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MASADA n° 1736 12-2-2016 : CONVEGNO ANNUALE Società Italiana di Radionica e Radiestesia

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MASADA n° 1736 12-2-2016

Ciao Viviana,
è tanto che non ti scrivo ma ti leggo spesso.
Forse questo può interessarti, poi è addirittura a Bologna.
Ciao Fabio

http://www.supernaturamica.com/eventi/convegno-sirr-2016.html

BOLOGNA 12-13 marzo 2016
CONVEGNO ANNUALE Società Italiana di Radionica e Radiestesia
DAI SIMBOLI AI QUANTI: METODI E TECNICHE INNOVATIVE PER IL NOSTRO MONDO

Programma
9.00 Susan Collins: L’uso di protocolli radiestesici per ottenere risultati (Use Dowsing protocol to have results)

10.00 Graham Gardner: Guida allo stress tecnopatico (A Beginner’s Guide to Technopathic Stress)

11.00 Nepokojcjckij Gennadij Anatolevic : La Medicina Multidimensionale di Ljudmila Pučko e la radiestesia in Russia
13-14 pausa pranzo
14.00 Michele Proclamato: Il Simbolo. La sua natura, il suo linguaggio, la sua codifica, il suo potere , la sua energia.
15.45 Maurizio Armanetti: Radioestesia – Psicoestesia e Scienze di Frontiera per una nuova e straordinaria rivoluzione scientifica
16.45 Coffee Break
17.00 Patricia Bortone: La Radiestesia Genetica: la tecnica
18.00 Donald Adam: Le frequenze del suono delle stelle. Un nuovo straordinario strumento di Neuro Clustering Bio-Feedback Entrainment. Esplorazione e applicazione della matematica e della musica delle emozioni per un rapido e potente risveglio delle proprie potenzialità.
19.00 Raymon Grace, in collegamento con noi su skype!
19.30 assemblea dei soci
20.30 cena sociale
Domenica 13 marzo
8.30 Alessandra Previdi: Radionica Strumentale vs Radionica su Carta
9.30 Marco Nieri: L’energia Delle Piante per il Nostro Benessere: Nuovi studi sul bio-elettromagnetismo vegetale e loro applicazioni per realizzare spazi verdi dove recuperare salute ed eliminare lo stress
10.30 Andrea Gadducci: Fisica dei Quanti e Tecnologia: esperienze pratiche di dialogo tra coscienza e tecnologia.
11.30 Giovanni Cellerini: il Tong Ren e le sue applicazioni. A seguire dimostrazione pratica sul pubblico

Abstract e biografie
Susan Collins
I protocolli di Radiestesia e Triage di Susan Collins sono la base di accurate indagini sulla Terra, l’Ambiente e l’energia psichica. Non si tratta solo di ottenere un SI o NO come risposta, si tratta di mettere a punto le risposte per creare una trasformazione duratura. Scoprite come è possibile costruire la propria Matrice Energetica che si regolerà automaticamente per mantenere voi, la vostra famiglia e i vostri affari sani, equilibrati e sicuri.
Susan Collins, canadese, è una conferenziera di fama internazionale, conduttrice di seminari e Consulente di Personal Management. E ‘stata Presidente della Società Canadese di radiestesia dal 2003 al 2006, ed è stata nominata Radiestesista dell’Anno nel 2006. Susan utilizza gli strumenti radiestesici tradizionali così come il potere del cuore e del pensiero per rilevare e trasformare i modelli energetici non benefici della Terra, dell’ambiente, psichici ed altri. Ha partecipato a molte conferenze internazionali e regionali in Nord America, nel Regno Unito e in Medio Oriente. Susan ha una pratica di consulenza globale e dinamica ed è l’autrice di una fortunata serie di libri e DVD sulle tecniche radiestesiche.
Grahame Gardner
CEM, microonde, cellulari, iPad, telefoni cordless, console giochi, contatori “intelligenti”, bluetooth, elettricità sporca … la nostra moderna storia d’amore con i gadget significa che siamo continuamente avvolti in una zuppa elettromagnetica di radiazione. Molte persone si ritrovano a soffrire di elettro-ipersensibilità con effetti potenzialmente devastanti che vanno da acufene, insonnia e depressione fino a difficoltà respiratorie, MS e altre malattie degenerative.
Si tratta di un argomento complesso che richiede molto studio per comprendere fino in fondo, ma fortunatamente Grahame è qui per spiegarlo in maniera facile da capire e da digerire, con una grande quantità di consigli pratici sui metodi che si possono utilizzare per proteggere se stessi e ridurre l’esposizione.
Uno dei radiestesisti più rispettati nel Regno Unito e a livello internazionale, Grahame è membro professionale, tutor registrato e Past President della Società Britannica di radiestesia, e nel 2014 è stato onorato con il prestigioso Award BSD per gli eccezionali servizi resi alla radiestesia e alla Società. E’ anche membro delle Società di radiestesia americane e canadesi. Produce il pluripremiato podcast ‘Adventures in Dowsing”‘,(“Avventure con la Radiestesia”) e ha scritto due libri: ‘Radiestesia Magica’ ‘e “Una guida di base per lo Stress Tecnopatico” . Grahame vive a Glasgow, in Scozia.
Nepokojcickij Gennadij A.
Nato nel 1956 nella città di Mogilev (Bielorussia). Nel 1979 si laurea in fisica presso l’Università statale di Mosca e comincia una brillante carriera universitaria che lo porta in molte parti del mondo. Nel 1991, dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la successiva crisi economica che mette in ginocchio la ricerca e la scienza, decide di lasciare l’università e di fondare una casa editrice per testi scientifici. Nasce così l’ANS. Nell’arco di pochi anni l’ANS realizza un progetto all’avanguardia per quei tempi, l’”Enciclopedia della medicina popolare”, con una tiratura complessiva di oltre 3 milioni copie, e negli anni successivi pubblica con notevole successo testi specifici dedicati alla salute delle donne, degli uomini e dei bambini.
Nel 1999 conosce Ljudmila Grigor’evna Pučko. E’ un incontro che gli cambia la vita. Di Ljudmila Grigor’evna Pučko diventa editore, allievo e assistente attivo nel corso delle numerose attività teoriche e pratiche organizzate in giro per la Russia. Nel 2010, dopo la morte di Ljudmila Grigor’evna Pučko, fonda il club Internazionale di Medicina Multidimensionale “L. Pučko”. A tutt’oggi continua attivamente l’attività di diffusione del pensiero e del metodo Pučko attraverso seminari, conferenze e congressi.
Nel suo intervento, ci parlerà di Ljudmila Grigor’evna Pučko (1938-2010)
Ricercatrice, radiofisico e specialista di sistemi di comunicazione spaziale, ha dedicato 40 anni della sua vita allo studio dell’organismo umano e all’elaborazione di un metodo unico di autodiagnosi e autoguarigione, la Medicina Multidimensionale, molto conosciuto negli ambienti radiestesici russi e di medicina alternativa. Secondo la Pucko. il nostro organismo è una complessa struttura capace di auto-pulizia, auto-regolazione ed auto-rinnovamento, che comprende non solo il corpo fisico ma anche i corpi sottili, e forma, insieme al cervello, un biocomputer umano fornito di migliaia di programmi in continuo aggiornamento. Le cause profonde delle malattie e dei disturbi sarebbero gli engrammi, cioè le informazioni negative che si presentano sotto forma d’onda e che nel tempo colpiscono e alterano irrimediabilmente i corpi sottili dell’uomo, finendo poi per colpire i suoi organi fisici. Si tratta di cause disposte a “strati”, che si accumulano negli anni sovrapponendosi e possiedono la capacità di nascondersi quando si tentano uno o più attacchi frontali per stanarle. Fra le tecniche della Medicina Multidimensionale, una delle più efficaci è quella della Sequenza Vibrazionale : si tratta di una figura geometrica scelta con il pendolo, dentro la quale si disegnano, scelti sempre con il pendolo, dei simboli, dei numeri, delle lettere, ecc., che formano un certo numero di righe. Su questa figura viene posto il testimone del malato (ciocca di capelli, foto, ecc.) per un periodo di tempo prestabilito. La Sequenza Vibrazionale agisce come una sorta di “bisturi mentale”, in grado di creare un flusso d’irradiazione tale da sradicare la causa profonda della malattia. La Medicina Multidimensionale non si avvale delle tecniche quantistiche basate sulla visualizzazione o su altri metodi di riequilibrio energetico. Il suo approccio si fonda più che altro su metodi intuitivi ma anche molto analitici. Il cardine è il contatto con il proprio Subconscio e il Sé Superiore, dai quali vengono ottenute tutte le informazioni. Le basi teoriche della medicina Multidimensionale sono il “paradigma olografico” (l’ipotesi dell’Universo e dell’Uomo olografico) e gli studi russi sui campi torsionali, nella fattispecie la ricerca di Gennadij Šipov sul vuoto fisico e le sue conclusioni relativamente ai 7 livelli della realtà: il Nulla Assoluto, i Campi Torsionali portatori immateriali dell’informazione, il Vacuum, le Particelle Elementari, i Gas, i Liquidi, i Corpi Solidi.(V. G. Šipov – Teorija fizičeskogo vakuuma)
Michele Proclamato
Esiste un unica matrice simbolica , collegata ad un unico macro evento archetipico . Tale matrice è decifrabile attraverso un linguaggio numerico-emozionale , la stessa è in grado di motivare un tipo di energia ,” mentale “, tangente a quella fisica. La sublimazione di tale energia rappresenta il fine ultimo del percorso simbolico .
Michele Proclamato è un simbologo e vive All’Aquila.Dopo un lungo sodalizio con la Melchisedek Edizioni di Milano,attualmente scrive per la Lindau Edizioni di Torino. Partecipa a conferenze , organizza seminari e Tour in Italia .Ha collaborato e collabora , con numerose associazioni e i suoi articoli sono presenti in molte riviste telematiche e cartacee del settore.
Maurizio Armanetti
Radioestesia – Psicoestesia e Scienze di Frontiera unite. La proposta è di organizzare uno dei più importanti progetti di ricerca scientifica del nostro secolo : lo studio di quella straordinaria energia ancora sconosciuta alla Scienza e che sta alla base di questa speciale abilità delle Mente. Un’ energia in grado di rivoluzionare la Scienza e la nostra Società. La Radiestesia tra le capacità Paranormali della Mente è quella che più si presta a questo Studio scientifico. Discussione sul rapporto attuale con la Scienza e con gli scettici. Psicoestesia, una interpretazione in chiave moderna della Radioestesia.
Maurizio Armanetti è un esperto riconosciuto a livello internazionale in particolari tecniche energetiche che gli hanno permesso di ottenere prestazioni eccezionali e “record del mondo” (riportati anche dai media internazionali) nel campo della Radiestesia e Rabdomanzia, prestazioni certificate da numerose documentazioni ufficiali. Armanetti ha rivoluzionato le arti della percezione intuitiva di queste materie creando un metodo, la Psicoestesia, in grado di sviluppare talenti e capacità geniali della mente.
Patricia Bortone
Brasiliana, rappresentante di spicco della radiestesia nel suo Paese, fondatrice dell’associazione radiestesia genetica, da lei inventata. Ci parlerà nella sua relazione della sua scoperta e di come funziona.
Donald Adams
“Presso l’Università di Bologna, il motto della Scuola di Medicina era:” Un medico senza astrologia è come un occhio che non può vedere “. In quei tempi, a uno studente che doveva fare gli esami di medicina, la prima domanda che gli veniva posta era: Dove si guarda per la malattia “? La risposta corretta era: “Nella sesta casa”.(Fare riferimento a Cardano – nel 1500 Cardano come medico non era secondo a nessuno, e negli anni in cui ha insegnato all’l’Università di Bologna era visto con rispetto reverenziale- Benson Bobrick autore del libro,.” Il Cielo Fatato: Astrologia nella Storia). Cosa succederebbe se le nostre emozioni, i pensieri e le condizioni fisiche fossero rappresentati da specifiche geometrie? E se gli stati negativi mancassero di simmetria, armonia, proporzione e tendessero verso distorsioni geometriche? Che cosa succederebbe se gli stati positivi, vitali, tendessero verso belle forme armoniose che possano essere mappate e applicate in modo uniforme ad un gran numero di persone con risultati simili? Se questo è vero, immaginate che queste meravigliose forme che corrispondono a splendidi stati interiori siano formate da due forze. La prima è una forza che emerge dall’interno dell’organismo come un ordine naturale e la seconda forza è composto da influenze esterne sia locali che stellari (dallo spazio).
Esiste una zona di confine in cui forme d’onda interne ed esterne all’essere umano si incontrano. Questo strato limite, quindi è una zona di attività effervescente, in cui si verifica una specie di percolazione vibrazionale energetica. Questa specifica area di studio e di ricerca è del tutto unica e nuova. Gli utenti riferiscono che insolite di bolle musicali “ultraterrene”crescono e frizzano con un effetto di gioiosa cantilena, stimolando nuovi cambiamenti positivi nel corpo, nella mente e nelle emozioni. La “zona di percolazione” scoperta è una regione di interferenza ondulatoria costruttiva. Forme simmetriche e asimmetriche energicamente o materialmente possono essere manipolate con mezzi diversi; un metodo è quello della rotazione o trasformazione del loro asse intrinseco strutturale attraverso i diversi piani di esistenza. Effetti supraliminali si possono incontrare semplicemente con l’equivalente di campi tensoriali geometricamente formati, le bande del tipo delle superstringhe, che istantaneamente si condensano attraverso lo spazio tempo, conducendo a un set di istruzioni molto esplicito che il corpo-mente conosce intuitivamente, a cui è ricettivo.
Ogni forma trasmette la stessa topologia spaziale invariante e, attraverso questa, ogni forma è collegata, le informazioni vengono trasmesse e ricevute. Come potrebbero le stelle e i pianeti influenzarci separatamente dal loro RF, gravità, campi magnetici, ecc? Forse attraverso campi di informazioni caricati, strutturati e irradiati come complessi potenziali geometrici scalari / torsionali.”La geometria sintetica platonica è un mezzo metaforico, – un mezzo simile a una metafora, e inseparabile dal sistema ben misurato di composizione musicale” – Schiller Institute
Donald Adams è un ricercatore scientifico che indaga le forme del pensiero e delle emozioni, la conversione di questi in frequenze emesse sia come campi magnetici acustici che come variabili silenti per la salute e il benessere. Donald presenta i suoi strumenti unici,i metodi e le scoperte ad un pubblico globale e ad una serie di forum on-line seguiti da un pubblico internazionale. Ha prodotto centinaia di frequenze acustiche che inducono rapidi stati interiori di cambiamento positivo per migliaia di utenti. Le sue frequenze possono essere facilmente scaricate on-line e riprodotte su qualsiasi sistema audio o emesse tramite esclusivi strumenti silenti di trasmissione e con altri metodi. Donald partecipa a varie conferenze e mostre sul lavoro e le ricerche che conduce. Queste frequenze sono sperimentali e non sono approvate come trattamento medico e Adams non è un medico. Tuttavia migliaia di utenti si divertono a sperimentare queste frequenze a livello globale e in migliaia hanno riferito ad Adams, tra il 2008 e il 2015 , un enorme beneficio e aumenti importanti nel benessere personale. Le sue straordinarie frequenze sono ora disponibili su SUPERNATURA, il nostro negozio on-line.
Raymon Grace
Come l’anno scorso, Raymon si affaccerà su Skype per darci una bella spendolata purificatrice ed energizzante! Imperdibile!
Fondatore e Presidente della Raymon Grace Foundation, è radiestesista, conferenziere e autore di tre libri: “The Future is Yours – Do Something About It”, “Techniques That Work For Me” and “Seasons of April.” Ha prodotto 30 DVDs per condividere le informazioni apprese negli ultimi 40 anni. I suoi libri sono stati stampati anche in cinese, e attualmente è disponibile la versione italiana di ‘The Future is Yours’. Il suo lavoro è praticato in numerosi Stati, per migliorare l’acqua, per il proprio sviluppo personale e per quello in molte altre aree. La sua newsletter raggiunge persone in 58 Nazioni. E’ stato ospite di numerosi talk shows, incluso il famoso “Coast to Coast Am Radio.” E’ un uomo pratico, che dice quello che pensa così come lo si vede. Non ha mai posseduto un completo o una cravatta, e si veste in jeans e stivali da cowboy. E’ una persona reale.
Alessandra Previdi
Differenze ed uguaglianze della radionica su carta e di quella strumentale.
Alessandra Previdi, romana, laureata in biologia, ha seguito vari corsi di medicina alternativa prima di scoprire la radionica e la radiestesia. Ha frequentato la Scuola di Radionica della prestigiosa “The Radionic Association” (Oxford, Inghilterra) di cui è recentemente diventata membro onorario, e ha poi continuato la sua formazione in America, stabilendo in tutto il mondo relazioni con personaggi straordinari dediti alla ricerca nel campo della radiestesia, della radionica e dello sviluppo delle facoltà superiori dell’uomo. A questo scopo con Emanuela Schiavina ha aperto recentemente il Centro Bronnikov Italia (metodobronnikov.it). Per divulgare la radionica in Italia ha scritto “Radionica, l’energia che guarisce a distanza” per le Ediz. Mediterranee e ha fondato nel 1995 la Società Italiana di Radionica, prima associazione italiana dedicata alla divulgazione, all’insegnamento ed alla ricerca in questo affascinante campo, sulle cui ceneri nasce l’attuale Società Italiana di Radionica e Radiestesia, di cui è il presidente. Dirige la Scuola di Radiestesia e Radionica per la formazione di operatori radionici e tecnici radiestesisti, ed il Giornale di Radionica, semestrale dell’associazione. Rappresentante di spicco della radionica mondiale, tiene corsi e conferenze in Italia e in tutto il mondo.
Marco Nieri
Marco Nieri da anni si occupa della funzione terapeutica del verde e nell’incontro spiega come identificare e sfruttare al meglio le emissioni bio-elettromagnetiche delle piante attraverso una innovativa tecnica chiamata “Bioenergetic Landscapes”. La sua applicazione permette di eseguire particolari rilevazioni sulle piante ed in particolare sugli alberi per individuare le loro caratteristiche elettromagnetiche e la loro influenza sull’organismo, variabile da specie a specie. E’ inoltre possibile identificare i punti più adatti alla collocazione delle piante per ottenere spazi verdi con particolari e dimostrate caratteristiche benefiche. A questa tecnica l’autore affianca studi sulla funzione terapeutica del verde a livello psico-emozionale e sul potere terapeutico di boschi e foreste. Diversi giardini e parchi “bioenergetici” sono stati realizzati sia in Italia che all’estero in ambito pubblico, privato e in campo sanitario, e nella città di Roma sono in fase di studio diverse applicazioni sul verde pubblico, apportando una effettiva innovazione nel nostro rapporto con la Natura.
Gli alberi e le piante, come gli esseri umani, emettono campi elettromagnetici. Marco Nieri, ecodesigner e ricercatore in bioenergetica, ha ideato una tecnica, chiamata “Bioenergetic Landscapes”, che permette di misurare ed utilizzare le proprietà energetiche di alberi e piante per creare spazi di particolare interesse per la salute. L’incontro illustra inoltre le più avanzate conoscenze raggiunte sulla funzione bio-terapeutica delle piante, facendoci conoscere come gli alberi possono modificare positivamente l’energia degli spazi verdi migliorando il nostro benessere
Marco Nieri, bio-researcher ed esperto in salute dell’habitat, da oltre 20 anni progetta spazi interni ed esterni con una visione multidisciplinare ricca di esperienze acquisite in Italia ed all’estero sugli aspetti ambientali, biologici e percettivi dell’abitare. Per oltre 15 anni ha collaborato con il dott. Walter Kunnen, fondatore dell’Istituto Archibo Biologica di Anversa, studiando con lui gli effetti biologici della Biosfera sulla salute. Ha creato il “BIOENERGETIC LANDSCAPES”, un’innovativa tecnica per creare parchi e giardini bioenergetici, realizzando spazi verdi terapeutici in Italia e all’estero. Frequentemente tiene conferenze pubbliche e corsi su questi temi mentre suoi articoli appaiono su quotidiani e riviste nazionali ed internazionali. Ha pubblicato “BIOENERGETIC LANDSCAPE -La progettazione del giardino terapeutico bioenergetico” ed. Sistemi Editoriali, 2009.
Andrea Gadducci
Fisica dei quanti e tecnologia: esperienze pratiche di dialogo tra coscienza e tecnologia.
La relazione vuole mettere in evidenza e permettere la sperimentazione di come oggi sia possibile mettere in comunicazione la nostra coscienza con tecnologie intelligenti e semplici da imparare. Studi scientifici, come ad esempio il noto progetto P.E.A.R., da anni dimostrano come ciò sia possibile; oggi se ne fa esperienza con semplicità, ripetibilità e soprattutto con l’opportunità di usare questo know how per meglio comprendere come la coscienza sia alla base della gestione dell’informazione, che sottende la coscienza. Accennerò brevemente al modello C.I.E.M. Coscienza – Informazione – Energia – Materia per condurvi con un semplice metodo ad individuare come sia possibile interagire con questi sistemi presenti in ogni esperienza della vita quotidiana e alla base della vita e della comunicazione fra tutti gli esseri viventi. Sarà possibile sperimentare in aula le tecnologie, ad oggi sempre più diffuse, per mezzo di cui è possibile fare questo.
Giovanni Cellerini
“Il Tong Ren non è una religione, il Tong Ren è scienza!” (Tom Tam)
Il Tong Ren è l’unico ponte esistente fra la medicina occidentale e quella orientale. Questa tecnica è stata inventata dal maestro cinese Tom Tam a Boston. Grazie a una comparazione fra il Sistema Nervoso Centrale e i Meridiani della Medicina Tradizionale Cinese, il maestro è riuscito a creare un nuovo sistema molto efficace per il trattamento di molte patologie. Il Tong Ren non si avvale solo dell’agopuntura ma viene supportato da altre tecniche che possono essere utilizzate all’interno della seduta stessa come il Tuina, le pratiche di Inconscio Collettivo, il Pi Gu, il Tai Qi Dao Yin e altre Tecniche Minori. Di recente, alcuni studi di Tom Tam hanno posto l’attenzione sulla Bioelettricità e la Piezoelettricità migliorando i risultati della tecnica stessa.
Il dott. Giovanni Cellerini, medico, agopuntore, docente universitario, autore di articoli e libri, una vita ricca di studi e riconoscimenti, ha conosciuto il Tong Ren qualche anno fa e riconosciutone il grande valore nel trattamento di numerose patologie incurabili ne è diventato il portavoce fondando l’Associazione Tong Ren Italia a Tavarnuzze (FI).
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http//www.supernaturanica.com/eventi/convegno-sirr-2016.html
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Holiday Inn Express Bologna- Fiera
Via del Commercio Associato 3
051-6334588
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Il costo è di 183€.
Se si vuole partecipare alla cena del sabato bisogna aggiungere 30€
In aggiunta la domenica pomeriggio visto che la canadese Susan Collins è in Italia dalle 14.30 alle 18.00 tiene un corso a 80€
Poi i 3 giorni seguenti (14-15 -16 marzo) Gennadij A. Nepokojcickij terrà il primo corso in Italia della medicina multidimensionale di Ljudmila Pucko (detta anche Radionica esoterica russa) a 500€
Comunque è tutto sempre dentro il sito di supernaturamica.com:
http://www.supernaturamica.com/catalogo-prodotti/category/41-convegno-sirr-2016.html

http://masadaweb.org



MASADA n° 1735 13-2-2016 VOLTAGABBANA E ALTRI ORRORI

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MASADA n° 1735 13-2-2016 VOLTAGABBANA E ALTRI ORRORI

Renzi e l’ammucchiata delle primarie – Prosegue la lotta contro le unioni civili e il riconoscimento della parità dei diritti ai gay – Al family day i conti non tornano – Io prete cattolico contro il family day – Bagnasco chiede il voto segreto sul decreto Cirinnà – Storia della presunta ‘famiglia naturale’- Milano: sindrome cinese – I cuffariani entrano in massa nel Pd – Il trasformismo politico – Contro la traslazione a Roma della salma di Padre Pio – Aziende italiane in crisi. Draghi sconfessa Renzi. Il lavoro manca – TTIP l’invasione del mercato americano non ci farà certo risollevare l’economia – Il saccheggio europeo – La bad bank spiegata ai non addetti- Debiti di stato

Madre e figlio di 8 anni uccisi nel Maceratese. La donna aveva presentato una denuncia per stalking- Renzi ha depenalizzato lo stalking, riducendolo a illecito amministrativo, in pratica paragonandolo a una sosta in doppia fila.
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Yeats: “I migliori mancano di ogni convinzione, mentre i peggiori sono pieni di intensità appassionata”
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Se credete che l’istruzione costi troppo provate con l’ignoranza.” (Woody Allen)
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In Sicilia i cuffariani passano in massa a Renzi. A Milano per sostenere alle primarie il renziano Sala votano in massa i Cinesi. Renzi imbarca tutto quello che può.
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Reiyel Rhode
Lenzi è un glande!

MILANO: Abitanti: 1.324.110. Elettori: 936.625
Alle primarie del Pd hanno votato 60.900 persone, il 6 % degli aventi diritto.
Alle Comunali del 2011 il Pd prese 170.551 voti.
Oggi vince le primarie del Pd Giuseppe Sala con 24.961 voti (Pisapia ne prese 30.553). Ma di questi voti di oggi quanti non sono nemmeno cittadini italiani? E, anche prendendo le cifre per intero, mancano all’appello 155.590 piddini. Ha votato 1 su 6. L’assenteismo è schiacciante.
Nel 2006 andarono a votare per le primarie del Pd 82.000 milanesi
Nel 2011 erano scesi a 67 mila.
A febbraio di quest’anno erano 60.900.
Dunque Sala piace a un milanese su 15. Triste!
La contraffazione cinese della merci ha conquistato la contraffazione politica.
Da un pataccaro non potevano aspettarci altro.
E’ la democrazia made in Chinatown
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Milanesi-cinesi: stessa faccia, stessa razza.
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Sbiancacasta
Li hanno intervistati stamattina in tv, ti spiego di cosa stai parlando
“Lei è del Pd?”
Faccia perplessa
“Lei sa cosa è il Pd?”
“No. Cosa?”
“Ma lei sa chi è il sindaco di Milano?”
“Monti”.
…ecco chi ha votato alle cinesarie ….

RENZI E L’IGNOBILE AMMUCCHIATA
Viviana

Che Renzi parli di introdurre regole interne etiche nel partito fa alquanto sghignazzare, dpo che la regola già esistente nel regolamento di vietare altri mandati dopo due legislature è stata abbondantemente calpestata e dopo che la legge di presentare bilanci trasparenti e in ordine senza cui non si accede a fondi pubblici è stata abbondantemente trasgredita.
E’ grottesco che il Pd parli di regole di correttezza. Non ce n’erano alle primarie. Non ce n’erano per i bilanci. Non si sono mai state sulle tessere. Non ci sono e non ci saranno sui candidati che eccellono per reati e non per meriti o sono scelti solo per amicizia col premier. Il Pd è maestro in scorrettezze e primo in cialtronaggine. Ed è anche ultimo in democrazia, dopo che Renzi ha eliminato due diritti elettorali, ha vietato le preferenze, vuol fare un senato di nominati e ha messo tutti i suoi amici ai posti di comando, sostituendo intere commissioni parlamentari perché non d’accordo con lui. Quando si parla di etica, il Pd è proprio il peggior partito dell’Italia contemporanea, un vero e continuo scandalo di immoralità e cinismo.
Che il M5S volesse rendere più democratica la Costituzione attualizzandola alla presente ecatombe dell’etica politica non è un segreto per nessuno.
Ma un conto è cercare di attuare e attualizzare la Costituzione aprendola a una maggiore democrazia. Un conto ben diverso è calpestare la democrazia, distruggendo principi, diritti e valori democratici, come fa Renzi.
Copio:
“Alla fine il Pd darà le tessere anche ai morti. “Mussolini iscritto al Pd. Le tessere false sono più di quelle vere (senza contare quelle fatte ai rom). Una burla. O forse no. Semplicemente la dimostrazione pratica di come il Pd sia un colabrodo. Altro che regole ferree! Altro che controlli minuziosi e capillari! Altro che trasparenza! Per iscriversi al Pd basta una carta di credito, un pc e un po’ di tempo a disposizione. Possono farlo tutti. Anche Benito Mussolini. Lo ha provato il giornalista del Giornale, Andrea Cuomo che ha iscritto, appunto, il Duce, al Pd nazionale. Sezione di Predappio, ovviamente. Obiettivo: dimostrare che in pochi minuti è possibile iscrivere chiunque al partito del Nazareno. In cambio una bella tessera firmata Matteo Renzi. Si sa, la fame di iscritti nei partiti in questo momento è tanta. C’è un calo di consenso generalizzato. Una fuga di massa. E dunque si può anche chiudere un occhio – o forse tutti e due – per allargare la base elettorale”.

Viviana
Con l’adozione di bambini italiani si vacilla
ma con l’adozione di elettori cinesi si va alla glande.
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Ma poi chi ce lo dice che hanno votato decine di cinesi
e che non fosse il solito cinese che votava più volte?
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Pensa te che successo se la primarie le fanno a Prato!
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Due cose mi stupiscono
il Pd stellato sopra di me
e l’elettore cinese dentro il Pd.
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Foisluca84
Migliaia di cinesi votano alle primarie del PD: “Oh bella chao”.
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Doctor C
Quindi chi ha votato Sala sta festeggiando per due motivi: la vittoria alle primarie ed il capodanno cinese.
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Ma lo potremmo sapere il numero esatto dei Cinesi che ha votato
o resterà un segreto impenetrabile come i numeri dell’Expo?

Mannitidiriale
Giuseppe Sala in netto vantaggio nelle primarie del PD a Milano.
E devono ancora arrivare le schede elettorali dei cinesi all’estero.
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George Clone
Proteste per i troppi cinesi che hanno votato alle primarie del Pd a Milano. Soprattutto da parte dei calabresi.
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a.mazed
Sala vince le primarie del PD sostenuto da molti ex di Forza Italia. Dopo anni all’insegna di Troia, hanno finalmente prestato un cavallo.
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Ai seggi lunghe code di cittadini cinesi. È già positivo che non siano rimasti a dormire dentro.

mannitidiriale
“Non parlano una parola di italiano eppure vengono a votare, alcuni neanche sapevano come farlo”.
Come alle primarie della Lega.
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pirata21
Primarie Milano, molti stranieri non sanno perché stanno votando. Si sono integrati benissimo.
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valeriomoro
Centinaia di cinesi alle primarie del Pd: “Cheng, certo che questi Renziani sembrano tutti uguali!”
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geomon
Alle primarie di Milano persone che non conoscono l’italiano e non sanno leggere. Oltre a un fottio di Cinesi.

Doctor C
Il Pd di Renzi è sostenuto dai cinesi, da Cuffaro e da Verdini.
Un festin bueo che nemmeno ai dopocena di Berlusconi.
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Migliaia di cinesi alle primarie del Pd a Milano.
Le famose quote gialle.

MA COSA GLI HA PROMESSO SALA ALLA MAFIA CINESE?
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Marcthulhu
Il Pd di Renzi è sostenuto dai cinesi, da Cuffaro e da Verdini. Solo non si vedono i due liocorni…
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Rocco Gazzaneo
Primarie PD, grande partecipazione dei cinesi. Yuan vale yuan.
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Pirata21
Continuano le stranezze alle primarie di Milano. Qualcuno ha visto in fila Peppa Pig e Masha e Orso.
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Doctor C
“Ricordo che chi fa lo schifiltoso con i voti perde le elezioni” ha detto Renzi spiegando Verdini, Cuffaro e i cinesi. (Questa battuta però è vera, non detta solo per ridere. Poi dicono che il comico è Grillo!)
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Viviana
Ora Sala supererà Mao
attraverserà il Lambro a nuoto.

AL FAMILY DAY I CONTI NON TORNANO

Geometria alla mano, al Family day c’erano meno di settantamila persone (qualche anno fa, per il concerto dei Rolling Stones, la piazza era stracolma e sono stati staccati settantaduemila biglietti, regolarmente acquistati e dunque documentabili). Su Linkiesta il direttore Francesco Cancellato attacca, durissimo: «Il Family Day è lo specchio di un pezzo di Paese che si è ritirato sull’aventino della pre-politica, lasciando l’onere di rappresentanza e della rappresentazione alle terze file berlusconiane, ai pokeristi in cerca d’autore, ai fascisti». Caterina Coppola, su Wild Italy, fa notare: «Quella piazza secondo molti si è definitivamente posta fuori dal tempo e in controtendenza ad un cambiamento, ad un vento che soffia in tutt’altra direzione: quella dell’affermazione (per altro tardiva) dei diritti minimi alle coppie omosessuali e alle loro famiglie».
Sta al Parlamento, adesso, capire a chi dare ascolto: se a chi raduna, insieme, estrema destra e gruppuscoli di invasati religiosi o quella parte del paese che si è accorta che la gay community esiste e, udite udite, è parte integrante della società. (Dario Accolla)

BAGNASCO CHIEDE IL VOTO SEGRETO SULLE UNIONI CIVILI
Viviana

Stiamo discutendo di un principio basilare della democrazia: la parità di diritti per tutti, l’uguaglianza di tutti davanti alla legge.
L’articolo 3 della Costituzione Italiana recita:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.. L’eguaglianza di fronte alla legge vieta discriminazioni e privilegi, senza possibilità di deroga; questo principio di eguaglianza sta anche alla base di tutte le altre democrazie costituzionali”.
Ma la Chiesa di Roma sulle discriminazioni ci ha sempre marciato, con le donne prima, con i gay sempre.
Che una coppia gay abbia meno diritti di una coppia etero è profondamente incivile, antidemocratico e contrario ad ogni principio di civiltà.
E l’intromissione di Bagnasco nel lavori del Parlamento è inaccettabile, come se lo Stato italiano si ingerisse dei lavori di un Concilio.
Bagnasco e soci insultano in modo intollerabile sia formalmente che sostanzialmente la Costituzione italiana e calpestano i principi fondamentali della democrazia rigettandoci in un oscuro e miserabile Medioevo.
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IO PRETE CATTOLICO CONTRO IL FAMILY DAY
Don Paolo Farinella

Il sedicente «mondo cattolico», ritenendo non sufficiente l’atteggiamento del cardinale Bagnasco, che pur ha assunto un volto truce e battagliero, ha riesumato anche le mummie che credevamo sepolte e stagionate come il card. Ruini, il difensore della legge 40 e del fallimento del referendum a essa allegato, nonostante quella legge sia stata azzerata da una miriade di sentenze dentro e fuori i confini della sacra patria, della santa famiglia e del santissimo dio. In nome di Dio, Patria e Famiglia, alle crociate!
La piazza cattolica, per l’occasione ai Fori Imperiali, forte della presenza di appena e non più di 300 mila persone, comprese suore vergini, preti e frati celibi, vescovi, non sappiamo, tutti astemi di famiglie ufficiali, ma molti esperti in famiglie altrui, ha fatto un botto che lascerà il segno di morte sul sedicente cattolicesimo senza fede e tutto politicante. Come cattolico, credente e praticante, dichiaro pubblicamente di non avere nulla da spartire con quella piazza, di cui un cattolico coerente e con un minimo di coscienza morale dovrebbe vergognarsi e distanziarsi.
Non nego che vi fossero persone e famiglie oneste e di retta coscienza, andate a testimoniare il loro modo di vivere e percepire la famiglia, anche se dentro un’enorme (o forse voluta?) confusione tra diritti civili, adozione dei figli, utero in affitto, mistero della Trinità e Immacolata Concezione di Maria, messi in un unico calderone senza gusto e senza sapore. Quello che fa specie e dovrebbe inorridire un cattolico è la presenza di figuri e politicanti che non solo hanno deturpato per interesse la piazza, ma hanno svilito lo stesso sentire cattolico, se mai vi fosse stato, annichilendolo ancora di più in un recesso di ignominia e vituperazione.
Gasparri e Brunetta (FI), i gemelli Giovanardi e Formigoni (NCD), il ministro Galletti (UDC) Fioroni (PD), Dorina Bianchi (NCD, ma ex Ccd, ex Udc, ex Margherita, ex Pd, ex Pdl, ex se stessa) e chissà quanti altri delle stesse razze, lingue e tribù. Tutti costoro si vantano di essere cattolici e per questo hanno appoggiato, sostenuto e legiferato ogni nefandezza immorale, hanno difeso e protetto in parlamento con il voto affiliati alla malavita, hanno votato convintamente tutte le leggi volute da Berlusconi che hanno distrutto non solo lo Stato, ma anche il senso di esso. Hanno votato in parlamento con giuramento di coscienza che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Molti di loro hanno una o più famiglie, qualcuno più larga e qualcuna più stretta. La Bianchi fu relatrice della legge 40 e pasionaria della disfatta del referendum, il suo cattolicesimo d’un pezzo si vede dalle sigle che adornano il suo petto come medaglie di coerenza non solo politica, ma specialmente etica: dove c’è un posto, là c’è la sua coscienza … per il bene del popolo, s’intende!
Costoro che sono da sempre al governo con chiunque e comunque non hanno mai varato una legge a difesa della famiglia né tradizionale né di altro genere, ma hanno sempre firmato leggi a favore di amici e di corrotti, distruggendo lo stato sociale e facendo aumentare i poveri in modo esponenziale. Essi appoggiano la manifestazione per il ritorno in voti e i vescovi non hanno nulla da dire contro il voto mafioso di scambio? Come si fa a dichiarare immorale una legge che cerca di estendere i diritti a persone che ne hanno diritto, se si accettano presenze e sponsorizzazioni come queste, che sono la quint’essenza della immoralità e della negazione dei cosiddetti principi e valori cattolici? Quei politicanti voteranno quella legge per convenienza e perché hanno ricevuto il prezzo adeguato in posti di governo.
Ho l’impressione che a quella piazza nulla importasse della legge sulle coppie di fatto, ma fosse lì contro la pastorale di Papa Francesco che apparentemente nessuno contesta, ma di fatto tutti maledicono perché apre varchi che fanno vacillare un cattolicesimo senza fondamenta e pauroso, rinchiuso e rintanato nella sicurezza di una mal compresa tradizione di cui non conoscono né la storia né la trama. A questa piazza, io Paolo prete, cattolico, oppongo la mia resistenza morale e teologica perché il Vangelo, assente in quell’assembramento, sta da un’altra parte e, per una volta tanto, sta anche con un Papa che prova a fare sul serio. Mi distinguo da costoro e, anche in solitudine, sto dalla parte dei bambini, dei diritti delle persone etero od omo, non m’importa, dalla parte di una Chiesa che è lievito e non muscoli, proposta e non strumento di politicanti corrotti. Anche le mafie difendono la «Famiglia» tradizionale.

MA QUALE FAMIGLIA NATURALE!!
Si discute molto di famiglia e di figli in questo periodo. Ma troppo spesso si dimentica che di “naturale” la famiglia ha poco o nulla, che nella storia e nelle varie culture essa ha assunto connotati molto diversi, e molto spesso violenti nei confronti di donne e bambini. In questo contesto, che significa che “i figli non sono un diritto”?
Chiara Saraceno

“I figli non sono un diritto”. Vero. Questo vale per tutti: per le coppie formate da persone di sesso diverso come per le coppie formate da persone dello stesso sesso, per le coppie come per i/le single. Ma che cosa significa esattamente che non sono un diritto? Che chi non è fertile, o ha un partner non fertile, non ha diritto di provare e viceversa che basta essere fertili (e in un rapporto di coppia eterosessuale) per avere automaticamente il diritto di avere un figlio? Quando si discute di diritti e ci si aggancia ad una idea di “natura” e di “normalità”, si intraprende una strada molto scivolosa, lungo la quale si incontrano molte violenze, in particolare contro le donne e i bambini, ma talvolta anche contro gli uomini.
Qualche secolo fa in Italia le donne nubili sospette di essere incinte venivano imprigionate per evitare che abortissero, salvo togliere loro i figli perché “indegne” di essere madri. In Irlanda, come ci ha ricordato il film Le Maddalene, la cosa è durata fino a qualche decennio fa con il beneplacito della Chiesa Cattolica. In nome della protezione della “paternità legittima” i figli nati da un uomo sposato fuori dal matrimonio non potevano essere riconosciuti da quello. E una madre coniugata che avesse un figlio con un uomo diverso dal marito, magari lontano o da cui era separata, aveva di fronte a sé solo due scelte: o non riconoscerlo affinché il padre, se non a sua volta sposato, potesse farlo lui, oppure tacere, attribuendone la paternità al marito. Il tutto con buona pace dell’oggi tanto sbandierato principio che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre, possibilmente biologici.
Nella legge 40, fortemente voluta da una grossa fetta dei parlamentari cattolici e la cui abrogazione per via referendaria è stata attivamente impedita dalla gerarchia cattolica, si è vietata sia la riproduzione artificiale con donatore o donatrice, sia il ricorso all’esame pre-impianto degli embrioni nel caso di aspiranti genitori portatori di malattie genetiche gravi, che avrebbero comportato sofferenze atroci all’eventuale nascituro. Ci sono volute sentenze delle Corti italiane ed europea per cancellare questa mostruosità voluta da parlamentari ottusi e arroganti che, con la benedizione della Chiesa, si arrogavano il diritto di dire chi può e in quali condizioni fare figli e chi no. Se dovessero poter avere figli solo coloro che sono fertili, e in coppia eterosessuale, dovremmo non solo condannare ogni forma di riproduzione assistita, inclusa quella con gameti della coppia, ma anche vietare l’adozione.
Nella nostra società e cultura da lungo tempo si è passati da un’idea che si facessero figli – in proprio o tramite adozione – vuoi perché “venivano”, come non sempre benvenuta conseguenza di un rapporto sessuale, vuoi perché utili alla dinastia o all’impresa famigliare, ma perché danno gioia e aprono al futuro. Come ha ammesso, con un lapsus involontario, lo stesso cardinal Bagnasco, la famiglia non è un fatto ideologico, bensì antropologico. Appunto, l’antropologia e la storia, ci mostrano che qualunque sia la “famiglia voluta da Dio”, secondo la sorprendente e astorica definizione di papa Francesco, le famiglie umane vengono in forme e contenuti diversi. Non c’è un’unica “famiglia umana”. Ed alcune forme di famiglia anche del nostro recente passato erano intrinsecamente violente nei rapporti di genere e generazione, non solo a livello individuale, ma proprio di conformazione istituzionale. C’è voluto un lungo processo, non del tutto compiuto, perché la dimensione fondamentale, autenticamente generativa, della genitorialità fosse l’accoglimento e l’assunzione di responsabilità e perché la cifra della relazione genitori-figli (come per la coppia) fosse l’amore E’ su questo che si gioca il “diritto ad avere figli” o, meglio, a provarci, non di fronte alla legge, ma di fronte alla propria coscienza.
Le tecniche di riproduzione assistita, e più ancora la possibilità di ricorrere ad una madre gestante per altri, acuiscono ed esplicitano la necessità di effettuare questa valutazione: non solo perché la scelta di diventare genitori è necessariamente più esplicitamente intenzionale, ma perché coinvolge più soggetti e modifica di poco o tanto il nesso tra coppia, sessualità, generazione. Di nuovo, vale per tutti, non solo per le persone omosessuali. Quando si smetterà di pretendere di possedere la verità e il monopolio della definizione di chi può fare famiglia e chi può avere figli, finalmente si potrà aprire una riflessione in cui tutte le parti possano trovare voce e ascolto, con rispetto e pazienza, per fare un passo ulteriore nel processo di civilizzazione della famiglia e dei rapporti di sesso e generazione.
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Le stepchild adoption “permette l’adozione del figlio del coniuge, con il consenso del genitore biologico, solo se l’adozione corrisponde all’interesse del figlio, che deve dare il consenso (se maggiore di 14 anni) o comunque esprimere la sua opinione (se di età tra i 12 e i 14). L’adozione non è automatica ma viene disposta dal Tribunale per i minorenni dopo un accurato screening sull’idoneità affettiva, la capacità educativa, la situazione personale ed economica, la salute e l’ambiente familiare di colui che chiede l’adozione.”

Giovanardi ha presentato 8 eccezioni di incostituzionalità contro la Cirinnà
Giovanardi è un invasato senza coscienza che dovrebbe tacere e sparire. E’ una vergogna vivente. Nel 2006 il ministro degli Esteri olandese Ben Bot convocò l’ambasciatore italiano per protestare contro le dichiarazioni di Giovanardi, che aveva paragonato le leggi olandesi sull’eutanasia alle leggi naziste. E’ lo stesso che per il referendum sulla fecondazione assistita fece fare orrendi manifesti con parate naziste. Sempre nel 2006 prese a testate una macchina per l’ecografia all’ospedale di Modena, sostenendo che l’ecografia era l’anticamera dell’eugenetica nazista, e manomise il costoso macchinario, colpendolo ripetutamente con la fronte, quello che ha combattuto l’omosessualità dicendo che un bacio tra donne in pubblico è come fare la pipì per strada, è l’idiota patentato che ha dichiarato che Cucchi è morto perché anoressico e che in ogni caso meritava la morte perché si drogava. Quello che ha detto che è obbligatorio usare gli animali come cavia per la ricerca. E sulla crisi economica che la colpa è dei froci. Io farei un referendum solo per bandire dall’Italia gente come Giovanardi
Giovanardi è quello che riuscì ad infilare una indecente legge sulle droghe all’interno del pacchetto sicurezza per le olimpiadi invernali di Torino 2006. Con tale legge le droghe leggere, come la cannabis, venivano equiparate a droghe pesanti quali eroina o cocaina; erano inoltre introdotte sanzioni penali anche per i consumatori, sanzioni che erano state cancellate dal referendum popolare del 18-19 aprile 1993 in cui si sancì la non punibilità dei consumatori. Tale normativa fu giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale e annullata il 12 febbraio 2014
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MILANO: SINDROME CINESE
Paolo De Gregorio

Le primarie per designare il candidato sindaco del PD a Milano ci offrono l’inverecondo spettacolo di gente con gli occhi a mandorla che vanno a votare mister Expo, Sala, senza nemmeno conoscerne la faccia e tanto il suo programma politico, visto che tra l’altro sanno poche parole in italiano.
Mi spiace essere secco e duro, ma la democrazia, soprattutto nei suoi meccanismi che portano al potere politico, deve avere delle regole severe e valide per tutti coloro che si presentano alle elezioni, e una di queste è quella che siano solo gli iscritti al proprio partito quelli che hanno il potere di votare alle primarie, quale premio alla loro militanza e al loro attivismo volontario, evitando di farci assistere a squallide compravendite di voti espressi da extracomunitari pagati ed estranei alla politica attiva e partecipata.
L’unica organizzazione politica che pratica il metodo di far votare per le primarie solo gli iscritti (on-line) senza costi e senza pagare gli elettori, è il M5S, da cui sarebbe molto utile imparare la lezione, visto che la politica dei partiti marci, tipo il PD, assomiglia ai metodi di Achille Lauro a Napoli, e ormai la sigla PD significa solo Partito Democristiano, i cui eredi sono ormai maggioranza, hanno cacciato la sinistra, e si apprestano a diventare PN, Partito della Nazione, con rilevanti pezzi della destra berlusconiana.
Un’altra regola assolutamente necessaria, per fermare la compravendita dei parlamentari che passano da un partito all’altro (iniziata dallo statista Berlusconi con Razzi e Scilipoti), continuata massicciamente fino ai giorni nostri, è quella di inserire solennemente in Costituzione che il “vincolo di mandato” è effettivo e non riguarda la libertà del singolo parlamentare, ma deve essere riconosciuta prevalente la volontà dell’elettore e quindi del popolo, che resta sovrano solo e nella misura in cui la sua volontà espressa col voto sia mantenuta. Chi vuole passare ad un altro partito non può farlo, può solo dimettersi e far subentrare il primo dei non eletti del proprio partito.
Questo dovrebbe essere l’alfabeto elementare della democrazia e della volontà popolare, che il marciume dei partiti tiene nascosto e genera il marciume delle compravendite, che hanno fatto del Parlamento un mercato di bassa macelleria.
Per fare un po’ di pulizia sarebbe altresì necessario fosse rispettata la volontà popolare espressa nel referendum del 1993 sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che fosse abolita qualunque sovvenzione pubblica ai giornali e fosse abolito l’8 per mille alla Chiesa, che è entrata a gamba tesa nella questione politica delle “unioni civili”, questione non religiosa, che pone problemi laici di diritti civili.
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Cuffaro: “Avevo un milione e 800mila voti, ora si spostano nel Pd
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Due finanziarie di Renzi: nemmeno un solo provvedimento preso contro la mafia, mentre ha tagliato fondi alle forze di polizia e ha stoppato migliaia di processi abbreviando la prescrizione e depenalizzando una fila lunghissima di reati
Ma credete davvero che la lotta alla corruzione e alla mafia si faccia aiutando i delinquenti?

http://www.miglioverde.eu/ecco-lelenco-dei-reati-che-renzi-ha-depenalizzato/

Tra i reati depenalizzati: la corruzione, l’abuso di ufficio, l’adulterazione di cibi, l’appropriazione indebita, lo stalking, la corruzione di minore, i medicinali guasti, la frode processuale, il furto, la frode commerciale, l’incesto, le lesioni personali, le percosse, la truffa, la violazione di domicilio, la violenza privata…
Ma è diventato matto? E Il family day è disposto a votare uno che depenalizza incesto e corruzione di minore????

I VOLTAGABBANA

In questa legislatura ci sono stati 335 cambi di gabbana. C’è una parlamentare che in un mese ha cambiato partito cinque volte!
A Quarto la Capuozzo, delegittimata dal Movimento e richiesta di dare le dimissioni, continua ora a governare il piccolo Comune con l’appoggio della destra. Il M5S introduce una penale di 150.000 negli enti locali a chi passa dal M5S ad un altro partito (ricordo che la Costituzione vieta il vincolo di mandato per i parlamentari). La decisione ha fatto molto scalpore ma denuncia lo stato di degradazione dei politici italiani, pronti ormai a vendersi al maggior acquirente, senza che si faccia nulla per frenare questo gioco perverso del cambio di gabbana. Se i 150.000 euro di penale sono l’extrema ratio per frenare un malcostume ormai imperante, non si vede quale giudice potrebbe far valere questa penale.
Già Di Pietro nel 2010 aveva usato un regolamento che prevedeva 150.000 euro di multa per i traditori. Per evitare altri casi come le defezioni di De Gregorio e Scilipoti, fece firmare a tutti il documento dal titolo “promessa di pagamento” come condizione per essere in lista.
Il Pd presenta un ddl per riformare l’interno dei partiti; promette di aumentare la trasparenza, garantire il pluralismo e ammettere la libertà di dissentire. Ma le sue promesse già in passato sono state non mantenute, si era anche votata una legge per rendere obbligatoria la trasparenza finanziaria e presentare il bilancio e immediatamente dopo tutti i partiti l’hanno violata, dividendosi i fondi pubblici senza presentare nessun rendiconto. Grillo si muove sugli enti locali, in vista delle amministrative di marzo.
L’8 febbraio il blog ha pubblicato un decalogo da firmare agli aspiranti candidati M5S di Roma. E’ una scrittura privata, dove si prevede che, in caso di violazione del “codice di comportamento”, i futuri consiglieri dovranno pagare una penale di 150mila euro. Un provvedimento ispirato a quello già previsto per gli europarlamentari (in quel caso la multa è di 250mila euro) e che fino a questo momento non è mai stato applicato. Per i grillini insomma, da tempo colpiti dai cambi di casacca, la sanzione è in linea con il programma e non scandalizza. Ma c’è molta confusione su cosa si intenda per “violazione del codice di comportamento” e su chi debba giudicare a applicare la sanzione. Ma a Roma il Movimento sta giocando una partita molto grande, si gioca la faccia a livello nazionale, per cui “qualche stretta di controllo in più vale la pena farla”. Il pubblico dei sondaggi ha reagito alla decisione del M5S in modo entusiastico, la corruzione dei politici ha stomacato tutti.
La Costituzione impone il divieto di mandato, ma i 5stelle vorrebbero, al contrario, proprio il vincolo di mandato. Il problema risiede nel fatto che un candidato, un partito, possono raccogliere voti in ragione di un impegno elettorale per poi, una volta eletti, andare a fare l’esatto contrario o passare alla controparte.
Nel 2010 Renzi attaccò chi cambiava casacca come Dorina Banchi: “Si dovrebbe dimettere”. Ma oggi dopo l’ultimo passaggio da Forza Italia a Ncd l’ha scelta come sottosegretario. Oggi prende tutti e li premia. ricompensa Gennaro Migliore, eletto con Sel e poi passato nel Pd: sottosegretario alla Giustizia e poi Enrico Costa, eletto nel Pdl, passato all’Ncd: neo ministro degli Affari regionali; Antonio Gentile, già sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi IV, eletto nel Pdl, poi passato con Alfano. Gentile era già stato premiato con un sottosegretariato nell’esecutivo Renzi ma fu costretto a dimettersi per un’inchiesta poi archiviata. Ora è sottosegretario allo Sviluppo economico. Medaglia e seggiola (sottosegretario alla Giustizia) anche alla senatrice alfaniana Federica Chiavaroli. Insomma, Renzi non soltanto non ha preteso le dimissioni dei tanti voltagabbana ora suoi amici ma li ha pure remunerati con comode poltrone. Le quali servono tutte a tenere in piedi quella a cui tiene di più: la propria. Nei due anni del Governo Renzi, infatti, ben 173 parlamentari hanno lasciato il loro partito per entrare nel Pd. Senza di loro, il Pd non starebbe nemmeno in piedi. Luigi Compagna si è spostato 5 volte. Eletto con il Pdl, ha poi cominciato a fare avanti e indietro tra Gal e Ncd. Allo stato attuale, risulta che un terzo degli eletti ha cambiato maglia. Ma la cosa gravissima, più grave ancora di questa transumanza, è vedere persone che figurano essere di sinistra, come Bersani e ancor più Renzi, che sfacciatamente e senza alcun pudore applicano una politica di estrema destra, tradendo non solo il loro mandato ma tutte le loro promesse elettorali e il DNA della parte di popolo che dovrebbero rappresentare.
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Daniel Fortesque
Mi verrebbe in mente Bersani, col PD, al quale tanti, milioni di lavoratori dipendenti del settore privato, avevano affidato la propria “incolumità”, pensando che li avrebbe difesi da attacchi di “categorie” notoriamente più forti e potenti, e che invece, pur con quei 120 miliardi di evasione di fianco, non esitò un attimo a tirar giù la mannaia della riforma “Fornero” sulle loro pensioni… …e non solo! Come PD si è reso anche protagonista attivo della cancellazione dell’Art. 18!
Ora, la domanda è: ma se Bersani avesse fatto le sue campagne elettorali, anche andando in giro per le fabbriche come faceva un tempo, annunciando una riforma delle pensioni come quella che poi fece e la cancellazione dell’Art. 18, i voti che presero nel 2006 Prodi e nel 2008 Veltroni, li avrebbero presi ugualmente? E lui, Bersani, nel 2009, ci sarebbe diventato lo stesso, segretario del partito?

Wesley
Caro Di Pietro, non ci sentono, non ci sentono, non c’è più sordo di chi non vuol sentire.
Il trasformismo politico è alla base del disfacimento della democrazia in questo paese.
E a troppi fa comodo che le cose restino immutate, e fa niente se la gente onesta, la gente che ha votato credendo nella persona venga ripetutamente preso per il naso, fa niente se i governi di turno siano un’accozzaglia di opportunisti senza coscienza.
Preferiscono l’ammucchiata post elezioni, i cambi casacca dove il colore politico ormai è solo una bandierina da sventolare.
Soldi, privilegi, poltrone e potere, questo e nient’altro nella democrazia renziana.
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I VOLTAGABBANA, TRASFORMISTI E RICICLATI
Marco Travaglio

“Quando si parla di voltagabbana, trasformisti e riciclati che saltano da un partito all’altro come Tarzan di liana in liana, nessuno si pone la domanda più naturale: “Che diranno i nostri elettori?”
I motivi sono tre. 1) Molti elettori non dicono nulla, perché sono indifferenti, o rassegnati al peggio, o perché gli sta bene così. 2) Alcuni elettori direbbero volentieri qualcosa, ma non sanno a chi: da 10 anni non eleggono più nessuno, visto che prima col Porcellum e ora con l’Italicum e la controriforma del Senato i parlamentari sono nominati dai capi partito: infatti non vanno a cercarsi gli elettori perché rispondono esclusivamente a chi li ha piazzati in lista. 3) Chi dovrebbe ascoltare gli elettori li considera carne da cannone, gente da comprare con qualche spicciolo o favore o posto o promessa alla vigilia delle urne, magari da ricattare col solito trucchetto del “meno peggio” (l’altroieri: “Votateci, se no vincono i comunisti”; ieri: “Votateci, se no vince Berlusconi”; domani: “Votateci, se no vince Grillo”), e da ignorare per cinque anni fino alle elezioni successive.”
“Noi, checché se ne dica, abbiamo il massimo rispetto per gli elettori del Pd, non foss’altro che per gli immani sacrifici a cui li ha sempre costretti il loro partito. Han dovuto digerire i D’Alema, i Violante, i Veltroni, gli Amato, i Fassino, i Rutelli, i Bersani, i Napolitano, i Letta e ora Renzi con i loro inciuci con Berlusconi & C. Han votato per un programma e poi han visto regolarmente attuare quello degli avversari, per sconfiggere i quali si erano mobilitati trascinandosi alle urne. Si son sentiti promettere legalità, onestà, trasparenza, competenza, leggi anticorruzione, antievasione, antitrust, anti-conflitto d’interessi, una Rai senza partiti, una scuola e una sanità finalmente pubbliche, diritti e unioni civili all’insegna della laicità, un ascensore sociale fondato sulla meritocrazia, la difesa dello Statuto dei lavoratori e della Costituzione più bella del mondo, salvo poi ritrovarsi l’esatto opposto. Hanno combattuto, anche in piazza, il berlusconismo, il cuffarismo, il clericalismo, il trasformismo, il familismo per poi scoprire che si praticavano anche in casa loro. Due anni fa avevano riposto le residue speranze in Renzi, che faceva proprie quelle parole d’ordine con una freschezza e credibilità, non avendo partecipato allo sfascio dell’ultimo ventennio. Perciò lo perdonarono quando salì a Palazzo Chigi contraddicendo se stesso, senza passare per le urne: speravano in una vera svolta.”
“La svolta non consisteva, come oggi raccontano lui e i suoi turiferari, nel “fare le cose”: tutti i governi han “fatto le cose”, peccato che fossero sbagliate. La svolta promessa (e attesa) era un nuovo modo di fare politica. Il Renzi che stravinceva le primarie e poi le Europee si presentava come un Grillo meno agitato e confuso. Quello che andava a Porta a Porta il 14 gennaio 2010 e strapazzava tre ex Pd appena passati all’Udc: Paola Binetti, Enzo Carra e Dorina Bianchi. E, rivolto alla Binetti in studio, tuonava sacrosantamente: “La posizione tua, di Carra e altri è rispettabile, ma dovevate avere il coraggio di dimettervi dal Pd e dal Parlamento, perché non si sta in Parlamento coi voti presi dal Pd per andare contro il Pd. È ora di finirla con chi viene eletto con qualcuno e poi passa di là. Vale per quelli di là, per quelli della sinistra, per tutti. Se c’è l’astensionismo è anche perché se io prendo e decido di mollare i miei, mollo i miei – è legittimo farlo, perché non me l’ha ordinato il dottore – però ho il coraggio anche di avere rispetto per chi mi ha votato, perché chi mi ha votato non ha cambiato idea”. E un anno dopo, il 22 febbraio 2011, ribadiva il concetto: “Se uno smette di credere in un progetto politico, non deve certo essere costretto con la catena a stare in un partito. Ma, quando se ne va, deve fare il favore di lasciare anche il seggiolino”.

Esattamente in anno fa Travaglio scriveva una denuncia simile a quella di oggi. Ma il gravissimo problema di degenerazioni politica è aumentato, perché dovrebbe introdurre dei deterrenti etici se ne giova.

SCILIRENZI
Travaglio
Renzi ha molti difetti, ma non quello di ignorare il consenso popolare (che rimane per lui molto alto) e le ricadute di ciò che fa (poco) e dice (molto) sull’opinione pubblica. Per questo, oltreché indecente, è anche stupefacente la disinvoltura con cui sta imbarcando pezzi di altri partiti per rimpiazzare il pronto soccorso azzurro provvisoriamente inattivo. Esattamente come fece B. nel 2010, quando perse il sostegno di Fini e del suo partito Futuro e Libertà. Nella graduatoria dell’immoralità, è meno grave l’annessione al Pd dei senatori di Scelta civica (dei deputati può farne a meno), che sostenevano il suo governo fin dall’inizio ed erano stati eletti nel 2013 predicando le larghe intese; lo è un po’ di più il reclutamento di ex parlamentari eletti col Pdl su un programma di totale incompatibilità col csx dopo la coabitazione nel governo Monti; e lo è infinitamente di più l’acquisto di fuorusciti o espulsi dal M5S, che dai palchi di Grillo avevano promesso di spezzare le reni a “Pdl e Pdmenoelle”. Questa distinzione, però, siamo noi a farla. Renzi è sempre stato molto più tranchant: chiunque cambi partito deve dimettersi ipso facto da parlamentare per non tradire i suoi elettori. ..Inizialmente tuonava contro i voltagabbana, pertanto fu subito avvertito come un politico nuovo e diverso e poté iniziare la sua irresistibile ascesa verso il Nazareno e Palazzo Chigi. Oggi però non dice più alla fila di poltronisti in fuga dai Titanic di B. e di Monti che si accalcano alla sua porta: “Benvenuti nel Pd, ma prima dovete dimettervi dal Parlamento e lasciare il seggiolino: voi potete aver cambiato idea, ma i vostri elettori no”. Invece li ha fatti entrare tutti, salutati dalla Boschi come “valori aggiunti” e nobilitati dall’ex cossighiano Naccarato (Gal) come “stabilizzatori”, mentre il Corriere titola soavemente “Renzi amplia il Pd” manco fosse un’impresa edile dopo il piano-casa. Non è solo una questione di coerenza, ma di rappresentanza. I voltagabbana servono a Renzi per creare una maggioranza artificiale che è minoranza nel Paese e far passare l’Italicum e il nuovo Senato, che ci darebbero un Parlamento con almeno 500 nominati su 730. Senza il premio di maggioranza illegittimo di 148 parlamentari che il Porcellum ha regalato al centrosinistra prima di essere raso al suolo dalla Consulta, infatti, il governo Renzi non sarebbe mai nato per mancanza di numeri. Ora il premier mai eletto si fabbrica – con metodi banditeschi a suo tempo denunciati pure da lui – una maggioranza incostituzionale per aggirare una sentenza della Corte costituzionale. Si spera vivamente in un sussulto di Sergio Mattarella e della sua schiena dritta.
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Di fronte all’aula vuota Grasso ha avuto un momento di impazienza dichiarando che da martedì farà una stretta sul Senato. Ma perché non da lunedì? E perché non venerdì?
Il paradosso è che gli ‘onorevoli’ dicono che devono curare i contatti coi loro elettori. Quali? Quelli che avevano prima del salto della quaglia o quelli dopo?
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Primo Fusari
Niente multa, tanto vale far firmare ai candidati una lettera di dimissioni in bianco da far valere nel momento in cui si cambia casacca. Fuori dalla politica e avanti il primo dei non eletti.
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00013
Della polizza di Di Pietro allora nessuno disse nulla perché per le dimensioni del partito non faceva paura ai ladri. Invece il M5s segue a ruota il partito di maggioranza e con idee ben precise. E’ chiaro che qui la macchina del fango viene azionata con ferocia.
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Michele Amari
Come dare torto a Di Pietro? L’origine dei mali del paese sono i voltagabbana.
Lo spirito del Dettato costituzionale per cui il “il mandato elettorale non costituisce obbligo per il parlamentare”, come da articolo 67, a mio modesto avviso non era stato formulato dai – padri costituenti- gente molto più seria di questa di oggi, e che usciva dalle carceri fasciste in buona parte, perché voltagabbana con voltagabbana facessero gli interessi di un partito MA QUELLO DELLA NAZIONE.
Valore che si è perduto tra le maglie luride della P2-P3.
Caro Di Pietro, al momento delle “candidature” a Presidente della Repubblica avevo suggerito il suo nome e cognome. Ma noi del defunto popolo sovrano, ormai contiamo più nulla. Una sorte tragica e per questo popolo e per quella Costituzione per la quale molti italiani valorosi che non si sono mai arricchiti dentro questo Parlamento, sono morti invano.
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Viviana
I parlamentari 5stelle sono solo i delegati degli elettori. Devono riportare le loro richieste e le loro scelte. Discutono in libertà come votare, votano poi a maggioranza la decisione scelta a maggioranza deve vincolare tutti. E solo a quel punto diventa inaccettabile che vi siano voti contrari o passaggi di scuderia o contatti criminosi con la controparte.
Nello stato attuale di sciacallaggio, scoutizzazione, compravendita, suk e corruzione del Parlamento (per non parlare degli enti locali) attaccare proprio i 5stelle che vogliono una maggiore etica di partito (almeno a livello locale e dunque senza andare contro la Costituzione) mi sembra proprio da collusi col malaffare politico.

BASTA COL FETICISMO DEI CADAVERI E COL COMMERCIO DELLE RELIQUIE!
Don Aldo Antonelli

Faccio mia la protesta di don Franco Barbero: «Viviamo tra povertà galoppanti ed ingiustizie crescenti anche nel nostro Paese. In questo contesto i nostri amministratori mettono a disposizione personale, risorse di ogni genere e denaro pubblico per trasportare la salma di padre Pio che giunge in Vaticano. Tutto fa brodo in questo colabrodo culturale.
Non abbiamo bisogno di salme da incensare e di reliquie da venerare. Abbiamo bisogno di mettere le nostre risorse e i nostri cuori, le nostre mani e i nostri soldi per alleviare le sofferenze dei vivi, per solidarizzare con i più poveri e i meno fortunati di questa società.
Ma la spettacolare ostensione cadaverica di padre Pio ha alcune motivazioni vaticane ben evidenti. Papa Francesco cerca ogni strada per tenere insieme una chiesa a brandelli e con alcuni comparti in liquidazione. In più il mito di padre Pio e il turismo alberghiero ad esso collegato hanno subito negli ultimi anni un tracollo: alberghi che chiudono e vengono trasformati in aziende o in case di abitazione. Il viaggio trionfale verso Roma è un rilancio del culto che andava spegnendosi. Però, davanti a tale spettacolo, se qualche teologo alzasse la voce, forse aiuterebbe un po’ a non disperderci tra le superstizioni con l’alibi della religiosità popolare. Mi sento profondamente offeso da questa banalizzazione della fede e mi sento indignato perché ancora una volta la gerarchia inganna le persone manipolando il loro bisogno di aiuto».

AZIENDE IN CRISI
dove si rischia di essere licenziati

Alberto Battaglia

Nonostante il “segno più”, che per alcuni è il migliore degli auspici, l’economia italiana langue ancora in diverse parti d’Italia, in diverse aziende. Secondo i dati pubblicati dal Ministero per lo Sviluppo economico, sono 135 le procedure di amministrazione straordinaria in atto a fine 2015. Sono 502 le aziende in crisi, che a loro volta impiegano 121mila lavoratori. Compaiono vecchi nomi gloriosi come quello della De Tomaso, marchio del automobilismo sportivo, come quello della Perugina, alle prese con le modifiche del contratto da negoziare con Nestlé. La distribuzione di queste crisi, inoltre, è spalmata su tutta la penisola, da Nord a Sud. Il maggior numero di imprese in difficoltà è presente in Lombardia (36), seguita da Lazio (30) e Veneto (21); i settori più colpiti, invece, sono l’industria pesante (27), i servizi (17) e l’Ict-Telecomunicazioni (14). Il dato, comunque, è in leggero calo rispetto al novembre 2014, quando la Uil calcolava 153 crisi aziendali.
Ecco i profili delle principali aziende che si trovano in forti difficoltà.
AGILE: nel 2010, quando è entrata in amministrazione straordinaria con la cassa-integrazione straordinaria per i circa 2.000 dipendenti si chiamava ancora Eutelia. Da allora la società con sedi in diverse Regioni ha cambiato nome, gli ex vertici sono finiti sotto processo anche per associazione a delinquere e il personale si è prima ridotto a 780 unità e poi finito nel vortice dei licenziamenti.
ALCOA: la crisi si apre nel 2012 quando il colosso statunitense dell’alluminio decide lo stop della produzione a Portovesme, che occupava 450 persone. Chiusa la trattativa per la cessione a Klesch, ora si prosegue con Glencore, ma il futuro è ancora nebuloso.
DE TOMASO: la casa automobilistica torinese fallisce nel 2013, con 940 dipendenti in cassa integrazione. Anche qui ex manager, Gian Mario Rossignolo, a processo, con il marchio acquisito per poco più di un milione dalla cinese Ideal Time Vince (sede legale nelle Isole Vergini). Ma resta ancora da capire cosa accadrà a centinaia di lavoratori del gruppo.
ENI GELA: la raffineria che, contando l’indotto, da’ lavoro a circa 2.000 persone, è ferma per il piano di conversione in bio-raffineria, spiega Eni, ma dal primo gennaio è partita una nuova riduzione del personale, con conseguenti proteste che hanno coinvolto tutta la cittadinanza.
FINCANTIERI: agli stabilimenti di Palermo e Monfalcone lavorano circa 3.600 dipendenti. In quello siciliano più della metà sono in cassa integrazione a zero ore, mentre vengono gestiti 140 esuberi attraverso pensionamenti, part time e cig a rotazione.
HEWLETT PACKARD: avviato la cessione dello stabilimento di Pozzuoli nel luglio 2015, è in corso la trattativa con MaticMind per il passaggio dei 160 dipendenti occupati.
ILVA: a fine 2014 l’ingresso in amministrazione straordinaria, pochi giorni fa l’avvio della procedure di infrazione a livello europeo. Fra cordate presunte e offerte smentite il futuro degli stabilimenti di Taranto e Genova resta complesso.
LUCCHINI: la situazione si è sbrogliata nella primavera scorsa, con l’acquisizione del gruppo di Piombino da parte degli algerini di Cevital. Ma 1.100 dipendenti sono in cassa integrazione a zero ore fino al novembre 2016.
MERCATONE UNO: entra nel concordato preventivo esattamente un anno fa e finisce in amministrazione straordinaria ad aprile. In ballo 34 sedi in tutta Italia con 1.360 dipendenti coinvolti.
PERUGINA: dopo le proteste dello scorso anno, sono ancora in corso le trattative per le modifiche al contratto, con un nuovo appuntamento con la Nestlé probabilmente a febbraio. La solidarietà è ancora in corso ma i sindacati temono un’ulteriore stretta su numeri o orari di lavoro.
SAECO: di fronte all’ingresso della fabbrica a Gaggio, in provincia di Bologna, 243 tazzine di caffè, quanti i dipendenti che rischiano di restare a casa sui 558 attuali, dopo il piano di tagli annunciato lo scorso novembre.
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DRAGHI SCONFESSA RENZI. BCE: “LAVORO FERMO IN ITALIA
Laura Naka Antonelli

Altro che Jobs Act! La Bce di Mario Draghi gela l’entusiasmo di Renzi: “Il lavoro in Italia è fermo”. E’ quanto esce da uno studio della Bce (dati Eurostat). Rispetto alle principali economie dell’Eurozona, l’Italia è quella dove si è creata meno occupazione negli ultimi due anni. Ci sono solo 127 mila occupati in più tra il secondo trimestre del 2013 e il secondo del 2015, ma è solo il 5,9 % del totale dell’area euro. Meglio va la Spagna, con 724 mila posti creati, il 33,5 % del totale.. Segue la Germania con 592 mila posti e la Francia con 190 mila. Nel complesso, in Eurozona nel periodo di riferimento sono stati creati 2 milioni 158 occupati.
“La crisi ha esercitato un impatto negativo ben più persistente sull’occupazione italiana, che è rimasta invariata, in controtendenza rispetto all’area euro”.
Paragonando la situazione del mercato del lavoro al 2008 (inizio della crisi), risulta che in Germania il numero di occupati è cresciuto quasi ininterrottamente mentre la Spagna ha registrato continue diminuzioni. La Germania ha ora un’occupazione superiore del 5 % ai livelli pre-crisi, mentre la Spagna ha perso il 15 %.
In Francia il numero di occupati si è portato lievemente al di sopra dei valori pre-crisi, soprattutto per il considerevole aumento dei dipendenti pubblici.
L’Italia è in controtendenza. 2/3 dei nuovo occupati sono in Germania e Spagna.
Ma c’è un forte aumento di occupati anche in Irlanda, Grecia e Portogallo. In Italia invece sono aumentati i precari, contrariamente agli obiettivi del Jobs Act, mentre nel resto dell’Europa sono cresciuti soprattutto i posti a tempo indeterminato.

TTIP. L’INVASIONE DEL MERCATO AMERICANO

“Gli Stati Uniti gettano la maschera. Con il Ttip vogliono invadere il mercato europeo. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto che analizza le conseguenze su import ed export per le due sponde dell’Atlantico qualora il Ttip venga approvato. I risultati sono impressionanti.
Con il Ttip e la rimozione delle protezioni sanitarie nel commercio, il surplus europeo scenderebbe da 7,6 a 0,1 miliardi di euro. Gli Stati Uniti esporterebbero in Europa beni dal valore di oltre 9,5 miliardi di dollari. Le eccellenze dell’agricoltura europea verrebbero rase al suolo. A chi conviene, dunque, il Ttip? Sicuramente no a chi produce in Europa.
L’obiettivo degli Stati Uniti è quello di rimuovere tutte le barriere al commercio e azzerare i dazi di ingresso. In Italia e in tutti i paesi europei entrerebbero, così, alimenti e prodotti altamente nocivi o le cui conseguenze sulla salute delle persone sono oggi sconosciute. Negli Stati Uniti vengono considerate barriere i regolamenti europei che vietano l’uso di sostanze potenzialmente nocive nell’agricoltura e nell’allevamento, come per esempio certi di pesticidi o gli OGM. E infatti i prodotti americani che più beneficerebbero del TTIP, secondo lo studio del Dipartimento dell’agricoltura americana, sono la carne (+965%), il latte in polvere (+900%), il formaggio (+987%), ma soprattutto il pollo (+33.500%) e il maiale (+4.000%
Oggi il volume degli scambi di carne suina e avicola è bassissimo perché gli americani trattano queste carni con sostanze nocive vietate in Europa, come ormoni della crescita, cloro e ractopamina. Ecco spiegato il boom: con il Ttip questi prodotti entrerebbero in un mercato oggi chiuso per ragioni di salute pubblica.
Lo studio americano fa, inoltre, una specie di lista nera in cui elenca quelle leggi a protezione dei consumatori europei che gli americani vorrebbero fare saltare. Tra questi ci sono il divieto sull’uso di cloro per la pulizia delle carcasse animali, l’importazione massiccia di OGM, il divieto di vendita di carne e prodotti animali cresciuti con ormoni della crescita, i limiti al numero di cellule somatiche nel latte vaccini.
Gli Stati Uniti vogliono rovesciare la bilancia commerciale fra le due sponde dell’Atlantico: oggi l”Europa esporta ogni anno negli Stati Uniti prodotti agro-alimentari per un valore di circa 23 miliardi di dollari e ne importa dagli Stati Uniti per 14 miliardi di dollari. Con il Ttip si rovescerebbe tutto, a detrimento degli interessi economici europei”.

Giovanni Scavazza segnala:
TTIP: Turpe Tentativo di Imposizione Prevaricatrice
Adriano Colafrancesco

Nella massima segretezza e senza alcuna trasparenza democratica si sta negoziando, tra UE e USA, il TTIP, l’accordo transatlantico per il commercio e gli investimenti.
L’obiettivo è quello di creare la più grande zona di libero scambio commerciale del pianeta, con circa 800 milioni di consumatori, che rappresenterà la metà del prodotto interno lordo mondiale e un terzo del commercio globale. L’UE è infatti la principale economia del mondo e i suoi 500 milioni di abitanti dispongono in media di un reddito pro capite di 25 mila euro l’anno. Ciò significa che l’unione europea è il maggior mercato mondiale, il principale importatore di manufatti e di servizi, che dispone del maggior volume di investimenti all’estero, oltre ad essere il principale destinatario al mondo di investimenti stranieri.
Washington e Bruxelles vorrebbero chiudere il trattato in meno di due anni, possibilmente prima che scada il mandato del presidente Barack Obama. La ragione di tanta fretta è che per Washington questo accordo ha carattere geo strategico. Costituisce un’arma decisiva di fronte alla irresistibile crescita della potenza cinese e delle altre potenze emergenti del gruppo BRICS.
Bisogna precisare che, tra il 2000 e il 2008, il commercio internazionale della Cina si è più che quadruplicato. Le sue esportazioni sono aumentate del 474% e le sue importazioni del 403%. Di conseguenza gli Stati Uniti hanno perso la loro leadership, che durava da un secolo, come prima potenza commerciale del mondo. Prima della crisi finanziaria globale del 2008, gli USA erano il socio commerciale più importante per 127 stati e la Cina lo era solo per 70. Oggi le parti si sono invertite: la Cina è il socio commerciale principale per 124 stati, gli USA per 76. Ciò significa che la Cina potrebbe fare della sua moneta, nell’arco di 10 anni, l’altra divisa di scambio internazionale, minacciando la supremazia del dollaro.
Per queste ragioni Washington desidera blindare grandi zone di libero scambio, dove i prodotti di Pechino avrebbero difficile accesso. Gli USA stanno infatti negoziando con i loro soci nel Pacifico un accordo transpacifico di libero scambio, gemello asiatico di quello transatlantico.
I mezzi di comunicazione hanno parlato poco e niente di tutto questo, anche se la posta in gioco è altissima. Con l’accordo TTIP, si vogliono infatti eliminare i dazi e omogeneizzare gli standard e le norme per il commercio di beni e servizi. Gli USA vogliono costituire un blocco globale che assicuri il dominio alle grandi Corporation americane.
Tutto questo con implicazioni devastanti per la democrazia attraverso:
• privatizzazioni e liberalizzazioni nei servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti, utilities, ecc),
• abbattimento degli standard di sicurezza alimentari e ambientali (negli Stati Uniti il 70% dei prodotti sugli scaffali sono geneticamente modificati, il 90% delle carni vengono da animali “gonfiati” con sostanze da noi vietate perché cancerogene)
• facoltà per le multinazionali di fare causa agli stati che tutelino i propri mercati, in tribunali sovranazionali,
Tutto ciò è sintetizzato con poche chiarissime parole da Claudio Messora che ne ha fotografato la tragica attualità già in atto nel nostro Paese, evidenziandone la più grave conseguenza possibile: “Dopo Apple, Cisco e Amazon, ora è la volta di General Electric, che investe 600 milioni in Toscana per la realizzazione di un polo che produrrà turbine. Tutte grosse multinazionali USA, che iniziano ad arrivare (o a investire massicciamente) poco prima che il TTIP venga siglato. Prima hanno portato a termine la vendita del nostro settore produttivo all’estero, liberalizzando e privatizzando, distruggendo la domanda interna e i diritti dei lavoratori allo scopo di creare una piccola Cina in Italia, e adesso la fase due: la colonizzazione.”

In Germania è scontro sul TTIP. In Italia ci si scanna sul figliastro del gay.

IL SACCHEGGIO EUROPEO
M5S Camera

Da Creta a Santorini, da Mykonos a Salonicco, è ufficiale: 14 aeroporti greci, tra i più redditizi, saranno ceduti alla Germania fino al 2055. Prima le conquiste avvenivano con le guerre, oggi si fanno con l’Euro. In Italia la Lamborghini, la Ducati, Italcementi e altri colossi sono in mani tedesche da oltre un anno. Parmalat, Galbani, Eridania, Bulgari, Gucci, Buitoni, Sanpellegrino, Perugina, Motta sono tutte finite in mani francesi.
Tra il 2008 e il 2013, 437 tra i più famosi marchi italiani sono finiti in mani straniere. Ci hanno trasformato in un outlet, dove da tutto il mondo si viene a fare shopping senza che il governo batta ciglio. Recentemente inglesi e sudafricani hanno comprato la birra Peroni e lo spumante Gancia. Per non parlare di Ansaldo ai giapponesi, Terna e Pirelli ai cinesi, il marchio Valentino agli arabi. A quando l’acquisto del Colosseo?
La Grecia è stata dapprima strangolata nei vincoli di bilancio dell’Euro, quei vincoli che Germania e Francia si sono potute permettere di non rispettare tante volte. Adesso che il Paese è totalmente dipendente dai bonifici della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale, gli fanno cedere i gioielli di famiglia in cambio di qualche spicciolo. In queste nuove guerre di conquista, Germania e Francia la fanno da padrone. In Grecia fanno shopping dei servizi più redditizi: l’anno scorso la Grecia ha totalizzato il record di 23 milioni di turisti ed è ovvio che gli aeroporti siano una miniera d’oro. Per questo li vogliono, in cambio della riapertura degli sportelli bancari. In Italia invece hanno fatto shopping delle aziende del Made in Italy, con una strategia quasi militare. Prima i governi del PD, Forza Italia e Lega le hanno asfissiate con l’aumento delle tasse, perché “ce lo chiede l’Europa”. Poi, quella stessa “Europa” (in realtà l’asse franco-tedesco) le ha comprate da imprenditori ridotti allo stremo. Un po’ come quando in guerra si radono al suolo le città e poi si entra nel business della ricostruzione. L’Europa ha bisogno di riassaporare il gusto degli stati sovrani, quelli che non si fanno svaligiare ringraziando.
Se vorrete darci la possibilità di governare, la nostra idea di Italia è chiara: riportare a casa molte eccellenze del nostro Made in Italy. Potremo farlo attraverso il Fondo Strategico Italiano di Cassa depositi e prestiti che le potrà acquisire.
Riacquistando questi gioielli di famiglia creiamo un’occasione per rilanciare l’occupazione e l’eccellenza in Italia. I profitti sul Made in Italy resteranno in Italia e la arricchiranno. Dovremo mettere in discussione anche questo euro che non può essere arma di colonizzazione di altri Stati. Il Movimento 5 Stelle vuole mostrare all’Europa cosa vuol dire avere al governo persone libere di decidere”.

C’è un piccolissimo dettaglio che vorrei rimarcare. Chi è che Renzi ha messo a capo della cassa Deposito e Prestiti? Ma guarda! Proprio quel Claudio Costamagna, bocconiano, che ha fatto carriera in Goldman Sachs. E dunque qualcuno può pensare che da uno che esce dalla Goldman Sachs possa venire qualcosa di buono per l’Italia?

La Grecia cede ai tedeschi 14 aeroporti delle isole per di 1,23 miliardi. In compenso Berlino darà il suo ok al prestito di 86 miliardi. Un’operazione da straccivendoli e la consacrazione di una gestione da delinquenti della politica economica, e a livello mondiale e a livello europeo.
Sarà bene ricordare il fiume di miliardi di dollari che, nel corso della crisi mondiale, sono andati a rimpinzare allegramente e spudoratamente le casse delle grandi banche
Citigroup 2.513 miliardi di dollari
Morgan Stanley 2.041miliardi
Barclays 868 miliardi
Goldman Sachs 814 miliardi
JP Morgan 391 miliardi
Bnp Paribas 175 miliardi
Dresdner Bank 135 miliardi
Per un totale di 6.937 miliardi!
Da notare che la Goldman Sachs è stata quella ha aiutato la Grecia a falsificare i dati per poter entrare nella zona Euro. Sono cifre che gridano vendetta.
Guido Viale: “L’Ue in mano all’alta finanza e agli interessi commerciali del grande capitale tedesco ha concentrato le sue politiche nel far quadrare i bilanci degli Stati membri a spese delle loro popolazioni e nel garantire il salvataggio delle sue grandi banche. Così, anno dopo anno, ha concorso a far sì che ai suoi confini si creassero situazioni di guerra e di caos permanenti, di dissoluzione dei poteri statali, di conflitti per bande di cui l’ondata di profughi e di migranti è la più diretta conseguenza”.
In Italia, intanto, la politica casereccia si accanisce a in una sfida vergognosa tra i “pro” e i “contro” gli impoveriti, gli orfani di lavoro, i senza residenza e i morti di fame. Tutti vittime di due filiere di morte: l’economia assassina dell’Occidente e la rete necrofila degli scafisti nordafricani.
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Sauro manda:
Banche e «crediti cattivi»: la Bad bank spiegata ai non addetti ai lavori
Fabrizio Galimberti

Bad bank, la “banca cattiva”, e Spv (Special purpose vehicle). Molti diranno che tutte le banche sono cattive (sono quelli che ti prestano l’ombrello quando splende il sole e lo rivogliono indietro quando piove). Ma la Bad bank configura uno specifico tipo di banca.
Supponiamo che in un Paese ci sia una grave crisi economica. Molte imprese falliscono e non riescono a ripagare alla scadenza i debiti che avevano contratto con le banche; oppure, rimandano il pagamento degli interessi. È una cattiva notizia per le imprese ma anche per le banche, che vedono ingrandirsi i crediti dubbi (le cosiddette “sofferenze”) e rischiano di andare in crisi. E se le banche entrano in crisi, chiedono ad altre imprese di rientrare dai loro fidi. Così facendo la crisi si aggrava e crolla il credito. La crisi si avvita in una spirale depressiva. Come uscirne? Con una BB.
La BB è una banca che non è una banca normale che rende depositi e fa prestiti. È uno strumento a cui la banca madre trasferisce le sue sofferenze.
Così, alleggerita da quelle tossine che avvelenavano i suoi bilanci, può nuovamente tornare a prestar soldi e raccogliere capitali, ecc.
Piccoli problemi:
Primo: queste sofferenze vengono trasferite alla BB a titolo oneroso o gratuito? Oneroso, certamente. E perché non a titolo gratuito? Se fossero a titolo gratuito, la BM farebbe più presto a cancellare quei crediti come inesigibili. E perché non lo fa? Per due ragioni: perché non tutti quei crediti sono inesigibili (sofferenza non vuol dire morte); e soprattutto perché, se dovesse cancellare quei crediti, dovrebbe registrare una corrispondente perdita nei suoi bilanci… …ma le banche non hanno già un fondo svalutazione crediti che serve appunto ad assorbire quelle perdite? …Sì, ma quando le sofferenze sono troppe, quei fondi non bastano. Le banche fallirebbero.
Dunque quelle sofferenze vengono trasferite alla BB a titolo oneroso. Ma quanto oneroso? Chi stabilisce il prezzo? Questo è il punto fondamentale. Mettiamo che il valore nominale di quei crediti sia 100. A quanto si possono trasferire? 20, 50, 80…? Ogni prestito in sofferenza ha una storia a sé e le probabilità di rientrare in tutto o in parte di quel credito sono diverse. Si tratta di esaminare caso per caso, e poi di fare una media dei risultati.
Allora, mettiamo che da questa media venga fuori un valore di 60. Ma se è troppo per la banca, non può ricorrere alla BB. Per evitare il fallimento può fondersi con un’altra banca più solida o essere nazionalizzata dallo Stato.
Torniamo allora alla cessione a titolo oneroso. La BM incassa, ma chi paga? La BB.
Sì, ma dove prende i soldi la BB? Nella storia economica del dopoguerra vi sono stati, in Europa e in America, molti casi di BB, con soluzioni diverse per il finanziamento. Il meccanismo escogitato oggi per l’Italia è il seguente. Viene creato un veicolo societario (Spv, Special purpose vehicle), giuridicamente distinto dalla BM, al quale la BM trasferisce le sofferenze. La Spv cartolarizza questi prestiti: cioè li “impacchetta”, creando delle obbligazioni che sono garantite (si fa per dire) dalle sofferenze sottostanti. Queste obbligazioni vengono vendute al pubblico, a investitori istituzionali o privati, e, col ricavato di questa vendita, la BB paga alla BM il valore convenuto.
Queste obbligazioni sono tutte eguali? No, sono divise in tranche, a seconda del rischio.
Ma che interesse hanno gli investitori ad acquistare queste obbligazioni cartolarizzate?
Queste obbligazioni frutteranno un interesse che può essere giudicato interessante dagli investitori. Ma da dove vengono i soldi per pagare questi interessi?
E gli investitori non avranno bisogno di qualche forma di garanzia?
Quando la Fiat o la General Motors, o la Siemens o lo Stato francese emettono obbligazioni, non ci sono garanzie da parte di nessuno. Ogni emissione obbligazionaria comporta, da parte di chi compra, l’accettazione di un rischio, e questo rischio è già prezzato nella misura del rendimento. Chi voglia stare sul sicuro può comprare un’assicurazione contro il rischio di default da parte dell’emittente.
Ma dietro queste obbligazioni che si appoggiano su crediti in sofferenza non c’è il nome di una grande azienda o di uno Stato sovrano. Non sarebbe meglio assortirle con qualche forma di garanzia? È stato fatto. L’accordo fra il Governo e la Commissione stabilisce che le tranche “Senior” possano essere assortite di una garanzia concessa dallo Stato italiano dietro pagamento di una commissione da parte delle banche che hanno ceduto i prestiti in sofferenza. Questa garanzia facilita il collocamento delle obbligazioni cartolarizzate.
Ma le assicurazioni contro il rischio di default già esistono nel settore privato, e sono state ampiamente usate. Perché lo Stato italiano deve essere lui a dare queste garanzie e non lascia fare al mercato.
In altri Paesi molti casi di BB o di altri tipi di salvataggi pubblici rivelarsi profittevoli per le casse dello Stato. Così sarà risolto una volta per tutte il problema delle sofferenze bancarie? Sarebbe bello se così fosse. Verrebbe risolto il problema delle sofferenze pregresse, ma non di quelle che si creano nel presente e di quelle che si creeranno nel futuro. Per queste la sola soluzione sta nel ritorno alla crescita dell’economia. Non per nulla il problema che stiamo cercando di risolvere si è creato lungo anni di crisi, con una perdita di 9 punti di Pil e un aumento di 5 punti di disoccupazione (dal 2007 al 2014). Le sofferenze sono un effetto e non una causa della crisi, anche se possono diventare a loro volta una causa, indebolendo le banche. Ma la soluzione vera sta in un ritorno della domanda, della voglia di spendere, rischiare e investire, innescata da maggiore fiducia e da politiche economiche volte a favorire la crescita.

DEBITI DI STATO
Viviana
Nonostante le promesse rodomontiche di Renzi, lo Stato deve ancora ai suoi creditori 70 miliardi. Intanto lo scempio di denaro pubblico continua e nell’ultima Finanziaria Renzi ha confermato gli inutili caccia, si è impelagato in nuove guerre, ha dato nuove protezioni alle banche truffaldine. Dunque non solo il governo del Pd non porta il Paese verso una reale ripresa (i dati sono sconfortanti e le grida di giubilo di Renzi-Poletti-Padoan per una fantomatica ripresa in corso sono ormai stonate e grottesche) ma addirittura lo Stato stesso contribuisce ad alimentare la crisi nazionale e a favorire il fallimento delle aziende.
Se poi si considera il debito che lo Stato italiano ha cumulato verso i cittadini con le sue disfunzioni, la corruzione pubblica, gli sprechi, gli abusi, la mangiatoia del milione e trecentomila politici, i processi brevi, le depenalizzazioni e la prescrizione, siano a 2300 miliardi
Ce ne sarebbe fin troppo per ingiuriare questo governo e quelli che lo hanno preceduto come i peggiori governi dell’occidente
Eppure tutto procede come per le tre scimmiette. I parlamentari si fanno defraudare quei poteri di rappresentanza che decenni di lotte rivoluzionarie hanno loro donato, lavorano (si fa per dire) 8 ore la settimana quando va bene, il governo governa in modo assolutistico e dittatoriale usando le istituzioni come passa carte di un solo monarca
E dobbiamo assistere anche allo spettacolo pietoso di taluni che battono freneticamente le mani a questo sfascio ideale e civile
E che in uno Stato siffatto ci sia anche chi si beffa del lavoro non pagandolo o degnandosi di dargli qualcosa con forti ritardi, mi sembra il minimo fisiologico possibile. Il pesce puzza dalla testa ma il puzzo invade ormai l’intera carcassa.

http://masadaweb.org
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Errata Corrige di un n° precedente: Fiore è capo di Forza Nuova, non di Casapound.


MASADA n° 1737 16-2-2016 ERBORISTERIA ED OBESITA’

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MASADA n° 1737 16-2-2016 ERBORISTERIA ED OBESITA’

NATURALMENTE via D.Manin 35 La Spezia
natural.mente2006@libero.it http://www.naturalmente-sp.it
Daniela 340.6258768

IERI

L’obesità è un inconveniente dovuto all’accumulo morboso di grasso nei punti adiposi
per iperalimentazione da alterata nervosità ed influenzato da turbe plurighiandolari:
tiroide, ipofisi e ghiandole sessuali.
I motivi delle adiposità sono legati al fattore genotipico ereditario o al fattore fenotipico
ambientale, talora malattie varie, etc.
Sintomi: stanchezza, sonnolenza, affanno.
Cosa occorre fare: vita all’aria libera, seguire dieta calcolata di pasti sobri, non succulenti, senza sale ed evitare i cibi che rimpinguono: grassi, (olio, burro etc), zuccheri, miele e farinacei, carni grasse, rosso d’uovo, dolci, cacao, cioccolata, frutta secca, banane, datteri, birra, alcole; poco pane e carne non grassa, zuppe di porri e cipolle, alla sera latte scremato e formaggi magri, verdura cruda senza olio,con aromi, frutta succosa e un giorno alla settimana nella dieta solo frutta, un chilo.

Nel corso dei pasti bere poco, dopo il pasto muoversi, non appisolarsi o coricarsi per scansare il sedentarismo, digiuni periodici adeguati ed attivare il ricambio con estratto tiroideo o iodici, purganti, diuretici, Sali di Montecatini da bere 5-7 giorni al mese. Impacchi di vapore e di luce, di schiuma, di alghe marine.
Esercizio fisico, massaggi con crine ed estratti vegetali (Edera etc.), grotte calde, acque solfate.
Non intraprendere cure dimagranti alle soglie dell’inverno, quando l’organismo ha più bisogno di elementi capaci di sopperire alle insidie del freddo.
Dieta dimagrante: banane 3-6 al giorno e latte scremato in polvere
Ciliegie un chilo e mezzo, latte lt. 1 e ½ per 15 giorni-3 settimane
fucus vesciculosus = quercia marina.

MEDICINA TRADIZIONALE MEDITERRANEA

L’obesità, o anche il semplice soprappeso rispetto a standard determinati, sembra una caratteristica dei tempi moderni: un tempo era “riservata”, come la gotta, ai ricchi, che potevano Permettersi abbondanza di cibo e sedentarietà.
Già allora, però, una costituzione, quella sanguigna, con una concomitante presenza di una forte componente Flemmatica, tendeva alla pletora e all’aumento di peso, e i rimedi non erano tanto volti a correggere il peso, simbolo comunque di potere e
ricchezza, quanto a riproporre un percorso di correzione, di ristabilimento degli umori con la depurazione e l’uso di mezzi purgativi, a volte un po’…invadenti.
Una leggera pinguedine caratterizzava piacevolmente le forme femminili dei ceti abbienti, mentre la donna e l’uomo del popolo, per cause di forza maggiore, erano costretti a rimanere magri e tonici, sopportando il lavoro e la fatica.
Oggi, il lavoro è per lo più sedentario e c’è sovrabbondanza di cibo rispetto alle reali necessità, è superata l’esigenza della “legge del più forte” per sopravvivere, e allora entrano in gioco maggiormente le costituzioni.
Ci chiediamo come mai ci sono persone che restano comunque magre, mangiando tanto quanto quelle che ingrassano, e altre che pur facendo diete ferree non perdono un etto:
a parità di condizioni, le costituzioni ci spiegano il perché.

Il bilioso “brucia” con il suo fuoco il cibo che introduce, magari non correttamente, per quanto riguarda la formazione degli umori, ma consuma tutto: rappresenta forse
ancora la capacità ancestrale di intensa attività per procurarsi il necessario, di reagire rapidamente davanti ad un pericolo e rimanere tonico per vincere.
Difficilmente ingrassa, anche perché ama l’attività fisica; la stessa tensione nervosa lo tiene all’erta, e la reattività congenita è come un allenamento continuo . .
In questo caso, un leggero aumento di peso può dipendere da un accumulo di scorie della Flemma non ben “combuste”, occorre ripristinare allora un corretto tono dell’umidità ed una corretta distribuzione del calore in eccesso, con piante che aiutino il
drenaggio di reni e fegato.

Il malinconico, se in soprappeso, ha in sé una forte componente flemmatica, che appesantisce i suoi pensieri e la sue acque, ha scarsa fiducia nelle proprie capacità di eliminare ciò che lo intristisce, come se sapesse già che un’altra situazione sgradevole prenderà subito il posto di quella allontanata e che “comunque è così”, qualsiasi sforzo faccia.
Spesso la Flemma è dura, molto fredda e chiude come in guscio, che congela, difficile da scalfire come uno scafandro da palombaro: in realtà tutto viene osservato attraverso un vetro e ci si muove rallentati in un mezzo denso ormai innaturale come l’acqua.
Allora occorre lavorare proprio sull’elemento Acqua, divenuto pesante e paralizzante, con l’aiuto di piante diuretiche che alleggeriscano soprattutto la parte bassa del corpo, dove tende ad esserci ristagno più che altrove, e ad asciugare poi con piante che portino calore e aiutino la circolazione.
All’inizio può esserci difficoltà nel mettere in moto il meccanismo di alleggerimento, per la resistenza della parte melanconica e la pesantezza di quella flemmatica, ma, se lasciamo intervenire l’Io guaritore interno, il processo prosegue poi con regolarità come spinto dalla forza d’inerzia.

Il sanguigno è tendenzialmente pletorico e non fa davvero fatica a metter su peso.
Gli piace mangiare e bere, l’acqua e il vino pesano più dell’olio! e non gli importerebbe molto, tutto sommato, del suo peso, se non fosse sollecitato dal medico e dalla famiglia a mettersi a dieta sotto la prospettiva, per altro spesso veritiera, di problemi
cardiovascolari, diabete, dismetabolismo etc….
Quando è ancora accettabile, l’aspetto del sanguigno è piacevole, gioviale, comunica allegria e voglia di non andare troppo in profondità, ma di prendere il meglio di quello che arriva, il “carpe diem” appunto.
Quando il peso diventa eccessivo e la parte linfatica si mostra, cominciano davvero i problemi seri e tutto l’organismo comincia a risentire la fatica del cuore a pompare fino alla periferia e la stanchezza degli organi emuntori nel cercare di eliminare gli eccessi: il peso è abbastanza distribuito anche se preferisce la zona addominale e toracica e quindi relativamente più facile da eliminare.
Occorrerà unire piante diuretiche e depurative, e abbiamo visto che spesso una pianta ha entrambe le funzioni, piante “Asciuganti” e piante che influiscano sull’assorbimento dei cibi e sul dismetabolismo (alterazione di tutte le funzioni).

Il flemmatico puro non esiste, ma si possono avere casi dove è talmente preponderante la Flemma, che occorre attivare molto dolcemente ogni sistema contro il soprappeso, come se si lasciasse uscire un filo d’acqua da un recipiente, che piano
piano si svuota, senza sollecitazioni specifiche verso l’uno o l’altro umore.
Arriva poi il momento di calibrare l’intervento, quando alcuni elementi sempre più specifici danno utili indicazioni sul nuovo equilibrio umorale.
A volte occorre anche un anno per perdere 10-15 Kg, se non si vogliono creare disfunzioni metaboliche.

Occorre tenere anche presente che la costituzione fisica dà già un’indicazione di come potrebbe essere distribuita la perdita di peso: ad esempio: un bilioso tonico, abituato ad attività pesanti, diventando sedentario o con l’avanzare dell’età, tenderà ad accumulare nel giro vita, ma sarà quasi da considerare un ”aggiustamento”, se non eccessivo, e comunque, avendo una massa muscolare compatta, a volte anche indurita, sarà più difficile farlo dimagrire dappertutto.
L’attività fisica con molto stretching sarà il rimedio migliore, e aiuterà anche ad allungare i muscoli contratti, soprattutto quelli paravertebrali, aumentando l’elasticità (anche mentale).

La parola dieta, dal latino diaeta e dal greco diaitia significava “modo di vivere” e il terapeuta dava quindi una serie di indicazioni, sempre molto personalizzate,
sull’alimentazione e sui comportamenti da tenere per stare in buona salute a seconda delle costituzioni di appartenenza.
La “Regola sanitaria Salernitana”, Flos Medicinae Salerni, è un poemetto in versi dedicato ad un misterioso re d’Inghilterra (i re inglesi erano ritenuti guaritori) della
prestigiosa Scuola medioevale di Salerno, che raggiunse il suo massimo splendore nel ‘200 e nella quale erano confluite tutte le grandi scuole di pensiero medico dell’Occidente e dell’Oriente allora conosciuto.
L’Arte sanitaria era stata fino ad allora esercitata dai monaci, che tramandavano oralmente gli insegnamenti.
A Salerno comincia invece una tendenza “laica” ed anche il popolo poteva imparare dai monaci, provando e riprovando le pratiche mediche su di sé, e diventando abbastanza autonomi fino a dire:
Chi tanti anni vol campar
Del dottor non si deve mai fidar…

La Scuola salernitana raccomandava molta parsimonia nel mangiare ma il popolo non accettava volentieri questa regola, già norma quotidiana di necessità, vedeva la fame come la peggiore delle malattie, e appena era possibile partecipava (magari solo con
la fantasia) a banchetti pantagruelici.
Raccomandavano per altro i monaci anche, come cibi migliori, le uova fresche, il vino rosso… le pappine in brodo, e mettevano in quelli peggiori, nocivi ed ingrassanti, molte prelibatezze del tempo. Come sempre “tutto quello che è buono o è immorale o è illegale o ingrassa!
L’armonia psicofisica e la dietetica sono di grande importanza come regola di vita:
A tutti raccomando il rispettar la dieta il loro serbando consueto vivere.
La dieta è, poi, metà del medicar, e chi lei non apprezza, quando sano, mal regge, e
infermo poi non ben si cura .”
“Se vuoi star bene, se vuoi esser sano, cura i malanni, non adirarti…

tre cose necessitano: mente allegra, riposo, una dieta moderata” .
La Scuola era aperta ad uomini e donne, che esercitavano soprattutto la ginecologia, e dettero un apporto significativo alla stesura della regola.

FORMULA DIMAGRANTE PER BILIOSI

TARASSACO
FRASSINO
GRAMIGNA
BARDANA
BOLDO

FORMULA DIMAGRANTE PER MALINCOLICI-LINFATICI

FRASSINO
BORRAGINE
CRESPINO
ELICRISO
FINOCCHIO

FORMULA DIMAGRANTE PER SANGUIGNI

ACHILLEA
RUSCO
FRASSINO
GRAMIGNA
TARASSACO

FORMULA PER LINFATICI

BETULLA
CALENDULA
BASILICO
BIANCOSPINO
EQUISETO
CONSIGLIATI IL SUCCO DI ALOE E L’ALGA FUCUS V.

ERBORISTERIA TRADIZIONALE MEDITERRANEA

Naturalmente anche per l’erboristeria tradizionale moderna è difficile risalire ad un concetto di obesità come viene intesa oggi, ogni intervento verteva sulla pletora e come eliminarla.
Per ritrovare e mantenere una bella linea dovremo rifarci soprattutto alla corrispondenza tra gli Archetipi e le ghiandole endocrine, cercando tutti i segnali della presenza di disagi ormonali nel corpo e nella psiche.
Escluse patologie conclamate, andiamo a vedere dove soprattutto si localizza l’adiposità, per comprendere quale potrebbe essere l’Archetipo interessato e, di conseguenza, utilizzare le piante corrispondenti.
Giove, Marte, Venere, Mercurio e la Luna sono di solito i più interessati, tenendo sempre presenti l’età, la costituzione ereditaria, il tipo di alimentazione, l’attività fisica etc.
Da Giove comincia la cascata ormonale e, in un certo modo, Marte, Venere Mercurio e Luna dipendono dalla sua attività, per cui è sempre bene utilizzare almeno una pianta gioviale.
Nella terza età, dopo la menopausa e l’andropausa, spesso Saturno rimette le cose a posto, se il percorso della vita è stato congruente, portando la sua secchezza ed essenzialità.

Quando Giove è in eccesso, il sanguigno, che gli fa riferimento, abusa di cibo e di piaceri. Se non compensa con attività sportiva e periodi di autocontrollo, porterà questo eccesso a tesaurizzarsi soprattutto nella zona del torace e del ventre, nella spalle e sul collo, con rischio notevole per la circolazione ed il fegato, sempre legati a Giove, e poi per il cuore.
Le castagne venivano consigliate per le intemperanze da eccessi gioviali.
Giove influisce con la sua produzione di ormoni nella vita femminile ed ogni squilibrio a questo livello si ripercuote sul fisico e sulla psiche.
In caso di irregolarità mestruali, Giove è sempre presente, e influendo anche sulla ritenzione idrica, oltre che sulla produzione di estrogeni e progesterone, ci vorranno piante con attività diuretica e pianti regolatrici dell’attività ormonale.
In particolare le cosiddette “culottes de cheval”, pannicoli adiposi molto antiestetici all’altezza della base dei glutei, che portano un aumento di peso di 2-3 kg, molto localizzato, derivano da disturbi ormonali, sono maggiormente presenti in donne senza figli, che hanno un ciclo lungo, soffrono di una leggera stipsi e di disturbi circolatori agli arti inferiori, che di solito sono freddi.
In questo caso sono utili impacchi quotidiani di Edera e Fucus (Giove e Marte)
Una quantità insufficiente di progesterone, oltre alla classica sindrome premestruale, causa ritenzione idrica, anche diffusa, che viene mitigata dal Magnesio (Giove) e dalla vitamina B6, che attiva la diuresi (Venere).
La “pancetta” ombelicale è caratteristica dopo la menopausa e trova vantaggio dal massaggio locale, più che da preparati da assumere oralmente.
In casi dove l’adiposità è localizzata, è molto utile fare trattamenti esterni: massaggi con oli specifici, fanghi a base di alghe e caffeina, impacchi di argilla mescolata ad oli
essenziali, impacchi di erbe di fieno, impacchi di infusi d’erbe.
E’ inoltre sempre utile provocare un aumento dell’afflusso di sangue nella parte, per detossinarla ed aumentare il drenaggio linfatico.

Un altro archetipo che influisce sull’aumento di peso è Mercurio, il pancreas, quando si crea uno scorretto utilizzo degli zuccheri, mancano gli scambi con il resto del mondo e si tende a trattenere almeno la “dolcezza” dei cibi.
Un desiderio smodato di cibi contenenti zuccheri, anche la pastasciutta, che portano sicuramente all’aumento di peso, ci fa riflettere su come vediamo le nostre relazioni e come spesso non scambiamo, ma invece tratteniamo…
E se pensiamo che Mercurio era il messaggero degli dei, tra loro e con l’umanità, scopriamo che si tratta di messaggi comunque elevati e di pensiero, che portano arricchimento e capacità di cambiare il punto di osservazione, a seconda della necessità.
Mercurio non sopporta ciò che è fisso, statico, richiede cambiamento e adattamento costanti. Allora useremo erbe come il nocciolo, la fumaria, l’achillea unite al frassino e all’alburno di tiglio.

Quando Venere, e quindi i reni, non esplicano correttamente il loro compito, e Giove, l’ipofisi, anche in questo caso può giocare un ruolo importante nella secrezione dell’adiuretina, che regola il riassorbimento dell’acqua, possiamo parlare più di gonfiore generalizzato, o localizzato agli arti inferiori), che non di obesità, e allora useremo piante venusine, come le foglie di betulla o i peduncoli di ciliegio o i fiori di sambuco,o la radice di gramigna.
Il mirto porta la voglia di ritrovare la femminilità e un infuso delle foglie aiuta le surrenali a recuperare energia a più livelli…

Occorre ricordare sempre che l’acqua pesa più del grasso…
E’ un errore bere molto, quando si tende a trattenere i liquidi. Di solito si espelle l’acqua che si è bevuta in più, ma non si smuove quella che si trova nei tessuti, occorrono dei drenanti oltre che dei diuretici, da bere durante il giorno a piccole dosi, per favorirne dolcemente l’eliminazione in modo continuativo. Bisogna invece fare molta attenzione ai cibi salati, o che contengono naturalmente sale, e attivare sempre le funzioni intestinali.

Marte ha spesso una funzione importante nella regolazione del peso, anche se, per fortuna, le importanti disfunzioni tiroidee non sono frequenti, e prende soprattutto
campo nel periodo pre- e menopausa, Il metabolismo comincia a rallentare, la tiroxina non riesce più a scindere perfettamente il glicogeno in glucosio e a regolare il contenuto di colesterolo nel sangue, che oltretutto non serve più a contribuire a produrre gli ormoni femminili, piano piano si comincia a prendere peso, e anche le diete più drastiche aiutano poco. Inoltre le paratiroidi cominciano a far trattenere più calcio nei tessuti che non nelle ossa con il risultato di rendere i tessuti edematosi.
E’ molto importante prevenire tutto questo con sostanze naturali ed un’alimentazione equilibrata, ricca di vegetali e acidi grassi essenziali scarsa di formaggi.
Le alghe, molto usate nel favorire l’attività della tiroide, non trovano una collocazione tra gli Archetipi, ma Pietro Andrea Mattioli, diceva nei suoi ”Discorsi della materia medicinale di Dioscoride”:
Fece del Phuco marino menzione Galeno all’VIII° delle facoltà dei semplici, così dicendo: il phuco così umido cavato dal mare, dissecca e infrigidisce nel secondo ordine, e ha alquanto dell’acerbo.”

Possiamo pensare all’attività disseccante e “asciugante “ di Saturno? E Marte?

OGGI

L’obesità rappresenta oggi un problema rilevante, ed il numero dei bambini obesi sta aumentando dovunque si goda di un, anche relativo, benessere economico.
Dato che chi supera il peso “normale” del 10% viene considerato “obeso”, è visibile come almeno metà della popolazione italiana non più giovanissima sia da considerarsi fuori dei parametri di valutazione.
Fra qualche anno i bambini di oggi andranno ad aumentare il numero degli obesi.
L’obesità viene definita come “un abnorme aumento di tessuto adiposo nell’organismo”, da distinguere dal soprappeso, che viene definito dal rapporto tra il peso e l’altezza della persona: spesso le due definizioni vengono confuse.
In particolare si parla di obesità quando il tessuto adiposo è superiore al 30% nelle donne e al 25% negli uomini.
Una serie di misurazioni antropometriche consente di determinare se ci sia o meno obesità e, ad esempio, misurando lo spessore delle pliche cutanee con uno strumento chiamato plicometro alcune parti specifiche del corpo, è possibile calcolare la quantità
di grasso totale.
Con i termini di obesità androide e di obesità ginoide si definisce la distribuzione della massa adiposa: nell’uomo è più presente nella parte alta del corpo (sopra la cintura), nella donna si trova maggiormente nella parte bassa e dà la cosiddetta forma “a pera”, con glutei e cosce molto evidenti.
L’obesità androide è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e per il diabete.
In questi casi, sia la donna androide, molto seno, spalle larghe, glutei piccoli e gambe magre, che l’uomo ginoide, spalle piccole, gabbia toracica scarsa, vita e glutei importanti,gambe spesso turgide, rispecchiano un’alterazione ormonale, anche se spesso mascherata da problemi dismetabolici.
In questi casi la sola dieta richiede molti sacrifici e dà risultati deludenti.
Quando si parla di dimagrimento, la strategia della medicina naturopatica/ olistica ricalca come sempre i suoi principi fondamentali: dieta equilibrata, esercizio fisico, atteggiamento mentale positivo.
Attivare tutti e tre questi principi di buon senso, senza aspettare che diventino la terapia, vuol dire VIVERE BENE.
Certamente, visto che abbiamo un tot di consumo calorico personale, dato in parte dal metabolismo basale,da ciò che consumiamo per respirare, dormire, ridere, parlare etc, ed in parte dalle nostre attività, occorre che il bilancio entrate-uscite sia quantomeno equilibrato, ancor meglio leggermente in difetto.
Nessuno meglio di noi sa se il proprio bilancio torna…
Diminuendo l’apporto di cibo, soprattutto gli extra! e aumentando l’esercizio fisico, possiamo tranquillamente mantenere il nostro equilibrio: quando facciamo anche una semplice passeggiata a passo un po’ sostenuto, aumentiamo anche la respirazione, non muoviamo soltanto il corpo e tutto brucia più velocemente.
Le diete drastiche, le sostituzioni dei pasti con schifezze sazianti, ma vuote, provocano magari un rapido dimagrimento, ma un altrettanto rapido aumento di peso non appena l’organismo può tornare ai suoi ritmi.
La dieta migliore è la NOSTRA, è quella che ci insegna a lasciare andare quello che non ci serve e ci educa ad un alimentazione semplice e sana.
Questo ci porta a considerare l’aspetto psicologico dell’aumento di peso, legato ad una soddisfazione orale antica sollecita da stimoli esterni e dai sensi, che richiede di mangiare anche se si è sazi: si è visto che l’abitudine di guardare la tv, per esempio, spinge a mangiare, soprattutto la sera e certamente anche l’attività fisica ne risente.
La noia e l’insoddisfazione, la solitudine spingono inesorabilmente verso un “qualcosa di buono” che per un attimo ci distragga dai problemi, ma il rischio è di entrare in una spirale senza fine, perché più ingrassiamo e meno ci sentiamo a nostro agio, e più ci sentiamo rifiutati e più…
Ma è anche il momento adatto a decidere di cambiare, di non comprare più cibi spazzatura, di comprarci un vestito di una taglia in meno da indossare il più presto possibile, di regalarci una seria di massaggi o anche semplicemente una buona crema snellente, che ci farà sentire quanto il nostro corpo ne sia contento.
La teoria delle cause fisiologiche dice che molte persone obese, in realtà, non hanno problemi psicologici, ma un metabolismo alterato delle cellule adipose, gli adipociti, che si “autoregolano”, mandando al cervello il messaggio di mangiare, quando diminuiscono di volume: si verifica spesso negli obesi un aumento del numero degli adipociti e del loro volume, per cui sentono un impellente bisogno di assumere cibo…
Potrebbe essere una delle cause per cui molte persone dmagriscono poco, a prezzo di enormi sacrifici per ritornare poi alla situazione precedente, anzi spesso avendo addirittura una reazione di rimbalzo superando il peso antecedente.
Sembra che il valore di regolazione degli adipociti sia dato dalla loro sensibilità all’insulina, e per aumentarla, occorrono ancora una volta una vita sana e l’attività fisica.

