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MASADA n° 1519 Cercasi democrazia disperatamente

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E di colpo tutti (a parole) contro l’austerità- Ma gli Austerici imperversano, ancor lieti di deflazione e disoccupazione – I lasciti di Monti – Keynesiani – Banchieri gangster – La sinistra che non c’è – Un Paese di furbissimi – Si può truccare la democrazia digitale? – Padoan – Come il bugiardo Blair – Bad bank. Il sistema bancario ‘Ombra’ è ampio quanto quello ufficiale – Tsipras chi? – Tutti i dubbi sul governo Renzi – Jobs Act – Usa e fisco – L’oligarchia che distrugge l’Europa – I garantisti – E’ democrazia ciò che favorisce i molti – Il mito della crescita infinita

(Nelle Immagini Matematica ed arte)

Sono commossa
essere ricordata in una giornata è già eccezionale
ma due volte rischia di farti girare la testa
E’ facile sentirsi soli quando si è soli
ma sapere che qualcuno ti apprezza
per le cose che fai
e si ricorda di te in quanto donna, proprio di te
(non importa se chi lo fa è donna
o uomo)
questa, è una cosa che ti mette in una situazione particolare
una dolceamara situazione
in cui tu stessa
ti raccoglie nel palmo
come ti vedessi
per la prima volta.

..
AUTOGOAL
Franceschini: “I traditori andrebbero inseguiti con un bastone”. Parlava di Renzi?
.
“Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse”.
(Premio Nobel Paul Krugman, a proposito di Pier Carlo Padoan)

Eduardo D’Errico cita

Mi siedo al margine della strada
Il guidatore cambia la ruota
Non sono contento di dove vengo
Non sono contento di dove vado
Perché guardo il cambio della ruota
Con impazienza?

(B.Brecht : il cambio della ruota-1953)

Non me ne importa nulla di quali siano i ministri.
Perché i padroni del governo (il governo dei padroni) sono sempre gli stessi.

TUTTI CONTRO L’AUSTERITY
ALESSANDRO GILIOLI (opinionista de l’Espresso)

È abbastanza divertente vedere come adesso, a parole, sono tutti contro l’austerity. Tutti, a iniziare dai governi e dei poteri che l’hanno imposta e ci hanno portato dove siamo col 42 % di disoccupazione giovanile in Italia. Perfino il Fondo Monetario (pezzo forte della Troika) sta tentando una mezza marcia indietro, sempre a parole, sui suoi stessi diktat. Per non parlare dei “socialisti europei”, il concentrato di partiti che da molto o da poco governa in mezza Europa con la formula delle larghe intese (Germania, Italia, Grecia, Belgio, Austria, Olanda, Slovenia, Romania). Con la punta di diamante della Spd, partito che a Berlino è incollato a Merkel e alle europee si presenta con un suo leader, Martin Schulz, appena arrivato in Italia per accogliere Renzi e attaccare “il rigore” (pure lui??). E anche Napolitano, quello che ha imposto Monti obbedendo proprio alla Troika, si è da poco riscoperto keynesiano.(?)
Intendiamoci: fa piacere che abbiano capito di aver fatto una cazzata. Così come fa piacere non essere più minoranza “estremista” nel denunciare che quel sistema non funzionava. Fa un po’ stupore, invece, la faccia di bronzo con cui approssimandosi le elezioni europee i larghintesisti e troikisti europei facciano finta di non esserne stati i principali responsabili. Vogliono che ci affidiamo a quelli che ci hanno rovinati, perché dicono di aver cambiato idea. Da qui al 25 maggio saranno tutti contro l’austerità, senza vergognarsi dei danni che hanno fatto. Non è pazzesco?

QUELLI DEL RIGORE
Addison (blogger)

Nel 2012 BERSANI asseriva: “Io continuerò a sostenere lealmente quella linea di credibilità di RIGORE che Monti ha portato”. “La ricetta? Quella di Monti più qualcos’altro”. Ancora adesso, penso che siano stati in troppi a seguirlo, pensando che il RIGORE lo hanno applicato solo ai cittadini.
Una continua vergogna ed indignazione!

GLI AUSTERICI
Berluscameno (blogger)

Mi duole constatare che Renzi si ritrova al centro di una disputa italiana ed europea sulla concreta utilità (in un Paese colpito dalla recessione) dell’Austerity.
Un grande economista americano -Paul Krugman – premio Nobel dell’Economia dice: “Il 2010 ha segnato l’improvvisa ascesa degli “Austerici”che chiedevano ai Governi di imporre tagli alla spesa pubblica e nuove imposte nonostante l’elevata disoccupazione. L’Austerità ad ogni costo era la precondizione indispensabile per concedere un aiuto finanziario ai paesi in difficoltà. E il risultato complessivo per l’Europa è stata una drastica correzione dei conti pubblici. L’economia europea è ulteriormente peggiorata, dal 2012 il vecchio continente era ufficialmente in recessione”.
Qualche economista italiano si permette ora di essere contrario alle politiche di austerità applicate all’Italia.
Nel 2010, tre anni dopo lo scoppio della crisi economica mondiale, mancò qualsiasi decisione concreta per difendere l’euro e questo fatto destò molto scalpore, e qualche studioso di economia invitò le autorità italiane a dotarsi di un Piano per prepararsi a uscire dall’euro. Era un evento che non doveva essere preso sotto gamba, nel caso in cui, dietro l’obiettivo della stabilità, ci stessero propinando solo recessione e disoccupazione.
Un po’ per i provvedimenti monetari tardivi presi dalla Bce di Draghi e la creazione del Fondo salva Stati decisa dal Consiglio Europeo, un po’ per la posizione assunta dai gruppi dirigenti italiani a favore di questa Europa, dobbiamo prendere atto che abbiamo bisogno di un Piano dai contenuti diversi. Innanzitutto sottrarsi al ricatto che pone l’Italia di fronte alla scelta di perdere altre porzioni di sovranità fiscale – che gli accordi di Maastricht hanno lasciato agli Stati sotto vincoli parametrici – in cambio di un’assistenza che non risolve i nostri problemi, ma offre solo tempo per affrontarli e pone a carico del nostro bilancio pubblico, già asfittico, oneri per salvare gli altri. L’obiettivo è raggiungibile se si eliminano i due principali fattori della nostra debolezza: il livello del debito pubblico e l’attitudine passiva nel difendere gli interessi nazionali nel convincimento, continuamente ripetuto, che essi coincidono con quelli europei. Da noi l’austerità produce solo deflazione e disoccupazione. Le azioni concrete da intraprendere per sottrarsi al ricatto sono due: il consolidamento delle scadenze dei titoli di Stato italiani garantito dalla cessione del patrimonio pubblico – per il quale esistono programmi dettagliati redatti già da tempo – e un taglio lineare generalizzato della spesa pubblica complessiva del 3% per non dover ricorrere a nuove emissioni di obbligazioni durante l’intera durata del periodo di rimborso (proposta in 7 anni, ossia più di un’intera legislatura). Ciò farebbe risparmiare almeno 20 miliardi di euro di interessi da destinare alla riduzione della pressione fiscale. Il 2° grande problema del Paese è una incisiva riforma tributaria che porti a due tasse standard sui redditi personali (una statale e una comunale), più quelle sui consumi, da fissare in proporzione alle spese ritenute necessarie. Ciò collocherebbe al centro della politica la soluzione del problema principale della società italiana, la riforma della pubblica amministrazione, ivi inclusa quella degli organi elettivi.
Le altre riforme, quella pensionistica, del mercato del lavoro, del credito e dei capitali vanno poste sul sentiero della normale gestione cessando di introdurre continue regolamentazioni che estenuano i cittadini dal lato dell’impegno di comprensione a loro richiesto e della continua erosione dei loro redditi. Anche caso dell’Imu e delle sue trasformazioni rocambolesche non sono degne di una società civile.
Il Piano per restare in Europa prevede oggi piccoli stimoli non risolutivi per la ripresa, l’assistenza ai disoccupati e ai bisognosi, la spending review e l’aumento dell’imposizione patrimoniale anche per finanziare spese correnti, l’ultima delle nostre follie culturali in materia economica.
Il programma dell’attuale Governo non prevede nessuna delle cose da fare, anzi le complica, come testimonia il continuo aumento del rapporto debito pubblico/Pil e della pressione fiscale complessiva: forse è la prima volta che si richiedono ai cittadini sacrifici per stare peggio. Occorre quindi un cambio dei contenuti del Piano per non trovarsi nuovamente di fronte alla necessità di dover porre mano a un altro Piano, che sarebbe altrettanto serio da redigere e difficile da realizzare nelle attuali circostanze.
Ricordiamo che la BCE sta prendendo in seria considerazione l’immissione massiccia di nuova liquidità nel mercato per favorire la crescita effettiva dell’economia reale nei paesi del sud Europa. In questo seguirebbe la politica economica posta in atto da Obama USA, del Giappone, della gran Bretagna ecc. -tramite i Quantitative Easing – che hanno portato –ad es.- gli USA ad avere -attualmente -un aumento del loro PIL del 3.9 %.”
Ma quando Renzi ( o chi per Lui) avrà tempo per leggere queste parole?

I LASCITI DI MONTI
Franco (blogger)

Vorrei ricordare a chi “rimpiange” il Governo Monti i lasciti che ci ha lasciato questo signore troppo sopravvalutato da tutti in primis da Napolitano:
-il pareggio in bilancio in Costituzione che non esiste in nessun paese europeo né negli USA e neanche in Germania e Olanda, Paesi virtuosi; argomento discusso ed approvato in meno di 10 minuti senza informare i cittadini e senza un adeguato dibattito Parlamentare;
-gli esodati, una riforma delle pensioni fatta su presupposti teorici ed inverosimili (piena occupazione, crescita costate e continuativa del PIL, allungamento delle aspettative di vita ma non della qualità della vita!);
-una non riforma del lavoro che aveva lo scopo di semplificare le assunzioni giovanili e che in realtà non ha semplificato niente ma ha tolto quel minimo di possibilità di sgravi fiscali che c’erano.
Ed ora nel nuovo Governo Renzi abbiamo ancora persone di Monti (il Ministro della Istruzione Giannini) che ha già dichiarato la parità tra scuola pubblica e privata. Berlusconi ci ha portati al disastro ma per il poco tempo che abbiamo avuto Monti i danni che ha fatto sono nettamente superiori. Dio ci salvi da queste persone incompetenti e subdole!

KEYNESIANI
Urro (blogger)

Scoprirsi o riscoprirsi Keynesiani, in sé e per sé, non conta nulla. Stupisce che sia la sx e i cosiddetti progressisti ad indicare come economista da portare ad esempio Keynes, un economista che qualcuno potrebbe definire ”un buon reazionario illuminato”.
Ma di questi tempi, forse, occorre accontentarsi.
È noto a tutti, infatti, che la ripresa economica, nel pensiero keynesiano, si avvale di due elementi fondamentali per accrescere il reddito nazionale: l’aumento dei Consumi e la crescita degli investimenti anche attraverso una consistente azione dello Stato in opere pubbliche ed infrastrutture.
Ma come fanno a crescere i consumi se le paghe non crescono (se la produttività non cresce) e le aziende spostano all’estero le produzioni d’impresa?
Come fanno a crescere gli investimenti se il risparmio privato si erode continuamente (per soddisfare i bisogni primari delle famiglie)?
Come fa lo Stato ad intervenire se non ha un becco di un quattrino (senza poi contare i vincoli europei) e con un debito pubblico da far paura ?
Allora la ricetta keynesiana sembra più una vaga speranza che una dottrina praticabile, viste le condizioni strutturali del deficit pubblico e la situazione economica globalizzata.
Le ricette di Keynes vanno bene a rilanciare una situazione asfittica dell’economia di un paese singolarmente considerato: questa stessa ricetta (basata su dosi crescenti di investimenti statali tali da far crescere propensione al consumo ed occupazione) NON funziona in un quadro di economia comunitaria e men che meno globalizzata dove le variabili sono innumerevoli e di difficile controllo.

BANCHIERI GANGSTER
Berluscameno (blogger)

Mi viene male allo stomaco quando continuo a leggere che i più grandi e veri speculatori esistenti al mondo, i Banchieri Gangster, possono continuare tranquillamente a frodare la buona fede dei cittadini onesti e possono “tramare con certi politici loro complici “ per farci vivere – ora e poi – nella miseria più nera ( tramite la nefasta “trovata “di curare l’economia recessiva globale con forti dosi di “Austerity”). La loro ultima idea brillante per noi: colpire a morte (con l’inganno) il nostro welfare !
Nessuno ci difende e (guarda caso) nessuno di costoro va mai in galera !
Il prezzo dell’oro è l’ennesima frode che gli speculatori dovrebbero pagare con la libertà.
Gli scandali della finanza non finiscono mai ed assomigliano sempre di più a quelli della politica italiana: corruzione, collusione, pregiudicati che si occupano di riforme elettorali, la lista è lunga.
Dopo lo scandalo della Lehman Brothers c’è stato quello del debito sovrano, si è scoperto che Grecia e Italia, insieme al resto dei paesi della periferia, hanno manipolato gli indicatori economici grazie all’aiuto dei maghi della finanza, le ex banche d’affari per intenderci, che dal 2009 sono state ribattezzate banche commerciali.
E guarda caso sono sempre le solite: Goldman Sachs, J.P. Morgan, Banque Paribas e così via. Il crollo della Lehman e tutto il marciume dei derivati e dei mutui spazzatura ha scosso il mondo ma non lo ha cambiato.
Due anni fa è scoppiato lo scandalo del Libor, il London Interbank Rate, una sorta di tasso d’interesse mondiale. Ci si è accorti che un gruppo di banche ogni giorno ne fissava il valore e spesso lo manipolava per guadagnarci sopra. Anche in quell’occasione le pagine dei giornali hanno riportato titoloni da paura perché il valore del Libor influisce un po’ su tutto, incluso il costo delle rate della nostra macchina.
Nonostante il danno, le prove ed il baccano mediatico nessuno dei veri responsabili è finito dietro le sbarre.
Il reato politico e finanziario per antonomasia, e cioè fare i propri interessi a discapito della collettività, non sembra rientrare nella categoria dei reati penali.
Individui ed istituzioni che lo commettono se la cavano sempre con multe più o meno salate, multe il cui valore è infinitamente più basso dei guadagni accumulati nel tempo, così lo scandalo del Libor è costato complessivamente 6 miliardi di dollari di multe.
Questa settimana si è iniziato a parlare dello scandalo dell’oro, il cui valore è fissato ogni giorno a Londra alle 10 ed alle 15 da Barclays, Deutsche Bank, Bank of Nova Scotia, HSBC e Societe Generale. Il mercato dell’oro, va detto, vale circa 20 mila miliardi di dollari, una cifra considerevole, tuttavia il valore è stabilito con modalità arcaiche, simili a quelle usate per il Libor, create quando questo mercato era molto più piccolo.
Il protocollo risale al 1919 quando gli operatori di mercato si incontravano negli uffici dei Rothschild, nella City di Londra, oggi tutto avviene per telefono.
L’accusa di manipolazione arriva da uno studio, non pubblicato, di due economisti Rosa Abrantes-Metz, che insegna alla New York University’s Stern School of Business, ed Albert Metz, direttore di Moody’s Investors Service.
I due hanno studiato le fluttuazioni del prezzo dell’oro dal 2001 al 2013 ed hanno notato che spesso i prezzi si muovono al rialzo o al ribasso poco prima delle 15. Rosa Abrantes-Metz è conosciuta negli ambienti finanziari perché è stata la prima a denunciare la manipolazione del Libor usando la stessa metodologia di ricerca.
La settimana scorsa è comparso sul sito del Financial Times un articolo che convalidava le accuse di cui sopra, articolo che è poi stato rimosso.
Fortunatamente il blogger Zero Hedge lo ha riportato ed è ancora possibile leggerlo sul suo sito. L’articolo del Financial Times denunciava la manipolazione del prezzo dell’oro dal dicembre del 2010 al dicembre del 2013, quindi dallo scoppio della crisi del debito sovrano, mentre la ricerca dei due economisti riscontrava manipolazioni a partire dal 2003, dall’ inizio dell’invasione dell’Iraq.
I due eventi sono significativi perché hanno prodotto grandi instabilità e tradizionalmente in queste circostanze ci si rifugia nel lingotto.
La domanda di oro è dunque aumentata e con essa anche il valore del metallo giallo e la speculazione.
Nelle prossime settimane assisteremo alle solite indagini che porteranno agli stessi risultati: con molta probabilità nessuno pagherà con la libertà la frode commessa nei confronti della collettività.
Rimane però la certezza che anche questo mercato non è libero e perfettamente funzionante come molti ci vogliono far credere.
Ci troviamo di fronte all’ ennesima conferma che il libero mercato per funzionare bene ha bisogno di tanti paletti e che è un errore lasciarlo in mano ai banchieri (gangster) poiché -come certi politici -sono ben avvezzi alla frode.”

LA SINISTRA CHE NON C’E’
ALESSANDO GILIOLI

Il nuovo governo è pieno di ministri provenienti dall’ala dura di Confindustria, dalla Troika, dal Pdl, da Cl e dalla lobby delle spese militari.
Renzi ha stretto un’alleanza politica che esclude qualsiasi ipotesi di diritti civili (ce lo vedete, a fare le unioni gay dipendendo da Giovanardi?).
Ora la domanda da porsi è che cosa c’è e che cosa si può costruire di là, a sx di Renzi e del suo governo?
Perché a sx di Renzi finora ci sono stati soprattutto partitini autoreferenziali, più attenti alla perpetuazione della propria identità e delle proprie leadership che alla costruzione di un’area comune e seria di alternativa politica.
Partiti e partitini la cui eclissi è tuttavia sotto gli occhi di tutti: e non credo sia un caso che, per la prima volta, a queste europee nessuno di loro non solo presenterà il proprio simbolo, ma neppure candiderà suoi esponenti di rilievo nazionale (sto parlando della lista Tsipras). Ma – sempre di più, anche se pochi se ne accorgono – “a sx di Renzi” c’è molto altro, rispetto a questi partitini ma anche rispetto alle associazioni che pure partecipano a questa nascente galassia (da quelle per l’acqua pubblica a quelle antimafia, da quelle per i diritti dei migranti a quelle ambientaliste).
C’è, prima di tutto, una fascia crescente di persone che pongono con urgenza la questione dei diritti sociali: in opposizione a quella forbice dei redditi e dei patrimoni che è aumentata in modo tanto violento negli ultimi trent’anni, portandoci al punto in cui siamo.
Un’opposizione alternativa alle ricette implementate finora dai vari governi – specie gli ultimi due, quelli appoggiati dal Pd.
C’è poi la questione dei diritti civili: dalle unioni gay all’orribile legge 40 che proprio in questi giorni compie dieci anni, dal biotestamento alla laicità dello Stato – e altro, molto altro ancora.
C’è insomma, banalmente, la sx: che non è un’etichetta, ma una proposta politica fondata su una cesura completa rispetto alle scelte politiche in materia di diritti sociali e civili di cui sono comuni portatori questi governi di intese larghe o larghette.
Una sx oggi diasporizzata – come elettorato – tra l’astensionismo, il M5S, pezzi di Pd e partitini vari. E che tuttavia esiste, altro che se esiste: nel paese reale molto di più che nella sua attuale rappresentanza politica.
Forse è questo a cui bisogna pensare oggi, se si crede alla possibilità di un cambiamento che sia sostanziale, di contenuto, anziché cosmetico.
Non a una “ricostruzione” ma proprio a una “costruzione”: perché non c’è niente da ricostruire ma tutto da costruire ex novo. Con pratiche, programmi, persone e leadership adatti al compito. Una sfida molto complicata, certo: ma tutt’altro che impossibile. E sarebbe pavida ignavia non affrontarla.

UN PAESE DI FURBISSIMI
Alberto

La politica, da anni ormai, è fatta da persone che attraverso la politica cercano di fare i propri interessi. D’altra parte, noi Italiani non siamo un popolo, ma un insieme di persone con mentalità, tradizioni, cultura, etica, senso civico diversissimi tra loro. E siamo furbi: finché il guaio capita al vicino, e non a noi, facciamo finta di niente.
Politici di cui sopra e pennivendoli al loro soldo fanno il gioco di mantenere tutti nell’ignoranza. Abbiamo un PdR che sì è ripetutamente posto fuori dai propri incarichi, sia prima quando firmava di tutto (Lodo, massima vergogna), sia dopo quando fa la guerriglia agli eletti che non sono di suo gradimento. Abbiamo un Pd che da tempo immemorabile non è che un simbolo dietro al quale si cela una guerra tra bande, con importanti simpatie berlusconiane e cupio dissolvi: ora è apparso anche Caino. Abbiamo un Pdl ripetutamente spaccato nonostante i miliardi del capo banda. Idem per la Lega. Infine, tutti i partitelli minori che sono ormai ologrammi: Monti, Casini, Fini, DiPietro, Vendola..
Ed ora i 5Stelle, giovani creati da Grillo che cominciano ad affrancarsi in giusta misura, a proporre giuste leggi, ad operare con onestà e trasparenza. Certo, anche tra loro possono, e debbono, esserci dissensi, ma certamente NON sono tra quelli che hanno portato l’Italia al disastro e anche solo per questo meriterebbero la nostra fiducia.
Solo loro vogliono le leggi anticorruzione: vi sembra poco?
Fanno paura, questi giovani, ai politici di professione, perché sono i soli a cantare fuori dal coro pieno di miasmi.
E dunque smettiamola di intontire gli Italiani per 4 dissidenti, facendo credere che il M5S è una congrega di gente inaffidabile e radiocomandata.
Sono i migliori, perché non sono politici di professione, compromessi in mille modi con il potere ed ebbri di se stessi e della volontà di mantenere i loro vergognosi privilegi.

SI TRUCCA LA DEMOCRAZIA DIGITALE?
Cla Van (blogger)

(Si mettono in dubbio i sondaggi dei 5stelle dicendo che potrebbero essere truccati. V: e allora perché non si mettono in dubbio anche le operazioni bancarie on line, per esempio?)
Tutto giusto: e invece chi è che ci assicura che i voti alle elezioni siano tutti conteggiati correttamente?
a. poche persone conteggiano;
b. Non è la prima volta che scatoloni con schede vengono trovati intatti e non conteggiati; c. Anche se il conteggio avviene UNA persona scrive i risultati sui moduli e dunque li può modificare;
d. I dati vengono mandati al Viminale VIA WEB e I proprietari dei server sui quali si svolgono le elezioni e i sondaggi possono manipolare a loro piacimento i risultati quando vogliono;
e. infine i dati vengono presi da persone non molto ben note al Viminale, di chiara appartenenza partitica altrimenti non sarebbero li, ed elaborati per dare un risultato finale… ora quale è il modo più sicuro?

Vomit (blogger)
Se non esistesse la sicurezza online, non esisterebbero Internet e il commercio elettronico. Tutto è collegato ad internet oggi anche la tua banca, e se le critiche alla democrazia digitale avessero senso, ogni “buon sistemista” potrebbe accedere al tuo conto e fare un prelievo.
È più sicura la democrazia in rete (se gestita da buoni sistemisti) che quella analogica nelle urne (basta verificare le migliaia di brogli elettorali avvenuti negli anni).
Tutto dipende dall’integrità e l’onestà individuale delle persone e a me non sembra che il parlamento “analogico” italiano brilli per queste virtù.
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Laura Tonino (blogger)
Solo una precisazione per guido dalla Germania: Parelon, il progetto di Parlamento Elettronico utilizza proprio i token elettronici bancari. La generazione di chiavi è stata fatta con presenza di notai e parti terze a certificarne la correttezza. Parelon doveva essere il sistema il Sistema di tutto il Movimento 5 Stelle, e non solo del Lazio. Ma per ragioni di tempo, si è preferito, per ora, utilizzare il sistema LEX. Ma stai tranquillo, che di sistemisti qui, ne abbiamo tanti.
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PADOAN
Berluscameno (blogger)

Oltre il consenso elettorale “ondivago” i partiti italiani debbono affrontare la dura prova della lotta all’ultimo sangue da loro dichiarata contro la crisi economica recessiva e depressiva che attanaglia l’Italia.
Qualche parola su Padoan, l’attuale Ministro dell’Economia del Governo Renzi.
Una nomina che spaventa gli italiani, già fiaccati e smembrati dalle tasse imposte dalla cura-Monti prima e da quella del dottor Saccomanni poi. Già, perché mister Padoan, ex vice segretario dell’Ocse, ha un chiodo fisso: la patrimoniale. Per l’economista la tassa sui patrimoni potrebbe avere delle “conseguenze positive”,infatti “non ci deve spaventare”. (Con il particolare non trascurabile che noi non guadagniamo quanto guadagna il nostro “eroe“). Padoan dice: “Le tasse che danneggiano di meno la crescita sono quelle sulla proprietà, come l’ Imu, mentre le tasse che, se abbassate, favoriscono di più la ripresa e l’occupazione sono quelle sul lavoro”.
Il nostro eroe non dice che i posti di lavoro in cui si guadagna 500.000 euro ogni anno,come il suo, non è facile accaparrarli.
Una frase, secca, che chiarisce il suo pensiero: “Primum” tassare i patrimoni, poi – semmai – abbassare il peso del fisco sul lavoro. Meglio mettere mano al portafogli, dunque.
A spaventare, inoltre, è il background di Padoan: non solo Ocse, non solo Fondo monetario (dove fu direttore esecutivo) ma anche amico di D’ Alema e Amato (l’uomo della patrimoniale e della sua pensione d’oro, appunto, l’uomo che nottetempo fece un raid nei nostri conti correnti per alleggerirli e, di fatto, consegnarci all’euro). Padoan fu infatti consigliere economico sia di Baffino sia del dottor Sottile, e ricoprì anche il ruolo di direttore della Fondazione Italiani europei, il think-tank politico che gravita nella nebulosa orbita dell’ex eminenza grigia della sx, D’ Alema, sempre lui. Un background, insomma, che porta dritto a frasi come questa: “Dal punto di vista della crescita, l’imposizione sul patrimonio immobiliare è meno dannosa di quella sul lavoro. Si può tentare di avere, a parità di gettito, un impulso positivo sull’economia e sull’occupazione”. (E l’aumento attuale della disoccupazione e dei suicidi di piccoli imprenditori nell’ Edilizia dove li mettiamo?) Se volessimo fare l’esegesi di questa frase, potremmo anche riproporla così: “Più tasse per crescere e vivere senza un lavoro”. Si salvi chi può.
Il curriculum dell’esimio Padoan dà poi conto dell’apprezzamento per la disastrosa riforma Fornero (”Un passo importante”) ma, soprattutto, delle badilate ricevute da Paul Krugman, liberal del PD USA, premio Nobel per l’Economia del 2008. La sonora sculacciata (verso un autentico pseudo economista ) fu vergata sulle profumate colonne del New York Times, dove – allusivo – scrisse: “Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse”. Di chi scriveva? Di Padoan, inutile rimarcarlo.
Scrive in merito Krugman che quando un Paese è in fase di crisi economica per forte disoccupazione, recessione, depressione, deflazione, fallimenti aziendali, suicidio di imprenditori ed artigiani, delocalizzazioni a go-go, ecc. il Governo non deve assolutamente cercare di risolvere la crisi mediante un aumento forsennato della tassazione generale ed in particolare la tassazione sugli immobili (Patrimoniale). Riavvolgiamo il nastro fino a marzo del 2013, quando la Grecia era sull’orlo del collasso finanziario e, a ruota, il Vecchio Continente e l’euro rischiavano il tracollo. Padoan, candidamente, ammise: “La crisi greca è stata molto sottovalutata sin dal principio”.
Non è il massimo, per uno dei massimi dirigenti dell’Ocse ed ora anche Ministro della Repubblica.
Il vero problema che politici, economisti, ecc. non riescono a cogliere è che il sistema economico Italia è drammaticamente a tecnologia obsoleta, nel senso più ampio del termine “tecnologia” ed inoltre è per lo meno arretrato per le aspettative di livello di vita e di ricchezza che i cittadini nutrono .
Infatti se escludiamo la produzione del “made in Italy” di alta gamma , che funziona a volumi e soprattutto con margini in ribasso, il resto della manifattura tradizionale( quando non è anche obsoleta) non è più in grado di competere con gli stessi prodotti che vengono posti sul mercato da chi può realizzarli e fornirli a costi che talora sono il 50 % inferiori ai nostri.
I cittadini italiani accusano i Governi di immobilismo, ma ignorano la mancanza di capitale umano qualificato, che il sistema Italia non più la capacità di produrre da almeno 30 anni .
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Il tradimento del Pd si poteva vedere anche nell’incondizionato quanto assurdo appoggio a Blair, uno dei politici peggiori del mondo moderno

COME IL BUGIARDO BLAIR
Barbara Spinelli (giornalista de Il manifesto)

(Le scelte e le dichiarazioni di Renzi sono sconcertanti)
Elogia Blair???!! Ma una volta che hai scelto Tony Blair come modello, per forza approdi al tradimento. Tradimento della sx e dell’Europa che pretendi risuscitare, tradimento di promesse fatte nelle primarie o nei congressi. Non dimentichiamo il nomignolo che fu dato a Blair, durante la guerra in Iraq: il «poodle di Bush jr», il barboncino scodinzolante davanti alla finte vittorie annunciate dal boss d’oltre Atlantico.
Non dimentichiamo come Blair lavorò, di lena, per distruggere il poco di unione europea che esisteva e il poco che si voleva cambiare. Fu lui a non volere che i Trattato di Lisbona divenisse una vera Costituzione, di quelle che cominciano, come la Carta degli Stati Uniti, con le parole: «Noi, il popolo….». Fu lui che si oppose a ogni piano di maggiore solidarietà dell’Unione, e rifiutò ogni progetto di un’Europa politica, che controbilanciasse il potere solo economico esercitato dai mercati e in modo speciale dalla city.
(Eppure Renzi si rifà a Blair!?) E’ consapevole o ne parla tanto per parlare?
Toglie dagli Esteri la Bonino che al federalismo europeo ha dedicato una vita e ha una vera competenza e ci mette una Federica Mogherini che ha concentrato i suoi interessi sulla Nato. Chissà se è consapevole della degradazione dell’Alleanza atlantica, nei catastrofici 12 anni di guerra antiterrorismo.
Ma ancor più inquietante è la rinuncia a Nicola Gratteri per la Giustizia. Questo sì sarebbe stato un segnale di svolta. La sua battaglia contro il malcostume politico e le mafie è la risposta più seria che l’Italia possa dare ai rapporti dell’Unione che ci definiscono il paese più corrotto d’Europa. Non è ancora chiaro chi abbia lavorato contro la nomina di Gratteri. Forse il PdR; di certo le destre di Alfano e B, con cui Renzi vuol negoziare le riforme della Costituzione. Napolitano ha detto che non è bene che un pm diventi guardasigilli, eppure nel 2011, firmò la nomina del magistrato di FI Nitto Palma, vicino a B e a Cosentino. Evidentemente quel che valeva per Nitto Palma è tabù per Gratteri. Il veto al suo nome è ad personam, e accoglie la richiesta della dx di avere un ministro «garantista» degli imputati di corruzione, di voto di scambio, di frode fiscale, ecc. Al suo posto è stato scelto un uomo di apparato, Andrea Orlando, che solo da poco si occupa di giustizia, che ha fatto la sua scalata prima nel Pci, poi nel Pds, poi nei Ds, poi nel Pd. Nel governo Letta era ministro dell’Ambiente. Auspica – in profonda sintonia con B – la fine dell’obbligatorietà dell’azione penale e la separazione delle carriere dei magistrati.
Infine il ministro dell’economia, Padoan che da poco si dice contro l’austerità che ha sempre difeso e che è in continuità con Saccomanni.
Renzi ne ha dette tante e le la eluse tutte. “Niente più larghe intese!», o «Mai a Palazzo Chigi senza un passaggio elettorale», giusto per presentarsi – terzo Premier non eletto – in un Parlamento di nominati.

BAD BANK E SISTEMA BANCARIO E FINANZIARIO ‘OMBRA’
Berluscameno (blogger)

Siamo messi male. Su Omninus un giornalista tedesco ci informava che il più alto dirigente della burocrazia tedesca (capo dei servizi segreti della Germania) percepisce dallo Stato 80 mila euro annui ma che in Italia ci sono decine di migliaia di alti dirigenti dell’amministrazione statale centrale e delle imprese locali pubbliche e miste che percepiscono stipendi superiori ai 400 mila euro l’anno. Ci diceva anche che i dirigenti pubblici tedeschi (in generale) non sono affatto favorevoli alla politica monetaria proposta o posta in atto dalla BCE (tramite Draghi) con aiuti finanziari per promuovere in Italia la Crescita e lo Sviluppo economico.
Repubblica diceva anche che degli imprenditori campani si sono visti prosciugare (tramite falsa documentazione) i loro conti bancari. Ma i nostri banchieri gangster sono autorizzati dalla legge dello Stato (a favore delle banche ufficiali diventate tutte banche e comunque banche di investimento) a prelevare il denaro versato dagli ignari risparmiatori sul loro conti bancari e trasferirli in conti “molto privati” aperti dai Bankester nelle “loro” banche ombra con sede nei paradisi fiscali.
Se le operazioni finanziarie in nero effettuate dai Bankester (all’ insaputa dei risparmiatori) dovessero avere- per puro caso – un esito negativo (investimento in derivati strutturati taroccati) allora l’operazione verrà trasferita nei conti aperti presso le loro Bad Bank (ufficiali) sotto la voce di “crediti deteriorati”. Naturalmente poi lo Stato provvederà a rendere pubbliche queste Bad Bank private nazionalizzandole e a trasferire successivamente il notevole danno economico prodotto nel “corpaccio” del debito pubblico nazionale.
Nella realtà -con le condizioni date- la crescita e lo sviluppo dell’economia” reale” nei Paesi dell’Eurozona( tra cui l’Italia) è messa a serio rischio. E la disoccupazione purtroppo propende a diventare cronica ed in aumento anziché diminuire.
Nemmeno il governo Renzi c’è qualcosa di utile, non fa che ripetere la corsa precedente
Sarei più interessato a una volontà di riportare la Finanza privata e pubblica al servizio dell’Economia Reale. Il sistema Bancario e Finanziario “Ombra” (paradisi fiscali) basato sul fatto che banche ufficiali siano autorizzate a possedere Banche “OMBRA” in questi ultimi anni ha creato centinaia di Trilioni di euro di derivati (“spazzatura “ o “cacca”, sempre sapientemente strutturati e quindi imperscrutabili per tutti) e inoltre il 90 % di questa “cacca viene scambiato al di fuori delle piattaforme regolamentari.
Il problema è che nessuno è in grado di stabilire il valore sul mercato di questi “derivati strutturati”! Ossia In definitiva nessuno sa quanto denaro circoli attualmente nella zona euro. Siamo davanti ad un sistema che è ormai troppo grande, troppo complesso. Il sistema ombra (ossia le “non banche” che operano come banche nel mercato ombra) ha una grandezza equiparabile a quello totale delle banche “ufficiali”. Complessivamente l’euro finanza (ombra) vale il 600 % del PIL dell’ eurozona. Ossia circa 60 mila miliardi di euro, contro i 10 mila miliardi del PIL prodotto dall’ economia reale della intera zona euro.
Questa entità finanziaria (Too big to fail- “troppo grande per fallire”!) si assicura così un dominio pressoché assoluto del processo politico e dell’ opinione pubblica anche tramite i media in suo stretto controllo.
Certo, il rapporto Liikanen della UE (del 2012) vorrebbe proporre un ritorno alla legge USA Glas – Steagall del 1933, che separava le Banche depositarie dei soldi acquisiti dai clienti delle banche -da quelle di investimento che operavano solo speculazioni (ma non con soldi esclusivamente propri) sui vari mercati.
Ma la trasformazione di tutti i tipi di Banche in Holding effettive impedisce l’applicazione dei criteri di gestione più sicuri ed utili per i clienti delle banche.
In definitiva i banchieri sono ora dei “gangster” che difendono a spada tratta e contro tutti il loro orticello privato.

TSIPRAS CHI?
Egidio Scrimieri (blogger)

Vogliamo misurare lo spessore politico di certi che si considerano la sx italiana più illuminata? (vd Spinelli, Gilioli ecc)
Non soddisfatti della frammentazione attuale della sx, né dell’affidabilità dei principi ispiratori (che più che inaffidabili appaiono inesistenti) della sua parte maggioritaria (il PD), essi propongono ora:
a) l’affiliazione con un partitino greco (Syriza) che, seppure al 2° posto in Grecia conta un numero complessivo di proseliti non tanto diverso da quello annoverato da uno qualsiasi dei piccoli frammenti della sx nostrana (SEL, Rivoluzione Civile.. )
b) il rispolvero di ideologie paleozoiche come il maoismo e trotskismo, su cui si fondano la maggior parte dei gruppi (ΑΠΟ, KOE, DEA, KEDA, KOKKINO, XEKINIMA… ) confluiti poi nel carrozzone Syriza.
Concludo con un detto della Murgia pugliese: “ma cum’è ch nun ge scoppje a kep?” (trad.: come mai un così incontenibile acume intellettuale non provoca l’esplosione delle teste di costoro?)
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La “bella sx” vagheggiata da Corradino Mineo: :-DDD
”Se una sx vuole ancora esistere, che smetta di piangere e guardi al futuro. Sfidi il premier sui diritti, la lotta alla corruzione, le proposte per stare in Europa. Ingaggi una lotta “a morte”, culturale e politica, contro Grillo e Casaleggio, che sono il peggior lascito di Berlusconi (?), gli untori che prima sguazzavano nel sogno liberista(!!??) e, dopo la peste della crisi, si aggirano torvi promettendo l’apocalisse.” :-DD

Ma dove l’ha persa la testa, costui? Capisce quello che scrive o è totalmente matto?
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TUTTI I DUBBI SUL GOVERNO RENZI
Jlondon (blogger)

I primi provvedimenti di Renzi sono l’esatto opposto di quanto dichiarato, lo so che siamo in emergenza ma magari io avrei eliminato quei costosi bidoni degli F35, avrei sciolto con effetto immediato almeno una cinquantina fra enti inutili e simili, avrei ridotto con effetto immediato i vostri stipendi a metà, avrei posto il dignitoso limite massimo per le pensioni dei boiardi alla dignitosa cifra di 5000 euro. E poi la legge elettorale non è che un restiling del porcellum. Con gli swoshh bum crash bang non è che si combina molto. Renzi vuole uno stile americano? E allora lasciate stare Kennedy e Obama andate a Rooswelt, quello che portò in tempi di fame simili ai nostri la tassazione dei grandi capitali al 90%, perché il popolo italiano è anche disposto a tirare la cinghia ma almeno vorrebbe vedere che chi lo ha spolpato con la finanza creativa di questi anni paghi, non è giustizialismo ma reciprocità. Avete la Guardia di Finanza, usatela come va usata e i servizi segreti invece di portarli in Val Susa usateli contri gli speculatori finanziari, sarebbe un bel segnale. E dateci una legge elettorale degna di una democrazia parlamentare. Ridateci la nostra sovranità
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RENZI IL FURBETTO
Annamaris

E “intanto”: mentre la ‘gente comune’ sta come sta, e qualcuno che non ce la fa più si dà fuoco, qualcuno invece si butta giù e qualcun altro magari s’impicca, LUI, il giovane brillante e generoso che avanza, LUI che ‘ci mette la faccia’ e rischia tutto, ma proprio tutto per il ‘bene comune’…LUI…
Sorpresa! LUI è anche una personcina previdente e pensosa della propria pensione che- ancorché giovane- ha GIÀ messo al sicuro da ben 10 anni: col simpatico trucchetto di farsi assumere come dirigente dalla ditta di mamma e papà quando matura la sua candidatura alla Provincia, mettersi in aspettativa subito dopo, a un passo dalla sicura elezione…e oplà, il gioco è fatto: per 10 anni prima la Provincia, poi il Comune, gli pagano una ricca pensione da dirigente!
Truffa legalizzata- a quanto pare- praticata non solo da lui (anche da Zingaretti, per es.), ma alla portata ’solo’ di chi è casta, di chi è cricca, di chi è cosca.
Vergognoso privilegio che si sommerà a tutti gli altri privilegi che verranno.
Il giovane generoso e impavido che non ha nulla da dire sulla riforma-Fornero, quella destinata agli “altri”…

JOBS ACT
Costi e omissioni del piano di Renzi per il lavoro.

Taglio dell’Irap del 10% finanziato dall’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie. L’Irap vale 33 miliardi all’anno e serve a finanziare la sanità delle Regioni. Ammesso che Renzi voglia ridurre del 10% solo l’Irap privata, che vale 20 miliardi, dovrebbe comunque trovare 2 miliardi di copertura, lo si capisce che questo vuol dire aumentare le tasse del 20%!!! E voi pensate che un governo fatto di bocconiani e di persone del Fm tasseranno le rendite finanziarie???

Energia: ridurre il costo del 10 % per le aziende attraverso un taglio degli “incentivi cosiddetti interrompibili”. Peccato che a Otto e Mezzo Renzi avesse detto cose ben diverse! Tagliare gli oneri di distribuzione, cioè far pagare il conto alle reti (Terna e Snam) e ai venditori di energia. La nuova proposta invece mira a ridurre quei 600-700 milioni all’anno dati a grandi aziende disposte a subire un’interruzione della fornitura di energia. Il costo viene scaricato sulle altre imprese. Tagliare questi incentivi “interrompibili” avrà come effetto immediato quello di far salire i costi per alcune grosse aziende. E’ utile?

Assegno universale per chi perde il lavoro, con obbligo di seguire un corso di formazione e di non rifiutare più di una proposta di lavoro. Ma Renzi non lo sa che l’assegno universale esiste già? E’ l’Aspi già introdotta dalla Fornero nel 2012, per cui perde il diritto a riceverla chi “non accetti una offerta di un lavoro superiore almeno del 20% rispetto all’importo lordo dell’indennità cui ha diritto”. L’unica cosa che Renzi può fare è ridurre i requisiti necessari per accedere all’Aspi. A meno di non voler rivedere del tutto gli ammortizzatori sociali a partire dalla cassa integrazione

Obbligo di rendicontazione online per ogni spesa per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Il pozzo oscuro della Formazione professionale assorbe 600 milioni l’anno senza controlli. Non è detto, però, che una volta controllati i fondi il lavoro lo si crei davvero o i corsi divengano davvero formativi.

Eliminazione del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Serve a contrastare l’inamovibilità dei dirigenti della Pa anche se incapaci. Eliminare la garanzia dell’incarico a tempo indeterminato rende i dirigenti più soggetti alla politica.

Trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati devono pubblicare online ogni entrata e uscita. Sarebbe una novità positiva, in particolare per le spese delle Pa. Ma anche per partiti e sindacati, finora esentati dal rendere trasparenti i loro bilanci. Ma lo farà? Dopotutto sono gli stessi partiti a dover votare la legge e questa va contro i loro interessi.

Nuovi posti di lavoro per 7 settori (Cultura-Turismo-agricoltura, Made in Italy, Ict, Green economy, Nuovo Welfare, Edilizia , Manifattura), il Jobs Act promette singoli piani industriali. Qui abbiamo solo i titoli poi il vuoto. In Italia le cose non si fanno quando ci sono le leggi, figuriamoci quando ci si limita ad annunci generici! Abbiamo già avuto 10 mesi di annunci generici di Letta e ci bastano!

Presentazione entro 8 mesi di un codice del lavoro. Sono già scaduti i primi termini delle famose riforme. Scadranno anche gli 8 mesi. Amen.

Riduzione di 40 forme contrattuali. Ma di che parla? Le forme di lavoro previste dalle leggi attuali sono già 40 e quelle in uso non arrivano a 10 (tempo indeterminato o determinato, contratti a progetto, lavoro interinale, lavoro stagionale, le “false” partite Iva, lo staff leasing e poco altro). (Livia: Vogliamo altre tipologie di lavoro? Come fare lo stesso lavoro a metà stipendio, o essere assunto come portantino per fare il medico? O il modello Amazon: lavoro malpagato e vita senza dignità per produzioni scadenti e margini di profitto più ampi per aziende mediocri. Servizi pubblici sempre più in deficit perché meno persone hanno contributi decenti. Altro spazio per la fame privata di denaro e di affari.)

Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti. (Livia: come spiegava Nanni Loy nel suo film su Napoli: apprendisti che invece che a scuola vanno a lavorare imparano il mestiere. Ma poi il lavoro non l’avranno. Quando dovrebbero arrivare la tutele, il padrone prende un altro apprendista. Costa meno. Con la considerazione che spesso si lavora molto di più di quanto stabilito per contratto e senza alcun tipo di contributo.)
Questo era stato proposto da Boeri e Garibaldi e si basa sull’idea che basti un contratto e poi le garanzie si potranno dare entro 3 anni. Dunque prima le garanzie non c’erano, ora sono in processo? Si chiama in modo diverso la stessa cosa?

Agenzia Unica Federale che coordini i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali, insomma un’Agenzia unica sostituirebbe l’Inps. Ma i 556 Centri diffusi in Italia non servono a niente, sono solo una macchina mangiasoldi, danno lavoro solo al 3,7% dei richiedenti, mentre in Germania la percentuale è del 13%. L’agenzia unica può servire a coordinare meglio ma se il lavoro non c’è, non c’è.

Legge sulla rappresentatività sindacale e rappresentanti eletti dai lavoratori nei Cda delle grandi aziende. La legge è già in discussione alla commissione Lavoro della Camera. La si potrebbe approvare in poche settimane rendendo felici sia la Fiom che la Cgil. Sull’ingresso nei Cda delle aziende: il sistema tedesco prevede la presenza dei lavoratori in Consigli di sorveglianza con possibilità di intervenire sulle scelte aziendali e, anche, di nominare i manager. Ma non di divenire azionisti o amministratori dell’impresa.
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UNA POLITICA REALISTICA
JDesmond (blogger)

“Se credete non ai “sogni” ma a un disegno di Paese imperniato sui diritti sociali e civili, non è né con Renzi né con i suoi vecchi avversari abbracciati che troverete una risposta.”
A tenere in piedi il PD è proprio un intreccio simile a quello che fino a 5 anni fa era espresso da Berlusconi: i sogni di tanti (ma molti meno di ieri) sprovveduti e la complicità dei corrotti. Bersani faceva lo stesso, ma gli illusi non furono abbastanza da permettergli di vincere le elezioni. Ha poi cercato di salvare i complici impedendo la nascita del governo di Alte Personalità sostenuto dall’esterno con il M5S, e impedendo l’elezione di Rodotà. Letta non ha mai affascinato gli illusi, ma grazie a Napolitano ha garantito l’impunità della rete oligarchica, ma ha fallito (grazie al M5S) nel tentativo di abbattere la costituzione democratica, condizione indispensabile per salvare il regime inaugurato da B e oggi incarnato dalla dirigenza del PD.
Renzi torna ad affascinare una parte degli illusi per assicurare una spartizione del potere e delle risorse alle bande dell’oligarchia, ovviamente privilegiando la sua rete personale di complicità. Ha più possibilità di Letta di cambiare la Costituzione per consolidare il regime di impunità e saccheggio di cui è uno dei capibastone.
Basta leggere i commenti dei piccoli troll, indistinguibili persino nei dettagli da quelli dei vecchi berlusconiani, per accorgersi quanto tengano a questo disegno eversivo. Il problema è la velocità con cui si eroderà la base degli illusi senza il cui sostegno il progetto di impunità e saccheggio renziano rischia di fare la fine di Letta. Per questo, per la nostra personale salvezza, è necessario sostenere le alternative già esistenti perché si sviluppino e si radichino sempre di più e più rapidamente possibile. La politica di Renzi è molto più realistica di quanto si immagina. La sx è meglio che si svegli. Realistica come l’eversione, la corruzione, le mafie e la rete di complicità che le intreccia, che ha divorato il paese, e che ora lui rilancia.
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Bric. 44
Si dice che Renzi dovrebbe solo liberarsi da un manipolo di malfattori che negli ultimi venti anni hanno rovinato questo Paese. Ma non viene il dubbio a chi lo dice che buona parte del manipolo di malfattori che hanno depredato il paese sia proprio in quel Governo in prima persona (la Guidi, e Lupi ad esempio la prima con le società di papà ed il secondo con Comunione e Fatturazione) o per interposte persone. E lo stesso Renzi? Lo ha letto l’ articolo di Di Nicola su come si fa a farsi un vitalizio a spese dello Stato. E il Galletti ? Il suo capo si spertica in elogi per il berlusca, anzi dice che tornerà con lui e Renzi lo mette nel Governo?
“Dobbiamo partire dalla crescita e dal lavoro.” Completamente d’accordo,
Ma Poletti (Coop), la Guidi (Confindustria e praticamente Ministra per conto di Berlusconi, come lui stesso conferma) potranno fare molto per rilanciare in modo possente la crescita e di conseguenza creare lavoro?
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DIAMO I 100 GIORNI A RENZI
Giorgio

OK. Diamo per l’ennesima volta i 100 giorni a Renzi. Diamoli come li abbiamo dati a Monti, a Letta, come ne abbiamo dati 10 volte tanto a Berlusconi ed a Prodi/De Benedetti.
Tutta l’urgenza di cui si ciancia da anni non esiste; è come quel medico che dice “Se non trasfondiamo subito il paziente muore!” e dopo 20 anni siamo ancora li a parlare di terapie d’urto da farsi in pochi mesi e il paziente sempre morente… muore, ma d’inedia.
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USA E FISCO
Berluscameno (blogger)

Ecco come in USA i manager delle società pubbliche e private e gli alti dirigenti della burocrazia USA avevano trovato il modo per sfuggire al fisco americano. Accusa del Senato USA: Credit Suisse (Banca svizzera) ha aiutato i più ricchi ad evadere le tasse. “Credit Suisse ha aiutato gli americani più ricchi (anche banchieri e alti dirigenti della burocrazia) a nascondere miliardi di dollari al fisco per diversi anni. È quanto si legge in un rapporto di 175 pagg del Senato americano in cui si accusa il dipartimento di Giustizia di aver fatto troppo poco per ottenere dalla banca svizzera i nomi dei circa 22.000 clienti americani. E’ da 4 anni che i procuratori federali si stanno occupando della vicenda, hanno incriminato 7 banchieri e lanciato un’inchiesta nei confronti della banca, ma – si sottolinea nel rapporto – nessun caso è ancora arrivato a processo.
I procuratori federali sono stati bloccati nel loro lavoro dal governo svizzero che ha impedito alle banche di consegnare informazioni dopo che la sua banca più grande, Ubs, le diede per 4700 conti nel 2009.
“Recuperare le tasse dagli evasori è di importanza vitale per il nostro debito. Queste persone stanno frodando non solo il governo americano ma gli americani onesti (e le imprese oneste)che pagano le tasse”.
“Inutile dire che in Italia il cambiamento vero della PA deve partire dall’alta burocrazia. Vedremo se il ministro Marianna Madia (?)darà seguito ai propositi di introdurre misure per l’Italia sconvolgenti (sic!) come la licenziabilità degli alti dirigenti o l’obbligo di rotazione degli incarichi dirigenziali dopo un massimo di 6 anni. Un grimaldello che potrebbe mettere in crisi incrostazioni di potere tipo quelle sedimentate intorno a figure conosciute. Anche se per sbriciolarle completamente manca un passaggio. Ovvero, che le leggi siano scritte in modo chiaro e trasparente, e soprattutto che per essere attuate non abbiano bisogno di decreti attuativi, norme o circolari ministeriali (fonti di indicibile corruzione dirette dalle varie Lobby – votate da nessuno).Quello attuale è un sistema che espropria il Parlamento del potere di legiferare affidandolo a meccanismi nebbiosi manovrati da una alta burocrazia ottusa e autoreferenziale corresponsabile dell’immobilismo del Parlamento.Con il risultato che tutto finisce nel pantano. A ottobre 2013, autoreferenziale corresponsabile dell’immobilismo del Parlamento.Con il risultato che tutto finisce nel pantano. A ottobre 2013,per rendere operative leggi emanate a partire dal “governo Monti” mancavano 469 provvedimenti di attuazione!”
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Bric
Purtroppo anche Bersani ha subito il “principio di Peter” che recita:
In qualsiasi organizzazione gerarchica, ogni componente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza”.
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Stefano
Le stalinarie sono quelle nelle quali gli elettori del PD hanno versato 2 euro per sostituire il burattino Letta con il burattino Renzi.
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Mauro Mungai
Sono ormai quasi 70 anni che ci sono porzioni di sinistre varie guidate dai vari Masanielli di turno che abbaiano alla luna. L’es. più noto di questi pseudo rivoluzionari è Bertinotti che aiutato dal suo vice Vendola riuscì ad abbattere il governo Prodi con la scusa che ci voleva ben altro.
Se in tutto questo tempo a sx della sx non è mai nato niente di serio e duraturo una spiegazione ci sarà.
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Annamaria
“Quando si decideranno a mantenere la schiena diritta?”
‘Dritta come?
Come quella del Civati, o come quella del Mineo?
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L’OLIGARCHIA CHE DISTRUGGE L’EUROPA
Berluscameno (blogger)

Ma dove è scritto che dobbiamo accettare di essere distrutti come nazione e come popolo da 4 Economisti di dubbia origine intellettuale (assoldati da alti burocrati e biechi personaggi da operetta europei, che si definiscono “banchieri” (gangster) e che vogliono affibbiarci le cure amorose della Austerity teutonica, tramite l’applicazione di una teoria economica completamente sballata (per il periodo recessivo e depressivo in cui viviamo) e degna solo della “pattumiera” della Storia?
È in definitiva la storia di un progetto (eversivo) che vuole l’Europa governata da una oligarchia. Ecco la storia di un grande inganno, un inganno che inizia con il cedere illecitamente, proteggendosi con il segreto, la funzione sovrana dell’esercizio della politica monetaria a privati. Inoltre nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla Costituzione; continua nell’approfittare delle “passate “ferie estive per ratificare un Trattato UE con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc.) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce. E si conclude in ultimo, nel dare il potere a qualche politico (baciapile) di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola. Così, quando i cittadini si renderanno conto che hanno perso tutto, che la loro vita viene decisa da una oligarchia di potenti non eletti democraticamente, quando si renderanno conto del grande inganno in cui sono caduti non sarà loro concesso neanche di reagire o protestare, perché basterà una sola parola per trasformare la reazione in “azione terroristica” o la protesta in “insurrezione”, legittimando così la sospensione dei diritti umani e l’applicazione della pena di morte. Il tutto, poi, verrà coperto con il segreto di Stato.
“Una importante rivista inglese accusa governi e autorità europee, ed elogia i paesi, come Islanda e Finlandia, che hanno respinto i diktat del Fondo Monetario o dell’Unione. Dopo la crisi acuta del 2008, Reykjavik disse no alle misure che insidiavano sanità pubblica e servizi sociali, tagliando altre spese scelte col consenso popolare. Non solo: capì che la crisi minacciava la sovranità del popolo, e nel 2010-2011 ridiscusse la propria Costituzione mescolando alla democrazia rappresentativa una vasta sperimentazione di democrazia diretta. Non così è accaduto in Grecia. L’Ue l’ha usata come cavia, e lì assistiamo a un’ecatombe senza pari. Il popolo greco sopravvive grazie all’eroismo di ONG e medici volontari: i Greci che cercano soccorso negli ospedali “di strada” son passati dal 3-4% al 30%. S’aggiungono poi i suicidi, in crescita come in Italia: fra il 2007 e il 2011 l’aumento è del 45%. In principio s’ammazzavano gli uomini. Dal 2011 anche le donne. Ormai la Spagna, e l’Italia, sono molto vicine all’inferno greco voluto dalla Merkel.
La Grecia prefigura il nostro futuro prossimo, se le politiche del debito non mutano e se scende ancora la spesa per i servizi sociali. Anche in Italia ci sono ospedali di volontari, come Emergency. La luce in fondo al tunnel è solamente una menzogna impudente.“
Senza purtroppo denunciarla, Renzi ha svelato (nel suo intervento al Parlamento) la banalità di una illusione di crescita vista “solo “ dal Saccomanni di turno al ministero dell’Economia. “L’Europa non dà speranza se fatta solo di virgole e percentuali”; “l’Italia non va a prendere la linea per sapere che fare, ma deve dare all’Europa un contributo fondamentale”. Purtroppo nessuno è stato informato di quale natura debba essere quel contributo. Si potrebbe suggerire ai furbacchioni ritenuti “economisti “ in Europa, ma definiti in USA da alcuni altri economisti come crudeli mistificatori, che vadano a rileggersi i propositi di Obama per rilanciare la crescita e lo sviluppo e la diminuzione massiccia della disoccupazione in USA. La FED (USA) tramite un massiccio intervento pubblico nel mercato con massicce iniezioni di liquidità di Quantitative Easing, ossia con le corrette manovre economiche “non convenzionali” che i nostri Attuali economisti al Governo dovrebbero “raccomandare “ caldamente agli economisti gestori della Bce. Non si vince la recessione, la depressione e la dilagante inflazione esistente attualmente in Italia con una politica di Austerity. I nostri economisti al Governo “interpretano il risanamento come fattore di disciplinamento sociale”. Ma forse le cose stanno molto peggio: in Grecia il “risanamento” riduce le popolazioni, cominciando da bambini e anziani.
Regna sovrano l’oblio storico di quel che è stata l’Europa, del perché s’è unita. Dopo il ‘14-18 la Germania fu trattata come oggi la Grecia: sconfitto, il paese doveva soffrire per redimersi. Solo Keynes insorse, indignato. Nel 1919 scrisse: “Se diamo per scontata la convinzione che la Germania debba esser tenuta in miseria, se i suoi figli debbono rimanere nella fame e nell’indigenza, se miriamo deliberatamente all’umiliazione dell’Europa centrale, la vendetta non tarderà”.
E la vendetta si fece viva con Hitler al potere, per cui ben diversa e più saggia fu la risposta nel 2° dopoguerra. Quella via andrebbe ripercorsa e potrebbe sfociare in una saggia “Conferenza europea sul debito”, che condoni ai paesi in difficoltà parte dei debiti, connetta la durata dei rimborsi alla crescita e dia all’Unione dei Paesi europei dei poteri politici reali e risorse per lanciare un New Deal di ripresa collettiva. È già accaduto.
In una celebre conferenza a Londra nel 1953, indetta dai i Paesi ”vincitori “ della guerra contro gli spietati nazisti, si decise di ridurre quasi a zero i debiti contratti dai Tedeschi nell’ultima guerra della Germania. E i risultati non produssero morte, ma vita. Fecero rinascere la democrazia tedesca. Non c’era spazio, a quei tempi, per i pseudo economisti “austerici “ che oggi tornano ad affollare le scene europee con la loro errata teoria dell’“Austerità teutonica”.

LA GUIDI

Alessandro Gilioli ci parla dell’intervista al Corriere della neoministra Federica Guidi. Che, nello smentire qualsiasi conflitto d’interessi, parla sempre della Ducati in prima persona plurale: «Partecipiamo, abbiamo, esportiamo» etc. E che, nello smentire la vicinanza a Berlusconi, racconta di essere stata contattata poco più di un anno fa per una candidatura nel Pdl: candidatura poi rifiutata non per lontananza dal Pdl medesimo, ma «perché non ho voluto mai scendere in politica e avevo un bambino piccolo». Pazzesco!
(Per rimediare ai guasti di un lavoro che sempre più viene delocalizzato all’estero di sceglie proprio una delle imprenditrici italiane che più delocalizza!)

QUELLI CHE LA RIVOLUZIONE
Sergio Di Cori Modigliani

Ci sono quelli che vogliono fare la rivoluzione perché sono per il cambiamento (si trovano in ogni paese); ci sono quelli che non vogliono fare la rivoluzione perché sono per la conservazione (si trovano in ogni paese); infine ci sono quelli che la rivoluzione la farebbero perché il cambiamento lo vorrebbero ma non hanno idea come si faccia a passare dal condizionale al tempo presente (si trovano soltanto in Italia).
Dice Civati: “Io voterei pure contro questo governo al Senato, perché io sono contro, e i miei senatori pure. Però voglio restare nel PD e quindi voterò a favore”.
Il paese delle meraviglie italiote.

I GARANTISTI
Toni

Blair ha avuto un incontestabile merito: quello di permetterci di identificare immediatamente come destri tutti quelli che lo consideravano di sx.
Chiedere all’inquilino del Quirinale la lotta alla mafia è impresa impossibile. Se ci facciamo la domanda ci diamo anche la risposta.
I “garantisti” in Italia non battono ciglio quando si istituiscono dei centri di detenzione per gruppi etnici, senza processo, senza avvocati, senza possibilità di comunicare con il mondo esterno. In condizioni peggio che carcerarie.
I “garantisti” in Italia sono quelli che applaudono quando la polizia manganella gli studenti in piazza, o li tortura. O uccide ragazzini per divertimento.
I “garantisti” sono quelli che “per ragioni tecniche” non è possibile mettere un numero di riconoscimento ai celerini (l’ha chiesto solo il M5S).
I “garantisti” sono quelli che usano le leggi fasciste su “devastazione e saccheggio” – scritte per scenari di insurrezioni generali – per condannare chi rompe la vetrina di una banca. E che allargano il concetto di “terrorismo” anche a chi rompe un compressore. Tanto per dare anni di galera a casaccio per spaventare i dissidenti politici. I “garantisti” esultano per gli anni di galera dati a chi brucia un’auto che ha appena fatto una carica non preannunciata a un corteo legittimo.
In Italia “garantista” significa essere fascisti. Significa chiedere la forca per chiunque dissenta dal regime e stracciarsi le vesti tutte le volte che un potente (e i suoi parenti e amici) viene condannato a pene anche lievissime per reati gravissimi.
Il governo italiano e il suo sponsor (uno che appoggiava le repressioni con i carri armati in strada) sono notoriamente garantisti.
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Robert
Non so se ve siete accorti, ma è iniziata un’altra “notte della repubblica”.
Nel senso che la Democrazia è in pericolo e il pericolo viene dall’interno delle istituzioni.

E’ DEMOCRAZIA CIO’ CHE FAVORISCE I MOLTI
Tonii

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia” dice Pericle. La democrazia non è sinonimo di elezioni (ad Atene si tirava a sorte). Le elezioni sono una tecnica. Ma la democrazia trascende il dato tecnico e punta al fine: “favorire i molti”. È il fine che definisce la democrazia. L’interesse collettivo.
Oggi abbiamo di tanto in tanto delle elezioni che hanno come scopo quello di imbastire una farsa, una rappresentazione di democrazia, una sceneggiata vuota, il cui scopo è esattamente quello di farci credere che siamo in democrazia perché ci sono delle elezioni. Ma il risultato effettivo è che siamo in una oligarchia che favorisce “i pochi” mentre butta fumo negli occhi ai “molti”.
E il governo renziano è il distillato di pochi poteri forti, oligarchici, che si impongono sull’interesse generale. ed è persino privo della foglia di fico delle elezioni.

IL MITO DELLA CRESCITA INFINITA
Giorgio N (blogger)

Il paradigma della “crescita infinita” andrebbe rivisto in modo radicale.
Vi è sempre maggiore consapevolezza che il dogma di un Paese che funziona solo se “cresce” continuamente è una costruzione teorica che in Italia ha funzionato fintanto che il Paese era più arretrato rispetto ad altre nazioni dell’occidente – penso al dopoguerra ed al boom degli anni 60 che lei ha ricordato.
Ora semmai il tema è quello di trovare un equilibrio tra risorse finite e un surplus di offerta rispetto alle reali necessità. I temi sui quali si gioca il futuro sono:
– il consumo del suolo e la riqualificazione edilizia (con tutto quello che comporta essere uno degli stati con la più alta densità abitativa e con un dissesto idrogeologico da terzo mondo);
– le risorse energetiche (per quanto tempo potremmo permetterci di acquistare energia all’estero? Come siamo messi a rinnovabili? Qual è il nostro tasso di “autarchia energetica”? Qual è il livello minimo di sussistenza che siamo disposti a tollerare?…);
– la discrepanza tra economia reale e finanza (come si determina il valore di un bene? Che paletti definire per il mercato alla luce delle recenti crisi determinate soprattutto da prodotti tossici finanziari?)
– more to come…
Non serve a nulla incaponirsi a voler produrre lavatrici a prezzi concorrenziali con la Polonia (e dopo la Polonia ci sarà l’Ucraina e dopo la Turchia e dopo ancora l’Azerbaijan…) quanto invece recuperare, modernizzandola, la piccola manifattura di base che da qualche decennio abbiamo demandato all’estremo oriente (made in China above all). L’Italia del boom degli anni 60 non c’è più e non ci potrà essere più. Ora le praterie stanno nell’affrontare in maniera creativa e diversa le sfide di una economia del “prima il necessario e poi, se ce n’è ancora, il superfluo” senza dover tornare a vivere come negli anni 50 in un paese a prevalenza agricola, dove il frigorifero e la lavatrice erano un lusso e dove metà della popolazione non aveva servizi igienici con acqua corrente…

IL PESSIMISMO DELLA RAGIONE E L’OTTIMISMO DELLA VOLONTA’
Desmond (blogger)

“L’ottimismo che nasce come sentimento slegato dalla realtà politica e dalla sua mancata comprensione è, dunque, inutile, oltre che dannoso, dal momento che si presenta come elemento atto ad indebolire le masse e a rinforzare i potenti di turno.”
Il concetto è ben riassunto nell’espressione “il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà”. L’ottimismo ha senso solo come approccio per il raggiungimento di un obiettivo per ottenere il quale vanno identificati i mezzi attraverso l’analisi razionale della situazione reale. Non è un caso che chi accetta la devastazione della costituzione, cioè dell’unico ostacolo rimasto sul cammino del consolidamento dell’oligarchia di governo, ignori del tutto la premessa razionale per appellarsi ad un vuoto ottimismo. È lo stesso approccio di chi dice che la colpa della crisi è di chi non ha fiducia. Ed è divertente notare che a sua volta questo approccio somiglia tanto al vecchio “credere, obbedire, combattere”.
Oggi, per credere, si ha bisogno che la realtà sia ignorata.

SPINOZA

Abbiamo il premier più giovane d’Europa. Ma non è una scusante.

Renzi ha superato Mussolini come più giovane presidente del Consiglio. E adesso via con la prova sindacati.

Renzi: “Siamo la generazione Erasmus”. Quindi per sei mesi non faranno un cazzo.

Questa nuova alleanza consegna l’Italia a Berlusconi. “Oh grazie, ma ce l’avevo già”.

L’Ucraina è un paese spaccato in due, con una spesa pubblica fuori controllo e il governo paralizzato dalla dipendenza energetica. Secondo me hanno bisogno di una nuova legge elettorale.

L’Unione Europea minaccia sanzioni se le violenze in Ucraina non finiscono. Potrebbero addirittura farli entrare.
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1520 6-3-2014 LA GRANDE BELLEZZA- UN TRASH DI BERLUSCONI

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Blog di Viviana Vivarelli

Critiche contrastanti – Gli eterni inciuci italiani sottostanti il film – Sergio Cori di Modigliani: un prodotto Pd-Pdl-Lega– I monopoli nel cinema come nella musica – Pochi plutocrati distruggono l’arte italiana: la grande ipocrisia – In Italia si vince solo attraverso il Pd o Berlusconi – Come i partiti distruggono quello che era il Paese più produttivo di arte del mondo – Un premio alla volgarità e allo strapotere – Un film imposto come moda per motivi politici – ‘La grande vuotezza,’ di Travaglio- Siamo persi- Il monopolio delle etichette musicali

(Jep Gambardella)
“Le vedi queste persone? Questa fauna? Questa è la mia vita. E non è niente.”

“La più sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare!”

“È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura… Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile.”

“Sull’orlo della disperazione, non ci resta che farci compagnia, prenderci un po’ in giro!”

“Diamo sempre il meglio di noi agli sconosciuti”.

Viviana: “E’ il business, bellezza!

La meglio è stata Paola Taverna: “Siete gnente, gnente, gnente!”

Il paradosso maggiore: che un film di critica a una società futile, artificiale, falsa e inutile sia prodotto proprio da Silvio Berlusconi”!

Berlusconi: “Un film autobiografico!” (mancava la scena dell’ostia)

Ma come paradosso non è male nemmeno Sorrentino che in uno spot orrido si piega a fare la pubblicità alla Fiat 500. Un altro da delocalizzare!

Tutti parlano di questo film che ha vinto l’Oscar al festival di Cannes, come migliore film straniero (più altri premi), perché ‘La grande bellezza’ è stata prodotta da Berlusconi e Canale 5 l’ha mandato gratuitamente in televisione, perché Berlusconi facesse la ruota e si rifacesse una nomea di gran manager. E’ un film di Mediaset che ha avuto una enorme pubblicità e un boom di ascolti in tv, 9 milioni, più del 36%, diventando il film più visto degli ultimi dieci anni sulla televisione italiana. Sia nella critica che nel pubblico i giudizi si sono spaccati tra coloro che lo ritengono un prodotto trash, inguardabile, e quelli che lo esaltano appassionatamente. Ma, leggendo le recensioni, si capisce subito che l’interesse per il film va ben oltre il regista Sorrentino o l’Oscar e si appunta su Berlusconi e lo stile che lo rende famoso, più molte altre cose che sono guasti della società contemporanea e non riguardano tanto la storia, o piuttosto la non-storia, del film, quanto il ruolo che Berlusconi ha nella società italiana e l’inviluppo di interessi non propriamente artistici che si appuntano sull’opera cinematografica come su qualunque prodotto d’arte, musica, pittura, editoria ecc. oggi In Italia.

Un critico cinematografico su Il fatto Quotidiano si è molto irritato perché molti dicevano che il film era orribile, senza capo né coda, e ha reagito asserendo che solo chi si intende di cinema può dare giudizi, insomma, secondo lui, solo pochi critici cinematografici avrebbero il diritto di dire che il film piace loro o no, dopo di che è stato pesantemente sbertucciato.
C’è da considerare che i nostri cugini di Oltralpe non sono di solito molto benevoli con la cinematografia italiana. Il precedente premio Oscar per il miglior film straniero assegnato a noi risale al 1999 per La vita è bella di Roberto Benigni che fu premiato anche come miglior attore protagonista. Il film ricevette un terzo premio Oscar per la migliore colonna sonora.

Mentre la critica internazionale ha dato buoni giudizi su ‘La grande bellezza’, quella italiana si è divisa.

« Magari La grande bellezza si accontentasse di essere un brutto film. È piuttosto “un’esperienza emotiva inedita“, ha scritto Walter Veltroni sul Messaggero.

« È un film disorganico, opulento, frammentario e sfacciato, ma anche bello da ridurti in lacrime, questo omaggio alla Capitale firmato da Paolo Sorrentino.”
(Alessia Starace, recensione su Movieplayer.it, 21 maggio 2013)

Molto discusso anche il paragone con un film dello stesso genere, critica sociale di tipo onirico attorno alla città di Roma: ‘La dolce vita’ di Fellini (per altri ‘La terrazza di Scola, che attaccava direttamente i politici romani). Per taluni il paragone stesso con Fellini è improprio o è una bestemmia, per altri Sorrentino ripropone una imitazione scadente che difetta proprio di quei caratteri fantastici e nostalgici e di quegli elementi di simpatia umana che connotavano La dolce vita, paragonando il dolcissimo e decadente Mastroianni al vacuo e farfugliante Toni Servillo o le metafore trasfigurate e dunque artistiche dei personaggi felliniani con quelli pacchiani e dunque solo di cattivo gusto di Sorrentino.

Discutibile questo giudizio:
« La grande bellezza sta a La dolce vita come la via Veneto di oggi sta alla via Veneto del 1959. Adesso è solo una strada di hotel di lusso dove è vano ricercare il clima notturno di un tempo: i caffè affollati di artisti e intellettuali, le scorribande di divi e fotografi, i night-club frequentati da una variegata fauna di nobili, perdigiorno e letterati.”
(Alessandra Levantesi Kezich, recensione su La Stampa, 21 maggio 2013)

Ma discutibile anche questo:
« Con tutte le rughe, gli eccessi, la sovrabbondanza di scene e “finali”, il difficile paragone con Fellini e quant’altro gli si voglia attribuire come difetto io da semplice appassionato spettatore dico Capolavoro Indimenticabile!! Perché davvero emozionante e sincero.” (di quale sincerità parla? Mai visto film più vuoto e artificiale!)
(Luciano Stella, recensione su L’Huffington Post, 17 gennaio 2014)

C’è poi tutto un risvolto politico da considerare per i legami con Berlusconi, legami non solo economici, essendo La grande bellezza un prodotto Mediaset, ma proprio di stile, di cattivo gusto, di italianità deteriore, di strapotere plutocratico, essendo la produzione del film frutto del solito inciucio tra interessi politici contrapposti con la compresenza di conflitti di interesse che tanti piddini continuano a ignorare.

SERGIO DI CORI MODIGLIANI
(che a me piace molto e di cui leggo il blog sempre) ha scritto:

Il film è stato prodotto da un importante rampollo della dinastia Letta, il cugino dell’ex premier, Giampaolo Letta, il più importante dei quattro baroni del cinema italiano il cui compito principale consiste nell’impedire che in Italia esista e si manifesti il libero mercato multimediale, mantenendo un capillare controllo partitico dittatoriale sull’industria cinematografica. E’ l’amministratore delegato della Medusa film, il cui 100% delle azioni appartiene a Mediaset.
Il vero Oscar, quindi (in Usa conta il produttore, essendo il padre del film) lo ha vinto Silvio Berlusconi, al quale va tutto il merito per aver condotto in porto questo business nostrano.
Ma nessuno in Italia lo ha detto.
E’ un prodotto PDL-PD-Lega Nord tutti insieme appassionatamente.
In teoria (ma soltanto in teoria) è stato prodotto da Nicola Giuliano e Francesca Cima (quota PD di stretta marca burocratica di scuola veltroniana) per conto della Indigo Film, i quali -senza Berlusconi- non sarebbero stati in grado neppure di pagarsi le spese dell’ufficio, dato che su 9 milioni di euro di budget, il buon Berluska ne ha messi 6,5. E’ stata buttata dentro anche la Lega Nord, che ha partecipato con la Banca Popolare di Vicenza (500 mila euro come favore amicale, ma va?) e con la sponsorizzazione del Biscottificio Verona (in tutto il film non si vede neppure una volta qualcuno mangiare uno dei suoi biscotti), entrambe le aziende vogliose di entrare nel grande giro (sono bastate due telefonate per convincerli).
Grazie alla malleverie politiche, attraverso fondazioni di partito hanno ottenuto altri 2 milioni di euro incrociati: il PD se li è fatti dare grazie al solerte lavoro di relazioni europee attraverso il “programma Media Europa” (650 mila euro) mentre Renata Polverini ha partecipato alla produzione dando 500 mila euro per conto della Presidenza Regione Lazio attraverso il “fondo per il cinema e audiovisivi per il rilancio delle attività cinematografiche dei giovani” (soldi che ha dato a Giampaolo Letta, sulla carta lui sarebbe “il giovane” che andava aiutato). Nicola Giuliano ha messo su la squadra partitica. In teoria fa il produttore, ma fa anche il docente, il consulente. Ha la cattedra al corso di produzione della Scuola nazionale di cinema di Roma, ma allo stesso tempo ha anche la cattedra di docente di produzione cinematografica presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, oltre che docente di “low cost production” a San Antonio De los Banos nell’isola di Cuba e consulente per la Rai. E’ un funzionario tuttofare che mette su pacchetti partitici, il che poco ha a che fare con il cinema, ma molto ha a che vedere con l’idea italiana di come si fa il cinema.
O meglio: molto ha a che fare con l’idea di come si uccide e si annienta una cinematografia.
Secondo gli esaltatori di questo “prodotto Italia”, il film vincente aprirebbe la strada a investimenti, stimolando i giovani autori e lanciando il nuovo cinema italiano; mentre, invece, l’unico risultato che otterrà sarà quello di far capire a tutti, come severo ammonimento, che “o prendete la tessera di Forza Italia/PD oppure non lavorate” chiarendo a chiunque intenda investire anche 1 euro nel cinema che bisogna però passare attraverso la griglia dell’italianità partitica, il che metterà in fuga chi di cinema si occupa e attirerà invece squali di diversa natura il cui unico obiettivo consiste nel fare affari lucrosi in Italia con Berlusconi e il PD, in tutt’altri lidi.
I giovani autori, i cineasti italiani in erba, le giovani produzioni speranzose, il cinema indipendente, ricevono da questo premio un danno colossale perché il segnale che viene dato loro è quella della contundente italianità, quella della Grande Ipocrisia, la vera cifra di questo paese che si rifiuta di aprire il mercato ai meritevoli, ai competenti, a quelli senza tessera.

Il film ha vinto esattamente nello stesso modo in cui aveva vinto “Nuovo cinema Paradiso” nel 1990.
Due parole tecniche per spiegarvi come funziona il meccanismo di votazione dell’Oscar.
Per votare bisogna essere iscritti al MPAA (Motion Pictures Academy of Art) e bisogna essere sindacalizzati; dal 1960 vale anche il principio per cui chi è disoccupato non vota, nel senso che bisogna dimostrare con documenti alla mano che “si sta lavorando” da almeno gli ultimi 24 mesi ininterrottamente, garantendosi in tal modo il voto di chi sta veramente dentro al mercato. Perché per gli americani l’unica cosa che conta per davvero è il mercato, per questo Woody Allen (autore indipendente) detesta Hollywood e non ci va mai, la considera una truffa. I votanti sono all’incirca 6.000 e sono presenti tutte le categorie dei lavoratori (si chiamano industry workers): produttori, registi, sceneggiatori, direttori di fotografia, macchinisti, tecnici del suono, delle luci, scenografi, sarti, guardarobiere, guardie di sicurezza, perfino i gestori degli appalti per gestire i catering sul set, ecc. Ogni voto vale uno, il che vuol dire che il voto di Steven Spielberg vale quanto quello di un ragazzino il cui lavoro consiste nel tenere l’asta del microfono in direzione della bocca del divo di turno nel corso delle riprese, purché lo faccia da almeno due anni e paghi i contributi. Quando si avvicina il giorno della votazione scattano i cosiddetti “pacchetti” e a Los Angeles la lotta è furibonda e comincia la caccia già verso i primi di novembre, con i responsabili marketing degli “studios” (sarebbero le grandi majors) che minacciano, ricattano, assumono, licenziano, per convincere chi ha bisogno di lavorare a votare per chi dicono loro. Per ciò che riguarda i film stranieri la procedura è la stessa ma su un altro binario: vale il cosiddetto “principio Hoover” lanciato dal capo del FBI alla fine degli anni’50: vince la nazione che più di ogni altra in assoluto farà fare affari alle sei grosse produzioni che contano, acquistando i suoi prodotti. E’ il motivo per cui l’Italia è la nazione al mondo che ha collezionato più Oscar di tutti (la più serva e deferente) e la Russia e il Giappone quelle che ne hanno presi di meno. Quando l’Italia, per motivi politici (o di affari) ha bisogno dell’Oscar, allora costruisce un poderoso business (per la serie: vi compro questi quattro telefilm che nessuno al mondo vuole e ve li pago tre volte il suo valore) e lo va a proporre a società di intermediazione di Los Angeles collegate ai due sindacati più potenti californiani, da 40 anni gestiti da famiglie calabresi e siciliane, quelli che danno lavoro alla manovalanza tecnica e gestiscono i pacchetti, dato che controllano il 65% dei voti complessivi. Per i film stranieri bisogna avere un forte “endorsement”, ovvero un sostegno di persona nota nell’industria che garantisce a nome dei sindacati, come è avvenuto quest’anno con Martin Scorsese che si è fatto il giro presso la comunità di amici degli amici a Brooklyn.
Nel 1989 accadde la stessa cosa: Berlusconi doveva entrare nel mercato americano per mettere su un gigantesco business (quello per il quale è stato definitivamente condannato dalla Cassazione, il cosiddetto “processo media-trade”); doveva entrare a Hollywood dalla porta principale con la Pentafilm. Ma non c’erano film italiani che valessero, era già piombata la mannaia dei partiti, tanto è vero che perfino il compianto Fellini girava a vuoto da un produttore all’altro ed era disoccupato, motivo per cui finì per ammalarsi. Alla fine, l’abile Berlusconi riuscì a convincere il più intelligente e bravo produttore di quei tempi (che se la passava maluccio) Franco Cristaldi, a dargli un prodotto perché lui doveva vincere comunque. Cristaldi era disperato e non sapeva che cosa fare perché non poteva fare delle figuracce con gli americani che conoscono il buon cinema e non è facile ingannarli, ma si fece venire in mente un’idea geniale. Aveva fatto una marchetta con Raitre e aveva prodotto un film “Nuovo Cinema Paradiso” che era stato un flop clamoroso, sia alla tivvù, con indici di ascolto minimi, che al cinema, dove era uscito e dopo dieci giorni era stato ritirato per mancanza di pubblico. Il film durava 155 minuti ed era, francamente inguardabile, di una noia mortale. Senza dire nulla al regista, Cristaldi ci lavorò da solo -letteralmente- per tre mesi. Rimontò totalmente il film, tagliò e buttò via 72 minuti e usando dei filtri cambiò anche le luci, riuscendo anche a modificare dei dialoghi. Lo fece uscire in Usa dove ottenne un buon successo di critica, sufficiente per passare. Berlusconi fu contento ma non gli diede ciò che era stato pattuito. Il giorno in cui Tornatore prese l’Oscar, nel 1990, accadde un fatto inaudito per la comunità hollywoodiana. La statuetta venne data al regista e all’improvviso Franco Cristaldi fece un salto sul palco, si avvicinò, strappò di mano la statuetta a Tornatore, prese il microfono in mano e disse “questo Oscar è mio, questo premio l’ho vinto io, questo è il mio film, questo è un film del produttore”. Fu l’inizio della fine della sua carriera in Italia, perché il giorno dopo l’intera critica statunitense (in Italia non venne mai fatta neppure menzione degli eventi) lo volle intervistare e lui raccontò come i partiti stessero distruggendo quella che un tempo era stata una delle più importanti industrie cinematografiche del mondo. Lo scaricarono tutti in Italia e finì per lavorare all’estero. Di lì a qualche anno morì. Fu in quell’occasione che Tornatore, in una intervista, spiegò come si faceva il regista in Italia: “Bisogna occuparsi di politica, quella è la strada. Io mi sono iscritto al PCI e poi sono riuscito a farmi eleggere alle elezioni comunali in un piccolo paesino della Calabria dove sono diventato assessore. Mi davano da firmare delle carte e io firmavo senza neppure leggerle, dovevo fare soltanto quello. Dopo un po’ di tempo mi hanno detto che potevo anche dimettermi e andare a Roma a fare i film”. Aveva ragione lui: in Italia funziona così.
24 anni dopo è la stessa cosa, con l’aggravante del tempo trascorso.
“La Grande Bellezza” appartiene a questo filone dell’italianità e il solo fatto di accostarlo a Fellini o a De Sica è un insulto all’intelligenza collettiva della nazione: è una marchetta politica.
E si vede, si sente, lo si capisce; nell’arte non si riesce a mentire perché l’arte è basata su uno squisito paradosso: poiché è finzione totale -e quindi menzogna pura- chi la produce non può darla ad intendere perché la verità sottostante salta sempre fuori.
E’ la cartolina di un piccolo-borghese costruita (a tavolino) per venire incontro agli stereotipi degli americani votanti, attraverso un’operazione intellettualistica che non regala emozioni, ma soltanto suggestioni di provenienza pubblicitaria marketing negativa. In maniera ingegnosa e diabolicamente perversa propone delle maschere in un paese dove la verità artistica passa, invece, nella necessità dello smascheramento, cioè nel suo opposto.
E’ la quintessenza del paradosso italiano trasformato nel consueto ossimoro: un brutto film che si pone e si qualifica come la Grande Bellezza; proprio come Mario Monti che lanciò il decreto “salva Italia” che ha affondato il paese e Letta (Enrico) che lanciò il “governo del fare” licenziato dopo pochi mesi perché non è riuscito a fare nulla.
Il film, davvero noioso e privo di spessore, è un prodotto subliminare, promosso dai partiti politici italiani al governo solo e soltanto dopo che i due protagonisti, Toni Servillo e Paolo Sorrentino, si sono messi pubblicamente a disposizione della famiglia Letta. Il film, infatti, doveva uscire a settembre del 2013, ma hanno anticipato l’uscita a giugno perché era il momento in cui era assolutamente necessario usare ogni mezzo per poter azzannare l’opposizione. Il 7 giugno del 2013, Servillo e Sorrentino, vengono invitati da Lilli Gruber nella sua trasmissione “8 e 1/2″ per l’emittente La7. L’intervista dura 32 minuti. I primi 20 minuti sono noiosi e si parla del film che, si capisce da come andava l’intervista, nessuno avrebbe mai visto. Dal 21° minuto in poi, avviene la svolta, fino alla fine. L’attore e il regista, ben imboccati dalla Gruber, si lanciano in un attacco politico personale contro Beppe Grillo e il M5S. Un fatto che non aveva alcun senso, dato che si trattava di un film che nulla -per nessun motivo- aveva a che fare con la vita politica italiana e con il dibattito in corso. Servillo fu durissimo nel sostenere a un certo punto che “mi faccio dei nemici ma me li faccio volentieri” spiegando ai telespettatori (che pensavano di ascoltare un attore che parlava di cinema) come “Grillo ripropone un’immagine di leader vecchio che passa da Masaniello a Berlusconi” -cioè il suo produttore- “e usa un linguaggio violento….”. Sorrentino gli andò dietro e insieme, per dei motivi incomprensibili a chiunque si occupi di cinema in qualunque parte del mondo (tranne che in Italia) spiegavano che il M5s “è un movimento che vuole togliere la sovranità al parlamento”.

Da quel momento i due sono andati in giro a promuovere il loro film in ambito politico nazionale allertando la popolazione sul pericolo rappresentato dal M5S e così, l’establishment nazionale, l’ha imposto come moda propagandandolo in maniera esorbitante.
Riguardando quell’intervista, ho scoperto, pertanto, che Toni Servillo ha stabilito che io sono un suo nemico. Non lo sapevo. Ieri sera, la Gruber, sempre attenta nel rispettare i codici della rappresentanza che conta, ha dedicato un’altra intervista al film, ma in questo caso ha invitato Walter Veltroni. Forse c’è stato qualche telespettatore che si sarà chiesto “ma che cosa c’entra con questo film?”.Appunto.
..
Estratto da: “La Grande Ipocrisia. Trionfano le larghe intese consociative spacciandole per prodotto Italia.”

Feroce l’articolo di Travaglio:

LA GRANDE VUOTEZZA
Marco Travaglio

“Dopo gli Oscar per i migliori film ci vorrebbe un Oscaretto per i migliori commenti italiani agli Oscar. Provinciali, retorici, cialtroni, pizzaemandolineschi. Un po’ come dopo le partite dei Mondiali quando vince l’Italia: il patriottismo ritrovato, l’orgoglio tricolore, il riscatto nazionale, l’ottimismo della volontà, la metafora del Paese che rinasce, il sole sui colli fatali di Roma. Questa volta però, con l’Oscar a La grande bellezza, c’è un di più: l’esultanza di chi s’è fermato al titolo, senza capire che è paradossale come tutto il film. Ecco: quello di Sorrentino è il miglior film straniero anche e soprattutto in Italia. Il Corriere fa dire al regista che “con me vince l’Italia”, ma è altamente improbabile che l’abbia solo pensato: infatti ha dedicato l’Oscar alla famiglia reale e artistica, al Cinema e agli idoli adolescenziali (compreso – che Dio lo perdoni – Maradona, inteso però come il fantasista del calcio, non del fisco)”.
Eppure Johnny Riotta, sulla Stampa, vede nel film addirittura “un monito” e spera “che la vittoria riporti un po’ di ottimismo in giro da noi”. E perché mai? Pier Silvio B., poveretto, compra pagine di giornali per salutare l’ “avventura meravigliosa” sotto il marchio Mediaset. Sallusti vede nell’Oscar a un film coprodotto e distribuito da Medusa la rivincita giudiziaria del padrone pregiudicato (per una storia di creste su film stranieri): “Ci son voluti gli americani, direi il mondo intero, per riconoscere che Mediaset non è l’associazione a delinquere immaginata dai magistrati”. Ora magari Ghedini e Coppi allegheranno l’Oscar all’istanza di revisione del processo al Cainano. “Oggi – scrive su Repubblica Daniela D’Antonio, moglie giornalista di Sorrentino – ho scoperto di avere tantissimi amici”. Infatti Renzi invita “Paolo per una chiacchierata a tutto campo”. Napolitano sente “l’orgoglio di un certo patriottismo” per un “film che intriga per la rappresentazione dell’oggi”. Contento lui. Alemanno, erede diretto dei Vandali, Visigoti e Lanzichenecchi, vaneggia di “investire nella bellezza di Roma e nel suo immenso patrimonio artistico”.
Franceschini, ex ministro del governo Letta che diede un’altra sforbiciata al tax credit del cinema, sproloquia di un “Paese che vince quando crede nei suoi talenti” e di “iniezione di fiducia nell’Italia”. Fazio, reduce da un Sanremo di rara bruttezza dedicato alla bellezza, con raccapricciante scenografia color caco marcio, vuole “restituire” e “riparare la grande bellezza”. Il sindaco Marino rende noto di aver “detto a Paolo che lo aspetto a Roma a braccia aperte per festeggiare lui e il film, per il prestigio che ha donato alla nostra città e al nostro Paese”. Ma che film ha visto? È così difficile distinguere un film da una guida turistica della proloco? In realtà, come scrive Stenio Solinas sul Giornale, quello di Sorrentino “è il film più malinconico, decadente e reazionario degli ultimi anni, epitaffio a ciglio asciutto sulla modernità e i suoi disastri”. Il referto medico-legale in forma artistica di un Paese morto di futilità e inutilità, con una classe dirigente di scrittori che non scrivono, intellettuali che non pensano, poeti muti, giornalisti nani, imprenditori da buoncostume, chirurghi da botox, donne di professione “ricche”, cardinali debolucci sulla fede ma fortissimi in culinaria, mafiosi 2. 0 che sembrano brave persone, politici inesistenti (infatti non si vedono proprio). Una fauna umanoide disperata e disperante che non crede e non serve a nulla, nessuno fa il suo mestiere, tutti parlano da soli anche in compagnia e passano da una festa all’altra per nascondersi il proprio funerale. Si salva solo chi muore, o fugge in campagna. È un mondo pieno di vuoto che non può permettersi neppure il registro del tragico: infatti rimane nel grottesco. Scambiare il film per un inno al rinascimento di Roma (peraltro sfuggito ai più) o dell’Italia significa non averlo visto o, peggio, non averci capito una mazza. Come se la Romania promuovesse Dracula a eroe nazionale e i film su Nosferatu a spot della rinascita transilvana.

LA GRANDE BELLEZZA? UN SEGRETO FRA PAOLO SORRENTINO E IAN CURTIS
Cristiano Governa

Una sera è capitato anche te, non fingere che non sia così. Hai fissato, con la solitudine di un uomo salito sull’autobus sbagliato, le persone che (a un metro da te) ballano e si dimenano con la più straziante e disperata delle allegrie postmoderne.
Dentro di te preghi che, entro un anno, si palesi un angelo sterminatore a fare piazza pulita di tutto questo. Poi il tempo passa, scorre ben oltre un anno e capisci una cosa. Che se quell’angelo sterminatore fosse arrivato con un po’ d’anticipo, magari di un decennio, avrebbe fatto fuori anche te. “Che ci facevi tu, lì?” è quello che ci domanda Paolo Sorrentino nel suo nuovo lavoro.
Perché tutti noi, ognuno a modo suo, siamo stati nel “luogo” di cui parla “La grande bellezza”, la differenza sta nell’essersene accorti o meno: “…è tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura. Gli sparuti e incostanti sprazzi di bellezza, e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile”. Quel posto si chiama vita.
Sorrentino non ha fatto un remake tragico e grottesco della “Dolce vita”, ciò che forse prova a dirci è esattamente il contrario; e cioè che non è la “dolce vita” a trasformare gli esseri umani bensì sono loro ad avere il potere di ridurre la dolce vita stessa ad un oscena danza per dannati che non meritano nemmeno l’onestà dell’inferno. E al contempo, alcuni di questi dannati, sono lì per l’unico, degno, motivo per cui valga la pena respirare: cercare la “grande bellezza”.
Questo sparuto gruppo di prescelti ha compreso che la vera bellezza non teme l’orrore, il disgusto, la miseria mondana, bensì ti attende, da te inaspettata, dietro l’angolo. Vuole vedere se riesci a non giudicare e semplicemente a vivere, meglio che puoi, facendo i conti col più inutile cretino che il destino potesse affibbiarti, te stesso. Se batti quel cretino, dopo c’è “lei”.
A prescindere dagli esiti di Cannes, diciamo che “La grande bellezza” è un film che va atteso. Non è un film perfetto, grazie a Dio, quello di Sorrentino, è semplicemente un grande film, talmente grande da avere gli stessi pregi e gli stessi limiti di ciò che intende mostrare. Perfetti erano “Le conseguenze dell’amore” e “L’amico di famiglia” (li ho adorati). Grande era “L’uomo in più”.
Dovete fidarvi de “La grande bellezza” e quando avete l’impressione di ascoltare frasi un po’ scontate o assistere a sequenze coscientemente ridondanti, lasciatevi trafiggere da Servillo (nel film Jep Gambardella, scrittore di un unico romanzo che ora lavora per i giornali e trascorre le notti immerso nei fescennini moderni della capitale) che fissa la dignità e la lotta onesta di una spogliarellista e le dice “Mi sento vecchio”.
Lasciate che sia un illusionista del circo che, ai piedi di una gigantesca giraffa, dice a Jep “Io posso farla sparire, ma mica sparisce davvero, è solo un trucco…” o un’annoiata bambina che durante i partieS della Roma bene dipinge, in una sorta di furiosa trance, gettando secchi di vernice addosso alla tela e a se stessa, uscendone dipinta e stremata anche lei.
Lasciate ancora che Jep sistemi una sua cara amica scrittrice molto “civile” e “impegnata” e le spieghi sbugiardandone l’afrore politicamente corretto, per quale forma di impegno era nota, ai tempi dell’università, nei bagni dei ragazzi, quale casa editrice (legata ai piccoli salottini del “partito”) abbia pubblicato le sue seghine, e con quale giovane la tradisca, sotto gli occhi di tutti, il suo compagno.
Lasciate ancora che Jep incontri, per intervistarla, una di queste artiste performer “off” e la tratti per quella piccola miserabile e modaiola ladruncola di tempo altrui che è, domandandole il senso delle parole che lei stessa usa “Io vivo di vibrazioni…” e lui la inchioda: “Mi dica che cos’è una vibrazione” (non ricordo se dicono “vibrazioni” o “emozioni”, ma insomma ci siamo capiti, lei è una cazzara e lui è troppo vecchio e stanco per far finta di niente).
E lasciate infine che vi venga da ridere all’idea che una vecchia suora sdentata convochi, all’alba, uno stormo di gru sul terrazzo di Jep e senza voltarsi verso di lui gli dica “conosco i nomi di battesimo di ognuno di questi uccelli”. Riderete di meno e sarete più vicini al segreto della “Grande bellezza” quando un soffio di quella vecchia diverrà un ordine ancestrale e lo stormo di uccelli prenderà il volo nel cielo di una Roma che dorme, sfinita, dopo aver danzato.
La danza, il continuo, perpetuo, implacabile partecipare ad una danza, è il codice di accesso alla comprensione del film di Sorrentino. L’idea che ognuno di noi, a modo suo, stia tenendo il ritmo di qualcosa. Un qualcosa al cui ritmo danziamo da avvocati, da muratori, da medici, da operai, da giornalisti, da disoccupati, da uomini, da donne, etc. Ieri a Roma c’erano i comizi di chiusura della campagna elettorale per la corsa a sindaco. Piazze diverse, ma manifestazioni del tutto simili come messa in scena. Slogan, entusiasmo da sala di rianimazione e tanta retorica (fosse anche quella dell’antiretorica che usa slogan contro gli slogan).
Chi stava sul palco, chi se ne stava sotto e chi – incluso me – assiste a tutto questo davanti ad una tv credendo di essere in salvo, stanno tutti danzando. Tengono il ritmo di qualcosa. Ha ragione adesso Jep Gambardella. Aveva ragione, allora, anche Ian Curtis.
Perché a volte un tic sembra assalirci e crediamo che certe cose stiano cambiando, ma in realtà stanno solo cambiando ritmo; chi mette la musica si attende che noi non smettiamo di ballare. A volte, nei momenti più oscuri, penso quasi che la musica ormai si “metta” da sola; qualunque despota in carne ed ossa si sarebbe già annoiato di vederci danzare. Sudati, forzatamente sorridenti e senza fantasia.
And we would go on as though nothing was wrong.
And hide from these days we remained all alone.
Staying in the same place, just staying out the time.
Touching from a distance,
Further all the time.
(…)
No language, just sound, that’s all we need know, to synchronise
love to the beat of the show.
And we could dance.
Dance, dance, dance, dance, dance, to the radio.
Dance, dance, dance, dance, dance, to the radio.
Dance, dance, dance, dance, dance, to the radio.
Dance, dance, dance, dance, dance, to the radio.
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A me il film non è piaciuto
Viviana
Io la valenza politica non la sapevo, ho visto il film con curiosità per il battage pubblicitario e sono rimasta delusa
Non mi è piaciuto nulla, storia non c’è, evoluzione nemmeno, nessuna emozione ma nemmeno uno spettacolo interessante come nei film di Fellini fantastici, misteriosi e nostalgici, recitazione zero, personaggi privi di spessore, macchiette senza storia, senza futuro o passato, congelati in un presente vacuo fatto di niente dove non stanno in piedi nemmeno i rapporti reciproci e non si costruisce un minimo di carattere, fantasia, niente… ma cosa ha voluto dire questo film? Si può anche fare una descrizione d’ambiente ma qui manca anche l’ambiente. E’ tutto falso, talmente falso che alla fine il film stesso è falso. Ci può essere molta verità anche nel sogno, nella metafora, nella poesia, nella trasfigurazione dell’orrido (pensiamo a Bunuel o a Visconti), ma qui non c’è niente. Sembra di sentire l’urlo della Taverna “Voi non siete gnente, gnente, gnente!”
Alla fine non resta in mente nulla, né una battuta, né un’emozione, una scena, una invenzione. Il vuoto che racconta se stesso in modo vacuo. Non è un film di denuncia, né di psicologia, di storia o di costume. E’ gnente. E non parla di niente.
Francamente io non gli avrei dato nessun premio.
Adoro i film come prodotto complesso di cui ammiro la musica, la storia, le scene, il montaggio, la recitazione, la psicologia, i significati, i caratteri, la regia, ma qui stento a trovare qualcosa di pregevole. E’ tutto così piatto e senza vita, siliconico.
Tutto così inutile. Non c’è nemmeno lo svolgimento di qualcosa. Come comincia così finisce, inutile a se stesso, e se proprio uno voleva fare dei complimenti a Roma, per fare un dossier turistico aziendale, poteva fotografarla anche meglio.
Il titolo del film, poi, resta una parola di cui non si capisce il senso.
Francamente ho visto film migliori. In questi giorni sono rimasta affascinata dall’ultimo di Tornatore: “La migliore offerta”, in cui ci si trova coinvolti emozionalmente da subito in una storia originale, bellissima,c he unisce suspense a affetti, mistero a psicologia, bellezza e arte, e in cui partecipiamo all’evoluzione di un personaggio manchevole ma vivo e capace di mutamento. La sua palingenesi diventa la nostra. Il film è perfettamente riuscito. Questo è perfettamente mancato.

Da “La migliore offerta” traggo una frase, che è poi il leitmotiv del film di Tortnatore “In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico!
Ma, mentre nel film di Tornatore il guizzo di autenticità è la riscoperta affettiva del protagonista, in quello di Sorrentino è solo lo strapotere economico e manipolatorio del produttore.

Dopo la grandissima noia provata durante ‘La grande bellezza’, film vuoto e vacuo sul nulla, pompato da una campagna pubblicitaria veramente immonda di troppi che erano in cerca di rivalse di ogni tipo e hanno proiettato sul film esigenze erettive e furbastre di ogni genere, ho visto un filmino, poco considerato, che mi ha fatto riprendere voglia di vivere e mi è piaciuto moltissimo. Sta passando su sky e nessuna giuria di Cannes o di Venezia lo considererà mai perché di pretese non ne ha, ma è gradevolisismo lo stesso: ‘La cuoca del presidente’.
Per me, che considero quella della cucina un’arte sublime e adoro i film sui cuochi, per me che ho come film cult preferito ‘Il pranzo di Babette’ e ‘Chef’ e come libro prediletto “La cuoca amorosa”, è stato come una boccata di aria fresca, tanto più gradita dopo il disagio provato con Sorrentino. Diciamo che con La cuoca del presidente mi sono ‘rifatta la bocca’. In tutti i sensi.
Ovviamente a un film così a un Oscar nemmeno lo presentano, i grandi cervelli che danno gli Oscar non hanno mai amato i film facili, quelli che fanno bene alla vita, e hanno sempre scelto con un certo sadismo le opere più sgradevoli e indigeribili. Ma non si vive di soli Oscar, per cui spero che possiate vedere su sky o scaricandolo dal web questo piccolo delizioso film, e spero che possiate gustarvi anche il bellissimo e raffinato “L’ultima offerta” di Tornatore che mi ha veramente affascinato.
Adoro quelli che amano quello che fanno e che trasformano il loro lavoro in un capolavoro, ma adoro anche coloro che da una mancanza o da una sconfitta, “da una amarezza” sanno trarre il meglio di se stessi per se stessi e per gli altri perché anche evolvere è un capolavoro.
Sulle marcescenze dei personaggi da discarica stendiamo un velo pietoso e lasciamoli, appunto, nelle loro discariche.
Ma in questo bizzarro paragone tra due film io propongo anche un recupero a cui terrei molto. Se ‘La grande bellezza’ è il trionfo della stupidità, del cattivo gusto, del trash spacciati per arte grazie alla violenza di qualche squalo come Berlusconi che il merito lo calpesta e al mondo vuol mostrare solo il suo potere e la sua ferocia, il piccolo film ‘La cuoca del presidente’, in forma minore ma non diversa rispetto a ‘Il pranzo di Babette’ mostra esattamente il contrario: che anche in un mondo dove tutto si gioca in maniera gerarchica e le mode sono imposte con la forza, il merito può trovare in se stesso un premio al di fuori di qualunque gigantografia del potere.

Angelica
Ieri ho visto “La grande bellezza”. In realtà il titolo forse doveva essere “la grande ca…ta” ma qualcuno deve aver obbiettato che non stava bene una parolaccia nel titolo e allora si è deciso di cambiarlo lasciando la parola “grande” che è sempre d’effetto e mettere la posto della parolaccia una parola che avesse comunque la doppia Z, che suona bene e dà forza. Così è venuto fuori “La grande bellezza”.
Un penoso quanto pretenzioso scimmiottamento di Fellini, senza né l’arte né i contenuti delle opere del grande artista, sognatore e regista.
Un’abbuffata gratuita di nudi di donne. Una giraffa a Caracalla. Antonello Venditti al tavolo di un ristorante. Una bambina isterica che imbratta una tela davanti a una platea impassibile. Una girandola forzata e inutilmente insistita di suore. Tocchi, improbabili anch’essi, di sacralità. Un bagno di luoghi comuni scontati, superati e stantii, comunque mal rappresentati. Un finale interminabile con una mostruosa suora-santa e il solito cardinale.
Insomma un’accozzaglia di personaggi e situazioni inverosimili e senza senso e tutto sommato di cattivo gusto.
Il personaggio protagonista non rappresenta niente e l’interpretazione di Servillo è a dir poco irritante, per non parlare del fatto che la metà di quello che dice non si capisce a causa del suo forzato napoletano “strascicato”.
Ma la cosa più straordinaria è che più il film va avanti e meno ha senso, gettando nello sconforto anche il più benevolo degli spettatori.
Un “BRAVO!” a Carlo Verdone che ha dato la sua più grande e professionale prova d’attore, creando per altro un solco profondo tra se e il suo personaggio e tutto il resto del film.
Se questo film è da Oscar allora per “Il postino” tre Premi Nobel sono poco. De Sica e Fellini nella tomba non si sono rivoltati ma hanno fatto il triplo carpiato, raggruppato, ritornato. Benigni, Tornatore e Salvatores forse farebbero bene a restituire i loro di Oscar.
Infine questo film non è affatto un omaggio a Roma ma è l’ennesimo insulto gratuito e non troppo velato alla città eterna, un altro volgare schiaffone a questa grande Mamma che accoglie tanti figli, sempre meno naturali e sempre più adottivi ma tutti sempre tanto, troppo recalcitranti e ingrati.
Con fantozziana memoria mi verrebbe da dire “aridatece la Corazzata Potemkin” per cagata pazzesca che sia!

SIAMO PERSI
Giacomo Gasparetto

Carissima Viviana, da tempo ti leggo ed era da un po’ che volevo scriverti.
Siamo persi! Inizio la frase con un inciso che appartiene alla nostra società. Molte sarebbero le metafore che si potrebbero associare all’italiano medio di questi tempi: perso come un bambino che cerca la propria mamma al centro commerciale, sperduti come quando andiamo a naso per cercare un posto che non sappiamo trovare… Tutte situazioni dove le nostre capacità vengono sopraffatte dagli eventi.
La cosa che più mi lascia riflettere è che siamo persi e molti non se ne rendono conto. Da anni ormai la crisi ci segue e qualcuno fa finta di non vedere. I rapporti della Caritas in merito alla povertà sono allarmanti, ma c’è ancora qualcuno che sente la povertà distante dalla propria sfera.
Siamo persi economicamente, incapaci di comprendere ( sia per poca voglia, sia perché forse, sotto sotto ci va bene così) i meccanismi che governano l’inflazione e i nostri risparmi.
Siamo persi politicamente. Preferiamo dire” sono tutti ladri “ piuttosto che aprire gli occhi e vedere che siamo governati da persone neanche elette. Affermando che sono tutti ladri ci liberiamo la coscienza, siamo convinti di non aver responsabilità e poter continuare a vivere nel nostro torpore.
Siamo persi nei rapporti: Basti pensare ad una coppia che esce a cena e si ritrova una di fronte all’altro con un cellulare che fa da barriera comunicativa. Non abbiamo più il gusto della parola, dell’abbraccio…
Siamo persi perché la nostra scuola è magistrocentrica estremamente contenutistica. Studiamo quasi esclusivamente per il voto, mentre la nostra cultura la sentiamo sempre meno.
Saremo persi anche fisicamente quando venderanno qualche nostro monumento, o qualche isola e svegliandoci la mattina non saremo più noi a gestire la nostra ricchezza.
Crolla Pompei, la reggia di Caserta è in una situazione di degrado, ma diamo priorità a nuove cementificazioni, progetti che tagliano monti, boschi.
Ci fermiamo a guardare oggetti di marca, seguiamo la moda, seguiamo le ultime tendenze senza renderci conto di essere soggiogati continuamente, di non essere più capaci a ragionare con la nostra testa ma seguire sempre il pensiero di altri.
Ma stiamo tranquilli, non ci sono problemi, anche noi italiani abbiamo la nostra ancora di salvezza, il nostro centro di gravità permanente. Abbiamo avuto Sanremo, abbiamo Renzi al governo,Silvio ce lo teniamo in Italia con gelosia e non gli vogliamo dare il passaporto, abbiamo le nomination alcoliche su face book e quant’altro. Non ci disperiamo, stiamo a guardare quello che ci accade intorno, occupiamoci di gossip e teniamo la testa sotto la sabbia così siamo tranquilli e sereni. Siamo in un’eterna meditazione, l’unica differenza è che chi medita sa quello che sta facendo, noi…
Mi ha fatto piacere scriverti. Un pensiero che scrivo seguendo il flusso dei pensieri, ascoltando musica.
Un abbraccio.
Giacomo Gasparetto
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A indicare i monopoli esistenti in Italia in ogni campo che dovrebbe essere artistico riporto questo articolo che riguarda la musica leggera stendendo un ulteriore velo pietoso su manifestazioni altamente monopolizzate da pochi come il festival di San Remo.

Riflessioni sulla musica e la radio oggi
del Bolognese Volante

La musica e soprattutto come viene riprodotta, ha subito grandi cambiamenti negli ultimi venti anni. Così ha subito grandi cambiamenti il mercato della musica.
Per ora possiamo identificare quattro grandi passaggi epocali.
Il primo. La nascita del vinile, introdotto nel 1948 negli Stati Uniti come evoluzione dei precedenti dischi a 78 giri.
Il secondo. La nascita del CD = compact disc, inizio commercializzazione negli anni ’80, ma conosce la sua gloria negli anni ’90.
Il terzo. L’ultimo nato, come metodo di riproduzione della musica, in ordine di tempo è il file MP3, che altro non è che un algoritmo di compressione.
Senza entrare troppo nei tecnicismi, siamo passati da una pizza come il vecchio 33 giri in vinile, ad un piccolo cerchio di plastica, fino ad arrivare a qualcosa di “virtuale”, intangibile, come la musica ascoltata attraverso il computer, i lettori Mp3 (il più famoso è ovviamente l’Ipod della Apple), gli smartphone.
C’era la Hit-Parade, un appuntamento immancabile per gli appassionati della musica, che vede la luce il 6 gennaio del 1967, venerdì alle ore 13, sotto l’egida di Lelio Luttazzi, già conduttore televisivo di Studio Uno, compositore di diverse canzoni di successo ma solo “per sbarcare il lunario”, e appassionato di jazz, quindi in grado di guardare alla musica leggera con quel giusto distacco. Andata in onda dal 1967 fino al 1973, quando il suo posto verrà preso da Dischi caldi di Giancarlo Guardabassi. Erano anni in cui un 33 giri di successo restava ai vertici per molti mesi. A volte anche per un anno intero.
Il quarto. Poi arrivò il fenomeno Napolitanoster. Per le case discografiche fu come un fulmine a ciel sereno. Nell’estate del 1999 partì la piattaforma che avrebbe radicalmente cambiato le abitudini dei consumatori e le entrate delle case discografiche. Da quella estate milioni di utenti che avevano una connessione ad Internet si resero conto di come fosse facile, comodo e risparmioso scaricare “a gratis” files musicali a go go. Addirittura interi album. Bastava aspettare. In pratica bastava collegarsi ad un sito internet, Napolitanoster, cercare l’oggetto del desiderio, e se presente, effettuare il download. L’albero della Cuccagna Napolitanoster si ritrovò ben presto sotto il fuoco incrociato della case discografiche, che nel giugno del 2001 ne decreteranno la chiusura per violazione dei diritti d’autore. Da allora è stato un susseguirsi di piattaforme tecnologiche “peer to peer” per sostituire il compianto Napolitanoster. WinMix, che ebbe vita fino al 2005, KaZaa, fino ad arrivare agli ancora sfruttati ed inossidabili Emule e uTorrent.
Un’altra rivoluzione nell’ascoltare la musica è stata introdotta però anche da You Tube. Nato nel 2005, è ormai tra le principali fonti da cui non solo ascoltare musica, ma anche vedere i relativi video dei brani. Da segnalare che su You Tube chiunque può pubblicare un proprio video con la propria canzone. Vi sono stati casi di artisti sconosciuti che hanno avuto migliaia di visitatori e che li hanno resi noti, anche se per poco. Riferendosi a You Tube parliamo sempre di usufruire di musica “a gratis”.
Nel dettaglio, ne abbiamo la fruizione, mediante la visione, ma non il possesso, nel senso che non è possibile (a livello teorico, a livello pratico gli smanettoni informatici riescono) scaricare i video dalla piattaforma di You Tube; ne deriva che per poter vedere et sentire dei video su You Tube occorre essere connessi al web.
Con il passaggio della Apple dalla nicchia al mondo “consumers”, la ditta di Cupertino ha lanciato, dopo l’Ipod, la piattaforma di vendita musicale digitale iTunes.
In pratica dalla piattaforma iTunes, così come dalle successive che si sono presentate sul mercato, comeAmazon ed altre, è possibile scaricare un singolo brano – file di un artista, pagando 1 eurouro. Oppure più brani, oppure anche tutto un album. Il tutto legittimamente, con tanto di ricevuta ufficiale. L’applicazione di iTunes scarica poi dei files di eccezionale qualità, degli AAC, Il formato Advanced Audio Coding (AAC) è un formato di compressione audio creato dal consorzio MPEG e incluso ufficialmente negli standard MPEG-4 ed MPEG-2. L’AAC fornisce una qualità audio superiore al formato MP3 a parità di fattore di compressione. Questo formato consente alla Apple di gestire i diritti d’autore DRM (AAC Protected).
In tutto questo turbinio di cambiamenti tecnici, comportamentali, consumistici, sia le case discografiche, sia il mondo delle radio, hanno anche loro, subito modifiche.
Delle case musicali so poco, se non che molte hanno chiuso, molte altre sono state rilevate ed oggetto di accorpamento, lasciando sul mercato soltanto pochi grandi soggetti, che chiameremo le Major.
Sono comparse, in contrappeso, una miriade di piccole medie case discografiche cosiddette “indie” = indipendenti, con tanto di MEI = Mercato Etichette Indipendenti, ed un festival, che da qualche anno si tiene alla fine di settembre, a Faenza. Molti artisti hanno lasciato le Major per passare, contrattualmente, a piccole case discografiche indie. Uno dei motivi che spinge l’artista ad abbandonare la Major per il passaggio alla Indie è la maggiore possibilità che quest’ultima dà allo stesso di esprimere la propria vena artistica.
Viceversa, la Major, tende a conformare l’artista a quelle che sono le sue politiche di vendita, in alcuni casi può portare l’artista allo snaturarsi e ad allontanarsi troppo dalla sua vena artistica, impoverendolo, fino a farlo diventare succube della Major. Una delle occasioni per avvicinarsi alla musica indipendente è la manifestazione ‘kermesse’ che si tiene da qualche anno verso la fine di settembre a Faenza, il MEI, Mercato Etichette Indipendenti.
Le radio sono un altro non secondario capitolo della musica. In Italia fino agli anni ’90 abbiamo avuto le radio libere. Oggi abbiamo i network, come ad esempio Rete 105, Radio Capital, eccetera. Ma siamo ad un lontano ricordo del mondo della radio libere degli anni fine ’70 e degli anni ’80. La musica oggi non è più “libera”, ma canalizzata dalle esigenze commerciali.
Dell’esperienza delle radio libere rimane alla fine, ben poco. Qualche radio residuale, come a Bologna Radio città Fujiko, o radio Città del Capo. Per il resto quella esperienza è rimasta un ricordo.
L’oggi della radio sono i network, e la trasmissione via web o via Digitale per quelle radio che possono permetterselo, per i costi degli impianti, via web e via digitale. In attesa di vedere come ancora potrà evolversi lo strumento “radio” ed il mercato che ci gravita attorno.

LA GRANDE BELLEZZA
=
LA DOLCE MONNEZZA

se ra
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Pirata 21
8 milioni di italiani davanti alla tv per la Grande Bellezza su Canale 5. Forse adesso però è il caso di andarli a svegliare.
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George Clone
Vendola: “La Grande Bellezza viaggio in cuore regresso italiano, cupa radiografia di bruttezza che ferisce la bellezza intesa come cultura”. Non lo ha visto nemmeno lui.
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Giggi
E comunque se pensate che La Grande Bellezza sia noioso, aspettate di leggere la recensione di Enrico Ghezzi.
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Maxben56
La grande bellezza. Due parole su tre del titolo consentono una class action degli spettatori.
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Uge
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Sisivabbe
In molti si lamentano del fatto che “La Grande Bellezza” sia un film incomprensibile. Invece si capisce benissimo che l’assassino è Venditti.
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Stile
Ubuntu
Sorrentino torna con l’Oscar: «Mi sono sentito come Belen»
Deve essersi seduto sulla statuetta.
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Andyco
Sorrentino merita l’oscar, due ore e mezza di film su roma e non si vede una buca che sia una…
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Straccameriggi
L’Oscar torna in Italia. Ora mancano solo i fenicotteri.
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Guli1979
Oscar a La Grande bellezza il film che rappresenta la decadenza italiana: girato con Monti, distribuito con Letta e premiato con Renzi
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Vaffagram
Vince la Grande Bellezza.
Pompei crolla dalla gioia.
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Maurizio Neri
Vince la grande bellezza. Lo volevano chiamare cene eleganti.
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Alianorah
Come sempre, viene premiato un Paese del terzo mondo con gravi problemi politici.
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Giga
Il film che racconta la decadenza dei costumi italiani è stato prodotto da Mediaset. Per risparmiare sulle consulenze.
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Cazzotiridi
la dolce vita – la vita è bella – la grande bellezza…prossima candidatura italiana sarà: vita di merda!
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Uge
Se nella prima mezz’ora non vedi consigli per gli acquisti, vuol dire che l’acquisto sei tu.
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Dpascotto
“La grande bellezza” è stata girata in larga parte sul terrazzo di casa Scajola. A sua insaputa.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1521 8-3-2014 LA SOCIETA’ IPNOTICA

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L’ipnosi dei regimi e la campagna dell’odio- Un Governo impresentabile – Traditori e sabotatori – La piramide del potere: 147 società tra cui 30 banche dominano il mondo – Indagati 6 membri del Governo Renzi – La schiavitù dell’informazione e la spirale del silenzio – Da un uomo del commercio equosolidale una interpellanza all’Europa sulla liceità dei 7 miliardi e mezzo regalati alle banche – Un economista di Oxford contro l’euro – Sul duello Renzi-Grillo- Gran canea sui 4 espulsi dal M5S, e i 519 espulsi dal Pd?? -

Mariapia Manda:
sempre uguali nel secoli…

L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero, si presenti
come vuole.
Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
c’è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida,
e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé.
Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.
Non è più questa l’Italia che lasciai con dolore.

Johann Wolfgang Goethe

(Nelle immagini i quadri di Gilberto Di Benedetto, alias Hypnos, che si dice trascinino in una trance gli spettatori).

IPNOSI
Viviana Vivarelli

Nel coro sordo dei conformisti non c’è storia, scienza, arte, creatività, nulla che faccia muovere in avanti il genere umano.
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La funzione dei media non è quella di informare ma quella di ipnotizzare.
Dalle folle plagiate dai discorsi deliranti di Hitler ai telespettatori irretiti dal piccolo video, la comunicazione è sempre stata usata dal potere per deformare la mente.
Se gli scienziati non sono ancora riusciti a capire i meccanismo mentali dell’ipnosi, i potenti di turno invece hanno capito benissimo cosa serve per clonare la mente umana.
Milton Erickson dice: “L’ipnosi non esiste, tutto è ipnosi”.
Molte persone non sono semplicemente in trance o coscienti, ma si muovono costantemente da uno stato ipnotico all’altro. Abbiamo trance per lavorare, per relazionarci, per guidare, per comportarci da genitori o da figli e persino trance che sembrano fatte per crearci più problemi che soluzioni.
Dura la vita dell’uomo risvegliato.

Noi crediamo di essere svegli e lucidi, in realtà passiamo da uno stato ipnotico all’altro. Gli stati peggiori sono quelli in cui ci autoipnotizziamo nella fissità su qualcosa. Chiamiamo queste condizioni: passioni, ideali o convinzioni profonde, spesso però sono solo distorsioni egotiche molto gravi del senso di realtà, in cui crediamo alle nostre costruzioni interne molto più che ai fatti che ci stanno davanti. Questa auto fabulazione in cui distorciamo il reale per una realtà immaginaria è frequente oggi come ieri e indica che nella mente ci sono livelli profondi che non hanno subito nessuna evoluzione o liberazione, in cui l’Io si crede infantilmente creatore di un mondo a cui vuole credere ad ogni costo contro ogni oggettivazione palese. La maggior parte degli uomini è purtroppo ancora in questa fase di infantilismo cognitivo, una condizione propria dell’infanzia in cui si reifica ciò che si pensa.

Sui blog è facile vedere che i frequentatori più assidui sono persone chiuse in una ripetizione ossessiva di atteggiamenti di odio contro qualcuno che non hanno nel mondo reale giustificazione alcuna e men che mai ne hanno nella loro vita specifica. Alcuni sembrano clonati dal regime in una posizione fissa e coatta che li realizza al di fuori di qualunque attualità concreta.

Un ideale si conosce da ciò che vuole costruire.
Un regime da ciò che ordina di odiare.
E’ incredibile quanto l’uomo abbia bisogno dell’ipnosi per sostenersi, come se il peso della realtà fosse troppo grave per essere portato da solo.
La ripetizione di bugie e la distorsione costante della realtà mostrano un quadro desolante di ipnosi e autoipnosi che si poggiano solo su coazioni fantasmatiche, come se per qualcuno esse fossero l’unico alimento vitale.

Non c’è maggiore plagiato di quello che a forza di ripetere una convinzione erronea ne fa la trave portante del suo stesso essere per un periodo abbastanza lungo di tempo. Possiamo misurare il grado pesante del plagio nel grado di ripetizioni ossessive di invenzioni o ingigantimenti o distorsioni che non rispondono a nessuna verità, e si reggono solo sulla ripetizione ossessiva, come se questa, da sola, costituisse una verità intrinseca o riuscisse a inventarla.

Molte situazioni ipnotiche sono fondate sullo schema attacco-paura. Ci convinciamo più facilmente dell’errore che della verità, quando l’errore può avvallare i nostri sentimenti peggiori giustificando l’attacco all’altro essere umano come reazione alla paura che lui ci possa soverchiare o essere migliore di noi. Ma spesso ciò che qualcuno difende con suo odio è solo la sua libertà di odiare.
E’ penoso vedere non solo come questa sia l’unica libertà che gli è rimasta ma che essa addirittura non sia nemmeno una libertà.

Odiare è più naturale che amare. L’amore può essere tenuto in vita solo a prezzo di una forte lotta contro le nostre pulsioni egoiche, ma l’odio scorre molto più liberamente perché ci dà in misura molto più forte un senso di potenza e libertà.

La gente viene tenuta insieme, stimolando l’odio, da coloro che non possono alimentare la speranza. E’il sistema che i regimi usano in modo parossistico quando sanno di essere dalla parte del torto.
In realtà non esiste persona meno libera di quella che è spinta ad odiare.
Ma nell’amore ci si sente condizionati, nell’odio si crede di essere liberi.

Il potere si regge necessariamente sull’ipnosi, non esiste infatti che una persona libera in se stessa e in grado di capire non possa intendere cosa realmente può distruggere un aggregato sociale e cosa invece può farlo evolvere.

Ogni regime si regge su un corollario irrinunciabile: il potere si esercita meglio spingendo una parte della società ad odiare un’altra, caste superiori contro paria, romani contro cristiani, nazisti contro ebrei, integralisti contro omosessuali, inquisitori contro streghe, politici dominanti contro democrazie emergenti….
Non solo l’odio verso un nemico comune è un potente collante sociale ma dà un illusorio e immediato senso di appartenenza e di potenza. Nulla infatti spaventa tanto l’uomo quanto sentirsi solo in un mondo desolato, per cui la maggior parte degli uomini rifuggirà dal pensare, valutare e scegliere autonomamente ma preferirà appoggiarsi a una massa consenziente. Questo vale per i gusti, le mode, gli usi, le convenzioni, ma anche per le ideologie politiche.

L’uomo totalmente libero in se stesso è un’utopia, ma quello che gli si avvicina e sfugge ai condizionamenti emotivi e irrazionali del suo ambiente è un soggetto raro, e sarà sempre odiato dalle masse in quanto diverso e dal potere in quanto pericoloso così che il potere lo accuserà proprio di quella illibertà che condiziona tutti gli altri e lo considererò come un nemico da abbattere.

Nel mondo moderno come in quello antico i potenti hanno utilizzato l’odio non solo contro i nemici esterni ma anche contro quelli interni, perché è molto più facile massificare dei sudditi con l’odio di quanto lo sarebbe con una passione e un ideale.

Si vedono così uomini che sono retti solo da una fissità negativa, come se questa avesse preso il posto di ogni loro possibile ideale o volere. Se si chiedesse loro in cosa credono, si avrebbero delle risposte confuse, ma se si chiede loro chi odiano si hanno risposte automatiche e dirette. Per i governanti creare qualcuno da odiare è molto più facile che creare qualcosa in cui credere, e ancor peggio avviene oggi attraverso i media e le iterazioni ipnotiche della televisione.

Se i regimi dovessero creare passioni unitive e ideali comuni, si troverebbero in seria difficoltà, non possedendoli loro stessi e dovendo darsi da fare per concretizzarle in opere. Creare un odio è molto più comodo che costruire un ideale. L’ideale è un potenziale fatto di cose da realizzare che devono incarnarsi nella storia, l’odio è un’emozione già in atto e può restare tale, non ha bisogno di verità o di fattualità, ha valore solo in quanto esiste. Possiede il massimo di intensità col minimo dello sforzo.
L’ideale richiede azione e pratica, l’odio è completo in se stesso, non vuole altro che una ripetizione coatta, cosa facile anche per la mente sottosviluppata. L’ideale è difficile. L’odio è alla portata di tutti. L’utopia dà un senso di mancanza, ma l’odio è come l’ebbrezza alcoolica, che placa fame e sete e dà una illusoria pienezza e convinzione.

Attualizzare un ideale è faticoso, mentre l’odio non richiede nessuna fatica, è perfetto per i pigri, è già totalmente in atto e si autoalimenta, trovando in se stesso ogni giustificazione e restituendo a chi lo esercito un senso incredibile di onnipotenza.

Malgrado queste difficoltà, gli uomini di ogni tempo sono riusciti lo stesso a cercare ideali alternativi agli odi di regime e a sfuggire parzialmente ai condizionamenti del potere. Per questo la lotta tra la massificazione e ciò che sfugge alla clonazione perenne è esistita sempre e sempre esisterà.

La maggior prova dello stato di arretramento civile del nostro Paese è vedere l’allargamento della canea urlante alimentata dal potere e dai media per attaccare chi reclama maggiore democrazia o si batte per la sovranità popolare. Sia che siano foraggiati o che siano clonati, la diffamazione costante a cui costoro sono inchiodati come scopo perenne del loro tempo è parallela alla sottrazione di sovranità popolare, allo sfregio delle istituzioni, alla caduta a picco del nostro Paese. L’azione ossessiva dei clonati è il codicillo di una presa di potere sempre più dittatoriale e oligarchica. E il fatto che campagne similari di odio sociale siano sempre avvenute nella storia al sorgere di regimi antidemocratici sembra non avere insegnato nulla a chi in preda a delirio collettivo, è spinto solo all’odio e vive per esso.

-Quando un Paese che era la settima potenza industriale del mondo cade in un tale fallimento economico
-quando scende in tutte le classifiche mondiali verso le bassezze del terzo mondo
-quando il primo Stato che ha sognato un’Europa dei popoli, viene trattato come l’ultimo dei paria dell’Europa delle banche
-quando la sua classe politica è diventata la più corrotta d’Europa e una delle più corrotte del mondo
-quando non esiste più speranza per i suoi giovani, per il loro futuro ed il nostro
-quando ogni giorno le malefatte di qualche politico richiamano il potere giudiziario ma i media fanno grancassa solo per sabotare l’unica opposizione esistente
-quando la democrazia, la libertà, il senso comune, il rispetto per i diritti umani sono violati continuamente
-quando c’è gente che vive ormai solo per sostenere chi ha distrutto l’Italia fregandosene dello stato di degradazione del Paese e della sofferenza della gente
… allora diventa molto difficile sperare e la lotta per il cambiamento diventa l’unico ideale per chi ancora creda nella vita.
Contro questa speranza non resta al regime che propagandare finti cambiamenti che lasciano le cose peggio di prima. In senso orwelliano si chiamerà progressista, riformatore, innovatore, negando che la verità dei fatti presenta una forte tendenza conservatrice.

Maria
La diversità di un Movimento sta nelle idee, ma soprattutto nei comportamenti. Non capisco perché si dovrebbero accettare tutti e tutto.
Anzi, credo che anche i partiti tradizionali farebbero meglio a cercare un po’ più di coerenza tra i loro rappresentanti, e ne hanno parecchi di quelli che farebbero bene anche loro a espellere, altro che criticare i 5stelle.

Armando di Napoli

Nel tortuoso scandalo
la vergogna corrotta
manifesta il fallimento
colossale dell’Italia

le promesse splendenti
non incantano più
cenere livida volteggia nell’aria
stanchi di mercenari saccheggi

bruceranno i servi insieme alle banche
i draghi sputeranno veleno
prima di esseri appesi
i firmatari del fiscal compact

tenteranno la fuga accidiosa
nelle paludi della disperazione
immemore sciagure
trionferanno nella musicalità infinita..
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Hartford 6 marzo 2014

Marco T
ECCO COME IL CAPO SCOUT ED I SUOI COMPAGNI DI MERENDE SI PREOCCUPANO PER TUTTI I BAMBINI IN DIFFICOLTA’ E PER LE LORO FAMIGLIE

Nuova Social Card: stanziati 50 milioni di euro, ma dopo due anni ancora nessun beneficiario.
A due anni dal provvedimento che istituiva la nuova social card per le famiglie povere con bambini e a fronte di 50 milioni di euro stanziati, ancora nessuna famiglia ha ricevuto il sostegno. Lo denuncia un monitoraggio effettuato da Caritas Italiana e Save the Children, che chiedono al Governo e agli enti locali di rivedere e semplificare le modalità di assegnazione del sussidio.
La nuova Social Card è una carta acquisti con un importo fino a 404 euro al mese, rivolta ai nuclei familiari caduti in povertà. La sperimentazione – istituita con dl del 9 febbraio 2012 e resa attuativa il 10 gennaio 2013 – prevede questa distribuzione dei 50 milioni: Bari: 3 milioni, Firenze 1,5, Genova 2,6 milioni, Milano 5,5, Torino 3,8, Verona 1,1 circa, Venezia idem, Roma 11,6 circa, Palermo 6,1, Catania 2,7, Napoli 8,9, Bologna 1,6.
Le prime erogazioni erano attese a novembre 2013 ma alla data del 31 gennaio 2014, secondo il monitoraggio, non è stata ancora erogata in nessuno dei 12 Comuni coinvolti.
“Chiediamo al Governo Renzi e a tutte le istituzioni coinvolte di fare arrivare a destinazione, senza ulteriori ritardi, in tutte le città oggetto della sperimentazione, i fondi stanziati da più di due anni per il sostegno alle famiglie in povertà. Se pensiamo alla vita quotidiana di famiglie con bambini che sopravvivono con meno di 3.000 euro di Isee l’anno, è facile cogliere la gravità delle lentezze burocratiche nell’assegnazione di un contributo già stanziato da tempo” afferma Save the Children, che ricorda come in Italia, in modo più accentuato rispetto agli altri paesi europei, l’impoverimento ha colpito con particolare intensità i bambini: oltre un milione sono quelli in povertà assoluta – pari a 1 minore su 10 – con una crescita del 30% fra 2012 e 2013.
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Lalla:
Andrea Scanzi
Nella scala Richter della tristezza cosmica, i bambini-simil-balilla che dedicano la canzoncina “Battiam le mani al Presidente” a Renzi stanno appena sopra i Fonzies al cioccolato e appena sotto la Ferilli che frigna perché non l’hanno portata agli Oscar. Poveri bambini, ma più che altro poveri noi. L’Armageddon é vicino.

Enzo di Bari:
GOVERNO RENZI, IMPRESENTABILE COME IL RESTO
Antonio Padellaro

L’accordo truffaldino tra un premier diventato tale con una manovra di Palazzo (privo com’è di consenso elettorale) con un partitino di scissionisti nominati dal precedente padrone realizza l’abusivismo perfetto in una democrazia ormai per modo di dire:
ci prendiamo il governo e vi sequestriamo il voto, tiè.
Non lo chiameremo golpe perché non c’è dramma, trattandosi di un misero gioco delle tre carte.
Si strombazza l’Italicum per la Camera, ma da usare solo quando il Senato sarà abolito, forse tra 18 mesi o forse mai. Un obbrobrio mai visto, incostituzionale col botto.
Del resto, è il sogno a lungo cullato lassù sul Colle che pur di non far esprimere gli Italiani ha preferito affidarsi a maggioranze artificiali (Monti, Letta) che infatti si sono autodissolte con imperdonabile spreco di tempo e di energie.
Adesso tocca al fenomeno Renzi inventarsi un sistema elettorale ad personam che scandalizza perfino uno specialista come Berlusconi.
Il turbo fiorentino ha la mania dei record. Cinque riforme in cinque mesi (se sono tutte così…). Due maggioranze, una per le riforme e una per i giorni feriali.
E a ben guardare, nel suo governo di governi ce ne sono tre, uno dentro l’altro come le matrioske.
Il primo è quello della bella presenza:
il più giovane, il più snello, il più rosa, buono per i titoli sui giornali.
Il secondo è quello che conta e fa di conto.
Guidato dal ministro dell’Economia Padoan, presidia via XX Settembre con un blocco di tecnici che dovranno piacere a Bruxelles e a Berlino.
Il terzo è il sottogoverno degli affari e degli inciuci, quello dei sottosegretari così impresentabili che perfino Alfano è costretto a cacciarne uno (il prode Gentile).
A Renzi avevamo creduto quando aveva letto il successo alle primarie del Pd come l’ultima spiaggia di un Paese giunto allo stremo.
Così si sta giocando tutto il capitale tra pasticci e imbrogli vari. Non si dura nascondendo le elezioni in un cassetto. E per governare non basta qualche tweet.

Gianni
Ho capito bene? Il capo dell’ACEA di Roma guadagna il doppio di Obama. Embè? Aumentate la paga a Barack.
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“Fingere di ignorare ciò che si sa benissimo e di sapere ciò che si ignora; fingere di capire ciò che non si capisce e di non capire ciò che si capisce benissimo; fingere di essere potenti al di là delle proprie forze; avere spesso da nascondere questo gran segreto, che non c’è nessun segreto da nascondere; sembrare profondi quando si è vuoti; darsi bene o male le arie di un personaggio importante; diffondere delle spie e stipendiare dei traditori; cercar di nobilitare la povertà dei mezzi con l’importanza dei fini: ecco che cos’è la politica.”
Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
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4 ESPULSI DAL M5S
Sergio di Cori Modigliani

Facebook dà una idea della ferocia e della cattiveria in questo paese. Non appena si sente l’odore del sangue, gli squali arrivano a frotte e si scatenano. Si approfitta dell’occasione per diffondere clamorosi falsi pre-confezionati, vomitando insulti nei confronti di chi la pensa in maniera dissimile. Nelle 5 cinque testate nazionali, compaiono numeri e fatti diversi -molto spesso contraddittori- a seconda dell’uso che conviene. Si va da “30 deputati lasciano il movimento” (la Repubblica) a “più di 20 pronti a lasciare” (corriere della sera) 4 ore dopo trasformato in “lasciano in 6″, mentre La Stampa annuncia: “M5S caos. Civati apre ai fuoriusciti”.
Cosa è diventato il M5S? A mio avviso, è diventato ciò che era, il che mi sembra un ottimo risultato.
Nel Movimento c’è di tutto, ex fascisti accanto a ex comunisti, sostenitori e detrattori dell’euro, tifosi della decrescita felice e tifosi della crescita felice, statalisti e liberisti, europeisti e anti-europeisti, radicali e tradizionalisti, che si confrontano, si incontrano, si scontrano, su posizioni molto spesso diverse ma si riconoscono nell’idea di una collettività civica che esuli dal concetto aziendale burocratico dei partiti italiani e lo contesti in maniera chiara, prendendo le distanze da chi sguazza nei mari dove la differenza tra dx e sx è stata ridotta al minimo.
A dx c’è B con un partito agli ordini del proprietario di un’azienda, al fine esclusivo di produrgli profitto,e in cambio ha lavoro, prebende, privilegi, una vita facile.
A sx è la stessa cosa con la differenza che pretendono sia diverso, forse perché le famiglie invece di essere una soltanto, sono due forse tre.
Tutte insieme, queste famiglie, controllano l’intero mercato mediatico, editoriale, televisivo, cinematografico, bancario, culturale, sanitario, come nel medioevo.
Chi non accetta l’asservimento alle famiglie berlusconiane o piddine, non può avere accesso al mercato del lavoro, il che rende l’Italia un paese completamente anomalo e impossibile anche per la più perversa mente ultra-liberista.
Anche i poteri forti, quando entrano nel nostro territorio, se la devono vedere prima con le signorie post-moderne dell’aristocrazia italiana, i baroni, i marchesi, i duchi, per i quali non esiste il concetto di cittadinanza, ma solo quello di sudditanza.
Abituati al consociativismo familista/partitico da almeno 25 anni ininterrottamente, i forzisti piddini non riescono a comprendere la natura del M5S.
Il pizzino di Renzi a Di Maio (“ma voi vi comportate sempre così?”) che lo ha lasciato esterrefatto, mi ricorda una festa dove, una volta, avevo visto un tipo che a un certo punto si era avvicinato a una donna e pensando di sfoderare il suo asso nella manica, le aveva proposto: “Ti va se ti accompagno a casa? Ho qui sotto la mia Jaguar”. E lei di rimando: “No grazie, preferisco il taxi” e poi “Io sono anche animalista”. Lui non capì e stabilì che lei era una puttana.Infatti, prima che lei andasse via, le disse: “Ma tu, fai sempre così?”.
Penso che la lezione da apprendere a proposito dell’espulsione di questi eletti, sia questa.
Non sono d’accordo con coloro che lo considerano “un autogol” del movimento.
È il tentativo di manifestare e affermare la propria natura che trova la propria costituzione nel concetto di intelligenza collettiva, spina dorsale del movimento, basato sul reciproco controllo, lo stesso che aveva animato i padri costituenti che avevano costruito uno Stato con poteri autonomi che dovevano controllarsi a vicenda, non pensando che i partiti (un giorno) avrebbero eliminato la democrazia abbattendo il concetto basilare di opposizione e controllo per un consociativismo complice.
Chi è desideroso di partecipare alla festa partitica non può essere identificato nel movimento perché l’uno esclude l’altro. È comprensibile e umano che esistano queste pulsioni. Così come è fisiologico che un movimento reagisca cercando di espellere gli elementi che possano essere inquinanti.
A mio avviso, è un semplice passaggio di palla. È una cosa normale, abilmente delineata dalla cupola mediatica per costruire un dibattito falsato su argomentazioni pretestuose.
Tutto qui.
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Con il cuore abbraccio i milioni di votanti del PD. Li abbraccio uno per uno, sono brava gente, delusa e sconcertata. Penso che per loro sia davvero dura.
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TRADITORI E SABOTATORI

Paginate di giornali sui 4 senatore M5S espulsi a furor di blog e seguiti da altri 5 delusi.

I traditori sono abietti anche agli occhi di coloro a favore dei quali si schierano.
Publio Cornelio Tacito, Annali, I sec.
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Chi elogia così spregiudicatamente il tradimento ed è pronto a votare quelli che nei fatti ci hanno finora traditi, rinnegando i programmi con cui si sono impegnati coi loro elettori e calpestando la democrazia di questo Paese, la parola data e il giuramento di fedeltà che hanno fatto, non merita di vivere in questo Paese e dovrebbe essere un considerato un nemico comune, perché dimostra di non avere senso della giustizia, né ideali, né Patria

Un traditore crede di avere degli amici.
Non si accorge, nella sua pochezza, di essere solo usato finché fa il gioco di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi nemici, e che sarà gettato via appena cesserà il loro interesse.
Un traditore è traditore per sempre. Dunque nessuno si fiderà di lui e ognuno tenderà a sbarazzarsene appena può.

Un traditore è reo di un fatto molto grave. Aver rotto il patto di lealtà che lo unica ai compagni in una lotta comune.
Non c’è nulla in lui di ammirevole. Il suo comportamento scardina la base fondamentale di qualunque gruppo sociale.
Nessun contesto umano, nemmeno un gruppo mafioso, può basarsi sul tradimento.
Un traditore è un male in se stesso, sarà usato e poi buttato quando non farà più comodo.
Il suo destino è la solitudine.
Ma il massimo del tradimento si ha quando chi tradisce lo fa in una situazione di guerra.

E questa è una guerra.
Una guerra in cui ci sono già migliaia di morti e feriti.
E in una guerra non è tollerabile il tradimento.

Non solo Grillo porta avanti da 4 anni questo progetto incredibile che gli è stato suggerito da Casaleggio, ma ha coinvolto in questo sogno 9 milioni di Italiani, persone perbene che non votano per avere un profitto personale magari illecito o per essere difesi nei loro reati o per fare una discutibile carriera, ma che amano realmente questo Paese e vogliono salvarlo. Per tutti gli altri non resta che la condanna, se sono complici, o, se non capiscono quello che fanno, una grande desolazione.
Ogni volta che gli elettori del M5S hanno palesato le loro scelte, Grillo le ha seguite anche se erano contro la sua opinione personale (vedi Rodotà, o Bossi Fini). La stessa cosa non è avvenuta mai per i partiti, i quali hanno agito sempre in modo totalmente autoreferenziale tradendo la fiducia che era stata riposta in loro e rinnegando il programma su cui erano stati votati.
L’evidenza più lampante mostra che i politici si sono sempre dimostrati in Italia i peggiori nemici della democrazia, vendendo beni, futuro e diritti dei cittadini, come se fossero i proprietari cinici delle loro vite, i distruttori impuniti del loro destino, i devastatori malvagi della nazione.
Proprio questo contrasto abissale tra la democrazia praticata nel Movimento e la mancanza di democrazia vigente nei partiti è il motivo per cui i nemici di Grillo lo attaccano proprio su questo punto. Lo accusano di non praticare quella democrazia che loro hanno distrutto per primi, cercando di deviare l’attenzione pubblica dai danni letali che loro stessi hanno fatto alla Costituzione democratica e al Paese. Del resto è un vecchio vizio delle tirannie quello di accusare gli avversi politici dei propri vizi peggiori.
Ogni volta che gli elettori del M5S hanno palesato le loro scelte, Grillo le ha seguite anche se erano contro la sua opinione personale (vedi Rodotà, o la Bossi Fini). La stessa cosa non è avvenuta mai per i partiti, i quali hanno agito sempre in modo totalmente autoreferenziale tradendo la fiducia che era stata riposta in loro e rinnegando il programma su cui erano stati votati.
Se sei in guerra, non puoi aggredire i tuoi compagni che continuano a patire nelle trincee per difendere chi li ha traditi e venduti.
La difesa dei traditori non esiste in alcune guerra né moderna né antica.
Disfattisti e collusi col nemico saranno per sempre messi al bando.
Solo in un mondo marcio e insensato come quello italiano si può assistere all’elogio del traditore, all’ovazione per il venduto, alla difesa di chi rinnega la propria parte. Queste sono bestemmie viventi, colossali atti di ipocrisia.
La prima regola morale è che non puoi fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. E quale di questi che sproloquiano sul blog vorrebbe essere tradito, rinnegato, venduto?
Chi si mette a compiere questa azione spregevole merita solo, a sua volta, in famiglia, nel lavoro, nello Stato, di essere tradito, venduto, rinnegato, cioè di ricevere il male di quelle stesse azioni malvagie che qui alcuni difendono a spada tratta.
Pensate se questa difesa orribile del male venisse fatta negli affetti privati, in casa, sul lavoro. Pensate cosa direste di chi elogia e difende chi tradisce e rinnega il patto che ha fatto con voi, la moglie, il collega di lavoro, il figlio, l’amico. Cosa pensereste di questi soggetti che vi hanno fatto del male? Che hanno fatto bene a tradirvi, a umiliarvi, a diffamarvi, a vendervi? E non trovereste giusto allontanarli da voi? Eppure questo contorto comportamento è quello che state attuando voi, mentendo e insultando e diffamando, pur di aggredire chi è stato tradito e difendere chi lo ha tradito. Il che non sta né in cielo né in terra e mostra un contorcimento del vostro senso morale da lasciare esterrefatti!
Non solo questi sciagurati partiti hanno venduto la Nazione, distrutto l’economia, calpestato i diritti e i doveri costituzionali, rovinato la democrazia e ucciso il nostro futuro, ma, con la loro immoralità e il loro cinismo, hanno allevato un’orda di persone che sono cresciute col loro disinteresse per la morale, pronte a vendersi per un pugno di mosche, alimentate a odio e menzogne, allenate a distorcere la verità e a propagare l’errore, fissate in uno squadrismo becero e delinquenziale.
Quest’opera inquinante e deleteria che corrode il carattere e rovescia ogni questione in un coro menzognero e spregevole dove è sparita qualsivoglia forza di ideale, di bene comune, di intelligenza civile, è visibile perfettamente nella canea urlante che da mesi sembra non avere altro scopo nella vita che diffamare e aggredire ci chiede maggiore democrazia, una posizione da cui non escono mai, nemmeno per sbaglio, notazioni etiche o morali.
In questa canea il carattere di nuda molestia efferata e patologica fine a se stessa, sadismo per sadismo, è talmente soverchiante che non vi si riconosce ormai più alcun carattere che possa distinguere il Pd dal Pdl dalla Lega dall’estrema sx, perché la caratteristica amorale e dissennata è più forte ormai di qualunque pseudo-ideologia politica. Nella tara caratteriale molesta, la politica è morta.
Una cosa balza agli occhi: in questo schierarsi nella difesa stolta di comportamenti che sempre nella storia dell’umanità sono stati considerati spregevoli, come il rinnegamento della parola data e il tradimento degli amici, c’è un carattere comune che balza agli occhi: è sparita qualunque differenza tra Pdl, Pd, Lega e estrema sx,
a dimostrare che costoro non sono più distinti per ideologie diverse e non sono più portatori di istanze morali e sociali diverse, ma sono dispersi in una massa collosa e omogenea di accanimento malevolo e fazioso, in cui ogni ombra di senso civile e morale è sparita.
L’espulsione dei traditori, in pace o in guerra, è una delle prime leggi dell’umanità.
Persino nelle tribù primitive, persino nell’orda, chi faceva del male al gruppo veniva cacciato dal gruppo. “Essere messo fuori dalla pace del gruppo” è la pena antichissima di chiunque manchi di lealtà verso il gruppo che lo comprende e agisca non nel senso di farlo evolvere e migliorare ma in quello di fargli del male, di nuocergli.
Non occorre un altissimo livello sociale e morale per capire la necessità di questo.
E’ semplice e diretto diritto di autodifesa.
Nessuno può essere obbligato a tenersi le serpi in seno.
Il traditore fa del male due volte.
Contro i suoi compagni di lotta perché reca loro del danno.
E contro se stesso, perché getta nel fango la propria immagine.
Sono sempre esistiti i traditori nella storia, ma, diciamocelo, non hanno mai raccolto grandi simpatie. Giuda, Bruto, Mordered, Gano di Maganza, Petain…sono figure nere con una apparenza malevola e oscura.
Solo su certi blog riusciamo a vedere una nefandezza frutto della modernità: gente che cerca di fare carte false per difendere la figura del traditore.
Ma c’è un preciso motivo per tanto accanimento: costoro sanno benissimo che i veri e giganteschi traditori sono quelli che stanno svendendo il popolo italiano e dunque si danno da fare come matti, da una parte per dare delle giustificazioni improbabili al tradimento, dall’altra per allontanare l’attenzione su quello che i loro partiti stanno perpetrando attaccando chi dei guai presenti non ha colpa alcuna.
Gli attuali partiti sul tradimento ci campano.
Altrimenti non ci sarebbero tanti voltagabbana.
E il Parlamento non sarebbe diventato il suk che è diventato.
Se la regola per cui chi tradisce i propri impegni elettorali viene cacciato si generalizzasse, i partiti si annienterebbero.
Dove tutto è fondato sulla menzogna, si aborrisce la verità.
Dove la malafede imperversa, si esecra la lealtà.
Dove l’opportunismo più meschino la fa da padrone, diventa intollerabile persino il buon senso.
Dove la politica si è trasformata in cinismo, gli onesti sono perseguitati e i disonesti glorificati.

LA PIRAMIDE DEL POTERE
Beppe Grillo

Una piramide. Al vertice banche e istituti finanziari presenti nell’azionariato di 43.000 multinazionali, di queste 1.318 aziende hanno più partecipazioni incrociate: l’azienda A può possedere quote dell’azienda B che a sua volta è azionista dell’azienda A, formando una ragnatela inestricabile di interessi. Questo è il vero potere. Un potere mondiale che spesso nomina i suoi rappresentanti nei governi, negli organismi di controllo internazionali e nelle banche centrali. E’ un grande club che finanzia i partiti e modella per i suoi fini lo scenario economico globale. Il nucleo centrale della rete delle 43.000 multinazionali è formato dalle 1.318 aziende con partecipazioni incrociate, il 40% di queste è controllato da 147 società che si trovano al vertice della piramide del potere globale(*). Secondo l’economista Glattfelder “Meno dell’1% delle multinazionali guida il 40% del totale”. L’un per cento di queste multinazionali sono per la maggior parte banche. Affermare che le banche governano il mondo e che, tra loro, vi sono accordi non scritti che influenzano le vite delle Nazioni è forse un’affermazione un po’ forte, ma certo è molto plausibile. Chi le controlla? I loro nominati sono a capo dei governi?
L’elenco delle prime 30 multinazionali della piramide:
1. Barclays
2. Capital Group Companies Inc
3. Fmr Corportation
4. Axa
5. State Street Corporation
6. Jp Morgan Chase & co.
7. Legal & General Group Plc
8. Vanguard Group Inv
9. Ubs Ag
10. Merrill Lynch
11. Wellington Management Co Llp
12. Deutsche Bank Ag
13. Franklin Resources Inc
14. Credit Suisse Group
15. Walton Enterprise Llc
16. Bank of New York Mellon Corp
17. Natixis
18. Goldman Saxhs Group Inc
19. T. Rowe Price Group Inc
20. Legg Mason Inc
21. Morgan Stanley
22. Mitsubishi Ufj Financial Group
23. Northern Trust Corporation
24. Société Générale
25. Bank of America Corporation
26. Lloyds TSB Group Plc
27. Invesco Plc
28. Allianz Se
29. Tiaa
30. Old Mutual Public Limited Company

(*) Dati tratti del libro “I padroni del mondo” di Luca Ciarrocca e dalla base dati Orbis dell’Ocse

INDAGATI 6 MEMBRI DEL GOVERNO RENZI

“Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia” parole del neo-ministro dello sfavillante Governo Renzie, Maria Elena Boschi.
Non è dello stesso avviso il Movimento 5 Stelle. Dopo aver costretto alle dimissioni il sottosegretario Antonio Gentile, è pronto con le mozioni a chiedere la rimozione dei 5 tra ministri e sottosegretari del governo Renzi indagati: Lupi (concorso in abuso di atti d’ufficio), Barracciu (peculato aggravato), De Filippo (peculato), Del Basso de Caro (peculato), Bubbico (abuso di ufficio). Intanto alla Camera il partito dell’inciucio Pd-Forza Italia sta varando una nuova legge elettorale truffa: lo schifezzellum o, se preferite, il Superporcellum, palesemente peggiore della precedente. Da veri portavoce, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle portano le istanze dei cittadini all’interno delle istituzioni. Lo fanno ricevendo 93.000 firme a sostegno della proposta di legge che richiede i codici identificativi per le Forze dell’Ordine e ospitando gli esperti internazionali di ricerca senza l’utilizzo di animali.
Ambiente, salute e agroalimentare vanno a braccetto. Così in Commissione Ambiente alla Camera il Movimento 5 Stelle ha proposto un’importantissima risoluzione per impedire la costruzione di nuovi inceneritori di rifiuti ed al tempo stesso ha sollecitato il governo a intervenire per la tutela internazionale dei prodotti agroalimentari italiani.”
(M5S Camera e Senato)
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Giancarlo Cancelleri, M5S Sicilia

Ieri mattina sono stato ospite ad Agorà su Rai3 e ho capito che siamo in guerra. E’ incredibile, il conduttore mi faceva una domanda e non mi lasciavano rispondere, anzi non riuscivo ad aprire bocca. Erano lì, trincerati tutti con di noi, destra, sinistra, giornalisti, conduttore, tutti lì e tutti contro di noi. E’ il loro modo di fare, creare il pollaio mediatico per confondere i cittadini che ascoltano. Sono dei maestri in questo, dicono dicono ma non dicono nulla. Mentono su di noi, schierati in maniera trasversale. Siamo in guerra e li abbiamo tutti contro! Sapete cosa significa? Che hanno paura tremenda del M5S. Hanno paura che vinciamo, sono finiti!

SERGIO DI CORI MODIGLIANI
La schiavitù dell’informazione e la spirale del silenzio.

Tre anni fa, alla venerabile età di 95 anni, si è spenta una delle più potenti intellettuali europee, Elisabeth Noelle-Neumann. Considerata dagli addetti ai lavori la mamma della filosofia dei mass media, negli annì60, quando insegnava all’Università di Magonza (Germania), chiese -e ottenne- il riconoscimento per una nuova disciplina da lei teorizzata e fondata, ” la Scienza della comunicazione di massa”. Grande e libera pensatrice, è stata anche la fondatrice del promo istituto di ricerche demoscopiche al mondo, il Demoskopie Allensbach nel 1947, che allora si occupava di comprendere la modalità di gestione del lutto nella Germania post-nazista. Nel 1970 pubblicò il suo libro teorico più importante “La spirale del silenzio”, considerato un caposaldo insostituibile per chiunque voglia avvicinarsi allo studio della manipolazione dei sistemi di informazione con un approccio sociologico. In Italia il libro non venne né tradotto né studiato né diffuso, perché a quei tempi il nostro paese era stretto nella trappola intellettuale dello scontro tra cattolici e marxisti e qualunque altra strada o lettura (soprattutto se aperta, laica e libertaria) veniva bandita e censurata. Divenne, invece, un mito vivente in California, accolta già nel 1964 come la più importante intellettuale europea e venne accolta a braccia aperte all’università di Berkeley nel 1968 dove contribuì a far nascere la più importante scuola di sociologia politica nel continente americano, da sempre spina nel fianco per i conservatori repubblicani. Epica la celebre battuta di Richard Nixon: “basterebbe buttare una bomba atomica sull’università di Berkeley per vincere la guerra fredda e risparmiarci così tanti fastidi”.
La teoria della Noelle-Neumann è strutturata intorno alla tesi del meccanismo di persuasione che la televisione opera, a livello subliminale, nella mente degli spettatori, facendo scattare un meccanismo di manipolazione psicologico che poi da lì si diffonde nell’intera società civile. Spiega come una persona singola “normale” sia disincentivata dall’esprimere apertamente e riconoscere a se stessa una opinione individuale e soggettiva se la percepisce come contraria alla opinione della maggioranza, nel timore sociale e psicologico di essere oggetto di riprovazione e isolamento da parte della presunta maggioranza. Questo meccanismo indotto dal mezzo spinge la persona a chiudersi in un inconscio silenzio che fa aumentare quindi la percezione collettiva di una diversa opinione della maggioranza, aumentando, di conseguenza, in un processo dinamico, il silenzio di chi si crede minoranza, provocando un effetto a spirale”.
È appunto la spirale del silenzio.
Questo fenomeno produce un istintivo meccanismo reattivo di ripulsa da parte del lettore di quotidiani (e del telespettatore) che teme di essere condannato a un perenne isolamento, emarginato e spinto ai bordi dello scambio sociale umano.
Il continuo flusso di notizie e informazioni da parte dei mass media causa una inevitabile incapacità nell’utente fruitore di riuscire a operare una selezione e quindi comprendere i processi sia di percezione che di influenza dei media. È il timore dell’isolamento sociale che produce la spirale del silenzio. Chi controlla il potere dell’informazione produce paura nell’utente, la paura più antica e profonda nell’essere umano: la paura di essere solo al mondo. Per non rimanere isolata, quindi, la persona/cittadino, anche nel caso abbia, istintivamente, una idea diversa rispetto a quella della massa -o della moda corrente in quel momento- non la mostra e cerca di conformarsi con il resto dell’opinione generale, per evitare di sentirsi sola.
L’enorme rumore dei mass media ha come unico e dichiarato obiettivo quello di produrre “silenzio interiore per paura della solitudine” e questo meccanismo blocca, automaticamente (come è stato nei decenni seguenti dimostrato e provato scientificamente dalla neurofisiologia e dalla psicolinguistica) la produzione sinaptica relativa alla formulazione di un pensiero libero, autonomo, indipendente. Perché produrre libero pensiero automaticamente provoca ansia, essendo legato alla paura della solitudine.
Il suo testo è stato tradotto e pubblicato in Italia nel 2002, dalla “Meltemi editore” ma nel nostro paese non ha mai fatto presa né prodotto alcuna forma di dibattito.
La Noelle Neumann ha generato però dei figli anche da noi.
Uno dei rari casi di figli suoi italiani (per non dire, forse, l’unico) ritengo che sia Carlo Freccero, studioso delle comunicazioni di massa, già direttore editoriale di Rai4 e docente all’università. Non è quindi casuale che la lettura della realtà italiana di Freccero sia l’unica, in assoluto, tra i suoi colleghi e gli esperti di televisione, in netta controtendenza rispetto alla piatta norma collettiva italiana che ha imposto la codificazione del pensiero unico attuale.
Qui di seguito ripropongo a miei lettori un brano tratto da una conferenza che Carlo Freccero ha tenuto presso il Club del Libro della città di Torino il 14 Febbraio del 2014 e che riguarda tutti noi. È stato ripreso soltanto dal sito no-tav “controsservatorio valsusa” e da “Libre idee”.
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FRECCERO: PERCHE’ I GIORNALISTI NON TOLLERANO CHI PROTESTA

La Tav viene presentata dalla stampa come un problema di ordine pubblico, di devianza e addirittura di terrorismo. La domanda da porsi sarebbe: perché la Tav entra in agenda solo come un problema di ordine pubblico? E ancora: perché la stampa ha perso il suo ruolo storico di strumento critico – pensate a tutti quei film che hanno immortalato attraverso l’immaginario hollywoodiano la stampa come controsistema – per diventare oggi completamente asservita al potere dominante? La risposta che si da solitamente è che la stampa è alla dipendenza della casta politica e ne segue i diktat. Bene, non solo. Meglio: il giornalismo rappresenta a sua volta una casta: c’è una casta che muove in qualche modo le fila come un burattinaio, le fila che muovono l’opinione pubblica sono i giornalisti asserviti al potere. E se il problema fosse più complesso? Se anziché essere persuasori occulti i giornalisti fossero in buona fede persuasi (sottolineo persuasi) dal pensiero unico?
Preso atto che naturalmente l’agenda dei media influenza l’opinione pubblica, la domanda da porsi è: in base a quali principi si costruisce questa agenda, quali sono gli elementi che hanno indotto la stampa a cambiare radicalmente la sua funzione da giornalismo d’inchiesta e critica sociale a difesa del consenso? Queste sono le domande da porsi. Bene. La cosa più interessante è che pensiamo alla parola “dissenso”. E qui iniziamo un ragionamento. Negli anni delle lotte per i diritti civili, la parola dissenso era sinonimo di democrazia. Oggi invece è piuttosto sinonimo di: devianza, delinquenza, terrorismo. Il movimento No Tav esprime il dissenso delle popolazioni coinvolte rispetto al progetto approvato a livello centrale: pertanto è un caso di “insubordinazione”, è fuori dalla maggioranza. Ritengo che il caso No Tav non sia un caso singolo, ma un format, che si replica in tutti i casi di minoranze che si oppongono all’ordine del discorso quantitativo della nostra epoca.
Noi viviamo attualmente le contraddizioni di vivere con una Costituzione formalmente basata sul principio illuministico di difesa delle minoranze ma cerchiamo di applicarla in modo contrario (è questo il tema della discussione politica di oggi) affinché la maggioranza possa esercitare quella che è di fatto una dittatura. Per vedere come questo format si può estendere prendiamo il caso del Parlamento. La dialettica parlamentare nasce per permettere anche alle minoranze di esporre le proprie idee e partecipare alla costruzione della legge. Piglio l’esempio della Boldrini: intervistata da Fabio Fazio sul decreto Imu-Bankitalia (scandaloso) la Boldrini ha giustificato la “ghigliottina” dicendo che era suo dovere, in veste di presidente della Camera, troncare il dibattito parlamentare per permettere alla maggioranza (sottolineo “permettere alla maggioranza”) di governo di legiferare. Interessante.
Dunque il Parlamento va esautorato, le leggi sono un prodotto dell’esecutivo in quanto appoggiato dalla maggioranza, e le minoranze sono di per sé qualcosa di illegale, che dev’essere in qualche modo ricondotto al volere dei più. Ecco questo format che si ripete anche nella situazione della Boldrini. Io, guardate, è dagli anni ’80 che mi occupo di maggioranza e sono stato forse il primo a segnalare in qualche modo, partendo dall’analisi dell’audience televisiva, come l’uso continuo del sondaggio avesse a poco a poco sostituito a livello sociale la ricerca del sapere foucoltiano o della verità in generale. E se tutte le scelte – anche politiche e morali – avvengono su base quantitativa, non è più possibile esprimere dissenso, è chiaro. Abolito il concetto di verità da parte del pensiero debole (altra cosa molto importante) non esiste più alcun elemento valido per opporsi ai valori della maggioranza.
Ecco che a tutto ciò si è poi aggiunto in qualche modo, dopo l’11 Settembre, un clima – come posso dire – di guerra permanente, che giustifica in qualche modo un permanente stato di eccezione. Ecco, questa qua è l’altra cosa fondamentale, e sottolineo “stato di eccezione” che a sua volta giustifica il superamento di qualsiasi garanzia democratica. Ricordo un programma di Santoro, “Servizio Pubblico”, che mesi fa ha intervistato due No-Tav come “terroriste” in quanto così presentate dalla stampa e dalla forza pubblica. Erano due ragazze giovanissime, simpatiche, belle, tranquille. Ma questo cosa vuol dire: che oggi che il semplice dissenso è sinonimo di terrorismo. Questa è una cosa che sta passando tranquillamente: chi si difende perché aggredito, anche se vede in parte riconosciute le sue ragioni, viene comunque presentato come dalla parte del torto perché (orrore!) ha operato in modo violento opponendosi all’ordine della maggioranza. La violenza è tollerata solo nel senso della forza pubblica.
Altro elemento fondamentale: dopo l’11 Settembre, in America, sono state sdoganate la tortura, Guantanamo e tutte le forme di guerra. Apro questo inciso perché un altro elemento che ha lavorato nel nostro inconscio, quella violenza che genera orrore e in qualche modo raccapriccio se messa in opera da parte dissenziente, viene vissuta come buona e giusta qualora sia un’emanazione del potere costituito. In “24”, la serie americana, Jack Bauer combatte il terrorismo con la violenza e la tortura, e scene di punizione corporale. Bene, in Italia la polizia (già col G8 si era entrati in uno stato di eccezione che ricordo molto bene, e prima ancora che a Genova anche a Napoli) può picchiare, usare lacrimogeni pur di contenere comunque ogni e qualsiasi forma di dissenso, anche il più pacifico ed innocuo. È il dissenso in sé ad essere considerato criminale perché rallenta il raggiungimento degli obiettivi della maggioranza. E il pensiero critico, che è stato il mito della mia giovinezza, della nostra generazione, appare ormai come elemento di disturbo. In vent’anni di berlusconismo, la scuola è diventata una fabbrica per replicare il pensiero unico. Solo un valore ottiene riconoscimento: l’obbedienza al conformismo vigente. E questo vale in particolare per il giornalismo.
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TRAVAGLIO

Dopo tutto quello che è successo in questi giorni (6 indagati, 24 riciclati nel nuovo Governo Renzi, le dimissioni di Gentile), Marco Travaglio decide di mettere nero su bianco il “discorso onesto” che Renzi dovrebbe fare agli italiani. Lo farà mai? Intanto ecco cosa scrive oggi Travaglio:

A Renzi basterebbe fare un discorso onesto agli Italiani: “Nell’esordio convulso del mio governo, ho gravemente sottovalutato la questione morale, aprendo le porte a gente che doveva restare fuori. Chi vuole cambiare l’Italia non può lasciare che il Sud sia rappresentato da personaggi accusati di abusare del loro potere con rimborsi gonfiati, familismi e clientele”. E accompagnare alla porta Lupi, i quattro inquisiti del Pd e gli imbarazzanti vice della Giustizia, Costa e Ferri. Se non lo farà, invierà al Paese un micidiale messaggio di gattopardismo, simile alla cinica e disperante metafora giolittiana: “Un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo deve fare la gobba anche all’abito”.
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Da un volontario del commercio equosolidale una interpellanza all’Europa sulla liceità dei 7 miliardi e mezzo regalati alle banche.
SERGIO DI CORI MODIGLIANI

Arriva da Bruxelles un poderoso macigno per il governo Renzi. A lanciare il sasso è un fiorentino doc, di pasta diversa da quella del premier. Si chiama Niccolò Rinaldi, e a Firenze c’è nato e cresciuto. Si è sempre occupato di solidarietà, volontariato, fin da giovanissimo, laureandosi in Scienze Politiche con una tesi sul commercio povero di strada a Dakar, in Senegal, e sulle forme alternative di commercio sia in Africa che in Sud America per contrastare l’avanzata territoriale delle multinazionali. Inizia a lavorare come consulente dell’Onu e per venti anni si occupa di questioni relative ai diritti civili delle popolazioni più disastrate del pianeta. Agli inizi del millennio, insieme ad altri quattro amici, fonda a Firenze la cooperativa di commercio equo-solidale (collegata a piccoli agricoltori africani e sudamericani che si sono sottratti al controllo della Monsanto e non praticano la coltura ogm) che si chiama “Equoland”. Nel 2009 si presenta come candidato indipendente alle elezioni europee nella lista di Di Pietro e viene eletto al parlamento europeo. Data la sua competenza in materia, finisce per occuparsi di questioni relative alla gestione e organizzazione del sistema bancario e finanziario dei paesi dell’euro.
Dieci giorni fa si è rivolto alla persona giusta, nel momento giusto, nel modo giusto.
È andato da Joaquin Almunia, vecchio socialista spagnolo basco, di Bilbao, che attualmente è Commissario Europeo per gli affari economici e monetari della Ue, vera spina nel fianco sia per Barroso che per Rajoy, detestato dall’attuale governo iberico che lo attacca sempre, sostenendo che mette il bastone tra le ruote nei rapporti tra la BCE e il governo (il che è vero). L’europarlamentare italiano Rinaldi ha applicato la regola e la norma. Ha preso il fascicolo ufficiale relativo al decreto Bankitalia e ha chiesto “ufficialmente” -nel corso di una formale interpellanza- se l’apposita commissione, dopo averla letta e vagliata, l’avesse accettata trovandola lecita. Il presidente Almunia ha dichiarato testualmente “a noi nessuno, dall’Italia, ci ha comunicato nulla né formalmente né informalmente, è un’operazione che ha aggirato i dispositivi di Legge”. E così, la Commissione ha avviato la procedura ufficiale di immediata ispezione per valutare gli estremi che applicano l’infrazione contro il governo italiano, sostenendo che “dietro la rivalutazione, in realtà si cela un aiuto sostanziale da parte delle casse dello Stato Italiano nell’ordine di 7,5 miliardi di euro a favore di 6 istituti di credito privati, in violazione dell’attuale norma vigente in materia”. Le banche sarebbero: Intesa San Paolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Banca Carige, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Ubi Banca. La questione, quindi, si riapre alla grande, e getta una luce nuova sulla vicenda che chiarisce -senza più alcuna ombra di dubbio- la vera natura dell’esecutivo, quanto meno di quello precedente. Da notare che dal momento in cui il decreto è stato trasformato in Legge, le banche summenzionate (notoriamente piene di debiti con i bilanci clamorosamente in rosso) hanno goduto in borsa di incredibili rialzi spingendo l’intero comparto azionario ai massimi degli ultimi anni. Con enorme profitto per chiunque ci ha investito sopra. Questa iniziativa europea modifica anche il ruolo della Presidente della Camera, la quale, avvalendosi di un dispositivo nazionale mai usato prima, aveva scelto di applicare la cosiddetta ghigliottina definendo il provvedimento “di emergenza nazionale”.
Era l’onorevole Boldrini al corrente che tale provvedimento, da lei definito “di emergenza” probabilmente violava le disposizioni della normativa europea in materia, e che avrebbe potuto produrre come risultato quello di aprire contro di noi la pratica per infrazione con gravissimo danno pecuniario per i conti pubblici?
E’ chiara l’inusitata ferocia, mescolata a sbrigativo cipiglio, con la quale le istituzioni partitico-parlamentari hanno gestito l’operazione. Comprensibile la felicità dell’onorevole Alessio Villarosa, di M5S, che ha dichiarato questa mattina: “Quando ieri ho saputo della mia sanzione ho detto che la Storia li avrebbe puniti per questo. Ecco, la Storia comincia a punirli. Sono felicissimo. Lo avevamo già detto che la BCE non aveva avuto il tempo né di visionare né di controllare in tempo utile i documenti relativi a questa operazione”.
Ma Napolitano, sempre così solerte nel rammentare alla dirigenza parlamentare l’importanza di rispettare i parametri, le normative e gli impegni assunti con le istituzioni comunitarie in Europa, era informato sulla realtà dei fatti?
Saccomanni ha detto il falso a Napolitano?
Ha detto il falso anche alla Boldrini?
Queste sono le domande che vanno poste, di cui il Parlamento dovrebbe occuparsi immediatamente.

