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MASADA n° 1539 7-6-2014 LA GRANDE RAPINA

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UN PAESE

Una banda di ladri da dx a sx – Orsoni chi? – Si inventano cappotti per rubare bottoni – Giustizialismo – Mazzetta, staiserenissima – Paolo Flores d’Arcais: 12 misure per combattere il furto dei politici – Una corruzione smisurata – Tassazione degli immobili – Bad bank – Apparentamenti europei – La Cina limiterà le sue emissioni – Stati uniti d’Europa?- Marchi del made in Italy che non ci sono più

Papa Giovanni: “Tutto verrà alla luce. Tutto si potrà sapere. Chi vorrà potrà vedere e capire. Chi non vorrà resterà nel buio della sua ignoranza”.
.
E’ stato stimato che l’intera corruzione europea porta via ai popoli di 27 Paesi 120 miliardi di euro. La metà di questi, ovvero 60 miliardi, derivano dalla sola corruzione politica italiana.

Viviana
Travaglio: “Lo scandalo del Mose e dell’Expo, dalla Gronda al terzo valico, mostra che i partiti da più di 40 anni non fanno che rubare sempre, tutti, dal Pdl al Pd, su tutto, ogni giorno, su qualunque cosa e spesso inventano le opere pubbliche unicamente per rubare (vedi il Mose o l’Expo o la Tav in Valsusa e pensiamo a chi rivoleva le Olimpiadi a Roma o il ponte di Messina), rubano tutti, sempre, dappertutto, in ogni partito, nel Pd come nel Pdl come nel Centro, su tutto, su qualunque cosa. E il merito principale che hanno i 5stelle è fare una politica trasparente, senza spendere e senza metterci soldi e con rappresentanti che durano solo 2 legislature.”

E Renzi cosa fa? Fa quello che hanno tutti fatto gli ipocriti dei partiti da più di 40 anni: finge di indignarsi (ma quanta indignazione abbiamo visto in questo Paese!?) . Dice che chi ruba soldi allo Stato li ruba ai cittadini ed è reo di alto tradimento. E POI RIMANDA! Si indigna, certo: si indigna. E poi? POI RIMANDA! Come fanno tutti. Come si è sempre fatto. Allo stesso modo con cui Berlusconi ha fatto leggi per depenalizzarsi tutti i suoi reati, allo stesso modo con cui il Pd-DS, ha sempre accettato di buon grado senza cambiarle tutte le storture del diritto penale e processuale perpetrate da Berlusconi, allo stesso modo con cui i due compari si sono spartiti di buon grado per 20 anni appalti e mazzette, allo stesso modo con cui i Ds si sono spartiti con Craxi appalti e mazzette. PERCHE’ QUI NON CAMBIA NULLA!!!
Così a Roma Renzi rinvia il decreto per dare maggiori poteri a Cantone per risanare l’Expo. Rimanda la legge anticorruzione italiana che doveva ratificare quella europea che sta lì ad aspettare da anni. Fa slittare la nuova discussione sulle tangenti.
Si ruba SUBITO ma si interviene sul reato DOMANI. “Comincio lunedì. Oggi lasciatemi rubare in pace”. Poi, naturalmente, quello che fa scandalo è il cappellino di Casaleggio o il vaffanculo di Grillo. E c’è chi ha pure da esecrare i toni acidi dei 5stelle! Ma a questo punto, lasciatemelo dire, il vaffanculo è persino un motto troppo educato per chi a questo gioco ci sta e lo difende!

ORSONI CHI? (Marco Travaglio)

Dunque, secondo Luca Lotti, sottosegretario a Palazzo Chigi e fedelissimo di Renzi, Giorgio Orsoni “non è iscritto al Pd, non ha tessera, è un sindaco indipendente e il Pd, che lo sostiene in consiglio comunale a Venezia, non significa che rubi. L’accostamento tra il Pd e un capo d’accusa personale lo trovo alquanto forzato”. Fantastico! Dunque, siccome Greganti arrestato per le tangenti Expo era iscritto al Pd dal 2011, ciò significa che il Pd rubava su Expo. Siccome poi, fra i 35 arrestati a Venezia, c’è anche Giampietro Marchese, iscritto al Pd ed ex vicepresidente del consiglio regionale, accusato di aver intascato mazzette per mezzo milione in 8 anni fino al 2013, vuol dire che il Pd rubava anche sul Mose. Resta da capire che differenza ci sia fra il Pd e FI, anche perché, all’arresto di Scajola per la latitanza di Matacena, B fece sapere che “questo Matacena non me lo ricordo proprio” e “Scajola si era allontanato da tempo dal partito”, che dunque non c’entrava.
E anche questo Galan era solo deputato dal ‘94, poi governatore del Veneto e infine 2 volte ministro, dunque chi lo conosce? Ma sì, dai, i partiti non c’entrano e gli arrestati sono tutti figli di madre ignota. Renzi si chiama fuori, e con ragione, perché almeno lui con la stagione degli Orsoni, come con quella dei Greganti, non c’entra. Poi però dice “fuori i ladri dalla politica”, e lì è impossibile seguirlo: per lui i ladri sono solo i condannati in Cassazione, il che significa che per cacciarli dalla politica bisogna attendere una decina d’anni da quando rubano, anzi da quando vengono beccati a rubare. Troppo tardi, Matteo. Anche Sandro Gozi se la cava con la favoletta del vecchio che resiste al nuovo: “Le inchieste vedono sempre coinvolti personaggi di un’altra fase politica”. Sì, buonanotte: Orsoni fu eletto sindaco di Venezia nel 2010, quando Gozi era già parlamentare da 4 anni (allora in quota Prodi, non ancora convertito a Renzi), dopo aver lavorato al ministero degli Esteri dal 1995 e alla commissione europea dal 2000 e alla giunta pugliese di Vendola (come “consigliere diplomatico”, mica bruscolini) dal 2005. Quindi l’“altra fase politica” di cui Gozi ciancia è anche la sua. Toti, poveretto, tiene a precisare che le vicende di Galan sono “personali”, ma soprattutto che questi arresti rischiano di influenzare “la vigilia dei ballottaggi”. Insomma è la solita giustizia a orologeria, a differenza della corruzione, che è quotidiana, h 24, dunque non guarda mai l’orologio. Anche Alfano, ancora incredulo per non avere nemmeno un Ncd arrestato su 35, non trova di meglio che commentare la tempistica della retata, fra l’altro in un italiano malfermo: “Sono arresti che per i partiti che li hanno subìti hanno avuto il privilegio di arrivare dopo le elezioni. Ad altre formazioni politiche a qualche giorno dal voto non è stato riservato lo stesso privilegio”. Cioè: a noi avete arrestato Paolo Romano prima che riuscissimo a mandarlo a Strasburgo e a scudarlo con l’immunità, per gli altri invece avete aspettato che passassero le elezioni, non è giusto. Poi c’è Fassino, che va un po’ oltre gli stessi avvocati di Orsoni. Questi, prudenzialmente, non si sa mai, si limitano a osservare che al loro assistito “si attribuiscono condotte non compatibili con il suo ruolo e il suo stile di vita”. Il che fa un po’ sorridere: quanto al ruolo, Orsoni non sarebbe certo il primo sindaco che prende mazzette; quanto allo stile di vita, visto che Orsoni vive in una casa da favola con vista sul ponte di Rialto, un maggiordomo in livrea e una barca con le insegne della Compagnia della Vela, non si capisce se sia troppo povero o troppo ricco per rubare. Ma, come ben sappiamo, entrambe le condizioni sociali sono tutt’altro che incompatibili con le mazzette. E poi che dovevano fare i giudici, dinanzi alla confessione di almeno 3 corruttori e alle intercettazioni che provano le mazzette a rate e le continue visite del tangentaro Mazza-curati a casa del sindaco prima durante e dopo le elezioni del 2010?
Assolverlo preventivamente per lo stile di vita, o magari per il ruolo? Fassino, comunque, fa di più e di meglio. Prima invita i giudici ad assolvere Orsoni alla svelta perché “chi lo conosce non può dubitare della sua onestà e correttezza”, quindi la prossima volta i magistrati, prima di arrestare qualcuno, chiamino lui: “Scusi, Fassino, vorremmo arrestare Tizio: lei per caso ne conosce l’onestà e correttezza? No perché, nel caso, noi lasceremmo perdere”. Sulla parola di Fassino però è lecito qualche dubbio, visto il lombrosario di pregiudicati che lo circonda al Comune di Torino (Quagliotti, La Ganga, Gallo), tutta gente che chi la conosce non può dubitare della sua onestà e correttezza, ci mancherebbe. L’altro giorno l’imprenditore Maltauro, arrestato per Expo, ha detto a verbale che “Greganti si consultava con Bersani e Fassino”. Bersani ha smentito, correttamente, di aver “mai in vita mia incontrato o parlato con Greganti” . Fassino invece ha smentito ciò che Maltauro non ha mai detto (“in vita mia non mi sono mai occupato di appalti”), mentre non ha smentito ciò che Maltauro ha detto sui presunti referenti del Compagno G. Ora, può darsi che Fassino non si sia mai occupato di appalti in vita sua. Di affari, però, sì. Nel 1993 il presidente di Euromercato Carlo Orlandini disse ai pm di Torino, di aver incontrato nel 1989 Fassino, allora segretario provinciale del Pci, per parlare del progetto dell’ipermercato Le Gru di Grugliasco (poi finito in uno scandalo di tangenti rosse); e, subito dopo l’interrogatorio, inviò un fax a Fassino per rivelargli quel che aveva dichiarato ai magistrati. Che bisogno aveva di fare quel fax violando il segreto investigativo? E che c’entrava Fassino con un centro commerciale? Nel 2005 l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio raccontò al pm milanese Francesco Greco: “A fine 2004-inizio 2005 sono venuti da me Fassino e Bersani a chiedere se si poteva fare una grande fusione Unipol-Bnl-Montepaschi. Io li ho ascoltati”. Pochi mesi dopo, nell’estate del 2005, il segretario Ds Fassino veniva intercettato al telefono col patron di Unipol, Giovanni Consorte, impegnato nelle scalateillegali dei furbetti del quartierino, mentre riceveva notizie riservate sull’affare Unipol-Bnl: “Allora, siamo padroni della banca?… Portiamo a casa tutto”. A che titolo Fassino sponsorizzava fusioni bancario-assicurative? Oggi – senz’aver mai risposto a queste domande, anche perché nessuno gliele ha fatte, forse perché tutti ne conoscono la risposta – Fassino è uno degli alleati più influenti di Renzi. Il problema, in soldoni, è tutto qui.

berluscameno

Non ne possiamo più.
Luigi la Spina (la Stampa): “Sembra sgretolarsi, infatti, quel muro di complicità, di interessi, di protezioni, di omertà che ha permesso a un ceto di politici, alti burocrati, vertici finanziari e bancari, giudici di corti amministrative e contabili, membri di autorità indipendenti, con una manovalanza di collaudati procacciatori d’affari, di costituire «cupole» di potere delinquenziale, inossidabili rispetto a qualsiasi cambiamento governativo e inscalfibili da qualunque controllo di legalità.
Da decenni, questi centri di malaffare hanno dominato e imposto la loro volontà su tutte le opere pubbliche avviate in molte città e in varie regioni del nostro territorio.
Una classe politica, quella della cosiddetta «Seconda Repubblica», tanto, a parole, impegnata in una guerra permanente tra i due schieramenti, quanto, nei fatti, legata a complicità trasversali occulte, in un costume di malaffare dilagante che coinvolge anche la società civile in pesanti responsabilità.
Gli esempi sono illuminanti, basta partire dalla capitale, dalla rete della cosiddetta cricca «Balducci e Anemone», rivelata dalle indagini sullo scandalo della ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila.
Si può proseguire dalla signoria esercitata dalla Carige e dal suo dominus assoluto, Giovanni Berneschi, sulla Liguria, con l’appoggio dei Scajola (padre e figlio)e da quella del Monte dei Paschi su Siena, sotto il ferreo controllo della sinistra storica, padrona in quella città.
Si può continuare con l’ex governatore del Veneto, il forzista Giancarlo Galan, per ben tre volte a capo della Regione, dotato di una tale consapevolezza di sé, del suo potere e di una tale impudicizia politica da intitolare, senza alcuna autoironia, una sua autobiografia, uscita nel 2008, «Il Nordest sono io».
Per arrivare alla rete affaristica che aveva costituito l’ex presidente della provincia di Milano, il PD Filippo Penati, svelata dalle inchieste che l’hanno costretto all’ abbandono della vita politica.
Infine, come summa esemplificatoria del sistema corruttivo politico che ha dominato l’Italia negli ultimi decenni, si deve citare il caso dello scandalo Expo, dove la persistenza di personaggi come Greganti e Frigerio al centro del malaffare lombardo rappresenta, del tutto plasticamente, la granitica invulnerabilità di tali «cupole» del potere delinquenziale. “
Ma per quanto tempo ancora si può continuare così ?

SI INVENTANO CAPPOTTI PER RUBARE BOTTONI
Marco Travaglio

Marco Travaglio spiega il suo editoriale pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano, in cui invita, a proposito dello scandalo Mose di Venezia, a chiedere scusa a Beppe Grillo e al M5S. E osserva: “Da mesi parliamo di un’elemosina di 80 euro, delle 5 auto blu vendute, del grano saraceno dei 5 Stelle, del cappellino di Casaleggio mentre gli altri rubano. Ma vaffa, ma chi se ne frega del 90% delle cose di cui parliamo, mentre ancora oggi destra, sinistro e centro si stanno mangiando il Paese”. E sottolinea la spesa abnorme per il Mose: “Rubano su tutto, da sempre, su qualunque cosa, scientificamente, 24 ore su 24, senza consulenze, senza eccezioni, senza appalti. Le regole vengono inventate per permettere a chi ruba di rubare”. Ma non si astiene dal criticare Grillo: “Era giusto bastonare Grillo per la scelta di Farage, ma riportiamo le cose alle loro dimensioni”. E osserva: “Il vero sistema è inventare una politica che non abbia bisogno di soldi, per farla e per avere soldi. Questo è il merito principale del M5S”

Video

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/06/05/announo-travaglio-si-inventano-cappotti-per-rubare-bottoni/283386/

PAOLO FLORES D’ARCAIS

Ora, il problema economico dell’Italia si chiama evasione fiscale, corruzione, mafia, il resto è epifenomeno. Una massa monetaria enorme, equivalente a una decina di “manovre fiscali” tipo “lacrime e sangue”, viene rapinata ogni anno da quei tre fenomeni. Grassazione gigantesca e permanente, che basterebbe aggredire significativamente (la metà, perfino un terzo della ricchezza comune saccheggiata), per disporre di risorse tali da soddisfare contemporaneamente aneliti alla sicurezza e pulsioni allo sviluppo, meno diseguaglianza e più crescita: salario di cittadinanza, incentivi a piccole e medie imprese, investimenti massicci in cultura istruzione e ricerca, boom di autostrade telematiche e di energie rinnovabili … e via riformando. Grassazione che, oltretutto, seleziona gli imprenditori seconda la capacità di “essere ammanicati” anziché secondo le tradizionali doti weberiane o schumpeteriane – propensione al rischio, innovazione, per non parlare della razionalità ascetica – distorcendo e ammorbando il mercato in direzione Mackie Messer.
La chiave di volta della ripresa economica, per uscire dalla crisi economica, perciò, in Italia si chiama giustizialismo: una rivoluzione della legalità, intransigente nel colpire invischiati con mafie (o comunque corrivi), corrotti, evasori: cominciando dai piani alti, dai ricchi e potenti, politici finanzieri e imprenditori, dall’establishment insomma (altrimenti non è intransigenza, e rende il tartassato da Equitalia una vittima o un eroe). [En passant: giustizialismo e garantismo sono la stessa cosa, se i termini non vengono manipolati: la legge eguale per tutti, per l’ultimo dei “villani” e il primo di “lorsignori”. Poiché “giustizialismo” è stato usato da berlusconiani e inciucisti come anatema contro coloro che, semplicemente, “hanno fame e sete della giustizia” (beati, secondo Gesù, Matteo 5,6), assumiamolo con orgoglio, quel termine, facciamone una bandiera].
La stessa “rottamazione” delle forme più ottuse ma onnipervasive di burocratismo, e del familismo amorale che strangola in culla ogni meritocrazia, non verrà neppure avviata, senza una stagione di giustizialismo, che garantisca manette ai grandi evasori (in primis per conti cifrati all’estero), abrogazione della prescrizione dopo il rinvio a giudizio, introduzione del reato di intralcio alla giustizia, autoriciclaggio, ecc., oltre alle restaurazione e/o ampliamento e/o inasprimento per falso in bilancio, voto di scambio, aggiotaggio e tutta la panoplia dei crimini da colletti bianchi.
Esattamente quanto Renzi NON intende fare. […]
Renzi si racconta favole, se pensa di poter ammodernare il paese senza aggredire con roncola e anzi machete il viluppo affaristico/politico/criminale, senza bonificare la melmosa morta gora in cui sono avvilite le capacità imprenditoriali e santificate le rapacità criminali, tra “autorities” complici sempre e comunque, e una “informazione” simile alle tre scimmiette. La vigente “costituzione materiale” italiana, avvolgente muro di gomma che vede irresponsabilità burocratica, illegalità e favoritismo, saturare, in amorosi sensi, ogni poro della vita istituzionale e sociale.
Renzi sembra intenzionato a fare qualche pulizia: dei piccoli privilegi, però, non dei grandi. Che si chiamano impunità, in tutte le sua articolazioni e proteiformi varianti. Giovanni Berneschi, boss finanziario di Banca Carige e “inamovibile vicepresidente dell’Abi”, proprio di questo si vantava in ogni telefonata (per fortuna intercettata) con i suoi pari della Specie (di cui la Casta è solo una sezione). Non si vantava, anzi: descriveva una situazione ambientale. Pensare che la stragrande maggioranza dei banchieri non si collochi – quanto a pratica della corruzione – nel corpaccione centrale della curva statistica di Gauss, non sarebbe neppure ingenuità ma volontà complice di non sapere.
Agli albori della irresistibile ascesa di Matteo Renzi, scrivevamo (prendendolo molto molto sul serio, vista l’analogia): “Il liberale Gobetti sapeva che in Italia un capitalismo moderno, e una borghesia non di rapina, poteva affermarsi solo in alleanza con forze in rivolta morale e materiale contro l’esistente stato di cose. E il liberale Renzi, che anzi si picca di essere più progressista di un liberale tout court? La struttura di classe della società italiana è del tutto incomparabile con quella di quasi un secolo fa, va da sé, ma il problema delle alleanze, sociali e di opinione, si pone in modo fortemente analogo”. Il terreno ineludibile di questa alleanza si chiama giustizialismo, ma Renzi NON vuole scendere in questo campo, dove si gioca la partita decisiva.
Tutte le donne e gli uomini del Presidente, e infine anche Renzi in prima persona, appena avuta notizia dei 35 arresti, hanno dichiarato la volontà di “tolleranza zero” verso la corruzione, e proclamano anzi che le misure che già stanno realizzando valgono come esempio e vanno in tale direzione.
Purtroppo non è vero. La legge delega 67, del 28 aprile, già approvata alla Camera, elimina la carcerazione preventiva per reati con pene fino a 5 anni: se fosse stata approvata anche dal Senato, quelli del “Mose” sarebbero tutti a spasso a fare dichiarazioni contro la persecuzione giudiziaria! Approvarla ora sarebbe delinquenziale. Ma non risulta che lei, Presidente Renzi, abbia dichiarato che la 67/28 aprile muore qui.
Lei, presidente Renzi, ha detto che la corruzione politica andrebbe punita come l’alto tradimento. Se davvero vuole mandare all’ergastolo i politici corrotti (l’ergastolo è infatti previsto per l’alto tradimento), non saremo certo noi “giustizialisti” a opporci. Tuttavia basterebbe assai meno. Con i fatti, però, non con le dichiarazioni per i Tg.
Se lei vuole effettivamente combattere la corruzione ci sono misure stranote (e a costo zero) di sicura efficacia (proprio per questo l’establishment corrotto le ha sempre bloccate). Mi permetto di farle un succinto elenco (non esaustivo), noto anche ai sassi:
(1) abrogazione della prescrizione non appena intervenga il rinvio a giudizio; (2) gare d’asta “chiuse”, senza possibilità di rivedere i costi in corso d’opera; (3) ritorno alla concussione prima dello “spacchettamento” (che ha diminuito le pene per i politici); (4) possibilità di intercettazione per tutti i reati corruttivi e “manageriali” (oggi solo se il massimo è superiore ai 5 anni); ritorno al falso in bilancio nella forma più severa degli scorsi decenni; (5) idem per la falsa testimonianza (un tempo era previsto l’arresto immediato in flagranza); (6) introduzione del reato di intralcio alla giustizia, con ampiezza di fattispecie e pene deterrenti di stile anglosassone; (7 … 12) mi fermo qui, ma altre misure analoghe sono perfettamente note, mentre solo l’autoriciclaggio sembra previsto da una prossima legge, e intanto la legge pseudo-antimafia ha poche settimane fa reso indagini e contrasto più ardui anziché più facili.
Insomma, rinunci pure all’alto tradimento e relativo ergastolo, se si limitasse a una dozzina di provvedimenti veri come quelli che abbiamo richiamato l’Italia cambierebbe radicalmente verso. Mi permetto di dubitare che avrà il coraggio di questa dozzina di misure. Se avessi torto ne sarei felice, e come me milioni di italiani onesti, e le chiederemmo scusa coram populo per aver dubitato della sua coerenza tra dire e fare.

UNA CORRUZIONE SMISURATA
NUNZIO MICCOLI

Gli Italiani sono convinti che la corruzione politica esista in Italia ma non in Germania, i Tedeschi sono convinti che la mafia esista in Italia ma non in Ucraina, la realtà è diversa; la commissione europea ha pubblicato il suo primo rapporto sulla corruzione in Europa ed ha accertato che pare costi ai cittadini molto più del bilancio dell’Unione Europea che è di 120 miliardi l’anno. L’informazione, per assecondare chi vuole distruggere l’Italia, mette in rilievo le graduatorie fasulle sulla corruzione nei vari paesi e non mette in rilievo questi fatti, anche perché in Italia i padroni dello stato temono che gli italiani, per reazione, aumentino l’evasione fiscale.
L’Italia non è un’anomalia dell’Europa ma ne è un concentrato; infatti, risulta che il cancelliere tedesco Helmut Kohl accumulò milioni di marchi da chi gli chiedeva favori, in Francia, il presidente Jacques Chirac fu condannato, per appropriazione di fondi pubblici; in Germania il cancelliere Gerhard Schroeder garantì un prestito di un miliardo di euro alla Gazprom russa, per la costruzione di un gasdotto, poi si dimise da cancelliere e diventò dirigente della Gazprom, è un altro caso di conflitto d’interesse.
Sotto il governo di Angela Merkel, il capo della Bassa Sassonia fu costretto a dimettersi per aver ricevuto un finanziamento di favore per costruirsi la casa, due ministri sono stati costretti ad andarsene e sono stati privati del dottorato, per aver violato la proprietà intellettuale, uno dei due aveva anche un conto segreto in Svizzera, dove faceva arrivare denaro di provenienza illecita; anche il ministro delle finanze francese Jerome Cahuzac è stato inquisito, per un conto segreto milionario da lui posseduto in Svizzera.
E’ un fatto che la politica serve anche per arricchirsi, Sarkozy ha ricevuto, per la campagna elettorale che lo portò alla presidenza, 20 milioni di dollari da Gheddafi e poi decise di bombardarlo; Christine Lagard, ex ministro delle finanze francese è sotto inchiesta per aver concesso un risarcimento, non dovuto, di 420 milioni di euro al suo amico Bernarde Tapie, un truffatore, già carcerato. Il presidente francese Francois Holland, per i suoi incontri galanti, usava un appartamento della donna di un gangster corso.
In Inghilterra la camera dei comuni è stata denunciata per molte malversazioni di denaro dei contribuenti; l’Irlanda ha sofferto di una crisi d’insolvenza, eppure il suo premier Bertie Ahern si è fatto assegnare lo stipendio più alto tra i premier europei, pari a 310.000 euro l’anno. In Spagna il premier Mariano Rajoy ha ricevuto mazzette per contratti pubblici di costruzioni e il tesoriere del suo partito Barcenas è sotto arresto per aver accumulato 48 milioni di euro in conti svizzeri; tuttavia, Rajoy conservato la sua carica.
In Grecia l’ex ministro della difesa è stato condannato a vent’anni di carcere per estorsione e riciclaggio di denaro sporco; in Turchia il capo del governo Tayyip Erdogan e tre ministri hanno ricevuto tangenti da imprese, Erdogan, perché le indagini non si spingessero oltre, ha risposto con epurazioni nella polizia e in magistratura; nel 1999 anche la commissione europea di Santer fu costretta a dimettersi per corruzione. Il Qatar ha pagato mazzette milionarie ai dirigenti FIFA e al relativo comitato organizzatore, per ospitare i mondiali di calcio del 2020; sicuramente è successo anche per altre manifestazioni internazionali e per le olimpiadi.
Comunque, con queste inchieste, generalmente banchieri e politici di spicco, come succede in Italia, generalmente non finiscono in carcere, l’impunità per le alte cariche, da un punto di vista pratico, se non giuridico, esiste; infatti, mettendo le mani avanti, in Italia il governatore della Banca d’Italia chiese l’irresponsabilità penale per i banchieri, ma non la ottenne. Oggi l’Unione Europea soffre delle distorsioni create dall’euro, del fiscal compact e del patto di stabilità, ma soffre anche di corruzione politica, di poca democrazia, di scarsa partecipazione dei cittadini alla politica e di pochi controlli sulla spesa pubblica.
Il Mercato Unico Europeo, durante la sua applicazione, fece aumentare il reddito dell’Unione di 4 punti percentuali, mentre l’euro, sbandierato per vantaggi che doveva dare, fino al 2008, anno dell’inizio della crisi, solo di un punto, poi il reddito ha cominciato a decrescere, assieme agli investimenti pubblici, ai salari e alla spesa sociale; l’Italia ha il primato del peggiore risultato in Europa. (“Il disastro Italia”)

NUNZIO MICCOLI

Durante i primi cinquanta anni dell’unità d’Italia, il governo di Roma sfruttò il sud d’Italia, invece di aiutarlo, oggi la Germania vorrebbe fare la stessa politica con i paesi Pigs mediterranei; c’è qualcuno che, per risanare i conti, ha proposto alla Grecia di vendere delle isole e all’Italia di cedere la Sardegna alla Svizzera e di privatizzare aziende ambite dallo straniero; è un fatto che i politici e dirigenti pubblici, per denaro, si venderebbero pezzi dello stato, cioè di terre e di grandi aziende pubbliche.
L’Unione Europea ha fiducia e stima in Rajoy e non in Berlusconi, eppure Berlusconi, anche con i suoi lati oscuri, seguendo gli indirizzi di Thatcher e Blair, ha tagliato la spesa per l’istruzione e ha aiutato la chiesa, d’altra parte, come altri grandi della politica, ha commesso abusi. Le stravaganze sessuali di Berlusconi, anche con le minorenni, sono tipiche dei sultani, degli imperatori romani, delle grandi corti, anche papali; la ricchezza si unisce sempre a sesso e potere. Bisogna riconoscere che Francoforte, Berlino, Bruxelles erano contro Berlusconi e pronte a favorire le speculazioni dei mercati contro l’Italia.
Berlusconi aveva promesso tanto e fatto poco bene agli italiani, però aveva aiutato la chiesa, della quale seguiva gli input, e appoggiato Napolitano, che poi lo hanno scaricato; Napolitano, un trasformista verace, è stato universitario fascista, nel 1945 si fece comunista, nel 1956 applaudì la repressione russa in Ungheria; nel 1964 salutò l’espulsione di Solzhenitsyn dalla Russia, poi votò per la cacciata dal Pci del gruppo del manifesto che aveva condannato l’invasione russa della Cecoslovacchia del 1967.
Negli anni ’70 diventò il comunista preferito di Kissinger e, al tempo di Berlinguer, Napolitano rappresentava la destra migliorista del PCI, finanziata anche dalla Fininvest, per conto di Craxi; al tempo del referendum sul nucleare, il quotidiano del PCI, l’Unità, rifiutò un articolo di Giovanni Battista Zorzoli a favore del nucleare e perciò Napolitano pretese la testa del direttore che, guarda caso, nel 1993 finì veramente in galera per corruzione. Tanti dirigenti sono ricattabili, esistono dossier riservati su di loro, quando si muovono con indipendenza, la magistratura si muove contro di loro.
Da ministro dell’interno in un governo di centro sinistra, Napolitano fece da coperchio alla strategia della tensione e alle stragi, non fece rivelazioni e sostenne il segreto di stato; da presidente della repubblica, ha aiutato Berlusconi firmando la legge Alfano del 2008, che garantiva l’immunità e nel 2010 promulgò la legge sul legittimo impedimento, entrambe incostituzionali; ma le leggi incostituzionali promulgate dai presidenti della repubblica sono tante, è così che essi attentano alla costituzione..
Nel 2011 l’Italia è andata a bombardare la Libia, dopo aver firmato con essa un trattato di amicizia, e cooperazione e alleanza militare, ma questa volta i suoi soci atlantici non le hanno rinfacciato di non aver rispettato i patti; l’Unione Europea e gli Usa, d’accordo con Vaticano, Napolitano e Carlo De Benedetti, patrono di Repubblica, la Pravda italiana, e l’Espresso, aiutati dalle società di rating, dalla magistratura e dall’informazione, hanno fatto cadere Berlusconi, che ha promesso molto ma non ha fatto molto bene all’Italia, e hanno messo al governo, con un colpo di mano antidemocratico, come si fa con le colonie, Monti, Letta e Renzi, amici dei mercati e del gruppo massonico Bilderberg e della banca d’affari Goldman Sachs.
Così il paese è stato consegnato nelle mani dei banchieri, destinato a ripetere le prodezze del governo Ciampi, con le relative privatizzazioni. Anche Draghi e Napolitano sono uomini del gruppo Bilderberg, nel 2012 Napolitano è intervenuto per bloccare l’interrogatorio di Nicola Mancino, ministro dell’interno nel 1992, sul tema del collegamento tra stato e mafia; il magistrato inquirente aveva registrato una telefonata tra Mancino e Napolitano, che perciò ha invocato l’immunità e ha chiesto la distruzione dei nastri registrati; in quell’occasione, media e classe politica hanno difeso, a spada tratta, Napolitano.
Con le lodi generali dell’informazione e della politica, a Napolitano è stato concesso un secondo mandato, poi il governo Renzi si è accordato con Berlusconi sulla legge elettorale; Renzi viene dall’ambiente cattolico, diventato sindaco di Firenze, ha costruito una rete di collegamento con imprese e banche, è collegato al costruttore Marco Carrai, legato all’Opus Dei, occupa un suo appartamento senza pagare l’affitto, perciò è indagato dalla magistratura.
La politica di Monti ha intensificato la recessione italiana, perciò Napolitano sciolse le camere e nel 2013 indisse nuove elezioni, ma il M5S superò centro destra e centro sinistra; il centro sinistra fu favorito dalla coalizione e perciò, con il benestare di Berlusconi, formò il governo. Nel 1993, dopo mani pulite, nacque la seconda repubblica e fu introdotto il sistema elettorale maggioritario, nel 2005 integrato con un premio, così nacque il sistema elettorale chiamato Porcellum, che nel 2013 alle elezioni favorì il centro sinistra, con l’unica opposizione del M5S.
Correndo per la presidenza del PD, Renzi è stato finanziato dalla fondazione Big Bang e dal fondo speculativo Davide Serra, che ha un piede a Londra e uno nelle isole Cayman; a Renzi, candidato alla presidenza del PD, fu offerto un pranzo dall’élite bancaria e si recò anche nella City di Londra; Renzi è in rapporti con il banchiere Denis Verdini, legato a Berlusconi, è stato a pranzo da Berlusconi, assomiglia a Berlusconi, ma è più giovane e non ha il patrimonio di Berlusconi, è buon comunicatore, ma è informale nell’abbigliamento. (“Il disastro Italiano” di Perry Anderson – 29/45/2014 – Net Italy).
La corte costituzionale ha giudicato incostituzionale il Porcellum, che dovrebbe essere sostituito dal nuovo sistema elettorale Italicum di Berlusconi e Renzi, che assomiglia al precedente, ma è stato studiano per impedire la vittoria di Grillo; pare però che anche l’Italicum sia anticostituzionale. Bisogna ricordare che, per ottenere un certo risultato, tutte le democrazie, se non manipolano le elezioni con i brogli, manipolano i sistemi elettorali.
In teoria, la corte costituzionale potrebbe cancellare anche l’Italicum, però dieci dei suoi 15 giudici sono di emanazione della politica e non è vero che i giudici sono sempre indipendenti dalla politica, a volte sono loro strumento; ma qualche suo eroe, troppo indipendente, è stato anche ammazzato, è il caso di Falcone e Borsellino. E’ triste che in Italia nessun partito si batta più veramente per la laicità e per la sovranità del paese, nei confronti di Vaticano, Usa e Unione Europea; essi sono la vera Troika che schiavizza l’Italia. I politici, i dirigenti e l’informazione, perso il collegamento con gli italiani, per conservare la poltrona e i privilegi, si sono legati strettamente a loro.

Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.

TASSAZIONE DEGLI IMMOBILI

L’Economista Zingales ha sostenuto la necessità di tassare sempre di più gli immobili in quanto gli stessi costituiscono attività non produttive.
(Certo- potrebbe essere vero- se una persona “normale” potesse vivere- per sempre – nella foresta disabitata con una tenda da campo e un sacco a pelo!)
Negli immobili (faceva presente un giornalista di Libero) si comprendeva anche quei capannoni vuoti (a volte accade che l’impresa prima funzionante all’ interno del capannone fallisca per debiti) a cui il nuovo ( o il vecchio)proprietario ha tolto in tetto del capannone proprio per non pagare più altre tasse.
Un altro economista-presente al dibattito televisivo –faceva presente che il valore degli immobili in Italia (fonte Banca d’Italia) raggiunge i 5.600 miliardi di euro.
Dopo l’introduzione della tassa comunale TASI (che ha sostituito l’IMU) il valore dei suddetti immobili può essere considerato svalutato del 15 /20 %. Quale vantaggio ha ottenuto lo Stato da una simile svalutazione del patrimonio immobiliare degli italiani (che pagano già 300 miliardi di euro ogni anno di spese condominiali per la conservazione di quel patrimonio edilizio!)?
Tutti sappiamo che per valutare una attività commerciale – ad esempio una farmacia –attualmente si applica un moltiplicatore di “6” al reddito annuale effettivo prodotto dalla suddetta attività commerciale.(Prima si moltiplicava per due o per tre il fatturato annuo prodotto dalla attività commerciale).
Pertanto il valore attuale di una attività di farmacia che rende cento mila euro di reddito effettivo annuo avrà un valore commerciale di 600 mila euro.(Questo valore in diminuzione si è verificato a seguito delle liberalizzazioni delle attività commerciali effettuate dal Governo Monti.
A seguito di queste discussioni televisive(sulla tassazione degli immobili) mi sono posto alcune domande relative al “valore attuale” di un posto di dirigente pubblico che ha (ora, per intervento di Renzi ) un tetto massimo di stipendio di 240 mila euro.
Ebbene applicando il moltiplicatore di “6” al reddito effettivo del dirigente pubblico (che si potrebbe ridurre dopo aver pagato le tasse a 120 mila euro annuali) si otterrebbe un valore del suo “posto “pubblico di ben 720 mila euro.
E ciò equivarrebbe al valore della proprietà acquistata (o ricevuta in eredità) di due o più appartamenti di civile abitazione ubicati in una media città italiana.
Ma la “ricchezza” de l posto di lavoro statale (sopra valutato) – da cui estrae il suo reddito effettivo annuale il dipendente dello Stato- non viene mai calcolata come possibile “ricchezza “ -da eventualmente sottoporre a tassazione da parte di uno Stato magari favorevole alla istituzione di una possibile “patrimoniale”sulla ricchezza!
Perché ?

#MAZZETTASTAISERENISSIMA
Marco Travaglio

Se esistesse ancora un minimo di decenza, milioni di persone perbene – elettori, giornalisti, intellettuali, eventuali politici e imprenditori – dovrebbero leggersi l’ordinanza dei giudici di Venezia sul caso Mose e poi chiedere umilmente scusa a Beppe Grillo e ai suoi ragazzi. Anni e anni sprecati ad analizzare il suo linguaggio, a spaccare in quattro ogni sua battuta, a deplorare il suo populismo, autoritarismo, giustizialismo, a domandarsi se fosse di destra o di centro o di sinistra, a indignarsi per le sue parolacce, a scandalizzarsi per le sue espulsioni, ad argomentare sui boccoli di Casaleggio e sul colore del suo trench, a irridere le gaffe dei suoi parlamentari, a denunciare l’alleanza con l’improbabile Farage (l’abbiamo fatto anche noi, ed era giusto farlo, ma in un paese normale: dunque non in Italia). Intanto destra, sinistra e centro – quelli che parlano forbito e non hanno i boccoli – rubavano. Rubavano e rubano tutti, e insieme, sempre, regolarmente, scientificamente, indefessamente, su ogni grande e piccola opera, grande e piccolo evento, appalto, consulenza, incarico.
Anzi, ogni grande e piccola opera, grande e piccolo evento, appalto, consulenza, incarico servono soltanto a far girare soldi per poterli rubare. Tutti i più vieti luoghi comuni del qualunquismo bar – sono tutti d’accordo, è tutto un magnamagna – diventano esercizi di minimalismo davanti alla Cloaca Massima che si spalanca non appena si intercetta un telefono, si pedina un vip, si interroga un imprenditore. Basta sollevare un sasso a caso per veder fuggire sorci, pantegane, blatte e bacherozzi maleodoranti con i nostri soldi in bocca, o in pancia (il Mose doveva costare 2 miliardi, ne costerà 6 e ora sappiamo perché). La Grande Razzia che ha divorato l’Italia e continua a ingoiarsene le ultime spoglie superstiti è sopravvissuta a Mani Pulite, agli scandali degli ultimi vent’anni e alla crisi finanziaria, nutrendosi dell’impunità legalizzata, dell’illegalità sdoganata e dell’ipocrisia politichese di chi vorrebbe ancora convincerci che esistono i partiti, le idee, i valori della destra, del centro e della sinistra.
Invece esiste soltanto una gigantesca, trasversale, post-ideologica associazione per delinquere che si avventa famelica su ogni occasione per rubare, grassare e ingrassare a spese di quei pochi fessi che ancora si ostinano a pagare le tasse. A ogni scandalo ci raccontano la favola delle mele marce, la frottola della lotta alla corruzione, l’annuncio di regole più severe, la promessa del rinnovamento, della rottamazione. E intanto continuano a rubare, secondo un sistema oliato e collaudato di larghe intese del furto che precede e spiega le larghe intese di governo. E la totale mancanza di opposizione a sinistra negli anni del berlusconismo rampante e rubante. Anche l’art.27 della Costituzione, quello della presunzione di non colpevolezza, diventa una barzelletta se si leggono le carte delle indagini su Expo e sul Mose, dove i protagonisti delinquono in diretta telefonica, o a favore di telecamera: non c’è bisogno della Cassazione, e nemmeno della sentenza di primo grado, per capire che rubavano davvero. Politici, imprenditori, funzionari, generali della Finanza, giudici amministrativi e contabili. Il solito presepe di sempre, che avvera un’altra celebre battuta da bar: a certi livelli “non esistono innocenti, solo colpevoli non ancora presi”. Renzi non ruba, e i suoi fedelissimi sono lì da troppo poco tempo.
Ma rischia di diventare il belletto per mascherare un partito marcio con cui – per prenderne il controllo – ha accettato troppi compromessi. Marcio nella testa prim’ancora che nelle tasche. Ieri, senz’aver letto un rigo dell’ordinanza, l’ineffabile Piero Fassino già giurava sulla leggendaria probità del sindaco Orsoni appena arrestato (“chi lo conosce non può dubitare della sua onestà e correttezza”), invitando i giudici ad appurarne al più presto l’innocenza per “consentirgli di tornare alla funzione di sindaco”. Perché, se ne appurassero la colpevolezza cosa cambierebbe? Fassino lo promuoverebbe a suo braccio destro, come ha fatto con Quagliotti pregiudicato per tangenti?

BAD BANK
Berluscameno

Ma lo vogliamo dire -una volta per tutte -che un Banchiere Gangster non può essere definito di dx o di sx.(Si veda l’ultimo caso accaduto alla dirigenza della Banca Carige di Genova). E la ‘ndrangheta che ha al suo “soldo “ sindaci che si definiscono di dx o di sx (leggere le testimonianze del pentito Capo “Jovine”) si può definire amica dei politici di “destra “ o di quelli di “sinistra” ?
A mio modesto parere un uomo politico che approfitta del Ruolo svolto nella società al fine di appropriarsi di denaro appartenente allo Stato, ossia alla società tutta, dovrebbe essere definito come “un delinquente” che rimane in attesa del giudizio della magistratura inquirente e basta!
COME FUNZIONA UNA “BAD BANK”. La “Bad Bank” cos’è ? E’ un veicolo societario in cui far confluire gli Asset Tossici di una banca in modo da alleggerirla da titoli pesanti e difficili da smaltire. Da qualche tempo in Italia si sta rafforzando l’idea di costituire una “bad bank” per far ripartire il credito all’ economia reale (ovviamente per chi ci crede). Per comprendere il funzionamento di tale meccanismo tecnico è utile descrivere quanto realizzato in Spagna per salvare il sistema bancario nazionale. In Italia da mesi circola l’ipotesi della creazione di una “bad bank”, idea di recente rilanciata da indiscrezioni giornalistiche sull’attenzione anche da parte della Banca d’Italia a tale soluzione. La “bad bank” servirebbe a sterilizzare il peso assunto nei bilanci bancari dai crediti deteriorati, la cui mossa ormai impedisce oggettivamente alle banche di fornire nuovi prestiti a famiglie e imprese: da un lato i crescenti accantonamenti hanno ridotto il patrimonio disponibile per concedere ulteriori affidamenti, dall’ altro la paura di incappare in nuovi crediti problematici (che le banche non potrebbero fronteggiare) costituisce un forte freno psicologico. Se a ciò si aggiunge la difficoltà di raccolta incontrata dagli istituti (che porta anch’essa a ridurre i crediti concessi), il risultato non può che essere quello di un “credit crunch” che si autoalimenta.
Una bad bank è una società veicolo in cui vengono fatti confluire gli “attivi problematici” di una banca in difficoltà. L’istituto di credito viene scisso in due parti, una buona (good bank) e l’altra cattiva (bad bank):
la banca buona mantiene le parti sane dell’attività creditizia, la parte cattiva riceve e concentra quelle attività definibili come “tossiche”. Il compito dalla “bad bank” è quello di gestire e valorizzare gli asset problematici, per poi procedere a cessioni a prezzi il meno penalizzanti possibile: il fine ultimo è la liquidazione di tutti gli attivi, ma tale obiettivo può essere realizzato in un’ottica di massimizzazione degli incassi, senza stretti vincoli temporali di cessione (quindi anche attendendo il miglioramento delle condizioni di mercato).
Utilizzando tale tecnica si riesce ad alleggerire l’istituto da crediti e/o titoli di difficile realizzo e gli si consente di tornare ad un’operatività ordinaria: l’espunzione dei crediti deteriorati dal bilancio automaticamente ripristina per la “good bank” il patrimonio libero necessario per far ripartire il credito. In sostanza il meccanismo consente di guadagnare tempo (e, si sa, nel settore finanziario il tempo è denaro): la good bank può riprendere l’attività creditizia da subito, la “bad bank “non ha assilli temporali nell’attività liquidatoria. E’ il caso di sottolineare che una “bad bank “può riguardare un singolo istituto in crisi, ma anche parte o tutto il sistema creditizio di un paese: in quest’ultimo caso si ricorre a tale soluzione (estrema) quando le sofferenze a livello di sistema sono così alte che il circuito creditizio smette di funzionare (situazione più grave di una “semplice” crisi da “credit crunch”).
Altro aspetto rilevante è che, poiché una “bad bank” viene attivata solo quando l’ammontare degli attivi problematici raggiunge valori elevatissimi, quasi sempre la costituzione implica l’intervento pubblico, che può variare da caso a caso per l’entità dei fondi messi a disposizione e per la forma tecnica specifica adottata. L’intervento pubblico è una caratteristica che ha un effetto contabile simile a quello di una ricapitalizzazione, ma conseguenze ben differenti sulla gestione dell’istituto oggetto di salvataggio. Contabilmente, infatti, la creazione di una “bad bank “è un’alternativa ad una ricapitalizzazione, visto che entrambe le operazioni incidono sul rapporto attivo/patrimonio: la rimozione dei “crediti problematici” agisce sul numeratore, alleggerendolo l’attivo di asset fortemente svalutati, la ricapitalizzazione rafforza il denominatore, aumentando il patrimonio con mezzi freschi (difficili oggi da trovare sul mercato). Ciò che cambia fra i due tipi di intervento, per le banche, è la libertà d’azione nella gestione:
se lo Stato interviene finanziando anche solo parzialmente una” bad bank”, di solito pretende che vengano limitati gli emolumenti dei manager e che alle risorse pubbliche impiegate vengano garantiti rendimenti (sotto forma di dividendi, cedole…) con il connotato di priorità rispetto alle pretese di remunerazione degli azionisti privati. Tali vincoli, chiaramente, non esistono (o sono meno forti) in caso di aumento di capitale a pagamento sostenuto dal mercato. Il punto è che oggi è molto difficile trovare investitori che vogliano impiegare in misura massiccia i propri capitali nel settore bancario/finanziario: ecco perché negli ultimi anni si è fatto ampio ricorso alle “bad bank”, almeno nei sistemi creditizi molto più compromessi di quello italiano.
L’Italia ha visto il primo caso di bad bank con la fine del Banco di Napoli, alla fine degli anni Novanta: il Banco venne acquistato dalla Bnl e dall’Ina per circa 30 milioni di euro, ma, dopo circa due anni di gestione molto deludente, la disastrata banca partenopea venne ceduta al San Paolo Imi. L’istituto torinese conferì i crediti in sofferenza nella Società Gestione Attività (SGA), perché venissero gestiti in modo da massimizzare i recuperi. Sebbene i crediti inesigibili avessero decretato la fine di una delle banche più antiche d’Italia, la SGA nel tempo è riuscita a recuperare oltre il 90% dell’esposizione complessiva.
A livello internazionale il ricorso alle bad bank non è infrequente: ad esempio in Svezia (dove, all’ inizio degli anni Novanta, fu creata una delle prime “bad bank” al mondo, la Sericum), in Gran Bretagna ed anche in Germania (ad esempio in Commerzbank, ma non solo) si è fatto ricorso a questo strumento.
SAREB, LA BAD BANK DI SISTEMA SPAGNOLA. Il più noto caso recente è sicuramente quello spagnolo: Madrid nel giugno 2012 ha creato una “bad bank” di sistema, la Sareb (Sociedad de Gestión de Activos procedentes de la Reestructuración Bancaria). Per poterne sostenere i costi ha dovuto chiedere ufficialmente l’intervento UE per la ristrutturazione e ricapitalizzazione dell’intero settore bancario iberico, accettando il controllo di Bruxelles sull’ operazione di salvataggio. E dopo queste notizie si può dire che le “Bad Bank “ sono portatrici di valori di dx o di sx?

APPARENTAMENTI

Barbara Spinelli aveva dichiarato di mettere la sua faccia solo di bandiera alla lista Tsipras ma di voler poi, in caso di elezione, lasciare il posto ad altri. Invece ci ha ripensato e andrà lei al Parlamento europeo.

Post non firmato
I partiti italiani e quella bruttissima abitudine di voler gabbare gli elettori appena chiuse le urne. Il M5S e la lista Tsipras per l’Europa hanno già un tratto in comune nella loro prossima presenza al Parlamento Europeo (qui di seguito PE) .
Gli elettori di entrambi gli schieramenti sono andati alle urne non conoscendo in quale gruppo politico sarebbero confluiti i loro eletti al Parlamento europeo ed adesso, una volta chiuse le urne, potrebbero ritenersi gabbati dai propri partiti riguardo alle scelte operate a proposito in modo antidemocratico.
La collocazione in un gruppo politico al PE dipende naturalmente dalle affinità politiche dei partiti che vi partecipano, ma ha anche un’importanza rilevante poiché in palio vi sono: maggior risorse economiche ed attribuzione di un segretariato, una maggior visibilità politica, attraverso maggior tempo di parola alle sedute plenarie, la possibilità di partecipare all’Assemblea dei capogruppo che decide l’ordine del giorno della sessione plenaria, l’ottenimento della presidenza di commissioni e l’assegnazione di relazioni legislative.
Riguardo alla lista italiana Tsipras per l’Europa sembrava logico, per un osservatore esterno, che gli eletti italiani sarebbero confluiti nella lista GUE/NGL della sx radicale, contraria al Fiscal compact ed al pareggio di bilancio, in cui una delle componenti principale é proprio quella greca di Tsipras.
Tuttavia ciò non teneva conto dell’atteggiamento ambiguo di Vendola e SEL, infatti SEL, da una parte partecipa alle liste di Tsipras per l’Europa e ne esprime candidati, ma dall’altra non comunica al Parlamento europeo di voler aderire al gruppo GUE
Per di più Vendola, invece di sostenere coerentemente la candidatura alla Commissione europea di Tsipras, si spende in campagna elettorale a favore di Martin Schulz, il candidato del gruppo S&D a cui aderisce il PD di Renzi, pensando probabilmente di ingraziarsi Renzi riguardo ad un’eventuale alleanza politica a livello nazionale.
Al momento della costituzione del Movimento Tsipras per l’Europa, una delle promotrici, Barbara Spinelli, la figlia di Altiero, uno dei padri fondatori dell’Ue, aveva dichiarato che avrebbe “tirato la lista” ma che non si sarebbe seduta al Parlamento Europeo, lasciando quindi il posto libero ai primi non eletti.
E’ invece notizia odierna che la Spinelli, ritornerebbe sulla sua decisione e potrebbe andare a Bruxelles, probabilmente per garantire l’adesione di almeno uno dei 3 candidati eletti nella lista al gruppo GUE, ma scatenando una guerra intestina tra i partiti politici (SEL, PRC) che hanno sostenuto la lista, in funzione di quale seggio la Spinelli sceglierà (era candidata in tutte le circoscrizioni
elettorali)

Riguardo al M5S, Grillo e Casaleggio non hanno fatto alcuna dichiarazione di apparentamento ad un gruppo politico al Parlamento europeo prima del voto.
Ma a risultati elettorali conosciuti (17 seggi), Grillo é volato in incognito a Bruxelles ad incontrare Farage, il leader dell’UKIP, 1° partito britannico dal risultato delle urne, con 25 seggi.
L’UKIP é un partito euroscettico che vuole l’uscita del Regno Unito dall’UE, mentre il M5S propone “soltanto” di indire un referendum sull’uscita dall’Euro.
L’UKIP é anche un partito ultraconservatore e ultraliberista che non sembra proprio condividere ‘i valori fondamentali del M5S così come previsto dal Codice di comportamento del Movimento per le elezioni europee http://www.beppegrillo.it/movimento/codice_comportamento_europee.php .
Infatti riguardo all’energia e l’ambiente l’UKIP ha una posizione pro-nucleare, a favore dello sfruttamento delle energie fossili e del gas di scisto, mentre il M5S é a favore delle energie rinnovabili e dell’eliminazione degli inceneritori, e promuove il risparmio energetico.
Le convergenze a titolo personale tra i leader, appaiono più ampie su questioni legate alla sovranità nazionale come sull’immigrazione, visto che Farage si é espresso a diverse riprese contro la libera circolazione dei cittadini rumeni e bulgari e dei rom nel regno Unito e Grillo ha una posizione contraria all’immigrazione clandestina, emersa riguardo all’abolizione del reato di clandestinità, posizione che fu però sconfessata dal voto della rete. La rete del M5S é ora in subbuglio riguardo alla posizione di Grillo e Casaleggio che vorrebbero “vendere” al Movimento l’alleanza contro natura con l’UKIP di Farage, probabilmente già preconfezionata prima delle elezioni, ed il sito di Grillo rigurgita di articoli e comunicati stampa volti ad indorare la pillola per elettori ed attivisti riguardo a quest’alleanza.
Questi due esempi politici, diversi nei dettagli, sono accomunati dallo stesso arrogante agire dei partiti italiani in spregio ai propri elettori.
Sono esempi che portano alla conclusione come non ci si debba poi stracciare le vesti a causa della costante disaffezione dell’elettorato italiano verso i partiti, sfiducia che si manifesta attraverso la diminuzione progressiva del numero degli elettori.
Fin quando i partiti vorranno continuare a farla da padroni, relegando gli elettori al mero ruolo di spettatori di decisioni di rilevante importanza politica, prese nel segreto di piccoli comitati, e soltanto dopo il voto democratico, agli elettori non resterà che la scelta di stracciare la scheda elettorale!

LA CINA LIMITERA’ LE SUE EMISSIONI

Mia figlia Nicoletta,che è un’ecologista che si occupa di inquinamento, mi segnala da The Guardian

http://www.theguardian.com/environment/2014/jun/03/china-pledges-limit-carbon-emissions

La Cina,il più grande emettitore di gas serra al mondo, limiterà le sue emissioni totali per la prima volta entro la fine di questo decennio.
Jiankun, presidente del Comitato consultivo della Cina sul cambiamento climatico, ha detto in una conferenza a Pechino che sarà introdotto un limite massimo assoluto di emissioni di carbonio. Le emissioni della Cina sono aumentate drammaticamente negli ultimi due decenni, superando gli USA, precedente grande produttore .
Anche se l’impronta di carbonio cinese è ancora molto inferiore a quella americana, è ora in pari con la media europea. Questa dichiarazione appare un giorno dopo che l’amministrazione Obama ha posto nuove regole severe per ridurre le emissioni di carbonio dalle centrali elettriche del 30 % entro il 2030. Jotzo, che frequenta la conferenza di Pechino, ha aggiunto: “A livello globale siamo in una situazione molto migliore del vertice di Copenaghen nel 2009, ad esso parteciparono Obama, Gordon Brown, la Merkel e altri leader mondiali, ma finì in un accordo debole con obiettivi non vincolanti. L’obiettivo precedente era per un taglio delle emissioni dal 40-45 % entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005. Questa soglia è una novità per la Cina, afflitta da problemi di inquinamento in gran parte dovuto alla combustione del carbone ad alta intensità di carbonio.
Christiana Figueres, segretario esecutivo Onu sul clima, dirige gli sforzi per raggiungere un accordo internazionale sui cambiamenti climatici. “Nelle ultime 24 ore abbiamo avuto due importanti annunci da Cina e Stati Uniti che inviano un segnale forte agli altri leader mondiali davanti a colloqui sul clima cruciali entro la fine dell’anno. Il governo cinese ha già piani ambiziosi per ridurre la dipendenza del paese dal carbone (ndV: ricordo che anche su questo Farage è contrario).
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STATI UNITI D’EUROPA?
Paolo De Gregorio

A elezioni europee concluse possiamo tranquillamente osservare che di Europa si è parlato molto poco e che i risultati elettorali per gli euroscettici sono stati contenuti, e soprattutto essi sono divisi tra loro sul da farsi. Una cosa è certa, che la paura di vedere di molto svalutata la propria capacità di spesa, in un eventuale uscita dalla moneta comune, ha tolto molti voti ai 5Stelle, voti che si sono riversati nel rassicurante partito democratico, la nuova DC del duemila.
Purtroppo l’Europa, malgrado la veneranda età (i trattati di Roma risalgono al 1957) non si è assolutamente diretta verso l’integrazione per arrivare agli Stati Uniti d’Europa, ma a tutt’oggi è gestita in modo autoritario dalla famosa “troika”: Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea.
La crisi economica iniziata nel 2007, proveniente dagli USA, prima finanziaria e poi estesa a tutta l’economia, non è stata fronteggiata da una Europa compatta e coesa ma ha visto alcuni paesi europei più forti (Germania, Francia, Inghilterra) insieme ad americani, cinesi e russi approfittare della crisi per comprare a prezzi stracciati i migliori marchi della nostra produzione industriale e dei paesi più deboli della comunità europea.
Ben diversa sarebbe stata la storia se l’Europa avesse preso in carico il debito di tutti i suoi Stati emettendo Eurobond (vanificando così la speculazione internazionale su singoli paesi), unificato la ricerca tecnologica e scientifica senza mandare i migliori cervelli oltre Atlantico, unificato gli eserciti e allontanato la Nato, unificato legislazione sul lavoro, giustizia e leggi elettorali.
Per una Europa del genere, fuori da ogni alleanza militare e politica, il futuro sarebbe stato quello di prima grandezza tra le potenze mondiali, insieme a Cina, Russia, Usa, India. Per una Europa del genere varrebbe la pena impegnarsi, abbiamo fatto elezioni una settimana fa e di tutto ciò non si è nemmeno parlato.
Comunque, per i disinformati dalla TV, ecco un elenco di fatti, sicuramente incompleto, che rendono la ripresa della nostra economia una chimera, che riguarda tutte le imprese italiane che sono state comprate da soggetti stranieri, a cui bisogna aggiungere le decine di migliaia di imprese italiane che hanno delocalizzato la propria attività in paesi stranieri dove pagano meno tasse e pagano meno la manodopera, determinando il licenziamento di centinaia di migliaia di lavoratori.

MARCHI DEL MADE IN ITALY CHE NON C’E’ PIU’
settore agroalimentare
2013 • CHIANTI CLASSICO (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato una azienda agricola del Gallo nero)
• RISO SCOTTI (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods)
2012 – PELATI AR – ANTONINO RUSSO (nasce una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL”, controllata al 51 per cento dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi)
• STAR (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca)
• ESKIGEL (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione – Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta agli inglesi con azioni in pegno d un pool di banche).
2011 • PARMALAT (acquisita dalla francese Lactalis)
• GANCIA (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko)
• FIORUCCI –SALUMI (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.)
• ERIDANIA ITALIA SPA (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)
2010 • BOSCHETTI ALIMENTARE (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%)
• FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)
2009 • DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)
2008 • BERTOLLI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
• RIGAMONTI SALUMICIO SPA (divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International)
• ORZO BIMBO (acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis)
• ITALPIZZA (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited)
2006 • GALBANI (acquisita dalla francese Lactalis)
• CARAPELLI (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
• SASSO (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
• FATTORIE SCALDASOLE (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)
2003 • PERONI (acquisita dall’azienda sudafricana SABMiller)
• INVERNIZZI (acquisita dalla francese Lactalis, dopo che nel 1985 era passata alla Kraft)
1998 • LOCATELLI (venduta a Nestlè, poi acquisita dalla francese Lactalis)
• SAN PELLEGRINO (acquisita dalla svizzera Nestlè)
1995 • STOCK (venduta alla tedesca Eckes A.G., poi acquisita dagli americani della Oaktree Capital Management)
1993 • ANTICA GELATERIA DEL CORSO (acquisita dalla svizzera Nestlè)
1988 • BUITONI (acquisita dalla svizzera Nestlè)
• PERUGINA (acquisita dalla svizzera Nestlè)
Elaborazione Coldiretti (comunicato stampa 4 luglio 2013)

Oltre a queste imprese dell’agroalimentare, imprese di tutti gli altri settori economici sono stati acquisiti da soggetti stranieri e l’elenco non è completo:
Banca Nazionale del Lavoro acquisita da Francia (BNPParibas)
BULGARI-GUCCI-FERRE’-COIN “ Francia
VALENTINO “ Inghilterra
STANDA – DUCATI “ Germania
SAFILO “ Olanda
REX-ZOPPAS-ZANUSSI-MOLTENI “ Svezia (Elettrolux)
Inoltre, massiccia è la penetrazione dei grandi gruppi della distribuzione (Carrefour, Auchan, Leclerc, Ikea, etc.) che portano all’estero profitti da tutti i nostri consumi.
Aggiungiamo che i nostri cantieri navali sono in crisi grazie alla concorrenza di Cina e Corea del Sud che producono a prezzi inferiori e con minori attese per le consegne, anche Alitalia si avvia a diventare araba, mentre la Fiat (ora FCA) non è più italiana sia come sede che ai fini fiscali. Recentissimamente i russi sono entrati nella Pirelli con oltre 500 milioni di euro. ENI e Finmeccanica sono i cosiddetti gioielli ancora da cedere.

Da questi dati è evidente che miliardi di profitti di tutti i settori non restano più in Italia, aggiungiamo la piaga dei capitali esportati clandestinamente nei paradisi fiscali, pensiamo ai 2.107 miliardi di euro di debito pubblico che ci costa di interessi 80 miliardi di euro l’anno, e la famosa RIPRESA della nostra economia, senza scelte eccezionali da parte del governo, appare una pietosa bugia, buona per cittadini trattati da sudditi.
Questi sono i risultati della tanto decantata Unione Europea e della tanto decantata globalizzazione le cui logiche sono quasi tutte da abbandonare.

RIDIAMARO :- )

Sapete cosa c’è di peggio della fuffa? La fuffa schierata sparsa solo per malignità contro qualcuno. E,visto che Gilioli (più un altro centinaio di giornalisti), con rara bontà d’animo, ha messo il microscopio solo sul M5S, schernendo il 5stelle che credeva che il grano saraceno fosse un prodotto straniero (oltre tutto l’articolo era stato scritto da un relative precedente non 5stelle) voglio fare alcune citazioni che guarda caso non vengono dal M5S

Renzi: “Riprendiamo il tram tram quotidiano”.
Cota confonde deficit e debito pubblico.
Berlusconi: “Romolo e Remolo”..“E andiamo a trovarlo questo padre dei fratelli Cervi!”..“Mussolini quando usava il confino mandava qualcuno in villeggiatura”
“Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto Gelmini: l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”
“Coinciso, quello è un’altra cosa” (Simone Baldelli, deputato Fi corregge il collega)
“Non c’è niente di peggio che il cieco che non vuole vedere” (Di Pietro)
“Sul bilancio dell’Assemblea l’onorevole Ciancio da questo pulpito e’ stata in un certo senso quasi dilapidata” (Gianfranco Vullo, assessore regionale Pd in Sicilia)
Senza sentire n’è i dirigenti del Pdl n’è verificare la sensibilità dei nostri elettori”” (Michaela Biancofiore in una lettera a Giulio Tremonti)
“Sto costruendo una formazione politica che voglio arrivare al cinquantuno per cento” (Antonio Di Pietro, ex leader Italia dei Valori)
Sarà un nuovo ponte fra l’Italia e l’Australia e quindi troveremo molti canadesi in giro per Varese” (Renzo Bossi, ex consigliere regionale Lega Nord in Lombardia)
“Non si tratta di fare guerre, con gli elicotteri (i caccia bombardieri F35) si spengono incendi, si trasportano malati, si salvano vite umane” (Francesco Boccia, deputato Pd)
“Dove c’è scritto che il Presidente della Repubblica deve avere una certa età?” (Roberta Lombardi, deputata M5S)
“Madrelingue tutte omologate e dicono tutti la stessa cosa” (Nicole Minetti, ex consigliera regionale Pdl in Lombardia)
L’ex deputato Udc, Vincenzo Alaimo offre una straordinaria prova di arrampatura sugli specchi. Alla domanda: Garibaldi, perché venne chiamato l’eroe dei due mondi? Lui risponde: «Dei due mondi perché praticamente erano due mondi diversi che venivano realizzati in un’unica struttura, diciamo geografica e anche politica…». Poi si supera, ascoltate: Chi si incontrò a Teano? «Il famoso incontro di Teano tra Vittorio Emanuele e… lo so ma non me lo ricordo..» La breccia di Porta Pia, Che data era? «Novecento… dunque nel ’46 c’è stata la liberazione, ’44, ’45 c’è stato… non vorrei dire le cose sballate… meglio dire che non lo so, ecco…» Fantastico no? Pensate a dirlo in classe, alle medie per esempio.

Ecco alcuni esempi, come ripeto NON del M5S:
«Non vorrei che lei di questo non se ne facesse un non plus ultra»
«Perché questo è proprio il vostro modo di amministrare la rebus pubblica»
«L’amministrazione dovrebbe preparare un vademecus per i turisti»
«Questo diciamocelo inter nostro»
«Bisogna avere l’animo coprendi
«Brutte tempora currunt»
«Stiamo attenti che questo problema non è così sic et simpliciter come qui dentro si sostiene»
«Vi consegno a brevi manum»
«Annoribus illis»
«Questo lo dico pro domo pacis»
«I due progetti di depuratore hanno vinto ex-
aqueo»
«Hora rotunda»
«La Lega è l’ alter ego allo sfasciume»
«Sappiamo tutti cosa vuol dire questo, mutatis mutanti»
«Homus nuovum»
«Si è classificato primo a exequie con un altro concorrente»
«Il doles della questione è che non ci sono soldi in bilancio»
«In media spes»
«Il sindaco giustamente pretendeva il decoro del comportamento e del modus vestendi»
«Non sappiamo come sono andate le cose: questo è proprio un quibus»
«Questa nuova disamina mundi che si vuol fare sul problema»
«Suspesibus»
«Questa pratica dovrà avere il suo normale liter procedurale»
«Ritengo opportuno predisporre un intervento a Doc»
«Ripresentiamo la delibera riscritta ex totum»
«Deus ut des»
«Do tu des».
«E brindiamo metaforicamente alle fortune dell’assessore: alla majora!»
«Con la delibera che ci proponete qui oggi si sottoscrive un vero e proprio actus scheletris»
«Qui c’è puzza di fumo bonis iuris, come dicono i legalisti»
«Conditio sicut erat»
«Bisogna vedere se questa maggioranza troverà un minimo di quibus unitario»
«Homus publicum»
«Su questo problema bisogna agire con salus grano»
«È proprio durante l’itinere che le delibere si bloccano»
«E io mi chiedo: cui prodet?»
«Come dicevi tu, ictus factus»
«E tutto è tornato sicumerat»
«Ultima dea, spe”

Prego Gilioli di ricordarsi che già prima che arrivassero in parlamento i 5stelle, c’erano nelle librerie interi volumi spassosi di raccolte di svarioni dei politici, per cui se proprio vuole attaccare i 5stelle, faccia la faticuzza di cercare dei motivi più validi. Ma che pena!
..
Rob
Vorrei qui ricordare cosa disse l’Assessore alla Cultura del Comune di T. a un convegno: “Vorrei lanciare un monitor alla sala” (panico in platea)
.

http://masadaweb.org



MASADA n° 1540 12-6-2014 SE LE REGOLE LE FANNO I LADRI

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Renzi vuole una legge che annulli le pene fino a 5 anni – In Italia il bicchiere non solo è mezzo vuoto ma contiene veleno – Farage e Bovet- Leggi fatte da ladri per proteggere ladri – Grandi opere fatte solo per prendere mazzette – Erri De Luca e i condannati in Valsusa – Tispras e i 5 stelle: divisioni interne – La deleteria riforma del Senato. Distruzione della Costituzione democratica e costruzione di una dittatura- I punti che definiscono una democrazia. Lo smantellamento renziano- La distruttività delle riforme di Renzi – Delusioni – Come recuperare lavoro

La verità non sta quasi mai nei fatti, ma in quello che uno si immagina che sia.
Peccato che l’attaccamento alla propria immaginazione sia spesso purtroppo più forte dei fatti.
.

Dan
In un deserto di valori, sopravvivo con poche gocce di intelligenza
.
Nessun copy: “Renzi in realtà quando parla di “alto tradimento” tradotto x gli amici è “alto gradimento”
.
« Non fate agli altri ciò che non vorreste
fosse a voi fatto! Nella notte incerta
ben questo è certo: che l’amarsi è buono
.”
Guido Gozzano
.
Gli elettori del Movimento 5 Stelle, sono persone di destra, centro e sinistra che si sono rese conto che la politica in Italia non esiste più.
La politica di oggi, non è il governo dei popoli ma il governo di pochi per gli interessi di pochi. Ora il problema è far sì che anche la democrazia a 5 stelle non diventi il governo di due a favore di due. C’è una dote senza la quale nessun democrazia può sopravvivere, ed è il senso critico. Quando viene sostituito dall’ubbidienza cieca siamo usciti dalla democrazia per sempre.

Desmond
“Avrete notato che dura posizione di Renzi contro la corruzione?
dura, durissima. Infatti non ha presentato nessun disegno di legge, manco un decreto sbiadito” e non ha fatto che rimandare, per cui la famosa legge europea contro la corruzione ancora una volta è slittata (dopo una politica degli annuncia più eclatante di quella di Letta anche perché meglio imposta dalla grancassa mediatica, ma priva di qualsiasi legge o decreto legge operativo).
Veramente il governo una proposta di legge che riguarda anche la corruzione, con la sua depenalizzazione di fatto, l’ha appena presentata: la legge delega 67, del 28 aprile, già approvata alla Camera, che elimina la carcerazione preventiva per reati con pene fino a cinque anni! (come a dire, che, se passasse, i delinquenti dell’Expo e del Mose, andrebbero tutti salvi). Non solo, la legge elimina anche la possibilità della condanna in contumacia nel caso che l’imputato riesca a far perdere le proprie tracce, con l’ulteriore effetto di garantirgli la prescrizione (poi i media la chiameranno impropriamente assoluzione come è cattiva moda da un po’).
Insomma, Renzi fa la faccia feroce per i fessi, assicura l’uso del bastone contro chi denuncia la corruzione e contro chi cerca di fermarne il procedere e, infine, garantisce la continuità dei progetti che l’alimentano e l’impunità a chi ne trae beneficio. (E ora cerca pure un sistema per intimidire i giudici, nel miglior stile berlusconiano. Cosa abbiano i pdini da difendere, a questo punto, io non lo so. Forse dovremmo cercare la spiegazione in qualche manuale psichiatrico).
Quello di Renzi non è esattamente uno “stare a guardare”. E’ un fare peggio del peggio.