CHE FARE

Nei paesi occidentali l’alimentazione è da molto tempo povera di fibre e ricca di carboidrati raffinati e di grassi.
La fibra alimentare svolge un ruolo importante nel controllo del peso: i cibi integrali richiedono una masticazione più lunga, e danno maggior senso di sazietà, migliorando la secrezione degli ormoni digestivi e la tolleranza al glucosio, stimolando la liberazione degli ormoni intestinali.
Le fibre, soprattutto quelle indigeribili, aumentano l’escrezione dei grassi nelle feci.
E’ importante fare un pasto regolare e non degli spuntini, e mangiare cibi semplici, non pre-confezionati, che contenga comunque una certa quantità di fibra, fresca o secca.
Se si decide, speriamo di no, di fare una dieta molto ricca di proteine, è bene farsi seguire dal medico, bere almeno due litri di acqua al giorno e assumere integratori ricchi di fibra e sostanze emollienti.
Aiutare il fegato è importante, perché, in caso di obesità, facilmente si presentano alterazioni della funzionalità epatica.
Saranno d’aiuto integratori o piante lipotrope, sostanze, cioè, che accelerano o riducono l’accumulo di grassi nel fegato e sostanze ad azione colagogo e coleretica, che aiutino la produzione e l’escrezione della bile (Tarassaco).
Anche enzimi pancreatici, come la pancreatina, provocano una migliore assimilazione dei cibi ed un minore senso di fame.
Troviamo poi una serie di sostanze stimolanti vegetali, che moderano il senso della fame e favoriscono la demolizione del grasso e che, se usate con attenzione, portano notevole beneficio a chi intende dimagrire.
Sono l’Efedra, la Noce di cola e il the verde.
Efedrina, caffeina, teofillina e metixantine usate in sinergia, aumentano il metabolismo e degradano le cellule adipose, esercitano un’azione tonica e stimolante sul sistema nervoso centrale, aumentano la forza di contrazione del cuore e la gittata cardiaca, aumentando anche l’afflusso di sangue al cervello.
Caldamente sconsigliate agli ipertesi, agli insonni, agli ansiosi.
La Noce di cola ed il the verde contengono caffeina e teofillina come il caffè, ma sono da preferirsi in quanto la tostatura produce idrocarburi, cancerogeni.
Il the nero deriva dalla fermentazione delle foglie, che diventano più aromatiche e ricche di tannini, ma perdono molte delle sostanze, che rimangono invece nel the verde, ricavato dall’essicazione veloce, ricchissimo di flavonoidi con proprietà antiossidanti e antiallergiche.
La teofillina, come principio attivo, viene usata come farmaco nel trattamento dell’asma allergica.
La Spirulina è un’alga monocellulare d’acqua dolce di colore azzurro-verde, ricca di Sali minerali ed oligoelementi, ma quasi priva di iodio, di aminoacidi, di betacarotene e di acidi grassi. Utilizzata come supplemento nelle diete dimagranti incrementa il fabbisogno proteico e induce senso di sazietà.
Il Fucus vesciculosus è invece un’alga marina bruna, della famiglia delle Alghe laminarie, che vive vicino alle coste rocciose del Pacifico e dell’Atlantico.
Ha un alto contenuto di iodio, sia inorganico che legato a proteine, mucillagini e polifenoli ad azione antibiotica, è ricco in proteine e minerali ed in Vit B12, contiene polisaccaridi che hanno la capacità di assorbire acqua e di stimolare meccanicamente
la peristalsi.
Lo iodio contenuto nel Fucus porta ad un miglioramento generale, ristabilisce il funzionamento corretto della tiroide, migliora il metabolismo dei principali nutrimenti, stimola il consumo dei grassi di riserva.
Il Fucus potenzia il sistema immunitario ed ha attività protettiva contro i danni da inquinamento nucleare e da raggi x. E’ un ottimo integratore, come la Spirulina, nelle diete vegetariane.
Per dimagrire in modo durevole e mantenere i risultati occorre abbinare alla dieta un programma di attività fisica, non molto faticosa, ma costante ed un buon modo per iniziare è quello di camminare a ritmo sostenuto per 20-30 minuti al giorno.
E POI CI VUOLE TANTA, TANTA PAZIENZA…

Il nostro organismo è capace di effettuare miliardi di attivazioni e trasformazioni di sostanze necessarie al suo funzionamento ottimale e tra queste estremamente importanti troviamo gli aminoacidi, veri trasformisti!
Per quanto riguarda ad esempio il controllo della fame nervosa due aminoacidi, la L. Fenilalanina e la L. Tirosina, sintetizzata dalla L. Fenilalanina, sono molto importanti, perché, insieme, portano alla sintesi degli ormoni tiroidei.
La fenilalanina viene usata dal cervello per sintetizzare la Noradrenalina, (che, a sua volta, promuove il rilascio di colecistochinine, che inducono la sensazione di sazietà, e
quindi, diminuisce il desiderio di cibo), migliora il tono dell’umore, con effetto antidepressivo, stimola il metabolismo dei grassi, scomponendoli.
Esistono poi sostanze contenute nei vegetali che danno un senso di sazietà meccanico come il glucomannano, una radice orientale, che una volta introdotta nell’organismo, si gonfia fino a cento volte il suo volume, se assunta con molti liquidi.
La vischiosità del glucomannano costituisce una barriera ai grassi ed ai carboidrati e, come fibra, aumenta l’assorbimento di altre sostanze dannose e migliora la peristalsi intestinale.
Quando il soprappeso deriva dall’abuso dei carboidrati, può essere d’aiuto assumere l’estratto purificato di Fagiolo bianco, ricco di fattori di inibizione dell’alfa-amilasi, che favoriscono la riduzione dell’assorbimento e dell’utilizzazione degli amidi assunti con la dieta.
Il Chitosano, una sostanza estratta dal guscio dei crostacei, inibisce efficacemente l’assorbimento dei grassi e ne favorisce l’eliminazione attraverso le feci, soprattutto se associato alla Vit C, che lo protegge.
Il Chitosano reagisce già nello stomaco con gli acidi grassi e poi nell’intestino, associato alla cellulosa, gelifica, difendendosi dalle lipasi, contrastando così l’assorbimento intestinale.
Riduce in questo modo la quota calorica assorbita e diminuisce la quantità di colesterolo nel sangue.
Il Fieno greco, da sempre usato nella medicina popolare, ha un notevole effetto ipoglicemizzante, producendo un gel nello stomaco (galattomannani), che riduce l’assorbimento del glucosio e ne rallenta il corso, diminuendo il picco degli zuccheri nel
sangue dopo i pasti e migliorando il livello dell’insulina.
Naturalmente il gel favorisce anche la riduzione dello stimolo della fame ed è indicato anche in caso di diabete non-insulino dipendente.
La Gymnena silvestre occupa con il suo acido gymnenico i recettori intestinali per i glucosidi, bloccandoli per diverso tempo, e impedendone così l’assorbimento fino al 50%, e atura le papille gustative , diminuendo la percezione del gusto piacevole degli zuccheri.
Anche la Gymnena è utile in caso di diabete non-insulino dipendente.
Il cromo, sotto forma ponderale picolinato o come oligoelemento, porta al controllo degli zuccheri limitandone la continua richiesta: agisce infatti a livello della membrana cellulare, migliorando il rapporto glucosio-insulina, ed è un co-fattore nel mantenere un metabolismo lipidico ottimale.
Il cromo è contenuto nei formaggi, nelle uova, nei cereali integrali e nelle carni.
La scorza dell’Arancio amaro ancora acerbo contiene oli essenziali, flavonoidi ed amine biogene, la più importante delle quali è la Sinefrina, che induce la termogenesi a livello dei tessuti adiposi, aumentando il metabolismo basale e trasformando i lipidi in calore.

LA DIETA DEI GRUPPI SANGUIGNI

E ancora, si è sperimentato ormai da anni che: ”L’alimentazione ideale è scritta nel sangue”. (Nota mia: adesso c’è anche una prova con tampone salivare che risale al DNA e dice esattamente quali sono i cibi che non dovremmo consumare).
E questa sarebbe davvero la dieta intuitiva, perché il nostro organismo sa quello che più gli si addice e tiene conto della nostra individualità biochimica.
Alcune proteine contenute negli alimenti, le lectine, sono simili alle sostanze immunitarie specifiche dei vari gruppi sanguigni, per cui se mangiamo qualcosa che non è tollerato dal nostro gruppo sanguigno, il nostro organismo reagisce come se fossero venuti in contatto due gruppi sanguigni incompatibili.
Ad esempio, se io, gruppo A, bevo latte, avrò le stesse reazioni, come se incontrassi un
gruppo B, con conseguente agglutinazione delle mie cellule sanguigne e reazioni infiammatorie di vario tipo (cuscinetti adiposi, ritenzione idrica, ma anche putrefazione intestinale, infiammazioni articolari etc).
Le lectine sono quasi ubiquitarie e allora occorre privilegiare quei cibi le cui proteine sono ben tollerate dal nostro gruppo sanguigno e quindi dal nostro organismo.
Bisogna tener conto che molti alimenti non sono ancora stati analizzati secondo questo studio, e che anche alimenti dallo stesso nome, possono avere contenuti variabili di alcune sostanze,a seconda del luogo di provenienza.
Il movimento è presente anche in questa ricerca:
Gruppo 0: aerobica, nuoto, pesistica, jogging
Gruppo A: taj chi, yoga, golf, stretching, passeggiate, bicicletta
Gruppo B: tennis, golf, ginnastica, yoga, aerobica
Gruppo AB: nuoto, corsa, ciclismo, sport di resistenza

Le regole:
-procedere con calma, eliminare prima gli alimenti ingrassanti, quelli particolarmente incompatibili
-introdurre progressivamente nella dieta quotidiana un numero sempre maggiore di alimenti vantaggiosi
-sostituire gli alimenti della categoria da evitare con quelli vantaggiosi oppure neutri.

CONSIDERAZIONI DELLA SERA

Nessuno è felice perché è magro e nessuno è infelice perché è grasso; sono i modelli imposti che ci fanno sentire così e noi ci sentiamo inadeguati a seconda di che modello richiede il mercato.
La stessa cosa vale per la ricchezza, per lo stato sociale, la posizione lavorativa, il “ruolo”.
Un tempo si pensava che “grasso è bello” ora si pensa che “magro è bello”. Ma chi lo ha deciso?
La felicità sta nel nostro cuore e nei nostri pensieri, non nelle nostre cellule adipose.
Il soprappeso ha origine da una nostra abitudine, anche di pensiero, e guardare chiaramente, con occhi sinceri ,questa abitudine ed il comportamento che ne deriva, porta già ad un cambiamento in meglio: possiamo accettare la nostra linea un po’ abbondante senza sentirci in colpa o decidere di dimagrire, magari con un piccolo aiuto.
Non crediamo alle favole delle diete, non perdiamoci nella giungla delle cure dimagranti miracolose, proposte da riviste, radio, pubblicità ingannevoli, che ci fanno credere essere straordinariamente innovative, perché basate sulle ultime scoperte scientifiche, dimenticando di avere detto la stessa cosa qualche mese prima per altri prodotti simili, se non uguali.
Troviamo il coraggio di dare ascolto al nostro istinto personale, ascoltando ciò che arriva, ma scegliendo poi con il nostro discernimento, non ascoltiamo il suggeritore che vuol farci recitare una parte che non ci appartiene.
Ciascuno di noi ha i mezzi per scoprire l’alimentazione per rimanere sani e vitali, ed è un buon esercizio anche per relazionarci con il “fuori di noi”, scoprire come adeguarci, proprio attraverso i cibi, con i cambiamenti, del tempo, dell’ora, della stagione, dell’umore, della compagnia…
Per dimagrire, una volta esclusi seri problemi di metabolismo, è necessario programmare un cambiamento mentale verso il cibo, la dieta verrà, e sarà quella giusta, perché intuita e personale.
Non c’è nessun manuale, nessun libro, nessun consiglio medico che abbia validità assoluta e nel tempo, ai quali attenersi: l’alimentazione giusta per tutti non esiste, esiste per la singola persona ed è il buon senso a decidere. Mangiare e bere in pace, senza ossessione di calorie, pesi, grassi, zuccheri, ma apprezzare e digerire un cibo con la bocca, lo stomaco…il cuore e l’anima, ringraziando Madre Natura, che continua a nutrirci anche a cent’anni, affidarci al nostro corpo, a quello che ci dice giorno per giorno, per imparare quello che ci serve realmente, fa parte della programmazione.
Forse diventiamo magri, ma non certo felici, con le rinunce, le autopunizioni…
Chiediamoci piuttosto se quello che mangiamo ci porta forza vitale o sopravvivenza !
Socrate danzava tutte le mattine per rimanere magro,
Platone era grasso E… tanto … intelligente.

strong>INVERNO

In giornate così brevi, il Tempo finalmente riesce a scorrere al di fuori dell’orologio, incurante del ritmo datogli dall’uomo, autoproclamatosi padrone della Natura soltanto per aver imposto leggi artificiali, che si stanno sgretolando come i ghiacciai dell’Artico.
Il buio esterno porta a riflettere sulla opportunità di comprendere il nostro buio interno, di cercare in cantina e in soffitta che cosa è bene” buttare via “di vecchio, soprattutto di inutile, per alleggerire il nostro cammino verso la Luce che sta per ritornare, dopo il Sol invictus. La consuetudine di buttare dalla finestra a Capodanno le cose vecchie ripeteva il Rito della Purificazione a livello popolare, mentre altri Riti sacri si tenevano nei boschi, soprattutto di querce, non solo per buttare via, ma soprattutto per lanciare nuovi propositi, con la precisione della freccia.
Le piante sempreverdi ci insegnano la continuità nel mutamento, perdono foglie, altre ne rinascono, restano incorrotte nel passare delle stagioni.
L’Agrifoglio, in tutti i luoghi dove cresce, è sempre stato considerato pianta purificatrice e di rinnovamento, e dal Sudamerica (Yerba Mate) ai Nativi americani, ai Celti, la bevanda, a seconda delle parti usate, liberava il corpo e la mente per la purificazione prima delle cerimonie o faceva cadere in uno stato di trance divinatoria.
Tra i Fiori di Bach, Holly, ha il ruolo di scacciare veleni come l’odio, l’invidia, la gelosia, il desiderio di vendetta e aprire il cuore all’Amore incondizionato.
Chi non ha in casa, a Natale, rami di Agrifoglio?
Il decotto della foglie di questa pungente pianta saturnina, un cucchiaino per una tazza d’acqua da far bollire per cinque minuti, è utile come diuretico per la gotta, per i calcoli urinari (cose vecchie da buttar via?), per tonificare le vene, nei postumi delle flebiti e negli edemi alle gambe (sangue- fuoco -amore da far circolare?) .
Le bacche dell’Agrifoglio sono tossiche, fortemente purgative ed emetiche per gli esseri umani, non per gli uccelli, che non hanno cattivi umori da spurgare…
Il Pioppo, altra pianta saturnina, ci riporta all’inverno con la sua origine mitologica: Fetonte ruba il carro del Sole e lo guida malamente per le vie del cielo, avvicinandosi o allontanandosi troppo dalla Terra, suscitando l’ira di Giove, che lo fa precipitare nel fiume Eridano, l’attuale Po.
Fetonte muore e le tre sorelle che lo avevano spinto all’impresa lo piangono disperatamente, Giove si impietosisce e le trasforma in Pioppi, alberi snelli e tremuli.
Le foglie del Pioppo sono chiare nella pagina inferiore, la Luce, e scure in quella superiore, il buio.
La corteccia scaccia la febbre in decotto di un cucchiaio per un litro d’acqua da bollire per 10 minuti, ma, nella nostra Tradizione Mediterranea soprattutto le gemme sono ritenute ottime, in tintura o decotto al 3%, per eliminare l’acido urico e disinfettare le vie urinarie, e trovano impiego anche come fluidificanti delle secrezioni bronchiali e come antisettici polmonari.
L’”Unguento populeo” per le emorroidi ed il reumatismo articolare, sia di tipo infiammatorio che degenerativo, era preparato essenzialmente con gemme fresche di pioppo pestate e macerate in solventi grassi, sugna, olio etc. diversi a seconda dei luoghi.
Veniva, e viene, usato anche per ustioni e piaghe.
Bach riconobbe nel Pioppo, Aspen, la personalità timorosa di ciò che non conosce, o non riconosce, che vive sensazioni minacciose inconsce e che trasforma questo stato, risuonando con l’Io superiore, andando in vibrazione positiva con gli stati immateriali e riconoscendoli come tali.

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MASADA n° 1738 17-2-2016 PREDIZIONE E PROFEZIA NEI SOGNI E NELLE VISIONI DI CARL GUSTAV JUNG

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MASADA n° 1738 17-2-2016 PREDIZIONE E PROFEZIA NEI SOGNI E NELLE VISIONI DI CARL GUSTAV JUNG

Conferenza tenuta dalla prof. Viviana Vivarelli alla Libreria esoterica IBIS di Bologna
aloha1789@gmail.com
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Immagino che tutti voi abbiate sentito parlare di Freud, forse un po’ meno di Jung. Jung e Freud sono i fondatori della ‘psicoanalisi’, una scienza nuova che nasce ai primi del 1900 ma danno luogo a due linee di pensiero molto diverse. Li trovate entrambi nei testi di filosofia ma sono diversissimi tra loro.
La psicoanalisi è la ‘terapia delle parole’.
L’argomento che trattiamo qui tratta della chiaroveggenza e ha a che fare col problema del tempo. La domanda è se sia possibile sognare il futuro.
Di fronte a un paziente, Freud si chiede da dove viene, Jung dove va. Freud lo riporta al suo passato. Jung lo apre al futuro. Uno è determinista (cerca le cause), l’altro teleologico (si volge verso i fini).

Freud e Jung guardano la psicoanalisi da parti opposte. Freud usa l’emisfero sinistro, logico o razionale, Jung quello destro, intuitivo, simbolico, tendente al sacro.
Freud risolve la psiche umana in termini di ‘libido’, pulsione sessuale. Jung non parla mai di sessualità ma guarda l’aspetto spirituale e simbolico dell’uomo. Le differenze sono molte, anche caratteriali. Freud ha una matrice ebraica ma è positivista, ateo e materialista. Jung ha una matrice protestante, ha 11 preti in famiglia, cresce in una parrocchia, è spiritualista e attratto da una visione simbolica del mondo e dell’uomo, volta al sacro.
Freud era profondamente materialista e sperò per tutta la vita in un farmaco chimico che guarisse i mali della psiche, sperò persino, a torto, nella cocaina. Jung aveva una concezione idealistica che ci riporta a Platone e ha analogie col pensiero orientale. In realtà Jung contatta il pensiero orientale solo nel 1928, a 53 anni, quando riceve dall’amico Richard Wilhelm, un missionario protestante che aveva vissuto 30 anni in Cina e aveva studiato il Tao, il manoscritto di un trattato di alchimia taoista ‘Il segreto del fiore d’oro’, un millenario testo cinese dove il fiore d’oro, indica il corpo immortale. lo Jung trova bellissimo e analogo alla sua teoria della sincronicità.

La psicoanalisi, dunque, è la cura della malattia mentale attraverso la parola.
Nasce i primi del 1900 quando apparve a Vienna, in pieno clima positivista, un libro che solo pochi notarono ma che avrà un effetto rivoluzionario sulla visione che l’uomo occidentale ha di se stesso: “L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI. E’ di uno sconosciuto psichiatra austriaco: SIGMUND FREUD, viene pubblicato solo in 800 copie, e, poiché si interessava del sogno, oggetto che la psichiatria del tempo certo non considerava, fu definito ‘esoterico’, cosa molto bizzarra perché non ci fu nessuno tanto contrario all’esoterismo quanto Freud.
Questo primo libro di Freud ebbe un effetto rivoluzionario sulla cultura occidentale, un effetto paragonabile alla teoria eliocentrica che si contrapponeva a quella geocentrica che metteva il Sole non la Terra al centro del sistema solare.
Siamo in pieno positivismo, l’uomo occidentale credeva di poter dominare e controllare tutto con la forza della sua ragione e Freud, con questo libro e con quello successivo ‘Psicopatologia della vita quotidiana’, gli dimostrava invece che c’era dentro la sua psiche una parte oscura di cui lui non sapeva niente e che anzi interferiva col suo comportamento cosciente anche normale e quotidiano col lapsus o la dimenticanza, o spie ancora peggiori come la fobia, il complesso o la malattia psichica.
Freud creava così il concetto di INCONSCIO e l’uomo scopriva di colpo di non essere sempre il centro della propria volontà e consapevolezza, ma di avere in sé una parte psichica ignota che poteva condizionarlo o bloccarlo. Questa scoperta portò a una grande una rivoluzione cognitiva. Freud dimostra che anche nella vita quotidiana possiamo avere dei comportamenti che sfuggono al controllo cosciente, in cui noi siamo agiti da forze che non conosciamo.
L’inconscio individuale di Freud è una specie di cantina degli orrori dove la psiche rimuove le pulsioni o le memorie che non può assolutamente accettare, ma questi contenuti rimossi premono per tornare alla luce e l’Io deve usare gran parte delle sue energie per tenerli nell’oscurità e, nel far questo, si impoverisce e può restare più o meno gravemente disturbato. La cura sarà usare i sogni col metodo associativo per fare un viaggio a ritroso, in genere nell’infanzia, e di solito nei rapporti che il figlio maschio ha verso le figure genitoriali per ritrovare il punto dolente, la memoria che non si può ricordare, l’evento traumatico, di solito legato alla sessualità, o la pulsione vietata, di solito di tipo incestuoso, e riportarlo alla luce.
La teoria dei sogni di Freud è molto semplice: il sogno è l’appagamento di un desiderio, il desiderio supremo per Freud è quello sessuale. Quando il desiderio è proibito, la censura tronca il sogno col risveglio o lo trasforma in incubo. I sogni sono prodotti da una parte di noi segreta e ignota, che l’inconscio, una specie di stanzino o ripostiglio degli orrori, dove ciascuno rimuove i contenuti, le pulsioni, i ricordi inaccettabili. Secondo Freud dall’inconscio salgono i desideri proibiti e spesso essi riguardano conflitti o traumi vissuti nell’infanzia o pulsioni incestuose.
Su questo teoria Freud fonda la scuola di Vienna e crea una scienza nuova: la psicoanalisi.
Nel 1907 uno psichiatra svizzero, Carl Gustav Jung, di 18 anni più giovane di Freud, lo contatta con una fitta corrispondenza, poi lo incontra, i due si innamorano letteralmente in senso intellettuale l’uno delle idee dell’altro; il primo incontro è così appassionato che dura 14 ore e Jung entra nella scuola di Vienna in un entusiasmo generale. Ma i due sono troppo diversi. Freud vorrebbe fare di Jung l’erede della sua scuola, ma pensa alla propria teoria come ad un monolite rigido assoluto, dogmatico e sacro, che deve essere trasmesso senza la minima variazione. Per Jung tutto questo non ha senso, il suo pensiero è addirittura opposto a quello di Freud, per cui la rottura è inevitabile. Dopo 5 anni, nel 1912, le differenze caratteriali e di pensiero così forti che Jung abbandona Freud con la ‘grande rottura’, traumatica per entrambi. Jung ne soffrirà per 6 anni ma comincerà a produrre una nuova teoria dell’inconscio, dell’interpretazione di sogni e dei simboli, fondando nel 1913 la scuola di Zurigo.
Per Jung il sogno non è più solo la realizzazione di un desiderio, la sessualità non è la caratteristica primaria della psiche, il simbolo non è il sostituto di un oggetto sessuale, e soprattutto l’inconscio individuale non è l’unico ignoto con cui l’uomo deve confrontarsi.
Nasce la teoria dell’INCONSCIO COLLETTIVO, il concetto di archetipo e il simbolo come indicatore dell’archetipo.
La scuola di Zurigo si contrappone alla scuola di Vienna con una enorme ricchezza di contenuti ma orientamento e motivazioni enormemente diversi. Se per Freud il massimo di realizzazione dell’uomo era un orgasmo sessuale ben riuscito con un partner di sesso diverso, Jung volge l’uomo a un più alto livelli di consapevolezza che guarda al Sé e al sacro.
Che la rottura fra i due dovesse scoppiare era inevitabile. Erano polari, diametralmente diversi in tutto. Freud razionale, logico e materialista. Jung intuitivo, spirituale e medianico.
La differenza stava proprio nel loro DNA.

Se l’inconscio individuale è la grande scoperta di Freud, L’INCONSCIO COLLETTIVO è la grande intuizione di Jung, un livello di conoscenza che appartiene alla specie e sovrasta tempo e spazio, unendo tutti i tempi e tutti gli spazi.
Questo concetto ci riporta al tempo, uno dei massimi problemi della filosofia (si pensi a Sant’Agostino) ma per Jung il tempo non è più il luogo del passato dove sono avvenuti i traumi e si sono realizzate le pulsioni proibite.

Il pensiero di Jung ha molte analogie, non similitudini ma analogie, col pensiero orientale.
Il suo Inconscio Collettivo ha analogie con l’AKASHA indiano, l’archivio di conoscenze assolute, che supera l’uomo e unisce tutti gli uomini di tutti i tempi, presenti, passati e futuri, qualcosa che ricorda il gigante Mimir degli antichi Celti, che custodiva il sacro pozzo della memoria assoluta.
Pensiamo al nostro computer quando cerchiamo su google un termine che ci interessa, l’Inconscio collettivo, è qualcosa di analogo, è come la memoria della specie umana, che conserva interamente la storia della cultura presente, passata e futura, in più questi dati che conserva non solo semplici informazioni, sono energie che si attivano quando l’uomo si trova davanti a certe situazioni ambientali. In luogo dei dati informativi abbiamo qualcosa di analogo alle Eidos platoniche, forme energetiche innate.
Quando nasciamo, il nostro corpo ha già gli istinti che si attivano quando le circostanze lo richiedano, per es. l’istinto sessuale del maschio si attiva davanti a una bella donna nuda con una dilatazione delle pupille e una maggiore irrorazione del sangue nelle zone genitali; per un gay questa reazione avverrà dinanzi a un bell’uomo nudo, è la natura che vuole così e che ha predisposto i suoi meccanismi reattivi che sono innati. Per Jung anche la psiche ha i suoi meccanismi innati che sono gli archetipi, è come se fossero gli istinti della psiche. Per es. esiste un istinto materno che è del corpo, dipende da certi organi ed ha anche un gatto verso i gattini ancora non autonomi. Ma nell’essere umano esiste un archetipo materno che nasce dalla psiche e che appartiene anche all’uomo, e che si manifesta come desiderio di protezione in genere, molto più ampio del comportamento protettivo verso i cuccioli, e che può produrre volontariato, sindacalismo, lotta sociale ecc.
Per Jung l’inconscio collettivo è il luogo degli archetipi, non solo informazioni, dunque, ma energie innate, in qualche modo paragonabili alle eidos greche, e saranno la madre, morte e resurrezione, il dio bambino, l’angelo… oggetti ideali che sono presenti in tutte le religioni, nei miti, nelle fiabe e nell’arte quando l’arte è simbolica.
Jung dunque è innatista, spiritualista, idealista.

Il tema di oggi ci riporta alla chiaroveggenza e la chiaroveggenza è un grande enigma che tocca il grandissimo problema del tempo.
Ogni essere umano per conoscere ha bisogno di due coordinate cognitive fondamentali: TEMPO E SPAZIO. Ma chiunque abbia avuto fenomeni paranormali sa che la coscienza può accedere ad un livello più alto che trascende tempo e spazio. C’è una modalità del nostro sapere che vede oltre e li travalica.
Con la telepatia si possono conoscere i pensieri di un altro o vedere eventi lontani (si pensi allo svedese Swedenborg che vide con la mente l’incendio di Stoccolma a 500 km di distanza. O alla russa Madame Blavatsky che comunicava mentalmente con Grandi Maestri tibetani i permise la scoperta di codici sconosciuti. O al sensitivo americano Edgar Cayce che vedeva le diagnosi e le terapie dei suoi visitatori e raccontava di continenti mitici come Atlantide.
La chiaroveggenza è la capacità di vedere oltre il tempo e lo spazio. Jung ce l’aveva. All’opposto, Freud disprezzava il paranormale come “la nera marea di fango dell’occultismo”. Per Jung non si poteva essere niente di più offensivo. Jung era un sensitivo, un veggente e un medium. La sua era una famiglia di sensitivi medium, non solo la madre, ma il nonno materno, la cugina, una figlia…
Freud si muove nel mondo tangibile e concreto della materia. Jung spazia in un universo infinito dove l’invisibile è più importante del visibile e può comunicare con l’uomo in modi misteriosi e portarlo alla vera conoscenza, ad un livello fuori del tempo e dello spazio che può entrare a sprazzi nel mondo umano, come la luce esterna può penetrare casualmente a sprazzi in una profonda caverna.

L’INCONSCIO COLLETTIVO è una realtà che sovrasta i limiti cognitivi umani legati ai paradigmi spazio e tempo, e unisce l’intera umanità presente, passata e futura, con un linguaggio misterico, profondo, che può esprimersi nell’evento paranormale, nel simbolo, nella visione, nell’allucinazione ma anche nei miti, nelle fiabe, nell’arte e infine nel sogno.
Un’altra analogia di Jung col pensiero orientale è questo concetto dell’unicità che collega tutti gli uomini tra loro e l’uomo al divino, per cui l’universo appare molteplice e diviso ma in realtà è UNO.
Jung è convinto che le pulsioni conflittuali che si agitano nella psiche umana debbano e possa riarmonizzarsi e che anche le apparenti diversità conflittuali esistenti tra gli uomini, tra i popoli e le culture possa riarmonizzarsi, per cui il suo messaggio ha anche un profondo significato sociale nel senso dell’Unità del Mondo.

Jung è uno sciamano moderno. Considera le esperienze paranormali non patologie ma evidenze, segni di una realtà più ampia che ci circonda e ci manda i suoi messaggi, una realtà in cui dentro e fuori si toccano e l’Universo non è molteplice e diviso, ma UNO, esattamente com’è per un buddhista zen o uno yogi indiano.
Ci sono tra la filosofia di Jung è il Buddhismo indiano o il Tao giapponese, se non delle similitudini (perché il pensiero orientale è troppo diverso da quello occidentale) certamente delle analogie, la principale delle quali è l’esigenza di riportare la molteplicità di un mondo diviso all’Unità di un COSMOS unito, per cui tutto il suo pensiero non solo tenderà al sacro ma cercherà sempre ciò che unisce gli uomini, non ciò che li divide.
Freud rifiuta il paranormale, anche se non potrà negare fatti che sperimenta di persona con i suoi pazienti, come la telepatia.
Ma Jung è un sensitivo e un medium e conosce cose che gli arrivano per vie ignote.
Fin da piccolo ha sogni e visioni, che ricorderà poi per tutta la sua vita e guarda ai sogni come farebbe un veggente, lo stregone di una tribù, considera sacra la via dei sogni come la via che porta a una conoscenza globale ed è in grado di leggere il futuro come di conoscere fatti ignoti del passato, per es. vite precedenti.
C’è una coscienza ordinaria e c’è una coscienza straordinaria, così ci sono sogni ordinari e SOGNI STRAORDINARI. E non esiste uomo che nella sua vita non ne abbia avuti, massimamente le donne e quegli uomini che hanno una prevalenza dell’emisfero intuitivo come gli artisti o i mistici.
Cos’è che rende un sogno straordinario? La qualità di energia che sprigiona, l’intensità con cui colpisce il sognatore, il fatto che sia ricordato per molti anni, o anche per tutta la vita, la forza quasi bruciante dei colori (che più sono intensi e vividi più dicono che il sogno proviene dall’inconscio profondo), i simboli, spesso ignoti alla cultura del sognatore ma presenti nella cultura globale, la possibilità infine che il sogno sia predittivo, veda il futuro, o dia conoscenze apparentemente impossibili perché presenti in altri tempi o in altri spazi o estranee alla cultura del sognatore.
Per es. ho studiato per due anni una psichiatra bolognese, che aveva dei sogni seriali in cui gli veniva impartita da vecchie donne nelle profondità della Terra una sapienza sciamanica. La curiosità era data dal fatto che i sogni erano esattamente finalizzati a fare di lei una sciamana, erano in serie e le davano simboli che lei non conosceva ma che io le decodificavo e che appartenevano allo sciamanesimo macedone e siberiano e all’antica cultura egizia, con qualche elemento indocinese.

Se il paranormale ci interessa, il sogno è la prima via che abbiamo a disposizione per aprire la nostra mente a livelli di conoscenza superiori e trascendenti. Il 90% dei fenomeni paranormali avviene in sogno.
Per questo le comunità tribali avevano i sognatori del gruppo che ricevevano immagini sacre utili a tutta la tribù. Io ho fatto un gruppo di psicoterapia che è durato 8 anni e avevano anche noi una sognatrice di gruppo, che faceva sogni bellissimi che riguardavano la nostra crescita spirituale collettiva, come se il gruppo fosse un vero organismo.
Anche l’uomo moderno può avere sogni straordinari, che travalicano la sua cultura ed esperienza, nei quali emerge l’Inconscio Collettivo che si esprime mediante simboli universali, ricchi di significato, con grande forza e poetica bellezza. Ma questi messaggi possono apparire anche da svegli, come visioni, allucinazioni o visualizzazioni: “I Sogni e le Visioni possono essere le vie del Sacro”.
Spesso i Grandi Sogni emergono in momenti particolarmente importanti della vita, in cui l’Energia fa un salto energetico, come l’elettrone che caricandosi riesce a saltare in modo discontinuo dalla sua orbita a un’altra più ampia. Questo può avvenire in momenti di grande varianza fisica, per esempio nelle donne nel menarca e nella menopausa, o in periodi esistenziali molto importanti, un trauma, un lutto, una depressione….In essi ci parla l’Energia stessa, segnando i suoi balzi con immagini potenti e spesso incomprensibili.
Nel mondo antico i sogni erano usati come diagnosi e terapia e anche oggi possono essere utili nello stesso senso o aprire poteri di chiaroveggenza o rivelazione. La nostra scienza materialista può anche dire che tutto questo è un inganno, ma accedere ai segnali dello spirito apre la via verso il centro dell’energia totale, e riarmonizza psiche e corpo, producendo guarigioni e raggiungendo nuovi equilibri. Dunque il sogno può essere conoscenza, via, soluzione, diagnosi, terapia, miracolo… è un’energia di vita che confluisce nella vita, sanandola, orientandola o rivestendola di una luce superiore.
I sogni stanno su molti livelli. E Jung vive su molti livelli fin da bambino, cosa che capita spesso ai veggenti, per predisposizioni particolari che vanno oltre l’esperienza sensibile. Per es. la mia nipotina inglese ‘sa’ quando uno dei conoscenti di famiglia muore. Non si può spiegare questa capacità. Semplicemente lei ‘sa’.

Jung bambino è attraversato da visioni paranormali e ha un forte contatto col mondo degli spiriti. Vive intensamente i suoi sogni e ne sente tutta la potenza, sa che possono essere trasformativi o rivelatori, e su alcuni rifletterà per anni, li accetta come frutto di una seconda mente, più lungimirante e saggia che tocca l’onniscienza.
I sogni sono la chiave per penetrare l’Universo. Li chiamerà, come Freud, “la via regia per l’inconscio”, ma con un senso diverso, rivolto all’Inconscio collettivo, un mondo di energia e conoscenza che trascende l’uomo e può, in momenti particolari, rivelarsi a lui e vitalizzarlo e guidarlo.
Dirà che i sogni sono una via numinosa, rivelatrici di archetipi, e ‘numen’ per lui inerisce al mistero del Sacro.

Se il sogno viene nei momenti di grande trasformazione dell’energia, sappiamo che all’interno della vita umana la trasformazione più grande che tutti devono affrontare è quella della morte e tutti siamo colpiti dai sogni che predicono la morte.
La morte è il più grande cambiamento energetico che possiamo comunemente sperimentare. Ce ne sono altri, l’estasi, l’enstasi, le sindi… che appartengono a un genere speciale di persone. Ma la morte ci tocca tutti. E’ il grande mistero. Ma la prima cosa da dire è che difficilmente, quando si sogna la morte di qualcuno, poi quello veramente muore, anzi questo non succede quasi mai. La morte si preannuncia misteriosamente col linguaggio dell’inconscio che è quello dei simboli, un ponte che indica il passaggio, una colomba che rappresenta l’anima che vola in alto, un Oceano da attraversare, simbolo molto antico che ritroviamo per i Celti (andare oltre la nona onda) come per gli Egizi che costruiscono imbarcazioni per i faraoni defunti, ricordiamo lo Stige greco o l’Acheronte. Il simbolismo dell’acqua (attraversare la grande acqua) è presente nei miti della nascita come in quelli della morte. Un altro simbolo frequente è il cambio dei vestiti. Nel Libro Tibetano dei Morti è detto: “Come alla sera lascerai il tuo vestito per indossarne uno nuovo al mattino, così farai con il tuo corpo, passando da una vita a un’altra”. Solo Jung, quando sogna la morte di qualcuno lo fa direttamente.

Per capire come si possibile prevedere, ovvero conoscere un evento prima che questo accada, immaginiamo il tempo come uno stagno, in cui la sponda a me vicina è il passato e la più lontana è il futuro. Se getto un sasso nello stagno, ho delle onde concentriche che si allargano fino a toccare entrambe le sponde. Nel non tempo l’onda arriva a me ‘prima’ che il sasso sia gettato. Allo stesso modo un terremoto si propaga con onde concentriche e viene avvertito ‘prima’ che avvenga realmente dai cavalli o dai cani o da alcuni sensitivi. Se l’onda sismica è un’onda spaziale, dobbiamo pensare anche alla possibilità di onde temporali. Ci basiamo sulla teoria che l’Universo sia un unico organismo, esistente oltre il tempo e lo spazio, in cui le informazioni si possono propagare travalicando proprio il tempo e lo spazio. Banalmente, nella fisica quantistica, sappiamo che se due particelle hanno fatto uno stesso lavoro insieme (per es. hanno assunto calore), formano una diade telepatica, come madre-figlio, e, anche se vengono allontanate infinitamente, quando si crea una perturbazione in una di esse, ne risente anche l’altra. Così, visto che veniamo tutti da un Big bang primitivo, possiamo pensare che tutte le particelle dell’universo comunicano tra loro, che, dunque facciamo tutti parte di uno stesso unico organismo energetico, un oceano di energia che tutti ci comprende e che, di conseguenza, chiunque in qualsiasi punto del tempo-spazio si trovi potrebbe in determinate occasioni sapere telepaticamente quello che avviene in un altro qualsiasi tempo-spazio.

Quando ci fu l’attacco alle Torri, molti nel mondo lo seppero immediatamente o lo avevano sognato prima. Io lo sognai 9 giorni. Nel sogno avevo visto due rettangolo bianchi verticali, un po’ più basso, contro il cielo azzurro, poi due oggetti neri che li colpivano da parti opposte e una densa nuvola di fumo che si alzava e una voce fuori campo disse: “Il crollo”. La mattina dopo dipinsi in soli 45 minuti un grande quadro in stato di automatismo che lo descriveva. Non capii quello che il quadro significava ma mia figlia gli dette un titolo che mi parve strano: “La civiltà tecnologica ha preso il sopravvento della città sacra”. Nove giorni dopo vedevo il mio sogno sul tg.

Superai dunque la barriera del tempo e dello spazio, ma molti alle 10,3 di New York di quell’11 settembre, ovunque fossero nel mondo, seppero in qualche modo che qualcosa di enorme era successo.
Nostradamus nel 1550 predisse tutta la storia d’Europa per un periodo di 2.247 anni, dal 1550 al 3797, un arco di tempo un po’ superiore a un’era, il dodicesimo dell’anno precessionale. Una delle sue quartine più belle riguarda proprio l’attacco alle Torri che è di una precisione agghiacciante:
A 45 gradi il cielo brucerà / fuoco si avvicinerà alla città nuova / nell’istante grande fiamma espansa brucerà / quando si vedrà dei Normanni fare l’esperimento”.
Questo fa pensare che l’attacco sia stato programmato proprio dagli Americani.

Riguardo ai sogni di morte, come abbiamo detto, quasi mai sognare la morte di qualcuno predice una morte reale. Ogni mamma che è ansiosa sul suo bambino, prima o poi sogna che è morto, ma il sogno riproduce solo la sua paura. Se vogliamo molto bene a qualcuno, è facile che sogniamo la sua morte. Io ho sognato infinite volte la morte della mia nipotina per leucemia a 5 anni, ma non è mai successo, e ora ha 8 anni. Questo è un sogno in cui noi proiettiamo solo la nostra paura.
La morte è una metamorfosi, un grande balzo verso nuovi piani dell’Essere.
Nelle esperienze di premorte o di ritorno dalla morte, essa non appare più come un evento doloroso. Io sono morta e rinata e posso testimoniarlo.

A 82 anni, Jung suggerì a un giornale svizzero un’inchiesta sulle esperienze paranormali e, per quanto la ricerca avvenisse nella fredda e razionale Svizzera, arrivarono 1200 lettere che furono esaminate e catalogate da Aniela Jaffé, sua allieva e collaboratrice.
Freud avrebbe rifiutato tutto ciò come patologico, ma Jung accetta tutti gli eventi paranormali: telepatia, premonizione, psicocinesi, visioni, fuoruscite dal corpo, guide spirituali, fantasmi… Ne prende atto senza dimostrarli, definirli o capirli, li accetta e basta. Trova normale anche che eventi psichici si riverberino in eventi naturali o viceversa, cioè ci sia un collegamento tra io e natura, sempre alla luce dell’Unità di tutto l’Essere. Non distingue una psiche soggettiva da una natura oggettiva, in una visione di realtà totalizzante che comprende entrambe.
Considera che nella psiche c’è una parte individuale e una parte cosmica che si dilata oltre l’io, abbraccia tutta la realtà intera e trascende tempo e spazio e in cui ciò che conta è il ‘significato’.
Lo stesso inconscio collettivo è un livello dell’essere trascendente, una realtà sovraumana e insieme comprensiva dell’umano, che si riverbera dentro e fuori indifferentemente, così che l’archetipo può manifestarsi nella psiche come nella natura.
Anche questa Unità di io e non io, dentro e fuori, sopra e sotto, ha analogie col pensiero orientale.
Jung dice che i fatti paranormali ci sono sempre stati sempre nella storia del mondo: “Nella vita dell’uomo rivive la vita dei millenni e continuano ad avvenire cose che da sempre hanno accompagnato la vita umana”. Ognuno di noi, prima o poi, si imbatterà in qualcosa di inspiegabile e dipenderà da lui accettarlo o rifiutarlo.
Il fenomeno paranormale non può essere spiegato, semplicemente esiste e ne prendiamo atto: “Il suo fine è – dice Jung – far sì che l’uomo incontri il mistero”.

I Tibetani studiano da migliaia di anni le modificazioni di coscienza, e le chiamano ‘passaggi dell’energia’, bar-do, ponti. La vita stessa è un bar-do, cioè un passaggio, una fase intermedia tra configurazioni dell’essere di cui non sappiamo niente. Bar-do è anche il breve passaggio al mattino dal sonno alla veglia o la sera dalla veglia al sonno, stato ipnagogico o ipnopompo, o il momento in cui usciamo da uno svenimento o da un coma. Ogni passaggio importante dell’energia produce fenomeni psichici straordinari, e, nei punti di cambiamento, possono emergere gli eventi paranormali.

Jung si imbatte spesso nel sogno che predice la morte o lo trova nei suoi pazienti. E’ un sogno straordinario. In genere si presenta in forma simbolica, il sognatore non lo capisce ma ne resta turbato. Ciò indica che in noi ci sono molti livelli di consapevolezza, che si toccano, comunicano, ma non sempre si intendono. La nostra mente è come una radio a valvole con manopole, girando le quali si accede a lunghezze d’onda diverse.

Tra le 1200 lettere inviate a Jung sul paranormale, ne cito una:
Per anni sono stata sicura che quando sentivo l’orologio dei morti una delle persone a me care moriva. Quante volte sono stata derisa! Ma quando la persona moriva realmente, non rideva più nessuno. Da quando però è morto mio marito non ho più sentito l’orologio dei morti. E’ come se lui mi avesse portato via quello di cui avevo sofferto da anni”.
E questo è un caso che ho conosciuto:
Silvia, una vecchia donna di paese, sognava le campane a morto puntualmente poco prima che qualcuno del paese morisse ed era molto spaventata da questo.
Si noti che le persone che hanno più spesso la facoltà di sentire la morte ne parlano con orrore, come fosse una malattia o una maledizione. Una lettera dice: “Ho cercato di liberarmi con le preghiere da questo malanno, però continua a presentarsi. Ecco di nuovo questa cosa buia e spaventosa”. E un’altra: “E’ molto spiacevole essere dotati di chiaroveggenza o capacità simili”.

Può avvenire così che mentre alcuni cercano con tutte le forze di avere qualche effetto speciale, ci sono altri che invece si inventerebbero qualsiasi cosa pur di non averne.
La premonizione può venire attraverso un sogno simbolico o diretto. Simbolico è il sogno del ‘ponte’, perché il ponte o la grande acqua da attraversare simboleggiano il passaggio da un livello di realtà a un altro, altri cambiamenti sono rappresentati dalla ‘stazione’: “Una ragazza sogna di incontrare sul ponte della stazione di Zurigo la cugina che la informa che la nonna è morta. La mattina dopo arriva la notizia reale della morte della nonna”. La ‘stazione’ ferroviaria indica ‘un viaggio’, un grande cambiamento, il ponte allude a un passaggio interdimensionale.

Qualche volta la premonizione può apparire in un disegno. C’è un caso interessante narrato da Jung che si sviluppò attraverso 12 disegni fatti da una bambina, tra gli 8 e i 10 anni. La bambina disegnò 12 incubi accompagnandoli con una favolina che cominciava con “C’era una volta…”. Jung vide i disegni e capì immediatamente che la bambina doveva morire. La morte venne effettivamente un anno dopo, per una malattia infettiva che nessuno poteva prevedere. I disegni riportavano i simboli dell’archetipo ‘morte e resurrezione’, simboli arcaici propri dell’inconscio collettivo. Ovviamente la bambina non li capiva.
La bambina racconta le sue visioni come fiabe, cioè le pone in un tempo-non tempo, che è il tempo dell’anima. Questi sogni sono mitici, simili ai riti di passaggio delle comunità primitive, perché la sua energia sta per passare oltre.
Molti sogni straordinari possono essere come fiabe. Io ho ascoltato migliaia di sogni e alcuni erano bellissimi. Possiamo anche ipotizzare che le fiabe nascano dai sogni. Anche molte opere d’arte sono nate dai sogni: romanzi, sinfonie, poemi… possono apparire in sogno già completi, ma anche invenzioni scientifiche, intuizioni filosofiche. Ho conosciuto un ingegnere che costruiva gru per grattacieli e riceveva in sogno i progetti già completi. Il grande e giovanissimo matematico indiano Ramanujan ricevette in sogno un trattato di matematica completo dalla dea Namagiri.

Il sogno non può essere sempre spiegato o capito, è frutto di una energia in trasformazione che agisce a livelli diversi da quelli della mente verbalizzata o del pensiero razionale IL SOGNO E’ ENERGIA IN CAMMINO che si esprime in forme d’arte.
Le società antiche riconoscevano LA POTENZA DELL’ENERGIA CHE CAMMINA e la tribù intera partecipava sacralmente ai grandi riti di passaggio, l’ingresso dalla pubertà all’adolescenza o gli equinozi, per es., momenti in cui qualcosa moriva e qualcosa rinasceva, mentre si si connetteva la psiche storica immanente all’energia eterna trascendente inducendo dei sogni sacri attraverso il digiuno o piante psicotrope. I riti di iniziazione o di passaggio, con il loro pathos emotivo e la drammatizzazione rituale, permettevano l’accesso a gradi di conoscenza superiore, accompagnando la riconfigurazione della vita umana o del ciclo naturale.

Una volta Jung sognò un’antica tomba e sentì che qualcuno esalava l’ultimo respiro; vide una figura femminile con una veste bianca a simboli neri, che si levò in alto. Erano le tre del mattino, alle sette giunse notizia che era morta una cugina della moglie.

Un’altra volta sognò due persone defunte, insieme ad altre vive; tra quelle che credeva vive riconobbe una conoscente e pensò: “E’ già segnata!”. Alcune settimane dopo seppe che era morta in un incidente.

E’ chiaro che questi messaggi provengono da un altro livello di conoscenza che non si cura di essere compreso dall’intelletto, è la ‘mente che sa’, ma non è la mia mente razionale né la mia memoria parziale, ma è il contenitore è globale, la memoria totalizzante.
Non è l’inconscio individuale che parla ma quello collettivo, attraverso immagini arcaiche e simboli universali. Per l’inconscio collettivo il tempo non esiste perché esso è situato fuori del tempo e domina perciò tutti i tempi. Così per lo spazio. Siamo nel luogo dell’informazione pura, nel luogo dei significati in sé.
Jung si imbatte frequentemente nel sogno o nel segno premonitore o profetico. Crede che in sogno si possa vedere anche la propria morte come eventi del futuro, perché il sogno sovverte l’ordine tradizionale della realtà ordinaria.
Nella realtà ordinaria l’evento accade su una linea temporale, seguendo o precedendo altri eventi; nella realtà straordinaria l’evento semplicemente ‘esiste’.

I sogni si presentano in forme simili nel tempo.
Jung riporta due esempi di sogni simili, solo che uno è moderno, l’altro antico: “Un paziente sognò che il suo medico moriva in un gran fuoco. Tre settimane dopo il medico fu assalito realmente da plegmone (febbre cancerosa) e morì.
Nel libro dei sogni di Artemidoro (II sec. d.C.), il più grande libro sui sogni dell’antichità, c’è un caso simile: “Un uomo sognò che il padre moriva nel rogo della casa e poco dopo il sognatore morì di plegmone = febbre alta, forse polmonite”.
Sognare una casa vuol dire sognare se stessi, il fuoco è la febbre, il padre simboleggia il respiro della vita. I due sogni sono uguali, eppure ci sono 1700 di differenza. I simboli dell’inconscio collettivo sono eterni.

Si parla di ‘predizione’ quando il sogno si riferisce a un singolo, si parla di ‘profezia’ quando si riferisce a un popolo. Jung ne ebbe molti di entrambi i tipi: previde la morte della moglie, quella di alcuni pazienti e persino la propria (i figli di Jung trovarono nel suo diario un sogno fatto 9 mesi prima della fine che la preannunciava. Il 9 è l’incubazione così della nascita come della morte. Vita e morte hanno la stessa cifra preparatoria, per la vita 9 mesi, per la morte 9 giorni o settimane o mesi, come se la morte fosse un’altra nascita con un tempo uguale di preparazione. Questa costanza del 9 è molto curiosa. Ricordiamo che Nostradamus previde anche la data della propria morte ma fece un errore di 9 mesi, come se il concetto ‘morte’ esistesse 9 mesi prima dell’evento reale.
Ma per Jung, la causa di un evento può essere anche nel futuro, perché noi non creiamo il futuro ma esso semplicemente ‘esiste’ fuori del tempo. Così l’evento non ancora realizzato può attrarre a sé, come un magnete, il nostro presente.
Noi possiamo pensare passato, presente e futuro come coesistenti e ciò non danneggia la nostra libera scelta, perché anch’essa è compresa nella totalità.

La trama delle cose può essere come un vettore che può viaggiare in due direzioni, e non, come pensiamo, in una direzione obbligata. Per cui noi potremmo ‘ricordare’ il futuro.
Io ho sperimentato questa possibilità, ho cominciato facendo fare delle regressioni, senza ipnosi ma con un rilassamento profondo. Io chiedo: “Vai all’origine del tuo problema”. A quel punto faccio delle domande a cui il soggetto rilassato risponde muovendo con difficoltà la bocca. Si costruisce così, a poco a poco, una storia che sembra una vita precedente: non tutte queste vite sono interessanti, anzi la maggior parte non lo sono. Ma a volte si riesce a vedere un legame tra i problemi di ora e quella storia, che non è un sogno perché la persona è sveglia, ma è in uno stato modificato di coscienza, perché è molto rilassata. E queste storie sembrano dar ragione a Jung che credeva che le vite fossero tante e lui stesso pensava di essere stato in una vita precedente l’alchimista svizzero Paracelso.

Ma da un po’ io ho cominciato a fare un altro esercizio: non solo le regressioni ma anche le progressioni, cioè mando il soggetto avanti di qualche anno e mi faccio spiegare cosa c’è di nuovo. Qui l’operazione è molto più facile, ma possiamo anche pensare il sogno lucido che crea non sia altro che la proiezione dei suoi desideri. Oppure possiamo pensare, come Jung, che elevarci a un diverso livello di coscienza ci possa far diventare viaggiatori intertemporali. La macchina del tempo dunque è dentro di noi.
Questo crea un collegamento con a quelli che eravamo e a quelli che saremo, le energie che vennero prima e quelle che verranno dopo.
La coscienza ordinaria, dunque, vive nel tempo e nello spazio ma l’inconscio si allarga e li trascende.

Nella prima metà del 1900 ci fu un ingegnere inglese, costruttore di aeroplani, che si chiamava John William Dunne, che divenne uno studioso di sogni e fece molte prove per verificare se potevano prevedere il futuro (i suoi libri sono: “Un esperimento col tempo”, “L’Universo seriale”, “La nuova immortalità” e “Nulla muore”).
Egli pensa che tutti noi, durante il sonno, usciamo dal tempo lineare, e entriamo in una condizione in cui possiamo sognare il futuro o il passato, poi svegliandoci ce ne dimentichiamo per un meccanismo autoprotettivo della mente. E, anche quando ricordiamo un sogno, lo manipoliamo, tentiamo di dargli una logica.
In linea di massima non è facile capire se un sogno è predittivo o no, lo sappiamo solo dopo verificandolo. Dunne faceva esperimenti come lasciare la mente libera di descrivergli cosa c’era in una certa pagina di un libro non letto, e scopriva che la mente lo sapeva. Dunne diceva anche che possiamo attrarre e noi gli eventi che non sono ancora accaduti o quelli ignoti del passato, se ci mettiamo in una forma di attenzione continua, ricettiva, fluida e spersonalizzata, che è poi la vacuità buddista, uno stato di demi-trance o auto-ipnotico, la mente laterale, à coté, con cui si esce dalla mente ordinaria per accedere a un programma diverso, a un uso diverso della mente.
Dunne dice: “Immaginate di essere seduti e di avere seduto alla vostra sinistra il passato e alla vostra destra il futuro. Voi potete guardare entrambi”.

Jung sognò spesso la morte di pazienti, di parenti o amici. Spesso i presentimenti arrivavano come immagini persistenti. Molte gli arrivarono nei viaggi in treno dove il rumore e il dondolio facilitano le demi trance. Una volta, mentre tornava a casa in treno, vide qualcuno che annegava e seppe poi che il suo nipotino più piccolo aveva rischiato di annegare.

Una volta ebbe un paziente con una moglie molto gelosa, tanto che a un certo punto costrinse il marito a interrompere l’analisi. Passò del tempo. Una sera Jung era in albergo e si sentì molto agitato; quando alla fine prese sonno, fu svegliato da un grosso colpo secco, una deflagrazione, si alzò per vedere ma non c’era nessuno alla porta, tornò a letto con un dolore acutissimo alla testa e restò agitato tutta la notte. Al mattino dopo un telegramma lo avvisò che il suo paziente si era tolto la vita quella stessa notte con un colpo di pistola alla testa.

Jung non fece solo sogni predittivi, ebbe anche visioni profetiche. Abbiamo detto che i poteri paranormali si amplificano con la depressione e i mesi successivi alla rottura con Freud furono terribili e gettarono entrambi in una forte depressione. Jung voleva scrivere un libro contro Freud ma scoprì che era bloccato. Per 2 mesi ebbe un blocco della scrittura, ma la depressione durò 6 anni.
La depressione è un periodo molto favorevole alle aperture paranormali, perché scardina le normali difese della mente razionale.

La rottura con Freud avvenne nel 1912, pochi mesi dopo, nell’ottobre del 1913, Jung profetizzò la prima guerra mondiale con tre esperienze allucinatorie, tutte arrivate in treno lui aveva una villa A Shaffausen sul lago di Zurigo e tutti i giorni prendeva il treno per andare a Zurigo: “…E vidi me stesso seduto sulla montagna. Poi, guardandomi attorno, compresi che il mare era un mare di sangue, sulla cui superficie galleggiavano cadaveri, case divelte, travi bruciacchiate. Questa visione durò un’ora (!). Rimasi sconvolto. Due settimane dopo la visione si ripresentò e una voce mi disse: “Guarda bene, è tutto vero, sarà proprio così.” La stessa fantasia si ripeté tre mesi dopo, nel dicembre del 1913, sempre mentre andavo a Shaffhausen, sempre all’imbocco della galleria (era come se mi immergessi nell’inconscio collettivo)ero in viaggio in treno, da Zurigo a Schaffhausen, ed ebbi un’allucinazione: all’imbocco di una galleria persi la coscienze del tempo e del luogo per tornare in me stesso solo un’ora dopo, quando il capotreno annunziò l’arrivo alla stazione. Nell’intervallo avevo avuto un’allucinazione. Mentre guardavo la cartina dell’Europa, vidi il mare sommergerla tutta, un paese dopo l’altro, a cominciare dalla Francia e dalla Germania. In breve l’intero continente fu sommerso eccetto la Svizzera (la Svizzera rimase neutrale). La Svizzera era come una montagna così alta che le onde non potevano sommergerla. E vidi me stesso seduto sulla montagna. Poi, guardandomi attorno, compresi che il mare era un mare di sangue, sulla cui superficie galleggiavano cadaveri, case divelte, travi bruciacchiate. Questa visione durò un’ora (!). Rimasi sconvolto. Due settimane dopo la visione si ripresentò e una voce mi disse: “Guarda bene, è tutto vero, sarà proprio così. La stessa fantasia si ripeté tre mesi dopo, nel dicembre del 1913, sempre mentre andavo a Shaffhausen, sempre all’imbocco della galleria (era come se mi immergessi nell’inconscio collettivo)” . La prima guerra mondiale scoppia il 23 luglio 1914. All’incirca la visioni cominciano 9 mesi prima dell’evento.

Nel 1913 i sogni profetici gli arrivarono in serie.

Ricordiamo i fatti: nel giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, fu assassinato da uno studente serbo. L’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Scoppiò la prima guerra mondiale.
In quello stesso giugno Jung era come soffocato da un peso indicibile, stava malissimo. Doveva tenere in Scozia in luglio un convegno sulla schizofrenia, ma fece 3 sogni in cui in luglio si vedeva in viaggio nei mari del Sud.
Il 31 luglio, finito il convegno, lesse sui giornali che era scoppiata la guerra. Aveva avuto dei GRANDI SOGNI che predicevano un grande evento collettivo.
L’Inconscio Collettivo conosceva la storia per intero e poteva vederla prima e indicarla con simboli o stati d’animo. Jung si era sentito minacciato da una psicosi, perché la sua mente era stata assalita da immagini che non riusciva a capire o ad elaborare. Per questo aveva temuto di diventare pazzo.

Jung ebbe 12 fantasie profetiche. E il tutto iniziò 9 mesi prima dell’evento, in ottobre cominciano le visioni, nel giugno successivo L’arciduca viene ammazzato:
-Ottobre 1913: visione di un’inondazione con migliaia di morti, mentre una voce fuori campo assicura “Tutto questo avverrà”. E’ interessante anche questa voce fuori campo che accompagna spesso i sogni straordinari.
-Visione di un mare di sangue che inonda il mare del Nord.
-12 e 18 dicembre 1913: visione dell’eroe Sigfrido che galleggia morto su un’acqua nera
-25 dicembre 1913: il piede di un gigante enorme cammina su una città con massacri di inaudita crudeltà
-2 gennaio 1914: mare di sangue con una sterminata processione di morti
-22 gennaio: la sua Anima sorge davanti a lui e gli chiede se accetterà guerra e distruzione, gli mostra immagini di devastazione, armi da guerra, resti umani, navi affondate, nazioni distrutte…
-21 maggio 1914: una voce dice: “Ovunque muoiono vittime sacrificali”.
-giugno-luglio 1914, infine, i tre sogni in cui si vede in un paese straniero ma deve tornare rapidamente a casa, in Svizzera, perché sta per arrivare un’ondata di freddo glaciale.
“Nel maggio-giugno 1914 feci il seguente sogno: mi trovavo nei mari del Sud, vicino a Sumatra (segue descrizione di una rotta navale), appresi dai giornali che sull’Europa si era abbattuta una terribile ondata di freddo, come non si era mai verificata prima… tornavo in Svizzera. Tutto era coperto di neve, a perdita d’occhio. Dalla neve spuntava però una grandissima vite carica di grappoli d’uva. Mi avvicinai e cominciai a coglierli e a distribuirli a una massa di persone…Tre volte si ripeté questo sogno (anche il 3 è una cifra magico-simbolica, sempre presente nelle fiabe). In quel periodo stavo preparando una conferenza sulla schizofrenia… credevo di essere schizofrenico… Il 13 luglio, appena terminata la mia conferenza, seppi dai giornali che era scoppiata la guerra… non ero schizofrenico… i sogni e le visioni mi erano venuti dal sottosuolo dell’inconscio collettivo”. (Per inciso, la rotta navale che il sogno descrive comparve di lì a poco sui giornali e riguardava il viaggio di un capitano di corvetta) .

Uno può anche non credere a questi fatti ma ci sono casi ancora più enigmatici.
Uno che mi ha molto colpito riguarda sette adolescenti africani in un collegio religioso di Kibeho, nel centro del Ruanda, che, a partire dal 28 novembre 1981 e nel corso dei mesi successivi, ebbero delle spaventose allucinazioni di gruppo in cui previdero l’inaudita violenza della guerra sanguinaria che avrebbe squassato il paese. I giovanetti videro la Madonna che indicava loro i fiumi pieni di sangue, le colline di morti, le torture, le gambe spezzate, gli stupri…le loro terribili visioni mostravano il futuro. E quando quegli orrori annunciati si verificarono, la loro scuola si trovò proprio nell’epicentro del massacro. Il genocidio, la guerra tra Tutsi e Hutu, fece un milione di vittime in Ruanda e centinaia di migliaia di vittime nelle successive guerre che afflissero l’intero continente africano, anche nella stessa scuola dove i veggenti avrebbero avuto le prime apparizioni; una di loro, fu una delle vittime, insieme al marito. A Kibeho più di 10.000 tutsi, rifugiati nella parrocchia, furono massacrati nell’aprile 1994. Coloro che si barricarono all’interno della chiesa vi furono bruciati vivi; un anno dopo seguì un altro massacro di più di 8.000 hutu sulla piazza stessa delle apparizioni.

Perché ci sono sogni profetici? Forse alcuni sono ricettori di messaggi in cui si manifestano intuizioni o informazioni più alte o lontane, oltrepassando il tempo e lo spazio. Sicuramente il dolore è una di quelle esperienze che aprono all’inconscio superiore, in India il piano dell’infinita conoscenza viene chiamato AKASHA, il grande archivio cosmico del sapere globale, il livello dove ogni informazione è sempre presente.
Nei primi decenni del 1900 la scoperta dell’inconscio fu fortemente stimolante per artisti o intellettuali che tentarono varie vie per penetrare nell’inconscio profondo. Psichiatri, artisti, antropologi, chimici, poeti…si cimentarono in prove estreme, aiutandosi spesso con allucinogeni, come gli sciamani primitivi, o immergendosi in uno stato ipnagogico che è di per sé produttore di endorfine, o droghe interne, con allucinazioni e visioni.

Quando scoppiò la prima guerra mondiale, Jung aveva 39 ma già da un anno, dopo i 12 sogni profetici, si era dedicato all’enstasi, lo sprofondamento dentro di sé.
Jung usava lo yoga che aveva sperimentato da sempre, essendo portato alla meditazione fin da bambino.
Dopo i 38 anni, Jung iniziò un vero e proprio viaggio sciamanico aprendosi al periodo più intenso della sua vita, popolato di “immagini interiori”, di sovrumana potenza e bellezza.
Tutto il lavoro successivo fu un viaggio sciamanico, tanto intenso che lasciò la direzione della clinica e la docenza, si dimise dall’Associazione psicoanalitica e divise la giornata tra le sue ricerche sull’inconscio, i pazienti, le lezioni e la famiglia, in modo molto disciplinato. Il giorno lavorava, la sera si abbandonava al viaggio allucinatorio in cui sprofondava nell’inconscio collettivo, rischiando una deriva psichica. Si salvaguardava con la concretezza dei suoi compiti professionali e famigliari, come un’ancora che gli impediva di cadere nella psicosi.
Il suo metodo consisteva nel rilassarsi profondamente con lo yoga, finché non riusciva a escludere la coscienza e a far tacere il pensiero cosciente, a quel punto cominciava una fantasia che prendeva il comando con l’aprirsi di quel canale che egli chiamava Immaginazione Attiva, Non usava droghe, aveva probabilmente una capacità naturale di sollevare le difese che impediscono ad ognuno di noi di essere un sensitivo e apriva naturalmente, per virtù propria, come è proprio dei sensitivi, un vero e proprio canale sciamanico che lo sprofondava in un mondo simbolico, rutilante di forme e colori, l’Inconscio Collettivo. Si calava nel profondo come avrebbe fatto un sciamano messicano con la mescalina. Si lasciava cadere in un pozzo a balzi, 30 metri, 300 metri… e affondava in un incredibile mondo, dinamico e vivacissimo, brulicante di forme vive, suoni, percezioni e colori. Un mondo allucinatorio. Quel mondo non era razionalizzabile e spesso nemmeno verbalizzabile, non lo si poteva chiudere in parole, ma lui tentò di dipingerlo nel Libro Rosso, serie di immagini prodotte dall’inconscio con uno sprofondamento di tipo sciamanico che egli chiamava NEKUIA, la discesa agli Inferi. L’esperienza era traumatica, Jung cadeva in un vortice e doveva aggrapparsi al tavolo per non cadere. Spesso usciva da queste esperienze così sconvolto che doveva fare del rilassamento Yoga per riprendere il controllo.

La mente umana può partecipare a sprazzi dell’archivio universale, la conoscenza assoluta, la memoria storica globale, e questo può riguardare non solo eventi futuri ma anche cose avvenute nel passato che non sono conosciute o che nel tempo sono state dimenticate o cancellate.

Nel 1916, due anni dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale, Jung ricevette un dettato automatico in 3 sere successive, per un totale di 14 pagine. Per lo stile e il contenuto, l’autore sembrava essere un filosofo realmente esistito, di nome BASILIDE, primo eresiarca gnostico attivo in Egitto, le cui opere di teologia avevano avuto un certo successo a partire dal 140 d.C. e nei tre secoli successivi. Apparteneva al filone Gnostico e aveva elaborato uno dei primi tentativi di struttura filosofica del cristianesimo.
Quando Jung cominciò a fare le immersioni nella Nekuia, le sue capacità paranormali si dilatarono ed ebbe un periodo di 29 anni di massima espressione nel paranormale, con voci dirette, visioni, modificazioni ambientali e altri segnali che attestavano che i suoi esperimenti avevano aperto un canale diretto con altre dimensioni. La scrittura automatica avvenne in questo periodo e gli rivelò la filosofia gnostica, uno dei primi movimenti filosofici crictiani, che era stato considerato eretico dalla Chiesa che aveva distrutto le opere. Jung studiò lo Gnosticismo per 8 anni. Basilide diceva che “I livelli dell’Essere sono tanti”, e noi siamo su quello più basso.
Basilide ipotizzava un universo che si dispiega a livelli frequenziali diversi, ma che, comunque, resta UNO in virtù dell’energia divina che tutto lo permea e che lega ogni esistente con connessioni visibili e invisibili in una scala progressiva di consapevolezza.
Questa visione di un universo infinito che si scandisce in livelli dà alla mente un senso di vertigine, ci pone come creature limitate molto piccole in un quadro immenso fatto di cose visibili e invisibili tutte collegate tra loro e al Tutto. L’uomo può così uscire dalla singolarità per intuirsi in un cosmos, un universo d’ordine.
In questa realtà totale, trascendente e immanente si collegano; e la mente può risalire dal caos del mondo frammentato e diviso al mistero della realtà divina e UNA, in una nuova percezione che rende ogni evento e ogni essere sacro e prezioso.
La realtà in noi e fuori di noi è UNICA e infiniti segni si fanno messaggeri di una totalità superiore.
Curiosamente la teoria di Basilide apriva l’eone cristiano tentando una filosofia del cristianesimo, e Jung invece chiudevo quello stesso eone e un pensatore antico comunicava con lui da una distanza di 1800 anni, dall’inizio di un’era alla sua fine.Poi Basilide era stato una delle prime vittime della persecuzione della Chiesa di Roma, che aveva distrutto i suoi scritti, per cui se ne sapeva poco, e quel poco era di pura diffamazione. Era molto strano che alla fine dei duemila anni del cristianesimo uno dei primi pensatori e dei primi perseguitati si manifestasse con uno scritto che sintetizzava il suo pensiero su Dio. Era molto strano che questo pensiero rimosso emergesse dal bui della storia. Ma tutto quello che viene nascosto prima o poi esce alla luce. Col Concilio di Nicea la Chiesa di Roma aveva fissato i dogmi, manipolato i Vangeli e costruito a tavolino la figura del Cristo, distruggendo tutto il resto, ma siccome ciò che è rimosso prima o poi torna a galla, accadde che, tra il 1947 e il 1956, proprio nel deserto presso il Mar Morto, ebbe luogo il più grande ritrovamento archeologico del ventesimo secolo: i manoscritti di Qumran, una raccolta di testi in lingua ebraica, ritrovati in 11 grotte nel deserto, in una località detta Qumran, datati col carbonio 14 a un tempo che sta tra il secondo secolo prima di Cristo e il 68 d.C. che parlavano degli Esseni e davano un’idea molto diversa del Cristo. Ma Jung aveva avuto il suo Basilide per vie paranormali.

Jung cercò di scrivere le sue allucinazioni in taccuini, con varie osservazioni sui suoi stati d’animo. Prima le mise nel LIBRO NERO “Il libro del mio esperimento più difficile”, formato da sette taccuini, poi nel LIBER NOVUS o LIBRO ROSSO, grande volume rilegato in pelle rossa di 205 pagine che egli riempì di scritti e disegni tra il 1914 e il 1930, per 16 anni. Jung lasciò detto che questo libro, che era il più importante della sua vita, non fosse pubblicato e gli eredi furono fedeli alla consegna. Dopo la sua morte, il libro restò per 23 anni chiuso nella cassaforte di una banca svizzera finché gli eredi dettero il permesso di pubblicarlo e nel 2009 apparve a Londra. Jung era un artista, un pittore e anche uno scultore e aveva decorato con dipinti murali e con sculture il suo eremo sul lago, ma i dipinti del Libro Rosso avevano caratteri particolari, alcuni erano simili alle miniature medievali degli antichi codici sacri, altri erano dei mandala, perché sotto l’uso di droghe esogene o naturali il cervello elabora visioni geometriche coloratissime, analoghe ai motivi geometrici di molte culture antiche o ai disegni che gli aborigeni australiani ricevono nelle loro grotte sacre. Il motivo geometrico ripetuto è una costante delle allucinazioni rituali psichedeliche e dipende proprio dalle cellule cerebrali.
Il Libro Rosso è un libro visionario, frutto di quella facoltà che Jung chiamava IMMAGINAZIONE ATTIVA o CANALE PER L’INCONSCIO COLLETTIVO.
Come affonda nell’Inconscio profondo, incontra delle PERSONIFICAZIONI, forme energetiche che rappresentano la sua energia e si mostrano come personaggi mitici. E’ un gioco psichico, in cui egli non prende nessuna posizione, non dà alle immagini sostanza di realtà, semplicemente le usa come interlocutorie in un percorso di conoscenza, convinto che esse gli arrivino dall’Inconscio Collettivo. Sono personaggi bizzarri, come demoni interiori, e lui li descrive o dipinge nel suo diario, per capire meglio da ogni dettaglio il loro simbolismo. Sono le parti cangianti dell’energia, che mutano col mutare della vita e hanno ognuna una funzione catartica o evolutiva: FILEMONE, SALOME’, ELIA, IL SERPENTE NERO… tutori del passaggio, guardiani della soglia, figure transazionali, che aiutano il salto quantico.
La più importante di queste figure allucinatorie è FILEMONE, che appare anche in sogno e sarà importante per la sua evoluzione, come uno spirito guida.

C’era un cielo azzurro, che sembrava un mare, non coperto da nubi ma da zolle di terra bruna. Sembrava che le zolle si allontanassero l’una dall’altra e lasciassero scorgere l’acqua azzurra del mare. Quest’acqua era però il cielo azzurro. Improvvisamente, dalla destra giungeva, librandosi nell’aria, un essere alato. Era un vecchio con le corna taurine. Portava un mazzo di quattro chiavi, tenendone una come fosse sul punto di aprire una serratura. Era alato, e le sue ali erano quelle di un martin pescatore, con i suoi caratteristici colori. Non riuscendo a capire questa immagine, la dipinsi”.

Il mattino seguente al sogno, Jung trovò sulla sua terrazza sul lago un martin pescatore morto, uccello che in genere non si trova sul lago di Zurigo (evento sincronico). Jung dipinge Filemone sul suo diario e capisce che è l’evoluzione della figura di Elia, il maestro spirituale, con cui comincia a parlare anche da sveglio nelle sue passeggiate, chiedendogli spiegazioni.
15 anni dopo la comparsa di Filemone, Jung ebbe la visita di un indiano colto e spirituale, amico di Gandhi, che gli spiegò che in India era molto importante il rapporto educativo tra guru (maestro) e chelah (allievo). Gli disse anche che il maestro spirituale poteva essere una creatura non vivente, una pura intelligenza che non si era mai incarnata, una guida totalmente ideale.
La maggior parte degli uomini ha maestri viventi ma c’è sempre qualcuno che ha per maestro una energia pura”.

All’età di 69 anni, Jung si fratturò una gamba ed ebbe un infarto; per tre settimane rimase in stato di incoscienza con deliri e visioni che gli dicevano che stava uscendo dal corpo e viveva l’esperienza della morte.
Si vide sospeso sopra la Terra, vide il nostro pianeta come una sfera azzurrina macchiata in certi punti di verde scuro, descrisse la Terra come poi l’avrebbero vista gli astronauti dell’Apollo 11. Si sentiva immerso in una condizione di infinita felicità. Poi vide arrivare un meteorite, dove c’era una specie di tempio, entrò e vide un indù seduto nella posizione del loto, uno yogi, che stava sognando la sua vita. Dunque la sua vita non era altro che il sogno di uno yogi. Gli parve che tutta la vita gli scorresse rapidamente davanti e che ogni cosa, però, fosse priva di importanza. Entrò in una stanza illuminata e capì che sta tornando a quella famiglia di anime a cui apparteneva da sempre, e che là avrebbe capito il significato della sua vita e di come si collegava ad altre vite prima e dopo quella presente. Se per tutto il suo tempo si era fatto tante domande senza avere risposta, ora finalmente quelle risposte ci sarebbero state, solo che la prospettiva sarebbe stata assolutamente diversa.
Vide anche l’immagine del suo medico che saliva in cielo e gli diceva che non era arrivato il suo tempo di morire e che doveva tornare a questo mondo. Dunque tornò in vita ma con dispiacere, perché gli sembrava che questo mondo fosse un sistema di cassettine dove ognuno occupava una casettina, ma era come una prigione. Capì anche che il suo medico stava per morire e morì, infatti morì poco dopo per setticemia.
Ora devo ritornare in questo mondo grigio“, pensava. “Solo nello spazio mi sentivo sicuro, nel grembo dell’universo, in un vuoto smisurato ma colmo di un intenso sentimento di felicità“.
Jung era nato nel 1825 e morì il 6 giugno del 1961, a 86 anni. In prossimità della sua morte, molti ebbero sogni premonitori.
Una paziente della Von Franz, che non lo aveva mai visto, fece questo sogno:
Giornata di sole, prato, molta gente tra cui Jung. Il suo abito è verde davanti e nero dietro (verde e nero sono vita e morte). C’era un muro nero con un foro che riproduceva perfettamente la sagoma di Jung. Egli entrò nel foro e, poiché il suo vestito dietro era nero come il muro, non fu più visibile. Era lì ma non si poteva vederlo. La sognatrice guardò se stessa e vide che anche il suo abito era verde davanti e nero dietro, dunque anche lei era fatta di vita e di morte.
Forse” commenta la Franz ”quando moriamo usciamo dall’orizzonte degli eventi degli esseri terreni (la vita verde) ma continuiamo ad esistere in uno stato che per i viventi è invisibile (il nero che assorbe tutti colori)”. Rientriamo nel mondo dell’energia non percepibile ma che comunque non cessa di esistere.
Dopo l’infarto venne l’accettazione delle condizioni dell’esistenza, così come essa è. Anche se nei suoi libri Jung nomina raramente Dio, la sua religiosità fu grandissima.
Jung si interessò molto al problema della morte. Socrate diceva che la vita dovrebbe essere una preparazione alla morte e il mondo orientale, specie la cultura tibetana, tiene la morte in gran conto, ma l’Occidente ha reso terrificante la morte e l’ha posta tra i grandi contenuti rimossi.
A 72 anni Jung definì la vita come “un breve intervallo fra due grandi misteri, che però sono una cosa sola“. La ragione non può spiegarci la morte, ma miti e sogni sono pieni di sensi segreti che la riguardano:
“Dalla malattia derivò anche un’altra cosa,…un dire sì all’esistenza, un sì incondizionato a ciò che è, senza proteste soggettive, l’accettazione delle condizioni dell’esistenza così come le vedo, della mia stessa essenza, proprio come essa è. Sfortunatamente oggi l’uomo non può più creare miti, così molto gli sfugge.. ma sarebbe bene parlare anche di ciò che ci è incomprensibile. Noi non sappiamo in verità cosa rappresentino i miti o le storie della vita oltre la morte…Viviamo in un mondo che ha formato le nostre menti e stabilito le nostre condizioni psichiche… non possiamo rappresentarci un altro mondo. Siamo rigorosamente limitati dalla nostra struttura innata e legati con tutto il nostro essere e il nostro pensiero a questa Terra. L’uomo mitico esige che si vada oltre, ma l’uomo scientifico non può consentirlo…Noi non sappiamo se le voci dei morti che vengono ai medium appartengano a defunti o non siano una proiezione psichica… Dall’inconscio vengono indizi di cui terremo conto, per fare ipotesi. La ragione ci pone confini troppo angusti, ma noi viviamo anche oltre i confini della coscienza. Quanto più domina la ragione critica, tanto più la nostra vita si impoverisce. Quanto più dell’inconscio siamo capaci di portare alla coscienza, tanto più renderemo la vita completa.”

Jung morì a 86 anni dopo una breve malattia. I suoi sogni lo avevano avvertito anche di questo, ma i suoi figli lo scoprirono solo dopo leggendo i suoi diari. Salvo l’infarto, non era stato mai malato.
Un quarto d’ora dopo la sua morte, scoppiò un violento temporale e un fulmine a ciel sereno spaccò per tutta la sua lunghezza il grande pioppo sulla riva del suo giardino sotto cui era solito sedersi. Il fulmine segnò il tronco fino a terra e spostò le pesanti pietre del muretto di recinzione. Ancora una volta un evento sincronico suggellava in modo spettacolare ciò che egli aveva sempre affermato, che l’uomo non è una parte separata dell’universo, ma che l’universo è una trama che tutto comprende, dove tempi e luoghi, alto e basso, dentro e fuori, natura e uomo, si conoscono e si collegano. Con perfetta sincronicità, amici e conoscenti vicini e lontani avvertirono il suo commiato con sogni precognitivi o segni particolari, prima di sapere della sua morte dalla stampa o dalla radio.

Se la vita è un segmento dell’essere, un’altra Vita sta ai bordi del segmento, prima e dopo, come un infinito. Come si varcano i punti del limite, col sogno, la visione, la premorte… la conoscenza si dilata toccando assoluti che la convenzione terrena non conosce”.
(V.)

Chiudo con due citazioni.
Una viene dalla chimica ed è la legge di Lavoiser: “Nulla si crea e nulla si distrugge”. Non esiste la morte. Esiste solo la trasformazione.
L’altra è di San Paolo, Corinzi, che dice: “Ora vediamo come in uno specchio oscuro. Ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente come anche io sono conosciuto.
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http://masadaweb.org


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MASADA n° 1739 20-2-2016 LA RABBIA DELLA GENTE

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(Dario Gambarin)

MASADA n° 1739 20-2-2016 LA RABBIA DELLA GENTE
Blog di Viviana Vivarelli

Renzi vuol tagliare le pensioni di reversibilità alle vedove – La legge sulle unioni civili subisce continui rinvii: truffe e bugie – Cos’è questa foia di voler cambiare la Costituzione? – Storpiare il Senato ci porta a una democrazia dimezzata – Il M5S viene attaccato dai media qualunque cosa faccia, Renzi viene elogiato dai media qualunque cosa faccia: il Principato è anche questo – Al di là dei media: la rabbia della gente – I Talebani cristiani di Radio Maria attaccano le Iene – Il fallimento europeo visto dal Telegraph – Italia: la crescita non tornerà mai più- L’Unione europea debole è un progetto statunitense

Roma, ma che sta succedenno?
La tua maestosità la stai perdenno.
Eri ‘na reggina superba e rispettata…
emmo’ me pari… ‘na pora disgrazziata!
De tutto Roma mia t’hanno spojata,
er campidojo è peggio de ‘na stalla…
però puro cosi’ nuda e…violata,
der monno arimani la più bella!
Fa male ar core sentisse ‘mpotente,
vedé ‘sti ladri e nun poté fà ‘gnente!
Mortacci de ‘sti fij de mignotte…
che nun zo’ degni manco de guardatte!
Nun t’avvili’ ch’er tempo nun cià torto…
ripija fiato…nun abbassà la testa,
le tue campane risonerann’à festa,
mentre pe’ lloro rintoccherann’à…morto!
stì delinquenti rinchiusi in quer palazzo…
se credeno li padroni ma… cor cazzo
je la daremo vinta. E ‘n giorno a ‘sti sozzoni…
je romperemo l’ossa e li… cojoni!

Maria Pia Caporuscio

TAGLIARE LE PENSIONI DI REVERSIBILITA’
Viviana Vivarelli

Io vivo con la pensione di reversibilità di mio marito e senza non avrei di che vivere.
Sono sola e non ho nessuno che provvederebbe a me.
Alla sua prima Leopolda Renzi disse che avrebbe ELIMINATO completamente le pensioni di reversibilità, io l’ho sentito dire questo alla televisione e ho avuto un soprassalto.
Mi sono sempre meravigliata che lo stesso soprassalto non lo abbiano avuto le vedove italiane e che non abbiamo immediatamente cominciato a vederlo come un loro nemico.
Ora questo bieco proposito torna attuale e si parla al momento di TAGLI alle pensioni delle vedove.
Credo che le pensioni di reversibilità alle vedove italiane siano un diritto di 4 milioni di persone.
Ci sono già 10 milioni di poveri in Italia
Vogliamo farli diventare 14 milioni???
Consideriamo anche che questa pensioni integrano anche i mancati guadagni di quanti, figli o nipoti, sono disoccupati o guadagnano poco con lavori precari.
Io sono profondamente arrabbiata per tali propositi infami e non capisco come il M5S non promuova qualcosa di forte e di eclatante per far sapere agli Italiani cosa sta succedendo, un vero saccheggio alla parte debole della popolazione, che non potrebbe attuarsi in nessun Paese civile del mondo. Inutile dire che Renzi è come la DC. La DC la pensioni agli Italiani la dette. Renzi la taglia.
E questo mentre si depenalizzano reati per lasciare in libertà delinquenti, si depenalizzano soprattutto la corruzione e il furto, e questo mentre i tg si sgolano a parlare della spaventosa corruzione italiana (ma non uno che accenni a Renzi che l’ha depenalizzata), si danno miliardi alle banche, si ruba ai risparmiatori truffati, non si taglia un euro alla costosissima macchina della politica, non si pagano i creditori per 70 miliardi, si lasciano sprechi ed abusi ai politici locali e nazionali, si troncano processi, si calpesta la Costituzioni, si tagliano diritti elettorali e sociali…
ITALIANI, MA SIETE SORDI E MUTI?
RIBELLATEVI!!!

(Beniamino Giannini)

La legge sulle unioni civili subisce continui rinvii (ormai sono due anni che è in ballo), mentre i parlamentari sono passati dalla settimana corta a quella cortissima, e se ne vanno a casa già il giovedì, incuranti dei moniti di Napolitano, Renzi si gingilla e non prende per la Cirinnà quei provvedimenti di velocizzazione che pure ha usato per l’Italicum o per le banche e accusa gli unici che la legge per le unioni civili la vogliono veramente, i 5stelle, solo per essersi opposti al provvedimento incivile e antidemocratico del canguro, che gli emendamenti li taglia senza discuterli. Ma i 5stelle rifiutarono questa operazione di imbavagliamento per l’Italicum e non si vede per quale incoerenza dovrebbero accettarla per la Cirinnà. Ma tutte le scuse per attaccare il M5S e creare alibi per Renzi sono buone, e i media pecorini seguono a ruota, infamando il Movimento che è poi l’unico che la legge richiesta dall’Europa la vuole davvero.
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L’ORA DARIA
Marco Travaglio

Ultime dal fronte dell’informazione all’italiana, casomai qualcuno ancora non capisse perché siamo sempre in fondo alle classifiche europee in materia, anche dopo la dipartita di B.
1) Il Pd di Renzi presenta la legge Cirinnà sulle unioni civili, contro cui manifestano al Family Day vari esponenti del Pd di Renzi, della maggioranza di Renzi e del governo Renzi. Da Lepri in giù, i “catto-dem” sono quasi tutti renziani della prima ora, che infatti nel 2007 marciavano all’altro Family Day a braccetto con Renzi, il quale ora ha cambiato idea mentre gli altri no. Però Renzi lascia al Pd libertà di coscienza sulla legge del Pd di Renzi. A quel punto la lasciano anche i 5Stelle: ma solo su una parte della legge Cirinnà (la stepchild adoption), e anche se, diversamente dal Pd di Renzi, sono quasi tutti favorevoli alla legge del Pd di Renzi (stepchild adoption compresa). Il Pd di Renzi e tutta la stampa strillano contro il presunto “voltafaccia” dei 5Stelle, che in realtà non hanno affatto cambiato idea e si dicono pronti a votare tutta la Cirinnà. Lo conferma quel che accade appena la legge arriva in aula: M5S compatto sul Sì e Pd spaccato con i catto-dem sul No, ben protetti da Mattarella sul Colle e da Napolitano nei paraggi. Per occultare lo sfacelo Pd, che diverrebbe evidente votando gli emendamenti, il renziano Marcucci vuole incenerirli tutti con un supercanguro ultimo modello: un trucco antidemocratico, incostituzionale e vietato dai regolamenti parlamentari, che impedirebbe la discussione in aula.
I 5Stelle, come ogni opposizione che si rispetti, l’hanno combattuto quando fu usato contro di loro e contro la Costituzione per far passare l’Italicum e il nuovo Senato. Dunque restano fedeli a se stessi: annunciano il No al canguro e ribadiscono il Sì alla legge. Che va approvata rispettando le regole, esaminando e – si spera – bocciando gli emendamenti che la snaturano: ci vorrà una settimana in più, ma si arriverà in porto comunque. Già, ma così si spappolerebbe definitivamente il Pd. Che infatti s’inventa un inesistente No dei 5Stelle alla Cirinnà, conferma il canguro e rinvia il voto di una settimana anziché usarla per discutere gli emendamenti e approvare la legge. Se esistesse una stampa libera, smaschererebbe l’impostura. Ma siamo in Italia. Corriere: “Unioni civili, stop dei 5Stelle”. Repubblica: “Unioni, dietrofront di M5S”. La Stampa: “Unioni civili, lo sgambetto di Grillo”. Messaggero: “No M5S, unioni civili a rischio”.
Nessuno, dicesi nessuno, racconta la verità: i No alle unioni civili sono nel Pd e nella maggioranza (sennò M5S sarebbe ininfluente), i soli compatti sul Sì sono Sel e 5Stelle.
2) Arrivano le nomine alla Rai. Siccome Renzi aveva promesso di departitizzarla, il suo Dg personale Antonio Campo Dall’Orto, noto desertificatore di ascolti quando dirigeva La7, nomina a Rai3 Daria Bignardi. “Nomine basate su competenza, esperienza, merito e autonomia dai partiti, nel segno della valorizzazione delle risorse interne”, assicura. Come no: basta scorrere il curriculum della Bignardi. Quanto a “competenza, esperienza e merito”, dopo il rutilante debutto come presentatrice del Grande Fratello su Canale5, la Daria divenne una sfollagente che manco Cdo. Dove passa lei, non cresce più lo share. Attila, al confronto, era un dilettante: da cui il titolo del suo programma su La7, Le invasioni barbariche, poi esportato a Rai2 identico in tutto, anche negli ascolti da prefisso telefonico, fuorché nel titolo (L’era glaciale), infine riesumato su La7 fino alla tragica chiusura per estinzione dei telespettatori. Il che fa ben sperare per la nuova Rai3. Anche perché l’arrivo della Daria a Rai3 chiude la lunga èra buia dei raccomandati, del familismo e delle lobby.
Leopolda Bignardi infatti è la nuora di Adriano Sofri, il che la rende invisa al giro di Lotta continua; ha lavorato per Mediaset, Rai e La7, quindi ha nemici dappertutto; pubblica romanzi per Mondadori, ma in odio a B.; è amica di famiglia di Renzi; e scalpita nella scuderia del bravo e potente Beppe Caschetto, quindi conta meno della piccola fiammiferaia. Ma soprattutto è “autonoma dai partiti”. Infatti nel maggio 2009, quando B. era al governo, tagliò d’intesa col direttore leghista di Rai2 Antonio Marano un’intera intervista a Vauro e Beatrice Borromeo perché osavano criticare B., dunque violavano la par condicio. Invece nel gennaio 2014, quando era al governo Letta, domandò al pentastellato Di Battista che cosa si provasse ad avere un padre fascista: avrebbe potuto raccontarlo benissimo anche lei, visto che anche suo padre era fascista; e, quando i 5Stelle le chiesero che cosa provasse ad avere un assassino come suocero, fu difesa nientemeno che da Letta in trasferta a Doha. Mal ne incolse al povero Enricostaisereno (tweet lanciato da Renzi proprio alle Invasioni): la Daria era già passata armi e bagagli al renzismo. Le sue interviste-scendiletto, ma sempre molto barbariche, all’amico Matteuccio sono già leggenda: “Lei piace alle mamme delle fidanzate. Con le ragazze come andava?”, “E se la chiamasse Belén Rodriguez?”. Al termine di una di queste il signor Bignardi, al secolo Luca Sofri, incontrò Renzi nel backstage e lo salutò virilmente: “Ciao, capo! Ottima, ottima!”. Intanto la Daria dichiarava di averlo quasi inventato lei: “Mi sento un po’ come Baudo. Si intuiva il desiderio di Renzi di cambiare le cose e ce l’ha fatta”. Ora ce l’ha fatta anche lei, grazie a lui. Che ha mantenuto la promessa: “Fuori i partiti dalla Rai”. Ora c’è solo lui. Ciao, capo

(Silvia Stella)

Alessandro
Forse la Leopolda è la fabbrica dove nascono bugie se è vero com’è vero che Renzi ha detto:
– “Via i partiti dalla Rai, via da Finmeccanica via dalle nomine nei CDA. L’ho detto a Servizio Pubblico, ma lo diciamo fin dalla LEOPOLDA.”
– “Costi quel che costi, la toglierò ai partiti. Il mio Pd non metterà mai bocca.”
– “La Rai non è il posto dove i singoli partiti vanno e mettono i loro personaggi, ma è un pezzo dell’identità culturale ed educativa del Paese”, (febbraio 2015).
– “La Rai va tolta ai partiti per ridarla al Paese”. (30 luglio 2014)
Poi Renzi ha nominato direttore generale Rai Antonio Campo Dall’Orto, suo amico di antica data e, alla faccia della spending review, ha cancellato il tetto di 240mila agli stipendi voluto dal precedente presidente Gubitosi e ha regalato a Campo Dall’Orto 650 mila euro garantiti ogni anno per tre anni, e 360 mila euro alla presidente Monica Maggioni.

Ieri la Cirinnà disse: “Se legge diventa schifezza, lascio politica” …”con il tentativo Pd di confermare la corsa preferenziale del supercanguro e (quindi) il dietrofront dei Cinque Stelle.” (da Repubblica 17 febbraio 2016)
Oggi la Cirinnà dice di essere “Tradita dai renziani che volevano un premio”, e non lascia più la politica.
Il M5s non ha presentato nessun emendamento alla legge Cirinnà. Ha chiesto 13 volte al Pd di calenderizzarla.
Il vero problema è del Pd, dove sono divisi tra di loro… e molti strumentalizzano contro il M5s! Il M5s contesta l’abuso dei metodi, e non della legge.
Con la “tagliola”, la “ghigliottina”, il “canguro” e l’uso esagerato dei “voti di fiducia” del governo Renzi il Parlamento è stato esautorato di una sua prerogativa, che è quella di discutere le leggi, e non solo di votarle!
Il M5s è per i diritti e per la democrazia.
Molti non sanno che cosa è la ghigliottina parlamentare?
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LA PENSIONE DELLE VEDOVE NON SI TOCCA
Per il Bomba le pensioni d’oro sono un diritto acquisito intoccabile, le pensioni di reversibilità per le vedove invece un odioso privilegio da intaccare. Il mondo al contrario del Pd. No alla #TassaSulleVedove
Danilo Toninelli

Il governo sta per mettere ancora una volta le mani nelle tasche degli italiani. Lo sta facendo alla solita maniera di Renzi: il gioco delle tre carte. Da una parte risparmia sui diritti tagliando le pensioni, dall’altra fa l’elemosina ai poveri. E lo fa introducendo una tassa sulle pensioni di reversibilità che è giustissimo chiamare “tassa sulle vedove”, perché lui sta andando a ricalcolare il reddito ISEE per tagliare le pensioni di reversibilità agli anziani.
E sapete perché lo fa? Lui vuole pagare una elemosina a un milione di poveri per ottenere un riscontro elettorale e vincere le elezioni amministrative, 320 euro per un milione di poveri, quando in Italia i poveri sono ben 9 milioni, e quando l’unica proposta utile e necessaria per risolvere il problema della povertà in Italia è il Reddito di Cittadinanza del M5S, che Renzi e il suo governo stanno tenendo bloccato da mesi al Senato.
La loro malafede è talmente evidente che hanno bocciato la proposta del M5S di tagliare le pensioni d’oro, e hanno utilizzato come coperture il taglio delle pensioni di reversibilità. La nostra l’hanno bocciata dicendo che si trattava di diritti acquisiti, quindi per il governo Renzi i diritti sono acquisiti e garantiti quando si tratta di pensioni d’oro, e non si tratta di diritti garantiti acquisiti e garantiti quando sono pensioni di reversibilità da 500 euro.
Il M5S combatterà con tutte le proprie forze per bloccare questa ennesima introduzione di tasse nuove a carico degli italiani, soprattutto a carico della categoria degli anziani, e lotteremo con la stessa forza perché finalmente in Italia venga approvata una legge sul reddito di cittadinanza.


(Silvia Stella)

Mariapia Caporuscio
Se per davvero questa “cosca” arriva a togliere o ridurre quella misera reversibilità a gente che se l’è pagata per una vita intera, quando non riducono di un centesimo i loro osceni privilegi, né il vitalizio (di migliaia di euro) ottenuto con meno di un anno di finto lavoro e quando schiattano se lo godono i discendenti per generazioni, necessita studiare un modo per liberarci di loro. A che serve uno governo che invece di prendersi cura e difendere i suoi cittadini gli passa sopra lo schiacciasassi? A che serve questa macchina mangiasoldi che deruba chi lavora per strafogare dei luridi parassiti usurai?
Da quando col terzo colpo di Stato ci è stato imposto, questo mastro Titta i cittadini di questo disgraziato paese stanno facendo la fine della rana bollita.
Ma come caxxo si può solo pensare una simile barbarie? Siamo tornati al tempo di Erode con la strage degli innocenti? Dove ce l’ha la coscienza questo cialtrone? Abbiamo combattuto una guerra mondiale con milioni di morti, per conquistarci la libertà di vivere dignitosamente questa vita, che non ci ha regalato nessun governo, per ritrovarci al punto di prima? Oppure questo moderno Ali Babà (con un milione di ladroni) ci sta sfidando a riprendere le armi e ricominciare a sparare? Nel nome di quale diritto si permette di rastrellare tutte le ricchezze lasciando a mani vuote chi le produce? Come fa ad accanirsi contro chi lo mantiene alla bella vita per favorire dei ladroni? Non si vergogna di agire peggio di Giuda, che perlomeno ha avuto il coraggio di impiccarsi, rendendosi conto di quello che aveva fatto? I giovani scappano da questo paese, i pensionati fanno la stessa cosa e se non saremo capaci di sterminarli, questi miserabili stermineranno noi e l’Italia diventerà un reperto archeologico come Pompei.
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Alberto Borgarelli
Egr. D. Toninelli,
Non è una tassa sulle vedove è ben altro. Riflettiamo. l’ISTAT ha denunciato una diminuzione della vita media nell’ultimo periodo, guarda caso coincidente con i pesanti tagli imposti alla sanità. Ora il governo vuole togliere le pensioni di reversibilità. Accadrà che le vedove che si vedranno togliere la reversibilità per continuare a campare dovranno, se li hanno, attingere ai loro risparmi e una volta esauriti svendere la casa, sempre che la posseggano. Che fine faranno quelle che non hanno figli o li hanno lontani o non in grado di aiutarle in una nazione dove non esistono strutture sociali per assistere gli anziani bisognosi? Provai ad immaginare. È ovvio che la vita media diminuirà ulteriormente, ci vuol poco a capirlo. Attenzione, non rubano solo agli anziani, tolgono un diritto anche alle nuove generazioni.
Mettendo insieme questi elementi sembrerebbe piuttosto l’ennesimo tassello di un disegno cinico d’impoverimento della popolazione tendente a toglierle diritti, risparmi, immobili e a diminuire le aspettavate di vita. La misura è colma è ora di far sentire agli illegittimi al governo la forza del popolo sovrano.

(Rothko)

Don Aldo Antonelli
«Cosa c’è dietro questa frettolosa voglia di cambiare la Costituzione del 1948?
C’è, come osservano personalità del calibro di Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, don Luigi Ciotti, Lorenza Carlassese l’idea:
– che essa sia ormai superata,
– che impedisca l’ammodernamento del nostro Paese,
– che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico,
– che la solidarietà sia un’anticaglia,
– che le nuove povertà siano un prezzo inevitabile da pagare,
– che la partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli,
– che i governi debbano preoccuparsi solo di realizzare un’efficiente politica economica a servizio degli investitori,
– che tutto debba subordinarsi al volere del Mercato.
C’è la determinazione a far sì che sia la “tecnica” economico-finanziaria, e non la “politica” democratica a governare popoli e paesi. Da qui l’induzione di un clima tendente a convincere l’opinione pubblica che le riforme sono “ineludibili”».
Così scriveva Romolo Meneghetti su numero 19 Rocca del 2013.
Io penso che noi non possiamo stare a guardare, spettatori passivi di fronte ad una politica da lestofanti.
Allego il documento nazionale di cui anch’io sono stato uno dei primi firmatari e invito anche voi a firmarlo, diffonderlo e farlo firmare.
Aldo

Possono firmare questo appello sia persone singole che riviste, gruppi, circoli, associazioni.
La sede del Comitato dei cattolici del NO è in Via Acciaioli 7, 00186, Roma tel. 066868692, fax 066865898, mail: cattolicidelno@gmail.com, e in ogni computer o cellulare che fungerà dacampana per avvertire del pericolo.
Il Comitato aderisce al Comitato per il No nel referendum e al Coordinamento per la
Democrazia Costituzionale.
Chi, pur senza firmare questo appello, vuole partecipare alla battaglia per il NO, può
aderire al Comitato per il No nel referendum costituzionale a questo link:
http://coordinamentodemocraziacostituzionale.net, oppure http://www.iovotono.it, o scrivere a:segreteria.comitatoperilno@gmail.com
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Storpiare il Senato ci porta a una democrazia dimezzata
Comitato Cattolici del NO: “Nel referendum costituzionale

NO alla democrazia dimezzata.
La posta in gioco tra il Sì e il No nel prossimo referendum costituzionale non è il Senato ma è l’abbandono della Costituzione vigente e la sua sostituzione con un sistema di democrazia dimezzata in cui i valori e i diritti riconosciuti nella prima parte della Carta, da cui dipendono la vita, la salute e la possibile felicità del cittadini, sarebbero isolati e neutralizzati per lasciare libero campo al potere del denaro e delle sue istituzioni nazionali e sovranazionali. Questo, col supporto di una legge elettorale congegnata per dare tutto il potere a un solo partito, è il disegno delle riforme istituzionali oggi sottoposte al popolo come nuove, ma concepite da vecchi politici, nostalgici dei modi spicciativi di governo di un lontano passato.
Mettendo mano alla Costituzione questi politici vogliono riaprire vecchie questioni di democrazia risolte da tempo e da cui non si può tornare indietro: divisione dei poteri, sovranità popolare, fiducia parlamentare ai governi senza vincolo di disciplina di partito, libertà e diritti sottratti all’arbitrio dei poteri, anche se espressi dalle maggioranze. Si sarebbero dovute fare al contrario riforme rivolte al futuro, a partire dalla domanda sul
perché i diritti al lavoro e a condizioni economiche e sociali che non impediscano il pieno sviluppo della persona umana, pur sanciti in Costituzione, non si sono mai realizzati, e non certo per colpa solo del Senato. È questa domanda, non quella sul numero dei senatori, che avrebbe risvegliato la coscienza pubblica, a cominciare dai giovani oggi così disperati, e curato la piaga sociale dell’assenteismo e dell’indifferenza.
La Costituzione è un bene comune e, pur provenendo ciascuno da parti diverse, comune deve essere la battaglia di uomini e donne per la sua cura e la sua difesa, ognuno lottando però con i suoi colori e con le sue bandiere. I cristiani già altre volte, in momenti cruciali della storia della Repubblica, sono stati determinanti con le loro scelte nei referendum per un avanzamento della democrazia e della laicità e per tenere aperta la via di vere riforme. Oggi come cattolici ci sentiamo di nuovo chiamati a votare NO alle spinte restauratrici, e così ci saranno dei “Cattolici del NO” in questo referendum. Allo stesso modo speriamo
nell’impegno di molti altri cristiani di ogni denominazione e confessione. Ugualmente voteranno NO moltissimi che cristiani o credenti non sono, magari anche più motivati e determinati di noi. Ma noi, che pur non siamo soliti nominare la fede nella lotta politica, questa volta diciamo NO proprio come cattolici, rispettando in ogni caso quanti saranno spinti da motivazioni diverse.
Prima di tutto votiamo NO per una questione di giustizia. Se, nel suo significato più elementare, la giustizia è “la correttezza di una pesata eguale”, lo scambio che ci viene proposto, di dar via metà della Costituzione per avere in cambio ancora Renzi al potere, non è giusto. Renzi e la Costituzione non hanno lo stesso peso, e mentre il primo non ci è costato niente (non lo abbiamo nemmeno eletto) la Costituzione ci è costata molto, in pensiero e martiri anche nostri. Perciò, come voto di scambio, Renzi contro la Costituzione è uno scambio ineguale. Di conseguenza se in questo gioco d’azzardo con la Costituzione Renzi, perdendo, vorrà lasciare il potere, ce ne faremo una ragione. Ma avremo salvato l’idea che ci vuole un minimo d’equità anche in un baratto.
In secondo luogo votiamo NO per una questione di verità. Non è vero che la Costituzione vigente è vecchia, tant’è che da vent’anni si cerca di cambiarla. Vero è che da vent’anni essa resiste, anche grazie a imponenti voti popolari. Vecchia è invece la proposta Costituzione nuova, che dà più potere al potere e meno potere ai cittadini, in ciò tornando allo Statuto albertino concesso dal re e finito in Mussolini. Ma è un’illusione che dia più potere a Renzi e alla Boschi, che già conosciamo; in realtà darà più potere e forza esecutiva a uno di quei mangiapopoli arruffoni e razzisti che oggi circolano in Europa e che facilmente, col marketing delle agenzie pubblicitarie e dei telefonini scambiati per modernità, potrà insediarsi a palazzo Chigi e nei 340 seggi di replicanti assegnatigli per legge nella Camera residua, con tutti i poteri compreso il diritto di guerra.
Non è vero che con la nuova Costituzione si ridurranno i costi della politica. I deputati restano 630, le spese delle province ricadranno su altri enti, il Senato rimane a gravare sul
bilancio pubblico col suo palazzo e tutto il suo apparato, anche se viene ridotto ad un club nobiliare per consiglieri regionali e sindaci che passeranno a Roma uno o due giorni alla settimana (sicché il Senato sarà il primo Ufficio Pubblico a rillare per l’assenteismo del suo personale).
In terzo luogo votiamo no per una questione di patriottismo costituzionale. Consideriamo la Costituzione la nostra Patria, sia come cittadini che come cattolici. Come cittadini temiamo che il crollo dell’architettura della Repubblica causato dalla ristrutturazione in corso travolga anche i diritti e i valori fondamentali. Come cttolici ci sentiamo figli della Costituzione perché, benché inattuata, mette al di sopra di tutto la persona umana e perché fa del lavoro, che una volta era considerato il compito abbrutente del servo, il fondamento stesso della Repubblica e il diritto col quale sta o cade la dignità del cittadino.
Infine votiamo NO per coerenza storica. Per secoli si è chiesto alla Chiesa di riconoscere la sovranità del diritto e la divisione dei poteri, e sarebbe assurdo che proprio ora che il papa le ha solennemente proclamate all’ONU, i cattolici italiani ne abbandonassero la difesa per tornare a quella vecchia, decrepita, infausta cosa che è l’uomo solo al comando e tutti gli altri a dire di sì.
Ma coerenza storica ci impone di votare no anche perché i cattolici in Italia hanno messo il meglio di sé nella Costituzione repubblicana. È la cosa migliore che hanno fatto nel Novecento. Dopo la scelta antiunitaria e revanscista della uestione romana, dopo la sconfitta del Partito popolare, dopo l’acquiescenza al fascismo, e grazie alla partecipazione alla Resistenza, la Costituzione è stato il dono più alto che i cattolici, certo non da soli, hanno fatto all’Italia. Ora si dovrebbe cambiarla per portarla su posizioni più avanzate (più diritti, più sicurezza sociale, lavoro, cultura, più garanzie contro la cattiva “governabilità” e l’arroganza della politica), non certo sfasciarla.
Queste sono le ragioni, laiche e sacrosante, del nostro NO alla rottamazione costituzionale.