UN ECONOMISTA DI OXFORD CONTRO L’EURO

Kevin O’Rourke, illustre economista di Oxford ha scritto uno straordinario articolo sulla rivista trimestrale del Fm che disintegra l’euro. E’ rilevante che il Fm dia spazio a questo suo scritto, segnale inequivocabile che l’euro non durerà.
“L’Europa ora è identificata dai vincoli che essa impone ai governi, non dalle possibilità che offre loro per migliorare la vita del popoli. Questo è politicamente insostenibile. Ci sono due soluzioni:
a)-fare un passo avanti verso un’Europa politica federale,
b)-o tornare a un’Unione europea senza moneta unica e lasciare che i singoli paesi decidano da soli. Quest’ultima opzione richiederà controlli sui capitali, default in diversi paesi, misure per affrontare la crisi finanziaria conseguente e un accordo su come affrontare le conseguenze del debito e dei contratti.
La fine dell’euro sarebbe una grave crisi. Ma se è inevitabile, allora è meglio affrontarlo, mentre i centristi e gli europeisti sono ancora in carica. Non c’è senso ad attendere all’infinito.
Se l’euro alla fine sarà abbandonato, la mia previsione è che tra 50 anni la prima cosa che gli storici si chiederanno è come mai sia stato introdotto.
La gestione delle crisi dal 2010 è stata incredibilmente deludente, ci chiediamo se sia ragionevole per qualsiasi paese porsi alla mercé dei decisori di Bruxelles, Francoforte o Berlino che hanno mostrato una incompetenza assoluta, vedi il “salvataggio” pasticciato di Cipro. Ci sono domande serie, giuridiche, politiche ed etiche, su come la Bce si è comportata in questa crisi – per es. la minaccia fatta nel 2010, che se Dublino non avesse rimborsato i creditori privati delle banche private, la Bce avrebbe costretto l’Irlanda ad uscire dall’euro.
Si dice che la Bce non può allentare la politica monetaria perché ciò diminuirebbe la pressione sui governi sulle riforme strutturali volute dalla Merkel. Ma queste riforme non sono più opportune. Mantenere volutamente le persone in uno stato di disoccupazione per portare avanti una particolare agenda politica è sbagliato.E non è legittimo per un banchiere centrale non eletto di Francoforte cercare di influenzare il dibattito politico in paesi come l’Italia o la Spagna.
Sta diventando sempre più chiaro che un’unione bancaria significativa, per non parlare di un’unione fiscale o di un solido asset dell’area dell’euro, non è visibile. Per anni gli economisti hanno sostenuto che l’Europa deve decidersi: o muoversi in una direzione più federale, com’è nella logica di una moneta unica, o tornare indietro.
Siamo al 2014. Più a lungo la crisi va avanti, maggiore sarà la reazione politica anti-europea e il ritiro dall’Ue sarà inevitabile
L’Europa ha vissuto un periodo d’oro. L’integrazione europea ha contribuito alla crescita negli anni ‘50 e ‘60 e ha dato agli europei la libertà di studiare, lavorare e andare in pensione all’estero, cosa che ora viene data per scontata. Ora la UEM (Unione Europea Monetaria) minaccia l’intero progetto. Tra le due guerre, gli elettori si riversarono sui partiti politici che promettevano di servire gli interessi della gente. La dove i partiti democratici, come i socialdemocratici svedesi, lo hanno fatto, hanno riscosso consenso. Dove hanno ceduto all’austerità, come in Grecia e in Italia, gli elettori li hanno abbandonati
Le crisi bancarie hanno avuto conseguenze politiche venefiche.Il processo decisionale guidato dal panico è stato di breve respiro e incoerente. Nella realpolitik europea i paesi piccoli e vulnerabili hanno pagato un costo molto pesante, che non dimenticheranno.
Dal 2010 l’attenzione della maggior parte degli economisti si è concentrata su come rendere più funzionale l’unione monetaria.Anche coloro che erano scettici sull’ Unione economica e monetaria (UEM ), erano abbastanza preoccupati per le conseguenze di una rottura da voler evitare di sostenere l’uscita di un paese. Il risultato è stato una serie di suggerimenti su come prevenire un crollo dell’euro nel breve e nel medio termine, e su come migliorarne il funzionamento nel lungo periodo. Nel breve periodo, quello che serve è una politica monetaria più flessibile e una politica fiscale accomodante. (Occorre abbandonare l’Austerità a tutti i costi). Se gli storici dell’economia hanno imparato qualcosa dalla Grande Depressione, è che l’aggiustamento basato su austerità e svalutazione interna (deflazione) è pericoloso, con maggiore disoccupazione.
La deflazione aumenta il valore reale del debito pubblico e privato, alza i tassi di interesse reali, e spinge consumatori e imprese a rinviare gli acquisti costosi in previsione di prezzi più bassi in futuro. Le riduzioni di spesa provocano un pesante calo del reddito nazionale.
Servirebbe una maggiore spesa per investimenti da parte dei paesi con adeguate capacità fiscali, o della Banca europea.
L’area dell’euro ha bisogno di una unione bancaria che promuova la stabilità finanziaria e che sostituisca le decisioni dei momenti di crisi con un processo più regolamentato e politicamente legittimo, una supervisione comune, un quadro unico di risoluzione per le banche in crisi con un sostegno fiscale che comprenda tutta l’area dell’euro, e un quadro comune di assicurazione dei depositi.
Cosa ha fatto Obama? Operazioni non convenzionali della FED di forti iniezioni di liquidità nel Mercato “reale” tramite la tecnica dei quantitative Easing .
Draghi potrebbe suggerire all’UE anche operazioni di OTM( Outrigt Monetary Transactions) per soddisfare le esigenze dei Paesi Ue assetati di credito per l’economia reale delle aziende manifatturiere.
Un elemento di unione fiscale sarebbe un importante meccanismo di stabilizzazione dell’UE, come un sistema di assicurazione contro la disoccupazione.
Euro sì od euro no. Ciò che è certo è che una scelta finale ( in particolare per l’Italia prossima al default ) deve essere fatta. Si possono facilmente prevedere all’orizzonte dei tempi duri per la creazione (voluta dalla Merkel )della Grande Germania, per l’operazione escogitata e condotta dai banchieri gangster austerici tramite il tentativo di riduzione di fatto in schiavitù delle popolazioni degli altri Paesi dell’UE. Infatti essi sono troppo indebitati, per poter avere una dialogo autonomo con la Merkel fatto di spiegazioni economiche e di teorie economiche intelligenti contro la crisi recessiva che attualmente li sconvolge, distruggendoli .

SUL DUELLO RENZI-GRILLO
Sergio di Cori Modigliani

Nel famoso incontro Grillo-Renzi, da subito Renzi ha detto: “ma io non ho nessuna intenzione di chiedervi la fiducia”, al che Grillo ha risposto: “ma allora perché ci hai invitato?”. A quel punto, Grillo, che è uomo di grande esperienza sulla scena, ha capito che la sceneggiatura era un’altra e che era stato invitato a una partita sbagliata, e quindi si è adattato. Non c’è stato nessun giornalista, nessun opinionista, nessun politologo, che si sia chiesto “visto che viviamo una situazione d’emergenza ed è necessario mettere in piedi una squadra che vince, non sarebbe il caso di prendere atto che sono tre le squadre che forniscono i giocatori alla nazionale?”.
Non è stata neppure ventilata, né come ipotesi, né come possibile alternativa.
Dopo l’incontro è partito un attacco suicida sia contro chi non è in linea con questo governo -chi non vota la fiducia al PD è espulso dal partito- sia contro l’opposizione del M5s, accusata di non praticare la democrazia interna perché fa il gioco di squadra, a differenza del PD che -invece- consentirebbe ogni forma di contrasto, dissenso, diversità di opinioni, libertà di voto. Il che è falso.
I media si sono adattati, abboccando a questa facile esca, da cui è nata la novità del giorno: il PD è democratico, il M5s no.
Tutto ciò non potrà che aumentare la ferocia faziosa in tutta la nazione, chiarendo quindi che il primo obiettivo “culturale” dell’attuale governo consiste nel moltiplicare la falsificazione della realtà, sottraendo il buon senso che viene abolito, perché la priorità del governo è imporre a tutti i costi un bipolarismo (un’ossessione massonica anglo-americana) che gli italiani non hanno mai amato, non hanno mai voluto, non hanno mai votato, usando ogni mezzo possibile per evitare che si manifestino realtà terze o quarte.
Non c’è squadra, quindi. Non c’è gioco.
La rappresentanza cittadina non viene contemplata.
Il nemico del governo, dichiarato, non è la miseria sociale, la povertà economica, la Nel famoso incontro Grillo-Renzi, da subito Renzi ha detto: “ma io non ho nessuna intenzione di chiedervi la fiducia”, al che Grillo ha risposto: “ma allora perché ci hai invitato?”. A quel punto, Grillo, che è uomo di grande esperienza sulla scena, ha capito che la sceneggiatura era un’altra e che era stato invitato a una partita sbagliata, e quindi si è adattato. Non c’è stato nessun giornalista, nessun opinionista, nessun politologo, che si sia chiesto “visto che viviamo una situazione d’emergenza ed è necessario mettere in piedi una squadra che vince, non sarebbe il caso di prendere atto che sono tre le squadre che forniscono i giocatori alla nazionale?”.
Non è stata neppure ventilata, né come ipotesi, né come possibile alternativa.
Dopo l’incontro è partito un attacco suicida sia contro chi non è in linea con questo governo -chi non vota la fiducia al PD è espulso dal partito- sia contro l’opposizione del M5s, accusata di non praticare la democrazia interna perché fa il gioco di squadra, a differenza del PD che -invece- consentirebbe ogni forma di contrasto, dissenso, diversità di opinioni, libertà di voto. Il che è falso.
I media si sono adattati, abboccando a questa facile esca, da cui è nata la novità del giorno: il PD è democratico, il M5s no.
Tutto ciò non potrà che aumentare la ferocia faziosa in tutta la nazione, chiarendo quindi che il primo obiettivo “culturale” dell’attuale governo consiste nel moltiplicare la falsificazione della realtà, sottraendo il buon senso che viene abolito, perché la priorità del governo è imporre a tutti i costi un bipolarismo (un’ossessione massonica anglo-americana) che gli italiani non hanno mai amato, non hanno mai voluto, non hanno mai votato, usando ogni mezzo possibile per evitare che si manifestino realtà terze o quarte.
Non c’è squadra, quindi. Non c’è gioco.
La rappresentanza cittadina non viene contemplata.
Il nemico del governo, dichiarato, non è la miseria sociale, la povertà economica, la mancanza di diritti civili, la disoccupazione, l’assenza di investimenti, la corruzione, la criminalità organizzata, l’inefficienza e inefficacia di uno stato fatiscente.
Il nemico è il Terzo Polo, perché la sua sola esistenza va ad intaccare il piano di Rinascita Nazionale di gelliana memoria e la pianificazione del Nuovo Ordine Mondiale basata sulla gestione del potere locale a conservatori di sx o conservatori di dx.

UN ELENCO DEGLI ESPULSI DEL PD

Vi presento parte dell’elenco aggiornato degli espulsi dal PD, compresi alcuni casi clamorosi in cui i funzionari piddini sono stati espulsi “soltanto” per aver espresso la propria opposizione alla Tav o per aver denunciato (in quanto amministratori locali) casi gravi di corruzione ai danni dello Stato. Vogliamo cominciare a parlarne?
Eppure nessuno sui media ha parlato dei 519 espulsi del Pd, nessun giornalista ha sentito l’esigenza di andare ad intervistare uno degli espulsi, per chiedere ragguagli in merito, nessuna televisione (neppure locale) li ha invitati a un talk show, senza che nessuno né su twitter né su facebook abbia menzionato gli episodi, alcuni dei quali davvero sconcertanti:

http://controcorrenteblogdotcom.wordpress.com/2013/06/19/ecco-una-breve-lista-degli-espulsi-dal-pd/

-ESPULSA DAL PD L’EX SINDACO DI AVIGLIANA, CON LEI VICESINDACO E ASSESSORE.
-ACQUI TERME. FERRARIS E GIGLIO ESPULSI DAL PD.
-IL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO DEL IV MUNICIPIO DI ROMA HA DECISO DI ESPELLERE IL CONSIGLIERE GIORGIO LIMARDI, A SEGUITO DI UN RIPETUTO COMPORTAMENTO DIFFORME ALLE LINEE DEL PARTITO.
-MARIO RUSSO, VALERIO ADDENTATO E ROBERTO MERLINI SONO STATI ESPULSI DAL SEGRETARIO DEL PD PROVINCIALE DI ROMA CARLO LUCHERINI.
-AGROPOLI. CARMINE PARISI: “CACCIATO DAL PD PERCHÉ HO DENUNCIATO LA SPECULAZIONE EDILIZIA”.
-TROINA. ESPULSI DAL PD DUE CONSIGLIERI COMUNALI, PER AVERE VOTATO IN CONTRASTO CON LE INDICAZIONI DEL PARTITO.
-CASTIGLIONE DEL LAGO. ROSANNA GHETTINI, CATERINA BIZZARRI,
- GIANCARLO PARBUONO E IVANO LISI ESPULSI DAL PD.
-TERREMOTO PD ALESSANO: ESPULSI COSIMO DEL CASALE E DONATO MELCARNE.
-PIACENZA, BUFERA NEL PD: ESPULSI I SOSTENITORI DI RENZI DALL’ESECUTIVO. SOSTITUITI I DIRIGENTI CON UNA TELEFONATA.
-RAPALLO, SONO STATI ESPULSI DAL PD: MARIA CRISTINA GERBI, GIORGIO BRACALI, ALESSIO CUNEO, EMANUELE GESINO, MAURIZIO IVAN MASPERO, MARIA MORRESI, GIULIO RIVARA.
-LA SEGRETERIA CITTADINA DI ORTA NOVA HA ATTIVATO LE PROCEDURE PER IL DEFERIMENTO DEL CONSIGLIERE COMUNALE ANTONIO BELLINO ALLA COMMISSIONE DI GARANZIA, ALLA QUALE SARÀ PROPOSTA L’ESPULSIONE DAL PD PER VIOLAZIONE DELLO STATUTO E DEL CODICE ETICO.
-SAN MAURO TORINESE, RUDY LAZZARINI ESPULSO DAL PD INSIEME A UN NUTRITO GRUPPO DI COLLEGHI.
-CASERTA. RINO ZULLO È STATO ESPULSO DAL PD.
-CARMELO MAZZOLA E DOMENICO PRISINZANO SONO STATI ESPULSI DAL PD DI CASTELBUONO.
-AFRAGOLA: VALENTINO ESPULSO DAL PD.
-SEI ISCRITTI AL PD ALLONTANATI DAL PARTITO PER NON AVER APPOGGIATO MARINI CANDIDATO SINDACO A FROSINONE.
-SOLIDARIETÀ A PAOLO DEAN EX SINDACO DI FIUMICELLO E A ROSANNA FASOLO, EX ASSESSORE DELLA GIUNTA DEAN, ESPULSI DAL PD.
TERLIZZI.
-SEGRETERIA PD: «ESPULSI DAL PARTITO 2 FUNZIONARI
-VAL SUSA, IL PD ESPELLE 4 AMMINISTRATORI CONTRARI ALLA LINEA TORINO-LIONE

DI BATTISTA
Scrivo sull’espulsione dei 4 senatori. Li chiamano dissidenti. Mai parola e è stata più sbagliata. Credetemi, non si tratta di dissentire, di avere opinioni diverse, di criticare. Ma stiamo scherzando? Ognuno di noi, cittadini nelle Istituzioni e fuori dissentiamo, critichiamo, abbiamo opinioni diverse. E meno male! Il pensiero unico, come il PartitoUnico portano alla rovina di qualsiasi gruppo, società o nazione. Ma non è questo il punto. Io ho visto in queste 4 persone, sistematicamente, da mesi, e in modo organizzato la logica del dolo, la malafede, il sabotaggio di tutte le grandissime battaglie che abbiamo portato avanti come gruppo. Ogni qual volta avevamo un successo da comunicare (e voi sapete quanto per il M5S, che ha il 99% dei mezzi di informazione contro, sia difficile comunicare) usciva, sistematicamente una dichiarazione di uno dei 4 pronta a coprire il messaggio del gruppo. Ogni qual volta serviva lanciarsi e buttare il cuore al di là dell’ostacolo (molte battaglie le abbiamo iniziate senza sapere come sarebbero finite, vedi art.138) c’era sempre uno dei 4 che si trasformava in “zavorra professionale” e puntava all’immobilismo. E per un Movimento restare fermi è la morte assoluta. Anche io sono un dissidente, non l’ho pensata come Grillo sul reato di clandestinità e infatti ho votato per la sua abolizione, io, come tutti i miei colleghi critico in assemblea una posizione, un modo di vedere, un’idea. Io voto, io vinco e io perdo. Ma quando perdo so che la decisone dell’assemblea è sacra in quanto frutto di un vero processo decisionale, frutto dell’intelligenza collettiva, non di diktat di berlusconiana o debenedettiana matrice. Mi spiego? Siamo in guerra, una guerra democratica, fatta di informazione, partecipazione, amore per la politica. Ma di guerra si tratta. Abbiamo tutti contro, tutti i partiti, un magma succhiasoldi, abbiamo contro gran parte della stampa, delle TV, abbiamo contro i poteri forti, le banche, abbiamo contro la mafia, la massoneria (credete che queste organizzazioni parastatali non vi siano in Parlamento?), abbiamo contro quest’Europa della finanza. Questo non è un gioco. Ecco, io non posso lasciare la “trincea” sapendo che mentre sferro un “attacco” (ripeto, le nostre armi sono e saranno solo informazione, impegno, studio e partecipazione alla politica) qualcuno mi sparerà, scientemente e volutamente alle spalle. O mando via queste persone o finirà che resteremo fermi in “trincea”. Mi spiego? Sono 10 mesi che la storia è sempre la stessa, l’assemblea decide, l’assemblea suda per prendere una decisione, fatica, (la democrazia partecipata è bellissima ma è faticosa) e non appena questo avviene, in 3 nanosecondi, leggiamo attoniti, titoli sui giornali che infangano 9 milioni di persone che credono che il letame vada spalato e non trattato con i cucchiaini d’argento. Il palazzo è una vasca di squali, trasforma cittadini in onorevoli, in statisti da 4 lire, in sabotatori speranzosi in futuri da protagonisti. Questo fa il palazzo e quello che deve fare il M5S è mandare via queste persone, con il cuore sofferente per averle perse sul cammino ma la consapevolezza che il cammino vale più di ogni altra cosa. Ve lo dico con il cuore e vi chiedo di fidarvi anche se la fiducia è un bene che si deve dare con parsimonia di questi tempi. Queste persone, in prossimità delle europee, elezioni fondamentali per noi, farebbero danni irreparabili al gruppo. Voterò sì per l’espulsione dei 4 senatori, e mai come questa volta voto convinto!
Noi facciamo le cose giuste, sempre, poi ci occupiamo delle conseguenze. Se avessimo dovuto dar retta ai titoli dei giornali non ci saremmo mai dovuti presentare alle elezioni, non avremmo provato a fermare la votazione sul decreto Bankitalia.Anche adesso la salvaguardia del gruppo è molto ma molto più importante dei titoli di quei giornali che ovviamente ci detestano perché vogliamo toglierli il finanziamento pubblico. I giornali finiscono nei cassonetti nel giro di 24 ore, il Movimento se lo proteggiamo durerà molto a lungo.
Alessando Di Battista
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Qual è la logica del Potere in Italia? Matteo Renzi è una novità oppure no? Una riflessione su di noi
Sergio Di Cori Modigliani

I sistemi di potere sono uguali dovunque, da sempre.
Eppure, si manifestano secondo diverse modalità originali, seguendo delle specificità legate alla tradizione, al territorio, alla cultura d’origine, e quindi si esprimono seguendo delle logiche che sono proprie di quella etnia, gruppo o nazione.
Se si vuole combattere contro il potere costituito -e la sua logica- bisogna prima comprendere e capire quale sia la sua natura intrinseca, altrimenti non sarà mai possibile disinnescare quei meccanismi contro i quali ci si oppone.
In Russia e in Usa, ad esempio, il potere si manifesta sempre in maniera chiara e netta.
A seconda di chi lo detiene, il paese va da una parte o dall’altra, e per i cittadini è molto chiaro quali siano le forze in campo e quali interessi -in quella precisa circostanza storica- siano rappresentati dal loro presidente e dai componenti del governo in carica.
Michail Gorbacev è stato un uomo completamente diverso da Vladimir Putin.
Così come Barack Obama lo è da George Bush jr.
La Russia di Gorbacev era una Russia completamente diversa da quella di Putin.
Così come l’America di Obama è un’America distinta da quella di Bush.
Non così da noi, dove i premier si susseguono senza che nessun meccanismo strutturale venga mai minimamente intaccato, nessuna riforma venga mai avviata, ed è irrilevante che a vincere le elezioni sia una compagine che (in teoria) si richiama alla destra, alla sx o al centro, perché l’esecutivo lo è soltanto di nome: è una rappresentanza puramente simbolica. Le personalità in carica svolgono una funzione vicaria, di gregariato. Loro non sono: sembrano. L’immagine che viene offerta al pubblico, quindi, ruota intorno all’apparenza senza mai svelare la sostanza, e al cittadino non viene mai riferito con esattezza quali siano le forze reali che stanno gestendo la nazione. In tal modo, si crea una nebulosa che offusca il teatro reale dello scontro e i votanti diventano semplici e banali spettatori di un gioco delle parti di cui ignorano perfino la sceneggiatura e la trama. In Italia, la natura del potere politico è diventata oscura e clandestina, sotterranea, sottaciuta. Quelli che volgarmente vengono definiti “i poteri forti” conoscono molto bene questo meccanismo (l’hanno imposto loro) che assecondano, foraggiano, finanziano, in modo tale da poter esercitare il potere reale esecutivo -quello che davvero fa girare l’economia- in maniera clandestina, senza testimoni, senza osservatori poco graditi o disturbatori che possano alterare gli equilibri in campo. In questo senso, in Italia, non c’è stata alcuna novità dal 1994. Il primo Berlusconi si presentò come un originale elemento scardinante, che allora colpì l’immaginario collettivo della nazione in cerca di una forte modificazione verso un cambiamento moderno del paese. Si scontrò subito contro la logica clandestina e dinanzi alla scelta radicale (cambiare il meccanismo o assecondarlo, perché allora aveva la forza di poter scegliere) optò per l’adattamento alla norma tradizionale conservatrice, e la sua forza propulsiva -che era reale- durò lo spazio di sei mesi. È il motivo per cui “i poteri forti” hanno amato, adorato, vezzeggiato, coccolato, l’esistenza del cosiddetto conflitto di interesse. Dinanzi alla prospettiva di cambiare l’Italia per davvero, mettendo a repentaglio la tenuta delle proprie aziende, Berlusconi scelse di salvaguardare l’interesse privato personale familista, e in cambio gli venne offerta la possibilità (che lui accettò di buon cuore) di fondare una dinastia parentale, partecipando quindi all’esercizio del potere esecutivo italiano secondo la modalità oligarchico-medioevale presente nel nostro paese.
Con il governo Renzi, il potere italiano ha deciso di muoversi secondo la propria norma consuetudinaria, quella per l’appunto clandestina, oscura, che lo ha qualificato subito come una fotocopia aggiornata di Mario Monti o Enrico Letta. Basta guardare i curricula e le vite dei ministri per comprendere chi, in questo momento, davvero stia al potere.
Matteo Renzi (come giustamente suggerisce il Financial Times) non conta nulla.
È una normale, tranquilla, operazione di maquillage.
C’è, però, un ma. Il punto è proprio questo. È l’ennesima favola che viene raccontata agli italiani. Ma questa volta si tratta di una favola tutta italiana, il cui esito non è affatto scontato. Per poterla comprendere al meglio, ci facciamo aiutare dal più geniale e imbattibile artista produttore di favole che la nostra grande cultura abbia mai prodotto: Carlo Collodi. Anche lui toscanaccio doc, come Licio Gelli, come Matteo Renzi.
È la favola di Pinocchio.
Perché non si possono fare i conti senza l’oste, e in questo caso, l’oste, è il fattore umano. Matteo Renzi è una personalità molto forte, un giovane caratteriale, e non è ancora chiaro come possa evolversi la favoletta con un tipo come lui. Il nostro bravo Pinocchietto è stato accolto a braccia aperte proprio perché era lui: infantile, bugiardo, giocherellone, creativo, un po’ manigoldo, abbagliato dalle giostre del potere, proprio come Pinocchio, e come lui fatto di legno. Il Gatto e la Volpe (che non devono aver letto il finale della favola) lo hanno messo nel sacco e si rallegrano entusiasti. Questo pensano. L’attuale governo, infatti, è loro.
In realtà, noi abbiamo un bicolore Berlusconi-D’Alema, anzi, un tricolore. Come ha acutamente fatto notare il nostro baldo pregiudicato “e così siamo riusciti a piazzare un nostro ministro al governo pur stando all’opposizione”, l’esecutivo è composto da berlusconiani fedeli doc nei posti strategici: al ministero dello sviluppo economico, a quello degli interni e a quello della sanità; D’Alema ha imposto i suoi all’economia, agli esteri e al lavoro; e il tricolore è stato completato dalla presenza dell’opus dei vaticanense garantita da Maurizio Lupi di Comunione e Liberazione, da Enrico Franceschini alla Cultura e da un fedelissimo casiniano. Così è stato costruito un modello catto-comunista-berlusconiano che non ha assolutamente nulla di renziano, non presenta alcuna novità, e si pone come il legittimo garante di una totale regressione del paese, con inevitabile fallimento. Il Gatto e la Volpe si leccano i baffi.
Dal loro punto di vista hanno ragione, li capisco. L’inossidabile Balena democristiana si è ingoiata il nostro burattino che, in questo preciso momento, si trova dentro la pancia dove incontrerà Geppetto. Il problema sta nel finale della favola, ovvero nella risoluzione del mistero attuale italiano che risponde alla seguente domanda: “ma qual è la vera ambizione di Matteo Renzi?”.
Per me, non è dato saperlo.
Non lo conosco personalmente e con franchezza, devo dire, che non so quale delle due potenziali ipotesi corrisponda al vero. Forse non lo sa neppure Renzi, oggi, ma lo capirà al massimo entro quaranta giorni, non oltre. E anche noi, insieme a lui, lo capiremo. Ben presto si accorgerà che lui non conta nulla, ma davvero nulla, e non ha alcuna possibilità di prendere alcuna decisione. Lui non può che eseguire ordini.
Come reagirà, allora?
Facciamo un esempio. Il Ministro dell’economia Padoan non è un impiegato dei poteri forti, com’era Saccomanni; chi lo sostiene commette un errore: lui è il potere forte, ben altro dire. Sarà lui a dare ordini a Renzi e non viceversa. È l’uomo che per conto del Fondo Monetario Internazionale, nel 1998, ha assunto l’incarico di responsabile del “desk Argentina” convincendo l’allora presidente in carica, Menem, ad attuare alla lettera i dispositivi economici da lui suggeriti che avevano come scopo quello di de-industrializzare il tessuto nazionale, privatizzare l’intero impianto energetico argentino passandolo sotto il controllo di multinazionali anglo-americane, affidare alla Monsanto la gestione del lancio della produzione massiccia di ogm con la conseguente distruzione di circa 2 milioni di ettari, e mettere il sistema bancario sotto la guida di due colossi della finanza da lui suggeriti: Goldman Sachs e J.P.Morgan. Il risultato fu il crollo del paese, con una disoccupazione al 56% e il default. In Sud America, Padoan, non ci può più andare neppure in vacanze travestito da pinguino. Dopo la distruzione dell’Argentina, il Fondo Monetario Internazionale lo promuove, e lo passa ad altro incarico, assunto nel 2002, avvalendosi della collaborazione di Mario Draghi: “desk Grecia” dove ha attivato la sistematica devastazione dell’economia locale, imponendo logiche speculative sui derivati che hanno avviato il suicidio della nazione ellenica. Nel 2008, conclusa l’operazione Grecia, viene promosso a vice-presidente dell’Ocse. Mario Monti, allora, dichiarò che Padoan aveva svolto un lavoro egregio e -siamo alla fine del 2008- ebbe a dire che “l’attuale situazione della Grecia è la prova lampante del successo dell’euro”. È il nemico numero uno di Paul Krugman e di Joseph Stiglitz. Qualche giorno fa, di lui hanno parlato in Usa (ambito occupywallstreet) grazie allo splendido lavoro portato avanti da Lori Wallach, direttrice del Public Citizen’s Global Trade Watch, prestigioso osservatorio indipendente di Washington che si occupa di combattere una battaglia della cittadinanza mondiale contro la presa del potere da parte delle multinazionali e della finanza, Lo hanno identificato come l’uomo che -per conto dell’Ocse- deve portare in fondo il varo del TAP (Trans Atlantic Partnership) un meccanismo legale di accordo tra Usa e Ue che imporrà dei contratti tra privati e stati nazionali che comportano la possibilità di “denuncia da parte dei privati nei confronti di singoli governi per mancato profitto, con penali talmente alte da mettere gli stati nella condizione di dover per forza accettare le richieste di specifica legiferazione da parte di enti privati; e tutto ciò verrà realizzato senza che né i cittadini né i singoli parlamenti vengano avvertiti, informati, coinvolti”. Tutto ciò lo abbiamo saputo grazie a Julian Assange e al lavoro del gruppo wikileaks. C’è una bellissima intervista video realizzata da Lori Wallach ad Assange nella quale raccontano la questione, andata in onda su migliaia di canali privati in Usa (circuito alternativo indipendente) il 14 novembre 2013.
Ecco il link per chi voglia ascoltare e vedere l’intervista:

http://www.democracynow.org/2013/11/14/tpp_exposed_wikileaks_publishes_secret_trade

Ritorniamo al nostro governo. O Matteo Renzi è ciò che i suoi detrattori credono, ovvero: mera apparenza priva di sostanza, e quindi si accontenta di coltivare come unica ambizione quella di apparire, sembrare, e accontentarsi di essere un burattino, oppure la sua ambizione è molto più alta e poderosa perché lui, il potere di cambiare il paese lo vuole davvero esercitare, e quindi, non appena si accorgerà che non conta nulla, rovescerà il tavolo e si andrà alla fine di maggio alle elezioni politiche. Non ho idea quale delle due ipotesi sia quella giusta.
Per il momento, il Gatto e la Volpe gongolano. Ma la favola di Pinocchio ha avuto un lieto fine (oggi sono ottimista). In seguito a una strana mareggiata, la grande balena vomita il proprio contenuto e Pinocchio viene ributtato fuori; da naufrago approda alla riva dove si accorge che ha raggiunto la sua grande autentica ambizione: è diventato un essere umano. Come andrà a finire Matteo Renzi? Non lo so. So per certo che è stato ingoiato dalla grande balena democristiana e si trova dentro la sua pancia. Rimarrà al calduccio, ben pasciuto, accontentandosi di fare l’attore con la consapevolezza di essere fatto di legno, colla e chiodi? Oppure, la sua vera, profonda ambizione, consiste nel diventare un bambino vero?
..

http://masadaweb.org


MASADA n° 1522 18/3/2014- PROSTITUZIONE MINORILE- LE BABY SQUILLO

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Blog di Viviana Vivarelli

Due pesi e due misure, il marito della Mussolini che ha abusato di due baby squillo – L’abuso dei minori – Direttive europee – Cosa si intende per pedofilia e prostituzione minorile- Vulnerabilità del minore e danni psicologici dell’abuso – La grave situazione italiana – Ipotesi di pene ai clienti delle prostitute- L’immoralità dei potenti alimenta l’immoralità dei cittadini- Leggi fatte per proteggere la delinquenza, non per reprimerla – L’Italia ha il più alto numero di minori sfruttati d’Europa – La corruzione in Italia e in Europa: nei provvedimenti siano diametralmente opposti – L’affare del secolo: fabbricare malati – Progetto di Grillo sulle MacroRegioni – L’incredibile congerie dei politici locali –Gigantesca campagna di stampa sui 4 dissidenti espulsi dal M5S- La dittatura della democrazia – Su Renzi, lo spregiudicato – Come si arriva al successo: la Madia- Ucraina

Brecht

“Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.
E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,

non si può più mentire.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d’ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha travolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua”.


Michael Santers

I ladri riscrivono il codice penale,
super visori avvocati lamentano
condanne ignare del movente
e i Giudici s’appellano al vangelo
in fondo i condannati nel sub conscio
delinquono per ristabilire equità
cosa che i Rumeni in patria non possono fare
in fondo l’Europa è un sogno
e la malavita gli incubi a renderlo credibile

Nel vecchio continente bandite le armi
si combatte con patate, olio e formaggi
neutrale la Svizzera premia a cioccolato,
osservatori speciali i paesi Arabi
scrivono il tutto con inchiostro a petrolio
I migliori politici nella città eterna
i peggiori a Bruxelles a farsi le ossa
poi il sacrificio sarà premiato
in un paradiso fiscale
Persino i cani abbaieranno in unica lingua
cosa rifiutata da altri canidi, le volpi
legate ai loro dialetti per l’occulto
Oggi a dispregio chiamano antichi luoghi
ove natali d’eccelse menti
terre dei fuochi ma fra qualche anno
tutti elogeranno i grandi falò
omaggianti all’antica Roma

cosa che fece già Nerone
purtroppo con eccessivo amore
…….esagerò

.
Dal bel film ‘Viva la libertà’- citazioni

“Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua”.

“Io sono qui per far sì che domani non si dica: “I tempi erano oscuri perché loro hanno taciuto!”

Il giornalista: “Ma in pratica, Onorevole, l’alleanza la farete oppure no?”
L’onorevole: “Il consenso, giovanotto, è una cosa seria… non ha niente a che fare con l’alleanza, l’unica alleanza possibile oggi è con la coscienza della gente!”

DUE PESI E DUE MISURE
Viviana Vivarelli

Se l’uomo comune fa sesso a pagamento con delle quattordicenni la pena è tre anni di galera. Credete che al marito della Mussolini che ha fatto ripetutamente sesso mercenario con due quattordicenni saranno dati tre anni di galera?
Un antichissimo principio del diritto dice “ignorantia legis non excusat”. Cioè il fatto che tu non conosca la legge non ti giustifica se commetti un reato,
La legge è superiore al singolo e va difesa in nome di un interesse collettivo che sopravanza quello che uno sa o dice di sapere.
Ma, per il marito della Mussolini, incorso nel caso di pedofilia, si cita un emendamento alla famosa legge di inasprimento delle pene per i pedofili fatta fare da Berlusconi, e guarda caso, è stata proprio la Mussolini che ha fatto introdurre nella legislazione italiana la scappatoia per cui il pedofilo che dice di non conoscere la minore età della sua partner sessuale andrebbe scagionato. E’ ovvio che se l’emendamento esiste fu fatto, a suo tempo, per scagionare Berlusconi dall’accusa di pedofilia nei confronti di Ruby e non solo (infatti alcuni testimoni hanno parlato di altre ragazzine portate alla fame di carne fresca dell’orco).
Ora proprio questo emendamento la sua legge frutto di servilismo della Mussolini verso il suo padrone le si ritorce contro, sempre che tra lei e il marito Floriani i rapporti siano di amore. La contraddizione è che un simile emendamento esca proprio da lei che spesso è insorta in Parlamento in difesa delle donne e delle vittime dei pedofili, mentre con esso è proprio il pedofilo di ragazzine che esce indenne. Insomma: fatta la legge, trovato l’inganno. E l’inganno è, guarda caso, sempre nel senso dell’impunità del potente.
E’chiaro che in uno Stato civile questa norma andrebbe immediatamente eliminata,
-in primo luogo perché contrasta un principio fondamentale del diritto e se fosse allargata ad altre fattispecie scagionerebbe l’autore di qualunque reato con la motivazione che ‘non sapeva’, che ‘non conosceva la situazione’, che non si rendeva conto di commettere un reato. E con ciò il principio fondamentale per cui l’ignoranza della legge non scusa, andrebbe a farsi friggere
-in secondo luogo questa legge, se esiste, offende le donne e le considera delle merci di cui chiunque può abusare
-in terzo luogo non difende le minori ma difende i loro abusatori, dunque non sta dalla parte delle vittime ma dei colpevoli.
A questo punto interessa relativamente se il marito della Mussolini sarà condannato o meno o se la moglie tradita lo caccerà di casa o lo conserverà come bel cimelio da mostrare ai figli che hanno l’età delle sue vittime, ma questo emendamento immorale deve essere abolito. E se non sarà abolito, gli attuali governanti scenderanno alla pari di questi pedofili. Ma credete voi che Renzi metterà in crisi il suo attuale patto con Berlusconi inimicandoselo con una raddrizzata a una legge storta? Si smetterà di parlarne. Punto. E la legge, se esiste, continuerà a far danno.

DIRETTIVE EUROPEE

In tutta Europa l’abuso sessuale su minori è considerato uno dei crimini peggiori. Solo in Italia si possono immaginare mostruosità come la legge della Mussolini che protegge gli stupratori.
Tre anni fa l’Ue decise di aggravare le pene a chi commette atti sessuali su minori. I 27 governi della Ue si impegnarono ad un giro di vite contro pedofilia e pedopornografia. La direttiva fu approvata quasi all’unanimità (541 sì, 2 no, 31 astenuti). Così dal 27 ottobre 2011 il Parlamento europeo impone ad ogni Stato europeo e dunque anche all’Italia di punire con il carcere una ventina di crimini. In particolare si beccherà 10 anni di prigione chi costringe un bambino o ragazzino a compiere atti sessuali o a prostituirsi. I produttori di pornografia minorile rischiano 3 anni ed i siti web di pedopornografia devono essere cancellati.
La direttiva europea, oltre ad inasprire le pene, crea nuove categorie di reati, come l’adescamento online ed il turismo sessuale, che nei 27 paesi della Ue può essere punito dai tribunali nazionali anche quando il reato viene commesso all’estero.
E l’Italia che fa? Assolve uno stupratore di minori perché dice di non sapere l’età della sua vittima?????

COS’E’ LA PEDOFILIA

Si parla di pedofilia quando c’è abuso sessuale con un bambino sotto i 14 anni e di parla di prostituzione minorile quando l’abuso avviene tra i 14 e i 18 anni in cambio di denaro o altro bene.
In quasi tutti i Paesi del mondo queste due fattispecie di reato sono considerate gravi e sono passibili di pene rigide .
La prostituzione minorile è la pratica attraverso cui un minorenne noleggia il proprio corpo per attività sessuali in cambio di un compenso o di qualsiasi altra forma di beneficio materiale. Ad agosto 2012 sono 158 i paesi del mondo entrati a far parte di tal protocollo, impegnandosi così a vietare la prostituzione minorile. La prostituzione minorile è un grave danno allo sviluppo psicologico e fisico del ragazzo o della ragazza, essi rimangono marchiati a vita dallo sfruttamento che essi fanno o che altri fanno fare loro del loro corpo, con conseguenze gravi sulla loro personalità e sul loro comportamento.
La convenzione n° 182 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro identifica nell’uso, nell’ingaggio o nell’offerta di minorenni a fini di prostituzione una delle peggiori forme di lavoro minorile: questa convenzione, adottata nel 1999, prevede che i paesi che l’hanno ratificata debbano urgentemente muoversi in direzione dell’eliminazione totale di tal pratica.


(il Floriani)

SITUAZIONE ITALIANA

Disgraziatamente l’Italia si vanta di essere, grazie anche al cattolicesimo, un paese che difende la famiglia e i figli, ma la realtà è ben diversa. Sono in crescita i casi di sfruttamento sessuale di minori, spesso ragazzine che sono indotte alla prostituzione o mercificano autonomamente il proprio corpo per avere beni di consumo, ricariche, vestiti, scarpe…si pensi alle ragazze dei Parioli, alle ragazze doccia di Milano, alle due ragazzine di Ventimiglia, ma il sommerso è enorme e comporta in misura minore anche una prostituzione minorile infantile, come nel caso di Paolini che abusava di ragazzini. Alcune ragazzine sono indotte alla prostituzione da adulti che procurano loro clienti avidi di carne fresca, altre si mettono su internet con foto piccanti ed entrano rapidamente nel giro della prostituzione.
Una quattordicenne di Como offriva via sms ai suoi compagni di scuola rapporti orali per 2,5 euro a prestazione Ci sono liceali di tutta Italia che offrono foto e video sexy in cambio di una ricarica del cellulare. Dietro queste storie spesso c’è un degrado familiare, come nel caso delle due ragazze dei Parioli divenute escort di lusso: dalle indagini emerge come la madre di una delle due spingesse la figlia a ‘lavorare’ e a disinteressarsi dello studio. Ma nella generalità sono ragazzine mentalmente e psichicamente non mature ma che si sentono già donne. I media stessi invece di condannare il fenomeno lo amplificano, fornendo idee su come vendere il proprio corpo.

Purtroppo i media si divertono a piazzare questi reati in prima pagina senza mai informare dei danni che la prostituzione arreca alle minori, essi difettano totalmente della parte pedagogica e questo, in una società allo sbando e senza principi morali come la nostra, provoca solo altra imitazione, allargando il reato.
Le baby prostitute, a causa o del loro incompleto sviluppo morale e mentale e con una capacità previsionale scarsa sulla loro vita futura, percepiscono il proprio corpo non come un valore da difendere e da rispettare, ma come una merce da mettere in vendita e far abusare, questo le porterà alla fine alla svalutazione di se stesse e indica una incompleta identità psico-corporea da cui conseguono diversi disturbi mentali (si pensi solo alla depressione pesante di Marilin Monroe, abusata da ragazzina), una mancata raffigurazione di sé come valore intrinseco e una costruzione falsificante dell’Io-immagine in relazione a cattivi modelli comportamentali offerti dai media, una sottovalutazione delle conseguenze, tipica di soggetti molto giovani e immaturi, un desiderio di superpotenza senza la capacità corrispettiva di capire le conseguenze dei propri atti e una mercificazione dell’esistente che distrugge ogni valore e significato morale della loro vita….
Chi approfitta di questa situazione per il proprio piacere, non abusa solo un corpo, abusa una persona ancora vulnerabile e incapace di capire.
Costui dovrebbe essere come minimo privato della patria potestà, perché è un potenziale distruttore di giovani vite.
Purtroppo è inutile vantare l’Italia come un Paese cattolico provvisto di principi morali. Il degrado etico e civile non fa che aumentare e i media ne sono responsabili quanto la classe politica, offrendo modelli di comportamento degradati e corrotti.
Ma quali modelli un giovane dovrebbe prendere come riferimento in un paese dove delle donne si esalta solo la parte fisica? Dove si fa sfoggio costante di pornografia? Dove non esiste spot commerciale che esalti qualche nudo? Dove si fa carriera vendendo il proprio corpo e prostituendo la propria coscienza? Un paese dove i peggiori sono a capo di tutte le istituzioni? I potenti non espiano le loro condanne? Un premier condannato dalla Cassazione e cacciato dal suo ruolo pubblico partecipa alla formazione delle leggi, girella per il Parlamento e si candida in Europa? Un Presidente delle Repubblica si permette di violare la Costituzione a ogni piè sospinto arrogandosi poteri di veto e di comando che non gli appartengono? Si fanno capi di governo non eletti dai cittadini? Il Parlamento pullula di condannati e di puttane? E si viene a sapere che “Berlusconi ha assunto più di 30 donne, in gran parte prostitute, ad assistere o partecipare ai suoi famigerati ‘bunga bunga’?
I pubblici ministeri hanno presentato i risultati di due anni di indagine sostenendo che Berlusconi ha intrattenuto in permanenze nelle sue residente veri harem di giovani modelle, attrici e starlette. E le invitate ai suoi famigerati party giravano o danzavano nude, si prostituivano con lui o altri ospiti in cambio di denaro, posti in tv, appartamenti, gioielli o cariche pubbliche.
Se prostituirsi porta anche alla carica di ministro, e se la Chiesa, per opportunità politiche, non ha mai fatto una campagna moralizzatrice contro tali costumi, invitando anzi a votare un simile soggetto, se membri stessi della Chiesa possono perpetuare scandali e pedofilia per decine di anni senza essere puniti, si capisce bene che il modello che un giovanissimo ne riceve non è certo dei migliori.

IPOTESI DI PENE AI CLIENTI DELLE PROSTITUTE

Che l’andazzo immorale sia questo e che chi sta nella Chiesa o nella politica ne esca sempre senza danno e non si decida a prendere provvedimenti seri di moralizzazione e tutela ma anzi approfitti del degrado aumentandolo, non è una giustificazione al fatto che questo debba continuare, anzi dovrebbe essere di incitamento per i cittadini perbene a lottare per una maggiore protezione delle donne e dei minori.
C’è un gruppo che si muove dal 2012 a livello del Parlamento europeo per introdurre in tutti gli Stati Ue delle pene ai clienti delle prostitute, in quanto la prostituzione anche quella volontaria è considerata una violenza sulle donne. Tutti gli Stati membri dovrebbero tenerne conto e adeguarsi al modello svedese ritenuto un efficace strumento deterrente della prostituzione.
Al momento il trattamento legale della prostituzione in Europa varia nei diversi Paesi. In alcuni Stati il compiere prestazioni sessuali a pagamento è illegale, mentre in altri la prostituzione in sé è lecita, mentre sono punite varie forme di favoreggiamento. In genere sono concessivi i Paesi dell’Europa dell’ovest e punitivi quelli dell’est. In Svezia, Norvegia e Islanda si intende punire il “cliente”. Lo sfruttamento, favoreggiamento, reclutamento o induzione: queste attività sono illegali in gran parte d’Europa. La prostituzione minorile e la costrizione alla prostituzione ed attività similari sono attività illegali in ogni Paese europeo tranne che in Svizzera dove la sola prostituzione minorile (se praticata da soggetti maggiori di sedici anni) è invece permessa.

Da Wikipedia
Il Modello proibizionista consiste nel vietare la prostituzione e nel punire la prostituta con pene pecuniarie o detentive. In taluni Paesi in cui è adottato questo modello, oltre alla prostituta viene punito anche il cliente. Si fa così in gran parte dei Paesi dell’Est Europa: Albania, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Georgia, Kazakistan, Lituania, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Ucraina. Una variante è il modello Modello neo-proibizionista o “modello svedese”, adottato in Svezia dal 1999 e poi in Islanda e dal gennaio 2009 in Norvegia. Questo modello si fonda sulla criminalizzazione del cliente, con la punizione dell’acquisto di prestazioni sessuali. Il principio base è che la prostituzione è sempre e comunque una violenza dell’uomo contro la donna, anche quando la prostituta afferma di svolgere l’attività per scelta, consapevolmente.

Il Modello abolizionista consiste nel non punire la prostituzione né l’acquisto di prestazioni sessuali, ma al tempo stesso nel non regolamentarli, mentre si puniscono tutta una serie di condotte collaterali alla prostituzione (favoreggiamento, induzione, reclutamento, sfruttamento, gestione di case chiuse, etc.). Il sistema chiama lo Stato fuori dalla disputa, senza proibire o regolamentare l’esercizio della prostituzione, ma la vorrebbe scoraggiare attraverso la punizione di tutte le attività collaterali e la mancata regolamentazione. Questo modello è seguito dalla gran parte dei Paesi dell’Europa occidentale: Andorra, Armenia, Belgio, Bulgaria, Città del Vaticano, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, San Marino, Slovacchia, Spagna.
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Il Modello regolamentarista è un sistema teso a legalizzare e regolamentare la prostituzione con vari modi (come la statalizzazione dei bordelli, i quartieri a luci rosse). In 8 Paesi europei (Paesi Bassi, Germania, Turchia, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia) la prostituzione è legale e regolamentata. Ciò include spesso tasse e restrizioni, individuando luoghi preposti all’esercizio dell’attività e controlli sanitari obbligatori per la prevenzione e il contenimento delle malattie veneree e l’obbligo di segnalare attività e residenza.

Sono secoli che in Italia la donna non vale niente ed è considerata niente.
Sono secoli che una donna può far carriera solo grazie alla bellezza fisica e alla scarsa virtù morale, usando il suo corpo e le amicizie giuste per trarsi fuori dal nulla a cui Chiesa e Stato la costringono.
La Chiesa ha contribuito per la sua parte a questa disparità sociale, rinnegando, tradendo e emarginando le donne quanto più ha potuto.
In questi ultimi 20 anni Stato e Chiesa, invece di presentarci modelli retti di costumi e di vita, ci hanno avvelenato l’esistenza con comportamenti costantemente immorali e perennemente impuniti.
Abbiamo la classe politica più corrotta d’Europa e da essa si è riverberata sul Paese una morale al contrario che dice che con l’arroganza, l’illiceità di costumi, il cinismo e la sregolatezza si ottiene molto di più che col duro lavoro, il merito e l’eccellenza.
Su questo modello aberrante si sono articolate leggi che hanno perpetuato immoralità e malcostume al fine di mantenere, depenalizzare e proteggere i delinquenti al potere.
Cosa offre questo Paese ai giovani? Miseria, disoccupazione, umiliazioni, mancanza di futuro, abbandono…
In questo quadro squallido nessuna meraviglia se i soggetti più deboli e vulnerabili scelgono vie immorali o illegali. In fondo sono le uniche con cui il potere consente ai giovani di sopravvivere.

L’ITALIA HA IL PIU’ ALTO NUMERO DI MINORI SFRUTTATI D’EUROPA

L’organizzazione di volontariato ‘Save the Children’ ci dice che in Italia abbiamo il più alto numero di minori sfruttati, 2.400 a fronte ai 9.500 in Europa: sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio e attività illegali. Se pure queste ragazzine partono pensando di poter gestire la situazione in modo autonomo, cadono spesso in mano a sfruttatori che le portano sulla strada della droga e dello spaccio o le rivendono a paesi del terzo mondo.
La tratta dei minori percorre molte vie: la prostituzione, la schiavitù lavorativa, la collusione criminale, l’espianto di organi..
L’Italia non solo non è immune da questo terribile fenomeno, ma risulta essere prima in Europa per numero di vittime minorili. Questo deve spingerci a rafforzare le reti di protezione e le azioni di contrasto, intensificando gli interventi delle istituzioni e allo stesso tempo facendo crescere la consapevolezza civica su questa realtà degradate, esercitando attraverso i media, specie la televisione e la scuola, un’azione pedagogica di contenimento del fenomeno. Ma è a tutti chiaro che la televisione che è tutt’ora uno dei massimi poli di educazione della gente, non solo non mette in guardia sui rischi psicologici ed esistenziali di mali come la droga o il commercio sessuale, ma al contrario propone costantemente modelli degradati di vie facili al successo e alla ricchezza se non addirittura alla politica che passano attraverso l’abuso e il commercio di sé.
Molte delle minori vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale restano invisibili a causa della forte mobilità sul territorio, o perché spostate nei circuiti indoor (appartamenti, locali notturni, centri massaggi) o perché dotate di documenti che ne attestano false generalità.
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Purtroppo per una minorenne non esiste la ‘libera scelta’.
C’è solo una personalità debole e non ancora formata che non capisce ancora bene il risultato delle proprie azioni e che deve essere tutelata.
Dareste a una quattordicenne la patente?
Le dareste una pistola?
Le dareste il diritto di voto?
No, per chiare e ovvie ragioni.
Perché non è ancora adulta. Perché non capisce ancora quello che fa. Perché lo sviluppo fisico non corrisponde ancora a un completo sviluppo mentale e può farsi dei danni con comportamenti non idonei a una costruzione sana del suo futuro. Essa deve essere protetta, anche da se stessa.
Per lo stesso motivo non si può permetterle di abusare del proprio corpo. Perché non è ancora responsabile di quello che fa.
Purtroppo si dice a torto che l’Italia è il Paese della famiglia, purtroppo nei fatti l’Italia è un Paese che se ne frega della famiglia, disprezza la scuola e la porta al degrado, non tutela le madri lavoratrici, non protegge le famiglie di fatto, non considera e non prepara psicologicamente gli insegnanti, non predispone sufficiente assistenza pubblica per i casi critici. In Italia la famiglia tradizionale è un’utopia inventata dai cattolici e propagandata con manifestazioni fasulle come il famoso Family day dove c’erano personaggi berlusconiani del tipo della Mussolini e di suo marito.
Eppure la protezione della famiglia, delle donne e dei minori dovrebbero essere tra gli scopi precipui di uno Stato sano. Gli analisti sanno benissimo che il 90% dei problemi psichici gravi degli adolescenti hanno radici famigliari.
La famiglia che i cattolici integralisti esaltano spesso non esiste, La famiglia nei fatti è più spesso un non luogo, una situazione di abbandono, un inferno o un alibi ideologico di chi o una famiglia, come i preti, non ce l’ha, o di chi ciancia di fantomatiche famiglie per sfruttare la credulità popolare per scopi che con la famiglia non hanno niente a che fare.
In aumento i divorzi, le separazioni, i maltrattamenti in famiglia, i casi di mobbing, i femminicidi…Ma su questo la Chiesa tace e lo Stato si distrae.
La cultura italiana è bassa, il 43 % della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha solo la licenza di scuola media come titolo di studio più elevato e siamo molto distanti dalla media Ue del 25,8 % e sotto solo a Portogallo, Malta e Spagna. In Italia il 17,6 % dei 18-24enni ha abbandonato gli studi prima di conseguire il titolo di scuola media superiore.
15 milioni di Italiani vivono in condizioni di disagio economico.
I media sbandierano pessimi modelli di comportamento e inculcano il concetto che possedere è essere e che il potere è superiore a qualunque legge.
Per i giovani non esiste merito né futuro. Tutto è merce. Loro stessi si considerano merci.
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Il potere istupidisce
ma nessuno è tanto stupido quanto il suddito che continua ad accettare un cattivo potere

(Alessandro Mussolini un po’ di tempo fa)

RIDIAMARO :- )

Viviana
C’è chi riceve case in regalo a sua insaputa
C’è chi governa senza elezioni a sua insaputa
C’è chi va a minorenni a sua insaputa
C’è chi frega il fisco in 64 paradisi fiscali a sua insaputa
E chi a sua insaputa compra giudici e testimoni
Continuano a commettere misfatti in completa allegria
Quanti cittadini continuano a votarli a loro insaputa?
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Miguel Mosé
Prostituzione ai Parioli, il marito della Mussolini si difende:”E’ la nipote di Benito”.
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Ponchiaz
Dove c’è Balilla, c’è casa. Chiusa.
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Maxben56
Il marito della Mussolini: “Le ho chiamate, ma non ho avuto rapporti sessuali”. Raccontata da Berlusconi se la sarebbero bevuta in 10 milioni.
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Mantovan Ale
Il marito della Mussolini indagato per prostituzione minorile.
Ora può candidarsi in Forza Italia
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Ante volat
Dopo Credere, Obbedire, Combattere ecco Cercare, Telefonare, Trombare.

PROVVEDIMENTI CONTRO LA CORRUZIONE. ITALIA E EUROPA DIAMETRALMENTE OPPOSTI
Don Aldo Antonelli

In Germania Uli Hoeness, presidente del Bayern Monaco, condannato a tre anni e mezzo senza condizionale, per aver sottratto all’erario la “misera” somma di 27,5 milioni di euro, chiede scusa, si dimette e rinuncia al ricorso scegliendo la galera.
In Italia Silvio Berlusconi, condannato a quattro anni in via definitiva per aver evaso il fisco per un ammontare di ben 270 milioni di euro, denuncia la persecuzione, accusa lo Stato e i giudici e pretende di presentarsi come candidato alle prossime elezioni europee.
Hoeness, il “Pelé tedesco” con 269 partite, 86 reti, 3 scudetti e 18 anni da numero uno del Bayern, non solo non ricorre in appello, ma non viene nemmeno difeso dai suoi fans se, come recitano le cronache, fuori del tribunale di Monaco appena una sparuta minoranza si è presentata per protestare.
Berlusconi, presidente del Consiglio per ben quattro legislature, padrone di un impero imprenditoriale-mediatico ed economico che in Italia non ha eguali, froda lo Stato, defrauda i suoi azionisti e viene ostentato sull’altare del martirio come vittima di un sistema persecutorio.
Due persone diametralmente opposte nella sensibilità democratica e nel rapporto di correttezza. Due paesi geograficamente vicini ma culturalmente lontani anni luce. In Germania i meriti e le alte relazioni non pagano. In Italia è riciclabile anche la più bassa nefandezza.
In questo confronto, si badi bene, è in gioco non solo il discorso morale, là dove la differenza di comportamento segna i confini tra il lecito e l’illecito. Qui siamo di fronte ad un discorso culturale, là dove un ben diverso sentire costituisce il tratto di una differenziazione antropologica oltre che politica. Qualcuno, come il sociologo Piero Ignazi, parla addirittura di “trasmutazione antropologica”…; e non è un eufemismo.
Da più parti ci si domanda come sia stato possibile che un grande Paese come l’Italia, là dove è nato lo “ius” occidentale, il paese delle municipalità e del Risorgimento, abbia potuto consegnarsi ad un cantastorie millantatore, ad un corrotto-corruttore… Delusi da una politica autoreferenziale e a circuito chiuso, abbandonati da una Chiesa coriacea e arroccata attorno a se stessa, disaffezionati ai partiti diventati macchine pubblicitarie e allettati dalla ricchezza facile e spendacciona, già dalla fine degli anni settanta gli italiani erano in cerca di una tavola di salvataggio, quasi in attesa di un Messia.
Il merito del delinquente (mi permetta signor Brunetta, ma un condannato in via definitiva non so come altrimenti chiamarlo…) è stato quello di aver saputo intercettare questo vuoto ed indirizzare i figli degli “ex”, tramite i suoi tentacoli televisivi, verso la sua icona di “Salvatore della Patria”. Giunto al comando, ha, per prima cosa, trasformato il Parlamento in un bivacco di manipoli e li istituzioni in materia deformabile. Nella sua concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in “servitori”, semplici esecutori dei voleri del capo.
Nel contempo ha vellicato gli istinti più bassi del popolo, violentandone la coscienza, fino a trasformare i vizi in virtù, mutando la democrazia in sultanato e, nuovo re Mida invertito, degradando il Bel Paese in suburra.
Filippo Ceccarelli, su La Repubblica del 22.3.2006 elenca in maniera puntuale e impietosa gli effetti di questa oscena gestione del potere e di conduzione della politica: “La decadenza di un intero popolo e della sua creatività, l’omologazione in basso dei costumi e delle credenze, gli ostacoli messi sistematicamente tre la gambe di chi ha meno di 30anni, lo scempio della moralità e delle regole, lo svilimento della costituzione, l’assassinio del bello, il servilismo appagato e appagante, lo “squadrismo culturale”, “l’immbecillità del nuovo ceto politico…”.
Oggi, dopo vent’anni di berlusconismo, si guarda all’Italia come si guardano i fuochi maleodoranti nelle terre di discarica della mafia. Con l’aggravante che questi, seppur inquinanti, riscaldano; quelli fanne venire i brividi. E se nei tempi addietro il problema che si poneva era di come “Resistere”, oggi il problema grave ed urgente che si pone è il come “Ricostruire”.

L’AFFARE DEL SECOLO. FABBRICARE MALATI
Paolo De Gregorio

Tutti noi oggi viviamo in un mondo globalizzato in cui l’aria, la terra, il mare, l’acqua, il cibo, sono gravemente inquinati, mortalmente nocivi alla nostra salute, a causa di produzioni industriali a carbone, radioattive, transgeniche, dagli inceneritori, dalle polveri sottili delle auto, che si mescolano e si riversano dappertutto, anche a migliaia di chilometri da dove vengono prodotte, rendendo impossibile qualsiasi produzione agricola veramente biologica.
I sistemi industriali che producono questo sfacelo non rispondono ad alcuna autorità, né nazionale né internazionale, e tutti i tentativi anche ai massimi livelli di limitare il disastro sono ridicolmente falliti.
E’ molto diffusa la totale rassegnazione dei cittadini rispetto ai fenomeni che distruggono la loro salute e le risorse del pianeta, in quanto ci si rende conto che sono l’economia e le banche a dettare legge e la politica che dovrebbe intervenire, con tutta la sua retorica sulla democrazia, non conta veramente nulla quando non è già a libro paga degli interessi delle multinazionali dominanti.
La dimostrazione più chiara di questa affermazione ci viene data del funzionamento del sistema sanitario-farmaceutico e di ricerca scientifica per la produzione di medicine, in mano a poche multinazionali, tutte potentissime con l’arbitrio assoluto di poter decidere in quale direzione orientare la ricerca, ossia tra cercare di guarire le malattie o mantenere le persone vive ma malate e dipendenti a vita dai farmaci. E la scelta è quest’ultima, in una logica estrema di profitto.
La salute umana, almeno quella dei poveri, è totalmente in mano a persone che hanno il cinico interesse di agganciare i malati alle proprie specialità medicinali, possibilmente a vita, senza più cercare la via della guarigione e tanto meno la causa delle malattie.
Al di fuori di queste entità multinazionali, che sono private, e quindi solo con fini di lucro, non vi è nessun contrappeso pubblico degli Stati, il cui interesse economico è esattamente l’opposto, ossia quello di ridurre la spesa sanitaria facendo prevenzione e finanziando istituti pubblici di ricerca sulle cause dei malanni dei loro cittadini.
Se ciò non avviene, anzi abbiamo anche il peso delle truffe a danno del sistema sanitario nazionale per il rapporto con le cliniche private convenzionate, significa che hanno trionfato sistemi criminali contro la salute, sistemi di ruberie di denaro pubblico, e non vi è una sola forza politica che chieda l’abolizione delle convenzioni con i privati e tanto meno la costituzione di una potente struttura di prevenzione che parta dalle scuole, sia a livello informativo, che porti al possesso di una carta individuale elettronica che riporti indagini mediche da fare almeno una volta l’anno dai 5 ai 18 anni.
Ogni euro investito in educazione sanitaria, sessuale, alimentare, controlli medici, ne farebbe risparmiare mille al nostro sistema sanitario nazionale e la responsabilità di questa mancanza è esclusivamente e totalmente di quella mala politica che se ne frega della salute dei cittadini e viene profumatamente pagata dalle lobby farmaceutiche per lasciare le cose come stanno. Non è che non sono capaci di fare prevenzione, sono pagati per non farla.
La gente come me viene spesso etichettata con il termine generico di antipolitico, come se l’attuale politica non meritasse il più grande disprezzo per la sua cialtroneria, per il suo cinismo, le sue ruberie, la sua incapacità di risolvere i problemi.
Sono fiero di essere contro la vecchia politica. Abbiamo bisogno che la politica si interessi dei problemi reali dei cittadini, di cui la salute è al primo posto, che non diventi mestiere, che si rinnovi continuamente e che la base degli iscritti sia chiamata a decidere e votare per ogni cosa importante. E’ questa la buona politica, la sola di cui i cittadini onesti possono avere fiducia.

PROGETTO DI GRILLO SULLE MACROREGIONI

Ovviamente il disegno dei 5stelle non accorperebbe le Regioni che sono già grandi ma creerebbe una divisione regionale migliore di quella di adesso che penalizza le Regioni più piccole, conserva privilegi ormai obsoleti, e penalizza indifferentemente il sud. Con una suddivisione più equilibrata sarebbero avvantaggiate Regioni oggi dimenticate come la Basilicata, il Molise o le Marche e si potrebbe dare finalmente una maggiore autonomia nelle comunicazione, come nella sanità o nelle università. Si pensi solo che Matera non ha nemmeno un treno che la raggiunga, che tutto il Sud è privo di consultori, che mezza Italia deve spostarsi a nord per ricevere cure oncologiche, che in troppe zone mancano istituti superiori o universitari.
Il progetto non ha nulla di simile al federalismo leghista e non è nemmeno una forma di federalismo, porterebbe semplicemente una maggiore equità tra le varie parti del Paese, eliminando la separazione ormai arcaica e iniqua tra Regioni ordinarie e Regioni a statuto speciale, e creerebbe unità territoriali autonome senza gli scompensi attuali. Se poi si volesse dare rappresentanza centrale a queste Regioni si potrebbe trasformare il Senato in un Senato delle Regioni, così come avviene nel federalismo tedesco, invece di eliminarlo tout court come intende fare Renzi.
Come si è visto, però, gli Italiani hanno travisato in pieno il disegno di Grillo e lo hanno equiparato al federalismo secessionista di Bossi oppure hanno tirato fuori motivi di campanilismo che, se portati alle estreme conseguenze, formano paradossalmente un secessionismo localistico della peggior specie. E’ chiaro che se si entra nelle differenze campanilistiche non se ne esce più. Dal punto di vista microlocale Trecase di sopra è nemici di Trecase di sotto.
Le MacroRegioni non dividono l’Italia. Semmai la uniscono e migliorano aumentando i diritti delle realtà locali meridionali o troppo piccole che oggi sono disertati a favore o del nord o di una visione romanocentrica. Purtroppo attualmente la tendenza dei partiti è proprio quella di accentrare tutto a Roma, derubando di potere finanziario e politico le Regioni nella tendenza verso un semipresidenzialismo che sarà letale.
Lo stesso patto di stabilità è un grave freno alle autonomie regionali che pure sono previste dalla Costituzione.
Le MacroRegioni rendono più agevole la democrazia diretta e presentano un rispetto delle realtà territoriali maggiore di quello che ha prodotto lo Stato attuale centralizzato.
In quanto alla divisione regionale attuale, è lampante come essa sia alquanto sbilanciata. Che senso ha parificare Regioni popolose e industriali come la Lombardia con altre poco popolare, piccole e a scarsa industralizzazione come il Molise?
E’ vero che una divisione in MacroRegioni era stata pensata anche da Miglio, ma il suo fine era il federalismo e la secessione con lo schiacciamento di diritti del Sud, o addirittura mezza Italiana data legalmente in mano alla mafia; qui non si parla di federalismo né di secessione, e potremmo avere, invece, la rivalutazione delle realtà locali meno considerate e un modo di dare rispetto ed equità alle diverse parti del territorio.
La presunta unificazione d’Italia è stata solo una piemontesissazione che nel tempo è diventata una romanizzazione, ed è inutile evocare unità teoriche, inesistenti sia legalmente che finanziariamente. Lo stesso porcellum penalizza alcuni elettori in quanto il premio di maggioranza è stato diversificato regionalmente per dare a certi partiti la vittoria, senza alcuna considerazione democratica.
Nei fatti l’Italia è sempre rimasta divisa in tre parti: le zone industriali, la burocratizzazione romana e il sud mafioso.

Il M5S ha tentato invano di togliere le Province (ce lo aveva chiesto anche l’Europa) che porterebbero da sole a un risparmio di 17 miliardi l’anno. Quello che Pd e Pdl hanno fatto è stato al contrario cambiare loro nome, mantenendole come greppie politiche, e togliendo ai cittadini il diritto di eleggere di presidenti di Provincia che saranno ‘nominati’ dai segretari di partito, così come saranno ‘nominati’ da loro i Senatori, qualora passasse il progetto di Renzi di abolire il Senato o annullare il diritto degli elettori di eleggere i Senatori. Se a questo si aggiunge l’Italicum che peggiora il porcellum, mantenendo il furto di sovranità e le liste fatte dai segretari politici senza le preferenze elettorali, si vede chiaramente come questa partitocrazia marci compatta per una progressiva distruzione della democrazia.
Renzi mente quando dice che eliminando il Senato si risparmia in miliardo che ci costa per la sua elezione. A parte che questa avviene ogni 5 anni e che il costo complessivo di Camera e Senato è di 400 milioni, ci sono ben altri modi per risparmiare, senza intaccare la sovranità popolare e ridurre la democrazia!
Si pensi solo al regalo immondo che i partiti hanno fatto ai gestori delle slot machine rei di evasione fiscale per 98 miliardi. O all’abolizione reale delle Province che costano ‘ogni anno’ 17 miliardi e che non sono state toccate.
Il M5S ha tentato invano di chiedere la fine di altri sprechi come l’accorpamento dei piccoli Comuni. 1500 di questi sono infinitesimi ed è uno spreco inutile non accorparli, così come è uno spreco non accorpare piccolissime Regioni. La congerie di consigli comunali e regionali più altri enti locali è gigantesca, con una enorme spesa complessiva per palazzi, addetti, emolumenti, e una proliferazione di soggetti parassitari che non ha l’eguale in Europa e che produce un milione e 300.000 politici nella massima parte inutili che gravano con le loro famiglie e i loro sprechi e privilegi sulle casse dello Stato.
Abbiamo in Italia 1500 Comuni italiani piccolissimi e del tutto ridicoli, dove spesso il numero dei politici supera di poco il numero dei cittadini, abbiamo un consiglio comunale persino in un Comune di 36 abitanti ! Questa massa sterminata di burocrati è la zavorra che affoga l’Italia.
Ma mi pare fuori di dubbio che anche l’attuale divisione regionale sia piuttosto bizzarra.
Si mette a confronto una Lombardia industrializzata con 20 milioni di abitanti con un povero Molise che ne ha solo 313.000. Non c’è senso! La sperequazione è evidente!
In più anche a 60 anni dalla repubblica e nella crisi attuale si continuano a mantenere le Regioni a statuto speciale con assurdi privilegi che oggi non hanno più ragione di esistere.
Si equipara una Val d’Aosta montuosa e con 3.263 chilometri quadri a un Piemonte che ne ha 25.000.
Una nuova divisione regionale potrebbe porre fine a tante sperequazioni e dare a un Senato delle Regioni un motivo in più di esistere.
Ci aggiungiamo un porcellum che dà premi diversi per Regione….
Capisco che alcuni per partito preso bocciano qualunque modernità ma qua siamo già a situazioni conclamate di disparità sia a livello di attenzione di governo che elettorali.

L’INCREDIBILE CONGERIE DEI POLITICI LOCALI

Oltre a correggere l’attuale disparità tra le Regioni italiane e l’assurdo delle Regioni a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia), immagino che Grillo abbia in mente il Parlamento svizzero, formato da due Camere: il Consiglio nazionale (200 seggi) e il Consiglio degli Stati (46 seggi). Nel Consiglio nazionale i seggi sono distribuiti proporzionalmente alla popolazione dei vari cantoni; per il Consiglio degli Stati, ogni cantone ha a disposizione due seggi
mentre per i semi cantoni uno solo. Ciò fa sì che le decisioni dell’Assemblea federale siano prese secondo la volontà sia dei cantoni che del popolo.. Ma la Svizzera è uno stato federale, l’Italia no.
Le Regioni italiane sono 20, alcune piccolissime e prive di autonomia.
I COMUNI ITALIANI sono 8.101 (basterebbe accorpare i più piccoli per avere un secco risparmio. Abbiamo comuni persino con 40 abitanti!!)
I DIPENDENTI COMUNALI sono:
8.101 sindaci per un totale di 191 milioni di €
8.101 vice sindaci per un totale di 64 milioni
49.062 assessori per un totale di 391 milioni 119.078 consiglieri per un totale di 28 milioni
7.998 presidenti di consiglio per un totale di 27 milioni
192.221 dipendenti statali per un totale annuo di 702 milioni di €
I DIPENDENTI PROVINCIALI (le Province sono enti inutili ma anche la Lega vuole conservarle):
104 presidenti di giunta che fanno 6 milioni di €
104 vice presidenti di giunta che fanno 4 milioni di €
894 assessori per un totale di 36 milioni
3.001 consiglieri per un totale di 63 milioni
104 presidenti di consiglio per un totale di 4 milioni
4.207 dipendenti statali per un totale annuo di 115 milioni
Poi ci sono i costi vari, e le Province, che nemmeno la Lega vuole abolire, ci costano 17 miliardi l’anno

COSTO DIPENDENTI COMUNITA’ MONTANE
4.200 assessori per un totale di un milione
12.800 consiglieri per un totale di 70 milioni
17.000 dipendenti statali per un totale annuo di 71 milioni.
C’è un discorso di equità amministrativa e di pesi regionali.
L’attuale amministrazione italiana è alquanto grottesca e sperequate con una congerie di enti inutili, o doppi o interferenti. Mi pare giusto che la si voglia ammodernare e sveltire e si potrebbe cominciare dal ridisegnare in modo più equilibrato le Regioni, abolendo le Province, abolendo le Regioni a statuto speciale
creando MacroRegioni aventi pesi e numeri di maggiore parità reciproca.

C’è poi un discorso di autonomie e poteri regionali.
Oggi la tendenza è quella di marciare verso uno stato accentratore e romanocentrico in cui i diritti delle Regioni sono progressivamente annullati a favore dei diktat di Roma.
Col patto di stabilità si è vietato alle Regioni di spendere per il loro fabbisogno.
Con leggi successive è stata limitata la loro facoltà di azione incidendo anche su libertà sancite dalla Costituzione.
D’altro canto la Lega già attualmente ha legiferato nel senso di permettere secessioni a livello locale (Comuni che decidono di appartenere a Regioni diverse)
Per cui da una parte si è tolto loro potere decisionale, dall’altro si sono favorite tendenze centripete.
Si è parlato di leghismo, ma a torto. Si dimentica che la democrazia diretta si collega al pensiero no global e al localismo, che comporta rispetto e valorizzazione delle realtà locali e se questo c’è a parola anche nella Lega, non significa nulla. Non è che male e bene sono divisi nettamente a metà.
Si pensi alla Svizzera. La Svizzera è uno dei pochi Stati a struttura federale del mondo, 25 su 192 stati aderenti all’ONU (ma il suo federalismo non ha nulla a che vedere con quello auspicato dalla Lega). In Europa solo Germania e Austria sono veri Stati federali. Di abitanti la Svizzera ne ha 8 milioni, è uno dei Paesi più ricchi al mondo e ha molte più differenze interne e difficoltà di base di noi: 4 lingue ufficiali e molti dialetti, molte etnie, 5 religioni maggiori e altre minori, 3 zone culturali diverse, 26 cantoni sovrani con spiccate differenze, 74 montagne sopra i 4000 m. e il 22,7% di immigrati, più di ogni Paese europeo, noi ne abbiamo l’8%, per cui la Svizzera ha quasi il triplo di immigrati di noi. Non mi pare che tutte queste particolarità rispettate nel sistema dei cantoni tolgano compattezza o unità alla Svizzera. Del resto le MacroRegioni sono uno dei modi per applicare più agevolmente la democrazia diretta. Ed è chiaro che potrebbero trasformare il Senato in una Camera di rappresentanza locale, mentre non si capisce a quale miglioramento porterebbe la sua abolizione secondo le intenzioni di Renzi.
L’intento della Lega era la secessione, quello di Grillo è un aumento dei poteri locali.
Tant’è che della Lega è stata realizzata una legge che permette a un Comune di cambiare Regione. Tuttavia anche la Lega evocava un Senato delle Regioni.
L’intento, invece di Renzi e compagnia è quello di abolire il Senato e di accentrare tutti i poteri a Roma e, qua, nel presidente del consiglio, secondo un trend presidenzialista
Nel corso di questi 20 anni dovrebbe esser chiaro a tutti che i poteri e i diritti locali sono stati defraudati (si vedano solo le sottrazioni fiscali!).
Grillo dunque contrasta sia questo desiderio di stato romanocentrico che la spoliazione progressiva del potere locale previsto, tra l’altro, dalla Costituzione, senza che il 60 anni le sue leggi quadro siano state completate da leggi di esecuzione.
Il ritorno al localismo, del resto, come rispetto delle realtà del territorio sta nelle corde del pensiero no global, che vede in un localismo rispettoso delle differenze e portato a eliminare le minorità e le deficienze di attenzione, la via migliore per rispettare i diritti di tutti (non del solo nord leghista), contrastando sia le emigrazioni che le iniquità e permettendo a tutte le realtà locali di esercitare dal basso quel diritto di sovranità popolare che la democrazia diretta considera fondamentale.
Sia ben chiaro, nel pensiero dei 5stelle come nel pensiero no global, l’universalità dei diritti si è sempre coniugata col rispetto delle differenze locali e col rispetto del territorio, senza che questo contrasti con alcun principio fondamentale di unità della Nazione!

Max
I vari giornalai di regime attaccano Beppe per il post dove, dopo una analisi della attuale situazione politica e sociale e storica del nostro paese, afferma ” Per far funzionare l’Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di MacroRegioni”. Peccato che sia stato omesso che “La MacroRegione appare con tutta evidenza come una grande opportunità” secondo lo stesso PD, che si esprimeva così il 20 Febbraio 2014 “MacroRegione del Sud per unire le forze”. e parlava di strategie macroregionali come di un percorso obbligato. Questa era una delle tante promesse elettorali prima delle elezioni politiche, una delle tante che sono state poi dimenticate anzi avversate, solo perché le faceva proprie il M5S.
Così, se a parlare di MacroRegioni è Grillo, è un leghista fascistoide, se a farlo è il PD battiam battiam le mani. Questa è l’Italia dei furbi e degli sciocchi.
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Renzi e compagnia cantante stanno marciando verso uno stato accentrato tutto in Roma e a Roma nel presidente del consiglio (presidenzialismo con svalutazione del Parlamento). Grillo sta cercando di rovesciare la piramide romanocentrica che sta spogliando totalmente i poteri locali, oltretutto in modo anticostituzionale visto che la Costituzione prevede una serie di autonomie locali che sono attualmente violate (vedi il patto di stabilità e le ripartizioni fiscali) a favore di Roma.
Se si leggono gli articoli della Costituzione sulle Regioni si vede che gli articoli tendono ad avviare le Regioni a una progressiva autonomia, ma in questi 20 anni questo Movimento è stato invertito.
Oggi c’è una piramide sempre più assolutistica in cui il potere è accentrato tutto in alto. La democrazia diretta, in opposizione, capovolge la piramide del potere, rende al popolo la sua sovranità, allarga i diritti dei cittadini, rende loro il potere decisionale, la sovranità che loro spetta in base alla Costituzione democratica.
E’ abbastanza evidente che quello che Pd e Pdl hanno fatto in questi 20 anni è stato proprio riportare l’Italia a una situazione feudale di baronie, trasformando una Repubblica in un regime oligarchico di stampo medievale.
C’è stato un accentramento di potere che ha esautorato progressivamente i cittadini, svuotando tutti i loro organi rappresentativi. Contro questo tentativo di tirannide si erge appunto la democrazia diretta.

Grillo non vuole un’Italia federale e nemmeno tende a forme di secessione di tipo leghista, vuole solo rendere al territorio i suoi diritti e poteri, che Pd e Pdl stanno distruggendo. Vuole magari attualizzarle la Costituzione. Ma questi la Costituzione ormai l’hanno messa al cesso.
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Io non sono a favore di un federalismo italiano, anche in considerazione di zone dominate da mafia, camorra e ‘ndrangheta, ma qualcuno ha detto che il federalismo è medievale e su questo ho dei dubbi.
La Svizzera ha 26 cantoni sovrani.
La Germania ha 16 stati federali.
L’Austria è una repubblica di 9 stati federali.
Vi sembra che questi Stati siano medioevo??

GIGANTESCA CAMPAGNA DI STAMPA PER I 4 DISSIDENTI ESPULSI DAL M5S

Un contadino trovò tra le stoppie una serpe irrigidita dal freddo.
La raccolse e la scaldò in seno.
Quando la serpe si riprese, morse il contadino col suo veleno e lo uccise.
Meglio sarebbe stato che, riconoscendo la sua pericolosità, se ne fosse liberato molto prima.
E non avrebbe avuto molto senso ascoltare chi lo accusava di scarsa sensibilità.
Perché la prima regola nella vita è l’autodifesa.
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Stefano di Giammarco
Il M5S è democratico, per questo toglie la delega di parlare in nome del Movimento a quelli non mantengono il patto elettorale stipulato con chi li ha votati (altro che diritto di critica! Nessun accordo con i partiti è la ragione per cui sono stati eletti). In America una pratica del genere è formalizzata e l’istituto che la esprime si chiama recall che è quanto di più democratico possa esservi. Capisco che occorre dar tempo ai cittadini di comprendere la differenza che passa tra la democrazia e la partitocrazia per cui è forse bene capire che il M5S è antipartitocratico ma non antidemocratico.

Daniel Fontesque
L’alternativa ad un “Movimento” quale sarebbe?
L’ingessatura all’interno di un PD nel quale “albergherebbero” soggetti come “Civati”, “Damiano”, “Cuperlo”, “Bersani”, lì, dalla mattina alla sera a dichiararsi contro le larghe e lunghe intese, a dichiararsi contro gli inciuci con Berlusconi, a dichiararsi contro le politiche delle destra, contro le scelte di Renzi, e poi, di fatto, bovinamente, votare “urbi et orbi”, certe nefandezze dalle quali dicono che vorrebbero prendere le distanze? Sarebbe lì, in un partito come il PD, che si dovrebbe scorgere quella non prevaricazione, non “dittatura” della maggioranza?
Ci sarebbe meno dignità in quei quattro Senatori espulsi, e in chi li ha espulsi, che non in quei “Civati” e “Cuperlo” che restano in una compagine a fare e rappresentare ciò che non corrisponde ai loro pensieri, alle loro volontà?
Per ogni filo d’erba in meno che nascerà, ci sarà per altri la certezza che altri fili d’erba nasceranno.
E che vogliamo pensarla, come Napolitano, che non ci manda a votare perché, tanto, non cambierebbe niente?
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Rasti 2
La coerenza se la sono scordata tutti quanti, specialmente chi fino ad oggi ci ha governati dal vertice fino al più piccolo consiglio comunale, parlo anche delle “opposizioni”. Di coerente in Italia non c’è più nessuno. Assistiamo tutti i giorni a dichiarazioni, comizi, esternazioni, interviste di gente che dispensa soluzioni, alleanze, accordi che puntualmente a seconda di come cambia il vento vengono stravolti. L’esempio più recente è alla presidenza del consiglio dei ministri. Il Senatore Orellana è da quando è stato eletto che vuole accordarsi col PD, lo ha manifestato dopo lo streaming con Bersani e in tutte le altre occasioni in cui il M5S ha chiuso la porta in faccia al PD, ultimamente con le consultazioni FARSA di Renzi. Orellana è libero di manifestare la sua opinione e di prendere accordi con il governo D’Alema-Berlusconi-CL con a capo un pupo, che lo faccia, ora è libero di farlo. NOT IN MY NAME. TUTTI A CASA!
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Viviana
Nel M5S chi viene eletto deve rispettare dei principi fondamentali, uno di questi è implicito e detta la lealtà sia al Movimento che agli elettori.
Chi viene meno a questo precetto è come il legale di un privato (un avvocato o amministratore o commercialista) e se, invece di eseguire il bene del suo cliente, agisce in modo da rovinare la sua reputazione e i suoi interessi, è giusto che quel cliente lo licenzi, perché non è più affidabile.
Chi critica questa possibilità ha dimenticato il rapporto di lealtà che lega l’eletto coi suoi elettori. Essi lo hanno eletto per fare certe cose e non altre e dovrebbero avere il diritto di licenziarlo se agisce contro quanto si è impegnato a fare e reca loro danno. Se quello che hanno fatto gli elettori del M5S avessero potuto farlo gli elettori di tutti i partiti e avessero potuto licenziare quelli che li avevano traditi, in Parlamento resterebbero in pochi. Ma credo sia proprio questa ventilata possibilità che spaventa tutti i nemici di Grillo e li renda così feroci: poter pagare per il male commesso e non, come è avvenuto fino adesso, perpetrare il male senza pena alcuna.
Io credo fortemente che il bene e la sopravvivenza di un insieme siano superiori all’arbitrio di qualcuno. E se l’insieme si sente minacciato dal comportamento di un suo membro che da sempre gli ha fatto solo danno, credo fortemente che sia suo diritto e dovere disfarsene.
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Gianmario Lucini
La gente ha voglia di sogni, la gente crede alle balle di sempre. La gente ha perso Dio ma ha trovato i ciarlatani della politica e dell’economia. La gente, impiegati e operai, crede e non crede, s’incanta, si sveglia, s’indigna, protesta. I poveri invece
pagano sempre per tutti e in silenzio perché i poveri non sono la gente e non s’intruppano a protestare, hanno imparato soltanto ad arrangiarsi senza fiatare.

DITTATURA DELLA DEMOCRAZIA
Viviana Vivarelli

La democrazia è quel sistema dove la maggioranza dei cittadini decide.
E finora non è stato trovato alcun sistema migliore.
Si prende come prototipo il sistema degli Stati uniti d’America. Ma i padri della democrazia americana erano degli élitari che temevano la libera scelta dei popoli e guardavano con occhio torvo al suffragio universale, per questo fino ai giorni nostri misero in atto stupidi pretesti per limitarne l’uso affinché i più poveri o i meno istruiti o quelli che pagavano meno tasse o non erano maschi e liberi non potessero usufruirne.
Furono loro a inventare lo stupido detto ‘dittatura della democrazia’. In realtà esso è un ossimoro, perché nulla come la dittatura può rendere schiavi e nulla come la democrazia può rendere liberi. Ma i famigerati padri della democrazia americana con questo ossimoro diffamante misero in guardia dalla democrazia dei popoli e montarono gli Stati uniti non come un sistema realmente democratico ma come una plutocrazia che avrebbe fatto gli interessi dei più ricchi. E tale essa è rimasta fino a oggi.
Dietro la paura per il sistema democratico vero, in cui la maggioranza “decide”, c’era il timore dei democratici liberali che erano contro il suffragio universale, proprio perché, secondo loro, avrebbe dato peso politico a una maggioranza con interessi ben diversi dal ceto borghese liberale cui appartenevano.
Nell’attacco dissennato che ancora oggi vediamo contro la democrazia diretta c’è lo stesso oscuro terrore della minoranza che tiene il potere che il popolo glielo prenda per governare diversamente da quelli che sono i suoi strettissimi interessi. Ecco perché parlano di ‘dittatura della democrazia’, ma non esiste nessuna dittatura della democrazia, esiste solo il tentativo di imporre una dittatura veramente poco democratica di una minoranza di burocratici che non intendono essere servizio di nessuno ma vogliono che una intera Nazione sia a servizio dei loro interessi.

SU RENZI LO SPREGIUDICATO
Alessandro Gilioli

La cupa sveltina con cui Enrico Letta si è congedato da Palazzo Chigi senza guardare in faccia il suo successore ha riscosso in giro un discreto successo: la scenetta sottolineava del resto lo sdegno fondato per la manovra di Palazzo con cui il disinvolto Renzi era passato nel giro di pochi giorni dall’enricostaisereno all’accoltellamento-defenestrazione.
Una giravolta in effetti pessima e che si accompagna alle molte altre attorno a cui è nato questo governo: dimenticata la promessa di arrivare a Palazzo Chigi solo passando per elezioni, Renzi ha mantenuto al suo posto quell’Alfano di cui a gennaio chiedeva l’allontanamento e si è accomodato nelle larghette intese che tanto aveva contestato quando si trattava di vincere le primarie; quindi si è sottomesso in fase di spartizione anche ai famosi “ricatti dei piccoli partiti” con cui ci aveva giurato di non voler più avere niente a che fare; e infine pure la promessa “al massimo dieci ministri” si è rapidamente infranta contro il Cencelli.
Insomma, una catena di impegni disattesi che fanno sembrare un po’ grottesco quel “mi gioco la faccia” con cui il neopremier si è autoinaugurato, dimentico delle proprie già conclamate bugie.
E tuttavia, scusate, tutti tranne Enrico Letta potevano interpretare il ruolo dello sdegnato. Ugualmente giunto a Palazzo Chigi senza alcun mandato popolare, ugualmente ingannevole verso i propri elettori in quanto vicesegretario del partito che in campagna elettorale prometteva “mai larghe intese”, ugualmente artefice di una manovra di Palazzo in cui era riuscito a far convergere tutti i maggiori poteri economici e mediatici di questo Paese.
Insomma, personalmente a Enrico Letta mi veniva solo da dire: e stacci, su, ti hanno solo reso quel che avevi fatto, non sei mica Allende cacciato da Pinochet.
Siete solo due democristiani bugiardi: stessa pasta, stesse pratiche.
Soltanto, uno più felpato – sarà l’eredità andreottiana – e l’altro molto più spiccio, aggressivo, ridente.

LA MADIA MINISTRO. Vergogna!
Odifreddi

Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di “portare in dote la propria inesperienza”.
In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. È pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante. È figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. È fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. È stagista al centro studi Arel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoritismo, come dovrebbe.
In Parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.
Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l’era Renzi inizia all’insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.
La riciclata ora rispolvererà l’argomento che aveva già usato fin dalla sua prima discesa paracadutata in campo: “Non preoccupatevi di come sono arrivata qui, giudicatemi per cosa farò”. Ottimo argomento, lo stesso usato dal riciclatore che dice: “Non preoccupatevi di come ho ottenuto i miei capitali, giudicatemi per come li investo”. Se qualcuno ancora sperava di liberarsi dai rottami e dai riciclatori, è servito. L’Italia, nel frattempo, continui ad arrangiarsi.
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Yulia Timoshenko:
“Se qualcuno vi dice che avete finito il vostro lavoro e dovete andare a casa non gli credete: dobbiamo andare avanti fino alla fine».

UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE
Alessandro Zilioli

Quindi ci sono davvero tutti, dentro: dalle cooperative rosse (Poletti) a Confindustria (Guidi); da Comunione e Liberazione (Lupi) alla Banca Mondiale (Padoan); dall’antimafia (Lanzetta) alla non-certo-antimafia (Alfano).
E poi: dalla quota Udc (Galletti) a quella Monti (Giannini), dall’area perdente del Pd (Orlando, noto esperto di giustizia) ovviamente a quella vincente (Renzi-Del Rio-Boschi) passando per quella dei voltagabbana più recenti (Franceschini-Madia-Mogherini). Assai furbesca anche la captatio benevolentiae verso la corrente Civati, sempre con la nomina di Lanzetta che di quella componente, se non sbaglio, era considerata parte.
Giubilati i ministri migliori del precedente governo – Bray e Bonino – perché siamo tutti meritocratici col culo degli altri, poi però alla bisogna ci si affida alla convenienza o alla fedeltà personale.
Notevole alla Difesa Roberta Pinotti, nota per essere arrivata terza alle primarie di Genova, per essere favorevole agli F35 e per gli eccellenti rapporti con Finmeccanica.
Ah, Alfano ha stravinto: gli Interni voleva e agli Interni è rimasto. Ma questo lo si capiva già stamattina dopo il vertice notturno, quando aveva parlato di “incontro costruttivo” sorridendo con tutti i denti. Probabile che ottenga anche un congelamento dell’Italicum, anteponendogli la più lenta riforma del Senato.
Si tratta comunque, con ogni evidenza, di un governo di ‘unità nazionale’. Nel senso appunto che si sono uniti tutti gli establishment di cui sopra.
Succede, quando si sta in trincea, di abbracciarsi per scacciare la paura.
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UCRAINA
Blog di Grillo

A furia di incidenti, di guerre provocate ad arte, di primavere improbabili, come quella fasulla in Libia, o come in Egitto dove ora comandano i militari dopo un colpo di Stato nel silenzio più assoluto delle cosiddette democrazie, a furia di nazioni usate come terreno di scontro di interessi internazionali a colpi di bombe e di disinformazione, come in Siria, la situazione potrebbe sfuggire a tutti di mano. Potrebbe scoppiare un incendio che brucia la casa come può succedere a un bambino che gioca con i fiammiferi. Andò così nel 1914, Sarajevo fu solo una scintilla.
In Ucraina sta succedendo qualcosa di grave, le cui conseguenze potrebbero essere imprevedibili. Un governo odiato da una parte della popolazione e amato viceversa dagli ucraini russofoni, circa 14 milioni contro 32 milioni di ucraini, è stato deposto con la forza, dalla piazza. Il presidente Viktor Yanukovich, eletto in regolari elezioni, non un dittatore in termini politici, è fuggito in Russia ed è sotto la protezione di Putin. L’Ucraina è vitale per la Russia per ragioni geopolitiche. La sua flotta militare è ospitata a Sebastopoli in Crimea che appartiene all’Ucraina. La Crimea, per i russi è russa, ancorché ceduta da Krusciov all’Ucraina nel 1954 quando era ancora in vita l’Unione Sovietica. A Sebastopoli sono presenti, grazie a un accordo tra i due governi, circa 15.000 militari della Marina russa. Dopo gli scontri di Kiev, i russi sono entrati nello spazio aereo dell’Ucraina con 13 aerei da guerra e 2.000. paracadutisti. Il Parlamento della Crimea è stato occupato da forze fedeli a Yanukovich che ha dichiarato di considerarsi comunque il presidente dell’Ucraina. Putin ha ordinato la più importante esercitazione militare sul fronte occidentale dalla caduta del Muro, ai confini ucraini, che coinvolgerà 150.0000 militari. Obama ha dichiarato che ci saranno “conseguenze” per queste azioni “siamo profondamente preoccupati e in contatto con la Russia. Ogni intervento in Crimea sarebbe una grave violazione del diritto internazionale e della sovranità ucraina”. La Gran Bretagna ha consigliato a tutti i suoi cittadini presenti in Crimea di lasciarla al più presto. L’Europa rischia di fare la fine del vaso di coccio tra due vasi di ferro, Russia e Stati Uniti, prigioniera delle sue divisioni. In Ucraina, di chiunque siano le ragioni, si è affermato il principio che un governo eletto in libere elezioni può essere rovesciato non da nuove elezioni, come sarebbe normale in democrazia, ma dalla piazza armata. Oggi l’Ucraina e domani?
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1523 19/3/2014 MATTEO IL BOMBA

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Renzi. Il nulla nella sua veste peggiore – Cecità – Quanto li pagheremo questi 85 euro? –Lobby in Europa – Mancano i soldi: perché non vendiamo i beni sequestrati alla mafia? – E perché non tassiamo i fondi neri in Svizzera? – La dimenticata autodeterminazione femminile – Chiesto l’arresto per il deputato del Pd Francantonio Genovese- Sulla menzogna come arte di governo- Paradossi e ossimori

Ma da uno che a scuola era soprannominato ‘il Bomba’ dagli sfondoni che diceva, cosa volete aspettarvi?

Renzi: “Di fronte alla Merkel non potevo dire che l’Italia non avrebbe rispettato il 3%, mentre al cospetto del Parlamento posso dirvi che il limite non è così fondamentale.”
….quando c’è la coerenza!
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Non c’è nulla al mondo di più nefasto dell’ignoranza dei popoli e dei ciarlatani che ne approfittano. (Viviana)
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Ma che aspettate a batterci le mani
a metter le bandiere sul balcone?
Sono arrivati i re dei ciarlatani
i veri guitti sopra il carrozzone.
Venite tutti in piazza fra due ore
vi riempirete gli occhi di parole
la gola di sospiri per amore
e il cuor farà tremila capriole.

(Dario Fo)
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Fa meraviglia che un politico non scoppi a ridere vedendo un altro politico.
Entrambi, infatti, sanno bene di essere solo dei contafrottole.

“Ci sono quattro cose da fare: fare, saper fare, saper far fare, far sapere.”
(Il discorso più commovente di Matteo Renzi)
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L’Italia
l’unico paese che ha la prescrizione
l’unico paese che ha tre gradi di giudizio
l’unico paese dove ci vogliono 600 giorni per una causa civile
e sei anni in media per una causa penale
l’unico paese dove chi decade dal Parlamento per reato grave continua a fare leggi e alleanze
l’unico paese dove un politico non finisce mai in carcere
l’unico paese europeo che non ha ancora ratificato la legge anticorruzione
l’unico paese che manda i pedofili ai domiciliari
e lascia che i mafiosi continuino ad abitare le case sequestrate
l’unico paese che non fa pagare tasse alla Chiesa e che anzi tassa i cittadini per arricchire la Chiesa
l’unico paese dove una sentenza penale fa curriculum
e dove i delinquenti politici invece di essere cacciati sono difesi e onorati.
(Viviana)
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LA GRANDE BELLEZZA: “… è tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura. Gli sparuti e incostanti sprazzi di bellezza, e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile... ”
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Mirko Battarra
Solo chi persegue consapevolmente le strade dell’utopia ha la possibilità di migliorare la propria condizione individuale e sociale. Solo la ragione etica può liberare l’umanità dalle sue miserie e paure.
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Linus
Quello che è veramente duro, non è il lottare contro i ladri che ci rubano la vita, ma contro i cretini che si riproducono come conigli.
Contro un disonesto intelligente e furbo puoi anche farcela, ma contro la marea umana montante dei cretini si è disarmati.
..
CI SONO COLPE E COLPE
Giastolf (sulla denuncia a Grillo di violazione del sigillo di una baita in Valsusa, sigillo che non c’era perché era stato portato via dal vento)
La violazione di un sigillo è una cosa gravissima … le prove ci sono perché il sigillo è venuto personalmente a testimoniare in aula e ha dichiarato che Grillo con una sonora scorreggia l’ha fatto volare via! …
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Andromeda (su coloro che continuano a impestare che Grillo è reo di evasione fiscale)
I condoni sono reato? Ditelo alla moglie di Prodi che ha condonato 50 milioni di lire … (Grillo chiese un condono su 500 euro, fonte wikipedia), su milioni di dichiarazione, piccolo errore contabile del commercialista …..
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CECITA’
Viviana Vivarelli

C’è una strana sindrome che si aggira in Italia colpendo una miriade incredibile di persone, è una specie di cecità autodifensiva per cui chiunque riesca ad arrivare in qualche modo alla fine del mese è fermamente sicuro, in modo inconscio e irresponsabile, di godere di una specie di eternità per cui questo si ripeterà all’infinito.
Se sopravvivo oggi, sopravviverò domani. E’ un dogma.
La cecità colpisce soprattutto pensionati e dipendenti pubblici, che credono sacralmente che la loro pensione o il loro stipendio esisteranno per sempre.
Niente di più falso! Spiace smentire tale granitica quanto infondata certezza.
In Grecia, che è il nostro passo prossimo futuro, i dipendenti di Stato sono stati i primi a perire, con centinaia di migliaia di licenziamenti.
Oggi ci sei, e hai uno stipendio, un salario, una pensione.
Domani non si sa se ci sarai perché quello che ti permette di vivere oggi, domani non ci sarà più.
Vaglielo a spiegare a quelli che hanno voluto Renzi che cosa li aspetta!!
Sono tutti occupati a denigrare Grillo perché, dicono, ha gridato.
Io ho buone orecchie: Grillo non l’ho sentito gridare. Ma i pianti che vengono dal presente e dal futuro dalle persone in crisi di sopravvivenza, quelli, li ho sentiti perfettamente.

IL NULLA NELLA SUA VESTE PEGGIORE
Viviana Vivarelli

Renzi ha dichiarato più volte che per sconfiggere il M5S basta rubargli il programma elettorale. Che importa poi se il programma resta nelle chiacchiere! Non è forse vero che gli Italiani da decine di anni hanno sempre votato per le chiacchiere ignorando i fatti? E non è forse vero che finora Renzi non ha fatto che dire tutto e il contrario di tutto, smentendo ogni sua rassicurazione e promessa a una velocità ancora più alta di quella con cui si smentivano le balle di Berlusconi.
Adesso, vista la conferma giudiziaria dell’interdizione dai pubblici servizi di Berlusconi e il sicuro rifiuto europeo ad accettare la sua candidatura, al Pdl non resta che perdere voti. Ne ha già persi 6 milioni alle ultime politiche e ora la sua deriva è inevitabile, essendo tutt’uno col suo proprietario e fondatore, ormai decaduto dalla politica nazionale e impossibilitato a presentarsi alle europee. I suoi elettori non sono certo del tipo che vota per ideali o passioni, votano per interesse e non puntano certo su un cavallo sospeso dalla corsa. Così l’unico avversario di Renzi resta il M5S, essendo la sx estrema confusa, spartita e obsoleta, oggi ancor più di ieri con un leader addirittura straniero e figure ombra che già dichiarano di dimettersi una volta eletti. Renzi lo dice chiaramente che la battaglia europea ha un valore nazionale ed è una battaglia a due: Renzi contro Grillo. Per questo sui blog ai piddini ossessi e fissi, pagati o biologici, si aggiungono ora i troll renziani, altrettanto demenziali, assurdi, ignoranti e beceri. Ormai non è possibile trovare alcuna differenza tra un fazioso del Pd, del Pdl, della Lega, della sx estrema o della dx estrema. Hanno tutti lo stesso carattere sterile e coatto, in cui non è più possibile rilevare tracce di informazione, idealità, bene comune. Il Nulla nella sua veste peggiore.

PER 85 EURO
Viviana Vivarelli
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In un paese senza un welfare degno di un paese civile e col programma renziano di abolire totalmente lo stato sociale,Renzi ci racconta la storiella degli 85 € che darà in più a chi già lavora, e, per risparmiare 3 miliardi, vuol far uscire di scena 85000 statali.
Questo è esattamente quel che è successo in Grecia, dove il governo ha accettato quella austerity su cui il caro Renzi si è dichiarato d’accordo con la Merkel, licenziando migliaia e migliaia di dipendenti pubblici, gettando il Paese nella miseria più nera e attaccando proprio quelle categorie che si sono sempre considerate col posto sicuro come gli impiegati di Stato, gli insegnanti di ruolo, i bidelli… categorie che i sindacati hanno sempre protetto ma che l’austerity taglia come una scure.
Quello che Renzi fa è solo l’inizio di una serie di licenziamenti di massa e di tagli ai diritti civili (scuola, sanità, trasporti, servizi pubblici, pensioni sociali) che stanno nel suo programma come in quello del Fondo Monetario che ci dà ordini come fossimo marionette.
Con che coraggio spendiamo 6 miliardi per giocattoli da guerra per di più non funzionanti?
Con che faccia Napolitano si oppone alla dismissione di questi costosi caccia che servono solo per trasportare bombe atomiche americane in guerre di aggressione?
Quali e quante mazzette stanno dietro a queste scelte dissennate?
E quanti e quali interessi dietro la scelta altrettanto dissennata di condonare 98 miliardi ai gestori (politici e camorristi) delle slot machine?
O di proseguire la sciagurata Tav in Valsusa da 19 miliardi?
O di non togliere mai quelle greppie inutili che sono le Province (17 miliardi l’anno) con l’espediente demenziale di lasciarle cambiando loro nome e togliendo ai cittadini il diritto di eleggerne il presidente?
Perché non fare mai patti con la Svizzera per tassare i 180 miliardi di fondi neri, eliminando l’immorale scudo fiscale? Non fare mai l’asta delle frequenze che darebbe 5 o 6 miliardi allo Stato per non irritare Berlusconi? Non snellire mai la pubblica amministrazione o la giustizia? O non fare mai la vendita ‘reale’ dei beni (30 miliardi) confiscati alla mafia?
E il Pd pretende di pagare le presunte regalie di Renzi tagliando posti di lavoro e servizi???
E, mentre tagliamo 85.000 occupati, hanno la faccia di dire che, però, l’acquisto degli F35 porterà a migliaia di occupati in più (i dati del Ministero della Difesa dicono 1086), per di più nemmeno certi, visto che non è detto che i Paesi europei faranno fare le riparazioni in Italia.
Nello stesso tempo stanno bene attenti a non scoperchiare il pentolone sporco di Finmeccanica dove i partiti sono dentro fino al collo nel malaffare, e intanto Finmeccanica perde commesse e posti di lavoro.
Perché la scure dei tagli non si abbatte sulle inutilissime spese militari che ci gravano per 45 miliardi? O sul milione e 300.000 parassiti politici che infestano l’Italia con i loro abusi e privilegi, o sulle spese abnormi del carrozzone romano, sugli infiniti e inutili enti pubblici, sugli oscuri bilanci sempre segreti di partiti e sindacati, sui guadagni intonsi dell’immenso patrimonio immobiliare della Chiesa, o sulle sue scuole, cliniche, alberghi?
Si dice che comprare gli F35 porterebbe migliaia di posti di lavoro. Ma come? E ne potremmo avere molti di più e meglio operando sul ripristino del territorio o delle scuole fatiscenti. E poi perché si deve ridurre il lavoro di Finmeccanica per dare commesse alle imprese americane? Si dica piuttosto che le mazzette che i politici prendono in certe situazioni sono maggiori di altre, o che certi patti segreti tra le massime cariche e gli USA sono inconfessabili ma prostituiscono le libere scelte di uno Stato!
Si dica piuttosto che in Italia come in Europa tutto funziona su due cose sole:
-gli interessi sporchi delle lobby
-il traffico altrettanto sporco di mazzette e accordi politici di puro strapotere, totalmente autoreferenziali!
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Non è abbastanza chiaro che ad ogni promessa di regali che Renzi fa corrisponde un tot di diritti che Renzi toglie? Dà 85.000 euro in busta paga in più all’anno a chi guadagna meno di 1500 euro, e nel contempo licenzia 85.000 dipendenti statali. Ma ci conviene? E quanto ci costeranno i prossimi ‘regali’? Abbiamo già visto quanto ci è costato in aumento di altre tasse la presunta riduzione dell’IMU. Qua ogni volta che fingono di regalarci qualcosa ce lo fanno pagare lacrime e sangue e alla fine appare chiaro che lo scambio ci ha fregati.
Visto che lo scopo di Renzi è privatizzare ogni servizio pubblico, svendere ogni bene comune e abolire lo stato sociale (lo dice chiaramente nei suoi 100 punti, programma scritto da Gori, il project manager di Berlusconi), ci si rende minimamente conto di quale sarà il ‘progresso’ o piuttosto il ‘regresso’ del Paese? E sono veramente regali o sono solo carote che si sventolano davanti agli occhi dell’asino per farlo trottare o gravarlo di pesi maggiori? Ormai il giochino è chiaro: Renzi fa una promessa, in cambio ci grava di una sottrazione e i due pesi non si corrispondono o creano ancora maggiori ingiustizie.
Inutile sperare che a un regalo in più corrisponda il taglio di uno spreco del carrozzone politico. I tagli saranno praticati sulle solite vittime: pensioni, salari, occupazione, sanità, scuola… , lasciando intonse la casta, i partiti, la Confindustria, il sistema bancario e finanziario, i grandi evasori, i grandi delinquenti, le mafie, la Chiesa, le lobby..
Ma è proprio questo che vogliamo?

Dalla rediviva Nonciclopedia, che è risorta da un lungo periodo di censura:

Matteo Renzi, noto anche con il soprannome de “il lampredotto”, o “il quaquaraqua”, è un politico italiano, e con ciò abbiamo già detto tutto.
È considerato “il nuovo che avanza”, nel senso che di gente come lui ce n’è fin troppa, quindi va buttata nella spazzatura.
È così nuovo che l’altro giorno si è guardato allo specchio e ha detto: “ma tu chi cazzo sei?”
Tra le sue dichiarazioni più famose ricordiamo quando disse: “preferisco gli U2 a De Gasperi, perché De Gasperi non lo conosce nessuno.” In effetti non aveva tutti i torti, qualcuno di voi conosce una canzone di De Gasperi?

Nel dicembre 2013 il piccolo Matteo fa passi da gigante, diventando il nuovo segretario del Partito Democratico con il 150% dei voti. «Signori, io qui dico che mi autorottamo» afferma tutto gasato sul palco tra applausi scroscianti che da lì a poco renderanno Renzi sordo (così è scritto nel certificato medico del suo pediatra) ogni volta che le persone gli ricorderanno delle promesse fatte.
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Il disprezzo è l’unica via
(Pier Paolo Pasolini su come convivere coi bimbiminkia, tipo Matteo Renzi)

Documentario: LOBBY IN EUROPA
Berluscameno

The Bruxelles Business” è un documentario uscito da poco, realizzato dall’austriaco Friedrich Moser e dal belga Matthieu Lietaert; è il primo documentario che cerca di far luce sull’influenza delle lobby nel processo decisionale dell’UE.
Tutte le leggi UE approvate a Bruxelles sono previamente consigliate (ed in alcuni casi già scritte) dalle varie lobby interessate. Il film è già uscito nelle sale in Austria e in Belgio e dovrebbe essere disponibile presto anche in altri paesi europei. Molte delle scoperte dei promotori del filmato circa il ruolo di Confindustria e Finanza (con i loro banchieri gangster) nella distruzione dello Stato nazionale, sono confermate e provate ampiamente, così come anche la totale subalternità della classe politica europea ai diktat dell’industria e delle banche (comprese le loro Banche Ombra).
Dal documentario emerge inequivocabilmente che l’Europa non è mai stata un progetto politico, ma sempre un piano imposto da un’oligarchia industriale, economica e finanziaria. (Nota mia: Il Corporate Europe Observatory (CEO) è un gruppo di ricerca e di attivisti che lavorano per sfidare i grandi gruppi economici e le loro lobby all’interno del sistema decisionale dell’UE, che attuano politiche di ingiustizia sociale ed economica e accelerano la distruzione ambientale e l’azzeramento dei diritti civili. Respingere il potere dei grandi gruppi economici e smascherare il greenwashing (scempi ambientali prodotto da imprese e governi) sono due aspetti cruciali per affrontare i problemi globali che comportano la povertà, il cambiamento climatico, l’’ingiustizia sociale, la fame e l’inquinamento. Corporate Europe Observatory lavora in stretta alleanza con i gruppi di pubblico interesse ed i movimenti sociali sia in Europa che nel resto del mondo per sviluppare alternative al dominio dei grandi poteri economici.)
(Molti credono che l’Europa sia una utopia. Nei fatti si è dimostrata una distopia= una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista)
Emerge chiaramente come l’UE sia una distopia, partorita da menti disturbate, avide di potere. Il documentario svela la visione fascista del mondo di questa élite, l’idea stupida di governare il mondo come si governa un’azienda (quello che è buono per le grandi aziende è buono per tutti, dicono questi signori); anzi peggio, di come vorrebbero governare un’azienda. L’Europa, l’euro, il liberismo economico senza alcuna appropriata regolamentazione governativa, lo smantellamento dello stato sociale, non sono cose volute dai cittadini europei e li porteranno alla rovina. (Il problema non è solo italiano ma di tutti).
Favoriti dalle tenebre di una crisi economica artificialmente indotta, frutto gioioso del liberismo imperante ed operante senza alcun controllo statale, è stata messa in atto un’azione truffaldina contro tutti i Paesi europei. Questo, ormai, è divenuto chiaro a tutti. Eppure, c’è ancora una fascia di popolazione, che ancora crede che ci sia un progetto politico dietro la creazione dell’Europa, e non la sola, nuda e cruda avidità e fame di un branco di squali (i lobbisti).
Questo documentario fa capire chi è che comanda di fatto in Europa, e cosa vuole questa gente che opera in Europa mediante le loro lobby (danarose) con appositi uffici posizionati a Bruxelles .

DOV’E’ CHE LO STATO POTREBBE PRENDERE I SOLDI?
ALBERTO CUSTODERO

La beffa dei beni confiscati alla mafia: “30 miliardi impossibili da usare”.
È difficile quantificare a quanto ammonta il patrimonio sequestrato a Cosa nostra e gestito dall’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. Tra beni mobili, immobili e aziende, il valore nominale si aggira intorno a una manovra finanziaria, 30 miliardi. Il 10%, tre miliardi, sono in contanti, denaro liquido e titoli: una montagna di soldi che nessuno usa. “Basti pensare che un’azienda del gruppo Aiello, l’ingegnere che teneva la cassaforte di Provenzano, è valutata da sola 800 milioni di euro”. Si tratta, però, di una ricchezza sprecata. Tuttavia la situazione dell’Agenzia è grave, senza una dotazione di strumenti e di risorse adeguate e con solo 30 dipendenti non può funzionare.
I beni sequestrati e confiscati, un anno fa, erano 11238, e le aziende 1708. Ma tanti di quei beni restano in carico all’Agenzia, e non vengono assegnati ai Comuni, e dunque alla società civile. A Torino, città di don Ciotti di Libera, ad esempio, ci sono 13 beni che non sono stati consegnati al sindaco Piero Fassino. 21 a Roma, città del procuratore antimafia Pignatone. Centottantaquattro a Palermo, cuore di cosa nostra. 254 a Catania, città di Giuseppe Pippo Fava, il giornalista che negli anni Ottanta denunciò le collusioni tra mafia, banche e politica, facendo coraggiosamente nomi e cognomi. E per questo fu ucciso. 103 a Reggio Calabria, la città dove fu sciolto il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. 12 a Catanzaro, altrettanti a Milano dove la ‘ndrangheta calabrese aveva di recente addirittura una banca occulta per riciclare i soldi sporchi. 90 a Napoli, e 19 a Bari, città amministrate da ex magistrati. 34 a Brindisi (Sacra corona unita). “Dei 30 dipendenti previsti – svela Caruso – ho solo una persona”. Gli altri se ne sono andati via.
Alcuni di questi palazzi continuano ad essere abitati dagli stessi mafiosi messi ai domiciliari o dalle loro famiglie. Idem per le aziende. “L’ultimo caso è quello di Grigoli, braccio destro di Matteo Messina Denaro, una catena di supermercati Despar, 43 punti vendita che han fatto lavorare 198 persone2″. Il Fondo Unico della Giustizia amministra la montagna di soldi sequestrata e confiscata alla mafia. A novembre 2013 – secondo l’allora viceministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero – l’ammontare del Fug era di 3 miliardi. Tutti soldi confiscati alla criminalità grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura che dovrebbero essere ripartiti e divisi a metà proprio tra i ministeri dell’Interno e della Giustizia. Sicurezza e giustizia, però, finora hanno ricevuto poco più di 63 milioni. Una cifra irrisoria, di fronte alle enormi carenze delle risorse necessarie a garantire la sicurezza dei cittadini e la legalità nel Paese.
La Dia, con i sequestri e le confische operate fino a oggi, ha prodotto il 35 % della quota Fug spettante al ministero dell’Interno. Parte di questa ingente somma potrebbe essere destinata al funzionamento di questa struttura antimafia che così potrebbe autofinanziarsi ottenendo un duplice effetto: garantire un notevole risparmio in termini economici. E migliorare l’efficienza e l’operatività della struttura (invece che si fa? la Dia viene progressivamente tagliata!).
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(Volete maggior prova della collusione costante tra Stato e Mafia?
Vi pare che nei suoi discorsi alluvionali Renzi abbia fatto il minimo accenno alle tre mafie che stringono in un abbraccio mortale questo Paese e hanno i politici alle loro dipendenze?
La mafia fattura ogni anno 150 miliardi e nell’ultimo ventennio grazie anche alle collusioni politiche si è allargata al Nord dove va i suoi maggiori affari
Caro Renzi, lo vogliamo toccare o no questo immenso patrimonio criminale, invece che pensare solo a penalizzare lo stato sociale, i dipendenti pubblici e i pensionati??)

LA DIMENTICATA AUTODETERMINAZIONE FEMMINILE

Un’altra grave carenza nei propositi sproloquianti della nuova Vanna Marchi della politica italiana è l’assenza totale di parola sui diritti umani, primo fra tutti il diritto della donna ad avere o no figli. Diritto, perché di diritto si parla, e non di obbligo.
Posso riconoscere ai Ds o al Pd il ruolo di aver difeso inizialmente il diritto di autodeterminazione femminile, ma poi questo diritto, nei fatti, come è stato mantenuto? Negli anni successivi al referendum che sanciva la fine della penalizzazione dell’aborto e istituiva consultori pubblici, cosa è stato fatto? Continua in modo spregiudicato e infame il giochino dei cucchiai d’oro che fanno obiezione di coscienza negli ospedali pubblici per praticare aborti a pagamento, continua il gioco sporco dei portantini o infermieri lavativi che ripudiano i loro doveri. E continua il lassismo dello Stato che finge di non vedere interi ospedali privi di assistenza alle donne o intere Regioni prive di consultori. Il risultato è il ritorno all’aborto clandestino: “Da Nord a Sud in intere regioni l’aborto legale è stato cancellato, oltre l’80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri non applica più la legge 194. 20.000 gli aborti illegali calcolati dal ministero della Sanità con stime mai più aggiornate dal 2008 (visto che del fenomeno proprio se ne frega), forse 50.000 quelli reali. 75.000 gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall’Istat, ma un terzo di questi frutto probabilmente di interventi “casalinghi” finiti male. Ci sono gli aborti d’oro, quelli dei ceti elevati, che si svolgono in sicurezza negli studi medici, oppure all’estero. E poi ci sono gli aborti delle donne povere, che spesso muoiono o perdono lavoro o restano scempiate. Così quelli che sono denunciati come aborti spontanei sono aumentati, passando dai 55.000 degli anni 80, ai quasi 80.000 di oggi. Questa impennata altro non è che il ritorno dell’aborto clandestino “mascherato”, esattamente come avveniva prima della legge, quando le donne dopo aver tentato di “fare da sole” arrivavano in ospedale con emorragie e dolori, e i medici per salvarle completavano gli aborti, registrati come “spontanei””
E Renzi che fa? Annuncia che farà dei cimiteri per i feti abortiti??!!!
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Desmond
Si parla di “governo di unità nazionale”, ma quale unità nazionale?
Non certo quella che nel secondo dopoguerra rimise in sesto il Paese e fece la Costituzione. E nemmeno quella nel 1976 che fu messo insieme contro i terroristi.
Questo governo è contro la Costituzione e contro i cittadini italiani.
E non ci siamo nemmeno numericamente. Il governo di unità nazionale del 1976 rappresentò in termini di voti ricevuti oltre il 90% degli elettori italiani di allora. Ed erano i partiti dell’arco costituzionale. Il loro paradigma era la costituzione e i suoi valori
La maggioranza attuale non solo rappresenta in termini di voti appena tra il 20% di tutto l’elettorato, ma è anche del tutto e ufficialmente ostile alla Costituzione e solo un imbecille o un mascalzone può paragonare una maggioranza che rappresenta il 90% del paese ad una che rappresenta meno di 1/4 di esso.
Questa è l’opposto esatto della maggioranza di allora. E chi nega una tale palese evidenza o è troppo stupido per riconoscere la realtà o ha nei confronti dello Stato e della legalità democratica lo stesso orientamento di chi mise le bombe alla stazione di Bologna e a via d’Amelio a Palermo.
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Civil Servant
Desmond ha scritto: “In termini storici l’attuale maggioranza di governo potrebbe essere confrontata solo con un ipotetico governo del terrorismo nero nel 1976″.
Assolutamente vero. Con la differenza che probabilmente neanche i terroristi neofascisti degli anni ‘70 pensavano di distruggere completamente le tutele dei lavoratori, smantellare la sanità pubblica e precarizzare l’universo per la smania di valorizzazione del capitale.
In realtà, non è vero che il PD è un partito fascista. È peggio.

Chiesto l’arresto per il deputato del Pd Francantonio Genovese

L’impresentabile delinque da tempo ma finora è stato salvato dal comitato dei garanti del Pd che ci tengono ai suoi voti. E’ accusato di peculato, truffa, riciclaggio, associazione a delinquere… E’ stato sindaco di Messina, segreteria regionale nel 2007 sostenendo Veltroni, franceschiniano, bersaniano e poi renziano, la classica carriera politica di un opportunista che si sposta a seconda del vincitore del momento.
E’ uno di quegli impresentabili che Franca Rame chiese di eliminare dalle liste del Pd, ma il comitato dei garanti lo salvò in considerazione del suo ricco bacino di voti di ben 19.590 (ebbravvi i piddini, furbetti senza coscienza!).
‘Figlio d’arte’, in quanto figlio del senatore Luigi Genovese e nipote del ministro Nino Gulotti, Veltroni lo portò a Montecitorio, dove Genovese diventò addirittura segretario della Commissione Antimafia! Il massimo della garanzia per la legalità!
E’ il primo deputato di Renzi a finire in manette. E fa compagnia a Faraone, anche lui renziano, sotto indagine per le note spese milionarie in Sicilia.
In 5 anni, con un sistema di enti e società tutti riconducibili a lui, Genovese avrebbe fregato 6 milioni di euro di risorse pubbliche destinate alla formazione professionale (una delle più grosse truffe di questo Stato!) . Sono indagate anche la moglie Chiara, la sorella Elena (entrambe arrestate a luglio e sotto processo) con il marito Franco Rinaldi (altro deputato regionale del Pd), altre due cognate, la segretaria ed Elio Sauta (personaggio chiave del complesso meccanismo controllato dal politico messinese), più altre persone che formavano un vero clan politico-elettorale. Avrebbero drenato finanziamenti regionali, statali e comunitari e foraggiato un bacino elettorale che negli anni ha sempre garantito al deputato Pd elezioni con numeri record. Sarebbero una decina gli enti (tutti no-profit naturalmente) dei quali Genovese avrebbe acquisito il controllo, attraverso familiari o prestanome, per presentare progetti da inserire nei piani di formazione. Progetti che gli fruttavano un sacco di soldi e voti. Si aggiunge ai più di 400 membri del Pd indagati per corruzione. Essere a capo di enti da cui si può sperare presentazioni o lavoro ha sempre portato voti in Sicilia, dove la maggior parte degli elettori ha sempre dato un voto di scambio, per fare carriera, per trovare un impiego, per sopravvivere, non essendo mai usciti da un sistema feudale dove non il merito premia ma l’appoggio di un potente, sistema che il Pd siciliano ha sposato appieno e che costituisce una delle più grosse tare di questo Paese.
Ma che bell’onestà questi piddini!!

Ma chi sono questi garanti del Pd? E da chi sono nominati? Ci sono comitati di garanti comunali, provinciali, regionali e nazionali. Tuttavia, visto che tollerano 400 inquisiti ma hanno cacciato 519 piddini per critica interna, non si capisce che lavoro facciano esattamente.
Nel caso di Genovese, la sua tendenza a delinquere era nota da tempo e fu denunciata persino da Franca Rame nel suo breve soggiorno in Parlamento, ma il comitato dei garanti fece finta di non sentire e di non vedere, dal momento che Genovese aveva un bel bacino elettorale.
Lo strano non è questo. Il Pdl fa anche di peggio e non caccia davvero un suo membro per avere commesso dei reati. Lo strano è continuare a leggere insulti di blogger piddini a Grillo perché ha preferito ritirare il simbolo del M5s in Sardegna piuttosto che vederlo usato da delinquenti o massoni.

I garanti che decidono chi tenere e chi cacciare dal Pd e che hanno deciso di tenersi Genovese perché portava in dono 20.000 preferenze (e chi se ne frega se era un delinquente?!) sono questi 9 signori:
- Angelo Argento (lettiano a amico del cuore di Boccia)
- Paola Bragantini (accusata di gravi irregolarità nella sua campagna elettorale e nullafacente in Parlamento)
- Gianclaudio Bressa (ex Dc esperto in minoranze linguistiche e artefice dell’accordo elettorale tra PD e Südtiroler Volkspartei)
- David Ermini (appartiene alla cerchia storica di Renzi)
- Aurelio Mancuso (lavora per la pace, contro la droga, per i carcerati, per i gay)
- Franco Marini (lo conosciamo, ex dirigente CISL)
- Enrico Morando (ex migliorista, cristiano sociale, ora Vice ministro dell’economia nel Governo Renzi)
- Gianni Principe (ex segretario Cgil Molise)
- Salvatore Vassallo (politologo, ex veltroniano)
Con viva e vibrante soddisfazione vi mandiamo tutti a fare in cubo!

MANCANO I SOLDI? PERCHE’ NON TASSIAMO FONDI NERI IN SVIZZERA?
Berluscameno

Dove dovremmo prendere i soldi per la ripresa? E’ vero quello che dice Renzi e cioè che lo Stato tirerà su soldi licenziando statali o tagliando servizi pubblici o azzerando lo stato sociale o eliminando le pensioni alle vedove? E se invece facessimo qualcosa che Pd, Pdl e Lega per 20 anni si sono ben guardati di fare? Se cominciassimo a fare accordi fiscali coi paradisi fiscali, cominciando dai 180 o 200 miliardi di fondi neri italiani depositati in Svizzera e sotterrando quell’obbrobrio berlusconiano che è lo scudo fiscale, passato per soli 20 voti grazie alle opportune assenze in aula dei piddini, D’Alema compreso?
Scrive Berluscameno : Un pro memoria per il nuovo Governo Renzi. I Paradisi Fiscali sono molto frequentati anche dai banchieri gangster proprietari delle Banche Ombra. Queste ultime – creature delle banche ufficiali – operano (tranquillamente) nei mercati paralleli ed oscuri dove tutti i guadagni finanziari sono rigorosamente in nero.
“I governi italiani hanno un primato gattopardesco: firmano accordi per la trasparenza con i paradisi fiscali ma non concludono mai l’iter di ratifica.
Tutto cambia perché nulla cambi proteggendo così l’anonimato agli evasori, ai mafiosi e ai corrotti e corruttori: un totale imponibile sufficiente per trasformarci in un paese benestante al quale non servirebbero le briciole allungate dagli emiri, mentre Saccomanni cercava debolmente l’accordo sul Fisco con la Svizzera, la cassaforte che custodisce gran parte del capitale evaso italiano (che alcune stime attestano a circa 200 miliardi).
Ma il negoziato è stato congelato, pare a causa di problemi con i transfrontalieri del Canton Ticino!?
Almeno a parole, alcuni stati canaglia sarebbero intenzionati a entrare nella white list per il timore di subire le penalizzazioni evocate negli ultimi G20 e soprattutto dopo la dichiarazione di guerra alle banche Svizzere annunciata da Obama, seguito a ruota dalla timida Europa.
Ma noi fingiamo di fare accordi, per poi tenerli nel cassetto.
Quali saranno state le ragioni che hanno bloccato l’approvazione degli 8 accordi firmati dal 2010 ad oggi dai governi Berlusconi e Monti con altrettanti stati che avrebbero voluto passare dalla black alla white list?
Il governo Berlusconi ha firmato soltanto 2 accordi bilaterali “sullo scambio di informazioni in materia fiscale”: con Panama nel 2010 e con le Isole Cook l’anno dopo.
Come mai il disegno legge per la ratifica non è mai arrivato in Parlamento?
Monti si è dato un gran da fare a siglare trattati con Isola di Jersey, Bermuda, Baliato del Guernsey, Cayman, Hong Kong..
Ma in un solo caso è arrivato in Parlamento il disegno legge per la ratifica: quello con il Jersey, 6 mesi dopo l’accordo però e ci è rimasto un anno. Dal sito del Governo si legge che sono già pronti i disegni di legge di ratifica degli accordi con l’Isola di Man, Cayman e Guernsey. Come mai allora Letta non ne ha fatto di nulla?
Vogliono levare il Senato per velocizzare le leggi, come mai allora non velocizzano le commissioni? Finora c’è stato un solo accordo rapido con Panama e Cook, sapete cosa riguardava? Non certo i paradisi fiscali ma ….la “Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo”!!
Con Renzi credete che cambieranno le cose?
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Abbiamo una politica fatta di annunci a vuoto, di bugie e di diffamazione. Aggiungiamoci anche il vizio di incolpare gli avversari di quello di cui uno si dovrebbe vergognare in proprio e il quadro è completo. Ma come si fa a fare progresso con un popolo fatto in parte da correi, in parte da pecoroni e in parte da boccaloni che si fanno infinocchiare da qualunque balla?
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Andando in giro non si sente che gente lamentarsi.
Ma dove sono quelli che continuano a votare Pd o Lega o Pdl o estrema sx? Non sono ancora stufi di un’Italia che va sempre peggio dove ci sono sempre i soliti vincitori che si scambiano la palla e fanno i soliti loro interessi, e dove il povero la prende sempre in tasca?
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Lalla
“Ho dovuto votare ARISA, altrimenti mi cacciavano dal festival di Sanremo” …..(Pippo Civati). Ah, beh…
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E voi continuate a fare i Civati di turno!!?
Pieni di critiche e poi al voto sempre pronti a regalare potere a chi lo usa solo per se stesso!

Le bugie sono la moneta corrente del mondo
ma la politica peggiore non conosce altro

Ma anche il silenzio ha un suono,
lacerante più di mille voci.
A volte è molto più significativo di
tanti discorsi e quando indica che
l’umanità è immersa nel buio e sta
diventando sempre più difficile
per gli uomini comprendersi, ecco,
allora è necessario che le parole
dei profeti non siano più sussurrate,
ma diventino suoni potenti….
Questa la nostra speranza…

S&G
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La Strada Mia
La strada è lunga ma er deppiù l’ho fatto
sò dov’arrivo e nun me pijo pena
ciò er core in pace e l’anima serena
der savio che s’ammaschera da matto.

(Trilussa)
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SULLA MENZOGNA COME ARTE DI GOVERNO
Viviana Vivarelli

Il potere deriva dalle bugie, e bisogna dirle grosse, finché non avrai il maledetto mondo intero che sta al tuo gioco. Li avrai in pugno non appena sarai riuscito a mettere tutti d’accordo su quello che in cuor loro sanno bene non essere vero. Allora sei il capo. Puoi falsificare la realtà sotto i loro occhi e loro ti sorrideranno.” (Sin City)
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L’ipocrisia è soltanto un vizio simile agli altri, debolezza e forza, istinto e calcolo. Invece una menzogna così totale che alimenta ciascuno dei nostri atti deve abbracciare strettamente la vita, sposarne il ritmo”. (Georges Bernanos)

Ci sono persone nate per mentire. E’ la loro prima natura, una specie di vizio congenito così perfetto da apparire una virtù. Renzi da piccolo lo chiamavano ‘il Bomba’ per le puttanate che diceva. Conoscendo l’Italia e la coglionaggine degli Italiani, si poteva prevedergli già allora una fulgida carriera politica. Questo è un Paese dove il merito soffre ma la strafottenza paga. E di strafottenti a fondo perduto il Parlamento è pieno a tal punto che non hanno altra scelta che applaudirsi le puttanate a vicenda sostenuti dalla claque compiacente dei media nella più grossa costruzione di inganno e di menzogna che un Paese europeo abbia mai visto. Così hanno applaudito le puttanate di Berlusconi, sempre quelle di D’Alema, poi quelle di Monti, quelle di Napolitano, quelle di Letta e ora sono talmente abituati e programmati che non possono far altro che applaudire svisceratamente le puttanate di Renzi.
Siamo un Paese che va a puttanate!
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Un tempo erano i vecchi a mentire ai giovani.
Ora i vecchi sono diventati così pigri che sostengono dei giovani, come Renzi, che mentano al posto loro in modo più sciolto e finto-moderno, purché in quelle menzogne ci sia la loro sopravvivenza e si preservi il loro attaccamento al potere. L’attaccamento al potere è talmente una professione e un sistema di vita da essere il primo motivo fondamentale e ineliminabile della politica, trasformata orrendamente in zombismo allo stato puro. Per esso si è pronti a far fuori un territorio, 60 milioni di cittadini, una Costituzione, uno stato sociale, una democrazia, a vendere tutto e a tradire tutti.
Il potere è l’unico idolo e totem, l’unica divinità di un culto ateo a implacabile che ha fagocitato le coscienze e si autoalimenta con una casta autoreferenziale che comprende, istituzioni, leggi, lobby, media, cloni, troll, cretini e fanatici
Dove ci porterà tutto questo?
Può un Paese reggersi sulla menzogna fatta sistema di governo? Sulla credulità popolare ai limiti dell’impossibile? Sulla disinformazione perenne dei media che coartano le conoscenze e violano le coscienze? In Italia sembra di sì.
Può un Paese reggersi su criminali e millantatori? Ma per quanto?
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Le menzogne di Letta erano sfacciate ma piccole.
Quelle di Renzi sono gigantesche e impudenti.
Ma cosa è il potere degli iniqui se non un grande complotto su una rete di menzogne sorrette da un numero abbastanza alto di complici ?
E quanto sono colpevoli i complici dei mentitori, come i media o i troll, quando contribuiscono anch’essi al degrado e alla rovina di un Paese?
E quanto sono colpevoli quelli che continuano a illudersi sostenendo chi è già colpevole di sfacciata e perpetrata menzogna, fingendo di non vedere, illudendosi per non capire, ingannando altri perché siano simili a lui?
Come si può parlare ancora di ignoranza e di buona fede in queste condizioni di sfacelo?

Renzi è un re nudo.
Fa promesse basate sul vento e di cui non si capiscono i conti.
Ma se abbastanza parlamentari sono d’accordo nel non vedere la sua nudità, è inutile che il bambino gridi che i vestiti dell’imperatore non ci sono, per cui affogheremo nel ridicolo.
Se c’è abbastanza gente che crede più alle promesse di un ciarlone che alla cruda nudità dei fatti, non esiste salvezza per nessuno. Ci tireranno a fondo tutti.
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Avete mai visto una sequela così nutrita di sfacciate impossibilità vendute come programma di governo da Renzi??
Eppure c’è un diktat preciso della Costituzione che ordina che per ogni legge si dica con precisione da dove si trarranno le risorse. O Renzi pensa di equiparare ogni promessa con licenziamenti, tagli allo stato sociale e svendita di beni comuni?
Renzi ha forse mai detto dove prenderà i soldi per fare le sue riforme?
Eppure è abbastanza chiaro dal suo programma di ultradestra che lo farà a spese nostre, facendocele pagare ben care con la perdita dei nostri diritti.
Per ogni cosa che fingerà di darci, ce ne saranno dieci che ci taglierà, lasciandoci più poveri di prima.
Renzi è un ingannatore e sa benissimo che la sua è solo una sequela di bugie, come lo sanno quelli che lo hanno votato, come lo sanno i giornali menzogneri che lo incensano,
come lo sa ogni singolo membro del Pd che gli dà il voto.
La sua impudenza è pappa e ciccia con la loro connivenza.
Complici in un patto spietato del potere per il potere che usa le parole come blandizie per ingannare un popolo tradito, che usa il potere come un inganno permanente sostenuto da alcuni viziosi il cui unico intento è l’opportunismo più egoistico e meschino.
Da dove trarremo i 50 miliardi l’anno che dovremo dare alla Bce? Questo Renzi si è ben guardato dal dirlo, come si è ben guardato dal mettere a rischio il fiscal compact con la Merkel presentando le sue puttanate in modo vaghisismo, senza andare sui discorsi seri che riguardano i patti europei e il sistema di lobbie e banche ci strozza alla gola.
Chi mente e trae profitto dal suo mentire non può che sparare menzogne sempre più grandi. La colpa maggiore non è sua che trae conforto da un vizio di natura, la colpa è di quelli che fingono di credergli, sperando di partecipare alla sua ingiusta fortuna.

Challenger
Hanno creato 2000 miliardi di debito pubblico e non si può più sforare il 3% imposto dall’Europa, bisogna appianare i debiti che hanno fatto le banche senza colpire l’evasione fiscale, ci sono da pagare 50 miliardi all’anno alla banca Centrale Europea per i soldi presti quelli che Pd, Lega e PDL si sono mangiati in tutti questi anni, per cui per forza di cose ogni qual volta arriva un nuovo governo deve appianare i debiti sulle spalle di chi lavorava onestamente e Renzi farà altrettanto e colpirà gli onesti lavoratori.
La politica di quest’ultimo ventennio va cambiata, bisogna tornare indietro, possiamo dire che allora i politici rubavano per mantenere il partito ma che ora questi, oltre che rubare per il partito, rubano per se stessi e per i loro amici oltre che per i gruppi di poteri forti!
Auguri a tutti gli onesti!!
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Ci sono patologie dell’anima come l’attitudine cronica alla menzogna che in una politica marcia diventano valori, qualora il contesto accetti che chi menta non riceva poi il danno conseguente alla menzogna. La menzogna in politica dovrebbe essere un reato sanzionato penalmente o che almeno comporti l’immediata cacciata del mentitore dalla scena politica.
La prima legge di uno Stato sano dovrebbe essere dire la verità.
Gli Stati uniti si sono vantati di punire i governanti che mentono ai cittadini e dimissionarono Clinton non per essersi fatto fare dei pompini da una stagista ma per aver mentito al Paese. Il paradosso è che pochi popoli al mondo vivono in una condizione di inganno e menzogna permanenti come il popolo americano e che il genere di menzogna a cui esso è stato abituato è ben più grave di alcune dichiarazioni presidenziali in materia sessuale. Ma almeno in Europa quando si scopre che un governante ha mentito sul suo curriculum o ha promesso cose che poi nei fatti rinnega, la sua caduta di immagine è tale da costringerlo ad andarsene.
In Giappone il delitto maggiore contro se stesso è perdere la faccia e nei tempi antichi questo comportava il suicidio. Peccato che anche là le cose siano alquanto cambiate, altrimenti la classe politica giapponese farebbe un genocidio in massa.
Qua da noi la vergogna non esiste, le dimissioni sono rare e per prassi respinte, i media sostengono e acclamano anche i peggiori, e non ci pensa a dimettersi realmente nessuno, soprattutto chi è caduto molto basso nella morale comune, nella sentenza penale o nell’immagine politica. Ma il peggio è che le menzogne, le figure di merda o la fedina penale sporca, qua, fanno curriculum, sono invidiate. E questo nemmeno il corrottissimo Giappone potrebbe tollerarlo.

Renzi è un bugiardo compulsivo come Berlusconi.
Non ha molta importanza se i bugiardi compulsivi finiscano o no per credere a quello che dicono, ma è grave che ci sia chi dà loro corda e addirittura potere, senza chiedere chiarificazioni concrete che giustifichino ogni loro nuova bugia.
A Berlino hanno aperto una clinica per i mitomani e da noi ce ne sono parecchi. Ci sono quelli maggiori che godono nel truffare la gente per un guadagno o un potere, e ci sono quelli minori che godono nell’appoggiare le bugie di altri senza avere reale guadagno o potere, ma per il gusto di stare consenzienti dalla parte del più furbo.
Quella dei cloni è una storia peggiore dei clienti o dei servi che richiederebbe un’eziologia a parte.
Il bugiardo caratteriale sfocia nel mitomane, soggetto tendente a una fabulazione perpetua a cui può finire per credere, così come l’attore che si immedesima troppo nella parte e viene risucchiato dal personaggio. Mancando una differenza realistica tra fantasia e realtà, costui può entrare a tal punto nelle creazioni della sua immaginazione da vivere una realtà fittizia, cercando di imporre anche ad altri, come vere, situazioni puramente inventate.
Dal punto di vista giudiziario, un mitomane può essere molto pericoloso in quanto millantatore, impostore, megalomane, truffatore. In politica può essere l’animale partitico perfetto, anche se, alla fine, non avrà altro partito che la propria mitomania.

La storia ci ha detto mitomani famosi come Hitler, Mussolini, Pol Pot, Evita Peron, Bush… ben nota è stata la loro capacità di millantare, suggestionare, convincere, vendere…
Ma non risulta che dai mitomani maggiori o minori della storia sia venuto mai alcunché di bene.
Come può un Paese che ha già iniziato la tragedia della propria rovina dare minimamente retta e un mitomane impudente?
La mitomania si unisce spesso a un ego smisurato simile a un buco nero, dove ciò che può apparire tutto è in realtà niente.
Il mitomane non vi fa credere a Babbo Natale, vi fa credere che lui è Babbo Natale.
Se è un politico, vi farà scambiare il suo programma politico per la lista dei doni, ma questo significa tornare ad essere bambini.
Non fatevi ingannare! Quel che manca alla lista è il prezzo che vi farà pagare. E poi i doni non vi arriveranno nemmeno.
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I 169 voti di fiducia del Pd che hanno incoronato Renzi equivalgono ai 314 che votarono di credere che Ruby fosse la nipote di Mubarak, il ribrezzo è identico.

(La peggio gioventù)

Il problema grave è che da una parte abbiamo il programma civetta buttato dal venditore di pentole di Rignano agli Italiani, uno spot del tutto irrealistico e privo di coperture finanziarie, dall’altra abbiamo il vero patto d’acciaio stipulato da Renzi con Verdini, Renzi, Napolitano, il Fm, la Merkel ecc.
Il primo programma è sbandierato con la stessa vaghezza e la stessa inverosimiglianza di tutte le pubblicità commerciali e non sarà realizzato per il semplicissimo motivo che ‘non ci sono i fondi per farlo’, a meno che Renzi non pensi di pagarlo licenziando dipendenti pubblici, tagliando le pensioni (ha già detto che vuole abolire quelle di reversibilità, per cui metterebbe in miseria 4 milioni di vedove), azzerando lo stato sociale e vendendo beni per noi preziosi come l’acqua.
Il secondo vero patto che è con poteri, lobby e cricche finanziarie, e sarà realizzato a nostro danno, perché è il solo che conta, nessuno ne parla, anzi è fatto proprio divieto ai media di accennare all’Europa e alle elezioni europee ma quello lo pagheremo con lacrime e sangue.

“Volevate smacchiare il giaguaro e invece avete ridipinto il gattopardo”.
Solo che questo è anche peggio del giaguaro perché lancia manovre come l’abolizione dello stato sociale e l’annullamento dei diritti del lavoro che nemmeno il massone Berlusconi aveva mai osato lanciare.
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Incredibile!
La Costituzione comanda che prima un candidato presenti il suo programma al Parlamento per essere scelto e poi riceva la nomina di premier da un presidente della repubblica che ha raccolto precedentemente il parere dei partiti.
Nella repubblica delle burlette è avvenuto il contrario.
Prima Napolitano ha nominato il capo del governo e addirittura prendendolo fuori dal Parlamento e solo dopo ha sentito i partiti e dopo ancora il ‘già eletto’ ha recitato il suo programma al Parlamento.
Ormai siamo in un paese rovesciato, un Paese orwelliano, dove si dice il contrario di quello che si fa, dove si fa il contrario di quello che si deve e dove la legge viene usata solo per frodare il cittadino e la democrazia è la maschera dei disonesti.

Il deputato 5 Stelle Angelo Tofalo che sulla sua pagina Facebook ci fa sapere quanto segue:
“Sono in aula ad ascoltare la replica di Matteo ‎Renzi! È la prima volta che me lo trovo di fronte di persona. È davvero incredibile come questa persona sia abile a parlare toccando 1000 argomenti diversi senza dire nulla di concreto!!! Ci sono deputati dello stesso ‪PD che si stanno trattenendo per non ridere…giuro!
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Questo Parlamento è una vergogna senza fine
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Jolli Rogers
La dichiarazione di Renzi? E che ci vuole…adesso subito giù le tasse, tagli alla spesa per 4 miglioni di migliardi, più pelo per tutti, la cura per il cancro 2.0, 750 miglioni di migliardi di posti di lavoro, mangano eroe e gentiluomo, cucù, fatto da solo, unto da un signore, letta stai sereno, berlusconi gameover, orcodio, i 5 Stelle hanno problemi con la base (antonella base…), non ho l’età, sono cool e in sintonia profonda con un pregiudicato!!!
Non è cambiato nulla, è la stessa identica dichiarazione che faceva berlusconi, parole su parole e promesse che mai saranno mantenute…l’unica differenza fra berlusconi e renzi è la data di nascita per il resto sono gemelli siamesi!!!
(E invece io dico che Renzi è peggio)

Ormai barare alle carte o fare giochi di prestigio per ingannare gli indotti è il carattere primario della politica italiana.
La persona intelligente ha il dovere di essere scettica, cioè prudente, ma il malvagio è cinico per disprezzo degli altri e negazione della verità.
C’è molta volgarità nel cinismo, perché rasenta l’assenza di coscienza. In quel caso potranno esserci anche forme apparenti di onestà, ma il risultato sarà un gran dolore per tutti.

Si può mentire su molte cose: la postura, il linguaggio, i contenuti.
Su una cosa non si può mentire: lo sguardo.
La bocca di Berlusconi rideva rideva sempre ma lo sguardo era fosco e buio.
La bocca di Renzi va in tutte le direzioni, ma lo sguardo è morto ed ebete, sembra lo sguardo di un cretino.
Non bisogna scambiare la furbizia per intelligenza.
Né gli occhi di Berlusconi né quelli di Renzi manifestano intelligenza.
Intelligenza vuol dire ‘leggere dentro le cose’, Berlusconi e Renzi leggono solo il loro interesse personale e non è qualcosa di cui un Paese possa andare molto fiero.
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Come i cani di Pavlov, ci hanno talmente abituati per 20 anni a reagire in modo automatico alle induzioni ipnotiche di Berlusconi, che ora troviamo normale reagire allo stesso modo alle induzioni di Renzi.
Il Fondo Monetario, l’alta finanza e le lobby che gli stanno dietro non avevano bisogno di un politico, avevano bisogno di un ipnotista mediatico. Berlusconi ha trovato il suo successore. Altro che candidare i figli, questo è lui giovane, fatto e sputato. Berlusconi è ormai un pallone spompato non più idoneo alla bisogna. Siamo passati da un venditore di pentole a un altro. Un popolo analfabeta e disinformato, privo della capacità di critica e di autocritica non poteva che passare da un pifferaio di Hamelin all’altro. Così faremo la fine dei topi, ma alcuni continuano a sentire solo il piffero.
Di democrazia in Italia ce n’era già poca, mentre tutti i Paesi occidentali hanno più istituzioni democratiche di noi.
Praticamente avevamo i sindacati, l’elezione di deputati e Senatori, l’elezione dei presidenti di Comune, Provincia e Regione, i referendum,e le leggi ad iniziativa popolare.
Saltiamo come Renzi è arrivato al potere calpestando tutte le regole della democrazia… egli mira adesso al sindacato unico, come le corporazioni del Duce, e intanto fa il contratto unico di lavoro e sostiene l’abolizione dell’articolo 18 mentre glorifica il metodo Marchionne
calpesta sia il referendum dell’acqua che quello sul finanziamento ai partiti, ci toglie il diritto di eleggere i presidenti di Provincia e vuole toglierci anche quello di eleggere i Senatori, riducendo il Parlamento a una burletta di nominati. Ha sostituito il porcellum con un sistema elettorale addirittura peggiore che calpesta la sentenza di incostituzionalità già emessa replicando gli stessi motivi che l’hanno provocata: nessuna sovranità popolare, nessuna libertà sulle preferenze, stessa platea di nominati, stessa oligarchia delle segreterie partitiche, stessi premio elettorale abnorme, stesso spregio delle minoranze costrette ad assimilarsi ai due padroni maggiori.
Se uno in questo non ci vede una marcia totalitaria, non so proprio cosa guardi!
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Un tempo per far camminare gli asini si usavano le carote.
Oggi abbiamo il programma di Renzi che sembra la lista dei doni di Papà Natale.
Invece arriverà l’uovo di Pasqua con dentro la sorpresina di 50 miliardi da pagare alla Bce, miliardi di cui Renzi si guarda bene dal parlare.
Nella vita comune se ti suonano alla porta per farti firmare un contratto di acquisto, la prima cosa che chiedi è: “Quanto costa?” Ma 169 Senatori si sono guardati bene dal farlo. Hanno votato Renzi, scelto da Napolitano, a scatola chiusa e avrebbero votato qualsiasi cosa pur di non perdere la poltrona. Ci hanno fatto firmare una cambiale in bianco, peggio di Berlusconi, tale da batterlo persino per impudenza e irrealizzabilità.
Abbiamo subito uno che diceva:
“Caro Presidente Berlusconi, te l’ho già detto due volte di persona. Le cose si possono comprare, le persone no. Non tutte almeno. Io no. Se hai lasciato le porte aperte per me, accetta un consiglio: chiudile! Non servono. Ciao”. (Matteo Renzi 10 Dicembre 2012)
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Disse la Taverna (M5S)
Tutti voti dati “senza se e senza ma”
-Mes
-pareggio di bilancio
-fiscal drag
-austerity
-svendita del Paese alle lobby
-distruzione dei diritti sociali e del lavoro
-distruzione progressiva e rapidissima della democrazia
Quando vendi l’anima al diavolo, è rapidissima la discesa agli inferi
e non puoi che votare tutto il peggio che viene

Luca
Guardate che oggi si è toccato il fondo in aula. Il M5S e il Pd hanno presentato emendamenti uguali per destinare 90 milioni di euro a favore degli alluvionati in Sardegna!! Poi il Pd ha votato contro a tutti e quindi niente soldi agli alluvionati. Il Pd ha votato contro se stesso!! 90 milioni per gente alla disperazione. Ecco….sardi,votate Pd e questo è quello che vi meritate!!!

(Quadro di Cori Modigliani)

SERGIO DI CORI MODIGLIANI
PARADOSSI E OSSIMORI

“La chiave di lettura della realtà politica passa attraverso i due paradigmi fondamentali della sintassi mediatica in Italia: il Paradosso e l’Ossimoro…
Il valore politico di Renzi è pari a quello di altri sindaci. È diventato il segretario di un partito che non ha vinto le elezioni e ha fatto un governo con un altro partito che ha perso le elezioni, guidato da un pregiudicato che le istituzioni hanno sentenziato non essere degno di far parte del Senato, condannandolo alla decadenza del suo ruolo e della sua funzione, condannato a “non poter svolgere nessuna mansione in ambito pubblico istituzionale”. A ottobre del 2013 si è verificata una specie di spaccatura nel PDL (che se è vera sembra finta), perché il PDL era “contro questo governo”, ma ha votato la fiducia al governo. Renzi, nel frattempo, dichiarava che non avrebbe mai fatto né le larghe intese né un accordo con Berlusconi su nessun punto. Invece lo ha accolto nella sede del PD per una legge elettorale. Ossimoro: i perdenti decidono le leggi. Paradosso: il sindaco di una città di media grandezza che non è stato mai votato a livello nazionale in una regolare votazione politica (le primarie sono un evento privato) ha comunicato al primo ministro in carica che lui era decaduto e l’ha licenziato. L’aspetto folle consiste nel fatto che il primo ministro ha accettato come se fosse normale. Anche il Presidente in carica l’ha ritenuto normale, così come ha ritenuto normale che non venisse fatto neppure un accenno, un dibattito, una votazione, né alla Camera né al Senato (perché non c’è tempo, è stato detto). Questo sindaco è diventato il Presidente del Consiglio incaricato comunicando che a) avrebbe fatto esattamente lo stesso tipo di alleanza e di governo che aveva fatto la persona da lui licenziata per aver fatto quel tipo di alleanza e di governo; b) che escludeva qualunque tipo di alleanza con la compagine di SEL che faceva parte della coalizione elettorale del suo partito. Quindi, oltre a non rispettare nessuna promessa elettorale, non è stato rispettato neppure l’alleato di coalizione e Vendola -anche questo incomprensibile- non ha protestato, considerando normale che l’alleato scelga di allearsi con l’oppositore: altro paradosso inspiegabile.
Il Presidente ha ricevuto al Quirinale le delegazioni, accogliendo un Senatore decaduto, condannato in via definitiva, che per Legge non può esercitare funzioni pubbliche, facendola apparire come prassi normale. L’immagine che si è offerta al Paese è stata inevitabilmente quella delle istituzioni che sono state sequestrate dai privati, perché le scelte di governo, le cariche, i ruoli, le mansioni, le modalità di legiferare, avvengono tra soggetti privati che decidono sulla base di un loro capriccio personale -sorretto dai media- di andare ad occupare dei luoghi pubblici.
E veniamo quindi all’incontro tra Grillo e Renzi, incontro tra il leader che rappresenta le istanze di gran parte dell’elettorato italiano e un segretario di partito che non si sa nemmeno se e quanto rappresenti la base di quel partito.
Poiché gli italiani sono, oltre che spaesati, avviliti, depressi, stanchi, demoralizzati, immotivati, soprattutto addormentati, non hanno preso atto della gravità di ciò che sta avvenendo.
Il leader di M5S, facendosi carico delle istanze della base, comunica il suo punto di vista: “è inutile andare all’incontro, si tratta di una farsa” ma lancia un sondaggio il cui esito viene rispettato e allora va. Il tutto a Palazzo Chigi, luogo ormai completamente esautorato da ogni funzione di autorevolezza, dove si svolgono incontri tra soggetti privati.
C’è quindi l’incontro che Grillo gestisce sapendo che sta vivendo un paradosso e finisce come tutti sanno: a pesci in faccia. Meno male.
I poteri forti hanno sequestrato le istituzioni della Repubblica.
Hanno scelto e deciso di non rispettare la formalità della Legge.
Dicono notizie false, danno cifre false e bugiarde, e vengono smentiti dall’Europa.
Diffondono paura e terrore che aumentano la depressione sociale e la disperazione.
La mia parte interiore di sincero democratico e di grande amante del dialogo e della comunicazione con ogni tipo di interlocutore (sono uno che parla anche con i sassi) era a favore dell’incontro.
La stessa parte di sincero democratico è stata contentissima dell’esito: pesci in faccia da parte di chi ha vinto le elezioni ed è costretto a vedersela con un vero intruso nelle istituzioni.
Ci hanno sequestrato l’anima e vogliono anche trattare.
Hanno diffuso soltanto paura e terrore psichico.
A coloro che sono rimasti delusi perché si aspettavano da Grillo un armonico dialogo, non posso che dire: aveva ragione lui, si trattava di una farsa.
Io sono rimasto deluso da me stesso, per aver pensato che valesse la pena l’incontro.
Ho esagerato in ottimismo.
L’unica possibilità per le istituzioni italiane di dimostrare di non essere una società privata consiste nel prendere atto della situazione attuale e indire nuove elezioni politiche, immediatamente.
Avevano ragione Enrico Berlinguer e Francesco Cossiga: con i terroristi non c’è trattativa.
Mai, e per nessun motivo.
Chi non rispetta la Legge, è fuori dal sistema.”
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RIDIAMARO : – )

La micro satira di Alberto
Con 2 euro ormai ti compri solo un hamburger basico del Mac o un governo del Pd.
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Un giorno non lontano avremo nostalgia dei bei tempi in cui la benzina costava solo 2 € al litro e gli italiani potevano ancora votare.
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“L’uomo che fissava le capre”, storia di un cittadino davanti alla sede del PD.
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Gli Svizzeri continueranno ad accettare gli stranieri solo sotto forma cartacea
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Sentendo di ghigliottina applicata in Parlamento, per un attimo ci siamo illusi.
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Gli Italiani sono il popolo con la maggior varietà genetica d’Europa. Ci sono tutti i tipi possibili immaginabili di stronzi.
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Sono cominciati i saldi. Renzi è dato al 30%.
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Vivi in Italia e sei pieno di speranza? Prendi un confetto Falqui.
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C’è così tanta crisi che quest’anno nella grotta di Natale spunterà l’insegna: “Compro oro, incenso e mirra”
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L’Italia è una repubblica incostituzionalmente fondata sulla sua incostituzionalità.
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La luce in fondo al tunnel è stata spenta perché il governo Renzi non ha soldi per pagare la bolletta.
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Sono cintura nera di esame di coscienza.
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Doctor C
Renzi annuncia: “Una riforma al mese”.
Intanto siamo già a “una minchiata al giorno”.
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Cocosauro
Matteo Renzi diventa Presidente del Consiglio alla stessa età che aveva Benito Mussolini. Ed anche allora c’era il re.
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Progetto sbagliato
La minoranza PD inquieta, Cuperlo: “Adesso un confronto sui contenuti”. Adesso?
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Renzi si impegna a fare una riforma al mese. Come viene, viene.
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Guli1979
Sbagliato dire che il faccia a faccia tra Renzi e Baricco non ha dato esiti. Berlinguer e Calvino non si erano mai rivoltati contemporaneamente nella tomba;
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Rasù
“A marzo la riforma del lavoro, ad aprile quella della Pubblica amministrazione, a maggio il fisco”
… e a giugno, la prima base italiana su Marte…
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3civette
Renzi ultima carta per il paese. E durerà il doppio dei normali rotoli.
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Zip
Renzi promette una riforma al mese. Marzo diventerà Renzile.
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LuCerta
Renzi arriva alla Camera per le consultazioni e si perde nei corridoi di Montecitorio.
È quello che capita quando uno non distingue la destra dalla sx
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Stuki
dopo le riforme proverà con pani e pesci
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Renzi è quello che è arrivato dalla Merkel col cappotto abbottonato storto. Io ho imparato ad abbottonarlo dritto a 2 anni. Speriamo che coi pantaloni abbia più fortuna.

Pirata 21
Vista la frequenza della loro caduta, Napolitano affiderà ad una ditta esterna l’organizzazione dei prossimi giuramenti di governo.
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Maurizio
Artigiani e piccoli imprenditori minacciano Renzi. “Se non abbassi le tasse ti faremo nero”. Ma perché? Vi sembra rosso?
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Me the nutshel
Napolitano: “Ho troppe cose per la testa”. Tipo chi scegliere dopo Renzi.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1524 27-3-2014 GLI IPOCRITI

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I Farisei : la morte della sinistra – Gli eroi di ieri e i miserabili di oggi – Il Barca smascherato- Per chi confonde gli inciuci odierni con il compromesso storico e con l’eurocomunismo di Berlinguer – Il documentario di Veltroni e la parata delle maschere – L’estremo oltraggio: ma hanno celebrato Berlinguer o lo hanno seppellito? – L’intervista di Mentana a Grillo – Letta-Grillo, un appuntamento mancato- I due fallimenti di Renzi in Europa – L’attico di Renzi nel solito sistema di regali di cariche pubbliche agli amici degli amici

Ormai non eleggiamo più statisti ma ipocriti. Nel teatro greco ‘hypocritès’ erano gli attori, quelli che riassumevano in sé, pur non avendoli, sentimenti, passioni, emozioni.. che fingevano la realtà per dominare un pubblico di applauditori.

L’ipocrisia
Il corrotto è sempre innocente e per avvalorarlo meglio, celebra la santità.
L’ipocrisia è l’apripista della corruzione criminale.
Perché gli ingranaggi della corruzione non si inceppino, vano unti spesso con l’olio dell’ipocrisia
Il massimo dell’ipocrisia è vedere chi ha distorto il sistema processuale e penale parlare sulla salvaguardia dei corrotti e celebrare allo stesso tempo l’onestà.
Il massimo dell’ipocrisia è vedere chi si è sempre rifiutato di fare leggi anticorruzione e contro il conflitto di interessi che si riunisce per elogiare un Berlinguer, il cui spirito è stato ucciso.
Il massimo dell’ipocrisia è vedere un partito le cui radici erano a sinistra che si sintetizza in uno dei massimi campioni della destra filocapitalista contro la democrazia e la protezione della gente.
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Pasolini
Sei così ipocrita
che come l’ipocrisia ti avrà ucciso
sarai all’inferno
e ti crederai in paradiso.

FINANZA
Francesca
Una scimmia bendata che lancia freccette alle pagine finanziarie di un giornale potrebbe selezionare un portafoglio molto meglio di quanto potrebbe fare un team accuratamente selezionato da gestori professionisti” (Burton Malkiel, economista, 1973).
Questa tesi è stata anche confermata alcuni anni fa da in Italia da Tilly, un macaco di cinque anni e mezzo, a cui hanno fatto scegliere 5 titoli dell’indice S&P Mib. Risultato: il portafoglio del macaco in un mese ha doppiato la performance media dei fondi italiani.
Monkey batte Mondo 10 a zero!
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POLITICA
Quando un politico ha un’idea, quasi sempre è sbagliata.
Hanno eletto uno perché diceva che avrebbe fatto presto a fare le cose.
Ma “A che serve correre se sei sulla strada sbagliata?” (Proverbio tedesco)
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A proposito di politica… ci sarebbe qualcosa da mangiare?” Totò.