Risultati VERI delle amministrative:
CAPOLUOGHI + Comuni superiori a 15000 abitanti
CENTROSINISTRA 160 = + 32 rispetto alle precedenti
CENTRODESTRA 37 = – 46 rispetto alle precedenti
LISTE CIVICHE 22 = + 4 rispetto alle precedenti
SINISTRA 4 = + 3 rispetto alle precedenti
CENTRO 4 = come le precedenti
DESTRA 3 = + 1 rispetto alle precedenti
M5S 2 = + 2 rispetto alle precedenti
LEGA 1 = – 2 rispetto alle precedenti

In Italia il bicchiere non è solo mezzo vuoto ma contiene veleno
Claudio Martinotti Doria

La situazione di degrado morale, organizzativo, sociale, culturale ed istituzionale in Italia è talmente grave ed opprimente che da mesi non ho neppure più il desiderio e la forza di comunicare le mie valutazioni di merito.
Ovunque si volga lo sguardo, purché sia minimamente intelligente ed accorto, si rilevano falsità, frodi, truffe, prepotenze, mistificazioni, vessazioni, estorsioni più o meno legalizzate, un coacervo di egoismi individuali e di gruppi organizzati che cercano di intimidire, circuire e spremere tutto il possibile al malcapitato che arriva a tiro, che sia un semplice utente, consumatore, fruitore di servizi, elettore, ecc..
Chiunque respiri è da tempo ormai ridotto al rango di suddito sempre esposto alla possibilità di essere spremuto come un limone da leggi liberticide e da privilegi concessi ad istituzioni monopoliste o oligopoliste estorsive e vessatorie, e da una burocrazia giurassica autoreferenziale, oligarchica e clientelare che scarica sempre all’esterno il costo della sua inefficienza e delle rendite da posizione parassitaria che ha creato.
Il processo è iniziato dall’espansione smisurata dello stato, convincendo la moltitudine di non poterne a fare a meno nel controllare le proprie vite. Stato sempre più occupato da coloro che hanno colto l’opportunità di trarre benefici da questo potere immenso, dapprima dalla classe burocratica nobiliare e poi dalla partitocrazia, facendo partecipare al banchetto sempre più persone colluse, man mano che aumentavano le risorse disponibili da depredare e rendendo praticamente impossibile l’identificazione e l’assunzione di responsabilità per gli abusi e le colpe commesse e quindi garantendo di fatto l’impunità e l’immunità
Il processo degenerativo è applicato ovunque ma in Italia ha raggiunto livelli di aberrazione ineguagliabili, paese di inarrivabile corruzione e parassitismo, dove le tasse complessivamente hanno raggiunto ormai l’80 per cento della spesa di una persona onesta, la più penalizzata e mortificata e lesa nella propria dignità, destinata a trascorrere l’intera sua vita a difendersi da aggressioni al suo patrimonio e da offese alla sua intelligenza, senza peraltro riuscirci se non in minima parte.
Ma ormai la corda si sta spezzando, e non mi riferisco al fatto che gli italiani reagiranno finalmente in qualche modo attivo ed efficace, magari manifestando un minimo di dignità e amore per la libertà (che non hanno mai avuto), ma perché l’economia affonda sempre più e prima o poi il sistema collasserà.
Quando si legge che i consumi di elettricità in Lombardia (locomotiva del paese) sono calati del quattro e mezzo percento e quando la Banca Centrale Europea arriva a tagliare il tasso di cambio portandolo alla ridicola soglia dello 0,10 per cento (sapendo benissimo che è solo un bluff, uno spot, una dichiarazione di impotenza a far fronte alla crisi) e tutte le banche centrali non fanno altro che creare denaro virtuale dal nulla ed incamerare titoli spazzatura, dovrebbe risultare chiara quale sia la situazione e quali le prospettive.
Circa settecentomila famiglie sono state sfrattate negli ultimi anni in Italia o hanno perso la proprietà della casa ed hanno dovuto adattarsi ospiti presso parenti o vivendo in auto e catapecchie.
Sette milioni di persone sono senza lavoro e quindi prive di reddito oppure cercano di sopravvivere svolgendo qualche lavoretto occasionale in nero.
Oltre un milione di famiglie (di primo acchito, molte di più col passar del tempo) sono state rovinate dalla riforma della spocchiosa Fornero, unica al mondo per il suo cinismo sociale, ma anche unico paese al mondo che abbia accettato di spostare di circa sei anni in avanti l’età pensionabile senza battere ciglio.
In Francia alcuni anni fa per lo spostamento in avanti dell’età pensionabile di soli due anni scesero in piazza milioni di persone e lo impedirono … In un periodo di crisi epocale come quella che stiamo vivendo, una tale spietata ed irresponsabile riforma previdenziale ha di fatto privato le famiglie coinvolte di ogni fonte di reddito, non essendoci lavoro per produrre un reddito sostitutivo della pensione non erogata. Di cosa dovrebbero vivere?
E ridurre il proprio tenore di vita oltre un certo limite non è possibile, perché il sistema parassitario che lo stato liberticida ha messo in piedi col tempo e di cui ha perso il controllo per il numero eccessivo dei partecipanti, non lo consente, perché ad esempio i due terzi di quello che pagate per gli allacciamenti ai servizi di acqua, gas, energia elettrica, telefono, ecc., sono dovute all’eccessiva pressione fiscale, tasse e sovrattasse e balzelli vari, per cui se anche faceste sacrifici e rinunce, sarebbero vanificati da aumenti indiscriminati sia della componente fiscale che dei vari cartelli oligopolistici che gestiscono i servizi. Paghiamo lo scotto di una mancata vera competizione e concorrenza di mercato e dell’assenza di effettivi controlli. L’unico settore che ha effettivamente potuto godere di progressi a favore degli utenti è quello della telefonia cellulare, da non confondersi con internet dove siamo ancora arretrati e penalizzati.
Quindi l’obiettivo che pare sia stato raggiunto, cioè quello di creare un esercito di zombie o di schiavi a loro insaputa, pare sia stato coronato da successo, perché chi ha qualche soldo si sfoga con il consumismo compulsivo ossessivo e quindi la sua ricchezza gli viene sottratta gradualmente propinandogli una montagna di oggetti superflui e pagati oltre il loro effettivo valore, oppure se al contrario cercate di sottrarvi a questo giogo, siete comunque vessati dalle bollette da pagare, multe, cartelle esattoriali, ecc., e se qualcuno pensa di potersi salvare ricorrendo alle fonti alternative, provateci e poi mi direte come è andata, quanto avete speso e quanto vi ha reso.
La vera alternativa per le persone oneste è cambiare paese, se ancora sussistono le forze e le risorse per farlo, che non sia troppo tardi.

Claudio S. Martinotti Doria http://www.cavalieredimonferrato.it claudio@gc-colibri.com

Il M5S prende il sindaco a Livorno, Civitavecchia e Bagheria

LIVORNO
Alessandro Gilioli
Vince a Livorno il M5S. E’ difficile negare che nel M5S abiti un pezzo della diaspora del popolo della sx italiana – e la rossa Livorno ne è solo l’ultima prova. Basta vedere i nomi usciti dalle Quirinarie del 2013, ma anche le ricerche demoscopiche sugli elettori di Grillo (secondo Demopolis ad esempio, il 30% di loro si colloca nella sx contro un 22 % che si sente di dx e un 45 che non si schiera da nessuna parte. Secondo Swg il 36 % di chi vota M5S si considera di sx o di csx, solo il 22 di dx o cdx, il 9 al centro, il 39 al di fuori).
E attenzione: se nel 2013 il travaso dalla sx tradizionale al M5S era evidente, questa “ferita” non si è rimarginata nemmeno nel trionfale risultato del Pd alle europee: le analisi dei flussi rivelano infatti che solo un nuovo elettore di Renzi su 10 proviene dagli 8 milioni che l’anno scorso hanno scelto il M5S, mentre il grosso dei nuovi consensi al premier è arrivato dall’ex elettorato di centro e di cdx. E lo smottamento del M5S di due settimane fa si è indirizzato invece soprattutto verso l’astensione.
Se e finché il Pd farà questo tipo di politica (iperliberista) e finché la sx radicale non riuscirà a produrre rappresentanze migliori di quelle tragicomiche che abbiamo visto implodere nei giorni scorsi, una buona parte degli elettori della sx italiana andrà sempre verso il M5S.
E il caso Livorno è lì a dircelo.

IL CAOS BARCONI
Honhill
E’ tutto l’arcipelago rosso che è incapace di declinare altro. Un solo esempio: gli extracomunitari. Ogni giorno è caos, in Sicilia. Ed ogni giorno arrivano a migliaia ad aggiungere caos al caos. Ma il governo latita e latita l’Ue. E in questo caos c’è una sola certezza: ad ingrassarsi sono i trafficanti di carne umana, con la complicità della Marina italiana, del Governo, del Presidente della Repubblica e dell’Ue. L’Italia e l’Ue, nella loro incapacità di risolvere il problema alla radice, hanno istituzionalizzato uno dei reati più odiosi che l’umanità abbia mai conosciuto. Non solo. Da ogni barca può scendere di tutto: dai terroristi alle ragazze che alimentano la prostituzione organizzata, dal materiale umano che soddisfa la fiorente richiesta di organi ai bambini che sono oggetto essi stessi di commercio. Nelle varie sfumature che questo termine suggerisce. Difatti, una volta che il pacco tocca terra con la scorta della Marina, del poi non interessa più a nessuno. Neppure la magistratura si muove. Perché? Già perché le iperattive procure, le stesse che hanno processato e fatto condannare a sette anni di carcere il due volte presidente della regione Sicilia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (un reato non contemplato dal codice penale italiano), non allungano il collo su un illegale business fiorentissimo che sotto gli occhi del mondo intero si realizza?
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Renzi dichiara: “Le regole ci sono, ma ci sono anche i ladri!”
Ma cosa succede quando le regole le fanno i ladri?

Viviana Vivarelli

Con queste contorsioni di una sfacciataggine inaudita (elogiare regole imposte da una banda di ladri per salvaguardare impunità e bottino), Renzi dimostra tutta la sua pervicacia nel voler difendere la Casta da qualunque pena, e in ciò stesso si dichiara il più vile e mendace degli Italiani.
In Italia i ladri hanno creato una serie di impunità di intralci penali e processuali per delinquere in pace e Renzi ha la faccia dire che “Le regole ci sono!” Eh, no, bello mio, le regole sono state fatte proprio da chi ha rubato miliardi e miliardi a questo Paese in una razzia infinita creandosi giudizialmente l’assoluzione eterna! E con queste dichiarazioni, tu ti riveli solo come un ladro di verità e di giustizia, protettore dei ladri! E del resto quando mai in 20 anni il Pd ha contrastato una sola delle leggi ad personam di Berlusconi (leggi fatte da un delinquente per delinquenti)? E quando mai Pd o Pdl hanno ripulito le istituzioni o le liste dai colpevoli?
In Italia in carcere per corruzione pubblica ci sono 10 PERSONE!! Su una casta di un milione e trecentomila ladri di Stato, solo 10 si sono fatti beccare NONOSTANTE la protezione delle leggi fatte apposta per difendere da ogni pena i grandi ladri! Abbiamo 60 miliardi di furto pubblico ogni anno, quanto risollevare lo Stato da qualunque difficoltà, contrastare la miseria e innescare lo sviluppo, 60 miliardi persi in corruzione contro i 120 miliardi di costo dell’intera e totale corruzione europea! I nostri politici rubano da soli quanto si ruba negli altri 27 Paesi messi assieme! E Renzi ha la faccia spudorata di dire che “Le regole sono buone!”
Ma le regole quali??? Quelle dell’impunità eterna? Delle prescrizioni facili? Dei condoni ad vitam? Delle depenalizzazioni per legge? Quelle per cui si sono dimezzate e reste ridicole persino le pene per la collusione mafiosa? O per cui si ricandidano ladri efferati e si tiene al potere la peggiore classe politica d’Europa?

Non posso che ripetere quanto scrisse d’Arcais:
“Renzi si racconta favole, se pensa di poter ammodernare il paese senza aggredire col machete il viluppo affaristico/politico/criminale, senza bonificare la melmosa gora in cui sono avvilite le capacità imprenditoriali e santificate le rapacità criminali, tra “autorities” complici sempre e comunque, e una “informazione” simile alle tre scimmiette. La vigente “costituzione materiale” è un muro di gomma che vede irresponsabilità burocratica, illegalità e favoritismo, saturare, in amorosi sensi, ogni poro della vita istituzionale e sociale.
Renzi non ha nessuna intenzione di ripulire dai grandi privilegi la Casta e di eliminare le sue impunità, quella rete di protezioni legali di cui si vantava Giovanni Berneschi, boss finanziario di Banca Carige e “inamovibile vicepresidente dell’Abi”.”
Il delinquente politico in Italia marcia tranquillo, la grande tangentopoli non è finita con la stagione del pool di Milano 20 anni fa ma ha continuato le sue grassazioni fino a ora, “proprio grazie all’impunità rassicurante delle REGOLE che una casta di ladri ha fatto pro bono suo.
Renzi, come Napolitano, sono stati scelti per garantire ai grandi ladri lo status quo. Si dirà che si fanno riforme, che si cambia tutto, ma solo per non cambiare niente, per peggiorare tutto l’esistente. Oh, certo, tutti renziani recitano lo stesso mantra, si dicono tutti indignati, parlano tutti di tolleranza zero, ma è la solita sceneggiata che di ripete nei decenni, come quando dicono di combattere la mafia e poi ci fanno affari insieme, come quando parlando di sviluppo e di lotta alla disoccupazione e poi danno aiuti alle banche. Gli annunci sono balle. Le riforme ci faranno stare peggio. La lotta al crimine non sarà nemmeno iniziata. La Casta penserà solo a difendersi e ad arricchirsi. E noi verremo derubati in misura crescente di beni, di diritti, di vita!

Dice d’Arcais che le balle di Renzi sono plateali
Lo sapete cosa hanno fatto? Il Pd/Pdl ha cercato di imporre una legge (legge delega 67, del 28 aprile, bloccata al Senato) che elimina la carcerazione preventiva per reati con pene fino a 5 anni!!! Se fosse passata, non potrebbero punire nemmeno i 35 delinquenti del Mose. Sanno solo aumentarsi le liberatorie! Altro che ergastolo!
Eppure da Renzi non abbiamo sentito una sola parola contro questa legge!
E che ne facciamo, allora, della corruzione che andrebbe punita come l’alto tradimento? Pene basse e liberatorie facili. E’ questo il modo per punire i ladri
La vogliamo proprio diminuire questa corruzione?
E allora facciamo qualche piccola legge contro i ladri invece di farne sempre ‘a difesa’ dei ladri!
-diminuiamo i gradi di giudizio che sono 3 solo in Italia
-abroghiamo la prescrizione dopo un rinvio a giudizio!
-facciamo gare d’asta “chiuse” senza possibilità di rivedere i costi in corso d’opera e,come avviene da sempre in USA, il committente si impegna a una data di consegna e a chiari precisi costi e se sgarra, paga penali da mozzafiato!
-penalizziamo la concussione come era prima dello “spacchettamento” che ha diminuito le pene per i politici)!
-diamo a giudice il potere di intercettazione per tutti i reati corruttivi e “manageriali” (oggi solo se il massimo è superiore ai 5 anni) mentre si tenta di eliminare ogni intercettazione!
-ripenalizziamo il falso in bilancio e in forma durissima! E anche la falsa testimonianza. E perché è stato tolto l’arresto immediato in flagranza? O vale solo per chi ruba al supermercato??
-introduciamo il reato di intralcio alla giustizia, con ampiezza di fattispecie e pene deterrenti di stile anglosassone!
Non occorre parlare di alto tradimento, basta fissare pene e reati “come negli altri Paesi europei”. E non lasciamo che sciacquini vendipentole come Renzi ci prendano per le palle!!!
Ieri Grasso (Presidente del Senato) ha dichiarato: “Stop ai vitalizi per i corrotti Per loro decadenza e incandidabilità”. Peccato che solo due giorni fa tutta la maggioranza, SEL compreso, ha bocciato l’emendamento dei 5stelle che li avrebbe abrogati. Stessa sorte è toccata alla stessa proposta presentata ALL’ARS! E i dittatori sarebbero i 5stelle?????

GAD LERNER
Dice il prof. Vannucci (Master in Analisi e prevenzione della corruzione all’università di Pisa): “In Italia i colletti bianchi sono solo 4 su 1000 detenuti, contro una media Ue 10 volte maggiore, anche se abbiamo più tangenti che in tutta Europa. Sulle mazzette è anche peggio: in tutto il Paese in carcere per corruzione ci sono 10 persone! (In Germania 8.600. In Inghilterra si fa dimettere un Ministro per rimborsi gonfiati, in Italia li nominiamo di nuovo. In Inghilterra l’incandidabilità scatta per condannati a un anno per qualsiasi reato. Noi ridiamo potere ai ladri!)
Dal G8 alla Maddalena al Mose alla Tav in Valsusa, ogni grande opera è fatta per prendere mazzette, perché la corruzione di fatto in Italia non è più un reato da tempo
Ma quale ergastolo? Balle renziane! Ma se anche la sua ultima legge aiuta i ladri! Così, se prima erano quasi certi di farla franca, ora ne hanno la certezza matematica. E manterranno pure la fedina penale pulita! Cos’é questa legge delega di Renzi,coi suoi sconti di pena e i suoi regali ai colletti bianchi?Superficialità?Incapacità? Malafede?
Ma se Renzi è lui stesso un ladro eletto dai ladri che proprio questo vogliono da lui:protezione eterna!
Il sistema è costruito apposta per favorire la corruzione.E’ sufficiente appellarsi all’emergenza e si va in deroga a tutte le leggi eliminando tutti i controlli.E’ un sistema ben consolidato che dagli anni 80 alimenta le mangiatoie di Stato.Si sono appellati all’emergenza persino per i festeggiamenti dei 500 anni dalla scoperta dell’America!Ma che emergenza era??
Se vuoi giustizia,perché non velocizzi i processi?
Non diminuisci i gradi di giudizio?
Non impedisci alla Cassazione di annullare i processi per futili motivi?
Non prendi efficiente la PA?
Non metti risorse nella giustizia?
No, l’emergenza è la norma: le opere sono apposta in ritardo per maggiorare i costi e nessuno controlla costi 5 volte superiori ai preventivi e ogni volta i corrotti NON SONO PUNITI!
Vattene, Renzi, vai a mentire altrove!
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Stefano
La corruzione è uno dei tanti strumenti usati da banchieri e soci per destabilizzare gli Stati. La disonestà diffusa è il meccanismo che ci ha indeboliti. Va inserita nel disegno della destabilizzazione degli Stati. Altri strumenti sono le privatizzazioni fin dal 1991 con la desertificazione del nostro tessuto produttivo. E ancora i brogli elettorali fondati su leggi incostituzionali e truffaldine, sul voto di scambio in vasta scala,da ultimo gli“ 80 euro in busta paga” con aumento della astensione e regalo al Pd del successo alle europee. sbagliano!)
La situazione è grave: un Parlamento illegittimo, il governo pure, privatizzazioni in atto, attacco alle istituzioni con le riforme imminenti (richieste dal PD, dalla presidenza della Repubblica, dall’Europa, da Draghi, dal Fondo monetario internazionale e soci), retribuzioni e pensioni di fame, milioni di disoccupati, pagamento quotidiano di miliardi di euro per gli interessi sul debito pubblico, magistratura bloccata, sovranità popolare (art.1 Cost.) ostacolata, etc.: c’è poco da tremare. L’ebetino è il fedele esecutore degli ordini che gli vengono dall’esterno. Ora sta attaccando il servizio pubblico Rai-Tv per disossarlo e privatizzarlo. Bisogna proteggere e non abbandonare mai il parlamento e la Rai. Mi piacerebbe vedere su una parte bianca dell’euro scritto: Repubblica Italiana. Il valore della nostra moneta, ora emessa dalle banche private,salirebbe alle stelle. Le materie prime ci costerebbero un niente. Potremmo pagarci i debiti.

Quattro Valsusini sono stati condannati come terroristi. Erri De Luca che li ha difesi è stato condannato per istigazione a delinquere

Ma chiede di peggio evidentemente Tommaso, che scrive: “In questo paese non tutti sono no-tav. Imporre le proprie idee con la forza e la violenza è INACCETTABILE. Incitare tali comportamenti lo è altrettanto. Il fatto che l’istigazione a delinquere non sia adeguatamente perseguita (come molti altri reati) non giustifica chi la commette (come per ogni altro reato).”
Se Tommaso intende insultare i no Tav, che da 20 anni lottano per difendere la loro valle da uno scempio inquinante e letale, il suo post mi rivolta lo stomaco.
Immagino che Tommaso non si sia degnato di leggere nessuna delle molte analisi della Tav in Val di Susa, una delle cose più inutili e nocive d’Italia, vedendo con quanta bieca caparbietà difende quest’opera scellerata.
Immagino che veda stupidamente la violenza solo in chi difende la propria vita e il proprio territorio e non in chi imponga ad altri un massacro inutile e letale solo per le mazzette e i ricarichi dei costi che esso significherà per la solita casta di ladri cinici e bari.
In quanto a dire che qualcosa deve essere accettata o respinta solo se c’è l’unanimità, gli ricordo che la storia è piena di scelleratezze che riscossero la maggioranza di consenso dalla popolazione, il nazismo per esempio, o la segregazione razziale e che c’è un solo metro per parlare di etica: quello della propria coscienza, che impone anche di dare opinioni solo se informato.
Mi auguro di averlo frainteso, perché sarebbe molto grave, dopo quanto è stato scritto e detto, pensare ancora che il torto sia dei valsusini.
Erri de Luca è stato appunto condannato per istigazione a delinquere, perché in questo Paese il reato maggiore è, appunto, quello di opporsi a piani sciagurati di scempio del territorio ordinati da cricche di potere che in 40 anni hanno prodotto solo la classe politica più corrotta d’Europa, rovinando questo Paese e rubando miliardi su miliardi.
De Luca ha scritto: «I magistrati di Torino sono troppo impegnati a perseguitare il movimento No Tav. Ci sono più di 1000 procedimenti giudiziari a loro ma evidentemente i giudici trascurano i piani alti. Sarebbe curioso che fenomeni di corruzione, che questa malversazione del denaro pubblico, questo sistema di appalti pilotati e di uomini corrotti che ha mosso Expo e Mose non riguardi anche la Tav. Ma qui si gode di una certa immunità, perché i magistrati si occupano di altro».
E anche: ”Le proteste in Val di Susa sono il punto più alto che ha raggiunto la coscienza civile del Paese. Chi parla di terrorismo dice buffonate”.
Gli uomini migliori di questo Paese si sono mossi in difesa di De Luca. Tra loro Alex Zanotelli (o Tommaso crede che anche Alex Zanotelli dovrebbe essere imputato di “istigazione a delinquere”?).
Occorre ricordare che padre Alex è uno dei santi moderni d’Italia? Occorre ricordare i suoi 30 anni di lotta in Africa a fianco delle popolazioni massacrate dall’ingordigia degli occidentali? Occorre ricordare la sua lotta “da sinistra” contro i cattivi poteri? E il suo affiancarsi alla lista Tsipras in nome delle vittime dei soprusi dell’avidità del capitale?
Un parroco della Valsusa ha detto: “Il cristiano non può essere complice delle ingiustizie nel mondo ma deve parteggiare per il Dio dei poveri e impegnarsi in un amore politico verso di essi, onde contribuire alla liberazione del mondo da ogni ingiustizia”.
Posso allargare questo appello ad ogni uomo, sia egli cristiano o laico o non credente, in nome della solidarietà con chi difende diritti universali, come quello alla vita, alla difesa della propria terra e del proprio futuro.
Chiamare questa difesa “terrorismo” o “istigazione alla violenza” è quanto di più assurdo si possa fare. E fa decadere la legge da strumento di ordine e di giustizia a strumento esoso e servile che sorregge un abuso di potere.
Il terrorismo non sta in chi difende la vita ma in chi la vuole distruggere.
La frase per cui De Luca è stato imputato come istigatore di violenza è stata questa: “«La Tav va sabotata. Le cesoie sono utili perché servono a tagliare le reti»
Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, dopo aver espresso la sua solidarietà a De Luca ha sottolineato: «Continua e si inasprisce sempre di più la criminalizzazione del dissenso, dunque tutti quelli che non appoggiano la Tav finiscono “menati” o denunciati».
L’istigazione a delinquere è un reato penale passibile di 5 anni di carcere.
Qualcuno pensa che ciò sia poco???
Su vuol dare questa pena, a mo’ di esempio, ad un intellettuale che ha espresso la sua opinione nello stesso momento in cui Renzi vuole far passare una legge per assolvere i corrotti del Mose o dell’Expo annullando le pene sotto i 5 anni di carcere?? Chi ha rubato miliardi e truffato i cittadini italiani deve restare impunito, mentre chi parla in difesa di una popolazione oppressa per le mazzette dei potenti deve essere carcerato?? Questo è ciò che Pd e Pdl chiamano ‘democrazia’, un abuso di potere per l’interesse di una cricca di soliti noti che ha imposto una pessima oligarchia di lucro e menzogna a un intero Paese per il proprio sporco tornaconto.
Siamo classificati da tempo come il Paese più corrotto d’Europa. La corruzione italiana, 60 miliardi, copre “metà” dell’intera corruzione di tutti i 27 Paesi europei, 120 miliardi. Qualcuno può credere davvero che ciò sia a causa dei Valsusini che difendono la loro terra e la loro vita, o a causa di un intellettuale che parteggia per la loro causa?? Qualcuno può credere davvero che la giustizia sia dalla parte di chi, giudice, giornalista o privato cittadino, difende i carnefici e chiede maggiori pene sulle vittime?
Dacché tempo è tempo, sempre i poteri peggiori sono stati sostenuti dai magistrati peggiori e dai media peggiori.
Ma il discrimine tra cittadino giusto o iniquo non sta nello schierarsi dalla parte del più forte o della massa ignorante o male informata, ma nel capire
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BERSAGLIO MOBILE
CORRUZIONE E MOSE

http://www.la7.it/laria-che-tira/video/il-mose-una-macchina-mangia-soldi-da-15-a-6-mld-06-06-2014-132991

TSIPRAS, 5 STELLE E LE DIVISIONI INTERNE

TRAVAGLIO: “…i 5Stelle e la sx raccolta attorno a Tsipras seguitano a litigare e a dividersi con cacofonie parallele degne della Prova d’orchestra felliniana. .. nemmeno il tempo di festeggiare il quorum del 4% raggiunto contro ogni previsione, ed ecco i partitocrati di Sel e in parte di Rifondazione – noti desertificatori di urne – avventarsi contro la prima artefice del successo: Barbara Spinelli, “rea” di aver prima annunciato la rinuncia al seggio e poi, mutate le condizioni di partenza, di aver accettato l’elezione. Una decisione maturata non certo per amore della poltrona (Barbara ha una storia di giornalista e intellettuale di respiro europeo che parla per lei), ma per la valanga di preferenze (64 mila) e per il pressing di Alexis Tsipras, che l’ha candidata a vicepresidente del Parlamento europeo. Gli elettori non possono che esser orgogliosi di farsi rappresentare da lei. Ma i partitocrati rossi le sparano addosso, tirando volgarmente in ballo il padre Altiero, per la fregola di piantare le loro bandierine a Strasburgo. Quasi che il futuro d’Europa fosse compromesso dal mancato ripescaggio di tal Furfaro (24 mila preferenze), bravissimo ragazzo per carità, ma senz’alcun motivo di pretendere alcunché. Così come il suo capo Vendola, che dopo la nota telefonata ad Archinà dell’Ilva avrebbe dovuto nascondersi per il resto dei suoi giorni. Avevano ragione Flores e Camilleri, che fin dall’inizio misero in guardia il gruppo Tsipras dalla presenza dei revenants, artefici delle ultime disfatte della sx. E, vista l’ultima faida rossa, aveva ragione persino D’Alema, quando disse che “la sx italiana è una malattia che solo la presenza di B. può rendere tollerabile”. Se gli avversari di Renzi sono questi, bravissimi a opporsi soprattutto a se stessi, un altro ventennio non ce lo leva nessuno.”
Nello stesso IFQ la degnissima Roberta de Monticelli lancia un peana alla “miglior rappresentante possibile dell’idea di Europa
Come 5 stelle, sono annoiata della tediosa e vacua diatriba. Se quelli della sx avessero una pur minima idea di democrazia diretta, avrebbero chiesto alla base se era il caso di far restare la Spinelli al suo posto in Europa e tutto sarebbe finito in gloria. Ma siccome continuano a difendere un sistema verticistico, allora si tengano quello che i loro vertici promettono o rinnegano e se ne stiano zitti. In fondo solo una cosa sanno fare perbene: attaccare chi non è uguale a loro e attaccare anche chi è con loro. Buon pro gli faccia!

Un articolo de IFQ contro l’alleanza del M5S con Farage
Sottoscrivo in pieno

MA QUALE UNIONE DELLE SINISTRE??
Viviana Vivarelli

Da quando esisto, sento parlare di unione delle sinistre.
Non vi viene il dubbio che, se persino un agglomerato che a stento prende il 4% riesce ad avere solo divisioni interne, il compito di questa unione sia una ‘impossible mission’?
Io ce l’ho data su per sempre.
Se la litigiosità interna è il vostro vizio capitale, c’è qualcosa che non funziona proprio nel DNA. Un eccesso di pensiero individualista? Una ideologia predicata ma non praticata? Un programma che non riesce ad essere univoco e convincente? Degli alleati che nei fatti vi sbugiardano sostenendo il peggio del peggio?
Il programma teorico dovrebbe essere questo: “Rifiuto dell’austerità e del liberismo, contestazione dei trattati europei, diritti civili e sociali, laicità dello Stato, lavoro e welfare, scuola e sanità pubblica, beni comuni, intervento pubblico nell’economia e nei comparti produttivi e finanziari fondamentali, lotta alla povertà, moralizzazione della vita pubblica, ambiente, pace, guerra senza quartiere a corruzione, mafie, evasione fiscale. Difesa e attuazione della Costituzione. Un movimento aperto e plurale, senza padroni, costruito dal basso, espressione di una cultura ‘altra’ nel linguaggio e nei comportamenti personali, che restituisce alla parola riforma il suo significato originario: migliorare la vita delle persone.”
Ma questo è esattamente il programma del M5S! Anzi, il M5S lo sta mettendo in pratica, voi lo lasciate in teoria.
Alle ultime europee:
M5S: 5.792.865 votanti – 11,76%
Lista Tsipras 1 milione e 100.000 voti, 4,03%
E senza Sel come vi sarebbe andata? Sareste scomparsi del tutto? A quali numeri sareste ridotti? E Sel starà con Renzi e dunque a favore dell’Europa delle Merkel in Italia ma contro in Europa? Non vi sembra che nella sua ambiguità ci sia qualcosa che non va? Qualcosa che oscura anche la buona fede di una Spinelli o di un Ovadia o di uno Zanotelli o di un Gesualdi?
Non vi viene in mente che questi risultati dicano qualcosa? Che il M5S abbia un programma più convincente? Che il suo linguaggio sia migliore? Che il suo attacco al sistema capitalistico e alla corruzione italiana sia più realistico? Che rappresenti meglio e in modo più efficace i diritti e i valori dei giovani? Che sia più moderno, mentre voi date l’idea di qualcosa di stantio che a forza di ripetersi nel tempo si è calcificato in un formulario vuoto e coatto ed è morto in se stesso?

FARAGE E BOVET

Grillo e Casaleggio hanno scelto ‘a priori’ l’apparentamento europeo con la destra di Farage e hanno manipolato i lettori del loro blog per spingerli in quella direzione. Nella presunta votazione ‘democratica’ hanno intenzionalmente eliminato i Verdi dalle opzioni. Mi chiedo a questo punto della decantata democrazia dal basso che cosa sia rimasto. Siamo arrivati al punto che chi dissente è bocciato come piddino, troll o fake.
Che enorme delusione! Non era questo che sognavo 30 anni come no global! E un popolo di pecore abituato solo a osannare i capi senza mente critica non è preparato affetto a costruire una libera democrazia.
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IFQ
Nigel Farage, capo dell’Ukip, invita gli attivisti del M5S a votare a favore dell’alleanza con il partito euroscettico inglese. “Ci sono delle differenze tra di noi, però siamo d’accordo sui principi generali contro la burocrazia di Bruxelles che minaccia la democrazia in Europa“. Il leader britannico parla di “democrazia diretta e volere del popolo” contro “il big boss europei che non vogliono l’alleanza tra M5S e Ukip”. E sulle accuse di razzismo risponde: “Tra i miei 24 eurodeputati c’è un musulmano, un gay, uno di origini Rom e tante donne”. “Se non ci alleiamo sarà un problema per la democrazia in tutta Europa”
Ma anche José Bové, eurodeputato verde francese ed ex candidato alla Commissione europea, invita gli attivisti del M5S a votare per l’adesione al suo gruppo all’Europarlamento. “Siamo pronti ad aprire i negoziati dopo il voto di giovedì“. Secondo Bové, “esiste uno spazio comune tra i Verdi e il M5S con cui possiamo cambiare concretamente l’Europa e uscire dall’austerità“. Bové parla a nome di tutto il gruppo politico dei Verdi, compresa la delegazione tedesca, nei giorni scorsi la più critica su una possibile alleanza con il M5S. Tra le battaglie comuni, Bové ricorda “la lotta contro gli Ogm, il Tav Torino-Lione, le quote latte e la mala gestione dei rifiuti a Napoli”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/06/11/m5s-a-bruxelles-bove-base-giovedi-voti-per-aderire-ai-Verdi-e-apriamo-negoziati/284165/

(Mantengo la mia posizione di assoluta contrarietà a prendere il posto della Lega in un movimento dichiaratamente di destra come quello di Farage e per questo sono considerata una eretica e bollata come fake o troll dalle pecore di Grillo)

Scrive Valdambrini su IFQ: “Se la Rete bocciasse Farage, a Grillo non resterebbe che tornare a negoziare coi Verdi. Purtroppo è vero che i Verdi prendono decisioni a maggioranza e non lasciano libertà di voto in aula al contrario di quanto accade nel gruppo di Farage (e questa sarebbe una cosa da contrattare o rischieremmo di appoggiare la Merkel, le guerre e quanto c’è di peggio) e nei Verdi la componente tedesca negativa è ben rappresentata dalla presidente uscente Rebessa Harms e alla candidata alla presidenza della Commissione Skqa Keller e dalla Frassoni che è la rappresentante dei Paesi del Sud Europa e dunque dell’Italia, mentre i Verdi francesi di Bovet sono più accoglienti.
Farage non è così forte come Grillo lo dipinge, anzi, senza di noi è vicino a disgregarsi e ad uscire dal Pe, visto che la Lega si è staccata andando con la Marina Le Pen, e si sono staccati anche i Veri Finlandesi e i Popolari Danesi (che si sono uniti al gruppo dei Conservatori e Riformisti di Camerun).
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Per forza Farage fa dei gran sorrisi ai 5stelle, ha così pochi deputati che senza il M5S non riesce nemmeno a fare un gruppo.
Farage non è così forte come Grillo lo dipinge, anzi, da solo, è vicino a disgregarsi e ad uscire dal Pe, visto che la Lega si è staccata andando con la Marina Le Pen, e si sono staccati anche i Veri Finlandesi e i Popolari Danesi (che si sono uniti al gruppo dei Conservatori e Riformisti di Camerun).
Ecco perché è tanto accogliente nei confronti dei 5stelle, da solo scomparirebbe
I Verdi invece sono un gruppo più consistente, ma è diviso nel suo interno, Verdi francesi e Verdi tedeschi non hanno lo stesso programma e ci guardano in maniera diversa
Bovet ha chiesto di parlare con Grillo. Che cosa ha risposto Grillo? Ha lasciato cadere l’invito e non ne ha fatto parola sul blog, attaccandosi a una frase di sprezzo della presidente dei tedeschi che diceva che ormai la sua decisione era stata verso Farage (il che nei fatti è vero) Mi chiedo cosa c’entrino tali comportamenti di Grillo e Casaleggio con la democrazia dal basso?
La Germania ha avuto in passato un forte partito ecologista, è stata la prima dopo Fukushima a dire di no al nucleare, ma ora le politiche della Merkel sono cambiate con un forte ritorno al carbone e anche i vedi tedeschi sono cambiati allo stesso modo
Ma se il M5S entrasse nel gruppo dei Verdi, loro più i Verdi francesi sarebbero la maggioranza e potrebbero prendere le decisioni di gruppo. Ma Grillo i Verdi tra le opzioni da votare nonli ha nemmeno messi!!
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Sui meet up europei la scelta di Grillo/Casaleggio verso Farage è vista molto male.
Riprendo una mail dal meet up Europa dal Belgio

Francesco Attademo <francesco.attademo@gmail.com>
To: mu-m5s-europa-announce@meetup.com
Subject: [mu-m5s-europa] Possibile Formazione Gruppo nel Parlamento Europeo
Date: Wed, 11 Jun 2014 20:29:13 -0400

Il Meet Up di Bruxelles, in merito alle votazioni online, relative alla possibile adesione a gruppi politici già esistenti in seno al Parlamento europeo, desidera esprimere la propria opinione, come approvato dall’incontro attivisti:
1. La visione dell’Europa del M5S, così come emerge chiaramente dal Programma e e dalla sua traiettoria storica, è quella di un Europa diversa, migliore, più vicina ai cittadini, e sottesa a una reale solidarietà fra i popoli europei;
2. Questa idea d’Europa è antitetica e inconciliabile con posizioni anti-europeiste, volte alla disgregazione del processo di integrazione europea e all’abbandono di progetti comuni su temi chiave come l’ambiente, l’innovazione tecnologica, il diritto d’asilo e la promozione dei diritti fondamentali;
3. Qualsiasi alleanza in seno al Parlamento Europeo dovrebbe basarsi su reali affinità politiche e non su criteri di convenienza o opportunismo che non sono propri dei valori fondanti del M5S.
Meet Up Amici di Beppe Grillo – Bruxelles

Meetup Amici di Beppe Grillo di Bruxelles

Brussels, BE
244 CITTADINI CONSAPEVOLI

Siamo alla ricerca di cittadini attivi…Il “MoVimento 5 Stelle” intende raccogliere l’esperienza maturata nell’ambito del blogwww.beppegrillo.it, dei “meetup”, delle manif…

Check out this Meetup Group →

LA RIFORMA DEL SENATO
ALESSANDRO GILIOLI

Nessuno sa come sarebbe fatto questo mitico accordo trovato tra il Pd e la Lega per riformare il Senato. Trasparenza zero. Si sa solo che Calderoli è molto soddisfatto, il che non fa proprio ben sperare. Prima ancora che nel merito, quindi, c’è una discreta schifezza di metodo: stanno cambiando la Costituzione in 3 o 4 persone. Nemmeno gli altri parlamentari della commissione affari costituzionali al momento sanno in che direzione: aspettano di apprenderlo per poi votare comunque a favore perché altrimenti li spediscono fuori a calci. Già, perché la porcata di metodo è doppia: siccome 2 senatori (uno di Scelta civica e uno del Pd) rivendicavano il diritto di decidere con la propria testa se votare o no la proposta Boschi-Calderoli, sono stati ufficialmente considerati “palude” e pertanto accompagnati alla porta (Mario Mauro e Corradino Mineo). E qui bisogna che il Pd ci faccia gentilmente sapere qual è la sua posizione rispetto al famoso vincolo di mandato: perché come noto la Costituzione lo esclude, e quando a praticarlo è Grillo si sollevano alti lai di sdegno, mentre se a imporlo è Renzi tutti zitti e mosca, non disturbate il manovratore sennò siete palude anche voi. Adesso quindi – dopo aver militarizzato la commissione in modo da non avere più ostacoli – Pd, centristi e Lega sono pronti a far passare la qualunque, di cui appunto quasi nulla sappiamo. Ad es., il nuovo Senato non sarà elettivo: Renzi lo vuole riempire di amministratori locali piddini che presumibilmente saranno scelti dai vertici del Pd stesso, e ciao. Improbabile che il nuovo Senato possa fare qualche forma di controllo o di verifica sulle leggi che farà la Camera perché per Renzi avere due camere è sempre palude, una ne basta e avanza, l’altra non serve a niente. Infatti ieri, quando è passata la norma-vendetta contro i magistrati, che ha fatto il premier? Ha detto che verrà corretta al Senato. Cioè quello che secondo lui non serve a niente. Molto coerente.

Annamaria
Ecco la vendetta dei ladri contro le guardie, con mezzo PD che, a scrutinio segreto, votava l’emendamento intimidatorio sulla responsabilità civile dei giudici, e, subito dopo, la militarizzazione della commissione affari costituzionali, con il siluramento di chiunque potesse ostacolare il piano del ducetto contro la Costituzione e contro il carattere elettivo del Senato.
“Naturalmente”, il ‘vincolo di mandato’ viene brandito solo contro Beppe Grillo, e frotte di commentatori-opinionisti, 24 ore su 24 e a reti unificate, lo usano unanimemente per additare al mondo il mostro nazista appassionato di camere
a gas e forni crematori.
Se invece è il ducetto, e NON a parole, MA nei fatti, a calpestarlo (come del resto si appresta a calpestare l’intera nostra Costituzione), allora ecco che GLI STESSI commentatori-opinionisti di cui sopra si sbracciano a ’spiegarci’ che il ducetto ha proprio ragione e chi non si allinea è “palude”.
Ecco. Siamo a questo punto. E da qualche settimana (come ormai vado scrivendo anche su queste pagine) ho la sensazione sempre più netta che, senza rendercene dl tutto conto, noi tutti nel terzo ventennio ci siamo già.

Desmond
Ci sono dei punti precisi che definiscono un sistema politico: se sono rispettati si ha una democrazia rappresentativa, altrimenti si ha un regime autoritario o addirittura una dittatura.
Se il parlamento, scelto dai cittadini, prevale e comanda sul governo si ha una democrazia, se invece il governo prevale e comanda sul parlamento, scelto dallo stesso governo, si ha una dittatura.
I costituzionalisti lo sapevano: le loro scelte erano tutte già quasi obbligate.
Alla radice la differenza tra democrazia rappresentativa e dittatura è semplicissima e immediatamente riconoscibile per chiunque
Nella democrazia rappresentativa:
1 – il parlamento, i cui membri sono scelti direttamente dagli elettori, controlla il governo, ne concede la nascita, ne sceglie i ministri, li caccia se vuole e nega o concede insindacabilmente l’approvazione alla loro azione e alle loro proposte di legge.
2 – Mai e in nessun caso è permesso ad un governo di intervenire in qualsiasi modo nella materia costituzionale. Tale materia è di pertinenza esclusiva e assoluta del parlamento e in nessun caso alcun parlamentare può su questa materia essere sottoposto a disciplina di partito.
3 – I membri di entrambi i corpi, governo e parlamento sono, come ogni altro cittadino, individualmente controllati dal potere giudiziario che può liberamente indagarli in ogni momento, senza limitazioni sui mezzi d’indagine, e nel caso condannarli. L’unico limite sono le garanzie di equità e rispetto dei diritti alla difesa che valgono per qualunque cittadino.
4 – l’azione legislativa e quella esecutiva seguono regole strette e costanti che rendono prevedibili la maggior parte delle situazioni . Sono quasi del tutto escluse decisioni, norme e disposizioni in eccezione delle regole, ad esempio non potendosi creare eccezioni tutti sanno da sempre che l’ILVA dovrà essere chiusa se violerà le norme ambientali e niente potrà evitarlo, quindi i responsabili agiranno di conseguenza.
Nella dittatura:
1 – E’ il governo che ordina al parlamento cosa fare e come, quali leggi approvare e quali non approvare. E’ il governo che controlla il parlamento e ne sceglie direttamente o indirettamente i membri;
2 – E’ il governo che decide se applicare la costituzione, violarla o cambiarla, a seconda della volontà contingente dei ministri, Il parlamento si limita a ratificare quanto ordina il governo. Se ci sono parlamentari che si oppongono il governo li rimuove e ne decide comunque la diversa assegnazione di compiti.
3 – La magistratura non può indagare liberamente i membri del governo e del parlamento. Non può usare liberamente i mezzi d’indagine e i suoi membri sono chiamati a rispondere direttamente e personalmente di quanto fanno senza nessuna tutela da parte dello stato. Di fatto possono indagare, agire e giudicare solo se gli è permesso dal potere esecutivo.
4 – L’azione legislativa ed esecutive sono caotiche e fondate sistematicamente sul principio d’eccezione, eccezione su tutto, costituzione, regolamenti, leggi persone, fiscalità, ecc.. Chiunque sa di non essere vincolato al rispetto della legge perché se il governo lo riterrà opportuno o utile, momento per momento, sarà sempre garantita una eccezione, ad esempio tutti sanno da sempre che se l’ILVA violerà le norme ambientali verrà creata un’eccezione alla regola perché non sia obbligata a chiudere, e i responsabili si regoleranno di conseguenza.
Le differenze che ho elencato non sono oggetto d’opinione: è così e basta. Quelle sono le differenze tra una democrazia rappresentativa e una dittatura. Disquisirvi sopra è un esercizio di sofismo sterile e malizioso.
Vediamo ora cosa succede in Italia.
1 – Il governo Renzi impone al parlamento di ratificare le sue proposte di legge senza discuterle e modificarle e meno che mai respingerle;
2 – Il governo Renzi impone al parlamento di ratificare una costituzione di carattere autoritario ed eccezionale, scritta in segreto dal governo stesso;
3 – I parlamentari che obbiettano sono rimossi o allontanati dalla posizione in cui potevano esercitare la loro opposizione;
4 – Tutta l’azione esecutiva, legislativa e regolamentare è decisa dal governo o addirittura solo dal suo capo in accordo con personaggi che ricoprono ruoli che escludono del tutto queste competenze. Tutte le decisioni sono di carattere eccezionale, contingente e in deroga delle regole, nessuna decisione ha carattere neutro e avviene all’interno delle regole e procedure previste. La magistratura non può intervenire e i suoi membri sono minacciati, derisi o isolati dal governo.
Ecco a cosa siamo di fronte e nessuno si illuda che una volta imboccata questa strada gli esiti siano diversi da quelli che senza eccezioni storiche hanno sempre avuto.
Renzi e chiunque lo sostenga, per imbecillità, ignoranza, ingenuità o pressapochismo, è responsabile della nascita di una dittatura. E come ogni dittatura è già ora rovinosa, corrotta, caotica e arbitraria.
Tutte le democrazie rispettano rigidamente tutti i 4 punti. Basta che uno solo di quei 4 punti sia ignorato e si scivola già nel regime autoritario. E il PD li viola tutti.

DELUSIONI
Viviana Vivarelli

Alessandro Gilioli si sente ferito perché la Spinelli aveva promesso di dimettersi dopo le elezioni e ora si tiene ben stretto il potere acquisito.
Io sono ferita da ben altro. Da chi si candida mi aspetto esattamente che tradisca le promesse fatte, in nome del più bieco senso del potere personale. E me lo aspetto soprattutto da chi attacca a testa bassa chi, come i 5stelle, ha fatto come prima proposta quella di limitare a due sole legislature lo strapotere di una classe politica che non si ritira mai fino alla morte e che considera la propria opera non un servizio reso al paese ‘a tempo’, ma un trono a vita e spesso ereditario da cui non ritirarsi mai, qualunque cosa si sia promessa, e applica la politica come un nuovo feudalesimo, una signoria in cui esercitare un potere che troppo spesso diventa un abuso. Mi aspetto solo una delusione da chi dice di difendere un mondo migliore o parla di lotte di classe e poi come classe riconosce solo quella propria del chiuso mondo del potere politico dove esercitare pieni poteri assoluti contro cittadini-sudditi con sempre meno diritti. Mi aspetto di tutto da chi predica bene e poi razzola male e continua a sostenere una partitocrazia ormai indegna, che non cede un solo euro, che non limita un solo abuso, che si crede in diritto di restare al comando di un paese in eterno e che non sopporta i 5stelle perché chiedono che la politica sia resa ai cittadini e non sia un diritto ‘a vita’, che cessi di essere una ‘signoria’, un ‘potentato’, e diventi cosa di tutti e non privilegio di una ‘casta’. Non sopporto chi fai bei discorsi ma guai a parlargli di una limitazione dello stipendio o di eliminare i finanziamenti pubblici ai giornali o i finanziamenti pubblici ai partiti o i lauti e facili vitalizi e che appena può mettere le mani su un potere qualunque esso sia non se ne scolla facilmente.
E sono ferita anche da chi scrive articoli su sciocchezze, trascurando di commentare enormità. Sono incazzata per chi dichiara di difendere un sistema migliore e poi cerca di cacciarmi da un blog e in ciò stesso calpesta quella democrazia in nome della quale dice di voler parlare. Sono irritata da chi insulta quelli che non conosce e si permette di dire nefandezze per il solo gusto di manifestare odio, senza in ciò stesso presentare nulla di diverso e migliore, come se la vita umana consistesse solo nel difendere le posizioni costituite e all’inferno tutti gli altri, perché anche questa è una posizione di sopruso e di enorme scorrettezza. Sono incocciata dalle mille persone che tradiscono gli stessi ideali che dichiarano di difendere, e da tutti coloro che nel piccolo o nel grande mostrano solo egoismo, rapinosità, e un senso di meschinità talmente innominabile che mi chiedo quando questo popolo si rialzerà verso una evoluzione al meglio.
E sono arrivata a un punto in cui ormai le persone le distinguo solo in base a un canone etico di comportamento fattivo, perché sotto le etichette falsamente ideologiche non vedo altro che la stessa rovina, e sono stufa di battaglie combattute da ultras apparentemente opposti ma che, tutti insieme, non sollevano di un centimetro questo disgraziato Paese da una incredibile miseria morale.
C’è ben di peggio delle delusioni di una vecchia signora che rinnega le sue promesse elettorali. E che la Spinelli vada in Europa o no, poco cambia. I voti alla sx radicale comunque essa si chiami sono ormai vuoti a perdere, che non cambieranno la tragedia dell’Occidente. Mentre nel terzo mondo i valori e gli ideali della sinistra sono rimasti vivi e vegeti e producono mutamenti epocali, in Europa si sono svalutati, hanno perso nerbo e vigore, sono diventati il linguaggio obsoleto di un gruppo di nostalgici che per difendere troppo la cittadella della propria unicità, hanno rifiutato sdegnosamente di capire i cambiamenti della società contemporanea, di linguaggio, di modalità, di aspirazioni.
Nel mondo le Barbare Spinelli valgono ormai poco, sono moneta svalutata, nostalgie del tempo che fu.
Quello che distrugge veramente è la corruzione, da quella altissima delle grandi cricche internazionali del FM, della BM, della Bce, del Bilderberg, della Aspen, dei banchieri gangster …che quelli come la Spinelli non sono nemmeno bravi a denunciare in un lavoro di spiegazione pedagogica. Una corruzione altissima che si unisce a quella spicciola e meschina che in Italia alligna così bene in tutti gli anfratti e che si è insediata così comodamente nei palazzi del potere italiani, una corruzione che la sx radicale non è più nemmeno in grado di denunciare in modo incisivo, quando, come ha fatto Sel e prima RC, non ha venduto la propria primogenitura al Pd per un piatto di lenticchie, mentre da anni il M5S non fa che spiegare ai cittadini l’enorme gioco di potere corrotto alto e basso che ci sta stritolando rifiutando nel contempo tutti quei giochini di potere che hanno reso finora indifendibile estrema sx italiana.
Che si dimetta o entri in Europa, la vecchia signora resterà comunque ininfluente, ignorata dal pubblico ampio, amata ma inutilmente dalla piccola congrega dei suoi accoliti, ma già santino sbiadito in un mondo in mutamento da cui è rimasta fatalmente fuori.

LA DISTRUTTIVITA’ DELLE RIFORME DI RENZI

Qualunque cosa tocchino, dalla fecondazione eterologa alla discriminazione processuale per censo, le riforme di Renzi sono come un tocco malefico che aumenta disordine e inciviltà, portando il Paese sempre più a destra.
Dovrebbe essere chiaro a tutti che le sbandierate riforme altro non sono, ogni volta, che passi indietro sulla strada della giustizia e del buon funzionamento dello Stato e non vanno mai nella direzione che il Paese si aspetta.
Chi pensava che la riforma dell’amministrazione pubblica portasse ad una semplificazione e una velocizzazione degli iter burocratici (dove siamo al 70° posto nel mondo, ultimi in Europa e battuti nel peggio solo dalla Grecia) sarà deluso. La riforma di Renzi serve solo a licenziare più facilmente gli occupati del Pubblico impiego e a rendere loro la vita più gravosa senza sanare nessuna delle incongruenze in corso.
Chi pensava che la riforma della giustizia riducesse i gradi di giudizio, in un processo che si mette tra l’Irak e l’Afghanistan, rendesse la pena più certa e veloce ed eliminasse tutti gli intralci che Pd e Pdl hanno costruito nel tempo all’accertamento della verità, può farsi due risate. Si cerca solo di intimidire i giudizi, rendendoli passibili di denuncia da parte dei condannati, così che ogni grado di processo oltre ad avere altri due gradi automatici a seguito avrà anche la denuncia automatica al giudice da parte della parte lesa, aumentando a dismisura le cause penali. Attendiamo adesso anche un bel taglio alle intercettazioni e la causa dei delinquenti si pregerà di un ennesimo regalo.
Inutile dire il malfunzionamento conclamato della giustizia civile costa agli italiani l’1% del PIL, rallenta la crescita del sistema imprenditoriale e ostacola l’attrazione di investimenti stranieri, poiché genera sfiducia nel sistema Paese.
Confindustria stima che smaltire l’enorme mole di cause pendenti frutterebbe alla nostra economia il 4,9% del Pil ma basterebbe abbattere anche del 10% i tempi di risoluzione delle cause per guadagnare lo 0,8% del Pil l’anno.
Il problema fondamentale dell’inefficienza della giustizia in Italia consiste nell’eccessiva durata dei procedimenti. La media della durata dei processi civili di primo grado nei paesi aderenti al Consiglio d’Europa è di 287 giorni contro i 493 giorni in Italia. L’Italia si colloca al 160° posto, sui 185 paesi analizzati, per la durata di una normale controversia di natura commerciale. Ci superano abbondantemente paesi come l’Iraq, il Togo e il Gabon, mentre riusciamo a stento a battere in classifica l’Afghanistan. La spesa per la giustizia civile in Italia è superiore alla media degli altri paesi. Lo Stato italiano spende per il funzionamento dei tribunali il 36% in più della media europea. In cambio abbiamo il 50% in meno dei giudici e del personale amministrativo e, prima dei recenti accorpamenti, il 21% in più di tribunali. Quindi spendiamo molto e male. Il malfunzionamento della giustizia è uno dei motivi che ci rende non competitivi e allontana dall’Italia gli investimenti stranieri, ma per Renzi è di moda abbattere solo i costi e i diritti del lavoro e i piddini lo seguono come tante pecore al macello. Il colmo dell’abominio nel volersi male.
In Italia vengono iscritte a ruolo 3.958 cause per 100.000 abitanti, il doppio della Germania e il 43% in più della Francia. L’abuso dello strumento processuale non solo rallenta le cause reali ma ingolfa tutto il sistema rendendo inefficienti le procedure e poco produttivi i magistrati sommersi di fascicoli. E con la bella pensata della responsabilità civile dei giudizi ogni causa ne vedrà scattare un’altra che si aggiungerà ai tre gradi di giudizio impantanando la giustizia e rendendo i magistrati molto refrattari a condannare i più abbienti.
Renzi non fa che realizzare le peggiori riforme sperate da Berlusconi e come facciano i piddini ad accettare come pecore imbolsite il programma di Berlusconi peggiorato solo perché lo propone questo venditore di pentole resta un vero mistero. Sembra che la capacità critica e valutativa dei piddini stia sotto lo zero. Ormai si bevono tutto e sono disposti ad ingoiare tutto per puro spirito di succubanza e una malinteso senso di appartenenza.
Tutte le accuse velenose che hanno rivolto ai 5stelle non fanno che ripercuotersi su di loro come una triste constatazione di quale livello di bassezza mentale possa essere raggiunto da menti schiave dalla propaganda e dallo spirito suicida di un’autodifesa di partito che diventa ogni giorno più squalificante e meschina. Renzi è un burattinaio malefico che peggiora ogni giorno questo disgraziato Paese con un 40% di elettori (in realtà 22% sul totale) che lo segue totalmente imbecherito verso il peggio.
Sulla giustizia come in ogni settore dello Stato non vediamo che avverarsi tutti i timori peggiori. La riforma di Renzi non prevede alcuna parte atta a decongestionare i tribunali dalle cause pretestuose o risolubili diversamente, per migliorare l’efficienza delle procedure, aumentare la produttività e creare sezioni e giudici specializzati. Anzi, col tentativo di creare la responsabilità civile dei giudizi non solo crea un pesante precedente che favorirà i più ricchi, ma raddoppierà il numero delle cause, appesantendo ancora di più la pesante e inefficiente macchina della giustizia italiana. Insomma a tutta dritta verso l’inferno!

berluscameno
Come recuperare il lavoro” bruciato” dalla crisi economica recessiva

La Spagna, la Gran Bretagna , gli Stati Uniti d’America (USA) ed altri importanti Paesi hanno accettato la sfida lanciata ai loro popoli (a partire dal 2008)dalla disoccupazione crescente -causata dalla crisi globale- e l’hanno clamorosamente vinta!
Per quale motivo il nostro Popolo non può vincere la stessa identica sfida ?
Come hanno già fatto gli Stati sopra indicati occorre che il nostro Governo rilanci alla grande la crescita e lo sviluppo in Italia tramite una politica espansiva e cioè utilizzando al meglio l’operato dell’industria edilizia ,sino ad ora dimenticata ed anche accusata delle più turpi meschinità(il cemento distrugge il territorio,ecc.!).
Non si possono (ed è impossibile)costruire le case di abitazione in Paesi Esteri dove la mano d’opera costa meno (delocalizzazione)e poi dopo aver trasportato le case in Italia , rivendere gli appartamenti realizzati all’ estero (speculando con la merce di importazione !)ai residenti in Italia.
Gli imprenditori edili – per creare le case per la richiesta dei privati acquirenti italiani- non hanno necessità di investimenti pubblici ( su cui dover poi pagare le mazzette alle potenti autorità di turno!).
E questo accade quando gli investimenti pubblici vengono dirottati “esclusivamente” per realizzare le tanto “strombazzate “ grandi opere! L’industria edilizia -se opportunamente indirizzata dallo Stato –
può – da subito – creare lavoro produttivo per milioni di lavoratori ,ora licenziati od a spasso cronico non volontario.
Certamente i grandi banchieri gangster non vedono con favore che esista un possibile rimedio (sopra indicato)per la risoluzione effettiva della attuale crisi economica -con annessa disoccupazione dilagante – e che questo rimedio – utile e determinante –sia offerto dall’ opera disinteressata della industria edilizia privata italiana. “Loro” preferiscono che i capitali ( centinaia di miliardi di euro) che la BCE ha deciso di far affluire alle banche dei Paesi UE rimanga nelle loro esclusive disponibilità al fine di poter speculare indisturbati con i loro prodotti derivati bancari (indicati tramite le più fantasiose sigle possibili )ma su cui possono realizzare favolosi guadagni esenti da tasse ( tramite l’opera discreta delle loro BANCHE OMBRA con sede nei “favolosi” paradisi fiscali!). Ed allora diffamano l’opera eventuale ma necessaria ( che crea vera occupazione produttiva!)dell’industria edilizia. Dicono infatti i professoroni foraggiati dalle grandi banche : gli immobili sono inutili .Se ne sono costruiti anche troppi. Gli investimenti in immobili non garantiscono per il futuro un ritorno certo di utili : molto meglio investire i capitali privati (o pubblici) nei fondi di investimento bancari,e via discorrendo . E questo viene trasmesso al pubblico anche tramite i media e così -contemporaneamente – inviando consapevolmente false ed assurde informazioni al mercato ( molto attento) dei capitali.
Non esiste al mondo un investimento più sicuro di quello effettuato da un privato nell’ acquisto della propria casa di abitazione propria e per quella per i propri figli . Ma nessuno ha il coraggio di affermarlo in un pubblico dibattito. ” Dicono : “Speculazione edilizia” : incredibile ! Quando la vera speculazione è quella finanziaria che viene “venduta” ai privati investitori e risparmiatori facendogli credere che acquistare e possedere prodotti finanziari bancari (ossia “pura carta straccia “) equivale ad avere nel cassetto di casa dell’ “oro fisico”!
Ora anche gli USA si sono accorti che la crisi globale e la recessione che la seguì non hanno solo rallentato l’economia americana,ma l’hanno anche cambiata in maniera profonda.
In questi sei anni è stato imponente l’intervento dello Stato USA per risollevare le sorti del Paese in forte crisi occupazionale. Tra Tarp, piani di stimolo e QE (Quantitative Easing) – tutti interventi diretti di Stato o effettuati tramite la Banca Centrale USA (FED) ,sul mercato si sono iniettati oltre 5 mila miliardi di dollari.
Questa operazione della FED di finanziamento al mercato è stato un aiuto importante per la successiva trasmissione con effetti concreti utili all’ economia reale (ossia anche sull’ attività produttiva edilizia).
La crescita USA è così potuta tornare a livelli pre – crisi.
Gli impieghi -ossia il numero di occupati -sono tornati a quota 138 milioni, come prima del crac Lehman.
Così il numero di americani impiegati è a un nuovo record. Ha infatti sorpassato il precedente primato del gennaio 2008, prima del fallimento di Lehman Brothers, della Grande Recessione e della conseguente distruzione di milioni di posti di lavoro.
In USA tra i comparti che hanno continuato sempre a crescere ci sono «health-care» ed energetico. Grazie alle politiche espansive dell’amministrazione Obama, i comparti occupazionali che hanno registrato soddisfacenti progressi sono l’edilizia e l’immobiliare, che però non hanno ancora raggiunto i livelli di grande espansione del periodo pre – crisi.

RIDIAMARO : – )

Cassidy
Ormai li arrestano direttamente a multipli di 7.
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Madimark
Mose: al posto dell’acqua alta, la merda fino al collo.
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Doctor C
Tangenti Mose, 35 arresti: in carcere anche Orsoni (Pd) e Chisso (FI).
Un esempio per le larghe intese.
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Pirata 21
Gli atti per l’arresto di Galan passeranno al Senato. Se fanno in tempo ad abolirlo potranno dire di averli lasciati dentro.
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cnj (un 5stelle ha fatto uno svarione credendo che il grano saraceno fosse una specie straniera. In realtà riportava una fesseria detta del predecessore)
Al #granosaraceno del M5S il PD e FI rispondono con 35 arresti per il Mose. Amarezza per non aver raggiunto quota 41.
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Bar uk
ma arrestarli già nel momento nel quale si candidano?
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Semola
35 gli arrestati tra politici, imprenditori e anche un generale in pensione. Vengono qui a rubare i reati agli extracomunitari.
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Bybyepapi
Venezia, il sindaco Orsoni del PD arrestato per tangenti.
Ora punta a un ministero.
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Akiten
Renzi: “Via politici che rubano”. E gli altri due dove li mettiamo?
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Semola
Cantone: “Nessuno deve trarre vantaggio dalla propria attività delittuosa”. adesso vorrei sentirlo sulle mezze stagioni.
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Andre 21
Renzi: “Via politici che rubano”. Non mi sembra il caso di pensare al nome delle strade, ora.
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Il mago di Floz
Renzi vuole allontanare i politici che ruban… “Ehi, dove cazzo state andando tutti?”
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Psico panico
Renzi: Via i politici che rubano.
E’ il nuovo indirizzo della sede PD.
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Gerrybick
Ma ‘ndè tuti in mose!
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Simonec
Previti, De Gregorio, Formigoni, Fitto, Dell’Utri, Scajola, Papa, Frigerio, Matacena, Galan, Matteoli. Allenatore: Berlusconi
CAMPIONI DEL MONDO, CAMPIONI DEL MONDO, CAMPIONI DEL MONDO
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Paniruro
Renzi: “Via politici che rubano”. É giunta l’ora dei ladri che governano
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Doctor C
Quagliariello (Ncd): “Meglio che inchiesta sia arrivata dopo il voto”.
Altrimenti il Pd superava il 50%.
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Semola
Quello di Venezia sta diventando uno scandalo così grande come nel nord italia non se ne vedevano da giorni.
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misterdonny
Arrestato il sindaco Pd di Venezia, i suoi legali: “Circostanze poco credibili”. Per non parlare del partito.
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Stefano
Il Pd coinvolto nei finanziamenti illeciti alla diga. Come al solito è una lettera a distinguerli dal Pdl.
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Swen
Dopo l’ arresto del Sindaco di Venezia (PD) e le affermazioni di Renzi che vuole bissare i risultati delle europee, si è capito che il PD vuol passare dal 41% al 41-Bis.
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Viggio1897
35 arresti, 100 indagati, 25 milioni di fondi neri. Ma ora passiamo al grano saraceno.
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Luce so fusa
Fassino: Orsoni è una persona corretta.
“Abbiamo una barca”?
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Enzofilia
Venezia, dal milione di Polo ai milioni dei due poli.
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Elmorisco
Bossi: “La Lega non sembra coinvolta”. Stento pure io a crederlo.
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F-Fois
Tangenti a Venezia. E’ chiaro che manco Mosè riuscì a dividere il mare di tangenti tra PD e PDL.
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Giovanni Turone
Ben 35 gli arrestati illustri per il Mose di Venezia. Nel panico i malati di Alzheimer che se li aspettano in casa da un momento all’altro.
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NoveVonBismark
Bossi: “La Lega non sarebbe coinvolta”. Ora vengono a rubargli anche le tangenti in casa loro.
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Guli1979
Le persone coinvolte sono in parte le stesse di tangentopoli.
Ora basta dire che in Italia non si guardano i curriculum
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mago.blindone
Arrestato per tangenti il sindaco di Venezia. Sulla vicenda è unanime la posizione degli elettori del PD: “Farage è razzista e xenofobo”.
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Purtroppo
Mi sono informato: Mose è un innovativo progetto per alzare automaticamente una marea di soldi.
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Odino
Il governo accelera sull’Anticorruzione. Il piano dunque è ucciderla.
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Mimo parlante
Al momento la sola opera pubblica per cui non si conoscano episodi di corruzione rimane il Tunnel della Gelmini.
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Tangenti Mose, Renzi furioso: “Adesso basta! Niente 80€ a chi prende le mazzette!”
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Puncica
Inchiesta Mose: legale Orsoni, confortati dopo lettura carte. Tra i capi di imputazione manca l’abigeato
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Misterdonnye
Lotta alla corruzione, il governo accelera. Altrimenti lo prendono.
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Cassidy
Alla fine si è capito che il progetto Mose è troppo costoso.
Per difendere Venezia dall’acqua alta, verrà sostituito con mazzette di banconote impilate una sull’altra.
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Pirata21
Renzi:”Via i politici che rubano”. Vuole chiudere anche la Camera?
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Gerrybick
Papà cos’è il Mose? Taci, figliolo, e nuota
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Apollonia
Mo-se famo la barca; Mo-se famo la villa; Mo-se famo li cazzi nosri
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1541 23-6- 2014 UN GOVERNO AUTORITARIO

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Pd e Pdl uniti nel depenalizzare i reati dei politici – L’Europa bancaria: le lobby che proteggono i derivati- In una democrazia rappresentativa il governo dipende dal parlamento e non il contrario, nella nostra entrambi dipendono dal patto tra due persone. Che democrazia è?- Siamo già in un sistema autoritario – La presa di potere assoluto di Renzi – Critiche alla riforma del Senato – Perché il Pd ha perso Livorno e Civitavecchia – La querela sui 5stelle, né fascisti né nuova sinistra – La Spagna taglia le tasse, noi facciamo solo chiacchiere – Accordo segreto per dare massimi poteri alle corporation- La diaspora della sinistra- L’Unità sta fallendo

Più gravi sono i problemi, maggiore è il numero di incapaci che la democrazia chiama a risolverli
(Nicolas Gomez Davila)
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FAMOLO STRANO
Marco Travaglio

La “strana maggioranza” ABC, che poi tanto strana non è visto che ufficializza l’eterno inciucio aperto dalla Bicamerale e mai più chiuso, produce effetti esilaranti… La Camera approva una legge dannosa che dovrebbe combattere la corruzione e invece abbassa le pene per la concussione e rinvia l’ineleggibilità dei condannati al 2018, quando saranno tutti morti. Roba che, se l’avesse approvata il cdx, il csx sarebbe montato sulle barricate. Invece l’han votata pure il Pd e il nuovo alleato Piercasinando. Allora l’Unità inneggia con un titolone a tutta prima pagina, con un entusiasmo che non si ricordava dai tempi dell’invasione sovietica dell’Ungheria nel ’56: “Condannati via dalle Camere. Approvata la nuova concussione”. Ci sarebbe anche la chiusura delle indagini a Palermo sulla trattativa Stato-mafia. Ma siccome ce n’è per tutti – non solo per i boss, il Ros e Dell’Utri, ma anche per ministri del vecchio csx come Mancino, Mannino e Conso – la notizia finisce in un trafiletto a pag. 10.

Lo stesso il Giornale che confina la cosa tra le curiosità. Cose che capitano quando dx e sx votano insieme leggi che dicono di non condividere. Il Pd dice di volere l’incandidabilità dei condannati fin dal 2013, ma vota il testo che la rinvia al 2018; dice di volere pene più alte per la concussione per induzione, ma ritira l’emendamento e vota le pene più basse. Il Pdl invece trova eccessive anche le pene più basse, ma si ripromette di affossare al Senato la legge votata alla Camera. Del falso in bilancio intanto, a parte l’Idv, non parla più nessuno. B. non lo vuole come reato, e se s’incazza cade Monti, dunque il Pd se ne infischia di carambola. Cose che capitano quando un governo nato per salvare l’Italia dai guai in cui l’ha cacciata B. si regge sui voti determinanti di B. Quando, per approvare la legge anticorruzione, bisogna chiedere il permesso a un corruttore. Quando sotto processo per concussione per induzione ci sono sia B. sia il braccio destro di Bersani, cioè Penati, e il senatore Tedesco. Un’idea del manicomio organizzato in cui viviamo l’ha data il dibattito fra il pdl Osvaldo Napoli, l’ex deputato Margherito Polito e il presidente Anm Sabelli. Il magistrato tentava di spiegare che la legge anticorruzione è un brodino, basti pensare che per il nuovo reato di traffico d’influenze illecite la pena massima è di 3 anni, cioè niente carcere né prima né dopo la condanna, niente intercettazioni, niente interdizione dai pubblici uffici. Una barzelletta. Ma Napoli e Polito erano molto preoccupati lo stesso. Sabelli precisava che il reato scatta quando qualcuno pretende “denaro o altro vantaggio patrimoniale” per una mediazione illecita o per ricompensare un pubblico ufficiale di favori illegali. Niente, Napoli e Polito seguitavano ad ammiccare e darsi di gomito: eh eh, vi conosciamo, voi pm siete capaci di tutto pur di incastrare un politico… Uno straniero che accendesse la tv in quel momento si sarebbe fatto l’idea che i due dessero per scontato che un politico abusi del suo potere per favorire gli amici e danneggiare i nemici. E che non stia bene che un pm rompa le palle, magari contestando l’associazione a delinquere per poter intercettare lo stesso (Polito). Un marziano che non conosca l’Italia e i suoi politici invece si sarebbe domandato: “Ma perché questi signori sono così terrorizzati dal nuovo reato e dalle intercettazioni? Avranno mica qualcosa da nascondere? Saranno mica i portavoce della Banda Bassotti?”. Ma no, che paroloni. Sono semplicemente il meglio del nuovo partito unico: il cdxsx, senza trattino.

