione, al di là di quanto già previsto dal ddl della collega di partito Donatella Ferranti.
lo sapete che in dieci anni la prescrizione ha bruciato un milione e mezzo di processi?
Pensate che sia così che si deve applicare la giustizia in Italia?
Un milione e mezzo di processi vuol dire che almeno un milione di reati o di gruppi di reati sono stati commessi impunemente, e che il danno per le vittime o per lo Stato è rimasto senza alcune reintegrazione della giustizia!
E si ha la faccia di parlate di ‘elementare principio di civiltà giuridica’ quando si assolvono così i colpevoli?? Disapplicare così totalmente la legge e premiare i rei sarebbe ‘un elementare principio di civiltà giuridica’???? Ma questi si sentono quando parlano?? Non brucia loro la lingua a premiare in modo così clamoroso i delinquenti?
Affinché vi sia diritto è principio inderogabile che vi sia certezza della pena. Ora la prescrizione non la garantisce anzi assicura l’impunità del reo.
Se si stabilisce una media di durata per un certo tipo di processo e si pone la prescrizione in un tempo inferiore, si dà per certo che quel processo non raggiungerà mai la sentenza. Di fatto si annienta il diritto. Il diritto diventa una pagliacciata.
Se c’è una vittima, si offende il suo diritto ad essere risarcita con una giusta condanna.
In pratica si calpestano le vittime e si uccide il diritto pur di liberare i colpevoli e questo è esattamente il contrario del diritto, è complicità col delinquente.

Attualmente il processo penale è totalmente sbilanciato a favore dell’imputato, che ha poteri e tutele enormi, fra cui la prescrizione, che annulla i diritti della parte offesa.
C’è una evidente disparità fra trattamento di reali penali e civili.
Nei reati civili la vittima ha un diritto al risarcimento, anche qui c’è la prescrizione, ma questa può essere interrotta in ogni momento, e scompare una volta avviato il giudizio in tribunale. Per i reati penali invece è peggio e la vittima può vedere il suo processo troncato dalla prescrizione senza essere risarcita. E questo è incostituzionale. La pena dovrebbe reintegrare il diritto violato, qui si premia la trasgressione impendendo che si arrivi alla sentenza.
Nel nostro sistema la prescrizione colpisce soprattutto nel penale, tronca cioè i processi per i reati più gravi, per cui paradossalmente la vittima civile è più tutelata di quella penale. E’ come se lo Stato dei delitti più gravi se ne fregasse aiutando il reo ad andarsene libero e felice.
Eppure il reato penale colpisce beni costituzionalmente protetti, come la salute (reati contro la persona), il lavoro (dipendenti che perdono l’impiego per la bancarotta del padrone) o la proprietà (reati contro il patrimonio). Con la prescrizione, invece, la vittima si vede troncato il processo senza poter fare nulla, non ha il potere di accelerare il processo, mentre l’imputato ha mille strumenti per rallentarlo, e questo viola il principio della tutela minima, che impone allo Stato di garantire i beni protetti dalla Costituzione (salute, lavoro, proprietà).
Con questo sistema assurdo, la prescrizione ha salvato in dieci anni un milione e mezzo di imputati, liberalizzando il reato, ma se la si guarda dalla parte delle persone offese è chiaramente incostituzionale. La legge è così assurda che premia gli imputati e danneggia le vittime.
Meglio sarebbe che, come avviene nei paesi evoluti, la prescrizione fosse sospesa appena inizia il processo. In tal modo avremmo anche processi più brevi perché l’imputato non avrebbe interesse ad allungare con ogni espediente la sua durata per arrivare alla prescrizione. Oggi ci sono troppe tecniche difensive dilatorie, permesse e attuate dalla legge proprio per arrivare allo scoccare della prescrizione.
Ma come può la proposta di Casson arrivare in porto?
E’ chiaro che se la maggioranza è fatta dagli stessi che hanno votato la Cirielli con cui Berlusconi e i suoi volevano sottrarsi alle sentenze, non possiamo farci illusioni. Oggi i renzioti insieme agli alfaniani e verdiniani hanno uno strapotere e ne abusano. I peggiori della destra e della sinistra si sono consorziati per tutelare il crimine, perché con ciò tutelano se stessi, per il passato o per il futuro. Lo stesso linguaggio utilizzato dai sedicenti garantisti tradisce la logica di favore verso l’imputato a discapito della persona offesa e, più in generale, dell’ordinamento. L’imputato viene descritto come “perseguitato” da quelle lungaggini processuali che spesso dipendono dalla sua stessa linea difensiva e viene identificato come “il cittadino”, come se, nel processo penale, non vi fosse anche un “cittadino persona offesa”, vittima pure lui, oltre che del reato, anche delle lungaggini processuali. Qualcuno potrebbe obiettare che per molti reati la persona offesa non c’è, ovvero non è una persona fisica. In quel caso ad essere danneggiata è la società.

Negli altri Paesi dell’occidente una prescrizione come in Italia non esiste. Nei paesi europei dove la prescrizione esiste è molto diversa dal sistema italiano. Intanto parte dalla scoperta del reato e dall’inizio del processo e non come da noi da quando il reato è stato compiuto, furbata posta per allungarla.
La Corte di Giustizia europea ha già condannato l’Italia per la prescrizione breve nei casi gravi di frode Iva e l’ha giudicata incompatibile con il diritto comunitario, chiedendo ai giudici di disapplicarla.
Le vittime di un reato vanno protette. Un reato deve essere punito. Il sistema italiano invece protegge i colpevoli.
E’ chiaro che con queste leggi abbiamo l’autotutela di politici che hanno fatto della giustizia la loro cloaca.
Se i processi sono lunghi non è colpa dei giudici che si limitano ad applicare la leggi Ed è assurdo dire che i giudici italiani lavorano poco. Ricordo per l’ennesima volta che la valutazione data dall’Ue sui giudici italiani è eccellente.
Resta il vuoto d’organico a fronte di un numero di processi eccessivo, in Italia mancano almeno mille magistrati ma non perché siano pochi bensì perché i processi sono troppi, basta vedere quanti avvocati abbiamo. Nei 28 Paesi dell’Unione ci sono quasi 900 mila avvocati e un terzo sono italiani. Vi pare possibile?
Scrive la Commissione europea nell’ultimo “Quadro di valutazione UE sulla giustizia 2016: “Sistemi giudiziari efficienti svolgono un ruolo fondamentale per preservare lo Stato di diritto e i valori fondamentali dell’Unione. Rappresentano inoltre un presupposto per la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti e alle imprese”.
Almeno lo sapete che In Italia il numero di giudici, rispetto alla popolazione, è tra i più bassi d’Europa? E che solo metà dei tribunali usa la digitalizzazione? E che spesso le cause non vanno avanti per mancanza di cancellieri? La protratta e progressiva scopertura di personale amministrativo sta costringendo alcuni uffici, a Milano, Bergamo, Monza, Prato, ad adottare misure estreme, dalla chiusura parziale delle cancellerie alla riduzione delle udienze, con conseguente dilatazione dei tempi dei processi e inevitabili disagi per l’utenza, a cominciare dagli avvocati.
E lo sapere che la legge sulla responsabilità civile dei magistrati fortemente volta da Berlusconi come da Renzi è contraria al diritto dell’UE?
In Italia, secondo i dati aggiornati nel 2015, operano 246.786 avvocati. Un numero veramente notevole che fa del nostro Paese il terzo in Europa come rapporto avvocati/abitanti. L’Italia è il paradiso degli avvocati. Solo in Parlamento ce ne sono 110. Tra loro e i loro clienti, non hanno certo interesse a semplificare i processi o le leggi. Grazie anche a questo giro perverso di rei con avvocati a seguito abbiamo 150.000 leggi, il numero di leggi più alto del mondo. E’ interesse di entrambi moltiplicare le leggi e renderle di difficile interpretazione. E ora con la riforma del Senato che al posto di un solo e semplice iter legislativo ne ha posti ben dodici avremo il culmine del caos e delle contestazioni, Una pacchia!

COSA RIFORMARE PER LA GIUSTIZIA
vv.

Cominciamo con l’eliminare grazie, amnistie, indulti e condoni e avremo fatto un bel passo avanti. Eliminiamo poi anche le depenalizzazioni (Renzi ne ha appena fatte 112 nel penale!!).
Poi mandiamo subito in galera il reo dopo la condanna di primo grado e vedrete che gli passa subito la voglia di allungare il processo.
Facciamo sì che le pene sia pene reali e non premi come avviene col tasso processuale che è più basso di quello penale o con le tasse che gli evasori pagano col patteggiamento che sono ridicole rispetto a quelle che dovevano pagare (altro premio).
E facciamo come negli USA dove con la condanna di primo grado si va in carcere e anzi ci si va prima e il processo si riapre solo per casi gravissimi e se si froda la giustizia si paga pesantemente.
Davigo: “Perdere tempo paga sempre. Il sistema tutto italiano della prescrizione è la causa della lunghezza dei processi, Bisognerebbe fare come negli USA in cui ì cui è di 5 anni ma cessa dopo la richiesta di rinvio a giudizio”.
Davigo: “Il sistema vigente in Italia di prescrizione del reato è a dir poco singolare e la sua scarsa ragionevolezza è stata accentuata dalla ex Cirielli), sicché anziché contribuire alla ragionevole durata del procedimento ne determina l’allungamento. La legge fissa un termine, superato il quale il reato si prescrive. Tale termine è di 6 anni dalla data del commesso reato per i delitti puniti con pena fino a 6 anni (minore per le contravvenzioni) e pari alla pena massima prevista per il delitto per le pene superiori (i delitti puniti con l’ergastolo sono imprescrittibili). Il pubblico ministero, quando riceve notizia di un reato il cui termine di prescrizione è ad es. di 6 anni, avrà a disposizione solo 2 anni e 6 mesi per procedere alle indagini preliminari, all’eventuale udienza preliminare e ai giudizi di primo grado, appello e Cassazione. Non ce la farà mai. Un simile sistema di prescrizione è un potente incentivo per condotte dilatorie e per la presentazione di impugnazioni pretestuose da parte degli imputati o dei loro difensori, perché, se si riesce a far passare il tempo previsto dalla legge, si evita la condanna.”
Lo capisce anche un bambino che la prescrizione la vogliono i colpevoli perché così azzerano il processo e anche il reato. E che proprio la prescrizione aumenta i tempi dei processi e i processi stessi calpestando qualunque idea di giustizia.
L’incostituzionalità della prescrizione è totale. Infatti nei processi civili essa si interrompe dopo la condanna di primo grado. Nei processi penali no, per cui paradossalmente chi ha commesso un reato molto grave viene protetto in modo da diventare non punibile.
E’ ovvio che il reo che ha commesso gravi atti penali ha ogni interesse a prolungare al massimo un processo che altrimenti gli costerebbe caro in termini di detenzione, mentre con la prescrizione se la cava come se fosse innocente.
Ma questo sistema è vergognoso e rimette in libertà un altissimo numero di criminali.
L’Italia è ancora bocciata per corruzione. Ma i condannati in carcere per corruzione sono appena 126. La classifica annuale di Transparency International sulla percezione dei reati commessi nella pubblica amministrazione ci mette al 61° posto in compagnia di Lesotho, Montenegro, Senegal e Sud Africa. In Europa solo la Bulgaria fa peggio. L’Italia continua ad essere percepita come uno dei Paesi più corrotti d’Occidente e resta un’anomalia tra i Paesi europei più avanzati.
«L’immagine della corruzione che si ha di un Paese incide su crescita e investimenti più negativamente di tanti altri fattori», dice Cantone. Eppure, a fronte di un così alto livello di corruzione percepita, restiamo un Paese con un numero di condanne basso. I detenuti con alle spalle una sentenza definitiva per corruzione sono 126, per peculato 26, per concussione appena 11. Gli altri tutti salvati con la prescrizione. In Italia essa è diventata la scappatoia che garantisce una sorta di impunità per tutta una serie di reati.
Criminali ma impuniti.

RENZI E I MEDIA SERVILI
Bruno p

E’ avvilente come tutti i quotidiani, tranne qualche eroe indipendente e pochi giornalisti con la G maiuscola, siano tutti allineati al pensiero unico del premierino che ha iniziato da poco la sua vera ed unica campagna elettorale.
Un paradosso all’Italiana che vede il partito di governo lottare per ottenere consenso con ogni mezzo, con ogni voce dei TG, con qualsiasi associazione di categoria e sopratutto con un Parlamento asservito e paralizzato dai selfie e dai twit di Renzie.
Ma avete mai visto Confindustria gongolare per un governo di sinistra o i sindacati compiaciuti per una riforma del lavoro aberrante?
Una cerchia di amici con le mani in pasta nella stessa partecipata, il che è già una macchia visto come si decidono le nomine in tali enti, all’improvviso si ritrova a governare una Nazione senza esserne legittimata, che cambia addirittura la carta costituzionale e che ancora in cerca d’autore pretende il plebiscito con ogni mezzo tranne che con l’unico strumento democratico elettivo.
Una cappa asfissiante di direttori allineati, conduttori, economisti, giuristi, costituzionalisti, opinionisti, tutti a spargere il verbo dell’inconsistenza di questo governo che spende i soldi degli Italiani senza ottenere alcun cambiamento strutturale dell’economia che continua a peggiorare nonostante le tonnellate di rimmel-propaganda.
Alcuni mesi fa avevo letto su di un quotidiano con la Q che il segno + della produzione industriale ad inizio anno era trainato dal settore auto, l’unico in ascesa, e che finita la sbornia si sarebbe verificata la contrazione che puntualmente è avvenuta.
I “grandi” giornali non ne sapevano nulla o sono troppo impegnati a mostrare sempre il bicchiere mezzo pieno?
Notate bene non è calata la produzione industriale ma fatturato e ordinativi, significa che non ci sono commesse per il futuro, in pochi mesi si è esaurita la spinta propulsiva dovuta solo alle scorte, ma Confindustria gongola per la riforma costituzionale! Siamo davvero alla frutta!
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WilburWalsh
Non essendoci il vincolo di mandato è stato istituito il vincolo al circo.