DDL CIRRINNA’: IL M5S COME SI MUOVE SI MUOVE MALE
Andrea Scanzi

Che è successo ieri in Senato? La solita mestizia, tra congiuntivi disattesi, sfoghi rancidi e un caleidoscopio di umanità avariata che mette depressione anche solo a guardarla.
Quasi tutti i giornali e tivù hanno così riassunto: “I 5 Stelle bloccano le unioni civili”. E’ vero? No. E’ la narrazione che Renzi sta provando a imporre. Ieri non è saltata la legge ma il canguro, che era e resta un artificio bieco perché nega la discussione parlamentare. Fu schifoso quando il Pd lo usò vilmente per il ddl Boschi e resta concettualmente irricevibile anche se si cerca di applicarlo per velocizzare una legge “buona”. Se il ddl Cirinnà è a rischio, è perché il Pd – che lo ha proposto – ci crede così poco da dare la libertà di coscienza. Avete mai visto un partito proporre una legge e poi sperare intimamente che non passi? Io sì: il Pd. Non tutto, ovvio, ma una buona parte sì. Se il Pd ci credesse, imporrebbe il “sì” senza tanti sofismi. Altro che libertà di coscienza. E’ una legge che tutti a “sx” (va be’) dicono di volere, ma che effettivamente vogliono in pochi. A partire dal Pd, che infatti è sempre più diviso. Ancor più dopo ieri. Renzi proverà a dare la colpa ai 5 Stelle se la legge non passerà e se ne attribuirà unicamente il merito se passerà: il solito film. Ma la realtà è diversa. E la sua timidezza nell’attaccare le ingerenze di Bagnasco, o il suo non mettere mai il faccione su unioni civili e stepchild adoption, la dice lunga sulla sua natura smisuratamente democristiana. Quindi tutto bene dalle parti del M5S? No. Per almeno due motivi: il primo è che il loro essere “parlamentaristi”, cioè propensi alla discussione parlamentare (anche quella più snervante e ostruzionistica), è lecito e condivisibile, ma ieri a cosa ha condotto? A ricevere gli applausi da Calderoli e Formigoni, e io se fossi applaudito da due così qualche domanda me lo porrei. Mi si dirà che “la coerenza non è merce di scambio”, e che fa parte della vita politica votare ora come la Boschi (cioè come Verdini) e ora come Gasparri (cioè come niente). Certo. Però siam sempre lì: se persegui costantemente la “iper-coerenza” senza mai adattarti al contingente, rischi di tagliarti gli zebedei per far dispetto alla moglie. E questo è tremendo, soprattutto se la moglie è Giovanardi. Il secondo motivo è che qui non si parla solo di coerenza “anti-canguro”, ma anche e soprattutto di mera tattica. Dietro il paravento del canguro, i 5 Stelle hanno (tardivamente) agito così per non urtare il loro elettorato di centro-dx e per mettere in difficoltà Renzi. Sono passati dal “la votiamo sicuro” al “la votiamo forse”. E’ evidente come siano scivolati dalla coerenza alla tattica: lecito pure questo, e il nervosismo di Renzi è per loro una vittoria, ma i 5 Stelle dovrebbero ammetterlo chiaramente. Dovrebbero dire: “Lo stiamo facendo per impantanare il Pd”. E nel dire questo, dovrebbero forse anche valutare se alla lunga questa mossa possa trasformarsi in boomerang. Di fatto, per i 5 Stelle, il ddl Cirinnà è un cul de sac: come si muovono, si muovono male. Se votavano il canguro, facevano un favore a Renzi (ma anche alle unioni civili). Se votavano contro il canguro, come poi è accaduto, non sporcavano la loro coerenza (ma regalavano un orgasmino ad Adinolfi). E adesso? Idem come sopra. Se votano il ddl Cirinnà urtano metà del loro elettorato, se non la votano fanno perdere al paese una grande possibilità per essere meno bigotto. Per loro una pessima situazione e per il paese una brutta sensazione: quella di vedere un Movimento giocare allo “scacchista” su un tema che dovrebbe vedere unita tutta la “buona politica” (ammesso che ne esista una “buona”). Con tutte le volte che potevate essere tattici e cinici, cari M5S, dovete farlo proprio sulla ddl Cirinnà?
P.S. Per sgombrare il campo da qualsivoglia equivoco: io, se fossi un parlamentare, voterei la Cirinnà coLa disinformazione mediatica e l’isteria di massa sta impedendo una equa riforma delle pensioni di reversibilità

LA RABBIA DELLA GENTE
Claudio Martinotti Doria

In passato ero io che per effettuare sondaggi e test sociali ed antropologici approfittavo dell’opportunità di fare la spesa per introdurre qualche argomento e vedere le reazioni delle persone, in prossimità della cassa dove immancabilmente si formano code. Un modo per “attingere” dalla realtà e dalla gente comune, cui ispirarsi per elaborare forme di pensiero e scrivere, come fanno gli scrittori, i saggisti, gli studiosi in genere.
Adesso non occorre più che introduca un argomento, che “accenda la miccia”, anzi sono io che cerco di sottrarmi o di placare gli animi. In confronto sono divenuto ottimista e moderato e quasi silenzioso.
Tenete conto che faccio ogni volta il giro di 3 o 4 discount e/o supermercati alla ricerca del miglior rapporto qualità prezzo per ogni singolo articolo (tutto computerizzato e frutto di anni di esperienza, un know how di un certo valore, indotto dal passaggio della Cometa Fornero, cui sarò eternamente grato per questo salto di qualità), quindi di gente ne vedo parecchia.
Non occorre più innescare una miccia ed introdurre un argomento, ormai arrivo alle casse e pur non riconoscendomi (se non il cassiere, ovviamente) essendo sempre ogni volta clienti diversi, sono i clienti stessi che manifestano la loro totale disapprovazione su qualche argomento di attualità che li tocca da vicino, come le pensioni.
Occorre solo disporre di un atteggiamento aperto e disponibile, forse trapela dalla mimica facciale o forse sono campi elettromagnetici o frequenze che emetto a livello biochimico, fatto sta che è praticamente impossibile che io non venga coinvolto in qualche animata discussione in merito alle ultime porcate attribuite alla politica.
La base di partenza è sempre la disinformazione, perché in questo immaturo e grottesco paese nessun media fa informazione, tutti fanno disinformazione e mistificazione, sparano titoli e sottotitoli come se dovessero presentare un romanzo o un film, facendo promozione e propaganda.
Ieri il tema erano le pensioni di reversibilità. Lo dico per i giovani che non si sono mai occupati di un tale problema essendo ben lungi dai loro orizzonti. Sarebbe la pensione cui ha diritto il coniuge superstite quando muore uno dei due, che viene drasticamente ridotta secondo il reddito del superstite, attualmente non è mai superiore al 60 %. Ipotizzando, come avviene solitamente nella realtà, che il defunto sia il marito e che percepiva 100 di pensione, alla moglie andranno nella migliore delle ipotesi 60.
La gente era convinta che volessero ridurle se non toglierle del tutto, perché la fiducia riposta nella classe politica, lo dico abbastanza spesso anche se mi rendo conto del forte impatto che produce, è pressappoco la stessa che si potrebbe avere verso un’organizzazione di pedofili, la reputazione è la stessa.
La politica italiana ispira attualmente la stessa simpatia e fiducia che nell’alto medioevo si poteva avere verso i Saraceni, loro saccheggiavano tramite incursioni, i politici lo fanno più comodamente e legittimamente, prendendoci pure per i fondelli ogni giorno.
Personalmente sono una ventina di anni che non guardo la tv, cioè non seguo alcun programma prodotto e trasmesso dalla tv che non siano film o documentari storici, per cui mi informo esclusivamente in internet, ed ero decisamente molto più informato delle decine di persone con cui ho interagito ieri alle casse dei discount.
Nonostante io legga pochissimo di quanto riguarda argomenti in itinere, perché preferisco attendere che siano alla fine del loro iter, cioè quando stanno per diventare realtà e non prima quando è solo cazzeggio, pourparler e mezzi di distrazione di massa. Eppure, nonostante queste premesse, ero meglio informato di tutti coloro che affrontavano l’argomento prevalente di ieri che era la riforma in corso in Commissione Lavoro della camera sulle pensioni di reversibilità. Molto probabilmente la loro fonte di disinformazione era la tv ed i giornali (che mi risulta siano pure letti in tv, in una sorta di correo giro di disinformazione).
Sapevo che in Commissione Lavoro si intendeva portarle al 100 % dal 60 % medio attuale per i superstiti che hanno pochi o nessun redditi, cioè per capirci coloro che hanno solo la minima o poco più, la pensione del coniuge defunto la percepirebbero tutta intera, senza tagli.
Ovviamente per finanziare una simile e direi molto sensata riforma previdenziale, occorre attingere da qualche parte, e purtroppo in Italia pare che nessuno, neppure i privilegiati indegni senza alcun merito, sia disposto a rinunciare a qualcosina per favorire i meno fortunati, dimostrandosi un paese poco evoluto civilmente, molto egoista e poco solidale, almeno nelle classi più agiate (come dimostra il pressoché nullo mecenatismo).
In questo caso hanno pensato di attingere le risorse necessarie riducendo le pensioni di reversibilità dei coniugi superstiti con redditi medio alti. Ma la stampa tutta, anche in internet, hanno tutti taciuto la prima parte, cioè che l’intento della riforma era una più equa distribuzione delle pensioni di reversibilità in base ai redditi, dando il 100 % ai più indigenti, ed hanno tutti quanti i media gridato allo scandalo perché la volevano ridurre o addirittura togliere anche a chi disponeva di una casetta di proprietà, scatenando un panico premeditato. Se lo avesse fatto un privato cittadino lo avrebbero denunciato per procurato allarme.
Questo è il modo in cui in Italia forniscono le notizie alla massa.
E’ il motivo per cui da almeno una ventina di anni non seguo e non credo a nulla di quanto trasmettono in tv o scrivono i giornali, che possono tuttalpiù servire per accendere la stufa a legna. La casta politica in questo modo ha buon gioco a non fare mai qualcosa di decente, che sarebbe comunque poco, perché la reazione isterica ed inopportuna della massa manipolata, indotta dai media e dalle opposizioni che strumentalizzano opportunisticamente, impedisce di fare qualsiasi riforma in questo paese.
Così la casta politica si sente sempre più legittimata a continuare nel cazzeggio mediatico e nella più totale sciatteria politica ponendosi l’unico scopo di conservare i propri privilegi permanendo il più a lungo possibile in carica.
Morale della storia?
Che in questo paese con una simile distorsione mediatica ed ignoranza culturale e spirituale delle genti, non cambierà mai nulla, nessuna riforma con intenti di equità ed eticità potrà mai essere attuata e la gente continuerà a lamentarsi pur essendo corresponsabile della situazione in cui versa, senza minimamente capirlo. E le ripercussioni di quanto avverrà di deleterio a livello globale, in ambito soprattutto economico, finanziario, monetario e bellico, saranno molto più gravi nel nostro paese che altrove, proprio perché totalmente disinformati ed impreparati. Saremo alla mercé degli eventi.


(Nielly)

L’ATTACCO DEI FONDAMENTALISTI DI RADIO MARIA ALLE IENE
Don Aldo Antonelli

La notizia dell’aggressione di quelli di Radio Maria nei confronti di Mauro Casciari e della sua troupe delle Iene mi ha fatto vergognare ma non mi ha sorpreso né meravigliato.
Io, prete, solidarizzo con la troupe delle Iene, e provo vergogna di certi cattolici che non hanno niente del cristiano e che sono infettati dal fondamentalismo religioso, violenza verniciata di “fedeltà”! Intolleranza spacciata per “fedeltà”! Feticismo scambiato per fede! Fascismo ideologico camuffato da “Verità”!
I dati Radio Monitor stimano più di un milione di ascoltatori medi giornalieri di Radio Maria che è la radio privata italiana con il maggior numero di ripetitori: 850 sparsi in tutto il territorio nazionale. Questo fa sì che la copertura sia superiore a quella della RAI, raggiungendo anche zone sperdute, non coperte da altri segnali radiofonici.
Ho avuto modo di ascoltare alcune trasmissioni, sufficienti per avvelenarmi la giornata. Cosa ci si può aspettare da una radio che ritengo diseducativa, politicamente fascista, con delle pennellate anche di nazismo e di razzismo, antisemitismo. E, dal punto di vista religioso ed ecclesiale, ante e anti-conciliare. Questa emittente, 24 ore su 24, dispensa rifiuti tossici, trasmissioni diseducative, che imprigionano la fede all’interno di una religiosità parolaia e feticista, nella quale esiste solo lui, Don Livio Fanzaga, l’uomo che parla e dialoga con la sua pancia. Dio fa da pass-partout! Si tratta di una religiosità fatta di un lurido scambio, indecente commercio tra preghiere e offerte. Basta recitare un bel po’ di rosari, di giaculatorie, qualche benedizione, e chiedere un’offerta: e si viene sommersi da un diluvio di soldi.
Mi chiedo se non sia il caso di denunciare questa radio per circonvenzione di incapaci, considerato che è seguita da persone sole, deboli e di età avanzata. Mi chiedo anche del perché Radio Maria abbia i suoi conti correnti depositati in Svizzera… Ed è, comunque, spontaneo il dubbio che questa radio sia più preoccupata a rastrellare soldi che aiutare gli ascoltatore nella crescita e nella maturazione della loro fede. La quale fede, di sicuro, non si nutre di devozioni a basso prezzo, Padre Pio o Medjugorje che siano, ma quell’etica evangelica che alla logica della concorrenza e dello scontro sostituisce il sogno della convivenza per l’incontro.

Dal blog di Grillo:
EUROPA: STORIA DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATO
Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph

“Il momento di massimo pericolo per la democrazia parlamentare britannica è stato 13 anni fa, il punto di maggiore “hybris” e trionfalismo europeo. Gli eventi si sono succeduti a velocità esorbitante dal Trattato di Maastricht del 1992 fino alla frenetica conclusione del Convegno europeo “stile Filadelfia” del giugno 2002, e sempre nella stessa direzione: quella di un’unione sempre più stretta. Che vi piaccia o meno parlare di un “superstato”, la direzione era sistematicamente contraria al principio di sovranità e auto-governo degli Stati nazionali europei.
Nessuno può dire che alle élite europee mancasse vigore. In un febbrile susseguirsi di trattati sono passati dalla creazione dell’euro a una nascente politica estera e unione dei sistemi di difesa ad Amsterdam nel 1997. A Bruxelles furono creati un centro di intelligence e di personale militare, con nove generali e 57 colonnelli, e con il progetto di un esercito europeo formato da 100.000 soldati, 400 aeroplani e 100 navi da distribuire in tutto il pianeta.
Hanno avviato un sistema satellitare europeo (Galileo) in modo che l’Europa non dovesse più essere un “vassallo” di Washington, secondo le parole del leader francese Jacques Chirac. Hanno costituito una sorta di FBI (Europol) e un dipartimento di giustizia europeo, sul modello delle strutture governative federali negli Stati Uniti. Stavano preparando un intero apparato statale europeo.
Quando l’Irlanda votò “no” al trattato di Nizza – annullando legalmente il voto – gli irlandesi furono ignorati. Nulla poteva fermare l’avanzata di questo colosso.
Il punto più avanzato fu la Convention europea finalizzata a definire “il Trattato di tutti i Trattati”, cioè la Costituzione Europea. A parole doveva essere istituita per avvicinare l’Europa ai suoi cittadini, dopo le violente proteste anti-UE a Gothenburg, e nel momento in cui si cominciavano a sentire i primi rulli di tamburi della ribellione populista.
La Convention fu immediatamente dirottata e servì allo scopo opposto a quello per la quale era iniziata; fu una vicenda che vidi coi miei occhi in quanto corrispondente da Bruxelles. Il testo diceva nero su bianco che “la Costituzione deve avere il primato rispetto alle leggi dei singoli Stati nazionali”.
Il documento doveva portare per la prima volta tutte le legislazioni europee – al contrario della più ristretta “legge comunitaria” – sotto la giurisdizione unica della Corte Europea, di fatto creando una corte suprema. La Carta dei Diritti Fondamentali, che secondo un ministro britannico non aveva più autorità legale di quanta ne avesse il “Sun or the Beano” [fumetti per bambini, NdT], sarebbe diventata giuridicamente vincolante, e con il suo Articolo 52, che permetteva che qualsiasi diritto potesse essere sospeso “nell’interesse generale” dell’Unione – la Magna Carta era stracciata.
Doveva dare all’UE “personalità giuridica”, permettendole di concordare trattati a proprio nome. Doveva portare a stabilire un presidente eletto. Era il salto da un club di paesi sovrani legati dai trattati all’equivalente di uno Stato unitario, o meglio un “mostro anarco-imperialista”, secondo le parole dell’ex-commissario europeo Bernard Connolly.
Quando le prime bozze iniziarono a circolare, mandai un messaggio a Charles Moore, che allora era il direttore del Telegraph, avvertendolo che secondo me la Gran Bretagna si trovava di fronte a un’emergenza nazionale.
Col senno di poi non avevo gran motivo di stare in allarme. Adesso è del tutto ovvio che l’UE stava facendo il passo più lungo della gamba, e l’Inno alla Gioia, suonato alla conclusione di quella stralunata Convention, segnò il punto di svolta, il momento in cui il Progetto Europeo si estinse in quanto forza motivante nella Storia, e iniziò a scendere verso la crisi esistenziale che vediamo ora.
Le proposte furono rifiutate dagli elettori francesi e olandesi. Sebbene i leader europei abbiamo provato a far rientrare il testo successivamente tramite quel Golpe mascherato che fu il Trattato di Lisbona, si trattava davvero di un passo troppo lungo da fare. Ha finito per ritorcerglisi contro. Il rifiuto di accettare l’evidente giudizio popolare ha solo cristallizzato un latente sospetto che l’intero Progetto fosse sfuggito dal controllo democratico.
Quando arrivarono i paesi dell’est-Europa, seguiti dai paesi con sistemi politici pre-moderni dei Balcani, finì del tutto l’illusione che l’UE potesse mai funzionare come unione politica affiatata e centralizzata.
Dieci anni dopo il premier ungherese Viktor Orban e il polacco Jaroslaw Kaczynski fanno semplicemente quello che gli pare, prendono il controllo dei media nazionali e gestiscono come vogliono i tribunali, liberandosi con una scrollata di spalle di qualsiasi avvertimento formale da parte di Bruxelles.
Sopra tutto questo c’è l’unione monetaria, che si è dimostrata maligna e incurabile; ha diviso l’eurozona in due fazioni aspramente opposte, quella dei creditori e quella dei debitori. Era resistita a lungo, nei circoli europei, la convizione fideistica che una crisi dell’eurozona potesse infine essere gestita in modo da servire a uno scopo superiore, in modo cioè da portare ad un successivo passo in avanti verso un’unione politica e fiscale.
Anche questo era un giudizio errato. La Germania ha bloccato qualsiasi possibile iniziativa di una maggiore mutualizzazione del debito o dei bilanci pubblici. L’unione bancaria ha un nome semplicemente fuorviante: le responsabilità e i carichi finanziari pesano ancora del tutto sulle spalle degli Stati sovrani in difficoltà, lasciando perfettamente al suo posto il circolo vizioso tra banche e governi, che si spingono reciprocamente nella crisi. Quando a Berlino si parla di “Fiskalunion” si intende una sola cosa: il potere di controllare e punire i peccatori.
George Osborne aveva torto, a Davos, quando parlava di “logica inesorabile” dell’integrazione europea sulla falsariga del federalismo fiscale di Alexander Hamilton alla fine del ‘700. Ha certamente una logica, e dovrebbe essere inesorabile, ma di fatto non sta succedendo nulla. L’eurozona continuerà a zoppicare con una pietra appuntita infilata dentro la scarpa, fino a che il dolore non si dimostrerà insopportabile per qualcuno, probabilmente per gli Italiani.
Una cosa è cambiata. Berlino ha accettato che la Banca Centrale Europea agisse da prestatore di ultima istanza nel luglio 2012, facendo così terminare immediatamente la crisi dei debiti sovrani. Ma il danno era ormai irreversibile. Anni di contrazione fiscale e monetaria avevano trasformato la recessione in depressione, finendo per farla durare più di quella degli anni ’30. I rapporti tra debito e PIL nei vari paesi sono oggi ancora più alti, in modo preoccupante se si considera il ciclo economico. Gli effetti di “isteresi” della disoccupazione di massa hanno intralciato la ripresa.
Non fatevi ingannare dal temporaneo rimbalzo ciclico, dovuto al petrolio ai minimi, all’euro ai minimi, alla sospensione dell’austerità e al quantitative easing (arrivato con cinque anni di ritardo). L’intera regione è impantanata nella deflazione del debito, ed è priva di qualsiasi difesa quando arriverà il colpo del prossimo rallentamento globale.
Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale – “I Rischi di Stagnazione nell’Eurozona” – avverte che gli effetti conseguenti alla crisi amplificheranno qualsiasi shock negativo, “creando un circolo vizioso e mantenendo l’economia bloccata in un equilibrio di stagnazione”.
Lo studio, scritto dall’economista cinese Huidan Lin, argomenta che l’Europa è seriamente a rischio di assistere ad un secondo “decennio perduto”, che potrebbe durare fino alla metà degli anni ’20 del nuovo millennio; la sofferenza maggiore ricadrebbe sui paesi del sud dell’eurozona. Qualcuno pensa che il sistema politico europeo possa reggere una cosa del genere? I battibecchi tra David Cameron e Bruxelles sembrano ridicolmente irrilevanti di fronte a una tale catastrofe auto-inflitta in Europa. E ora sto parlando solo dell’unione monetaria, per non dire del contemporaneo fallimento di Schengen.
Non c’è niente di male nella fila di richieste avanzate da Cameron. È importante che la condizione speciale della Gran Bretagna, che ha una moneta propria, sia stata confermata e mantenuta, se non altro per l’onestà della Corte Europea. Donald Tusk ha dimostrato buona volontà.
Però la decisione “se stare o non stare insieme” – come l’ha messa giù Tusk – non si può decidere sulla base di queste formalità. Ciò che conta è come possiamo preservare la concordia in queste isole, inclusa la Scozia e l’Irlanda, e come possiamo salvare la nostra democrazia sovrana stando sotto il Trattato di Lisbona e una corte imperiale.
Dobbiamo decidere se riusciamo a gestire meglio la nostra eterna conflittualità nelle relazioni con il Continente stando dentro o fuori dall’Unione Europea, e come possiamo gestire nel migliore dei modi i rapporti con una Cina in crescita e una Russia revanscista. In definitiva dobbiamo decidere se questa unione disfunzionale meriti di essere salvata, o se non sia meglio lasciarla morire e tornare sul terreno sicuro delle democrazie nazionali.
La distrazione sulle quattro note a margine fatte da Cameron è andata troppo oltre. Prima decidiamo di affrontare le questioni strategiche fondamentali meglio è”.

Riflessione su un articolo di Franco Berardi: LA CRESCITA NON TORNERA’ MAI PIU’
Giovanni Scavazza

La crescita non tornerà mai più, se per crescita si intende ciò che si intendeva negli ultimi 200 anni, intesa come aumento del PIL, come produzione di beni e servizi che soddisfano una domanda, come aumento del reddito un po’ per tutti. Non tornerà più perché questa crisi non è una delle crisi periodiche cui il capitalismo ci ha condannato ogni tanto, che serve per aumentare l’inflazione, costringere il lavoro salariato a più miti pretese etc. – E’ una crisi di sistema. Il sistema capitalistico, dominante sul pianeta Terra, basato sullo sfruttamento (dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulla donna, del forte sul debole, del bianco sul negro, del nord sul sud, dell’uomo sulla natura, del ricco sul povero e così via) non funziona più, e più passa il tempo, meno funzionerà. Non funziona più perché c’è sempre meno da sfruttare: le risorse umane ed economiche del pianeta non sono illimitate, l’impoverimento di sempre più larghe masse di popolazione deprime la domanda e alla lunga l’azzera.
Come se ne esce?
Siamo in uno degli snodi della storia umana, già vissuta alcune altre volte, in cui dopo un evo (ormai al capolinea) se ne deve costruire immediatamente un altro, nuovo, radicalmente diverso da quello precedente. Come è già accaduto più volte nella storia, le possibilità sono due: o una soluzione civile, sana e propulsiva, o una soluzione regressiva, incivile e barbarica. La seconda, lacrime e sangue, la conosciamo già, è quella capitalista che non si arrende: guerre totali, morti, colonialismo, pareggio di bilancio mediante i morti, abbattimento di diritti, garanzie, stato sociale, benessere diffuso, allo scopo di ricominciare da capo con i sopravvissuti.
Io propugno una soluzione diversa, progressista: fine dello sviluppo basato sugli sfruttamenti, estirpazione del cancro della speculazione finanziaria e la sua nefasta influenza sulla politica e l’economia mondiale, suddivisione al meglio e giusta delle risorse disponibili, stato sociale aggiornato alle caratteristiche moderne e contemporanee (salario di cittadinanza, lavoro socialmente utile, proprietà pubblica dei beni strategici, perseguimento del massimo del bene comune e non del massimo profitto e convenienza etc.). Purtroppo ancora non si vede una forza mondiale che può indirizzare in questo senso le masse popolari. Qua e là c’è qualcosa, a macchia di leopardo: i paesi BRICS, Cuba, Venezuela, Ecuador, la Grecia, alcuni circoli culturali e movimenti sociali e intellettuali in Spagna, Portogallo, Irlanda, Francia, Polonia e Paesi scandinavi. Addirittura in USA esistono forze culturali e sociali in sintonia con una soluzione nuova, diversa dal passato e civile. Ma ancora non c’è un blocco sociale coordinato e agguerrito, su base mondiale, cioè una nuova Internazionale Socialista, anticapitalista. E’ questo che rende drammatica la situazione.
Aspettiamo che la situazione evolva in un senso o nell’altro da coloro che sono in grado di organizzare e guidare le masse. In Italia ne vedo pochini, in Europa anche, ma la speranza è l’ultima a morire.

ECONOMIA ITALIA
Berardo Bifo

L’orizzonte economico che si presenta nel primo scorcio dell’anno 2016 suscita vivo sgomento negli osservatori. Mario Draghi ripete l’esorcismo estremo: « Whatever it takes». Ma il pericolo attuale non è più quello di un collasso finanziario come nel 2008. Il pericolo è quello di una crisi di sovrapproduzione globale, e di una stagnazione di lungo periodo. Il crollo delle borse non è che un segnale. Da sei anni le banche centrali prestano denaro a costo zero, e da un paio di anni il petrolio scende ininterrottamente. Ciò nonostante la domanda cala, e la stagnazione persiste, si aggrava, tende a divenire recessione.
Il 10 gennaio il New York Times ha pubblicato un articolo di Clifford Kraus dedicato agli effetti che il calo della domanda cinese produce sull’economia globale: «Per anni la Cina s’è ingozzata di ogni tipo di metalli e di energia perché la sua economia si espandeva rapidamente; le grandi aziende hanno ampliato aggressivamente le loro operazioni di estrazione e produzione, scommettendo sulla prospettiva che l’appetito cinese sarebbe continuato per sempre. Adesso tutto è cambiato. L’economia cinese si contrae . Le compagnie statunitensi, che tentano disperatamente di pagare i loro debiti mentre aumentano i tassi di interesse, debbono continuare a produrre. Questo eccesso spinge i prezzi verso il basso, e colpisce le economie dipendenti dalla produzione di merci di consumo come il Brasile e il Venezuela, ma anche i paesi sviluppati come l’Australia e il Canada».
Negli anni passati le grandi corporation hanno investito somme enormi nell’estrazione di petrolio, nella raffinazione dello shale gas, nelle tecnologie necessarie per il fracking, e così via. Il sistema bancario globale ha finanziato queste operazioni. Tutti pensavano che la domanda sarebbe cresciuta indefinitamente. Ma ora il rallentamento dell’economia cinese non significa solo che l’incremento annuo del prodotto cinese, pur continuando ad essere elevato (6,9 %), tende a diminuire. Significa soprattutto che la domanda di energia si è ridotta considerevolmente e tende a ridursi di più. Siamo di fronte alla più classica delle crisi di sovrapproduzione.
Scrive ancora Kraus: «I bassi tassi di interesse hanno alimentato il boom produttivo. La compagnia brasiliana Petrobras ha accumulato 128 miliardi di dollari di debito, raddoppiando i costi annuali di indebitamento durante gli ultimi tre anni per produrre sempre più petroli. Poi la storia è cambiata quando la crescita cinese ha iniziato a recedere. Nel 2015 i prezzi hanno avuto un rallentamento continuo. Il nickel, il ferro il palladio, il platino e il rame sono scesi del 25 % o più. I prezzi del petrolio sono scesi di più del 60 % negli ultimi diciotto mesi. Anche i prezzi del grano e del frumento sono precipitati».
D’altra parte le aziende si sono indebitate con le banche per poter avviare i loro investimenti, e non si possono fermare. Le banche hanno prestato somme colossali, e non possono riaverle indietro. «Decisioni di Investimento multimiliardarie prese anni fa, come lo sfruttamento delle sabbie oleose in Canada o le miniere di ferro in Africa occidentale, debbono necessariamente continuare. Non si possono semplicemente chiudere progetti di quell’entità. L’eccesso potrebbe continuare per anni» (ancora Kraus).
Può durare per anni, dice sempre Kraus. Ma forse dovremmo fare un’ipotesi più radicale, e insieme più realistica: durerà per sempre, perché la crescita è divenuta impossibile, e non tornerà mai più. L’ossessione capitalistica impedisce di vedere la realtà: siamo di fronte a una crisi di sovrapproduzione di dimensioni inimmaginabili. Nessuna delle tendenze oggi leggibili nel sistema-mondo permette di prevedere che se ne possa venire fuori nel corso del prossimo decennio.
Il 17 gennaio «Le Monde» ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: Le grand vertige des marchés: «Nel 2015 il barile di petrolio potrà costare 380 dollari, avevano preconizzato gli economisti Patrick Artus e Mocef Kaabi nel 2005, tenendo conto dell’aumento del consumo mondiale e della scarsità di riserve… Invece il barile di petrolio è costato mediamente 40 dollari nel 2015. Il 15 gennaio 2016 è sceso a 29 dollari». Il fatto che gli economisti Artus e Kaabiu prevedessero dieci anni fa che il petrolio sarebbe cresciuto fino a 380 dollari dimostra in primo luogo che gli economisti sono scienziati allo stesso titolo della Sibilla Cumana e del Mago Otelma, e che la scienza economica è soltanto una forma di legittimazione ideologica di una tecnica rivolta al massimo sfruttamento della vita umana . In secondo luogo, che la sovrapproduzione non poteva essere prevista entro le categorie del sapere capitalistico, ma solo a partire da un altro punto di vista: quello del valore d’uso sottratto alla logica dell’accumulazione, dei bisogni sociali effettivi sottratti alla codificazione finanziaria. Non c’é più bisogno di crescita né di lavoro, questa è la verità inammissibile nel contesto della codificazione capitalistica .
L’occupazione è destinata a calare ovunque, nonostante i patetici sforzi rivolti a dare lavoro; aumentare l’occupazione significa poi soltanto costringere la gente a lavorare sempre di più per guadagnare sempre di meno. La forma del lavoro salariato non ha più nessun fondamento di necessità e solo un reddito scollegato dall’erogazione di inutile lavoro permetterebbe di garantire la sopravvivenza , e anche di rilanciare la domanda.
«Il flusso di materie prime mette i prezzi sotto pressione, e provoca dolorose conseguenze. Le compagnie petrolifere hanno lasciato senza lavoro 250.000 operai nel mondo . Alcune aziende cominciano a dichiarare bancarotta» (Kraus).
D’altra parte le nuove prospettive di produzione sono generalmente caratterizzate da un’altissima intensità di tecnologia e da una bassa necessità di lavoro. Per rilanciare la crescita e sostenere l’occupazione le banche centrali hanno investito somme immense, negli ultimi 5 anni. Invano.
«Le banche centrali sorreggono l’economia con una quantità incredibile di liquidità che la FED, la Banca d’Inghilterra, la Banca del Giappone e infine la Banca centrale europea hanno iniettato sui mercati per evitare lo sprofondamento dei mercati. Oggi queste liquidità costituiscono il 30 % del prodotto lordo mondiale, mentre erano il 6 % alla fine degli anni Novanta. Un aumento fenomenale che ha la conseguenza che i mercati sono diventati dipendenti da questo denaro facile, angosciati dal timore che il rubinetto si chiuda» («Le Monde»).
Fiumi di denaro pubblico vengono sottratti alla società per destinarli a imprese che producono quantità crescenti di beni per i quali la domanda è calante, nonostante la riduzione del costo del petrolio che favorisce una diminuzione dei prezzi. «Gli statunitensi comprano meno apparecchi elettronici (– 0,2 %), meno alimentari e bevande (– 0,3 %) meno vestiti (– 0.9 %). L’annuncio che Wal Mart chiude 154 magazzini in tutto il paese e licenzia 10.000 dipendenti non ha certo rassicurato. D’altra parte le vendite di Macy’s sono diminuite del 4.7 % e quelle di Gap del 5 %, durante i due ultimi mesi del 2015» («Le Monde»).
Perché la domanda crolla? Prima di tutto perché non abbiamo più bisogno di comprare, e questa dovrebbe essere una buona notizia. Abbiamo un numero sufficiente di pantaloni e abbiamo mangiato troppi hamburger. Buone notizie per l’ambiente e per la nostra salute, e sarebbe una buona notizia anche per i lavoratori che potrebbero lavorare meno. Ma no. Il capitalismo non può concepire una riduzione della domanda, né una riduzione del tempo di lavoro, senza considerare questi eventi come segno di una crisi che va affrontata nella solita maniera: riducendo il salario, aumentando lo sfruttamento.
La crescita si ferma, rincula, crolla. Il tempo di lavoro necessario è precipitato dovunque, e non riprenderà mai a salire, grazie alle tecnologie che riducono lavoro. Ma il capitalismo è incapace di organizzare queste due tendenze (che il marxismo ha previsto da 150 anni). Il capitalismo è incapace di semiotizzare l’innovazione, perché le categorie di cui dispone sono quelle di lavoro salariato e di accumulazione.
Il tempo di lavoro necessario si riduce. E questo potrebbe aprire le porte a una liberazione di tempo sociale. Ma siccome il capitalismo si fonda sulla superstiziosa identificazione della sopravvivenza con il salario, la benedizione delle tecnologie labor-saving, anziché tradursi in liberazione di tempo sociale, si traduce in disoccupazione di massa, miseria. E guerra.
Sezioni crescenti della popolazione non hanno più un salario perché il lavoro è diventato inutile, perciò si organizzano in forma criminale. Cos’è in ultima analisi lo Stato Islamico se non una possibilità di occupazione e reddito per milioni di lavoratori giovani delle periferie del mondo arabo e d’Europa? Cosa sono le organizzazioni narcos, che straziano distruggono terrorizzano aree del territorio messicano, se non una possibilità di occupazione e reddito per centinaia di migliaia di disoccupati delle aree più povere del Messico?
È sempre stato vero che il capitalismo porta la guerra come la nube porta la tempesta, ma oggi il processo presenta caratteri originali, rispetto a un passato in cui la guerra aveva un carattere riconoscibile, dichiarato, e cominciava in un certo giorno per finire quando si firmava la tregua. Non c’è più inizio, non c’è più tregua, non c’è più territorio né confine. La guerra è ovunque .
Non soltanto gli stati organizzano la guerra come investimento di capitali che non trovano sbocco. È la società medesima a produrre la guerra: masse di giovani privi di futuro si organizzano in forma criminale per garantirsi un reddito dato che il capitalismo non è più in grado di fornirgli un salario, mentre il ricatto del lavoro persiste, anche se il lavoro è divenuto inutile.
Cosa accadrà nel sistema finanziario quando lo shock raggiungerà le grandi banche che hanno investito sulle aziende che producono petrolio che nessuno vuole più comprare? Il 2016 è cominciato con una generale caduta delle Borse. Siamo solo all’inizio. Le conseguenze posso rivelarsi estremamente dolorose per la società.
Solo l’autonomia della sfera sociale dall’economia di accumulazione potrebbe permetterci di trovare una via d’uscita da questo labirinto. Solo la ricomposizione sociale può imporre un quantitative easing for the people, come lo chiama Christian Marazzi. Mario Draghi è l’eroe delle Banche e delle Borse, ma i soldi che lui regala alla finanza sono sottratti alla società. La liquidità, con cui l’autorità monetaria ha alimentato finora l’ingordigia del sistema finanziario, dovrebbe semplicemente essere diretta in un’altra direzione: reddito di cittadinanza , soldi per rilassare l’aggressività e permettere all’attività collettiva di rimediare alla devastazione psichica culturale ambientale prodotta dal ricatto del salario.
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Berluscameno
Gilioli dice: “È la sx a non esistere più perché ha emulato il suo avversario storico (cioè la dx) sposandone le politiche economiche e, quindi, il determinismo storico del Tina, del There is no alternative”.
L’UNIONE EUROPEA è –ormai- per coloro che ancora ragionano – una pura ILLUSIONE .
Meglio, una fraudolenta presa in giro, che grida VENDETTA.
I PADRI FONDATORI
Unione Europea voluta dalla Cia. Ecco le prove del coinvolgimento dei padri fondatori.
In questa fase di crisi acuta dell’Euro e dell’Europa sentiamo troppo spesso dire che questa non è l’Europa che volevano i padri fondatori.
Vogliono farci credere che quella che stiamo vivendo è una fase transitoria, difficile e tortuosa a causa di qualche errore di percorso ma sicuramente superabile dato che non è questa l’Europa che i padri fondatori avevano concepito e presto si realizzerà il progetto iniziale di un’Europa nata con l’intento di unire i popoli.
Tutto falso, la realtà documentata venuta fuori da documenti ufficiali incontrovertibili di cui i media non hanno mai parlato, testimonia l’esatto contrario.
Chi ha concepito, creato e finanziato l’Unione Europea aveva bisogno di un’Europa debole, di un Europa in crisi, di Stati e Governi senza potere decisionale e di popoli senza sovranità. L’Europa Unita doveva essere dominata e gestita dalle elite americane che l’hanno voluta e doveva essere caratterizzata da una ’sinarchia’ invisibile che avrebbe continuato a mantenere in maniera ingannevole l’involucro della democrazia.
Se le élite anglo americane fungevano da padrini di questo processo alle élite franco-tedesche era affidato il ruolo di “capozona” dell’Unione europea.
E’ un progetto franco-tedesco, infatti, quello da cui nasce l’Unione Europea con la CECA (comunità economica del carbone e dell’acciaio) promosso proprio da Francia e Germania (Shuman e Monnet) poi portato avanti da Mitterand e Kohl.
Ed è palese che un progetto franco-tedesco preveda il dominio della Francia e della Germania sugli altri paesi europei fatta esclusione per l’Inghilterra che come anticipato appartiene ad un livello gerarchico superiore insieme agli USA.
Questa Europa che stiamo vivendo oggi è esattamente la realizzazione di quel progetto e soprattutto l’euro che è palesemente un fallimento dal punto di vista dei popoli e dei lavoratori è il successo di chi lo ha concepito.
Chi sono i padri fondatori dell’Unione Europea ? Chi c’è dietro di loro e quali intenti volevano perseguire ?
Jean Monnet
Nel 1950, Monnet decise fosse venuto il momento di tentare un passo irreversibile verso l’unione dei paesi europei. Prepara, con alcuni collaboratori, il testo di quella che sarà la Dichiarazione Schuman dove per la prima volta verrà ufficialmente annunciato il progetto dell’Unione Europea. Nel 1952 Jean Monnet diventò il primo presidente dell’Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio del 1952 giudicata il primo importante passo di cessione di sovranità statali ad un ente sovranazionale. Egli sosteneva che: “Non ci sarà mai pace in Europa se gli stati si ricostituiranno su una base di sovranità nazionale”. E’ Monnet ad aver redatto il “Victory program per l’America “durante la seconda guerra mondiale dove si dice chiaramente che “L’America deve diventare l’arsenale della democrazia”. Possibile che chi professa l’egemonia americana possa parallelamente aver contribuito a formare l’Unione Europea che se fosse diventata davvero ricca e forte avrebbe contrastato quell’egemonia stessa ?
Robert Schuman
Presidente del Consiglio francese, fu ministro degli esteri ed è stato il primo presidente dell’Assemblea Parlamentare Europea. La Dichiarazione Schuman portò alla creazione della CECA e costituì il punto di partenza del processo di integrazione europea che condusse poi alla formazione dell’Unione Europea. E’ stato Presidente del Movimento Europeo (il cui fondatore e primo Segretario nazionale è stato Joseph Retinger fondatore del Club Bilderberg).
Giscard D’estaing
E’stato Presidente della Repubblica francese ed ha presieduto la Convenzione Europea dalla quale poi è nata la Costituzione europea (bocciata nei paesi dov’è stata proposta con il referendum com’è’ avvenuto nella stessa Francia.) Sarà poi Il Trattato di Lisbona del 2007 approvato senza referendum a riprendere quasi totalmente le disposizioni della bocciata Costituzione.) E’ stato Presidente del Movimento Europeo.
Per l’Italia sappiamo che tra i padri fondatori si annoverano De Gasperi (Movimento Europeo/Bilderberg) poi Spinelli (Movimento Europeo/Bilderberg) poi Prodi (Bilderberg). Per la Germania Adenauer (Bilderberg). Ma perché nessuno ci racconta chi c’era dietro questi uomini ? Perché se lo facessero diventerebbe chiaro a tutti chi ha voluto l’Europa Unita, quali erano gli scopi precisi; perché è stato accelerato il processo di unificazione e soprattutto perché volevano un’Europa debole, in perenne crisi e subordinata agli USA.
L’unica volta che sui media hanno parlato delle vere origini dell’Europa Unita è accaduto 14 anni fa ossia il 19 Settembre del 2000 quando un articolo del Telegraph britannico mai ripreso da altri media ha rivelato che: http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/1356047/Euro-federalists-financed-by-US-spy-chiefs.html
Documenti governativi americani resi di dominio pubblico mostrano che i servizi segreti americani condussero una campagna negli anni ’50 e ’60 per dare impulso ad un’Europa unita. Finanziarono e diressero il movimento federalista europeo. I documenti sono stati trovati da Joshua Paul, un ricercatore della Georgetown University di Washington. Essi comprendono file resi pubblici dai National Archives. Il principale strumento di Washington per forgiare l’agenda europea fu l’ìAmerican Committee for a United Europe [ACUE], costituito nel 1948’. In pratica l’organizzazione che ha dato ufficialmente vita all’Unione Europea era in realtà un ‘Comitato americano nato è finanziato proprio dagli Usa ‘(Rockefeller Fondation e Ford Foudation)che più di ogni altra nazione avrebbe dovuto temere che un Europa unita ed una moneta unica forte potevano scardinare l’egemonia statunitense e quella del dollaro negli scambi internazionali. Questa è la prima grossa anomalia. Ma chi era il Presidente dell’Acue e da dove provenivano i suoi membri ?
Primo Presidente del “Comitato” fu William Donovan, capo dell’ufficio USA dei servizi strategici durante la Seconda Guerra mondiale (Office of Strategic Services, OSS), precursore della CIA. Vice presidente fu Alen Dulles, direttore della CIA dal 1953 al 1961.
Presente nel consiglio troviamo anche Walter Smith, nominato nell’ottobre 1950 primo direttore della CIA. Poi abbiamo Paul Hoffman, ex ufficiale dell’OSS, capo dell’amministrazione del “Piano Marshall” e presidente della Fondazione Ford, che divenne capo dell’ACUE verso la fine degli Anni Cinquanta. In pratica i fondatori del ACUE che è stata la culla dell’Unione Europea erano tutti uomini dei servizi segreti americani e quindi l’integrazione europea è stata una creatura del Dipartimento di Stato e della CIA.

UNIONE EUROPEA VISTA DAGLI AMERICANI.
Un progetto ad ogni evidenza che completava il piano di dominio americano e che i membri delle stesse èlite e gli stessi finanziatori hanno diviso in tre fasi:
“Piano Marshall”, nel 1948-1952, (dominio economico).
NATO dal 1949 (dominio militare) e Unione Europea (dominio politico-commerciale-culturale).
E come ha annunciato Brzezinski , Consigliere Usa per la sicurezza nazionale nonché fondatore della ‘Commissione Trilaterale’ nel suo saggio “La grande scacchiera”.
“L’europa Unita doveva fungere da strumento di colonizzazione Usa e testa di ponte verso il continente asiatico”.
Per capire ulteriormente i legami basti pensare che il ministro degli esteri belga Paul-Henri Spaak (Presidente Movimento Europeo; Membro Bilderberg) che presiedette nel 1955 il Comitato preparatore del “rapporto Spaak” che portò, due anni dopo, alla creazione dell’Euratom e della Comunità Economica Europea, il 6 maggio 1957, ossia 42 giorni dopo aver firmato i due succitati Trattati di Roma (sottoscritti da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) diviene Segretario generale della NATO dove si parlava di Europa “ancora alle prese con i fantasmi della sovranità nazionale” definitivamente da “trasferire” ad un’entità sovranazionale altrimenti verrebbe fortemente penalizzata la “vitalità dell’alleanza atlantica”.
I popoli non vengono menzionati, le priorità sono il dominio Usa e la vitalità della NATO.
Quali sono le prove evidenti e documentate del legame tra’ Acue ‘ed i padri fondatori dell’Unione Europea ?
La succursale europea dell’Acue si chiama Movimento Europeo ed era la più importante organizzazione federalista del dopoguerra.
I documenti divulgati da Joshua Paul dimostrano che Acue era il grande finanziatore del Movimento in questione infatti nel 1958 ha fornito il 53%5 dei fondi del Movimento Europeo e questi finanziamenti arrivavano principalmente dalle’ fondazioni Ford e Rockefeller’ che abbiamo già visto essere legate a doppio giro con Acue (Hoffman è stato Presidente di Acue e Ford).
Il leader del Movimento Europeo era Joseph Retinger ossia colui che qualche anno più tardi fonderà il Club Bilderberg.
Come riporta il sito dell’organizzazione -www.europeanmoviment.org – il Movimento Europeo ha giocato un ruolo essenziale nel processo di colonizzazione/integrazione europea «esercitando influenza sulle istituzioni nazionali e comunitarie».
Chi faceva parte di questo ‘Movimento Europeo’ ?
Come abbiamo visto sono stati Presidenti di questo Movimento proprio alcuni degli uomini ritenuti i padri dell’Europa Unita come Schuman, Henry Spaak e Giscard D’Estaing ex presidente della Convenzione Europea ma ne hanno fatto ufficialmente parte anche Konrad Adenauer, Winston Churchill, François Mitterrand, gli italiani considerati padri fondatori dell’Europa come Spinelli, De Gasperi che ne è stato presidente onorario; Giorgio Napolitano che è stato il “Presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo”.
La relazione Movimento Europeo/Unione Europea è incontrovertibile e non è mai stata messa in dubbio, quello che viene celato è che è stato però l’ACUE come scrive Joshua Paul a «gestire i programmi del Movimento e a dirigerne i leader», tra cui politici “europei” di primo piano, «rilasciando fondi solamente una volta che l’esecuzione proposta fosse stata approvata e dirigendo il Movimento mantenendolo dipendente dall’America».
È proprio Donovan (Acue /Servizi segreti OSS) con un memorandum datato 26 luglio 1950, a dare istruzioni per una campagna a favore del Parlamento europeo.
Ed è una comunicazione del Dipartimento di Stato USA datata 11 giugno 1965 e inviata al vice presidente della Comunità Economica Europea (CEE), Robert Marjolin, ad invitare a «portare avanti in segreto» i progetti di Unione monetaria:
“non se ne deve parlare fino a che l’adozione di proposte del genere diventerà praticamente inevitabile“. “Proposte” che sono sfociate nel varo dell’euro, considerato dagli USA uno strumento di dominio sulle economie degli Stati europei, essendo più semplice controllare –piuttosto che una pluralità di valute ed istituti di emissione– un’unica valuta emessa da una sola Banca Centrale, a sua volta pressoché svincolata dalle esigenze politiche e finanziarie di ogni singolo Stato.
Ma come potevano portare avanti il progetto in silenzio se per farlo avevano bisogno di incontri continui con tutti i leader europei ?
Fu a quel punto che ‘Rockefeller finanziatore del ACUE e Retinger del Comitato Europeo ‘diedero vita nel 1954 al Gruppo Bilderberg per proseguire gli interessi degli USA nella creazione di una Unione Europea delle élite sovranazionali e non dei popoli.
Chi troviamo, infatti, alla prima riunione del Bilderberg?
Troviamo Alcide De Gasperi, poi sostituito da Altiero Spinelli poi sostituito da Romano Prodi ossia quelli che noi consideriamo i padri fondatori italiani dell’Unione Europea.
E’ importante ricordare che tra i fondatori del Bilderberg (dove prenderà forma l’euro e l’Unione Europea) oltre a Retinger c’era il Principe Bernardo D’Olanda membro del partito nazista fino al 1934 proveniente dall’industria chimica IG Farben produttrice del gas usato per causare la morte di migliaia di persone nei campi di concentramento.
E’ stato il Presidente del Bilderberg Etienne Davignon (poi Commissario Europeo) ad ammettere in una intervista del 16 Marzo 2009 che il Bilderberg aveva favorito la nascita dell’euro. Fu il Presidente stesso del Consiglio Herman Van Rompuy ad essere scelto durante una conferenza organizzata a porte chiuse da Davignon e dal Bilderberg presso il Castello di Val-Duchesse, la stessa location dove fu negoziato il Trattato di Roma del 1957 e dove si tenne la prima riunione della Commissione Europea. Gli ultimi Presidenti del Consiglio (non eletti) in Italia provengono dal Bilderberg.
Monti è stato membro del direttivo; Letta fu chiamato a sostituire Monti nel 2012 prima di sostituire Monti al governo del paese.
Se come abbiamo visto l’Unione Europea doveva servire per portare alla dissoluzione degli stati Nazionali, ad una moneta unica che permettesse alle élite assolutiste di tenere i Governi ed i popoli sotto scacco, e alla spoliazione delle sovranità nazionali, oggi che tutto questo è stato realizzato perché continuiamo a dire che l’Unione Europea e l’euro stanno fallendo andando in una direzione che non era quella che volevano i padri fondatori ?
Credete abbia senso interrogarsi sull’uscita o meno da questa Europa quando ci sono prove così evidenti che questa Europa è stato un’ golpe finanziario’ ?
Perché ridurre la questione della permanenza nell’euro e nell’Europa ad una mera questione di scelte economiche e politiche nei dibattiti tra pro euro e contro euro quando è evidente che l’economia è stato solo un mezzo usato per portare avanti questo ‘piano distruttivo’ che può essere arginato solo rivendicando l’indipendenza nazionale da questa’ euro trappola’ tutt’altro che democratica come dimostra il fatto che due istituzioni ( Commissione e Consiglio) che sono dominate da pochi personaggi hanno il pieno potere e tutti i capi ufficiali dell’unione europea non sono mai stati eletti dai popoli degli stati membri che invece eleggono solo il’ Parlamento che infatti è stato spogliato di ogni potere’ divenendo quasi solo un’istituzione di facciata.

NON VI E’LIMITE ALLA ‘TRUFFA’ DELLA UE.
Volete ancora altre prove? Sapete chi è il ‘vero padre fondatore dell’unione Europea ‘universalmente riconosciuto da tutti i leader europei ma per nulla menzionato nei libri di storia e assolutamente sconosciuto ai cittadini ? Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi, massone di alto grado che nel 1922 fonda a Vienna il movimento “Paneuropa” che mira all’instaurazione di un” Governo Mondiale” basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti. Documentato è l’appoggio che ebbe da Wiston Churchill nel suo lavoro dietro le quinte per arrivare all’Europa Unita ed alla moneta unica. Il movimento Panaeuropeo si unisce al Movimento Europeo e Kalergi comincia a muovere le fila di quelli che noi chiamiamo i padri fondatori dell’Europa ed infatti è lui a fondare’ l’Unione parlamentari europei ‘e a spingere Schumann nel progetto della CECA.
Ma perché nessuno parla mai di Kalergi? Non possono farlo perché Kalergi è uno che ha sempre dichiarato apertamente i suoi intenti come nel suo libro «Praktischer Idealismus», dove si evince non solo la sua volontà di arrivare ad un ‘Governo mondiale a guida USA’;
la sua idea di eliminare gli stati nazionali ma è evidente anche il suo disprezzo verso i popoli europei che secondo lui “ vanno resi facilmente dominabili per la supremazia dell’élite” e perciò “con la mobilitazione dei parlamenti bisogna forzare i governi a costruire la Paneuropa”. Ci sono prove che i leader europei riconoscano davvero in questo personaggio sconosciuto il padre fondatore dell’odierna Unione Europea? Certo, il premio più prestigioso istituito per le personalità “con meriti particolari in favore dell’integrazione e unione europea” si chiama premio Carlo Magno. Il primo ad aver ricevuto il premio Carlo Magno è stato proprio Kalergi ed a seguire tutti quelli che noi chiamiamo i padri fondatori dell’unione europea da Schuman a Monnet, a De Gasperi, Ciampi, Adenauer, ma anche Churchill, Kissinger,(incredibile a kissinger il premio per l’Europa) ma anche Beatrice dei Paesi Bassi figlia del fondatore del Bilderberg insomma tutti quelli che facevano parte del piano iniziale della Cia e che lo hanno portato avanti. Come se non bastasse per rendere ancora più chiara l’importanza che ricopre Kalergi agli occhi dei leader europei, in suo onore è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo piano (ad avviso di alcuni criminale). Volete sapere chi è stato premiato ultimamente ? La ‘Società Europea Coudenhove-Kalergi’ ha assegnato alla ‘Cancelliera Federale Angela Merkel’ il Premio europeo nel 2010 mentre il 16 novembre 2012 è stato conferito al Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012 durante un convegno speciale svoltosi a Vienna proprio per celebrare i novant’anni del movimento paneuropeo. In conclusione, è evidente che ciò che si vorrebbe far apparire come un ‘frutto ineluttabile della storia’ è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.
Oggi abbiamo un debito pubblico inestinguibile, dei “privati che creano dal nulla la nostra moneta attraverso le banche centrali come la Banca Centrale Europea che emette la moneta ed è un entità senza controllo da parte degli stati guidata da uomini non eletti”, con poteri superiori a quelli dei governi. Essa non è menzionata neppure tra le istituzioni europee ma il trattato gli riconosce la più ampia capacità di agire in ciascuno degli stati membri ovviamente solo per” tutelare i propri interessi perché non può però concedere, per nessun motivo, crediti agli Stati, o alla comunità europea o a qualsiasi altro soggetto pubblico, e quindi gli è proibito acquistare titoli di Stato, sia al momento dell’emissione che successivamente. “Tutte le banche centrali dipendono solo dalla BRI (la banca per i regolamenti internazionali) ossia la banca centrale delle banche centrali, un organismo dai poteri immensi che nessuno conosce e di cui nessuno parla”.
La perdita della sovranità monetaria e legislativa, che sono parti essenziali della sovranità nazionale, da parte degli Stati europei, è stata stabilita in Italia in maniera irrevocabile e senza che il popolo neanche se ne accorgesse come sottolineò Ida Magli su “il Giornale” dell’11 marzo 2001, spiegando che “nella legge di riforma della Costituzione, approvata dalla maggioranza di sx in gran fretta poche ore prima dello scioglimento delle Camere, c’è un passo fondamentale e che pure non è stato portato a conoscenza dei cittadini né prima né dopo della sua approvazione”.
Si tratta dell’articolo 117 in cui si stabilisce: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”. In queste tre righe è codificata la “perdita della sovranità legislativa dell’Italia”.
Per questo l’articolo 117 non è stato discusso apertamente:
GLI ITALIANI NON DEBBONO SAPERE”.
Non preoccupatevi :
sono tutti figli di buona donna.
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http://masadaweb.orh


MASADA n° 1740 24-2-2016 DI MALE IN PEGGIO

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MASADA n° 1740 24-2-20161740 24-2-2016 DI MALE IN PEGGIO

L’orrendo spettacolo sui diritti civili delle coppie gay – Se non nascono più bambini, le responsabilità sono politiche – Tre candidati sindaco a Milano, tutti rappresentanti del capitale – Licenziato per una pipì – Tra poco il referendum inglese sull’Europa – E allora su Banca Etruria a che punto siamo? – Fuga dalla resistenza – Cause della crisi e rimedi secondo Riccardo Petrella – Sei spaventato? Attacco alle pensioni (di Benetazzo) – L’Europa è a rischio di dissoluzione – Le balle sul Jobs Act – Le Curde combattenti – La meglio Europa e la peggio Europa – Se anche il tifo diventa una passione triste – Lettera dei cittadini de L’Aquila ai Romani sulla candidatura di Bertolaso – Ida Magli è morta. La mia generazione si sta estinguendo

CRISTIANI DELLA TESTIMONIANZA E CATTO-BUGIARDI
Aldo Antonelli

Possiamo affermare in assoluta sicurezza che lo spettacolo andato in scena per settimane intorno alla legge sulle unioni-diritti-civili, sia stato tra i peggiori degli ultimi tempi. Una questione che è nervi e sangue per migliaia di coppie omosessuali è stata infatti trasformata in una Torre di Babele fatta di “canguri”, inglesismi e “affidi rafforzati”, capace di sgomentare qualunque normale cittadino. E se a questo si aggiungono i trucchi e gli sgambetti ideati per lucrare un qualche consenso elettorale, il quadro è completo».

Così scrive Federico Geremicca su La Stampa di Torino il giorno dopo il sabotaggio dell’emendamento detto “super-canguro” da parte del Movimento 5 Stelle. In effetti la discussione sulle unioni civili avrebbe bisogno «di limpidezza e di rispetto reciproco, invece d’essere posseduta da convenienze politiche, forzature ideologiche, intolleranze religiose», come lamenta Stefano Rodotà.
Ad accendere gli animi e a dividere all’interno di uno stesso partito, il Pd, c’è poi un prefisso che puntualmente ritorna nel gioco delle parti, quando in Italia si tratta di legiferare su temi sì delicati ma comunque urgenti e che non possono essere lasciati marcire nell’immobilismo del “non-si-tocca”! È il prefisso “catto”! È un prefisso che mi allarma, mi mette in sospetto.
Il grande filosofo Augusto Del Noce affermava che l’aggettivo cattolico unito a una qualsiasi espressione ideologica (liberalismo, nazionalismo, comunismo, modernismo, ecc.) dava un risultato devastante. Il cattolicesimo infatti, usato come aggettivo ma soprattutto come prefisso, tende, da un lato, a sacralizzare la visione ideologica dei problemi con i quali volta a volta si coniuga e, dall’altro, a paralizzare il dibattito silenziando la ragione nella morsa della “non negoziabilità”.
Ora, di fronte a questo stallo, procedurale a livello politico e concettuale a livello ideologico, si rende necessaria una doppia azione…In prima istanza bisogna liberarsi dai continui depistaggi. Attorno al problema delle unioni civili e dell’adozione coparentale si sono voluti introdurre, in maniera capziosa e fraudolenta, il discorso dell’adozione in genere delle coppie omosessuali e il problema dell’utero in affitto. La maternità surrogata, vietata fin dal 2004, viene così evocata per opporsi all’adozione dei figli del partner, penalizzando proprio quei bambini che si dice di voler tutelare e tornando così a quella penalizzazione dei figli nati fuori dal matrimonio eliminata dalla civile riforma del diritto di famiglia del 1975; come i ricorda Rodotà.
In secondo luogo, è necessario andare oltre quel cattolicesimo “italiano” socialmente condizionante, politicamente imponente ma profeticamente fragile, che si abbarbica attorno alla dittatura della tradizione (con la “t” minuscola!), si satura di enfiagione nella difesa della legge (con la “l” minuscola) e distoglie lo sguardo dall’uomo e dalla donna in carne ed ossa che il potere e la storia hanno abbandonato lungo il ciglio della strada e, soprattutto, considera gli uomini e le donne semplici numeri per dimostrare preconcetti teoremi.
Abbiamo urgente bisogno di riscoprire il cristianesimo della Testimonianza che non sventola bandiere, non urla verità astratte, non difende principi assoluti, non frequenta piazze tramutate in barricate.
È indispensabile riprendere una strada coerente con il fatto che si sta discutendo di dignità e identità delle persone, in una Chiesa che fa dell’accoglienza un luogo di rispetto per tutte le “diversità”, «aprendo gli occhi di fronte alle ingiustizie che impediscono il sogno e il progetto di Dio» (papa Francesco).

Viviana
Renzi fin dall’inizio non aveva intenzione di offendere la parte più bigotta dei cattolici. Se avesse voluto dare veramente la parità di diritti agli omosessuali, i modi per imporre la legge li avrebbe usati, come li ha usati in altre circostanze. Inventarsi espedienti per fare la colpa della lentezza legislativa ai 5stelle è stata una mossa vile, che peraltro tutti i media hanno pedissequamente amplificato. Nella sua testa l’intenzione di stralciare le adozioni e votare una legge dimezzata c’è sempre stata. Tutta la faccenda puzza di marcio e di ipocrisia.
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CULLE VUOTE? REPONSABILITA’ POLITICHE
Paolo De Gregorio
Non emergono mai, con chiarezza ed onestà, tutti i fattori che determinano un fenomeno sociale, come quello della diminuzione delle nascite.  Come al solito sono la politica e il Vaticano che fanno confusione, omettono ovvie verità secondo le proprie convenienze, addossano a minoranze, come quella dei gay, colpe che non hanno, se la prendono con leggi civili come divorzio, aborto, contraccezione, unioni civili, contro cui sono in lotta perpetua con tutta la forza delle proprie organizzazioni, “Comunione e liberazione” in testa.
Anzitutto la diminuzione della popolazione italiana, rispetto al suo territorio in gran parte montagnoso, non sarebbe un problema, anzi sarebbe salutare tornare ai 30 milioni di italiani di inizio novecento, ma la questione è un’altra, è il rapporto tra giovani e anziani che si è squilibrato: gli anziani sono in aumento ed i giovani diminuiscono, per ragioni che sono al mille per mille economiche e causate da scelte di politici ottusi, ignoranti, subalterni alle esigenze della Confindustria e del mercato globalizzato.
Al primo posto c’è da considerare la grande conquista spacciata per “civiltà e modernità” che ha precarizzato il mondo del lavoro, ha reso insicure e licenziabili le persone, impossibile avere dalle banche mutui edilizi, e quindi qualunque progetto di famiglia, convivenza, figli, è allegramente saltato e probabilmente i responsabili erano al “family day” a denunciare la crisi della famiglia.
Se poi il 40% dei giovani è senza lavoro, non è colpa di un destino cinico e baro, ma il risultato di provvedimenti politici che hanno elevato l’età pensionabile dai 60 ai quasi 70 anni, lasciando i vecchi al lavoro ed i giovani a spasso o sulla via della emigrazione.
Sono infatti più di duecentomila i giovani che recentemente hanno abbandonato l’Italia, in parte intellettuali di valore, in parte allo sbaraglio, desertificando di nuovo il Sud Italia. Anche qui abbiamo responsabilità precise, inoppugnabili, in quanto le risorse da destinare alla ricerca e quindi all’occupazione di tutti questi cervelli, i nostri lungimiranti politici li hanno destinati a missioni militari all’estero, all’acquisto di bombardieri, all’8 per mille alla Chiesa, al finanziamento pubblico ai partiti e all’editoria, al salvataggio di banche in mano a ladri e piduisti.
Se veramente vogliamo ripristinare un giusto equilibrio tra giovani e anziani, il punto è quello di fare esattamente il contrario di ciò che è stato fatto in questi ultimi anni, ossia dare a tutti i disoccupati un reddito di cittadinanza in cambio di 4 ore di lavoro giornaliero, socialmente utile, portare il pensionamento a 60 anni, abolire il precariato e il Job act, finanziare massicciamente la ricerca, soprattutto nella direzione di rendere l’Italia autonoma per quanto riguarda l’energia (tutta rinnovabile) e sviluppare una agricoltura basata sulla lotta biologica, senza diavolerie chimiche o transgeniche, scelta che salverebbe la vita a migliaia di giovani che oggi si ammalano di cancro per il cibo spazzatura che circola nei supermercati e per le polveri sottili  emesse dalle autovetture, dal riscaldamento con combustibili fossili.
Altro che family day o dare la colpa alla minoranza gay che chiede diritti civili! I killer della famiglia e responsabili della fuga dei giovani sono in politica e in Vaticano e solo una nuova e buona politica può cambiare le cose, e  la  caratteristica più importante deve essere l’onestà e il bene comune.

TRE SUPERMANAGER CANDIDATI A MILANO
Alessandro Gilioli

Fa un effetto un po’ straniante leggere i giornali di oggi, magari mescolando quelli americani e quelli italiani. Perché i primi riportano della battaglia di Sanders contro la “democrazia distorta”, quella dove ci sono solo candidati espressioni dell’establishment economico; mentre i secondi ci spiegano come a Milano a questo punto la corsa a sindaco potrebbe essere fra tre super manager: un ex bocconiano già amministratore delegato degli pneumatici Pirelli, un ex direttore generale di Confindustria, un ex McKinsey-boy amministratore delegato di Banca Intesa.
Tanti auguri a tutti e tre – Sala, Parisi e Passera – ma forse il problemino su cui batte Sanders iniziamo un po’ ad averlo anche noi.
Indistinguibili sotto il profilo tanto dei curriculum quanto delle visioni culturali e politiche, i tre hanno in comune anche la piena appartenenza a quell’uno % che sta sulla punta della piramide della società e del potere. Non solo e non tanto per redditi, quanto per ruolo, per adesione di una vita, soprattutto per rappresentanza di interessi.
Come si sia arrivati a questo – a Milano e non solo – è storia lunga: ha a che fare con la fine della sx storica (con la sua perduta capacità di rappresentare i cittadini comuni, il “99%”) e con un trentennio di egemonia culturale della dx economica; ma ha a che fare anche con la crisi della democrazia nel suo complesso. Zygmunt Bauman spiegava come la sfiducia verso la possibilità che le democrazie possano fare davvero qualcosa per le persone comuni – nell’era dei mercati imperanti – porta a spostare la rappresentanza dalla leadership al management, da quelli che si presentano per fare le cose giuste a quelli che presentano semplicemente promettendo fare le cose bene, esibendo vere o presunte capacità tecniche che tuttavia sono messe al servizio del sistema, dell’establishment, dello status quo economico e politico.
Qui siamo a Milano nel 2016. Ed è interessante vedere come – seppellito anche lì il csx che fino a 48 ore fa sopravviveva come in un villaggio di Asterix – la città esprima questo tipo di realtà, più chiaro lì che in qualunque altrove: con 3 manager politicamente indistinguibili che esprimono la stessa parte della società, l’establishment economico.
Sento parlare in giro di una possibile “lista di sx”, a Milano, e capisco la reazione un po’ pavloviana di far sopravvivere la sx dopo la fine del csx.
Penso tuttavia che fare una semplice “lista di sx” – che poi sarebbe subito invasa e lottizzata dai reduci dei partitini che con i propri errori tanto hanno contribuito a farla sparire, sarebbe solo una legittimazione perdente dei tre top manager di cui sopra.
Servirebbe semmai una lista del basso, contro quei tre che stanno in alto.
Una lista del “99 %”, per usare quella formula imprecisa quanto volete ma chiara.
Che non si attacchi a nostalgismi simbolici né si consoli della presenza dei suoi colori sulla scheda, e che piuttosto tragga linfa, idee, proposte e persone dai tanti ceti economici e dalle tante realtà sociali che a Milano come altrove esistono, e sono appunto il 99 %, tutti più in basso e tutti diversi dal trio di top manager in cima alla piramide che ci vogliono ammannire. Allora sì che Milano sarebbe di nuovo, anziché il villaggio di Asterix, il laboratorio che spesso è stato.

Sauro manda:
LICENZIATO PER UNA PIPI’
A leggere questo articolo mi è scesa la catena.
Ne avevo sentito parlare, casualmente, da RadioUno. Non so nemmeno definire lo stato d’animo che provo dopo un simile articolo. Quasi un pugno allo stomaco, direi.
Ma perché viviamo in un paese così?
Il licenziamento del professore perché fece pipì in un cespuglio. Padre di tre figli, insegnava filosofia a Bergamo. L’episodio risale a 11 anni fa.

Gianantonio Stella
La scure della giustizia, che troppe volte aveva graziato bancarottieri, ladri, trafficanti di droga e truffatori, s’è finalmente abbattuta. Implacabile. Ed ha mozzato la testa a un professore padre di tre figli che undici anni fa, alle due di notte, in un borgo di poche anime, aveva fatto pipì in un cespuglio. Licenziato in tronco. Vi chiederete: è uno scherzo? Magari! Il protagonista di questa storia (meglio: la vittima di questa giustizia ottusamente ingiusta) si chiama Stefano Rho ed è nato 43 anni fa a Lacor, in Uganda, dove il padre e la madre facevano i medici volontari per quella straordinaria organizzazione che è il Cuamm-Medici con l’Africa. Anzi, loro stessi avevano messo su un piccolo ospedale dopo essersi sposati e aver chiesto agli amici, nella «lista nozze», il dono di «22 letti per adulti, 9 lettini per bambini, culle per neonati, lenzuola, elettrocardiografo, microscopio, lettino operatorio…».
La laurea e le prime docenze: rientrato con i genitori in Italia, a Bergamo, Stefano si è laureato in Filosofia alla Cattolica e si è messo in coda, di concorso in concorso, di supplenza in supplenza, per avere un posto da insegnante. Problemi? Zero. Lo dichiara lo stesso «Certificato penale del Casellario giudiziale». Torniamo a scriverlo: «nulla». Undici anni fa però, qualcosa successe. Un episodio così marginale, in realtà, che quasi tutti ce lo saremmo dimenticati. O ne avremmo riso con gli amici: «Pensate che una notte…». È la sera di Ferragosto 2005. Il paesello di Averara, un pugno di case con 182 abitanti in una valle laterale della Val Brembana, ha organizzato per i concittadini e la gente dei dintorni una sagra paesana con un ospite d’onore, un cabarettista di Zelig. Pienone. Al punto che molti giovani, tra cui Stefano e il suo amico Daniele, non riescono a entrare. Gironzolano nei dintorni, e finalmente, sul tardi, un attimo prima che lo stand chiuda, riescono a bere una birra. Poi, come tutti i ragazzi del pianeta, si fermano un po’ a chiacchierare e tirano tardi. Alle due di notte, mentre gli ultimissimi nottambuli risalgono sulle loro auto per andarsene, «gli scappa». Si guardano intorno. La festa ha chiuso. Il paese, salvo un lampione qua e là, è immerso nel buio. Non c’è un bar aperto a pagarlo oro. Men che meno dove stanno, al limite della contrada. Che fare? Stefano e Daniele fanno pipì su un cespuglio. In quell’istante passa una pattuglia di carabinieri. «Ci hanno visto, chiesto i documenti, fatto una ramanzina bonaria rimproverandoci perché secondo loro c’era un lampione che un po’ di luce la faceva e ciao».
Un anno dopo i due si ritrovano imputati, davanti al giudice di pace di Zogno, «perché in un piazzale illuminato adiacente alla pubblica via compivano atti contrari alla pubblica decenza orinando nei pressi di un cespuglio». Duecento euro di multa: «Non abbiamo neanche fatto ricorso e neppure preso un avvocato di fiducia. Ci sembrava una cosa morta lì». Il 2 settembre 2013 il professor Rho, da 14 anni precario come insegnante di filosofia in varie scuole superiori della bergamasca, firma per il Ministero un’autodichiarazione dove spunta la voce in cui dice «di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi scritti del Casellario giudiziario ai sensi della vigente normativa». Tre mesi dopo, il dirigente scolastico gli comunica che da un controllo è risultato che lui, il professor Rho, risulta «destinatario di un decreto penale passato in giudicato». E lo invita a presentarsi a fine gennaio del 2014 per spiegarsi.
Avute le spiegazioni, il dirigente riconosce che «appaiono plausibili le motivazioni addotte a propria discolpa» e che «se anche il prof. Rho avesse correttamente dichiarato le condanne avute le stesse non avrebbero inciso sui requisiti di accesso al pubblico impiego». Per capirci: a dichiarare il falso, perfino se fosse stato in malafede, non ci avrebbe guadagnato nulla. Anzi. Quindi, «tenuto conto del principio della gradualità e proporzionalità delle sanzioni in rapporto alla gravità delle mancanze», decide di dare al malcapitato il minimo del minimo: la censura. Buon senso. Ma la legge italiana, che riesce a sbattere in galera un trentacinquesimo dei «colletti bianchi» incarcerati in Germania e arriva a scarcerare sicari mafiosi perché ha scordato una scadenza dei termini e non ce la fa quasi mai a processare i bancarottieri prima che cada tutto in prescrizione, decide che no, Stefano Rho non può cavarsela così. E la Corte dei conti, del tutto indifferente al tipo di condanna, che non prevede neppure l’iscrizione nella fedina penale (rimasta infatti candida) né un «motivo ostativo» all’assunzione nei ranghi statali, ricorda alle autorità scolastiche che Rho va licenziato.
Il dirigente scolastico di Bergamo, Patrizia Graziani, prende atto della intimazione dei giudici contabili e dichiara la decadenza «senza preavviso» dell’insegnante, la perdita delle anzianità accumulate negli ultimi anni insegnando con continuità in due istituti bergamaschi, la cancellazione del «reo» da tutte le graduatorie provinciali ecc. ecc.. Il tutto in un Paese dove, per fare un solo esempio fra tanti, i dipendenti pubblici furbetti (agenti di custodia, bidelli, maestri…) che grazie alle clientele politiche riuscirono a farsi piazzare nel Cda dell’area sviluppo industriale di Agrigento (così da avere il trasferimento vicino a casa) sono stati assolti nonostante avessero firmato di loro pugno di avere la laurea (falso) ed «esperienza almeno quinquennale scientifica ovvero di tipo professionale o dirigenziale» o addirittura la «qualifica di magistrato in quiescenza». Assolti! Il che impone una domanda: la legge italiana è davvero uguale per tutti o dipende dal giudice che capita? Non manca, in coda a questo pasticciaccio brutto, il dettaglio paradossale: il professor Rho, che come dicevamo ha una moglie e tre figli da mantenere ed è stato buttato fuori con così feroce solerzia l’11 gennaio da un pezzo dello Stato, era stato definitivamente assunto da un altro pezzo di Stato il 24 novembre. Della serie: coerenze…

CORBIN E L’UE
Viviana Vivarelli

Non ritengo vero che in UK tutti siano contro l’Ue. Non lo è, per esempio, Corbin, il vecchio parlamentare della sx laburista, in carica dal 1983, tenace oppositore della “terza via” di Tony Blair, che si è posto come leader del partito e portabandiera della sua corrente.
Jeremy Corbyn è lo storico esponente del Socialist Campaign Group, la minoranza socialista e di sx del Labour Party che faceva capo un tempo a Tony Benn.
Secondo il Daily Mirror, il gradimento per il parlamentare di Islington Nord sarebbe al 42%.
Per quanto a noi sembri strano, Corbin vuole restare in Europa, conservando certe prerogative. Teniamo però conto che i rapporti di dipendenza dall’Europa dell’UK sono attualmente molto scarsi e anche Cameron si dà da fare per conservare questa autonomia e gestire il referendum per aumentarla. Ma a Corbin piacciono, ad es., le leggi europee di salvaguardia dell’ambiente, degli alimenti, del consumatore ecc.
La posizione di Corbyn è stata resa più solida dal sostegno ottenuto da Unite ed Unison – due delle maggiori associazioni sindacali britanniche – e da quello di buona parte delle sedi locali laburiste. Con la vittoria di Corbyn, il labour si è spostato a sx e diventa un concorrente temibile per le elezioni del 2020. Al momento è il più valido rappresentante della sx occidentale, dopo il tradimento di Tsipras, la nullificazione della sx italiana e l’impallidimento di Podemos.
Loretta Napoleni scrive: “Ad ascoltare Corbin, uno dei più agguerriti oppositori della politica di austerità nel Regno Unito e nel resto dell’Europa, tornano in mente i discorsi di Zapatero prima della sua elezione a segretario del partito socialista spagnolo. Anche Zapatero piaceva alla base del partito perché era una faccia pulita, un leader idealista, un puro, che ancora credeva nei valori di uguaglianza del socialismo, e quindi distante anni luce dal New Labour di Tony Blair che dagli anni Novanta imperversava in Europa. Sicuramente Corbyn piace perché è genuino, pieno delle idee giuste. E come Zapatero non ha nulla in comune con Tony Blair che ha dichiarato che se il cuore del partito è con Corbyn allora c’è urgente bisogno di un trapianto. L’antipatia è reciproca, perché il nuovo leader pare sia pronto a rivisitare il capitolo più oscuro della storia britannica degli ultimi vent’anni: le menzogne fabbricate per invadere l’Iraq. A quel punto il partito laburista potrebbe chiedere scusa agli iracheni e al mondo per quanto è successo. Riuscirà a far rinascere un sano dualismo politico in Gran Bretagna riportando il dibattito politico dentro l’arena delle idee, lontano dai compromessi finanziari, dalle lobby economiche e dai voleri e capricci di Bruxelles? La crisi del debito sovrano, quella scoppiata nel 2010, ha tarpato le ali a Zapatero. A decidere le sorti della Spagna è stata la signora Merkel, i leader europei che pendono dalle sue labbra e gli euroburocrati di Bruxelles che non aspettavano altro; Zapatero come Tsipras non era uno di loro quindi bisognava epurarlo.”
Corbin vorrebbe subito il referendum sull’Ue e ha scritto a Tusk, presidente del Consiglio europea, ponendo 4 condizioni:
-proteggere i paesi che hanno la propria moneta
-rimuovere i regolamenti che ostacolano la competitività e  rendere più facile la circolazione di merci, capitali e servizi
-mantenere la sovranità del Regno Unito
-controllare l’immigrazione e limitare gli abusi della libertà di movimento
Come si vede, i rapporti di un Paese con l’Ue avrebbero potuto essere gestiti diversamente. Purtroppo per noi c’è chi non lo ha fatto.

E ALLORA SU BANCA ETRURIA A CHE PUNTO SIAMO?
Alessandro
– Il 2 febbraio 2015 la Banca Etruria è stata commissariata per “gravi perdite del patrimonio” che sono emerse dagli “accertamenti ispettivi, avviati dalla Banca d’Italia e sono dovute a “consistenti rettifiche sul portafoglio crediti”.
– Che ne è stato dell’ispezione di febbraio 2015, da parte di Bankitalia, alla Banca Etruria di cui il vicepresidente è Luigi Boschi, papà della ministra Maria Elena?
– “Il verbale ispettivo di Palazzo Koch (Bankitalia) contesta anche la violazione delle norme sul CONFLITTO D’INTERESSI: 13 amministratori e cinque sindaci cumulavano 198 posizioni di fido per un totale di 185 milioni di euro.”
“Il procedimento disciplinare della Vigilanza è arrivato al termine solo ora, a valle appunto del salvataggio della vecchia Banca Etruria e della nascita al suo posto di una good bank presieduta da Roberto Nicastro. Le contestazioni sono state già formalizzate agli interessati e a breve dovrebbero essere quantificate le multe.”
Guarda caso, il verbale, ma non ancora le multe, è arrivato dopo che “il Fatto” ha fatto scoppiare il bubbone.
Forse sarà per questo che Renzi denigra “il Fatto”?
E’ uno shock piuttosto brusco scoprire che il babbo etrusco gentiluomo di campagna cela più di una magagna. Il miglior degli aretini, difensor dei contadini e del loro parentado, ha trovato l’Eldorado come boss capocenturia della banca dell’Etruria.
La figliola lo racconta come un uomo privo d’onta e persona assi per bene sulle cittadine scene. Scopri poi che il babbo mito ha purtroppo malgestito della banca le faccende e una gran multa si prende per pagare i propri errori.
Poco dopo viene fuori il rapporto col massone di papà Renzi amicone, tal Mureddu Valeriano, l’uomo che gli dà una mano per conoscere colui che in passati tempi bui aiutò Calvi Roberto quale in bancarotte esperto, il masson Flavio Carboni ospite delle prigioni come gran bancarottiere…Ma il papà pien di virtù è riuscito a far di più: per un grande andirivieni di vigneti e di terreni dei qual corse all’arrembaggio con lo strano personaggio, che a parer del magistrato, è alla ‘ndrangheta legato, fu indagato per due volte.
…Ma non è finita qui. Se la Corte dirà: “Sì, Banca Etruria è, ahimè, insolvente”, papà Boschi. come niente, finirà nella tormenta: bancarotta fraudolenta! Ed allora Maria Etruria, la ministra che si infuria per le accuse al suo papà, finalmente capirà che il suo babbo appare onesto solo quando è buio pesto.”

Carlo Cornaglia
La Boschi ha preso parte, votando, a quella che ha recepito la direttiva Ue sul bail-in.
E dimentica di dire che:
– Nel decreto E’ STATO INSERITO UN COMMA che IMPEDISCE ai creditori sociali l’azione di responsabilità.
– “Un codicilletto sarebbe stato inserito nel progetto di salvataggio delle banche che, casualmente, provvede ad ELIMINARE LA NORMA (vedi art. 4 decreto 161 del 18 marzo 1998) CHE IMPEDISCE, per esempio, ai membri dei cda di banche andate fallite DI POTER RICOPRIRE INCARICHI DIRIGENZIALI in ambito bancario (il riferimento a papà Boschi è del tutto involontario, ovviamente).” E quindi continueranno a ricoprire incarichi nelle banche.
– E non è strano che il procuratore capo di Arezzo abbia una consulenza a palazzo Chigi, e il fatto che un membro del Csm indicato da Renzi, Giuseppe Fanfani, col suo studio difenda un indagato nell’inchiesta di Arezzo?
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FUGA DALLA RESISTENZA
Danilo D’Antonio

Quando, oltre settant’anni fa, la pazzia della guerra per la seconda volta dilagò nel mondo, i popoli di vari Paesi europei reagirono all’invasione, dall’interno e dall’esterno, delle forze che il male aveva scatenato, approntando una resistenza spontanea decisiva per la liberazione. L’immane sofferenza e tragedia del conflitto non fermarono i partigiani a difesa della loro terra e della libertà. Ecco perché ancor più oggi si può solo piangere nel vedere parti sostanziose di popoli che fuggono abbandonando il proprio Paese, la propria terra, i propri cari, nelle mani di gente che, con una follia ch’è sempre eguale, tutto distruggono e tutti uccidono.
Può dirsi rifugiato chi fugge da un Paese perché pecora nera in un intero gregge di bianche … e ben venga in tal caso accolto. Ma quando fette importanti della popolazione lasciano un Paese per incivile incapacità di difenderlo e di ristabilirvi la pace, si ha davanti un fenomeno ben diverso che non può definirsi nemmeno emigrazione poiché quando in casa propria c’è la guerra non si sta emigrando bensì scappando. Non è per mancanza di carità che si dicon queste cose. Nessuno è più in grado di ed ha più diritto a difendere la terra dov’è nato di chi vi è pure vissuto e se l’abbandona non continui poi a piangere se la vedrà colonizzata ed occupata.
Quei diritti che tutti oggi reclamano, in un mantra ch’è della debolezza e dell’irresponsabilità, si fondano soprattutto su quel senso del dovere del quale i partigiani ed altre buone forze si fecero carico. Possa dunque la Storia, ricordandola a chi vede ovunque diritti ma non un solo dovere, essere d’esempio e stimolo a quei popoli che in più parti del mondo fuggono davanti a situazioni certo difficili ma che non possono non coinvolgerli. Questi son momenti che nessuno dovrebbe evitare, non foss’altro perché capisca bene quanto sia importante darsi da fare nei periodi di pace accanto a chi s’impegna affinché democrazia e libertà crescano e si radichino ancor più.
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Lo sai che sai che all’interno di Montecitorio si trova un salone di barbieri riservato ai parlamentari? Mantenerlo è costato finora, ogni anno, 500 mila euro. Il personale adesso verrà ridotto. I barbieri, però, verranno destinati ad altri incarichi e potrebbero diventare assistenti parlamentari, conservando così il privilegio di ingenti stipendi a fine carriera

CRISI OCCASIONALE O STRUTTURALE?
Don Aldo Antonelli

La crisi non è, come pensano troppi, la conseguenza dei furti e/o delle incompetenze.
La crisi è l’approdo finale di un’economia fondata non sul lavoro ma sullo sfruttamento del lavoro. La crisi è interna ad un sistema fondato sull’accumulo di pochi più che sulla distribuzione per i molti. Ogni giorno si martellano i tele-elettori sulle ripercussioni della “crisi”, facendola apparire come una calamità “naturale”, ma ci si guarda bene dal ricercarne le cause, che sono strutturali, ossia connaturate a questo sistema che per comodità chiamiamo “capitalista” (anche se questa affermazione fa drizzare le orecchia a più di qualcuno!).
Ettore Masina ne parla in questi termini: “Si assiste oggi alla tragica crisi di un capitalismo che ha smarrito ogni legittimità e si avvoltola nella violenza di chi considera gli uomini come astrazioni, cifre senza corpi, senza lacrime, senza speranze, senza diritti: e semina sacrifici e iniquità nascondendosi dietro il volto pulito dei professori che governano “senza fare politica” (Ettore Masina su Gentes 6/12).
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GLI STREGONI-GURU SI DIVERTONO MA LE LORO SPIEGAZIONI NON SPIEGANO NULLA
Riccardo Petrella

Nuovo crack finanziario mondiale, peggiore del 2008 e dei precedenti? Crisi eccezionale, per molti annunciata, per tanti altri imprevedibile? Le spiegazioni degli addetti ai lavori e degli economisti guru non spiegano.
Il sistema finanziario è oramai fortemente dissociato dall’economia reale. I valori finanziari concernono alcune decine di milioni di persone, e sono tutt’altra cosa che i valori economici dei beni e dei servizi da cui dipende, invece, la vita di 7,5 miliardi. I valori dei prodotti scambiati sui mercati finanziari sono altamente volatili. I mercati finanziari possono bruciare in un’ora decine di miliardi di euro e l’ora successiva ricrearne altrettanti, in quei luoghi di disordine frenetico e patologico che sono le Borse. I medici-stregoni del capitalismo finanziario parlano in questi casi di “processi di re-stabilizzazione” e di ri-adattamento”, che saranno seguiti prima o poi da nuovi scombussolamenti in un rituale sacrificale dal quale solo i più forti (gli operatori che dispongono di un piatto molto più ricco di averi finanziari) tendono ad uscirne viventi ( e non sempre).
Secondo. Come si fa a costruire un sistema economico mondiale razionale ed efficiente su base di valori che cambiamo non solo al minuto ma al secondo ed al millesimo di secondo? La finanza ad alta frequenza, cioè le operazioni di vendita e di acquisto di prodotti finanziari al millesimo di secondo occupano un posto sempre di più importante nella massa mondiale delle transazioni finanziarie. Che senso ha tale finanza, per di più interamente tecnologizzata (per cui è chiamata “la finanza algoritmica”) ?
Terzo. I valori “creati” dalla finanza sono altamente speculativi e violenti, caso dei derivati. Essi sono predatori perché tolgono la ricchezza agli altri e non sanno cosa siano i diritti umani e sociali e quelli della natura cui tutti noi apparteniamo.
Quarto. La finanza è interamente “liberalizzata” su scala mondiale in mano a soggetti privati e dominata dagli interessi privati. Non v’è più nessuna cassa di risparmio né banca di credito che sia pubblica (non é sufficiente che il capitale sia totalmente pubblico affinché un soggetto finanziario sia pubblico). Né le odierne imprese cooperative e mutualistiche presenti nella finanza possono essere considerate, a parte eccezioni di rilievo, come dei soggetti finanziari pubblici non-statali. Persino la moneta non è più creazione dei poteri pubblici (lo Stato/ la Banca centrale) ma degli stessi operatori finanziari (le banche). Questi sono liberi di muoversi nel mondo intero senza limiti reali. Possono addirittura localizzarsi “legalmente” in paradisi fiscali per non pagare le tasse. Siamo di fronte ad un sistema ad alto potenziale di criminalizzazione.
I poteri pubblici conservano un ruolo importante d’intervento sui mercati con la manovra dei tassi d’interesse, ma le loro decisioni sono essenzialmente reattive rispetto alle decisioni primarie dei mercati. Non v’è buona razionalità in un sistema dove l’interesse pubblico, generale, ben definito nelle carte costituzionali e nei trattati internazionali, non orienta e non guida in priorità l’operare dei membri della comunità. Le nostre società non sono dei branchi di lupi affamati. Come si può pensare che i soggetti privati che mirano alla massimizzazione dei rendimenti a cortissimo termine agiscano razionalmente e con
saggezza al di fuori della loro “razionalità” volubile e volatile guidata dalla bramosia del guadagno il più elevato possibile a breve termine? Il valore della vita è nel lungo termine. Quello del benessere di una comunità umana si misura in anni e in generazioni.
Tutto ciò per dire che:
a) non bisogna cercare di spiegare la crisi finanziaria usando gli stessi criteri analitici e parametri di valore dei gruppi dirigenti al potere;
b) non è cambiando le politiche attuali delle Banche centrali o dei fondi d’investimento cinesi o di quelli specializzati nel settore energetico, né diminuendo il peso dei derivati tossici sui mercati finanziari che si supererà la crisi attuale;
c) la crisi finanziaria attuale è il risultato di un’economia da regole della giungla, incerta, instabile, non- razionale. Essa sarà superata, nel contesto attuale, solo con grandi costi per la popolazione mondiale più debole ed indebolita;
d) quelli che sono preoccupati, e dobbiamo esserlo in tantissimi, della crisi attuale debbono battersi per metter fine al sistema finanziario attuale mettendone fuori legge i principi fondatori e le pratiche predominanti.
Cominciamo, in Europa, con le seguenti misure:
– mettere fine alle transazioni finanziarie algoritmiche al millesimo di secondo;
– eliminare i paradisi fiscali e il secreto bancario;
– chiudere i mercati dei derivati;
– far uscire i fondi di pensione dai mercati speculativi;
– ripubblicizzare le casse di risparmio e le banche di credito per quanto riguarda le attività relative ai beni ed ai servizi essenziali ed insostituibili per la vita;
– mettere dei limiti alla crescita delle banche e ai livelli di ricchezza;
– a livello europeo, eliminare l’indipendenza politica della Banca centrale Europea e ridefinire la politica monetaria e finanziaria dell’UE al servizio dei diritti e della giustizia.
Lista dei sogni? Preferisco questa lista alla potenza pragmatica e predatrice dei lupi affamati che in questi giorni stanno gettando lo scompiglio in tanti paesi del mondo.

State attenti anche voi pensionati: girano voci di ridurre le pensioni di reversibilità.
Si comincia così.

SEI SPAVENTATO?
Eugenio Benetazzo

La paura ci mette in stato di allerta, ci mette nelle condizioni di poter reagire con efficienza e prontezza al pericolo. Anche finanziario. E questo può devastarci psicologicamente e poi anche fisicamente. Pensate a chi decide di farla finita per una minaccia finanziaria: accertamenti fiscali, richieste di risarcimento, perdite improvvise di capitale all’interno dei loro investimenti personali. Avere paura per quello che sta accadendo sui mercati finanziari non solo è naturale, ma  è doveroso. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta per le minacce pronte a colpire i nostri portafogli ed il nostro stile di vita. Proviamo a fare un elenco delle principali minacce oggettivamente ormai innanzi a noi.
La prima è proprio l’Europa. Siamo davanti alla possibile dissoluzione della politica europea: sono troppi i focolai che si stanno autoalimentando, anche nell’Europa cosiddetta virtuosa o teutonica, con in testa il blocco scandinavo. Finlandia, Spagna, Francia, Regno Unito con il prossimo referendum sulla permanenza in Ue, Italia, Portogallo e oggi persino la Germania. Ovunque c’è risentimento contro questa unione politica di stampo farisaico.
La Spagna è da quasi due mesi in stallo politico, forse si ritornerà a votare, di certo anche questo paese potrebbe ritrovarsi a vivere uno scenario politico come quello italiano. L’Ue e l’euro non reggeranno a lungo con una Spagna senza una guida conservatrice, con una Francia prossima polveriera politica e senza una Gran Bretagna come nazione di punta. Aggiungiamoci un’Italia senza credibilità politica, come un paese geneticamente modificato. In peggio.
Il rischio dissoluzione esiste, è stato rispolverato, ne hanno fatto recentemente menzione anche varie autorità europee. Manca la Grecia. Ennesimo episodio infelice di un macabro telefilm che dura da quasi 5 anni. Tsipras forse ha i mesi contati, politicamente si è compromesso e anche bruciato da solo. Tra qualche settimana si ripresenterà per l’ennesima volta l’insostenibilità del debito per i greci: cosa fare e come gestire il tutto. Nessuno lo sa o meglio nessuno se la sente di premere il bottone, perché a quel punto ci troveremmo a vivere uno scenario in stile “War Games”.
In parallelo alla Grecia abbiamo le sorti di quasi tutta l’industria bancaria italiana (con quella tedesca che ha cominciato a tossire). In Italia manca una cabina di regia per il controllo e la supervisione del nuovo attacco speculativo alle banche italiane quotate. Forse anche questa volta si vuole colpire un governo improvvisamente diventato scomodo e non più tanto in sintonia con l’establishment sovranazionale, proprio come avvenne con Berlusconi nel 2011.
La paura funziona”, diceva Churchill. Proprio la paura sul nostro debito sovrano ci ha fatto accettare un colpo di stato, con l’appoggio fazioso di tutta la stampa di sx. Ma ora che l’attacco è diretto a Renzi, stranamente gli argomenti di conversazione rimangono le inutili beghe di partito o le patetiche argomentazioni sulle unioni civili. Nessuno ricorda in tv che l’immobilismo del Governo Renzi ha prodotto una perdita di capitalizzazione del 75% in Banca MPS passata da 2 euro a 50 centesimi nel giro di nemmeno due mesi. Perché MPS è importante, direte voi ? Perché i due miliardi di prestito di cortesia che venne concesso negli anni precedenti alla banca senese, sono stati convertiti in azioni della suddetta banca essendo quest’ultima stata incapace di rimborsare il prestito secondo le tempistiche accordate. I 2 miliardi di azioni MPS che la collettività italiana aveva in portafoglio a fine novembre ora valgono appena 500 milioni. Si tratta di una perdita di 1.5 miliardi di euro in appena 2 mesi.
Facciamo finta che l’Ue scoppi di salute e che l’euro prenderà il posto del dollaro, questo non farà scomparire né il deterioramento cinese e né la crisi di quasi tutti i paesi emergenti, senza ossigeno a causa di una minore domanda di materie prime dalla Cina ed anche di minori profitti dovuti al crollo delle quotazioni delle stesse.
Tra USA ed Arabia Saudita si sta giocando un braccio di ferro su chi rimarrà il più grande esportatore di crude oil. Mi ricorda Highlander: “Ne rimarrà solo uno”. Il prezzo del greggio ai prezzi attuali produce nel medio lungo termine molti più danni ed effetti negativi di un prezzo al barile sopra gli 80 dollari. Vengono infatti a mancare imponenti flussi di denaro sotto forma di investimenti esteri che si riversavano nelle economie avanzate proprio dai paesi esportatori. Non c’è via d’uscita al momento, non esistono soluzioni.
Ecco perché dovete avere paura questo vi terrà costantemente in stato di allerta.
Quest’anno si bruceranno trilioni di dollari per riportare molti scenari in condizioni di equilibrio sostenibile: tanto per darvi un’idea di queste perdite che ci aspettano, considerate che quanto hanno dovuto patire in termini di perdite gli azionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza durante gli ultimi sei mesi per le vicende che hanno colpito i due istituti bancari ammontano ad oltre il 15% del PIL del Veneto. Denaro e patrimoni che oltretutto non ritorneranno mai. Nel vostro interesse, pertanto abbiate paura, visto che siamo appena solo all’inizio.

LE BALLE SUL JOBS ACT
Alessandro Gilioli

Il Jobs Act ha contribuito a creare solo l’1 % dei nuovi posti di lavoro. Lo la detto ieri Bankitalia, in uno studio della sua Struttura economica.
Eppure da un ano a questa parte i giornali non fanno che elogiare la grande ripresa dell’occupazione dovuta al Jobs Act. Quei titoli erano al 99 % balle: ma la stessa bufala è circolata ovunque, dai talk show a Facebook.
Il leggerissimo aumento dell’occupazione dell’ultimo anno è dovuto a una serie di cause incrociate, esterne e interne, dice Bankitalia. Tra quelle interne, il provvedimento che ha impattato di più è stato quello delle detrazioni fiscali per le nuove assunzioni: una cosa che peraltro qui si dava come probabile sei mesi fa. Peccato che le detrazioni fiscali (che non hanno nulla a che vedere con il Jobs Act, nonostante le due cose vengano spesso dolosamente confuse) siano una misura pro tempore, straordinaria e costosa. Non costituiscono una “riforma strutturale” ma esattamente il contrario: un doping one-shot.
Ce lo diranno gli anni, quindi, quali saranno stati i veri effetti del Jobs Act, vista la sua inutilità sotto il profilo occupazionale. E ci diranno probabilmente la verità: cioè che è servito fondamentalmente a cambiare i rapporti di forza nelle aziende tra datori e lavoratori, a creare un clima più favorevole ai primi intimidendo i secondi, a seppellire il principio di civiltà basilare che se uno fa bene il suo lavoro non lo si può mandare a casa per uzzolo. Insomma è stato un altro metro guadagnato dai più potenti contro i più deboli, nella lotta di classe dall’alto verso il basso. In più, è stata una medaglia di chi lo ha voluto, il Jobs Act: una medaglia da esibire con i potenti dell’economia e dell’Europa che lo sostengono. Ed è stato l’occasione per una forsennata campagna a diffondere la falsa narrazione secondo cui per creare occupazione bisogna peggiorare le condizioni di chi lavora. Del resto, si diceva: 99 % di balle.

LE CURDE COMBATTENTI
DORIANA GORACCI

Se Isis attacca la Siria, perché la Turchia bombarda i curdi siriani, comprese le donne curde che hanno vinto la loro battaglia contro i terroristi Isis nella città di Kobane? Nessuno risponde a questa domanda.
Le donne occidentali non capiscono cosa stia accadendo, stordite dalla paura di perdere il lavoro e magari l’amore, o la vita come è accaduto a Parigi, per mano di un manipolo di vigliacchi. Ogni tanto ci hanno fatto vedere immagini di donne belle senza un filo di trucco, che imbracciano il fucile e ci dicono che l’8 marzo hanno cantato slogan come: “La donna, la vita, la libertà. Eppure è dal 2013 che girano che ci spiegano di queste donne combattenti curde di Siria…e non se ne parla già più, quasi che non esistessero.
Esistono donne come la ex sindaca, Ayse Gökkan che aveva dichiarato a marzo del 2014 ”Il mondo è un villaggio piccolo e tutto può essere avvicinato”.Ayşe Gökkan ha combattuto contro il governo Erdogan che aveva iniziato la costruzione di una rete per dividere la Turchia dal Kurdistan occidentale. La recinzione, che doveva essere lunga 7 km, per ora è ferma a 1,3. “Dietro il filo spinato ci sono le nostre famiglie e i nostri amici, e noi dobbiamo fare qualcosa. Il confine degli Stati non coincide con quello dei popoli. Molte donne che hanno attraversato il confine alla ricerca di medicine per salvare i loro figli, sono morte sui campi minati o sono state uccise dai soldati. Altre aspettano anche giorni, settimane, sedute vicino al confine in attesa che il prefetto conceda loro l’ingresso per poter portare i figli, gravemente malati, negli ospedali. Nei loro villaggi rischiano la vita, nei campi profughi subiscono violenze“.
Ayşe si appella alle organizzazioni internazionali che devono prendere una decisione e intervenire al più presto nel Rojava. La convenzione di Ginevra disegna le linee guida per il comportamento che gli Stati devono tenere in caso di conflitto: “È stata firmata da tutti quegli Stati che si definiscono democratici. Ma dove sono adesso? Perché non intervengono? Il mondo, è un grande territorio comune dove tutti dovremmo collaborare, ha perso l’umanità: continuiamo a voler disegnare confini e costruire muri”.Che ne è stato di lei e la lotta che l’ha vista con tutto il suo paese opporsi così tenacemente?
Mi incontro nel web con foto di donne nella città di Cizre, sotto assedio da parte delle forze dello stato turco, che portano bandiere bianche in un edificio in cui i cittadini feriti restano intrappolati.
Scrive la giovane amica curda residente a Milano, Ozlem Onder: “Cizre, si trova in Turchia al confine con la Siria. Dopo 59 giorni di coprifuoco ne esce così. 59 giorni in cui è stato vietato di uscire dalle proprie case. In cui sono morti civili tra cui bambini, anziani e donne anche incinte. Qui sono state violate tutte le dichiarazioni universali, dai diritti del fanciullo ai diritti umani. Sono state distrutte case, scuole e luoghi di lavoro. Centinaia di migliaia di persone hanno abbandonato la città. Durante il coprifuoco che durava 24 ore su 24 è stato impedito l’accesso alle cure sanitarie. I feriti da arma o schegge non potevano recarsi all’ospedale. I corpi dei bambini morti sono stati conservati nei frigoriferi. I dottori e gli insegnati hanno ricevuto l’ordine di abbandonare la città. L’11 febbraio il ministro dell’Interno, Efkan Ala, ha dichiarato che le operazioni sono terminate, ma che il coprifuoco continuerà. Perché durante i coprifuochi, i parlamentari, le organizzazioni dei diritti umani e della società civile non sono autorizzati a entrare nella città. Questo vuol dire che l’operazione non è finita. Intanto di Cizre rimangono solo macerie e sogni infranti”.
Ed è poi sfogliando una vecchia rivista “per donne” che mi imbatto in immagini di altre donne in una regione nella quale confluiscono i curdi d’Iraq, Siria e Turchia e dove il BDP, il partito della pace e della democrazia, si batte per il riconoscimento di diritti basilari come quello di parlare la propria lingua: il curdo.
E sono scatti meravigliosi di una fotografa iraniana, che a settembre del 2014 aveva rifiutato il prestigioso Carmignac Gestion di fotogiornalismo Award e ha respinto i 50mila dollari al mittente, che è il banchiere privato Monsieur Edouard Carmignac, perché aveva insistito per modificare personalmente le sue fotografie e alterare i suoi testi di accompagnamento. Newsha Tavakolian (nata nel 1981 a Teheran) è una fotoreporter documentarista iraniana che ora vive e lavora a Teheran ed è sposata con il giornalista olandese, Thomas Erdbrink.
Potrei continuare molto a lungo ma temo che poi non ci sarebbe attenzione, perché noi donne abbiamo sempre tanta fretta, anche se non siamo profughe, anche se non scappiamo, anche se nessuno ci insegue e minaccia…
Come dice la canzone di Noemi: “La borsa di una donna pesa come se ci fosse la mia vita dentro“.
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LA MEGLIO EUROPA, LA PEGGIO EUROPA
Alessandro Gilioli

Se c’è qualcosa che nel Novecento ha caratterizzato la miglior Europa è stato il maggiore welfare rispetto a quasi tutto il resto del mondo: salute, istruzione, magari anche casa e sussidi. Certo, talvolta, era solo una concessione alle classi deboli per evitare che queste fossero attratte dal comunismo sovietico; altre volte invece assumeva aspetti clientelari e di scambio, come nei Paesi mediterranei. Insomma era tutt’altro che perfetto: tuttavia ha consentito non solo una lunga crescita economica del vecchio Continente ma anche una condizione di sempre maggior decenza e coesione sociale per milioni di persone. Specie se confrontato con l’individualismo proprio del capitalismo americano o con quello, di indicibile brutalità, della post comunista Cina.
Oggi, si sa, le istituzioni europee traballano: fondamentalmente perché quei sistemi nazionali di welfare sono stati travolti dalla mondializzazione dei mercati e dalla ideologia sottostante, di cui la Ue si è fatta concreta vessillifera. La conseguente divaricazione della forbice sociale e l’impoverimento della classe media hanno portato quindi al crollo di consensi verso l’Europa, poi ai litigi tra i rappresentanti degli Stati ciascuno proteso a un “si salvi chi può” locale, che quindi va a scontrarsi con ogni ipotesi di integrazione.
In tutto questo, forse, l’unica speranza di qualsiasi idea d’Europa è quella di reinventarsi un welfare: federale, universale, senza frontiere.
Bene, quello che hanno firmato l’altro giorno per evitare la Brexit va esattamente dall’altra parte: nella bozza di riforma del regolamento Ue 492 del 2011 si stabilisce che ai cittadini europei che vanno a vivere in un altro Stato dell’Unione, per un certo numero di anni (fino a 7) possano essere negati i servizi di welfare garantiti ai suoi cittadini da quello Stato.
È meraviglioso come le istituzioni europee vadano nella direzione esattamente opposta all’unica che potrebbe rilanciare l’unità culturale, storica, etica e sentimentale dell’Europa.
Ma è meraviglioso anche come nella Ue sia sacra e intoccabile la circolazione di merci e capitali, mentre il welfare si ferma alle sue frontiere interne. Che impongono a ognuno di tornare a essere straniero appena passato il confine del suo vecchio Stato nazionale.

IL NUOVO PARTITO DI RENZI
Alessandro Gilioli
A dicembre 2016 nascerà un nuovo soggetto politico, il partito di Renzi. Ma resta un assordante silenzio sul problema dei problemi della politica italiana, cioè i costi della politica e i privilegi di casta. Ma questi davvero sperano di far tornare a votare gli astensionisti di sx, senza dire niente in merito? Addirittura sperano che costoro entrino a fare parte del nuovo partito da militanti, iscritti, attivisti, dirigenti, senza prima affrontare questo nodo? Non sanno, o fanno finta di non sapere, che la gente è disgustata dai privilegi e dall’arricchimento a dismisura dei politici, dei politicanti, degli occupanti di poltrone?
La politica italiana deve essere liberata dalla corruzione e dal malaffare. Per fare questo bisogna drasticamente ridurre l’elemento fondamentale che alimenta la corruttela, cioè il denaro. E’ impensabile il silenzio su questo punto. E’ anche inaccettabile che, quando qualcuno solleverà il problema, si possa pensare a punti programmatici tipo la riduzione del numero di parlamentari o la chiusura di carrozzoni inutili, o la restituzione di parte della retribuzione (come fanno i 5stelle). Queste cose possono andare bene, ma è assolutamente necessario che al risultato finale si giunga attraverso una drastica riduzione delle retribuzioni (abbattute di un buon 75%) devono rimanere solo per le posizioni politiche più alte, essere del tutto eliminate e sostituite da semplici rimborsi spesa per quelle di base (consigli circoscrizionali e comunali). Gettoni di presenza ragionevoli per tutte le cariche di enti, aziende e carrozzoni vari. Via tutte le pensioni e tutti i vitalizi. Solo così si allontanano gli squali dalla politica. Solo così la politica tornerà ad essere fatta da coloro che hanno passione e spirito di servizio, e non fame di denaro. Solo così si eliminano i professionisti della politica a vita.
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SE ANCHE IL TIFO DIVENTA UNA PASSIONE TRISTE
Ilvo Diamanti

Per molto tempo, il principale motivo di passione, per gli italiani, è stata la politica. L’ideologia, i partiti, i leader hanno coinvolto le persone e suscitato senso di appartenenza. Anche in senso “opposto”. Perché anche l’antipolitica è una sorta di ideologia politica. Su un altro e diverso piano, le passioni pubbliche sono state promosse dallo sport. E, soprattutto, dal calcio. Che ha sempre offerto luoghi, colori e bandiere alle identità personali. Soprattutto e tanto più negli ultimi vent’anni. Da quando Berlusconi è “sceso in campo”. E ha incrociato tifo politico e calcistico. In modo reciproco. Ora, però, questo legame si sta logorando. La politica ha perso credibilità . Più che appartenenza, suscita distacco e indifferenza. Così è rimasto solo il calcio a riscaldare il sentimento degli italiani. Eppure, anche questa passione sembra in declino. Come la presenza degli spettatori negli stadi. Mediamente vuoti, per quasi metà. Ormai si assiste allo spettacolo del calcio sempre più e soprattutto sui media. In televisione. Sulle reti satellitari e digitali. Tuttavia, da qualche tempo, anche gli “stadi” mediali si stanno svuotando. Negli ultimi anni, il pubblico del campionato di serie A, infatti, risulta in calo – costante – in entrambe le pay tv. In egual misura. Fra la stagione 2012-13 e quella 2013-14 il numero di spettatori dei due network, cumulati e considerati insieme, diminuisce, complessivamente, di quasi 10 milioni di unità. Il 3% in meno. In quella successiva, 2014-15, scende ancora di più. Di altri 22 milioni. Cioè, di un ulteriore 6%. Complessivamente, dal campionato 2012-13 a quello 2014-15 – e quindi in tre stagioni – la platea televisiva di Sky e Mediaset Premium si è ridotta del 4% medio annuo e complessivamente di 32 milioni di unità. Naturalmente, le cause di questo sensibile ridimensionamento sono diverse. Alcune riguardano i canali e i media. Faccio riferimento, in particolare, al peso di internet. Che, tuttavia, spiega solo in minima parte un calo tanto rilevante. Le ragioni che dis-incentivano la visione del calcio sulle pay tv sono  altre. Il campionato ha perso, da anni, appeal, insieme a molti campioni. Che sono andati altrove. In altri campionati di altri Paesi. Mentre alcuni protagonisti, amati dai tifosi (ieri Del Piero e Pirlo, oggi Totti, domani chissà…), sono partiti, o finiscono in panchina. Così, l’interesse suscitato dagli incontri di vertice della Premier oppure della Liga ormai è superiore rispetto a gran parte degli incontri che si svolgono nei nostri stadi. Il calcio italiano, invece, appare un mercato in “svendita”. Dove entrano imprenditori americani, thailandesi, indonesiani… Peraltro, il dominio della Juve – da alcune stagioni – ha raffreddato le passioni. Anche se il campionato in corso appare assai più combattuto. Nella prima parte, con la Juve in seria difficoltà, l’Inter ha preso e mantenuto la testa. Mentre, in seguito, la risalita impetuosa dei bianconeri e le ottime prestazioni del Napoli hanno reso interessante la competizione. Che appare ancora incerta e aperta. Visto che, dopo il sorpasso della Juve, una settimana fa, stasera il Napoli potrebbe riconquistare la testa. D’altronde, secondo i dati dell’Osservatorio sul tifo di Demos-Coop (settembre 2015), la Juve è la squadra con il maggior numero di tifosi (35%), il Napoli la quarta (10%), subito dopo le due milanesi.
Eppure il declino degli ascolti non si arresta. Neppure nel campionato in corso. Prosegue e sembra perfino aumentare. Considerando le prime 25 giornate, il pubblico cala di 25 milioni. Certo, alcuni incontri suscitano ancora grande interesse. Pari e talora maggiore – anche se di poco – rispetto agli anni precedenti. La partita di vertice fra Napoli e Juventus, giocata sabato 13 febbraio, nonostante la concomitanza con la serata finale del festival di Sanremo, ha totalizzato 3 milioni 670 mila spettatori. Circa 1 milione e 100 mila di più dell’andata. Peraltro, il declino del pubblico non riguarda la platea di tutte le squadre, considerate insieme. Coinvolge, invece, le principali squadre. Juventus, Roma, Napoli e le due milanesi: dal campionato 2011-12 a quello attualmente in corso (2015-16) perdono tutte ascolti. Dai 9 milioni e 700 mila, fatti osservare dal Milan, a 1 milione, circa, nel caso dell’Inter. Quest’ultima, peraltro, è l’unica squadra ad aver guadagnato in modo significativo, durante l’attuale campionato: oltre 5 milioni di spettatori. Il Milan, d’altronde, paga il declino degli ultimi anni, segnato dal trasferimento dei suoi campioni altrove (soprattutto al Psg). Mentre l’Inter ha beneficiato del campionato di vertice condotto fino ad alcune settimane fa. Perché la classifica, come si è detto, fa ascolti. Ma, al tempo stesso, li può deprimere. Assistere a partite accese, giocate da campioni, in un campionato combattuto ed equilibrato, aiuta. Alimenta l’attenzione del pubblico. Per questo gli incontri di vertice della Premier oppure della Liga suscitano un interesse superiore rispetto a gran parte delle partite che si svolgono nei nostri stadi. Semivuoti. Tuttavia, il calo che si osserva su Sky e su Mediaset Premium – in misura molto simile – suggerisce anche altre ipotesi. In particolare, che il declino del pubblico non dipenda (sol)tanto dall’interesse, ma anche dalla credibilità – molto bassa dello spettacolo e dei suoi attori. Accostati a scandali e sospetti – sempre più frequenti. Un’idea rafforzata dai dati dell’Osservatorio di Demos- coop (settembre 2015). Il 53% dei tifosi ritiene, infatti, che il campionato, rispetto a 10 anni fa, sia maggiormente condizionato dalle scommesse, il 42%: dalla criminalità e dalla corruzione. Per contro, solo il 15% pensa che sia divenuto più credibile. Il 45%: di meno. Così, per citare Spinoza, anche nel calcio è giunto il tempo delle “passioni tristi”. O, peggio, senza passioni. E rischia, per questo, di annunciare un tempo molto triste. Per gli “interessi” (economici) delle società calcistiche e delle reti tv. Ma anche per noi. Perché vivere senza passioni e senza bandiere, politiche e perfino calcistiche: non è un bel vivere.
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Dopo aver vinto il Leone d’oro con “Sacro Gra”, il regista Gianfranco Rosi è andato a Lampedusa, approdo di migliaia di migranti in cerca di libertà, per raccontare una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.
“‎Fuocoammare” è l’unico film italiano in gara a Berlino. Al cinema dal 18 febbraio.


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MA DAVVERO FI VUOL CANDIDARE BERTOLASO A ROMA?
LETTERA DEI CITTADINI DE L’AQUILA AI ROMANI
Cari romani,
con questa lettera vorremo cercare di raccontarvi brevemente tutti i danni, le speculazioni e le ingiustizie che ha causato Guido Bertolaso sul nostro territorio: L’Aquila.
Menzogne. Il 30 marzo 2009, una settimana prima del terremoto, Bertolaso organizza a L’Aquila la commissione Grandi Rischi. “Un’operazione mediatica”, come la definisce lui stesso nelle intercettazioni, con lo scopo di “tranquillizzare la popolazione”. Per effetto di questa “operazione” molte persone sono rimaste serene nelle proprie case la notte del terremoto. Bertolaso è attualmente sotto processo con l’accusa di “omicidio colposo plurimo”, mentre il suo vice Bernardo De Bernardinis è già stato condannato in via definitiva. Dopo il terremoto, le menzogne hanno continuato ad essere protagoniste: dalla grottesca idea del G8 – che ha avuto il solo merito di blindare la città e far costruire due inutili strade – alla favola “dalle tende alle case”.
Repressione. Fin da subito dopo il terremoto, Bertolaso, commissario per l’emergenza, ha utilizzato i suoi poteri per ostacolare in tutti i modi la partecipazione e l’autorganizzazione della popolazione, vietando assemblee e volantinaggi nelle tendopoli, trasferendo metà della popolazione in altre città e in altre regioni, e reprimendo ogni tipo di protesta, grazie alla complicità del prefetto e vice commissario Franco Gabrielli (poi suo successore a capo della protezione civile e ora Prefetto di Roma – guarda un po’!). Era vietato discutere del futuro della propria città o paese e fin dalle prime ore dopo il terremoto il territorio è stato completamente militarizzato. Si arrivò anche al paradossale sequestro delle carriole utilizzate per le proteste.
Speculazione. Con le palazzine del Progetto Case e le sue 19 “new town” Bertolaso ha sostanzialmente contribuito alla devastazione del territorio aquilano, occupando circa 460 ettari fuori città (più dell’estensione del centro storico aquilano) e favorendo, grazie alla deroga sugli appalti dovuta all’emergenza, le imprese che hanno costruito tali alloggi ad un costo intorno ai 3mila euro a metro quadro. La Protezione Civile è arrivata perfino ad utilizzare isolatori sismici non collaudati e difettosi (forniti dalla fondazione Eucentre di Gian Michele Calvi), dal costo gonfiato, per cui Mauro Dolce, in qualità di responsabile del procedimento di realizzazione del Progetto Case è stato condannato. Ovviamente sia Calvi che Dolce facevano parte del Dipartimento dei Protezione Civile ed erano vicini a Bertolaso. Anche qui viene da chiedersi dove fosse l’allora prefetto Gabrielli, che aveva il compito di vigilare sulla legalità della ricostruzione. Dopo 5 anni in alcuni di questi Progetti Case antisismici sono crollati i balconi e senza che ci fosse bisogno di un terremoto.
Ipocrisia. Bertolaso aveva creato un modello di Protezione Civile, a servizio del Governo Berlusconi, teso a nascondere dietro la propaganda mediatica le grande speculazioni, come quella di Anemone e Balducci (entrambi già condannati). E’ successo a L’Aquila, nell’emergenza rifiuti in Campania, per i lavori del G8 alla Maddalena, per i mondiali di nuoto proprio a Roma, e in molti altri casi. Era una prassi talmente collaudata che Bertolaso ha perfino cercato di trasformare la Protezione Civile in una S.p.A.! Solo le proteste dei movimenti, in primis di noi terremotati, sono riuscite a scongiurare una simile follia.
Potremmo continuare per ore. Sembra incredibile che la Protezione Civile abbia subito una simile deriva, piegandosi ad interessi affaristici e politici, e ancora più grave facendosi scudo dell’impegno e del lavoro di tanti volontari. Purtroppo questa gente non conosce dignità, come dimostra il fatto che Bertolaso sia oggi candidato a sindaco di Roma e Gabrielli ne sia già Prefetto!
Il nostro è un appello ai romani (e a tutta Italia), questi personaggi appartenenti alla classe politica, che si definiscono come “tecnici” o “bipartisan” in realtà nascondono la peggiore politica, quella che da anni antepone l’interesse dei poteri economici che distruggono e speculano sui nostri territori, a quelli delle comunità che li vivono. La candidatura di Bertolaso per l’amministrazione della Capitale si inserisce dunque a pieno titolo in un trend di lungo e rodato corso.
La questione è indipendente dall’effettiva vittoria, o anche solo dalla concreta competizione elettorale a cui egli prenderà o meno parte. Anzi, l’appeal bipartisan dell’ex capo del Dipartimento della Protezione Civile è indicativo di un metodo di gestione della cosa pubblica, e delle emergenze in particolare, che ha assunto negli ultimi due decenni una portata sistematica e apparentemente incontestabile nel nostro Paese. Questo metodo si basa, appunto, sulla limitazione temporanea dei diritti civili (e non solo), in contesti in cui l’eccezionalità della situazione (catastrofi naturali, disastri ecologici, grandi eventi, ecc.) viene evocata come condizione sufficiente per un esercizio non convenzionale degli strumenti di controllo, di sicurezza e di repressione a disposizione. La generalizzazione e l’estensione indiscriminata di questo metodo è dunque, senza alcun dubbio, una delle forme attuali, se non la principale, del totalitarismo.
In altri tempi esso si presentava con l’aspetto del dittatore e della violenza dichiarata (e per questo, più facilmente identificabile dal punto di vista della lotta politica). Oggi ha la faccia apparentemente innocua del burocrate e dell’operatore di soccorso: in una parola, del tecnocrate – ma la sostanza, non cambia.
Bertolaso, ma non ti vergogni neanche un po’?