QUANDO SI DICE L’EUROPA BANCARIA
Berluscameno

In Europa le regole sui derivati strutturati, ABS ecc. le scrivono le lobby bancarie.
Approfittando della maglie larghe dell’Unione, e spendendo almeno 700 mila euro, la Lobby bancaria “Isda” ha piazzato propri uomini nella “commissione UE “che stabiliva nuove norme sull’uso dei prodotti finanziari (derivati strutturati, ABS, ecc.)e ha piegato le decisioni dell’Europarlamento a suo piacimento. Ad es., nessuno Stato membro potrà proibire i derivati senza l’ok dei 27.
La Lobby bancaria ISDA si è così guadagnata il “Worst Lobby Award”, premio assegnato ogni anno all’associazione (Lobby) più efficace anche se più nociva. Il vicepresidente è Michele Faissola, nipote di Corrado, che non ha voluto commentare.
L’eurocommissario incaricato se l’è invece cavata con qualche dichiarazione imbarazzata.
Ricordiamo (per chi se ne fosse dimenticato)i meccanismi della truffa dei derivati.
“Il fatto che la gente normale, negli USA e negli altri paesi industrializzati, non si sia riversata in strada per linciare gli alti papaveri delle banche centrali e i loro complici di Wall Street o delle altre piazze bancarie è una chiara dimostrazione di quanto sono stati abili i gruppi finanziari a infinocchiare e confondere le masse.
Sono stati fatti sparire miliardi di dollari, ma ben pochi alti responsabili hanno sollecitato indagini criminali. Banchieri di primissimo piano, legali, esperti finanziari, legislatori e politici di tutte le tendenze hanno perpetrato frodi massicce con i derivati strutturati, ma nessuno di loro pagherà per questi crimini.”
E il governo europeo ne è complice?

Dice la Boschi che ormai la legge elettorale è stata concordata tra Renzi e Berlusconi e “Non si cambia partner all’ultimo momento”.

Desmond
“Scusate, ma questa cosa che «non si cambia partner all’ultimo momento», non la capisco proprio”.
La democrazia rappresentativa è un sistema in cui il Governo è sempre subordinato al Parlamento e tutte le decisioni ufficiali e le procedure sono pubbliche perché se ne deve rispondere ai cittadini che quindi ne devono essere informati.
Quando accade il contrario non siamo più in una democrazia rappresentativa.
In questi ultimi mesi tutta l’attività legislativa è stata posta sotto il controllo del governo (in 4 messi si sono imposti 13 voti di fiducia). Il Governo è intervenuto direttamente dsulla Costituzione, quando i principi della democrazia rappresentativa lo vietano assolutamente. Inoltre è intervenuto anche nella composizione degli organi parlamentari, in violazione diretta e pubblica di tutte le norme ordinarie e costituzionali vigenti, nonché in violazione dei regolamenti parlamentari e persino dei regolamenti dei gruppi parlamentari interessati.
Siamo in uno stato d’eccezione consolidato. Siamo in un sistema autoritario di fatto. E Renzi intende attuare la formalizzazione costituzionale e normativa del suo stato d’eccezione (cioè trasformare la democrazia parlamentare in presidenziale).

Vale la pena di leggere anche questo articolo di Nadia Urbinati:

http://www.libertaegiustizia.it/2014/06/20/riflettere-prima-di-decidere-e-davvero-conveniente-creare-una-nuova-casta-di-nominati/

Sembrava che Renzi volesse modificare il bicameralismo perfetto ma ora vuol disfare l’intero assetto istituzionale della Repubblica, dimezzando il potere elettorale dei cittadini, per cui il voto servirà solo a formare una maggioranza, senza mandato che poi si accorderà quanto le pare col suo avversario politico o tradirà le promesse elettorali. Renzi ha trovato la scusa che il Senato costava troppo, però ne ha mantenuti i costi, eliminando solo il nostro diritto a eleggere i senatori e riducendo i suoi poteri. Ha detto che il palleggio delle leggi tra Camera e Senato le rallentava quando nessuna legge di B è stata mai rallentata e di leggi ne abbiamo 150.000 contro le 7.000 di Francia o Germania. Dietro c’è solo la sua insofferenza per le regole democratiche e il tentativo di portarci a un sistema presidenziale autoritario come quello della Corea del Nord.
Se Renzi voleva ridurre i costi della politica poteva fare una camera di 100 membri e un Senato di 100 membri, così ne avremmo avuto solo 200 e non mille come adesso. O poteva equiparare stipendi e benefit degli onorevoli alla media europea. Invece ha leso la sovranità popolare.
Non si cancella un organo eletto, decurtando i cittadini del loro potere di elezione. Di questo passo, elimineremo del tutto le elezioni.
In uno Stato giusto, si tagliano gli abusi, non si tagliano i diritti degli elettori.
Di fatto Renzi sta distruggendo uno dei cardini della democrazia: l’equilibrio dei poteri, aumentando a dismisura il potere del governo e distruggendo il parlamento che da organo rappresentativo dei cittadini diventa una assemblea di nominati con pochi poteri ma protetti dall’immunità, un po’ come accadeva nelle corti dei sovrani del 1700.
Nelle democrazie corrette, governo e parlamento si fronteggiano, non c’è un parlamento di nominati che soggiace al governo. Ma la legge elettorale di Renzi/Berlusconi senza le preferenze mira proprio a liste di nominati succubi del governo o licenziabili al minio screzio. E Renzi ha mostrato che nel caso di minima divergenza, licenzia le persone esattamente come faceva Luigi XIV: La sua idea di governo è monarchica, non democratica. Le leggi le fa lui e non si discutono. Invece in una democrazia sana, le leggi le fa il popolo attraverso il parlamento e il governo le esegue.
In tutto quello che fa, Renzi dimostra una assoluta allergia alla democrazia e un autoritarismo simile a quello di Berlusconi che il parlamento arrivò a sospenderlo.
Dice la Urbinati: “La riforma che il Partito democratico si appresta a votare piace molto ai democratici minimalisti proprio perché restringe al massimo il potere dei cittadini sovrani”. Ai cittadini si chiede solo di votare ogni 5 anni e di stabilire chi ha la maggioranza, poi tacciano per sempre. A Renzi non interessa che siano rappresentate idee, bisogni o interessi del popolo. Il Senato non conterà più nulla. Sarà una classe di parassiti nominati, stipendiati e impuniti. La Camera non avrà più il compito di discutere e fare le leggi, ma solo quello di sostenere il governo della maggioranza. Punto. Nei fatti questo è un sistema peggiore di quello presidenziale americano, dove almeno un congresso può opporsi alle decisioni del presidente.
Il paradosso è che Renzi sulla pessima legge sulla responsabilità dei giudici ha detto che il Senato l’avrebbe migliorata. Dunque, anche lui ammette che passare una legge al vaglio due volte consente di correggere errori e di migliorarla.
Ma ripete che un Senato eletto allunga i tempi della politica. Veramente anche con questo sistema si è fatto un numero spropositato di leggi! Siamo il Paese che ne ha più di tutti!
Ma per quale motivo si vuole fare questo Senato delle Autonomie? Da quale esigenza siamo mossi e per ottenere cosa?
Se volevamo fossero meglio riconosciuti i diritti delle Regioni, abbiamo un Senato che va nella direzione contraria, proprio perché formato da nominati e non da eletti, che dunque riportano il parere del Governo e non delle Regioni, inoltre questo mezzo Senato ha meno poteri di quello precedente. Ha troppi poteri per essere composto di nominati e troppo pochi per controllare gli eletti. E’ un arretramento rispetto al suffragio diretto. Serve solo a ossequiare un’oligarchia politica. Ricordiamo che il Senato USA fu nella sua prima fase composto da nominati dagli Stati e fu così corrotto e piegato agli interessi non controllabili dei potentati locali da indurre il legislatore a riformarlo istituendo l’elezione diretta dei suoi membri. Quindi questa scelta del Pd porterà a nuove sacche di corruzione e di privilegio. Un potere in mano ai grandi elettori locali sarà un’occasione di potere fuori dal controllo diretto dei cittadini.
Falso che si imiti la Germania. La Germania è una federazione. Ha una Camera direttamente eletta dai cittadini tedeschi e una Camera dei Länder (Bundesrat), composta di membri non eletti a suffragio universale diretto, di esponenti dei governi dei vari Länder. Ma questa camera è realmente espressione degli interessi dei Länder e infatti i suoi membri sono vincolati al ‘mandato’ ricevuto dai loro governi locali per fare gli interessi dei territori (come il recall che il M5S chiede). Se si vuole davvero fare un Senato delle regioni occorrerebbe fare un federalismo, come in Germania. Ma così creare un Senato di nominato dal Governo darà un potere troppo grande ad alcuni che rispondono al governo invece che all’interesse dei territori. E la Germania dall’Ottocento non è mai retrocessa dal voto diretto a quello indiretto, come faremmo noi.
E come si fa, dopo anni di condanne alla casta, legittimare proprio la casta? E chiedere agli Italiani di devolvere il loro potere di elezione a funzionari ed eletti locali, piccoli potenti che le cronache quotidiane ci dicono immersi in una corruzione capillare ed espansa. Un Senato di nominati, che non risponde agli elettori, che non può sfiduciare il governo, che non può votare sulle leggi, e che ha comunque troppo potere, produrrebbe solo una nuova oligarchia, una nuova casta.

Desmond
Dunque, come dice l’Urbinati, lo scopo delle riforme renziane è:
1 – ridurre i cittadini da attori primari a meri arbitri, quasi passivi, del gioco politico, mentre gli attori primari diventano gli oligarchi,
2 – consolidare la forma autoritaria ormai raggiunta dallo stato tornando al XIX secolo con la nomina indiretta dei senatori, creando una nuova classe di potenti sensibili solo agli interessi di chi li nomina”
Questi sono gli obbiettivi di Renzi, anche se ovviamente nascosti ai cittadini che vogliono essere ciechi.
I post degli sciocchi o peggio ci dicono che Renzi non ha bisogno di essere plausibile. Non ha neanche bisogno di una scusa per la verità.
Ormai sono mesi che pratica un potere esecutivo secondo eccezione e viola sistematicamente le prerogative del parlamento, cioè realizza una dittatura.
Sono mesi che ha sostituito una consultazione privata al lavoro del Parlamento che rappresenta la Nazione.
Una volta il PCI era anche una grande guida della democrazia e formò ai suoi principi e alle sue regole formali milioni di persone.
Ora il PD cancella quel poco di cultura democratica che esiste e i piddini sono arrivati al punto di attribuire valore pubblico alla consultazione interna di una organizzazione privata come è il partito di B.
Ma dov’è che abbiamo questa deriva antidemocratica? In quegli stati autoritari che sono regimi a partito unico, come la Cina Popolare e la Corea del Nord. E’ questo che vogliamo?

LA SPAGNA TAGLIA LE TASSE, NOI FACCIAMO SOLO CHIACCHIERE

Sono 20 anni che sentiamo parlare di riduzione delle tasse
Il caro Renzi mentre prometteva 80 euro lordi a certi dotati di stipendio per prendere voti con un miliardo di spesa aumentava le tasse di 6 miliardi. E i piddini hanno anche la faccia di gloriarlo!
Intanto la sua legge è incostituzionale perché dà una regalia non ai più poveri ma solo ad alcuni a suo arbitrio e quando la Corte dei Conti ha detto che perché la legge fosse costituzionale Renzi avrebbe dovuto dare qualcosa anche ai più poveri, quelli che di stipendio non hanno nulla o che hanno la minima, Renzi ha detto che non si poteva fare perché i soldi non c’erano
Intanto Padoan, che Napolitano ci ha imposto perché è un membro del Fondo monetario e del Bilderberg come Monti fa vuote chiacchiere e dice che ‘dovremmo’ ridurre le tasse o non ci sarà alcuna crescita. Per quanto ancora dovremmo sentire queste balle?

PIPPO
In Spagna il governo sta per varare, per il 2015, un taglio medio della tassazione del 12,50% …. PER TUTTI, aziende, famiglie, lavoratori e pensionati.
Il governo spagnolo a differenza dei nostri pecoroni parolai si rifiuta anche di aumentare l’IVA, come comandato dai delinquenti non eletti da nessuno della maledetta Ue.
Questa si che é una cosa seria, altro che quell’elemosina degli 80 euro LORDI, e ribadisco lordi, soltanto per qualcuno. In Spagna forse aumenteranno i mitici consumi, cosa che con questi qui non vedremo mai.
Da noi invece dal 2015 in poi si prepara la mazzata finale delle tasse sull’unica casa con aliquote allo 0,6%, e non porteranno a un aumento dei consumi, ma a tentativi non riusciti di SVENDITA dell’unico bene posseduto dall’85% degli italiani.
Voglio sentire quanto sarà dato risalto a questa vera notizia dai media azzerbinati al venditore televisivo di materassi a capo del governo.

mumonkan
La cupola che governa l’Italia dal dopoguerra, ha trovato prima nella DC per 40 anni e poi nel PDL per 20 anni il riferimento politico per la sua conservazione del potere. In quell’accordo segreto il testimone è passato da Berlusconi a Monti poi a Letta e ora a Renzi e Padoan a condizione che Renzi rispetti le regole del gioco, proteggendo i soliti noti. Renzi rappresenta la garanzia per la conservazione della specie dei soliti ignoti (cioè l’associazione a delinquere che governa l’Italia da 60 anni) niente di più.
(E il tunnel che ci si appresta a costruire sotto una delle più belle città del mondo prova una volta di più quanto la cricca degli affari e delle mazzette perseveri a rovinare materialmente e moralmente questo disgraziato Paese).

MENZOGNE RIPETUTE
Viviana Vivarelli

Continuano a meravigliarmi gli ‘strani’ interventi di chi insiste scioccamente a dire che Grillo doveva regalare i suoi voti a Bersani quando lo sanno anche i sassi (e lo ha detto lo stesso Bersani in modo chiarissimo) che il Pd non voleva consentire nemmeno a uno dei 10 punti presentati da Grillo, ma voleva solo appropriarsi dei voti del M5S a costo zero? Ma in quale mondo dei pazzi un simile accordo avrebbe avuto senso? Ma se non c’è stato unione nemmeno nel votare Rodotà che era del Pd pur di andare contro Grillo!!! Ma se qualunque cosa proponesse il M5S ha trovato il Pd contro!!!
Avremmo dovuto regalare i nostri voti a Bersani quando l’Unità e i i tg della Rai ci mettevano alla gogna in modo massiccio e con insulti impossibili in una campagna di demonizzazione come il Pd non ha mai fatto in 20 anni né contro B, né contro le tre mafie, né contro la P2?? Dovevamo regalare i nostri voti a un Pd in cui Zanda cercava di modificare il sistema elettorale così da buttarci fuori dal parlamento??? Ma dico! Saremmo stati del tutto matti per svenderci a un Pd che per 20 anni ha fatto la coppia di fatto con B e che con lui ha diviso mangiatoie, mazzette, privilegi, immunità e tutela dei corrotti attraverso scempi processuali e penali e leggi pro partitocrazia!

In quanto a chi torna a ripetere la solfa del maggioritario scelto dagli elettori col referendum del 1993, non vi pare che quello che è successo in questi 21 anni abbia aperto gli occhi a tutti su quale disastro è già stato il maggioritario? Prima del referendum si fece credere al popolo italiano che sarebbe sparita la congerie di partiti e partitini e saremmo passati a due o tre partiti soltanto (FALSO! Perché i partiti diventarono 120 ed erano 95 alle ultime europee), ci hanno fatto credere che avremmo avuto governi più stabili (FALSO! Perché il D’Alema 2 durò 119 giorni, il governo Letta 225, il B I 226 giorni, il governo Ciampi 223, il B III 374, l’Amato II 400, D’Alema 1 423 ecc.). Dal 1945 a oggi in Italia abbiamo avuto 62 governi in 65 anni. La durata media dei governi italiani è stata di 340 giorni. Il dato più assurdo è che anche col maggioritario NON C’È MAI STATO UN GOVERNO ITALIANO CHE SIA DURATO PER L’INTERA LEGISLATURA!
Non è abbastanza chiaro che il maggioritario ha già tradito tutte le sue promesse?
E non sarebbe l’ora di prendere provvedimenti diversi per scongiurare i vizi impliciti sia nel maggioritario che nel proporzionale? Magari eliminando i finanziamenti pubblici ai partiti che sono la causa prima della sciagurata proliferazione? Eliminando del tutto i finanziamenti pubblici all’editoria e gli altri benefit? Vietando le alleanze? Eliminando il gruppo misto e licenziando chiunque nel corso della legislatura cambia gabbana o esce dal partito per cui è stato votato? Vietando la candidatura di chi abbia una condanna grave di primo grado e sospendendo chiunque sia in attesa di giudizio per reati gravi? Equiparando finalmente emolumenti e vitalizi alla media europea? E l’età e le modalità dei pensionamenti al resto dei lavoratori?
Insomma, togliendo tutti quegli abusi e quei privilegi che rendono la classe politica tanto appetibile?
E non vi sembra che gli elettori abbiano tutto il diritto di cambiare idea su un sistema che ha già fallito in passato?
Si può sbagliare una volta ma non é obbligatorio continuare a sbagliare. Occorre rendersi conto che così senza alleanze si sarà estromessi dal parlamento. L’Italicum non solo é prepotentemente incostituzionale ma è antidemocratico perché vuole estromettere i partiti minori permettendo ai due maggiori di mettere ai loro comandi tutti gli altri, mentre la proposta di legge elettorale votata dagli elettori del M5S consente una maggiore rappresentanza politica rispettando le scelte degli elettori e portando in parlamento anche partiti minori senza costringerli a ributtanti alleanze.

In quanto a chi torna a ripetere la solfa del maggioritario scelto dagli elettori col referendum del 1993, non vi pare che quello che è successo in questi 21 anni abbia aperto gli occhi a tutti su quale disastro è già stato il maggioritario? Prima del referendum si fece credere al popolo italiano che sarebbe sparita la congerie di partiti e partitini e saremmo passati a due o tre partiti soltanto (FALSO! Perché i partiti diventarono 120 ed erano 95 alle ultime europee), ci hanno fatto credere che avremmo avuto governi più stabili (FALSO! Perché il D’Alema 2 durò 119 giorni, il governo Letta 225, il B I 226 giorni, il governo Ciampi 223, il B III 374, l’Amato II 400, D’Alema 1 423 ecc.). Dal 1945 a oggi in Italia abbiamo avuto 62 governi in 65 anni. La durata media dei governi italiani è stata di 340 giorni. Il dato più assurdo è che anche col maggioritario NON C’È MAI STATO UN GOVERNO ITALIANO CHE SIA DURATO PER L’INTERA LEGISLATURA!
Non è abbastanza chiaro che il maggioritario ha già tradito tutte le sue promesse?
E non sarebbe l’ora di prendere provvedimenti diversi per scongiurare i vizi impliciti sia nel maggioritario che nel proporzionale? Magari eliminando i finanziamenti pubblici ai partiti che sono la causa prima della sciagurata proliferazione? Eliminando del tutto i finanziamenti pubblici all’editoria e gli altri benefit? Vietando le alleanze? Eliminando il gruppo misto e licenziando chiunque nel corso della legislatura cambia gabbana o esce dal partito per cui è stato votato? Vietando la candidatura di chi abbia una condanna grave di primo grado e sospendendo chiunque sia in attesa di giudizio per reati gravi? Equiparando finalmente emolumenti e vitalizi alla media europea? E l’età e le modalità dei pensionamenti al resto dei lavoratori?
Insomma, togliendo tutti quegli abusi e quei privilegi che rendono la classe politica tanto appetibile?
E non vi sembra che gli elettori abbiano tutto il diritto di cambiare idea su un sistema che ha già fallito in passato?
Dove è scritto che se uno ha preso una decisione una volta non possa cambiarla e debba essere schiavo di quella per sempre pur vedendo che la decisione era sbagliata?
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L’orribile e antidemocratica legge elettorale che abbiamo fu fatta proditoriamente a tavolino di legali di B per dargli la vittoria elettorale con un mostruoso premio di maggioranza e liste di nominati così da eliminare le scelte degli elettori e dare a due o tre persone un potere assoluto su tutte le cariche del paese. Nel 2005 passammo cosi’ dalla democrazia a una oligarchia che governava con dei nominati e centralizzava tutto il potere nelle mani di pochissime persone. Con un ritardo di 8 anni la Corte Costituzionale ha decretato l’incostituzionalità del porcellum, ma Renzi con incredibile faccia tosta lo ha ricostruito, assistito dal solito B, e lo ha riproposto alla faccia della democrazia con gli stessi motivi di incostituzionalità, sapendo che ci vorranno altri 8 anni prima che questa sia decretata di nuovo. Così lo scempio alla democrazia si è ripetuto: di nuovo i premi di maggioranza sono indipendenti dal raggiungimento di una soglia minima di voti alle liste (o coalizioni), e di nuovo si ruba al’elettore il diritto di fornire una preferenza. Di nuovo la democrazia é stata calpestata. E se il M5S riuscirà almeno in parte a correggere questa palese incostituzionalità, sarà un passo avanti per tutto il popolo italiano, stretto ormai su una via dolorosa verso forse di stato autoritarie a potere concentrato e ristretto che ci portano sempre più lontano dalla democrazia.
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Il M5S ha sempre detto fin dal principio che era pronto a votare ciò che si accordava con il suo programma. Ora si tratta di discutere qualcosa secondo le linee del suo programma, dove sta lo scandalo? E che senso ha tutto questo parlare di inciucio o di cedimento?
Quello del 25 giugno tra Pd e M5S é solo un confronto, come sempre se ne fanno tra partiti avversi in democrazia, ed era davvero necessario, visto il tema fondamentale in questione, da cui può dipendere l’estromissione del m5S dal parlamento per mancanza di alleanze. Ma, ma secondo alcuni, il M5S avrebbe dovuto lasciare che Renzi portasse avanti l’immondo porcellum senza nemmeno tentare di modificarlo?
Ogni persona di buon senso ha il diritto dovere di difendere la democrazia in questi momenti gravissimi in cui Pd e Pdl stanno per rovesciare la democrazia.
Ma discutere non vuol dire allearsi.
Qualunque miglioramento il M5S riuscisse a strappare all’Italicum sarà un bene per la NAZIONE.
Perché non provarci? Questo vizio di bassa lega di criticare sempre e comunque é davvero letale e divora ogni traccia di intelligenza lasciando solo un vivo senso di disgusto come per ogni cosa che portata agli estremi traligna in spazzatura.
I compari si sono sempre accordati sugli interessi comuni, come mafia e ‘ndrangheta si accordarono sui ricavi del ponte di Messina.
Così Renzi e B si accorderanno anche sullo scannatoio/Italia di una legge elettorale altamente incostituzionale che toglie di nuovo le preferenze e uccide di nuovo i diritti della sovranità popolare. I compari stanno sempre insieme quando si tratta di difendere i loro interessi sporchi. Ma i giusti non possono stare a guardare, hanno il sacrosanto dovere di fare il possibile per impedire questo ulteriore scempio alla democrazia e alla Costituzione e hanno pieno diritto di far di tutto per impedire o modificare l’Italicum che é anche peggio del porcellum. Discutere non é subire, é solo un’altra forma di lotta prima dell’irreparabile.
Chesterton diceva: “É impossibile, ma tenterò

Mark
Come fanno i piddini non vedere che le liste bloccate piacciono al Pd, e soprattutto alla segreteria: altrimenti come potrebbe Renzi esercitare il suo potere sui futuri gruppi parlamentari e ottenerne fedeltà?
Le soglie di sbarramento sono indispensabili ad atomizzare e perseguire la famosa “aspirazione maggioritaria”
La cosa che più lascia allibiti, è come il Pd possa continuare a trattare con B, nonostante la sua condanna per corruzione e gli altri processi in corso, tra cui la compravendita di senatori; la sua storia di inaffidabilità e di persecuzione dell’interesse personale; nonostante il cofondatore del partito e amico sia agli arresti per associazione mafiosa; tutto ciò è superfluo e taciuto.
Se aggiungiamo già a questo quadro scoraggiante e per nulla edificante che si sta cercando l’accordo con la Lega, ovvero il partito che a Strasburgo fa gruppo con Marie Le Pen e il suo Front National, senza dimenticare le derive secessioniste e i toni razzisti, si capisce quanto la ricerca di tale riforma sia prevalentemente una spinta conservatrice inutile al paese, ma utilissima per “non cambiare verso all’Italia” e poter nascondere che non si ha idea di come uscire da questa crisi economica e si attenda e si speri nell’aggancio alla crescita degli altri paesi.

berluscameno
La democrazia costituzionale è finita in Italia ? Evviva la democrazia “non costituzionale”!
Noi combattiamo – nell’attuale economia recessiva e punitiva- per non fallire e per non suicidarci a causa dei debiti bancari contratti nella precedente vita economica e da restituire con l’attuale disperata economia di depressione e disoccupazione dilagante. Ed allora possiamo dare un consiglio economico all’attuale “dictator Renzi “ ?
Si faccia consigliare (anche )da economisti che non fanno parte della casta installata al nostro ministero dell’Economia e nell’attuale governo della UE.
“POLITICA ECONOMICA.”
E ora 1.000 miliardi.
“Un’operazione finanziaria straordinaria da 1.000 miliardi di euro per fare uscire l’Italia dalla palude.
Come? Attraverso il lancio di una sorta di offerta pubblica di scambio (OPS) da parte del governo, per ristrutturare il debito pubblico in essere, ormai detenuto per il 60% da cittadini, banche, assicurazioni, fondi di investimento italiani o da istituzioni finanziarie estere riconducibili a investitori italiani.
Questa la proposta di programma shock che “MF-Milano Finanza e l’Italia c’è” propongono al presidente del consiglio in pectore, Matteo Renzi, perché dimostri di essere un vero rottamatore, un “demolition man “per dirla con il Financial Times. Un manifesto per l’Italia elaborato e condiviso con economisti e professionisti del calibro di Paolo Savona e Andrea Monorchio.
Lo scambio serve a sostituire 1.000 miliardi di titoli del debito pubblico italiano sul mercato con l’attribuzione pro-quota di 650 miliardi di nuovi titoli a lungo termine, indicizzati all’ inflazione e al 20% della crescita del PIL reale , e di 350 miliardi di titoli di partecipazione nel fondo patrimoniale degli Italiani .
Contestualmente, vengono emessi nuovi titoli di debito infruttiferi per 150 miliardi, a dotazione di tre fondi per lo sviluppo.
L’operazione, che verrebbe avviata solo al raggiungimento della soglia di disponibilità di 1.000 miliardi da parte del mercato, consentirebbe di:
A) abbattere immediatamente il debito pubblico di 200 miliardi o più , riportandolo ai livelli del 2009;
B) ridurre stabilmente l’onere per gli interessi di almeno 35 miliardi annui con una pari riduzione della pressione fiscale;
C) far partecipare paritariamente i privati alla gestione del Fondo patrimoniale degli italiani, cui lo Stato e le amministrazioni locali conferiscono asset mobiliari e immobiliari, ivi compresi i cespiti delle concessioni, per complessivi 700 miliardi. Ai diritti di partecipazione per 350 miliardi attribuiti ai privati corrisponde un ritorno minimo garantito pari a quello dei titoli di Stato attribuiti con lo scambio e l’esonero da tassazione delle plusvalenze per 25 anni;
D) creare tre fondi, con la dotazione di 50 miliardi di euro ciascuno, per complessivi 150 miliardi volti a:
1) finanziare la ripresa del mercato immobiliare garantendo i nuovi mutui e accollando cinque anni di pre – ammortamento della quota di pagamento degli interessi;
2) coprire le perdite bancarie derivanti dalle sofferenze in essere per i crediti erogati alle imprese (rimanendo in ogni caso esclusa la possibilità di recuperare minusvalenze su operazioni di trading, proprietario o meno, e su partecipazioni azionarie);
3) creare un credito di imposta pari al 100% della ricapitalizzazione effettuata dalle piccole e medie imprese mediante l’apporto diretto dei soci, il conferimento degli utili (che vengono comunque detassati), ovvero il finanziamento di start-up. “
Speriamo che questo non sia solo un messaggio portato via dal vento del deserto!

Viviana Vivarelli
Dov’è più la democrazia? Dov’è finito l’interesse dei cittadini? Per il PD viene dopo i diktat dei mercati miranti al lucro del grande capitale, le indicazioni iperliberiste della UE, i comandi finanziari del FM, le mazzette della TAV o del Mose, dell’Expo o del tunnel fiorentino, gli interessi pelosi delle banche, la “necessità di riforme” antidemocratiche tese ad annullare il parlamento e a potenziare il governo mirando a un presidenzialismo forte
Il paradosso é che un partito come il Pd che ormai ha rinnegato qualunque radice di sinistra per diventare una casta autoreferenziale sempre più autoritaria e antidemocratica ottenga il 41% dei votanti col giochino degli 80 euro, o forse paradosso non è in un Paese di scarsa democrazia come l’Italia con gli stessi elettori bambini che non molto tempo fa dettero la stessa maggiorana a Mussolini.

PERCHE’ IL PD HA PERSO LIVORNO E CIVITAVECCHIA
LA QUERELA SU COSA SIANO I 5 STELLE, NE’ FASCISTI NE’ NUOVA SINISTRA

L’esito dei ballottaggi a Livorno e Civitavecchia palesano come la creatura di Grillo rappresenti un voto di rottura e discontinuità contro quel Pd ormai apparato e gestore di potere clientelare. Ma se lo stesso M5S si autodefinisce post-ideologico e populista, stride il discorso di chi definisce i grillini un “pericolo per la democrazia”, non interrogandosi sul perché tanti a sx guardano con interesse al movimento.

di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena

“Livorno la rossa” è caduta, ma da quanto tempo non era più rossa? “Livorno prima che rossa, è anarchica. Nello spirito, nel carattere, nel gusto dell’ironia e del paradosso. «Se vuoi fare come ti pare vai a Livorno», è il detto toscano. E così “Livorno la rossa” ma ribelle ha voltato le spalle al “Partito”.
Cinque anni fa gli Amici di Beppe Grillo (si chiamavano così) ottennero un grande risultato per quei tempi, con Marco Cannito candidato sindaco: 9 %, una coalizione con i verdi e i trozkisti di Sx Critica. È lì, in un retroterra culturale ecologista e di sx, un po’ garibaldino e un po’ settario, che il nucleo originario del M5S ha preso forma. E poi si è aggiunto di tutto: giovanissimi, disoccupati, extracomunitari, laureati: come appunto l’ingegnere aerospaziale Filippo Nogarin, livornese di Castiglioncello e ambientalista, un passato nei Verdi e autodefinitosi “culturalmente di sx”.
Democrazia diretta, battaglia contro il progetto del rigassificatore a pochi km dalla riva, stop alle nomine politiche e allo strapotere del “Partito”, il partito che come una mamma ingombrante tutto sa, tutto dispone, tutto amministra. È solo che la crisi a Livorno in questi anni ha picchiato duro, quella del porto è ormai trentennale. La tradizione rossa fatta di passione viscerale si era trasformata in tradizione e basta, in quieto vivere, in accordi e accordicchi, spesso nell’arroganza e nella prepotenza di chi si sente invincibile.
La domanda è: che correlazione c’è tra Livorno e l’Italia, sempre che ci sia? Più indizi forse fanno una prova. Dalla Grecia potremmo prendere in prestito le parole dei dirigenti di Syriza (il partito di sx radicale giunto primo alle ultime elezioni europee): «La politica è spesso la fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. In Italia la sx non è stata capace di canalizzare una protesta contro l’austerità, che le sarebbe stato naturale interpretare, perché ha peccato di coerenza. È stata considerata responsabile del problema, non alternativa al problema. Il M5s raccoglie i frutti del malcontento politico e beneficia degli effetti della crisi rappresentando una forza antisistema e antibipolarismo». In effetti lo storico duopolio italiano, prima Dc-Pci poi csx-csx, è stato scardinato. Non dal Terzo Polo montiano e casiniano, rivelatosi essere un bluff della politica, ma da quel M5s che – dati alla mano – sta stabilmente sopra Forza Italia ma ben lontano dal Pd renziano.
Casaleggio & Grillo non hanno peccato di coerenza: dalle prime comparizioni elettorali hanno equiparato – in era di fervore anti Berlusconismo – Pd e Pdl, denunciando gli elementi comuni tra i due soggetti. Hanno attaccato la Casta con tutti i suoi costi e i privilegi, la partitocrazia in toto e un sistema di potere clientelare, delle lobby, corrotto e corruttibile. Un catalizzatore per gli scontenti e gli incazzati piegati dalla crisi economica e istituzionale: i voti sono piovuti da dx come da sx, come testimoniavano alcuni sondaggi dopo le elezioni dello scorso anno. I grillini, anche su questo, in realtà sono netti e chiari dal primo momento: «Il M5s è postideologico, per noi contano i fatti e non siamo né di dx né di sx». «Siamo una forza populista», ha aggiunto ultimamente Grillo, protagonista di una campagna elettorale decisamente sopra i toni. Quindi catalogare il movimento da un lato o dall’altro ha poco senso. Non è corretta la lettura, ad esempio, di chi vede nel M5S la “nuova sx” perché una buona parte del proprio programma elettorale ha quell’orientamento politico: temi ambientali, tutela beni comuni, difesa della Costituzione, reddito di cittadinanza, pacifismo e così via. Stride perché non considera la gestione padronale del movimento e i contenuti fortemente destrorsi sull’immigrazione, sulla sicurezza o il forte euroscetticismo declinato in chiave nazionalista. Tanto da aprire un dibattito all’interno del M5s sull’idea di alleanza con il leader inglese, xenofobo e liberista, Farage. In una recente intervista Roberto Fiore, storico leader di Forza Nuova, ha spiegato come alcune battaglie storiche del suo partito siano portate avanti ora da Lega Nord, Fratelli d’Italia e M5S e quindi «una grande vittoria per noi». La stessa Syriza lo scorso anno è venuta in Italia per confrontarsi col movimento. L’incontro come è nato, è finito. «Le differenze sono culturali naturalmente, al M5s manca il conflitto di classe e non combattono il neoliberismo», ragionano i dirigenti greci, i quali non condividono la visione della società come una lotta tra Casta e cittadini, e non tra classi sociali: tra chi detiene la ricchezza contro chi si sta impoverendo.
Ma se è una forza post-ideologica («per noi contano i fatti») e non di sx, stridono anche le teorie grillofobiche che vedono nel movimento un pericolo per la democrazia. “Fascisti” tout court per molti, in un gioco di semplificazione che non aiuta nessuno ad analizzare a fondo il fenomeno. E dove in realtà non si evidenzia il lavoro di “sentinella” in Parlamento contro le politiche dell’austerità volute prima dalla larghe intese e ora dal nuovo premier Renzi che tra riforma dell’art 81 della Costituzione, il Job Act sul lavoro e arresti bipartisan ha bisogno di una dura opposizione. Cosa che il M5S sta dimostrando di voler fare.
Tornando a Livorno, quindi: la città è andata a dx? Con la consueta irriverenza il direttore del Vernacoliere Mario Cardinali al Corsera rispondeva, parlando del Pd: «E il via libera agli ipermercati, coop rosse e adesso pure quelle bianche? E l’inutile nuovo ospedale che non vuole nessuno? E il degrado dei monumenti? Affari, soldi, business, poteri forti, arroganza. Un grande inciucio. I livornesi hanno detto vaffanculo, o meglio “ilbudelloditumà”». Sulla stessa lunghezza d’onda Lenny Bottai, noto pugile ed ex capo ultras delle Bal (Brigate Autonome Livornesi), che intervistato su Pagina 99 si domandava: «Perché avrei dovuto dare la preferenza al Pd che proponeva come assessore allo sport Maurizia Cacciatori (ex-candidata Pdl a Massa) mentre invitava i livornesi a difendersi dalla deriva destrorsa del M5S quando poi tutte le cose più di dx negli ultimi 20 anni di politica le ha fatte proprio il Pd che è diventato la nuova Dc? Se c’è una cosa che mi ha fatto schifo – continuava – è vedere riesumare termini come ‘compagni’ e ‘antifascismo’ per vincere un ballottaggio che aveva solo interessi economici e di potere, e in molti ci sono cascati. Poi al ballottaggio non si vota ‘per’ ma ‘contrò, ed era anche una questione di salute. Livorno ha un’altissima incidenza di tumori. Dopo il fallimento del rigassificatore Olt, questi (Pd) avevano promesso discariche e un altro inceneritore. Serviva un segnale chiaro. Le città non si governano con le Lobby, figuriamoci Livorno».
Come a dire: quando la sx smette di fare la sx, il popolo di riferimento della sx ti abbandona. Se da essere un partito popolare ti trasformi in un ufficio di collocamento di dirigenti di partecipate sempre pronto a sedare ogni pensiero critico e ogni lotta allora dopo non puoi cascare dalle nuvole. Il sito di controinformazione livornese Senza Soste è stato ancora più chiaro: «Molte persone che vivono fuori Livorno sono stordite da questo risultato e da posizioni come le nostre. Chi vive qui sa benissimo che la sx organizzata elettoralmente (eccetto Rifondazione), quella organizzata dal basso e quella diffusa nel sostegno a tante lotte sul territorio, hanno votato in massa per i 5 Stelle, o meglio contro il Pd. Molti tappandosi il naso ma per il bene della città, altri in modo naturale visto che nella sede del Movimento 5 Stelle di Livorno sono appese le bandiere “No Tav”, “No Rigassificatore” e “Referendum Acqua Pubblica”, le stesse che molti hanno in casa. Col Pd invece cosa c’era da condividere? Nulla, se non la vuota retorica di chi spesso parla facendo credere ai propri elettori che esiste sempre il Pci. Anzi, probabilmente molti possono condividerci le decine di denunce e i processi dei prossimi mesi per molte battaglie recenti e passate».
E adesso? Uno dei guitti livornesi più conosciuti e ascoltati in città, l’attore Pardo Fornaciari, un passato in Democrazia Proletaria, sentenzia: «Nogarin reggerà la città forte di un consenso che si aggirerà a malapena al di sotto del 30 % dei cittadini. Poco, pochissimo. Una forza politica piccolo borghese in tali condizioni è destinata fatalmente ad essere condizionata dalla classe sociale organizzata che si dimostrerà più forte. O il capitale che muove traffici, o quello che costruisce, o la forza organizzata dei produttori, i lavoratori dipendenti. Che per ora non c’è».
A Civitavecchia stesso film. Col sindaco uscente Pietro Tidei che in questi anni aveva stretto legami con poteri forti e lobby, invischiato poi in storie di familismo da basso impero. Quindi la rottura del csx con Sel e Pd ai ferri corti ed elezioni anticipate. Sel al voto con un suo candidato, autonomo e non in alleanza, che otteneva quasi l’11 per cento. Al ballottaggio M5S e il Pd di Tidei. A caldo, il 26 maggio, Enrico Luciani, ex consigliere regionale e uomo forte di Sel a Civitavecchia (di cui è stato anche vice sindaco) dichiarava: «Il rapporto ormai è deteriorato: è stato lui a lavorare per demolire la maggioranza non rispettando il programma. Noi lo abbiamo mandato a casa e alle elezioni europee ha preso una sonora botta. Al secondo turno deve continuare il processo per mandare a casa Tidei, non daremo mai il nostro sostegno all’ex sindaco». E infatti sotto banco Sel ha sostenuto – rompendo il sodalizio col csx presente quasi ovunque – il candidato del M5S. Come gran parte degli elettori della lista di sx livornese hanno sostenuto Nogarin al ballottaggio.
Uscendo dalla logica di affibbiare un orientamento politico al M5S, bisognerebbe riflettere sul perché ormai sempre più persone di sx si sono rifugiate nella casa grillina. Il giornalista Alessandro Gilioli scriveva giustamente: «La domanda non è se il M5S “sia o no di sx”, ma semmai se una parte degli elettori di sx o potenzialmente tali – specie quelli più giovani – continua a pensare di ottenere o meno una rappresentanza elettorale più vicina ai suoi ideali o ai suoi interessi quando vota M5S». Questo anche a causa di una deficienza della sx tradizionale che dal 2006 in poi ha collezionato batoste e scelte strategiche fallimentari. Persino dopo aver superato per soli 8mila voti la soglia di sbarramento con L’Altra Europa, si finisce per far emergere il proprio tafazzismo. Deludendo, ancora una volta, il suo elettorato. I recenti sondaggi Swg sull’analisi del voto pentastellato attestano come rispetto all’ultimo anno sia diminuita la percentuale di elettori di dx e aumentata quella di sx.
Va di moda tirare per la giacca Enrico Berlinguer, a trent’anni dalla sua morte. Se il Pd renziano ha tagliato le proprie radici ed è lontano culturalmente da quel Pci, anche il parallelismo col M5S è fuorviante. Nell’idea di società che si ha in mente. Nella prospettiva di reale alternativa da mettere in campo. Oltre agli strilli e i proclami. Berlinguer era un ideologico, era di sx, era un comunista. E lo spazio politico per modernizzare con coerenza quei valori è enorme. Volendolo fare, ovviamente.

ACCORDO SEGRETO PER DARE MASSIMI POTERI ALLE CORPORATION
Mauro Stracciari

L’organizzazione di Assange pubblica la bozza del trattato TISA, un accordo “riservato” tra 50 paesi che potrebbe cancellare il potere d’intervento dei governi e lasciare mano libera alle corporation. Anche su previdenza, evasione e finanza tossica.
Un accordo segreto a livello internazionale che punta a smantellare il ruolo dei governi nella finanza e aprire la strada a politiche ultra-liberiste. È questo il contenuto delle nuove rivelazioni di Wikileaks, l’organizzazione creata da Julian Assange già responsabile nel 2010 del “leak” riguardante i documenti riservati dell’esercito Usa sulle guerre in Iraq e Afghanistan. Il testo (parziale e provvisorio) dell’accordo è stato pubblicato giovedì sul sito dell’organizzazione di Assange e da alcuni giornali con cui collabora (in Italia l’Espresso). La trattativa per il TISA, sigla che identifica il Trade in Services Agreement (Accordo di Commercio dei Servizi) coinvolgerebbe 50 Paesi: Australia, Canada, Cile, Taiwan, Colombia, Costa Rica, Hong Kong, Islanda, Israele, Giappone, Liechtenstein, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Pakistan, Panama, Paraguay, Peru, Sud Korea, Svizzera, Turchia, Stati Uniti e Unione Europea. Tagliati fuori, invece, i cosiddetti BRICS: Brasile, Russia, India e Cina.
Secondo Jane Kelsey, professoressa della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Auckland e autrice di un memorandum che Wikileaks pubblica a corredo della bozza, il TISA sarebbe in grado di determinare le politiche economiche dei maggiori Paesi a capitalismo avanzato evitando qualsiasi discussione in merito nei parlamenti degli Stati interessati. Già, perché le trattative a cui fa riferimento la bozza vengono definite “riservate” e lo stesso trattato è indicato come “classificato”. Di più: secondo quanto riportato in calce al documento, il TISA dovrebbe rimanere segreto per 5 anni anche dopo il raggiungimento dell’accordo tra i Paesi aderenti.

LA PRESA DI POTERE ASSOLUTO DI MATTEO RENZI
Viviana Vivarelli

E’ del tutto evidente che si sta perpetrando un golpe autoritario usando gli strumenti stessi della democrazia ed eliminando gradatamente i diritti democratici ed elettorali dei cittadini, con un accentramento progressivo di tutti i poteri nelle mani di un solo capo assoluto che decide tutto, riforma tutto a suo vantaggio, scempia la costituzione, diminuisce la democrazia, trasforma la repubblica parlamentare in un presidenzialismo assoluto.
Come si possa applaudire a un simile colpo di stato non riesco nemmeno a capirlo .
Grillo avrà pure fatto un errore marchiamo apparentandosi con Farage e spero proprio che in corso di legislatura lo corregga, ma quello che sta facendo Renzi é una vera presa di potere di stampo mussoliniano che quei deficienti e disinformati dei piddini nemmeno arrivano a capire e che stravolgerà irrimediabilmente la nostra povera repubblica trasformandola in un potentato dove i peggiori governano contro gli interessi della nazione, per di più secondo un piano iperliberista cioé di estrema dx di svendita del paese, dei suoi servizi, dei suoi beni e dei suoi diritti alle multinazionali peggiori.
Ciò che accade é di una tale enormità che i 5stelle hanno ogni sacrosanto diritto e dovere di impedirlo con tutte le loro forze .
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Grazie solo al senato é stata per il momento fermata una nuova legge pro delinquenti che vietava il carcere per reati con pena sotto i 5 anni, praticamente tutti quelli in cui politici incorrono per mazzette o truffe varie. Ma dopo che il senato sarà stato eliminato chi correggerà le tante leggi precipitose e sbagliate fatte dalla Camera? Non ci si rende conto che il doppio esame Camera/Senato ha finora permesso di correggere tante leggi malfatte? E che le due Camere sono presenti in ogni paese democratico? E una Camera soltanto é presente solo nella Corea del Nord dove manca ogni traccia di democrazia
ed é in quella direzione che il duo B&Renzi ci sta portando??
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Se quelli che si dicono piddini o renziani avessero un minimo di coscienza democratica capirebbero da soli che non si sana una malattia creandone una peggiore e che Renzi sta marciando sparato verso una repubblica presidenziale dove il popolo non conta più nulla e tutti i poteri sono al capo del governo.
In quanto a Napolitano, ha firmato tante di quelle leggi anticostituzionali che non avrà il minimo ripensamento a firmare anche l’Italicum, che é molto peggio del porcellum.
Calderoli ha detto chiaro e bene che il porcellum era una porcata ieri come l’Italicum é una porcata oggi.
Dopo questa seconda porcata, la Consulta dovrebbe metterci 8 anni a dare la sua sentenza di incostituzionalità, ma Renzi ha provveduto anche a questo, con una legge che mette più politici alle sue dipendenze anche nella corte costituzionale e così quello che oggi è contro la Costituzione domani non lo sarà più per suo ordine, tanto Renzi della Costituzione se ne frega e basta.
L’unica speranza che ci rimane é che i giudici si stufino di un Berlusconi che continua a insultarli e facciano quello che hanno promesso, lo mandino ai domiciliari. Solo una pena maggiore e il restare recluso in casa potrebbe far infuriare Berlusconi talmente da fargli lasciare l’appoggio a Renzi per ripicca e a quel punto Renzi é finito.
il suo 40 per cento, che poi é un 22 reale sull’intero elettorato é solo una bolla di sapone che si sgonfierà presto, del resto tutti gli analisti politici lo danno come una gonfiatura insensata e poco duratura.
Sotto gli 80 euro di questo infame non c’é nulla.
E anche il più disinformato dei piddini alla fine arriverà a capire il danno che questo tanghero ha fatto al paese.
Se solo Grillo non avesse fatto l’enorme errore di mettersi con Farage… ma ormai la frittata é fatta e non gli porterà certo fortuna, marchiandolo a vita come estremista di destra.
Ma che paese disgraziato é questo dove ci tocca vivere, in una disinformazione perpetua, con la canea di 4 gatti che fanno tifo da stadio, media venduti e vertici corrotti e attenti solo ai loro interessi personali, mentre un intero popolo muore nel disinteresse di chi comanda.
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Renzi é tutto un susseguirsi di atti di una falsità e di un danno assoluti. Ha dato ad intendere ai cittadini che aboliva le Province quando i loro costi sono rimasti invariati e i loro operatori sono aumentati di 31.000 persone. Ha dato ad intendere che il Senato era inutile e che era meglio abolirlo e lo ha lasciato con meno poteri ma sempre con l’immunità, gli stessi costi, una evidente inutilità parassitaria, trasformandolo in una assemblea di nominati mentre l’unica cosa che ha eliminato é il diritto dei cittadini di eleggerli. Ha fatto finta di eliminare il porcellum perché era fortemente incostituzionale e l’ha sostituito con l’Italicum che mantiene tutti i punti per cui era incostituzionale, aggiungendone altri e realizzando il peggior sistema elettorale europeo.
Ogni atto di Renzi ha rafforzato la casta, ha aumentato il proprio potere personale e ha danneggiato la democrazia. Ogni sua proposta é stata peggiorativa e ha mirato solo ad accrescere l’impunità e l’assolutezza della casta.
E c’é ancora qualcuno che, per interesse, o ignoranza o malafede, difende queste nefandezze!
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Splendido! Dunque un Senato di nominati scelti dal capo del governo tra i fedelissimi, pagatissimi e coperti da immunità parlamentare e indipendenti dal voto dei cittadini, praticamente una casta dentro la casta, una cricca di sfiziosi nullafacenti ma con ogni protezione e benefit, con un ulteriore danno alla sovranità popolare e un governo libero di fare leggi pessime per direttissima senza le correzioni del parlamento!!
Il peggio del peggio!
Una sola Camera di nominati anch’essi, avendo l’Italicum eliminato le preferenze, come si fa solo nella Corea del nord, preludio alla massima dittatura, a cui ci avviciniamo a passi rapidi con tagli progressivi ai diritti dei cittadini e un rafforzamento sempre più forte dei poteri del premier che sta per trasformare la repubblica parlamentare in repubblica presidenziale.
Praticamente un solo monarca che governa coi voti di quello che dovrebbe essere il suo avversario, nel più grande inciucio mai visto in 60 anni, con un drastico allontanamento dalla democrazia e il massimo dell’accentramento dei poteri in una persona sola che farà e disfarrà lo Stato a suo comodo. Ai sudditi basterà dare qualche contentino come quegli 80 euro che sono costati un miliardo ma per cui hanno aumentato le tasse di 6 miliardi. E se un popolo applaude tutto questo, non è forse demenziale?

Alessandro
Nei giorni scorsi LUISELLA COSTAMAGNA aveva scritto del M5S: “Renzi qualche giorno fa chiedeva loro provocatoriamente “Accetteranno di discutere le riforme o continueranno a urlare e insultare?” I 5stelle hanno risposto offrendo il dialogo sulla legge elettorale approvata dagli iscritti. Una legge elettorale proporzionale ben diversa dall’Italicum, che è persino più anticostituzionale del porcellum, dà una maggioranza bulgara a chi supera il 37%, uccide i partiti non coalizzati (come il M5S) e non contempla le preferenze distruggendo così il principio fondamentale della sovranità. L’Italicum è una brutta legge costruita con B per far fuori il M5S, con la scusa che i grillini avevano detto no al dialogo.” .
Ma Renzi vuole assolutamente l’incostituzionale Italicum: lo vuole fortissimamente. E i media racconteranno di un “M5S bastonato alle Europee” che “va a PIATIRE IL DIALOGO… fatalmente troppo tardi”. Qualunque cosa faccia il M5S *deve* essere un fiasco.
Prepariamoci col casco bene allacciato.
(e i cloni applaudiranno. Abbasso la Costituzione! Viva l’autoritarismo! Morte alla democrazia! Vita eterna alla partitocrazia!)

Rob
Sel come Partito non esiste più e non occorre commentare oltre.
Ma sono convinto che il Pd sia diventato inciucio, cemento, affari, grandi opere e relative mazzette, protezione dei conservatorismi, indifferenza verso il mondo dei precari.”
Il PD non è neppure più un Partito di sx, ma al massimo di centro(dx).
Renzi è l’estremo tentativo per mantenere lo status quo e non implodere per milioni di persone “garantite” mentre altri milioni non hanno abbastanza e neppure la minima prospettiva di un futuro migliore.
Quel 6% di voti in più che ha perso il vuoto orrore intorno a Mario Monti è finito dritto dritto a Renzi alle ultime europee…
Un travaso di voti diretto.
In attesa che il PD imploda (è solo questione di tempo, non potendo mantenere quelle promesse) e i Finiguerra vengano mostrati al “grande pubblico” come tutte le persone valide di sx su cui costruire da ZERO una rappresentanza di sx (di vera sx!) in questo Paese, nel frattempo si vota il meno peggio. La sola opposizione esistente.
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Stefano Pedrollo
Si usa il termine ambiguità per definire la politica del m5s ma questo è a dir poco ridicolo. Il m5s è SEMPRE stato coerente e ha sempre detto quello che avrebbe fatto, prima di farlo, condivisibile o meno.
L’ambiguità è insita nel PD, proprio perché catalizzatore di voti in un vortice di mancanza di ideali e amalgama di interessi economico-clientelari.

Desmond

1 – L’italicum è una legge elettorale che è dichiaratamente costruita sugli interessi di un ristrettissimo gruppo oligarchico e che esplicitamente esclude il principio di rappresentanza. Intende garantire, senza neanche nasconderlo, solo gli interessi di una ristretta oligarchia, a partire dal suo capo attuale. In pratica usa il voto, non importa quanto minoritario, per costruire un finto parlamento, una assemblea a maggioranza predeterminata che ratificherà le decisioni del potere esecutivo.
2 – Le modifiche alla costituzione sono di natura tale che impediranno del tutto il ritorno ad un parlamento indipendente, perché una intera camera sarà di fatto di nominata direttamente dai vertici oligarchici. Infatti proprio perché i suoi membri saranno scelti negli enti locali le nomine individuali potranno essere fatte scegliendo i funzionari più fedeli ai vertici e più ricattabili, che quindi potranno impedire per decenni il ritorno ad una costituzione liberale. Ma non basta: nell’art. 68 dell’attuale costituzione è stata già inserita nell’ultima frase una disposizione che vale la pena leggere:
“Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, [...] Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.”
Con questo si garantisce al nuovo senato la necessaria impunità per impedire alla magistratura il controllo dei suoi movimenti, incontri e conversazioni.
Le due cose insieme saranno sempre in grado di bloccare qualsiasi iniziativa di lotta alla corruzione o di ritorno alla vecchia costituzione democratica. I gerarchi del regime potranno farlo anche solo assicurando attraverso i loro nominati che la nuova camera resti del tutto inattiva.
Ecco perché, qualsiasi cosa si muova nella società e qualsiasi nuova aggregazione si formi, il regime autoritario che è nato e che Renzi sta consolidando, non potrà cadere attraverso le normali procedure costituzionali: non esisterà più una costituzione che permetterà di tornare alla democrazia attraverso un processo formale e regolamentato. Una volta passati allo stato d’eccezione, e ci siamo ormai in modo consolidato e sistematico, non si torna alla democrazia attraverso regole formali, perché non ci sono più di fatto regole formali.
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ALESSANDRO GILIOLI

Ho intitolato il mio nuovo libro “La diaspora” per indicare quantoaccade nella sx.
Da tempo l’elettorato di sx in Italia si dirige verso 4 diverse scelte (e quando parlo di elettorato di sx intendo quello che vuole meno e non più forbice sociale, più e non meno servizi per le fasce meno ricche, più e non meno tutela per chi sta nelle posizioni più basse della scala produttiva o ne è ai margini, più e non meno empowerment della cittadinanza, più e non meno cura dell’ambiente comune, più e non meno scuola e sanità per tutti, più e non meno diritti civili).
Una parte vota (ancora, nonostante tutto) per il Pd. C’è chi lo fa per tradizione famigliare, dai tempi del Pci; chi perché pensa che il riformismo di Renzi tutto sommato vada in questa in direzione e quindi spera nel suo dinamico nuovismo, dopo tanto nocivo immobilismo; chi perché non vede alternative decenti né nella nicchia incasinata della sx radicale né tra le ambivalenze sempre più evidenti di Grillo.
Una seconda parte si è invece spostata verso il M5S. Ce ne sono un sacco, di elettori di sx che votano 5 Stelle: e negarlo sarebbe cieco. Di questi, la maggior parte lo fa perché convinto che il Pd sia diventato inciucio, cemento, affari, grandi opere e relative mazzette, protezione dei conservatorismi, indifferenza verso il mondo dei precari. Sono quelli che hanno fatto vincere Nogarin a Livorno, per capirci.
Una terza parte dell’elettorato va verso l’astensionismo: sono quelli che ‘mi fanno schifo tutti, nessuno rappresenta più i miei interessi o i miei ideali’. Sono tanti, troppi, soprattutto troppo ignorati da chi dovrebbe attrarre e canalizzare il loro dissenso verso lo status quo.
Una quarta parte è la nicchia quasi marmorea della sx radicale: quel milione-milione e mezzo di voti che nel 2008 andava alla Sx Arcobaleno, nel 2013 si è diviso tra Sel e Rivoluzione Civile, nel 2014 ha spedito tre parlamentari a Bruxelles ma fallendo di fatto l’obiettivo che si era dato a febbraio, quello di uscire dal proprio antico recinto.
Questa è la diaspora fotografata nel 2014. E qui si inserisce l’implosione di Sel.
Inevitabile, forse: il 40 e rotti per cento di Renzi è una calamita pazzesca. Non solo in termini di poltrone, m anche in termini politici, per chi invece è in buona fede: e crede che ormai non ci sia altra vita al di fuori del perimetro neopiddino. Sbagliano? Beh: certamente è una resa. Sel nasceva per “trascinare a sx” un’ipotetica alleanza di csx: annegarsi nel Pd di oggi aver fallito la propria missione.
Per contro, quel che si muove fuori dal Pd è un gran casino e quindi capisco le perplessità di chi ha paura di lanciarsi: la lista Tsipras non è decollata, il M5S ha aumentato e non diminuito le sue ambiguità: e immagino i silenziosi mal di pancia di chi è andato da quelle parti perché ‘il Pd è troppo moderato’ ora si trova a Bruxelles accanto all’estrema dx svedese (o semplicemente a Farage: che non sarà razzista ma reazionario e liberista in economia sì, basta leggerne il programma).
Grande quindi è il disordine sotto il cielo. Possiamo solo sperare.
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Il deputato 5stelle Fraccaro denuncia che paghiamo ogni anno 900.000 euro per le spese di viaggio di deputati che hanno finito il loro mandato. Quanti ce ne sono di abusi di questo tipo e quanti si potrebbe sfrondare equiparando il trattamento economico dei politici italiani in carica agli equivalenti della media europea? Come mai di questo si era cominciato a parlare ma, essendo stato chiesto di farlo ai politici stessi, tutto si é impantanato in un nulla di fatto? Ma quanto é difficile tagliare i soprusi e gli abusi della Casta? E quando interverremo anche sui privilegi delle alte cariche della magistratura e sulle spese folli della presidenza della repubblica? Come mai i diritti che non sono riconosciuti ai cittadini italiani sulle famiglie di fatto sono invece riconosciuti |trattamento sanitario, pensioni ecc.| alle famiglie di fatto della Casta e persino ad alcuni giornalisti? Quando si interverrà sulle pensioni e sui vitalizi degli onorevoli cosi’ da dare loro le stesse età pensionabili e le stesse condizioni economiche e di lavoro che hanno tutti i lavoratori?
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Viviana Vivarelli
Io continuerò a votare M5S.
Però continuerò anche a dire che quello che ho letto in questi giorni e quello che é stato fatto é stata une emerita stronzata.
E spero solo che sia corretta in futuro al più presto
-non si attacca il liberismo e poi ci si mette con un iperliberista
-non si dice che si é oltre la dx e la sx e poi si va col gruppo più a dx del Pe superato solo dal gruppo di Marina Le Pen
-non si dice che si vuole salvare l/ambiente e ci si mette con uno che sull-ambiente ci sputa
-non si dice che si vuole restare in Europa ma cambiare le regole dell-euro e poi si sta con Farage che odia l’Europa e vuole solo uscirne
-non si dice che la xenofobia é bella quando si hanno 4 milioni di italiani all’estero
-non si parla di limitare i benefit della casta con uno che sui rimborsi ai partiti ci ha pure rubato e ha pure messo soldi rubati in un paradiso fiscale
-non si fa una finta votazione quando si é già deciso e si manipola il cervello della gente con false informazioni
-e non si pensa a costruire una democrazia diretta quando non viene permesso il dissenso su una decisione del capo e chi osa presentarne uno viene preso a pesci in faccia e insultato
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Il giornalista Andrea d’Ambra scrive:
Gentile europarlamentare M5S,
con la presente desidero comunicarti la mia delusione per la presenza nel gruppo nel quale andrete a confluire, l’Efd, oltre che dell’indigeribile Ukip di europarlamentari di partiti di estrema dx e razzisti come i “democratici svedesi” nonché di una francese eletta nelle file del Front National di Marine Le Pen.
Non è questa l’idea di Europa di cui il M5S si è fatto portatore in campagna elettorale (“una comunità” dixit Grillo Vs “un’organizzazione criminale da distruggere” dixit Farage) e che ho votato e sostenuto.
Già le modalità con le quali si è arrivati al voto (con la sponsorizzazione continua e incessante di Farage) e la carognata dell’esclusione dei Verdi dalle opzioni avevano scosso profondamente me così come tanti amici che sono nel M5S da anni.
Non è questo il M5S che ho sostenuto e strenuamente difeso sin da prima della sua nascita (con gli Amici di Grillo dal 2006 ad Ischia) senza alcun tornaconto personale ma solo perché credevo in un progetto e in dei valori.
Ho replicato a decine di articoli nella stampa francese che lo demonizzavano, accusandoci di essere estremisti, razzisti, populisti, demagoghi, anti-europeisti…in rete, davanti a parlamentari, giornalisti, e amici stranieri. L’ho fatto con la convinzione che eravamo anni luce lontani da tali “epiteti”.
Oggi però, l’alleanza con veri estremisti, razzisti e xenofobi (svedesi, francesi) anti-ambientalisti (Ukip), anti-europeisti mina profondamente queste mie convinzioni e mi impone una pausa di riflessione.
Sono certo che questi miei pensieri sono condivisi da una gran parte degli attivisti ed elettori del M5S e spero che il tempo vi consentirà di realizzare quanto distante è il MoVimento da questi compagni di viaggio così scomodi per allontanarvene per tempo, prima che sia troppo tardi.
Tanto mi sentivo in dovere di comunicarvi.
Buon lavoro
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L’UNITA’ STA FALLENDO

L’Unità é il quotidiano di partito che prende la mole maggiore dei finanziamenti pubblici all’editoria
I senatori del M5S hanno presentato un disegno di legge che propone “l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria”, che al suo interno comprende anche il finanziamento ai giornali
Con gli ultimi tagli queste sovvenzioni si sono ridotte a meno di 70 milioni di euro l’anno riservate soprattutto alle testate di partito e a quelle religiose
Oltre a questi finanziamenti, i giornali godono di benefit di ogni tipo,dalla detassazione delle spedizioni,alla carta ecc.
Questi finanziamenti esistono in misura così esagerata solo in Italia e malgrado questi aiuti di Stato l’Italia é il paese europeo dove si leggono meno giornali e le tirature sono le stesse del dopoguerra malgrado l’aumento della popolazione.
In tutto il mondo l’informazione si é spostata sul web, ma i giornali italiani sono talmente abituati a essere allattati dallo Stato che da soli fallirebbero e,come si vede,falliscono lo stesso per mancanza di lettori.
La cosa bizzarra é che anche i giornali di estrema sx esigono i finanziamenti pubblici
come esigono la forma partito e gli altissimi stipendi e vitalizi dei politici,contribuendo anch’essi alla difesa dei benefici della Casta.
In questo senso il M5S ha costituito una moderna eccezione, anche se dalla sx radicale sono sempre arrivate critiche feroci e minimizzazioni sulla potenza informativa del web
Il web lo disprezza solo chi non lo conosce e ormai si avvia a costituire la fonte di informazione primaria per il cittadino che vuol conoscere i fatti,esulando dalla strettoia padronale dei gestori delle testate giornalistiche e permettendo un migliore confronto tra opinioni.
Nel campo dell’informazione su carta l’Italia è al 70esimo posto, il che vuol dire che prima la sua stampa disinformante e nefasta sparirà meglio sarà per tutti.
Ma una riforma drastica dovrebbe venire anche ai tg e ai letali talk show che sono armi di disinformazione di massa.
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http://masaweb.org


MASADA n° 1542 28-6-2014 AVREMO UN SENATO DI INQUISITI?

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I regimi hanno bisogno di capri espiatori – Sull’abolizione del Senato – Streaming Renzi /5stelle – Le menzogne di Renzi – I piddini e la dissonanza cognitiva – Insindacabilità e immunità – Senatori pescati tra inquisiti e condannati – L’immunità nel mondo – In cammino verso una dittatura – Come sanare gli appalti – Modifiche alla legge sulla diffamazione – E’ nata l’EFDD – Fallito il gruppo di estrema dx della Le Pen – Papa Francesco e i fabbricanti di armi

Io ti rispetto, fratello,
e ti ascolto.
Combatto con te l’arroganza,
lo stupido arbitrio
e la ricerca del potere ad ogni costo;
con te voglio
creare
un armonioso mondo
di giustizia e di pace…
vuoi?!
La LIBERTÀ
è quel dono
per cui si è pronti a dare tutto,
ma proprio tutto…
anche la vita!

FLAVIO MASSIMI, studente di 5° ITIS Galilei

VV.
Il mondo è peggiorato
non si pubblicano più poesie
nessuno canta più per strada o nelle case
nessuno racconta più barzellette
non ci sono più gli amici allegri di un tempo
persino Grillo non fa più ridere
La leggerezza è morta
eppure anche i tempi tristi producono poesie
ma il nostro è il più triste di tutti i tempi
quello dove si muore dentro
senza speranza

“La più grande gloria della vita non sta nel cadere mai ma nel crescere ogni volta che ci rialziamo”
(Mandela)

Davide Lak cita

“Questo grande male, da dove viene?
Come ha fatto a contaminare il mondo?
Da quale seme, da quale radice si è sviluppato?
Chi è l’artefice di tutto questo, chi ci sta uccidendo, chi ci sta derubando della vita e della luce prendendosi beffa di noi, mostrandoci quello che avremmo potuto conoscere?
La nostra rovina è di sollievo alla terra?
Aiuta l’erba a crescere, il sole a splendere?
Questa ombra oscura anche te?
Tu hai mai attraversato questo buio?

[Soldato Train – “La sottile linea rossa” Terrence Malick”

L’immunità va rivista e non solo per i Senatori, ma anche per i deputati – scrive Aldo Giannuli sul blog di Beppe Grillo – negli ultimi quaranta anni se ne è fatto un uso ignobile che ha coperto il sistematico latrocinio di una classe politica sempre più indecente”.

Saverio cita
Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.”
Antonio Gramsci, Indifferenti, su La Città futura, 1917

Patrizia G.
Il Senato non va abolito né trasformato va dimezzato e reso più veloce, l’abolizione del Senato ridurrebbe il controllo sull’esecutivo e porterebbe ad una “dittatura” della maggioranza.
Sull’immunità poi non c’è nemmeno da discutere, non deve esserci per nessuno, tanto meno per chi dovrebbe rappresentare il paese.
E aggiungerei che per far funzionare bene una democrazia occorre che l’informazione sia libera e plurale, cosa che mi sembra molto lontana dalla nostra realtà.
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Alessandro
Sono sempre stato un sostenitore del BICAMERALISMO PERFETTO (in questo i Padri Costituenti hanno visto lungo) e lo sono sia perché la doppia lettura dei provvedimenti legislativi e il doppio voto è una garanzia contro le porcate inserite alla chetichella e a tradimento (è possibile denunciare le furbate e sollevare un pubblico dibattito prima che il provvedimento incriminato venga discusso e approvato definitivamente dell’altro ramo parlamentare) ma pure per motivazioni del tutto opposte a quelle addotte quale presupposto della riforma dal Governo Renzi: il bicameralismo perfetto hai il PREGIO di RALLENTARE L’ITER LEGISLATIVO.
Si tratta di un pregio e non di un difetto, perché l’efficienza di un Paese non è data dalla BULIMIA LEGISLATIVA. Non giova emanare troppe leggi abborracciate, votate e approvate in fretta e furia. Il sistema legislativo italiano è fin troppo complicato, le leggi sono già TROPPE e mal scritte, difficili da interpretare e da leggere (avete presente la pletora di S.M.I., “successive modifiche e integrazioni” da rincorrere?).
Invece servirebbero TESTI UNICI, ben ponderati, scritti in modo chiaro. Norme semplici da interpretare e da applicare.

I REGIMI HANNO BISOGNO DI CAPRI ESPIATORI

Guardata dal punto di vista delle vittime, la storia appare per quella che è – disordine e ingiustizia – ma, smascherata nella sua falsa coscienza, è apertura al futuro….
Ponendola (la vittima) al centro dell’attenzione, la Bibbia avvia un’impensabile rivoluzione che consiste nella decolpevolizzazione della vittima e nella sua riconsegna all’innocenza, capovolgendo il meccanismo del capro espiatorio sul quale, per R. Girard, si fonda la pace apparente e transitoria delle civiltà umane. Per l’antropologo francese alla radice delle culture si occulta ed opera il meccanismo del capro espiatorio che consiste nell’individuare la fonte della propria minaccia non al proprio interno ma al proprio esterno oppure in chi, pur essendo interno al gruppo, occupa nel gruppo il posto più marginale. L’effetto paradossale è di creare, nel gruppo, concordia e unità, anche se si tratta di una concordia e di una unità solo apparenti perché istituite non sull’essere l’uno per l’altro ma sull’essere tutti contro uno. L’effetto perverso è che tale concordia, oltre ad essere falsa – come sono falsi i legami che traggono la loro forza dall’ essere contro qualcuno o qualcosa – avviene al prezzo di un inconsapevole ed originario falso che consiste nel fare del marginale, del debole e del meno garantito, il colpevole responsabile del male collettivo, cioè nel trasformare la vittima innocente in carnefice e il carnefice in vittima innocente.
(Carmine Di Sante: Bibbia La grande Storia; p.25-26)

Spinoza
In Italia la presunzione di innocenza è fatta a scaglioni. Scatta da un certo reddito in poi.
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Uno studente su tre riscopre la fede in occasione degli esami. E vedrai quando inizieranno a cercare lavoro.
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Ijena: Renzi: “Abolizione del Senato o mi ritiro dalla politica”. Davvero possiamo scegliere?
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Aeo Uaei: E potremmo sceglierle entrambe?
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Paolo Fara: Forse Renzi voleva dire “ritiro del Senato e abolisco la politica”
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Venicio Tomasoni: Veramente si sta abolendo l’eleggibilità del Senato. Non il Senato. Io ci farei caso, a questa differenza
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GianLuca Quaglia: Abolire il Senato non è una soluzione. Ma levarsi dalla palle il boyscout potrebbe avere dei vantaggi.