UN TETTO AI SUPERSTIPENDI
Matteo Renzi ha detto che vuole limitare i superstipendi dei manager statali. Moretti (ad di Ferrovie, 873mila euro l’anno,) si ribella: “Se mi tagliate lo stipendio, espatrio.” Ma di che ciancia Renzi?? Ma se lo sanno tutti che se toccano i superstipendi o le superliquidazioni scatta su la Consulta che dice che non si può, che è incostituzionale. E per forza! Gli stipendi dei giudici della Consulta sono incollati a quelli dei superpolitici e dei supermanager con l’Attak. Stanno su tutti insieme, vergognosamente insieme.
Quando tranciano il lavoro, la Consulta dorme. Quando tagliano lo stato sociale, la Consulta si gira del sonno. Quando stroncano le pensioni, la Consulta borbotta senza svegliarsi. Quando fanno un sistema elettorale incostituzionale, la Consulta ci mette 8 anni a dirlo. Quando fanno 300.000 esodati senza pensione e senza stipendio, la Consulta non se ne accorge. Ma se toccano i soldi degli amici della Casta saltano tutti su come canguri, Consulta compresa.
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Antonella B. : “Ma se è vero che il 10% della popolazione italiana detiene il 50% del patrimonio nazionale, non dovrebbe essere difficile tassare in modo mirato e congruo, con grande vantaggio per le casse dello Stato”.
Martinelli: “Molto più facile da dire che da fare! Il 10% che detiene il 50% è ovviamente la minoranza più ricca: e quindi anche la più influente e potente, che ha enormi mezzi per impedire che la propria ricchezza venga toccata”.

Oreste
Dati del 2012 (denari già pagati quindi da tempo), desunti da “la Fucina” :
Paolo Scaroni 6.400.000 (5 milioni di bonus)
Fulvio Conti 4.000.000 (2,5 milioni di bonus)
Pietro Tali.. 6.900.000 (comprensivo di buonuscita)
Giuseppe Recchi… 1.000.000
Flavio Cattaneo…. 2.350.000
Massimo Sarni…………..2.200.000(due cariche)
Giovanni Ialongo………….900.000
Mauro Moretti ……………. 873.000
Raffaele Pagnozzi…………336.000
Gianni Petrucci…………….194.000
Mauro Masi..……………….. 173.000
Andrea Monorchio……. 226.000
Domenico Arcuri………… 800.000
Pietro Ciucci………………..750.000
Massimo Garbini………… 503.000
Giuseppe Nucci…………. 570.000
Giuseppe Sala…………….. 428.000
Nando Pasquali………… 411.000
Maurizio Prato……….. 600.000
Maria Tarantola……. 140.000
Riccardo Mancini… …. 287.000
PierLuigi Borghini.. 129.000
Giov. De Gennaro……. .300.000
TOTALE furto…. 40.890.000.
E poi non hanno i soldi per la Sla, per il reddito di cittadinanza, per i terremotati, per gli alluvionati: aòòò non si fanno mancare nulla!

Nicola
…e sai chi è Domenico Arcuri (Mr. 800.000 euro)? Il marito di Myrta Merlino di “L’aria che Tira”, quella che un giorno si e l’altro pure attacca il M5S. Ha paura che la pacchia finisca.
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Chiaraluce
“Se il governo mi taglia lo stipendio (da 850mila euro l’anno, ndr) me ne vado”. Parola di Mauro Moretti. Ecco,quando uno se ne esce con una frase come questa, pensi non soltanto ai cervelli, ma pure agli intestini crassi in fuga verso l’estero.

Una foto getta un’ombra sulla Merkel

Tino Lissu
Cottarelli e Padoan (entrambi ex consulenti del FMI e curatori fallimentari) sono farabutti che tutelano gli interessi della BCE ed FMI che stanno massacrando l’Italia con ogni sorta di balzello e, alla faccia del risparmio degli italiani, vengono pure pagati con la “modica cifra” di 2.200 euro al giorno(vedi Cottarelli),”per curare” il fallimento della nostra povera Nazione. Questa è la dittatura finanziaria camuffata da democrazia responsabile della crisi che stiamo vivendo sulla nostra pelle.
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GLI EROI DI IERI E I MISERABILI DI OGGI
Viviana
Gli unici fari di virtù che ci sono rimasti sono grandi Italiani onesti morti: Berlinguer, Pertini, Gramsci, Matteotti, Falcone, Borsellino, il giudice ragazzino, don Diana, Peppino Impastato, il cardinal Martini, don Ersilio Tonini, Ambrosoli…
I corrotti uomini di potere attuali li uccidono due volte con le pagliacciate sulle loro tombe.
Non sanno di commettere un autogoal tremendo: la loro meschinità avvicinata alla grandezza di quelli li condanna senza ombra di riscatto ad un giudizio terribile davanti alla storia e a quella responsabilità verso questo paese, verso le loro coscienze, verso la storia tutta, verso quei valori che celebrano in quelle persone nel momento stesso in cui li tradiscono.
Ci chiediamo quale deriva tremenda ha avuto un’Italia che ha dato al mondo persone di tale grandezza e quali crimini morali e civili hanno commesso coloro che l’hanno portata nell’attuale squallore

AL TROLL
Guarda che celebrare la democrazia diretta vuol dire dare al pluralismo della gente il massimo dell’espansione col massimo della partecipazione, mentre oggi abbiamo il blocco compatto dei partiti tra di loro nel nome dell’interesse del potere per boicottare unito l’unica opposizione esistente, in nome di un sistema dove l’opposizione va diffamata, messa alla gogna, resa impossibilitata ad agire con le ghigliottine, le leggi ad personam, i media cortigiani, i troll diffamatori…
Guarda che io celebro la libertà e la democrazia da 72 anni e prima di essere una 5stelle ho lottato per gli stessi valori di adesso prima come persona di sx, poi quando la sx è stata da buttare, come no global e oggi come 5stelle…
Guarda che in 72 anni di campagne elettorali ne ho viste parecchie, ma non mi sono mai resa diversa da me stessa sia che fossi o non fossi in campagna elettorale, pensando sempre al bene di tutto e mettendomi sempre dalla parte dei deboli e dalla parte dei poveri e dalla parte degli sfruttati e dei perseguitati, a differenza di chi cambia bandiera secondo il proprio vantaggio secondo il potere del momento.
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DIRE IL CONTRARIO DI QUELLO CHE E’
Questi continui attacchi al M5S, che prendono a pretesto qualsiasi cosa e solo a fini calunniatori proprio nel tempo in cui assistiamo alle peggiori nefandezze politiche ha tanto l’aria di un tentativo perverso e fallimentare di distrazione politica di massa, ma non riesce e non riuscirà mai diventando un vero boomerang verso i partiti che lo alimentano.
Il sistema è orwelliano: dire il contrario di ciò che è, attaccare l’opposizione degli onesti con diffamazioni a manetta, nascondere la dittatura in atto accusando proprio il M5S di dittatura, e spergiurando sul culto della personalità di un famigerato ‘guru’ proprio quando il Pd ha votato senza e se senza ma qualunque aberrazione e tradimento elettorale e ora si accinge a riassumersi nel solo Renzi che già ha cominciato a costruire il proprio culto di personalità con un libro autoapologetico, peggio di Berlusconi, partendo addirittura dagli 8 anni e spingendo per mettere il proprio nome nel simbolo del Pd, mentre sta velocemente licenziando tutti gli avversari interni sostituendoli con propri cloni nel peggio sistema di protezione degli amici degli amici che si sia mai visto.

ESPULSI E INDAGATI DEL PD
Sottolineo l’ipocrisia del Pd che attacca i pochi espulsi del M5S, quando ha:
più di 400 indagati o condannati
e 519 espulsi per critiche ai capi
Davvero un quadro edificante di cui proprio gloriarsi!
Con dietro questi antecedenti, non resta loro che la diffamazione e la calunnia. Se dovessero parlare di ciò di cui possono gloriarsi, cadrebbero in un mutismo assoluto,
Ma provate a chiedere a questi indegni quale futuro pensano di costruire per il nostro Paese! La schiavitù totale sotto il capitalismo? La svendita di questo popolo e di tutti i suoi diritti? Una corruzione politica anche peggiore di quella di adesso? Il patto non più occulto ma alla luce del sole anche con mafia, camorra e massoneria, dopo aver fatto outing del patto ventennale con Berlusconi? Leggi che aboliscono l’opposizione, come ha tentato di fare il senatore Zanda? Il renzismo come sistema assoluto, con culto della personalità, legato al semipresidenzialismo? La distruzione di quel che resta della democrazia e della Costituzione? Ditelo una volta per tutte dove volete arrivare!!!

I FARISEI
Gli ipocriti sono gli attuali Farisei. Il termine ‘Fariseo’ vuol dire ‘separato’. I Farisei furono quelli che assieme ai gran sacerdoti condannarono il Cristo, perché criticava i loro costumi ed essi non volevano alcuna critica o opposizione. Oggi i Farisei sono i capi del Pd che si sono separati dai cittadini, dalla gente, dai valori comuni e non tollerano critiche e opposizioni al loro operato.
Nel linguaggio comune, ‘giustizia’ significa ‘dare a ciascuno il suo’. Negli anni d’oro della politica questo significò per alcune forze politiche farsi portavoce dei diritti e del futuro dei poveri, degli sfruttati e dei deboli per portare avanti battaglie di grande civiltà. Il PCI realizzò la Costituzione democratica, lo stato sociale, i diritti del lavoro, il suffragio universale, il riscatto delle donne, il sindacato, lo statuto dei lavoratori, l’avanzamento della democrazia… In questi anni di profonda ingiustizia, tutto questo si è rovesciato.
I disvalori che questi eredi portano avanti ora sono solo il potere, il denaro, la difesa dei corrotti, l’omertà spudorata, la distruzione di due secoli di lotte sociali e civili.
Ma dov’è mai, oggi, la sinistra?

PINTOR (2003): “La sinistra italiana che conoscevamo è morta. Non lo ammettiamo perché siamo arrivati a un punto in cui queste cose non si ammettono. Possiamo sempre consolarci con finte elezioni o scene rumorose. Ma la sinistra, margherita secca o quercia rotta o univo senza tronco (o oggi partito di destra e subalterna alla Bce e al FM) è fuori scena. Non sono una opposizione e una alternativa e nemmeno una alternanza. hanno raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra, ma al suo punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno“.

IL BARCA SMASCHERATO
Per sapere cosa pensano davvero questi politici, bisogna intercettarli. Barca che credeva di parlare a Vendola nella telefonata taroccata della Zanzara si confessa:
“Mi hanno cercato per fare il ministro. Una pressione continua. Ho detto di no. Non posso vendermi. Poi è iniziata la sarabanda del paròn della Repubblica…non si rende conto che io più vedo un imprenditore dietro un’operazione politica, più ho conferma di tutte le mie preoccupazioni. Un imprenditore che si fa sentire! Parlo del padrone della Repubblica, con un forcing diretto di sms, attraverso un suo giornalista, con una cosa che hanno lanciato sul sito ‘chi vorresti come ministro dell’Economia’ dove ho metà dei consensi. Questi sono i metodi. Legittimi, per carità. Questo è il modo di forzare, di scegliere, di discutere. Non una volta chiedendomi: ma se lo fai cosa fai? Se io dico che voglio fare una patrimoniale da 400 miliardi di euro, cosa che secondo me va fatta, tu cosa rispondi? Mi dici che va bene? Il padrone di “Repubblica” De Benedetti mi vuole a tutti i costi con Renzi. Non gli importa delle mie idee, ma solo che vada lì. È lui che sta dietro Renzi, e questo fa paura. Per questo usa giornalisti, usa sondaggi, usa tutto. Non c’è un’idea, c’è un livello di avventurismo. Non essendoci un’idea, siamo agli slogan. Questo mi rattrista, sono preoccupatissimo perché vedo uno sfarinamento veramente impressionante. Ho rifiutato secco. Attraverso la Annunziata mi è arrivato un messaggio: ma se ti chiama il presidente? Ho dovuto mandare un sms scritto così: ‘vi prego di non farmi arrivare nessuna telefonata. Il Pd è sfarinato. Nella confusione emerge solo lo strapotere di De Benedetti.
Sono colpito dall’insistenza, segno della loro confusione e disperazione. Renzi è un politicante fuori di testa, non gli importano idee, ma solo la copertura a sinistra che dovrei dargli. Non si ha idea entrando nel governo, di cosa fai. C’è anche una questione di rapporti di fiducia. Io penso che in tutta questa vicenda oltre alla irresponsabilità politica, ci sia anche un elemento disumanizzante. Tutto questo è avvenuto con irresponsabilità e dei modi, con un livello di personalismo, con un passaggio all’io…una decadenza dell’umano, la disumanizzazione della politica.”

PER CHI CONFONDE I FATTI ODIERNI COL COMPROMESSO STORICO E CON L’EUROCOMUNISMO DI BERLINGUER
Viviana Vivarelli

L’eurocomunismo, o meglio il neocomunismo, era un’idea di Berlinguer che voleva unire i comunismi di Italia, Spagna e Francia a partire dal 1975 e non aveva niente a che fare con l’idea attuale della Bce e del Fm di sistema bancario e finanziario che prevaricano gli Stati nazionali, indicava uno svincolamento dall’ortodossia da Mosca per una visione nazionale più fluida dei vari comunismi. Per Berlinguer era un termine generico per indicare certe convergenze tra i comunismi di tre paesi che avevano pieno diritto di costruire il socialismo a casa propria come volevano. Berlinguer affermava (cosa che fu un insulto per l’Unione sovietica) che il comunismo di ogni Paese doveva essere libero di svilupparsi in autonomia secondo le proprie caratteristiche. Come si fa a collegate tale idea con l’Unione europea?
E’ demenziale e criminale confrontare il compromesso storico negli anni ’70 tra Berlinguer e Moro col patto attuale tra Berlusconi e il Pd. Le condizioni, le persone e gli scopi sono totalmente diversi e chi lo fa mente sapendo di mentire e scaglia diffamazioni gratuite.
Per 20 anni la DC aveva escluso il PCI dal governo. E Berlinguer non spinse il suo partito ad un patto associativo come l’attuale e tanto meno ne fece una cosa occulta, frodando la legge e la buona fede degli elettori. Non solo si voleva allargare il governo alle forze di sx, impedendo l’assolutismo dispotico della DC, ma si voleva interrompere l’involuzione autoritaria della DC peggiore e chiudere la sanguinosa strategia della tensione che oggi proprio non esiste. Il compromesso fu fatto nell’interesse del Paese e non per fregare il Paese e incrementare gli interessi illeciti di alcuni.
Erano gli anni del golpe cileno degli USA contro Allende, ma Craxi e i socialisti avversarono il compromesso credendo che la sx potesse andare al potere da sola, come poi fu. Moro e Zaccagnini approvarono il progetto, mentre USA, Andreotti e la sx radicale lo avversarono. Anche qui le differenze sono enormi, perché oggi la sx radicale parlamentare accetta tutto quello che viene deciso dal Pd, gli USA hanno imparato che in Italia i simboli di partito non contano nulla e le loro banche di affari oggi dettano l’agenda tramite Napolitano, uno che non porta più alcuna traccia di sx. Nel ‘76 si ebbe un governo DC che aveva l’appoggio ‘esterno’ del PCI, nulla del miscuglio di interessi poltronistici e bancari di oggi.
Il giorno prima del dibattito sul compromesso del governo Andreotti, le br rapirono Moro. Oggi non ci sono br né personaggi simili a Moro. Gli stessi elettori sono ormai assuefatti al peggio e arrivano a votare un Renzi ultraliberista succube della finanza internazionale e del Fondo Monetario che non è altri che il braccio esecutivo del capitalismo americano. Col rapimento, il tentativo di aprire il governo alla sx abortì. Berlinguer tentò per 8 anni di proporre il compromesso storico “per la salvezza nazionale.” Ma questi di ora lo hanno usato occultamente per la salvezza delle loro poltrone e per affari bancari e societari molti sporchi. Moro cercava l’accordo e la mediazione, questi di adesso cercano il carrierismo e il potere. Allora c’era gente contraria ad ogni personalismo della politica e ad ogni culto della personalità. Oggi abbiamo un Berlusconi proprietario del partito che centralizza su di sé il partito stesso e un Pd ostaggio di Renzi, che ripropone il culto della personalità e un semipresidenzialismo con bavagli alla democrazia, abolendo il Senato, deprimendo la funzione della Camera, lasciando inalterato il sistema delle nomine dall’alto, persistendo nel sistema delle nomine agli amici e del voto di scambio, rovesciando tutti i valori della sx vera e azzerando il partito e gli elettori in un se stesso di cui fa l’apologia già con un libro che lo esalta dagli 8 ai 38 anni e il proposito di cancellare il Pd mettendo al posto del suo simbolo il suo nome.

Ivo
“Beh, ok ragazzi, il film lo abbiamo visto, le celebrazioni le abbiamo fatte, il Pdr lo abbiamo salutato. Possiamo tranquillamente tornare a rubare”.

UN DOCUMENTARIO SU BERLINGUER a 30 anni dalla morte

Un parterre de rois a vederlo alla prima. Tra gli ipocriti presenti: Napolitano, Grasso e Marino, Andrea Orlando, Franceschini, Maria Anna Madia, Maria Elena Boschi, Graziano Delrio, Letta e Bersani, Rosy Bindi, Epifani, Fassino, Occhetto, Bertinotti, Vendola, Giuliano Amato e la Camusso, persino Confalonieri. Non ho capito se lo hanno celebrato o lo hanno sotterrato.
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Giorgio Riparbelli
Berlinguer e il suo partito di lavoratori (e alleati), non era solo l’alfiere della separazione tra Stato e partiti. Degli stipendi modulati sulla base del popolo che si rappresenta, nel partito, nelle istituzioni, nel management. Da contrapporre a questi craxiani nel cuore; che assistevano al film. Era soprattutto il portatore di una visione e di un progetto che lo sviluppo stesso delle cose del mondo ha posto come bivio. Donna e uomo come fine e non come mezzi al profitto; uso sobrio e più soddisfacente delle risorse in un mondo finito; serietà nello studio, nell’innovazione, nel lavoro; promozione degli ultimi e dei meritevoli; cooperazione contro competizione; nuovo ordine in un mondo ingiusto; pace contro la guerra. I notabili in auto blu e impaludata alla visione del film sono “l’omaggio del vizio alla virtù”. La mutazione genetica. L’esatto contrario dei punti di Berlinguer.
La visione nazionale e internazionale del suo mondo era la ragione e il cuore del Segretario Generale e del suo partito di massa. E’ stata fatta cadere quando l’Italia ne aveva più bisogno. Il suo abbandono è la miseria senza alternative, che è sotto gli occhi di tutti. Ma la sua visione va fatta rivivere senza esitazione da energie nuove, non corrotte, e a livello di massa!

L’ESTREMO OLTRAGGIO
Marco Travaglio

Lasciamo da parte l’idea malsana di sporcare un bel film come ‘Quando c’era Berlinguer’ chiamando a battezzarlo gente come Letta, Confalonieri e Romiti: la grande soirèe era per Uolter un certificato di esistenza in vita, e possiamo pure perdonargliela. Concentriamoci invece su certi invitati che hanno voluttuosamente risposto alla sua cartolina precetto, in uno sfacciato sfrecciare di autoblu. Per quanto eticamente discutibili, si tratta di persone intelligenti e di prim’ordine, non assimilabili al demi-monde froufrou della Roma godona che si mette in posa davanti ai paparazzi e si pavoneggia a favore di telecamera per piazzare la faccia e il nome sui giornali. Ma che gli dice il cervello?
Ci vorrebbe un sondino nella materia cerebrale di questa gente per scoprire cosa passava loro per la testa mentre sullo schermo sfilavano le immagini e soprattutto le parole del segretario comunista. Parole di etica, onestà, pulizia, frugalità, rigore, intransigenza, passioni, ideali magari sbagliati o superati ma pur sempre nobili, sinceri e vissuti. Possibile che nessuno dei presenti ne sia rimasto colpito a morte, trasformandosi– come ai bei tempi dell’Antico Testamento – in una statua di sale? Possibile che nessuno si sia domandato: ma che mi direbbe Berlinguer se mi incontrasse oggi? Possibile che nessuno si sia sentito fuori posto o abbia avvertito l’irrefrenabile pulsione di profittare del buio in sala per scivolare via strisciando? Cosa pensava Romiti, noto per una condanna definitiva per finanziamento illecito ai partiti e falso in bilancio, di fronte al politico-simbolo della “questione morale”? Quali pensieri attraversavano la mente di Letta e Confalonieri, dopo un’intera vita trascorsa accanto a Berlusconi, che è la più plateale antitesi dell’ex segretario del Pci? Già nel 1975 Confalonieri pranzava ad Arcore con Mangano e Dell’Utri: ma che ci fa uno così alla prima del film su Berlinguer? Letta Zio fu beccato la prima volta nel 1980 per i fondi neri dell’Iri, proseguì con le tangenti (amnistiate) al Psdi (“La somma fu da me introdotta in una busta e consegnata tramite fattorino”), e avanti così, pappa e ciccia con i Bisignani, i Pollari, i Bertolaso: ma che c’entra con Berlinguer? Giuliano Amato era il braccio destro di quel Craxi che Berlinguer chiamava “il gangster”, mentre metà del Pci (i “miglioristi”, detti talvolta “piglioristi” per le loro arti prensili) moriva dalla voglia di cadere nelle sue braccia. Quando Berlinguer morì, squarciato dall’ictus al comizio di Padova, era reduce da uno scontro all’arma bianca con Napolitano, ovviamente ostile alle sue battaglie sulla questione morale e sulla scala mobile. Tant’è che, come rivelò Macaluso, “quando Berlinguer morì, Napolitano aveva in tasca la lettera di dimissioni da capogruppo. Mai recapitata”. Naturalmente anche Napolitano era presente alla première, molto “commosso”, così come uno stuolo di ex comunisti che hanno passato gli ultimi vent’anni a rinnegare e a tradire la questione morale inciuciando col Caimano. Berlinguer morì da uomo solo, isolato e sconfitto: dai suoi e dagli altri, che avevano già orientato le vele al vento “nuovo” del craxismo e poi della sua malattia senile: il berlusconismo. E ora tutti i craxiani e i berlusconiani di destra, di centro (c’era pure Quagliariello) e di sx vanno a piangere con la lacrima retrattile sulla sua tomba, anzi sui titoli di testa e di coda. L’estremo oltraggio camuffato da omaggio. L’altro giorno papa Francesco ha detto, con la sua disarmante semplicità: “Tutti questi preti e suore su quei macchinoni! Ma non si può!”. Ecco, il “non si può” vale forse – da qualche mese – in Vaticano. In Italia no, in Italia si può tutto. Yes we can. Anzi, sepoffà.

SBAGLIARE E’ UMANO
Viviana

Ognuno di noi può sbagliare nel corso della sua vita e in genere la vita di ognuno è costellata di errori. Si sbaglia per tanti motivi: per inesperienza giovanile, per facili illusioni, per plagio, per disinformazione, per ignoranza, per l’oscurità ipnotica dei media, per cattivi consiglieri, a volte purtroppo anche per bisogno, per miseria, un posto di lavoro, una speranza di sopravvivenza o brutalmente per fare soldi o carriera e far stare meglio noi o la nostra famiglia. Ma ognuno di noi dovrebbe avere il valore della coerenza, ed esso consiste nel costruirsi, faticosamente ma costantemente, degli scopo per cui non solo noi dovremmo vivere ma che potrebbero essere validi per tutti. E quegli scopi sono validi e da ricercare sempre, attraverso tutti i possibili errori, che comportano anche l’assenteismo dal voto o votare partiti che poi ci deludono e che col senno del poi non avremmo dovuto votare mai. Dovremmo scegliere solo quelle cose che hanno un carattere di universalità (il regno dei fini, come lo chiamava Kant), se cercano qualcosa che supera la nostra stretta persona e i nostri privati interessi, se possono valere per tutti e il progresso del nostro Paese.
Berlinguer questi valori li aveva e li viveva e ne dava testimonianza con la sua vita personale. Questi di ora: NO.

Blogger
Il Pd santifica Berlinguer, morto 30 anni fa. Tutti a vedere in auto blu il film di Veltroni. Una pellicola che rilancia il mito del Berlinguer santino e dunque sfugge e svicola dal duro compito di fare i conti con l’eredità berlingueriana. Soprattutto con la questione morale. La giovane vestale renziana Maria Elena Boschi è la perfetta rappresentazione di questa nuova doppiezza. Prima celebra la questione morale, poi di fronte alle domande sui quattro impresentabili del Pd al governo (Barracciu, Bubbico, Del Basso De Caro, De Filippo, senza dimenticare la richiesta d’arresto per Francantonio Genovese) scappa. Oggi Renzi e Napolitano sono la perfetta antitesi di Berlinguer.
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« La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. »
(Enrico Berlinguer, da un’intervista a la Repubblica del 28 luglio 1981)

Dal monologo finale del film “Viva l’Italia”

Io ho un problema: non riesco più a dire bugie. Anche oggi stanno facendo cose grosse senza chiedervi il permesso, e voi che fate? State zitti. E allora voglio dirvi una cosa: per conservare la vostra identità come cittadini in questo Paese, dovete pretendere di inserire un nuovo articolo nella Costituzione, l’articolo 140, che dice “Tutti i cittadini hanno diritto di conoscere la verità. Eh, certo,io sono 40 anni che faccio questo lavoro e la verità, e chi l’ha mai detta? Io mi son sempre aggiustato gli affari miei, assieme a quei galantuomini dei miei colleghi, a quegli ipocriti dei miei avversari, che poi qui da noi, essere furbi è quasi un merito, e la gente ti invidia pure. Insomma, si sceglie il meno peggio, ecco, e lo si porta ad esempio come se non ci potesse essere strada migliore, come se ci fosse solo una possibilità. Ma insomma come si fa per esempio a invidiare uno come me che ha parlato sempre di valore, di famiglia e non ha mai rispettato la moglie! Uno che ha collaborato a costruire un Paese dove ci sono persone che avrebbero diritto a un lavoro, ma sono costrette a trovarlo all’estero questo lavoro. Altre che non ce l’hanno proprio un lavoro, altri giovani che non hanno manco i soldi per andare a cercare un lavoro all’estero e sono sottopagati, sono sfruttati, con il timore di essere licenziati da un momento all’altro, con la paura che non vedranno mai uno straccio di pensione. Ragazzi, ricordatevi, siete ancora in tempo per cambiare le cose, perché siete proprio voi che state andando a votare. Che è meglio pensare, che credere. È meglio scegliere, facendo sacrifici piuttosto che fregarsene, fare gli indifferenti, credetemi. Perché se ci sono contrasti, significa che ci sono idee, e se le idee sono tante, diverse, allora si, c’è la democrazia. Però attenzione, a noi ci dovete fare pelo e contropelo, prima di darci una poltrona in Parlamento e una pensione a vita, perché in questi anni veramente eh, abbiamo votato gente che ha avuto a che fare con mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita e compagnia cantando, e qualcuno lo sapeva e l’ha votato! Beh, adesso s’è deciso da quest’anno che dobbiamo pensarla tutti, più o meno, allo stesso modo, e dobbiamo stare tutti sulla stessa barca. Però io su questa barca non ci voglio salire. . Io non so adesso se questo articolo 140 verrà mai scritto nella Costituzione, ma per quanto mi riguarda il diritto alla verità per me è già in vigore. Lo sto imparando io, lo stanno imparando anche i miei figli. E spero che piano piano lo imparerete anche voi.

Sergio Ics
Dopo una lista interminabile di personaggi mentitori, corrotti, viziosi, collusi e trasversalmente impastati… con tutti i giochi di palazzo, gli intrallazzi nelle amministrazioni da locali a ministeriali, governatori inquisiti, filo-trans-cocainomani, tesorieri furbacchioni, ministri raccomandati da potenti, ex governatori rinviati a giudizio.. Ville con terreni come praterie ,barche a vela, case a Manahttan, leggi ad personam, ad castam..Prescritti e pregiudicati..Cattocomunisti, voltagiubba.. Conflitti d’interesse, nepotismi, clientele e voti di scambio.. Protettori del gioco d’azzardo, di scudi fiscali, di fondazioni dove circolano mazzette tout court, banche e finanziarie fallimentari.. Dopo tutto ció, Il popolo piddino, clientelato, con il suo miserabile orticello dove semina finocchi e raccoglie piante d’ipocrisia.. Non soltanto si consola con le grande glorie del passato.. Non soltanto le grandi glorie hanno i loro figli direttori dei TG pubblici incollati alla poltrona senza aver fatto mai niente di meritevole..Addirittura usano Berlinguer per passare il COLPO DI SPUGNA su tutte le nefandezze che sono riusciti a causare da trent´anni a questa parte…
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Peppino1970
Ho seguito i funerali di Berlinguer con mio padre, avevo 16 anni. Lui è morto un anno fa con la tessera del partito in una tasca e quella CGIL nell’altra. Le ha avute tutte dal PCI (orgogliosamente con l’unità sotto braccio quando l’edicolante ti guardava storto) sino a quella del PD. Nel PD di oggi non è rimasto nulla dei valori sinistra: solidarietà, lavoro, onestà, partecipazione democratica. I D’alema e i Veltroni hanno permesso e accompagnato la distruzione della sinistra. Col governo Monti si è toccato il punto più basso della lotta ai lavoratori (dove era la CGIL?). Vedere oggi Napolitano (coetaneo di mio padre) che manovra per l’acquisto degli F35 mentre la gente non arriva a fine mese è forse la ciliegina sulla torta della omologazione di un partito e di una idea che erano (o credevano di essere) diversi.

Marika
Ma di quale sinistra parlano quelli del PD? Hanno votato la riforma Fornero, appoggiato tutte le missioni di guerra (Afghanistan…), sostenuto il governo Monti con i disastri sociali evidenti, hanno resuscitato B., governano insieme alla destra, vogliono fare con Renzi la riforma del lavoro per distruggere quello che rimane delle conquiste dei nostri padri nel dopoguerra!
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Berlinguer
“Noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni..”

Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata..” Berlinguer
Dopo 30 anni di politici alla Ballarò, di venditori di pentole, di ladri, mafiosi, dipendenti, ruffiani, poltronisti, etc sembra impossibile pensare che un Politico vero si esprime cosi
Sono queste idee che hanno fatto di me un uomo di Sinistra.
Aspirare ad un futuro migliore con i piedi ben piantati per terra. Migliorarsi non come semplici individui, ma come Nazione.
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Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell’economia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che l’iniziativa individuale sia insostituibile, che l’impresa privata abbia un suo spazio e conservi un suo ruolo importante. Ma siamo convinti che tutte queste realtà, dentro le forme capitalistiche -e soprattutto, oggi, sotto la cappa di piombo del sistema imperniato sulla DC- non funzionano più, e che quindi si possa e si debba discutere in qual modo superare il capitalismo inteso come meccanismo, come sistema, giacché esso, oggi, sta creando masse crescenti di disoccupati, di emarginati, di sfruttati. Sta qui, al fondo, la causa non solo dell’attuale crisi economica, ma di fenomeni di barbarie, del diffondersi della droga, del rifiuto del lavoro, della sfiducia, della noia, della disperazione“. (1981)
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NordholzHoya
Disprezzo chi ha privato la sx di se stessa
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Viviana
In 20 anni non sono stati capaci di fare una legge sul conflitto di interessi
Non sono stati capaci di fare una legge sull’anticorruzione
Non sono stati capaci di difendere i valori nazionali e la sovranità popolare dall’arbitrio assassino dei grandi magnati internazionali.
di epurare i delinquenti dai vertici delle istituzioni e dalle liste elettorali
di realizzare la Costituzione e concretizzare la democrazia
di onorare i valori e i principi di una ideologia che voleva la lotta al capitalismo e il riscatto del proletariato
di rendere Stato un mondo di valori nati per difendere i deboli dagli abusi dei potenti e per moderare l’avidità degli squali
di tenere se stessi all’altezza dei padri del socialismo iniziale e di onorare quelli che sono morti per liberare questo Paese dall’oppressione nazifascista
o di tenere se stessi all’altezza di qualsiasi persona onesta e attenta al bene comune, di qualsiasi uomo o donna che abbia passioni civili e rispetto democratico.
La deriva da quello che nacque come movimento di liberazione delle masse dall’oppressione del capitale sfocia nel Pd attuale, diventato il cane da guardia del capitale e il primo oppressore delle masse.
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Beppe Grillo intervistato da Mentana

http://www.la7.it/speciali-mentana/rivedila7/bersaglio-mobile-22-03-2014-128778

http://www.beppegrillo.it/2014/03/beppe_grillo_intervistato_da_mentana_-_lanteprima.html

Grillo in 4 anni ha smontato il gigantesco apparato di potere finanziario del capitalismo, anzi del turbocapitalismo, a cui si deve l’oppressione dei popoli, la crisi, lo strapotere delle banche, la divisione angoscioso del mondo tra poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, i trucchi delle banche e delle borse, l’inquinamento del globo, … le morti e le malattie inutili…Ha fatto questo enorme lavoro con l’aiuto di economisti, politici, premi Nobel, specialisti di ogni disciplina. Ha compiuto assieme a loro un enorme lavoro di informazione in cui i suoi lettori sono cresciuti in conoscenza, idealità, senso della democrazia, costituzionalismo, passione civile.. Nessun partito ha mai fatto negli ultimi 20 anni un lavoro pedagogico minimamente pari al suo.
Soprattutto ha reso a molti Italiana la dignità e il coraggio, il senso di appartenere a una comunità, il dovere di partecipate a un lavoro comune.
La rivoluzione culturale che ha ottenuto è gigantesca.
E solo dei faziosi scervellati possono non vedere l’opportunismo dei servi di partito e le passioni ideali dei 5stelle. La differenza ormai tra le due Italie è innegabile e senza possibile confronto.
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Viviana

quando le tue idee si diffondono
quando fanno nascere idee anche migliori delle tue
quando promuovono una vera rinascita morale e culturale in una parte del Paese che vuole uscire dl gorgo della corruzione, del tradimento dei cittadini, del rinnegamento degli ideali, del calpestamento dei valori
quando una nuova speranza di libertà, di onestà, di democrazia, cominciano a diffondersi per il paese
quando sempre più gente dice “basta” al disordine, alla corruzione, all’egoismo, agli intrallazzi..
io non credo si possa parlare di sconfitta
ma stiamo assistendo a una nuova e magnifica vittoria
non la vittoria di un partito o di una coalizione
ma la vittoria di uomini che stanno riscattando se stessi.

LETTA-GRILLO, UN APPUNTAMENTO MANCATO
Viviana Vivarelli

Grillo dice, nell’intervista, che lui e Casaleggio erano stati invitati a pranzo dall’ambasciatore inglese a Roma, ma, arrivati là, hanno scoperto che l’incontro prevedeva anche Letta, e questo un mese prima che Bersani fosse eliminato e Letta messo al suo posto. Evidentemente in USA qualcuno voleva sapere se anche questo M5S era disposto a un inciucio di governo negli interessi americani, ma, ovviamente, questa nomina preventiva riduce a barzelletta quando cosa si possa dire sulla democrazia italiana. Quando il tuo capo di governo lo decide una potenza straniera, la democrazia è ormai defunta. L’ambasciatore si è scusato debolmente dicendo che c’era stata una confusione nella sua agenda che aveva messo insieme due appuntamenti diversi, ma ovviamente la scusa non tiene. Grillo e Casaleggio si sono irritati per la mancanza di onestà e se ne sono andati. Ma immaginatevi cosa sarebbe successo se avessero accettato l’incontro, Letta fosse salito al governo e la cosa si fosse risaputa, con quale voluttà i media italiani avrebbero parlato di inciucio occulto e di Grillo che tradiva il suo Movimento e mentre dichiarava che con il Pd non si sarebbe mai alleato, al contrario, nascostamente tramava con Letta! Invece così il giochino è fallito. Ma sono grotteschi i pdini che vogliono ancora credere a questa buffonata.
Nemmeno di fronte all’evidenza dai fatti, nemmeno di fronte all’irreversibile crisi italiana, nemmeno di fronte ai tagli disumani che un cinico Cottarelli minaccia a sanità, scuola, occupazione, servizi, pensioni… chi vive faziosamente solo per odiare riesce ad ammettere che la classe politica più corrotta d’Europa ci ha venduti e rovinati e non ha la minima idea di come fare a riparare al male fatto.
Nemmeno in queste condizioni di disonore, di caduta civile, di mancanza di democrazia, di distruzione integrale dell’economia e dei diritti di questo Paese, alcuni riescono a smettere di idolatrare persone vacue e pericolose come Renzi o Berlusconi o Salvini per riconoscere nei loro partiti i distruttori dell’Italia e nel desiderare pulizia e rinascita per questo disgraziato Paese.
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Come disse una profezia di papa Giovanni “Tutto sarà svelato, tutto verrà alla luce, e a quel punto i giusti capiranno e i ciechi si rifiuteranno di vedere“.
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Sull’intervista

VV
E’ stato un vero grandissimo piacere. Grillo è stato più fantastico di quello che mi aspettavo. E’ talmente diverso da qualsiasi obsoleto e corrotto politico da sembrare la creatura di un mondo nuovo. Ogni sua frase schiacciava in modo stringente le migliaia di post di troll che ripetono attacchi ossessivi quanto farneticanti contro di lui.
Quando l’ora bellissima è finita, mi sono accorta che avevo sorriso tutto il tempo.
Ip ip urrà per Beppe! Si apre la primavera e Beppe apre la campagna di voto europea con un’ora densissima di argomenti e rovente di passione politica. Ora,volenti e nolenti,i capipartito saranno obbligati ad esporsi sugli stessi argomenti e, se slitteranno, dovranno dare conto di quello che hanno ignorato.
Per quanto si sia a poche settimane dal voto, i media hanno bellamente ignorato i pesi che ci butteranno in una ulteriore rovina: pareggio di bilancio, fiscal compact, mancanza di ripresa, assenza di progetti energetici a lungo termine, restringimento della democrazia popolare e annientamento di quella nazionale, sudditanza alla Merkel, alla Bce e al Fondo Monetario, manovre estere di diktat sulla politica italiana, interessi usurai del sistema bancario e finanziario… Questi punti Grillo li ha toccati tutti e lo ha fatto dopo che il neo premier Renzi è stato 2 volte in Europa e 2 volte non ha fatto parola di queste stesse cose. Barroso e gli altri capoccia temevano fortemente che l’Italia avrebbe contestato quella austerity che ci manda a fondo e specialmente quei 50 miliardi l’anno per 20 anni che il mancato sviluppo e lo sforamento del 3% ci costringeranno a pagare, hanno tutti una paura boia che i governi sfiancati dall’austerity si ribellino con posizioni euroscettiche che manderebbero all’aria la baracca dell’euro, ma Renzi li ha tranquillizzati, e per loro deve essere stato un vero sollievo perché ‘il pupazzo’, come lo chiama Grillo, non ha toccato uno solo dei punti forti e si è limitato a frasi ad effetto totalmente vuote di significato, e davanti ai numeri le smarronate di un vinto sono risultate grottesche e ‘impressionanti’, come giustamente ha detto la Merkel, perché immotivate e ridicole (ma ‘impressionanti’ lo aveva detto anche a Monti e Letta).
Giustamente Squinzi, capo di Confindustria, che accompagnava il premier è rimasto perplesso e ha valutato ‘la gita’ di Renzi in Europa un totale fallimento. Gli è arrivata la risposta piccata di Renzi che pensa, avendo messo Squinzi a pranzo con imprenditori tedeschi, di aver risolto in un amen la gravissima crisi italiana.
Le smarronate di Renzi non surrogate da fatti aumentano il senso di incredulità su questo politico superficiale, infantile, smargiasso e totalmente privo di affidabilità che pensa solo alla sua carriera personale.
Il 25 maggio voteremo per le europee e ancora non si vede uno straccio di programma elettorale dei partiti; essi, ora, sono diventati 200. Avanti!
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Uno dei punti che sarà giudicato più controverso nell’intervista di Grillo è la distinzione tra democrazia organizzata nella legalità e democrazia di piazza disorganizzata ed eventualmente infiltrata e manovrata da potenze straniere o da minoranze interne faziose e violente. Pur essendo questo uno degli argomenti più usati finora dalla sx radicale, la distinzione susciterà polemiche stizzose e non è facile da affrontare.
E’ indubbio che sin dall’inizio Grillo ha voluto dare al Movimento un crisma di legalità, contro le accuse aberranti (si pensi solo a Scalfari e alla Boldrini) che fosse anarcoide, formato da terroristi e stupratori, antidemocratico e fascista, piazzaiolo e barbarico.
La distinzione ha certo l’intento di rassicurare i legalitari europei che il M5S non ha niente a che fare con una rivolta piazzaiola o terroristica ma esalta la democrazia all’interno della legalità e vuole usare le stesse modalità democratiche per allargarla.
D’altro canto Grillo avrebbe fatto meglio a non citare Ucraina ed Egitto, perché è vero che la piazza può essere manovrata faziosamente ma non si può parlare di marcia legale della democrazia là dove i centri di potere sopprimono l’informazione e gli avversari politici, come hanno fatto Putin o Gheddafi, dove non c’è posto per il rispetto dei partiti o dell’opposizione, dove si uccide la manifestazione corretta della libertà popolare o l’eletto di turno rovescia il tavolo dei diritti che aveva promesso di rispettare in nuove forme di dittatura. La posizione di Grillo, mentre esalta il Movimento italiano come legalitario e corretto, fa torto a quegli altri movimenti (come quello americano o spagnolo) che non hanno trovato un leader né uno sbocco di Movimento politico o partito ma che nondimeno hanno un loro valore e una loro autenticità.
Questo non piacerà a questi combattenti, mentre avrebbero potuto alimentare quel gruppo europeo a cui Grillo dice di volersi apparentare per analogie di scopi.
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In un’ora, nemmeno col fiume di parole di un bravissimo Grillo si potrebbe esaurire l’infinità di argomenti che sono stati discussi nei meet up, sul blog e in parlamento in questi anni e che hanno suscitato un’ondata di interessi nel paese associandosi anche alla contestazione durissimo contro l’Ue che sta dilagando in Europa, coinvolgendo sempre più Paese e la stessa Germania.
Capisco che, per chi ha dietro il deserto ideale dei partiti, questo desti molta noia, soprattutto se è sente che si trova a difendere tipi come Berlusconi, Maroni, Salvini, Alfano o le balle mediatiche di un Renzi che rinnega ogni cosa che dice un momento dopo averla detta.
Da una parte abbiamo un nuovissimo Movimento popolare pieno di ideali e passione, con una analisi a 360° sui meccanismi di potere delle lobby bancarie e finanziarie e che si serve della competenza dei premi Nobel mondiali, dall’altra un Pd che è ridotto a usare un venditore di pentole che il programma se lo fa fare dal programmatore di Berlusconi, che ha l’intenzione di non toccare nessuno degli attuali poteri costituiti, che è pronto a qualunque cosa per il proprio carrierismo e userà col massimo cinismo la distruzione dello stato sociale, dei diritti del lavoro, dei salari e delle pensioni. Intanto già 235 deputati del parlamento europeo sono antieuro, e si tratta di un terzo dei 751 deputati europei, il gruppo politico più numeroso dell’assemblea

Paolo Roberto Dagnino
(Ogni giorno arrivano nuove denunce a politici: turbativa d’asta, corruzione, furto di denaro pubblico, note spese gonfiate, danno erariale, truffa ai danni dello Stato, falso, collusione col crimine organizzato, peculato, inquinamento ambientale..)
Ormai distinguere tra criminalità e casta è sempre più difficile. Un po’ come distinguere il PD da FI.
I lavori per infrastrutture e grandi opere sono un pozzo di San Patrizio alimentato dai Cittadini Italiani ed Europei.
Nel caso del terzo valico dei Giovi e della gronda di Genova, l’assessore alla infrastrutture Paita del PD (candidatasi alla presidenza della Regione Liguria) e il parlamentare Tullo del PD, sono andati a tirare la giacca all’indagato Maurizio Lupi per ottenere i soldi per queste due opere totalmente inutili, totalmente dannose e a totale appannaggio della criminalità organizzata nazionale. E ciò nonostante la Regione Liguria sia praticamente sbriciolata dal dissesto geologico. È di queste ore il cedimento di un tratto di metanodotto che ha privato quasi tutta la Provincia di Genova del gas per riscaldamento. La signora Paita ha passato il suo mandato quasi interamente a far sopralluoghi su frane, ponti crollati, cedimenti e dissesti geologici che non hanno praticamente risparmiato nessun comune della Liguria !
Parlare di terzo valico dei Giovi e gronda di Genova non è solamente immorale bensì disonesto e criminale. Non si fermano davanti a niente.
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Maurizio Grillo
Per vent’anni abbiamo avuto un venditore di spazzole che si è rivelato il più grande compratore della storia….comprò un teatro, l’amante e consiglieri comunali…comprò elicotteri, giudici, avvocati e finanzieri….comprò due partiti e li mise insieme per avere la maggioranza….comprò gli italiani dicendo che gli avrebbe restituito l’Imu se lo avessero votato (e pure il bollo!)…ora, senza alcun voto e con un vero e proprio blitz di democristiana memoria, siamo passati ad un affabulatore di sogni, candidato per uno dei prossimi film di Pieraccioni, che promette agli italiani di cambiare l’Italia… a uno che chiude gli occhi…sputa mentre parla ed ogni tanto “farfuglia” come in miglior mr Been….e noi, allocconi tutti a credergli… e in fondo cosa vuoi che sia se tra gli sponsor-finanziatori del boy scout Renzi c’è qualche finanziere d’assalto con società in paradisi fiscali…che con le false primarie senza concorrenti si è comprato anche lui un partito e Renzi è uno che fa finta di vendere cento auto blu e poi in realtà ne compra 1300, che fa una legge elettorale che modifica solo la Camera perché tanto il Senato si abolisce da solo, che nel continuare a chiudere gli occhi e guardare in alto…forse crede di comunicare con Dio, che nell’essere da sempre chiamato ‘Il Bomba’ ci ha preso talmente tanto gusto che ora tira a spararle sempre più grosse….Rispetto a tutto questo ed altro, cosa vuoi che sia se sono dieci anni che la comunità gli paga più di tremila euro al mese di contributi come dirigente, quando finora l’unica cosa che ha diretto è stata una squadriglia di scout!
Ma su ragazzi! La favola di Renzi è appena cominciata!
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SULL’AFFITTO DI RENZI
Blogger
Non oso immaginare che cosa sarebbe successo se si fosse scoperto che il sindaco Pizzarotti avesse vissuto per tre anni nella casa del suo stesso amico, quello che poi sponsorizzato nella fondazione bancaria e la direzione dell’aeroporto…
E se anche l’amante ventiseienne dell’amico, neo laureata (ovviamente in filosofia, mica in chimica, fisica o ingegneria), avesse beneficiato di questa “amicizia” ottenendo la modica cifra di 375mila euro (non male come primo lavoro!) per allestire la solita mostra che non frega una beneamata minchia a nessuno (alla faccia della meritocrazia e dei disoccupati).
Cosa sarebbe mai successo?
Sarebbe partito un M.RDONE megagalattico.
Huffingtonpost Italia (Quella carta da cesso diretta da quella scimmia con lo strabismo di Venere) avrebbe aperto per mesi la prima pagina con questo scandalo parlandone sino a pagina 51.
Santoro avrebbe fatto sedici speciali a riguardo con Cacciari, Briatore e Della Valle come unici ospiti.
L’elefantino con l’Osservatore romano in testa avrebbe ruttato cazzate per mesi.
Vespa avrebbe fatto il plastico dell’appartamento.
La magistratura avrebbe fatto cadere a pioggia una serie di intercettazioni fatte alla casso tanto per allargare il m.rdone.
Ed infine il migliorista avrebbe, tra un cambio di pannolone e l’altro, “monitato” un giorno sì e l’altro pure.
Ma per fortuna Renzi è un piddino e non un grillino come Pizzarotti quindi nelle “paludi” del sistema il puzzo dei suoi “torrenti”… di me.da …non si sentirà MAI! Stia sereno….
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L’ATTICO DI RENZI
Viviana Vivarelli

Contro i giri sospetti degli affari di Renzi ha presentato interrogazione anche la Lega, per quanto la magistratura si sia mossa solo per l’esposto presentato alla procura da un usciere del Comune di Firenze, il 13 marzo scorso in cui si faceva riferimento al cosiddetto “‘mistero dell’attico’ .
Le analogie con Formigoni sono fortissime ma i bravi pdini che su Formigoni si scandalizzavano qui sono tutti concordi nel minimizzare. Nessuno di loro pensa che questa repubblica delle banane è considerata il Paese più corrotto d’Europa per questi intrallazzi ‘tra amici e amici degli amici’, per cui si elude la legge e si disprezza il merito per contrabbandare incarichi pubblici in cerchie ristrette di sodali.
Dall’amicizia pluriennale con Renzi, i fratelli Carrai ci hanno guadagnato eccome!
Marco Carrai ha aiutato Renzi in tutta la sua carriera e ne ha avuto enormi benefici.
Coordinatore della sua segreteria, amministratore delegato della sua società di propaganda, gestore delle donazioni che ha ricevuto per milioni dal mondo cattolico e imprenditoriale, e strumento di collegamento con Comunione e Liberazione e l’Opus dei, nonché l’imprenditoria più di destra.
Comunione e Liberazione c’è sempre di mezzo. Chiediti come è finito lo scandalo dei 20 miliardi di fondi europeo spariti in Calabria! Quello che scoppiò grazie a De Magistris durante il governo Prodi e che vide tutti i partiti, persino Rifondazione, scagliarsi contro de Magistris che svelava l’enorme ruberie partitica, mentre Prodi faceva lo gnorri, Mastella era indagato, e Napolitano attaccava De Magistris costringendolo a dimettersi.
Chiediti cosa faceva il Pd e quanto ci entravano Comunione e Liberazione e la Compagnia delle Opere, le stesse che hanno sostenuto Renzi e stanno venendo fuori col suo patto con Carrai! E qualche povero illuso crede ancora che nel Pd ci sia qualcosa di sinistra!!
Lo scandalo non è l’affitto regalato in un giro di scambi e favori, è il mercimonio di cariche pubbliche dietro cui stanno Comunione e Liberazione, l’Opus dei e la Compagnia delle Opere! Uno scandalo che continui tutti gli scandali di decenni di falsa democrazia e falso rispetto delle leggi e del diritto. Ma gli sciocchi si accapigliano solo sull’affitto fingendo di non vedere che è solo una scheggia di un sistema di potere che continua il peggio della seconda repubblica. Il dito indica la luna e lo sciocco vede solo il dito.

Espresso
I Carrai sono da sempre grandi sostenitori di Renzi. Questo dell’attico si chiama Marco Carrai e da qualche anno colleziona partecipazioni azionarie e presidenze di municipalizzate, società e consigli di amministrazione: da quando nel 2009 l’amico Matteo è diventato sindaco non si è più fermato. Quando Matteo, nel 2004, viene eletto presidente della Provincia di Firenze, Marco è il suo capo segreteria. Nel frattempo è entrato a Palazzo Vecchio come consigliere comunale della Margherita, eletto con le preferenze assicurate da Comunione e liberazione e dalla Compagnia delle Opere che in Toscana è presieduta da Paolo Carrai e da Leonardo Carrai, alla guida del Banco alimentare, altra opera ciellina: i cugini di Marco.
Marco Carrai è l’ombra di Renzi. Consigliere del sindaco, poi amministratore delegato
di Firenze Parcheggi, partecipata del Comune, in quota Monte Paschi di Siena, membro dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che è azionista di Banca Intesa, regista della nomina alla presidenza di Jacopo Mazzei. Siede nel cda del Gabinetto Vieusseux, tra le più importanti istituzioni culturali cittadine, infine è presidente di Aeroporti Firenze. Il fratello Stefano Carrai è in società con l’ex presidente della Fiat Paolo Fresco nella società Chiantishire che tenta di mettere su un gigantesco piano di appartamenti, resort, beauty farm nella valle di Cintoia, a Greve, bloccato dal Comune. Il socio di Marco Carrai, Fresco, è tra i finanziatori della campagna per le primarie del 2012 di Renzi, con 25 mila euro, insieme al finanziere di Algebris Davide Serra. A raccogliere i fondi a nome della fondazione Big Bang c’è sempre Carrai. Amico degli amici del sindaco: nel cda della scuola Holden di Alessandro Baricco, immancabile oratore alla Leopolda, e vicino a Oscar Farinetti di Eataly, di cui sta curando lo sbarco a Firenze. Frequenta con assiduità Michael Ledeen, l’animatore dei circoli ultra-conservatori del partito repubblicano, antica presenza nei misteri italiani, dal caso Moro alla P2. È in ottimi rapporti con il nuovo ambasciatore Usa in Italia John Phillips, amante del Belpaese e della Toscana, proprietario di Borgo Finocchietto sulle colline senesi. C’è anche Carrai quando Renzi banchetta con Tony Blair o quando va ad accreditarsi con lo staff di Obama alla convention democratica di Charlotte del 2012. E quando tre mesi fa il sindaco vola a sorpresa a Berlino per incontrare la Merkel, accanto a lui, ancora una volta, c’è Marco Carrai. Che nel silenzio accumula influenza e mette fuorigioco altri fedelissimi renziani. C’è chi ha visto la sua manina dietro la nomina di Antonella Mansi alla presidenza di Mps, osteggiata da altri seguaci del sindaco. Ma non c’è niente da fare: Carrai, per Renzi, è l’unico insostituibile. Per questo bisogna seguirlo, il Carrai, nella strada che porta alla conquista di Roma, nella posizione da cui da sempre si governa e si comanda davvero. All’ombra della luce.
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Finché lo scambio lo fai con beni e denari tuoi nulla da eccepire. Le cose cambiano sostanzialmente se tu ricevi un beneficio privato e ripaghi con un bene o una carica pubblica. Nel privato e del privato puoi fare quel che ti pare. Ma la gestione di ciò che è pubblico deve avvenire nell’interesse del Paese e alla luce della legalità, non nell’interesse tuo personale. Se la politica si riduce a sodalizi privati e a scambi di favori tra amici, la democrazia va a farsi fottere.

Viviana
Renzi è cinico, e la sua disinvoltura nel fregare la legge è pericolosa. Anche quando al posto di un dirigente nominato a termine di legge mise un potere collegiale formato da 4 amici suoi che pagò con superstipendi assolutamente arbitrari, agì con una disinvoltura che è costata 300.000 euro in più ai cittadini di Firenze ed è costata a lui una condanna per danno erariale e una multa di 14.000 euro.
E quando ottenne per le sue ville tre mutui bancari successivi che superavano di gran lunga il suo stipendio ha agito con la stessa disinvoltura per cui tu fai un favore a me e io ne faccio uno a te. Tutta la sua azione è leggibile all’insegna dello scambio di favori. Ma cosa ha a che fare questo con la democrazia?
Non è con questa disinvoltura che della legge se ne frega e mira al proprio interesse che si governa giustamente un Paese.
Il sistema di scambi illeciti di cui Renzi è maestro che dovrebbe preoccuparvi, perché è su questi scambi illeciti e su questa disinvoltura nel regalare incarichi pubblici agli amici e non certo per merito che si è costruita la scandalosa corruzione di questo Paese.
Il presidente tedesco Wulff si dimise perché un amico imprenditore gli pagò le vacanze. Anche Formigoni si faceva pagare le vacanze da un amico imprenditore che faceva affari con la Regione. Se non c’erano problemi come mai il PD chiedeva le sue dimissioni?
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Alessandro
Il “populista” Renzi predica bene, ma razzola male.
A Firenze le mostre sono affidate alla futura moglie di Carrai, senza alcuna
esperienza.
In campagna elettorale Renzi disse: “Vanno cambiati i centri per l’impiego, in un Paese dove si continua a trovare lavoro più perché si conosce qualcuno che perché si conosce qualcosa: la raccomandazione più che il merito”.
La casa di Carrai data a Renzi costava 14.400 l’anno, per 3 anni. “Marco Carrai, adesso sotto i riflettori per aver ospitato per tre anni l’amico Matteo Renzi in un suo appartamento nella centralissima via degli Alfani a Firenze è uno dei membri più importanti del cerchio magico di Renzi. CARRAI è presidente dell’Aeroporto di Firenze e membro del cda della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, e di quello del Gabinetto Viesseux, oltre a essere stato presidente della cruciale Firenze Parcheggi. Carrai è socio della Holden srl di Baricco, ed è tra i soci della ditta che ha trasformato la Libreria Marzocco nel nuovo Eataly Firenze di Farinetti. Ed è il direttore generale della Fondazione Big Bang, la cassaforte della macchina politica di Renzi.”
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Quella dei contributi rubati da Renzi è una palese truffa allo Stato

L’ex ministro e tuttora senatrice del Pd Josefa Idem fu accusata di truffa aggravata, perché, poco prima di diventare assessore a Ravenna, fu assunta dal marito. Una situazione simile a quella di Renzi che si fece passare dirigente dall’azienda di famiglia poco prima di essere eletto presidente della Provincia
La furbata di Renzi è costata 300.000 euro ai cittadini di Firenze e Provincia.
Ma i pdini continuano a vedere solo l’affitto dell’attico e a parlare di ‘macchina del fango’. Ma quale ‘macchina del fango’??? Qui c’è solo il solito furbetto all’italiana che si è perfettamente adeguato a quel sistema di corruzione che ha trasformato il governo del nostro Paese in un giochino di scambi di favori, di sodalizi tra amici, di cariche pubbliche regalate in cambio di opportunità personali.
Josefa Idem si dimise da Ministro, pagò senza battere ciglio i 3 mila euro della multa, ed è stata prosciolta dall’accusa fiscale. E Renzi? Due pesi e due misure? E Renzi voi lo difendete?.
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Il reato contestato di truffa aggravata, punita all’art. 640 del codice penale con una pena da 1 a 5 anni è lo stesso reato dell’ex ministro Idem, che, come Renzi, avrebbe truffato lo Stato facendo leva sulla legge che impone all’ente pubblico (Comune, Provincia o Regione) di versare i contributi al posto del datore di lavoro precedente nel periodo in cui un dipendente viene eletto consigliere o nominato assessore e chiede l’aspettativa. Questa norma rappresenta una conquista della sx codificata nello Statuto dei Lavoratori ma spesso è usata in modo furbo dai politici che in previsione di una nomina si fanno dare uno scatto di carriera. Lo stesso ha fatto Renzi che si è fatto fare dirigente dall’azienda di famiglia prima della nomina così da scaricare contributi maggiorati sulla Provincia e sul Comune.
La Idem si era fatta assumere dall’associazione sportiva del marito 16 giorni prima l’accettazione dell’incarico da assessore. Renzi si fede assumere da una società della famiglia un giorno prima l’annuncio da parte della Margherita della sua candidatura a presidente della Provincia.
Ma da uno che va avanti a forza di bugie, truffe aggravate, sodalizi illeciti, aggiramenti di leggi, protezioni di poteri oscuri (l’Opus dei da una parte e Verdini dall’altra) e imbrogli vari
L’affitto è solo una cosa minima di un quadro molto più grande, pensiamo all’intreccio di interessi che stanno dietro a una personcina tutto sommato vacua come Renzi, uno che in qualsiasi paese avrebbe fatto l’imbonitore alle fiere e solo nell’Italia post berlusconiana e nel vuoto ideologico e di immagine del Pd ha potuto fare carriera politica. Pensiamo se si scoprisse tutta la baracca di favori o promesse reciproche che costituiscono la vera ossatura del programma reale e segreto di Renzi. A Verdini che lo sostiene per anni con soldi e consigli e gli procura a Firenze un avversario facile da abbattere, pensiamo ai Carrai che sono i tramiti di Comunione e Liberazione e dell’Opus dei, così come dell’Utri era il tramite per Berlusconi con la criminalità organizzata.
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Vi piace viaggiare facile? Intendiamo dire vi piace evitare ingorghi, saltare le code e dribblare il traffico di città? E a chi non piacerebbe? Già, a chi? Solo che per farlo bisogna passare sulle corsie preferenziali e passarci «regolarmente». Un piccolo, grande privilegio, che sognano in molti ma che, in gran parte delle città, posseggono solo in pochi. Prendiamo Firenze, per esempio. Sulle corsie preferenziali ci passano i mezzi pubblici, i mezzi di soccorso, le forze dell’ordine e pochissimi altri. Tipo la signora Agnese Landini, insegnante precaria, ma moglie a tempo pieno di Matteo Renzi che usa il pass del marito per girare sulle corsie preferenziali, come le autoambulanze e i pompieri, ma è così comodo!

Copio dall’Espresso
In autunno, a Firenze ci sarà la prossima udienza del processo a Renzi per nomina di 4 direttori generali, effettuata da lui quando era presidente della Provincia. Nel settembre 2006, dopo le dimissioni del direttore generale dell’ente, una delibera di Renzi attribuì le competenze a 4 direttori centrali, disponendo l’esercizio collegiale delle funzioni. Una prassi del tutto nuova, tanto un paio di mesi dopo fu necessario (con un’altra delibera) modificare il Regolamento interno. In questo modo per 2 anni e mezzo si spese molto di più di quanto sarebbe stato necessario. I nuovi nominati erano dirigenti di ruolo con contratto a tempo indeterminato, in seguito collocati in aspettativa, per essere riassunti dallo stesso Ente con un contratto di diritto privato ben più costoso per l’amministrazione. Tanto più che le retribuzioni dei nuovi dirigenti, stabilite con un provvedimento di giunta a fine 2006, un anno dopo erano state modificate con effetto retroattivo con una nuova delibera. Insomma, si era provveduto “a mettere fuori dotazione organica dei dirigenti che in realtà erano già in servizio per poi pagarli” di più “per svolgere la stesse funzioni di prima”. Un danno, secondo l’accusa, oscillante a seconda delle variabili considerate fra 288 mila e 816 mila euro
Perché continuano a dire che Renzi non ha commesso nessun reato penale?
Se la magistratura processa anche lui per truffa aggravata allo Stato, come ha fatto come la Idem, il reato è esattamente penale e comporta il carcere da 1 a 5 anni
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SCANZI
Ieri abbiamo rivolto 4 domande a Renzi e ne abbiamo avuto risposte parziali e comiche solo a 2:
1 – La richiesta di arresto per il diversamente immacolato Genovese, deputato Pd quota Fioroni ma divenuto renziano prima delle primarie (senza alcun imbarazzo da parte di Renzi). Apparentemente il Pd è compatto e dice, per bocca di Guerini, che voterà per l’arresto. In realtà non è così. La discussione in Giunta andrà per le lunghe e c’è già nel Pd chi fa distinguo e si arrampica: Fiano, Leva, Del Basso De Caro (pure lui indagato) e l’iperenziano Carbone, quello che gli prestò la Smart. Vamos.
2 – La Barracciu è ancora lì e il Pd fa finta di nulla. Nel frattempo però la sua situazione è sempre meno edificante: accusata di peculato, rischia il rito immediato. I pm le contestano di avere mentito sulle spese regionali e di avere dichiarato di essere in viaggio per la Sardegna con impegni istituzionali mentre se ne stava a Vienna o Bruxelles. Le si contestano più o meno 75mila euro, ma lei resta Sottosegretario alla Cultura, incarico che ha avuto in cambio della decisione di rinunciare alla candidatura come Presidente della Sardegna. In un partito normale, chi è accusata di peculato dovrebbe lasciare spazio ad altri, ma nel Pd renziano pare che gli si offra puntualmente un paracadute.
3 – In merito alla sua assunzione poco prima di correre come Presidente della Provincia di Firenze, Renzi l’ha fatta facile: “L’assunzione (presso la società Chil) fu la conseguenza di un cambio al vertice della azienda che produsse l’esito di un diverso inquadramento contrattuale. All’interno peraltro di una azienda in cui Renzi lavorava già da 9 anni”. Non è così semplice. Renzi fu assunto 11 giorni prima della sua candidatura alla provincia di Firenze, come dirigente dell’azienda di famiglia di cui in precedenza era socio. Posto in aspettativa, ha ricevuto contributi pagati dalla Provincia di Firenze prima e dal Comune poi per circa 350mila euro. Tradotto, vuol dire più o meno questo: un giorno di lavoro nell’azienda di famiglia e 9 anni e sei mesi di contributi. Soldi ovviamente della collettività. Ora che è Presidente del Consiglio, questa situazione sembrerebbe tradursi in seconda pensione e magari poi vitalizio. Ma certo siamo noi a pensar male.
4 – C’è poi la vicenda della casa pagata da Carrai in Via degli Alfani. Renzi ha detto che lì non ci ha abitato, ma l’ha usata solo ogni tanto come base d’appoggio. Era la casa di Carrai e dunque era naturale che la pagasse lui. Sì, ma non si capisce allora perché Renzi in quella casa abbia deciso di avere la residenza dal 2011 al 2013: che senso ha prendere la residenza in casa d’altri? E perché Carrai ha pagato la casa del sindaco? Fa molto ridere, peraltro, appurare come e perché la notizia sia divenuta di dominio pubblico. Come è successo? Da anni l’ex dipendente comunale Alessandro Maiorano attacca Renzi. Maiorano è stato di recente intervistato anche da Matrix, ma non mi risulta che l’intervista sia poi andata in onda. Qualche mese fa Renzi si è deciso a querelare Maiorano, che reputa ormai una sorta di stalker. E proprio leggendo la querela, Maiorano ha scoperto la residenza di Renzi in Via degli Alfani e ha deciso di far esplodere il bubbone. Se Renzi non lo avesse querelato, forse i giornali (Libero in testa) non avrebbero scoperto l’inghippo.
Ma questo Carrai chi è? Intravisto ieri mentre scappava dal giornalista di Servizio Pubblico, Carrai non è un uomo qualsiasi: è uno che – in cambio? – ha ottenuto svariati incarichi in società controllate dal Comune e appalti dall’amministrazione. Carrai guidava la Firenze Parcheggi, è nell’ente Cassa di Risparmio di Firenze ed è oggi a capo dell’Adf, la società che gestisce l’aeroporto di Firenze. Lasciando stare la babele di intrecci ulteriori e conflitti di interesse, giova notare come Renzi si stia facendo difendere dall’avvocato Alberto Bianchi. Casualmente Bianchi è lo stesso avvocato di Carrai. Non solo: Carrai e Bianchi sono i fund raser di Renzi. Tesoriere della Big Bang prima e Open poi, Bianchi ha organizzato varie cene di fund raising per la campagna elettorale di Renzi: dal 2007 al 2013 sono stati raccolti quasi 4 milioni di euro e solo di un quarto di essi se ne conosce l’esatta provenienza.
Buona rottamazione a tutti.
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http:masadaweb.org


MASADA n° 1525 28-3-2014 . NOSTRI AMATISSIMI F35

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Obama viene in Italia come piazzista della Lochkeed Martin a venderci F35 non funzionanti e costosissimi di cui non abbiamo assolutamente bisogno – Ma perché non possiamo dichiararci neutrali e risparmiare 35 miliardi l’anno di inutili armi?- Perché non possiamo uscire dalla NATO? – Perché Napolitano si oppone a qualunque riduzione di questi catorci? – Perché il piazzista Renzi si prostra dinanzi al padrone americano? – La messa del Papa davanti a 519 corrotti e l’omelia durissima: i peccatori si salvano, i corrotti no! – La scandalosa Lockeed Martin ha sempre dato mazzette ai potenti – Gli elogi ‘pelosi’ di Obama a Napolitano e Renzi, poi i media americani di Renzi nemmeno parlano – Le odiose imposizioni mercantili ai paesi più poveri – I guai degli F35 – Obama e le lobby di armi e generali – La truffa dell’indecente ministro Mauro di Scelta Civica – Dobbiamo cancellare totalmente il programma Strike Fighter! – Il gioco delle tre carte del governo italiano, dalle province alle banche – Il gioco delle tre carte di Obama e Putin in Ucraina – IL PROGRAMMA DI GRILLO PER L’EUROPA- Referendum abrogativi e consultivi- Il referendum sull’Europa se si vuole si può fare

Battuta di Vauro: “Renzi è basso dentro“.
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Alla mia nazione – Pier Paolo Pasolini

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
E COSA SEI? TERRA DI INFANTI, AFFAMATI, CORROTTI,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
SPROFONDA IN QUESTO TUO BEL MARE, LIBERA IL MONDO.

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E i 519 corrotti davanti alla condanna del Papa?
Stavano tutti sereni
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Anna 23
“Leader Usa: “Colpito da idee di Renzi” “
Anche noi siamo colpiti.
Anzi tramortiti, direi.
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MA NEUTRALI NO?
Viviana Vivarelli
L’Austria è una democrazia rappresentativa parlamentare, composta da 9 Stati federati ed è uno dei 6 Paesi europei che hanno dichiarato la neutralità permanente, uno dei pochi Paesi al mondo che ha incluso il concetto di neutralità eterna nella sua costituzione. Ma a che serve che nell’art. 11 abbiamo il ripudio della guerra se poi non ci dichiariamo neutrali e continuiamo a stare in quell’organismo a servizio degli Stati uniti che è la NATO che non è mai riuscita a impedire una sola guerra?

Svezia, Svizzera, Finlandia, Irlanda, Mala e Cipro non fanno parte della Nato ed hanno dichiarato la loro neutralità. Dopo di che non hanno più avuto bisogno delle forze armate. Perché non può essere neutrale anche l’Italia?
L’Austria non è un Paese qualsiasi, era a fianco di Hitler e di Mussolini nella seconda guerra mondiale. Perché lei ha diritto di essere neutrale e di non fare la succube agli Stati uniti e noi no? E’ stata sconfitta quanto la Germania e l’Italia, ha goduto degli aiuto del Piano Marshall quanto tutti i Paesi distrutti dalla guerra. Ma il 26 ottobre 1965 dichiarò la propria con un atto internazionale, tirandosi fuori dalle dispute internazionali. E’ vero che ciò fu voluto dalla Russia col Memorandum di Mosca, per creare uno stato cuscinetto tra l’Europa e le repubbliche sovietiche, affinché non si unisse alla Nato. Ma ogni atto internazionale ha le sue motivazioni e oggi è il nostro debito che è uno dei più alti del mondo a esigere che l’Italia si tiri fuori dalla Nato, come dagli impegni americani come dalle missioni di guerra. Perché non possiamo fare anche noi lo Stato cuscinetto tra l’Europa da una parte e gli Stati africani o del Medio Oriente dall’altra? Ora l’unica guerra che noi abbiamo il dovere e il diritto di affrontare è contro la crisi che ci divora, in cui ogni spesa militare è francamente immorale.

Alea iacta est
Renzi definisce «fonte di ispirazione» Obama, «un modello» gli Stati Uniti”. Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché un Paese in cui le disparitá sociali sono elevatissime, che ha una popolazione carceraria di quasi 2 milioni di individui (quasi 1 su mille, praticamente come se in Italia ci fossero 500.000 carcerati, 10 volte di più- degli attuali), che NON assicura cure sanitarie gratuite e di ottimo livello a tutti, e riserva la migliore educazione SOLO a chi puó spendere molti soldi, sia un modello a cui ispirarsi. Ecco o Renzi é stolto o é in malafede.
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Pitluigi
Okey, l’Italia nel 1943 ha firmato una resa senza condizioni con gli alleati, siamo immediatamente diventati (cobelligeranti) e con questa specie di alleanza/sudditanza abbiamo avuto i primi morti nell’impegno delle rinate regie forze armate partecipando alla prima battaglia, a Montecassino, dove però, come popolo italiano, abbiamo subito anche le prime gravissime umiliazioni con stupri, violenze di massa su donne vecchi e bambini da parte delle truppe coloniali francesi cui i comandanti avevano concesso carta bianca di razzia come premio di guerra, non solo, i bombardamenti più feroci dopo otto settembre e causarono centinaia di vittime civili nonché distruzione e devastazione nelle nostre belle città d’arte, obbiettivi non certo militari, centri storici di città come Livorno e Pisa, per citare solo quelle che conosco direttamente.
Ora, a distanza di oltre 60 anni dalla firma della resa, credo sarebbe opportuno rivedere qualsiasi trattato internazionale che di fatto limiti la sovranità popolare in campo internazionale quindi modificare la nostra costituzione in tal senso. La NATO, da quando non esiste più il Patto di Varsavia non ha ragion d’essere, le basi militari USA con tutto l’arsenale anche atomico nei territori italiani e tedeschi devono essere rimosse come i Sovietici hanno rimosso le basi in Europa orientale. il nostro gagliardo ex boys scout questo avrebbe dovuto rispondere alla richiesta di maggior impegno di sostegno militare che Mister Obama ci ha rivolto..

Chelavek
La Guerra Fredda è finita da 24 anni. Il Patto di Varsavia non esiste più. L’URSS non esiste più e le basi sovietiche in Europa non ci sono più. Per questo SEMPLICISSIMO motivo, la NATO andrebbe sciolta subito e dovremmo far sloggiare gli occupanti USA insieme ai loro soldati e armamenti.
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Furiosa discussione tra Gino Strada ed ex ministro Mauro
“Con te è come parlare con un aspirapolvere”

(Vista la tendenza alla menzogna di Renzi e visto che finora ha fatto sempre il contrario di quello che ha detto…)
Matteo
L’unica speranza, sta in Renzi quando dice: “Stai tranquillo Barak, che gli F35 te li compriamo.”
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Matteo
NAPOLITANO E’ UNA FORTUNA
2 amici camminano in un bosco; uno di loro, con un ramo, si infilza un occhio, e, mentre urla di dolore, grida:
“Che fortuna! Che fortuna!”
L’amico, stupefatto, gli fa:
“Come, ti sei infilzato un occhio, e gridi: che fortuna?”
L’amico ferito:
“Pensa se lo stecco fosse stato a forcella”.
(Ma ora noi, con Renzi da una parte e Napolitano dall’altra, come la mettiamo?)

L’OPERAZIONE OBAMA
Bruno P

E’ risaputo che l’Italia non è solo quella bellissima penisola che si stende nel Mediterraneo, ma rappresenta il trampolino di lancio dei cacciabombardieri di tutti il mondo verso i Paesi arabi e africani.
I guerrafondai non possono fare a meno dell’Italia.
Le lobby delle armi sono talmente potenti che hanno chiamato in causa il presidente del Paese dei mutui subprime per ribadire l’importanza dell’alleanza atlantica nel Mediterraneo nel momento in cui vacillava il consenso alla guerra del popolo Italiano.
Come farebbero a vendere aerei, navi, elicotteri, blindati e ogni sorta di arma di offesa senza la piattaforma italiana?
Una Repubblica Parlamentare che ha in Costituzione la non belligeranza, di colpo si trova scavalcata in tutte le sue funzioni senza alcun consenso popolare e va a fare le guerre in ogni dove?! Bombarda la Libia “amica” e poi si lamenta se i Libici fuggono verso Lampedusa. Produce mine antiuomo che spesso uccidono centinaia di bambini e poi va a fare le missioni di “pace” per cercare di disinnescarle. Ma che razza di popolo siamo?
Abbiamo un Governo agli ordini diretti delle gerarchie militari che, per non perdere la faccia, fanno venire il “grande” del mondo a fare le passerelle romane per convincere un’opinione pubblica stremata dalla disoccupazione e dalle differenze sociali.
Senza guerra ed armi si può vivere e alla grande.
Ci sono nazioni che senza sparare un colpo di pistola vivono benissimo e se ne fottono altamente delle guerre degli “altri” perché hanno capito che guerra è uguale profitto.
Appunto per questo l’Italia deve aborrire qualsiasi forma di guerra e di commessa militare, non solo per gli altissimi costi sostenuti ma sopratutto perché produrre, vendere o acquistare armi non ha niente a che vedere con la pace di cui spesso ci riempiamo la bocca.

Il Papa celebra una messa alle 7,30 di mattina davanti a 519 politici e li fustiga senza pietà

Papa Bergoglio parla per 50 minuti, parla del popolo di Israele ma si riferisce ai politici attuali. Parla di colo che ostinatamente si sono allontanati dal bene secondo il loro cuore malvagio. E, quando arrivò Gesù, dottori della legge Sadducei e Farisei lo rifiutarono. “Non potevano sentire la chiamata del Signore perché erano tanto, tanto chiusi, lontani dal loro popolo e il popolo era come un gregge senza pastori.” Ma Gesù va dal popolo e lo guarisce mentre la classe dirigente restava “solo con l’interesse nelle sue cose, nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte interne”.
“Tutti siamo peccatori- continua il Papa- ma questi erano più che peccatori. Il cuore di questa gente con il tempo si era indurito tanto che gli era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori sono scivolati, sono diventati corrotti. E’ tanto difficile che un corrotto riesce a tornare indietro Il peccatore sì, perché Dio è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti.. Questi hanno sbagliato strada….”Ipocriti”, dice loro Dio, “Tanti pesi opprimenti legate sulle spalle del popolo. E voi nemmeno con un dito li toccate! Ipocriti!Hanno rifiutato la via della libertà e hanno preso quella della necessità. Nella logica della necessità non c’è posto per Dio: si deve fare, si deve fare, si deve…Sono diventati sepolcri imbiancati!”
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Non è stata una messa, è stata una sentenza

Oreste
Ho sentito le parole di Papa Francesco rivolte alla classe dirigente politica.
Ha detto senza mezzi termini ai politici indegnamente presenti che sono corrotti.
Non ha alzato la voce, non ha insultato o aggredito anche solo verbalmente, ha semplicemente detto come stanno veramente le cose.
Ho provato vergogna al posto loro e comunque anche se non si sono vergognati a giudicare dalle facce non l’hanno presa bene.
Nessuno aveva mai osato tanto, nemmeno noi, perché pur alzando la voce, pur avendoli più volte aggrediti verbalmente dicendo loro di tutto e di più, in realtà non li abbiamo mai chiamati con il loro vero nome che è uno solo: CORROTTI.
E come se non bastasse ha aggiunto che il Signore perdona ai peccatori, ma non ai corrotti perché questi difficilmente ritornano indietro riconoscendo i loro errori.
Sono parole semplici che trasmettono un messaggio inequivocabile: con questa classe politica non abbiamo alcuna speranza.
Nessuno avrebbe potuto dire questo cose con una maggiore efficacia.
Questo è un fatto straordinario che non ha precedenti.
Nessun Papa aveva mai osato tanto, nemmeno Woitila che aveva ammonito i mafiosi a Catania, ma mai i politici e ormai sappiamo fin troppo bene che i politici sono peggio dei mafiosi o al massimo sono la stessa cosa.
Mi auguro che sia di buon auspicio affinché le cose cambino attraverso il Suo intervento e soprattutto quello di nostro Signore che mi auguro abbia capito che da soli non ci libereremo mai di questa feccia di delinquenti.
Ci sono due soli modi di liberarsi di questa gente: la violenza o un miracolo. Non essendo un violento, spero solo in un miracolo.

Ma questo Obama che si fa mercante di armi, in nome di cosa ha ottenuto il Nobel per la pace?
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Filippo
Si regalano Nobél per la pace come fossero caramelle, sull’onda di precoci e poi abortiti entusiasmi.
Propongo vengano assegnati post mortem. Date il Nobél per la Pace a coloro che in vita si distinsero effettivamente, tutta la vita, per la causa della Pace.
E solo dopo morti, quando le decisioni a riguardo sono più…fredde. Vale per Obama, come per chiunque.
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E di nuovo, come altre volte, nelle giornate più vili dell’Italia, la protagonista è la Lockeed Martin, già presente in vecchi scandali italiani.
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Peregram
Ci risiamo! Nel 1976 molti soggetti coinvolti nelle trattative con la Lockheed furono accusati di aver intascato mazzette per miliardi di lire per favorire l’acquisto di aerei da parte del Ministero della Difesa italiano, e alcuni di loro furono poi condannati.
Nel 1976 il New York Magazine scriveva: «il senatore Church ha le prove che la Lockheed ha pagato tangenti in almeno 15 Paesi, e che in almeno 6 Paesi ha provocato gravi crisi di Governo».

Cristiano Vitali
Obama se ne viene a dire una cosa del tutto insensata: “Non ci può essere una situazione in cui gli Usa spendono più del 3% del loro Pil nella Difesa, gran parte concentrato in Europa”, mentre “l’Europa spende l’1%: il divario è troppo grande”, “siamo una partnership nella Nato” e bisogna “fare in modo che tutti paghino la giusta quota” (Ma cos’è? Una gara al peggio?)
Bene, se dobbiamo stare in parità, io sono a favore che gli USA riducano la spesa militare all’1% .
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SOFFIANDO NEL VENTO

Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima di poter dormire sulla sabbia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che verranno abolite per sempre?
La risposta, amico soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento

Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchi deve avere un uomo
prima di poter sentire gli altri che piangono?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
La risposta, amico soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento

Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni può la gente esistere
prima di avere il permesso di essere libera
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
La risposta, amico, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento

Vincenzo Giancristofaro
Colloquio tra Obama e Renzi… risposte del nostro: “Yes we can, yes we can, yes we can, yes we can..”, fine del colloquio. Obama ha dichiarato: “Chisti è sceme!”
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Mentre i nostri quaraquaquà si sprecano in salamelecchi ad Obama e tramano nuove spese aberranti, la situazione economica italiana resta sempre tragica.
Il tasso reale di disoccupazione è al 23%, nuovo record sul tasso di disoccupazione europea che è al 12%, mezzo milione di disoccupati in più di tre mesi fa.
Anche a considerare i dati ‘morbidi’ dell’Istat che, come sanno tutti, lavora per il Governo e dà dati addolciti, e per di più considera solo quelli che si iscrivono alle liste di disoccupazione che sono sempre meno rispetto alla realtà, siamo al 12,9%, che annienta la piccola inversione di tendenza di dicembre, è il livello più alto mai registrato, tanto che è Renzi stesso a dire che: è una “cifra allucinante, la più alta da 35 anni”. Il tasso di disoccupazione giovanile, tra 15 e 24 anni, è pari al 42,4%. Abbiamo la maggiore perdita di occupati mai registrata. I disoccupati hanno superato i 3 milioni e mezzo e sono scesi pure i precari che hanno perso 200.000 unità. In un anno i disoccupati sono aumentati di un milione.

GLI ELOGI PELOSI DI OBAMA A NAPOLITANO E RENZI
Viviana Vivarelli

Magari qualcuno si ricorda la messe di elogi sperticati dei presidenti americani a Saddham quando costui faceva gli interessi americani e come gli abbiano dato solennemente persino le chiavi della città di Detroit come ‘cittadino onorario’ per il suo fervido lavoro ‘di diffusione della democrazia in Irak’?
Vorrei ricordare ai cloni di Renzi, come di qualunque pupazzo Pd messo al potere dal Fondo Monetario con la connivenza di Napolitano, che il Fondo Monetario ha mandato espressamente in Grecia, Spagna e Italia i suoi esecutori (Papandreou, Monti-Letta-Padoan) col preciso scopo di curatori fallimentari e tutti avevano l’ordine di maggiorare la spesa militare, proprio mentre tagliavano sanità, ricerca e scuola e davano il via a migliaia di licenziamenti. La Grecia, il Paese prossimo alla bancarotta, ha la spesa militare su Pil più alta dell’intera Europa. La Grecia, prossima al collasso taglia su tutto, ma non sui caccia, sulle navi da guerra e sugli armamenti pesanti, peraltro comprati da Francia e soprattutto Germania, il Paese che guida sfacciatamente l’Europa. Negli ultimi vent’anni la spesa militare greca non è mai scesa al di sotto del 3% sul Pil interno e ne fa il Paese europeo con la spesa militare più alta d’Europa. Il
che, evidentemente, è una contraddizione, per un Paese che ha un rapporto debito/Pil del 160%: e con un Pil da 300 miliardi di dollari. Dov’era quella Germania che ora nega ogni aiuto alla Grecia quando fino al 2009 Karamanlis se la intendeva con la Merkel le chiedeva fior di forniture militari e comprava 170 carri armati Leopard (1,7 miliardi di euro) e 223 cannoni dismessi dall’esercito tedesco? (ma chi voleva
bombardare?). Oggi quando la Grecia disdice 4 sottomarini ThyssenKrupp che non vuole più, deve sentirsi rispondere dalla Merkel che, se lo fa, la Germania le bloccherà ogni prestito, ed erano pure mal funzionanti e non tenevano la rotta (1,3 miliardi di euro), più altri 223 carri armati per 403 milioni di euro, più 60 caccia intercettori. Ma anche Sarkozy va in Grecia a presentare il conto e minaccia la Grecia
che non avrà prestiti se non compra 6 fregate e 15 elicotteri francesi (4 miliardi di euro) e motovedette per 400 milioni. Così la Grecia dovrebbe passare a una spesa militare di 7 miliardi, mentre i salari e pensioni vengono tagliati del 25% e 400mila bambini in età scolare svengono per la fame. La Merkel ha imposto alla Grecia tagli lineari alla spesa pubblica ma non alla Difesa, per salvaguardare gli interessi delle società tedesche fornitrici. E arriviamo al paradosso che la spesa militare della Grecia è in proporzione superiore a quella americana.

I GUAI DEGLI F35
Questi caccia che il potente americano si vuole costringere a comprare con l’ubbidienza incondizionata del PdR e del pupazzo piddino, sono quanto di più costoso, inutile e guasto si possa immaginare.
Devono tenersi ben lontani dai temporali o il serbatoio esplode. Sono totalmente computerizzati e in un modo così complesso che nemmeno per miracolo tutti i loro sistemi informatici riescono a collegarsi tra loro. Sono ancora alla fase sperimentale, e, non solo sono stati venduti prima di completare i test di funzionalità, ma questi continuano a dare errori, costringendo a progressive modifiche, e il costo di queste modifiche ormai è talmente alto che il prezzo degli F35 continua a salire e dai 40 milioni di dollari cadauno iniziali sono arrivati a 200 e continuano a non funzionare, al punto che il costo complessivo è talmente alto che gli Americani hanno capito che l’operazione è in perdita e che se ci vogliono guadagnare qualcosa, devono venderne moltissimi, cosa sempre più difficile, visto che di fronte ai guasti dell’oggetto e al costo in crescita, i Paesi rigettano i contratti. Solo l’Italia marcia gioiosamente verso il macello.
Dunque: se nelle prossimità del F35 c’è elettricità nell’aria, i serbatoi scoppiano; durante i test il software ha continuato a bloccarsi; se i sistemi informatici delle varie parti non collimano, l’aereo si schianta; dopo aver lanciato i missili, deve mettersi verticale ma allora diventa visibile e viene abbattuto e non c’è verso che sopravviva; il suo prezzo non fa che salire, e la sua tecnica non ha alcuna utilità nel campo civile dovendo servire solo a portare le bombe atomiche americane (ed è grottesco che un Pd, Boccia, salti fuori a dire che serviranno a spegnere gli incendi. Questo è peggio della Gelmini. Ma come li spegne? Con le bombe atomiche?!)
Insomma l’F35 è la più grande truffa mai vista nei millenni.
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Nicola
Possiamo anche continuare con la lista dei guai: il pilota dovrebbe vedere tutto proiettato sulla visiera: in caso di guasto, il pilota non vede più nulla, soprattutto dietro (nei normali caccia, ci si può’ voltare con la testa e si vede tutto). Inoltre tutte le immagini proiettate arrivano con mezzo secondo di ritardo, di conseguenza le reazioni del pilota arrivano con altrettanto ritardo e, in caso di battaglia aerea, mezzo secondo è un’eternità e porta ad essere colpiti. L’aereo è tutto e solo computerizzato: in caso di blocco software non si può più pilotare, diventa un bidone che precipita. Il software, a forza di aggiungere nuove “pezze” è diventato talmente lungo e pesante che neanche l’hardware più avanzato riesce a gestirlo e men che meno riesce a impedire dei continui crash. Insomma, è un aborto e tutti sanno che non verrà mai usato. (ma non vorremo mica che i grandi Stati uniti abbiano un danno economico da un loro progetto sbagliato! Il danno ce lo dovremmo sopportare noi! Invece di aiutare i Paesi poveri o soccorrere noi stessi, dovremmo andare a ripagare i guasti delle cazzate del sistema americano!)

OBAMA E LE LOBBY DI ARMI
Viviana Vivarelli

Capisco che i presidenti americani vanno su solo con i finanziamenti dei maggiori gruppi di potere economico americano e che tutti i presidenti americani sono stati lautamente finanziati da tre gruppi economici principali: armi, chimico-farmaceutica e informatica,e che, poi, hanno agito a servizi degli interessi di questi.
Capisco che le imprese militari sono le vere padrone della politica americana e hanno comandato sempre guerre aggressive che i presidenti hanno compiuto religiosamente, instillando nei loro cittadini l’idea fissa che fossero nell’interesse della nazione.
Capisco che gli Usa hanno sempre risolto le loro crisi economiche e politiche con nuove guerre in cui hanno devastato il mondo, costringendo altri Paesi a perpetuare quella mostruosità che è la guerra e devastando intere parti del pianeta in modo aggressivo.
Capisco anche che la Lockheed Martin sia una delle massime industrie statunitensi attiva nel campo aeronautico (45.2 miliardi di dollari di fatturato nel 2009), sistemi elettronici (27%), sistemi informativi e soluzioni globali (27%) e sistemi spaziali (19)
Ma che l’Italia sia costretta a partecipare agli utili della Lockheed Martin, per la viltà e il servilismo dei suoi governanti, ci dovrebbe sembrare mostruoso!
La Lockeed Martin se riuscirà nell’impresa di appioppare questa ciofeca mostruosa a qualche Paese sciagurato, camperà di ricchezza per 50 anni, perché il contratto di vendita scarica sui compratore non solo le enormi spese di manutenzione dei caccia ma tutte le modifiche future che saranno rigorosamente di competenza della Lockeed Martin, pezzi di ricambio compresi, anche perché su molti di essi c’è il più assoluto segreto. Ma, visti i crescenti ed enormi costi iniziali, il piano della Lockeed Martin riuscirà solo si venderà un numero molto alto di questi caccia, cosa sempre più dubbia visto che sempre più Paesi lo stanno stornando. Ecco perché Obama viene usato come rappresentante per le vendite con pressioni verso i Paesi a Governo più deboli. Oggi un euro vale 1.375 dollari. Ogni caccia F35 arriverà a costare 200 milioni di dollari, dunque 145.946.000, 145 milioni di euro.
E Renzi sparla di abolire il Senato per risparmiare 400 milioni e vuole licenziare 80.000 dipendenti dello Stato e fare tagli a scuola e sanità, e poi intende comprare 90 Caccia F35 dal costo di 145 milioni l’uno più tutte le spese di manutenzione.. per far piacere a Obama?????
E ride pure lo sciagurato???????!!

LA TRUFFA DELL’INDECENTE MINISTRO MAURO

Nel 2013 il Parlamento votò per la sospensione degli ordini ma abusivamente il ministro Mario Mauro (Pdl poi montiano e infine ministro della Difesa di Letta) aggirò la decisione del Parlamento e mandò avanti la cosa. E per fortuna che è nel gruppo di potere cattolico di Comunione e Liberazione ed è oggi di Scelta Civica! Ma come si consiglia Cl con i principi cristiani e con le omelie del Papa??? A Servizio Pubblico. questo Mauro ha difeso l’acquisto con la strana teoria che per mantenere la pace dobbiamo partecipare a buttare bombe atomiche per metterci in mezzo tra due combattenti.
Teniamo conto che ancor prima che questi caccia siano finiti, noi abbiamo già speso 9 miliardi. Al momento ne avremmo comprati 6, ma c’è chi tende a pretenderne 90. In più hanno dovuto costruire la nuova base americana di Cameri atta a contenerli, come se non bastassero le 90 bombe atomiche americane che già ospitiamo (a spese nostre) nelle 113 basi militari americane sparse sul territorio (penultimo il MUOS in Sicilia), perché gli USA le basi militari stanno bene attenti a non costruirle negli Stati uniti, perché, in caso di guerra atomica, sarebbero le prime ad essere bombardate, ma le fanno nei Paesi che dopo 60 anni dalla fine della 2a guerra mondiale dovrebbero considerarsi liberi dai ‘liberatori’.
Ovviamente le basi militari americane non sono mai sul loro territorio ma altrove e per le 113 basi militari USA in Italia /59 quelle maggiori) siamo costretti a pagare noi al 41% pure le spese, come per i 13.000 militari stanziati nelle basi stesse.
Nella base aerea di Aviano (Pordenone) sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F-16 [nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuarono in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: un vero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest’ultima è dotata di caccia F-16 e F-15, e ha il compito, sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solo nell’Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nordafrica. Essa opera, con un personale di 11.500 militari e civili, da due basi principali: è stata appunto Aviano a principale base per l’offensiva aerea contro l’Iraq e l’impiego degli aerei della 16th Air Force è stato pianificato e diretto dal quartier generale di Aviano. Dunque l’Italia è molto importante nel piano di attacco americano al mondo e in caso di ritorsione bellica noi saremmo i primi ad essere attaccati.
Altro che ‘L’America di difende!” L’America ci mette a serio pericolo di ritorsione, perché in caso di attacco americano, sono queste basi che verrebbero bombardate per prime.
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In Italia parlare di democrazia e di osservanza della legge e della Costituzione è diventato ormai una barzelletta. Noi dobbiamo avere un PdR che si è messo a servizio degli Americani e ministri, come Mauro o De Paola, che calpestano le decisioni del Parlamento agendo di proprio arbitrio e secondo gli ordini e gli interessi di potenze straniere.
L’ambiguo ministro della Difesa Mauro del Governo Letta, il 27 settembre scorso, “non informando correttamente il Parlamento” e sfruttando surrettiziamente “la pratica dei pre-accordi non vincolanti”, ha non solo completato l’acquisto dei primi 3 aerei (quando l’acquisto era stato ‘sospeso’ dal Parlamento), ma ha anche confermato definitivamente l’ordine per altri 3 caccia versando anticipi per ulteriori 8 F35. Ma a che serve allora il Parlamento?

Noi dobbiamo cancellare totalmente il programma Strike Fighter!

Oltre a non informare il Parlamento degli acquisti, la Difesa italiana tace sui “gravi problemi tecnici” degli F35 e sui costi in crescita perenne
Noi non ce li possiamo permettere!
Non ci possiamo permettere di tagliare lo stato sociale e poi buttare miliardi in questo progetto pazzesco! Qualcuno si rende conto di cosa accadrebbe se questi scassoni pieni di bombe atomiche esplodono in volo?
Al momento nessun sa quanto verrà a costare un F35 e quali saranno le sue spese di manutenzione e la Difesa ha dato cifre vecchi e truffaldine.
Anche fermandoci alla stima di 135 milioni per aereo, con questa cifra si potrebbero assumere 5.400 ricercatori per un anno, oppure si potrebbero costruire 405 nuovi asili per 12.500 bambini creando 3.645 nuovi posti di lavoro, o ancora si potrebbero mettere in sicurezza 135 scuole o acquistare 21 treni per pendolari con 12.600 posti a sedere.
Gli oltre 14 miliardi complessivi per l’acquisto e lo sviluppo dei cacciabombardieri (che diventano almeno 52 miliardi per l’intera gestione del programma) potrebbero essere spesi molto meglio: ciascuna componente acquistata di un F-35 sottrae le risorse necessarie per affrontare le vere priorità del Paese, quelle con le quali i giovani, gli studenti, i disoccupati, i lavoratori in cassa integrazione, gli abitanti di territori abbandonati all’incuria si confrontano ogni giorno.
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Non ci sarà nessun progresso nel mondo finché energie immense saranno messe al servizio della guerra e della devastazione di interi Paesi da parte delle potenze maggiori per l’arricchimento di pochi magnati delle armi o delle compagnie di contractor.
Quando gli USA decisero di iniziare una politica di disarmo contro la proliferazione delle armi atomiche per il bene del mondo, ebbe inizio un’era di pace.
Oggi gli Usa hanno deciso, invece, di allargare una politica di guerra per arricchire le loro lobby delle armi. E sarà la rovina per tutti.
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Qualcuno ha deciso di non ricordare lo scandalo Lockheed che fu il primo grande scandalo nazionale, sempre legato ad acquisti indecenti di aerei americani. Finì in galera il ministro socialdemocratico Mario Tanassi e fu costretto alle dimissioni il suo collega DC Luigi Gui. L’accusa era di aver incassato mazzette dagli americani perché l’Italia acquistasse i grandi aerei da trasporto di truppa Hercules, i famosi C-130. Lo scandalo costrinse il presidente Leone a dimettersi.
Evidentemente la corruzione dei politici italiani e la loro tendenza a servire in cambio di un utile gli interessi americani non è mai cessata.
Possiamo solo augurarci che lo scandalo attuale degli F35 rovini nella polvere anche gli attuali furbetti del Quirinale di Palazzo Chigi.
Possiamo solo sperare che gli hacker portino allo scoperto il sistema di mazzette che sta dietro i capi della politica italiana in questo nuovo acquisto sciagurato, costringendoli dietro la violenza dello scandalo a dimettersi in massa.

Rinunciamo agli F35!!

Gli F35 sono una cosa orrenda. Una ciofeca mostruosa inventata da una delle maggiori fabbriche di armi del mondo per tirarla in tasca al mondo. Non funzionano. Hanno un costo mostruoso. Sono un pericolo per il nostro Paese. Attrarrebbero su di noi una pioggia di bombe atomiche. E, nel caso di una nuova guerra americana, magari contro Putin, farebbero di noi il primo Paese raso al suolo dalle bombe del nemico.
Il Canada ha azzerato (soprattutto in ragione dei costi esplosi rispetto alle previsioni) la propria partecipazione facendo ripartire la gara d’appalto per la fornitura di caccia alla propria Aeronautica Militare.
I Paesi Bassi hanno confermato solo 37 degli 85 velivoli inizialmente previsti e recentemente la Gran Bretagna ha definito l’acquisto di soli 14 velivoli in versione B – con l’esorbitante costo di 2,5 miliardi di sterline – sui 48 in attesa di conferma entro il 2015.
Ora vediamo cosa deciderà l’Italia guidata dal nuovo Governo Renzi che, giova ricordarlo, durante la campagna per le primarie del Pd aveva dichiarato: “Gli F35 sono soldi buttati via, io sono per il dimezzamento”. E ora? Ora accetta tutto: dalle regole della Bce agli F35, con uno spaventoso cinismo e una abitudine inveterata dalla menzogna.
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Il piano massonico di Licio Gelli comportava da una parte lo svuotamento progressivo dei poteri e dell’azione di reciproco controllo delle istituzioni, dall’altra l’impoverimento graduale dei diritti attinenti alla sovranità popolare e il progressivo accentramento dei poteri in una sola figura superiore a tutti, il che preludeva già al semipresidenzialismo che è la morte della democrazia (tanto caro a D’Alema ieri come a Renzi oggi).
Diciamo che Napolitano si è portato avanti col lavoro.
L’Europa dovrebbe diventare una federazione di Stati come gli USA dotati di una banca propria ‘normale, come la FED, che presta ai propri Stati all’1% e non alle banche per permettere solo interessi da usura, o come la banca del Giappone che aumenta la liquidità per favorire la ripresa. L’Europa non dovrebbe essere succube degli Stati uniti ma dovrebbe avere una propria Difesa, un proprio esercito, un piano ‘federale’ di aiuto agli Stati più deboli, di fisco, di giustizia con leggi fondamentali ‘federali’. Solo così potrebbe diventare una forza autonoma politica, economica e finanziaria, tale da bilanciare gli Usa e da affrontare le sfide di un mondo globalizzato.
Ma che sfide pensiamo di affrontare, facendo i servetti agli Americani e ubbidendo ai loro diktat, comprando le loro armi e falciando le nostre democrazie?
Continuano a rintronarci con la necessità di fare tagli ai servizi pubblici e Cottarelli ha già pianificato 3 miliardi di tagli che colpiranno tra le altre cose la sanità (che funziona solo in alcune parti del Paese) e la polizia (che è già in ginocchio) e poi vengono a dirci che per compiacere Obama dobbiamo sostenere 35 miliardi di spese per la Difesa? Che nel tempo diventeranno 57?? E nel frattempo la Bce ci chiede 50 miliardi per 20 anni????
Ma questa è schizofrenia pura!!
Questi due che ridono mi fanno venire i brividi!

La spesa militare mondiale corrisponde a 1.753 miliardi di dollari, cioè al 2,5 % del PIL mondiale. Tra il 2011 e il 2012 è scesa dello 0,5 per cento ed è la prima volta che diminuisce negli ultimi 15 anni.
Gli Stati Uniti sono il Paese che spende di più per la difesa (il 4 % del Pil), e da soli rappresentano quasi il 40 %per cento dell’intera spesa militare mondiale. Ma anche loro hanno ridotto del 6 % la spesa rispetto all’anno scorso.
La guerra in Irak è arrivata a costare 4.000 miliardi di dollari. E per ottenere cosa?. L’occupazione decennale dell’Afghanistan è costata 300 miliardi di dollari. E quale democrazia ha portato?
Intanto il costo di questi caccia continua ad aumentare. Si era partiti cadauno da 40 milioni di dollari e siamo arrivati a 200 ma continuano ad aumentare senza che si sappia quanto questi aumenti finiranno.
Il fatto è che sono stati venduti prima che i test fossero finiti e ora si scopre che non funzionano, per cui hanno dovuto modificarli ed è variato il costo di base ma non funzionano ancora. Per cui gli Usa si sono accorti che ci stanno rimettendo e, per guadagnarci, ne devono vendere moltissimi.
La Lockeed Martin ammette che questi caccia sono una ciofeca ma ci hanno speso molto e i soldi vogliono riprenderseli. Da noi hanno trovato quel coglione di Renzi che ride come un boccalone e glieli comprerà a scatola chiusa.

E’ evidente ormai anche a molti economisti che le procedure della Bce sono disastrose e alla fine nuoceranno anche a Paesi come la Germania.
Assodato che il Parlamento europeo a differenza dei Parlamenti nazionali ha ben poco potere, cos’è questa Bce? Lo Statuto dice chiaramente che essa non accetta limiti o istruzioni dagli Stati membri né da chiunque altro, e pensa solo alla stabilità dei prezzi. Ma chi comanda? Non il Presidente (Draghi) e nemmeno il famoso Comitato Esecutivo bensì un Comitato Direttivo, composto dai membri del Comitato Esecutivo e dai Governatori delle Banche Centrali Nazionali e questi, a loro volta, godono di una notevole indipendenza per legge e, se rimossi, possono appellarsi alla Corte di Giustizia. Insomma tutta la Bce è stata costruita in modo da allontanare intralci politici fregandosene delle democrazie. E’ un sistema blindato, con la paranoia costante di: prezzi fissi, un euro forte, il veto all’inflazione, il tutto in un libero mercato che non tollera comandi dall’alto. In questo modo però la moneta cessa di essere uno dei fattori che stimolano il mercato. Eppure altrove (Usa e Cina) la moneta viene usata proprio per migliorare la crescita contro ogni credo liberista. Dobbiamo poi ricordare che se buttiamo tutti nella competizione più sfrenata, i più deboli crollano.
Ma che succede se i cittadini europei cominciano a dubitare delle ricette ‘sacre’ dei burocrati? E se diventano di più dei pro-euro? Potrebbe succedere che, mentre i partiti di finta sx dell’Europa scimmiottano la dx, in politica avanza proprio la dx più estrema che l’euro lo rifiuta.
Attualmente i Paesi avvantaggiati dall’euro sono meno di quelli danneggiati da austerity più deflazione, anche senza metterci la Francia. Mettendoci anche la Francia, saremmo a 210 milioni, il che vuol dire che gli interessi della Bce non combinano più con quelli della maggioranza dei cittadini europei.

Che Napolitano sia a servizio degli USA pare innegabile.
La maggior banca d’affari americana, la J. B. Morgan ordina che la Costituzione italiana sia modificata perché ‘è troppo democratica? E lui, ubbidiente, mette su un comitato per cambiarne metà e tenta di modificare l’art. 139 che la rende ‘rigida. programma ripreso ora da Renzi.
Renzi tenta di mettere alle Finanze un uomo suo ma Napolitano prende ordini solo dal FM, che è il braccio finanziario degli USA e impone Padoan, arrivato fresco fresco dal Fm, come prima Monti e poi Letta, per devastarci meglio.
L’Italia deve fare i salti mortali per sopravvivere, ma gli USA vogliono venderci questi scassoni ormai respinti da tutti, perché Obama ha bisogno dei voti delle lobby delle armi e dei generali, e Napolitano si impone: “li abbiamo a cumprà!”
Noi siamo i cenciosi del mondo ma non si deve muover foglia che Obama non voglia.
E Renzi non ci pensa nemmeno ad ascoltare un gruppo di alti ufficiali in congedo e di ex dipendenti Alenia che scrive alla Commissione difesa della Camera definendo l’acquisto dei caccia “sproporzionato” per le nostre esigenze e dannoso “per la nostra crescita tecnologica”!
Dagli Usa ci dicono pure che i problemi di software degli F35 produrranno forti ritardi nelle consegne e aumenti dei costi così alti da mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del programma, ma i vertici militari continuano a difenderli a spada tratta, e furono fortemente voluti dal montiano generale .De Paola a cui Monti aveva dato addirittura poteri speciali e assoluti.
Il generale dell’Aeronautica Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore della Difesa, ha reagito in modo isterico alla richiesta di comprarne meno di questi catorci.
L’Italia andrà a fondo ma con gli spara-bombe-atomiche USA attaccati al collo.
Intanto gli ex generali chiedono addirittura il completo “abbandono del programma, compresi gli aerei a decollo verticale per la portaerei della Marina,“progetto da superpotenza” sproporzionato alle nostre esigenze strategiche.
Né Francia né Inghilterra li vogliono con tutto che l’Inghilterra ha un bilancio della difesa 3 volte il nostro.
Inoltre con gli F35 la nostra industria aeronautica retrocede agli anni 60″, cioè al livello di “manifattura su licenza americana”.
Ma questo schifo di acquisto s’ha da fare!
Del resto la Grecia, con tutto che i suoi bambini svenivano dalla fame, fu costretta a comprare i caccia tedeschi. E cosa cambia?
I popoli soffrono ma le armi non hanno a soffrire.
Altrimenti il mercato non gira e la politica non regna. L’interesse è sempre e solo il loro, si intende!

ELIMINAZIONE DELLE PROVINCE

SERGIO CORI DI MODIGLIANI (sunto)
IL GIOCO DELLE TRE CARTE

Fanno il gioco delle tre carte. In campagna elettorale ognuno dovrebbe dire il proprio programma così che possiamo scegliere. Ma non funziona così.
I partiti sanno benissimo di non avere nessun programma. Allora faranno alcune promesse al vento che servono solo per le elezioni.
Renzi promette di abolire le Province, ma il decreto Del Rio non le abolisce, cambia solo loro nome, e aumenta le spese invece di diminuirle, con 26.510 consiglieri in più e 5448 assessori in più e una spesa superiore del 22% rispetto a oggi. Oltre tutto queste spese saranno buttate sui Comuni, aumentando l’apparato burocratico e producendo caos e ingovernabilità. Oltre a ciò la Consulta ha già fatto sapere che il decreto contiene almeno 6 punti anti-costituzionali e quindi il Parlamento sarà costretto ad abrogarlo. Ma a loro interessa solo far vedere che Renzi lavora e provvede. Basta promettere. Bossi ha promesso la secessione e il federalismo per 20 anni e ha fatto al governo il contrario di quel che aveva promesso ma hanno continuato a votarlo lo stesso.
Poi prometteranno di ridurre le spese militari del 20% e di ridurre o abolire gli F35 ma poi diranno di non poterlo fare perché i trattati internazionali si rispettano.
Lo stesso per gli 80 euro in busta paga. Che importa se i soldi non ci sono? Saranno rimandati fino al dopo elezioni, perché servono solo a quelle. Qualcuno forse noterà che ci sono troppi rimandi, ma il gioco è fatto. E,finita la festa, gabbato lo santo……

A livello internazionale è lo stesso.
Serve anche il cosiddetto conflitto russo-ucraino. Obama ha un problema in patria, esattamente che è lo stesso di Putin a casa sua. Il presidente americano vuole lanciare un new deal ma non ha la maggioranza al senato e il 4 novembre in Usa ci sono le elezioni politiche per il rinnovo delle camere. Ha bisogno di 49 voti. O vince le elezioni in autunno o si accorda con i repubblicani: sta seguendo le due strade. Obama è un abilissimo negoziatore politico. Ne ha trovati 60 disposti a votare a dicembre la legge che gli consente di investire 3.000 miliardi di dollari in infrastrutture, da solidi repubblicani che fanno gli interessi delle loro lobby: l’industria delle armi e gli alti ranghi dell’esercito. E così Obama ha bisogno di dare un contentino ai generali.
Putin ha un problema analogo in patria:deve gestire una spaventosa crisi economica causata dalle sue politiche iper-liberiste, e i suoi generali vogliono aumentare del 40% le spese militari aprendo 5.000 nuove fabbriche che darebbero lavoro a 2 milioni di russi. Ma, se non c’è una guerra, come fai a giustificare queste spese? Così si sono messi d’accordo ma devono far credere il contrario. Ed ecco Obama che lancia un piano finanziario-economico militare -con guadagni mostruosi per i colossi della finanza che ci scommettono sopra- spostando ingenti masse di denaro da scuole, ospedali, strade, ricerca scientifica medica, ecc., alle armi. E’ il gioco delle tre carte e l’Ucraina -la nazione più debole d’Europa- è perfetta per il trucco. Con la scusa di un potenziale conflitto mondiale, Obama e Putin (in pieno accordo) danno soldi ai propri generali e scaricano i costi sulle colonie. Obama visitare i suoi possedimenti più deferenti e servili (Belgio, Olanda e Italia), Putin va in Bielorussia, Georgia, Kazakhistan. Obama così potrà imporre un piano di 500 miliardi di dollari di spese militari nel prossimo biennio agli europei (e l’Italia parteciperà per circa 50 miliardi) ma in Italia soldi non ce ne sono. Allora hanno avuto un’idea: un mese fa sul Wall Street Journal è apparsa la notizia che Obama aveva piantato una grana al più importante fondo d’investimento finanziario-speculativo del mondo USA, il Blck Rock. Multa: 27 miliardi di dollari; 3 giorni dopo stranamente l’amministrazione accetta il patteggiamento e la notizia scompare. 5 giorni dopo, Black Rock annuncia ufficialmente alla City di Londra di aver acquisito il pacchetto di maggioranza di Unicredit, il più importante istituto finanziario italiano. Fine della storia.
I media parlano molto di alcune notizie false, per occultare quelle vere di cui nessuno parla. Quasi nessuno sa che Unicredit è diventata una banca americo-catariota. I due più importanti azionisti sono, infatti, un fondo speculativo made in Usa e il nostro Luca di Montezemolo, in quanto presidente di una fondazione il cui principale azionista -possiede il 92% delle quote finanziarie- è l’emiro del Qatar in persona. Quindi di che cosa stiamo a parlare? Un fondo speculativo finanziario statunitense, ricattato dall’amministrazione del suo paese, controlla la più importante banca italiana che detiene la più alta quota di bpt nazionali, quindi dà ordini: o compriamo armi o ci affossano l’economia. Prendere o lasciare.
Ma stampa e televisione nemmeno ne parlano. In un paese che ci tiene alla propria sovranità e autonomia, i giornalisti economici si sarebbero scatenati a parlare della vicenda, pressando Bankitalia a sorvegliare, controllare, farci sapere. Invece i media hanno parlato di Grillo da Mentana, censurando i due minuti sul “debito odioso” e pure l’idea che potessimo rifiutarlo. Hanno detto che siccome al 90% è in mano a banche italiane, ciò non ha senso. Quel che non dicono è che le più importanti banche italiane non sono più italiane: sono statunitensi, catariote, saudite, tedesche, francesi e di italiano c’è soltanto il nome. L’amministratore delegato di Intesa San Paolo è stato per 15 anni l’uomo di ferro del gruppo Allianz a Francoforte; i tre più importanti consiglieri di amministrazione della Banca Carige sono Jerome Bonnet, Philippe Garsualt e Philippe Wattecamps, finanzieri della Banca di Francia; la Cariparma e il Credito Agricolo sono andate in soccorso di Monte dei Paschi di Siena, ma sono del gruppo BNP Paribas ecc. Così gli Italiano credono che le decine di miliardi di euro che si stanno rovesciando sulla borsa di Milano siano soldi di investitori internazionali che guardano con interesse il nostro paese. Lo credo che lo guardano con interesse, è roba loro!
Per il momento depositano -fino alle elezioni europee- soldi nelle finte banche italiane ricattando la classe politica che è al loro servizio. Domani, quando non ne avranno più bisogno, staccheranno la spina e andranno dove conviene di più.
Le elezioni europee sono una buona occasione, anzi, direi l’ultima, per andare a Strasburgo e chiarire a tutta la comunità europea “signori, il gioco non funziona più”.
Dobbiamo disinnescare questo meccanismo perverso.

COSA VUOL FARE GRILLO IN EUROPA

Il Movimento non vuole uscire dall’Europa, ma vorrebbe che si facesse un referendum ‘consultivo’ (non ‘abrogativo’) per far decidere ai cittadini se vogliono restare nella zona euro o no.
Un referendum ‘consultivo’ è già stato fatto in Italia e dunque si può rifare anche se la Costituzione vieta referendum ‘abrogativi’ in materia di patti internazionali (Paolo Becchi, docente di filosofia del diritto).
Personalmente Grillo pensa che dovremmo uscire dall’euro, o dovremmo ridiscutere le attuali norme costrittive di cui abbiamo visto il totale fallimento, in particolare l’austerity, il pareggio di bilancio, il fiscal compact e le regole per cui la Bce fa prestiti alle banche ma non agli Stati costringendoli a interessi usurai e vuole che si ridiscutano in un tavolo europeo quei vincoli a cui ci ha costretto Monti e che ci obbligano a pagare 50 miliardi l’anno per 20 anni, impedendo qualsiasi ripresa e quel pareggio del bilancio inserito artamente in Costituzione che vieterebbe qualsiasi spesa per lo sviluppo. Grillo ritiene che debbano essere i cittadini con un referendum consultivo a dire quello che pensano sull’euro.
Ovviamente un referendum consultivo non sarebbe vincolante ma i partiti ne dovrebbero tenere conto se questa è una democrazia, e sicuramente il M5s ne terrebbe conto. Costringerebbe poi i partiti a spiegare chiaro cosa intendono fare per il futuro, mentre attualmente di Europa non si parla, la gente nemmeno sa dei 50 miliardi e i media di tutto parlano fuorché di Europa.
Gli attuali governanti, come Renzi, fingono che i patti di stabilità che ci stanno distruggendo non esistano. Renzi va dalla Merkel e dice che accetta il vincolo del 3% ma subito dopo in Parlamento dice che non lo rispetterà (?). Ma che serietà può essere questa? E promette enormi riforme sfruttando qualche decimale tra il 2,6% del Pil e il 3%, il che è inaccettabile anche da parte della Corte dei Conti, mentre non si arresta la morte o la delocalizzazione delle imprese e Fiat sta facendo i bagagli per l’altrove.
Il 3% è la soglia che non dovremmo superare nel rapporto tra debito e Pil. Renzi dice che migliorerà le cose semplicemente aumentando il PIL, ma, conservando questa austerità, non si vede come, anzi il suo programma di estrema destra, facendo tagli pesanti ai servizi pubblici e allo stato sociale, non farà che immiserire ancora di più i cittadini, deprimendo ancora di più la domanda e dunque peggiorerà ancora di più il PI. La superficialità di Renzi è gigantesca e pericolosa. Intanto che si balocca col potere e i media gli fanno incensamenti peggio di quelli che fecero a Monti e Letta, il Paese muore.
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PROGRAMMA DI GRILLO PER L’EUROPA

-passare dall’Europa delle banche a quella dei popoli
-mettere i diritti dell’uomo al 1° posto sul lucro del capitale
-rivedere i trattati europei,rinegoziando le regole dell’Ue,dell’euro e della Bce
-liberare l’Europa dagli ordini del Fm
-basare su sistemi democratici gli organi finanziari Ue
-raggiungere nuove regole modificando i trattati e sottraendoci al giogo USA
-escludere il potere delle banche internazionali dalla sovranità e autonomia degli Stati nazionali,per cercare il bene degli Stati e non l’interesse delle banche e della speculazione
-cambiare le regole bancarie,separando banche d’affari da banche di investimento e vietando i titoli tossici
-mettere una tassa sulle transazioni finanziarie
-fare in Italia un referendum consultivo sull’euro
-abolire il fiscal compact,che ci obbliga a pagare 50 mld l’anno per 20 anni distruggendo il nostro Paese e costringendoci a cessioni progressive di sovranità
-abolire il pareggio del bilancio che ci vieta di spendere per lo sviluppo
-lavorare per una alleanza tra i Paesi mediterranei che hanno interessi comuni, escludendo i diktat della Germania e l’obbligo di uno spread commisurato sul Pil tedesco
-cacciare i lobbisti,delle armi,degli eserciti, bancari e finanziari,delle multinazionali e della politica come casta
-finanziare un’agricoltura basata sul rispetto dell’ambiente,la valorizzazione delle risorse locali,i prodotti a km zero..
-portare avanti le energie verdi così da svincolarci dal dominio economico,politico e militare di chi possiede idrocarburi,creando autonomie energetiche pulite
-arrivare a rifiuti zero e a inquinamento zero
-investire in innovazioni ecologiche e promuovere le eccellenze per merito
-salvare i lavoratori dallo sfruttamento perverso dell’iperliberismo
-salvare lo stato sociale e i beni comuni come l’acqua dalla rapina del libero mercato.

(Mi pare, da tutto questo, che il programma del M5S sia esattamente il contrario di quello di Renzi)
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Scrivono che Renzi copia il programma del M5S FALSO!
I due programmi sono opposti

Il M5S chiede maggiore democrazia diretta
Renzi approva la fine dell’elezione dei presidenti di provincia che saranno nominati e non più eletti e chiede che anche i senatori siano nominati e non più eletti o eliminati, mentre il senato è necessario per rendere più riflessiva l’azione dei governi e rappresentare i cittadini (in futuro potrebbe rappresentare le regioni), deprime i sindacati, vuole un contratto unico o un lavoro tutto precarizzato e dunque non protetto dai sindacati, e calpesta i referendum sia sul finanziamento pubblico ai partiti che sul divieto di vendere l’acqua pubblica.

Il M5S chiede che i corrotti siano allontanati dalla politica e spariscano dalle liste elettorali.
Renzi ha mantenuto i poteri gente come quel Genovese che ora è sotto processo per truffa, peculato, riciclaggio e associazione a delinquere, e difende Faraone e Barracciu che hanno rubato sulle note spese.

Il M5s porta in politica persone nuove e pulite con coscienza civile e senso del bene comune.
Renzi si è presentato come rottamatore, in realtà ha mantenuto al potere le vecchie
cariatidi responsabili della nostra rovina, e alle europee ha la faccia di nominare per le Europee persone come D’Alema, Raciti, Lumia, Cofferati, De Castro, Lupo, Pittella, Domenici, Bettini, Bresso, Caronna, Sassoli, Cozzolino, Zambuto, Zanonato, Moretti… Sembra la discarica dell’usato!

Grillo chiede che chi si presenta in politica sia onesto e trasparente.
Renzi ha già cominciato male mostrando solo lui vari illeciti e spostando chi è accusato di peculato ad altre cariche.

Grillo da 4 anni difende i diritti dei precari.
Renzi vuole rendere precario tutto il lavoro,abolire i sindacati o ridurli come le corporazioni fasciste, abolire, l’articolo 18 e applicare il sistema Marchionne.

Le differenze continuerebbero all’infinito. Dove, di grazia, Renzi avrebbe copiato il programma dei 5 stelle? Io proprio non lo vedo.

RIDIAMARO :- )

Viviana
“Nap è una roccia per l’Italia”
Com’è che ho pensato subito a Schettino?
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.. e pensare che Obama voleva parlare con Marchionne!
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Gli volevano vendere il Colosseo dicendogli che era grande quanto un campo di baseball, ma Obama ha detto che con tutti quei buchi le palle sarebbero andate tutte fuori.
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.. e così il coglione gli ha detto: “Barak, vai sereno!”
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La prima domanda di Obama all’interprete
“Chi è che ha spostato Letta?”
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Renzi ha deciso di lanciare un nuovo modello di cappottino sciallato
soprattutto senza bottoni
avevamo chiesto un nuovo bilancio senza F35
ma bisogna accontentarsi
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Ora gli Americani avranno in Renzi un altro stereotipo di italianità
Chissà dove lo mettono tra spaghetti, pizza e mandolino
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Obama ha detto che Renzi parlava un buon inglese
almeno questo poteva risparmiarcelo!
(ma era perché si ricordava di Rutelli!)
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Dopo aver visto il Colosseo, Obama ha chiesto se poteva mandarci le forze di ricostruzione che gli sono avanzate in Irak
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Vedo la luce in fondo al tunnel
Erano i fari delle auto di Obama
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Obama è a Roma e vedrà il Papa,Napolitano e Renzi.
Solo non si vedono i due liocorni
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Alla vista delle rovine del Colosseo
Obama ha esclamato: “Ma siamo stati noi ?”
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..ma chi era quello che si sentiva urlare di lontano: “MISTER OBAAAAAAAAMA!!!”?
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Napo gli ha parlato senza interprete
e ora che se ne fa il Quirinale di tutte quelle tonnellate di ketchup?
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Fasdome
Obama incontrerà Napolitano e Renzi.
Barack e burattini.
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Pirata 21
Eccezionali le misure di sicurezza per l’arrivo di Obama a Roma. Era addirittura vietato parcheggiare in terza fila.
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zip
Napolitano ha parlato con Obama in inglese: “With alive and vibrant satisfaction”.

Starrynight
Obama impressionato alla vista del Colosseo: “100 dollari per una foto coi centurioni?”
Grande stupore anche tra i centurioni abusivi che non si aspettavano certo di rivedere Scipione l’Africano.
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Pirata 21
Obama:”Napolitano uomo di Stato forte, l’Italia è fortunata”. Prende anche per il cubo.
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Venividiwc
Renzi indossa una giacca a due bottoni. Almeno dovrebbe riuscire ad allacciarla.
Prima di portare Obama al Colosseo, per diradare i turisti, hanno sguonzagliato i leoni
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Donna Felicità
Obama nel pomeriggio visiterà la parte archeologica di Roma Gli americani amano qualsiasi cosa sembri bombardata.

I’foda
Obama visita le rovine romane in compagnia di un archeologo. “Alla sua destra la sede del Pd”.
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Pirata 21
Le monete che Obama ha regalato al Papa sono cadute due volte a terra. Manco fosse l’euro.
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Eccezionali le misure di sicurezza per l’arrivo di Obama a Roma. Sarà addirittura vietato parcheggiare in terza fila.

3civette
Obama dona a Papa Francesco dei semi di frutta e verdura provenienti dall’orto della Casa Bianca. Deve aver saputo a quanto stanno da noi i fagiolini.
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La cosa vera ma assolutamente comica p che nei giornali americani che parlano della visita di Obama in Italia, Renzi non compare!
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GAFFE ED ERRORI
Viviana Vivarelli

Il deputato 5stelle che dice “Farò un discorso breve e circonciso” è carino. Ha sbagliato una parola, ma che dire di chi fa proprio errori di sostanza?
Per es. del senatore Zanda, Pd, che, mentre il Pd fingeva di stringere patti col M5S, presentava una legge per escludere il M5S dal Parlamento?
Oppure dello stesso Zanda che, mentre finge di lottare contro le assunzioni parentale o clientelari nelle municipalizzate di Roma, raccomanda al presidente dell’Ama una persona che gli è stata raccomandata?
Poi ci sono le frasi imbarazzanti. Di Pietro disse: “Un Governo Monti sostenuto da Pd e Pdl sarebbe come due maschi a letto insieme: non possono fare figli”.
E Bersani: “La recessione è in corso. Nei supermercati vendono croste di formaggio, per stare al livello dei redditi dei pensionati”. La risposta più tenera fu: “Qualcuno avvisi Bersani che le croste dei formaggi le vendono già ai supermercati”
La Minetti in un tweet mise giù: ”Madrelingue…tutte omologate”. Intendeva “malelingue”, forse?
Resta celebre la Gelmini: «Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.»
Oppure l’ultima sulla messa del Papa: “Santo Padre, grazie di aver dato un motore alla speranza!” Si riferiva al corteo di auto blu o ai nuovi F35?
Innumerevoli le gaffe di Berlusconi: “Ed Enea diede luogo a una dinastia da cui nacquero Romolo e Remolo.” “ Sempre a parlare di questi fratelli Cervi. E andiamoli a trovare questi fratelli Cervi!”
Alba Parietti: “Adesso andiamo a vedere un summit. Un sommario, un summit. È la stessa cosa no? “ (E per fortuna che le piacciono gli intellettuali!)
E parlando di intellettuali o presunti esperti, Veronesi “Il cancro è prodotto dalla polenta” e “Io le scorie nucleari le terrei in camera da letto!”
Il fratello di Ignazio La Russa (assessore del Pdl): “Per quanto mi riguarda, nella maggior parte dei casi sono malati ed è una malattia da cui si può uscire. Possono essere curati”.
D’Alema: “A-ha! E’ impensabile che il dottor Berlusconi entri in politica. Deve occuparsi dei suoi debiti. Stia fermo, tanto prenderebbe pochi voti. Non siamo mica in Brasile”. Lo disse due mesi prima che Berlusconi scendesse in politica, prendendo in Sicilia 64 seggi su 64.
Bossi: ”Mai al Governo con la porcilaia fascista…!” E difatti…
Berlusconi: “Non è vero che i comunisti mangiano i bambini, ho saputo che sotto la Cina di Mao i bambini non li mangiavano ma li facevano bollire per concimare i campi. E’ una cosa orrenda ma purtroppo è vera!”.
“Posso affermare che in Italia c’è lo Stato ma c’è anche uno Stato parallelo che è tutto nelle mani della sx ed è la scuola, i giornali, le televisioni, la magistratura…”
“I miei figli sono come gli ebrei sotto Hitler”
“Posso palpare un po’ la signora?” detta a un assessore durante la visita per il terremoto in Abruzzo.
“Ho speso più di 500 milioni di euro per pagare i giudici!” (gulp)
Insuperabile il “Fassina chi? “ di Renzi.
La Prestigiacomo, quando era ministro dell’ambiente, sulle alluvioni: “I nostri esperti hanno calcolato che i tempi di ritorno di un evento del genere, cioè la probabilità che si possano ripetere eventi alluvionali simili con analoga intensità, sarebbero superiori ai 500 anni e sicuramente plurisecolari”. Ma le vede le alluvioni continue o è cieca?
Comunque, nessuno supererà Corrado che alla radio disse: “Ed ora, gentili ascoltatori, trasmettiamo, di Richard Wagner, la Cacata delle Walchirie.”
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1526 6/4/2014 LA SVOLTA AUTORITARIA

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(Baj)

E sarebbe Grillo il fascista per la pena dei 250.000 euro ai voltagabbana? – 80 euro e reddito minimo garantito – I due piatti della bilancia: da una parte un Paese distrutto, dall’altra le ridicole accuse a Grillo – Il M5S e l’Europa – Attacco a De Benedetti – Abolire il Senato – Parlamento con una Camera o due – Solo gli stati monarchici o dittatoriali hanno una sola Camera – A parte la piccola lista Tsipras sotto il 4%, la sx italiana non esiste più – Il piano della P2 in atto – Lo smantellamento della Costituzione e della sovranità popolare – E la corruzione si allarga – 60 miliardi l’anno persi per corruzione politica – Ma Renzi vuole politicizzare anche la Consulta – Abuso dei decreti legge e della fiducia

..e la gente che vi sta ad udire
alla fine vi manda a maledire
Silvio
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The greatest glory in living lies not in never falling, but in rising every time we fall.”
Nelson Mandela

La più grande gloria nella vita consiste non nel non cadere mai, ma nell’avanzare sempre mentre cadi.
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Tutte le grandi rivoluzione richiedono grandi promotori, una enorme capacità di sognare il futuro, e una grandissima pazienza e resistenza.
C’è una parola che viene dal mondo no global e che Grillo ci ha insegnato:
RESILIENZA, parola bellissima che vuol dire capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità.
Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.
In questa Italia sciagurata e scellerata, sono risorte milioni di persone ‘resilienti’ che sanno che la battaglia sarà lunga ma che grazie a loro potremo avere un futuro migliore.
In un mondo di disperazione è rinata la speranza.

Accusano Grillo di fascismo, niente di più ridicolo!
Il fascismo non lo vedo certo nella multa che un partito vuole dare ai voltagabbana.
Guardatevi attorno! Guardate il tentativo perverso di Renzi e di Berlusconi di imporre un presidenzialismo forte, di ridurre i poteri dello Stato alle decisioni arbitrarie di uno solo, di far votare il Presidente della Repubblica direttamente dal popolo, di svendere l’Italia alla cricca finanziaria e al grande capitale, di spendere 35 miliardi in armi pure difettose, di continuare guerre aggressive verso paesi che non ci hanno fatto nulla, di distruggere stato sociale e diritti del lavoro, di mettere in ginocchio un intero Paese per far prevalere la volontà di pochi, di distruggere la Costituzione e di eliminare via via la sovranità popolare…
Se vedete tutto questo, è molto chiaro, allora, dove sta il fascismo!! Altro che una multa per chi si vende al miglior offerente!
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C’è chi equipara gli 80 euro di Renzi al reddito minimo garantito, sotto la voce “voto di scambio”

Il peggio è che si finge di dimenticare che alle ultime politiche di un anno fa il reddito minimo garantito è apparso miracolosamente nelle promesse elettorali di tutti, soprattutto di Bersani, che fu addirittura il primo a prometterlo e disse: “«per tutti coloro che non sono coperti da contratto ci vuole un reddito minimo garantito», salvo poi prevedere 500 euro per soli 3 anni come una specie di allungamento della carta di povertà. Il reddito minimo garantito l’Europa ce lo chiede dal 1992, sono 20 anni, e manca solo a noi e alla Grecia. In 15 anni lo hanno proposto più volte e sempre con un nulla di fatto. Un fallimento che misura la distanza reale tra un’Italia con una disoccupazione giovanile al 35% e un’Europa presa a modello dagli ultimi governi solo per giustificare tagli e spending review.
Ma quando i 5stelle lo portarono alla discussione in aula, tutte le promesse fatte sparirono di colpo. E tutti fecero marcia indietro, rinnegando le promesse fatte in tempo elettorale e votarono contro. Solo il M5S ha tenuto fede alla parola data riducendo le richieste da 1000 euro a 600 e indicando le fonti con cui pagarlo. Ma in aula poi votarono così: bocciato con 181 voti da Pd, Pdl e Scelta Civica, approvato solo dai 50 di M5S e Sel.
E ora fanno ballare gli 80 euro??? Ma chi vogliono fregare questi?

I DUE PIATTI DELLA BILANCIA: DA UNA PARTE UN PAESE DISTRUTTO, DALL’ALTRA LE RIDICOLE ACCUSE A GRILLO

I nemici di Grillo sono grotteschi.
Il fatto è questo: da una parte abbiamo una classe politica marcia e corrotta, collusa con ogni sorta di criminalità da quella degli affari sporchi a quella delle mafie, della P2 o della cricca bancaria, una delinquenza politica di infimo livello attaccata alle poltron

e, al potere e al lucro personale al punto di distruggere cinicamente il Paese, svendendolo al potere finanziario, devastare la democrazia e marciare verso poteri autoritari che del cittadino se ne fregano, una casta di corrotti che ha prodotto la più grande crisi di questo Paese, che non ha la più pallida idea di come uscirne, che tenta solo di approfittarne per accentrare i poteri in poche mani ed eliminare la sovranità popolare, questa casta di corrotti che ormai non ha più né ideologia né bandiera ha prodotto migliaia di suicidi, migliaia di fallimenti, milioni di disoccupati, uccidendo ogni futuro e ormai governa contro ogni principio costituzionale e democratico…
dall’altra parte abbiamo la speranza di cacciarli e di ricostruire l’Italia con la democrazia diretta e persone pulite e controllate, allargando i principi della democrazia e il rispetto verso gli onesti e prendendo nella nostra cura il bene del Paese.
E qui i nemici del cambiamento mettono sulla bilancia i casi personali di un soggetto non pubblico che ha avuto un incidente d’auto involontario, un condono fiscale per 500 euro, e, forse, un condono edilizio non ben definito, oltre a ciò un paio di frasi inopportune scappate a caso.
I due piatti della bilancia sono così sbilanciati che sembra pazzoide insistere su questo, eppure c’è una dozzina di folli che da mesi non fa altro, come se i casi di un cittadino comune fossero tali da sopravanzare l’orrore di una intera classe politica che non fa che sbagliare portandoci a una voragine sempre maggiore e distruggendo quello che resta del popolo italiano.
Ma nemmeno in un manicomio potremmo trovare gente che farebbe un baratto simile!

GRILLO E L’EUROPA

(Dall’intervista di IFQ). Grillo: “Io voglio il ritorno alla Comunità europea, in cui si condivide tutto, anche il debito. Non questa Unione, dove siamo ingabbiati, costretti a restituire quello che le banche hanno investito nel nostro Paese come titoli di Stato. Personalmente sono assolutamente contro l’euro, ma a decidere devono essere i cittadini, non un leader politico o un partito. Non è detto che dovremmo tornare alla lira, potremmo fare un euro a due velocità. Come 5 Stelle andremo a Bruxelles a contrastare quei trattati firmati da mascalzoni, da incompetenti. Non è possibile firmare una cosa come il fiscal compact che ti impegna per 20 anni. Fanno previsioni assurde, vogliono tagli assurdi: possiamo mai tagliare 50 miliardi all’anno per un ventennio? I fondi imperiali degli Stati Uniti si stanno comprando tutto, e lo sta facendo anche mezza Cina. Noi ci siamo dentro a tutto questo: e non abbiamo sovranità economica. Si deve andare a Bruxelles ed eliminare il trattato del fiscal compact e il Mes, quello che sarebbe il fondo salva stati e invece è un salva euro. Poi verificare i finanziamenti europei all’agricoltura: i soldi devono arrivare ai prodotti tipici. Non è possibile che in Sicilia importino le arance dalla Tunisia. Io le ho trovate buttate per strada. Il rimedio è la fiscalizzazione: se vuoi la frutta tunisina paghi il 25 per cento in più. So che è dura riparlare di dazi ma qualcosa dobbiamo fare. Provi a vendere acciaio negli Stati Uniti. E comunque, io non sono un economista, sono un comico, un rabdomante. Certo, mi informo: ma queste cose non le dovete chiedere a me. Noi vogliamo inserire nella Carta i referendum propositivi, i bilanci partecipativi, l’obbligo di discussione delle leggi popolari. Io l’ho letta la Costituzione: è stata scritta con 9400 parole, divise in 480 periodi, ogni periodo ha meno di venti parole. L’hanno fatto apposta, perché è così più semplice. Se si legge con calma, capisci che è perfetta. Abbiamo una Corte Costituzionale che ci mette 7 anni per decidere se una legge è o meno costituzionale, abbiamo i costituzionalisti: specialisti del nulla, che devono chiarire cose già chiare. Soprattutto, ogni volta che mettono mano alla Carta la rovinano. Penso alla parte sul federalismo: non ci si capisce niente. Nella Consulta ci sono membri nati tutti negli anni Trenta: vengono nominati 5 dai partiti e 5 dal Quirinale, 5 infine dal Csm. Non è un organo super partes, è un organo politico. E dentro c’è anche Giuliano Amato, l’ex tesoriere di Craxi, messo lì per fare il 15°.

Il voto di scambio è il voto dato regolarmente da un elettore, ma non motivato da scelte politiche frutto di riflessioni sincere e disinteressate, bensì corrotto da qualche tornaconto ricevuto da parte di chi si candida o chi per lui.
Il voto di scambio “legale” è frutto del clientelismo politico e consente, a chi ne usufruisce, di vedere soddisfatta una propria richiesta legittima in cambio del voto.
Il voto di scambio “illegale” è quello in cui un politico offre in cambio del voto qualcosa che non è legittimato ad offrire.
Se fai una promessa elettorale equa, questo fa parte del tuo programma e te lo puoi permettere
Se fai una promessa elettorale incostituzionale o iniqua, nel senso che non è universale, ma garantisce favori solo a qualcuno, non prevede come coprirla e per darla a quel qualcuno toglie risorse a qualcun altro che avrebbe ugualmente bisogno di quel favore, siamo nel voto di scambio illegale.

ATTACCO A DE BENEDETTI

Grillo denuncia dossier in arrivo contro Casaleggio dai giornali di De Benedetti, articoli di cui l’editore di Repubblica sarebbe il mandante: «Ha i lobbisti in Parlamento, come Berlusconi – ha detto Grillo – con cui si sono divisi le cose». La replica del Gruppo Espresso non si è fatta attendere: «Quanto alle inchieste giornalistiche, è evidente che esprime fastidio chi ha qualcosa da nascondere. I mezzi di comunicazione del Gruppo Espresso lavorano quotidianamente con impegno e serietà per fornire ai propri lettori informazioni, idee e spunti di dibattito, esercitando – insieme a tutti gli altri media nazionali (ma va?)- la propria funzione nel sistema democratico italiano».
Espresso rifiuta anche sdegnosamente di essere in rosso. E dichiara: «Il Gruppo Espresso ha sempre registrato utili e non perdite, nonostante la crisi economica e di settore che ha colpito gravemente l’editoria. E ciò senza essere beneficiario di contributi pubblici».
Davvero c’è da morire dalle risate e vedere tanta spocchia e capacità menzognera!
De Benedetti ha un debito con le banche di 1,68 miliardi.
L’anno scorso il Gruppo Editoriale L’Espresso era in rosso a -0,34%: “Repubblica, rosso da 4,5 milioni. Crollano utili per L’Espresso: non ci saranno dividendi”. Repubblica ha chiuso l’anno con una perdita di 4,5 milioni. I profitti del gruppo sono precipitati a 3,7 milioni dai 21,8 milioni del 2012, mentre il fatturato ha visto una flessione del 12,4%.
In quanto alla pretesa di non aver mai avuto finanziamenti pubblici, come mai nel 2011 Espresso fece causa per non averne avuti abbastanza? E come mai non considera la voce più cospicua che sono i finanziamenti indiretti (compensazioni per tariffe postali e telefoniche)?

Sarebbe bene che prima o poi, invece di perdere tempo con le frasi inopportune o il condono da 500 euro di Grillo, qualcuno cominciasse a mettere in chiaro quanto ha pesato sulla democrazia di questo Paese un potere forte come quello di DE BENEDETTI.
Inutile negare che costui da 40 anni è l’anima nera, lo sponsor massimo e il burattinaio del Pd (prima Ds) e che con i suoi giornali e la sua influenza ha dettato l’agenda politica del cosiddetto centrosinistra di questo Paese.
Per quanto non paghi il fisco italiano perché si è fatto naturalizzare in Svizzera, De Benedetti ha sempre avuto le mani in pasta nella politica italiana ed è sempre stato di fatto l’anti-Berlusconi, guidando indirettamente lo schieramento a lui opposto. L’opinione pubblica italiana è sempre stata manipolata da questi due grandi burattinai che hanno governato i media, la stampa, la televisione e l’editoria: Berlusconi e De Benedetti.
De Benedetti parte come amministratore delegato della Fiat, poi la CIr, Olivetti, Sogefi, la vicepresidenza dell’Ambrosiano al tempo di Calvi, una bancarotta fraudolenta per 40 miliardi di lire, la Mondadori, con tangentopoli a confessione di aver dato una mazzetta di 10 mld per le Poste, l’Espresso, il gas di Sorgenia, l’azionariato con la Goldman Sachs, il controllo delle banche Rotschild a Parigi.. Oggi Sorgenia sta fallendo e si è aperto un debito nel gruppo di De Benedetti da 1,86 miliardi.
Credete che costui voglia il bene del popolo???

ABOLIRE IL SENATO

Le dittature cominciano sempre così, con l’eliminazione delle Istituzioni democratiche, poi camminano da sole.
Vedi l’assalto di Benito Mussolini al Parlamento: “Trasformerò quest’aula sorda e buia in un bivacco di manipoli”

Documento firmato dai massimi giuristi italiani:

”Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al Presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.
Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone”.
Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Roberta De Monticelli, Gaetano Azzariti, Elisabetta Rubini, Alberto Vannucci, Simona Peverelli, Salvatore Settis, Costanza Firrao

Padellaro
Il documento di Libertà e Giustizia chiede: Siamo consapevoli che, se passano le “riforme” di Renzi, l’Italia avrà un uomo solo al comando, cioè lui? Abbiamo capito bene che, con la trasformazione del Senato in un ente inutile, le leggi saranno approvate esclusivamente dalla Camera, senza più la garanzia di una seconda lettura che spesso, nella storia Repubblicana, ha evitato pericolosi colpi di mano di questo o quel Governo?
È chiaro a tutti che l’Italicum frutto dell’inciucio tra B e Renzi, il partito che vince anche per un solo voto avrà un premio di maggioranza da dittatura parlamentare? Stando a tutti i sondaggi, quella supermaggioranza sarà appannaggio del Partito di Renzi che avrà nel frattempo trasformato il Pd nel proprio scendiletto (già qualcosa si è visto nel voto bulgaro della Direzione di ieri).
Il turbopremier, a quel punto, potrà far votare dalla Camera qualsiasi cosa desideri: dallo stravolgimento della Costituzione alla “creazione di un sistema autoritario che dà al Presidente del Consiglio poteri padronali”. Renzi sta propinando agli italiani la favola di un taglio netto alla casta dei politici inetti e forchettoni, come se sacrificando gli emolumenti di 315 Senatori (mantenendo però le monumentali spese dei relativi uffici) qualcosa potesse cambiare nella voragine dei conti pubblici. Gli Italiani gli credono rassegnati e stanno perdendo i fondamenti della nostra democrazia. Possibile che nel Pd e nella sinistra abbiano tutti portato il cervello all’ammasso?
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Contro i maggiori costituzionalisti del nostro Paese abbiamo un’orda di squadristi che appoggiano Renzi e la sua presa di potere violenta delle istituzioni, con la stessa ferocia, ignoranza, aggressività e barbarie di quelli che ridussero in schiavitù la nostra nazione 90 anni fa Allora fu il re a dare pieni poteri al filibustiere, oggi è il Pd.
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E questo organismo geneticamente modificato che è il Pd ormai ha perso ogni dignità e ogni onore.
Con Renzi quello che un tempo fu il terzo partito della sinistra europea ha toccato il grado più basso della sua degradazione politica e morale, presentandosi come lo smantellatore della Costituzione, il picconatore dei diritti civili, l’annientatore dei diritti elettorali.
Con Renzi, la crisi della democrazia riporta in auge il mito dell’uomo forte e rinnova il culto della personalità. Ma le pecche della democrazia si sanano con maggiore democrazia, non stroncando le istituzioni democratiche e preparando la strada a nuove dittature.
Togliere al popolo il diritto di eleggere i Senatori e togliere ai Senatori la funzione legislativa è un passo grave per abolire dei rappresentanti del popolo e per annientare la sovranità popolare.

Simone
E’ la messa nero su bianco di una situazione di svolta antidemocratica prima auspicata da decenni e poi realizzata nei fatti con i governi Monti, Letta e Renzi, dove il Parlamento non è stato eletto da nessuno e dove i governi vengono sfiduciati al bar, i presidenti eletti anche dopo il primo mandato. Non c’è più corrispondenza tra programmi e cose realizzate, non ci sono elezioni, non c’è scelta per via di leggi elettorali incostituzionali.
Ripeto, stanno andando dal notaio per firmare il tutto in modo ufficiale. E’ la fine della Repubblica.

Plaudo a Di Maio come a tutti coloro che difendono strenuamente i valori della nostra democrazia contro gli attacchi di un risorgente fascismo.
Si mantengono costi e carrozzoni.
Si eliminano i diritti elettorali.
Non un passo contro la corruzione, per lo sviluppo e la democrazia.
Nessuno snellimento dello Stato per il bene collettivo.
Ma che riforma è?
I cittadini avranno solo delle perdite.
La democrazia sarà monca.
Il cattivo potere si rafforzerà ancora di più.
Aumenteranno gli abusi della casta.
Renzi marcia diretto verso l’accentramento del proprio trono, smantellando a colpi di maglio l’equilibrio dei poteri, la sovranità popolare e a Costituzione che sono i fondamenti della democrazia.
Renzi rappresenta un profondo passo indietro nella storia d’Italia, verso un potere monocratico di cui non abbiamo proprio bisogno.
La gente vuole lavoro e giustizia, merito premiato e futuro non incerto. Con queste riforme si cementa invece una iniqua classe politica che avrebbe dovuto essere cacciata e si svincola il potere dal consenso popolare.
Il futuro del mondo si chiama democrazia diretta, e non certo leggi come hanno le repubbliche dell’est o la Corea del nord. Se la follia ha invaso i partiti, questi partiti li dobbiamo cacciare. Essi sono un pericolo per la nostra democrazia, sono un pericolo per noi tutti.

Grasso ha detto no al monocameralismo
Il Presidente del Senato è la seconda carica pubblica e secondo Renzi non avrebbe il diritto di esprimere la sua opinione? Ma quanto è grande la strafottenza di costui? Un pallone gonfiato che si regge solo sulla stoltezza di gente venduta e rinnegata e di ignoranti per cultura o vocazione.
Crepi Renzi e crolli tutta questa indegna baracca di lestofanti che stanno facendo a pezzi la Costituzione italiana gettando l’Italia in un facsimile della Corea del nord o delle repubbliche dell’est, lontane anni luce dalla democrazia e dalla giustizia!!
Il peggio che non hanno saputo fare Berlusconi e quei rinnegati del Pd lo sta facendo questo spaccone accentratore e smargiasso con la protezione di Napolitano, che non ha mai saputo fare una sola cosa per il bene dell’Italia ma ha sempre marciato per la sua rovina!
Ma Napolitano non doveva essere il garante e il custode della Costituzione?
Non era quello il compito maggiore per cui aveva ricevuto la massima carica dello Stato?
Ed è smantellando a colpi di ruspa la Costituzione e appoggiando il demolitore di questa democrazia che assolve il suo compito?
Questi due distruttori passeranno entrambi alla storia come nemici interni di questo Paese, quelli che hanno protetto il vizio e punito la virtù e dei principi democratici hanno fatto strame per i cavalli del loro potere.
Contro i nemici interni della nostra democrazia dobbiamo insorgere come un tempo insorgemmo con la resistenza contro i nemici esterni che volevano distruggerci.
Essi sono anzi più insidiosi e mortali perché usano le stesse armi della cultura e dell’informazione con cui un Paese sano si prepara gli anticorpi contro gli abusi di potere.

Il Piano della P2 prevedeva lo svuotamento delle istituzioni democratiche e l’accentramento dei poteri in una sola figura monocratica. Ed è esattamente quello che Renzi e il Presidente della Repubblica stanno perpetrando. Questo piacerà sicuramente a quei poteri forti delle banche e della finanza che considerano il nostro Paese una terra di conquista, ma come può essere accettato dai cittadini che dopo un ventennio di distruzione dell’economia e del diritto si vedono ora distruggere anche i fondamenti della democrazia?

Psicopompo
In pratica Rodotà ha affermato, nemmeno tanto tra le righe, che Napolitano – con Renzi e seguito – non ha la minima cognizione del significato della parola ‘democrazia’ che la Costituzione attualmente in vigore gli ‘impone’ di difendere nel ricoprire il suo ruolo.
Realtà, semplice realtà.
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Renzi dice che abolendo il Senato, si ha un risparmio di un miliardo. La cosa è falsa perché si abolisce solo il diritto elettorale dei cittadini, dunque 400 milioni ogni 5 anni, mentre il carrozzone senatoriale rimane e diventa una cosa molto confusa, in cui, per es. dovrebbero finire i sindaci per metà del loro tempo, facendo dunque male quello e quell’altro. Renzi dice anche che così avremo leggi più rapide. A parte che di leggi ne abbiamo 150.000 contro le poche migliaia degli altri Paesi, per cui al più dovremmo togliere leggi e non aggiungerle; a parte anche che quando hanno voluto fare leggi veloci lo hanno fatto (vedi Lodo Alfano 20 giorni contro la ratifica della legge anticorruzione per cui non sono bastati 1453 giorni), ma la cosa grottesca è che con la legge di Renzi nascono 12 modi diversi per fare una legge, in un casino e in una confusione inestricabile.
E poi il problema non è nemmeno votare una legge in Parlamento, ma metterla in funzione.
Letta ha fatto 429 leggi ma 364 si sono bloccate perché i relativi ministeri non hanno fatto le leggi attuative. Ma di cosa stiamo parlando? L’ingolfamento non ci fu perché il Senato era stato eletto da cittadini, ma piuttosto perché ormai la partitocrazia regna senza governare.
L’unica cosa forte è che ci hanno scippato anche il diritto di eleggere i senatori!!

L’ ELEZZIONE DER PRESIDENTE

Un giorno tutti quanti l’animali
Sottomessi ar lavoro
Decisero d’elegge’ un Presidente
Che je guardasse l’interessi loro.
C’era la Società de li Majali,
La Società der Toro,
Er Circolo der Basto e de la Soma,
La Lega indipendente
Fra li Somari residenti a Roma,
C’era la Fratellanza
De li Gatti soriani, de li Cani,
De li Cavalli senza vetturini,
La Lega fra le Vacche, Bovi e affini…
Tutti pijorno parte a l’adunanza.
Un Somarello, che pe’ l’ambizzione

De fasse elegge’ s’era messo addosso
La pelle d’un leone,
Disse: – Bestie elettore, io so’ commosso:
La civirtà, la libbertà, er progresso…
Ecco er vero programma che ciò io,
Ch’è l’istesso der popolo! Per cui
Voterete compatti er nome mio… -
Defatti venne eletto propio lui.
Er Somaro, contento, fece un rajo,
E allora solo er popolo bestione
S’accorse de lo sbajo
D’ave’ pijato un ciuccio p’un leone!
- Miffarolo!… Imbrojone!… Buvattaro!…
- Ho pijato possesso,
- Disse allora er Somaro – e nu’ la pianto

Nemmanco si morite d’accidente;
Silenzio! e rispettate er Presidente!

(Trilussa)
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Pensare che quelli che appoggiano questo infame golpe contro le istituzioni democratiche erano tutti a ossequiare il defunto Berlinguer al documentario di Veltroni fa torcere le budella dallo schifo. Non si era mai vista ipocrisia simile a quell’impaludati soggetti in auto blu e abito da cerimonia, falsi come era falso Giuda quando baciò il Cristo, falsi come sono sempre stati falsi tutti i politici quando andavano a celebrare la morte di Falcone.
Dietro Renzi c’è Berlusconi, c’è la Bce, ci sono le banche d’affari americane.
Dietro Renzi c’è Comunione e Liberazione, c’è la Compagnia delle opere e c’è l’Opus dei.
Quando un leader autoritario viene messo al potere dalle cricche della finanza, della chiesa e del capitale, tutta la feccia di uno Stato rizza la testa e lo acclama come nuovo Duce. E le radici della democrazia in Italia sono talmente fragili che i partiti si schierano con quella per fare al nuovo Duce un coro di iniquo consenso.
Gli Italiani più sciocchi hanno talmente in odio i politici da credere stupidamente che la riduzione dei corrotti si faccia abolendo le istituzioni. Allora tanto varrebbe abolire anche la Camera o la Corte Costituzionale, la polizia o la Magistratura!
Non è demolendo gli istituti attraverso cui si pratica la democrazia e riducendo il potere elettorale dei cittadini che avremo meno politici corrotti. Otterremo solo un potere più concentrato e arrogante.
La follia è che Renzi di cose aberranti ne ha dette parecchie ma il Pd sembra preda di una folle autodissoluzione. Cupio dissolvi.
Come si può consentire a un piano scellerato che vuole destabilizzare la Costituzione, abolire lo stato sociale e i diritti dei lavoratori, svendere i beni comuni e privatizzare i servizi pubblici? Ma cosa hanno nella testa quegli Italiani che applaudono queste cose? Dove è morto il loro cervello e finita la loro coscienza? Ci si rende minimamente conto del danno morale e materiale che un simile individuo porterà a tutti noi?
Ma vi immaginate se queste mostruosità fossero state nel programma di Berlusconi o addirittura di Grillo?????

Può darsi che Rodotà abbia fatto degli errori, come 30 anni, proporre addirittura lui il monocameralismo (ma erano tempi diversi), o attualmente guardare con disdegno alla democrazia diretta e criticare il M5S che non riesce proprio a capire (ma ci sono delle aderenze con 89 anni di vita che lo rendono poco flessibile e conservatore). Malgrado ciò, Rodotà resta una delle figure più nobili ed eminenti di questo Stato! E se fosse stato lui Presidente della Repubblica, le mostruosità giuridiche attuali non avrebbero mai avuto cittadinanza, il patto scellerato con Berlusconi non sarebbe mai stato fatto e la Costituzione non sarebbe stata messa al macero come avviene adesso con Napolitano e Renzi. Un Rodotà come Presidente della Repubblica sarebbe insorto contro un tanghero come Renzi, che per fare rapida carriera si è messo al servizio della Bce, del Fm e delle banche americane, ma noi non abbiamo oggi un Presidente della Repubblica sano (grazie ai voti degradati del Pd), ma uno che si è venduto da tempo ai più forti. Certo, che se al tempo della resistenza ci fossero state persone come Napolitano, coi Tedeschi avremmo collaborato fino all’ultimo.

Ogni mandata di riforme ha solo peggiorato questa disgraziata democrazia.
Ma se il progetto di Renzi va avanti, cesseremo anche di essere una democrazia.

La gente è ignorante, analfabeta, ipnotizzata, plagiata, ma non esiste libertà per chi dorme
o è sotto l’influsso della malvagità altrui o approfitta della situazione per sprigionare la propria cattiveria. Il primo sollevamento che si deve chiedere agli Italiani è dalle morte abitudini, dal voler sempre appoggiarsi a qualche capo, dall’inerzia e dall’ignoranza, dal diffidare di se stessi e dal fidare troppo in chi ci ha già deluso. Nessuno farà l’Italia se non ci sarà una crescita morale e civile degli Italiani!

Ma perché ci tengono tanto all’eliminazione del Senato? Lo scempio del Parlamento sembra diventato l’unica medicina contro la corruzione della politica, la degradazione dei partiti, la morte dell’economia. Invece è un gigantesco motivo di scatenamento delle masse peggiori e di distrazione dai reali problemi del Paese.
Una Camera unica ce l’hanno solo le monarchie, le ex repubbliche sovietiche (che non sono certo un modello di democrazia) e la Corea del nord, che è uno degli stati più totalitari del mondo.
Vogliono una dittatura? Vogliono neutralizzare il Parlamento e dare tutti i poteri a un leader? Spasimano per restaurare una nuova forma di fascismo?
Cos’è che spinge tanti a sostenere il piano scellerato di Renzi che vuole distruggere la democrazia, tagliar via via i poteri elettorali del popolo, accentrare tutto il potere in un solo uomo e cementificare la classe politica più corrotta d’Europa?
Non è abbastanza chiaro che questo è un piano autoritario contro i capisaldi democratici di questo Paese, teso a concentrare tutti i poteri in un uomo solo come già fecero Hitler e Mussolini??
Renzi sta facendo una scellerata corsa al potere e può farlo solo spingendo l’acceleratore al massimo per travolgere in modo fulmineo le istituzioni democratiche e questi sozzi di partiti gli concedono ogni cosa per il terrore di essere sfiduciati quanto prima e l’angoscia di poter perdere i loro privilegi.
Solo nei periodi bui che precedono le dittature si è vista una tale corsa al potere, un tale disprezzo per la democrazia, una tale violenza contro le istituzioni e i diritti dei cittadini, una tale sfacciataggine quasi folle.
Renzi non è una persona seria, è grottesco, sembra mister Bean, ma anche Hitler e Mussolini sembravano pupazzi vanagloriosi e pieni di boria, per questo non vennero presi sul serio e fu facile minimizzare la loro pericolosità.
Quando i popoli dormono e l’economia va male, sono questi pupazzi che prendono il potere sulla viltà della gente e gli opportunismi dei politici.
Renzi mira al potere assoluto e distrugge tutto quello che trova di democratico.
Ha già cominciato a vendere la propria apologia a partire dagli 8 anni e ridicolizza persone e istituzioni. Come si fa a non vedere che ha tutti i segni di un autoritarismo e di un super-personalismo che fanno a pugni con qualsiasi concetto di democrazia??
Come può esserci chi si lamenta della lentezza delle pessime riforme? Forse quelli che le hanno fatte, queste pessime riforme?! In 20 anni di riforme fatte per il bene pubblico non ne è stata fatta nemmeno una, mentre sono passate solo leggi che hanno peggiorato tutte le parti dello Stato e che sono state fatte solo a favore della Casta. O volevate che passassero anche più rapidamente leggi ad personam o leggi anticostituzionali?
Ma lo vedete che quello scellerato intende anche cambiare la Consulta riempiendola di soggetti ‘nominati’ dal Presidente della Repubblica o dal premier, in modo da farle dare sentenze a favore delle abnormità della casta? Non vedete che sta smantellando cinicamente tutto l’impianto istituzionale dettato dalla Costituzione per violentarla dentro un disegno autoritario e antidemocratico?
Renzi sta facendo fuori tutti i sistemi di equilibrio dei poteri, svuotando le istituzioni democratiche di ogni significato e soprattutto sta togliendo la sovranità dalle mani dei cittadini.
Questi cani che straparlano di Costituzione e attaccano Grillo perché vuole il vincolo di mandato, come fanno ad essere tutti con Renzi che la Costituzione la avversa e vuole solo violentarla?
Ma se fosse stato Grillo a chiedere l’abolizione del Senato e l’inquinamento della Corte Costituzionale???? Se fosse stato Grillo a volere l’abolizione dello stato sociale, la svendita dell’acqua e dei beni comuni e la privatizzazione dei servizi pubblici??? Se fosse stato Grillo a dire che voleva levare la pensione alle vedove (4 milioni) o le pensioni sociali (6 milioni) o che voleva imporre un sistema elettorale che toglieva le preferenze come il porcellum e rimetteva un premio di maggioranza enorme, cosa avreste detto?
Se fosse stato Grillo a pubblicare l’apologia di se stesso a partire dagli 8 anni, cosa avrebbero detto?

Renzi è furbo, il che non vuol dire che sia intelligente.
E’ furbo e cinico.
Ha guardato sul mercato quali erano i maggiori poteri: Bce, Fondo Monetario e banche americane e si è costruito con l’aiuto di Gori, il programmista di Berlusconi, un programma iperliberista che potesse piacere loro, poi è andato due volte a inchinarsi alla Merkel e all’Europa. Tutto calcolato, con l’appoggio del grande vecchio venefico, per fare una veloce carriera da dittatore, demolendo la Costituzione a colpi di mortaio
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Andrea Casciano
Condivido in pieno la visione di Rodotà. Aggiungo solo una piccola riflessione: ma nel “Leggificio Italia”, con oltre 150.000 leggi, si sente così tanto il bisogno di abolire il Senato per velocizzarne la produzione? Forse il problema è proprio il contrario: ne servono poche e ben fatte. Ed allora perché eliminare un meccanismo che ne garantisce una miglior riflessione e qualità?
E poi un ordinamento in eterno divenire toglie la certezza del diritto ai cittadini.
Non sarebbe meglio concentrarsi sull’efficientamento e snellimento delle pratiche nella pubblica amministrazione e sull’eliminazione della corruzione? Queste sì il vero grande freno alla democrazia ed all’economia.
Le leggi devono essere poche e longeve.
Quindi basta con questa farsa e via le mani dalla Costituzione: noi contemporanei non siamo all’altezza di modificare equilibri creati ad arte da giuristi come Dossetti e Calamandrei che solo a sentirne i nomi mi tremano le gambe per quanto siamo inadeguati.
Parola non di un vecchio parruccone retrogrado ma di un trentanovenne che nella vita lavora come Wireless Internet Service Provider e si occupa quindi di INNOVAZIONE tecnologica.
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Mioz
Ogni qualvolta si ripete il ritornello del ”qui mi gioco la faccia, o così o me ne vado, ecc.” mi tornano in mente (possibile che non tutti abbiano memoria?) i contratti di Berlusconi in TV, le promesse e gli annunci trionfalistici, l’apertura verso gli investitori esteri che l’ex Cavaliere portava in palmo di mano (Gheddafi, Putin, e compagni vari). Risultato? Nulla e nulla e se vogliamo essere onesti ancora nulla. Le promesse si fanno e costano poco, sapendo che intanto poi se verranno o meno mantenute sarà un affare destinato, alla stregua dei casi precedenti, all’oblio collettivo. Per tornare sull’argomento le riforme sono utili se non sconvolgono il quadro democratico del Paese. La Costituzione attuale è ancora l’unico baluardo che abbiamo e forse perché è così perfetta (a somiglianza di quella di Weimar) che vogliono indebolirla? Sarà perché quella tedesca ha poi dato la stura al nazismo? Forse le cose perfette fanno paura? Bisogna comunque passare alla storia con gesti eclatanti? Magari sulla pelle altrui? O che altro? Renzi dovrebbe tener presente che molti conoscono il detto latino: ”timeo Danaos et dona ferentes!”. Renzi, capisci a me, tutti sono di passaggio, cerca, in questa traversata, di fare pochi errori e ascolta i consigli di chi forse ne sa più di te (alias Rodotà).

Bruce fake
Renzi è un fantoccio creato dal marketing dei poteri forti e garantito da un ottuagenario ostaggio del proprio passato, dall’appoggio alla dittatura sovietica alle telefonate scomode cancellate.
L’ex sindaco di Firenze, ricordiamolo a tutti, non votato, quindi non eletto in Parlamento, non è altro che un gheddafino o saddamino 2.0, all’amatriciana, che non ha bisogno di violenze, in questa italietta in versione monopoli, per incassare il potere senza passare dal via. Ora l’uomo slogan, in perfetta simbiosi con il nonno slogan, suo antesignano, che anziché starsene al gabbio, spera di portare a votare pure i cani ed i gatti (dopo i cani ed i porci) porta avanti un bel programmino all’insegna della cancellazione della democrazia.
Lo farà un pezzo alla volta, per abituarci, come la rana nella pentola d’acqua fredda messa sul fuoco. E noi lì a berci tutto grazie all’imbuto dell’informazione trasversale detenuta dagli stessi nei cui consigli siedono quelli di cui parlavo all’inizio.
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Viviana
In Italia ormai i gruppi sono tre:
-uno vuole conservare la forma democratica prevista dalla nostra Costituzione,
-uno vuole allargare lo spirito democratico potenziando gli istituti di democrazia diretta e depotenziando la casta partitica (Rodotà purtroppo questo gruppo nemmeno lo capisce lo squalifica, ma esiste, anche malgrado lui),
-e l’altro, quello di Renzi, con l’aiuto del Presidente della Repubblica, sta compiendo un vero attacco reazionario contro la Costituzione smantellando i presidi democratici e distruggendo la sovranità popolare.
Attorno a Renzi vedo un blocco risorgente di forze che per diversi motivi (rampantismo, conservazione dei vecchi poteri o neofascismo) hanno fatto massa contro il bene di questo Paese e la libertà dei cittadini, servendo al contempo gli interessi del grande capitale.

E’ scandaloso che abbiano rieletto Napolitano col solo compito di accompagnare la formulazione di un sistema elettorale più democratico, (dopo il quale si sarebbe dimesso), e ora ci ritroviamo con un Napolitano che non solo non si dimette, ma sostiene un attacco demenziale contro la Costituzione, mentre ha licenziato un sistema elettorale ancora meno democratico del precedente.