Liliana manda
Festa della Mamma,
MATERNITA’ A OSTACOLO, SU 10 INATTIVI 4 SONO MAMME

I figli o il lavoro. E’ il bivio davanti al quale si trovano spesso le donne italiane, che, spesso a causa di servizi che non sostengono adeguatamente la maternità, fanno più fatica a conciliare la realizzazione professionale con quella personale: e così su 10 persone inattive tra 25 e 54 anni, quasi 4 sono mamme. I calcoli sono della Fondazione studi consulenti del Lavoro e cadono proprio in concomitanza con la Festa della mamma.
I dati Eurostat ci posizionano all’ultimo posto nell’Ue a 13 con il 54% del tasso di attività, con il differenziale più alto fra maschi e femmine (-20%). Il 73,8% degli inattivi (sostanzialmente 3 su 4), è di sesso femminile. Ma la percentuale appare ancora più sconcertante se si pensa che i 2/3 di questi sono mamme. Un altro modo per dimostrare il forte svantaggio per le donne tra i 25 e i 54 anni che hanno figli è confrontarle con quelle che non li hanno: la quota di inattive sul totale della popolazione che non lavora e non cerca lavoro è del 28,7% per le donne che non hanno anche il ruolo di madri, mentre sale al 37,5% (per l’appunto quasi 4 su 10) per le mamme.
Svantaggio nello svantaggio è poi di chi vive nel Sud, dove la percentuale delle mamme inattive sale al 56,7%. I motivi per i quali le donne madri rinunciano al lavoro emergono da un questionario Istat: a domanda precisa, il 47,6% delle mamme dichiara di essere inattiva per motivi familiari. Avere un figlio minore, ovviamente, pesa ancora di più e infatti la quota sale al 53,4%.
Il part-time è la soluzione individuata da tante donne, che quindi si rassegnano a rinunciare a una parte della propria realizzazione professionale per seguire i figli: in Italia il 7,5% è occupato part-time, contro il 33,5% delle donne. Fra queste, le mamme occupate part-time raggiungono la quota del 37%. Ancora una volta, infatti, sono i motivi familiari quelli che spingono a diminuire l’orario di lavoro: raggiungono il 43,9% per le mamme che hanno figli minori, contro il 15,6% di quelle che hanno ragazzi ormai grandi.

L’EURO OBBLIGA A TAGLIARE I SALARI

Con l’euro, i paesi che vanno nei guai non possono svalutare le loro monete o tagliare i tassi di interesse e nemmeno spendere di più,e pertanto restano nei guai. tutto quello che possono fare è tagliare i salari, tagliare la spesa,e dopo tagliare un altro po’ i salari come penitenza per una qualunque trasgressione economica che abbiano o non abbiano commesso. La camicia di forza dell’euro in altre parole trasforma problemi ordinari in straordinari e i problemi straordinari in problemi storici. E questo succede che seguite o no le regole.”
Matt O’Bbrien – giornalista economico Washington Post
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Ancora alto il livello del peso fiscale oggi in Italia, 19,4 % più della media europea. Stando alle stime del Def 2015, la pressione fiscale in Italia è attesa in aumento nei prossimi anni. Dovrebbe infatti passare dal 43,5 % sul Pil registrato lo scorso anno al 43,7 % del 2019, raggiungendo un picco massimo del 44,1 % negli anni 2016 e 2017

CRESCE L’EMIGRAZIONE FISCALE

Molti Italiani prendono ormai la residenza all’estero per pagare meno tasse (Mina, Marchionne, De Benedetti…), ma anche tanti pensionati italiani che si spostano alle Canarie o in Portogallo, quando non addirittura nei paradisi fiscali.
Nel 2014 erano 4,6 milioni, nel 2015 4,8. Ma ci sono anche giovani in cerca di lavoro, imprenditori alla scoperta di nuovi business. Hanno deciso di lasciare in maniera definitiva l’Italia. Scelti anche Malta, Panama ed Emirati Arabi.
A Malta non esiste il canone televisivo, non esiste la tassa sui rifiuti, non c’è tassa sulla proprietà, e l’assistenza sanitaria gratuita è un beneficio per tutti i residenti che pagano regolarmente la Social Security Maltese. Tutti i cittadini dell’Ue possono vivere e risiedere a Malta e possono lavorare liberamente sul territorio Maltese a condizione che siano in grado di provvedere al proprio sostentamento economico e dei propri familiari. La residenza può essere richiesta in qualsiasi momento a partire dal giorno di ingresso sul territorio. Il sistema fiscale prevede una aliquota d’imposta progressiva per le persone fisiche, fino a un massimo del 35%, una aliquota d’imposta per le società del 35%, procedure amministrative semplici e pratiche, nessuna trattenuta fiscale, nessuna tassa patrimoniale, nessuna imposta di proprietà, una imposta sul valore aggiunto (VAT, corrispondente alla nostra IVA) pari al 18%, un sistema previdenziale equo.
Alle Canarie ci sono talmente tante riduzione fiscali che alla fine il 95,72% delle dichiarazioni di persone fisiche sono negative (ovvero devono ricevere soldi invece che pagarli). Negli Emirati Arabi NON esistono tasse sui redditi sia di persone fisiche che giuridiche. Dimenticatevi le dichiarazione dei redditi, le dichiarazioni Iva, le “visite”della Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, insomma tutto quello che adesso c’e’ in Italia…Nei servizi turistici/alberghieri vige una tassa municipale del 10%. Sulla benzina esistono delle tasse ma in misura ragionevole visto che costa circa 0,30 centesimi di Euro al litro !
A Panama le società non pagano tasse e sono esenti dall’obbligo di presentare bilanci. Con 2mila euro si può aprire una società anonima a Panama e non pagare più tasse per tutte le attività svolte all’estero, in Italia o in un altro Paese. Le persone che hanno reddito inferiore a 11.000$ l’anno non devono pagare tasse. Coloro che invece guadagnano tra 11.000$ e 50.000$ devono pagare una tassa del 15%, e quelli con reddito superiore a 50.000 $ o più hanno un tasso di 25%. Gli stranieri che sono residenti a Panama per un periodo oltre i 183 giorni nell’anno e hanno reddito derivante da attività nel Paese sono esattamente come i cittadini panamensi.

DEF DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA PER IL 2016-2017

La seconda Finanziaria di Renzi presenta quello che ci aspetta per i prossimo anni: tagli dei servizi, crescita del debito pubblico, aumento dell’IVA… una mazzata per il nostro Paese che ha più poveri di tutta Europa.
In pratica il debito pubblico aumenta, gli investimenti no.
Con la folle mossa con cui il Pd ha messo in Costituzione il pareggio del bilancio, lo Stato si è legato mani e piedi vietandosi ogni spesa per investimenti e dunque ogni azione per promuovere ripresa e occupazione, Il contrario esatto di quello che fece Roosevelt col New Deal dopo la grande crisi. Con quest’obbligo la Bce e il Fm ci hanno costretti a una crisi senza uscita.
Se fosse stato permesso all’Italia di mantenere la sua moneta e di inflazionarla avremmo fatto riprendere le esportazioni (ma Prodi ce lo ha impedito legandoci all’euro). Se si permettesse all’Italia di fare investimenti per uscire dalla crisi si potrebbe combattere la disoccupazione rimettendo il modo l’economia, favorendo la ripresa del settore privato (imprese, credito, famiglie). Ma il Pd ha vietato ogni investimento mettendo il pareggio di bilancio in Costituzione.
In questo modo siamo condannati ad andare sempre peggio.
Un minimo di azione economica avrebbe promosso la ripresa e il deficit pubblico avrebbe cominciato a calare, senza bisogno di tagliare i servizi pubblici e lo Stato sociale, perché i nuovi occupati garantivano maggiori entrate alle imprese e anche alle casse pubbliche.
Il Governo, invece, sta tagliando il deficit pubblico da tre anni senza aumentare gli investimenti. Il deficit si attestava al 3% del Pil nel 2014, nel 2015 è stato portato al 2,6%, nel 2016 al 2,3% del Pil e per l’anno prossimo è fissato all’1,8%. Questo taglio avverrà a spese di lavoratori e servizi con una sanità pubblica dimagrita di altri 4,3 miliardi di euro e ci metterà sotto la media europea.
Nessuna soluzione per l’economia depressa
Renzi non ha mai contestato il Fiscal Compact, che impone un folle pareggio di bilancio pubblico a suon di tagli, liberismo sfrenato e privatizzazioni.
Gli investimenti pubblici sono l’unica cosa necessaria per far ripartire un’economia depressa. È impossibile aspettarsi investimenti dal privato quando la domanda di beni e servizi ristagna a livelli molto bassi a causa dell’alta disoccupazione e dei bassi salari.
Solo gli investimenti pubblici possono rilanciare domanda interna, i profitti delle imprese e quindi anche gli investimenti privati. Ma gli investimenti pubblici italiani sono sempre al di sotto della media dell’Ue e ai minimi dal dopoguerra, al 2,2% del PIL. Nel 2005-2015 gli investimenti pubblici sono crollati: -26,3%. Quasi 100 miliardi di euro in meno in 10 anni. La mancanza di infrastrutture vitali, le inefficienze delle ferrovie regionali, lo stato desolante di moltissime strade locali, piene di buche e pericoli, l’arretramento delle rinnovabili, che ci garantirebbe una maggiore autonomia energetica, sono alcuni esempi del declino che accompagna l’assenza di investimenti pubblici. Il Mezzogiorno, preso in giro a più riprese da questo Governo, lo può testimoniare.
Il Pil diminuisce, l’IVA cresce e i tagli lineari sono all’orizzonte
Nel Def ecco un’ennesima sforbiciata. Dopo la lieve ripresa del 2015, ci sarà un crollo di altri 6,5 miliardi, dal 4,1% al 3,6% del Pil.
Il debito pubblico non può che rimanere altissimo. Tagliare gli investimenti e i redditi dei cittadini non porterà a nulla. Renzi scrive nel Def che il rapporto debito/Pil diminuirà nel 2016 dello 0,3% invece che dell’1,4% previsto , Se contiamo che le previsioni sul Pil 2016 sono già state riviste al ribasso dallo stesso Governo e che lo scenario internazionale è sempre meno favorevole, è logico aspettarsi che anche questa insignificante diminuzione lasci il posto, a fine anno, a un nuovo aumento del debito pubblico rispetto al Pil.
Il Def fa previsioni di Pil molto ottimistiche ma se crescerà meno dell’1,2%, come è molto probabile, la finanziaria di ottobre ci lascerà letteralmente in mutande, tra aumenti di Iva già messi in conto e nuovi tagli lineari ai servizi pubblici.
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Stefano Carboni
Una politica iperliberista tende solo alla massimizzazione del profitto del capitale fregandosene di tutto il resto. Questa politica NON si occupa della gente, ma solo di mantenere il proprio potere ! E’ la globalizzazione peggiore, in un mercato spietato dove sono cacciati tutti i diritti e tutte le garanzie e anche gli Stati avanzati marciano verso quelli peggiori.
Tutto questo è nascosto dietro lotte di pura facciata per conseguire obiettivi del tutto inutili. Vedete forse qualcuno che faccia qualcosa per migliorare la situazioni dei nostri 10 milioni di poveri? Chi dei 750 eletti al parlamento europeo si decide a chiedere a Juncker, a Commissione e Consiglio cosa stanno facendo per risolvere questo che è un problema ancora più grave di quello dei migranti e della Brexit ??? Cosa fanno la stampa ed i media in genere (in Italia ma anche nel resto d’Europa) per inchiodare i politici – nostri rappresentanti – ai loro veri doveri ?

Ant
Abbiamo capito da un pezzo il segreto per l’occupazione in Italia. Lavorare a voucher o emigrare in Polonia dove Marchionne apre stabilimenti. É la delocalizzazione proletaria. Segui la fabbrica.
Oggi Polonia, domani Cina.
La vita in valigia a caccia di chi specula, per aiutarlo a speculare meglio.
Il propagandato villaggio globale, dove ogni cosa va fatta dove costa meno e venduta dove costa di più. Una genialata passata per futurismo culturale .. con registi internazionali raffinati in cui la sx italiana é stata in prima fila, con i facinorosi, antagonisti e zucche vuote, a raccontare, unici, la verità di un mondo che dal 2001 é sempre più ricco per ricchi e sempre più povero per i poveri.
Ed ora tutti a caccia del nuovo iphone 8.
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Fabricio Guerrini
Sarebbe interessante conoscere gli “scenari futuri” che, sono certo, vengono studiati nelle Università che studiano il sociale.
Scenari sia mondiali che solo nazionali. Un primo problema penso sia il fatto che ormai i singoli paesi, che non siano potenze planetarie per dimensione e per forza economico-militare, poco possono decidere autonomamente sulle vie economiche e sociali da intraprendere per cambiare in meglio il proprio futuro. Essendo piccoli, hanno bisogno dei mercati esteri per esportare i propri prodotti e creare ricchezza, che il solo mercato interno o confinante non creerebbe a sufficienza. Un secondo problema potrebbe stare nell’uniformità culturale che via a via si diffonde sul pianeta, dando forza predominate alla capacità tecnologica della produzione a scapito delle qualità intrinseche del prodotto derivanti da una cultura diversificata. Ciò vale particolarmente per l’Italia. Per molti decenni abbiamo saputo far convivere e completarsi in maniera armoniosa e innovativa gli skills che ci erano propri, derivanti dalla nostra cultura umanistica e dalla capacità di ricerca scientifica. Abbiamo saputo creare prodotti non solo avanzati tecnologicamente, ma anche unici nel loro design e bellezza, che altri potevano copiare ma non avevano strumenti per realizzare. Quella cultura umanistica e tecnologica è purtroppo in via di sgretolamento poiché derivava anche dalla autorevolezza delle nostre scuole e Università, dalla ambizione di genitori e figli, dalla capacità coraggiosa di una imprenditorialità diffusa.
Abbiamo distrutto o svenduto le nostre imprese, annichilito la passione e la competenza dei nostri maestri e professori, che ormai sono o anziani e stanchi o precari che devono preoccuparsi innanzitutto di sé stessi e poi degli alunni; abbiamo cancellato ogni freno morale ed etico ai nostri comportamenti eleggendo una classe politica che ha dato e dà via libera alla corruzione e alla evasione fiscale, che non ha combattuto le mafie ma anzi convive con essa e che legifera e agisce pensando solo al proprio particulare e non al bene pubblico. Abbiamo bisogno degli emigranti, perché siamo talmente spauriti dal futuro che facciamo pochi figli. Ma è necessario che chi raggiunge e si ferma nel nostro Paese assorba in pieno la nostra cultura – quella laica , non quella religiosa – e non che siamo noi a assuefarci alla loro.
Il meraviglioso sogno europeo è svanito e assistiamo inermi alla sua agonia. Se l’Europa Unita non è più possibile, allora sarebbe meglio uscirne del tutto e ricominciare a ritrovare, se siamo ancora in tempo, le nostre capacità peculiari e tornare ad offrire al mondo ciò che senza di noi il mondo non può avere, perché la nostra storia e le nostre esperienze millenarie sono uniche e irripetibili.
Ripeto, mi piacerebbe leggere a proposito qualche scenario politico-sociale-economico realizzato nelle nostre Università di scienze politiche e sociologia.
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Carlaccio
E’ il liberismo al potere.
Ovvero la libertà di rubare la ricchezza prodotta o posseduta dai tanti, in pochi e protetti da una legislazione nazionale, ma sopratutto sovranazionale, anticostituzionale (NUOVO ordine mondiale).
Il Pd serve a questo.
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A LONDRA UN SINDACO MUSULMANO