Claudio S. Martinotti Doria  segnala:

IDA MAGLI E’ MORTA. LA MIA GENERAZIONE E’ MORTA
Maurizio Blondet

Ida Magli  è scomparsa. Non avrà nemmeno lontanamente gli onori funerari che il Sistema ha tributato ad Umberto Eco. E’ logico: è stata la prima a gridare, inascoltata, che l’Europa burocratica era diventata la prigione dei popoli e stava distruggendo la cultura e la civiltà europee.
Ancor meno è stato onorato Piero Buscaroli, grande giornalista , scrittore, musicologo, caratteraccio. Logico: fu sempre  un sopravvissuto della Repubblica Sociale in territorio nemico. Da giovane praticante,  leggevo  avidamente  i suoi straordinari, originalissimi reportage dalla guerra del Vietnam (per il Borghese); come direttore delRoma di Napoli, rivelò che l’ex ministro Taviani gli aveva ammesso: gli attentati dei “neri” erano organizzati dal ministero dell’Interno, democristiano”. Indro Montanelli al Giornale non si privò della sua penna, nutrita di una cultura magnifica e di una sete offesa di verità, ma, vilmente, gli impose di firmare con uno pseudonimo – Piero Santerno – perché riteneva compromettente il suo vero nome. Era un discriminato, un impronunciabile nel sistema politico della “Libertà”. Da giovane leggevo avidamente “Santerno”, ho imparato da lui che anch’io ero in territorio nemico, senza ordini.
Buoni e cattivi maestri, se ne vanno tutti.
I tre erano della generazione precedente alla mia, gli ottanta-novantenni. Quella che – come ci ha informato l’Istat- sta  morendo in massa: 62 mila nel 2015 più che nel 2014, un’impennata statistica di oltre il 10 per cento, comparabile al 1943, al 1915-18, insomma la mortalità dei tempi delle grandi guerre.
La differenza è che non c’è guerra. Vige da decenni quella che chiamano “pace”:  abbondanza, Europa “unita”, previdenza sociale, società (residuale) del benessere. E a morire sono i vecchissimi, non i giovani al fronte. Perché i vecchi sono sempre più e i giovani quasi non ci sono. Strana “pace”, quella dove una società intera ha cessato di fare figli. In zoologia, sono i selvatici nello zoo a non generare più: la mia generazione si sta accorgendo troppo tardi che questa “pace” è l’altro nome per lo zoo umano?
La mia generazione – quella dei settantenni, nati nella ripresa della natalità del dopoguerra – è quella che ha creato, voluto, queste gabbie. I miei hanno ricostruito. La mia generazione, no.
La rinascita dell’Italia l’hai fatta tu e papà, l’ha fatta la tua generazione, quelli che erano giovani nel ’44, che fecero tanti figli, che votarono per non consegnare il paese ai comunisti assassini; che rimisero in piedi le fabbriche bombardate, e in pochissimi anni   fecero dell’Italia la quinta o sesta potenza industriale, vivacemente competitiva, piena di fabbriche che producevano tutto, acciai e farmaci, idrocarburi, chimica e meccanica, calcolatrici, mobili e navi, ceramiche, carta, auto, seconda in Europa solo alla Germania.
Io – la mia generazione, i baby-boomer – l’abbiamo ereditata, questa società, e come eredi viziati, non siamo stati capaci di mantenerla. Ci siamo lasciti sedurre dalla “rivoluzione culturale”; abbiamo creduto alla “Liberazione sessuale” e alle gioie del “consumismo” e dell’edonismo egoista l’egoismo standard voluto dalla società dei consumi. Abbiamo votato con entusiasmo il divorzio, e poi l’aborto legale: 250 mila bambini in meno l’anno, e dopo quarant’anni, abbiamo il coraggio di stupirci perché ci mancano cinque o se milioni di italiani giovani, e dobbiamo importare giovani dal Nord Africa, come lavoratori di una società in decadenza, che non suscita nei nuovi arrivati nessun orgoglio e nessun desiderio di appartenenza: sfruttati, pagati in nero, certo non ci difenderanno nella guerra prossima ventura. Non sono ”I nostri” figli. Non gli abbiamo consegnato alcun mandato. Voi avete saputo “integrare” i meridionali che venivano dalla gleba, nelle fabbriche di Sesto e di Monza. Noi non abbiamo   alcun orgoglio da trasmettere ai maghrebini, fargli desiderare di essere italiani. E come potremmo? Per la “patria”, abbiamo solo derisioni, e quindi nessun dovere verso di essa. Le nostre istituzioni, l’apparato pubblico che le manovra, sono corrotte e odiose persino a noi; la nostra cultura, l’abbiamo noi stessi abbandonata per la “cultura-standard” di massa, pop e dozzinale. Peggio, non facciamo più alcuno sforzo di quelli che faceste voi, per migliorare voi stessi, i vostri salari e le vostre fabbriche.
Da ragazzo ho vissuto in un’Italia del Nord piena di fabbriche che producevano tutto, e davano lavoro a tutti: fabbriche integratrici, adesso sono scomparse e non è possibile integrare i nuovi arrivati. Come mai esistevano tante fabbriche e sono scomparse? Il segreto lo sapevate, voi della generazione: perché l’Italia veniva dall’autarchia, da tempi dove non ci si affidava al commercio mondiale per comprare in dollari ciò che volevamo, ci si sforzava seriamente – per politica di governo – di avere l’autosufficienza nazionale in tutto. Che significava anche: conservare, ed affinare, “competenze” tecniche ed umane. Voi avete sviluppato le tecniche e insegnato competenze.
Noi, la mia generazione, abbiamo accettato stupidamente il verbo globalista. Perché produrre grano, quando in Australia e in Canada costa meno? Perché fabbricare computer, quando potere comprarli dalla Cina e da Taiwan? Abbandoniamo l’elettronica in cui non siamo competitivi, e concentriamoci laddove abbiamo il vantaggio competitivo: le giacche di Armani, gli stracci di Dolce e Gabbana. Con i soldi  che Armani e i due allegri guadagnano,  ci compriamo smartphone e tablet cinesi.
L’effetto non poteva  essere più ovvio: l’istupidimento generale della società. Perché una cosa è avere lavoratori per fabbricare smartphne e computer, e un’altra per fabbricare pantaloni. Ché poi Armani, le sue giacche le fa’ fare in Pakistan, e qui nemmeno facciamo più i pantaloni.  Come ho già detto un’altra volta, qui dove abito adesso, Corsico, Milano, la Richard Ginori aveva 1800 dipendenti. Adesso è chiusa. La Cartiera Burgo ne aveva 400: sparita. C’erano miriadi di  fabbrichette meccaniche, ossia miriadi di salariati e di specializzati: adesso ci sono dei pensionati e dei supermercati.
Abbiamo anche aderito all’euro; ci liberava della liretta; soprattutto, ci liberava della nostra sovranità nazionale che ci ha sempre pesato per la responsabilità che comportava; l’abbiamo affidata a “l’Europa”, sicuri che avrebbe provveduto ai nostri interessi meglio di noi. Noi come generazione dei baby-boomer, abbiamo fatto questo. Non io personalmente – io ho cercato di oppormi, ho fatto persino lo scrutatore nel referendum contro il divorzio e l’aborto, nelle scuole ero nella minoranza che si opponeva a quelle derive, e nel lavoro mi sono fatto bollare ben bene da fascista. Ancor peggio, mi son fatto deridere ed emarginare  come cattolico, oscurantista, reazionario antisemita, escludere da tutti i posti rispettabili. Però, sinceramente non posso negare la mia corresponsabilità. Come elemento della mia generazione, ne ho condiviso la temperie, mi son lasciato infettare dagli stai d’animo collettivi, sedurre dalle facilità che mi offrivano come liberazione. Alla fin fine, ho divorziato anch’io. E non ho figli.
Adesso questa generazione si appresta ad estinguersi, meritatamente: perché continuare ad esistere, se non ha una vera ragione di vita? Ci siamo liberati di Dio, dai suoi obblighi e dalla patria dei suoi doveri. La liberazione sessuale ci dà le ultime gioie – grazie al Viagra, al turismo sessuale, un’indecenza tristissima di vecchi che se lo possono ancora permettere. Se cerco di sunteggiare il bilancio del nostro passaggio nella storia, devo riconoscere: Mai una generazione ha goduto tanto benessere e sicurezza, e mai ha avuto tanta paura di generare, di impegnarsi fino in fondo e per sempre; mai è stata più insicura della durata della cosa che chiamiamo “pace”. Viviamo fra macerie morali – quelle che abbiamo creato noi stessi – aspettando la fine zoologica. L’impennata di mortalità sta per raggiungerci. Ci sta per raggiungere anche la conseguenza del sistema globalizzato, del capitalismo mondiale – il sistema radicamento sbagliato – che ci aveva promesso il benessere crescente.
Come ovvio, come sempre, la nuova ondata è cominciata negli Stati Uniti. La Federal Reserve di New York ha comunicato pochi giorni fa che gli ultra-sessantacinquenni d’oggi hanno debiti per mutui del 47%superiori agli ultra-sessantacinquenni del 2003, e il 27% di debiti in più per l’auto a rate.   Li riconosco, sono i baby-boomers, sono la mia generazione: coi salari in calo da trent’anni, non hanno rinunciato ai “lussi standard” dell’auto nuova, della villetta. Non potevano permettersela? L’hanno comprata a  debito. Mai una generazione di vecchi si è indebitata tanto per il superfluo; almeno una volta i vecchi riducevano le spese, la nostra generazione – la parte americana –   le ha persino aumentate. A credito.
E adesso, sentite la trappola: il pensionato Sal Ruffin, di Weatherby Lake, Missouri, aveva una bella pensione, 3.300 dollari al mese. Adesso, il suo fondo pensionistico gli ha comunicato: da questo mese, la sua pensione è 1.650 dollari mensili. Sono le gioie del capitalismo terminale: le pensioni in Usa sono private e a capitalizzazione pura, gestite da fondi d’investimento che ricavano i profitti necessari per pagarle impiegando i capitali versati dai soci attivi in Borsa, anzi in tutte le borse mondiali, e in titoli pubblici. Coi titoli pubblici ad interessi zero, le banche centrali che pagano interessi negativi, e le Borse cadenti, i fondi-pensione non sono più in grado di pagarle.
E detti fondi-pensione hanno ottenuto dal Senato e dal governo una legge – il Multiemployer Pension Reform Act – che consente loro, dopo comunicazione al Tesoro, di tagliare i pagamenti pensionistici allo scopo di rimanere solventi. Sono già 400 mila americani ad aver subito il taglio; la mia generazione. Quella della liberazione sessuale, del ’68. La stessa generazione che oltre i 65 s’è indebitata per mutui casa, il 47 per cento in più di quanto facessero i 65 enni di dieci anni prima. Fidando di pagarli con le buone pensioni per cui hanno versato contributi per una vita, e che ora vengono dimezzate. Pensate che trappola. Il 47% degli americani che pur guadagnano 75 mila dollari annui e più – quindi classe media, mica poveri – non è in grado di far fronte a una emergenza che costi 500 dollari.
In Europa l’estinzione della mia generazione, che ha aderito volontariamente a tutti gli errori radicali del secolo, è a questo punto: che ha lasciato tornare il pericolo turco. Come sempre quando l’Europa abbandona la sua identità cristiana. Chi l’avrebbe mai detto? Ci siamo circondati di istituzioni di “sicurezza comune”, NATO, UE, la Turchia nostra alleata, la laicità, la secolarizzazione compiuta (mai più intolleranza religiosa) … e i nostri figli, i nostri nipoti, dovranno forse combattere con le armi l’Islam: e dove sono? Non li abbiamo generati. Combatteranno per noi i maghrebini, i somali, gli eritrei, i siriani che abbiamo accolto – per pagarli meno di noi, in uno spazio senza identità e senza cultura, dove la civiltà è stata rimpiazzata dalla cultura pop?
Ve lo dico perché sento alla radio che fra “le voci della cultura” che, dopo aver salutato Umberto Eco, oggi salutano le unioni civili, sento nominare tal Jovanotti. “Finalmente entriamo in Europa”, ha esultato. Un vero genio, uno che fa’ molti soldi perché è popolare, e molti giovani vanno a quelli che si osa chiamare i suoi concerti. Direte: è un giovane. E’ un giovane di 50 anni che abita a New York, spende lì i milioni che “i giovani” gli danno tanto volentieri.
Così, non sono stato “Il pioniere di una nuova Italia rinata nel mondo”. A 72 anni, mi preparo ad estinguermi con la mia generazione sapendo bene che l‘abbiamo meritato: con un lagno, non con un grido. Scusami mamma, non ce ‘ho fatta. E’ stata anche colpa mia.   Non sono nemmeno sicuro di morire cattolico romano; dei “giovani” alla Jovanotti, sono sicuro.
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MASADA n° 1741 28-2-2016 CIRINNA’ E ALTRI ORRORI

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MASADA n° 1741 28-2-2016 CIRINNA’ E ALTRI ORRORI
Blog di Viviana Vivarelli

C’era GIà una maggioranza di 199 voti palesi per far passare la Cirinnà in modo regolare e gli emendamenti si erano ridotti a 500, smaltibili in 500 giorno con democratica discussione in Senato, ma Renzi ha voluto far passare una legge sui diritti civili alla fiducia, riducendola a una barzelletta e imbarcando i verdiniani- I media non hanno saputo far altro che attaccare il M5S per colpe inesistenti come l’incostituzionale canguro – Invece di dare la parità di diritti ai gay la Cirinnà sancisce il loro essere cittadini di serie B – Per i loro figli è lo stesso – Chi sono gli alleati inqualificabili di Governo: Alfano e Verdini – Un Governo sempre più a destra – Un Papa che se ne lava le mani – Il giuramento di fedeltà assoluta dei verdiniani, alla faccia della libertà di mandato! – La risata omerica dei giornalisti quando Renzi si è vantato dei successi di due anni di governo – Ma quale riduzione di tasse? Ci sono 45 miliardi di tasse in più – L’OCSE smentisce Padoan: non è vero che Il Pil crescerà dell’1,6 % – 23 giugno: referendum inglese sull’Europa – Il referendum sulle trivelle – L’intramontabile corruzione della Lega – Dove siamo ultimi

Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l’uomo, poi l’uomo e ancora il maiale:
ma era ormai impossibile dire chi era l’uno e chi l’altro
”. (Orwell)

La prima conseguenza della Cirinnà è che da ora avremo più diritti ma saremo meno uguali. E va detto, bisogna essere consapevoli che è la prima volta che lo stato italiano sancisce nero su bianco la diversità (di diritti) degli omosessuali. Prima era solo nei fatti. Ora è legge». (Piergiorgio Paterlini su Facebook)
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Monica Cirrinnà: “Sto pagando le porcate di certi renziani che volevano un premietto. Pago le delusioni di chi, e sono tanti, nutriva forti aspettative nell’ultimo rimpasto di Governo. Stavano tutti lì ad aspettare una promozione. Chi voleva guidare una commissione, chi avrebbe voluto diventare sottosegretario… E allora sono scattate volgari ripicche, atteggiamenti disgustosi in Aula e fuori“.
Non lascerò che il mio nome sia associato ad una legge porcata”. (Poi però lo ha fatto)

Airolo, 5STELLE: “La legge che avete modificato è una schifezza. Andate tutti a fanculo!”
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Renzi: “Ha vinto l’amore”.

AL SENATO PASSA LA CIRINNA’

Passa la legge Cirinnà sulle unioni civili al Senato con 173 voti. Passa alla fiducia, senza discussione parlamentare, ma con un enorme dibattito sui media che hanno falsato tutta la sostanza della parità di diritti per le coppie gay, deviando l’attenzione principalmente sull’utero in affitto di cui la legge non parlava. Alle 98 piazze dei gay che reclamavano parità di diritti, totalmente ignorate dai tg, si è contrapposto il Family day a Roma incentivato dalla CEI, dalla cifre contestatissime, ma a cui i media hanno dato un risalto esagerato. Il Papa ha detto che non voleva interferire con le leggi dello Stato, ma non ha detto verbo ai vescovi e ai cardinali peggiori che hanno promosso una vera rivolta omofoba e bigotta, mentre il cardinal Bagnasco chiedeva il voto segreto al Senato.
Poiché all’interno del M5S si erano alzate molte voci di rifiuto dell’adozione del figliastro da parte del coniuge gay, Grillo ha lasciato libertà di coscienza ai suoi senatori, ma, per quanto solo due si fossero dichiarati avversi a questo articolo, di nuovo i media lo hanno attaccato come fosse lui il distruttore della Cirinnà.
Renzi aveva fin dall’inizio 199 voti a favore della legge nella sua interezza e avrebbe potuto sbrigare in tre giorni gli emendamenti leghisti ridotti a 500, con discussione democratica parlamentare e voto palese, ma ha preferito far credere che i voti mancassero e che quelli dei 5stelle fossero altamente insicuri, così da aprire la maggioranza a Verdini e ai suoi 19 fuorusciti da Forza Italia.
In questo modo la legge è stata imposta alla fiducia, senza discussione parlamentare, accontentando Alfano che ha preteso lo stralcio dell’adozione del figliastro e il non obbligo della fedeltà e aprendo ad altri berlusconiani con uno ulteriore scivolamento a dx della maggioranza.
Il Pd e i media hanno preso a pretesto il diniego del M5S al canguro per un attacco forsennato come se essi intendessero boicottare la legge. In realtà sono stati gli unici assieme a Sel a difenderla nel suo impianto originario ma i troll a libro paga di Renzi si sono scatenati in una campagna aggressiva e ossessiva mentre in televisione si sentivano
I 5stelle escono dall’aula. Avevano dichiarato sin dall’inizio che non avrebbero votato nessuna manipolazione della legge originaria, e così hanno fatto. La legge al Senato è stata profondamente snaturata. I gay non conseguono la parità di diritti anzi la legge sancisce la loro diversità. La loro unione di coppia non è parificata al matrimonio eterosessuale.

Nel Parlamento uscito dalle elezioni politiche del 2013 il PD non ha la maggioranza assoluta né alla Camera (dove ha 301 seggi su 630) né al Senato (dove ha 111 seggi – più uno, del presidente Grasso – su 315). Sebbene alla Camera al PD basti convincere pochi deputati per avere il sostegno della maggioranza assoluta su qualsiasi provvedimento, al Senato gli equilibri sono molto diversi. Senza Verdini Renzi dovrebbe andarsene, ma è ovvio che con lui la maggioranza è cambiata, per cui Renzi dovrebbe salire al Quirinale e avvertire il Presidente della Repubblica. Addio Pd, ecco il Partito della Nazione che imbarca dx e riciclati in tutta Italia. Se si fosse fatta una votazione regolare, la maggioranza per la Cirinnà ci sarebbe stata, ma Renzi aveva deciso di stralciarla fin dall’inizio. Notiamo che per 9 volte era stata chiesta la votazione in aula e per 9 volte era stata rifiutata. Verdini è ormai organico al Governo renziano; l’operazione trasformista è completa! Senza la dx di Alfano, 32 voti, e senza Verdini e i suoi 19 voti, Renzi al Senato non avrebbe la maggioranza.
Verdini ha giurato che lui e i suoi 19 voltagabbana voteranno a occhi chiusi qualsiasi legge Renzi voglia imporre. Alla faccia della libertà di mandato su cui i piddini strepitano assai!
Per i 5stelle la legge votata è una schifezza e dice che siamo solo agli inizi della lotta per la parità dei gay agli etero. I gay restano ancora cittadini di seconda classe, anzi la legge sancisce proprio la loro diversità. Se prima erano cittadini di serie B di fatto, ora lo sono per forza di legge.
Renzi ha sbandierato che ‘L’amore vince”. In realtà vince l’amore per il potere. Vince l”intrigo. Vince la dx peggiore.
La discussione sulla Cirinnà con tutte le accuse al M5S perché non accettava il supercanguro che avrebbe falciato tutti gli emendamenti richiesti e che era palesemente antidemocratico, già giudicati incostituzionale nel marzo 2015 e rifiutato dallo stesso presidente del Senato, ha riempito i giornali di diffamazioni mentre nelle segrete stanze si svolgevano le trattative tra i 19 senatori ex berlusconiani portati a fianco di Renzi da Verdini, con tutte le promesse necessarie di posti di potere per i nuovi alleati.
Ora la maggioranza ha fatto un altro passo verso dx. Il Governo Renzi ha perso quella maggioranza nominativa dei partiti che dovevano far parte del suo Governo e secondo cui ha ottenuto l’incarico dal Presidente della Repubblica e siccome non ha più la maggioranza iniziale, dovrebbe salire al Quirinale.
Senza la dx di Alfano, 32 voti, e senza Verdini e i suoi 19 voti, Renzi al Senato non ha la maggioranza (ecco perché lo vuole trasformare in un Governo di ‘nominati’). Ha solo 143 voti mentre per avere la maggioranza in Senato ne occorrono più di 161. Il che vuol dire che Renzi è molto a rischio e dipende dai ricatti di pochissime persone che possono chiedergli quello che vogliono. La cosa è particolarmente turpe, visto anche che, se avesse presentato la Cirinnà così com’era, nella sua interezza, avrebbe avuto subito la maggioranza dei voti senza sottostare a ricatti. Ma fin dall’inizio, con tutti i rimandi, i veti alla discussione in aula, le lentezze e le false piste, ha scelto esattamente la strada dello spostamento a dx, usando la Cirinnà come arma di diffamazione contro i 5stelle, che sono 35. 143 + 35 dava 178 ma i conti dei senatori consenzienti davano una cifra molto superiore da subito: 199, con la certezza matematica che la Cirinnà sarebbe passata così com’era, ma tutto è stato stabilito fin dall’inizio perché andasse come è andata, cioè nel modo peggiore.
Così Renzi ha ottenuto un triplice scopo: spostare il Governo ancora di più a dx, umiliare il Parlamento e diffamare, con la scusa del veto al canguro peraltro illegittimo, i 5stelle. C’è in tutto questo una furbizia e una cattiveria notevoli. Nulla di cui rallegrarsi o dire “Ha vinto l’amore”.
Con la sconcia conduzione della Cirinnà dove la maggioranza c’era sin dal principio e si poteva evitare la porcheria che è stata fatta, tutto è stato esattamente voluto per spostare ancora più a dx la formazione del Governo.
Così Renzi il furbastro è riuscito ad aumentare lo scollamento tra voto elettorale e formazione del Parlamento.
Non solo già prima, con un capo del Governo che non è mai stato eletto e una formazione del Parlamento frutto di inciuci e voltagabbana, mancava la corrispondenza tra il voto popolare e i suoi rappresentanti democratici, adesso questo scollamento è ancora aumentato e siamo governati sempre più da gente che le elezioni le ha perse e sta al potere solo grazie ai patti infami con Renzi, gente che si è venduta per interesse, per di più tutt’altro che pulita, che è carica di pendenze penali e che gli Italiani non avrebbero eletto mai.
Sulla Cirinnà si è consumato un patto infame che è esattamente il contrario di ogni democrazia. E a questo patto infame i piddini assieme ai media hanno messo il loro sporco suggello.
Il canguro era stata dichiarato INCOSTITUZIONALE nel marzo 2015 ed era stato rifiutato dallo stesso presidente del Senato Grasso. Tutta la manfrina dei media che hanno accusato i 5stelle di ogni immondezza per non essersi prestati a tale intervento ILLEGITTIMO è stata spregevole e contro la legge. Il canguro deve sparire! I 5stelle lo hanno rifiutato per l’Italicum e sarebbero stati dei vili se lo avessero accettato adesso per loro comodo. Eppure i media si sono accaniti contro di loro e in tv sono passate diffamazioni incredibili di una barbarie e di un accanimento indegni di un paese civile
Non si mette la fiducia sui diritti civili ! E’ iniquità obbligare il Parlamento ad accettare obtorto collo qualsiasi porcheria col ricatto della fiducia, è un atto antidemocratico di cui Renzi abusa, ancora peggio quando si tratta della parità di diritti di tutti i cittadini davanti alla legge. Qui si calpesta l’articolo 3 della Costituzione. E c’è poco da vantarsi visto che nemmeno ora i gay sono persone pari alle altre. Ogni apartheid è una infamità da barbari, ma per Renzi non solo il Senato è da mettere sotto i piedi, ma l’intero Parlamento. Il suo livello di democrazia sta a zero.
Renzi poteva vincere subito facilmente,199 voti contro 121, voto palese e la Cirinnà passava subito, e Renzi avrebbe potuto allineare l’Italia, almeno sui diritti civili, ai Paesi più moderni d’Europa, sia pure con un ritardo di 20 anni, rispettando l’art. 3 della Costituzione che comanda che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge ma ha preferito umiliare di nuovo il Parlamento con una legge imposta e orrenda. Invece ha calpestato la volontà elettorale con una alleanza contro natura allargando ancora di più il Governo verso dx e scegliendo i ricatti dei verdiniani come se non bastassero quelli degli alfaniani, e non stiamo parlando della parte migliore del Paese. Ha buttato nel cesso la democrazia per gli intrighi, i patti preelettorali con la Chiesa più retriva, con i peggiori detentori del capitalismo europeo, con la dx di Berlusconi, con i voltagabbana e i poltronisti.
Tutto era stabilito fin dal principio, fin da quelle 3 ore di colloquio ad Arcore, nel dicembre 2010, con cui B garantiva a Renzi la scala al potere e in cambio gli chiedeva sicurtà per i suoi processi, un Governo ultraliberista, la distruzione della sx sin nei fondamenti, il patto del Nazareno, l’allargamento del Governo inglobando sempre più la dx contro ogni responso popolare.
E così il trasformismo del Governo Renzi ha conseguito lo scopo che un voto elettorale a sx ha come risultato un Governo di dx ! Fantastico!
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In verità il regolamento del senato considera maggioranza la metà più uno dei presenti.
E siccome i presenti erano 243, Renzi avrebbe avuto la maggioranza anche senza associare al Governo Verdini e i suoi, il che dice che, primo: non si fida dei suoi, secondo: che voleva in tutti i modi aprire a dx ai verdiniani.
Ma se si considera che fin dall’inizio avrebbe avuto 199 voti anche senza canguro e fiducia, il suo intento a svoltare a dx diventa ancor più palese. E chiaro che i nuovi associati voteranno qualsiasi cosa lui voglia in cambio della poltrona e saranno più fedeli di Zanda.

Paola Nunes. 5stelle
Renzi ha preferito umiliare di nuovo il Parlamento e gli Italiani, mettendo la FIDUCIA su di una legge PARLAMENTARE, su Diritti Inviolabili, e svilendo una legge che già era ai minimi termini, la più MODERATA d’Europa; cercando un alibi nella COERENZA e nella LEGALITA’ del m5stelle.
Paradosso tutto italiano, essere valutati inaffidabili per ECCESSO di coerenza e per RISPETTO dei principi inviolabili, primo tra tutti quello della Democrazia.
Ma allora PERCHÉ?
Perche era già tutto deciso e PREMEDITATO, Renzi era da tempo, se non da sempre che voleva fare questa legge con Alfano e Verdini, stralciando l’adozione del figliastro, cercava solo un ALIBI, e lo ha trovato in un CANGURO incostituzionale ed illegittimo.
I piddini si sono sgolati parlando di voltafaccia di Grillo, ma l’unico voltafaccia è come sempre quello di Renzi che dice di voler fare una cosa e poi fa sempre il suo opposto.
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Alessandro Gilioli
La legge sulle unioni civili aveva anche (se non fondamentalmente) lo scopo di stabilire che chiunque, in questo Paese, ha pari diritti indipendentemente dall’orientamento e dal genere. Almeno, questa era la battaglia complessiva, cioè quella che riguardava tutta la società nel suo complesso. Una battaglia di civiltà per tutte e tutti. Sarebbe molto ipocrita negare ora che questa battaglia è stata totalmente persa. Dal punto di vista di ciò che la legge sdogana in termini di principi, stiamo perfino peggio di prima: prima una minoranza veniva ignorata, nei suoi diritti; ora si è deciso ufficialmente che ha meno diritti degli altri. Come se ai tempi dell’apartheid, ai neri fosse stato concesso di salire sugli autobus dei bianchi, ma scrivendo nella Costituzione che dovranno cedere ai bianchi il posto a sedere. Una cosa così. Alfano fa comodo. Fa comodo perché si può attribuire a lui quello che in realtà vuole mezzo Pd, quello centrista e cattodem. Fa comodo perché gli si proiettano responsabilità che invece sono proprie. Fa comodo perché parla la stessa lingua del Pd. Renzi poteva facilmente liberarsi di Alfano, dopo le primarie Pd del dicembre 2013. Sull’onda di quel successo avrebbe ottenuto facilmente la maggioranza assoluta dei seggi anche al Senato. Ha preferito tenerselo, usandolo come recipiente per scaricare le tensioni interne al suo partito. In questi giorni si è visto in modo plastico. e
E circa l’ingresso dei verdiniani in maggioranza, ricordo lo sdegno dei miei amici del Pd quando i vari Villari, Scilipoti e Razzi lasciarono il centrosx per tenere in piedi con i loro voti Berlusconi. Non so, si chiedano cosa ci sia di meglio, in questo loro trasformista alleato senza scrupoli. Se lo chiedano in onestà intellettuale. E guardino, se riescono, come sono finiti.

La scrittrice Michela Murgia
“La legge ottenuta è un regresso, perché prima si potevano ottenere tutti i diritti derivanti dallo stato di famiglia ora viene concesso qualcosa ma non in base a un vero matrimonio, dunque in un modo che può essere contestato. La legge è poco più che un contratto civile tra privati. Alcuni diritti, quelli fondanti, sono stati esplicitamente esclusi da ogni speranza e questo è molto grave. La legge afferma decisamente che un accordo tra omosessuali NON è una famiglia. La discriminazione rimane. E questo per favorire la parte più retriva e arretrata del Paese. La legge non tocca il principio fondamentale della situazione. Il tutto resta basato su una base discriminatoria. Oltretutto ora questa discriminazione è sancita da una norma. Tutte le conseguenze laterali dovevano derivare da un riconoscimento della situazione matrimoniale. Non facendolo, ognuna di queste conseguenze apparentemente migliorativa sembra generata da sola anziché fondarsi sul principio di tutela reale di un vero matrimonio, dunque potrà essere messa in discussione con estrema facilità. Non ho nessuna fiducia nel disegno di legge in preparazione sulle adozioni, visto quanto è stato fatto ora. Ci vorranno decenni prima che questa legge possa essere rimessa in discussione. Secondo questa legge la coppia omosessuale non rappresenta un bene comune, un interesse pubblico tutelabile ma incarna poco più che un accordo tra privati. La legge sana gli effetti collaterali ma lascia intatta la sostanza della discriminazione. La legge originaria voleva tutelare i figli già esistenti per non trattarli come figli di serie B, non c’era alcuna apertura alle adozioni. Ma ora il bambino che non è stato concepito in Italia non avrà gli stessi diritti. Tutta la discussioni si è concentrata su questo senza ricordare che il 90% delle coppie che rivendicano diritti su bambini concepiti altrove sono eterosessuali (la Lorenzin dice che sono il 60%, questi dati sono coperti dal segreto della privacy ma sarebbe facile trovarli). Il fatto è che esistono già bambini nati in modio vietati in Italia, poi ci sono figli già esistenti di un membro o di entrambi i membri della coppia e si ritrovano a non essere tutelati e questo è grave.
La scelta di Renzi è stata particolarmente efferata. La Cirinnà era partita con 199 voti, bastanti senza rimandi, canguri e fiducia, ma Renzi ha privilegiato Alfano che non rappresenta nessuna parte dell’elettorato o al più l’1% più retrivo e ottuso della popolazione, a scapito dei 12 milioni di elettori che il Pd, nemmeno lui, ha avuto, oltretutto un Alfano che nessun elettore del Pd ha scelto come alleato di Governo e che non rappresenta nemmeno la parte onesta del Paese, mostrando sia lui che i suoi un aspetto molto inquietante sul fronte della giustizia. Con questa scelta Renzi ha calpestato le direttive europee, ha distrutto l’art. 3 della Costituzione che ordina che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge, ha sancito legalmente l’aberrazione omofoba precisando la diversità della coppia omosessuale da quella eterosessuale e dunque legalizzando il pregiudizio omofobo e ha fatto questo solo per un interesse di poltrona, pur sapendo che se fosse andato avanti con decisione sulla Cirinnà come promesso, Alfano non avrebbe fatto nessuna crisi di Governo, perché uno come lui fuori dal Governo sparisce e non sarebbe votato da nessuno

Viviana
Trovo particolarmente disgustoso tutto l’accanimento contro il M5S organizzato e messo su dalla gazzarra dei media e dei troll prezzolati di Renzi. Con quale impudenza hanno potuto far credere che la legge non passava per colpa dei 5stelle che avevano rifiutato il canguro, cioè la cancellazione delle migliaia di emendamenti proposti soprattutto dalla Lega e molte centinaia dallo stesso Pd, quando:
-il M5S non aveva proposto nessun emendamento
-il canguro era stato dichiarato incostituzionale un anno fa
-il presid. del Senato Grasso si era rifiutato di applicarlo perché ‘illegale’
-e in Senato non era mai avvenuta mai una discussione o votazione sul testo,ma questo era stato presentato alla fiducia(dunque con Renzi che calpestava 3 volte il diritto del Senato di discutere, modificare e legiferare).
Ma l’informazione è stata distorta in modo perverso come è stata distorta l’uscita dei 5stelle dal Senato, quando essi avevano precisamente dichiarato che non avrebbero votato alcune manomissione della Cirinnà e così hanno fatto.

Dunque con questa orrenda legge, Renzi calpesta la Costituzione, va contro l’Europa, si allinea ai Paesi più incivili, si fa mettere i piedi in testa da Alfano e si compera nuovi alleati con Verdini per rinforzare il suo trono vacillante.

STEPCHILD RENDITION
Marco Travaglio
Siccome ben 199 senatori, cioè la stragrande maggioranza del Senato, sono favorevoli a tutta la legge Cirinnà, compresa la stepchild adoption, il molto democratico presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico (si fa per dire) ha deciso di stralciare, cioè di cancellare la stepchild adoption dalla legge Cirinnà per compiacere i 121 senatori contrari. Nella democrazia alla rovescia, la minoranza mette sotto la maggioranza. E il governo pone la fiducia, nel silenzio complice del Quirinale e dei presidenti delle Camere, su una legge parlamentare su cui lo stesso Pd aveva lasciato libertà di coscienza, salvo ora imporre la coscienza (si fa sempre per dire) di Bagnasco, Alfano & C. con un voto blindato pro o contro il governo.
Che, così, costringe chi non fa parte della maggioranza (M5S e Sel) a votare contro una legge a cui è favorevole. Se fino all’altroieri una minoranza usava la fiducia per costringere la maggioranza a votare leggi che non condivideva (Jobs Act, Italicum, nuovo Senato), ora lo fa per vietare alla maggioranza di approvare una legge che condivide. Siccome chi ha vinto le elezioni (Pd+Sel e 5Stelle, che nei sondaggi rappresentano due terzi degli elettori) vuole la stepchild, è naturale che la stepchild non passi, o passi dimezzata per ordine di chi le elezioni le ha perse (Lega e Pdl, ora sparpagliato tra FI, Ncd e pulviscoli vari che arrivano al massimo al 30% nei sondaggi) e di uno Stato estero.
Fino all’altroieri il Pd, a parte i soliti quattro catto, giurava che mai avrebbe accettato lo stralcio della stepchild. Ivan Scalfarotto, sottosegretario: “Chi oggi esulta per le unioni civili in Grecia esulterebbe se in Italia passasse una legge senza stepchild come quella greca?” (23.12). Sergio Lo Giudice, senatore: “Stralciare la stepchild è un’ipotesi priva di fondamento: la legge sarebbe massacrata dalle sentenze europee dal primo giorno” (7.12). Renzi: “No allo stralcio della stepchild adoption: nasce come proposta della Leopolda e l’abbiamo appoggiata sin da allora” (29.12). Monica Cirinnà: “La stepchild ci sarà” (30.12). Federico Fornaro, sinistra Pd: “Chi chiede lo stralcio vuole che l’Italia resti l’unico paese europeo senza una legge sulle unioni civili” (4.1). Pier Luigi Bersani, ex segretario: “No allo stralcio delle adozioni” (14.1). Paola Campana: “Nessuno stralcio, non si abbassa l’asticella sui diritti dei bambini” (14.1). Luigi Zanda, capogruppo al Senato: “Non si parli di stralcio della stepchild: il testo ha già subìto almeno 4 revisioni” (16.1).
Giuseppe Lumia: “Non ci sarà nessuno stralcio. Il testo che contiene la stepchild adoption è equilibrato e in grado di avere il più largo consenso dell’aula” (4.2). Matteo Orfini, presidente Pd: “Tirare dritto con il testo Cirinnà. Non prendo in considerazione l’ipotesi che la legge non passi con anche la stepchild” (7.2). Ri-Zanda: “Avanti senza alcuno stralcio, passerà anche la stepchild” (8.2). Anna Finocchiaro, senatrice: “Ok stepchild. Da stralcio nessuna deterrenza a maternità surrogata” (9.2). Ri-Renzi ad Alfano: “La posizione del Pd non è per stralciare la stepchild” (14.2). Ettore Rosato, capogruppo alla Camera: “Si smetta di parlare di stralci: è in gioco un punto delicatissimo come la tutela dei minori” (15.2). Roberto Speranza, sinistra Pd: “Non è immaginabile togliere la stepchild adoption” (17.2). Ri-Zanda: “Il gruppo Pd al Senato punta a portare avanti il ddl Cirinnà senza stralcio della stepchild adoption” (17.2). Ri-Cirinnà: “Se la legge cambia e diventa una schifezza, tolgo la firma e lascio la politica” (17.2). Luciano Pizzetti, sottosegretario alle Riforme: “La parola stralcio è una bestemmia” (18.2). Francesco Verducci, a nome dei 21 senatori “giovani turchi” Pd: “Chi parla di stralcio sa che renderebbe impossibile l’unità del Pd” (18.2).
Poi è bastato il fischio di padron Matteo col contrordine compagni, e tutti a cuccia: sì allo stralcio della stepchild adoption, evvai, evviva, che bello, è quello che abbiamo sempre sognato, com’è umano Renzi! In Vaticano hanno persino riaperto il Carnevale in piena Quaresima. Ma dove sono Scalfarotto, Zanda, Rosato, Speranza, Finocchiaro e Orfini con tutti i giovani turchi? E la Cirinnà, avrà già lasciato la politica? Si teme un rapimento, una rendition di massa modello Abu Omar. Forse Renzi li tiene segregati nelle segrete di Palazzo Chigi a pane e acqua con le omelie di Adinolfi dagli altoparlanti? Chi ha notizie faccia sapere. Intanto organizziamo le ricerche con i cani da valanga.
Ci piacerebbe tanto avere con noi l’impavido Francesco Merlo che, quando il M5S decise (come il Pd) la libertà di coscienza pur sposando in toto la legge, fremeva di sdegno su Repubblica contro “la giravolta di Grillo” che “si allea con Quagliariello in nomine Dei… nei tortuosi corridoi politici degli atti indecenti e nell’Italia delle sacrestie e dei campanili” contro “la civiltà europea della faticosa ma necessaria legge Cirinnà…
la legge più moderna e più radicale che il Parlamento italiano possa approvare in materia di diritti civili, la sola che ci possa agganciare all’Europa”. Poi osservava sconsolato: “già si parla di ‘stralcio’, ‘emendamento’, di un altro ‘super canguro’, che è il lessico del rinvio, la più crudele pena inflitta all’Italia, condannata all’eternità dell’indolenza… alla morbidezza del peggio, al capriccio perverso dell’andreottismo, al rinvio come via italiana al vaffanculo”.
Ecco, ora che tutte queste belle cose le fa Renzi, servirebbe tanto la verve del Merlo. E invece niente, desaparecido anche lui. O forse, più semplicemente, stralciato.
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Ma chi è Alfano?
E’ uno che nel Paese rappresenta zero elettori, che è nei guai con la giustizia per abuso di ufficio, ma è stato scelto da Renzi come Ministro della Giustizia, ma che alla Giustizia ha fatto parecchio male in quanto ha permesso agli imputati di denunciare il pm, che ha bloccato le leggi antimafia, ha messo un bavaglio alla stampa sulle intercettazioni, ha fatto continui regali agli evasori fiscali (fino alle soglie di impunità per i delitti tributari, pagamenti in contanti fino a 3 mila euro, tolto il divieto di pagare gli affitti cash). E ha fatto false riforme su falso in bilancio, autoriciclaggio, corruzione, concussione e voto di scambio; i continui decreti salva-Ilva per neutralizzare le ordinanze dei giudici di Taranto; l’accusa ai pm che indagano sui crimini delle grandi aziende di danneggiare l’economia
Ma prima, come “innamorato di Berlusconi” e suo ministro della Giustizia, aveva firmato il “lodo” che sospende i processi alle alte cariche dello Stato (incostituzionale e bocciato dal referendum) Poi con Letta diventa Ministro degli Interni e organizza il sequestro e la deportazione in Kazakhstan di Alma Shalabayeva e della sua bimba di 6 anni, moglie e figlia di un dissidente.
“Uno che ha difeso a spada tratta l’amato Silvio dopo la condanna definitiva per frode fiscale ed è salito più volte in pellegrinaggio da Napolitano per perorare la grazia. Poi ha tradito B e ha fondato un partito NDC che Travaglio chiama Nuovo Centro Detenuti per l’altissima densità di inquisiti e arrestati (23 parlamentari su 69 iscritti a Ncd-Udc). Due ministri Ncd, Maurizio Lupi e Nunzia De Girolamo, finiscono nei guai con la giustizia e devono lasciare i rispettivi ministeri. I sottosegretari alfanei Giuseppe Castiglione e Simona Vicari sono indagati, l’uno in Mafia Capitale per turbativa d’asta sull’appalto del Cara di Mineo, l’altra per falso in varie visite in carcere a Cuffaro per favorire i suoi affari, ma restano al loro posto. I senatori alfanoidi Antonio Azzollini e Giovanni Bilardi devono essere arrestati, l’uno per una mega-bancarotta fraudolenta in Puglia e l’altro per le spese pazze in Calabria (peculato), ma i comparielli in Senato salvano il primo dalle manette e sul secondo si dimenticano proprio di votare.” (Travaglio)
Ecco a quale gentaglia Renzi si è inchinato.
Ma, grazie a Dio, ora, con la scusa della Cirinnnà, Renzi ha imbarcato nel Governo i verdiniani, altri fiori di purezza, di fronte ai quali persino Alfano esce pulito. Chissà i piddini come saranno contenti!
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Una campagna di stampa bieca, cinica, crudele e disinformante ha fatto solo i comodi di Renzi che fin dall’inizio voleva accontentare la frangia più barbara ed estremista (Cei in testa) del nostro Paese. Del resto la sua carriera comincia con alle spalle la Compagnia delle Opere e lo stesso Verdini, che lo allevava e finanziava già prima che diventasse sindaco con l’aiuto di Berlusconi, e non per niente ha messo come Ministro della Giustizia uno come Alfano. Era tutto previsto fin da subito. Renzi avrebbe solo fatto finta di fare una legge civile e moderna, ma avrebbe ubbidito alle gerarchie ecclesiali come alla dx peggiore, aprendo per di più a Verdini per portare il Pd ancora pià a dx, profittando del caos informativo per rigettare sui 5stelle tutte le colpe, quando questi erano gli UNICI con Sel a difendere i diritti dei gay nella loro interezza.
Poi basta vedere quanto poco risalto i media hanno dato alle manifestazioni dei gay in 98 piazze italiane e quanto invece all’unica manifestazione della dx codina e omofoba del Family day di Roma.
Uno schifo tutto quanto!
Ma più schifo ancora è chi questi abomini finge di non vederli e continua a difendere Renzi. Non esiste malafede peggiore!
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Molte cose muoiono con questa legge e con l’operato cinico e immorale di Renzi
-muoiono i diritti legislativi del Parlamento
-muore l’articolo 3 della Costituzione che ordina che tutti siano uguali davanti alla legge
-muoiono i diritti civili affidati a della gentaglia che si vende delle poltrone o che compra parlamentari per salvare la propria poltrona
-muore soprattutto la democrazia
-muore la possibilità di miglioramenti del nostro futuro, visto che le leggi ordinarie e quelle penali e costituzionali saranno affidate a gente di malafede come Renzi, Alfano e Verdini
e il nostro Paese dà ancora una volta di sè un’immagine squallida, corrotta e retrograda
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Qualcuno nota i toni soft di Avvenire.
Ma Avvenire e Famiglia cristiana non sono mai stati estremisti.
Poi si deve tener conto della discrasia piuttosto ipocrita di Papa Francesco, il quale ha detto che lui non si occupa delle cose dello Stato ma poi ha lasciato che la Cei intervenisse a gamba tesa proprio sulle leggi dello Stato al punto che è stato il cardinal Bagnasco a chiedere il voto segreto sulla Cirinnà.
insomma il Papa ha ritirato la mano ma la lasciato che il sasso lo tirassero i suoi vescovi senza intervenire, quindi con chiara complicità.
Se a voi questo pare un comportamento limpido…
Ognuno deve prendersi le sue responsabilità
Un capo indiscusso con un potere assoluto come un papa non può farci credere che basti la sua parola di non intromissione nelle faccende dello Stato e poi lasciar fare la gazzarra incivile che c’è stata col Family day guidata chiaramente dalla Chiesa peggiore.
E’ uno schifo anche questo.
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Elisabetta Ambrosi
Forse gli italiani non hanno capito che senza una protezione normativa se uno dei due genitori muore il bambino figlio del genitore biologico può essere considerato orfano, salvo intervento dei giudici. Che se la coppia si separa, un genitore potrebbe perdere per sempre il diritto a rivedere quello che in pratica è suo figlio, perché diritti su di lui non ne ha, salvo intervento dei giudici. Né questo genitore può decidere di lasciare la sua eredità a quello che appunto la legge non considera figlio suo, salvo – sempre – interventi dei giudici.
E poi ci sono tanti aspetti pratici, come andare a visitare il bambino malato in ospedale e sentirsi dire che non si è parenti – ma come, si vive insieme! – oppure l’impossibilità di prendere il bambino a scuola senza una delega precisa, perché anche in quel caso si viene considerati più estranei dei nonni. Insomma, aspetti di vita significativi, specie quando uno si fa carico di tutti i doveri di cura di un bambino e vorrebbe solo essere legittimato ad amarlo per quello che è, ossia un figlio vero e proprio. Comunque, se anche gli italiani, ben istruiti, restassero contrari all’adozione del figliastro, il Parlamento avrebbe il dovere di farla lo stesso, una legge, per dare protezione ai figli di unioni omosessuali. Perché il diritto conta più dell’opinione e la Costituzione più dei sondaggi.
Naturalmente, nonostante si sia già avviato l’iter, si tratta di una legge che non passerà mai e che a questo punto non interessa più né Renzi, né il Parlamento. Per questo la Cirinnà non aveva granché motivo di gioire: si è detta commossa dopo la votazione, ma la rabbia sarebbe stato un atteggiamento più coerente, rabbia verso l’approvazione di una legge mozza: che in nome del compromesso politico calpesta i diritti dei bambini e dei loro legittimi genitori.
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Viviana
Dovrebbe essere chiaro anche ai più tonti quale sia lo stile di Renzi:
-aumentare l’illegalità antidemocratica del Governo
-mantenere il potere a qualunque costo, inglobando i peggiori elementi della politica, gente che gli elettori non avrebbero eletto mai
-riformare il senato e farne una camera di ‘nominati’ perché al senato i suoi voti traballano
-allargare sempre più il Governo a dx così che un paese che ha dato la maggioranza a un csx si trova a poco a poco sotto un Governo abusivo di cdx
-usare espedienti INCOSTITUZIONALI come il canguro come arma di diffamazione contro gli unici oppositori che sono i 5stelle con una campagna di accanimento barbara e incivile sostenuta servilmente e spregevolmente dai media.
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La Costituzione la riformano con Verdini
La Legge Elettorale la fanno con Berlusconi
Alle pensioni mettono mano quelli con le pensioni d’oro
Il Jobs Act lo fa chi non ha mai lavorato in vita sua
E le Unioni Civili le votano con Alfano
(La riforma della Giustizia se la fanno fare dai delinquenti)
Aspettiamo la riforma della giustizia con Totò Riina e le abbiamo viste tutte.
Il Movimento 5 Stelle sulle Unioni Civili c’è!
Luigi Di Maio
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Alessandro Gilioli
Il problema è semplicemente che eravamo a un passo o due da un Paese in cui non ci fossero più discriminazioni, in cui i diritti civili fossero uguali indipendentemente da genere e orientamento, un Paese in cui l’affettività di uno non valesse meno dell’affettività di un altro.
Adesso invece è stato sancito proprio il contrario: che i diritti sono diversi a seconda dell’orientamento; e che l’affettività di alcuni vale meno dell’affettività di altri. Perché quest’ultima è contro natura, come ha limpidamente detto un importante membro della maggioranza di Governo che ha votato questa legge.
Questo vuol dire che siamo un Paese barbaro e che ora ci vorranno anni, forse decenni, per affermare uguali diritti e uguali dignità. Vuoi dire che quei due passi sono diventati centinaia di miglia.
Tutto il resto – colpa di Renzi, colpa di Grillo, colpa di mia zia o di mia nonna – a me interessa molto ma molto meno. È la barbarie di questo Paese – che sancisce diversi diritti e diversa dignità – che oggi mi avvelena il cuore: vivendoci dentro, a questo Paese, facendone parte.
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Verdini
CROZZA
http://www.si24.it/2016/02/24/la-copertina-di-maurizio-crozza-a-dimartedi-del-23-febbraio-2016-video/205689/

CONTRORELAZIONE DI TRAVAGLIO SUI DUE ANNI DI RENZI
http://www.si24.it/2016/02/24/la-copertina-di-maurizio-crozza-a-dimartedi-del-23-febbraio-2016-video/205689/
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Ale segnala

La fiducia del premier italiano, Matteo Renzi, in due anni si è dimezzata. Meglio dunque andare subito all’incasso per ottenere, anticipatamente, un secondo mandato, il primo delle urne. Il Presidente del Consiglio si accomoda sulle posizioni dell’opinione pubblica palesemente orientata contro un’Europa ostile, sempre più debole e frazionata, che perde peso in tutte le direzioni per acquisire consensi ma a Bruxelles nessuno prende sul serio i retroscena pubblicati dai media italiani.
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RISATA OMERICA
Quando Renzi si è vantato del successo dei suoi due anni di Governo davanti a una platea di giornalisti stranieri, questi sono scoppiati in una risata omerica come davanti a una barzelletta.
Non servono commenti.
Immagino che se la platea fosse stata di giornalisti italiani si sarebbero spellati le mani applaudendolo o avrebbero leccato il pavimento. Questo spiega perché siamo al 75° posto nella libertà di informazione mondiale, ultimi in Europa.
E spiega anche, senza bisogno di parole, quale sia l’immagine dell’Italia di Renzi in Europa o nel mondo. L’Italia è una specie di barzelletta. E’ ancora peggio che con Berlusconi. Facciamo ridere tutti.
Questa risata è anche più grave del risolino di compatimento che la Merkel e Sarcozy si scambiarono su Berlusconi. Ed è una cosa tragica di cui ha colpa solo il Pd.
I tg e i media potranno continuare a raccontarci balle megalattiche che tutto va bene, che c’è la ripresa, che questa è la migliore Italia possibile, che Renzi, Boschi, Padoan e Poletti sono geni del Governo pubblico, che ci sono 738.000 posti di lavoro in più, ma questa risata dice più di mille parole.
Tsipras si è arrabbiato quando al convegno austriaco sui migranti non è stato nemmeno chiamato. Renzi è ormai da tempo che non viene chiamato su nulla e nemmeno si arrabbia. I cagnolini della Merkel vengono schifati da tutti. I tg sono diventati peggio dei Cine Luce che esaltavano Mussolini mentre l’Italia moriva.
Renzi, puoi fare il Bomba quanto ti pare, ma questa risata ti distruggerà!
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45 MILIARDI DI TASSE IN PIU’
DAL BLOG DI GRILLO
Davanti al fallimento della sua politica economica, con la disoccupazione reale ancora altissima, il Pil stagnante e il rapporto debito/Pil che non accenna a scendere, il Presidente del Consiglio si difende come può e sostiene che, almeno, le tasse sono scese. È vero? Naturalmente no, ma questo Governo ama giocare con i dati, manipolarli e rivenderli gonfiati ai cittadini.
Innanzitutto, le entrate dello Stato sono aumentate nel 2015 e aumenteranno anche nel 2016. Nel bilancio di previsione 2016, infatti, sono state programmate entrate per 578 miliardi di euro, contro le 533 del 2015. Un aumento di 45 miliardi. Sostenere che le tasse sono scese significa quindi dissociarsi dalla realtà.
Ma il discorso non finisce qui. Il dato principale, quando si parla di tasse, è la pressione fiscale. Le tasse possono anche salire in termini assoluti, ma se il Pil (reddito nazionale) cresce più velocemente delle tasse, diminuirà la pressione fiscale complessiva. Anche su questo fronte, però, il bilancio di questo Governo è negativo. Vediamo nel dettaglio.
Nel 2015 la pressione fiscale si è attestata al 43,7%, in aumento rispetto al 2014. Per il 2016, tuttavia, il Governo ha previsto un calo al 43,1%, dato che ha rinviato le clausole di salvaguardia al 2017. Il problema è che queste previsioni si fondano su una crescita del Pil 2016 del tutto campata per aria. Il Governo ha fatto i suoi calcoli sulla pressione fiscale partendo dal presupposto che il Pil 2016 crescerà del +1,6%. Ma come al solito ha sbagliato clamorosamente, e sempre in eccesso. Già nel 2015 il premier parlava di una crescita oltre l’1%, mentre le recenti stime dell’Istat dicono +0,6%, e il dato finale potrebbe essere ancora peggiore. Per il 2016, invece, è l’Ocse ad aver rivisto le stime ad anno appena iniziato: non +1,6%, ma +1%. Lo 0,6% di differenza significa un errore di previsione di quasi il 40%.
Qualsiasi studente di economia sarebbe bocciato senza appello, ma al professor Padoan si perdona questo ed altro.
Sbagliare così drasticamente le previsioni sul Pil significa falsificare tutto l’impianto dei conti nazionali, pressione fiscale compresa. Il problema, per cittadini e imprese, è che le entrate programmate rimarranno intatte, dato che i vincoli europei non consentono altri sforamenti, mentre l’aumento ottimistico del Pil rimarrà sulla carta. Non è un caso che in questi giorni si stiano moltiplicando le voci di corridoio che vogliono una manovra di aggiustamento da parte del Governo. Se le tasse aumentano come previsto e il Pil molto meno, la pressione fiscale sarà molto più alta di quanto scritto nei documenti del Governo. Anche nel 2016, quindi, il Governo che si vanta di diminuire le tasse alle imprese, le aumenterà a tutti, cittadini e imprese.
Bisogna sperare che il Pil cresca almeno quanto dice l’Ocse, altrimenti il salasso per gli italiani sarà ancora più pesante. Va detto che nemmeno la stima Ocse sembra realistica, e il fatto che arrivi già a gennaio, quando ci aspetta un anno difficilissimo di crisi finanziarie e rallentamento cinese, è emblematico. Se le previsioni del Governo sono tutte errate, per rispettare il percorso di austerità imposto dai trattati europei l’unica via è tartassare i contribuenti a ritmi sempre più insostenibili.
Ci attendono tempi bui, nei quali l’aumento delle tasse e della pressione fiscale sarà l’unica certezza.

23 GIUGNO .REFERENDUM DELL’INGHILTERRA SULL’EUROPA
Berluscameno

Brexit, un accordo vergognoso che anticipa i ‘danni’ del Ttip.
L’accordo anti-Brexit dimostra che l’Ue trova l’unità solo quando si tratta di togliere diritti sociali a qualcuno, solo quando si possono stabilire gerarchie di potere e diseguaglianze.
Si sta nella Ue per ‘colpire a morte i diritti dei popoli e per creare gerarchie di privilegi tra Stati e favorire i gruppi più potenti del capitalismo finanziario e BANCARIO.
Per tenere unita l’Ue alla Grecia è stato imposto il memorandum che sta portando le condizioni sociali di quel popolo indietro di cento anni.
La Gran Bretagna è infinitamente più potente della Grecia, e quindi per restare nella Unione ha ottenuto misure di segno opposto, cioè la possibilità per le sue grandi imprese di godere tutti i vantaggi finanziari e bancari della Unione – ricordiamo che la Fca Fiat ha stabilito lì la sede fiscale per pagare meno tasse – senza pagare alcun prezzo.
L’accordo per evitare la Brexit prevede misure finte liberiste (dove è finita la concorrenza tra imprese?) tutte a favore delle grandi imprese e del mercato globale di tutti i tipi, in questo senso diventa il cavallo di Troia per la sottoscrizione da parte della Ue del famigerato Ttip con gli Usa, anticipandone contenuti e principi.
Ma soprattutto l’accordo è una ‘infame intesa’ per il super-sfruttamento del lavoro dei migranti.
La malafede di Cameron e del capitalismo britannico, che hanno bisogno dei migranti ma vogliono pagarli il meno possibile per ricattare così anche i lavoratori nativi, è stata formalizzata nell’ accordo UE e TTIP.
I lavoratori regolari provenienti dai paesi Ue per 7 anni avranno meno diritti e garanzie sociali degli altri. Si torna così al peggio della condizione della immigrazione europea, che l’Italia ha vissuto dalla strage di Marcinelle in Belgio ai gastarbeiter in Germania negli anni ‘50. Emerge tutta la’ truffa’ della cosiddetta cittadinanza europea.
Essa vale solo per i ricchi e per gli Stati più potenti, mentre gli italiani che andranno a lavorare in Gran Bretagna, e son già decine di migliaia, saranno cittadini europei di serie B. Ad essi si aggiungeranno i migranti regolarizzati extracomunitari, che saranno europei di serie C e sotto di essi tutti gli irregolari che sono e saranno fuori classifica, esposti al più ‘turpe commercio delle vite’. Intanto ogni paese europeo costruisce i suoi muri contro i migranti, e i paesi più ricchi scaricano sui più poveri il compito di costruire lager e fili spinati per fermare i profughi.
Con questo accordo l’Ue rinuncia a qualsiasi “finta utopia democratica” e si riconosce come un’associazione a delinquere brutale di interessi economici di poteri forti, con precise aree di influenza e affari. L’euro rinuncia a diventare quella moneta europea di cui cianciano i suoi sostenitori, e si consolida come moneta tedesca allargata solo per la GRANDE GERMANIA.
Il solo terreno che unifica i paesi europei resta quello, come dichiara l’accordo, dello sviluppo della competitività, cioè di quella concorrenza al ribasso sui salari e sui diritti sociali che è alla base delle politiche di austerità di ogni Stato.
Cameron, Hollande, Merkel hanno mostrato che la classe politica dei governi europei che decidono in Europa, al di là di distinzioni di facciata, è fatta tutta della stessa pasta e agisce per rispondere agli stessi interessi e poteri economici e finanziari-bancari.
Renzi e Tsipras si sono mostrati i soliti ridicoli servi.
Rappresentano i paesi i cui popoli più pagheranno questa intesa e l’hanno approvata.
A Renzi è bastata la bacchettata di Monti (e Napolitano), immagino che Tsipras sarà stato come al solito messo a posto da Merkel. Penosi.
Essere ‘contro la Ue’ si dimostra sempre di più una scelta morale e politica per la democrazia, contro quella che sempre più si rivela una costruzione reazionaria e autoritaria, coperta dall’ ipocrisia.
Mi auguro che i cittadini britannici votino No a questa ‘porcheria’.
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Viviana
Caro berluscameno
in realtà il motivo per cui la city o i tory vogliono staccarsi dall’Europa è una difesa ad oltranza della propria libertà di azione perché rifiutano le regole sui prodotti che l’Europa, malgrado tutto, possiede a tutela dei consumatori, per es. è aumentata la vendita di auto inglesi perché non devono sottostare ai dikat sulle emissioni nocive che hanno penalizzato la Volksvagen, o non devono sottostare alle regole sull’etica dei prodotti alimentari ecc. Insomma, e Cameron lo ha detto in modo chiaro, vogliono un mercato ancora più libero e che tuteli gli interessi dei produttori più che il bene dei consumatori.
Al contrario, Corbin, che attualmente rappresenta l’ala più a sx dell’elettorato inglese, vuole che aumentino i legami con l’Europa proprio per il motivo opposto (difesa ambientale, lotta all’inquinamento dell’aria, tutela dei prodotti ecc), motivi che sfuggono alle sinistre europee, per cui assistiamo al paradosso che la sx e l’ambientalismo inglese vogliono aumentare i legami con l’Europa (Corbin in testa), mentre le sx del continente vogliono ridurli, e massimamente se sono in zona euro, con i paradossi degli inutili Tsipras, Podemos e Renzi, che formalmente sarebbero di sx, sostanzialmente si sono aggiogati alla Merkel e non contano un piffero.
Per quanto ci siano in UK un forte ambientalismo, una forte attenzione all’inquinamento dell’aria, moltissimi vegetariani, una attenzione molto diffusa alla salute ambientale e alimentare, la Gran Bretagna resta il Paese dove si mangia peggio, dove ci sono le fogne peggiori, dove l’obesità è molto diffusa, dove i prodotti alimentari nei supermercati presentano grande monotonia e scarsa diversità, dove le abitudini alimentari sono pessime e anche i gusti.
Si dice che una sola cosa sia buona nel Regno Unito: il break fast.
Non parliamo nemmeno dell’assistenza sanitaria pubblica alla popolazione che in UK è scarsa e penosa, volta solo al massimo risparmio, oltretutto è nata solo recentemente ed è la peggiore d’Europa.
Il TTIP marcia sulla stessa linea dei Tories.
Americani come inglesi mirano solo a mantenere e soprattutto aumentare la liberalizzazione massima del mercato, la potenza assoluta della finanza, la propria sovranità politica, la massimazione degli utili a vantaggio di pochi e a scapito dei consumatori o dei cittadini.
Ci aggiungiamo che in UK l’euroscetticismo è molto diffuso per motivi storici e politici e non credo che Corbin riuscirà a convincere gli inglesi che con l’Europa sarebbero più protetti.
Se poi passiamo dall’economia alla guerra, è chiaro che mai la Gran Bretagna ha fatto una politica in linea con l’Europa ma si è sempre collegata alla consorella americana.
L’Europa da quando è nata ha dato prova pessima di sé, in una spirale continua di spregevole politica economica, sociale e monetaria che ha notevolmente peggiorato la vita dei popoli europei, portandoli, come è avvenuto per la Grecia, l’Italia o il Portogallo, ad una crescente rovina. Si sono salvati i paesi che non hanno aderito all’euro e quei governi che non sono stati succubi della Germania, della Bce e del Fondo Monetario come lo è stato, vigliaccamente, il nostro che ha perso anche la faccia.
L’Inghilterra non ci pensa nemmeno a perdere la propria moneta. Proprio al fatto di aver conservato la sterlina e la libertà della propria banca nazionale, ha subito la crisi molto meno dei paesi euro. L’euro è stata la più grande e sciagurata rovina dell’Europa. L’altra è stata la sua dipendenza di fatto dal Fondo Monetario che ha sempre difeso gli interessi di poche centinaia di magnati in prevalenza statunitensi che vogliono dominare l’Occidente con la guerra finanziaria e l’assoggettamento dei governi, secondo il più bieco piano capitalista, distruggendo gradatamente tutte le conquiste democratiche e sociali degli ultimi due secoli. A questo infame progetto di saccheggio sociale ed economico dei popoli il Pd italiano ha dato, proditoriamente, il suo avvallo.
L’Inghilterra ha conservato la sua libertà politica ed economica, la Banca d’Inghilterra ha fatto sparire 900 miliardi di debito pubblico, comprandoli, cosa che Bankitalia non potrebbe fare mai. I quantitative easing di Draghi sono un debole palliativo di fronte alla crisi delle banche europee che ci distruggerà tutti e l’ultima mossa sciagurata di imporre i debiti delle banche truffandine ai risparmiatori rovinandoli tutti non farà che avvicinare la morte imminente. Anche a questa decisione rovinosa il Pd ha dato immediatamente il suo criminale assenso.
Grazie alla sua libertà di manovra, al mantenimento della sua sovranità, e al fatto che in Europa l’Inghilterra c’è sempre stata con un dito del piede, nemmeno con tutto un piede, in Inghilterra la crisi si è sentita molto meno che in Ue, tuttavia si è sentita soprattutto nelle classi meno abbienti e queste saranno anche abituate al multiculturalismo, ma sono atterrite dalle migrazioni di massa dei popoli e non ne vogliono sapere di sottostare a quote di migranti da accogliere, per cui penso che il messaggio di Corbin sarà ascoltato da pochi e che vinceranno Cameron e l’euroscetticismo, sia pure dettato da motivi diversi.

LE MENZOGNE DI RENZI
Viviana
Renzi aumenta le tasse e taglia lo stato sociale ma con estrema impudenza mente spudoratamente e dice di aver fatto il contrario di quello che fa.
E’ tutto scritto nei patti, che il grande capitalismo tramite la P2 e la Compagnia delle Opere gli ha imposto e che esegue fedelmente, circondandosi di yesman tanto stupidi quanto funzionali.
Monti, Letta, Renzi, Padoan (con quel Pd assassino e rinnegato che ha votato tutto il peggio d’Italia) sono al potere solo grazie all’appoggio del grande capitale che ha fatto di loro i suoi schiavetti acritici e consenzienti, nella sua grande lotta di distruzione delle democrazie occidentali. E se le tasse aumentano, il lavoro manca, lo stato sociale evapora e i diritti dei cittadini sono calpestati, tutto si regge sulla malafede di costoro e dei loro servi inetti e sciagurati.

IL REFERENDUM SULLE TRIVELLE
Doriana Goracci

Il 95% degli italiani sa che il 17 aprile si vota (Sì) per il referendum contro le trivelle? “Il Consiglio dei ministri ha fissato il referendum sullo stop alle trivelle e la consultazione si terrà il 17 aprile”.
Quindi ci sarà un referendum non affiancato alle elezioni amministrative, come era stato proposto e richiesto nella speranza di far risparmiare all’erario 300 milioni di euro, perché il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ufficialmente firmato il decreto che conferma il referendum sulle attività petrolifere a mare – entro le 12 miglia dalla costa – per i titoli abilitativi già rilasciati, “per tutta la durata di vita utile del giacimento”. A volte certe foto possono molto, come quella degli attivisti di Greenpeace, entrati in azione a Roma, a piazza Venezia davanti all’Altare della Patria, per protestare pacificamente contro la strategia energetica del Governo e invitare gli italiani a votare al referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile. Gli attivisti hanno disseminato la piazza con una trentina di piccole trivelle e aperto un lungo striscione: “L’Italia non si trivella”. Greenpeace tramite Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, dichiara: “Siamo in questo luogo così simbolico per il Paese per ricordare ai cittadini che il referendum del prossimo 17 aprile riguarda l’Italia nella sua interezza.
«Le trivelle sono una grave minaccia per i nostri mari, e già questo sarebbe motivo sufficiente per respingerle. Ma esse rappresentano anche un indirizzo energetico insensato, che condanna l’Italia alla dipendenza dalle fonti fossili. Un favore alle lobby del petrolio che espone a rischi enormi economie importanti come il turismo e la pesca», dicono da GreenPeace.
«Sotto i nostri fondali c’è una quantitativo di petrolio che, se potessimo estrarlo in un colpo solo, corrisponderebbe a meno di due mesi dei consumi dell’Italia. Andrebbe poco meglio col gas: circa sei mesi. Vale la pena deturpare i nostri mari per così poche risorse che non sarebbero neppure dell’Italia ma delle compagnie petrolifere?». Altre reazioni, il M5S: “Il Governo è rimasto sordo agli appelli di tutte le associazioni ambientaliste e ha tirato dritto per la sua strada. Si voterà il 17 aprile per il referendum su alcune trivellazioni offshore e non insieme alle amministrative, in un election day che avrebbe tra l’altro fatto risparmiare centinaia di milioni di euro ai cittadini. Un referendum nato già azzoppato nei contenuti e che con questa decisione il Governo vuole definitivamente affossare”.
Univerde con l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio: la decisione del Governo di fissare il referendum sulle trivellazioni è “antidemocratica e scellerata, una truffa pagata coi soldi degli italiani. Il Governo ha fissato la data truffa del 17 aprile, per impedire vera informazione e boicottare la partecipazione al voto sprecando oltre 300 milioni di euro, è una vergogna cui il presidente della Repubblica della Repubblica, Sergio Mattarella, può porre rimedio accogliendo la richiesta delle Regioni che sono una fondamentale articolazione della Repubblica italiana di cui Mattarella è il supremo garante. E’ assurdo che il Governo ancora difenda scelte petrolifere dannose e di retroguardia mentre le società petrolifere rinunciano alle domande di ricerca perché non economicamente convenienti. Siano quindi gli italiani a decidere con il voto se vogliono un futuro di fossili o di energie rinnovabili”.
Ancora Greenpeace aggiunge: “L’Italia non si trivella, il 17 aprile possiamo votare per allontanare le trivelle dai nostri mari. Estrarre il pochissimo gas, il pochissimo petrolio che ci sono sotto i nostri fondali avrebbe ricadute insignificanti per l’occupazione, le casse pubbliche, la bolletta energetica del paese. Ma sarebbe invece un rischio enorme, un danno per i nostri mari e con essi per la bellezza dell’Italia, per il turismo, la pesca, le comunità costiere”.
Vogliamo un diverso futuro energetico e ci rimane solo di farlo sapere a più persone possibili: “IL 17 APRILE VOTA Sì per dire No alle trivelle”.

UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE
Paolo De Gregorio

Ieri, 25 febbraio, durante la trasmissione televisiva Geo & Geo, a cura della super catto-catto-dem Sveva Sagramola, intoccabile da 20 anni per il suo modo soave di evitare di approfondire le responsabilità di chi sta condannando a morte il nostro pianeta, sono state invitate tre biologhe, ricercatrici presso l’Università statale Federico II di Napoli, che hanno quasi portato a termine un test valido per poter determinare facilmente se esistono problemi genetici per l’infertilità maschile e femminile.
Francamente magnificare una attività di ricerca che ha l’obiettivo di ridurre l’infertilità in un mondo sovrappopolato mi sembra aver perso di vista la situazione dei popoli della terra nel loro insieme, e in particolare di quelli che hanno urgenza di avere a disposizione quei contraccettivi di cui dispongono liberamente le donne occidentali che, infatti, hanno attuato una “crescita zero”, che è la rivoluzione più importante degli ultimi 40 anni.
Per la prima volta nella storia umana le donne hanno gestito direttamente la propria fertilità, affidandosi alla scienza, fregandosene di quello che raccomandano i preti, anche in un paese come l’Italia in cui si dichiarano cattolici il 90% dei cittadini. Sembrava impossibile arrivare al potere decisionale delle donne sulla maternità, ma è successo, il risultato è la famosa crescita zero e la religione ora conta molto meno,
Non sarebbe il caso che le donne e le onlus occidentali studiassero come far arrivare, in qualunque modo, la pillola del giorno dopo alle donne islamiche per liberarle da maternità imposte?
Naturalmente nella suddetta trasmissione, pur essendo in argomento, non è stata pronunciata una sola parola sul ruolo delle religioni islamica e cattolica, che ancora bloccano qualsiasi diffusione della contraccezione, anche in presenza di tragedie epocali, come quelle che vediamo sulle nostre coste, la cui matrice non sono solo le guerre, ma la desertificazione, la sovrappopolazione, il cambiamento generale del clima, il disboscamento, gli acquisti delle terre fertili da parte delle multinazionali (Cina in testa), i permessi di pesca a nazioni con mezzi moderni e distruttivi.
Perché dunque non riconoscere onestamente che la terra ha due emergenze gravi: la sovrappopolazione e il surriscaldamento, e che sono problemi assolutamente affrontabili e risolvibili, basta avere una strategia e indicare con chiarezza quali sono i nemici irriducibili di un cambiamento ormai indifferibile?
Per la sovrappopolazione gli ostacoli maggiori, come anzidetto, vengono dalle organizzazioni religiose cattoliche e islamiche, che però, nel caso dell’Europa e dell’occidente in generale, sono state sconfitte dalle donne, che hanno preferito usare la contraccezione anziché ubbidire agli anatemi dei preti che le volevano votate alla maternità e alla famiglia in un ruolo di totale subordinazione economica e sessuale.
Per quanto riguarda l’economia globale, il grande problema sono le multinazionali, ormai più potenti e ricche degli Stati stessi, entità senza volto e in perenne cambiamento, con capacità corruttiva enorme, in grado di comprare i politici in ogni paese, proprietarie di tutti i media che contano, in grado di far scoppiare guerre per tutelare i loro interessi economici, legate alle banche e alle massonerie internazionali.
L’unica strada da percorrere per incrinare il loro potere è uscire dalla globalizzazione, quindi dalla WTO, dal FMI, dalla Banca Mondiale e tornare alle economie nazionali, che producano con il fine di arrivare per prima cosa alla autonomia alimentare ed energetica (con le rinnovabili), cercando di procreare in base alle possibilità produttive sostenibili del proprio territorio, senza dover pensare alla tragedia di una emigrazione per fame.
Riconoscere quali sono i problemi ed avere una strategia sulle priorità da affrontare, dovrebbe essere un obbligo per chi ha voce per farsi ascoltare, ma visto che sono tutti venduti, sta a noi, navigatori della Rete, non pagati da nessuno, ma mossi da passione civile diffondere i semi di un mondo nuovo possibile, a cominciare dal rifiuto di consumare merci inutili o nocive (che sempre più ci fanno ammalare, a vantaggio delle multinazionali farmaceutiche), dal rifiuto di fare le scimmie ammaestrate dalle mode e dalle TV, dal rifiuto di partecipare alla progettazione e costruzione di armi, scegliendo il piccolo modo di produrre le merci, in regime di autogestione, perché ci piace collaborare, usare il cervello oltre le mani, e non ci piace ricevere solo ordini e minacce di licenziamento.

VERDINI
Accusato di concorso in corruzione per alcuni appalti a Firenze e a La Maddalena
Rinvio a giudizio per corruzione nella cricca P3 che avrebbe gestito degli appalti pubblici in maniera illecita insieme a persone della P2.
Accuse di aver forzato i giudici della Consulta per favorire il giudizio sul Lodo Alfano, per riammettere al voto le liste viziate di Formigoni e aver favorito la nomina a presidente della Corte d’Appello di Milano di Marra.
Scandalo P3 per corruzione e violazione della Legge Anselmi sulle società segrete. Di Pietro definisce la cupola costruita attorno a Flavio Carboni una «nuova loggia massonica.
Indagato per abuso d’ufficio per la ricostruzione post terremoto a L’Aquila
Caso della P4.
Caso del Credito Cooperativo Fiorentino: rinvio a giudizio per truffa (61 milioni) e bancarotta. Truffa ai danni dello Stato.
Bancarotta fraudolenta per il fallimento di un’impresa edile di Campi Bisenzio che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito cooperativo fiorentino presieduto da Verdini. Caso dell’immobile in via della Stamperia: rinvio a giudizio per finanziamento illecito e truffa per plusvalenza sospetta di 18 milioni.
Accusa di truffa sui fondi per l’editoria per 12 milioni
Rinvio a giudizio per l’accusa di corruzione per l’appalto della Scuola Marescialli
Caso della Toscana Edizioni: accusa di bancarotta

LA CORRUZIONE SPORCA DELLA LEGA
MARONIANI E SALVINIANI, TUTTE LE INCHIESTE

Davide Vecchi (sunto)

Vi ricordate quando i leghisti agitavano scope verdi contro Umberto Bossi e il suo Cerchio Magico? I vari Belsito, Rosi Mauro con bodyguard, la family bossiana col Trota? Con Rizzi e Maroni, i nuovi puri, impegnati a ripulire la Lega da lauree in Albania e diamanti: “Chi sbaglia paga”, ripeteva Bobo. Doveva nascere la nuova Lega pulita e onesta. Non è nata.
Ora è peggio del prima. Ché quelli compravano lauree e diamanti, mica ricevevano tangenti e truccavano appalti.
Nel 1994 Bossi scoprì che il tesoriere, Maurizio Balocchi, aveva ricevuto dalla Montedison una mazzetta da 200 milioni di lire, mise una botte all’ ingresso del quartier generale di via Bellerio e raccolse la cifra per restituirla. Altri tempi.
Ora, tra un attacco scomposto alla magistratura – definita “una schifezza” – e prime linee indagate o arrestate, Salvini, il leader in felpa si candida a successore naturale di Berlusconi. Ma ieri sono scattate le manette per il leghista Fabio Rizzi accusato, insieme alla moglie e altri, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Rizzi, senatore dal 2008 al 2013 e talebano maroniano, è presidente della commissione regionale della Sanità. Ambito in cui già Roberto Formigoni aveva raggiunto vette eccellenti tanto che col passaggio di testimone aveva ceduto alla Lega anche l’assessore di riferimento: Mario Mantovani. “È bravissimo”, garantiva Formigoni. Tanto che Maroni, conquistata la Lombardia, l’ ha nominato pure vicepresidente. Ma il 13 ottobre 2015 Mantovani viene arrestato per corruzione. Nella stessa inchiesta, in un giro di appalti e mazzette sui dializzati, è indagato anche il braccio destro di Maroni, il responsabile del Bilancio, Massimo Garavaglia. La Sanità è stata ereditata direttamente da Rizzi che infatti ha firmato la riforma regionale, una legge voluta da “Bobo” e dalla Lega per archiviare il modello formigoniano che ha fatto esplodere l’ offerta di cura del privato con un proliferare di indagini e arresti. Il firmatario è finito in manette. Ma in Lega i guai con la giustizia sembrano essere necessari quanto la tessera di partito.
Lo stesso Maroni è stato raggiunto da una richiesta di rinvio a giudizio nel settembre 2015 per aver esercitato pressioni su Expo nel tentativo di far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due collaboratrici. Oltre a lui, il pm milanese Eugenio Fusco, chiese il rinvio a giudizio per il capo della sua segreteria, Giacomo Ciriello, nonché per un altro leghista tre stagioni (prima bossiano poi maroniano oggi salviniano): il segretario generale del Pirellone nonché presidente di Ferrovie Nord, Andrea Gibelli.
Edoardo Rixi , numero due di Salvini, rinviato a giudizio per peculato e falso: da consigliere regionale in Liguria si è fatto rimborsare spese private con soldi pubblici spacciandole per attività istituzionali per 97 mila euro. Sono le famose spese pazze. Quelle che svelarono la passione di Roberto Cota per le mutande verdi, comprate con i soldi della Regione Piemonte. Il governatore leghista non si dimise.
Poi toccò al Pirellone con ben 62 consiglieri indagati: quasi l’ intero parlamentino. E anche lì la Lega fece un’ ottima figura. Il capogruppo del Carroccio, Stefano Galli, riuscì a farsi pagare pure il pranzo di matrimonio della figlia, somma poi restituita. Coinvolto anche l’oggi salviniano Davide Boni.
Salvini in capagna elettorale tuonò che non ne avrebbe portato con sé nessuno. Vicepresidente del consiglio regionale è infatti Fabrizio Cecchetti, rinviato a giudizio per 40 mila euro di soldi pubblici usati a fini personali. Sì, ha rimborsato la cifra e governa. Anche Belsito ha restituito i diamanti (90 mila euro). Li ha sventolati con orgoglio Maroni dal palco di Pontida 2015. Che fine hanno fatto?
Oggi una botte in via Bellerio non basterebbe. Non c’ è neanche più la sede: il partito è sul lastrico e dopo aver licenziato i 72 dipendenti licenziabili e tagliato su tutto, non è rimasto che tirare giù la saracinesca, come un negozio fallito. Però Salvini se la prende con la magistratura: “Una schifezza”, l’ ha definita per difendere il fedele Rixi. Anche lui, come il felpato e gli altri, era a Bergamo il 10 aprile 2012. Che fine ha fatto la scopa?

IN COSA SIAMO ULTIMI
Un libro di Antonio Gallo ‘ULTIMI’
(sunto)
Le classifiche internazionali non ci premiano: in coda anche dove erano tra i primi

Infanzia
È il punto di partenza. L’Unicef ha monitorato “Il benessere dei bambini nei paesi ricchi” e l’ Italia è all’ ultimo posto, superata da Slovenia, Repubblica Ceca e Ungheria. Su dieci milioni di minori censiti, un milione e mezzo è in condizione di povertà assoluta. Quasi il doppio rispetto al 2011 (erano 723mila).

La spesa per le famiglie
I dati sono Istat: gli aiuti statali sono passati dai 2,5 miliardi del 2009 a meno di un terzo di oggi. “Nello stesso arco di tempo Regno Unito e Germania hanno ridotto la povertà dei minori del 24 e del 17 per cento”, scrive Galdo.

Scuola materna
L’ Ue aveva stabilito un obiettivo sugli asili nido: coprire il 33 per cento della popolazione tra 0 e 2 anni entro il 2010. In Italia, nel 2013 si è arrivati al 13,5 per cento di media, con uno squilibrio territoriale: l’ Emilia ha raggiunto la media del 26 per cento, in Calabria è al 2,5.

Istruzione
Oltre al fatto che il 60 per cento degli alunni italiani marini la scuola almeno una volta l’ anno (primi in Europa), secondo i risultati del test Ocse – Pisa, che coinvolge 65 Paesi e studenti tra 15 e 16 anni, siamo in fondo alla classifica per matematica, lettura e scienza. In matematica il valore di apprendimento è di 485 punti, la media Ocse è di 494. “Sotto di noi ci sono Perù, Costa Rica, Cile e Colombia”.

Insegnamento
I maestri italiani sono i meno pagati d’ Europa. La parte fissa dello stipendio aumenta ogni sei – sette anni sulla base dell’ anzianità di servizio. A fine carriera, si raggiungono circa 39mila euro lordi. “In Inghilterra, Germania, Francia e Spagna un docente meritevole può guadagnare anche 45mila euro l’ anno già nei primi anni”. E i professori italiani sono i più anziani d’ Europa: più della metà ha oltre 50 anni.

Lavoro
I Neet, i giovani fra i 16 e i 30 anni fuori da qualsiasi forma di educazione, occupazione o formazione professionale sono oltre tre milioni: record europeo dopo Grecia e Bulgaria. Sette milioni di nonni, poi, mantengono figli e nipoti. La spesa previdenziale vale il 17,45 per cento del Pil, più del doppio della media dell’ Ocse, mentre è diminuita quella delle famiglie (5 per cento del costo del welfare). Per la disoccupazione giovanile, dietro di noi c’ è solo la Grecia.

Governabilità
“L’Italia ha il record mondiale delle crisi di governo e da alcuni decenni risulta il paese più instabile del pianeta – scrive Galdo – Dal 1970 si contano in media 1,2 crisi di governo l’ anno”. Più di Libano e Turchia.

Evasione
A un aumento della pressione fiscale (2 punti in 4 anni) è corrisposto un aumento dell’ evasione. Prendiamo l’ Iva: dei 167 miliardi evasi ogni anno in Europa, quasi il 30 per cento (47,5 miliardi di euro) è in Italia. E siamo 141esimi al mondo per chiarezza fiscale: la burocrazia costa alle aziende 48 euro al giorno.

Aziende
L’ Italia è la quinta potenza manifatturiera nel Mondo, la seconda in Europa.
Ma le aziende sono piccole: il 95 per cento non ha più di dieci dipendenti, record tra le nazioni dell’ Ocse. Solo lo 0,6 per cento delle imprese italiane è classificabile come “grande”.

Ricerca
In Ue, la media di addetti al settore ricerca e sviluppo è di 5,1 ogni mille abitanti. In Italia siamo a 3,4, meno di Portogallo (5,3) e Spagna (4,6).

Turismo
Nel 2005 eravamo al primo posto per la capacità di attrazione, oggi al 18esimo. “Nell’ ultimo anno, la quota di turismo internazionale intercettata dall’ Italia è scesa al 4,1 per cento”. Nella classifica che misura competitività e qualità dell’ industria turistica, l’ Italia è 123esima.

Corruzione
Un esempio: la dilatazione dei tempi nella realizzazione delle opere aumenta il rischio di corruzione. Con appalti oltre i 100 milioni, si impiegano non meno di 15 anni e “il 42 per cento di questo tempo passa senza che non sia messa neanche una pietra”.

Giustizia
Record europeo di processi pendenti: 1,5 milioni di penali, più di 4 milioni di cause civili, sei milioni di procedimenti aperti. Secondo il Consiglio d’ Europa, la giustizia italiana (efficienza, qualità e indipendenza) è la peggiore. Per risolvere una lite commerciale, secondo la Banca Mondiale, servono 1185 giorni. Tre volte la media europea.

Discariche
L’Italia è il Paese con il più alto tasso di immondizia che finisce in discarica: il 40 per cento. Ne produciamo 487 chili a testa mentre la media europea è di 422. Il giro d’ affari?
22 miliardi di euro nel 2014 con 30mila reati accertati. Uno ogni 18 minuti.

Digitale
Ultimo Paese europeo per la copertura della banda ultralarga, velocità di 5,6 megabit al secondo, solo il 36 per cento delle abitazioni coperte da reti di nuova generazione (media europea del 68 per cento). Per tempo necessario a caricare un documento in rete siamo passati dall’ 86esimo posto (quattro anni fa) all’attuale 157esimo.

UN NOBEL PER LAMPEDUSA
Furio Colombo (sunto)

Gianfranco Rossi è vincitore a Berlino, col suo documentario sui migranti e chiede il Nobel per le genti di Lampedusa e Lesbo. Intanto l’Europa chiude tutte le frontiere, sancendo così il suo fallimento. Queste due isole sono storia di grande civiltà, contro la penosa assenza di storia di Austria, Ungheria e stati dello stesso basso livello morale. Ma sul versante barbaro anche l’Italia ha fatto la sua parte. Ricordiamo il trattato di incancellabile amicizia tra l’Italia nata dalla resistenza e la cricca di Gheddafi basata sullo sterminio di ogni avversario politico e impegnata dietro cospicui versamenti italiani a bloccare ogni migrazione? Quel trattato fu votato all’unanimità dal parlamento. Maroni era così sicuro di questa amicizia a pagamento che fece smantellare ogni struttura di accoglienza a Lampedusa. Chi riusciva ad arrivare vivo restava (era inverno) sotto la pioggia e le violente mareggiate aggrappato agli scogli fin quando gli isolano riuscivano a metterlo in salvo. Maroni aveva regalato a Gheddafi le motovedette per poter dire ai comizi che aveva bloccato l’invasione dei ‘parassiti’. Ma la Storia si è presa cura del fraterno amico Gheddafi. Intanto i morti in mare si contavano già a migliaia. Maroni ha avuto la faccia di multare i sindaci lombardi che accoglievano migranti. Vorrei che questo Nobel a Lampedusa fosse data con questa aggiunta “ Nonostante gli ostacoli deliberatamente creati anche con la forza dal governo italiano e da alcuni suoi ministri”. Lo dico per rispetto di tutti quei morti in mare.
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1742 2-3-2016 IL KOAN

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MASADA n° 1742 2-3-2016 IL KOAN
Blog di Viviana Vivarelli

Buddhismo- Taoismo – Le arti tradizionali giapponesi – Il cinema e la conoscenza virtuale – La meditazione – Mettere in scacco la mente razionale – Escher

(Nelle immagini le incisioni di Escher)

(Alternerò riflessioni mie personali a koan. Sta a voi capire la differenza)

Il KOAN è un mistero.
Ma non è forse l’intera vita un mistero?

C’è una realtà che non è il nostro mondo
né la nostra mente
e per aprirsi a quella realtà
bisogna saltare oltre il mondo
e oltre la nostra mente.

(V)

Il KOAN è una frase o un aneddoto che appartiene in Giappone al mondo Zen.
Es. “Conosci il suono fatto dal battito di due mani? E il suono di una sola mano?” (Hakuin)
Dello Zen noi sappiamo molto poco. Possiamo aver sentito parlare di qualcuna delle arti tradizionali giapponesi come l’Ikebana, la cerimonia del tè, i giardini fatti di sabbia e sassi, in cui compaiono regole rigide molto antiche, per procedimenti stilizzati e formalizzati, in cui l’impeccabilità dei gesti tende a una forma di perfezione interiore ma in realtà lo Zen è per noi una cosa piuttosto oscura.
Lo Zen deriva dall’unione del Buddhismo con il Taoismo. Il Buddhismo nasce in India, il Taoismo il Giappone.
L’Ikebana, o Kado, è l’arte di disporre fiori, l’arte dei ‘fiori viventi’ o ‘via dei fiori’, intesa come cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen.
Il giardino Zen è formato da acqua, sabbia e pietre e usato come una forma di meditazione.
La cerimonia del tè, Chadō o Sadō, è un rito sociale e spirituale, una delle arti zen più note.

(Tai chi)

Lo Zen tende a staccare la consapevolezza dai sensi e dalla mente per la trascendenza.
Precisiamo che in India la mente è considerata un senso come tutti gli altri, non le viene dato un significato speciale. La realtà viene appresa allo stesso modo con i sensi e con la mente che è solo un altro senso. I Maestri, tuttavia, tentano di oltrepassare sia i sensi fisici che il senso mentale aprendo la loro consapevolezza a una via superiore extrasensoriale ed extramentale che li porti verso una vera realtà.
In Occidente noi distinguiamo ciò che può essere appreso in modo sensoriale da ciò che può essere appreso in modo mentale, distinguiamo la materia dallo spirito. In Oriente questa distinzione non esiste. Ogni cosa è un contenuto psichico così come ogni cosa di un sogno è materiale di quel sogno.
In Occidente distinguiamo vari modi di usare i nostri strumenti cognitivi. Il modo logico con l’esame dei dati empirici o numerici, con l’analisi, l’induzione e la deduzione; il modo intuitivo riceve verità già fatte che sbocciano alla nostra consapevolezza senza che sappiamo come ci siano arrivate, la fantasia che costruisce mondi immaginari, l’immaginazione attiva di Jung comunica con gli archetipi, la mente paranormale vede nell’invisibile e infine la mente trascendente o divina viene illuminata improvvisamente da verità ineffabili e non trasmissibili che semplicemente appaiono, come una forma di intuizione superiore che attiene al sacro.
In Oriente si pratica anche un modo abbastanza sconosciuto al pensiero occidentale che si realizza eliminando totalmente la facoltà di percepire e di pensare, cioè ponendo la mente in una pace vuota e tranquilla.
Mentre l’Occidente, nel suo sviluppo culturale, dopo il 1600, cioè dopo Cartesio, ha maturato soprattutto le capacità dell’emisfero logico-deduttivo, sviluppando le scienze e la tecnologia, l’Oriente, nella sua cultura millenaria, ha sviluppato soprattutto le funzioni dell’emisfero intuitivo-mistico. E proprio in Oriente i Maestri, i guru, i santoni, gli illuminati hanno oltrepassato sia la mente che percepisce i dati sensoriali che quella che pensa in modo concettuale e si sono iniziati al ‘non pensiero’, la vacuità.

La Śūnyatā o vacuità nasce col Buddhismo. Con questo termine il Buddha Śākyamuni indica l’irrealtà, la vacuità delle cose e anche quella del soggetto, dell’io. La ricerca della vacuità è essenziale nel pensiero del Buddha.
Oggi, scienza e tecnologia hanno invaso l’Oriente, l’India, come la Cina come il Giappone tendendo a un villaggio globale dove le differenze culturali si attenuano ma in Oriente permane una via mistica o trascendente che oltrepassa le vie della sensorialità, della razionalità, dell’intuizione e anche le vie del paranormale e dell’illuminazione mistica, sul presupposto che il mondo in cui crediamo di vivere sia una falsa realtà, un mondo virtuale, una illusione ma sul presupposto che anche la facoltà del pensare alimenti una illusione, per cui tutte le filosofie e le religioni sono inganni, mondi virtuali privi di ogni verità, come è un mondo virtuale privo di realtà anche quello percepito dai sensi o che fa capo all’io, così vero il saggio come dovrà superare non solo gli inganni della percezione ma anche quelli del pensiero sviluppando una super consapevolezza che travalica l’essere proprio così come ci appare ai sensi ed alla mente.
Quando il Buddhismo arriva in Giappone si incontra con il Tao.

Il Taoismo è una corrente di pensiero che nasce in Giappone e si diffonde specialmente a partire dal quarto secolo a.C., è insieme religione, stile di vita e filosofia, basata sul Tao, ‘la via’, principio indifferenziato di cui non si sa nulla e da cui deriva il mondo apparente e visibile, che viene modulato sui contrari.
Il Taoismo è probabilmente il pensiero meno conosciuto al mondo e per noi occidentali costituisce uno scoglio insormontabile.
Il Tao è ciò di cui non si può dire nulla nemmeno che è il Tao. E’ Dio prima della creazione, ma, essendo l’uomo vincolato dalla creazione, può fare delle costruzioni o ipotesi mentali sul mondo creato, non può dire nulla su Dio che è al di là di ogni possibilità umana del conoscere.
Dunque si possono aprire due vie: esaminare il mondo e la vita dell’uomo rimanendo nel mondo e nella vita dell’uomo pur sapendo che nessuna cosa che ci circonda è il Tao e che ci muoviamo in un mondo di ombre apparenti, oppure cercare con mezzi estremi la scintilla che ci porti fuori dall’inganno dei sensi e della mente verso il Tao assoluto. E questo è lo ZEN.
Se nel Taoismo ancora si può scorgere una filosofia e si può trarre da esso un modo per costruire le scienze, le regole della vita e le modalità di un giusto pensiero, lo Zen è fuori da tutto questo, è fuori da ogni portata, è l’illuminazione estrema, il contatto indicibile con l’assoluto.

Lo Zen nasce dall’incontro del Buddhismo col Taoismo. Vi ritroviamo il concetto dell’atman (la scintilla divina dentro di noi) e della moksha (liberazione o illuminazione). La mente è succube dell’illusione dei sensi, che la inducono a credere ad una realtà virtuale (maya) costruita da una dea che sparge il suo velo illusorio per farci credere alla realtà del mondo. Ma la realtà materiale in sé non esiste. Esiste solo la realtà percepita, come un sogno esiste in quanto c’è un sognatore che lo sogna. Quando il sognatore si sveglia, capisce che quello che aveva creduto vero era solo un sogno. Allo stesso modo noi sogniamo la vita. Un giorno ci sveglieremo dalla vita e comprenderemo che è stata solo un sogno. Ma qualcuno, sognando, può capire che sta vivendo in un sogno. Egli è l’illuminato, il risvegliato.
La vera realtà non è quella che crediamo. Tutto è illusione: le nostre percezioni sensibili, il concetto di sé, i nostri valori, il bene, il male e qualsiasi teoria o sistema filosofico. E’ come se vivessimo in una bolla apparente di realtà, in cui crediamo a ciò che appare, ma un giorno ci sveglieremo e scopriremo che era come la realtà di Matrix.

Già Max Planck, iniziatore della fisica quantistica, aveva dichiarato che non esiste il concetto di ‘materia’ fondamentale nella cultura occidentale, poiché la realtà è determinata da un flusso non corporeo, è energia che fluisce attraverso la coscienza.
Secondo Planck esiste un campo universale da lui chiamato ‘Matrix divina‘. La Matrice divina, detta anche ‘Ologramma quantistico‘, un campo che riflette quello che viene creato al suo interno. Come in un ologramma, ogni piccola parte rispecchia il tutto.

Quando Jung va in coma, la sua anima esce dal corpo, si vede volare nello spazio, vede la Terra azzurrina sotto di sé, Gaia, il pianeta azzurro, come la vedranno gli astronauti dell’Apollo 11, arriva ad un meteorite dove c’è un tempio, e in esso uno yogi in posizione del loto sta sognando e quello che sogna è la vita di Jung. Dunque, lui dice, questa vita che noi crediamo reale non è altro che il sogno di un dio che dorme, noi passiamo da una vita all’altra come uno che dormendo passa di sogno in sogno.
Noi non siamo altro che sogni. Siamo prigionieri di un’illusione che chiamiamo vita. Chi si libera da questa illusione è il l’illuminato, il risvegliato, che capisce la caducità del reale. Chi si risveglia esce dal sonno della materia e del pensiero, non torna più nella ruota delle vite ed è liberato per sempre. Nel Buddhismo, non essendoci un’anima, resta solo lo scorrere di una consapevolezza più o meno offuscata, che, quando diventa lucida e consapevole, smette di sognare il mondo.

In Occidente il tema della conoscenza virtuale è stato affrontato più volte dalla fantascienza. Possiamo citare 4 film sul ‘vedere’: The Village, Minority Report, The Truman Capote e The Matrix. Essi rappresentano 4 ostacoli diversi alla giusta conoscenza e aprono 4 possibili vie di salvezza. Tutti e 4 sono relativi al tema della ‘consapevolezza’ in un mondo che ci propina il virtuale come reale.
The Village affronta il cerchio più prossimo della bolla localizzata nel piccolo territorio, la tribù’, il contesto socio-culturale che per primo ci abbraccia, la claustrofobia culturale o dipendenza dalle tradizioni degli anziani della prima isola mentale, il 1°chakra o 1° radicamento, gli immediatamente vicini a noi. La protagonista di The Village riesce a varcare la prima bolla uscendo dal cerchio tribale grazie al viaggio per amore.
Minority Report si allarga a un contesto politico più ampio, che implica la dominanza politica, il volere pubblico, (3° chakra), i condizionamenti sociali di una comunità allargata e pone lo Stato, volgendo l’interrogativo alla visione psichica del sistema e alla obiettività della cultura generalizzata: è reale il mondo che vediamo o è un condizionamento culturale del potere?
Questo è’ anche l’interrogativo di ‘The Truman show’ sull’uomo preda del gioco delle immagini (la comunicazione: 5° chakra). E, se c’è un condizionamento, chi condiziona chi? I grandi personaggi, Cristo per esempio, Buddha o Gandhi, non sono mai totalmente figli del loro tempo e della loro cultura, ma emergono per discrasie molto accentuate, riescono ad essere se stessi ‘malgrado’ l’ambiente di cui sono figli e ne rovesciano le coordinate. Varcano il cerchio di realtà fittizia di Truman Capote per creare un altro mondo.
The Matrix allarga ancor più il quesito dell’essere sulla realtà che ogni uomo ritiene vera e tocca il vincolo della percezione, il guna primario, di cui parla la filosofia indiana, il radicamento all’illusione di vivere, il velo di Maia, che ci fa credere che il mondo sia qualcosa mentre non è niente, è solo una immane proiezione fantasmatica (sesto e settimo chakra).

Una delle vie per sfuggire alla realtà virtuale è la meditazione. Nel Buddhismo la meditazione può essere facilitata in molti modi, uno di questi è la ripetizione del suono, la vibrazione, ma c’è anche una meditazione tramite la pittura: il Mandala.
Il Mandala tibetano è una forma di meditazione creando una forma d’arte simmetrica con forme geometriche, colori o sabbie colorate.
La meditazione attraverso il suono è una delle vie più praticata dalle religioni antiche. Il suono appare come una manifestazione dello spirito. Nell’Induismo il mantra è manifestazione di Brahma.
Anche nell’ebraismo la parola di Dio è espressa come vocabolo o suono e ogni forma di rito ebraico è accompagnata dal canto sacro o dalla ripetizione di vocaboli sacri. Il testo sacro ebraico è privo di vocali, per cui la lettura stessa della Torah è una interpretazione perché deve trasformare una sequenza di consonanti in suono e significato. Dio arriva a noi immediatamente come suono.
(Io ebbi per sei mesi una voce diretta e una delle ultime frasi che sentii fu: “Il sentimento del cosmo comunica con te con l’udito“, frase strana da dire a una sordastra come me, che tuttavia in quel periodo eera dotata di chiaroudienza).
La CABALA è la più importante tradizione mistico-esoterica dell’ebraismo. Ritiene che la Bibbia sia la parola di Dio cristallizzata, ogni nome, ogni lettera della Bibbia, ogni suono, è un frammento dell’energia divina, è una concentrazione di energia trascendente, non diversamente dalle sillabe sanscrite. La ripetizione di preghiere o di nomi sacri funziona come un mantra, crea una vibrazione che si armonizza con la stessa vibrazione divina. Qui la meditazione è dunque la lettura e la ripetizione della parola di Dio, della sua vibrazione. Essa è creativa e trasformativa. E’ il segreto supremo.
Dio, creando il mondo, materializza l’energia; il fedele, ripetendo la vibrazione-suono, spiritualizza la propria materia, cioè smaterializza l’energia manifesta, risalendo a Dio, energia non manifesta. La parola-suono innalza l’uomo da se stesso permettendogli di accedere a livelli superiori, attivando le forze trascendenti che sono sopite in lui. S. Paolo dice: “Mettiti in posizione di ascolto”.
Mère, seguace di Aurobindo, uno dei maggiori santi indiani, dice che l’inconscio è separato da noi solo dalle radici della mente. Le nostre memorie, i dati culturali, le nostre esperienze sono una barriera che ci separa dal nostro sé più profondo; queste cose in cui normalmente ci identifichiamo sono le tante sovrastrutture su cui costruiamo la nostra identità, ma queste sovrastrutture sono maschere storiche che limitano il campo della coscienza, lo separano, rendono fittizio il nostro io. Aumentare la nostra consapevolezza è riprendere quello da cui ci siamo separati.

Nel Buddhismo, colui che si sveglia dalla grande illusione della realtà è il santo, il risvegliato, l’illuminato, cioè il Buddha, che vuol dire ‘mente che si è risvegliata’. Tutti dormiamo immersi nel sogno della vita, solo il santo si sveglia e scopre di aver sognato. Egli non rinasce più a meno che non voglia farlo per aiutare gli altri, esce dalla ruota delle rinascite. I Buddhisti non parlano di anima, pensano a un flusso di coscienza, un conoscere fluido e dinamico, simile a un fiume che può prendere corsi diversi e dunque può non unirsi più ad altri fiumi biopsichici, formando altre vite. Dunque il saggio orientale cerca di uscire dalla virtualità del mondo, non gli basta la mente intuitiva, deve proprio uscire da ogni mente, mettersi sopra la coscienza della realtà, sviluppando funzioni superiori che potremmo chiamare un quinto cervello, ancora non sostanziato come materia, dopo quello rettile, mammifero, razionale e intuitivo, ma già esistente in alcuni come facoltà potenziale.
Colui che esce dal flusso della Maya capirà che tutto è vuoto.

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Lo Zen offre un’illuminazione che può essere anche a portata d’uomo, semplice e quotidiana, e per molti versi assomiglia alla capacità di vivere il qui-ed-ora. “Se hai fame mangia, se hai sonno dormi”.
Il risveglio Zen (satori) può essere raggiunto anche in modo semplice, coltivando il giardino, praticando arti marziali come il Tai-chi o semplicemente lavando i piatti o spazzando la casa.
In forma più alta, lo Zen abbandona le regole ascetiche del Buddhismo e propone un’illuminazione naturale, che rimane comunque nelle sue vette di consapevolezza mistica e non trasmissibile. Anzi: lo Zen pone l’accento proprio sull’impossibilità di parlare di ciò che viene raggiunto e non può essere insegnato e spinge solo ad uscire dalla mente ordinaria e dalla percezione ordinaria tramite il non senso, il controsenso, il mettere in scacco la percezione ordinaria e la mente comune e smontare gli schemi percettivi e mentali.

Il primo modo per uscire dalle illusioni del mondo virtuale è mettere in scacco la ragione.
Questo risveglio viene suscitato dal Maestro negli allievi attraverso espedienti verbali, aneddoti o quesiti che non possono avere risposta. Il KOAN è uno di questi.

Che rumore fa un albero che cade in una foresta dove nessuno può sentirlo?

Nello Zen, il kōan è una frase paradossale o una piccola storia usata per aiutare la meditazione e risvegliare una natura più profonda. Di solito narra l’incontro tra un discepolo e un Maestro che lo spinge verso la realtà vera. Ma la realtà prescinde da questa realtà apparente, sensoriale o mentale. Ed è proprio quando la mente smette di pensare in modo ordinario che la consapevolezza si apre di colpo a una visione superiore.

Se davvero credi che tutto si possa spiegare con la ragione, il KOAN può darti delle brutte sorprese, oppure può passare accanto a te senza neppure scalfirti.
Com’è difficile per noi uomini abbandonare la presa della ragione! Quando una ragionevole ragione chiede solo di essere abbandonata.

Il mondo è un’opera spirituale.
Chi non ha che piedi contribuirà con i piedi.
Chi non ha che occhi contribuirà con gli occhi.
Chi non ha che testa, non contribuirà con niente.
Perché il mondo è fuori dai piedi, dagli occhi e dalla testa
.
(V)

Hai tentato tutta la vita
di fare il Maestro
a qualcun altro
mentre il Maestro
ti guardava
senza parlare.

(V)

Continuo a pensare che non riesco a capire il mondo.
Ma chi lo ha detto che il mondo ha bisogno di essere capito?

Un bambino continuava a versare l’acqua del mare nel suo secchiello.
L’uomo continua a versare l’acqua della realtà nella sua testa.
Il mare e la realtà splendono intatti e lontani senza farci caso.

Se intraprendete lo studio di un KOAN e vi ci dedicate senza interrompervi, scompariranno i vostri pensieri e svaniranno i bisogni dell’io. Un infinito privo di confini si aprirà davanti a voi e nessun appiglio sarà a portata della vostra mano e su nessun appoggio si potrà posare il vostro piede. La morte vi è di fronte mentre il vostro cuore è incendiato. Allora, improvvisamente sarete una sola cosa con il KOAN e il corpo-mente si separerà. … Ciò è vedere la propria natura. » (Hakuin, Orategama)

Il KOAN è un paradosso (para doxa = argomento che sfida ogni ragione). Mette la ragione nell’impossibilità di funzionare, e proprio grazie a questo, apre una possibilità a una meditazione che va oltre la ragione e sveglia una consapevolezza più profonda.

Il KOAN perfetto è nei Vangeli:

A chi ha sarà dato
e a chi non ha
sarà tolto anche quello che ha.

Jung esprime un KOAN abbastanza comprensibile quando dice: “Il medico ferito guarisce”.
La fonte che non ha acqua disseterà. O, come disse, una mia allieva afflitta da complesso materno negativo: “Se non hai avuto una madre, sarai tu la madre amorosa di te stessa”. Ma qui siamo ancora in termini comprensibili. Siamo nel linguaggio dell’amore. A volte il KOAN è anche questo ma più spesso il KOAN è più di questo.
Per esempio appartiene alla via dell’amore questa storia Zen:

“Nel momento della morte il Maestro raccolse i discepoli attorno al suo letto e disse che avrebbe lasciato la sua ciotola e le sue vesti a chi gli avesse spiegato meglio cos’era lo Zen. Tutti si affrettarono a dare dotti spiegazioni scientifiche.
Solo un monaco si avvicinò al capezzale del malato e gli avvicinò alle labbra la ciotola con la medicina.
Il Maestro, che non aveva sorriso mai in tutta la sua vita, sorrise per la prima volta e disse: “Darò a te la mia ciotola e le mie vesti. Il monastero è tuo
”.

Cos’è un KOAN? Questa stessa domanda è un KOAN, perché un KOAN non può ricevere una risposta.
Noi siamo prigionieri della percezione e del pensiero. Liberiamoci della percezione e del pensiero e avremo liberato il prigioniero che sta sotto di essi.

A volte le parole che pensiamo sono così stringenti
da stregarci come abbindolati
da un incantatore.

(V)

L’illuminazione viene sempre dopo che la strada del pensiero è bloccata”.

Molto ardua è la ricerca della verità. Potremmo perderla perché restiamo abbindolati dalle parole come se queste possedessero una verità, ma le parole sono illusorie e ognuno può intenderle a suo modo.

Scrive Alejandro Jodororowsky nel suo “Il dito e la luna”:

Un monaco viveva con suo fratello, cieco d’un occhio e idiota. Un giorno, proprio quando un grande teologo era venuto da lontano per parlargli, egli era stato costretto ad assentarsi. Disse allora a suo fratello: “ Ricevi e tratta bene questo erudito! Soprattutto non aprire bocca e tutto andrà bene”.
Il monaco abbandonò il monastero. Al suo ritorno, andò a casa del suo ospite.
“Ti ha ricevuto bene mio fratello?“, gli chiese.
Pieno di entusiasmo, il teologo esclamò:
“Tuo fratello è una persona notevole. E’ un grande teologo”.
Il monaco, sorpreso, farfugliò:
“Come? Mio fratello… un teologo?!”
“Abbiamo avuto una conversazione appassionante”, continuò l’erudito “esprimendoci solo a gesti. Io gli ho mostrato un dito, lui ha replicato mostrandomene due. Allora gli ho risposto, logicamente, mostrandogli tre dita e lui mi ha lasciato sbigottito, mostrandomi un pugno chiuso che metteva fine al dibattito.. Con un dito, io gli ho indicato l’unità del Buddha. Con due dita, lui ha allargato il mio punto di vista, ricordandomi che Buddha era inseparabile dalla sua dottrina. Soddisfatto della replica, con tre dita, gli ho dato a intendere: Buddha e la sua dottrina del mondo. E allora lui mi ha dato una risposta sublime mostrandomi il pugno: Buddha e la sua dottrina del mondo formano un tutt’uno. Questo vuol dire davvero superare se stessi.”
Il monaco tornò da suo fratello:
“Raccontami come è andata col teologo!”
“E’ semplice- disse il fratello-Lui mi ha provocato mostrandomi un dito per farmi notare che io avevo un occhio solo. Non volendo cedere alla provocazione, ho risposto che lui era fortunato ad averne due. Lui ha insistito, sarcastico: “Comunque, sommando quelli di entrambi, fanno tre occhi!” E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mostrandogli il pugno chiuso, l’ho minacciato di stenderlo all’istante se non la smetteva con le sue malevole insinuazioni!
”.

Alcuni KOAN vengono da grandi Maestri e hanno girato tutto il mondo. Questo è bellissimo:

L’ordine perfetto
esiste solo
accanto al disordine
L’ordine totale
in un giardino
uccide il giardino
“.