INTANTO LA CORRUZIONE SI ALLARGA
Il sottosegretario PD Umberto Del Basso De Caro, messo su da Renzi, risulterebbe indagato a Napoli insieme ad altri consiglieri della Regione Campania per reati ipotizzati di peculato e truffa riferiti a un arco di tempo che va dal 2010 al 2012. Quest’ultimo caso si somma alla Barracciu e a una serie di tanti altri di cui si perde la memoria, per non parlare dello scandalo dei furti di Genovece, in Sicilia, sempre messo su da Renzi.
Caro Renzi, invece di fare l’elenco dei nomi che non voterebbero la pessima legge elettorale dittatoriale, perché non fai l’elenco degli indagati o rinviati a giudizio del PD?
E sarebbe questo il Governo che vorrebbe stravolgere la Costituzione?
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Abolizione del Senato.
Vogliamo ricordare la storia? Chi furono gli antesignani del fascismo che scrissero questa dichiarazione? “Se questo Parlamento razionale e pratico non dà buoni risultati, lo aboliremo per giungere ad un Governo tecnico senza Parlamento, un Governo composto di 20 tecnici eletti mediante suffragio universale. Rimpiazzeremo il Senato con una Assemblea di controllo composta di 20 giovani non ancora trentenni eletti mediante suffragio universale. Invece di un Parlamento di oratori incompetenti e di dotti invalidi, moderato da un Senato di moribondi, avremo un Governo di 20 tecnici eccitato da una assemblea di giovani non ancora trentenni.”(F.T. Marinetti – Manifesto del Partito Futurista Italiano, pre-fascismo, 1915).
Non vi suona strano che Renzi abbia detto qualcosa di simile e abbia evocato una assemblea di 10 o 20 parlamentari che il Governo potrebbe sentire al posto dell’intero Parlamento? Vogliono spaccare le istituzioni democratiche per avere mano libera in un sistema totalitario fondato sul solo Governo con poteri massimi al premier, Vogliono in pratica una monocrazia assoluta con tutti i poteri nelle mani di uno solo, era il sogno di Berlusconi.
Sartori disse che Berlusconi mirava a un sultanato e Renzi allora a cosa mira?
Vedere l’intero Pd asservito ai giochi di potere di costui genera il massimo disgusto. Ma cosa sta succedendo in Italia?
Se Renzi ci teneva tanto a moralizzare la vita politica, perché non si è affettato a ratificare quella legge anticorruzione che l’Italia ancora oggi sta bene attenta a non introdurre nel nostro ordinamento? La commissione Ue ha dichiarato: “In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di Governo sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’alto numero di indagini per corruzione». Noi spendiamo ogni anno 60 miliardi per la corruzione politica. Quali provvedimenti ha preso Renzi per combatterla? Come mai i corrotti fioriscono proprio nelle liste dei renziani? Come mai contro di loro Renzi non spende nemmeno una parola e si guarda bene dal cacciarli dalle loro cariche?
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Di Maio
“Da quando sono stato eletto deputato ho potuto comprendere che troppo spesso, in Italia, l’agenda delle riforme non è dettata da razionali obiettivi riformatori, ma da luoghi comuni dei quali l’opinione pubblica viene progressivamente convinta con il sapiente ausilio di una “informazione” compiacente. Con superficialità, da anni viene dato per scontato che il problema dei problemi che affligge il nostro sistema istituzionale è il bicameralismo perfetto, ovvero la assoluta parità tra Camera e Senato nel procedimento legislativo, sancita dall’articolo 72 della Costituzione. Questa argomentazione scarica ingiustamente sul sistema istituzionale le inefficienze di una classe politica frammentata. Il bicameralismo perfetto rappresenta invece un virtuoso meccanismo tramite il quale il Parlamento è in grado di ponderare adeguatamente le scelte complesse e delicate che si trova ogni giorno ad affrontare. Sono piene le cronache politiche di proposte di legge approvate da una Camera e per le quali la stessa maggioranza riconosce la necessità di un perfezionamento in seconda lettura. Sta succedendo in queste settimane con la legge elettorale. Sono piene le cronache di leggi approvate da una Camera e fortunatamente corrette nell’altra.
Tra l’altro qualora dovesse giungere in porto la riforma si creerebbero ulteriori problemi. Per esempio, l’automatica equivalenza tra una frettolosa delibera della Camera dei deputati e l’entrata in vigore di una legge comporterebbe la necessità di continui nuovi interventi correttivi con un conseguente e ulteriore deterioramento della qualità della legislazione.
La vita parlamentare degli ultimi anni ci insegna poi come una maggioranza parlamentare compatta sia in grado di approvare in pochi giorni anche leggi importanti e contestate dall’opinione pubblica, come nel caso del cosiddetto “lodo Alfano” approvato in soli 20 giorni nel luglio 2008. La Costituzione e i Regolamenti parlamentari vigenti contengono gli strumenti che consentono ad una maggioranza parlamentare di legiferare in tempi rapidi: dai procedimenti decentrati (sede legislativa e deliberante) fino ad arrivare alla deliberazione d’urgenza sui progetti di legge e ai decreti-legge per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza.
Va tutto bene così? No, il testo costituzionale necessita senz’altro di una manutenzione. Penso, innanzitutto, alla riduzione del numero dei parlamentari: 945 sono decisamente troppi. Occorre, altresì, limitare il ricorso alla decretazione d’urgenza e inserire nuovi strumenti di partecipazione popolare, nonché rivedere il nuovo riparto di competenze tra Stato e Regioni che dal 2001 ad oggi ha provocato tanti contenziosi.
Fondamentale è quindi non confondere i cosiddetti “costi della politica” con quelli della democrazia. Trovo semplicistico trattare la questione delle riforme con la calcolatrice, anche perché – in questo caso – i risparmi sarebbero davvero trascurabili. Basti pensare che il Senato verrebbe trasformato e non soppresso, per cui sarebbe sempre necessaria una Amministrazione servente, il cui costo non sarebbe quindi eliminato. Al contempo, il numero dei deputati rimarrebbe invariato.
Sulla piattaforma online del MoVimento 5 Stelle ci apprestiamo ad avviare una grande fase di consultazione dei cittadini in materia di riforme costituzionali e lavoro. Credo si tratti, ancora una volta, di un coinvolgimento senza precedenti. Spero che ci sarà un’ampia e approfondita riflessione sul valore e sul ruolo della nostra Camera alta”.
Luigi Di Maio

Traurig
Purtroppo gli interessi delle multinazionali e dei militari nostri “alleati” sono potentissimi, così come le loro paure di ritrovarsi in un Paese con un Governo davvero democratico, con uno STATO italiano efficiente e dirigenti pubblici onesti e che facciano il loro dovere.
Questo Paese è terra di conquista di potenze imperialiste e viene trattato ormai senza più nessun riguardo, come una povera donna di strada. Hanno messo in piedi una CASTA di corrotti e mafiosi, che si possono prendere a pedate e cacciar via in qualsiasi momento e comandano in questo modo sessanta milioni di cittadini italiani.
Non credo si possa fare molto per cambiare questo stato di cose….
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Viviana Vivarelli
La Repubblica sta vivendo uno dei suoi momenti più bui.
Ma i miracoli esistono e non c’è mai stato centralismo di potere o dittatura dei malvagi che non abbia avuto il suo momento di crisi e di crollo.
E’ finito l’impero romano, quello nazista, quello staliniano.. Finirà anche il turbo capitalismo e, molto prima, finirà anche il Renzismo.
E se sulla bilancia della storia anche il singolo può avere il suo peso, preferisco mettere il mio dalla parte che credo più giusta e non, una tantum, dalla parte del più forte.
Il potere e soprattutto il pessimo potere fa parte della storia del mondo ma mai come oggi il pensiero del singolo può fare la differenza e anche le passioni e gli ideali contano.
La storia è una sinusoide dove nessun potere può sperare di restare a lungo sulla cima.
Ma non esiste solo il potere, esiste anche l’ideale.
E, se abbiamo una coscienza etica e civile, siamo anche noi corresponsabili e autori di ciò che accade.
Pascal diceva che l’uomo era nulla di fronte all’universo, ma l’uomo è tuttavia una canna pensante e può pensare a un mondo diverso da questo, la sua grandezza sta qui: nel poter sonare il futuro e io a questo sogno non ci rinuncio.
Traurig vuol dire triste in tedesco. Io preferisco pensare a me come ’ein Träumer’, un sognatore.
In fondo la storia cammina anche sui sogni, anche sui miei.
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Come si vede anche oggi con Scopelliti, Presidente delle Calabria, chi si becca una condanna a sei anni… si ricandida! E’ questa la democrazia all’italiana! E chi evade il fisco come Dolce&Gabbana viene pure elogiato dal giudice! O ha un sostanzioso sconto della multa come Valentino Rossi! O partecipa alla formazione delle leggi anche da Senatore
decaduto per gravi reati, come Berlusconi! O vede un giudice compiacente che blocca il processo e l’ascolto dei testimoni a un anno precedente a quello che riguarderebbe il reo come Dell’Utri! O si vede decadere anche il reato di collusione mafiosa prima di un certo anno come Andreotti!
Comincerò a vedere qualche traccia di democrazia sana quando vedrò un solo grado di giudizio al processo penale come in USA, e il condannato che fila dritto in carcere. E che solo per motivi assolutamente nuovi, eccezionali e talmente importanti da rovesciare la sentenza, potrà fare appello. E in carcere ci finiranno per direttissima anche e specie quelli che hanno violato il fisco sopra una certa soglia. E se la condanna colpirà un politico, questi sarà cancellato completamente dalla storia futura d’Italia.
Fino a quel momento non accetto moralmente e politicamente che una classe di corrotti manipoli e distorca le istituzioni per rafforzare il proprio potere in modo autoritario e far fuori la democrazia, con un corteo di gente in malafede, connivente e collusa.
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I paradossi renziani
“Presidente Renzi, la sua riforma di abolizione del Senato è manchevole, malfatta, frettolosa, squilibrata e apre più problemi di quanto che risolva”
“E che fa? La correggeremo al Senato!”
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Civati: “La riforma del senato non mi piaceva, ma ho avuto ordine dal partito di non presentare assolutamente emendamenti!”
.. e la chiamavano democrazia.

I VOLTAGABBANA
Claudio Sabelli Fioretti
La coerenza è ancora una virtù? Chi sono i voltagabbana oggi? Forse Emilio Fede che da juventino è diventato milanista, o Fassino che dichiara di non essere mai stato comunista? Mastella che oscilla sempre tra cdx e csx o Bondi che una volta stava nel Pci e oggi non riesce a trovare neppure un difetto a B? Mastella disse: “Voltar gabbana è nel Dna degli italiani”.
Allora diciamo pure a chi è coerente che la sua coerenza significa idiozia, che la coerenza è la virtù dei cretini, assolutamente fuori misura perché “Dove ci sono voltagabbana c’è democrazia”.
Ma non è vero, anzi i voltagabbana si incrementano quando è in vista un regime. Proprio perché seguono il vento più forte. Nei momenti dei grandi cambiamenti la transumanza dei voltagabbana è visibile a occhio nudo e particolarmente fastidiosa. E’ vero che ognuno ha diritto di cambiare idea, ma quando lo fa dovrebbe almeno rendere indietro quello che ha ricevuto con la scelta precedente. Cambiare idea è sempre legittimo, talvolta giusto, raramente obbligatorio. Voltare gabbana non vuol dire cambiare idea. Anzi, un voltagabbana non cambia idea, cambia posizione. Poi dice con molta convinzione di non aver cambiato nulla, ma cambia in modo repentino, rifiuta di dare spiegazioni, nega il proprio passato e spara ad alzo zero sui vecchi compagni.
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RENZI VUOLE POLITICIZZARE DI PIU’ LA CONSULTA

Ma gli avventurieri che marciano verso il regime dettato dalla P2 non si fermeranno alla soppressione del Senato. Modificheranno anche la composizione della Corte Costituzionale. Già hanno chiesto di aumentarne i componenti nominati dal Governo! Assisteremo allo stravolgimento della Corte Costituzionale e della Costituzione. Quello che B non è riuscito a fare in prima persona lo farà attraverso Renzi. Fermiamoli!
La massoneria deviata ormai non fa proseliti solo nella cosiddetta destra ma sta ovunque, in quella commistione di interessi tra destra e sinistra che sussiste da 20 anni e in base alla quale D’Alema non applicò mai la legge che impediva a Berlusconi di entrare in politica e i Ds poi Pd non fecero mai una legge sul conflitto di interessi o contro la corruzione, lasciando passare le leggi ad personam con assenze opportunistiche in aula. Ma questa collusione latente per 20 anni e ignorata solo dai fanatici e dagli sciocchi, con Bersani è venuta allo scoperto e con Renzi appare in tutta il suo brutale orrore.
Il neofascismo non è più cosa di destra, con Renzi è diventata un’oscena esibizione senza veli né pudore di quello che continua a chiamarsi falsamente centrosinistra ma che non è altro che una brutale ostentazione della forza, dell’antidemocrazia, della distruzione radicale dei principi democratici e di civiltà della nostra Nazione.

E’ vero che nel 1985 Rodotà firmò una proposta per il monocameralismo ma aveva fini opposti rispetto ad adesso, tanto più che Rodotà allora voleva rafforzare il Parlamento, Renzi oggi vuole rafforzare il Governo. 30 anni fa la condizione del nostro Paese era ben diversa e diversi erano i politici e quella non era una proposta che intendeva cambiare la Costituzione ma una proposta che si poneva all’interno di altre per rafforzare il parlamento contro i colpi di mano del governo. Ma allora c’erano la legge proporzionale e le preferenze, non c’erano ghigliottine, contingentamenti dei tempi e premier nominati dall’alto. Nella legge di Renzi ci sono enormi dubbi di costituzionalità. Se si vuole agire positivamente, si può partire col ridurre il numero dei parlamentari e si può pure cambiare il bicameralismo perfetto ma in ben altri modi. Nel 1985 (era il primo anno di Craxi) Rodotà e altri proposero il monocameralismo ma col contrappeso dell’iniziativa legislativa popolare e del referendum propositivo, le stesse cose che Grillo discute oggi, per allargare la democrazia verso il basso. Inoltre esigevano: niente decreti legge, niente leggi delega e la maggioranza assoluta (2/3) per certi tipo di leggi. In quel momento l’idea era di recuperare la rappresentanza in sede parlamentare per rompere il distacco che già c’era tra istituzioni e Paese e opporsi a un governo autoritario. Il motivo principale per cui il Porcellum è stato dichiarato illegittimo è che non è rappresentativo (lo stesso vale per l’Italicum). Dunque nell’85 non c’era l’intenzione di eliminare brutalmente il Senato, come adesso, ma quella di avvicinare la Camera agli elettori e di allargare la democrazia.
La risposta di Renzi è stata un insulto e quella della Boschi idem.
Ma sono passati 30 anni da allora e in 30 anni il nostro Paese ha subito una degradazione del livello politico che sconsiglia oggi totalmente la stessa proposta.
Nella vita si prendono posizioni che poi dobbiamo cambiare sotto l’urto degli eventi e avendo sotto gli occhi un quadro globale totalmente cambiato.

Discorso sulla Costituzione di Piero Calamandrei

Hanno un sistema bicamerale Stati uniti, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Germania, India, Malaysia, Pakistan, Svizzera, Spagna,Giappone, Argentina, Francia, Italia, Paesi Bassi, Filippine, Repubblica Ceca, Repubblica d’Irlanda e Romania.
Ad eccezione dell’Inghilterra, dove una Camera ha meno poteri dell’altra, i Paesi con parlamenti monocamerali sono spesso piccoli e omogenei e considerano non necessaria l’istituzione di una Camera alta.
Il monocameralismo è tipico nei Paesi che fino a ieri stavano dall’altra parte della Cortina di ferro, nell’Europa dell’Est, mentre è praticamente assente nei Paesi europei con più di 15 milioni di abitanti e inoltre è importante notare che a oggi il bicameralismo trova consensi sia al di sopra che al di sotto di quella soglia, ovvero è la forma più diffusa di ordinamento.
In Europa abbiamo 15 Paesi con monocameralismo e vengono tutti dall’ex URSS
Una sola Camera ha la Corea del Nord. E’ questo il modello a cui tendiamo?
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La maggiore banca d’affari, la J.B. Morgan, ha ordinato all’Italia di cambiare la sua Costituzione “perché è troppo democratica”.
Napolitano ha prontamente obbedito tentando di cambiare l’articolo 139 e il capo quinto della Costituzione, ma la sua assemblea di ‘saggi’ (che avevano saltato a piè pari il M5S che è il secondo partito) non è riuscita nel golpe e si è poi sputtanata del tutto quando 14 suoi membri sono stati accusati di reato, allora hanno messo su Renzi con lo stesso scopo di violentare la Costituzione e degradare la democrazia e sembra che con l’aiuto del Pd costui vada avanti come un treno. L’Italia è ormai come un masochista che cerca solo di affrettare la sua fine.
Perché si vuole andare alla rincorsa per fare altre leggi senza riflessione alcuna? Quando il Governo ha fortemente voluto qualcosa e si è accordato con l’opposizione non c’è stato bicameralismo che frenasse, la legge ha volato.

Il bicameralismo è presente in tutti gli Stati democratici dell’Occidente ed è stato voluto come garanzia di rallentamento del processo legislativo, per evitare leggi fatte troppo in fretta a male. Per lo stesso motivo la Costituzione imponeva procedimenti speciali di necessità e urgenza per i decreti legge a salvaguardia dei poteri legislativi del Parlamento, che avrebbe dovuto approvarli entro un dato tempo. I personaggi autoritari come Renzi e Berlusconi, invece, hanno sempre avuto in odio i rallentamenti cautelativi al loro strapotere e anche i freni ai decreti legge. Per questo hanno violato ripetutamente la Costituzione governando con una miriade di decreti (come Prodi del resto) abusando dei decreti, facendone a pioggia anche in condizioni di non necessità e urgenza e abusando del voto di fiducia, e hanno cercato di svincolarsi dalle garanzie parlamentari. Ma tutto questo non è democratico, è un aspetto di un autoritarismo che porta dritto alla dittatura.

Tutti i Paesi europei hanno due camere.
Non ce l’hanno gli Stati che prima erano nell’orbita comunista: Ungheria, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovenia, Romania e Bulgaria…. E una sola Camera ha la Corea del nord. Ora io non credo che essi siano un modello avanzato di democrazia, semmai sono un modello arcaico di autoritarismo.
Dunque i fautori del monocameralismo intendono farci retrocedere a un sistema di Governo meno democratico e tendente alla dittatura.
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E non mi pare proprio che lo scopo di Renzi sia quello di tagliare costi o trovare risorse. A parte i suoi casi personali di truffe allo stato e di scialo del denaro pubblico…non ha toccato la mafia, non ha toccato l’evasione fiscale, non ha toccato la corruzione politica, non ha toccato le slot machine, non ha toccato i conflitti di interesse, non ha toccato le lobby delle armi, non ha toccato la pluralità delle cariche, non ha toccato sprechi, abusi e privilegi del carrozzone partitico, non ha toccato gli enormi sprechi dipendenti dalla distribuzione delle cariche agli amici degli amici, e nemmeno l’altissimo numero di malfattori in politica.
Ma di cosa stiamo parlando?

Eliminare il Senato porterebbe solo al risparmio di 400 milioni (alcuni dicono 150) ogni 5 anni. E c’è qualcuno che ha il coraggio di parlare di risparmi quando abbiamo appena relegato 7,5 miliardi alle banche! E 98 miliardi ai gestori delle slot machine! E 45 miliardi agli USA per gli F35???!!!!
Ce ne vuole di faccia di bronzo per fare certi discorsi!!

Tra i Renziani di oggi e gli squadristi di ieri non c’è proprio nessuna differenza, vanno all’assalto delle istituzioni democratiche con la stessa arroganza, cattiveria, ignoranza e prepotenza. Sono totalmente fuori da qualunque criterio di democrazia! E’ un gruppo nutrito di corrotti all’assalto delle istituzioni che lo fa con la massima arroganza e presunzione, fidando negli opposti interessi di gente che in un Paese civile sarebbe stata da tempo estromessa dalla politica ma che si tiene al potere con inciuci opportunisti e con i berci di facinorosi a cui nulla interessa della democrazia e del futuro del Paese ma che sono vogliono esprimere il loro squadrismo cripto fascista.
Questa gente dimostra solo una cosa: che Renzi si è circondato di gente ignorante e rozza, incapace di pensare, che vuole solo inneggiarlo in modo acritico perché hanno natura di servi o perché sono opportunisti o complici, gente che agisce come facevano gli squadristi col Duce, insultando, diffamando, e imponendo assurdità antidemocratiche senza la minima argomentazione logica ma solo sulla logica della forza e della violenza.
Renzi è pericoloso. E lo dimostra il tono di tutta la gentaglia di cui si circonda.

Dare la colpa della degradazione del sistema al bicameralismo sarebbe come dire che l’Italia è andata in crisi perché c’era la polizia o la Magistratura, cioè unire due cose che non c’entrano per niente l’una con l’altra, sono solo compresenti.
Si vuole creare un legame di causa ed effetto per fingere di non vedere che la degradazione politica e morale dell’Italia non è stata causata dalle sue istituzioni ma piuttosto da coloro che le hanno rovinate, guastate, male usate e soprattutto da quelle personalità soverchianti ma a fini antidemocratici come D’Alema o Berlusconi o Renzi o Bossi che si sono sempre rifiutate di considerare il bene del Paese per un loro egocentrismo malato che ha corrotto tutti quelli che avevano intorno, piegandoli a logiche di puro opportunismo e attentato alla democrazia.
Se la colpa dell’attuale degradazione morale italiana fosse del bicameralismo, come alcuni sostengono sfacciatamente, significherebbe che tutti i 12 sistemi bicamerali europei sono viziati e corrotti e non spiegherebbe come mai l’Italia è considerata la peggiore e più corrotta nazione dell’occidente.

Noi abbiamo un bicameralismo perfetto, in quanto le due Camere hanno poteri simili.
Nel bicameralismo imperfetto le due Camere hanno potere diverso o derivazioni diverse.
Per es. negli USA i Padri Fondatori vollero una Camera alta per rappresentare in modo paritario gli interessi dei singoli Stati e una Camera bassa per gli interessi generali della Nazione. Questa è una soluzione usata spesso dagli stati federali (Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Germania, India, Malaysia, Pakistan, Russia, Sudafrica, Svizzera, e Stati Uniti).
Ma noi non siamo uno stato federale. Ciò avrebbe avuto senso nel federalismo leghista, in cui una Camera rappresentava la nazione e una le singole regioni, ma noi non siamo uno stato federale, il federalismo leghista è già stato bocciato, per cui il tentativo di Renzi non risponde agli interessi della nazione ma velocizza solo la sua corsa in alto col massimo accentramento di poteri e con la minima articolazione democratica, sfasciando il sistema di equilibrio. Allo stesso golpe serve l’occupazione della Consulta, replicando il tentativo fallito di Berlusconi.
Del resto l’ideologo di Renzi è Farinetti che afferma che per vincere occorre la furbizia ma non è utile né l’intelligenza né l’onestà.
Oggi sono di moda i finti onesti come abbiamo i finti democratici e i finti statisti.
Ma i disonesti continuano ad essere la cruda realtà.
Renzi non fa che portare avanti quei tentativi di distorsione del sistema democratico che furono tentati da Berlusconi nel corso di 20 anni, rintuzzati dalla assenze multiple in aula.
Oggi gli anticorpi non ci sono più, abbiamo il massimo degrado della politica, e il piano di distruzione sistematica dello stato democratico va avanti come una scheggia con l’aiuto di Napolitano e dello stesso Pd!

Può darsi che nel tentativo di fermare Renzi, possiamo trovare oggi persone che militano in campi avversi. Questo accade spesso in politica. Del resto, se ci cade un masso sulla testa e cerchiamo di scansarlo, ma questo non unisce chi si scansa in una ideologia comune, dice solo che entrambi non vogliono essere schiacciati dal masso, mentre si può dire tranquillamente il contrario, e cioè che quello che Renzi spinge con tutta la sua forza è esattamente simile a quel piano di golpe antidemocratico che Licio Gelli disegnò all’interno della P2, piano che Berlusconi ha attuato solo in parte e che Renzi sembra intenzionato a portare avanti come un mastino.

Del resto, quando si fanno paragoni tra l’Italia e gli altri Paesi è bene ricordate che l’Italia non è targata Gran Bretagna né è la patria della Merkel, non vi abita Hollande. Obama risiede altrove. L’Italia ha una sua precisa storia traballante quanto mai in tema di sconquassamenti politici. Il Senato (ma anche la Camera dei Deputati) per quanto sia stato devastato dalle scorrerie di farabutti e delinquenti improvvidamente arrivati in quel luogo, resta un caposaldo costituzionale della nostra architettura. Rendere un motore più efficiente e utile agli scopi (democratici) non significa affatto gettarlo nella spazzatura. Men che meno ad opera di un tizio proveniente dal Nulla elevato alla decima potenza
perché le leggi sono una cosa seria e dovrebbero essere meditate e discusse lungamente
e dunque due camere, rallentando l’iter parlamentare e ridiscutendo la stessa legge due volte con una platea di parlamentari diversi, danno una possibilità in più che non passino rapidamente leggi dettate dall’impeto del momento, dalle mode, dal leader di turno, da lobby o pressioni illecite ecc.
Oltre a ciò capita spesso che la maggioranza ci sia in una Camera ma non nell’altra e dunque si possono confrontare due maggioranze diverse, che corrispondono a diversi flussi di opinione nel Paese. E tutto questo impedisce che si facciano leggi troppo a favore di una fazione, abborracciate, cialtrone, frettolose, malfatte..
Renzi intende togliere solo le elezioni per il Senato, diminuendo il suo potere. Ma in questo modo i costi restano, spariscono solo 400 milioni per le elezioni ogni 5 anni e quella del costo è una squallida balla. Se veramente si vuole risparmiare, basta ridurre entrambi i rami del Parlamento, portando per es. gli attuali 945 parlamentari a 200 e riducendo gli stipendi dell’enorme corte di servitori che gira attorno al Parlamento, al Governo e al Presidente della Repubblica e il risparmio sarebbe indubbiamente superiore.

Per accelerare le leggi hanno abusato quanto hanno voluto del voto di fiducia che dovrebbe essere uno strumento da usare eccezionalmente solo in casi di necessità e di urgenza, per esempio in caso di calamità naturale. E nella fiducia ci hanno infilato di tutto, come le droghe leggere accanto alle Olimpiadi invernali, i 7,5 miliardi alle banche accanto alla riduzione dell’IMU, la resurrezione delle Province nel decreto sul femminicidio. Ora per velocizzare le leggi vogliono abolire il Senato. Il loro concetto di Governo è dittatoriale: uno che comanda e tutti che ubbidiscono. E senza opposizioni. Il serafico Zanda ha già tentato di fare un sistema elettorale che elimini il M5S dal Parlamento, visto che l’opposizione oggi sono i 5stelle. Il monocameralismo chiesto da Rodotà nel 1985 restringeva l’uso dei decreti legge e della fiducia.
In 8 mesi Monti chiese la fiducia 34 volte! Durante il suo 2° Governo, Prodi II in 20 mesi chiese la fiducia 28 volte, superando addirittura la media del successivo Governo Berlusconi, il quale, nel suo 4° Governo, chiese la fiducia 53 volte. Ma Monti li ha battuti tutti: è riuscito a chiedere 34 fiducie in 8 mesi, 3 al mese, un continuo susseguirsi di decreti legge del Governo, approvati con il voto di fiducia.
In 235 giorni, Letta ha chiesto la fiducia 12 volte . …In nessuna di queste volte c’era necessità e urgenza di tutelare il bene nazionale!

Con una furbata Renzi ha abolito il diritto dei cittadini di eleggere i presidenti di provincia, senza però eliminare il carrozzone indecente delle province. Anzi il personale politico è aumentato di 31.000 unità, così il carrozzone è cresciuto e quelli che non mangiano oggi mangeranno domani. Ma in questo Paese di ignoranti qualcuno è persino convinto che aumentare i membri della Casta significhi aumentare la democrazia. Tranquilli, se fosse così, l’Italia che ha già una classe politica di un milione e 300.000 persone, sarebbe il Paese più democratico del mondo!!
Io credo che le cose di cui proprio l’Italia aveva meno bisogno fossero gli F35, i 7,5 miliardi regalati alle banche, altri 31.000 politici negli enti locali e l’abolizione del Senato !
Ma nel mondo all’incontrario di Renzi, le cose di cui proprio faremmo a meno temo che saranno le uniche che farà.

MARCO TRAVAGLIO
“Titoli dei giornali italiani: “Obama promuove Letta”. “Obama promuove Monti”. Pure Merkel, Hollande e tutti gli altri non fanno che “promuovere” di anno in anno i premier italiani, l’uno diverso dall’altro. Appena vide Monti, Obama non riuscì a trattenersi: “Ho piena fiducia nella leadership di Monti e voglio solo dire quanto noi apprezziamo la poderosa partenza e le misure molto efficaci che sta promuovendo il suo Governo”. Un anno e mezzo dopo, al cospetto di Letta, proruppe: “Non potrei essere più colpito dall’integrità, dalla profondità di pensiero e dalla leadership di Enrico Letta”. È ufficiale: Obama & C. ci prendono per il culo. E noi lì a bere tutto. Spiace citare Andrea Marcenaro del Foglio, ma ci ha azzeccato: “L’abolizione delle province non comporta assolutamente l’abolizione del provincialismo”.”
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Mario T di Monaco
Considerazione ineccepibile quella del cittadino Di Maio. Qui è in gioco la democrazia. La questione viene ultrasemplificata da Renzi, il quale insieme al suo compare di Arcore sta attuando la fase finale del famoso Piano Propaganda 2. In quest’orgia di velocità, superficialità e banalità si sta arrivando al peggiore bonapartismo. Inoltre, guai a criticare i grandi “architetti” Silvio e Matteo. Il pavone di Firenze si permette di offendere una persona specchiata come Rodotà, dall’alto della sua somma arroganza. Chi conosce la storia, sa, che se non si alza la guardia in momenti cruciali come questi si può finire nel baratro e accorgersene quando è troppo tardi. L’attacco al nostro sistema democratico è bipolare. Se prima era Berlusconi a voler demolire la Costituzione e la cosiddetta sinistra faceva almeno finta di abbaiare, oggi, a parte il M5S, e altre valide personalità, l’attacco è stilato da un patto alla luce del sole che arriva dopo un ventennio in cui gli italiani sono stati massacrati dalla crisi economica e dal degrado democratico. Il pericolo è serio, è tempo di Resistenza. Resistenza che verrà attaccata anche dalla stragrande maggioranza di “giornalisti” e “intellettuali” (in fondo sono quelli che ci hanno fatto passare per normali o perfino geniali le nefandezze di Berlusconi). Non ci resta che lottare fermamente senza indietreggiare di un pollice nella speranza che l’ubriacatura renziana passi presto.
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http://masadaweb.org



MASADA n° 1527 13-4-2014 DELL’UTRI E CHI GLI REGGE IL SACCO- GLI EUROSCETTICI

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Dell’Utri viene condannato a 7 anni e ripara in Libano, pronto per nuovi affari sporchi in Guinea Bissau – Quali erano le richieste del papello nella trattativa Stato-Mafia? – Cosa ha fatto il csx per la mafia – Le stragi del 92-93- La strage dei Georgofili – Berlusconi, dal ricatto della mafia al patto con la mafia-
Euroscettici – La ripresa statunitense e l’austerità europea – Il rapporto della Caritas condanna l’Europa- 50 persone comandano oggi in Ue – Cos’è ERT EUROPA -Necessità di un’Europa federale – Occorre aumentare la liquidità – L’arricchimento delle banche – L’Unione economico-finanziaria Usa-Ue
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Spinoza
(Marcello Dell’Utri è fuggito all’estero subito prima della sentenza. Questo significa avere la coscienza a posto)
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Attraverso un comunicato l’ex senatore fa sapere che non intende sottrarsi alla giustizia. Ma non vuole concedersi al primo appuntamento.
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Dell’Utri: “Non sono fuggito, mi sto curando”. Quindi è solo un caso di malasanità.
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Dell’Utri arrestato in Libano. È la nostra primavera araba.
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Per la sua latitanza, Dell’Utri aveva scelto il Libano. Dev’essere la nostalgia per le esplosioni.
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Era ovvio che Dell’Utri fosse stato accolto da un paese dove è difficile l’applicazione delle sentenze italiane. E in molti avevano pensato a Caltagirone.
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Dell’Utri avrebbe fatto da mediatore tra Berlusconi e la mafia. Insomma siamo stati governati per vent’anni da gente che trattava con Berlusconi

Il 25 marzo 2013 la terza sezione della corte di Appello di Palermo ha condannato Marcello Dell’Utri in secondo grado di giudizio con pena di 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza considera Marcello Dell’Utri il tramite intermediario tra la mafia e Silvio Berlusconi, ma, al momento della sentenza, Dell’Utri è risultato latitante per essere scoperto e arrestato poche ore dopo, in un lussuoso hotel di Beirut, dall’intelligenze libanese. In Libano aspettava probabilmente il versamento di 5 milioni da parte di Berlusconi per dirigersi con quelli e con il faccendiere Mokbel la cui famiglia è libanese, in Guinea Bissau. Qua Berlusconi fingerà di fare degli ospedali per una onlus, ma si aprirà in realtà la strada per lo sfruttamento di miniere di oro, platino ecc.
Il senatore in un’intervista a IFQ aveva dichiarto di volersi ritirare dalla scena politica in vista delle nuove Elezioni politiche, infatti se fosse stato condannato per mafia a Palermo, lo “scudo” parlamentare non gli avrebbe evitato comunque il carcere

L’Italia è il Paese dell’assurdo mediatico.
E’ talmente evidente che, se Dell’Utri era il mediatore dei rapporti tra B e la mafia per reciproci interessi, Berlusconi era il mandante dello stesso rapporto gravissimo con la mafia. Ed è altrettanto evidente che, se dell’Utri è perseguibile per gravissimi reati di collusione mafiosa, ancora più perseguibile dovrebbe essere Berlusconi per gli stessi reati. Eppure tra i due fatti continua a persistere uno iato. I media o ci prendono per scemi o cercano di farci diventare dei rimbambiti, perché nessuno si permette la più piccola connessione che faccia scattare il sillogismo:
Dell’Utri è mediatore per la mafia di B,
se Dell’Utri è perseguibile per collusione mafiosa, a maggior ragione lo è Berlusconi.
Solo da questo si può capire la mostruosità della nostra informazione.
In quanto alle mostruosità insiste in una parte degli amministratori del sistema penale, basti dire che i processi a Dell’Utri in quanto colluso con la mafia, furono destramente troncati dal giudice al 1992, evitando così di parlare di quelle stragi italiane del 92-93 che costarono decine di morti e furono comandate da un malfattore che voleva scendere in politica e ordinava degli assassinii per destabilizzare il Paese e apparire come l’uomo della Provvidenza.
La verità è così spaventosa ed evidente che non può che nascere orrore davanti a una ipocrisia così manifesta con giudici che bloccarono prudenzialmente il processo perché le stragi non arrivassero alla loro matrice politica.
Ma noi siamo irretiti dai media e siamo invischiati in modo grottesco negli infiniti articoli su Berlusconi che farà il badante dei vecchietti o inneggianti a nuove discese in campo, mentre un Pd ancora più ipocrita e venduto dimezza le pene per mafia, caso mai qualche nodo venisse al pettine e il vecchio più infame d’Italia restasse impigliato nella rete di qualche giudice onesto.
Ma in quale Paese si è vista una infamità collettiva maggiore di questa??????

Lalla cita
Fonte Rossland

1 Il Ddl riduce la pena sul voto di scambio: “Si sta facendo un regalo ai boss”, afferma il capogruppo M5S al Senato Maurizio Buccarella commentando il rinvio al senato dell’esame del ddl contro il voto di scambio…
2. Provenzano è all’Ospedale
3. Totò Riina, Leoluca Bagarella e altri 200 detenuti in regime di 41 bis da “decine d’anni”, vengono spostati ad altre strutture “per evitare l’eccessiva permanenza negli stessi luoghi” per “trasferimenti che avvengono periodicamente”
4. Ieri ordine di arresto per Dell’Utri, ma pare risulti latitante (chi deve sapere, sa prima…Giusto?)
5. Qualcuno di nostra noiosa conoscenza evita il carcere per “ragioni di età” (ha superato i 70 anni) e in qualche modo gli si mantiene la vecchia promessa di evitargli il carcere e di salvargli le proprietà
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Quali erano le richieste del “Papello” nella Trattativa Stato-Mafia?

1-Revisione della sentenza del maxi-processo
2-Annullamento del decreto legge 41 bis
3-Revisione della legge Rognoni-La Torre (reato di associazione mafiosa)
4-Riforma della legge sui pentiti
5-Riconoscimento dei benefici dissociati per i condannati per mafia (come per le Brigate Rosse)
6-Niente cancere ma arresti domiciliari dopo i 70 anni di età
7-Chiusura delle super-carceri
8-Carcerazione vicina alle case dei familiari
9-Nessuna censura sulla posta dei familiari
10-Misure di prevenzione e rapporto con i familiari
11-Arresto solo in flagranza di reato
12-Defiscalizzazione della benzina in Sicilia (come per Aosta)

- Il punto 11 è spassosissimo, una chicca: mi vedo Brusca attardarsi sul ciglio dell’autostrada mentre sta per esplodere la carica di tritolo e all’ultimo salta sulla Panda partendo a razzo per evitare di essere arrestato “in flagranza di reato”…
- Sul 12esimo punto, chissà come e perché mi tornano in mente forconi e indipendentisti.
- L’8 mi ricorda che il 2015 si avvicina e i lavori per l’Expo devono marciare a passo di carica. Opera è alle porte di Milano, giusto? Vicini “alle case dei familiari”, appunto…

http://rossland.blogspot.it/2014/04/strani-casi-della-vita.html

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Il silenzio del Pd su quello che sta avvenendo è assordante.
Il pentolone degli orrori sta per scaricarsi e mostrare tutto il suo funesto contenuto.
Ma, ovviamente, con delinquenti così Renzi e il Pd ritengono ancora opportuno allearsi !!
Ma bravi!! Non so cosa mi faccia più schifo, se Berlusconi che i misfatti li compie o chi ingoia qualunque vergogna per usufruire anche del voto dei delinquenti che lo sostengono.

Massimo Lanfranconi
Il csx, quando ha governato, ha portato avanti a tamburo battente il papello di Riina e Provenzano scritto dai mafiosi al pari del cdx berlusconiano:
1) Nel 1997 il governo Prodi, il ministro della giustizia era Flick, chiude le supercarceri di Pianosa e l’Asinara. E’ il punto numero 7 del Papello
2) Nel 1998 il governo Prodi, in occasione della presentazione della legge 165/98, propone gli arresti domiciliari dopo i 70 anni di età. E’ il punto numero 6 del Papello
3) Nel 1999 il governo D’Alema prova a abolire l’ergastolo. Nel 2014 la proposta di abolizione dell’ergastolo è avanzata in conferenza stampa alla Camera dai parlamentari dai deputati Pd Roberto Speranza e Danilo Leva, primi firmatari
4) Nel 2000 il governo Amato, attraverso il ministro della giustizia Fassino, tenta di riconoscere i mafiosi dissociati ma non pentiti. E’ il punto numero 5 del Papello.
5) Nel 2000 l’Ulivo propone nel cosidetto “pacchetto Sicilia” la defiscalizzazione della benzina. E’ il punto numero 12 del Papello.
6) Nel 2001 il governo Amato, ministro della Giustizia Piero Fassino, modifica la legge sui pentiti che impone al collaboratore di giustizia di raccontare tutto quello che sa in appena sei mesi. Cosa impossibile per delinquenti con alle spalle un’intera vita criminale. E’ il punto numero 4 del Papello.
Questa sarebbe la sinistra che ha combattuto la mafia? Arriviamo ai giorni nostri con il 416ter, il Pd vota con Forza Italia per dimezzare le pene ai mafiosi, andare in deroga all’antimafia nel decreto sulla terra dei fuochi, gli appalti del Tav in territorio francese ecc.
Che altre prove servono per certificare che il Pd la mafia non solo non l’ha mai combattuta, ma l’ha più volte favorita?
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Dino Colombo
E’ stato rinchiuso a Regina Coeli un disoccupato sorpreso a rubare pane, latte e prosciutto in un supermercato romano. L’uomo, senza lavoro, voleva sostenere la sua famiglia di figlio di 4 anni e moglie disoccupata). E’ stato condannato a 5 mesi con la condizionale e liberato con l’obbligo di firma. Ieri sera però è stato di nuovo sorpreso al supermercato mentre rubava un pezzo di arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia d’olio. Valore della refurtiva POCHE DECINE DI EURO, è stato arrestato per furto aggravato. Processo per direttissima: 6 mesi di carcere.
…e per ‘condannare’ un Nano Malefico a fare ancora non si sa bene cosa, per aver frodato MILIONI E MILIONI DI EURO ci son voluti BEN 9 ANNI DI PROCESSO, PERMETTENDOGLI nel frattempo DI ESSERE ANCHE CAPO DEL GOVERNO DI UNA INTERA NAZIONE (degna di lui). Ma questa è GIUSTIZIA?



Alessandro

La richiesta di ritiro del passaporto diplomatico a Dell’Utri è stata CORRETTAMENTE presentata alla Presidenza della Camera, in quanto tale passaporto, a suo tempo concesso a Dell’Utri in quanto membro del CONSIGLIO D’EUROPA, era pertinenza della Camera dei Deputati.
Che poi Dell’Utri, arrestato a Beirut, fosse in possesso del suo regolare passaporto italiano e non di quello diplomatico, non allevia la grave sciatteria della presidente Boldrini che, quanto meno, avrebbe dovuto fornire una risposta. E dire che la presidente è sempre così solerte nel tutelare la sua immagine pubblica, nel sanzionare supposti “eversori” e nel prendere le difese di questori maneschi…
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Gli stessi che attaccano come ‘mafioso’ Grillo per una frase maldestra sul fisco, sono poi quelli che difendono Dell’Utri da ogni accusa di mafiosità, rifiutando persino le citazioni delle sentenze e degli atti processuali. La loro matrice mafiosa e delinquenziale è così evidente che non merita nemmeno soffermarsi sullo schifo che generano.
Poi ci sono quelli che pur di difendere Renzi arriverebbero a negare l’esistenza del buio. Sono quelli che un giorno difendono la presunta elezione ‘democratica’ di Renzi e il suo essere completamente nei termini della Costituzione e il giorno dopo difendono Renzi e il PdR come rottamatori della stessa Costituzione. La loro parola d’ordine è ‘credere, obbedire, combattere’. E proprio perché vivono nel servilismo dei cani, attaccano i 5stelle come ‘servi’ riferendo a loro quella mancanza di senso critico che fa parte eterna della loro vita.
Poi ci sono quelli che gridavano che Dell’Utri doveva per forza essere innocente per aver scelto il Libano, Paese che riconosce l’estradizione. Peccato che ora salti fuori che la riconosce, sì, ma non per il concorso mafioso.
Per cui hanno torto quelli che esaltavano Alfano come grande maestro (sic!) di giustizia, come dovranno aspettare, purtroppo, quelli che speravano in uno Stato giusto ed efficiente che per una volta incastrava il colpevole.
A questo punto ci resta da sperare solo nelle future sentenze di Berlusconi, che siano come macigni nella sua caduta a picco e convincano qualcuno che almeno per un senso di convenienza personale è meglio lasciare le sue fila. Bonaiuti insegna.

Giovanna Maggiani Chelli (Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili)

Siamo in Italia!
Il Paese che da 20 anni tollera la mancanza di verità sulla strage di via dei Georgofili a Firenze.
Il Paese che nega la trattativa Stato mafia che ha portato a massacri di bambini e ragazzi .
Il Paese che ha tollerato 43 anni di latitanza per Provenzano, e ora lo vuole a casa fra le braccia dei parenti.
Il Paese dove Matteo Messina Denaro condannato per l’attentato alla Torre dèl Pulci è ancora libero.
Ma ora hanno firmato la richiesta di estradizione…….
Siamo alla farsa!!!
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LA STRAGE DEI GEORGOFILI
La notte del 26 maggio 1993, una bomba di 250 kg esplose a Firenze, presso gli Uffizi. Morirono 5 persone, tra cui una bambina di 50 giorni, i feriti furono 40. L’attentato danneggiò gravemente anche gli Uffizi e il Corridoio Vasariano, il 25% delle opere d’arte presenti fu danneggiato; alcuni dipinti andarono invece perduti per sempre. La strage dei Georgofili rientra nella serie di attentati del 92-93 che assassinarono 21 persone, tra cui Falcone e Borsellino. Le vittime avrebbero dovuto essere molte di più se fossero esplosi due ordigni in un teatro e in uno stadio. La mafia fece sapere che questi attentati erano avvenuti su commissione. Il mandante era politico. Si voleva spargere il panico tra la popolazione e destabilizzare il Paese, preparando l’avvento dell’”Uomo forte” che avrebbe riportato ordine e sicurezza in Italia.
Nel 1998 Barranca, Spatuzza, Lo Nigro, Giuliano, Pizzo, Calabrò, Ferro, Carra e Antonino Mangano furono riconosciuti come esecutori materiali della strage. Spatuzza rivelò che la strage era stata pianificata con i boss Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro e Francesco Tagliavia. Le famiglie delle vittime furono rappresentata dal giudice Ingroia nel processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Il mandante politico non fu mai rivelato. Il 27 marzo 1994 Berlusconi si presentava alle elezioni e in Sicilia prendeva 61 seggi su 61. Il patto tra mafia e potere politico era siglato.
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Quello che ha fatto Dell’Utri in 20 anni assieme a B è orribile, praticamente ha permesso alla mafia non solo di riciclare denaro sporco attraverso una cricca di arrivisti fatta partito e di proseguire indisturbata nei suoi delitti col narcotraffico, l’inquinamento del territorio con le discariche cancerogene, l’edilizia abusiva, l’infiltrazione della mafia a nord negli enti locali, le grandi opere e le istituzioni..le ha permesso di corrompere le leggi penali e processuali e di minare le basi delle nostra Costituzione e della nostra Democrazia.

Se anche volessimo fare l’enorme sforzo di dimenticare per un istante che Dell’Utri è stato condannato a 7 anni di carcere per un reato gravissimo e continuato di collusione mafiosa ai danni di questo Paese, col sospetto agghiacciante di aver ordito le peggiori stragi italiane per destabilizzare il Paese, questo delinquente stato indagato per:
tentata estorsione
calunnia aggravata
fatture false
frode fiscale
abusivismo
e tangenti…
Ci chiediamo in nome di quale giustizia si è permesso a un simile ceffo di diventare senatore e quale Paese civile del mondo tollererebbe di avere nel suo Parlamento una persona colpevole di tanti e tali reati penali e cosa aspettano gli ultimi onesti del Parlamento, se mai ce ne sono, a votare in fretta una legge anticorruzione che depuri per sempre le istituzioni da simili soggetti.
Ma per quanto tempo dovremo tollerare ancora che la sovranità sia rubata ai cittadini, che il diritto elettorale sia mozzato, che i referendum siano calpestati, che i diritti dei lavoro siano ammazzati, che lo stato sociale sia fatto a pezzi, che le istituzioni siano svuotate di senso, che il fisco e le leggi diventino sempre più iniqui, che si allarghi l’abisso tra i privilegiati e i diseredati e che una mezza dozzina di boss partitici facciano il bello e il cattivo tempo, continuino a rovinare questo Paese e continuino a mettere dei pendagli da forca o dei cani fedeli a capo del Paese e in Parlamento?

La legge anticorruzione europea è del 1999. Sono passati 15 anni e non è ancora stata ratificata dall’Italia, malgrado i continui solleciti dell’Ue. Ma Renzi non ne fa parola nel suo programma come non fa parola della mafia.
Non possiamo aspettarci una simile legge da chi come B ne ha sempre largamente profittato ma ci chiediamo come possa avere un minimo di credibilità un Pd che è stato al potere per 20 anni e che nemmeno adesso, con Renzi, spende la minima parola sulla corruzione politica e su quella mafiosa e anzi, dopo 20 anni di assenza di leggi sullo scambio mafioso, pensa solo a diminuirne le pene!
E ora noi dovremmo accettare che questa infiltrazione mafiosa che si accompagna a un preciso piano piduista contro la giustizia, la Costituzione e la democrazia continui? Dovremmo accettare che questi stessi delinquenti abbiano il diritto con Renzi di cambiare la Costituzione italiana? Solo una simile ipotesi è agghiacciante e copre Renzi e il Pd di fango e di vergogna eterna!
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ed è per questo che il M5S vuole un’altra Italia
che si faccia da sola
che si governi da sola
che riscrive le proprie leggi da sola
che ridia il diritto di decidere e controllare al popolo
e cambi per sempre i paradigmi della politica
e dell’economia
secondo i criteri della democrazia dal basso
come ha fatto finora con l’intelligenza dei referendum
difendendo a spada tratta la propria democrazia, la propria giustizia, il proprio stato sociale, l’aiuto ai poveri e l’epurazione dei corrotti
cacciando questa cricca di delinquenti che sono la casta politica più corrotta d’Europa
cacciando i magnati che stanno svendendo e comprando il nostro patrimonio come fossimo una terra da conquista in turpi giochi di potere
chiudendo per sempre la fase dello strapotere dei 6 capipartito che ci hanno rovinati e chiudendo per sempre l’arroganza e l’eternità dei partiti e lo spreco immane di giustizia sociale, di diritti civili e di beni pubblici che questa cricca Pd/Pdl ha fatto in questi 20 anni

RIPRENDIAMOCI IL POTERE E CACCIAMOLI TUTTI!!!

DI MAIO:
Sei mesi fa a Report di Milena Gabanelli misi in guardia sul fatto che Marcello Dell’Utri era ancora in possesso di un passaporto diplomatico, in quanto Presidente della delegazione parlamentare del Consiglio d’Europa. Nonostante non fosse stato candidato a febbraio, continuava a ricoprire pro-tempore quell’incarico perché Pd e Pdl ritardavano la formazione della nuova delegazione, in questa legislatura.
Spiegai che dare un passaporto diplomatico ad un condannato in secondo grado per associazione mafiosa avrebbe creato il pericolo di fuga in Paesi senza estradizione. Allora infatti soggiornava a Santo Domingo. Fui attaccato duramente. Oggi Dell’Utri è latitante.
NOI L’AVEVAMO DETTO! Il 16 Maggio scorso il M5S aveva sollecitato la Boldrini ad intervenire per togliere il passaporto diplomatico a Marcello Dell’Utri. Nessuno ci ha mai risposto. Ed oggi si vedono i risultati!

(Io: ..e per gli ignoranti precisiamo che il passaporto diplomatico era stato dato a Dell’Utri dalla Camera e dunque spettava alla Camera ritirarlo. Ma evidentemente la Boldrini aveva i suoi buoni motivi per non attaccare uno come Dell’Utri. Chiediamoci quali! Il silenzio di Napolitano attorno alla faccenda ‘mafia’ comincia ad essere quello di un nato sordo. Del resto non è che Napolitano può ordinare di distruggere i carichi mafiosi dei politici come ha fatto con le sue intercettazioni. Malgrado questi silenzi assordanti, il micidiale patto Stato-Mafia pesa come una trave minacciosa su tutte le istituzioni.
Non dissimile il silenzio attorno alla mafia da parte del novello redentore Renzi, tutt’ora assistito da un Verdini che rispetto al grado delinquenziale di un Dell’Utri, arriva solo secondo. Renzi vive in un mondo a parte, tutto concentrato nei suoi slogan mercatisti e nella sua ascesa assolutistica al potere. Nulla deve rovinare la sua splenda scalata ogni giorno più surreale rispetto a quanto succede intorno e ai bisogni spasmodici del Paese. Il suo autoritarismo ormai è così stratosferico che la grottesca riunione del Pd minoritario (Cuperlo, D’Alema, Bersani e soci) non è che un querulo e lamentoso prostrarsi ai suoi piedi, dato che tutti ormai tremano dal terrore di essere defenestrati del novello imperatore e sostituiti da qualche giovane ragazzetta, digiuna di politica ma in grado di prendere il posto de parrucconi del Pd e dei nuovi rampanti sol che Matteo lo voglia!

Terry
Voglio vivere in un paese sovrano.
Voglio vivere in un paese governato da uomini onesti.
Voglio vivere in un paese in armonia con la natura.
Voglio vivere in un paese umano.
Chiedo troppo?
No, chiedo il giusto e lo pretendo quindi voto Movimento 5S.
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Nicola Biondo
“Per 20 anni sx e dx l’hanno menata con l’antimafia. Da una parte i “buoni” – Violante e compagnia bella. Dall’altra i “cattivi”: B e i suoi compari Dell’Utri e Cosentino.
Come al solito ci fottevano con le parole, era tutta una recita. Perché poi quando era il momento si accordavano sempre. Prendi il caso del 416ter, la legge che punisce lo scambio politico-elettorale con la mafia. Falcone sapeva che le organizzazioni criminali non vendono i loro voti in cambio di soldi, quelli li fanno in altro modo. Ma Falcone morì mentre Violante fu uno degli artefici del 416ter, una delle legge più inutili che infatti non è mai stata applicata: il politico va punito se in cambio di voti da soldi ai boss. Un genio. Se quella legge fosse stata scritta come oggi chiede il M5S, il latitante dell’Utri sarebbe stato processato e condannato non per concorso esterno – avvenuto fino al 1992 – ma per lo scambio elettorale con la mafia e con una pena più alta, un reato che Dell’Utri ha commesso – secondo le indagini – fino all’altro ieri.
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IL CSX E LA MAFIA
Beppe Grillo

Mentre la sx faceva i convegni antimafia – pagati con i soldi pubblici – chiudeva gli occhi sull’invasione delle cosche nelle regioni che amministrava. Fino ad arrivare ad appoggiare il TAV definito del tunnel della mafia. Per 20 anni la sx ha parlato di Falcone e Borsellino mentre li tradiva, per 20 anni la dx ha difeso l’eroe Mangano per difendere il boss di Arcore. E in mezzo c’eravamo noi: quelli che la legalità di uno Stato criminale – quello di Equitalia, quello delle Grandi opere – provavamo a rispettarla, con le immagini di Capaci e Via d’Amelio a bruciarci ancora il cuore e gli occhi.
L’antimafia dei “buoni” vi chiedeva il voto contro Dell’Utri e poi contrattava con il suo padrone, vi chiedeva il voto contro la mafia e non ci pensavano nemmeno a fare una legge anti-corruzione. Vi chiedevano il voto in nome di Falcone e Borsellino e poi quando il Quirinale prova a far saltare l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, in attesa magari che il pm Nino Di Matteo salti in aria per mano del Riina di turno, nessuno a sx apre bocca. Forse perché i giudici antimafia buoni, a sx, sono solo quelli morti. Quelli su cui fare campagna elettorale. Ma quando poi si arriva in Parlamento, i “mafiosi”, i cattivi, come Dell’Utri diventano interlocutori per le riforme o per l’elezione di D’Alema al Quirinale e per mille altri patti.
Oggi hanno gettato la maschera, oggi è finita la recita della sx antimafia, dei buoni contro i cattivi. Li abbiamo visti questi soloni – loro sì veri professionisti dell’antimafia – come hanno votato per il Tav a cui non si applicherà la normativa antimafia, li abbiamo visti votare per un 416ter depotenziato, li abbiamo visti come da una parte si facevano vergini strillando contro il Cosentino di turno e dall’altra battevano le strade per vendersi l’ultimo appalto. Ecco un’altra vittoria del M5S, l’antimafia parolaia, imbelle e complice è finita.

Se pure portassero Dell’Utri in Italia e lo processassero, grazie a Renzi e al Pd che hanno ridotto il minimo delle pene per mafia a 4 anni, se si buscasse anche 4 anni, 3 glieli leverebbero grazie al condono fatto da Berlusconi a se stesso, la pena scenderebbe a 1 anno e Dell’Utri sarebbe nelle stesse condizioni di Berlusconi di ora, pronto a fare mezz’ora di servizi sociali settimana, e magari potrebbe curare la biblioteca della Camera, insieme a Previti, visto che i libri gli piacciono tanto che li manda a rubare.
Capite ora perché il M5S voleva che il minimo delle pene fosse di 7 anni come voleva Falcone?

Massimo Lanfranconi

Mangano era un eroe
Andreotti uno statista
Dell’Utri un bibliofilo
Penati un ottimo amministratore pubblico
Berlusconi un grande imprenditore
Re Giorgio un ottimo presidente della Repubblica
Non sarà che, poco poco, ci prendono per il culo?
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Dell’Utri, davvero un fior da fiore (ed è questa la gente con cui è alleato Renzi e che dovrebbe rifare la nostra Costituzione col consenso del Pd?!!)

9 procedimenti giudiziari. 2 volte è stato assolto in Cassazione (tentata estorsione e calunnia aggravata), 1 volta ha patteggiato (fatture false e frode fiscale); ne ha poi 1 ancora in corso con una condanna a 7 anni di reclusione in appello (concorso esterno in associazione mafiosa), 1 altro a 8 mesi in appello (abusivismo), 2 in cui è rinviato a giudizio (Trattativa tra Stato e mafia e P3) e infine in altri 2 le indagini sono ancora in corso (estorsione e tangente).
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Nel 2004, il tribunale di Palermo lo condannò a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e a 2 nni di libertà vigilata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per “concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici”.
« Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perché era in corso il dibattimento di questo processo penale. »

Nel processo di appello del 2010 furono chiesti per Dell’Utri 7 anni di reclusione
per concorso esterno in associazione mafiosa per i fatti accaduti sino al 1992. La Corte d’appello, con questa sentenza, ha ritenuto che Dell’Utri intrattenne stretti rapporti con le vecchie organizzazioni mafiose di Bontade,Riina e Provenzano sino alla stagione delle stragi di Falcone e Borsellino facendo da intermediario fra le organizzazioni malavitose e Berlusconi. Il giudice tuttavia aveva bloccato il processo al 1993, rifiutandosi di sentire i testimoni che volevano portare prove al patto di Berlusconi con la mafia, con cui la mafia si impegnò in orrende stragi contro la popolazione italiana per destabilizzare lo Stato e prepararlo all’arrivo dell’”uomo della provvidenza”. Siccome i pentiti avrebbero incriminato per strage potenti politici, si ritenne opportuno troncare i processi.
Mangano avrebbe assicurato protezione contro l’escalation dei sequestri a Milano. Dell’Utri avrebbe, sino al 1980, fatto da intermediario per gli investimenti a Milano di Bontade, che aveva bisogno di riciclare denaro sporco, frutto del traffico di droga, in aziende del nord Italia. Questo spiega l’arrivo di enormi capitali a Berlusconi perché li ripulisse investendoli in attività lecite.
La quinta sezione penale della Cassazione scrisse che era “probatoriamente dimostrato” che Dell’Utri “ha tenuto un comportamento di rafforzamento dell’associazione mafiosa fino ad una certa data, favorendo i pagamenti a Cosa nostra di somme non dovute da parte di Fininvest. “
La Cassazione ritenne pienamente confermato l’incontro del 1974 tra Berlusconi, Dell’Utri e i capimafia Di Carlo, Bontate e Teresi, raccontato tra l’altro dallo stesso Di Carlo, collaboratore di giustizia.
Mangano curò convergenti interessi di Berlusconi e di Cosa nostra” e Berlusconi versò cospicue somme alla mafia. La suprema Corte parla “di un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell’Utri che, di quella assunzione, fu l’artefice grazie anche all’impegno specifico profuso da Cinà”.

Nel 2013 il procuratore generale di Palermo, Luigi Patronaggio chiede alla Corte d’Appello sette anni di carcere per Dell’Utri. Secondo la Cassazione, che aveva annullato la condanna a sette anni in appello, sono provati i rapporti di Dell’Utri con Cosa nostra dal 1974 fino al 1977, invece secondo il pg i rapporti non si sarebbero mai interrotti.
Il 25 marzo la Corte d’Appello accoglie la richiesta dell’accusa, condannandolo a sette anni di reclusione.

Il 24 luglio 2012 la procura di Palermo chiede il rinvio a giudizio per 12 persone, tra cui Marcello Dell’Utri, accusato di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato (art. 338 cpp.).[
I pm pensano che Dell’Utri, nel corso degli anni, possa aver estorto denaro a Berlusconi in cambio del suo silenzio sui suoi rapporti con la mafia.
L’inchiesta sarà seguita dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini.
Nel frattempo Dell’Utri viene condannato per false fatture e frode fiscale e patteggia 2 anni e 3 mesi di reclusione.
Viene poi condannato in primo grado a Milano a due anni di reclusione per tentata estorsione ai danni di Vincenzo Garraffa (imprenditore trapanese), con la complicità del boss Vincenzo Virga. La sentenza fu poi annullata.
Fu annullata anche l’accusa secondo cui Dell’Utri avrebbe organizzato un complotto con tre falsi pentiti per screditare dei veri pentiti che accusavano lui ed altri imputati. così respinto il ricorso della procura generale di Palermo.
Nel 2010 nuovo avviso di garanzia sull’intreccio occulto tra alte personalità dello stato e altri individui riuniti in una «nuova P2» che “avrebbe svolto «in maniera sistematica e pianificata un’intensa, riservata ed indebita attività di interferenza sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, allo scopo di ottenere vantaggi economici o di altro tipo». L’organizzazione, definita “massonica” dalla Procura di Roma, avrebbe agito in particolare allo scopo di influenzare la decisione della Consulta sulla legittimità costituzionale del “lodo Alfano”.
Nelle riunioni si favoriva Formigoni per governatore della Lombardia e Alfonso Marra per la nomina a presidente della Corte d’appello di Milano.
Dell’Utri è indagato dalla procura di Firenze per corruzione per la costruzione di un impianto solare.

Chi pagherà per tutto questo????

Wikipedia: “Con l’espressione “bombe del 1992-1993” si indica la stagione di attacchi mossa da Cosa Nostra contro lo Stato italiano durante i primi anni 90 (1992-1993). Quello che contraddistinse il periodo fu la natura particolarmente violenta ed eversiva delle azioni (uso di autobombe). In aggiunta agli agguati verso forze dell’ordine, magistrati (Falcone e Borsellino) e politici (Salvo Lima), Cosa Nostra passò a violenti attacchi anche “sul continente” contro il patrimonio artistico dello stato e contro uomini simbolo non legati direttamente alla lotta alla mafia, come Maurizio Costanzo. L’obiettivo era screditare lo stesso concetto di Stato, indebolire la società civile, che proprio allora si stava risvegliando, e far cedere il governo come controparte nell’auspicio mafioso di una trattativa fra Stato e mafia.”.

12 marzo 1992 Omicidio di Salvo Lima
13 maggio 1992 Strage di Capaci 5 vittime (tra cui Giovanni Falcone)
19 luglio 1992 Strage di via d’Amelio Palermo 6 vittime (tra cui Paolo Borsellino)
17 settembre 1992 Omicidio di Ignazio Salvo Santa Flavia (PA)
14 maggio 1993 Fallito attentato di via Fauro Roma
27 maggio 1993 Strage di via dei Georgofili Firenze 5 vittime
27 luglio 1993 Strage di via Palestro Milano 5 vittime
28 luglio 1993 Bomba a San Giovanni in Laterano Roma
28 luglio 1993 Bomba a San Giorgio in Velabro Roma
23 gennaio 1994 Fallito attentato allo Stadio Olimpico Roma
14 aprile 1994 Fallito attentato a Totuccio Contorno Formello (Roma)

Sono tutte stragi in cui la mafia eseguì ma il mandante era politico.
Chi pagherà per tutto questo??
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BERLUSCONI, DAL RICATTO DELLA MAFIA AL PATTO CON LA MAFIA

Si continua a considerare il primo Berlusconi minacciato dalla mafia di sequestro del figlio e che dovette subire in casa ‘la protezione’ di Mangano, che da Arcore continuava indisturbato nella sua opera di sequestri e di traffico di droga (anche questo con l’aiuto di Dell’Utri che gli telefonava che erano arrivati ‘ i cavalli’, cioè le vagonate di cocaina. E nessuno si è mai chiesto come mai i soci di B sono sempre immischiati nella cocaina, dalla dama bianca e Tarantini a Lele Mora). Ma tutti fingono di non ricordare che ci fu una fase successiva in cui Berlusconi da vittima della mafia divenne il patteggiatore, quello che con la mafia si accordava alla pari sia per riciclarle fondi neri che per tramare quella cosa orrenda che furono le stragi di stato del 92-93, ‘comandate’ alla mafia per spianare la strada all’”uomo forte” che sarebbe venuto a far ordine in Italia, sul piano della P2, contro i ‘comunisti’ e per iniziare il golpe strisciante contro la democrazia.
Si chiede ingenuamente da cosa si capisce che il Pd fu sempre colluso col piano criminale di Berlusconi, che fu sempre sostenuto dalla mafia da una parte e dalla P2 dall’altra, con la Lega che gli reggeva il bordone.
Si dimentica o si ignora che per 20 anni Berlusconi poté spadroneggiare indisturbato e malgrado le altissime assenze dei suoi in aula riuscì a mettere a segno 5.700 tra leggi ed emendamenti a favore di se stesso e della criminalità organizzata, non solo i ripetuti condoni agli scempi edilizi, non solo la libertà assoluta alle discariche della camorra, ma anche lo scudo fiscale che passò per soli 20 voti con D’Alema prudentemente fuori dall’aula.
E intanto che questi politici facevano a pezzi lo Stato e lasciavano che criminali e delinquenti comuni mettessero le mani su tutto, l’Italia moriva.
E ora qualcuno mi chiede da cosa si capisce che Berlusconi=Mafia=P2= Pd? DA TUTTO!!!
Non lo vedete che è un solo, unico, compatto sistema criminale di affari e di interessi reciproci che unisce in un abbraccio mortale mafia, crimine affaristico, P2 e questi partiti, sempre soci in affari, e mai uno contro l’altro, che hanno dilaniato l’Italia in tutti questi scellerati vent’anni??
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Ma il carro traballa e persino il fedelissimo BONAIUTI abbandona Berlusconi, uno che è stato il suo fedelissimo per 19 anni. E questo credo la dica lunga sulla caduta prossima di Forza Italia e del suo boss della mala.
Oggi è davvero l’inizio della fine per Sansone e tutti i Filistei.
Bonaiuti passa nelle fila di Alfano. Era stato accanto a Berlusconi per 19 anni, era il suo consigliere con Letta e il suo portavoce. E’ sempre stato al fianco di Silvio come un’ombra fedele. Se anche lui se ne va, foschi presagi si addensano sul capo del boss di Arcore.
Voi dite che Dell’Utri deve stare attento al veleno nel caffè. Io dico che c’è un altro che deve stare doppiamente più attento.
Viltà infinita a chi si associa a questi soggetti. Vuol dire che la coscienza se l’è messa sotto i piedi!

Spinoza
“La casa di Antonio Gramsci diventa un hotel di lusso. Sapreste riassumere
meglio la storia del partito?”

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Massimo
Ricordiamoci sempre che il m5s non è ne di destra ne di sinistra. Destra e sinistra non esistono più da almeno 25 anni (e forse da sempre??), sono state solo un grande metodo di distrazione di massa da parte della partitocrazia e alta burocrazia verso i cittadini. Si sono divisi il potere e il profitto dividendo le pecore in “desta e sinistra”. Chi è del m5s o chi si avvicina ad esso, se ha una sovrastruttura mentale che lo continua a far ragionare (anche inconsciamente) con questo schema di pensiero, deve lavorare profondamente su se stesso per “disintossicarsi”. Ci hanno fottuto per una vita con destra e sinistra, mentre le cose sono giuste o sbagliate, buone o cattive, oneste o criminali, logiche o illogiche. Vogliamo che le cose vengano fatte con “giustizia” (che non sempre va a braccetto con la legge).
M5S è una filosofia di vita….andiamo OLTRE!

EUROSCETTICI

LA VIA AMERICANA E QUELLA EUROPEA
Berluscameno (blogger di Gilioli)

Leggiamo quanto dice l’economista, premio Nobel dell’Economia, Paul Krugman che fu consigliere di Obama in un Team governativo di eccellenti economisti in merito alla crescita e al conseguente reale sviluppo economico USA.
“Nella fase iniziale della crisi (tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2010) sia l’Europa che l’America sono precipitate in una profonda recessione e hanno visto salire rapidamente la disoccupazione. A partire dal 2010, tuttavia, le due sponde dell’Atlantico hanno preso due strade diverse. L’America ha cominciato a creare posti di lavoro. L’economia europea, invece, è ulteriormente peggiorata e dal 2012 l’Europa è entrata ufficialmente in recessione. Cosa era successo? Una cosa molto semplice che però gli economisti italiani non hanno chiarito. Nel 2010 in Europa è iniziata l’austerità. E per noi italiani è iniziata la catastrofe!
In Europa gli Austerici hanno dominato il dibattito politico–economico. L’Austerità ad ogni costo era la precondizione indispensabile per dare un aiuto finanziario ai Paesi in difficoltà. Il risultato complessivo per l’Europa è stata una drastica correzione dei conti pubblici. In seguito il Fondo Monetario ha riconosciuto che, a partire dal 2010, molte economie europee hanno fatto molto peggio delle previsioni e gli errori di previsione erano legati ai programmi di austerità. In pratica i Paesi che avevano imposto i maggiori tagli di spesa o i maggiori aumenti di tasse erano anche quelli che andavano peggio. Il FMI concludeva in sostanza che i moltiplicatori fiscali erano più in linea con quanto affermato dai neo Keynesiani.
In Grecia e in Portogallo, la Troika (FMI, BCE e Commissione Europea) hanno preteso un’austerità ancora più drastica, come condizione per concedere i prestiti di emergenza, anche se è ormai evidente che la cura proposta sta uccidendo il paziente.
La BCE ha anche detto chiaramente che la Spagna, già impegnata in un micidiale programma di austerità, dovrebbe adottare ulteriori misure restrittive per beneficiare di ulteriori acquisti di bond spagnoli da parte della BCE.
La depressione che persiste in Europa non è solo una terribile tragedia per la gente comune, è anche terrificante per le implicazioni politiche sulle Istituzioni democratiche.
Nessuno sa dove stia il punto di rottura, ma gli echi degli anni Trenta sono troppo forti per essere ignorati.
Sembrano tutti eccellenti economisti, ma gli “Austerici “ al potere in Italia sono degli autentici criminali affetti da “ignoranza manifesta”. Dovrebbe essere istituito un nuovo processo di Norimberga per coloro che sono stati responsabili diretti delle lacrime e del sangue versato per la “pazzesca” politica economica della austerity applicata ad un Paese civile come l’Italia.
Suicidi, fallimenti di aziende, disoccupazione dilagante, stabilimenti industriali vuoti d in rovina, la crisi totale del credito che ha “ucciso” migliaia di imprese edili, tutto conduce alla reale rovina economica dell’Italia.
Lor Signori si ricordino delle recenti parole pronunciate dal Santo Padre : ”Per i corrotti non vi potrà mai essere perdono !”

Caritas contro Troika e Austerity. Ricette sbagliate, pagano i deboli

Un rapporto della Caritas attacca le politiche di Fmi, Bce e commissione Ue:
“La situazione dell’Europa sta peggiorando e le fasce a rischio pagano il prezzo più salato.
Più disuguaglianze, meno accesso alla salute”. La ricetta è cambiare questa politica economica recessiva e completamente errata, sbagliata anche teoricamente, e applicata in un periodo in cui si verificano recessione, deflazione, alta disoccupazione e fallimenti di imprese. Occorre fornire meno garanzie alle banche e adottare una politica espansiva del credito- con garanzie dello Stato – per le imprese manifatturiere dell’economia reale tramite i Q.E (Quantitative Easing) come ha fatto in USA Obama con pieno successo!
La Caritas europea “boccia senza appello” la Troika e la politica di Austerità imposta da Ue, Bce e Fmi ai Paesi travolti dallo Tsunami dei debiti sovrani degli ultimi 5 anni.
Il secondo “Rapporto sulla crisi” (114 pagine di analisi sui dati finanziari ed economici dei conti dei cosiddetti PIIGS, Italia compresa) è durissimo.
La politica di austerità non funziona. Serve e presto, un’alternativa. A cinque anni dall’ inizio della crisi, la disoccupazione è in aumento, 124 milioni di persone (il 25% dei cittadini dei 27 stati UE) vivono sulla soglia della povertà.
Nello stesso tempo, i tagli ai servizi sociali riducono molta gente in condizioni molto difficili “colpendo alla fine la parte più debole della società”.
A Bruxelles i Governanti UE, su suggerimenti interessati ricevuti dalla Lobby della ERT continuano a dirci che la crisi è finita. Ma a noi risulta il contrario. E a pagare il pedaggio più salato alla recessione sono le persone che di sicuro non l’hanno causata.
Come? Il rapporto non lascia dubbi:
L’accesso ai servizi sanitari universali si sta restringendo, con un impatto pesante sulla salute dei cittadini europei. E i Paesi in difficoltà sono quelli dove si stanno aprendo i “gap” maggiori tra ricchi e poveri.
La conclusione è tranchant. La politica criminale ed errata di lacrime e sangue imposta dalla Troika è un processo sbagliato ed economicamente ingiusto.
Proprio l’opposto di quello che prevedeva la strategia di “inclusione” di Europa 2020.
Stiamo assistendo a una situazione in cui le disuguaglianze stanno crescendo e si sta creando una classe di nuovi poveri, ha spiegato Artur Benedyktowitz, responsabile politici sociali della Caritas Ue.
Cosa si deve fare? Trovare subito una politica economica alternativa.
Nessuno dice che non servano riforme strutturali – dice la Caritas – ma bisogna implementarle tenendo conto molto di più delle loro conseguenze attuali e reali sulle condizioni di vita delle popolazioni soggette. Le banche ed i banchieri gangster devono pagare per i loro errori. E le colpe delle loro scommesse finanziarie (con la vendita dei derivati strutturati ossia con la spazzatura venduta come fosse oro al parco buoi ) non vanno scaricate sui depositi dei correntisti.
Se non si puniscono i colpevoli e i corruttori nel mondo della finanza e della “governance” europea si incentiva il comportamento fraudolento futuro.
La Troika ha prestato grande attenzione agli interventi fiscali, ma non ha previsto alcun indicatore della situazione sociale dei Paesi sotto” austerity”.
I suggerimenti: inserire indicatori sociali oltre il rapporto deficit/ pil per valutare la bontà delle riforme, più trasparenza sugli interventi della Troika, più monitoraggio sociologico per le fasce più deboli, un salario minimo ai disoccupati e più fidi alle” imprese reali” per combattere la disoccupazione giovanile.
Ciò che la Caritas non dice è che la politica economica utilizzata dalla Troika (FMI,BCE,e Commissione Europea) per effettuare quelle dissennate raccomandazioni rigoriste ai Paesi UE è frutto solo dei suggerimenti dalla Lobby dei CEO -riuniti sotto le ali della ERT -alla Governance della Ue.
Questa dissennata politica economica -definita erroneamente neo liberista- è stata presentata come Austerity, ossia rigore assoluto dei conti pubblici. Ma essa si può applicare –probabilmente – solo in un periodo economico di” forte inflazione” e di boon economico eccessivo. E mi è proprio il nostro caso.
Quello che è strano è che in a Germania si sono ben guardati da applicare i precetti economici strettamente rigoristi nella redazione dei bilanci pubblici.
Infatti più di 500 miliardi di euro di debito pubblico tedesco sono stati abilmente fatti sparire nel bilanci delle banche pubbliche dei vari Lander.
Inoltre la Merkel ha provveduto a finanziare (con denaro- totalmente pubblico -appartenente alla più grande banca tedesca nazionalizzata) tutte le richieste di credito che le più grandi aziende private o pubbliche tedesche rivolgevano “continuamente “ -in tutto il periodo della crisi – allo stato tedesco.
Per Noi ciò si chiama finanziamento di stato ed è rigorosamente proibito dai trattati conclusi con la UE. Ma evidentemente le stesse clausole non valgono per la Germania!
Infatti chi controlla i suoi bilanci pubblici abilmente taroccati?
Lo Stato italiano, invece, è riuscito a non pagare le imprese che facevano lavori per lo Stato. Così lo Stato deve ancora dare 80 miliardi alle imprese private.

CHI COMANDA OGGI IN EUROPA

Sergio di Cori Modigliani dice che la cupola europea è formata da 50 personaggi “un pugno di uomini, ben allenati, amici tra di loro di lunga data”.
Costoro decidono chi governa e chi no e stabiliscono se l’Italia avrà le larghe intese, se la Germania avrà la Grossekoalition e se è il caso che il Belgio abbia o non abbia un governo. Costoro decidono quali leggi far passare in Italia o in Europa. O quanti disoccupati ci devono essere, e se le imprese italiane devono o non devono essere pagate.
Sono tutti membri del più potente club del pianeta, più potente del Bilderberg.

http://ert.eu/members

Chairman
Leif Johansson Ericsson Sweden
Vice-Chairmen
Nils S. Andersen A.P. Moller – Maersk Denmark
Benoît Potier Air Liquide France
Members
Jean-Paul Agon L’Oréal France
César Alierta Izuel Telefónica Spain
Paulo Azevedo SONAE Portugal
Ben van Beurden Royal Dutch Shell The Netherlands
Kurt Bock BASF Germany
Jean-François van Boxmeer Heineken The Netherlands
Carlo Bozotti STMicroelectronics Italy
Svein Richard Brandtzaeg Norsk Hydro Norway
Antonio Brufau Repsol Spain
Ton Büchner AkzoNobel The Netherlands
Paul Bulcke Nestlé Switzerland
Jean-Pierre Clamadieu Solvay Belgium
Vittorio Colao Vodafone Group United Kingdom
Michel Combes Alcatel-Lucent France
Ian Davis Rolls-Royce United Kingdom
Rodolfo De Benedetti CIR Italy
Pierre-André de Chalendar Saint-Gobain France
Christophe de Margerie TOTAL France
Marijn Dekkers Bayer Germany
John Elkann Fiat Italy
Tom Enders Airbus Group Germany
Ignacio S. Galán Iberdrola Spain
Antti Herlin Kone Finland
Zsolt Hernádi MOL Hungary
Heinrich Hiesinger ThyssenKrupp Germany
Timotheus Höttges Deutsche Telekom Germany
Frans van Houten Royal Philips The Netherlands
Pablo Isla Inditex Spain
Joe Kaeser Siemens Germany
Jacek Krawiec PKN Orlen Poland
Bruno Lafont Lafarge France
Thomas Leysen Umicore Belgium
Gary McGann Smurfit Kappa Group Ireland
Gérard Mestrallet GDF SUEZ France
Dimitri Papalexopoulos Titan Cement Greece
Olof Persson Volvo Sweden
Jan du Plessis Rio Tinto United Kingdom
Norbert Reithofer BMW Group Germany
Gerhard Roiss OMV Austria
Kasper Rorsted Henkel Germany
Güler Sabanci Sabanci Holding Turkey
Paolo Scaroni Eni Italy
Severin Schwan F. Hoffmann-La Roche Switzerland
Risto Siilasmaa Nokia Finland
Jim Snabe SAP Germany
Carl-Henric Svanberg BP United Kingdom
Johannes Teyssen E.ON Germany
Jacob Wallenberg Investor AB Sweden
Willie Walsh IAG United Kingdom

Il Club è nato nel 1982, fortemente voluto, da Reagan che ne affidò l’iniziale cura a Licio Gelli; costituisce lo zoccolo duro dei decisori europei.
Complessivamente costoro hanno a disposizione un budget intorno a 1,28 miliardi di euro, utili per pagare chi farà le leggi, sposterà i capitali, lancerà i leader politici, ecc.
Il club si chiama ERT EUROPE.

Karl Beurle (Thyssen), Carlo De Benedetti (Olivetti), Curt Nicolin (ASEA), Harry Gray (United Technologies), John Harvey – Jones (ICI), Wolfgang Seelig (Siemens), Umberto Agnelli (Fiat), Peter Baxendell (Shell), Olivier Lecerf (Lafarge Coppée), José Bidegain (Cie de St Gobain), Wisse Dekker (Philips) Antoine Riboud (BSN), Bernard Hanon (Renault), François-Xavier Ortoli (EC), Pehr G. Gyllenhammar (Volvo), Etienne Davignon (EC), Louis von Planta (Ciba-Geigy), Helmut Maucher (Nestlé) erano il nucleo storico. Alcuni sono morti come Umberto Agnelli, Harry Gray. Alcune aziende sono state incorporate da altre e i rappresentanti sono cambiati. Ma il progetto, la strategia e la finalità del 1982 rimane la stessa: gestire l’Europa Occidentale come piace a loro.
Questi signori controllano il 75% della produzione mediatica europea. (Mediaset la controllano attraverso gli incroci azionari trasversali e Berlusconi non lo hanno mai voluto dentro perché lo considerano inattendibile e inaffidabile, troppo individualista per i loro gusti, gli danno ordini dall’esterno). I 50 controllano le borse, i mercati, gli investimenti industriali. Stabiliscono le assunzioni nelle corporation, nelle aziende statali strategiche, le commesse militari, chi deve andare su, chi deve andare giù, chi deve andare a dirigere i canali televisivi, i giornali, le banche.
Hanno 1.500 uffici (perfettamente legali) a Bruxelles nei quali si dedicano e si occupano di lobby gestendo i rapporti con le apposite e specifiche commissioni europee.
Parlare quindi di Berlusconi o di Letta o di Renzi è inutile; sono persone che non contano nulla. Questi sono quelli che decidono.
Un gruppo di giornalisti investigativi anglo-americani, in accordo con un gruppo di intellettuali francesi e austriaci, hanno prodotto un documentario per raccontare le gesta dei 15.650 impiegati a pieno regime che lavorano a Bruxelles per questa organizzazione di affari. Loro sono i monarchi, noi siamo i loro sudditi. Per queste persone noi non esistiamo come esseri umani, siamo -come ha ben sintetizzato il grande sociologo Zygmunt Bauman- un danno collaterale.
Il loro obiettivo strategico, in questa fase attuale, consiste nel distruggere ogni tentativo di costruire modelli di cittadinanza attiva e di opposizione ai partiti che loro controllano e finanziano in Europa.
Dalla prossima settimana, inizia la diffusione in Europa del documentario “The Brussels Business”.
E’ intorno a questo club che si gioca la partita d’Europa; è fondamentale, quindi, conoscerne la genesi, la modalità di comportamento, la strategia di impiego.

Il nostro Bozotti che dirige e coordina tutti gli aspetti legati alle politiche sociali in Europa è uno dei più importanti imprenditori italiani, leader nella produzione dei semi-conduttori, che ha il compito di assumere il controllo di tutta la produzione elettronica imbavagliando la rete. Si è visto che per ben tre volte Bozotti è entrato in importanti aziende, le ha fatte fallire, e ha poi saldato il conto con parcelle principesche.

Berluscameno (blogger di Gilioli)

Forse qualche lettore non è al corrente che l’Unione Europea (quella che ci vuole “appioppare” il Fiscal Compact) si basa su alcuni Trattati (indicati come europei), mentre in pratica:
1) La Costituzione dell’Unione Europea non esiste;
2) Il Codice Civile e Processuale civile dell’Unione Europea non esiste;
3) Il Codice Penale e Processuale Penale dell’Unione Europea non esiste;
4) Il Codice militare di Guerra e di pace dell’Unione Europea non esiste;
5) Il Codice Tributario e delle leggi riguardanti la compilazione “corretta” dei Bilanci Pubblici non esiste;
6)Il sistema giuridico di guida degli organi di giustizia europea (e della Polizia giudiziaria e carceraria) non esiste.
Questo Stato Europeo (che non è uno Stato federale) si regge (per il consenso – mal riposto – degli Stati partecipanti all’ Unione) su Regolamenti, alcuni truccati, come il n.1466/97) e su Decisioni (mai autorizzate da un Trattato UE), che non indicano in che modo sia possibile controllare il funzionamento reale della macchina burocratica ed amministrativa dell’Unione Europea.
Ci pensa (forse) la Corte dei Conti Europea, che, non avendo poteri giuridici propri, delega il controllo fattivo all’OLAF, ossia all’ Ufficio Europeo per la lotta anti frode.
La Corte dei Conti Europea (formata da un membro per ogni stato) è il Revisore contabile Esterno dei Bilanci dell’Ue e, in quanto tale, il custode delle sue finanze.
Gli Audit (burocrati europei) che lavorano nella Corte dei Conti Europea (800 addetti) hanno il compito di migliorare la gestione finanziaria dell’ Ue, assicurando ai cittadini europei un uso e una spesa corretti dei propri fondi.
Penso che vi sia una necessità urgente di costituire, da SUBITO, uno Stato Federale (gli ‘Stati Uniti d’Europa’, sul modello ben collaudato degli Stati Uniti d’America.
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L’ultima speranza. L’aumento della liquidità

Il Qe (Quantitative Easing, o allentamento monetario della banche) della Bce dovrà essere molto vicino, pena la morte della nostra industria reale.
Anche se il nostro mercato finanziario sale (azioni in rialzo e lo spread al minimo) accade che la nostra economia “reale“, e non esportatrice di merce di lusso, sia al palo e si fermi.
E il popolo dei lavoratori non può spendere denaro che non ha più.
La produzione di merci per il mercato interno si riduce sempre di più e conseguentemente aumenta in modo massiccio la disoccupazione. Quindi accade che non si possono riversare sul mercato delle merci “reali” le paghe dei nuovi “ipotetici” assunti.
E’ inutile agevolare burocraticamente le assunzioni di nuovi lavoratori se le imprese manifatturiere non vedono aumentare la richiesta delle merci che producono.
Ma quando la smetterà l’Italia di avere dei ministri dell’Economia che non hanno la più pallida idea di come si rialzi una nazione industriale evoluta (come è l’Italia) essendo colpita al cuore da una “recessione deflazionistica” di una gravità inaudita? Essi si concentrano, invece, nell’ ubbidire pedissequamente alle ordinanze errate della BCE e della Germania (Fiscal Compact), i cui economisti si divertono a disquisire di come e perché una politica macro economica di austerità possa essere utile allo sviluppo e alla crescita del nostro martoriato Paese, in preda a un aumento indiscriminato della disoccupazione e della povertà più nera.
Dicono, e noi ci dobbiamo credere, che “Il Quantitative easing della Bce” annunciato da Mario Draghi è dietro l’angolo. Si tratta di un mossa non convenzionale che richiederà tempi non lunghi, forse mesi.
Anche Weidmann, governatore della Bundsbank, ha detto che ci sono buoni motivi per il prossimo Quantitative Easing, e quindi se ne parla ed è finalmente probabile che ora lo facciano, lo dice anche Nouriel Roubini, l’economista che aveva previsto nel 2008 la crisi dei muti sub prime negli USA.
Si è ora verificata la clamorosa svolta della Bce. Però, guarda caso, da applicarsi solamente ai ” fessacchiotti ” investitori nell’ economia “reale” che segue le orme della Fed (USA) e della BoE -per combattere il mostro della deflazione-dopo l’ultimo dato di febbraio che ha segnalato una crescita dei prezzi dell’ euro zona solo dello 0,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Come dovrà procedere la Bce? Per logica economica dovrà prima ridurre i tassi dallo 0,25% allo 0,10%, poi dovrà rendere negativi i tassi sui depositi che le banche parcheggiano a Francoforte, infine dovrà acquistare Asset di titoli pubblici e privati.
Questa ultima mossa non è un Qe in senso stretto ma piuttosto una vera politica monetaria espansiva (credit easing), ossia un Ltro (piano di rifinanziamento a lungo termine) mirato, come fa sperare l’economista USA.
Cosa acquisterà la Bce? Il Qe (allentamento quantitativo, operazione non convenzionale della politica monetaria), cioè la stampa di euro per acquistare Bond è sostanzialmente acquisto di Bond governativi, magari in proporzione al Pil dei membri dell’ Euro zona.
Cioè la Bce dovrebbe acquistare Bond in tutti i paesi membri e non solo dai periferici o da quelli in difficoltà, in proporzione al peso del loro Pil, quindi, nel caso della Germania, la Bce dovrebbe acquistare il 28% di emissioni tedesche, poi francesi, poi italiane e così via in proporzione al peso del Pil dei 18 paesi membri dell’euro zona.
La Bce ha fatto ancora troppo poco e si è attirata le critiche espresse, alla vigilia della riunione della Bce, da Christine Lagarde, direttore del Fmi. La BCE, infatti avrebbe già dovuto pensare a fissare dei tassi negativi o a imporre misure di “Quantitative Wasing” o allentamento monetario, ovvero immissioni di grandi quantità di denaro sul mercato dell’economia “reale”.
Non si deve finanziare l’economia finanziaria (ossia le Banche) con centinaia di miliardi di euro, che poi i Banchieri “Gangster” provvedono (tramite le loro Banche Ombra) a indirizzare verso la crescita tumultuosa dei nuovi Paesi Emergenti. Queste banche hanno avuto mille miliardi dalla BCE al tasso dell’1% e li hanno investiti in Bond del Brasile o dell’Argentina, lucrando sul differenziale di reddito prodotto. E gli utili realizzati sono stati rigorosamente in nero: “ladri”!
L’inflazione in Euro zona é bassissima e non possiamo più evitare di entrare in un’area di deflazione.
L’economista Roubini si è detto estremamente preoccupato dall’avanzata di Marine Le Pen in Francia, segnale della difficoltà di sostenere le misure di austerità senza vedere la crescita e la diminuzione della disoccupazione. Roubini ha anche detto che in Grecia la formazione della sinistra radicale Syriza potrebbe vincere le elezioni.
E l’Italia? Renzi rappresenta l’ultima spiaggia per l’Italia. Se Renzi fallisse,non riusciamo a vedere cosa potrebbe succedere.

LA RICCHEZZA DELLE BANCHE
Eleonora

Le Banche, solo in eurozona, hanno 32mila miliardi di crediti e investimenti e il PIL dell’eurozona è di 9mila miliardi e la banche italiane dal 2009 hanno AUMENTATO I LORO BILANCI, che oggi consistono di 4.200 miliardi di euro, contro un PIL dell’Italia di 1.550 miliardi di euro.
In aggiunta, ci sono mega fondi come BlackRock che da solo, ha ad es. 4mila miliardi di dollari in gestione, pari al PIL dell’Italia e Francia messe assieme. E poi ci sono i fondi hedge con centinaia di miliardi usati a leva. Tutti e tre assieme, mega banche, mega fondi e mega fondi hedge costituiscono il noto “Sistema Bancario Ombra”….In più, ci sono ovviamente le dinastie e famiglie di miliardari, da Caltagirone a DeBenedetti a Adelson, ai Bronfman, ai Walton, ai Goldschimdt, Murdoch, e perché non citarli, anche ai Rothschild che esistono ancora, tanto è vero che sono advisor dei governi…
Questo è il vero POTERE al mondo, quello dei migliaia di miliardi. Cosa vuoi che contino i politici che cambiano ad ogni due elezioni e necessitano dell’appoggio dei media che sono in mano a questi soggetti. I politici sono dei lacchè, dei maggiordomi e sai perché? Perché non hanno a disposizione decine o centinaia miliardi come i ricchi e non gestiscono e allocano direttamente loro migliaia di miliardi come i mega fondi tipo Blackrock o le banche come Societe Generale, Barclay’s, Deutsche Bank, Unicredit, Morgan Stanley, Citigroup. UBS…. È semplice: il “Big Money” (i MILIARDI) comandano. Guarda a riprova come ieri la Merkel e il Ministro tedesco degli esteri Genscher omaggiavano l’oligarca russo Khodorofsly che ha rubato miliardi, ma è parte della mafia finanziaria…(Per quanto riguarda specificamente la legislazione approvata questa settimana sui salvataggi bancari, è fumo, è un compromesso dettato più che altro dai tedeschi che non vogliono essere inguaiati in crac bancari in sud-Europa.
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UNIONE ECONOMICO-FINANZIARIA UE/USA

Nel 2013 sono continuati i passi per l’Unione economico finanziaria tra Usa ed Europa, cioè per l’accordo transatlantico per il commercio e gli investimenti o TTIP; nel 2007 l’accordo era stato siglato da Bush, Barroso e la Merkel, perciò è possibile che la crisi economia sia stata creata anche per accelerare questo processo; il progetto prevede la creazione nel 2015 di un consiglio economico transatlantico, al quale sarà soggetta la commissione europea. Il popolo sarà sempre meno sovrano e distante dai centri veri di potere.
Lo scopo dell’accordo è armonizzare e ridurre i dazi doganali, armonizzare le legislazioni nazionali nel settore alimentare, del lavoro e nella sanità ma, a danno degli italiani, non nel fisco; oggi negli Usa la pressione tributaria è di 20 punti più bassa che in Italia, mentre in Europa esistono meno imposte che in Italia, con inevitabili distorsioni nella concorrenza; ci saranno deroghe nei settori ambientale e culturali, la Francia ha difeso il suo cinema, invece l’Italia si accoda docilmente e non fa mai obiezioni. I giornalisti erano assenti all’ultima riunione e i giornali, come avviene per le riunioni del gruppo Bilderberg, non hanno informato il pubblico adeguatamente, eccettuato Maurizio Blondet.
Dagli accordi sembra che la UE debba essere associata agli Usa, poi il processo si estenderà anche al Canada, l’unificazione Ero-Usa è stata finanziata dalle fondazioni Ford e Rockefeller; un colpo all’euro potrà venire, non solo dalla crisi in atto, ma anche da questo progetto. Il varo del TTIP, tra le altre cose, porterà alla liberalizzazione degli OGM, malvisti fino ad oggi in Europa.
Anche in Ue esistono conflitti d’interesse, ad es. tra i membri della commissione europea e le lobbie; l’EFSA o autorità europea per la sicurezza alimentare è accusata di mancanza d’indipendenza e di conflitti d’interesse, infatti, segue i pareri delle lobbie e non studi indipendenti e ha difeso il mais OGM; Neele Kroes, commissario europeo alla concorrenza, è amministratrice delegata di 43 società ed è in conflitto d’interesse, Etienne Davignon, vice Presidente della commissione europea, è membro del consiglio d’amministrazione di diverse società e Presidente onorario del gruppo Bilderberg. Corruzione e conflitti d’interesse non esistono solo in Italia.
All’ultima riunione del gruppo Bilderberg, protetta dalla polizia e dalla discrezione dell’informazione, si è parlato anche dell’Ungheria, il cui Ministro Victor Urban ha bruciato 500 ettari di grano OGM della Monsanto, cerca di mettere sotto controllo pubblico la banca centrale e vuole tassare banche e grande distribuzione. Il vice Presidente della commissione europea, Viviane Reding, ha impegnato la commissione europea a una campagna di diffamazione del Governo ungherese, accusando Urban anche di brogli elettorali; lo stile di queste campagne, dirette da Usa e Unione Europea, sono state sperimentate anche contro l’Italia.

In Grecia, Spagna, Portogallo e Italia cresce l’ostilità verso l’euro e si chiede l’uscita dell’euro e il ripudio del debito estero. Il debito estero non è stato sempre onorato, nel rinascimento l’Inghilterra denunciò il suo debito verso i banchieri italiani, l’Argentina lo ha rinegoziato e ridotto, la Germania dichiarò il default nel 1932 e nel 1953 rinegoziò il debito estero; al termine della seconda guerra mondiale anche la Grecia condonò alla Germania i propri crediti. Se i Paesi europei più indebitati all’estero cancellassero il proprio debito estero, questo si ridurrebbe del 50%, riportando tutti i Paesi nei parametri di Maastricht, che vuole che il debito estero non superi il 60% del Pil di ogni Paese. Per salvare l’Unione Europea, bisogna smantellare l’euro e abbattere il debito estero.

L’economia italiana trarrebbe i vantaggi maggiori dall’abbandono dell’euro, perché ha un attivo delle partite correnti con l’estero, ha un avanzo primario, una ricchezza privata superiore a quella tedesca, un debito complessivo, tra pubblico e privato, inferiore a quello di Francia, Regno Unito, Usa e Giappone; l’Italia è un Paese che ancora risparmia più che gli Usa, le sue imprese migliori sono sottovalutate in borsa, la sua posizione, relativamente a debiti e crediti, verso l’estero, è vicina all’equilibrio, ha molte piccole e medie imprese manifatturiere.
Tuttavia l’uscita dall’euro non basta, bisognerebbe anche statalizzate le banche centrali o abolirle, lo stato italiano potrebbe stampare direttamente monete nazionali, finanziandosi così a costi più bassi, cioè prestando allo stato senza interesse e senza emissione di titoli di stato. Ci vorrebbe anche l’abolizione del signoraggio secondario delle banche o abolizione della riserva frazionata, che permette alle banche di addebitare ai clienti interessi su somme prestate ma non in suo possesso. Oggi le banche centrali, anche se possedute da privati, controllano la BCE, che dovrebbe essere parimenti abolita, si dividono il signoraggio primario e, per conto dell’élite mondialista, lo mandano nei paradisi fiscali, che perciò non possono essere aboliti.
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RIDIAMARO :- )

rossoitaliano
L’Italia è il paese delle eccellenze. La maggiore di queste sono i gangster
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“Chi sogna i milioni, chi gioca d’azzardo, chi parte per Beirut, ma in tasca ha un miliardo…” (Rino Gaetano)
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Samba
Dubbi al ministero della Giustizia circa le possibilità di estradare Dell’Utri: non solo il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è previsto nel codice penale libanese, ma in Italia è spesso visto con simpatia.
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MantovanAle
Berlusconi: “Ho mandato io Dell’Utri in Libano”.
Vuoi sapere dove l’abbiamo mandato noi?
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Zio Marcè è un attimo all’estero

Berlusconi. Iniziamo male l’anno!
Dell’Utri. Perché male?
Berlusconi. Perché dovevano venire due di Drive In e ci hanno fatto il bidone! E anche Craxi è fuori della grazia di Dio!.
Dell’Utri. Ah! Ma che te ne frega di Drive In?
Berlusconi. Che me ne frega? Poi finisce che non scopiamo più! Se non comincia così l’anno, non si scopa più!
Dell’Utri. Va bene, insomma, che vada a scopare in un altro posto!

Adesso tocca a lui.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1528 2014-4-2014 ‘UN METODO PERICOLOSO’ – FILM- IL CASO DI SABINA SPIELREIN

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A cura di Viviana Vivarelli

La schizofrenia – Ricerche iniziali – Bleuler e la clinica di Zurigo – Il giovane Jung – Gli inizi della psicoanalisi – Una relazione tormentata – Transfert e controtransfert – Eros e Tanatos – Le donne di Jung

‘A Dangerous Method’ = ‘’The talking cure

I film su Carl Gustav Jung sono molti e riguardano in genere i primi casi che egli trattò:

Freud (Mini serie) (1984), di Moira Armstrong, interpretato da Michael Pennington

Cattiva (1991), di Carlo Lizzani, interpretato da Julian Sands

Prendimi l’anima
(2002), di Roberto Faenza, interpretato da Iain Glen

Lapis Movie (2005), documentario sul tema dell’individuazione junghiana, di Associazione Culturale C.G.Jung di Fidenza

A Dangerous Method (2011), di David Cronenberg, interpretato da Michael Fassbender

Tra questi ‘A Dangerous Method’ è decisamente il migliore.

Siamo ai primi del 1900, Freud ha pubblicato ‘L’interpretazione dei sogni ’ a cui seguirà ‘Psicopatologia della vita quotidiana’ ed ha presentato al mondo europeo una nuova scienza che desta curiosità e scandalo, l’esplorazione dell’inconscio, riunendo attorno a sé i primi analisti nella scuola di Vienna.
Jung è un giovane psichiatra svizzero più giovane di Freud di 19 anni, che al tempo della storia narrata ha 25 anni, e lavora come assistente del prof. Bleuler nel famoso ospedale psichiatrico di Burghölzli, la Clinica Universitaria di Zurigo, dove diventerà direttore, per poi dimettersi e dedicarsi solo alla sua ricerca e all’analisi privata.
Ha sposato una donna bellissima, Emma, molto intelligente e ricchissima, da cui avrà 4 figli e vive in una casa splendida sulle rive del lago di Zurigo. Nella clinica svizzera tenta delle sperimentazioni su pazienti ritenuti incurabili e diagnosticate come schizofreniche. E’ a Burghölzli che nasce il pensiero clinico di Jung, mentre Freud non ha mai svolto attività in ospedali psichiatrici, salvo i sei mesi di apprendistato alla Salpétriere a Parigi, dove ha visto in opera il grande Charcot.
Freud ha scarsa esperienza di malati ospedalizzati e scrive spesso di casi che non sono nemmeno suoi.
Jung è uno psichiatra, ma, ai primi del 1900 non esiste nemmeno una psichiatria, c’è solo una classificazione delle malattie mentali gravi a cui non corrisponde alcun metodo di cura. Freud e Jung sono dunque i pionieri di una terapia che non è mai stata provata prima e che nasce con l’intuizione di Freud che l’Io non controlli tutta la psiche, ma che in essa ci siano dei contenuti ignoti al soggetto, i quali possono perturbare anche grandemente il suo comportamento, e, se portati a galla e rimossi, possono portare alla guarigione.

Nel manicomio di Zurigo, Jung segue soprattutto pazienti schizofreniche, poi, privatamente, si occuperà di pazienti nevrotici. Contemporaneamente fa ricerca nei laboratori di psicologia, prova test e nuove macchine elettriche, comincia a scrivere la serie enorme dei suoi libri, diventa docente universitario e sperimenta introspezioni personali come un vero viaggiatore sciamanico, un’altra esperienza che Freud si preclude, perché i due personaggi sono immensamente diversi in quanto a predisposizioni naturali e a modi di conoscenza del mondo.
C’è un episodio rivelatore nel film: Freud e Jung discutono sul paranormale. Freud è molto agitato e reagisce con veemenza alla possibilità che vi sia qualcosa oltre il reale concreto, ma Jung è un sensitivo e difende la propria sensibilità che lo porta a percezioni paranormali, si agita moltissimo anche lui e sente un forte calore nel petto come se avesse un ferro arroventato. In quello stesso istante si produce uno schianto in una libreria lì vicina. Jung capisce che ha esteriorizzato nel mondo materiale il suo disagio psichico e preannuncia a Freud che ci sarà un altro schianto, che puntualmente si verifica. Ma Freud è sconvolto e non capisce minimamente di cosa Jung stia parlando.
Freud è ateo, materialista e positivista, per molti versi bene inserito nella società positivista del tempo e alieno da qualunque fantasia abbia a che fare col paranormale, senza accorgersi che le energie che va scoprendo e sistematizzando fanno anch’esse parte di quell’invisibile che invece attrae ed appassiona Jung, il quale è un sensitivo, un medium, un amante del mistero
Ci sarà dunque nel loro rapporto (e il film lo dice) una parte in comune di interessi che li legherà in una ardente amicizia e riguarderà la psicoanalisi nascente, di cui pongono le basi e le vie di sviluppo; ma ci sarà anche una parte che li distingue e divide e riguarda le loro differenze congenite, che fanno di Freud un ricercatore immerso nel con concreto che fino alla morte spera di trovare dei farmaci chimici per curare le malattie mentali, mentre la natura di Jung, più sognatrice e medianica, lo porta a una visione della natura tutt’altro che meccanicistica ma dominata da una filosofia mistica.

A Vienna, dunque, e nel manicomio di Zurigo nasce la psicoanalisi, questa straordinaria intuizione che intende curare i malati gravi di mente attraverso la ‘cura delle parole , rivoluzione straordinarie se si pensa che allora, ma purtroppo anche fino ai giorni nostri, ai malati gravi nessuno aveva rivolto parola ma essi erano stati torturati con sistemi efferati, costrizioni, docce gelate, camicie di forza..
Con Bleuler, Freud e Jung comincia un nuovo modo di considerare la malattia mentale e comincia con la più grave che al tempo raccoglieva tipologie diverse di malati sotto l’unica etichetta della ‘Schizofrenia’.

Fu proprio lo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908 a creare il termine ‘schizofrenia’ che vuol dire ‘psiche divisa’, ‘scissione della mente’, in quanto il paziente è affetto da dissociazioni, può avere allucinazioni, deliri paranoidi, discorsi disorganizzati. Oggi la schizofrenia è curata prevalentemente con farmaci antipsicotici. Purtroppo fino alla fine del 1800 questa malattia non è documentata e al tempo di Jung veniva etichettata come demenza precoce.
Bleuler tentò uno studio sugli schizofrenici della sua clinica, analizzando personalità, penisero, memoria e percezione, e usando tecniche strumentali, convinto che non si trattasse di demenza precoce, ma di un disturbo grave della personalità che poteva essere guarito.
Sotto la guida di Bleuler, il giovane Jung cominciò a curare pazienti schizofrenici dal 1903, arrivando a scrivere. “con soddisfazione dichiaro di aver potuto dimostrare che la malattia
può essere trattata, seppure in misura ridotta, mediante psicoterapia
”, e, mentre al tempo si riteneva che essa avesse cause organiche, Jung sospettava che nella malattia ci potessero essere anche shock emotivi, disillusioni, situazioni difficili della vita, cambiamenti del destino, così che, facendoli emergere si poteva curare il paziente.
Bleuler pensava sempre che il sintomo primario fosse organico, ma considerava anche i sintomi secondari. E proprio su questi si appuntò la ricerca di Jung, che si inoltrò con coraggio e intuizione su una strada mai imboccata prima. Jung si occupava di nevrosi, e si chiedeva se la schizofrenia non fosse una forma più grave di nevrosi.
Se alla base del disturbo c’era una affettività ferita, anche lo schizofrenico poteva essere trattato con la cura delle parole. Jung pertanto si mise a cercare una terapia attraverso l’emersione in un io debole di un complesso psichico affettivo.
Anche oggi nel trattamento della schizofrenia si oscilla da cause organicistiche alla ricerca di rapporti famigliari che hanno indebolito gli strati più profondi dell’io su cui poggia l’idea stesa di identità.
Per capire il grado di innovazione di Jung, si deve tener presente il rigore dell’eziologia del tempo che non permetteva distacchi ed evoluzioni.
Jung arriva ugualmente a formulare il concetto di ‘psicosi latente’. Non si fa deviare dalla potenza dei deliri e dei sintomi psicotici, constata che la psiche della malata è frammentata in pezzi che non comunicano tra loro ma ricerca un eventi traumatico nella storia della paziente che ha portato alla sua alienazione. Un inconscio troppo forte impedisce al conscio di controllare gli apporti esterni che assumono vesti minacciose e impedisce a un io troppo debole di farsi elemento unificatore delle esperienze, per cui il soggetto rimane in una tempesta sensoriale ed emozionale che lo travolge senza che egli sia capace di contenerla. Il Super-io è troppo forte e appare come un giudice implacabile, l’Io cede senza combattere, il subconscio si riempie di contenuti non organizzati che minacciano la psiche. Il soggetto percepisce il mondo come ostile, per lui ogni rumore indica un agguato, l’universo intero congiura contro di lui. E’ come se l’io si sentisse bombardato da ogni lato. In questo caos, il modello risolutivo di Jung è molto semplice: tutto dipende da un forte affetto che non è stato elaborato e ha travolto l’Io.
Il concetto di ‘psicosi latente’ è interessante. Jung non sa definirla ma osserva che “possiamo trovare bizzarrie dell’inconscio nei neurotici come nei pittori e poeti moderni, e persino nelle persone abbastanza normali, che ritengono utile un esame accurato dei loro sogni» come se ne possono trovare nei miti e simboli di tutti i popoli. L’io mantiene rapporti con questi contenuti che possono anche superare il senso di realtà, ed essi possono emergere nello studio di un analista che può cercarne le cause.
Questa idea porterà poi Jung ad uscire dalla clinica per svolgere una attività di ricerca e di cura privata, fondamentalmente con pazienti non troppo gravi e quindi non bisognosi di ricovero, ma abbastanza alterati nella loro psiche, e saranno in genere persone colte, ricche e che iniziano la seconda parte della loro vita e quindi sono alla ricerca di un secondo e migliore equilibrio.
Jung è stato un grande medico della psiche e della schizofrenia, ma purtroppo la sua abilità nel guarire non trova riscontro nella sua voglia di comunicare a noi i suoi metodi.
Le sue capacità terapeutiche erano nettamente superiori alla sua capacità di trasfondere il sistema in teoria, tant’è che non ci lascia alcuna trattazione di casi né alcun metodo.
D’altra canto era la sua natura stessa a portarlo a restringere l’importanza delle cause della malattia, mentre si immedesimava nel paziente in modo attivo, avanzando insieme a lui verso la guarigione. Nel film si ripete una delle sue frasi famose: “Il medico ferito guarisce”. Questo dice come egli senta l’analista con le sue vicende, le sue esperienze, i suoi stessi errori, come un amico caldo che aveva sofferto, sbagliato, ed era dunque una persona viva, con esperienze vere, in grado perciò di immedesimarsi nell’altro e di crescere ed evolvere assieme a lui, in un cammino di doppia guarigione.
In un certo senso non esiste nemmeno il concetto di guarigione ma di evoluzione, nel senso che il suo fine non è tanto quello di abolire il sintomo (come sarà per Freud) ma quello di far crescere la psiche del paziente verso un proprio dinamico armonico in senso evolutivo.
Quando Jung arriverà all’intuizione degli archetipi come forze primigenie o configurazioni primarie dell’energia universale, vedrà che la debolezza dell’Io impedisce di attingere ad essi e ne fa dei mostri implacabili e distruttivi, perché la coscienza non riesce ad assimilarli, ciò crea i contenuti distruttivi della schizofrenia. Occorrerà dunque mostrare al paziente che quei contenuti sono universali e hanno una energia positiva. Il paziente è perseguitato,perché non sa realizzare la sua aggressività; è in preda a orge sessuali perché deve integrare la sua sessualità; si sente spersonalizzato perché non ha mai potuto essere se stesso. Risalire solo al passato non basta, se questo è distruttivo, ma può essere usato all’interno di un rapporto d’amore. Per cui non basta capire i sintomi razionalmente ma Jung vuole vivere il rapporto col paziente affettivamente. Chiaro che non ci può essere nulla di tanto diverso dal metodo freudiano, in cui l’analista non è mai coinvolto nella relazione e si mantiene esterno ad essa come un osservatore imparziale.
Nella realtà del rapporto, tuttavia, le cose non sono così semplici. Si stabilisce immediatamente una situazione di transfert, per cui il paziente proietta sull’analista le sue fantasie inconsce, ma, reciprocamente, è l’inconscio del medico che proietta le proprie fantasie sul paziente, nel controtransfert. Da qui a un vero rapporto di coppia, soprattutto sessuale, il passo è breve. Tant’è che i primi casi di analisi sono disseminati da rapporti sessuali di analisi con le loro pazienti.
E questo è uno dei casi analizzati dal film e che videro come protagonista il giovane Jung con una paziente diciottenne, bellissima e intelligentissima, ma schizofrenica, Sabine Spielrein.

Fu Ferenczi è scoprire per primo il controtransfert e proprio con soggetti schizofrenici.
Certo è che queste prime scoperte sulla psiche, se non portarono sempre a guarigioni, produssero però ai primi del 1900 un fermento culturale enorme che stimolò la ricerca e la sperimentazione, cambiando per sempre le coordinate della malattie mentale.
E’ vero che la corrente organicista ebbe a persistere fino ai giorni nostri per cui la terapia anche della schizofrenia continua ad essere farmacologica, ma la nuova scienza creata attraverso le intuizioni di pionieri come Bleuler, Freud, Jung ecc. cambiò per sempre le concezioni culturali dell’Occidente e l’idea che l’uomo occidentale aveva di sé.

Nel film siamo dunque nell’ospedale di Burghölzli, sul lago di Zurigo, la clinica è organizzata come un monastero ed è diretta del prof. Bleuler che è uno dei più importanti psichiatri svizzeri, noto in tutta Europa e aperto alle sperimentazioni.
Tra i pazienti del manicomio ci sono malati affetti da PSICOSI, la cui coscienza è invasa dall’inconscio, che impedisce loro di cogliere il significato del mondo e di relazionarsi con altro da sé, e pazienti affetti da SCHIZOFRENIA, malattia detta allora ‘demenza precoce’, ed è proprio Bleuler a coniare il termine ‘schizofrenia’, perché in questi malati i contenuti intellettivi restano intatti, per cui il termine demenza o mente diminuita sembra inappropriato, ma in essi manca un centro di riferimento psichico.
La parola schizofrenia viene dal greco schizein = dividere, phrenos =cervello, e significa ‘dissociazione della mente’; essa comprende un gruppo di psicosi o disturbi mentali molto gravi, in cui il rapporto con la realtà è profondamente alterato.
Bleuler distinse vari tipi di schizofrenia e non accettava che per questi malati non ci fosse nulla da fare e che dovessero degenerare lentamente fino alla morte; per primo sostenne che si poteva curarli partendo dal loro vissuto e Jung seguì brillantemente la sua intuizione.

Freud aveva fatto cadere l’inganno dell’uomo occidentale convinto delle capacità totalizzanti della coscienza e gli aveva mostrato che la coscienza è solo una piccola parte della psiche, e che essa è soggetta agli imperativi di un Superego e all’azione disturbante di un Es.
Normalmente c’è una parte prevalente della psiche che chiamiamo ‘Io’ che è il punto di riferimento della coscienza, il nucleo energetico fondamentale che riferisce a sé tutto ciò che riesce a illuminare, una specie di faro che ‘vede’ una parte della psiche e ‘coglie’ una parte della realtà esterna. Oltre a questa zona di consapevolezza c’è poi una zona inconscia della psiche di cui non sappiamo niente. Dunque siamo in parte chiari a noi stessi, in parte no.
Nell’oceano oscuro dell’inconscio i contenuti rimossi possono assemblarsi, come isole o atolli, formando complessi. In un certo modo anche l’Io è un complesso anzi “…è il complesso più stabile e ricco di associazioni che ci sia”. Ma, nel mare inconscio che circonda l’Io, possono formarsi altri nuclei di energia che possono minacciare l’Io o soverchiarlo.
Ora, nella psiche conscia c’è generalmente un centro, l’Io, che conduce a sé e coordina tutti i fatti di esperienza, ma nell’inconscio questo centro non c’è. L’inconscio è come un immenso oceano nero dove grandi isole vanno alla deriva o vagano tempeste. L’Io dovrebbe essere l’isola centrale che dà un senso al tutto, ma nella schizofrenia manca questa terra centrale e il soggetto dominato dall’inconscio non ha più un punti di riferimento e di coordinazione, è in balìa di tempeste e tifoni avvertiti come autodistruttivi e soverchianti.
Se il complesso dell’Io è danneggiato o se l’Io è debole, non esplica più le sue funzioni di tutela e sviluppo, la personalità non ha una centralità costruttiva e a poco a poco si disintegra fino alla morte.
Le cause di questa tragedia non sono mai state definite una volta per tutte, per cui è ancora aperta la discussione ufficiale su quali siano le cause organiche, psicogenetiche, ambientali, biochimiche ecc. della malattia.
Nelle nevrosi, Jung cercava un brandello di ‘Io’ per rafforzarlo col metodo delle amplificazioni, ma nella schizofrenia questo punto di partenza non era rintracciabile; il paziente è travolto da violente forze interne di fronte a cui è totalmente impotente senza un punto fermo, come una navicella sbattuta dai flutti, senza direzione né guida.
Nei casi limite non si può comunicare in alcun modo col malato, che resta scisso dalla coscienza di sé come dal mondo esterno, sbattuto da tempeste interne fuori controllo. Questa inflazione dell’inconscio è terrificante e può distorcere anche le percezioni, spezzare le linee, frammentare le immagini, come quando si è sotto l’effetto di una droga, facendo cadere il malato in una percezione del mondo allucinata, simile alle visioni da incubo di un alcolizzato o di un tossico, con elementi sensoriali distorti, realtà esterna e interna che si confondono, voci terrificanti, il pensiero separato dall’emozione, la parola dal significato, in una disgregazione totale di percezione e identità…
Al tempo di Jung, e purtroppo anche oggi, la malattia allo stato grave restava senza cura, lo schizofrenico veniva isolato nella struttura manicomiale e, nell’aridità e nell’abbandono di questa, finiva per regredire totalmente fino alla morte, in una degenerazione catastrofica irreversibile.
Uno dei caratteri della schizofrenia può essere l’AUTISMO, e notiamo che anche questo termine fu coniato da Bleuler, stati in cui il soggetto manifesta incapacità di comunicare col mondo esterno, perdendo ogni contatto con la realtà.

La schizofrenia è molto più diffusa di quanto si sappia, colpisce una persona su 200, ma se ne parla poco, e ancor oggi le teorie oscillano tra cause ereditarie, predisposizioni genetiche, disturbi del sistema neurologico o del metabolismo, cause esistenziali ecc.
Le tipologie sono molte, le età di insorgenza variabili, le terapie sperimentali e incerte. Si hanno crisi di identità, perdita di autonomia, sentimenti ambivalenti, discordanze affettive, intenzioni contraddittorie, oscillazione tra passività e aggressività, spersonalizzazione, idee deliranti, ambiguità semantica cioè distorsione del senso delle parole o sovradeterminazione dei significati, allucinazioni, disturbi della motricità ecc.
Potremmo ipotizzare in ognuno di noi qualche tendenza schizoide, ma essa sembra più forte nei bambini nati indesiderati o con madre anaffettiva, in cui viene lesa la sicurezza proveniente dall’alveo materno. Il bambino non amato o non accudito sviluppa uno stato ansiogeno, che può produrre comportamenti conflittuali o autopunitivi.
Ora non è detto che genitori anaffettivi producano per forza figli schizofrenici, le modalità di ricezione degli affetti famigliari dei vari figli possono essere enormemente diverse; famiglie perfette non esistono; in ogni famiglia possono esserci tensioni, crisi o mancanze… ma ci può essere uno dei figli che reagisce alle discrepanze ambientali con la malattia, in genere sarà quello più debole o più sensibile che focalizza su di sé le carenze famigliari in modo più grave.
Alcuni analisti cercano di ricostruire la storia del paziente per vedere, a partire dalla nascita o anche prima, quanto egli sia stato esposto a rifiuti, violenze, distacchi, aggressioni, manipolazioni, proiezioni negative da parte di altri membri della famiglia… ma teorie precise non ci sono. Si va per tentativi.
Sembra che la schizofrenia abbia una incidenza più alta tra i poveri, gli emarginati e gli sfruttati, per cui c’è anche chi lega il disturbo mentale a una società violenta e discriminante, in particolare quella società capitalista, che è competitiva, aggressiva, poco solidale, e aggrava i comportamenti autistici, scoraggiando la relazione, l’affettività, l’accoglienza, la partecipazione.. e questo faciliterebbe l’insorgere di comportamenti schizoidi. Ma anche situazioni di lavoro aride o altamente competitive, che distruggono l’identità del lavoratore, possono produrre gravi disturbi del comportamento o atteggiamenti schizoidi. Ci si imbatte spesso in problemi psichici o anche stati di infelicità e disagio prodotti da ambienti di lavoro aridi e disumani, dove il lavoratore viene sfruttato senza un briciolo di umanità. E non si parla solo di lavoratori di basso livello, perché anche in ambito manageriale e direttivo, là dove vi sia un livello troppo alto di competitività, sono frequenti i disturbi comportamentali con alti indici di suicidio.

Prima di Freud e Jung nessuno aveva cercato le cause della malattia psichica nel vissuto, Freud e Jung sono i primi a farlo, cercando nella storia del paziente una causa del male.
Nella clinica di Zurigo, il giovane Jung, col consenso di Bleuler, tenta di stabilire una relazione col paziente, valutando i sintomi in chiave simbolica, come messaggi. Considera la malattia un tentativo non riuscito di realizzare un riadattamento costruttivo.
Freud aveva posto il concetto di COMPLESSO, struttura psichica a forte carica attrattiva che lega insieme ricordi, emozioni e rappresentazioni, e aveva detto che un complesso agisce nella psiche come una unità autonoma così che, ogni volta che un evento è collegato al complesso, questo si attiva, perturbando il comportamento. Per es. l’ambivalenza di Freud verso il padre genera un complesso paterno, per cui, ogni volta che accade qualcosa che si può riferire al rapporto padre-figlio, il complesso scatta, e Freud manifesta una reazione anormale, come se la percezione della realtà fosse fortemente alterata. Per esempio, una volta che l‘inconscio di Freud ha catalogato Jung come figlio e se stesso come padre, scatta il complesso paterno per cui Freud-padre si sente aggredito da Jung-figlio, proiettando su di lui le sue pulsioni, al punto di cadere svenuto sotto il loro urto.
Il film citato mostra uno di questi casi, in cui, nel 1912, dopo una riunione degli analisti a Monaco, nasce una disputa tra Freud e Jung circa il faraone Amenofi IV che aveva cancellato il nome del padre dai cartigli e la disputa fa scattare dei contenuti inconsci in Freud che rivive inconsciamente il rapporto conflittuale col padre, mettendosi nei suoi panni. Poiché Freud ha deciso che Jung sarà il suo erede nella scuola di Vienna, per la profonda consonanza che sente con lui, ha creato senza accorgersene un rapporto padre- figlio, ma poiché nella sua particolare nevrosi egli ha vissuto il proprio padre come un competitore da eliminare, proietta il proprio rapporto col padre nel binomio Freud- Jung, dove Freud è il padre e Jung è il figlio; in quanto tale potrebbe spodestarlo o ucciderlo.
Il discorso era finito sul faraone Amenofi IV, che aveva introdotto il monoteismo in Egitto e aveva fatto cancellare il nome del dio Amon dai cartigli e, poiché suo padre si chiamava Amon-Hotep, ciò significava aver fatto cancellare anche il nome del padre. Jung sta difendendo il faraone come grande personalità religiosa, ma Freud vive la discussione come se il figlio-Jung attaccasse il padre-Freud e l’urto del complesso è tale che perde di colpo i sensi cadendo dalla sedia. E’ lui il faraone il cui nome viene cancellato dal figlio. Difendendo Amenofi, è come se Jung attaccasse lui. Lo portano su un divano e, quando rinviene, fissa Jung con odio come avesse tentato di ucciderlo.

Jung userà la parola COSTELLAZIONE per indicare il complesso, sempre come aggregato inconscio di elementi psichici attorno a un nucleo originario fortemente energetico, che agisce in modo autonomo dalla coscienza:
Quando il soggetto non riesce più a liberarsi da un complesso, fa associazioni solo con quello e lascia costellare tutte le sue azioni da quel complesso.” Jung studiava astrologia e il termine viene dal linguaggio astrologico, come ammasso stellare. La costellazione è un campo di forze dove certe energie diventano predominanti, attraendo a sé altri contenuti, così come i pianeti attraggono a sé pianetini minori. Ma il termine di Jung non ebbe molta fortuna, per cui oggi in genere parliamo di complessi.
Nel caso della schizofrenia, abbiamo dei contenuti caotici inconsci che infiltrano e parassitano la valutazione della realtà. Il soggetto può perdere il senso del proprio corpo, aver terrore del contatto con gli altri, sentire voci che gli ordinano di farsi del male o di ammazzarsi… In casi meno acuti può avere comportamento rigido e asociale e facies inespressiva o stereotipata. Jung pensa che la disintegrazione della personalità possa avere cause non solo organiche ma anche storiche ed esistenziali, e vi aggiungerà fattori arcaici transpersonali e persino elementi disgregativi provenienti da vite precedenti.

Il primo caso che il giovane Jung si trovò a trattare, affidatogli dello stesso Bleuler, fu tutt’altro che facile: una grave paziente psicotica. Ed del suo rapporto con lei che il film di Cronenberg parla.
Si chiamava Sabina Spielrein, e fu paziente e poi allieva sia di Freud che di Jung, diventando anch’essa analista, anzi una delle più grande analiste russe.
Aveva 19 anni ed era intelligentissima e molto bella, ma Jung la incontrò nella clinica di Zurigo come paziente schizofrenica.
Fin da bambina aveva manifestato forti pulsioni erotiche connesse al desiderio di morte. Già a tre anni presentava una isteria di tipo anale, cercava in ogni modo di trattenere le feci anche col calcagno e provava una forte attrazione sessuale per il padre; dai 14 anni manifestò una isteria psicotica come ‘Fissazione alla fase anale e complesso edipico autodistruttivo ’, per dirla con i termini di Freud.
La libido, secondo Freud, ha due aspetti: piacere e autodistruzione, e saranno i due principi di Eros e Tanatos che Freud svilupperà nella seconda parte del suo pensiero, ma sarà proprio il caso Spielrein e saranno proprio le intuizioni di Sabina sulla propria patologia a ispirare Freud in quello che svilupperà come EROS-TANATOS.

Sabina Spielrein era una ragazza ebrea russa di ricca famiglia, e, quando arrivò alla clinica Burglözli, aveva diciannove anni e già sei di malattia grave, con sintomi di depressione molto violenta. Era una ragazza colta, molto intelligente e immaginativa, con una personalità molto forte e una sensualità straripante.
Jung era giovane, bello, inesperto e totalmente impreparato a subire gli shock emozionali e sessuali che Sabina gli avrebbe procurato.
Seguendo Freud, la classificò come una isterica psicotica. La sindrome della paziente comprendeva pulsioni erotiche verso la figura paterna e queste furono subito proiettate sul giovane Jung, come figura sostitutiva del padre in un rapido transfert e probabilmente il terribile inconscio della paziente soverchiò con la sua potenza l’inconscio del giovane psichiatra sconvolgendolo in un controtransfert a cui era totalmente impreparato.
Nelle sue lettere deliranti, Sabina narra di una forte relazione erotica che era scoppiata tra lei e Jung ma sono lettere di una malata grave e, data la sua patologia, non possiamo sapere se questa relazione ci fu effettivamente e come fu o se fu solo amplificata dalle sue fantasie deliranti, comunque il comportamento della ragazza spaventò a morte Jung che non capiva cosa stesse succedendo e che, verosimilmente, abusò di lei in preda a una forte passione sessuale, ma che poi si sentì minacciato da Sabina, tanto più che lei si introdusse nella sua sfera privata, contattando la moglie e mandandole lettere anonime in cui denunciava la relazione.
Jung aveva contattato, intanto, Freud e aveva iniziato con lui una intensa amicizia inoltrando una fitta corrispondenza e poi incontrandolo di persone in un memorabile rendez-vous che durò 13 ore per la passione di entrambi per la nascente psicoanalisi.
E raccontò a Freud gli sviluppi di questa terapia-relazione.

La paziente aveva una sensualità esplosiva e ribelle, non sappiamo se realmente riuscì a trascinare il giovane in una relazione carnale o fino a che punto, ma d’un tratto Sabina cominciò a dire pubblicamente che aveva una relazione con Jung, cercando lo scandalo, e chiese esplicitamente a Jung un figlio, figlio che in qualche modo doveva essere anche figlio di Freud, il piccolo Sigfriedo (nella mitologia wagneriana Sigfried è figlio di Sigmund, che è il nome di Freud), in questo figlio di due padri riversava evidentemente la sua smania eroica e le sue proiezioni su padri putativi.
Si vedano le similarità con la paziente del dottor Breuer, il caso di Anna O, che in modo analogo aveva proiettato sul medico la figura del padre e desiderava un figlio da lui al punto da simulare una gravidanza isterica.

Jung era sposato da poco, era un professionista rispettabile agli inizi della sua carriera, il timore dello scandalo lo spaventò, chiese consiglio per lettera a Freud, il quale gli disse di troncare subito l’analisi. Nel frattempo la moglie di Jung, che era una donna intelligente oltre che analista anch’essa, preoccupata di come peggioravano gli eventi, aveva avvertito con lettera anonima i genitori della ragazza.
Per tutta la durata di questa squilibrante analisi, Jung scrisse a Freud, che conosceva personalmente la Spielrein, per chiedergli consiglio. Freud era più anziano ed esperto, conosceva il transfert e il controtransfert, sapeva che l’inconscio poteva teatralizzare un contenuto psichico riversandolo sull’analista e rivivendolo per interposta persona, sapeva che ciò poteva indicare il tipo di complesso in atto e tuttavia consigliò drasticamente Jung di abbandonarla a se stessa, visto che non era capace di dominare gli eventi.

Purtroppo su questo caso abbiamo solo una parte del diario della Spielrein, non abbiamo nemmeno una parola di Jung, non possiamo considerare reali i deliri di Sabina in quanto malata grave. Ci resta solo un carteggio parziale tra Jung e Freud (ma mancano molte lettere di Jung) in cui Jung dichiara più volte la sua innocenza, ma dice anche: “Ho una paziente che vuole un figlio da me”…
Il caso sembrava simile a quello di Bertha Pappenheim (Anna O), una paziente isterica del prof. Breuer, e anche Breuer si era spaventato della proiezione della ragazza ed era scappato da Vienna lasciando la paziente in piena crisi. Qui si ripeté qualcosa di simile, anche Sabina fu abbandonata nel mezzo della crisi, fatto gravissimo e che poteva avere conseguenze mortali, ma anche la paziente riuscì e venirne fuori per forze proprie e grazia divina.
Né Freud né il giovane e inesperto Jung furono in grado di aiutare Sabina, la quale per fortuna guarì da sola, uscì dalla schizofrenia e si laureò in medicina, seguendo il consiglio di Jung, con una tesi proprio sulla schizofrenia. Sposò poi un medico svizzero da cui ebbe due bambine, anche se le restò sempre un sentimento nostalgico di amore per Jung. Sabina fu una delle prime donne che entrò nella Società psicoanalitica di Vienna, con apporti molti significativi che tuttavia furono apparentemente ignorati dagli altri analisti per puro maschilismo, anche se poi riapparvero nelle loro teorie, senza riconoscimento alcuno verso la sua intelligenza. E il principale concetto che Sabina trasse dalla propria malattia fu proprio il rapporto EROS-TANATOS, pulsione d’amore, pulsione di morte, che ispirò Freud.
Freud lo sviluppò in “Al di là del principio del piacere” nel 1920, quando aveva 64 anni. 3 anni dopo sarebbe stato colpito dal cancro alla mascella che lo portò alla morte dopo sofferenze durate 16 anni.
C’era stata la prima guerra mondiale e abbondavano le nevrosi di guerra, necrosi traumatiche, e i pensieri di morte. Freud aveva esordito con un sistema filosofico-psicologico che metteva al centro della psiche la libido, ovvero il principio del piacere. Ma ora gli si presentavano pazienti che avevano forti coazioni di morte. Risalì dunque a Parmenide che di amore e morte aveva fatto i due principi fondanti l’universo.
Sembrava nei sogni di alcuni pazienti che essi volessero rivivere esperienze traumatiche che davano loro enorme sofferenza e in ciò non si poteva vedere alcuna ricerca di piacere o la soddisfazione di un desiderio (che per Freud era stata la prima spiegazione dei sogni).
C’è nella psiche la coazione a ripetere esperienze dolorose del passato. Questa coazione è più forte del principio di piacere, è più primitiva ed elementare.
Freud dunque completa il suo modello, dicendo che le pulsioni fondamentali hanno la tendenza a conservarsi, ma non ci sono solo pulsioni erotiche, ovvero di soddisfazione, ma anche mortali, ovvero di negazione.
Come c’è un istinto di conservazione, così c’è un istinto di morte.

Il caso della Spielrein, essendo anche fortemente mescolato a una sessualità travolgente, ha ispirato, anche per motivi banalmente commerciali, diversi film.
Uno è il film davvero brutto del regista Roberto Faenza: ‘Prendimi l’anima’.
Purtroppo Faenza conosce poco la psicoanalisi, prende come vere le allucinazioni di una psicotica, gli interessa solo sottolineare i possibili elementi trasgressivi del setting analista-paziente, per cui alla fine il risultato è un film volgare e malfatto, che dovrebbe solleticare gli istinti bassi dello spettatore ma tiene poco conto della verità sia storica che clinica.
Nella realtà i fatti non furono così chiari come Faenza pretende. Sabina dichiarò di aver avuto con Jung una relazione, ma questo dalle lettere di Jung a Freud non risulta, Jung ripete di aver tenuto sempre una condotta professionale corretta ma di essersi trovato davanti a deliri che invadevano la sua vita privata e rischiavano di compromettere la sua carriera.
La tesi di Faenza è invece che Freud e Jung attuarono una congiura di potere sacrificando la ragazza per non compromettere la nascente Società di psicoanalisi di Vienna. Faenza ci racconta una trasgressiva storia d’amore di cui non si comprendono i riscontri psicoanalitici, non si capisce affatto se c’è stato un transfert e un controtransfert erotico e tanto meno quali fossero i rapporti reali della Spielrein con Jung e con Freud.
Nel film non appare la personalità forte di Sabina né la sua intelligenza, non è chiara la sua malattia, non si parla della società di Vienna né delle ricerche psicologiche della Spielrein che ispirarono anche Freud e ci sono varie inesattezze anche sulla morte della protagonista.
Se Sabina fosse stata come il film la presenta, non si spiegherebbe nemmeno il suo acume e la sua profondità come analista. Essa fu un personaggio notevole, anche se inferiore a Lou Andreas Salomè o alla stessa moglie di Freud, Emma, e i suoi scritti si persero purtroppo, salvo una sola opera pubblicata.

Decisamente migliore è il film ‘Un metodo pericoloso’ (The talking cure) di Cronenberg, sempre sul caso Spielrein. Fu presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e candidato a Leone d’oro.
Nel film siamo a Zurigo, nel 1904, è già uscita ‘L’interpretazione dei sogni’ di Freud e viene fondata la scuola di Vienna, Jung ha 29 anni, lavora nella clinica svizzera di Burghölzli dove diventerà direttore e dove sperimenta la cura delle parole. Viene in contatto con Freud e nasce la loro intensa amicizia. Poi, già nel viaggio per il giro di conferenze americane iniziano le prime crepe, che si acuiranno sempre più perché gli interessi di Jung virano verso il paranormale che per Freud è inconcepibile e innominabile.
Jung era caduto nel primo pericolo che un analista ha con pazienti giovani e belle, si innamora di una paziente e inizia con lei una torbida relazione, sicuramente di attrazione e probabilmente anche sessuale.
Prima del film il rapporto Spielrein-Jung era stato presentato sulle scene da un’opera teatrale di Chistopher Hampton (che poi ha sceneggiato il film) e dal libro “Un metodo pericoloso’ di John Kerr.

Sabina ha solo 19 anni, è una ragazza russa molto bella, che parla molto bene il tedesco, è colta ed estremamente intelligente; ha una sindrome molto grave con fissazioni masochiste incentrate sulla figura del padre, che era stato probabilmente una persona volgare e brutale che l’aveva sottoposta ad umiliazioni e pene corporali.
Sabina è bella, brillante e con una forte personalità, e sarà paziente e poi allieva prima di Jung e poi di Freud, per diventare poi a sua volta medico e analista, e anzi divenne una delle più grandi analiste russe. Ebbe delle intuizioni sul proprio caso che ispirarono sia Jung che Freud, in particolare portò alla luce la connessione Tanatos-Eros di cui Freud si occupa nella seconda parte della sua vita.
Sabina aveva subito violenze e maltrattamenti del padre nei cui confronti ha costruito un rapporto torbido dove il dolore si mescola al piacere, per cui le rimarrà il desiderio di essere picchiata e umiliata (ecco la coppia Eros-Tanatos, a cui si ispirerà Freud) Ovviamente, secondo gli schemi del tempo, viene classificata come schizofrenica.
Jung viene a conoscenza dei metodi di Freud, e inizia con lui una intensa corrispondenza in cui gli racconta il caso Spielrein, poi lo incontrerà con la nascita di una scintilla tra i due, tanto che il loro primo incontro sarà lunghissimo, tale è l’interesse per le idee reciproche.
Freud ha la sua fissazione per cui riconduce tutto alla sessualità, ma Jung ben presto se ne distacca per esplorare altre strade e anzi, in seguito di sessualità si occuperà molto poco.
Freud spera che il giovane diventi il suo erede spirituale nella scuola di Vienna e ne fa il suo delfino, ma le loro visioni sono diverse e tra i due si determinerà una rottura che sarà durissima per entrambi e costerà a Jung un anno di depressione.
(Chiarissima nel film la scena sul ponte della nave quando nel 1909 entrambi, con Ferenczi, vanno in America per un ciclo di conferenze sulla psicoanalisi. Jung sente sempre più vivo l’interesse per la parapsicologia. Freud ne viene offeso come da un affronto personale).

Mezzo secolo dopo questi fatti, nel 1957, in un incontro in casa sua col prof. americano John Billinsky, Jung fa una dichiarazione che sconvolge la comunità psicanalitica: rivela di avere sempre saputo di un rapporto extramatrimoniale che Freud avrebbe intrattenuto per molti anni con la cognata e segretaria Minna Bernays, ma la notizia non si diffonde per non diminuire l’immagine di Freud che è un mostro sacro.
Durante il viaggio verso l’America, si consumerà la loro rottura. Jung, Freud e Ferenczi analizzano i propri sogni. Freud racconta un suo sogno in cui compaiono lui, la moglie e la cognata; Jung, intuendo la relazione, fa delle domande ma Freud non intende rispondere “altrimenti ne avrebbe perso in autorità”. Jung resta offeso da questo atto di orgoglio e di insincerità. Evidentemente per Freud il potere è più importante delle ricerca e, mentre Jung si è messo a nudo davanti a lui, Freud non è disposto a fare altrettanto. Per Jung è inconcepibile che la verità venga sacrificata nel nome di una autorità personale. Jung sapeva del triangolo amoroso di Freud dalla stessa Minna, ma non sfruttò mai questa sua informazione e da Freud una confessione non arrivò mai.
Questo nel film non viene detto e gli allievi di Freud furono bene attenti a non rovinare la reputazione di Freud.
Quello che si delinea, invece, è che la teoria della Morte connessa al principio di Piacere arriva a Freud proprio dalla Spielrein, anche se questa intuizione non le fu mai riconosciuta.

Sabina Spielrein scrisse un solo libro, un anno dopo la sua laurea in medicina, nel 1912: “La distruzione come causa del venire all’essere” che precorre il concetto freudiano di pulsione di morte. Ma quando Freud pubblica “Al di là del principio di piacere” nel 1920, non disse che lo doveva a lei, le regalò solo una breve nota a pié pagina in cui diceva che non aveva mai ben capito le sue teorie. Insomma fece come aveva fatto altre volte: diceva al suo interlocutore che non era d’accordo con le sue intuizioni, per poi usarle come fossero proprie. Inoltre, non avrebbe potuto riconoscere qualcosa di buono in una donna, essendo dominato dalla mentalità maschilista che dominava la cultura della prima metà del novecento.
Già il fatto che Sabina fosse accolta nella scuola di Vienna fu quasi un miracolo, seconda donna dopo Margarete Hilferding; la sua accettazione provocò un furioso dibattito perché era femmina e alla fine la cosa fu messa ai voti. Dominava un feroce maschilismo e del resto tutta la psicoanalisi di Freud è un sistema maschilista, creato per maschi, che ignora le donne e non ne capisce nulla.
Poco prima, nel 1903, Otto Weininger aveva pubblicato “Sesso e carattere”, in cui distingueva un maschile contraddistinto da intelletto, moralità, genio, ecc., e un femminile contraddistinto da amoralità, impulsività e desiderio sessuale. Weininger aveva scritto che l’isteria era “la crisi organica dell’organica falsità della donna” (organica falsità???) dunque la donna era un essere venuto sbagliato. Per Freud la donna mancava del pene e dunque non aveva una identità, e, non subendo la minaccia della castrazione, non poteva avere una identità. Aveva solo la funzione di essere complementare alla sessualità del maschio e faceva figli. La donna freudiana esiste per portare piacere sessuale al maschio e si realizza nella maternità.
Almeno, in questo, Jung seppe andare avanti.

Ma Sabina aveva sognato che i suoi antenati le predicevano un grande successo e credeva fortemente in se stessa, per cui si laureò in medicina e si occupò di psicoanalisi malgrado i pessimi rapporti con Jung e Freud e gli altri maschi in genere.
Ma, quando presentò alla scuola di Vienna il suo lavoro, non venne nemmeno presa sul serio, in quanto donna, anche se le sue teorie erano di grande interesse e ispirarono altri analisti. Diceva che nella sessualità c’è una componente distruttiva che è parte intrinseca dell’istinto sessuale. Mentre l’amore vuole l’unione e la fusione con l’altro, questa componente distruttiva lo rifiuta; di qui le resistenze dell’Io, che si oppone all’istinto sessuale in quanto può portare alla dissoluzione-distruzione dell’Io in nome della fusione. Ma gli ascoltatori non la capirono e non la applaudirono e pensarono che quello che Sabina diceva riguardasse solo le donne.
John Kerr poi scrisse; “Talvolta una persona non è sentita perché non viene ascoltata…la sua incapacità di ottenere il riconoscimento della sua intuizione nel tema della repressione non fu un suo errore; fu l’errore di Freud e di Jung. Preoccupati con le proprie teorie e preoccupati l’uno dell’altro, i due uomini semplicemente non si fermarono persino per capire le idee di questa giovane collega lasciata da sola a chiedere aiuto nel trovare un’espressione più felice al suo pensiero”.
Sabina Spielrein conobbe personalmente molti personaggi notevoli del tempo con cui collaborò. Dopo essere stata allieva di Jung e Freud e aver contribuito allo sviluppo delle loro teorie, lavorò col giovane Jean Piaget (che divenne famoso per la psicologia infantile) e fu in analisi con lei.
Quando tornò in Russia, nel 1923, vi portò le migliori intuizioni e teorie europee nel campo, offrendo spunti importanti a personalità chiave della psicologia russa, e anche costoro le rubarono le idee rivendendole come proprie.

Nel film abbiamo una pessima attrice che impersona una Sabina troppo caricata e simile a una marionetta, un ottimo attore che impersona Freud, un modesto e poco credibile Jung.
Il film di Cronenberg resta decisamente superiore al pessimo film di Faenza anche se è abbastanza freddo e non coinvolgente. Certamente non tratta il problema del mondo femminile relegato nell’ombra e del maschilismo imperante e certamente non rende giustizia alla vera sabina Spielrein con una ricostruzione poco credibile e incompleta.

(Emma)

In quanto al coinvolgimento del rapporto, sappiamo che Jung ebbe varie amanti, e che il suo vero amore non fu Sabina ma Toni Wolff, donna molto più interessante, che Jung amò fino alla morte di lei.
Jung era un personaggio affascinante e nella sua vita si incontrano molte donne, in genere non erano donne belle, erano colte, intensamente mentalizzate, analiste come lui, di grande intelligenza, personaggi molto forti. E ognuna sapeva delle altre, anche la moglie, che lavorava insieme a Toni Wolff in una situazione di reciproco rispetto che stupiva gli altri collaboratori.
Emma Rauschenbach, la moglie di Jung, era una aristocratica, molto bella, molto ricca, moglie fedele e paziente, amata da un uomo che predicava apertamente la poligamia e la praticava. Sicuramente una donna forte che deve aver affrontato grandi gelosie ma non lo lasciò mai e rimase il punto fermo della famiglia. Emma era una analista e ha scritto testi importanti, come ‘Animus e Anima’, e una ricerca sulla leggenda del Graal, a cui dedicò molti anni.
Un’altra donna molto vicina a Jung fu la sua collaboratrice Marie Louise von Franz, la sua allieva prediletta e più creativa, che completerà la sua opera.
Mentre Toni Wolff si fermerà alle soglie dell’alchimia essendo troppo razionalista, la von Franz esamina l’alchimia, insieme al tempo, la sincronicità, i numeri nella psiche, l’ uso clinico delle fiabe e dei miti.

(Toni)

Un’altra collaboratrice encomiabile fu Aniela Jaffé, che raccolse la sua biografia.
La relazione con Toni Wolff durò 40 anni, da quando lui aveva 36 anni a 76, finché lei morì. Si erano conosciuti nel 1911 quando lei aveva 23 anni e Jung 36 e Toni lo aveva cercato per una depressione, l’analisi durò 3 anni, la relazione 40. La morte di Toni fu un duro colpo per Jung tanto che non poté partecipare ai funerali e non si riprese mai completamente.
In quanto a Sabina, Jung non avrebbe mai perso la testa così banalmente per una paziente e non avrebbe mai usato i toni melensi del personaggio del film di Faenza, ma certamente aveva più intelligenza di quanta non ne esca dal film di Cronenberg.
Forse Faenza voleva solo mostrare come una paziente può essere più forte del suo analista fino a trascinarlo nella propria allucinazione. Ora però, poiché questo intreccio avviene tra una malata di mente e due analisti, e si parla di psicosi, di transfert e di controtransfert, un minimo di conoscenza psicoanalitica dovrebbe essere fondamentale, ma Faenza non ce l’ha. Faenza ha fatto fa un film sulla psicoanalisi dichiarando di non saper niente di psicoanalisi. Forse faceva meglio a occuparsi di un altro argomento.
Del resto ha usato il libro dello psicoanalista Aldo Carotenuto ‘Diario di una segreta simmetria’ che parte dal carteggio tra Sabine e Freud e dal suo diario fino al 1912. Mancano le lettere di Jung e non è mai stato trovato il diario successivo fino al 42. Certamente la differenza tra Freud e Jung era profonda e doveva portare alla lacerante separazione e può essere che la Spielrein abbia accentuato le crepe del loro rapporto. Come si sa, l’amicizia tra Freud e il giovane Jung durò sei anni ma la divergenze tra le due personalità e i rispettivi pensieri erano così forti da contenere fin dall’inizio le cause che scatenarono la dolorosa rottura.
Il libro di Carotenuto è basato su un carteggio che fu trovato casualmente nel ‘77, a Ginevra, negli scantinati del Palais Wilson, sede dell’Istituto di Psicologia svizzero. Dopo il film è nata una contesa tra Carotenuto e il regista che si sono reciprocamente accusati di mancanza di veridicità. L’unica cosa positiva di questo film è la somiglianza fisica tra l’attore Iain Glen e il giovane Jung, ma per il resto il film, oltre ad essere errato, è freddo e poco convincente. La locandina con i due corpi nudi avvinghiati dice chiaramente con quali mezzi è stato attirato il pubblico. Nel film sia Freud che Jung vi fanno una figura meschina. Può darsi che il rapporto tra Jung e la Spielrein abbia avuto il suo peso nell’allontanare Jung dalla teoria freudiana della libido, per realizzare una diversa visione della psiche ma non ne sappiamo abbastanza. Della terapia di questa paziente in verità si sa poco, del resto Jung non ci racconta mai nessun caso clinico e gli scritti della Spielrein riportano solo le sue allucinazioni e dunque sono poco attendibili e non è accettabile che il regista dia per certo che la paziente sia stata realmente l’amante di Jung.
Il libro di Carotenuto è intitolato ‘Diario di una segreta simmetria’, perché nel rapporto analitico dovrebbe esserci asimmetria tra l’inconscio dell’analista e quello del paziente, nel senso che il medico dovrebbe avere un certo controllo sul proprio inconscio; se invece i due inconsci sono travolti nella stessa misura, l’analista rischia di perdere il controllo di quanto avviene per proiettare i propri contenuti rimossi sul paziente stesso, come accade nel controtransfert. Che si sia scatenata una intimità non richiesta tra i due inconsci dei protagonisti è possibile, che vi sia stato coinvolgimento carnale non è dimostrato.

Secondo J. Kerr (saggio “Un metodo molto pericoloso“) Jung, Sabina e Freud si trovarono in un intreccio molto controverso, sia per i livelli di coinvolgimento inconsci, che per le ripercussioni personali e professionali.
Sicuramente ci fu un transfert e è verosimile che Jung si sia trovato coinvolto in un controtransfert. L’intera situazione creò grande disagio e il risultato fu che abbandonarono entrambi, Jung e Freud, la paziente senza guarirla.
Per fortuna Sabina si salvò per conto suo. Alla fine ognuno cercò di liberarsi dell’altro.
La Spielrein disse: “E’ pericoloso prestare troppa attenzione a un complesso sessuale”.

Nel 2002 c’è stato un altro film sullo stesso personaggio: ‘Mi chiamavo Sabina Spielrein’, della regista svedese Marton, molto più veritiero.
Nel film di Faenza le discrepanze con la realtà sono troppe: non si parla di Freud né di Bleuler che si occupò anche lui molto della ragazza e infine non sappiamo se la relazione con Jung fu come viene raccontata.
Il personaggio della Spielrein ha ispirato anche un’opera teatrale di Maria Inversi in cui Sabina racconta la sua vita.

Una volta guarita, la Spielrein, tornò in Russia, vi introdusse la psicoanalisi e fondò ‘l’asilo bianco’ dove si stimolava la creatività dei bambini, come istituto di prevenzione psicologica della malattia mentale; la Spielrein pensava che, se i bambini avessero vissuto in un ambiente di libertà e creatività, sarebbero divenuti adulti migliori, ma il Faenza non rispetta nemmeno l’asilo bianco, il quale non fu mai distrutto e abbandonato, come risulta dal film, invece fu conservato con cura, tant’è che esiste ancora e visse là anche Gorki. Infine le figlie della Spielrein erano due e non una, e anche la sua morte avvenne in circostanze diverse.
In Russia Sabina fu messa al bando insieme alla psicoanalisi e rifiutata dal regime sovietico. Morì nel ’42, uccisa dai nazisti insieme alle figlie, ma non in una chiesa come nel film, ma consegnandosi ai Tedeschi.
Ultima annotazione: ricordiamo che anche Berta Pappenheim (Anna O.), la paziente isterica del dottor Breuer, che si guarì da sola dopo esser stata abbandonata in piena crisi isterica, fu una persona straordinaria, e anche lei divenne famosa per essersi occupata dell’infanzia, costruì la prima rete di asili infantili in Austria.

Dovrebbe essere obbligatorio per un regista che affronta una vita vera avere un minimo rispetto per quella vita e le fonti che ne abbiamo. Dovrebbe anche essere obbligatorio per un uomo avere un minino di rispetto per il valore e le sofferenze di una donna. Il fatto che questo rispetto non sia ancora nato non parla bene del livello di evoluzione della nostra società.

TRAILER

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http://masadaweb.org


MASADA n° 1529 16-4-2014 SE QUESTO E’ UN PAESE

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Scandalo per il rifacimento di una poesia di Levi sul blog di Grillo- Attacchi giganteschi e indiscriminati – Il potere della lobby ebraica- Mafiosi e piduisti -L’iperliberismo e la nuova P2 europea – Fare un falò dei debiti – La Grecia è il più grande successo dell’euro – L’austerità – La P2 rende liberi – Le guerre finanziarie – 50 magnati comandano l’Europa – Il messaggio di Levi è universale – Il referendum sull’euro – La Banca d’Inghilterra ha fatto sparire 800 miliardi del debito pubblico- In Italia, Grecia, Portogallo.. sono solo gli interessi cumulati che creano il debito – La soluzione al problema del debito

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.” (Primo Levi)

In questa nostra epoca fragorosa e cartacea, piena di propaganda aperta e di suggestioni occulte, di retorica macchinale, di compromessi, di scandali e di stanchezza, la voce della verità, anziché perdersi, acquista un timbro nuovo, un risalto più nitido.” (Primo Levi)

OGNI TEMPO HA IL SUO FASCISMO QUALUNQUE NOME PRENDA
Gingeny
Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.”
(Primo Levi da “Un passato che credevamo non dovesse tornare più”). Queste parole di Primo Levi le condivide la “comunità ebraica” o le considera un insulto all’olocausto?
E la frase sempre di Primo Levi “Ognuno è ebreo di qualcuno” non la considerano come un’offesa??? Scommetto che se invece di Primo Levi (che tra l’altro a suo tempo condannò la persecuzione di Israele contro i palestinesi) l’avesse pronunciata Beppe Grillo, adesso si straccerebbero le vesti anche su quella. Grandissimi ipocriti!

Rivisitazione sul blog di Beppe Grillo della famosa poesia di Primo Levi

Voi che vi disinteressate della cosa pubblica
come se vi fosse estranea e alla vita delle persone
meno fortunate che vi circondano
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il telegiornale di regime caldo e visi di mafiosi e piduisti sullo schermo
mentre mangiate insieme ai vostri figli
che educate ad essere indifferenti e servi
Considerate se questo è un Paese
che vive nel fango
che non conosce pace, ma mafia
in cui c’è chi lotta per mezzo pane e chi può evadere centinaia di milioni
di gente che muore per un taglio ai suoi diritti civili, alla sanità, al lavoro, alla casa
nell’indifferenza dell’informazione
Considerate se questo è un Paese
nato dalle morti di Falcone e Borsellino
dalla trattativa Stato mafia

schiavo della P2
Comandato da un vecchio impaurito
delle sue stesse azioni
che ignora la Costituzione
Considerate se questo è un Paese
consegnato da vent’anni a Dell’Utri e a Berlusconi
e ai loro luridi alleati della sinistra
Un Paese che ha eletto come speranza un volgare mentitore
assurto a leader da povero buffone di provincia
Considerate se questa è una donna,
usata per raccogliere voti,
per raccontare menzogne su un trespolo televisivo,
per rinnegare la sua dignità
orpello di partito
vuoti gli occhi e freddo il cuore
come una rana d’inverno.
Meditate che questo AVVIENE ORA e che per i vostri figli non ci sarà speranza
per colpa della vostra ignavia, per aver rinnegato la vostra Patria

vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

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Un oceano di insulti a Grillo per aver utilizzato la famosa poesia di Levi. Massacro dei media. Viva indignazione è stata espressa dal rappresentante della comunità ebraica di Roma.
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TitoLivio
Se parli di Levi sei antisemita
Se parli della Boldrini sei sessista e stupratore
Se parli di Napolitano sei eversore
Se parli di Slot Machines, F35, soldi alle banche sei populista
Se parli di Berlusconi sei comunista
Se parli del PD sei del ventennio
Poi vi lamentate si gli italiani parlano solo di calcio?

MrsLinx1983
Vorrei far notare a tutti gli ipocriti che hanno sentenziato contro l’uso di Primo Levi che in Italia, nel nostro tempo si muore, la gente si suicida perché uno stato massone pensa ai suoi interessi di poltrona invece del bene del popolo e la gente perde il lavoro a causa del precariato. Sono più di 20 anni che subiamo queste torture, da parte di una massa di cialtroni che andrebbero cacciati a pedate uno per uno. Si sono inventati la storia della crisi mondiale col pretesto di poter salvare le banche colluse che hanno speculato e mandato sul lastrico milioni di persone. Le banche responsabili invece non hanno pagato per quello che hanno fatto. La principale di queste banche é la JP Morgan, guarda caso, è in mani ebraiche…… loro non si sono vergognati di speculare, truffare e mettere sulla strada milioni di persone. La comunità ebraica pensasse inoltre a come tratta i Palestinesi prima di parlare, perché hanno poco o niente da insegnare ma molto da imparare. Sono maestri del nulla. Loro dall’olocausto non hanno imparato nulla, a parte usare i metodi nazisti che hanno subito, contro il popolo palestinese. Se Primo Levi vedesse cosa é divenuto Israele oggi, si metterebbe le mani nei capelli.
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MAFIOSI E PIDUISTI
Viviana Vivarelli
I veri soggetti denunciati dalla poesia sono mafiosi e piduisti. L’eccesso di questa reazione non è solo ipocrisia, è sentirsi punti nel vivo in qualcosa di scottante.
I gruppi ebraici della finanza non avranno interessi con la mafia (il che è poi da vedere dato che le banche coi fondi neri ci vanno a nozze e da Berlusconi prendono anche lo scudo fiscale e i patteggiamenti facili per coprirli meglio), ma sicuramente l’alta finanza, in massima parte ebraica, di legami ne ha fin troppi con la P2.
In fondo la cosa che più li ha offesi è vedersi additare come i nuovi massacratori dei popoli
e questo non lo si fa soltanto con le guerre militari, ma anche con le guerre finanziarie e le leve dell’economia (ma di questo certo gente come Gad Lerner non parla).
Credono di essere difensori della sacralità, sono solo i sepolcri imbiancati del grande capitale che dentro brulicano di vermi e portano a morte i popoli.

La moralità pubblica non si difende appoggiandosi sulle vittime di ieri (o questa strumentalizzazione le rende vittime due volte).
La moralità pubblica si difende evitando di creare nuove vittime oggi.
Ma nella storia è noto che i massacratori sono sempre quelli che urlano più forte il sacro, proprio mentre lo calpestano e ripetono oggi gli insulti che ricevettero i loro padri a nuovi capri espiatori.
La storia si rovescia.
Non insegna nessun riscatto ma capovolge le vittime (o i loro figli) in nuovi oppressori.

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LA LOBBY EBRAICA
Viviana Vivarelli

Inutile ricorrere alla Shoa e fingere di ignorare cosa significa, oggi, la lobby ebraica nel mondo dell’alta finanza. Essa è un gruppo di potere finanziario che sta a capo delle più potenti corporation del mondo e che, negli Stati uniti e fuori influenza, la politica nazionale e internazionale, esercita pressioni su Washington e unisce nel mondo gruppi di potere finanziario e politico tramite organizzazioni, associazioni e magnati legati tra loro dal comune interesse di incidere sulle istituzioni legislative, sull’industria mediatica, sull’opinione pubblica, la finanza e le relazioni internazionali.
La “lobby ebraica” o la lobby generalmente filoisraeliana ha un importante peso sulle operazioni statunitensi in politica estera e ha sempre appoggiato la politica repressiva di Israele che ha vessato e mari riconosciuto l’esistenza dello Stato palestinese
Edward Tivnan dice: “L’intreccio interesse statunitensi ed ebraici è diventato sostanzialmente, in maniera aggressiva, un gruppo di pressione proisraeliano, onnipresente ed influente sulle questioni relative a Madio Oriente.” Ovviamente nessun media ci spiega quanta sofferenza il mondo deve a questa lobby politico-finanziaria, che ha promosso l’ascesa di Israele, lo schiacciamento della Palestina, le guerre in Medio Oriente, l’efferata politica delle banche e il furto progressivo di sovranità dei popoli europei.
Anzi il potere finanziario-mediatico si erge come un uomo solo contro chiunque contesti il potere mafioso-finanziario-massonico che tenta di mettere in schiavitù il mondo. Costui è destinato ad essere attaccato dalla lobby ebraica, che domina l’Occidente e che impone cinicamente il sistema politico, il sistema finanziario, il sistema mediatico e l’ideologia iperliberista che sta schiacciando i popoli in nuove forme di schiavitù antidemocratiche.

Oggi dire ‘ebreo’ non è più una connotazione religiosa ma finanziaria. L’elemento religioso non è più un discrimine fideistico, ma lega in comuni interessi monetari e politici, dal momento che la connotazione religiosa è ininfluente a distinguere gli uomini e l’unica fede che unisce le politiche mondiali è l’interesse.

In Italia non esistono veri movimenti antisionistici importanti e men che mai nel M5S. Nulla di quanto c’è in Francia con la Marina Le Pen, con cui i nemici di Grillo hanno tentato improbabili relazioni
La connotazione religiosa, del resto, oggi, è ininfluente a distinguere gli uomini e l’unica fede che unisce le politiche mondiali è l’interesse. Ma non si può ignorare l’esistenza di un addensamento di poteri che ha i suoi servi nei politici, nei giornalisti ammanicati e nello squadrismo di bassa lega, così come un tempo lo
aveva nelle forze nazi-fasciste.
I nomi si sono rovesciati, le fedi si sono confuse, ma i metodi restano sempre
gli stessi.
Il vero fascismo è rovesciare il senso della verità e cercare capri espiatori, per distrarre l’attenzione popolare dai veri disastri di un Paese, annacquando la responsabilità gravissima di chi comanda. Il vero fascismo è strumentalizzare la storia, senza capirla, il che ci riporterà a ripetere le efferatezze di ieri e a ricreare oggi le persecuzioni e le posizioni insensate che escono da ogni manipolazione dei fatti. Il vero fascismo è sollevare campagne di odio, ieri contro Dreyfus, oggi contro Grillo, creando falsi bersagli contro cui scagliare il malessere popolare, come grandi tzunami pretestuali e mediatici per allontanare il disagio sociale dai veri responsabili politici e finanziari e creare false vittime là dove ci sono solo persecutori. Questo lo fece il fascismo, lo fece il comunismo, e si sta ripetendo in questa nostra falsa democrazia, dove lo scandalo non esplode contro un potere incoronato e usato dall’alta finanza per meglio devastare un Paese trattato come terra di conquista, ma contro chi lo denuncia.

Si fa credere a chi è poco informato che la questione in oggetto sia una poesia sulle sciagure italiane che usa in modo blasfemo l’immagine di Dachau (come se questa immagine non fosse stata usata altre volte in modo provocatorio, e persino sull’Unità, nel più totale silenzio). Ma il punto scottante che si nasconde sotto questo becero ingigantimento mediatico sono le prossime elezioni europee. Esse vedranno per la prima volta una reazione generalizzata al sistema iperliberista comandato in Europa da una cricca finanziaria di 50 magnati. Questi finanzieri intendono fare tabula rasa delle democrazie, dei diritti civili, dei beni pubblici, trattando i Paesi membri dell’Ue e primariamente i Paesi mediterraneo come terra di conquista. Poco importa se in questa cricca l’elemento ebraico, onnipresente nell’alta finanza, sia o no determinante. Più decisivo è il coacervo di interessi che si nasconde sotto il diktat dall’austerity e che ci porta a rovina. Il termine austerity indica l’ordine assolutamente cinico e disumano proveniente da organismi finanziari internazionali come il Fondo Monetario, mai eletti da nessuno e che servono agli interessi dei più ricchi del mondo, in particolare statunitensi, affinché gli stati membri dell’Unione europea taglino le proprie spese pubbliche fino ad azzerare lo stato sociale e i servizi pubblici, aumentando le tasse e perseguendo quell’assurdità che è il pareggio di bilancio, e che vieta qualunque programma di investimenti e sviluppo.

FARE UN FALO’ DEI DEBITI
VV

Pochi anni dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1919 (grande depressione), Keynes scriveva: “Un falò generale dei debiti è una necessità talmente grande che, se non riusciamo a farne un’operazione ordinata e mite, nella quale a nessuno sia fatta alcuna seria ingiustizia, quando alla fine arriverà, potrà crescere fino a diventare una conflagrazione tale da distruggere non solo tutti i debiti, ma molto altro” (The Economic Consequences Of The Peace)
Ma oggi la follia dell’austerità comanda invece ai popoli di ingigantire i loro debiti fino alla dissoluzione totale delle loro economie. Non esiste un nuovo Keynes che metta in guardia contro la crisi che, come una spirale crescente, sta uccidendo i Paesi europei mentre il debito stesso, in luogo di essere diminuito, viene amplificato ad arte dalle politiche dissennate del Fondo Monetario che si erge come un moloch sterminatore sulle democrazie, gettandole in pasto agli speculatori del mercato come già ha fatto con i nostri risparmi con gli speculatori dei derivati. Che la crisi sia stata creata ad arte per favorire pochi dovrebbe essere sempre più evidente. Ma le voci contro questa scelleratezza sono ancora poche. Tra queste quella di Grillo. Grillo, dunque, deve essere messo a morte.

A questa gente interessa poco dei morti dell’Olocausto e ancora meno dei morti attuali, di guerra, fame, disperazione, nell’Italia o in quel terzo mondo a cui l’Italia si sta avvicinando ogni giorno di più. La maggior parte dei loro piccoli squadristi non conosco né i numeri dell’olocausto né la poesia di Levi e nemmeno ha letto la parafrasi apparsa sul blog di Grillo ad opera di qualche membro dello staff. L’odio è una forza che suscita altro odio e che aggrega odio ancora, un odio spesso fine a se stesso, o frutto di una vita malvissuta dove i sentimenti più deteriori hanno preso il posto della speranza, del sogno, dell’ideale.
Non è la prima volta che assistiamo nel corso della storia a un odio manipolato che cresce come un’onda e si autoalimenta come sfogo immane di un disagio del vivere o di una feccia sociale che alla fine corrompe anche i più colti o quelli che dovrebbero esserlo. La canea è sapientemente guidata contro un nemico ‘ideologico’, non ‘religioso’, perché oggi di ‘religioso’ c’è rimasto molto poco, contro l’unica opposizione esistente in Italia che si ribella all’iperliberismo, una opposizione odiata anche da chi dovrebbe avere con essa obiettivo comuni, come l’estrema sx, ormai persa in un gorgo di impotenza, invidia e bile, e con numeri sempre più deboli e un linguaggio ormai stantio e desueto, poco divulgabile e incapace di rinnovamento. Si rincorrono vacue parole come antisionismo, fascismo, terrorismo, blasfemia e persino giornalisti eccellenti come Padellaro ne sono inquinati, ma la vera lotta non ha nulla di sacro, è una lotta finanziaria.