A Londra il 45% degli abitanti sono stranieri. E l’Islam è la seconda religione del Regno Unito, il doppio di 20 anni fa. Si dice che, fra meno di cinquanta anni, la maggioranza degli abitanti saranno musulmani e che l’Islam sarà la religione dominante. In UK c’è una grandissima maggioranza silenziosa di musulmani integrati e imborghesiti di cui si sente parlare pochissimo ma che hanno ormai conquistato un posto nell’economia del Paese e una presenza in Parlamento (Sayeeda Warsi, ex vicesegretaria del partito Conservatore; Sajid Javid, definito dal Guardian una “stella nascente” del partito Conservatore; Baroness Pola Uddin, la prima donna in assoluto eletta in Parlamento) e in parecchi seggi comunali sia nelle città sia nelle provincie dove la loro presenza è più forte. Gran parte vota per il partito laburista; ma ci sono anche oltre 10.000 musulmani milionari.
Perché siamo così bigotti e provinciali da guardare solo ad un credo religioso?
Khan è un avvocato dei diritti umani, è nato in una famiglia proletaria di immigrati pachistani. si propone di aumentare le case popolari (Londra è una delle città più care del mondo per affitti e costi delle abitazioni), di lottare contro il terrorismo e ogni tipo di estremismo, è laburista ed ecologista ma anche attento anche alle imprese e al mondo degli affari, è a favore dei diritti gay e ha sempre lavorato fin da ragazzo.
Vuole ridurre le tariffe dei mezzi urbani che a Londra sono davvero esose, è moderatamente ambientalista, vuole migliorare ancora di più il riciclo dei rifiuti (che già è ottimo) e l’inquinamento (che a Londra è minimo).
Ma perché gli idioti di casa nostra devono guardare solo alla sua religione?
Ne avessimo noi di sindaci così!
I musulmani a Londra sono un milione e 700.000 su una popolazione di 8,5 milioni di abitanti, comunque Khan è stato scelto per la sua persona, la sua storia e le sue idee, non per il suo credo.
Se si pensa che Trump ha dichiarato di voler espellere i musulmani dagli Stati uniti!!!!!
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Estratto dell’intervista pubblicata sulla prestigiosa rivista francese Revue de Politique Internationale a Luigi Di Maio

Luigi Di Maio aveva solo 27 anni quando è stato eletto Vicepresidente della Camera dei Deputati, sull’onda del successo elettorale del M5S, una formazione populista antisistema che ha aperto un varco spettacolare alle elezioni del febbraio 2013, superando il 25% dei voti. In due anni e mezzo, Luigi Di Maio ha saputo tracciare il suo percorso con diplomazia ed efficacia e costruire l’immagine di un uomo politico serio e competente, regolarmente invitato nelle capitali europee a parlare delle vicissitudini della politica italiana. Il 23 marzo scorso, ha incontrato gli ambasciatori di 28 Paesi dell’Unione Europea a Roma per esporre loro nel dettaglio il programma del suo Movimento. Incalzato dalle domande, ha risposto con aplomb su tutti i temi, dalla lotta al terrorismo, alle politiche sull’immigrazione, passando dalla corruzione e il reddito di cittadinanza, che il M5S promette di introdurre in Italia.
Domanda: Chi l’ha scelta come candidato del M5S?
Luigi Di Maio: “Tutto avviene tramite Internet. La rete sceglie i candidati. Condizione essenziale: essere incensurati. Chiunque abbia un precedente, anche se non è stato condannato, è scartato a priori. L’Italia è il 2° Paese più corrotto d’Europa, appena dietro la Bulgaria. Il M5S chiede norme più severe e si oppone ai partiti che hanno governato il Paese favorendo corruzione ed evasione fiscale. Ci danno l’etichetta di essere populisti. Se essere populisti significa darsi regole inflessibili contro la corruzione, allora io rivendico questa qualifica.”
Domanda: Parliamo del programma. Il reddito di cittadinanza vi occupa un posto centrale. Di cosa si tratta?
Di Maio: “L’Italia è l’unico Paese europeo a non disporre di un meccanismo di sostegno sistematico alle fasce più svantaggiate. Su 60 milioni di abitanti, il nostro Paese conta 10 milioni di poveri, di cui 3 in povertà assoluta e 7 milioni in condizioni precarie. I due terzi di questi 10 milioni lavorano e tuttavia non guadagnano abbastanza per uscire dalla povertà. Per finanziare il reddito abbiamo intenzione di tagliare 25 capitoli di spesa, tassare le lobby, le società d’autostrade, il gioco d’azzardo, e altro”
Domanda: Ma questo genere di misura redistributiva è tipica di un programma di sinistra
Di Maio: “Lei ha ragione, ma, oltre alla misura del reddito, abbiamo anche un progetto di sostegno per le Piccole e medie imprese – una politica che, in Italia, è sempre stata appannaggio della destra. Di fatto, non l’hanno mai realizzato né la destra né la sinistra. E questo prova che noi siamo assolutamente trasversali. L’aiuto alle PMI costituisce uno dei Pilastri del nostro programma. Il tessuto industriale italiano è composto per il 99% da PMI, di cui l’80% è a conduzione famigliare ed impiega meno di 10 persone. Bisognerà anche riformare le autorità di sorveglianza del sistema bancario, che sono interessate da gravi conflitti d’interesse. La Banca d’Italia, che dovrebbe controllare le banche, è di fatto al servizio dei suoi azionisti, cioè i grandi istituti di credito. Quanto alla Consob, il poliziotto della Borsa, è troppo permeabile alle pressioni politiche. Noi proponiamo di separare nettamente le banche commerciali, che finanziano imprese e privati, dalle banche d’affari. Quando un risparmiatore mette i suoi risparmi in banca, ha il diritto di sapere se questa presta i soldi alle imprese e alle famiglie o se li gioca in Borsa. Abbiamo anche un progetto di una Banca Pubblica d’Investimenti sul modello della KfW tedesca, che permetterebbe allo Stato di realizzare investimenti produttivi mirati”.
Domanda: Lei ritiene che l’Italia possa derogare alla regola del 3% di deficit pubblico fissata da Maastricht?
Di Maio: “Sì, se si tratta di fare investimenti in tre grandi settori:
1) L’energia. L’Italia possiede le risorse geotermiche più importanti d’Europa, racchiuse nell’87% del sottosuolo. Non vengono sfruttate come dovrebbero. I nostri fiori all’occhiello industriali – Eni, ENEL, dispongono di un know-how riconosciuto nel campo delle energie rinnovabili, ma non lo sfruttano per mancanza di volontà politica. Il Paese non ha ancora cominciato la sua rivoluzione energetica.
2) La sicurezza del territorio. Un milione di italiani vivono in zone ad alto rischio idrogeologico. Ogni volta che piove, ci sono morti.
3) Le infrastrutture, soprattutto al Sud. La Basilicata non ha un’autostrada. La Sicilia ne ha solo una, dopo che un ponte autostradale è crollato dopo essere stato inaugurato. Bisognerebbe anche costruire strade, metropolitane, attrezzare adeguatamente le scuole”.
Domanda: Cosa fareste se foste al governo?
Di Maio: “Se dovessimo formare un governo, il nostro obiettivo non sarebbe abbattere le istituzioni europee. Ci siederemmo attorno a un tavolo e diremmo: “Guardate. Il tempo della resistenza al cambiamento è finito. Bisogna mettere in moto un processo che metta al centro le funzioni elettive e i diritti dei cittadini, e non solo l’economia.” Al momento le istituzioni europee sono influenzate dai trattati economici a svantaggio degli interessi nazionali. Un esempio: gli accordi che facilitano le importazioni di olio tunisino e arance marocchine in Europa distruggono il nostro sistema produttivo in Sicilia e Puglia. E tuttavia, l’UE è stata concepita per favorire il suo mercato interno, non per aprire tutte le sue porte all’esterno. Se, per aiutare la Tunisia e il Marocco bisogna sacrificare i nostri prodotti, quella è la prova che l’UE funziona male. Non c’è altro modo per aiutare quei Paesi? Non si possono, piuttosto, fondare università, centri di formazione, centri culturali?
permetterà di dare 780 € a ogni cittadino delle fasce più deboli.”
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Appello per il No al referendum costituzionale di Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica all’università di Bologna, già sottoscritto da Carlo Galli, Marco Valbruzzi e Maurizio Viroli.

“Noi crediamo profondamente in una democrazia e ci batteremo per essa. Ma se altri gruppi avvalendosi di esigue ed effimere maggioranze, volessero far trionfare dei princìpi di parte e darci una Costituzione che non rispecchia la profonda aspirazione della grande maggioranza degli italiani, che amano come noi la libertà e come noi amano la giustizia sociale, se volessero fare una Costituzione di parte, allora avrete scritto sulla sabbia la vostra Costituzione ed il vento disperderà la vostra inutile fatica
” (Lelio Basso, 6 marzo 1947, in Assemblea Costituente).

1. Il NO non significa opposizione a qualsiasi riforma della Costituzione che sicuramente è una ottima Costituzione. Ha obbligato con successo tutti gli attori politici a rispettarla. Ha fatto cambiare sia i comunisti sia i fascisti. Ha resistito alle spallate berlusconiane. Ha accompagnato la crescita dell’Italia da Paese sconfitto, povero e semi-analfabeta a una delle otto potenze industriali del mondo. Non pochi esponenti del NO hanno combattuto molte battaglie riformiste e alcune le hanno vinte (legge elettorale, legge sui sindaci, abolizione di ministeri, eliminazione del finanziamento statale dei partiti). Non pochi esponenti del NO desiderano riforme migliori e le hanno formulate. Le riforme del governo sono sbagliate nel metodo e nel merito. Non è indispensabile fare riforme condivise se si ha un progetto democratico e lo si argomenta in Parlamento e agli elettori. Non si debbono, però, fare riforme con accordi sottobanco, presentate come ultima spiaggia, imposte con ricatti, confuse e pasticciate. Noi non abbiamo cambiato idea. Riforme migliori sono possibili.

2. No, non è vero che la riforma del Senato nasce dalla necessità di velocizzare il procedimento di approvazione delle leggi. La riforma del Senato nasce con una motivazione che accarezza l’antipolitica “risparmiare soldi” (ma non sarà così che in minima parte) e perché il Porcellum ha prodotto due volte un Senato ingovernabile. Era sufficiente cambiare in meglio, non in un porcellinum. Il biCameralismo italiano ha sempre prodotto molte leggi, più dei biCameralismi differenziati diGermania e Gran Bretagna, più della Francia semipresidenziale e della Svezia monoCamerale. Praticamente tutti i governi italiani sono sempre riusciti ad avere le leggi che volevano e, quando le loro maggioranze erano inquiete, divise e litigiose e i loro disegni di legge erano importanti e facevano parte dell’attuazione del programma di governo, ne ottenevano regolarmente l’approvazione in tempi brevi. Non è vero che il Senato era responsabile dei ritardi e delle lungaggini. Nessuno ha saputo portare esempi concreti a conferma di questa accusa perché non esistono. Napolitano dovrebbe saperlo meglio di altri. Piuttosto, il luogo dell’intoppo era proprio la Camera dei Deputati. Ritardi e lungaggini continueranno sia per le doppie letture eventuali sia per le prevedibili tensioni e conflitti fra Senatori che vorranno affermare il loro ruolo e la loro rilevanza e deputati che vorranno imporre il loro volere di rappresentanti del popolo, ancorché’ nominati dai capipartito.

3. Non è vero che gli esponenti del NO sono favorevoli al mantenimento del biCameralismo. Anzi, alcuni vorrebbero l’abolizione del Senato; altri ne vorrebbero una trasformazione profonda. La strada giusta era quella del modello Bundesrat, non quella del modello misto francese, peggiorato dalla assurda aggiunta di cinque Senatori nominati dal Presidente della Repubblica (immaginiamo per presunti, difficilmente accertabili, meriti autonomisti, regionalisti, federalisti). Inopinatamente, a 100 Senatori variamente designati, nessuno eletto, si attribuisce addirittura il compito di eleggere 2 giudici costituzionali, mentre 630 deputati ne eleggeranno 3. E’ uno squilibrio intollerabile.