Tutte le cose ritornano all’Uno, ma quest’Uno, dove ritorna?” (D. T. Suzuki).

Perché quando il dito indica la luna, lo sciocco vede solo il dito?
Perché dito e luna appartengono a mondi diversi, come ci sono mondi diversi in chi guarda, sopra chi guarda e attorno a chi guarda.
Ogni uomo che crede di essere un corpo sarà prigioniero di quel corpo; ogni uomo che crede di essere una mente, sarà prigioniero della sua mente. La sua mente sarà la sua barriera. Se volete veramente superare la barriera della mente, dovete sentirvi come se beveste una palla di ferro rovente che non potete né inghiottire né sputare. Allora la minore conoscenza che avevate prima scompare. Come un frutto che matura al tempo giusto, la vostra soggettività e la vostra oggettività diventano naturalmente una cosa sola.
E’ come un muto che abbia fatto un sogno. Lui sa che cosa ha sognato, ma non può raccontarlo.
Quando un uomo entra in questa condizione, il guscio del suo io si spacca, e lui può scuotere il cielo e muovere la terra. E’ come un grande guerriero dalla spada affilata. Se un Buddha sta sulla sua strada, lui lo abbatte; se un patriarca gli oppone un ostacolo, lui lo uccide; non avrà bisogno di Maestri, a suo modo sarà affrancato dalla nascita e dalla morte. Potrà entrare in qualunque mondo come se fosse il suo campo di gioco.

Una via verso il risveglio, nemmeno mille Maestri sono in grado di indicarla”.
(V).

Ci sono dei momenti in cui è bene mettere a tacere la mente pensante, quella razionale, e aprire ‘l’altra mente’, quella che ci mette a contatto diretto e in modo preverbale col nostro vero Io e con la realtà vera del mondo. Questa mente ci parla senza parole solo quando abbiamo ucciso le parole. Possiamo trovare dentro di noi il Maestro solo quando avremo ucciso tutti i Maestri.
Si può fare questa apertura spirituale o al modo occidentale, attraverso storielle o aneddoti che stimolino la nostra parte riflessiva più profonda, o al modo orientale, e più esattamente giapponese, secondo il Buddhismo Zen, impedendo alla mente razionale di funzionare, mettendola sotto scacco con un quesito o un ordine totalmente irrazionale, qualcosa di inafferrabile e insolubile, che ne blocchi il funzionamento, così che si aprano altre strade e altri modi, e questo è il KOAN.
L’uomo occidentale, messo di fronte a un KOAN, tenta disperatamente di spiegarlo, di ridurlo a possesso intellettuale, ma è come il visitatore che, messo di fronte a un’opera d’arte ignota, ne resta colpito in modo indecifrabile e destrutturante e inutilmente tenta di far entrare nella gabbia delle parole quello che ha provato, provando a ridurlo alle categorie conosciute. Meglio sarebbe di fronte a ciò che si destabilizza e ci dà turbamento come una cosa aliena, lasciarsi andare come per una realtà sconosciuta, che tuttavia ci circonda e ci disarma e con essa procedere lungo la via dell’ignoto.

Non dipendere dalle parole o dalle lettere
ciò che punta direttamente
verso il cuore dell’uomo
oltrepassa la mente-testa
per colpire la mente-cuore
e raggiungere l’illuminazione

(V)

C’è nel cuore una comprensione che è diecimila volte più forte della comprensione della mente. Ma il cuore non parla. Sente.
A volte il Maestro o l’analista o il medico parla, guarisce, consola, non per le parole che ha usato, ma per il messaggio che va da cuore a cuore, non con la comprensione che ha destato ma per la vita che ha risvegliato.
Nel cuore dell’allievo o del paziente c’era tutta la comprensione della vera realtà, ma dormiva, non era chiara a se stessa.
Il Maestro o il dottore o l’analista creano le condizioni del risveglio. Ma solo il dormiente può passare al proprio risveglio. Esso avviene solo se e quando il risveglio avrà deciso di avvenire. Ed esso non può essere spiegato, trasmesso o insegnato. E’ semplicemente luce che splende. Vuoto di pace. Illuminazione improvvisa. Colui che ne è illuminato non può fare nulla per trasmetterlo agli altri. Può solo rendere migliore il mondo essendo ciò che è.

La trasmissione migliore è quella ‘da consapevolezza a consapevolezza’, ovvero da Maestro a discepolo, senza l’utilizzo delle parole, per tramite di una intuizione improvvisa che genera l’illuminazione profonda (satori). Da energia a energia. Luce vera da luce vera.

Un filosofo si recò un giorno da un Maestro Zen e gli disse:
Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi”.
“Posso offrirti una tazza di tè?” gli domandò il Maestro. Ed incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il Maestro continuò a versare il liquido, che traboccò. “Ma cosa fai?” sbottò il filosofo. “Non vedi che la tazza è piena?”
“Come questa tazza” disse il Maestro “anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture, perché le si possa versare dentro qualcos’altro. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?

Vuotare la tazza vuol dire liberarsi dai pregiudizi, dai condizionamenti, dalle fissazioni culturali o personali, dalle false credenze, dal pensiero succube e formato da altri, dalla storia individuale o sociale che ci contiene. Liberarci da tutto.

Esiste un famoso racconto Zen, intitolato “La porta senza porta”.
Nella ricerca della verità, la nostra mente, si ostina incessantemente, a cercare una porta da attraversare, ma, non si rende conto, che, in realtà, la porta non esiste affatto.
L’unica barriera esistente, è la nostra mente, che si frappone fra noi, e la verità. Fino a quando non rimuoveremo la mente da questa ricerca, non arriveremo mai all’illuminazione.

Questo racconto bellissimo è di Mircea Eliade da un libro altrettanto bello che è intitolato: “Spezzare il tetto della casa. La creatività e i suoi simboli”:

Un uomo salì su una montagna e sulla cima c’era una casa. E l’uomo bussò alla porta. Una voce dall’interno disse: “Chi è?”: “Sono io, disse l’uomo. “Poiché sei tu, non puoi entrare”.
Dieci anni dopo l’uomo tornò. Salì sulla montagna e bussò di nuovo alla porta. “Chi è?”, disse la voce. “Sono te”, rispose l’uomo. “Poiché sei me, puoi entrare
”.

Proviamo dunque a creare dei KOAN, oppure, nel caso peggiore, proviamo a vedere cosa succede quando la mente razionale va un poco oltre se stessa sulla via del silenzio. Se non riusciamo a far tacere la mente, proviamo a far parlare il cuore. Entriamo in uno stato di meditazione.

“L’uomo guarda le nuvole. Le nuvole pensano come sarebbe bello essere quell’uomo. Così chi sta fermo invidia chi fa cose nuove. E chi si muove cerca il riposo di chi sta fermo“.
(V)

Qualche volta il KOAN è una storia vera per farci capire che nella vita troppe sono le cose che non si riesce di capire.
Una vecchia signora ucraina ha lavorato tutta la vita come badante e si è privata di tutto per mandare i soldi in Ucraina e permettere al figlio di costruire la sua casa. Quando la casa era finalmente finita, è venuta la guerra e la casa è stata bombardata.
Ora lei è vecchia e stanca, non ha lavoro, non ha forze, non ha soldi, non ha un tetto. Il figlio gira ramingo nel mondo..

Dov’è il sacro?
Dove sei tu?
Dov’è colui che non sei tu?

(V)

Ma sono proprio io che lagno e mi lamento
o sono attraversata da qualcuno
che è stufo
dei miei lagni e miei lamenti?

(V)

Vedo solo la sedia
ma se salgo sulla sedia
forse è la sedia
che vede me.

(V)

Cos’è che dà energia all’energia?
(La bambina Sofia)

Cos’è la felicità?
Già dal momento che lo chiedi, vuol dire che l’hai perduta.

(V)

C’è chi cammina come fosse seduto
E chi è seduto come se camminasse
Chi dei due arriva più lontano?

(V)

Quando io do qualcosa a te, sei tu che dai qualcosa a me?
O abbiamo costruito entrambi un ponte tra una mente e due cuori?

(V)

Diventi quello che sei
Impari quello che sai
Vivere è mettere fuori
quello che è nascosto dentro
o è mettere dentro
quello che è nascosto fuori?

(V)

Il vero possesso è tutto quello che hai
o è poter vivere senza possedere niente?

Io non sono un uomo
sono due uomini
Io non sono due uomini
sono tre uomini
Io sono tutti gli uomini del mondo
o non sono nessun uomo
.
(V)

Una volta mi cadde
una chiave sulla testa
Era la chiave
dell’armadio di mia madre
perché non ho mai usato
la chiave del suo cuore
.
(V)

Devi fare in modo
che venga la primavera
in inverno
.
(V)

In fondo non potrai che diventare
ciò che sei.
Ma se non hai scelto
cosa essere
come potrai scegliere
cosa diventare?

(V)

Se non hai trovato
la riposta
aspetta
che la risposta
trovi te
.
(V)

Cosa posso insegnarti?
Le mie parole fanno un brusio
La tua mente pensa un brusio
La verità ci attraversa
silenziosamente
.
(V)

Mi ha ceduto una gamba
e sono caduta
rovinosamente
era grande la confusione del mio cuore
La mente caduta era infuriata
non poteva accettare di essere messa in scacco
da una gamba.
Eppure continuamente
noi cediamo alla vita
.
(V)

E’ più difficile scalare una montagna
o guadare una bassa palude stagnate?
Eppure chi raggiunge la vetta
è un eroe
come chi attraversa una palude
.
(V)

Che cos’è l’illuminazione?
Un Maestro che porta una lampada spenta
.
(V)

Qualche volta il KOAN si unisce all’HAIKU, un componimento poetico di tre versi scritto in una metrica rigorosa che parla della natura in modo molto semplice. L’estrema concisione dei versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, come una traccia che sta al lettore completare.

Mizuta Masahide

Il tetto s’è bruciato –
ora
posso vedere la luna
“.
..
Alcune poesie essenziali di Ungaretti richiamano lo stile Haiku:

« Cammina cammina
ho ritrovato
il pozzo d’amore
».
,
Fino al celeberrimo

M’illumino
d’immenso
”.
—————–

Ho studiato per anni e anni
Cosa ricordi di tanti anni di studio?
Il pulviscolo del raggio di sole
che entrava nella mia stanza chiusa
.
(V)

Ho insegnato tutta la vita
per scoprire
che non avevo nulla da insegnare
.
(V)

Ho camminato cento anni verso il paradiso
Ho camminato mille anni verso il paradiso
Ho camminato diecimila anni verso il paradiso
Quanti anni dovrò camminare ancora
senza trovare il paradiso
se non mi decido
a cambiare la direzione?

(V)

Io sono mille
ma con te vorrei essere
la mia milleunesima migliore
.
(V)

Non ti arrendere
o sarai schiavo delle tue paure!
Rinunciare alla paura
è la prima vittoria
.
(Proverbio vichingo)

Che differenza c’è tra un discepolo e un Maestro?
Quando non avrai da insegnare
più nulla,
allora sarai un Maestro
.
(V)

Questo sogno fatto tanti anni fa parla di una simbiosi possibile con l’essere tutto, che si può ottenere solo diminuendo l’ego:

Sognai un prato verdissimo dove sorgeva una tavola con la tovaglia candida contro il cielo blu. Attorno stavano seduti i discepoli e in cima il Maestro. Io ero un discepolo come gli altri. C’era una forte contesa su chi avrebbe dovuto succedere alla carica. Ognuno diceva “IO…Io”. Erano tutti pieni di cose e di saperi e vantavano titoli. Io stavo zitto perché non ero nessuno e non avevo niente di cui gloriarmi. A poco a poco la debolezza mi vinse e cominciai a svenire lentamente, scivolando sul prato verdissimo ai piedi della tavola. Ero in un profondo torpore e penetrai pesantemente nell’erba divenendo erba io stesso. Entravo via via nella madre Terra confondendomi con essa. Tutti si erano alzati e mi guardavano dall’alto. Sul mio petto, dall’erba, sbocciò un vivido fiore rosso. Il Maestro disse: “Questo e’ il successore!”
(V)

Maestro, ho paura di morire, cosa posso fare contro questa paura?
“Muori!”
.
(Qui “Muori” vuol dire muori al tuo ego materiale, al tuo ego mentale, e consegnati al tuo io spirituale)

Com’è la mano del Buddha? Aperta o chiusa?
E com’è la tua mano?

(V)

Se cerchi un Maestro, non hai nemmeno cominciato a camminare.
(V)

Il mondo è immenso e ci viene addosso con diecimila cose. Cosa devo fare?”.
Non importa che il mondo sia immenso, tanto non potrai fare che una cosa per volta. Fai quella!

(V)

Non riesco a capire cosa sia il mondo.
Ma non credo che il mondo si preoccupi di essere capito
.
(V)

Un discepolo si lamentava di non riuscire a fare più cose.
Il Maestro chiese: “Puoi mettere nella tua ciotola più acqua di quella che contiene?
.
(V)

La vita mi stanca. Ci sono sempre troppe cose da fare.
“Allora il momento è buono. Siediti e medita!”

(V)

Sono io che cammino nella vita, o è la vita che cammina in me?
Chi è il portato e chi il portatore?

(V)

“Signore, sono in grande ansia”.
“Di che cosa hai paura?”
“Di mille cose ho paura”.
“Di una sola cosa hai paura: della tua paura!”

(V)

Un monaco aveva paura
dei mille pericoli del mondo,
aveva paura della malattia,
della povertà, della vecchiaia, della morte.
Il Maestro gli disse di soffiare forte
in un piccolo otre.
Lo serrò ermeticamente.
Poi dette un bastone al monaco
e gli disse di romperlo in piccoli pezzi.
(V)

L’arciere puntava la freccia al bersaglio.
Il Maestro tolse la freccia
e la girò silenziosamente verso il suo cuore.

(v)

Il discepolo non sapeva se attraversare il fiume o no.
Il Maestro gli disse: “Entra nel fiume e risali la sorgente”.

(V)

“Maestro, come posso aprire questa porta?”
Il Maestro rispose: “Non l’aprirai mai se non vedi
che la porta è già aperta”.

(V)

(Qualche volta lo Zen è chiamato ‘La porta senza porta’)

La folla accerchiava il Buddha.
Uno chiese: “Cos’è l’illuminazione?”
Senza parlare lui gli offrì un piccolo fiore.

L’uomo che fa diecimila cose
crede forse di essere diecimila cose?

(V)

Un uomo voleva attraversare il fiume
con una cesta troppo pesante sul capo.
Il Maestro disse: “Posa la cesta!”

(V)

Se sei la tua mano, la tua mano ti farà male.
Se sei la tua gamba, la tua gamba ti farà male.
Se sei la tua borsa, la tua borsa ti farà male.
Ma se sei il tuo io, niente ti farà male.
Come puoi essere il tuo io?
“Uscendo da tutto il resto”.

(V)

Se mi sei troppo vicino,
non ti potrò vedere.
Se mi sei troppo lontano,
non ti potrò guardare.
Qual è la giusta distanza?
Quello in cui non penserò
alla giusta distanza.

(V)

Piena di lutti e stragi è la Terra.
Piena di rumori e di corse è la Vita.
Ma il Cielo è sempre lo stesso,
mutevole e stupendo.

(V)

Dov’è il mio cuore?
Se lo cerchi non lo hai mai cercato.
Se non lo cerchi
lo hai già trovato

(V)

Qualche volta, quando non sei in te stesso,
ti fai male.
Il dolore ti ricorda di tornare in te stesso
.
(V)

Oggi non è accaduto niente,
giorno perfetto per meditare.

(V)

“Maestro, come faccio per migliorare
l’immagine che ho degli altri?”
Il Maestro gli mise davanti uno specchio.

(V)

La nuvola permette al monaco
di smettere di guardare la luna.

ESCHER
Viviana

Ho scelto di illustrare il KOAN con le incisioni dell’olandese Escher che appare così legato alla logica, alla geometria e alla matematica da essere l’artista preferito di grandi matematici e fisici. Sembrerebbe l’esplicazione di una mente che più razionale non si può. Ma pensiamo che la nostra scelta sia opportuna, in quanto due elementi balzano immediati dalle opere di Escher: il carattere paradossale della sua realtà e il grande impulso alla metamorfosi.
La tecnica seguita da Escher è la staffettazione, cioè l’iterazione analitica dei motivi, che solo a prima vista suggerisce un uso maniacale dell’emisfero razionale, ma il messaggio che viene trasmesso è quello di una totale irrealtà che consegue proprio al senso paradossale delle costruzioni: uomini che diventano pesci, pesci che diventano uccelli, scale che salgono dove dovrebbero scendere, mani che entrano nel disegno, con una confusione intenzionale tra ciò che è e ciò che non dovrebbe essere ma nell’arte tutto è permesso anzi dovuto, il realismo si mescola con un iper-realismo totalmente immaginario, il paesaggio mediterraneo tanto amato si trasfigura in una iconografia trecentesca, le incisioni di Escher tracciano i contorni perturbanti di un vero paese delle meraviglie, dove, come nel libro di Alice, l’immersione nella mente nel suo profondo porta all’altrove, scioccando il ben dell’intelletto, con un effetto di perturbamento salutare.
Nulla come Escher può avvicinarsi alla perfezione rarefatta dello Zen, che oltrepassa il mondo della forma iterativa per inseguire nel vuoto la possibilità di un mondo ‘altro’ che non possiamo percepire ma solo intuire, come una sfida a un limite umano e che fa vacillare le nostre certezze.
Se nel KOAN è l’impossibilità dell’esecuzione del compito o l’inesistenza della risposta al quesito a sbalestrarci, in Escher è la forma stessa a farsi sentiero di assurdo con la ripetizione cognitiva irrazionale fino al suo mostrarsi ‘altro da sé’
Escher sembra che usi come modulo espressivo la ripetizione, in realtà essa contiene un concetto molto più profondo che è la ‘trasformazione’.
Identicamente il KOAN sembra partire da elementi banali del reale che il Maestro usa per scardinare il senso stesso del reale, così da far uscire in modo repentino la consapevolezza da un livello terreno o razionale per balzarla ad un livello trascendente e ultrarazionale.

Un ragazzo ha in mano un cubo impossibile e osserva perplesso questo oggetto assurdo. Pur avendo in mano gli elementi che gli permettono di notare che qualcosa non va, pare non accorgersi del fatto che l’intero Belvedere è progettato su quella stessa struttura.
Escher nel suo primo libro scrive a proposito di quest’opera: In basso a sinistra giace un pezzo di carta su cui sono disegnati gli spigoli di un cubo. Due piccoli cerchi marcano le posizioni ove gli spigoli si intersecano. Quale spigolo è verso di noi e quale sullo sfondo? E’ un mondo tridimensionale allo stesso tempo vicino e lontano, è una cosa impossibile e quindi non può essere illustrato. Tuttavia è del tutto possibile disegnare un oggetto che ci mostra una diversa realtà quando lo guardiamo dal di sopra o dal di sotto. Il cubo di cui parla Escher è noto con il nome di cubo di Necker.
La scala che porta al secondo piano dell’edificio inoltre è contemporaneamente all’interno e all’esterno di esso, cioè si tratta di una scala impossibile.
Il mondo è ciò che vedi. Ma se cambi la prospettiva, avrai un’altra visione.

Molto tempo fa, durante uno dei miei vagabondaggi – scrive Escher – mi capitò di trovarmi in questo campo (la divisione regolare del piano); vidi un alto muro e poiché avevo il presentimento di trovare qualcosa di enigmatico e di sconosciuto, lo scavalcai faticosamente. Dall’altra parte c’era un deserto che attraversai con gran fatica fino a quando seguendo un complicato percorso, mi trovai su una soglia: davanti a me si spalancavano le porte della matematica. Da qui si dipartivano in diverse direzioni molti sentieri ben tracciati e da allora mi soffermo spesso in questo luogo. Talvolta mi pare di aver perlustrato l’intera zona, di averne percorso ogni sentiero e ammirato ogni veduta; poi improvvisamente scopro un sentiero ancora inesplorato e assaporo nuove delizie”.

Mentre disegno mi sento come un medium, controllato dalle creature che sto evocando. E’ come se esse stesse scegliessero le forme in cui apparire. E non si curano, durante la loro nascita, della mia opinione critica e non riesco a esercitare nessuna influenza sulle dimensioni del loro sviluppo. Di solito sono creature difficilissime e ostinate”.

Le case sul mare diventano scatole, perdono via via le loro caratteristiche, si trasformano in semplici cubi, in esagoni e alla fine in ragazzini cinesi.
Sono questi passaggi da una forma all’altra, dalla seconda alla terza dimensione che sconcertano l’osservatore. “Noi non conosciamo lo spazio – scrive Escher – non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo percepiamo. Siamo in mezzo ad esso, ne facciamo parte, ma non ne sappiamo nulla… Vediamo soltanto sentieri, segni; non vediamo lo spazio vero e proprio”.
C’è qualcosa di molto filosofico nelle incisioni di Escher. E’ come se ci dicesse che, partendo da dimensioni noti possiamo pervenire a mondi ignoti.

I disegni di Escher sono provocazioni che egli crea per affinare la nostra percezione dello spazio, per svelare i limiti e le ambiguità delle nostre capacità percettive.
Se c’è una costante nella sua opera è forse il disvelamento dell’esistenza di più piani del reale, talvolta opposti e inconciliabili, e quindi di molteplici verità.
Escher è stato chiamato ‘Maestro dell’infinito’.
L’infinito, possiamo soltanto immaginarlo e mai sperimentarlo. Il concetto permea il pensiero umano, eppure sfugge alla comprensione: lo si invoca per rispondere a domande altrimenti prive di risposte.
La divisione regolare del piano era per Escher un mezzo per catturare l’infinito. Ma il suo infinito non era mai fisso, era un divenire che conciliava i contrari.

Nel mondo tutto diviene. La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi”.
(Eraclito)

Qualunque piccola cosa ci venga data, qualunque sia il compito minimo della nostra giornata, anche nella più ripetitiva prigione esistenziale, ci è data l’apertura per una fuga dall’essere immediato per l’essere trascendente. Ma solo il paradosso può rendere questo balzo da ciò che sembra a ciò che è, e non ci forme o parole che possono spiegare o esprimere la trasformazione, il momento di passaggio.
L’impossibile esiste.
Non possiamo spiegarlo.
Ma possiamo sognarlo.
.
http://masadaweb.org


MASADA n° 1743 3-3-2016 L’EPATOSCOPIA E LA NASCITA DELLA PREVISIONE ASTROLOGICA

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MASADA n° 1743 3-3-2016 L’EPATOSCOPIA E LA NASCITA DELLA PREVISIONE ASTROLOGICA

Blog di Viviana Vivarelli

Report di una conferenza di Claudio Cannistrà alla Biblioteca di Parapsicologia De Boni Bozzano di Bologna, Via Marconi 8. Ogni mercoledì alle 16,30 c’è una conferenza.

L’epatoscopia o lettura divinatoria del fegato è uno dei mezzi più antichi per leggere il futuro. Inizia agli albori del secondo millennio a. C. tramite gli omina (presagi) celesti, in ambito mesopotamico.
Nel passato molte sono state le pratiche divinatorie come l’olio nell’acqua o il fumo dell’incenso (capnomanzia), il volo degli uccelli (ornitoscopia); si pensi ai due gemelli capitolini che osservarono il volo degli uccelli; Remo, sull’Aventino piccolo, vide 6 avvoltoi, provenienti dalla sua destra; Romolo, sull’Aventino grande, ne vide 12, e provenienti dalla sua sinistra, direzione considerata più favorevole; così fu lui a fonda5re Roma), ma l’osservazione divinatoria può riguardare le condizioni atmosferiche (aeromanzia, gli Etruschi guadavano le nubi e i fulmini) o le viscere degli animali, appunto (epatoscopia o extipicina).

L’esame del fegato riguardava in genere agnelli o capretti e si sviluppò nell’area mesopotamica fra il Tigri e l’Eufrate, zona in cui nacque l’astrologia.
Le prime tavolette di argilla incise nei caratteri cuneiformi risalgono al 2000 a. C., sono state trovate nella zona di Uhr dei Caldei, da cui si dice sia partito Adamo e ci parlano di alcune battaglie in cui il re venne sconfitto a causa di posizioni planetarie negative.

Queste divinazioni sono i primi esperimenti di previsioni di tipo astrale.
Si svilupparono in vari modi e varie zone, risalendo dall’attuale Ku Weit verso l’alto durante l’impero babilonese e assiro. In genere le previsioni erano tratte dal fegato degli animali sacrificali, dal volo degli uccelli, dalla nascita di animali malformati e potevano riguardare sia eventi politici (guerre, vittorie o sconfitte) che eventi naturali (terremoti, carestie).
La divinazione nasce come divinazione ‘mondiale’, termine standardizzato per indicare la previsione collettiva sul futuro di popoli, re e nazioni, e non come oroscopo individuale.
Gli oroscopi individuali sono un portato moderno nato attorno al 6° secolo a. C. ma di solito anch’essi in relazione ai re.

Perché si fa una lettura del fegato? Perché si ritiene che il fegato sia uno specchio che riflette il mondo esterno.
Il fegato è il più grande dei nostri organi (per Platone era sede dell’anima concupiscibile: l’anima superiore risiedeva nel cervello e quella irascibile nel cuore).
Il fegato era considerato intermedio tra Cielo e Terra secondo l’antichissimo concetto base dell’Alchimia per cui “Tutto ciò che è in alto è in basso e tutto ciò che è in basso è in alto” e “Il microcosmo riflette il macrocosmo e viceversa”..
Il fegato, quando è gonfio, diventa traslucido come fosse uno specchio, presenta bozzi, corrugamenti, strie a cui venivano dati precisi significati.
Gli antichi pensavano che questa lettura delle viscere si potesse fare per fatti collettivi ma non individuali. L’agnello o il capretto si ponevano come ponti tra Cielo e Terra.
Al British Museum sono conservati 30 fegati di terracotta.

E’ noto il fegato etrusco di Piacenza in bronzo (risalente al I-II secolo a.C., misura 126 x 76 x 60 millimetri.)

Questi fegati hanno uno scopo didattico sia medico che divinatorio.
Sul lato piatto (forma sferica superiore) era riportato lo zodiaco come era stato individuato dagli antichi. La parte superiore più bassa, dove sta la cistifellea, è più piatta.
La faccia superiore era dominata dal Sole, l’altra dalla Luna. I due Luminari erano di grande importanza perché dominavano e scandivano il tempo della vita.
Ci sono geniture (nascite) che avvengono di giorno, altre di notte, ciò dà la prevalenza sul soggetto del Sole o della Luna.
Un tempo l’astrologia era diversa dall’astronomia, la mantica nacque prima della scienza di osservazione dei corpi celesti. Occorreva cercare presagi per sapere cosa doveva succedere ma questo portò necessariamente ad una osservazione più accurata degli astri e dei loro movimenti nel tempo, dunque portò all’astronomia.
Oggi gli astronomi guardano i fenomeni celesti ma non li interpretano. In passato gli astrologi traevano da essi dei giudizi.
La religione si univa alla scienza e alla magia, per cui questi osservatori erano in genere dei sacerdoti e i fenomeni osservati erano considerati religiosi, in quanto collegati alle divinità e al loro volere,
Per i Babilonesi il concetto prevalente era quello di una identità tra Cielo e Terra. Il Cielo sta sulla Terra, la Terra sta nel Cielo (mentre i Greci li separano).
Il fegato è l’organo in cui lo spirito della divinità si riflette come in uno specchio, diventa perciò specchio dell’universo.
Il fegato cambia le sue dimensioni a seconda delle fasi del ciclo Lunare.
A seconda di come è la Luna, diventa più o meno grosso, presenta bozzi, corrugamenti, vene… con Luna piena si ingrossa, si gonfia di liquidi. Con Luna calante i liquidi vengono espulsi.
Da questo vengono i detti popolari per cui “Le ferite si rimarginano più facilmente con Luna crescente” oppure “Non ci si dovrebbe far estrarre i denti con Luna piena”.

(Io: Oggi si dice che: Il digiuno di purificazione si deve fare per 24 ore partendo dall’inizio di una fase Lunare. Se ci facciamo tagliare i capelli con Luna calante, specialmente se la Luna sta transitando nel segno della Vergine, cresceranno più velocemente mentre se li accorceremo in un giorno nel quale la Luna tocca il segno del Leone si rinforzeranno. Meglio non tagliarli con la Luna che transita nei segni d’Acqua. Le tintura invece vengono meglio con la Luna crescente. Dura più a lungo la pelle liscia se si ha l’accortezza di depilarsi con la Luna calante quando transita nel segno del Capricorno; meglio non depilarsi nei segni del Leone o Vergine. Se si desiderano unghie più forti e robuste bisogna tagliarle in Luna crescente in Capricorno. Si dovrebbe andare dal dentista, per l’estrazione di un dente o per applicare piombature, ponti, nella settimana prima del novilunio, quindi con la Luna calante ma non quando la Luna transita in Ariete, Toro o Cancro, mentre per la pulizia dei denti è più favorevole la Luna calante in Capricorno.
Se la raccolta di piante medicinali avviene in un giorno nel quale la Luna è nella fase opportuna al raccolto (consultare l’Agri_Lunario di Strie), e si trova in corrispondenza della costellazione legata all’organo malato, l’effetto terapeutico risulterà maggiore. Per la raccolta di radici sarà da preferirsi la Luna calante e un Giorno della Radice -Toro, Vergine, Capricorno-, per le foglie e i fiori la Luna crescente o il plenilunio in un Giorno della Foglia -Cancro, Scorpione, Pesci- o del Fiore -Gemelli, Bilancia, Acquario-, per frutti e semi un Giorno del Frutto -Ariete, Leone, Sagittario-. La Luna piena va bene per imbottigliare il vino. Nell’agricoltura biologica si dice che la luce Lunare penetra molto più profondamente nel terreno di quanto sia in grado di fare la luce solare, influendo positivamente sul processo germinativo dei semi. La Luna crescente favorisce lo sviluppo vegetale delle piante, poiché le linfe tendono a risalire verso la superficie; questo è il tempo del raccolto e della crescita. Al contrario, con Luna calante i succhi si ritirano verso le radici e la terra è feconda; questo è il tempo della semina e delle radici. Per ottenere vini frizzanti, occorre imbottigliare al primo quarto in fase di Luna crescente; per i vini da invecchiamento imbottigliare all’ultimo quarto in fase di Luna calante; con la Luna piena il momento è propizio per imbottigliare qualsiasi tipo di vino… ).

Per avere le giuste indicazioni nell’arte aruspicina, l’animale veniva ucciso con Luna piena.
Questo obbligava a conoscere precisamente le fasi lunari. Portava poi ad osservare la Luna in relazione ai pianeti. Gli antichi osservarono che quando la Luna si legava a Marte (il pianeta rosso), il fegato diventava più rosso, mentre, quando la Luna si legava a Saturno, il fegato diventava più nero.
Dunque c’era una relazione tra la Luna e i pianeti che veniva rispecchiata dal fegato.
Il fedele portava l’animale sacrificale dai sacerdoti. Doveva essere un agnello puro, perfetto, sano, giovane (lo dice anche la Bibbia), senza imperfezioni, poi l’aruspice sceglieva il tempo del sacrificio secondo l’osservazione dei cieli.

Presso i babilonesi c’erano due personaggi distinti: i sacerdoti che si occupavano del sacrificio “sacerdoti sacrificatori” e altri che si occupavano di leggere il responso analizzando le viscere.

(Io: L’estispicina nacque prima del 3000 a.C. i Babilonesi la praticavano ispezionando le interiora di capi di bestiame, per lo più capretti con particolari caratteristiche. L’estispicina babilonese era molto complessa. Il fegato era considerato il luogo d’origine del sangue e, pertanto, della vita stessa. C’erano i ‘bārû’, che esaminavano, oltre al fegato, anche i lobi, la cistifellea, l’appendice. Se la cistifellea era ingrossata dal lato destro, sarebbe cresciuta la potenza militare del re che avrebbe vinto i suoi nemici. Se il condotto biliare era molto lungo, se ne deduceva una lunga vita per chi aveva chiesto il rito. Altri significati erano tratti dalla presenza o assenza di calcoli.
La divinazione col fegato si diffuse poi da Babilonia alla penisola italica, prima tra gli Etruschi poi tra Romani e Greci. Il più antico modello anatomico destinato alla divinazione risale al 2000 a.C. e fu scoperto a Piacenza nel 1887, è un modello didattico di fegato di montone, del 100 a.C., con varie incisioni tracciate con il bulino riguardanti i nomi di una quarantina di divinità. Il modello rappresenta al tempo stesso la struttura del mondo e la distribuzione delle divinità secondo la visione etrusca, collegate ognuna ad una parte del Cielo visibile dalla Terra,
Presso gli Etruschi la divinazione divenne molto raffinata. Il rito era affollatissimo e spettacolare. Era segnato da alcune tappe fondamentali. Colui che lo praticava, un iniziato o divinatore, sceglieva il capro (di norma un montone) e procedeva alla sua uccisione. Oltre all’esame del fegato e delle viscere, importante era anche il comportamento della bestia durante il sacrificio, la quantità di sangue fuoriuscito e il tempo per spirare: anche questi, erano interpretati come segni della volontà divina. Dopo un’accurata ispezione (a cui potevano partecipare più divinatori), l’animale veniva arso su un altare per poterne trarre gli ultimi auspici a seconda del colore della fiamma (empiromanzia) e del fumo liberato dalla combustione (capnomanzia).
Anche gli ebrei conobbero questo rito e più brani dell’Antico Testamento ne fanno riferimento. La praticarono poi i Romani, e in genere questo esame del fegato veniva fatto prima della partenza per la guerra o di una battaglia. La pratica andò in disuso o venne vietata con l’affermarsi del Cristianesimo.)

Il Baru babilonese è una figura nobile, il cui nome non si può tradurre con il nostro ‘indovino’, che però ha un senso dispregiativo, mentre egli era “colui che osserva”, non era un sacerdote ma un laico specializzato nella lettura del fegato che si occupava della parte più astronomica.
C’erano poi i sacerdoti-scribi, tuksar, che avevano il compito di incidere le tavolette di argilla e interpretavano i fenomeni celesti. Essi hanno raccolto tutti i presagi in una collezione di omina astrologici conservati nelle varie biblioteche a Babilonia (collezione di migliaia di tavolette d’argilla e frammenti contenenti testi di ogni tipo datati al VII secolo a.C. Alcuni dei testi contengono divinazioni, presagi, incantesimi e inni a diversi dei, altri trattano di medicine, astronomia e letteratura. La banca dati della collezione del British Museum conta 30.943 tavolette dell’intera biblioteca di Ninive. Si stima che la biblioteca possa aver incluso circa 10.000 testi. Tuttavia i documenti originali della biblioteca, che avrebbero compreso scrolli di cuoio, tavole di cera, e forse anche papiri, contenevano sicuramente uno spettro molto più ampio di conoscenza di quello che si conosce attualmente dai testi superstiti iscritti nelle tavolette d’argilla cuneiformi).

Questi personaggi addetti alle divinazione erano tenuti in grande considerazione e facevano parte del Consiglio del re. Ogni città aveva i suoi baru e i suoi tuksar, o sacerdoti-scribi.
Erano nobili letterati che dovevano essere anche loro perfetti fisicamente, portare i capelli in un certo modo, vestirsi in un certo modo, parlare con un certo tono di voce ecc. per essere degni di comunicare con il Cielo. Erano figure ‘solari’ (anche quando Mosè scende dal Sinai con le tavole della legge, la Bibbia dice che il suo volto era luminoso e solare).
Avevano una funzione legislativa e giudiziaria.
Questi due aspetti, sacrificio e divinazione, convivono dal 2000 a. C. fino all’ottavo secolo a. C. e via via si hanno sempre maggiori osservazioni del Cielo e dei corpi celesti e dei loro movimenti, per cui si passa dalla mantica all’astrologia con osservazioni astronomiche sempre più esatte.
I rapporti dei pianeti tra loro dovuti ai loro movimenti nei cieli cambiano l’interpretazione delle viscere.
Negli ultimi 20 anni l’archeologia ha preso ad occuparsi sempre più di astrologia perché, negli scavi si continua a trovare tavolette di argilla che riportano dati astrologici e astronomici.
Si legge così che in occasione di certi eventi (eclissi) il sovrano chiama gli esperti per sapere cosa succederà. Il Sole è molto importante, come la Luna e vedere che la loro luce scompare nel cielo provoca turbamento. E’ un momento topico per predire il futuro.
Così a poco a poco i Baru hanno sempre meno importanza rispetto agli astrologhi e ciò si evince da una tavoletta del settimo secolo a. C. che elenca i personaggi di corte in ordine di importanza e gli astrologhi precedono gli aruspici.

Esaminando una dei fegati in argilla del Brtish Museum, si vede che c’è una parte piatta, convessa, traslucida, e una parte rilevata, gonfia. Si notano la cistifellea e i condotti biliari.


(Fegato di Piacenza)

Sulla parte piatta sono segnate delle zone, ci sono dei settori che indicano le varie parti del cielo in un embrione di oroscopo. Un cerchio più grande indica 36 decani o zone del cielo (oggi parliamo di un arco di 360° diviso in 12 parti, ognuna di 30°, in cui ogni 10° corrisponde a una decade, e abbiamo i 12 segni zodiacali, ma allora erano meno precisi e le divisioni erano legate a gruppi di stelle in un embrione di struttura zodiacale).

Nei sacrifici venivano usati degli agnelli e i nomi che i Babilonesi davano ai pianeti era BIBU = pecore, i corpi celesti sono le pecore che brucano nel Cielo. Mentre le stelle sono fisse, i pianeti si muovono, sono pecore capricciose che abbandonano il gregge per andare a brucare altrove.
L’aruspicina con le sue osservazioni sui visceri si collega anche alla medicina. Ricordiamo che in Grecia la medicina ippocratica distingue 4 temperamenti umani legati a 4 umori.
La teoria umorale è il più antico tentativo dell’Occidente di una spiegazione eziologica dell’insorgenza delle malattie, partendo dalla teoria dei 4 elementi di Anassimene (Aria, Acqua, Fuoco e Terra, basilari in astrologia), poi diventati i 4 elementi immutabili di Empedocle.
Ippocrate applica questa teoria all’uomo, distinguendo 4 umori: bile nera (Terra), bile gialla (Fuoco), flegma (Acqua) e sangue (Aria). La bile nera ha sede nella milza. La bile gialla nel fegato. La flemma nella testa. Il sangue nel cuore. In corrispondenza abbiamo 4 temperamenti, sanguigno, collerico, melanconico, flemmatico. Ciò vale anche per i 4 segni dello zodiaco attuali, Aria, Acqua, Aria, Fuoco.
Il fegato è legato alla bile gialla e al Fuoco e si lega in modo forte a Giove.

Il fegato ha una serie di caratteristiche che lo collegano al giallo. Se il fegato non funziona, la pelle diventa giallastra e possiamo avere anche l’ittero, anche il bianco dell’occhio si colora di giallo.

Nei fegati dell’aruspicina troviamo indicate le 4 fasce. Tutt’attorno gira una fascia esterna che rappresenta tutte divinità nelle varie zone della volta celeste.
Abbiamo dunque un mondo diviso in due parti, sopra e sotto, parte solare e parte lunare, e quella solare è la base dell’astrologia mondiale (cioè riferita ai popoli).
Si distinguono Paesi che sono più lunari, altri che sono più solari. Questo serve per capire perché alcuni Paesi hanno avuti certe fasi di crescita e poi certe fasi di decadenza (si pensi all’Impero bizantino o a quello musulmano). I cicli storici ripetono quelli dei Luminari (Sole e Luna).
A seconda di come cambiano i pianeti nel cielo, abbiamo per un certo Paese progresso o declino. (Questo era il cavallo di battaglia degli astrologhi rinascimentali). E potrebbe spiegare, oggi, perché ci sono Paesi massacrati come la Siria e altri in crescita tranquilla come l’Australia.

Nella fascia esterna del fegato c’è un ordine che riporta la simbologia destra – sinistra.
L’animale veniva ammazzato con la mano sinistra, mano con cui il Saturno greco era stato evirato, mano della malasorte, mano con cui alzano i tarocchi, legata al mondo infero,
Queste divisioni diventano sempre più specializzate fino ai giorni nostri.
Se un pianeta entra in una di queste zone è portatore di un certo significato. per es. Marte cambia la sua energia a seconda della parte di cielo in cui si trova. Queste zone hanno diversa grandezza, ogni divinità babilonese ha un territorio che è suo.

(Rispondendo a domande del pubblico, Claudio Cannistrà ha detto:

In un intervento chirurgico sarebbe molto importante conoscere la sinastria col medico (cioè l’affinità zodiacale di coppia).

La signora Giovetti ricorda che i guaritori, e specialmente i guaritori sardi, curano in Luna calante.
In Luna calante in una dieta si perde più peso. In quanto alla guarigione dei vari organi, questa dipende dall’organo e dalle sue relazioni con i pianeti.

Gli oroscopi che troviamo sui giornali non sono attendibili perché si basano solo sulla posizione del Sole e non considerano la posizione di tutti i pianeti. Non hanno molto senso.
Più interessante è l’astrologia mondiale, cioè collettiva, fatta per popoli o Paesi. Tutte le tavolette babilonesi dal 2000 al 700 a, C. riguardano eventi naturali o collettivi: terremoti, eclissi, carestie, guerre…
Punti molto importanti nel circuiti stagionale sono da sempre gli Equinozi e i Solstizi ( i templi sono costruiti spesso con lo scopo di individuarli con esattezza).
L’anno zodiacale inizia il 21 marzo, con la primavera (il nostro primo dell’anno è una data convenzionale ma tutti i popoli antichi seguono la traiettoria della luce).
Nel Medioevo si faceva cominciare l’anno il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, serie di eventi che culminano con la nascita del Cristo. L’anno zodiacale inizia col grado zero dell’Ariete, giorno in cui la durata della luce è uguale a quella del buio.

Nostradamus era un veggente ma sicuramente conosceva l’astrologia e abbiamo di lui alcuni oroscopi. Sapeva anche che l’astrologia si lega ai luoghi. Per es. ognuno di noi nei suoi viaggi può scoprire che ci sono luoghi del mondo dove sta bene e altri dove sta male. Abbiamo dei legami molto forti con le località a seconda del rispettivo oroscopo.

L’aspetto del Sole con la Luna è importante. Sul calendario si vedono i noviluni (la Luna è in ombra), congiunzione Sole-Luna, momento in cui la Luna si trova in congiunzione con il Sole, i due astri si sovrappongono generando un annullamento reciproco delle forze solari e lunari. I noviluni iniziano un ciclo e permettono di fare una previsione. Un novilunio particolare è l’eclisse.
Il novilunio ci permette di fare previsioni per un mese.
E’ chiaro che l’astrologo considera i corpi celesti secondo una prospettiva geocentrica, cielo visto dalla Terra, come se tutto girasse attorno alla Terra e non al Sole. Il punto di vista è quello terrestre, Il Sole si muove su una eclittica cambiando il punto in cui sorge all’orizzonte.

Per fare le previsioni per un Paese si possono prendere due punti di partenza.
O lo consideriamo come territorio, in base a certe caratteristiche naturali, o lo prendiamo come Stato politico partendo dalla sua Costituzione politica.
L’Italia come territorio viene considerata Leone, come Repubblica (2 giugno 1946) è un Toro, ascendente Scorpione.
Si noti che Gemelli è un segno doppio che indica ambivalenze. E l’Italia ha sempre avuto duplici aspetti: atteggiamenti ambigui sulle alleanze estere ecc. Ci vedono come un Paese servitore di due padroni, dove si vive bene ma c’è anche la mafia. L’ascendente è lo Scorpione che riporta all’oscurità alle trame nascoste, al Faust, agli intrallazzi e ai complotti e, quando ci sono stati passaggi particolari, noi abbiamo avuto una serie di scandali. Ma l’Italia del nord è sotto l’Influsso del Toro e l’Italia del sud sotto quello dello Scorpione…
La Francia è un Leone, Napoleone è un Leone e lo stesso Hollande. Stabilire di che segno è la Germania è più complicato, il Nord (Prussia) è di un segno, il Sud di un altro. La Merkel è Cancro.
Bologna come città viene considerata Toro (la buona cucina ecc.) e l’ascendente Scorpione le viene dato per la presenza di una rete di canali sotterranei.
L’Astrologia Geografica è quella branchia dell’Astrologia che si occupa di individuare i collegamenti tra i Luoghi della Terra e i Segni astrologici sulla base del loro grado di Affinità Energetica. (Io: L’Astrocartografia invece studia le relazioni che si vengono a stabilire tra i luoghi della Terra e una mappa astrale individuale; L’Astrocartografia rappresenta uno dei rami più importanti dell’Astrologia Attiva in quanto permette di agire coscientemente sul destino di una persona. Difatti permette di individuare le località della Terra più propizie per il destino di una persona. Le qualità di un pianeta nel Tema Natale si fanno più intense su alcuni luoghi segnati nella mappa e che corrispondono alle 4 case cardinali; paradossalmente potranno risultare anche luoghi che dovranno invece essere assolutamente evitati, il tutto, tenendo conto dai valori espressi dal Tema Natale, dai Transiti e così dalla Rivoluzione Solare. Ad esempio nell’astroplanisfero di John Kennedy si registrava la posizione di Marte – il Dio della Guerra – su Dallas, il luogo dove poi il Presidente Americano fu poi assassinato).

Riguardo al segno in cui siamo, sono sorte delle controversie a causa della precessione (precedere = venir prima) degli equinozi, che li fa spostare ogni 26.000 anni con i solstizi o di 1° ogni 71,6 anni circa, ma ciò che vale per noi è la luce solare; la precessione degli equinozi riguarda i pianeti, non il Sole, e dunque non riguarda l’oroscopo. La primavera inizia sempre il 21 marzo, ed è la quantità di luce che conta e l’Ariete si trova sempre all’inizio del ciclo e ha il carattere che ha in relazione alla primavera, così come il Capricorno ha il carattere che ha in relazione a un momento dell’anno in cui il buio sovrasta la luce. Dalla quantità di luce si traggono le caratteristiche di ogni segno. Si pensi al rapporto dello Scorpione con le tenebre.
Noi siamo usciti dall’era dei Pesci, era del Cristianesimo. Cristo nasce all’inizio dell’era dei Pesci. Ora siamo entrati nell’Acquario.

I segni doppi sono 4:
I Gemelli sono un doppio speculare, uniti da dietro.
I Pesci mostrano due direzioni opposte, futuro e passato, unite dal nastro del presente.
Sagittario è metà uomo e metà cavallo.
Vergine è in parte persona con ali d’angelo e porta in mano una spiga (in antichità reggeva una spiga, poi è divenuta Maria che ha in grembo Cristo).
Ci sono anche pianeti che sono ambigui e chi ha questi pianeti ha una natura doppia.
Il segno si lega al codice genetico.
C’è chi studia le genealogia zodiacale e ritrova nella stessa famiglia chi si somiglia. Per es. i Kennedy, perché nei loro temi natali si ripetono certe posizioni, per es. la Luna nello stesso grado e segno, per cui c’è una eredità astrale.
Ci sono coincidenze strane, per es. nella stessa famiglia 4 persone avevano aspetti simili e tutte e 4 avevano perso un dito.
A volte questa eredità salta una generazione.
Sull11 settembre c’erano state molte previsioni astrologiche, ma queste possono essere solo generiche, non possono predire i dettagli. La carta astrale aveva indicato bombe in quella parte di New York. Guardando il tema degli Stati uniti, la configurazione particolare della Luna in quel giorno e a quell’ora dava qualcosa di tragico.
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MASADA n° 1744 5-3-2016 BALLE E BALLISTI

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MASADA n° 1744 5-3-2016 BALLE E BALLISTI
Blog di Viviana Vivarelli

Il tradimento della sinistra europea – Benvenuti nella giungla di Calais – Il portierato di quartiere – Il Governo spara numeri a caso – L’Italia in guerra – Espulsione della Bindi – Caos nelle candidature di Roma – Le balle di Sala – Renzi, i mutui e i regali alle banche – Elezioni americane – La Costituzione che non c’è più – Bambini e bambini – Il favoloso aereo di Renzi

Bersani: “Non è vero che abbiamo bisogno di Verdini come non avevamo bisogno di Berlusconi. Renzi scelga se vuol fare quello che rottama o quello che resuscita“.
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Pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza.”
Enrico Berlinguer
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Può un vero cristiano amare il capitalismo? Perché se è vero che da un lato è stato possibile quantificare le vittime del comunismo, le vittime del capitalismo, invece non vengono quantificate da nessuno.”
Camilleri
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Risanamento dei conti = la corsa degli Stati a tagliare tutto ciò che è assistenza pubblica, settore pubblico e previdenza sociale, con conseguenze catastrofiche per tutti noi, ma… anche e soprattutto col vantaggio per i medesimi capitalisti di poter poi comprare a prezzi stracciati ogni sorta di impresa pubblica, servizio pubblico, bene pubblico. Avete compreso bene: la privatizzazione selvaggia.”
Paolo Barnard

La globalizzazione è stata per il capitalismo una tappa decisiva sulla strada della scomparsa di ogni limite. Infatti permette di investire e disinvestire dove si vuole e quando si vuole, in spregio degli uomini e della biosfera.”
Serge Latouche
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La «democrazia reale», quella che concretamente viviamo, non corrisponde a nessuno dei presupposti su cui afferma di basarsi. È un regime di minoranze organizzate, di oligarchie politiche economiche e criminali che schiaccia e asservisce l’individuo, già frustrato e reso anonimo dal micidiale meccanismo produttivo di cui la democrazia è l’involucro legittimante.”
Massimo Fini
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Gao Xinjiang, unico autore cinese che ha ottenuto il Nobel per la letteratura. Leggete il suo bellissimo “La montagna dell’anima”.

«…È l’uomo a far paura, non la natura! La natura ti è molto vicinale entri in sintonia con essa, l’uomo è invece una bestia! Certo, è molto intelligente, capace di inventare di tutto, dalle calunnie ai bambini in provetta, ma poi stermina due, tre specie al giorno. Questo è il paradosso dell’uomo». In realtà l’uomo è un animale: ferito può diventare crudele. Ma ciò che lo terrorizza maggiormente è la follia. Una volta impazzito l’uomo è stritolato dalla sua stessa follia”.

LULU, A PARIGI IL PORTIERATO DI QUARTIERE CHE RISOLVE OGNI PROBLEMA
Dominella Trunfio

A Parigi nasce il portierato di quartiere. Avete bisogno di una mano per montare le tende, innaffiare le piante, riparare i rubinetti, preparare la cena e così via? Se vivete a Parigi la soluzione a tutti i vostri problemi si chiama “Lulu dans ma rue”.
Sembra un’edicola ma in realtà, è il primo portierato di quartiere parigino a due passi dalla Place de Vosges e di fronte alla chiesa di Saint Paul, nel Marais. Ha il sostegno del comune della Capitale francese e dalla sua apertura, la primavera dello scorso anno, ha già risolto più di 4mila problemi quotidiani.
Un successo che fa ben sperare nell’apertura di altri 120 portierati di quartiere in altre zone della città.
Come è nata l’idea del portierato di quartiere? Lulu dans ma rue (Lulu nella mia strada) è un’idea dell’economista Charles-Edouard Vincent. Abbiamo voluto ridare umanità alla vita quotidiana. L’obiettivo è di risolvere piccoli e anche un po’ più grandi problemi degli abitanti del quartiere, dice. Dalla manutenzione ordinaria della propria casa fino a servizi di doposcuola per bambini e accompagnamento alle persone anziane.
Il sistema è molto semplice: gli abitanti del quartiere possono telefonare, inviare una mail o semplicemente passare dal chiosco spiegando ciò di cui hanno bisogno. A quel punto, uno dei 48 portieri di turno trova il Lulu che fa al caso loro, ovvero idraulici, colf, pensionati, esperti informatici e così via, pronti a risolvere ogni problema. A oggi Lulu ci sono più 11mila clienti. Le tariffe vanno dai 5 e i 10 euro per venti minuti e in base al lavoro, detraibili al 50% dalle tasse. Chi di noi non sogna la persona giusta al momento giusto? Speriamo che il portierato di quartiere arrivi presto anche in Italia!

diMartedì – La copertina di Crozza: “Immobili a 20€ al mese? Non siamo corrotti, siamo generosi” (a Roma 24.000 appartamenti a 50 euro in media al mese, con 300 euro di spesa dello stato per tenerli in ordine)

IL GOVERNO DA’ I NUMERI
Blog di Grillo

Il Governo ama Manipolare a piacimento quelli sull’occupazione è il suo sport preferito.
Partiamo dalle basi: il 2015 è stato un anno particolare nel contesto della Grande Crisi iniziata nel 2008. Il prezzo del petrolio è crollato a una velocità molto più sostenuta di quella prevista dal Governo nei documenti ufficiali. Draghi ha stampato moneta a profusione per tenere in vita la moneta unica e in questo modo si sono abbassati i tassi di interesse sui titoli di Stato. L’euro, infine, si è svalutato nei confronti del dollaro e di altre valute internazionali, favorendo le esportazioni extraeuropee dell’Italia. Questi tre eventi, del tutto indipendenti dall’azione di Governo, hanno permesso all’Italia di uscire dalla recessione, con una crescita molto modesta: +0,8%. Tutti lo sanno, anche se in pochi lo dicono: senza i fattori esterni anche nel 2015 la crescita sarebbe stata negativa. I dati sull’occupazione vanno quindi analizzati in questo contesto eccezionale e sono comunque molto meno rassicuranti di quanto sembri in superficie.
L’aumento degli occupati, infatti, nasconde un lato oscuro strutturale: diminuisce l’occupazione giovanile, sia nella fascia 15-24 anni che in quella, assolutamente decisiva, 35-49. In particolare, nella fascia 15-24 anni si sono persi 7 mila posti di lavoro rispetto al 2014, anno di per sé molto negativo per l’occupazione. Nella fascia 35-49 anni il calo è stato addirittura di 69 mila unità. Il tasso di disoccupazione giovanile si rialza a gennaio 2016 e si avvicina nuovamente alla soglia del 40%, nonostante i 100 mila emigrati italiani del 2015, in massima parte giovani, avrebbero dovuto tenere basso il parametro. Tutta la crescita di cui si vanta il Governo è concentrata sugli over 50, in particolare a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile.
Una crescita di questo tipo non può che essere fragile. L’agonia dell’occupazione giovanile è una realtà terribile sul medio periodo, anche considerando la bassissima qualità dei nuovi posti di lavoro, dato che il Jobs Act ha trasformato gli stessi posti “fissi” in precariato di fatto.
Il tasso di disoccupazione, all’11,5%, rimane a livelli altissimi e non conta i milioni di lavoratori che non cercano lavoro nonostante siano in età lavorativa e sarebbero disposti a lavorare (i cosiddetti “scoraggiati”, che rientrano fra gli inattivi).
Questa condizione ormai strutturale di alta disoccupazione produce distorsioni anche nel bilancio pubblico, come nota la recente relazione della Corte dei Conti. L’Inps ha prodotto disavanzi intorno ai 13 miliardi di euro l’anno sia nel 2013 che nel 2014, mettendo a dura prova il patrimonio netto, sostenuto solo dai trasferimenti dello Stato. Se i 764 mila contratti stabili in più che vanta il Governo fossero nuovi posti di lavoro tutto ciò non accadrebbe, ma la grandissima parte sono semplici trasformazioni di contratti a termine in contratti a tutele crescenti, favorite peraltro da una spesa totale di circa 12 miliardi per la decontribuzione previdenziale alle imprese. Una crescita modesta dei nuovi posti di lavoro, e pure drogata! Quando fra due anni gli sgravi si esauriranno è molto probabile che il tasso di disoccupazione torni al suo livello reale, intorno al 13%, trascinando definitivamente nel baratro l’Inps e il bilancio pubblico. La soluzione del Governo è già sul tavolo: attaccare le pensioni di reversibilità. È solo questione di tempo, ma non lo permetteremo.

IL TRADIMENTO DELLA SINISTRA EUROPEA
Berluscameno

Se tutti gli scrittori di sx fossero così appassionatamente portati a difendere le ragioni di convivenza pacifica di una civile umanità credo che i nostri problemi (anche economici) potrebbero trovare una pregevole definizione per tutti.
Eccone un esempio.
Questa sx che obbedisce agli atroci macellai tedeschi.
Abbiamo guardato increduli e SCHIFATI a come un partito socialista dopo l’altro si sia immolato sull’altare dell’unione monetaria, per difendere un progetto che favorisce quelle élites economiche che la sx storica chiamava un branco di banchieri.
Ambrose Evans-Pritchard, notista economico del Telegraph, spiega che ormai il velo è caduto, perché la Grecia ha rotto l’incantesimo: “«La sx è diventata il gendarme delle ‘politiche reazionarie e della disoccupazione di massa’ generate dall’ euro”.
Se l’Europa non è nient’altro che la versione cattiva del Fmi, che cosa resta del progetto d’integrazione europea?
I tedeschi, peraltro, volevano solo la sottomissione rituale della Grecia. Punizione a cui, peraltro, la sx anche italiana non si è mai sottratta: ancora una volta, i leader socialdemocratici sono stati sorpresi a “difendere un regime pro-ciclico di tagli di bilancio, imposto all’Euro-zona da un manipolo di reazionari finti ordo-liberisti, come il ministro delle finanze tedesco, un truce figuro degno della Trama del Macbeth di Shakespeare, tragedia dedicata ai temi dell’ambizione e dell’assassinio.
Se la Germania è ormai una guida disastrosa e SUICIDA per l’Europa, come afferma l’economista Philippe Legrain, già redattore di Foreign Policy, per uno strano scherzo del destino, la sx è diventata anch’essa il gendarme di una struttura economica che ha portato a livelli di disoccupazione una volta impensabili per un governo social-democratico, dotato di una propria moneta e di tutti gli strumenti sovrani.
La sx europea, con RIBUTTANTE INCOERENZA ha trovato il modo per giustificare un tasso di disoccupazione giovanile che, nonostante l’emigrazione di massa, è ancora al 42% in Italia, al 49% in Spagna e al 50% in Grecia, e ha accettato la Lunga Depressione degli ultimi sei anni, più profonda di quella del 1929-1935. Ha infine docilmente approvato il Fiscal Compact, sapendo che esso obbliga i paesi dell’Euro-zona a ridurre drasticamente il loro debito pubblico, ogni anno, del 1,5% del Pil in Francia, del 2% in Spagna e del 3,5% in Italia ed in Portogallo, per i prossimi due decenni. Una formula per la depressione permanente e SECOLARE, che vieta qualsiasi politica economica di tipo keynesiano, violando anche i principi dell’economia classica. Questo è ciò che la sx prima ha concordato e poi difeso, perché non ha osato mettere in discussione almeno fino ad ora, la sacralità omicida dell’unione monetaria.
Ma è sacralità o truffa organizzata a tavolino dalle Lobby bancarie ed affaristiche il fatto che si spartiscono i gruzzoli raggranellati dalla vorace burocrazia di stanza a Bruxelles?
E così, quello che una volta era il potente Partito Laburista Olandese è ormai ridotto ad una specie di pietosa reliquia marcita del passato. Anche il Pasok è stato letteralmente cancellato, in Grecia, mentre il Partito Socialista Spagnolo ha perso la sua ala sx in favore di Podemos da poco vittorioso a Barcellona.
Il leader socialista francese Hollande (illustre traditore della causa socialista) raggiunge a stento, nei sondaggi, il 24%, dopo che la classe operaia francese ha dovuto (per il disgusto) spostarsi in direzione del Front National.
Owen Jones, sul Guardian, scrive giustamente che “i progressisti dovrebbero essere sconvolti dalla rovina della Grecia per mano dell’Unione Europea. ORMAI e’ giunto il momento di appoggiare- in tutti i modi possibili – la causa degli euro-scettici”.

WELCOME TO THE JUNGLE

Le persone che vivono nelle baraccopoli di Calais e in Normandia (come anche i profughi respinti al confine con la Macedonia) hanno attraversato migliaia di chilometri, affrontato pericoli, speso magari tutti i loro risparmi. Vengono da lontano, dall’Afghanistan, dal Pakistan, dall’Iraq. Paesi molto lontani dalle nostre democrazie: se non ci fossero state le guerre occidentali, quando volevamo esportare la democrazia con l’esercito e le armi, nemmeno sapremmo dove si trovano.
Pensiamo che ora sia sufficiente alzare questi muri, il filo spinato, usare i lacrimogeni per disincentivare il loro desiderio di una terra promessa?
Ce la prendiamo con loro, con queste persone che scappano da una guerra e che dietro lasciano solo macerie (non dimentichiamolo mai) mentre invece dovremmo mettere fine alle cause di questo esodo. Mettere fine alle guerre e alle ambiguità dei nostri alleati, penso alla Turchia.
Smetterla di applicare la realpolitik in questi paesi per cui meglio un dittatore rispetto ad un governo islamico fondamentalista.
Sono persone che muoiono nei naufragi davanti le nostre coste e nemmeno sappiamo come contrastare i trafficanti di uomini, i trafficanti di armi, di petrolio.
L’Europa sta precipitando, non solo dal versante economico.
Non è che siccome vivono nella jungle, devono essere trattati come animali.

Da unoenessuno.blogspot.it
diMartedì – Crozza-Renzi: Già 2 anni di governo, come passa il tempo quando non ti ha votato nessuno

L’ITALIA IN GUERRA
Viviana

Qualcuno ha mai sentito di un intervento militare che abbia ottenuto qualche buon risultato? Stiamo da 15 anni in Irak e da 13 in Afghanistan. Spendiamo già 35 miliardi l’anno in armi, siamo uno dei Paesi che hanno la spesa militare più alta del mondo, e a che scopo? Compriamo anche i famigerati F35 che non funzionano, non si alzano neppure in volo e vengono stornati da tutti i Paesi europei. In economia dobbiamo servire gli interessi della Germania,calpestiamo i diritti dei cittadini per gli interessi bancari, in politica estera siamo succubi degli Americani. Mentre la Costituzione ci ordina la neutralità, andiamo a portare la guerra in 50 punti del globo solo per compiacere l’imperialismo USA e ora gli USA vogliono scaricarci le spese di una guerra in Libia a cui Renzi acconsentirebbe di nascosto, vigliaccamente, senza mai pronunciare la parola guerra, una guerra a due passi da casa e senza nemmeno consultare il Parlamento o i cittadini, una guerra le cui ripercussioni non voglio nemmeno immaginare, con l’Isis praticamente fra di noi aumentando solo la disperazione e il numero di profughi, l’ennesima guerra che non ci possiamo permettere e aumenterebbe il rischio di vittime e di attentati. Siamo succubi degli interessi tedeschi e americani senza nessun vantaggio personale. Intanto l’Italia va sempre peggio e siamo il Paese europeo col più basso livello di crescita, che tra poco saccheggeranno come hanno fatto con la Grecia. Ma questa guerra decisa solo da Renzi ce la possiamo permettere?
Dunque Renzi al Paese di questa guerra in Libia non dice nulla, anzi la parola ‘guerra’ si guarda bene dal pronunciarla. Nessuna commissione sulle difesa e nessuna aula parlamentare è stata chiamata a discutere su una eventuale guerra in Libia, eppure dal 10 febbraio è pronto un decreto di Renzi “secretato” dove si parla di un contingente di 3000 soldati e si dettano le regole d’ingaggio, la linea di comando, i reparti scelti da mandare in Libia…, ue non si tratta più di permettere ai droni USA di bombardarla partendo dalle basi americane in Italia. Tutto fatto all’insaputa dei cittadini italiani.
I 5stelle hanno accusato il Governo: “Siamo in guerra a nostra insaputa? E contro chi e a fianco di chi?”
La Costituzione nell’art. 11 dice solennemente che “L’Italia ripudia la guerra”, ma la Costituzione, lo abbiamo visto, è per Renzi solo un intralcio da abbattere. La Libia non esiste. Un Governo regolare non esiste. Un esercito regolare non c’è. Il generale Mini, a Otto e mezzo, ha detto senza mezzi termini: se non ce lo chiedo l’Eni e non lo chiede la Libia, che ci andiamo a fare?
Ma avvisare almeno le Camere, no?
Così apriremo un altro centro di spesa. E di morte. Ma tanto si possono sempre tagliare le pensioni alle vedove, no?
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ESPULSIONE DELLA BINDI
Viviana

Rosy Bindi è sempre stata una delle più fiere oppositrici alle riforme di Renzi, da quelle sul lavoro alle altre sulla legge elettorale e sul Senato, fino alla durissima polemica sul caso del governatore De Luca. Così ora Renzi la defenestra, scalzandola dal suo posto di Presidente antimafia e sostituendola con uno dei suoi fedelissimi, Emanuele Fiano. Ovviamente Orfini dice di non saperne nulla. La Bindi fa parte di queste epurazioni interne di cui Renzi fa uso per spegnere ogni possibilità di dissenso dentro il Pd, mentre negli enti locali le espulsioni dei dissidenti alla linea renziana superano i 120. Ma ovviamente i piddini sanno scandalizzarsi solo per le espulsioni nel M5S, dovute a trasgressione dei principi basilari del Movimento. Lo strapotere di Renzi che governa ormai l’Italia come un satrapo con la sua corte a loro gli fa un baffo.

diMartedì – Crozza: Sulle unioni civili accordo tra Bagnasco e Renzi. E’ il patto del Nazareth

SEMPRE PIU’ NEL CAOS LE CANDIDATURE DI ROMA
Viviana

Casino sul candidato della dx a Roma: fallimento dei gazebo di Salvini. Contro tutte le scelte dei capi vince Marchini. Salvini invoca le primarie, Bertolaso rivendica di essere il candidato, Storace gli ricorda i processi, la Pivetti lo declassa e si autocandida, Bossi chiede l’intervento di Berlusconi ma quest’ultimo è dato per disperso o corre dietro la sua ventunenne, la Meloni partoriente supplica tutti di farle sapere solo chi diavolo deve sostenere. Come se non bastasse, dopo che per mesi Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord hanno rifiutato qualsiasi collaborazione con l’outsider Alfio Marchini, il risultato delle mini-primarie ai gazebo del Carroccio dice che proprio il costruttore cementificatore è il preferito su una base di 15mila persone mentre il candidato ufficiale, Bertolaso, non è né secondo né terzo, ma quarto.
Il M5S ha scelto Virginia Raggi, su cui tutti si accaniscono perché ha fatto il tirocinio da avvocato nell’ufficio Previti, come se uno potesse scegliere dove farlo e come se fare un praticantato presso il signor Rossi volesse dire abbracciare in toto le idee politiche e morali del signor Rossi. La cosa curiosa è che quelli che si accaniscono contro questo praticantato sono gli stessi che non battono ciglio sui verdiniani, gli alfaniani o il patto del Nazareno.
Tre anni fa a Roma il Pd non seppe presentare un proprio candidato e vinse Marino, che era una figura anomala, col 50% dei voti e 100.000 votanti. A Milano vinse l’anomalo Pisapia di Sel e a Bari Emiliano, uno che il Pd, se può, lo critica, tutte figure non scelte dai vertici di partito. Oggi il Pd a Roma presenta 6 candidati, di scarso spessore: Domenico Rossi, Roberto Giachetti, Gianfranco Mascia, Roberto Morassut, Stefano Pedica e Chiara Ferraro, figurine deboli e insignificanti, una compagnia di guitti che in sei non fanno una persona seria.
La dx è pure peggio: un Bertolaso inquisito e francamente antipatico che all’Aquila non ha certo brillato per efficienza e onestà, una Meloni al 7° mese di gravidanza che dopo i danni di Alemanno a Roma non avrebbe dovuto nemmeno farsi vedere, Storace che è meglio non parlarne e l’immobiliarista Alfio Marchini, che non è nemmeno di csx.
La sx non vince nemmeno di per sé, figuriamoci col tremolante Fassina!
Come facciano i piddini a Roma a votare il Pd dopo quello che ha fatto a Marino è un mistero. Come facciano i romani di dx a votare per la dx dopo i danni di Alemanno è un altro mistero.

LE BALLE DI SALA
Viviana

A Milano il Pd candida Sala, ex presidente di Expo 2015. Finora, sappiamo che sotto di lui ha proliferato uno scandalo mica male con mazzette a go go. Non si presenta esattamente bene, a parte il fatto che più che una persona di csx era una persona della Moratti. Assolutamente falsi i suoi dati sugli introiti della Fiera, sugli ingressi e tutto il resto, senza contare quello che ha nascosto e quello che non ha controllato. Pochi stranieri, molti lombardi e un numero di visitatori raggiunto solo con forti sconti sui biglietti. I benefici economici sono molto ridotti. Si prevedeva un guadagno di 3,5 miliardi destinati ad attivare 4,3 miliardi di valore aggiunto, con un guadagno totale di quasi 8 miliardi per il Paese e un contributo al Pil fino a 30 miliardi, invece Expo è andata in rosso, con un buco di 237 milioni. Si aspettavano 30 milioni di visitatori con ricavi per 520 milioni di euro e sono stati 18. Si prevedeva un 30% di visitatori stranieri e sono stati il 16%. Una parte dei ricavi da biglietti (ben 19,9 milioni di euro) non è ancora stata incassata e forse non lo sarà mai. Ancora da incassare anche 51,4 milioni da sponsorizzazioni. A questi vanno aggiunti i soldi che Arexpo, la società che detiene i terreni, deve dare a Expo spa (153,3 milioni: 86,8 per l’infrastruttura dell’area, acquisto aree minori e bonifiche su cui c’è accordo; e 66,5 milioni per le bonifiche contestate), ma che non le darà perché, ormai diventata “sviluppatore immobiliare” del dopo Expo, ingloberà Expo spa e dunque non pagherà. Insomma la solita truffa all’italiana. E ora il compartecipe di questa truffa viene presentato a Milano come sindaco. Chissà quante belle balle riuscirà a raccontare!
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Cimo60
Cercando di capire:
il PD ha avuto primarie a 5 cifre ma “piene” di cinesi
la Lega ha avuto primarie a 5 cifre ma “piene” di cinesi
il M5S ha avuto primarie a 3 cifre “senza” cinesi
Ergo: o le primarie si svolgono a pechino o l’Italia, questa povera Italia, è oramai popolata interamente da cinesi.
E poi uno si disinnamora della politica… ma per favore!
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Esasperato
Visto che i cosiddetti partiti che non hanno grandi capacità amministrative, hanno indebitato le città e le hanno consegnate alle mafie di varia natura, trovano ancora chi li vota, ci deve essere nel dna italico qualcosa che lo porta al masochismo e all’autoflagellazione!!!
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Zpomello
Come al solito in Italia, non si parla di programmi neppure per sbaglio. L’importante è una faccia più o meno presentabile da sbattere lì per i gonzi nella speranza che abbocchino. Ma qualcuno mi sa dire il programma di Bertolaso, o quello di Marchini, o quello della Pivetti per Roma? E cosa pensa di fare la Meloni col suo partitello per rimediare ai disastri fatti dal suo camerata Alemanno? O FI? O la Lega?
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Angelo Brunetti
Se penso a tutti i Romani che si sono fatti ammazzare dai cannoni dei Francesi al Gianicolo o dai Tedeschi durante la Resistenza per poi ritrovarsi ‘sti soggetti, mi coglie una “leggera” inquietudine.
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Michele Tamburrino
Meloni: “Ragazzi che si fa?”
Un bel suicidio di massa tutti voi?
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Marcorossi
Potrebbero chiamarle le casinarie…
Non sono nemmeno in grado di trovare un candidato… figuriamoci guidare Roma!
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Alessandro
Dice Luciano Gallino: ‘Fine della democrazia? Iniziò con Thatcher. E continua con Renzi’.
“Le tornate elettorali cominciano a diventare un optional. Governi conservatori o progressisti, europei o statunitensi, agiscono tutti verso la stessa direzione: smantellare lo stato sociale e privatizzare i servizi pubblici. Tanto ci pensa il mercato.”

RENZI CONTRO CHI HA UN MUTUO E A FAVORE DELLE BANCHE

Sempre in linea col solito aiutino alle banche che massacra i cittadini, Renzi tenta di introdurre un decreto con cui, quando un utente non paga il mutuo per 7 mensilità, la banca creditrice gli prende la casa senza il passaggio ad un giudice e la vende per rientrare dei soldi con perdita totale di quanto quel soggetto ha versato.
I 5stelle si oppongono e il decreto slitta. Si dice che è una direttiva Ue ma è falso. Il testo di questo obbrobrio è stato scritto con la complicità di Bankitalia e si aggiunge a quello per cui lo Stato fa uno sconto fiscale sulle aste, per cui quando una banca vende l’immobile pignorato, invece di pagare il 9% del valore dell’immobile pagherà solo 200 euro. Come al solito, sul pignoramento veloce e non giudiziale i membri del Pd non hanno fiatato e gli unici ad opporsi sono stati i 5stelle che hanno fatto un putiferio in aula (3 espulsi), impedendo ai colleghi l’accesso alla commissione Finanze: il parere sulle nuove norme è slittato di una settimana e ora si parla di modifiche. Ma certo è che ogni volta che Renzi si muove fa sfracelli, non prende mai provvedimenti a favore dei cittadini e favorisce sempre e solo banche e fruitori di grossi capitali. E poi i ‘fascisti’ dovrebbero essere i 5stelle!
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ELEZIONI AMERICANE
Michele Serra

Sanders è magnifico. Mite, spiritoso, profondo, ambientalista, perfino socialista. Hillary Clinton nessuna di queste cose. È solo una intelligente, affidabile, bene introdotta professionista della politica, estera in particolare. Come tutti o quasi i progressisti del mondo, in tutte o quasi le elezioni del mondo, i democratici americani devono scegliere tra un candidato entusiasmante, ma troppo radicale per la media dell’opinione pubblica e quasi sicuramente perdente nello scontro finale per la Casa Bianca, e un candidato probabilmente vincente (perché non radicalizza il conflitto sociale) ma di scarso appeal ideale (perché non radicalizza il conflitto sociale).
La necessità di battere Trump, qualora conquisti la nomination repubblicana, rende ancora più grande la responsabilità della scelta. Fossi americano non saprei che pesci pigliare. Probabilmente alla fine voterei Hillary, senza entusiasmo e con il cuore per Bernie. Tutto, pur di non vedere Trump diventare capo del mondo. Ma c’è da domandarsi — americani, italiani e altri — se questa scissione tra sconfitta virtuosa (Sanders) e vittoria viziata da compromessi e moderatismo (Clinton) sia, per la sx, una eterna condanna; oppure se esista una maniera di ricucire, prima o poi, il doloroso strappo tra speranza e realtà.

LA CARTA NON C’E’ PIU’
Marco Travaglio

La Costituzione dice che “la sovranità appartiene al popolo”. Ma sulla stepchild adoption decide il Vaticano, sulla caduta del governo B (e forse non solo di quello) mettono lo zampino gli spioni Usa e sulla guerra in Libia decidono pure gli Stati Uniti, i quali ci fanno gentilmente sapere che non solo combatteremo a Tripoli bel suol d’amore, ma, se faremo i bravi, avremo anche il “ruolo di guida”.
La Costituzione dice che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, cioè autorizza al massimo le guerre difensive. E qui non si capisce bene chi ci stia attaccando.
La Costituzione dice che “le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari”, ma nessuno ha ancora avvertito le Camere che siamo in guerra. Combatteremo aumma aumma.
La Costituzione dice sempre che “la sovranità appartiene al popolo”, ma con l’Italicum due terzi della Camera saranno nominati dalle segreterie dei partiti, mentre con la “riforma costituzionale” i senatori saranno nominati dai consigli regionali, cioè dalle segreterie dei partiti.
La Costituzione dice ancora che “la sovranità appartiene al popolo”, ma se il popolo elegge un sindaco di Roma che non piace al premier, questo lo fa sfiduciare dai consiglieri comunali, e non in consiglio comunale, ma davanti al notaio, per metterci al suo posto un bel prefetto scelto da lui.
La Costituzione dice che per arrestare un parlamentare occorre l’“autorizzazione della Camera di appartenenza”, ma le norme di accompagnamento specificano che il Parlamento può negarla solo se dimostra il fumus persecutionis, cioè l’intento dei magistrati di perseguitare politicamente un eletto. Le Camere invece continuano a salvare i propri membri senza neppur tentare di dimostrare che sono perseguitati: ancora l’altroieri al Senato Pd, FI, Ncd e tutto il cucuzzaro hanno risparmiato le manette al forzista Domenico De Siano contro la decisione di 3 pm, un Gip e 3 giudici del Riesame, arrogandosi il potere – che non hanno – di sindacare sulla fondatezza dei gravi indizi e stabilendo che, essendo il collega indagato “solo” per corruzione e per turbativa d’asta, e non più per associazione a delinquere, allora che volete che sia.
La Costituzione dice che le Camere approvano le leggi “articolo per articolo”.
Ma quasi sempre il governo le fa passare in blocco, prendere o lasciare, imponendo fiducie o canguri con la scusa di evitare l’ostruzionismo anche quando non c’è. È accaduto per le unioni civili (500 emendamenti, votabili in tre giorni), è riaccaduto ieri per l’omicidio stradale (3, diconsi tre emendamenti).
La Costituzione dice che in Parlamento vige il principio di maggioranza. Ma, per la Cirinnà, il governo ha posto la fiducia per impedire alla maggioranza del Senato di votare a favore la stepchild adoption, mentre per l’Italicum aveva posto la fiducia e per la controriforma costituzionale aveva sfoderato il canguro per impedire alla maggioranza di votare contro.
La Costituzione dice che “tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge”. Ma i figli di genitori che si uniscono a persone dello stesso sesso o di coppie gay che procreano con la maternità surrogata sono meno uguali degli altri.
La Costituzione garantisce “l’imparzialità dell’amministrazione”. Ma poi nella PA il governo nomina solo amici del premier, possibilmente fiorentini. Siccome l’imparzialità e la trasparenza sono strettamente collegate, la legge assicura la trasparenza degli atti amministrativi, cioè il diritto di accesso a cittadini, stampa e opposizioni. Ma provate a chiedere gli scontrini di Renzi sindaco o i costi dell’Air Force Renzi, se avete tempo da perdere. E provate a capire quanti sono i nuovi posti di lavoro creati dal Jobs Act, visto che è lo stesso governo a manipolare i dati.
La Costituzione dice che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Ma in Parlamento siedono 80-90 fra pregiudicati, inquisiti e imputati, senza contare i prescritti. E dei sindaci, governatori, assessori e consiglieri nei guai con la giustizia s’è perso il conto. Si aspetta, per tutti, la Cassazione, e poi non basta nemmeno quella. E che disciplina e che onore possono garantire uomini di governo che mentono spudoratamente ogni giorno appena respirano? Disciplina e onore sono rinviati a data da destinarsi.
La Costituzione dice che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, ma se critichi il governo sei un gufo e, se lo fai alla Rai, ti chiudono il programma.

Crozza nel Paese delle Meraviglie – OMOFOBIA E OMOSESSUALITA’

AUTOELOGIO SENZA FINE. RENZI DA’ I NUMERI SU LAVORO, PIL, DEFICIT
Marco Palombi

Nuovo post propagandistico del premier che tenta di usare i dati come gli fa più comodo: “Le chiacchiere stanno a zero”.
Un quotidiano è una brutta bestia. Ti costringe a seguire qualunque cosa accada, anche la più superflua. Ieri, per dire, Matteo Renzi – stavolta via Facebook e in un italiano tanto volgare quanto legnoso – ha fornito la solita pletora di numeri anti-gufi per dimostrare che lui è “il miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni” (copyright: Silvio B.). Fuori da un quotidiano uno potrebbe ignorare il cherry picking – scegliersi il dato che fa più comodo – del premier, lasciando che sia la realtà a rimetterlo a posto. In un quotidiano no: tocca ogni volta tentare di separare la realtà dalla propaganda (“le chiacchiere stanno a zero”, come dice lui) e spiegare, per quanto è possibile, come sta l’Italia a marzo 2016.
Magari servirà anche a Renzi il giorno che gli diranno che il suo tempo è scaduto.
PIL. “A inizio 2015 avevamo immaginato una crescita del 0,7%. È stata invece di +0,8%. Meglio delle previsioni” (segue bullismo contro i governi Monti e Letta, durante i quali eravamo in recessione).
Vero, anche se grazie alla correzione al ribasso di Istat del Pil 2014 (s’è scoperto improvvisamente che lo Stato ha speso meno di quanto diceva). Problema: il 2015 era partito molto bene – interventi della Bce, petrolio ai minimi – ma ora l’Italia è ferma. Leggendo i dati del Pil per trimestre la cosa è evidente: +0,4% nel primo; +0,3 nel secondo; +0,2 nel terzo; +0,1 nell’ultimo. L’Italia, come sa anche il governo, sta spendendo in importazioni dalla Germania quel che guadagna grazie alle politiche espansive. Lo stop di fine anno si vede dappertutto: la produzione industriale – come fatturato e ordinativi – è scesa negli ultimi due mesi 2015 e l’ultimo trimestre ha il segno meno (-0,1%); pure i consumi hanno chiuso l’anno in contrazione. Non a caso l’Italia, a febbraio, risulta in deflazione.
Deficit. “È sceso per la prima volta da anni sotto il 3%: quest’anno abbiamo fatto il 2,6% (miglior risultato degli ultimi dieci anni). E nel 2016 scenderemo ancora”.
In realtà sotto al 3% di deficit rispetto al Pil – ammesso che sia un valore – ci siamo arrivati coi governi Monti e Letta. Quest’anno abbiamo fatto il 2,6% (segno, peraltro, che Renzi sta facendo austerità, seppur moderata, e non manovre espansive come dice). Nel 2016 – sostiene la Commissione europea – saremo al 2,5%. Sempre che, va ricordato, il Pil cresca dell’1,6% come prevede il governo (l’Ocse, per dire, dice +1% se va bene): se non sarà così, bisogna rifare tutti i conti.
Lavoro. “Il boom del Jobs Act è impressionante. Nei due anni del nostro governo abbiamo raggiunto l’obiettivo di quasi mezzo milione di posti di lavoro stabili in più. E Inps ricorda come siano aumentati i contratti a tempo indeterminato nel 2015 di qualcosa come 764.000 unità”.
L’ultimo dato è amministrativo: sono flussi, non teste (lo ha ricordato a Renzi, senza successo, anche il presidente dell’Istat). Vediamo il resto: nel 2015 il governo ha distrutto lo Statuto dei Lavoratori (licenziamenti, demansionamento, controlli a distanza, etc) e regalato 12 miliardi in tre anni alle imprese che assumevano a tempo indeterminato. Ieri sono usciti i dati preliminari Istat di gennaio: gli occupati sono tornati al livello di agosto dopo il calo di dicembre, il tasso relativo è fermo al 56,8% di un anno fa. In un anno si parla di 299mila lavoratori in più, ma l’aumento è tutto nella fascia d’età over 50 (359mila), mentre aumentano i senza lavoro tra i giovani (15-24 anni) e nella fondamentale fascia 35-49 anni. Ha spiegato su Lettera 99 la ricercatrice Marta Fana: “Si conferma l’ipotesi che la riforma Fornero giochi un ruolo predominante sull’andamento dell’occupazione in Italia” (tradotto: in quella fascia d’età prima si andava in pensione, ora non più). Il tasso di disoccupazione è fermo dall’estate, così come il numero dei disoccupati (poco sotto i 3 milioni). Va segnalato che a gennaio i dati sulla Cassa Integrazione dicono: +12,8% su un anno e +33,8% su dicembre (e con dati incompleti). Nessun tweet di Renzi.
Evasione fiscale. Il 2015 è stato l’anno record nella lotta all’evasione con 14,9 miliardi di euro recuperati dallo Stato, alla faccia di tutti quelli che criticavano il nostro governo su questo”.
Fino a quest’anno eravamo in recessione e la sentono pure gli evasori: nel 2014 (Pil a -0,4%), comunque, il recupero dell’Agenzia delle Entrate era 14,2 miliardi. Piccola nota a margine: piano a parlare di evasione, in questa cifra finisce pure il recupero di Equitalia delle multe non pagate.
Tasse. “Abbiamo impedito ogni aumento di tasse (l’ultimo fu nel settembre 2013, con altro governo) e bloccato anche l’aumento delle tasse locali” (seguono esempi a partire dagli 80 euro).
La pressione fiscale era al 43,6% nel 2014 ed è scesa dello 0,3% l’anno scorso: le entrate generali, però, sono aumentate di quasi 7 miliardi (a 709 totali). Un certo ruolo nella diminuzione percentuale ce l’ha l’aumento del Pil.

Pil, tasse, lotta all’evasione e mutui: i “veri numeri” di Renzi e quelli che al premier non piacciono
Chiara Brusini

Renzi pubblica su Facebook un post “urticante per i gufi” in cui rivendica di voler fare chiarezza sui dati dell’economia italiana. Ma la sua selezione lascia fuori, su ogni argomento, molte informazioni altrettanto importanti. Per es. l’Italia è quartultima in Ue per crescita del prodotto, che resta inferiore a quello del 2000. E se le imposte indirette sono scese, quelle dirette sono salite, Irpef compresa.
Renzi invoca “chiarezza sui veri numeri dell’economia italiana” nel giorno in cui l’Istat ha diffuso i numeri definitivi su pil e conti pubblici del 2015, oltre che sugli occupati e sull’andamento del mercato del lavoro, mentre l’Agenzia delle Entrate ha ufficializzato i risultati della lotta all’evasione, che lo scorso anno ha portato nelle casse dello Stato 14,9 miliardi. Ma la sua è una selezione dei dati più favorevoli scelti tra quelli diffusi da diverse fonti.
Il Pil torna a salire, ma siamo quartultimi nella Ue – “A inizio del 2015 avevamo immaginato la crescita del +0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%. Meglio delle previsioni. Il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%; il Governo Letta con -1,9%”. Tutto vero, ma Renzi omette alcune informazioni. Per prima cosa, la crescita del +0,7% era prevista dal Def di aprile2015, ma la nota di aggiornamento del Documento, approvata a settembre dello scorso anno, l’ha alzata allo 0,9%. Solo a dicembre Renzi ha informalmente rivisto al ribasso la previsione a +0,8%, nonostante le resistenze di Padoan che lo sollecitava a “tenere il punto”. Per interpretare il valore del dato, poi, sono indispensabili un confronto con gli altri Paesi e uno sguardo al livello assoluto del prodotto. Istat rileva che “i dati disponibili per i principali paesi sviluppati indicano un aumento del pil in volume del 2,4% negli Stati Uniti, del 2,2% nel Regno Unito, dell’1,7% in Germania, dell’1,2% in Francia”. Nel resto dell’Ue, solo Grecia, Austria e Finlandia sono cresciute meno dell’Italia. Quanto all’andamento del pil in volume, nonostante il lieve recupero il livello resta più basso di quello registrato nel 2000.
Il deficit cala ma è più alto di 1,2 punti rispetto a quanto promesso a Bruxelles – “Il deficit è sceso per la prima volta da anni sotto il 3%: quest’anno abbiamo fatto il 2,6% (miglior risultato degli ultimi dieci anni). E nel 2016 scenderemo ancora”. Ma l’obiettivo inizialmente concordato con Bruxelles era dell’1,4%. La differenza, che vale oltre 19 miliardi, è la famosa “flessibilità“, gran parte della quale è ancora sub iudice. Il governo lo scorso anno ha infatti ottenuto di poter aumentare il rapporto dello 0,4% invocando il fatto di aver messo in atto “riforme strutturali”, ma nella legge di Stabilità ha rivendicato un altro 0,1% per lo stesso motivo più uno 0,3% a fronte degli investimenti. E si è anche preso uno 0,2% aggiuntivo per le spese a fronte della “emergenza migranti“. Il dato definitivo è più alto di due decimi di punto, che valgono oltre 3 miliardi. Tutti da giustificare davanti alla Commissione Ue, il cui giudizio sulla manovra è atteso a maggio. Nel frattempo il debito è salito a 2.169 miliardi, lo 0,1% in più rispetto al 2014.
Lotta all’evasione: recuperati 14,9 miliardi su 51 – “Il 2015 è stato l’anno record nella lotta all’evasione con 14,9 miliardi di euro recuperati dallo Stato, alla faccia di tutti quelli che criticavano il nostro Governo su questo”. Il dato arriva dell’Agenzia delle Entrate ed è in effetti il più alto della storia. Ma va confrontato con la montagna di 841 miliardi di ruoli affidati a Equitalia dalla pubblica amministrazione (tolti i debiti non dovuti e le cartelle annullate), di cui circa 51 effettivamente recuperabili.
Le tasse: giù le imposte indirette, su quelle dirette. Irpef compresa – “Abbiamo impedito ogni aumento di tasse e bloccato anche l’aumento delle tasse locali. In due anni siamo intervenuti con 80 euro a più di dieci milioni di persone, Imu e Tasi prima casa, Irap costo del lavoro, superammortamento fiscale al 140%, incentivi fiscali del Jobs Act, tasse agricole, credito di imposta per il Sud”, scrive Renzi citando come fonte “la legge di Stabilità“. Ma l’Istat rileva che, mentre “le imposte indirette sono diminuite dello 0,5%” per effetto della “riduzione dell’Irap e dell’imposta sull’energia elettrica, in parte compensata dall’incremento del gettito Iva”, quelle dirette “sono risultate in aumento dell’1,9%, per effetto della marcata crescita dell’Irpef, dell’andamento positivo dell’Ires e delle imposte sostitutive”. Nel complesso, la pressione fiscale è scesa dal 43,6 al 43,3%, ben sopra la media europea che secondo la Commissione si attesta al 39%.
“I mutui a più 97%”. Ma l’ammontare complessivo è salito solo dello 0,7% – Renzi rispolvera infine il dato dell’Abi sui mutui per sostenere che “sono a più 97%”, un risultato che il premier lega all’aumento dei posti di lavoro stabili. Ma il dato si riferisce all’incremento dello stock delle nuove erogazioni registrato nel 2015 rispetto al 2014. Se si guarda invece all’ammontare complessivo dei mutui in essere, la variazione positiva è stata solo dello 0,7%.

BAMBINI
Michele Serra

I bambini randagi delle megalopoli, i bambini annegati nel Mediterraneo, i bambini che muoiono sotto le bombe e i bambini soldato, le bambine kamikaze, le bambine vendute come spose, i bambini ladri e i bambini accattoni, i bambini rapiti e uccisi per venderne gli organi hanno, in questo momento, molta meno fama (e meno tutori) del bambino nato in America su commissione di Nichi Vendola e del suo compagno. Ne taccio il nome perché è diventato il nome di un “caso”. Non di un bambino. Di un “caso”. Lo scempio dell’infanzia, nel mondo, non si occupa dei modi del concepimento e della gestazione.
È del tutto indifferente al dibattito prenatale, men che meno si interessa di religione e/o di morale familiare. Colpisce la vita così come la trova. Usa i bambini (i bambini poveri, ovviamente) come merce o carne da cannone o cavie da sperimentazione. Li compra e li vende. Desta qualche sospetto, dunque, udire la definizione di “supermarket dei bambini” (Di Maio) per polemizzare contro la pratica della maternità surrogata, in alcuni Stati ammessa solo come donazione, in altri anche dietro pagamento, in altri ancora (il nostro) vietata. Il vero supermarket dei bambini è un milione di volte più grande, più potente, più calcolatore. Se ci si occupasse dei bambini già nati con lo stesso vigore etico, la stessa passione politica che circonda, in questi giorni, le tecniche di gravidanza, la condizione dell’infanzia farebbe un grande balzo in avanti.

IL FAVOLOSO AEREO DI RENZI

Il contratto faraonico di leasing con Etihad era stato secretato da Palazzo Chigi.
15 milioni di euro. Tanto costerà nel solo 2016 il mega aereo di Stato Airbus 340-500 che Matteo Renzi ha ordinato di comperare e che sta parcheggiato a Fiumicino in attesa di poter un giorno volare. Un acquisto avvolto nel segreto più che nel mistero, nel senso che tutti sapevano del lussuoso capriccio del nostro premier, ma nessuno conosceva l’importo. Il contratto di acquisto, appunto, è stato secretato. Dunque, Palazzo Chigi non ha mai fornito elementi esatti per sviscerare la spesa né le modalità contrattuali. Ma se il diavolo sta nei dettagli, adesso probabilmente qualcuno alla Presidenza del Consiglio starà chiedendosi come un qualche oscuro ragioniere abbia potuto mettere nero su bianco, in un documento ufficiale, il vero e segretissimo prezzo del gigantesco Airbus chiamato già Air Force Renzi. A dircelo, con tutta la solennità di un atto ministeriale, è la “Nota aggiuntiva per la Difesa 2016” trasmessa qualche tempo fa ai presidenti delle Camere.
“Trasporto aereo”: +622% sul 2015. In una delle ultime pagine del fascicolo che illustra le spese del dicastero gestito da Roberta Pinotti, sepolto tra altre voci relative alle cosiddette “funzioni esterne”, dal rifornimento idrico alle isole ai contributi vari a enti e associazioni, dalle servitù all’assistenza al volo, c’è anche un “trasporto aereo di Stato”. Di solito sono 2,5-3 milioni di euro l’anno. Nel 2016 fa un balzo di 15 milioni, a 17,4 milioni, un aumento del 622% rispetto al 2015 mentre quasi tutte le altre poste hanno il segno negativo. Nessuna spiegazione viene data nel documento per questa inusuale moltiplicazione dei fondi. Ma nella serie storica c’è un solo precedente analogo, nel 2010 quando il trasporto di Stato passa, anche quella volta senza giustificazioni, dai 6 milioni del 2009 a 36,8. Sapremo più tardi, nel 2014, che quella trentina di milioni in più era attribuibile all’acquisto di due elicotteri per il 31° Stormo dell’Aeronautica, lo stesso che opererà il nuovo mega Airbus renziano. Anche quel contratto venne allora segretato, e l’importo relativo al 2010 per l’acquisto fu di 31,3 milioni di euro su un totale di 37,8, come risulta dalla relazione 2012 sulla gestione dei contratti pubblici segretati della Corte dei conti. Non è stato difficile dedurre che anche i 15 milioni di quest’anno fossero destinati a una spesa straordinaria e segretata. Una rapida verifica con Palazzo Chigi ci ha confermato la nostra deduzione: “L’aumento di questa voce di spesa è dovuto al costo del leasing dell’Airbus di Etihad e da una più ampia esigenza per la manutenzione straordinaria della flotta. Per episodi simili alla rottura del finestrino dell’aereo che ha trasportato la delegazione italiana in visita in Argentina”, così ci ha risposto una fonte ufficiale della Presidenza del Consiglio da noi interpellata.
15 milioni sono un investimento spropositato tenendo conto che si tratta di una acquisizione in leasing. È vero che l’Airbus 340-500 viene quotato nel listino prezzi ufficiale 2011 (l’ultimo in cui appare, poi esce di produzione) del costruttore franco-tedesco a 261.8 milioni di dollari, ma è anche vero che il “nuovo” velivolo renziano ha volato per la prima volta il 31 marzo 2006, dieci anni fa. Per cui probabilmente nei quindici milioni c’è anche la riconversione del jet dalla versione per 380 passeggeri alla versione executive con camera da letto, salottino, sala conferenze oltre a apparati radio cifrati e predisposizioni di sicurezza varie.
I funzionari di governo spiegano un po’ maldestramente che nei 15 milioni ci sono anche i finestrini rotti. Naturalmente è una audacissima mossa per alleviare l’impatto mediatico (e chissà se politico) del denaro versato a Etihad. Il bilancio è stato scritto 8-10 mesi prima della rottura del finestrino in Argentina. E i finestrini rotti sono all’ordine del giorno su qualsiasi aereo: il loro costo è già considerato nei normali stanziamenti di esercizio. Se dai 15 milioni sottraiamo 5-6 milioni di lavori per gli allestimenti dell’aereo (cifra suggeritaci da un progettista di allestimenti interni per aerei), restano dai 9 ai 10 milioni che sono probabilmente il vero costo annuale del leasing. Molto, ma molto di più dei 2-4 milioni circolati come ipotesi nelle scorse settimane. Con questi numeri in ballo è chiaro che Renzi cerchi di evitare il più possibile che si sappia quanto costa veramente il suo inutile passatempo. Che, oltretutto, farà schizzare in alto i costi di funzionamento della flotta aerea che trasporta ministri e dignitari vari e che oggi può contare su tre Airbus 319CJ (uno è messo in naftalina dopo il tentativo andato a vuoto di venderlo), sette bimotori executive Falcon e i due elicotteri AgustaWestland VH-139A di cui abbiamo parlato prima.

RIDIAMARO : – )

Antonio Carano
Il governo Renzi si allarga. E’ normale in presenza dei movimenti peristaltici.
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Spadino
Renzi vuole la banda larga.
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Marcthulhu
Il nuovo slogan è nessun nemico a destra
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Canetta
Il piccolo lard.
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Montales
Alemanno sprona l’Italia a vendicarsi della Libia: “Facciamola ricostruire a Bertolaso”.
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Donna felicità
Italia, Francia e Gran Bretagna stanno pensando di spartirsi la Libia. Invece dei migranti.
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Alberto
Si chiama Lavinia, il nuovo utero ventenne in affitto di Berlusconi.
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In Israele, chi cambia gruppo in Parlamento non può più ricandidarsi alle elezioni. In Italia si estinguerebbero i politici.
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Tangenti sanità lombarda, a casa di Rizzi soldi anche nel congelatore. 4 salti in bustarella.
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Scoperte le onde gravitazionali. Intanto il digitale terrestre continua a non prendere un cazzo.
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Padre Pio non ce l’ha fatta, è arrivato a Roma esanime.
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Che nome vi piacerebbe per il figlio della Meloni?
41% : Mohamed
15 %: due
44%: Adottatemi, vi prego.
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Maurizio Agazzi
Pare che per rispettare la nostra sensibilità al prossimo viaggio all’estero copriranno i Rolex come le statue per Rouhani

Alberto
Dopo i fatti di corruzione di Quarto emerge una sconcertante verità: anche quelli del M5S sono italiani.
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Renzi: “Dipendenti pubblici assenteisti licenziabili in 48 ore”. Parlamento svuotato in un weekend.
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Renzi: “Il sistema bancario è solido”. Galleggia.
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Renzi: “Siamo usciti dalla crisi” “…il bello è che ci siamo riusciti così, senza fare un cazzo.”
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La luce in fondo al tunnel è lo smartphone di Renzi mentre twitta.
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De Luca salvato dall’Isis, Marino a saperlo prima aspettava.
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Francesco Bucaniere
Mi sarebbe piaciuto vivere nel ’42 perché all’epoca i fascisti stavano a destra…
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1745 7-3-2016 I TRAPIANTI

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MASADA n° 1745 7-3-2016 I TRAPIANTI
Blog di Viviana Vivarelli

Diffusione didattica – Come si fa ad essere sicuri che il donatore è veramente morto – La morte del cervello – Differenze tra morte, coma e stato vegetativo – I casi rarissimi di ‘risvegliati’ riguardano persone in coma o in stato vegetativo ma non morte – Il caso di Eluana Englaro – Come si diventa donatori di organi – Tipi di organi che si possono donare- Donazione da vivente a vivente

Bologna. Ho partecipato come osservatrice ad un incontro scolastico extracurricolare in un istituto superiore per allievi del quarto anno che hanno scelto come materia di informazione: ‘I trapianti’.
I ragazzi erano una ventina, ma l’incontro si sarebbe poi ripetuto altre volte per altri gruppi della stessa scuola, come si sarebbe ripetute in altre scuole ad opera di altre associazioni.
Erano presenti anche alcuni insegnanti.
Gli informatori erano un gruppo formato da due trapiantati, una psicologa, un medico, un artista volontario AVIS, una dietologa che svolge il Servizio Civile nell’AIDO e altri tecnici.
Uno dei coordinatori era il mio amico Gianluigi, che 22 anni fa fu uno dei primi trapiantati di fegato al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, ospedale che oggi è una eccellenza europea nell’ambito della trapiantologia. Il trapianto gli salvò la vita. Dopo di che si dedicò al volontariato, fondando una associazione in Emilia Romagna per diffondere informazioni sui trapianti, aiutare i pazienti e le loro famiglie e raccogliere denaro per mandare i giovani chirurghi negli Stati uniti ad imparare le tecniche più innovative.

Oggi Gianluigi ha scelto di occuparsi soprattutto delle scuole e della diffusione conoscitiva di questa tecnica meravigliosa che salva vite umane.
Questo progetto di diffusione informativa a Bologna è al suo quinto anno e vi partecipano varie associazioni, AVIS e FIDAS (donatori di sangue), ADMO (donatori di midollo), AIDO (donazione di organi, tessuti e cellule), ANTR (trapiantati di rene), ATCOM (trapiantati di cuore) e ANTF trapiantati di fegato.

Le ore dedicate all’incontro sono state divise in fasi:
-un percorso didattico guidato con 24 slide informative sulla salute, gli stili di vita, gli organi e le loro funzioni,
-una seconda fase di laboratorio interattivo in cui metà dei ragazzi ha seguito sul video del computer un gioco in cui compaiono dei ragazzi che devono organizzare una festa di
compleanno e si trovano con uno di loro che viene ricoverato d’urgenza, l’altra metà è andata nella stanza accanto con dei materassini e cuscini e la psicologa li ha fatti sdraiare
e rilassare affinché con la mente tranquilla riflettessero su quanto appreso, poi le due metà si sono scambiati i compiti. E alla fine c’è stata la fase delle domande e delle obiezioni.
Il tutto è durato circa tre ore e mezzo ed è stato bello vedere come i ragazzi, dopo i primi minuti di chiacchiericcio, sono rimasti poi totalmente assorti e coinvolti in quello che
sentivano fino ad essere fortemente presi ed emozionati.

37 anni fa il mio nipote Claudio era un bambino di 8 anni con una malformazione cardiaca letale, fu portato d’urgenza ad Houston e operato da Denton Couley, al tempo di Barnard. Oggi Claudio è uno stimato ingegnere dell’IBM, ha una moglie, due bellissime bambine e una vita felice.
Couley ha ricevuto moltissime onorificenze. Sotto la sua statua è scritto:

Isn’t it strange
that princes and kings,
And clowns that caper
in sawdust rings,
And common people
Like you and me
Are builders for eternity?
Each is given a bag of tools,
A shapless mass,
A book of rules;
each must make –
Ere life is flown
A stumbling block
Or a stepping stone.

Non è strano
che principi e re
e i clown che fanno le capriole
nei cerchi di fuoco
e la gente comune
come te e me
siano costruttori per l’eternità?
A ognuno viene dato un sacchetto di utensili
una massa informe,
un libro di regole,
E ognuno deve farne –
– Prima che la vita voli via –
una pietra d’inciampo
o un trampolino di lancio
.

Gianluigi ha ricordato che testimonial per i trapianti per un anno è stato il famoso sciatore Patrick Staudacher a cui era stata diagnosticata una pesante malattia, un cheratocono
all’occhio destro, una malattia degenerativa incurabile per cui la cornea si ispessisce fino ad arrivare alla cecità, non restava altro che un trapianto. Nel 2005 si è sottoposto a trapianto della cornea e dopo un mese era già sui campi da sci ad allenarsi per arrivare poi a diventare in Svezia campione del mondo di sci alpino, specialità supergigante.
I successi della microchirurgia hanno reso il trapianto di cornea sostanzialmente agevole, con esiti ottimali per decine di migliaia di pazienti: ma qui stiamo parlando di un atleta che deve scendere a velocità folle lungo pendii innevati!

Nella presentazione didattica, l’argomento viene affrontato con prudenza e delicatezza, perché riguarda argomenti che possono destare fastidio, turbamento o paura o provocare ansia o angoscia.
Si chiede ai ragazzi cosa sanno dei trapianti, verrà fuori poi lentamente che c’è chi ha in famiglia persone malate gravemente in famiglia o qualcuno che è donatore di sangue.

Donare un organo è un atto di grande solidarietà perché significa donare la vita.

Ogni anno in Italia vengono fatti 3.000 trapianti. 3000 vite salvate.
Ma i malati in lista di attesta sono 9.000 e i bambini in lista di attesta pediatrica sono 220 (bambini nati con malformazioni o malattie congenite).
Questa terapia è una cosa straordinaria perché riporta alla vita persone che dovevano morire. Ma una malattia può colpire gravemente chiunque con lesione di organi vitali.
Purtroppo chi è in lista di attesa può aspettare due anni o anche di più, ma la maggioranza sono pazienti malati di rene in dialisi e per cui l’attesa può essere anche di 7 o 8 anni. Per i reni l’attesa può essere molto lunga. Per il cuore o il fegato, i polmoni gravemente colpiti i tempi di attesa sono brevissimi, altrimenti il malato muore.
Ci sono regioni come la Toscana che hanno un numero alto di donatori (circa 40 per milione di abitanti), altre come nel Sud dove davvero i donatori mancano. Se aumentassimo queste donazioni specie al Sud, avremmo molto più vite salvate.

L’unica cosa che possiamo fare è aumentare i donatori, migliorare l’informazione e la volontà politica.

La richiesta ai familiari della donazione di organi avviene in un momento terribile della loro vita. Fino all’ultimo hanno sperato che il loro caro potesse recuperare la salute e invece vengono sottoposti, anche se con delicatezza e sensibilità, ad una ichiesta alla quale, in quei momenti tragici di dolore, rabbia e disperazione, è difficilissimo rispondere. E’ umanamente comprensibile che molti dicano di no alla donazione, se si trovano a dover valutare questa eventualità in una condizione drammatica. Ma a questo punto, se la risposta è negativa, la respirazione artificiale viene interrotta, dopo pochi minuti il cuore si ferma e il corpo viene portato in obitorio.

Ovviamente la domanda principale è: come si fa ad essere sicuri che il donatore è veramente morto e non sia piuttosto caduto in un coma o in uno stato vegetativo da cui può risvegliarsi?

Se vengono distrutte le cellule della corteccia cerebrale si perdono le funzioni superiori.
Se vengono distrutti i nuclei centrali resta solo una vita vegetativa.
Se viene distrutto anche il tronco encefalico è la morte.
In caso di emorragia cerebrale (ictus) per occlusione di una arteria, già dopo 3 minuti le cellule cerebrali risultano danneggiate. Anche quando il cuore riprende a battere, possono
esserci già stati danni cerebrali devastanti.
Se il trauma è stato piccolo, il paziente può perdere intelligenza, memoria e pensiero.
Se il trauma è maggiore, perde le emozioni.
Se è ancora più grave, perde il respiro e muore.

Il paziente, con evidente danno encefalico, viene ricoverato in una terapia intensiva o rianimazione, gli viene indotto un coma farmacologico e, dato che in questa condizione può verificarsi l’arresto improvviso della respirazione, viene intubato e sottoposto alla respirazione artificiale. Questa metodica consente l’ossigenazione di tutti gli organi e in particolare del cuore il quale, essendo un muscolo, finché riceve ossigeno, per un periodo limitato, può continuare a battere. Il paziente è collegato alle apparecchiature che controllano continuamente ogni parametro vitale e segnalano in modo evidente eventuali anomalie. Un medico rianimatore prende in carico il malato e da quel momento incontrerà, almeno due volte al giorno, i familiari i quali saranno costantemente informati dell’andamento delle cure.
Minore è il trauma, più ci sono probabilità di risoluzione.
Il trauma più frequente è quello cranico (incidenti sulla strada) e viene recuperato al 40%.
Ma si può arrivare alla morte encefalica.
Badate, non si muore perché il cuore smette di battere o si smette di respirare, si muore quando cessa l’attività di tutto l’encefalo.
La morte, secondo la Legge N. 578 del 29.12.1993 – art. 1 “…si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”.
La cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo e quindi la morte si può determinare per arresto cardiaco o per lesione cerebrale primitiva ma è sempre la morte del cervello.

Bisogna distinguere la morte di un individuo dalla morte di un organismo.
Un organismo è un’entità complessa formata da cellule con funzioni e organizzazione complesse. Le diverse cellule del corpo umano hanno tempi di sopravvivenza diversi tra loro: mentre le cellule nervose si deteriorano in tempi brevissimi, quelle epiteliali che
possono sopravvivere per tempi molto più lunghi. Per esempio, unghie e capelli continuano a crescere anche dopo diversi giorni che la persona è morta e tumulata. La morte di un organismo è un processo che può prolungarsi in tempi diversi e secondo condizioni diverse.
Ma una persona non si identifica con l’insieme delle sue cellule. L’unica parte del suo corpo che lo identifica come persona è il suo cervello. Questo perché nel cervello ci sono i nostri pensieri, le nostre idee, la nostra memoria, i nostri affetti, le nostre emozioni. Ognuno di noi ha i suoi, diversi da quelli di ogni altro. Così una persona può cambiare una mano, un cuore, perfino il viso, molte parti del corpo eccetto il cervello, ma resterà sempre lo stesso individuo. Ecco perché la morte di un individuo corrisponde alla morte del suo cervello. Ed ecco perché possiamo affermare con sicurezza che la morte dell’individuo, al contrario di quella di un organismo, è un evento che avviene nell’istante in cui tutte le sue cellule cerebrali cessano irreversibilmente di funzionare. Cioè muoiono.

È necessario distinguere con estrema chiarezza tra morte encefalica che, come abbiamo visto, è morte definitiva e altri eventi che non hanno nulla a che vedere con essa:
coma e stato vegetativo.

Coma

Un cervello in coma ha ancora una attività elettrica, anche la tomografia di un cervello in stato vegetativo mostra deboli segnali di attività elettrica. la tomografia cerebrale di una persona morta è totalmente nera.

Il coma è una condizione clinica che deriva da un’alterazione del regolare funzionamento del cervello. Lo stato di coscienza è compromesso. Ma anche nei casi più gravi di coma le cellule cerebrali sono vive ed emettono un segnale elettrico che viene rilevato dall’elettroencefalogramma e dalla termografia cerebrale. Esistono diversi stadi di coma, è un processo dinamico che può regredire o progredire, e che dalla fase acuta può prolungarsi fino allo stato vegetativo. Siamo in presenza di pazienti vivi che devono ricevere ogni cura. Dal coma infatti ci si risveglia in una altissima percentuale di casi (oltre il 75/80 %), e il personale dei reparti di rianimazione e di terapia intensiva lavora proprio per questo. E’ da distinguere anche un coma persistente da cui ci si può risvegliare anche se in rarissimi casi, da un coma irreversibile che praticamente è simile alla morte e in cui nella maggior parte dei casi l’organismo muore nel giro di ore o giorni. Inutile rimarcare che nessun paziente si é mai svegliato da un coma irreversibile.

Anche nello stato vegetativo una parte delle cellule cerebrali sono vive e mandano segnali elettrici evidenziati dall’elettroencefalogramma. Il paziente può respirare in modo autonomo, mantiene vivacità circolatoria, respiratoria e metabolica. Lo stato vegetativo non è irreversibile. Raramente, si può tornare a uno stato di coscienza, a volte dopo anni: sono i cosiddetti “risvegli miracolosi” di cui parlano i giornali. In realtà proprio questi stati di prolungata assenza di coscienza, che durano anche moltissimi anni, dovrebbero tranquillizzare quanti temono che si “stacchi la spina” a persone ancora in vita.

Nel coma e negli stati vegetativi la persona non è cosciente, ha perso la capacità di controllare alcune funzioni fondamentali, ha sicuramente una sofferenza delle sue cellule cerebrali e, in molti casi, anche il danneggiamento gravissimo o irreversibile di parte di queste, ma è viva.
Nella morte encefalica, invece, la persona è morta in quanto ha perso tutte le funzioni dell’encefalo e non, come nei vari stadi del coma, singole funzioni cerebrali. E’ per questo motivo che la legge definisce la morte come cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo.

Il cuore può essere azionato meccanicamente e continuare a battere perché è attaccato a una macchina all’interno di un reparto di rianimazione. Ma quando muore il cervello, in pochi minuti cessa anche il battito cardiaco.
In un reparto di rianimazione, le funzioni vitali sono mantenute dalle apparecchiature di sostegno e dalle terapie mediche, anche quando il cervello dovesse, temporaneamente, non essere in grado di garantirle.
Quando sopravviene la morte delle cellule cerebrali, il resto del corpo, supportato da un trattamento intensivo massiccio, può continuare a funzionare, ma è una funzione meramente meccanica e artificiale, permessa solo dalle macchine.

La diagnosi di morte cerebrale è molto semplice: alla morte delle cellule del cervello corrisponde infatti sempre:
– l’assenza di vigilanza e coscienza,
– l’assenza totale di segnali elettrici;
– l’assenza totale di riflessi cerebrali;
– l’assenza di respiro spontaneo.