Scrive il lettore Pavlov: “Dopo il caso Shalabayeva, una deportazione blitz, illegale, e l’omertà agghiacciante dei massmedia.. siamo perfettamente consapevoli che quella macchina e quella storia potranno purtroppo ripetersi. Anche l’ANPI ha sottolineato il crescente autoritarismo nei governi e, visti i risultati, siamo su quella via. Il nazismo nasce dalla disoccupazione e la disoccupazione nasce dall’austerità e l’austerità nasce da una concezione autoritaria della società e anche quello di Grillo è un modo per ricordare, una provocazione per adulti.”
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LA GRECIA E’ IL PIU’ GRANDE SUCCESSO DELL’EURO
vv

La Grecia è il più grande successo dell’euro (ma sembra vietato parlarne e i media deviano l’attenzione pubblica con questi mezzucci. Alla caccia alle streghe è sopravvenuta la caccia a Grillo) La politica economica (iperliberista) è un numero stampato a fuoco sulla pelle. E’ la stessa ideologia del nazismo di ieri (questo Grillo dice). La Grecia è un indicatore della democrazia in Europa e ricordiamolo, che fu uno dei primi obiettivi dei nazifascisti. Fitoussi scrive: “Non puoi prendere il denaro dei piccoli, che non hanno colpe, per darlo alle banche, che hanno truccato tutto” “C’è dolo dei governanti: ora ci sarà una fuga di capitali dalla Spagna, dall’Italia, dal Portogallo oltre che da Cipro e dalla Grecia. E chi si avvantaggia sono le banche tedesche”. Con Renzi non sono cessati i suicidi, anzi. La linea è sempre quella (ma bisogna indurre la gente a non pensarci, confonderla con armi di distrazione di massa). L’informazione è quindi un processo indotto dai massmedia, e se non viene razionalmente confutato diventa un pericolo per la Democrazia stessa. In pochi anni è avvenuto che la regione col più alto tasso di suicidi è diventata il Sud Europa! Impressiona la rapidità di un cambiamento che non è affatto culturale, ma forzato: un suicidio di massa. Chi è l’assassino? (Non si può dire o si è viene messi alla gogna). Quella strategia della tensione ha fatto parecchie vittime e con l’attuale ideologia politica ed economica e la crescente disoccupazione siamo sicuri che porterà un’altra stagione del terrore, un climax ancora peggiore, una stagione del terrore progettata e cavalcata coi metodi che sappiamo e abbiamo già visto nelle numerose stagioni stragiste.

L’AUSTERITA’
Viviana
Sono 6 anni che il Fondo Monetario e la Bce ci hanno imposto politiche di austerità repressive e che portano a rovina i Paesi e tutto quello che il governo Renzi sa fare guardando a come è stata ridotta la Grecia e a come sarà ridotta l’Italia è di adeguarsi alla Merkel e alla Commissione europea senza fare un fiato condannandoci con questo alla rovina. Non è servito che lo stesso Fondo Monetario facesse un passo indietro e dichiarasse che aveva sbagliato i suoi parametri imponendo restrizioni eccessive che sortivano l’effetto contrario, né la Bce, né Draghi, né i succubi governi italiani di mera esecuzione del piano del FM hanno cambiato le cose. Il solo che in Italia, oltre alla Lega, si sia opposto a questo piano scellerato è Beppe Grillo. E non solo il pessimo governo del Pd non deflette dalla sua marcia suicida ma coglie ogni pretesto per sollevare contro Beppe Grillo un polverone cattivo e malintenzionato, come se lo scandalo non stesse in quello che sta succedendo, ma nell’esistenza di una opposizione contro cui ci si muove con una campagna di demonizzazione scellerata e un bavaglio parlamentare che fa prova solo di un crescente autoritarismo.
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Saverio: “Ma avete fatto un calcolo di quanti morti ha provocato questa deliberata e cosciente politica di austerità? No, ve lo dico io: almeno 2000 nella sola Grecia. 2000 morti sono pochi per paragonare quello che sta succedendo oggi, sotto i nostri occhi, all’olocausto? Allora a questi aggiunga il numero di suicidi economici nei sud Europa: siamo ad altri duemila. Aggiungiamoci coloro che muoiono per impossibilità di curarsi. Numero più difficile da precisare: altri 3000? Siamo a 7000. Le sembrano pochi? Immagini di qui a qualche anno, quando si faranno sentire gli effetti della denutrizione su quelli che oggi sono bambini. Arriveremo a 100.000? E’ un numero sufficiente per poter dire che stiamo assistendo ad uno dei maggiori crimini contro l’umanità in Europa dalla fine della guerra? Direi proprio di sì! E chi si scandalizza per il paragone senza reagire a quello che accade OGGI, sotto i propri occhi, ebbene sì, mi fa schifo!

LA P2 RENDE LIBERI

Fabiano: “La P2 rende liberi. Quello è lo scandalo, dirlo, non il fotomontaggio. Ma, se serve per svegliare la gente, per non diventare come i prigionieri dei lager (che andavano alla camera a gas senza saperlo), ben venga anche questo fotomontaggio. (Ma gli avversari onorano chi la linea del Fm la segue pedissequamente) Sempre più rispettosi di Renzi, bugiardo quando diceva che non avrebbe fatto il presidente del consiglio, e invece eccolo lì’, come un dittatore, senza aver partecipato a nessuna elezione .
Pavlov: “Difendo l’opinione e la provocazione di Beppe Grillo: ricorda a tutti che son vittime della stessa matrice autoritaria. La politica è la somma di diversi elementi e anche questa è politica. Il lavoro che rende la libertà ha un’agghiacciante attinenza con lo stragismo piduista (uno Stato di estrema destra) e ‘il popolo delle libertà’, e la stessa opinione che Berlusconi ha dei suoi elettori: ignoranti di seconda media. Il PD si è scelto così le alleanze politiche e programmatiche: una scelta durata un ventennio, non una costrizione. Il PD produce apatia. E l’apatia unita con la disoccupazione è la base stessa dell’autoritarismo. Grillo invece provoca un dibattito e riattiva la circolazione. Anche questa è politica in memoria delle vittime: l’Italicus era un altro treno partito dal Binario 21. Una Repubblica deflagrata nel buio in un sistema che si ritiene democratico. Un minuto di silenzio per le vittime del fanatismo eurista e dell’austerità e dell’autoritarismo!”

Genr934
Dove sono gli strillatori anti-Beppe e i sedicenti difensori degli Ebrei quando la JP Morgan ci invita ad eliminare le costituzioni europee antifasciste in quanto, dice, esse sarebbero un ostacolo per l’economia liberista?
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Blogger

“e questo è pericoloso
la cosa più importante non è la sovranità,
non è la democrazia,
non è il parlamentarismo,
ma avere,
mattina, mezzogiorno e sera,
un piatto di cibo”
così i cittadini sono spinti a dimenticarsi della democrazia”

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Viviana
Non c’è maggior rispetto per le vittime di ieri che difendere le vittime di oggi.
Ma chi si fa scudo dei morti innocenti della propria storia per nascondere i crimini attuali sui popoli presenti, merita di vagare in eterno nella Geenna e di essere vituperato da tutte le genti.
E dunque il fronte contro la nuova democrazia si fa ogni giorno più chiaro: un iperliberismo cinico e sfrenato che sta uccidente il futuro dei popoli e le loro libertà, 50 magnati europei che fanno il bello e il brutto tempo dominando il sistema bancario e la distruzione o acquisizione di imprese europee, gruppi di pressione capitalisti capitanati dagli Usa, media asserviti che non fanno più informazione ma massicce operazioni di falsità, la più corrotta classe politica d’Europa, e la risorgente lobby ebraica che difende il martirio suo passato rifiutandosi di purificarsi dalle colpe del suo presente.

La camicia nera non è più una veste fisica (salvo per Berlusconi che ne ha fatto la sua mise preferita), la camicia nera si è ormai incistata nelle anime di coloro che giorno per giorno uccidono la democrazia, i diritti dei lavoratori, la sopravvivenza dei poveri, il futuro dei giovani, l’esistenza delle imprese, lo stato sociale…
La camicia nera è diventata pelle e sangue dei nuovi ipocriti che hanno svenduto questo Paese ai signori della finanza, alle lobby europee, alle corporation internazionali, agli organismi finanziari e politici dell’iperliberismo.
E se oggi la lobby ebraica sente di dover difendere il potere del turbocapitalismo vuol dire che le vittime di ieri sono diventate gli oppressori di oggi
Ieri Hitler si attaccava all’elogio della religione pura per massacrare i popoli.
Oggi il potere si attacca alla sacralità delle vittime dei massacri per creare nuove vittime
I nomi cambiano. I metodi sono gli stessi.
Se solo allargassimo il quadro non solo all’Italia ma a tutti i Paesi che l’iperliberismo ha massacrato, con stragi di massa, distruzione dei territori, depredazione delle risorse, uccisione delle libertà, manipolazione delle istituzioni democratiche, guerre di sterminio..,
vedremmo che il paragone che Grillo fa tra cricche iperliberiste e nazismo non è affatto incongruo.
Proviamo a mette nel quadro quello che i grandi della Terra hanno fatto all’Africa, all’Asia, al Sudamerica e ora pensiamo verso cosa sta precipitando l’Italia, tenendo a mente cosa sono riusciti a fare della Grecia.
E ci accorgeremmo che il paragone con Primo Levi è tragico e attuale.
Chi ripete le persecuzioni subite dai suoi padri merita solo di essere assimilato ai loro persecutori.

LE GUERRE FINANZIARIE
Viviana
Il mondo si salva operando bene. E non creando nuove campagne di persecuzione e diffamazione per coprire i propri delitti. Indubbiamente la foto è una denuncia forte, ma in quale altro modo si deve sensibilizzare gli Italiani sulla gravità di quanto accade e sul nuovo potere finanziario che sta distruggendo l’Europa?
Ieri c’era la potenza nazista.
Oggi abbiamo una cricca finanziaria e capitalista.
Ieri le guerre si facevano con le bombe.
Oggi si fanno con le banche.
Nessuno sta difendendo la razza, e nessuno nemmeno sta attaccando una religione,
o sta disonorando l’olocausto. Ma milioni di persone stanno difendendo se stesse e il proprio futuro dalla nuova minaccia mondiale. Ieri era il nazismo. Oggi è il turbo capitalismo. Non si può avere ragione ad esecrare Grillo, ma si deve capire che il nuovo monoteismo oggi come ieri è solo il capitale finanziario. Le vere chiese oggi sono le banche. I veri sacerdoti le corporation. Le vere sette gli organismo finanziari internazionali assolutamente antidemocratici nominati dai soliti club di potenti per salvaguardare i loro patrimoni, come il Fondo Monetario o la Bce. Perché il vero dio oggi come ieri è MAMMONA.
Ebrei e rinnegati ci ordinano di credere che le vittime sono solo nel passato. Grillo ci richiama a vedere con la massima chiarezza che le vittime non finiscono mai, che gli usurpatori come gli aggressori ci sono oggi come c’erano ieri, che nessuno ha il monopolio dell’orrore, e che se ieri uccisero 6 milioni di ebrei, oggi uccidono milioni di poveri in tutto il mondo, con le guerre, le depredazioni di risorse, gli sfruttamenti indiscriminati, i furti di democrazia, le unioni bancarie, le efferatezze della Borsa, le cricche di magnati…
e nessuno potrà mai pretendere che in nome delle vittime di ieri si possano nascondere le vittime di oggi, e chiunque lo facesse, non offende solo i popoli che oggi sono oppressi, ma quegli stessi morti, dicendo loro brutalmente che sono morti per niente e sono diventati solo dei santini da sventolare per coprire le odierne sventure.
Screditare chi critica il sistema, abbattere l’opposizione (siamo già a due ghigliottine parlamentari, e un tentativo di legge di estromettere 9 milioni di persone dal voto, più una campagna di aggressione mediatica senza precedenti come mai abbiamo visto contro corrotti, mafia o P2) cancellare progressivamente la democrazia, svuotare le massime istituzioni, accentrare progressivamente il potere nelle mani di uno solo, manipolare pesantemente l’opinione pubblica, sguinzagliare orde di squadristi…e se non è fascismo questo, cos’è allora??
Come si vede chiaramente, il sistema chiude un fronte comune contro la denuncia fatta al sistema finanziario (in parte ebraico) massonico e di estrema dx, unito agli interessi capitalisti della mafia, della corruzione politica e delle lobby che dominano l’Italia e l’Europa. A tale sistema si sono associati, nella becera difesa di Pd, mafia e corruzione politico-finanziaria, i soliti squadristi, più i disinformati, quelli che cadono da ignari in questi trabocchetti mediatici.

50 MAGNATI COMANDANO L’EUROPA. L’ERT
(da Sergio di Cori Modigliani)

E’ ora che si dica che la cupola europea, quella che domina i media, le finanze e la politica, è formata da 50 personaggi “un pugno di uomini, ben allenati, amici tra di loro di lunga data”. Costoro decidono chi governa e chi no e stabiliscono se l’Italia avrà le larghe intese, se la Germania avrà la Grossekoalition e se è il caso che il Belgio abbia o non abbia un governo. Costoro decidono quali leggi far passare in Italia o in Europa. O quanti disoccupati ci devono essere, e se le imprese italiane devono o non devono
essere pagate. Sono tutti membri del più potente club del pianeta, più potente del Bilderberg.
I potenti che distruggono il nostro futuro si chiamano:
Chairman -Leif Johansson
Nils S. Andersen A.P. Moller
Benoît Potier Air Liquide
Jean-Paul Agon L’Oréal
César Alierta Izuel Telefónica Spain
Paulo Azevedo SONAE
Ben van Beurden Royal Dutch Shell
Kurt Bock BASF
Jean-François van Boxmeer Heineken
Carlo Bozotti STMicroelectronics
Svein Richard Brandtzaeg Norsk Hydro
Antonio Brufau Repsol
Ton Büchner AkzoNobel
Paul Bulcke Nestlé
Jean-Pierre Clamadieu Solvay
Vittorio Colao Vodafone
Michel Combes Alcatel-Lucent
Ian Davis Rolls-Royce United
Rodolfo De Benedetti CIR
Pierre-André de Chalendar Saint-Gobain
Christophe de Margerie TOTAL
Marijn Dekkers Bayer
John Elkann Fiat
Tom Enders Airbus
Ignacio S. Galán Iberdrola
Antti Herlin Kone
Zsolt Hernádi MOL
Heinrich Hiesinger ThyssenKrupp
Timotheus Höttges Deutsche Telekom
Frans van Houten Royal Philips The Netherlands
Pablo Isla Inditex
Joe Kaeser Siemens
Jacek Krawiec PKN Orlen
Bruno Lafont Lafarge
Thomas Leysen Umicore
Gary McGann Smurfit Kappa
Gérard Mestrallet GDF SUEZ
Dimitri Papalexopoulos Titan Cement
Olof Persson Volvo
Jan du Plessis Rio Tinto
Norbert Reithofer BMW
Gerhard Roiss OMV
Kasper Rorsted Henkel
Güler Sabanci Sabanci
Paolo Scaroni Eni
Severin Schwan F. Hoffmann-La Roche
Risto Siilasmaa Nokia
Jim Snabe SAP
Carl-Henric Svanberg BP
Johannes Teyssen E.ON
Jacob Wallenberg Investor AB
Willie Walsh IAG

Ieri l’Europa fu minacciata da Hitler con una cinquantina di nazisti. Oggi è minacciata dal club degli eredi di Rothschild, di nuovo una cinquantina di persone, magnati che hanno intenzione di distruggere il nostro stato sociale con l’aiuto delle parti peggiori dei paese (mafia, p2, circoli bancari e finanziari).
Il Club dei 50 nasce nel 1982, fortemente voluto, da Reagan che ne affidò l’iniziale cura a Licio Gelli; e costituisce lo zoccolo duro dei decisori europei.
Complessivamente costoro hanno a disposizione miliardi di euro per pagare chi farà le leggi, sposterà i capitali, lancerà i leader politici, ecc.
Il club si chiama ERT EUROPE.
Il nuovo potere finanziario-mafioso-massonico costituisce oggi la nuova minaccia europea, il nuovo nazismo, la nuova tragedia dei popoli

Sergio Cori di Modigliani: “Dal progetto primario di occupazione delle democrazie europee alcune cose sono cambiate, alcune aziende sono state incorporate da altre e i rappresentanti sono mutati. Ma il progetto, la strategia e la finalità del 1982 rimane la stessa: gestire l’Europa Occidentale come piace a loro.
Questi signori controllano il 75% della produzione mediatica europea. (Mediaset la controllano attraverso gli incroci azionari trasversali e Berlusconi non lo hanno mai voluto dentro perché lo considerano inattendibile e inaffidabile, troppo individualista per i loro gusti, gli danno ordini dall’esterno). I 50 controllano le borse, i mercati, gli investimenti industriali. Stabiliscono le assunzioni nelle corporation, nelle aziende statali strategiche, le commesse militari (inamovibili), chi deve andare su, chi deve andare giù, chi deve andare a dirigere i canali televisivi, i giornali, le banche.
Hanno 1.500 uffici (perfettamente legali) a Bruxelles nei quali si dedicano e si occupano di lobby gestendo i rapporti con le apposite e specifiche commissioni europee. Parlare quindi di Berlusconi o di Letta o di Renzi è inutile; sono persone che non contano nulla. Questi sono quelli che decidono. 50 magnati sono oggi impegnati a mettere in ginocchio l’Europa, hanno distrutto la Grecia, stanno distruggendo l’Italia. Noi abbiamo cessato di essere un paese libero, siamo un paese sotto occupazione. Da Renzi e accoliti possiamo aspettarci solo distruzioni progressive di sovranità, di democrazia, di vita. Il loro obiettivo strategico, in questa fase attuale, consiste nel distruggere ogni tentativo di costruire modelli di cittadinanza attiva e di opposizione ai partiti che loro controllano e finanziano in Europa. Il turpe attacco di oggi rientra in questa prospettiva: uccidere ogni voce di critica e di dissenso e usare i media così’ da produrre il pensiero unico, pensiero altamente orwelliano, dove i valori sono talmente mescolati agli attacchi da sembrare disvalori e dove le difesa e l’arroccamento del capitale assume le sembianze ipocrite della virtù.

Provate ad alzare gli occhi dalle minutaglie delle insulse offese dei piccoli squadristi del quartiere e cominciate a guardare quanto avviene nel mondo e in Italia con occhi adulti. Cercate sul web l’agghiacciante documentario canadese del 2003: “The Corporation“, tratto dal libro dossier di Joel Bakan (Feltrinelli), che o analizza il potere che hanno le multinazionali nell’economia mondiale, dei loro profitti e dei danni che creano al pianeta. E cominciate ad esaminare l’Italia di oggi alla luce degli interessi di quelle, interesse che ormai, col mezzo inquietante del mito europeo con Bce e Fm, soverchiano le politiche nazionali al punto che i vari Monti, Letta,Bersani, Renzi-Padoan risultano visibilmente esecutori di quei centri di potere economico-finanziario, senza più spazio per quadri di sovranità interna! Gli stessi che spingono Renzi alla falsa donazione degli 80 euro mentre porta avanti tagli alla sanità e che domani, con altre carote sventolate davanti al ciuco, lo porteranno a eliminare un po’ alla volta lo stato sociale.
Qui non si sta parlando di ebrei. Si sta parlando del sistema Mondo. Si sra parlando di iperliberismo. E la parola P2, usata da Grillo per sintetizzare la nuova persecuzione in atto, sta a raccogliere tutti quei poteri di lobby, forze bancarie, multinazionali che ci stanno uccidendo.
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IL MESSAGGIO DI LEVI E’ UNIVERSALE
Michele Mulas

Le comunità ebraiche farebbero bene a leggere Levi, prima di parlare: perché avrebbero capito che Primo Levi non era uomo della comunità (non per niente i suoi scritti furono interdetti in Israele fino a dopo la morte dello scrittore . . . ed anche la “pseudo sinistra” dovrebbe sapere quel che Primo Levi pensava di loro: allora, un po’ di degno silenzio da parte di questi cialtroni che parlano a nome della comunità ebraica e della sinistra italiani (PCI/DS/PD). Il testo sia di Levi ed oggi di Grillo ci dà uno specchio prima del comportamento di certi individui di fronte alle avversità dalla seconda guerra e dell’Italia di oggi: un paese senza dignità né onesta . . .
Ma sappiamo bene che questa polemica (a comando) serve solo per nascondere le nefandezze a cui il PD sta abituando l’Italia, e dove sembra che a nessun italiano a parte quelli del M5S e qualche vecchio costituzionalista . . . la deriva interessi : allora ha ragione Grillo ad usare il testo di Primo Levi a dipingere un paese di infamia !
E in quanto alla comunità ebraica, come mai non l’abbiamo mai vista scandalizzarsi per gli abomini che le multinazionali o gli speculatori di Borsa hanno commesso a danno dei popoli del terzo mondo?
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Beppe Grillo: «Primo Levi scrive un libro straordinario, prendo una sua poesia per
onorare uno scrittore come lui, uno che dice di non abbassare mai la testa e cosa succede? Si prendono questa roba per depistare l’attenzione dal contenuto».
Qualcuno fa lo gnorri e tira a dar aria alla baracca.
Ma qualcuno capisce benissimo dove si fa a parare.
Delrio dichiara: «Non c’è nessuna P2 che abita a Palazzo Chigi, la P2 è stata una disgrazia per questo Paese”. Perché allora Renzi non fa che portare avanti il suo golpe antidemocratico contro le istituzioni, contro la democrazia?
L’orda di squadristi che impestano i blog si guarda bene dal dire questo: realizzazione del progetto massonico di Licio Gelli, con lo svuotamento delle istituzioni e il golpe progressivo della democrazia.
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Edoardo
Primo Levi ha consacrato la sua vita a cercare di capire il perché dei lager e quando ci è riuscito ha preferito abbandonarci…penso che con il colossale “I sommersi e i Salvati” abbia voluto dimostrare che Auschwitz è stato null’altro che il paradigma della nostra “società ” della quale sintetizza ed estremizza in una caricatura grottesca e orrenda tutti gli aspetti…chi domina e chi e’ dominato, chi si salva grazie ad un privilegio ingiusto o stupido e chi è sommerso e annullato dalle esigenze dei privilegiati. Il Kapò e il deportato sono legati dallo stesso rapporto che incatena il politicante mafioso e l’operaio che si suicida perché’ non riesce a sopravvivere, i bimbi ebrei e zingari sterminati non hanno sofferto diversamente dai bimbi siciliani dissolti nell’acido o uccisi a pistolettate dalla mafia; le vittime delle torture non hanno sofferto diversamente da chi è stato dato in pasto ai maiali dalla ‘ndrangheta, le vittime delle esecuzioni di massa non hanno sofferto diversamente da quelle della strage di Bologna o di Brescia. Ma sopratutto, hanno sofferto e sono morti per la stessa ragione: garantire ad altri, ai kapos o ai nazisti o ai mafiosi o ai politicanti collusi un privilegio che solo con questo tipo di violenza può essere mantenuto. Il parallelo c’è, eccome se c’è, e chi lo nega è per lo meno un ignorante. O un colluso. O un Kapò.
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Primo Levi : “Il fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l’Italia in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato come custode di un ordine e di una legalità detestabili, fondati sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata.
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Di Battista
“Hanno la maggioranza in parlamento e tutte le tv a favore. Ormai Renzi lo aspettiamo alla prova del cuoco che impasta il semolino e fa gli gnocchi e viene a parlare di noi? Io sono un parlamentare della Repubblica che in campagna elettorale ha speso 140 euro. Non ho lobby alle spalle a differenza di Renzi e del Pd, non abbiamo la mafia alle spalle, cosa che non si può dire di Forza Italia, partito con il quale Renzi fa gli accordi. Non abbiamo nemmeno la massoneria, che sta invece alle spalle di Verdini, Forza Italia e di parte del Pd. Berlusconi non è stato condannato grazie alla sinistra, ma nonostante la sinistra”. Noi parliamo del Movimento 5 stelle. Se i cittadini si svegliano capiscono che siamo una risorsa per il Paese bene, altrimenti votino i partiti e non si lamentino.”
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Riforma delle Provincie, riforma del Senato, riforma del lavoro, riforma della pubblica amministrazione, riforma della Giustizia, riforma del consiglio dei ministri, riforma elettorale. La Costituzione italiana, quella votata dopo la vittoria sul fascismo e la fine della seconda guerra mondiale, quella pensata per impedire una futura svolta autoritaria nel Paese sta per essere stravolta. Così ha deciso il presidente del consiglio Matteo Renzi. Così ha suggerito la banca d’affari americana J P Morgan, quella che ha detto che dobbiamo riformare la nostra Costituzione “perché è troppo democratica”!

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=101440&typeb=0&Si-scrive-Renzi-si-legge-JpMorgan

E, per finire, avete mai sentito qualcuno indignarsi per questa vignetta (molto azzeccata) di Vauro?

IL REFERENDUM SULL’EURO

Grillo continua a chiedere un referendum sull’euro affinché sia il popolo italiano a decidere democraticamente se vuole continuare a stare nella zona euro. E continuano a rispondergli che non si può fare perché l’art.75 della Costituzione vieta referendum ABROGATIVI su patti internazionali e per modificarla occorrerebbero 2 approvazioni successive, ad almeno 3 mesi l’una dall’altra, di Camera e Senato e nella seconda occorre la maggioranza assoluta. Ma oggi il M5S questa maggioranza non ce l’ha.
Renzi e il Pd continuano a dichiararsi a favore delle regole euro che ci stanno uccidendo e portano avanti la disastrosa cura Monti, ma in Europa si sta diffondendo l’opinione che l’Europa va ripensata. Questa Europa dei banchieri, dei grandi gruppi finanziari e delle lobby non è certo l’Europa dei popoli. Noi vogliamo salvare l’Europa cambiando le regole della Bce e del FM che ci rovineranno tutti .
Siamo entrati nell’Euro con una decisione presa senza alcuna consultazione popolare e Monti ci ha imposto la dittatura di Berlino e della Bce e l’obbligo del fiscal compact per cui dobbiamo dare 50 miliardi l’anno ogni anno per 20 anni Renzi dice che non sforeremo il 3% perché invece di ridurre il debito aumenteremo il PIL. Nel frattempo non si fa nulla per ridurre il debito che ogni mese aumenta di 1-15 4 miliardi e poi non si vede come possa aumentare il Pil con 85 euro dati ad alcuni e 85.000 licenziati in più. Renzi si è limitato a ottenere che il famoso pareggio del bilancio si ottenga col ritardo di un anno. Ma ci rendiamo conto che siamo l’unico Paese europeo ad averlo inserito nella Costituzione? A che pro tanto zelo?? Le leggi capestro della Bce devono essere contestate, non rimandate. Ma questo Napolitano e il Pd non vogliono farlo. Grillo chiede che la decisione sia rilasciata al popolo ma non glielo faranno fare.
Al momento un referendum abrogativo è impossibile, non solo per l’art. 75 che lo vieta su trattati internazionali ma, per la Corte Costituzionale, che vieta di interferire con referendum sulle norme Comunitarie e gli obblighi assunti dall’Italia nei confronti dell’Ue.
Ma, se non si può fare un referendum abrogativo, se ne può fare uno CONSULTIVO.
Chiaro che i partiti non vogliono nemmeno questo, perché farebbe nascere una campagna di informazione sui danni dell’euro e su ciò che accade se ne uscissimo. Per cui c’è un blocco sui media che vieta persino quella campagna di informazione normale dovendo votare tra poche settimane.

Il fatto è che un referendum CONSULTIVO noi lo abbiamo già fatto, nel 1989, su un mandato al Parlamento Europeo per redigere un progetto di Costituzione Europea (fu un plebiscito a favore dell’Europa, con l’88% dei sì). Si fece una legge di iniziativa popolare promossa dal Movimento Federalista Europeo – successivamente sostituita dalla proposta di legge costituzionale presentata dal Partito Comunista – la cui approvazione richiese la doppia lettura in entrambi i rami del Parlamento, secondo l’iter necessario per le leggi costituzionali. Anche se questo non era previsto dalla Costituzione, nell’89 i partiti furono concordi nell’approvare questo strumento atipico (il “referendum di indirizzo o consultivo”) mediante una legge costituzionale ad hoc, formalmente “in deroga” dell’art. 75 per legittimare col ricorso al voto popolare l’accelerazione del processo di integrazione europea. Gli Italiani si espressero direttamente su un argomento relativo a patti internazionali. Dunque la cosa si può fare ancora e legalmente i cittadini potrebbero esprimersi sull’uscita o la permanenza dell’euro e non occorrerebbe nemmeno una richiesta popolare perché il M5S ha già in Parlamento 164 dei suoi..
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LA BANCA D’INGHILTERRA FA SPARIRE 800 MILIARDI DEL DEBITO PUBBLICO

Ha fatto bene la Gran Bretagna a stare in Europa ma non nella zona euro. Così adesso il governatore della Banca di Inghilterra ha comprato 600 miliardi di euro di titoli di stato a costo zero e praticamente ha fatto sparire il debito. Li terranno per anni nel bilancio della Bank of England e non costeranno più niente allo Stato. E’ il vantaggio di non appartenere alla zona euro.
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LA SOLUZIONE AL PROBLEMA DEL DEBITO

http://www.truccofinanza.it/investimenti/la-soluzione-al-problema-del-debito/

(sunto)

“Sono solo Italia, Spagna, Portogallo e Grecia ad essere cadute in una Depressione economica simile a quella degli anni ’30. Con la differenza che nel 1930 tutto il mondo era in Depressione, mentre ora solo noi nel Sud¬Europa (più Argentina e Venezuela) siamo ridotti male. Bisogna chiedersi perché. Gli altri 40 paesi industrializzati, dalla Corea al Brasile, dalla Turchia al Cile, da Singapore a Hong Kong, dalla Polonia al Canada, dall’Australia all’Olanda, dagli Stati Uniti alla Thailandia, dalla Malesia a Israele vanno bene o non sono in recessione. Non è perché sono paesi “emergenti” e quindi partono da una base di sviluppo sempre più bassa, perché ormai ci sono 6 o 7 paesi asiatici che sono pari o superiori a noi come reddito. E il resto d’Europa, a parte forse la Francia, va benino, il Canada, gli USA, Australia e persino Russia e Polonia NON SONO NEANCHE IN RECESSIONE, MENTRE NOI SIAMO IN DEPRESSIONE. Questo è ciò che tanti non sembrano capire. Non è il capitalismo globalizzato (modello di sviluppo insostenibile) che consuma troppe risorse naturali: SONO SOLO ITALIA, SPAGNA, PORTOGALLO E GRECIA che vengono soffocate finanziariamente ! (poi l’Inghilterra è un po’ in difficoltà…il Giappone è sempre fiacco e l’Argentina sta andando a rotoli). Da noi dal 1991 è stata la spesa per gli interessi a creare il debito. Senza quelli non ci avremmo né deficit né debito pubblico. Il debito pubblico italiano nasce dagli interessi cumulati. Se avessimo continuato a stampare le lire, il debito pubblico italiano sarebbe stato fortemente minore. La Francia ha smesso di finanziare i deficit pubblici con franchi nel 1976 e quasi tutto l’incremento del suo debito pubblico è stato dovuto agli interessi. Non sono i politici nazionali che hanno rubato ad aver causato la crisi attuale. Non hanno intrallazzato di più di quelli dei paesi emergenti in cui ora i giovani italiani emigrano. Se gli ingegneri di Brescia emigrano in Malesia perché lì li pagano 4.000 euro invece di 2.000, non è a causa del finanziamento pubblico dei partiti o di Fiorito. E’ perché i politici sono ignoranti, superficiali, incapaci e non pensano alla propria nazione più che essere corrotti. L’Italia non è più indebitata dalla media degli altri Paesi industrializzati. Ma le politiche necessarie a risolvere la situazione non sono quelle comandate dagli esperti con l’austerità e il pareggio di bilancio. Esse anzi sono anzi una colossale frode intellettuale con conseguenze tragiche.
La pressione fiscale totale sulle imprese è in Inghilterra il 35%, in Spagna il 38%, in Olanda il 40%, in Germania il 46%, in Italia il 645 !! Anche un bambino capirebbe che si devono tagliare le tasse! A causa della crisi del 2008 le Banche Centrali, per salvare le banche, hanno dovuto creare moneta per 7 trilioni e ammettere che possono creare tutta la moneta che vogliono senza vincoli e hanno creato moneta anche per finanziare i deficit pubblici in USA e UK. Quando suggerisci che il 90% degli economisti italiani si sbagliano sul debito e deficit pubblico, le tasse e l’austerità, incontri scetticismo, perché la gente sui giornali legge 9 articoli su 10 che dicono l’opposto e giustificano l’austerità e il pareggio di bilancio o l’euro.
Maurice Allais, premio Nobel per l’economia, ed euroscettico dice:“Quelli che decidono vogliono fanno sì che il pubblico ascolti solo degli ignoranti o dei propagandisti“.
Uno dei top economisti, Fred Mishkin, che è stato anche assieme a Greesnpan e Bernanke alla FED, quindi è uno che conta, viene intervistato nel documentario “INSIDE JOB” sulla Crisi Finanziaria di Charles Ferguson, e gli chiedono perché ha ricevuto 200mila dollari dalle banche per scrivere che non c’erano rischi appena prima che tutto collassasse. Ma tra i suoi sponsor troviamo la Fed, la Goldman Sachs, la Deutsche Bank.. Sono pagati per scrivere quello che scrivono. Nel 2008 solo il 5% degli economisti previde il crack finanziario. Sono dei falliti, dovrebbero essere licenziati. Gli economisti sono spesso al servizio delle multinazionali, delle grandi banche e delle banche centrali, da cui ricevono consulenze, finanziamenti, incarichi e posti nei consigli di amministrazione. E anche gli economisti che non sono in questo circuito importante dei Krugman, Feldstein, Blanchard (o da noi Zingales o Reichlin) aspirano ad essere accettati da grandi banche e banche centrali. I professori di economia controllano le università e i media che nel mondo contano e che dettano legge e ricevono milioni di dollari da banche e istituzioni finanziarie. Ecco perché scrivono che il deficit pubblico va finanziato vendendo debito sul mercato finanziario o che il debito pubblico dell’Italia è eccessivo e occorre austerità o dismissioni e che non si può aumentare la quantità di moneta perché si rischia inflazione…E Invece si deve eliminare il costo degli interessi sui BTP che si mangia ora 80 miliardi l’anno. Se lo si fa, si POSSONO RIDURRE LE TASSE SUBITO, senza conseguenze negative e senza aspettare la mitica “lotta agli sprechi” (che è doverosa, ma se aspetti quella per poter ridurre le tasse intanto l’economia muore).
1) in tutto il mondo industriale dal 2008 la “Stampa di Moneta” E’ GIA’ IN CORSO OVUNQUE. “Stampare moneta” è la politica dei maggiori paesi industriali e per un totale ora superiore agli 8.000 miliardi (in dollari), se sommi Banca Centrale Svizzera (500 mld), BCE 3.400 miliardi, FED (3.000),Banca di Inghilterra (800 mld) e Bank of Japan (1.000 mld). Tutto il mondo lo fa. Meno noi.
2) Perché allora solo la Banca d’Italia non lo può più fare? La Banca centrale svizzera ha creato franchi svizzeri per una cifra pari al PIL della Svizzera… quella del Giappone per 2 volte il PIL del Giappone…, la Banca di Inghilterra ha comprato TUTTI I BOND EMESSI DAL GOVERNO INGLESE NEGLI ULTIMI 3 ANNI. E dopo averli comprati gira gli interessi al governo a conferma che Governo e Banca Centrale sono di fatto la stessa cosa, che il governo si ricompra da solo i titoli di stato che emette la settimana prima. Grazie al fatto che non li vendono sul mercato come noi masochisti italiani gli inglesi pagano l’1% e noi più del 4% sul debito pubblico.
3) Ma questo è normale, STAMPARE MONETA ERA LA NORMA fino a fine anni ’70 IN tutto il mondo industriale. L’Italia e tutti gli altri paesi del mondo da metà ’800 fino al 1980 HANNO SEMPRE STAMPATO MONETA PER COPRIRE I DEFICIT PUBBLICI. Dall’Unità d’Italia in poi la maggioranza dei deficit di bilancio dell’Italia sono stati colmati con accrediti della Banca d’Italia.
4) questi 8 mila miliardi di moneta creata dalle banche centrali dal 2008 vengono utilizzati per comprare obbligazioni, titoli di stato, mutui ed altre attività finanziarie dalle banche e da investitori istituzionali. Per cui gli investitori istituzionali e le banche che avevano qualche titolo che quotava ad esempio a 70, se lo ritrovano di nuovo alla parità a 100 e non perdono miliardi. Non sono soldi distribuiti al popolo e nemmeno ai politici. Ci comprano solo obbligazioni e mutui facendo un favore al mercato finanziario. Inflazionano i mercati finanziari, non il paniere dei beni di consumo ISTAT.
5) Quello che si propone è che l’Italia possa fare quello che fanno tutti gli altri Paesi (fuori dall’Euro), cioè che la Banca d’Italia ricompri gradualmente i BTP come fa la Banca di Inghilterra. Si vuole STAMPARE MONETA PER RICOMPRARE I BTP E RIDURRE ALL’1% IL LORO COSTO schiacciando il fottuto spread a zero in modo che non se ne parli più. Così lo stato italiano può risparmiare da 60 a 80 miliardi di interessi l’anno. Il risultato della politica permetterebbe di ridurre spesa pubblica, che in Italia da 30 anni è fatta in buona parte di interessi. Negli anni ’90 la spesa per interessi era il 10% del PIL e il 20% della spesa pubblica totale e nel corso del tempo tutto il debito pubblico italiano che si è accumulato è ora costituito da interessi.
IL PROBLEMA FINANZIARIO DELL’ITALIA E’ IL MENO DIFFICILE DA RISOLVERE
Come ora dice spesso Grillo: ” Abbiamo 2mila Miliardi di Debito Sui Cui Paghiamo 100 Mld di Interessi!!! E’ pazzesco!”. Non ha senso logico pagare interessi superiori all’inflazione su un investimento garantito dallo stato come sono i BTP.
(Quello che paghiamo sono per la verità al momento 70 mld e non 100 mld, ma il costo aumenta ora con le nuove emissioni e nel giro di due/¬tre anni si avvicinerà ai 100 mld)
Non ha mai avuto senso dissanguarsi per pagare interessi su interessi sul debito pubblico e se una volta se ne parlava di meno è solo perché l’economia italiana prima della Globalizzazione e dell’Euro era più robusta e sopportava meglio questo salasso.

USCIRE DALL’EURO NON E’ L’UNICA SOLUZIONE
Chi ora pensa che tornare alla lira sia la soluzione fondamentale al problema non ricorda che l’Italia nel 1990/¬1996 usava IL 20% DELLA SPESA PUBBLICA E IL 10% DEL PIL PER GLI INTERESSI sul debito pubblico. I difensori dell’Euro usano questo per dire che conviene. Hanno torto in generale, perché i danni dell’euro alla competitività dell’Italia sono maggiori dei risparmi che ha creato sugli interessi.
Ma è assolutamente vero che se torni alla lira e basta, torni anche a pagare, magari non il 10¬-12% di interessi come succedeva all’Italia nei primi anni ’90, ma almeno un 6¬-8% su 2.000 mld di debito pubblico, cioè da 120 a 160 mld. Se tu ridenomini da euro a lire questi miliardi sono sempre 120 o 160 miliardi di nuove lire. E’ vero che passare alla lira creerà inflazione che aiuterebbe a ridurre il peso del debito, ma se continui a finanziarti sul mercato finanziario, in realtà questo ti chiede di pagare sempre tassi superiori all’inflazione. Se tornando alla lira l’inflazione sale al 5% ti chiedono il 7%…se l’inflazione sale al 6% ti chiedono l’8%…
Assumendo di tornare alla lira con 1 lira = 1 euro avrai un PIL di 1600 miliardi, un debito pubblico di 2000 miliardi e un costo di interessi sul debito pubblico probabilmente tra 120 e 160 miliardi di lire, ma sempre miliardi. Torni alla situazione dei primi anni ’90.

MA SI POSSONO RIDURRE LE TASSE DI 150 MILIARDI SENZA TORNARE ALLA LIRA
Esistono almeno 3soluzioni tutte valide per evitare di pagare nel dei 4-¬5% di interesse su 2.000 mld di debito come succede ora all’interno dell’Euro, che possono arrivare a 90-¬100 miliardi e nel caso di ritorno alla lira diventano anche 150 o 160 miliardi l’anno di interessi. Rispondono ad una logica pratica e non richiedono l’uscita dall’Euro e non richiedono di costringere la Banca d’Italia a finanziare direttamente i deficit pubblici come ai faceva prima del 1981 e del famoso “divorzio” Tesoro-¬Bankitalia orchestrato da Carli e Andreatta dopo cui il costo degli interessi è triplicato.
1) La soluzione di Marco Cattaneo: i Certificati di Credito Fiscale combinati con BOT comprati dalle banche italiane. Con questo riduci di 100 miliardi le tasse sulle aziende e di 50 miliardi le tasse sul lavoro, crei 150 miliardi di potere d’acquisto immediatamente. Questo senza uscire dall’Euro, senza cancellare o rinegoziare i trattati europei, utilizzando solo i potere attuali del governo italiano nell’ambito dell’Eurozona. I certificati proposti da Cattaneo puntano al fatto che in 2 anni il reddito nominale dell’Italia cresca di almeno 300 miliardi, per cui anche se lo stato perde 150 mld di tasse a regime lo compensi con l’incremento di reddito (di cui quasi metà finisce in tasse). Dopo 2 anni lo stato si ritrova 150 mld in meno di incassi e l’iniezione choc di 150 mld l’anno nell’economia produce un reddito NOMINALE addizionale anche di 400 mld (in ogni caso più del doppio dei 150mld annui persi di tasse).
Questo discorso sulla riduzione di tasse tramite i CCF è corretto, ma ci potrebbe essere un attacco speculativo sul BTP. Contri tale rischio, nel periodo iniziale se smetti di emettere BTP sostituendoli con BOT e fai un accordo con le banche italiane perché li comprino loro all’1% ad es., ciò ridurrebbe il costo dell’indebitamento, tagliando fuori il “mercato” perché per due anni ad esempio sono le banche italiane che comprano i BOT. I Bot non richiedono capitale addizionale, e se offri loro un rendimento appena sopra il costo della raccolta non aggravi i loro bilanci…
2) Emettere dei BTP “a valenza fiscale”
Sono titoli che i contribuenti possono utilizzare per pagarci le tasse e che quindi non perdono valore perché sono accettati alla pari dallo stato per pagare le tasse, “BTP a prova di default“, dentici ai BTP, ma con una clausola che dice: “In caso di default, di non pagamento da parte dello stato italiano di parte del capitale di questo titolo, questo bond continuerà a pagare interesse e il suo valore nominale e gli interessi dovuti su di esso possono essere usati per effettuare pagamenti di qualunque genere verso lo Stato.”
Questi “BTP basati sulle tasse” possono essere emessi da subito e poi si può prevedere che vengano accettati dallo stato per saldare pagamenti nei suoi confronti solo quando questi dichiari un default sui BTP. Oppure si può prevedere che vengano accettati in ogni caso per saldare pagamenti verso lo stato, anche prima e indipendentemente da un default. In entrambi i casi io so che avranno sempre un valore molto vicino al valore nominale (100) perché potrò usarli per pagamenti nei confronti dello stato al loro valore nominale
3) emettere solo BOT al posto dei BTP e farli comprare alle banche italiane all’1%
Come noto i BOT costano sempre un quinto dei BTP che hanno scadenza lunga per cui automaticamente ti riducono il costo degli interessi dell’80%. I BOT non richiedono capitale addizionale alla banche secondo Basilea e se offri un rendimento appena sopra il costo della raccolta non aggravi i loro bilanci. La logica è che le banche di fatto sono garantite in tre o quattro modi diversi oggi dagli stati e quindi possono ricambiare il favore aiutando ad aggirare il vincolo del mercato finanziario.
4) finanziare direttamente i deficit pubblici con prestiti bancari (come la Cina) che finanzia i deficit pubblici (dei governi locali, che però sono il 50% del PIL), direttamente con prestiti bancari all’1%. Questo era il sistema che usava in realtà anche la Germania negli anni ’70. In pratica il Tesoro italiano si fa dare prestiti all’1% circa, scadenza 2-3 anni, da Intesa, Unicredit, Ubi Banca o anche semplicemente dalla Cassa Depositi e Prestiti. Vedi qui l’articolo del 2011 di Richard Werner, l’economista che ha inventato quando era in Giappone nel 1996 la politica di “Quantitative Easing” (Alleggerimento Quantitativo) che adottano ora Inghilterra, America e Giappone.

Queste soluzioni sono fattibili ORA, all’interno dei trattati europei, senza uscire dall’Euro. Allo stesso modo in cui la brillante e ingegnosa soluzione dei Certificati di Credito Fiscale è fattibile da subito per un governo italiano. Se combini un massiccia riduzione di tasse di 150 mld come quella proposta da Cattaneo tramite i CCF con una riduzione dell’80% del costo degli interessi sul debito pubblico hai risolto il problema finanziario dell’Italia. Non continui a strangolare l’economia italiana con l’austerità e le tasse, ma fai il contrario esatto, inverti la direzione perché aggiri il vincolo e sconfiggi il ricatto dei dannati “Mercati Finanziari”.
I problemi di tipo finanziario si possono risolvere. Contrariamente a quello che ci stanno raccontando sono anzi i più facili da risolvere. E’ questa una tesi isolata e bizzarra? In Italia per ora forse sì, ma solo per provincialismo e pigrizia mentale. All’estero sia in pratica che in teoria questa impostazione è discussa a livello della Banca di Inghilterra e proposta da personaggi di primo piano dell’establishment finanziario.

A MONETIZZARE IL DEBITO SI CREA INFLAZIONE?
Sono 4 anni esatti che gli USA hanno adottato la politica chiamata in modo criptico “Alleggerimento Quantitativo” (“QE”), ne hanno già lanciato 4 di programmi e l’Inghilterra ha fatto lo stesso. Il Giappone ha iniziato più o meno nel 1996 con politiche di QE (che sono state interrotte e riprese diverse volte).
L’Alleggerimento Quantitativo fa aumentare la quantità di moneta, cioè potrebbe chiamarsi Aumento della Quantità di Moneta, ma per essere più eleganti o non spaventare lo si è chiamato solo “Alleggerimento Quantitativo”.

Ovvio che se si monetizzano deficit pubblici dell’8 o 10% del Pil per anni si potrebbe creare inflazione, ma non per il modo in cui si finanziano i deficit, SOLO PERCHE’ SAREBBERO DEFICIT MOLTO ALTI. Ma alti rispetto a cosa?
In USA siamo al 5° anno di deficit sopra i 1.000 mld di dollari e la disoccupazione è ancora all’8%. Solo se sei in piena occupazione ti devi preoccupare dei deficit pubblici perché allora cominciano a salire stipendi e salari e inizia una spirale prezzi-salari… Al momento nel mondo occidentale non ci sono segni di rincorsa salariale, anzi stipendi e salari non tengono dietro all’inflazione come hanno mostrato i dati USA di venerdì 1 marzo (“personal income, redditi al netto dell’inflazione: -3.6% anno su anno).
Per l’inflazione il MIT ha da 3 anni un programma di calcolo dell’inflazione (“Billion Price project“) in cui analizzano milioni di prezzi che si trovano online per ricalcolare l’indice dei prezzi e l’inflazione. Questo è un calcolo dell’inflazione che non dipende dal governo senza influenze politiche dirette e i criteri di calcolo sono pubblicati per cui può essere riprodotto in teoria da chiunque visto che usa dati su internet. Bene, fatto 100 l’indice dei prezzi nel 2008 oggi siamo a 106 negli USA. A inizio 2009 l’inflazione online era a -2% e il massimo è stata una punta del 3.9% annuale a fine 2010. L’inflazione online calcolata dal MIT è al momento 1.9%.

A LONDRA STANNO MONETIZZANDO IL DEBITO PUBBLICO

Non ci sono solo Grillo e Berlusconi, in favore della monetizzazione del deficit, a Londra ormai lo sono molti di quelli che contano. Il capo della Consob inglese, Adair Turner, personaggio sul livello di Draghi, uno dei più influenti nel mondo delle banche centrali ha dichiarato che è ora che i governi si finanzino i deficit da soli, tramite moneta e non vendendo titoli di stato. La cosa patetica è che se leggi le pagine economiche dei giornali italiani non se ne è accorto nessuno, sono ancora impegnati a spiegarti che non si possono ridare indietro i 4 mld dell’IMU. Intanto questo da Londra dichiara che è ora di finanziare i deficit con moneta e basta e di farla finita coi titoli di stato.

Giovanni Zibordi è il più bravo analista finanziario che abbiamo in Italia, è un economista sopraffino ed ha una cultura generale impressionante che spazia dalla storia alla sociologia. Di recente ha pubblicato il libro ‘Una soluzione per l’euro’, dove indica delle strade possibili per l’uscita dalla crisi italiana, tutte in direzione contraria al dogma dell’austerità. Egli segnala operazioni di trading agli abbonati a pagamento, ma scrive di tutti gli altri argomenti (ed a volte anche di trading) all’interno del forum cobraf, liberamente e gratuitamente accessibile da tutti. Zibordi segue moltissime fonti internazionali, segue i mercati quotidianamente, elabora le informazioni e quindi fornisce previsioni e sintetizza gli avvenimenti come nessun altro in Italia. Ed è la sola fonte italiana tra quelle che io leggo, da cui io abbia trovato spiegazioni esaurienti su chi davvero governa l’Occidente.
Nella realtà avviene qualcosa che la gente normale non capisce: il denaro non esiste, solo i beni concreti esistono e hanno un valore di mercato, il denaro no, è una creazione fasulla. Il denaro è al 95% credito creato dal niente dalle banche, ma dal 2008 in alcuni Paesi importanti è per metà “credito” a costo zero della Banca Centrale che ugualmente lo crea dal niente. In Germania il credito alle imprese è fornito per il 70% da Landesbankene e Sparkassen che hanno pessimi bilanci e non guadagnano niente. In Cina da banche semipubbliche che hanno bilanci farlocchi e non guadagnerebbero niente se uno applicasse loro gli standard di Unicredit o BNP Paribas. “
…………..
La creazione del denaro è una funzione pubblica, tramite la Banca Centrale o le banche semipubbliche, o anche private, ma dirette dal Governo. E così la Banca d’Inghilterra si è assorbita 600 miliardi di titoli di stato a costo zero e li farà sparire in un meandro del bilancio.Noi invece siamo svenduti ed umiliati in nome di un assurda ed aleatoria diminuzione di un debito che non avverrà mai.
Lo sapevate che l’Italia è in avanzo primario da 20 anni, cioè spende meno di quanto incassa e che tutto quello che spende va a coprire gli interessi sul debito maturato tra il 1981 e il 1994 periodo in cui, dopo il divorzio tra Banca d’Italia e Ministero del tesoro ,è letteralmente raddoppiato!
L’Italia si trova nella condizione di impossibilità di svalutare la moneta e quindi è costretta a svalutare il lavoro attraverso la riduzione degli stipendi del 20-30%, ma allora che differenza c’è tra la riduzione degli stipendi e l’inflazione a due cifre se si esce dall’euro che secondo alcuni fa perdere sodi ai ceti meno abbienti?
Ecco a cosa serve il debole Governo di Renzi, iniziano dai BOT per arrivare ai conti correnti.
Gira un documento della Bundesbank in cui si consiglia vivamente una patrimoniale sui conti correnti e sui depositi degli italiani che detengono la seguente liquidità così ripartita: 115 mld. sono in banconote, 692 mld. in depositi bancari e 470 mld. in depositi postali. Per completezza di dati, i titoli pubblici italiani di proprietà delle famiglie sono “appena” 185 miliardi. Il tutto per risanare il debito pubblico e privato in mano alle banche; un Governo Renzi di larghe intese sarebbe in grado di farlo ricordando il precedente del Governo Amato nel 1992 con cui si prelevò lo 0.6 per 1000.
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Nino
Ora Renzi va dicendo che i sacrifici e le riforme non ci sono imposti dall’Europa, ma sono nostre scelte, autonome, necessarie per rilanciare la crescita. In realtà basta poco a capire che si tratta di una doppia truffa. Primo, queste scelte ci sono state imposte dall’Europa sin dal 2011, affermare il contrario è come negare che siamo in marzo. Secondo, e non meno importante, l’austerity ed i sacrifici imposti al ceto medio dalla spending non rilanciano affatto i consumi. Anzi tendono a deprimerli, riducendo le entrate fiscali per iva e irpef.
A Renzi fanno dire che non ci sono alternative, ma tutti gli studiosi seri e liberi sanno benissimo che i limiti contenuti nelle regole europee, dal fiscal compact al pareggio di bilancio in Costituzione, sono una camicia di forza che impedirà la crescita. Dietro alle promesse di 80 euro al mese per dieci milioni di lavoratori c’è il vuoto. Intanto a marzo i pensionati vedono aumentate le trattenute per le quote irpef di Comuni e regioni, prendendo circa 100 euro di meno rispetto al mese precedente, e sui 1500 euro mensili non si tratta di poco.
Gli elettori italiani un anno fa avevano bocciato queste politiche, lasciando intendere che preferivano altro. Come se niente fosse lor signori hanno continuato sulla strada coreana innalzando agli altari un virgulto che è come la classica foglia di fico sui dipinti della Cappella Sistina, quando si volevano coprire le “vergogne”.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1530 26-4-2014 UN 25 APRILE DI VERGOGNA

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La Boldrini nel discorso sulla Resistenza attacca Grillo accusandolo di antisemitismo- Frasi oscene di Napolitano che accosta i due marò ai partigiani e inneggia agli F35 – Lo stupido twitter di Renzi – Fallacità dei sondaggi manovrati – Il M5S sale al 27,4% a solo un punto dal Pd – Inno del M5S per le europee – Dopo Bonaiuti, la Meloni e Cicchitto, si smarca da FI anche Bondi – Se De Benedetti attacca, attacchiamo de Benedetti! – Il lavoro è un diritto? – La riforma di Renzi del Senato è la fotocopia del piano di Gelli – Le ipocrisie del linguaggio- Orwell è più attuale che mai – La Boldrini, indegna della sua carica – La lista Tsipras rischia di non arrivare al 4%. Voti buttati-

Aurora
Ci sono dei periodi così nella vita, in cui niente sembra riuscire e nessuna porta si apre. E’ come un periodo di siccità. Niente cresce nei campi.
Tutto è immobile. Il cuore trema. La fiducia vacilla.
Dobbiamo saperci piegare a mo’ di giunchi, malleabili e flessibili, nonostante la fatica e la paura.

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Viviana
Il mondo tornerà ad essere giusto quando milioni di persone perbene impareranno a non fidarsi di nessuno e capiranno che l’unica democrazia degna di questa nome è quella in cui i cittadini si governano da soli.

ANNO DOMINI MCMXLVII. – QUASIMODO

Avete finito di battere i tamburi
A cadenza di morte su tutti gli orizzonti
Dietro le bare strette alle bandiere,
di rendere piaghe e lacrime a pietà
nelle città distrutte, rovina su rovina.
E più nessuno grida: «Mio Dio. Perché
mi hai lasciato?». E non scorre più latte
Né sangue dal petto forato. E ora
Che avete nascosto i cannoni fra le magnolie,
lasciateci un giorno senz’armi sopra l’erba
al rumore dell’acqua in movimento,
delle foglie di canna fresche tra i capelli
mentre abbracciamo la donna che ci ama.
Che non suoni di colpo avanti notte
L’ora del coprifuoco. Un giorno, un solo

Giorno per noi, padroni della terra,
prima che rulli ancora l’aria e il ferro
e una scheggia ci bruci in piena fronte
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Alberto Amiotti
Il 25 aprile 1945 i nostri nonni ci regalarono la libertà. Purtroppo mancavano le istruzioni per l’uso.
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Mister Donnie13
La casa di Antonio Gramsci diventa un hotel di lusso. Sapreste riassumere meglio la storia del partito?
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Bellissimo commento di Tiberio Malaparte sulle esternazioni da scimunita della Boldrini che oggi 25 aprile non trova di meglio che attaccare Grillo come nemico della Shoa:
“.. ci fu chi andò in montagna per difendere la dignità e c’è chi preferisce andare sul colle per calpestarla“.

IL TWITTER DI RENZI
Qualcuno attacca Grillo perché non era in piazza ad applaudire le stronzate della Boldrini e ddi Napolitano. Si vede che a quel qualcuno piaceva di più Renzi che se l’è cavata con un twitter: «Un grazie ai ‘ribelli’ di allora. Scorrono i loro nomi: Silvano, Eda, Giorgio, Liliana, Elia e tanti altri. Viva l’Italia libera #unamattina».
Obietta un ignoto: “Chissà se Renzi ha scritto questa riflessione guardando il balcone alla dx dell’Altare della Patria. Confermando la sua tendenza di uomo di sx che guarda con attenzione a dx, ha utilizzato un termine cattivo delle Repubblica sociale italiana per ricordare i caduti della lotta per la Liberazione. Erano i fascisti a chiamare dispregiativamente i partigiani come «Ribelli» durante quegli anni terribili. Basterebbe osservare il celeberrimo manifesto voluto dalle Brigate Nere e dalle autorità repubblichine nel luglio 1944. Il titolo è eloquente: «Banditi e ribelli. Questa è la vostra fine». Lapsus freudiano.
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Viviana
Dopo la tragica alleanza col bimbominkia, Berlusconi ha cambiato la sua versione sui bambini bolliti.
Non li mangiano più i Cinesi, li mangiano i grillini!
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Notturno concertante
Difesa, Napolitano: “ Ci sono anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare”. Lui invece, già dal 1956, è sempre stato favorevole ai carri armati.

Carlosls
Renzi su Twitter: «Un grazie ai ribelli di allora, viva l’Italia libera».
Poi si fa prendere la mano: “Appendiamo a testa in giù quel bastardo al governo!”.
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Doctor C
25 aprile. La Boldrini attacca Grillo: “La memoria non può essere offesa”..
Questa verrebbe sul cazzo anche a Gandhi.
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Spinoza
Il prefetto di Pordenone vieta di cantare Bella ciao alla cerimonia del 25 aprile. Il regolamento richiedeva solo inediti.
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Il 25 aprile lo ha definito bene il Pd: “Atteggiamenti squadristi che offendono le nostre istituzioni”. Insomma un autogoal spaventoso. E’ sempre così quando la morte della repubblica la fai celebrare al boia.
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Areneus
Napolitano dichiara incancellabili i valori della Resistenza.
Mica sono registrazioni di telefonate con mafiosi!

Lalla cita
Gianni Lannes
Ma quale liberazione? Da antifascista, figlio di antifascisti e nipote di partigiani che hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale i nazifascisti armi in pugno, dico: basta con la retorica del 25 aprile. Dal 3 settembre 1943 (armistizio corto di Cassibile), l’Italia non ha più alcuna sovranità. Dal 1957 l’invasore nordamericano ha imbottito di ordigni nucleari lo Stivale. Da allora la Penisola viene usata come una portaerei per fare la guerra a mezzo mondo.
I politicanti italidioti, causa primaria dei mali del belpaese, sono i burattini dello zio Sam, unitamente alla massoneria che ha occupato i gangli vitali dello Stato dal 1861.
A parte i negazionisti dell’aerosolterapia bellica, in circolazione ci sono pure sotto mentite spoglie i narcotizzatori del rischio nucleare. Basta compulsare la letteratura scientifica per comprendere che dosi infinitesimali di radioattività sono in grado di innescare mutagenesi, patologie tumorali e malformazioni fetali. Deficienti: il Plutonio è un radionuclide artificiale che ha, notoriamente e precisamente, un’emivita di 24 mila e 400 anni. Secondo il professor Umberto Veronesi (ex ministro della Sanità), di certo non un sovversivo come il sottoscritto, ben “20 milioni di italiani attualmente sono malati di cancro”.
I cosiddetti “alleati” hanno affondato nei mari d’Italia, precisamente Adriatico e Tirreno, migliaia di bombe caricate con aggressivi chimici vietate dalla Convenzione di Ginevra e del Trattato di Parigi, e ordigni all’uranio impoverito. In Europa, se vige ancora il diritto internazionale, vale il principio “chi inquina paga”.
Dalla strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947), telecomandata da Washington in poi, è in atto la strategia della tensione. E’ ora di cacciare via dalla nostra patria gli invasori yankee. I governi tricolore sono sempre stati eterodiretti. L’Italia non è una colonia a stelle e strisce, e noi non siamo cavie. Via tutti i politicanti e tutti i partiti del malaffare”!

Dichiarazione di 5stelle alla Camera:

Liberazione.
Una battaglia per i diritti dei cittadini, dei lavoratori, degli intellettuali. Una battaglia per garantire la libertà di pensiero, la libertà politica, la libertà di informazione. Una battaglia per garantire la cultura, la salute, la qualità della vita. Era il 25 Aprile, una battaglia che credevano vinta e che credevano avrebbe cambiato il mondo.
Non gli hanno lasciato cambiare niente.
Dopo 70 anni, cosa resta di quel sogno? Cosa resta della libertà, della democrazia, della qualità della vita?
Cosa resta di quella battaglia?

Resistenza.
E’ rimasta una parola sacra. Fatta di santini, ricordi, sbiadite foto in bianco e nero, coccarde, gonfaloni. Fatta di cerimonie, corone, rivendicazioni e appropriazione di simboli.
E’ rimasta solo la parola.
Del suo vero significato oggi si ha paura, lo si condanna, lo si diffama. Per decenni si sono uniti, i fascismi rossi e quelli neri, le chiese e le ideologie. Unite a rendere esangue quel sogno di libertà.
Eppure oggi, 25 Aprile 2014, mai come adesso si avrebbe bisogno di Resistenza e di liberazione. Si avrebbe bisogno di portare a termine quella battaglia rimasta sospesa: Resistenza contro chi affama, Resistenza contro chi opprime, Resistenza contro chi inganna, Resistenza contro chi depriva e ruba e mente. Liberazione dalle catene della finanza, liberazione dalle catene dei trattati internazionali, liberazione dalle catene di un potere globale che tutti schiaccia.
Resistenza e liberazione. Due parole che oggi, 25 Aprile 2014, non si possono più pronunciare, diventate terribile tabù. Perché se le pronunci, se ci credi, se vuoi viverle davvero e fino in fondo, ti chiameranno con un’altra parola che solo gli oppressori -70 anni fa- amavano usare.

Briganti
Nel suo attacco di oggi a un Berlusconi maestro di ipocrisia, Travaglio scrive: “I giudici hanno scoperto solo le briciole:i movimenti di denaro sui suoi conti ufficiali, i fiumi di fondi neri nei 64 paradisi fiscali di cui si vanta, debbono nascondere ben altro e ben altri che Craxi, Squillante, Metta,Previti,Dell’Utri e un pugno di marescialli! Per consentire di spadroneggiare sui parlamenti e sui governi tra decreti salva tv,leggi ad personam, trattative stato-mafia, bicamerali, indulti, larghe intese…e inciuci vari fino al patto del Nazareno (e la sx non stava solo a guardare) e la lista dei beneficati è ben maggiore di quella nota. E anche attuale visto che la protezione del Pd continua”.
Ma di tutto questo orrore che dura da 20 anni e non finisce mai, i molestatori del Blog che cosa vedono? Un benemerito nulla! vedono solo Beppe Grillo, odiano solo Beppe Grillo, gli inventano sempre nuove diffamazioni mentre continua il mantra di quelle vecchie. E continuano imperterriti a sostenere chi il fascismo e la lotta all’opposizione li ripropone con più forza che mai sotto le celebrazioni ipocrite dei morti della Resistenza!
E dunque quando Grillo accusa Nap di golpe e di rielezione incostituzionale tuoni e fulmini!
Ma se è Berlusconi ad accusarlo di golpe dichiarando che ha 12 testimoni che possono provare che il PdR ha complottato per separare Fini da lui e farlo cadere con mezzi illeciti, il silenzio del PdR e dei giornali è abissale!
Berlusconi può dire quello che vuole e non sarà toccato, perché i suoi voti si possono comprare.
Grillo invece si può mandarlo al capestro, perché i suoi voti non si possono comprare!
E’ questa la democrazia! E’ questa la libertà democratica di stampa? E la presunta libertà dei partiti?

LE CELEBRAZIONI GROTTESCHE
Viviana Vivarelli

Il colmo è stato sentire un discorso del PdR che inneggiava alla guerra, come se i partigiani fossero morti per fare altre guerre aggressive e non per entrare in un periodo di pace.
Il secondo colmo è stato vedere accostare ai morti per la Resistenza le prigioni dorate in albergo di due volgari assassini assoldati da un signore del petrolio.
E, terzo colmo, mentre il codardo Napolitano si slanciava in elogi che preferivamo non sentire mai, uno dei due marò in questione mandava il suo saluto ai secessionisti veneti, chiarendo una volta per tutte che non appartiene nemmeno a quell’Italia a cui Napolitano vuole tanto farlo ritornare.
Ma davvero qualcuno può pensare che gli uomini che hanno dato la vita nella Resistenza lo abbiano fatto per un’Italia succube degli interessi tedeschi, dove ci si allea a chi il fascismo lo sostiene, che calpesta i diritti civili e stupra la Costituzione? Dove si intende far sparire lo stato sociale e allargare il distacco tra ricchi e poveri?
Un’Italia dove si corrodono i diritti del lavoro, si scuotano di senso le istituzioni, si demonizzano le opposizioni e si tenta di cacciarle dal parlamento? un’Italia dove domina il pensiero unico e dove chi si distacca dal dettato di regime è messo all’indice come un terrorista????
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Indegno l’accostamento fatto da Napolitano dei due marò prigionieri in hotel dorati in India ai morti della Resistenza. I due, pur facendo parte dell’esercito italiano, prestavano la loro opera sulla nave petroliera Enrica Lexie, nave totalmente privata della società armatrice privata, degli armatori fratelli D’Amato di Napoli.
Nessuno si chiede come mai due soldati italiani dovrebbero difendere gli interessi di un petroliere privato? Potrebbero uccidere due pescatiri inermi ed essere pure considerati eroi della patria?
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Grillo ha ragione a dire che ci sono divisioni artificiali che coartano gli uomini in appartenenze fasulle spingendoli a combattersi fra loro dimenticando i veri autori della loro sofferenza: i cattivi governanti!
Queste divisioni che fanno il gioco dei politici malsani, sono sventolate per dividere come fa il cattivo sport con gli ultras opposti, allontanando dalla critica partitica e usando tutto in modo strumentale al potere: dx e sx, fascisti e antifascisti, democratici e antidemocratici, politica e antipolitica. Questo trucco del potere chiama populista chi ascolta il malessere sociale e buon governo chi storpia la costituzione, inneggia alle armi, imbavaglia le voci critiche e strozza la democrazia .
Il potere corrotto sa che, dividendo la gente, governerà più facilmente, così spinge i più deboli a spaccarsi in bande fratricide che sprecano energia nel combattersi, spesso senza nemmeno capire il significato dei nomi che si attribuiscono. Il potere è contento se ci combattiamo tra noi come i polli di Renzo che si beccavano mentre lui li portava al macello. Così i faziosi si azzannano tra loro, dimenticando che il vero nemico è il potere corrotto, che fa i suoi affari sporchi fregandosene di dx e sx, di fascismo e antifascismo mentre il potere non è mai diviso da ideologie ma ha sempre avuto mangiatoie comuni per spartirsi gli utili (basta pensare a 20 anni di patto occulto tra csx e cdx o vedere cosa fa oggi Renzi con Berlusconi).
Dx e sx, fascismo e antifascismo sono oggi categorie svuotate di senso da chi ci governa per l’unico senso che esiste per lui: l’oppressione della democrazia per il trionfo degli interessi personali.
Destra e sinistra sono state ideologie importanti un tempo ma oggi sono scatole vuote e non rappresentano più niente per chi ci comanda, ridotte ad armi di distrazione di massa, false etichette che valgono solo per la gente comune.
La Boldini parla di antifascismo mentre impone la ghigliottina alle opposizioni.
Zanda parla di democrazia mentre tenta di fare una legge per tenere 9 milini di elettori fuori dal parlamento.
Napolitano parla di pace e democrazia mentre attenta alla Costituzione ed elogia cacciabombardieri che dovrebbero portare bombe atomiche americane.
Sono loro i primi a calpestare il senso delle parole che usano.
E dunque ha detto bene Grillo: “Fascismo e antifascismo? Non mi compete”.
Un tempo c’erano ideologie che avevano alla loro base potenti valori e ideali, grandi progetti e passioni. Oggi di queste ideologie nei nostri governi non è rimasto più niente, esiste solo il lucro, l’interesse materiale, la menzogna e il potere.
Le parole che un tempo corrispondevano a visioni del mondo oggi sono meri strumenti vuoti e utilitaristici con cui i potenti coartano la parte più debole del popolo spingendola a passioni cieche e inconsulte. Un linguaggio orwelliano usa le persone come burattini manipolabili che si attaccano alle parole vuote come a stampelle esistenziali sfogando le passioni in sterili battaglie in basso, dimenticando in ciò le colpe di chi sta in alto.
Fascismo… antifascismo, democrazia..antidemocrazia…termini che perdono ogni giorno di più il loro significato sulle bocche di questi malnati attaccati ad un potere perverso che manipolano la gente più con l’odio e le divisioni che con i progetti costruttivi e il giusto governo. Impossibile non vedere come questa manipolazione del linguaggio porti ad una manipolazione delle coscienze, riducendo la pratica civile alla rissa inconsistente di fanatici faziosi.
Orwell si chiedeva se fosse possibile fissare un regime oligarchico politico o amministrativo, caratterizzato dall’accentramento del potere su un ristretto gruppo di persone, o una sola persona circondata da una corte di accoliti, che usa il potere e lo Stato a proprio esclusivo vantaggio, asservendo il resto della popolazione. Un sistema che non deve confondersi con l’aristocrazia o governo dei migliori ma è piuttosto una plutocrazia, dove governano solo i ricchi o dove un individuo più furbo degli altri riesce a consolidare il proprio potere acquisendo crescenti vantaggi, facendo credere ai ricchi che farà anche i loro interessi mentre plagia i meno ricchi con strategie psicologiche mediatiche.
Nella società super-accentrata descritta da Orwell, ogni forma di democrazia è scomparsa, non esiste critica né lotta politica, non è permesso il dissenso, non esiste l’informazione. Il partito unico domina la società perché si è impadronito delle menti dei sudditi e ha instaurato un fanatismo psichico.
Nello stato totalitario descritto da Orwell conta solo il gruppo egemone, che comanda attraverso la figura del Capo, l’uomo-immagine che ha il potere massimo e lo gestisce esclusivamente per sé, eliminando qualunque forma di controllo o freno, mentre a tutti gli altri è rilasciato il compito di servire, ubbidire, produrre beni e combattere le guerre. Il romanzo sociale “1984” è una utopia negativa, descrizione di un mondo dove non vorremmo vivere e dove il potere si serve del plagio psicologico con strategie basate sul linguaggio e le induzioni mentali. “1984” è la storia di ciò che può accadere se si permette a un certo tipo di potere, spregiudicato e amorale, di prendere il potere e di usarlo in modo assolutistico.
In questo stato dittatoriale il Capo dei vincitori e governanti si arroga il diritto di prevaricare gli altri, aumentando ad libitum i propri privilegi.
Un tempo esisteva una casta che aveva privilegi ereditari. Oggi abbiamo una classe economicamente dominante (la partitocrazia) che si arroga tutto il potere e si pone sopra la legge agendo attraverso un solo individuo che si impone col culto della personalità.
Orwell ci mostra cosa accade quando poche persone o una sola concentrano il potere su di sé, in un accumulo gigantesco e iniquo, creando strumenti che impediscono di fatto ogni rivoluzione dal basso, bloccando l’evoluzione di ogni politica, impedendo persino la formazione di un pensiero alternativo, demonizzando l’opposizione, contrastando ogni pensiero critico e distruggendo gradatamente la democrazia.
La manipolazione del linguaggio è il primo strumento perché il linguaggio è pensiero.
Con la confusione del linguaggio si porta la repubblica ad una condizione progressiva di fascismo e proprio mentre si finge di elogiare l’antifascismo.
Si imbavaglia e demonizza l’opposizione ma si finge di esaltare la democrazia.
Si inneggia alla pace ma ci si oppone alla riduzione di armi e si esaltano come eroi gli assassini. Si parla di libertà mentre si svende il Paese all’alta finanza.
Così fanno le lingue biforcute che spingono all’odio sociale con la strumentalizzazione di parole che un tempo erano valori e che oggi si sporcano sulle loro bocche menzognere.
La prima via per combattere l’assolutismo del potere è la libertà di pensiero.
La libertà umana passa attraverso i contenuti mentali, e questi si costruiscono attraverso le parole, le frasi e gli slogan, così il primo strumento di un potere assolutistico è l’annientamento dalla libertà di pensiero, attraverso il condizionamento mentale di ognuno, così da destrutturare ogni idea autonoma, inglobarla in opposti significati e rendere impossibile ogni critica e dunque ogni opposizione.
Il potere inizia il suo lavoro di annichilimento della volontà partendo dalla destrutturazione del linguaggio. Le parole vengono staccate dal loro significato finché non arrivano a indicare cose opposte. Il caos dei significati si tramuterà istantaneamente in caos morale, un disordine della coscienza che alla fine la annichilisce, creando il perfetto burattino che sa solo sbraitare insulti sulla faccia all’avversario ma non pratica alcun valore né ne conosce il significato
Antifascismo. Democrazia. Politica. Libertà…parole che sono negate nel momento stesso in cui i loro suoni sono enunciati, perché hanno smesso di vivere come significati e come azioni e sono diventate puri segni a cui l’uomo reagisce il modo automatico come il cane di Pavlov, incapace di capirle e dunque di realizzarle e di criticarne la distanza nei governanti.

Che diritto ha una Boldrini che il fascismo lo pratica di parlare di antifascismo?
Che diritto ha un Renzi che sta demolendo lo stato sociale, i nostri diritti e la nostra sopravvivenza di parlare di buon governo?
Che diritto ha un Napolitano che aizza alle armi di parlare di pace?
Che diritto ha un Pd che vuol fare una legge per escludere dalla rappresentanza parlamentare 9 milioni di persone di parlare di democrazia?
Che diritto ha un delinquente reiterato come B di parlare di riforme e di giustizia?
Che diritto hanno questi corrotti che tentano di violentare la Costituzione di parlare di Repubblica?
E che diritto hanno tutti costoro che stanno svendendo il nostro Paese di parlare di Italia?

Lo scienziato russo Pavlov condizionava i cani a degli automatismi, mostravano loro dei cerchi a cui corrispondeva il cibo e delle ellissi a cui corrispondeva una scarica elettrica e poi cominciava a modificare i cerchi finché l’animale non riusciva più a capire quale fosse il cerchio e quale l’ellisse e impazziva. Questo hanno fatto i media ai cervelli degli Italiani manipolando le parole fino a far coincidere concetti opposti (pace/guerra, amore/odio fascismo/antifascismo democrazia/tirannide..) portando i cervelli al caos cognitivo.
Se non conosciamo il significato delle parole che usiamo, se siamo disposti a credere a paradossi semantici, la nostra mente andrà in blocco, e ci sarà impossibile crearci una struttura sociale, etica, ideale, politica.
Ci sarà tolto lo strumento primaria per ogni formazione umana: un pensiero logico e coerente, che distingue un significato dall’altro.
E dovrebbero governarci questi, che chiamano pace la guerra, chiamano democrazia la distruzione dei diritti democratici, chiamano progresso la svendita di noi tutti all’alta finanza, chiamano libertà il bavaglio all’opposizione, chiamano futuro la precarizzazione a vita e la distruzione dello stato sociale?

LA BOLDRINI, INDEGNA DELLA SUA CARICA
Viviana Vivarelli

La donna che occupa indebitamente la terza carica dello stato è una totale lavativa che si è seduta al suo regale posto di lavoro una volta su quattro.
Ma la sua megalomania è infinita, è una che ha voluto uno staff di 33 servitori e che ci costa 270.000 euro. Perché Renzi non riduce le spese di costei, invece di distruggere il Senato?
Del resto c’è chi dice che deve la sua rapidissima e immeritata carriera ad alti gradi della P2, la stessa P2 che è stata violentemente attaccata da Grillo mentre l’ipocrita mondo politico e mediatico fingeva che l’attacco fosse alla Shoa, saltando a pié pari qualunque riferimento alla P2, come se la parola stessa scottasse, fosse invisibile, non esistesse, segno evidente che la cosa ha disturbato parecchio quelli che comandano i media e che si sono urtati di un attacco così diretto e plteale a un potere nero che unisce ormai in modo evidente cdx csx (non è forse verso che il piano di distruzione della democrazia italiana ripete pari pari il piano di golpe interno di Gelli?).
La Boldrini somiglia molto a quella ipocrita strafottente della Moratti con in peggio una punta di beceraggine in più. Un’altra di cui nessuno lamenterà mai l’assenza della serie delle Moratti, delle Santanchè.
Nobili si nasce, ma ella, purtroppo, non lo nacque.

Le più alte cariche dello Stato non hanno un valore intrinseco, non sono troni vuoti che qualunque testa di casso può occupare.
Le più alte cariche dello Stato rappresentano nella misura massima i cittadini, la sovranità popolare. Incarnano i valori principali di un popolo: la democrazia, la libertà, la verità, il bene del Paese.
Per questi valori e per questi ideali migliaia di Italiani hanno lottato, hanno sofferto, hanno dato la vita.
C’è un solo modo per celebrare le loro opere e il loro sacrificio: rendendo quelle cariche veramente rappresentative della nostra storia migliore, dei nostri valori più alti, riportarle alla loro giusta importanza per il rispetto alla repubblica, per la tutela e la realizzazione di un futuro sostenibile.
E metterci delle cimbraccole o dei venduti alla mafia o alla P2 non è certo il modo migliore per amare il nostro Paese e per fare il suo bene, né per celebrare i morti della Resistenza.
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Excaliburprimo
La Boldrini tenga la lingua in mezzo ai denti quando parla di Shoah.
“Shoah, chiuso da quattro anni padiglione italiano nel memoriale di Auschwitz”
L’Italia è L’UNICO PAESE a NON AVER VERSATO alcuni contributo alla Fondazione di Auschwitz per perpetuare la memoria dell’Olocausto del quale furono vittime anche 7.500 ebrei italiani. Inoltre il Padiglione Italiano al Block 21 del Lager di Auschwitz è chiuso da 4 anni”.
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Lode al post di Cecilia Caracciolo:

Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bilderberg il 25 aprile è morto
nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto
nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto
nella dittatura dei partiti il 25 aprile è morto
nell’informazione corrotta il 25 aprile è morto
nel tradimento della Costituzione il 25 aprile è morto
nell’inciucio tra il pdl e il pdmenoelle il 25 aprile è morto
Oggi evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere.

un parlamento di nominati
guidati da un leader non eletto
che fanno a pezzi le promesse elettorali
e inciuciano vergognosamente tra loro per fregare i cittadini
calpestano verità, onore, rispettabilità, onestà, democrazia
distruggendo la Costituzione
annientando lo stato sociale
condannando chi lavora al precariato eterno o all’eterna disoccupazione
derubando il popolo della sua sovranità
e ognuno della sua sopravvivenza
e hanno la faccia di celebrare la Liberazione????? E c’è chi attacca Grillo perché non si associa alla loro ipocrisia??????
L’unica liberazione che vorremmo celebrare è la liberazione da costoro!!!!
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IL M5S AL 27,4% a un solo punti di distacco dal Pd

Sembra che gli Italiani non siano così stupidi come la Boldrini, De Benedetti e Renzi credono.
Negli ultimi sondaggi politici sulle Elezioni Europee 2014 di Scenari Politici spiccano due dati importanti ed anche molto discostanti dalle rilevazioni di EMG.
Il crollo verticale del PD che scende sotto la soglia del 30% fermandosi al 28,4%
e l’aumento del M5S che arriva al 27,4% insidiando cosi da vicino il PD. Un solo punto di distacco. Non male per una forza politica che i cloni del pd dichiarano defunta un giorno sì e l’altro sì.
Al terzo posto Berlusconi con il 18,4% dei consensi. Dice che se prende il 20% è grassa.Ma noi aspettiamo fiduciosi le prossime sentenze. Dopo i vecchietti, cosa gli faranno badare? Le fanciulle traviate?
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Inno del M5S per le Europee
E SBATTERO’ I PUGNI SOPRA IL TAVOLO

Pugni sul tavolo
Testo e musica : Felice Marra

Questa Europa è una Europa che
non smette di mostrarsi fragile
nei suoi concetti e nei suoi perché
si dimostra totalmente instabile
Non ha senso questa unione sterile
che si basa su finanza e debiti
dove i popoli sono dei numeri
come indici di borsa e spread
Questa Europa è una europa che
si nutre umiliando i deboli
con leggi tutte sangue e lacrime
mentre i loro conti in banca salgono
Non è la guerra tra i poveri
l’Europa che immagino per me
per questo ora voglio muovermi
e fare in modo di coinvolgere anche te
E sbatterò i miei pugni su quel tavolo

e urlerò tutta la rabbia che c’è in me
E lotterò con le mie forze contro il diavolo
del dio denaro che ha corrotto le anime
Questa Europa è una europa che
non pensa ad unire i popoli
le menti e le coscienze dicono
le usano per atti ignobili
Il sistema è sempre più in pericolo
ha paura di ciò che faremo noi
metteremo il loro regno in bilico
che alla fine crolla e vinciamo noi
E sbatterò i miei pugni su quel tavolo
e urlerò tutta la rabbia che c’è in me
E lotterò con le mie forze contro il diavolo
del dio denaro che ha corrotto le anime.

SE DE BENEDETTI ATTACCA, ATTACCHIAMO DE BENEDETTI!

De Benedetti rilancia dai suoi giornali un attacco ossessionati a Grillo, accusato di ogni cosa esistente in terra. Ieri di antisemitismo, oggi di furto di denaro tramite guadagni miliardari (sigh) del blog.
La risposta di Grillo è incazzata:

“Io non dovrei neanche smentire nulla, ma questo è il dossier del nostro amico svizzero De Benedetti? “Una pioggia di euro dagli spot sul blog. Ecco la miniera d’oro di Beppe e Casaleggio” La miniera d’oro! Io mi sono rotto i coglioni di queste robe qua, per cortesia. Tutti i miei documenti fiscali sono pubblici. Perché questo giornalista vergognoso non prende il mio 740? E’ pubblico. Il mio reddito imponibile nel 2012 è stato di 218.000 euro. Ho pagato 83.000 euro di tasse. Io sono un professionista, va bene? Mi sono sempre guadagnato i soldi. Non ho mai chiesto soldi a nessuno. Quello che faccio lo faccio volentieri e per passione. Fare queste cose finte, di nuovo, di questi giornali: io mi sono rotto veramente le palle.
Repubblica fa queste finte: “Chi sono i finanziatori del blog?” Repubblica! Repubblica mi ha dato 115 euro. Hanno fatto una pubblicità per vedere quanti click ci sono stati e ho guadagnato 115 euro grazie a loro.
Ezio Mauro, mi rivolgo a te, prima di fare il servo di questo qui svizzero, prendi il mio 740 e pubblicalo. Devi avere questo coraggio. Poi pubblichiamo il tuo e quello di De Benedetti. Anche il bilancio della Casaleggio Associati è pubblico e scaricabile dal sito della Camera di Commercio di Milano per 5 euro. Lo prendi e lo pubblichi se sei una persona per bene. Ma dato che non sei una persona per bene dai queste cifre di milioni, di 500.000 euro.
Il signor Casaleggio ha chiuso l’esercizio 2012 con un utile di 69.000 euro. Dovreste aiutarlo Casaleggio!
Appurato e precisato che non siamo miliardari, voglio tornare a chiedervi di mandarci qualche soldo. Non possiamo sopportare tutto. Ognuno darà secondo le proprie forze. Io darò qualcosa, Casaleggio qualcosa e voi quello che potete. Dobbiamo raggiungere una certa cifra per pagare le strutture dei palchi dei comizi di tutta Italia. Abbiamo un mese di tempo, sarà una campagna sanguigna, molto forte. Di nuovo col camper girerò tutta l’Italia, mi farò in 4, sprizzeremo gioia e entusiasmo in tutte le piazze d’Italia. Vinceremo noi. Per un’Europa diversa cambiamo l’Europa e cambiamo l’Italia. Vi abbraccio!

De Benedetti scende pesantemente in campo come fece Berlusconi nel 94 quando stava per finire in galera per debiti che ammontano alla considerevole cifra di 4.500 miliardi di lire corrispondenti a più di 2 miliardi di euro attuali che formano il debito attuale di De Benedetti con le banche. La storia si ripete.
Invece di fare campagne di falsità e demonizzazione per far vincere il Pd in modo delinquenziale, De Benedetti dovrebbe spiegare come mai ha quasi due miliardi di euro di rosso, come mai, pur essendo uno dei 50 uomini più potenti d’Europa e dunque uno dei 50 magnati che attraverso la Bce e la Commissione europea hanno sempre operato per la nostra rovina, non paga tasse in Italia avendo preso la cittadinanza svizzera.
I nemici di Grillo non fanno che chiedere trasparenza sui suoi conti talmente trasparenti che se ci fosse qualcosa storto tutti lo avrebbero saputo. Ma com’è che non chiede nessuno di indagare sui conti di De Benedetti? Sarebbe bello frugare un po’ nella storia opaca di questo magnate potentissimo che ora crede di manipolare l’opinione pubblica per risolvere il mondo politico i suoi guai finanziari. Ma certo le orde pagate per attaccare in modi indegni Grillo si guardano bene dal fare la stessa cosa con uno dei responsabili della nostra rovina economica e politica.
Quando la buona politica è morta, quando non ci sono idee né progetti, la lotta politica non si fa più con i valori ma con i contanti. E i contanti non mancano a un De Benedetti che domina il Pd come gran parte della padronale informazione italiana, come regna, assieme a gente come Lapo Elkan o Carini, la scena politica e finanziaria europea nel gruppo dei 50 magnati che costituiscono il vero e occulto potere sull’Ue. Ma De Benedetti passa il suo momento di crisi e allora sferra le sue armi disinformative che trovano in repubblica ed Espresso la massima esecuzione.
Il Pd finge vittoria ma sa benissimo che sotto i sondaggi taroccati fatti da società compiacenti, il potere di Renzi è tutt’altro che sicuro e il consenso comincia a mostrare le prime crepe (certo non lo sapremo da quei media che sono gli stessi che alzarono inni di elogio a Monti, Passera, Clio, Fornero, Letta, Bersani…e che ora sono tutti prostrati a incensare gli 80 euro promessi ad alcuni).
E allora ecco il colpo di scena: l’attacco proditorio ai presunti guadagni di Grillo, il che, detto da uno che con la politica si è sempre ammanicato e che anzi la politica l’ha diretta dall’alto del suo potere finanziario è ben grottesco! Tanto più che De Benedetti i suoi guadagni, leciti o illeciti, li ha prudentemente nascosti in Svizzera da anni, al punto da aver preso addirittura la cittadinanza svizzera per non pagare tasse ed essere ancor più riparato dal fisco italiano.
Certo, se non ci fosse l’informazione alternativa del web, gran parte delle sozzure di Stato resterebbero ben nascoste sotto la coltre protettive di media padronali,che ormai pubblicano stessi articoli disinformativi e stessi titoli,accendendo i riflettori su false notizie come i guadagni di Grillo come arma di distrazione di massa e di manipolazione politica.
Del resto, anche nel fondo del pozzo buio fatto di propaganda faziosa e di menzogne, i cloni sanno loro che è che è grazie a questa informazione farlocca che l’Italia è finita al 57° posto, alla pari con Senegal, della Sierra Leone e della Serbia.
L’anno scorso l’Espresso di De Benedetti pubblicò un dossier totalmente falso su Grillo in cui si parlava di 14 proprietà inesistenti in Cosa Rica. Il servizio era basato sul nulla. Un parente di Beppe voleva fare un investimento immobiliare, ma questo poi non si realizzò mai. Ora la macchina del fango riprende. Sotto elezioni, e con un debito di quasi 2 miliardi e il Pd a corto di voti, ecco che De Benedetti ci riprova con queste denunce di nuovo farlocche, facili da smontare con una semplice verifica fiscale. Ma se la Gabanelli, da sempre considerata la migliore giornalista italiana, in ubbidienza al Pd si è prestata a far fuori Di Pietro con la denuncia falsa di 57 immobili inesistenti per cui bastava guardare il catasto per smentirla ma i giornalisti si sono guardati bene dal farlo, possiamo immaginare come la nuova menzogna dei guadagni giganteschi quanto inesistenti del blog sarà diffusa come vera, il che la dice lunga sull’onestà di De Benedetti, dei suoi giornali e del suo Pd.
Sono 20 anni che andiamo avanti così, oscurando le malefatte politiche e usando il sistema Boffo per diffondere falsità così da manipolare l’opinione pubblica e demonizzare gli avversari politici. E’ vero che per le elezioni americane si fa anche di peggio, ma gli Stati uniti sono appunto l’esempio di una falsa democrazia dove gli elettori votano Al Gore ma poi vince Bush per brogli e i tribunali si rifiutano di verificare i risultati elettorali e accettano i brogli per buoni. Così noi accettiamo le menzogne e le diffamazioni della stampa e dei politici (vedi lo spudorato Letta). Ma fino a quando?
In tutte le leggi inique di questo Stato volute dal Pd con la connivenza di Berlusconi per favorire ricchi, evasori, magnati e società di comodo c’è lo zampino di De Benedetti, l’anima nera del Partito Democratico, e una delle eminenze grigie che dominano le perverse scelte europee, un ras della disinformazione che ora scende in campo per difendere i suoi capitali e il suo potere politico con questa campagna diffamatoria degna del Feltri peggiore.
Persino la web tax era stata voluta da lui al posto della patrimoniale che Renzi si guarderà bene dal fare, al posto di quella lotta a evasione ed elusione che brucia ogni anno 180 miliardi a questo Paese, al posto dei continui rimandi sulla tassazione dei fondi neri depositati in Svizzera (specie i suoi, bello lo scudo fiscale col rientro ‘anonimo’ tassato al 5%!), al posto del fisco ridicolo che ci ritroviamo senza scarico alla fonte (come in USA), il che permetterebbe di mettere allo scoperto findi neri di mafia e mazzette, al posto della ridicola Equitalia che spinge al suicidio i piccoli ma sui grandi è magnanima e ci dice che a fronte dei costi enormi dei suoi manager e del suo baraccone politico, riesce a riscuotere ‘solo il 5% dell’evaso emerso’!
E dunque la web tax, altro orrore di finto mercato! Fortemente voluta da De Benedetti, perché favorisce la sua società commerciale! Beneficiano del web tax le concessionarie pubblicitarie italiane che vendono pubblicità in Italia e i grandi editori dotati di concessionaria di proprietà. Tra i maggiori beneficiari la Manzoni dell’ingegner De Benedetti.
A cosa serve la Google-Tax? Per mettere in ginocchio i player emergenti? NO, per favorire la Manzoni a cui Letta aveva affidato il 30% del budget finora stanziato dal Governo per la sua promozione.

Sarebbe bene che prima o poi, invece di perdere tempo con menzogne su redditi presunti o sul condono da 500 euro di Grillo, qualcuno cominciasse a mettere in chiaro quanto ha pesato sulla democrazia di questo Paese un potere forte come quello di De Benedetti. Inutile negare che costui da 40 anni è l’anima nera, lo sponsor massimo e il massimo burattinaio del Pd (ex Ds) e che coi suoi giornali e la sua influenza ha dettato l’agenda politica del cosiddetto csx di questo Paese.
Per quanto non paghi il fisco italiano perché si è fatto naturalizzare in Svizzera, De Benedetti ha sempre avuto le mani in pasta nella politica italiana ed è sempre stato di fatto l’anti-Berlusconi, guidando indirettamente lo schieramento a lui opposto.
L’opinione pubblica italiana è sempre stata manipolata da questi due grandi burattinai che hanno governato i media, la stampa, la televisione e l’editoria: Berlusconi e De Benedetti ma, mentre il club dei magnati europei ha sempre emarginato Berlusconi, De Benedetti della Cir assieme a Scaroni di Eni e a Elkan di Fiat ha sempre fatto parte della plutocrazia dei 50 magnati che hanno dominato le scelte europee e hanno determinato la nostra rovina.

De Benedetti parte come amministratore delegato della Fiat, poi la CIr, Olivetti, Sogefi, la vicepresidenza dell’Ambrosiano al tempo di Calvi, una bancarotta fraudolenta per 40 miliardi di lire, la Mondadori, con tangentopoli a confessione di aver dato una mazzetta di 10 miliardi per le Poste, l’Espresso, il gas di Sorgenia, l’azionariato con la Goldman Sachs (sigh!), il controllo delle banche Rotschild a Parigi (doppio sigh!)..
Oggi Sorgenia sta fallendo e si è aperto un debito nel gruppo di De Benedetti da 1,86 miliardi.
Credete che costui voglia il bene del popolo??? Credete che il gruppo dei 50 magnati che di fatto regna sull’Unione europea e ci saccheggia con la strumentale austerity voglia la democrazia o la verità?
Ed è legandosi a soggetti simili e lasciandosi dominare dai loro interessi, che il Pd ha progressivamente tradito le proprie radici e i propri elettori e che si è spostato talmente a dx dalla parte reazionaria e antidemocratica del mondo che alla fine, con Renzi, ha superato addirittura i neocon americani!
La crisi è stata concertata dai più ricchi dell’occidente e l’austerity è stato lo strumento di saccheggio della nuova guerra economica.
Secondo il piano, la Bce è stata creata col solo scopo di impoverire i popoli e arricchire le banche, poi le società di rating ci hanno declassati illecitamente (malgrado le denunce dei nostri magistrati) e i banchieri di Wall City e della City di Londra hanno fatto dei begli affari su di noi, ma anche magnati nostrani come DE BENEDETTI con l’aiuto servile del Pd. Berlusconi è stato costretto ad andarsene e i poteri forti con la collusione di Napolitano hanno messo un loro uomo di fiducia, Monti, a capo del saccheggio italiano. Il mondo finanziario europeo cha collaborato alla nostra distruzione ben contento di mandarci a picco e di banchettare sulle nostre imprese fallite e in primis ha esultato la Merkel (mentre si incontravano segretamente Prodi, Passera e DE BENEDETTI i quali addirittura stilarono il programma di Monti).
Monti non ha mai rappresentato la maggioranza degli elettori italiani, non è mai stato eletto da nessuno, è stato scelto da Napolitano con la collusione del Pd solo in quanto membro del Bilderberg e presidente europeo della Trilaterale, il gruppo neoliberista di speculatori fondato da Rockfeller che rovina l’Europa e primariamente l’Italia.
Così ci ha dato l’aumento delle tasse, la sciagurata Fornero e il suo attacco al mondo del lavoro col debito che aumentava di 180 miliardi, la protezione di Clio ai Riva e all’inquinamento, il No deciso di Monti alla separazione delle banche d’affari da quelle di investimento, il No alla tassazione dei derivati e a un controllo sulle banche, e un primo atto di governo in cui Monti dava alla banca newyorkese Morgan Stanley 2 miliardi e 567 milioni di euro.
A monti Napolitano ha fatto seguire il docile Letta, vicepresidente della Aspen, altro esecutore del Bilderberg che ha portato avanti il patto con Berlusconi, il contratto sindacale unico, i regali alle banche, la svendita del patrimonio pubblico (Poste ecc.)
Ma non bastava ancora. Lo spregevole Napolitano ha cacciato Letta e lo ha sostituto col venditore di pentole che ovviamente alle Finanze ha messo Padoan, altro emissario del Fondo Monetario. E il saccheggio continua! E dietro a tutto questo sfacelo un gruppo di uomini ricchissimi, potenti, cinici, che nessuno ha eletto e che agiscono nell’ombra. E De Benedetti è uno di questi. E, come vediamo, la diffamazione e la violenza sono il suo mestiere!
Quando si è visto che il debole Letta andava troppo piano nello smantellamento dell’Italia, dopo 10 mesi,il patron occulto del Pd ne ha progettato il rapido assassinio, prendendo come sicario il rampante e ambiziosissimo Renzi, il cui pedigree non stava certo nei pochi voti presi (un partito del 5,5% non significherebbe nulla in Italia) ma nei 100 punti di un programma di estrema dx, in cui si delinea quel perfetto piano pidduista che piace molto al sistema finanziario: cancellazione dei diritti del lavoro e dello stato sociale, privatizzazione totale di beni e servizi, nessun sistema elettorale con preferenze ma anzi abolizione graduale delle elezioni democratiche (Province, Senato, Consulta…) con l’aumento dei nominati, in vista della trasformazione della repubblica da parlamentare a presidenziale, mentre Napolitano tenta (finora bloccato dai 5 stelle) di abolire l’art.139 della Costituzione, per trasformarla da rigida a flessibile e mette su la sceneggiata dei famigerati ‘saggi’ per cambiare in un colpo solo mezza Costituzione secondo la ‘direttiva’ della prima banca d’affari USA: la Goldman Sachs, che trova la Costituzione ‘troppo democratica’!
Quando Grillo avanza la messa in stato di accusa di Napolitano i partiti lo difendono compatti. Intanto Renzi va a prendere ordini dalla Merkel e stringe i rapporti con Berlusconi, sia direttamente che tramite Verdini che sembra lo abbia finanziato con 4 milioni di euro e lo ‘allevi’ dal 2009, cioè da 4 anni, come ‘cavallo del premier di Arcore.
Ma il Pd perde colpi e da solo è chiaro che non ce la fa. Il successo di Renzi è effimero, i veri sondaggi danno un calo di consensi, mentre il M5S, malgrado la massiccia demonizzazione dei media, risale, solo contto tutti. Ed ecco allora questa accusa ridicola, come fu ridicola la diffamazione anno scorso dell’Espresso delle 14 ville (inesistenti) di Grillo!
Nella prima legge a proposta popolare per cui Grillo raccolse 350.000 firme e che, incostituzionalmente, non è stata mai esaminata dal parlamento, violando ogni principi di democrazia, si chiedeva l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti e ai giornali.
Dopo di che l’odio dei politici e dei proprietari di giornali contro Grillo non ha avuto limiti ed è iniziata una demonizzazione come mai in questo Paese si era vista contro Berlusconi, o la mafia o la P2, non solo sui media riuniti ma su ogni sorta di blog con troll genetici o a pagamento, qualcosa come si vede solo nei periodi precedenti le dittature per uccidere l’opposizione.
La politica italiana sembra diventata un fatto privato tra Napolitano, Berlusconi e Renzi all’ombra di De Benedetti, mentre i veri strumenti di dissoluzione dell’economia e della democrazia nemmeno compaiono sui media italiani e sono: il sistema bancario-finanziario e la Trilaterale che ne è a capo.
Ed ecco il Financial Times che mette in difficoltà Napolitano con un giornalista americano, il che fa temere piani anche peggiori. E per la prima volta abbiamo una lievissima critica fatta da Napolitano al Parlamento europeo all’austerity che ci sta massacrando e per la prima volta il Fondo Monetario cambia i suoi ordini, e comanda di rallentare lo sfacelo europeo o i popoli si ribelleranno. E lo spread comincia stranamente a calare, mentre le agenzie di rating danno valutazioni misteriosamente più alte a un’Italia ormai in crisi nera.
Siamo a 2 mesi dalle elezioni europee, con l’euro criticato solo dal M5S, che è diventato il granellino di sabbia del sistema, ma il granellino inceppa le ruote e comincia a profilarsi una inquietante reazione contraria.
Quando Friedman parla, Napolitano che ha sempre sostenuto Letta, capisce che non può più continuare e Letta cade. Non perde nemmeno tempo a sentire i partiti, li ignora, ignora anche e soprattutto il M5S che è il 2° partito italiano e rappresenta 9 milioni di elettori, sente solo il Pd e lo fa a nomina avvenuta, seguendo il nuovo diktat internazionale.
Scrive Pietro Ancona: “20 anni di berlusconismo non sono stati sufficienti a prepararci allo spettacolo del Segretario del Partito che pugnala alla gola il Capo del Governo del suo stesso partito, assistito da un vecchio cinico che abita il Quirinale”. Ma chi c’è dietro il vecchio cinico? Lo capite da soli!

80 EURO

Per dare a qualcuno questi 80 euro hanno già aumentato le tasse. Intanto le coperture sono previste solo per quest’anno e mancheranno per l’anno prossimo per cui Renzi penserà a nuove tasse ancora. E’ questo che vogliamo?
Si pensa di tassare le rendite finanziarie. Si pensa di tassare al 26% invece che al 20% i depositi bancari alle obbligazioni, dai fondi comuni alla previdenza complementare. Si tasseranno i depositi postali dei vecchietti. Saranno tagliate le spese di Comuni, Regioni e Pa con tagli lineari o semi-lineari per quasi 2,5 miliardi nel 2014 e a loro volta gli enti locali si rifaranno su di noi aumentando le tasse locali. E’ questo che vogliamo?

DOPO LA FUGA DI BONAIUTI, LA MELONI E CICCHITTO, DA FI SI SMARCA ANCHE BONDI

Ieri Sandro Bondi ha mandato una lettera alla Stampa in cui diceva che FI aveva sbagliato tutto e si metteva con Renzi:
“Gentile Direttore, la mia impressione è che il cdx non solo sia diviso ma privo di una strategia per il futuro. “Renzi rappresenta senza dubbio la prima vera cesura nella sx italiana rispetto alla sua tradizione comunista. Blair sta alla Thatcher come Renzi sta a Berlusconi. Ora comanda Renzi, ed è venuto il momento di accettare che la famosa e tanto invocata, da Berlusconi e dai suoi, rivoluzione liberale non c’è stata. B non ha potuto farla perché i suoi principali alleati, da Fini a Casini, da La Russa a Bossi erano fuorché liberali.Mi piacerebbe che Berlusconi dicesse chiaramente che se Renzi farà cose giuste lo sosterrà e che se lo criticherà e lo avverserà con fermezza solo se non manterrà fede alle sue promesse di cambiamento e di modernizzazione dell’Italia”.
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SONDAGGI

Si avvicinano le elezioni europee e impazzano i sondaggi,
Persino Conan Doyle osservava che tutti sono certi che il comportamento del singolo uomo sia insondabile, come mai pretendono invece la massima certezza di previsione quando gli uomini sono centinaia? E’ un paradosso che dice da solo quanto i sondaggi siano farlocchi. In verità i sondaggisti perderebbero il loro lavoro se dicessero che la maggior parte degli elettori decide cosa votare nello spazio da casa al seggio.
Molte sono le professioni inutili o addirittura nocive a questo mondo. Fare sondaggi è una di queste. Ultimamente in Italia anche fare il politico.
Nicolás Gómez Dávila diceva che “La statistica è lo strumento di chi rinuncia a capire per poter manipolare.”
Del resto, se invece di attaccare il M5S con una campagna di insulti e demonizzazione senza precedenti (vd anche l’idiozia totale del presunto economista a La gabbia) e invece di riempire i blog di Troll pagati o vocazionali che vomitano sciocchezze, i partiti avessero cercato di ‘capire’ la giusta rivolta degli Italiani a 20 anni di malaffare politico e avessero preso in considerazione anche una sola volta cosa vuol dire ‘DEMOCRAZIA DIRETTA’, il M5S sarebbe semplicemente sparito da solo. Ma allora saremmo stati un Paese civile con governanti civili, mentre gli attuali Pd, Pdl e Lega non intendono né smettere di rubare, né deviare dalla linea di svendita al grande capitale e di erosione progressiva dei diritti democratici, della tutela dello stato sociale e della costruzione di futuro.
Ma vi pare che nelle lenzuolate reazionarie di pessimi media la parola ‘DEMOCRAZIA DIRETTA’ sia mai stata detta?????
Quelli che questi ciurmatori di partiti odiano sopra ogni cosa è ‘capire’ la sofferenza dei cittadini. Continuano a pensare che il popolo sia fatto di pecore da portare al macello per i loro privatissimi interessi. Ma forse non tutti quei cittadini sono pecore e non tutti sono disposti per molto a farsi portare al macello.

Alcune società di sondaggio sono eterodirette dal Pd o dal Pdl e ovviamente premiano i loro clienti. Berlusconi, prima di una tornata elettorale, andò apposta da Bush per farsi insegnare come manipolare i sondaggi per vincere, proprio perché essi non sono uno strumento per prevedere ma un mezzo per manipolare l’elettore e portarlo verso il presunto vincitore. Del resto gli errori eclatanti non sono mai mancati, ricordiamo ad esempio le vittorie dei sindaci di Milano, Cagliari, Palermo, Napoli e Firenze che nessun sondaggista aveva previsto; le vittorie impreviste di Vendola e Marrazzo alle regionali del 2005 e di Cappellacci in Sardegna nel 2009; le comunali del 1993; le politiche
del 1994; le regionali del 1995 e, in parte, le regionali siciliane e le politiche del 1996. E’ tutta una sequela di errori allarmanti che fanno capire la falsità delle rilevazioni. Ci vogliamo aggiungere che queste sono fatte su telefono fisso, altra distorsione! E che molto dipende da come le domande sono fatte. E molto da come gli intervistatori le usano, spesso abolendo le risposte incerte e mettendo le risposte a modo loro.
Agli errori voluti o intenzionali dei sondaggisti (e come mai i partiti hanno i loro sondaggisti di fiducia?) ci aggiungiamo poi errori inintenzionali o voluti dei conteggi successivi. Basta ricordare gli USA dove si dava per vincente Al Gore su Bush e dove Bush vinse per brogli ed errori di conteggio, su cui (per il bene dell’America) si decise di soprassedere e non effettuare i riconteggi. O da noi nelle elezioni regionali del Piemonte del 2010 la Bresso (data vincente) di fatto non aveva perso le elezioni con Cota che vinceva per 9.286 voti. Poi il T.A.R. dichiarò illegali 3 liste minori (che appoggiavano Cota) per false sottoscrizioni per un totale di 42.777 voti da annullare. Ma il Consiglio di Stato (su appello di Cota) sospese il riconteggio e annullò le decisioni del T.A.R. E questa sarebbe democrazia?
Ma lo sapete che questi sondaggi sono fatti ‘su telefono fisso’ su campioni ridottissimi di persone?
ISPO e Lorien hanno intervistato telefonicamente 2000 persone.
Demos & Pi. 1009. IPSOS e Euromedia 1000. IPR 973.
Ma come fanno mille persone o meno a rappresentare 50.396.628 elettori? E’ assurdo solo pensarlo.
Non solo il campione di intervistati è ridotto ma è anche sbagliato secondo le regole della statistica. I campioni probabilistici si basano sul principio della causalità dell’estrazione degli intervistati, che garantirebbe la scientificità della rilevazione. Ma qui a seconda delle ore e su telefono fisso si rischia di intervistare sempre gli stessi, anziani e casalinghe. Dov’é la casualità?
E com’è che non ci danno mai il tasso delle non risposte? mancati contatti, rifiuti a concedere l’intervista, rifiuti a rispondere a domande su voto e preferenze politiche, incapacità di comprendere le domande e quindi di rispondere, ecc.
Io, per es., appena sento che al telefono c’è qualcuno che non conosco, riattacco.
Diciamolo sinceramente: i sondaggi sono taroccati e servono a motivi propagandistici
Per esempio, nelle elezioni del 94 il sondaggista di Berlusconi era Pilo, dette Berlusconi al 33%, ma poi prese il 21%. Era una cosa seria? Fu subito chiaro che il sondaggio pre-elettorale, da strumento di conoscenza si era trasformato in strumento di influenza (tant’è che 6 mesi dopo Pilo fu espulso dall’Esomar, l’ente europeo che raccoglie molti istituti di ricerca sociale e di mercato).
E già negli anni 90 c’erano note agenzie, che per condurre i loro sondaggi chiedevano un sostegno economico ai partiti politici e il partito che non pagava, poteva ritrovarsi con 2 o 3 punti percentuali in meno (rispetto ai dati raccolti) con un effetto trainante negativo sugli elettori.
Ricordiamo le regionali in Sicilia dove Grillo era dato come terza forza politica e la lista di cdx avrebbe dovuto ottenere oltre il 30% dei consensi, e invece il cdx arrivò 3° e il M5S prese più voti in tutto il territorio siciliano
Ovviamente se anche Grillo avesse pagato la propria società di sondaggi, le previsioni ora sarebbero diverse.
Ma perché la magia dei numeri provoca la sospensione del buon senso?
Cosa occorre di peggio per far capire ai fanatici che questa classe politica deve essere interamente mancata a casa? E che si deve instaurare una vera democrazia dove le decisioni maggiori sono prese dai cittadini e dove essi hanno il diritto di mandare a casa chi tradisce il mandato elettorale o si comporta come un delinquente? Quale odio verso se stessi e verso questo povero Paese aizza taluni a continuare a sostenere chi ci ha portato alla rovina??
Un tempo si usavano solo le menzogne con promesse che non si intendeva affatto mantenere. Oggi menzogne e false promesse dilagano, in più abbiamo i sondaggi.
I sondaggi dono un’arma di manipolazione di massa.

IL LAVORO E’ UN DIRITTO?
Paolo De Gregorio

Oggi gli operai della acciaieria Lucchini di Piombino si sono rivolti a Papa Francesco attraverso un video-messaggio affinché pregasse per il mantenimento del loro posto di lavoro minacciato dalla decisione padronale di chiudere quella attività.
Rispondendo agli operai Papa Francesco, oltre a garantire le sue preghiere, ha parlato di DIRITTO AL LAVORO, che è una tesi molto astratta, anche per la nazione italiana che contiene nella sua Carta fondamentale la definizione di Repubblica fondata sul lavoro, ma che non ha mai garantito a nessuno il posto di lavoro come diritto.
Per essere veritieri e realisti, i padri costituenti, per onestà intellettuale, dovevano scrivere che “l’Italia è una Repubblica fondata sul capitalismo” i cui membri danno il lavoro a chi gli pare, la cui logica economica prevede che ci sia un esercito di riserva, i disoccupati, pronti a subentrare a chi viene licenziato perché rompe le scatole, e oggi se le tasse che si pagano in Italia sono troppo alte e il costo del lavoro anche, delocalizzano l’attività all’estero, fregandosene completamente del loro paese e dei disoccupati che creano, senza che il potere politico attuale possa fare nulla per fermarli, e probabilmente manco il padreterno.
Gli operai di Piombino dimostrerebbero più buonsenso nel chiedere, invece delle preghiere di Francesco, un assegno per tutti i disoccupati, un civile “reddito di cittadinanza” chiamando a questo impegno di lotta i 3 o 4 milioni di disoccupati che quotidianamente dovrebbero essere presenti davanti ai palazzi dove si prendono le decisioni politiche per pretendere che le persone umane vengano prima dei bombardieri, delle missioni militari, dei finanziamenti ai partiti, all’editoria, alle banche, alle Chiese, alla NATO, agli sprechi, alle ruberie.
Il governo di questo paese deve essere costretto dalla mobilitazione di massa a pensare prioritariamente ai senza lavoro, che devono venire prima degli 80 euro in busta paga di chi un lavoro già ce l’ha, e finalmente fare entrare l’Italia tra i paesi civili che non lasciano nessuno alla disperazione e nell’emarginazione sociale.
Se Papa Francesco vuole veramente dare un aiuto concreto cominci a parlare anche lui di un reddito minimo per tutti i disoccupati, tagliando le spese di cui sopra, e chi lotta per sopravvivere ne avrebbe un beneficio enorme, ma forse è troppo da chiedere a un prete a cui danno già del “comunista” perché tratta con umanità i pellegrini che vanno a trovarlo.
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Hanno il coraggio di accusare i 5stelle persino di scarso lavoro, quando è provato che sono i più presenti in aula e quelli che hanno prodotto maggior lavoro
I tre più assenti sono stati Verdini (99,93%, ha partecipato a 3 sole votazioni su 4.008, praticamente ogni votazione è costata ai cittadini oltre 33mila euro netti), Ghedini (99,73%) e Matteoli, terza la segretaria di B Mariarosaria Rossi. Ma anche Tremonti, Schifani e Sacconi, poi ancora 3 senatori FI: Conti, Sandro Bondi e Paolo Romani.
Il più assenteista alla Camera è l’imprenditore eletto con FI Antonio Angelucci: 99,46% di assenze, 4.064 votazioni su 4.098, seguito da Stefano Quintarelli (Scelta Civica) e da altri di FI: Martineli, Longo, Santanchè. Tra i poco presenti c’è anche Bersani.

Il progetto di riforma del Senato di Renzie è una fotocopia di quello proposto dalla P2
Maurizio Buccarella, capogruppo M5S Senato

“Nel suo progetto eversivo la loggia massonica illegale P2 proponeva un Senato di 250 membri “di rappresentanza di secondo grado (quindi non elettiva), regionale, degli interessi economici sociali e culturali, elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari, ex magistrati , ex funzionari e imprenditori pubblici, ex militari)”. Un progetto che decenni dopo è stato riproposto in maniera non difforme da Renzi nel suo patto con il piduista (tessera 1816) e condannato Berlusconi. Cosa prevede infatti la “riforma” del Senato targata Renzi?
- Sarà non elettivo, come proponeva la P2, ma di rappresentanza di secondo grado con 108 sindaci e 21 presidenti di Regione.
- Altri 21 membri saranno esponenti della “società civile” temporaneamente cooptati dal Presidente della Repubblica. Una proposta, quella della nomina/cooptazione presidenziale di esponenti della società civile che ricalca quella della P2.
E’ poi previsto che il Senato sul modello Renzi – Berlusconi non voti la fiducia al Governo. Anche in questo caso fotocopiatrice accesa premendo il tasto P2. “
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Nemmeno da parte dei berlusconiani contro la sx o dei piddini contro Berlusconi
nemmeno da parte degli onesti contro i mafiosi
nemmeno da parte dei cittadini perbene contro la P2 e i suoi misfatti
nemmeno da parte dei tartassati contro Equitalia e il perverso sistema bancario
nemmeno da parte dei disastrati Paesi mediterranei contro le efferatezze dell’austerità..
si è mai vista in Italia una campagna orchestrata e ossessiva di attacchi contro una forza esistente come quella messa in piedi e tenuta a forza coi denti e con l’odio contro il M5S, Casaleggio e Beppe Grillo
è qualcosa di così fanatico, delirante e assurdo
che può essere paragonata solo alla campagna di odio orchestrata dalle dittature contro gli avversari politici prima della presa di potere.
E fa capire molte cose:
-intanto che i poteri perversi che il M5S sta attaccando sono parecchi: mafia, P2, politici corrotti, neofascismo e neonazismo, alta finanza, cricca dei 50 magnati che dominano l’Europa, iperliberismo capitalista, residui terminali dell’estrema sx e chiunque abbia in odio una vera democrazia.
A tutti questi poteri Renzi si è venduto per costruire il proprio successo personale. Qualunque cosa faccia, non fa che provare che sta ripetendo gli errori del passato e che non ha la minima intenzione di rivoluzionare il più corrotto sistema di potere dell’occidente per fare pulizia o per portare maggiore democrazia.
In questa senso si presenta come il peggiore gattopardo che finge di cambiare tutto per non cambiare nulla.
Per tutto questo e contro tutto questo, noi, oggi, siamo più determinati che mai.

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LA LISTA TSIPRAS RISCHIA DI NON ARRIVARE AL 4%
Viviana Vivarelli

Quando ho visto un dei veri santi d’Italia, Alex Zanotelli dichiarare il suo voto alla lista Tsipras ci sono rimasta male. Ma non mi stupisce vedere un paio di amici della sx radicale che hanno abbracciato entusiasticamente la causa Tsipras. È l’ennesimo fuoco di paglia dell’estrema sx italiana, reduce dal fallimento della sx di Bertinotti, la sx arcobaleno, quella del debole Ferrero, del colluso Vendola, del confuso Ingroia. Non meraviglia che Micromega si attacchi all’ultima ciambella di salvataggio di un Movimento ‘vintage’ che non ha mai trovato il modo di riciclarsi, proprio perché non capisce che il suo linguaggio, il suo schema di lotta, la sua ideologia sono superati e nonostante ciò continua ad attaccare tignosamente chi è più nuovo e propone il rovesciamento dei vecchi schemi totalitari per fondare una democrazia diretta, come il M5S, in una vera rivoluzione culturale.
Gli auspici ad una lista Tsipras italiana sono pessimi. E i punti oscuri sono molti: intanto Tsipras non attacca propriamente l’Europa né il capitalismo, ma presenta solo proposte correttive, riformiste, nel senso di una Europa più sociale e di una dilazione del debito che non attacca i gangli del potere finanziario, poi ripresenta una schema di socialdemocrazia là dove le socialdemocrazie europee hanno fallito sotto l’urto di un concentrato del turbocapitalismo che diventa ogni giorno più tirannico contro i bisogni e i diritti dei popoli e mira cinicamente ad ignorarli o distruggerli.
Per quanto la sx italiana, in ogni suo ordine e grado, continui ad ignorare o attaccare ferocemente Grillo, l’unica rivoluzione fattibile che riusciamo a vedere è quella di una democrazia diretta, che tolga le leve del potere a una Casta di subordinati all’alta finanza, e che renda, per la prima volta nella storia di grandi Paesi, il Governo al popolo. Ogni altra soluzione ripropone il dualismo polare tra una oligarchia partitica assoluta ed eterna nei suoi poteri (lo vediamo con Renzi) e una massa popolare privata gradatamente di ogni potere, cioè ripropone una democrazia tirannica, ossimoro che ormai sta nei fatti, essendo la democrazia solo una parola vuota che copre un sistema oppressivo.
Tsipras propone una rinegoziazione del debito per i Paesi del sud Europa,non il suo annullamento Chiede una ristrutturazione del debito che ne scansioni il pagamento in tempi più lunghi legandolo all’evoluzione dei PIL nazionali.
Guarda al modello della Conferenza internazionale di Londra del 1953 e al piano Marshall,che avvennero in ben diversi momenti storici ed economici, ignorando che gli anni 50 furono gli anni del boom economico e non di una crisi irrimediabile, gli anni della ricostruzione postbellica, non della distruzione turbocapitalista. Tsipras crede di poter convincere le grandi banche europee e quelle americane che stanno dietro che è nel loro stesso interesse ristrutturare il debito, perché altrimenti perderanno tutto. Insomma pretende di parlare al sistema finanziario nel suo interesse!? Il che è folle.
Peccato che questo le sx italiane non lo dicano! Insomma si lascia lo stesso padrone ma gli si chiede più clemenza! Si pensi a quale mafia sia il capitalismo finanziario e ci si chieda quanto un simile appello avrebbe successo presso una mafia normale!
E sarebbe questo il rifugium peccatorum della fallita sx italiana??
Ma cosa ha fatto questa sx radicale finora?
RC con Bertinotti ebbe 5 anni di Governo inutile e fu il massimo! Poi arriva Sel,che sostiene di fatto un Pd che ha aggredito in ogni modo i diritti del lavoro (Fornero, Passera, Marchionne.. plauso e voto “senza se e senza ma” con Renzi, Fassino o D’Alema che addirittura prendono il sistema Marchionne come modello!). Col sostegno costante di Vendola, il Pd ha precarizzato (è stato un continuum dopo D’Alema), ha tagliato lo stato sociale, ha privatizzato, detassato i profitti e perfino i derivati, continuato a spendere follemente in armi e guerra e sprechi di Casta peggio di qualsiasi partito della sx europea. E ciò è stato possibile anche grazie ai voti di Vendola che hanno sostenuto il Pd e ci hanno fatto arrivare a lesioni alla stessa democrazia come quelle di Monti, Boldrini o Napolitano.
La politica del patteggiamento della sx radicale italiana coi vari governi di sx moderata che si è via via trasformata in cdx è sempre fallita e dovremmo rivederla con Tsipras e la Bce?
Gli autori di questo disastro hanno cercato nel tempo di sopravvivere al proprio fallimento alleandosi con Prodi, coi Ds, col PD, con Monti-Bersani-Letta e ora con Renzi-Padoan. Hanno cercato di mantenere gli assessorati locali o di fare operazioni di trasformismo poco convincenti come è avvenuto con Ingroia. Sono sempre state politiche suicide che hanno portato al disastro. Ora ci riprovano con Tsipras.
La sx radicale italiana ha sempre fallito, in bilico tra l’impossibilità di una rivoluzione armata e patti governativi sempre più avvilenti, mentre il suo messaggio diventava sempre più isolato e obsoleto a livello popolare. Spera oggi in Tsipras (addirittura un non italiano?) in una palingenesi risolutrice? Credo che il suo successo, a queste condizioni, sia alquanto improbabile. In questo estremo tentativo di venire a patti col potere capitalista non vedo che il prosieguo di un fallimento che dura ormai da decenni e che rischia di fare della sx radicale un gruppuscolo di dinosauri, sopravvissuti alla propria era e incapaci di affacciarsi su un mondo nuovo. Lo dimostra chiaramente Sel, che dopo aver fatto l’occhiolino a Confindustria, al Vaticano, ai Riva non esce dal patto col Pd e finirà col sostenere di fatto anche Renzi e tutto il suo armamentario di estrema dx, mentre sul piano europeo la lista Tsipras è sempre più inaccettabile e isolata, non attaccherà Schultz (Presidente del Parlamento europeo e socialista progressista), non entrerà nel GUE (partiti stalinisti), ma aderirà al PSE (i partiti socialdemocratici che applicano “senza se e senza ma” l’austerity).

Ma gli intellettuali italiani alla Micromega si tappano gli occhi e fingono di vedere il nuovo sol dell’avvenir, Barbara Spinelli, Adriano Zaccagnini, Flores d’Arcais, Paola del Pin, Zabelbresky, Camilleri, Spinelli, Revelli… partono per l’ultima illusione, ammansire il drago senza combatterlo!! Se qualcuno di loro ha in passato mostrato simpatie per le lotte dei 5stelle, ora riprendono il loro sogno fallito, come vecchietti che non dimenticano il primo amore e sono pronti a proiettarlo nell’ultima badante, vecchi che parlano di cose vecchie.
Ed ecco che vediamo accorrere nell’ennesimo fallimento parte dell’intellighenzia italiana, ci sono dentro sicuramente anche alcuni de Il fatto Quotidiano, parte di incerti che vengono dalla sx e non ha mai capito il M5S fino in fondo, proprio perché i vecchi ideali di sx hanno impedito loro di capire il passaggio del tempo? Si noti che tra questi nostalgici si sono anche molti ‘grillinì, dubitosi ma non convinti, che fecero appelli su appelli sui blog perché il M5S si alleasse con Bersani, dicendosi molti delusi perché ciò non avveniva! E cosa dicono ora? Si noti anche che tra questi promotori della nuova sx di Tsipras c’è Fassina e questo dovrebbe spiegare tutto!
Mi pare sia chiara la linea suicida di costoro. Ma quali progressisti??? E anche il PRC si sta piegando a questo???
No, la sx radicale in Italia è morta. Ma per una coazione al suicidio che alla fine l’annienterà totalmente.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1531 28-4-204 DAL SOGNO DI UN’EUROPA FEDERALE AL SACCHEGGIO DEI POPOLI EUROPEI

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Le guerre finanziarie – Come si spiega che una cricca di banchieri gangster, ha modificato le regole europee per trasformare in modo criminale l’Ue da occasione di sviluppo a sistema di saccheggio e rovina

Ogni tanto pubblico una monografia, o un Masada scritto da un solo autore diverso da me. Ma questa volta vorrei rendere omaggio al migliore blogger che ho mai trovato spigolando qua e là sul web, che indubbiamente di economia ne sa più di me (anche se vedo che copia interi pezzi da giornali finanziari), oltre a mostrare una passione lucida e civile che primeggia sia sui soliti post deliranti dei fanatici da strapazzo che sugli articoli falsamente competenti ma aridi e astratti degli ‘economisti’ di regime, che ormai sembrano tutti schierati e sotto padrone e che, più che analisti dell’economia, sembrano propagandisti del potere.
Dunque, dal blog di Gilioli: ‘Piovono rane’ vi presento BERLUSCAMENO a cui sono lieta di regalare qualche migliaio di lettori in più rispetto ai pochi lettori del blog di Gilioli (siccome non mi piace copiare, l’ho leggermente sintetizzato)

IL MERCATO DELLA CORRUZIONE E I GARANTI MAFIOSI

Come l’Europa, che doveva essere un’Europa dei popoli, è stata deviata per essere l’Europa del potere finanziario. Dal Trattato di Maastricht all’austerity della Commissione europea grazie a un regolamento mostruoso e antidemocratico

Nelle forme politiche democratiche (e nella maggior parte delle altre), l’autorità pubblica non appartiene ad alcuno. Essa è semplicemente ‘là fuori’, attribuita ai vari uffici pubblici, e chiunque abbia successo nel conquistare il controllo di quegli uffici con le regole del gioco stabilite acquisisce il diritto di esercitarla.
Mentre il diritto di esercitare l’autorità politica può appartenere loro oggi, altri attori politici con interessi diversi, forse opposti, possono conquistare quel diritto domani, insieme con il legittimo controllo di quelle politiche e strutture pubbliche che i loro predecessori avevano posto in essere.
Ciò che le autorità di oggi creano, dunque, può essere sconvolto o magari completamente distrutto – del tutto legalmente e senza alcun tipo di compensazione – dalle autorità di domani”.
Ed in Europa è accaduto proprio questo.
Secondo alcuni, il trattato istitutivo dell’Unione era “orientato alla crescita” ed allo sviluppo e lasciava ampi margini di manovra agli stati membri per le loro politiche economiche espansive. Dunque solo con l’adozione proditoria di atti successivi si sarebbe configurata l’attuale struttura rigorista dell’Unione e l’attuale delittuosa politica economica dell’Austerity.
Infatti il regolamento dell’UE ha “superato” il Trattato di Maastricht.
Il Trattato disciplinava in modo completo e adeguato l’euro, la moneta che avrebbe dovuto essere lanciata il primo novembre di 15 anni fa. Il lancio avvenne puntualmente. Ma non si applicò la disciplina del TUE (ossia il Trattato dei famosi parametri di Maastricht). La si sostituì –invece – con un regolamento (n. 1466/97), tuttora poco conosciuto, non assoggettato al vaglio dei Parlamenti degli Stati e non ratificato con la osservanza delle apposite procedure costituzionali. Insomma qualcosa che non aveva alcuna potestà giuridica per modificare il Trattato. Un semplice “imbroglio”.

UN COLPO DI STATO effettuato da una associazione a delinquere?

L’espressione “colpo di Stato” viene usata quando si modifica in aspetti fondamentali il sistema costituzionale di uno Stato, con violazione delle norme costituzionali vigenti. Il colpo di Stato viene attuato con maggiore frequenza con la forza.
Nei tempi più antichi uccidendo il sovrano.
Il 1.1.1999 un colpo di Stato è stato effettuato in danno degli Stati membri, dei loro cittadini, e dell’Unione. Il “golpe” è stato realizzato con fraudolenta astuzia.
LA DIMOSTRAZIONE DI UN ESPROPRIO effettuato senza la consultazione del Popolo. Il TUE non contempla alcuna procedura specifica per le sue variazioni. In quanto Trattato multilaterale di diritto internazionale, sarebbe stato un dovere dell’Unione che i suoi organi competenti lo rispettassero e lo facessero rispettare. Non avrebbero dovuto consentire che modifiche di aspetti fondamentali del sistema si producessero in assenza di un nuovo Trattato. La disciplina introdotta con fraudolenza e dolo introdusse invece un regolamento per coordinare le politiche economiche degli Stati membri, violando il diritto costituzionale degli Stati membri perché non sono state osservate le norme costituzionali interne sulla ratifica dei Trattati. La sovranità degli Stati membri è stata vulnerata perché è stata loro sottratta la funzione “esclusiva” da esercitarsi, singolarmente e come gruppo, di promuovere lo sviluppo dell’UE e della zona euro con le proprie “politiche economiche”. La costituzione degli Stati è stata violata perché sono stati imposti ai loro organi interni obblighi e condotte che i rispettivi ordinamenti costituzionali non contemplano.
Il golpe è stato attuato a mezzo del Regolamento 1466/97 dell’UE.
Per questo si è fatto ricorso alla procedura violandola perché è stato cambiato lo scopo. La procedura di cui agli artt. 103, n. 5 e 189 c) TUE in nessun modo avrebbe potuto essere impiegata per modificare norme fondamentali del Trattato.
Gli atti adottati sono di conseguenza non illegittimi, ma nulli/inesistenti.
Non si sa chi sia stato a attuare il golpe. Non si conosce l’ideatore, né l’estensore.
Una inchiesta del Parlamento europeo potrebbe ancora identificarli. La responsabilità formale del “golpe” è dei membri della Commissione e dei titolari degli organi dell’Unione e dei governi dei Paesi membri della che parteciparono in ciascuna delle fasi alla procedura di formazione del reg. 1466/97.
Gli assetti fondamentali, modificati” illegalmente” ed in modalità fraudolenta dal reg. 1466/97, sono diversi per l’Unione e per gli Stati membri.
Quanto all’Unione, è stato modificato, in modo radicale ed irreversibile, l’obiettivo principale, consistente nel conseguimento di uno sviluppo e nell’aver regolato in modo diverso l’intera materia.
Quanto agli Stati, l’illecita variazione consiste nell’ averli privati degli unici poteri politici ad essi attribuiti sulla conduzione economica dell’Unione.
Il reg. 1466/97 malgrado la sua apparente innocenza, oltre a modificare (in modo totalmente arbitrario e delittuoso) la disciplina di vertice dell’Unione e degli Stati, ha inciso sul carattere fondamentale dell’Unione, la “democraticità”.
(Giuseppe Guarino, Un golpe chiamato euro, in Il Foglio, 13 novembre 2013).
“Una terza parte deve essere in grado di imporre costi per indurre ciascuna delle controparti di un accordo a un trasferimento unilaterale di risorse.
Il garante induce le controparti ad onorare il contratto in situazioni nelle quali essi non sarebbero inclini a farlo. Ottiene questo risultato minacciando di imporre loro dei costi. L’ammontare del potere di imporre costi posseduto da una terza parte pone un limite a ciò che egli può sanzionare”.

CORRUZIONE PUBBLICA E MAFIA

I mercati illegali sono un campo privilegiato di azione per le organizzazioni mafiose, dal momento che gli operatori del settore non possono invocare l’intervento di un’agenzia legittima – lo Stato- per far rispettare le regole e adempiere agli impegni contrattuali. Alcuni studiosi stabiliscono uno stretto collegamento tra il crimine organizzato e i mercati illegali. Le organizzazioni criminali, per definizione, mirano all’acquisizione di un controllo monopolistico di particolari settori di attività illecite con la violenza. Occorre dunque una posizione dominante nel controllo della violenza, che permette all’impresa criminale (si veda la lobby dei CEO della ERT) di riscuotere un “pedaggio” obbligato dagli operatori, operando come una struttura di governo del mercato illegale che mantiene la pace, arbitra controversie, impone regole.

Il collasso della moneta unica e la nuova governance europea creata col MES e il FISCAL COMPACT con la gestione della crisi in modo da rilanciare gli USA

Esiste un piano che include il rilancio dell’economia e dell’industria americana spinta dall’energia a basso costo dello shale gas, dalla costruzione delle infrastrutture per venderlo all’estero e dai conseguenti profitti realizzabili tramite il TAFTA (Transatlantic Free Trade Area), l’accordo doganale che creerebbe, di fatto, un mercato unico EU-USA di 800 milioni di persone.
“Un toccasana che richiede la firma europea di un trattato-capestro che spalancherebbe le porte del nostro mercato a merci e servizi statunitensi più competitivi, alla circolazione di capitali non tassabili, all’invasione di prodotti OGM e alla fine di ogni tipologia di “protezionismo” residuale, come per esempio quello che la Francia applica ancora sul mercato cinematografico.
La recente visita di Obama in Europa ha avuto lo scopo di rinserrare le fila dei riluttanti alleati in vista dell’escalation muscolare est-ovest che va profilandosi nei prossimi anni. E la “richiesta” di aumentare bilanci e forniture militari (tipo F35) rientra in quest’ottica.
La necessità di sviluppare nei prossimi 5 anni i gasdotti, gli impianti di liquefazione e di rigassificazione per creare un vero e proprio ponte del gas attraverso l’Atlantico, implica la volontà di inasprire il conflitto in atto con la Federazione Russa controllandone i “rubinetti energetici” e colpendola con sanzioni e isolamento.

Poi esiste anche un altro trattato internazionale che ha già manifestato le sue enormi potenzialità e di cui in pochi parlano: il Meccanismo europeo di stabilità (MES).
Il MES, in modo complementare al Fiscal Compact, ha di fatto creato una nuova governance europea per la gestione della crisi, parallela e diversa a quella stabilita nei Trattati comunitari e ha già prodotto risultati pratici tangibili e enormi.
L’Italia ha già versato 46 miliardi di euro dei 125 miliardi previsti fino al 2017.
Soldi che chiaramente potevano essere utilizzati per rilanciare la nostra economia attraverso quei progetti eternamente sospesi per la mancanza di coperture.

Ma perché si è deciso di costituire il MES?
La crisi della zona euro già nel 2012 aveva determinato il collasso della moneta unica. Si è deciso dunque di ricorrere ad un accordo di diritto internazionale, con regole proprie che fuoriescono dal sistema normativo comunitario, e creare un ente finanziario che ha come obiettivo quello di correggere gli squilibri finanziari maturati nell’ambito della zona euro. La finalità del MES non consiste nel salvataggio degli Stati, ma, come ha indicato bene Lidia Undiemi, nella creazione di un organismo permanente il cui scopo era la creazione di una governance politica intergovernativa attraverso cui intervenire tutte le volte che l’instabilità mette in discussione la moneta unica.

Il MES porta a fallimento gli Stati mentre salva le banche, poiché è dimostrato che il debito è privato (delle banche) e non pubblico (dello Stato). Ne deriva lo stretto legame tra questo sistema e le organizzazioni criminali e dunque tra MES e criminalità

L’esperienza dei Paesi dove ha operato effettivamente il MES dimostrano le drammatiche implicazioni nel governo del territorio di questo trattato internazionale.
Grecia, Spagna, Portogallo e Cipro lo testimoniano. Quando uno Stato dovesse richiedere quei soldi che ha versato nel Fondo comune, attraverso il MES, i creditori internazionali – la famigerata Troika – si sostituiscono di fatto nella gestione della “politica economica” del paese debitore. Lo Stato che chiede un prestito deve, infatti, sottostare ad una “rigorosa condizionalità” nell’ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico e di progressivo rientro del suo debito pubblico.
Il Fiscal Compact inizierà poi a produrre i suoi effetti e lo farà in un modo che il paese non potrà sostenere.
Come ha calcolato Alberto Bagnai, l’Italia dovrà pagare nel 2015, se va bene, 38.4 miliardi di euro. Se si aggiungono le rate da versare al MES si capisce come intere finanziarie serviranno a rispettare i diktat di questi organismi sovranazionali (perfettamente illegali), che continueranno a imporre tagli in salari, pensioni, sanità e la rinegoziazione dei diritti sociali acquisiti negli anni dalla popolazione.
Inoltre, aspetto fondamentale e di cui non parla nessuno, il MES è un trattato istitutivo perenne, ricapitalizzabile all’infinito per decisione del Consiglio dei Governatori, che potrà, bypassando tutti i Parlamenti nazionali tranne quello tedesco per l’importante e isolata presa di posizione della Corte di Karlshrue, imporre cifre infinite agli Stati in ogni momento in cui la crisi lo dovesse richiedere.
Crisi che, come hanno dimostrato ampiamente gli economisti e come ammette ormai la stessa Bce, è di debito privato e non di debito pubblico.
A fallire erano le banche e non gli Stati, tanto che nei paesi dove è intervenuto il MES solamente una percentuale minima è finita nelle casse governative, il resto, stimato in circa il 70%, ha permesso il recupero dei crediti da parte degli istituti finanziari nazionali e soprattutto di quelli del Nord Europa.
L’organizzazione criminale non ha alcun interesse a eliminare i soggetti operanti nel mercato illegale, poiché la loro attività le permette di incamerare una quota di profitti illeciti come prezzo per la propria astensione dall’utilizzo della coercizione .
L’attività delle organizzazioni criminali monopolistiche non assume dunque una connotazione meramente estorsiva:
Sotto questo profilo, l’idea degli studiosi di crimine organizzato è molto più vicina a quella di un governo che stabilisca le sue regole nelle aree in cui si estende il suo potere”.
Come minimo, il crimine organizzato deve “proteggere” le proprie vittime dall’attività predatoria di altri potenziali estorsori loro concorrenti, se non vuole prosciugare le proprie fonti di reddito . Inoltre, nel momento in cui le “vittime” si avvantaggiano della limitazione della concorrenza o della regolazione delle controversie realizzate dal gruppo criminale monopolista, quest’ultimo fornisce in realtà un servizio avente un concreto valore economico .
Vi sono casi in cui l’organizzazione mafiosa, al pari di altri gruppi criminali, trova conveniente ricorrere alla corruzione per consolidare la propria posizione monopolistica in un certo mercato illegale, conseguendo così profitti più elevati, o per aumentare le speranze di impunità: “la corruzione è usata dalle organizzazioni criminali per guadagnare un margine concorrenziale (ad esempio, ottenendo contratti di costruzione) o per proteggersi dall’arresto” .
Pagare politici, funzionari, magistrati o agenti di polizia perché chiudano un occhio sui traffici illegali serve a ridurre i rischi di quelle attività e schiacciare la concorrenza. Per questo “nei mercati illegali la corruzione è d’importanza centrale, ha differenza di quanto generalmente avviene nei mercati legali”.
In questi casi il gruppo criminale agisce come un comune corruttore: i suoi interlocutori, che sanno di rischiare una rappresaglia violenta, hanno però maggiori incentivi a tenere fede ai patti. La collusione di agenti pubblici e di organi dello Stato con i mafiosi è in effetti una condizione necessaria per l’esistenza stessa di organizzazioni criminali così ampie, durature e articolate al loro interno.
In questo senso, dunque, il rapporto tra mafia e corruzione (politica) è obbligato.
Inoltre, l’esistenza di canali di scambio tra gli amministratori pubblici e i mafiosi alimenta un circolo vizioso nel quale l’inefficienza dello Stato nel garantire i diritti, la corruzione diffusa tra i suoi agenti e la connivenza promuovono quella stessa sfiducia nelle istituzioni pubbliche che sostiene la ricerca di mezzi alternativi per ottenere protezione, ossia la domanda di garanzie mafiose.
Ma se la mafia (anche europea) ha bisogno di ricorrere alla corruzione, al tempo stesso la sua azione “regolatrice” permette di ridurre i costi di transazione che altrimenti sarebbero d’ostacolo alla felice conclusione delle transazioni illecite.
Quando decidono di accettare o di proporre tangenti, gli individui, infatti, vanno incontro a due tipi di incertezza. La prima è il rischio di venire scoperti e condannati da un tribunale, incorrendo in una perdita di prestigio personale, di stima sociale e professionale. La secondo discende invece dalla possibilità di essere truffati, ingannati o ricattati dalla propria controparte.
Ed in Europa la controparte è sempre la Germania”.

UN DISEGNO “FRAUDOLENTO”: LA GUERRA DELLA FINANZA ALL’ECONOMIA REALE
La distruttività dell’austerity

Ricordiamoci quanto detto dal Prof. Guarino in “Un golpe chiamato euro”.
L’Ue è retta da una politica economica di matrice “germanica“ che ha portato l’Italia depressione, recessione e deflazione. E’ ciò che chiamiamo regime di austerity e di rigore. Si sono inventati (Merkel in testa) che la politica di “austerity espansiva” ossia con l’aggiunta delle riforme avrebbe portato l’Italia allo sviluppo ed alla crescita.
300 economisti che insegnano nelle maggiori università occidentali ci hanno già detto dal 2010 a oggi, che la politica dell’Austerity è errata totalmente se applicata in un periodo di alta e diffusa disoccupazione e recessione dell’economia reale.
Ci è matrigna l’Unione Europea (diretta dalla Lobby dei CEO denominata ERT), ci è matrigna la politica dell’Austerity a cui fa riferimento il nostro Ministro dell’Economia ed il nostro Capo dello Stato. E questi esimi statisti non si vergognano neppure dei danni inenarrabili che stanno producendo nella popolazione italiana. Alcuni cittadini vedono chiudersi le fabbriche (altre falliscono). Con le lacrime agli occhi si chiedono perché. Nessuno può spiegar loro che l’economia della finanza ha dichiarato guerra aperta all’ultimo lavoratore e alla ultima fabbrica all’ economia reale.
Chiudere una fabbrica (che ovviamente appartiene al mondo dell’economia reale) è una grossa vittoria per gli artefici dell’economia finanziaria.
I banchieri gangster vivono e guadagnano milioni di euro (in nero) tramite il lavoro effettuato dalle loro banche ombra (con sede nei paradisi fiscali e quindi con il guadagno realizzato in perfetto nero). Vivono con le laute provvigioni guadagnate con la vendita tramite i loro sportelli bancari (ottenuti con l’autorizzazione complice dello Stato) collegati con i traffici mondiali dei “derivati strutturati “di loro produzione. E questi sono autentici bidoni !
In America questi “derivati strutturati” li hanno battezzati “sterco del diavolo”.
Ma in Italia gli sfortunati acquirenti hanno timore di offendere i Banchieri truffatori. Alle volte i banchieri gangster fanno “qualche prestito di denaro” a uomini appartenenti al mondo dell’economia reale (ossia che producono merci), ma non si comportano come normali banchieri commerciali. Sono diventati abili truffatori e speculatori di denaro ed appena lo sfortunato richiedente un prestito ha acquistato i macchinari costosi ma necessari alla crescita ed allo sviluppo della sua fabbrica , improvvisamente e senza alcun preavviso, gli richiedono il rientro immediato del denaro più gli interessi sempre usurai collegati. Pagare o fallire. Il banchiere gangster non transige. Naturalmente avrà già trovato qualche altro speculatore finanziario disposto a rilevare la fabbrica sulla via del fallimento. Per rivenderla,poi , con lauti guadagni e sempre in nero. Ma il perdente non è una vittima della crisi globale. E’ stato eliminato volutamente dagli esponenti dell’economia finanziaria.
Nella guerra in atto non si contano le vittime lasciate sul campo ma si guarda solo ai risultati ottenuti. Tutti i denari disponibili sul mercato debbono rimanere a disposizione dell’economia finanziaria per essere usati nei suoi loschi traffici (rigorosamente in nero)!
In cosa è consistito il disegno “fraudolento” che ha portato alla approvazione del reg. 1466/97 dell’UE?
La procedura utilizzata non era stata mai impiegata e non avrebbe mai più potuto esserlo nella sua portata originaria in quanto con il reg. 1466/97 UE sono state cancellate le “politiche economiche di crescita e sviluppo” degli Stati che della disciplina degli artt. 102 A e 103 del TUE (Maastricht) costituivano il presupposto.
La procedura del regolamento era iniziata nel novembre 1996.
A quel tempo l’attenzione degli Stati membri era concentrata sullo scrutinio di ammissione all’ euro, poi rinviato al 1998. La nuova moneta suscitava grandi speranze. E non si prestò mai abbastanza attenzione al reg.1466/97, che entrò in vigore al 1° luglio 1998. Il testo era scritto in modo rassicurante. Prometteva una crescita vigorosa, sostenibile e favorevole alla creazione di posti di lavoro.

COME IL POTERE DELLA TROIKA HA DISTRUTTO OGNI POSSIBILITA’ DI SVILUPPO

Gli Stati partecipavano al Consiglio con un rappresentante a livello ministeriale abilitato ad impegnare il rispettivo governo. Ma possiamo qualificare l’Ue come “un’organizzazione criminale”, a causa delle politiche che vengono tuttora implementate dalla cosiddetta “Troika” in Grecia e in altri paesi. La “Troika” è costituita dalla BCE, dalla Commissione Europea e dal FMI. Bisogna anche riconoscere che il FMI si è ripetutamente opposto alle politiche che venivano implementate dalla “Troika”, poiché ne prevedeva e calcolava le possibili disastrose conseguenze. La responsabilità della smisurata durezza di queste politiche di austerità e rigore, che si sono tradotte in un netto incremento della mortalità in Grecia, e da qualche mese a questa parte anche in Portogallo è solo ed esclusivamente da attribuire alla Commissione Europea e alla BCE.

Anche le attuali manovre sul Senato italiano sono una lesione alla democrazia voluta da una cricca di capitalisti: l’Ert

Ma siamo proprio sicuri che la proposta di legge di Renzi o le modifiche proposte da Chiti riguardanti il Senato siano così importanti e decisive per la sorte futura del Popolo italiano?
Queste modifiche costituzionali non hanno in realtà alcuna importanza per il benessere materiale o la salvaguardia dei diritti del Popolo italiano.
Chi vuole portare alla miseria nera ed alla schiavitù di fatto è invece la attuale “governance” europea.
Ma è mai possibile che nessuno si renda conto in Italia che chi ci comanda in Europa è solo una banda di avventurieri, mascalzoni e delinquenti?
Essi si sono impossessati di fatto e con un autentico Golpe dell’Europa e hanno preso in ostaggio il comando operativo della Bce. Sono loro che stampano la moneta che poi a caro prezzo la fanno giungere al mercato finanziario italiano.
I reali Governanti dell’Europa sono i CEO o AD delle maggiori imprese e multinazionali europee che costituiscono la Lobby Europea della ERT (European Round Table of Industrialists= tavola rotonda europea degli industriali maggiori).
Questa associazione è strettamente collegata con il gruppo Bilderberg, che influenza l’economia globale mondiale.
Adesso – a dar loro manforte- si sono aggiunti i CEO e gli AD delle più grandi imprese USA e dei Banchieri Gangster made in USA entrati in forze in Europa tramite il Trattato Transatlantico per costituire un mercato comune di 800 milioni di persone del futuro stato EU + USA.
Ma i nostri politici non si stanno accorgendo che il popolo italiano (nella stragrande maggioranza) è ormai arcistufo delle loro continue elucubrazioni aristoteliche o metafisiche … e vuole solamente e modestamente più Pane e più certezza di poter ottenere un Lavoro qualsiasi?

IL PROBLEMA DEL DEBITO PUBBLICO E IL MONOPOLIO BANCARIO NELL’EMISSIONE DI DENARO

“Datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importerà di chi ne fa le leggi”, così nel 1791 Amschel Mayer Rothschild spiegava chiaramente come realizzare un Nuovo Ordine Mondiale. Senza questa volontà politica, è inutile spiegare la finanza. Nella società moderna, avere il monopolio di emissione del denaro consente di controllare, in modo più o meno palese, economia reale, politica, comunicazione e, in definitiva, l’intera società!
Oggi il monopolio di creazione del denaro appartiene al Sistema Bancario (Banche Centrali e banche commerciali), e queste parole sono diventate realtà! Infatti oggi ogni centesimo in circolazione corrisponde ad altrettanto debito, sia esso pubblico o privato. E si tratta di un debito destinato a non poter essere mai ripagato, costringendo così Stati e singoli cittadini a trovarsi costantemente con un cappio al collo. Ipotizzando che in un istante tutti decidessero contemporaneamente di restituire quanto dovuto, non solo tutto il denaro esistente sparirebbe dalla circolazione, ma, e questa è la cosa sconcertante, i debiti non sarebbero comunque estinti! Ciò accade perché nel momento della creazione di nuovo denaro, lo stesso viene immediatamente gravato da un interesse! E questo avviene sia che si tratti di denaro emesso dalla Banca Centrale su richiesta dello Stato, sia che si tratti di moneta creata dal sistema bancario commerciale ogni volta che qualcuno chiede un prestito. Perché molti lo sanno, ma quando le banche concedono prestiti non lo fanno utilizzando denaro proprio, bensì ne creano ogni volta di nuovo dal nulla.
E se fin tanto che la moneta aveva un valore intrinseco (quello del materiale di cui era fatta), trarre un profitto dalla creazione del denaro, detto reddito da signoraggio, aveva come scopo principale l’arricchimento del feudatario, oggi che il denaro stesso ha un valore intrinseco praticamente nullo (pochi centesimi se moneta cartacea e zero se moneta elettronica) la questione è più complessa.
Perché se un tempo il ruolo di potere veniva “legittimato” con un atto di imperio e il sovrano concentrava la sua attenzione prevalentemente sul proprio arricchimento, oggi che la società è organizzata in modo “apparentemente “democratico, chi mira al potere si è dotato di strumenti adeguati e sufficientemente mascherati ai più.
Quindi, il monopolio di emissione del denaro è legato non solo al guadagno derivante dal reddito da signoraggio, quanto piuttosto ad un’appropriazione di potere oltre ogni immaginazione.
Gli Stati hanno ormai da tempo perso la propria sovranità monetaria, non avendo la facoltà di creare il denaro di cui hanno bisogno per garantire i beni e i servizi ai cittadini, ma lo prendono in prestito dalle Banche Centrali o, ancora peggio, dai soggetti operanti nei mercati finanziari, verso i quali sono costretti ad indebitarsi.
In zona Euro il monopolio di creazione del denaro è della BCE, Ente completamente indipendente dai singoli Stati e che non ha alcun tipo di legame o rapporto con le politiche economiche degli stessi, che si trovano completamente in balia degli speculatori, in una situazione di fatto in cui i rapporti di forza tra i detentori di capitali e gli Stati, sono completamente rovesciati.
Il problema è meno palese, ma altrettanto vero, anche in tutti quei paesi in cui la Banca Centrale mantiene in apparenza una sorta di rapporto con il governo, ad es. facendo da garante finale (“prestatore di ultima istanza”) del debito pubblico:
se infatti è vero che teoricamente con queste condizioni uno Stato potrebbe decidere di non porsi limiti di spesa, è altrettanto vero che l’offerta di moneta dovrà necessariamente sempre crescere esponenzialmente solamente per coprire l’interesse dovuto sul denaro già esistente.
Infatti, il problema del debito pubblico è semplicemente quello di non poter essere fermato con il sistema corrente, essendo stato matematicamente progettato per espandersi all’ infinito!
E questo ha permesso una concentrazione di denaro e quindi di potere nelle mani delle pochissime persone che oggi dominano il mondo!
Ma non finisce qui. Il denaro emesso dalle Banche Centrali oggi infatti corrisponde appena al 5% del totale in circolazione, il restante 95% è creato dalle banche commerciali, in base al meccanismo sopra illustrato.
Ed è probabilmente questa l’arma di dominio più occulta ed efficace utilizzata dall’élite di potere! Perché lo scopo principale non è l’arricchimento in sé, bensì il controllo dell’intera economia reale e quindi della società.

IL PROCESSO TORTUOSO PER CUI UNO STATO NON HA DENARO DALLA BCE MA DALLE BANCHE CI SPECULANO SOPRA

Proviamo ad immaginare cosa significhi avere la facoltà di creare denaro semplicemente se qualcuno ce lo chiede: cosa accadrebbe ad es. se il proprietario di una multinazionale fosse anche il proprietario di una banca? Tale multinazionale non avrebbe forse a disposizione tutto il denaro che vuole per monopolizzare il settore economico in cui opera? A tutto questo si aggiunge che il Sistema “Banca Centrale -banche commerciali” permette di stringere ulteriormente la morsa del debito sugli Stati: le prime, infatti, spesso prestano denaro ad un costo irrisorio alle seconde, le quali lo utilizzano per acquistare titoli di stato che rendono svariate volte tanto, aumentando così a dismisura il debito sovrano verso di esse.
Va quindi compreso che un sistema monetario basato sul debito è uno strumento adeguatamente pianificato e realizzato dall’élite di potere per realizzare il suo progetto di dominio, in quanto genera obbligatoriamente una concentrazione di denaro e di potere nelle mani di pochissime persone, con possibilità di ricatto ai governi e totale controllo dell’economia reale e della società.
Per impedire la realizzazione di questo piano di dominio e recuperare la piena sovranità monetaria è dunque necessario definire e realizzare un sistema in cui lo Stato sia l’unico soggetto a detenere il monopolio della creazione di denaro dal nulla. Ossia occorre creare una Banca Centrale di proprietà dello Stato !”

IL MONITO DI 300 ECONOMISTI: BLOCCATE L’AUSTERITA’!

Mi riesce difficile capire come sia stato possibile che il nostro Ministero dell’Economia sia stato sempre diretto negli anni passati da emeriti incompetenti.
Ricordo l’appello di 300 economisti delle più importanti università del mondo occidentale che ci supplicano di fare qualcosa per fare interrompere la sciagurata, errata e assassina politica economica dell’Austerity attualmente in auge in Italia e nei Paesi mediterranei.
L’appello nasce dal constatare la disoccupazione dilagante, i fallimenti aziendali, i suicidi di piccoli imprenditori falliti (che hanno visto le banche richiedere indietro i fidi a loro concessi per l’acquisto dei macchinari aziendali necessari all’aumento della produzione). Smettetela, cari politici che governano in Italia con l’Austerity con gli omicidi e le angherie da Voi perpetrate ai danni della parte sfortunata del popolo italiano.

GLI ERRORI MACrOSCOPICI DEL FM E DELLA BCE CHE DISTRUGGONO POSTI DI LAVORO ED ECONOMIA REALE

Financial Times: ”La crisi economica in Europa continua a distruggere posti di lavoro. All’inizio del 2014 i disoccupati saranno 19 milioni nella sola zona euro, oltre 7 milioni in più rispetto al 2008: un incremento che non ha precedenti dal secondo dopoguerra e che proseguirà anche nel 2014 , 2015 ed oltre. La crisi occupazionale affligge soprattutto “i paesi periferici “dell’Unione monetaria europea, dove si verifica anche un aumento eccezionale delle sofferenze bancarie e dei fallimenti aziendali; la Germania e gli altri paesi centrali dell’ eurozona hanno invece visto crescere i livelli di occupazione. Il carattere asimmetrico della crisi è una delle cause dell’attuale stallo politico europeo e dell’imbarazzante susseguirsi di vertici dai quali scaturiscono provvedimenti palesemente inadeguati a contrastare i processi in corso. Una ignavia politica che può sembrare giustificata nelle fasi meno aspre del ciclo e di calma apparente sui mercati finanziari, ma che a lungo andare avrà le più gravi conseguenze. La crisi sta rivelando una serie di contraddizioni nell’assetto istituzionale e politico dell’Unione monetaria europea. Le autorità europee hanno compiuto scelte che hanno inasprito la recessione e allargato i divari tra i paesi membri. Nel giugno 2010, ai primi segni di crisi, la lettera dei 300 lanciò un allarme sui pericoli insiti nell’austerità, che avrebbe depresso occupazione e redditi, rendendo ancora più difficili i rimborsi dei debiti, pubblici e privati. Quell’allarme rimase inascoltato. Le autorità europee preferirono aderire alla fantasiosa dottrina dell’“austerità espansiva”, secondo cui le restrizioni dei bilanci pubblici avrebbero ripristinato la fiducia dei mercati sulla solvibilità dei paesi dell’Unione, favorendo così la diminuzione dei tassi d’interesse e la ripresa economica. Come ormai rileva anche il Fmi, oggi sappiamo che in realtà le politiche di Austerity hanno accentuato la crisi, provocando un tracollo dei redditi superiore alle attese prevalenti. Gli stessi fautori della “austerità espansiva” adesso riconoscono i loro sbagli, ma il disastro è in larga misura già compiuto.
C’è tuttavia un nuovo errore che le autorità europee stanno commettendo. Esse appaiono persuase dall’idea che ”i paesi periferici dell’Unione” (tra cui l’Italia) potrebbero risolvere i loro problemi attraverso le cosiddette “riforme strutturali”. Tali riforme dovrebbero ridurre i costi e i prezzi, aumentare la competitività e favorire quindi una ripresa trainata dalle esportazioni e una riduzione dei debiti verso l’estero. E’ illusorio pensare che la soluzione prospettata possa salvaguardare l’unità europea. Le politiche deflattive praticate in Germania e altrove per accrescere l’avanzo commerciale hanno contribuito per anni all’accumulo di enormi squilibri nei rapporti di debito e credito tra i paesi della zona euro. Il riassorbimento di tali squilibri richiederebbe un’azione coordinata da parte di tutti. Pensare che i soli paesi periferici debbano farsi carico del problema significa pretendere da questi una caduta dei salari e dei prezzi di tale portata da determinare un crollo ancora più accentuato dei redditi e una violenta deflazione da debiti, con il rischio concreto di nuove crisi bancarie e di una desertificazione produttiva di intere regioni europee.

Nel 1919 Keynes contestò il Trattato di Versailles con parole lungimiranti: «Se diamo per scontata la convinzione che la Germania debba esser tenuta in miseria, i suoi figli rimanere nella fame e nell’indigenza …, se miriamo deliberatamente alla umiliazione dell’Europa centrale, la vendetta non tarderà».
Sia pure a parti invertite, con i paesi periferici al tracollo e la Germania in posizione di vantaggio, la crisi attuale presenta più di una analogia con quella tremenda fase storica, che creò i presupposti per l’ascesa del nazismo e la seconda guerra mondiale. Ma la memoria di quegli anni sembra persa: le autorità tedesche e gli altri governi europei stanno ripetendo errori speculari a quelli commessi allora. Questa miopia è la causa principale delle ondate di irrazionalismo che stanno investendo l’Europa, dalle ingenue apologie del cambio flessibile- quale panacea di ogni male -fino ai più inquietanti sussulti della propaganda ultranazionalista e xenofoba.
Occorre esser consapevoli che proseguendo con le politiche di “austerità” e affidando il riequilibrio alle sole “riforme strutturali”, il destino dell’euro sarà segnato:
l’esperienza della moneta unica si esaurirà, con ripercussioni sulla tenuta del mercato unico europeo. In assenza di condizioni per una riforma del sistema finanziario e della politica monetaria e fiscale che dia vita a un piano di rilancio degli investimenti pubblici e privati, contrasti le sperequazioni tra i redditi e tra i territori e risollevi l’occupazione nelle periferie dell’Unione(tra cui l’Italia), ai decisori politici non resterà altro che una scelta cruciale tra modalità alternative di uscita dall’euro”.

I RAPPORTI CON LA BUNDESBANK

La Bundesbank ha trasferito alla Bce il rischio di credito.
Basta con questi disinvolti Banchieri Gangster tedeschi, che operano indisturbati condannandoci ad una miseria nera!
“I trattati della UE vietano alla BCE di stampare moneta per finanziare (monetizzare) il debito pubblico dei Paesi dell’Unione;non è quindi possibile mettere a fattore comune (mutualizzare) i rischi finanziari dei debiti pubblici degli attuali stati europei.
Statisticamente l’Europa dell’euro ha circa 10.000 miliardi di debito pubblico, in media sul PIL è al di sotto del 100%, valori che dovrebbero fare dell’Europa, rispetto a Giappone e a Stati Uniti, entrambi con valori assai più alti, un’isola felice lontana da rischi sistemici. Ma l’incomprensibile assenza di regole mutualistiche strutturali ed obbligatorie derivanti da prossimi indispensabili nuovi trattati UE (se la BCE fosse “realmente”una Banca Centrale degli Stati Uniti d’Europa federati dovrebbe essere costretta a solidarizzare ed assimilare tutti i debiti pubblici degli stati UE ) porta invece gli operatori ad apprezzare -attraverso lo spread- le differenze dei rischi di credito tra i vari Paesi. E questo fatto –incomprensibile –non dovrebbe essere ammesso in un “vero stato federale europeo” con una “vera” Banca Centrale Europea che agisse (come è obbligatorio) in perfetta autonomia senza dover rispettare gli ordini perentori e truffaldini impartiti dalla Merkel !
Spread persistenti nel tempo tra l’1% e il 5% – come quelli che l’Italia sta sperimentando dal 2008 – incrementano gli oneri finanziari dell’industria manifatturiera (specie italiana) amplificando il fenomeno sperimentato negli anni precedenti a causa dei tassi di inflazione più elevati rispetto a quelli tedeschi; i maggiori oneri si scaricano sui prezzi di vendita dei beni nel momento in cui il costo del lavoro non è più comprimibile. Questo significa, che i beni prodotti in tutti i Paesi dell’UE e la cui competitività è basata sul prezzo (e che sono una buona parte del PIL), sono venduti solo (o con preferenza) sul mercato dalle aziende manifatturiere situate nel territorio statale che ha attualmente lo spread “truffaldino “più basso e cioè la Germania. 12 anni di surplus commerciale tedesco del 5% trovano così una prima spiegazione, considerato che si tratta di un caso isolato rispetto agli altri Paesi UE, che sperimentano da anni deficit generalizzati.
Inoltre nell’attuale architettura dell’Euro, quando una banca italiana paga un debito di 100 verso una banca tedesca la sua liquidazione passa attraverso il sistema dei pagamenti interbancari denominato “target 2″ e conseguentemente la Bundesbank diviene creditrice di 100 euro verso la Banca d’Italia. Prima della liquidazione, se la banca italiana non pagava, la banca tedesca era in difficoltà e in caso di insolvenza sarebbe dovuto intervenire il salvataggio da parte ed a carico finanziario del governo tedesco. Dopo la liquidazione, il credito di 100 è intestato alla Bundesbank ed è garantito dalla stessa esistenza dell’euro (BCE) e quindi da tutti i Paesi UE e non solo dallo Stato Tedesco! Il rischio di credito della banca tedesca-quindi – è stato de facto trasferito sull’euro tower di Francoforte (BCE)ed è quindi mutualizzato ossia grava finanziariamente su tutti i paesi dell’UE.
Acquisito questo meccanismo, se osserviamo l’andamento dei crediti delle banche tedesche verso gli altri sistemi europei, notiamo un interessante andamento ciclico.
I crediti che la Germania vanta nei confronti delle banche europee aumentano sostanzialmente fino all’arrivo dei finanziamenti di 1.000 miliardi di euro a lungo termine della BCE (LTRO) a cavallo tra 2011 e 2012; crediti che hanno finanziato gli altri Paesi dell’UE ma al solo scopo di comprare manufatti dell’industria tedesca, e quindi ancora una volta (con il solo scopo truffaldino) di supportare il surplus commerciale della Germania: il cosiddetto “vendor financing “come ricordava qualche tempo fa il banchiere Antonio Foglia.
Erogati dalla BCE gli LTRO, le banche europee hanno la liquidità per onorare i debiti con la Germania per quasi 300 miliardi di euro (per l’Italia l’impegno è di 50 miliardi solo?), il cosiddetto “deleveraging”(riduzione di indebitamento); le banche tedesche azzerano così tramite “target 2″, il rischio di credito verso gli altri sistemi bancari dell’UE.
Terminata questa fase del ciclo, le banche tedesche ripartono con il “vendor financing “espandendo i crediti mentre gli altri sistemi bancari dell’UE e avviano il rimborso dei precedenti (mille miliardi di euro) LTRO alla BCE. Il tutto fino a che non sarà necessario un nuovo supporto della Bce di mutualizzazione (ossia di accollo ai vari Paesi UE) del rischio di credito del sistema bancario tedesco verso gli altri Paesi.
L’ attuale architettura dell’euro (comgegnata dai vari Banchieri Gangster tedeschi) ha dunque assecondato gli effetti degli squilibri permanenti delle bilance dei pagamenti dei Paesi dell’Unione monetaria, caratterizzati da permanenti surplus delle partite correnti della Germania e conseguenti ineliminabili forti deficit dei Paesi periferici, favorendo il “deleveraging” (riduzione di indebitamento) del settore bancario europeo.
L’annuncio di un Quantitative Easing per 1.000 miliardi di euro da parte della Banca centrale europea (di prossima emissione) va quindi esaminato in questa prospettiva.”
E la truffa tedesca finanziaria ai danni dell’Italia e degli atri Paesi UE … continua.