4. Non è vero che e’ tutto da buttare. Alcuni di noi hanno proposto da tempo l’abolizione del CNEL. Questa abolizione dovrebbe essere spacchettata per consentire agli italiani di non fare, né a favore del “sì” ne’ a favore del “no”, di tutta l’erba un fascio. Però, non si può chiedere agli italiani di votare in blocco tutta la brutta riforma soltanto per eliminare il CNEL.

5. Alcuni di noi sono stati attivissimi referendari. Non se ne pentono anche perché possono rivendicare successi di qualche importanza. Abbiamo da tempo proposto una migliore regolamentazione dei referendum abrogativi e l’introduzione di nuovi tipi di referendum e di nuove modalità di partecipazione dei cittadini. La riforma del governo non recepisce nulla di tutta questa vasta elaborazione. Si limita a piccoli palliativi probabilmente peggiorativi della situazione attuale. La riforma non è affatto interessata a predisporre canali e meccanismi per una più ampia e intensa partecipazione degli italiani tutti (anzi, abbiamo dovuto registrare con sconforto l’appello di Renzi all’astensione nel referendum sulle trivellazioni), ma in particolare di quelli più interessati alla politica.

6. No, non è credibile che con la cattiva trasformazione del Senato, il governo sarà più forte e funzionerà meglio non dovendo ricevere la fiducia dei Senatori e confrontarsi con loro. Il governo continuerà le sue propensioni alla decretazione per procurata urgenza. Impedirà con ripetute richieste di voti di fiducia persino ai suoi parlamentari di dissentire. Limitazioni dei decreti e delle richieste di fiducia dovevano, debbono costituire l’oggetto di riforme per un buongoverno. L’Italicum non selezionerà una classe politica migliore, ma consentirà ai capi dei partiti di premiare la fedeltà, che non fa quasi mai rima con capacità, e di punire i disobbedienti.

7. La riforma non interviene affatto sul governo e sulle cause della sua presunta debolezza. Non tenta neppure minimamente di affrontare il problema di un eventuale cambiamento della forma di governo. Tardivi e impreparati commentatori hanno scoperto che il voto di sfiducia costruttivo esistente in Germania e importato dai Costituenti spagnoli è un potente strumento di stabilizzazione dei governi, anzi, dei loro capi. Hanno dimenticato di dire che: i) è un deterrente contro i facitori di crisi governative per interessi partigiani o personali (non sarebbe stato facile sostituire Letta con Renzi se fosse esistito il voto di sfiducia costruttivo); si deve accompagnare a sistemi elettorali proporzionali non a sistemi elettorali, come l’Italicum, che insediano al governo il capo del partito che ha ottenuto più voti ed è stato ingrassato di seggi grazie al premio di maggioranza.

8. I sostenitori del NO vogliono sottolineare che la riforma costituzionale va letta, analizzata e bocciata insieme alla riforma del sistema elettorale. Infatti, l’Italicum squilibra tutto il sistema politico a favore del capo del governo. Toglie al Presidente della Repubblica il potere reale (non quello formale) di nominare il Presidente del Consiglio. Gli toglie anche, con buona pace di Scalfaro e di Napolitano che ne fecero uso efficace, il potere di non sciogliere il Parlamento, ovvero la Camera dei deputati, nella quale sarà la maggioranza di governo, ovvero il suo capo, a stabilire se, quando e come sciogliersi e comunicarlo al Presidente della Repubblica (magari dopo le 20.38 per non apparire nei telegiornali più visti).

9. No, quello che è stato malamente chiesto non è un referendum confermativo (aggettivo che non esiste da nessuna parte nella Costituzione italiana), ma un plebiscito sulla persona del capo del governo. Fin dall’inizio il capo del governo ha usato la clava delle riforme come strumento di una legittimazione elettorale di cui non dispone e di cui neppure ha bisogno. Nelle democrazie parlamentari la legittimazione di ciascuno e di tutti i governi arriva dal voto di fiducia (o dal rapporto di fiducia) del Parlamento e se ne va formalmente o informalmente con la perdita di quella fiducia. Il capo del governo ha rilanciato. Vuole più della fiducia. Vuole l’acclamazione del popolo. Ci “ha messo la faccia”. Noi ci mettiamo la testa: le nostre accertabili competenze, la nostra biografia personale e professionale, se del caso, anche l’esperienza che viene con l’età ben vissuta, sul referendum costituzionale (che doveva lasciare chiedere agli oppositori, referendum, semmai da definirsi oppositivo: si oppone alle riforme fatte, le vuole vanificare). Lo ha trasformato in un malposto giudizio sulla sua persona. Ne ha fatto un plebiscito accompagnato dal ricatto: “se perdo me ne vado”.

10. Le riforme costituzionali sono più importanti di qualsiasi governo. Durano di più. Se abborracciate senza visione, sono difficili da cambiare. Sono regole del gioco che influenzano tutti gli attori, generazioni di attori. Caduto un governo se ne fa un altro. La grande flessibilità e duttilità delle democrazie parlamentari non trasforma mai una crisi politica in una crisi istituzionale. Riforme costituzionali confuse e squilibratrici sono sempre l’antiCamera di possibili distorsioni e stravolgimenti istituzionali. Il ricatto plebiscitario del Presidente del Consiglio va, molto serenamente e molto pacatamente, respinto.
Quello che sta passando non è affatto l’ultimo trenino delle riformette. Molti, purtroppo, non tutti, hanno imparato qualcosa in corso d’opera. Non è difficile fare nuovamente approvare l’abolizione del CNEL, e lo si può fare rapidamente. Non è difficile ritornare sulla riforma del Senato e abolirlo del tutto (ma allora attenzione alla legge elettorale) oppure trasformarlo in Bundesrat. Altre riforme verranno e hanno alte probabilità di essere preferibili e di gran lunga migliori del pasticciaccio brutto renzian-boschiano. No, non ci sono riformatori da una parte e immobilisti dall’altra. Ci sono cattivi riformatori da mercato delle pulci, da una parte, e progettatori consapevoli e sistemici, dall’altra. Il NO chiude la porta ai primi; la apre ai secondi e alle loro proposte e da tempo scritte e disponibili.
..
Emilio M.
Questa riforma viene venduta come quella che abolisce il Senato, ma il Senato non viene abolito affatto viene solo eliminato il diritto di voto. I nuovi Senatori poi arriveranno dalle regioni, l’ istituzione dove ci sono più scandali.
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Alessandro
Renzi controllerà tutto: Parlamento, governo, Quirinale, Corte costituzionale, Rai e Consiglio superiore della magistratura, realizzando un sogno (anzi un incubo) che forse nemmeno B. aveva osato accarezzare.
La Corte Costituzionale è un organo di garanzia costituzionale cui è demandato il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, dirimere eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri di dette istituzioni e tra le Regioni stesse, ed esprimersi su eventuali atti di accusa nei confronti del Presidente della Repubblica.
Sul referendum sulla Costituzione è importante informare che non esiste il quorum (cioè le percentuali dei votanti), quindi per farlo bocciare non bisogna astenersi ma andare a votare “NO”.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1770 6-6-2016 LA MINACCIA DEL TTIP

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MASADA n° 1770 6-6-2016 LA MINACCIA DEL TTIP
Blog di Viviana Vivarelli

Il trionfo del mercato iperliberista – Un mondo dominato solo dal lucro dei più forti – Obama vuole imporre all’Ue il TTIP- Con questo trattato i grossi potentati economici possono abolire ogni regola a difesa della salute e dell’ambiente e sopravanzare gli Stati – Col TTIP potrebbero citare gli Stati e le imprese che li danneggiano finanziariamente – Metterebbe le mani su lavoro, sanità, scuola e stato sociale – Cameron, Renzi e Calendo sono favorevoli – Il Parlamento Europeo dovrebbe votare sì o no senza nemmeno conoscerlo – Sarebbe la scomparsa totale della democrazia divorata dal mercato- Battuta infelice di Visco sul reddito minimo – 42 miliardi regalati alle banche – Il Tesoro ha perso una fortuna giocando coi derivati – Il TTIP e la durata dei brevetti medicinali- La donna che salva i migranti- Jonny lecchino – Film “La grande scommessa” – Il futuro? Senza preti è meglio- Il M5S e la carta dell’onestà

Viviana
Io ho sempre votato, anche con la febbre a 40 e con la gamba ingessata, e anche oggi alle 7 e 5 avevo già votato, ma sono andata al seggio stanca e infelice. Nessuno dei partiti o dei candidati mi pareva meritasse il mio voto. Bologna avvizzisce e muore nell’apatia e nell’ignoranza generale. Continuo a combattere nella sfiducia più totale, per forza di inerzia, vado avanti come uno zombie in nome di principi e di valori che mi sembra di gridare a un mondo di morti. Non incontro nemmeno la cattiveria quanto la stupidità e il vuoto morale, l’indifferenza e la piccola sconcezza. Il quadro politico è talmente sporco, le forze contro cui combattere sono talmente potenti e intorno a me sento tanta apatia che mi viene nel cuore tutta la sfiducia e la debolezza di chi non vede davanti che il nulla.
Eppure lo so che “Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita” (Antonio Gramsci) ma queste parole come suonano vecchie in questo mondo di morti!


IL TTIP E L’ITALIA SERVO SCIOCCO

Il TTIP è un trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico con cui Obama vuole modificare le regole Europee e abbattere dazi e dogane nel commercio tra Europa e Stati Uniti.
Questo pericoloso trattato, negoziato in segreto tra Commissione UE e Governo USA, vuole formare un blocco geopolitico offensivo contro Cina, India e Brasile creando un mercato euro-americano, dove le regole non siano più determinate dai Governi ma da organismi tecnici sovranazionali secondo le esigenze di lucro e potere dei grandi gruppi economici.
Il Trattato prevede di due organismi tecnici molto potenti fuori da ogni controllo da parte degli Stati e quindi dei cittadini:
l’ISDS, un meccanismo di protezione degli investimenti (Investor-State Dispute Settlement), che permetterebbe alle grandi imprese di citare i governi che introducono norme a tutela dei propri cittadini, che ledono i loro interessi. Le vertenze non sarebbero giudicate da tribunali ordinari ma da un consesso riservato di avvocati commerciali superspecializzati che giudicherebbero se uno Stato – magari introducendo una regola a salvaguardia del clima, o della salute – crea danno a un’impresa. Lo Stato o l’ente locale sarebbe costretto a ritirare il provvedimento o ad indennizzare l’impresa. Pensiamo per es, all’Ilva a Taranto, o alla diossina a Seveso, e l’ingiustizia è servita.
Una giustizia “privatizzata”, insomma. La giustizia a servizio del capitale.

Il RCC, il 2° organismo è il Regulatory Cooperation Council: un organo dove esperti nominati della Commissione UE e del ministero USA valuterebbero l’impatto commerciale di ogni marchio, regola, etichetta, ma anche contratto di lavoro o standard di sicurezza a livello nazionale, federale o Europeo. A sua discrezione sarebbero ascoltati imprese, sindacati e società civile. A sua discrezione sarebbe valutato il rapporto costi/benefici di ogni misura e il livello di conciliazione e uniformità tra USA e UE. Un’assurdità antidemocratica che va bloccata prima possibile.

Per chi è vantaggioso il TTIP?
Ovviamente per i gruppi economici più potenti. Calenda, ministro per lo Sviluppo economico ha commissionato a Prometeia s.p.a. una prima valutazione d’impatto per l’Italia. I primi benefici delle liberalizzazioni si manifesterebbero nell’arco di tre anni, ma sono scarsi, si va da un guadagno zero a un +0,5% di PIL in uno scenario ottimistico: 5,6 miliardi di euro e 30mila posti di lavoro (contro 300.000 posti di lavoro persi!). Ma quanti sarebbero i posti di lavoro persi e i danni alle piccole e media imprese che costituiscono il 90% delle imprese italiane?
L’Italia è riuscita a rosicchiare spazi di mercato internazionale contenendo i propri prezzi, senza generare domanda interna né nuova occupazione. Ora ci potremmo trovare invasi da prodotti USA a prezzi stracciati che porterebbero danni all’economia e soprattutto all’occupazione, molto più ingenti dei presunti guadagni per i soliti noti.

Il Parlamento Europeo non può nemmeno avere tutte le informazioni visto che gli incontri sono segreti e si dovrebbe votare ad occhi chiusi. Nel 2013 ha rilasciato il mandato a negoziare alla Commissione – come richiede il Trattato di Lisbona – e ora il Parlamento può solo porre dei quesiti precisi alla Commissione che può rispondere ma nel rispetto della riservatezza obbligatoria in tutti i negoziati commerciali bilaterali, e poi avrà diritto di voto finale “prendi o lascia”, quando il negoziato sarà completato. Nel frattempo il Parlamento Europeo non ha diritto né di accesso né di intervento sul testo. I Governi stessi se vorranno avere visione delle proposte USA, dovranno accedere a sale di sola lettura nelle ambasciate americane e non potranno nemmeno prendere appunti o farne copia. Un assurdo, considerata la tecnicità e complessità dei testi negoziali.

Una privatizzazione totale.
Se il TTIP passa, tutti i settori di produzione e consumo come cibo, farmaci, energia, chimica, ma anche i diritti su servizi essenziali come scuola, sanità, acqua, previdenza e pensioni, possono essere privatizzati dalle imprese e dei gruppi economico-finanziari più grossi. E misure protettive, come i contratti di lavoro, misure di salvaguardia o protezione sociale o ambientale, possono essere spazzati via.

In USA il costo del lavoro è più basso e il comportamento delle imprese nazionali più disinvolto e irresponsabile. Non ci sono garanzie sugli impatti ambientali e climatici.
Il TTIP non si cura dei danni al clima. Gli Usa non hanno mai accettato il Protocollo di Kyoto appena archiviato anche grazie alla loro ferma opposizione.
Il TTIP non si cura dei danni alla salute, per es. nel 1988 l’UE ha vietato l’importazione di carni bovine trattate con ormoni della crescita cancerogeni. Per questo è stata obbligata a pagare a USA e Canada dal Tribunale delle dispute dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) oltre 250 milioni di dollari l’anno di sanzioni commerciali nonostante le evidenze scientifiche e le tante vittime. Solo nel 2013 la ritorsione è finita quando l’Europa si è impegnata ad acquistare dai due concorrenti carne di alta qualità fino a 48.200 tonnellate l’anno, alla faccia del libero commercio.