In presenza di particolari condizioni cliniche, previste dal DM 11 aprile 2008, per la diagnosi di morte cerebrale è necessario integrare la rilevazione di queste condizioni con accertamenti per dimostrare l’assenza di flusso ematico cerebrale. Le indagini utilizzabili sono l’angiografia cerebrale, l’eco doppler transcranico, l’angio TAC, la scintigrafia cerebrale.
Nella termografia cerebrale si vede chiaramente come il cervello ancora in funzione presenti varie zone colorate, il cervello morto è tutto nero senza nessuna attività cerebrale, mentre il cervello in coma si presenta nero con deboli tracce viola, che indicano come ci sia una rimanente attività elettrica, dunque persistano tracce di vita.
Quando il medico rianimatore che ha in cura il paziente constata la morte dello stesso, deve informare la direzione sanitaria, la quale provvederà ad inviare una nuova équipe di accertatori formata da: un nuovo medico rianimatore, un medico legale e un medico neurologo.
Il collegio medico procederà, secondo la legge, alla rilevazione dell’assenza di respiro spontaneo, di riflessi del tronco-encefalico e di attività elettrica cerebrale. La rilevazione dovrà essere effettuata al momento della riunione del collegio e dopo 6 ore sarà redatto il certificato di morte.
Dal momento della certificazione del decesso tutte le terapie vengono sospese, si procede al distacco dalle apparecchiature di ventilazione assistita, il cuore, dopo poco, smette di battere e il cadavere viene portato all’obitorio.
Solo nel caso in cui non vi sia opposizione al prelievo di organi, la ventilazione assistita viene mantenuta fino alla fine del prelievo dell’organo.
Nessuno può opporsi alla sospensione delle terapie e della ventilazione assistita, neppure la famiglia, poiché il soggetto è ormai cadavere.

La legge 1 aprile 1999 n.91 prevede che in tutti i casi di certificazione di morte cerebrale sia verificata la disponibilità alla donazione di organi e tessuti.
Il paziente può essersi iscritto alla AUSL, all’AIDO o avere espresso in vita la propria scelta come donatore di organi oppure i famigliari possono dare il consenso agli espianti.
Se non lo danno, si sospende la respirazione artificiale, il cuore inevitabilmente si ferma e l’organismo comincia a putrefarsi.
Viceversa, se l’assenso viene dato, si espiantano gli organi. Il prelievo degli organi può essere effettuato, al termine della certificazione di morte e solo nel caso in cui sia stata fornita la non opposizione da parte dei familiari aventi diritto oppure il defunto abbia espresso parere sfavorevole in vita.
Le operazioni di prelievo saranno effettuate in sala operatoria da chirurghi esperti, nel rispetto dell’integrità della salma che sarà ricomposta con la massima cura e potrà essere esposta regolarmente durante il funerale.

Eluana Englaro era una giovane che, a 21 anni, a seguito di un incidente stradale, aveva subito gravissime lesioni craniche restando paralizzata, non era morta ma in stato vegetativo e ci rimase per 17 anni nell’impossibilità di recuperare la coscienza. Da viva si era opposta alla possibilità di un accanimento terapeutico che pure ricevette. La sua volontà fu ricostruita tramite testimonianze. Diverse amiche intime riferirono che, avendo appreso di un gravissimo incidente stradale che aveva coinvolto un amico rimasto in coma, Eluana aveva dichiarato che sarebbe stato preferibile morire che sopravvivere privi di coscienza e volontà e completamente dipendenti dalle cure altrui, ammettendo anche di aver pregato perché l’amico si spegnesse senza ulteriori sofferenze ed umiliazioni. In un’altra occasione, commentando un analogo episodio che aveva coinvolto un compagno di scuola morto in un incidente di moto, Eluana aveva dichiarato: “nella disgrazia è stato fortunato a morire subito”. Proprio discutendo in famiglia della tragedia capitata all’amico, la giovane aveva dichiarato anche ai propri genitori che non avrebbe potuto tollerare che lo stesso capitasse a lei e che per quanto la riguardava avrebbe preferito la morte rispetto ad una sopravvivenza del genere ed aveva ripetutamente chiesto loro di non permettere mai che qualcosa del genere le capitasse. Nel 1999 suo padre chiese ripetutamente per via giudiziaria la sospensione dell’alimentazione artificiale e delle terapie a cui era sottoposta la figlia ma solo nel 2007, con decreto del 9 luglio 2008 e attuazione nel 2009, la Corte d’Appello Civile di Milano autorizzò Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che manteneva in vita Eluana per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno”. L’esame autoptico rivelò inoltre le condizioni gravemente deteriorate del fisico della donna ed in particolare dei polmoni e dell’apparato respiratorio in generale; di fatto, a causa della paresi e del prolungato decubito, i polmoni di Eluana erano irrigiditi ed ossificati e le orecchie deformate a causa delle ore trascorse distesa su un fianco. Il cervello della donna, inoltre, presentava lesioni di devastante gravità, ad ulteriore conferma che la sfortunata giovane, fin dal momento dello schianto automobilistico, aveva irreparabilmente perso le proprie funzioni cognitive e comunicative. Il caso suscitò vasto clamore anche all’estero e molte polemiche.

Eluana Englaro era in stato vegetativo ma questo è una condizione assai diversa dalla morte, sia sul piano clinico che giuridico. in questo caso è presente la completa e irreversibile perdita di attività dell’encefalo, confermata dalle registrazioni elettrofisiologiche, e delle funzioni vitali correlate, fra cui l’attività respiratoria. Lo stato vegetativo non viene riconosciuto come morte in nessun sistema legale.
I pazienti in uno stato vegetativo persistente possono seguire cicli sonno-veglia, oppure restare in uno stato di veglia cronico. Possono mostrare alcuni comportamenti come il digrignamento dei denti, ingoiare, singhiozzare, sorridere, lacrimare e piangere, fare moine, farfugliare, sbuffare, oppure urlare senza alcuno stimolo esterno apparente.
Molti pazienti emergono da uno stato vegetativo in poche settimane, ma per quelli che non si riprendono entro 30 giorni si parla di stato vegetativo persistente. Le possibilità di recupero dipendono dall’entità della lesione al cervello e dall’età del paziente, con le migliori possibilità di recupero per i giovani rispetto agli anziani. Generalmente gli adulti hanno il 50% ed i bambini il 60% di chance di recuperare la coscienza nei primi 6 mesi.
Dopo un anno, le possibilità che un paziente in stato vegetativo persistente riguadagni la coscienza sono molto basse e la maggior parte dei pazienti che recuperano la coscienza sperimentano disabilità pesanti. Quanto più a lungo un paziente si trova in questo stato, tanto maggiori saranno le disabilità risultanti. La riabilitazione può contribuire al recupero, ma molti pazienti non progrediscono mai al punto di essere capaci di prendersi cura di sé stessi.
In Italia si stima siano tra i 3.000 e i 3.500 i pazienti in Stato Vegetativo e in Stato di Minima Coscienza.
Casi famosi: Salvatore Crisafulli (2003 – 2013), il principe olandese Friso di Orange-Nassau, il politico israeliano Sharon, il politico italiano Beniamino Andreatta. il presidente sudafricano Nelson Mandela.
Si sono ripresi: Michael Schumacher, sportivo automobilista andato in coma alla fine del 2013, ha ripreso conoscenza nel giugno 2014; Gary Dockery, poliziotto statunitense, si riprese improvvisamente dopo 8 anni nel 1996, ma morì l’anno dopo per complicazioni;
Massimiliano Tresoldi, ex calciatore italiano, risvegliatosi dopo 10 anni nel 2001; Terry Wallis, meccanico statunitense, risvegliatosi dopo 19 anni nel 2003; Jan Grzebsky, ferroviere polacco, risvegliatosi dopo 19 anni nel 2007; Donald Herbert, vigile del fuoco statunitense, risvegliatosi dopo 10 anni nel 2005, in condizioni sorprendentemente buone.

Ma, lo ripetiamo, lo stato vegetativo ha segni totalmente diversi dallo stato di morte cerebrale. Chi è in stato vegetativo ha ancora una debole attività elettrica del cervello che consente la respirazione e non può essere preso come donatore di organi.
In Italia abbiamo 3000 persone in stato vegetativo in strutture particolari (come ‘La casa di Luca’).

In Emilia Romagna, ogni anno, 3000 persone sono ricoverate per trauma cranico e una piccola parte, 100-150, non ce la fa.

Ricordiamo che tutte le religioni sono favorevoli alla donazione di organi, perfino i Testimoni di Geova, che rifiutano anche le trasfusioni e raccolgono il proprio sangue per farsi, se occorre, un’autotrasfusione.

Come si diventa donatori di organi
Possiamo chiedere un tesserino al Ministero della Salute da portare con sé.
O fare una dichiarazione scritte contenente le generalità.
O dirlo alle USSL, che provvederanno a mettere il nostro nome e la nostra scelta nel data base del Centro Nazionale Trapianti. Iscrivendosi all’AIDO o associazione simile e andrà sempre nello stesso registro, in questo caso i parenti saranno sollevati dalla responsabilità della scelta. Ora, da un anno, in molte città italiane, chi rinnova la carta di identità riceve il modulo apposito sul quale può esprimere la propria volontà.
I risultati sono mediamente i seguenti: 4% dice NO, 35% dice SI’, il 60% ci vuole pensare.
Chiaro che per fare questo dono grandissimo ci vogliono solidarietà e amore per il prossimo. La scelta è traumatica se i famigliari devono affrontarla senza avere approfondito l’argomento ed essendo del tutto impreparati.
Ricordiamo che si possono donare gli organi anche dopo i 90 anni.
Il genitore che dà il consenso per la donazione dea parte del proprio figlio morto deve sapere che parti di lui continueranno a vivere. Se nega il consenso, morirà per sempre.

Noi abbiamo sempre bisogno degli altri, possiamo avere bisogno del sangue, del midollo, di un rene, di un pezzetto di fegato….
Ma ci può sembrare, togliendo un organo a un corpo, di profanarlo, di fargli un danno, in realtà quel corpo poi sarà ricomposto e potrà anche essere esposto. Chi fa queste cose le fa in senso religioso con rispetto di quel corpo.

Si possono trapiantare molte cose: sangue, tessuti (si pensi agli ustionati che se non hanno un tot di pelle muoiono), ossa, cornee, cartilagini, valvole cardiache, vasi sanguigni…

Quanto costa ricevere un organo? NULLA. In Italia i costi del trapianto sono totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In molti Paesi questo non esiste. Negli Stati uniti solo chi è ricco può farsi fare un trapianto. Da noi la scelta è stata culturale.
Un donatore sano può salvare 5 o 6 persone.

La donazione può avvenire anche da vivente a vivente, come nel caso del sangue, di un rene, di un lobo del fegato, del midollo osseo, della cute, della placenta, dei tendini, del cordone ombelicale…
Chi dona un rene viene iscritto in un protocollo per essere controllato e tutelato per tutta la vita. Il fegato è straordinario perché si ricostruisce in un tempo relativamente breve.
Il trapianto di midollo osseo serve a curare le gravi malattie del sangue come la leucemia.
La pelle serve agli ustionati.
Dalla placenta e dal cordone ombelicale si ricavano le cellule staminali che in futuro potranno curare varie malattie e probabilmente ricreare interi organi. In Giappone sono riusciti a ricostruire una trachea con le cellule staminali ma in questo campo siamo solo agli inizi.
Una delle operazioni più invasive è il trapianto del fegato, le arterie possono essere fragili e produrre emorragie o possono insorgere problemi cardiaci. Il trapianto di fegato normalmente avviene fra consanguinei.
In Italia, solo per parlare delle malattie del fegato, ci sono due milioni e mezzo di persone affette da epatiti di tipo B e C e due milioni che manifestano cirrosi o tumori da abuso di bevande alcoliche. Le cifre relativi ai decessi sono da bollettino di guerra: oltre 21.000 l’anno.
Sensibilizzare tutti sull’importanza della donazione degli organi per salvare vite umane è fondamentale: si devono sconfiggere pregiudizi e timori atavici, che ancora persistono.

I trapianti avvengono in genere di notte. Per un trapianto di fegato occorrono 24 donazioni di sacche di plasma e 36 donazioni di sacche di sangue intero. Il sangue occorre continuamente.
Il sangue trasporta le sostanze nutritive a partire dall’ossigeno, libera gli scarti, mantiene la temperature corporea, difende con i globuli bianchi l’organismo.
Il sangue è formato per il 55% di una parte liquida che è il plasma e per il 45% da una parte corpuscolata, l’ematocrito.
Le cellule del sangue sono:
-globuli rossi o eritrociti
-globuli bianchi o leucociti
-piastrine o trombociti.
Il gruppo zero negativo è donatore universale di sangue.
Il gruppo AB positivo è il donatore universale di plasma (c’è una macchina che divide il plasma dal sangue). Tutti i gruppi sanguigni però sono utili e ogni giorno servono migliaia di sacche di sangue.
In pochi secondi si può capire il gruppo sanguigno. Con trasfusioni di gruppo diverso si muore.
Chi si impegna a donare il sangue deve essere responsabile, per es. se fa un viaggio in zone a rischio di infezioni deve far passare 72 giorni e fare poi un esame di controllo. Lo stesso se c’è un rapporto sessuale non protetto o si sono usate siringhe non sterili o si fa un tatuaggio non sicuro o con strumenti non sterilizzati.
Il donatore di sangue aumenta la propria autostima, si sente importante per il mondo, è orgoglioso di quello che fa. Normalmente un donatore dona il suo sangue, circa 400/500 grammi, 2 volte l’anno.
Quando ci furono le bombe a Parigi, metà dei Parigini offrirono il proprio sangue.
Il tempo di recupero è di pochi giorni.
Doni il sangue perché hai il senso di appartenere a una comunità.
L’idoneità del donatore viene verificata dall’AVIS con un controllo apposito del sangue e una anamnesi dell’eventuale donatore. A volte avviene, che persone che si presentano con la volontà di donare, scoprano alla conclusione dell’indagine, di avere qualche malattia congenita, infezioni virali silenti o insufficienze renali.
Allo stesso tempo, i donatori abituali avranno sempre la possibilità di controllare il loro stato di salute e adottare in caso di necessità cure preventive. Andare all’Avis o ad una Associazione similare, è sempre utile sia da un punto di vista sanitario che etico.
Il 51% del sangue viene chiesto dai reparti chirurgici, il 39% da pazienti oncologici, solo il 10% dal pronto soccorso.

Che carattere ha il donatore volontario di cellule staminali emopoietiche (midollo osseo)?
Ha tra i 18 e i 35 anni; pesa almeno 50 kg, ha buona salute.
L’IMBDR è il registro donatori di midollo. Qui la compatibilità è molto scarsa, uno a 100.000. Il midollo osseo si trova nelle le ossa e non bisogna confonderlo con il midollo spinale, il quale deve assolutamente preservato da qualsiasi danneggiamento. E’ per questo che ci si iscrive nel “Registro Internazionale di Donatori di Midollo Osseo” .
Le cellule staminali si trovano nel sangue e nelle ossa. Il prelievo può essere effettuato per aferesi, in cui il sangue del donatore viene prelevato dal braccio, come nella donazione tradizionale, entra in una centrifuga la quale recupererà le cellule staminali restituendo allo stesso donatore i componenti non necessari. Questa operazione può durare 4/5 ore.
Il midollo si dona una sola volta nella vita. Nel caso occorra una quantità elevata di midollo osseo il prelievo della stesso avviene dalla cresta iliaca (sull’osso del fianco destro) e il donatore è ricoverato in ospedale a letto e sedato. Normalmente viene dimesso il giorno successivo. Chi ha praticato questa donazione riferisce di provare, per qualche giorno, il classico disagio che si prova quando si cade battendo una natica.
Il recupero del midollo donato avviene in breve tempo e la ricostituzione si ha anche con la somministrazione di farmaci specifici.

Un dono è anche quello della cornea. Il donatore può essere morto per cause naturali o di vecchiaia e la cornea restituisce la vista a qualcuno. All’Ospedale Maggiore di Bologna c’è la banca delle cornee che ha ridato la vista a molte persone.

Stile di vita
In teoria potremmo vivere fino a 120 anni, ma dovremmo vivere correttamente e non aggravarci la salute con alcool, droghe, fumo, alimentazione scorretta, troppi grassi, mancanza di attività fisica.. .
I nostri organi sono generosi ma non dobbiamo approfittarne. In teoria potremmo vivere anche con un rene solo o col 10% della sua funzionalità.
Il rene depura 400 litri di sangue al giorno, togliendo le scorie che espelliamo con l’urina.
Ma ci può essere la persona che eccede più volte e non se ne accorge e quella che la prima volta che si ubriaca finisce in coma etilico. I pronto soccorso abbondano di giovani che il venerdì sera mescolano alcool e droghe spesso sconosciute ai medici, per cui l’antidoto non è sempre pronto e i medici non sanno come farli riprendere.
Occorre fare scelte di vita corrette o il rene può essere danneggiato in modo irreversibile finché si smette di urinare e i veleni ci uccidono.
Chi ha i reni che non funzionano più va in dialisi e deve stare attaccato a una macchina per 6-7 ore 2/3 giorni la settimana, in attesa del trapianto di un nuovo rene. E’ una vita infernale per tutta la famiglia.
Il fegato può danneggiarsi per cirrosi da alcool, per infezioni virali, per malattie congenite, tumori o epatiti fulminanti dovute a farmaci, sostanze stupefacenti o funghi velenosi. Nell’epatite fulminante il fegato può distruggersi in pochissimi giorni.

Gli organi più importanti per i trapianti sono il cuore, il fegato, il polmone, e il rene.
Il cuore batte 100.000 volte al giorno. Pompa 5 litri di sangue al minuto. Soffre a causa della pressione alta, del colesterolo alto, del diabete, del fumo, del sovrappeso, dell’adiposità dell’addome, della vita sedentaria. Bastano tre di queste cose per danneggiarlo. Ricordiamoci sempre di mangiare frutta e verdura e di assumere agenti antiossidanti.
Il paziente trapiantato vede rinascere la sua vita, cambia in meglio, trova la vita più interessante, spesso si dedica al volontariato.
I media ci fanno credere che siamo una società arida ed egoista ma il mondo del volontariato e le risposte di questi ragazzi ci fanno capire che il bene esiste, che gli uomini si aiutano reciprocamente, che la famiglia umana è molto più migliore di quello che crediamo, che la speranza è possibile.
L’Avis racconta che pochi anni fa presso gli ospedali vivevano persone che avevano scelto di vivere lì vicino per donare velocemente il sangue quando ce n’era bisogno.
La tecniche dei trapianti negli ultimi anni hanno fatto progressi strepitosi, anche i farmaci per evitare il rigetto sono molto migliorati mentre agli inizi si davano al paziente dosi massicce di medicine con forti controindicazioni. Oggi gli esiti positivi sono la quasi totalità.
Nell’atto di diventare donatori c’è una grande generosità, una grande empatia, la responsabilità di una scelta, un’umanità più grande.
La donazione degli organi è uno straordinario dono d’amore.
Chi dona continua a vivere. La morte genera la vita.

Donare i propri organi è un gesto sacro. È trasformare la propria morte in vita per la salvezza degli altri. E, per chi ha ricevuto questo dono, è portare con sé, nel corpo e nella mente, il suo salvatore, con amore e riconoscenza.
L’esperienza del trapiantato è incredibilmente simile a quella della gravidanza. Il principale desiderio, la principale preoccupazione della persona trapiantata è di saper accogliere l’organo che ha ricevuto, e di salvarlo, curarlo, risanarlo. E anche i medici hanno la stessa preoccupazione, la stessa cura. La persona trapiantata sa perfettamente e ricorderà sempre che quell’organo non è suo, che è parte di un’altra persona, e che lei ne è soltanto la custode, il grembo accogliente. Non dimenticherà mai chi, morendo, glielo ha lasciato. Da quella morte è scaturita la sua vita. C’è un rapporto spirituale profondo fra la persona trapiantata e il donatore. Una intimità tanto forte che è bene che il trapiantato non sappia chi è il donatore, non lo conosca
”. (Francesco Alberoni)

Chi ha ricevuto la donazione di un organo ed è tornato alla vita, è una persona migliore. Spesso diventa più buono, si dedica al volontariato, cerca di usare la nuova vita ricevuta per fare del bene al mondo, per la gratitudine che porta con sé verso chi ha fatto questo atto di amore verso di lui e che lui sente di dover ricambiare”.
(Elisa, infermiera in chirurgia)

La donazione è una scelta di civiltà che testimonia una piena adesione ai principi di solidarietà cui si ispira la Carta costituzionale”.
(Donato Marra)

L’atto d’amore che viene espresso con il dono dei propri organi vitali permane come una genuina testimonianza di carità che sa guardare al di là della morte perché vinca sempre la vita. Del valore di questo gesto dovrebbe essere ben cosciente il ricevente; egli è destinatario di un dono che va oltre il beneficio terapeutico. Ciò che riceve, infatti, prima ancora di un organo è una testimonianza di amore che deve suscitare una risposta altrettanto generosa, così da incrementare la cultura del dono e della gratuità. I trapianti sono una grande conquista della scienza a servizio dell’uomo e non sono pochi coloro che ai nostri giorni sopravvivono grazie al trapianto di un organo. La medicina dei trapianti si rivela, pertanto, strumento prezioso nel raggiungimento della prima finalità dell’arte medica, il servizio alla vita umana. Per questo, nella Lettera Enciclica Evangelium vitae ho ricordato che, tra i gesti che concorrono ad alimentare un’autentica cultura della vita “merita un particolare apprezzamento la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza. “
(Papa Benedetto XV)

Ogni intervento di trapianto ha all’origine una decisione di grande valore etico: “la decisione di offrire, senza ricompensa, una parte del proprio corpo, per la salute ed il benessere di un’altra persona”. Proprio in questo risiede la nobiltà del gesto, che si configura come un autentico atto d’amore. Non si dona semplicemente qualcosa di proprio, si dona qualcosa di sé, dal momento che “in forza della sua unione sostanziale con un’anima spirituale, il corpo umano non può essere considerato solo come un complesso di tessuti, organi e funzioni…, ma è parte costitutiva della persona, che attraverso di esso si manifesta e si esprime”. (Papa Giovanni Paolo II)
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Sui bambini leucemici
“Quando un bambino entra in ospedale, è come se fosse portato nel bosco, lontano da casa. Ci sono bambini che si riempiono le tasche di sassolini bianchi e li buttano per terra, in modo da saper ritrovare la strada anche di notte, alla luce della luna.
Ma ci sono bambini che non riescono a far provvista di sassolini, e lasciano cadere delle briciole di pane secco come traccia per tornare indietro. È una traccia molto fragile e bastano le formiche a cancellarla: i bambini si perdono nel bosco e non riescono più a tornare a casa”.
(Andrea Canevaro)

Attraverso il dono di sé e di una parte del suo corpo, l’ uomo scavalca la barriera della morte e obbedisce fino in fondo al dinamismo della carità che nasce dalla risurrezione di Gesù.”
(Cardinale Carlo Maria Martini)

La donazione degli organi si presenta come un’ esigenza etica, che non può essere elusa senza intaccare il senso di moralità personale e sociale e le esigenze di solidarietà e di carità, che scaturiscono dal condividere la comune umanità.”
(Salvatore Cipressa Docente di teologia morale)

Mio figlio ha avuto il dono del bel canto che lo ha fatto grande in tutto il mondo. Chi lo ha conosciuto sa bene quanto generoso sia stato sempre. Questo atto adesso lo rende testimone straordinario della sua umanità, che mette a disposizione di chi soffre.”
(Paola madre del tenore Salvatore Licitra dopo la donazione degli organi)
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Il buio della notte non è l’unico colore del cielo”.
(Umberto Galimberti)
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POST-IT SCRITTI DAGLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI DI CASALECCHIO DI RENO ANNO SCOLASTICO 2015/16

1) Questa lezione è stata molto interessante. Non so se ancora donerò gli organi o tessuti, ma oggi mi sono stati aperti gli occhi, ho conosciuto un mondo bellissimo. Ho imparato cose che prima non conoscevo Grazie di cuore !!

2) E’stata una bella esperienza, informativa e toccante con il solo scopo di divulgare e sensibilizzare le persone. Mi piacerebbe poter fare altri incontri di questo genere.

3) L’ informazione è tutto Continuate così. Siete i supereroi del 21° secolo

4) E’ stato davvero tutto molto interessante e utile, mi ha aperto molto la mente alla realtà, perché essendo adolescenti, diamo tutto per scontato, mi ha davvero toccato molto ed è un’attività molto utile per salvare le vite alle persone bisognose

5 ) Mia madre dice sempre che nella morte non proviamo nulla. I morti non possono sentirci, ma possono parlare. Penso che, se mai morirò, lascerò che mi vengano tolti i miei organi per darli a chi ne ha più bisogno e poi mi farò cremare e far spargere le mie ceneri. “La morte è parte naturale della vita” Yoda Star War

6 ) Questa esperienza mi ha toccato particolarmente, ha fatto aumentare la mia sensibilità. Mi ha fatto capire in modo ancor più evidente che la vita è un dono e che bisogna far il possibile per aiutare il prossimo.

7) E’ STATO MOLTO STIMOLANTE, MA STAVO PER SVENIRE

8) E’ stata una lezione davvero interessante, se ne dovrebbero fare molte di più.
P.S. Voglio diventare un medico

9 ) IN QUESTE DUE ORE SIETE RIUSCITI IN MODO EFFICACE E DETTAGLIATO A
TRASMETTERE ARGOMENTI DELICATI E DIFFICILI CHE FINO A QUESTO MOMENTO NON AVEVO DATO COSI’ ATTENZIONE … “AVETE TRASMESSO UN’IDEA DI SPERANZA DI VITA” . GRAZIE!

10 ) Vi ringrazio per questa lezione, perché ora mi è ancora più chiaro che godersi la vita non vuol dire farsi grandi uscendo la sera distruggendo il proprio corpo. Godersi la vita è essere felici curandosi anche delle piccole cose, prendendosi cura di chi amiamo e di chi ci sta intorno. GRAZIE ANCORA. Elisa (futura donatrice di sangue)

11 ) ISTRUTTIVO, MI HANNO CHIARITO DELLE QUESTONI CHE ERANO DUBBIE.
Soprattutto sulla donazione del sangue mi hanno dato alcune informazioni che non sapevo e che mi sono utili per fare una scelta.

12 ) IMPORTANTE PER L’INFORMAZIONE SU ARGOMENTI DELICATI. GRAZIE !

13 ) QUESTO INCONTRO E’ STATO INDUBBIAMENTE ILLUMINANTE E UTILE. MI SONO COMMOSSA UN PAIO DI VOLTE E SICURAMENTE ORA PRESTERO’ PIU’ ATTENZIONE A CERTE COSE. SIETE MOLTO SIMPATICI ED E’ UN BEL MODO PER DIFFONDERE IL MESSAGGIO!

14 ) Grazie a voi ho capito meglio di cosa si tratta nonostante in famiglia ci sia stato un trapianto. L’incontro è stato bellissimo e molto interessante. Grazie davvero

15 ) L’ incontro mi è piaciuto moltissimo, siete stati molto chiari e gentili! Se prima sapevo di voler donare gli organi dopo la vostra spiegazione ne sono fermamente convinta. E’ importante il “lavoro” che fate (anche perché siete volontari) e per questo vi ringrazio!

16 ) Credo che la lezione sia stata utile. E’ da quando sono piccola che vorrei poter donare il sangue, e grazie a questo incontro ho deciso di voler donare anche i miei organi.

17 ) Una goccia di sangue, genera la vita. Pensa, puoi donare la vita con il sangue.

18 ) “STO RIGUADAGNANDO FIDUCIA NELL’UMANITA’”

19 ) DONARE PUO’ SIGNIFICARE AMARE E ONORARE

20 ) L’ IDEA DI POTER AIUTARE QUALCUNO CHE HA UN REALE BISOGNO VITALE E’ SEMPLICEMENTE STUPENDO.

21 ) AVEVO GIA’ INTENZIONE DI DONARE MA QUESTO INCONTRO E’ STATO MOLTO SIGNIFICATIVO. ORA SONO MOLTO PIU’ INFORMATA E SO CHE COMPORTAMENTO DEVO TENERE.

22) QUESTA E’ STATA UNA ESPERIENZA MOLTO PARTICOLARE. INTEESSANTE E TOCCANTE. DOPO CIO’ LE MIE IDEE SONO CAMBIATE IN MODO POSITIVO, PERCIO’ CHIEDO GRAZIE AL VOLONTARIO.

23 ) DONARE RENDE LA SIOCETA’ PIU’ CIVILE.

24 ) è bello aiutare e condividere, se la società si basasse su questo sarebbe migliore, spero di non diventare un futuro ricevente

25 ) la vita è il dono più prezioso che tutti noi abbiamo, quindi perché non dare a qualcun altro la possibilità di poterla vivere?

26 ) giornata molto interessante, mi ha fatto capire di fare le scelte giuste e di essere consapevole delle scelte che faccio. Mi ha fatto capire anche di tenermi cura del mio corpo

27 )Questa esperienza è stata a mio parere molto istruttiva e importante anche a riguardo di dubbi e domande che avevo. Questa lezione mi ha chiarito le idee e convinto a diventare donatore di sangue e donatore di organi (da morto). Ciò che ho imparato lo divulgherò sicuramente alla mia famiglia cercando di convincerli alla mia scelta

28 ) Gioia, serenità, mi avete reso più consapevole, e ancora più convinto di donare, ci avete fatto sorridere.

http://masadaweb.org


8 marzo (2016)

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8 marzo (2016)
Viviana Vivarelli

Camminai come l’erba gramigna che si insinua nelle fessure

Mi abbarbicai come l’alga che si fa piatta per veleggiare

Mi chiusi come la chiocciola che porta su di sé la propria dimora

Mi feci onda e vento per resistere alla bufera

Ma non dimenticai, neppure un istante, di essere una donna

Perché non ti fa donna solo la natura, ti segna la storia

E una donna non è una persona, è una lotta in cammino.

Viviana


CONCORSO FOTOGRAFICO

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CONCORSO FOTOGRAFICO A BOLOGNA

Mi permetto di farti leggere una breve presentazione di una iniziativa in oggetto, uscita anche su Vivere Sostenibile di marzo, sperando sia di tuo gradimento e augurandoti una buona giornata!
Domenico

L’Associazione TREES lancia un contest fotografico su Facebook con lo scopo di selezionare le dodici migliori immagini che verranno pubblicate sul calendario Diventare Alberi 2017. I vincitori del contest, i cui crediti compariranno accanto all’opera, riceveranno una copia del calendario e avranno l’opportunità di partecipare gratuitamente alla relativa mostra fotografica che verrà allestita a Bologna in una rinomata location durante la Festa degli Alberi 2016.

È importante che le immagini in gara raccontino l’intimo dialogo e la sinergia che si crea fra l’uomo e gli alberi. Questa connessione ristabilisce in noi il sentimento di Unità tra tutte le cose, un‘energia potente generata dalla riscoperta di un legame armonioso con la Natura. Come scrive Gérard De Champeaux: “L’albero è al tempo stesso il mistero della verticalizzazione, della crescita prodigiosa verso il cielo e della rigenerazione perpetua; rappresenta non solo l’espansione della vita, ma anche la costante vittoria sulla morte; è l’espressione perfetta del mistero della vita, che costituisce la sacra realtà del cosmo”.

Tutti abbiamo avuto un albero per amico, un compagno di giochi su cui amavamo arrampicarci, giocare a nascondino, magari scambiarci i primi baci… Questa è l’occasione per riscoprirlo. O per cercare oggi il nostro amico albero, ascoltare cosa ha da dirci, da insegnarci.

Per partecipare al contest #diventarealberi basta avere un account Facebook e inviare da una a quattro fotografie raffiguranti l’interazione dell’uomo con gli alberi, nelle diverse stagioni; non è quindi necessario che le fotografie siano state scattate nel periodo di svolgimento del contest, ne verranno infatti premiate e pubblicate tre per ogni stagione.

Il calendario realizzato sarà inserito come ricompensa all’interno della campagna di crowdfunding che sosterrà la realizzazione del secondo step del progetto DIVENTARE ALBERI, presentato lo scorso 21 Novembre con il patrocinio di Comune di Bologna, Città Metropolitana di Bologna e Regione Emilia-Romagna: vogliamo realizzare un giardino conviviale che celebri una visione non dualistica della vita e della morte.

Progettato in permacultura, il parco darà la possibilità di diventare alberi dopo la morte del corpo, unendo le ceneri di cremazione (di persone e animali d’affezione) con semi autoctoni, piante o alberi già esistenti, ma non si limiterà a questo: ospiterà infatti anche diverse attività di sostegno alla persona volte a favorire un armonico sviluppo interiore lungo tutte le fasi della vita, grazie alla riscoperta della bellezza e della creatività.

Il contest #diventarealberi – Mostra l’Albero che è in Te si svolgerà dall’8 marzo all’8 aprile 2016.
Tutte le informazioni e il regolamento sono visibili sulla pagina Facebook http://www.facebook.com/diventarealberi e sulla pagina dell’evento http://www.facebook.com/events/1261512223877846/.

Domenico Perilli
Progetto “Diventare Alberi”


MASADA n° 1746 12-3-2016 NO ALLA RIFORMA DEL SENATO

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MASADA n° 1746 12-3-2016 NO ALLA RIFORMA DEL SENATO

I 12 punti di attacco di Zagrebelsky alla riforma del Senato – Firma la petizione – Siamo in guerra contro la Libia? – La guerra stupida – No alla guerra d’Africa – L’illegalità costante delle primarie del Pd – Primarie del Pd a Roma: 47mila voti contro i 100mila del 2013, 3.709 tra schede bianche e nulle La Serracchiani dichiara che sul risultato di Napoli non c’è discussione –– Il radicale Giachetti – The Economisty elogia Virginia Raggi – Erdogan distrugge l’unico giornale libero – Crisi, deflazione e avanzata della dx fascista – La Cgil favorevole alle trivellazioni in mare

Arnold Joseph Toynbee
Le civiltà muoiono per suicidio non per assassinio
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NO ALLA RIFORMA DEL SENATO
(Le domande sono di Zagrebelsky, le risposte sono mie. Viviana Vivarelli)

1. Diranno che “gli italiani” aspettano queste riforme da 20 anni

In realtà i nemici della Costituzione ci sono sempre stati perché sono i nemici della democrazia, e sono gli stessi che hanno sempre tentato (e ora col Pd ci riescono) di tagliare i diritti dei lavoratori e i diritti elettorali dei cittadini (ci hanno già tolto l’art. 18, il veto a licenziare senza giusta causa, il diritto di eleggere i presidenti di Provincia e hanno reso più difficile il referendum). I tentativi di golpe esistono da 70 anni: Pacciardi, Edgardo Sogno, Luigi Cavallo, Di Lorenzo, Valerio Borghese, Licio Gelli e tutta la P2. Ora continuano con l’avallo del Pd e del Pdl che sta sfociando nel Pd.

2. Diranno che “ce lo chiede l’Europa”

Purtroppo il disegno europeo è fallito, sommerso dallo strapotere della Germania e dalle mire esose del Fondo monetario e della Bce che servono gli interessi dei magnati e dei banchieri, soprattutto tedeschi e americani. Questa Europa ultraliberista e finanziaria sta distruggendo gradatamente le autonomie degli Stati, il welfare, i diritti dei popoli, portando a quella cancellazione delle Costituzioni e delle democrazie ordinata dalle maggiori banche americane, con in testa la Goldman Sachs, per uccidere l’Europa e rivalutare la finanza americana, costringendoci all’aiuto bellico, allo scudo spaziale, al TTIP, ai polli alla varechina e ad altre aberrazioni contro natura, per il solo interesse statunitense.

3. Diranno che le riforme servono alla “governabilità”

Queste riforme tendono a un pesante accentramento di potere nelle mani di uno solo, comprimendo la democrazia e portando gradatamente a una forma di tirannide: un uomo solo al comando, circondato da una corte di yesman, uomo che non viene nemmeno più eletto ma è scelto e pilotato da forze esterne, per portare l’Italia al massimo dello sfacelo, come è avvenuto in Argentina o in Grecia e come si sta ripetendo da noi, addirittura con gli stessi autori dei massacri comandati in precedenza (vd Padoan).
Per questo si vuole coartare l’organo più rappresentativo della democrazia, il Parlamento, che dovrebbe essere il rappresentante del popolo, per farne una assemblea di nominati che non legifera già più ma vota solo alla fiducia e in cui sé stata soppressa la discussione addirittura per leggi minori per farne un organo succube e impotente. L’Italicum che ripete tutti i difetti malsani del porcellum è su questa stessa strada di omicidio della democrazia.

5. Parleranno di atto d’orgoglio politico dei parlamentari, finalmente capaci di autoriformarsi senza guardare al proprio interesse

Qui di orgoglio non è proprio il caso di parlare. Al contrario, prevale solo l’interesse alla poltrona di soggetti viziati ed esosi, ultrapagati e ultraprotetti, pronti a votare qualunque schifezza pur di conservare i loro benefit e il loro potere. Di orgoglio parlamentare ormai non può più parlare chi è interessato solo all’impunità, alle prebende e ai vitalizi, essendo caduto il Parlamento, da Berlusconi a Renzi, nell’inerzia stolida di chi notifica senza discutere le decisioni abnormi di un capo di Governo che ormai mette alla fiducia ogni inezia e cambia le commissioni parlamentari con altre a lui più consone quando gli fa comodo. Se la democrazia si intesta nella rappresentatività popolare del Parlamento, questa ormai è agli sgoccioli e un Senato di nominati scelti da Renzi tra i più fedeli degli enti locali diventa totalmente grottesco.

6. S’inorgogliranno chiamandosi Governo costituente

I danni fatti alla Costituzione da Renzi sono ormai talmente giganteschi (si prenda solo l’eliminazione dell’art. 18 che tutela i lavoratori o l’espressa intenzione di abolire lo stato sociale) che augurarsi il suo prosieguo è da criminali. C’è una tale differenza tra i Padri legislatori e questi cialtroni e antidemocratici che, per il bene della nostra Repubblica, possiamo solo augurarci che siano cacciato al più presto prima che abbiano distrutto ogni traccia di democrazia e di tutela dei cittadini. Renzi si sta facendo una Costituzione su misura, ma, visto che rappresenta non i cittadini bensì la classe politica e finanziaria più rapace e corrotta d’Europa, avere una Costituzione fatta da lui che tutela il Capitale, depenalizza i reati, lascia senza tutele i cittadini e uccide la democrazia non è veramente augurabile. Anche solo pensare ad un Governo costituente è una aberrazione, visto che qualunque Governo rappresenta solo gli interessi di una parte mentre una Costituzione deve difendere i diritti di tutti. E la parte che ora governa tramite Renzi non ha nemmeno i numeri della maggioranza degli elettori bensì quelli raffazzonati di una armata Brancaleone per un Governo talmente in bilico di numeri che cambierà il Senato principalmente per sbarazzarsi di una opposizione.

7. Diranno che hanno come esempio la Francia di De Gaulle e la sua riforma costituzionale del 1962

Ma vi sembra che un Renzi, nemmeno eletto, e che ha perso tutte le sue battaglie e smentito tutte le sue promesse, abbia la stoffa di un De Gaulle? E credete che si possa fare il minimo paragone tra la Francia della resistenza che si risollevava orgogliosa dal giogo nazista per un futuro di libertà e ricostruzione e questa Italia di oggi, ultima in Europa, soggiogata dagli USA e dalla Merkel, il cui premier non viene nemmeno più chiamato ai convegni dell’Ue e che quando parla dei suoi successi scatena l’ilarità tra i giornalisti stranieri? La Francia risorgeva su una Costituzione di fiera ed equa democrazia. I testi raffazzonati e confusi che propone Renzi si basano sul Piano piduista di Licio Gelli per la distruzione di ogni democrazia.

8. Diranno che, anche ammettendo che la riforma abbia avuto una genesi non democratica e un iter parlamentare telecomandato nei tempi e nei contenuti, alla fine la democrazia trionferà nel referendum confermativo.

Intanto Renzi ha reso più difficile il referendum alzando a 500.000 il numero dei richiedenti e imponendo nuove regole per l’accettazione delle firme e tenta di entrare politicamente alla Consulta per inficiarne il giudizio. Poi si basa molto sull’inerzia e disaffezione ormai congenite dei cittadini italiani che disertano le urne con un trend in costante aumento. Inoltre, se mai si riuscisse ad arrivare realmente a un referendum, i media embedded, il martellare dei tg a senso unico e la proverbiale ignoranza istituzionale degli Italiani faranno tutto fuor che chiarezza.

9. Diranno che si tratta d’una riforma essenzialmente tecnica, rivolta a razionalizzare i percorsi decisionali e a renderli più spediti ed efficienti.

Una riforma costituzionale non è mai tecnica ma profondamente politica e tesa a un cancellazione ulteriore della sovranità popolare per l’aumento dei poteri di uno solo, dunque meno democrazia e più tirannide. Si rovescia la piramide democratica. Il popolo diventerà maggiormente soggetto ai diktat di uno solo. Le “riforme” costituzionali servono solo a facilitare un despota circondato da una corte ossequiente, il che è il contrario di qualsiasi democrazia.

10. Diranno che i partiti di sx, già al tempo della Costituente, avevano criticato il bicameralismo e che perfino Ingrao, negli anni 80, voleva abolire il Senato.

FALSO. Ingrao voleva semplificare le istituzioni parlamentari per dare più forza alla rappresentanza democratica e fare del Parlamento il centro della vita politica. La meta era una “democrazia partecipativa” o “democrazia di massa” (come oggi chiede il M5S). Oggi è il contrario: Renzi boccia la democrazia come populismo, mentre con le sue menzogne si comporta nel modo più demagogico possibile e vuole dare ogni potere al Governo, cioè a se stesso, riducendo la sovranità popolare.

11. Diranno che i ciechi conservatori (i gufi) hanno paura del nuovo, anzi del futuro che avanza e sono paralizzati dal timore dell’uomo forte.

Ma in democrazia comanda il popolo, non l’uomo forte. Questo è autoritarismo. E la storia della civiltà non può e non deve tornare alle manifestazioni dell’uomo forte, di cui in Italia abbiamo visto tutte le disastrose conseguenze. Oggi il potere dell’uomo forte in Italia ce l’abbiamo già, in quanto Renzi mette uomini suoi a capo di tutte le istituzioni e i posti strategici dell’economia (l’ultima è stata sostituire la Bindi Presidente dell’antimafia con un renziano). Siamo ai massimi della cortigianeria politica e de nepotismo così da eliminare qualunque opposizione. La democrazia si basa sull’equilibrio dei poteri (e Renzi lo sta distruggendo come nemmeno B fu capace di fare), sulla sovranità popolare (e Renzi lede violentemente il diritto elettorale), sull’uguaglianza di tutti davanti alla legge (e non c’è Paese come l’Italia dove questa sia negata), sul riconoscimento dei diritti dei cittadini (e Renzi ha attaccato i diritti del lavoro e quelli del welfare assieme al diritto ad avere giustizia e ad essere protetti da uno stato sociale). Il futuro che ci propone l’uomo forte Renzi è gravido di minacce, pieno di precarietà e di abbandono, povero di certezze e di speranze.

12. Diranno che siamo immobili mentre loro sono i rinnovatori

Ma chi distrugge diritti, tutele e futuro non è un innovatore. E’ un distruttore. Mai la classe politica è stata corrotta e incapace come questa. E mai i risultati economici, politici, sociali e persino culturali dell’Italia sono stati così bassi. Mai la nostra immagine nel mondo è caduta tanto in basso. E non si possono chiamare innovatori quelli che ci fanno crollare in tutte le classifiche positive internazionali mentre saliamo in quelle negative che misurano la corruzione, la mancanza di libertà di stampa, l’emigrazione, la fuga di cervelli, la disoccupazione giovanile e quelli che non cercano nemmeno più lavoro (oltre 6 milioni).

13. Diranno che la vostra è una opposizione preconcetta. Non siete d’accordo nemmeno sull’abolizione del Cnel e la riduzione dei costi della politica?

Sui costi della politica ci sarebbe molto da discutere, visto che, con tutte queste riforme, i costi non hanno fatto che aumentare e che dissero questo anche con l’eliminazione delle Province che non sono affatto sparite coi loro costi, mentre l’unica cosa che è stata cancellata è stata il diritto dei cittadini a votarne i presidenti. In quanto al Cnel, è giusto eliminarlo ma una rondine non fa primavera. Se davvero si voleva ridurre i costi della politica, si poteva fare un Parlamento sempre bicamerale ma molto più leggero. Il Congresso americano è formato da 453 membri. L’Assemblea nazionale francese da 577. Il Parlamento tedesco da 639. Perché noi ne dobbiamo avere 945? Si poteva dimezzare il Parlamento conservandone la bicameralità che impedisce una formazione rapida e superficiale di leggi. E perché, per ridurre i costi dello Stato, non si equiparano gli stipendi, i vitalizi e i benefit dei parlamentari alla media europea? Cosa che si doveva fare ma che non è mai stata fatta, e che urgeva, visto che i nostri politici sono i più pagati d’Europa (quasi 10 volte di più di quelli americani, quasi 5 di più di quelli inglesi). E, sempre per ridurre le spese pubbliche, perché non si comincia ad applicare davvero quel tetto dai superstipendi di 240.000 euro, che viene bellamente superato con espedienti meschini come i bond dei dipendenti Rai, per cui per es. il Presidente Campo Dall’ Orto prende 650 mila euro, la Bignardi, che è stata fatta direttrice di Rai 3 non si sa per quali meriti guadagnerà come 280.000 euro? La Rai è nelle mani del Tesoro. Che senso ha emettere bond da 350 milioni? E perché si è stabilito che il tetto non vale per le società quotate in Borsa? Per cui alla fine in Finmeccanica l’ad Mauro Moretti prende 2,2 milioni, all’Eni Claudio Descalzi 3,3 milioni, all’ Enel Francesco Starace 2,2 milioni. E perché il tetto non vale per gli organi costituzionali e il Presidente della Corte costituzionale che guadagna 423 mila euro all’anno e i giudici 360 mila?

14. Diranno: come è possibile disconoscere il serio lavoro fatto da numerosi esperti, a incominciare dai “saggi” del Presidente della Repubblica, passando per la Commissione governativa, per le tante audizioni parlamentari di distinti costituzionalisti, fino ad approdare al Parlamento e al ministro competente per le riforme costituzionali. Tutto ciò non è per voi garanzia sufficiente d’un lavoro tecnicamente ben fatto?

Qui di ben fatto non c’è nulla. Anzi, tutte le leggi che partono da Renzi sono malfatte anche tecnicamente, sono abborracciate e confuse, tanto che è il Presidente della Repubblica che deve rimetterle in ordine e dar loro una veste presentabile. Noi vediamo una sola tendenza ossessiva: ridurre i poteri dell’elettorato, ridurre i diritti dei cittadini, umiliare il Parlamento e ridicolizzare la Magistratura, con omertà parlamentari che ostacolano i processi a politici, tempi di prescrizione dimezzati, reati gravi depenalizzati, obbligo ad archiviare i casi politici, leggi che sanciscono iniquità palesi. Dal punto di vista tecnico, la riforma, poi, è una frode, perché non renderà più snella l’attività legislativa bensì, non modo caotico e cialtrone con cui è stata fatta, aprirà infiniti conflitti di competenza. In pratica avremo sempre un bicameralismo ma stolido e confuso, in cui un Senato di ‘nominati’ si ritroverà ad esercitare in parte la funzione legislativa, anche su cose gravi (come la politica comunitaria, le politiche pubbliche e di controllo sulla Pubblica Amministrazione, l’elezione dei giudici della Consulta) ma senza un mandato popolare, e dunque in rappresentanza di chi? Del capo del Governo che ha ‘nominato’ i Senatori?

La cosa gravissima è che Renzi non sta solo distruggendo qualsiasi valore e principio di sx nel Pd ma sta demolendo la sovranità popolare si cui si basa la stessa democrazia.

Scrive Zagrebelsky: “Il popolo sovrano è stato spodestato. Se manca la sovranità, cioè la libertà di decidere da noi della nostra libertà, quella che chiamiamo Costituzione non sarà è tale. Sarà uno strumento di Governo di cui chi è al potere si serve finché è utile e che si mette da parte quando non serve più. E proprio questo è stato l’atteggiamento sfacciatamente strumentale degli ultimi anni: la Costituzione non è stata sopra, ma sotto la politica e perciò è stata forzata e disattesa innumerevoli volte nel silenzio compiacente della politica, della stampa, della scienza costituzionale. Ora, la riforma non è altro che la codificazione di questa perdita di sovranità. La Costituzione è espressione della sovranità; se manca la sovranità, non c’è Costituzione. L’impegno per il No al referendum ha, nel profondo, questo significato: opporsi alla perdita della nostra sovranità, difendere la nostra libertà”.
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FIRMA LA PETIZIONE
Potevano essere trovate altre soluzioni, equilibrate, di modifica dell’assetto istituzionale, ascoltando le osservazioni, le proposte, le critiche emerse perfino nel seno della maggioranza. Si è preferito forzare la mano creando un confuso pasticcio istituzionale, non privo di seri pericoli. La revisione sarà oggetto di referendum popolare nel prossimo autunno, ma la conoscenza in proposito è scarsissima. I cittadini, cui secondo Costituzione appartiene la sovranità, non sono mai stati coinvolti nella discussione. Domina la scena la voce del Governo che ha voluto e dettato al Parlamento questa deformazione della Costituzione, che viene descritta come passo decisivo per la semplificazione dell’attività legislativa e per il risparmio sui costi della politica: il risparmio è tutto da dimostrare e la semplificazione non ci sarà. Avremo invece la moltiplicazione dei procedimenti legislativi e la proliferazione di conflitti di competenza tra Camera e nuovo Senato, tra Stato e Regioni. Il risultato è prevedibile: sono ridotte le autonomie locali e regionali, l’iniziativa legislativa passa decisamente dal Parlamento al Governo, in contraddizione con il carattere parlamentare della nostra Repubblica, e per di più il Governo non sarà più l’espressione di una maggioranza del paese.
Già l’attuale Parlamento è stato eletto con una legge elettorale definita Porcellum. Ancora di più in futuro: con la nuova legge elettorale (c.d. Italicum) – risultato di forzature parlamentari e di voti di fiducia – una minoranza, grazie ad un abnorme premio di maggioranza e al ballottaggio, si impadronirà alla Camera di 340 seggi su 630.
Ridotto a un’ombra il Senato, il Presidente del consiglio avrà il dominio incontrastato sui deputati in pratica da lui stesso nominati. Gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, Csm) ne usciranno ridimensionati, o peggio subalterni. Se questa revisione costituzionale sarà definitivamente approvata la Repubblica democratica nata dalla Resistenza ne risulterà stravolta in profondità. E’ gravissimo che un Parlamento eletto con una legge giudicata incostituzionale dalla Corte abbia sconvolto il patto costituzionale che sorregge la vita politica e sociale del nostro paese.
Nel deserto della comunicazione pubblica e con la Rai sempre più nelle mani del Governo, chiediamo a tutte le persone di cultura e di scienza di esprimersi in un vasto dibattito pubblico, anzitutto per informare e poi per invitare i cittadini a partecipare in tutte le forme possibili per ottenere i referendum, firmando la richiesta, e per bocciare con il voto nei referendum queste pessime leggi. Sentiamo forte e irrinunciabile il compito di costruire e diffondere conoscenza per giungere al voto con una piena consapevolezza popolare, prima nel referendum sulla Costituzione e poi nei referendum abrogativi sulla legge elettorale. Per ottenere questi referendum sulla Costituzione e sulla legge elettorale occorrono almeno 500.000 firme, per questo dal prossimo aprile vi invitiamo a sostenere pienamente questo impegno.
Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà affinché diano il loro contributo creativo a questo essenziale dovere civico.

FIRMA LA PETIZIONE
https://www.change.org/p/cittadini-perch%C3%A8-votare-no-al-referendumcostituzionale-e-fermare-la-legge-elettorale

SIAMO IN GUERRA CONTRO LA LIBIA?

Perché uccidiamo persone che stanno uccidendo persone per dimostrare che uccidere è sbagliato?
(Holly Near)

La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri.
(Hannah Arendt)

Non c’è nessuna cosa che la guerra abbia mai realizzato che non potevamo realizzare meglio senza di essa.
(Havelock Ellis)

Il rifugio dell’uomo moralmente, intellettualmente, artisticamente ed economicamente in bancarotta è la guerra.
(Martin H. Fischer)

ALESSANDRO GILIOLI

La guerra più idiota del mondo
Nel corso dei secoli in cui finora si sono dipanate le vicende umane, sono stati fatti quasi tutti i tipi di guerra: d’aggressione, di difesa, di convenienza, di colonizzazione, d’indipendenza, di liberazione, di rivoluzione, di prevenzione e così via.
Ultimamente però ci stiamo specializzando nella guerra stupida.
Intendo stupida proprio secondo il celebre Quadrante di Cipolla: apporta danni agli altri senza alcun vantaggio per se stessi, anzi procurando grandi svantaggi anche a chi la dichiara.
Il debutto di questa modalità bellica idiota si può forse far risalire all’intervento occidentale in Somalia, nel 1992; peggio è andata in Afghanistan all’inizio di questo secolo; peggio ancora con la splendida idea di Bush e Clinton di invadere l’Iraq nel 2003, una scelta a cui dobbiamo tra l’altro la nascita dell’Isis; ma hanno cercato di non essere da meno Sarkozy e gli altri interventisti in Libia, nel 2011.
Adesso c’è la seria possibilità che tocchi agli italiani battere tutti per imbecillità, mandando truppe in Libia.
A parte forse Panebianco, credo che non ci sia nemmeno bisogno di convincere nessuno in merito, talmente è evidente l’idiozia della cosa.
Basterebbe il solo fatto che noi siamo l’ex potenza coloniale a rendere semplicemente impensabile un intervento italiano (figuriamoci un “ruolo guida” dell’Italia nella futura occupazione). Basterebbe solo quello.
È tra l’altro curioso il fatto come questa cosa sia poco enfatizzata, nel dibattito politico nostrano: probabilmente abbiamo rimosso il nostro passato di paese che occupava – e massacrava. Del resto a scuola ci insegnano pochissimo delle nostre guerre in Libia e Abissinia. Peccato invece che in quei Paesi la memoria in merito sia molto viva. Me ne sono accorto di persona, quando meno di un anno fa ho passato un breve periodo in Etiopia: e anche nelle campagne più sperdute mi indicavano i luoghi dove gli italiani avevano fatto impiccare dei ragazzi locali. Il nome del generale De Bono, che da noi conosce probabilmente meno di un persona su cento, in Etiopia è invece sulla bocca di molti. I nonni hanno raccontato ai nipoti, del resto, quello che da noi invece non sa quasi nessuno: preferiamo l’etichetta di “brava gente”, rifugio ipocrita di chi non ha fatto i conti con il proprio passato.
Poi c’è quello che viene dopo, nel considerare la stupidità questo intervento. Non richiesto – ad esempio – da nessun Governo libico unitario e legittimato, per il semplice fatto che questo non esiste: ci sono gli amici dell’assassino al Sisi da una parte e gli amici dei Fratelli Musulmani dall’altra, più una pletora di milizie più o meno tribali – e l’Isis.
Noi andremmo a cacciarci in questa guerra di tutti contro tutti, dove non ci sono neppure lontanamente i buoni da un parte e i cattivi dall’altra. E lo faremmo fondamentalmente per conto terzi, cioè del resto dell’Occidente che manda avanti noi perché evidentemente siamo i più cretini.
Il tutto, sia chiaro, in assenza di alcun piano progettuale sul cosa fare per stabilizzare l’area a nemico eventualmente battuto, perché non sia abbandonata la buona tradizione di fare la guerra senza avere uno straccio di idea sul cosa fare dopo, visti gli ottimi risultati che questa strategia dell’improvvisazione ha già dato in Libia e Iraq.
Ecco, forse nel 2016, di fronte all’ipotesi di fare la guerra in Libia, potremmo utilmente mettere da parte le contrapposizioni di principio che di solito vengono tirate in ballo: quelle sull’articolo 11 della Costituzione, sul pacifismo come valore assoluto o relativo, sulla liceità morale di un intervento in territorio altrui.
Perché oggi basta guardare pragmaticamente al senso specifico proprio diquesta guerra, alla sua specifica e totale stupidità.
Proprio nel senso di Cipolla: far danni ad altri facendo danni a se stessi.

NO ALLA GUERRA IN AFRICA
Viviana Vivarelli

Tu che sei guerrafondaio e inneggi alla nuova guerra italiana in Libia mi devi spiegare quanta democrazia, quanta protezione ai bambini o quante lotte all’Isis sono state realizzate dagli americani&soci in 13 anni di guerra all’Irak o in 15 anni di guerra in Afganistan. O quanta stabilità e pace sono state conseguite attraverso la guerra, la vendita di armi e l’alimentazione dei conflitti dalle massime potenza mondiali nelle guerre in Egitto, Libia, Mali, Mozambico, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Congo, Somalia, Sudan, Algeria, Birmania, Filippine, Pakistan, Thailandia, Siria, Cecenia, Daghestan, Ucraina, Yemen…
Posso ricordarti che i più grandi produttori del mondo di armi sono negli USA per un 30%, in Russia per il 26%, in Germania per l’8%, in Francia per il 7% e in Italia per il 2%?
Posso ricordarti che dopo l’attacco di Parigi i guadagni dei fabbricanti di armi sono schizzati verso l’alto in modo mostruoso? E che I mercati azionari degli Stati Uniti, paese che esporta il maggior numero di armi al mondo, hanno registrato una crescita costante nelle loro sedi di New York? La Lockheed Martin, che è la più grande azienda di armamenti al mondo e produce il missile Hellfire, una delle armi usate dagli Stati Uniti per colpire l’Isis in Siria, ha visto aumentare le proprie quotazioni del 3,5 per cento dal giorno degli attacchi al lunedì successivo, registrando una crescita del 2,3 per cento da allora.
Un’altra società, la Raytheon ha registrato la sua seconda crescita più grande in tre anni, guadagnando un 4 % il 16 novembre. Le sue azioni sono aumentate dell’8 % dal 13 novembre. Nella classifica dei maggiori produttori di armi del Sipri, la Northrop Grumman si posiziona subito dopo la Raytheon, con un aumento delle quotazioni maggiore al 5 %, mentre il produttore statunitense di droni AeroVironment ha guadagnato un 10 % dal giorno degli attacchi.
Riesci a capire chi ci guadagna largamente dall’Isis e ha tutto interesse ad alimentare una campagna di guerra? Da quando l’Isis ha fatto la sua comparsa nell’aprile 2013, l’industria della Difesa ha guadagnato molto nelle borse valori di tutto il mondo. I prezzi delle azioni della Northrup Grumman e della Thales sono aumentati del 160 %, mentre quelli della Lockheed Martin del 150 %. Ecco come l’industria della difesa trae benefici economici dall’inasprimento dei conflitti in Medio Oriente e dal terrorismo internazionale che a sua volta gli permette di continuare a sfornare proprio gli strumenti che rendono possibile questa violenza.

‘Non so chi’ mi chiede: Cosa si può fare di concreto?????
Intanto ricordarsi dell’articolo 11 della Costituzione che detta: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…” Ma la neutralità ti fa tanto schifo? E credi che nelle condizioni in cui siamo una nuova guerra ci farebbe bene? E credi anche che l’Isis non ci aumenterebbe gli attentati? E che aprire un nuovo fronte di guerra in Libia, non si sa contro chi e non si sa a fianco di chi, non aumenterebbe l’ondata di profughi?
O forse credi che quelli dei barconi vengano da noi a fare turismo e shopping? Ma forse sei un tale guerrafondaio che godi anche quando Renzi dichiara guerra senza nemmeno avvertire il Parlamento, contro la contrarietà dell’81% dei cittadini e solo per dimostrare agli USA che è buono solo a fare il tappetino, così come fa con la Merkel!
Ma quanti bei guerrafondai ci sono tra questi maschietti, così convinti che le guerre siano ancora il modo migliore per imporre la pace nel mondo, come se migliaia di anni di storia della specie umana non avessero provato solo che le guerre di bene non ne hanno prodotto mai!! Ma perché non vi arruolate tutti come mercenari e le guerre non andate a farle di persona?
C’è stato un tempo in cui un certo Marx diceva energicamente che tutte le guerre discendono dai capitalisti che vogliono aumentare il loro capitale e lo fanno massacrando i popoli, e che “stava per sorgere una società nuova, la cui legge internazionale sarebbe stata la Pace, perché la sua legge nazionale sarebbe stata dappertutto la stessa, il Lavoro!”, ma non mi sembra che i piddini di nuova generazione siano molto diversi dai fascistelli di 75 anni fa. Gli manca solo il fez e il moschetto e poi abbiamo il ballila perfetto!

Spago
1 – In realtà non c’è alcun intervento preventivo perché America, Francia e Italia sono già in Libia, stanno già aumentando l’intervento e hanno già preso accordi per la guerra.
2 – Il nostro intervento ha sortito e sortirà l’effetto opposto a quello desiderato. Radicalizzerà il mondo arabo e musulmano contro di noi e aumenterà il terrorismo (giustamente visto che UCCIDIAMO-RUBIAMO-DISTRUGGIAMO-INVADIAMO), porterà nuovi volontari nelle fila dei terroristi, fornirà loro nuovi mezzi perché non abbiamo modo di assicurarci dove vanno i rifornimenti che mandiamo, farà nascere nuovi gruppi terroristici, che coltivati per servire ai nostri scopi ci sfuggiranno di mano, getterà quelle terre nel caos, perché non c’è alcuna forza “buona” “sicura” e “affidabile” che possa essere insediata stabilmente, ne distruggerà ulteriormente l’economia e la ricchezza, perché queste fanno tutte le guerre, porterà lì gruppi di interesse occidentali a derubarli delle loro risorse, perché sappiamo che succederà questo, coltiverà l’odio per l’occidente e i propositi di vendetta sul lungo periodo, proietterà ancora una volta una immagine di imperialismo occidentale (VERA). Colpiremo matrimoni, scuole, ospedali, funerali, manifestazioni, studenti, organizzazioni umanitarie e ogni sorta di vittima innocente. Moriranno italiani ed europei, verranno rapiti e dovremo pagare i riscatti finanziando la criminalità. Per trovare i soldi per la guerra l’ISIS o chi per lui ruberà, schiavizzerà, venderà droga e farà ogni sorta di atto abietto. Scateneremo nuove ondate di profughi che no sapremo e non potremo gestire, e relative risposte xenofobe. Con il terrorismo che ci raggiungerà qui, o che verrà dalle seconde generazioni o dai neoconvertiti, scadremo in reazioni autoritarie, avremo aumenti del controllo statale su tutti noi “per ragioni di sicurezza”, avremo enormi spese e tasse e debiti di conseguenza, avremo la crescita di movimenti come la Lega o Forza Nuova, avremo reazioni indiscriminate sospettando ogni musulmano, arabo o uomo con la barba o donna col velo di essere un nemico. Costruiremo sempre più muri, avremo sempre più problemi di ordine pubblico, e sempre meno tolleranza. Si accentuerà la reazione nazionalista e avanzerà l’uso politico identitario del cattolicesimo contro una laicità vista come debole e inadeguata. A catena sorgeranno sempre più problemi con la Turchia, la Russia, la Cina e gli altri Paesi arabi, e così via.

LO STRAZIO COSTANTE DELLE PRIMARIE DEL PD

ALESSANDRO GILIOLI
Il povero Matteo Orfini non aveva fatto in tempo a dire che a queste primarie piddine erano andate meno persone perché si erano evitate truppe cammellate o zingare, che quelli di Fanpage (bravi) hanno rivelato che almeno a Napoli non è andata proprio così, diciamo.
In effetti, la questione è un po’ singolare: sui social network, durante la domenica dei gazebo, quelli del Pd si vantavano che avevano fatto più elettori loro in un’ora che il M5S a fine voto, poi il giorno dopo ci hanno spiegato che se va meno gente è meglio perché così vuol dire che il voto è pulito – e invece non è nemmeno così.
Bel casino: che – al netto dei soliti scazzi tra i due partiti – in realtà pone la questione fondamentale, cioè la gestione della democrazia interna e il rapporto tra base e rappresentanti all’interno dei partiti e/o delle aree politiche.
Tema su cui bisognerebbe fare un po’ di chiarezza, con qualche punto fermo.
Primo: il principio secondo il quale per fare un candidato sindaco o un leader di partito bisogna interpellare la base è ormai sdoganato e non si torna indietro, non si torna cioè a quando veniva tutto deciso da pochi notabili nei corridoi. Pensare che i limiti e le storture degli attuali sistemi (sia quello del Pd sia quello del M5S) siano una buona ragione per rigettare la democrazia dal basso è una sciocchezza fuori tempo. Anzi, ormai le forme di coinvolgimento della base nelle decisioni su candidati e rappresentanti tracimano un po’ ovunque, dai socialisti francesi a Podemos in Spagna, ma pure i leghisti hanno scelto Salvini interpellando gli iscritti, anche nel centrodx orfano di Berlusconi pensano di avvicinarsi a qualcosa di simile e perfino quella buffonata messa in pedi dallo stesso Salvini a Roma una settimana fa ha comunque il senso di sentire la base.
Secondo: lo snodo successivo è capire che cos’è la base, cioè qual è il perimetro nel quale si fa la consultazione. E qui siamo ancora a carissimo amico, appunto. Perché è ormai evidente che il meccanismo creato dal centrosx ancora ai tempi di Prodi (vota chiunque passa nelle vicinanze, quale che sia il suo credo politico) fa acqua da tutte le parti e il caso di domenica scorsa a Napoli viene dopo quello altrettanto discusso della Liguria nel 2015, di Modena e Reggio nel 2014, di Palermo nel 2012 e ancora più indietro di nuovo a Napoli nel 2001. Insomma non sembra più che il problema sia occasionale: sembra invece fisiologico e connesso con il meccanismo stesso del “vota chiunque”. La questione ha probabilmente a che fare con la crisi della struttura dei partiti stessi, iniziata ormai vent’anni fa e ancora lontana da una soluzione: il vecchio partito di militanti e tesserati non c’è più, ma non si è ancora trovato un modello nuovo che funzioni.
Terzo: anche qui, pensare di tornare al meccanismo delle sezioni dei tesserati che votano un tizio, il quale poi con altri votati come lui sceglie un delegato, il quale poi a sua volta andrà al congresso a votare anche lui, mi sembra lievemente fuori luogo. È necessario invece trovare strumenti di definizione che siano più larghi e diretti delle vecchie tessere con delega ma più stretti e limpidi del “vota chiunque passi da quelle parti”.
Quarto: se i partiti e i movimenti volessero davvero primarie pulite, inizierebbero quindi non solo ad avere un albo digitale dei propri simpatizzanti, ma anche ad affidarlo a società esterne concordate che – pur mantenendone la riservatezza – lo confronterebbero con un software con gli albi degli altri partiti, il quale software provvederebbe a eliminare quelli che si sono iscritti ad albi di partiti concorrenti tra loro (by the way, conosco uno iscritto alla piattaforma del M5S che domenica a Roma ha votato alle primarie del Pd, ad esempio).
Quinto: l’esigenza di una certificazione esterna alla regolarità del voto mi sembra un tratto comune delle zone erronee di Pd e M5S. Dato che le primarie (di entrambi i partiti) ormai sono diventate molto rilevanti per le sorti delle rappresentanze reali, credo che sia patrimonio comune della democrazia che ci sia, in tutti i partiti, una qualche forma di verifica indipendente sottraibile ai cacicchi o ai capi.
Sesto: se in tutto ciò – e facendo tesoro degli errori, quindi degli affinamenti necessari – iniziasse a ragionare un po’ anche la sx non sarebbe male, visto che alle primarie del Pd fortunatamente non partecipa più (a parte Milano, ma anche lì mi sa che è l’ultima volta) però primarie proprie ancora non ne fa, e non si capisce bene perché, infatti qui a Roma quell’area sta nei casini totali tra Fassina e Bray mentre a Milano non si sa se e chi candidi, e soprattutto con quali criteri a parte le telefonate tra i capi e i capetti.

Dimitri Acone
Non è necessario inventarsi niente. Se uno vuole veramente le primarie basta fare una campagna politica (e metterci la faccia) per introdurre una legge copiata pari pari dagli USA. Negli Stati Uniti le primarie non sono un affare da associazione privata ma regolamentate dalla legge. Se uno fa quello che è successo a Napoli (anche nelle ..
precedenti) viene arrestato e portato via in manette!
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Il Bruzio
Ormai il PD ha venduto l’anima al diavolo e ai procacciatori di voti, facendo sua l’idea che i voti non puzzano ma si pesano, sono ben accetti da qualsiasi parte provengano: corrotti, condannati, destrorsi, cinesi, fascisti, ndranghetisti, faccendieri, malviventi, extracomunitari, disonesti, massoni, voltagabbana, zingari, ecc., e in qualsiasi modo: con denaro, con brogli, con ricatto, ecc.
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Anchìo-Santo
renziani ..verdiniani..cosentiniani..e noi andiamo a cercare altri mondi abitati
mentre sarebbe meglio studiare gli alieni che abbiamo in casa

Roma, dopo le primarie farsa il Pd esulta. Senza rispetto per gli elettori
Marco Pasciuti

Il dato politico è talmente lampante da essere chiaro a tutti, tranne che ai vertici del Pd: alle primarie 2016 del Pd è andata a votare la metà dei romani che si era mossa per votare Marino nel 2013. Ora, hai voglia a dire, come ha già fatto il vicesegretario Guerini, che è un “un buon risultato considerata anche la situazione da cui partivamo” e “una vittoria del Pd”. La realtà racconta l’esatto contrario: l’affluenza è stata dimezzata e la fiducia dei romani è stata abbattuta dallo scandalo di Mafia Capitale, nel cui trogolo esponenti del Pd sguazzavano a braccetto con gli (ex) fascisti amici di Alemanno, dalle tante lacune e omissioni dell’amministrazione Marino ma anche dell’assedio che il partito ha stretto attorno al suo sindaco per i due lunghi anni e mezzo in cui quest’ultimo è riuscito a rimanere seduto al Campidoglio e dal cannoneggiamento finale cui lo ha sottoposto prima di buttarlo giù, lasciando senza una guida una città che cammina quotidianamente sull’orlo del caos. Risultato: 47mila voti contro i 100mila del 2013, 3.709 tra schede bianche e nulle, quasi il 10%. Tecnicamente si chiama flop e tanto dovrebbe bastare ai vertici del Nazareno per evitare di esultare senza motivo.
Ma le radici della débacle non affondano solo nel recente passato. Per quale motivo i romani avrebbero dovuto accorrere in massa a scegliere il candidato del Pd? Il nome di maggior appeal era quello di Roberto Giachetti, brava persona, ma più o meno un signor nessuno per l’elettore medio se non fosse per la nomina alla vicepresidenza della Camera arrivata in virtù della sua ortodossia al dettame renziano e in quello capitolino per la militanza come numero due di Francesco Rutelli sindaco, ormai un paio di ere geologiche fa. Eppure così convinto della bontà del metodo renziano da annunciare, nella conferenza stampa seguita alla vittoria, che “in Giunta con me porterò solo persone competenti ed appassionate che presenterò alla città quindici giorni prima del voto. Se a qualcuno questo metodo non piace, la porta è quella là“, come se la squadra di Governo non fosse importante e i romani non avessero diritto a conoscerla con sufficiente anticipo prima di decidere. Come non si stanca di ripetere Renzi a chi dissente.
Ma anche così poco persuaso della fattibilità dell’operazione da ritenere più conveniente non lasciare lo scranno a Montecitorio (“Io mi dimetterò nel momento in cui i romani dovessero decidere che sarò sindaco di Roma. Non vedo per quale ragione dovrei dimettermi dal Parlamento”, annunciava a gennaio: l’impresa è incerta, non si sa mai) e da dichiarare il 20 febbraio di non avere ancora un programma, ma solo perché “i programmi si costruiscono dopo le primarie“, interveniva in suo soccorso Matteo Orfini. Tanto Roma è una città così facile da gestire che si può andare anche a braccio.
Ma tant’è: al Pd serviva un candidato è Renzi ha scelto lui: buon curriculum, nessun processo o indagine a carico, civis romanus ma nello stesso tempo abbastanza lontano dalla palude della politica capitolina degli ultimi anni da apparire abbastanza homo novus e incarnare quella parvenza di rinnovamento che la narrazione renziana propone fin dagli esordi come panacea per tutti i mali.
Il problema è che quello di Giachetti era il nome più credibile e spendibile, in questa farsa che sono state le primarie del Pd a Roma. Perché oltre al vicePresidente della Camera, convinto da Matteo Renzi a correre per il Campidoglio dopo un pressing durato mesi, in corsa per la nomination non c’era nessuno. Nessuno.
E Roberto Morassut allora? dirà qualcuno. Chi? Ah sì, l’ex PCI con la faccia da ragazzo di buona famiglia con un passato da assessore all’urbanistica di Walter Veltroni e un presente da deputato del quale in pochi si erano accorti prima che annunciasse di voler infilare i guantoni e fare da sparring partner al compagno di partito. E poi? Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa di Centro Democratico ed ex Scelta Civica (!), Stefano Pedica, ex Italia dei Valori riciclatosi in extremis nel Pd, Gianfranco Mascia, ex Popolo Viola e portavoce dei Verdi, e Chiara Ferraro, ragazza autistica di 24 anni candidata dal padre alle comunali del 2013 e ora alle primarie.
Candidature raccolte in una manciata di giorni dopo la discesa in campo di Giachetti, il predestinato cooptato dai piano alti attorno al quale montare un circo fatto di illustri più o meno sconosciuti, ma con un compito fondamentale: fare numero e conferire il crisma della credibilità alla corsa capitolina sponda dem. Un’avventura nella quale, tra le macerie ancora fumanti del dopo Mafia Capitale, nessuno tra le prime file democratiche ha avuto il cuore di infilarsi.
In confronto quelle di tre anni fa sembravano le primarie del Pd, ma quello americano. La competizione era avvenuta su un livello assai più elevato nella scala gerarchica del Nazareno: Ignazio Marino, piazzatosi al terzo posto pochi mesi prima alle primarie democratiche per la scelta del segretario nazionale dietro a Pierluigi Bersani e Dario Franceschini, se l’era vista con Paolo Gentiloni, pezzo da novanta nel Pd romano e oggi ministro degli Esteri. Di caratura molto inferiore, ma c’era anche David Sassoli, volto del Tg1 ed europarlamentare. Una competizione molto più equilibrata, come testimoniano i risultati: Marino vinse con il 55% dei voti (che furono 102mila), davanti a Gentiloni al 28% e a Sassoli al 14%. Nulla a che vedere con il distacco siderale tra Giachetti (64,2%) Morassut (27,5%) e Domenico Rossi, terzo con un inesistente 3,3%.
Risultati di fronte ai quali, almeno per una volta, sarebbe gradito un mea culpa o almeno una presa di coscienza da parte dei vertici democratici. Qualcosa del tipo: “Scusate, l’affluenza ai seggi è crollata, il risultato è pessimo e la colpa è solo nostra. Proveremo a fare meglio e promettiamo tutto l’impegno di cui siamo capaci”. Invece no, avanti ad esultare per la “vittoria del Pd“. Che peccato: un’altra occasione persa per mostrare agli elettori il rispetto che meriterebbero.
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Ricky
Poi vorrei capire cosa ha nella zucca chi spende 2 euro per votare scheda bianca…sono così “attraenti” i candidati che gli elettori votano scheda bianca, vergognandosi di votare un nome? Da qui si capisce che costoro sono costretti ad andare a votare perché gli viene dato qualcosa in cambio, o avranno qualcosa da chiedere ai dirigenti locali del partito.
Robe da PD.W l’ItaGlia.
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Il punto maggiore di attacco dei piddini alla Raggi, candidata eletta dai 5 stelle, è che per diventare avvocato ha fatto alcuni messi di praticantato nello studio di Previti (come se il praticantato uno de lo scegliesse per motivi politici) e che non ha citato questi mesi nel suo curriculum (come se ciò fosse obbligatorio).

annamaria
Ora che sappiamo tutto del praticantato della Raggi, proviamo ad occuparci un po’ del candidato Pd a sindaco di Roma, Roberto Giachetti.
Centrifugato del più puro renzismo & pannellismo, Giachetti non è solo un fedelissimo interprete della politica di Renzi; è anche, da sempre (da almeno 30 anni, ma forse di più) un pannelliano di ferro. Già storica voce di radio radicale, di Pannella ha sempre pienamente condiviso tutta la linea politica ( in sintesi: dal thatcherismo più duro-ma praticato col sangue degli altri- al sostegno senza se e senza ma ad Israele-sempre sul sangue degli altri- alla più aperta ostilità, a partire dai tempi di ‘mani pulite’, contro i magistrati “implicati” in inchieste contro corrotti, ladri e mafiosi dai colletti bianchi e dalle mani insanguinate). Giachetti ha sempre avuto la tessera radicale e a tutt’oggi è ‘doppia tessera’. Ma qui, sul tema-giustizia e guerra a ‘mani pulite’, arriviamo al dunque. Arriviamo al profondo rapporto di conoscenza, di stima, di condivisione politica, di solidarietà e reciproco sostegno che ha sempre legato Previti e Pannella. Non saprei dire se oggi Previti ha la tessera radicale, ma di certo, PER DECENNI, è stato iscritto al partito con tutta la sua famiglia. Quindi un ‘compagno’ radicale. E non solo un compagno: anche un alto dirigente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, nominato grazie a una norma di statuto secondo cui i parlamentari che siano anche iscritti al partito, sono di diritto dirigenti.
Forse oggi quella norma statutaria non c’è più, ma anni fa c’era, c’era eccome!
C’era di sicuro negli anni del praticantato della Raggi, che frequentava lo studio di un alto, ancorché assenteista, dirigente radicale, “compagno” (si chiamano così i pannellidi fra di loro) del “compagno” Giachetti. Ok ragazzi? Qui non c’è bisogno di arrampicarsi sugli specchi per complicate deduzioni e controdeduzioni. Qui è tutto più facile.
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Bassolino denuncia le primarie del Pd di Napoli per gravi scorrettezze, ma se non c’è violenza fisica i giudici non hanno le leggi per non lasciar cadere tutto.

NON C’E’ DISCUSSIONE
Alessandro Gilioli

«Il risultato di Napoli non è in discussione», dice la Serracchiani sull’Unità, ma su che criteri si basa la sua affermazione: dato che tra il primo e il secondo arrivato ci sono meno di 500 voti di differenza, che alcuni brogli sono documentati ed è è stata avviata un’indagine della magistratura e pure un ricorso ai garanti del Pd del candidato 2°?
E’ curioso che come vicesegretario del Pd Serracchiani anticipi così il verdetto dei garanti, si vede che sono dei notai che devono fare ciò che i capi vogliono. Del resto anche il pres. del Pd aveva detto esattamente la stessa cosa alla faccia della neutralità formale che i vertici dovrebbero tenere tra due contendenti. Personalmente non ho più simpatia per Bassolino che per la Valente, zero in entrambi i casi. Il punto è questa subcultura trasversale del «non c’è discussione» anche di fronte all’evidenza…Perché è esattamente la stessa che buona parte della classe dirigente di Renzi applica a tutto, anche fuori dal Pd: una profonda allergia alla discussione vista come inutile perdita di tempo. Che poi è la stessa che porta ai mille canguri in aula e ai mille voti di fiducia pure su leggi non fondamentali come a ridurre il Senato a una pagliacciata di yesmen nominati dai partiti tra i più fedeli negli enti locali. Tatti di autoritarismo non appartengono solo a un partito ma sono trasversali, secondo l’idea aziendalista e tecnocratica per cui il confronto è noioso e fa appunto perdere tempo. Ciò è figlio anche dei 20 anni di egemonia berlusconiana. I veleni del berlusconismo sono ancora in circolazione. Discussione è ragionamento, riflessione, autoconoscenza, dubbio, confronto…è parola, pensiero, libertà, democrazia. Non c’è discussione lo dicono i cattivi capi e i despoti, quando temono che la essa possa portare a un risultato diverso dalla loro volontà e convenienza.
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Lisa B.
Alle “sue” primarie 2012 contro Bersani, Renzi fece un putiferio per i presunti elettori “allontanati dai gazebo”, anche se la regola che gli elettori del secondo turno dovevano essere gli stessi del primo era nota fin dal principio… se Renzi avesse perso per 500 voti si sarebbe rivolto alla Corte Europea di giustizia, altro che “non c’è discussione”.
Siamo allo stesso scenario della Liguria: primarie irregolari, polvere nascosta sotto il tappeto dalla Segreteria nazionale (allora Renzi in persona disse “non facciamo i Tafazzi”), commissione di garanzia che avalla, candidato che se ne va. E sopratutto elettori che se ne vanno… ma poi, se la Valente perde contro De Magistris, la colpa sarà, nell’ordine: di Bassolino, di Civati, dei gufi, dei tecnocrati europei. Come al solito, autocritica zero.
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Clavan
Ma se questi fregano per delle votazioni INTERNE, come facciamo a fidarci quando entreranno in competizione elettorale con l’opposizione? Questi sono capaci di taroccare tutti i dati per dire che loro hanno avuto il 90% dei consensi e tutto questo “senza discussione”… Mi dispiace ma continuo a non capire chi continua dopo tutto questo a votare PD o meglio i casi sono due: o sono delle anime belle che vivono tra unicorni colorati e principesse o sono dei collusi… scegliere voi…. io non mi fiderò mai più di questa gentaglia…
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Asinello
Primarie taroccate ? Ma che pretendete da un partito il cui segretario tarocca tutto
dati economici, occupazionali, debito pubblico, salvataggi bancari, livello tassazione ecc.? La lettera che sta arrivando dalla commissione europea contiene osservazioni sulle taroccature del Governo. La commissione “nun è fessa”.
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Giorgio N.
Ormai il PD è un partito profondamente escrementizio. Anzi, direi… escrementoso.

Scrive Travaglio:
“Ennesimo scandalo Pd sulle primarie taroccate. Ma invocare indagini, riforme, nuove regole per impedire il ripetersi di certi scandali è inutile.. L’ha spiegato Zagrebelsky con la piramide rovesciata: “Le decisioni politiche, da tempo, si elaborano dall’alto, in sedi riservate e poco trasparenti, e vengono imposte sui cittadini, il Parlamento è considerato un intralcio e perciò umiliato..la democrazia partecipativa è stata sostituita da una oligarchia riservata”.
Ma la gente va illusa, anche se viene espropriata di ogni potere decisionale. Con l’Italicum si tenta di ridurre la politica a due grandi partiti generalisti all’americana (come da Piano di Rinascita democratica di Licio Gelli) con programmi molto vaghi e molto simili, per simulare una competizione che di fatto non esiste, tanto chiunque vinca farà le stesse porcate (meglio dette ‘riforme’) peraltro decise altrove e sempre a vantaggio delle stesse lobby italiane internazionali (dette mercati). Per vincere basta avere il 20-25% dei voti per accaparrarsi col premio di ballottaggio il 55% dei seggi. Ma, per evitare sorprese, i 2/3 dei deputati saranno nominati direttamente dai capipartito coi capilista bloccati. I Senatori saranno anch’essi nominati dalle segreterie dei partiti tramite i consigli regionali. Così l’intero Parlamento non dipenderà dagli elettori ma da 3 o 4 capibastone, anzi sostanzialmente dal primo che guiderà il Parlamento, il primo partito, il Governo, poi cambierà la Costituzione a suo piacere e si sceglierà il Presidente della Repubblica, i giudici costituzionali, i membri laici del Csm, i vertici della Rai, i direttori di reti e tg e naturalmente le Authority indipendenti, Caso mai qualcuno volesse ribellarsi si useranno voti di fiducia, canguri, minacce, lusinghe sostituzioni in commissione e trasformisti ingaggiati. Ma gli elettori basterà tenerli occupati col simpatico giochino delle primarie, poi si possono sempre truccare i dati, si arruoleranno cinesi, magrebini e finti avversari politici, liquidandoli poi come casi isolati se si fanno beccare. La gente povera e onesta potrebbe anche stufarsi, ma si potrà sempre celebrare l’età dell’oro con quell’informazione che prende sempre per buone le veline di palazzo, diffondendo in tv programmi idioti e di rincoglionimento e sventolando lo spauracchio del terrorismo.. una guerra ogni tanto potrebbe aiutare. ma solo dopo un bell’attentato che consenta di chiamarla con un altro nome.
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Di seguito riportiamo la traduzione integrale di un articolo uscito ieri sull’Economist su Virginia Raggi, candidata sindaco del M5S a Roma.
da The Economist

Anche i fan del M5S, un gruppo politico italiano spesso descritto come populista, anticonformista e anti-establishment, non ci avrebbero mai creduto.
Così quando il video per la campagna per Virginia Raggi, 37 anni candidata a 5 stelle sindaco di Roma, è apparso on-line alla fine di febbraio, è stato uno shock. Disattivate la colonna sonora sul video della signora Raggi, in cui dichiara che “possiamo di nuovo essere una città del mondo”, e il suo vestito limpido e il messaggio politico di presentazione potrebbe essere quelli di una aspirante candidata deputata con i Democratici in America o per i Conservatori in Gran Bretagna. Un oratore di talento, la signora Raggi illustra come il 2° iù grande gruppo politico in Italia sta sempre più arrivando ad assomigliare ad un partito normale.
I sondaggi continuano a dare al M5S un quarto dell’elettorato: circa 8 pti percentuali dietro il Pd (PD) di centro-sx e attualmente al Governo, ma di dieci punti percentuali avanti rispetto al partito di dx della Lega Nord.

A Roma, una città che ha sofferto a lungo abbandono e la corruzione a causa dei partiti tradizionali, la signora Raggi avrà una buona possibilità di successo quando si svolgerà il voto, molto probabilmente nel mese di giugno.
Il fatto che abbia avuto un video pronto prima dei suoi rivali denota sia l’importanza che M5S da alla sua campagna sia la loro crescente professionalità.
La popolarità duratura del gruppo è tanto più notevole in vista delle recenti battute d’arresto e sconvolgimenti. In modi diversi, è il più e il meno democratico dei movimenti politici italiani. Sprezzante della democrazia convenzionale, i suoi leader ritengono che Internet offra la possibilità di ritornare ad uno stile Ateniese, la democrazia diretta in cui ogni questione politica sarebbe sottoposta a referendum on-line. All’interno del movimento, sono utilizzate votazioni online per impostare la politica e selezionare i candidati (e anche di espellere i rappresentanti eletti che non riescono a rispettare le sue regole rigide).
Ma le realtà grandi decisioni, per esempio se l’Italia debba o meno rimanere nella zona euro e simili, sono sempre state prese dai suoi due co-fondatori non eletti: Beppe Grillo, un comico satirico, e Gianroberto Casaleggio, un attivista politico e imprenditore.
Sebbene dallo scorso anno Grillo ha iniziato a concentrarsi maggiormente sulla sua carriera teatrale, la sua influenza è ancora decisiva.
Il mese scorso, quando il Senato ha discusso una proposta di legge per legalizzare le unioni civili, tra coppie dello stesso sesso, Grillo ha inaspettatamente annunciato che avrebbe dato ai Senatori del M5S libertà di coscienza su una clausola che permetterebbe ai partner gay di adottare il figlio biologico dell’altro. Molti cattolici e conservatori temevano la disposizione avrebbe incoraggiato le nascite surrogate. Il Movimento ha successivamente ritirato il suo sostegno a una mozione che avrebbe consentito alla clausola di passare incontrastata. Ciò ha spiazzato il PD, che era convinto che il movimento non si sarebbe inimicato le persone omosessuali. Per il supporto il PD ha dovuto quindi passare per il cdx.
Il provvedimento è passato senza la sua clausola controversa.
I commentatori hanno accusato Grillo di cercare cinicamente per i voti della dx in preparazione per l’elezione a Roma. Ma il signor Casaleggio ha detto che la decisione è stata parzialmente dovuta alle “diverse sensibilità” nel Movimento. E’ molto meno radicale del Governo di Syriza in Grecia o di Podemos in Spagna. Uniti da un odio per i partiti tradizionali contaminati in Italia, gli attivisti a 5 stelle sono un gruppo eterogeneo, spesso in disaccordo su questioni come la privatizzazione o l’aborto. La maggior parte sono progressisti alcuni decisamente conservatrici. Grillo critica l’euro ed è felice di essere amico di Farage, leader dell’UKIP, il quale sta cercando far uscire la Gran Bretagna fuori dalla UE. Se vorranno diventare il partito principale del Governo, tali differenze dovranno essere risolte.

CRISI, DEFLAZIONE E AVANZATA DELLE DX FASCISTA

Berluscameno
Tutto può succedere e tutto possiamo perdere “QUANDO CHI COMANDA SBAGLIA” !
E’ già stato dimostrato che a porre le basi per l’ascesa al potere del Terzo Reich non fu l’inflazione, ma la “deflazione”, la stessa causa che è stata instaurata adesso in UE (Merkel docet !) dopo anni di “rigore” tedesco.
In Germania dal 1928 al 1932 si è verificato statisticamente che con l’aumento della disoccupazione si verificava percentualmente un identico aumento del voto nazista.
Nella Germania degli anni ’30, la “cura” Bruening si abbatté su un’economia già vulnerata dalla deflazione, aggravandola. “Sette milioni di salariati, un terzo della forza produttiva, era disoccupato;la classe media spazzata via”.
Questa la situazione a un anno (1929) dall’apice della prosperità indotta – drogata – dai capitali esteri. Che del resto, causa la recessione infuriante in Usa (1929), già erano stato rimpatriati. In quell’ anno (1930), il numero dei deputati nazisti eletti al Reichstag passò da 8 a 107. Nel gennaio 1933, fu anche nominato cancelliere Adolfo Hitler.
“C’era una volta un paese (Germania) con una bella Costituzione democratica, fondata sugli ideali della libertà”, un paese che “aveva eletto alla assemblea di Weimar personalità che offrivano le migliori garanzie di estirpare le idee del prussianesimo. Poi dei “mascalzoni, dei pazzi” (vd Schaeuble), sono apparsi sulla scena della storia, e la “democrazia è stata gettata via”.
Si sono date tante spiegazioni di questo fenomeno, dalle ‘politiche illiberali’ all’”innato militarismo” dei tedeschi. Idee varie: che evitano di dar conto dei meccanismi economici e sociali che distrussero la Germania dall’ interno”. E ora l’Ue accresce la mortalità nei Paesi deboli. “E’ di tutta evidenza come ‘calo della natalità e aumento dei decessi ‘siano fenomeni che hanno una stretta connessione con la condizione reale delle famiglie nel Paese”. “Crisi economica, degrado ambientale” ma anche la “diminuita solidarietà sociale” vengono indicati dal demografo Giancarlo Blangiardo – che ha lanciato l’allarme su questa impennata da tempi di guerra. Oggi dovremmo parafrasare quella sgomenta conclusione: come mai l’Europa Unita “ha preso la strada della barbarie”?
Aveva promesso prosperità e benessere attraverso la neutralizzazione della politica, ed è ora ragione di miseria e scontento per un numero crescente di nazioni,e per quelli del Mediterraneo una vera prigione dei popoli.
Era nata sul presupposto che “sottrarre le sovranità nazionali era necessario perché non sorgessero più degli Hitler”. Era nata per neutralizzare la politica (la volontà popolare) nella convinzione che era quella a provocare le eterne guerre fra europei.
“Ora la tecnocrazia burocratica UE (non eletta) che ha preteso di sostituire i governi s’è tramutata in un’altra versione di quei “pazzi e mascalzoni” che era nata per scongiurare”.
Una burocrazia UE arrogante ed irresponsabile verso le nazioni e gli stati , le società e i popoli che non “governa”, ma che “gestisce” con perfetta insensibilità verso le sofferenze dei sottoposti, secondo un piano ideologico e concezioni preconcette.
“Una entità UE ( non si sa come definirla !)che lascia governare da una parte “il mercato” e dall’ altra la Banca centrale(BCE), supposti meccanismi oggettivi e neutri, a tal punto che non si vuole – né si sa più – governare per far crescere il benessere dei popoli fra gli scogli e gli imprevisti della storia”.
I concetti di “giustizia sociale”, previdenza, “redistribuzione”, non entrano più nel discorso politico, sostituiti dalla attuale promozione dei “diritti arcobaleno” che non costano nulla!
La UE é una OLIGARCHIA dove, mancando- per la” negazione delle sovranità statali” -luoghi di mediazione politica certa, gli ‘stati potenti’ opprimono gli ‘stati più deboli’, senza alcuno scrupolo, né possibilità di difesa.
Il risultato di questo “totalitarismo non-governante “si comincia a vedere: in Italia ha fatto solo brevemente scalpore sapere che nel 2015 ci sono stati 68 mila morti di troppo, un aumento dell’11 per cento pari ai periodi delle due guerre mondiali;
ma anche in Francia la speranza di vita è diminuita, per la prima volta dal 1969, e così in Spagna, Grecia, Portogallo – i soli Paesi dove arretra, insieme alla Siria, la Tunisia, la Libia, l’Irak. Ma in questi c’è la guerra e il caos.
L’arretramento della speranza di vita di Paesi europei “in pace” può essere imputata ad una causa SOLA e ben precisa: “la Ue con la sua politica economica errata dell’austerità e del rigore in epoca di recessione e deflazione”. L’Ue é una dittatura di nuovo tipo, una plutocrazia iniqua e senza unità di destino, tenuta insieme da regolamenti ed arbitrii dei Paesi più ricchi. E solo il prossimo futuro ci dirà se non farà rimpiangere gli hitlerismi che è nata per scongiurare. Quelli hanno fatto morire gli europei in guerra. Ma l’Ue ci fa morire in tempo di pace.
La soluzione liberista o piuttosto il neo –mercantilismo tedesco di matrice nazista?
“Gli operai – in Germania, nel 1930 – furono licenziati in massa. Ma naturalmente i datori di lavoro non ne ottennero lo sperato sollievo. Ogni lavoratore licenziato era anche un consumatore che spariva.
Nel 2016, la cancelliera Merkel e il capo della Budesbank Jen Weidman che nella BCE si oppone a Draghi, nega che esista la deflazione e predica austerità e tagli di bilancio, ripetendo l’errore che fecero allora gli imprenditori tedeschi.
Anche nella Germania di Weimar la benedizione degli investimenti esteri aveva prodotto l’esito noto: sovrapproduzione, disoccupazione, recessione.
Lo storico Heilig ragiona su questi costi incomprimibili che divorarono i profitti.
Allora la Germania vide e capì che s’era svenata per i non-produttivi, ossia i banchieri.
Nel corso del ’31 parecchi industriali tedeschi non furono più in grado di onorare i debiti.
I costi incomprimibili erano diventati insopportabili e cessarono di essere pagati. Con l’insolvenza dei debitori, cominciarono a fallire le banche.
Il cancelliere Heinrich Bruening, laureato dalla London School of Economics, allievo-modello del capitalismo liberista, spese miliardi di marchi (dei contribuenti) per salvare le banche. Poi accordò amplissimi sussidi alle imprese in difficoltà. Come si vede allora ed oggi, il liberismo, quando è in pericolo il capitale, diventa statalista, invece di affidarsi al “mercato” (e fallire), pretende l’intervento pubblico per salvare se stesso, la mano visibile dello Stato. Bruening lanciò quella che ebbe il coraggio – o la stupidità – di chiamare
politica anti-deflazionista, che consisteva nel somministrare più forti dosi del tossico che aveva condotto alla rovina. E decretò una riduzione generale dei salari, che furono tagliati del 15%. La ragione di questa CURA DI AUSTERITA’ e rigore dei conti era la convinzione che, ridotto il potere d’acquisto dei lavoratori, questo avrebbe indotto una riduzione successiva dei prezzi. L’esperimento dell’egemonia Merkel sui Paesi deboli del Sud Europa non ha un motivazione molto più intelligente. Prima si abbassino i salari, e poi caleranno i prezzi. Infatti la riduzione alla fame della classe operaia, non pare un prezzo indegno di essere pagato. Ma i prezzi dei beni prodotti erano determinati da fattori ben diversi che dai salari, dice Heilig, ossia dalle” famose spese incomprimibili.
Nel nostro tempo, la riduzione di prezzi generalmente ritenuti incomprimibili come il “PETROLIO E LE MATERIE PRIME”, è stata salutata come una vittoria, il segno che il sistema funziona e si poteva indebitare il mondo ancora un po’… fino alla ‘debt trap’, la “trappola del debito”.
E QUESTO è proprio IL PUNTO IN CUI ci TROVIAMO ORA!
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Viviana Vivarelli
Ho stima per Gilioli, personaggio puro e crepuscolare, legato ancora ad un idealismo antico di sx di cui si è persa traccia nei meandri meschini di questo Pd, le cui malefatte cialtroncelle vengono a galla ogni giorno, gettando sempre più nel discredito questa disgraziata repubblica, repubblica ormai solo di fatto, mentre avanza il dispotismo straccione di Renzi come uno schiacciasassi su quel che resta della democrazia, dei diritti dei cittadini, dei valori civili. Se guardo come sono caduti in basso certi personaggi del vecchio PCI o della vecchia DC, come quello Zanda, piegato ormai come uno zerbino che fa vergogna sin al nome che porta, quel Bersani dai fievoli lamenti, quella Bindi ormai spodestata e sostituita con un servitore più arrendevole, Corradino Mineo, Fassina, Ernesto Rossi, Macaluso… per non parlare dell’inutile Vendola…mi prende lo scoramento perché assisto non solo alla resa vergognosa di un partito che era il terzo in Europa, ma alla resa vile di una classe politica che ha dimenticato quello che era e quello che poteva essere per restare abbarbicata al potere per il potere come unica ancora di salvezza in un mondo in declino anche per colpa sua.
Ma ci sono nuove mete che avanzano e la Turchia ce le dà tutte. Mi compiaccio di riportare l’articolo di oggi di Travaglio, sulla Turchia appunto, prossimo orizzonte della democrazia italiana.

Venerdì notte la polizia turca ha fatto irruzione nella sede di Zaman, unico quotidiano libero e dunque antigovernativo rimasto in Turchia, che non a caso vende 650 mila copie, per assumerne il controllo su ordine del molto democratico Presidente Erdogan – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano nell’editoriale di oggi 8 marzo 2016, dal titolo “Siamo tutti Zaman” -. I giornalisti e gli impiegati hanno tentato di resistere e si son beccati una raffica di proiettili di gomma e lacrimogeni. Poi, in mattinata, sono giunti i nuovi amministratori e i nuovi giornalisti inviati dal Governo a rimpiazzare quelli sgraditi. Il direttore Abdulhamit Bilici non ha neppure potuto entrare nella sua redazione: l’hanno lasciato nella hall e lì gli hanno fatto firmare le dimissioni spontanee. Domenica è uscito il “nuovo” Zaman: una bella foto di Erdogan in prima pagina, un titolone per celebrare la sua ultima grande opera, il nuovo ponte sul Bosforo, e vari articoli encomiastici sul Presidente. La stessa sorte era toccata cinque mesi fa ad altri due quotidiani non allineati, Bugun e Millet, subito normalizzati come tre anni fa era accaduto al Sabah. Ora finalmente l’ordine regna ad Ankara, capitale della Turchia che Berlusconi e Napolitano volevano portare in Europa.
In Italia, per fortuna, non sono necessari i blitz della polizia per trasformare i giornali in Pravde governative: provvedono essi stessi con gran lena e voluttà, con stomaci d’acciaio e soprattutto con gran risparmio di fatica, soldi, pallottole e lacrimogeni. Prendete l’Unità: per vent’anni ha pubblicato articoli ferocissimi contro il Ponte sullo Stretto di Messina, progetto demenziale e criminogeno del Governo B. che corona il sogno confederale di unire la ’ndrangheta e la mafia. Poi è bastato che Renzi lo facesse proprio e l’Unità se l’è fatto piacere un bel po’. Siccome però Renzi, diversamente dallo statico Erdogan, è piuttosto mobile e cambia idea a ogni variazione del tasso di umidità, le sue Pravdine e i suoi palafrenieri sono costretti a contorsioni, evoluzioni e free climbing pressoché quotidiani. Un mese fa, per dire, l’Unità e Repubblica sparavano a zero contro chi osava proporre lo stralcio della stepchild adoption dalla legge Cirinnà. Poi lo stralcio l’ha imposto Renzi e oplà, anche Unità e Repubblica gli han votato la fiducia: viva lo stralcio, abbasso la stepchild adoption! E le battaglie contro la legge Gasparri e l’occupazione governativa della Rai? Grandiose, memorabili, epiche (quando c’era B.). Poi Renzi conferma la legge Gasparri, anzi la peggiora esautorando il Presidente e il Cda. E dà tutto il potere al direttore generale nominato da lui, che nomina i direttori di rete voluti da lui, che nomineranno i direttori dei tg voluti da lui. E allora, viva la Gasparri, viva l’occupazione governativa della Rai! Tuoni e fulmini contro Mondazzoli, l’orrenda concentrazione editoriale a scapito del pluralismo culturale. Poi nasce Stampapubblica XIX dalla fusione De Benedetti-Elkann-Perrone, e allora contrordine, compagni: viva le concentrazioni editoriali, abbasso il pluralismo! mesi e mesi a magnificare il ‘ruolo-guida’ che avrà l’Italia di Renzi nella missione militare di Libia, orgoglio e vanto del ritrovato prestigio nazionale nel mondo. Poi Renzi va dalla D’Urso, previo vertice con Confalonieri, e dice: guerra? Quale guerra? Se becco il gufo che ha parlato di 5.000 soldati italiani in Libia, lo faccio nero. Purtroppo i gufi si chiamano Paolo Gentiloni (“L’Italia è pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale”) e Roberta Pinotti (“Libia, pronti 5.000 uomini. Se in Afganistan abbiamo mandato fino a 5000 uomini, in un Paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per l’Italia, la nostra missione può essere significativa e impegnativa anche numericamente”). E sono i Ministri degli Esteri e della Difesa del Governo Renzi.. e allora chi è il fellone che s’è permesso di parlare di guerra?
Per 65 anni l’Unità e per 37 Repubblica, con gran coro di giuristi, intellettuali e artisti, hanno difeso a spada tratta la Costituzione più bella del mondo dai golpisti gollisti, piduisti, craxiani e berlusconiani che volevano snaturarla in senso presidenziale mortificando il Parlamento. Poi tre anni fa Napolitano e due anni fa Renzi decidono che è giunta l’ora di snaturare la Costituzione in senso presidenziale, mortificando il Parlamento e regalando un po’ di gioia agli ultimi mesi di vita di Licio Gelli. E allora il golpismo gollista-piduista-craxiano-berlusconiano diventa “la grande riforma” che modernizza l’Italia. Zagrebelsky ha scritto il manifesto del No al referendum costituzionale contro il nuovo Senato.. e Renzi lo ha fatto bastonare da tal Carlo Fusaro come “estremista”, “fazioso, “miope”, “demonizzatore”… già che c’era Fusaro ha pure riabilitato Gelli da chi come Zagrebelsky, demonizza il “presunto golpismo degli anni ‘70”, mentre com’è noti, il sor Licio era un sincero democratico. La conclusione è impareggiabile: “Di alcune tesi si potrebbe pacatamente discutere: ma è l’impostazione del tutto, il senso di un pregiudizio profondo, ideologizzato e per nulla laico, che lo rende pressoché impossibile. Peccato, Cercheremo altri con i quali discutere del sì e del no”. Ecco, bravo, scegliti tu l’avversario. Perché non provi con Verdini?
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LA CGIL FAVOREVOLE ALLE TRIVELLAZIONI IN MARE
Paolo De Gregorio

Il segretario dei chimici della CGIL, Emilio Miceli, incurante dei gravissimi pericoli che comportano le trivellazioni alla ricerca di gas e petrolio, in un mare chiuso come il Mediterraneo, incurante dei solenni impegni presi dal nostro paese nella Conferenza internazionale di Parigi per ridurre le emissioni da combustibili fossili, non trova altro da dire che ci sarebbe un calo degli occupati e che l’Italia uscirebbe da un settore strategico con migliaia di ingegneri e manodopera specializzata in fuga.
Praticamente il maggior sindacato italiano non si è ancora accorto che i combustibili fossili appartengono al passato, che sono incompatibili con la vita sulla terra, e che bisogna urgentemente passare alle energie rinnovabili con scelte coraggiose che riconvertano in elettrico tutto il nostro fabbisogno energetico, a emissioni zero.
La prima cosa da ottenere, a livello politico, per attuare questa rivoluzionaria riconversione è la Costituzione di un “Ministero per l’energia”, capace di studiare un progetto nazionale per l’autonomia energetica del nostro paese, da realizzare con manufatti frutto della nostra ricerca, fabbricati da industrie italiane, installati da ditte italiane, proteggendo con dazi questo settore per creare una forte occupazione interna.
La strategia da adottare è quella di individuare tre principali interventi da fare:
-il primo è quello di rendere autosufficiente energeticamente ogni casa singola, ogni capannone industriale e artigianale, ogni fattoria agricola, con pannelli fotovoltaici di ultima generazione, e ciò si può far partire subito, togliendo di mezzo ogni intralcio burocratico, tagliando le tasse e garantendo una rateizzazione di dieci anni
-per dare energia elettrica alle città, anche per il riscaldamento e la cucina, ci vogliono grandi centrali, tipo quelle a concentrazione inventate da Rubbia e già funzionanti in Spagna, integrabili con centrali eoliche e fotovoltaico tradizionale
-per l’autotrazione il discorso cambia e solo la ricerca può stabilire se è più fattibile ed economico l’idrogeno oppure spingere su batterie a litio caricate con il solare
Un’altra iniziativa, capace di ridurre di molto i gas serra, è togliere buona parte del traffico pesante sulle due più grandi arterie stradali che portano dal Nord al Sud e viceversa, l’autostrada del Sole e l’Adriatica, sfruttando “l’autostrada del mare”, con navi innovative e veloci, capaci di portare centinaia di TIR ognuna, in partenza quotidiana da Palermo e Brindisi, risalendo Tirreno e Adriatico fino a Genova e Trieste, con la possibilità di arrivare a Marsiglia se il mercato lo chiedesse
Il futuro è questo, basta lavorarci sopra, non ci sono impedimenti tecnici, anzi le tecnologie rinnovabili sono sempre più sofisticate, rendono di più e costano meno. Bisogna “solo” sconfiggere le lobby del petrolio e del gas e la pigrizia mentale, ma l’attuale sistema è veramente insostenibile.
I sindacalisti ed i politici aggrappati alle poltrone della conservazione, dell’ignoranza, della sottovalutazione dei cambiamenti climatici, devono essere combattuti come i peggiori nemici, ma soprattutto sostituiti da una nuova classe dirigente che fa della riconversione energetica un programma per assicurare un futuro alle nuove generazioni.
Paolo De Gregorio
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MODICHE QUANTITA’ DI DEMOCRAZIA
Paolo De Gregorio

La democrazia, se considerata nel suo significato letterale, teorico, sarebbe senza dubbio il regime politico migliore, ma oggi ci troviamo di fronte a una parodia di questo assetto politico che sarebbe più giusto definire oligarchia, almeno da quando i poteri forti che si sono costituiti (industriali, bancari,mediatici, commerciali, religiosi, farmaceutici) prendono le loro decisioni che riguardano l’economia dopo aver messo a cuccia la politica, destinata a fare la cinghia di trasmissione di interessi privati e non pubblici.
Lo strapotere del denaro, il monopolio delle TV, della carta stampata, la pubblicità che ci perseguita in ogni minuto della nostra vita, ci impongono cosa pensare, cosa consumare, cosa fare per la nostra salute, come vestirci, visto che queste entità economiche hanno tutto in mano: producono le merci nelle loro fabbriche, le distribuiscono nei loro supermercati, le impongono con una martellante pubblicità nelle loro televisioni o riviste, in realtà sono una dittatura senza nessun contropotere che possa fronteggiarla.
Per tentare di uscire da questa situazione, in nome di una democrazia autentica, bisogna assolutamente che i cittadini possiedano dei mezzi, delle regole, che permettano loro di modificare in profondità il modo in cui si fa politica, a cominciare dal modo in cui si individuano i candidati.
La prima forma di partecipazione alla vita politica di un cittadino è in genere quella sul proprio territorio dove è chiamato ad eleggere il Comitato di quartiere, di carattere non partitico, in cui far emergere le persone migliori, quelle che si danno da fare per analizzare e affrontare i problemi del quartiere, percorso da cui ricavare un giudizio sulle qualità e onestà delle persone, test indispensabile per un eventuale passaggio ad una attività politica.
La partecipazione attiva a questa organizzazione della base dei cittadini, con il compito di far emergere le persone migliori, è un primo passo fondamentale su un terreno che oggi è gestito dai partiti politici che ci mandano, con successo, i loro tromboni o capibastone. Cominciare a togliere agli attuali putrescenti partiti questo spazio sarebbe un passo importante, indispensabile per poter far emergere una classe politica nuova, basata su un rapporto con i problemi di cittadini, con la loro partecipazione a un programma sociale che li riguarda direttamente.
Nella zona in cui vivo mancano le fogne e vicino vi è una discarica puzzolente da chiudere: però i cittadini dormono e i partiti sono pagati per dormire.
Per evitare che tali organismi di democrazia primaria si trasformino in organismi burocratici e inamovibili, la regola indispensabile dovrebbe essere quella che, sia il Presidente che i consiglieri, diventino ineleggibili dopo due mandati. Non solo, ma durante il mandato, se l’attività del Consiglio di quartiere non opera secondo gli impegni presi, i cittadini devono poter usare, previa raccolta di un certo numero di firme, il meccanismo di origine anglosassone, il “recall” (revoca), che praticamente licenzia il Consiglio e si indicono nuove elezioni.
Per far sentire i cittadini protagonisti della vita politica, essi hanno bisogno di regole che diano loro effettivi poteri e quella del “recall” è un potere vero, da usare anche verso sindaci, parlamentari, e tutti gli eletti a cariche elettive, che si comportano male, sono rinviati a giudizio o cambiano partito.
Ricordiamoci sempre che chiunque ricopre una carica elettiva è un nostro impiegato a tempo determinato, che va a realizzare il programma stabilito con gli elettori, e se non lo fa gli elettori lo possono cacciare quando vogliono, esattamente come fa un datore di lavoro quando vede un dipendente che fa cose diverse da quelle per cui è stato assunto.
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1747 15-3-2016 LA PRIMAVERA ARABA NON FINISCE MAI

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MASADA n° 1747 15-3-2016 LA PRIMAVERA ARABA NON FINISCE MAI

Cos’è successo con la primavera araba – La tragedia della Siria – 16 milioni di profughi premono ai confini europei – Ma, povero Bertolaso, le donne dovrebbero essere inferiori ‘per natura’? – A Riyadh le donne lottano per guidare l’auto – Renzi vuole privatizzare l’acqua, calpestando il referendum – Elezioni in tre Land tedeschi: contro la Merkel avanza la destra xenofoba – Stati disuniti d’Europa – Accanto ai brogli del Pd quelli per Bertolaso – Le ultimarie – Il Pd vende i posti in lista a 25.000 euro – In Italia corrotti ed evasori fiscali non vanno in carcere. Renzi li premia – Trionfo della deflazione- No all’olio di palma

Blog di Viviana Vivarelli
(Nelle immagini, foto di profughi curdi-siriani)

”Se, un giorno, un popolo desidererà vivere, allora il destino ascolterà la sua preghiera.
Le ore oscure cominceranno a schiarirsi, le loro catene cominceranno a infrangersi.
Perché colui che non freme dal desiderio della passione per la vita si dissiperà nell’aria leggera
Questo mi ha detto tutto il creato e ciò che i suoi spiriti nascosti dichiarano
”.

(Versi di ABOU AL QASIM AL SHABBI, messi nell’inno nazionale tunisino)

Shabbi

Oh despota ingiusto,
amante del buio e nemico della vita,
hai riso dei gemiti di un popolo debole,
mentre la tua mano è imbrattata del suo sangue.
Vai profanando l’incanto della vita
E seminando le spine della sofferenza nel suo campo.
Piano! Non ti lasciare ingannare dalla primavera,
dal cielo sereno e dalla luce del mattino;
ché al di là dell’immenso orizzonte c’è il terrore delle tenebre,
lo squarcio dei tuoni e il furore dei venti.
Stai attento! Sotto le ceneri cova il fuoco
E chi semina spine raccoglie ferite.
Guarda là… Quante teste hai tagliato
e quanti fiori di speranza.
Hai riempito di sangue il cuore della terra
E le hai fatto bere lacrime fino a ubriacarla.
Sarai travolto da un torrente, un torrente di sangue,
e divorato dal fiume ribelle
”.
.
La Primavera araba è stata, nei tempi moderni, in Africa e nel Medio Oriente, la più travolgente manifestazione del rigetto dei poteri totalitari e la più entusiasmante richiesta di rispetto per la dignità personale e la libertà delle Nazioni. I popoli in rivolta invocavano diritti e libertà. Ma quell’Occidente, che ha fatto a suo tempo le proprie battaglie per conseguire diritti e libertà e porli alla base delle sue Costituzioni, non si è mosso per sostenere rivendicazioni simili negli oppressi, bensì ha cercato di manipolare i movimenti popolari per ridisegnare lo scacchiere politico del mondo a proprio vantaggio personale, appoggiando o combattendo questo o quello solo mosso da interessi egoistici. La stessa sinistra occidentale si è dimostrata inutile e dispersa, incapace di capire di aiutare quel movimento di popoli che aspirava alla libertà. E ora che ondate di profughi in fuga dai territori sconvolti dalle guerre si abbattono sull’Europa, il cosiddetto mondo ‘civile’ si ritrova impotente a misurare i danni della sua avidità e del suo egoismo e balbetta per aprire nuovi fronti di guerra senza che vi sia una reale capacità a capire e ad aiutare la storia della civiltà ad andare avanti, prova massima che quei valori e diritti che l’Occidente tanto sventolava erano ormai carta straccia.
Se in gran parte questi movimenti popolari sono falliti, ciò si deve anche all’esosità delle Borse, alle mire politiche ed economiche dei grandi Stati, alla ricerca avida di interessi economici o strategici particolari. Non c’è nulla nel mondo moderno che ricordi l’universalismo, il cosmopolitismo e l’idealismo delle rivoluzioni americana, inglese e francese, ma solo un bieco iperliberismo, dove le manovre speculative delle Borse e un utile ricavato con ogni mezzo sono l’unico totem e l’unico dio.