Michele Cervone: non si deve eliminare l’istituzione del Senato, si deve eliminare la corruzione che ne fa parte. E’ così elementare… per ridurre le spese si deve ridurre il numero di tutti i parlamentari e i loro pagamenti, stipendi, diarie e vitalizi. Cancellare tutto il Senato è da idioti o da nazi-fascisti.
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Haroldsmith
Il Senato «non vota il bilancio, non dà la fiducia, ma elegge il presidente della Repubblica». Quindi per riunirsi devono portare sfiga a Napolitano.
Al Senato andranno tutti i 108 sindaci dei comuni capoluogo. Finalmente un Senatore potrà essere commissariato per mafia

Progetto sbagliato
Il Senato dopo la riforma «non vota il bilancio, non dà la fiducia, ma elegge il presidente della Repubblica». Come un conclave.

Gionuein dei poveri
Renzi propone un Senato di 150 persone senza stipendio che non votano il bilancio e non danno la fiducia.
L’equivalente politico dei lavori socialmente utili.
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Dpascotto
Il nuovo Senato sarà formato dai 108 sindaci dei capoluoghi di provincia e dai 21 presidenti di regione. Devono avere contato due volte il Molise.

Viviana
Renzi rottama le province. Restano lo stesso ma con 21.000 dipendenti in più
Renzi rottama il Senato. Resta lo stesso ma lavora solo un giorno al mese su contenuti ridotti
Renzi rottama i disoccupati. Restano lo stesso, ma con 2 milioni in più e lavorano solo un giorno al mese su contenuti ridotto.
Renzi rottama la democrazia. La rottama e basta.
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Rosa Anna
La consapevolezza non si può inculcare: non è un dato o una nozione. È la costruzione originale del proprio modo di rapportarsi col mondo – in quanto sapere identitario, davvero capace di elevare una persona al di sopra dell’ignoranza e della piana informazione. È il caso della consapevolezza del rischio, che non frena ma rende accorti; della consapevolezza delle proprie capacità, che orienta ed entusiasma; della consapevolezza del dolore, che rende compassionevoli e gentili; della consapevolezza di essere amati, che rende invulnerabili.

Inca Tzato
Renzi ha chiesto: “Quanti vi avrebbero votato alle europee se aveste detto prima che avreste fatto l’alleanza con Farage?”
Io chiedo a Renzi: “quanti vi avrebbero votato alle politiche italiane se aveste dichiarato prima che vi sareste alleati con Berlusconi?
..
Viviana
Renzi ha fatto un nuova legge per depenalizzare la diffamazione
A ogni passo che fa, rafforza il male
Alla fine farà una legge per punire gli onesti
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Homofaber
Credo sia ozioso ripetersi ma (in una landa scolasticamente senza memoria forse varrà la pena ricordarlo) che il 90% dei media è nelle mani degli stessi poteri che il 5 Stelle denuncia e combatte; sicché sarebbe ipotizzabile avere o aspettarsi trattamento equo, civico, coscienzioso, proprio da coloro che si sentono attentati nel loro più intimamente nauseabondo, nel loro più morboso, nel loro cloaca-system? (ovviamente alludo ai burattinai pseudo editori, non alle marionette consapevoli o solo dementi che spesso maldestramente ne cercano di applicare il diktat). E tanto totalitarismo (pur per la massa impercettibile) andrebbe manifestato a prescindere dieci milioni di volte (quindi convengo sul replay for ever), soprattutto ove sorga o possa edificarsi nuova pietra. Ma gli accorgimenti e le difese a testa alta, forse sarebbero anche altre.
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RIFLESSIONE
Viviana

La mia vita è già abbastanza difficile come è.
So che c’è anche chi sta peggio di me, lo so e me ne dispiace.
Ma questo non mi consola dei miei guai che sono tanti ogni giorno, e più di quanti ne possa sopportare una donna anziana, rimasta sola e con una salute poco rassicurante
La passione politica è una delle cose che ancora mi dà senso e forza. insieme all’insegnamento e all’aiuto agli altri che perseguo quanto posso
Quando il corpo cede mi salvo nel pensiero.
Ma il pensiero di un uomo può essere retto solo se si sforza di essere informato e onesto.
Credo che cercare la verità sia il criterio fondamentale per la condotta di ogni persona civile, non solo di un politico o di un giornalista.
Credo che una democrazia diretta sarà possibile solo se ognuno di noi farà il suo massimo per stare nella verità e cercare la verità e difendersi dalla menzogna, dal plagio, dalla calunnia, dalla diffamazione.
Diffamare una persona è come uccidere la sua identità.
Calpestare la verità è come prostituire se stessi.
Mi sembra che il mondo in cui viviamo faccia schifo proprio perché è pieno di menzogne, menzogne politiche, menzogne mediatiche, menzogne religiose, bugie che ognuno di noi racconta a se stesso o cose che finge di credere per omologazione o per non essere rifiutato dagli altri, per sopravvivere, per non sentirsi più solo.
E vedere come questo desiderio di verità sia bistrattato, insultato, offeso, ingiuriato da chi preferisce l’assimilazione, l’omologazione, l’asservimento mentale, il plagio
o semplicemente ha una forte tendenza al male o serve il potere, fosse pure il proprio piccolo potere di fare del male a qualcuno o mettere qualcuno alla gogna o dimostrargli in qualche modo che può nuocergli o annullarlo..
è un nuovo dolore che aggiungo alla mia giornata.
E di cui farei volentieri a meno.

LE MENZOGNE DI RENZI
Peter Gomez

“Bisognerebbe avere il coraggio di dire che i parlamentari andrebbero dimezzati e che andrebbe dimezzata anche la loro indennità”
“L’immunità aveva un valore in un altro momento, in un altro contesto”
“Non abbiamo bisogno di dare altre garanzie ai parlamentari,ma di farli diventare sempre più normali”
Ma quante balle ha detto costui?
Ma si sa che bugie e politica sono una cosa sola
Bismark diceva: “Non si mente mai così tanto prima delle elezioni,durante la guerra e dopo la caccia”.
Ma davvero Renzi può credere che, in un Paese rapinato e offeso dalle malefatte della Casta più corrotta d’Europa, si possa permettere a 95 nuovi Senatori di rubare in casa propria (regioni e Comuni) per poi salvarsi al Senato??
Renzi tace. Ma per i renziani “non è il caso di mettere a rischio la riforma della Costituzione per un solo articolo”(Scalfarotto), visto che la “questione non è centrale”(Boschi).
Far eleggere 95 Senatori da mille consiglieri regionali, un terzo dei quali sono attualmente indagati, imputati o condannati, significa popolare il Senato di personaggi il cui principale obbiettivo è quello di entrarci per difendersi dai processi .
La ridicola Boschi con vera faccia di tolla prima ha negato, poi ha incolpato la Finocchiaro, infine ha confessato che tutti i gruppi, tranne la Meloni, avevano presentato emendamenti per garantire l’immunità anche ai Senatori anche se non eletti dai cittadini e con poteri ridotti. Unico e solo il M5S a chiedere con due emendamenti di togliere l’immunità anche alla Camera..
Ora ci manca che facciano Senatore Orsoni!
La nuova legge elettorale è un modo per espropriare definitivamente i cittadini dalla scelta de propri rappresentanti con liste bloccate (addio sovranità!) e nomine tutte in mano ai segretari di partito che come sovrani onnipotenti potranno salvare i loro protetti.
Poveri Italiani! Votando Renzi pensavano di abbattere la casta. Renzi prometteva di rottamarla ma l’unica cosa che ha rottamato è la nostra speranza!

Saverio cita:
“Ed: Non possono sbatterti fuori dalla polizia, Frank, lo trovo ingiusto!
Frank: Lo so, lo so, Ed, ma la vita non è sempre giusta. Pensa che la prossima volta che ammazzo qualcuno, potrei essere arrestato.”
(La pallottola spuntata)

Quando riesci a vedere quanto la mente sia un vicolo cieco cerchi di non starci più ma di metterla al servizio del cuore. Li ci sono possibilità maggiori.
Francesco Folchi
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In un’intervista a Vanity Fair (come sono cambiati i tempi!) il giovane vecchio di Arcore ha dichiarato che al termine della sua esperienza politica gli piacerebbe insegnare o fare il conduttore TV. Davvero ammirevole, non c’è che dire!!
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Giorgio Buongiorno
L’Italia ormai è un vero troiaio dove tutti dicono tutto e il contrario di tutto in continuazione e le uniche persone che fanno qualcosa di buono sono forse le uniche che non parlano più, dovremmo essere grati a loro se ancora qualcosa gira in questo paese e in qualche maniera continua ad esistere una parvenza di società che tra mille difficoltà funziona e ci fa vivere.
Spesso ci si dimentica che nonostante tutto e tutti nel nostro paese esiste ancora chi ogni mattina si alza e va al lavoro, mal pagato molto spesso e trattato come se fosse un paria. Grazie a chi ci permette ancora di mangiare del pane e si alza alle 3 di notte per prepararlo, grazie a tutti quelli che sgobbano quasi per nulla nelle campagne e si spezzano la schiena per le nostre insalate, grazie a chi fa i turni nelle centrali elettriche e ci permette di vivere una vita civile con l’elettricità, grazie anche a chi rischia la propria vita in tante mansioni pericolosissime nei tanti disparati settori della vita di oggi, grazie a medici ed infermieri, ai conducenti di treni e bus, insomma grazie a tutti gli Italiani che ancora hanno senso di responsabilità e pensano alle loro famiglie e anche a quelle dei loro simili e vivono e ci fanno vivere ancora tutti.
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Gad Lerner
Cara Finocchiaro, se è favorevole all’immunità la difenda; se invece è contraria perché l’ha firmata? Nel clima orrendamente demagogico in cui è stata concepita la riforma del Senato, chi la fa l’aspetti.”
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UNA SCROFATA DI RIFORME
Mario Miguel Moretta

Il vero potere, ancora una volta, resta ben saldo nelle mani dei partiti. Ovvero nelle mani delle gerarchie che li controllano. Quelle gerarchie rispondono soltanto ai poteri forti e gli stessi partiti soppiantano definitivamente, senza ritegno, le istituzioni. Le istituzioni diventano vorticosi caroselli di tromboni attaccati alla greppia dello Stato e lo Stato assume le sembianze di una scrofa cieca che mangia i suoi figli.

ITALIA DELENDA EST !!!!
Mauro B

Quella foglia di fico della Democrazia che ci permette di votare è definitivamente caduta, se non c’è più la legittimazione popolare e se la magistratura è condizionata ed imbavagliata da un massone… il piano Rinascita di Licio Gelli e la volontà dei Bildelberg schiaccerà la nostra Italia, già ridicolizzata a livello internazionale, e distrutta ed imbelle economicamente, relegandoci nel terzo mondo.Benvenuti, coglioni teledipendenti, nel terzo millennio.
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STREAMING RENZI 5STELLE
Viviana Vivarelli

Credevo che i punti focali fossero i due motivi gravissimi di incostituzionalità per cui il porcellum è stato bocciato dalla Consulta e l’Italicum sfacciatamente li ripete: abolizione delle scelte elettorali e esagerato premio di maggioranza. Ma non se n’è nemmeno parlato. Renzi li ha dribblati parlando di esame di costituzionalità ‘preventivo’. Ora basterà ‘che se ne dimentichi’, come ha sempre fatto su tante dichiarazioni rinnegate, e i 5 stelle resteranno fregati. La discussione mi è parsa surreale. Sembrava che i punti più importanti per il M5S fossero la grandezza delle circoscrizioni e il voto negativo, mentre Renzi parlava solo di governabilità eliminando abilmente dai cervelli la sottile questione della sovranità popolare e dello strapotere dei partiti e del Governo e faceva sembrare una burletta lambiccosa e poco applicabile il metodo del M5S. Lui si è venduto bene. I 5stelle hanno creato solo confusione mentale. Nessuno ha capito cosa volessero e Renzi sembrava vendere un prodotto più facile e funzionale. La democrazia era assente ingiustificata.

Cla Van
Ho trovato un ottimo sistema per dimagrire. Guardo la politica e mi viene da vomitare.
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Desmond
“In altre parole: i futuri Senatori non saranno scelti dai cittadini ma dai partiti”.
E’ l’obiettivo dichiarato ed è un paradigma dei regimi autoritari.
“Il principio inverso è che per legittimare la democrazia rappresentativa bisogna rendere più stretto e interattivo il rapporto tra cittadini ed eletti; bisogna insomma ridurre la distanza tra persone e palazzo.”
Ma la democrazia rappresentativa implica che i rappresentanti, proprio perché in quel sistema istituzionale rappresentano segmenti, classi e gruppi diversi della società, controllano il potere esecutivo e non ne sono controllati. Ciò che ormai si è realizzato è il contrario: è il potere esecutivo che sta controllando il potere legislativo. Quindi non ha alcuna importanza che i cittadini non possano intervenire nella scelta degli eletti, perché la funzione di questi ultimi non è più rappresentare i cittadini, davanti al potere esecutivo, costringendolo ad obbedire, ma è quella di rappresentare il potere esecutivo davanti ai cittadini e sono costoro, i cittadini, che devono obbedire. Quindi è anche logico che sia il potere esecutivo a scegliere i parlamentari.
Si tratta appunto di una dittatura.
“A me un po’ colpisce che all’interno di quell’ampio e trasversale movimento di pensiero fino a pochi mesi fa ci fossero, senza ombra di dubbio, anche molte persone che oggi non solo sono renziane, ma proprio tra i più stretti collaboratori del segretario-premier. Persone che quando i capataz del vecchio Pd sceglievano i segretari consultandosi tra loro nei corridoi, rimanevano fuori a esporre striscioni per “primarie sempre” e adesso esaltano modelli rappresentativi e istituzionali che vanno nella direzione opposta.”

Vale la pena di leggere questo post: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/07/pd-e-mose-perche-gli-arresti-non-fanno-perdere-voti-ai-partiti/1017223/ .

Desmond
E chi ce la spiega la svolta a U di tanti piddini?
E’ un’epidemia di dissonanza cognitiva (mentire a se stessi), tutti questi sostenitori del PD che oggi difendono appassionatamente scelte berlusconiste o addirittura apertamente fasciste usando gli stessi identici argomenti e parole che usavano Brunetta, Gasparri e Ignazio La Russa, a cui si erano opposti fino a poco fa. O nel Pd c’era una parte di soggetti in aperta malafede, che erano disposti anche prima a sostenere una dittatura e che oggi sono semplicemente usciti allo scoperto?
Sarebbe fantastico se di questo cambiamento d’opinione a 180 gradi, di questo indietro tutta, i suoi attori ci fornissero anche una spiegazione, a parte i consueti “siete palude”, “rosiconi”, “professoroni”, ecc ecc
Ma ovviamente non forniranno mai alcuna spiegazione: quelli più in buona fede
diranno semplicemente di non essere in grado di controbattere ma restano della stessa idea. I più disonesti negheranno tutto, anche l’evidenza, a qualsiasi costo, perché sanno di difendere una dittatura ma non possono dirlo.(E intanto ammazzano la democrazia e la verità!)
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Desmond
Se cambi la Costituzione cambia anche quello che è costituzionale.
Qui viene violato a priori un principio del costituzionalismo democratico, che impone l’uguaglianza del voto dei cittadini, la loro uguaglianza di fronte alla legge e quindi l’uguaglianza dei diritti. Una Costituzione autoritaria, come quella che sta per essere imposta, invece, mette la forza al posto del diritto. Infatti con la nuova Costituzione è il potere esecutivo (Governo), cioè la forza, che prevale sul potere legislativo (Parlamento) cioè il diritto.
E se è la forza a prevalere, i cittadini non hanno più uguali diritti, ma i loro diritti sono subordinati all’interesse del potere esecutivo.
I padri costituenti vollero che per cambiare la Costituzione ci volessero i 2/3 di un Parlamento eletto con metodi democratici, e questi corrispondevano al 65% dell’elettorato col sistema elettorale proporzionale. Oggi, i 2/3 di Boschi e Renzi corrispondono a meno del 20% dell’elettorato totale. La legittimità politica e morale è nulla.

“Indietro tutta”
Da una democrazia si torna ad una dittatura.
Osserva Lorenza Carlassare:
“Non è un Senato, è uno “sgorbio”. ll mio giudizio è che questo sgorbio sia frutto di un disegno che va avanti da tantissimi anni di cambiare la costituzione. E quando loro parlano di cambiare la costituzione non pensano ad alcune modifiche, pensano di toccarne il cuore, quella che è la sua forma e cioè la democrazia costituzionale. Democrazia costituzionale non vuol dire totalitaria o maggioritaria dove chi vince ha tutto, ma vuol dire limiti e regole al potere. Il costituzionalismo nasce per questo, per porre limiti e regole al potere. Il potere non le vuole e quindi reagisce in modi più o meno educati a seconda del momento storico e dei personaggi”

http://www.libertaegiustizia.it/2014/06/25/immunita-con-questo-Senato-discussione-ridicola/

Aggiungo io che nella storia del costituzionalismo occidentale, dal Bill of Rights del 1689 in poi, è sempre dal potere esecutivo che si difendono i parlamenti, è sempre contro il potere esecutivo che vengono sancite le immunità, è sempre il potere esecutivo quello che deve essere controllato, limitato e tenuto al guinzaglio.
Ora con le riforme renziane è il potere esecutivo che prevale e chi difende Renzi non nasconde di volere proprio questo.
E questo è il contrario di tutta la storia del cammino della stato liberale verso la democrazia: questo è la dittatura.

Francesco
La cosa più triste è che costoro non sono neanche quelli che i greci chiamavano “idioti”, quelli cioè che si disinteressano della politica e coltivano un orizzonte di interessi molto circoscritto e immediato.
No, queste sono invece persone che seguono (purtroppo nel vero senso della parola) la politica ma così come si può seguire la Roma e la Juve; credono di essere cittadini con una propria idea politica o più che altro “buona fede”, perché quella “idea” non la cambieranno mai a prescindere dai fatti.
Queste persone così intellettualmente morte sono il miglior concime di ogni tipo di dittatura.
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Giorgio N.
Il disegno è fin troppo chiaro.
Ampliare a dismisura il potere legislativo del Governo tramite la decretazione d’urgenza alla quale seguirà la conversione in legge da parte di una sola camera di nominati e ricattabili (”se non voti come dico io col piffero che ti ricandido alla prossima tornata”).
Se mi è concessa una riflessione, il Paese è in preda ad una enorme allucinazione di massa sul tema della GOVERNABILITA’ e del GOVERNO.
Credo che oltre il 90% degli elettori intenda il “governare” come sinonimo di “dirigere” e “comandare” (e, quindi di legiferare che è la maniera di dirigere della politica – faccio una legge affinché il Paese prenda una determinata direzione).
In realtà il termine “GOVERNO” in una democrazia parlamentare è paragonabile alla funzione di un/una “GOVERNANTE” in una casa, essa non fa altro che occuparsi della gestione e del buon andamento dell’abitazione, ma non ne è il proprietario né il padrone perché questo ruolo spetta al POPOLO (Art.1 della Costituzione “La sovranità appartiene al popolo”)
A me pare che l’allucinazione collettiva consista nell’avere confuso la governante con il proprietario e che sia stato il proprietario stesso ad essersi sottomesso alla governante…

Ovviamente la stampa di regime ha inneggiato al regime con la solita spocchia dei cortigiani venduti corpo e anima (se ancora c’è)

Annamaria
Ecco: mi sembra che il vero problema sia proprio qui: in questa complicità intollerabile, in questo viluppo innaturale e malsano tra ‘media’ e potere che ci soffoca, ci imprigiona, ci priva del diritto alla conoscenza che è un diritto primario.
E’ così, in questi spazi di libertà che si restringono sempre più, in questo pensiero unico paternalistico e opprimente, in questo silenzio che avvolge e nasconde la verità, che si instaura un regime.

Paola Ferroni
… ma la sentenza del 4 aprile della Consulta non dice che questo Parlamento può solo fare una nuova legge elettorale, e secondo i criteri da lei Consulta evidenziati?
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IMMUNITA’ ANCHE PER IL SENATO

Tutti la negano ma intanto tutti la votano. E hanno pure la faccia di scrivere sulla stampa che sono stati i 5stelle a volerle. La verità è che due emendamenti dei 5stelle sono stati ‘contro’ l’immunità del Senato e uno per l’eleggibilità da parte dei cittadini, mentre tutti gli altri hanno negato a parole quello che hanno votato nei fatti. Sono come il gatto che prima la fa, poi la nasconde sotto la sabbia per non farla vedere. Solo la posizione dei 5stelle è stata chiarissima e contro l’immunità per il Senato, e solo chi è in pesante malafede può ipotizzare falsità.
“i 5 stelle Vito Crimi, Nicola Morra e Giovanni Endrizzi hanno marcato la differenza con gli altri votanti: «Tutti i nostri emendamenti puntano a restringere le immunità parlamentari e sono volti a ridurre i privilegi dei parlamentari, difatti prevedono l’abolizione dell’autorizzazione per intercettazioni, sequestri, perquisizioni e arresti. L’unica tutela concessa è quella “per le opinioni espresse nell’esercizio del mandato”.
Cosa altro si cerca? Fuffa?
C’è chi fa delle chiacchiere demagogiche, vedi la Finocchiaro, e poi vota il contrario di quello che dichiara. Il M5S è l’unica forza politica che non fa divergere il voto dalle dichiarazioni
Siamo in un mondo di ipocriti, volete prendervela proprio con gli unici onesti?
Penso che l’immunità passerà perché i grandi ladroni sono d’accordo per aumentarsi le tutele Ma non si capisce proprio perché una assemblea non elettiva di puri nominati dai partiti che si riunisce una volta al mese e ha pochi poteri dovrebbe avere l’immunità. Cosa si vuol fare? Estenderla anche a sindaci e assessori?? Creare una casta di un milione e trecentomila INTOCCABILI?
La soperchieria e le menzogne di questa gente sono vergognose. E il peggio è che cercano di riversare la colpa sui 5stelle che sono gli unici che si sono opposti a questa nefandezza.
Ma davvero si pensa di risolvere tutto così? Governando come dei lestofanti e poi riversando la colpa sugli unico onesti???? La strafottenza e il cinismo di questa gente non ha limiti. Ma peggio ancora sono le orde di loro cloni pronte ad applaudire qualsiasi scempio alla verità e alla democrazia!!

Anthony
La mia impressione è quella della solita classe politica che sfrutta ogni situazione per corroborare il proprio potere ma senza che i cittadini se ne accorgano; paiono perennemente distratti, sembrano dire: “Scusate, si questo non ci eravamo accorti, ora provvederemo!” Veramente ridicoli!
Fra l’altro, se si guarda all’impostazione generale della riforma, resto perplesso all’idea che il futuro Senato debba essere composto dai rappresentanti degli enti locali e cioè in larga misura dai politici che fanno parte di quei consigli regionali nei quali, in questi anni, si è concentrato il malaffare.
A quanto pare, però, gli scienziati del PD la pensano in maniera diversa (!), ridicole in tal senso le dichiarazioni rilasciate dalla Serracchiani per cui si tratterebbe di “una riforma vera, corposa” anzi di “un fatto epocale“.
Mi chiedo se questi miracolati della terza Repubblica credano davvero in quello che dicono o siano semplicemente degli abili attori…
Infine, mi sento di condividere le parole di Giulia Bongiorno, ex presidente della Commissione giustizia alla Camera, che ha affermato quanto segue: “Se Pd fa riforme con Berlusconi significa che si adegua alla sua idea di giustizia. Boschi non può dire: “Non volevo l’immunità”. Troppo facile!
Se ti allei con un losco individuo come B, non potrai che partorire provvedimenti di infimo livello, basati cioè sull’impunità…
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COME SI CAMBIA

Il 12 maggio 1993 l’immunità parlamentare venne abolita.
Il relatore della legge che l’abrogò era CASINI che disse alla Camera: “Il principio del
princeps legibus solutus è medievale e quindi superato. Se vi è istanza di eguaglianza, quindi, essa deve riguardare in primo luogo gli autori della legge”. Il 12 ottobre la Camera approvò l’abrogazione con 525 sì, 5 no e 1 astenuto. Il 27 ottobre il Senato fece altrettanto con 224 sì, nessun no e 7 astenuti
L’indomani delle incriminazioni a Craxi avevano chiesto l’abrogazione dell’immunità parlamentare due mozioni:
-una firmata da BOSSI, MARONI e CASTELLI.
-L’altra da FINI, GASPARRI e LA RUSSA.
-Di questi 6, 5 divennero poi ministri del Governo Berlusconi.
-I tre leghisti parlavano di “inaccettabile degenerazione
nell’applicazione dell’immunità parlamentare trasformata in immotivato e
ingiustificato privilegio” con “conseguenze inaccettabili e aberranti”
che vanno “eliminate” al più presto.
-I tre missini scrivevano: “L’uso dell’immunità e soprattutto l’abuso
del diniego dell’autorizzazione a procedere vengono visti …come uno
strumento per sottrarsi al corso necessario della giustizia
Ma i tempi cambiano, e uno scudo protettivo non se lo nega nessuno
Oggi berlusconiani e leghisti vogliono l’immunità come nessuno mai
La politica è la sagra delle bugie
E la stampa, che da cane da guardia del potere è diventata il suo lecchino personale, mente più che può
Ma che si deve dire di quegli elettori che davanti a sequele di menzogne sempre più pesanti e sempre più evidenti alla luce del sole, e davanti a un blocco di potere Renzi/Berlusconi che porta avanti e difende la parte peggiore del Paese rafforzando la casta politica più corrotta d’Italia ancora hanno il coraggio di sostenere Renzi e di gratificarlo col 40,8 % di consenso??

IMMUNITA’ NEL MONDO

Distinguiamo ‘l’insindacabilità’ che riguarda il non essere perseguiti per le cose dette mentre si esercita la funzione di parlamentare, che hanno quasi tutti i 27 paesi Ue, dall’immunità’ per cui non si può essere perseguiti per reati comuni, qui l’Italia rischia di essere la pecora nera d’Europa.
Tutti i paesi europei hanno un concetto di immunità parlamentare molto più ristretto di noi. In Italia questa tutela è diventata eccessiva al punto che nel 2003 un sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani ha condannato l’Italia per aver interpretato troppo ampiamente il concetto dell’immunità parlamentare nei procedimenti penali.
Circa l’insindacabilità, la Germania fa eccezione, in quanto la calunnia non viene considerata libertà di espressione ma reato. Inoltre, i parlamentari non possono essere perseguiti, arrestati o condannati in inchieste penali tranne che in due casi: in caso di flagranza e quando il Parlamento ha dato il permesso per l’arresto o l’autorizzazione a procedere (un po’ come in Italia prima del ’93).
In Belgio, Paesi Bassi, Svezia e Inghilterra anche l’insindacabilità parlamentare è limitata, riguarda la libertà di espressione in Parlamento ma non, per es., le dichiarazioni alla stampa fatte prima del dibattito parlamentare, o la ripetizione di dichiarazioni precedentemente espresse durante i procedimenti parlamentari. Ma chi è sospettato di atti criminali sarà trattato come qualsiasi altro cittadino.
I parlamentari svedesi possono essere perseguiti per crimini fatti fuori dalle loro attività come rappresentanti, però possono essere privati dalla loro libertà solo in flagranza, se il parlamentare confessa di aver commesso il crimine, o per creati con più di 2 anni di carcere.
I parlamentari portoghesi possono essere perseguiti solo in flagranza, o col permesso del Parlamento, per reati con più di 3 anni di pena. I ministri portoghesi sono civilmente responsabili e possono essere perseguiti penalmente, ma possono essere arrestati solo nei casi di flagranza o per crimini punibili sopra i 3 anni di pena. Il Parlamento può sospendere in via immediata la condizione di parlamentare dei ministri e la sospensione è obbligatoria per reati con più di 3 anni di carcere. Il presidente portoghese può essere perseguito per crimini commessi nella attuazione del suo incarico solo dopo che il suo mandato è terminato.
Il leghista Castelli, che è arrivato ad essere Guardiasigilli ma non certo per saggezza costituzionale, sosteneva che nei paesi civili i giudici non possono giudicare chi governa, affermazione che si sostanzia solo nelle dittature.
In uno stato legittimo e democratico i politici sono soggetti alla legge quanto i comuni cittadini.
Negli Stati Uniti, nessuno è al di sopra della legge, compreso il Presidente (vd processi a Johnson, Reagan e Clinton). Nessun membro del Governo gode di una immunità sancita dalla Costituzione, i membri del Congresso godono di immunità dall’arresto.
In Francia tutti i ministri, compreso il 1°, possono essere indagati senza bisogno di richieste e in qualsiasi momento ed esiste anche la condanna all’ineleggibilità: se un politico si dimostra colpevole di un reato grave, può venire allontanato per sempre dalla vita politica. E magari questo ci fosse anche da noi! Faremmo una scrematura provvidenziale di molti politici inaccettabili.
I membri del Governo inglese godono di immunità esclusivamente per diffamazione o vilipendio nell’esercizio delle loro funzioni e sono perseguibili penalmente per tutti gli altri reati senza bisogno di alcuna autorizzazione del Parlamento.
Il Lodo Schifani invece, voluto da Berlusconi, all’art 1. vietava i processi penali per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione“! In pratica una immunità a vita anche precedente!!
In Germania il presidente della Repubblica federale ed i membri del Parlamento godono di immunità contro procedimenti legali, ma l’immunità è revocabile dal Parlamento anche per il Presidente della Repubblica. Il cancelliere ed i ministri non godono di alcuna immunità, così come il Presidente della Corte Costituzionale.
I membri del Governo spagnolo sono responsabili penalmente per atti commessi fuori della loro funzione. I casi criminali contro di loro sono portati davanti alle Suprema Corte, ed è necessario un permesso parlamentare solo nel caso di tradimento o altro crimine contro la sicurezza dello Stato. Rispondono penalmente di fronte alla Sezione Penale del Tribunale Supremo.
Nei Paesi Bassi il premier e i suoi ministri sono responsabili civilmente e penalmente come qualsiasi altro cittadino per atti commessi fuori della loro funzione.
In Grecia i deputati godono di insindacabilità di opinione nell’esercizio delle loro funzioni, ma non per gli altri reati. Per le procedure di arresto serve l’autorizzazione della Camera.
Nessun deputato danese può essere arrestato se non in flagranza di reato e non è responsabile per le opinioni espresse in Parlamento. Le richieste di autorizzazione a procedere contro i deputati sono esaminate da una commissione per il regolamento. I ministri sono messi in stato d’accusa dal re o dal Parlamento e giudicati dall’Alta Corte di giustizia.
In Irlanda, eccetto i casi di tradimento, crimine o violazione dell’ordine pubblico, i deputati sono immuni da arresto “mentre si recano al Parlamento o ritornano da esso, o sono entro i limiti di una delle due Camere, e per le opinioni espresse in una delle due Camere rispondono solo alla Camera”. Non godono di alcuna immunità per reati al di fuori delle proprie funzioni.
L’immunità dei parlamentari svedesi è limitata agli atti commessi o alle dichiarazioni rilasciate nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali. Ma possono essere perseguiti per qualsiasi crimine. Il re gode dell’immunità assoluta, mentre il premier e i ministri godono di immunità solo in quanto membri del Parlamento.

Con l‘orribile riforma renziana, nel patto mostruoso tra Pd e Pdl, diventeremmo il fiore all’occhiello dell’Europa. Un crisantemo ovviamente! A segnare la morte della democrazia!
A differenza degli altri Paesi europei l’Italia è l’unica che ha una immunità totale

COME SANARE GLI APPALTI
Viviana Vivarelli

E’ ovvio che la classe politica è penalmente responsabile IN TOTO del fatto che ogni opera pubblica italiana costa dieci volte di più di una similare tedesca o francese con tempi interminabili (si pensi alla Salerno – Reggio Calabria).
Questa vergogna sugli appalti subappaltati, con tangenti e mazzette, è stato espressamente voluta dai politici italiani di tutti gli schieramenti per 20 anni come mangiatoia comune.
C’è una legge molto semplice sulle grandi opere che gli USA hanno DA SEMPRE (!!) e che troncherebbe immediatamente il giro di corruzione nazionale e locale:
basta stabilire per legge rigorosamente che chi ha l’assegnazione dell’appalto fissi in modo esatto tempi e costi, e, se sfora su quanto pattuito, o non compie le opere con la diligenza dovuta per legge, non solo non avrà altro tempo o altri soldi, ma dovrà PAGARE DELLE MULTE SALATISSIME per violazione del contratto, così salate da fargli passare il vizio per sempre o addirittura sarà escluso per tot anni da lavori simili.
So che gli Americani applicano rigorosamente questa regola, perché mio suocero era un architetto e, con un collega, ebbe in concessione nel dopoguerra dagli Americani la costruzione di un cimitero per i soldati polacchi morti in guerra, e, siccome sforò sui conti, lui e il suo collega furono fatti fallire.
E noi invece cosa facciamo? Diamo ai delinquenti politici che marciano su queste truffe e su questi ricarichi pure l’immunità??? Noi siamo la vergogna d’Europa.
Non solo abbiamo la classe politica peggiore e più corrotta che ha preso una Nazione che era la settima potenza industriale del mondo e l’ha portata a livello di Terzo Mondo, non solo questa classe politica indecente brucia da sola 60 miliardi ogni anno per corruzione, coprendo metà della corruzione dei 27 paesi europei messi insieme, ma ora, col patto infame di Renzi con Berlusconi, sta tagliando rapidamente tutti i diritti del popolo sovrano e ci sta avviando verso un sistema autoritario semipresidenziale sul tipo della Corea del Nord!
E c’è chi ha anche la faccia di dire che Renzi deve essere lasciato libero di fare le sue dannate riforme!?
E, mentre queste orribili cose accadono, gli elettori sostengono ancora i loro distruttori insieme ai media, più corrotti ancora di loro, che se ne escono a dire che la colpa di quanto avviene E’ DEL MOVIMENTO 5 STELLE! L’unico che da quando è nato non ha collezionato nemmeno un corrotto!
Ma si può immaginare una protervia più colossale!? Un vero patto a delinquere che vede complici governi mostruosi e organi di informazione!! Peggio dell’OVRA mussoliniana!

LODO SCHIFANI

Pd, Pdl e Lega non hanno mai avuto un limite alla loro soperchierie.
Nel 2003 fu approvato il lodo Schifani che introduceva addirittura l’immunità per le alte cariche dello Stato, con Legge 18.06.2003 n° 140 , G.U. 20.06.2003, per i fatti PRECEDENTI la carica stessa. Il Parlamento approvò. “« Non possono essere sottoposti a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione fino alla cessazione delle medesime, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Corte Costituzionale ». Ciampi firmò il Lodo Schifani ma, non trovandolo legittimo, si appellò alla Consulta che lo dichiarò incostituzionale. Probabilmente se Presidente fosse stato Napolitano, lo avrebbe firmato e basta, come ha fatto per altre porcherie.
La legge fu dichiarata incostituzionale dalla Consulta con la sentenza 20 gennaio 2004 n° 24. Ora questi maledetti ci riprovano!
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Lacorda
Bisognerebbe piuttosto varare una legge per rendere immuni i mortali cittadini dalle leggi scellerate che questi pressappochisti dalla testa vuota producono ogni giorno.
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Danger 34
Ce lo avevano detto che il Bomba è diversamente onesto!
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Non si capisce proprio perché una assemblea non elettiva di puri nominati dai partiti che si riunisce una volta al mese e ha pochi poteri dovrebbe avere l’immunità!!
Cosa si vuol fare? Estendere l’immunità anche a sindaci e assessori??
Creare una casta di un milione e trecentomila INTOCCABILI?
La soperchieria e le menzogne di questa gente sono vergognose.
E il peggio è che cercano di riversare la colpa sui 5stelle che sono gli unici che si sono opposti a questa nefandezza.
Ma davvero si pensa di risolvere tutto così? Governando come dei lestofanti e poi riversano la colpa sugli unico onesti?! La strafottenza e il cinismo di questa gente non ha limiti. Ma peggio ancora sono le orde di loro cloni pronte ad applaudire qualsiasi scempio alla verità e alla democrazia!!
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Come disse Renzi: “Se qualcuno nel Pd è a conoscenze di episodi di corruzione salga subito i gradini di un tribunale …..” … ora però aggiunge: “che ci pensiamo noi a proteggerlo con l’immunità “
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Si chiede Gilioli come mai Pd e Pdl abbiano tanto voluto l’immunità anche per questo strano e non democratico Senato. A chi giova? Avendo meno poteri dei deputati e non essendo eletti dai cittadini, perché i Senatori dovrebbero avere questo privilegio? (sul tg di sky il sondaggio ha visto il 91% dei partecipanti votare No a questa ennesima porcata). Ma il peggio è che se passa l’Italicum, che è più incostituzionale del Porcellum, nemmeno i deputati sarebbero scelti dai cittadini ma sarebbero ‘nominati’, con bello scempio della democrazia . E non si capisce, anche nel caso di onorevoli eletti, perché in caso di indagine giudiziaria ci debba essere questa immunità. Al massimo si crei un arbitro terzo. La grottesca vicenda dell’immunità è una porcata conseguente alla porcata integrale di tutto il nuovo impianto di rappresentanza ormai da troppo tempo golpista e nemica di ogni democrazia.
Per compiacere il patto che Renzi ha sottoscritto col pregiudicato B,avremo un ramo del Parlamento (la Camera) scelto con i listini bloccati; e l’altro (il Senato) formato da consiglieri regionali e sindaci nominati dal Governo. Resta tra potere e cittadini lo stesso abisso del Porcellum e uno scempio anche maggiore nei confronti di una democrazia ormai messa sotto i piedi con una arroganza e una protervia da vomito.
A questo punto, parlare di sovranità e di democrazia diventa grottesco.
Queste riforme sono a senso unico: servono solo a cementare il potere della Casta e a renderla sempre più diversa dai comuni cittadini, esentandola da quella responsabilità penale per cui tutti i cittadini dovrebbero essere uguali di fronte alla legge. La Casta finge di fare riforme, in realtà rafforza se stessa a scapito dei nostri diritto sovrani.
E Napolitano firmerà questa sconcezza? Certo che sì, come ha firmato qualunque altra sconcezza, firmerà l’incostituzionale Italicum come firmò l’incostituzionale Porcellum, con lo stesso indifferente cinismo.
D’altronde è stato rimesso lì per questo: assicurare alla Casta un potere eterno, ai vecchi boss come al nuovo nell’infinita omertà che ha sempre legato la cricca in un arbitrio perverso contro il nostro Paese, con l’unica e comune ideologia del potere che sulle nostre piccole utopie personale ha sempre fatto due risate, quando non le sono state utili, come erano utili a Renzo Tramaglino i polli che ci beccavano l’un l’altro mentre li portava al macello.
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MODIFICHE ALLA LEGGE SULLA DIFFAMAZIONE
Viviana Vivarelli

La denuncia di diffamazione con pene gravi è sempre stata usata negli stati dittatoriali come una specie di censura e sappiamo come B ne abbia abusato (ha querelato Report per es., Repubblica, Di Pietro..). La querela per diffamazione è un’arma contro la libertà di espressione e viene adoperata come bavaglio nei paesi sub-civili. Si discutono in questi giorni al senato delle modifiche per depenalizzarla, anche se non si vuole ancora derubricarla a illecito civile. Non si andrà più in carcere per diffamazione, ma si pagherà una multa.
Su questa legge, e a favore della libertà di espressione e di informazione, è partito in Europa un appello da parte del rappresentante OSCE per la libertà dei mezzi d’informazione, del Commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani e del relatore speciale delle Nazioni Unite per la libertà di stampa, visto che la legge italiana anche se modificata prevede ancora “la possibilità di istruire cause penali per diffamazione”, “aumenta le sanzioni pecuniarie nei confronti dei diffamatori e manca di misure deterrenti efficaci per impedire l’abuso della legge da parte dei querelanti”. Sono 30 anni, dicono i promotori dell’appello, che l’Italia viene condannata per le sue cattive leggi in materia.
Depenalizzare la diffamazione, scrivono nell’appello, “è il modo migliore per evitare nuove violazioni della libertà d’espressione”. Occorre difendere la verità e il rispetto della reputazione di ogni persona ma allo stesso tempo impedire forme indesiderabili di autocensura.
Il codice penale italiano definisce la diffamazione come delitto contro l’onore. Ora, nessuno degli onorevoli è stato mai punito per questo reato. Per i comuni cittadini, invece, o per i giornalisti che diffamino a mezzo stampa esistono pene fino a un anno di carcere. Il Governo ha recentemente fatto votare una legge per depenalizzare il reato, eliminare il carcere e trasformare la detenzione in multe da 5.000 a 60.000. La legge tuttavia prevede pesanti sanzioni ai giornalisti in caso di recidiva, troppo pesanti e tali da mortificare la loro voce per sempre..
Giornalisti, direttori dei giornali e blogger continueranno ad essere vittime di querele maligne da parte di chi vuole mettere a tacere voci e tastiere scomode. Per chi abusa di queste querele sono previste purtroppo però pene minime, fino a 10mila euro, per cui i politici e altra gentaglia non saranno scoraggiato da fare querele tendenziose e false per molestare qualcuno i intimidirlo.

Beh, io vorrei farvi notare una cosa: gli unici che si sono opposti alle pene esagerate per i giornalisti sono stati i 5stelle, più qualche “dissidente” Pd come Casson.
Dunque osservo: come minimo quei giornalisti che sono così usi a diffamare e calunniare il M5S dovrebbero esser grati al M5S per questa difesa isolata che il M5S ha fatto della loro libertà di espressione! Questo è uno di quei casi in cui chi ha fatto del male si vede ricambiare con del bene!
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IFQ
Questa è la base da cui dovranno essere scelti, dopo la riforma, i nuovi Senatori immuni. La rete dovrà pescare nel mare più inquinato della politica italiana: su 1.100 consiglieri regionali, 521 sono stati indagati, per 300 è stato chiesto il giudizio. Tre i Consigli regionali che sull’onda degli scandali sono stati sciolti in anticipo rispetto alla scadenza elettorale: quelli del Lazio, della Basilicata e della Lombardia. Imbarazzanti i numeri dei consiglieri indagati: 83 in Sicilia, 64 in Lombardia, 51 in Campania, 39 in Piemonte. In Emilia Romagna indagati tutti e nove i capigruppo. È vero che i protagonisti delle storie più scandalose di spese pazze si sono fatti da parte, ma molti altri sono restati nelle assemblee regionali, quando non sono stati addirittura promossi. È il caso di Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie del csx per la presidenza della Regione Sardegna che è stata chiamata da Matteo Renzi a fare il sottosegretario nel suo Governo, malgrado sia indagata per peculato. Come Vito De Filippo (Pd), sottosegretario alla Salute, a processo per l’uso disinvolto dei soldi pubblici della Regione Basilicata. E come Umberto Del Basso De Caro (anch’egli Pd), che proviene dalla schiera degli indagati della Regione Campania e ora è sottosegretario ai Trasporti.
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E’ nato il gruppo europee EFDD (dove DD sta per democrazia diretta)

The EFDD: the democracy redemption is round the corner. It will be, also, a way for the italian and the british people to know each other much better than they actually do.

Piattaforma politica
Il Gruppo è aperto ai deputati che sottoscrivono una Europa della Libertà e della Democrazia e certificare la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dell’uomo e la democrazia parlamentare.
Il Gruppo sottoscrive il seguente programma:
1. Libertà e la cooperazione tra le persone di diversi Stati
Impegnata ai principi della democrazia, della libertà e cooperazione tra Stati nazionali, il Gruppo privilegia una, trasparente, la cooperazione democratica e responsabile aperto tra Stati sovrani europei e respinge la burocratizzazione d’Europa e la creazione di un unico superstato europeo centralizzato.
2. Più democrazia e il rispetto della volontà popolare
Convinto che il livello legittimo per la democrazia spetta agli Stati nazionali, le loro regioni e parlamenti poiché non vi è
cosa come un unico popolo europeo; il Gruppo si oppone un’ulteriore integrazione europea (trattati e politiche) che aggravare l’attuale deficit democratico e la struttura politica centralista dell’UE. Il Gruppo favorisce che eventuali nuovi trattati o qualsiasi modifica dei trattati esistenti devono essere sottoposti a votazione dei popoli attraverso il libero ed equo nazionale referendum negli Stati membri. Il gruppo crede che la legittimità di ogni potere proviene dalla volontà dei suoi popoli e il loro diritto di essere liberi e democraticamente governato.
3. Rispetto per la storia d’Europa, delle tradizioni e dei valori culturali
popoli e nazioni d’Europa hanno il diritto di proteggere la propria stabilità sociale e rafforzare i propri valori storici, tradizionali, religiose e culturali. Il Gruppo rifiuta la xenofobia, l’antisemitismo e qualsiasi altra forma di discriminazione.
Inoltre, il gruppo sottoscrive il concetto di democrazia diretta credendo che fosse il controllo ultimo sulle élite politiche.
. 4 rispetto delle differenze e degli interessi nazionali: libertà di voto
Concordare incarna questi principi nei suoi procedimenti, il Gruppo rispetta la libertà delle sue delegazioni e deputati di votare come meglio credono.
Il Gruppo è formato dai membri del Parlamento europeo che hanno firmato la dichiarazione al Presidente del Parlamento del giugno 2014.
1 La delegazione italiana respinge ogni forma di discriminazione, in linea con l’articolo 3 della Costituzione italiana. 4
Domanda di adesione
I nuovi membri possono essere ammessi, con il sostegno della maggioranza dei due terzi di tutti i membri, è consentito il voto per delega.
Articolo 2 Le procedure di voto
Decisioni politiche comuni possono essere adottate solo all’unanimità tra i sottogruppi.
Ogni sottogruppo di membro dispone completa libertà di agire secondo il suo / la sua propria convinzione.
Per il gruppo sia andata deserta, un terzo dei membri deve essere presente o hanno deleghe.
Il gruppo può decidere a maggioranza se una decisione amministrativa dovrebbe essere presa dall’Ufficio di presidenza.
Utili proxy sono ricevibili senza limitazioni numeriche. Tali voti devono essere comunicati alla Presidenza e il Segretario Generale un’ora prima della riunione.
Articolo 3 Il tempo di parola al Parlamento europeo
Il tempo di parola assegnato al Gruppo sarà distribuito su 5
una base equa, dando priorità in conformità con le responsabilità dei deputati nelle commissioni parlamentari e delle delegazioni interparlamentari.
Il segretariato del Gruppo presenta una proposta sulla base dei desideri espressi.
Articolo 4 riunioni del Gruppo
L’Ufficio organizza gruppi di lavoro e riunioni di gruppo in cui i membri si informano reciprocamente sul lavoro del Parlamento europeo.
La riunione del gruppo si terrà la settimana prima e durante le sessioni di Strasburgo.
Su proposta dell’Ufficio di presidenza, il Gruppo decide in riunioni tenute fuori dei normali luoghi di lavoro del Parlamento.
Su proposta dell’Ufficio di presidenza, l’utilizzo delle strutture del Gruppo messi a disposizione del Gruppo sono ripartite equamente sulla base delle decisioni prese durante le riunioni del Gruppo.
I sottogruppi hanno una loro autonomia e possono organizzare i propri incontri dei sottogruppi.
Articolo 5 Iniziative a nome del gruppo
Ai sensi del regolamento del Parlamento europeo, iniziative parlamentari introdotte a nome di tutto il Gruppo devono essere approvate all’unanimità in una riunione dell’Ufficio di presidenza.
Il gruppo può esprimersi con una sola voce su argomenti su cui vi è una posizione comune.
Tuttavia, in assenza di un mandato di gruppo, i singoli membri possono sempre agire e firmare i documenti per conto di se stessi.
Articolo 6 assegnazioni di seggi nelle commissioni parlamentari e delle delegazioni interparlamentari
Membri titolari e supplenti delle commissioni parlamentari e delle delegazioni interparlamentari sono designati da una decisione del gruppo, tenendo conto delle esigenze di tutti i membri e garantire una distribuzione equa in rapporto al peso politico dei diversi comitati.
Articolo 7 Organi del Gruppo
Il Gruppo è guidato da una presidenza e una Presidenza.
La Presidenza è composto dai due copresidenti. I copresidenti sono responsabili per i compiti assegnati ai presidenti del 7
i gruppi politici di regolamento del Parlamento e rappresentano il gruppo all’interno del Parlamento. I copresidenti partecipano al lavoro secondo una ripartizione concordata delle responsabilità.
Il Gruppo elegge la presidenza per un periodo di 2 1/2 anni e ogni sottogruppo non ancora rappresentato nella presidenza elegge il proprio vicepresidente come rappresentante sottogruppo nell’Ufficio di presidenza. Il Gruppo elegge un ordinatore e un tesoriere. Questi membri costituiscono l’ufficio di presidenza.
I Vice-presidenti prendono la precedenza in base alla dimensione dei propri sottogruppi.
I membri della Presidenza possono presiede le riunioni del Gruppo in volta in base alla ripartizione concordata delle responsabilità.
Riunioni dell’ufficio di presidenza sono aperti ad altri membri del gruppo.
In caso di un sottogruppo non può essere rappresentato in una riunione dell’Ufficio di presidenza dal suo Vice-Presidente o uno dei suoi membri, l’Ufficio di presidenza può consentire a un membro del personale di quel sottogruppo di intervenire alla riunione senza diritto di voto.
L’Ufficio di presidenza è responsabile del buon funzionamento del Gruppo. Essa sottopone all’approvazione gruppo la scelta del segretario generale, due o più Vice-Segretari generali e del personale e la distribuzione dei loro compiti.
Il segretariato assiste il Gruppo. In particolare, i membri 8 sono attribuite in conformità con gli obiettivi e le esigenze del gruppo e dei suoi sottogruppi. Il personale del Gruppo si impegna a dare la fedeltà al gruppo.
Articolo 8 Modifica dello statuto
Le modifiche dello Statuto possono essere proposte dall’Ufficio di presidenza o da almeno un quinto dei membri del gruppo e deve essere approvato da tutti i sottogruppi.
Articolo 9 Finanze e strutture
L’Ufficio di presidenza decide il budget per le attività comuni di comune accordo tra i sottogruppi.
Tutti gli altri servizi a disposizione del Gruppo possono essere utilizzate liberamente dai singoli deputati e sottogruppi, purché non siano rivendicati da altri. Se la domanda è troppo grande l’Ufficio di presidenza deciderà di distribuzione.
L’articolo 10 del codice disciplinare
Se un membro è considerato di aver violato Statuto del Gruppo,
lui o lei può essere temporaneamente sospeso dalla presidenza del Gruppo o da almeno un quinto dei membri del gruppo di riflessione in occasione della prossima riunione del Gruppo.
Ogni sottogruppo ha le proprie regole interne e può in qualsiasi momento comunicare al gruppo la sospensione o l’esclusione dei suoi Stati sottogruppo.
Le decisioni di allontanamento o per confermare la sospensione sono
presa da una maggioranza dei membri del gruppo. Giugno 2014
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Fallisce il gruppo di estrema destra promosso da Marina Le Pen

Comprende:
23 eurodeputati del Front National che ha trionfato in Francia, i 5 della Lega, compreso il segretario Matteo Salvini, ma anche i 4 del Pvv Geert Wilders seconda forza in Olanda, i 5 austriaci del Fpo di Strache, primo in Austria, e i belgi del Vlaams Belang saranno quindi costretti a cominciare la legislatura tra i “non-iscritti”.
Poteri ridotti. Una condizione che al Parlamento europeo equivale a quella di parlamentari di serie B: i deputati saranno infatti esclusi dalla distribuzione proporzionale delle cariche e dei dossier, avranno contributi solo a titolo personale non per l’attività politica di gruppo, tempo di parola limitatissimo, necessità di 40 controfirme anche semplicemente per presentare un emendamento. Senza contare che tra i “non-iscritti” ci saranno i neonazisti greci di Alba Dorata e quelli tedeschi dello Npd, nonché gli antisemiti ungheresi di Jobbik.
Il successo di Farage. Il fallimento è ancora più bruciante pensando che mercoledì 18 giugno il “rivale” di Le Pen , Nigel Farage, è riuscito a chiudere il cerchio delle 7 diverse nazionalità, e a formare il gruppo con il Movimento 5 Stelle, proprio grazie ad una “dissidente” del Front National. Secondo le regole del Parlamento europeo i gruppi possono formarsi in qualsiasi momento, ma la rilevazione di inizio legislatura influisce per due anni e mezzo, fino al rinnovo delle cariche parlamentari. E già volano le prime accuse alla Le Pen per la gestione della trattativa.

FARAGE IMPUTATO

Farage rischia un anno di carcere per spese non dichiarate. Ha barato su oltre 200mila sterline di rimborsi da europarlamentare e già nel 2009 ammise di aver usufruito di ben 2 milioni di sterline di rimborsi ma la sanzione più plausibile sembra quella di una multa di 20mila sterline.
Già lo scorso anno si scoprì che aveva aperto un fondo in un paradiso fiscale offshore, per aggirare il fisco e ridurre l’importo delle tasse da pagare. Pochi giorni fa ha ammesso di aver fatturato nel 2013, attraverso una società di cui è proprietario, la Thorn in the Side Limited, tutti i cachet delle apparizioni tv e degli eventi a cui era stato invitato. Così ha pagato al fisco solo il 20% delle 40mila sterline guadagnate anziché il 40%. Non male per chi in campagna elettorale si è battuto, a parole, contro l’evasione fiscale dei ricchi e delle aziende e aveva attaccato il sindaco di Londra Livingston per aver fatto altrettanto: “Un’ipocrisia tipica della sx inglese”, aveva tuonato. Ora sono i suoi colleghi a urlargli contro. Primo fra tutti il Ministro del Tesoro: “É un pessimo es. per i cittadini inglesi”. Lui ha detto: “La legge me lo permette, in pratica è una forma legale di evasione”. il che è peggio del silenzio.
Oggi ripudia il suo Manifesto del 2010 iperliberista e thatcheriano (“Un centinaio di pagine di spazzatura che onestamente non l’ho mai letto”) e sostituito con un cocktail di politiche assistenzialiste e generiche promesse di riduzione delle tasse.

FRANCESCO…..SOSTIENE PAPA
Paolo De Gregorio

“I corrotti e i fabbricatori di armi e chi fa la tratta di persone umane non sono felici e certo non si conquistano la vita eterna.”
Queste semplici parole, peraltro minimizzate o ignorate dai “media”, ci ricordano che ormai solo la Chiesa ci parla di etica e, purtroppo, anche essa al suo interno soffre di pedofilia, affarismo, potere abnorme della Curia che cerca di ostacolare il rinnovamento iniziato da Papa Francesco.
C’è però una verità da fare pesare sulla coscienza dei cristiani. La verità è che “fabbricatori di armi” non sono solo i proprietari delle fabbriche o gli azionisti di complessi militari-industriali, ma lo sono anche gli ingegneri che le progettano e gli operai che materialmente le fabbricano.
Nessuna di queste categorie può sottrarsi alla responsabilità morale di chi concorre a fabbricare e vendere strumenti di morte, che sicuramente prima o dopo verranno usati, né in nome della libertà da difendere, né in nome del lavoro che è difficile trovare, né sostenendo che tanto se non le fai tu le fa qualcun altro.
In una delle zone più cattoliche d’Italia, la provincia di Brescia, la Valsella Meccanotecnica fabbricava le armi più odiose e letali, le mine antiuomo, e non fu chiusa per iniziativa dei cittadini o del Vescovo, ma per una decisione dell’ONU, visto che la maggior parte dei morti e mutilati erano ragazzi che le scambiavano per giocattoli.
Il mondo non cambierà mai le sue assurde logiche aggressive e guerrafondaie se i credenti non cominceranno a prendere sul serio l’etica, oggi gridata da Francesco, rifiutandosi come individui di partecipare a progetti di morte e sopraffazione, a pratiche di corruzione, allo sfruttamento schiavistico del lavoro.
Per un cristiano qualsiasi le odierne parole di Francesco dovrebbero rappresentare un imperativo categorico, cambiando comportamenti resi opachi dalle questioni del pentimento e del perdono.
L’etica cristiana e l’etica sociale devono trovare un punto d’incontro e l’unico modo di giudicare le persone sono i loro comportamenti personali e sociali.
Un raro punto di incontro e di fratellanza tra cristiani e laici è stato vissuto a Genova, dove il compianto Don Gallo aveva la porta sempre aperta per gli ultimi e i diseredati, ma anche un dialogo sempre vivo con intellettuali e laici non asserviti alle logiche dei partiti e della carriera politica.
In questi tristi tempi di corruzione dilagante, dove si trovano miliardi per i bombardieri e non per un sussidio a tutti i disoccupati, e dove i vecchi sono al lavoro e i giovani a spasso, la nostra sola salvezza è ripartire dall’uomo e dai suoi bisogni veri, non lasciare indietro nessuno, uscire per sempre dalle logiche capitaliste di un consumismo distruttivo e insostenibile.
In attesa del miracolo che le parole di Francesco vengano recepite e vissute, ci contenteremmo di vedere promulgata in Italia la legge inglese denominata “recall” che sostanzialmente dà ai cittadini elettori (almeno il 10%) la possibilità di revocare il mandato ai parlamentari che si macchiano di comportamenti non etici o delittuosi, senza aspettare la sentenza definitiva dei processi.
Ho l’impressione che in Italia una regoletta del genere lascerebbe molti parlamentari disoccupati.
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Erich Hoffer
“Nessuna censura totalitaria può avvicinare l’implacabilità del censore che controlla la linea di comunicazione tra il mondo esterno e la nostra coscienza. Nulla che potrebbe indebolire la nostra fiducia e abbassare il nostro morale può penetrare. Per la maggior parte di noi, nulla è così invisibile come una verità sgradevole.”

Avete notato come le discussioni sull’immunità dei nuovi senatori ha oscurato tutti i problemi italiani? Non c’è più la disgrazia della crisi, della mancanza di lavoro, dei fallimenti delle imprese, delle famiglie che non ce la fanno più, della dilagante corruzione pubblica, della disoccupazione giovanile, degli scempi del territorio, degli abusi della Casta, delle opere pubbliche inutili e mazzettare, della crescita della mafia, del futuro che non c’è più, del debito pubblico che continua ad aumentare. Oggi, l’unico problema degli Italiani deve essere se i nuovi mezzi senatori nominati devono o no avere l’immunità in caso di reato? E’ pazzesco, a pensarci. Ma è esattamente quello che fa Renzi.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1543 4-7-2014 CI FACCIAMO UN SELFIE?

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L’incrollabile fanatismo- Anatocismo. Renzi continua coi regali a banche e ladri, in fondo non molto diversi – A forza di slide – Pareggio di bilancio e Costituzione – Renzi e il semestre europeo – L’indecente coro dei media plaudenti a due ore di nulla assoluto – A marcia indietro come i gamberi – Che accadrà se le riforme passano al Senato – La dittatura in tre mosse – La peggiore piaga italiana: la corruzione – Renzi si depenalizza il reato – Il costo della corruzione – L’Italia batte il record europeo – Ci mancava l’allargamento della legge anti-arresti a 5 anni dopo il libera-tutti Letta/Cancellieri ! – Spese folli: la grande abbuffata – Una Repubblica fondata sull’impunità

Secondo uno studio della American Psychiatric Association, chi ha la mania del selfie soffre di un disturbo mentale. “Mancanza di autostima”. Oddio, non ci pare il caso di Renzie, ma per la regola del contrappasso, alcune patologie possono manifestarsi proprio per cause opposte. Il disturbo ha trovato anche un nome: la “selfite”, coazione ossessivo-compulsiva di realizzare fotografie di se stesso per poi pubblicarle online per compensare la mancanza di autostima (ma non sarà pure per una overdose narcisistica della stessa?). Noi, davanti al carattere vanesio e autocelebrante di Renzi, potremmo chiamarla anche ‘Bombite’.
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A FORZA DI SLIDE
Viviana

Ho ancora nelle orecchie i cori scandalizzati di chi attaccava i 5stelle come degli inesperti che nulla sapevano di leggi e regole e si sarebbero aggirato come degli incompetenti nelle severe aule del Potere. Qualcuno mi dica ora come mai lo stesso coro scandalizzato non si alza su questi pasticcetti insulsi che Renzi ci rifila e che della serietà imponente della Legge non hanno né la sostanza né la forma? Renzi non sa fare leggi, tanto meno riforme. Sa fare solo slide. E fa solo bozze. Avete visto la riforma della Giustizia? 12 titoletti un po’ casuali, buttati là in modo veloce o abborracciato, alcuni dei quali sono francamente aberranti e contengono una tale iniquità manifesta che persino la casalinga di Voghera farebbe un lavoro migliore. Ma Renzi, attentissimo alla pubblicità commerciale, non si spreca per il resto. E dei suoi Ministri non si fida, tanto li ha scelti per far numero ma non per far fare loro qualcosa, tant’è che nessuno di loro sa mai un piffero di niente sulla materia di cui è Ministro ed è sempre incapace di rispondere, rimandando sempre e comunque a lui. Poi Renzi manda le sue abborracciate bozze da Napolitano che, pover’uomo, prende quei titoletti a caso e ordina all’esercito dei suoi esperti di dar loro la forma consona a legge. Già che c’è, però, Napolitano potrebbe anche firmarle come sue, queste leggi, visto che le ha fatte lui!
Chi era che diceva che il M5S avrebbe mandato in Parlamento incompetenti digiuni di leggi e incapaci di fare alcunché? Perché al Governo invece?? Siamo al ‘Governo delle bozze’.
Johnny F. Reak scrive: “39 anni fa veniva al mondo Renzi… ma era solo una bozza.”

E’ arrivato Renzie, il vuoto del twitter.
Tiene i suoi ministri a briglia su WhattsApp.
Ha sempre il dito su qualche touch screen.
Un doppio clic dà una bozza di riforma.
Un hashtag depone governi.
Un tweet riduce il debito.
Se il medium è il messaggio, un medium vuoto è il più adatto a veicolare messaggi vuoti.
E’ il nonsenso pneumatico.
La rottamazione di qualunque residuo di cervello attivo.
Quando annuncia la riforma della Giustizia, lo fa in 12 slide.
In 140 caratteri ti rifà l’Italia.
Renzi non è uno statista. E’ un emoticon.
Ora, l’intramuscolo quotidiana nel lifestream incessante che cancella il trascorso e obnubila il futuro abbisogna almeno di un ministero: “Agli Hashtag”!

(da Daniela Ranieri)

Giobeppe
Il problema dei giornalisti internazionali a Bruxelles è stato trovare un’efficace traduzione nella propria lingua madre della frase “anche oggi decine di supercazzole”.
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Guildenstern Von Kalte II
Un’altra puntata di “Mr. Bean goes to Bruxelles”.
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Vomlt
Cogito ergo vomito.
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Al tempo del fascismo non sapevo di vivere nel fascismo
Hans Magnus Enzensberger
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oi17425
La flessibilità a cui si riferiscono, tutti quanti loro, è quella di volerci, tutti quanti noi, costantemente piegati a novanta gradi.
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Lopinot
I fanatici anche di fronte a prove certe dei loro errori aumentano la loro fede
Socrate che era un grande pedagogo diceva: “Basta attivare l’intelligenza degli uomini. Nessuno mangerà una minestra sapendo che è avvelenata”. Ma non aveva tenuto conto dei fanatici.
I fanatici non sono intelligenti. Sono coatti.
L’etimo della parola porta a “ispirato da follia divina”. Sparito il divino, resta la follia. Secondo il filosofo Santayana: «Il fanatismo consiste nel raddoppiare i tuoi sforzi quando hai dimenticato lo scopo ultimo del tuo impegno ».

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L’Unione Europea è quella organizzazione che discute quasi in segreto un trattato commerciale con gli USA che trasformerà la globalizzazione da espressione idiomatica in precursore del Governo mondiale a conduzione americana.
Le privatizzazioni selvagge, il trasferimento della gestione politica del mondo dai parlamenti ai consigli di amministrazione delle banche, questo è il futuro “roseo” che ci aspetta.
L’Europa del pugno di ferro è un progetto antico, non sarà Ulisse o Telemaco a cambiare la rotta della nave, Scilla e Cariddi stavolta non riusciamo ad evitarli.
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Kenneth Bouldin, professore all’Università del Michigan asserisce che: “Oggi si può perfettamente concepire un mondo dominato da una dittatura invisibile nel quale, tuttavia, siano state mantenute le forme esteriori del Governo democratico“. Cvd.
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Alfredo lopinot
In due anni il nostro debito è aumentato di 250 miliardi. Se non siamo capaci di controllarlo ce la prendiamo coi Tedeschi? Abbiamo un’evasione da 150 miliardi all’anno, una corruzione da 60, lavoro nero, 200 mafie… totale: 500 miliardi all’anno in fumo e ce la prendiamo coi Tedeschi? Dovremmo imparare da loro cosa significhi essere un popolo serio e comportarci di conseguenza. Ricordo che il Ministro degli esteri tedesco si dimise per aver copiato parte della sua tesi di laurea. Noi qua invece facciamo le riforme con un condannato in via definitiva per frode fiscale.

NUOVO REGALO ALLE BANCHE. L’ANATOCISMO
Le banche ci prenderanno anche gli interessi sugli interessi.
Le famose riforme renziane hanno riammesso persino l’anatocismo, interessi sugli interessi, l’usura legalizzata delle banche, facoltà truffaldina cancellata dal decine di sentenze di Cassazione negli anni 90 e perfino dalla Corte Costituzionale, per consentire la ‘Crescita’ degli interessi delle banche a danno di consumatori, piccole e medie imprese e delle famiglie già strozzate da tassi di interessi molto elevati e ben superiori alla media UE, cioè le banche ti calcolano gli interessi sugli interessi, un po’ come le bollette dove ti tassano gli aumenti di tasse.
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PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE
Viviana

Siamo l’unico Paese europeo che ha il pareggio di bilancio in Costituzione!! Articolo 81! insomma gli unici impiccati che il capestro se lo sono messi da soli! ll massimo del masochismo!
Non sono mai riuscita a capire come abbiamo potuto fare una tale modifica alla Costituzione dal momento che nessuno, nel breve governo Moti ha mai visto né l’iter costituzionalmente richiesto né il passaggio minimo di 3 mesi tra il voto alla Camera e quello al Senato né le discussioni parlamentari relative che pure ci devono essere state, visto che almeno l’Idv era contraria.
Gli scellerati che hanno votato una simile nefandezza “senza se e senza ma” sono stati tutti. Il misfatto è avvenuto il 18 aprile 2012, con voto unanime di Pd, PdL, Udc, Fli e Api. Il quorum era di 214 voti su 321, I voti sono stati in Senato 235 con soli 11 no e 24 astenuti. L’altissimo consenso ha evitato il referendum popolare confermativo. Il M5S non c’era ancora e ha votato contro solo Di Pietro.
Incredibile! Quando siamo tornati a votare, Monti è scivolato nella polvere, invece tutti quelli che avevano votato compatti le sue porcherie sono stati rivotati. Qualcuno riesce a capire con quale coerenza funziona il cervello dell’elettore italiano? Disinformazione assoluta? O una demenza senza pari?

Viviana
C’è poco da sghignazzare e da continuare a votare questi delinquenti!
-efficienza della giustizia: 39° posto su 42 paesi europei
-libertà di stampa: 49° posto nel mondo
-corruzione: 69° posto
-durata di un processo commerciale 160° posto, sui 185 paesi
-156° posto per la durata di un processo penale
-peggio dello Zimbabwe per la giustizia civile, 73°posto
-primi in Europa per numero di avvocati (250.000, contro i 55.000 della Francia, i 175.000 della Gran Bretagna, i 155.000 della Germania) e abbiamo il più alto numero assoluto di cause e i tempi della giustizia più lunghi d’Europa.) Alla Camera abbiamo 85 avvocati, al Senato 46.
-siamo agli ultimi posti nelle classifiche mondiali per trasparenza ed efficienza amministrativa.
Questo è un Paese fatto a misura di politici, mafiosi e avvocati.
L’Italia ha 150.000 leggi contro le 6.000 della Francia e le 7.000 della Germania.
E questi cosa pensano di fare? Non certo snellire la burocrazia, eliminare un grado di giudizio, abolire la prescrizione, rendere il processo più giusto e serio, investire nella macchina della giustizia… No, pensano ad aumentare le leggi, ad aggiungere nuovi ricorsi come quelli ai giudici che impantaneranno ancora di più le lentezze dei tempi e gli ingorghi dei giudici, ed eliminare il Senato per fare altre migliaia di leggi abborracciate, confuse, precipitose e ad arbitrium!

Con le leggi che abbiamo nemmeno i processi di tangentopoli riuscirono a bloccare il malaffare. Il giro di corruzione della prima tangentopoli costò agli Italiani 10 000 miliardi di lire annui di costi per i cittadini per tangenti. un indebitamento pubblico fra 150 000 e 250 000 miliardi di lire, tra 15 000 e 25 000 miliardi di interessi annui sul debito.
Per porre un argine alla bancarotta, il Governo Amato fu costretto a varare, nell’autunno di quell’anno, una finanziaria pesantissima per l’epoca: 92 000 miliardi di tasse, con in aggiunta il prelievo forzato del 6 per mille su tutti i conti correnti bancari Italiani, considerato il vero e proprio “scontrino finale” di Tangentopoli.
Gli imputati furono 2.565. Da questa bufera sapete quanti sono rimasti in carcere? QUATTRO !!! Con gente come Greganti che entrava e usciva dal Parlamento a suo piacere a prendere ordini e portare ricavi.
E ora tutto quello che vogliono è cambiare il sistema per attaccare di nuovo i giudici? E completare la loro impunità?!?

Berlusconi ha dimostrato per 20 anni che si vince con le promesse, non con i fatti
E Renzi usa questo sistema anche meglio, perché è più giovane, energico e logorroico.
Finché un popolo sarà abbindolato dalle promesse e non cercherà i fatti, continueremo ad andare male passando da un demagogo all’altro.
E non saremo mai un popolo di cittadini che cercano la democrazia, ma un insieme di compratori manipolato con tecniche commerciali.
Quando l’ideologia viene sostituita dai comunicati commerciali, la politica è morta e resta solo il marketing.
Una volta Berlusconi si sbagliò parlando e invece di dire ‘elettori’ disse ‘consumatori’.
Renzi non è altro che l’allievo più attento di Berlusconi e di Vanna Marchi, un allievo che ha superato i maestri, per la dannazione di un intero Paese e la disfatta degli idioti.