Da molti anni movimenti, associazioni, reti sindacali e istituzioni internazionali come FAO e UNCTAD, le agenzie ONU che lavorano su Agricoltura, Commercio e Sviluppo, ci dicono che per uscire dalla crisi occorre rafforzare i mercati locali, con programmazioni territoriali regionali e locali più attente basate su quanto ci resta delle risorse essenziali alla vita e quanti bisogni essenziali dobbiamo soddisfare per far vivere dignitosamente più persone possibili. Ma continuiamo con l’iperliberismo forzato stile TTIP, che fa male non solo al pianeta e alle comunità umane, ma allo stesso commercio che è in contrazione dal 2009.
La crescita infinita si è rivelata un concetto insensato. I poveri crescono a vista d’occhio e devono lavorare oltre le 10 ore al giorno per un pugno di spiccioli, consumano prodotti poveri e sempre meno; i ricchi, che sono sempre più ricchi e più concentrati consumano tanto e malissimo, e non creano benessere diffuso.
Abbiamo la grande opportunità di voltare pagina, e di dare a questo pianeta un po’ di futuro, rimettendo al centro della politica i beni comuni e i diritti. Col TTIP, al contrario, ci chiuderemo le poche finestre di possibilità ancora aperte.
Con la Campagna ‘Stop TTIP’, che raccoglie solo in Italia oltre 60 tra associazioni, sindacati, enti pubblici, cittadini e comunità, vogliamo fermare questa deriva e diffondere tutte le alternative possibili.

IL TTIP E’ UN ACCORDO TRA LE LOBBY MONDIALI PER FAR TRIONFARE IL LORO LUCRO
RAPPRESENTA L’AVANZATA DELL’IMPERIALISMO AMERICANO

Berluscameno
“Europei, scappate dall’Ue e non firmate il tossico TTIP”.
Per la Gran Bretagna e l’Italia sarà meglio lasciare l’Ue, se il Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti entrerà in vigore: lo ha dichiarato il Premio Nobel Joseph Stiglitz: “Penso che le restrizioni imposte dal TTIP sarebbero talmente di ostacolo all’attività del Governo”, ha detto Stiglitz, secondo cui il “Trattato Transatlantico” rappresenta “una generale riscrittura delle regole in assenza di discussione pubblica”, per cui “i pericoli per la nostra società sono molto significativi”.
Il TTIP creerà la più grande zona di libero scambio al mondo, abbattendo tariffe doganali, consentirà alle aziende di fare causa ai governi stranieri che minacciano i loro profitti. Punto centrale dell’accordo commerciale Usa-Ue è la “Clausola di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato” (Isds), che darebbe alle imprese il potere di citare in giudizio i governi su qualsiasi norma minacci i loro profitti.
“I dettagli di queste clausole sono spesso avvolti nel segreto, e messi a punto in sessioni clandestine”. Zero trasparenza: il TTIP interferisce con il diritto dei governi sovrani di governare nell’interesse pubblico, e potrebbe legare le mani a chi deve stabilire le regole.
Dati delle Nazioni Unite rivelano che le imprese statunitensi hanno già rastrellato miliardi di dollari facendo causa ai governi nazionali: “Solo a partire dal 2000, le aziende americane hanno fatto causa agli Stati in base ad accordi di libero scambio in 130 distinte occasioni”. La Philip Morris ha citato in giudizio l’Australia e l’Uruguay perché avevano fatto inserire avvertenze sui rischi per la salute sui pacchetti di sigarette. “Ogni volta che fate approvare un regolamento contro l’amianto o qualsiasi altra cosa TOSSICA per l’uomo, potete essere citati in giudizio”.
Nick Dearden, direttore del ‘think-tank’ inglese “Global Justice Now” dice: “Non c’è dubbio che questo accordo commerciale tossico cucinato a Bruxelles stia spingendo molti a ritenere che il Regno Unito starebbe meglio fuori dall’Ue, ma niente suggerisce che la Brexit impedirebbe a qualcosa di peggio di prendere il suo posto”.
Cameron è uno dei più grandi sostenitori del TTIP e il Regno Unito “ha firmato una serie di spietati accordi commerciali bilaterali di libero mercato che contengono “Isds” con molti altri paesi – quindi è perfettamente possibile che nel Regno Unito ci sarebbe una spinta a creare un equivalente del TTIP tra Regno Unito e Stati Uniti, perfino peggiore”.
Finora, in Europa, milioni di persone si sono mobilitate contro il trattato, “per sfidare la presa di potere da parte delle aziende legata al TTIP”.
A spaventare i cittadini, gli obiettivi principali del trattato: e cioè privatizzare sanità pubblica, istruzione e fornitura di acqua in tutta Europa. Gli attivisti sono preoccupati anche del programma di “convergenza normativa” del TTIP, che cercherà di rendere le norme Ue in materia di sicurezza alimentare più simili a quelle americane.
“Dato che le normative statunitensi sono generalmente meno rigide rispetto alle loro equivalenti Europee” (una dozzina di regole di salvaguardia contro le 2400 dell’Ue!), si teme che vengano allentati gli standard di sicurezza e qualità alimentare in Europa: “Il mercato Europeo potrebbe essere invaso da prodotti geneticamente modificati e cibi pieni di ormoni e pesticidi”.
Intanto, mentre i negoziati sul TTIP continuano a svolgersi (scandalosamente) a porte chiuse, si pensa che la City di Londra stia muovendosi per “ammorbidire” i regolamenti bancari in vigore negli Stati Uniti, che dopo il 2008 sono più severi di quelli osservati in Gran Bretagna.
“Gli attivisti per la finanza etica temono che il TTIP rottamerà queste misure e restrizioni, restituendo così il potere ai banchieri”.
Paura anche per la perdita di posti di lavoro: “L’anno scorso, Bruxelles ha ammesso che il TTIP potrebbe causare notevoli livelli di disoccupazione. E ha dato consigli ai membri dell’Ue su come affrontare l’aumento dei livelli di disoccupazione dopo l’entrata in vigore del TTIP”.

IL GIOCO D’AZZARDO DEI DERIVATI
Viviana Vivarelli

Si sono divertiti a scommettere sui derivati con i nostri soldi. Quei contratti-capestro per le bellezza di 42 miliardi (!!) sono stati firmati da : Mario Draghi, Domenico Siniscalco, Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Giulio Tremonti e Tommaso Padoa-Schioppa. L’ultimo è morto ma gli altri hanno ricevuto onori e gloria dalle loro infamità:
Draghi è supergovernatore della Bce
Siniscalco è vicepresidente proprio di Morgan Stanley (curioso!)
Amato è alla Consulta
Ciampi e Tremonti non hanno più cariche.
Sono i responsabili politici di questo massacro ai danni degli italiani. Ma «nessuno di loro ha pagato qualcosa per il suo azzardo e per aver buttato via così’ i nostri soldi. E ora si viene a dire che “non ci sono soldi per il reddito minimo”?? Dovrebbero diventare viola per la vergogna!
Insomma c’è il delitto (42 miliardi buttati), ci sono le vittime (siamo noi), ma non c’è il colpevole. O meglio c’è, ma nessuno mai lo punirà per quello che ha fatto.(Gilioli)
Brexit o no, le cose stanno marciando verso una crisi ancora maggiore che arricchirà i soli magnati restringendo ancora di più il numero dei superpotenti della Terra. I danni del finanz-capitalismo e dell’iperliberismo uniti continueranno anche peggio senza che nessuno faccia niente per fermare questa rovina e con popoli inebetiti dalla propaganda elettorale e ignoranti di economia e finanza, mentre la sx può dichiarare solo la sua rovinosa estinzione
Per nostra sciagura Renzi e il suo yesman il Ministro dello Sviluppo Calenda sono a favore del TTIP
Un report della DG Internal Policies” commissionato dal Parlamento Europeo prova i danni che ne verrebbero al nostro Paese..La disfatta delle piccole e medie imprese che costituiscono il 99,9% del nostro tessuto economico (sono 4 milioni) e almeno 300.000 disoccupati in più. Senza contare il danno che ne verrebbe alla nostra salute e all’ambiente, visto che le merci statunitensi non seguono regole di protezione sanitaria e ambientale, senza contare uno stato sociale privatizzato totalmente e gestito dalle multinazionali americane che distruggerebbe ogni tutela verso le parti più deboli della popolazione con aumento dei costi e calo della qualità
Per nostra disgrazia, la privatizzazione a 360° dei servizi pubblici è nel programma di Renzi già a partire dalla prima Leopolda

Berluscameno
Troppe volte le liberalizzazioni dei mercati hanno portato nella ristrutturazione delle economie, con interi settori che collassano e altri che, pur espandendosi non sono in grado di riassorbire le persone espulse dal mercato del lavoro.
Il TTIP avrà impatti diversi a seconda dei Paesi, e l’Italia dovrebbe subire gli effetti più pesanti, è seconda solo alla Germania per la perdita di posti di lavoro (quasi 300mila), con guadagni di reddito pro-capite che non superano lo 0.5%.
Sarà colpita in particolar modo l’industria (Piccole e Medie Imprese) come la produzione di macchinari elettrici, metal-meccanica, servizi finanziari…per cui per far fronte alla perdita di posti di lavoro si dovrebbero fare “programmi speciali di assistenza per gli aggiustamenti legati al commercio(PMI), nella forma ad esempio dell’ “European Globalization Adjustment Fund (EGF)” e un “programma speciale per affrontare le ripercussioni negative dovute al TTIP”. L’Europa non è pronta a tutto questo, tanto che ha tagliato il Fondo di aggiustamento da 500 milioni di Euro a 150 milioni per il periodo 2014 – 2020, proprio mente gli Stati Uniti hanno aumentato lo stanziamento a 2.3 miliardi di dollari lo scorso maggio 2015, proprio per contrastare gli effetti negativi del TPP (la Transpacific Partnership) e del TTIP.
L’insieme degli effetti negativi del TTIP con “i piani di austerità e di taglio dei costi sociali” potrebbe far diventare il trattato transatlantico ancor più indigeribile di quanto già non sia.
Gli Europei non lo vogliono, ma 5 Governi Ue (evidentemente sostenuti da gruppi di potere economico) premono in segreto per avere tribunali per le imprese contro i cittadini. Nonostante milioni di cittadini Europei abbiano espresso la loro contrarietà all’ISDS e alla proposta Europea di riformarlo in una ICS (Investment Court System), 5 governi Europei stanno spingendo questo meccanismo all’interno dell’Europa stessa ad insaputa dei cittadini Europei: Austria, Francia, Finlandia, Germania e Paesi Bassi.
Il meccanismo estenderebbe a tutte le imprese degli Stati membri la possibilità utilizzare corti di arbitrato internazionale viziate da macroscopici conflitti di interessi.

L’EUROPA CI MANGERA’ VIVI
Berluscameno

”Tra dieci anni l’Italia non esisterà più, totalmente distrutta dall’Euro e dalla Ue”.
Così Roberto Orsi, professore italiano trasferito a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il nostro prossimo futuro.
“Gli storici probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di ”nazione prospera e leader industriale“ in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampante terzo- mondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un “completo caos politico istituzionale”.
Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. E peggiorerà”.
“Crisi, Italia fanalino di coda tra i big Ue.”
Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo Orsi, è lo smantellamento del sistema economico reale ed in particolare di quello manifatturiero, vera peculiarità del made in Italy (PMI) a tutti i livelli: “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. “Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce”. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha “negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali”, senza mai considerare il reale interesse dell’economia reale e bancaria del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione”. “L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori”. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia “avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori”. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner Europei riforme mai attuate, ma “impegnandosi in politiche di austerità”.
Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. “Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione un fatto certo”.

“Salvabanche”, la lettera UE all’Italia.
Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro la politica: “L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale”. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. “Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio dell’ex Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia”. ” Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’Ue e dei mercati finanziari a qualsiasi costo”. “Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica, che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano”.
“L’interventismo dell’ex Presidente è stato particolarmente evidente — prosegue il professor Orsi — nella creazione del governo Monti e dei due successivi esecutivi, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. “Saranno amaramente delusi”.
“L’attuale leadership politica e bancaria non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina”. Sarebbe facile sostenere che solo Monti ha aggravato la già grave recessione. Chi lo ha sostituito ha seguito esattamente lo stesso percorso: “tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità”.
“I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali”: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. “Sono in realtà i garanti della scomparsa definitiva dell’Italia”.

Il governatore della Banca d’Italia ha bocciato l’ipotesi del sussidio universale intervenendo al Festival dell’Economia di Trento: “Non è la risposta dal punto di vista finanziario”.

Visco dovrebbe andare a nascondersi per aver detto una simile aberrazione.
Ma ormai siamo nelle mani di questi incompetenti boriosi che ci rovinano e mentre lo fanno pretendono anche di essere applauditi!
E poi si viene a dire che la Raggi sarebbe inesperta!!! Dove sta l’esperienza e la competenza di una simile testa di legno?Il costo del Reddito minimo è stato calcolato in 15,5 miliardi. La Germania che è più grande e ricca di noi e spende molto di più nell’assistenza ci mette 27 miliardi l’anno. La Germania ha 80 milioni di abitanti, noi 60
e quello che spende la Germania è un dato certo.