LA FINTA RIPRESA DELLA GRECIA COME PROPAGANDA PREELETTORALE

Ricordiamo gli atti crudeli ed infami che la Merkel ha fatto compiere dalla Troika UE contro il coraggioso ed impavido popolo greco. E speriamo che il popolo italiano si comporti all’altezza del compito che la storia attuale suggerisce : distruggere ed annientare il “vero nemico ” della possibile creazione dei nuovi Stati Federali Uniti d’Europa !
“Le elezioni europee si avvicinano e la propaganda mediatica avanza con la stessa velocità con cui il tempo continua imperterrito a scandire, secondo dopo secondo, i giorni che separano il vecchio continente dalle urne. Una propaganda sempre più aggressiva, su tutti i fronti; se gli italiani devono sorbirsi, tra una pubblicità ed un’altra, uno spot in cui viene fatto un elenco di tutti i presunti successi dell’Europa unita che culmina con la frase “Di Europa si Deve Parlare”, la quale sa di vera e propria minaccia, i cittadini europei in generale sono costretti a sentire notizie fuorvianti e false, specie su un paese particolare, su quel paese emblema dei disastri economici dell’UE e dell’Euro, ossia la Grecia. Nella giornata di venerdì, ad Atene è andata Angela Merkel, testimonianza della paura molto forte che provano coloro che tengono in mano le redini dell’Europa attuale; il cancelliere tedesco che si “scomoda” e scende fino al cuore della capitale dello Stato più distrutto dalla crisi attuale, è segno di profonda debolezza, di timore di come a fine maggio il nuovo Parlamento di Strasburgo subisca una virata profondamente anti Euro o, come amano ripetere i media accodati a Bruxelles, “populista”. In Ungheria come in Francia, nei Paesi Bassi come nella stessa Grecia, le recenti elezioni confermano un avanzamento sempre più importante di liste e partiti euroscettici. E allora non sorprende se, proprio in questi giorni, si è scatenata una campagna mediatica sulla Grecia volta a distorcere la realtà e a dare l’impressione che il paese ellenico abbia superato la crisi. “La Grecia, pur restando nell’ Euro, ce l’ha fatta”, esordiva un servizio del TG1 proprio nella giornata della visita della Merkel ad Atene; servizio che, come se non bastasse, era corredato dallo sfondo del premier greco Samaras che parlava di un paese che, grazie ai “sacrifici”, oggi può pensare al futuro.
Ma, dulcis in fundo, su quale base di dati i telegiornali ed i media tradizionali giustificano un così tanto ottimismo su un paese dalla disoccupazione giovanile pari al 60%? Semplice. Proprio un altro servizio di un altro tg nazionale, afferma come “La Grecia è tornata sul mercato”; proprio così. Ai cittadini si dà, come metro di misura dell’economia, la produzione di nuovi bond; infatti, dopo tre anni, il ministero dell’Economia di Atene è tornato a piazzare con delle aste pubbliche i buoni del tesoro. Il cittadino medio, probabilmente, recepisce tutto ciò come un qualcosa di positivo, un fantomatico “segnale” di ripresa. Ma, andando a scandagliare per bene la situazione, cosa vuol dire realmente tornare a piazzare i bond del tesoro? Vuol dire, in maniera molto semplice, produrre altro debito; se per tre anni Atene non ha più aperto aste sul suo debito pubblico, è semplicemente perché nessun acquirente avrebbe investito anche un solo centesimo nel debito greco, divorato e spacchettato dalla speculazione finanziaria, messa in atto dai soliti noti della finanza internazionale, partita nel 2009.
La liquidità per Atene, quella che materialmente serve a pagare stipendi e servizi (gli ultimi rimasti) per i cittadini, è stata garantita dai giganteschi prestiti (altro debito) della Troika al prezzo di un’Austerity che ha lasciato sul campo milioni di nuovi poveri. Oggi in vista di delicate elezioni di carattere europeo, gli speculatori hanno deciso di allentare la morsa sul debito, concedere un po’ di illusione a politici locali ed alla popolazione, concedendo ad Atene la possibilità di trovarsi la liquidità tramite i buoni del tesoro. Ma i buoni del tesoro, per l’appunto, non vengono venduti; le entrate derivanti dalle aste, sono provvisorie, devono cioè essere restituite con gli interessi. Dunque, è nuovo debito. I media spacciano per ripresa dell’economia greca la produzione, da parte della Grecia, di nuovo debito, il quale non viene comprato certamente dai risparmiatori greci o da altri soggetti privati, che ancora non possono fidarsi di un governo in perenne pericolo di default, ma da quegli attori internazionali che hanno già messo sul lastrico il paese, proprio tramite il ricatto del debito.
Insomma, la Grecia è tornata a fare debito ed è quindi ancora più ricattabile; il tutto poi, si inquadra in un contesto finanziario che, per stessa definizione, è ben lontano da un’economia reale fatta di imprese oramai fallite, disoccupazione elevata, emigrazione tornata ai massimi livelli e bambini che svengono a scuola per malnutrizione.
Eccola dunque la situazione in Grecia: non vi è in atto alcuna ripresa, la recessione continua a far genuflettere le ginocchia del sistema produttivo ellenico e le famiglie in difficoltà aumentano giorno dopo giorno.
E allora, vien da chiedersi, come mai durante la visita di Angela Merkel, ad Atene non si è avuta alcuna manifestazione? La risposta è, anche in questo caso, molto semplice: il governo ha vietato, nelle ore in cui era prevista la presenza del capo di governo tedesco, qualsiasi assembramento nella capitale. Anche un gruppo di tre persone, poteva essere considerato potenzialmente come una banda armata a ridosso della zona rossa del palazzo delle istituzioni ateniesi. Quella stessa Europa, impone il divieto di manifestare in una capitale di uno dei suoi Stati membri, in una città che ha visto il fiorire della democrazia, in una Atene che aveva solo voglia di gridare una illegittima insofferenza del suo stremato popolo verso politiche disumane e contro ogni logica di buon senso. Di questa assurda censura, non ne hanno parlato quei media così impegnati a far vedere improbabili progressi ellenici; le uniche immagini della visita della Merkel in Grecia, sono inerenti a sorrisi e strette di mano con i rappresentanti del governo locale. Censura, disinformazione e divieto di manifestazione: ecco i valori dell’attuale Europa espressi venerdì ad Atene.
Ma il passato dimostra come l’applicazione di divieti e censure, sono sintomi inequivocabili di timori e paure; a Bruxelles sanno di come il gigantesco castello di carta della presunta Europa unita è sempre più in bilico e stavolta il vento elettorale rischia di soffiare molto forte su di esso.
E stavolta, neanche la corazza mediatica potrebbe fermare il fischio sempre più forte di quei popoli europei alla ricerca di un’aria diversa da quella che ha causato il baratro degli ultimi decenni.”

COLLASSO ITALIA PER “DEFLAZIONE”. COME SCONFIGGERLA?

La deflazione si origina da un freno nella spesa di consumatori e aziende, i quali in attesa di ulteriori cali dei prezzi preferiscono attendere e risparmiare, creando una spirale negativa. Le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi i beni e servizi prodotti, finiscono per collocarli (svenderli) a prezzi inferiori.
Così facendo, si riducono i ricavi delle imprese che di conseguenza sono obbligate a ridurre gli investimenti e i costi del lavoro, generando disoccupazione (in Italia la disoccupazione si attesta al 13%, mentre la disoccupazione giovanile balza al nuovo record negativo storico del 44%).
Il Paese ha un avanzo primario del 2,5% del PIL e nonostante questo dato che sembra incoraggiante il suo debito continua ad aumentare, passando dal 120% al 133% del rapporto debito\pil in due anni (l’avanzo primario non basta a pagare gli interessi usurai).
Nell’area euro l’Italia è seconda solo alla Grecia in fatto di rapporto debito – Pil.
Ad Atene in ottobre era pari al 169,1%. Tra gli altri debiti pubblici più grandi dell’eurozona figurano il Portogallo (131,3%) e l’Irlanda (125,7%).
Ma quale sarebbe la ricetta per contrastare la deflazione?
Secondo Keynes, in tempi di crisi il risparmio è distruttivo perché, se tutti risparmiano, diminuisce la domanda e quindi la produzione e occupazione.
Negli USA a marzo 2009 l’inflazione era scesa sotto lo zero; hanno risolto il problema ricorrendo a forti iniezioni di liquidità da parte della Federal Reserve attraverso i vari Quantitative Easing (QE1-QE2-QE3).
In Europa la situazione è più complessa.
Non è un caso che Draghi abbia ulteriormente tagliato i tassi: il 7 novembre il tasso di rifinanziamento è stato ridotto allo 0,25% (taglio di 25 punti base).
L’obiettivo è quello di inondare di liquidità i mercati nella speranza di riattivare i consumi. Ricordo che la BCE non può finanziare direttamente gli Stati dell’area Euro, stampando moneta, poiché è vietato dai Trattati. Essa è quindi costretta a far passare il flusso monetario tra le mani delle banche. La BCE non è la FED.
Il problema principale è proprio questo, dovuto all’incapacità degli stimoli monetari di finire a famiglie e imprese.
Dal 2009 la BCE, con modalità diverse, ha immesso liquidità nel sistema aumentando la base monetaria, ma questa poi non si è tradotta in offerta di moneta perché buona parte di questa è stata utilizzata dalle banche per acquistare titoli di Stato (N.B.: è stato bello per le banche commerciali ricevere denaro fresco al tasso dell’1% da utilizzare per speculare in strumenti finanziari, per riacquistare le proprie obbligazioni e per ristrutturare il proprio capitale in vista dell’applicazione dei più severi requisiti dell’ European Banking Authority, invece di dirottarlo nell’ economia reale).
I governi europei sono inermi al diktat della finanza:
l’economia di un paese della zona euro dipende dal cartello delle banche commerciali che decidono quanti titoli di stato acquistare, se acquistarli e a che tasso acquistarli (grazie alle complicità delle colluse agenzie di rating).
Urge che economisti e politici abbiano il coraggio di proporre una concreta uscita dall’euro o almeno lo smantellamento della zona euro, unita alla contemporanea riappropriazione della sovranità monetaria per i Paesi UE che ne sono privi..
E così creare uno stato federale Europeo (tipo USA) escludendo –se non vuole essere solidale – la Germania.
(Con l’unione solidale degli stati del Sud Europa si può costituire il nuovo Stato Federale Europeo del Sud con relativa Banca Centrale ed una “vera” Costituzione federale simile a quella degli USA).
Spero che in Italia qualche personaggio politico si faccia al più presto paladino di questo obiettivo e lo voterebbero milioni di italiani consci del fatto che il vero cancro da debellare sia la finanza dei Banchieri Gangster dediti solamente alla ricerca forsennata della vendita al pubblico dei loro derivati strutturati e farlocchi .
(In USA vengono definiti lo sterco del diavolo!).
Solo facendo in modo che la finanza sia al servizio dell’economia reale avremo la possibilità di uscire dalla crisi globale e risollevare le economie disastrate dei Paesi del Sud Europa.

IN ITALIA LA CORRUZIONE PUBBLICA HA UN COSTO DI 60 MILIARDI L’ANNO- NECESSITA’ DI UNA TRASPARENZA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Le amministrazioni pubbliche sono tutte infiltrate dalla corruzione. Per debellarla occorre trasparenza.
Transparency International ha stilato il suo rapporto, che vede l’Italia come 3° paese più corrotto in Europa dopo Grecia e Bulgaria e a ‘pari demerito’ con la Romania-
Dal 1995, anno della prima edizione della classifica, il nostro paese ha consolidato una disonorevole reputazione di democrazia infiltrata da una corruzione sistemica.
Eppure, la corruzione non è un destino inevitabile, ma un abito culturale.
Occorrerebbe prevenzione specie su quelle zona d’ombra del governo in cui il potere si fa opaco e invisibile. Occorre promuovere la trasparenza nella Pubblica Amministrazione. La corruzione pubblica si insidia, infatti, nelle amministrazioni che non garantiscono tracciabilità e rendicontazione della propria attività.
E’ questa una verità talmente ovvia che quasi 90 Stati nel mondo si sono dotati di una legge specifica sulla libertà d’informazione, nota come Freedom of Information Act (Foia). Il” Foia ” garantisce un diritto di accesso totale ai documenti amministrativi, rivelandosi un potente strumento di democrazia e controllo.
Non a caso, nei paesi in cui la trasparenza è un’abitudine consolidata, il tasso di corruzione pubblica percepita è bassissimo.
L’Italia, come al solito, resta un’eccezione.
La nostra legge sulla trasparenza amministrativa è tra le più restrittive d’Europa.
La norma avrebbe dovuto rivoluzionare il rapporto tra amministratori e cittadini, sostituendo al principio del segreto d’ufficio il principio di pubblicità dell’attività amministrativa, ma risulta inadeguata e non conforme alle disposizioni internazionali. Essa impone una grave limitazione al diritto di accesso, riconosciuto soltanto al cittadino titolare di un interesse legittimo e motivato nei confronti della documentazione pubblica. Soprattutto, la legge non consente l’accesso finalizzato al controllo sociale sull’operato della PA che, di fatto, resta agli occhi dei cittadini un corpo separato e impenetrabile. Nonostante l’evoluzione della disciplina giuridica in materia e le pressioni della società civile, la l. 241/1990 non è stata abrogata.
Un “Foia” non è stato ancora adottato.
Il patrimonio informativo della PA deve risultare comprensibile, fruibile, riutilizzabile, così da consentire ad ogni cittadino la partecipazione alle decisioni pubbliche e un controllo diffuso sulle attività istituzionali, diritto quest’ultimo che discende dal principio costituzionale della sovranità popolare.
Ma la nostra PA non sembra disposta a collaborare. Educata alla totale riservatezza, tradizionalmente restia a farsi interrogare, essa non riesce a stabilire una relazione simmetrica e paritaria coi suoi cittadini, spesso relegati al rango di sudditi.
Se l’Italia è un paese democratico, non può fare a meno di una legge sulla libertà d’informazione. L’opacità del potere è incompatibile con la natura della democrazia, che Bobbio definisce come ‘governo del potere visibile’.
Quello di cui abbiamo bisogno è una rivoluzione culturale, oltre che legislativa, in grado di annientare il culto della segretezza dell’attività amministrativa.

Tre italiani arrestati a Bruxelles per corruzione in appalti UE.
L’inchiesta è cominciata tre anni fa e riguarda la gestione di varie gare e un giro milionario di tangenti. Si scopre così che l’UE (che dovrebbe essere uno Stato ma non lo è) deve ricorrere all’azione della Polizia dello Stato Belga, al codice penale e processuale Belga ed alla Magistratura Belga per incriminare alcuni delinquenti (tra cui tre italiani) “intrufolati” con metodi mafiosi nello pseudo- governo e nelle pseudo – istituzioni europee. E questo “fantasma” istituzionale chiamato UE vuole oggi imporre al Governo Italiano una errata e demenziale Austerity?
Assieme ad altri stati europei sarà certamente possibile costruire gli Stati Uniti d’Europa.Ma se la Merkel pretende di continuare con la sua attuale linea politica economica deflazionistica, sarà bene uscire dal suo giro.

DRAGHI AUMENTA LA LIQUIDITA’ CON I QE

Le Banche italiane si lamentano con Renzi perché devono contribuire al finanziamento della terribile crisi recessiva di cui sono state le principali responsabili.
Eppure non risulta che (in Italia) sia mai stata posta in atto una gara ad evidenza pubblica per la “concessione“ statale ed oligopolistica (anche gratuita ma con il rispetto della Concorrenza) per il conseguimento “ lecito “di qualunque provvista Finanziaria su tutto il territorio dello Stato.
Finalmente Draghi sembra che apra al ‘Quantitative Easing’, imminenti misure di stimolo volte a scongiurare i rischi di cali generalizzati dei prezzi e dei redditi (la temuta deflazione). E ora anche lui, sollecitato in tal senso anche dal FMI, manifesta la sua disponibilità a intervenire con misure non convenzionali.
Ci si attende che la BCE ponga in essere operazioni note come Quantitative Easing consistenti nell’acquisto massiccio di titoli con denaro di nuova emissione o tramite “deposito remunerato” in BCE di titoli di Stato dei Paesi UE.
La BCE è l’ultimo istituto d’emissione a praticare il QE, dopo che da anni ne fanno uso le banche centrali di Usa, Gb, Giappone e Svizzera. Tali acquisti, realizzati iniettando nel sistema moneta addizionale o depositando titoli di stato remunerativi nella BCE, vengono variamente giustificati a seconda dei rispettivi mandati.
La Fed americana può dichiarare che l’aumento di domanda ottenuto in virtù del QE ha già consentito di abbassare la disoccupazione.
La Bank of England si è limitata ad indicare che l’aumento di circolante serve ad evitare che l’inflazione scenda troppo al di sotto del 2% annuo.
La BCE lo presenterà probabilmente come strumento di “trasmissione della politica monetaria”, cioè volto a determinare tassi di interesse e provvista di credito sufficientemente uniformi in tutta l’Euro zona e per i diversi operatori economici, ma anche come strumento per evitare che il tasso di inflazione si allontani troppo dall’obiettivo del 2 % (creando la temutissima deflazione sistemica).
L’abbassamento dei tassi d’interesse che si produrrebbe sui titoli oggetto del QE – data la relazione inversa fra prezzo dei titoli e loro rendimento – si trasmetterebbe tramite i normali meccanismi di mercato alle altre classi di titoli e finirebbe per incoraggiare le decisioni di spesa.
Un ulteriore calo dei tassi a lungo termine avrebbe effetti positivi per il bilancio pubblico, mentre le ripercussioni sulle obbligazioni societarie e sul mercato azionario potrebbero favorire il settore privato.
Il condizionale è d’obbligo perché le decisioni di investimento delle imprese dipendono fondamentalmente dalla “domanda aggregata attesa” e non tanto e non solo da favorevoli condizioni sul lato del loro finanziamento.
E da questo punto di vista ci attendiamo che il QE abbia effetti facilitanti la domanda di beni e servizi sulle decisioni di spesa delle famiglie.
Un eventuale QE europeo comporterebbe una ripartizione degli acquisti di titoli fra i paesi dell’Euro zona in proporzione alla partecipazione al capitale della BCE in modo da non prestare il fianco all’ accusa di essere un aiuto esclusivo alle economie periferiche. Più controversa è la distribuzione degli acquisti fra titoli fra pubblici e privati, con i tedeschi che favoriscono i secondi per motivi evidenti a tutti.
Con un’economia tedesca che marcia vicino al pieno impiego, laddove il QE conducesse a una maggiore domanda interna questo potrebbe tradursi in acquisti addizionali di nostri beni e servizi scongiurando nuovi squilibri commerciali in Eurozona. Chi potrebbe certamente beneficiare del QE sono le banche, sia che scelgano di cedere titoli alla Bce realizzando significative plusvalenze, sia che preferiscano approfittare di più propizie condizioni sul mercato azionario per condurre in porto i necessari aumenti di capitale.
In ogni caso, i loro quozienti patrimoniali risulterebbero migliorati, con conseguenti maggiori chance di passare le “prove da sforzo” (stress test) a cui saranno sottoposte dalla BCE prossimamente, il primo passaggio della gracilissima “unione bancaria” che l’Unione Europea sta faticosamente impostando.
Sospettiamo che il sostegno ai bilanci bancari – inclusi quelli tedeschi, il che spiegherebbe la presa di posizione di Weidmann -possa essere la motivazione principale del QE.
(Bilanci bancari in ordine potrebbero in subordine accrescere la capacità di erogare credito, ma senza una ripresa della domanda aggregata “il cavallo non beve” come si diceva un tempo).
Una ricaduta non trascurabile, una vera boccata d’ossigeno per i nostri esportatori, potrebbe venire dall’ indebolimento del cambio esterno dell’Euro.
A questo proposito, alcuni commentatori propongono che – analogamente a quanto fanno la Banca Nazionale Svizzera e la Bank of Japan – la Bce compri anche titoli pubblici esteri, allo scopo di abbassare il valore dell’Euro.
Viste le condizioni comatose della nostra economia, quella del QE, presa in sé, può essere una proposta da non sottovalutare .
Una criticità attiene alla macroscopica asimmetria fra le vere e proprie acrobazie di una politica monetaria espansiva (secondo il Nobel dell’Economia Krugman di grande efficacia in USA) e la deliberata scelleratezza con cui si continua ad imporre all’Eurozona una politica di bilancio ostinatamente restrittiva (politica economica errata in recessione) di Austerity. Il QE all’ europea può risultare un valido e reale aiuto che la BCE potrebbe somministrare alla disastrata economia europea prevista in recessione e deflazione per una lunga durata. Un quadro previsionale economico recessivo in cui oggi si verificano le condizioni molto più sconfortanti dei lavoratori, condannati a continui giri di vite in termini di sempre maggiore precarietà e sempre peggiore salario. Ma queste contraddizioni non sono che una prova ulteriore della perversità insita nella attuale architettura dell’euro, che pare avviato a diventare quanto di peggio possa esistere nell’attuale capitalismo finanziario gestito dai Banchieri Gangster.

I VERI NEMICI DELL’EUROPA: I POLITICI CHE PERSISTONO NEGLI ERRORI DI STRATEGIA DEL FM E DELLA BCE

“L’euro sta portando a fondo l’Unione Europea e con essa il sogno federalista dei suoi ispiratori e il progetto politico dei suoi fondatori.
Come mezzo di pagamento, è stato una grande novità positiva per centinaia di milioni di cittadini europei, a cui ha dato finalmente la percezione materiale di una abolizione dei confini, la possibilità di pagare i propri acquisti all’estero senza dover fare complicati calcoli mentali e, per noi italiani, anche la prova evidente che con i salari e le pensioni tra le più basse d’Europa molti prezzi – bar, ristoranti, alberghi, farmaci, teatri, ecc. – sono i più alti del continente. Ma come mezzo di accumulo di valore, l’euro ha favorito il meccanismo di universale indebitamento – di famiglie, imprese, banche e Stati – su cui da almeno due decenni (e in molti casi da molto più tempo) si regge l’intero sistema economico mondiale, mettendo nelle mani di un ristretto numero di «operatori» dell’alta finanza (Banchieri Gangster) la vita e il lavoro di miliardi di esseri umani.
Un errore è stato l’azzeramento della separazione tra banche commerciali, che trattano soprattutto mezzi di scambio, e banche di investimento, il cui scopo è promuovere l’accumulazione del capitale. Un altro errore è stata la diffusione di derivati. Le conseguenze di quelle due misure di «liberalizzazione» sono davanti agli occhi di tutti: una generale situazione di insolvenza che ha coinvolto e coinvolge tutti. Prendete il caso dei Paesi Piigs e della Grecia, dove i debiti di banche e governo sono stati e continuano a venir scaricati sulla popolazione, nel tentativo – fallito – di farne uscire indenni prima le banche straniere – soprattutto tedesche e francesi – che li avevano finanziati; e poi la BCE e il FMI che li hanno rifinanziati; e poi gli altri Stati dell’ Eurozona (Germania in testa), che hanno finanziato o garantito i finanziamenti della Bce e quello dei nuovi marchingegni, come l’Efsf (il cosiddetto Fondo Salvastati UE ,creato appositamente per salvare le sole Banche tedesche), con una gigantesca «catena di Sant’ Antonio».
A questo si è ridotta infatti la politica finanziaria della BCE.
Ma è almeno due anni che qualsiasi persona di buon senso ripetono che la situazione finanziaria della Grecia è insostenibile e che il suo fallimento è già scritto nei fatti. Viene da chiedersi come mai qualche inossidabile liberista non se ne sia accorto. Ma il peggio deve ancora venire e quello che “i liberisti “non dicono è che cosa succederà, all’ euro e a tutta l’Unione Europea, quando il default della Grecia (prossima l’Italia) dovrà essere dichiarato. Ma forse a quel momento non si arriverà mai, perché a ritrovarsi ridotti nella condizione della Grecia, e prima ancora del suo fallimento ufficiale, saranno altri Paesi dell’Euro zona, e ben più «importanti». per es. la Spagna o l’Italia.
I liberisti non spiegano infatti come sia possibile che l’economia italiana o spagnola possano evitare di avvitarsi sempre più su se stesse, esattamente come la Grecia, quando, oltre al pareggio di bilancio, dovranno fare fronte anche al cappio del fiscal compact: cioè quando dovranno rastrellare con le tasse e l’assalto alla spesa sociale altri 50 miliardi all’ anno e per venti anni, per ripagare la loro quota di debito, oltre al peso degli interessi -oltre la restituzione del debito. Interessi sul debito che per l’Italia ammonteranno sino ad oltre 100 miliardi all’ anno; mentre già le banche di entrambi i paesi (ma presto anche quelle francesi e probabilmente anche tedesche) sono in affanno per fare fronte agli impegni di ricapitalizzazione imposti dall’ accordo Basilea 3. Una ristrutturazione o un consolidamento dei debiti dei principali paesi europei appare sempre più inevitabile; ma nessuno ne vuol sentir parlare. Perché?
Si dice che c’è una road map in grado di portare il continente fuori dalle attuali secche: prima l’entrata in vigore del Fsef; poi l’unione bancaria con un sistema di vigilanza unificato; poi gli eurobond per mutualizzare i debiti sovrani, o addirittura i project-eurobond per rilanciare anche lo sviluppo; poi la trasformazione della Bce in prestatore di ultima istanza, per arrivare così all’unione politica (Stati Uniti Europei), che legittimerà tutte queste operazioni, per ora affidate a organismi (ed a una burocrazia tecnocratica) tutti privi di legittimazione democratica.
Intanto l’Unione europea non riesce nemmeno a trovare un accordo sul proprio bilancio. Tutti, chi più, chi meno, sono orientati a restringerlo, a ricondurlo alla generale austerità del continente, lasciando possibilmente immutati i fondi destinati alle politiche clientelari (Pac, Fondo sociale, sussidi all’ industria) e tagliando quelli destinati alle politiche più innovative.
Esistono economisti che accusano giustamente i paesi più forti di aver beneficiato dell’euro per esportare a credito, per tener basso il proprio tasso di cambio – e ora anche quello di interesse – e per incamerare interessi da favola sul denaro prestato.
Ed esiste chi accusa i paesi più deboli di aver accumulato deficit di bilancio e delle partite correnti a sbafo, come se tutte queste cose dipendessero da comportamenti dei lavoratori e delle popolazioni dei vari paesi, e non dalle politiche commerciali e di bilancio adottate da banche (e dai loro Banchieri Gangster), imprese e governi che hanno goduto e spesso si sono tenuti in piedi solo grazie all’ ombrello protettivo della Bce e della Commissione.
In testa a questa corsa a uno sciovinismo senza ritorno c’è il governo tedesco, ma i malumori ben lubrificati sia contro paesi sfruttatori che contro i paesi spendaccioni, di cui si nutrono i diversi nazionalismi e fa le spese l’Unione, allignano ormai ovunque.
E’ possibile che in queste condizioni il progetto di un’unione politica possa sopravvivere e andare avanti, a forza di misure tappabuchi? E senza metterne in discussione le fondamenta, cioè la scelta di far pagare la crisi ai lavoratori e a una popolazione sempre meno protetta dal welfare per tenere in piedi con interessi e rimborsi stratosferici una finanza (ladrona) che continua a speculare, e a guadagnare miliardi, sulle disgrazie altrui? No, non è possibile.
Per questo i veri nemici dell’unificazione politica europea sono coloro, come Monti &C (compreso l’attuale B e Renzi) ossia di tutti coloro che li hanno sostenuti ed osannati, che presentano e considerano senza alternative i diktat finanziari che provengono dal mondo dell’alta finanza e dalla sua intermediaria politica che è la Bce; diktat che, come mostra il caso della Grecia portano allo sfacelo un’intera nazione mettendo in pericolo anche tutto il resto del continente.
Mentre i veri europeisti sono coloro che sostengono che non si può procedere verso un’Europa dei popoli se non si ha innanzitutto il coraggio, e poi la forza, di imporre una revisione radicale di tutto l’assetto finanziario dettato dalla a Lobby europea ed ora anche delle Lobby USA dei Magnati e dei Banchieri Gangster (unione UE-USA effettuata tramite il recente Trattato Euro -Atlantico ) che dirigono sapientemente la governance europea e su cui si è retta finora la costruzione (farlocca) dell’UE.
La UE necessita di una ristrutturazione o un consolidamento di lungo periodo dei debiti sovrani (che sovrani proprio non sono) in attesa di trovare un accordo sulla loro mutualizzazione, cioè sulla condivisione tra tutti i Paesi UE; una rinegoziazione degli accordi – pareggio di bilancio, fiscal compact e Fsef, per cominciare – con cui si pretende di «rimettere in sesto» la finanza dei paesi europei a spese delle fasce sociali meno protette; una separazione netta tra banche commerciali e banche di investimento e una concentrazione dei debiti di queste ultime in una o tante bad-bank i cui costi mettere a carico dei grandi investitori; una seria limitazione della circolazione dei capitali, cominciando con una tassa consistente e generalizzata su tutte le transazioni finanziarie.
A queste condizioni, forse, l’euro potrà sopravvivere e l’Europa potrà procedere verso una unione politica veramente democratica.
Ma bisogna che le forze sociali che lo vogliono veramente si uniscano attraverso un movimento comune. Sarà possibile ?
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1532- 1-5-2014 UN RAGAZZO CHIAMATO FEDERICO

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Noi non scriviamo solo per Federico
Ma per tutte le vittime della polizia
Che non hanno mai visto
L’espiazione dei loro carnefici.

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Dai macellai della Diaz
agli assassini di Aldrovandi
Il fascismo ha tante etichette
ma una faccia sola.

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Parafrasando Bukowski
“Duemila anni di cristianità e che abbiamo ottenuto? Poliziotti che cercano di ammazzare per le strade e orde di iene che li applaudono, e che altro? Guerre a non finire, bombardamenti, grassatori per le strade e al potere, rapine, gente accoltellata, tanti pazzi che ne hai perduto il conto, non ci fai più caso lasci che vadano in scorribanda per le strade, in divisa, poliziotti oppure no.”
.
Prima ti uccidono
poi ti deridono
poi ti diffamano
La loro idea di vita
è protrarre solo il Male
e rendere colpevoli le vittime.

LA TRAGEDIA
La notte del 25 settembre 2005 un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi, si fece lasciare dagli amici in una via vicino a casa per tornare a piedi dopo aver trascorso la serata al locale Link di Bologna. Aveva assunto stupefacenti e alcol in piccole quantità. Nei pressi di viale Ippodromo a Ferrara circolava, in quegli stessi minuti, la pattuglia “Alfa 3″ con a bordo Enzo Pontani e Luca Pollastri. Quest’ultimi descrivono l’Aldrovandi come un “invasato violento in evidente stato di agitazione”, sostengono di “essere stati aggrediti dallo stesso a colpi di karate e senza un motivo apparente” e chiedono rinforzi. Dopo poco tempo arriva in aiuto la volante “Alfa 2″, con a bordo Paolo Forlani e Monica Segatto. Lo scontro tra i 4 poliziotti e il giovane diventa molto violento (durante la colluttazione due manganelli si spezzano) e porta il ragazzo alla morte, sopraggiunta per “asfissia da posizione”, con il torace schiacciato sull’asfalto dalle ginocchia dei poliziotti.
All’arrivo sul posto, il personale del 118 trovava il paziente “riverso a terra, prono con le mani ammanettate dietro la schiena, era incosciente e non rispondeva”. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare, con la constatazione sul posto della morte del giovane, per “arresto cardio-respiratorio e trauma cranico-facciale”.
La famiglia fu avvertita solo 5 ore dopo la constatazione del decesso. I genitori, di fronte alle 54 lesioni ed ecchimosi presenti sul corpo del ragazzo, ritennero poco credibile la morte per un malore.
Un’indagine medico–legale, depositata il 28 febbraio 2006 dai periti della famiglia, disse che la causa ultima di morte sarebbe stata “un’anossia posturale”, dovuta al caricamento sulla schiena di uno o più poliziotti durante l’immobilizzazione.
L’assunzione di sostanze tossiche assunte dal giovane era bassa, assolutamente non sufficiente a causare l’arresto respiratorio: l’alcol etilico (0,4 g/L) era inferiore ai limiti fissati dal codice della strada per guidare. Aveva assunto oppiacei che danno sonnolenza e torpore per cui non era vera la dichiarazione degli agenti sul suo stato di agitazione. Le indagini rivelarono un contesto di gravi violenze subite dal giovane durante tutto l’intervento delle due pattuglie di Polizia.
Una testimone disse di aver visto gli agenti picchiare Federico, comprimerlo sull’asfalto e manganellarlo. Ha inoltre sentito le sue grida di aiuto e lo ha sentito respirare tra un conato di vomito e l’altro[. Emerse poi una lunga escoriazione alla natica sinistra, segno di trascinamento sull’asfalto, ed un importante schiacciamento dei testicoli. Risultarono fatti sconcertanti: che il PM non era andato a compiere un sopralluogo sulla scena del decesso; che non era stata sequestrata l’automobile su cui, a detta degli agenti, si sarebbe ferito Aldrovandi; che non erano stati sequestrati i manganelli, di cui due rotti, e che il nastro contenente le comunicazioni fra il 113 e la pattuglia era stato messo a disposizione della Procura solo molto tempo dopo. Per questi motivi venne aperta una seconda inchiesta per vari reati, tra cui falso, omissione e mancata trasmissione di atti.
I 4 furono formalmente rinviati a giudizio, per omicidio colposo, per aver ecceduto i limiti dell’adempimento di un dovere, per aver procrastinato la violenza anche dopo aver vinto la resistenza del giovane e per aver ritardato l’intervento dell’ambulanza.
In un filmato di dieci minuti, girato dalla polizia scientifica sul luogo dell’evento, dopo la partenza dell’ambulanza e prima dell’arrivo del medico legale, cui gli agenti presenti sul posto scambiano considerazioni sull’accaduto emergerebbero preoccupanti divergenze con le foto scattate dal medico legale. I 4 dichiararono che il giovane stava benissimo prima dell’arrivo dell’ambulanza ma nel video dicono:”… l’abbiamo bastonato di brutto. Adesso è svenuto, non so… È mezzo morto”. Gli agenti raccontarono che i due sfollagente si sarebbero rotti per un calcio di Aldrovandi e per una caduta accidentale di un poliziotto e non su di lui. Sempre secondo la deposizione, l’ambulanza fu chiamata immediatamente, mentre non fu utilizzato il defibrillatore semi-automatico di cui era dotata la volante poiché Aldrovandi non aveva “mai dato segni di sofferenza” (!).
Secondo una nuova perizia di parte civile del 6 novembre 2008, fu riportato che “alla base del cuore, lungo l’efflusso ventricolare sinistro, in particolare in corrispondenza del setto membranoso situato fra cuspide aortica non coronarica e coronarica destra, si osserva un cospicuo ematoma. L’ematoma è vistoso e di origine traumatica tanto da impedire la respirazione. La perizia conclude che “con probabilità molto elevata questa complicanza è stata la causa di morte”.
Il 21 giugno 2012, tre anni dopo, è arrivata definitiva la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per “eccesso colposo in omicidio colposo” ai quattro poliziotti. Essi però beneficiano dell’indulto voluto da Berlusconi e votato dal Pd, che copre 36 dei 42 mesi di carcerazione previsti dalla condanna.

Per Amnesty International si è trattato di “un lungo e tormentato percorso di ricerca della verità e della giustizia. Solidarietà e vicinanza ai familiari di Federico Aldrovandi, che in questi anni hanno dovuto fronteggiare assenza di collaborazione da parte delle istituzioni italiane e depistaggi dell’inchiesta”.

Il 29 gennaio 2013 il Tribunale di sorveglianza di Bologna ha decretato il carcere per la pena residua di 6 mesi (dato che 3 anni erano stati condonati dall’indulto) nei confronti dei poliziotti. Ma l’unica donna del gruppo è stata scarcerata sulla base del decreto Severino (lo “svuota-carceri”), anch’esso voluto e votato da Pdl, Pd e Lega.
Tre dei quattro poliziotti (eccetto Forlani, a causa di una cura per “nevrosi reattiva”) ritornano in servizio nel gennaio 2014, destinati a servizi amministrativi.
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L’OVAZIONE OSCENA
Il 29 aprile a Rimini durante il congresso del sindacato autonomo di polizia (Sap) tre dei quattro poliziotti condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi sono stati salutati con un applauso durato diversi minuti. Lo scandalo è stato enorme. Il capo della polizia Alessandro Pansa ha incontrato la madre di Federico, Patrizia Moretti, il giorno dopo. Pansa ha espresso “vicinanza e solidarietà” alla madre di Federico e ha detto di “non riconoscersi in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile”. Il Sap ha sempre espresso sostegno agli agenti condannati. Decine di poliziotti del Sap e di altri sindacati li hanno accompagnati alle udienze del tribunale di sorveglianza di Bologna, che doveva decidere sull’esecuzione della pena. Nel marzo del 2013 a Ferrara un altro sindacato di polizia, il Coisp, ha organizzato una manifestazione di solidarietà agli agenti, sotto le finestre dei genitori di Federico.
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Cinque minuti di applausi di poliziotti perversi agli autori dell’assassinio di Aldrovandi
Un’offesa enorme al senso di giustizia di uno stato democratico, come sputare sulle vittime.
Il governo non doveva solidarizzare con la madre di Aldrovandi, doveva recriminare in misura pesante i poliziotti ‘squadristi’!
E deve soprattutto rendere obbligatorie le etichette identificative che i M5S avevano richiesto con urgenza per legge e introdurre il reato di tortura che ancora manca dal nostro ordinamento con aggravanti per le forze dell’ordine!
L’unico modo di impedire comportamenti criminali è penalizzarli, non favorire lo squadrismo fascista!
Se si continua con la tattica ipocrita di solidarizzare per finta con le vittime senza censurare e punire i colpevoli, non si uscirà mai da uno Stato complice con i peggiori!

E quel Presidente della Repubblica così prodigo di ‘moniti’ contro chi attacca i distruttori della democrazia, oggi, di fronte a un fatto così sconvolgente di apologia dell’assassinio, non ha niente da dire????

Il documentario di Filippo Vendemmiati sulla morte di Federico Aldrovandi “È stato morto un ragazzo (2010).

Patrizia Moretti, la madre
Scrivo la storia di quel che è successo a Federico, mio figlio. Non scriverò tutto di lui, non si può raccontare una vita, anche se di soli 18 anni appena compiuti. È morto il 25 settembre, il giorno di Natale sono stati tre mesi… Ho sempre pensato che sopravvivere ad un figlio fosse un dolore insostenibile. Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive. Non lo dico in senso figurato. È proprio così. Una parte di me non ha più respiro. Non ha più luce, futuro… Perché il respiro, la luce e il futuro sono stati tolti a lui.”
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Il Fatto Quotidiano
SAP, il sindacato di destra della polizia si è messo contro tutti. Contro il governo, contro i giudici, contro la stampa. Una famiglia distrutta ed il giudizio di colpevolezza senza più appelli sulla vicenda Aldrovandi, evidentemente non sono sufficienti secondo il Sindacato Autonomo di Polizia per ritenere il caso chiuso.
Anzi, a giudicare dalle parole del neo segretario Tonelli, sembra quasi non sia mai esistito alcun caso Aldrovandi (“la morte di chiunque è un evento infausto ma non necessariamente la colpa deve essere attribuita a qualcuno“). Di più: sembra quasi non sia mai esistita alcuna vicenda giudiziaria.
E’ una nuova frontiera, quella inaugurata dal SAP che addirittura arriva a chiedere la revisione del processo, un po’ come si trattasse di un quarto grado di giudizio (fatto seguire, magari anche un ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani.) Non sono bastati sei anni di udienze, tre gradi di giudizio, centinaia di ore di aula, decine di perizie ed una mole vertiginosa di carta prodotta: per il sindacato di polizia, i colleghi condannati in via definitiva sono stati vittime di errori giudiziari, di menzogne, di una campagna mediatica.
Addirittura, il segretario del sindacato, parla di “condanne ingiuste” paragonando la morte di Federico Aldrovandi ad un incidente stradale: ‘migliaia di giovani ogni anno muoiono alla guida dei loro automezzi, ma non per questo la colpa è delle strade’.
L’ovazione della sala ai poliziotti pregiudicati e le pesanti dichiarazioni all’ANSA del segretario Tonelli segnano una svolta “partitica” dell’associazione di categoria che sposta l’ago dalla rivendicazione sindacale alla polemica smaccatamente politica: dal corteo per l’aumento in busta paga alle dure critiche al disposto di una sentenza passata in giudicato (e in fondo dello stesso impianto accusatorio che ha portato alla sentenza di condanna) la strada è lunga. E il SAP l’ha percorsa a passo sostenuto, lanciando l’hashtag #vialamenzogna in risposta a #vialadivisa, la campagna nata da comitati di cittadini, che ha come obiettivo le destituzione degli agenti condannati.
In questo caso, valgono le stesse osservazioni del discorso che facemmo sul Coisp: quale garanzia di buon andamento ed imparzialità, possono garantire gli iscritti ad un sindacato di lavoratori in divisa che “fa politica”? Non solo contestando una sentenza di condanna (che è lecito contestare) confermata dalla Cassazione, ma addirittura suggerendo l’esistenza di una verità giudiziaria alternativa che una non ben definita ‘pelosa macchina del fango’ avrebbe occultato.
A voler dare il giusto valore alle parole, oggi di “verità giudiziaria” ne esiste una sola ed è quella che ha portato dietro le sbarre, per omicidio colposo gli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri. Tutto il resto, i se ed i forse, sono solo speculazioni. Inoltre la revisione del processo penale, va ricordato, è un caso talmente raro ed eccezionale che se il SAP avesse davvero tra le mani prove tanto schiaccianti a favore dei condannati, tanto schiaccianti da poter far riaprire il caso, farebbe bene -nell’interesse pubblico- a produrle in fretta.
Altrimenti, questo intenso attivismo rischia solo di incrementare la platea di cittadini ostili (ed intimoriti) nei confronti delle forze dell’ordine e soprattutto rischia di prolungare in maniera crudele , e senza una ragione, il calvario della famiglia Aldrovandi. In un periodo di grave sfiducia nelle istituzioni, con l’opinione pubblica ancora sotto shock per l’ennesimo caso di cronaca nera che vede coinvolti degli operatori di pubblica sicurezza, l’ultima cosa di cui si sente la necessità è il dare (altro) fuoco alle polveri con episodi come quelli di ieri.
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Il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli, rivendica il gesto di Rimini: «L’onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito. Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito».
E dice ancora: “Migliaia di giovani ogni anno muoiono alla guida dei loro automezzi, ma non per questo la colpa è delle strade”.

E difatti quello di Aldrovandi è stato un malaugurato ‘incidente della strada”!!
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Beppe Grillo ha scritto sull’assassinio del giovane Aldrovandi molte volte in questi anni sul suo blog, ricevendo anche due lettere pubbliche da parte del capo della polizia Manganelli.
Il M5S alla Camera ha riaperto la questione a febbraio chiedendo chiarimenti.
Grillo in questo momento sta compiendo il suo giro elettorale per le europee nelle piazze e non manca di attaccare gli assassini in piazza. Per cui, se qualche malnato in questa situazione, non ha di meglio da fare che attaccare Grillo che si è espresso molto più di tanti altri partiti, farebbe bene a guardare coloro che non hanno fatto che rifiutare qualunque regola sul corpo di polizia che potesse inimicarsi i poliziotti!
Grillo aveva scritto: ”Rispetto ad una mia lettera aperta in merito agli agenti sotto processo per violenze, Manganelli aveva risposto così: Noi siamo tenuti a seguire le regole dell’ordinamento giuridico che vige nel nostro Paese. Intanto,”chi ha macchiato la divisa”, violando la legge, lo deve dire una sentenza penale definiva, cioè quella della Cassazione.”“Ora la sentenza definitiva per coloro che determinarono la morte di Federico Aldrovandi è arrivata con la condanna, il 21 giugno dalla Cassazione di Roma, per tre anni e sei mesi che non sconteranno per via dell’indulto“, prosegue Grillo, “I poliziotti sono però tuttora in servizio. Liberi di reiterare il reato. Per rispetto alla famiglia Aldrovandi e alla stessa Polizia di Stato vanno immediatamente licenziati“.
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Motivazioni della sentenza di primo grado

Il caso che il tribunale deve affrontare riguarda la morte di un diciottenne, studente, incensurato, integrato, di condotta regolare, inserito in una famiglia di persone perbene , padre appartenente ad un corpo di vigili urbani, madre impiegata comunale, un fratello più giovane, un nonno affettuoso al quale il ragazzo era molto legato.
Tanti giovani studenti, ben educati, di buona famiglia, incensurati e di regolare condotta, con i problemi esistenziali che caratterizzano i diciottenni di tutte le epoche, possono morire a quell’età. Pochissimi, o forse nessuno, muore nelle circostanze nelle quali muore Federico Aldrovandi: all’alba, in un parco cittadino, dopo uno scontro fisico violento con quattro agenti di polizia, senza alcuna effettiva ragione.
..si potrà agevolmente intendere quanto difficile e complesso sia stato il percorso dell’accertamento giudiziario, quante le obbiettive difficoltà, quanto grande la contraddizione rispetto agli obbiettivi di giustizia di un indagine giudiziaria di rango penale, affidata inizialmente non tanto e non solo ai colleghi d ufficio di coloro che sono stati poi imputati e riconosciuti responsabili di avere cagionato la morte di Aldrovandi ma agli imputati stessi, autori della iniziale ricostruzione del caso posta a base di tutte le successive indagini. …

Eccolo il sogno di queste belve (dal repertorio del G8 di Genova):

e non sai se ti viene da ridere o da vomitare.
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Su Facebook Salvini, leader della Lega, ha preso le difese dei 4 assassini
“Polemiche contro i POLIZIOTTI del Sap che hanno osato applaudire dei loro colleghi condannati. IO STO CON I POLIZIOTTI, con i Carabinieri, e con chiunque rischia la vita per difendere i Cittadini”.
Così, mentre arrivavano le condanne per l’accaduto del premier Renzi, del ministro Alfano e del Capo della Polizia Pansa, Salvini ha scatenato un’ondata di indignazione e a tratti di insulti: “Sono una poliziotta – commenta un’utente – ma non difendo chi ha una condanna per omicidio colposo”. Un altro va meno per il sottile: “Quindi se domani degli uomini in divisa pestano a morte tuo figlio tu stai dalla parte dei poliziotti?”

CODICE IDENTIFICATIVO

Il 25 settembre 2013, il M5S ha presentato un disegno di legge, con prima firma del portavoce Carlo Martelli, per chiedere, un codice identificativo, come avviene in ogni Paese civile, per ogni tipo di corpo di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza e ogni corpo chiamato a svolgere funzioni di ordine pubblico; una TARGHETTA IDENTIFICATIVA chiaramente leggibile la cui tonalità di colore sia in contrasto con quella della divisa, riportante codice identificativo personale, nome e cognome per esteso, APPLICATA ANCHE SUGLI STRUMENTI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (per cui se ci fosse stato il codice sopra i manganelli spaccati, si sarebbe capito subito chi aveva infierito con quelli sul corpo del ragazzo). Un emendamento a prima firma Vito Crimi era stato depositato nei mesi scorsi ed è stato bocciato da tutti i partiti!
Il disegno di legge per il codice identificativo è stato bocciato espressamente da Pd, Pdl e Lega. E ora chiedetevi perché!!
Il M5S chiede un numero identificativo delle forze dell’ordine. Ha raccolto e consegnato 93.000 firme in tal senso. Sia il Consiglio d’Europa che il Parlamento lo hanno chiesto da tempo, ma Pdl, Pd e Lega fanno finta di non sentire.
La proposta, tutela in primo luogo gli agenti stessi e in secondo luogo sarebbe un freno a tanti abusi.
Il M5S con la prima firma del portavoce Carlo Martelli, in data 25 settembre 2013 ha presentato una mozione in Senato. Il documento, se approvato, impegnerebbe il Governo “ad assumere le opportune iniziative, di carattere normativo regolamentare, affinché il personale dei corpi di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza e di ogni altro corpo chiamato a svolgere funzioni di ordine pubblico sia munito di targhetta identificativa chiaramente leggibile la cui tonalità di colore sia in contrasto con quella della divisa, riportante codice identificativo personale, nome puntato e cognome per esteso, applicata altresì sugli strumenti di protezione individuale”. Un emendamento a prima firma Vito Crimi era stato depositato nei mesi scorsi ed è stato bocciato da tutti i partiti!!!
Se sono partiti che votate, pensateci!
La Raccomandazione Rec(2001)10 del Consiglio D’Europa adottata dal Comitato dei ministri il 19 settembre 2001, ha varato il codice europeo di etica per la polizia (Ceep). All’articolo 45 si legge chiaramente: “Il personale di Polizia in occasione dei suoi interventi deve normalmente essere in grado di dar conto della propria qualità di membro della Polizia e della propria identità professionale”. La raccomandazione n. 192 del Parlamento Europeo inequivocabilmente “esorta gli Stati membri a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo”.

for #vialadivisa: la campagna di face book per Aldrovandi diventa mondiale

Oltre diecimila le persone che fino a oggi hanno aderito alla campagna People for #vialadivisa, volta a licenziare i 4 poliziotti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi. Molti utenti hanno inviato una foto alla pagina Facebook dal luogo dove vivono con un cartello: non soltanto città italiane ma anche straniere: la protesta è ormai mondiale. Anche cani, gatti e pupazzi nelle foto con il cartello di protesta.

Reintegrati nel servizio i 4 poliziotti assassini di Aldrovandi
Prato: reintegrato poliziotto condannato per usura
Padova, reintegrato agente della Polizia stradale che chiese una mazzetta da 50mila lire a un camionista per evitargli la multa.
Bolzano, reintegrato in servizio poliziotto accusato di truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio
Modica, reintegrato poliziotto arrestato per droga
Treviglio, reintegrato poliziotto che giocava alle slot durante il servizio
Roma, Reintegrato uno dei poliziotti che partecipò allo stupro in caserma di una ragazza fermata
Palermo, reintegrato ispettore di polizia accusato di mafia
Otranto, reintegrato finanziere complice di una banda di spacciatori
Seregno, reintegrati i due finanzieri accusati di induzione alla corruzione
Ma se non fu licenziato nemmeno il finanziere che si fece pagare da Berlusconi per fare carte false sui suoi conti!! E che poi fu assunto da Berlusconi stesso!!!
E se non si applaudono tra loro!!
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CREDEVO FOSSE UNO ZAINO

Sabato 12 aprile c’era a Roma un corteo dei senza casa con momenti di tensione. Per fortuna si è registrato solo un ferito grave mentre una quarantina di persone, tra forze dell’ordine e manifestanti, sono finiti in ospedale con codice verde e giallo. Il giorno dopo sono iniziate a circolare sul web prima delle foto e poi dei video in cui si vedeva un poliziotto che infieriva con calci e spuntoni su una ragazza finita a terra. La storia è rimbalzata su tutti i quotidiani e sui canali di informazione online riportando soprattutto la dichiarazione del capo della polizia, Alessandro Pansa: “Il poliziotto che ha calpestato la ragazza a terra? Un cretino da identificare”. Il “cretino” in questione si è riconosciuto nei video e si è presentato spontaneamente in questura, difendendosi dicendo che aveva scambiato la ragazza per “uno zainetto”. Ma il web non ha digerito questa versione così come i poliziotti non hanno gradito l’appellativo del loro capo. Subito è stata aperta una pagina Facebook, “Siamo TUTTI cretini” in cui gli agenti si sono confrontati sull’episodio postando anche le foto dei loro caschi con la scritta “cretino” attaccata dietro. “Siamo semplicemente stanchi di difendere uno stato che non ci difende” si legge nelle informazioni della pagina.

Le maggiori autorità dello Stato, di fronte all’applauso ai 4 assassini, hanno manifestato la loro solidarietà alla madre di Federico. Ciò non toglie che Pd, Pdl e Lega abbiano votato contro qualunque limitazione o controllo alle forze di polizia. Ormai in Italia solidarietà dai vertici vuol dire solo una gigantesca ipocrisia, simile alle celebrazioni di Falcone e Borsellino.
Che Pdl e Lega siano pieni di fascisti lo sappiamo, ma dove stava la solidarietà del Pd con le vittime quando ha rifiutato il codice identificativo e ha ‘dimenticato’ di penalizzare la tortura per 69 anni? E quando il Pd si è deciso, dopo 68 anni di assenza, a mettere nel codice penale la tortura, lo ha fatto sotto la spinta dell’Unione europea, considerandola ‘un crimine generico’, gratificabile da prescrizione e indulto e senza aggravanti per i corpi di polizia? Ma che solidarietà con le vittime è mai è questa?!
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DINO GIARRUSSO (M5S) Qualche anno fa Beppe Grillo (che non era ancora sceso in politica) condusse dal suo blog una campagna lunga, attenta e meritoria, per attirare l’attenzione sul caso di Federico Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni morto a Ferrara durante un fermo di polizia. Grillo pretendeva chiarezza, pretendeva che i genitori di Federico, Patrizia e Lino, sapessero cos’era successo al loro ragazzo, e perché fosse morto, visto che il caso era stato insabbiato, e i media ne parlavano poco e niente.
Il blog di Grillo ha ospitato spesso interventi di Patrizia Moretti, raccogliendo le sue testimonianze su quanto accaduto, e sull’evolversi delle vicende processuali legate alla tragedia capitata alla sua famiglia. L’Italia intera venne così a sapere del caso. I radicali meritoriamente fecero pressioni perché la verità venisse a galla, e così Amato, Manconi e diversi esponenti politici, quasi tutti di csx. Quello che si scoprì fu atroce, tanto per il fatto in sé (degli agenti hanno picchiato e immobilizzato un ragazzo disarmato e incensurato che tornava a casa a piedi, fino a farlo morire), quanto per l’ORRORE narrato dai verbali, dalle coperture dei colleghi di quegli agenti, dal poco rispetto che molti funzionari dello stato hanno dimostrato verso la vita di un ragazzo innocente, e verso la divisa che portano e la funzione che rappresentano. Un viaggio nell’orrore quotidiano, scoperchiato grazie a poche persone per bene, alla tenacia dei genitori, alla battaglia politica condotta da chi oggi viene accusato di antipolitica. Da quel caso, clamoroso doppiamente in una città tranquilla come Ferrara, si allertò l’opinione pubblica sugli abusi di potere e su morti sospette, come quelle di Aldo Bianzino e Stefano Cucchi.
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IL REATO DI TORTURA

Per 69 anni non è esistito nel nostro codice penale il reato di tortura. I partiti di destra e di cosiddetta sinistra non lo volevano. Finalmente, il 6 marzo il Senato ha fatto l’ennesima truffa: il reato di tortura è entrato nel nostro ordinamento ma la tortura inflitta da agenti di polizia viene derubricata a ‘reato generico’ e non presenta una fattispecie separata e aggravata se reato specifico del pubblico ufficiale. La differenza è enorme. Gli agenti devono sapere che l’abuso sui detenuti o su persone fermate o momentaneamente private delle libertà è un reato odioso e intollerabile, Non può essere, dunque, un reato generico.
Il testo originario del senatore Manconi è stato manomesso da Pd, Pdl e Lega che riconoscono la tortura solo se ci sono “più atti di violenza o minaccia”(insomma se c’è ‘un solo’ stupro o pestaggio, non basta!). Hanno fatto quello che da anni chiedeva la Lega che, su questo, è riuscita finora a bloccare il parlamento, con la connivenza del Pd .
La legge farlocca è frutto di precise pressioni esercitate dai vertici delle forze dell’ordine, che si sentono offesi da qualunque legge limiti la loro violenza. Lo stesso no è stato apposta da Pd, Pdl e Lega alla richiesta fatta un anno dai 5stelle di rendere obbligatorio per gli agenti un codice di riconoscimento. L’Osservatorio repressione ritiene che l‘Italia abbia seri problemi a garantire i diritti fondamentali delle persone. Anche gli avvocati penalisti dicono che la legge è sbagliata perché non rispetta le indicazioni dell’Onu e crea confusione rispetto a reati già previsti dal codice penale. In teoria la legge potrebbe essere corretta dalla Camera ma questo Parlamento è lo stesso che tortura diritti e violenta la Costituzione in gran parte dei suoi atti, lo stesso che inferisce sulle vittime e protegge i delinquenti, lo stesso che si limita a fare telefonate o a commiserare l’accaduto, senza mai punire seriamente i colpevoli, anzi, che, quando può, li candida.

Al giugno 2008, è stata ratificata da 145 Paesi la legge contro la Tortura. Il 26 giugno è la giornata internazionale di sostegno alle vittime della tortura. L’Italia ha sottoscritto la Convenzione, ma, nonostante molti solleciti anche a livello internazionale, il Parlamento italiano non ha ancora approvato, in 6 anni, la legge di ratifica e conseguentemente la Convenzione non è ancora operante . L’Italia ha anche disatteso all’obbligo assunto di introdurre il reato di tortura nel Codice Penale, nonostante la Costituzione vieti espressamente trattamenti inumani o degradanti, però solo nell’esecuzione delle pene, non nella fase di indagine sui reati.
Per le torture che avvenissero in Italia è possibile ricorrere alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che ha comminato numerose condanne all’Italia, molte anche proprio per tortura (segnatamente il sovraffollamento carcerario). L’Italia risulta essere lo Stato europeo che ha avuto complessivamente più condanne e pagato ai ricorrenti i più sostanziosi risarcimenti
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COMUNICATO DEL COMITATO VERITÀ E GIUSTIZIA PER GENOVA
TORTURA, UNA LEGGE INADEGUATA

La legge sulla tortura approvata al Senato è molto più che deludente. Diciamo pure inadeguata. L’Italia, come confermano ormai molti episodi e molti processi degli ultimi anni, è un paese nel quale appartenenti alle forze dell’ordine hanno praticato varie forme di tortura. Approvare una legge che non qualifica la tortura come reato specifico delle forze dell’ordine significa rinunciare a quell’effetto deterrente che una legge del genere dovrebbe avere. Significa fingere di vivere in un altro paese. Nella pratica è un cedimento della politica ai desiderata – in questo caso poco responsabili – dei vertici delle forze dell’ordine, che altrimenti si sarebbero sentiti messi sotto accusa, mentre è ben chiaro che una seria legge sulla tortura (che preveda anche la non prescrizione del reato) è nell’interesse di forze dell’ordine a loro pieno agio all’interno di un sistema autenticamente democratico.

(Stefamo Cucchi)

MORTI IN CARCERE

Nelle carceri italiane, in 10 anni, sono morte 2230 persone, tra questi molti sono stati uccisi da violenze, pestaggi e o torture, delle forze polizia.
Nel carcere di Napoli Poggioreale, c’è la famigerata ‘cella zero’, dove, secondo le testimonianze, vengono perpetrate violenze e vere e proprie azioni di pestaggio contro i detenuti.
I poliziotti che sulle strade o nelle piazze compiono atti di ferocia sui cittadini così da ferirli o ucciderli, non subiscono mai la pena che spetta agli omicidi e sono addirittura reintegrati in servizio.
Oggi dobbiamo assistere con raccapriccio a ovazioni ed applausi dei compagni degli assassini che inneggiano alla tortura e alla morte.
Un Paese dove accadono questi orrori non potrà mai chiamarsi ‘civile’!
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A difesa dei poliziotti si dice che le varie finanziarie non fanno che tagliare i fondi per le forze dell’ordine che si trovano a dover operare in condizioni di sempre maggiori difficoltà. E’ vero, ma ci chiediamo come mai l’Italia abbia un tipo di spese altissimo in settori che non hanno confronti con gli altri Paesi come le scorte ai personaggi della Casta e come mai, se i fondi pubblici sono così carenti, non si riesca a vedere tagli nelle armi (e nemmeno Renzi ha mantenuto la sua promessa di tagliare alcuni F35) e come mai continuiamo a mandare truppe nei fronti caldi di guerre inutili e che non ci riguardano come quella dell’Afghanistan.

SCORTE
Sapete che ci sono 900 persone tra ex politici, giornalisti e condannati che hanno la scorta fissa da anni e ci vanno pure al mare? Sapete che Calderoli ha avuto 8 uomini di scorta per anni, 24 ore su 24, davanti alla sua villa, che ci sono costati 900 mila euro? Sapete che negli Usa hanno diritto ad una scorta permanente solo il presidente e il vicepresidente,? E che in Germania ce l’hanno solo il capo dello Stato, il presidente del Bundestag e i ministri? E in Francia solo il Presidente dell’assemblea nazionale e quello del Senato?
Sapete che invece in Italia girano con sirena e lampeggianti 584 personalità, scortate da più di 2 mila agenti? Una spesa colossale per 1 miliardo e 99 milioni di euro l’anno. Come si concorda questo spreco indecente con la spending review ?
Fini aveva 9 agenti, Schifani 20, Monti 30. Ma hanno la scorta pagata dai cittadini pure il presidente della Lazio Lotito o l’ex ministro Pomicino, Fede, Belpietro, Feltri, Vespa e poi gli ex di tutti i tipi: Pera, Bertinotti, Casini, la Pivetti, Diliberto, Fassino, Mastella e consorte, e pure Taormina (4!) o Caliendo, Lombardo gira con 18 agenti e 4 auto blu! Perché Renzi i tagli non li fa qui?
Coisp: 255 mln di euro l’anno per scorte a politici e Vip, 4000 agenti impegnati.
La Boldrini ha 12 agenti di scorta con 4 auto di cui due blindate e ha ottenuto anche la scorta di due agenti alla figlia nei suoi viaggi.


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Molte sono le mafie di questo Paese

L’abbiamo qui
ancora qui la mafia,
seduta sui banchi degli imputati
a dettare legge;
a scrivere sentenze di morte
con le mani che sanguinano.
Li abbiamo qui
i compari della mafia
con le mani pulite,
i fabbri di chiavi false,
gli spoglia altari con la croce sul petto;
dove posano i piedi secca l’erba,
secca l’acqua
spuntano spine e lacrime per la Sicilia.

Per non dimenticare Placido Rizzotto uno fra tanti siciliani che hanno dato la vita per la libertà e la giustizia.
(Ignazio Buttitta)
..
RIDIAMARISSIMO :- ((

Viviana
Magari ora la banda dei 4 potrebbe candidarsi alle europee
e dove mai li troviamo dei candidati che fanno scattare la standing ovation?
..
Pirata 21
Congresso Sap. C’era anche La Russa seduto in prima fila. Come sempre quando c’è da fare figure di merda!
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Raffo
Dilettanti! Giovanardi applaude da 9 anni
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Bia
Forse pensavano che anche Federico fosse uno zaino
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Zip
Gente che applaude dei condannati in via definitiva. Nemmeno fosse un congresso di Forza Italia.
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Viviana
Ci hanno rotto per anni dicendoci che il popolo italiano ha il governo che si merita,
ora non ricominceranno dicendo anche che ha pure la polizia che si merita??
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..a quando la ola per Olindo e Rosa?
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Alberto Amiotti
Il sindacato di polizia: “I nostri colleghi hanno subito un danno infinito”. Quello di Aldrovandi invece è finito quasi subito.
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La Lega va così male che ora cerca il voto della polizia
Maurizio Neri scrive: “Salvini sta con i poliziotti. Sbagliata l’ennesima alleanza.”
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GigaAlfano
“Gli agenti non possono disconoscere le sentenze”. Bisogna avere almeno 3 tv.
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Viviana
Applausi?
Il battito del branco
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Samu
“I colleghi hanno subito un danno infinito” – tipo che ti muore un figlio, cose così?
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Paniruro
A giudizio del neo-segretario generale del Sap bisogna Porre una pietra sopra all’ accaduto.
Già fatto, si chiama lapide
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Lowerome
“Giovanardi, gradisca”
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ReNudo
Stending ovation
E’ così che si avanza di grado
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Viviana
Il 43,7% dei giovani è disoccupato
perché non loro?
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Pippofilippo
Caso Aldrovandi, ovazione agli agenti condannati.
Era dal 21 luglio 2001 che non si divertivano così…
………….
Da peacelink
YVAN RETTORE

Ciò che è accaduto ieri è assolutamente inconcepibile in uno Stato democratico che ha dovuto sopportare profonde ferite e lacerazioni a causa di una ideologia distruttiva e violenta com’è stato il fascismo. Purtroppo ciò conferma che la matrice di stampo fascista è forza dominante nelle forze di polizia e se vi fossero istituzioni più attente e repressive riguardo al rispetto dell’ordine democratico e ai principi della Costituzione, questa triste realtà sarebbe già stata estirpata da tempo. Voglio ricordare che quelli di Ordine Nuovo. Avanguardia Nazionale, Terza Posizione, Lotta di Popolo e Costruiamo l’azione(tutti movimenti fascisti extraparlamentari esplosi negli anni ’70) fecero anche di peggio appoggiando chiaramente il fascismo in ogni sua forma e ricorrendo a chiare azioni di violenza e intimidazione, spesso nell’indifferenza delle istituzioni e con l’appoggio evidente delle forze di polizia. I loro esponenti più autorevoli come Stefano Delle Chiaie e Franco Freda, furono sempre trattati coi guanti bianchi dalla magistratura e in definitiva non pagarono mai per le loro colpe e responsabilità. D’altro canto (anche se la magistratura di regime cercò di avvallare il contrario) quando l’anarchico Pinelli fu arrestato nel 1969 perché inquisito in merito alla strage di Piazza Fontana, venne poi menato in modo violento e poi molto probabilmente ucciso proprio da poliziotti di stampo fascista. In questo caso, nessuno fu mai condannato! E che dire del brigatista Cesare Di Leonardo (uno dei sequestratori del generale Dozier nel 1981 a Padova) che dopo l’arresto, fu torturato in modo orribile (addirittura con scariche elettriche nelle parti genitali) sempre da poliziotti?! Anche in questo caso nessuno fu mai perseguito! Io stesso conobbi personalmente anni fa un esponente di Autonomia Operaia, che arrestato dalla Polizia, rimase uccel di bosco per ben tre giorni subendo violenze psicologiche indicibili di cui non riuscì mai a parlare tanto era rimasto scioccato dalla terribile esperienza!
Occorre però ricordare che nella Polizia ci sono a volte delle mosche bianche, spesso isolate non solo all’interno della loro stessa struttura operativa ma perfino dalle istituzioni, perché intenzionati a fare coraggiosamente il loro lavoro fino in fondo in quanto mossi da un profondo senso di giustizia. Come Boris Giuliani, commissario di Polizia, crivellato di colpi da sicari della mafia nel 1979. Ma bisogna purtroppo constatare che ciò che è accaduto ieri non è una novità, ma un’affermazione di cosa sono ormai da tempo i poliziotti nostrani!
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Alberto Masala
Domandati che madri abbiano avuto

In ricordo di Carlo Giuliani, Francesco Lorusso, Giorgiana Masi, Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi …

Quaggiù nell’assenza dei poeti
il potere è vigliacco nella storia.
Poliziotti che corrono sfrenati
senza una pausa, per frenesia infinita.
Che vista hanno negli occhi?
Da dove sono nati? Hanno una madre?

Tu ne cantavi la semplicità.
Dimmi… lo chiedo a te…
La povertà
ne malediva le generazioni, tu
li chiamavi ragazzi
con accorata tenerezza cieca.

La rabbia è la paura di miseria…
È soggezione d’ignoranza…
Cresciuti in spazi stretti
nel nulla imprigionato che si scontra
con le pareti del suo stesso nulla,
costretti in repressioni familiari
di città epilettiche e razziste,
di dottrina dell’ordine e bisogno,
di religione e fanatismo ostile.

La radice cristiana mai estirpata
in loro sta, pietrificata, inerte.
Hanno avuto una madre?

….
Quando vanno trionfanti a devastare
saziati dalla loro stessa lingua
livida di fascismo e manganello…
domandati che madri abbiano avuto.

Qui ancora ci illudiamo in ribellioni
bisbigliando la stessa cantilena
con litanie imprudenti, che da anni
cominciamo da capo all’infinito
mentre qualcosa di finale pesa,
risuona e batte sulla città Superba
a cui lavarsi non pulirà le tracce.
Il suo paesaggio ne riascolta il suono
Genova, incancellabile per sempre.

Qui non ho vie di fuga: resto
visibile… evidente… differenza…
Ancora non ci siamo allontanati.
Il mio scrivere si getta sulla vita.
Vengo dalla terra di Gramsci.
Proprio lui ci ha insegnato che la lotta
può somigliare alla felicità
e l’incertezza rivoluzionaria
ci nutre i dubbi dell’intelligenza.

Oggi
è coperta di sale questa terra
dove anche gli operai
si son fatti traditi e traditori.
Quaggiù, nell’assenza dei poeti
resto, sospinto da inverse traiettorie.
Un poeta bastardo, o con la schiena rotta,
non si riscalda al loro conformismo.
Resto: sebbene quel pensiero ti abbia ucciso
uccidendoti ancora.

Nel tribunale
col crocefisso della legge al muro
lo chiameranno equivoco, il futuro.

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http://masadaweb.org


MASADA n° 1533 5-5-2014 IL SACCO DELLE DEMOCRAZIE

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Blog di Viviana Vivarelli

Se messi tutti insieme, gli euro-critici, estrema destra ed estrema sinistra e gruppi non di dx o di sx come i 5stelle, i deputati contrari ai Trattati europei e alla moneta unica così come viene gestita oggi, formerebbero il primo partito nel parlamento europeo.
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Diciamolo: Renzi è come la corazzata Potemkin. E’ una cagata pazzesca!
vv
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Truffato
Intanto in Italia, con 80 euro, qualcuno si è comprato un posto nell’Olimpo degli sciacalli.
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ORWELL

Praticano la tecnica orwelliana
incolpare l’avversario dei propri vizi
rovesciare il senso delle parole
chi mira a una dittatura incolpa gli avversari di essere fascisti
chi distrugge una democrazia dice che sono gli altri ad essere antidemocratici
chi è colluso col sistema finanziario finge di penalizzare le banche mentre regala loro 7 miliardi e mezzo e non pone mezza regola ai loro intrallazzi
i ladri incolpano gli altri di furto
chi tratta i propri elettori come dei burattini deficienti chiama ‘guru’ chi cerca di farli ragionare e decidere da sé
i mafiosi esecrano l’omertà
i piduisti condannano la democrazia parlando di sette
i violentatori di popoli attaccano le violenze verbali delle vittime
se piangi ti deridono
se accusi ti calpestano
se reclami i tuoi diritti ti chiamano terrorista
se sei dell’opposizione ti mettono fuori legge con l’alibi della democrazia.

VASSALLI, VALVASSORI E VALVASSINI
Viviana Vivarelli

Le mire presidenziali sono nel programma di Renzi come lo sono sempre state in quello di D’Alema o di Berlusconi (basti pensare all’orrenda bicamerale): distruggere le democrazia per accentrare tutto il potere nelle mani di presidenti e capi di Stato collusi col potere finanziario e disposti a distruggere ogni tutela democratica pur di soddisfare la propria avidità di potere, usando i partiti come strumenti di manipolazione dell’opinione pubblica e di costruzione artificiale del consenso. Lo scopo è ricreare un nuovo impero europeo basato su sistemi feudali, rigide gerarchie di potere, dove solo pochi decidono sotto il comando di una oligarchia di interessi e dove la democrazia muore ridotta a sterile rito che non produce mai scelta dal basso o tutela di chi sta in basso.
Come disse Pompeo Biondi, mio docente per dottrina generale dello stato alla Cesare Alfieri di Firenze: “Ci sono solo due classi: chi ha il potere e chi non ce l’ha”.
Per questo nel nuovo feudalesimo la democrazia è morta. Per questo le elezioni europee sono una lotta di libertà. E bisogna capire bene quali interessi sono in gioco e cosa c’è veramente sotto giochetti sporchi come questo degli 80 euro e non restare abbindolati dalla disinformazione assassina.

UN BLOCCO ANTIDEMOCRATICO

L‘Unione europea con la Commissione europea e la Bce, agli ordini del Fondo Monetario, organo esecutivo dell’alta finanza specie statunitense, è il più moderno blocco antidemocratico di predoni mai esistito, con tutte le intenzioni di trattare i Paesi mediterranei come una terra da conquista con le stesse finalità con cui è stata gestita la guerra in Medio Oriente, ma con armi finanziarie invece che militari, con il modo con cui è stato aumentato e viene trattato il debito dalla agenzie di rating, dal sistema bancario e dalle leggi sovranazionali, con il modo in cui vengono mandati diktat contro i diritti dei popoli,o in cui viene portata avanti drasticamente una campagna di privatizzazioni a raffica dei beni pubblici e di distruzione progressiva dei servizi pubblici, o sono violentate le Costituzioni democratiche, o si impongono cospicui affari nell’acquisto forzato di mezzi bellici mente si smantella la sopravvivenza di milioni di cittadini trattati come bestie al macello, con il modo con cui si violenta il territorio e si ignorano le vittime o si avvilisce il lavoro aumentando la sua precarizzazione e uccidendo la sue tutele.
Attila e Gengis Khan sono nulla di fronte a questi invasori moderni che fanno a pezzi i diritti acquisiti in secoli di lotte popolari e porteranno i popoli a una miseria crescente per attuare un nuovo schiavismo. E fanno questo usando la collusione delle moderne partitocrazie, corrompendo governi e capi di stato, chiese e media, sindacati e uomini di cultura. Ma, come avvenne nell’800, un fantasma aleggia nell’Europa e si pone davanti a loro come un nemico irriducibile. E questo nemico si chiama: democrazia diretta!
Loro sono 200 famiglie di ricchissimi. Noi siamo IL MONDO!

Mentre si prepara il più grande saccheggio mai perpetrato su un continente,
mentre vengono divorati popoli e diritti democratici,
mentre 200 grandi magnati stanno perpetrando la depredazione europea,
gli 80 euro di Renzi appaiono come una delle tante armi di manipolazione di massa, arma di disinformazione e di distrazione che copre con effetti grotteschi eventi terribili che i media stanno ben attenti a non sfiorare per non svelare il gigantesco piano capitalista di distruzione delle democrazie.
Renzi è l’esempio di come anche una nullità grossolana e arrivista dotata solo di parlantina e con una ambizione smisurata possa fare il gioco del potere, usato come un bravo Lucignolo in un popolo di ciuchi, nella resa impotente e insipiente dei partiti.

BLACKROCK
VV
Come mai Larry Fink, capo di BlackRock, è andato a parlare in questi giorni proprio con Renzi? Che cosa ha garantito Renzi a questa multinazionale della finanza, il più grande fondo di investimento al mondo con oltre 4.300 miliardi di dollari in gestione, il cui Pil sta alla pari di quello di Cina, Stati Uniti e Giappone? Voi piccolini continuate a pensare in termini di Stati, di ideologie, di popoli. Vi scervellate intorno a questioni minimali come gli 80 euro. Ma è un plagio. Una delle tante armi di distrazione di massa. I veri problemi sono altrove. I popoli sono messi in miseria, poi li si lascia accanirsi su qualche briciola, così non disturbano, ma i veri giochi sono altri. Le vere potenze, oggi, non sono gli Stati, sono i capitali. Sono i capitali che fanno le guerre, creano il debito, dissanguano i popoli, danno ordini dai capi di Stato, distruggono le Costituzioni.
BlackRock è uno di questi poteri, superiore a Russia o Cina, colosso della finanza, primo investitore per masse gigantesche di capitali investite a Wall Street.
E perché questo cultore del profitto privato dei più grandi magnati della Terra dovrebbe conferire con Renzi? Perché BlackRock ha scelto proprio Milano per il suo congresso annuale che raccoglie i 150 responsabili del fondo a livello mondiale? Cosa deve garantire il premier di Rignano a questi player del grande gioco della finanza mondiale nella sua opera di spoliazione? E come mai questi potenti scelgono sempre per i loro assassini di massa le capitali finanziarie dei Paesi che vogliono spolpare?
Guarda caso, BlackRock è il primo investitore di Piazza Affari. Attraverso i suoi fondi controlla l’1,5 % del totale della capitale delle società quotate italiane. Su 40 aziende che fanno parte del listino principale, le cosiddette blue chip, BlackRock ha una partecipazione superiore al 2% in 22 casi. Ma potrebbero essere anche tutte, perché non c’è obbligo di dichiarare la partecipazione per quote inferiori al 2 %. E come mai da qualche mese BlackRock ha deciso di puntare e ha ampliato i suoi investimenti nelle società italiane della Borsa, a cominciare dalle banche, diventando il primo azionista di Unicredit, Intesa, Mps, Ubi, Banco Popolare con quote tra il 6 e il 4 %, con pacchetti importanti anche in Telecom (7,7%), Atlantia (5%), Parmalat (3,1%), nonché delle società controllate dalla Stato come Eni (2,6%) Enel (2,7%), Finmeccanica (2,2%) e Terna (2,1%)?
E cosa c’entra il fatto che Renzi voglia privatizzare colossi pubblici come Poste e Fincantieri?
Il popolo lo sa che per ogni privatizzazione che viene fatta, l’Italia-Paese e gli Italiani-cittadini fanno un passo indietro? E che ci guadagna solo il grande capitale? O è bastato dar loro il giochino degli 80 euro su cui accapigliarsi perché i grandi del mondo facessero in pace i loro affari sporchi?
Chi c’è dietro Blackrock, il fondo Usa che si sta comprando l’Italia?
BlackRock ha messo le mani su Intesa, Unicredit, Montepaschi, Telecom. Il più grande fondo del mondo ha preso di mira il nostro paese. E poi, ancora, quote importanti in Fiat, Generali, Mediaset.
Nato nel 1988, l’anno dopo il grande crollo di Wall Street, Blackrock oggi investe in tutto il mondo. La prima regola per fare soldi è comprare basso e oggi in Italia si compra a prezzi di saldo, grazie alle politiche neoliberiste europee, all’austerity, alla Troika che ci hanno buttato a picco e hanno fatto fallire migliaia di nostre imprese mentre i boss si compravano tutti i nostri grandi marchi.
Prima ti indebitano, poi ti rovinano, poi ti comprano per due soldi e distruggono la tua democrazia.
Perché Renzi si accorda con costoro?
BlackRock è nata con gli hedge fund, la separazione tra banche d’affari e banche d’investimento, il ricatto delle agenzie di rating, il misfatto di organizzazioni antidemocratiche come la Bce.
BlackRock è legata al potere USA e ha sempre cercato di salvare le grandi banche truffaldine come la Lehman, mentre le agenzie di rating compiacenti (e quotate in Borsa in pieno e illegale conflitto di interessi!!) davano valutazioni favorevoli alle banche fallimentari come ai titoli tossici!
BlackRock è il più potente fondo del mondo, che oggi gestisce un patrimonio di 4.324 miliardi di dollari, quasi il doppio del debito pubblico italiano.
E perché allora Larry Fink, tra i fondatori e oggi CEO di Blackrock, il più importante personaggio della finanza mondiale va a parlare proprio con Renzi?
I grandi capitalisti USA sono in cerca di utili vantaggiosi: in America il tasso di interesse sul reddito fisso è basso, i mercati emergenti stanno chiudendo, la Cina presenta grandi incertezze, l’America è sopravvalutata. E resta dunque loro il sacco europeo, l’Italia da spogliare!
Siamo entrati nel loro gioco! Siamo le loro prossime prede! Ecco perché tutto va male ma lo spread è basso e i titoli si vendono, il che vuol dire che il debito sale!
Ecco perché tanto urlare manovrato attorno agli 80 euro affinché i tapini non si accorgano dello tzunami che sta arrivando!

Alessandro
Renzi è legato alle lobbie e vuole privatizzare tutto. A Firenze, la nominata da Renzi MINISTRO delle riforme, Maria Elena Boschi, nel giro di poco tempo, fu nominata da Renzi nel cda di Publiacqua, la più grande azienda toscana che gestisce il servizio idrico, ma con le tariffe più alte d’Italia (azionista anche la romana Acea) insieme a Erasmo De Angelis, ex giornalista del “manifesto”, che ne diventa il presidente (ora è SOTTOSEGRETARIO alle Infrastrutture e Trasporti). Non solo. È uno degli architetti giuridici della privatizzazione dell’Ataf, l’azienda dei trasporti, la grande battaglia di Renzi che gli ha messo contro la Cgil”.

Viviana
Io vengo del mondo no global e sul blog di Grillo ho trovato un’educazione permanente e una informazione alternativa che smontava i giochi della finanza e attaccava il sistema finanziario, proponendo un’altra idea di Pil, di bene pubblico, di democrazia, di nazione
Gli argomenti più discussi in questi 4 anni sul blog di Grillo sono stati i diritti del lavoro, i diritti del cittadino, la scienza economica, la finanza, i giochi di potere capitalisti, le finzioni dell’euro. Hanno forse fatto altrettanto i partiti? Ha forse fatto questo l’estrema sx? O non si sono serviti di media e blog per una propaganda massiccia e manipolativa diffondendo un’antidemocrazia galoppante e spingendo la gente a odiare qualunque cosa puzzasse di opposizione per portare tutti a un pensiero unico massiccio e devastante?

IL PIANO EFFERATO DI DEPREDAZIONE DELLE DEMOCRAZIE EUROPEE
Viviana Vivarelli

200 magnati dominano l’Occidente.
50 controllano l’Europa.
Tre di questi sono italiani e uno è De Benedetti.
L’iperliberismo che cancella le democrazie e se ne frega dei diritti dei popoli è imposto da questa gente.
Che si parli di Bilderberg o di Aspen, Lehman Brother o Goldman Sachs, Fondo Monetario o Bce non fa nessuna differenza. Il turbocapitalismo spietato che sta alla base è lo stesso. E la depredazione della democrazia è la stessa.
Chi ti manda? Il grande capitale. Nulla ormai si fa se non per il suo profitto.
-Monti: ex presidente europeo della Trilaterale, gruppo neoliberista fondato da Rockfeller; membro del comitato direttivo del Bilderberg; international advisor per Goldman Sachs; membro del comitato esecutivo di Aspen; advisor della Coca Cola; membro del Senior European Advisory Council di Moody’s e uno dei presidente del “Business and Economics Advisors Group” dell’Atlantic Council
-Letta: membro del comitato europeo della Trilaterale; vicepresidente dell’Aspen dal 2004; nel 2012 ha partecipato al Bilderberg
-Padoan: ex direttore esecutivo per l’Italia del Fm con responsabilità su Grecia, Portogallo, Albania..; rappresentante dell’OCSE al G20.
Tutti e tre fortemente voluti da Napolitano.
Il Club dei 50 nasce nel 1982, sotto l’impulso del repubblicano Reagan, che ne affidò
l’iniziale cura a Licio Gelli e costituisce lo zoccolo duro dei decisori europei.
Renzi è il loro bamboccio, scelto al posto di Letta perché più telegenico e rapido.
Qualcuno magari ci spiegherà come mai Renzi, pochi giorni fa, ha incontrato il Ceo di Blackrock, Larry Fink, il più grande fondo di investimento al mondo che, se fosse uno Stato, sarebbe la quarta potenza al mondo dopo Usa, Cina e Giappone?? Cosa ha promesso Renzi ai magnati internazionali? E come mai questi improvvisamente hanno dato fiducia all’Italia? Non sembra che la situazione italiana sia migliorata, anzi continuiamo ad andare a fondo. Il Paese va male. Banca Affari va peggio. E allora? Quali garanzie ha ricevuto da Renzi questa gente che ci impone prima Monti, poi Letta e ora Padoan, fortemente voluto da Napolitano come tutti gli altri, e ci tratta solo come un territorio di sicura depredazione? Renzi ha forse promesso loro il più grande piano di privatizzazioni mai viste? Una distruzione più veloce della Costituzione democratica? Un impoverimento più rapido di ogni tutela? Nei suoi 100 punti il piano di smobilitazione della democrazia, dello stato sociale e dei beni pubblici è chiaro, con una radicalità che supera persino il cinismo dei neocon USA.
Come mai nel programma di Tsipras questi allarmi non ci sono? Come mai l’estrema sx finisce sempre per accettare tutte le esche fornite dall’iperliberismo ai partiti ufficiali? Come mai ha tanta avversione per la democrazia diretta e tende a confermare la piramide di potere, sia nazionale che europea?
E come mai quello che un tempo era il terzo partito della sinistra europea ha accettato questo rinnegamento progressivo delle proprie radici storiche e ideali e questo tradimento continuato ai suoi elettori, per farsi contaminare sempre più dalla protezione di comitati di affari che non solo coincidono con quelli delle grandi corporazioni o dei sistemi finanziari e bancari ma addirittura colludono con gli interessi delle grandi organizzazioni criminali? Quale perverso attaccamento al potere ha convinto costoro a rinnegare tutto ciò che erano e a diventare il nemico primo dei loro cittadini? E come hanno potuto, grazie a media cortigiani, sondaggi farlocchi, finzioni propagandistiche e carote elettorali, ricattare e manipolare così i cittadini più poveri di beni e di sapere tenendoli in uno stato di minorità permanente e approfittando di loro come il tutore di un minore che derubi il suo pupillo, lo plagi e lo violenti?
Gran parte della forza di Renzi sta ora nelle vendite di Stato: da Poste l’incasso per il Tesoro potrebbe superare i 15 miliardi, Fincantieri, Enac, Cdp Reti, Sace, Grandi Stazioni, StMicroelectronics. Per i fondi si tratta di comprare a prezzi favorevoli, per le banche d’affari di guadagnare sugli incarichi di vendita. I grandi magnati stavano dalla parte di Prodi che permise lo smantellamento dell’Iri, ottimo affare per loro, eccellente affare per chi compra e fregatura per chi vende o sostituisce monopoli pubblici con privati. Renzi è di questa sx falsa e indecente, ormai guasta e collusa con la finanza, come Prodi, che ha iniziato la nostra rovina mettendoci a forza con seduzione melliflua sotto il giogo della Bce e facendo a pezzi la nostra sovranità monetaria. Come Prodi, anche Renzi è graditissimo a Wall Street, ai grandi fondi come BlackRock della City. Ed è più deciso e furbo di Letta, e troppo lento e prudente per gli squali che vogliono smantellare velocemente la democrazia e pasteggiare sulle sue ceneri .

Renzi, sostenuto da De Benedetti, dei suoi media e dal Pd
-sta realizzando il piano della P2 di Gelli che punta al golpe dello stato democratico
-è spalleggiato da forze nere come Opus dei e Compagnia delle Opere
-è consigliato prima da Verdini,anima nera di B, e poi dal n° 1 del fondo finanziario internazionale Black Rock,Larry Fink, che intrattiene Renzi in colloqui privati e non certo per fare gli interessi nostri
-intende storpiare la Costituzione aiutato da un delinquente come Berlusconi che si regge su corrotti, mafia e P2 e da una persona ormai irricevibile come Napolitano, che ci ha venduti al grande capitale internazionale permettendo il saccheggio del nostro Paese e la distruzione della sovranità del popolo mentre si calpestano le sue tutele.
Non si presenta certo come un ‘onesto’ democratico.
Vuoi vedere che la vera missione del mirabolante Matteo Renzi è quella di portare a termine le privatizzazioni ovvero di svendere quel che resta di buono in Italia e di distruggere quel che resta della democrazia?

Sergio Di Cori Modigliani e i POTERI FORTI

“Questo paralitico sgangherato e il suo amico frocio damerino londinese affonderanno per sempre l’America distruggendola”. Così, Edward Hodgson, responsabile della campagna presidenziale per la rielezione di Hoover, apriva la battaglia elettorale nel 1932 in Usa, descrivendo Roosevelt e Keynes. Fu la più sanguinosa campagna presidenziale della Storia nel secolo scorso e anche la più costosa, per i repubblicani. La Standard Oil, la Manufacturers Hannover Trust, il gruppo Rockfeller, la Morgan Stanley, si gettarono nella mischia con tutta la loro potenza finanziaria sostenendo che “soltanto il pareggio di bilancio potrà salvarci dalla rovina economica”. La campagna si concluse con la vittoria di Roosevelt che ottenne il 58% dei voti. Due giorni prima del suo insediamento, nel febbraio del 1933, a Miami, veniva preso a pistolettate da un muratore calabrese, Giuseppe Zangara, emigrato dieci anni prima da Crotone. Roosevelt ne uscì illeso, mentre il sindaco di Chicago che gli sedeva accanto morì colpito dalle pallottole. Quando la polizia fece irruzione nella abitazione dell’attentatore trovò migliaia e migliaia di opuscoli e centinaia di pubblicazioni che descrivevano Roosevelt come un agente segreto di Stalin, con minuziosi e dettagliati articoli su omicidi e rituali satanici compiuti da Keynes, descritto come una specie di guru diabolico che si nutriva del sangue di vergini che faceva immolare per lui. Circa 200 milioni di euro, al valore attuale, vennero spesi dai colossi della finanza per attaccare, calunniare, diffamare, dileggiare Roosevelt e Keynes. Nelle università americane, al corso di Storia moderna e contemporanea, si studia ancora oggi quella campagna presidenziale, per analizzare i fenomeni di manipolazione del consenso, e spiegare come, in presenza di fondamentali e decisive scadenze nel campo economico, quelli che noi oggi definiamo con il termine di “poteri forti” siano disposti a usare ogni tipo di arma, ogni forma di subdola menzogna, ogni artefatta falsificazione della realtà, per ottenere il loro scopo: impedire che lo Stato e l’Amministrazione Pubblica metta le briglia sulle attività delle banche e della finanza pretendendo da loro che rispettino le leggi. Da allora, sono trascorsi 80 anni, e le società sono molto cambiate. Non i Poteri Forti. Per loro, ciò che conta, è avere la garanzia che la classe politica dirigente rappresenti, in maniera esclusiva, gli interessi di quella oligarchia del privilegio garantito i cui patrimoni loro custodiscono, ad ogni costo, ad ogni prezzo. Era così nel 1932 in Usa e così anche nell’Europa del 2014. Intendiamoci, era così anche nella campagna elettorale europea del 2009 e nelle precedenti campagne elettorali politiche generali italiane. Ma gli italiani erano totalmente all’oscuro di ciò che accadeva, semplicemente non lo sapevano. Così come non lo sapevano gli americani, i quali, nell’agosto del 1929 (quaranta giorni prima del crollo delle borse mondiali) si sentivano dire che l’economia andava bene e che la priorità era il pareggio di bilancio, mentre lo Stato pompava soldi soltanto nel sistema finanziario delle banche. Quando la disoccupazione, tre anni dopo, raggiunse la cifra del 26% e tra i giovani del 58%, la gente cominciò a volersi informare su ciò che stava accadendo. E’ un teatro sociale simile a quello italiano di oggi. I cittadini, ormai stravolti e travolti dal disagio sociale, dalla mancanza di lavoro, dalla spaventosa impennata della disoccupazione che seguita ad aumentare, dalla totale assenza di una politica industriale da parte del governo, dalla latitanza di idee efficienti, da una diffusione della corruttela senza freni che non ha mai avuto eguale nel corso della storia nazionale, ha cominciato ad informarsi. Grazie alla Rete e ai nuovi sistemi di comunicazione ad alta tecnologia, è stato possibile, negli ultimi anni, aggirare la cappa ufficiale della disinformazione messa in campo dai professionisti della cupola mediatica per distogliere l’attenzione del pubblico. Il giornalismo è servito in Italia, negli ultimi anni, soprattutto per evitare che si diffondesse un processo di consapevolezza collettiva tale da provocare, dentro di sé, in ciascuno di noi, il salto dall’idea dell’essere sudditi a quella della cittadinanza attiva. Ma il lavoro continuo di nuovi soggetti mediatici autonomi e indipendenti, sui siti on line, sui blog, su tutto il web, hanno regalato alle persone curiose la possibilità di dotarsi di strumentazione critica e capire. Rendersi conto, quindi, che i partiti politici italiani da lungo tempo ormai non sono più partiti, perché non rappresentano più dei blocchi sociali, delle esigenze di categoria, dei soggetti lavorativi ben definiti; sono diventati semplicemente delle aziende procacciatrici di affari finanziari per pochi ed esclusivi circoli di eletti. Sulla pelle dei gonzi che pagano le tasse. Con la scandalosa aggravante che il contribuente, il lavoratore onesto, è diventato (a propria insaputa) il principale finanziatore di queste società, alimentate continuamente di denaro pubblico che non viene usato per servizi della collettività, bensì per garantire profitto individuale a centri di potere familista partitico. Il lavoro di 15 mesi degli eletti in parlamento nelle fila del M5S è servito a questo: smascherare il gioco del potere, far toccare con mano alla cittadinanza il fatto che queste persone al governo sono tutte intercambiabili, perché le differenze tra i membri di un partito e un altro non sono ideologiche, non sono progettuali, non sono ideali, sono soltanto formali e apparenti: sono semplici impiegati al servizio delle grandi multinazionali internazionali che controllano l’energia, le banche, le sementi e il loro interesse è appropriarsi della ricchezza nazionale italiana. I cittadini italiani hanno cominciato a capire che il re è davvero nudo, e i sondaggi hanno iniziato a vomitare previsioni statistiche per loro davvero impietose, terrificanti. Forza Italia trasformato in un partitino, il PD che arretra ogni settimana, e il M5S che avanza in ogni regione, in ogni comune, in ogni territorio nazionale, nonostante non sia stata dispiegata nessuna fortezza finanziaria. Da Berlusconi a Renzi si sono messi, quindi, paura. Anche perché i poteri forti si stanno irritando. Non a caso, i grossi big che contano nella finanza mondiale, si sono precipitati in Italia perché sanno che se il M5S, a queste elezioni europee, fa il botto e ottiene un risultato vincente, gli salta davvero tutto. Non mi stupisce, quindi, che negli ultimi giorni sia stato sferrato un bombardamento mediatico senza precedenti contro Grillo e il M5S, gestito addirittura in prima persona dall’ingegner Carlo De Benedetti che, ieri pomeriggio, in un’occasione pubblica e formale, ha definito Grillo un “fascistello populista”. Di solito, il lavoro sporco lo fanno fare a quelli de L’Espresso o la Repubblica, o ai propri nominati dentro la Rai e in Mediaset, quelli inviati a gestire i talk show per tirare la volata ai giornalisti compiacenti, deferenti, servi. Inevitabilmente servi. E come tali, sempre sciocchi. Non capiscono che è cambiata l’atmosfera, perché la gente si è stufata e comincia a rendersi conto di come stanno le cose. Come era accaduto agli americani nel 1932. Stanno scendendo in campo i poteri forti, perchè si sentono minacciati. Hanno ragione: è proprio così. Sanno che la vittoria elettorale del M5S il 25 maggio spiana la strada all’immediata discussione parlamentare per il varo del reddito di cittadinanza universale, unica medicina sensata per aggredire subito al collo la triste e oscena piaga della povertà: l’Italia è la nazione più ricca d’Europa e in quota parte ha il più alto aumento in percentuale di poveri, con un disagio socio-economico che si diffonde sempre di più. Inaccettabile per un europeo civile e civilizzato.
Inconcepibile e improponibile per Carlo De Benedetti e per i poteri forti.
Pensavate che la Repubblica fosse un ente di beneficenza?
In ballo c’è la sovranità del nostro paese che vale 9.000 miliardi di euro. Tra questa cifra e gli squali che intendono impossessarsi dell’industria manifatturiera nazionale, dell’agricoltura, dei beni culturali storici, dell’industria ittica, dell’intero patrimonio tradizionale dell’artigianato d’arte, della produzione energetica, del rilancio della produttività nelle strategie marketing multimediali sul web, dell’industria turistico-alberghiera, ci si è messo di mezzo il Grande Guitto di Genova che ha fatto da megafono agli afoni, al clan degli invisibili, ai non garantiti, ai paria del sistema, e come un granello di sabbia che inceppa un meccanismo perfettamente oliato, sta bloccando il piano di esproprio e di razzia della ricchezza nazionale, perché oggi è possibile capire e sapere per davvero come stanno le cose.
Gli ha rotto le uova nel paniere. E con le frittate non si fanno più affari.
Gli italiani vanno capendo che è possibile raddrizzare la schiena e ritrovare il senso della dignità, prima di tutto come Persone, annullando il concetto di suddito e sostituendolo con quello di cittadino, e poi ritrovare anche quello di popolo e infine quello di nazione adulta, responsabile, finalmente pronta a rimboccarsi le maniche e decidere del proprio destino e del proprio futuro.
Questa è la posta in palio.
E da bravo fallito di successo, visto che alle spalle lui si porta una Olivetti da lui rasa al suolo, una Sorgenia decotta piena di debiti, e un gruppo di prodotti cartacei di stampa che ogni mese, inequivocabilmente, perdono lettori, perdono copie e perdono guadagni, giustamente Carlo De Benedetti è preoccupato all’idea che domani possa esistere una rappresentanza politica che lo inchioderà alle sue responsabilità, insieme al suo ex (??) socio in affari Silvio Berlusconi e agli altri compagni d merenda.
Il numero 1 del fondo finanziario “Black Rock”, Larry Fink si è precipitato in Italia a parlare con Renzi. Sono arrivati anche i big di Goldman Sachs, quelli di Morgan Stanley e di J.P.Morgan.
La partita la si gioca qui da noi.
L’Italia può diventare la vera avanguardia di un processo di ricostruzione di tutto il continente europeo. E’ una possibilità unica, rara. C’è l’opportunità di far schiattare i francesi dall’invidia, perché, forse per la prima volta negli ultimi 300 anni, siamo noi italiani ad assumerci la responsabilità di prendere il toro per le corna e sfidare a viso aperto i poteri forti. Per crescere noi. Per liberarci.
E grazie a noi, liberare tutta l’Europa.
Arriva in Italia il n.1 di Black Rock e poche ore dopo De Benedetti va all’attacco personale di Beppe Grillo.
Dobbiamo preoccuparci e protestare?
Nient’affatto.
Dobbiamo esserne orgogliosi.
Vuol dire che, finalmente, stiamo sulla strada giusta.
O noi o loro.”

“Non mi stupisce l’esistenza della violenza criminale. Non mi colpisce l’idea che esista la corruzione politica. Non mi sorprende l’esistenza del malaffare e dell’illegalità. Ciò che mi addolora, mi angoscia, e non riesco davvero ad accettare, è il silenzio di milioni di persone oneste, per bene, che tacciono per paura”.
Martin Luther King
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Eugenio Bongiorno
Quelli che continuano a difendere gli 80€ a chi un reddito già l’ha, non fanno altro che offendere gli oltre 3,5 milioni di disoccupati che un reddito non hanno, non fanno altro che offendere i pensionati con 500€ al mese che non ne beneficeranno, non fanno altro che offendere coloro che non superano come reddito gli 8000€ all’anno, limite minimo per usufruirne, tutti coloro che sono a partita iva.
La somma di costoro fa la maggioranza della popolazione e sono coloro che sono messi peggio!

Sergio di Cori Modigliani. LE DUE ITALIE

Chissà che cosa facevano, gli Italiani, la sera, a casa, nel 1943!
Le Italie erano due allora come oggi
Da una parte i furbi, gli avidi, i paurosi, i pusillanimi, gli opportunisti, i delatori, che cercavano di approfittare della situazione di emergenza
Dall’altra parte, la grande massa di chi cercava di ritrovare un Senso Umano a quella immane tragedia, di consolidare un nuovo modello di socialità condivisa (ritrovata grazie a quella tremenda circostanza) quando un nuovo modello di umanesimo condiviso, di esistenzialità solare, si sarebbe affermato diventando l’humus necessario per rigenerare la nazione e restituire un significato alla vita, sia individuale che collettivo. Senza più paura.
Noi, oggi, ci troviamo nella stessa identica situazione
E’ una guerra post-moderna. E’ reale ma non dichiarata
E’ una vera e propria razzia bellica.
E’ la guerra tra i custodi del privilegio e la cittadinanza attonita.
Bugie, falsità, menzogne, illusioni, tutto viene usato per vincere la guerra.
A questo serve la cupola mediatica nella società attuale dell’alta tecnologia: a non farvi capire che vi hanno dichiarato guerra, e non si fermeranno finchè non la vincono o non la perdono. La vittoria -per l’attuale classe politica dirigente e la criminalità organizzata che detta loro l’agenda degli affari- consiste nell’affermare il principio collettivo per cui i cittadini sono sudditi passivi, il cui compito consiste nel pagare tasse e godersi la vita con giocattoli di consumo accessibili alla massa. Basta. E’ l’unica cosa che vogliono e pretendono: che voi li votiate così loro seguiteranno a sterminare la vostra anima. Voi dovete lavorare alle loro condizioni belliche, pagare le tasse che loro impongono, e dovete entrare dentro la mentalità della sopravvivenza accettando eventi, accadimenti, e persone, inconcepibili in una situazione di pace.
L’altra Italia, che si oppone a questo disegno, ha capito che c’è la guerra.
La vive sulla propria pelle ogni santo giorno, e ne denuncia l’esistenza
Gli altri italiani sono la maggioranza, ma sono afoni, non hanno potere e hanno paura.
E il panico comincia a serpeggiare tra i governativi: non capiscono come sia possibile che giorno dopo giorno, nonostante il bombardamento capillare mediatico, il M5s aumenti i consensi, e comincino a manifestarsi le prime defezioni. L’attuale potere usa l’arma del cinismo per far credere che non esiste alternativa a loro. Vogliono far credere che l’onestà sia una utopia e non un evento reale.
Vogliono far credere che non esiste, in Italia, nessuna possibilità di poter coltivare alcun ideale, idea, progetto, ambizione, al di fuori della logica mercantile dei soldi che deve rimanere il primo Valore in assoluto: dovete parlare sempre solo e soltanto di danaro.
Vogliono far credere che il problema sia il costo del lavoro, non è così. Il lavoro è un capitale sociale di investimento, ben altra cosa. E’ la stessa differenza che c’era nel 1943 tra chi pensava di appartenere a una razza geneticamente superiore e gli altri.
Vogliono far credere che rifiutarsi di aumentare la tassazione allo 0,8% della popolazione (quei 500 mila che nel 2013 hanno dichiarato più di 5 milioni di euro all’anno di entrate nette) non servirebbe in alcun modo ad aumentare il gettito per l’erario.
Vogliono far credere che sia “impossibile” abolire domani mattina i vitalizi parlamentari con decreto urgente e immediato.
Che sia “impossibile” ridurre i costi del personale burocratico politico che costa a noi contribuenti intorno ai 50 miliardi di euro all’anno, facilmente riducibili a 5.
Che sia “impossibile” protestare il contratto sugli F35 approfittando del fatto che perfino la commissione difesa del Senato Usa li ha definiti “una tragica carretta dell’aria”
E che non esiste alternativa al potere di B, al potere della criminalità organizzata, al potere del PD, al potere della burocrazia, prendere o lasciare.
E che la crisi dipende dalla scarsa produttività italiana. Non è vero. La produttività è scarsa perché l’Italia è la nazione d’Europa che, tra il 2004 e il 2014, ha speso la cifra minore in assoluto per ricerca scientifica, innovazione, istruzione e cultura. E’ diventato un paese intellettualmente flaccido e privo di vigoria, così lo si controlla meglio.
Il voto europeo del 25 maggio è una bella occasione per dire la propria in questo referendum di guerra.
Gli italiani hanno la possibilità e l’opportunità di uscire fuori dal consueto meccanismo ideologico, trucco da baraccone che non funziona più: non esistono fascisti e comunisti, non esistono più neppure liberisti e keynesiani, neanche europeisti ed anti-eruopeisti.
Esistono soltanto due categorie di persone: da una parte, chi ha capito di essere vittima di falsità, di menzogne, di falsi quotidiani, e si rifiuta di essere trattato e considerato come un suddito passivo: costoro hanno deciso di ribellarsi.
Dall’altra, ci sono invece quegli Italiani che preferiscono mentire a se stessi, sapendolo, perché preferiscono fingere che non c’è la guerra per bieco opportunismo, e dicono a se stessi che le personalità al governo stanno lì perché sono i migliori, i più competenti e si occupano del bene comune.
Chi il 25 maggio voterà, a dx o a sx, per uno dei partiti storici che insieme gestiscono l’apparato dello Stato e del mercato, è un collaborazionista.
“Le due Italie” sono l’Italia che si è svegliata e quella che dorme, o per ipocrisia o per ignoranza.
Ormai i giochi sono chiari a tutti.
La cittadinanza s’è svegliata e sta irrompendo sullo scenario politico nazionale.
Il referendum è su questo: o noi o loro.

Sergio di Cori Modigliani IL CALO DEL PD

Il PD si sta sgretolando e stanno perdendo il consenso del territorio. Gli rimangono soltanto le clientele e qualche servo a pagamento pescato nella gigantesca colonia di riserva dell’esercito di disoccupati, disagiati, bisognosi di tutto, alcuni dei quali sono disposti e disponibili a votare per loro in cambio di qualche euro, qualche promessa, qualche illusione, magari la fantasia di una vincita facile a un concorso truccato, una collaborazione a un giornale, la prospettiva di una svolta, di una qualche promozione sociale, economica, psicologica. Quel che è.C’è chi il consenso, nella vita e nella pratica politica, se lo conquista grazie alle proprie idee, progetti, programmi, impegno, volontà, energia, e c’è chi, invece, lo deve rubare. Perché se non lo ruba, non lo applaude nessuno. Il PD, dunque, si attacca al virtuale: è la loro ultima spiaggia, ai loro comizi non ci va nessuno, tanto è vero che neppure li fanno più. Meglio tenersi i soldi per godersi l’estate. Tanto, siamo sempre noi a pagare.

Sergio Di Cori Modigliani E I SONDAGGI

Sono finiti nei guai da soli e lo sanno benissimo. Nonostante abbiano in mano tutti i media, sono sconcertati davanti alle impietose cifre dei sondaggi che li danno in caduta verticale. B (più abile nel captare con le sue antenne ciò che sta accadendo) ha giustamente iniziato a litigare con tutti. Anche io, al suo posto, prenderei le distanze dai suoi compagni di merenda. I sondaggi parlano chiaro. E i poteri forti che li sostengono, stanno iniziando a prendere le distanze. E’ uno dei punti che il numero 1 del fondo finanziario internazionale “Black Rock”, Mr. Larry Fink, deve aver spiegato a Renzi nel colloquio riservato che hanno avuto ieri l’altro per un paio di orette a Firenze. Mr. Fink è una persona che siede su un budget gigantesco, superiore al Pil dell’intera Ue, Germania esclusa. Amministra patrimoni dei super ricchi. Come mai è venuto in Italia a parlare con il governo? I più acuti analisti di mercato, sul Wall Street Journal, sul Financial Times, su Le Monde Diplomatique segnalano il grave malumore dei veri big really big che si rendono conto della totale incapacità dei vari Berlusconi, Renzi, Alfano, Napolitano, ormai incapaci di garantire la tenuta del paese. I grandi uomini d’affari non hanno ideologia, né sentimenti personali, badano al sodo. E per loro, è chiaro ciò che sta accadendo in Italia. C’è ancora una parte del paese che non l’ha capito, ma cominciano a svegliarsi anche loro dalla narcolessia sociale e dalla telesione cerebrale.
Gli indici statistici dei sondaggi parlano chiaro: FI scende ancora, il PD perde ormai 2 punti in percentuale a settimana e il M5S cresce dovunque, insieme all’astensione.
Gli astenuti sono nella stragrande maggioranza loro ex elettori, schifati all’inverosimile, che non credono più in nulla, in nessuno, e non credono neppure a una parola di quanto viene loro detto ogni santo giorno sui quotidiani, nei talk show, nei manifesti elettorali. Solo in Piemonte e in Lombardia, Forza Italia perde il 20% del suo elettorato e il PD ne perde il 10%.I più intelligenti e furbi, sia dentro FI che dentro al PD, stanno infilando la porta d’uscita per poter dire, nel prossimo domani che ci attende, “io però avevo preso le distanze prima che…”. Il potere è ottuso. Non ha la possibilità di comprendere ciò che accade nella realtà. Sono circondati da un personale compiacente, al quale viene richiesta soltanto deferenza servile. Nessuno glielo spiega. Se ne accorgono soltanto dopo, quando ormai è troppo tardi.
L’ultima trovata di B-PD-Scelta Civica va al di là di qualunque commento, ed è la seguente: nel decreto sul lavoro presentato dal governo c’è un emendamento firmato di persona da B. Lui scrive le leggi perché fa quello che gli pare. Il dettaglio osceno è circolato, provocando delle forti reazioni anche da parte di persone estremamente moderate. E non è piaciuto a chi deve investire in Italia, non è piaciuto ai membri che contano nelle commissioni importanti del parlamento europeo, perché identificano la Repubblica Italiana come una nazione in cui la legalità è stata formalmente cancellata e l’esercizio del Diritto soppresso. Neanche in Costa Rica nel 1973 accadevano eventi del genere, in quella che allora veniva chiamata -con giusto disprezzo folcloristico- “la repubblica delle banane”.Santoro chiude, sperando di rientrare in Rai. Floris resiste ma ha perso il 10%. Telese, Formigli e Porro parlano ormai da soli.
Gli Italiani si sono stufati. Inventeranno di tutto, nelle prossime tre settimane, perché sanno che se il M5s vince le elezioni europee in Italia, la cittadinanza italiana comincerà ad organizzarsi “formalmente e legalmente” per andare a presentare il conto a Bruxelles, a Strasburgo, a Francoforte, a Berlino. Impietosi sono i dati degli uffici dell’Ue: l’Italia è l’unica nazione dei 27 paesi che andrà indietro, l’unica in cui la disoccupazione aumenterà, l’istruzione e la cultura decresceranno, l’unico paese in cui l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica non vengono neppure contemplate in sede d’esame; l’unica nazione in cui diminuisce la spesa per i beni culturali e per la diffusione dell’istruzione; ed è chiaro a tutti che dei 120 miliardi di euro di debito nei confronti delle piccole e medie aziende, la Pa non verserà un bel nulla. Monti ne aveva stanziati 40, non è partito neppure un euro; Letta ne aveva stanziati 25. Nulla! Renzi ha annunciato al paese che “intanto cominciamo da oggi a pagare i debiti alle aziende, perché i 25 miliardi precedentemente stanziati da Letta sono già in viaggio da questa mattina”. Non è mai partito neppure un euro.
Non solo manca la volontà politica. Ma non ci sono, al governo, le persone atte e adatte per impostare una qualsivoglia manovra. Questa non è una crisi. E’ l’inizio dello sfaldamento definitivo di un sistema basato sulla corruttela, sulla manipolazione, sulla esaltazione del privilegio garantito a pochi dai partiti, che sta implodendo sotto gli occhi di tutti. Se ne accorgerebbe anche un bambino. Ma la Storia ci insegna che i detentori corrotti di un potere corrotto sono sempre gli ultimi ad accorgersi quando la mura del Palazzo cominciano a sbriciolarsi sulle loro teste. Pensano sempre di poterla far franca.
Poi, si arriva a un punto di non ritorno e quel sistema salta.
E’ accaduto allo scià Pahlevi in Iran, a Menem in Argentina, a Craxi e Andreotti, a Mussolini, a Nixon. Capiterà anche a questi signori che ancora per poco ci governano.
Indignarsi o scandalizzarsi per ciò che fanno ormai è inutile.
Basta avere un po’ di pazienza e restare attenti.
Un paese in cui i governanti nascondono ai propri cittadini che fanno redigere le leggi a un delinquente pregiudicato è un paese destinato alla sua distruzione o a un poderoso e rigoglioso ribaltamento dello status quo.
Il 25 maggio c’è il referendum: o questa gente qui o cittadini normali che vogliono un paese normale.

Angelo Consoli
Il mio è sempre stato uno slancio ideale. Quello slancio ideale oggi si è trasferito nel M5S. Quegli ideali sono stati traditi dalla dirigenza piddina attuale. Il PD è diventato un partito di affaristi e arrivisti. Di nuclearisti e inceneritoristi, di gasisti e TAPpisti, di privatizzatori dei beni comuni e ipocriti che osano coalizzarsi con SEL (altri ipocriti), salvo poi pugnalarsi alle spalle il giorno dopo le lezioni concordando voti congiunti con B. Vorrei ricordare che se fosse per il PD, B sarebbe ancora senatore, che gli F35 li hanno voluti loro e ancora li vogliono, che continuano a mantenere in piedi situazioni industriali decotte solo per favorire gruppi che li finanziano (vedi ILVA), che essendo un partito di banchieri e speculatori finanziari è assolutamente impossibile per loro adottare le misure ad alta intensità di lavoro necessarie a risolvere il problema della disoccupazione, che la loro politica sociale e economica è dettata da Pietro Ichino e Yoram Gutgeld, al cui confronto gli ultra liberisti reganiani erano socialisti, tanto che perfino uno come Fassina è stato emarginato, che hanno stroncato da sempre le energie rinnovabili che in Italia sono state promosse solo da i Vedi,mentre Bersani era troppo occupato a prendere i soldi dei Riva per aumentare i limiti di benzoapirene e dunque non poteva trovare il tempo per programmare la creazione una filiera del fotovoltaico e delle tecnologie energetiche pulite di terza rivoluzione industriale. Il PD è responsabile quanto B del genocidio culturale del popolo italiano, D’Alema ha fatto la porcata nel 1999 di concedere illegalmente a Rete 4 le frequenze negate a Europa 7!. ministri del csx sono responsabili dello smantellamento della scuola, della ricerca e dell’Università italiana. Questa gente disperata perché ha distrutto l’essenza ideale stessa dei motivi per i quali oggi un elettore di sani principi etici di sx dovrebbe votare per loro.
(Angelo Consoli è il Direttore dell’Ufficio Europeo di Jeremy Rifkin,Fondatore e Presidente del CETRI-TIRES,Ideatore e coautore del Manifesto Territorio Zero per una società ad Emissioni Zero, Rifiuti Zero, Chilometri Zero, Coautore del SEAP per Roma Capitale,Autore delle strategie energetiche di Slow Food e Terra Madre,Coautore del Forum Regionale per l’Energia Distribuita (FRED) Sicilia,Consigliere a livello italiano ed internazionale per strategie energetiche e sociali sostenibili)

Alessandro
Il furbino Renzi dice: “La legge elettorale non si tocca!”. L’Italicum è stato volutamente “studiato” da Renzi con Berlusconi per essere antidemocratico, e prepara una vera dittatura. Infatti con il 37% ottenuto sommando i voti dei partiti che si presentano in coalizione si ottiene un premio di maggioranza del 55%. Inoltre, i partitini che sono nelle coalizioni hanno una soglia di ammissione del 4,5% e i partiti che si presentano da soli hanno una soglia del 8%, ma dovrebbe essere il contrario per garantire l’opposizione. Vista la prepotente forza elettorale di FI e del PD dovuta alla somma dei partitini delle loro coalizioni e vista la forte convergenza d’intese tra FI e il PD, che vinca l’uno o l’altro avranno vinto tutti e due. Il Senato deve rimanere, non siamo in Svezia, ma in un Paese molto corrotto! Prima vogliono votare la legge elettorale valida solo per la Camera, poi fra 18 mesi vogliono “riformare” la legge costituzionale per votare un “Senato” finto e depotenziato, fatto di sindaci, che comunque costa nei rimborsi spese, nelle strutture, nei funzionari addetti e nelle trasferte. Non Siamo in Svezia, siamo in un Paese molto corrotto e il Senato deve rimanere per garanzia contro eventuali porcate fatte dalla Camera! Le spese, se si vogliono eliminare senza accampare pretesti, si eliminano tagliando a metà di
netto il numero dei deputati (la Camera), portandoli a 300 invece degli attuali 630, e dei senatori, 150 invece di 315. Il totale di Camera più Senato scenderebbe da 945 a 450! Dimezzandone i loro stipendi e i privilegi. Così si risparmia di più! Con la modifica della legge elettorale e della legge costituzionale che trasforma l’Italia da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale, tanto cara a Berlusconi, la dittatura è servita! Con l’Italicum e con un Senato depotenziato avremo due soli uomini al comando.
.
Beppe Grillo: “Ci siamo finalmente riconosciuti uno nell’altro e abbiamo condiviso parole guerriere. Parole che erano state abbandonate da tempo, di cui si era perso il significato, sono diventate delle armi potenti che abbiamo usato per cambiare tutto,per ribaltare una realtà artificiale dove la finanza era economia, la menzogna era verità, la guerra era pace, la dittatura era democrazia.
*****

Un giorno balleremo sulle loro tombe
Un giorno canteremo liberi
Un giorno rideremo di gioia
E balleremo
Un giorno balleremo sulle loro tombe
Un giorno canteremo liberi
Un giorno rideremo di gioia
E balleremo

(Daniela)

Gli 80 euro se mai arrivassero anche il prossimo anno sono già stati divorati dagli 85 euro di non detrazione previsti in Finanziaria da Letta, con quella disposizione che i cloni visionari del Pd continuano a dire falsa ma che è realissima nelle buste paga concrete. Per vederne una con i propri occhi senza vaneggiare come fanno i pdini trollisti, basta cercare su google “”80 EURO? NON ESISTONO! PARAGONE DIMOSTRA, BUSTA PAGA ALLA MANO, LA “TRUFFA” DI RENZI. GUARDA IL VIDEO!
I “mitici” 80 euro di Matteo Renzi? Un trucco. Un’illusione. Lo si era già capito, ma ora c’è la prova, un fatto incontestabile che nessuno potrà smentire. E’ stato un lavoratore dipendente a sbugiardare Matteo Renzi, a “La Gabbia”, mostrando un documento inoppugnabile: la sua busta paga di aprile 2014. Nella busta paga, sventolata fra le mura dello studio televisivo, sono scritte nero su bianco due riduzioni: una di 60 euro sulla detrazione per il lavoratore dipendente, una di 20 euro sulla detrazione per il figlio a carico. Morale della favola: il lavoratore si è trovato 85 euro in meno in busta paga, rispetto a quella del mese precedente! Ma niente paura: nella busta paga di fine maggio Renzi le rimetterà… facendole passare per un regalo!”

Guarda il video: http://www.informarexresistere.fr/2014/05/02/80-euro-non-esistono-paragone-dimostra-busta-paga-alla-mano-la-truffa-di-renzi-guarda-il-video/
.

Alé
l’Italicum è incostituzionale
gli 80 euro sono incostituzionali
l’abolizione del senato è incostituzionale
come la finta abolizione delle province
i 7,5 miliardi alle banche erano illegittimi per la Ue
ora aspettiamo la dichiarazione di incostituzionalità anche del jobs Act
e poi di Renzi resterà un mucchietto di cenere
e un odore di vecchia pernacchina

Ma quando non sanno cosa dire, i Troll pdini attaccano dicendo che nel M5S confluiscono voti che vengono dal Pdl o dalla Lega, come se uno dovesse votare sempre in un modo, come se non fosse lecito cambiare idea e schifarsi!

Che conta da dove vieni?
altro fu il tempo, altra la storia
della tua giovinezza
e ogni ora ebbe la sua ragione
il suo modo di essere
guarda dove stai andando
guarda che ORA il tuo cuore sia puro
e l’intenzione onesta
E’ il viandante
definito da quello che ha scelto per meta
non dalle fonti

VV

SONDAGGI
Per quel che valgono i sondaggi taroccati pagati da Pd o da Pdl, si può anche citare il post di Vittorio: “Secondo Pasquale Laurito, autore del foglio Velina Rossa, che da anni racconta notizie e segreti del Pci-Pds-Ds-Pd, chiamiamolo pure un insider della sinistra, e contrariamente a quanto indicato dai sondaggi ufficiali, il Pd sarebbe ben al di sotto del 30% dei consensi, oscillando fra il 26 e il 27%, mentre il Movimento 5 stelle avrebbe già superato – come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa – il 27%.
Ergo: i sondaggisti “ufficiali” ci stanno riempiendo di balle e la realtà potrebbe nascondere una verità amarissima per tutto l’establishment nazionale, da Renzi a Napolitano fino all’anziano Silvio. Grillo potrebbe farli fuori tutti in un colpo solo.
Non male per un Movimento nato online, che non prende finanziamenti pubblici e che viene osteggiato praticamente da tutti i media nostrani. Occhio, che questa volta il boom lo sentirà anche la Merkel. A meno che, anche lei, non decida di tapparsi le orecchie.”
.
Stefano Mencarelli
Renzie: 350.000 euro di contributi pensionistici e 40.000 di TFR presi come ‘dipendente’ (Sigh)
.
La fidanzata di Carrai, l’amico fidato di Renzi, pur non avendone i requisiti ha avuto la direzione per la mostra di Pollock a Firenze e per quello ha avuto 400.0000 di euro, ma sembra che il problema siano i 70.000 che Pelù NON HA avuto!

Ivo
Allora, in vent’anni siamo passati attraverso:
Il milione di posti di lavoro e il contratto con gli italiani del pregiudicato(a piede libero)
Le toghe “rosse”
All iberian.
Disoccupazione a livelli record.
Proprietari di case a loro insaputa.
Corruzioni varie.
Parlamento pieno di inquisiti (e condannati)
Governi “tecnici”, che di tecnico avevano solo il nome.
Il sacro “blog”
Smacchiatori di giaguari senza trielina.
Perdita dell’Alitalia (o fallimento).
Parlamenti di nominati eletti con una legge incostituzionale.
“Palle d’acciaio”
I 500 mln (mai dati) dell’Emiro del Qwait.
Acquisti di “mutande verdi” con i nostri soldi.
E, non ultima, la bufala degli “80 euro”.
L’ unica cosa reale, è stata la nostra vittoria ai mondiali di calcio nel 2006.
Ragazzi, o il 25 maggio li mandiamo a casa, o ci tagliamo le vene!

Kukulcan
Sui giornali c’è scritto che Renzi riduce le tasse, ma nel loro documento ufficiale è scritto che le aumenta di 9 miliardi. Basta leggere, non i giornali ovviamente, ma il documento del DEF, anzi solo la tabella che lo riassume e anche un scolaro nota che hanno scritto: entrate da 751 a 767 miliardi e spese da 798 a 809 miliardi (dal 2013 al 2014). Il documento finanziario che Renzi ha messo fuori (traduzione: che Padoan ha concordato a Bruxelles) dice nero su bianco, che nel 2014 aumenterà le tasse, di circa 9 miliardi (+17 miliardi di tasse contro +8 miliardi di spese: differenza… 9 miliardi). Si può discutere sul fatto che non sia male tagliare lo stipendio ai magistrati, abolire le provincie e tassare il capital gain delle quote di Bankitalia, ma il DEF dice che aumenta le tasse.
Chi si ostina ad appoggiare questi Mafio-Politici Partitocratici non può che essere ricordato come un Primitivo del Futuro.
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SULLA VIOLENZA DELLA POLIZIA
Caparezza

Non siete Stato voi, uomini boia con la divisa
che ammazzate di percosse i detenuti.
Non siete Stato voi con gli anfibi sulle facce disarmate
prese a calci come sacchi di rifiuti.

Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato
costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete voi confratelli di una loggia che poggia
sul valore dei privilegiati come voi
che i mafiosi li chiamate eroi
e che il corrotto lo chiamate pio
e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato
fissa il magistrato
e poi giura
su Dio: “Non sono stato io”.

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Dovremmo trovare una parola diversa da ‘fascista’ (che connota un precisa posizione politica) ma analoga nel significato violento e antidemocratico che hanno anche tanti che votano a sx, ma al momento non la trovo.
Il NEOFASCISMO oggi non è Alba dorata o il movimento di Marina Le Pen o di CasaPound, ma proprio quella miscela di dx e sx che si trova perfettamente in simbiosi nel voler distruggere i diritti democratici, annullare le scelte dei cittadini, abolire i diritti dei lavoratori. svuotare le istituzioni, violentare la Costituzione, aumentare il tasso di militarismo, proteggere i violenti di Stato.
Molti non si accorgono di quanto tutto ciò sia lontano dalla democrazia e voglia solo distruggerla.
Chi vive in un Paese oppresso da una partitocrazia corrotta e spregia l’esistenza stesa di una opposizione non può che essere corrotto come quella partitocrazia.
Il fascismo in Italia non è mai morto.
La democrazia in Italia non si è mai consolidata.
Siamo una democrazia giovane priva di vera cultura democratica, che in 70 anni non ha saputo mai emanciparsi dai caratteri fascistoidi che hanno continuato a germinare sotto mentite spoglie.
Basterebbe chiedersi in quale dei 90 partiti italiani attuali si praticano metodi di democrazia.
Una sola cosa il cittadino può fare: fare in modo che ovunque ci siano degli embrioni di democrazia, la sua volontà sia lì, per rafforzarli, farla crescere dentro di sé!
Le nostre armi hanno dato migliaia di morti alla causa del dovere.
Il nostro Paese è anche quello che ha più volontariato al mondo.
Accanto ai malvagi ci sono milioni di brave persone.
Ed è per quei morti sacrificali, per questi eroi della difesa nazionale e per quei milioni di italiani onesti che vale la pena di lottare e di ripetere che le pene devono essere diverse e i colpevoli devono essere puniti e che finché ci saranno partiti corrotti che si reggono sull’impunità loro e di certi colpevoli non riusciremo a diventare un Paese civile solo in virtù dell’esistenza delle vittime, degli eroi e degli onesti.
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Caso Aldrovandi
Grillo ha chiesto il licenziamento dei 4 assassini.
lo hanno forse chiesto quelli che tu sostieni?
Grillo ha chiesto il codice di identificazione sugli elementi e sulle armi di difesa degli agenti e dunque sui manganelli.
Pd,Pd, e Lega hanno votato contro.
Grillo ha chiesto che venisse punito il reato della tortura.
Quelli che ti sostieni lo hanno derubricato a reato ‘comune’ lasciando che si avvalesse di condoni, grazie, prescrizioni e indulti.
E questi provvedimenti per realizzare l’impunità dei colpevoli, assieme al dimezzamento delle pene per i politici collusi di mafia, li ha forse fatto Grillo?????

Giuseppe Strazzeri

Questo è un regime, una dittatura mascherata da finta democrazia, rappresentazione patetica in cui credono ancora solo per con un livello di comprensione della realtà paragonabile a quella di uno scimpanzé. Un’oligarchia si è spartita il potere, l’economia, la finanza, ci tassa oltre ogni limite, riscuote con sistemi criminali e ogni tanto vi prende per i fondelli con la farsa delle elezioni.
Le cosiddette forze dell’ordine sono il braccio violento di questa casta, incapaci di colpire i potenti, inflessibili con i deboli, miserabili con i mafiosi (quanti mafiosi subiscono gli stessi soprusi che subisce un comune detenuto?), usati come scorte per i pregiudicati, incapaci di fare indagini (basti vedere i casi della Franzoni o di Chiara Poggi) assenti quando nei hai veramente bisogno, inutili nel presidio del territorio lasciato in mano ai delinquenti.
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La scorta di Berlusconi è formata da almeno 40 persone e due auto blindate e costa 2 milioni e mezzo di euro all’anno, senza contare che le sue abitazioni private sono presidiate dai carabinieri come fossero sedi di ministeri o di altri enti. Chiediamo dunque a Renzi quali sono le ragioni di tanto spreco, dal momento poi che Berlusconi è tanto ricco da permettersi di provvedere alla sua scorta da solo, e dal momento che il tipo in questione non solo non ricopre alcuna carica istituzionale, ma è anche stato condannato in via definitiva per frode.
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Vedo che per alcune menti proterve l’unico male italiano è l’esistenza di una opposizione e che una sola cosa sanno fare: odiare Grillo e odiare chiunque critichi il regime al potere, sulla falsariga di tutti i faziosi, fanatici e fascisti nell’anima (fascisti, comunque sia l’etichetta di figura) di tutti i tempi.
Nemmeno pensano, costoro, che l’opposizione, in un regime antidemocratico, è l’unica forza che, ostacolando un pessimo governo, gli impedisce di marciare come un treno verso la nostra rovina.
Nessuna democrazia può esistere se il potere macella l’opposizione. Solo l’opposizione è un freno agli abusi del potere.
L’esistenza di una opposizione valida e funzionante è l’unica prova che non siamo caduti in un regime autoritario e assoluto.
Per cui chiunque desideri solo l’abbattimento totale dell’opposizione e operi in tal senso con diffamazioni, slogan, insinuazione e campagne di odio ad personam dimostra solo di essere fascista nell’anima, qualunque sia l’etichetta sotto cui si nasconde.
I media dovrebbero essere non i cani da guardia del potere ma le menti critiche che il potere lo tengono sotto continua critica e osservazione per spingerlo a migliorarsi e a fare il bene del popolo.
Quando questa funzione preminente di critiche e di denuncia venga meno, la democrazia è morta.
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Daniele Luttazzi
Le scienze cognitive hanno scoperto che gli elettori non votano i programmi elettorali ma una visione del mondo. B propone da 20 anni un progetto e una visione del mondo ben definiti: il padre autoritario. Per 20 anni non c’è stata opposizione. E ora che c’è troppi la vorrebbero eliminare. Gli Italiani, come nel ventennio fascista, preferiscono regredire e demandare le proprie responsabilità di cittadino a un capo, che magari quando le cose si metteranno male diventerà il loro capro espiatorio. Era già successo con Mussolini ma evidentemente la lezione non è servita. È pazzesco che il processo di ripeta. E siccome la gente non è informata dalla televisione, e questo è il vero dramma, ed è distratta, viene distratta apposta, magari con la cronaca nera per esempio, che ha un suo ruolo all’interno di questa tattica, non si interroga più di niente e apparentemente va tutto bene. Il crack di borsa, ad esempio, viene vissuto come un dato naturale, un maremoto, come se fosse un temporale. E invece il crack di borsa è voluto da questo tipo di capitalismo, è deciso dal capitalismo, e lo sfrutta come forma di dominio sulle masse. Una volta le masse insorgevano. E insorgeranno di nuovo perché è una situazione che non può durare.
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Siamo governati da una diarchia
Luigi Pilati:

” Due simulacri verosimili, ovvero non sensi storici e politici. Accozzaglie di interessi partigiani e visioni fantasmagoriche di un passato incompreso, di un presente disorientato, e di un futuro inventato.”
“Non è tempo di cristianità, quando le ingiustizie sono smisurate.
Se siamo al sentimento dell’odio, si chieda perché, non se è giusto o sbagliato.”

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E’ cieco o in malafede chi non vede
che ormai le forze in campo sono due: da una parte un neofascismo sorretto da Pd, Pdl e Lega. Dall’altra un anelito alla libertà che attraversa i cittadini che non vogliono più questa corruzione spregevole e questo neofascismo risorgente in un patto più bieco che mai!
Io oggi posso solo dire come Montale dopo il secondo conflitto bellico:

“Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. »

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Fabrizio de André diceva: ““Quello che io penso sia utile è di avere il governo il più vicino possibile a me e lo Stato, se proprio non se ne può fare a meno, il più lontano possibile dai coglioni.”
Ora che nessuno mi dica che André non è uno statista, perché i guai maggiori lo stato li ha avuti proprio dai presunti statisti, con professori a latere (vedi Monti)
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TRAVAGLIO AI 5 STELLE

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Luciano Jakka
Non vi ricordate perché cadde il primo governo Prodi? Cadde proprio sulla legge sulle 35 ore. E si frantumò anche giustamente! Perché Prodi non promise le 35 ore solo a Bertinotti o a rifondazione comunista, ma lo promise a tutti i lavoratori e le lavoratrici, ma dopo qualche giorno, Prodi ritrattò tutto e tutti insieme dissero che le 35 ore erano nocive e sbagliate. Tutti insieme, con l’appoggio di confindustria e di un ideologia neoliberista, appoggiarono la legge Biagi: ucciso dalle br perché era senza scorta, dopo che lo stesso l’aveva richiesta ripetutamente a Scaiola (ministro dell’interno dell’epoca) il quale si rivolse a Biagi accusandolo di essere “ un rompicoglioni”. Con la conseguenza che, se una persona o un politico non era d’accordo con la legge Biagi, veniva automaticamente affiancato al terrorismo. Dopo lo sdegno della vedova Biagi per le parole del ministro Scaiola, la legge fu rinominata e cambiata. Divenne più dura, senza ammortizzatori sociali, la chiamarono legge 30, e fece dilagare il precariato, con centinaia di migliaia di licenziamenti, permettendo agli imprenditori disonesti di avvalersi di un ulteriore strumento di sfruttamento ingiusto dei lavoratori. La legge sulle 35 ore invece era concepita per
lavorare tutti e lavorare meno, articolando il lavoro su dei turni, con orario ridotto per il lavoratore con il divieto di far fare gli straordinari per chi l’avesse accettata. Alle industrie che accettavano la legge sulle 35 ore sarebbero stati erogati incentivi e sgravi fiscali in modo da assumere più personale possibile a tempo Indeterminato per sconfiggere il precariato e per risolvere il problema della disoccupazione. Questo avrebbe prodotto più ricchezza ridistribuita alla popolazione, con meno crisi interna e più produzione a favore del mercato europeo e mondiale. Ma questo non conveniva ai nostri industriali alla Marchionne, che volevano la crisi per averne più vantaggi, infatti con la complicità dei politici corrotti tolsero l’art 18 per licenziare più facilmente e fecero perdere tutti i diritti sul lavoro. Alcuni per licenziare lavoratori a tempo indeterminato e riassumerli come lavoratori precari, altri per licenziare e portare le loro imprese all’estero. Ingozzati da una politica accondiscendente sia di destra che di centro (non dico di sinistra perché io ritengo che il PD non è più di sinistra). E’ forse anche per questo che in Germania e in Francia la crisi viene sentita meno , da loro la legge sulle 35 ore è stata fatta e oggi vivono molto meglio di noi, infatti se guardate bene come funziona da loro, vedrete che per licenziare un lavoratore ci vuole il consenso degli operai e dei sindacati. La conseguenza è che loro hanno meno disoccupati e stipendi più alti dei nostri e perciò hanno meno crisi e più benessere, ma questo dipende anche dal popolo: ogni popolo si merita i suoi governanti. Io sono per tutti i partiti e tutti i movimenti presenti e futuri purché di vera sinistra (in favore del mondo del lavoro) compreso il movimento 5 stelle il quale in questo momento sta facendo cose di sinistra: per esempio è l’unico in parlamento che ha provato a mobilitarsi per impedire lo stravolgimento della Costituzione attraverso la modifica dell’art.138, ha rinunciato al finanziamento pubblico al partito e ha attuato l’auto riduzione degli stipendi dei parlamentari per una cifra di circa 43 milioni di euro, per me questo si può definire di sinistra. L’importante, comunque è contrastare questo mostro insaziabile a più teste che è il nostro attuale assetto politico. Un sistema senza nessuna umanità, senza giustizia, con sperpero di denaro pubblico nelle grandi opere, con interessi mafiosi, capitalisti e neoliberisti dediti solo a salvaguardare i loro desideri spasmodici di ricchezza senza limiti. Certamente quello adesso in atto è un governo delle larghe intese, da me ribattezzato un governo delle larghe pretese………per i loro sporchi
interessi, sbaglio????

NELLA CASA – FILM
Viviana Vivarelli

“Un perfetto sconosciuto ha la capacità di alterare la vita di un altro irrevocabilmente.
Questo effetto domino ha la capacità di cambiare il corso di un intero mondo.”

In questo sottile e ambiguo film del regista francesce Ozan, un sedicenne con talento letterario avvince il suo professore di lettere nella lettura seriale di componimenti in cui narra come si insinua nella famiglia di un suo compagno di scuola, per spiare e descrivere la sua “normalità borghese”. Le modifiche che il professore suggerisce al ‘romanzo’ si traducono nella realtà dei rapporti modificandoli in modo pericoloso in un crescendo di tensioni finché il professore stesso e sua moglie saranno risucchiati nell’’osservazione’ e il professore perderà ogni separazione tra realtà romanzata e vita reale come l’insetto che resta irrettito in una tela di ragno oltre ogni sua libertà.

Considero “Nella casa” un piccolo capolavoro che mi ha preso dall’inizio alla fine, un film originale per ‘i punti di vista’, l’osservatore che diventa deus ex machina, il subdolo ragazzetto senza famiglia che si insinua come un serpente nella “casa normale” e questa che, sotto lo sguardo dell’osservatore, resta inquinata da un veleno che trae ognuno al suo peggio e irretisce gli attori in un gioco perverso in cui essi da autonomi diventano manovrati.
Se è vero che non esiste l’osservatore astratto, ma ognuno, essendo immerso nella realtà come una persona in uno stagno, col movimento della sua stessa osservazione lo modifica, è vero anche che vi sono ‘sguardi’ che superano il principio di indeterminazione di Heinsemberg per fare del semplice perturbatore un creatore di realtà, là dove la potenzialità del creare si identifica con l’immaginare, per cui risulta impossibile misurare quello che può accadere quando la parola entra nell’alchimia trasformativa del reale e lo contamina. Non sappiamo allora se la realtà attuata è frutto di interazione tra soggetto conoscente e oggetto osservato, o se l’atto stesso del conoscere, come penetrazione dolosa del reale, è una infrazione che lo destruttura a tal punto che tale reale, dopo, non potrà più essere come prima.
Il tutto è davvero sconvolgente.
Se c’è un Dio che crea il mondo con la parola, c’è anche un demone che con la parola lo può distruggere. E chi possiede tale potere è condannato a non porre mai in essere mondi finiti, ma a restare prigioniero della magia della parola come di uno strumento maledetto, che, nel momento stesso in cui crea il caleidoscopio di mondi progressivi, se ne rende impossibile l’abitabilità.
O stai alla finestra e guardi il passante che cammina per la strada, o sei il passante che viene guardato mentre cammina per la strada. Oltre i limiti dell’osservazione rispettosa si apre l’incubo dell’osservazione modificante, in cui imprigioni te stesso nella irrealtà nel momento stesso in cui tenti di imprigionare l’altro, ma chi si inoltra nel pericoloso compito di diventare un dio che crea il mondo mentre lo osserva è condannato a restarne fuori per sempre.
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Ieri ho avuto vari motivi di sconvolgimento. Sono stata con una coppia interessante, una di quelle rarità di persone che rendono chiunque li incontri interessante, per cui mi sono dimenticata completamente di assaporare il cibo del pranzo giapponese e di calarmi della nuova macchina espresso o nella spesa, per rivivere diversamente parti della mia vita e di me stessa. La mia energia era acuita al punto che, mentre scrivevo alla mia figlia lontana, raccontandole la mia giornata si è verificato uno scoppio violento a circa 40 cm di me, nell’aria, tra il pc e la libreria, e altri scoppi nello stesso punto si sono ripetuti in seguito, inesplicabilmente. La cosa mi ha allarmata alquanto, perché è avvenuta nel momento esatto in cui stavo scrivendo “il babbo” e perché temo il riaccendersi di quella fenomenologia esterna inesplicabile che ha reso inquietanti 29 anni della mia vita con effetti fisici indesiderati. Il seguito è stato vedere il film “Nella casa” che ha aumentato in sensi diversi la mia inquietudine, per il prevedere incontri di tipo speciale nel mondo ordinario e straordinario, che, come tutti gli incontri speciali, saranno, come temo, a due effetti, sull’altro e su me.
Ogni rapporto ti modifica, modifica il mondo attorno a te e la tua visione del mondo e può modificare te stesso e anche l’altro irreparabilmente. E il film non ha fatto che confermarmi qualcosa che girava dentro di me confusamente in tutta la giornata perché vi sono rapporti che possono risucchiarti non solo per ciò che tu dai a loro o per quello che loro danno a te, ma per una realtà terza che viene creata dalle energie interferenti, in modo subdolo e quasi alchemico, diversa rispetto a quella dell’uno o dell’altro e non controllabile e che si crea nel momento stesso dell’impatto delle energie come una forma a se stante dotata di una sua intelligenza e necessità, dopo di che il mondo non può essere più lo stesso.
Dopo, a letto, nel dormiveglia, la voce del mio marito morto mi inseguiva col suo bisbiglio riportandomi dal mio castello di brividi a una realtà più concreta, quella in cui lui ha sempre vissuto e che probabilmente ha costituito nella mia vita visionaria un’ancora di certezza irrefutabile.
Lunedì comincio, dopo tanto tempo di sofferenze e lutto, un corso sulla psicoanalisi. Non so se avrò un numero di allievi sufficiente per farlo, ma già l’ipotesi di una nuova storia sociale in cui altri inconsci si incontreranno o scontreranno e in cui il mio cercherà di avere il sopravvento e di esercitare una sottile opera di narrazione e di seduzione sugli altri mi attrae irresistibilmente e mi allarma, perché so quanto le mie energie siano deboli e quanto possono essere forti le energie degli altri. Vediamo come andrà questa nuova avventura “nella casa”.
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http://masadaweb.org

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MASADA n° 1534 18-5-2014 I FURBI E GLI ALLOCCHI

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Blog di Viviana Vivarelli

Le finzioni sulla corruzione – Il gravissimo problema della prescrizione – Il Paese dei furbi – L’assurdo degli 80 euro – Renzi regala un miliardo con gli 80 euro ma ne toglie in tasse 3 miliardi, poi 7, poi 10 – I banchieri-gangster restano impuniti-Le truffe bancarie- Lo Scandalo Libor – Occorre abbandonare l’Austerity – Il Jobs Act è stato creato a favore delle banche – Sembra che Draghi apra ai Quantitative Easing- Perché tanta paura del M5S? – La proposta 5stelle di abolizione di Equitalia – I presunti lauti guadagni di Grillo – L’Italia è in avanzo primario da 20 anni – Programma del M5S per l’Europa – Il mondo alla rovescia- La grande amnesia

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà….
A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti
.”
Primo Levi
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Forse non sarò io a veder
mutare la terra,
a sentire il fischio
di un vento familiare.

Forse perderò i sogni
e li farò morire,
perché vivere qui è’ difficile,
sopravvivere in altri dove
impossibile.

Ma se comincio da me,
ho la sensazione del risveglio,
se riprendo la parola
non sarà un bene
però è già meglio…
che nutrire l’indifferenza,
la rassegnazione e
il disprezzo
che i potenti ci hanno insegnato
come una poesia
a memoria.

Sashinka

Grillo: “Io non mi stupisco quando allo stadio fischiano l’inno di Mameli. Fratelli d’Italia, dice. Ma fratelli di chi? Dei piduisti, dei massoni, della camorra? Chiediamoci perché si fischia un inno. Io invece inorridisco quando il presidente della Repubblica riceve al Quirinale un condannato in via definitiva”.

LE FINZIONI SULLA CORRUZIONE
Vv
Dopo due mesi di rinvio il Pd finalmente, pressato dal M5S, ha ceduto al voto del Parlamento sul permesso ad arrestare il piddino e renziano Genovese, accusato di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa. Poi Renzi ci viene a raccontare che vuol fare una task force contro la corruzione. Perché non ratifica la legge anticorruzione europea? Perché non fa fare una legge che incarceri i rei dopo la prima sentenza ed elimini due gradi di Giudizio, come avviene ovunque? Perché non risolve una volta per tutte i conflitti di interesse? E non elimina l’indecente legge ex Cirielli che uccide 400 processi al giorno prima che giungano a sentenza? Perché non riscrive la legge Severino che anche l’Europa ha giudicato scarsa e inutile? Perché non annulla tutte le leggi ad personam di Berlusconi, che giovano a mafiosi e malfattori? Perché non mette un rapido decreto sulle pene all’autoriciclaggio o non ripristina le pene per il falso in bilancio che tutti i Paesi Ue possiedono?
Nel Rapporto 2014 l’Europa è stata chiara e ha bocciato la nostra legge anticorruzione perché è troppo debole e inutile: non modifica la prescrizione, il falso in bilancio, l’autoriciclaggio e le leggi ad personam. Come mai per vessare i cittadini vale il diktat “Ce lo chiede l’Europa”, ma per stringare i potenti che delinquono quell’imperativo non vale più? La Corte dei conti stima che le tangenti comportino un costo aggiuntivo del 40% sugli appalti pubblici, che in Italia ammontano a 100 miliardi di euro l’anno. E sono incalcolabili i costi che gravano sulle aziende che devono pagare le mazzette, mentre potrebbero investire in ricerca e sviluppo.
Il costo della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno, quanto il 4% del Pil italiano, quanto metà di tutta la corruzione europea.
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IL GRAVISSIMO PROBLEMA DELLA PRESCRIZIONE

Gravissimo il problema della prescrizione che annulla migliaia di processi. Anche Penati, presidente Ds della provincia di Milano, accusato per tangenti, invece di finire in carcere è stato prescritto. In Italia le inchieste vengono cancellate in massa dalla prescrizione che negli altri Paesi non esiste o è un evento eccezionale. E così colletti bianchi e politici non pagano mai per i reati che commettono. Grazie alle leggi-vergogna di Berlusconi (che piacciono tanto a Pd, Pdl e Lega), le caste, cricche, logge o lobby della politica e dell’economia possono continuare a rubare. Mentre restano senza giustizia i cittadini danneggiati da truffe, raggiri finanziari, evasioni fiscali o previdenziali, corruzioni, appalti truccati, scandali sanitari, omicidi colposi, traffici di rifiuti pericolosi, disastri ambientali, morti sul lavoro, violenze in famiglia, perfino abusi sui bambini. E ancora c’è chi vota questi partiti che i corrotti li proteggono?

Davigo: «L’Italia è l’unico Paese del mondo in cui la prescrizione decorre per tutti e 3 i gradi di giudizio». All’estero il conteggio si ferma con il rinvio a giudizio o al massimo con la sentenza di 1° grado, dopo di che non si prescrive più niente. Da noi il colpevole può farla franca anche se è già stato condannato in 1° e 2° grado e perfino se è l’unico a fare ricorso, quindi se è proprio e solo lui ad allungare la durata del processo.
Quando proviamo a spiegarlo ai magistrati stranieri, non riescono a capacitarsene e chiedono: “Che senso ha?”».
Il senso di questa anomalia italiana è una massiccia impunità: solo in un anno sono stati annientati dalla prescrizione ben 128 mila processi penali. Dunque, ogni giorno, evitano la condanna almeno 350 colpevoli. La prescrizione facile è da decenni un vizio nazionale: basti pensare che i processi di Mani Pulite si erano chiusi con un bilancio finale di 1.233 condanne e ben 423 prescrizioni. Già ai tempi di Tangentopoli, il 20% dei colpevoli riusciva a beffare la giustizia.

Dopo tangentopoli, le cose sono addirittura peggiorate, grazie all’omertà Pd-Pdl e Lega. Berlusconi, per rendere impunibili i suoi amici delinquenti e mafiosi e per mantenere libero se stesso, ha stravolto il sistema processuale e penale, ma, ogni volta che il csx è stato al potere, ha conservato le violenze fatte al diritto da Berlusconi per proteggere anche se stesso. Insomma le leggi vergogna sono andate sempre bene a tutti. Per 20 anni questi 3 partiti non hanno fatto che distruggere il quadro di certezze della pena su cui dovrebbe riposare qualsiasi sistema giudiziario equo, e questo al fine di poter mantenere impuniti i propri colpevoli e proseguire quella strada di violazioni della legge che ci regala ormai uno scandalo al giorno, per una cupola di malaffare in cui non è più distinguibile il sano dal marcio per il velo di omertà che tutti ricopre.

IL PAESE DEI FURBI
Viviana Vivarelli

L’Italia è il Paese dei furbi. I furbi possono fare tutto quello che vogliono, reati di ogni tipo, sicuri che non pagheranno alcuna pena, abusi in massa tanto non sarà mai ridotto il loro potere, un comportamento costante di arroganza e soperchieria in cui chi fa le leggi le fa a proprio favore, contro ogni criterio di giustizia ed uguaglianza, lesioni continue del bene comune in nome di un egoismo becero e spregiudicato, collusione tra malfattori o mafiosi, che proseguono negli anni e si perpetuano nei pupilli e nei cosiddetti riformatori, menzogne propagate a mezzo stampa con una televisione complice e meschina, e infine lesioni costanti al tessuto democratico con l’attacco a qualsiasi opposizione democratica e l’accentramento assoluto di un potere feroce attento solo a spartizioni e collusioni, un gigantesco quadro di dissolutezza che non ha paragoni in Europa e ne ha pochi anche nel terzo mondo. In questa situazione squallida e degenerata, tre partiti feroci quanto delinquenziali hanno retto il potere per 20 anni proseguendo e amplificando tutti i danni possibili, al diritto, all’economia, al senso comune, con leggi auto protettiva e un parlamento ormai solo autoreferenziale, in una trama di interessi reciproci e reggendo gli interessi della parte peggiore del Paese e della criminalità organizzata. Non è possibile parlare di pratiche di democrazia in condizioni simili. E chi difende e continua a votare una simile classe di corrotti è complice del peggio di questo Paese e dovrebbe essere cacciato come nemico sociale.
Ma non esiste Paese di furbi che non si regga su un Paese di allocchi.

E Renzi si presenta come un giustiziere!? Ma vi pare che, se Renzi fosse stato un giustiziere che finalmente riportava la giustizia in questo martoriato Paese e cacciava i colpevoli dalle istituzioni, il Pd lo avrebbe fatto diventare anche solo assessore?? No certo, gli avrebbe fatto una guerra spietata o lo avrebbe radiato immediatamente come ha fatto con 519 dei suoi che sono stati cacciati (senza che i media dicessero una sola parola) e non per condotta riprovevole ma per avere osato criticare i propri capi quando essi, quelli sì, avevano una condotta riprovevole
Nel Pd non si avanza per meriti, ma per cooptazione e perché si garantisce omertà, impunità e spartizione del bottino.

L’ASSURDO DEGLI 80 EURO

L’iniquità e l’incostituzionalità palese del regalo elettorale degli 80 euro a una categoria precisa di stipendiati è talmente assurdo che la stessa Ue l’ha criticata, e ora Renzi corre ai ripari promettendo la stessa cifra a disoccupati e cassintegrati. Ma se allarga la platea degli aventi diritto a tutti i poveri, non fa prima a mettere quel reddito minimo di cittadinanza che pure stava nel programma elettorale del Pd? Il Pd prometteva 500 al mese a chi non supera i 6.880 euro annui. Sel prometteva 600 euro a chi non supera gli 8.000 euro. Il M5S prometteva 600 euro al mese a chi ha perso il lavoro o si trova sotto la soglia di povertà.
Il reddito minimo di cittadinanza non sarebbe una misura di riordino più equa e razionale nel sostegno che lo Stato riconosce ai più poveri, assorbendo in un quadro più ordinato altre forme di aiuto, invece di essere un regalino ‘una tantum’ che non si sa come compensare e che non si sa quanto abbia a valere? E come si combina questo allargamento della mancia di stato con il preciso intento che Renzi ha posto nei suoi 100 punti di “ABOLIZIONE DELLO STATO SOCIALE”? E’ la carota che si sventola sotto il naso dell’asino per farlo correre a proprio favore alle europee?? E dopo il voto cosa avremo? La beffa?

RENZI REGALA UN MILIARDO CON GLI 80 EURO MA TOGLIE IN TASSE 3 miliardi, POI 7, POI 10,
Annamaria

(Sui presunti 80 euro al mese che pagheremo cari con aumenti di tasse e annullamento di detrazioni! Regalano a qualcuno un miliardo ma toglieranno a tutti 3 miliardi).
E anche quei pochi fortunati che riusciranno a percepire qualcosa non si illudano: il comma 2 dell’art. 1 del decreto, infatti, dice: “Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano per il solo periodo d’imposta 2014. A decorrere dal 1°gennaio 2015, si applicano le disposizioni dell’art.13 del testo unico dell’imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel testo vigente anteriormente alle modifiche di cui al comma 1 del presente articolo.” Insomma, una cosetta elettorale “una tantum”, lo dice il decreto!
Ma c’è di più e di peggio. “Incombe un’altra legge sulle vostre teste, denunciata solo dal M5S che ne chiede l’abrogazione già dal novembre dello scorso anno. Si tratta del comma 430 della legge 147/2013. Eccolo: “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 15 gennaio 2015, …sono disposte variazioni delle aliquote di imposta e riduzioni della misura delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti tali da assicurare maggiori entrate pari a 3.000 milioni di euro per l’anno 2015, 7.000 milioni di euro per l’anno 2016 e 10.000 milioni di euro a decorrere dal 2017. Capito? “Variazioni delle aliquote d’imposta” (in su) e “riduzioni della misura delle agevolazioni” (in giù) per fare cassa negli anni 2015, 2016, 2017, per qualcosina come 3 miliardi, 7 miliardi, 10 miliardi di euro!
Una specie di ‘clausola di salvaguardia’ per estrarre dal nostro sangue e dalle nostre vite quel ‘popò’ di soldi, se non gli arriveranno in altro modo.
Lo dice la loro legge, già pronta.
Il post riproduce anche il parere “preoccupato” della Corte dei Conti.

Nessuna meraviglia se il Pd difende Genovese
..se si pensa che il sindaco più amato d’Italia è stato Chiamparino (gradimento del 75%) che ha lasciato un debito di 4,5 miliardi, facendo di Torino il Comune più indebitato d’Italia, e ora il Pd come premio per la sua pessima amministrazione lo ripropone come governatore del Piemonte!!!
Ma cosa hanno nella testa i piddini? la crusca??
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Per coprire gli 80 euro Renzi vuol prendere 1,1 miliardo dai conti correnti
Il Sole 24 Ore

Bello lo spot degli 80 euro in più in busta paga. Matteo Renzi ci si sta giocando tutta la sua credibilità da qui al prossimo autunno, quando per andare avanti dovrà dimostrare di tradurre in realtà la valanga di promesse che ha fatto agli italiani negli ultimi tre mesi. Intanto, però, a tenere alta la fiducia, ci sono quegli 80 euro che andranno a tutti coloro che guadagnano fino a 24mila euro. Che, siccome il denaro non si fabbrica, da qualche parte vanno presi. E una di quelle “parti” sono le rendite finanziarie, che dal 1° luglio saranno stangate da una aliquota (ossia da un prelievo fiscale) che passa dal 20 al 26%. Colpiti sono i risparmiatori, le aziende e le banche.
Nel 2015, scrive Il Sole 24Ore, il gettito atteso sarà di 3.037 milioni di euro (cioè poco più di 3 miliardi). Il grosso, 1.241 milioni, arriverà nelle tasche dello Stato dalle ritenute sugli interessi di obbligazioni e titoli similari, ma una quota significativa arriverà da ritenute su depositi, conti correnti, libretti postali e certificati di deposito: in tutto 755 milioni nel 2015, col top del prelievo che verrà raggiunto l’anno successivo, il 2016, quando famiglie e imprese si vedranno prelevare dai conti correnti 1,1 miliardi di euro.
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Renzi il pallonaro
Ma la cosa più oscena è vedere come Renzi prende per il culo i poveri. Promette 80 euro in busta paga e per farlo aumenta le tasse di 9 miliardi.
E non ha i fondi già per il prossimo anno per cui il prossimo anno avrà la sua scusa per aumentarci di nuovo le tasse. Ogni cosa che prometterà sarà la scusa per aumentarci le tasse, tagliarci i diritti, peggiorare i servizi, ridurre la democrazia.
Alla fine saranno i poveri stessi inseguendo la carota del mese e permettergli di farci a pezzi per aumentare i patrimoni dei più ricchi e portare l’Italia allo stesso livello della Grecia.
Non c’è peggiore iniquità di una guerra finanziaria sferrata dai più ricchi del mondo per devastare i più poveri e diventare loro ancora più ricchi!
Ma non c’è peggiore malvagità che vedere i politici di uno Stato prestarsi a questo gioco e permettere la devastazione del popolo che dovrebbero rappresentare per micidiali giochi di potere politico.
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Horus
Sui giornali c’è scritto che Renzi riduce le tasse, ma nel loro documento ufficiale è scritto che le aumenta, di 9 miliardi. Basta leggere, non i giornali ovviamente, ma il documento del DEF, anzi solo la tabella che lo riassume e anche un scolaro nota che hanno scritto: entrate da 751 a 767 miliardi e spese da 798 a 809 miliardi (dal 2013 al 2014). Il documento finanziario che Renzi ha messo fuori (traduzione: che Padoan ha concordato a Bruxelles) dice nero su bianco, che nel 2014 aumenterà le tasse, di circa 9 miliardi (+17 miliardi di tasse contro +8 miliardi di spese: differenza… 9 miliardi). Si può discutere sul fatto che non sia male tagliare lo stipendio ai magistrati, abolire le provincie e tassare il capital gain delle quote di Bankitalia, ma il DEF dice che aumenta le tasse.
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Peculato: è questo il reato imputato a Maurizio Gasparri, di cui la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio. Gli inquirenti ipotizzano che Gasparri il 22 marzo scorso si «appropriava di 600 mila euro per l’acquisto» di una polizza assicurativa. Nel capo di imputazione i pm sottolineano che Gasparri si appropriava dei soldi in qualità di «senatore della Repubblica e presidente del Gruppo parlamentare Pdl»:

Berluscameno

In un momento di politica economica recessiva e di disoccupazione dilagante
vedere (ad es.) un personaggio -condannato in 3° grado di giudizio per frode fiscale – blaterare nelle sue TV sul fatto che non gli si è voluto attribuire la “Grazia” presidenziale, in quanto i giudici di Cassazione hanno emesso una sentenza solo col fine di voler ledere la sua Maestà Immacolata ed innocente , fa solo sorridere.
Ed ora parliamo di cose più serie.

I banchieri-gangster restano impuniti – Le truffe bancarie – Lo scandalo Libor

Oggi dobbiamo ammettere che nella lotta e nella guerra dichiarata tra economia reale (delle grandi industrie, ma anche di quelle piccole e medie) e quella dell’economia finanziaria (Banche private) la vittoria è ormai dalla parte della grande finanza bancaria.
Recentemente il presidente della Bce Draghi ha annunciato che ha in progetto di effettuare massicci acquisti sul mercato di prodotti bancari derivati da cartolarizzazioni di crediti inesigibili bancari. Ossia produrre per “la vendita futura” altri famigerati derivati tossici strutturati –confezionati appositamente per gli allocchi di turno- e detenuti nelle “pance “ capienti delle grandi Banche Europee. E questo al fine di aumentare la liquidità sul mercato europei dei capitali ma solo per le Banche?
Ma la Bce non ha ancora capito che le nuove indispensabili iniezioni massicce di liquidità monetaria (unico mezzo per creare crescita e sviluppo) devono andare direttamente a finanziare l’economia reale (ossia gli artigiani e le imprese) per far uscire i Paesi del sud Europa dalla tremenda crisi recessiva e deflazionistica?
I Banchieri Gangster (ossia tutto il mondo finanziario e le Banche Ombra con sede nei Paradisi Fiscali) vogliono impadronirsi dei mille miliardi di euro che Draghi ha promesso di riversare sul mercato dei capitali per vincere la Crisi.
L’ Economist ha coniato un neologismo, “banksters”, facendo la fusione banchiere-gangster.
Il New York Times sentenzia: «I banchieri non sentono né il vincolo della legge né quello della morale».
Sembra di rileggere i titoli del 2008, l’ anno del crac sistemico originato dai derivati strutturati ricavati dai mutui sub prime. Invece sono solo le cronache di questi giorni.
Imperterriti, impuniti, i potenti ed indisturbati banchieri colpiscono ancora. Dell’economia reale italiana hanno fatto macerie!
Goldman Sachs era finita sotto inchiesta per frode da parte del Dipartimento di giustizia americano per aver venduto titoli “tossici “ legati ai sub prime e al tempo stesso aver scommesso con dei derivati sul loro fallimento. Un guadagno da più di un miliardo di dollari.
Ma gli investigatori hanno rinunciato al processo penale. Come se nulla fosse.
Standard Chartered, gloriosa banca britannica molto radicata sui mercati asiatici, è stata colta in flagrante complicità con l’ Iran. Calpestando le sanzioni, ha nascosto 60.000 operazioni per un valore di 250 miliardi di dollari con il regime di Teheran.
Recentemente era stata la sua consorella Hsbc a confessare: riciclaggio di denaro sporco dei narcotrafficanti e ripetute violazioni delle leggi bancarie americane.
E’ ancora fresca la vicenda della JP Morgan Chase, un buco di bilancio da 5,8 miliardi di dollari per speculazioni azzardate (e possibilmente illecite) sui derivati strutturati (definiti “lo sterco del diavolo”).
Nel suo piccolo anche l’Italia si affaccia nell’ elenco: vedi il caso dell’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel indagato per ostacolo all’ autorità di vigilanza nel pasticcio Ligresti – Fonsai.
Per non parlare del recente scandalo della Banca Monte dei Paschi di Siena !
Ma tutto impallidisce di fronte alla “madre di tutte le truffe”, la vicenda del tasso LIBOR. Una frode così gigantesca, operata con tale spavalderia e arroganza, che perfino il capo supremo della banca più coinvolta, il dimissionario Robert Diamond di Barclays, ha dovuto ammettere di sentirsi «nauseato, fisicamente sconvolto» di fronte alle e-mail che i suoi trader si scambiavano nel corso della maxitruffa. In confronto appaiono quasi veniali la vicenda dei mutui tossici che provocò il tracollo finanziario e reale globale del 2008, o le frodi sui rating delle grandi agenzie S&P e Moody’s.
Come spiega Gary Gensler, presidente di una delle authority di vigilanza sui mercati finanziari americani, la manipolazione illegale del Libor «mette in discussione l’ affidabilità di un tasso-chiave, un tasso che determina i rendimenti per i risparmiatori che cercano di assicurarsi un futuro, o i costi dei mutui per la casa». Accertare che veniva truccato il Libor, è come scoprire che qualcuno ha il potere di modificare la misurazione delle ore, o della temperatura, a fini di lucro.
Se è così, non possiamo più essere certi di nulla.
L’ acronimo sta per “London Interbank Offered Rate”. E’ il più importante e universale di tutti i tassi d’interesse interbancari, una sorta di “termometro centrale” della finanza. Ogni mattina prima delle ore 11 di Londra, i dirigenti di 19 grandi banche globali si coordinano per annunciare il “minor tasso di mercato” quale viene misurato in quella giornata. Sulla base di quel tasso le banche si regolano per farsi credito l’ una con l’ altra. A cascata, dal Libor dipendono i tassi sui prestiti ai consumatori, sul credito rateale per l’ acquisto di automobili, sui mutui per la casa, sui fidi bancari alle imprese. Il Libor influenza in cento modi i bilanci dei fondi pensione, perfino delle finanze pubbliche. Solo di recente la Barclays ha ammesso di avere sistematicamente truccato quel tasso “ufficiale” per almeno quattro anni consecutivi, dal 2005 al 2009. E lo ha fatto esclusivamente per interesse privato.
E pensare come sarebbe più semplice e logico che i piccoli imprenditori, artigiani, piccole partite IVA ecc. si potessero recare per chiedere un “fido “ (ossia un prestito) a una filiale locale di una Banca esclusivamente Pubblica (solo del tipo commerciale puro e non di speculazione selvaggia come quelle attuali private) realizzata e capitalizzata dallo Stato con questa unica funzione di alto interesse pubblico. Oltre , naturalmente offrire al pubblico anche gli altri servizi bancari classici: come quelli di apertura di un conto corrente, vendita di titoli del debito pubblico, ecc.

OCCORRE ABBANDONARE L’AUSTERITY
Berluscameno

Credo fermamente che nei Paesi del Sud Europa si debba abbandonare la teoria economica fallace dell’Austerity.
Il prof. Stiglitz (premio Nobel in Economia) ha chiarito questo punto, affermando tuttavia che non si augura la dissoluzione dell’euro.
Il prof. Krugman (premio Nobel in Economia) ha detto che se la Bce applicasse i Q.E (Quantitative Easing) come ha fatto la FED e come Lui ha raccomandato ad Obama, ossia l’aumento della liquidità monetaria nel mercato per uscire dalla crisi, le carenze che ha l’euro europeo potrebbero essere facilmente risolte. Krugman tuttavia non auspicava un ritorno alle monete nazionali, perché lo vedeva dannoso per tutti i Paesi dell’UE, dalla Germania,all’Italia ed anche alla stessa Grecia.
Ma sicuramente occorre mettere mano al sistema (ossia creare uno Stato Federale Europeo solidale con la mutualizzazione -tramite Bce-dei singoli debiti nazionali, creando finalmente gli Stati Uniti Federali d’Europa.
E’ totalmente inutile e fuorviante tornare ogni Paese per proprio conto così che ognuno affronti da solo un mercato globale mondiale che è completamente cambiato rispetto a 20/30 anni fa.
Negli anni ‘70 e ‘80 la maggior parte dei prodotti venivano realizzati internamente, poi col crollo della barriera ideologica sovietica si sono aperte delle vere e proprie praterie di conquista dei Paesi dell’EST (anche ex sovietici) da parte delle grandi e medie aziende di tutti i Paesi, Italia compresa. Oggi non possiamo pensare che, col ritorno a monete nazionali, ogni Paese possa tornare alle produzioni di un tempo.