RENZI E IL SEMESTRE EUROPEO
Anthony

Il tripudio di voci estasiate che ha accompagnato l’ennesimo show del premier rappresenta probabilmente la fotografia perfetta di un Paese assolutamente provinciale, mediocre e che non ha più margini di miglioramento; la politica come ci viene propinata è morta risucchiata in un vortice di parole altisonanti seppur totalmente prive di senso, viviamo in una sorta di trance mediatica, una condizione di alterata percezione in cui a contare è tutto tranne che la realtà.
L’ex sindaco di Firenze è andato in Europa a riproporre il canovaccio che ha messo in piedi da noi guadagnandosi il solito plauso da parte degli ominicchi mediatici e di chi campa di chiacchiere e speranza. Ma di che si rallegrano gli italioti? Perché mai dovremmo entusiasmarci?!
Per quanto mi riguarda si è trattato della solita pagliacciata in salsa pop tra slogan triti e ritriti e metafore da svenarsi le mani, trovo infatti che quella dell’attuale premier sia una retorica spicciola, emozionale e priva di contenuti, utile per organizzare qualche sterile dibattito televisivo o per riempire le prime pagine dei giornali.
Quando succederà qualcosa di grosso, quando questa combriccola di dilettanti allo sbaraglio avrà fatto qualcosa di concreto fatemi un fischio mi raccomando; mi rivolgo più che altro ai sostenitori di questo ridicolo premier che per quanto mi riguarda era e rimane un personaggio furbo ma sostanzialmente mediocre.
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Mark
I titoli danno l’esatta immagine di un Paese servile, autocentrato sul proprio ombelico, provinciale, e sciocco.
Se lo scopo del semestre oltre agli obbiettivi del Governo è accrescere la nostra autorevolezza, credibilità e dare un’immagine di affidabilità verso gli altri partner e la pubblica opinione europea, ieri vi sono stati alcuni errori non da poco. Il discorso è stato aulico, molto retorico, ma carente sotto il profilo della concretezza e della pragmaticità: uno stile più adatto alla nostra sensibilità, ma incomprensibile ad altri popoli, come quelli del nord europei molto più pragmatici. Il passo falso della conferenza stampa con i giornalisti stranieri, è un’altra mossa che si poteva evitare: indispettire e seccare, coloro che dovranno raccontre le nostre proposte e posizioni ai loro elettori e alle opinioni pubbliche europee, non è stato un incidente, ma peggio. Se poi la causa di tutto ciò è la registrazione di “Porta, a porta” siamo ben oltre il provincialismo. Come provinciali sono le voci sguaiate di Pittella e Bonafè che in risposta all’attacco di Weber, minacciano di far saltare l’accordo su Juncker. Minacce inutili e stupide: perché qualora saltasse l’intesa sulla nomina del presidente di commissione, i vincoli dei trattati rimangono gli stessi attualmente in vigore, che certamente non sono la maggior flessibilità auspicata e invocata. Ritardare la composizione della commissione, significa ritardare ulteriormente i lavori delle istituzioni europee e ridurre ancor più le possibilità d’efficacia del nostro semestre e il tempo a disposizione: già ora i lavori non inizieranno prima di settembre.
É inutile illudersi, gli equilibri di potere sono tali, per cui i popolari europei sono il primo gruppo, e volenti o nolenti, la Germania è il Paese più forte ed influente all’interno dell’Unione: gli equilibri e le dinamiche inevitabilmente dovranno tenere conto dei poteri e delle forze reali. Una classe politica seria, meno provinciale e meno isterica, dovrebbe all’interno di questo quadro lavorare per rafforzare le nostre posizioni, non accarezzare sciovinismi e orgogli nazionali stupidi e infruttuosi.
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Desmond
Ho visto ripetersi con poca meno enfasi la figuraccia di Berlusconi. Renzi ha fatto un discorso infarcito di slogan, come fece Berlusconi, e gli è stato risposto a muso duro che può tenersi le chiacchiere e gli vengono chiesti fatti.
Almeno ha avuto il buon senso a quel punto di non rispondere con insulti come fece Berlusconi. E’ già qualcosa, ma resta una figura di palta.
Quanto al coro dei giornali, che ormai si possono chiamare di regime, faccio presente che gli stessi giornali nei giorni scorsi hanno dato ampia pubblicità al successo vantato da Renzi nell’ottenimento, da parte del vertice dei capi di Governo dell’UE, di maggiori margini di flessibilità nella gestione del debito.
Ebbene, ieri lo stesso Renzi, in persona, nel suo discorso ha dichiarato apertamente che tale concessione non solo non esiste, ma non è mai neanche stata discussa! Ha proprio lamentato che la cosa non sia stata neanche discussa, e pochi giorni fa lui e i giornali della lista l’avevano non solo annunciata, ma addirittura enfatizzata!!!
Insomma Renzi in persona ieri ha smentito non solo se stesso, cosa fatta spesso anche da Berlusconi, ma addirittura anche i giornali della lista di Gilioli che avevano dato in coro una notizia completamente falsa!
Come stupirsi quindi se oggi presentano ai sudditi Italiani come un successo del ducetto una patetica scena di stupida e impotente arroganza?
Anche Gheddafi faceva discorsi all’ONU che suscitavano riso e imbarazzo, ma a Tripoli se ne dava notizia con squillar di trombe.
Renzi, esattamente come Berlusconi, in realtà non stava parlando al Parlamento europeo, ma ai sudditi Italiani. Ecco perché subito dopo è andato a Porta a Porta ignorando i giornalisti europei, ed ecco perché la stampa italiana che gli è prona ha restituito una versione tanto grottesca e infondata di quel discorso agli stessi sudditi.

Civil Servant
La stampa quotidiana italiana (due o tre eccezioni a parte) è quasi di sicuro quella moralmente più abietta dell’intero pianeta. Suscita solo schifo e ribrezzo. Non solo è, e in modo conclamato, sotto padrone, ma la cupidigia di servilismo che vi alligna è tale che spesso gli articoli vanno perfino oltre quel che il padrone si può ragionevolmente aspettare di leggervi.
Nei giornali Italiani Pavlov avrebbe trovato straordinarie conferme delle sue teorie. Un furbetto Cettola-qualunque prende (non stiamo a dire come) il 40% dei voti di meno del 60% degli aventi diritto al voto e i giornalisti inciampano l’uno sull’altro mentre corrono a leccargli l’orlo dei pantaloni.
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M
Intanto (che i media osannano Renzi con i toni dell’Istituto Luce) all’orizzonte avanzano quattro Cavalieri dell’Apocalisse: la demografia, la produttività scarsa, l’altissimo livello di indebitamento e l’inflazione così bassa da rischiare lo spettro della deflazione.
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Desmond
Pochi giorni fa i giornali Italiani hanno esaltato con squilli di tromba degni dell’Aida il successo di Renzi nell’ottenere la revisione dei vincoli di bilancio e ieri Renzi ha avuto un violento scontro con Manfred Weber perché questi ha respinto al mittente la lamentela di Renzi che non ha ottenuto alcuna revisione.
Insomma, più realisti del re i giornali Italiani avevano dato credito ad una dichiarazione falsa di Renzi, la cui falsità avrebbero invece dovuto denunciare. E ieri Renzi smentendo se stesso ha smentito anche l’intera stampa che lo aveva osannato.
Più ridicolmente servili di così…!

Andrea Scanzi
Fate una carrellata rapida sui canali televisivi Italiani stasera. Quasi tutti. E guardate domattina i titoli dei giornali. Quasi tutti. La vulgata pressoché generale è: “Renzi bacchetta la Merkel”, “L’Italia non prende lezioni dall’Europa”, “E’ ora di cambiare”, “La genialità del selfie all’Europa di Renzi”, “Noi non siamo i salvati, siamo i salvatori”. Ecc.. La narrazione è semplice: da una parte il rivoluzionario giovane Renzi, dall’altra i vecchi bacucchi cattivi. Con fedeltà quasi commovente, si diffonde il verbo Renziano (cioè niente) con solerzia e abnegazione, fideismo e trasporto. Non importa che, oltre alle parole Renziane, non ci sia nulla; non importa che, concretamente, poco o niente cambi: l’importante è crederci (e farci credere gli altri). Neanche Berlusconi aveva mai goduto di tale consenso bulgaro. Siamo di fronte a un “incantamento” globale, in parte sincero e in parte interessato: tutti o quasi abbindolati dal Pacioccone Mannaro, ora in nome della speranza e ora del tornaconto personale, e chi non è d’accordo è un disfattista da spedire al rogo, un ‘gufo’. Se si andasse al voto domani, Renzi avrebbe una maggioranza ancora più schiacciante di quella del 25 maggio. I più pessimisti parlano di dittatura. Io non arrivo a tanto, ma se creduloneria e servilismo facessero ricchezza, l’Italia del 2014 sarebbe verosimilmente il Bengodi.
Ieri Renzi lo ha detto davvero: “Siamo la generazione Telemaco”. Una volta i Jalisse, una volta la Cinquetti, una volta il Tetris. E ogni volta una supercazzola. Un po’ farsa e un po’ tragedia, un etto di citazionismo e due di ottimismo che è “il profumo della vita”. Il dittatore dello stato libero di Jovanottia. Poveri noi.

Barbagli
Il problema in Italia non è mai stato tanto di sapere la verità, ma che, saputala, tutto resta uguale. Perché certi Italiani sono come i Mi Mi Mi, cui tutto passa sopra senza un fiato. Credono forse d’essere liberi; votano persone che nemmeno conoscono, e che una volta eletta, fa ciò che vuole: acciuccia e si spartisce. Sempre comanderà un’oligarchia che li inganna col gioco delle parti. E allora? Dov’è, povero o postero, il guadagno? La dittatura è un sistema per opprimere il popolo.. La falsa democrazia è un sistema per costringere il popolo a opprimersi da solo.
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Oflixis
Apro i giornali e mi stropiccio gli occhi per accertarmi di non essere vittima di qualche miraggio o distorsione ottica che mi fa leggere una cosa per un’ altra. Sulle riforme, sui decreti, sui commenti della stampa, cazzo anche sulla nazionale. L’Huffington post che titola tipo: Mondiali: il primo insuccesso dell’Italia nell’ era Renzi. Ma diranno sul serio? No, dico, ci credono? Oppure il giornalismo è ormai una specie di servizio pay-per-write?

Anthony
Il tripudio di voci estasiate che ha accompagnato l’ennesimo show del premier rappresenta probabilmente la fotografia perfetta di un Paese assolutamente provinciale, mediocre e che non ha più margini di miglioramento; la politica come ci viene propinata è una cosa morta, risucchiata in un vortice di parole altisonanti seppur totalmente prive di senso, viviamo in una sorta di trance mediatica, in una condizione di alterata percezione uditiva e mentale in cui a contare è tutto tranne che la realtà.
L’ex sindaco di Firenze è andato in Europa a riproporre il canovaccio che ha messo in piedi negli ultimi tempi nel nostro povero Paese e si è guadagnato il solito plauso da parte degli ominicchi della carta stampata, oltre che l’inevitabile simpatia di quella parte degli Italiani che campa di chiacchiere e speranza.
Vorrei però capire di che cosa si rallegrano gli italioti! Perché mai dovremmo entusiasmarci?!
Si è trattato della solita pagliacciata in salsa pop tra slogan triti e ritriti e metafore da svenarsi le mani, trovo infatti che quella dell’attuale premier sia una retorica spicciola, emozionale e priva di contenuti, utile per organizzare qualche sterile dibattito televisivo o per riempire le prime pagine dei giornali.
Quando succederà qualcosa di grosso, quando questa combriccola di dilettanti allo sbaraglio avrà fatto qualcosa di concreto, fatemi un fischio, mi raccomando; mi rivolgo più che altro ai sostenitori di questo ridicolo premier che era e rimane un personaggio furbo ma sostanzialmente mediocre.

Pipitone scrive: “Di mediocrità si muore” e “Questo Paese ha dimenticato di essere il Paese del talento, dello stile, del gusto. Era il Paese dell’Olivetti Lettera 22, di Giò Ponti, di Pier Paolo Pasolini, di Leonardo Sciascia, di Renato Guttuso, di Federico Fellini, di Enrico Berlinguer e Giovanni Spadolini, della Vespa, della lampada di Fontana, di Indro Montanelli. Il problema di questo Paese è che le argomentazioni, gli esempi, la musica, la cultura, i film e le opere di genio, ovvero tutto ciò che rende credibile i punti di vista, è ormai scomparso: sostituito da bugie affascinanti. È un Paese di slogan, di hastag, di repliche… Paese dei video virali, della caciara, delle foto sfocate su Facebook. E chi crede di poter puntare sul talento, anche se magari lo ha davvero, è spacciato. È un Paese che invoglia alla fuga. Oppure all’inseguimento del carro del più forte. Che quasi mai fa rima col più bravo.”
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Eduardo d’Errico
A mia memoria (e ne ho, di memoria) non ho mai visto una “Grosse Koalition” di queste dimensioni: stampa, televisioni, confindustrie, sindacati (fino, ahimè, a Landini), finanza, tutti a lingua sguainata al seguito del Caro Leader assunto per sconfiggere il Drago a cinque stelle che minaccia l’ordine europeo e la “pax napolitana” oltre a qualche migliaio di amministratori locali e a qualche centinaio di migliaia di loro “clientes”. Poi dice che uno si butta a…..

Alessandro Gilioli
Uno dei principali problemi della democrazia, oggi, è l’indebolimento dei canali di comunicazione tra cittadini e decisori della politica.
Questo fino agli anni 80 veniva svolto dai partiti. Lelio Basso, uno dei padri costituenti, l’aveva ben chiaro e per questo scrisse l’articolo 49 della Costituzione.
Poi i partiti hanno iniziato a diventare sempre di più burocrazie chiuse, corporative, che miravano all’autoperpetuazione e all’occupazione del potere, fino alla Casta (privilegi) e Mani Pulite (corruzione).
Per supplire a questa perdita di rappresentanza popolare, i partiti hanno allora aperto alla cosiddetta “società civile”, raccontavano di essere d’accordo tutti sulla necessità di abolire il Parlamento di nominati creato dal Porcellum, di ridurre i privilegi, le immunità, le auto blu.
Questo fino a un anno fa. Negli ultimi mesi la musica è cambiata. Ora si pensa di sostituire il Porcellum con l’Italicum, che ha ancora le liste bloccate; mentre il nuovo Senato verrà scelto direttamente dalle segreterie dei partiti. E l’immunità viene ma allargata anche a chi non è stato eletto. Oggi, l’ultima chicca: l’emendamento che quintuplica il numero di firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare.
Si va, insomma, a marcia indietro rispetto a un aumento di lotta agli abusi di Casta e alla richiesta di democrazia. Ma l’esigenza dei cittadini di partecipare, controllare ed epurare resta e non si può tornare indietro, è un processo ineluttabile, che non riguarda solo l’Italia e dipende dalla crescita della rete e dalle maggiori capacità di informazione delle persone. E’ una tendenza globale che porterà nella direzione opposta alle scelte italiche di oggi.
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Viviana Vivarelli
Sul semestre europeo di Renzi i media hanno battuto lo squallore più servile. Cosa si può osservare, invece:
1°: intanto questa nomina è di routine, la ricoprono a turno tutti e non conta una cippa
2° : ad ascoltare Renzi non c’era nessuno salvo i Renziani
3°: il suo vuoto e roboante discorso degno di un ragazzetto amante dello slang da discoteca non è stato riportato da nessun giornale internazionale
4° : per essere uno che ha definito l’Europa una noia mortale, le sue 2 ore di chiacchiere a vuoto non hanno certo costituito una miglioria
5°: dovendo ammansire la Merkel, partire attaccandola non solo non è stato coraggioso, è stato un autogoal da mentecatto
6° : se proprio aveva qualcosa da far sapere all’Europa non doveva disertare il confronto coi giornalisti
7° : far riaprire apposta il programma di Vespa per farsi l’apoteosi non era venuto in mente nemmeno al peggiore Berlusconi
8°: non si riesce a capire i motivi della sua arroganza quando non solo non è riuscito come ha fatto la Spagna a far slittare avanti i vincoli di bilancio, ma perdendo tempo come fa con inutili e controproducenti riforme costituzionali che nessun cittadino richiede, non solo non affronta nessuno dei gravissimi problemi del Paese, ma in autunno dovrà strappare dalle nostre tasche 20 miliardi. Se nel 2015 riconfermerà gli 80 euro ne dovrà prendere in tasse altri 10. E altrettanti se per amor di giustizia li dovrà dare anche a senzalavoro e pensionati al minimo. In queste condizioni cosa ci sia da farsi il selfie non si sa!

Dopo due ore di chiacchiere da imbonitore da strapazzo, Weisdmann, presidente della Bundesbank ha risposto seccamente al ragazzotto presuntuoso e ai suoi discorsi da bulletto di periferia:
“La Germania nel 2015 raggiungerà il pareggio di bilancio”
“Le riforme vanno fatte, non solo annunciate”
“I tassi sui titoli di stato non sono mai stati così bassi ma temiamo che ciò non sarà usato per fare giuste riforme ma per finanziare altre spese”
“Fare più debiti non è il presupposto della crescita!
Sembrava quella scena di Indiana Jones e il tempio maledetto, quando un feroce e pomposo guerriero lo fronteggia sulla piazza e per due ore rotea in su e in giù e in qua e in là la scimitarra. Jones tira fuori la pistola e lo fredda.

(con la differenza che Pupo è innocuo. Renzi no)

Mettere uno che parla e pensa come un ragazzotto da discoteca nella massima carica dello Stato è come dare una bomba in mano a una scimmia.
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Desmond
Una volta imposto un Senato fedelissimo al Governo, senza nessun membro disubbidiente (chi contesta è radiato), e poiché quel Senato avrà poteri di modifica della Costituzione, possiamo dire con certezza cosa accadrà poi. Intanto neutralizzare la Consulta, aumentando la parte di nomina politica, senza bisogno di dover ignorare le sue sentenze, come sta avvenendo ora, poi neutralizzare la magistratura, con l’abolizione dell’azione penale obbligatoria e la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, con la prima sottoposta direttamente o indirettamente al potere esecutivo.
A quel punto il Governo potrebbe anche eliminare l’immunità parlamentare. Così farebbe contenti i fessi e, avendo trasformato la magistratura da potere indipendente a proprio strumento inquisitorio, stringerebbe ancora di più la presa sul potere legislativo e aumenterebbe la capacità di reprimere arbitrariamente l’opposizione residua, rafforzando la dittatura. Tutto questo avverrà quasi certamente nei prossimi 2 anni.
E’ anche prevedibile che se da una parte il Governo sarà sempre più forte, dall’altra il saccheggio del Paese e il dilagare della corruzione e delle mafie aumenteranno l’instabilità e i disordini sociali.
Considerato che le risorse a disposizione del Governo per sopire il disagio sono ormai ridotte all’osso e che la corruzione è già adesso dilagante è prevedibile che il regime collassi rapidamente, in 3 o al massimo 5 anni.
A quel punto è impossibile prevedere cosa succederà. Potrebbe verificarsi una rinascita del Paese con la fine del regime e il carcere per tutti i suoi capi, ma anche una balcanizzazione con veri e propri conflitti armati. Potrebbe davvero succedere di tutto alla caduta del regime, nel bene e nel male.
C’è ancora una possibilità perché tutto questo non succeda e cioè che nel corso della votazione in Senato, le modifiche costituzionali non ottengano i 2/3, se si sommeranno la rivolta, per senso della decenza e fedeltà alla democrazia, di una parte di Senatori al disagio di chi, pur avendo molto pelo sullo stomaco, teme di restare fuori dalla spartizione delle spoglie del Paese di cui beneficeranno i membri dell’oligarchia di regime.
Se questo accadrà, la Costituzione renziana dovrà andare al referendum confermativo e tutto il consenso verso il regime potrebbe esaurirsi. A quel punto il regime probabilmente crollerà, ma avremo ancora una Costituzione democratica che potrà essere nuovamente applicata rapidamente, anche col carcere per Renzi e i suoi accoliti, e vi saranno buone possibilità di risalire la china, sia pure con molte difficoltà e disagi.
L’unica incognita, e l’unica possibilità di salvare la democrazia e noi stessi, sta quindi nel mancato raggiungimento dei 2/3 nel prossimo voto al Senato.

LA DITTATURA IN TRE MOSSE
Alessandro
La legge elettorale dittatoriale e incostituzionale con un premio di maggioranza esagerato è peggiore della legge Acerbo di Mussolini. E’ l’inizio di un cronoprogramma che porta alla dittatura.
1 – La legge elettorale fatta da Renzi e Berlusconi toglie le preferenze e il conflitto d’interesse. Con il 37%, ottenuto sommando la coalizione di tanti partitini, si ottiene il premio di maggioranza del 55%. Poi, i partitini che sono nelle coalizioni hanno una soglia di ammissione del 4% e i partiti che si presentano da soli hanno una soglia dell’ 8%, ma dovrebbe essere il contrario per garantire l’opposizione!
2 – Depotenziare e rendere innocuo il Senato (in un primo tempo di nominati, senza preferenze, e poi di sindaci e Presidenti di Regione) per renderlo ininfluente nella partecipazione della formazione delle leggi, della nomina del Presidente della Repubblica e ai fini della democrazia. Le spese, invece, possono essere ridotte tagliando di netto alla metà il numero dei parlamentari di Camera (300) e Senato (150), e tagliando a metà stipendi, privilegi, pensioni e indennità di fine mandato. Così si risparmia di più. La prevista nomina di 21 Senatori da parte del Presidente della Repubblica avvalora il senso dittatoriale della riforma, con un così alto numero di Senatori scelti proprio da uno dei due prossimi
destinatari del potere che nella fase 3 sarebbe il Presidente della Repubblica presidenziale, conferma il progetto di meglio accentrare il potere in mano a due sole persone, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica.
3 – Modificare la Costituzione per fare dell’Italia una Repubblica presidenziale, invece che una Repubblica parlamentare.
La dittatura senza opposizione è servita! Avremo due sole persone al comando: il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio.
Possibile che non ci siano parlamentari del PD che abbiamo l’avvedutezza di capirlo e il coraggio di opporsi?

LA PEGGIORE PIAGA ITALIANA: LA CORRUZIONE
Viviana Vivarelli

La corruzione è l’epidemia italiana, peggio dell’aviaria o dell’HIV, una infezione del cervello che uccide le cellule dello spirito critico, della democrazia, dell’onestà, della giustizia e le sostituisce con quelle del conformismo, del servilismo, del rampantismo, della caccia alle streghe, dell’omologazione più bieca al peggio.
La fazione prende il posto della partecipazione.
La clonazione uccide il pensiero libero.
L’apartheid del diverso politico subentra al pluralismo democratico.
La cortigianeria sostituisce lo spirito civile.
Il meschino piacere di partecipare a una gogna neutralizza l’impulso a costruirsi un sogno, una utopia, per il bene di tutti.
L’utilitarismo, l’opportunismo, il rampantismo schiacciano il meritevole, il giusto, il vero.
L’intero uomo viene omologato in una massificazione miserevole verso il basso, dove l’orda non ha più direzione né progetto ma si esaurisce nell’aggressione a presunti nemici, dimenticando il dovere di controllo, di autodifesa, di prospettiva del futuro, di bene comune, di civiltà.
L’uomo cessa di essere un cittadino pensante che partecipa a uno Stato democratico per diventare la particella insignificante e consenziente di una massificazione inconsulta, che i potenti possono manovrare a proprio piacere
E’ successo con la Spagna di Franco, col Cile di Pinochet, con l’Argentina di Peron, con la Germania di Hitler, con la Russia di Stalin, con l’Italia di Mussolini.
Sta succedendo ancora.
Quando un potere autoritario si installa in un Paese è perché i suoi abitanti si sono dimenticati di avere dei cittadini e di dover difendere il proprio Paese e si sono persi in cacce senza costrutto attaccandosi tra loro vigliaccamente, dimenticando il bene comune e financo il proprio.
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Alessandro
Renzi dice che farebbe la riforma della giustizia in modo partecipativo? Sembra una nuova presa in giro. Lui le riforme le prepara con Berlusconi e Verdini e poi le impone al PD e agli Italiani.
- “La legge sul lavoro è intoccabile (da come l’ho fatta io)”.
- “Sulla legge elettorale non si discute”; quella pessima legge elettorale incostituzionale e dittatoriale fatta in due in una stanzetta con il suo sodale Berlusconi.
- “La legge è blindata”, sulla riforma del titolo V della Costituzione.
- “Non lascio a nessuno il diritto di veto sulle riforme!”, sulla riforma del Senato.
Le proposte delle leggi sono sempre annunciate in modo generico, arbitrato, pasticciato, senza dettagli, senza scienza o competenza. Renzi annuncia enfaticamente una cosa per ottenere consensi, senza testo scritto, solo con i titoli, poi ne fa sistematicamente un’altra, peggiore!

RENZI SI DEPENALIZZA IL REATO
In autunno ci dovrebbe essere il secondo grado di giudizio nel processo a Renzi per danno erariale. Ma nella riforma della Pubblica Amministrazione c’è un piccolo comma che cancellerebbe la condanna ricevuta da Renzi nel 2011.
Renzi, com’è noto, sostituì un funzionario in un ruolo in cui era obbligatoria una laurea con 4 amici suoi non laureati, violando la legge e quadruplicando i costi con danno al pubblico erario. (E’ un reato in cui è incorso anche Befera, ex di Equitalia e che mostra l’arroganza di potere di chi in una posizione alta crede di fare ciò che vuole).
Con la nuova norma sarà possibile inquadrare un funzionario in ogni categoria, ‘a prescindere dal possesso di specifici titoli di studio o professionali’, quindi Renzi si mette a posto. Non è solo Berlusconi a farsi le leggi su misura.
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VV

Dopo 20 anni di Mussolini
50 anni di Democrazia Cristiana
20 anni di inciucio Csx-Berlusconi
credo che la mente di tanti Italiani sia una tale pappa insulsa che ormai sono pronti solo a un sultanato.

IL COSTO DELLA CORRUZIONE
Viviana Vivarelli

Il costo della corruzione di 28 Paese europei è stato stimato in 120 miliardi di euro. Il costo della corruzione della sola Italia, grazie alla nostra Casta di politici corrotti, è stato stimato in 60 miliardi di euro, metà dell’intera corruzione europea. La Germania, che è il Paese più ligio alle leggi in Europa, ha nelle sue carceri 8.700 corrotti. Sapete quante persone sono nelle carceri Italiani per il reato di corruzione?
DIECI!
Se la corruzione venisse punita come si deve, e se i corrotti dovessero rendere quello che hanno rubato più una congrua multa, certamente dovremmo aprire nuove carceri, ma certamente avremmo decine e decine di miliardi da mettere nella crescita e nello sviluppo e leggi finalmente più serie e un Paese più ordinato. Basterebbe risanare la politica e punire i corrotti come si fa in ogni Paese civile e avremmo immediatamente un vantaggio enorme per la collettività. E basterebbe creare un fisco trasparente per svelare il traffico di denaro sporco, fisco trasparente che ovviamente non è mai entrato nel programma di nessuna forza politica, M5S compreso.
Aggiungiamo che siamo il Paese delle tre maggiori organizzazioni criminali dell’Occidente: mafia, camorra e ‘ndrangheta, e che gran parte dei passaggi di soldi sporchi mafiosi e politici uscirebbe allo scoperto con un fisco chiaro e capace di far risalire alla fonte ogni transazione finanziaria, mentre oggi possiamo sperare che venga scoperto solo grazie a quelle intercettazioni che stanno sullo stomaco al Pd come al Fi e che prima o poi saranno eliminate.

CE L’ABBIAMO FATTA: L’ITALIA VANTA IL RECORD EUROPEO DI CORRUZIONE
Giampiero Gramaglia

ALLARME ROSSO: ITALIA CORROTTA. IMPIETOSO DOSSIER DELLA COMMISSARIA UE MALMSTRÖM: 60 MILIARDI BUTTATI IN TANGENTI TRA APPALTI TRUCCATI E INTESE COSCHE-PALAZZO
Dossier di Bruxelles: metà delle mazzette del continente sono made in Italy.
Peggio di noi soltanto Grecia, Croazia, Bulgaria e Romania
La commissaria agli Affari Interni, Cecilia Malmström, è impietosa: il 97% degli Italiani percepisce il fenomeno come dilagante, il 42% se ne sente vittima. Le tangenti pagate valgono 60 miliardi.
Allarme per i rapporti con le mafie e per le leggi ad personam.

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA LETTA-CANCELLIERI, LIBERI TUTTI
Provate a indovinare quale fu per il Governo Letta la prima emergenza della giustizia.
La mafia ? La corruzione ? La prescrizione? Non ci arriverete mai: la prima emergenza della giustizia è un aiutino ai condannati e perché in carcere ci sono “troppi” arrestati. Troppi? Nel Paese più corrotto d’Europa?? Quello che ha le tre mafie peggiori dell’Occidente?? Quello con la classe politica talmente degradata da comparire per indagini per reati gravi ogni giorno sui giornali?
E oggi di cosa si occupa il caro Fonzie? Di una legge che eviti il carcere a chi ha commesso reati le cui pene stanno entro i 4 anni (ma Renzi voleva 5!)
Nell’Ue, la corruzione costa 120 miliardi di euro l’anno, “praticamente l’equivalente del bilancio stesso dell’Ue”: è un cancro che “mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, danneggia l’economia e priva gli Stati di una parte cospicua del gettito fiscale”. Nessuno dei 28 Paesi dell’Ue ne è esente, ma l’Italia ha il primato e lo manterrà, perché le leggi non intaccano “la percezione d’un quadro normativo di quasi impunità.
Secondo i calcoli della Corte dei Conti, il fatturato della corruzione in Italia è di 60 miliardi di euro l’anno, la metà di quello europeo complessivo.
Cecilia Malmström, commissaria europea agli Affari Interni, è abituata a bacchettare l’Italia. E ha fatto l’elenco dei fattori che mantengono alta la corruzione italiana: tempi di prescrizione troppo brevi, leggi ad personam, scarsa trasparenza di finanziamenti ai partiti e appalti pubblici. Basta guardare cosa è successo a Berlusconi prosciolto “per scadenza dei termini di prescrizione” nel processo Mills, o a Cosentino indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi e protetto fino all’ultimo dal Parlamento. Gli Stati europei hanno fatto molto per combattere la corruzione, ma non basta. Anche l’Italia ha fatto qualcosa, la legge anti-corruzione del 2012, la ratifica della convenzione del Consiglio d’Europa nel 2013 e il piano 2013-2016 approvato il 30 gennaio ma non ha risolto i problemi di fondo, perché non ha modificato la prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’auto-riciclaggio, non ha introdotto il reato di voto di scambio” né regolato il conflitto d’interesse. L’analisi di Bruxelles è la stessa dei G.r.e.c.o. (gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione istituito nel 1999 e aperto anche a Stati non europei e che conta attualmente 49 membri, compresi gli Stati Uniti e la Bielorussia) e dell’Ocse.
La Malmström suggerisce modi di intervento come “bloccare leggi ad personam”, “controllare rigidamente gli appalti pubblici”. L’Italia ha il 92% delle imprese, contro una media Ue del 73%, che presentano scarsa trasparenza. Ovviamente occorrerebbe eliminare le leggi ad personam come il Lodo Alfano o la ex Cirielli, che nessun governo di csx ha toccato, e non se ne parla di imporre la depenalizzazione del falso in bilancio e il legittimo impedimento. In quanto al divieto europeo alle doppie cariche, cosa direbbe l’Europa di Renzi che vuole senatori che tengano anche cariche negli enti locali?
Tra gli aspetti più preoccupanti per la giustizia ci sono i rapporti tra enti locali e criminalità organizzata. Ma occorre anche migliorare le leggi su concussione e corruzione e tutelare i dipendenti pubblici che segnalano illeciti. Il rapporto segnala una corruzione politica diffusa un po’ dappertutto. 201 Consigli municipali sciolti per mafia e oltre 30 deputati della precedente legislatura indagati per reati di corruzione o finanziamento illecito. Vi sembra che Renzi faccia qualcosa per arginare questa alluvione di criminalità politica??

PAROLA D’ORDINE: MINIMIZZARE
Viviana Vivarelli

Dopo il disastroso rapporto europeo sull’altissimo grado di corruzione politica italiana, i partiti, invece di farsi un esame di coscienza, hanno disseminato post di minimizzazione o negazione in tutti i blog di larga lettura.
Evidentemente contro questi dati impietosi sono immediatamente corsi ai ripari con una campagna di demonizzazione dei rapporti stessi, ‘negandone’ la validità.
E molti dei loro seguaci, quelli stessi che o per interesse o pere complicità o per fiducia mal riposta, li hanno votati finora, si sono affrettati anch’essi a metterli in discussione sui blog, come se l’Italiano medio non vedesse da solo la mole gigantesca di corruzione che affiora ogni giorno sulla stampa, e si pensi che è solo la punta di un iceberg gigantesco, che sta divorando il nostro Paese e che vede purtroppo a fianco dei delinquenti, politici, imprenditori, uomini che occupano cariche importanti nello Stato, una parte delle stesse forze di polizia, della guardia di finanza, della magistratura, della Chiesa persino, e quasi la totalità dei mezzi di informazione.
Impegnati in quest’opera di disinformazione e di ‘negazione’ dell’enorme corruttela italiana sono gli stessi che qualche anno fa negavano che in Sicilia esistesse la mafia o che la corruzione in politica non consistesse in poche mele marce!!
I media italiani, di fronte a denunce di simile portata, si guardano bene dal chiedere maggiori e più serie azioni pubbliche di prevenzione e di repressione, denunciando le cause legislative, processuali, politiche, fiscali del malaffare, ma lo NEGANO!
E i troll e i cloni evidentemente si attaccano a questa negazione per tentare di aggiungere alla sciagura pubblica anche la beffa dello scherno, come se questo popolo dovesse essere trattenuto per sempre in uno stato di minorità informativo, mentale, etico…

UNA BELLA LEGGE ANTIARRESTI
TRAVAGLIO

Dopo il decreto svuota-carceri, ci voleva una bella legge anti-arresti. E ha provveduto la ministra Cancellieri, coadiuvata da un’apposita commissione presieduta da Giovanni Canzio, il presidente della Corte d’appello di Milano che nel febbraio 2012 impiegò un mese per respingere la ricusazione dei giudici del processo Mills, regalando così a B la sua ottava prescrizione. Insomma l’uomo giusto al posto giusto per una giustizia più rapida ed efficiente. Il disegno di legge infatti è comicamente dedicato alla “velocizzazione del processo penale” e prevede alcune novità strepitose.
La prima è l’obbligo per il giudice di interrogare l’indagato prima di arrestarlo: oggi infatti capita che alcuni candidati all’arresto, non sapendo di essere nel mirino dei magistrati, si facciano trovare in casa al momento del blitz e dunque finiscano sventuratamente in manette. Il Governo ritiene che ciò non sia sportivo: l’arrestando dovrà essere preavvertito col dovuto anticipo della prava intenzione dei giudici, convocato per l’interrogatorio e ivi informato dettagliatamente dei sospetti che gravano sul suo capo: così, ove ritenesse ingiusto il proprio arresto, avrà modo di dileguarsi per tempo.
La seconda ideona è quella di affidare la decisione sulle richieste di cattura dei pm a un collegio di 3 giudici. Oggi se ne occupa uno solo, il gip, anche perché poi l’arrestato può ricorrere al Tribunale del Riesame (3 giudici) e, se gli va buca, alla Cassazione (5 giudici). Ma, per il Governo, un pm e 9 giudici non bastano ancora. Dunque ciò che oggi fa uno solo domani lo faranno in 3, così si spera che litighino fra loro e lascino perdere. L’effetto accelerante di una simile norma non può sfuggire. Naturalmente nei tribunali più piccoli sarà difficile trovare 3 giudici liberi, o non incompatibili per essersi già occupati di vicende affini: così molte catture non si faranno più o andranno alle calende greche. Il ddl governativo parla di sopprimere i tribunali del Riesame, che però oggi intervengono in seconda battuta ed esaminano un numero molto inferiore di casi (e quando il sospettato è già stato assicurato alla giustizia). In ogni caso si fa presto ad aggiungere un ente, mentre è molto complicato sopprimerne uno (vedi l’accrocco fra regioni e province).
Terza novità: niente più limiti al colloquio nei primi 5 giorni fra l’arrestato e il difensore (salvo per mafia e terrorismo). È una norma di elementare buonsenso per evitare che l’arrestato, prima dell’interrogatorio, venga istruito a tacere o a mentire secondo un copione prestabilito. Ora invece sarà un gioco da ragazzi per l’avvocato “formattare” l’arrestato per dettargli le cose da dire e quelle da non dire, i complici da inguaiare e i mandanti da salvare, specie nei processi di corruzione e criminalità finanziaria, dove spesso il difensore rappresenta non solo il singolo, ma l’intera organizzazione criminale. L’ultima genialata è l’idea di escludere dal giudizio abbreviato le parti civili, che per il risarcimento dei danni dovranno avviare una separata causa civile, costosissima e lunghissima. Così le vittime di delitti gravissimi (l’abbreviato è previsto persino per l’omicidio) saranno escluse da molti processi: un capolavoro. Ma non basta ancora, perché il ddl governativo verrà integrato con la legge anti-manette Ferranti & C. appena varata in commissione Giustizia. Questa fra l’altro rende praticamente impossibile arrestare gli incensurati. Che non sono soltanto i delinquenti alla prima impresa, ma anche quelli rimasti impuniti e beccati per la prima volta.
A questo punto manca soltanto un codicillo: l’arresto obbligatorio, per manifesta pericolosità sociale, del pm che chiede un arresto.

(V : Poi uno si chiede come mai in galera ci siano solo 10 corrotti e come mai Pd e Pdl abbiano respinto la richiesta di sfiducia sulla Cancellieri come amica dei delinquenti, richiesta presentata dai 5 stelle! Ma ovviamente i delinquenti che proteggono delinquenti dovrebbero poi essere i 5 stelle!? Sono loro i terroristi di stato! Gli antipolitici!!)

SPESE FOLLI: LA GRANDE ABBUFFATA DELLE REGIONI ITALIANE
16 su 20. 3 consigli regionali su 4 sono finiti in un’inchiesta della magistratura o della Corte dei Conti. Ben più della metà dei consigli regionali Italiani è finito in un’inchiesta della magistratura o della Corte dei Conti per spese folli e scontrini impossibili. Le quattro eccezioni sono Veneto, Abruzzo, Toscana e Trentino Alto Adige (sfiorate da altre indagini, ma non sui rimborsi allegri).

Dal film ‘Il caimano’: “Non serve più fare la guerra allo Stato, basta usare le leggi che ci sono e costringere il potere centrale a farne delle nuove per noi e per i nostri interessi. Non più meschina velleità di separatismo intrisa di bassa politica e di modesto affarismo, ma reale autonomia da ogni potere che ci consenta di diventare il territorio intoccabile del nuovo potere finanziario, la capitale della nuova autonomia. Quello che la Svizzera è stata per il capitale industriale e dei paradisi fiscali solo per il capitale finanziario oggi noi possiamo e dobbiamo diventarlo domani per la nuova economia globale, un colossale porto franco che scavalchi le leggi e le frontiere. I grandi capitali legali o illegali ormai non più distinguibili tra loro troveranno qui il loro più sicuro rifugio.

UNA REPUBBLICA FONDATA SULL’IMPUNITA’

Per 20 anni. Un Governo dopo l’altro. Una legge dopo l’altra. Una riforma dopo l’altra. Dal csx al cdx. TUTTI hanno collaborato per scempiare le condizioni della giustizia, paralizzare i processi, mantenere impuniti i potenti, abbandonare le vittime, aumentare il degrado, peggiorare il Paese. E oggi, con Renzi, la discesa agli Inferi continua.

1994- GOVERNO BERLUSCONI
Legge Tremonti: detassa il 50% degli utili reinvestiti nelle imprese purché riguardino l’uso di beni strumentali nuovi. Mediaset utilizza la legge per risparmiare miliardi di lire di imposte sui diritti cinematografici per film d’annata, che non sono beni strumentali ma immateriali e non sono nuovi. Ma in ottobre interviene una circolare interpretativa Tremonti che fa dire alla legge il contrario di ciò che diceva, estendendo il concetto di beni materiali a quelli immateriali e comprendendo anche quelli vecchi.

1995- GOVERNO DINI
Il Governo Dini fa approvare un condono edilizio e col Ministro delle Finanza Fantozzi mette a punto anche un concordato fiscale e una sanatoria per le scritture contabili.

1996- GOVERNO PRODI
1997- Riforma del reato di abuso di ufficio. Limita i casi di punibilità. Riduce la pena da 5 a 3 anni, vieta alcuni tipi di intercettazione e riduce i termini di prescrizione. Insieme al csx votano anche FI e il Centro cristiano democratico.
Legge sul contraddittorio e la terzietà del giudice.
Impedisce che le dichiarazioni acquisite fuori dal processo siano usate come prova per gli imputati senza il loro consenso. La riforma causa l’annullamento di centinaia di sentenze (tra cui molti processi per mafia e tangentopoli) da parte della Cassazione o per prescrizione.
Il 2 novembre 1998 la Consulta lo dichiara incostituzionale. Ma in tempi incredibilmente rapidi il Parlamento riesce a modificare la Costituzione e ad imporre la legge.

1998 – GOVERNO D’ALEMA
Su proposta dell’on. avv. Guido Calvi, legale di D’Alema, il csx con l’appoggio di FI, approva una legge che rende incompatibile la figura del GIP con quella del GUP: il giudice che ha seguito le indagini non potrà più seguire l’udienza preliminare e dovrà passarla ad un collega, che ovviamente non conosce le carte e perderà un sacco di tempo. Un altro aiuto alle prescrizioni.

2000 – GOVERNO AMATO
Tolta ai tribunali la vigilanza sulle operazioni delle società di capitali
Prima, se i giudici scoprivano qualcosa di illegale, negavano l’omologa’ a tutela dei soci e dei risparmiatori. Ora invece l’omologazione viene sottratta ai giudici e affidata a un semplice notaio. Più libertà per i capitali sporchi e la finanza allegra.
2001- Indagine degli avvocati difensori. Il Governo Amato approva una riforma per cui gli atti raccolti dagli avvocati difensori hanno lo stesso valore di quelli raccolti dai pm, ma mentre questi ultimi hanno l’obbligo di depositare tutti gli elementi raccolti, compresi quelli favorevoli all’accusato, gli avvocati non sono tenuti a depositare quelli a sfavore del loro cliente. Si consente inoltre agli avvocati di svolgere indagini difensive, anche con la facoltà di interrogare i testimoni e le vittime di un delitto in presenza del loro cliente. Feroci furono le critiche. Non solo ciò comporta un alto rischio di intimidazione (soprattutto nei processi di mafia) e di inquinamento delle prove. Ma sembra anche l’ennesimo aiuto agli imputati eccellenti e ai colletti bianchi che possono permettersi squadroni di avvocati di assalto.
2001. Riforma dei pentiti
Come chiesto anche da Cosa Nostra nel ‘papello’, il Governo riduce sensibilmente i benefici per chi decide di collaborare con la Giustizia e mette una serie di sbarramenti per l’accesso al programma di protezione. Al punto che molti pentiti ritrattano e tornano mafiosi; alcuni che stanno per parlare delle trattative Stato-mafia e mandanti occulti delle stragi tornano in silenzio e i pentiti saranno sempre meno.

2001- GOVERNO BERLUSCONI 2
Legge sulle rogatorio. B vara la legge che stabilisce l’inutilizzabilità di tutti gli atti trasmessi da giudici stranieri che non siano ‘in originale’ o ‘autenticati’ con apposito timbro o siano giunti con qualche vizio di forma. Anche se l’imputato non ha mai eccepito sulla loro autenticità. Compresi ovviamente quei bonifici bancari che dimostrerebbero la corruzione dei giudico romani da parte di Previti
Scudo fiscale: Chi vorrà rimpatriare i fondi neri portati all’estero (illegalmente esportati e spesso illegalmente accumulati) potrà farlo depositandoli presso una banca italiana, pagando solo il 2,5% (invece delle normali aliquote di imposta che arrivano al 46%). E può farlo in assoluto anonimato garantito con una legge senza precedenti.
2002. Ampia depenalizzazione del falso in bilancio
Si abbassano le pene da 5 a 4 anni per le società quotate e addirittura a 3 per quelle non quotate (prescrizione più breve, 7 anni e mezzo per le quotate e 4 e mezzo per le non quotate: niente più custodia cautelare né intercettazioni). La non quotate sono perseguibili solo a querela del socio o creditore.
Si depenalizza il falso in bilancio presentato alle banche. Si fissano amplissime soglie di non punibilità.
2002: Tremonti mette a segno un doppio condono, edilizio e fiscale
B giura che non ne farà uso né lui né le sue aziende
Mediaset ne approfitta subito per sanare le evasioni di 197 milioni di euro, contestate dal Fisco pagandone 35
B lo usa per cancellare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire
2002. Legge Cirami sul legittimo sospetto
Gli avvocati difensori possono chiedere alla Cassazione di spostare il processo se ritengono che il Tribunale sia prevenuto contro di loro
2002. Legge Frattini sul conflitto di interessi
Chi possiede aziende e va al Governo, ma di queste aziende è soltanto il mero proprietario non ha conflitto di interessi e non è costretto a cederle. Il mondo occidentale ride dell’Italia
2005. Legge Cirielli
Riduce drasticamente la prescrizione per gli incensurati e annulla il carcere per gli ultrasettantenni
La legge porta i reati prescritti a 100.000 l’anno con altrettanto vittime senza giustizia
La legge Cirielli annienta il processo Mills/Fondi neri di Fininvest (la corruzione giudiziaria si prescrive in 10 anni invece che in 15 )
Nel processo Mediaset gran parte delle frodi fiscali di B finisce in prescrizione (centinaia di milioni di euro che non renderà più allo Stato) e verrà condannato solo per una minima parte delle somme frodate
2005. Illeciti fiscali condonati
I condannati in 1° grado dalla Corte dei Conti per danno erariale (tra cui molti politici) potranno chiedere alle sezioni di appello della Corte di chiudere la pendenza pagando una somma tra il 20 e il 30% del danno quantificato dalla sentenza

2006 GOVERNO PRODI
Csx e Cdx approvano l’indulto Mastella: 3 anni di sconto di pena a chi ha commesso reati prima di quell’anno, lo sconto vale anche per i reati contro la pubblica amministrazione (che sul sovraffollamento delle carceri non incidono per nulla)

2008- BERLUSCONI 3
2009- Tremonti vara un altro condono fiscale
Sui capitali fatti rientrare, in cambio dell’anonimato e dello sbiancamento, si pagherà solo il 5%. Scompare anche l’obbligo per le banche di segnalare le operazioni sospette all’antiriciclaggio e vengono condonati diversi reati finanziari e tributari collegati all’esportazione di capitali occulti. Ciò non si applica solo ai denari ma anche alle case, beni di lusso ecc.
Il poliziotto e perito informatico Gioacchino Genchi, uno dei migliori investigatori Italiani, decisivo in importanti indagini di mafia e politica ai tempi di Falcone, comincia ad essere violentemente attaccato con accuse poi rivelatesi false dal capo del Governo,dai ¾ del Parlamento e dai principali media Italiani
Genchi viene sospeso e poi radiato dalla polizia (il Ministro degli Interni è Maroni, il capo della polizia Manganelli)

(Altre leggi saranno tentate poi bocciate dalla Consulta come incostituzionali o cadranno per la caduta di B: legittimo impedimento, Lodo Alfano, Processo breve..). Proseguiranno vari tentativi di limitare o annullare le intercettazioni (compresa la pubblicazione) e di intimidire o mettere alla gogna magistrati e investigatori.
Quasi tutte queste leggi sono oggi in vigore e nessun Governo (compresi Monti, Letta, Bersani e Renzi) le ha mai cancellate.
…anzi, col Governo Letta, dicembre 2013, decreto Cancellieri: resta libero chi ha condanne fino a 4 anni (non più 3). E Renzi sta cercando di far passare una legge per cui non si andrà in carcere per pene sotto i 5 anni????
Ma davvero qualcuno crede che dopo 20 anni di questo andazzo e con una riforma della Giustizia in mano a due come Renzi e Berlusconi ne uscirà qualcosa di buono per il popolo italiano?????

Ogni anno, dunque, il costo della corruzione SOLO PER I COSTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE è di 60 miliardi, record europeo.
Il 50% di tutto il malaffare dell’intera Europa è in Italia.
Gli appalti pubblici in Italia costano il 40% in più della media europea.
Nella classifica della corruzione di Transparency International l’Italia è al 69° posto, al pari del Ghana, in aggravamento progressivo con conseguente calo di investimenti dall’estero.
Alla fine dell’ultima legislatura (2008-2013) i condannati, prescritti e imputati del Parlamento erano arrivati quasi a un centinaio (escludendo gli indagati).
Nessuno ne chiede le dimissioni o l’autosospensione, come avviene in tutti i paesi civili, e i media Italiani non ne parlano.
L’Italia è l’unico Paese al mondo con tre mafie nel suo territorio, che controllano militarmente intere regioni e fatturano ogni anno circa 150 miliardi (RECORD MONDIALE).
3 gradi di giudizio sono un’anomalia tutta italiana con il conseguente costo enorme per lo Stato e l’elevatissimo numero di prescrizioni per i potenti e i colletti bianchi. La Cassazione ha poi il potere di annullare sentenze e condanne per banali vizi di forma, spesso precostituiti apposta per l’annullamento, con l’abuso di Presidenti del Consiglio (vd Berlusconi) che mettono in Cassazione giudici compiacenti come Carnevale che annullò per vizi di forma le condanne e dunque i processi per 500 mafiosi acclarati.
L’evasione fiscale è stimata in 140 miliardi l’anno (ALTRO RECORD IN EUROPA).
Il 50% della ricchezza privata che nel 2008 ammontava a 8.600 miliardi di euro (cioè più di 4 volte il debito pubblico) è nelle mani del 10% della popolazione, senza contare i capitali non tracciabili né direttamente né indirettamente e quelli riparati in paradisi fiscali, sui quali nessun Governo ha mai la voglia di fare niente e che possono anche rientrare nel perfetto anonimato con una ridicola tassa del 5% grazie ai voti del Pdl e alle assenze programmate del Pd, scudo fiscale su cui Renzi e i piddini si guardano bene dall’intervenire ogni volta che lamentano la mancanza di soldi.
L’andamento del PIL italiano negli ultimi 20 anni (da ben prima della crisi) è tra i peggiori del mondo, esclusi i Paesi in guerra dichiarata. E anche quest’anno, nonostante gli auto elogi di Renzi, il secondo semestre è negativo con una diminuzione dello 8,5 su base annua, mentre nemmeno Renzi ha fatto qualcosa per diminuire le esorbitanti spese dell’apparato pubblico.
Ancora nel 2012 l’OCSE ha dichiarato che l’Italia non cresce per l’eccessiva evasione e corruzione fiscale. E nonostante la pressione fiscale ormai tra le più alte del mondo, il debito pubblico continua a crescere di almeno 8 miliardi al mese (il ‘risanatore Monti’ in 17 mesi lo fece salire di 128 miliardi. Il Governo Letta lo fece salire di 33 miliardi al mese! Renzi al momento lo aumenta di 8 miliardi al mese). In aprile il debito pubblico era 2.146.389 miliardi di euro!
Ma di questa mattanza quotidiana sui media non c’è traccia. Forse perché sono controllati da LORO?
Dormi popolo….

Viviana
Inutile sottolineare che Renzi ha ’premiato’ i furti in Sardegna della renziana Barracciu, ormai indegna di candidarsi a governatore di regione, con un’altra carica: l’ha fatta Sottosegretaria di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo all’interno del suo Governo, questo a testimoniare quanto è grande la sua volontà di far pulizia nella corruzione di Stato!!
Ma come si fa, con un quadro di delinquenza diffusa che coinvolge più di metà dei gestori degli enti locali a ‘premiare’ questa banda di ladri proponendo addirittura un Senato di nominati dal Governo proprio in questo bacino e regalando loro l’immunità?
.
Maria Elena Boschi, Ministro per le riforme costituzionali, lo ha detto chiaramente: “Il nostro unico partner è B. Resteremo fedeli a lui. Non lo lasceremo per altri!”
Ma per avere i voti di B c’è un solo sistema: fare le riforme che piacciono a B, non c’è altra possibilità. In particolare fare quella riforma della Giustizia che B ha tentato di fare per 20 anni, tale da separare le carriere dei magistrati, farli dipendere dal Ministro degli Interni, abolire le intercettazioni, creare una maggiore e personale responsabilità penale così intimidirli e bloccarli ed evitare le nuove sentenze che stroncheranno B per sempre.
Così noi stiamo assistendo a qualcosa che sembra folle. Un premier arriva ad essere capo del Governo grazie ai voti del Pd, ottiene alle europee un consenso bulgaro come nessun premier europeo, compra questo consenso col regalino pre-elettorale degli 80 euro che nulla c’entravano con un programma europeo, promette di votare Schultz e di contrastare l’austerità e poi vota Junker, promotore del massimo di strettoia mortale, racconta a tutti che ha convinto la Merkel strappandole uno slittamento sul famoso pareggio di bilancio, senza cui pagheremo 50 miliardi l’anno di multa per 20 anni, non ottiene in realtà niente e viene bacchettato dalle autorità finanziarie europee, continua malgrado ciò ad avere l’ovazione dei media, e ci metterà sempre più nella peste (vedi decine di miliardi che dovranno rubare dalle tasche degli Italiani per pagare le multe dell’Ue).
E tutto questo passa perché elettori che evidentemente non capiscono un tubo e continuano in modo fanatico a sostenere Renzi, votano, evidentemente nella massima confusione mentale, le stesse cose che per 20 anni hanno creduto di contrastare votando Ds o Pd ‘contro’ Berlusconi. Siamo alle menti paradossali! per cui parlare di ‘dissonanza cognitiva’ è ancora un complimento, perché siamo alla truffa perpetrata contro se stessi.
Dunque stanno aiutando proprio Berlusconi e la destra peggiore, ma lo fanno ‘a loro insaputa’ e per ‘interposta persona’. E se non è follia questa, non so proprio che cosa è!
I piddini sono preda a una dissonanza cognitiva : Mentire a se stessi.
E non c’è convinzione più assoluta di quella che dipende dal rifiuto della propria mente di accettare la realtà, quando quella realtà dimostra loro di essere stati coglioni ora e sempre.
Parlare con un fanatico di Renzi è come parlare con uno sotto ipnosi. Negherà qualunque realtà e verità e resterà aderente al suo comando ipnotico, trovando delle razionalizzazioni ex post per smentire la sua condizione di non mentalmente libero in una totale incapacità di distinguere la realtà dai comandi che la sua mente ha introiettato e che per lui sono l’unica e vera realtà.
Non diversamente si comportava un tedesco sotto i comandi ipnotici di Hitler

RIDIAMARO :- )

Viviana
Napolitano, quello che firma qualsiasi cosa, specie se incostituzionale, perché se non hai il potere di fare quello che ti pare, che potere è?
..
Alessandro

Tutti i presidenti tagliano nastri, ma mi dicono che Napolitano talvolta li brucia.
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Nonciclopedia

Napolitano ai giornalisti: “Costituzione?” “Boh, alta e magra, credo.”
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Napolitano ha ottenuto il record nel 2009 per il maggior numero di firme mai fatte da un Presidente della Repubblica: tra leggi e decreti firmati si enumerano anche 234 ricevute della tintoria.
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Napolitano
Dorme 29 ore al giorno.
Il suo unico hobby, oltre dormire, è approvare decreti incostituzionali.
Ultimamente, oltre dormire e approvare decreti incostituzionali si diverte a staccare le… spine altrui.
Firmerebbe volentieri anche la propria condanna a morte.
Ha già ufficializzato la sua candidatura come Presidente della Repubblica del 2048 (ovviamente per il bene del Paese).
Una volta ha firmato un autografo e la Corte Costituzionale lo ha dichiarato incostituzionale.
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Aristotele paziente
Resta l’immunità per Senatori e Deputati.
“E vedrete che presto troveremo una soluzione anche per gli ex parlamentari condannati.”
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Notturno concertante
Il PD torna all’antico.
Ora prepara la Festa dell’(IMM)Unità.
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Imprendo
Riforme, inserita l’immunità per Senatori e deputati. Più che una riforma, una restaurazione.
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Mario Rendina
LE PRESENZE DER SENATO

Purtroppo nun sto a dì ‘na cosa nova
che tra li nostri amati Senatori
la gran parte ce prova e c’ariprova
‘nvece de lavorà, a restà fori.
É come er gallinaccio che nun cova,
che magna, che s’engrassa e nun produce,
manco a pagalle d’oro, ‘n paio d’ova.
Fra tutti quanti però se mette in luce,
ch’ar Senato ‘n sa manco che succede,
Ghedini difensor der novo duce.
So’ tredici anni che ‘n ce mette piede
e che privati affari se conduce.
Lui dice che “la legge è a tutti uguale,
ma diverza é la sua applicazione”.
Mo’ se capisce che s’er manovale
ariva tardi pe’ ‘na distrazione
la busta nun la trova tale e quale.
Ma si sta faccia da teschio ambulante
ar Senato nun ce va propio mai
je dovemo pagà tutto in contante
si no te fa passà pure li guai.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1544 11-7-2014 I GUASTI DELLA FINANZA

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Banche e deflazione – La truffa delle società partecipate- Pubblica amministrazione e debiti – La Merkel e il signor 40% – La svolta dell’economia occidentale – Le banche ombra – E’ impossibile restare in questa Europa – Con Renzi verso la dittatura – L’educazione universale – Travaglio e l’immunità dei senatori – Come si fa a salvare democrazia e governabilità? – Renzi gattopardo – Il disastro italiano – L’iperliberismo di Renzi – Liberalizzazione dei servizi: la TISA

Gli uomini temono il pensiero più di qualsiasi cosa al mondo, più della rovina, più della morte stessa.
Il pensiero è rivoluzionario e terribile.
Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli.
Il pensiero è senza legge, indipendente dall’autorità, noncurante dell’approvata saggezza dell’età.
Il pensiero può guardare nel fondo dell’abisso e non avere timore.
Ma se il pensiero diventa proprietà di molti e non privilegio di pochi, dobbiamo finirla con la paura
.”
(Bertrand Russell)
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Talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile piuttosto che non partire mai.”
Giorgio Faletti, Fuori da un Evidente Destino


Dedico di nuovo questo numero del mio blog a un commentatore che leggo volentieri, Berluscameno, che tratta sempre argomenti finanziari con competenza e chiarezza e che trovo come blogger nel blog di Alessandro Gilioli “Piovono rane”, così riprendo i suoi commenti e li integro con le mie osservazioni.
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BANCHE E DEFLAZIONE

Sono decine di anni che si ripete che questa non è una Europa dei popoli ma delle banche, banche dirette dalla Bce, dominata dalla Bundesbank per gli interessi principalmente tedeschi, sotto i diktat del Fondo Monetario, il quale altro non è che il curatore degli interessi di 200 famiglie di magnati che spadroneggiano sull’Occidente, curando più facilmente il business americano o tedesco che il futuro e i diritti dei popoli europei.
Il fatto gravissimo è che questo dominio delle banche europee non crea futuro in Europa ma lo uccide. Le banche, infatti, lavorano sul breve periodo per guadagni immediati, ottenuti in genere fuori dall’economia di produzione di beni e servizi, e dipendenti quasi solo dai giochi del mercato finanziario. Le banche non si interessano affatto né dell’occupazione, né dell’economia reale, né delle famiglie, né del futuro dei popoli. E gli attuali Governi europei, come la Bce, pensano solo a rifondere le loro enormi perdite e a preservare i loro profitti illeciti, senza aumentarne le regole e le finalità sociali.
Per molti decenni l’Italia ha temuto l’inflazione, l’aumento del prezzi col valore reale dei salari e delle pensioni che diminuisce. Oggi il problema è opposto: la DEFLAZIONE, il tasso dell’aumento dei prezzi che scende, bloccando l’economia. A noi sembra quasi impossibile che i prezzi scendano ma a causa della deflazione si sta preparando un disastro economico di proporzioni colossali.
Cosa può fare il Governo? Non sembra che Renzi o gli altri si curino molto di economia, rilasciandola solo a Padoan che segue il Fm; sono troppo occupati a consolidare il proprio potere politico e la propria impunità, mentre marciando verso una dittatura e una situazione di crisi economica ha sempre reso più facile l’avvento di governi autoritari.
La deflazione non è facile da percepire a livello di massa. Un pensionato si rallegra se i prezzi scendono, visto che ha un reddito fisso. Ma la deflazione paralizza l’economia. Se i prezzi scendono è perché non si vende, non c’è domanda. Ma se non c’è domanda, le imprese chiudono, e la disoccupazione aumenta, facendo scendere ancora di più la domanda, con aumento progressivo di licenziamenti, chiusure e fallimenti…
Se in un Paese girano sempre meno soldi, esso si paralizza. Per far riprendere un Paese in declino lo Stato deve investire, come fece Roosevelt col New Deal dopo la crisi del 29, mentre questi imbecilli Pd-Pdl non solo hanno messo in Costituzione (unici in Europa!) il pareggio del bilancio che ci impedisce di investire per lo sviluppo ma si sono legati mani e piedi al fiscal compact e ai diktat assurdi della Bce senza nemmeno riuscire a rimandarli come ha fatto la Spagna e Renzi, più inetto e fanfarone che mai, non ha evitato di un solo mese la multa di 50 miliardi l’anno per 20 anni che ci aspetta.
Le Banche centrali mirano a un’inflazione vicina al 2%, impegnandosi a che non scenda sotto lo zero, per cui gli indici d’inflazione tendono a sovrastimarla. In Italia, l’inflazione, a maggio, è stata pari dello 0,5% su base annua, in diminuzione di 0,1% rispetto ad aprile. Il che vuol dire che siamo già sotto lo zero.
Quello che avviene in Italia si chiama “spirale del declino”.
La deflazione porta alle imprese produttrici di beni reali meno soldi e meno profitti, dunque licenziamenti e chiusure, con aumento della disoccupazione. Questo aggrava le condizioni generali.
Il tasso d’inflazione dell’Europa a 17 è dello 0,3% (dunque già sotto zero). Se non si fa qualcosa, aumenterà la spirale recessiva.
Occorre impedire che i prezzi delle merci scendano, ma la Bce, a differenza di tutte le banche centrali degli Stati autonomi o delle Nazioni federali, non ha strumenti sui prezzi. Draghi dovrebbe aumentare la liquidità (come ha fatto il Giappone) e creare moneta ma non può farlo per le leggi stesse che la Bce si è data, costituendo uno strumento finanziario a metà, che può aiutare le banche ma non può aiutare l’economia.
Ben Bernanke, ex presidente della FED, ricorda che gli USA hanno uno strumento detto torchio con cui creano tutta la moneta che occorre a costo zero. Possono farlo perché il mondo prende ancora volentieri i dollari e non hanno una Bce limitata.
Tutte le Banche centrali hanno a disposizione questo mezzo per contrastare le deflazione ma la Bce non lo permette e di conseguenza Draghi non può usarlo.
Le banche sono pronte a stringere il credito quando l’inflazione sale, ma non ad allentarlo quando scende. Sulla deflazione questa Europa delle banche non fa nulla.

LA TRUFFA DELLE SOCIETA’ PARTECIPATE
Viviana Vivarelli

Ci hanno parlato di rivisitazione della spesa, SPENDING REVUE, vista la necessità impellente di controlli e di tagli su un apparato statale traboccante di sprechi, abusi, concussioni, privilegi indegni, vessazioni, ed è stato nominato un revisore di spesa che si chiama Cottarelli, del cui operato, col Governo Renzi, si è persa ogni traccia.
Renzi pensa a premiare addirittura certi sindaci o consiglieri dando ai partiti il potere di farne dei Senatori ‘nominati’ e dotati di immunità, come se non vedesse la vergogna degli scandali giudiziari (spese folli, truffe, mazzette, collusioni mafiose) che ormai invadono ogni giorno le pagine dei giornali indiziando proprio gli amministratori locali e fregandosene delle due direttive Ue che ci comandano di abolire i doppi e tripli incarichi. Contro tutto questo, e di fronte a una richiesta degli elettori di maggiore democrazia, sarà eliminato il diritto costituzionale di eleggere i Senatori, con nuovo danno alla sovranità popolare, saranno dotate di immunità persone che non sono altro che ‘dipendenti comunali’, e avremo la nuova doppia carica di sindaco-senatore o consigliere-senatore, non si capisce per il bene di chi, diminuendo l’impegno di ogni ‘nominato’ in entrambe le cariche e costruendo un nuovo tassello di iniquità e parassitismo cortigiano.
Ma certa stampa ha puntato i riflettori anche sulla giungla delle società partecipate dagli enti locali e qui la situazione è anche più allarmante.
Cosa sono le società partecipate e controllate? Sono società in cui una quota di capitale sociale è di proprietà di un ente pubblico. Nelle società controllate lo Stato ha la maggioranza assoluta delle quote societarie.
Le società partecipate esistono dall’inizio degli anni 80. Con soldi pubblici sono state create società di capitali esterne che hanno occupato il campo dell’economia regionale: trafori e autostrade, idroelettrico, informatico, gioco d’azzardo, alberghiero, immobiliare industriale, edilizio. Ora il problema è che gli enti locali non partecipano alla gestione di questo tipo di economia pubblica. Non c’è coinvolgimento popolare nella guida, nelle responsabilità e nei benefici. Accade cos’ che un terzo dell’economia regionale è affidato a società di cui quasi nessuno sa in realtà a chi rispondono delle loro scelte.
La nomina degli amministratori, le decisioni strategiche di acquisizione, fusione, dismissione, investimento, assunzione di personale delle società partecipate non sono prese dal Consiglio regionale o in accordo con esso. Sebbene la Regione sia azionista di queste società, gli eletti non sono a conoscenza delle strategie e dei risultati delle azioni di queste società. Gli organismi di gestione delle partecipate sono il Consiglio di amministrazione o un amministratore unico indicato da chi detiene le azioni nella società.
Solo in Val d’Aosta, per es., le società partecipate direttamente o indirettamente dalla Regione sono 51.
Solo in Val d’Aosta, il bilancio delle società partecipate è di 1182 milioni di euro (si consideri che il bilancio regionale è di 1870 milioni di euro!).

Le società partecipate degli enti locali sono 10.000, una giungla di clientele, sperperi e corruzione senza vantaggi per il cittadino contribuente. Ora Carlo Cottarelli, il capo del gruppo che dovrebbe tagliare le spese inutili o inique, ci dice che le cose stanno peggio di come le immaginavamo.
Le 10.000 inutili società pubbliche perdono 1,2 miliardi, a cui sono da aggiungere i costi nascosti da contratti di servizio gonfiati e quelli a carico dei cittadini per tariffe eccessive. Non si capisce perché Renzi continui con le sue riforme inutili e tutte a vantaggio del potere e non ripari allo scandalo degli sprechi di Stato.
Cottarelli dichiara: “Quello delle partecipazioni locali è un mondo molto differenziato. Ci sono quelle strumentali, spesso a rischio abuso perché costituite solo per creare occupazione (vedi scandalo del renziano Genovese in Sicilia per i corsi d’oro per trovare lavoro), e ci sono quelle che gestiscono i servizi pubblici locali, che rappresentano il 20% delle partecipate ma raccolgono il 60% del fatturato”.
Almeno l’80% delle 10 mila aziende pubbliche partecipate dagli enti locali, dice Cottarelli, oltre a generare ricavi irrisori, non servono a produrre alcunché, ma solo ad occupare gente. Bisognerebbe chiuderle, ma sono un bacino di voti. Renzi sapeva di Genovese ma lo ha riconfermato perché portava quasi 20.000 voti!
Il 20% delle partecipate gestisce i servizi pubblici, dall’energia al gas, dall’acqua ai rifiuti. Hanno un fatturato da 40 miliardi, ma staccano un dividendo annuo di appena 604 milioni agli enti locali, e soprattutto sono la bellezza di 1.100. Troppe anche queste, e soprattutto poco efficienti e non redditizie come dovrebbero e potrebbero essere.
Cottarelli giurò che entro luglio le avrebbe disboscate. Credete che Renzi lo permetterà? Credete che voglia razionalizzare la spesa statale?
Al momento la sta solo aumentando, proteggendo ladri e malfattori, permettendo gli abusi delle banche, aumentando le difese della Casta.

I DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Viviana Vivarelli

Un modo rapido per aumentare la liquidità del Paese saltando l’usura delle banche e aiutare immediatamente le imprese a non fallire è quello che è stato proposto dal M5S in parlamento:
sanare i debiti che la Pubblica Amministrazione ha verso le imprese che hanno fatto lavori per enti statali e non sono state ancora pagate (90 miliardi!) con i debiti che le imprese in questione hanno verso lo Stato.
Sembrerebbe un atto di comune buon senso, infatti non si vede come sia equo che una impresa che non è stata pagata dallo Stato per il suo lavoro debba essere mandata in fallimento da Equitalia, per conto dello Stato, perché non riesce a pagare le tasse.
Ovviamente i cari Pd, Lega e Pdl hanno votato contro.
Ora, in un Paese civile la legge dovrebbe essere uguale per tutti:
non solo il cittadino onorevole e il cittadino comune
non solo il cittadino e una banca
ma anche il cittadino e lo Stato.
Se una banca va in rosso dovrebbe avere lo stesso trattamento di una impresa che fallisce e pagarne il fio, non dovrebbe ricevere soldi pubblici.
Se un ente pubblico non paga i propri debiti, i responsabili devono essere puniti e non dovrebbero essere rieletti come è avvenuto col sindaco di Torino Chiamparino che dopo aver fatto fallire Torino con un debito di 8 miliardi, il più alto in Italia, non solo non è stato punito per la sua pessima amministrazione ma è stato eletto Governatore del Piemonte col 47% dei voti da elettori praticamente indegni di esercitare il diritto elettorale per minorità mentale.
Se una legge è stata messa per il bene di tutti, dovrebbe essere osservata da TUTTI.
E finché questo semplice assioma non sarà rispettato, saremo ben lungi da qualunque sistema democratico.
Ma ancora una volta dobbiamo constatare quanto siamo lontani da una pur minima democrazia. Siamo e saremo sempre di più in un regime, dove c’è chi ha il potere di fare tutto (i pochi che comandano) e chi non ha il diritto di essere rispettato in niente (la massa senza potere).
La stupidità vince e va a braccetto con la delinquenza a pari grado, la sostiene e la mantiene e serve a poco dire che ciò si basa sulla buona fede in totale ignoranza di troppi e in totale furbizia e disonestà di alcuni.