Non trovano i soldi per il “reddito di cittadinanza”, però li trovano per:
-10 miliardi di euro all’anno per pagare 90.000 ufficiali e sottufficiali e 80.000 soldati di truppa
-cacciabombardieri Eurofighter (677 milioni di euro)
-cacciabombardieri F35 (630 milioni)
-nuova portaerei Trieste e nuove fregate Ppa (472 milioni)
-fregate Fremm (389 milioni)
-elicotteri NH-90 (289 milioni)
-programma di digitalizzazione dell’esercito Forza NEC (203 milioni)
-nuovi carri Freccia (170 milioni)
-nuovi elicotteri CH-47f (155 milioni)
-caccia M346 (125 milioni)
-sommergibili U212 (113 milioni)
-400 milioni l’anno per pagare la famigerata pensione ausiliaria
-20 milioni l’anno per pagare tra stipendi e pensioni 200 cappellani militari con il grado di colonnello e generale
-nuovo aereo di Renzi: 15 milioni l’anno
+ 8 miliardi per le 10 missioni militari all’estero
Siamo a 21 miliardi e mezzo.

Ad avere diritto del reddito minimo garantito sarebbero tutti i maggiorenni residenti in Italia con cittadinanza italiana che non hanno più un posto di lavoro o che non riescono a rimanere sopra la soglia di povertà. La proposta del M5S prevede anche un salario minimo garantito che deve essere di almeno 9 euro l’ora.

Il reddito minimo costerebbe 15,5 miliardi; gli 80 euro sono costati 10 miliardi e ora 1,6 milioni devono restituirlo, ma gli aumenti di tasse Renzi non ce lo restituisce.
E quanto è costato il bonus bebé di 160 euro per tre anni e 240 euro al secondogenito?
E ci dovremmo aggiungere il bonus bebè e i 500 euro ai diciottenni (Renzi va avanti a forza di toppettine!).
Come si fa a dire che mancano i soldi per i più poveri quando la tentata riforma fiscale con cui Renzi depenalizzava la frode fiscale fino al 3% per aiutare gli evasori porta a una perdita di 16 miliardi? Ce ne vuole di faccia!
E cosa dire degli 11 regali di Renzi alle banche?
Grillo: Sono ben 11 i regali alle banche dal 2013, con l’ultimo sbandierato come il divieto all’odiosa capitalizzazione degli interessi su prestiti e fidi, uscito dalla porta e fatto rientrare dalla finestra con l’ingannevole messaggio di un suo divieto, l’anatocismo legalizzato, vanificando così 25 anni di battaglie giudiziarie e pronunce plurime, incontrovertibili e consolidate, l’ennesimo inganno, per favorire gli esclusivi interessi delle banche e danneggiare i consumatori, che oltre al danno devono subire perfino la beffa, sia sugli interessi di mora che potranno produrre ulteriori interessi in contrasto con le consolidate sentenze di Cassazione, che con il consenso preventivo richiesto dalle banche ai consumatori affinché gli interessi passivi possano diventare capitale, se non pagati entro 60 giorni dal 31 dicembre di ogni anno, generando quindi ulteriori interessi.

MANCANO I SOLDI PER IL REDDITO MINIMO PERO’ IL GOVERNO HA REGALATO 42 MILIARDI ALLE BANCHE

Ce ne vuole di faccia da parte di chi pensa solo agli interessi delle banche per sputare così sulla miseria del popolo e negare il fatto infame che in questi ultimi anni il Tesoro ha regalato 42 miliardi alle banche. E’ il Sole 24 Ore a dirlo con una inchiesta sulla vicenda allucinante dei derivati che lo Stato ha comprato da banche internazionali facendo un buco clamoroso (per le nostre casse)e un favore immenso (alle banche).Dagli anni 90 in poi il Tesoro coi nostri soldi ha comprato derivati scommettendo che i tassi sarebbero saliti,invece sono scesi, giocando a una vera roulette russa e sbagliando clamorosamente previsioni e decisioni,così i Ministri hanno buttato via 42 miliardi degli Italiani (e sarebbero questi ‘i competenti’ !!??)
Si sono divertiti a giocare d’azzardo coi nostri soldi in «una scommessa altamente rischiosa, resa ancora più imprudente da una clausola che concedeva alle banche la chiusura anticipata» dei contratti. E quel che è peggio “tutto è stato fatto nel segreto” senza che sia rintracciabile un responsabile: «Gli Italiani hanno pagato operazioni finanziarie fatte dai Ministri che non sono mai state dichiarate né tantomeno spiegate», «senza un vero titolare», con dirigenti e tecnici che rispondevano solo al direttore generale o al ministro del Tesoro in carica.
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IL TESORO HA PERSO MILIARDI GIOCANDO COI DERIVATI

Si sono divertiti a scommettere sui derivati con i nostri soldi. Quei contratti-capestro per le bellezza di 42 miliardi (!!) sono stati firmati da : Mario Draghi, Domenico Siniscalco, Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Giulio Tremonti e Tommaso Padoa-Schioppa. L’ultimo è morto ma gli altri hanno ricevuto onori e gloria dalle loro infamità:
Draghi è supergovernatore della Bce
Siniscalco è vicepresidente proprio di Morgan Stanley (curioso)
Amato è alla Consulta
Ciampi e Tremonti non hanno più cariche.
Sono i responsabili politici di questo massacro ai danni degli italiani. Ma «nessuno di loro ha pagato qualcosa per il suo azzardo e per aver buttato via così’ i nostri soldi. E ora si viene a dire che “non ci sono soldi per il reddito minimo”?? Dovrebbero diventare viola per la vergogna!
Insomma c’è il delitto (42 miliardi buttati), ci sono le vittime (siamo noi), ma non c’è il colpevole. O meglio c’è, ma nessuno mai lo punirà per quello che ha fatto.
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I Francesi giustamente sono scesi in piazza e lottano duramente contro il Jobs act che distruggerebbe tutti i loro diritti sul lavoro
Quei vigliacchi degli italiani con quei ancor più vili dei sindacati lo hanno trangugiato senza nemmeno fare una mossa di ribellione e quell’infame del Pd che avrebbe dovuto essere il difensore dei lavoratori è stato prontissimo a votare la sconcezza di Renzi, il peggior suicidio che un partito che era un tempo il terzo partito della sx europea potesse commettere, un disastro irreparabile!
Prima il voto alla riforma della Fornero, poi il pareggio del bilancio messo nella Costituzione, poi il patto del Nazareno, infine l’associazione con Alfano-Verdini, la distruzione dell’articolo 18, le leggi sul lavoro fatte senza i sindacati, 50 articoli della Costituzione violentati, due diritti elettorali cancellati e domani il TTIP!! Non c’è fine allo scempio che il Pd ha commesso a danno dell’Italia||||
I posteri si chiederanno come potessero esserci in Italia così tanti pazzi criminali a volere una simile autodistruzione!

Il Governatore di Bankitalia Visco ha dichiarato che il reddito minimo di cittadinanza non sarebbe applicabile in Italia perché costerebbe il 20 del Pil.
L’Istat ha comunicato che nel 2015 il Pil in Italia ai prezzi di mercato è stato pari a 1.636.372 milioni di euro correnti.
Il 20 % di questa cifra corrisponde a 327.274 milioni di euro.
Ovvero a 327 miliardi.
Siccome è stato calcolato dalla Corte dei Conti che il reddito minimo di cittadinanza sarebbe di 15,5 miliardi (la Germania che ha 80 milioni di abitanti contro i nostri 60 paga 27 miliardi) si chiede il licenziamento di Visco da qualunque posizione ricopra per manifesta incapacità di intendere e di volere e lo si costringa a non dire caxxate!!!

IL TTIP E LA DURATA DEI BREVETTI MEDICINALI

Un altro rischio che discende dal TTIP riguarda la durata dei brevetti medicinali e il loro prezzo. I farmaci sono tutelati dai brevetti. In Europa la loro durata è di 20 anni. Nel 1994 l’Organizzazione mondiale del commercio crea un monopolio firmato da 160 Paesi il TRIPS (Agreement on Trade related aspects of intellectual property rights), per stabilire i requisiti che le leggi dei Paesi aderenti devono rispettare per tutelare la proprietà intellettuale (compresi i brevetti sui medicinali).
Nel 2000 i trattamenti contro l’HIV costavano circa 10.000 dollari per persona, un prezzo decisamente fuori dalla portata di buona parte dei malati che per il 95% dei casi sono nel terzo mondo, soprattutto l’Africa sub-sahariana. Negli anni successivi il prezzo è crollato, fino a 150 dollari per malato per un trattamento annuale, perché i farmaci antiretrovirali non sono stati assoggettati a brevetto in alcuni grandi Paesi produttori, tra cui India, Brasile e Thailandia, dove si è cominciato a realizzare versioni generiche di tali farmaci e a esportarle verso altri Paesi in via di sviluppo dove non era ancora stato imposto il regime dei brevetti. Nel 2001 i tentativi delle case farmaceutiche di intentare una causa contro il governo sudafricano sono fallita davanti all’ondata di proteste da parte dell’opinione pubblica mondiale.
Nel 2006, un caso analogo si è verificato in India, dove Novartis ha intentato una causa al governo per il rifiuto di quest’ultimo a concedere il brevetto a un farmaco per la cura della leucemia (il Glivec®), prodotto e venduto sotto forma di generico a prezzi più bassi di circa il 90% da parte di aziende indiane. La sentenza finale della Corte suprema indiana arriva nel 2013 stabilendo che il prodotto della Novartis non presenta le caratteristiche di radicale innovazione che la legge indiana prevede come presupposto per l’attribuzione di un’autorizzazione all’esclusiva. Nel frattempo il prezzo del farmaco è salito, negli Usa, il prezzo di un trattamento annuale era di 30.000 dollari nel 2001, mentre nel 2012 era giunto a 92.000 dollari, nonostante i costi per la sua ricerca siano stati ampiamente ammortizzati da anni.
Quest’anno scade il periodo transitorio concesso dall’Omc per l’adeguamento delle legislazioni dei Paesi più poveri alle previsioni del TRIPs riguardo ai brevetti farmaceutici: ciò significa che dal 2016 tutti i Paesi aderenti al trattato dovranno garantire la tutela dei nuovi farmaci attraverso il sistema dei brevetti. Nel frattempo, la pressione delle case farmaceutiche per ottenere una più stringente tutela dei propri brevetti si sta intensificando. È forse solo un caso che Unione europea e Stati uniti vogliano chiudere il Ttip entro il 2016?
Molti Paesi stanno adeguando le proprie legislazioni alle previsioni del TRlPs e oggi, ai sensi di tale accordo, le ragioni che hanno consentito di continuare a produrre farmaci generici per gli antiretrovirali di vecchia generazione sono più difficilmente difendibili, sotto un profilo strettamente giuridico, nel caso dei farmaci di nuova generazione. Il miglior prezzo per un trattamento antiretrovirale contro l’Hiv attraverso i farmaci di seconda generazione è di almeno 15 volte il prezzo di un trattamento con i farmaci di prima generazione.
Il prezzo dei farmaci salvavita rischia di continuare a salire, escludendo sempre più persone dalla possibilità di farvi ricorso. Ogni anno circa un milione di persone muore di malaria perché non può accedere ai farmaci antimalarici di nuova generazione. Nel frattempo le più grandi case farmaceutiche mondiali chiudono con utili da capogiro.

SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA
DORIANA GORACCI
La donna che salva i migranti

“Un abbraccio forte. Bourbon Argos. Sto perlustrando il mare alla ricerca di esseri umani in pericolo!”. Questo è un messaggio del 3 giugno 2016, dalla nave di Medici Senza Frontiere, ricevuto dall’amica Paola Mazzoni che da quando è un’anestesista in pensione, viaggia.(La nave Bourbon Argos è stata costruita nel 2013, naviga attualmente sotto bandiera della Luxembourg, ha una lunghezza totale di 69m e larghezza massima di 15 m).Il 28 maggio Paola Mazzoni ci diceva su FB: “Sono 604, malnutriti, disidratati, isotermici. Giovanissime donne, senza genitori, stuprate dalle milizie libiche. Ed operai subsahariani picchiati a morte da militari che vogliono soldi. E poi ci sono i racconti sui barconi. Non è vittimismo è la tragedia che l’Europa non vuole vedere”. Poi ho saputo da lei, il 4 giugno 2016, che è stata intervistata da una giornalista vera, Arianna Giunti, per l’Huffington Post: Paola Mazzoni di Medici senza frontiere: “La nostra missione è dare una seconda vita ai migranti”. Racconta di lei “che per trent’anni ha salvato vite nei reparti di rianimazioni dei grandi ospedali romani e altri 15 li ha passati in giro per il mondo a cercare di strappare alla morte vittime di guerre e di stenti, di incidenti e catastrofi naturali in Afghanistan, Pakistan, Iran, Yemen, Haiti, Congo, Chad, Siria e Giordania. Paola è in pensione, ma a riposarsi non pensa affatto. Lo scorso 29 aprile, dunque, si è imbarcata a Cipro come volontaria.”Quando ancora lavoravo in ospedale – racconta ad HuffPost – l’emozione più grande che potessi provare era quando arrivava una persona che sembrava morta. Ma che poi grazie alle manovre di rianimazione riprendeva a respirare. La prima cosa che faceva era chiedere della sua famiglia. Oggi, in mare, questa emozione, è moltiplicata per 300, 400, 500 volte. Sono i sopravvissuti che ti dicono di aver avuto una seconda nascita nella loro vita”.Racconta Paola alla giornalista, con molta precisione, dove si trova chi trovano e cosa fanno in mare, su quella barca:”…Bourbon Argos. Ed è una nave speciale, la Bourbon Argos. Il suo equipaggio, composto da 26 persone, lotta contro il tempo per riportare il respiro sulle labbra di chi sta per morire. Fra di loro c’è Paola Mazzoni, medico urgentista esperta in rianimazione. Ho avuto l’onore e il privilegio di intervistarla. Dall’inizio dell’anno lei e l’équipe hanno salvato 1.800 vite”.