(Viviana Vivarelli)


(Siria)

COME E’ FINITA LA PRIMAVERA ARABA

Cinque anni fa, nel 2011 esplose la primavera araba, un’ondata di proteste popolari contro i governi dittatoriali in Siria, Libia, Egitto, Tunisia, Yemen, Algeria, Iraq, Bahrein, Giordania e Gibuti. Altri movimenti esplosero in Mauritania, Arabia Saudita, Oman, Sudan, Somalia, Marocco e Kuwait. Le cause stavano nel cattivo potere, la mancanza di democrazia, la corruzione, l’assenza di libertà individuali, la violazione dei diritti umani e le condizioni di vita molto dure di povertà estrema che erano aumentate a causa delle speculazioni finanziarie che avevano aumentato esosamente il prezzo di generi alimentari fondamentali. I rialzi stabiliti dalla Borsa portarono a un aumento dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo (18% in India, 11,7% in Cina) in un solo anno, rendendo disperate le condizioni dei più poveri. Le divisioni religiose e l’intervento di varie potenze che armarono i ribelli aggravarono la situazione.
Le proteste cominciarono il 18 dicembre 2010, in seguito al suicidio di un tunisino che si diede fuoco in seguito a maltrattamenti subiti da parte della polizia, il suo gesto innescò l’intero moto di rivolta siriano tramutatosi nella ‘Rivoluzione dei gelsomini’. Ma un effetto domino si propagò ad altri Paesi del mondo arabo e del Nord Africa.
Nel 2011, 4 capi di Stato furono costretti a scappare: in Tunisia Ben Ali dopo 23 anni di potere fuggì in esilio, in Egitto Mubarak dopo 30 anni di potere prendo poco dopo, in Libia Gheddafi, catturato e ucciso dai ribelli, nel 2012 nello Yemen se ne andò Ali Abdullah Saleh. La rivoluzione popolare di tanti Paesi islamici era divampata come un lampo, gravida di promesse e di speranza, ma, dopo 5 anni di rivolta, nessuno di questi movimenti è arrivato a una soluzione e nessuno di questi Paese ha trovato pace, ordine e democrazia.
I popoli erano insorti chiedendo maggiore democrazia, rispetto dei diritti umani, libertà d’espressione e un cambio di regime. Ma le potenze mondiali, invece di aiutare la liberazione dei popoli in campo internazionale, appoggiarono variamente o i ribelli o i loro dittatori, speculando sul commercio di armi e sperando di ottenere vantaggi personali.

Il Paese dove le cose sono andate meglio è stato la Tunisia, dove nell’ottobre 2011 si svolsero le elezioni per l’Assemblea Costituente, le prime libere dopo decenni, che videro la netta affermazione del partito islamico moderato Ennahda, che entrò anche nel Governo. Il cammino costituente è stato però difficile, con tensioni anche violente tra i partiti e uomini politici dei diversi schieramenti ammazzati. Il 26 gennaio del 2014 è entrata in vigore la nuova Costituzione. La Tunisia è diventata una Repubblica parlamentare con un Presidente della Repubblica ed un esecutivo con un Primo ministro e garanzie di libertà ed uguaglianza, principi di tutela delle tradizioni e nuovi diritti democratici. A fine ottobre del 2014 si sono svolte regolarmente le elezioni legislative che hanno visto il successo del partito moderato centrista, dove molti esponenti eletti però vengono dalle fila del disciolto partito dell’ex Presidente Ben Ali. Anche il nuovo presidente della Repubblica è un ex ministro del vecchio regime. Tuttavia oggi la Tunisia è classificata come uno stato politicamente libero, unico caso nel mondo arabo. Ma il Paese attraversa una grave crisi economica che ha portato nuove proteste in piazza negli ultimi mesi e dalla Tunisia sono partiti migliaia di giovani verso Siria, Iraq e Libia per arruolarsi nell’Esercito islamico. La Tunisia inoltre è stata obiettivo di gravi attacchi terroristi islamici nello scorso anno, da quello di marzo al Museo del Bardo di Tunisi, in giugno a Sousse e a novembre di nuovo a Tunisi contro la Guardia presidenziale; segno di un malessere crescente che preoccupa non poco le autorità.

In Egitto, la Primavera araba ottiene le dimissioni e perfino l’arresto di Mubarak. I Fratelli Musulmani, che erano stati perseguitati dalla polizia in Egitto e in altri Paesi arabi, arrivano al potere dopo le prime elezioni libere e il loro leader Mohamed Morsi diventa presidente della Repubblica. Ma nel luglio 2013, il generale Abdel-Fattah al-Sissi, che lo stesso Morsi aveva promosso capo di Stato Maggiore e nominato ministro della Difesa, depone il governo con un colpo di stato militare e arresta Morsi. Nel maggio del 2014, con una maggioranza di tipo “bulgaro”, Al-Sissi vince le elezioni e diventa Capo dello Stato. Il nuovo faraone d’Egitto ha ribadito e ampliato il modello disegnato dai suoi predecessori di prendere il potere con le armi e mettere a tacere ogni forma di dissenso. La Primavera araba a Piazza Tahrir sembra un ricordo lontanissimo nel tempo. La parola d’ordine è una nuova dittatura.

In Libia, le rivolte scoppiano contro Gheddafi nel febbraio del 2011 e portano a marzo, a seguito della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, all’intervento militare internazionale contro il regime, che determinerà la fine do Gheddafi, poi catturato e ucciso. Da allora la Libia è diventata terra di scontri fra tribù armate e sede dei jihadisti del Califfato Islamico. Il 17 dicembre scorso in Marocco, i rappresentanti delle fazioni libiche, di Tripoli e di Tobruk, hanno firmato un accordo per formare un governo di unità nazionale, sotto l’egida delle Nazioni Unite, che però stenta a nascere. Attualmente non governo stabile non esiste.

Nello Yemen, le proteste popolari hanno deposto il presidente Ali Abdullah, ma oggi il Paese è lacerato da una guerra tra i ribelli Houthi sciiti, sostenuti dall’Iran, e il nuovo governo del presidente Hadi, sostenuto dall’Arabia Saudita e da altri Paesi del Golfo. Migliaia sono gli Yemeniti morti e il Paese è inaccessibile e praticamente distrutto.

In Siria la rivolta popolare contro Assad è iniziata il 15 marzo 2011 con le prime dimostrazioni pubbliche, si è sviluppata in rivolte su scala nazionale, per poi divenire guerra civile nel 2012 ed è ancora in corso. A fine gennaio furono invocate manifestazioni contro la monocrazia, la corruzione e la tirannia, nella prima giornata della collera del popolo siriano e della ribellione civile in tutte le città siriane.
La gente voleva le dimissioni di Assad e l’eliminazione della struttura istituzionale monopartitica del Partito Ba’th. Le proteste, che assunsero connotati violenti sfociando in sanguinosi scontri tra polizia e manifestanti, avevano l’obiettivo di spingere Assad ad attuare riforme democratiche. Ma Assad reagì con una repressione violenta sulla popolazione, provocando un numero enorme di vittime. La Siria precipitò in una guerra civile. Assad ha bombardato il suo stesso popolo e usato agenti chimici. Gli scontri si sono radicalizzati per l’intervento di una componente estremista di stampo salafita che, anche grazie agli aiuti di alcune nazioni sunnite del Golfo Persico, si è diffuso nel 75% dei combattenti. A causa della posizione strategica della Siria, i suoi legami internazionali e del perdurare della guerra civile, la crisi ha coinvolto i paesi confinanti e l’intera comunità internazionale. Gli organi dirigenti del Partito Ba’th e lo stesso presidente appartengono alla comunità religiosa alawita, una branca dello sciismo che è tuttavia minoritaria. Per questo, le nazioni a maggioranza sciita sono intervenute a protezione del governo siriano. Il popolo in rivolta è sostenuto da Turchia, Arabia Saudita e Qatar che mirano a contrastare la presenza sciita in Medio Oriente. L’ONU si è spaccato: Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno espresso sostegno ai ribelli. Cina e Russia sostengono Assad. Ma ora Putin ha deciso di chiudere questo fronte di guerra e ha ritirato le sue truppe dalla Siria.
In Siria la rivolta popolare è diventata una feroce guerra civile che ha devastato il Paese seminando morte, distruzione e migliaia di profughi. Nel frattempo, la Siria ha dato vita all’organizzazione dello Stato Islamico, che regna su quasi la metà del Paese.

A parte qualche debole riforma politica, la primavera araba non sembra aver prodotto molto. Così, cinque anni dopo, l’entusiasmo e le speranze che quei giovani arabi avevano riscosso anche in Europa e nel resto del mondo, quasi si trattasse di un nuovo “68”, sono andate miseramente deluse.
L’ingiustizia sociale, la mancanza di libertà e i regimi autoritari sono tornati con nuovi volti, a volte anche peggiori di prima.

Per una serie di circostanze, quanto è successo mostra il fallimento degli Stati arabo-islamici ma anche il fallimento dell’Occidente e quello dell’ ONU, il cui compito era evitare guerre nel mondo. È fallito lo Stato dei nuovi sultani: l’Egitto di Mubarak, la Tunisia di Ben Ali, la Libia di Gheddafi. È fallito il nazionalsocialismo iracheno di Saddam Hussein e quello siriano della famiglia Assad. È fallita la democrazia multireligiosa e multiculturale del Libano. È fallita la Lega Araba. E potrebbero fallire, prima o dopo, gli Stati patrimoniali del Golfo. Sopravvivono paradossalmente le monarchie, da quella di Mohammed VI in Marocco a quella di Abdullah II in Giordania, ma il rischio del contagio, è altissimo. E l’immagine dell’Occidente nel mondo è fatalmente compromessa.
.
Tiranni oppressivi, amanti dell’oscurità, nemici della vita
avete ridicolizzato la dimensione delle persone deboli,
il palmo della vostra mano è intriso del loro sangue.
Avete deformato la magia della loro esistenza
e piantato i semi della disperazione nei campi
”.
(Shabbi)

Siamo vicini
sarà un giorno glorioso
Non rimane nulla del potere se non pochi bastoni e mazze
se non ci credete venite nelle piazze a vedere
Un tiranno esiste solo nell’immaginario dei suoi sudditi
tutti quelli che stanno a casa , dopo questo saranno dei tiranni
”.
(Barghouti)
.
Tahar Ben Jelloun, scrittore marocchino di lingua francese e araba:

Gli islamisti saliti al potere con le primavere arabe hanno dimostrato di non saper governare. Nei loro programmi c’erano lotta alla corruzione, sanità e giustizia, ma non sono stati realizzati e il popolo si è ribellato. E l’Onu si è dimostrata incapace di fermare il massacro in Siria.
I popoli si stanno sollevando, anche in Europa, non si ha più paura del capo, di chi comanda, c’è un’evoluzione in corso.
La frattura fra sciiti e sunniti nata 1333 anni fa è stata il detonatore. Le primavere arabe sono riuscite a mandare al potere i sunniti che considerano ancora lo scisma sciita inaccettabile. Ma l’Islam e gli islamisti sono incapaci di governare in maniera moderna, non sanno usare la modernità che passa, per es., anche attraverso l’emancipazione femminile che sarebbe un elemento di crescita in Medio Oriente. Anzi ritengono di tappare la bocca alle donne per affermare se stessi.
La situazione siriana ha dimostrato che le Nazioni Unite sono incapaci di risolvere un conflitto. Ma tra i ribelli siriani c’è un po’ di tutto, musulmani cristiani, sciiti, sunniti, laici. Tutti quanti contro la dittatura.
In Siria purtroppo c’è chi pensa che non si debba intervenire per non mandare al potere i salafiti, ala estrema dei sunniti. Assad è cresciuto in un contesto di violenza, come suo padre. La situazione siriana è complessa e anche fra i ribelli ci sono mille differenze. L’Occidente continua a non intervenire in Siria per paura che prendano il potere i salafiti. Ma quello che sta accadendo rischia di portare scossoni in tutto il Medio Oriente. Purtroppo per decenni l’Occidente ha sostenuto proprio i dittatori (gli USA premiavano Saddham come ‘democratico’ e sono stati sempre tolleranti con Assad e gli europei sono stati sempre concilianti con i dittatori del nord Africa).
Le primavere arabe hanno fatto saltare il tappo dei regimi autoritari che l’Occidente approvava, lo stesso Saddam Hussein divenne un simbolo di laicitá al tempo della guerra tra Iraq e Iran. E’ vero che i nuovi governi islamisti vivono oggi una fase di stallo incontrando difficoltà a governare ma le primavere arabe rappresentano comunque una evoluzione positiva. Si sono risvegliati non perché volevano il potere ma per rovesciare dittature e passare alla democrazia. Ci vorrà forse ancora qualche generazione. Anche la rivoluzione francese del 1789 dovette aspettare il 1870 per vedere in Francia la democrazia. Gli islamisti non sanno governare. La primavera araba voleva cambiare dei valori, passare alla democrazia ma nessuno stato arabo è ancora democratico oggi. La democrazia è una cultura che non è ancora stata insegnata. La filosofia democratica deve essere insegnata dalle basi. Non basta togliere il velo o liberalizzare l’alcol, C’è tutto un mondo di valori che deve essere imparato
”.

Da tutti questi processi l’Europa è completamente assente.
.
L’ESODO DEI DISPERATI

Unicef: – La guerra che insanguina la Siria sin dal marzo 2011 è ormai nel pieno del suo quinto anno. Sono finora oltre 200.000 le vittime tra i civili, di cui almeno 10.000 bambini e ragazzi sotto i 18 anni. La vita di milioni di bambini – sfollati, profughi, intrappolati nelle zone di combattimenti o sotto assedio, privati della scuola e dei servizi di base – è stata sconvolta da questo conflitto. Si stima che siano 16,2 milioni i siriani bisognosi di assistenza umanitaria, nei confini del paese o negli Stati che ospitano profughi. Quasi 5,6 milioni sono i bambini e adolescenti all’interno della Siria. Ad essi si aggiungono altri 2 milioni di bambini, fuggiti nei Paesi della regione (Turchia, Giordania, Libano, Iraq ed Egitto). La situazione si è ulteriormente aggravata a partire dall’estate 2014 a causa dell’impetuosa avanzata in Siria e in Iraq delle milizie jihadiste dell’ISIS (l’esercito dell’autoproclamatasi “Califfato” islamico), che oltre a compiere massacri sulle minoranze Yazide, Turcomanne e cristiane, provocano nuovi spostamenti di popolazione, famiglie intere, in fuga dalla guerra e dalla devastazione sotto i colpi di un dittatore che non trova di meglio per conservare il proprio Stato che distruggerlo.
Dopo l’appello della Merkel, che prometteva accoglienza in Germania ai profughi che fuggivano dalla Siria sconvolta dal bombardamenti, orde di popoli in fuga si sono riversate sull’Europa dal Medio Oriente, spingendo a reazioni estreme i Governi dei Paesi che l’esodo voleva attraversare, mentre il patto di Shengen, che garantisce la libera circolazione di uomini e merci tra i paesi dell’Ue, sta saltando e rischia di travolgere la stessa Europa.
In questi giorni abbiamo visto in tv le scene agghiaccianti di 10.000 profughi curdi-siriani che spingono ai confini tra Grecia e Macedonia. Scene spaventose di campi di tende affogate nell’acqua e nel fango e smantellate dalla polizia. Il freddo gelido della Macedonia. File infinite di uomini, donne e bambini che camminano stremati lungo i binari o tentano di aggirare la polizia attraversando monti e fiumi. Di pochi giorni fa l’attraversamento di un fiume in piena con una catena umana infernale e due corpi trascinati via dalla corrente e affogati.
Cinque anni di guerra spaventosa in Siria e l’invito della Merkel hanno provocato un’enorme migrazione di disperati verso la Germania, mentre ovunque i Paesi attraversati hanno innalzato muri e fatto cordoni di polizia mandando a gambe all’aria Schengen e con esso la residuale Unione europea già violentemente compromessa dalla crisi economica espressamente voluta da pochi magnati e finanzieri per il saccheggio dei beni europei.
Le potenze mondiali si sono dimostrate incapaci di qualsiasi reazione utile nella orrida repressione che Assad ha fatto del suo popolo. Sulle macerie della Siria è risolto il vecchio conflitto delle potenze occidentali contro Russia e Cina. La Russia oggi si ritira dalla Siria. Obama bombarda la Siria ma non Assad. L’Europa dimostra tutta la sua inettitudine e la sua mancanza di una politica estera e di una linea comune. Renzi è più inetto degli altri con la sua inutile Mogherini e non viene nemmeno consultato quando si discute di profughi, come se la nostra penisola non fosse quotidianamente presa d’assalto dai disperati del mare. Il peso di questo terribile esodo ha finito col ricadere tutto sulle spalle della povera Grecia, proprio la Nazione che è stata la più martellata dalla ferocia e dalla stupidità delle leggi turbocapitaliste europee, mentre la Turchia minaccia gli Stati europei, chiedendo 3 miliardi.
L’arrivo di questa ondata di migranti che lasciano alle loro spalle miseria e macerie e non sanno dove andare, spinti solo dalla forza della loro disperazione, ha trovato una Germania incapace di mantener fede alle promesse fatte (solo poche centinaia di profughi sono stati realmente accolti). Per cui era naturale che la destra intollerante tedesca risorgesse, minacciando la Merkel.

“…centinaia di persone, in gran parte siriani e iracheni, hanno deciso di sfidare il blocco imposto da Skopje. Per farlo hanno camminato per ore su strade secondarie di montagna, guadando un fiume e un torrente. Nel primo, il corso d’acqua di Suva Reka, due uomini e una donna sono annegati mentre cercavano di raggiungere l’altra sponda. I migranti sono riusciti ad arrivare in Macedonia, dove le forze di sicurezza li hanno bloccati. In serata, il ministero dell’Interno ha fatto sapere che era tutto pronto per riportarli in Grecia, stimando il loro numero a circa 700 persone (prima i numeri erano oscillati sino a 2mila persone). “Siamo di fronte a un tentativo di superare illegalmente la frontiera. La Macedonia non permetterà la riapertura dei confini. La rotta dei Balcani è chiusa”, ha dichiarato la presidenza del Paese in serata.


Campo profughi allagato a Idomeni


ELEZIONI IN TRE LANDER TEDESCHI CONTRO LA MERKEL, AVANZA LA DESTRA XENOFOBA

La Merkel ostenta calma e insiste nella sua offerta di accoglienza ai profughi. Ma i risultati elettorali sono gravissimi. La destra dell’Afd è stata votata da un elettore su quattro in Sassonia- Anhalt e ha percentuali tra il 12 e il 15% anche in Baden- Württemberg e Renania-Palatinato, tradizionalmente non di destra. Altissima l’affluenza, il tema dei profughi ha attirato molti tedeschi alle urne. La sconfitta è bruciante anche per i due partiti di governo, Cdu e Spd. In 5 anni i socialdemocratici hanno perso metà dei voti in Baden-Württemberg e nel Sassonia-Anhalt, e riescono a conquistare più voti soltanto in Renania-Palatinato, grazie al carisma di una governatrice uscente come Malu Dreyer che ha preso il 37%. Destino simile per la Cdu. Perde tra i 3 e i 12 punti ovunque, ma resta primo partito in Sassonia-Anhalt e salva il governatore Reiner Haseloff. Nel terzo Land la popolarità di Winfried Kretschmann ha fatto schizzare i Verdi a 7 punti dalle ultime elezioni, al 31% — un record, pur essendo questa una delle regioni più conservatrici del Paese. Ma negli altri due Land gli ambientalisti tedeschi subiscono pesanti perdite, in Renania-Palatinato crollano di 10 punti. Due dei tre governatori in carica, peraltro, erano a favore della politica delle “porte aperte” dei profughi della Merkel. Peccato che non fossero del partito della Merkel. I candidati della Merkel hanno perso in due regioni su tre.

STATI DISUNITI D’EUROPA
Paolo De Gregorio

Sulla questione ormai endemica della immigrazione in Europa, il pericolo è quello di reagire solo a livello emozionale, per le immagini di bambini affogati e spiaggiati, di migliaia di disperati respinti dietro le barriere di filo spinato, nel fango e nel freddo, il tutto accompagnato dall’invito del Papa ad accogliere comunque queste persone, esercitando la misericordia in questo anno giubilare.
Se però cerchiamo di uscire dalla emotività e valutiamo il fenomeno nei suoi effetti geopolitici globali, il risultato più vistoso appare quello di spaccare l’Europa e spostare a destra gli equilibri politici di molti paesi europei i cui cittadini sono preoccupati da questa continua invasione di migranti, in una fase della economia che non crea posti di lavoro.
Cercando sempre di analizzare freddamente questo fenomeno, vi è certamente una strategia islamica che ad ogni costo vuole insediare i propri correligionari in Europa, dove si pretendono moschee, si fanno molti figli, e, come è stato dimostrato dai fatti terroristici accaduti in Inghilterra e Francia, i terroristi si fabbricano in Europa, nei paesi ospitanti.
Se non si ferma questa invasione si farà un favore gigantesco a chi non vuole che l’Europa diventi una sola nazione, gli Stati Uniti d’Europa, capaci di far concorrenza a chiunque, di aprirsi verso la Russia, di sciogliere la Nato, e tra coloro che godrebbero di una frantumazione dell’Europa i primi sono gli americani.
Vi è dunque una convergenza di strategie inconfessabili tra movimento islamico e USA, entrambi interessati a destabilizzare l’Europa, pur con fini diversi, ma con risultati visibili, come lo spostamento a destra in Polonia, Ungheria, Austria e ieri Germania, e con il Regno Unito ormai con un piede fuori dall’Europa. Terrorismo e immigrazione di massa sono indubbiamente i due maggiori fattori che determinano la destabilizzazione e non mi sembra che si reagisca a questo disegno se non con la frantumazione del progetto europeo.
Anche la Chiesa cattolica penso abbia delle responsabilità, anche se indirette, nel predicare l’accoglienza. Siccome non credo alla ingenuità dei preti, penso che uno scenario di sempre maggior disagio delle classi popolari, nel convivere con questa immigrazione, determini una reazione nel senso politico di destra e di identità religiosa capace di riportare la Chiesa protagonista di una rifondazione nazionalista e conservatrice degli Stati europei.
In questo scenario, in cui si inseriscono anche le componenti armate dell’Isis, di Al Qaeda e del progetto del Califfato, che unisce sotto le sue bandiere nere la nazione islamica, mi pare folle il progetto di attaccare la Libia e continuare con la politica dei droni, che crea le condizioni per ritorsioni terroristiche e odi ancora più profondi, senza contare che tali operazioni giustificano la fuga di massa verso l’Europa.
So bene che è utopia, ma le cose cambieranno solo se finirà l’ingerenza occidentale nello scacchiere del Medioriente e dell’Africa con operazioni di forniture di armi, di prelievo di materie prime ad opera di multinazionali di tutto l’Occidente, che si muovono corrompendo i politici per ottenere concessioni e, a livello militare, con droni e truppe speciali dei servizi segreti.
Quanto alla sovrappopolazione e alla migrazione, vanno risolte con mezzi diversi: anche se ne accogliessimo milioni, l’Africa col suo miliardo di nativi non avrebbe nessun significativo risultato di diminuire le bocche da sfamare, risultato che si potrebbe ottenere solo come è stato ottenuto in Occidente, con l’abbandono dei diktat delle religioni e con la diffusione libera di tutti i contraccettivi che la scienza ci ha messo a disposizione.
Ma questa è una battaglia che le donne del terzo mondo devono giocare in casa, contro preti e uomini che si sentono tali solo se fanno tanti figli.
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LE ULTIMARIE
Massimo Gramellini

Le immagini riprese dalle telecamere nascoste del sito Fanpage.it smascherano alcuni consiglieri del Partito Democratico napoletano mentre davanti ai seggi delle primarie forniscono a elettori più o meno casuali l’euro necessario al voto, accompagnandolo con indicazioni a favore di Valeria Valente, la candidata poi risultata vincitrice. Si vede un dirigente del Pd locale tirare fuori il portafogli e smazzare biglietti da dieci euro ai passanti. E uno scrutatore uscire in strada a urne ancora aperte con la lista dei votanti per mostrarla a un tizio seduto dentro un’auto.
Che, da strumento capace di lanciare in orbita personaggi sgraditi agli apparati, le primarie fossero scadute a camarilla alimentata dagli apparati stessi era cosa nota o comunque fortemente sospetta. Vedersela però sbattere in faccia suscita un moto di disgusto che mina la credibilità di un meccanismo elettorale e del partito che su quel meccanismo aveva fondato la propria differenza. Il fatto poi che, almeno in queste immagini, a essere beneficiata dal voto «assistito» sia stata la candidata che si presentava come simbolo del nuovo corso, rende ancora più indifferibile un intervento del segretario del Pd, che sulla mistica delle primarie ha costruito la sua carriera e legittimato la nomina a presidente del Consiglio. Il Renzi che abbiamo conosciuto prima che l’incenso dei sacerdoti di regime si incaricasse di rallentarne i riflessi caccerebbe all’istante i dirigenti dall’euro facile e rifarebbe subito le primarie napoletane, mettendo qualche sceriffo affidabile a controllare l’ultima propaggine dell’infinito Far West italiano.

(Aleppo, Siria)

ACCANTO AI BROGLI DEL PD QUELLI PER BERTOLASO

Dopo le “gazebarie” di Roma, Bertolaso ha parlato di 50mila romani accorsi a votare che gli avrebbero dato il 96,7% dei voti, per cui FI avrebbe potuto anche fare a meno di Salvini (le gaffe di Bertolaso sono proprio il massimo della stupidità e lui, anche come uomo, è di una insulsaggine incredibile. Solo la fuga dei berlusconiani più attivi verso Renzi ha potuto spingere B a scegliere come candidato per Roma un essere insulso e inetto come Bertolaso, peraltro rifiutato da Salvini e dalla Meloni che ha candidato se stessa malgrado sia al settimo mese di gravidanza).
Dunque Bertolaso si vantava di piacere ai Romano ma i suoi dati erano di pura fantasia e lo hanno dimostrato i reportage giornalistici nei vari gazebo. Per votare, infatti, bastava mostrare un documento d’identità per dimostrare di essere cittadino italiano, ma si poteva passare da un gazebo all’altro per votare più di una volta. Una cronista del Fatto ha votato 6 volte, un’altra del Tempo ben 22.
La democrazia in Italia è morta, ma quelli che dovrebbero amministrarla l’hanno ammazzata per primi.
Lo stupido Bertolaso, minacciato dalla candidatura della Meloni, l’ha attaccata stupidamente dicendo che ‘dovrebbe fare la mamma”.

CONTRO LA NATURA
Alessandro Gilioli

Dopo la sfortunata uscita di Bertolaso sulla Meloni (peraltro un gaffeur professionista) ci sono state molte reazioni, in prevalenza maschili, che tirano in ballo “la natura”: che volete, è la natura a mettere le cose così, è la natura che rende le donne luoghi di gravidanza e allattamento, non rompete troppo le scatole con il vostro politically correct.
Già, la natura.
C’è un passaggio divertente, nel romanzo sul precariato di Francesca Fornario, in cui Eva parla con Dio e gli fa presente che questa storia delle borracce non è molto equa: perché a lei ha messo addosso tutt’e due le borracce di latte per nutrire i pargoli, e a lui niente? E perché ha deciso che per riprodurre la specie si deve deformare e appesantire solo il corpo di lei, e lui invece bello plastico e slanciato come prima? Dio ammette l’errore di fabbricazione – e se ne scusa.
Fuori dai romanzi, invece, nessuno si scusa di nulla, anzi: “la natura” viene usata come alibi ontologico e indiscutibile per non provare a modificare le cose con la cultura, nei limiti del possibile. E sì che è la stessa natura che noi umani, proprio con la cultura, proviamo a modificare in infiniti altri campi per migliorare la nostra vita fin dalla notte dei tempi: innestando i vegetali tra loro, addomesticando bestie selvatiche, inventandoci le medicina e perfino la chirurgia, e così via, giù giù fino alla genetica.
Ciò nonostante, dopo quattro o cinquemila anni, stiamo ancora a parlare della natura come di un golem perfetto e imperfettibile, che in alcuni casi non dobbiamo toccare o modificare – compresa la bufala retroproiettata della “famiglia naturale”. Come se ciascuno di noi non combattesse in qualche modo, di solito chimico e quindi culturale, le naturalissime malattie che ci vengono addosso – dal raffreddore alla depressione – e anche la vecchiaia, del tutto naturale anche lei. E come se non cercassimo in ogni modo di allontanare e ingannare l’evento più naturale di tutti, cioè la nostra morte.
Insomma basta, con questa mitizzazione della natura. La natura non è solo il panorama del sole al tramonto sul mare – bellissimo, certo – ma è anche tante altre cose meno belle: l’aggressività, ad es., la violenza, la sopraffazione, la sofferenza, la malattia e la morte appunto – ecc.
Se Dio ha dato alla donna due borracce di latte e all’uomo manco una, beh sapete che c’è? Che con la cultura abbiamo inventato i biberon e i tiralatte. Non annulleranno del tutto l’iniquo divide creato dalla natura, ma lo mitigano.
E comunque credo che abbia ragione Bruno Clément, uno dei due eroi delle Particelle elementari, quando di fronte alla madre morente e a un coglione che gli dice “che vuoi farci, è la natura”, quieto e furioso gli replica: «Io ci piscio in faccia, alla natura».
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Massimo Gallo
E’ l’ipocrisia tutta cattolica ad usare, a suo comodo, la “natura”, la “famiglia naturale” per mettere il naso nella vita sessuale di tutti – tutti – gli italiani – basta pensare ai medici obiettori per forza -.
Poi, ecco gli effetti collaterali: Bertolaso ha talmente introiettato il messaggio conservatore da proferire… ciò che pensa la maggioranza degli italiani, purtroppo.
La Meloni, dunque, sia coerente con se stessa e faccia la mamma, come “natura vuole”, visto come si è impegnata in questo mese riguardo le coppie omosessuali.
Ma anche noi uomini abbiamo avuto in dono due borracce: le mie e quelle di tanti altri sono piene dello squallore di questi politici, usciti da un film dei Vanzina, campioni planetari di ignoranza, pregiudizi, corruzione, arroganza, servilismo verso i potenti…
Con la nazione alla deriva e la miseria dilagante, questa è l’invincibile classe dirigente, che balla incosciente sulla nave lanciata nell’oscurità più fitta


(Macedonia)

IL PD VENDE I POSTI IN LISTA A 25.000 EURO
Luigi Di Maio

“Non è vero che i partiti vendono i seggi” dice l’ex tesoriere del Pd Misiani. “Come no” replica in diretta Mineo, ex senatore del Partito Democratico: “A me la tesoreria del Pd, a cose fatte, mi ha mandato una lettera con la richiesta di versare 25.000 euro perché ero stato messo in ‘posizione utile’ in lista. Significa che il partito si sente padrone del seggio e allora il Parlamento non conta nulla”.
Lo sapevate che per essere candidato nel Partito Democratico si devono pagare 25.000 euro e altri 150.000 in 5 anni? Si chiama “patto di candidatura”, con cui i partiti vendono i seggi in Parlamento, pena la decadenza e la non candidatura per le prossime elezioni.
Abbiamo già presentato un’interrogazione per fare chiarezza, e chiediamo alla Boldrini e a Grasso di acquisire tutti questi contratti alla Presidenza della Camera per aprire un’indagine sulla vendita di seggi da parte del Pd.

Ormai il Pd è a un tale livello di degradazione che non fa solo compravendita di voti ma anche di seggi.

Michela Serra

LA COMPRAVENDITA dei voti è un fenomeno ripugnante. Sia una mancia elargita per paternalismo, sia voto di scambio vero e proprio, l’offesa è al cuore della democrazia. Non è affatto importante stabilire se alle primarie di Napoli il fenomeno abbia influito sul risultato finale: sarebbe come dire che passare con il rosso non è grave se non determina incidenti mortali. La reazione minimizzante di molti dirigenti del Pd lascia di stucco. C’è un machiavellismo di serie B, in tante dichiarazioni, che non è degno di una classe dirigente. Peggio, la voglia di lasciar correre (“sono episodi marginali”, “sono fesserie”) amplifica inevitabilmente i peggiori sospetti: è politicamente ottuso, e l’ottusità, in politica, è un vizio imperdonabile (e per nulla “machiavellico”).
Non è la prima volta che la nuova classe dirigente del Pd pecca di superficialità nel giudizio sul voto, ovvero sul vero e proprio “momento sacro” della democrazia. A parte la sottovalutazione delle gravi e accertate scorrettezze nelle primarie liguri, quando alle elezioni regionali emiliane andò a votare solo un terzo dell’elettorato — cataclisma impensabile in una società abituata a partecipare quasi in massa alla vita collettiva — lo stato maggiore renziano incassò la vittoria e non colse l’enormità dell’accaduto, che decapitava non questo o quel partito, ma la politica nel suo insieme. Compresi i vincitori. Un vincitore che non capisce di governare dimezzato ha lo sguardo corto e poco futuro.
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A RIYADH LA DEMOCRAZIA E’ DONNA
Tiziana Barrucci

I suoi libri sconvolgono e appassionano il mondo arabo. Salwa al Neimi (“La prova del Miele”, Feltrinelli), è una scrittrice siriana ma vive da tanti anni a Parigi. Racconta di donne, del loro universo erotico, delle loro passioni. Lo fa senza alcuna vergogna. Anzi, con orgoglio. L’orgoglio della lingua che usa nei suoi romanzi, rigorosamente l’arabo. È infatti stata lei la prima scrittrice che ha osato sfidare la parte più retrograda di quelle società maschiliste, raccontando nella sua lingua d’origine l’universo di carnalità da troppo tempo censurato. Con la sua idea di un paradiso islamico concepito attraverso piaceri tangibili, ha di certo fatto cadere dalle loro sedie tanti imam. Commenta le rivoluzioni in atto nel “suo” mondo arabo nonché l’iniziativa “Io guido” che le donne saudite hanno organizzato per oggi.
Cosa vorrebbe dire alle donne saudite che scenderanno in strada oggi dietro al loro volante? Che non sono sole. Certo, dagli altri paesi non è facile appoggiarle, ma far conoscere la loro causa le può sicuramente aiutare.
L’Arabia Saudita ha un sistema politico che si basa su un’interpretazione errata della religione. Parla di dogmi che non esistono. Sulla stampa saudita, negli ultimi giorni, si discute dell’opportunità oppure no che gli uomini vendano abbigliamento intimo alle donne. E allora si parla di principi religiosi, di leggi. È ridicolo. E’ ovvio che se dedico la mia vita a discussioni di tal portata perdo di vista il senso generale delle cose. Si riduce lo spazio fisico-mentale dedicato alla discussione civile. È un’impostazione idiota che rende le persone idiote. Ma la risposta delle popolazioni ora è più che mai forte.
Le donne saudite chiedono che vengano rispettati i loro diritti basilari, come quello di guidare. Ho letto la dichiarazione di Riyadh firmata da attivisti e intellettuali sauditi: quelle persone rivendicano il loro diritto a essere cittadini. È questo il punto a cui si dovrà arrivare. Le donne stanno facendo un lavoro importantissimo verso tale direzione.
Un passo che stanno facendo tutte le popolazioni arabe…
Il 2011 è l’anno degli arabi. Rivoluzioni iniziate, a metà o in procinto di partire. Questo mondo è in subbuglio e il cambiamento è oramai a portata di tutti.
Ogni paese ha le sue caratteristiche geopolitiche, la sua storia, di conseguenza i suoi tempi. Ma secondo quale principio gli occidentali possono dire che noi arabi non siamo abbastanza maturi per la democrazia? Gli egiziani, i tunisini, ma anche gli yemeniti non torneranno più indietro. Hanno capito di avere un potere importante. Nessuno toglierà loro questo potere. Persino in un paese povero come lo Yemen le persone sono scese in strada e rivendicare i loro diritti. Nessuno lo avrebbe mai detto. Prima che accadesse in Egitto, tutti dicevano che l’Egitto era diverso dalla Tunisia. Anche prima che le manifestazioni iniziassero in Siria si diceva che il popolo siriano non era pronto, non era abbastanza maturo. I siriani hanno dimostrato che non era così.
In Siria non c’è una guerra civile, la popolazione sta ancora manifestando in maniera pacifica. Il 2011 è l’anno di due parole chiave: libertà e pacifismo. Voglio essere libera e quindi combatto. La mia rivendicazione non è e non sarà mai violenta. Lo Yemen è il paese delle armi, ma la popolazione non sta manifestando con i fucili. E’ la forza dei movimenti che si stanno costituendo. Le donne in questa strutturazione della lotta hanno un grande ruolo.
Ci hanno raccontato per tanto tempo che gli islamisti erano pericolosi. Era il modo più semplice per manipolarci, ma si trattava di una menzogna gigantesca. Per la mia storia privata e pubblica è ovvio che non auspico una vittoria islamista, ma se essa arrivasse in forma democratica io dico, perché no? Stiamo a vedere, ci potrebbero sorprendere.
Guardi la Turchia, non mi dispiacerebbe avere lo sviluppo economico che quel paese sta vivendo, eppure c’è una leadership islamista. Gli islamisti nelle loro dichiarazioni oramai dicono di aver capito che il mondo è cambiato. Io non penso che siano così forti da prendere il potere in maniera democratica, ma se invece lo fossero, non mi fanno di certo paura. Democrazia significa anche questo.


(Idomei. Macedonia)

Ovviamente due pesi e due misure per l’Isis o per i profughi da una parte e per gli Stati super ricchi come l’Arabia saudita dall’altra, contro le cui mancanze di libertà nessuno apre bocca, perché sul mercato i suoi magnati rendono bene e dunque si può chiudere gli occhi sulla barbarie delle sue condizioni sociali.

IL TEMPO DELLE MELE MATURE
Massimo Gramellini

Sophie Marceau ha rinunciato alla massima onorificenza francese, la Legion d’Onore, perché nei mesi scorsi il presidente Hollande l’aveva consegnata di nascosto anche al principe ereditario dell’Arabia Saudita. In un mondo dove molti cultori del pensiero elastico sono disposti a lappare i glutei di una giuria intera pur di sgraffignare un premio di latta da esibire nelle loro tronfie biografie, l’idea che Marceau abbia scansato l’agognata corona per ragioni di principio suona arrogante, provocatoria, bizzarra. In una parola: meravigliosa. L’Arabia Saudita è stata definita con qualche ragione «un’Isis che ce l’ha fatta». Si tratta di una monarchia teocratica che ha partorito l’ala più oltranzista dell’Islam, quella wahabita, germe di tutti i fondamentalismi. Solo l’anno scorso ha ordinato 154 esecuzioni capitali, sottopone i dissenzienti a sedute pubbliche a base di frusta e mortifica le donne al punto che durante l’incendio di una scuola femminile la polizia religiosa impedì ad alcune studentesse di mettersi in salvo perché nella concitazione non avevano fatto in tempo a recuperare il velo.
Sono questi bei personaggi che l’Occidente considera clienti e alleati fedeli, mentre dà la caccia ai terroristi allevati da loro. La Ragion di Stato impone di chiudere gli occhi e nascondere la mano, come ha fatto Hollande nel premiare il principe saudita. Invece un’attrice può ancora permettersi il lusso di esprimere la sua umanità senza lasciarsi intaccare dal cinismo. Deve avere coraggio, però. Evidentemente la ragazzina del «Tempo delle mele» è diventata una donna tosta. Chapeau, Marceau.


(10.000 profughi curdi siriani)

RENZI VUOLE PRIVATIZZARE L’ACQUA. ADDIO REFERENDUM
Viviana Vivarelli

Già alla prima Leopolda il programma dei cento punti di Renzi prevedeva la privatizzazione massima dei servizi e beni pubblici. Non c’era nulla che odorasse di sinistra in quel programma, nulla di democratico. Era tutto in chiaro. Neoliberismo estremo. Distruzione dello stato sociale. Cancellazione dei diritti democratici (e ora dopo l’eliminazione del voto per le Province è in arrivo quella del voto per il Senato). Del resto Renzi non è mai stato eletto democraticamente, è stato ‘scelto’ come uomo di paglia per la sua parlantina da una serie di protagonisti più o meno occulti, che vanno da Berlusconi che lo finanziò, allevò ed aiutò attraverso Verdini, alla Compagnia delle Opere, a figuri della Bce che portano avanti un piano neoliberista europeo diretto dal Fondo Monetario e dalle massime banche d’affari americane (vd Goldman Sachs). Quale meraviglia se oggi il Governo appoggia la privatizzazione dell’acqua? Stava tutto nelle premesse iperliberiste di Renzi, e nel suo intento di tagliare in ogni modo la sovranità popolare infischiandosene dei diritti degli elettori.
26 milioni di italiani nel giugno del 2011 votarono “sì” ai due referendum sull’acqua pubblica. Ma per Renzi non esistono. Per Renzi la democrazia non esiste. E il Pd gli va dietro, rovinosamente, proditoriamente, per attaccamento alla poltrona, sapendo che le sue cariatidi resisterebbero poco o niente sotto l’urto di una vera democrazia che avanza.
Dunque Renzi, l’uomo di paglia del turbocapitalismo, per compiacere i vili interessi di mercato delle multinazionali, ha deciso che la gestione dei servizi idrici non deve essere pubblica, ma di mercato. Dopo 5 anni ha rovesciato il responso dei cittadini per favorire affari che col bene dei cittadini non hanno proprio nulla a che fare.
Nel 2011 gli italiani dissero che l’acqua era un bene pubblico che non poteva essere messo sul mercato e gestito con fini di lucro per di più da multinazionali che non sono nemmeno soggette alle leggi dello Stato. Ma nei 5 anni successivi l’esito del referendum non è mai stato realizzato e non è mai nata la legge successiva che doveva obbligare i Comuni a ripubblicizzare l’acqua.
L’acqua è un diritto umano, non può scadere a bene di mercato e deve essere difesa come bene fondamentale. Per questo il M5S, con Sel e alcuni del Pd sono tornati a lottare per la sua difesa e la difesa di noi tutti.
Federica Daga (M5S) è la prima firmataria di una legge che qualifica l’acqua come “diritto umano” e, come tale, garantisce a tutti una fornitura minima di 50 litri al giorno pagata, se serve, dal fisco generale. Essa deve essere affidata solo a enti di diritto pubblico pienamente controllati dallo Stato (niente Spa pubblico-privato) Ma Renzi marcia in senso contrario e vuole cancellare la volontà popolare. E la maggioranza dei membri del Pd, ormai aggiogata e asservita voterebbe anche questa ennesima porcheria passivamente e servilmente, come ha votato tutte le altre.
Si pensi che, sancendo il passaggio definito dell’acqua nelle mani dei privati
-si aggraverebbe ancora di più l’imbevibilità dell’acqua (come è accaduto in tutti gli Stati che hanno fatto la privatizzazione, fino ad arrivare ad acque addirittura inquinate da stafilococchi, germi colitici ecc
-aumenterebbe enormemente il suo prezzo, che sarebbe tagliata in caso di mancato pagamento (mentre oggi l’acqua non viene chiusa mai)
-aumenterebbe il dissesto degli acquedotti, che già ora hanno una dispersione del 37%, perché le multinazionali tendono solo e sempre (è provato) a massimizzare i ricavi riducendo gli investimenti, e questo sarebbe gravissimo in un Paese come l’Italia dove già parti del territorio hanno l’acqua razionata e non continua.
Un Governo perbene avrebbe investito per recupero degli impianti idrici, nella manutenzione delle tubature che perdono, degli impianti fognari irregolari, della depurazione incompleta, avrebbe chiuso con le sorgenti quasi regalate alle società di acque minerali, e avrebbe risanato tutto il settore, minimizzando perdite e sprechi. Renzi, invece, col suo vile partito di yesman, è pronto a peggiorare ancor più la situazione cedendo addirittura i diritti dell’acqua a società straniere che ci userebbero come terra da macello.
E’ stato calcolato che per i recuperi più urgenti occorrerebbero 65 miliardi in 30 anni, ma quegli idioti del Pd, quando hanno messo in Costituzione (primi in Europa) il pareggio di bilancio, hanno vincolato se stessi a non fare alcun tipo di investimento e dunque a bloccare qualsiasi ripresa occupazionale per opere pubbliche (allo stesso tempo si vagheggia di stupidaggini come il Ponte di Messina, già bocciato più volte, bloccato da Prodi e messo in liquidazione, che costerebbe 5 miliardi, ma uno lo abbiamo già speso per non farlo, o si insiste sulla TAV in Valsusa, che costerebbe 8 miliardi. Ma per queste opere inutili l’articolo di pareggio di bilancio non vale?)
..
Strozzata dell’iperliberista modello economico Ue, l’Italia non può fare investimenti così importanti come il recupero del territorio e il risanamento del settore idrico. Per questo si “vende” l’acqua ai privati, che poi però gli investimenti non li fanno. Dal 2006 i privati hanno pagato solo l’11% dei fondi investiti nel settore idrico, il resto sono soldi pubblici. Napoli è l’unica grande città che ha rispettato il referendum ma non fa testo, malgrado i suoi successi, eppure la società Abc ha chiuso il 2015 in utile per 8 milioni nonostante abbia le tariffe più basse d’Italia (ora però ha il problema che la Regione di De Luca ha fatto una pessima legge sul settore idrico).
Che il Governo voglia cancellare la volontà popolare è gravissimo ma rientra nell’assenza di democraticità di Renzi. Si calpesta la volontà di 26 milioni di cittadini come si calpestano i diritti minimi di vita e di civiltà.
Come è chiaro, Renzi è contro il referendum fin dallo “Sblocca Italia” del 2014. Il suo scopo è chiaro: concentrare i servizi pubblici locali nelle mani di poche grandi multinazionali, le stesse, poi, che lo sostengono e che lo hanno messo nel posto dove è, manipolando e ingannando un popolo di elettori idioti.


Comunali Milano, la candidata M5s Bedori: “Troppa pressione dai giornali, lascio ed è solo una mia decisione”

TRIVELLE, SI VOTA TRA UN MESE MA NESSUNO NE SA NIENTE

Scriveva nel 2013 Massimo Gramellini
BORDELLUM

Per la Corte Costituzionale la legge elettorale detta Porcellum è illegittima. Dunque tutti i parlamentari nominati dai partiti con quella norma e da noi svogliatamente votati negli ultimi 8 anni sono illegittimi. E così i loro atti. Illegittima la prima incoronazione di Napolitano. Pure la seconda. Illegittimi i governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta. Illegittimi i senatori a vita scelti dal Capo dello Stato, per cui di oltre mille parlamentari l’unico in regola sarebbe l’ex presidente Ciampi. Illegittime le riforme del lavoro e delle pensioni, le tasse sulla casa e in genere le spremiture decretate da governi illegittimi e convertite in legge da parlamenti illegittimi. Illegittimo il voto su Mubarak zio di Ruby, ma anche quello sulla decadenza di Papi. Illegittimi gli stipendi, i rimborsi, i portaborse, i panini della buvette. Illegittime le interviste dei presunti onorevoli e dei millantati senatori. Doppiamente illegittime le lauree prepagate, le solerti raccomandazioni, le appetitose lottizzazioni. Tutto ciò che è stato detto, fatto e cospirato in Parlamento negli ultimi tremila giorni è illegittimo. E poiché non vi è regolamento, codice o postilla su cui gli illegittimi in questi anni non abbiano messo becco, l’intero Paese può a buon diritto definirsi illegittimo.
Sembrerebbe l’accrocco definitivo. Se non fosse che anche la Corte Costituzionale è stata nominata in larga parte da un parlamento e da un presidente illegittimi. Ne consegue che la sua sentenza di illegittimità è da considerarsi illegittima. La patria è salva. Il Bordellum continua.

(Quel bambino nato nel fango ai piedi del muro.)

LA PIAGA ITALIANA. LA CORRUZIONE PIU’ ALTA D’EUROPA

Ma contro la corruzione Renzi che fa? La depenalizza!!
Non vedrete certo nelle Finanziarie di Renzi qualche aggravamento di pene o aumento di controlli che prenda di mira l’evasione fiscale o la corruzione. Anzi le sue leggi penali e processuali non fanno che ammorbidire e premiare gli atti corruttivi fino a porre in essere delle vere licenze all’abuso che suonano come inviti a nozze. Evasori e corruttori d’Italia, unitevi con me, non avete da perdere che le vostre catene!
Ora domandatevi un po’ perché.

Corrotti impuniti: “Solo 230 detenuti contro i 7986 della Germania. Finalmente primi in Europa per corrotti e truffatori impuniti!
Corrotti e corruttori, riciclatori, falsificatori di bilanci ed evasori fiscali anche seriali farebbero bene a trasferirsi in Italia: è difficilissimo finire in cella. Solo lo 0,6 % della popolazione carceraria italiana infatti sconta pene definitive per reati di questo tipo, un abisso rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale. È uno dei dati conteggiati (al 1° settembre 2014) dall’Istituto di Criminologia e diritto penale dell’Università di Losanna, che ogni anno, per conto del Consiglio d’Europa, fotografa la situazione carceraria di 47 Paesi.
Il professor Marcello Aebi, dell’ateneo svizzero, con altri due docenti, analizzando il sistema penitenziario europeo ha registrato una diminuzione dal 2011 a oggi del sovraffollamento delle carceri: la densità delle carceri è scesa da 96 detenuti ogni 100 posti nel 2013, a 94 nel 2014. Il tasso della popolazione carceraria quindi è diminuito del 7% nel 2014 rispetto all’anno precedente, passando da 134 a 124 detenuti ogni 100 mila abitanti.
L’Italia resta uno dei Paesi con le carceri più sovraffollate d’Europa, ma la situazione migliora: si posiziona all’11º posto, con 110 detenuti (nel 2013 erano 148) per 100 posti disponibili nel 2014. Da 3 a 9 metri quadri per ogni arrestato
Rispetto ai 54.252 detenuti negli istituti penitenziari italiani registrati al 1° settembre 2014, i numeri sarebbero ancora diminuiti: al 28 febbraio 2016 si contano 49.504 posti. Sono inoltre 8.796 persone detenute in attesa di una sentenza di primo grado. Numeri che entusiasmo il ministro della Giustizia Andrea Orlando che ieri ha twittato: “L’Italia da maglia nera per sovraffollamento carceri diventa modello per altri Paesi. Oggi #Cedu chiude il caso e apprezza nostre riforme”. Il riferimento è alla decisione del comitato dei ministri della Corte europea dei Diritti dell’uomo che proprio ieri ha deciso di chiudere l’esame dei casi Torreggiani e Sulejmanovic, le due sentenze che hanno imposto all’Italia, nel 2009 e nel 2013, stringenti direttive sugli spazi nelle celle, meno di 3 metri quadri a persona. Nella risoluzione il comitato dei ministri “accoglie con favore la risposta data dalle autorità italiane con l’introduzione di importanti riforme per risolvere il problema del sovraffollamento”. Anche l’indagine “Space I” riporta la superficie in metri quadri destinata a ciascun detenuto, fissandola per l’Italia a 9 metri quadri, contro gli 11 della Francia, per fare un esempio.
“Le condanne arrivano solo in primo grado”. Ma nella relazione dell’Università c’è un dato che spicca: In Italia si va poco in carcere per reati “finanziari ed economici”, voce che – spiegano dal Consiglio d’Europa – comprende anche i detenuti per corruzione e reati contro la Pubblica amministrazione. Fino al settembre 2014 quindi si contano solo 228 detenuti, con sentenza definitiva, per reati “economici e finanziari”. È appena lo 0,6%. Un numero drasticamente inferiore a quello della Spagna che su 65.931 detenuti conta per questi reati 1.789 persone, ossia il 3,1 % della popolazione carceraria. O anche alla Germania dove la percentuale ammonta all’11,8 %.
Il fenomeno, come dice il procuratore aggiunto di Torino Vittorio Nessi, è dovuto a due fattori: la prescrizione per i reati tributari e le pene alternative per tutti gli altri, come la bancarotta. “Sui reati tributari pesa la prescrizione: 7 anni e mezzo sono troppo pochi rispetto ai tempi della giustizia. Nel nostro sistema inoltre con condanne fino a due anni di reclusione si può godere della sospensione della pena; fino a tre anni di reclusione ci sono invece sanzioni alternative come l’affidamento in prova ai servizi sociali. Prevista inoltre come esecuzione della pena anche la detenzione domiciliare”.
Non solo i reati finanziari. Anche per i reati contro la Pubblica amministrazione, il problema è la prescrizione.

(Calais)

SOLO LO 0,6% DEI CARCERATI ITALIANI SONO COLLETTI BIANCHI: 10 VOLTE MENO DELLA MEDIA UE

L’evasione fiscale e corruzione dilagano in Italia, il governo tratta ancora sul falso in bilancio per una minima soglia di impunità implicita o esplicita, in commissione Giustizia del Senato si va a rilento sul ddl anticorruzione che giace in un cassetto dal 2013, Confindustria piange perché non vuole il minimo inasprimento della legge sul falso in bilancio, la direttrice Panucci ha adombrato presunte fughe delle aziende straniere se non ci saranno soglie di impunità e se ci sarà la procedibilità d’ufficio senza alcuna distinzione, ma i dati italiani ed europei raccontano un’altra storia.
Il nostro Paese rispetto ad altri dell’Unione è il fanalino di coda della lotta all’evasione ed altri reati del genere: anche per questo le società estere non investono più qui.
Gli investimenti stranieri rappresentano lo 0,8% del Pil.
Come ha scritto Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, in Germania i criminali economici e finanziari in carcere sono 7.986, in Italia appena 230. Sono dati contenuti nel rapporto del Consiglio d’Europa del 2014,
RISPETTO AL TIPO di detenuti che ci sono in Italia, la maggioranza è in carcere per spaccio di droga: il 37,9%. Il 16,3% per omicidio o tentato omicidio, il 14,7% per rapina, il 5,2% per furti, il 5,1 % per stupri e solo lo 0,6% per reati economici. Cioè ogni 65 detenuti per spaccio c’è un colletto bianco in carcere.
Ben diverse le cifre di altri paesi europei. In Francia, Croazia e Finlandia 1 ogni 2 spacciatori. In Olanda e Svezia 1 ogni 4. In Danimarca 1 ogni 6. In Inghilterra 1 ogni 7. In Spagna 1 ogni 9, in Irlanda 1 ogni 23.
Questi e altri dati ancora pongono l’Italia all’ultimo posto in Europa per repressione dei reati economici.
La media europea è del 5,9% della popolazione carceraria rispetto allo 0,6% dell’Italia. Cioè un decimo.
Ma la tendenza di Renzi è di depenalizzare e accorciare i tempi delle prescrizioni. Posso ricordare che non esistono prescrizioni negli altri Paesi europei come non esistono tre gradi di giudizio? Abbiamo dunque una giustizia costruita a favore dei rei?

Condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi di carcere per evasione fiscale, rinuncia a presentare appello, si dimette dal suo prestigioso incarico e va in carcere. Visto dall’Italia sembra una cronaca da Marte. Invece sono cose che accadono, nei paesi civili.
Questa volta è accaduto in Germania. Il protagonista è Uli Hoeness, 62 anni, ex calciatore e poi dirigente, fino a ieri presidente del Bayern Monaco. Si è dimesso e senza cercare sotterfugi né scappatoie ha ammesso le sue colpe: “L’evasione fiscale è stato l’errore della mia vita. Accetto le conseguenze di questo errore”, ha detto in lacrime. Non si parla di noccioline, ma di un’evasione da 27,2 milioni di euro. “Dopo essermi consultato con la mia famiglia, ho deciso di accettare la sentenza della Corte di Monaco. Ho chiesto ai miei avvocati di non presentare appello, in linea con la mia idea di decenza, comportamento e responsabilità personale” ha dichiarato Hoeness all’agenzia tedesca Dpa.
“Decenza, comportamento e responsabilità personale”: queste tre parole andrebbero stampate a lettere cubitali e appese nelle aule di tutte le scuole di ogni ordine e grado d’Italia.
Non c’è bisogno di ricordare che da noi un condannato per evasione fiscale, non più di un mese fa, è stato ricevuto al Quirinale per trattare la formazione del nuovo governo. Ma questo sarebbe nulla, se non fosse che questi comportamenti “senza decenza” hanno contagiato tutta la vita politica (e privata) italica. Da noi la sequenza è: negare sempre, dimettersi mai, appellarsi sempre. E cercare di posticipare al massimo il momento del giudizio definitivo, possibilmente per agguantare una prescrizione. Sarà un caso se in Germania i detenuti per reati fiscali sono 8.601 (dati del 2013) e da noi sono solo 156?
È UNA PRASSI di illegalità che si lega anche al concetto di condono. Che sia edilizio o fiscale, alla base c’è sempre la stessa idea: si premia il furbo e si punisce l’onesto. Il furbo la passa liscia.
Sembrano comportamenti e prassi ineluttabili, finché non viene un Uli Hoeness a ricordarci che tutto il mondo è paese (si evade ovunque), ma altrove chi sbaglia paga e i reati finanziari e fiscali sono presi molto sul serio.
In Italia è più facile finire dentro per aver rubato una mela che per evasione o bancarotta. I potenti e la casta si salvano, quasi sempre.
In Germania per il reato di evasione fiscale è prevista una pena fino a 5 anni, elevata fino a 10 per i casi molto gravi. Negli States è previsto il carcere fino a 5 anni e pene fino a 3 anni per false dichiarazioni sui rimborsi. Nelle metropolitane londinesi in questi giorni di dichiarazione dei redditi sono apparsi manifesti dal tono intimidatorio e inquietante, con un grande occhio e una lente d’ingrandimento: “Sappi che ti stiamo cercando”. L’evasore è perseguito e, nonostante non esista la Guardia di finanza, non si scappa al Revenue & Customs di Sua Maestà, l’Ufficio delle Entrate. Pena massima fino a 7 anni. L’anno scorso fece scalpore la misura choc di pubblicare sui giornali le foto degli evasori. Pubblicarne uno per educarne cento. E hanno anche istituito una linea dove denunciare (in modo totalmente anonimo) il vicino di casa che non paga le tasse.
INTANTO da noi, tra chi parlava di “stato di polizia tributaria” e chi dice che “evadere è una questione di sopravvivenza”, tutti hanno sempre strizzato l’occhio all’evasore fiscale. Il solito paese che premia i furbi e sfotte gli onesti.
Da Il Fatto Quotidiano del 15/03/2014.
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Massimo Gramellini

Con un esercizio di fantasia proviamo a supporre che un personaggio altrettanto popolare in Italia di Uli Hoeness, magari anche lui presidente di un club, si ritrovasse coinvolto in un processo per evasione fiscale. Intanto esperirebbe tutti i gradi di giudizio, compreso il quarto che non esiste, utilizzando ogni espediente per procrastinare la resa dei conti. Nel frattempo attaccherebbe i giudici, prevenuti e corrotti, indossando i panni della vittima. Poi troverebbe un deputato, un avvocato, una commercialista o una sciampista, possibilmente imparentata con un Capo di Stato estero, in grado di testimoniare la sua completa estraneità ai fatti. Dopo di che si appellerebbe al popolo dei tifosi, rivendicando il diritto a un trattamento speciale. Infine si candiderebbe alle Europee, senza perdere fascino agli occhi di molti connazionali. E chi osasse criticarlo verrebbe bollato come moralista, quando in certe lande desolate del Nord Europa passerebbe banalmente per morale.

(Siria)

TRIONFO DELLA DEFLAZIONE
Berluscameno

Sotto le menzogne più eclatanti, c’è ben altro! E’ facile “nascondere al popolino gli obiettivi abbietti sotto le inoffensive vesti della propaganda sulle sorti magnifiche e progressive della Nazione. Ma purtroppo i popoli di tutti i paesi deboli della UE sperimentano sulla propria pelle la vittoria della razza padrona del mondo: ossia dell’alta élite della finanza e delle banche globali. E si verifica infatti “IL TRIONFO DELLA DISOCCUPAZIONE E DELLA DEFLAZIONE”.
L’indice statunitense SP 500 ed il tedesco DAX raggiungono nel 2015 il record storico, l’inglese FTSE 100 si riporta ai massimi di sempre ed il giapponese Nikkei tocca l’apice dal 2000. Nel frattempo, fuori dalla borse, la “situazione è molto diversa”. Gli effetti delle politiche “lato offerta”, fatte di competizione tra lavoratori di economie industrializzate ed emergenti, flessibilità e licenziabilità della forza lavoro, scardinamento dei sindacati e continua introduzione di immigrati per abbattere qualsiasi rivendicazione salariale, non tardano a manifestarsi: disoccupazione e deflazione, il trionfo del monetarismo e dell’alta finanza. Mentre le statistiche ufficiali parlano di una crescita del PIL americano del 2,8% nel 2015 (grazie alla revisione dei metodi statistici operata nel 2013), la disoccupazione reale si attesta all’11%7, il tasso di partecipazione della popolazione alla forza lavoro è ai minimi da 38 anni, 46 milioni di americani rientrano nel piano di assistenza alimentare “Food Stamps”, e si materializza il rischio di deflazione, già in atto in molti Stati della federazione, così si allontana sine die il rialzo dei tassi da parte della Riserva Federale, anche perché le famiglie statunitensi sono gravate da una montagna di debiti, pari al 115% del reddito disponibile , impagabili in un contesto di deflazione e tassi in aumento.
In Europa, grazie all’ EURO (moneta senza stato !) progettato nei circoli atlantici, la situazione è ancora peggiore: il tasso annuo d’inflazione è tornato in territorio negativo a settembre (-0,1%) e colpisce il centro (Germania -0,1% a settembre, Francia -0,4%) e la periferia (Italia -0,4% e Spagna -1,1% ). L’indebitamento, sempre più insostenibile in un clima deflattivo, si attesta ovunque a livelli record e la disoccupazione ufficiale nell’euro-zona è all’11%, con punte oltre il 20% in Spagna e Grecia.
Un’ulteriore accelerazione della caduta dei prezzi, sarebbe letale per la zona euro.
In Cina l’indice dei prezzi al consumo è calato ad agosto all’allarmante tasso del 5,9% , dato che ha allarmato le autorità cinesi, inducendole a svalutare lo yuan rispetto al dollaro.
Anche nell’impero di mezzo si rafforzano i segnali di rallentamento economico, come testimonia l’import in calo del 18% a settembre.
Infine il commercio mondiale ha subito nei primi sei mesi del 2015 la maggiore battuta d’arresto dal crisi post-Lehman Brothers ed il prezzo delle materia prime più sensibili al ciclo economico (rame e petrolio) scende inesorabilmente:
qualcuno, come il fondatore del colosso finanziario PIMCO, Bill Gross, scorge gli inequivocabili segnali della deflazione, che si allarga a macchia d’olio all’intera economia mondiale.
L’alta finanza ce l’ha quindi fatta! Grazie ad meticoloso, dispendioso, certosino lavoro (fatto di cooptazione di banchieri e politici, la scelta di determinati accademici da valorizzare, la visibilità concessa a precise scuole economiche) è riuscita nell’ incredibile impresa di “riportare il mondo in deflazione nell’ era della moneta fiat”, riproducibile a piacimento!
Se la missione era relativamente facile con il “gold-standard”, occorre un” vero genio luciferino dei banchieri “per ottenere una caduta generalizzata dei prezzi in un regime di moneta legale, stampabile a volontà. Quella che avrebbe potuto essere l’”era dell’inflazione, dell’industria e della piena occupazione” è quindi diventata l’era della grande disoccupazione, grande miseria e deflazione secolare !
Il “Nixon choc” del 1971, si è trasformato dalla presidenza di Jimmy Carter ad oggi nell’era della deflazione, della finanza dei potenti ed avidi banchieri e della disoccupazione.
Come se ne uscirà ora che il mondo è gravato da una “caterva di debiti”, insostenibili in un contesto di deflazione?
Come i banchieri globali fanno da sempre e dagli albori del “gold-standard ”:“aprendo il tempio di Giano della terza guerra mondiale!”
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NO ALL’OLIO DI PALMA
Viviana Vivarelli

E’ cominciata in tv l’ondata della pubblicità al dannoso olio di parma, rivenduto dai maestri della disinformazione come ‘sostenibile’, con un occhio agli aiuti al terzo mondo, ma chiudendoli entrambi sui danni alla nostra salute e alla nostra economia olearia.
Sono diabetica e per motivi di salute consulto spesso dei dietologi. Tutti ma proprio tutti mi hanno detto di non consumare assolutamente olio di palma e di leggere sempre le etichette dei cibi confezionati.
Che un prodotto tanto pericoloso sia infilato proditoriamente addirittura nelle merendine dei nostri bambini e solo per bassi motivi economici è da criminali,per cui diffondete presso amici e conoscenti questa informazione. L’OLIO DI PALMA E’ PERICOLOSO E CHI NE FA USO DOVREBBE ESSERE BOLLATO COME NEMICO DELL’UMANITA’.
Non solo Greenpeace lo ha denunciato come principale causa della deforestazione ma sono cominciati i veti da parte dei governi europei.
Il Consiglio Superiore della Sanità belga lo ha denunciato come nocivo per la salute a causa del suo elevato quantitativo di grassi saturi, che sono responsabili della formazione di pericolose placche sulle pareti delle arterie. Purtroppo esso è contenuto nella maggior parte dei prodotti presenti sul mercato e camuffato come generico “olio vegetale”. E non speriamo che l’inetta Lorenzin, Ministro della salute italiana, farà mai qualcosa per difenderci da questo pericolo alimentare. Un elevato consumo di AGS-ath aumenta il rischio cardiovascolare. Pertanto, si raccomanda di limitare l’assunzione di AGS-ath, soprattutto perché non essenziale.
La concentrazione di AGS-ath nell’olio di palma è alta (> 40%). Quest’olio è ampiamente utilizzato in molti alimenti e preparati (dolci e torte, piatti preparati, pizze, torte salate e pasticcini salati, sandwich, biscotti da bar, margarine,..) Il suo consumo purtroppo è aumentato notevolmente nel nostro paese negli ultimi anni. L’olio di Palma, che costa molto meno di altri tipi di oli vegetali, è sempre più utilizzato e diffuso sul mercato. Il problema è che il riferimento al suo utilizzo è spesso nascosto in etichetta sotto la dicitura “olio vegetale” .
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1748 19 -3 – 2016 INFELICE ITALIA

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MASADA n° 1748 19 -3 – 2016 INFELICE ITALIA
Blog di Viviana Vivarelli

Domenica 27 marzo, giorno di Pasqua, ora legale. Si mettono gli orologi un’ora avanti.

I pessimi risultati di Renzi – La furbata dei vaucher – Ora Renzi vuole privatizzare l’acqua – Intanto aumenta le bollette di 380 euro – La pesantezza insostenibile sulle imprese delle tasse italiane – Ma davvero tagliare le tutele dei lavoratori fa crescere le assunzioni? – La truffa delle banche e dei mutui – Il declino dell’Italia è stato deciso a tavolino – Virginia Raggi, candidata M5S a Roma- SI’ al blocco delle trivelle nell’Adriatico – Amara terra mia – Renzi sposa Verdini – Liberalizzare la pillola del giorno dopo – La sana dieta dei Templari

I poveri, le vedove e gli orfani sono posti sotto la tutela dello Stato.”
(Codice di Hammurabi, 1750 a.C.)
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In favore dei lavoratori viene alzato il salario e sono stabiliti i giorni di riposo annuali” (Codice di Hammurabi, 1750 a.C.)

INFELICITALIA
Massimo Gramellini

Si vive meglio in Italia o in Uzbekistan? In Uzbekistan, sostiene il rapporto annuale sulla felicità redatto dai gufi dell’Onu interpellando i cittadini del mondo intero su indici che vanno dal reddito economico alla qualità dei rapporti umani e al livello di corruzione. La fonte è autorevole e i risultati scontati. Agli ultimi posti ci sono nazioni in guerra o tormentate dalla fame, ai vertici l’intera Scandinavia (primi assoluti i danesi), la Svizzera, l’Olanda e il Canada. Noi siamo in caduta libera, cinquantesimi dietro l’Uzbekistan, e per spiegare cosa ci deprime basta confrontarci con lo specchio rovesciato delle repubbliche nordiche della felicità, che alla faccia dell’individualismo tanto di moda hanno un modello fortissimo di comunità. I cittadini vivono meglio là dove lo Stato funziona, garantendo una qualità della vita meno stressante, una rete di protezione per i più deboli, uno straccio di idea di futuro.
Invece il Paese dei furbi non è più un Paese felice. Ed è ovvio che sia così, perché il problema della furbizia è che si è furbi sempre a danno di qualcun altro. In Italia per molto tempo il patto di reciproco disinteresse tra individui e Stato ha funzionato benissimo. Lo Stato non garantiva i servizi ma lasciava ai singoli la libertà e l’impunità di supplirvi, aggiustandosi per conto loro. Da quando la crisi ha fatto saltare quel patto, gli Italiani si ritrovano isolati e smarriti. Non più capaci di essere felici da soli e sprovvisti di una comunità che li sappia rendere felici insieme.

LA FURBATA DEI VAUCHER
Ant

Aumentano i lavoricchi pagati con vaucher, un’altra furbata per calpestare i diritti dei lavoratori. In Francia tutti vanno in disoccupazione, in Italia chi lavora a voucher – che poi è la macelleria sociale che ha fatto booom! – non ha diritto a Tfr, disoccupazione, ferie, malattie e permessi! (un altro modo con cui il Governo cancella i diritti dei lavoratori e li riduce e marmaglia asservita).
Precisazione n. 1:
La retribuzione media francese è 37 mila euro l’anno, in Italia 28 mila.
In Francia il reddito medio è di 2180 € (da noi 1410); il costo della vita al giorno: 44,3 euro (da noi 39); l’impatto del costo della vita sul reddito è 60.6 Euro (da noi 83,8). E’ chiara la differenza.
In Francia il sussidio di disoccupazione dura 3 anni, non 2, e, a differenza di quello italiano, non ha un tetto. E non è affatto vero che il sussidio italiano vale il 75% del salario percepito perché ciò è solo per chi ha un reddito sotto i 1200 euro. Viene integrato molto poco per chi arriva fino a 1650 euro e si ferma ad un massimo di 1300 precipitando sotto il 75% per chi percepisce uno stipendio più alto.
Evitiamo di raffrontarci ai paesi civili! Se ne esce sempre con la testa sfasciata.

I PESSIMI RISULTATI DI RENZI
Viviana Vivarelli

Renzi diventa Capo del Governo il 22 febbraio 2014. Dunque governa lo Stato italiano da 2 anni esatti.
Al di là delle promesse iniziali, tutte calpestate, lacrime, sangue e tunnel senza luce, questa è stata la sua ricetta.
Gli indici economici ed occupazionali italiani continuano ad arretrare e quando Renzi si vanta coi giornalisti stranieri dei successi ottenuti, questi scoppiano in una clamorosa risata, segno evidente che le sue balle sono bevute solo dalle menti deboli o dai servi di mestiere:

-Continua ad aumentare il debito pubblico che aumenta di 30 miliardi al mese senza che si veda un solo euro risparmiato sugli sprechi e abusi di Stato.

-Il governo mostra un assoluta rifiuto a razionalizzare la spesa pubblica e ad abolire gli sprechi. (Almeno quelli della sanità e delle opere pubbliche avrebbero potuto essere corretti con due sole semplicissime leggi: un prontuario di prezzi fissi per gli strumenti sanitari e una legge sulle opere pubbliche, come hanno da sempre i Paesi civili, che vieta sforamenti di costi, tempi e qualità e li punisce duramente col carcere e la estromissione dal mercato).

-La politica fiscale di Renzi favorisce gli evasori e li premia, invece di contenerli e punirli. Comunque sia, chi viene beccato e condannato non subisce penali e paga una piccola quota del dovuto. Nessuno anche in casi gravissimi finisce in carcere. Nessuno anche con evasioni eclatanti come quelle di Berlusconi, esce dalla politica.
(Al contrario occorrono leggi che puniscano i corrotti con la galera, sequestrino i loro beni, li caccino da posizioni di potere. Abbiamo solo 230 detenuti per corruzione contro i 7.986 della Germania. Siamo primi in Europa per corrotti e truffatori impuniti! E Renzi che fa? Depenalizza una fila lunghissima di reati, rende difficile il lavoro dei giudici, cerca in ogni modo di bloccare le intercettazioni, accorcia i tempi della prescrizione che è istituto inesistente in Europa come è inesistente la trafila dei 3 gradi di giudizio, non caccia anzi protegge i delinquenti in Parlamento e nella PA!).

-Le sue nomine politiche sono aberranti, non rispettano competenze e meriti ma favoriscono gli amici e gli amici degli amici, così da circondarsi da yeman succubi e fidati. Negli enti locali i suoi comportamenti sono imitati e dilagano allegramente saltando le procedure legali per le assegnazioni dei lavori e incarichi pubblici, con nome del tutto fuori dalla legge.

-La pessima conduzione dell’economia operata dal Governo porta a una disoccupazione in aumento che al Sud e nelle fasce giovanili raggiunge tragicamente il 50%. Il tasso di disoccupazione in Italia è del 37,9%, in Germania del 7% e nell’eurozona è del 22%.
Intanto proseguono sprechi e corruzione nella macchina pubblica e il Governo non può fare investimenti in opere produttive di lavoro a causa di quel pareggio di bilancio inserito rovinosamente in Costituzione da quegli idioti del Pd, che ora però applaudono Renzi quando prosegue sciaguratamente quel pozzo senza fondo che è La Tav in Valsusa e blatera di Ponte di Messina per attrarre i voti di mafia e ‘ndrangheta’. Così il livello della produzione industriale italiana è ancora di oltre il 31% inferiore rispetto ai massimi pre-crisi, mentre la Francia ha recuperato l’8%, la Germania il 27,8%, la Gran Bretagna il 5,4% e la Spagna il 7,5%. Intanto sulle imprese gravano tasse per il 43,4%, contro il 17% dell’Inghilterra o il 13% dell’Irlanda. Gli altri abbassano le tasse, Renzi taglia i diritti dei lavoratori e le pensioni.

-Il jobs act è fallito totalmente e solo qualche servo a libro paga può ancora esaltarlo. Finiti gli incentivi di Stato, le assunzioni a tempo indeterminato sono crollate a -39,5 %. Col Jobs act la montagna ha partorito il topolino. Dopo un anno gli occupati in più sono gli stessi che ci furono nel 2014 senza incentivi e senza tagli allo statuto dei lavoratori e alla Costituzione. Lo Stato ha speso un miliardo e 800 milioni di incentivi per produrre 109.000 occupati su base annua, lo stesso incremento che c’era stato nel 2014 senza incentivi e senza stupri costituzionali. Tutto a spese del contribuente italiano che nel prossimo biennio finanzierà le imprese con 3,7 miliardi nel 2016, 3,9 nel 2017, nel 2017, 2,1 nel 2018. Tutti soldi nostri. Ogni assunzione ci è costata 25.000 euro, ma sarà vanificata perché le nuove leggi permetteranno facili licenziamenti o retrocessioni. Anche senza la renzianissima riforma, il mercato del lavoro avrebbe registrato gli stessi numeri. Per cui abbiamo speso inutili e pesanti miliardi per il gusto di perdere dei diritti che erano garantiti in Costituzione e che sono costati decenni di lotte. Che qualcuno si rallegri di questa truffa è proprio il massimo della sfiga e della stupidità. Ma il giochino è servito a Renzi per far retrocedere ancora la nostra democrazia e tagliare i nostri diritti. I padroni del capitale saranno contenti. Cercare di vedere del buono nelle riforme renziani è come cercare di vedere l’elettrone in una camera a bolle. Solo i fanatici ci riescono. Ma per i fanatici la politica è un atto di fede. “Non lo vedo ma ci credo”.
Intanto che la democrazia decade tra gli ululati entusiastici dei ‘fascisti dentro’, perdiamo 30 miliardi al mese aggravando mortalmente il debito pubblico.
Certo che ce ne vuole di masochismo o di perfidia per rallegrarsi di risultati simili!
(Ant : Il Jiobs act è un flop colossale. Con 18 miliardi, dati confermati da Ragioneria del Parlamento (che e’ la stessa che ha certificato la manovrina del Jobs act) il M5Se dava il reddito di cittadinanza e portava ad un inserimento lavorativo 10 milioni di inoccupati. Senza parlare dei vantaggi per i consumi. 18 miliardi bruciati. Bravi!)

-Le banche sono sempre più corrotte e indebitate ma Renzi continua a rifocillarle con leggi vantaggiose e miliardi a pioggia, mentre non si vede la minima traccia di controlli o ripulitura dai corrotti e dai piduisti o regole più stringenti sulle banche o divisioni tra banche di risparmio e di investimento per evitare la frode sui risparmiatori come ci comincia a fare in Germania.

-Corruzione esponenziale, contro cui Renzi ha la faccia di presentare un elenco vergognoso di ‘depenalizzazioni’ che riducono gravissimi reati a illeciti amministrativi, sanabili con una multa e prescrivibili in breve tempo. Nell’elenco sciagurato compaiono assieme al furto, alla rapina, allo stalking, alla corruzione di minore e alla diffusione di veleni, persino ‘la corruzione’ stessa, la quale da reato diventerà onorificenza per legge, di fatto già lo è, vista la serie di figuri condannati o inquisiti che popolano il Parlamento, girano ai vertici di ogni potere e sono candidati alle amministrative.

-Renzi aumenta sia le tasse dirette che indirette, aumentando costo di servizi e delle forniture. Nel prossimo anno le sole bollette aumenteranno di 380 euro. Intende aumentare le tariffe elettriche che erano già le più alte d’Europa, continua a tenere altissimi i prezzi dei carburanti gravati da tasse in eccesso, stanga le imprese come non esiste da nessuna parte e ora medita di privatizzare l’acqua, cosa che farà schizzare il suo costo alle stelle peggiorandone la qualità.

-Renzi non riesce a contrattare con la Merkel per cui daremo all’Europa altri miliardi da sottrarre, come al solito, alle categorie più deboli e Renzi preannuncia una stangata sulle pensioni di reversibilità mentre non fa nulla per mantenere un tetto sugli stipendi più esosi e permette espedienti per maggiorarle.

-Il fallimento sui migranti è totale, non solo Renzi non ha aumentato le modalità di individuazione e accoglienza ma non gode di alcuna considerazione sul piano europeo (si pensi solo all’inettitudine nel suo semestre europeo) insieme a quella Mogherini per cui ha insistito tanto che si è rivelata inetta e capace solo di battute guerrafondaie. Intanto Renzi non viene più invitato ai convegni europei sui migranti e gli rifiutano i miliardi che l’Italia chiede per la loro assistenza. Tra lui e la Mogherini è chiaro che l’incidenza dell’Italia nei patti europei è a zero.

-Renzi ha appena privatizzato di nuovo l’acqua, bene comune degli italiani, stravolgendo il referendum votato da 27 milioni di elettori, ciò causerà aumenti sulle bollette dell’acqua e peggioramenti sulla sua qualità.
I prezzi del carburante sono tra i più alti d’Europa a causa delle accise (che il governo aveva giurato di cancellare) e sono aumentati in questi ultimi giorni del 3%. Adesso arriveranno aumenti sulla bolletta elettrica per 20 milioni di famiglie e 4 milioni di imprese. Gli Italiani con Monti facevano fatica ad arrivare a fine mese, ma con Renzi non arriveranno nemmeno a metà e tutto per favorire gli interessi delle lobby.

#BastaAumenti! COSA PROPONE IL M5S
Alessandro Di Battista e Gianni Girotto, portavoce M5S Parlamento

Ricordate lo sconto in bolletta promesso da Renzi? Nonostante il crollo dei prezzi del petrolio il Governo sta modificando le regole per farci pagare salato: fino a 380 euro in più per famiglia.
Non bastava la riforma della bolletta elettrica -appena entrata in vigore- con la quale chi consuma di meno pagherà di più, punendo quindi chi ha deciso di risparmiare energia con interventi di efficienza energetica. Adesso il Governo sferra l’attacco definitivo contro 20 milioni di utenti e 4 milioni di piccole e medie imprese, cancellando il mercato tutelato e facendo schizzare il costo della bolletta.
Per i cittadini sarà una roulette russa: “scegliere” un fornitore sul mercato libero con prezzi già ora più alti di un 15-20% o, peggio, dimenticarsi di scegliere il nuovo fornitore, trovandosi così inconsapevolmente a trasmigrare verso un servizio chiamato “di salvaguardia”. Che malgrado la paroletta tranquillizzante, risulterà persino più costoso del libero mercato.
Potete immaginare allora cosa succederà: il maggior prezzo fissato dal “servizio di salvaguardia” diventerà punto di riferimento anche per gli operatori di libero mercato, che in questo modo si sentiranno autorizzati ad alzare la cifra.
Ma non solo, la riforma prevede la cancellazione di tanti diritti. Le famiglie in difficoltà potranno ora vedersi staccare la luce in ogni momento, perché la fornitura non sarà più garantita. Insomma, una trappola che garantirà solo gli interessi delle compagnie elettriche, nel solco di quelle “riforme” tanto auspicate ma che servono ogni volta solo a smantellare diritti e protezioni faticosamente conquistati dai cittadini.
Cosa chiede allora il M5S per tutelare questi diritti? Anzitutto, la reintroduzione del “servizio universale”: è già esistente, è previsto dalla UE, garantisce trasparenza, e salvaguarda dai distacchi. Inoltre, chiediamo di applicare un prezzo dell’energia tramite aste pubbliche al ribasso. Consideriamo queste richieste minime, il male minore, sul quale la politica non può e non deve essere cieca.
Se il governo e la maggioranza volessero, potrebbero ancora intervenire. Ma gli interessi in gioco sono tali che impediscono di tendere la mano a milioni di cittadini e imprese. Solo per le lobby, i “servizi di salvaguardia” funzionano sempre a pieno regime.

Bruno Bassi scrive e io mi associo:

IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA. SALGONO LE TASSE, SI TAGLIANO I DIRITTI

La Gran Bretagna entro il 2020 porterà la tassa sulle imprese dal 20 al 17% mentre l’Irlanda l’ha portata al 12%.
L’Italia è la maglia nera d’Europa avendo un cuneo fiscale sul lavoro più elevato di tutti i paesi della zona euro. Inoltre ha una tassa del lavoro del 43,4% , seconda solo alla Francia che però ha una disoccupazione più bassa ed altri indici di performance che non la relegano al 137° posto su 189 paesi del mondo.
Si perché l’Italia primeggia per la concomitanza della pressione fiscale sulle imprese, le ore perse per adempimenti fiscali ed il numero di tasse che gravano sulle imprese.
E non è finita, bisogna aggiungere tutti i costi indiretti derivanti dalle fornitura di energia, le tasse sull’auto, le accise, i bolli e la miriade di costi nascosti che gravitano sull’imprenditore nel momento in cui si alza e va a lavorare.
Poi ci si stupisce se qualche imprenditore “anti italiano” apra la sede legale della sua attività in altri paesi.
In Italia l’ampiezza del cuneo fiscale è proporzionale alla sua disoccupazione e non ci vuole molto a capire che è tutto li il problema. Come si fa a competere con le aziende straniere con un prelievo fiscale così alto e per giunta con una Europa che all’improvviso ti rema contro permettendo sgravi a chi esporta nel nostro paese?
Ma dico io che caxxo se ne fa l’Italia di 80 euro distribuiti ai dipendenti pubblici o dei miliardi di euro utilizzati per imbiancare le scuole finiti poi nelle tasche delle imprese che danno lavoro agli LSU (lavori socialmente utili)?
E quanto ci è costata una manciata di posti di lavoro propaganda del Job Act?
Le aziende Italiane non sono competitive perché hanno una zavorra fiscale doppia e in alcuni casi tripla rispetto ai concorrenti ma in Italia si preferisce la propaganda (e il taglio dei diritti dei lavoratori e dello stato sociale) ad un vero piano di investimenti per dare fiato alle imprese, ed ecco i risultati: siamo ultimi sotto tutti i punti di vista.
E’ bene ricordare che il Pd, sotto il governo d’Alema, e con Bersani ministro ci ha lasciato la disastrosa eredità di 153 municipalizzate che si occupano di distribuzione dell’energia elettrica che sommato ad Enel distribuzione e terna ci costano un occhio che si ripercuote sulle bollette. In un paese civile la distribuzione dell’energia elettrica sta tutta in mano a una spa pubblica.

MA DAVVERO RENDERE PIU’ DEBOLI I LAVORATORI AUMENTA LE ASSUNZIONI?
Alessandro Gilioli

Negli ultimi 30 anni si sono fatte leggi sul postulato secondo cui più flessibilità vuol dire più occupazione: a partire dal pacchetto Treu del 1997, la cosiddetta legge Biagi del 2003, la riforma Fornero del 2012, il decreto Poletti del 2014. Norme fatte da governi di csx, cdx e larghe o larghette intese e tutte basate sull’assunto che la riduzione delle tutele dei lavoratori avrebbe favorito la crescita delle assunzioni. Esattamente lo stesso principio e la stessa narrazione che ha giustificato il Jobs Act.
I numeri statistici Inps di ieri e gli studi ultimi Bankitalia dimostrano che questa correlazione non c’è.
Renzi ha la responsabilità di aver diffuso ulteriormente il falso storico per cui la maggiore licenziabilità del Jobs Act avrebbe aumentato l’occupazione. Una bugia allargata dai pupari della comunicazione che si sono presi la gravissima corresponsabilità di perpetuare un errore, blaterando sui Istat sull’aumento dei contratti, senza dire che questi aumenti non avevano a che fare con la maggiore licenziabilità ma con gli sgravi sulle assunzioni previsti dalla Finanziaria (oltre a fattori esogeni, come il Quantitative easing della Bce).
La maggiore licenziabilità prevista dal Jobs Act non ha avuto effetti significativi sull’occupazione, è soltanto una scelta politica per favorire i padroni.
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Bric.44
Il tessuto produttivo non si preserva scontando il costo del lavoro (sicuramente necessario ma in presenza di lavoro, in assenza del quale non serve certo crearlo) ma investendo in opere pubbliche (possibilmente cercando di evitare opere soggette alla mafia organizzata, alla corruzione ed all’evasione: il ponte sullo stretto ad esempio) e ce ne sono tantissime da fare in questo paese sgarruppato.
Con i 50/60 miliardi che Renzi ha buttato al vento sapete quanti lavori si sarebbero potuti avviare ? Ed avviando una massa di lavori di 50miliardi sapete quanti investimenti privati avrebbe convogliato ?
Qualsiasi imprenditore serio, se non ha ordini nel cassetto, non assume: nemmeno se gli offrono ingegneri al costo di uno spazzino; per contro gli stessi imprenditori se avessero un monte commesse soddisfacente assumerebbero, se necessario, anche senza incentivi
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Ivo Serenthà
L’ha capito anche chi è di coccio che tutte le riforme sul lavoro da 20 anni a questa parte non sono che la vendetta del capitale dopo anni di conquiste dei lavoratori per rivendicare diritti fondamentali che mancavano fino agli anni 60.
Ma quale facilità all’impiego contro la disoccupazione??!! Stanno creando un esercito di precari ricattabili, pagati una fame e con prospettive da poveracci per l’intera vita.
Così tanto nel far capire chi comanda.
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Berluscameno
Perfino il Fondo Monetario Internazionale, nel World Economic Outlook dell’Aprile 2015, ha detto che non c’è alcuna prova di effetti positivi della flessibilità sul potenziale produttivo. Secondo il FMI gli effetti delle riforme strutturali sulla produttività sono importanti se si parla di deregolamentazione del mercato dei beni e dei servizi, di utilizzo di nuove tecnologie e di forza lavoro più qualificata, di maggiore spesa per le attività di ricerca e sviluppo. Ma la deregolamentazione del mercato del lavoro non ha effetti significativi sulla produttività.
http://keynesblog.com/2015/04/20/anche-il-fmi-lo-ammette-la-precarieta-non-fa-crescere-leconomia/
Lo studio in questione voleva identificare le misure più efficaci nel breve e medio termine in crisi economica ma i risultati negativi sulle riforme strutturali del lavoro furono minimizzati dagli stessi autori.

Il magnate Buffett: “La lotta di classe esiste e l’abbiamo vinta noi”
Domenico Maceri

“La lotta di classe esiste da 20 anni e l’ha vinta la mia classe (i capitalisti). Noi siamo quelli che hanno ricevuto più riduzioni fiscali”. Parla Warren Buffett, il terzo uomo più ricco al mondo e paladino degli aumenti di tasse ai ricchi.
In America si crede al mito di una società senza classi ma in realtà esse esistono e sono più visibili per quanto riguarda l’aspetto economico. Da notare soprattutto il divario finanziario creatosi negli ultimi decenni. Nel 1992 i 400 cittadini statunitensi con il reddito più alto guadagnavano una media di quaranta milioni all’anno. La cifra attuale è di 227 milioni. (Grazie alla crisi, i ricchi sono diventati più ricchi). Nello stesso periodo le tasse di questi ultraricchi sono diminuite dal 29 al 21 %. In contemporanea i poveri sono diventati più poveri. Il 15% degli americani, ossia 46 milioni (su 250), sono classificati come poveri. Il reddito della classe media è rimasto stagnante.
La dx ha accusato sia Buffett che Obama di voler fomentare la lotta di classe per aver detto che si dovevano aumentare le tasse ai più ricchi.
Questa resistenza agli aumenti delle tasse ai più abbienti ha costretto il governo ad accendere prestiti necessari per finanziare le due guerre in Iraq ed Afghanistan. Con l’aggiunta della recente crisi economica, si è creata una situazione in cui le casse del tesoro sono vuote. Ma ciò va bene per il Partito Repubblicano la cui filosofia è tagliare i fondi al governo. Quale classe perde con questi tagli? I poveri e la classe media. Tagliare le pensioni della Social Security per proteggere i più ricchi equivale è lotta di classe alla rovescia. Ridurre il Medicare, la sanità governativa per gli anziani, e il Medicaid, l’assistenza sanitaria per i poveri, è lotta di classe. Non chiedere a coloro che hanno beneficiato di più dell’attuale sistema economico e sociale il loro giusto contributo è lotta di classe. Questa ferocia dei più ricchi ha attaccato tutti i programmi governativi che cercano di assicurare un tenore di vita accettabile alla classe media e ai poveri.”
http://www.americaoggi.info/2011/10/10/27168-divario-sempre-crescente-buffett-la-lotta-di-classe-esiste-e-labbiamo-vinta-noi
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LA TRUFFA DELLE BANCHE E DEI MUTUI
Berluscameno

Per creare nuovo lavoro occorrono importanti investimenti pubblici produttivi .
E con la flessibilità di bilancio concessa dalla UE (dello zero virgola ) – tanto strombazzata dal quell’ asino venduto alla Merkel di un Padoan – si possono creare solo ‘veri disoccupati’ a go-go !
Questi ‘cazzari’ al governo che pensino a farci restituire la nostra SOVRANITA’ monetaria di cui siamo stati DERUBATI nottetempo! Solo stampando moneta nazionale (la cui stampa da parte del Tesoro non ci costa nulla !) potremo creare nuovi posti di lavoro produttivo e senza chiedere il permesso ai CRUCCHI UE di m…a!
E poi NOI dobbiamo continuare a credere alle fandonie che l’’alta finanza globale’ continua a propinarci ? Non sono delle divinità, sono ladri bancari !
Le Banche si arruffianano al Governo e questo annuncia ora le opportune modifiche sugli espropri facili delle case. Ma nessun paletto DOVRA’ ESSERE POSTO ai conflitti di interesse delle stesse BANCHE !
Il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti ha detto che l’esecutivo è “disponibilissimo” a cambiare alcuni punti del testo. Per es. sbarrando la strada al tentativo di applicare le nuove norme ai contratti già in essere. Resta il fatto che gli istituti potranno essere sia i venditori degli immobili in garanzia sia gli acquirenti attraverso società d’intermediazione.
Dopo giorni di polemiche, la contestazione unanime da parte di tutte le opposizioni e la protesta eclatante del M5S, il governo si è dichiarato “disponibilissimo” a introdurre modifiche al provvedimento sui mutui ipotecari. Modifiche per ora solo ventilate e giudicate comunque insufficienti dai gruppi parlamentari che si oppongono a un provvedimento che è smaccatamente a favore delle banche e indebolisce le tutele dei consumatori.
Il punto è che in caso di inadempienza, cioè il ritardato pagamento di 7 rate del mutuo (ORA PORTATE A 18) anche non consecutive, gli istituti possono mettere direttamente in vendita l’immobile senza passare dal tribunale. Una norma che si applicherebbe sia ai nuovi contratti di mutuo sia a quelli già stipulati, poiché è possibile stabilire anche successivamente alla stipula del contratto che “il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della vendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito”. E le banche, parte forte del contratto, hanno i mezzi per indurre i mutuatari a soccombere e accettare modifiche anche sui mutui già stipulati. La nuova norma non mette alcun paletto allo “strapotere degli istituti predoni “ eccetto il fatto che il consumatore ha diritto all’eccedenza in caso di estinzione del debito attraverso la vendita dell’immobile. Quanto al valore della casa, è prevista semplicemente una stima da parte di un perito “scelto di comune accordo con una perizia successiva all’inadempimento”, cosa che apre la strada a vendite forzose di immobili a prezzi irrisori e a prescindere dall’entità del credito vantato dalla banca.
Enrico Zanetti ha annunciato modifiche proprio su questi punti. Innanzitutto, dovrebbe sparire dal testo il termine “successivamente”, sbarrando così la strada al tentativo di applicare le nuove norme anche ai milioni di contratti di mutuo già in essere.
Un’altra modifica dovrebbe riguardare l’inadempimento così come definito dal Testo unico bancario introducendo “archi temporali precisi” anziché il mero ritardato pagamento di 7 rate(ora 18 ) anche non consecutive. Non solo, la revisione del testo che verrà effettuata nei prossimi giorni dovrebbe introdurre un riferimento all’entità precisa del debito non pagata e stabilire che a nominare i periti siano i tribunali e non le parti “di comune accordo”.
Nessun paletto invece è stato ancora posto ai potenziali conflitti d’interesse delle banche che da un lato sono venditori degli immobili in garanzia e, dall’altro, potrebbero mettersi il cappello di acquirenti attraverso società d’intermediazione che comprano a” prezzi irrisori” per rivendere a prezzi di mercato.
Un business sostanzialmente “esentasse” grazie alle nuove norme sulla garanzia di Stato sulle “cartolarizzazioni “ (derivati tossici) che prevedono solo un’imposta sostitutiva di 200 euro per le banche che entrano in possesso degli immobili e per gli” acquirenti in asta” che poi rivendono (GUADAGNANDOCI ESENTASSE) a un acquirente finale.

IL DECLINO DELL’ITALIA E’ STATO DECISO A TAVOLINO
Berluscameno

Si chiama ‘foreign dominance’, dominio esterno. E’ stato deciso a partire dal Trattato di Maastricht, attraverso l’adesione all’euro e le scelte politiche di Prodi, che ha decretato il declino dell’Italia.
Il paese è nelle mani di potentati stranieri, in questo caso tedeschi, che stanno letteralmente deindustrializzando il paese, gettandolo in una crisi senza uscita. E’ la tesi di un economista di prestigio come il professor Giulio Sapelli:
“La politica economico-monetaria dell’Ulivo ha disarmato le menti e ha armato nuove classi economico-politiche cosmopolite (i Padoa Schioppa ne sono l’es. più sconcertante), a cominciare dai Ciampi e dai Draghi per finire con i Monti, costruiti dai media e dai poteri filo-teutonici, col servilismo degli intellettuali italiani”.
Abbiamo a che fare con ragionieri del mondo (di sx), affascinati dal mito umiliante secondo cui gli Italiani che da soli non sanno fare nulla e si devono affidare ad altri.
La politica monetaria intrapresa con Maastricht va inserita, dice Sapelli, nella specificità della vicenda monetaria italiana che è sempre stata determinata da un intreccio continuo tra ‘fiscal dominance’ e ‘foreign dominance’.
Non è vero che la banca centrale dipenda dal Tesoro. Con Prodi si decise che la nostra politica finanziaria fosse decisa dalla Bce e che la nostra sovranità venisse compromessa.
In tal modo ci siamo messi sotto il dominio tedesco. E questo è stato fatto proprio dalla sx.
Non ne usciremo, se l’Europa non riscriverà il Trattato di Maastricht. Esso ha condannato alla decadenza l’Italia.
Ancor prima dell’Ulivo l’Italia si era messa, sin dai tempi di Cavour, sotto il predominio inglese e francese e poi quello tedesco che fu decisivo per la creazione del sistema bancario italiano. Durante il fascismo paradossalmente fummo sotto il predomino nordamericano, con un ruolo decisivo esercitato dalla banca Morgan.
Oggi, l’attuale assetto è presentato come non riformabile e l’Italia affonda.

VIRGINIA RAGGI CANDIDATA SINDACO A ROMA

«Per Roma la vera rivoluzione è la normalità». «Da studente non ho mai partecipato alle manifestazioni». «Ho votato nel corso degli anni l’Ulivo, forse il Pd è più recente, non ricordo bene. Ero di sx, in famiglia sono cresciuta con un ideale che non ho visto rispettato, sono stata delusa».
Virginia Raggi è la donna che spaventa Renzi e Berlusconi
«All’inizio volevo seguire la carriera accademica, poi ho fatto due colloqui, dopo essermi rotta una gamba. Pieremilio Sammarco che avevo conosciuto all’università, mi chiese se volevo lavorare con lui, all’epoca si appoggiava da Previti. C’erano 15 avvocati e due o tre praticanti, facevamo le file e le copie degli atti. Previti lo incontravo in corridoio. Sapevo dei suoi processi, ne parlavo con gli amici, ma facevo il mio lavoro».
L’imbarazzante vicinanza con l’avvocato berlusconiano condannato per corruzione in atti giudiziari è stata omessa nel curriculum della Raggi ma lei sfodera gli artigli: «Per accusare me hanno attaccato un’intera categoria, gli avvocati, e poi i ragazzi normali che dopo la laurea cercano uno studio in cui fare pratica».
«Il sindaco deve amministrare in nome di tutti», spiega la Raggi. I dipendenti comunali e delle aziende partecipate (Atac, Ama, Acea)? «Bisogna riallacciare i rapporti con i dipendenti capitolini onesti e farli sentire parte di una squadra. Non vedo un problema di sovrabbondanza».
E l’Atac, con i suoi 11 mila dipendenti, la voragine del debito (tra 1,4 e 1,6 miliardi di euro), il servizio peggiore d’Europa? «Gli autisti sono seimila, non è colpa loro se gli autobus sono rotti e restano in deposito. Bisogna tagliare gli sprechi, le consulenze, le parentopoli»
Lo stadio della Roma, oggetto del desiderio della grande speculazione? «Sono favorevole, ma non a Tor di Valle».
E le Olimpiadi? «Se vinco io non si faranno».
Una massiccia dose di tranquillante per una Roma stressata da inchieste, sindaci marziani, commissariamenti. Senza mettere paletti e per cui nessuna fetta di elettorato è preclusa: «A me fa piacere vedere nei miei confronti apprezzamenti trasversali, da sx e da dx». «Se sarò eletta voglio avere con Renzi un rapporto franco. Renzi si auto-proclama Presidente del Consiglio di tutti gli italiani, che gli piaccia o meno dovrà parlare con il sindaco di Roma».
I sondaggi ora danno in testa lei.

ABOLIRE O NO LE TRIVELLE NELL’ADRIATICO?

Il petrolio costa sempre meno, estrarlo o estrarre il gas costa sempre di più. Dove il petrolio c’era, in Sicilia come in Lucania, è stato regalato a società straniere senza nessun beneficio per gli Italiani. Nell’Adriatico le trivelle del gas ci sono, si deve votare se dilazionare le concessioni.
Dove c’è petrolio ci sono sempre fuoruscite e perdite e queste hanno effetti tragici.
Non voglio nemmeno immaginare a una perdita di petrolio in mari piccoli, bassi e senza correnti come lo Ionio o l’Adriatico, sarebbe impossibile qualsiasi bonifica e sarebbe la morte di tutte le aziende che vivono sul turismo della costa adriatica.
Dalle estrazioni di gas esce un altro pericolo: l’abbassamento dei fondali che fa sparire le spiagge per cui si devono spendere miliardi ogni anno per ricostruirle.
Ci sono migliaia di aziende e milioni di cittadini che vivono di turismo.
Ma davvero il Pd è pronto a votare la loro morte economica per favorire le lobby dei padroni degli idrocarburi? E davvero i cittadini delle coste adriatiche che vivono di turismo pensano ancora di votare Pd?
La condotta del Pd ormai è sempre più scellerata, rivolta solo alla distruzione del nostro Paese e alla morte economica dei suoi cittadini.
Se con gli stessi soldi si allargasse la produzione di energia pulita non ci sarebbe nemmeno bisogno di pensare a estrazioni di gas nell’Adriatico.
Ma a Renzi interessa solo vendere. Per questo ha venduto parti del mar Tirreno alla Francia arrecando danni ai pescatori, vende le acque termali alla mafia e ora vuole vendere l’acqua pubblica e fa passare nel silenzio il referendum chiesto dagli enti locali sulle trivelle, referendum su cui la tv tace, i media fanno silenzio, Renzi chiede l’astensione ai piddini e rifiuta che venga accorpato alle amministrative, cosa che darebbe un risparmio di 300 milioni.
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Dalle nostre coste sono stati prodotti, nel solo 2015, oltre un miliardo di Smc. Non molto, considerando che la produzione nazionale, l’anno precedente, era pari a circa 62 miliardi di Smc. “L’incidenza della produzione delle piattaforme regionali è pari a poco più dell’1,8% dell’intera produzione nazionale di gas.
Queste attività estrattive fanno sprofondare il sottosuolo. La fascia costiera dell’Emilia Romagna negli ultimi 55 anni si è abbassata di 70 centimetri a Rimini e di oltre un metro da Cesenatico al delta del Po. “Alcuni studi riportano come l’abbassamento d 1 centimetro all’anno comporta, nello stesso periodo, una perdita di 1 milione di metri cubi di sabbia su 100 chilometri di costa, che significa spendere annualmente 13 milioni di euro per il rifacimento delle spiagge, contro i 7,5 milioni di euro all’anno ottenuti come royalties dalle compagnie petrolifere”. La Croazia blocca le trivelle in Adriatico per salvare il turismo, mentre in Italia il governo Renzi va avanti con le concessioni per favorire le compagnie petrolifere. Anche Obama ha annunciato il blocco alla ricerca di petrolio in Alaska. La Croazia si muove nella stessa direzione e già da tempo le compagnie petrolifere rinunciano ai permessi per la mancata convenienza economica delle estrazioni.
Da noi invece il decreto legge “Sblocca Italia” ha promosso le trivellazioni e lo stoccaggio di CO2 e di metano nel mare Adriatico e nel mare Jonio. Gli esperti dicono:”Ci saranno gravi conseguenze sull’ecosistema del Mediterraneo e anche sul turismo”. “Abbiamo una cosa bella e cerchiamo di distruggerla; il rischio è che il nostro turismo possa morire”.

AMARA TERRA MIA
Don Aldo Antonelli

Mentre passano in tv le immagini devastanti delle inondazioni negli USA, in Inghilterra e in Paraguay, la memoria mi suscita altre immagini di frane e smottamenti, deforestazioni e avvelenamenti, desertificazioni ed inquinamenti, cementificazioni e discariche. E sale dentro di me una delle canzoni più note e struggenti di Modugno, fatta di pianto e di tristezza:

«Sole alla valle, sole alla collina,
per le campagne non c’è‚ più nessuno.
Addio, addio amore, io vado via,
amara terra mia, amara e bella…
Cieli infiniti e volti come pietra,
mani incallite ormai senza speranza.
Addio, addio amore, io vado via,
amara terra mia, amara e bella.
..».

E’ un brano tradizionale abruzzese del XIX secolo ‘Addije, addije amore’. Era il 1972 e si piangeva, cantando, l’addio ad una terra svuotata dall’emigrazione: terra “amara e bella”. Oggi, dopo nemmeno mezzo secolo, ci tocca dare l’addio ad una terra, sì sempre amara, ma nemmeno bella a causa di un processo diabolico di negazione! Stritolati da un ingranaggio che ci nega dignità e futuro, affetti da una bulimia vorace che divora tutto, siamo pervenuti allo stadio finale della civiltà del no, negando natura e bellezza, cielo e terra, presente e futuro.
Dostoevskij nell’Idiota fa dire al principe Myskin: «la bellezza salverà il mondo», mantra autoconsolatorio, quando dovrebbero risvegliare in noi la coscienza che la bellezza non salverà il mondo se noi non sapremo salvare la bellezza. Bellezza e Bontà, c’è da aggiungere…! Perché Etica ed Estetica ma sono sorelle indivisibili per cui se si cancella una delle due si elimina inevitabilmente anche l’altra.
Quando in Spagna nel 1965, sotto la dittatura franchista, tolsero la cattedra di etica ad Aranguren, Josè Maria Valverde rinunciò alla sua cattedra di estetica, sostenendo che dove non c’è etica non può esserci nemmeno l’estetica.
David Maria Turoldo più volte lamentava la scomparsa e la fine del primato stesso della Bellezza “per la sostituzione dell’utile e del comodo”.
E il poeta Iosif Brodskij, al conferimento del Nobel della letteratura ebbe a dire: «L’Estetica è la madre dell’Etica. Le categorie di “buono” e di “cattivo” sono in primo luogo e soprattutto, categorie estetiche che precedono le categorie del “bene” e del “male”.
Pascal Acot, ricercatore al Cnrs di Parigi, esperto di fama mondiale di scienze climatiche e ambientali, in una intervista apparsa su La Repubblica del 16 settembre 2013 disse: «La qualità delle relazioni tra gli esseri umani e la natura è strettamente legata al rapporto che gli esseri umani instaurano tra di loro. Il saccheggio delle risorse umane si accompagna sempre al saccheggio delle risorse naturali. Se i rapporti sociali sono brutali e violenti allora si verifica ciò a cui assistiamo oggi: la razzia indiscriminata dell’ambiente e la devastante mercificazione del patrimonio comune. Al contrario, in un mondo in cui prevalessero rapporti sociali più equi e rispettosi, si potrebbero creare le condizioni di un rapporto più armonioso anche con il pianeta».
Così si può dare risposta anche a quanti, accecati da miopia, criticano l’enciclica di papa Francesco come documento politico, che nulla ha a che fare con la spiritualità evangelica e l’etica cristiana. Ma noi vogliamo reinterpretare il detto evangelico, già presente nel Levitico: «Ama il prossimo tuo come te stesso», si cui Enzo Bianchi scrisse che questo precetto non basta più “oggi bisogna dire: “Amerai la Terra come te stesso”»… perché nel “te stesso” non c’è il semplice “io” denudato da ogni relazione ma l’“IO” esistenziale nodo di relazioni: con la terra, con l’ambiente, con gli altri, così come amava ripetere Raimon Panikkar, il quale ricordava che nel linguaggio Hindi, il pronome “io” praticamente non esiste: si dice “noi”! «L’Io non ha relazioni (Vito Mancuso), l’Io è relazioni”. E la Terra, di converso non è «uno scenario per l’uomo, ma costituisce una comunità di uomini, animali, piante, ambiente, secondo uno stesso spazio condiviso in cui vive un unico destino, in cui ci deve essere solidarietà per abitare armoniosamente in pace la Terra».

RENZI SPOSA VERDINI
Blog di Grillo

Denis Verdini, l’ex coordinatore di Forza Italia ora accolto dal Pd, è l’ultimo arrivato nella grande famiglia dei condannati che siedono nel Parlamento italiano. Per decenza dovrebbe dimettersi prima possibile. Le istituzioni continuano a essere infangate da questi personaggi utili solo per tenere in piedi un governo che non ha nessuna legittimazione popolare. Per entrare al Senato serve la cravatta, la fedina penale pulita invece è un optional. La legge popolare per il Parlamento Pulito è stata snobbata per anni dal Senato, se fosse stata discussa e approvata già oggi a Verdini sarebbe stato impedito l’accesso a Palazzo Madama e sarebbe stato un bel giorno.
Il Tribunale di Roma ha condannato Verdini a due anni di reclusione (pena per ora sospesa perché siamo al primo grado di giudizio) per concorso in corruzione nella vicenda sull’appalto per la Scuola Marescialli di Firenze, la stessa che portò alla condanna di gente come l’ex Presidente del Consiglio superiore per i lavori pubblici, Angelo Balducci, e l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, quello che la notte del terremoto a L’Aquila se la rideva allegramente.
La condanna di appena due anni, se confermata nei successivi gradi di giudizio, gli eviterebbe solo per un giorno la decadenza da parlamentare, prevista dalla legge Severino. Il reato però si prescriverà entro l’estate (grazie all’accorciamento della prescrizione voluto da Renzi). Gli restano ancora 4 processi, tra cui quello per bancarotta fraudolenta per la gestione del Credito cooperativo fiorentino, ma intanto per questa volta la farà franca. In un Paese normale, un condannato e plurindagato come Verdini sarebbe stato già cacciato per sempre dal Parlamento, in Italia invece può comodamente restare attaccato alla sua poltrona da senatore e da lì continuare la sua alleanza con il Bomba (che senza di lui scomparirebbe) per contribuire allo sfascio del Paese.
L’ebetino – che in quanto segretario piddino ha una certa dimestichezza con indagati e condannati – con Verdini ci ha persino riscritto la Costituzione, sfregiandola, elevando un corruttore conclamato al rango di Padre Costituente. Con buona pace di Calamandrei.
Durante l’esame di quella che chiamano riforma, il M5S si è battuto con forza perchè in Costituzione venisse inserito un principio semplice ma fondamentale: i condannati devono rimanere fuori dal Parlamento. Renzi, Verdini e tutta la casta dei disonesti non solo hanno bocciato le proposte per un Parlamento pulito, ma per non rischiare hanno anche dato l’immunità ai futuri consiglieri regionali e ai sindaci che entreranno nel nuovo Senato.
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Alessandro
Il referendum riguarda solo la durata delle trivellazioni in mare già esistenti che si trovano a distanza inferiore di 12 miglia marine dalla costa (22,2 chilometri); non riguarda pertanto le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare aperto che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa.
In Italia sono presenti ed autorizzate complessivamente 79 piattaforme marine, di cui 31 situate oltre le 12 miglia dalla costa e dalle aree protette e 48 entro le 12 miglia.
Entro le 12 miglia sono autorizzate 9 concessioni (con 39 piattaforme) la cui autorizzazione è scaduta e ne è stata chiesta la proroga entro le 12 miglia (nel caso vincano i “SI” al referendum, non potranno essere prorogate).
IL QUESITO
Il referendum propone l’abolizione del comma 17, terzo periodo, dell’articolo 6 del dlgs n. 152 del 2006, limitatamente alle parole: “Per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”, ed ha la seguente denominazione: “Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per titolo abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento”.