IL “JOBS ACT” CREATO A FAVORE DELLE BANCHE
Berluscameno

La campagna elettorale per il parlamento europeo è stata l’occasione per inflazionare nuovamente il termine “populismo”, come accusa di facile presa, a causa dell’incertezza ed ambiguità della parola.
Per il Fondo Monetario Internazionale sono “populisti” tutti quelli che rifiutano le sue politiche economiche tese a creare disoccupazione, a comprimere i consumi ed a privatizzare i servizi pubblici.
Ma col termine “populismo” viene spesso etichettata anche una politica tendente a delegittimare l’ordine costituzionale vigente in nome di un presunto rapporto diretto con la volontà popolare. Giocando sui due significati della parola “populismo”, si può praticare un vero e proprio opportunismo acrobatico, facendo contemporaneamente il tifo per il Fondo Monetario Internazionale e per la “nostra bellissima Costituzione”.
Per questo secondo significato del termine “populismo” già esisterebbe in effetti una definizione molto meno equivoca e più precisa: golpismo strisciante. Tale definizione pare però adattarsi perfettamente all’ attuale esperienza di governo.
Si era detto che Bersani non poteva governare poiché non aveva ricevuto abbastanza voti; in compenso oggi governa Renzi, che di voti non ne ha avuto nessuno. Renzi vorrebbe abolire l’attuale Senato, sempre in nome di una volontà popolare di cui lui sarebbe il depositario, in base a quelle mirabilie di attendibilità che sono i sondaggi ed i post su twitter. Il golpista ovviamente non è Renzi in persona, ma la lobby che lo controlla, e non c’è molto da indagare per scoprire quale sia (è la Lobby dei rappresentanti delle maggiori industrie europee e delle grandi imprese USA, oltre che dei loro potenti Banchieri Gangster ora che è stato pattuito il Trattato Trans Atlantico tra Europa e USA per creare un mercato di 800 milioni di persone!)
Il “Jobs Act” del governo Renzi costituisce un buon esempio di come l’assistenzialismo a favore dei ricchi riesca a camuffarsi di intenti sociali. L’espressione “Jobs Act” è stata rubata alla propaganda di Obama, che nel 2011 spacciò come legge a favore dell’occupazione la solita fumosa serie di provvedimenti un po’ patetici, che servono a nascondere il vero nocciolo della questione. In questi “Jobs Act” l’unico aspetto apparentemente concreto, riguarda le indennità di disoccupazione che dovrebbero fare da filo conduttore tra un lavoro precario e l’altro. Si tratta della vecchia idea lanciata dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro – una agenzia ONU – già da una decina d’anni, cioè la“flexs ecurity”. In Italia la “flex security” è stata spacciata come la pensata di questo o quel giuslavorista, mentre in realtà si tratta di veline delle solite organizzazioni internazionali, controllate dalle note lobby.
Anche Renzi ha lanciato questo sussidio di disoccupazione, con l’acronimo di NASPI, che dovrebbe sostituire la vecchia cassa integrazione in deroga, e che si spaccia come salvagente del lavoratore nel suo percorso da un’occupazione all’altra. Le banche statunitensi (Banchieri Gangster) sono state le prime a capire quale gigantesco business finanziario potessero costituire queste indennità di disoccupazione. Infatti vari Stati americani hanno da tempo sostituito il tradizionale assegno con delle carte di credito prepagate (carta di debito), dietro la giustificazione ufficiale che sarebbero più pratiche. In realtà dopo un po’ i problemi escono e sono le esose commissioni riscosse dalle banche su tutti i movimenti della carta di credito; ovviamente vi sono commissioni particolarmente alte sugli scoperti, ma anche il lasciare la carta inutilizzata per un po’ di tempo comporta dei costi gravosi per l’utente. Il disoccupato finisce così per versare la gran parte del proprio sussidio alle banche. Così sono i ricchi a riscuotere l’elemosina dai poveri.
Quando si parla di finanziarizzazione si pensa automaticamente alle Borse ed alle grandi speculazioni sui titoli azionari e del debito pubblico. Ma in effetti la finanziarizzazione va a coprire ogni aspetto della vita sociale, dalla sanità, alla previdenza, ai consumi, sino allo stesso rapporto di lavoro, nel quale la continuità non è assicurata più dalla stabilità dell’occupazione, ma dalla carta di credito che segue – e munge – il lavoratore in ogni suo movimento. Ormai è evidente da più di dieci anni che la cosiddetta “flessibilità”, cioè la precarizzazione, non aumenta la produttività, ma, al contrario, tende drasticamente a diminuirla. In compenso, la precarizzazione costituisce il principale veicolo della finanziarizzazione del rapporto di lavoro. L’impoverimento crescente del lavoratore aumenta infatti la sua dipendenza dagli strumenti finanziari. La povertà non è un malaugurato effetto collaterale, ma costituisce essa stessa un business.
Padoan sostiene la (falsa ed inutile) attuale riforma del lavoro ma mente quando dice che: “Accelera la ripresa dell’occupazione”.
Nel decreto legge sul Lavoro, uno dei due pilastri del Jobs Act insieme al più complesso progetto di legge delega, si tagliano da 8 a 5 delle possibilità di rinnovare i contratti a termine nell’arco di 36 mesi.
Renzi sa benissimo che per diminuire la enorme disoccupazione in Italia,occorre che vada dai “Padroni dell’Europa” a dirgli papale – papale ed a muso duro che la devono smettere di considerare le richieste per nuovi ed urgenti finanziamenti per la crescita e sviluppo in Italia (come prevedono “i veri” Trattati Europei di Maastricht, Amsterdam e Lisbona e non i “regolamenti truffaldini” che dicono tutto il contrario di quello che risulta accettato e scritto nei Trattati UE) come impossibili (Merkel docet!) perché i Trattati UE ( o i regolamenti fasulli?) non lo consentono -dice la BCE!

SEMBRA CHE DRAGHI APRA AI QUANTITIVE EASING
Berluscameno

Le Banche italiane si lamentano con Renzi per il fatto che debbono (anche loro) contribuire (in minima parte) al finanziamento della terribile crisi recessiva di cui sono state (anche a livello globale) le principali responsabili.
Eppure non risulta che (in Italia) sia mai stata posta in atto una gara ad evidenza pubblica per la “concessione “ statale ed oligopolistica (anche gratuita ma con il rispetto della Concorrenza) per il conseguimento “ lecito “di qualunque provvista Finanziaria su tutto il territorio dello Stato.
Finalmente Draghi sembra che apra al ‘Quantitative Easing’.
Qualche settimana fa, alcune dichiarazioni possibiliste di Jens Weidmann, governatore della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della Bce con fama di falco, hanno alimentato fra gli operatori dei mercati finanziari l’aspettativa di imminenti misure di stimolo volte a scongiurare i rischi di cali generalizzati dei prezzi e dei redditi (la temuta deflazione). E ora anche Draghi (sollecitato dal Fm) manifesta la sua disponibilità.
Ci si attende quindi che la BCE ponga in essere operazioni note come Quantitative Easing consistenti nell’ acquisto massiccio di titoli con denaro di nuova emissione o tramite “deposito remunerato” in BCE di titoli di Stato dei Paesi UE. La BCE sarebbe solo l’ultimo istituto d’emissione a praticare il QE, dopo che da anni ne fanno uso, con diverse modalità, le banche centrali di Usa, Gb, Giappone e Svizzera. Tali acquisti, realizzati iniettando nel sistema moneta addizionale o depositando titoli di stato remunerativi nella BCE, vengono variamente giustificati.
La Fed può già dichiarare che l’aumento di domanda ottenuto ha già consentito di abbassare la disoccupazione;
la Bank of England si è limitata ad indicare che l’aumento di circolante serve ad evitare che l’inflazione scenda troppo al di sotto del 2% annuo; la Bce lo presenterà probabilmente come strumento atto a determinare tassi di interesse e provvista di credito uniformi in tutta l’Euro zona e come strumento per evitare che il tasso di inflazione si allontani troppo dall’ obiettivo del 2 %(creando la temutissima deflazione sistemica).
L’abbassamento dei tassi d’interesse che si produrrebbe sui titoli oggetto del QE si trasmetterebbe tramite i normali meccanismi di mercato alle altre classi di titoli e finirebbe per incoraggiare la spesa.
Un ulteriore calo dei tassi a lungo termine avrebbe effetti positivi per il bilancio pubblico, mentre le ripercussioni sulle obbligazioni societarie e sul mercato azionario potrebbero favorire il settore privato.
Il condizionale è d’obbligo perché le decisioni di investimento delle imprese dipendono fondamentalmente dalla “domanda aggregata attesa” e non tanto e non solo da favorevoli condizioni sul lato del loro finanziamento.
E da questo punto di vista ci attendiamo che il QE abbia effetti facilitanti la domanda di beni e servizi sulle decisioni di spesa delle famiglie.
Un eventuale QE europeo comporterebbe una ripartizione degli acquisti di titoli fra i paesi dell’Euro zona in proporzione alla partecipazione al capitale della BCE in modo da non prestare il fianco all’ accusa di essere un aiuto esclusivo alle economie periferiche ossia ai Paesi del Sud Europa.
Più controversa è la distribuzione degli acquisti fra titoli fra pubblici e privati, con i tedeschi che favoriscono i secondi per motivi evidenti a tutti.
Con un’economia tedesca che marcia vicino al pieno impiego, laddove il QE conducesse a una maggiore domanda interna questo potrebbe tradursi in acquisti addizionali di nostri beni e servizi scongiurando nuovi squilibri commerciali intra – Eurozona.
Chi potrebbe certamente beneficiare sono le banche, sia che scelgano di cedere titoli alla Bce realizzando significative plusvalenze, sia che preferiscano approfittare di più propizie condizioni sul mercato azionario per condurre in porto i necessari aumenti di capitale.
In ogni caso, i loro quozienti patrimoniali risulterebbero migliorati, con conseguenti maggiori chance di passare le “prove da sforzo” (stress test) a cui saranno sottoposte dalla BCE prossimamente , il primo passaggio della gracilissima “unione bancaria” che l’Unione Europea sta faticosamente impostando.
Sospettiamo che il sostegno ai bilanci bancari – inclusi quelli tedeschi, il che spiegherebbe la presa di posizione di Weidmann -possa essere la motivazione principale del QE.
(Bilanci bancari in ordine potrebbero in subordine accrescere la capacità di erogare credito, ma senza una ripresa della domanda aggregata “il cavallo non beve”).
Una ricaduta non trascurabile, una vera boccata d’ossigeno per i nostri esportatori, potrebbe venire dall’ indebolimento del cambio esterno dell’Euro.
A questo proposito, alcuni commentatori propongono che – analogamente a quanto fanno la Banca Nazionale Svizzera e la Bank of Japan – la Bce compri anche titoli pubblici esteri, allo scopo di abbassare il valore dell’Euro.
Viste le condizioni comatose della nostra economia, quella del QE, presa in sé, può essere una proposta da non sottovalutare .
Una criticità attiene alla macroscopica asimmetria fra le vere e proprie acrobazie di una politica monetaria espansiva (secondo il Nobel dell’Economia Krugman di grande efficacia in USA) e la deliberata scelleratezza con cui si continua ad imporre all ’Eurozona una politica di bilancio ostinatamente restrittiva ( politica economica errata in recessione) di Austerity.
Il QE all’ europea può risultare un valido e reale aiuto che la BCE potrebbe somministrare alla disastrata economia europea prevista in recessione e deflazione per una lunga durata.
Un quadro previsionale economico recessivo in cui oggi si verificano le condizioni molto più sconfortanti dei lavoratori, condannati a continui giri di vite in termini di sempre maggiore precarietà e sempre peggiore salario.
Ma queste contraddizioni non sono che una prova ulteriore della perversità insita nella attuale architettura dell’euro, che pare avviato a diventare( pur con la speranza della relativa prossima modifica ) una metafora di quanto di peggio possa esistere nell’ attuale capitalismo finanziario gestito (a livello globale) dai Banchieri Gangster.

PERCHE’ TANTA PAURA DEL M5S?
Viviana Vivarelli

I ‘bravacci’ ormai senza freni agli ordini del Pd mostrano da soli in quale pozzo di fogna esso sia finito e quali sistemi antidemocratici e totalitari stia usando. Abbondano le richieste di distruzione del M5S, mentre le elezioni europee hanno fatto salire le demonizzazioni e le diffamazioni di media e partiti, che evidentemente sortiscono esattamente l’effetto contrario, visti i sondaggi, mostrando come il troppo stroppia e la fanfara di governo sia ormai ributtante, come un idra perverso che morendo lancia i suoi attacchi peggiori. Si parla ormai senza freni di ‘fanatici’, ‘plagiati’, guru’,’marionette’, “esaltati che agiscono per conto della Casaleggio Associati(?)’, nazisti, terroristi, violenti, ’persone prive di scrupoli che hanno in mente di abbattere l’attuale sistema democratico e lasciare il paese in preda al caos e per farlo sono pronti a tutto…” (come se in Svizzera o in Norvegia ci fosse “il caos democratico”!!!?).
Dalla parte opposta le recenti adesioni di Zanotelli e Gesualdi (santi dei no global) alla lista Tispras, fa pensare che molti abbiano dimenticato di colpo quella democrazia diretta che nei no global era pernio fondamentale del sistema antiliberista e di cui la lista Tsipras proprio non parla.
Perché tanta paura della democrazia diretta che ognuno di questi avversari si guarda bene dal nominare? Perché tanta difesa della P2 e del capitalismo più efferato da parte di gente che si proclama di sx o comunque antiliberista? Perché arrivare a considerare di sx, per obbedienza cieca al partito, un Monti e un Letta, emissari del Bilderberg e della Aspen? E considerare di sx o anche solo democratico un Renzi che di nuovo segue i diktat del Fm con Padoan, in nulla diverso da Monti, da Letta, da un Passera o da una Fornero? Un Renzi che già fin dai suoi 100 punti delinea chiaramente un golpe antidemocratico targato P2, teso all’abolizione della sovranità popolare, allo smantellamento delle istituzioni democratiche, all’annullamento dei diritti civili e del lavoro, al rafforzamento della casta, al semipresidenzialismo? Mirante a favorire sempre, persino nel Jobc Act, il sistema bancario e lo strapotere dei potenti? Cosa c’è di sx in questo programma di Renzi che è più a dx dei neocon americani? E come è possibile che gli elettori di sx del Pd non riescano a vedere che il loro voto è paradossale???
Certo è che i sicari del Pd sono ormai il peggiore spettacolo che si sia mai visto in Italia dal fascismo….e per fortuna che sarebbero i 5stelle quelli che vogliono il pensiero unico! E che sarebbero i 5stelle la ’setta’ di fanatici plagiati da capi senza scrupoli che vogliono solo la criminalizzazione e la distruzione degli avversari!!! Ma andiamo!! Qui siamo in piena paranoia!
Chi parla con tanta esaltazione fanatica e fascistoide sa benissimo che i vizi e i misfatti di cui accusa il M5S sono solo cose che lo riguardano e che proietta sugli altri!! A fare quello che chiedono certi esaltati che sparlano di democrazia come farebbe il Duce, piomberemmo solo in un regime totalitario che ammazza qualunque pensiero alternativo diverso da quello dominante.
Mi spiace per la lista Tsipras in cui sono tante brave persone e mi spiace per tanti elettori del Pd, che so buoni e giusti, ma se la linea politica è quella della demonizzazione delle opposizioni e del loro schiacciamento totale, auguro loro solo la sconfitta! Non per il bene del M5S, ma di quello dell’Italia e della democrazia, di cui, evidentemente, si sta praticando proprio l’opposto!! Comunque, il Pd è in discesa e la lista Tsipras non arriverà al 4% per cui i suoi voti sono a fondo perduto. E mi spiace anche questo, lo ripeto, in nome di tanti onesti che non meritano di essere accomunati a dei fanatici.
Bisognerà, prima o poi, che ci sia una chiarificazione per qualcuno su cosa è veramente la democrazia, perché con le campagne di diffamazione e con l’annullamento dell’avversario a forza di insulti e menzogne (come hanno fatto Letta e Bersani e come fa Renzi), chiedendone addirittura la radiazione dell’opposizione parlamentare per legge (come ha tentato di fare Zanda in Parlamento) o con bavaglio (come fa la Boldrini) non saremo mai in una democrazia, ma piuttosto ripiomberemo in un neofascismo anche peggiore del precedente perché a servizio di poteri stranieri.
Che sofferenza sentire gente che straparla così! In loro non muore solo la democrazia ma anche il buon senso. E poi Santoro ha la faccia di dire che è Grillo quello “preda di una rabbia rancorosa”!??

IL BUIO DELL’ESTREMA SINISTRA
vv
A suo tempo, ascoltai Mussi e votai per la sx arcobaleno, che apriva all’unione dei voti dell’estrema sx con quelli dei no global. Fu un flop predetto e annunciato, perfettamente immaginabile, non tanto nelle speranze di Mussi, che è e resta una brava persona, ma proprio l’acrimonia velenosa e convulsa di tanti dell’estrema sx, che hanno sempre rifiutato la parte in comune delle due Weltanshauung, che contiene l’identica critica e l’identico attacco al dominio capitalista del mondo, proponendo poi una soluzione in antitesi con quella dei no global e totalmente obsoleta.
L’estrema sx intende conservare la forma partito attuale come piccolo feudo inamovibile e a vita e intende mantenere la piramide politica, che continuerà a dividere il potere tra chi ce l’ha e chi non ce l’ha producendo comunismi autoritari e dittatoriali quanto lo sono i fascismi, in pratica sistemi identicamente antidemocratici e totalitari. Non porta alcuna critica di sistema.
I no global, invece, a partire da 30 anni fa, come oggi i 5stelle, contestano proprio la forma stessa dello Stato e l’infeudamento dei partiti che ha distrutto la democrazia allargando il solco tra governanti e governati, e vorrebbero passare da una democrazia parlamentare, ormai in crisi in tutto l’occidente, e che sta sfociando nella dittatura di un leader assoluto che vuole instaurare il semipresidenzialismo, alla democrazia diretta, concetto che l’estrema sx si è sempre rifiutata di affrontare o di riconoscere, mostrando un odio e una opposizione talmente viscerale e diffamatoria che può essere denominata solo ’squadrismo’.

LA PROPOSTA 5 STELLE DI ABOLIZIONE DI EQUITALIA

Hai mai sentito parlare della proposta di abolire Equitalia? Si tratta di un disegno di legge presentato da Azzurra Maria Pia Cancelleri (Movimento 5 Stelle), che prevede quanto segue:
- abolizione della società Equitalia e trasferimento delle competenze all’Agenzia delle Entrate
- annullamento dei precedenti interessi, more, aggi e sanzioni per il ritardo o mancato pagamento;
- interesse standard unico pari a Euribor 12 mesi;
- assunzione ex dipendenti presso agenzia delle entrate;
- il capitale sociale confluirebbe nel fondo di ammortamento dei titoli di Stato.

MARCO TRAVAGLIO E I PRESUNTI GUADAGNI MILIARDARI DI GRILLO

– Sui conti, gli affari e il tesoro di Beppe Grillo, i “segugi di Repubblica han piazzato altrettanti scoop mica da ridere“. L’inchiesta era apparsa un po’ tirata per i capelli.
“Hanno usato l’espressione un po’ eccessiva di “miniera d’oro” per parlare di una cifra (570 mila di ricavi pubblicitari all’anno) che, se fosse confermata, coprirebbe a malapena i costi di gestione di un sito come beppegrillo.it”.
“I titoli parlano da sé: “Una pioggia di euro dagli spot sul blog, ecco la miniera d’oro di Beppe e Casaleggio”, “Le ombre nel bilancio dei grillini al Senato”.
Hai capito quei ladroni? Zitti zitti, mentre tuonano contro i finanziamenti pubblici ai partiti, accumulano un tesoro nella grotta di Alì Babà, attaccano il ‘nababbo’ Casaleggio, la cui società che edita il blog di Grillo (il 77° d’Italia) è sempre andata in perdita e nel 2012 racimolò un utile di 69.500 euro, ma, secondo loro incasserebbe soldi a palate dalle pubblicità, pagate dagli inserzionisti un tot ogni mille clic. Quanto? Non lo sanno nemmeno loro. E allora sparano a caso. Secondo Sole 24 Ore: 5 euro. Secondo Repubblica: 0,64 euro. Per un totale annuo di 5-10 milioni secondo il Sole, di 570 mila euro secondo Repubblica . Se ne saprà di più il mese prossimo, quando sarà pubblicato il bilancio 2014 sul 2013. Essendo questo la principale attività della società, si capirà se l’ordine di grandezza è quello indicato dal quotidiano della Confindustria o da Repubblica. Nel 1° caso, sarebbero un bel po’ di soldi (peraltro legittimi, per giunta privati). Nel 2°, saremmo poco sopra l’accattonaggio. In ogni caso, la domanda sorge spontanea: siccome è assolutamente pacifico e dichiarato che il blog di Grillo, come peraltro tutti i siti web di questo mondo, si finanzia con gli spot, dove sarebbe il “mistero” dei finanziatori? Basta aprirlo e vedere chi sono gli inserzionisti. Non c’è nulla di meno misterioso di un’inserzione pubblicitaria. Si dirà: ma il blog di Grillo è l’organo ufficiale di un movimento politico. Verissimo. Esattamente come l’Unità ed Europa per il Pd, la Padania per la Lega, e così via (Forza Italia non ne ha bisogno). Ma con due lievi differenze.
1) I giornali di partito incassano fior di milioni dallo Stato, cioè da tutti i cittadini, compresi quelli che non si sognerebbero mai di votare per quei partiti, e senza quella “pioggia di euro”, quella “miniera d’oro”, fallirebbero all’istante; in più, sulla carta e sul web, fanno pubblicità e incassano altri soldi da inserzionisti privati.
2) Nessuno mena scandalo per tutto ciò, nessuno pubblica “inchieste” sulla “pioggia di euro” e la “miniera d’oro” degli house organ dei partiti.
Ma attenzione: ora, sempre grazie a Repubblica , conosciamo pure “le ombre nel bilancio dei grillini al Senato”. Quali? Tenetevi forte: “affitti da 2 mila euro al mese ai dipendenti della comunicazione” (il prezzo medio di un trilocale al centro di Roma), “pranzo da 6,71 euro consumato il 6 giugno dal senatore Lucidi” nel ristorante di Palazzo Madama” e soprattutto, scandalo degli scandali, “buffet in onore di Grillo che l’11 luglio 2013 tenne una conferenza stampa al Senato”, roba da “114 euro” per 55 persone (il capo e 54 senatori), cioè 2 euro a testa, mica bruscolini! Ed ecco la prova che c’era qualcosa da nascondere: nel rendiconto “per uso interno”, il sardanapalesco banchetto fu registrato come “acquisto di panini e bibite per accoglienza Grillo”, mentre in quello pubblico c’è scritto “spese di rappresentanza”. Capita la furbata? Dopodiché, astuti come volpi, i 5Stelle potevano papparsi 42 milioni di rimborsi elettorali, invece li hanno lasciati allo Stato; ogni tre mesi potrebbero intascarsi 2,5 milioni non spesi fra diarie e indennità, invece li versano in un fondo per le piccole imprese; potevano pure spartirsi i 420 mila euro avanzati dai contributi raccolti nella campagna elettorale 2013, invece li hanno devoluti ai terremotati dell’Emilia. Ma il movente è chiaro: farsi una gazzosa da 2 euro con Grillo alla facciazza degli italiani. Sporcaccioni!”.
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Video divertente di Travaglio su Renzi a Servizio pubblico

L’ITALIA E’ IN AVANZO PRIMARIO DA 20 ANNI
Tiberio b

Si parla di spesa pubblica in eccesso ma non è così. I partiti italiani si sono solo accordati per fare un regalo al capitalismo italiano ed internazionale che ora vuole le riforme sulla nostra pelle!
Dai report pubblici della Banca d’Italia o dell’Istat si scopre che l’Italia è in avanzo primario da 20 anni, cioè spende meno di quanto incassa e tutto quello che spende va a coprire gli interessi sul debito maturato tra il 1981 e il 1994 periodo in cui, dopo il divorzio tra Banca d’Italia e Ministero del tesoro, è letteralmente raddoppiato passando dal 60% al 120% del Pil, ciò fu una scelta politica compiuta da Andreatta per impedire alla Banca d’Italia l’acquisto dei titoli di stato italiani e per metterli successivamente sul mercato finanziario ad interessi elevati al fine di regalare soldi pubblici alle banche italiane e straniere private; e questa è la ragione per cui le nostre scuole , ospedali, ferrovie cadono a pezzi; torniamo alla nostra banca centrale pubblica ed usciamo dall’euro oppure convinciamo la Germania a sostenere fiscalmente la nostra crescita, ma credo che non accetterà, quindi l’euro è destinato a crollare.
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Francoloti

Chi dice che il teatro comico è finito? Berlusconi ha appena detto che mantenere un cane costa 500/800 euro al mese (mangerà filetto alla Strogonoff) e che quindi le pensioni minime non devono essere inferiori a 800 euro e lui ovviamente lo farà succedere. Ora fatti due conti, immagino che il povero pensionato alla fine mangerà il cane.
Renzi aveva annunciato 3,5 miliardi per le scuole, ma il decreto Irpef permette agli enti locali di spendere fuori dal patto di stabilità soltanto 240 milioni di euro. L’intervento, più a beneficio delle imprese di ristrutturazione che degli studenti, avrà quindi una dimensione minima.

PROGRAMMA DEL M5S PER L’EUROPA

-passare dall’Europa delle banche a quella dei popoli
-mettere i diritti dell’uomo al 1° posto sul lucro del capitale
-rivedere i trattati europei,rinegoziando le regole dell’Ue,dell’euro e della Bce
-liberare l’Europa dagli ordini del Fm
-basare su sistemi democratici gli organi finanziari Ue
-raggiungere nuove regole modificando i trattati e sottraendoci al giogo USA
-escludere il potere delle banche internazionali dalla sovranità e autonomia degli Stati nazionali,per cercare il bene degli Stati e non l’interesse delle banche e della speculazione
-cambiare le regole bancarie,separando banche d’affari da banche di investimento e vietando i titoli tossici
-mettere una tassa sulle transazioni finanziarie
-fare in Italia un referendum consultivo sull’euro
-abolire il fiscal compact,che ci obbliga a pagare 50 mld l’anno per 20 anni distruggendo il nostro Paese e costringendoci a cessioni progressive di sovranità
-abolire il pareggio del bilancio che ci vieta di spendere per lo sviluppo
-lavorare
per una alleanza tra i Paesi mediterranei che hanno interessi comuni,
escludendo i diktat della Germania e l’obbligo di uno spread commisurato
sul Pil tedesco
-cacciare i lobbisti,delle armi,degli eserciti, bancari e finanziari,delle multinazionali e della politica come casta
-finanziare un’agricoltura basata sul rispetto dell’ambiente,la valorizzazione delle risorse locali,i prodotti a km zero..
-portare avanti le energie verdi così da svincolarci dal dominio economico, politico e militare di chi possiede idrocarburi,creando autonomie energetiche pulite
-arrivare a rifiuti zero e a inquinamento zero
-investire in innovazioni ecologiche e promuovere le eccellenze per merito
-salvare i lavoratori dallo sfruttamento perverso dell’iperliberismo e da una precarizzazione eterna che è il pre-schiavismo
-salvare lo stato sociale e i beni comuni come l’acqua dalla rapina del libero mercato.

Qual’è il programma per le europee di Renzi?

Fare lo yes-man della Merkel e della Bce, senza fare la minima obiezione alla devastazione progressiva della nostra economia perpetrata con l’austerity e il pareggio del bilancio (unici in Ue a metterlo nella Costituzione!!) così da accontentare i capitalisti americani e le grande banche americane che usano il Fm come arma di distruzione dei popoli?
Fare ministri o mettere a capo dei massimi enti pubblici uomini scelto dal Fondo monetario (vd Padoan che gli è stato imposto dal servile Napolitano)?
Accettare qualunque inversione di marcia pur di consolidare il proprio potere?
Accettare di abolire i diritti del lavoro, ridurre la democrazia, annientare i diritti civili, azzerare lo stato sociale e privatizzare tutto l’esistente?
Eseguire fino in fondo il piano della P2?
Portare avanti un programma di iperliberismo selvaggio di dx come nemmeno i neocon americani avevano mai avuto il coraggio di fare?
Ma è proprio questo che i piddini vogliono ??????

I molestatori del blog a libro paga del Pd insistono nella loro campagna di menzogne sempre spalleggiati dai media peggiori dell’Occidente.
Accusarono anche Grillo di essere un massone, quando è l’UNICO in questi Paese malato ad attaccare la P2.
Lo accusarono di essere un membro del Bilderberg e della Apen quando tra gli esecutori del criminogeno patto con cui l’Italia viene svenduta all’alta finanza tramite Fm e Bce, troviamo:
-Monti: ex presidente uropeo della Trilaterale, gruppo neoliberista fondato da Rockfeller; membro del comitato direttivo del Bilderberg; international advisor per Goldman Sachs; membro del comitato esecutivo di Aspen; advisor della Coca Cola; membro del Senior European Advisory Council di Moody’s e uno dei presidenti del “Business and Economics Advisors Group” dell’Atlantic Council
-Letta: membro del comitato europeo della Trilaterale; vicepresidente dell’Aspen dal 2004; nel 2012 ha partecipato al Bilderberg
-Padoan: ex direttore esecutivo per l’Italia del Fm con responsabilità delle crisi di Grecia, Portogallo, Albania..;rappresentante dell’OCSE al G20
Tutti rigorosamente imposti da Napolitano, il quale evidentemente non fa l’interesse dell’Italia ma esegue gli ordini che gli vengono dal grande capitale mondiale.
… e l’amico dei magnati, della P2 e del Bilderberg sarebbe Grillo?????

Claudio C cita
Alessandro Di Battista
“Ma perché diavolo mi metto a fare certi interventi in aula? Perché attacco il PD e le cooperative rosse o i ciellini e la Compagnia delle opere? Sono un idiota. Prendo insulti, mi scrivono articoli contro. A che pro? In fondo avrei potuto “prendere contatti” con quei mondi, sono anche bravo nelle pubbliche relazioni, ho la faccia tosta, ci so fare. A quest’ora avrei avuto garantito un bel posto in qualche ente o in una azienda che gestisce appalti pubblici per il dopo parlamento. Così fan tutti!
E che stupido Carlo Sibilia! Quando non ci volevano dare l’Iban per restituire allo Stato (al fondo per le PMI) tutto quello che tagliamo dai nostri stipendi lui ha proposto di accamparci sotto il Ministero di economia. Che coglione! Abbiamo preso 3 giorni di freddo per restituire soldi. Ma non ce li potevamo tenere? Così fan tutti! E Fico? Dei 30.000 euro che ha a disposizione come Presidente di vigilanza Rai ne ha spesi 250. Idiota! Montava su degli eventi di presentazione, dei convegni, dava lavoro a qualcuno sotto forma di consulenza. E che ci vuole così fan tutti. Avete visto come funziona il sistema no? L’EXPO ne è un esempio. Tutti coinvolti. Tutti. Ora i politici negano. “Ma dai! Bersani no, lui è bravo!”. E come no? Leggetevi il capitolo su di lui nel libro “I panni sporchi della sx”e poi mi direte. E qualcuno ancora si lamenta degli accordi non fatti.
Io ho restituito in un anno oltre 70.000 euro. Perché non sono passato al gruppo misto? Lo avrei potuto fare. Lo facevo durante la prima settimana da deputato. Ora nessuno saprebbe chi sono, tutti si sarebbero dimenticati di me e io avrei “intrallazzato” come fanno tutti con sicuri 72.000 euro in più in banca. Stupido eh? No, onesto. Onesto come Fico, come Sibilia, come tutti i miei favolosi colleghi. Onesto e fiero di esserlo.

Rocco
Con la riforma costituzionale avremo una sola persona al comando del paese senza limiti, ci ritroveremo per il PDL uno autonominato e per il PD uno nominato attraverso delle pseudo primarie che possono prendersi il comando del paese e diventare capi del governo e nel medesimo tempo capi del partito di maggioranza. In pratica potranno fare quello che vogliono senza neppure lo sforzo di dover superare l’ostacolo del senato. Una repubblica presidenziale senza che il presidente sia eletto direttamente. Ecco cosa scrive Grillo, poi ditegli che ha torto:
“Le riforme in campo sono sostanzialmente 3 una repubblica presidenziale senza un organo di controllo come il Senato non più elettivo, una legge elettorale che esautori la volontà popolare e consegni il Paese a un uomo solo al comando (preferibilmente eterodiretto dalla nuova P2), palesemente anticostituzionale e persino peggiore della legge fascista Acerbo e la privazione di diritti dei lavoratori attraverso il famigerato Job’s Act che elimina di fatto la figura del lavoratore dipendente con le garanzie associate ottenute da cent’anni di lotte operaie.
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Viviana
Pd e Renzi sono d’accordo per esautorare anche la Camera, ridurre il potere della Consulta, nullificare la Corte dei Conti, rendere la magistratura subalterna al governo, e violentare la Costituzione, aumentando sempre più i poteri del premier fino al semipresidenzialismo.
Se qualcuno riesce ancora a non vedere che questa è la realizzazione del golpe antidemocratico di Licio Gelli e che stiamo marciando verso un neofascismo, quello o è cieco o è un delinquente!!
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La resistenza e Pasolini

Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce……

Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Nella storia la giustizia fu coscienza
d’una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.

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IL MONDO ALLA ROVESCIA
Paolo De Gregorio

Certo che il mondo sembra girare alla rovescia!
Il sistema capitalistico globale che ci tiene sotto il tacco lascia i giovani a spasso e mantiene al lavoro gente di quasi 70 anni; l’efficienza e la modernità vengono usate per far funzionare competizioni demenziali come la formula 1 che propaganda la velocità come fenomeno positivo, ossia propaganda la morte, mentre negli ospedali dove rapidità ed efficienza significano la vita di persone, regnano spesso lentezza, inefficienza e lassismo.
Guardiamo lo Sport: attività nata per giovare alla salute e rendere armonioso il corpo, negli ultimi decenni si è trasformato in un esasperato professionismo pieno di denaro e di droghe, letali per la salute degli atleti, soprattutto una volta smessa l’attività.
Osserviamo il fenomeno della esplosione demografica: i paesi più poveri e affamati procreano molto di più dei paesi ricchi e satolli, generando fenomeni destabilizzanti come l’emigrazione disperata. Basterebbe offrire a questi paesi i presidi anticoncezionali dell’Occidente e il fenomeno si fermerebbe, ma le due grandi religioni monoteiste sono unite nel bloccare qualunque autodeterminazione delle donne.
Guardiamo al cibo: anche se il cibo prodotto dalla terra potrebbe sfamare tutti i 7 miliardi di abitanti, di fatto esso arriva solo dove ci sono i soldi per pagarlo, molto viene buttato o sprecato. Assistiamo a fenomeni come gli USA che pur rappresentando solo il 5% della popolazione mondiale consumano il 40% di tutte le risorse alimentari ed energetiche, dunque l’abbondanza per gli obesi e la penuria per gli affamati.
Il mondo alla rovescia, contro l’uomo si manifesta in modo esemplare nel funzionamento della sanità: gli interessi delle grandi multinazionali farmaceutiche hanno prevalso sulla medicina tradizionale, che cercava di guarire le malattie, coinvolgendo i medici in una nuova strategia che è quella di rendere le persone sin da giovanissime dipendenti da farmaci, anche quelli che riguardano il disagio psichico che rappresenta uno dei più grassi businnes planetari. L’obiettivo è di avere più malati possibili, aiutati in questo da una industria alimentare che produce cibi pieni di grassi, conservanti, coloranti, pesticidi e prodotti transgenici.
Milioni sono i disoccupati, anche in Italia, e invece di diminuire le ore di lavoro si mantiene ancora lo straordinario e si pretende più produttività con meno addetti, mentre una misura umana del lavoro di fabbrica sarebbe di 4 ore, perché le 8 ore più gli straordinari annullano la vita (solo la Svezia sta diminuendo a 6 ore l’orario di lavoro).
Dobbiamo riconoscere che il mondo globalizzato utilizza metodi che distruggono sia la salute degli uomini che quella del pianeta dove aria, acqua e terra sono ormai profondamente inquinate, e già si notano squilibri del clima che ci porteranno desertificazione, scioglimento dei ghiacciai, crescita dei livelli dei mari, con gravi perdite di territorio.
Tutto ciò è il risultato del dominio dell’economia e delle banche su qualunque altro potere, anche quello politico, che non è in grado di fermare quelle multinazionali che decidono i destini del pianeta, che decidono le guerre, che decidono di continuare ad estrarre il petrolio invece di usare le nuove energie, che continuano a bruciare carbone, che diffondono ovunque sementi transgeniche, che distruggono le risorse ittiche pescando in tutti i mari con mezzi industriali
Il mondo globalizzato non è un buon affare per l’umanità. Oggi vi è un governo mondiale dell’economia dove prevalgono grossi e grossissimi trust transnazionali che con l’appoggio del FMI, della Banca Mondiale e delle Banche d’affari, si impossessano in modo monopolistico e totalitario delle principali materie prime, dei sistemi elettrici e telefonici di interi paesi, controllano il commercio del grano e delle principali derrate alimentari imponendo i prezzi in modo di far fallire tutti i piccoli produttori.
L’unica strada che vedo, per uscire da questa gabbia globale, è quella di tornare a produrre per i consumi interni di ogni nazione, con propria moneta, uscendo dalla WTO e puntando soprattutto sui settori dell’agricoltura e dell’energia (rinnovabile), senza i quali: autonomia energetica e alimentare, non si è mai veramente indipendenti.
Ma se le scelte che riguardano organizzazione del lavoro, delocalizzazioni, salute, cibi che mangiamo non le decidiamo noi quando andiamo a votare, la democrazia tanto decantata, il potere del popolo, il popolo sovrano, non dovrebbero apparirci come una solenne presa per i fondelli?
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Mariapia scrive:
Abbiamo visto la rinascita del paese negli grandiosi anni trascorsi dal 1960 al 1980; ora ne vediamo la discesa vertiginosa e non vedremo certamente l’uscita dal buco nero in cui siamo calati.
Piangiamo e temiamo per la vita dei nostri nipoti carissimi.

La grande amnesia italiana
di EZIO MAURO

Vent’anni dopo, bisogna dire che la seconda Repubblica non è mai cominciata. Veder replicare le stesse trame di Tangentopoli, sulla stessa scena milanese, con gli stessi personaggi rivela una continuità di costume, di pratiche, di abitudini e soprattutto di concezione della politica che ha attraversato due decenni, rimanendo intatta. Non solo: i nomi eterni di Frigerio, Greganti e Grillo sembrano paradossalmente valere come una garanzia di competenza per il nuovo malaffare. Della grande crisi italiana di Mani Pulite, dunque, oggi non resta la riprovazione, l’immunizzazione, la condanna sociale e l’impegno comune a voltar pagina. Al contrario, Tangentopoli è diventata un know-how, un’esperienza professionale, un biglietto da visita per continuare a rubare nello scambio tra politica e affari.
Com’è stato possibile che personaggi discreditati, con evidenti responsabilità criminali accertate e una pericolosità sociale conseguente potessero restare sulla scena delle grandi opere pubbliche italiane, lì dove il sistema ha già dimostrato ampiamente di essere più fragile e più esposto? Restarci, bisogna aggiungere, con l’expertise di un vasto sistema di relazioni intatto, capace di lucrare e distribuire guadagni, percentuali, promozioni e protezioni.
Com’è stato possibile, in particolare, che il “compagno G” sia rimasto sulla scena del Pd, anello perfetto di congiunzione e di scambio tra politica, imprese, cooperative, appalti, tangenti e faccendieri di altri partiti? Chi nel Pd, a livello nazionale e locale, continuava a parlare con Greganti, riconoscendogli evidentemente un ruolo e una funzione, perché lo faceva, a nome di chi, con quale obiettivo e con quale tornaconto? Che è successo tra cooperative e partito, attorno alla percentuale sempre garantita di Greganti, tangente vivente ed eterna maledizione della sinistra? Vogliamo sapere, per capire se cambiando a sinistra le sigle dei partiti restano intatti i metodi. Se il presidente del Consiglio, come ha detto, si tiene fuori dalla vicenda lasciando che la magistratura lavori, potrebbe però intanto chiedere al segretario del Pd di muoversi, e di fare quella pulizia che è più utile e più doverosa della rottamazione.
Ma l’accusa vale anche per il mondo delle imprese, che come vent’anni fa preferisce evidentemente essere taglieggiato nelle tangenti ma garantito negli appalti dalla complicità illegale coi faccendieri della politica piuttosto che confrontarsi con un mercato vero, all’onor del mondo, vincendo e perdendo davanti a una regola chiara, e cioè competendo. Mai una denuncia, dagli imprenditori, sempre pronti a berciare contro la politica. Mentre l’Expo dimostra invece che sono soci, gregari e complici della politica intesa nel modo peggiore.
Il problema dunque riguarda la classe dirigente del Paese nel suo insieme. Un establishment che non c’è perché il suo posto e il suo ruolo sono usurpati da “giri” chiusi di autogaranzia e di cooptazione, e da network che tutelano il proprio potere e il comando, ma sono incapaci di produrre garanzia di autonomia per sé – nella divisione degli ambiti tra pubblico e privato – e garanzia di rispetto delle regole per tutti.
L’impasto, la relazione, la percentuale e lo scambio sono la vera cifra di un Paese che affonda, senza soggetti nitidi, autonomi, e soprattutto liberi davanti al mercato, alle leggi, alla pubblica opinione. Un Paese disperato e già vinto, se mette la sua più importante opera pubblica degli anni della crisi alla mercé di un manipolo di anziani malfattori, che potrebbero sembrare le caricature lombarde degli ultimi Jack Lemmon e Walter Matthau, col contorno tipicamente italiano di ristoranti milanesi, falsi circoli culturali, immancabili cardinali devoti al denaro e al potere. Una caricatura, se non avessero le mani sull’Expo. E bisogna ancora vedere fin dove arrivano quelle mani, esperte di cooperative rosse per Greganti, di sottomondo democristiano per Frigerio, di berlusconismo e sottobosco bancario per Grillo.
Ma evidentemente non sta bene nemmeno la pubblica opinione, che abbiamo appena citato tra i protagonisti assenti. Nei Paesi di democrazia diffusa, e attiva, è un soggetto ben distinto dal potere, capace di controllarlo, giudicarlo e soprattutto di pretendere un costante rendiconto. Eccitata da Tangentopoli, credendo di essere diventata protagonista, la pubblica opinione italiana ha affidato la sua fuoruscita da quella stagione a un presunto uomo nuovo che era in realtà il figlio legittimo, perfetto e riconosciuto del Caf, cioè quell’alleanza di potere più che di governo tra Craxi, Andreotti e Forlani, con cui l’agonia della Prima Repubblica cercò di prolungare se stessa prima di sprofondare nelle tangenti.
Per convenienza e per natura, si potrebbe dire per vizio e per calcolo, Berlusconi appena arrivato al potere attraverso la breccia di Tangentopoli l’ha subito richiusa, murando insieme con quel periodo anche le questioni della trasparenza e della legalità. Grandioso interprete del senso comune mutevole degli italiani, abile fabbricatore lui stesso di senso comune, lo ha portato via via a sostituirsi alla pubblica opinione. Con la differenza – capitale – che il senso comune non è autonomo, ma è tutt’uno con il potere, che lo indirizza, lo guida e spesso lo sceneggia.
Si spiega così (e così soltanto) la grande amnesia italiana che ha realizzato questa straordinaria banalizzazione del ventennio. Operazioni criminali devitalizzate nel giudizio sociale, legami organici con le mafie ridotti ad episodi romanzeschi, inchieste raccontate come persecuzioni, manipolazioni dei codici ad personam spacciate come riforme di interesse generale, condanne definitive deprivate di ogni significato, pene spettacolarizzate, misure giudiziarie vendute come volontariato, la legalità trasformata in un optional, anzi un fastidio personale e un impaccio nazionale. Una continua, insistita mistificazione della realtà, un’accorta epopea del banale per nascondere evidenze criminali vere e proprie: pervertendo infine e soprattutto la politica, che è la capacità di giudicare la realtà, creando consenso o dissenso su questo giudizio.
Assistiamo così, con il contemporaneo arresto di Claudio Scajola e la condanna definitiva a Marcello Dell’Utri, a una rappresentazione clamorosa di contiguità operativa e politica con le mafie da parte del vertice di Forza Italia, il cui capo si dice “addolorato”: perché la pubblica opinione non gli chiede qualche parola di più. Non gli chiede di spiegare che cos’era quel partito, che vede il leader ai servizi sociali dopo una sentenza per frode contro lo Stato, il suo braccio destro e quello sinistro – Dell’Utri e Previti – condannati definitivamente per reati infamanti per qualsiasi politico a qualunque latitudine (salvo che in Italia), il suo reclutatore della prima ora, Scajola, in carcere per aver favorito la latitanza di un ex parlamentare colluso con le ‘ndrine. Le parole hanno ancora un significato, in Italia? E i fatti, contano qualcosa?
La grande amnesia ha funzionato da amnistia generale, preventiva e definitiva. Il Paese abbassa la sua soglia di sensibilità, sembra non sentire più il dolore, oppure gli antibiotici non funzionano più. Il virus galoppa anche per colpa nostra. Eppure il momento è questo, e siamo già in ritardo di vent’anni: bisogna pretendere da Renzi misure immediate e forti sugli appalti e sulle gare, perché il cambiamento comincia da qui, evidentemente. Subito. Bisogna che la magistratura vada avanti senza che qualcuno la blocchi con false riforme. Ma bisogna anche che i partiti non deleghino alle procure la pulizia al loro interno, e prendano posizione su quel che sta accadendo separandosene nei fatti, buttando fuori finalmente gli uomini compromessi e stabilendo regole nuove
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1535 25-5-2014 ELEZIONI EUROPEE

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Grillo erede di Berlinguer- I motivi per cui Renzi dovrebbe uscire dal governo – Imposimato – Corruttore offresi: tariffe oneste – Scanzi e il panorama politico – L’Italicum è stato concepito per mettere fuori gioco il M5S – Di Battista- Il castello di Lerici – Travaglio intervista Casaleggio – Indagati nelle liste- Il Whashington Post e il M5S

Alberto
Alla fine cos’ha prodotto tutta questa intelligenza dell’uomo che ci renderebbe superiori agli animali? I selfie.
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Miguel Mosé
Presentati i simboli delle elezioni europee: milioni di disoccupati.
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Malerba
Presentati 64 simboli alle elezioni europee. Ormai te li tirano dietro.
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Giustamente il partito “Io non voto” è tra Fratelli d’Italia e Casa Pound. (è vero)
(Ma il vero partito dei non votanti è sempre il primo d’Italia)
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Emanuele

Noi siamo la storia che non si ripete.
Le ribellioni verso i poteri costituiti sono sempre sfociate nella violenza.
E hanno sempre fallito.
La violenza alla fine si può sempre reprimere.
Questa volta noi abbiamo rotto questo schema ripetitivo e fallimentare.
La ribellione è sfociata non più nella violenza, ma nel sogno e nella speranza di milioni di cittadini.
È la nostra più grande vittoria.
Comprendiamone l’importanza fino in fondo.
Noi siamo la storia che non si ripete.


Mumonkan
“Non si possono risolvere i problemi con la stessa mentalità che li ha creati” diceva Einstein. E’ un dato di fatto che sia la destra che la sinistra negli ultimi vent’anni hanno fatto un pessimo lavoro. A cosa servirebbe rinnovare il mandato all’uno o l’altro visto che governerebbero con la stessa mentalità di sempre cioè quella che ci ha portato a questo stato di cose?
Non votare per quella “mentalità” è un segno di intelligenza visto che “perseverare autem diabolicum”. Tra Alexis, Beppe o il nulla non vedo altra alternativa che possa fare giustizia all’assioma di Einstein.

Elezioni europee
63 partiti: 63 mantra
Renzi: “Io vi do 80 euro e voi vi subite l’Europa”
Salvini: “Cacciamo gli extracomunitari e l’euro!”
Berlusconi: “Cacciamo comunisti e grillini!”
Grillo: “Cacciamoli tutti!”
Come si vede anche dagli slogan: il programma 5stelle è ‘un tantino’ superiore.
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Padellaro
“…la sacralità delle elezioni si è dissolta da quel dì, da quando il cosiddetto responso delle urne è stato stravolto dai maneggi dei partiti che poi i governi se li sono fatti pret-à-porter, senza neppure scomodare l’elettorato (Monti, Letta, Renzi) e sotto l’alto patrocinio del Quirinale.”

Tukko67
Nella mia vita ho visto cadere il muro di Berlino sul quale avevo scritto il mio nome passandoci in ferie, ho visto cambiare la geografia come l’avevo imparata a scuola in modo radicale, ho visto l’America eleggere un presidente di colore, ho visto sparire il servizio militare obbligatorio dopo aver buttato un anno di vita pattugliando il recinto di una polveriera, ho sentito esponenti di ogni “colore” politico promettermi un futuro migliore in campagna elettorale per poi sentirlo farfugliare infantili scuse per non averci nemmeno provato, ho visto il mio Paese perdere pezzi per strada a causa di questo. Ora sto assistendo ad un altro evento: Il popolo, spesso chiamato “BUE”, che si sta riprendendo i propri diritti a colpi di onestà !!! Fare parte di QUEL popolo è un grande onore!
BUONA DOMENICA A TUTTI.

ARMANDO DI NAPOLI

Scalfire i residui della mortificazione
nemmeno un grammo di poesia
nelle viscere inondate di solitudine
dell’occaso immemore della bella sopravvivenza

spavalda la miseria esalta la livida passione
il viaggio più lungo si presenta altezzoso
trascinandoti nel lubrico dimenticatoio
vincete anche per me che ho sempre perso..
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Alessandra cita

ENRICO BERLINGUER è stato dimenticato negli ultimi vent’anni dalla cosiddetta sinistra italiana. BEPPE GRILLO se avesse detto: –Sono l’erede di Berlinguer.- Sarebbe stato lapidato anzitutto dai suoi elettori.” ma “Non ha detto questo, ha detto un’altra cosa, Ha detto molto chiaramente: -NOI SIAMO GLI EREDI DELLA QUESTIONE MORALE. E mi dispiace dirlo, ma qui è assolutamente inattaccabile questo aspetto, vi spiego anche il motivo. negli ultimi vent’anni del tema morale se n’è altamente fregato il centrosinistra, e se n’è altamente fregato anche il Signor Matteo Renzi. Il sottosegretario Gentile l’aveva scelto lui! Decaro l’ha scelto lui! Francantonio Genovese, non sarebbe stato mai votato l’arresto senza la presenza del M5S. Potrei fare una lista lunga così, compreso anche Schettino che è andato lì a fare la posta per far votare il candidato renziano.”
E ancora: “Enrico Berlinguer è uno che se avesse visto come suo pseudo-erede Matteo Renzi andare a braccetto al governo con ex piduisti, con il NCD, con Silvio Berlusconi, gli avrebbe sputato in faccia.”

http://video.sky.it/news/politica/tango_13/v200195.vid

Alessandro
Missioni belliche (aka “di pace”); F-35 e spesa per armamenti; TAV e Grandi Opere; Expo e Grandi Eventi; inceneritori; coop rosse tipo CMC e ManutenCoop; Procure amiche; faccendieri come Greganti e Quagliotti; banche come MPS e fondazioni bancarie come Fondazione SanPaolo; assicurazioni come UnipolSAI; imprenditori ingombranti con tessera n. 1 come De Benedetti; editoria sussidiata dal finanziamento pubblico; finanziamento pubblico (aka “rimborso”) ai partiti; regali alle banche, a Sorgenia, alla lobby delle slot machine; sudditanza all’eurocrazia e ai think tank mondialisti tipo Trilateral, Bilderberg, Aspen; adesione acritica alla dottrina neoliberista; fede irrazionale nel “ci vuole più Europa”; privatizzazioni; precarizzazione; tagli al welfare; sudditanza al criminale di guerra Obama e alla NATO; legami con la Massoneria ( http://www.infiltrato.it/inchieste/massoni-rossi-quando-la-sera-andavamo-da-licio-gelli ); ruolo nella Trattativa Stato-mafia.
Non c’è “democrazia interna” che tenga, non c’è [ciwati]®, non c’è Emiliano, non c’è Schlein (quella poi… è una che ha iniziato facendo campagna in USA per Obama, e non è mica pentita!), non c’è “si però fosse per me…”, non c’è “si ma dovrebbe essere…”, non c’è “però l’Europa che vorremmo…”, non c’è scusa che tenga.
Se voti PD accetti tutto questo. Non puoi lamentarti che il maggiore partito della sinistra tradisce le aspettative dei suoi elettori. Non puoi più, non è ammesso. Va bene, una, due volte. Già la terza è troppo, ma ormai dovresti aver capito che quel “PD che dovrebbe essere” esiste solo nelle favole e tu dovresti essere adulto.
Come ha detto stasera PAOLA TAVERNA se voti PD “SEI ANCHE TU COMPLICE”.
Se voti PD sei COLLUSO. Punto.

I motivi per cui Renzi deve uscire dal governo subito?
Daniele

Ha una condanna per danno erariale, ma nessuno ne parla! Il debito pubblico ogni mese aumenta gravosamente (aprile 2014: 2130 miliardi di euro!),
il Pil è in piena stagnazione e continua a decrescere (aprile 2014: meno 0,1%! rispetto lo scorso anno: meno 0,5%!) disoccupazione galoppante (aprile 2014: 12.7 e giovanile 42,7%!)!
Con la riforma del lavoro ha creato dei nuovi contratti di lavoro per aumentare ancora di più la precarietà dal momento che adesso le aziende potranno decidere di licenziare il lavoratore anche senza causale, è vergognoso questo!
Aveva promesso di togliere mille auto blu, quando in totale sono 50 mila, ma ne ha tolte solo 50, briciole!
Aveva promesso di dare 3,5 miliardi per le scuole, ma ne darà solo 160 mila euro, briciole!
Aveva promesso di dimezzare i costi per l’acquisto dei 90 aerei da guerra F35, che costano 12 miliardi di euro, ma non ha ridotto neanche di un centesimo!
Aveva promesso che avrebbe tagliato un miliardo di euro nelle province, ma invece si apprende che tutti i dipendenti delle province andranno a lavorare nei comuni e in più creerà un altro organo, le città metropolitane, aumentando così la spesa pubblica anziché tagliarla!
Non è credibile!
Ha promesso 80 euro in busta paga di maggio a 10 milioni di lavoratori dipendenti che hanno un reddito lordo annuo fra gli 8 mila e i 25 mila euro,
ma le coperture ancora non ci sono,
infatti negli uffici amministrativi delle aziende private le buste paga ancora non hanno il bonus,
e poi non si capisce perché non ha scelto di dare quei soldi prima a chi ne ha più bisogno, cioè ai 3,5 milioni di disoccupati, o a chi guadagna meno di 600 euro al mese, incapienti e pensionati,
ma il motivo si sa per prendere voti per le europee del 25 maggio dalla fascia media del paese!
Il voto è libero, ma prima di darlo, ognuno deve essere davvero informato e consapevole!
Buon voto!

https://it-it.facebook.com/dibattista.alessandro

Un estratto dell’intervento di Ferdinando Imposimato in piazza San Giovanni, a Roma, il 23 maggio scorso.
“E’ un grande onore partecipare a questo evento del Movimento 5 Stelle, pacifico e non violento. Al quale sono grato per le battaglie che fa con passione civile in difesa della democrazia e dell’uguaglianza. Oggi, 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, dedico questo mio modestissimo intervento al mio amico Giovanni Falcone, alla moglie e agli agenti della scorta. Un pensiero reverente anche a Paolo Borsellino e alla sua scorta, e consentitemi, anche a mio fratello Franco morto per mano mafiosa.
La crisi economica è grave. E opprime la maggioranza dei cittadini. La responsabilità primaria è delle maggioranze di destra che hanno governato l’Italia per 20 anni, e oggi questa responsabilità si estende con le larghe intese. Il presidente del Consiglio, coi suoi annunci perentori, promise che avrebbe cambiato le cose e indicò i sacrifici che bisognava sopportare. Ma non ha cambiato niente. Aveva promesso il cambiamento con la fine del finanziamento pubblico ai partiti, il taglio degli stipendi dei manager di Stato, interventi per la scuola, la lotta all’evasione fiscale. Ebbene, nessuna di queste promesse è stata mantenuta. La riforma del lavoro varata dalla maggioranza prevede maggiore flessibilità per i lavoratori. Cioè maggiore precarietà. […] Gli scandali Alta Velocità, Expo e oggi Carige, si traducono in maggiori tasse a carico del cittadino, che sopporta tutto. Vi è una parte del popolo, dall’operaio al pensionato, dal disoccupato all’insegnante, dal carabiniere al poliziotto, che sopporta tutto il peso della disastrosa situazione. Mentre la parte abbiente non accetta i sacrifici, anzi, specula per aumentare il proprio benessere. […] Noi siamo grati a Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio per aver costruito, dopo anni di consociativismo, un’opposizione democratica che persegue il bene comune, fatta di giovani capaci e onesti che ci hanno riconciliato con la speranza di un avvenire migliore”.

ENZO DI BARI
Renzi non vuole far restituire i 20 miliardi rubati soprattutto dal Partito Democratico nella banca Monte dei Paschi di Siena…
Renzi non intende far restituire i 93 miliardi di euro che i lobbisti devono allo stato per le concessioni sulle Slot Machine!
Negli esponenti del partito democratico ci sono molti indagati e condannati (Greganti, Genovese, ecc) per non parlare di quelli di forza Italia (Dell’Utri, Scaiola, Frigerio etc), e insieme vogliono governare?!
E’ vergognoso!!
La corruzione ammonta a 180 miliardi ogni anno, basterebbero solo la metà di questi soldi per togliere la povertà, per garantire alla persona con il reddito più basso mille euro al mese, e per far ripartire la produttività delle piccole e medie imprese abbattendo le tasse (irap)!
Questo è cambiare davvero il paese e dare davvero equità sociale e pari opportunità!!!!
Come si può avere fiducia di una persona che aveva promesso mai andrò al governo senza essere eletto direttamente dai cittadini e con una coalizione di centro destra, e che aveva detto a Letta, “stai sereno, nessuno ti vuol fregare il posto” di capo del governo,
invece dopo pochi giorni è salito al governo tradendo Letta, del suo stesso partito, ha fatto la coalizione con il Nuovo Centro Destra e senza essere eletto dai cittadini?!!!
Dov’è in tutto questo la democrazia e l’esser una persona leale?!!!
Aveva promesso agli italiani mettendoci “la faccia” che entro febbraio avrebbe concluso la riforma del senato, delle province e la legge elettorale,
ma non ha mantenuto la promessa,
poi, nella trasmissione televisiva di “porta a porta” (del 13 marzo 2014),
prometteva nuovamente che se non si fossero fatte queste riforme entro il 25 maggio avrebbe “cambiato mestiere” e sarebbe stato un “buffone” e che, per l’ennesima volta, ci avrebbe messo “la faccia”…
ora si apprende da lui che il tutto slitterà a giugno…
QUINDI ORA RENZI, SE E’ UNA PERSONA DI PAROLA ED E’ ALMENO ONESTA VERSO LA SUA PERSONA, DEVE “CAMBIARE MESTIERE”,
DOVRA’ CHIAMARSI “BUFFONE” E SOPRATTUTTO ORA
E questi soldi che fa credere di averli regalati ai cittadini se li riprenderà subito dato che fra poco ci sarà la tassa sulla casa, sull’illuminazione e sull’immondizia decisamente aumentate!
Sta facendo il gioco delle 3 carte!
C’è bisogno di abbattere fortemente le tasse (irap) sulle micro, piccole e medie imprese con una manovra di almeno 10 miliardi per far ripartire l’economia, invece si apprende che ne destinerà solo 800 milioni, briciole!
Questo è prendere in giro gli italiani!
Ha applicato un aumento del 6% su chi ha degli investimenti in banca in obbligazioni, e magari sono piccoli risparmi di una vita fatta di sacrifici!
Riguardo all’Europa lui è favorevole al fiscal compact, lo ha dichiarato davanti alla Merkel,
cioè l’Italia dovrà dare all’Europa dal prossimo anno 55 miliardi all’anno per vent’anni, somma praticamente impossibile da restituire,
e per far questo dovrà solo che vendersi le ultime grandi aziende semistatali che ci restano e le spiagge italiane e persino i monumenti!
Non ci resterà più niente, solo lo scheletro dell’Italia!
Non può più stare al governo!
Con il 416 ter ha diminuito drasticamente la pena per i politici che fanno scambi con i mafiosi, ed è vergognoso, perché abbinando l’indulto saranno praticamente impuniti!
Questi sono accordi fatti con Berlusconi, un pluricondannato (per frode fiscale, concussione, corruzione, compravendita senatori, prostituzione minorile, relazioni con mafiosi, tesserato n 1816 della Massoneria Loggia P2, conflitto di interessi, mancanza di libertà di informazione, leggi per favorire esclusivamente interessi personali accrescendo il suo patrimonio economico ed evitando condanne), solo per allargare i consensi
Ma dov’è finita l’onestà in questo paese?!
Questa non è giustizia!

CORRUTTORE OFFRESI: TARIFFE ONESTE (Michele Serra)

Come è possibile che, ventidue anni dopo Mani Pulite, qualcuno finisca ancora in galera per tangenti sugli appalti pubblici? Possibile che in questo Paese non cambi mai niente? Se lo chiedono, increduli e molto scossi, Gian Stefano Frigerio, Luigi Grillo e Primo Greganti, anche a nome degli imprenditori coinvolti. I loro avvocati, secondo indiscrezioni, starebbero per denunciare la Procura di Milano per interruzione di pubblico servizio.
TARIFFE
Erano onestissime, perfettamente adeguate alla crisi: alle imprese per aggiudicarsi un appalto bastava pagare una mazzetta dell’1%. La navigata professionalità del trio Frigerio- Greganti-Grillo garantiva un trattamento di assoluta eccellenza: oltre alla documentazione completa per la concessione dell’appalto, in una preziosa edizione su carta pergamenata con le firme perfettamente falsificate di Obama e papa Bergoglio in aggiunta a quella del geometra comunale, ricevevano anche una prelazione per gli appalti di Expò 2020 a Dubai. Per i padiglioni dei paesi poveri, realizzati con i caratteristici mattoni di fango e paglia, la tariffa scendeva addirittura allo 0,5 %. In un solo caso, quello del padiglione delle isole Far Oer che doveva essere interamente dedicato al merluzzo, è stata pagata una tangente al governo di quel Paese perché rinunciasse a partecipare.
LE FIACCOLATE
Tornano le fiaccolate attorno a Palazzo di Giustizia, in segno di solidarietà con i giudici. Sono ancora più affollate di quelle degli anni 90 perché molti dei manifestanti, dopo tutti questi anni, sfilano accompagnati dalla badante. Nella sua monumentale opera “Storia della corruzione in Italia” (30 volumi, con fascicoli di aggiornamento mensili) lo storico inglese Trevor Potter sostiene che «il precoce fallimento di Mani Pulite poteva essere ravvisato già in quelle fiaccolate attorno a Palazzo di Giustizia. Ai partecipanti le fiaccole vennero vendute con un ricarico del 10% da destinare ai nuovi partiti che sarebbero nati dalla decapitazione di quelli vecchi».
L’EQUIVOCO
Tutto è talmente identico ad allora (i pm, gli imputati, i reati contestati e le dichiarazioni dei politici “sorpresi e amareggiati”) che molte persone, vedendo i tg, hanno pensato che fosse uno sceneggiato televisivo su Mani Pulite e hanno scritto alla Rai protestando perché nel cast non ci sono Beppe Fiorello e Giulio Scarpati. Galvanizzato da quanto sta accadendo si è rifatto vivo anche Mario Chiesa, che in una intervista-verità ha detto che l’esperienza di Tangentopoli ha lasciato un’eredità tutt’altro che disprezzabile: per es. secondo lui è ancora possibile recuperare nel fiume Lambro le banconote da centomila lire che aveva buttato nel gabinetto in una delle fasi più convulse di quell’inchiesta.
GREGANTI
I magistrati lo hanno sottoposto all’esame del Dna per verificare che si tratti proprio di lui e non del suo successore, Secondo Greganti, al quale il Pd, per dare un chiaro segnale di svolta, aveva affidato l’incarico lasciato vacante. Secondo illazioni non verificate Primo Greganti, ibernato per 20 anni nella cella frigorifera di un Ipercoop contenente frutta di stagione (la stagione è l’estate del 1993) e scongelato solo pochi mesi fa per l’errore di un addetto, sarebbe all’oscuro degli avvenimenti storici degli ultimi 20 anni, e si sarebbe tradito chiedendo tangenti in lire e promettendo l’interessamento di Nilde Iotti.
LE COOPERATIVE
Impressionante il video dei carabinieri nel quale è immortalata la trattativa tra le cooperative rosse e i tangentisti. Nel tentativo di recuperare almeno in parte l’antico spirito del movimento operaio, le Coop si sono recate all’appuntamento, davanti a un bar di Milano, con una foltissima delegazione, sul modello di Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, con tanto di madri discinte con il bambino al seno, avanzando compatti lungo il viale e bloccando il traffico.

ANDREA SCANZI
1) Pd. Renzi ripete negli ultimi giorni che sarebbe una vittoria anche solo prendere un voto in più dei 5 Stelle. Ha addirittura affermato che si riterrebbe vincitore anche solo guadagnando un voto in più di Bersani 2013. Ovviamente mente, più esattamente mette le mani avanti. Il cambio di rotta renziano rispetto a due settimane fa è palese. Meno boria, più tatticismo. A gennaio si dava per scontato un suo 34% e l’Italicum era stato cucito su misura per le sue aspettative (premio di maggioranza con il 37% o giù di lì). O i sondaggi che ha davanti sono poco invitanti o abbassa le aspettative per urlare più forte il 25 sera. Prendere come punto di riferimento Bersani (25%) è ridicolo: nel 2013 il Pd sbagliò tutto e se Renzi prende meno del 30% sa benissimo che ha perso. Come sa che ha perso se non distanzia M5S di almeno 6 punti (comunque la metà dei 12 che i piddini reputavano scontati fino a un mese fa). E’ il minimo sindacale che il Pd risultati il primo partito domenica prossima: a inizio anno si parlava persino di un possibile 40 per cento, ricordate? Obiettivo di Renzi è ammazzare politicamente i 5 Stelle: se i “grillini” cresceranno sopra il 25%, e dunque mostreranno una progressione rispetto al febbraio 2013, Renzi avrà dimostrato di non essere un deterrente credibile per la cosiddetta antipolitica. Sta attingendo molto bene dai delusi berlusconiani, ma sui grillini attecchisce poco o così pare. Personalmente credo che Renzi abbia più paura di quanta dovrebbe. Immagino un Pd sopra il 30% con M5S dietro (non di tantissimo, ma neanche di pochissimo). Se Renzi non supererà il 30% saremo di fronte a un flop fragoroso. Se Renzi pareggerà o addirittura perderà con M5S, saremo di fronte a uno dei risultati elettorali più clamorosi nella storia d’Italia.
2) M5S. Ho buona memoria e ricordo che per tutti, o quasi tutti, i 5 Stelle erano solo un fenomeno passeggero e mai nella vita avrebbero ripreso il 25%. A giugno li si dava ampiamente sotto il 20%. Pur essendo certo che non fosse minimamente passeggero, ho pensato a volte anch’io che il 25% fosse per loro irripetibile. Tenendo conto della natura conservatrice degli italiani, un 5 Stelle costantemente sopra il 20% è per me un dato a suo modo incredibile. Gli stessi tromboni che li davano morti, ancor più dopo le amministrative francamente pietose, oggi minimizzano il possibile exploit M5S: “Sono solo Europee”, “Non avranno ripercussioni sulla politica italiana”, “E’ solo voto di protesta”, “Vincerà l’astensione”. Le solite cazzate. Casaleggio dice che sopra il 25% “non sarebbe una sconfitta”, ma al tempo stesso “crede al sorpasso”. Di Battista dice che lui brinda “dal 27% in su” e che “vede possibile il 30%”. Io non credo al loro sorpasso. Il mantra del “vinciamonoi” immagino abbia per Grillo il senso di superare se stessi, cioè la soglia di febbraio 2013. Renzi e Napolitano andranno serenamente avanti con qualsiasi risultato delle Europee, fingendo di non sentire l’eventuale boom e (dunque) permettendo ai 5 Stelle di crescere ancora: più li sottovalutano e più loro si allargano E’ così sin dal primo V-Day, quando M5S neanche era nato. La miopia degli espertoni nei confronti dei 5 Stelle continua imperterrita. Le piazze paiono più piene del 2013 e ora non c’è solo Grillo. Il grande problema del Pd è che, quando si trovano davanti i Morra e i Di Maio, ne escono puntualmente triturati: capita, quando i pezzi forti si chiamano Karina Huff Boschi, Coerenza Moretti e Santanché Picierno. Se la classe politica grillina era impreparata, quella renziana è ancora all’asilo nido. La loro pochezza è infinita: un gruppo arrogante e fragilissimo di ancelle e vestali. M5S vince se supera il 25% di febbraio 2013 e stravince se si avvicina al 30% (se lo supera per loro è apoteosi) e tiene la forbice con il Pd sotto i 5 punti. A margine: si dà per scontato che M5S sia la seconda forza politica (stabile) del paese. Come se fosse normale. Non è normale per niente: è uno sconvolgimento clamoroso.
3) Forza Italia. Nessuno si è accorto che c’è anche Berlusconi. Quando va in tivù sembra il nonno mezzo rincitrullito che ti racconta che lui ha sconfitto da solo l’Armata Rossa. Pare scontato che Forza Italia starà sotto il 20%. Se accadrà, sarà torcida. Il peggior centrodestra d’Europa va definitivamente debellato, sperando che dalle sue ceneri pietose e ridicole nasca un centrodestra accettabile (una Meloni? un Crosetto? Chi volete voi, ma che sia anche solo minimamente credibile).
4) Lega Nord. Di Salvini non condivido nulla, la sua pappagorgia andrebbe vietata ai minori e le sue puttanate sui poliziotti che applaudono e sugli immigrati “che portano l’Ebola” mi fanno vomitare, ma ha fatto una campagna elettorale molto efficace e furba. Supererà la soglia del 4% e sarà verosimilmente la quarta forza politica. Ovviamente non conterà una mazza e – alle Politiche – tornerà scodinzolante da Berlusconi per entrare in Parlamento. Salvini, domenica sera, sarà però uno dei pochi a poter ridere nel centrodestra italiano.
5) Ncd. Per raggiungere il 4% si sono dovuti alleare con le frattaglie di Udc, Ppe e immagino pure con la Confraternita della Lenticchia Tibetana. Supereranno la soglia grazie al voto degli over 64 (in quella fascia Ncd è sopra il 10%: invecchiare può essere brutto). Quando Tiziana Panella gli ha chiesto se l’arresto di Romano ponesse problemi, Carisma Alfano ha risposto: “E perché mai dovrebbe crearmi problemi?”. Ha ragione: nel Nuovo Centrodestra, se non sono indagati o arrestati, non li vogliono. Hanno più avvisi di garanzia e capi di imputazione che elettori. Non ho ricordanza di una simile accozzaglia di impresentabili: Gentile, Scopelliti, Formigoni, Romano, Formigoni, Lupi, Giovanardi. Peccato solo per l’assenza del Canaro, che non avrebbe sfigurato. Il livello è così basso che, in confronto, la Lorenzin va rivalutata. Se fossi di destra, e certo non lo sono, piuttosto voterei Brunetta: almeno è intelligente. Pur di non tornare a votare, Ncd accetterebbe al governo persino Gundam. E’ un partito che non esiste ed è avvilente che questa ghenga smandruppata sia l’ago della bilancia dell’attuale esecutivo. Alfano agli Interni è come Leone di Lernia Docente di Estetica. Ncd è l’alluce valgo di Berlusconi.
6) Fratelli d’Italia. Hanno La Russa, sono nazionalisti e allegramente fascisti. Quanto di più lontano da me. Hanno pure consensi da prefisso telefonico. Però la Meloni è di gran lunga la migliore politica italiana di destra. Non credo con questo di fare un complimento alla destra italiana, ma così è. Anche se non vi pare.

Marco Palombi (IFQ)
“Matteo Renzi è ‘solo’ in campagna elettorale. La sua presunta rottamazione gli ha fatto il vuoto attorno. Così ha condotto la campagna elettorale tutta da solo (e non ci venga a raccontare che qui lui non si gioca il cubo!) Questa solitudine è assai rischiosa per il governo che dirige. La sicurezza delle prime settimane ha lasciato posto ai dubbi. Continua a ripetere a manetta che “tra Europee e governo non c’è nessun collegamento” ma sa bene di mentire e che nessuno gli crede! E’ passato dal rivendicare una vittoria schiacciante a dire che se prende anche solo un punto più di Grillo, ciò sarà un successo. Ma Cacciari ha dichiarato: “Se il Pd dovesse perdere con Grillo o anche se si arrivasse a una pareggio, è chiaro che Renzi scomparirebbe dalla scena (delle sue promesse da guascone non è rimasto nulla e se pure fa perdere voti al partito, è chiaro che per lui è la fine! Nulla di male, finirebbe nel nulla come Monti o Letta e dopo tutto sta sulla loro stessa linea di esecuzione degli interessi delle lobbie finanziarie occidentali). Continua Cacciari: “se Grillo vince o pareggia si aprirà una crisi enorme e difficilmente governabile anche da un genio della politica come Napolitano”. Oltre alla crisi del Pd, è chiaro che il crollo (già in atto) di FI trascinerà con sé anche le raffazzonate riforme costituzionali.
(E ciò vivamente noi ci auguriamo che sia!)

Marco Grasso (le parentesi sono mie)
Parte di chi ha lavorato nell’Expo si è adeguato a un sistema criminale che ha permesso che la Città della Salute venisse costruita su terreni avvelenati e che il polo ospedaliero nascesse sulla ex area Falk. Maltauro afferma di essere stato costretto a pagare 1,2 milioni per adeguarsi al sistema. Queste cose accadono perché c’è la certezza di diventare ricchi impunemente. La prescrizione, oltre ad essere stata accorciata, continua ad operare anche una volta iniziato il processo (e anche se l’appello è richiesto dal colpevole). La Germania ha 85.000 corrotti in carcere, la Francia 6.500. L’Italia che è la nazione più corrotta d’Europa (60 miliardi di danno l’anno, quanto metà di tutta la corruzione europea) ha in carcere solo 11 responsabili di questo reato. Come se non bastasse, si parla di nuovo di provvedimenti per alleggerire le carceri e si dice che è l’Europa a chiedercelo! (intanto nemmeno Renzi ha ratificato la legge anticorruzione europea e il pd dimezza le pene ai politici collusi con la mafia!).Bacone sosteneva che “chi non applica nuovi rimedi deve essere pronto a nuovi mali, perché il tempo è il più grande degli innovatori).
(Ma è tanto difficile da capire che il sistema di appalti venduti, mazzette e politici comprati che portò 20 anni fa a tangentopoli è rimasto esattamente lo stesso o anche peggio per questi 20 anni e che tutti i partiti stanno dentro la braga immonda di questa corruzione, a cominciare dalla coop rosse??!)

ALESSANDRO DI BATTISTA
“La mafia non è più quella della lupara, la mafia è il compromesso che si fa in politica. La politica che abdica al malaffare, alla corruzione , quando abdica alla reiterazione di un sistema diventa mafia. Non è più quella della lupara. Mafia è Civati che è costretto a stare in un partito che non gli piace perché ha pagato 35mila euro in campagna elettorale, li ha dati al partito e quindi è costretto a fare compromessi; la mafia è Cuperlo che ha buone idee, che cita Berlinguer in parlamento ma per restare su quello scranno accetta delle porcate che gli presenta il partito. Non è più la mafia che ammazza ma è la mafia del compromesso. La mafia è un’organizzazione che delinque, giusto (?), oggi i partiti sono delle organizzazioni che delinquono e neanche se ne rendono conto … faccio sempre l’esempio di Vincenzo Caso … è lui che ha registrato un lobbista che è entrato in parlamento … persone che portano degli interessi privati ect ect ect …Falcone diceva: seguite i soldi e capirete”.

Laura Tonino
Per me, Mafia è vedere sparire dal sistema degli accessi del Senato, gli ingressi del “Compagno G.” a Palazzo Madama.
Per me è mafia non solo chi delinque, ma anche chi fa il palo, chi non parla e chi omertosamente minimizza.
Per me è mafia trattare con la mafia, e poi cancellare le tracce. Per me è mafia “mettersi a disposizione” del potente di turno.
Per me è mafia non fare nulla perchè la mafia, in questo paese, sparisca.. con norme anti-corruzione, anti-riciclaggio.
Si fosse alzato UNO CHE FOSSE UNO, tra Cuperlo, Civati, alzando il ditino per dire: “Per me è MAFIA volere i lavori TAV ed EXPO, in deroga al certificato Anti-Mafia”
Se questa non è Mafia.
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A Bersaglio mobile Mentana intervista Renzi, Berlusconi e Di Battista

http://www.la7.it/speciali-mentana/rivedila7/bersaglio-mobile-21-05-2014-132108

Paola cita:
- Renzi.
Debole.
Solitamente bombarolo e retorico, borbottante e sputicchiante.
Insolitamente umile e low profile.
Lo ha fatto per scelta (vuole convincere i moderati con l’ottimismo che “è il profumo della vita”) e perché evidentemente i sondaggi che ha devono essere non proprio trionfali.
Ha persino detto che il metro di paragone per valutare l’esito delle Europee è Bersani 2013: ha messo le mani avanti, per poter dire che lui ha vinto anche se ha preso un solo voto più di M5S.
Ma figuriamoci.
Fino a due mesi fa Renzi aveva 12 punti di vantaggio, ha quasi tutta l’informazione spaventosamente a favore e a gennaio sembrava il Nazareno di Rignano sull’Arno.
Non gli basta vincere il 25 maggio, quello è scontato: deve farlo con almeno 6 punti di vantaggio.
Debole anche nelle battute scritte (“La Fiorentina mi ha fatto soffrire, ma anche lei con l’Inter ha goduto po’o Direttore”). Ha ripetuto “dopodiché” 712 volte e al di là di questo mantra eterno degli 80 euro non è riuscito ad andare.
La narrazione di sempre: Io sono il bene e loro il male. Io canto l’inno di Italia e mi commuovo, gli altri sono gufi che rosicano. Che palle.
E’ stato bravo sulla politica estera, lì l’ho visto – per l’unica volta – sincero e appassionato, ancor più quando ha parlato dei traumi che lo hanno colpito durante la sua generazione (su tutti Falcone e Borsellino). Un Renzi meno supercazzolico e meno aggressivo: bene. Ma pure (ancor) più retorico e moccia-jovanottiano. E questo è un male: anzitutto per lui.
Di Battista
E’ partito a handicap, accostando pericolosamente Civati e Cuperlo al concetto di “mafia” politica.
Il senso era chiaro, ce l’aveva non con loro (“brave persone”) ma con l’idea di compromesso eterno e colpevole, ma poteva fare mille altri esempi più forti.
Se ne è reso conto e, alla fine, è tornato sull’argomento chiarendo meglio il concetto per fugare i dubbi.
Per il resto, un’intervista ritmata, schietta, appassionata.
La prova della sua efficacia era l’espressione di Mentana, che minuto dopo minuto aveva scritto in volto “Oh cazzo, questo è bravo davvero, ha già fatto il culo a tutti gli altri”.
Sostengo da tempo, e vedo che ci stanno arrivando in tanti, che milioni di italiani ormai votino più Di Maio e Di Battista, Morra e Sarti che non Grillo o Casaleggio.
Non so quante persone abbia convinto Yoko dalla Annunziata o Grillo da Vespa: non molte, forse.
Al contrario, la forza comunicativa e contenutistica di Di Battista mi è parsa evidente.
Ha dimostrato una maturità e una sincerità allergiche al politichese che hanno di colpo reso vecchissimi tanto Renzi quanto Berlusconi.
Vi devo sincerità totale, e per questo voglio ricordarvi una volta di più che Alessandro è un amico: un caro amico.
Con voi non ho segreti: ci conosciamo dal giugno 2013 e ci vediamo con una certa regolarità.
Ne ho stima e credo di poter dire serenamente che la cosa è reciproca.
Questo può inficiare la mia analisi, ma non ne sono granché convinto: spesso ci scontriamo su alcune posizioni che io reputo talebane e lui inattaccabili.
Ho visto la puntata con la mia compagna, non certo grillina, e la sensazione è stata quella di avere (finalmente?) ascoltato un giovane politico realmente nuovo, preparato e onesto. Purtroppo M5S non è solo Di Battista: ci sono anche le Fucksia, troppi/e Fucksia, e le magagne – in Parlamento e più ancora nel territorio – non mancano.
Queste magagne devono essere sempre sottolineate, criticate e condannate. Ieri, però, se fosse stata una partita di tennis, sarebbe stato Di Battista-Berlusconi 6-0 6-1 e Di Battista-Renzi 7-5 6-2.
Se i 5 Stelle cominciano a vincere anche mediaticamente, allora per Renzi e le sue ancelle senza arte né parte si fa dura.
Durissima.
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Cettina
Tirando le somme, hanno definito Grillo un assassino, un fascista, un pazzo, un nazista, un vento passeggero, ed altro ancora.
Ed è anche comprensibile che lo definiscano in tutti i modi denigratori possibili ed immaginabili, ha scoperchiato, come aveva promesso, la pentola del parlamento e promette di togliere dalle mani di tanti avidi ed inutili individui i giocattolini dei quali si sono illegalmente impossessati e che utilizzano a loro piacimento: il potere legislativo ed il denaro pubblico che è un fiume in piena.
Senza il potere legislativo ed il denaro pubblico, quegli stessi individui tornerebbero ad essere ciò che in realtà sono: il nulla assoluto.
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Chi ci osserva dall’esterno, capisce meglio di noi ciò che sta avvenendo all’interno del nostro paese ed esprime pareri più obiettivi su cose e persone.
A Beppe Grillo, il Washington Post dedica tre pagine: “E’ come i fenomeni neonazi? La risposta è no”.
Perché l’Europa traballa davanti al terremoto politico guidato da un comico? Il giornale americano dedica oggi un servizio di tre pagine web a Beppe Grillo e al suo movimento. Partendo dall’instabilità dell’euro, da un’Europa che lascia spazi in cui si inseriscono movimenti estremi – Le Pen in Francia, Stronach in Austria e Geert Wilders in Olanda – quello di Grillo può essere accostato, come già è stato fatto, a forme neonazi? La risposta che lo stesso Post fornisce è no. Per più motivi.
Citando lo stesso Grillo “mi chiamano Hitler, ma non capiscono. Il nostro movimento sta riempiendo uno spazio analogo a quello che i nazisti avevano in Germania o i nazionalisti di Le Pen hanno in Francia: noi non siamo come loro. Siamo moderati” il Post ricostruisce la storia del comico. Dagli anni delle battute su Craxi sino al “momento della svolta”, le elezioni vinte a maggio da Federico Pizzarotti a Parma, città di 413mila persone (in realtà, se si conta anche la provincia), spiega come Grillo sia più che un comico liberal alla “Michael Moore” e non il leader di un “movimento di estrema destra”. E’ un “portavoce” di un popolo, i cinque stelle, “nato dal popolo di internet e dal blog di Grillo”. Però l’Europa “ha paura”: perché è “il contrario di Monti” e delle forme politiche “attuali”, perché secondo i sondaggi “partiva dal 4%” e ora è la terza forza politica del Paese.
Secondo il Washington Post il comico, nell’Italia dei Fiorito, è dunque “cambiamento” nonostante il caso Giovanni Favia e le frizioni interne. “Lo stesso Favia dice che è l’unico con il coraggio necessario per spezzare la rete dei vecchi partiti. E’ una necessità”.

http://www.huffingtonpost.it/2012/10/01/beppe-grillo-il-washingtonpost_n_1928003.html

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“L’Italicum è stato concepito per mettere fuori gioco il Movimento 5 stelle“.
Obiettivo il bipolarismo e tenere fuori dall’influenza del governo il terzo partito. Lo dice apertamente il viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti Riccardo Nencini intervenendo ad Agora su Rai 3. Parla di una riforma della legge elettorale debole e incapace di raggiungere l’obiettivo, ma che soprattutto rischia di non sopravvivere al risultato delle prossime Europee. “L’Italicum era stato concepito per mettere fuori gioco Grillo e per ridurre a due, centrodestra contro centrosinistra, un ragionamento che fosse all’interno di una cornice europea, con una proposta di legge che però era troppo debole per raggiungere questo obiettivo. L’Italicum nasce per mettere fuorigioco il terzo partito e impostare un bipolarismo europeo. Se Grillo diventa il secondo partito alle Europee l’Italicum cade“.
A inizio aprile l’aveva detto l’ex ministro della difesa Mario Mauro: “Se alle Europee crolla Forza Italia, salta l’Italicum”. E su Rai 3 lo conferma oggi anche Clemente Mastella (Forza Italia): “Il 25 maggio segnerà lo spartiacque della politica italiana, ed è ovvio che, laddove Grillo prenderà molti voti, l’Italicum è completamente fregato, cioè bisogna cambiare i meccanismi. Tutto sommato Grillo può arrivare anche al 25-30 per cento – ha aggiunto Mastella – però rimane una minoranza sostanziosa. Certamente, non è la maggioranza del Paese”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/19/legge-elettorale-nencini-italicum-e-nato-per-mettere-fuori-gioco-m5s/990637/

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DI BATTISTA

“Dopo il risultato di febbraio soltanto riconfermare quello sarebbe un successo, però oggi io non mi accontenterei neanche del 28% . Noi siamo qualcosa di totalmente nuovo e diversi all’interno del sistema. Questo è stato percepito e la spinta ci sarà, grazie anche a Grillo che è un grandissimo italiano, l’esempio di un italiano che è messo in gioco e che ha dato davvero del suo, impegnandosi al massimo, rinunciando a qualcosa della sua vita per il bene collettivo. Ma oggi il M5S non è soltanto lui e anche questo era impensabile solo l’anno scorso quando siamo entrati, forze un po’ sprovveduti all’inizio, inesperti, temevano anche i giornalisti, le domande scomode. E’ vero, i primi due mesi siamo stati impegnati ad imparare. 150 parlamentari che entrano in quei palazzi e non sanno nulla di quei palazzi. Non avevamo mai scritto una legge, studiato un decreto. Abbiamo imparato in due mesi. E oggi io mi senti, io coi miei colleghi, in grado di governare questo Paese, ma fermamente in grado. Mi sono anche stancato di stare all’opposizione perché ho visto quello che potremmo fare come forza di governo.
Abbiamo ottenuto dei risultati come opposizione innegabili. Berlusconi è stato sfiduciato al Senato grazie alla nostra battaglia sul voto palese. Questo è oggettivo. Io sono arrivato in senato col mio motorino blu incrociando 30 poliziotti che scortavano un pregiudicato. Questo è il sistema. Certo siamo contro questo sistema a volte alzando qualche tono, a volte abbassando toni eccessivi. Perché quando vedi la mafia in parlamento e non alzi il tono, evidentemente sei tu nell’errore. La mafia si è trasformata; la mafia è compronesso; è Civati che è costretto a restare in un partito che non gli piace perché ha pagato 35.000 euro in campagna elettorale, li ha dati al partito e quindi è costretto a stare al compromesso. La mafia è Cuperlo che ha delle buone idee, che cita Berlinguer in Parlamento ma per restare su quello scranno accetta

Gabriella
A Report la Gabanelli ha spiegato che tutto l’immenso patrimonio immobiliare dell’ex-DC, pagato da noi cittadini, e poi passato prima al Partito Popolare e poi suddiviso dai vari tesorieri ai gruppi e sottogruppi politici in modo ladresco, è ora sotto sequestro. Si parla di un valore incalcolabile: 2-3 finanziarie. Mi domamdo: ma non potevano tutti questi politici – ora sotto inchiesta – vendere al migliore offerente e con il ricavato pensare per es., di aumentare le pensioni minime, o di costruire case popolari, o di rinunciare al finanziamento elettorale, o di portarlo in diminuzione del debito pubblico, ecc., ecc.?
Poi la Gabanelli è passata a parlare dei candidati al Parlamento europeo. Poi la Gabanelli ha portato l’esempio di Franco Bonanini (?), ora sotto inchiesta, il quale quando era Presidente del Parco delle 5 Terre, ha permesso la ristrutturazione di un casolare, dentro il parco, a Brunetta di FI che l’ha ricompensato mandandolo al Parlamento europeo.
Queste due sole inchieste di Report di ieri sera spiegano il successo di Grillo. La gente è incazzata nera. Da Vespa Grillo è stato geniale come sempre. Intanto ha fatto sorridere la sua battutina prima della trasmissione per la pubblicità oscena durata 20 minuti:” Ah, dobbiamo vendere un po’ di pannolini!”. Poi Beppe ha riassunto in un’ora tutto quello che ha scritto nei posts in più di 10 anni. Per chi segue Beppe da sempre, come me, ha compreso tutto. Però mi sono chiesta se chi non lo ha mai letto, e non sa delle sue civili battaglie, ha potuto cogliere non solo il senso ma la sincerità di cuore con cui esprimeva non solo la sua rabbia ma anche il rancore della gente comune.
Cmq grazie ancora una volta Beppe; hai fatto bene a non farti intervistare da chi ha rappresentato e rappresenta il marcio delle istituzioni.

Lady Dodi
Ad un certo punto tale Giachetti del PD, piuttosto che tergiversare ancora, aveva proposto la legge elettorale precedente il Porcellum.
Più di 100 Deputati PD s’erano accodati nonché i 5 Stelle.
ORDINE DALL’ALTO e tutti i Deputati PD si sono ritirati.
Sono rimasti i 5 Stelle con l’eroico Giachetti.
E poi vengono a dire A NOI che “seguiamo pedissequamente le direttive del Partito?!?
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BEPPE GRILLO
Volevo portare da Vespa un modellino del castello di Lerici.
Il castello è un simbolo, ha le sue celle, le sue segrete. Un simbolo di quello che succederà se il M5S andrà al governo. Così come non si può costruire sulle macerie, non si può edificare una nuova Italia senza sgombrare il terreno da coloro che l’hanno depredata trasformando la quinta (sesta?) potenza industriale in un deserto. Le categorie dei distruttori sono tre, i giornalisti grazie ai quali siamo 68esimi nella libertà di informazione nel mondo e che per ragioni di protezione di casta (e di pagnotta) si coprono a vicenda, gli industriali di regime sempre pronti a pagare mazzette (o a garantire pacchetti di voti) per accedere ai bandi di gara pubblici o alle concessioni di Stato e i politici, che vengono un gradino più in basso delle meretrici. Questo orrendo trio va giudicato attraverso un processo popolare, mediatico che inizierà dopo le elezioni europee. Sarà fatto in Rete dove verrà ricostruito un castello virtuale con le celle individuali, ognuna con la sua targhetta. Per Berlusconi verrà riprodotta integralmente quella di Al Capone ad Alcatraz sperando di non avere querele da parte dei discendenti di Al Capone. Ci saranno le liste, le prove e i testimoni di accusa come in processo. Per ogni persona ci sarà un cittadino che articolerà i capi di accusa. Alla fine gli iscritti certificati al M5S potranno votare per la colpevolezza o l’innocenza. Un tribunale popolare non può sostituirsi alla giustizia nell’erogazione delle pene, ma può informare i cittadini sui furti e le malversazioni di un Sistema che ha portato allo sfascio l’Italia. Ed è quello che sarà fatto. Il processo durerà il tempo necessario, almeno un anno, le liste saranno rese pubbliche quanto prima e l’ordine in cui saranno processati gli inquilini del castello sarà deciso in Rete. La prima categoria sarà quella dei giornalisti che hanno occultato la verità agli italiani nell’ultimo ventennio. I pennivendoli di Regime.

Marco Travaglio intervista Gian Roberto Casaleggio

-Per chi votava Casaleggio prima che nascesse il M5S.
-“Per me, già nella Prima Repubblica, i partiti avevano lo stesso peccato originale di oggi: destra e sx erano superate, non mi riconoscevo in nessun simbolo. Però mi piacevano alcuni personaggi politici di quel periodo, come Ugo La Malfa ed Enrico Berlinguer.”

-“E nella Seconda Repubblica?”
-“Ho avuto un rapporto di stima e di collaborazione con Di Pietro. Prima che nascesse il M5S non c’era alternativa: non perché Di Pietro fosse di destra o di sx, ma perché propugnava la legalità in politica. Guardi lo scandalo di Expo: dov’è la destra e dov’è la sx? Uno ruba con la mano destra, l’altro con quella sx. Sono tutti ambidestri e ambisinistri.”

-Cosa risponde sulle voci di una sua candidatura con una “lista vicina a Forza -Italia?
-“Vero che non mi candido, falso che l’abbia fatto con un berlusconiano. Lo feci a Settimo Vittone, il paese dove vivo vicino a Ivrea, in una lista civica fondata da una persona che conoscevo e di cui mi fidavo, Vito Groccia, un signore di origini calabresi: mi chiese di entrare in lista per dargli una mano. Non feci campagna elettorale, non avevo tempo, lavoravo a Milano: infatti presi 6 voti.” Mai sentito dire che fosse un berlusconiano. Quando è uscita questa balla, lui era già morto, allora ho parlato con i suoi due figli, che hanno smentito qualunque sua vicinanza, simpatia o iscrizione a Forza Italia. È uno dei tanti presunti scoop che i giornali hanno inventato su di me, senza verificare la veridicità della notizia. Esistono gruppi pagati dai partiti per diffondere messaggi virali contro me e Grillo. È la stessa accusa che molti rivolgono a voi. Ma noi non abbiamo bisogno di farlo, perché i nostri messaggi sono virali di per sé, dunque veri, e si diffondono da soli. Quelli degli altri, palesemente falsi, hanno bisogno di un supporto di truppe àscare, pagate magari 5 euro al giorno.”

-Come e quando Beppe Grillo e Casaleggio si sono conosciuti?
-“Dieci anni fa Beppe lesse un mio libro, Web ergosum, dedicato allo sviluppo della Rete nella società. Mi chiamò e chiese di incontrarmi. Io l’avevo visto una sera al teatro Smeraldo: entrava sul palco vestito da Savonarola e spaccava i computer. E mi ero domandato: ma con tutta la roba che c’è da spaccare, proprio i computer? Quando lo incontrai, gli proposi di aprire un blog, che all’epoca era ancora una cosa per iniziati. Lui accettò e il blog partì nel gennaio 2005.”

-Dal lancio del blog si passò in seguito alla politica, su richiesta dei cittadini:
-“Ce l’hanno imposto la Rete e l’opinione pubblica. Il primo V-Day, l’ 8 settembre 2007, scatenò un’ondata di email, lettere, messaggi che ci spingevano a entrare in politica. Grillo però sperava ancora di cambiare il csx: consegnò a Prodi una serie di proposte programmatiche raccolte sul Web; e tentò di partecipare alle primarie del Pd. Sì, Prodi fu molto gentile, ricevette Grillo a Palazzo Chigi, gli disse che avrebbe distribuito la cartellina con le nostre proposte ai vari ministri e sottosegretari, poi però la cosa finì lì e non lo sentimmo più. Era un tentativo di vedere le loro carte: se il csx faceva proprie le nostre idee, a noi andava bene così, non ci interessava chi le portava avanti. Ma la risposta fu il muro: quando Beppe s’iscrisse al Pd ad Arzachena, gli fu negato l’accesso alle primarie con la motivazione che era ‘ ostile’. Fassino gli disse che il Pd non era un taxi e che Grillo, volendo, poteva provare a fare un partito. L’abbiamo accontentato. Al primo V-Day raccogliemmo 350 mila firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare (fuori i condannati definitivi dal Parlamento, limite massimo di due mandati, ripristino delle preferenze nella legge elettorale): se Prodi e Veltroni le avessero accolte avrebbero dato la svolta al Pd e al sistema politico. Ma dopo il V-Day i giornali, soprattutto di sx, ci trattarono come una via di mezzo fra dei mangiatori di bambini e una setta satanica.”

-“Quanti post del blog sono suoi e quanti di Grillo?”
-“Sono tutti nostri. Ci sentiamo sei-sette volte al giorno per concordarli, poi io o un mio collaboratore li scriviamo, lui li rilegge, e vanno in Rete.”

-“In questi dieci anni avete litigato spesso?”
-“Quasi mai. Quindi qualche volta sì. È impossibile pensarla allo stesso modo in dieci anni.”

-Il termine “peste rossa”è stato suggerito da Casaleggio prendendo ispirazione dai discorsi di Hitler, come vorrebbe far credere Berlusconi?
-“Hitler non c’entra. Da appassionato di storia, stavo leggendo un libro sulla ‘ morte nera’, il flagello che colpì l’Europa nel ‘ 300 portato dai mercanti genovesi provenienti dalla Crimea e sbarcati a Messina: di lì, attraverso le pulci parassite dei ratti, la ‘ peste nera ’ o ‘ morte nera ’ dilagò in Italia e nel continente e cambiò l’economia europea. Io l’ho raccontata a Beppe, anche perché vedevo analogie con l’economia attuale, e lui l’ha tirata fuori in Toscana in versione ‘ rossa ’, credo pensando a disastri tipo il Montepaschi.”

-“Le capita mai di trovarsi in imbarazzo per le sparate di Grillo?”
-“Abbiamo provenienze, stili e linguaggi diversi. Lui è un artista, io un manager. Ma in imbarazzo no, non mi sono mai trovato: il suo linguaggio non può essere regolamentato, altrimenti non potrebbe proprio parlare in pubblico. Ma ormai Grillo è un leader politico e deve accettare di essere preso sul serio quando parla: troppo comodo l’alibi del linguaggio comico. Indipendentemente dal ruolo che ha, ognuno è responsabile delle cose che dice. Ma, se usa dei toni forti per esprimere un’opinione, bisogna concentrarsi sull’opinione, non sul tono. Beh, quando dice “io sono oltre Hitler”… È una difesa verbale da chi gli dice che è come Hitler. Abbiamo postato il discorso all’umanità di Charlie Chaplin: anche lui era oltre Hitler.”

-Lei dice che si preparano dossier contro di lei: sicuro che non siano paparazzi a caccia di gossip?
-Non confondiamo. A parte il fatto che fotografare il campanello di casa mia o scrivere dove mio figlio va a scuola non è gossip, è intimidazione, e dovrebbe essere proibito, i dossier sono altro. Io, per esempio, ero nella lista Tavaroli (il capo della Security di Telecom ai tempi di Tronchetti, poi condannato a Milano, ndr): credo risalisse alla mia vecchia esperienza in Telecom, era un ‘ attenzionaggio ’ per vedere se c’era qualcosa su di me. Ma né io né Grillo abbiamo paura dei dossier. Stiamo rompendo le palle al sistema da quasi dieci anni: se avessimo anche un solo scheletro nell’armadio, sarebbe già venuto fuori e noi saremmo da qualche altra parte, o in esilio o in galera. Spesso vengono create, raccolte e diffuse informazioni false ad arte per screditarci, e questa non è opera di ragazzini: ma di grandi gruppi editoriali.

-Lei quanto guadagnava prima che nascesse il M5S? E oggi guadagna di più o di meno?
-Per me, come manager, la nascita del Movimento è stata una sconfitta, perché un manager lavora per fare profitti. Da quando dedico gran parte del mio tempo al M5S, faccio meno profitti di prima. Il M5S è nato nel 2009, e fino ad allora, pur essendo nata solo nel 2004, la Casaleggio Associati viaggiava sul milione di euro di utili all’anno. Risultato mai più raggiunto dopo, anzi superato alla rovescia due anni fa, nel senso che abbiamo perso soldi. Così, pur essendo entrambi contrari, per evitare di chiudere la società, con Beppe decidemmo obtorto collo di accogliere sul blog la pubblicità. Che tra l’altro è veicolata da Google e da altri soggetti: noi cerchiamo di filtrarla, evitando per esempio la pubblicità delle banche…

-Però ne avete pubblicate alcune del gioco d’azzardo.
-Può darsi ne sia sfuggita qualcuna, contro la nostra volontà. La Casaleggio Associati nel 2012 registrò un utile di 69. 500 euro. Ora con la pubblicità siete risaliti: la pubblicità viene stimata dal Sole 24 Ore in 5 euro a clic, e da Repubblica in 0, 64.

-Secondo il Sole in un anno avreste incassato 5-10 milioni, secondo Repubblica 570 mila euro. Chi ha ragione?
-L’ordine di grandezza è quello di Repubblica. Il Sole non sa di che sta parlando: qualunque operatore sa che quei dati milionari sono assurdi. Lei ha anticipato che quest’anno, nel bilancio che uscirà a luglio, i conti sono molto migliori del 2013.

-Non sarebbe giusto pubblicare quelli del blog separati da quelli di Casaleggio Associati?
-Parlare del blog è riduttivo, perché noi ci occupiamo di tutta la comunicazione in Rete del Movimento: i social media, il sito del M5S (che non contiene pubblicità), e poi tutte le applicazioni sviluppate e gestite da noi (la più nota è quella delle ‘ presidenziali ’ per far scegliere agli iscritti il nostro candidato al Quirinale). Ecco, tutta questa attività è in perdita: dai 500 ai 650 mila euro. Ma non abbiamo mai chiesto un euro né al M5S né ai finanziamenti pubblici.

-Lei è mai stato massone?
-No.

-Perché a un tratto avete cambiato rapporto con la tv? Prima era morta, ora lei va dalla Annunziata e Grillo da Vespa. Avevate preso una cantonata?
-Nessuna cantonata. Penso che tv e giornali abbiano poco da vivere. Le prime 7 emittenti italiane nel 2012 hanno perso 500 milioni di euro, quest’anno è possibile che scendano a 7-800 milioni: durano finché qualcuno le finanzia. La pubblicità sta emigrando altrove, prevalentemente in Rete. Nel medio e lungo termine la tv è condannata. Comunque la nostra repulsione non era verso la tv in quanto tale: quel che abbiamo cercato di evitare erano i talk show dove non è chiaro di che si parla e vince chi strilla di più. Infatti chiediamo di poter parlare di un tema preciso, con persone mediamente competenti, altrimenti decliniamo.

-Ma Vespa è l’apoteosi del vecchio talk: perché non interpellare la Rete per questa svolta radicale? Uno vale uno, o c’è uno che vale più di uno?
-Non possiamo fare un referendum al giorno su ogni cosa che facciamo. Sulle cose importanti è giusto interpellare la Rete: come abbiamo appena fatto, con l’aiuto del professor Aldo Giannuli, votando la nostra legge elettorale che presenteremo a breve, prima delle Europee. L’hanno discussa e votata 100 mila persone. L ’ Italicum se lo son scritto Renzi e Berlusconi al Nazareno, di nascosto.

-La vostra è una proposta di forte impronta proporzionale: se non prendete il 51 %, sarete costretti ad allearvi con altri.
-Noi non rifiutiamo le alleanze in quanto tali, ma solo se ci obbligano a sposarci per corrispondenza con uno che non conosciamo: io voglio vedere se la convivenza è possibile. Prima voglio conoscere l’altro, poi se mi piace me lo sposo. Se il mio programma è antitetico a quello dei partiti, che faccio: pur di allearmi prendo in giro i miei elettori? Ma così gli altri partiti continueranno a mettersi insieme e a tenervi fuori, anche se arrivate primi. Finché spariranno. Non è che possono bloccare il cambiamento per sempre, facendo massa critica. Al momento è facile prevedere che, se vinceremo le Europee con un buon margine, torneranno le larghe intese, anzi larghissime. Le intese extra-large. Contro di noi c’è un muro di Berlino che, anziché a Berlino, viene eretto fra Montecitorio e il Quirinale. Per questo, se vinciamo, chiediamo che se ne vadano sia Renzi sia Napolitano. Molti le chiedono una certificazione indipendente per le votazioni online tra i vostri iscritti. È un’operazione molto complessa, che va seriamente normata, e non ha precedenti per cui è impossibile copiarla. Stiamo cercando di attivarla, spero sarà pronta entro la fine del 2014.

-Le pare bello che lo Statuto dei 5 Stelle sia un atto notarile firmato da Grillo e dal nipote avvocato? Quando ne avrete uno meno “proprietario”?
-Il nostro vero statuto è il ‘ non statuto’. Lo statuto ci fu imposto dalle leggi, noi ne avremmo fatto volentieri a meno. Comunque sì, tutto è migliorabile, anche questo statuto burocratico.

-Quando verrà il momento in cui lei e Grillo farete qualche passo indietro e lascerete in prima fila i vostri parlamentari?
-Io e Grillo resteremo finché saremo necessari, fino a quando il Movimento non sarà più organizzato, con persone e strutture in grado di camminare con le proprie gambe. Non abbiamo mai cercato posti, altrimenti saremmo in Parlamento, avremmo fatto accordi con Bersani & C.

-Lei ha incontrato Giorgio Napolitano una sola volta. Com’è andata?
-Ci ha ricevuti per un’ora e mezza, con un’accoglienza molto gentile e cortese. Mi è parso una persona che, per capacità e razionalità, dimostra meno anni di quelli che ha. Più un settantenne che un novantenne. Non ha cercato di intortarci, voleva capire chi siamo: ha le sue idee e le porterà avanti fino alla fine, comunque sia.

-Dopo le elezioni 2013, durante i tentativi di Bersani, poi nelle presidenziali, qualche politico l’ha mai contattata direttamente o indirettamente?
-Mai parlato con Bersani, né con suoi emissari, né ricevuto telefonate, sms, tweet da politici.

-E da Prodi e dal suo entourage?
-No. Del resto il nostro candidato al Quirinale scelto dagli iscritti era Rodotà, dopo la rinuncia di Gabanelli e Strada. C’era anche Prodi, ma in fondo. Io espressi il parere personale che chi ha avuto incarichi politici non deve andare al Quirinale.

-Lei per chi votò alle Quirinarie?
-Per Gino Strada. Fu il più votato, ma rinunciò.

-A quali condizioni avreste partecipato a un governo di scopo con il Pd?
-A condizione che ci fossero molti punti di contatto fra il programma del Pd e quello nostro. Cosa che non era. Ma la verità è che il Pd e Berlusconi avevano già deciso prima delle elezioni di febbraio – ben sapendo che avremmo avuto quel risultato – di mettersi insieme con le larghe intese. Visto che il risultato fu la rielezione di Napolitano e il governo Letta-Berlusconi, potevate appoggiare Prodi e far saltare quel disegno restauratore. La nostra base espresse un nome, Rodotà, che era più che un accordo politico: era l’ex presidente del Pds! Se non l’hanno votato loro, che dovevamo fare di più? Ciò che io non mi aspettavo era la rielezione di Napolitano: lui stesso aveva sempre negato che la cosa potesse accadere.

-La storia di quei giorni è stata tutta scritta?
-Chissà… c’è quell’invito all’ambasciata inglese a Roma. Era il 10 aprile 2013, una settimana prima delle presidenziali. Eravamo Grillo, io e due nostri collaboratori. L’ambasciatore ci chiese di incontrare Enrico Letta, allora vicesegretario Pd, che aspettava in un’altra stanza. Rifiutammo. Allora ci fecero salire al piano di sopra da una scala di servizio per pranzare con alcuni addetti dell’ambasciata, mentre l’ambasciatore pranzava al piano di sotto con Letta. A un certo punto l’ambasciatore o il suo braccio destro ci domandò: voi che ne pensate della rielezione di Napolitano? Poi, quando due settimane dopo ci trovammo Napolitano rieletto e Letta presidente del Consiglio, ci dicemmo che forse qualcosa non quadrava… È una prova della forte influenza che i governi stranieri hanno sulle scelte politiche italiane. Non certo solo la Germania. È una delle tante facce della nostra perdita totale di sovranità: quella territoriale la perdemmo nel ‘ 45, quella monetaria con l’ingresso nell’euro, quella fiscale con il fiscal compact, quella politica negli ultimi anni. Per andare al governo dovremo vincere le Politiche in almeno tre paesi del mondo…

-Anche voi, se mai andrete al governo, dovrete fare i conti con tutti questi poteri esteri.
-È un problema nostro, ma è anche loro.

-Lei rivendica tutte le espulsioni dal Movimento? Pure quella di Federica Salsi perché voleva andare ai talk show, ora che ci andate anche voi?
-Non personalizzerei le espulsioni. Il M5S ha poche regole: chi entra sa che deve rispettarle. E poi noi non siamo mai andati da Floris.

-Era proprio necessario parafrasare Primo Levi col fotomontaggio del cancello di Auschwitz?
-Ho letto ‘Se questo è un uomo’ e capisco bene la tragedia, di Primo Levi e della Shoah. Ma quella rivisitazione della sua poesia non era spregiativa nei confronti suoi né della Shoah: bensì dell’attuale sistema partitico. Chi ha polemizzato non ha neppure letto il post. O non l’ha capito. Via, qualche post l’avrete pure sbagliato: l’attacco alla Gabanelli e a Rodotà, il vaffa alla Carlassare…

-Quando prendete di mira qualcuno sul blog, tipo un giornalista che magari ha scritto cazzate, e poi quel qualcuno viene subissato di insulti e di minacce, anche di morte, non vi sentite in colpa?
-Nessun senso di colpa. Di solito si tratta di persone che ci hanno diffamati.

-E allora non è meglio querelarle?
-Infatti molte le abbiamo anche querelate.

-Perché il programma M5S non parla di Cultura?
-Il programma è ancora incompleto. Via via cercheremo di coprire, coinvolgendo tutto il Movimento, tutti i settori ancora scoperti.

-A Lucia Annunziata lei ha detto che la prima cosa che farete al governo sarà un pacchetto di norme per le piccole e medie imprese. Un po’ vago.
-C’era poco tempo. L’accontento subito: attribuzione del made in Italy solo alle aziende che producono in Italia; pagamento dei debiti dello Stato entro 60 giorni; accorpamento e semplificazione degli adempimenti fiscali; diminuzione graduale della tassazione sul reddito d’impresa con adeguamento alla media europea; defiscalizzazione degl’investimenti; chiusura di Equitalia; sconti contributivi per assunzioni dei giovani under 35; diminuzione dell’Irap; defiscalizzazione dei redditi nei primi due anni di vita dell’impresa; collaborazione fra istituti, università e imprese con stage ad hoc nel corso degli studi; pagamento dell’Iva solo a fattura incassata. Proposte che costano parecchio.

-E le coperture finanziarie?
-La proposta, molto articolata, contiene tutte le coperture. Ma il Parlamento l’ha bocciata. Anche il reddito di cittadinanza costa molto. Sì, 13-17 miliardi. Lo presenteremo in Parlamento con le coperture. A partire dalla vera abolizione delle province, che farà risparmiare miliardi. E da altri tagli agli sprechi. Dovreste movimentare decine di miliardi, ma siete molto timidi sull’evasione fiscale, che ne vale 150-180 all’anno. Non siamo affatto timidi. Noi l’evasione vogliamo combatterla severamente. Chi evade deruba chi paga le tasse. Ma bisogna partire dai grandi capitali, non perseguitare l’alpeggio o il kebabbaro che non fa uno scontrino, mentre si scudano 100 miliardi ai grandi evasori. Lei ha mai subìto verifiche fiscali? Sì, tre in cinque anni. La prima volta hanno scoperto che dovevo al fisco 54 euro, la seconda che ne dovevo 18, la terza invece che ero a credito di 100: quindi alla fine han dovuto pagare me.

-Sull’uscita dall’euro siete molto più prudenti.
-L’euro è solo una risultante. Noi non siamo contro l’euro, ma contro l’applicazione attuale delle politiche economiche e finanziarie comunitarie. Per le Europee abbiamo un programma in sette punti: sarà scarno, ma siamo gli unici ad averne uno. I punti fondamentali sono gli eurobond e la revisione del fiscalcompact, che ci costringerebbe a tagliare 40 miliardi di spesa pubblica all’anno per 20 anni. Inattuabile. Ciò detto, dobbiamo ridurre gli sprechi di spesa pubblica e attingere ai grandi giacimenti dell’evasione e della corruzione.

-Con la Rai che volete fare?
-Un’istituzione totalmente separata dai partiti, con regole e organismi non collegati alla politica, perché sia autonoma ma riprenda anche a svilupparsi e a fare innovazione. La Rai non è né cattiva né buona: è la longa manus dei partiti. I quali, oltre a farsi campagna elettorale con i rimborsi elettorali, usano la Rai per farsi propaganda gratis. Non è che poi vincete e cacciate dalla Rai quelli che vi hanno criticati in questi anni? Mai. Non siamo i nuovi Silla.

-Appoggerete la candidatura di Alexis Tsipras a presidente della Commissione europea?
-Tsipras è molto lontano da noi, perché ideologicamente connotato. Noi voteremo tutte le proposte, di destra o di sx, simili alle nostre. Se Napolitano riuscirete a cacciarlo o si dimetterà, per voi il candidato sarà ancora Rodotà? Lo chiederemo ancora alla Rete.

-Lei ha promesso la squadra di governo di M5S prima delle elezioni politiche, scelta con le primarie online: quindi esclude la possibilità che entri qualche ministro esterno al Movimento?
-Non lo escludo, dipende dalle figure della società civile che si proporranno.

-Il vostro premier ideale è Luigi Di Maio?
-Lo voteranno gli iscritti. Sarà una persona onesta, competente e trasparente. Di Maio ha le stesse possibilità di altri, avendo dimostrato ottime capacità in Parlamento.

-Lei il ministro lo farebbe?
-Dipende dal Movimento, ma perché no? Dovendo scegliere, opterei per l’Innovazione.

-E Grillo?
-Bisogna chiedere a lui, io lo vedrei bene ministro. Grillo dice che, se perdete le Europee, si ritira. Non ci credo, non è il tipo. Lo dice ogni tanto, per stanchezza. Ma anche lui persegue l’obiettivo di portare i 5 Stelle al governo. Poi magari si ritira un minuto dopo. Anche se lo fanno ministro…

-Qual è l’asticella per parlare di vittoria del Movimento 5 Stelle?
-Un voto in più del Pd.

-Quindi la sconfitta è un voto in meno del Pd?
-Dipenderà da quanti avranno votato e dalla percentuale che avremo. Già oggi tutti gli ultimi sondaggi ci danno attorno alla percentuale delle politiche 2013, cioè al 25 %. Anche con quella percentuale non potremmo certo dire di aver perso, altrimenti Berlusconi che dovrebbe dire? Confermare il dato di un anno fa sarebbe un consolidamento importante. È solo propaganda psicologica, o lei crede veramente che arriverete davanti al Pd? Ci credo veramente.
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Lalla cita
Andrea Scanzi

Renzi: “Lo spread sale? E’ colpa di Grillo”. Detto da uno che fa il Presidente del Consiglio e si rivolge a chi non è parlamentare e neanche ha mai avuto incarichi di governo, mi sembra un ragionamento inattaccabile. Un po’ come dire che la guerra è colpa di Gino Strada, e magari a dirlo è Bush. O che l’errore dal dischetto di Baggio a Pasadena è colpa della traversa, che magari si è abbassata troppo e non ha lasciato abbastanza spazio al pallone. Mannaggia se è nervoso, il buon Matteo: dai, su, stai sereno (cit).

Simone
INDAGATI NELLE LISTE

FORZA ITALIA
Raffaele Fitto
In primo grado è stato condannato a quattro anni di reclusione per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio.
Clemente Mastella
Rinviato a giudizio insieme alla moglie Sandra Lonardo per tre capi d’imputazione, truffa e appropriazione indebita.
Fabrizio Bertot
Ex sindaco del Comune sciolto per mafia Rivarolo Canavese (Piemonte). Secondo la Dia, avrebbe beneficiato del voto di scambio mafioso organizzato dai vertici nella ‘ndrangheta di Torino e da alcuni imprenditori calabresi.
Aldo Patriciello
Condannato in via definitiva a quattro mesi per una storia dell’inizio degli anni Novanta per un finanziamento illecito.
Gianpiero Samorì
È accusato di associazione a delinquere insieme ad altri imprenditori per la vicenda della bancarotta della banca Tercas.
Innocenzo Leontini
Ex capogruppo all’Ars del Pdl, ritenuto campione di spese sospette dalla Guardia di Finanza, che ha condotto l’inchiesta sulle spese pazze in Regione Sicilia.
NUOVO CENTRO DESTRA
Lorenzo Cesa
Arrestato nel 1990. È stato condannato in primo grado a tre anni e tre mesi per corruzione aggravata nello scandalo Anas, e poi salvato da un cavillo e dalla prescrizione.
Giuseppe Scopelliti
Condannato in primo grado a sei anni di reclusione per abuso d’ufficio.
Paolo Romano
Presidente del consiglio regionale della Campania. Indagato per peculato e rimborsi elettorali non documentati.
Guido Podestà
Presidente della Provincia di Milano. Sotto processo per le firme false presentate alle regionali del 2010 in Lombardia.
Maurizio Lupi
Sotto processo per abuso d’ufficio a Tempio Pausania, per via della nomina del presidente dell’Autorità portuale di Olbia.
PARTITO DEMOCRATICO
Andrea Cozzolino
Avviso di garanzia per truffa aggravata ai danni della Regione Campania, corruzione e falso per la costruzione di una centrale per biomasse a Pignataro Maggiore.
Giosi Ferrandino
Avviso di garanzia per falso ideologico, abuso d’ufficio e danno erariale come sindaco di Ischia.
Nicola Caputo
Indagato per l’ipotesi di reato di truffa e peculato, fatture scoperte per spese per la comunicazione istituzionale. Caputo avrebbe utilizzato i fondi per l’addetto stampa per acquistare svariate migliaia di euro di bibite.
Anna Petrone
Indagata per peculato.
FRATELLI D’ITALIA
Agostino Chiglia
Condannato a nove mesi nel 1986 per un’aggressione fascista a Torino.
Gianni Alemanno
Indagato per finanziamento illecito nell’ambito dell’indagine riguardante la fornitura di quarantacinque autobus alla società Roma Metropolitane.
Antonio Iannone
Presidente della Provincia di Salerno. Indagato per la gestione di Asl e Cosaler.

MOVIMENTO 5STELLE NESSUNO
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1536 26-5-2014 RISULTATI E COMMENTI SUL VOTO EUROPEO

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I risultati elettorali – Commenti delusi dei 5stelle – Sui debiti che furono cancellati alla Germania – La barriera del 3% – Più i Paesi mediterranei vanno male, più la Germania va bene – Una tragedia annunciata – Comitati di affari- Ecco i risultati del Governo Renzi – Fiscal Compact e MES

Siamo un popolo di teleutenti.
Abbiamo votato un teleimbonitore.
Poi ci arriverà la teleparcella.

Pd 40,84%
M5S 21,15%
FI 16,79%
Lega Nord 6,18%
NCD-UDC 4,37%
Tsipras 4,03%
FDI-AN 3,66%
Verdi 0,89%
Scelta Europea 0,71%
IDV 0,65
SVP 0,5%
Io cambio 0,17%
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Pd voti 11.139.631
5stelle 5.769.816
berlusconiani 4.582.192
leghisti 1.685.326
nuovo centro destra 1.194.475
Tsipras 1.099.801
fratelli d’Italia e alleanza nazionale 998.910
verdi 244.756
ex montiani 195.197
dipietristi 178.709
Suditoler Volkspartei 137.448

Viviana
Siamo sempre il Paese considerato dal mondo il più corrotto d’Europa e uno dei più corrotti del mondo, un Paese che continua scendere nelle classifiche della libertà, della giustizia, dell’informazione.
Ma quel partito che per 20 anni ci ha fatto scendere nella scala della civiltà 11.139.631 di Italiani lo hanno votato di nuovo e altri 4.582.192 di Italiani hanno premiato di nuovo il suo complice, uno dei più grandi malfattori politici di tutti i tempi.
Di chi è la colpa di tutto questo? Ma evidentemente di questi milioni di elettori, che rovineranno anche tutti gli altri.
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In queste elezioni europee, il M5S ha perso 3.014.683 di voti rispetto al suo massimo alle politiche di 8 689 458.

Il Pd nelle ultime politiche aveva perso 3 milioni e mezzo di voti, un terzo del suo elettorato. Con le promesse mirabolanti di Renzi ha preso 11.139.631 voti, recuperando 2.495.631 sugli 8.644.000 precedenti.
Gli rimane una perdita di 519.052 sui risultati del 2008. Non ha recuperato tutte le posizioni.

Il Pdl aveva già perso 6.297.000 voti, metà del suo elettorato. Ora ne perde altri 2.750.780 che confluiscono nel Pd.

La Lega aveva già perso 1.634.387 voti, metà del suo elettorato. Con Salvini recupera ma gli resta la perdita di 295.312 voti.

Monti era già sceso a 2.824.065 voti, un misero 8%, chiara dimostrazione che gli Italiano dicevano un fragoroso ‘NO’ alla sua Agenda, a questo tipo di euro, alla Bce e al Fm, contro le aspettative di Monti, di Bersani e di quanti nei vergognosi 16 mesi di governo montiano avevano votato tutto “senza se e senza ma” distruggendo il Paese.
Ora gli ex montiani sono quasi spariti, ridotti a 195.197.
Ma il paradosso è che 11 milioni di Italiani votano Renzi che persiste nel portare avanti il programma di Monti, poi di Letta e ora di Padoan (tutti identici e scelti del Fm) per distruggere l’Italia, metterla sotto il giogo dell’alta finanza, svendere i suoi beni pubblici, aumentare le tasse, tagliare i servizi, annullare lo stato sociale e distruggere i diritti del lavoro.
La persona cambia ma il programma di distruzione del Paese resta.
Se non è il paese dell’assurdo questo, allora quale??
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Elettori alle ultime politiche: 47.011.309
schede bianche 395.286
schede nulle 871.780
schede contestate 1.951
astenuti 13.210.177
In totale i voti persi alle precedenti politiche furono 15.579.094. E 15 milioni su 47 furono una cifra enorme per l’Italia che batteva ogni suo record di disaffezione verso i partiti.
Uno dei dati più rilevanti era stato l’arretramento elettorale dei 2 partiti principali, Pdl e Pd, rispetto al 2008. Se aggiungiamo ai voti persi gli 8.784.499 voti del M5S che contestavano la partitocrazia ci furono ben 24 milioni di Italiani su 47, un Italiano su 2, che rifiutarono la partitocrazia.

Viviana
Quando in un Paese vince chi appoggia quell’alta finanza e quel potere corrotto che lo hanno già rovinato, non vince un partito, perde il Paese.
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Non capisco questa fissazione per cercare ‘dove abbiamo sbagliato noi 5stelle.
Quando gli altri vincono con un martellamento fitto di menzogne sparate sui media, diffamazioni a raffica dalle più alte cariche dello stato, inciuci ignobili per distruggere la Costituzione, favori ai potenti e protezione ai politici, regali alle Coop rosse, posti di lavoro contro voti come con Genovese, mazzette come con Greganti, calunnie ripetute per mesi, regali alle banche e alle slot machine, promesse a vuoto agli Italiani e mancette da 80 euro ai dipendenti…
la domanda non è dove abbiano sbagliato i 5stelle,
ma dove abbiano sbagliato gli Italiani!

La servitù volontaria
“Vorrei soltanto capire come sia possibile che tanti uomini, tanti Paesi, tante città, tante nazioni, a volte soportino un solo tiranno, che non ha altra potenza se non quella che essi gli concedono, che non ha potere di nuocere, se non in quanto essi hanno la volontà di sopportarlo; che non saprebbe far loro alcun male, se essi non preferissero subirlo anziché contrastarlo. Si tratta di una cosa enorme, certo, e tuttavia talmente comune da doversene più affliggere che stupire: vedere un milione di uomini servire in modo miserabile, il collo sotto il giogo, non costretti da una forza superiore, ma in qualche modo incantati e affascinati dal solo nome d’uno, di cui non devono temere la potenza, poiché è solo, né amare le sue qualità, perché è inumano e selvaggio nei loro riguardi.”
Etienne de La Boétie – “Discorso della servitù volontaria” – anno 1576
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Viviana
Un tempo i politicanti compravano il singolo voto con 30.000 lire.
Oggi un politicante di turno compera un voto di massa con 80 euro.
La singola corruzione è stata sostituita, grazie al martellamento dei media, dalla corruzione di massa.
Vanna Marchi ha fatto scuola.
Ma la platea dei coglioni è rimasta la stessa.

Stefania
Come si può essere contenti per la vittoria delle tangenti, del voto di scambio,della corruzione, della ‘ndrangheta? Ma che Paese è questo? Onesti o no, siamo tutti fottuti.
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Ivan Solinas
Grazie lo stesso. E’ stato un sogno. Pensare che davvero ci riscoprissimo comunità, pensare che onestà, condivisione, solidarietà, prendessero forza in questo paese. Hanno vinto loro, e così noi Italiani abbiamo inchiodato questo paese ancora per anni a parlare di crescita, grandi opere, IMU, mentre continueranno i loro affari, e nel silenzio tante persone in questo paese andranno affondo. Sono bastate 80 caramelle, e una generazione di garantiti compattata dalla paura di cambiare, dalla paura di essere toccati, di dover essere solidali con chi ha perso tutto. Non so’ come andrà, oggi percepisco come miope la scelta di mio padre e della sua generazione, una scelta fatta sulla mia pelle. A tutti quelli che si sono spesi per questo sogno di solidarietà, per questa idea di comunità voglio comunque dire grazie… per un po’ ho sognato.
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Viviana
Non esistono vittorie facili (per chi non usa le scappatoie del potere)
Esistono solo guerrieri resistenti.
E la nostra battaglia comincia solo ora.
Chi crede che chi progetta futuro debba scoraggiarsi per le difficoltà del presente o è molto malvagio o non ha mai avuto un sogno in vita sua.
Provate a leggere le vite dei grandi della storia.
Hanno tutti avuto un momento di grande regresso, di apparente sconfitta, di pesante scoraggiamento. Lo hanno avuto tutti. Martin Luther King, Gandhi, Mandela….E sapete perché hanno vinto? Perché sono andati avanti.
Sapete come si distingue un uomo vero da un quaraquaqua? Il quaraquaqua appoggia solo quelli che vede vincere. L’uomo vero appoggia solo quello che ritiene vero e giusto.

Stefano dd
E così ha vinto l’Italia delle banche, delle slot machine, degli 80 Euro ai dipendenti (soprattutto pubblici), del….sono cazzi tuoi se non ce la fai a tirare avanti e suicidati pure tanto sei solo un numero per la statistica!
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HA VINTO UN VOTO DI SISTEMA
Viviana

Il Troll o il fedelissimo? Che si può fare più che compatirlo?
E’ un non libero e ha in sé il settarismo inconsulto dello schiavo
Ma dobbiamo riconoscerlo:
il livello generale degli Italiani è basso:
livello di onestà, di competenza, livello di progetto, di conoscenza,
livello di razionalità, di libertà, di formazione, di creatività
livello soprattutto di democraticità
E dove il livello è basso,
chi vola alto non viene nemmeno visto
o dà solo noia, come dà sempre noia
chi si emargina dalla massa,
bruta e cogliona,
che ha sempre odiato i promotori di futuro
da Pietro a Galilei, da Giordano Bruno ai 300 di Sapri, da Mazzini a Spinelli, da Cattaneo a Fermi
Qui vince la cricca da migliaia di anni
e la massa si accoda
per ignoranza, per furbizia,
per coglionaggine, per insipienza, per opportunismo, per mal riposta speranza, per sprovvedutezza
ma soprattutto perché chi si accrocchia al potente dimostra di avere una enorme sfiducia in se stesso
E senza quella fiducia sarà dura pensare di rifondare una democrazia.
Siamo un paese dove ognuno cerca di appartenere a qualcuno o a qualcosa o di trovare una dipendenza da altri perché non immagina nemmeno che può appartenere a se stesso o capire le cose da sé.
Questo non è il Paese dove si premia il merito o il coraggio, l’innovazione o l’amore sociale.
Si premia l’omologazione e il servilismo.
Sin dal tempo degli antichi Romani, siamo sempre stati un paese di ‘clienti’.
Un paese di eterni bamboccioni.
Solo nella democrazia si cresce, ma se non si cresce abbastanza da pensare con la propria testa non si potrà nemmeno pensare a provare una democrazia. Rimarremmo dipendenti a vita. Nel pensiero, nelle convinzioni, nelle conoscenze, nel lavoro, nelle credenze, nelle conservazioni, nell’eterno appoggiarsi agli altri..
per dubbio sulla propria testa
Lontani da ogni innovazione. Fuori da quella emancipazione indispensabile a creare il progresso di uomini liberi.
Io posso solo sperare che non sarà sempre così. Ma sarà dura.

Marco Canepa
Mentecatti arroganti e buffoni: su 100 italiani 42 non hanno votato, 24 han votato Pd, 12 M5S, 8 Forza Italia e allora chi ha vinto? Ha vinto l’astensionismo ed il rifiuto di questa politica di arrampicatori e ladri. E la stessa cosa è successa in Europa. Il dato certo è che la Finanza cointinuerà a farla da padrona, l’unico dato incerto è cosa succederà in Francia dove logica vorrebbe nuove elezioni con l’incognita del risultato che potrebbe aprire, questo sì, una prima grossa falla in quest’Europa di cartapesta e questo lo dico io, europeista della prima ora ma non di questa Europa di cui speravo acquisire cittadinanza per averne una, una volta tanto, di cui essere orgoglioso.
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Viviana
Qualcuno crede che il Pd abbia vinto.
Invece abbiamo perso tutti.
Qualcuno crede che abbia vinto il sistema democristiano.
Ha vinto chi controlla i media e comanda la propaganda di regime.
Ma chiunque abbia vinto
non ha vinto la democrazia
che non significa solo libertà
ma anche informazione e conoscenza.
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Michelangelo Marzano
Come avete visto, in molti paesi europei hanno vinto non solo le cosiddette “forze euroscettiche”, ma una serie di partiti “estremisti” e “xenofobi”, che non hanno comunque niente a che fare con il NOSTRO MoVimento.
Ed invece in Italia vince il pd, un partito che coadiuvato dall’azione del presidente della Repubblica peggiore della storia Italiana ha cambiato il presidente del consiglio per la terza volta senza passare da elezioni, un partito che è oramai la peggiore espressione del Berlusconismo grazie alla sua nuova(e minore) reicarnazione:
Renzi, quel Renzi che fa promesse scandite da date che non mantiene,
quel Renzi che parla di “abolizione delle provincie”, ma non le abolisce(anzi aumenta i consiglieri regionali, facendo aumentare i costi),
quel Renzi che distrugge definitivamente il lavoro in Italia facendo aumentare il precariato,
..ma questa marionetta di De Benedetti non è il vero “colpevole” di questa sconvolgente verità che abbiamo ottenuto da queste elezioni, ancor più colpevole è l’informazione?
L’informazione “che non c’è” in Italia, un informazione che satura e lobotomizza il cervello di milioni di italiani attraverso mendaci informazioni, attraverso attacchi spudorati al nostro movimento(ricordiamo ad esempio il caso Imu-Bankitalia)

Max Stirner
PER TUTTI E PER NESSUNO-
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SMETTETELA DI TROVARE GIUSTIFICAZIONI AL POPOLO ITALIANO!
SMETTETELA DI TROVARE SPIEGAZIONI NELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI GRILLO, PENSANDO SIA STATA ERRATA!
Gli Italiani sono quelli che nel 1915 erano alleati della Triplice Allenaza, con l’impero austriaco e l’impero germanico, per poi iniziare la guerra e concluderla con la Triplice Intesa, con Francia Inghilterra e Russia.
Gli Italiani sono quelli che nella seconda guerra mondiale erano alleati con la Germania nazista e terminarono la guerra alleati con francia Inghilterra e Stati Uniti.
Gli Italiani sono quelli che osannavano Mussolini con adunate oceaniche, per poi impiccarlo per i piedi, dopo che un inglese lo aveva ammazzato, perché neppure quel gesto seppero fare.
Gli Italiani sono quelli che stipularono un patto con Gheddafi e pochi mesi dopo bombardarono la Libia.
Per quanto mi riguarda, tutto il mio affetto va a Grillo e Casaleggio e alla meravigliosa creatura che si chiama M5S, ma io ho deciso di lasciare l’Italia e gli italiani al loro destino.
Già da qualche mese mi stavo preparando ad andarmene dall’Italia se le cose si fossero messe male e nei miei post del passato molti hanno letto la mia disistima per il mio popolo.
Io ho deciso di andarmene e intendo osservare l’Italia affondare nella merda e nella guerra civile.
Se l’Italia non ha saputo cogliere l’occasione del M5S per cambiare, agli italiani resta solo la guerra civile.
Io la penso così.
fanculo!

Luca M. Rho
Siamo in democrazia:
la maggioranza decide di votare per gli aerei da guerra
sceglie di abolire l’articolo 18
sceglie di far chiudere le aziende
sceglie di votare gente che in parlamento guadagna tantissimo e non per cho restituisce i soldi
sceglie di votare per chi chi porta al suicidio le persone
sceglie di votare per chi riduce le pene ai mafiosi
ecc ecc
vince la democrazia sempre.
la rispetto
ma sto male
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Terry
Stamattina mentre mi recavo a votare, ho visto solo tantissimi anziani, con bastoni, con sedie a rotelle e nessun giovane.
Siamo un popolo di vecchi, di anziani che purtroppo si informano solo attraverso gli strumenti del potere attuale.
Dobbiamo aspettare con pazienza.
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Enzo C
La delusione è forte, fortissima, è la delusione per un paese che non vuole cambiare, composto da una gran massa di ignoranti che non si preoccupa minimamente di informarsi sul serio, e si fa abbindolare da un burattino messo lì per salvare il sistema. Nemmeno un movimento che si è dimostrato per la prima volta veramente coerente con le promesse fatte e fautore di onestà vera in un paese dove la questione centrale è proprio la disonestà è riuscito a far breccia nel sentire generale. Che vergogna quest’Italia…. Non ci sono parole per esprimere la bassezza di questo popolo e la disillusione che continua a generare questa massa di miseria umana…
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Salvo E
Quelli del MoVimento 5 Stelle, prendano atto, che per diventare un grande partito, in Italia devi essere colluso, inciucista e prendere le mazzette, devi entrare nelle banche, trattare con i lobbisti, e non parlare mai di togliere soldi e privilegi alla casta. E consiglio ai vari Di Battista, Di Maio, Taverna, Ruocco ecc… tenete tutti i soldi del vostro stipendio, gonfiate i rimborsi, votate l’aumento del vostro vitalizio, usate l’auto blu’..fate questo, gli ITALIANI se non li fotti… NON GODONO!!
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Paolo Cordoni
Il M5S rappresenta una filosofia nuova non compresa da molti Italiani troppo abituati a navigare attraverso intrecci clientelari e poco preparati al ragionamento logico. Hanno scelto a mio avviso una strada comoda che va nella palude con il limite degli 80, forse non è un limite ma un obiettivo!
L’informazione dei media è un disastro, non si leggono libri che vengono sostituiti dalla gazzetta dello sport, ci si aggrega in posti come gli stadi ove non si comunica e siamo abituati ai luoghi comuni della serie “questo sistema non si può smontare perché onnipresente”!
Internet in molte parti del territorio è praticamente inusabile per la bassa velocità di connessione, molti anziani non sanno nemmeno adoperare il pc. Forse dalla rete ci siamo aspettati troppo.
I 5* hanno fatto un’ottima opposizione alla quale è stata data poca visibilità ma il lavoro fatto resta ed è stato magnifico.
Personalmente non mi interessa vincere una battaglia anche se ci credevo, ritengo che presto si prospetteranno situazioni pratiche che metteranno seriamente in difficoltà l’Italia e l’Europa, l’opposizione istituzionale del movimento 5* sarà un elemento fondamentale anche per mantenere informati coloro a cui preme la verità!
Il mio ideale di libertà e giustizia continuerà a manifestarsi attraverso il movimento perché solo lì mi sento rappresentato, auguro comunque a tutti di non dover soffrire oltremisura restando dell’opinione che Renzi è solo un bravo venditore di illusioni!

Marco Fornovo
Cari ragazzi del M5S e caro Beppe,
sono un vostro simpatizzante da tempo, vivo in Messico dal 1992 e sono genovese. Ho visto i risultati, finora sembra che non ci sarà la vittoria per il momento, ma non c’è secondo me da disperarsi. Infatti rimaniamo la seconda forza del paese, e questo mi sta bene. Poi ho anche visto qualche commento intelligente che dice che ogni 2 deputati pd si sarà uno del Movimento a controllare che non si facciano gli stessi paciughi. Ricordiamoci che siamo un paese dove non avvengono mai rivoluzioni, al massimo qualche insurrezione. Ce lo siamo fatti mettere nel culo da visigoti, ostrogoti, francesi, spagnoli e austriaci per secoli finchè poi sono arrivati due genovesi illustri, parlo di Mazzini e Garibaldi che han voluto l’unità d’Italia. Uno era la mente l’altro il braccio. Garibaldi si è fatto un mazzo così a liberare tutto il sud e poi alla fine ha dovuto dire: ubbidisco, e han fatto i cazzi che han voluto mettendo la monarchia. Quella stessa monarchia che abbiamo poi cacciato ma per il rotto della cuffia. Non che la repubblica abbia fatto meglio dopo, anzi. Ricordiamoci che siamo il paese (o quello che era all’epoca) che non ha voluto dare i soldi a Colombo per finanziare la sua spedizione: altro treno perso. Abbiamo avuto il padre della scienza moderna, Galilei e l’abbiamo messo in carcere. Ricordiamoci i morti per l’inquisizione, tutta gente morta per aver detto la verità. Ricordiamoci che siamo megalomani. Mussolini, ma che cazzo c’aveva nella testa, che voleva governare il mondo assieme a Hitler? Ricordiamoci che siamo in fondo un po’ leccaculi e ipocriti, parliamo male, ci lamentiamo e poi andiamo a fare la spia al padrone. Ma c’abbiamo anche lo stellone che fino adesso non ci ha abbandonato. Abbiamo avuto un gruppo di veneziani che han creato una città meravigliosa che ci invidiano tutti. Un gruppo notevole di artisti a Firenze e anche qualcuno non fiorentino, tutti geni assoluti più o meno nati nella stessa epoca. Allora i nostri artisti che hano fatto il Rinascimento, tutti geni e nati nella stessa epoca. Se non è culo questo, ditemi cos’è??
E poi quando tutto sembra finito, pum ti nasce un Bernini che continua con le sue opere la grande tradizione artistica italiana, praticamente dal nulla. Non c’è che dire, abbiamo culo. Come quando andiamo ai mondiali di calcio e sembra che faremo l’ennesima figura di merda, e invece no. Andiamo in finale e spesso vinciamo. Che dire? Adesso forse ci saranno i contratti firmati da Letta in Messico per lo sfruttamento di uno dei più grandi giacimenti di petrolio che è appena stato scoperto. Io so cosa bolle in pentola, perchè vivo in Messico, e credetemi saranno miliardi di dollari. Ci starebbe di non esser degli ingrati e cambiare la canzone di Jannacci: non più Messico e nuvole… ma Messico e favole??
Vabbé. Comunque è lì che ci sarà il M5S a controllare che non si mangino quei soldi che ci pioveranno dal cielo come la manna. Forse dovremo sorbirci gli F35, perché è stato Obama a presentare Letta al presidente del Messico. Pazienza.
Beppe non mollate, mi raccomando!!! Siete gli unici garanti di un’Italia pulita e onesta. Pazienza se adesso ci prenderanno un po’ per il culo col vinciamo poi. Ce ne sbattiamo il belino e sarà una profezia per il futuro. Vai avanti Beppe coi tuoi colpi di timone alla Govi, e mantienici sulla giusta rotta.

PN
Oggi abbiamo dimostrato di essere i soliti vecchi italiani di sempre.
A noi (soliti vecchi italiani di sempre) piace essere illusi, piace credere al sogno-facile.
“Dormite amici miei, chiudete gli occhi e sognate morbidamente”.
Per noi è così, no? Piace pensare che questo sogno ci sia regalato senza fatica, come un dono di compleanno, come una manna dal cielo.
“Ecco, tenete! Italiani cari, queste sono per voi: un pigiama, una cuffia e un orsacchiotto coccoloso. No, no, non abbiate timore ad appoggiare la testa sul cuscino… da bravi, e adesso chiudete gli occhi stanchi, mi raccomando…”
… perché al resto penserà lui.
Lui che cambierà l’Italia mentre noi saremo addormentati. E quando ci sveglieremo chissà quante cose belle e nuove troveremo!
Ci penserà lui a sistemare ogni cosa, in silenzio, senza fare rumore e senza disturbare nessuno. Shhhh! Suvvia, ora lasciatelo stare.
“Dormite… dormite sereni. Dormite, da bravi”.
Perchè dormire fa bene, non è così? E allora perché non dovremmo ascoltare questa nenia?
Dormire ci farà sognare e, in fondo, si sa, sognare non costa nulla…
…O forse sì.
“Buonanotte cari italiani, buonanotte”.

Pino Frontera
Berlusconi chiude il suo ciclo in politica, ma con lui non si spengono gli interessi che da Berlusconi si sentivano rappresentati. Questi interessi oggi scelgono, mediante i transfughi di Forza Italia, di essere rappresentati da Renzi. Non è solo un partito che di sinistra non ha più niente, ma una cultura politica di un Berlusconismo più raffinato e più pericoloso del primo che su Renzi gioca oggi le sue carte.
Per certi aspetti il Movimento 5 Stelle perde oggi la partita, pur restando una presenza significativa, che dovrà fare le sue valutazioni ed affinare l’arte delle mosse giuste contro questa scelta dell’elettorato italiano, che io giudico funesta.
A chi aveva pensato che la DC non sarebbe mai rinata, Renzi ha tolto questa illusione. Nel passato, sembrava che nessuno volesse votare per la DC, ma poi tutti la votavano. Oggi, Renzi stesso temeva di perdere, secondo ogni previsione, ma ha stravinto. L’Italiota era e rimane sempre democristiano il più delle volte contro il suo stesso interesse.. Con questo elettore bisogna fare i conti per cambiarne la cultura ottusa, collusa e servile.
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Jonico
L’affluenza è sotto il 60%. Boh? Chi non è andato a votare, cosa ha risolto? E’ come dire, “tu mi hai rubato la merendina, ed io per dispetto non mangio più, tiè!”

Albin Planinc
Il PD rappresenta il centro-palude, la “pancia” del paese, come li rappresentava la DC. E’ esatta quella analisi che ha descritto il PD come l’unico partito di sinistra in Europa (di sinistra in origine!) che si è lasciato colonizzare da una pattuglia minoritaria di ex-democristiani. E’ stato quindi abbastanza facile per ex-elettori di Berlusconi trasformarsi in elettori di Renzi, vista la contiguità palese tra i due partiti (certificata anche dalle larghe intese e dalla finta opposizione al governo Renzi da parte di Forza Italia).
Quella parte di elettorato che si ritiene di sinistra e che ha votato PD/Renzi è stata risucchiata in questa enorme palude centrista.
Gramsci avrebbe scritto, a proposito delle larghe intese ( PD e Forza Italia) di un nuovo blocco sociale in formazione. A questo punto Berlusconi può anche farsi da parte, il suo compito è terminato, il testimone lo passi pure a Renzi.
Buonanotte Italia.

LALLA CITA
Nel 1953, il 24 agosto, fu firmato un accordo sui debiti tedeschi decisamente magnanino per la Germania. Dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1990 alla ricca Germania furono cancellati, altrettanto magnanimamente, ulteriori debiti (anche da parte degli stati sovrani di Grecia e Italia, e da nazioni povere del continente) per consentire alla Germania di gestire la riunificazione nazionale senza rischiare il default. Sappiamo bene come la Germania ha restituito il favore.
La storia racconta che la Germania, che adesso fa tanto la moralizzatrice con gli altri Paesi europei in difficoltà, è andata in default due volte in un secolo e le sono stati condonati i debiti di due guerre mondiali per consentirle di riprendersi. Dopo la Grande Guerra, il conto salato per i danni materiali chiesto dai Paesi vincitori agli sconfitti, tra cui l’Italia, avrebbe reso impossibile alla Germania di avviare la rinascita. Nel 1923 arrivò il grande default tedesco, con l’inflazione che distrusse la repubblica tedesca. Adolf Hitler si rifiutò di onorare i debiti, i marchi risparmiati furono investiti per la rinascita economica e il riarmo, concluso, come si sa, con una seconda guerra, ben peggiore. Per la seconda volta, dopo aver portato il mondo sull’orlo di una distruzione totale, Berlino ha richiesto “Aiuto” ai paesi vincitori. L’ammontare complessivo aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari dell’epoca.
Questa volta nulla avrebbe potuto salvare la nazione che ha il peso di avere scatenato due guerre mondiali e provocato ingenti danni. Eppure, per la seconda volta, I paesi creditori, furono magnanimi. Con il trattato firmato a Londra le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che era già dietro l’angolo. L’altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l’eventuale riunificazione delle due Germanie, ma nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione

http://www.augustaonline.it/elezioni_europee_220514.html

SUL DEBITO DEL 3%
Di Cori Modigliani

“La barriera del 3%, come obbligo e imposizione, è uno sbarramento che uccide l’economia nazionale, impedisce il rilancio dell’occupazione, e privilegia la concorrenza extra-italiana.”
Esatto: la barriera del 3% deficit/PIL era scelta insensata già all’origine quando la crescita delle economie europee era cosa ben diversa da oggi (come ricorda sempre Beppe fu scelta da un travèt che in un documento scelse il numero 3 perché è “più di due e meno di quattro”; e gli euroburocrati confermarono il numero della Santa Trinità). A maggior ragione ora NON HA ALCUN SENSO mantenerla.
IL DEFICIT NON È PECCATO, è benzina nel motore dell’economia nazionale. Ovviamente va programmato con criterio rispetto alla congiuntura economica, ma nei momenti di crisi per innescare meccanismi virtuosi serve più “deficit spending” e meno rigore, altrimenti non se ne uscirà mai ma si aggrava vieppiù la situazione, avvitandola in una spirale perversa come sta avvenendo ora.
Non è possibile farlo restando nell’Euro? Ok, sarà uno dei principali argomenti che porremo nel pubblico dibattito propedeutico al REFERENDUM PER L’USCITA DALL’EURO.
Non ho dubbi che gli italiani, se debitamente informati e non solo spaventati con campagne di terrorismo psicologico sceglieranno la via della SOVRANITÀ MONETARIA.
*****
“Investimenti in innovazioni e attività produttive escluse dal 3% del deficit annuo”
Buona e ragionevole norma transitoria (in attesa della sovranità monetaria) ma attenzione a come verrà interpretata se (come è probabile) verrà concessa: anche il PD infatti chiede una “Golden Rule” simile, ma l’intenzione è assai poco commendevole: il loro obiettivo è considerare “investimenti produttivi” fuori dal 3% le Grandi Opere tipo TAV Torino-Lione e Terzo Valico e Grandi Eventi tipo Expo 2015 (la cui “produttività” è comprovata solo dai loro calcoli ottimistici quanto fallaci) e preservare il business di lobby affaristiche e coop rosse tipo CMC e ManutenCoop.

PIU’ I PAESI MEDITERRANEI VANNO MALE, PIU’ LA GERMANIA VA BENE
Berluscameno

Però … come sono furbetti questi capoccioni tedeschi!
Si sono inventati anche la Lobby Tedesca per controllare l’America.
Le esportazioni da Berlino a Washington sono a livello record. Merito anche dell’attività di “convincimento” a suon di milioni di dollari.
Più il sud d’Europa arranca e più l’export tedesco «tira».
Da almeno tre anni Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia e negli ultimi mesi anche la Francia, corrono dietro al miraggio del consolidamento fiscale dettato dai due guardiani dell’austerità in Europa: la cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo fido ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble.
La formula economica “errata dell’Austerity e del rigore” (in tempi di crisi recessiva) sembra funzionare solo per la Repubblica federale(che non è-infatti- in recessione!) perché stringere la cinghia in tempi di crisi non ha giovato a nessuno a sud di Bruxelles. Anzi, la crisi sociale si è solo acuita con l’aumento della disoccupazione ed i fallimenti a catena delle “imprese reali “.
In Germania, invece, si continua a registrare un surplus commerciale così alto (198,9 miliardi nel 2013) da essere fuori dai parametri imposti dall’Europa: in linea teorica (cioè leggendo i Trattati UE) l’eccesso delle esportazioni tedesche è tanto illegale quanto il debito pubblico italiano o il deficit greco. Viene dunque da chiedersi cosa ci sia dietro a tanta salute delle imprese teutoniche dedite all’export tanto in Cina quanto egli Stati Uniti.
Alcuni dati sono noti: oltre al quello che viene considerato «dumping commerciale» ai danni dei partner europei, le imprese tedesche sono ben organizzate, utilizzano infrastrutture di qualità e godono di un accesso al credito neanche immaginabile nel resto d’Europa.
Quello che forse non si sa è che la forza delle aziende da Amburgo a Monaco di Baviera sta anche in un notevole investimento in attività di lobbying sul governo degli Stati Uniti da parte delle istituzioni tedesche a ogni livello.
Così se Berlino controlla l’Europa imponendo i propri criteri macroeconomici (errati, come lo è la politica economica UE dell’Austerity e del rigore senza limiti) a Bruxelles, riesce a garantirsi anche importanti quote del mercato americano mettendo mano al portafogli. Senza nulla togliere ai prodotti tedeschi, forti sul mercato in virtù della loro qualità, vale la pena di dare uno sguardo ai numeri. Secondo la “Sunlight Foundation”, che ha elaborato i dati forniti dal Dipartimento americano della giustizia, i tedeschi non badano a spese quando si tratta di tutelare i propri interessi a Washington e sono secondi soli agli sceicchi degli Emirati Arabi Uniti.
Jenn Topper, portavoce della fondazione, spiega che «gli analisti hanno calcolato lo sforzo finanziario del sistema Germania nel 2013 in oltre 12 milioni di dollari, preceduti dagli Emirati con 14,2 milioni».
La lista è lunga e prosegue con il Canada (11,2 milioni), l’Arabia Saudita (11,1) e il Messico (6,1). L’Italia rimane sotto la polvere con un investimento di appena 81mila dollari attribuito genericamente «al governo italiano o a sue parti».
(Vorrei chiedere al Governo italiano : “… ma non sarà che i nostri Lobbisti USA considerino una dazione ai rappresentanti del Parlamento USA una attività non realizzante utile alcuno od un inutile spreco di denaro pubblico ? Ed in questo ultimo caso sarà possibile che si permettano di ritenere molto più opportuno riversare questi fondi forniti dallo Stato italiano in un conto bancario intestato al nome personale del Lobbysta italiano di turno , ed a questo fine utilizzando una banca con sede negli innumerevoli paradisi fiscali ?)
Contributi italiani allo sviluppo delle nostre aziende esportatrici in USA che sono niente rispetto agli 1,4 milioni spesi dal ministero bavarese per lo Sviluppo o ai 147 mila dollari messi in campo a difesa dei propri interessi commerciali da parte della Renania -Palatinato.
Questo per restare a livello pubblico regionale. Perché a Deutsche Telekom l’indice elaborato dalla Sunlight Foundation attribuisce spese per oltre 11 milioni di dollari, contro gli 1,1 milioni investiti in attività di rappresentanza negli Usa da parte dell’associazione delle Camere di commercio tedesche.
Il vertice di inizio maggio alla Casa Bianca fra Barack Obama e Angela Merkel si è concluso con una conferenza stampa nel Giardino delle Rose incentrata in gran parte sulla crisi in Ucraina.
In quell’occasione il presidente Usa ha investito la cancelliera del ruolo di mediatrice ufficiale con la Russia di Vladimir Putin. Lei, più concreta , ha dichiarato a Obama che continuerà a tutelare gli interessi commerciali tedeschi negli Usa facendo aprire molto di più il portafogli al Governo tedesco.

Bruno b
QUANDO NON SEI CREDIBILE

Abbiamo un Presidente della Repubblica e un Presidente del Consiglio che rappresentano un terzo degli Italiani, forse.
Entrambi parlano di Europa e di riforme necessarie per portare l’Italia ad un livello economico e sociale necessario per far parte della Comunità Europea.
Ma di cosa parlano?
Di quale riforme stiamo parlando e a scapito di chi?
In passato ci sono state le guerre e milioni di morti che le nazioni commemorano come eroi per aver salvato la libertà e la vita di altri uomini.
Balle, sono morti solo gli eroi.
Oggi la situazione è peggiore di quegli anni oscuri perchè ci nascondiamo dietro l’ipocrisia della democrazia.
In questi anni bui di crisi economica c’è una parte della nazione che non è stata neanche sfiorata.
La cupola sotto l’ala del PDR e del governo dei “larghi” consensi non ha sofferto la disoccupazione, non ha perso la casa, non ha dovuto rinunciare a nulla, anzi si è data un bel da fare mentre le famiglie si impoverivano.
Stipendi, pensioni, vitalizi, sprechi, privilegi, nulla è stato tolto a questo fortunato cerchio magico che promette prosperità e crescita richiedendo sacrifici agli altri.
Non sono un catastrofista ma neanche un allocco.
L’economia Italiana continua a peggiorare e la disoccupazione è diventata insostenibile.
Facendo 2 conti in tasca, le tasse verso le imprese e i debiti delle famiglie sono aumentati ed anche se i tributi hanno cambiato nome o si sono moltiplicati anche quest’anno sono aumentati.
Dare 80 euro in più in busta paga a chi ne spenderà almeno il triplo per gli aumenti di bollette e per il varo di nuovi tributi è davvero una truffa e un’offesa ai poveracci.
Renzi in questi 100 giorni non ha fatto nessuna riforma ed insieme al PDR sta solo arginando la frana.
Non puoi fare una guerra e mandare gli altri a combattere, non sei credibile.
Le persone crederanno nell’Italia e nell’Europa solo se ne trarranno vantaggio, il resto è demagogia da 4 soldi.

Berluscameno
UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA

Crisi Europea, Stiglitz: “E’ un disastro creato dall’euro”.
Per il Premio Nobel dell’Economia Stiglitz , i problemi dell’Europa sono stati provocati dalla moneta unica. “Ha creato disparità” tra i paesi dell’Unione .
Adesso serve solidarietà e mutualizzazione dei debiti pubblici dei Paesi UE (tramite la BCE) altrimenti occorre una rapida ristrutturazione istituzionale dell’ UE.
Per George Soros l’Europa è diventata un caos istituzionale politicamente inaccettabile.
“La crisi dell’euro è colpa della moneta unica e di una Banca Centrale Europea(BCE) non sufficientemente solidale con tutti i Paesi UE. Per il professore della Columbia University, Joseph Stiglitz, i problemi economici dell’Europa sono tutti racchiusi lì: nella moneta unica.
L’agonia economica che alcuni Paesi continentali più di altri stanno vivendo è “un disastro economico provocato dall’uomo e soprattutto dall’euro”, ha denunciato il premio Nobel.
Ma forse con l’esplosione della recessione nei Paesi UE “abbiamo abbastanza solidarietà nella BCE per cercare di dare vita davvero al progetto dell’euro.”
La soluzione che suggerisce è quella di riformare il “quadro istituzionale europeo” e farlo diventare più solidaristico ad imitazione degli USA .
Una tesi basata sulla realtà dei fatti.
L’analisi di Stiglitz parte infatti riconoscendo lo stato di recessione in cui si trovano oggi molti paesi europei a causa dell’attuale politica economica errata dell’ Austerity (Trattati e decisioni UE esclusivamente germanico centriche ) applicata ciecamente e senza alcuna giustificazione teorica ai Paesi UE in piena recessione,deflazione e con alta disoccupazione.
Stiglitz definisce questa situazione una grave depressione( esclusa la Germania), che sta comportando -per i Paesi UE -una perdita enorme di capitale umano e di pace sociale.
Mentre in questi anni è stato cavalcata (con dolo) la politica dell’ Austerity come “falsa strategia di crescita”, adesso sarebbe più opportuno valutare una completa ristrutturazione istituzionale dell’Unione europea, piuttosto che degli Stati che la compongono.
Una tesi condivisa dal guru di Wall Street, George Soros, convinto che “l’euro germanico “abbia fatto nascere una situazione viziata fin dall’inizio”.
Per l’esperto di investimenti è palese che la moneta unica abbia fatto emergere divisioni fra i Paesi europei che sono diventati -col passare del tempo -sempre più evidenti a causa di Paesi UE in surplus e altri in costante deficit.
Una situazione a suo avviso politicamente ed economicamente inaccettabile”.

PIPPO
Il PD essendo un partito di ipocriti e pusillanimi, ha subito santificato quel modestissimo “cane morto” di Monti facendolo assurgere a salvatore della patria. Eppure Monti con i suoi 15 mesi ha prodotto la distruzione della classe media.
Con l’applicazione dell’IMU, aumentando indistintamente le rendite catastali del 60%, senza guardare chi in certe cittá giá le aveva più che alte, ed all’interno delle stesse chi le ha tuttora bassissime rispetto al valore della casa.
Per fare un esempio il fariseo Delrio ha dichiarato di aver pagato nel 2012 €. 350, avendo una villa con 9 figli. Il sottoscritto, avendo un semplice appartamento A2 in periferia ha pagato quasi €. 1.500,00. A Roma una casetta minuscola di 35 mq. fuori raccordo, costruita 3 anni fa all’interno di un palazzone lungo ed alto, ha rendite da 400-500 €. Come mai?
Non dimentichiamo poi il blocco della perequazione delle pensioni considerate da questi imbecilli alte, cioè quelle che superano di 5 volte il minimo, blocco di cui nessuno parla più, anzi qualcuno (leggi Renzie-Cottarelli) vorrebbe tagliarle.
Poi ancora la possibilità data a regioni e comuni di alzare ancora le addizionali.
La ciliegina è stata l’invenzione degli esodati, per cui sia Monti, che la maledetta Fornero, che tutti i parlamentari che l’hanno approvata devono morire.
E ora chissà quali altre bellurie si preparano a sfornare questi miserabili semmai l’ebetino dovesse raccogliere molti consensi.

COMITATI DI AFFARI
Desmond

Più che all’idea dei complotti, consolante, ma poco precisa, mi affido alla realtà visibile e ai fatti conclamati. Nel luglio 2011, subito dopo le vittorie referendarie, Bersani normalizzò l’Unità espellendo chi ne aveva fatto una voce dei movimenti per i referendum, ruppe tutti i legami con i comitati che li avevano organizzati e isolò, con l’aiuto del Quirinale, l’IDV. Isolando l’IDV spinse SEL ad un patto di scambio l’estate successiva: appoggio incondizionato e coalizione elettorale in cambio di poltrone.
Sullo sfondo c’era il sistema di appalti e poltrone in cui era sempre più apertamente coinvolto il PD. Quindi se, come era ormai pubblicamente constatabile, il PD non era altro che un comitato d’affari di vertice che gestiva flussi di risorse più o meno consistenti verso i diversi gruppi, non poteva andare ad elezioni prima della fine della legislatura, perché se il Parlamento fosse stato sciolto prima del marzo 2012, il PD avrebbe dovuto andare al voto sulla base della foto di Vasto e con il determinante condizionamento dei movimenti e dei comitati che avevano guidato le vittorie dei mesi precedenti. Ma questo avrebbe implicato l’adozione della loro agenda politica e quindi ad es. l’abbandono di progetti di spartizione di appalti come l’Expo, che era già noto all’epoca come pozzo per il riciclaggio di capitali di origine criminale (una delle ultime e più drammatiche inchieste di Current TV prima della sua chiusura), della TAV, degli F-35, e infiniti altri esempi di saccheggio, e l’adozione di un programma di lotta alla corruzione incompatibile con gli interessi del vertice del PD.
Questo non esclude l’esistenza di pressioni esterne dalla finanza internazionale e dalla Troika, ma sono pressioni fisiologiche che ci sono sempre e non sono determinanti per le scelte di politica interna ed economica di uno stato democratico. Erano pressioni che potevano benissimo essere respinte e nel caso negoziate. Il fatto che invece sia stata cambiata la Costituzione e sia stata imposta una politica economica e sociale disastrosa, e, dopo il febbraio 2013, anche autoritaria ed eversiva, si deve interamente all’evoluzione berlusconista e oligarchica del PD. E’ a causa di quella evoluzione pubblica, e dopo il febbraio 2013 anche ufficiale, che la maggioranza di governo nata alla fine del 2011 ha trovato non solo accettabile, ma persino utile, fare proprie le soluzioni che dall’esterno venivano proposte, come l’introduzione dell’obbligo di pareggio di bilancio in Costituzione, che costituisce un formidabile sostegno all’impunità della corruzione e all’aumento dei flussi di risorse verso gruppi interessati al saccheggio evitando qualsiasi controllo pubblico. Infatti con la nuova formulazione dell’art. 81, di fatto il controllo sui costi avviene a posteriori e non più a priori dibattendo pubblicamente le fonti di copertura dei diversi provvedimenti, così le stime possono essere sommarie, mentre il governo può intervenire sempre con procedura d’urgenza e a posteriori con la scusa dello sforamento e l’intervento, essendo d’urgenza, è sempre a copertura e nasconde sempre le cause.

Non c’è bisogno di immaginare complotti e suadenti azioni di irretimento da parte di Berlusconi, quando i fatti sono pubblici e persino apertamente ammessi dagli interessati: il vertice del PD è un comitato d’affari che è al centro di una rete di corruzione, appalti e poltrone complementare e simile a quella berlusconista. Quindi non c’è mai stato nessuno comprato da Berlusconi e nessuno scemo che sbaglia tutto (nessuno sbaglia tutto per 15 anni filati) e ci sono stati sempre semplicemente degli oligarchi che hanno perseguito al meglio i loro interessi. Per molto tempo li abbiamo scambiati per stupidi, dal 2011 è cominciato ad essere palese, anche attraverso aperte ammissioni dei protagonisti, che stavano perseguendo i loro interessi. Dal febbraio 2013 sono caduti ogni velo ed ogni finzione e la comunanza di interessi e progetti, anche costituzionali, con il berlusconismo, l’eversione piduista e le mafie è divenuta dichiarata e azione legislativa aperta ed esplicita.

Giuseppe Zupo, responsabile giustizia del PCI durante la segreteria di Enrico Berlinguer:
“Lo so, farò inorridire i miei compagni di una volta. Sono comunista, semel semper berlingueriano e dopo il Pci non mi sono iscritto a nessun partito perché nessuno ha portato più avanti quei valori. Ora vedo nel M5S l’unico possibile erede.”

Si può discutere della questione, ma Zupo non è l’ultimo arrivato; non è un ignorante influenzabile da vuoti slogan populistici, ma una persona colta e con un passato politico di altissimo livello, come altissimi sono il suo senso dell’etica civile e politica e il senso del dovere che ne deriva (non è uno di quei disgraziati che secondo Renzi votano M5S) . E anche in quel caso non si tratta di orientamenti casuali o superficiali, ma di scelte consapevoli. Zupo è davvero un berlingueriano e un antifascista a tutto tondo, non un cialtrone che falsifica il pensiero di Berlinguer per farne una figurina comodo e innocqua, come ha fatto un Veltroni
Conviene riflettervi.