Quello che mi lascia senza fiato sono i commenti dei lettori e lettrici, arrivati alla fine dell’intervista, di una gravità di una pesantezza di una disumanità senza fine. Uno per tutti: “L’immigrazione dall’Africa dall’Asia e dal mondo islamico è devastante. Gli stuprati siamo noi, non più liberi di scegliere, con uno Stato che ci tassa e mette in testa alle liste pubbliche i più bisognosi, quindi gli ultimi arrivati. Dobbiamo sbarazzarci di tutti i politici di sinistra e del Vaticano, architetti delle scelte devastatrici che stanno facendo scomparire l’Europa bianca e di radici cristiane. Che l’immigrazione non è controllabile è l’ennesima menzogna dei crimjnali catto-comunista, Cina e Giappone e Russia l’immigrazione la controllano, eccome. Solo che noi, ammalati di buonismo, siamo impossibilitati a mettere in atto le necessarie politiche volte a bloccare l’immigrazione selvaggia. Questo giornale è un esempio quotidiano di apologia del buonismo autolesionista.”Vi consiglio di vedere ascoltare e leggere anche il video pubblicato su Internazionale il 1 giugno 2016: Sulla stessa barca, tre settimane in mare con chi soccorre i migranti dove Il fotoreporter Francesco Zizola ha passato tre settimane, dal 16 agosto al 4 settembre 2015, a bordo della nave di Medici senza frontiere (Msf) Bourbon Argos, documentando le operazioni di soccorso di quasi tremila migranti al largo delle coste libiche.Il video In the same boat (2015) include fotografie e filmati realizzati sulla nave di ricerca e soccorso di Msf. L’opera ha vinto nel 2016 il primo premio nella categoria Multimedia news story del Poy, il Pictures of the year international. Dal 2 giugno l’installazione sarà esposta al museo Maxxi di Roma nella mostra collettiva Extraordinary visions. L’Italia ci guarda, insieme al montaggio video di fotografie Romans of the decadencerealizzato da Zizola nel 2011.Si, siamo sulla stessa barca, con mezzi molto diversi e come dice all’ inizio del post Arianna Giunti: “…Ricacciare indietro le lacrime e ricominciare da capo. Sempre e comunque.”
Grazie Paola, Medico Senza Frontiere, grazie a tutte le Donne e gli Uomini che non erigono Muri e Frontiere.

JONNY LECCHINO
Bric. 44

Facendo zapping, ho visto un altro che prende ordini da Renzie,……..in cui si sdilinquiva nello spiegarci la bellezza della Costituzione. Che figura di merda!. Cosa non farebbe per scroccare un contratto, magari per spiegarci quanto è più bella e più grande che pria la costituzione della P2.
Un uomo senza dignità.
Beh, Feltri non mi piace, e poi quando deve vender copie non ha ritegno ma il suo titolo a favore di Benigni è geniale: “Jonny Lecchino !”

SEMPRE PER IL NO
Viviana Vivarelli

Chiedetevi come mai, sebbene l’Italia sia un sistema di democrazia parlamentare, una legge su due con Renzi viene fatta dal governo per decreto e imposta alla fiducia senza dibattito parlamentare (ben 50 leggi o riforme globali sono state imposte alla fiducia) e come mai Renzi blateri di maggiore velocità quando il tempo medio per fare una legge è di 5 mesi! E come mai il pareggio di bilancio che impedisce allo Stato di fare investimenti è stato messo in Costituzione in soli sei mesi! E pensate solo alla complessa e disastrosa legge Fornero? La riforma è stata redatta in 20 giorni essendo il governo Monti iniziato il 16 novembre 2011, fu emanata il dicembre 201 e convertita in legge 22 dicembre 2011. E pensate che una cosa ripugnante come il pareggio di bilancio in Costituzione che fu approvato in sei mesi?
O forse Renzi pensa che faremo qualche risparmio, visto che la riduzione del Parlamento ci farà risparmiare 100 milioni, dopo che le spese del Consiglio della Presidenza con lui sono aumentate di 400 milioni!
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Disma Lamon
D’accordo su tutto ma con un po’ di sforzo si possono aggiungere moltissime altre motivazioni per un NO senza se e senza ma. Questo testo è scritto in forma oscura e approssimativa e francamente improponibile : testimonia di un bassissimo livello culturale prima che politico . Con un testo così semplicemente la (eventuale) riforma non riesce neanche semplicemente funzionare tanti e tali sono gli strafalcioni, le inesattezze e le lacune. Il testo originale della nostra attuale Costituzione può viceversa essere ancora letto e compreso in tutti i livelli/percorsi scolastici e per una larghissima parte della popolazione: questa (cosiddetta) riforma è lo specchio plastico della inconsistenza e della visione retrograda (rivolta a modelli riconducibili ad un passato ottocentesco ) della proposta politica renziana.

GLI ESPULSI DAL PD
A quelli che s’indignano per le espulsioni nel M5S occorre ricordare che sono 519 in un anno e mezzo, le persone cacciate dal Pd.
Domanda: qualcuno tra i media ha mai parlato di queste espulsioni? Ci hanno fatto votare su di esse? Puoi vedere da solo l’elenco delle persone espulse dal Pd per futili motivi o per avere espresso un libero pensiero o per aver fatto delle critiche a Renzi o ai loro capi locali.

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Luca Marconi
È bene ricordare che 10 consiglieri su 19 della ex giunta Marino oggi si sono ricandidati con Giachetti.
Ma se la gestione di Marino è stata vergognosa al punto da spingere il Pd a coalizzarsi con la destra per farlo cadere ricorrendo ad un notaio, con che faccia il partito di Renzi presenta a Roma una coalizione all’insegna del “nuovo” se è la stessa che ha amministrato durante Mafia Capitale?

FILM: LA GRANDE SCOMMESSA

Sauro scrive:
Ieri sera ho visto il film La grande scommessa.. E’ un film del 2015 diretto da Adam McKay, basato sul libro di Michael Lewis The Big Short – Il grande scoperto (The Big Short: Inside the Doomsday Machine).
Tra gli interpreti principali del film Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling e Brad Pitt, che interpretano un gruppo di investitori che avevano intuito cosa stava per succedere sul mercato prima dello scoppio della crisi finanziaria del 2007-2008.
Candidato a cinque Premi Oscar tra cui miglior film, si è aggiudicato quello per la miglior sceneggiatura non originale.
Il film cerca di spiegare che cosa è successo negli Stati Uniti con la bolla del Mercato immobiliare.
E’ storia vera, questa è la cosa sconvolgente.
Impostato in modo molto made in USA, il film ha alti e bassi, nel complesso comunqUe scorrevole, a tratti quasi “didattico”.
Tuttavia non è per niente facile stare dietro a tutta quella serie di termini finanziari (CDS = credit default swap, CDO = Obbligazioni di credito collaterale, Rating, subprime, eccecc) snocciolati senza sosta ed ogni tanto, se cala la soglia di attenzione, si rischia di perdere dei pezzi.
Raccontato temporalmente, rispetta fedelmente gli accadimenti avvenuti sull’onda della crisi del mercato statunitense dei mutui.
Il film cerca di far comprendere al grande pubblico, io onestamente non so se ci sia riuscito o meno, qualcosa in più di tutte le trame economiche finanziarie che hanno dato inizio alle polveri dell’attuale crisi senza fine.
Crisi dapprima “virtuale”, poi dei mutui statunitensi, con il crosso di grandi banche ed assicurazioni americane, se vi ricordate, con l’anomalia dell’unica banca – ancora io non ho capito il perché – non salvata, la Lehman Brother, passando dalle agenzie governative Freddie Mac e Fannie Mae, entrambi government sponsored enterprised, ma con status di public company con supporto governativo.
Il film mi ha messo una grande, profonda tristezza, direi empatica a quella che ha al termine del film uno dei protagonisti, il bravissimo Mark Baum, interpretato da Steve Carell. Nonostante lui avesse capito, avesse ragione, abbia guadagnato una montagna di soldi, alla fine lui è il più desolato e triste. Perché ha capito che la vicenda, come dice lui in un momento del film “è una catastrofe mondiale, la fine del capitalismo”.
Un’altra frase, durante il film, non si può non notare. In una scena si vede l’allora presidente della Federal Reserve dichiarare: “il sistema bancario americano è solido”.
Questa frase vi ricorda niente??? Tocchiamo ferro o qualsiasi cosa scaramantica in cui crediamo!!!

L’AVVERSIONE AL PD
Viviana Vivarelli

Mi sembra del tutto strampalato che qualcuno possa pensare che l’avversione al Pd nasca con Renzi, semmai Renzi con le sue posizioni di estremo iperliberismo antidemocratico e la sua arroganza sfasciadiritti ha accentuato pericolosamente il processo di distacco dell’elettorato dal Pd, ma questo era cominciato col primo Prodi che fin dal primo giorno del suo primo governo svendette il Paese alla Bce e al Fondo Monetario e ora che Gilioli dichiari di voler votare a Roma per Fassina che nel Fondo Monetario ci ha lavorato per 5 anni mi sembra ancor più incoerente, e per di più in nome di un presunto egalitarismo. Ma quando mai il Fondo Monetario è stato egalitario, quando per la sua stessa Costituzione nasce per garantire solo i diritti dei più ricchi stralciando tutti gli altri?
La contestazione al Pd nasce col primo Prodi che fin dal suo primo giorno rinnega lo stesso programma che aveva concordato con i suoi alleati di governo per fare tutt’altro. Lo so perché ho rigorosamente copiato il programma dell’Ulivo per cancellarne ogni giorno qualche parte. Del resto Prodi non era del Pd e da allora o da molto prima (morte di Belinguer) la deriva del Pd (o Ds o come si chiama) che il partito si allontanasse dalle radici e dai principi della sx era ormai lampante a chiunque avesse un minimo di lucidità politica. Poi Monti, Letta, e Renzi non hanno fatto che amplificare una deriva verso una destra rognosa, anticostituzionale, antidemocratica e iperliberista che è diventata via via sempre più l’opposto di quel che un csx reale avrebbe dovuto essere fino al patto infernale attuale Verdini-Alfano-Renzi dietro cui sghignazza il fantasma sempre vivo di Gelli.
Del resto basta guardare la perdita di voti e di consenso e di tessere del Pd per leggere le cifre di questa rovina e adesso, di fronte al patto scellerato che segue quello del Nazareno e alla slavina di personaggi che dal Pdl si muovono per andare a sostenere Renzi, non è sostenibile che ci sia chi attribuisce solo a Renzi la causa di questa disfatta ideologica, etica e sociale.
Nel 2007, 3.554.169 elettori sceglievano il Pd.
L’anno dopo il Pd veniva scelto ancora dal 33,17% dei suffragi.
Nel 2012 il Pd era sceso al PD 25,4% dei voti perdendo quasi 4 milioni di voti.
Oggi il Pd viene dato al 30,4% ma solo grazie alla sua fusione col Pdl. Lo chiamate progresso questo?
Persino con le tessere false si legge la disfatta di un partito che era il terzo partito di sx d’Europa e che ora è diventato il cagnolino della Merkel, le tessere del Pd sono scese a 100.000, mai state così poche, a livello nazionale Renzi ha fatto perdere 400.000 tessere, nel 2013 il Pd ne aveva 539.000, oggi, è sceso a 100.000. Nella sola Emilia ha perso 667.283 voti. Se volete chiamare vittoria questa!!! Sapete quanti iscritti aveva il PCI? 2 milioni e mezzo. Io vedo una discesa a picco, altro che vittoria!

IL FUTURO? SENZA PRETI E’ MEGLIO
Paolo De Gregorio

Leggo un trafiletto su “il Fatto Quotidiano” che, secondo me, meritava una prima pagina a sei colonne, per il peso della rivoluzione culturale e della resistenza alla propaganda del regime teocratico iraniano.
La “guida suprema”, l’Ayatollah Alì Khamanei, due anni fa aveva chiesto ai sudditi iraniani di sposarsi, fare figli, moltiplicarsi fino a diventare 150 milioni entro il 2050, nell’ottica medioevale e troglodita di creare carne da cannone e martiri da sacrificare alla potenza iraniana e alla grandezza dell’Islam.
La risposta, o meglio la sonora pernacchia, pervenuta al regime pretesco da parte delle donne e degli uomini iraniani, non lascia dubbi, è concreta ed esprime volontà decisamente ostili ai programmi del regime: un matrimonio su 4 va in frantumi, metà della popolazione tra i 18 e i 35 anni non è sposata, 11 milioni di giovani sono single.
Gli obiettivi malvagi degli ayatollah detentori del potere politico, la loro politica di arrivare alla potenza nucleare e alla egemonia territoriale (soprattutto in Iraq ed in Libano) non trovano più una sponda nei comportamenti degli ex-sudditi, che dimostrano inequivocabilmente che vogliono vivere in pace, che vogliono vivere liberamente la propria sessualità, senza anatemi di nessun genere, che soprattutto si avvalgono di presidi contraccettivi che tengono la popolazione a “crescita zero”, con una saggezza diametralmente opposta alla ottusità guerrafondaia e fanatica dei loro governanti.
La sotterranea strategia islamica di invadere i paesi occidentali, con le migrazioni e con la prolificità dei propri correligionari, ha avuto uno STOP grandioso dal popolo iraniano, che ha indicato la giusta strada, non dare retta ai preti, diffondere l’uso di presidi contraccettivi per scegliere quando e se fare figli, e potrebbe pretendere che le spese militari si trasformino in investimenti su cultura e salute e che la religione esca dalla politica come è inevitabile ormai che si è scavato un abisso tra le pretese del regime medioevale, le moderne e democratiche aspirazioni degli iraniani.
E’ un messaggio pesante e visibile, da diffondere anche in tutta l’Africa, in cui la rivoluzione non è l’Isis, ma la ferma volontà, soprattutto delle donne, di avere a disposizione tutti i presidi contraccettivi, gratuiti, che poi è l’unico modo di fermare l’esplosione della popolazione e rendere più decente la vita di donne uomini e bambini.
E vedere finalmente ONLUS occidentali che si impegnano a prevenire future invasioni diffondendo la contraccezione, contro la sovrappopolazione, contro le religioni, contro le superstizioni e contro la cultura maschile che virilità significa avere tanti figli! E non mi si dica che è utopia: in Iran, il Paese islamico più intransigente è già successo.
A proposito, un sommesso appello ad una brava ed onesta persona come Gino Strada: dopo 30 anni passati a rendere più umane le gUerre senza cercare di impedirne le cause scatenanti, dovrebbe finalmente rendersi conto che il quell’ impegno non paga e se si impegnasse sulla diminuzione delle bocche da sfamare, con i presidi della scienza, i risultati si vedrebbero, anche se rischierebbe di più la pelle a mettersi contro i preti che contro l’Isis.