LA MERKEL E IL SIGNOR 40%
Berluscameno

Italia in stagnazione e senza lavoro. E Bruxelles (ossia la Merkel) chiede il conto a Renzi.
Il +0,8% previsto dal Governo per il 2014 sfuma definitivamente. Ecco i veri numeri:
secondo l’Istat la “crescita” sarà dello 0%, mentre il tasso di disoccupazione sale al 12,6%, 0,5 punti in più rispetto a un anno fa (e magari fosse così: Istat ovvero le percentuali farlocche !)
E scende l’inflazione (sarebbe più corretto dire che aumenta la “deflazione”) segno che i consumi diminuiscono clamorosamente nonostante il bonus di 80 euro. Dalla Ue, invece delle sbandierate “aperture” sulla flessibilità, arriva la richiesta di assicurare già quest’anno il progresso verso il pareggio di bilancio. E quindi evitare una manovra correttiva appare sempre più difficile.
“E’ chiaro che se il Pil è più debole del previsto (l’aumento del PIL con la deflazione liberamente in corso è solo una chimera!) ci sono implicazioni per i conti pubblici”.
Occorre ed è urgente che la BCE acquisti Bond sovrani dagli stati UE e renda disponibili gli importi realizzati per immetterli nel mercato dell’economia reale UE ma relativamente ai Paesi del sud Europa con deficit strutturali di bilancio che ne facciano espressa richiesta (Eurobond)”.
Dopo le fosche previsioni di Confindustria e dell’Istat, il Ministro dell’Economia Padoan, intervistato da Il Sole 24 Ore, è stato costretto a prenderne atto.
Impossibile ostentare ancora fiducia in un numero diventato irraggiungibile: quel +0,8% di crescita che il Governo ha inserito nel Documento di economia e finanza, e su cui ha basato tutti i suoi calcoli, è definitivamente sfumato. Quanto all’ effetto propulsivo sui consumi del bonus di 80 euro, per ora non ce n’è traccia.
L’Italia sta molto peggio di quanto Renzi e i suoi ministri hanno pronosticato solo tre mesi fa. In pratica, lo scenario più roseo che possiamo aspettarci è una stagnazione, “deflazione” più recessione.
Cioè l’industria di produzione di beni reali e servizi della UE anziché far ripartire la crescita procede rispettando “la deflazione “. Con il risultato che riassorbire i 3,2 milioni di disoccupati (oltre i 3,5 milioni di persone che il lavoro non lo cercano più da un pezzo !) diventerà una missione impossibile se non cambia la politica economica dell’ Austerity! Il tutto mentre la flessibilità chiesta a gran voce da Renzi all’Europa resta nei fatti una chimera. E da Bruxelles, al posto delle sbandierate “aperture”, arriva la richiesta di assicurare già quest’anno il progresso verso il pareggio di bilancio.
Ecco come sta davvero l’Italia. La nota mensile di giugno dell’Istat (che strazio!) ha rivisto al ribasso le già deboli stime sull’ andamento del prodotto interno nei mesi tra aprile e giugno: nella migliore delle ipotesi il Pil salirà dello 0,3%, nella peggiore scenderà allo zero “meno”.
“Ma c’è un margine di variabilità. E anche considerando lo scenario centrale tra i due estremi si ottiene che nel 2014 la crescita si attesterebbe allo 0% (zero %!). Morale: a quest’ora avremmo dovuto vedere una ripresa, invece andiamo verso la stagnazione con deflazione feroce !”
L’ Esa 2010, l’attesa revisione del sistema di contabilità pubblica entrerà in vigore in autunno. Ma “avrà di sicuro un effetto sui livelli assoluti del Pil, ma non sul tasso di variazione percentuale .
La dinamica congiunturale resta quella”. Il tasso di disoccupazione non smette di salire. A maggio ha toccato il 12,6%, (e ci sono 3.500.000 cittadini, ossia il 12,7 %, di giovani e meno giovani che non domandano neppure più di ottenere un LAVORO QUALSIASI ,IN QUANTO HANNO PERSO QUALSIASI speranza IN MERITO.
Nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni sono 700 mila i ragazzi che inviano curriculum e rispondono ad annunci ma non riescono a entrare nel mercato del lavoro. Per loro il tasso è del 43%, un po’ meno che ad aprile ma il 4,2% in più rispetto allo stesso mese del 2013. Peggio ancora, calano anche gli occupati. Quelli che, producendo e pagando i contributi, dovrebbero assicurare la tenuta del sistema. Gli occupati oggi sono 22,3 milioni, ossia 61 mila in meno rispetto al maggio dell’anno scorso. L’impianto degli ammortizzatori sociali scricchiola. Solo per rifinanziare la cassa integrazione in deroga, ha fatto sapere il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, manca 1 miliardo di euro. Se non si trova, 50 mila lavoratori di piccole imprese in crisi potrebbero rimanere senza sostegno al reddito. (Ma alla Merkel non gliene importa un fico secco!).
Non basta ancora: nel bollettino di guerra c’è un altro punto, solo in apparenza meno rilevante. Si tratta dell’andamento dell’inflazione, che continua a scendere .
(Ma allora si chiama”deflazione”, diminuzione incontrollata dei prezzi dei beni reali).
A giugno la “crescita” (?) annua dei prezzi si è fermata allo 0,3% (o forse meno), come ha calcolato l’Istat (disposta a dire qualsiasi cifra purché sia redditizia per lei!).
Il meccanismo è sempre lo stesso: se il consumatore pensa che domani un bene costerà di meno, rimanda l’acquisto. Le aziende, di conseguenza, mettono in stand-by produzione e investimenti. Non solo: più bassa è l’inflazione, più alto è il valore reale del nostro già mostruoso debito pubblico. Un circolo vizioso alimentato dall’ austerity, ossia dal rigore più becero mai inventato dagli economisti iperliberisti, in epoca di profonda recessione.
Ma quale crescita può esistere senza investimenti pubblici o privati ? “Le politiche economiche europee sono state finora profondamente sbagliate. E per ora non si intravede un miglioramento. Si fa parla di riforme strutturali, ma l’ordine delle priorità andrebbe invertito. Prima di mettere mano a interventi che avranno effetti tra tre o quattro anni bisogna occuparsi del breve periodo, ossia cercare disperatamente di cambiare la congiuntura recessiva e di pura stagnazione e deflazione! A livello europeo servono investimenti, una politica keynesiana che sostenga la domanda e dia fiato all’ economia espansiva”.
“Altro che flessibilità ! Bruxelles è sempre più severa sul pareggio di bilancio. Renzi ha chiesto più flessibilità nell’applicazione del Patto di stabilità, ma ha ottenuto, in termini concreti, poco o nulla.
L’UE respinge la richiesta di Roma di rinviare il pareggio strutturale di bilancio al 2016, invitando al contrario a “rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per garantire le esigenze di riduzione del debito e raggiungere l’obiettivo di medio termine”, cioè il pareggio. Padoan, ora presidente di turno dell’ Ecofin (il Consiglio che riunisce i ministri responsabili dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri) farà di tutto (?) per ribaltare la decisione durante la riunione dell’8 luglio. In caso di insuccesso, sono altri 3 miliardi che si aggiungono al conto dei capitoli per i quali trovare copertura in autunno.
Padoan e Renzi hanno un bel dire che la Legge di stabilità per il 2015 non conterrà una manovra correttiva. A settembre il Governo dovrà “aggiornare le stime sull’ anno” contenute nel DEF, prendendo atto che con l’economia così debole i rapporti deficit/Pil e debito/Pil vanno peggio di quanto immaginato. Un altro circolo vizioso. Con due soli sbocchi possibili: più tagli o più tasse”.
Ma Padoan ha mai letto cosa dice il Professor Guarino in merito ai Trattati Europei in vigore? Per quanto riguarda i parametri di Maastricht ed il Trattato di Lisbona in vigore dal 2009, ll Prof. Guarino ci dice: il Fiscal Compact non è valido ed andrebbe cestinato. Inoltre è nullo ed il Governo lo deve certificare. Ed Il Pareggio di Bilancio è illegale !
(cosa aspetta la Consulta a dichiarare che questa infamità votata all’unanimità da Pd/Pdl senza se e senza mai per seguire come caproni l’incredibile Governo Monti, mai votato dagli Italiani e voluto solo da Napolitano e dal FM, è incostituzionale??)
Ma se siamo stati truffati dalla Germania dobbiamo sempre stare sempre
zitti?

LA SVOLTA DELL’ECONOMIA OCCIDENTALE
Berluscameno

Nei terribili mesi successivi al fallimento della Banca Lehman Brothers, quasi tutti i governi affermavano che l’improvviso tracollo della spesa privata andava compensato e convertito in una politica fiscale e monetaria ESPANSIONISTICA. Bisognava spendere di più, tassare di meno e ampliare fortemente la base monetaria .
Così facendo applicavano le lezioni dolorosamente apprese dalla Grande Depressione .
Ma nel 2010 accade una cosa strana: l’élite politica mondiale, composta dai Banchieri e dai responsabili della finanza pubblica decide e dichiara che bisogna cambiare.
Diviene di moda allora invocare tagli alle spese, incrementare le imposte e rialzare i tassi di interesse, anche se con queste misure di politica economica si sarebbe aumentata a dismisura la disoccupazione.
Questo dominio dei paladini dell’austerità immediata si è consolidato nella primavera del 2010 quando l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ) pubblica il suo ultimo rapporto sulle prospettive dell’economia.
Secondo l’OCSE (roccaforte del pensiero iperliberista) nel 2010 quando l’inflazione era bassa, la disoccupazione molto alta, i costi del finanziamento del Governo USA molto bassi, la FED USA avrebbe dovuto alzare i tassi di interesse e ridurre così immediatamente il deficit di bilancio.
E naturalmente dove si è formato culturalmente il nostro attuale Ministro dell’economia Padoan? Proprio all’ OCSE. Certamente è molto ben visto dalla BCE (e dalla Merkel) e infatti nel 2011 in Europa la BCE ha iniziato ad alzare i tassi di interesse anche se non vi era pericolo di inflazione.
Ma l’economia dell’Eurozona versava, però, in una profonda depressione.
Negli USA nel 2011 autorevoli esponenti del partito repubblicano hanno sfruttato le varie argomentazioni a favore dell’austerità per giustificare la propria linea economica di tagli alla spesa pubblica e restrizioni alla politica monetaria.
Tutto questo detto per esporre solo una pensiero : ma cosa ci possiamo aspettare dal nostro attuale Governo (certamente non conservatore e non reazionario) se a fare il Ministro dell’economia è stato scelto da Napolitano proprio un fautore dell’austerità?
a il nostro Governo attuale è di sx progressista o di dx reazionaria e conservatrice?
Vuole rilanciare l’occupazione in Italia o vuole “conservare” la errata teoria economica dell’austerità in un periodo di forte recessione e depressione, con drastica diminuzione della domanda di merci e servizi per impossibilità del popolo italiano di far fronte (con il reddito percepito) alle sempre più assillanti ed ingiuste (in periodo di forte recessione economica) imposizioni fiscali ?
Ma vi sembra credibile che il Ministro attuale dell’economia di un Governo che si definisce “progressista” non sappia che per rilanciare (veramente) la crescita e lo sviluppo dell’economia italiana occorre proporre agli Italiani lo sviluppo (ora arrestato con il fallimento totale delle aziende PMI colpite dalla inumana restrizione del credito bancario) della progettazione ed edificazione di case di civile abitazione o ancora meglio predisporre i piani urbanistici per la progettazione e costruzione di intere nuove città di 100 /200 mila abitanti e collegate con la rete autostradale già esistente ?
L’affossamento della nostra “economia reale” -tramite la non crescita ed il non sviluppo – sarebbe la vittoria definitiva della Finanza.

( http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/06/19/news/wikileaks-ecco-l-accordo-segreto-per-il-liberismo-selvaggio-1.170088 )

Ecco un altro esempio di non corretta ecologia dei comportamenti o di civiltà nei rapporti sociali.

LE ACCUSE ALLO “SHADOW BANKING”- LE BANCHE OMBRA
Berluscameno

Avete mai sentito un Banchiere dire che la colpa della crisi recessiva globale in cui siamo immersi è colpa del comportamento non corretto tenuto dalle loro istituzioni ufficiali bancarie e dalle loro banche ombra?
Allora dobbiamo chiederci per quale motivo da qualche anno lo “Shadow Banking” interessa tanto le autorità pubbliche al massimo livello? Semplice,” al “sistema finanziario ombra” sono attribuite molte delle responsabilità per la crisi finanziaria che ha squassato il mo
ndo (e in particolare i Paesi occidentali) dal 2007 ad oggi.
Operazioni come quella della “cartolarizzazione dei crediti bancari”, che anche a prima vista appaiono “innaturali”, hanno contribuito in modo decisivo a generare la crisi dei “mutui sub prime americani” e quindi la crisi finanziaria -debitoria dei Paesi europei che dura da oltre cinque anni.
La crisi economica globale è stata generata, tanto per cambiare, dal cattivo uso che il mondo della finanza internazionale ha fatto di un canale di intermediazione di capitali nato con finalità sostanzialmente positive. É facile constatare che l’aggettivo “shadow”, che evoca tenebrosi risvolti, non è poi così immeritato, in particolare per il ruolo ricoperto (spesso con dolo)- nell’ esplosione della crisi sub prime- dalle istituzioni finanziarie ufficiali (banche e agenzie di rating).
In ogni caso va sottolineato come sia inaccettabile che una quantità di capitali equivalente al Pil mondiale (stima per difetto) possa continuare a transitare tranquillamente senza alcuna forma di trasparenza: all’ interno di un siffatto sistema potrebbero annidarsi i germi di una ulteriore crisi finanziaria, visto che è ad oggi è ancora impossibile conoscere con esattezza i veri contenuti (soprattutto in termini di rischi ceduti e acquisiti) dei contratti negoziati Otc anche dalle nostre “silenziose” banche.
.
Si chiama sistema bancario ombra (o SBS, dall’inglese shadow banking system) una rete creditizia collaterale, non bancaria, in grado di fornire servizi simili a quelli proposti dagli istituti di credito commerciali tradizionali, l’aggregazione di un eterogeneo insieme che comprende fondi speculativi, fondi monetari, veicoli di investimento strutturato e altro ancora. Il suo funzionamento è ancora oggi avvolto in parziale mistero, visto e considerato che molte operazioni non vengono regolarmente indicate nei bilanci convenzionali, contribuendo ad accrescere il pericolo di valutazioni piuttosto aleatorie sul loro merito e la loro solvibilità.

RELAZIONE FRA FINANZA OMBRA E BANCHE

Consideriamo anche le società di scopo create dalle stesse banche ufficiali , denominate Veicoli di investimento strutturato (Siv), Veicoli per scopi speciali (Spv), …
La funzione di tali strumenti societari è quella di portare fuori bilancio i crediti concessi da una banca, in modo che essa possa liberare il suo attivo da una parte degli impieghi e, a parità di patrimonio, sia in grado di concederne di nuovi. La regola generale dell’attività bancaria, infatti, è che un istituto non può concedere credito all’ infinito, ma in precisa correlazione al proprio patrimonio. Tale vincolo dato dalla regolamentazione bancaria può essere superato trasformando i crediti in altro per cancellarli dal bilancio: da qui nasce l’emissione di obbligazioni strutturate che incorporano crediti bancari, impacchettate da società-veicolo di stessa promanazione bancaria.
Cartolarizzando (trasformando in bond da cedere a terzi) i propri crediti una banca può ricominciare a erogare nuovi prestiti (e a macinare nuovi utili), incassando peraltro l’ammontare dei prestiti in precedenza concessi (e gli interessi attualizzati al netto di una commissione) ceduti: l’istituto di credito non ingessa più il suo capitale per anni o addirittura decenni, come tipicamente avveniva in passato con la concessione di un tradizionale (ma noioso) mutuo”.
Questo incredibile intrallazzo bancario può anche spiegare il motivo per cui le banche private italiane -attualmente – non erogano più credito alle nostre PMI?
..
E’ IMPOSSIBILE RESTARE IN QUESTA EUROPA
Berluscameno

L’impossibilità reale di rimanere in questa Europa è talmente grande da surclassare qualsiasi nostra revisione costituzionale o di legge elettiva.
D’altronde la Merkel o Schaeuble, quando parlano di “riforme necessarie”, pensano solo a rendere più facile il licenziamento di operai italiani o la svendita di imprese italiane ai tedeschi per quattro soldi dopo che sono state strozzate dal credito impossibile e non pensano certo alla nostra legge di riforma elettorale o alla modifica costituzionale del Senato.
Per quale motivo nessun nostro politico si batte apertamente per la creazione di una “vera” Costituzione degli Stati uniti d’Europa? Per quante modifiche strutturali facciamo alla nostra Costituzione, alla UE -così come è ora strutturata- non gliene potrebbe importare di meno! La Merkel e & C. vogliono “regnare “sull’Ue indisturbati. Loro “ci dicono che non sono d’accordo con Draghi per permettere alla BCE di effettuare ‘acquisti di bond sovrani o che la BCE possa emettere gli Euro bond a favore di ciascuno dei vari Paesi del sud Europa: “Noi tedeschi contiamo più degli altri Paesi UE”. Eccolo, il contrattacco della Deutsche Bundesbank è arrivato. Con precisione e durezza di linguaggio, il presidente della Bundesbank Weidmann, ha ribadito la sua linea dura sul tema del salvataggio dei Paesi dell’eurozona proprio alla vigilia dell’attesa riunione del board della Bce dalla quale molti governi e i mercati attendono di veder arrivare le misure straordinarie per salvare l’euro e l’euro zona proposte da Draghi, ma anche dalla stessa Merkel, da Renzi e da Hollande. Ha avvertito (bontà sua) che la Bundesbank è la principale banca centrale dell’Eurozona, insomma la Buba si arroga un ruolo egemone.
La Bce, ha detto Weidmann, non deve oltrepassare il suo mandato. Cioè deve pensarci due volte prima di riprendere gli acquisti dei titoli sovrani dei paesi altamente indebitati e più a rischio per l’euro zona.“Siamo la maggiore e la più importante banca centrale dell’euro sistema, e abbiamo una voce più importante rispetto ad altre banche centrali dell’euro sistema. La Bundesbank dovrà continuare a usare tutte le sue risorse a tutti i livelli per affermare le posizioni in cui crede e assicurare che l’unione monetaria rimanga un’unione monetaria della stabilità”. Secondo lui, è difficile immaginare che si arrivi all’unione politica europea nel breve periodo. La presa di posizione è durissima non solo contro la linea francese, italiana e della Commissione europea, e del FMI di Lagarde , ma costituisce un pesantissimo attacco alla stessa Merkel, che era aperta a un importante intervento della Bce per sostenere l’euro, l’Euro zona e i suoi membri più deboli. I falchi della Bundesbank sono decisi a non cedere. Il falco e potente Ministro delle finanze tedesco Schaeuble, è ormai sempre più irremovibile nella decisione di non poter modificare in nulla nel Patto di Stabilità Europeo.

LA TRUFFA EUROPEA
Berluscameno

C’è una ragione profonda per l’interesse tedesco alle nostre Riforme.
Una Organizzazione Economica (formata da più Paesi UE) con l’intento espresso di costituire uno stato sovranazionale federale e solidale, ma senza la preordinata esistenza di una Costituzione Democratica regolarmente votata dai popoli, decide di emanare norme contrattuali con valore di Leggi superCostituzionali (in quanto i Trattati UE sono recepiti in toto dalle Costituzioni democratiche dei vari Pesi UE).
Questa operazione contrattuale avvenuta tra Stati è palesemente illegittima. Infatti pur essendo attualmente considerata perfettamente legale è solo una incredibile “TRUFFA“
Questa truffa è stata organizzata dalla Germania (e dai suoi sodali) per porre in atto condizioni commerciali troppo onerose per la controparte. Infatti, nei Trattati UE (ad es. il Fiscal compact) vengono imposte solo ad una parte contraente condizioni “impossibili da adempiere”.
Ne risulta che questa l’Ue è una vera Associazione a delinquere.
Il suo principale scopo è quello di porre in schiavitù perenne i popoli dei Paesi che hanno aderito ai vari Trattati sottoscritti dai Governi responsabili del momento.
Sono tutti trattati iniqui e truffaldini. Infatti attualmente il surplus commerciale annuale della Germania rappresenta la somma dei deficit dei bilanci commerciali annuali degli altri Paesi UE. Con la disonesta attività commerciale della Germania, essa realizza un attivo annuale nel suo bilancio che le permette di acquistare tutti i beni e le proprietà industriali degli altri Paesi UE che risultano indebitati per grandi somme con le più importanti Banche tedesche.
Certamente vi sono importanti complicità politiche tra i governanti dei Paesi UE in deficit perenne e i governanti tedeschi con la Germania in perenne attivo commerciale.
Ma il “redde rationem “ non tarderà ad arrivare. Molti processi civili e penali saranno intentati nei confronti di coloro che “ essendo in mala fede “ tramite il controllo esclusivo del potere statale – a loro “libera “disposizione – hanno condotto i popoli del sud Europa ad una disperata lotta per la loro personale sopravvivenza fisica.

Loucyfer

“La ripresa c’è ma non si vede… dal vangelo secondo Draghi/Renzie!

1 – TASI (fatto dal Governo Renzi = superiore ad IMU 2012)
2 – Aumento tassa su rendite finanziarie dal 20 al 26% = distruzione risparmi; (fatto)
3 – Proroga rimborsi Irpef in busta paga>4000 euro = mettere in ginocchio lavoratori e pensionati per spese sostenute per mutui/ristrutturazioni/assegni ex coniuge,ecc(fatto)
4 – Revisione degli estimi catastali fino al 100%; (in corso)
5 – Tassa di successione; (in discussione)
6 – Patrimoniale; (in discussione)
7 – Aumento tasse passaporto; (fatto)
8 – Aumento tassa fondi pensione; (fatto)
9 – Facoltà di aumentare la tassa di possesso autoveicoli fino al 12%; (fatto)
10 – Tassa su pc e smartphone (fatto)
1200 il numero medio dei fallimenti mensili registrato nei primi 5 mesi dell’anno.. olé! Debito pubblico primi 4 mesi dell’anno: +78 mld….olè! Il tutto si racchiude in una parolina magica: bancarotta! Questi dovevano essere i “salvatori”…come Monti….!!!
IL 41% DI ITALIOTI HANNO VOTATO RENZIE…SPERO CHE CREPIATE DI TASSE..!

Desmond
Gelli, Mussolini e Renzi rappresentano la prevalenza del potere esecutivo sul potere legislativo, mentre la democrazia rappresentativa è la prevalenza del potere legislativo su quello esecutivo.
Questo si può contestare solo a patto di dimostrare che:
1 – l’attuale riforma della Costituzione non è scritta dal potere esecutivo, presieduto da Renzi;
2 – il potere esecutivo non è intervenuto nell’assegnazione degli incarichi dei Senatori nella commissione che si occupa di tali riforme (caso Mineo);
3 – Mineo sia ancora membro di tale commissione e che il Governo sia stato ammonito dalla presidenza del Senato per aver osato un intervento di natura eversiva;
4 – il Parlamento stia dando ordini al Governo e il Governo vi si sottoponga senza fiatare.

Attenzione! Nell’80% dei casi le dittature non nascono attraverso un golpe, ma proprio svuotando la democrazia dall’interno attraverso l’uso strumentale di procedure formalmente legittime.
Persino il fascismo e il nazismo non realizzarono alcuna rottura formale con le norme costituzionali previste, ma costruirono la dittatura proprio applicandole in modo formalmente ineccepibile.
Renzi, sul piano formale, ha già persino commesso molte più violazioni e molto più profonde di quelle commesse da Mussolini. Basta pensare al caso Mineo: neanche Mussolini era mai arrivato a tanto. Il fatto che a molti non sia chiara l’immensa portata e la dimensione eversiva dell’attacco contro il potere legislativo rappresentato dal caso Mineo non cambia il fatto che siamo di fronte alla violazione aperta di tutte le norme scritte e prassi vincolanti esistenti in materia di rapporti tra esecutivo e legislativo.
Ma formalmente persino questo non è ancora un golpe tradizionale, e si inserisce ancora nel solco della genesi della maggioranza delle dittature.

Alcuni tra coloro che oggi seguono Renzi in buonafede, dopo essersi opposti per anni a B, evidentemente sono privi di una nozione a priori di cosa sia la democrazia rappresentativa e la identificano solo col successo del loro capo. Ieri non era B, quindi gli si opponevano, oggi è Renzi quindi lo sostengono, in modo del tutto indipendente da quali siano le azioni, scelte e propositi del capo, quindi non importa che Renzi faccia alla Costituzione e alla democrazia persino peggio di quanto tentò di fare Berlusconi: per il solo fatto che a farlo sia Renzi oggi per loro è buono quello contro cui si battevano ieri.
Questo non esclude gli affetti da dissonanza cognitiva come non esclude coloro che capiscono benissimo quel fa Renzi e lo sostengono proprio per questo in piena coscienza, e malafede.
Tutti insieme questi soggetti danno conto del successo del Renzismo.
Il punto si può riassumere nel passaggio dalla democrazia rappresentativa ad un regime autoritario.
1 – La prima è un modello istituzionale in cui la società è rappresentata in tutte le sue articolazioni in un Parlamento, che a sua volta legifera e controlla il potere esecutivo sulla base degli equilibri di compromesso che si creano al suo interno. Tali norme e tale controllo seguono regole certe e prevedibili e limitano o addirittura impediscono soluzioni e normative non pianificate ed eccezionali.
2 – il secondo è un modello istituzionale dove è il potere esecutivo, che è espressione di una ristretta oligarchia, che usa un Parlamento di nominati a proprio giudizio per imporre le proprie leggi, arbitrariamente, rapidamente e senza alcun compromesso, contro tutto il resto della società. In questo modello istituzionale non esistono regole stabili, ma solo eccezioni e soluzioni emergenziali contingenti che il potere esecutivo, non avendo vincoli che lo obbligano a negoziare soluzioni di compromesso, può liberamente cambiare o ribaltare in qualsiasi momento se lo ritiene utile. Una dittatura appunto.

L’EDUCAZIONE UNIVERSALE
Viviana Vivarelli

Kant scriveva: “Cerca di fare in modo che quello che fai sia finalizzato a un Regno dei fini, un mondo in cui la legge a cui pensi sia universale, cioè sia un bene per tutti“.
Il razzismo, la xenofobia, l’egoismo nazionalista, l’apartheid, l’egemonia imperialista, l’assenza di una democrazia partecipata sono merda.
Con moltissimi altri nel mondo, lotto per una utopia che si chiama ‘democrazia diretta’ e in Italia spero, attraverso il M5S, con o senza Grillo, che si diffonda un’educazione civile universale, proseguendo l’opera che i no global hanno iniziato 30 anni fa.
Noi persone di buona volontà stiamo lottando per qualcosa che non si esaurisce con Grillo e che non porta con sé i suoi difetti umani di visione o strategia.
Nessun sogno si realizza mai grazie ad un solo uomo e non esiste sogno più grande di quello che si avvale di una intelligenza collettiva
Chi si piega all’asservimento mentale a un capo, chi rinnega il proprio senso critico,chi cede al qualunquismo del ‘sono tutti uguali’, per cosa lotta? Per lasciare attuare progressivamente una dittatura, fregandosene di tutto? Crediamo forse che i nichilisti o i cloni abbiano qualche utilità sul piano dell’evoluzione sociale? Uno conterà uno se avrà la dignità della propria intelligenza, la solitudine del proprio criticismo, il rispetto della propria umanità. Nessuna democrazia diretta sarà mai fondata perpetuando il servilismo dei succubi o l’inerzia degli indifferenti.
“L’uomo vero prende posizione nel mondo. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.” (Antonio Gramsci. L’egoismo non è vita. Ma anche l’adeguarsi alla massa o a un capo non è vita e non potrà mai essere il carattere del cittadino futuro.
Siamo sotto un oligarchia che, sparendo B, diventerà una monocrazia.
L’opposizione è fondamentale e va migliorata. Senza una valida opposizione non esiste la democrazia. E i tentativi che sono stai messi in atto anche dentro il Pd per annientare l’opposizione del M5S sono la prova più chiara che in questo partito una democrazia ha da tempo cessato di esistere.
Ma il M5S o ha una visione universale o sarà nulla.
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Consento con la bellissima frase di Cla Van
“Ho trovato un ottimo sistema per dimagrire. Guardo la politica e mi viene da vomitare”.
Ma ormai mi fanno vomitare anche quelli che fingendo di equiparare tutti in politica, avversano anche l’opposizione per partito preso, ed eliminano anche il sogno di un miglioramento. E senza un sogno, l’uomo cos’è? Uno schiavo rassegnato.
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Viviana Vivarelli

Ovviamente i tre milioni di voti persi alle europee sono stati una brutta botta convincendo Grillo a cambiare atteggiamento e trovo saggio che non si sia presentato e abbia lasciato voce a Toninelli, De Maio. La sua presenza ha valore su piano propagandistico sul blog, i teatri o le piazze, ma in Parlamento la sua persona è anomala, inopportuna, e il testimone deve passare agli eletti come veri rappresentanti degli elettori.
Ma se passa l’immondo Italicum, tutto si baserà sulle alleanze, dal momento che anche Renzi sa benissimo che il suo 40,8 % è precario e, come lo ha preso, così può perderlo e non può replicare il giochetto degli 80 euro per sempre (già mancano i fondi per l’anno futuro). E senza alleanze, il M5S è fuori. Per questo era urgente e obbligatorio che il Movimento tentasse un incontro, anche se il furbo Renzi ne ha fatto la cosa inutile dell’ultima ora, quando tutti i giochi con Berlusconi erano fatti (e a chi chiede quanti 5stelle avrebbero rivotato Grillo sapendo di Farage, bisognerebbe chiedere quanti piddini avrebbero votato Pd sapendo del patto di ferro con Berlusconi).
Che Berlusconi sia ormai il partner irrinunciabile e prediletto è stato detto in tutte le salse (dalla Boschi buon’ultima) e solo pochi ostinati senza cervello continuano a dire che la colpa è del M5s per non essersi messo con Bersani. Che il Pd non volesse il M5S in nessuna salsa, arrivando a rifiutare qualunque cosa questi proponesse (pure Rodotà), dovrebbe essere la verità più chiara e lampante e solo chi difende l’indifendibile sta arroccato sull’ipotesi opposta a dimostrare come la propaganda possa radicare l’assurdo nei cervelli.

TRAVAGLIO E L’IMMUNITA’ DEI SENATORI

Scrive Travaglio che ora abbiamo gli scudi umani dell’art. 68 della Costituzione: quello che, dopo la riforma del 1993 che abolì l’autorizzazione a procedere delle Camere per le indagini sui parlamentari, la prevede ancora per gli arresti, le intercettazioni e le perquisizioni. La cosiddetta immunità parlamentare fu prevista per le Camere elettive, titolari entrambe del potere legislativo: dunque non ha più alcun senso per un Senato non elettivo, composto da consiglieri regionali e sindaci, cioè da figure pubbliche sprovviste di qualsiasi scudo, e per giunta espropriate del potere legislativo (non saranno più chiamate a legiferare, salvo in materia costituzionale, ma solo a esprimere pareri non vincolanti sulle leggi uscite dalla Camera).
L’idea di un sindaco o di un consigliere regionale nominato Senatore che, a fine settimana, emigra a Roma per fare atto di presenza gratuito a Palazzo Madama e, durante il tragitto, viene irradiato dall’immunità è roba da cinepanettone. Infatti, a parole, tutti tranne Ncd si son detti fieramente avversi all’impunità Senatoriale. Ma la grande balla è durata un paio di giorni. La bella addormentata nei Boschi, che domenica aveva giurato a Repubblica “io ero contraria”, è stata sbugiardata prima dalla relatrice Finocchiaro e ora dalle due email inviate dal suo ministero per approvare gli emendamenti immunitari. Infatti l’Unità, non trova di meglio che prendersela con i 5Stelle: “Anche i grillini erano per reintrodurre le tutele ai nuovi Senatori”. Sta’ a vedere che il Governo con la maggioranza più plebiscitaria dai tempi della Bulgaria comunista si fa dettare la linea dall’unica forza di opposizione.
Naturalmente è una balla: i 5Stelle hanno chiesto un Senato elettivo, che dunque manterrebbe le guarentigie costituzionali. Sono i partiti che vogliono il Senato non più elettivo, ma nominato, e hanno imposto l’impunità. E il Governo Renzi l’ha avallata. Poi, presi con il sorcio in bocca, hanno fatto gli gnorri. Ma si sono ben guardati dal cancellarla anzi si sono inventati una supercazzola: l’autorizzazione a procedere la voterà la Corte Costituzionale in quanto “organo terzo”. Da un simile riformatorio di analfabeti c’è da attendersi di tutto, ma questo forse è troppo anche per loro: la Consulta giudica la legittimità delle leggi e i conflitti fra poteri dello Stato. Non può trasformarsi in un 4° grado di giudizio per i parlamentari, anche perché 2/3 dei suoi membri sono nominati dal Parlamento e Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento: in palese conflitto d’interessi. E poi, finché ad accertare (anzi inventare) il fumus persecutionis di un’indagine è una Camera con un verdetto politico, i magistrati se ne infischiano e tirano diritto. Figurarsi che accadrebbe se a bollarli di persecutori politici fosse il “giudice delle leggi”: sarebbero talmente delegittimati da dover chiudere l’inchiesta e poi dimettersi dalla magistratura. Una follia assoluta, oltreché una bestemmia giuridica. Abbiate, per una volta, il coraggio delle vostre azioni. Se volete l’impunità, prendetevela senza tante storie. Altrimenti abolitela. Ma piantatela di fare i paraculi, tanto ormai vi abbiamo sgamati.

COME SI FA A SALVARE DEMOCRAZIA E GOVERNABILITA’?
Viviana Vivarelli

Di modi ce ne sono tanti ma tutti prevedono una riduzione dei poteri di partiti e dunque i partiti non li voteranno mai.
Cominciano con l’azzerare i finanziamenti pubblici ai partiti e all’editoria.
Poi equipariamo emolumenti, benefit, vitalizi e stipendi degli onorevoli Italiani alla media europea. E sospendiamo gli emolumenti agli onorevoli dopo la prima sentenza di condanna (il 90% degli Italiani lo vuole, ma la partitocrazia non lo vuole).
Facciamo leggi durissime che sospendano dal potere chiunque abbia anche una condanna in primo grado per reati gravi, cacciamo con un veto assoluto chi arrivi a una condanna alla Cassazione, escludendolo da ogni vitalizio, e accorciamo i procedimenti giudiziari a soli due gradi di giudizio per sveltire i processi.
Accorciamo i tempi a sole due legislature.
Eliminiamo tutte le prescrizioni.
Aumentano le pene per reati penali a chiunque abbia alte cariche.
Rendiamo al popolo la sua sovranità e rendiamogli le preferenze.
Vietiamo ogni sorta di alleanza prima durante o dopo.
E sospendiamo dal Parlamento chiunque cambi il partito durante la legislatura.
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RENZI GATTOPARDO. DOPO GLI INDIZI, LE PROVE
Pierfranco Pellizzetti (MICROMEGA)

Agata Christie diceva che 3 indizi fanno una prova. Dal che è ampiamente dimostrato che Renzi non è altro che un mentitore cronico in sfrenata fregola di potere. Difatti: 1) “Enrico stai sereno” (immediatamente dopo sgarrettato), 2) “mai farò il premier senza essere eletto” (difatti!), 3) “realizzeremo una riforma al mese” (mai vista ad oggi neanche una…).
Eppure moltitudini folgorate sulla via di Rignano chiedevano la “la prova provata”,“la pistola fumante”. Ora ce l’hanno: l’immunità ai Senatori prossimi futuri. Non si capisce infatti il significato di questo ragazzotto superbioso che si arrampica sugli specchi, antipatico a tutti ma a cui tutti vogliono accodarsi, se non si comprende il patto tacito che motiva e giustifica la sua ascesa: essere l’ultima spiaggia per un ceto politico sotto minaccia di liquidazione. Altrimenti risulterebbe incomprensibile questa pagliacciata del Senato spacchettato e poi riconfezionato con il personale degli enti territoriali, proprio dove si condensa il massimo del malaffare; dalle truffe miserevoli sui rimborsi spese, all’Expo milanese, la Cassa di Risparmio genovese, i lavori idraulici veneziani fino alla prossima sentina fetida scoperchiata. La mossa dell’one-man-show rassicura i nuovi corrotti/concussi: ancora una volta saranno bloccate le indagini rendendo intoccabili i sindaci e i consiglieri regionali “amici”. Il tutto presentato sotto le spoglie dell’efficientamento risparmioso.
Il rampante Renzi ha sempre dimostrato di sapere perfettamente dove sta il potere. E di tenerne adeguatamente conto. Per questo oggi tutti i potentati e gli aspiranti tali corrono a perdifiato a raccogliersi sotto il suo stendardo.

IL DISASTRO ITALIANO

Perry Anderson, insigne storico inglese di impronta marxista, scrive un saggio “Il disastro italiano”, in cui chiama Renzi il cavallo di Troia dell’iperliberismo economico.
Se l’Italia ha avuto qualche remora ad agganciarsi al liberismo della Bce, Renzi è servito a toglierla, completando la fascistizzazione di questo Paese.
Esamina la storia italiana recente, dalla fine di Tangentopoli sino al crollo di B, fortemente voluto da Bruxelles attraverso la presidenza di Napolitano, e all’abbraccio di Renzi come ultima spiaggia di fronte alla disorientante eterodossia del fenomeno Grillo. Anderson parla di una deriva degenerativa della democrazia in Europa e di una corruzione pervasiva della sua classe politica. In Italia questa deriva è stata rappresentata per molto tempo da B mentre la corruzione vede Pd e Pdl immersi vicendevolmente fino al collo prima e dopo tangentopoli, e oggi le mani degli appaltatori, di dx o di sx, non sono certo più pulite di prima. Quanto alla democrazia, le performance del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale offrono ulteriori lampanti illustrazioni del degrado dello Stato di diritto in questi anni, aggravato ora dal Neo-porcellum imposto al Parlamento a tutti i costi. Renzi dice di ammirare Blair, ma è evidente che non lo conosce, che non sa quanto in Gran Bretagna sia tanto screditato da osare a malapena mostrarsi in pubblico, proprio come il Craxi della fine all’hotel Raphael. Blair non era un innovatore: ereditava il sistema della Thatcher, spingendosi un po’ oltre. Figura mediocre, la cui corruzione personale adesso disgusta anche i suoi ex ammiratori del “Financial Times”, la sua unica iniziativa di rilievo fu affiancarsi a Bush nella guerra in Iraq. Renzi punta assai più in alto, a una trasformazione dell’Italia che si avvicini a quanto ottenuto in Gran Bretagna da Thatcher».

L’IPERLIBERISMO DI RENZI- LA TISA

Nei 100 punti di Renzi c’era già la massima adesione all’iperliberismo che vuole depredare l’Europa: massima liberalizzazione di beni e servizi, riduzione dei diritti democratici, stravolgimento della Costituzione. A questo tende il suo tentativo di distruggere la repubblica parlamentare e i contrappesi istituzionali per concentrare nelle sue mani ogni potere e venderci al potere finanziario globale.

Renzi è già un fervente adoratore della Tisa.
Si chiama Tisa (Trade in Services Agreement) il documento rivelato dall’organizzazione di Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi per liberalizzare i servizi: dai dati personali alla sanità passando per le assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla politica, con enormi conseguenze per lavoratori e cittadini Italiani e miliardi di persone nel mondo, privatizzando ancora di più servizi fondamentali,c ome banche, sanità, trasporti, istruzione, su pressione di grandi lobby e multinazionali. Un accordo negoziato nel segreto assoluto e che non può essere rivelato per 5 anni.
Il tratto è stato svelato da WikiLeaks, l’organizzazione di Assange.
L’accordo di scambio sui servizi riguarda il cuore dell’economia dei paesi sviluppati, come l’Italia,che è uno dei paesi europei che lo sta negoziando attraverso la Commissione Europea. Gli interessi in gioco sono enormi: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70 % del prodotto interno lordo globale. Solo negli USA è il 75% dell’economia e genera l’80% dei posti di lavoro del settore privato. L’ultimo trattato analogo è stato il Gats del 1995.
La più aggressiva è la “Coalition of Services Industries”, lobby USA di privatizzazione dei servizi, per cui Stati e governi sono visti come un intralcio al business.
Nonostante la crisi senza precedenti che ha travolto l’intera economia mondiale, distruggendo imprese e cancellando milioni di posti di lavoro, le nuove regole finanziarie mondiali sono decise in totale segreto. Tisa è l’eredità del Doha Round, serie di negoziati iniziati a Doha, Qatar, nel 2001, all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per la globalizzazione e la liberalizzazione dell’economia.
Il Doha Round ha scatenato proteste massicce in tutto il mondo ed è fallito nel 2011, dopo 10 anni di trattative che hanno visto contrapposti il mondo sviluppato e quello in via di sviluppo. Ora ci riprovano col Tisa, in segreto per difendersi dalla reazione no global.
Questo accordo condizionerà le vite di miliardi di persone. Il più grande pericolo è che fermerà i tentativi dei governi di rafforzare le regole nel settore finanziario. Esso è promosso dagli stessi governi che hanno creato nel Wto il modello finanziario di deregulation che ha fallito e che è stato accusato di avere aiutato ad alimentare la crisi economica globale» I governi che aderiranno al Tisa rimarranno vincolati ed amplieranno i loro attuali livelli di deregolamentazione della finanza e delle liberalizzazioni, perderanno il diritto di conservare i dati finanziari sul loro territorio, si troveranno sotto pressione affinché approvino prodotti finanziari potenzialmente tossici e si troveranno ad affrontare azioni legali se prenderanno misure precauzionali per prevenire un’altra crisi».
La Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni’ del Parlamento Europeo (Libe) – sta disinvoltamente trattando con gli Stati Uniti la cessione della sovranità sui nostri dati finanziari per ragioni di business. Ma in che mani siamo?

MARCO TRAVAGLIO
LASCIATEMI LAVORARE

Rodotà, Zagrebelsky e altri intellettuali hanno firmato un appello di Libertà e Giustizia contro la “svolta autoritaria” delle riforme costituzionali targate Renzusconi. Stampa e tv ne hanno parlato solo ieri, e solo perché Grillo e Casaleggio (molto opportunamente) hanno aderito all’appello. In ogni caso Renzi, che è pure laureato in Legge, dovrebbe sapere che la Costituzione su cui ha giurato non prevede la dittatura del premier: cioè il modello mostruoso che esce dal combinato disposto dell’Italicum, della controriforma del Senato e del premierato forte chiesto a gran voce dal suo partner ricostituente privilegiato (Forza Italia).
All’autorevole parere dei “professoroni o presunti tali”, Renzi oppone “il Paese” che “ha voglia di cambiare”, dunque è con lui. Quindi, per favore, lasciamolo lavorare. Grasso dissente dalla riforma del Senato? “Si ricordi che è stato eletto dal Pd”, rammenta la Serracchiani con un messaggio mafiosetto che presuppone un inesistente vincolo di mandato. Ma perché? Secondo lei Grasso non ha il diritto di commentare la riforma del Senato? E aggiunge: “Se Pera o Schifani avessero fatto così, avremmo i girotondi della sx contro il ruolo non più imparziale del presidente del Senato”. Ora, i girotondi nacquero per difendere la Costituzione dagli assalti berlusconiani: dunque è più probabile che oggi sarebbero in piazza se B. facesse da solo quel che fa Renzi con lui. Ma, visto che c’è di mezzo il Pd, anche i giornali de sx tacciono e acconsentono. E gli elettori restano ignari di tutto. Quanto poi al “Paese”: Renzi dimentica che nessuno l’ha mai eletto (se non a presidente di provincia e a sindaco) e il suo Governo si regge su un Parlamento delegittimato dalla sentenza della Consulta e su una maggioranza finta, drogata dal premio incostituzionale del Porcellum. Altrimenti non avrebbe la fiducia né alla Camera né al Senato. Eppure pretende di arrivare a fine legislatura e financo di cambiare la Costituzione: ma con quale mandato popolare, visto che nel 2013 nessun partito della maggioranza aveva nel programma elettorale queste “riforme”?
E’ vero che la gente vuole cambiare. Ma cosa? E per fare cosa? Davvero Renzi incontra per strada milioni di persone ansiose di trasformare il Senato nell’ennesimo ente inutile, un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci (perlopiù inquisiti)? Davvero la “gente” gli chiede a gran voce di sostituire il Porcellum con l’Italicum, che consentirà ai partiti di continuare a nominarsi i parlamentari come prima? Se la “gente” sapesse cosa c’è nelle “riforme”, le passerebbe la voglia di cambiare. Prendiamo l’Italicum, approvato a Montecitorio e già rinnegato dai partiti che l’hanno votato (peraltro solo per la Camera). Pare scritto da uno squilibrato. A parte le liste bloccate, le variopinte soglie di accesso (4,5, 8 e 12%), e i candidati presentabili in 8 collegi, c’è il delirio del premio di maggioranza: chi vince al primo turno col 37% dei voti prende 340 deputati; chi vince al ballottaggio col 51% o più, ne prende solo 327 e governa con uno scarto di 6 voti. Cioè non governa. Ma levàtegli il vino.
Prendiamo il nuovo “Senato delle autonomie”. Sarà composto da 148 membri non elettivi e non pagati: i presidenti di regione, i sindaci dei capoluoghi di regione, due consiglieri regionali e due sindaci per regione (senza distinzioni fra Val d’Aosta e Lombardia, Molise ed Emilia Romagna, regioni ordinarie e a statuto speciale), più 21 personaggi nominati dal Quirinale.
Con quali poteri? Niente più fiducia ai governi né seconda lettura sulle leggi: il Senato però voterà ancora sulle leggi costituzionali, sul capo dello Stato, sui membri del Csm e della Consulta (ma con quale legittimità democratica, visto che non sarà eletto?), ed esprimerà un parere non vincolante su ogni legge ordinaria votata dalla Camera. Ma come faranno i governatori, i sindaci e i consiglieri a fare il proprio lavoro nelle regioni e nelle città e contemporaneamente a esaminare a Roma ogni legge della Camera? Renzi racconta che la riforma farà risparmiare tempo e denaro. Mah. Sul tempo: le peggiori porcate, come il lodo Alfano, sono passate in meno di un mese. E chi l’ha detto che all’Italia servono più leggi? Ne abbiamo almeno 350 mila, spesso pessime o in contraddizione fra loro. Andrebbero ridotte e accorpate, non aumentate. Quanto al denaro, lo strombazzato risparmio di 1 miliardo all’anno in realtà non arriva a 100 milioni: la struttura resterà in piedi, spariranno solo i 315 stipendi (ma bisognerà rimborsare le trasferte dei nuovi membri). Perché non dimezzare il numero e le indennità dei parlamentari, conservando due Camere elettive con compiti diversi (tipo Usa) e con 315 deputati e 117 Senatori pagati la metà, risparmiando più di 1 miliardo (vero)? Da qualunque parte la si prenda, anche questa “riforma” non ha senso, se non quello di raccontare che “le cose cambiano”. Cavalcando il discredito delle istituzioni, Renzi ne approfitta per distruggerle definitivamente. Forse era meglio giurare su Zagrebelsky e Rodotà, anziché su Berlusconi e Verdini.
PS. Napolitano fa sapere di essere “da tempo contrario al biCameralismo paritario”. E quando, di grazia? Quando presiedeva la Camera? Quando fu nominato da Ciampi Senatore a vita? Quando fu eletto e rieletto al Colle da Camera e Senato? O quando nominò 5 Senatori a vita? Ci dica, ci dica.

Antonello Usai
Penso che la “cifra” di questa riforma del Senato la dia il fatto che la marchia sin dall’origine: nel Senato riformato verranno mantenuti gli attuali Senatori a vita (cioè personaggi pagati profumatamente con auto blu e autisti a vita) con assenze dai lavori sfioranti il 100%. Siamo l’ unico (ripeto: l’ UNICO)Paese al mondo che ha Senatori a vita (nel Cile, che faceva compagnia all’ Italia, vennero aboliti per poter perseguire il gen.Pinochet). Inoltre ci saranno 7 Senatori di nomina presidenziale che, qualcuno mi dica la ratio,
- saranno in carica per 7 anni (cosa c’entrano con le autonomie?). Nell’Italia dei commissari tecnici della nazionale, purtroppo abbiamo anche legioni di economisti che azzeccano cose ormai passate e schiere di costituzionalisti/pasticceri, e spiace veramente che il M5S si appoggi ai pareri del prof. Giannulli anziché chiedere semplicemente che: il Senato o lo si abolisce oppure sia esattamente come il Bundesrat tedesco (numero dei componenti eletti in base alla popolazione dei Laender, senza immunità, che deliberano nei conflitti tra governi regionali e centrale) e soprattutto senza insigni e ricchi signori pagati come Senatori a vita per fare gli affari propri).

Michele
Il problema dell’immunità, va anche visto da un altro lato, a mio parere, molto importante. La Costituzione espressamente vieta che chi ricopra il ruolo di parlamentare, possa nel contempo ricoprire ruoli sia amministrativi, sia giudiziari, sia nelle forze armate o di polizia. Questo perché nessun parlamentare deve ricoprire ruoli in altri poteri, al fine di garantire la sua indipendenza e la sua imparzialità. Sempre in questo ambito, ai parlamentari viene garantita l’immunità, che serve appunto per proteggerli da ingerenze degli altri poteri dello stato nella loro attività. Ora, come si può quindi giustificare un ramo del Parlamento dove siedono persone con poteri sia amministrativi che legislativi? Lo stravolgimento della Costituzione andrebbe poi ad influire su altri aspetti, a questo punto ci potrebbero essere anche ulteriori interventi che escludano anche per la Camera “esclusività” del ruolo di parlamentare, dato che sarebbe incostituzionale escludere per i deputati un “diritto” riconosciuto ai Senatori che hanno funzioni simili. In pratica, quindi potremmo avere Camera e Senato pieni di consiglieri comunali, regionali, sindaci, presidenti di regione, generali, magistrati, ecc. ecc. con tutti gli intrecci e conflitti d’interesse che ne scaturirebbero.
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http://masadaweb.org

 


MASADA n° 1545 13-7-2014 ROMANZO – UNA SECONDA POSSIBILITA’- CAPITOLO 1

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Viviana Vivarelli

“La vita non è cominciata quando siamo nati. La vita comincia adesso”.

Ginevra è venuta da me e ha detto: “Curami!” . Non si dice di no a una tua amica a cui hanno appena tolto le ovaie e l’utero e che è ancora una ragazza impulsiva e piacente. Non le dici di no anche se non sai che fare. Anche se la domanda ti coglie impreparata. La curi. E basta. E’ come un bambino che ti porge la mano per attraversare la strada. La prendi e basta. E vedi di attraversare con attenzione cercando di arrivare incolume al di là. Solo che io non so dove sto andando. E’ come inventarsi una sicurezza che non hai, perché tu non sai più chi sei tu e chi è lui, o dove state andando. E forse è il bambino che porta te e non tu che porti lui. E nessuno dei due sa quale sia la meta. Sappiamo solo che siamo qui insieme per fare qualcosa e la facciamo. Ma siamo avvolti entrambi in un mistero in cui una cosa sola giova: abbandonarsi.
Così l’ho fatta sdraiare sul divano chiaro, l’ho coperta con un telo bianco, l’ho fatta rilassare, seduta sul tavolinetto basso, chinata su di lei parlandole piano in modo monotono, partendo dai piedi, facendole fare prima tre lunghi respiri profondi con la bocca semiaperta e cercando di allungare più possibile i tempi dell’espirazione. Tutto il fiato dentro, dentro, dentro e poi fuori, fuori, fuori e poi dopo mezzo istante di nuovo tutto dentro, dentro, dentro, e poi fuori ancora! Tre volte. Poi ho aspettato che la respirazione tornasse regolare e le ho detto con voce monotona e sonnolenta che ogni volta che espirava doveva farlo in una parte del suo corpo in modo che questa si allentasse e si rilassasse. Le ho detto che il suo piede destro era caldo e pesaaante, allungando le parole, poi il sinistro, poi via via su, lentamente, per ogni parte del corpo: caldo e pesaaante, rilassato, caldo e pesaante. E anche io mi rilassavo assieme a lei, con gli occhi chiusi, seduta sul tavolinetto accanto al divano, piegata verso di lei, per raggiungere quello stato di calma lenta in cui entrambe saremmo andate in stato alfa, onde mentali molto basse e lente, dove le nostre parti profonde avrebbero comunicato, come in un’altra dimensione. Poi, quando è stata tutta rilassata dalla punta dei piedi su su fino alla testa, le ho detto piano di incrociare lo sguardo sotto le palpebre chiuse e di appuntarlo al centro della fronte, dove avrebbe trovato una zona nera calma e tranquilla.
Poi le ho chiesto di andare all’origine dei suoi problemi.

Le ho detto, allora, un po’ alla volta, di guardarsi le mani e i piedi, e i vestiti, e di dire cosa vedeva, e poi di guardare in alto e attorno, e davanti a sé. Le ho chiesto chi era. E Ginevra, stesa sul divano con gli occhi chiusi e tutta rilassata, ha cominciato a raccontare….

Faccio questa cosa da un po’. Dura circa mezz’ora e quasi tutti parlano e raccontano, quasi tutti, con gli occhi chiusi, vedono, si vedono, e a volte sono uomini, a volte donne, a volte sono giovani, a volte vecchi, a volte sono a metà di una vita, a volte sul punto di una morte, sempre sono esseri umani di molto tempo fa, e, interrogati, dicono faticosamente la loro età, il loro nome, con difficoltà l’anno, o il luogo e descrivono ambienti, eventi, destini, particolari, a volte strani, a volte banali. Parlano piano, quasi non muovendo i muscoli del viso, perché sono molto rilassati, con difficoltà, a voce appena udibile che io registro, non sono ipnotizzati, sono solo profondamente rilassati e cominciano a disegnare una storia. Spesso è una vita insignificante, perché, se pure prima di noi qualcosa che chiamiamo anima ha percorso molte vite, molte di queste, come sempre accade, non sono vite significative sul piano della storia. Ma noi non siamo qui a cercare Napoleone o Cleopatra, siamo investigatori delle cause del presente, siamo qui a scoprire un filo rosso che leghi queste diverse vite ormai annegate nell’oblio del passato per capire se qualcosa è arrivato a oggi, al noi di oggi, che possa spiegare quel problema che oggi ci angustia: il male fisico, quello affettivo, la mancanza morale, l’oggetto che plachi la sete infinita..
Andiamo nel passato per cercare quella parte di noi da cui dipende, forse, il nostro io di oggi. Forse. Ma non sappiamo niente. Facciamo un viaggio senza mappe o garanti, senza nemmeno avere la minima certezza, la minima convinzione di avere le carte giuste per imbarcarci, così, con un senso di inconsapevolezza e semplicità, come se andassimo al guardaroba a vedere cosa è rimasto delle morte stagioni o come dei novelli Cristoforo Colombo che vanno alla ricerca di una terra ignota.
Quelle parole che escono dal dormiente interrogato, quelle storie che cominciano a dipanarsi non sappiamo nemmeno se appartengono a un mondo reale o immaginario, alla storia di questo mondo o a un altro mondo.
Sappiamo solo che siamo in due e ci teniamo per mano.

Dopo i 16 mesi dalla morte di mio marito, non ho fatto che correre per pratiche e vendite e uffici e banche e traslochi e acquirenti e inquilini. Non avrei mai creduto che dopo i 4 anni terribili della sua malattia in cui sempre l’ho assistito, rifiutando ogni infermiera, giorno e notte, sarebbe venuto un tempo così lungo in cui io, che non mi occupavo di amministrazione e di pratiche burocratiche da anni, avrei dovuto supplire in tutto Fabrizio, che prima faceva tutto lui, che si occupava di tutto lui, combattendo ogni giorno contro uno Stato padrone, e mi lasciava tranquilla davanti ai miei libri e al mio computer, addossandosi la parte più pesante dell’esistenza in-civile. Perché il tempo in cui viviamo, se ha alleggerito l’uomo dal peso fisico delle cose materiali, lo ha ammazzato col peso delle pratiche immateriali, la forma subdola con cui il potere comprime la libertà togliendoti anche il tempo di viverla.
Siamo vissuti insieme 57 anni.
Sembrerebbe, a dirlo, un tempo infinito. E invece è come se fosse tutto lì, e lui avesse ancora 14 anni, come me, io con le calzette corte bianche, lui, coi calzoni corti al primo giorno del liceo, ci vestivamo come dei bambini a 14 anni quando ora la mia Sofia che ne ha 6 si veste come una teenager. E lui mi stringeva la vita con le mani, tra i banchi, quasi meravigliandosi di riuscire quasi a toccarsi le punte per come ero snella e sottile e quando mi prese le mani la prima volta in classe, è come se risentissi ora la stretta fresca e liscia delle sue mani lunghe, bellissime. Ci sono amanti che si riconoscono dallo sguardo, dal coito, noi ci stringemmo le mani e ci suggellammo per sempre, in un riconoscimento che andava al di là dello sguardo, dell’odore, del sapore. In quel momento in cui le mani si incontrarono, e la pelle fresca si unì alla pelle fresca e i muscoli e le ossa serrarono, quelle non furono più mani, e ci riconoscemmo, suggellammo la nostra unicità, l’essere due in un corpo solo, la nostra alterità da qualunque altra persona esistente al mondo, l’essere una cosa sola. E’ molto strano riconoscerlo, tanto più che io avevo deciso da sempre di non sposarmi mai, di vivere come una single, del mio lavoro, dei miei libri, senza la sudditanza ad un marito. Ma quando lui mi prese le mani, tutto svanì come nebbia al vento e dopo non fummo più gli stessi. E’ molto strano dirlo ora, che tante cose sono successe e alcune non proprio belle, e ci furono litigi e minacce di separazione e odio reciproco a volte, come si possono fortemente odiare quelli che si amano, e insofferenze, e tutte quelle cose più brutte che belle che formano la vita a due. Ma ora che lui è morto, tutte quelle cose sono state spazzate via e io sento ancora le sue mani fresche che mi stringono la vita. Fu quel giorno, lo dico banalmente, che io misi la mia vita nelle sue mani. E non era una metafora.
Quando lo penso, ha ancora 17 anni o 18. Ed è alto e snello, coi i suoi tanti capelli lisci lisci color platino, come uno svedese, col ciuffo che gli piombava a mezzo il viso come una cortina, la pelle liscia e gli occhi nocciola, quasi d’oro. Aveva un sorriso bellissimo anche all’ultimo, quando il cancro lo aveva divorato e gli avevano tolto varie parti del corpo, e prima la laringe, per cui era muto, ma riusciva lo stesso a sorridere, a comunicare, a farsi capire.
Quando vedo certi tromboni logorroici in tv penso sempre che non dicono niente, echeggiano in suoni sgraziati il loro vuoto interiore. Mio marito era muto, ma parlava.

Dire che siamo cresciuti insieme per 57 anni sembra oggi un’offesa. Oggi le relazioni sono brevi, gravate sempre da una insofferenza che chiamiamo libertà, dove l’intolleranza per l’altro nasconde il disagio di sopportare se stessi. Ci siamo perduti da qualche parte. Abbiamo perso il sacro di una coppia, che non è quello sancito da una religione, ma la condivisione voluta di una speranza, di una responsabilità, spesso di una sofferenza. Le coppie deresponsabilizzate di oggi non sanno nemmeno cosa vuol dire abbracciare un’altra vita, in tutto il bello e brutto che può avere, come ha la tua vita. E i preti, oggi, hanno dimenticato che l’amore è la cosa più bella che esista, la più naturale, la più pulita.
Ho sempre avuto la percezione che il suo corpo fosse pulito, anche quando era sporco e sudato, anche quando era vecchio e malato. Era pulito di una pulizia interiore per cui tutto ciò che lo riguardava era sano, non portava macchia.

Dopo il ‘trattamento’, Ginevra mi ha detto: “Ora vado a Dobbiaco 5 giorni per riprendermi dall’intervento prima della chemio. Curami a distanza!”.
Ho galleggiato subito nel vuoto con un senso di vertigine ma ho stretto i denti. Farò quello che chiede. Non l’ho mai fatto, non so nemmeno come si fa, ma tante cose si fanno per la prima volta. Poi si impara.
Così le ho fatto due foto davanti ai gerani del mio giardino, e le ho stampate col pc. Una è a figura intera con le braccia distese. Porta pantaloni bianchi e una t shirt bianca. Ha tagliato i capelli a caschetto, “per abituarsi”, dice, a quando le cadranno i capelli per la chemio. Sembra una ragazzina anche se non lo è. La foto è un A4, ma penso che farò fare un ingrandimento.
Dopo la visualizzazione di due vite precedenti, l’ho fatta restare sul divano, coperta dal telo chiaro, e ho passato le mani sul suo corpo senza toccarla, con gli occhi chiusi.
Questa cosa delle mani cominciò quando avevo 37 anni e invece di morire mi miracolai, e se mi si avvicinava qualcuno sofferente, le mani cominciavano a bollire, a friggere, come fossero smaniose di fare qualcosa, ma finora queste mani non hanno mai fatto niente di quel tipo per una sorta di timidezza, che ora non trovo più. E ‘vidi’ subito che la destra era rossa e dava energia e la sinistra era blu e la prendeva, ed entrambe formavano un circuito completo dove l’energia poteva passare, ma non ho mai pensato di essere una pranoterapeuta e gli eventi presero altre direzioni percettive in cui tutto un mondo paranormale mi si rivelava spaventandomi. Nei primi tempi, quando ero terrorizzata dalle allucinazioni di cose non di questa Terra, stavo bene attenta a non incrociare mai le mani tra loro, come se questo atto in apparenza semplice scatenasse un circuito pericoloso, eppure non è che il semplice gesto della preghiera.
Paolo, un mio allievo anziano del mio ultimo corso su Jung, mi ha detto che il fondatore di Damanhur, Oberto Airaudi, era un guaritore così forte che se metteva i palmi ai lato della testa di qualcuno, questo si scansava come se fosse colpito da due mazzate. Ha detto che guariva anche 200 persone al giorno e che sentiva il cancro come un grosso bozzolo quasi materiale, e la mia amica Donatella dice di sentire il cancro come un ‘odore’. Ma io non aspiro a tanto. Non so nemmeno se sono capace di fare qualcosa. Mi presto solo docilmente agli eventi. Sarei già contenta di creare una suggestione che faccia stare la gente meglio. C’è fin troppo dolore in questo mondo. E vedere come mio marito è stato martirizzato da questa malattia maligna che ricresceva in tutto il suo corpo e non si placava nemmeno con la morfina, mi ha dato una pena tremenda, insostenibile. Non so cosa farò, ma qualcosa devo fare.

Quando ho passato le mani sopra Ginevra stesa senza toccarla, ho sentito che da tutto il suo corpo, dalla punta dei piedi fino ai capelli uscivano come tante molle elettriche, vive, brucianti, che formicolavano nell’aria e arrivavano ai miei palmi. Solo sulla parte destra del costato non sentivo nulla, eppure lì lei diceva che stava male, perché all’ospedale, diceva, le avevano messo delle calze corte e non lunghe per migliorare la circolazione. Quel formicolio che usciva anche dalla sua testa mi dava noia e così ho cercato di mandarlo via con gesti della mano come se diradassi una nebbia.

E’ un mese che ho mal di testa. E’ un dolore sordo e cupo proprio nel sommo della testa. Non passa mai. E se faccio il minimo sforzo fisico o mentale, aumenta, si fa quasi insopportabile. Ho preso inutilmente ogni sorta di analgesico, Moment, Oki, Ibufren, Tachipirina, Nisidina…. Il dottore ha parlato di cefalea tensiva, che non vuol dire niente e mi ha consigliato un ansiolitico. Ho fatto tutta la malattia di Fabrizio senza prendere niente. L’ultimo anno in cui dovevo assisterlo anche la notte perché non respirava e dovevo aspirargli continuamente gli umori interni con una macchina, è stato terribile, non dormivo quasi mai, ma non ho preso medicine né mi sono fatta aiutare. Il cibo mi disgustava e sono andata avanti a barrette Kinder. Stavo in piedi grazie all’adrenalina. Non mi sono ammalata mai. Né un raffreddore, né un banale mal di schiena, niente! Quando lui è morto, di adrenalina ne avevo così tanta addosso, che era come una droga, per cui continuavo a correre, a fare, ad agitarmi e continuavo a non dormire. Il ritmo del sonno si era interrotto. Molte cose si erano interrotte.
Poi ci sono state tutte quelle cose da fare, che mi occupavano tutto il tempo e mi ammazzavano di fatica. Sempre da sola, perché mia figlia vive a Londra e tra famiglia e lavoro è stressata per la sua parte.
Poi, dopo 16 mesi, le mille cose che sembrava non finissero mai hanno cominciato ad andare al loro posto. Ho ripreso anche a fare i miei corsi, pittura e psicoanalisi, diretti da me, con pochi allievi ma estremamente necessari per far riprendere la vita. Poi anche quelli sono finiti. E’ arrivata l’estate. Un giugno piovoso e bizzarro, quasi freddo. E non avevo da fare più niente. Niente che riempisse le mia giornata e mi desse più un senso. Quando per 57 anni vivi in funzione del tuo amore, nel bene e nel male, e lui non c’è più, dov’è mai il tuo senso? E allora è arrivato il mal di testa, secco, duro, al sommo del capo, come una mazzata. Ho fatto persino una TAC, che non ha rilevato niente. Poi mi sono piegata a prendere un ansiolitico, 10 gocce di Xanax la sera, e ho ricominciato a dormire.
Mi sembra che una enorme energia si sia accumulata in cima alla mia testa, nella zona dove i bimbi hanno la fontanella, e prema per uscire. E’ come un parto. Ho le doglie di testa, come Giove che aveva un gran mal di testa e poi la sua testa si spaccò e ne uscì Minerva armata con tanto di lancia. Io non so cosa sto partorendo ma qualcosa deve pur succedere.

Quando ho messo le mani sulla foto di Ginevra senza toccarla, ho sentito con stupore che le percezioni erano le stesse di quando ho passato le mani sul suo corpo. Ma, prima di fare questo, ho passato sulla foto un biotensor, tenendolo tra l’altro palmo e la foto. Il biotensor è una antenna da rabdomante. E’ una bacchetta di metallo amagnetico del colore dell’ottone, formata da una stretta impugnatura cilindrica e da un filo oscillante alla cui estremità c’è un anello piatto dello stesso metallo. Si tiene con la mano destra in modo che tutti i polpastrelli tocchino l’impugnatura posizionando l’anello oscillante a circa 30 cm dall’oggetto che si vuole testare e si tiene il palmo della mano sinistra sopra di esso senza toccarlo per creare una contrasto. E’ il primo strumento che si usa in radioestesia e serve per valutare se l’energia di un oggetto, una persona, un luogo, è compatibile con la nostra. L’ho usata per la posizione del letto, per gli alimenti, per i medicinali. Non esce da una scienza ma da una tecnica, che si basa sul concetto che ogni ente è radiante, emana radiazioni e lo strumento dice se queste sono compatibili con noi. Così parto dalla presunzione di essere sana, e comparo l’energia di Ginevra con la mia. Malattia contro salute.
Quando l’anello piatto oscilla in modo orizzontale, è come se dicesse no, è un brutto segno, vuol dire che l’oggetto testato non è in buon rapporto con te. Se oscilla verticalmente, è come se dicesse sì, il rapporto è buono.
Sopra la foto di Ginevra, il biosensore oscillava negativamente in ogni suo punto, ma oscillava meno sulle cosce. E’ strano come la foto conservi tutte le frequenze della persona in carne ed ossa e dia le stesse informazioni, ma lo si può constatare. Non c’è spiegazione ma è così. La radioestesia è una tecnica che non si dimostra, si sperimenta.
Poi ho imposto entrambe le mani sulla foto cercando di mandarle energia positiva
Ho fatto questo per 5 minuti.

La mattina dopo, alla stessa ora, ho ripetuto il tutto. E ho visto che stupore che c’erano dei cambiamenti. La zona della salute si era allargata e comprendeva le cosce interamente mentre il biotensor oscillava un po’ meno negativamente sulla parte bassa delle gambe.
Le ho telefonato e gliel’ho detto. Ora ogni mattina alle 8 farò questo trattamento ed è giusto che lei lo sappia e terrò nota dei progressi.

Quando faccio questa cosa, non sento più il mal di testa.
Cammino ancora nella nebbia e non so dove sto andando e cosa troverò, ma c’è come un suono che mi chiama.

Oggi è venerdì 11 luglio. Lunedì parto per la montagna. E’ la prima vacanza che faccio senza mio marito e mi sembra tanto strano organizzare e fare una vacanza senza di lui, tanto più che lui decideva e organizzava sempre tutto.
Torno in un albergo di montagna a mille metri sotto Sestola, a Pian del Poggio, dove eravamo stati due volte insieme, quando già non parlava e si muoveva poco anche in macchina per il dolore all’anca dove la bestia aveva cominciato a morderlo ma ancora camminava. Nell’ultimo anno il dolore lancinante non gli permetteva più di stare in piedi o seduto. Avrei voluto ci fosse una droga tanto forte da levargli tutto quel male, perché la morfina non bastava.
Pian del Poggio non è le Dolomiti con le sue cime e i suoi paesaggi mozzafiato, ma è il posto più alto e vicino a Bologna dove potevamo andare. E poi ha una bella piscina con vista panoramica e un personale così gentile e affabile e una cucina così buona che merita andarci solo per quello.
Ma è chiaro perché andrò lì, per cercare un poco di lui.
Non so cosa farò tutta sola. Il caldo dell’estate non è ancora arrivato quest’anno e invece del sole ci sono state piogge e tempeste distruttive che hanno mandato sott’acqua mezza Italia.
Ma, quando è arrivata qualche rara giornata di splendore, la nostalgia mi prendeva delle nostre ultime gite.
Come veniva il caldo, andavamo in campagna, vicino a Bologna, in qualche bel prato e da ultimo nel parco di Castelletto di Serravalle, dove non c’è mai nessuno. Il parco è ampio e in lieve pendenza verso un laghetto artificiale e ci sono alberi, tavoli e panchine. Spesso l’erba non tagliata era alta e oscillava dolcemente al vento.
Ci mettevamo nel nostro posto preferito, un grande albero basso e largo con una ampia chioma protettiva, molto simile all’albero di Mondrian, che all’inizio era una cupola di fiori, poi diventava sempre più verde e protettivo.
Stavamo sul tavolone di legno grigiastro, con giornali, libri, la radio per la musica, le bibite.
I fiori profumavano, l’erba verde ci amava, le vespe ronzavano dolcemente solo per noi.
Nulla ci sembrava più bello.
Poi, dopo aver ben mangiato con poca spesa nel ristorantino locale, a Ca’ Bellato, dove il gestore ci coccolava e ci dava qualche meraviglia, come una trota appena pescata, i funghi appena trovati o il suo famoso fritto misto dolce-salato con 20 ingredienti diversi, tornavamo al nostro albero, aprivamo le sedie a sdraio e magari facevamo un pisolino, gravati dal cibo buono, dal vino e dal sole. Io mi addormentavo sempre un pochino mentre ascoltavo ‘Un giorno da pecora’ alla Radio, ridacchiando tra me. Non c’era mai nessuno in quel parco, solo qualche persona isolata che portava a spasso il cane. Un silenzio pieno di sole e di verde e di vento leggero come una carezza. C’era sempre una leggera brezza come se l’aria scivolasse lietamente sul prato in pendio. Non avevamo bisogno di parlare, non facevamo niente di speciale, stavamo seduti vicini o ci sdraiavamo su una coperta nell’erba, ma quest’anno, quando sono arrivate le prime giornate di primavera e mi sono ritrovata da sola, la nostalgia mi ha preso come una mazzata insopportabile per quel parco dove mi sembrava di non essere mai stata così bene. Nulla è così bello come il paradiso perduto.
Erano dei giorni di rara bellezza. Stavamo vicini, zitti e in pace. Lui leggeva i suoi romanzoni fantasy, un tanto al chilo, e io i miei giornali di politica, leggevo e scrivevo i miei appunti che avrei trasformato in blog. Tornavamo a sera ubriachi di sole e di aria verde. Come si può essere felici! Mi viene un groppo in gola se ci penso.
Ora i miei sabati e domeniche sono i giorni più tristi della settimana. Non c’è niente. Non succede niente. Non sono niente. Non posso nemmeno uscire per fare la spesa. Tutte le persone che conosco escono a coppie, tra loro. I single non li vuole nessuno. E se esco da sola, mi sento ancora più sola. Allora mi riempio di film in televisione per vivere qualche vita degli altri o battibecco sui blog con altri disgraziati che nei giorni di festa non hanno nessuno da amare.