Liberalizzata la pillola del giorno dopo. Ma intanto il maschilismo della politica…
Maria Mantello

Le donne italiane maggiorenni dal 12 marzo possono acquistare senza ricetta medica la “elleOne”, nome commerciale dell’ulipristal acetato.
È questo l’anticoncezionale d’emergenza sempre più usato dal suo decollo nel 2009, perché tollerabilissimo ed efficacissimo, visto che continua ad agire per cinque giorni (120
ore) dalla sua assunzione entro le 24 ore da un rapporto a rischio di gravidanza, agendo prima che la fecondazione avvenga. Un “particolare” importante quest’ultimo, e da ricordare sempre, per sbugiardare chi in totale malafede continua a predicare che la pillola del giorno dopo è un farmaco abortivo.
A liberare le donne dalla prescrizione medica obbligatoria è stata la delibera dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) del 21 aprile 2015 (pubblicata in Gazzetta ufficiale l’8 maggio 2015). Lo Stato italiano ha così ottemperato finalmente alla richiesta della Commissione Europea del gennaio del 2015. Dopo 16 anni di battaglie per la diffusione della pillola del giorno dopo, finisce almeno la lotta contro il tempo delle donne per ottenere l’obbligatoria prescrizione. Una lotta fatta di angoscia per la paura di non riuscire ad assumere il farmaco entro 24 ore dal rapporto sessuale, e di umiliazioni inflitte da medici e farmacisti che accampavano finanche illegittime obiezioni di coscienza, in una spregiudicatezza amorale di omertose connivenze in genuflessione al Vaticano. Hanno vinto le donne, anche se molta strada c’è ancora da fare.
Si pensi alla mancanza di informazione ed educazione sessuale attraverso campagne statali. Improbabili per Governi che poco si preoccupano di far valere il diritto della donna alla legale interruzione volontaria di gravidanza (legge 194) nei pubblici ospedali, contro il boicottaggio dei medici obiettori. Questa liberalizzazione della pillola del giorno dopo, resta comunque un segnale di civiltà, che rinforza il diritto umano fondamentale dell’autonomia della donne nel decidere se, e quando avere un figlio. È una vittoria dell’emancipazione sulla stereotipia sessista di un maschilismo mai morto e subdolo che vorrebbe incastrare ancora le donne nel dualismo speculare di servizio: “madre” o “seduttrice”. Un maschilismo che stiamo vedendo all’opera in questi giorni per la designazione dei candidati a Sindaco.
Ecco allora il mantra del ‘Pensa a fare la mamma e allatta’, ammantato di melensa attenzione patrialcal-decadente dal duo Bertolaso (nel ruolo di spalla) e Berlusconi (nel ruolo di capo di ritorno sul viale del tramonto). Oppure quello dell’arroganza simmetrica stile ‘Ti candido solo se sei bella’ del guru del ciberspazio Casaleggio, che di giorno comizia intabarrato in impermeabile e coppola (non un granché di visione estetica!), e di notte (forse) sogna per il suo “Pianeta Gaia”, tante virtuali Jessica Rabbit.

RUBA E VIVI PIU’ CONTENTO CHE MAI

In 5 anni la Magistratura contabile ha emesso condanne per 646 milioni. Ma gli amministratori pubblici ne hanno restituiti sono un terzo. Insomma chi dentro lo Stato ruba allo Stato se la cava alla grande. O non restituisce niente o rende solo un terzo. Tra i condannati celebri abbiamo di tutto: Parlamentari, sottosegretari, presidenti di provincia o di regione. Nessuno è punito, nessuno esce dalla politica, nessuno va in galera, nessuno rende il maltolto. La Repubblica italiana è fondata sul furto e la frode.
I nomi illustri abbondano: Marcello Pittella, governatore attuale della Basilicata, (pd), Vito de Filippo sotto segretario (Pd), Giancarlo Galan, ex Presidente del Veneto, Antonio Bassolino, Virginio Merola sindaco di Bologna, Riccardo Illy Presidente del Veneto e Renato Soru Presidente della Sardegna.
Si sono fatte le leggi in modo da non essere mai puniti, però infieriscono sul cittadino insolvente con Equitalia.
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L’evasione fiscale in Italia è al 27% del Pil, in Germania al 16, ma in Germania per evasione fiscale si va in carcere, qui si fa carriera. In Germania i colletti bianchi in carcere sono 7.986, da noi 230.
In Germania gli evasori sono considerati criminali e la loro vita è stroncata, vige però l’autodenuncia, presentandosi al Fisco spontaneamente si evita il carcere, e si paga solo una penale del 5%. Ovviamente, però, si rendono le somme sottratte con interessi del 6% annuo. In un anno ci sono stati 26.000 ‘pentiti’.
In Italia il Fisco sarà sempre una latrina, perché la classe politica non è credibile. Siccome conta un vasto numero di delinquenti e di evasori, non manderà mai in carcere chi evade. Renzi e la Boschi sono figli di due condannati per bancarotta fraudolenta, la delinquenza ce l’hanno di casa.
Berlusconi è il grande esempio: condannato in via definitiva per una evasione riscontrata di 368 milioni, se l’è cavata con qualche ora di servizio per gli anziani ed è rimasto in politica. In Germania l’ex Presidente della Bayern, Hoeness, ha evaso 28 milioni ed è finito in carcere.

Gianluigi segnala:
Nella dieta dei Cavalieri Templari il segreto della longevità
(Francesco Franceschi, direttore medicina d’urgenza Policlinico Gemelli di Roma).

Hanno vissuto 40 anni in più rispetto alla media dei loro coetanei. Non trascurando mai l’attenzione all’igiene a tavola, ma anche alla qualità e varietà degli alimenti. Poca carne, a cui preferivano i legumi, il pesce e la frutta fresca. “Una dieta che ha portato 314 Cavalieri Templari, uno dei più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani, in molti casi a superare i 70 anni. La spiegazione potrebbe risiedere nell’effetto positivo esercitato sulla flora intestinale da una alimentazione più sana rispetto a ciò che si mangiava nel Medioevo. Una fonte naturale di probiotici che ha effetti positivi e protettivi sulla flora gastrointestinale (i probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute).
Grazie all’indagine condotta sui documenti dell’epoca e del processo, è stato evidenziato come la dieta di questi monaci-soldati li ha aiutati a vivere più a lungo della media, in un periodo dove l’aspettativa di vita oscillava tra 25 e 40 anni. Nel Medioevo l’alimentazione era ricca di grassi e calorie, si consumava molta carne nelle classi più ricche e la gotta era una delle patologie più diffuse. Come l’obesità, simbolo di ricchezza e opulenza, il diabete mellito e i livelli di colesterolo e trigliceridi erano molto alti.
La dieta dei Templari, molto moderna e se vogliamo antesignana della dieta Mediterranea, combatteva tutte queste malattie: poca carne (2 volte a settimana), molti legumi (tre piatti a settimana) che invece oggi si consumano poco ma sono invece potenti probiotici, il pesce era molto frequente, l’acqua la bevevano addizionata con la spremuta di arance per arricchire la carica anti-batterica. Al vino (molto razionato) aggiungevano polpa di Aloe, una pianta dotata di azioni antisettiche e funghicide molto utile nei Paesi con climi desertici caldi.
La longevità è stata una caratteristica peculiare dei Templari: Hugues de Payens morì a 66 anni; l’ultimo gran maestro Jacques de Molay quando fu ucciso, dopo 7 anni di prigione, aveva 67 anni. Al tempo questa eccezionale dote era attribuita ad uno speciale ‘regalo’ divino, ma in realtà dietro c’erano abitudini alimentari e igieniche codificate in regole da Bernardo di Chiaravalle.
Oltre alla regole scritte, i Templari avevano anche principi di comportamento da rispettare per evitare la diffusione delle infezioni: era obbligatorio per tutti lavarsi le mani prima di mangiare, il refettorio dove si riunivano per consumare i pasti doveva essere ben tenuto e con tovaglie linde sempre pronte. Era bandita la caccia a fini alimentari, mentre furono proprio i Templari a dedicarsi all’allevamento del pesce. Un alimento molto presente nel loro regime alimentare, insieme ai formaggi, la frutta fresca e l’olio d’oliva.
I Templari consideravano i frutti di mare un ottimo sostituto della carne, in questo modo beneficiavano dell’effetto positivo degli acidi grassi omega-3 sui livelli ematici di colesterolo e trigliceridi, oltre all’effetto antiossidante e antidepressivo dei molluschi, per cui crediamo che la dieta e le abitudini di vita potrebbero essere la spiegazione per la loro straordinaria longevità.
I templari si nutrivano bene rispetto alla loro epoca anche perché erano ottimi “fattori”, gestivano con tecniche ed organizzazioni all’avanguardia le loro numerose aziende agricole, sempre insediate dove abbondava l’acqua, favorendo in tal modo anche la pescicoltura e l’irrigazione. Erano maestri anche nella viticoltura e produzione di vino (soprattutto in Francia) che esportavano in tutto il continente e nel Medio Oriente. Non disdegnavano l’olivicoltura, in quanto l’olio d’oliva non mancava mai nelle loro tavole ed era un condimento di primaria importanza nella loro alimentazione.
Bere vino era consentito anche dalla loro Regola, dettata da Bernardo di Chiaravalle, giustificato come rimedio al freddo, per riscaldare il cuore e le membra, anche se dalle cronache dell’epoca pare che ne abusassero. Si presume che fosse prevalentemente vino bianco, in misura minore anche rosso, sicuramente annacquato.
I formaggi erano prevalentemente di pecora e capra, in quanto i bovini domestici venivano usati per i lavori nei campi, l’unica eccezione era il “grana” (poi divenuto grana padano) la cui invenzione è attribuibile ai monaci cistercensi che inizialmente lo chiamarono “caseus vetus”, e proprio nell’epoca in cui vissero i Templari ne aumentarono la produzione edificando i primi caseifici.
Mentre nelle taverne i cibi erano molto speziati e salati (per insaporirli, conservarli e riciclarli), quelli consumati dai Templari erano più freschi e sobri, e quindi si suppone fossero anche più facilmente digeribili ed assimilabili.
I templari avevano un vero manuale di vita, che per quanto possa sembrare rigido e severo, nel codificare anche l’alimentazione consentiva loro di condurre una vita molto più sana e longeva rispetto a tutto il resto della popolazione, con particolare riferimento all’aristocrazia, che potendosi permettere di tutto finiva per eccedere in maniera squilibrata ed insana e pertanto finiva per non godere di maggiori aspettative di vita rispetto al volgo (che moriva di stenti e malattie infettive).
I componenti della nobiltà finivano paradossalmente per ammalarsi per un errato ed esagerato regime alimentare che induceva processi biologici degenerativi, quando addirittura non si intossicavano per le “farciture” con cui abbellivano i cibi per motivi estetici e di sfarzo modaiolo con sostanze dannose per l’organismo. Spesso nobili e sovrani morivano prematuramente per motivi non identificati.
I templari disponevano di regole scritte in manuali, divise in articoli da rispettare. Ad esempio l’’articolo X stabiliva che“Tre volte a settimana vi sia sufficiente di rifocillarvi di carne, a meno che non cada il giorno di Natale, di Pasqua, la festa di Santa Maria e di Tutti i Santi, perché il troppo mangiar carne guasta la salute del corpo”.
Nella realtà a causa delle temperature riscontrabili in Terrasanta, ad esempio attorno al Mar Morto raggiungono tuttora i 50 gradi, l’uso della carne venne limitato, dando ampio spazio al pesce.
Nella dieta quotidiana dei Templari non mancavano nemmeno uova, formaggi, legumi, verdura e frutta fresca. Il pane era sempre disponibile in porzioni abbondanti ed aveva un significato simbolico e pragmatico nella loro regola, come espresso nell’articolo XV: “Sebbene il premio della povertà, che è il Regno dei Cieli, si debba senza dubbio ai poveri, a voi tuttavia, ordiniamo di dare ogni giorno al vostro elemosiniere la decima parte del pane”. Motivo per cui il pane veniva distribuito ai bisognosi in tutti i territori urbani presidiati dai templari. I templari disponevano di due tipologie di pane: il pane bigio, prodotto con farina di grano e di segale che veniva consumato nei giorni feriali, e il pane bianco, prodotto con farina bianca, consumato nei giorni festivi.
I Templari mangiavano in silenzio, nel refettorio, su tavolate di grandi dimensioni ricoperte da tovaglie bianche (solo il Venerdì Santo apparecchiavano senza tovaglia), uno di fronte all’altro, dotati di una scodella di corno o di legno ed un calice (che variava secondo i giorni, se feriali o festivi), un cucchiaio ed un coltello.
La forchetta all’epoca non era molto conosciuta, se non alla raffinata corte di Costantinopoli, e poi portata nell’XI secolo presso i veneziani da una principessa bizantina andata in sposa al doge Domenico Selvo (all’epoca si mangiava il cibo con le mani), e si suppone che da Venezia si sia diffusa gradualmente in tutte le corti della penisola e nel resto del continente.
Durante i pasti ascoltavano una lettura sacra. Il cibo non andava mai sprecato, le portate e le porzioni erano adeguate alle esigenze individuali e del contesto locale (in base ai servizi cui dovevano provvedere ed alle situazioni contingenti oltre che al clima locale e stagionale, per cui la dieta differiva tra i templari del continente europeo e quelli in Terrasanta), gli eventuali avanzi venivano dati ai bisognosi.
Rimane un mistero ancora oggi il perché i Templari in Terra Santa soffrissero di epistassi, anche se si presume fosse un disturbo correlato all’alimentazione, si sospetta potesse trattarsi di un progressivo seppur non letale avvelenamento, una sorta di sabotaggio alimentare, magari nel tentativo di indebolirli e renderli meno temibili in battaglia … Ipotesi non peregrina, se si considera che a tutte le incombenze, la manutenzione ordinaria, ai servizi “logistici” e domestici, ecc., era addetto personale esterno, assunto dalle località dove erano insediati, e solo in misura minore si dedicavano membri dell’Ordine del Tempio. Personale che per quanto selezionato e tenuto sotto controllo non poteva essere assolutamente affidabile.
Non è fuori luogo precisare che la ricerca medico scientifica sotto riportata afferisce ai templari sopravvissuti alla “persecuzione” successiva al 1307 ed ordita dal re francese Filippo il Bello, l’età media dei templari è infatti desunta dagli atti dei numerosi processi perpetuati a loro carico. La Terrasanta era ormai persa da tempo, ed in ogni caso se anche si avessero dati attendibili inerenti i cavalieri rossocrociati in quei luoghi, certamente la media anagrafica sarebbe stata molto inferiore, per motivi facilmente deducibili. Da quelle parti si moriva in battaglia ed anche se si sopravviveva, ad una certa età non si era più in grado di combattere e ci si dedicava ad altre mansioni più sedentarie e/o si tornava nel continente presso una delle centinaia di Precettorie e Mansioni dell’Ordine.

RIDIAMARO :- )

Renzi: “Le mie riforme sono un bacio all’Italia bella addormentata”. Prova a farlo mentre siamo svegli! (Spinoza).
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Vauro
La Meloni avrebbe dovuto chiedere prima a Bertolaso.
Consigli?
No, preservativi.
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Alberto
Adinolfi si butta in politica. Sfondato un partito.
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Si chiama Lavinia, il nuovo utero ventenne in affitto di Berlusconi.
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http://masadaweb.org


PASQUA 2016

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PASQUA 2016

AUGURI DI RESURREZIONE DA VIVIANA – MASADA

PASQUA

David Maria Turoldo

Io voglio sapere
se Cristo è mai stato creduto,
se l’evento è reale e presente,
se è venuto, e viene e verrà;
o sia appena un’invenzione
per un irreale giorno del Signore
di contro al cupo giorno dell’uomo.

Io voglio sapere
se l’uomo è una fiera
ancora alle soglie della foresta:
se la ragione è una rovina
se i fatti hanno una ragione
se la ragione è ancora utile.
Io voglio sapere
se ci sono ancora gli assoluti
o se io sono sacerdote
di colpevoli illusioni,
se è vero che saremo
finalmente liberi se saremo
ancora liberi se saremo mai liberi.

Io voglio sapere
se cantare è ancora possibile
se da ricchi canteremo ancora
se dipingere è ancora possibile
se la bellezza esisterà sempre,
se possibile sarà ancora contemplare.

Io voglio sapere
se la vita è solo meretricio
se il vostro vivere è appena una difesa
contro la vita degli altri:
se qualcuno, almeno qualcuno
crede che tutti gli uomini
sono una sola umanità.

Io voglio sapere
se la pace è possibile
se giustizia è possibile
se l’idea è più forte della forza:
quest’uomo bianco,
il più feroce animale
sempre all’assalto
contro ogni altro uomo
o maledetta Europa.

Io voglio sapere
se Cristo è veramente risorto
se la chiesa ha mai creduto
che sia veramente risorto.
Perché allora è una potenza,
schiava come ogni potenza?
Perché non si libera dalla ragione
non rinuncia alle ricchezze
per questa sola ricchezza di gioia?
Perché non dà fuoco alle cattedrali,
non abbraccia ogni uomo sulla strada
chiunque egli sia,
per dirgli solo: è risorto!
E piangere insieme,
piangere di gioia?
Perché non fa solo questo
dire che tutto il resto è vano?
Ma dirlo con la vita con mani candide
occhi di fanciulli.
Come l’angelo dal sepolcro vuoto
con la veste bianca di neve nel sole,
a dire: «Non cercate tra i morti
colui che vive!».
E noi grondare luce
perché vive di noi:
noi questa sola umanità bianca
a ogni festa
in questo mondo del nulla e della morte. Amen.


MASADA n° 1749 3-4-2916 REFERENDUM SULLE TRIVELLE

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MASADA n° 1749 3-4-2916 REFERENDUM SULLE TRIVELLE

Blog di Viviana Vivarelli

Il 17 aprile siamo chiamati a votare un referendum – Il Pd cerca di sabotare il referendum – L’inquinamento delle trivelle e delle petroliere – L’abbassamento del fondale e delle coste – Il danno per le aziende del commercio, del turismo e della pesca – La spesa dello Stato – Gli scarsi guadagni per le casse del Tesoro – i favori alle lobbie e le probabili mazzette – I numeri truffa del Governo – Lo scandalo della Guidi, del suo compagno e della Boschi – La collusione di Renzi che querela il M5S – 300 milioni via buttati per non unificare la data del referendum con le amministrative e impedire che il quorum sia raggiunto- Il comportamento anticostituzione e antidemocratico del Pd

Racconto delle due città di Charles Dickens
Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi; eravamo tutti diretti al cielo, eravamo tutti diretti altrove.

Ale9000
Qualche tempo fa Luttwak per spiegare la cocciutaggine di certi elettori italiani disse: in Italia c’è gente che voterebbe Berlusconi pure se gli trovassero resti umani nel frigo.
Ecco, leggendo certi commenti si ha la sensazione che la sindrome si sia trasferita agli elettori del Pd.
..
Ant
Negli ultimi 10 giorni:
– arrestato Sandro Principe, sottosegretario al lavoro ed capogruppo PD
– arrestato Umberto Bernaudo ex sindaco ex consigliere Provinciale PD
– arrestato Pietro Paolo Ruffolo, ex consigliere ed ex assessore PD
– arrestato Rosario Mirabelli, ex consigliere regionale PD-NCD
– arrestato Giuseppe Gagliardi PD
– arrestata Rosaria Vicino, sindaco PD
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Armando di Napoli
Disastro ambientale

Cormorani e esseri umani
spiccano il volo lasciando
un mondo assurdo manipolato
da bestie disumane chiamati uomini
inchiavate in balordi affari
creatori di disastri ambientali
spiumati dal martirio svolazzano
gli undici operai bruciati
saltati in aria insieme
alla deepwater horizont
urlano chiedendo verità
del vostro consapevole massacro
senza colpevoli mentre trivelle
vestite di contrabbando
sfondano i mari innocenti
dividendi e titoli in borsa
verranno quotate inguaribili malattie

esacerbazione di malattie respiratorie
patologie della pelle (follicoliti cutanee)
di aumento dell’incidenza di tumori
e di aborti spontanei
neonati di basso peso alla nascita o pretermine
il danno all’industria locale della pesca
100 000 barili di idrocarburi al giorno
che fate ingoiare con prepotenza
creata dal vostro scellerato scempio
coinvolti nel vostro genocidio
o mattanza cruda avvelenati
dalla vostra incapace stupidità
numerose specie di pesci tartarughe marine
squali delfini e capodogli tonni
granchi e gamberi ostriche, menhaden
varie specie di uccelli delle rive
molte di uccelli migratori pellicani
strilli impazziti di una musicalità
che esce dagli orrori di lager
s’aggrappano ai dorsi di stelle marine
inchiodate negli abissi del mondo
dell’assurdo commercio
albergato da corpi di anime mascherate
di imbrogli che uccidono per interessi
bruceranno altri oceani
per i vostro egoismo
nelle mani vi troverete
solo la merda di satana
trasformata in banconote
che vi fanno accelerare
i battiti dei vostri infami cuori
che non conoscono amore…

DATA E OGGETTO

Il 17 aprile i cittadini italiani saranno chiamati a votare per un referendum che chiede la cessazione dell’uso delle trivelle del gas dell’Adriatico entro le 12 miglia dalla costa.
Si vota per eliminare la frase “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.
Votando sì al referendum si chiuderà l’uso di queste trivelle che stanno inquinando il mare, fanno abbassare la costa e minacciano il turismo, il commercio e la pesca della costa adriatica.
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I PROMOTORI

L’intenzione dei promotori del referendum del prossimo 17 aprile è chiara: fermare le trivellazioni e mettere fine alla ricerca e all’estrazione di petrolio e gas nei mari italiani, almeno entro il limite di 12 miglia nautiche che definisce le acque territoriali. L’intenzione è esplicita, e rimanda a questioni di fondo: la politica energetica del paese, gli impegni assunti dall’Italia per limitare le emissioni di gas di serra che alterano il clima, la sua politica industriale. Se puntare sui pochi giacimenti di gas e di petrolio italiani, o piuttosto su altre risorse – turismo, agricoltura, beni culturali, protezione ambientale.
Il referendum riguarda la durata delle concessioni (i “titoli”) per estrarre idrocarburi. I titoli di norma sono concessi per 30 anni; la compagnia concessionaria può chiedere una prima proroga di dieci anni e altre due di cinque ciascuna. La legge di stabilità 2016, però, parla di “vita utile” del giacimento, che significa allungare una concessione in modo indefinito.
Se vince il sì, quella frase sarà cancellata. In quel caso le piattaforme oggi attive continueranno a lavorare fino alla normale scadenza della concessione, o dell’eventuale proroga già ottenuta, ma poi nessuna nuova proroga, andranno smantellate.

Il referendum è stato promosso nel settembre 2015 da 10 regioni italiane (rimaste 9 quando l’Abruzzo si è defilato), che hanno accolto gli appelli di un coordinamento No triv e di un gran numero di associazioni, tra cui le storiche organizzazioni ambientaliste nazionali e molte locali.
Il ministero per lo sviluppo economico (Guidi) ha chiarito che riguarda 135 piattaforme oggi attive, “ma il numero di concessioni è minore perché ognuna può comprendere più piattaforme”.

Durante la recente conferenza dell’Onu sul clima, a Parigi, “l’Italia si è impegnata a cominciare una ‘transizione’ verso le energie rinnovabili e l’uscita dai combustibili fossili per contenere il riscaldamento globale. Ma non sta facendo proprio nulla in questa direzione”.

I DANNI

I critici delle trivelle spiegano che i giacimenti italiani sono poca cosa, e del tipo più “sporco”, con alto contenuto di sostanze sulfuree. Le riserve certe nei nostri fondali marini ammontano a 7,6 milioni di tonnellate di petrolio, secondo le valutazioni del ministero dello sviluppo economico: stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. Sommando le riserve su terraferma si arriverebbe a 13 mesi. Più consistenti quelle di gas che arrivano a 53,7 milioni di metri cubi. Diciamo che sul bilancio energetico non inciderebbero molto.
Gli effetti dell’estrazione invece sono duraturi. La costa adriatica per esempio vive di turismo, “ma pensate che i turisti continueranno a venire se gli riempiamo il mare di trivelle.
Il turismo in Italia occupa tre milioni di persone e produce il 10 % del pil nazionale. Si promotori. Si aggiungano pesca, agroalimentare, e la gestione del patrimonio culturale: industrie consolidate messe a repentaglio dalla ricerca di idrocarburi.
Poi gli effetti ambientali. Le ricerche in mare sono fatte con la tecnica chiamata air gun, “fucile ad aria compressa”, che significa sparare bolle d’aria in modo ripetuto e alta frequenza sui fondali, come esplosioni, per provocare onde d’urto con impatto negativo sulla fauna marina. Inoltre estrarre il gas provoca un forte rischio che i fondali sprofondino, e per la laguna veneta sarebbe il colpo finale. Ancora, un recentissimo studio di Greenpeace documenta l’inquinamento delle piattaforme nell’Adriatico.

Il referendum sulle trivelle dovrebbe sollecitare un ripensamento della politica industriale.
La Cigil dice che non è vero che se vince il sì si perdono posti di lavoro. Le piattaforme danno poco lavoro, e solo nella fase della trivellazione: poi lavorano tutto in remoto”.
Il tema delle trivelle avrebbe dovuto riaprire i piani sulla politica industriale, energetica ma a Renzi non interessano. Del referendum sulle trivelle si parla ben poco. E Renzi ha invitato all’astensione. Il paradosso è che proprio il Governo invita i cittadini a non esercitare un diritto democratico. Cosa ancor più paradossale: molte tra le regioni che hanno promosso quel referendum sono governate proprio dal Pd.

Viviana
Tale Kurtz trova contraddittorio anche che il M5S, per finanziare il reddito minimo di cittadinanza, chieda un aumento delle tasse sulle società petrolifere che cercano gas o petrolio nel nostro Paese e che voti Sì al referendum sulle trivelle.

Caro Kurtz
le risorse previste dal M5S per il reddito minimo di cittadinanza, al momento della presentazione della proposta di legge, nel 2014, erano una ventina:
-una patrimoniale (calcolata sui beni superiori al 1.500.000 €, escluse le prime case e i beni strumentali ma incluse le automobili, le imbarcazioni e gli aeromobili di valore)
-tassazione sui capital gain (guadagni sulle compravendite finanziarie)
-tassazione sulla speculazione finanziaria
-2,7 miliardi di tassazione maggiorata sulle slot machine e i giochi d’azzardo (devo ricordare i 98 miliardi bypassati su coloro che non avevano collegato le macchinette per non pagare la tassa? Devo ricordare che tra i gestori delle macchinette ci sono persone della ghenga di Alemanno e pezzi della mafia?)
-altri 2,5 mld da tagli alla Difesa (devo ricordare che la ministra Pinotti ha appena investito 5,4 miliardi in super navi da guerra? Che ovviamente avranno bisogno ora di essere attrezzate. E che sono ancora in corsa i 15 miliardi per gli F35 che cadono in caso di temporale e non hanno superato i test di agibilità? E che siamo entrati in guerra contro la Libia senza nemmeno il voto del Parlamento?)
-c’è anche un contributo di solidarietà dalle pensioni d’oro (Devo ricordare che pensioni d’oro sono una caratteristica solo italiana? Noi diamo i vitalizi persino ai parlamentari condannati e cacciati dal parlamento!)
-previsto un aumento al 18 per mille dell’imposta di bollo sui beni scudati (o vogliamo continuare a premiare gli evasori patteggiando con loro il 5% o lasciando che la prescrizione annienti migliaia di processi ed evitando con cura i sequestri?)
-previsto anche un taglio su tutti i ministeri tra gli 1,5 e i 2 miliardi di € ma anche tagli, per es., sugli stipendi degli ambasciatori o delle cosiddette ausiliarie del personale dell’esercito
-e tagli all’editoria (lo sapete che l’ultimo film di Belen ha preso 200.000 € di finanziamento di fondi pubblici?)
Il M5S chiedeva anche che la Chiesa pagasse la TASI sugli immobili adibiti a commercio ma lasciamo perdere…
Questo elenco si è poi aggiornato e ha aggiunto anche un aumento di quanto le società estrattive pagano all’Italia.

Ti ricordo che il petrolio o il gas in Italia non si trovano solo nel mare Adriatico, ma in Sicilia, Basilicata e Calabria e non mi pare che su quelli i 5stelle appoggino referendum, anche se la linea ambientalista del Movimento è sempre stata contraria agli idrocarburi e abbia sempre richiesto un incremento delle energie verdi che ci renderebbero anche liberi dalla dipendenza con multinazionali straniere. L’Italia ha anche grandi giacimenti, come quello di Val d’Agri in Basilicata che è il più grande dell’Europa continentale, e quello dell’area di Crotone in Calabria (Il Campo Luna-Hera Lacinia), posizionandosi al 4° posto fra i paesi europei produttori di petrolio e al 49º come produttore mondiale di petrolio per quantità (0,1% sul totale della produzione mondiale). Ci sono poi giacimenti di gas emiliani, piemontesi ed altri. Nel 2012 l’Italia ha avuto una produzione giornaliera media di petrolio di 105.000 barili al giorno, collocandosi al 4° posto in Europa, fra le nazioni produttrici, dietro Norvegia (1.913.000 bbl/g), Regno Unito (950.000 bbl/g), Danimarca (201.000 bbl/g).
Il gettito delle royalties per l’anno 2012 è stato di 333 milioni di euro, una cifra ridicola, in quanto l’Italia fa pagare alle compagnie le royalties più basse del mondo, appena il 7% del valore di quanto estraggono, inoltre, la maggior parte di questi impianti sono così poco produttivi da rimanere entro una soglia di produzione, che è definita franchigia, al di sotto della quale non si pagano royalties. I 5stelle ritengono pertanto che queste royalties possano essere aumentate. Questo non contrasta col referendum sulle trivelle nell’Adriatico, che sono comunque quasi alla fine di ciò che è estraibile.
Il referendum ha lo scopo di salvare l’Adriatico da un inquinamento irreversibile, gravissimo in un mare chiuso, salvare la pesca e il turismo ed evitare il costo per lo Stato di alcuni miliardi l’anno per rifare le coste, visto che le trivelle comportano un abbassamento del fondale e delle coste di 70 cm l’anno con conseguente scomparsa delle spiagge che sono vitali per le migliaia di industrie del commercio e del turismo sulla riviera adriatica.

LE MENZOGNE DEL GOVERNO

Secondo Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, il Governo mente quando parla di 23.000 posti di lavoro perduti perché al massimo sarebbero 70, in quanto le piattaforme sono strutture controllate da remoto che non prevedono la presenza costante di lavoratori e richiedono solo saltuariamente attività di manutenzione, mentre, se lo Stato investisse in energia verde, avremmo migliaia di posti di lavoro in più evitando ogni pericolosa dipendenza estera e ogni inquinamento. Queste piattaforme ormai estraggono pochissimo, sia in termini di gas che di petrolio, ma le società interessate intendono rimandare la dismissione e soprattutto il momento dello smantellamento delle piattaforme stesse. Non è vero nemmeno che queste piattaforme producano un quantitativo di gas equivalente al 3% dei consumi annui nazionali, come mente il Governo, ma solo qualche misero decimale, mentre ciò che Renzi non dice è che il gas e petrolio estratto non è dell’Italia ma delle compagnie.

Ma il comportamento di Renzi e del Pd è stato ignobile perché, prima di tutto, per paura che i votanti raggiungessero il quorum, ha staccato il voto delle amministrative da quello per il referendum, con un danno di 300 milioni, poi ha impedito un giusto dibattito sulle tv op sui media, infine Renzi ha ordinato ai suoi di disertare il voto, ingiuriando così i diritti dei cittadini sul referendum, il diritto di informazione e quel poco di democrazia diretta che ancora i referendum consentirebbero e dimostrando coram populo che del bene comune proprio se ne frega, mentre fa solo gli interessi delle multinazionali così come fa quelli delle banche e della finanza.

LO SCANDALO DELLE INTERCETTAZIONI COSTRINGE LA GUIDI ALLE DIMISSIONI

A rendere più sporco il suo operato è scoppiato lo scandalo delle intercettazioni sulla Guidi, ministro dello Sviluppo economico, il cui compagno, Gemelli, parla di una norma che sarebbe passata con la complicità della Boschi, fatta per fargli guadagnare due milioni e mezzo, in quanto dirigente Total. Sotto l’onta dello scandalo, la Guidi si è dimessa. Ma resta la collusione del governo Renzi nell’affare sporco a riprova di chi si beneficia delle leggi di Renzi, e non è certo il popolo italiano. E’ seguita una ondata di arresti tra i dirigenti Eni, ed è risultato chiaro che il progetto ‘Tempa rossa’ da realizzare in Puglia era stato presentato al Governo in combutta con esso per favorire interessi sporchi, il tutto danneggia la reputazione della solita responsabile per le Riforme Maria Elena Boschi ma sporca anche Renzi. E negli atti processuali emerge anche il ruolo del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, che si mette a disposizione di uno degli imprenditori indagati e di alcuni amministratori. locali promettendo assunzioni.
L’ignobile progetto ‘Tempa Rossa’ era stato stoppato dai 5stelle, ma ora la Guidi tentava di ripresentarlo con la complicità della Boschi e il silenzio-assenso di Renzi.
Gemelli per telefono dice: «La chiamo per darle una buona notizia… si ricorda che tempo fa c’è stato casino, che avevano ritirato un emendamento (grazie al M5S)… pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato, pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni… che pare… siano d’accordo tutti…perché la Boschi ha accettato di inserirlo… è tutto sbloccato! (ride)…volevo che lo sapesse in anticipo! mi hanno chiamato adesso… e quindi siamo a posto!». Cobianchi mostra soddisfazione. Insomma l’affare delle estrazioni degli idrocarburi in Italia puzza di sporco ovunque lo si guardi.

CONTAMINAZIONE

Sappiamo tutti che queste piattaforme adriatiche inquinano oltre i limiti previsti dalla legge. C’è una contaminazione grave e diffusa, fatta di metalli pesanti e idrocarburi i cui valori sono 3 volte su 4 fuori dei parametri di legge. E non sono solo le piattaforme a inquinare ma le petroliere la causa del catrame che arriva sulle nostre coste, danneggiandole.
Il Governo Renzi si regge su truffe, numeri falsi e imbrogli e fa, come al solito, solo l’interesse proprio (tangenti) e quelli di poteri esteri.
Torniamo al punto di partenza: un governo messo su da multinazionali e potere finanziario, i cui membri, Renzi in testa, fa l’interesse dei potenti e calpesta quello dei cittadini.

Blog di Grillo

Le dimissioni del ministro Guidi sono un’ammissione di colpa, dimostrano il coinvolgimento del ministro Boschi e del Bomba che fanno l’interesse esclusivo dei loro parenti, amici, delle lobby e mai dei cittadini. Devono seguire l’esempio della Guidi e dimettersi subito: la misura è colma. Che altro deve succedere perché si schiodino dalla poltrona questi abusivi non eletti da nessuno? I cittadini vengono prima dei papà banchieri indagati e dei compagni petrolieri. Basta battute, basta supercazzole, basta balle. Renzie e la Boschi devono presentarsi dinanzi al Parlamento, dire la verità sui favori alle banche, ai petrolieri e alle lobby e andarsene.
Nella telefonata intercettata dai pm di Potenza nelle indagini sul traffico illecito di rifiuti, tra la ministra Guidi e il compagno Gemelli, si fa riferimento a un emendamento che era stato tolto dallo ‘Sblocca-Italia’ e che doveva essere reinserito nella legge di Stabilità 2015. “Dovremmo riuscire a metterlo dentro al Senato, se Maria Elena (la ministra Boschi, ndr)) è d’accordo”, afferma Guidi nella telefonata. Secondo i pm, l’emendamento avrebbe favorito le aziende di Gemelli, facendogli guadagnare 2,5 milioni di subappalti. La Guidi chiese l’avvallo della Boschi che – per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva – inserì l’emendamento incriminato nel testo del maximendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia.
Un meccanismo perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro.
Ora si capisce perché il Pd ed il governo incitano illegalmente all’astensione sul referendum delle trivelle in programma il prossimo 17 aprile: intacca gli interessi delle compagnie petrolifere e tutela i cittadini e l’ambiente. Il Bomba non può permetterlo.
#RenzieBoschiACasa!

Blog di Grillo
“Domani il MoVimento 5 Stelle con i suoi portavoce in Parlamento nelle regioni e nei comuni sarà in Basilicata per denunciare l’ennesimo scandalo che coinvolge il governo e le lobby. Facciamo un appello a tutti i cittadini, gli attivisti e gli eletti locali del M5S: chi ha la possibilità venga assieme a noi al giacimento di Tempa Rossa a far sentire la voce di tutto il popolo oppresso da questo governo che pensa solo alle lobby e ai parenti. Il caso Guidi è solo la punta dell’iceberg. Questo è un maxi-scandalo che vede protagonista tutto il Governo Renzi e il Partito Democratico. Sapete quanti sono i soggetti coinvolti direttamente o indirettamente nelle inchieste di Tempa Rossa e Viggiano?
– la Ministra del Governo Pd Boschi
– la Ministra del Governo Pd Guidi
– il compagno della Ministra Guidi
– il presidente della Regione Basilicata, Pd
– il capo della segreteria di Anna Finocchiaro, senatrice Pd
– la Sindaco del Comune di Corleto, sempre Pd
– il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio De Vincenti, Pd
– il consigliere regionale Robortella, Pd
– il sottosegretario alla salute De Filippo, Pd
– il potente burocrate del Ministero
– il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana
Serve dire altro?

TUTTI SAPEVANO

Adesso cercano anche di intimidire minacciando querele. Parlano di diffamazione solo nel tentativo di nascondere e fuorviare la verità che è una sola: tutti sapevano che l’emendamento “Total” era un emendamento marchetta, scritto dal Governo della Lobby, questa volta per le Lobby del petrolio. Ci sono le prove, certe, pacifiche ed incontestabili sin dal 17.10.2014. Il M5S, infatti, prima costringe la maggioranza a ritirare l’emendamento presentato allo Sblocca Italia attraverso la denuncia e l’opposizione in particolare della Deputata Mirella Liuzzi. Poi accade di nuovo il 13.12.14, quando a seguito della riproposizione, questa volta al Senato, dello stesso emendamento da parte del Governo, con il previo assenso del Consiglio dei Ministri ed il “total” accordo della Boschi, il Senatore M5S Cioffi denunciava in Aula l’emendamento marchetta quasi preannunciando quello che poi nei fatti starebbe emergendo dalle indagini della Procura di Potenza e coordinate dall’Antimafia. E cioè una grave commistione tra Governo e Lobby del petrolio, un evidente conflitto di interessi tra cariche governative e interessi privati, ed un groviglio di reiterate menzogne da parte del PD e del Governo ai danni dei cittadini. Tutti, dunque, sapevano o avrebbero dovuto sapere a seguito delle denunce del M5S di quali fossero i rischi e/o le finalità che l’emendamento incriminato avrebbe potuto comportare. Dall’intero Parlamento al Governo che adesso ha l’obbligo di dimettersi. Ci sono le prove. Ed il M5S auspica che possano essere acquisite dai Magistrati agli atti come ulteriore supporto alle indagini, anche in vista della prossima chiamata davanti alla Procura sia della Guidi che della stessa Boschi. Nel frattempo, l’emendamento va immediatamente ritirato. Questo si che è un atto dovuto!
MoVimento 5 Stelle Parlamento

L’EMENDAMENTO TRUFFALDINO

Era venerdì 17, quel decreto era una dichiarazione di guerra. Fu irella Liuzzi, deputata M5S lucana, ad accorgersi della trappola. Quelle poche righe avrebbero trasformato le infrastrutture energetiche in impianti strategici. Da proteggere con i militari e con il segreto. Senza controlli pubblici, senza monitoraggi.
Tempa Rossa, ci venne subito in mente. Mirella urlò: “È una vergogna”. Scoppiò il putiferio. Realacci fece il pesce in barile. Dovette sospendere la seduta. E chi si palesò in commissione per spingere l’emendamento pro-Guidi? L’allora viceministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti. Il potentissimo che oggi siede al posto di Delrio come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il vice di Renzi, insomma. Le truppe cammellate piombate di notte in Commissione per avallare l’emendamento che oggi sappiamo era fortemente voluto dal compagno della ministra. Allora non potevamo saperlo, ci scandalizzammo dell’assurdità del testo che avallava un’opera pubblica inutile, dispendiosa e inquinante. Per un’ora De Vincenti parlò con Realacci, spingendo, spiegando, avvalorando tesi per far passare l’emendamento. Fu inutile. Grazie alle proteste e alle argomentazioni del M5S Realacci dovette dichiararlo inammissibile. Al rientro della pausa, ormai in piena notte, il testo fu ritirato. Vittoria a 5 Stelle.
M5S Parlamento

Siamo alle comiche. Il Bomba ha annunciato che querelerà Beppe Grillo e il M5S perché hanno osato dire ciò che è sotto gli occhi di tutti, cioè che questo è un governo asservito alle lobby del petrolio e delle banche, invischiato in conflitti di interessi giganteschi, che fa leggi non per i cittadini, ma per garantire gli affari del compagno dell’ex ministro Guidi o per salvare la banca del padre della Boschi.
Il Presidente del Consiglio non eletto da nessuno, regista e artefice di tutto ciò, non digerisce che gli si dica chiaro e tondo che lui e la sua maggioranza sono complici di questo scempio. Vorrebbe tutti zitti e buoni mentre lui porta avanti politiche che fanno gli interessi dei petrolieri e inquinano l’ambiente. Non gli piace che qualcuno dica: “sapevate tutto e quindi siete complici e collusi di ciò che avvenuto”. Eppure i fatti di Trivellopoli sono chiarissimi: l’emendamento pro Total è stato smascherato per ben due volte dal M5S, prima alla Camera quando provarono a inserirlo nello Sblocca Italia e poi al Senato, quando il governo stesso lo infilò dentro la Legge di Stabilità, blindandolo con il voto di fiducia. Anche in questa occasione Il M5S denunciò questo ennesimo colpo di mano in Aula: il senatore Andrea Cioffi disse chiaramente che qualcuno stava suggerendo al governo una norma che sbloccava l’impianto di Tempa Rossa davanti ad un Aula che poco dopo votò la Legge di Stabilità, consapevole di ciò che conteneva. Il PD e la maggioranza sapevano cosa stavano votando, e a dichiararlo è lo stesso ministro Guidi che per difendersi ha detto “tutti sapevano di quell’emendamento”. Se tutti sapevano, allora tutti coloro che hanno votato a favore di quella norma avrebbero le mani sporche di petrolio, sarebbero ‘collusi’ con questo sistema.
Il problema, per il Bomba, non è lo scandalo che travolge il suo ministro e il suo intero governo, per lui lo scandalo è il M5S che denuncia ciò che è accaduto. Per questo annuncia querela, per provare a intimidire e imbavagliare la voce di chi non fa parte di questo sistema marcio, la voce di chi osa mettergli i bastoni tra le ruote. Peccato che questa voce rappresenta 9 milioni di italiani onesti che non ne possono più. Questa voce il bomba non può zittirla, le sue minacce di querela non serviranno a nulla se non a rafforzarla. Ed è indecente vedere che davanti ad uno scandalo di tale portata, il Presidente non eletto invece di fare i bagagli e andarsene a casa con tutto il suo governo, non trovi di meglio da fare che denunciare la principale forza di opposizione che fa il suo lavoro legittimo. Il Bomba dovrebbe ricordarsi la storia di Mario Chiesa, il primo arrestato che diede inizio alla lunga serie di arresti di Mani Pulite: fu proprio una sua querela per diffamazione ad incastrarlo e a dare il via a Tangentopoli. Trivellopoli invece è appena iniziata. E ora #Querelacitutti!

LA VERGOGNA DEI PIDDINI SCHIERATI PER L’ASTENSIONE
ALESSANDRO GILIOLI

Non è la prima volta che un partito di governo si schiera per l’astensione a un referendum. Il caso più rilevante fu quello del Psi di Craxi, nel ’91, per la consultazione sul sistema elettorale promossa da Segni. Craxi la definì «incostituzionale», anzi «incostituzionalissima», «antidemocratica», «inquinante», «una truffa», «un caso di ubriachezza politica molesta». Quindi invitò gli elettori ad «andare al mare» anziché alle urne. Così trasformò il voto in un plebiscito su di lui: e perse, dando forse inizio alla rovina politica che lo avrebbe travolto di lì a poco.
Nel 2011 Berlusconi si ricordò del precedente craxiano e usò un volume molto più basso di fronte alle consultazioni sull’acqua pubblica, sul nucleare e soprattutto sul lodo Alfano, costruito attorno alla sua persona. Quindi si limitò a dire che il referendum nasceva «da iniziative demagogiche» e dunque si votava «sul nulla». Anche a lui andò male.
Ma ci sono altri precedenti di invito al boicottaggio di una consultazione popolare, alcuni dei quali riusciti. In questi giorni ad esempio è tornato d’attualità quando, nel 2003, D’Alema e Bersani invitarono a disertare il voto sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. In quel caso, vinse l’astensione.
Così come accadde due anni dopo: quando la Chiesa cattolica fece una campagna parrocchia per parrocchia per evitare che la gente andasse a votare sulla fecondazione assistita, regolata da una legge proibizionista e bigotta. A referendum fallito, il cardinal Ruini esultò: «Il popolo italiano ama la vita e diffida di una scienza che pretenda di manipolarla. E ha dimostrato maturità rifiutandosi di pronunciarsi su quesiti tecnici e complessi». Amen.
Adesso è il turno di Matteo Renzi, per il referendum sulle concessioni alle trivellazioni in mare. Il premier ieri, dal Nevada, ha invitato a disertare le urne. I rappresentanti del suo partito vanno alle tribune elettorali (obbligatorie per legge) e fanno altrettanto. Anche sui social è partita la campagna piddina all’insegna dello slogan “astenersi è un diritto”.
E certo che è un diritto. Ci mancherebbe. Ma politicamente ed eticamente basato su che cosa? «Fin dagli anni Novanta», ha scritto il costituzionalista Andrea Pertici, «chi ha voluto evitare l’abrogazione di una legge ha sempre invitato gli elettori a non partecipare al voto, cercando di avvantaggiarsi della percentuale di astensionismo sempre presente in ogni votazione popolare e che come noto è in forte aumento». Detta altrimenti: anziché votare no, chi per suoi convincimenti politici è contrario all’abrogazione di una legge assomma le proprie forze ai numeri dell’astensione “neutra”, quella di chi non partecipa al voto perché non si interessa di politica, perché quel giorno ha altro da fare, perché non trova il certificato elettorale o semplicemente perché non sa nulla del quesito posto. Gente quindi che non è né per il sì né per il no, ma a cui i sostenitori del no si accodano perché da soli rischierebbero di perdere. Così possono ottenere un risultato politico che non otterrebbero – o potrebbero non ottenere – nel confronto autentico e genuino tra favorevoli e contrari.
L’astensione così concepita è quindi – chiunque la pratichi – un sotterfugio. Un espediente con cui si evita il leale confronto democratico tra favorevoli e contrari a una cosa, qualsiasi cosa. Un trucco con cui una delle due parti aggiunge ai propri numeri reali quelli di una fetta di elettorato che invece su quella legge non ha alcuna posizione.
Questa modalità di astenersi è anche il frutto di una mentalità furbesca, opportunista e convenientista. Molto italiana e non nel senso migliore del termine. Di certo abbastanza impensabile nei paesi di cultura protestante e anglosassone: quelli dove il gioco fair è più importante ancora del risultato. Da noi invece domina il mantra del “mi conviene, quindi lo faccio”: lo stesso approccio che ci porta ad esempio a farci raccomandare o a parcheggiare in seconda fila. Leali o sleali non importa, purché si vinca, purché si ottenga il proprio risultato. Un atteggiamento che di fronte a un referendum è ancora più triste. Perché per portare casa il proprio risultato di bottega, si deforma e si umilia un evento di democrazia diretta – quindi il momento più alto della democrazia, non filtrato da apparati e non inquinato da bramosia di poltrona.
Chi mette in atto queste pratiche vince forse alle urne, ma perde di certo allo specchio.

Va dato atto a Michele Emiliano, dirigente del Pd e governatore della Puglia, di aver messo il dito nella piaga. Il vero problema posto dal referendum sulle trivelle è quello della politica energetica, ovvero dell’assenza della stessa (come di molte altre politiche degne di questo nome) da parte del governo Renzi, che campa alla giornata, fa il gioco delle tre carte e recepisce esclusivamente gli input provenienti dal potere economico. Rispetto a una linea di condotta, estremamente deplorevole, come questa, i referendum suonano evidentemente come un richiamo preciso alla responsabilità politica cui si vuole in ogni modo sfuggire e vengono quindi avversati. Ma Emiliano, che presenta la rarissima qualità di essere insieme un dirigente del Pd e una persona di indubbia popolarità e rettitudine, va oltre, affermando che nel nostro Paese “la democrazia è in pericolo”.
Risulta peraltro del tutto evidente l’incapacità del governo e del gruppo dirigente del Pd di entrare nel merito del quesito posto dal referendum antitrivelle. Il suo senso è estremamente chiaro: non rendere di durata imprevedibile (ovvero legate all’esaurimento dei giacimenti) le autorizzazioni e concessioni legate allo sfruttamento degli idrocarburi (sia petrolio che gas) presenti nei nostri mari. Rendere invece coerente tutto il sistema con l’obiettivo della legge approvata in materia che punta ad eliminare completamente i pozzi situati entro 12 miglia dalla costa dati gli effetti pregiudizievoli degli stessi sull’ambiente e sull’ecosistema. L’irragionevole deroga che si vuole, almeno in parte, levare di mezzo con il referendum del 17 aprile, è stata introdotta con la precisa intenzione di favorire le multinazionali e le altre aziende beneficiarie della stessa, le quali applicano la medesima logica che sta portando ovunque a ramengo ambiente ed ecosistema, una logica predatoria che non tiene per nulla in considerazione gli interessi delle economie e delle popolazioni locali.
Balle clamorose sono state pronunciate in questi giorni dai settori della classe politica, saldamente incistati nel governo nazionale e nei suoi paraggi, che sono maggiormente sensibili a interessi e diktat di tali predatori. La prima è che con il referendum si colpirebbe, nientedimeno, l’autonomia energetica nazionale. La seconda che si darebbe un colpo grave ai livelli occupazionali. Quanto al primo, solo una piccola percentuale (dal 7 al 10%) degli idrocarburi estratti va allo Stato, il resto appartiene alle imprese che ci fanno quello che vogliono; quanto al secondo, le concessioni in essere scadranno nella maggior parte dei casi fra molti anni e quindi ci sono tutti i tempi per trovare soluzioni alternative. Peraltro, aggiungo io, i pochi posti di lavoro in gioco non possono essere un alibi per continuare a perpetuare modelli di sviluppo insostenibili. Molto maggiore l’apporto in termini occupazionali che attività come il turismo e la pesca, gravemente colpiti dalla politica delle trivelle, possono dare.
Ovviamente si tratta di bugie facilmente smascherabili come tali. Ecco allora partire il secondo, ben più temibile, livello della controffensiva piddina. Puntare sull’assenteismo “fisiologico” degli elettori e sulla scarsa informazione in materia per disincentivare l’afflusso alle urne ed evitare il raggiungimento del quorum. In questo senso si adoperano incessantemente e vergognosamente i mezzi di informazione “pubblica” asserviti al governo. Un noto giornalista televisivo ha affermato addirittura che interessate dal voto siano solo “alcune Regioni”. Sebbene il livello di ignoranza sia mediamente piuttosto alto, non si può credere che tale bufala sia stata messa in circolazione solo per sbaglio. Si deve quindi ritenere l’esistenza di una precisa strategia di disinformazione direttamente ispirata da Palazzo Chigi. I recenti dati diffusi dall’Agcom parlano chiaro: uno spazio assolutamente irrisorio dedicato a una fondamentale scadenza democratica.
Lo spregio della volontà e della dignità degli elettori è aperto e scandaloso. Non è del resto un caso che, mentre diffonde balle e cerca in ogni modo di impedire il raggiungimento del quorum il 17 aprile, questa maggioranza, arricchita da pregiudicati come Verdini, si è recentemente dedicata a riscrivere la legge sull’acqua in modo assolutamente contrario ai voti espressi a grande maggioranza dal popolo italiano. L’intento è con ogni evidenza quello di frustrare l’elettorato, dimostrando in ogni modo che la volontà dei cittadini non conta assolutamente nulla e che il governo, ovvero, per suo tramite Unione europea, multinazionali, finanza e poteri forti di ogni genere, fa comunque come gli pare. Quindi Emiliano ha ragione. Ci troviamo di fronte a un grave pericolo per la democrazia. Dovrebbe, sia detto per inciso, trarne ogni conseguenza, abbandonando Renzi & C. al loro destino. Boicottando il funzionamento di un istituto essenziale per la democrazia come il referendum previsto dall’art. 75 della Costituzione repubblicana, questi si rendono colpevoli a ben vedere di una vera e propria eversione antidemocratica. Ma sarà impossibile loro sfuggire al verdetto delle urne in occasione del referendum costituzionale. È a tale scopo indispensabile che si allarghi e consolidi il fronte di coloro che hanno a cuore la democrazia e la Costituzione e sono sempre più consapevoli della necessità di infliggere al disegno autoritario renziano un colpo davvero mortale.

E’ indagato anche Gianluca Gemelli, il compagno del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, nell’inchiesta della Dda di Potenza che ha portato all’arresto di sei persone. E alle dimissioni, arrivate in serata, del ministro stesso.
Gli arrestati, ai domiciliari, sono cinque funzionari e dipendenti del centro oli Eni a Viggiano, in provincia di Potenza, e l’ex sindaco Pd di Corleto Perticara. Gli inquirenti li considerano responsabili a vario titolo di “attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti”. E per questo li hanno arrestati (disposti i domiciliari per tutti). Per Gianluca Gemelli, invece, l’accusa è di traffico di influenze, perché – scrivono i giudici – “sfruttando la relazione di convivenza che aveva con il Ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi, indebitamente si faceva promettere e quindi otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total, “vantaggi patrimoniali”. Gli indagati sono in tutto sessanta. L’inchiesta è coordinata dai pm di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi, e dalla pm della Direazione distrettuale antimafia Elisabetta Pugliese.

Lo vogliamo dire o no che quell’emendamento ad personam lo aveva bloccato il M5S?

http://masadaweb.org


MASADA n° 1750 6-3-2016 SPORCIZIE ‘TOTAL-I’ DI GOVERNO

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MASADA n° 1750 SPORCIZIE ‘TOTAL-I’ DI GOVERNO
Viviana Vivarelli

Lo scandalo di un Governo fiero di essere servo delle società petrolifere – I dossier Panama Papers svelano 11.500 file sui maggiori evasori fiscali del mondo – Quanti miliardi di miliardi vengono sottratti ai popoli per riempire di denaro rubato i forzieri degli uomini più ricchi della Terra? – E tutti noi dovremmo pagare per alimentare questa avidità? – Ci sono i veri terroristi? Quelli che attaccano i nemici che devastano i loro Paesi o quelli che rubano ai loro stessi concittadini e rimpiattano il maltolto nei paradisi fiscali? –Quanti soldi in nero ha ricevuto Renzi dalla Total per fare l’emendamento Tempa Rossa ? – Perché non conosciamo gli evasori italiani di Panama?- Chi sono i poteri forti- Greenpeace: Far west nei mari italiani, 100 piattaforme senza controllo- La corruzione sul petrolio della Basilicata – E la salute?- Cosa farà Renzi per i malati di cancro? Darà loro 80 euro?

Bagarre in aula per una frase dei 5stelle: ”Il Pd ha le mani sporche di sangue e di petrolio”.La verità brucia.

LA VERGOGNA RENZIANA
vv
I padroni del petrolio che dettano le leggi di Renzi per i loro sporchi interessi…
Un Governo che obbedisce alle varie lobby e poi ha la faccia di dire che è ‘contro i poteri forti’…
Un Capo del Governo che si vanta dei suoi malfatti mentre riempie i paradisi fiscali con le mazzette versate dai vari potentati economici e finanziari, contro il bene del popolo italiano, contro il bene del territorio italiano, contro il bene della democrazia italiana…
Un branco di viscidi servitorelli a pagamento che continuano ottusamente o osannarlo, difendendo l’indifendibile e cadendo con lui nello stesso buco nero…
Un Paese che va a ramengo sotto i colpi di questi sciagurati e dove chi capisce viene messo nell’impossibile di agire e chi è incapace di intendere viene saccheggiato e impoverito nella tasca come nel cervello…
Ma cosa di peggio ci dobbiamo aspettare?

Per tutto un giorno non è stato possibile aprire il blog di Grillo o postare qualcosa, gli hacker tempestavano il blog con virus di ogni tipo, bloccando i blogger più presenti.
Questi sono i mezzucci che il Governo di Renzi usa per fare la sua battaglia infame: querele, hacker, diffamazioni, truffe, menzogne, troll a libro paga, tangenti, leggi ad personam, licenziamenti, rovesciamento di commissioni parlamentari, prescrizioni brevissime, depenalizzazioni, stupri costituzionali, mancette… nulla che abbia a che fare con la legalità, la giustizia, la democrazia.
Possiamo solo sperare che questa ghenga di delinquenti estremisti, laidi e venduti al capitale e alla criminalità, cada al più presto e che venga sommersa dal disprezzo della gente perbene.

I delinquenti si stringono tra loro mostrando la loro sporca omertà
come una banda di mafiosi pronti a tutto
pur di difendere i loro neri interessi di rinnegati e venduti
nemici di questo Paese
Lo schifo verso il peggior Governo di tutti i tempi
ormai schizza da tutti i pori
E’ quasi impossibile dire quanto ribrezzo proviamo
contro queste persone indegne di uno Stato civile
che ci tengono in ostaggio
ci vendono come pecore al macello
ci succhiano come fossero vampiri
ci usano per arricchirsi e arricchire i loro vergognosi compari
nell’intrallazzo politico più ributtante di tutti i tempi
.
.
Renzi ha la faccia di dire: “Chi sbaglia, paga” (?????). Detto da uno che nomina solo yesman, che si circonda di uomini di paglia, che cambia sindaci e ministri secondo i suoi capricci, che caccia chi lo contraddice, che cambia le commissioni parlamentari alla minima obiezione, che tappa la bocca alle opposizioni, che querela gli oppositori, che si schiera dalla parte dei delinquenti, che legifera solo con voti alla fiducia, che calpesta il Parlamento e la Magistratura, che nomina i giudici e deforma i processi, che velocizza le prescrizioni, che mette ostacoli al minimo esercizio di democrazia, che secreta perfino le proprie note spese e che voleva secretare anche i suoi immondi patti lucrosi con le società petrolifere come fossero segreti militari… uno che mente come respira, che fa il contrario di quello che dice, che abusa della credulità delle menti labili e che si presenta come il peggior bugiardo di tutti i tempi….uno che è arrivato a ‘depenalizzare’ il furto e ‘la corruzione’, parificandoli ad ‘illeciti amministrativi’ (come si trattasse di multare auto in sosta)… uno che elimina il carcere sotto i 5 anni della pena e che fa riscuotere il 5% sulle somme scoperte in evasione fiscale in patteggiamenti infami… uno che attacca il referendum popolare che è l’ultimo varco che ci resta per dire almeno il nostro parere, che calpesta orrendamente il referendum già vinto a favore dell’acqua pubblica… uno che ha trasformato il Parlamento in un bivacco di manipoli…. da uno così la battuta che “chi sbaglia paga”, dovrebbe far sogghignare anche gli handicappati mentali e i suoi stessi lecchini.

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Vedo un governo in estrema difficoltà, ma mai quanto sono in difficoltà con Renzi gli Italiani. In ogni caso il bilancio di Renzi è disastroso:
– Sfiducia nel governo: 71.3% (Datamedia per Ballarò)
– Debito pubblico: +200 miliardi dal suo insediamento
– Debito estero: +110 miliardi dal suo insediamento
– Tasse in aumento: nel solo 2015 ben 16,9 miliardi in più (Ministro del Tesoro)
– Scandali su scandali che coinvolgono politici di primo piano del PD
– Flop dell’Expo con meno di 20 milioni di ingressi reali
– Disoccupazione che torna ad aumentare, finiti gli sgravi del Jobs Act
– Riforme che dovevano essere fatte in tre mesi ancora al palo (PA …)
Forse ha ragione il Financial Times che Renzi non arriva ad agosto

paregam
“Voi state certi che nelle 48 ore successive a questo mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l’area. Tutti sappiamo che ciò che ho in animo non è capriccio di persona, non è libidine di Governo, non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la patria.” (discorso di Mussolini il 3 gennaio 1925)
…e gli italiani si piegarono a pecorone per quasi 20 anni
Abbiamo Noi tanta pazienza ?
.
UN POPOLO INCAPRETTATO SOTTO CRIMINALI EVASORI SVELATI DAI DOSSIER PANAMA PAPERS
Viviana Vivarelli

Grazie anche alla cessione vergognosa della sx, siamo nelle mani, senza colpo ferire, dei grandi capitalisti, magnati padroni del mondo, quelli che comprano i governi venduti come quello di Renzi capaci dei peggiori incroci contro natura, quelli che li hanno trasformati in comitati di affari servi delle lobbie e delle multinazionali e nemici dei loro stessi popoli, quelli che distruggono a passi rapidi la democrazia e intendono far sparire ogni stato sociale, ogni diritto dei lavoratori, ogni protezione per gli umili, ogni speranza di futuro per le classi deboli, ogni Costituzione democratica e civile. Quei magnati senza pudore e senza coscienza, che vogliono solo arricchire di più i loro forzieri strapieni, rubandoci la vita, rubandoci la speranza, rubandoci il futuro.. quei branchi di lupi che ci vengono a dire che: “NOI siamo vissuti al di sopra delle nostre possibilità (??)” che: “NOI non possiamo più permetterci difese sociali e del lavoro”, che : “La ricchezze di pochi devono essere aumentate tagliando i salari e le tutele dei molti”…. quelli riempiono a strafare i paradisi fiscali dei loro bottini.
I dossier Panama Papers ci danno la più grande fuga di notizie di sempre, 1.500 volte la dimensione dei file di Wikileaks. 11 milioni di documenti, svelati da un informatore segreto dello studio legale Mossack Fonseca, con sede a Panama, che gestisce le fortune offshore dei grandi del mondo. Da Putin a Cameron, i ricchi del mondo hanno messo qui i proventi dei loro furti. 72 capi di Stato, politici e poi arricchiti di ogni genere. 200.000 società, fondazioni, trust con sede in 21 paradisi fiscali sparsi per il mondo. Solo gli Italiani ladri fiscali sono 800.
Quanto lavoro si creerebbe con questi bottini spaventosi! Quanta giustizia! Quanto benessere per i popoli! Sono loro i veri terroristi che affamano il mondo!
Ma non vedremo un solo G8 o G20, un solo Governo, un solo esercito, che combatta questa ignominia!
Il capo di Governo islandese, sommerso dallo scandalo, si è dimesso.
A quando le dimissioni dei nostri super-ladri italiani?

Harry Haller
Spettacolari, le dichiarazioni della pupilla del Babbeo (Boschi e Matteo): “I poteri forti contro di noi”. E’ probabilmente la migliore battuta dell’anno, una roba da spazzar via generazioni di comici e di affermati autori satirici: infatti, non s’era mai visto un Governo più sdraiato, inginocchiato, piegato, prono, nel plateale Kamasutra quotidiano coi “poteri forti”: come direbbe il grande Totò….

SU PETROLIO, LOBBYE E POTERI FORTI
unoenessuno.blogspot.it

I mentitori seriali:
Boschi. “Abbiamo contro i poteri forti..”
Renzi: “Siamo il governo che fa tremare le lobby …”
Siamo tornati indietro ai tempi del governo Berlusconi, anche quello vittima dei non ben definiti poteri forti. Anche questo governo li ha contro. Chi sarebbero poi, queste lobby e poteri? Non certo Confindustria, soddisfatta dalle riforme del governo.
Le lobby poi, anche loro hanno avuto il giusto: quelle del cemento, i concessionari delle autostrade, le banche, le assicurazioni….
L’Europa? Juncker è stato eletto anche grazie ai voti del PD.
Rimane la Spectre. Forse.
Nell’attesa che si chiarisca il dubbio, bisogna convincere i lucani che questo governo pensa a loro, con un emendamento (Tempa rossa) pensato per loro (e finito dentro l’inchiesta della procura di Potenza) .
Il petrolio che porterà benessere e posti di lavoro in una regione tra le più povere d’Italia sarà quello del sottosuolo, che arricchisce i petrolieri e inquina i terreni.
(Ma in tv passano e ripassano interviste a Lucani felici di sopravvivere grazie al petrolio.. e se non è plagio di cervelli questo… Perché nessuno si chiede quanti milioni di Italiani vivrebbero utilizzando le energie verdi? Dov’è il piano del Governo di incremento di energie pulite tanto sollecitamente chiesto dell’Unione europea?).

Trivelle, Renzi: “Giusto tenere in funzione impianti entro 12 miglia”. Greenpeace: “Il 40% è in mare solo a fare ruggine”
Luisiana Gaita (sunto)

L’Unione europea ci chiede a gran voce di aumentare le energie pulite ma Renzi dice che si possono un po’ aumentare ma è meglio tenere in funzione gli impianti per gas e petrolio.. Fa credere che rimarremmo senza energie se chiudiamo le trivelle adriatiche ma è falso. Il problema è un altro.
Entro le 12 miglia, 3 piattaforme su 4 non pagano royalties perché sono già ferme o producono poco. Greenpeace calcola che solo 24 su 88 estraggono idrocarburi al di sopra della franchigia. Il resto non paga un centesimo di royalties alle casse pubbliche. Alcuni di questi impianti hanno più di 40 anni. Le piattaforme interessate dal referendum del 17 aprile sono ferrivecchi. Cos’è dunque che Renzi sta difendendo? Il fatto è che ubbidisce agli interessi delle società petrolifere che sanno che i costi di dismissione sono altissimi e preferiscono accontentarsi di una produzione minima per tenere in vita il giacimento il più a lungo possibile, visto che ciò è a costo zero perché al di sotto della franchigia.
I costi sarebbero altissimi se le società provvedessero alla messa in sicurezza (scongiurando inquinamenti ed eventuali incidenti) e ancora più alti se smantellasse.
Secondo Greenpeace, delle 88 piattaforme operanti entro le 12 miglia, 35 non sono nemmeno più in funzione: 6 sono non operative, 28 non eroganti. Conclusione: “Il 40% resta in mezzo al mare solo per fare ruggine”. Restano poi 29 impianti off shore che da anni producono così poco da essere sempre sotto la franchigia per cui non pagano tasse.
Dunque “È urgente smantellare le altre 64 (alcune vecchie più di 40 anni) che hanno palesemente esaurito il loro ciclo di produzione e devono essere rimosse prima che il mare e la ruggine provochino cedimenti nella struttura, con il rischio di causare disastri ambientali”.
Ma quanto costa smantellare una piattaforma? Nel Regno Unito è in atto da diversi anni la procedura di dismissione degli impianti off-shore del Mar del Nord. L’operazione durerà 30 anni con costi che si aggirano intorno ai 47 miliardi di dollari..
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Ciò che si nasconde DAVVERO sotto le trivelle (e che quasi nessuno dice)
Da Cetri Staff

L’ing. Angelo Parisi, membro del Comitato Scientifico del CETRI, ci spiega argutamente la vera ragione per cui i petro gasieri hanno voluto la norma che permette l’allungamento della concessione fino ad esaurimento del giacimento. Perché hanno una “franchigia al di sotto della quale non pagano royalties, e quindi hanno tutto l’interesse ad estrarre a ritmi bassissimi per non sforare la franchigia, e quindi preferiscono sforare i 30 anni della concessione. Questa franchigia generosamente concessa dallo Stato gli permette peraltro di non pagare royalties che sono già vergognosamente basse.
Il governo italiano, con una scelta discutibile, ha fissato al 17 aprile la data del referendum abrogativo sulle piattaforme petrolifere promosso da 9 regioni italiane.
L’oggetto del referendum è la norma introdotta con l’ultima finanziaria che consente alle società concessionarie del diritto di coltivazione dei giacimenti petroliferi a mare entro le 12 miglia marine di poter sfruttare i giacimenti fino al loro esaurimento, anche se entro le 12 miglia resta vietata la concessione di nuove concessioni di ricerca e coltivazione.
Per i fautori del no questa norma è logica in quanto per loro non ha senso “tappare” il foro mentre c’è ancora gas e petrolio da estrarre e inoltre dicono che una vittoria dei si sarebbe pericolosa in quanto bloccherebbe un settore in cui siamo all’avanguardia e si creerebbero migliaia di disoccupati. Insomma nulla di nuovo. Quando si tratta delle fonti fossili, ogni modifica che non piace ai signori del petrolio viene immediatamente bloccato un settore in cui siamo all’avanguardia, produce migliaia di disoccupati, genera piaghe bibliche e catastrofi galattiche…. Il solito ricatto contro lavoro, ambiente e salute.
Altri argomenti citati dai fautori del no riguardano l’aumento delle importazioni dall’estero con il conseguente incremento del numero di petroliere che circolano sui nostri mari e approdano sui nostri porti. In pratica sostengono che gli effetti sull’ambiente provocati dallo stop alle piattaforme entro le 12 miglia marine sarebbero peggiori di quelli che produrrebbero delle piattaforme vecchie di 40 o 50 anni che pompano gas e petrolio dal fondo del mare.
Inoltre i fautori del no ricordano che la vittoria del si al referendum non comporterebbe un divieto alle trivelle e nemmeno alle piattaforme oltre le 12 miglia marine. Per questo accusano i comitati No Triv di truffare gli elettori.
Ma è veramente così? Assolutamente NO!
Intanto i signori del no devono mettersi d’accordo con loro stessi. Infatti da una parte sostengono che questo referendum è inutile e non produrrà uno stop alle piattaforme e alle trivelle e che quindi presentarlo in questo modo è falso e truffaldino, mentre dall’altra parte dicono che una vittoria dei SI produrrebbe una catastrofe nazionale. Insomma devono spiegare come può essere che un referendum inutile e che non stoppa affatto piattaforme e trivelle, possa bloccare l’intero settore, far scappare tutte le società petrolifere dall’Italia, far perdere miliardi di investimenti, migliaia di posti di lavoro, aumentare le importazioni di petrolio e gas dall’estero e produrre un incremento dei costi della bolletta energetica?
In pratica è come se dicessero che un moscerino che si posa su un grattacielo ne provoca il crollo.
Inoltre i signori del no sostengono che dalle piattaforme si estrae prevalentemente gas, ma poi dicono che la vittoria del si producendo uno stop immediato alle estrazioni, farebbe si che aumenti il traffico di petroliere. Tutto questo è puro allarmismo verbale. Innanzitutto vorrei ricordare che il gas non arriva con le petroliere, ma con i gasdotti…In secondo luogo in caso di vittoria dei SI gli impianti non verrebbero bloccati immediatamente ma a termine, con l’arrivo a scadenza delle concessioni.
Ma allora perché i signori del no raccontano queste falsità? E cosa si nasconde veramente sotto il loro desiderio di procrastinare le concessioni?
Intanto è bene chiarire subito che il referendum interesserà in modo diretto solo 17 concessioni da cui si estrae il 2,1 % dei consumi nazionali di gas e lo 0,8 % dei consumi nazionali di petrolio gas. Bruscolini che anche se dovessero venire a mancare da un giorno all’altro, come sostengono i signori del no, (ma, ripetiamo, NON è così) non succederebbe nulla di grave e al calo di estrazioni si potrebbe benissimo fare fronte con un minimo di risparmio energetico (quindi incentivando un comportamento virtuoso. Certo se invece vogliamo continuare a sprecare energia prodotta con fonti fossili, allora non basteranno tutti i giacimenti del mondo a coprire il fabbisogno.
Ma, come detto, la vittoria del si non comporterà uno stop immediato delle piattaforme che, purtroppo, continueranno a restare al loro posto fino alla scadenza della concessione e quindi non c’è alcun pericolo per il fabbisogno nazionale e nessuna perdita di posti di lavoro, che sono pochissimi, spesso di tecnici specializzati stranieri, e che scadrebbero al termine del contratto.
Quindi si ritorna alla domanda posta in precedenza: cosa temono i fautori del no?
Temono due cose.
Primo, che passi il messaggio che possiamo fare a meno del petrolio e che possiamo produrci l’energia di cui abbiamo bisogno in altro modo senza continuare a dare soldi ai petrolieri.
Secondo, che passi un altro principio, ben più importante per loro, quello per cui le concessioni scadono.
Infatti ci sono alcune cose che i signori del no ci tengono nascoste tentando di distogliere l’attenzione da esse per puntarla verso la catastrofe prodotta dalla vittoria del si e la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Le paroline magiche che non pronunciano mai i signori del no sono due: royalty e franchigia.
In Italia le risorse petrolifere sono un bene indisponibile dello Stato, questo vuol dire che il petrolio e il gas dei giacimenti è di proprietà pubblica: tutti noi siamo proprietari di una quota di petrolio e di gas stoccati nei giacimenti.
Lo stato però non si occupa direttamente di estrarre queste risorse e “concede” dei titoli di sfruttamento di tali risorse a dei soggetti privati, i quali sostengono i costi per la ricerca e per la costruzione delle infrastrutture necessarie alla loro estrazione. In cambio pagano ai “proprietari” delle risorse, noi tutti, una quota percentuale del valore di quanto estratto.
Il problema riguarda la percentuale che viene pagata. Tale percentuale, come si può vedere dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico, è pari al 7% per l’estrazione di gas e di olio a terra e del 4% per l’estrazione di olio in mare, a cui sommare una quota del 3% da destinare al fondo per la riduzione del prezzo dei prodotti petroliferi se la risorsa è estratta sulla terraferma o per la sicurezza e l’ambiente se estratti in mare. (http://unmig.mise.gov.it/dgsaie/royalties/indicazioni_destinazione.asp)
Se si pensa che in altri Paesi le royalty difficilmente scendono al di sotto del 30% (l’Islanda si fa pagare il 78%), si capisce benissimo il grande regalo che noi facciamo ogni anno ai petrolieri.
La seconda parolina magica, come detto, è franchigia, una quota annua di gas e petrolio estratti da ogni giacimento sulla quale non si calcolano royalty.
Sempre dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico si evince che le franchigie sono pari a:
20.000 t di petrolio estratto a terra
50.000 t di petrolio estratto in mare
25 Milioni di mc di gas estratto a terra
80 Milioni di mc di gas estratto in mare
Questo significa che se i titolari delle concessioni ogni anno e da ogni giacimento estraggono un quantitativo di gas e di petrolio pari o inferiore alle franchigie non versano nessuna royalty allo stato. E naturalmente l’interesse dei titolari delle concessioni è quello di pagare meno royalty possibile. Ecco perché dando loro la possibilità di prorogare la durata delle concessioni fino all’esaurimento dei giacimenti, non si fa altro che dir loro: “estraete meno che potete e non versate nemmeno un Euro di royalty, tanto avete tutto il tempo che volete per sfruttare il giacimento”.
A tutto questo, come se non bastasse, bisogna aggiungere il fatto che in pratica a comunicare le quantità di petrolio e gas estratte sono gli stessi concessionari con un’autocertificazione che nessuno controlla.
Non a caso nel 2010 la Cygam Energy, una società petrolifera canadese, in un suo dossier raccomandava di investire in Italia perché “la struttura italiana delle royalty è una delle migliori al mondo”. Tradotto: “Andiamo a trivellare in Italia perché gli italiani sono degli idioti!”
Da quanto detto si capisce come questa norma sia tutta a favore dei titolari delle concessioni e poco della collettività che oltre a incassare poco o nulla dallo sfruttamento di un bene indisponibile dovrà subire tutte le conseguenze derivanti dalle attività di estrazione, incidenti compresi.
Altro che benessere per la collettività.
Ecco cosa si nasconde veramente sotto le trivelle ed ecco il motivo per cui il 17 aprile bisogna andare a votare e votare SI!

E L’ITALIA VA, MA DOVE VA?
Bruno p

Ma guarda un po’, l’Italia risulta essere la terza nella lista delle nazioni in ordine di evasione citate nei Panama Papers e addirittura dopo Russia e Brasile.
Questi burocrati di merda ci rompono i coglioni con software dai nomi altisonanti e controlli sui nostri movimenti bancari di quattro spiccioli di euro per poi permettere evasioni miliardarie che potrebbero risollevare il nostro debito pubblico in pochi anni.
Ti mandano cartelle esattoriali con interessi da cravattari quando sbagli per poche centinaio d’euro e poi permettono che i capitali vengano trasportati con le carriole fuori nazione evadendo centinaia di miliardi con la compiacenza di banche e associazioni opache.
Decine e decine di adempimenti che fanno perdere tempo alle imprese,studi di settore,certificazioni,iscrizioni a enti,diritti di qua e di la,per poi assistere basiti all’assegnazione degli appalti sempre alle stesse aziende politicizzate.
Questo è un paese in frantumi e i governi che si sono succeduti non hanno fatto altro che avallare l’emorragia di capitali quasi come fossimo capitanati da oligarchi russi.
Monti che taglia pensioni e stipendi, la disoccupazione che aumenta con l’entrata in vigore delle fantasmagoriche riforme del Bomba, una democrazia nelle mani di bande di partiti, la Costituzione sfigurata con un parlamento oscurato, il Pd che si sostituisce a FI di Berlusconi e che attacca la magistratura. E poi l’Europa che permette l’evasione legalizzata e viene a dirci che dobbiamo aumentare l’Iva.
Ma fino a quando può ancora esistere il concetto di nazione di diritto se oggi siamo completamente schiacciati dai doveri per soddisfare i privilegi di pochi?

BOSCHI
Lorenzo M.
Il padre vicepresidente di Banca Etruria (indagato per bancarotta fraudolenta).
Il fratello appena laureato immediatamente assunto dalla CMC (un colosso tra le cooperative rosse).
Lei che firma leggi che sbloccano pozzi petroliferi per una multinazionale francese la quale poi affida alcuni lavori al fidanzato della sua collega ministro.
Sempre lei che fa la riforma costituzionale con Verdini, uomo di Berlusconi, condannato per corruzione, sotto processo per bancarotta fraudolenta (stesso reato contestato al babbo) e vicino agli ambienti della massoneria toscana ..
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CHI SONO I POTERI FORTI
Cesare Sacchetti (sunto)

I grandi gruppi industriali tedeschi, la finanza speculativa anglosassone e le corporation statunitensi.
Ognuno di questi gruppi ha un peso specifico, e un ruolo determinante nell’influenzare i destini degli esecutivi nazionali. Chiunque si candidi a premier dovrà superare un esame preventivo per eseguire la volontà di questi poteri. Se si viola il mandato, si viene prontamente sostituiti, dopo una feroce campagna stampa e con inchieste giudiziarie. Renzi aveva accettato di sottoporsi agli interessi di questa élite finché non ha sgarrato. E’ stato scelto per accompagnare l’Italia sul patibolo dell’Europa, per farle fare la stessa fine di Argentina e Grecia, umiliata da una Germania che ora controlla gli asset strategici greci.
Unica controindicazione di questa politica appiattita sotto interessi stranieri è che non aumenta di certo il consenso di cittadini angariati e delusi.
Nemmeno i media più omologati riescono a sorreggere il politico che deve portare avanti l’eutanasia economica e culturale del proprio Paese. Se si fa come dice l’Europa e la Germania, si crolla nei sondaggi e addio ad un secondo mandato politico; se ci si ribella, si mette in moto la macchina della magistratura e dell’informazione. Renzi è arrivato alla frutta.
Lo scandalo Guidi è solo l’ultimo esempio di come la macchina si sia messa in moto per stritolare il governo. Come mai prima di oggi nessuno dei media ha mai pensato a segnalare le macroscopiche situazioni di incompatibilità istituzionale dei membri del governo e gli interessi pubblici? Eppure la famiglia Boschi aveva già da tempo stretti legami con il mondo bancario e il Ministro Guidi, è membro della Commissione Trilaterale, un’organizzazione sovranazionale formata da esponenti governativi, rappresentanti del mondo finanziario e industriale che si propone nei suoi scopi quello di affermare, come ha ricordato il suo fondatore Rockefeller ‘la sovranità sovranazionale di un’élite intellettuale e di banchieri mondiali, sicuramente preferibile alle autodeterminazioni nazionali dei secoli scorsi’.
(Dopo di che il Sacchetti ipotizza che ora i poteri forti si stanno spostando sul M5S, visto che Di Maio ha iniziato una serie di colloqui con gli ambasciatori dei 28 paesi UE sull’Ue e sull’Unione monetaria….ma la sua tesi è tutta da dimostrare).

CROZZA

http://www.la7.it/dimartedi/video/crozza-renzi-dal-governo-del-fare-al-governo-del-fare-quello-che-vuole-la-total-05-04-2016-179881

TEMPA ROSSA LA TRIONFERA’
Marco Travaglio
Diciamolo: questa è sfiga. Ieri Matteo Renzi, in grandi ambasce per Mariaele che in quel mentre veniva trivellata dai pm di Potenza, ha usato la Direzione Pd per dichiarare guerra alla Procura lucana: “Ci sono indagini a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi e non si è mai arrivati a sentenza. Un paese civile è un paese che va a sentenza”. Un assalto col fuciletto a tappo, da dilettante. Anzi, da ignorante (e dire che risulterebbe laureato in Legge): se a Potenza non si va a sentenza non è colpa dei pm, che fanno le indagini, semmai del Tribunale e della Corte d’appello, e bisognerebbe spiegare perché tanta lentezza nel celebrare i processi eccellenti (Luigi De Magistris se l’era domandato con l’inchiesta “Toghe lucane”, infatti fu cacciato da Catanzaro prima del processo). Ma il caso, anzi la sfiga ha voluto che, mentre il premier invocava le sentenze a Potenza, a Potenza arrivasse una sentenza. E proprio quella sui vertici della Total e su alcuni imprenditori e amministratori locali per le tangenti sull’appalto truccato del Centro Oli Tempa Rossa, in seguito a un’inchiesta del 2008 del pm Henry John Woodcock. Una raffica di condanne in tribunale per turbativa d’asta, concussione, abuso d’ufficio, corruzione, truffa aggravata e favoreggiamento. Tra i condannati, l’ex ad Total Lionel Levha e gli ex manager della compagnia Jean Paul Juguet, Roberto Pasi e Roberto Francini. Il 20 dicembre 2007, nella sede Total di Potenza, si discuteva di come scambiare le buste per far vincere la gara all’imprenditore Francesco Ferrara. Levha: “La busta D di’ che la cambino”. Francini: “Ma chiaramente”. Levha: “Quindi bisogna che tu abbia accesso alla chiave e alla cassaforte, me ne occupo”. Francini: “Ti occupi tu di tutto questo”. Levha: “Sì, sì, allora, ti dirò come, non so… Quando si arriva a far vincere Ferrara, è vinta”. Il gip Rocco Pavese parlò di “un sistema criminoso che costituisce un esempio della degenerazione patologica dei rapporti tra soggetti portatori di interessi pubblici ed esponenti imprenditoriali e dell’assoluta mortificazione da una parte dei principi dell’imparzialità e del buon andamento della gestione della cosa pubblica e dall’altra dei principi e delle regole del mercato… Quella che potrebbe essere una grande occasione di sviluppo per tutta la comunità della Basilicata si è tradotta in un’occasione di arricchimento con il vantaggio e il beneficio di una schiera… di appartenenti al mondo politico e imprenditoriale”. Un “comitato d’affari” – scrisse Woodcock – che “per interessi squisitamente personali ha svenduto la terra della Basilicata e le sue ricchezze”. E che, nonostante il processo, dopo 7 anni ha preso possesso di Palazzo Chigi. Qui il Premiato Marchettificio Renzi-Boschi-Guidi si è messo al servizio di quel comitato d’affari con la norma che esautora gli enti locali sull’oleodotto Tempa Rossa-Taranto e l’allungamento della banchina del porto pugliese, senz’alcun interesse pubblico né vantaggio per il territorio, anzi con gravi danni all’ambiente. Norma scritta sotto dettatura di Total, Eni e Shell, inserita nel decreto Sblocca-Italia, bocciata dalla Camera, rientrata dalla finestra come emendamento alla legge di Stabilità e approvata a scatola chiusa col ricatto della fiducia. Ancora l’altroieri, incurante delle ultime indagini sullo sversamento in acqua e nelle campagne di tonnellate di rifiuti tossici spacciati per “non pericolosi”, Renzi usava i suoi ventriloqui nei giornaloni per accreditare la favola bella del tutto normale, tutto lecito, tutti assolti. E citava l’annullamento in Cassazione della condanna in appello del deputato Pd Salvatore Margiotta, come se l’imputato nel primo scandalo Tempa Rossa fosse solo lui. Ieri, mentre il premier faceva il furbo invocando le sentenze, il Tribunale gli ha rammentato che Tempa Rossa è tutta una cloaca. E non è vero niente che l’emendamento Renzi-Boschi-Guidi ha salvato la Basilicata dai burocrati cattivi che “per 27 anni hanno bloccato un’opera strategica” e che “lo scandalo non è che venga approvato l’emendamento, è che ci siano voluti tutti quegli anni”. L’appalto truccato fu semplicemente annullato dal commissario giudiziario confermato dal Tar e dal Consiglio di Stato. Poi Renzi ha difeso appassionatamente l’Eni in Basilicata e ha aggiunto: “Non diteci che siamo uguali agli altri: gli altri si nascondevano dietro la prescrizione, io dico fate in fretta e arrivate a sentenza”. Perfetto: tra gli arrestati dell’altro giorno c’è Roberta Angelini, “responsabile Sicurezza e salute” dell’Eni in Lucania. Era già finita dentro a Potenza nel 2004 in un’altra inchiesta sul petrolio lucano avviata da Woodcock, poi aveva intascato la prescrizione. E l’Eni, anziché cacciarla, l’aveva promossa. E anche questa, diciamolo, è sfiga.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 05/04/2016.

Ma la Total quanto ha dato a Renzi per avere questo regalo?
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MA LA SALUTE? (Ai malati di canco cosa gli dà Renzi? 80 euro?)
Triskell

Astensione al referendum sulle trivelle come scelta legittima, la difesa degli investimenti dell’Eni, l’attacco alla magistratura che “non arriva a sentenza” e le accuse al governatore della Puglia Emiliano per le frasi “volgari”. Sulla salute dei cittadini o sul rischio ambientale? Neppure una parola.
E mentre Renzi si è preoccupato di difendere la politica energetica del Pd e criticare le parole di Emiliano, neanche un intervento ha parlato dell’accusa della procura di Potenza a Eni di aver re-iniettato 850mila tonnellate di sostanze pericolose nei pozzi risparmiando sui costi di smaltimento e di aver taroccato le emissioni in atmosfera. Silenzio anche sul presunto scambio di cozze che monitorano l’inquinamento del mare da parte dei dipendenti. Neppure la denuncia del sindaco Pd di Pisticci (“Siamo sommersi dai rifiuti pericolosi, io non rinnovo la tessera”) è servita ad attirare l’attenzione dei compagni di partito. Così mentre il ministro Maria Elena Boschi veniva sentita dai pm come persona informata dei fatti e sono arrivate le condanne in primo grado per dirigenti Total su un filone del 2008, il premier se l’è presa con la magistratura “che a Potenza fa indagini con la cadenza delle Olimpiadi”.
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Cuperlo: “Comunità Pd piegata a una disciplina di potere e di corrente”

Tra i critici il primo a intervenire è stato Gianni Cuperlo che ha attaccato duramente il segretario. “La vicenda Tempa Rossa non penso si possa chiudere con la sintesi ‘Ho deciso io’. Perché il punto è proprio lì: nella catena decisionale. Un emendamento del genere bloccato un mese prima, viene inserito di notte perché lo decide il premier? La questione non è una telefonata ma il processo delle decisioni, il ruolo del Parlamento e la dialettica nel Pd”. Cuperlo ha poi continuato criticando strategia e metodi del segretario dem: “Penso che nel metodo e nel merito segretario non stai guidando il Paese in quelle riforme che servono. Vedo una distanza sempre più marcata tra il tuo modo di vedere la leadership e il bisogno di una società con differenze sempre più grandi”

MARCHETTE. LE NORME DEL TEMPA ROSSA INGUAIANO LA GUIDI
LE PROVE CHE IL TEMPA ROSSA FU DETTATO DA SHELL, TOTAL E ENI

Il concetto suona così: “Mandatemi solo gli scritti e stop con gli incontri”. L’autore della mail è Roberto Cerreto, capo di Gabinetto del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Il via vai di bozze, correzioni, proposte, valutazioni sull’emendamento è incessante. E così, se non siamo dinanzi a una dettatura, poco ci manca. Siamo a dicembre 2014. L’emendamento che serve alla joint venture di compagnie petrolifere interessate al Tempa Rossa – Total, Shell e Mitsui – ha già subìto un inciampo poche settimane prima. Avrebbe potuto vedere la luce nel decreto Sblocca Italia. Ma non è andata come auspicavano le compagnie.
E neanche come desiderava Gianluca Gemelli, compagno di Federica Guidi che, secondo l’accusa, stava realizzando, spendendo il ruolo dell’ex ministra, il reato di traffico di influenza illecita per incassare, attraverso la Total, un subappalto da 2,5 milioni di euro.
Negli stessi giorni in cui Cerreto chiede di ridurre gli appuntamenti personali, che si sono fatti sempre più frequenti, c’è un altro capo di Gabinetto impegnato a gestire i rapporti con le compagnie: si chiama Vito Cozzoli. È il braccio destro del ministro Guidi. Fino al caso Tempa Rossa e ai fibrillanti giorni di fine 2014, le compagnie petrolifere, per gestire i propri interessi, erano abituati a confrontarsi con l’uomo più competente per materia, ovvero Franco Terlizzese: è il direttore generale per le risorse minerarie ed energetiche. Ma evidentemente è necessario rapportarsi meglio con la sponda più politica del ministero: il capo di Gabinetto Cozzoli. E così la traiettoria cambia, le compagnie iniziano a discutere, oltre che il braccio destro della Boschi, anche con l’omologo della Guidi.
È vero ciò che dice il premier Matteo Renzi che ieri, intervistato da Lucia Annunziata a In1/2ora, ha confermato quanto anticipato ieri dal Fatto: “Quell’emendamento l’ho voluto io”: fu scritto inizialmente dal suo ufficio legislativo. Ma è anche vero che, nel dicembre 2014, dopo la “bocciatura” nello Sblocca Italia, il politico più ricercato dalle compagnie è un altro: Maria Elena Boschi. Il motivo è semplice: le lobbie petrolifere, proprio per l’inciampo subìto in prima battuta, hanno compreso che è necessario curare un aspetto che, prima di allora, non avevano valorizzato adeguatamente: il rapporto con il Parlamento. È questo il momento in cui Boschi inizia a essere “corteggiata” dalla diplomazia internazionale, incluso l’ambasciatore inglese, come lei stessa ha confermato, che la segue con attenzione, nonostante debba confrontarsi con l’inglese incerto della giovane ministra. Non è un caso che la stessa Guidi, intercettata con il suo compagno, alla vigilia dell’emendamento nella legge di stabilità commenti: “Se è d’accordo Maria Elena…”. L’“accordo” di Maria Elena è ritenuto fondamentale, proprio per i “rapporti con il Parlamento”, principalmente dalle lobby petrolifere: è lei il cavallo vincente per non ripetere il fiasco di pochi mesi prima, quando l’emendamento “ideato” da Renzi, non è riuscito a transitare nello Sblocca Italia. I timori delle compagnie sono tutti concentrati sul ruolo che svolgerà l’Eni sulla partita esportazione che Total, Shell e Mitsui si stanno giocando per far partire il petrolio da Taranto. La joint venture – raccontano al Fatto fonti qualificate – diffidano così tanto che non coinvolgono nell’azione lobbistica l’Assomineraria che, secondo loro, è ostaggio Eni. Nel frattempo si individuano le scrivanie dove far pervenire modifiche all’emendamento, idee di subemendamenti, correzioni alle correzioni delle correzioni. Tra queste scrivanie, la più importante, è quella del capo di Gabinetto della Boschi, Cerreto che con Cristiano Ceresani, all’ufficio legislativo, deve rendere digeribile il seguente concetto: se le autorità locali – ovvero Regione Puglia e Comune di Taranto – non sono d’accordo con il progetto di costruire una banchina nel porto, che consenta alle compagnie di esportare il petrolio, nei fatti il governo può intervenire per sbloccare la situazione. Il problema della jont venture infatti è superare l’avversità dei pugliesi al progetto. Le compagnie sono certe che, grazie all’apporto della Boschi, si potrà riuscire dove prima, con l’emendamento “targato” Renzi, non si era riusciti. Il loro interesse è esportare. Punto.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 04/04/2016.

Triskell
Non sapendo più come difendere Maria Elena Boschi dai disastri che combina appena respira, tutti peraltro commissionati da lui o da chi per lui, Matteo Renzi opta per l’esimente che nel processo penale si chiama infermità mentale o incapacità di intendere e volere: la fa passare per scema, anche se non lo è. Prima le lascia dire: “non sapevo che la Guidi avesse un fidanzato” né che lavorasse per Total: poi purtroppo la Guidi scrive al Corriere della Sera che Gianluca Gemelli è “a tutti gli effetti mio marito”, e le ha dato anche un figlio. Lo sapevano tutti, tranne la Boschi che per “dovere istituzionale” deve gestire in Parlamento i decreti del governo e i loro emendamenti.
Si ride di gusto. Allora, visto che la prima balla non attacca, il premier aggiunge che l’emendamento “ad fidanzatum” o “ad Total”, uscito dalla porta dello Sblocca Italia e rientrato dalla finestra della legge di Stabilità sempre grazie al Premiato Marchettificio Guidi-Boschi, era “un provvedimento giusto, sacrosanto, perché crea posti di lavoro”, dunque “è naturale che il ministro dei Rapporti con il Parlamento lo firmi: un atto dovuto”. In realtà, come emerge dalle carte, la marchetta per Total e Shell l’ha gestita direttamente il premier, usando la povera Mariaele come amanuense. A quel punto la Boschi nel Paese delle Meraviglie si sente autorizzata a ripetere a pappagallo che “Tempa Rossa è strategico per il Paese e prevede molti occupati nel Sud: lo rifirmerei domattina”. Purtroppo non è vero niente.
1) Non è vero che l’emendamento crei posti di lavoro, anzi ne fa perdere. Come ricorda Angelo Bonelli, “l’emendamento che ha consentito di realizzare il progetto Tempa Rossa, secondo i dati della stessa Total, darà lavoro per la sua costruzione a 300 persone per soli 24 mesi, mentre gli agricoltori che perderanno il lavoro per sempre sono quasi il doppio, senza contare la perdita di posti nell’indotto del turismo… Solo a Taranto Tempa Rossa porterà l’emissione in atmosfera di 26.000 kg di composti organici volatili all’anno”.
2) La Guidi, per legge (la peraltro ridicola Frattini sul conflitto d’interessi), non poteva occuparsi di una norma che favoriva direttamente il suo fidanzato-marito. Ed era dovere del governo, nella fattispecie della Boschi, informarsi su eventuali incompatibilità di chi la proponeva.
3) L’emendamento era già stato cancellato il 17.10.2014 alla commissione Ambiente della Camera dal presidente Pd Ermete Realacci in quanto “inammissibile per estraneità alla materia”.
La seduta fu piuttosto movimentata per la presenza in aula di vari estranei (i soliti lobbisti e il capufficio legislativo della Boschi, chissà mai a che titolo), poi allontanati dall’aula. Poi il 5 novembre la Guidi assicurò al telefono all’amato Gemelli che l’emendamento sarebbe rientrato con l’accordo di “Mariaele”. Cosa che puntualmente avvenne il 14 dicembre, quando la porcata fu infilata nella legge di Stabilità all’esame della commissione Bilancio del Senato, senza nemmeno la possibilità di discuterlo in aula perché tutta la legge divenne un mostruoso maxiemendamento-polpettone che la Boschi portò a Palazzo Madama e poi a Montecitorio, costringendo la maggioranza a votarlo a scatola chiusa con la solita fiducia, fra le proteste dei 5Stelle che domandavano al governo se le leggi le scrivano ancora i ministri o direttamente i petrolieri. L’“atto dovuto” della Boschi era tener fuori l’emendamento già bocciato alla Camera, non rimetterlo dentro alla chetichella. Ora, quando sarà interrogata dai pm, Mariaele dovrà spiegare come fu che la Guidi la convinse a quell’entrata a gamba tesa sul Parlamento.
La domanda è tutt’altro che peregrina, se si esamina il modus operandi della ministra renzianissima.
Ieri la nostra Paola Zanca ha scoperto un’altra marchetta pro-Gemelli, del tutto identica a quella dell’emendamento Total: un codicillo infilato prima nel decreto Competitività, poi nello Sblocca-Italia, infine nel Concorrenza per spalancare alle società di ingegneria (come la Its di Gemelli, oltre a quelle legate a Confindustria e Legacoop) il mercato dei lavori privati, senza neppure il fastidio di doversi adeguare agli obblighi dei professionisti abilitati. Per due volte l’emendamento saltò per l’opposizione di Sel, e per due volte risorse come Ercolino Sempreinpiedi, grazie ora alla Boschi ora alla sottosegretaria allo Sviluppo Simona Vicari (ora ovviamente indagata, per le visite in carcere a Totò Cuffaro). Impossibile che la Boschi non sapesse quel che faceva, visto che la deputata di Sel Serena Pellegrino dice di avergliene ufficialmente parlato denunciandone “le gravi conseguenze che avrebbero messo a soqquadro tutto il comparto della rete delle professioni che fanno progettazione”. Invano.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 04/04/2016

M5S e Lega preparano una mozione di sfiducia contro il ministro Boschi e attaccano Renzi: “Tutti a casa nel governo c’è un mostruoso conflitto di interessi”. La minoranza Pd: “All’esecutivo serve un tagliando”.
L’unico a difendere la Guidi è Berlusconi: “Le intercettazioni sono un vulnus grave”

Greenpeace: Far west nei mari italiani, 100 piattaforme senza controllo
Da greenpeace.org

Nei mari italiani operano circa 100 piattaforme, a gas e petrolio, del cui impatto ambientale non si ha alcuna stima, misurazione o controllo
Siamo venuti a conoscenza di questa incredibile mancanza di supervisione dell’attività delle compagnie petrolifere da una nota stampa dell’ENI, proprietaria di gran parte degli impianti.
Come siamo arrivati a questa notizia?
Ebbene, a seguito di una istanza pubblica di accesso agli atti, abbiamo ottenuto dal Ministero dell’Ambiente i piani di monitoraggio di 34 piattaforme di proprietà ENI. Avevamo però chiesto al Ministero di poter accedere ai dati di tutte le piattaforme operanti nei mari italiani, che secondo il Ministero dello Sviluppo Economico sono 135.

Abbiamo ripetutamente chiesto – e con noi anche le Regioni promotrici del referendum sulle trivelle – cosa ne fosse delle oltre 100 piattaforme e strutture assimilabili di cui non avevamo ricevuto alcun dato: il Ministero aveva deciso deliberatamente di limitare l’accesso agli atti o il problema era l’assenza di monitoraggi?
La risposta di ENI
A queste domande ha risposto ieri sera ENI, con una nota alle agenzie di stampa: “Relativamente alle ‘100 piattaforme mancanti’, per le quali secondo Greenpeace non sarebbero stati forniti i piani di monitoraggio, ENI spiega che quelle di propria pertinenza, non emettono scarichi a mare, né effettuano re-iniezione di acque di produzione in giacimento, pertanto non ci sono piani di monitoraggio prescritti e nessun dato da fornire”.
Ecco svelato il mistero, finalmente!
Insomma, i petrolieri estraggono fonti inquinanti nei nostri mari e nessuno controlla. Alla faccia della “normativa severissima” che secondo il governo regolerebbe il settore! Le attività di estrazione di gas e petrolio offshore assomigliano a un far west. L’assenza di controlli su impianti del genere è un fatto gravissimo, che conferma che il 17 aprile votare sì è l’unica possibilità per cominciare ad arginare una situazione assurda.
Riguardo alla mancata necessità di controllare le piattaforme che non re-iniettano le acque di produzione, segnaliamo il caso (portato alla luce nelle scorse ore da “S”, il mensile di Live Sicilia) di 500 mila metri cubi di acque di strato, di lavaggio e di sentina che sarebbero state iniettate illegalmente nel pozzo Vega 6, del campo oli Vega della Edison, al largo delle coste di Pozzallo. I dati relativi a questo disastro ambientale verrebbero da un dossier di ISPRA, al centro di un procedimento penale della Procura di Ragusa. Gli inquirenti ipotizzano “gravi e reiterati attentati alla salubrità dell’ambiente e dell’ecosistema marino attuando, per pura finalità di contenimento dei costi e quindi di redditività aziendale, modalità criminali di smaltimento dei rifiuti e dei rifiuti pericolosi“. Secondo ISPRA la miscela smaltita illegalmente in mare contiene “metalli tossici, idrocarburi policiclici aromatici, composti organici aromatici e MTBE” e ha causato danni ambientali e inquinamento chimico. “La natura particolare delle matrici ambientali danneggiate”, secondo ISPRA, non potrà essere riportata “alle condizioni originali”.
Ps: non vi sembra infine incredibile che ad aver chiarito l’assenza di controlli non sia stato il Ministero per l’Ambiente, pure interrogato per settimane, ma ENI?

SCANDALI E INQUINAMENTO, IL FUTURO DELLA BASILICATA OLTRE IL PETROLIO
Da greenreport.it

In un dossier scenari e proposte per uscire dall’era fossile.
In Italia nel 2015 la produzione di petrolio è stata di 5,5 milioni di tonnellate, di queste il 69% arriva dai giacimenti a terra della Basilicata, i più grandi non solo del Paese ma di tutta l’Europa occidentale. Ma c’è il rischio che nei prossimi anni si arrivi a quintuplicare i territori interessati dalle trivellazioni.
E proprio da questa regione è arrivata la conferma che il petrolio rappresenta una filiera oscura e foriera di distorsioni, che inquina non solo l’ambiente ma anche le politiche di un’intera classe dirigente regionale e nazionale.
L’ultima inchiesta della Dda di Potenza, che ha portato a sei arresti per traffico illecito di rifiuti, la sospensione della produzione ENI in Val d’Agri e per presunte irregolarità nell’iter realizzativo degli impianti Total a Tempa Rossa, pongono con ancora maggior forza l’imperativo di guardare oltre il petrolio e cominciare a farlo sin da subito.
Per questo Legambiente – che ieri a Potenza ha presentato il dossier “Il futuro oltre il petrolio – Scenari e proposte per uscire dall’era fossile” – chiede un sistema che sia in grado di dare certezze e sicurezze ai cittadini che oggi al contrario vedono la presenza dell’industria petrolifera in Basilicata, come nel resto del Paese, solo come una minaccia per la salute e per l’ambiente. Per Legambiente una moratoria sull’attività di sfruttamento dei giacimenti lucani, fino al ripristino di una condizione di legalità e trasparenza e l’accertamento delle conseguenze ambientali e sulla salute dei cittadini dell’attività estrattiva, l’avvio di programmi di bonifica e, soprattutto, di compensazione socio-ambientale sono oggi e vere esigenze strategiche del territorio.
In Basilicata – secondo il dossier di Legambiente – sono presenti 10 permessi di ricerca per un totale di 26 Comuni interessati. Le istanze di permesso di ricerca sono invece 17. In totale sono 86 i Comuni della Basilicata interessati, tra permessi di ricerca e istanze di permesso. Di questi, ben 26 ricadono in Area Parco e 7 nel territorio dell’istituendo Parco Regionale del Vulture. Nel solo gennaio 2016, l’attività petrolifera ha prodotto in questa regione quasi 300 mila tonnellate di petrolio estratte dalle 2 concessioni petrolifere attive Serra Pizzuta e soprattutto Val d’Agri. Non più attiva dal 2014 la concessione Gorgoglione. Le aree interessate dall’estrazione di greggio occupano una superficie di circa mille chilometri quadrati, ma l’area ipotecata alle attività petrolifere potrebbe aumentare nei prossimi anni. Infatti ci sono altri 1.454 kmq dedicati ad attività di ricerca e le richieste di nuovi permessi, in corso di valutazione al Ministero dello sviluppo economico, riguardano 3872,35 Kmq.
Un’espansione agevolata anche dalla Strategia energetica nazionale che da un lato dichiara di voler raggiungere e superare gli obiettivi dettati dal Pacchetto UE Clima-Energia 2020 e nel percorso verso la de-carbonizzazione, dall’altro dedica uno dei pilastri proprio allo “Sviluppo sostenibile degli idrocarburi”, prevedendo un progressivo aumento delle produzioni nazionali fino a raggiungere nel 2020 i livelli degli anni ’90. Un evidente controsenso che spinge verso un settore destinato ad esaurirsi in pochi anni perché è da tempo noto che il nostro petrolio è poco e di scarsa qualità.
L’ingente flusso di denaro, anzitutto per l’Eni, e poi per lo Stato Italiano, la Regione Basilicata e i Comuni interessati finora non hanno portato a quello sviluppo del territorio auspicato. Eni quantifica il gettito totale di Royalties versate nelle casse della Regione e dei Comuni interessati dal 1998 al 2015 in oltre 935milioni di euro. Di questi quasi 100 milioni sono stati versati ai Comuni interessati dalla concessione Val d’Agri (Calvello, Grumento Nova, Marsico Nuovo, Montemurro e Viggiano, che ha ricevuto 70milioni di euro).
E poi c’è l’ombra delle illegalità ambientali. Per l’associazione contro la corruzione Transparency, il settore delle estrazioni di petrolio e gas è in assoluto tra i più a rischio corruzione, con un tasso del 25% di corruzione percepita. L’Italia ha visto consumarsi sul suo territorio diverse inchieste nel settore dell’estrazione di idrocarburi. E la Basilicata, per la presenza delle attività estrattive, è purtroppo al centro di queste vicende. L’inchiesta sul Centro Oli di Viggiano, di proprietà dell’Eni, era venuta alla luce a febbraio 2014 con un primo “blitz” dell’Antimafia. Da allora i filoni d’indagine si sono moltiplicati.
«La classe politica regionale in questi anni si è completamente “seduta” sul petrolio utilizzando il bancomat delle compagnie petrolifere alla bisogna – sottolinea Alessandro Ferri, presidente di Legambiente Basilicata -. Mentre il resto del mondo vive l’era del fine petrolio, in Basilicata non possiamo continuare a costruirci un futuro con il vuoto al centro. L’impegno della Regione Basilicata contro le trivelle in mare è sicuramente condivisibile ma perde il suo valore se non si estende a tutto il territorio regionale la posizione, le ragioni e l’approccio che hanno portato all’ormai prossimo appuntamento referendario. Non vanno invece in questa direzione le recenti dichiarazioni del governatore regionale Marcello Pittella che ha perso ancora un volta l’occasione per voltare definitivamente le spalle agli interessi delle compagnie petrolifere e per guardare con occhi nuovi ad un futuro che metta realmente al centro la qualità dei territori come motore di uno sviluppo locale sostenibile».
Dopo 15 anni di attività petrolifera Legambiente chiede anche quale sia il ormai il senso del Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese che doveva rappresentare un’avanguardia culturale capace di promuovere uno sviluppo effettivo e duraturo. «Tuttavia – fanno notare gli ambientalisti – nei primi 8 anni di vita, l’Ente Parco dell’Appennino lucano non ha dimostrato alcuna capacità ad interpretare il suo ruolo in questo senso. Appiattito in un approccio di ‘buon vicinato’ con ENI, non ha saputo essere il motore di alcun cambiamento, né il soggetto trainante verso una rivoluzione del paradigma petrolio che, con le promesse fallite di un’occupazione insoddisfacente – in termini numerici e qualitativi». Il Cigno Verde ricorda una vicenda della quale se ne è occupata forse per primo greenreport.it: quella del bando di gara del progetto Security, «attraverso il quale l’Ente Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese intende spendere 3,5 milioni di euro – concessi da ENI – per la prevenzione di eventuali danni al territorio attraverso la ricognizione visiva delle condotte che collegano i pozzi petroliferi e che attraversano il territorio del Parco. In questo il Parco manca completamente di sensibilità e della percezione del suo ruolo, ragionando ormai come parte dell’indotto ENI invece di essere garante e promotore della compensazione ambientale e immagine di un territorio che sulla tutela e la valorizzazione delle risorse naturali possa finalmente iniziare a ragionare su un piano di moratoria e avvio di riconversione dell’attività estrattiva». Per questo, Legambiente Basilicata ha formalmente chiesto al ministero dell’ambiente di verificare questa situazione e di esercitare le sue prerogative di vigilanza e controllo.
Il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani, conclude: «Dobbiamo liberare tutti i territori dalla schiavitù delle fossili con un nuovo sistema energetico distribuito e democratico fondato su efficienza e rinnovabili e anche per questo è fondamentale informare i cittadini sul referendum del 17 aprile Andare a votare Sì significa dare un segnale sulla politica energetica di cui necessita questo Paese, perché questo referendum ha una valenza che va ben oltre il quesito sulla durata delle concessioni di ricerca ed estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia: è una presa di posizione sul futuro e il presente che costruiamo per le persone e i territori. Oggi, inoltre, l’illegalità ambientale può essere contrastata con maggiore facilità anche grazie alla legge sugli ecoreati in vigore dal maggio dello scorso anno. A tal proposito attendiamo di capire gli esiti dell’inchiesta attivata utilizzando il nuovo delitto del disastro ambientale».

RIDIAMARO :- )

MA MI FACCIA IL PIACERE
Marco Travaglio

Un italiano in America. “After de ranning de siciuescion of mai leg ar terribol… end… absoliutli fresh, dainamic…” (Matteo Renzi, presidente del Consiglio, inaugura il Forum Italy and US a Chicago, 31.3). Ma allora è vero che è madrelingua.

AAA cercasi. “Renzi: i cervelli in fuga tornino a casa” (la Repubblica, 31.3). E’ un appello al suo?

L’uomo in ammollo. “Se divento Sindaco di Roma renderò il Tevere balneabile entro cinque anni. Poi a fine mandato farò il bagno nel fiume, come Mister Okay” (Guido Bertolaso, candidato FI a sindaco di Roma, 30.3). Solito menu: bagni & massaggi.
Voce del verbo. “Sono stato candidato per fare il sindaco, non ho nessuna intenzione di rifuggiarmi in un angolo” (Guido Bertolaso, 25.3). Non ci vuole Freud per capire che non vede l’ora di fuggire.

Voglia di manette. “Se avessi seguito tutti i consigli del Pd, mi avrebbero messo in cella di isolamento” (Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, 30.3). Poi ci ha provato da solo.

Voglia di volare. “Mantovani è depresso, liberatelo: gli serve una particolare terapia, cioè il ‘volo libero’ in parapendio. L’asprezza della misura cautelare lo ha profondamente segnato, tanto da far rilevare un allarmante immaginario autolesionistico e suicidiale” (Roberto Lassini, avvocato dell’ex vicepresidente della Regione Lombardia, in carcere per tangenti, 19.3).

Batcav. “No, non mi sento pugnalato alle spalle da Salvini e Meloni. Io sono come Batman, ho la corazza in kevlar” (Silvio Berlusconi, presidente FI, conferenza stampa con Bertolaso, 23.3). Tranqui, Silvio, quella è la camicia di forza.

Lega Nordio. “Questa è una guerra santa, non come sostiene il Papa che è tornato a parlare di mercanti di armi…. Una Superprocura europea non servirebbe a molto… Ci vuole un referendum sui nuovi ingressi di immigrati… In Italia ci sono molte cellule silenti” (Carlo Nordio, procuratore aggiunto a Venezia, Radio24, 30.3). Almeno quelle stanno zitte.

Guerra parapsicologica. “Libia, Renzi: impegno italiano ma senza intervento” (Corriere della sera, 2.4). Facciamo tutto con la sola forza del pensiero.

Il Ponte tra Alfano e Renzi. “Il Ponte sullo Stretto è un’opera necessaria, Renzi abbatta un altro tabù della vecchia sinistra” (Angelino Alfano, Ncd, ministro dell’Interno, 31.3). Quella nuova è Alfano.

Craxapelle. “Olof Palme è stato uno dei migliori esempi di una stagione irripetibile del socialismo e più in generale del sistema socialdemocratico europeo. Fece parte di una generazione di statisti, da Mitterrand a Brandt, da Schmidt a Gonzalez fino a Craxi, uomini in grado di gettare lo sguardo venti-trent’anni in avanti” (Lia Quartapelle, deputata Pd, alla Camera, 1.3). Tanti quanti Craxi ne ha beccati di galera.

Dagli Attici degli Apostoli. “Inchiesta sull’attico di Bertone. Indagati l’ex presidente e l’ex tesoriere del Bambino Gesù. ‘Ristrutturazione da 422 mila euro con i soldi dell’ospedale’. Il cardinale: estraneo ai fatti” (la Repubblica, 1.4). Lui era solo l’utilizzatore finale.

Roba da chiodi. “Sono come inchiodato alla croce” (cardinale Tarcisio Bertone, la Repubblica, 1.4). E quei chiodi tempestati di brillanti fanno un male boia.

Casa Pirl. “Salvini in cravatta. Prove da leader in Israele sulle orme di Berlusconi e Fini. Rassicura: ‘Noi con Casa Pound? Non li sento più da due anni’” (La Stampa, 30.3). Lo considerano troppo estremista.

Urge smentita. “Con l’aiuto di Dio, con lo sguardo benevolo di Maria Vergine e con il vostro operativo consenso e sostegno, questo ennesimo impossibile traguardo potrà essere raggiunto” (Mario Adinolfi annuncia il suo movimento politico, “Il popolo della famiglia”, 3.3). Bei tempi quelli dell’Antico Testamento quando, per molto meno, ti trasformavi in statua di sale.
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