Mariapia Caporuscio
Un tempo la politica si occupava del bene comune oggi si occupa esclusivamente di se stessa, per garantirsi privilegi e immunità dai tanti, troppi reati che commette.
In ogni “finta legge” che riguarda la comunità si nascondono contro-leggi o leggi-vergogna che favoriscono queste che si possono tranquillamente definire cosche, del resto cosa sono le cosche se non una ghenga dedita a rubare per arricchirsi?
Quello che è accaduto con la cosiddetta legge “svuota carceri” (legge 67/2014) approvata dalla Camera con i soli voti contrari del M5S, Fdl e Lega, per tamponare l’emergenza del sovraffollamento, nasconde (tra le righe) l’ennesimo regalo alle mafie dai colletti bianchi, meglio conosciute come: personaggi istituzionali.
Alle spalle dei cittadini e nel silenzio tombale dei media, si spara contro le coscienze. Questa vergogna consente la sospensione del procedimento per una serie di reati economici e fiscali della casta, spianando una bella autostrada per continuare la predazione delle risorse pubbliche, alla categoria più lurida che mente umana possa concepire: le più alte cariche dello Stato!
Questi loschi personaggi privi di coscienza e senza scrupoli, tradiscono la fiducia di chi li ha posti alla guida del proprio paese e calpestano la Costituzione sulla quale hanno (sper)giurato.

Berluscameno
Forse non è molto importante il fatto che la Merkel voglia (di fatto)rendere schiavo il Popolo Italiano.
Ci siamo liberati di Hitler (con l’aiuto degli USA) ed ora chi ci aiuterà?
La Grande Germania nel tempo della Merkel.
LA GRANDE TRAPPOLA DELL’EURO (germano centrico).
E LA GERMANIA STRINGE LA PRESA SUL COLLO DELL’ITALIA.
Ma è proprio vero che non vi sono vie d’uscita possibili?
“Le “anime candide” e “sognatrici” -in chiave rigorosamente “euro”- ci ripetono pateticamente ogni giorno che “tutto” il velleitario armamentario del “federalismo fiscale solidaristico UEM” possa essere materia di trattativa in sede UEM, ma continuano a ignorare le norme dei trattati europei, e del diritto internazionale, utilizzandole –però -come una clava soltanto per poter auto flagellare l’Italia.
La Germania ha gravemente e irrevocabilmente violato i trattati, configurando un “sistema” articolato di alterazione della concorrenza intra UEM, onde favorire le proprie esportazioni.
Ciò ha fatto coordinando una strategia efficace e spregiudicata che non tollera controlli e verifiche di rispetto della normativa dei trattati.
Quella che salta agli occhi è l’arroganza illimitata dell’atteggiamento tedesco.
Poniamo il caso che fosse ipotizzabile (ed accettato dal Governo UE) un indiretto finanziamento allo Stato, ma molto indiretto (anche tramite i possibili Euro Bond di tremontiana memoria )o nel caso di cessione di debiti delle imprese (con garanzia di rimborso statale del debito) verso le Banche con la pendenza dell’obbligazione solidale delle imprese sull’ asset sottostante, lo sarebbe solo in una visione meno forzata e certamente più rispettosa dello spirito dei trattati di quella in base alla quale i tedeschi hanno effettuato ( con la defiscalizzazione del lavoro delle riforme Hartz e con il massiccio credito alle esportazioni) gli aiuti di Stato in favore dei propri specifici
(e attentamente programmati) settori industriali esportatori.
In questa attuale situazione, in cui la scarsa cooperazione che ha portato alla preventiva e gravissima violazione dei trattati da parte tedesca, si aggiunge anche la violazione del divieto di dare istruzioni alla BCE e la capziosa interpretazione dei trattati per CONSOLIDARE IL VANTAGGIO COMPETITIVO TEDESCO RAGGIUNTO in modalità illecita, dovrebbe stare al nostro governo attivarsi e reagire.
Questo è un banco di prova fondamentale per dimostrare che, nonostante i proclami e le anime “candide e sognatrici”, non possa esistere alcuno spazio di trattativa possibile coi tedeschi.
E non solo, di fronte al loro massiccio e decisivo inadempimento dei trattati, anche per far valere il principio, del diritto dei trattati, “jus cogens” inderogabile (art.60 Convenzione di Vienna), che “inadempimenti non est adempimenti”:
è la Germania (ossia la Merkel)non può fare la voce grossa, per di più su questioni per le quali è vietata dal trattato ai governi, ogni presa di posizione che non sia rispettosa delle regole che invocano i tedeschi ed esclusivamente a loro favore.
Ma non attendetevi cooperazione, ravvedimento o dignità di azione dal governo tedesco e neppure da quello italiano( e questo altro fatto ha addirittura dell’incredibile!).
Fino a quando rimarremo in un trattato europeo ad applicazione “diseguale”, in cui è impedita ogni parità di condizioni ( anche se imposta dall’ art.11 Costituzione Italiana) , e di ogni altra considerazione della dovuta importanza che, per la stessa ripresa economica europea, ha l’economia di un grande paese industriale come l’Italia?
L’Italia ha il solo torto di dare fastidio con la sua (residua) vitalità industriale alle mire imperialistiche della Germania e della Merkel.
Per quanto ancora dovremo farci trattare come un paese sottomesso ed imbelle o di serie C, lasciandoci calpestare (e distruggere economicamente) tramite il non rispetto tedesco della normativa prevista?
In occasione della visita di Angela Merkel alla Casa Bianca, nei primi giorni di maggio 2014, a dare il via a stizzite polemiche sui giornali USA è stato John McCain, ex candidato repubblicano alla Presidenza:
«La leadership tedesca è imbarazzante. Fa quello che gli industriali del suo Paese le ordinano».
Al contrario di ciò che pensa il Governo italiano, di dubbi su chi comanda a livello europeo, gli americani non ne hanno mai avuti: «Per Washington l’Unione Europea non esiste più, c’è solo la Germania», ha detto qualche tempo fa John Kornblum, ex ambasciatore Usa a Berlino. Il problema è che, secondo Obama e i suoi collaboratori economici , gli egemoni tedeschi non sono stati all’altezza del compito.
Nel 2008, nel pieno della crisi Usa e poi mondiale, l’allora segretario al Tesoro Usa Henry Paulson aveva convocato a Washington i vertici dei primi nove istituti finanziari americani. Dettando le sue condizioni li aveva rifinanziati evitando l’infarto del sistema creditizio. Allo stesso tempo la Federal Reserve (FED) aveva pompato dollari come se piovesse nel sistema economico. E la doppia manovra alla fine aveva funzionato.
Alla Merkel il presidente Usa ha da subito consigliato la stessa strada per le economie dei Paesi europei (UE)in chiara ed evidente recessione, bassa inflazione (ed ora in piena deflazione), alta ed inarrestabile disoccupazione.
Per dirla in lingua originale: «American-style bailout and fiscal stimulus», stimoli fiscali e aiuti all’americana, questo ha consigliato Obama alla potente cancelliera tedesca.
Infatti nel 2011 e 2012 il salvataggio dell’euro (Paesi UE) e dell’economia globale era diventato una priorità assoluta anche per Obama, impegnato nella campagna per la rielezione. Dato che anche il premio nobel dell’economia Stiglitz aveva definito “una madornale sciocchezza”il pensiero economico della Merkel (condiviso teoricamente anche dal nostro esimio ministro dell’economia Padoan) facendo riferimento ad un fantomatico (e teoricamente errato) concetto di “Economia dell’ Austerity Espansiva”,
occorre spiegare – infatti – che CRESCITA E SVILUPPO sono concetti che non si adattano per nulla a scelte economiche di alta tassazione, forte disoccupazione e chiusura o delocalizzazione (facilitata dallo Stato ) degli stabilimenti industriali manifatturieri e blocco totale ( per sempre! )dell’industria edilizia.
In un caso precedente (al fine di evitare che la Grecia fosse abbandonata al suo facilmente prevedibile tragico destino) l’intelligente Obama (molto lontano
dall ’intelligenza operativa e teorica messa attualmente in campo dal nostro ministro Padoan) era dovuto intervenire personalmente con una telefonata in extremis alla Cancelliera Merkel, molto scocciata -per questo palese disturbo alla sua quiete intellettuale – a cui il Presidente USA era ricorso.
Mi sembrerebbe logico -tra l’altro -che anche in Italia dovesse essere presa in seria considerazione una modifica del nostro codice penale per cui si debba prevedere un nuovo articolo riguardante il “Reato di Tradimento della Nazione “ per tutti quei funzionari pubblici economici che intenzionalmente e caparbiamente abbiano contribuito attivamente a condurre( tramite l’applicazione di politiche economiche errare teoricamente e di fatto ) il popolo italiano alla disperazione economica ,con relativo aumento della” fame” tra i cittadini e dell’ aumento sconsiderato della “perdita dei posti di lavoro”.
Il tutto condito da perturbamento dell’ordine e tranquillità sociale con diffuse proteste sociali di piazza (“vogliamo le case di abitazioni pubbliche!” ) e di sollevamento violento contro lo Stato di intere categorie di cittadini (i Forconi!) disgustati dalle ingiustificate ristrettezze economiche accompagnate da un aumento indiscriminato della “miseria “tra il popolo!
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Lorenzo
Solo nell’ultimo mese:
- Arrestato Dell’Utri (FI)
- Arrestato Scajola (FI)
- Arrestato Matacena (FI)
- Arrestato Genovese (PD)
- Arrestato Greganti (PD)
- Arrestato D’Amelio (PD)
- Arrestato Scopelliti (NCD)
- Arrestato Romano (NCD)
E ora questi partiti si aggrappano a un incidente stradale di 34 anni fa per attaccare Grillo. Fanno più ribrezzo o più compassione?
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Addison
Vorrei far notare questi fatti (mica chiacchiere) tralasciando tutto l’altro marciume:
- nella legge che abolisce il reato di clandestinità, sbucano i benefici per i reati tributari e fiscali;
- Italicum concepito per far fuori i 5S;
- aziende artigiane: 63% di tasse (le più alte a Bologna, Firenze e Roma col 74%).
Questi sono semplicemente dei MASCALZONI.

COS’E’ IL FISCAL COMPACT
Paola Taverna

“Lei sa cosa è il Fiscal Compact? Lei sa cosa è il MES? E cosa vuol dire pareggio di bilancio?Nessuno o quasi nessuno sa di cosa stiamo parlando. Eppure il Mes, il Fiscal compact e il pareggio di bilancio fanno parte delle nostre vite molto più di quanto pensiamo. Il Fiscal Compact costa all’Italia 50 miliardi ogni anno. Per il MES abbiamo già pagato 15 miliardi di euro e ci siamo indebitati per altri 125!!! I nostri governi, gli attuali partiti, (tutti gli attuali partiti senza differenze) hanno fatto questi compromessi (chiamiamoli così). Questi patti assurdi che noi cittadini paghiamo sulla nostra pelle ogni giorno nel nome dell’Unione Europea! Nei primi 9 mesi del 2013 hanno chiuso 32.500 stalle e aziende italiane con 36 mila nuovi disoccupati a causa dell’importazione mal regolamentata dall’Unione Europea di prodotti di ogni genere. L’Italia importa il 59% di “pomodoro fresco”; il 50% di grano per il pane; il 40% di grano per la pasta; il 40% di latte e carne. In poche parole 1 piatto di pasta su 2 di quelli che mangiamo ci viene venduto dall’estero! In sostanza, in nome dell’Unione europea, i prodotti nazionali sono svantaggiati fiscalmente rispetto agli stessi provenienti da altri paesi. Il riso della Romania costa meno, le arance del Portogallo prendono il posto di quelle siciliane e così via. L’Italia è diventato un paese non sostenibile: le campagne si spopolano, le merci viaggiano su mezzi inquinanti o che devastano il territorio, il cemento sta divorando il paese. Perché tutto questo? Perché l’Europa è un’unione basata sulle lobby e sulla finanza che non cura affatto gli interessi dei cittadini! I nostri governi e i nostri premier sono servi di poteri finanziari! Renzi è andato dalla Merkel e anziché difendere l’Italia ha calato le brache. Ha baciato la mano dei poteri forti. Renzi e questo governo sono figli della Troika!
Il M5S vuole un’Europa solidale o nessuna Europa! Il M5S vuole il ritorno ai principi di solidarietà e di comunità in cui siano rispettate le culture millenarie dei popoli che compongono il vecchio continente! Per questo il voto europeo è anche un voto nazionale. Il 25 maggio è un bivio: o noi o loro!”
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Lorenzo
Ecco i risultati del governo Renzi:

- NESSUNA delle 4 riforme promesse entro maggio (legge eletotrale, Job Act, fisco e PA è stata fatta.
- I debiti della P.A. che per Renzi adesso saranno pagati entro settembre, per il DEF entro ottobre, per Delrio (ultima versione) entro fine 2014 (quindi anche novembre o dicembre).
- Gli 1,5 miliardi promessi dal primo aprile per la tutela del territorio non si sono visti.
- I 3,5 miliardi promessi il 14 marzo per la sicurezza nelle scuole sono diventati 244 milioni.
- Il taglio promesso dal 1° maggio dei costi dell’energia del 10% per le Piccole e medio imprese attraverso una rimodulazione del paniere della bolletta energetica non si è visto.
- Gli 1,7 miliardi dal 1° maggio per garantire ai giovani (18/29 anni) entro 4 mesi dal titolo di studio il lavoro o il proseguimento degli studi ci sono solo in 5 regioni su 20.
- Poi la riforma delle Provincie ha aggiunto 26 mila consiglieri regionali e 5 mila assessori comunali in più rispetto a prima.
RENZI IL NULLA!

Sergio di Cori Modigliani

Alcune parole scritte da uno che se ne intende: il Prof. Paolo Becchi. “Per salvare un mostro, una moneta nata male e proseguita peggio, stiamo facendo a pezzi le nostre Costituzioni”.
In questi giorni, in modo sorprendente e tragicomico se ci pensate, a criticare il cosiddetto Fiscal compact – che prevede per il nostro paese l’obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio per Costituzione, il non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del Pil e una significativa riduzione del debito pubblico al ritmo di un ventesimo (5%) all’anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell’arco di un ventennio – sono anche quei partiti che l’hanno ratificato in Parlamento nel luglio del 2012 dietro le direttive dell’allora premier Mario Monti.
Il dibattito si sta concentrando molto sul Fiscal Compact anche se come leggiamo nel Documento di Economia e Finanza 2013 stilato dall ’allora governo Monti “la prima valutazione della Commissione e del Consiglio Europeo sulla conformità alla regola del debito avverrà per l’Italia nel 2015, ossia al termine del periodo di transizione di tre anni successivo alla chiusura della procedura per deficit eccessivo”, o ancora come leggiamo nella trascrizione di Banca d’Italia nell’ audizione parlamentare del 23 aprile 2013 “il rispetto della regola sul debito per l’Italia avverrà per la prima volta nel 2016″.
In poche parole, il Fiscal Compact non ha ancora prodotto alcun effetto sulla drammatica crisi sociale in corso nel nostro paese.
Esiste però un altro trattato internazionale che, al contrario, ha già manifestato le sue enormi potenzialità e di cui in pochi, forse proprio per questo, parlano: il Meccanismo europeo di stabilità (MES). Il MES, in modo complementare al Fiscal Compact, ha di fatto creato una nuova governance europea per la gestione della crisi, parallela e diversa a quella stabilita nei Trattati comunitari e ha già prodotto risultati pratici tangibili e enormi.
L’Italia, considerando anche il vecchio Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) di cui il Mes è stato l’erede, ha già versato 46 miliardi di euro dei 125 miliardi previsti fino al 2017. Soldi che chiaramente potevano essere utilizzati per rilanciare la nostra economia attraverso quei progetti eternamente sospesi per la mancanza di coperture.
Ma perché si è deciso di costituire il MES? La risposta si può trovare solo nella crisi della zona euro che nel 2012 aveva di fatto determinato il collasso della moneta unica.
Si è deciso dunque di ricorrere ad un accordo di diritto internazionale, con regole proprie che fuoriescono dal sistema normativo comunitario, e creare un ente finanziario che ha come obiettivo quello di correggere gli squilibri finanziari maturati nell’ambito della zona euro.
La finalità del MES non consiste quindi nel “salvataggio” degli Stati, ma, come ha indicato molto bene Lidia Undiemi recentemente, nella creazione di un organismo permanente il cui scopo, in una ottica politica più ampia, è stato la creazione di una governance politica intergovernativa attraverso la quale potere intervenire tutte le volte che l’instabilità – a monte generata da una crisi della “bilancia dei pagamenti” – mette in discussione la sopravvivenza della moneta unica.
L’esperienza dei Paesi dove ha operato effettivamente il MES dimostrano le drammatiche implicazioni nel governo del territorio di questo trattato internazionale.
I casi di Grecia, Spagna, Portogallo e Cipro ci forniscono già quattro indizi che fanno più di una prova: quando uno Stato dovesse richiedere quei soldi che ha versato nel Fondo comune, attraverso il MES, i creditori internazionali – la famigerata Troika – si sostituiscono di fatto nella gestione della “politica economica” del paese debitore.
Lo Stato che chiede un prestito deve, infatti, sottostare ad una “rigorosa condizionalità” nell’ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico e di progressivo rientro del suo debito pubblico.
Il Fiscal Compact inizierà poi a produrre i suoi effetti e lo farà in un modo che il nostro paese non potrà sostenere: come ha calcolato Alberto Bagnai, l’Italia dovrà pagare nel 2015 – ed è una cifra ottimistica – 38.4 miliardi di euro.
Se a questo si aggiungono le rate da versare al MES si percepisce come intere finanziarie serviranno a rispettare i diktat di questi organismi sovranazionali che continueranno a imporre tagli in salari, pensioni, sanità e la rinegoziazione dei diritti sociali acquisiti negli anni dalla popolazione.
Inoltre, aspetto fondamentale e di cui non parla nessuno, il MES è per suo trattato istitutivo perenne, al contrario del vecchio FESF, e ricapitalizzabile all’infinito per decisione del Consiglio dei Governatori, che potrà, bypassando tutti i Parlamenti nazionali tranne quello tedesco per l’importante e isolata presa di posizione della Corte di Karlshrue, imporre cifre infinite agli Stati in ogni momento in cui la crisi lo dovesse richiedere.
Crisi che come hanno dimostrato ampiamente gli economisti e come ammette ormai la stessa Bce è di debito privato e non di debito pubblico.
A fallire erano le banche e non gli Stati, tanto che nei paesi dove è intervenuto il MES solamente una percentuale minima è finita nelle casse governative, il resto, stimato in circa il 70%, ha permesso il recupero dei crediti da parte degli istituti finanziari nazionali e soprattutto di quelli del Nord Europa.
In molti hanno iniziato a sottolineare come il MES abbia prodotto un sostanziale mutamento della governance economica europea ormai affidata ad una tecnocrazia che ha depotenziato sia la sovranità degli Stati, sia le istituzioni democratiche europee.
Per salvare una moneta si sono indeboliti i Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo. Per salvare un mostro, una moneta nata male e proseguita peggio, stiamo facendo a pezzi le nostre Costituzioni e ora perfino quei diritti che l’Unione Europea con la Carta dei diritti di Nizza intendeva tutelare.
Non si può per questo criticare alchimie giuridico -finanziarie – come il MES e il Fiscal Compact – create per salvare ciò che non è salvabile, la moneta unica, e non prendere una posizione definitiva sull’origine di quegli strumenti, l’euro appunto”.
Corruzione, Transparency International: “Anche le istituzioni europee a rischio”.
Ma quali italiani si preoccupano delle condizioni “pietose“ delle istituzioni europee? Eppure sono proprie quelle istituzioni UE che pretendono che l’Italia continui ad adottare le politiche economiche di austerità e rigore che ci stanno portando alla pura e semplice desertificazione industriale.
Ho visto alla TV che una bambina di 10 anni ha consegnato alla Lady Obama una petizione con lo scopo di ottenere un lavoro qualsiasi per il suo Papà che da tre anni era disoccupato! Eppure negli USA la disoccupazione è stata ultimamente fortemente ridotta. In Italia abbiamo tremilioni e trecentomila disoccupati ed altrettanti sono ormai certi di non poter trovare più un lavoro! Eppure tanti giovani intellettuali (disoccupati) credono ancora che il lavoro venga loro assegnato se saranno capaci di attirare l’attenzione con i loro scritti (magari polemici )di qualche ricco “politico “.
Quale triste disillusione li attende!
Speriamo che il nostro Ministro dell’economia telefoni presto ad Obama (USA) per “farsi spiegare” come sia possibile applicare al mercato italiano dei capitali i necessari Quantitative Easing (QE) -di aumento di moneta circolante -che solo possono condurre -una economia ingessata come la nostra italiana –dalla recessione e deflazione presente in una sfolgorante crescita e sviluppo economico accelerato con conseguente diminuzione drastica del numero dei disoccupati e dei senza lavoro.
I risultati del rapporto “The Eu integrity System report” costituiscono il primo studio mai realizzato sul tema della corruzione in Europa ed in Italia in particolare.
“I cittadini non sono informati su come gli interessi in gioco influenzano la legislazione dell’Ue e chi è al potere – denuncia l’ONG – Una carenza grave, perché l’Unione europea gestisce ogni anno circa 140 miliardi di euro di bilancio e ha competenza su delicate materie come le riforme dei sistemi bancari”.
Conflitti di interesse, opacità del processo legislativo, lobbisti fuori controllo. Secondo Transparency International anche le istituzioni europee (oltre a quelle italiane)sono esposte al rischio corruzione e a dimostrarlo arrivano i risultati del suo ultimo rapporto, “The Eu integrity System report”, il primo mai realizzato su questo tema.
“I cittadini non sono informati su come gli interessi in gioco influenzano la legislazione dell’Ue e chi è al potere” denuncia l’ONG, capofila contro la corruzione nel mondo.
Una carenza grave, perché l’Unione europea gestisce ogni anno circa 140 miliardi di euro di bilancio e ha competenza su delicate materie come le riforme dei sistemi bancari. Un’opacità che accresce il consenso per i partiti euro scettici.
“Le elezioni europee di maggio sono l’occasione per riflettere su come le istituzioni dell’ UE possano servire meglio i cittadini.
Se la nuova leadership vuole seriamente fermare il declino della fiducia, i rischi di corruzione devono essere affrontati prima che diventino scandali”, ha detto Carl Dolan, direttore dell’ufficio di Bruxelles di Transparency International.
Secondo il rapporto il problema dell’Unione Europea non sono le norme, che risultano nel complesso buone e articolate (sic!), ma un sistema compromesso da “cattive pratiche, dalla mancanza di volontà politica o dalla scarsità di risorse e personale”.
La scarsa applicazione delle norme è evidente, ad esempio, nella reticenza della Commissione europea a ricorrere ai suoi poteri per impedire alle imprese corrotte di partecipare agli appalti pubblici nell’ UE: “a fine 2013, solo una società è stata esclusa dal presentare offerte per i contratti UE sulla base dei poteri della Commissione” denuncia il rapporto.
Troppi i passaggi decisionali nascosti al pubblico, come succede con i cosiddetti “triloghi”, ossia le riunioni durante le quali le leggi dell’ UE vengono discusse e negoziate a porte chiuse tra il Consiglio, Presidente del Parlamento e Presidente della Commissione. “Una pratica divenuta più frequente nell’ ultima legislatura che però viola qualunque trasparenza e rende i negoziati sempre più segreti”, spiega Carl Dolan.
Altrettanto grave, secondo l’organizzazione, è l’assenza di regole e vincoli per i lobbisti, che cercano di influenzare le decisioni europee a favore delle aziende o organizzazioni da cui sono stipendiati.
Nonostante la presenza di circa 15.000 lobbisti a Bruxelles, infatti, non esiste alcuna regola che obbliga i legislatori europei a registrare e/o divulgare gli incontri con loro durante l’elaborazione delle leggi, né le eventuali indicazioni che vengono loro suggerite su leggi ed emendamenti in corso di approvazione (la cosiddetta ‘legislative foot print”).
“La mancanza di un registro obbligatorio dei lobbisti attivi a livello dell’Unione mina ulteriormente la garanzia che il processo decisionale dell’ UE sia adeguatamente protetto dall’ influenza di interessi o da abusi”, è scritto nel rapporto.
L’attuale registro si applica solo alla Commissione e non al Consiglio o alle rappresentanze permanenti degli Stati membri, “nonostante il loro ruolo centrale nel processo legislativo comunitario e il fatto che sono un bersaglio per lobbisti”.
In Europa si predica bene, ma si razzola male, denuncia Transparency.
Nonostante i richiami della Commissione europea sono infatti i membri del Parlamento europei, per primi, a non essere sottoposti a verifiche complete e sistematiche sulle dichiarazioni patrimoniali né sulla presenza di eventuali conflitti di interesse.
Anche se nella relazione sulla corruzione del 2014, proprio la Commissione ha segnalato i rischi che derivano dalla mancata gestione di questi dati.
Mancano poi le regole per evitare conflitti d’interesse ai vertici delle istituzioni:
nessuno controlla i periodi di ‘cooling off’, cioè quel tempo che sarebbe opportuno aspettare tra un incarico pubblico e uno privato.
Ci sono evidenti incongruenze, per esempio, per quanto riguarda la durata e la portata degli obblighi per gli ex membri e funzionari delle istituzioni che hanno lasciato l’ufficio, “i periodi di raffreddamento vanno da 18 mesi per gli ex commissari, a 3 anni per gli ex membri della Corte dei conti europea, mentre i deputati sono privi di significativi obblighi post- termine” si legge.
A dimostrazione di una situazione tutt’ altro che rosea sono riportati nel rapporto anche alcuni clamorosi scandali, come quello noto con il nome “cash for amendments”, che nel 2011 ha coinvolto alcuni parlamentari europei fotografati mentre si mostravano pronti ad accettare tangenti in cambio di emendamenti ad hoc.
Oppure il “Dalligate”, lo scandalo che nel 2012 ha coinvolto il commissario europeo, di origine maltese, John Dalli, coinvolto in maneggi con le industrie del tabacco.
Entrambi i casi, già gravi di loro, sono anche lo specchio dei cattivi rapporti che intercorrono tra il Parlamento europeo e l’OLAF, l’ufficio antifrode preposto ai controlli sulle istituzioni europee, e che si occupa ad esempio dei casi di uso improprio delle indennità parlamentari e i rimborsi falsi.
Nel primo caso – si legge nel rapporto – il Parlamento ha cercato di bloccare le indagini dell’ OLAF, sui quattro deputati.
Nel secondo l’ OLAF è stata accusata dal Parlamento di non agire in modo del tutto trasparente e, più in generale, di coltivare rapporti troppo intimi con gli amministratori presso la Commissione europea.
Transparency mette entrambi, controllati e controllori, sul banco degli imputati.
E nel rapporto scrive che l’indipendenza operativa “a tenuta stagna” dell’ OLAF, con “meccanismi ben funzionanti che assicurino che è ancora responsabile delle sue azioni, è un passaggio fondamentale perché siano svolte effettive indagini e sanzionate le attività dei corrotti all’ interno delle istituzioni”.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1537 30-5-2014 CHI VINCE E CHI PERDE

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Astensionismo: il 43,7% degli Italiani non ha votato. In un anno l’astensionismo è cresciuto di 17 punti – Sul totale degli elettori Renzi in realtà ha preso il 22 %. Il Governo Renzi corrisponde a solo un quarto dei cittadini italiani – 21.888.906 Italiani su 49 milioni non hanno votato per nessun partito – Le frasi sbagliate di Grillo – Stralci da La Gabbia – Paolo Barnard e le previsioni dei mercati – Chi vince e chi perde – Le fanfaluche di Renzi e i dati della realtà- E’ nato il partito di Renzi – Di Balena Bianca non c’è nulla! Sono solo dati letti al contrario! – Come si vendono lucciole per lanterne

Rudy49
Niente di nuovo sul fronte occidentale della Corea del Sud Europa: ITALIA! Mentre i politici&media italici cazzeggiano sulla barba di Grillo, a Roma aziende e negozi chiudono come le mosche, i marciapiedi vengono spazzati ogni tre mesi e nelle periferie la gente raccoglie cicoria sui marciapiedi che sembrano campi di patate! Le periferie romane sembrano quartieri della città rumena Timisoara del 1960! Mentre i media assistiti incensano il Cesare al chianti el bomba renzusconi il paese si avvia mestamente a diventare la bidonville d’Europa! Giovani, scappate salvatevi almeno voi!
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Arjuna cita:
Saluto all’alba

Guarda a questo giorno!
In esso è la vita, la vera vita della vita.
Nel suo breve corso
È riposta tutta la verità e la realtà del tuo esistere:
la felicità del crescere
la gloria dell’azione
lo splendore della bellezza;
poiché ieri non è che un sogno
e domani una visione;
ma l’oggi ben vissuto rende ogni ieri
un sogno di felicità
e ogni domani una visione di speranza.
Guarda bene, perciò, a questo giorno!
Tale è il saluto all’alba.

Kālidāsa

Il M5S ha perso due milioni e mezzo di voti. E ora, punto e a capo, continuiamo a combattere come prima, più di prima.
Antonio M
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VOTI PERDUTI

Il partito di Renzi ha conquistato ben 2 milioni e mezzo di voti rispetto alle politiche 2013 e 3 milioni e 200 mila rispetto alle europee 2009. Col 40% Renzi supera ampiamente il miglior risultato della storia del PD, il 33% di Veltroni nel 2008, nessun partito aveva mai preso da solo una percentuale così alta alle Europee (nel 1979 la DC arrivò al 36,45%).
Il M5S ha perso dal suo massimo 2,5 milioni di voti, fermandosi a 5,7 milioni. Resta sempre il secondo partito d’Italia ma la distanza col Pd adesso è enorme, anche se resta l’unica opposizione.
Forza Italia scende dai quasi 10 milioni delle ultime politiche a 4 milioni e 600 mila. E anche sommando il milione e 200 mila voti del nuovo centrodestra, formato con ex alleati del Pdl, il calo è sostanziale: oltre 4 milioni di voti persi
La LEGA NORD guadagna 300 mila elettori rispetto allo scorso anno. Ma con 1.688.000 voti è ancora ben lontana da quei 3 milioni e 100 mila delle europee di 5 anni fa.
La Lista Tsipras con 1.108 voti sale poco dalla vecchia Sel che alle politiche aveva 1.089 voti. 29 voti di differenza.
Tutte le società di sondaggi hanno clamorosamente sbagliato.

L’ASTENSIONISMO E’ CRESCIUTO DI 17 PUNTI IN UN ANNO
IVAN RETTORE segnala:

A Quinta Colonna, Jacopo Fo ha insistito a ragione sul fatto che ciò che conta sono il numero di voti presi rispetto alle percentuali.
Infatti, nel tam tam mediatico, si è dimenticato che su 49 milioni di elettori, oltre 20 milioni sono rimasti a casa, il 41,32% del totale. Considerando poi schede bianche 577.856, nulle 954.718, contestate e non assegnate 3.683, il totale di coloro che non hanno espresso nessun voto è di 21.888.906, cioè il 43,78% dell’intero corpo elettorale! Nei fatti, è questa la componente politica maggioritaria e silenziosa nel paese, peraltro in costante crescita e composta oltre che da persone indifferenti e/o schifate dalla politica, anche da parecchie persone rassegnate e nostalgiche di una Sx che ormai non c’è più e i cui presunti eredi non sanno manco cosa sia esserlo e dimostrarlo quotidianamente!
Appartengo con orgoglio a quest’ultima categoria e mi rammarica vedere che in Italia ci sono ancora troppi che si entusiasmano per la vittoria di un PD che di Sx ha poco o nulla, mentre altrove, specie fuori dall’Europa, sta crescendo una Sx innovativa, dinamica, propositiva, che comincia ad attuare modelli di società alternativi al neoliberismo (che ha fallito in ogni campo salvo nell’arricchire una piccola schiera di capitalisti senza scrupoli) e che non ha un futuro né credibile né sostenibile!
In effetti, se guardiamo i numeri di queste elezioni farsa quanto inutili, dato che secondo il Diritto Comunitario, il Parlamento europeo ha poteri molto ridotti se non quasi insignificanti rispetto alla Commissione e ai governi degli Stati membri:
- Pd: 11.172.861 votanti – 22,68% di tutto il corpo elettorale
- M5S: 5.792.865 votanti – 11,76% …
- FI: 4.605.331 votanti – 9,35% ..
- Lega Nord: 1.686.556 votanti – 3,42% ..
- Nuovo Centrodestra: 1.199.703 votanti – 2,43% ..
- L’altra Europa con Tsipras: 1.103.203 votanti – 2,23%..
Dunque i fatti mostrano una realtà politica ben diversa, le forze di governo non rappresentano nemmeno 1/4 degli elettori e tutte le forze politiche che sono riuscite a mandare parlamentari a Bruxelles, riescono a malapena a superare il 50% del totale.
Anche il 40,8 % raggiunto dal PD tanto sbandierato si riferisce unicamente al numero di votanti e ha un peso politico nettamente inferiore a quello della DC negli anni 50, quando l’astensionismo non aveva l’ampiezza attuale e stava a meno del 10%!
Quindi, conviene ancora lavorare e continuare e adoperarsi per una politica ben diversa, che non sia personalistica ed incentrata su partiti privi di reale democrazia interna! Altrimenti si insiste a parlare di cose che nulla hanno a che fare con la realtà, ma sono usate solo come fumo negli occhi per mantenere intatto l’esistente.

Il Pd ha preso 11.162.869 voti
Sul totale degli elettori, questi non fanno il 41 % come sbandiera Renzi, ma il 22,78%
Il che vuol dire che su 10 persone, solo 2 hanno votato Pd e più di 4 non hanno votato affatto.

Redevet dice giustamente:
Ricorderei ai tifosi di Fonzie che nel 1984 il vecchio PCI, dopo la morte di Berlinguer, sorpassò la DC con poco più del 33% con 13 milioni e passa di voti. Gli italiani votavano in tanti, non il 50%….
L’astensionismo era del 10%
Non era il 43,78 % del totale.
Alle europee del 2009 gli astenuti furono il 33%.
Alle europee del 2014 sono arrivati al 43,7%.
(L’abitudine di dare le percentuali di voto solo sugli elettori effettivi e non sull’intero corpo elettorale fa parte anch’essa degli inganni mediatici usati dal potere)
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Contro il martellamento televisivo fascistoide, tipo ‘Istituto Luce’, continuiamo a pensare che 21.888.906 Italiani su 49 milioni non hanno votato per nessun partito, sono il 43,78% dell’intero corpo elettorale (Renzi ha preso solo il 22,78% dell’intero elettorato)
Ed è a quelli che si deve guardare perché possono essere gli elettori del futuro
mentre la destra berlusconianiana, il centro e l’estrema sx finiranno per dissolversi
Guardando le persone attorno a noi, continuate a ricordare che solo 2 su 10 hanno scelto Renzi. Gli altri no.
C’è ancora molto da fare.
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Viviana
Sono convinta che la maggior parte di quelli che hanno votato Renzi nemmeno sappiano le sue intenzioni di abolire lo stato sociale, come è scritto nei suoi 100 punti (e dunque azzerare 6 milioni di pensioni sociali e 4 milioni di pensioni di reversibilità, questo addirittura Renzi lo ha detto pubblicamente che intende abolire le pensioni alle vedove). Come non sanno che vuole privatizzare tutti i servizi pubblici (il che porterà servizi peggiori e più cari), intende svendere i beni comuni (come l’acqua, fregandosene del referendum, il che porterà ad acqua imbevibile e carissima, come ovunque dove l’acqua è stata privatizzata), intende trasformare la repubblica parlamentare in presidenziale (accentrando tutti i poteri nel premier a diretta elezione popolare, e a questo tende l’azzeramento del Senato), intende ridurre i poteri diretti elettivi del popolo (vedi Senato di ‘nominati’ e presidenti di Provincia non più eletti). Intende servire non gli interessi dei cittadini ma quelli delle banche (vedi asservimento alla Bundesbank e al sistema finanziario), intende portare l’Italia a un iperliberismo di destra superiore a quello dei neocon statunitensi.
Il voto a Renzi è in gran parte frutto di disinformazione, e in gran parte di propaganda mediatica.
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Ugo Pelizzari
Credevo che la loro corsa fosse sugli astenuti (il 43,7%) e non sui moderati, che votano DC-Pentapartito-Berlusconi-Renzi e che non ti voteranno mai, perché da 70 anni trovano già in loro quello che desiderano.
Battaglia persa fin dall’inizio, a meno che non accetti la tesi renziana (vincente), che pur di vincere sostanzialmente mi sovrappongo all’altro, snaturo l’essere un partito diverso per riproporre sostanzialmente una politica ed una prassi consolidata cara a chi non mi vota: ma loro no, volevano essere appunto diversi?…ma allora t’interessa gestire solo il potere e non il cambiamento….
Hanno il 21% nonostante tutto, no il 2,1….strano ‘sti “moderati”(cosa c’è di moderato nel jobs act, negli f35, forse di moderato ci sono solo gli 80€ a scaglioni e non per tutti??!!), l’unico dato buono delle elezioni, è che almeno una volta per tutte si è capito, che l’elettorato che vince sempre è 1/3 scarso degli aventi diritto!
Magari capire perché non riesci a convincere chi non va (che è diverso appunto da chi va), no eh?
In Italia moderato fa rima con democristianesimo pentapartico e berlusconismo… oggi è .
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LE FRASI SBAGLIATE DI GRILLO

Io di frasi sbagliate di Grillo, dette a vanvera nel tumulto dell’enfasi ne ho sentite parecchie (come ne ho sentite da tutti i politici, nessuno escluso), peccato che quelle di Grillo siano state amplificate e ripetute a dismisura dai TROLL e dai media, e ogni volta ho provato una stretta al cuore vedendo che il troppo stroppia e la troppa enfasi fa fare scivoloni pericolosi. Peccato che non ci sia stata la stessa enfasi mediatica quando Renzi diceva che voleva eliminare lo stato sociale, o voleva allargare il metodo Marchionne a tutti i lavoratori, o voleva privatizzare tutto l’esistente, o voleva dare ragione in tutto alla Merkel, o voleva togliere alle vedove la pensione di reversibilità. Peccato che le frasi di Grillo erano solo suoni sbagliati, accostamenti sbagliati, voci che non producevano effetto, mentre le frasi di Renzi sono precisi propositi che si tradurranno in leggi e distruggeranno questo paese.
Quando Grillo dice che il fisco è peggio della mafia perché la mafia almeno non uccide le sue vittime, chiaramente ha detto una frase sbagliata.
Ma quando Renzi dimezza le pene ai politici collusi con la mafia fa una legge pesantissima che assolve i rei. Io vedo collusione mafiosa in Renzi, e solo una frase stupida in Grillo e, se mi si permette, la differenza è enorme. Solo che i media e i troll si buttano a pesce contro Grillo, tacciono su Renzi. Questo è il punto.

Da La gabbia
Noi abbiamo 8 milioni e 300.000 disoccupati, ma la grande Germania che si vanta tanto ha anche lei i suoi 3 milioni di disoccupati, senza contare tutti coloro che sono a paga bassissima.
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Ci dimentichiamo che chi ci ha messo nella zona euro e dunque in questa crisi gravissima che dipende in maggior parte dalle perverse regole euro, fatte per favorire solo certi speculatori bancari e finanziari, sono stati i DS, e chi ci ha costretti allo schifo di un governo Monti che ha messo (unico in Europa) in Costituzione il pareggio del bilancio e che ora ci costringe, in base al fiscal compact, a pagare la penale di 50 miliardi l’anno perché sforiamo il 3% del Pil, stato il Pd e chi ora continua ad accettare tutte le perversioni della Bce che finiranno per distruggerci col patto Renzi-Merkel è ancora il Pd.
E il paradosso è che quegli stessi Italiani che odiano Monti come il distruttore dell’Italia, sono andati in massa a votare per Renzi che non fa che proseguire l’agenda Monti in ubbidienza al Fondo Monetario, e consegna, su ordine di Napolitano, le Finanze a Padoan che è un emissario del Fm esattamente come Monti
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Siamo sotto il dominio del sistema finanziario capitalista ed esso alla fine ci ucciderà
Fino al 2 giugno si riunisce a Copenhagen il Bilderberg,il club dei padroni della finanza,quelli che tirano i fili della finanza occidentale e dettano la morte o l’agonia di questo o quel paese solo manovrando le leve degli acquisti e delle vendite dei titoli pubblici.
Noi si sgoliamo a vantare vittorie e esecrare sconfitte quando i nostri partiti di fronte al Bilderberg non sono nulla, il Parlamento europeo non conta nulla, perché gli ordini ai Paesi europei verranno da una Commissione europea che nessuno ha mai eletto e che fa gli interessi di una cricca dell’alta finanza che controlla le banche e la borsa.
Nel direttivo del Bilderberg c’è il solito Monti (come in passato c’era Prodi), c’è Draghi, come sono stati invitati il solito Elkan o il solito Bernabei. A che titolo Monti va a parlare al Bilderberg? A titolo dei grandi interessi finanziari, non certo dell’Italia.
Ai signori dei mercati non interessa una cippa se ha vinto Renzi, se è salito Salvini o se è sceso Grillo. I cittadini europei votano ma a comandare non saranno organismi eletti democraticamente, bensì questi signori che vivono fuori da ogni democrazia.
(I media italiana ripetono come pappagalli che Renzi ha reso agli Italiani la speranza. La speranza è una cosa seria. Il 43,7% non ha nemmeno votato. Eccola la speranza degli Italiani!)
In ubbidienza ai mercati americani, ora l’Europa ha anche fatto un patto commerciale con gli Usa, il che vuol dire che saremo invasi da prodotti americani,OGM compresi. E’ questa la rinascita europea?
Nel Bilderberg ci sono quelli che nel 2011 ottennero il colpo di stato in Grecia sostituendo il democraticamente eletto Papandreou con l’imposto Papadopoulus, essi diedero l’ordine di non comprare più i titoli di stato greci, la Bundesbank vendette l’80% dei titoli greci e per la Grecia fu la fine.
Il Bilderberg ha mandato in Italia Padoan con lo stesso scopo. Dunque quello che avverrà dell’Italia dipenderà non da chi ha vinto le politiche ma dai banchieri. E a loro Renzi va benissimo perché eseguirà quello che loro comanderanno per realizzare la propria carriera diventando l’esecutore dei potenti. Già Renzi comincia a dire che la Merkel ci ama (sigh) e parla vagamente di realizzare un euro più umano quando sa benissimo che tutto quello che farà sarà ubbidire agli ordini di Bruxelles senza alcuna reazione.
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Sgarbi: Alfano è un non partito. Alfano è una merda secca.
Forza Italiana è una salma, un catafalco dove Berlusconi entra la sera con Dudù ed esce la mattina con Toti che è il fratello di Dudù.
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Eliminate i 60 miliardi l’anno che ci costa la corruzione politica e salverete l’Italia!
Ma in Europa, finché sarà la finanza a dettare legge non ci sarà salvezza per noi.
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In Emilia il Pd ha detto ai terremotati: per tre anni non pagherete le tasse. Poi gliele ha fatte pagare lo stesso.

METEORE
Ma la spending review di Cottarelli è sparita?
Un altro a servizio del Fondo Monetario, nominato da Letta Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica col compito di tagliare le spese delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici, nonché della società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche che non emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati, e pagato per questo 258.000 euro l’anno, vale a dire 11.000 euro netti al mese. Ha dichiarato anche di ricevere già (a 60 anni) la pensione dall’FMI. Dei famosi tagli che voleva fare non abbiamo visto nulla. Ma lo stipendio lo percepisce lo stesso? Eppure su di lui poco tempo fa i giornali sparavano di tutto. Sembrava il signor Forbici dell’austerità italiana. Sparito anche lui assieme a Letta? O ricomparirà anche lui assieme a Letta in qualche carica europea non eletto da nessuno ma ‘nominato’ da Renzi?
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Nelle Marche chiudono 200 fabbriche al mese e nelle stesse Marche quel Pd che ha appoggiato volontariamente i gestori della crisi prende più del 50%. E se non è follia questo…!
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L’ex sindaco di Bari Emiliano dice: “La Puglia è una delle regioni più efficienti d’Italia. La Puglia ha solo 4 milioni e mezzo di abitanti, quanto una grande città. Ebbene lo Stato in Puglia di burocrazia riesce a spendere 30 miliardi l’anno. E’ possibile che si riesca a spendere 30 miliardi per soli 4 milioni e mezzo di Italiani? (sono 6.666 euro a testa, sembra la cifra di Satana).
Hanno fatto tutti giri propagandistici che hanno voluto sull’Ici e a forza di cambiarla sono arrivati a farci spendere con l’IMU più dell’Ici dandoci a intendere che ci facevano dei regali. E tutti i sindaci lo avevano denunciato, inascoltati. E ora avremo la Tasi che sarà anche peggio. E’ stata una balla politica per fregarci meglio.
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Befera esce per demerito da Equitalia e un secondo dopo entra con titolo direttivo nell’organismo di vigilanza di controllo di Eni. Ma ha senso? Non potevano mandarlo a casa? Ma sembra che nel sistema che hanno congegnato nessun pezzo grosso della Pubblica Amministrazione possa essere semplicemente mandato a casa. Quando ne vogliono togliere uno lo devono mettere in un alto posto altrove. E così la giostra continua e l’uno continuerà a sorreggere l’altro e a comandare resteranno sempre gli stessi.

PAOLO BARNARD (sempre da La gabbia)

Bruxelles se ne fotte dei 150 euroscettici arrivati nel parlamento europeo per il semplice fatto che il parlamento europeo non conta una cippa.
Il proprietario del tuo capannone, del tuo reddito, del futuro di tuo figlio non sei tu, non è il governo di Roma, non è Renzi, sono i mercati.
Il mercato possiede la moneta. Il mercato possiede il tuo futuro.
Alla vigilia elettorale, dice Barnard, ho scandagliato il decalogo dei 3 signori del mercato (J.B.Morgan, Goldman Sachs, Open Europe…) e ciò che dicevano su come comportarsi dopo il voto Le loro conclusioni erano agghiaccianti:
1) I mercati, hanno detto, stiano tranquilli, perché il cdx dei Popolari rimarrà il partito di maggioranza
2) I partiti antieuro avranno buoni risultati ma questo non preoccupa. Francia e Inghilterra avranno un spostamento verso gli euroscettici ma entro un limite che ci aspettiamo. Dunque non siamo in pensiero. Né Le Pen né Farage costituiscono un pericolo
3) In Italia, dicono i mercati, siamo rassicurati dall’asse Merkel-Renzi. Il successo del Pd in Italia garantisce la stabilità dell’euro. Renzi collaborerà con la Merkel sull’eurozona (dunque i milioni di Italiani che hanno votato Pd si sono sparati sui piedi. Votare Pd vuol dire votare per il proseguimento della distruzione della nostra economia e la continuazione di una austerità che ci uccide. Le tasse aumenteranno e lo stato sociale sarà massacrato. E le conseguenze le subiranno quegli stessi Italiani che poi quando chiudono il negozio o non possono più mandare i figli a studiare verranno a piagnucolare in televisione. E’ agghiacciante la sicurezza di chi dice: “Renzi collaborerà con la Merkel alla rovina dell’Italia”, quando tutta la carriera politica della Merkel ha lo scopo di distruggere la piccole media impresa italiana)
4) Sappiamo benissimo che tutto il blocco dei 150 antieuro è incoerente, impreparato, senza esperienza di governo e di economia, quindi l’establishment continuerà a dominare incontrastato
Allora, si chiede Barnard: come sbarazzarci dei capi del mercato che ci tengono in mano, comprando o vendendo i nostri titoli di stato così da far scendere o salire il nostro spread e rovinandoci quando lo vogliono?
Se il mercato decide di comprare i nostri titoli, il nostro spread scende.
Se decide di non comprarli, lo spread sale e noi falliamo.
Come ci si libera da questa tagliola? in un modo semplicissimo: smettendo di emettere titoli.
Per fare denaro di accreditano sulla Banca d’Italia i conti correnti di cittadini e imprese.
Così facendo, si disintegra il potere dei mercati di tenere in pugno l’Italia.
Questo è il primo passo per l’uscita dall’euro, e questa è l’unica cosa che fa paura ai nostri padroni. (Ecco perché Grillo è tanto attaccato)

ALDO GIANNULI
Certamente nessuno degli obiettivi del M5S è stato raggiunto (affiancamento o superamento del Pd, conquista di almeno una regione) e non solo non c’è stata alcuna avanzata del M5S oltre il 25%, ma si sono persi circa un milione di voti, scendendo al 21%. E questa è la parte “reale” della sconfitta. Poi c’è un “effetto ottico” che la ingigantisce: l’inaspettata e fortissima avanzata del Pd. Non c’è dubbio che questo sia una “vittoria del sistema” che si è compattato intorno ad un partito, ma è una vittoria che va relativizzata.
Quel 40% (di elettori attivi, che diventa il 22,78 su quelli potenziali) vede un aumento dell’astensionismo in un anno di 17 punti, ma è presumibile che, come in passato, la gran parte degli astenuti poi torneranno a votare nelle politiche ed i conti occorrerà rifarli. E mi sembra molto difficile che il Pd mantenga la sua posizione.
Renzi ha potuto giovarsi di una straordinaria rendita di posizione: la dx frazionatissima e in forte calo (è passata dai 10 milioni di voti della coalizione dello scorso anno, ai poco più di 8 milioni e mezzo di oggi), il centro montiano e la lista Giannino (che sommavano quasi il 12%) si è polverizzato, l’estrema sx è in difficoltà (e infatti, ha ceduto un buon 1,3% della somma di 5,45% di Sel e Rc). Il Pd, di fatto, aveva un unico avversario nel M5s che ha contro tutti i partiti. E Renzi ha vinto perché ha limitato al minimo le sue perdite verso l’astensione e gli altri partiti ed ha ingoiato sano sano il centro montiano, aggiungendo qualcosa da FI e dal M5S. Si è ripetuto quanto accadde nel 1976, quando il Pci sembrava dover sorpassare una Dc in crisi: la cosa terrorizzò i moderati che fecero quadrato intorno alla Dc che si riprese e tenne a bada il Pci.
In Italia questo genere di sfide premiano sempre i moderati e conservatori al potere. Quindi, più che vittoria del Pd dovremmo parlare di confluenza del centro montiano nelle sue fila.
Circa il M5S, è un movimento giovane che conferma un notevole grado di radicamento elettorale mantenendo i 4/5 della sua originaria percentuale. Ha subito la perdita dei 3/8 dei suoi elettori ma questi in maggior parte non si sono indirizzati verso altri partiti (direi circa 5-600.000 al Pd e 150-200.00 alla Lega), ma verso l’astensione. Mettiamoci anche che tanti non votano mai alle europee, per le quali serve poco votare. Il Movimento mantiene un forte peso nell’elettorato più giovane, e questo è un elemento di vantaggio. Per cui il trionfo odierno di Renzi non è affatto definitivo ed irreversibile e la “rendita di posizione” che oggi ha premiato lui, in prospettiva premia il M5s, restato unica opposizione consistente. Il centro (dei Monti, Giannino o Casini) è dissolto; la dx è in calo e disunita; la Lista Tsipras non ha dimensioni serie, e in caso di elezioni con l’Italicum, dovrebbe scegliere se entrare in coalizione con il Pd o il M5s o sparire (la soglia è dell’8%) portata).
Di fatto il M5s resta l’unica opposizione al Pd. Dunque si può parlare di una battaglia persa, non di una guerra persa. La guerra continua e il M5s resta l’unica forza capace di aprire la strada ad un cambiamento del sistema politico. Che poi ci riesca o no dipenderà dalla sua capacità politica, ma oggi è l’unico ad avere le carte sufficienti per provarci.
Il M5S ha sottovalutato le resistenze ambientali e la reazione del sistema. Insomma: non penserete che le classi dominanti stiano ferme ad aspettare di essere rovesciate? Chiedetevi perché Ferrara festeggia a cocaina o il “Giornale” dedichi il titolo di apertura ai grillini asfaltati, mentre non avrebbero nulla di cui gioire per i propri risultati elettorali. E’ evidente che battere il M5s era l’obbiettivo di tutti, prima ancora che superarsi fra di loro. Il potere non permette di essere sfidato senza reagire.
Il che significa che battere il sistema non è una gita fuori porta: è una guerra di lunga durata, nella quale bisogna mettere in conto anche le sconfitte parziali, alle quali occorre reagire serrando le fila e rivedendo tattica e strategia. E qui si vede di che pasta è fatto un movimento e la gente che lo compone.
In queste condizioni, Grillo non si deve dimettere. Se lo facesse, il m5S si distruggerebbe, sarebbe il riconoscimento di una sconfitta definitiva. Trasformerebbe una battaglia persa in una guerra persa.
Le strade che si aprirebbero sarebbero solo due: o la ripresa della dx come alternativa al Pd o (se la dx non si riprendesse) oppure l’assenza di qualunque alternativa al Pd che correrebbe da solo verso una “democrazia popolare” tipo est Europa di cui nessuno (spero) senta la nostalgia. Oggi come oggi, nell’ondata eurocritica attuale, il M5s è l’unico che si collochi a sx del blocco europeista, anche se ha rapporti con l’Ukip (che, peraltro, non è un gruppo fascistoide come il Fn, Obbik, ecc.). E sinora è proprio il M5s ad aver evitato che la protesta si canalizzasse a dx in Italia. Quanti auspicano la scomparsa del M5s, sono in grado di garantire che questo non finisca per alimentare cose assai meno accettabili?
Dunque, è bene che il M5s resti e riprenda la sua lotta, pur se con aggiustamenti e rettifiche necessari. E se vogliamo che il M5s resti, occorre che Grillo e Casaleggio restino dove sono e continuino ad avere il loro ruolo. E che Grillo continui ad essere il “frontman” del movimento con le sue caratteristiche espressive. Grillo e Casaleggio restino dove sono, ma facciano spazio anche ad altri, che il movimento abbia una immagine più ricca e collegiale, dimostri di non essere più solo i suoi due fondatori. E che i grillini mettano da parte gli ottimismi eccessivi: il sistema c’è, è forte e si difende, non ci si facciano illusioni e non si pensi di vivere solo di rendita degli errori degli avversari.
Il M5s deve rafforzare la sua immagine di forza politica propositiva capace di tradurre la sua spinta antisistema in obiettivi parziali, concreti e perseguibili. La strada è ancora lunga e il M5s ha preso una battuta d’arresto, ma non una sconfitta definitiva.”

CHI VINCE E CHI PERDE
Viviana Vivarelli

La Lista Tispras ha provato che certe idee di una sx radicale non sono più sentite come attuali, e che non ci si può presentare al voto con un leader straniero che ha fatto il suo lavoro altrove, mentre i leader nostrani non solo sono tutti vecchi ma dicono di volersi ritirare se eletti, per cui il risultato del voto non meraviglia, dovrebbe solo portare i più nostalgici a capire che il loro tempo è passato.
La Lega si riduce come era nelle previsioni e riattaccarsi al vecchio di Arcore non le gioverà.
Sicuramente la perdita maggiore è stata del M5S, che perde tutti le pecorelle che tornano al Pd come alla vecchia mangiatoia, mentre Renzi ingloba i destri in fuga.
Ma chi ha detto che chi perde abbia tutte le colpe?
E chi ha detto che chi vince abbia tutte le ragioni?
In Germania vinse il nazismo e in Italia vinse Mussolini. Ciò avvenne forse perché avevano ragione?
Nei nostri tempi vince chi manipola l’opinione pubblica.
Nello sport spesso vince chi trucca le partite.
E’ ora di sciogliere dalla nostra testa il concetto perverso che la ragione sia dei vincitori e chi perde debba cercare delle colpe in se stesso. E’ tutta la storia a dirci che le cose non stanno così e che le cause dei giusti durano parecchia fatica prima di affermarsi e passano parecchie batoste prima di vedersi confermare la ragione, a meno che non siano proprio uscite dal senso della storia.
Gran parte del problema, per la sx radicale come per il M5S è la condizione politica del popolo italiano. Credo che per dargli un senso di quiete, le idee della sx radicale siano troppo vecchie, e quelle del M5S troppo nuove. In entrambi i casi il risultato è la rinuncia. Nemmeno la sx arcobaleno aveva un senso, perché univa sponde opposte identificando lo stesso nemico ma queste divergevano poi sulla soluzione, che per la sx conservava la vecchia partitocrazia, la vecchia forza dello Stato parlamentare, i finanziamenti a partiti e giornali e tutte le altre anticaglie, mentre per il M5S prevedeva il sovvertimento della piramide gerarchica, con la democrazia diretta, sulla base di quanto fatto in Svizzera e Norvegia, con una forte riduzione sia del potere dei partiti che delle istituzioni alte. Nemmeno i metodi di lotta erano gli stessi, essendo i 5stelle pacifisti e tendendo la sx radicale all’insurrezionalismo di piazza. Ma questo concetto innovativo di democrazia non è passato né negli elettori né nella sx. Anzi ovunque si è cercato di oscurarlo come fosse un tabù innominabile o irrealizzabile.
Se spiego l’algebra a un bambino di terza elementare, è possibile che non la capisca, ma non perché l’agebra sia sbagliata o perché io gliela dico male, ma proprio perché non è preparato a capirla, gli mancano i passi preliminari.
E io credo che capire la democrazia diretta o i danni dell’iperliberismo europeo sia molto più difficile che capire l’algebra, soprattutto se la scuola televisiva continua a sfornare cittadini ignari e disinformati, che voteranno gli 80 euro che capiscono e non voteranno quello che non sono pronti a capire. Ma preparare un popolo ad essere maturo e informato non è cosa che dipende dalle modalità più o meno urlate di un messaggio, richiede una lunga elaborazione interiore.
Gli impressionisti oggi sembrano fin troppo facili da capire, eppure ai loro tempi furono fischiati e destarono scandalo. I precursori non sono mai capiti. I 5stelle volevano una rivoluzione culturale ma ogni rivoluzione trova contro una massa di conservatori, che vuole solo distruggere ogni rivoluzione semplicemente perché non la capisce, perché ogni uomo si sente minacciato dalle idee nuove in quanto identifica se stesso con quelle vecchie. I media sono stati bene attenti a non parlare mai di democrazia diretta e di iperliberismo o dei danni di un sistema europeo tutt’altro che democratico e che ubbidisce agli ordini e agli interessi di cricche ristrette che nessuno ha mai eletto. Ma la sx radicale ha anch’essa taciuto su quanto di buono ci potesse essere in una democrazia diretta, perché ciò nuoceva alla sua causa. Per questo i 5stelle possono solo continuare ad insistere nel propagare l’idea di democrazia diretta e di autonomia nazionale. Battere su queste, finché non sarà entrata a far parte delle idee comuni, anche se non sarà una cosa facile.

Le cose belle della vita non sono le nostre certezze.
Le cose belle della vita sono i nostri cambiamenti.
Possiamo sempre fare una scelta: continuare ad essere come siamo sempre stati e appoggiare lo stato del mondo esattamente come è stato finora con tutte le sue storture e la sua tendenza al peggio.
O possiamo decidere di essere in modo diverso e di combattere per un mondo migliore.
Ci sono due forze sempre presenti in natura. na porta alla conservazione dell’esistente, una al cambiamento. Non esiste evoluzione senza cambiamento.
Può darsi che l’abitudine, la paura o l’ignoranza ci trattengano nella conservazione anche di quello che andrebbe buttato nella nostra vita o nella nostra nazione. a poi non potremo lamentarci se le cose vanno sempre peggio e se i nostri diritti o la nostra sfera di possibilità si riduce sempre più.
Purtroppo passare dalla sfera del noto a quella dell’ignoto richiede grande determinazione. E la maggior parte degli uomini non ce l’ha.
Preferisce attaccarsi al male conosciuto che affrontare lidi nuovi e spaziare in mare aperto.
Come diceva don Abbondio, il coraggio uno, se non ce l’ha, non se lo può dare. Il coraggio richiede conoscenza, fiducia e speranza.
Restare attaccati alle vecchie certezze è sempre la via più facile. E non possiamo biasimare chi lo fa, perché segue una semplice via di natura. E non è facile nemmeno far capire alla gente che le vecchie vie porteranno a stare sempre peggio. Non lo capiscono nemmeno se nel peggio ci sono già, perché è un peggio conosciuto conosciuto e sono dominati da forze di conservazione. Anzi, proprio per questo, attaccheranno con forza maggiore ogni cambiamento, perché le condizioni di vita peggiorate aumenteranno le loro paure.
E’ stato così sempre, con la rivoluzione francese o quella russa, con la rivoluzione liberale inglese o americana, col risorgimento o i partigiani. I 300 di Sapri non li sterminarono i Borboni, ma i contadini inferociti. Gandhi non lo uccisero gli Inglesi ma gli Indiani.
Cambiare è possibile ma è difficile.
Votare Pd è stato un voto contro il cambiamento. Per conservare questa partitocrazia laida, per sostenere questa Europa delle banche, per continuare le linea iperliberista di Monti, attraverso Letta e ora Padoan, tutti mandanti dal Fm. Nulla che serva al futuro dell’Italia.

Il M5S è innanzitutto un sogno. Non succederà mai niente, se prima non lo sogniamo
Che cos’è l’impossibile? L’impossibile è solo il possibile che non è ancora avvenuto
La storia ci mostra come l’evoluzione umana sia avanzata sulle gambe di uomini che sognarono l’impossibile e lo realizzarono.
Anche noi stiamo sognando l’impossibile: un Paese giusto, un Paese retto sulla democrazia diretta, un Paese che ha il suo posto in Europa e nel mondo e che non è svenduto dai suoi governi corrotti a una cricca di finanzieri che vogliono solo rovinarlo e saccheggiarlo, un Paese dove ogni uomo sia un Uomo e non solo un contribuente o un consumatore. Noi sogniamo un sogno enorme, così grande che è fisiologico, normale, naturale che non sia capito. Che c’è di strano in questo? E’ ciò che succede sempre nella storia, quando un grande ideale appare a un’umanità ignara, impaurita e confusa reagisce come sempre reagisce l’uomo comune davanti al diverso: attaccandolo in quanto diverso.
Il Potere ha le sue motivazioni per farlo, in quanto difende il suo dominio costituito. La gente comune ha anch’essa le sue motivazioni per farlo, per un istinto primordiale di conservazione che la porta ad attaccare ogni diversità.
Solo la conoscenza può scalfire questo scudo impenetrabile che si oppone, per ragioni diverse, al cambiamento.
E’ sempre successo: l’ideale, l’innovazione, la scoperta, la creazione.. che prima erano viste come diverse e dunque nemiche, cominciano a diffondersi, fanno presa anche nell’uomo comune, diventano alla fine non più ostiche o ostili, ma note e comprese, e alla fine fanno parte del pensiero della gente, delle aspirazioni dei più e conducono anche i più retrivi al mutamento.
E’ sempre successo. Succederà anche per noi, con la democrazia diretta, col mondo condiviso, con l’idea di partecipazione di tutti, con l’affermarsi di una rivoluzione culturale. Ci vorrà solo molta pazienza e un martellamento costante di ciò in cui crediamo, dei capisaldi della democrazia, affinchè piano piano diventino aspirazione di tutti.
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Noi stiamo vivendo una grande avventura umana
Una grande avventura umana è quella in cui la nostra vita non è solo la nostra vita o la preparazione di tutele per i nostri figli e nipoti,ma qualcosa di più grande,che riguarda una società più vasta di noi e dei nostri consanguinei
Una grande avventura non si situa solo nel nostro destino umano,si situa nella storia
E richiede iniziativa,intraprendenza,coraggio
Ma richiede soprattutto un grande sogno,che possa essere sognato da tutti
Come diceva Kant,occorre ‘un regno dei fini’,un progetto in cui ciò che conta non è la regola di giustizia contingente,che può anche evolvere o adattarsi alle condizioni momentanee,ma un insieme di valori e ideali che trascendono le regole stesse del momento e faranno da guida ad ogni evoluzione futura
Che importa se qualcuno dorme e non riesce a vederlo!Ciò è scontato. Chi intraprende un’avventura della storia ha il dovere di sognare anche per lui
Ci alziamo ogni mattina e facciamo del nostro meglio. Anche chi ci è contrario si alza ogni mattina e fa del suo meglio. Non ci sono amici o nemici. La vita è una lotta ed è difficile per tutti,per chi vota bianco come per chi vota nero
In questa lotta per la vita siamo tutti compagni Ci sono solo 2 classi sociali:chi ha il potere e chi non ce l’ha. Noi siamo quelli senza potere
Chi ha il potere odia il cambiamento e induce la lotta contro ogni cambiamento anche in chi non ha nessun potere. Gli è facile farlo,perché ha tutti i mezzi della politica e dell’informazione.
Può disinformare, confondere, plagiare, illudere, comprare.
Chi non ha il potere può solo convincere.
Ma se vuoi convincere qualcuno, non puoi colpevolizzarlo, demonizzarlo, esecrarlo, attaccarlo.
Puoi solo usare il convincimento e avere un atteggiamento pedagogico. Puoi solo mostrare te stesso come esempio. Ma per fare questo, il lavoro maggiore lo devi fare su te stesso. E poi sulle valutazione del tuo rapporto con l’altro.
Devi considerare questo rapporto non uno status ma un fieri, work in progress.
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La maggior parte degli uomini odia i cambiamenti.
Ha come massimo terrore la paura di cambiare.
Non si accorge che sono già in atto cambiamenti terribili che la faranno stare sempre peggio, e così, per la paura di cambiare, appoggia proprio coloro che la portano al peggio. E’ sempre successo. Dopo l’esito funesto della monarchia italiana e del fascismo,mezza Italia votava ancora monarchia e fascismo,solo perché era l’unica cosa che conosceva, esattamente come le repubbliche sovietiche votano ancora Putin e la dittatura, perché si appoggiano a ciò che conoscono e lo temono meno dell’ignoto.
Noi 5stelle per molti Italiani siamo l’ignoto e per questo essi sono pronti a credere ad ogni fandonia sul nostro conto pur di non aprirsi al nuovo. Le fandonie servono ad avvalorare la loro paura dell’ignoto, del diverso, dell’innovativo, e a dare a questa paura una conferma dall’alto.
E’ la stessa paura che gli uomini ebbero verso le auto, la radio, gli aerei, gli antibiotici…i cristiani, i liberali, gli illuministi, gli impressionisti, i partigiani, i democratici… La paura di quello che non conosci. Delle idee che non capisci.
La paura del futuro.
Ma tutto quello che sappiamo del futuro è che sarà diverso.
E tutto quello che possiamo fare per il futuro è operare per renderlo migliore
e non lo faremo continuando a sostenere quelli che già per 20 anni ci hanno rovinati.
Ma la maggior parte degli uomini di sente impotente ed usa l’unico modo che conosce per farlo: il voto, dato ogni tot anni e sempre subito rinnegato e rimangiato dal potere per i giochi autoreferenziali del potere.
L’uomo che ha paura vota per chi conosce.
La massa ha sempre sostenuto i vecchi padroni:i signori feudali, i re, la chiesa tradizionale, i regimi antidemocratici…
La maggior parte della gente ha il terrore del futuro e teme che sia talmente peggiore del presente che vota per la conservazione del potere attuale, finendo per contribuire inconsciamente alla realizzazione della propria distruzione.
Sono pochi quelli che sognano un futuro migliore e si danno da fare per realizzarlo, la maggior parte tenta di conservare le briciole di quel che resta del presente e ha il terrore di perdere anche quelle.
Ma per i pochi che vogliono migliorare il futuro, la grande paura, invece, è che tutto resti uguale, perché in natura ciò che resta uguale e non si rinnova è destinato a corrompersi. Per loro il cambiamento è importante perché sanno che alla fine andrà tutto bene. E se non è ancora andato bene, è perché non siamo ancora arrivati alla fine.
C’è un mondo molto interessante nel nostro futuro. Dobbiamo solo andare fuori e prendercelo! Il voto al pd o al pdl o alla lega rappresentano ancora questo peggio.
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Renzi: Tutte le volte che ho parlato con Merkel ho trovato affetto profondo verso il nostro paese” (figuriamoci se ci odiava!)
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Deluso anch’io per le elezioni. Ti allego questo pezzo

Legge di stabilità
Flavio Almerighi

Di fronte al quadro generale l’ipoteca è il voto
non l’avete preso per dispensare sogni,
chiusi i vostri giochetti
in poche settimane di campagna elettorale,
pensate sempre di sfangarla cinque anni
rimanendo immobili, eterni?
Passerete, passerete anche voi banda d’inetti
capaci soltanto al saggio d’interesse,
noi siamo feriti non fatti prigionieri.

ELOGIO DI BEPPE GRILLO
VV
Quando ho sentito anche a Lasette Beppe che commentava con bonarietà e humor la sconfitta, ho pensato che voglio proprio bene a questo uomo straordinario, che mi ha insegnato molte cose e mi ha dato la dignità e il senso civile di essere cittadino, come la cosa migliore della mia vita.
La sua vicinanza, i suoi insegnamenti, le sue ricerche, sono stati una guida utile per capire tante cose che non sapevo e per guardare con serenità (rabbia a volte, ma una giusta e sana rabbia da indignazione civile) fatti e persone di questa mia Italia e per diventare sempre più consapevole del futuro che ci attende e di quello che possiamo fare per esso.
Soprattutto Beppe mi ha insegnato che non è tanto importante vincere o perdere, quanto è importante capire, conoscere e lottare, affinché i nostri giorni, i giorni di tutti siano migliori.
La protesta può essere fine a se stessa. L’appartenenza può nascondere gli errori di una fazione. Ma un’attenzione costruttiva va molto al di là della mera protesta per diventare movimento di popolo, creazione di futuro.
Spero di aver calato anche nella mia vita di tutti i giorni questa pulsione sociale, sentirmi parte di un tutto, che non è un partito o una corporazione o una consorteria di interessi, ma è un Paese, essere fiera di appartenere al mio Paese e lavorare per esso. E credo che nessuno prima di ora mi abbia dato una simile consapevolezza e un simile compito. E questo non viene meno per dei voti perduti che potremo ritrovare. E’ sentire che il compito di ognuno si intreccia con quello di tutti e che in questo compito nessuno è solo, nessuno è emarginato, nessuno lontano. Ognuno è uno, ma insieme tutti siamo tutti e siamo una grande cosa. Non per i voti in più o in meno, ma per quello che siamo cresciuti dentro tutti insieme, e tutti sulla strada di Beppe.
Mi sembra assurdo e iniquo che giornalisti o blogger e 5stelle persino si affannino a cercare colpe in Grillo e che si mettano sotto accusa toni, parole, attacchi o altre bischerate; sono gli stessi toni, accenti e attacchi che hanno portato al voto 9 milioni di persone, se andavano bene prima dovrebbero andare bene poi.
Prendiamo piuttosto atto che dare un voto locale, nazionale o europeo comporta risposte diverse negli elettori.
E’ chiaro che a livello locale dominano le conoscenze, i piccoli interessi, le consorterie, i piccoli affari e vince chi è più radicato nel territorio e fa parte di quella rete di ‘do ut des’ in cui l’Italia è regina, rete che gli ultimi arrivati non hanno.
A livello nazionale vincono le vecchie appartenenze politiche simili alle tifoserie di calcio, dove la memoria, l’illusione e il fanatismo la fanno da padrone
Ma a livello europeo, il fatto che l’Italia abbia dato la maggiore adesione alle attuali leggi dell’euro e ad una Europa dove la democrazia non esiste e il parlamento eletto democraticamente non ha nessun valore mentre il potere è nelle mani di una Bce, una Commissione europea e un Fondo monetario internazionale che decidono unanimemente il nostro destino senza essere stati mai eletti da nessuno, prova solo una cosa: che in questo voto ha predominato l’ignoranza e lo si è usato come un voto nazionale, con o pro Renzi. Il che dice il livello infimo di troppi che non hanno nemmeno capito cosa era in gioco.

LE FANFALUCHE DI RENZI E I DATI DELLA REALTA’
zag(c)

Famiglie senza nessuno che lavori, dove le donne devono lasciare il lavoro dopo il parto, con pochi laureati e tanti anziani. Tra disoccupati e persone che vorrebbero lavorare in Italia si contano 6,3 milioni di senza posto. Nel 2013 ai 3 milioni 113mila di disoccupati si aggiungono 3 milioni 205mila forze lavoro potenziali, ovvero gli inattivi più vicini al mercato del lavoro. Si arriva così a oltre 6 milioni di individui «potenzialmente impiegabili». aumentano gli scoraggiati (1 milione 427 mila). Guardando ai giovani, nel 2013 tra i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che né lavorano né studiano, i cosiddetti Neet, sono 2 milioni 435 mila, in aumento di 576mila rispetto al 2008. Alzando l’asticella agli under 35, nei 5 anni di crisi gli occupati in questa fascia d’età siano scesi di 1 milione 803 mila. Le donne «sono ancora troppo spesso costrette a uscire dal mercato del lavoro in occasione della nascita dei figli». La quota di madri che non lavora più a due anni di distanza dalla nascita dei figli è passata al 22,3% nel 2012 dal 18,4% del 2005. «crescono gli occupati di 50 anni e più», soprattutto per effetto dell’inasprimento dei requisiti di pensionabilità, tuttavia «crescono anche coloro che vorrebbero lavorare e non trovano lavoro». Se si considera l’insieme di disoccupati e forze lavoro potenziali, sono oltre un milione le persone di 50 e più che vorrebbero lavorare ma non trovano una collocazione». la crisi frena gli immigrati (nel 2012 gli ingressi sono stati 321mila, -27,7% rispetto al 2007), aumenta invece il numero di stranieri che se ne vanno (+17,9%) ed è un vero e proprio boom di italiani che cercano fortuna all’estero. Nel 2012 gli emigrati erano 68mila, il 36% in più del 2011, «il numero più alto in 10 anni». dall’inizio della crisi il rapporto debito/pil è salito di 29 punti e il debito continua a salire Chi dice che i soldi non ci sono? 2114643497951 debito pubblico italiano € 102.784.420 soldi spesi in interessi sul debito pubblico oggi € 34.291 debito pro capite € 121.427.172.040 soldi evasi al fisco quest’anno 1.019.312 famiglie italiane con un capitale superiore ad 1 milione di euro 24.467.106 lavoratori a tempo indeterminato 2.822.631 disoccupati in Italia 253 morti per infortuni sul lavoro quest’anno € 39,63 quadagno medio di un impiegato oggi (importo netto) € 169,25 guadagno medio di un dirigente oggi € 7.560,7 guadagno di un top manager oggi € 25.046 guadagno del calciatore Ibrahimovic oggi.
Un quadro disegnato da qualche bolscevico, da qualche terrorista o dai comunisti o pessimisti che si vogliono piangere addosso ? Si è vero i comunisti e gli economisti fuori dal coro e dal carro sono anni che disegnano questo possibile quadro e ancor di più quello fosco degli anni a divenire se non si cambiano non gli uomini ( come chiedono i grillini veri supporter di questo sistema e di questa politica e presentati come gli unici oppositori al regime) , ma politica non solo italiana , ma europea e non con qualche aggiustamento , ma nel profondo e strutturalmente, ma è il quadro presentato dall’ISTAT (http://www.asca.it/news-conti_Pubbl…) ricordo istituto statistico nazionale lo stesso che per far alzare il PIL con trucchetti statistici e nel rispetto delle regole che l’Europa si è dato ha inserito nel calcolo anche il flusso economico delle prostitute, droghe e delle mafie, corruzione e mazzette e pizzi vari)
Ma se è vero che questa è la fotografia fatta dall’istituto di statistica come si sposa questo con quello disegnato da Renzi e dalle varie ragazze pon pon del suo entourage? Continuano ad affermare come dice Padoan”La finanza pubblica italiana continua a migliorare, mentre continuiamo ad avere una crescita del debito che prendera’ a scendere nel prossimo anno’’ E lo stesso istitutio se da un lato non può smentire i dati empirici pubblicati dall’altro si lascia andare a ondate di ottimismo fuor da ogni logica “per il 2014 è previsto un aumento del pil “pari allo 0,6% in termini reali”. Una prospettiva che apre uno spiraglio di luce per i prossimi due anni, periodo in cui, “la crescita dell’economia italiana si attesterebbe all’1% nel 2015 e all’1,4% nel 2016″.
Naturalmente sempre il prossimo anno o negli a divenire. . Son almeno sette anni che ci dicono che il prossimo anno sarà migliore del precedente e che sarà l’anno in cui usciremo dal tunnel! Dobbiamo dare credito ai dati della realtà o alle affabulazione dei nostri governanti e alle ragazze pon pon?. Intanto la maggioranza degli italiani ha negato la fiducia a questo sistema partitico e istituzionale e al governo delle chiacchiere se è vero che solo il 21% degli italiani ha votato per Renzi.

E’ NATO IL PARTITO DI RENZI
di : zag(c)

Intanto cominciamo col dire che non è un plebiscito e che la maggioranza degli italiani non ha dato fiducia né a Renzi né al Governo. Con il 21% degli aventi diritto ha raggiunto la quota più bassa, il record negativo di tutti i tempi dei consensi degli italiani. Certo è il partito che ha perso di meno fra tutti gli altri ed è quello che ha racimolato voti a destra (vedi la scomparsa di Scelta Civica) Ma più che il partito è un voto a Renzi che ha trascinato il PD. Il successo quindi è un successo di spartizione di seggiole al loro interno e non di consenso fra gli italiani. Basta leggere i dati dell’astensionismo storico è ci si rende conto di questa semplice verità. Poiché si è voluto dare un significato politico a queste elezioni ( che di politica nazionale non ci azzecca proprio nulla) i dati sono dati rispetto alle politiche , salvo gli ultimi anni che raffrontano i dati amministrative e europee. Il trend è il medesimo salvo la percentuale un po’ più basse per le politiche.
Anno elezioni Votanti (%) Astens % 1976 Pol 93,40 6,60 1979 Pol 90,60 9,40 1983 Pol 88,01 11,99 1987 Pol 88,83 11,17 1992 Pol 87,35 12,65 1994 Pol 86,31 13,69 1996 Pol 82,91 17,09 2001 Pol 81,38 18,62 2006 Pol 81,20 18,80 2008 Pol 78,10 21,90 2009 Eu 66,5 33,5 2012 Amm 66,88 33,12 2013 Pol 72,25 27,75 2014 Eu/amm 57,22 42.78
Mi si dirà che è un dato strutturale per le democrazie occidentali. Ma questa non è una giustificazione, al massimo un dato preoccupante del grado di partecipazione alla vita democratica occidentale. In Italia poi è sempre stata una eccezione , rispetto alle democrazie degli altri paesi. La partecipazione al voto ha avuto sempre un dato quasi all’unanimità Si pensi al 93,40% ai tempi di Berlinguer fino al 57,22% di queste ultime consultazioni che è comunque il più alto rispetto a quelli degli altri paesi, come ha tenuto a precisare Renzi, ben conscio che i mass media l’hanno sparata grossa rispetto al plebiscito unanime che gli è stato attribuito. Come a cercare una scusante , “si è vero in termini assoluti questo plebiscito non c’è stato, ma è pur sempre il più alto rispetto a i dati di partecipazione degli altri paesi europei. Che rispetto alla bufala rifilateci dai mass media mainstream e non, c’entra come il cavolo a merenda! Ma fa parte della sua retorica prendere l’oggetto di un argomento e parlare di altro! Ma questo è un altro film. Quindi stabilito che il PD renziano è quello che ha avuto il minimo storico in termini di voti complessivi, vediamo come mai ha rastrellato di più? In altro post ho preso a prestito una metafora. Gli italiani ( quelli che sono andati a votare) si son trovati di fronte ad una scelta 1. 80 euro di Renzi 2. Le dentiere di Berlusconi 3. I vaffanculo di Renzi Il 40% ha scelto la prima che ho detto. 80 euro ( 52 mediamente) in tempi di crisi fanno comodo anche se li pagheranno con gli interessi questi 80 euro di fronte agli aumenti delle varie tasi, tarsi, IUC e bla bla. E anche se sono 80 euro una tantum ( stando ai dati del DEF e non alle promesse di Renzi) Ma domani è un altro giorno,, e quindi meglio un uovo oggi che la gallina domani. Di quel 58% circa degli italiani , leggendo i flussi elettorali, si evince chiaramente che ha pescato alla destra, la scomparsa di Scelta Civica , partito evanescente ma con elettori filo governativi, di destra, professionisti che rispetto ad un salto nel buoi preferiscono investire sul meno peggio. Ha pescato in parte da FI ex PDL , moderati e schifati delle lotte intestine in Fi e della caduta degli dei ( del dio). Dal PDL e dal Nord ha pescato abbondantemente la Lega che ha poco più del 6% come media nazionale ma presi esclusivamente al Nord. Renzi ha pescato soprattutto negli elettori del Nord da Torino a Venezia piuttosto che a Genova Firenze e Bologna. Meno al Sud ma sempre significativo l’apporto di Pescara, Catania, Palermo. Inoltre il PD ha il suo punto forte nello zoccolo duro del rifiuto all’estensionismo degli elettori del PD, retaggio, in parte, della vecchia cultura comunista e socialista. Ora cosa resterà del renzismo galoppante? Si scontrerà con il fatto che il voto non ha in termini pratici e tecnicamente non cambierà nulla rispetto al parlamento italiano. Le sue promesse in termini di riforme dovranno scontrarsi con il volere di FI , da un lato, e dall’altro sicuramente cercherà di forzare la mano nel Parlamento , giocando duro e sapendo che ha dalla sua la volontà di capitalizzare in termini di voti anche nel Parlamento italiano .
Una cosa insegna comunque , un dato incontrovertibile. Non si potrà più parlare del PD , ne di centro sinistra ma solo di Renzi e di renzismo..
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DI BALENA BIANCA NON C’E’ NULLA. SONO DATI LETTI AL CONTRARIO
di : zag(c)

Su quasi tutti i mass media si parla del ritorno della Balena Bianca, del PD come la DC, del trionfo di consensi di Renzi ecc ecc. Che Renzi e il PD abbia raggiunta la maggioranza relativa rispetto ai votanti non ci sono dubbi. I numeri percentuali sono li a dimostrazione. Ma la bufala che si vuol far passare e che questo si traduce automaticamente in un plebiscito in termini di numeri assoluti, rispetto ai consensi della totalità degli italiani è una mistificazione fatta o con malizia, o per ignoranza o per malafede o un mix dei tre. ( vedi http://vecchia-talpa.blogspot.it/20…) E il bello che in questo trabocchetto ci cascano anche quelli che consideriamo i commentatori o fonti di informazioni fuori dal coro. In realtà i consensi del PD sono in continuo calo al pari con l’aumento del voto astensionistico. Meno rispetto alle altre compagini, vero, ma in costante calo. Che voti solo la metà degli italiani, più o meno, non preoccupa nessuno e nessuno vuol fare i conti perché altrimenti tutte le loro certezze cadrebbero in frantumi. Ma prima o poi sbatteranno la faccia contro il muro! Ma veniamo a quel che è oggettivamente vero. Renzi ha preso la maggioranza relativa dei consensi in una versione elettiva in cui nominalmente si parlava di rinnovo del parlamento europeo, ma che in realtà era in gioco la politica e il teatrino italiano. L’elettore italiano è diventato conservatore per cultura, per tradizione, per indole, per “spirito del tempo” si potrebbe parafrasare. La crisi , poi, non ha fatto altro che accrescere queste paure del nuovo, del cambiamento. Ma al contempo l’incalzare della povertà alle soglie ( per i ceti medi e medio bassi) spinge al cambiamento , ma con moderazione e con speranza del cambiamento. Mediamente naturalmente. Infatti tutto quel che di “nuovo” e di “cambiamento” ci viene venduto ad ogni piè sospinto in realtà è solo il vecchio con il vestito nuovo della domenica che di volta in volta gli imbonitori di turno indossano. Prima era stato Berlusconi, oggi Renzi. Infatti tutti gli altri, i Casini, i Monti, i Veltroni, ecc ecc che si sono succeduti non parlavano del nuovo, ma apparivano e appaiono solo come continuatori, come “moderati” . Renzi si presenta come il “rottamatore” come il “nuovo” , ma pone una condizione al cambiamento. Le riforme sono solo le sue , quello che lui intende per cambiare, e chiunque che anche vuole il cambiamento ma non come lui lo intende allora è uno che non vuol cambiare, un conservazione. Vi è un altrro elemento del successo di Renzi. Il suo “populismo” Il suo parlare direttamente con il “popolo” , senza intermediari senza istituzioni intermedie di mediazione. Lui e il popolo. Anche qua il parallelo con il berlusconismo è evidente. Niente sindacati che non seguono pedisseguamente quel che lui persegue, niente istituzioni elettive intermedie, Senato,Province, piccoli comuni, o piccole regioni , ma solo l’indispensabile, macro regioni, e aree metropolitane. E un sistema di collegamento diretto fra il Capo e il Popolo. Il Parlamento elettivo ridotto ad una sola camera e i deputati non sono eletti dal popolo ( se no sarebbero intermediari scomodi) , ma nominati direttamente dal Capo. Anche qui il parallelismo con il berlusconismo e la sua riduzione del Parlamento alle solo Commissioni è evidente. Come si vede di “nuovo” nelle sue riforme istituzionali e Costituzionali non ha assolutamente nulla. Ma è solo il vecchio con il vestito della domenica e ricorda molto da vicino il Programma Democratico di massonica memoria . Ma nell’immaginario collettivo questo cattura molto, è fatto di antipolitica , tanto di moda, ma vestito di ideologismo e di gestione del potere che è l’essenza della politica più becera. E che dire della mossa mediatica degli 80 euro, meglio questo che nulla, e della precarietà diventata regola , meglio un uovo oggi che la gallina domani? Un classico della demagogia da antico mestierante della politica più becera. ( ricordate Berlusconi con il suo toglieremo l’ICI?) Insomma fuochi artificiali di rimbambimento mediatico che portano nel breve a risultati eclatanti( ma solo mistificando la realtà) Se poi si indaga sulle “riforme” in campo economico sociale e del mondo del lavoro si apre un capito a parte. Ma questo è un altro film !
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COME SI VENDONO LUCCIOLE PER LANTERNE
di : zag(c)

Prima di poter fare una analisi sistematica del voto, secondo il mio pensiero, occorre una riflessione più profonda e con dati più puntuali. Che adesso non dispongo ancora. Ma qui ora voglio solo fare delle riflessioni sulle ca—te che come al solito si son sentite e si legge sui mass media. Il coro unanime è stato il trionfo di Renzi , la caduta di Grillo, il tonfo di FI , e il risicato risultato di Tsipras. Ma fu vera gloria?
Intanto cominciamo col dire con una metafora che gli italiani si son trovati a scegliere tra gli 80 euro di Renzi, la dentiera di Fora Italia e il vaffanculo di Grillo ( non è farina del mio sacco) Che mi sembra una metafora ben azzeccata. Vi ricordate l’eliminazione dell’ICI di Berlusconi? Beh gli 80 euro di Renzi proviene dalla farina di quel mulino. E i risultati, in Italia con quella farina , arrivano sempre! Naturalmente nessuno dice che l’astensionismo è arrivata al 47% circa. Cioè quasi metà degli italiani ha rifiutato questo sistema e queste istituzioni. Ma naturalmente nessuno ne parla perché se lo facessero e ne tenessero conto tutti i ragionamenti trionfalistici che si fanno andrebbero a puttane. Dico fesserie? Bene ragioniamo con i numeri. E’ stato anche detto che il risultato renziano è un risultato storico Il PCI nel 1976 raggiunse il 34,37% , ma i votanti furono il 97,2% degli aventi diritto. Fatti due conti ebbe l’approvazione del 33% degli italiani. Un terzo degli italiani aventi diritto si identificavano con quella politica con quel partito con una affezione a quel sistema della quasi totalità degli aventi diritto. Altra storia, altri numeri, altra valori di consensi. Non c’è, ne vi può essere paragone. Solo uno sciocco potrebbe paragonare simili numeri. Ma il PD che chiaramente non ha nessun paragone con quella tradizione e quella storia ( anche se rappresenta la naturale evoluzione di un percorso iniziato fin dalla via Italiana al Socialismo poi con il Compromesso storico, sbocciato poi nel renzismo) e Renzi ha aumentato il suo consenso negli italiani? Nelle elezioni del 2008 ha avuto il 37,52% con una affluenza del 78% cioè il 29% degli italiani ha votato quel partito. In quelle del 2013 il 29,55% con il 75% di votanti per un totale di consensi pari al 22% Alle ultime elezioni il plebiscito dichiarato dagli italiani per Renzi hanno questi numeri. Il quasi 41% con una affluenza del 53,4% per un totale del 21% Ricapitolo: ANNO 1976 2008 2013 2014 %Voti 34,37 37,52 29,55 41 %Votanti 97,2 78 75 53,4 % di consensi 33 29 22 21
Di quale plebiscito stiamo parlando? I numeri se proprio vogliamo paragonare anni, sistemi elettorali e soprattutto area di influenza che copre quel diciamo partito dicono esattamente il contrario. Assistiamo ad un declino di affezione degli elettori e un calo costante di consensi a quella politica e a questo sistema! Dicevo di questo partito perché è improponibile paragonare il partito di Berlinguer e di Togliatti con il PD , ma visto che i mass media lo fanno occorre che lo si faccia seriamente e non alla carlona.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1538 5-6-2014 FARAGE E l’EFD

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Le balle di Renzi: altre manovre lacrime e sangue in arrivo. Le cose non vanno affatto bene- Intanto la corruzione corre come non mai. Ma come si fa a continuare a sostenere questa banda di ladri? – Arrestato il sindaco Pd di Venezia e altri 35 piddini – Ma i media sono attenti solo agli apparentamenti europei di Grillo – Evviva evviva c’è il governo Renzi che ci porta allegramente nel baratro, almeno moriamo contenti – Ma il solo problema oggi sembra essere l’alleanza del M5S con Farage – Il 5stelle Marco Zanni spiega i motivi della scelta – Pro e Contro – Travaglio contro – Di Maio a favore – Cori Modigliani dubbioso – Dario Fo contro – Sistema e antisistema

Questo è il migliore dei mondi possibili, come dice ogni dì Renzi e come diceva Pangloss, il precettore rimbambito di Candido (remember you Voltaire? Che fosse piddino pure
lui? Diceva il povero Candido, che non a caso si chiamava così: “Non c’è effetto senza causa, tutto è necessariamente concatenato e ha come fine il meglio. Era necessario che fossi cacciato lontano da Cunegonda, che passassi sotto le verghe, ed è necessario che elemosini il pane finché non riuscirò a guadagnarlo; tutto questo non poteva andare altrimenti. Tutto è bene, tutto va bene, tutto va per il meglio possibile.” Stiamo precipitando verso la crisi più nera, ma i piddini, infatuati da Renzi, credono di marciare verso il sol dell’Avvenir: “Oh, migliore dei mondi possibili, dove sei adesso?“

BEPPE GRILLO
“Il MoVimento 5 Stelle vuole abbattere ogni barriera tra cittadino e politico, tra eletto e elettore. Il “Non Statuto” lo spiega nell’articolo 4. “Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”. Nel MoVimento c’è un solo e unico riferimento: il cittadino. Nessuno sopra di lui, nessuno sotto di lui”.
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Peccato che poi, nei fatti, se uno si prova a dire qualcosa contrario a Grillo, i bravi grillini gli stronchino le ossa.
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CORI MODIGLIANI

Da Bruxelles arriva la bocciatura dei conti presentati da Padoan: non esistono le coperture per gli 80 euro, sarà necessaria, a breve, un’ennesima manovra finanziaria (dunque altre tasse in arrivo e già oggi assaggiamo l’amara Tasi, altri tagli allo stato sociale e ai servizi pubblici. E tutto per la gloria dei finanzieri occidentali mentre Draghi fa l’ennesimo regalo alle banche col taglio dei tassi verso la Bce). La disoccupazione tocca il 13,6% e si avvia verso un probabile 15% entro la primavera del 2015, altro che rivoluzione! (E quella giovani è ormai al 46%!) E’ la mancanza di prospettiva, di visione strategica, di possanza morale, il grande tallone d’Achille di Matteo Renzi, la sua impossibilità caratteriale e strutturale a portare fino in fondo quella necessaria pulizia etica senza la quale l’Italia non potrà riprendersi mai. Basterebbe pensare che il primo atto “ufficiale” del suo governo è stato quello di far nominare il babbo della ministra Boschi vice-presidente del Banco Popolare dell’Etruria, con delega ai crediti aziendali: no comment.
Oggi hanno arrestato il sindaco PD di Venezia, Orsoni, per corruzione, concussione, riciclaggio. Insieme a lui, finiti in manette altre 35 persone importanti tutte di stretta marca piddina e forzista, tra cui il consigliere regionale del PD Machese, i due imprenditori veneti Morbiolo e Meneguzzo (grandi elettori del PD) e il generale in pensione Spaziante. La magistratura ha presentato richiesta formale per arrestare l’ex ministro ed ex governatore del veneto Giancarlo Galan, Forza Italia.
Oggi, più che mai, serve accelerare il processo di maturazione del M5s perché si sta avvicinando a passi molto veloci il momento del trapasso, dell’inevitabile tramonto di una classe dirigente marcia dentro, che (con geniale abilità) ha partorito Matteo Renzi come figliol prodigo, identificandolo come l’ultima spiaggia. Lo è.
Il M5s è la prima spiaggia di un mondo altro (o almeno dovrebbe esserlo, se gli Italiano obnubilati dalle promesse magnifiche e future dell’imbonitore di turno apriranno gli occhi e cacceranno finalmente questa classe politica marcia fino al midollo che fa di noi terra di bottino e di ingiustizia, e comincerannno a governarsi da soli!)
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MARCO TRAVAGLIO: VA TUTTO BENE

Evviva evviva, all’Alitalia arrivano gli emiri di Etihad! Altre 2500 persone perderanno il lavoro, in aggiunta alle 7mila già sterminate dai capitani coraggiosi, ma stiamo allegri: c’è il governo Renzi, su cantiamo tutti in coro all’insegna dell’ottimismo. Evviva evviva, i giovani disoccupati sono saliti al 46%, mai nessuno era riuscito a fare peggio, se tutto va bene entro fine anno raggiungeranno quota 50%, ma stiamo sereni: c’è il governo Renzi, su facciamoci un bel selfie e festeggiamo il nuovo record mondiale all’insegna dell’ottimismo. Evviva evviva, il debito pubblico ha raggiunto i 2.107 miliardi, del resto è l’èra del rigore e delle spending review, ma va tutto bene: c’è il governo Renzi, su facciamo un bel sorriso e compriamoci un’autoblu su eBay all’insegna dell’ottimismo. Evviva evviva, l’Europa manda a dire che nei conti mancano 9-10 miliardi, una cosuccia, pari agli 80 euro per comprare i voti alle Europee, ma è tutto ok: c’è il governo Renzi, su battiamo un cinque all’insegna dell’ottimismo.
Evviva evviva, la riforma del Senato “riparte dal modello francese” che i francesi stanno abbandonando di corsa perché non serve a una mazza, ma è tutto sotto controllo: c’è il governo Renzi, su festeggiamo all’insegna dell’ottimismo. Evviva evviva, anche l’Europa s’è accorta che non facciamo nulla contro la corruzione, in compenso facciamo moltissimo a favore, ma è tutto regolare: c’è il governo Renzi con il supercommissario con i superpoteri, il piano antitangenti, la task force, la road map, il cronoprogramma, la grande riforma della giustizia entro e non oltre il 31 luglio metà pomeriggio-ore 20 massimo, nell’attesa su corriamo a visitare il prato di erbacce più noto come Expo2015 all’insegna dell’ottimismo. Evviva evviva, il governo proprietario della Rai le scippa 150 milioni dal canone per finanziare gli 80 euro del voto di scambio, dunque contro la legge (il canone è una tassa di scopo e non può servire ad altro che finanziare la Rai), così Mediaset se la ride e la Rai caccia altri dipendenti (oltre ai 700 sbattuti fuori dal 2013), ma guai scioperare, perché la rapina mica l’ha fatta Berlusconi, l’ha fatta Renzi e allora è per il bene della Rai, così “risparmia sui compensi dei conduttori” (certo, come no, così vanno a Mediaset o a La7 pure quelli), sulle sedi regionali (così va a casa qualche altro giovane precario) e si vende RaiWay (così se la compra per un tozzo di pane B. o chi per lui), quindi nessuno si azzardi a scioperare, l’ha detto anche il Garante che non sta bene, e poi Renzi non vuole (“è umiliante” scioperare per difendere il posto di lavoro, lo dice anche Marchionne), Cuperlo nemmeno, Anzaldi & Marcucci della Guardia Repubblicana avvertono che sarebbe “frustrante per gli italiani” che “alcuni sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Usigrai, ndr) protestino senza costrutto” anziché “rivendicare la prima grande operazione di redistribuzione ai cittadini con gli 80 euro”, infatti Giletti non ci pensa proprio, Mannoni neanche, i compagni del Tg3 mica son cannibali che azzannano il governo amico, Masi (direttore Tg2) esalta “la politica che ritrova una visione comune con la gente” quindi meglio non disturbare, Gubitosi preferisce “parlare non di tagli ma di ottimizzazione, di crescita” perché è ancora lì che cerca di farsi ricevere a Palazzo Chigi e intanto prepara tappeti rossi-lingua per l’Immortale Expo e l’Imperituro Semestre Europeo, e se Floris vuol fare domande lo sa dove se le deve ficcare, così gli altri si regolano, colpirne uno per educarli tutti, quindi è tutto perfetto: chi perde il lavoro guadagna un sacco di tempo libero, dovrebbe ringraziare e organizzare un carnevale di Rio, su facciamo un bel trenino che il governo Renzi ha un piano per la Rai, una task force, una road map, un cronoprogramma, una grande riforma per abolire la pubblicità su Rai2 e Rai3 così gli spot di Mediaset raddoppiano, ridurre il canone tanto chi lo paga più, non toccare il Biscione con antitrust o leggi sul conflitto d’interessi ci mancherebbe, entro e non oltre il 31 agosto, ore 12-12:15 massimo, prima che l’ultima truccatrice e l’ultimo usciere ritardatari diventino renziani. Un paio di contrari è meglio conservarli, per la riproduzione.

Via libera elle emissioni

GRUPPI DEL PE

Nel Parlamento europeo per fare un gruppo occorrono 25 membri che vengano da almeno 7 paesi europei.
I gruppi sono 18
Quelli a favore dell’euro sono:
-PPE:(cdx), cristianodemocratici e conservatori (il Pd sta qui) 245 membri, Pres. Joseph Daul
-S&D: (csx) Socialdemocratici e progressisti, 184 membri, Pres. Martin Schulz
-ALDE: (centro) Liberali e centristi, 84 membri, Pres Guy Verhofstadt
-ECR: (più conservatori del PPE) iperliberisti, conservatori e riformisti 55 membri, Pres. Timothy Kirkhope
-GUE/NGL: (estrema sx), Comunisti, Socialisti Democratici e Ecosocialisti, 35 membri, Pres. Lothar Bisky
Gli euroscettici sono:
-EFD: (destra) Europa della Libertà e della Democrazia, 30 membri, presid. Farage dell’Ukip (finora c’era anche la Lega)
-V-ALE: Verdi- 55 membri, Presidenti Daniel Cohn-Bendit e Rebecca Harms
-Nazionalisti e populisti (estrema destra) Le Pen, Lega, Alba dorata ecc.
28 eurodeputati risultano non iscritti.

Grillo e Casaleggio, almeno a vedere dal modo con cui hanno magnificato Farage e screditato i Verdi, sembrano aver già deciso un apparentamento con l’EFD di Farage, indipendentemente da un voto della base.
Mi chiedo perché il M5S non possa attingere invece al gruppo dei non iscritti e formare un nuovo gruppo di euroscettici che siano anche antiliberisti e non iperliberisti come Farage?
Grillo e Casaleggio rispondono che sarebbe un gruppo difficile da gestire (e perché? visto che con 17 membri saremmo la maggioranza e ce ne occorrono solo 8? Ma dicono che basterebbe che uno se ne andasse per produrre lo scioglimento del gruppo e la perdita di qualsiasi diritto). C’è poi il fatto che più un gruppo è numeroso più ha voce in capitolo per eleggere quelli che contano. E mettersi con Farage significherebbe sommare i 17 voti ai suoi 30 (ma i Verdi, però, sono 55!).
E’ meglio salvaguardare la purezza del M5S senza inquinarlo con alleanze discutibili o fare una alleanza ‘tecnica’, nel cui interno ognuno però vota come gli pare?
Può anche darsi che il M5S sia oltre la dx e la sx, ma senza ombra di dubbio Farage è di dx e il suo programma in troppi punti è all’antitesi di quello dei 5stelle e lo rovinerebbe.
Perché non cercare allora questi 8 membri tra i 28 che non sono ancora in nessun gruppo e preservare la purezza di intenti senza fare calcoli numerici?
Se il M5S era un movimento attento al realismo politico, se voleva fare calcoli prettamente numerici, allora poteva anche allearsi con Berlusconi o con Renzi! Mi pare che i 5stelle dovrebbero essere al di sopra della mera furbizia contabile da tavolino! O questi nuovi passi lo screditerebbero per sempre.

Europarlamentare 5stelle Marco Zanni

- Il PE funziona in maniera molto diversa rispetto al Parlamento Italiano, soprattutto in tema di formazione di gruppi politici o alleanze. Non si deve dare fiducia ad alcun governo ed entrare in un gruppo dà moltissimi vantaggi in termini di operatività legislativa. Finire nel gruppo dei non iscritti equivale alla sterilità politica, relegando i MEP nell’oblio per 5 anni;
- Noi eletti stiamo partecipando e lavorando per vagliare tutte le possibilità di formazione di un gruppo all’interno del PE;
- Teniamo conto che obiettivo primo di noi Europarlamentari è portare a casa il maggior numero di punti inseriti nel nostro programma;
- Tutte le proposte concrete e serie e rispondenti ad alcuni criteri minimi saranno prese in considerazione;
- I tempi sono stretti, la prima seduta plenaria del PE sarà il 1 luglio, ma i gruppi dovranno essere pronti molto prima;
- Alla fine del processo tutte le ipotesi concrete (compresa quella di andare nei non iscritti), saranno messe a votazione sul blog e gli iscritti prenderanno una decisione.
Analizziamo nello specifico tutte le possibilità di cui si è parlato in questi giorni.
1) Entrare nel gruppo dei Verdi Europei;
2) Creare un nuovo gruppo aggregando piccoli partitini per arrivare a 25 MEP;
3) Gruppo con UKIP;
4) Nessun apparentamento con alcun Gruppo con conseguente passaggio nei Non iscritti.
La prima ipotesi: VERDI
Il gruppo G/EFA (The Greens/European Free Alliance) nasce nel 1999 dalla fusione di due gruppi: il Gruppo Verde al Parlamento Europeo, attivo dal 1989, e il Gruppo dell’Alleanza Radicale Europea, attivo dal 1994. Il gruppo raccoglie deputati da due distinti partiti politici europei: il Partito Verde Europeo (l’ex Federazione Europea dei Partiti Verdi), di matrice ambientalista ed ecologista, e l’Alleanza Libera Europea, che riunisce i movimenti autonomisti, indipendentisti e regionalisti di csx delle nazioni europee senza Stato. Quindi gruppo non troppo omogeneo. Il partito trainante è quello dei Verdi tedeschi, che non hanno alcuna intenzione di cambiare l’Europa, vogliono mantenere lo status quo (no eurobond, no revisione maastricht, no revisione MES), sono vicini alla Merkel (da voci del PE starebbero considerando di appoggiare Juncker, candidato del PPE e della Merkel, alla presidenza della commissione Europea), non hanno battuto ciglio sulla missione di guerra in Libia e soprattutto non mi pare abbiano fatto grandi proteste contro ultimi provvedimenti del governo tedesco a favore di industrie energivore e contro le rinnovabili. Su altri punti programmatici che riguardano ecologia, ambiente e diritti umani hanno invece posizioni molto vicine a quelle del M5S. Riguardo al possibile nostro ingresso nel loro gruppo, alcuni hanno detto no categorico a M5S, salvo poi essere smentiti da altri che hanno espresso apertura al M5S però a patto di essere “corteggiati” e cercati e probabilmente di sottoscrivere in toto il loro programma politico e rispettarlo (cosa inaccettabile perché su alcuni punti fondamentali, c’è molta distanza). Monica Frassoni, presidente del partito verde europeo, il 17 maggio si è espressa così: “Da Grillo non arriva una proposta per l’Europa ma un vero e proprio delirio. La nostra idea di Europa è di apertura, di felicità, libertà. L’esatto contrario della prospettiva lugubre e violenta che si può ritrovare nelle urla di Grillo”. Da queste dichiarazioni, pare che molta sintonia non ci sia. Reinhard Butikofer, presid. dell’European Green party e deputato tedesco in Ue: “Grillo vuole l’Europa come comunità? Deve smetterla di prendere in giro le persone. Io non so cosa pensano i “grillini” perché il loro leader non permette agli altri di esprimere posizioni diverse. Se non sono d’accordo con Grillo, lo sfiducino e poi potremo parlare”. Non mi sembra proprio un invito a nozze. Infine mi chiedo nella scorsa legislatura, che battaglie hanno fatto i Verdi per andare contro la burocrazia finanziaria e delle lobbie e le politiche di austerity che hanno rovinato l’Europa?
Staremo a vedere.
La seconda ipotesi: formare un nuovo gruppo dove M5S finge da partito maggiore e polo aggregante di altre piccolissime realtà. Sulla carta bellissima ma difficilissima da realizzare e anche una volta realizzata avrebbe non poche criticità. Partiamo dai partiti papabili. I più simili a noi sono: gli spagnoli di Podemos (Indignados) che hanno 5 MEP, i greci di To Potami che hanno 2 MEP e i Portoghesi del Partito della Terra che hanno 2 MEP. Più ci sono altri piccoli partiti con ½ MEP che però hanno poco in comune con M5S. Purtroppo però Podemos dovrebbe già avere un accordo con Tsipras, To Potami con i socialisti e i Portoghesi dovrebbero confluire nei liberali. Rimarrebbero altri piccoli partitini con cui si potrebbe creare un gruppo però molto eterogeneo per arrivare a 25 MEP di 7 paesi. I problemi di gestione sarebbero grandissimi. Immaginatevi il potere che avrebbe 1 singolo MEP del partitino del più piccolo Paese UE che potrebbe fare da ago della bilancia e tenerci in scacco minacciando di uscire dal gruppo e farlo sciogliere. Una strada che abbiamo vagliato ma praticamente impraticabile.
La terza ipotesi: UKIP basandosi su 4-5 punti condivisi (principalmente in relazione a stop austerity, rimodulazione Maastricht, riforma dell’UE per renderla più democratica e vicina ai cittadini e stop missioni di guerra NATO) e flessibilità sul resto, con libertà di voto disgiunto su punti non condivisi. Questa è unica proposta concreta e dettagliata che M5S ha ricevuto fino ad ora. Farage sono mesi che esprime attestati di stima a Grillo e M5S, sono mesi che ci vuole incontrare e ci ha cercato fortemente proponendoci di entrare nel 4° gruppo del PE per provare a contrastare strapotere tedesco e megainciucione PPE/S&D con una proposta allettante: come dicevo convergenza su alcuni punti e libertà di voto su idee non comuni. Questo non ci vieta quindi di votare contro provvedimenti e idee del programma UKIP con cui non siamo d’accordo (principalmente su politiche energetiche, eurobond e liberismo economico) e a favore di idee di altri gruppi con cui siamo d’accordo (Tsipras, Verdi o altri). Nell’ EFD potremmo fare in certi casi da ago della bilancia se ci fossero contrasti tra PPE e S&D, potremmo contrastare lo strapotere tedesco essendo apparentati col primo partito UK, e potremmo lottare per tentare di abbattere lo strapotere dei burocrati e delle lobbie che hanno affossato UE. Inoltre, avendo seguito UKIP anche nella scorsa legislatura, ho constatato che è stata una delle poche forze che si è opposta fermamente alle porcate del tandem Merkel/Van Rompuy con la regia del banchiere Draghi, condannando la deriva antidemocratica dell’UE, le politiche di austerity che stavano strozzando e soffocando la ripresa, il trattamento incivile e antidemocratico riservato ai cittadini greci e che ha portato avanti battaglie che ci accomunano. Come noi, al contrario dei Verdi, sono forza di rottura contro questo sistema marcio. Poi ovviamente ci sono anche punti su cui siamo molto distanti da UKIP: loro sono inglesi, e quindi nazionalisti per natura, hanno visione poco green nelle loro politiche energetiche e sono ancora ancorati al neoliberismo come forma di sviluppo economico. Però all’interno di questo accordo flessibile questo problema non sussiste, dato che noi possiamo tranquillamente votare contro se non siamo d’accordo. Non mi dilungo poi sullo sbugiardare le balle che i media (probabilmente intimoriti da tale accordo) hanno sparato su Farage e UKIP, perché in poco tempo la rete le ha già smascherate. Hanno detto che è xenofobo, omofobo e sessista (il fuffington post ha abilmente manipolato traduzione di un suo discorso, consiglio lettura e ascolto di quello in lingua originale). Si sono dimenticati però che UKIP ha gruppo LGBT al suo interno e uno scozzese eletto al PE è gay dichiarato. Si sono dimenticati che uno degli eletti è inglese di origini pakistane e che il 30% dei nuovi MEP UKIP sono donne, ex dirigenti del partito in UK. Si sono anche dimenticati che fu per forte volontà dello stesso Farage che Borghezio venne espulso da gruppo nel vecchio PE e che altri membri UK (quelli di cui i giornali hanno riportato frasi omofobe e xenofobe) sono stati cacciati proprio per queste uscite. Questi sono i fatti, poi Farage non sarà un santo (come Grillo e come tutti gli esseri umani), non sarà perfetto e avrà fatto qualche cazzata e detto qualche minkiata (come capita a tutti), ma per ora la sua proposta è l’unica concreta e forse accettabile a mio parere, che ci permetterebbe di lavorare su punti principali del nostro programma. Ricordo infine che fare un gruppo flessibile con UKIP (o con chiunque altro) non significa sposarlo o fare un governo con loro. Sarebbe cosa totalmente diversa da quello che era dare fiducia al governo del PD 1 anno fa.
La quarta ipotesi:i non entrare in nessun gruppo e andare nei non iscritti. Personalmente la ritengo ipotesi peggiore che troncherebbe qualsiasi opportunità di fare qualcosa di concreto nel MEP. Così sì davvero avremmo congelato i quasi 6 milioni di voti ricevuto, sancendo la sterilità politica di noi 17 MEP eletti per il M5S. Sapete bene tutti che i non iscritti hanno pochissimi diritti: non possono far eleggere vicepresidenti e questori PE, possono partecipare a commissioni ma solo come auditori, hanno minutaggio molto ridotto per interventi in plenaria PE, hanno a disposizione meno risorse e uffici. Praticamente fungono da soprammobili. Spero di non aver dedicato mio tempo e forze per finire nell’oblio dei non iscritti senza poter cambiare nulla di questa Europa e spero che tutta la base del M5S ne sia cosciente.
Concludo con un’ultima considerazione e promessa. Parliamo con tutti quelli che ci vogliono ascoltare, vediamo proposte concrete e fattibili che riusciamo ad ottenere e poi deciderà la rete. Noi tutti dovremo essere bravi informarci correttamente e adeguatamente (mi spiace che molti attivisti abbiano creduto alle grosse balle giornalistiche di questi ultimi giorni) in modo da scegliere la soluzione migliore per provare a cambiare l’Europa. I tempi stringono, la gente non ha lavoro, pensione e non arriva a fine mese, le imprese chiudono o falliscono, siamo allo stremo delle forze, bisogna agire. Sarebbe veramente un gran peccato di tafazziana memoria finire nel gruppo dei non iscritti. Ma sono sicuro che il M5S saprà scegliere la strada giusta da seguire.” (Marco Zanni – M5S al Parlamento Europeo)
Orgogliosamente Italiani.
L’Amore, l’Onestà, la Solidarietà, la Dignità, la Competenza, l’Efficienza, la Coerenza, la Passione e l’Onore torneranno di moda!”

CORI MODIGLIANI

In Italia non c’è stata una campagna elettorale per le europee.
Se ci fosse stata (non ho alcun dubbio al riguardo) il M5s avrebbe stravinto.
Invece, l’intera campagna elettorale è ruotata intorno agli 80 euro governativi, alle visite di Berlusconi a Cesano Boscone, agli arresti dei banchieri italiani, al fatto se Grillo era o non era come Hitler, quanto guadagnava Casaleggio, se lo scontrino della Picierno corrispondeva o meno alla realtà esistenziale degli italiani, se bisognava difendere o attaccare la legge Fornero, se Dell’Utri era latitante o era malato, se il m5s avrebbe vinto oppure no costringendo Renzi e Napolitano alle dimissioni, con l’unica spruzzata europea affidata alla Lega di Salvini che aveva impostato la propria sopravvivenza sostenendo che uscire subito dall’euro avrebbe comportato la magica soluzione economica per tutti i problemi del paese.
La pressione quotidiana è stata talmente massiccia che molto raramente (per non dire mai) si è parlato dell’Europa, del senso di queste elezione e del programma dei contendenti. Non era possibile, e non è stato un caso. Il PD, Forza Italia, Sel, l’Udc, Fratelli d’Italia, Scelta Civica, avevano lo stesso identico programma, cioè nulla, dato che non ce l’avevano, se non quello di fare in modo di lasciare le cose esattamente come stavano, aggiungendoci soltanto la frasetta ad effetto (completamente priva di alcun significato reale) “andiamo in Europa a battere i pugni sul tavolo”. Il M5s aveva 7 punti molto fermi e solidi.
Che piacessero o non piacessero, quelli erano.
Ciò che contava, per i media, era che non se ne parlasse mai.
Oggi che non siamo più in campagna elettorale, estremo paradosso, se ne può finalmente parlare. Qualcuno potrebbe dire “ormai è inutile”. E invece no, è fondamentale.
Perché si parte da lì per cercare di comprendere se, come, quando e quanto, convenga al movimento formare un gruppo con l’Ukip di Nigel Farage.
Il vero obiettivo del movimento, in Europa, rimane quello dei propri 7 punti: abolizione del Fiscal Compact, cancellazione del pareggio di bilancio, rinegoziazione di tutti i trattati, imposizione alla BCE del varo degli eurobond, identificazione e accettazione dell’esistenza di due Europe: una settentrionale legata alla Germania, l’altra mediterranea, con la conseguente e inevitabile diversità nell’applicare le politiche comunitarie sul territorio e, infine, referendum consultivo sull’euro.
E quindi, cominciare a interrogarsi, oggi, se l’alleanza con Ukip accelera il programma europeo pentastellato e lo rispetta, oppure lo vanifica e lo elimina dal panorama: punto di partenza fondamentale.
Ciò che conta, prima di ogni altra cosa in assoluto, consiste nell’avere la sicurezza che il potenziale alleato sia d’accordo o meno per garantire a se stessi che la propria integrità è salva nel rispettare la fedeltà e la coerenza ai punti del programma.
L’enorme nebbia che, per la storia del personaggio, è stata costruita sopra, ha spostato subito i parametri della discussione, riducendo il dibattito a un referendum esistenziale sulla persona fisica di Nigel Farage.
Bisogna uscire immediatamente dalla logica del referendum personale pro o contro Farage
La scelta sulla quale gli iscritti al movimento saranno chiamati a votare non riguarda Farage.
In Europa, per poter contare bisogna costituire un gruppo.
Che cosa vuol dire: contare?
Significa avere la certezza legale e formale che si partecipa avendo la possibilità di prendere anche delle decisioni, altrimenti è inutile andarci.
Non solo. Il gruppo deve essere forte, altrimenti finirà penalizzato. Perché?
Perché la scelta funziona nel seguente modo: Il primo presidente di commissione spetta al partito più votato (in questo caso PPE); all’interno di quel partito spetta alla nazione che in percentuale ha garantito il massimo numero di eletti (in questo caso la Germania). E scelgono subito la presidenza e i primi uffici di gestione delle commissioni. Poi si passa al secondo, in questo caso il PSE, all’interno del quale l’Italia la fa da padrone. Quindi, i primi a scegliere che posti di comando e decisione andranno a occupare sono Angela Merkel e Matteo Renzi. Poi si passa al terzo gruppo, al quarto, quinto, sesto, settimo, via dicendo. Tanto più si scende tanto meno ci sono possibilità di contare. L’ultimo gruppo potrà contare sulla presidenza della “commissione tutela patrimonio numismatico”, cioè segue la vita dei francobolli e delle monete antiche storiche, un passatempo per anziani aristocratici malati di gotta.
E’ stato detto che Ukip non impone regole a chi si allea con loro e consente libertà di voto agli alleati. Tradotto significa che se domani Nigel Farage (di cui conosciamo la vocazione nuclearista) dovesse scegliere di votare a favore di un investimento europeo per il nucleare, i 17 del M5s avrebbero la garanzia formale di poter votare contro. Non solo. Se domani i verdi europei presentano una proposta ambientalista che piace al movimento, i 17 eletti la possono votare con entusiasmo sapendo che (forse) Ukip non la sosterrà e ci voterà contro.
Sostiene Ukip nel suoi programma che ha diffuso nei giorni scorsi:
Il gruppo è aperto ai deputati che credono in una Europa della Libertà e della Democrazia e che riconoscono la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti umani e la democrazia parlamentare.
Il Gruppo sottoscrive il seguente programma :
1 . Libertà e cooperazione tra le persone di Stati diversi
2 . Più democrazia diretta e partecipata e il rispetto della volontà popolare
3 . Rispetto per la storia d’Europa , delle tradizioni e dei valori culturali. Popoli e nazioni d’Europa hanno il diritto di proteggere i propri confini e rafforzare i propri valori storici, tradizionali, religiosi e culturali. Il Gruppo rifiuta la xenofobia, l’antisemitismo e qualsiasi altra forma di discriminazione
4 . Rispetto delle differenze e degli interessi nazionali:
5. Viene garantita la libertà di voto a tutti gli aderenti e a tutti gli alleati
6. UKIP è contro la guerra in ogni sua manifestazione, sempre.
Accettando di far propri questi principi nei suoi procedimenti, il Gruppo rispetta la libertà delle sue delegazioni e deputati di votare come meglio credono.
Questo sostengono, E mi sembra compatibile con la logica del movimento e soprattutto con i punti del programma per l’Europa

L’accordo tra M5s e Ukip è un’alleanza tecnica, tattica, che ha come primo obbiettivo quello di andare a costituire un gruppo che forse diventa il quarto se non addirittura il terzo in Europa, andando ad inserirsi, pertanto, nei gangli del meccanismo burocratico di Bruxelles.

DARIO FO NEGATIVO
“Io mi fido della capacità di analisi di Grillo e Casaleggio. Però ricordo che Farage ha valori diversi, viene dalla destra profonda. Chi si avvicina al movimento è attratto dalla sincerità, dall’onestà, da atteggiamenti e scelte positive, non vale lo stesso per l’Ukip”
“Non basta parlare con una persona, non basta un pranzo. Sapessi quante volte io sono stato ingannato. Devi essere prudente prima di allearti con Farage”.
“Credo che per dare un’opinione seria e onesta occorra essere informati. E pochi di noi sanno davvero chi è Nigel Farage. Leggendo i giornali ho notato un’acredine violenta nei suoi confronti”.
“Credo che per dare un’opinione seria e onesta occorra essere informati. E pochi di noi sanno davvero chi è Nigel Farage. Leggendo i giornali ho notato un’acredine violenta nei suoi confronti”

PARERE NEGATIVO
Viviana Vivarelli

Che Grillo lo dica o no, Farage è xenofobo, attacca rumeni e bulgari come mafiosi e figuriamoci gli Italiani! E intende rimpatriare gli stranieri! Gli Italiani in UK sono almeno 200.000. Con Farage, il M5S perderebbe immediatamente i loro voti con pessimo effetto su 4 milioni di Italiani all’estero, permettendo ai nemici di equiparare il M5S alla Lega (e in effetti nell’EFD il M5S prenderebbe il posto ancora caldo dalla Lega, che ora sta ancora più a dx con la Le Pen, e non sarà una bella immagine per chi finora si è sdegnosamente presentato come né di dx né di sx apparentarsi con un gruppo fortemente di dx e iperliberista che attaccherà pure la Merkel e la Bce ma per motivi molto diversi e rivolti a un nazionalismo spinto ed egocentrato.
Più vado avanti più mi convinco che legarsi a uno come Farage distruggerebbe il M5S. I giudizi dei media su di lui sono pessimi, ma sappiamo bene che lo sono, a torto, anche contro Beppe Grillo, che, a sentire i media, è anch’egli fascista, razzista e terrorista.
I Verdi sono un gruppo composito, in cui si distinguono due parti di parere opposto: i Verdi francesi di Bovet, euroscettici e molto simili al M5S, e i Verdi tedeschi che hanno votato posizioni inaccettabili per il M5S, come tutte le ultime guerre in Medio Oriente e in Libia e anche la prossima in Siria, in più appoggiano la Merkel, le regole dell’euro e della Bce. C’è poi il fatto che i Verdi tedeschi abbiano fatto sempre delle dichiarazioni di feroce ostilità al M5S, al contrario di Bovet che chiede un incontro in diretta streaming con Grillo (cosa di cui il suo blog tace).
Deve essere chiaro che non esiste in Europa nessun Movimento che somigli molto al M5S, per cui cercare una identità è impossibile. Comunque il M5S dovrebbe accettare delle differenze. ma, a parer mio, i dubbi su Farage sono troppo forti e le cose che Grillo ha scritto a suo favore non tranquillizzano affatto e appaiono delle forzature, specie a chi, vivendo in Inghilterra, ha di Farage una impressione orrenda, avendo sentito le sue dichiarazioni alla BBC. E’ perfettamente vero che, ergendosi Farage contro la corruzione dei politici inglesi e contro l’Europa, viene attaccato malignamente come lo è Grillo in Italia, ma prima di tutto la stampa inglese è migliore di quella italiana e non sta come noi al 70° posto, in 2° luogo Farage stesso è stato accusato di aver rubato sui rimborsi e non ci pensa nemmeno a diminuire il potere della partitocrazia così come se ne frega della democrazia diretta, in 3° luogo vuole aumentare l’isolazionismo britannico distruggendo l’Europa, e questo lo può anche fare una Inghilterra che comunque è sempre attaccata al potente alleato USA ma non può farlo l’Italia. La distruzione integrale dell’Ue non è la nostra posizione, anche perché in un mondo globale, conservare l’Ue sembra una necessità, e la nostra lotta è piuttosto nel senso di rendere l’Ue ai popoli sottraendola al giogo del sistema finanziario e delle banche
Se ora il M5S ci tiene a non avere una posizione ideologica schierata a dx e a sx, stare con Farage lo connoterà immediatamente come una forza iperliberista di dx, e sarà inutile dichiarare il contrario, certo non di estrema dx come il gruppo della Lega e della marina Le Pen ma comunque di dx. E questo non sarà un bene e confermerà le accuse peggiori dei nemici di Grillo che gli hanno sempre dato dal fascista.
Finora il M5S ha sempre lottato per una purezza ideale senza cadere in alcuna ideologia partitica e questo distruggerebbe tutto.

Alle elezioni europee Farage è assurto come primo partito britannico, sorpassando i conservatori di Camerun e spazzando via i liberaldemocratici.
Certo Farage è odiato perché attacca la city, il sistema bancario, i poteri forti della finanza europea e gli abusi dei parlamentari inglesi che rubano sui loro rimborsi (anche se lo ha fatto anche lui), ma non credo che questo basti a renderlo gradevole, resta un iperliberista, un nazionalista esasperato e uno xenofobo, mentre il M5S è assolutamente contro il liberismo estremo (sennò tanto valeva votare Renzi e il suo programma di sudditanza al Fondo Monetario e al potere delle banche!).
Grillo dice che nello statuto di Farage il razzismo è condannato, ma che vuol dire? Questo è obbligatorio in Inghilterra, dove, a differenza dell’Italia, chi fa sfoggio di razzismo commette un reato penale, per cui è ‘obbligatorio’ per legge che ogni partito nel suo statuto si dichiari non razzista altrimenti rischia una condanna penale. Si difende Farage dicendo che ha candidato eurodeputati islamici o di colore, ma questi ci sono persino nella Lega! Certo è vero che gentaglia come Borghezio è stata cacciata dal partito, ma restano le richieste di Farage di limitare le immigrazioni a chi è laureato e di respingere i trattati internazionali che impongono accoglienza a chi fugge da paesi in guerra o dove vigono torture e lager. Il suo programma del 2012 prevedeva l’abrogazione dello Human Rights Act (la Convenzione Europea per i diritti umani) e già questo è altamente inquietante.
Troppe idee di Farage sono proprio all’opposto di quelle del M5S.
I 5stellle sono pacifisti e chiedono una riduzione delle spese militari e delle missioni belliche. Farage vuole addirittura un aumento delle spese militari del 40%, rifiuta in blocco l’Europa e nutre un nazionalismo spinto che non appartiene al M5S.
In materia di difesa dell’ambiente i due gruppi sono agli antipodi: l’Ukip rifiuta massicciamente ogni investimento nelle rinnovabili, ha chiesto il divieto di installare in UK le “disgustose” pale eoliche, nega il cambiamento climatico, tentò di vietare nelle scuole il film ambientalista di Al Gore, sostiene il carbone e il nucleare, che, negli obiettivi di Farage, dovrebbe fornire il 50% dell’energia totale. Questo per il M5S dovrebbe essere follia!
Il M5S difende lo stato sociale che Renzi intende massacrare. Farage vuole ridurre le spese per la sanità pubblica che in Inghilterra è partita tardi ed è una misera cosa.
A Farage ovviamente non interessa uscire dall’euro, tanto ha la sterlina mentre noi che nell’euro ci siamo stati messi a forza da Prodi, truccando i conti e senza che avessimo la forza di sostenerne il giogo, e abbiamo un forte bisogno anche di una battaglia per cambiare le regole dell’euro o uscirne. Ma come la faremo questa battaglia all’interno di un gruppo che la pensa diversamente?
Il M5S ha depenalizzato il reato di immigrazione clandestina. L’Ukip non si riconosce né nella Convenzione di Ginevra sui rifugiati né nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Se il M5S propone il reddito di cittadinanza, l’Ukip vuole ridurre le tasse ai più ricchi, al 31% dagli 11mila euro in su e vuole tagliare anche lo stato sociale, frammentando il sistema sanitario.
Capisco che non ci sarà mai una forza politica europee identica al M5S ma certo qui le differenze sono veramente troppe e disastrose e ucciderebbero il Movimento di Grillo.
Che il M5S trovi un gemello europeo è del tutto impossibile, ma ritengo che scegliere di stare con Farage è efferato e schianterebbe il M5S togliendogli ogni credibilità.
Questo movimento di milioni di Italiani è partito difendendo una nostra purezza ideale e ora dovrebbe rinnegare la propria parte migliore per un meschino calcolo a tavolino?! Dovrebbe privilegiare un calcolo utilitaristico? E’ vergogna solo a pensarlo. Ma allora, se il M5S voleva fare un calcolo utilitaristico, tanto valeva mettersi con Bersani come hanno fatto Sel o Alfano, o potevano appoggiare Renzi, come fanno oggi tanti dentro il Pd o abbandonando Berlusconi!
Ma davvero si può pensare che la meta che il M5S si propone è un calcolo utilitaristico? Un basso conteggio di voti??
Ci sogna un mondo migliore, persegue un ideale, non fa calcoli di utilità pratica.
L’ideale non si vende e non si compra.
L’ideale è un’altra cosa.
Ed è tutto ciò che può distinguerci dalla massa di furbastri politici, pronti a vendersi e a rinnegare le proprie idee per meri calcoli di potere o per ubbidienza cieca a un capo.

Viviana

Non esiste in Europa alcun partito che somigli al M5S.
In questo senso esso è una forza politica unica e totalmente innovativa, diversa da ogni partito esistente, e in certi punti talmente innovativo e creativo da non poter essere paragonato a nessun sistema politico esistente, a cominciare dalla richiesta della democrazia diretta che dovrebbe sostituire il sistema parlamentare (ma la Svizzera e la Norvegia con chi si apparentano? Ma, del resto, come potrebbe la Svizzera opporsi allo strapotere del sistema bancario?)
il problema è trovare qualcuno che non sia troppo diverso dal M5S, ma le differenze ci saranno sempre, è inutile richiedere l’impossibile. D’altro canto, il M5S qualche apparentamento deve trovarlo, o sarà nell’impossibilità, secondo le leggi europee, di partecipare ai lavori delle commissioni e di eleggere le massime cariche.
Solo che con Farage di differenze ce ne sono troppe.
Io spero che o che il m5S si metta coi Verdi francesci, o che si ponga come gruppo autonomo attraendo quei 28 eurodeputati che sono privi di gruppo.
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GRILLOTALPA
Marco Travaglio

Chi sono Farage e l’Ukip
Ha un bel dire Beppe che “Nigel è simpatico”: pare che sia pure vero, è un battutista impenitente, veste da dandy e la sua foto giovanile in versione punk fa sbellicare. Ma allora? De Gasperi ed Einaudi,i più grandi statisti dell’Italia repubblicana,non sprizzavano certo simpatia. In compenso B il peggiore premier della storia repubblicana e anche monarchica, è a suo modo e in piccole dosi simpatico. Ma un conto sono i tratti umani, un altro le idee e i programmi politici: non erano stati proprio i 5Stelle a dire che in Europa si sarebbero seduti accanto alle forze più vicine o meno lontane al loro programma? Quello pentastellato è semplice e scarno, 7 punti appena: nemmeno una virgola in comune con quello dell’Ukip, che vuole cacciare dal Regno Unito tutti i cittadini nati altrove (Italia compresa). In compenso moltissimi punti in comune con i Verdi, sia per le politiche ambientali ed energetiche, sia per un’Europa intesa come comunità dei cittadini e non come casta delle lobby finanziarie. Se proprio Grillo voleva levarsi lo sfizio di farsi un bicchierino con Farage, cosa fatta capo ha (anche se quel pranzo ha sconcertato i suoi elettori che, proprio perché non sono “né di dx né di sx”, non hanno nulla a che fare con xenofobia e nazionalismo; in compenso ha fatto felici gli avversari che non vedevano l’ora di dipingerlo come il nuovo Hitler). Ora però segua le regole del suo movimento e ascolti gli eletti ed elettori, che vedono la sola ipotesi Farage come il fumo negli occhi (anche se l’Ukip fosse solo un taxi). Non occorre neppure consultare la Rete per capire che la proposta indecente verrebbe bocciata, con numeri ben più schiaccianti di quelli che smentirono G&C sul reato di clandestinità e sull’incontro con Renzi. Un buon punto di ripartenza è il documento dello staff Comunicazione che, accanto a bizzarrie pittoresche (il trench scuro e i boccoli di Casaleggio che fan perdere voti), contiene analisi serie e impietose della sconfitta.
Diamo pure per veri alcuni argomenti grilleschi sul dilemma Farage sì-Farage no. Vero che la stampa italiana, quando l’Ukip ha vinto le elezioni europee in Gran Bretagna, ha dipinto il suo leader come un simpatico cazzaro da pub col vizietto delle battute xenofobe, omofobe e sessiste, poi è bastato che pranzasse con Grillo per diventare la reincarnazione di Hitler. Vero che tutti i razzisti sono xenofobi, ma non tutti gli xenofobi sono razzisti: Farage è xenofobo (come abbiamo scritto e come tutti confermano, lui compreso), ma non razzista. Infatti fa campagne contro tutti gli immigrati, anche comunitari, senza mai sottilizzare sul colore della pelle: per ragioni nazionalistiche e sociali, non etniche ;e non ha nulla a che fare con i fascisti, che anzi non possono metter piede nell’Ukip. Vero che al Parlamento europeo la formazione dei gruppi è un mercato delle vacche, dove tutti vanno con tutti alla rinfusa e contano molto i numeri e poco i programmi (altrimenti B. e Alfano non si ritroverebbero nello stesso condominio, e per giunta con la Merkel all’ingresso; e i renziani non convivrebbero con i socialisti, compresi quelli marxisti). Vero che Farage è di bocca molto più buona dei Verdi europei: per lui il gruppo Efd è solo un taxi dove può salire chiunque praticamente gratis, senza obblighi di omogeneità, mentre altri gruppi, come i Verdi,sono più esigenti, più “puzza sotto il naso”. Vera la malafede dei doppiopesisti che guardano solo i compagni di strada imbarazzanti di Grillo e non quelli di Renzi (B, Alfano, Cicchitto, Schifani, Formigoni, Scopelliti & C.?)
Tutto vero. Eppure scartare a priori la possibilità dei Verdi ed entrare a marce forzate nell’Edf con Farage rimane per i 5Stelle un errore grossolano, per molti versi irreparabile.
Da 2 giorni Grillo tenta forsennatamente di convincere gli iscritti che presto saranno chiamati a scegliere fra 2 alternative fittizie (c’è spazio solo per Farage) ma con argomenti molto deboli o controproducenti.
Grillo dice:
1- “Con Farage sarà solo un matrimonio d’interesse e i 5Stelle avranno la massima libertà di voto”. La libertà di voto è garantita non dal generoso Farage, ma dalle regole dell’Europarlamento, che escludono il vincolo di mandato esattamente come la nostra Costituzione. Ed è paradossale che chi osteggia il vincolo di mandato in Italia lo rivendichi in Europa
2- “Andiamo in Europa per contare,quindi passiamo sopra le differenze e scegliamo l’EFD che con M5S potrebbe diventare il 4°gruppo, mentre i Verdi contano meno”. A parte il fatto che i Verdi contano già 52 elementi ed EFD solo 38, sorge spontanea una domanda: ma se, per “contare in Europa”, ci si allea o almeno si dialoga con un tipo come Farage, perché mai, per contare in Italia, non si dialoga con nessuno? Vero che Bersani non voleva un’alleanza di governo, voleva solo una manciata di voti gratis per il suo governicchio monocolore di minoranza. Ma a gennaio Renzi offriva a M5S di fare insieme la legge elettorale e le riforme istituzionali. Forse era un bluff, ma perché non andare a vedere le sue carte per smascherarlo e levargli l’alibi per l’inciucio con B? E, se non era un bluff, perché non far pesare i propri numeri per imporre riforme un po’ migliori di quelle uscite dal patto del Nazareno? Cioè per “contare in Italia”?
3- Anche i Verdi hanno poco a che spartire con i 5Stelle, perché hanno avallato le guerre e il rigore finanziario e attaccato il M5S”.Vero che anche i Verdi hanno i loro scheletrucci nell’armadio (ospitano alcuni nazionalisti ben poco rassicuranti). Vero che il copresidente Cohn-Bendit s’è schierato per le guerre in Kosovo, in Afghanistan e in Libia, ma molti altri Verdi no, e l’ex leader sessantottino ormai trombonizzato è fuori dal Parlamento europeo (peraltro impotente in materia di difesa, infatti i conflitti sono sempre decisi dalla Nato e dai governi nazionali).
Vero che alcuni Verdi han criticato i 5Stelle in campagna elettorale, ma solo perché in Italia, contrariamente all’Ukip, presentavano la loro lista in concorrenza con M5S: l’Ukip invece no.
Le distanze Verdi-M5S finiscono sostanzialmente qui. E sono infinitamente meno incolmabili di quelle che separano M5S dall’Ukip. Fino al 2012 Farage chiedeva l’abrogazione della Convenzione europea per i diritti umani, Verdi e M5S ovviamente no. L’Ukip è ultramilitarista,Verdi e M5S tendenzialmente pacifisti e per tagli drastici alle spese militari. L’Ukip è per il nucleare, il petrolio, il carbone, le trivellazioni, Verdi e M5S no. E non osiamo immaginare il Farage-pensiero sul Tav Torino-Lione e sulle varie Ilva, visto che nega il cambiamento climatico e qualche anno fa tentò di vietare nelle scuole il film ambientalista di Al Gore “Una scomoda verità”.
La battaglia dei 5Stelle per cambiare le regole dell’euro o uscirne non interessa nulla a Farage, che si tiene ben stretta la sterlina (Londra ha la sua moneta, noi non più). Anche in materia fiscale, dove l’Europa può molto, l’Ukip è lontana le mille miglia dai 5Stelle: Farage vuole ridurre lo stato sociale e le tasse sui redditi più alti (compreso il suo: infatti gestiva un fondo fiduciario all’isola di Man, paradiso offshore, per eludere il fisco), Grillo vuole tagliare le pensioni d’oro e dare il reddito di cittadinanza a chi non ha nulla.
Insomma, in quasi tutte le battaglie degli ultimi anni, i 5Stelle stavano da una parte e Farage da quella opposta. Poi c’è la xenofobia dell’Ukip che, per quanti sforzi si facciano, non può essere negata: “L’Inghilterra agli inglesi” è lo slogan che ha fatto vincere le elezioni a Farage. Sappiamo bene che uno dei dirigenti dell’Ukip è un nero di origini africane. Alla domanda “Come può un ex immigrato come lei voler cacciare gli immigrati?”, ha risposto serafico: serafico: “Sì, ma io sono arrivato prima”.
Non potendo negare l’evidenza, i persuasori del blog di Grillo hanno astutamente osservato che anche i socialisti australiani e spagnoli sono anti-immigrati: e con questo? Qualcuno ha detto che i socialisti hanno sempre ragione o proposto ai 5Stelle di entrare nel Pse, complice del Ppe per questo schifo d’Europa? Qui si sta parlando dei Verdi. Fra l’altro il gruppo ambientalista-indipendentista (Eg-Efa) è attualmente dominato dai 12 eletti in Germania (11 verdi più un “pirata” su 52 aderenti). Cioè: i 5Stelle, con i loro 17 europarlamentari, sarebbero la pattuglia più popolosa del gruppo ambientalista (perciò i Verdi tedeschi li temono), mentre nell’Edf sarebbero secondi dietro i 24 dell’Ukip. Anche per “contare in Europa”, i Verdi sono più convenienti (anche lì c’è libertà di voto, che è garantita a tutti dalle regole e non è un gentile omaggio di Farage).
Finora Grillo ha sempre mostrato un fiuto da rabdomante per gli umori dei suoi elettori. Non per nulla cita spesso Berlinguer e Pertini, e poco più di un anno fa gridava in piazza “Rodotà Rodotà”. Davvero pensa che chi voleva Rodotà o Gino Strada al Quirinale, inneggiava a Berlinguer in piazza San Giovanni e, nella votazione sul blog per il miglior presidente della Repubblica, eleggeva al primo posto Pertini e all’ultimo Napolitano, ora muoia dalla voglia di vedere lui e i suoi eurodeputati a braccetto con Farage? Grillo sa benissimo che la risposta è no. Grillotalpa, chissà.

Il M5S INCOLPA DELLA DISFATTA LA SUA PESSIMA COMUNICAZIONE
Viviana

In quanto a migliorare la comunicazione, mi chiedo chi se non Casaleggio ha dato ordini sulla pessima comunicazione fatta finora, chi se non lui ha nominato il pessimo gruppo di comunicazione 5stelle che non solo ne ha sbagliate tante, ma si è fatto hara kiri da solo con un documento di critica suicida filtrato subito alla stampa e per di più privo di qualsiasi proposta migliorativa.
Mi chiedo anche se non dipenda da lui che su Farage sono stati pubblicati due post fortemente elogiativi, e sui Verdi uno solo fortemente screditante, il che ha dato la precisa impressione che si manipolassero i giudizi a priori, come se i giochi fossero già stati fatti e della libera opinione degli elettori non importasse nulla a nessuno? Non è pessima comunicazione anche questa?
A me i toni urlati di Grillo non danno noia. Monti, Letta e Padoan avranno anche toni educati e dimessi, ma ci hanno rovinati. E il tono da banditore d’aste di Renzi non è certo meglio.
La passione unita a un carattere ardente difficilmente può prendere toni moderati. I toni di Grillo sono gli stessi che hanno fatto diventare il M5S il 1°partito in Italia e senza quei toni, se Grillo bisbigliasse critiche sommesse, nessuno parlerebbe di lui e le piazze non sarebbero piene. Ma chi parla troppo qualche volta stroppia e quando Grillo se ne esce con qualche battuta infelice, come quella delle sue dimissioni o degli insulti alla Montalcini, o della mafia che non ha mai ucciso nessuno, dovrebbe rimediarla o sarà ripetuta per sempre.

VIVIANA
Ci sono delle situazioni in cui si deve essere pratici.
Con qualcuno il M5S si deve mettere o non conterà nulla e non potrà entrare nelle commissioni parlamentari né fare nomine.
Con i Verdi ha in comune solo l’ambientalismo e teniamo contro che i Verdi tedeschi e la copresidente italiana ci hanno sempre odiato.
Con l’Ukip il M5S ha in comune la lotta alla burocrazia europea, allo strapotere della Troika, la minaccia al sistema bancario cinico e usuraio, la difesa dei diritti nazionali.
Ai fini di utilità pratica, Farage è più conveniente e probabilmente diventerà primo ministro inglese, per cui modererà molte delle sua sparate e sarà un alleato più forte dei confusi e caotici Verdi, molti dei quali sono a favore dell’euro e altri andranno a situarsi nell’ala estrema e perdente della sx.
Ma la convivenza con Farage potrebbe essere un errore fatale.
Purtroppo creare un gruppo di 27 che ci somigli è quasi impossibile. Dobbiamo scegliere quali tra le cose comuni sono più importanti al momento. E non credo che la cosa più importante oggi sia l’ambientalismo, credo sia la crisi prodotta da questo tipo di euro dalla Troika che ci sta ammazzando tutti. A questo fine, anche per motivi diversi, Farage è più utile dei Verdi, in cui la pattuglia di Verdi tedeschi appoggia addirittura le presenti regole dell’euro e la Merkel.
Del resto Berlusconi stava nel PPi ma non credo che quelli del Ppi avessero in comune con lui l’alleanza con la mafia o il mandante della P2.
Speriamo bene.

LUIGI DI MAIO

Ragazzi, l’UKIP di Farage ha un deputato gay, uno islamico, hanno gente di qualsiasi tipo. Non sono sessisti (hanno 7 parlamentari donne in UE), non sono violenti, non sono di estrema destra (per statuto espellono chi ha militato in estrema destra dal loro partito). Vi prego di informarvi Questo è il comunicato con cui l’UKIP si difende dagli attacchi di odio della stampa, falsi e criminali. Vi prego, i Verdi pensano la stessa cosa di noi, che siamo nazisti e razzisti per colpa della stampa:

http://www.breitbart.com/Breitbart-London/2014/05/29/UKIPs-rainbow-coalition-of-MEPs-shows-reality-of-party

PRO E CONTRO
Viviana

Ho cercato di elencare tutti i pro e i contro della proposta intesa Farage-Grillo, ma sono sempre più perplessa.
Se guardiamo il programma 5stelle per l’Europa in 7 punti e i valori comuni della base M5S, francamente non riusciamo a vedere affinità con l’UKIP.
I 7 punti di Grillo per l’Europa sono:
1 Referendum per la permanenza nell’euro
2 Abolizione del fiscal compact
3 Adozione degli Eurobond
4 Investimenti atti ad innovare le nuove attività produttive escluse dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio
5 Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune
6 Finanziamenti per le attività agricole e di allevamento per i consumi nazionali interni
7 Abolizione del pareggio di bilancio
Grillo e Farage sono d’accordo solo sulla critica all’Europa dei tecnocrati e dei banchieri, responsabile dell’Austerity e della gestione pilotata della crisi in Grecia ed in Italia (punto 1) ma sono in disaccordo su tutto il resto. Farage non accetta gli Eurobond, rifiuta i punti 4, 5 e 6. Il pareggio di bilancio in Costituzione l’Inghilterra non ce l’ha e nemmeno l’obbligo del 3%. Su troppe cose sono opposti. Farange non solo è a favore dei rimborsi ai politici ma è accusato di aver truffato sui rimborsi europei e di non aver rendicontato spese per centinaia di migliaia di sterline. E’ scettico sulla democrazia diretta. E’ ferocemente nazionalista e guerrafondaio. Difende il carbone e il nucleare. Vuole tagli alla sanità pubblica (e quella inglese è a dir poco pietosa), ha un programma economico di estrema destra, che favorisce i ricchi e taglia ai poveri.
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SISTEMA E ANTISISTEMA

Ha ragione L’Annunziata: dx e sx sono morte e sepolte, parole vuote, etichette di copertura, abitudini di menti pigre e assuefatte.
La vera lotta sta avvenendo tra SISTEMA e ANTISISTEMA.
Renzi è il miglior difensore del sistema Europa, euro, Bce, Troika, Bundesbank, interessi del club Bilderberg, banche, cricca capitalista ovvero ‘mercati’, nella guerra di soggezione dell’Occidente (che poi i mercati sono una ventina di grandi banche con in testa la Bce sotto gli ordini del Fondo Monetario e della Banca Mondiale, organi finanziari del grande capitale, e la cricca capitalista europea è formata da circa 200 famiglie di azionisti che hanno inventato la crisi e manovrano i titoli di stato europei e lo spread così da torchiare i popoli e fare i loro brutali interessi).
Le forze antisistema oggi sono il vero elemento deflagrante e rivoluzionario e si accentrano in persone come Grillo, Farage, Snowden..
L’Annunziata:“ Col M5S noi ci troviamo davanti a una forza politica molto forte che rappresenta l’idea di antisistema, e l’antisistema è anche quello che oggi circola nelle vene di tutte le democrazie del mondo occidentale, certo non le democrazia finte del 3°mondo ma Le Pen in Francia, Ukip in Gran Bretagna.. Ormai non si parla più delle cose che sono di dx o di sx in senso politico. Sulla rete, e non penso a Casaleggio, si è diffusa un’idea della radicalizzazione, della trasparenza.. pensiamo a Snowden, è uno che vuole dare conoscenza dei dati anche contro il suo Paese. Questo è un ragionamento in cui tu non ti muovi più nel circuito dx-sx, ti muovi tra sistema e antisistema. In Italia, comunque vada, il M5S ha dentro di sé tutto questo fermento. E’ stato cordonato, lo hanno messo fuori gioco, e adesso il problema è: ora che dal 25,6% è caduto al 21,15 % (perdendo 2.882.096 elettori), continuiamo il cordone o una politica illuminata decide di scegliere dal Movimento le suggestioni migliori? Come sarà l’interazione col 40,8% di Renzi, che comunque è un leader diverso esso stesso fuori dal movimento dx-sx? Il M5S sarà molto importante per capire l’evoluzione stessa”.

La sx radicale, se non è morta, è ormai a fine della sua corsa in Europa, perché non riesce a capire in che senso si sta muovendo il mondo e ha dimenticato il linguaggio giusto come la lotta di classe ancora presente nel terzo mondo, così che nega le forze nuove che attaccano il capitalismo finanziario in una gelosia paralizzante.
Gli elettori nella maggior parte non hanno capito che le etichette possono essere le stesse ma sotto i contenuti si sono rovesciati e continuano a difendere il sistema per forza di abitudine e per manipolazione mediatica, ma il sistema è esattamente quello che ci sta uccidendo e tutto si sta avviando verso un veloce e inconsapevole suicidio.
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I SOMARI D’EUROPA
Bruno P
Soltanto la Grecia oltre l’Italia ha accettato un governo imposto dall’Europa ma gli Italiani ancora non si rendono conto che il loro voto vale meno di uno sputo.
In questo ultimo decennio l’Italia ha subito una involuzione democratica che l’ha riportata nel passato di almeno 50 anni ma si fa ancora fatica ad accettarlo.
Io mi chiedo ancora come è stato possibile sovvertire la sovranità popolare ed imporre tre governi consecutivi senza legittimarli con il voto.
Cosa è successo in un determinato periodo storico? L’Italia di colpo è diventata una monarchia parlamentare con re giorgio che si è comportato come un vero e proprio sovrano ma gli Italiani non hanno una monarchia costituzionale.
E non è finita.
Tutti i partiti hanno fatto fronte comune per abbattere l’opposizione e i media sono stati utilizzati come megafono di propaganda per fare disinformazione.
Tale atteggiamento è tipico solo di quei paesi che
hanno un regime dittatoriale.
La ciliegina sulla torta l’abbiamo avuta con le elezioni europee.
Una farsa tutta Italiana in completa controtendenza con tutti i paesi del continente ma noi ci siamo superati.
L’Europa vuole ancora sangue dagli Italiani e lo fa per mezzo di un governo che ha legittimato un pugno di banchieri.
Paradossalmente pretende delle riforme COSTITUZIONALI da un governo illegittimo ed in questo modo l’Europa interviene direttamente nelle modifiche della nostra costituzione.
Lo ha fatto costringendo l’Italia a fare la guerra alla Libia,ad inserire il fiscal compact in costituzione,a ricomprare il suo debito pubblico per mezzo delle sue stesse banche.
Italiani ma non vi sentite delle nullità?
Non vi schifate quando vi guardate allo specchio?
E sopratutto non sentite le voci dei vostri nonni che hanno lottato per anni per darvi la libertà che state buttando nel cesso?
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ALESSANDRO GILIOLI
All’ultimo giro europeo, come noto, l’Efd di Farage aveva dentro la gente più strampalata, da Magdi Allam a Matteo Salvini, dai nazionalisti ortodossi greci al Mpf francese (che a Parigi stava con Sarkozy), fino ai Veri Finlandesi, noti per le loro battaglie contro le unioni civili tra omosessuali, contro la fecondazione in vitro, contro i ricongiungimenti familiari degli immigrati e contro lo studio della lingua svedese in Finlandia.
Un pateracchio, certo, ma con una forte impronta identitaria, nazionalista e liberista.
Insomma, l’Efd, pur con tutte le sue contraddizioni, è un gruppo di destra. E lo è non per le battute più o meno xenofobe o omofobe del suo leader. Lo è invece, prima di tutto, per le sue posizioni economiche: no alla Tobin tax, no a strumenti di regolazione del mercato, no alla progressività del sistema fiscale, no alla tassa di successione etc. E lo è per il nazionalismo identitario che contraddistingue tanto l’Ukip quanto gli altri partiti dell’Efd.
Ora, questa cultura nazionalista, identitaria e liberista a me pare poco coerente con i riferimenti a Occupy Wall Street e agli Indignados, di cui è pieno il libro-manifesto di Grillo e Casaleggio “Siamo in guerra”: laddove invece è forte l’idea di una comunità transnazionale di cittadini che si riprende in mano la politica rubata dagli establishment economici e finanziari.
..
Stefano
Io cerco di essere realista.
Ci sono delle situazioni in cui si deve essere pratici.
Chiamasi triplo carpiato con avvitamento (o scappellamento) a destra. Dopo un anno e mezzo quasi in cui ci avete insegnato che conta il principio e non la realpolitik, ecco che il Guru abbraccia quest’ultima e allora diventate tutti dei piccoli Machiavelli.
Sto vomitando.
Anni fa gli eurodeputati radicali, pochi di numero e in difficoltà perché non riuscivano a far parte di nessun gruppo, decisero di unirsi – e di fare gruppo comune – al partito di Le Pen.
Ovviamente NON si trattava di Le Pen figlia, MA di Le Pen padre.
Non mi risulta che, a seguito di una tale scelta ‘tecnica’, analoga a quella che dovrebbero fare i 5Stelle, ad Emma Bonino e a Marco Pannella, seduti in Parlamento europeo accanto a Le Pen, sia stato riservato il trattamento che oggi subisce i M5S, che viene come sempre lapidato, e per lapidarlo torna buona anche la pietra Farange.
Al contrario: mi risulta che Pannella potrebbe diventare a breve senatore a vita, mentre la Bonino, dopo aver collezionato un’infinità di poltrone prestigiose, potrebbe diventare Capo dello Stato!
Allora? Pesi e misure molto diversi verso chi è contro il sistema e per questo fa paura e chi, invece, dentro il sistema è sempre stato immerso fino al collo e non può essere temuto da un regime di cui è parte integrante.
Insomma, un’alleanza tecnica con un partito notoriamente fascista, come quello di Jean-Marie Le Pen, + la Lega, + PINO RAUTI, se la fanno i pannellidi ( mica tanto minoritari eh, avevano preso l’8,5% ed erano allora sulla cresta dell’onda, con la Bonino FINO AL GIORNO PRIMA commissaria europea) è moralmente accettabile, talché i giornali fanno bene a glissare e a ignorarla, mentre se un altro Movimento fa la stessa alleanza tecnica con un leader politico certo molto diverso e discutibile, ma ALMENO apertamente ostile ai Le Pen e ai fascisti, ecco che “la stessa” alleanza diventa un orrore, un obbrobrio, un comportamento nazistafascistarazzistasquadrista, in definitiva un crimine contro l’umanità, e perciò è giusto linciare e uccidere ( perché DI QUESTO si tratta, “uccidere”, non ci giriamo attorno) i nuovi mostri?
Pensa un po’, io invece avevo capito che se un comportamento politico è condannabile, è SEMPRE condannabile, chiunque ne sia protagonista.
E INVECE scopro che ‘di là’ ci sono mostri da sterminare, ‘di qua’ nobili Padri della Patria da onorare e venerare (per una si ipotizza la Presidenza della Repubblica, per l’altro da tempo è in corso un processo di beatificazione ante mortem).
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Luigi
Oltre a mescolare nel torbido con residuati fascisti e razzisti, Farage ha mostrato una capacità camaleontica mascherando l’ultraliberismo conservatore con compassione verso i perdenti, purché di pura razza inglese, e scaricando la frustrazione della crisi verso gli immigrati, e la burocrazia di Bruxelles.
La Gran Bretagna non ha l’euro e lì le politiche dell’austerity sono decise dal governo conservatore a Londra. Ma queste politiche non vengono criticate da Farage perché lui è ancora più a destra, farebbe anche di peggio in termini di tagli allo stato sociale, ma evita accuratamente l’argomento con una retorica confusionaria e populista.
La destra di Farage è antieuropeista, non è anti-austerity, sono due concetti diversissimi, che purtroppo anche in Italia vengono confusi, e questo permette ad alcuni di pescare nel torbido e ingannare il popolo.

NICOLETTA LANDI DA LONDRA
No global, pacifista, ecologista, operatrice nel campo ambientale

Ho provato a riascoltare alcuni programma che intervistavano Farage un anno fa, quindi diciamo in periodi non sospetti.
Mi ha stupito che in un programma ha detto che si dovrebbe eliminare le tasse dagli stipendi più poveri per rialzare la domanda del consumo. Bene un buon punto.
A parte questo, questi mi paiono i suoi punti principali che ripete in ogni occasione; li riporto nella maniera più neutrale che posso:
La sua uscita dall’Europa è basata sull’idea che l’Europa forza l’Inghilterra in tutta una serie di regolamenti sulle imprese inglesi che sono strozzanti, come ad es la pazzia degli accordi sul climate change firmati a Bruxelles (question time april 2013) ed eccessivi regolamenti per i diritti del lavoro (question time aprile 2013 https://www.youtube.com/watch?v=attT2D8fduA)
Secondo lui, L’Inghilterra non può fare accordi di libero mercato da sola, ma deve stare sotto l’ombrello dell’EU (question time april 2013).
Ancora dice: “L’Inghilterra fa un errore madornale ad aprire le porte all’immigrazione dalla Bulgaria e Romania. Questi paesi sono poverissimi, in mano alla mafia. Tanta simpatia per la gente che vive lì, però l”Inghilterra non ha le risorse per accoglierli, quando abbiamo disoccupazione giovanile. Per questo dobbiamo usc
No global, paxcifsire dall’EU perché non possiamo decidere politiche di immigrazione come parte dell’Europa. Risorse come polizia, ospedali, servizi sono allo stremo per sostenere questo flusso di immigrati. (Question time January 2013 https://www.youtube.com/watch?v=cbAE6P9la-s)
La Norvegia è il paese a cui guardare: sono fuori dall’Unione europea, fanno quel che gli pare, governano il loro paese in maniera indipendente e la politica sulla pesca è un esempio di come facendo per conto loro hanno una risorsa ittica molto produttiva
https://www.youtube.com/watch?v=cbAE6P9la-s (avendo le risorse marine più grandi
d’Europa, questo è uno dei maggiori scogli per la Norvegia all’entrata in Europa).
In question time nov 2013 https://www.youtube.com/watch?v=RdhDFEs5EPg Nigel dice: “in Inghilterra stanno chiudendo tutti i centri di costruzione navi e se un giorno ci attaccano di nuovo le Falkland, come le andremo a difendere? Facendo costruire le nostre navi in korea? Il ministro della difesa in sala si difende dicendo che questa è un’emerita bugia perché le due più grosse navi mai costruite sono costruite interamente in Inghilterra. Al che Farage la continua ad interrompere chiedendo se ricevono dei pezzi dalla Korea ma lei continua a negare, al che Nigel comincia ad attaccarla dicendo che le navi ci sono ma non ci sono sopra gli aerei e lei di nuovo comincia a dire che gli aerei saranno costruiti in tempo ecc.
Io non so chi ha ragione di entrambi, ma certamente Farage non esprime un punto di vista pacifista. E’ un eccellente oratore ma molte delle cose che dice vengono indicate dagli altri candidati come false e quando gli altri cercando di spiegare dove sta dicendo le cose sbagliate, li ridicolizza.

Il suo cavallo preferito è che l’immigrazione alta in Inghilterra è il risultato diretto della nostra partecipazione all’Unione europea.
Quando gli dicono che l’immigrazione porta benefici economici, lui risponde: cosa ne facciamo di tutti gli inglesi disoccupati? Lo stesso ministro della difesa, una donna conservatrice, gli risponde bene dicendo: sì, i tempi sono duri e quando i tempo sono duri, la storia ci insegna, ci si gira verso lo straniero e lo si incolpa. Ci sono report che dicono che immigranti hanno pagato in tasse molto di più di quello che hanno ricevuto in benefits, https://www.youtube.com/watch?v=RdhDFEs5EPg ma Farage non nomina mai questo, appellandosi alla paura della gente e al senso tribale che come sai è così facile da accendere.
Per es. Farage continua a insistere che aprendo le porte a Romania e Bulgaria 29 milioni di persone arriveranno Inghilterra a farsi dare istruzione e assistenza sanitaria gratis. Peròpoi gli fanno notare, che proprio perché siamo in Europa, altri paesi in realtà hanno o stanno aprendo le porte e così saràfacile che questi flussi immigratori si fermeranno in Germania e in Austria dalla Bulgaria, o in Francia e Italia dalla Romania, a causa della lingua. Ma su questo lui non risponde.
Gli fanno notare che ci sono 2 milioni di inglesi che vivono all’estero in Europa e se cominciamo a metter controlli…

Sempre in questa puntata (luglio 2013) si mette a parlare un poeta e autore di film sull’immigrazione, di razza giamaicana. E’ molto commovente, e parla di come vi sono stati numerosi report nazionali indicando che diversi fatti dichiarati da Nigel sono falsi, a partire dai dati sui crimini che sono scesi quando lui dice che sarebbero saliti, o il classico punto di contadini razzisti che hanno fatto in tutti i modi per impiegare inglesi ma nessuno voleva venire a lavorare la terra, neanche quelli della famiglia stessa dei contadini e hanno dovuto aprire ad immigrati. Poi rispondendo al punto degli ospedali presi di assalto dagli immigrati, cita Boston dove pare ci siano molti delle’est europeo e, se non fosse stato per gli immigrati, avrebbero chiuso il reparto maternità e i locali sarebbero dovuti andare ancora più lontano.

Penso che il problema economico abbia radici profonde (ahimè è mondiale), ma posso solo dire che i maggiori cavalli di battaglia di Farage sono molto populisti e non innalzano il paese a dei valori e degli ideali ma lo abbassano al mercato delle vacche del tipo leghista: “Chiudiamo i confini, governiamoci da soli, risparmiamo in guerre, ognuno per sé, noi da soli, mi dispiace per i poveri, ma dobbiamo sopravvivere, lasciamo gli altri ai loro problemi”
Per sostenere questi punti, Farage porta dati sul crimine in aumento a causa degli immigrati, delle strutture sociali prese di assalto ecc. ma sono dati falsi.
Questa ottica di salvare la propria tribù è la base di dittature, guerre, ingiustizie.
Il problema che io temo per il nostro futuro non è che finisca il petrolio o l’acqua potabile o che si sciolgano i ghiacciai nel polo nord o che il metano salga dal fondo degli oceani uccidendo la fauna marina. Il problema che io temo è che molto prima che questi disastri arrivino (ed arriveranno), uno ad uno i paesi si chiudano nel loro bordo, incrementando le loro difese, accusandosi gli uni con gli altri, ed arrivando ben presto in uno stato di guerra permanente.
La creazione di istituzioni come l’ONU, l’Unione europea ecc. ebbe proprio lo scopo di scongiurare la violenza che viene generata quando singoli Stati sono liberi di padroneggiare, ma nella speranza che il compromesso del cercare il bene comune potesse arginare derive genocide.
Non ha funzionato, ma il ritornare al popolino che si stacca, la Padania che si stacca, la Scozia che si stacca, la Corsica che si stacca, Farage che si vuole staccare, mi sa di miraggio, che non risolve i grossi problemi mentre spiana il campo per il dittatore di turno.
Il problema sociale che ci attende è molto più imminente che il problema ecologico e una politica di paura ed il disprezzo per il diverso (diversa etnia, diversa religione, diversa cultura, diversa ricchezza) è la base tradizionale usata per ridurre i diritti, ridurre i controlli e pian piano salire in sopraffazione e abuso.
Con tante dittature, dal centro Europa al sud America all’Africa, che hanno insanguinato il pianeta, si sperava che il genere umano avesse imparato il pericolo derivante dalla chiusura e dalla bigotteria ma ahimè penso che dovremmo sterminarci per capirlo fino in fondo.
Io non so se Grillo e Farage hanno in mente un tipo di politica estera che possa condurre allo stato fortunato della Norvegia, un paese tra l’altro estremamente ricco grazie al petrolio o della Svizzera, o se invece rischia di condurre a qualcosa di molto più fragile.
Mi chiedo se la Svizzera potesse vivere in pace neutrale se non ci fosse attorno una NATO che la protegge, o se potesse essere così ricca se non fosse circondata un sistema bancario molto più rigido e così attraendo con i suoi segreti e benefici grandi investimenti.
A volte in un mercato “controllato”, quelli che se vanno da soli sono quelli che stanno meglio. Ma se il mercato non fosse controllato, io temo che tutti starebbero peggio.
Infine, credo che la canzone che si canti durante il percorso sia importante tanto e quanto l’obiettivo finale. Se costruisci la tua strada con dei compagni di viaggio che inneggiano al disprezzo non ti aspettare rispetto alla fine del tragitto.
Mi ricordo sempre le parole di Francuccio (Gesualdi), quando ospitava una ragazza nigeriana: “Perché noi che siamo nati in Italia ci sentiamo in diritto di avere una vita più privilegiata rispetto ad uno nato in una zona in difficoltà? E’ un gioco a dadi? Chi ti da’ il diritto di usufruire di pace, ospedali, scuole ecc.? L’indirizzo di casa? O c’è qualcosa di più? Se accettiamo che siamo tutti uguali, i genitori con le stesse speranze per i propri figli, di sopravvivere, e di sperare, e i giovani con gli stessi sogni, di fare un famiglia, di avere una casa, perché poi troviamo naturale che questi diritti siano legati a dove siamo nati e negati a tutti gli altri?”
L’immigrazione è uno dei temi politici più scottanti ovunque vai e lo diventerà sempre di più in un pianeta dove le risorse sono sempre più scarse.
Ma le parole di Francuccio, il suo modo di vivere l’immigrazione facendo affidamento famigliare a minorenni di ogni razza, la sua accoglienza e la sua coerenza sono le parole della canzone che vorrei insegnare ai miei figli.
Spero che la paura di perdere il nostro benessere e i nostri diritti innaturali non prendano mai il sopravvento dentro di me e che il suo modello non si spenga mai
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Un grosso abbraccio
nico

Video su Farage delle BBC

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