Mia figlia vive a Londra E’ sposata con un ragazzo scozzese, bello e alto, buonissimo, più giovane di lei di 4 anni, Dave. Hanno due bambini terribili, Matteo, di 4 anni e Sofia di 6. Sono la mia gioia e la mia meraviglia, ma li vedo ogni due mesi quando vado a trovarli. Non li ho visti crescere. E mia figlia da 18 anni non mi sopporta. Ora ha 42 anni anche se sembra una ragazzina e ora mi sembra un miracolo inspiegabile che per 24 anni sia stata la mia migliore amica.
Ci sono molte morti. Quella degli affetti è forse la peggiore, perché ti lascia una speranza, ma è come una scatola vuota che ti morde col suo vuoto e non la puoi riempire con niente.
Qualche volta le persone restano vive ma muoiono per te e tu non te lo puoi spiegare e non ti dai pace. Sono lutti anche questi.
A volte mi consolo pensando che quando una madre e una figlia vivono in troppa simbiosi, la figlia può emanciparsi solo facendo uno strappo brusco da lei, come se se la strappasse di dosso, per non esserne marchiata, per esistere in autonomia, e la via più semplice per produrre questo strappo è realizzare una intolleranza così grande verso la propria madre da dover scappare via lontano per ritrovare se stessa. Mia figlia è scappata a Londra e, anche se mi vede ogni due mesi, la sua intolleranza verso di me è come un macigno di ghiaccio.
E’ una buona spiegazione psicoanalitica, oltre, ovviamente, un attaccamento eccessivo alla figura paterna per cui io a un certo punto sono diventata una rivale, ma nessuna spiegazione potrà consolarmi del suo amore perduto, e nessuna autocritica potrà rendermi quel senso di gioia totale, prima dei 24 anni, quando la sua intelligenza vivissima era per me la fonte di una gioia infinita e il mio pensiero e il suo si alimentavano a vicenda e non esisteva argomento su cui non potessimo parlare amplificandolo in un piacere sconfinato. E’ un’altra cosa per cui provo nostalgia, un altro tempo che non tornerà mai più. Come insegnante, ho sempre gioito delle intelligenze giovanili con cui venivo a contatto e del loro piacere nel sorprendersi in slanci nuovi e creativi, ma il piacere che mi ha dato mia figlia supera qualunque interlocutore. Non ho mai conosciuto un’altra ragazza che fosse versatile, intelligente, straordinaria come lei. Era la mia gioia e il mio orgoglio. E poi era sempre allegra, vitale, positiva. Una cascata di gioia. Sempre piena di amici, pronta a fare cose nuove e incredibili. Una meteora di bellezza. Ora rode. E io non so cosa la rode.
Vedere che passa la sua giornata attaccata a un computer su problemi ambientali in una lingua che gestisce male e in un’altra cultura che sembra così minimalista mi lascia qualcosa di amaro addosso, come di un talento sprecato. Si ammazza di lavoro e fa i salti mortali per stare un po’ coi bambini che la adorano, ma la sua vita, per quanto utile e piena, è come se si portasse addosso una pena che esce con scenate isteriche senza motivo e, se sono presente, si riversano su di me come il suo capro espiatorio.
A 24 anni la sua vita cambiò improvvisamente dopo la scoperta che il ragazzo con cui stava da 7 anni era un mitomane che le aveva raccontato un sacco di balle e aveva pure un’altra ragazza che aveva messo incinta e che poi sposò.
Da allora non è più stata la stessa.
Il padre che svelò l’inganno si è salvato. Io che con tutti i miei poteri non avevo capito niente fui buttata via dal mio ruolo di madre. Ero diventata inutile. Un vuoto a perdere. Di più: qualcuno che, avendo salvato il proprio matrimonio, era un confronto insopportabile.
Mia figlia è una ragazza troppo intelligente ed è troppo complessa. Tutta questa complessità non le fa bene. Le rende difficile anche scegliere un menù al ristorante. Si è rifugiata nell’informatica perché ha problemi di controllo. Continuamente pianifica il futuro. Quando vado da lei a Londra comincia settimane prima a pianificare cosa devo fare, cosa devo cucinare… E’ ossessiva. Vorrebbe pianificare la mia vita, la sua vita. Crede inconsciamente che se lei pianifica tutte le cose, non accadrà nulla di orribile, tutto sarà tenuto a posto, diventerà prevedibile. Il fidanzato non la abbandonerà, suo padre non morirà…non avverrà nulla di brutto o sconvolgente. Sappiamo che non è così. Sappiamo che non si può pianificare tutta la propria vita. Per quanto si possa programmare tutto e cercare di prevedere giorno per giorno, di provvedere momento per momento, l’inaspettato arriverà lo stesso, qualcosa di orribile sfuggirà al controllo. Non puoi fare il tester della tua vita, cercare i bug e ripassare tutto affinché non sfugga niente. E per quanto tu sia attenta e intelligente, qualcosa ti colpirà come una mazzata e non ci potrai fare nulla e tutti i tuoi controlli saranno impotenti a fermare o solo a prevedere l’inaspettato che arriva e non potrai evitare mai.
Mia figlia è una ragazza complessa, che vive la sua vita come fosse un mantra che deve essere pronunciato in modo impeccabile per tenere lontani la delusione, l’abbandono, la morte. Vive la vita in modo rituale, ossessivo, e questo non le fa bene, e non le fa nemmeno godere pienamente delle cose che ha.
E ovviamente, per integrazione, ha scelto come marito un ragazzone semplice, prevedibile, di poche parole, di poca cultura, informatico come lei e di un lindore assoluto, la natura più semplice che si possa immaginare, tanto quanto lei è torbida e complessa.
Ogni vita è segnata dai suoi numeri. I numeri sono le cifre della vita, ma molti ci appartengono. Mio marito aveva sempre eventi interessanti il 17 ed era nato il 17 luglio. Mia figlia rincorre il 72 o il 27 che è il contrario di 72, è nata nel 1972, va ad abitare al numero 27, prende l’autobus 72…Il 27 è il numero della fortuna raggiunta in ritardo e con un lavoro paziente e assiduo, dei desideri che si avverano in ritardo, dei sentimenti gettati al vento, dei treni che perdi. E’ un numero che contiene un forte impegno di vita ma anche una sfortuna sentimentale, un insieme di tempi nervosi e di giornate di pioggia: “Chi si comporta bene sarà premiato con onore. Il saggio aspira solo all’armonia della propria coscienza.” Ma è tutto così difficile, pieno di cose che sembrano belle ma si trasformano in brutte. Contiene la pace e il diavolo. Il bambino a livello fetale ma anche l’eterno ricercatore. Il suo opposto è il 72: “Una vita vissuta all’insegna dell’onore e della virtù conduce ad una vecchiaia nella sacralità della famiglia”, cifra delle intuizioni nefaste, delle sensazioni tragiche, delle disgrazie e dell’esasperazione, numero di sogni terribili: disgrazie, terremoti, litigi con parenti stretti, incidenti, morti, sensazioni angosciose, imprese faticose…Contiene l’intelligenza subacquea del delfino ma anche il verso lugubre del corvo, una frontiera da attraversare, un giardino da coltivare, un tramonto da superare. Io, oggi, ho 72 anni. Li ho fuori, ovviamente, ma la mia mente non segue l’anagrafe. Nella mia mente io sono come un bambino.
Il mio numero è 3, somma delle cifre della mia data di nascita, mentre la data del mio matrimonio è un 9, 3 X 3, come per Jung o Dante. Simboleggia la rinascita, il rinnovamento, la liberazione, la necessità del sonno per lenire il dolore. E anche la reincarnazione, la rinascita, la metamorfosi. Si unisce al lutto ma anche alla culla, alla pancia con le sue reazioni viscerali e il suo istinti protettivo ma anche all’esercito e alla sua disciplina. Riporta allo studio e alle capacità interiori, alla genialità e alla ricerca di una completezza. E’ il numero delle premonizioni e delle indicazioni che arrivano per vie insolite. Rappresenta il santo come tramite del mondo e il sale, ma come sa di amaro questo sale. Il 3 mi apparve per voce diretta all’inizio dei 29 anni di sensitività, quando ‘la Voce’ appariva di colpo nella stanza e parlava con una specie di rimbombo. Il fenomeno durò sei mesi e si esauriva in poche frasi brevi, come ordini. Una voce maschile, giovane, autoritaria. Una delle prime volte esplose di notte svegliandomi dal sonno: “Non è l’UNO”, disse, e vidi la piccola figura da cartone animalo di un uomo, un piccolo Adamo. “Non è il DUE”, e apparve accanto la figurina di una piccola Eva. “Ma è il TRE. E il TRE è il serpente”. E un guizzo di energia a esse passò tra le due figure. Il serpente è l’energia. Tutti i popoli, fin dall’origine dell’umanità, l’hanno rappresentata così. Una spirale positiva o negativa, l’onda di un mare eterno. Dunque il mondo, mi diceva la Voce, non è diviso in polarità, maschio-femmina, yin yang, come nel Tao. Il mondo è l’energia che unifica tutte le apparenti contraddizioni. Jung che passò tutta la vita a riflettere sulle polarità dell’Essere, arrivò in tarda età, alla stessa conclusione: trovare la sintesi di tutti gli opposti. Capire che l’Energia è Uno.
Ma io ho anche uno strano numero che mi perseguita e che è il 29.
29 è il ciclo di Saturno, il pianeta pesante del dolore e della difficoltà. Parla del cambio di strada, della scelta difficile. Riporta allo specchio e dunque alla necessità di conoscere se stessi, ma anche al vero, la verità nascosta. E’ la crepa nel muro, la mosca nella bottiglia, il dubbio, l’attraversamento del fiume, la lucertola che comunica tra sopra e sotto. E’ il numero delle avversità, dei sacrifici, degli ostacoli e dei rifiuti. A questo numero si ricollega il debito esistenziale, la necessità di fare un pagamento alla vita senza averne i fondi, il fallimento. 29 anni è l’ingresso nella tomba ma anche i tarocchi, la lettura dei segni per capire il senso esistenziale.
A 29 anni la mia vita è cambiata perché mi sono sposata, ho lasciato Firenze per chiudermi nell’isolamento di un hinterland milanese, provinciale e alieno, ed è cominciato il tempo dell’esilio e della lontananza. Quando dovevo morire e mi sono miracolata, sono stata una sensitiva per 29 anni.
Tre volte 29 fa 87. Ma io non voglio vivere fino a 87 anni. Altri 15 anni da sola non li sopporterei. Mi sembra che la mia vita sia finita. E non saprei proprio cos’altro fare. Ma l’energia preme sul sommo della testa, come una Kundalini che voglia uscire. La Kundalini è il serpente di energia, che in India si pensa risalga in ogni essere umano partendo dal primo chakra nella zona sacrale e risalendo in due nadi ai lati della spina dorsale, la colonna di Brahma. La mia vita sembra finita.
A meno che non mi sia data una seconda possibilità.

Oggi è venuta Mara. Mara è piccolina di statura e in gruppo si nota poco, ha i capelli cortissimi e chiari e sembra una ragazzina, ma è già nonna. Mara gira Bologna in bicicletta rapida come un folletto e spesso porta con sé, nello zaino o nel cestello cose pesantissime a rischio di sbandate. Mara sa un sacco di cose, medicine alternative, esoterismo, spiritualità. In gruppo è schiva, silenziosa, sta in disparte senza una parola. Ma se le parli da sola, scopri che è un pozzo di conoscenze. Ha chiesto di vedermi senza dire perché. Si è seduta sul divano chiaro e ha cominciato a parlarmi di sua madre che ormai ha 87 anni (guarda caso proprio il numero della mia morte), che è dispotica da sempre. E lei non la sopporta. Quando ricevo le donne per un problema, penso sempre che mi parlino di affetti guasti o aridi o malnati col partner, ma spesso le figlie parlano della madre. La madre eterna che non muore mai e non le libera mai. La madre invincibile. La madre prioritaria. La madre che cura solo se stessa. La madre che le succhia come una mantide. La madre che le fa sentire come serve al suo servizio senza una vita propria, senza una identità propria.
Mara mi ha chiesto di fare una regressione. E sono venute due vite.
Una vita era di una serva, insoddisfatta della sua condizione servile, ma impossibilitata a cambiarla per le circostanze del tempo, una vita infelice sotto padroni ostili, fino alla morte, senza liberazione.
La seconda era più realizzata, la vita di un medico in un piccolo paese, non ricco, senza figli, ma felice del proprio lavoro di servizio agli altri.
Il servizio questa volta non era stato subito ma liberamente scelto.
Si può dunque essere liberi anche nel servizio, quando questo è stato scelto e sia diretto alla cura.
Mara ha un problema all’anca sinistra. E questo è simbolico. L’anca è lo snodo tra la parte inferiore delle gambe, lo stare in piedi e prendere la propria direzione, e la parte superiore del corpo, la pancia col suo polo della volontà e tutti i chakra superiori.
La parte sinistra del corpo rappresenta i nostri problemi col femminile. L’anca sinistra di Mara rivela la sua soggezione alla madre, che la tiene legata a sé in un servizio indesiderato e le impedisce di essere libera di prendere la sua direzione.
Le due vite che sono venute nella regressione sono significative.
Il compito di servire gli altri si perpetua di vita in vita, ma, solo quando è liberamente scelto come cura dell’altro, diventa libertà.
Mara si realizza molto quando riesce ad aiutare qualcuno coi suoi consigli di pratiche terapeutiche non convenzionali, ma non riesce a trasporre questo servizio liberamente scelto in aiuto alla madre.
A me ha portato dei sali con cui fare dei pediluvi, dice che faranno bene al mio mal di testa. Mi sembra curioso che debba curare la testa partendo dai piedi, ma in fondo tra i piedi e la testa non c’è tutta quella differenza gerarchica che uno crede.
In quanto a lei, io posso vedere il problema, ma è solo lei che può praticare la soluzione.

Ogni volta che mi occupo di un altro, il mal di testa si nasconde.
Spero che il mio mal di testa si sciolga come una Kundalini che esce dalla testa come un leggero venticello.
Il mio vicino di casa che è un odontoiatra silenzioso e si chiama Piero, ogni tanto mi scrive per e mail.
Il suo appartamento confina col mio e i nostri giardini sono separati da un basso muretto ma ho cominciato a conoscerlo solo per email, dopo 27 anni che abito qui.
Piero sembra una persona schiva che si limita a salutare i condomini, e sua moglie e i suoi figli sono schivi come lui, parlano poco coi condomini, qualcuno pensa che siano altezzosi mentre sono solo riservati, ma mio marito, che era speciale per scoprire le persone speciali, aveva una amicizia profonda con lui e Piero gli voleva bene, come a un fratello maggiore.
Da quando Fabrizio è morto, abbiamo cominciato a scriverci per motivi condominiali, poi ho scoperto che con lui posso parlare di tutto, il che, con un medico e considerati i miei argomenti, è piuttosto strano.
Ieri mi ha scritto:
L’idea della Kundalini che esce dalla testa riproducendo l’impressione del venticello è curiosa e divertente. Purtroppo temo che il mal di testa sia qualche cosa di più … terreno. Sono mediatori chimici che il nostro corpo rilascia e che ci causano piccole modificazioni della circolazione del cervello, capaci comunque di darci fastidio, spesso parecchio fastidio. Perché questo succeda e in rapporto a quali stimoli (esterni o interiori, si capisce) non è chiaro.
Ma se vogliamo, tanta, tantissima parte della medicina non è ancora chiara.
Diciamo che non sono chiari i legami fra mente e corpo, fra pensiero e malattia. Rapporti che ci sono, lo vediamo tutti i giorni (il nostro sistema immunitario si indebolisce quando siamo stanchi o preoccupati. Il mal – essere causa malattie, c’è poco da fare), ma che non comprendiamo. O meglio, non spieghiamo con la nostra attitudine razionale.
In teoria cervello e immunità non dovrebbero avere niente a che fare. Un po’ come una lavatrice e un televisore. Però non è così.
Non conosciamo i legami sottili che ci determinano. Considerazione questa che vale naturalmente per tante cose, non solo per il nostro corpo.
E’ come se conoscessimo le città, ma non le strade che ad esse portano.
Insomma, conosciamo la meta, ma non il viaggio.
Non è molto consolante, dato che la vita è il viaggio, ma è così.
Almeno per ora.
O forse per sempre.
E forse, a pensarci bene, è meglio così.
Se non avessimo attorno l’inconoscibile e l’ignoto, se tutto ci fosse chiaro e spiegabile, ma che viaggio, che vita sarebbe ?
Ciao.
Piero

Quando leggo qualcosa che mi piace, la diffondo per e mail. Così capita che riceva indietro altre cose che mi piacciono.
La mia vecchia amica Mariapia, che sta peggio di me, con mille mali, da quando è morta la sorella che ha assistito tanto a lungo e non riesce a riprendersi, mi ha risposto:
“…Molto avanti questo medico, fuori media (all’in su) e quindi capace di comprendere che le cose che non conosciamo sono tantissime, ma spesso noi umani siamo presuntuosi ignorantelli, se però la media degli esseri umani è a questo stadio, non mi permetto più di storcere il naso e vedo l’umanità disposta come un grande triangolo con una base molto ampia. Penso che questa presunzione sia un fattore evolutivo che la Vita ci ha dato, ma a volte qualcuno esagera….
La vita ne sa tanto e noi umani non sappiamo fare nemmeno un frammento piccolissimo di vita anche se ne conosciamo i componenti.
Tu che sei fuori media (un dato di fatto e zitti), hai scelto un discreto numero di persone per la tua scuola del martedì e tutte fuori media.
Nascere con determinate caratteristiche non è un merito, ma esiste una cosa che si chiama empatia e che ci permettere di scegliere chi è più vicino al nostro sentire.
Ti abbraccio.
Mariapia”

La scuola del martedì era il giorno di Jung e per me è stato spontaneo sceglierla come una usanza che si perpetua da quando sono uscita da una depressione di sette anni grazie alla mia offerta di insegnare gratis filosofia a chi fosse venuto a casa mia per mezza giornata. Iniziò allora un nuovo corso stupefacente che durò 9 anni. Era il 1989. Ovviamente un 9. Ovviamente non fu solo filosofia. Noi creiamo progetti, ma la vita ci porta a farne altre cose, che non avevamo previsto o forse erano in nuce ma non lo sapevamo. In fondo la consapevolezza coglie solo una parte di ciò che siamo. Le altre parti di noi possono emergere al momento giusto, se siamo fortunati, ma è come una slot machine e non sappiamo mai se i tre frutti si allineeranno e quando. Mariapia fa parte del primo cerchio che durò 8 anni.
Ancora oggi faccio cosi dei martedì, ma durano solo due ore ognuno, e non possono riprodurre il miracolo che allora avvenne.
Ma ogni cosa che mi viene in mente ora dice la stessa cosa: “Il medico ferito guarisce” (Jung). Se vuoi salvare te stessa, cura gli altri.

Quante persone! Una vita votata alla solitudine e alla ricerca introspettiva, per dovere o per necessità, e in cui spesso mi sono considerata una eremita. Eppure una vita fatta di tante persone che sono arrivate inaspettate come dei doni incredibili. Ognuna ha fatto per me molto più di quanto io abbia fatto per lei. Di questo devo ringraziare.
Come dice Emily Dickinson:
Conosco vite della cui mancanza/non soffrirei affatto/ di altre invece ogni attimo di assenza/ mi sembrerebbe eterno.”

e ancora:

Cesso di farmi male, e tanto piano
che non sentii svanire la mia angoscia-
ma quando mi voltai vidi la luce
là dove s’addensava l’ombra-

E non so quando prese a trasformarsi
perché ogni giorno la portavo
come un bambino il suo grembiule-
ed ogni notte la appendevo al gancio.

Io quel dolore conficcato in cuore
come aghi dolcemente
al loro posto in puntaspilli
da mani femminili-

non so trovare più, né so perché
si consolasse, so solo che tace
la pena – che ora è pace.”

Spero che la buona volontà possa integrare quello che non so, spero che la pazienza possa temperare quello che non ho mai fatto. Spero di non giudicare come non sarò giudicata. Spero. Se spero in qualcosa che non conosco, potrò conoscere l’insperato.

Aurora, l’anima solitaria, mi scrive il suo elogio alla costanza:
Rita Levi Montalcini nel suo libro Elogio all’imperfezione afferma con semplicità disarmante che con la COSTANZA tutti possono conseguire i risultati che ha ottenuto lei. I piccioni con cui ho tanto combattuto per l’egemonia del mio terrazzo, con una specie di gazebo prima e la retina apposita poi (esborso di denaro non indifferente), l’hanno avuta vinta. La piccioncina adesso cova tranquilla il suo ovetto (ormai sarà arrivato anche il secondo) su uno dei miei vasi che ha ben provveduto a liberare da una piantina molesta senza tanti complimenti. Ha fatto un buco nella retina ed è entrata. Un mesetto fa me lo ha comunicato che intendeva ritornare perché me la sono trovata nel corridoio di casa per nulla spaventata ed io non sapevo proprio come fosse entrata visto che tutte le finestre erano chiuse, salvo quella porta finestra della cucina che dà sul terrazzo e che ho fatto recintare con la retina. E beh! mi sono accorta del buco, ho cercato di chiuderlo con uno spago ma la retina è talmente fragile che tentando di chiudere un buco se ne forma un altro e un altro. La lascio stare, con un misto di ammirazione e tenerezza e quasi grata per tutte le “lezioni” che questi piccioni tanto molesti mi hanno dato. Tutte le sere la saluto con un ciao e sarà un caso, ma quando la scorgo nel suo angolino, ha sempre la testolina volta verso di me. Che costanza!
Aurora

.. e ancora:
Noi pensiamo di conoscere il viaggio ma non la meta (a meno che non intendiamo la morte) e poi non conosciamo neanche quello perché camminiamo troppo in fretta, dobbiamo arrivare presto (e siamo senza meta…). Viaggiamo per arrivare anche se non sappiamo dove, e il viaggio non viene “assaporato”, non viene “visto”, non viene “sentito”, si vede solo la montagna che si deve circoscrivere, il masso che ostruisce, la pioggia che ci inzuppa i vestiti. Il miracolo della pioggia non lo vede nessuno, le migliaia di piccole vite lì attorno sono scontate, non interessano, un bruco, che schifo, un mille piedi, una lumaca, quelle cime innevate lassù, nessuna mano le ha mai toccate, le vedi senza vederle, purché’ la zanzara non mi punga, la vipera non mi morsichi e quel brusio fastidioso di vespe…
“Non c’é meta senza viaggio”. La meta è quel viaggio che non viviamo. Tutto ha a che fare con tutto. La lavatrice ha in comune con il televisore niente po’ po’ di meno che la loro sorgente di energia.. Il cervello con il sistema immunitario ha in comune niente po’ po’ di meno che il contenitore, una centralina elettrica intricatissima di fili connessioni interconnessioni snodi e nodi e ..
Che disastro di uomo se non ci fosse ogni tanto qualche scintilla che si accende d’improvviso, uomo nonostante.
Auror
a”

Uomo nonostante.
Ecco come la mia posta mi aiuta.
Siamo vicini-lontani. Ma la vicinanza maggiore è quella del cuore.
Così sono arrivata fin qui. E, anche se non decido niente e non so cosa fare della mia vita, anche se non posso scrivere il programma futuro della mia vita, come mia figlia esigerebbe, le cose rotolano velocemente e vengono a me, e mi sembra che non devo scegliere o giudicare, ma solo accettare quello che viene, senza valutare. Non penso di avere qualche capacità terapeutica particolare, non sono e non sono mai stata una guaritrice, purtroppo non sono Airaudi, il grande sensitivo e guaritore che fondò la comunità spirituale (o esoterica) di Damanhur, non so nemmeno se si può guarire con l’imposizione delle mani né da vicino né da lontano, ma se qualcuno crede in me non posso deluderlo: so che la sofferenza umana deve trovare chi le viene incontro e la abbraccia. Spero solo che la buona volontà e il desiderio di aiutare chi sta male siano da sole una forza di bene. In fondo chi sono io per chiedermi e rispondermi su cosa sia la salute o l’energia? Certo sulla malattia non so nulla. Ma di una cosa sono sicura: che se uno mi chiama, devo rispondere. E, se anche in me non ci fosse nemmeno un briciolino di capacità di curare me stessa o l’altro, quel sì di risposta avrà comunque un suo valore nel mistero dell’universo. Arrivati a un certo punto della vita, non ha più molto senso cercare di capire o valutare. Una volta, quando ero una ragazzina, formai un aforisma che mi torna in mente anche ora: “Salvezza è abbandonarsi all’onda che ti riporta a riva”. E questo io spero di fare.

La posta e mail mi dà sempre motivi di riflessione. Scrive un prete: don Antonelli:

In questi ultimissimi anni un accademico di Francia, il filosofo Jean-Luc Marion, professore di metafisica alla Sorbona di Parigi, ha pubblicato un libro paradossalmente intitolato ‘Credere per vedere’. L’inversione dei termini, rispetto al più corrente costrutto «vedere per credere», è interessante e intrigante, e invita il lettore a rendersi conto che al di la dei fenomeni, cioè del visibile, al di là della parete che ci sta di fronte, c’è tutto un mondo “altro” di cui si deve almeno avvertire la possibilità/probabilità, oltre che la differenza. Spiazzando i lettori comuni che siamo tutti noi, egli propugna curiosamente un metodo di approccio alla verità, che non consiste ne] prendere noi l’iniziativa per trovarla, ma nel rinunciare alla prima mossa, cosi che ciascuno di noi non sia più un soggetto attivo, ma lasci al semplice “fenomeno” oggettivo il suo ruolo proprio perché possa mostrarsi come pre-dato, anteriore ad ogni nostro passo. In effetti il contenuto della fede cristiana non sta al termine di un percorso di ricerca, come se essa fosse la conclusione di un teorema, così da corrispondere a certe nostre premesse logiche. Anzi, l’apostolo Paolo polemizza con chi volesse percorrere una sua propria strada, tale da condizionarne l’esito, e insieme a Isaia arriva ad attribuire a Dio questa dichiarazione: «Sono stato trovato da coloro che non mi cercavano» (Rm 10,20)! Infatti nell’adesione al Vangelo si tratta della scoperta insospettata di una novità imprevista e non calcolata».
(Ovviamente don Aldo è un prete e parla della fede cristiana. Io che sono una laica con una spiritualità non ortodossa sono interessata alla frase di San Paolo sia in senso non teologico che in senso lato anche verso altri oggetti di scoperta. Il mondo è davvero sorprendente.)
«Sono stato trovato da coloro che NON mi cercavano» . Non è una frase bellissima?
Come ricorda il mio amico Gianluigi: “L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo.“ (Sofocle)
Lui può ben dirlo. Trapiantato di fegato, dopo due anni terribili in ospedale per pericolo di rigetto, ha promosso per anni una associazione per la diffusione dei trapianti, la raccolta di fondi per specializzazioni ai chirurghi e l’aiuto alle famiglie dei trapiantati. Il mondo è pieno di persona straordinarie. Ma qualcuno è più straordinario degli altri.

In passato, nei miei corsi, facevo fare a volte delle visualizzazioni. E’ un metodo che nasce con Jung, anche se non ne ho trovata traccia nei suoi libri e viene praticato dagli analisti junghiani e non solo. Ha delle somiglianze col rilassamento per regredire a vite precedenti, che ora ho ricominciato a studiare, ma non conduce a presunte esistenze passate bensì si muove per simboli, come in una esperienza onirica e ovviamente i simboli devono essere interpretati, ma questo può essere difficile se non sono propriamente simboli ma indicatori di futuro.
Jung aveva studiato i sogni premonitori e lui stesso ne aveva avuti di molto forti, a livello di profezia di popoli.
Nella mia vita ho ascoltato migliaia di sogni, cercando in essi il filo rosso che solo il sognatore conosce nel suo inconscio e per cui io posso essere solo l’aiutante che legge qualcosa da un linguaggio universale senza poter attingere all’immensa mole di dati conoscitivi che sta nella psiche del paziente e che non si riferiscono solo a questo vissuto.
Ma si può sognare anche da svegli, con induzioni guidate.
Quando faccio fare delle visualizzazioni, le faccio anche io naturalmente, tutto è più facile se anche la mia mente segue gli input che do agli altri e se metto anche me in stato di rilassamento profondo. Imparare ad entrare in stato alfa è bello e fa bene, distacca la mente dal lavorio quotidiano, la porta a forme di esperienze nuove e insolite.
Faccio fare le visualizzazioni da seduti attorno al tavolo, perché non ho una palestra, ma la posizione del corpo non conta. Conta che la mente si stacchi e vada ‘di lato’, à coté, come dicono i Francesi.
Quando tutti siamo rilassati e tranquilli, mando lo sguardo interiore verso il centro della fronte e do input brevi e scarni che devono aprire la visualizzazione. La mente è un organo che lavora sempre e in genere opera in uno scenario che chiamiamo ‘mondo ordinario’. Se la distogliamo da quello, continuerà a lavorare ma su altri mondi.
In questo caso, l’in put è: “Sei in una casa”.
Quando si è guardato bene attorno e si è pronti a distinguere bene tutti i particolari si passa a un altro piano della casa. Questo viene spiegato prima.
Nella mia visualizzazione mi vedo in una stanza per bambini, con la tappezzeria a piccoli disegni di giocattoli. Non c’erano porte né finestre. Non c’erano mobili. Non c’era nulla. Solo una solitudine infinita. Questi furono i primi 29 anni della mia vita, prigioniera in casa per gli ordini di un padre padrone che mi vietava giochi o contatti con coetanei e mi permetteva di uscire solo per la scuola prima e il lavoro poi, sola con una madre anaffettiva che era come se non ci fosse perché parlava poco e passava il tempo cucendo perché era una sarta.
Nel sogno io scollo a destra in basso un lembo della tappezzeria e trovo una porta. Salgo al piano superiore.
Questa è una stanza ampia, rinascimentale. A sinistra una finestra guarda con nostalgia un paesaggio toscano di colline sfumate, molto bello ma ormai lontano, perduto.
(A 29 anni mi sposai. Lasciai Firenze e la Toscana. Ci trasferimmo nell’hinterland di Milano. La nostalgia per Firenze mi dilaniava. Io amo il Rinascimento, che è la grande epoca toscana, e ho molti mobili di noce pesante che riecheggiano quel periodo).
Nella stanza c’è in una parete una fontana di pietra come quella che mettevano nei giardini rinascimentali, con due scalini per salirvi e un leone che dovrebbe buttare acqua in un’ampia semivasca ma è secco.
(Il Rinascimento è un periodo di rinascita dopo il buio del Medioevo. L’acqua è la vita che riprende, ma su questa ripresa ci sono difficoltà. Il leone di pietra è un simbolo di forza e dominanza ma sta lì immobile e inerte. Sono nel secondo periodo della mia vita).
C’è sulla sinistra un armadio nascosto nel muro, a scaffali, e sopra vedo mucchi di fogli antichi, giallastri. Io prendo questi fogli e li stiro su un’asse da stiro (gesto molto casalingo e comune) e li riunisco insieme facendone dei libri. Li ‘rilego’, cioè li collego. Il titolo di questo libro è “Magia”.
(Questo rappresenta tutti gli studi futuri, la scarsa energia fisica, le difficoltà, la scrittura e la ricerca come unica strada per la ripresa. Sono tutti i libri che ho scritto, elaborando e mettendo insieme tutto quello che trovavo. Le ricerche sulle materie della new age. L’arrivo al mondo del paranormale. Magia viene da mag = forza. Di nuovo l’energia, rappresentata prima dal leone, che però non disseta, e dall’armadio a muro (interiorità, inconscio) da cui traggo scoperte che ho il compito di mettere insieme col lavoro umile e paziente di una stiratrice e rilegatrice.
Ma la terza parte del sogno è la migliore, anche se devo ancora capirla.
Sulla destra della stanza (volontà) appare una coppia di cinesi, marito e moglie, sono vestiti in abiti rituali di seta dipinta e molto cerimoniosi. Si inchinano ripetutamente mostrandomi un passaggio. Io devo passare in mezzo a loro, che si chinano verso di me in segno di onore, senza parlare ma sorridendo, e vedo una porta.
C’è una stretta scala a chiocciola, di quelle dove passa una sola persona, che sale sul tetto.
Sbuco sul tetto con la testa. Ma la mia testa è grande come una cupola e sporge da un quadrato sul tetto formato da un gradone alto, su cui la mia testa-cupola riposa. Ho formato uno stupa, la costruzione rituale indiana che appare in tutte le misure possibili in tutti i posti rituali, e che indica i due livelli della ricerca umana: il livello materiale, il livello intellettuale.. e a questo punto sulla mia testa-cupola nasce una antenna, verso il Cielo: il livello spirituale.

Dunque la visualizzazione mi mostra le tre fasi della mia vita. Due le ho percorse. La coppia indica la fedeltà coniugale, l’elevazione che si può ottenere nello sforzo di adempiere a tutti i compiti del matrimonio, anche quelli più gravosi, la fedeltà al proprio compito. Devo passarci in mezzo se voglio crescere, se voglio essere veramente me stessa. Non importa fare pellegrinaggi ai luoghi santi, andare in India, cercare santoni. Ognuno deve stare al centro della propria vita, il pellegrinaggio è quello. Noi siamo il tempio, la celebrazione, la vita.

Dentro di noi c’è la conoscenza totale. Sappiamo tutti di noi, chi siamo, chi siamo stati e chi saremo. Ma c’è come un velo che ci separa da quella. Abbassando le onde mentali fino alla fase del rilassamento profondo che è vicina al sonno e dandoci una meta, possiamo sollevare il velo, aprire il nostro sguardo nascosto, capire un poco di più.
Continuerò a fare fare regressioni, qualunque cosa esse significhino.
Praticherò quando posso la cura, per quello che riesco a fare.

Ho ripreso l’esame col biosensore sulla foto di Ginevra e la percezione con le mani.
Anche oggi la parte alta del corpo formicolava, dall’inguine in su. Ma c’è sul costato a destra una zona fredda. Mi sembra che le gambe vadano meglio ma i piedi oggi erano molto stanchi.

Il tavolino piccolo di salotto ha scricchiolato con forza. Sono andata a scrivere. Da quando mio marito è morto, mi segnala così la sua presenza, tramite questo tavolino rettangolare basso di legno, che ha costruito lui. La mattina dopo che era morto mi stava attorno ovunque, sembrava una meteora, sentivo la sua energia felice che girava attorno a me, come impazzita di gioia. Tutta la casa risuonava della sua energia rinnovata, dinamica, prorompente. Stava bene! Poteva finalmente muoversi bene, dopo un intero anno di immobilità e dolore per cui non poteva stare nemmeno seduto perché il cancro gli divorava l’anca. E ora tutta questa sofferenza era passata! STAVA BENE! Ed era così felice di potersi muovere alla velocità della luce! Così felice di stare bene. E il luogo dove si trovava era così bello! Era tutto straordinario e bellissimo! Pieno di cose interessanti! E pieno di cose da fare! Era di nuovo come quando aveva 18 anni, pieno di capelli biondi e lisci, e senza occhiali. E pieno di energia e di forza. La sua gioia era così esplosiva, così prorompente che ne ero invasa, come la gioia di un bambino che ti gira attorno come un vortice. Ed era tutto talmente vivo e vitale che mi ha impedito di piangere per la sua morte. Non c’era nessuna morte! Avrebbero dovuto dircelo! La morte non faceva finire niente. Si staccavano solo la malattia, la sofferenza, il dolore e anche certe debolezze del carattere e le fatiche del vivere e tutto risplendeva! La morte era solo un passaggio velocissimo e meraviglioso in un luogo di benessere e di forza, un luogo dove si vedeva tutto e si capiva tutto. E nulla su questa Terra poteva eguagliare la sensazione di felicità e di potenza che il suo guizzare felice tutto attorno mi esprimeva.
Era così ingombrante e vistosa la sua felicità che mi ha soverchiato. E allora gli ho detto di non fare tutti quegli effetti speciali perché mi spaventavano, mi avrebbero impedito di fare alcunché. E allora tutti gli effetti si sono spenti di colpo. E non ho sentito più vento e rumori. E’ diventato quieto. Poi la sera, alle sette, tornava. E mi faceva un scricchiolio di richiamo dal tavolino di salotto. Tornava alle sette, come aveva sempre fatto, dacché era tornato a vivere a casa con la pensione, dopo tante trasferte di lavoro. Stava tutto il giorno il giro, occupato in mille faccende in tutti gli aiuti che dava agli amici, come un benefattore perpetuo, amato da tutti e cercato da tutti, sempre pronto a programmare un computer, riparare un guasto, venire incontro a una incombenza, cercare in un catasto, preparare una mozione, aiutare in fogli amministrativi o fiscali, affrontare problemi condominiali o di quartiere, o anche solo a ricevere nel suo ‘Covo’ gli amici col vino, la grappa, la pizza, i biscottini e le altre prelibatezza che faceva lui per amore.
Adesso, ogni sera, prima di dormire lo ringrazio per la giornata che ho avuto e per l’aiuto che mi ha dato. Dico sempre tre preghiere per lui. Qualche volta lo interrogo. All’inizio gli ho detto: “Buona notte!”, ma lui ha riso, dice che dove è lui non ci sono la notte e il giorno. E allora io chiedo cosa c’è. Ma lui ride e dice che io “Non ho gli strumenti per capirlo”. Dice proprio così: “Tu non puoi capirlo”. Dunque molte cose cambiano, non solo la perdita del corpo materiale e di tanti difetti umani.
Sembra che abbia tante cose da fare, anche là, e che veda tutto e sappia tutto. Come dice San Paolo nella Lettera ai Corinzi: “Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.”

Quando le persone vengono da me per gli incontri individuali, per conoscersi e conoscere, ho preso l’abitudine di fargli una piccola domanda su di loro e ricevo una piccola risposta. E’ una frase breve che sento immediatamente nella testa e che devo ripetere esattamente come viene. Sono persone che non conosco, per cui queste frasi non posso averle pensate io.
La prima volta avevo davanti una signora e la sua voce ha parlato commossa, come fosse piena di lacrime e di sorpresa. Ha detto: “Tu non lo sai, ma hai davanti una santa! Lei, il marito e la bambina!” Così le ho chiesto se era sposata e se suo marito era un uomo buono. E se aveva una bambina e se anche la bambina era molto buona. Ed era così. Poi ho saputo che lavorava in una ONG come volontaria.
Un’altra volta, mio marito ha detto: “Dille di scrivere il libro!”. Così ho chiesto alla mia visitatrice se voleva scrivere un libro. E lei si è illuminata e ha detto di avere avuto una madre stupenda e che aveva avuto per lei un grande amore e ora che sua madre non c’era più le era venuto questo desiderio di scrivere un libro sul suo amore per la madre.
Ancora, per una terza persona, Fabrizio ha ordinato che lasciasse l’uomo con cui aveva una relazione difficile. Lo ha detto in modo secco: “Lascialo!”. E’ un consiglio che non do mai volentieri perché sono come sono dure le separazioni, ma ho riferito il messaggio.
Con un’amica che mi chiedeva del figlio più piccolo, ho riferito male il messaggio che era: “Deve stare attento al CAR!”. Io credevo che ‘car’ fosse un termine inglese per ‘macchina e ho cercato di interpretare la frase, e invece il giovane voleva arruolarsi e Car è la prima fase dell’addestramento. Era proprio Car. Per cui ora non interpreto più nulla. Ripeto e basta.
L’ultima volta mi ha detto che la persona doveva stare attenta per non essere investita da un’auto, per cui mi sono raccomandata che stesse attenta quando attraversava la strada e ho avuto la visione diretta di un’auto giallina o molto chiara che la investiva venendo da destra.
Una volta Fabrizio mi è molto arrabbiato. Mi stava telefonando un’amica che si è separata giovane dal marito per una sua infedeltà, crescendo da sola tre bambini. Nel tempo il marito ha preso a vivere sempre più a Cuba, dove ha avuto varie relazioni, tra cui quella con una donna cubana che ha fatto abortire 8 volte e da cui alla fine ha avuto una bambina. Arrivato in tarda età, quest’uomo si è ammalato di cancro allo stomaco ed è tornato in Italia a curarsi e ha chiesto alla moglie di occuparsi di lui. Così lei lo ha ripreso in casa e lo ha curato per dei mesi fino alla morte. Quando hanno aperto il testamento, hanno visto che aveva lasciato una casa che ha nel centro di Bologna proprio a questa bambina cubana, nella speranza che avesse di che vivere e non si prostituisse come la madre. Ma quando ha letto questa cosa, la moglie è esplosa e mi ha telefonato arrabbiatissima per questo lascito, tanto più che nel bell’attico centrale era andato già ad abitare uno dei figli. Io ero seduta in poltrona con davanti la grande libreria di ‘500 che è stata rifatta, dicono, con legni di vecchie sagrestie e che ha un lato destro dove si sentono spesso rumori molto strani, una volta anche quello di un pugno che ha bussato violentemente e ha fatto sobbalzare anche mio marito. Quando ero nella fase della sensitività e ricevevo qualcuno, la libreria a volte partecipava all’incontro sottolineando certi passaggi con scricchiolii che impaurivano i miei visitatori, mentre capitava che la luce della lampada sul tavolino rotondo si accendesse o palpitasse o si sentissero altri suoni o profumi.
Dunque, mentre stavo seduta di fronte alla libreria, e ascoltavo lo sfogo arrabbiato della mia amica, uno sfogo che non finiva mai, ho detto una frase molto stupida che mi è scappata a caso. Ho detto che la cubana era povera e analfabeta e, se loro non avessero rispettato il testamento del defunto, non avrebbe avuto né la capacità né i mezzi di mettere su un avvocato. Ovviamente era una frase molto inopportuna e cattiva, perché avrei dovuto dirle invece che quella bambina era figlia di suo marito così come i suoi figli e che lei aveva dei doveri verso le volontà di un morto e doveva rispettarle.
A quel punto la libreria si è rivoltata. Sembrava che al suo interno, nella parte bassa ci fosse un oggetto metallico grosso e duro, che saltava su e giù violentemente producendo un forte rumore secco e arrabbiato: zac zac zac zac zac.. secco e violento. La telefonata è stata lunghissima e per tutto il tempo che è durata, quella cosa ha continuato a saltare arrabbiata da una parte e dall’altra. Solo con la fine della telefonata il rumore è cessato di colpo.
Poi quando l’amica è venuta da me per un consulto, Fabrizio si è rifiutato di darmi la frase che gli chiedevo.

Queste frasi sono brevi. So che potrei avere messaggi più lunghi, se solo mi mettessi al tavolo e scrivessi, ma sono riluttante a farlo. Odio queste cose e ovviamente ho il pensiero fisso di essere una mitomane ed è forte l’ipotesi che quello che mi sembra che mi accada sia solo frutto della mia immaginazione e che anche le frasi che sento dire da mio marito siano in realtà frutto della mia immaginazione.
Oggi ho sentito lo scricchiolo del tavolino più forte e allora sono andata a scrivere. Stavo pensando che vivo questa settimana in montagna, questa prima settimana in cui decido una vacanza da sola, in modo preoccupato perché non ho fatto mai nulla di simile prima, ma che faccio come una emancipazione.
“…emancipazione, hai detto giusto. Stai attenta a chi incontri! Non sono persone buone. Bene che scrivi queste cose e pubblicale tranquilla. Non c’è nulla che faccia male ad alcunché. Non esaltarmi troppo. Io ti sto accanto e posso aumentare i tuoi poteri. Continua a non far pagare per le regressioni. Ancora non hai capacità terapeutiche ma non importa. La malattia sta ancora lontano ma, come dici tu, ogni aiuto è comunque un aiuto. Fai bene a darlo perché aiuterà anche te. Se viene qualcuno oggi, fallo venire.
Sii fiduciosa nelle cose nuove che arrivano. Scostati dalla politica; ti fa solo male. Io sto bene. E faccio tante cose utili, perché l’energia è enorme, è fatta di cose visibili e invisibili e spesso quelle invisibili sono le più forti. Cerca di pregare un pochino di più, anche se ti annoia. La Voce ti disse di smettere di pregare, ma ora è tempi di ricominciare. Anche pregando la tua Kundalini sale. Ma c’è ancora molto lavoro da fare. Ora puoi avere un aiuto in più perché io ti aiuto.
Ora va’ a fare il trattamento ad Ginevra.
Ti voglio bene.

Vado alle e mail. Il pc è una grossa consolazione per una persona sola.
Don Aldo manda una riflessione sulla parabola del seminatore.
Nella chiesa di Gesù non abbiamo bisogno di mietitori. Il nostro compito non è quello di mietere successi, conquistare la strada, dominare la società, riempire le chiese, imporre la nostra fede religiosa. Quello che ci manca sono i seminatori. Uomini e donne, seguaci di Gesù, che dove passano seminano parole di speranza e gesti di compassione. Questa è la conversione che oggi dobbiamo promuovere tra noi: passare dall’ossessione di raccogliere al paziente lavoro del seminare: Gesù ci ha lasciato in eredità la parabola del seminatore, non quella del raccoglitore». (José Antonio Pagola).

Parole di speranza. Gesti di compassione.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1546 17-7-2014 ROMANZO-UNA SECONDA POSSIBILITA’ CAPITOLO 2

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Viviana Vivarelli

CAPITOLO 2

Da Daniela
Quando curi una persona puoi vincere o perdere, quando ti prendi cura di una persona puoi solo vincere” .
Patch Adams

“ Noi viviamo la vita come un sogno. E qualche volta per sfuggire al sogno della vita entriamo in un altro sogno. Ma in questo sogno o in un altro, siamo sempre noi e l’importante non è avere certezze, ma sognare bene”.
Viviana

Sabato mattina sono andata dalla parrucchiera per sistemarmi un po’ prima della partenza.
La parrucchiera si chiama Sandra ed è una snella e gentile persona, olivastra come una Sioux, graziosa, dall’ascolto attento e gentile. Ho sempre il vago sospetto che mi vizi un po’, la sento vicina, attenta, ma probabilmente il suo è il giusto atteggiamento di chi lavora in un luogo dove noi donne passiamo il tempo come in un confessionale. Non a caso molti film di storie di donne, di complicità al femminile, di aiuti e di solidarietà, si svolgono in un negozio di parrucchiera. Credo che un barbiere sia diverso: gli uomini conoscono raramente questa gioia del parlare di sé, di confidare cose personali e magari intime, ma per una donna questa è una grande liberazione. Il negozio della parrucchiera spesso è il nostro confessionale, lo studio casalingo dell’analista. Lo diceva anche Flaiano, che era un buon osservatore del materiale umano. In ‘Caramel’ anche il cinema arabo parla di confessioni tra donne. …donne che parlano tra loro, si confrontano, si ritrovano solidali, in un mondo che le vorrebbe silenziose.
Un altro film ‘La parrucchiera di Kabul’, racconta la storia vera di una parrucchiera americana che va a vivere a Kabul, come volontaria in una organizzazione no-profit e decide di aprire una scuola per estetiste. La sua è un’ impresa eroica e coraggiosa che si scontra con una mentalità del tutto lontana dalla sua. Nel libro che precede il film si racconta di un mondo a noi in parte sconosciuto, dalle feste allucinanti di sole donne, alle abitudini igieniche, ai tipi di make-up, alle modalità di depilazione, alle preparazioni estetiche delle spose. Il tutto costellato di storie, al limite tra l’assurdo e l’incredibile, di donne vere. E’ la prima scuola per estetiste in tutto l’Afghanistan, raccontata dalla statunitense Deborah Rodriguez, una storia che vale davvero la pena di leggere.
Davvero, ci sono parrucchiere che sono meglio di tanti psicologi e dovrebbero essere stimate per questo e pagate per il doppio lavoro. E in fondo c’è una forte attinenza tra i capelli e il pensiero e, quando sogniamo i capelli, è sempre delle nostre idee che si parla.
Sandra lavora sotto padrone. Il padrone è uno svaccato e inutile nullafacente che serve solo per riscuotere i conti e passa il tempo baloccandosi col computer. Non sa far nulla, non è buono a nulla, campa lautamente sul negozio della madre, che si è fatta vari negozi come parrucchiera dove lavora ancora, malgrado la vecchiaia e il pessimo carattere, mentre lascia che questo zitellone vacuo e inutile riscuota i conti, dopo essere fallito in altri impieghi.
Sandra è sottopagata, come sempre avviene sotto padrone, e chi gestisce il suo lavoro la sfrutta, le fa fare turni gravosi, lasciandola spesso sola in negozio, per risparmiare su un aiuto che sarebbe necessario. Lei resiste ma rode al suo interno.

Ha un marito e una bambina che adora e fa i salti mortali perché non le manchi niente, vorrebbe avere anche un altro bambino, ma chissà….
Da un po’ di tempo le sta venendo una psoriasi che si allarga partendo dai gomiti e ormai le fiorisce dappertutto sul corpo. Ha fatto varie cure, spendendo troppi soldi, per medicine temporanee che lasciano il tempo che trovano senza risolvere completamente il problema. La sua pelle diventa rossa e raggricciata come se fosse bruciata con un ferro da stiro. Sandra è giovane e non merita questa tortura. Il suo corpo grida qualcosa e non è difficile capire cosa.
Sono convinta che la psoriasi sia una malattia psicosomatica, il modo con cui il corpo esprime un disagio che non è organico ma psicologico.
Ho scritto un articolo, tempo fa, su questo argomento e sembra interessi molti perché ogni giorno il mio blog mi segnala almeno 150 letture, per cui devo aver messo insieme migliaia di lettori, e lo riporto, perché ho un’idea per Sandra.
E un po’ gliel’ho già raccontata.

Noi siamo formati da molte parti. Ognuna di queste parla il suo linguaggio. Abbiamo un linguaggio del corpo, della psiche, dell’anima, dello spirito. Se vogliamo comunicare con una di queste parti, dobbiamo imparare il suo linguaggio, come fosse una lingua straniera.
Nulla è a caso e il corpo ci manda dei messaggi usando il suo linguaggio che è corporeo, per cui non ci ammaliamo mai a caso ma secondo un significato; bisogna dunque imparare il codice per capire che cosa il corpo ci sta dicendo. Ognuno di noi ha delle parti bersaglio che si fanno carico di comunicare qualcosa alla mente, secondo il nostro temperamento, le nostre abitudini, o magari il nostro segno zodiacale.
Quando qualcosa nella nostra vita non va, il corpo ce lo dice usando il sintomo. E’ quello che si chiama ‘somatizzazione’. Attraverso il sintomo, qualcosa ci parla, il sintomo è un indicatore, la spia di un disagio esistenziale. Dunque quello che il corpo dice ha un significato inconscio che può anche entrare nella nostra consapevolezza. Questa fu l’intuizione non solo di Freud ma anche di un brillante medico, suo contemporaneo, George Groddeck, che introdusse il concetto di ‘malattia psicosomatica’.
Groddeck riteneva che quasi tutte le malattie organiche fossero modi con cui l’inconscio parlava. Analizzava quindi i propri disturbi, per esempio una tonsillite, e ne usava il sintomo come una metafora, perché il linguaggio dell’inconscio è figurativo. Una gola gonfia poteva significare, per esempio, il rifiuto di mandar giù un boccone amaro della vita.
Mistero è la malattia. Mistero la vita. Mistero la morte.
Pecca la ragione che vuole riportare tutto a semplicismo, visibilità e logica, togliendo all’essere la sua parte ombra, senza la quale la vita non è nulla.
Dice Pirandello:
“Una realtà non c’è e non ci fu data, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e indipendentemente mutabile”.

Sono arrivata a Poggioraso. Fa freddo. Piove a dirotto. In albergo ci sono solo vecchie signore che giocano a pinnacolo o dicono piccole cattiverie. La mia vicina di tavolo, di rosa vestita con capelli da damina incipriata, mi ha fatto subito sapere che era contenta che se ai Mondiali della sera prima i Brasiliani avessero picchiato duro sui Tedeschi, però i Tedeschi “avevano picchiato di più”. E mi ha detto con sorridente sorriso che “non li sopporta quelli là”. Mi sono sentita immediatamente solidale con “quelli là” , chiunque essi fossero.
Questa è la prima vacanza che faccio nella mia vita senza Fabrizio, da sola, e sento che qualche cosa succederà. Ho avuto troppo mal di testa nell’ultimo mese e penso che stare fuori casa, in un posto come questo, tranquillo, che è stato l’ultimo posto di vacanza dove siamo venuti insieme, mi aiuterà. Forse.
Quando sono arrivata nella hall, ho cercato automaticamente Fabrizio dietro di me, ma non c’era. La sua assenza fisica mi ha dato un leggero senso di stordimento. Diventerò anch’io una turpe vecchietta di rosa vestita che gioca a pinnacolo e odia “quelli là”?
Non c’è senso. In realtà lui è sempre vicino. Ma non c’è qui il tavolino di noce costruito da lui dove mi saluta la sera. Quale altro segno userà?
La prima notte la sveglia si è messa a suonare furiosamente a mezzanotte, è vero che mezzanotte è l’ora dei fantasmi, ma credo di aver smesso sbadatamente l’allarme, per quanto quando mai ho messo la sveglia a mezzanotte?
Ricordo che Fabrizio continuava a dire che voleva passare un periodo da solo, in una baita, fuori dal mondo. Lui, sempre così ossessionato da mille cose da fare e così sempre in mezzo alla gente, sognava questa baita, che io gli disegnavo scomodissima per il riscaldamento, gli approvvigionamenti, la sua pigrizia del camminare in posti disagevoli, la mancanza di luce elettrica o di acqua corrente, la solitudine.. ma lui vagheggiava come un luogo di silenzio che lo chiamava a sé.
Non capiva che la baita può essere ovunque tu sia, anche in metropolitana, anche in un albergo pieno di vecchiette tutte elegantine e un po’ sorde, abbandonate qua da figli che vogliono essere lasciati in pace.
Fabrizio aveva la fissa della baita. Tornava e tornava su questo sogno finché, seccata, gli dicevo: “Ma vacci” in questa baita! Togliti lo sfizio! Che aspetti? Vacci! Io, però, non ci vengo”. Così non c’è andato mai. Era stato in un monastero da ragazzo, per una settimana di silenzio, ma c’era andato con l’amico del cuore e, la notte, chiudevano con una coperta gli spiragli della porta e passavano le ore e bere, a ridacchiare soffocando le voci e a giocare a carte come due scemi.
Forse io in questo albergo di Poggioraso sono venuta a cercare la mia baita.

Il mistero della sua morte è stato indicibile. Non avevo mai visto nessuno morire e non so se riuscirò mai più a togliermi dagli occhi l’evento sconvolgente che fu. Ho assistito a tutti i momenti della sua morte, ora per ora, istante per istante, fino agli ultimi tre profondissimi respiri che gli sollevarono il torace scheletrico, dopo cui restò immobile con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
Erano stati, quegli occhi, negli ultimi momenti, fissi verso l’alto davanti a sé, come se vedesse qualcosa di straordinario. Che lo chiamava.
Quanta vita ci fu in quella morte!
Lo abbiamo tenuto per mano, io e Nicoletta, fino all’ultimo, io seduta su una sedia al suo fianco, lei accoccolata sul letto, tenendogli le mani per accompagnarlo in questo ultimo sforzo.
Era venuta da Londra per una settimana per vedere il padre e doveva ripartire ma lui stava così male che aveva deciso di rimandare il volo. Così rimase. A vederlo morire. Non si sarebbe perdonata se non fosse stata lì con lui fino all’ultimo.
Dopo che ebbe esalato l’ultimo respiro, entrammo in confusione, io non sapevo cosa fare per accertare che fosse morto e stupidamente gli misi uno specchio sotto il naso, come se negli ultimi tempi avesse mai respirato col naso, mentre era senza laringe e respirava per un buco che aveva nella gola.
Lo tenemmo per mano ancora per un’ora, aspettando la dottoressa dell’ANT, che sarebbe venuta a fare il certificato e parlavamo quietamente tra noi ricordando tante cose come se anche lui potesse sentirci. E in quell’ora non riuscimmo a chiudergli gli occhi né la bocca, e lui rimase in quella posa, come un povero teschio di avorio giallino, scarnificato dalla malattia.
Quando la dottoressa dell’ANT arrivò, andammo in salotto a firmare i documenti.
Ma quando tornammo in camera, era successa una cosa meravigliosa.
Il viso era disteso. Gli occhi si erano chiusi, la bocca si era chiusa, la pelle aveva un colore rosato e fresco come non la vedevo da un anno e le labbra creavano un sorriso bellissimo, molto ampio, piegandosi all’in su, in una incredibile dolcezza e felicità. Così dolcemente e con questa intesta felicità la morte lo aveva accolto. Come una Madre.

Ho chiesto a Fabrizio, dopo morto, com’è il nuovo mondo in cui si trova, ma esita a rispondere, mi dice che non ho gli strumenti per capire. Sembra che sia tutto diverso ma anche diversamente uguale, senza giorno né notte. Ci sta bene in quel mondo. Ha le sue attività che lo tengono fortemente occupato come qua. Capisco che prima o poi se ne andrà, sarà chiamato a una nuova vita, ma spero che non sia prima che io vado dove è lui. Mi piacerebbe che ci fosse ad accogliermi. Capisco che la sua esistenza, ora, è fuori dallo spazio e dal tempo, che può vedere tutto e capire molte cose, che vede anche il futuro ma che questo non è tutto visibile e certo perché ci sono momenti in cui possiamo cambiare tutto, noi, come dei demiurghi, il senso della nostra vita. Capisco confusamente anche che non ha più una unicità come abbiamo noi, anch’essa costituita di spazio e di tempo, e che può essere in molti posti contemporaneamente e può rispondermi ogni volta che lo interrogo e aiutarmi ovunque egli sia, perché non esiste questo ‘ovunque’ nel suo universo, ma un unico presente qui, e un’unica energia, che è, sempre.
Allo stesso modo, egli è ora insieme alla sua famiglia di sempre, più forte e grande di quella in cui è nato come corpo terreno, e unita da uno scopo che si realizzerà in vite successive, in modi preesistenti alle anime.
Gli faccio delle domande la sera e a volte ride senza rispondermi, come fossero domande senza senso. A volte mi risponde in modo molto preciso e mi dice il futuro di Nicoletta, di Matteo, di Sofia, di Davide…riempiendomi di stupore. E’ per questa sua presenza costante che non ho pianto mai in questi 16 mesi. Non è morto. E’ solo al piano superiore, ma è vicino appena lo chiamo. E’ presente. Solo fuori dal mio sguardo.
Ma mille volte vorrei prendergli la mano. E sentire la sua pelle fresca e liscia, ancora una volta.

Tre giorni dopo che mio marito morì, dopo il funerale, era di mattina, stavo in cucina che sciacquavo le tazze della colazione e lo sentii improvvisamente accanto, o meglio dire, attorno, come una energia dinamica, un vento allegro, mobilissimo che mi attorniava come una girandola. L’ultimo anno era stato sempre teso a letto senza nemmeno potersi sedere, mentre il corpo si piagava. Il cancro lo aveva preso a un’anca, con dolori terribili, prima di diffondersi in tutto l’intestino. Continuava a interrogare i dottori su questo dolore terribile all’anca, ricevendone solo risposte evasive. Ma ora il dolore non c’era più. E non solo poteva muoversi, poteva danzare. Era come un prigioniero liberato. Straripava la sua grandissima gioia, il suo stare bene, l’esaltazione del suo nuovo stato, il potersi muovere ovunque, la curiosità del nuovo mondo, della sua nuova, bellissima, condizione. Mi pareva quasi di vederlo, come quando aveva 35 anni, bellissimo, sano e pieno di benessere, con ancora tutti i suoi capelli, la sua forza e tutta la soddisfazione di una persona che sta bene. La morte era bellissima!

Fabrizio morì al mattino. Ma due notti prima del suo cambiamento era avvenuta una cosa straordinaria. Praticamente era stato un sogno e io non lo avevo nemmeno capito bene. Non dormivo ormai da un anno, brevi parentesi di sonno profondo alternate a lunghe veglie e alzate improvvise per aspirargli i catarri che lo soffocavano o fargli una iniezione calmante o raccogliere le sue urine prima che gli mettessero il catetere o passargli l’arnica quando il dolore era troppo forte, come se l’arnica potesse superare la morfina. Ma all’ultimo ero terrorizzata dall’idea che morisse nel sonno mentre io dormivo. Lasciavo accesa la luce del bagno e, stesa al suo fianco, protesa verso di lui, ogni tanto aprivo gli occhi per guardare se respirava ancora. La sua cassa toracica ormai ridotta alle sole ossa si stagliava contro il barlume che proveniva dal bagno e io guardavo se si alzava e abbassava nel respiro.
Ma quella volta mi addormentai di colpo profondamente. Ed ecco che tra me e lui apparve una luce incredibile, tenue e intensa allo stesso momento, calda di un giallo-rosa molto delicato, una cosa che mi pareva di non avere mai visto, occupava tutto lo spazio che ci separava ma in qualche modo sembra molto più grande, infinita, dolcissima. L’emozione mi svegliò completamente e spalancai di colpo gli occhi, spaventata.
Al mattino raccontai a mia figlia che avevo sognato “un angelo”.
Solo dopo mi ricordai improvvisamente che quella luce io l’avevo già vista.

Dopo la diagnosi di morte che mi fecero a 35 anni, dopo una vita segnata da continue malattie bronchiali, per cui avrei dovuto morire entro due mesi per difficoltà respiratorie ormai irrisolvibili, non ero morta ma avevo passato 7 anni terribili in attesa della morte e anche desiderandola come una maledizione in cui non si vede l’ora di buttarsi dentro.
Un’estate in particolare fu insopportabile, mia madre che avevo curato nei suoi ultimi anni, era morta, ma io ero voluta tornare a Zocca lo stesso dove avevamo preso un appartamento per i mesi estivi, in montagna, per scansare il caldo umido di Bologna, ma non troppo in alto per lei e vicino alla città. L’appartamento era stato fissato anche quell’anno e ci volli andare lo stesso, contro il parere di mio marito che non amava quel posto di commercianti falsamente gentili ma attenti solo al lucro, dove era troppo difficile farsi degli amici e non c’erano passeggiate o parchi dove stare.
Così mi ero ritrovata sola e frastornata in una casa vuota, troppi pensieri e un senso di solitudine schiacciante.
In quel mese di agosto la tosse ritornò, e siccome non avevo perso la paura di morire per cause respiratorie, la cosa mi spaventò molto. In realtà ero stata miracolata e non avevo più quattro bronchi come alla nascita ma due come tutti gli umani normali, ma ancora non lo sapevo.
Dunque la notte, sola nella mia camera vuota, ero squassata dalla tosse, col pensiero ossessivo della morte.
Di giorno ero a pezzi e dopo pranzo mi buttavo sul letto per un breve riposo.
Dunque accadde che, per tutto quell’orribile mese di agosto, come chiudevo gli occhi, cominciava la corsa nel tunnel. Io ero senza corpo, ero solo movimento rapidissimo e correvo a grande velocità dentro un tunnel. Non so se fosse veramente un tunnel. Era una profonda oscurità che percorrevo in modo obliquo, salendo a velocità pazzesca e con l’impressione di avere qualcuno dietro, dalla parte destra, che era legato a me. La traiettoria era definita in modo circolare perché vedevo dei brevi sprazzi di luce attorno. Ma quello che mi attraeva in misura indicibile era la luce che mi aspettava dall’altra parte, alla fine della corsa, una luce giallo-rosa, molto delicata ma insieme intensa. E la cosa straordinaria era che quella luce sembrava una persona e irradiava un infinito amore, palpitava dolcemente, come se mi chiamasse e io sapevo che, se l’avessi raggiunta, avrei provato una infinita felicità.
Ma, ecco che, poco prima, di arrivare a lei, mi svegliavo di colpo, come risucchiata da una energia meccanica di vita ed era una impressione sgradevolissima, come se quella parte di me fosse ‘costretta’ a rientrare nel corpo ma anche come se vedessi il mio corpo materiale come qualcosa di basso e inferiore, il corpo di una lucertola, di un rettile, dove il mio Io vero veniva ‘vomitato’ rispedito dal basso verso l’alto, come in un pozzo oscuro.
Ecco, la luce che avevo visto quella notte tra me e mio marito era la stessa luce giallo-rosa palpitante che avevo visto in fondo al tunnel.
Dunque potevo capire la sua gioia: era arrivato a uno stato di felicità e di amore totali. Aveva raggiunto qualcosa di meraviglioso che nessun umano può sperimentare, qualcosa di soprannaturale, che ci aspetta come una Madre amorosa, sanando tutte le nostre ferite.

Sono a Poggioraso da tre giorni, il tempo si è rimesso, la temperatura è salita, il cielo è limpido e il paesaggio bellissimo, ma io sono un topo di biblioteca, camminare non mi piace e mi stanco subito, sono fotofobica e la luce forte mi disturba la vista e mi fa venire le borse sotto gli occhi. Sto bene solo all’ombra e seduta davanti ai miei libri e al computer. Poi mi stordisce l’idea di essere qui da sola per la prima volta senza Fabrizio, mi dà un senso di disorientamento e di fragilità, di abbandono anche, che a casa non ho, perché sono circondata da tutte le cose di lui.
In albergo ci sono solo vecchie signore parcheggiate qui dalla famiglia per mesi, la pensione costa solo 60 euro al giorno e si mangia molto bene, le camere sono belle, le due sorelle che gestiscono l’albergo sono molto cordiali e trattano le vecchie signore con molte attenzioni. Ieri la mia vicina sorda ha compiuto gli anni e le hanno regalato un piantina grassa con fiorellini rosa molto bella che lei ha tenuto sul tavolo da pranzo. Le vecchie signore chiacchierano molto e giocano a pinnacolo, camminano anche molto, certo più di me, solo io resto in albergo da sola coi libri e il computer. Molte si conoscono da molto tempo, perché sono anni che vengono qui, alcune sono decisamente sorde. Ho fatto le prime conoscenze e mi hanno anche divertita. Come tutte le donne vecchie e come faccio del resto anch’io, raccontano le loro vite che sono il loro romanzo. Sono vite molto interessanti, le ascolto volentieri. Ma in genere sono sola in albergo e anche qui leggo e scrivo. Mi sono portata dei libri sull’autismo e studierò quello. Infine ho cominciato il mio romanzo partendo da qui, da questo albergo di montagna, da quello che incontro, dalle mail che ricevo.
L’ho chiamato ‘Una seconda possibilità’, di getto, perché questo è ciò che sento.
Passato il momento delle pratiche amministrative e messe a punto tutte le pendenze pratiche, finiti tutti i traslochi, gli spostamenti e le vendite, sono convinta di essere entrata in una fase della vita nuova in cui questo è il mio compito, raccogliere tutto assieme quello che mi è accaduto perché faccia da alveo per la vita futura, se ce ne sarà. Per cui oggi sono dominata da un forte senso di sincronicità: tutto quello in cui mi imbatterò non sarà a caso, farà parte della nuova lezione di vita, si legherà insieme e io lo osserverò con cura, perché la mia trasformazione deve avvenire proprio qui, ora, per ogni cosa che mi toccherà. Ogni cosa sarà importante, perché una nuova vita comincia da un nuovo modo di vedere.
Un detto buddhista dice: “Mangia, bevi, dormi”. Io aggiungo: “Osserva e impara”. Il Buddha è in ogni cosa che incontri. Il Buddha è ovunque. Ma soprattutto osserva te stessa. E impara quanto è rapido il cambiamento in te, se lo vuoi.

La prima lezione che cerco di imparare è l’umiltà. Io sono un giudice terribile. Come vedo una persona, la catalogo, stralcio valutazioni rigide, etichetto in modo assolutistico. Non uso solo metri psicologici, di osservazione comportamentale, ma valutazioni di colore affettivo radicale, simpatia, antipatia, intolleranza, allergia… E non amo in genere le vecchie signore. Così sto imparando, mio malgrado, che le mie osservazioni possono essere sbagliate. Che non è giusto né sensato etichettare gli altri sulla prima impressione. Che basta un ascolto attento dell’altro, un porsi alla sua accoglienza, e l’altro diventa diverso da come sembrava, si apre, si svela, e quello che rivela può essere interessante e insegnare cose che nella tua supponenza non avresti imparato mai. E io sto imparando dalle vecchie signore.
Anzi dovrei proprio smettere di chiamarle ‘le vecchie signore”. Cos’altro sono io a 72 anni? E dovrei smettere di chiamare la mia vicina di tavolo “la damina sorda”. Oggi una signora dal fondo della sala ha detto una battuta comica e tutte sono scoppiate in una risata, anche la mia vicina di tavolo. Io no, perché non l’ho sentita.