LA CARTA DELL’ONESTA’
Blog di Grillo
La corruzione è una metastasi che produce, secondo la Corte dei conti, il 40 % di spesa in più nei contratti per opere, forniture e servizi pubblici dello Stato. Un risultato che, riportato su scala nazionale, porta a un costo stimato superiore ai 100 miliardi di Euro l’anno. La corruzione uccide le aziende sane e fa fiorire quelle che ricorrono sistematicamente alla bustarella sotto banco, al lavoro nero e ai materiali di secondo ordine, per creare quel surplus finanziario che serve a foraggiare corrotti e corruttori. La corruzione non permette al merito di venir fuori, incentiva le nostre migliori forze a espatriare, rende la raccomandazione requisito base, fa ancor più ricchi quelli che già lo sono e ancora più poveri gli altri.
La corruzione monopolizza la vita pubblica italiana. Solo negli ultimi due anni abbiamo assistito a scandali da centinaia di milioni di Euro che tutto il Paese sta pagando. L’inchiesta sul Mose di Venezia, l’Expo a Milano, il “sistema” degli appalti a Firenze, mafia capitale a Roma, il metanodotto a Ischia, la Trivellopoli in Basilicata con coda siciliana fra navi immense e inutili ma costose.
La lotta alla corruzione è una delle priorità per l’Italia. E’ un’esigenza delle persone comuni, un’istanza di popolo che il M5S ha raccolto e ora presenta in Parlamento: ecco la carta dell’onestà.
Dieci punti corrispondenti a dieci proposte di legge, tutte già depositate e alcune addirittura già approvate alla Camera. Potrebbe essere realtà già da domani, se solo le Camere producessero leggi a favore dei cittadini.
Lanciamo un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento, a tutti i deputati e a tutti i Senatori, di qualsiasi colore essi siano: oggi più che mai è necessario che vi assumiate le responsabilità per cui siete stati eletti.
Come rispondete?

LA CARTA DELL’ONESTA’
1. DASPO AI CORROTTI: chi, tra politici, imprenditori o funzionari, viene condannato in via definitiva per aver commesso reati contro la pubblica amministrazione, non può più assumere alcun incarico pubblico e/o lavorare con la pubblica amministrazione;
2. AGENTE PROVOCATORE, SOTTO COPERTURA E WHISTLEBLOWING: per scovare i responsabili di reati contro la pubblica amministrazione bisogna agire anche all’interno del malaffare, si introducono figure speciali come l’agente provocatore o l’agente sotto copertura. Si introduce anche il “Whistleblowing” che assicura protezione a chi segnala atti di malaffare e corruzione appresi sul posto di lavoro, sia pubblico che privato;
3. PRESCRIZIONE: stop alla prescrizione con l’inizio del processo. Niente più processi cancellati perché sono trascorsi troppi anni, nessuna impunità per i colletti bianchi quindi e stop allo spreco inutile di denaro per processi destinati ad essere cancellati;
4. REATI FINANZIARI ED EVASIONE: abbassare le soglie che garantiscono agli evasori di farla franca; sequestro e confisca del patrimonio o dei beni detenuti dai grandi evasori, direttamente e/o indirettamente qualora non venga giustificata la legittima provenienza da parte dei condannati in via definitiva per evasione con modalità uguali a quelle per il contrasto alla mafia;
5. POTENZIAMENTO DEL REATO DI AUTORICICLAGGIO: sanzioni penali severe per chi utilizza i soldi derivanti dalla commissione di TUTTI i reati, per investirli nel mercato e nasconderli, tramite una semplificazione della norma;
6. VOTO DI SCAMBIO POLITICO – MAFIOSO: spezziamo il legame tra politica e mafia per sempre potenziando il reato di voto di scambio politico mafioso (art. 416 ter c.p.). Per farlo bisogna alzare le pene e intervenire in modo che si possa colpire la mafia che procura voti ai politici anche senza l’utilizzo delle sue modalità tipiche ed il politico che si mette a disposizione dei mafiosi;
7. STOP CORRUZIONE NEGLI APPALTI PUBBLICI: più controlli e trasparenza sugli appalti pubblici e sulle imprese che vi partecipano, riduzione del criterio del massimo ribasso, potenziamento e risorse all’Autorità Nazionale Anti Corruzione;
8. PARTITI POLITICI E FONDAZIONI: abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti politici e all’editoria; trasparenza e pubblicità dei bilanci di partiti, associazioni e fondazioni e dei soggetti che li finanziano;
9. TERZO SETTORE: prevedere che tutte le cooperative e gli enti del terzo settore che gestiscono ed erogano servizi sociali o culturali, non possano avere fini di lucro e speculare sulla pelle dei lavoratori e della pubblica amministrazione ed in alcun modo finanziare i partiti politici;
10. CLASS ACTION: proteggere e tutelare i cittadini e consumatori truffati o danneggiati dalle lobby (assicurative, bancarie, finanziarie) e dai poteri forti.

USCIRE DALL’EURO
berluscameno

“Renzi: vai via dall’Euro, se vuoi salvare l’Italia!” – “L’Italia deve scegliere tra l’Euro e la sua sopravvivenza economica”. Lo scrive sul “Telegraph” il noto editorialista finanziario ‘Ambrose Evans-Pritchard’. “Il tempo stringe per l’Italia, bloccata in una deflazione da debiti e alle prese con una crisi bancaria che non può affrontare con i vincoli dell’unione monetaria. Dal picco della crisi, come ha ricordato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il prodotto interno lordo si è ridotto del 9% e la produzione industriale del 25%. Ogni anno la percentuale del debito rispetto al Pil sale: 121% nel 2011, 123 nel 2012, 129 nel 2013, 132,7 nel 2015. Lo stimolo della Banca Centrale Europea svanirà prima che l’Italia riuscirà a uscire dalla stagnazione e il Fondo Monetario Internazionale, infatti, prevede una crescita di appena l’1% quest’anno. La finestra globale si sta chiudendo”.
Per il giornalista, “c’e’ il rischio concreto che Matteo Renzi arrivi alla conclusione che l’unico modo per restare al potere sia presentarsi alle prossime elezioni con una piattaforma apertamente anti-Euro”. Attenzione: un recente sondaggio di Ipsos Mori rivela che il 48% degli italiani voterebbe contro l’Ue o contro l’Euro, se ne avesse l’opportunità.
Il M5S cui è attribuito un consenso del 28%, “invoca il default e il ritorno alla lira”, in un articolo ripreso da “L’Antidiplomatico”. In più, “la Lega Nord di Matteo Salvini considera l’Euro un crimine contro l’umanità”.
Stando ai fatti: il tasso di disoccupazione è all’11,4%, mentre quello della disoccupazione giovanile raggiunge il 65% in Calabria, il 56% in Sicilia, il 53% in Campania.
“Il tasso di natalità è al minimo storico.
L’istituto di ricerca ‘Svimez’ parla di uno stato permanente di sottosviluppo nel Mezzogiorno”.
Negli anni Novanta, l’Italia registrava un ampio avanzo negli scambi commerciali con la Germania, prima che fossero fissati i tassi di cambio e quando si poteva ancora svalutare.
“In quindici anni l’Italia ha perso rispetto alla Germania il 30% di competitività sul costo di lavoro per unità di prodotto: dal 2000 la produttività è diminuita del 5,9%”.
I vari governi che si sono succeduti sono ovviamente “criticabili”. Ma, per il giornalista, “la questione più rilevante è che oggi il Paese non riesce a uscire dalla trappola”.
“A questa miscela combustibile si aggiunge la crisi bancaria (eppure i Banchieri italiani si pappano mille miliardi di Euro ogni anno con la moneta elettronica creata con i loro computer)che rivela la disfunzionalità dell’unione monetaria e peggiora di giorno in giorno:
prestiti “non performanti” per 360 miliardi di Euro gravano sui bilanci ufficiali delle banche.
La vigilanza esercitata dalla Bce ha peggiorato le cose e il Fondo Atlante potrebbe attirare sempre più banche nel pantano, aumentando il rischio sistemico”.
L’Italia? “E’ nel peggiore dei mondi possibili: a causa delle regole dell’Ue, non può prendere iniziative in piena sovranità per stabilizzare il sistema bancario e non esiste ancora un’unione bancaria degna di questo nome che condivida gli oneri”.
Per l’editorialista britannico, “Renzi ha di fronte una dura scelta: o dice alle ‘autorità Europee di andare all’inferno’ o resta a guardare impotente che il sistema bancario imploda e il Paese precipiti nell’insolvenza”. E visto che l’Italia non è la Grecia, “non può accettare la sottomissione”. Tant’è vero che “tra i poteri forti dell’industria italiana qualcuno ormai sussurra che l’uscita dall’Euro potrebbe non essere così terribile”.
Anzi: “Sarebbe l’unico modo per evitare una catastrofica deindustrializzazione ossia la morte dell’economia reale. E’ l’Ue che ha fabbricato la crisi: uscite dall’Euro!
Il profondo malessere economico dell’Europa è il risultato di scelte politiche “deliberate” fatte dalle élite Europee, secondo l’ex governatore della Banca d’Inghilterra”.
“Lord Mervyn King ha continuato il suo caustico attacco all’Unione economica e monetaria dell’Europa, dopo aver predetto che l’Eurozona afflitta dai problemi dovrà essere smantellata per liberare i suoi membri più deboli da austerità incessante e livelli record di disoccupazione”. Parlando in occasione del lancio del suo nuovo libro, Lord King ha detto che non avrebbe mai potuto immaginare che un collasso economico dell’intensità degli anni ’30 sarebbe ritornato sui lidi Europei in età moderna. Ma il destino della Grecia – che ha subito una contrazione che eclissa la depressione degli Stati Uniti negli anni tra le due guerre – dal 2009 è stato un esempio “spaventoso” del fallimento della politica economica, ha detto al pubblico presso la London School of Economics.
“Nell’area dell’Euro, i paesi della periferia non possono fare assolutamente nulla per compensare l’austerità”. “E’ stato semplicemente chiesto loro di tagliare la spesa totale, senza alcuna forma di compensazione per la domanda. Credo che sia un problema serio”.
“Non avrei mai immaginato che avremmo di nuovo avuto una depressione più profonda di quella che gli Stati Uniti hanno sperimentato negli anni ’30 in un Paese industrializzato e questo è quello che è successo in Grecia. E ‘spaventoso ed è successo quasi come fosse un atto deliberato di politica, cosa che lo rende ancora peggiore”.
Lord King – che ha trascorso un decennio nella Banca d’Inghilterra a combattere la peggiore crisi finanziaria della storia – ha detto che i membri più deboli della zona Euro non hanno altra scelta che tornare alle loro monete nazionali come “l’unico modo per tracciare un percorso di ritorno alla crescita economica e alla piena occupazione”.
“I benefici a lungo termine contano più dei costi a breve termine”, scrive in “The End of Alchemy”, il suo ultimo libro. L’ex governatore della banca ha detto che è probabile che la disillusione popolare sulle politiche economiche dell’Ue porti alla disintegrazione della moneta unica, piuttosto che ad un altro passo per “completare” l’unione monetaria.
Due delle nazioni debitrici della zona Euro – Irlanda e Spagna – sono attualmente bloccate in una fase di stallo elettorale dopo che i loro governi pro-salvataggi non sono riusciti ad ottenere l’appoggio degli elettori. Ma la Commissione Europea si è difesa dalle accuse secondo le quali le punitive misure di austerità hanno reso ineleggibili i governi Europei in carica, sostenendo che la politica economica di Bruxelles rappresenta un “triangolo virtuoso” di austerità, riforme strutturali e investimenti.
Al di fuori dell’Eurozona, Lord King ha messo in guardia contro l’eccessivo pessimismo sulle prospettive a lungo termine per l’economia mondiale, respingendo la tesi della “stagnazione secolare” resa popolare negli ultimi anni da economisti del calibro del segretario al Tesoro degli Usa Larry Summers. Ha detto che è stato un “grave errore” credere che la produttività – che è rimasta piatta in tutto il mondo sviluppato dall’inizio della crisi – non tornerà a crescere perché lo sviluppo tecnologico si è esaurito: al contrario, l’attuale ondata di nuove ricerche e di innovazione significa che il 21° secolo sarà il “secolo d’oro della scoperta scientifica”. “Non vedo assolutamente alcuna ragione per supporre che poiché abbiamo avuto una crisi bancaria e una recessione (le idee, l’innovazione e l’imprenditorialità) sono definitivamente scomparse. Non lo sono e sono in attesa di riprendersi. “Il pensiero che tutte queste idee non riusciranno ad avere influssi pratici nel migliorare i nostri standard di vita sembra straordinariamente pessimista, qualcosa che non ha di fatto alcun fondamento nel corso degli ultimi 250 anni di crescita economica”.
Il libro di Lord King delinea una critica degli squilibri endemici che hanno afflitto l’economia globale negli ultimi decenni. Il fallimento nell’affrontare le disparità tra alti tassi di risparmio e alti tassi di spesa in parti diverse del mondo potrebbe portare i decisori politici a camminare come sonnambuli verso un’altra crisi, ha avvertito. Nel frattempo, le politiche delle banche centrali tese ad aumentare i livelli di domanda e ad incoraggiare la spesa sono state risposte necessarie ma non sufficienti al malessere della crescita del mondo, “guadagnando soltanto tempo” per i decisori politici. “Dobbiamo usare questo tempo per muovere le economie dal loro attuale disequilibrio in un nuovo equilibrio in cui vi è un giusto bilanciamento tra spesa e risparmio, esportazioni e consumo”, ha detto. “Solo allora potremo raggiungere una rapida crescita, e l’inflazione stabile”.
Questo è il premio. Credete che ce la possiamo fare?”.
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