Forse non sto studiando l’autismo per caso, al di là della sindrome che può essere gravissima, colpisce nell’autismo la definizione generica di “mancata partecipazione ai significati”. Io sembro in apparenza molto socievole ed estroversa, parlo con tutti, approccio facilmente la gente, ma nel mio avvicinare gli altri c’è sempre la presunzione di parlare di me, di esibirmi, di mostrarmi come ‘brava’. C’è una natura troppo egoica che ha imparato poco a vivere “la partecipazione ai significati dell’altro”.
Ho lavorato tutta la vita sulla comunicazione, sono una insegnante vocazionale e la materia che mi piace di più insegnare è la psicologia, che si fonda sull’osservazione ma implica l’empatia. Mi viene in mente l’etologo Lorenz, che, per studiare le anatre, entrava nello stagno con loro. Come si può capire l’altro, se non si partecipa al mondo dell’altro? Se non si entra nel suo stagno? Ma spesso una forma di blocco mi impedisce questa partecipazione. E allora mi aggiro attorno a loro senza poterli contattare veramente e sfoggio una superiorità che è totalmente fuori luogo e controproducente come fosse la medaglia che viene esibita dal bambino che non sa giocare.
Mi attacco all’alibi della mia storia, per cui non ho imparato a relazionarmi con gli altri perché per 29 anni i miei mi hanno proibito di avere rapporti sociali, costringendomi a vivere nell’isolamento e nel silenzio, da cui uscivo solo per andare a scuola prima e poi al lavoro. La mia unica relazione, tra l’altro segreta, proibita, e strappata con mille sotterfugi, è stata con Fabrizio, dai 14 anni in su, per 15 anni prima di sposarlo. E lui era affascinante, simpatico, dotato di una empatia naturale per cui tutti lo consideravano subito un amico, un fratello, qualcuno di famiglia, qualcuno da amare. E non ho mai capito perché si fosse innamorato di una come me, bizzarra, strana, sicuramente meno bella, capace solo di studiare, scorbutica e che gli diceva sempre no.
Forse cercare di curare è un altro modo per imparare a comunicare con l’altro. Per entrare nella sua energia, nel mondo dei suoi significati. Forse tanti che non sanno proprio comunicare entrano nel mondo della cura, della medicina, dell’assistenza, proprio perché attratti da un rapporto interumano sentito come impossibile. Forse siamo tutti autistici senza saperlo.
I miei allievi-amici mi hanno insegnato tante cose. Una mi ha sempre stupito: io, che ho usato sempre le parole per vivere, per capire, per insegnare, per comunicare, per aiutare, per aggredire anche o difendermi… ho provato dei momenti di totale unione con l’altro solo in situazioni di silenzio, in cui le parole non servivano più, cadeva il loro schermo difensivo, che sembra lanciato come un ponte tra noi e gli altri per unire ma che troppo spesso divide, e in quel silenzio diventato accogliente e calmo come due mani messe a conca, nasceva una serenità inspiegabile, un senso di comunanza al di sopra di ogni suono, uno stare insieme.

Una volta ero con Alessandra, dopo la morte di sua madre, di sera, su un marciapiede buio, fuori del dopolavoro dei postelegrafonici, alla fine di una lezione. E stavamo lì al buio senza parlare. Lei era stroncata dal suo lutto recente. Io non sapevo come consolarla. Ma in quello stare insieme, vicine, in silenzio, nacque qualcosa che ci abbracciò entrambe.

Un’altra volta ero nella navata sconsacrata delle “Sette chiese” con un dolore fortissimo contro mio marito per qualcosa che mi aveva fatto e che non ricordo nemmeno più e mi sentivo a pezzi e disperata. E la mia amica Laura mi prese le mani senza parlare. E restammo così in silenzio, seduti sui banchi, nella navata. E in quel silenzio nacque qualcosa di protettivo, di consolatorio che mi rilassò e mi riportò alla pace.

Noi crediamo, erroneamente, che la cura dell’altro abbia bisogno di parole, siamo affamati di parole, vorremmo essere maestri di parole, crediamo anche che chi ha più parole sia più bravo, riesca meglio nella vita, abbia uno strumento in più. E poi nei momenti cruciali della vita scopriamo che può valere di più un silenzio e che nel silenzio si genera qualcosa che supera l’io come l’altro, che li comprende entrambi, e che in quel silenzio di parole, l’energia del cuore può scorrere più pulita, più diretta, come qualcosa che non viene né da me né da te.
Dopo una vita in cui sono stata maestra di parole, mi piacerebbe, ora, essere un maestro di silenzio.
La cura deve passare nel silenzio. Io credo che qualche cosa passerà, se mi metterò, io, a servizio della cura.

Scrive Piero:
“Tocchi argomenti che da sempre mi fanno molto pensare, come persona e ancora di più come medico. Anche io penso che se tentiamo una cosa, dobbiamo farci cullare dalla convinzione, magari solo nostra, che quella cosa funzioni davvero.
Penso alla tua amica che dovrà fare la chemio . Se davvero ha tanto amato e ricevuto amore il tuo è un modo per accarezzarle l’anima e darle più speranza.
Credo che la speranza sia una cura, sempre, mentre la sua mancanza anticipa sempre la nostra fine.
Se tu sei in grado di regalarle anche solo una goccia di speranza, che così sia. Fa lo stesso se, giustamente, la tua parte razionale poi si interroga e dubita.
Certo, come medico non posso non credere anche alla medicina tradizionale.
Ma ripenso sempre al viaggio meraviglioso di Tiziano Terzani all’interno della malattia e nel mondo delle medicine così dette non tradizionali, che è stato anche un incredibile, inaspettato viaggio all’interno di se stesso .
Mi domando sempre se non sia stato quel viaggio, nello spazio interiore ed esterno, a farlo vivere altri cinque anni, quando tutti gli avevano detto che, al massimo, ne avrebbe vissuto uno solo.

Riserve di forza ne abbiamo più di quanto non crediamo. Tutto sta a far trovare loro la sturada per uscire. Se le persone ci possono aiutare ancora meglio. Se aiutiamo gli altri, aitiamo sempre anche noi stessi.
Devo raccontarti una cosa. Non riesco a dirla a parole ma scriverla spero sarà più facile. La parola scritta è sempre stata il mio mondo, forse davvero un dono che ho avuto, ma anche, fammelo dire, una maledizione. Perché, se sai scrivere, prima devi saper guardare senza voler per forza capire, senza voler per forza dire. Una attività che tanto mi ha dato, in positivo, è vero, ma che mi ha portato anche parecchia sofferenza .
Va’ in montagna e cerca di fare tutto quello che vorresti fare.
La nostalgia più grande che ho è quella di lunghissimi pomeriggi d’estate, in montagna, dai miei nonni, seduto sotto un albero a leggere, per ore.
Un tempo incantato, oltre che l’incanto di un tempo purtroppo perduto per sempre.
Spero, invecchiando, di ritrovarne un pizzico almeno, di quel tempo.
Ciao.
Piero.

..

http://masadaweb.org



MASADA n° 1547 ROMANZO. UNA SECONDA POSSIBILITA’- CAPITOLO 3

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Viviana Vivarelli

Tutto comincia dalla testa – Talismani: la croce di Ankh – Rievocare altre vite o momenti traumatici del passato – Incubi ricorrenti – Leggere negli altri una storia fatta di tante storie

“Ricordare significa ricostruire il mondo dopo che è stato fatto a pezzi”.

Continuo a curare Ginevra a distanza, dopo averla testata col biotensor e poi con l’imposizione delle mani. E’ incredibile come i segnali si corrispondano. Dopo ogni test le mando le mie osservazione e finora combaciano con quello che lei sperimenta.
La cosa che adesso interferisce violentemente con la guarigione è la sua reazione negativa alla struttura ospedaliera, spesso insopportabile per le sue carenze, disfunzioni, parti nere. Questo crea una tale negatività nella sua testa battagliera e giustizialista che le mie mani la percepiscono come una energia fortemente perturbata e nociva. Non credo che questo faccia bene alla su guarigione, ma credo che questo faccia parte della malattia.
Le scrivo: “Il miglioramento continua e mi sembra davvero notevole. Oggi c’erano due fondamentali novità: intanto sulla pancia il biotensor invece di oscillare in modo negativo come ha fatto sempre in questi primi giorni faceva dei cerchi verticali in avanti, movimento che significa: tra poco ci sarà un miglioramento, oppure: zona in via di guarigione. Decisamente buona l’energia in altre parti del corpo meno la spalla destra, che simboleggia la tua volontà nel sopportare i pesi della vita. Quella che continua a restare formicolante è la testa e, siccome tutto nasce dalla testa, è quella la parte che si deve curare e ovviamente non in modo fisico ma mentale e spirituale. Tu stai affrontando una prova che non è solo organica e materiale. E’ una prova formativa, di evoluzione, dove, oltre che con la sofferenza fisica, dovrai cimentarti con qualcosa che devi sviluppare di più e che è la pazienza e la tolleranza dell’ambiente che hai attorno e delle cose che non vanno in modo perfetto. Le prove che incontrerai non sono solo organiche, sono spirituali e la tua spiritualità cambierà in relazione ai mutamenti nella tua socialità. Per cui cerca di decentrarti, leggendo cose belle o costruendoti fantasie positive quando hai delle lunghe attese, l’immaginazione fa diventare corti i tempi lunghi e alleggerisce le fatiche, e cerca di diffondere energia positiva nell’ambiente quando questo ambiente ne ha bisogno. Sii gentile. Parti dal concetto che le cose non miglioreranno se le critichi e se noti tutto quello che non va. Sorridi. Prima di tutto le tue critiche non serviranno a niente. Pensa che ci sono regioni italiane totalmente sprovviste di luoghi per la chemio e pazienti che devono affrontare lunghi viaggi per venire a Bologna e ai cui occhi noi, che viviamo vicino a ospedali attrezzati, siamo dei privilegiati. Ospedali, tribunali e carceri sono luoghi dove le cose negative raggiungono il loro peggio, lo sappiamo, e tuttavia Bologna resta una città del nord dove ancora le cure sono possibili, a portata di mano, efficaci e gratuite.

Cerca di sorridere. La persona che hai davanti ha anche lei dei problemi, spesso è costretta a turni massacranti, è poco gratificata, è stanca, poco pagata o a rischio di perdere il lavoro, insomma ha problemi ed è umana come te. I governi in questi anni non hanno fatto che fare tagli alla sanità dunque ringraziamo il cielo se ancora qualcosa funziona. Il secondo motivo per cui devi stare serena è che tutto questo passerà e ne uscirai, pensa al futuro e usa pazienza. Io lo vedo, Fabrizio lo vede, devi vederlo anche tu. In questo momento hai bisogno di tutte le tue energie positive per guarire e, se le disperdi in motivi di scontento, poi ne avrai meno da impiegare nella tua guarigione e non ne vale la pena. Se conosci qualche tecnica di meditazione, di rilassamento, di rasserenamento, di sopportazione e pazienza… usala! La prova che stai attraversando non riguarda solo il corpo ma anche l’anima. Impegnati nella pazienza e sii positiva. Ti si richiede una crescita che moderi alcuni difetti di temperamento che ho anche io, ma in qualche modo anche qui bisogna migliorare.
Ti penso e ti sono vicina. Fai la brava e vediamo che il biotensor domani mi dà una situazione angelica.”

Noi non lo sappiamo, ma chissà quante cose che partono dalla nostra mente influiscono sul nostro organismo, sono energie che perturbano la vita dentro di noi e fuori di noi. Nell’oceano di energia in cui fluttuiamo, ogni nostro pensiero, ogni nostro atteggiamento influiscono sul totale. Siamo gocce in un mare infinito e contribuiamo al suo movimento. E ogni movimento è un mutamento. Panta rei. Tutto scorre. Dovremmo far sì che anche il più piccolo proceda verso il meglio. E non dovremmo farlo nemmeno per noi, ma per tutti.

Ginevra ha detto che mi ha comprato una piccola croce della vita, d’oro bianco, per rimpiazzare quella perduta. Questo dono improvviso mi dà gioia e mi rattrista insieme. Vorrei poter dare qualcosa senza avere niente in cambio o quello che do sarà nullificato, ma so quanto lei sia generosa e improvvisa nei suoi slanci vero gli altri e so che anche saper accettare un dono fa parte delle lezioni della vita. Mi turbavano sempre i regali nei miei corsi, come gli abbracci. Mi mettevano in confusione come una cosa inaspettata a cui non ero preparata. Ora i tempi sono cambiati e nessuno regala più nulla e nemmeno dice grazie, cresce l’indifferenza, sono dunque io che regalo, e io che abbraccio. Bisogna sempre supplire alle cose che scompaiono con la creazione di beni nuovi. Se cade un albero, pianta un albero.
Dopo i sette anni di depressione ciclotimica di Pavia con fasi acute di manie suicide, rinacqui a vita nuova col trasferimento della famiglia a Bologna. L’oggetto che segnò l’inizio di una nuova vita fu l’acquisto di una Croce della Vita d’argento, la croce di Ra, o Ankh, o laccio di sandalo, il simbolo egizio che augura mille anni di felicità e salute. Ankh era la parola egizia per indicare la ‘vita’, e gli dei egizi erano spesso raffigurati con questa croce in mano, che differisce dalla croce cristiana per avere un cerchio al posto del braccio superiore.
I miei 7 anni di depressione furono una cosa molto dura e una grande esperienza, un testo pratico su cui ho dovuto fare conoscenza del dolore della psiche più che su tanti libri. Lo avrei anche evitato ma faceva parte delle cose che dovevo imparare e gli artigli del drago mi tennero per la nuca in questa tana di dolore per sette anni senza che potessi sfuggire. Bisogna morire fino in fondo se si vuole rinascere. Ma quel simbolo antichissimo mi portò fortuna. Lo comprai in un negozietto di Via San Felice accanto alla nuova casa di Bologna, quando ci trasferimmo qua, mia figlia aveva 17 anni, e io cominciai a insegnare a casa gratuitamente a ospiti adulti, filosofia, psicologia, psicoanalisi, ma soprattutto le lezioni meravigliose che vengono dallo stare insieme, un cerchio di donne, con qualche uomo, che stanno insieme e insieme riprendono forze per vivere.
La croce di Ankh è un simbolo molto più antico del Cristianesimo che apparve nell’antico Egitto introdotto dal faraone Akenaton, il profeta del dio unico e assoluto.
La croce ansata o nodo magico è detta ‘il vivente’, e indica l’infinito. Il geroglifico che la rappresenta augura ‘milioni di anni di vita futura’. Essa è uno degli attributi di Iside, la dea che resuscitò il suo sposo fatto a pezzi e appare nella mano di quasi tutte le divinità egizie come emblema di vita divina e di eternità. Essa è dunque la resurrezione e si è accompagnata a tutte le fasi di grande mutamento della mia vita.
Il cerchio indica ciò che non ha inizio né fine, cioè l’anima eterna. Il braccio verticale è la possibilità di ascendere a livelli diversi di coscienza, la trance dell’iniziato e la sua ascesi. Abbiamo dunque l’evoluzione, la metamorfosi, l’ascesi.
Il grande archetipo qui rappresentato è morte e rinascita.
Nei riti iniziatici egiziani l’eletto era steso su una croce sdraiata a terra e così appare nei disegni dei templi. La croce ansata o di Ankh era applicata sulla fronte dei faraoni e degli iniziati, per indicare che il loro terzo occhio si sarebbe aperto sui segreti eterni, e gli dei la presentavano ai morti quando arrivavano nell’aldilà. In Egitto molti amuleti erano in questa forma (in legno, diaspro o quarzo) e venivano appesi al collo delle mummie. Chi possedeva la chiave dei misteri esoterici poteva aprire le porte dei morti e penetrare il senso nascosto della vita.
Così la croce di Ra fu il mio talismano.
La prima fu una croce in argento, mi salvò dalla depressione durata sette anni e ispirò il mio nuovo lavoro a contatto con adulti nel lavoro che feci gratuitamente di diffusione culturale, ma soprattutto nell’opera di accoglienza e ascolto del dolore dell’altro.
Poi, un giorno, dopo molti anni, la persi, come a indicare la fine di un ciclo, e mio marito che allora entrava in pensione, me ne regalò un’altra, più grande, di platino, relativa all’evoluzione che si può avere nel rapporto di coppia.
Ma un anno dopo la sua morte io ho perso la seconda croce di Ra e ora Ginevra dice che mi vuole regalare la terza di oro bianco.
So che gli angeli ci stanno vicini lungo il corso della nostra vita. Che noi lo sappiamo o no, un angelo ci aiuta e ci soccorre. Ma quando una fase della vita finisce ed entriamo in una nuova tappa esistenziale, connotata da uno scopo nuovo, un nuovo angelo ci viene vicino con mansioni diverse.
Così sarà anche per la mia croce della vita.
So che l’interregno sarà duro, come sempre accade quando qualcosa della nostra vita muore e qualcosa non è ancora nato, ma la croce mi aiuterà.
Quando l’uomo giunge a una strettoia in cui lo assediano solitudine e oscurità, giova avere qualcosa o qualcuno che ci faccia luce per attraversare il passo oscuro.
Nella vita dell’uomo questi passaggi sono frequenti. Allora stringiamo nella mano la nostra piccola luce sperando di poter andare ancora avanti e di emergere in una nuova valle.
Nell’alchimia l’argento è connesso alla Luna, energia del femminile spirituale superiore, e l’argento vivo è il mercurio, metallo cangiante del piante Mercurio, comunicazione tra mondo degli dei e mondo umano, mondo dei vivi e mondo dei morti, dio alato che porta in mano il caduceo, o bastone con i serpenti intrecciati, segno della medicina. La croce d’argento segnò l’ingresso nel mondo dei simboli e, attraverso questi, in un nuovo livello della comunicazione umana. “Cerca Mercurio!” disse la Voce.
La croce di platino ineriva all’unione matrimoniale, alla costanza e alla perseveranza del rapporto di coppia, ai valori profondi che vincono la caducità delle passioni, all’integrità e all’essenzialità dell’amore duraturo, molto difficile da conquistare e che qualcuno crede erroneamente sia un bel dono che spetta di diritto, mentre è un difficile compito che deve essere conquistato.
L’oro è connesso al Sole, massima conoscenza, splendore di vita, Uomo Superiore, creatura che ha purificato le proprie passioni e ha prodotto la propria metamorfosi. L’oro bianco unisce l’oro del Sole con l’argento della Luna, maschile e femminile, in un’opera di sintesi e di purificazione estrema.

La vacanza in montagna volge al termine. Anche la breve estate quest’anno sembra volgere al termine e si preannunzia una nuova settimana di piogge e di crollo delle temperature. Dopo una primavera assente, luglio se ne va senza la consueta calura.
Riprendo in mano i pezzi scomposti della mia vita per cercare un nuovo collante, un legame che dia senso e valore. Ho lottato per mezzo secolo contro un uomo che era il mio tormento e il mio destino e senza di quello, ora, la mia vita casca a pezzi come se non avesse un sostegno proprio. E’ natura delle donne vivere solo attraverso l’amore ed è maledizione di ogni coppia che l’amore sia più spesso mancanza e desiderio che soddisfazione e appagamento. Quante volte ho pensato: “Né con te, né senza di te”. Ora resta solo il ‘senza’ in un rapporto più grande. Quando si ama, pur con tutte le sofferenze dell’amore, perché è, l’amore, la cosa più difficile della Terra, le nostre energie restano mischiate a quelle dell’altro per formare una energia terza, più grande di entrambi, e quella non cessa dopo la morte, perché è entrata a far parte di noi. Noi siamo l’amore che abbiamo dato e ricevuto, e senza quell’amore dato e ricevuto, l’amore resta una parola senza spessore proprio, un suono vuoto e cavo che non significa niente.
Oggi devo concentrarmi sulle piccole cose. Per cercare un senso più grande, devo leggere gli aruspici nei segni piccoli, negli incontri quotidiani, nelle intersezioni dei significati, nel volo degli uccelli senza volo, ma per fare questo devo diventare minuziosa nell’osservare gli eventi più banali, legandoli in catene di sensi, devo cercare sapore nella mia tristezza, che è tuttavia la tristezza di una donna ancora viva e dunque aperta al sentire. La mia solitudine deve essere la lente di ingrandimento che mi faccia notare i gioielli del cammino, in tutto il loro valore intrinseco, nel significato oltre il significato.
Ogni rinascita riparte da un seme.
Ora io sto cercando i miei semi.
Per 57 anni ho sofferto grande dolore per le assenze di mio marito. Ora che la sua forma fisica non c’è più, sono circondata dalla sua presenza, anche se so, che misteriosamente e per leggi a me ignote, può essere qui con me e anche altrove in altre opere affaccendato. Tutto è possibile nel luogo senza spazio. E tutto è visibile nel luogo senza tempo.
La sua assenza materiale mi gettava nella desolazione. Ora la sua presenza spirituale è la mia compagnia. Posso solo sperare, attraverso lui, di vedere e di capire meglio quello che fino a ora non sono riuscita a vedere e a capire.
Copio per lui quello che Donna Tartt scrive della donna amata:
Lei era il mio regno scomparso, la parte illesa di me che avevo perso insieme a mia madre. Il pensiero di lei inondava di luce ogni angolo della mia mente e riversava fulgore in solai prodigiosi di cui avevo ignorato persino l’esistenza. Lei era il filo dorato che intesseva ogni cosa, una lente che ingigantiva la bellezza a tal punto che il mondo intero appariva trasfigurato attraverso di lei”.
C’è un solo modo per vincere la morte, vedere cosa esattamente essa è : la bellezza senza sguardo.

In albergo chiacchiero con le vecchie signore. Una di queste, Zita, ha 88 anni ed è bella, alta e sottile, sempre accuratissima nel vestire, con chiare tinte pastello, brillante, acuta, spiritosa e dà dei punti alle ragazzine. Ha sempre osservazioni positive e ottimistiche e ha quel garbo e quella stile cordiale e gradevole che tanti emiliani hanno come una dote innata, quella leggerezza gentile che io proprio non possiedo e che mette tutti a loro agio, la invidio per la sua capacità di poter parlare di tutto e con tutti, sempre attenta e piena di interessi, sempre con qualcosa di spiritoso o gentile da dire. Si chiama Zita, che in antico persiano vuol dire ‘pura’. Il nome passò poi in Italia come Felicita e in certi luoghi d’Italia in dialetto vuol dire ‘fanciulla’. E Zita si porta appresso un cuore di fanciulla che sconfessa i suoi anni. Ci sono persone a cui non chiedi gli anni perché il tempo le migliora, persone che fioriscono col cuore. Zita è sempre vestita con gusto e con bianchi capelli in ordine, sempre sorridente e con un atteggiamento benevolo e curioso verso la vita. Zita sorride. Mi ha persino acchiappata per una passeggiata attorno all’albergo, che, per me, sedentaria come sono, è quasi una stranezza.
Ha una grande famiglia che adora e mi fa vedere le foto delle amate nipoti che porta con sé, una: stilista in Cina e l’altra: istruttrice di nuoto e parla sempre della bis nipotina Chiara di 5 mesi, vivacissima, che sa già nuotare in piscina, vivace e intrepida come una piccola fochina grassa e piena di vita. Si porta appresso una cugina bionda, vedova anche lei, Clara, mite e silenziosa, Clara la luminosa, che sorride ascoltandola, con miti occhi pazienti. Quando arriva il mattino della partenza, non le vedo e mi dispiace non poterle salutare. Per cui aspetto l’ora di cena e da Bologna la faccio chiamare dalla reception per darle i saluti mancati e lei dice che mi hanno cercata e che sono stata ‘birichina’ ad andare via così senza abbracciarle. Ci sono persone che ti fanno sentire a casa ovunque tu sei perché sono loro a creare ‘la casa’.
Col sole, col sonno, il buon cibo e nulla da fare, il tremendo mal di testa che mi angustiava da un mese è sparito e in montagna ho ricominciato a dormire. Prendo ancora l’ansiolitico e dopo due preghiere già dormo, malgrado il materasso troppo nuovo e troppo duro. Ma nella stanza di albergo non sento Fabrizio e mi manca, mi vien voglia di tornare a casa, tra le sue cose, per riavere segnali da lui, così col passare dei giorni mi intristisco e mi butto nella lettura come in un covo.
Una inserviente dell’albergo è venuta a chiedermi una vista sul suo futuro, le avevo fatto una lettura di carte tre anni fa, se lo è ricordato e mi ha riconosciuto. Mi ha chiesto di curarle i piedi e la accontento volentieri, il pomeriggio alle 3 sale da me e le tratto i piedi, ma sento che dalle mie mani non esce nulla, come se fosse tutto addormentato. Non basta volere in queste cose. La signora viene da me due volte alle 4, poi non la vedo più. Forse temeva di disturbarmi o forse capiva che non la guarivo affatto. Ma questa diserzione mi addolora e mi fa sentire come se l’ultima possibilità mi fosse stata rapita.
Siamo come antenne protese verso l’infinito che a volte ricevono, a volte no. Diventata inutile, mi sento di colpo sola. Ho nostalgia della mia casa di Bologna. Fa parte di me e fuori dalla sua energia protettiva sono come impoverita. Là io sono nel mio ambiente, tra le mie cose, con le mie abitudini, tra le foto di mio marito.
Eppure, per aiutare gli altri, non importa avere poteri speciali, basterebbe semplicemente esistere col cuore.
Al tavolo delle due signore cugine mangiano anche una piccola mamma con la figlia.
Quando le ho viste, automaticamente ho cercato di distogliere lo sguardo, perché la figlia ha gravi problemi. Ma più tardi le conosco meglio e ascolto la loro terribile storia. Quante di queste persone hanno una storia terribile e la raccontano come io racconto la mia! La mamma si chiama Gabriella, Lella, che vuol dire “eroina di Dio” e davvero c’è voluto molto eroismo per affrontare quello che le è capitato. Gabriella è di mezza età e ha un personalino svelto e snello da bambina. A 17 anni è andata sposa in una famiglia di 8 uomini e si è trovata a doverli servire tutti, sotto un suocero cattivo e tiranno. Una ragazzina di 17 anni, minuta e piccola di statura con 8 uomini a cui lavare lenzuoli e vestiti tutti a mano, perché la lavatrice non c’era e che la trattavano come una serva, con un marito troppo bello ma lavativo che stava volentieri fuori casa e non le dava una mano e un suocero cattivo, capace solo a comandarla e denigrarla ma che non è riuscito a stroncare il suo carattere orgoglioso e fiero. E oltre al lavoro in casa, come se non bastasse, poi si è aggiunto quello in fabbrica a fare le mattonelle di Sassuolo. E quando è nata Mara, non è arrivata una benedizione ma una povera bambina che si ammalava continuamente di malattie terribili già a pochi mesi e sembrava ogni volta che la morte dovesse portarsela via, in un incubo continuo. Mara vuol dire ‘l’afflitta’, l’addolorata’. Le cure della piccola madre l’hanno tenuta in vita ma Mara non si è sviluppata come gli altri bimbi, è rimasta bambina anche ora che è adulta, cammina male con passi pesanti, curva in sé, parla male, ha occhiali molto scuri perché anche gli occhi hanno problemi, è sempre attaccata al braccio della madre e quando le parla, spezzetta duramente il dialetto modenese in grida tronche che sembrano ordini e che spesso solo la madre capisce. Sembra un povero uccello cieco con le ali spezzate. Lella la veste con le cose migliori, coi colori più belli, la protegge in ogni cosa con vigore e allegria e sfoggia questa povera figlia come un fiore.
Il marito di Lella è venuto una volta a trovarle e hanno mangiato in un tavolo a parte e Lella sembrava quasi spenta, con gli occhi bassi. Non hanno quasi scambiato parola e sì che con gli altri questo uomo ancora belloccio parla anche troppo. Mara era spersa, cercava Zita e anche l’ha chiamata con un grido secco al di là della sala come il grido di aiuto di un uccello ferito.
Io guardo Lella, la piccola donna con questa ragazzona attaccata al suo braccio come fosse un’ancora, che gli altri sorpassano come se non la volessero vedere, ammiro il suo coraggio, la sua forza indomita, la sua costanza, il suo attaccamento positivo alla vita, il modo eretto e deciso con cui tiene eretto il corpo e regge la figlia come una fiamma, e mi chiedo cosa sarà di Mara quando la madre non ci sarà più a prevenire i suoi bisogni, ad aiutarla in tutto, e mi chiedo dove è stata la felicità in queste povere vite. Quante volte sento persone lamentarsi, io stessa, di futilità, di noie, di mancanze d’amore, di sciocchezze… e poi vedo questi esempi meravigliosi di lotta per la vita, di dedizione agli altri, di coraggio indomito e mi pare quasi che da queste creature esca l’energia che sostiene il mondo.
Quando sono andata via le ho abbracciate e baciate. Ho chiesto a Mara se potevo darle un bacino. “Perdinci!”, ha riposto.

Che esseri complicati noi siamo! In qualunque livello egli sia, l’uomo è un essere in parte misterioso, in parte presente oggi qui, in parte radicato nei millenni della storia che fu e di quella che ancora deve essere. Di questo impasto complicato noi vediamo solo schegge che non spiegano la strada totale, né dicono dove stiamo andando. Vediamo solo le punte di rocce che sporgono da un antico sentiero e qualche volta ne percepiamo la forza e la sostanza, altre volte restiamo confusi come davanti a uno scherzo di natura o a un significato oscuro che continua a sfuggirci.
Donna Tartt scrive: “Il cuore non si sceglie. Non possiamo obbligarci a desiderare ciò che è bene per noi o per gli altri. Non siamo noi a determinare il tipo di persone che siamo”. In parte è vero, ma in parte siamo noi che vogliamo e possiamo determinare ciò che siamo. Non sono forse uscita io da una depressione durata sette anni? Basta non arrendersi mai.

Si vive. Ci si sfiora. Si incontrano persone. Si è costretti a cambiare il frettoloso giudizio che avevamo dato su di loro. Si deve, per forza si deve, superare gli istinti, gli automatismi, i pregiudizi e andare oltre. Ogni persona che incontri deve farti andare oltre. Se non lo fai, è un passo indietro sulla linea della tua vita.
Siamo immersi in una cosa che si chiama mistero. Possiamo ignorarlo precipitando in una materia greve e senza luce. Possiamo percepirne il bagliore, socchiudendo gli occhi per non restarne abbacinati. Qualcosa è più grande di noi e ci chiama. Non serve che schiere di non pensanti dichiarino che l’assurdo non esiste, credendo stolidamente solo alla presenza visibile della materia. Che lo si cerchi o no, il sacro ci circonda e ci chiama.

Mi chiedo che legami ci siano tra i problemi, i limiti, le patologie, le difficoltà, con cui nasciamo o in cui ci troviamo e le nostre vite precedenti, quello che scegliemmo di fare, di essere, quello che ci capitò altre volte di essere, quello che accettammo o rifiutammo, quello che scegliemmo di intraprendere o il modo con cui reagimmo a ciò che ci capitava. Se potessimo vedere con continuità cause ed effetti superando i limiti temporali del singolo destino in cui ci crediamo inchiodati, capiremmo forse che ci sono legami di continuità tra una vita e l’altra e che tutto si lega in una causalità che implica libertà, in un’onda vitale che può avere alti e bassi, un andare avanti o indietro, un qualcosa di continuo che cammina. Io credo che senza questo flusso di tante vite, nemmeno il concetto di libero arbitrio possa avere un senso. Ogni cosa di cui noi possiamo farci un’idea, sarebbe vista diversamente se ci avessero insegnato che non si vive una volta sola, che questa vita dipende da altre vite e che dal modo con cui condurremmo questa, avremo in sorte delle possibilità o impossibilità di vite future.
La mia ricerca, attraverso il rilassamento profondo, di reminiscenze di vite precedenti ha questo scopo, allargare la visuale esistenziale, dare ad ognuno il senso dei suoi altri sé relativizzando quello di ora.
E, come nei miei colloqui con l’altro, io cerco il motivo per cui è nato, con questo inviare la sua mente nelle sue esistenze passate, sono alla ricerca di cosa si snoda da una vita all’altra, come in un puzzle ignoto che si chiama totalità della Vita e in cui non i singoli elementi contano, ma il misterioso scopo finale.

Faccio due esempi piccoli.
Franca viene da me col problema di non poter seguire nessuna dieta. E’ una signora quarantenne graziosa e grassoccia e sarebbe ancora più graziosa con una ventina di chili in meno. Inizia diete sempre diverse ma arriva sempre a un punto in cui qualcosa in lei si ribella e deve interrompere o entra in una situazione panica. La metto in posizione di grande rilassamento e le chiedo di andare all’origine del suo problema, e lei, con un filo di voce, comincia a raccontare di essere un soldato inglese rinchiuso in un campo di prigionia giapponese. Descrive le condizioni di grande sofferenza del campo, le esecuzioni pubbliche, la ferocia dei suoi aguzzini. Dice che spesso gruppi di prigionieri sono fatti salire su un camion con la scusa di far legna nella foresta ma poi non ritornano e che lui si salva, rannicchiandosi sul fondo di un fusto vuoto di benzina. E’ in condizioni stremate, di enorme fame. Poi vedo che questa signora cicciottella morire di fame davanti ai miei occhi. La sua anima balza in alto e, ormai indifferente alle sorti terrene, si rende conto che il campo non è così isolato come credeva ma che nei pressi c’é un piccolo villaggio con templi dalle cupole d’oro, dunque sarebbe stato possibile evadere. Ma ormai di queste cose non gli importa più nulla.
Sembra chiaro da queste immagini il perché Franca non possa fare nessuna dieta, cosa piuttosto controindicata per qualcuno che in un’altra vita è morto di fame.
Qualche volta, però, le memorie non si spingono così lontano e il rilassamento serve solo a riportare a galla una memoria rimossa, un evento traumatico, scioccante della nostra vita, che è stato sepolto nella cantina oscura dell’inconscio, qualcosa che non vuole essere ricordato ma che, per non emergere, richiede che molte energie vitali siano impegnate a tener chiusa la porta su di lui, energie che poi mancano ad altre funzioni della vita.

Anna è una giovane bellissima e sana, alta e aggraziata, sembra una indossatrice, e non si capisce perché non possa avere figli, visto che anche il marito, bello come lei, è giovane e sano. In famiglia sorelle e fratelli hanno tutti dei figli, solo Anna non ne ha e non si riesce a capire il motivo per questo impedimento.
La faccio stendere e rilassare, le dico: “Va’ all’origine del tuo problema!”. Rapidamente la voce di Anna cambia e diventa una bambina di pochi anni. Non è andata a una vita precedente, ma a un momento drammatico della sua infanzia. Piange, è disperata. parla con la voce rotta di una bimbetta di pochi anni. Da quel che capisco, è successa una cosa terribile, è morto nel sonno il fratellino down, teneramente amato da tutti, e la famiglia è piombata in un grave shock. In quel frangente nessuno si ricorda dalla piccola Anna, che vede il trambusto il famiglia, percepisce l’enorme dolore, sente l’aria di tragedia, ma non capisce cosa stia accadendo, sa solo che è successa una cosa terribile ma nessuno gliela spiega, nessuno si cura di lei e la bambina si rifugia nell’orto, si rannicchia ai piedi di un albero, e piange come una abbandonata, piange perché è rimasta sola nel suo disorientamento e nessuno la aiuta.
Di colpo Anna si sveglia rapidamente dal suo rilassamento, le torna la voce da adulta, scappa via con le guance bagnate di lacrime.

Dopo poco tempo resta incinta, e adesso ha due bambini.
Sarebbe facile dire che il blocco alle sua gravidanze era il timore di avere anche lei un bambino down, ma non era così, l’idea di bambino era bloccata dentro di lei assieme all’idea di paura e il tutto era stato rimosso profondamente senza aver liberato le emozioni negative di quel momento, così è bastato sbloccare quel ricordo, lasciar fluire le lacrime impedite e l’energia bloccata ha ripreso a funzionare.

La mia amica Germana lavorava all’ONU, ha viaggiato moltissimo, ma andare in Olanda era sempre per lei un incubo e attraversare la Manica la metteva in un disagio spaventoso, una angoscia panica. Poi ha sposato un uomo che adorava l’Olanda e non capiva il suo malessere. C’era un aereo che in 25 minuti la portava da Amsterdam a Londra, ma quando l’aereo giungeva sopra un preciso punto della Manica, Germana entrava in uno stato di grande e impiegabile agitazione. Poi una volta, in stato di trance, si è vista come un cartografo olandese che, su un vascello, lasciava l’Olanda, pensando alla sua famiglia con dieci figli che era in una condizione difficile. Proprio in quel punto della Manica la nave fece naufragio e l’uomo perse la vita. La cosa curiosa è che Germana disegnava spesso in forma nitida con penna nera e uno stile da cartografo e ha uno straordinario interesse per la cartografia.
Ma l’affiorare di memorie di vite precedenti può anche essere improvviso, non si sa per quale rottura dell’ordine delle mnesi, e arrivare inaspettato, sconvolgendo la mente. Quando iniziò il mio periodo di sensitività che durò 29 anni, tra le varie cose bizzarre a anomale che emersero, ci furono tre stati allucinatori in cui di colpo io fui un’altra persona e, come se proiettassi di nuovo un rotolo di pellicola, ‘rivissi’ tre momenti cruciali di qualcun altro: due morti e una prigionia. Posso solo testimoniare che quelle tre ‘visioni’ furono totalmente diverse da sogni, e furono connotate da una fortissima impressione di realtà, come accade nelle allucinazioni, salvo il fatto che l’io che era centro di tutto non era il mio, quello che conoscevo, ma un altro.

Nella prima allucinazione: “Sono un bambino di otto anni, scuro di pelle, olivastro, con capelli scuri, lunghi e untuosi, in un’isola tipo la Melanesia. Quasi nudo, con qualcosa intorno ai fianchi. Corro con grandissimo piacere su una spiaggia lunga e arcuata, come una falce di luna, bianchissima, molto bella. Fa caldo, il mare e il cielo sono di turchese. So che in qualche modo il mare mi è proibito, perché rischio troppo per la mia età, ma il suo richiamo è troppo grande. Mi vedo che nuoto sott’acqua con grandissimo piacere, con le braccia aderenti al corpo, taglio l’acqua come fossi un pesce e fendo dei branchi di pesciolini piccolissimi argentati, mentre i capelli mi vanno tutti indietro. Poi la scena cambia di colpo e io sono solo una presenza incorporea che guarda dall’alto. Guardo in modo neutrale una scena che mi riguarda o che riguarda il mio corpo, da cui sono staccato: il bambino è morto affogato e un uomo porta in braccio il corpicino che cade giù, cadono i capelli bagnati, la testa. L’uomo sale degli scalini naturali fatti un po’ di sassi, un po’ di radici che vanno dal mare a un piccolo villaggio. Le case sono aguzze, di legno grigio, tutte storte e misere. Arriva molta gente. Una donna grida e piange con i capelli sconvolti. Forse è mia madre, ma non mi importa gran che”.
Questa è la prima morte per affogamento.
Anche la seconda morte è per affogamento. Sono una ragazza russa di 17 anni, potrei chiamarmi Sonia. Non sono granché bella, di altezza media, senza nessun carattere speciale. Ho un vago innamoramento per un giovane che ha un nome che suona come Alecsiei o Alioscia, forse è un militare, perché lo penso in divisa, è più grande di me, l’ho visto qualche volta ma non credo mi ricambi.. Mi piacciono le canzoni molto sentimentali, quelle che si suonano con una specie di chitarra rotonda, la balalaika. Io stessa suono un po’ il pianoforte non molto bene, questo fa parte della mia educazione perché sono di famiglia benestante. Porto un abito bianco lungo, non molto largo, con delle gale in quadrato sul davanti del corpetto. Ho una fascia alta in vita col fiocco dietro. I capelli sono un po’ ricci, castani, legati dietro, molto comuni.
Siamo nel 1917 in una città che si chiama allo stesso tempo Pietroburgo e Pietrogrado, mi sembra che questa cosa del doppio nome sia importante. E’ novembre ma non fa ancora freddo. Il cielo è bigio.
Vedo la nostra sala da pranzo, grande e un po’ austera, non molto illuminata, la famiglia sta seduta attorno a un tavolo rettangolare per il pranzo. Dicono che ci sono disordini in città e io chiedo se abbiamo distribuito ai poveri il pane avanzato come il solito. Sentiamo tumulti. Io sono in piedi e vado sulla veranda. Ci sono delle colonne dei grandi vasi con delle felci. Vedo una folla di gente molto povera, con abiti grigi e scuri, molte barbe, silenziosi e disperati. Ho paura. Mi accuccio in terra dietro le felci. Poi non vedo più nulla. Ma so che quella gente uccide tutta la mia famiglia e che io vengo affogata nel fiume. Posso vedere il fiume dall’alto, un fiume molto ampio con ampie curve, dal nome breve, di due sillabe.

Di altro posso dire che quando ero piccola, tutte le mie bambole si chiamavano Sonia, che chiedevo a mia madre che era sarta di cucirmi delle casacche bianche abbottonate sulla spalla, col collo dritto e sottile, come certe casacche russe. A 14 anni ho letto con morbosità Dostoevskij, mi interessava particolarmente la vita borghese dei salotti, come una cosa che avevo già conosciuto, immaginavo i samovar, i divani, le canzoni molto tristi e sentimentali. La musica della balalaika mi fa piangere ancora. In un convegno a Riccione ho comprato una cassetta di voci medianiche in cui una signora in trance canta vecchie romanze norvegesi e russe; la registrazione è penosa ma l’ho sentita un sacco di volte per lo struggimento che mi procurano le ballate russe.
I miei incubi infantili, quando avevo la febbre alta erano sempre scene di affogamento, affogavo in un fiume gelato e sentivo l’acqua fredda saturarmi la gola.
La paura dell’affogamento esattamente ‘nel fiume’ è sempre stata così forte da impedirmi di imparare a nuotare. A Pavia camminavo con terrore sul marciapiede opposto ai canali, dove peraltro l’acqua è profonda solo poche decine di cm., ma ciò bastava a darmi un terrore fobico, innaturale.
Insieme a questa scena di morte, ricordo delle scene confuse, come degli spezzoni: il giorno di Natale si andava in slitta in chiesa, vedo il riflesso rosa delle fiaccole sulla neve azzurra, sento i campanellini. Era bellissimo.
Oggi Pietroburgo si chiama Leningrado. Io ci sono stata nel ‘78. Ho visto la bella città color pastello, barocca e neoclassica, molto simile alle città europee, ho visto la Neva, ampio fiume largo e freddo con grandi curve. Ho cercato invano qualcosa che avesse un significato per la mia memoria. Sono andata giù sul fiume in battello in un crepuscolo rosa. Non mi ricordavo nulla di quello che vedevo, ma quando sono ripartita da Leningrado avevo una gran voglia di piangere.

Nella terza memoria vivo un momento di grande crisi. Sono un uomo piuttosto alto e corpulento, con spalle a scivolo e un po’ di pancia, tra i 40 e i 45 anni, un inglese, di pelo biondo rossiccio, vedo la peluria sulle mie mani. Le mie iniziali sono O.W., il che farebbe pensare a Oscar Wilde, ma Oscar Wilde non avrebbe mai portato abiti così andanti. Porto un abito grossolano di lana, forse di tweed, e un panciotto con orologio a catena. Sono chiuso in una piccola cella. I mobili sono al minimo: un letticciolo, un piccolo tavolino con materiale da scrivere, una sedia, una stufa di ghisa nera a botticella, che non dovrebbe esserci in una prigione. La finestra è piccola e con sbarre nere. Si vede una campagna mossa a collinette d’erba, senz’alberi, nessuna forma di vita.
Vivo un momento di disperazione. Sono stato accusato e condannato di un delitto orribile e innominabile e ora sono distrutto. Sono stato famoso ma ora so che la mia vita è finita. Ho un pensiero che è diverso dal mio per accuratezza e genialità. Penso con parole molto belle e accorate, parole scelte con cura che ora non sono in grado di ripetere; penso che ho voluto provare tutto nella vita, anche cose non consentite dalla morale, perché mi sentivo libero e potente, sopra la morale comune, e ora questa morale mi condanna per qualcosa che ho fatto con un adolescente, ma io non ho fatto nulla per fare del male, volevo solo provare tutto, conoscere tutto, per curiosità, per sensualità, per amore della bellezza. Sembra che questo amore della bellezza sia molto importante per me. Di tante parole che dico mi ricordo una frase: “Volevo sentire la stilla della vita che scendeva nel calice”. Lo dico in modo molto visivo, immaginando di essere una morbida calla, grande fiore leggermente femmineo, simile a una vulva delicata e spessa, color crema, la stilla che le cade dentro è miele, assaporo le parole come fossero un godimento sensuale. Ho un profondo senso della musicalità e della perfezione delle parole, che sgorgano da sole come fossero atti voluttuosi per cui provo grande godimento. Le parole hanno una grande vivezza visiva e percettiva, sono immediate sensazioni, come fossi una persona per cui le esperienze percettive sono estremamente importanti e che è in grado di gustare sfumature sottili ed intense. La sensazione è insieme mentale e fisica e si muove sull’onda delle parole, anche in questo momento di acuta disperazione. Il termine che mi viene in mente per questo tipo di pensiero è “squisito”.

In seguito a questa visione, ho letto una enorme biografia di Oscar Wilde, scoprendo che poteva essere stato alto e un po’ pingue, con le spalle a scivolo come avevo immaginato e di pelo biondo rosso e ho letto che la calla era il suo fiore preferito e che per sconcertare i suoi concittadini se ne metteva una all’occhiello quando andava a passeggiare nei parchi di Londra e aveva fatto dipingere del colore crema delle calle, il suo raffinato appartamento, che ornava con questi fiori. Wilde diffuse questo fiore nel suo movimento estetico di dandy e lo introdusse come motivo nell’arte decorativa.
La calla rappresenta una vulva e il suo spadice indica un pene, e dunque univa maschio con femmina, il che stava bene con la sua omosessualità e il nome ‘kalos’ che vuol dire ‘bello, è in sintonia con la raffinatezza di Wilde e il suo squisito senso della bellezza.
Di altro posso dire che adoro gli aforismi come Wilde e ne ho sempre pensati anche da bambina, anche se odio il teatro da cui lui invece ricevette fama e gloria e che trovo davvero insulso, e posso dire che le mie fiabe preferite, da bambina, erano ‘Il gigante egoista’ e ‘Il principe felice’, non a caso due favole di Oscar Wilde.

Io ebbi tre esperienze sotto forma di allucinazioni in cui non ero più io ma altre persone e pensavo e sentivo come loro, tre cervelli diversi dal mio, tre temperamenti come io non ho, tre storie evocate dal nulla, ma a volte le vite precedenti appaiono sotto forma di incubi fissi, soprattutto nei bambini. Bisognerebbe stare attenti agli incubi dei bambini, perché a volte potrebbero essere la traccia mnestica di vite precedenti
Mia figlia aveva due tipi di incubi. In uno finiva schiacciata dalle ruote di un grosso camion. In un altro era un bambino che veniva nascosto dalla famiglia nella cavità scavata dietro un armadio, quando c’erano perlustrazioni della polizia. Ma una volta i soldati con neri stivali vennero con dei cani lupo e stanarono il bambino dal suo nascondiglio portandolo via.
Una volta, con i dati di nascita di mia figlia, andai da un astrologo, Jimmi Jonathan, che diceva di usare l’astrologia kahrmica e, guardando solo i dati della sua nascita, mi disse che mia figlia era stata un bambino ebreo che veniva nascosto dai genitori dietro un armadio finché i nazisti non erano venuti coi cani lupi e lo aveva trovato portandolo a morire in un lager. Non si può negare che la coincidenza dei dettagli è impressionante.
Mi disse anche che io e mia figlia, in una vita precedente, siamo stati due generali, amici e rivali, e che il nostro rapporto di amore e lotta continua anche in questa vita e che, se non troviamo un accomodamento, proseguirà anche in una vita futura.

Qualche volta il tipo di morte di cui siamo morti resta dentro di noi come una paura senza nome.
La mia amica Anna, che è una neuropsichiatra con molti caratteri da sciamana, narra che il suo figlio più piccolo, un giorno a tavola, è esploso contro di lei gridando: “Tu sei quella che mi ha lasciato morire in mare sotto le ruote dell’elica senza fare niente!” Tutti sono rimasti sbalorditi da questa uscita convulsa. Ma il bello arriva dopo, quando Anna e questo figlio piccolo vanni in Liguria a trovare un’amica. E la figlioletta di questa, dell’età del figlio di Anna, lo guarda e dice. “Tu sei quello che è morto in mare sotto l’elica della barca!”

Strane cose formano la vita!

Quando avevamo la casa in montagna a Volpara, sulle Alpi Marittime e passavo le mie vacanze con schiere di bambini (io amo i bambini e la mia era la casa dei bambini), chiesi una volta a un gruppetto di loro, su una grande terrazza, ed erano tutti piuttosto piccoli, di cosa erano morti e le risposte di questi bimbetti furono inquietanti. Sembravano molto esatti, come se parlassero di cose vere. Uno disse che la montagna “gli era precipitata addosso”. Un altro che gli avevano “infilato un coltello nella pancia”. Ma la peggiore fu un bimbetta che disse: “Mi hanno incatenata al cancello e mi hanno divorato i cani!”

Nelle regressioni io cerco sempre qualcosa che si possa legare alla vita precedente, a qualche difetto o passione o mania o fobia. Un’altra storia di regressione fu quella di Maria Luisa, bella signora del sud, che, come molti eredi di Normanni aveva la pelle chiara, gli occhi azzurri e i capelli biondi. Bella ma sola e infelice. La sua storia travagliata la racconterò un’altra volta. Uno dei suoi difetti era che, pur essendo ricca e con una bella casa nel centro di Bologna, era attaccata al suo denaro e non mi risultò mai, che avendola pure aiutata, si sdebitasse in alcun modo o che desse segni di liberalità e amicizia con alcuno. Questo suo attaccamento al denaro l’aveva altresì allontanata dal marito e dal figlio, che erano rimasti al Sud.
In regressione, Maria Luisa si vide come una donna molto bella e molto povera, una mendicante di una città medievale cinta da altre mura e con vicoli strettissimi, affamata e maltrattata. Alla fine la sua famiglia la vendetta a un contadino con figli maschi grandi e sia lui che i figli maltrattarono la poveretta, facendola lavorare e facendole patire la fame, poi, come se non bastasse, la vendettero a un signorotto locale che proseguì nell’opera di sfruttamento. Dopo una simile vita, non c’era da meravigliarsi della sua grettezza attuale e sembrava ovvio che considerasse la ricchezza materiale come qualcosa a cui aggrapparsi senza cederne ad altri nemmeno una briciola.

Un tempo, quando ero una sensitiva, capitava a volte, fissando il palmo della mano sinistra , là dove comincia la linea della vita, tra pollice e indice, che riuscissi a vedere qualche vita precedente. Ne ricordo alcune perché bizzarre.
A un signore della riviera Adriatica, Pesaro forse, dissi: “Tu hai paura di farti operare senza anestesia, eh? Hai persino chiesto di fare senza anestesia l’operazione all’appendice!” Lui assentì, sorpreso. E così gli dissi quello che vedevo: “Tu e tuo fratello siete stati due chirurgi che approfittavano dei pazienti drogati per condurre degli esperimenti sui loro corpi, anche mortali”. Ovviamente non ricordava nulla di queste turpi vicende, sapeva solo che non voleva assolutamente che qualcuno mettesse sotto anestesia lui e il solo pensarlo gli produceva un terrore senza nome.

Di un altro vidi una vita come di ottico in un paese del Nord, Rotterdam forse. Dalla sua bottega vedevo dei velieri nel porto, potevano essere del 1600. La bottega era piccola con sulla porta una finestrella di spessi vetri concavi e l’ottico in questione era uno studioso assetato di antichi documenti di cui faceva febbrile raccolta.
Bene, la passione degli antichi documenti era rimasta e l’uomo mi disse di averne un sotterraneo pieno.

Queste cose io le vedevo in mezzo alla mia fronte, in un punto di poco sopra la linea degli occhi, come se avessi un piccolo video per cui mi limitavo a descrivere le cose che vedevo, riempiendo la gente di stupore, per cui avevo un continuo flusso di persone che venivano da me da tutta Italia, per passaparola, dalla Sicilia persino e dalla Svizzera. Molti di loro erano disperati e vicini al suicidio e nelle cose che vedevo del loro futuro poteva esserci qualcosa che dava loro speranza, per cui notavo che il colore del loro viso migliorava, la pelle si distendeva, gli occhi tornavano vividi e brillanti. Solo una volta sbagliai di gran lunga. Era una signora che, me lo aveva detto, era una malata terminale ma io vidi un futuro bellissimo e splendente, così bello come non l’avevo visto mai, in un luogo che superava per splendore ogni luogo della Terra, e forse, viste le sue condizioni, avevo visto il Paradiso, e ero sconcertata io stessa di quello che raccontavo perché sembrava strabiliante e senza senso, ma lei accettò tutto senza meravigliarsi e sorrideva dolcemente.
Solo una cosa non sono mai riuscita a capire bene, se tante scene che vedevo fossero del passato o del futuro, perché nel luogo dove io guardavo, il tempo lineare non esiste, ma solo un perpetuo ‘qui e ora’ e non ho mai capito come poteva questo eterno ‘qui e ora’ concordare con la nostra libera scelta, ma questa è una di quelle cose che non riusciremo a capire mai.
Quando chiedo di cose così a mio marito, che è morto da 17 mesi e conosce il Mondo molto meglio di me, sembra sorridere e mi dice che non ho i mezzi materiali per capire, e mi parla come si parla a un bambino che chiede spiegazioni di cose che sono fuori dalla sua portata. Forse, quando siamo morti, lasciamo tutte le limitazioni presenti nella nostra conformazione fisica e mentale e la nostra conoscenza e comprensione dell’’Essere che è’ si estende libera e illimitata. Noi crediamo che la morte sia un male, essa è invece un bene, perché ci fa uscire dalla prigione corporea e ai suoi limiti rendendoci al nostro vero essere: l’Infinito.

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosciamo in modo imperfetto, ma allora conosceremo perfettamente, come anche noi siamo conosciuti.”
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INDICE

CAPITOLO 1 : http://masadaweb.org/2014/07/13/masada-n-1545-13-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-1/

CAPITOLO 2 : http://masadaweb.org/2014/07/17/masada-n-1546-17-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-2/
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1548 24-7-2014 VERSO UN SISTEMA AUTORITARIO

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L’omologazione come sistema di governo – Gli inconsapevoli – Renzi, l’uomo del nulla – Cosa aveva promesso per farsi votare e cosa invece ha fatto – Riforme autoritarie – La rappresentanza sotto bondage. Ci strozzano e godiamo – Il fallimento di Renzi in Europa – La corruzione e la cosiddetta riforma della Giustizia – Furbi e astuti. Dio ci guardi dai troppo furbi! – “Faccio tutto in mille giorni”– Spacchettata dal Pd/Pdl la legge sulla concussione per assolvere Penati e Berlusconi – Un Parlamento che difende i rei – Analogie con la presa di potere di Mussolini – 12 slide fasulle – La cloaca della stampa italiana – Paginona del Corriere dove i cari amici di Dell’Utri gli dimostrano grande affetto – Napolitano: “Non si agitino spettri di macchinazioni autoritarie!” – Ma chi sono i terroristi? – Recall

Siamo in caduta libera” (Viviana)

Coloro che scelgono il male minore dimenticano rapidamente di aver scelto a favore di un male” (Hannah Arendt).
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Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più.”
(Hannah Arendt)
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Quel che prepara così bene gli uomini moderni al dominio totalitario è l’estraniazione che da esperienza limite, usualmente subìta in certe condizioni sociali marginali o in situazioni eccezionali, diventa un’esperienza quotidiana delle masse”.
(Hannah Arendt)

Il compito fondamentale dei media per addestrare l’uomo all’ubbidienza a un regime è estraniarlo progressivamente dalla realtà in cui vive. Ci sono giornali, come quelli in un negozio di parrucchiera o in un bar sportivo,il cui scopo politico è alienare il lettore e chiuderlo in una realtà virtuale che sul piano storico è insignificante, che sul piano fattuale è marginale, che sul piano coscienziale è immorale, ma che diventa per lui quasi un vacuo scopo di interesse e di vita, un mondo artificiale che sostituisce quello reale. Se l’uomo viene emarginato in una realtà insignificante, sarà egli stesso insignificante, non penserà nemmeno a criticare il mondo vero e non cercherà di agire per migliorarlo.
Giornali come ‘Chi’ o ‘Vero’ o ‘La gazzetta dello sport’ sono veri strumenti di attentato politico.
Non c’è nulla che un regime tema come la partecipazione. Non c’è nulla che un regime inculchi come l’estraneazione, il decentramento dell’attenzione su particolari irrilevanti, la polarizzazione sui dettagli per far perdere la visione d’insieme.
Fare democrazia oggi significa ‘svegliarsi’. Uscire dall’ipnosi mediatica che ci comanda l’insignificanze delle idee per produrre la nullità dell’azione.
Un uomo riempito di nulla non sarà mai un cittadino, perché l’azione politica democratica comincia solo da un atto fondamentale: risvegliarsi dall’ipnosi collettiva.
Il risveglio dall’omologazione verso il basso è il primo principio di libertà. Non saremo mai liberi se non compiamo questo atto primordiale di uscita dall’ipnosi mediatica che ci irretisce.
L’atto zen che ci può liberare è solo il paradosso di rottura con cui misuriamo l’abisso tra la realtà virtuale costruita dal potere e il mondo di infinite possibilità concrete che può dipendere da noi.
Dice un paradosso zen:
Che rumore fanno due mani che battono insieme?”
“E dimmi ora che rumore fa una mano sola?

La falsa democrazia sta nel cittadino che pensa quel che vuole il potere.
Noi dobbiamo scoprire il suono di una mano sola.
(Viviana)
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I processi storici sono creati e interrotti di continuo dall’iniziativa dell’uomo, da quell’”initium” che l’uomo è in quanto agisce. Di conseguenza, non è per nulla superstizioso, anzi è realistico cercare quel che non si può né prevedere né predire, esser pronti ad accogliere, aspettarsi dei “miracoli” in campo politico.”
(Hannah Arendt)
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Noi siamo i primi divenuti pienamente consapevoli delle conseguenze atroci che discendono dal credere che tutti i mezzi, purché siano efficaci, sono leciti e giustificati per conseguire un fine”.
“Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che chiunque è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità.

(Hannah Arendt)
Dunque finché c’è un uomo, c’è speranza.
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Noi nasciamo una prima volta in un mondo materiale o culturale che ci deforma.
Noi nasciamo una seconda e definitiva volta quando impariamo a oltrepassare i limiti della nostra fisicità e della veste culturale che ci omologa. Non c’è altra libertà e autonomia che questa seconda, faticosa, rinascita.
(Viviana)

GLI INCONSAPEVOLI
Viviana Vivarelli

Mi ha detto Domenico, uomo semplice che vota Pd, che la rovina dell’Italia sono gli estremisti. E’ un uomo buono che, come tanti, ‘non sa’. Il suo giudizio mi fa soffrire, perché non so come entrare nel piccolo mondo delle sue certezze sbagliate. La sua posizione è quella di tante persone perbene che semplicemente ‘non sanno’, ‘non capiscono’, ‘non si rendono conto’. Non si accorge, nella sua pochezza, che in Italia non ci sono più estremisti. Ormai chiunque difenda la democrazia è additato all’opinione pubblica come un estremista. Chi attacca la classe politica più corrotta e totalitaria d’Europa è messo alla gogna come un delinquente. Chi difende i principi fondamentali della Costituzione o l’equilibrio dei poteri o i diritti del cittadino e del lavoratore viene schernito e attaccato. I giudici onesti sono minacciati. La stampa prezzolata compie una manipolazione vergognosa della realtà. La televisione abbrutisce le teste. I peggiori sono al potere e conoscono solo i loro patti iniqui e i loro vantaggi personali. Siamo sotto un plagio permanente. Il problema in Germania, dopo la prima guerra mondiale, non furono gli estremisti. Estremiste erano la camice brune che predicavano menzogne e furono votate dalle brave massaie tedesche, dai bravi impiegati tedeschi, da milioni di brave persone, convinte che gli ‘estremisti’ fossero ‘altri’, fossero gli ebrei che vennero usati per creare un ‘nemico’, fossero gli Stati democratici che venivano derisi, fossero le opposizioni che dovevano essere eliminate. Fu in questo modo che i veri ‘estremisti’ presero il potere e finirono per rovinare la Germania, usando l’arma delle promesse e dei falsi obiettivi, imponendo un pensiero unico, creando una realtà virtuale che prese il posto di quella reale, plagiando milioni di brave persone. Ad essi si unirono i malvagi e gli opportunisti, la feccia della società e della politica, le iene pronte a svendere coscienza e verità per stare dalla parte del più forte, esattamente come ora.
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Andrea Scanzi
In buona sostanza, il renzismo consiste in un Maestro del Nulla da solo al comando, che attorno a sé vuole unicamente yesmen adibiti a reiterare le supercazzole buoniste. Il renzismo è cioè la variante post-contemporanea del partito leaderistico e iper-verticale, al cui confronto Berlusconi e il tandem Grillo-Casaleggio paiono quasi delle guide per nulla ingombranti: oltre a Renzi il niente, con la particolarità non trascurabile che lo stesso Renzi è il niente. Il renzismo è dunque una sorta di nulla (arrogante) al quadrato, o forse al cubo, che sta allegramente sventrando la Costituzione. Buona catastrofe.

Fanfani, una volta, teorizzò: “Se uno è bischero, è bischero anche a vent’anni”. Lo disse per smontare il mito dei giovani al potere, ma riletta oggi sembra una sintesi sublime del renzismo.
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Popolo, ricordati che se nella Repubblica la giustizia non regna con impero assoluto, la libertà non è che un vano nome!” (Robespierre)

Beppe Grillo è stato condannato a 18 mesi …per violazione di un sigillo portato via dal vento in Val di Susa.
Il nanoporcopedofiloladropregiudicato è stato ASSOLTO…
Abbiamo capito pure la MAGISTRATURA….!
Enzo
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Il Potere della Ragione si è convertito nella Ragione del PotereAllende)
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Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra e nessuno, che io sappia, ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche. Le menzogne sono sempre state considerate dei necessari e legittimi strumenti non solo del mestiere del politico o del demagogo, ma anche di quello dello statista” (Hannah Arendt)
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Il potere assoluto è anche peggio del potere ideologico, perché quello ideologico almeno ha bisogno di idee per imporsi, mentre il potere assoluto può prendere qualsiasi pensiero e fingere qualsiasi ideologia e pure propagandare ideologie opposte, non si basa, infatti, sulle idee ma su induzioni artificiali su una platea di inconsci. Per cui il suo compito non è convincere a una ideologia delle menti pensanti, ma ridurre le menti a essere non pensanti. A quel punto sarà come gestire una platea di ipnotizzati, che possono credere qualunque cosa e il contrario di ciò a cui credevano fino a poco tempo fa e penseranno che la loro identità si definisca nell’essere deformati. Resterà comunque una platea di inconsci gestibile a piacere che scambia il fanatismo o l’ubbidienza cieca per democrazia e crede a tutto ciò che il despota vuol far loro credere.
(Viviana)

COSA AVEVA PROMESSO RENZI PER FARSI VOTARE?

Nel novembre del 2011, quasi 3 anni fa, Renzi si fece scrivere da Gori, lo stesso curatore del programma di Berlusconi, un programma che toccava tanti punti di grande interesse e con quello si presentò alla Leopolda come l’antipolitico, il salvatore dell’Italia, l’uomo nuovo che avanzava con un programma nuovo.

Stralcio dai 100 punti con cui Renzi diceva di salvare l’Italia le belle promesse:

1) lotta all’evasione fiscale
2) reintrodurre il reato del falso in bilancio
3) legge sul conflitto di interessi
4) tassa patrimoniale sui grandi patrimoni parassitari
5) legge anticorruzione
6) regolamentazione restrittiva del gioco d’azzardo.
7) manovre per promuovere lo sviluppo.
8) rottamare i boiardi di Stato
9) curare il grave degrado degli edifici scolastici
10) semplificare e snellire la Pubblica Amministrazione
11) abolire del Porcellum (e non rimetterlo col nome cambiato)
12) abolire i vitalizi
13) portare le spese delle Regioni a costi standard
14) addensare i piccoli Comuni
15) abolire il finanziamento pubblico ai partiti e ai giornali
16) dimezzare i consiglieri
17) eliminare dalla politica dei corrotti
18) razionalizzare le missioni militari
19) fuori i partiti dalla Rai
20) tassare il reddito personale e di impresa e tassare di più immobili e rendite finanziarie
21) abolire l’Irap
22) far uscire le imprese dal sommerso riducendo l’IRES
23) ridurre le leggi
24) creare sviluppo al Sud
25) dare ammortizzatori sociali anche alle piccole imprese
26) creare un fondo nazionale per la ricerca
27) task force di giudici per smaltire l’arretrato giudiziario e tribunali informatizzati, con
semplificazione e accorciamento dei tempi processuali
28) ridurre l’inquinamento urbano, annullare gli incentivi alle energie
inquinanti e incentivi alle energie verdi
29) ammodernare la rete elettrica e semplificare delle bollette
30) raccolta differenziata e riciclo, tutela dell’agroalimentare
31) auto verdi per la PA
32) banda larga e digitalizzare i servizi pubblici
33) investire più dell’1% in cultura, difesa del patrimonio artistico, defiscalizzare i contributi alla cultura, ogni museo sia un’unità economica autonoma, coordinare il marketing turistico, rivedere le competenze delle sovrintendenze aumentando i poteri dei Comuni, fondere gli istituti culturali italiani, puntare su poche grandi opere certe
34) dare affitti di emancipazione ai giovani che escono di casa, garantire con un fondo bancario i prestiti agli studenti, bonus da 2000 euro ai più meritevoli per la formazione, contratti di lavoro per studenti, incentivare le imprese di giovani, diritto di voto a 16 anni, competizione tra università, abolizione del valore legale del titolo di studio, retribuire gli insegnanti in base al merito, selezionare i corsi di formazione, dare ebook a tutti, 5 ore di inglese la settimana dalle elementari
35) detrazione fiscale delle spese anziani e dell’educazione ai figli
36) riconoscere e regolare le unioni civili, promuovere la natalità e le adozioni internazionali, creare più nidi e asili d’infanzia
37) immigrazione intelligente, permesso di soggiorno veloce
38) sequestro più facile dei beni mafiosi…
.. e infine rottamare i vecchi politici ormai fatiscenti che avevano rovinato l’Italia.

Alcuni di questi punti sono così giusti che non sfigurerebbero nel programma del M5S e lo troverebbero certamente consenziente.
Cosa è rimasto di tutto questo? Promesse al vento e una forzatura indecente solo su quello che poteva avvantaggiare la Casta e accentrare il potere nelle mani di uno solo, trasformando di fatto il Parlamento in una Monocamera ossequiente a una diarchia illecita.
Rimossi i cento punti, tutto lo sforzo si è appuntato sulla riproposizione peggiorata del porcellum già incostituzionale, il Senato ridotto a una baldraccata di nominati attinti dagli enti locali a discrezione partitica, con l’omaggio dell’immunità parlamentare con cui Pd e FI sistemeranno parecchi di loro accusati di reati penali, 6 miliardi di tasse in più e lauti vantaggi per le banche.

Contro quanto promesso, Renzi si è dato da fare per
-rinforzare il patto con B
-cambiare assieme a lui la Costituzione in senso dittatoriale
-eliminare le pene per reati sotto i 5 anni di carcere
-ridurre all’impotenza e alla dipendenza il Senato
-aumentare i poteri del Capo del Governo
-estendere l’immunità parlamentare a senatori che sono di fatto dipendenti di enti locali
-riproporre una legge elettorale a liste bloccate con un gigantesco premio di maggioranza, -rendere più difficile l’esistenza di una opposizione sia con una soglia alta che obbliga alle coalizioni, che con l’aggravamento delle condizioni per presentare referendum o leggi popolari
-peggiorare le condizioni del lavoro con ulteriore precarizzazione
-mettere le mani del Capo del Governo sulla Corte Costituzionale, sul CSM e sul Presidente della Repubblica.
Come queste riforme vantaggiose solo alla Casta potranno far calare la disoccupazione, portare crescita, ottenere flessibilità nei vincoli europei o essere in qualche modo utili all’Italia resta un mistero. Mentre il Paese muore, la Casta si rafforza, i politici aumentano una dipendenza passiva dal Capo assoluto, la sovranità popolare viene scempiata e si profila all’orizzonte un presidenzialismo forte senza contrappesi che è la negazione stessa della democrazia.

VERSO UN SISTEMA AUTORITARIO
Viviana Vivarelli

E’ chiaro che Renzi e la sua banda se ne fregano bellamente delle condizioni critiche del Paese, della disoccupazione giovanile, dei fallimenti a catena, della corruzione e della mafia. A loro interessa solo modificare la Costituzione in modo da dare massimi poteri al premier e, in secondo luogo, al Presidente della Repubblica, che perde la sua funzione di garante per diventare il puntello ‘morale’ del premier e esondare dalle sue competenze. Le ferite inferte alla democrazia e lo sbilanciamento prodotto nell’equilibrio dei poteri sono un fatto gravissimo che non ha precedenti, altro che nel sistema fascista e nel progetto di golpe antidemocratico di Licio Gelli.
Di fronte a tanta spudoratezza, i media fingono di non vedere e applaudono ogni riforma che affonda giustizia e decenza, mentre i poveri elettori, frastornati dal battage mediatico e dalla manipolazione costante di verità e informazione, restano vittime della loro ignoranza e coglionaggine ai margini di una lotta per il potere che li esclude o, addirittura, sostengono incautamente chi li porterà a rapidi passi verso un autoritarismo che né l’Europa ci ha chiesto né ci salverà dalla rovina, avvicinandoci a un Paese del Sudamerica.
Il Senato finora era composto da 315 membri eletti su base regionale, più alcuni Senatori a vita scelti dal Capo dello Stato, con Renzi scenderà a 95 membri eletti dai Consigli Regionali, più 5 nominati dal Capo dello Stato, in carica per 7 anni. Potrà decidere come la Camera sulle riforme costituzionali, ma non sulle leggi ordinarie per cui potrà chiedere modifiche ma in modo non vincolante, salvo leggi sul rapporto tra Stato e Regioni, dove la Camera potrà opporsi solo a maggioranza assoluta. I 95 Senatori saranno ripartiti tra le 20 regioni e saranno eletti dai Consigli Regionali con metodo proporzionale (uno sarà un sindaco). I Senatori parteciperanno all’elezione del Presidente della Repubblica. Occorreranno i 2/3 sino alla terza votazione (come oggi), i 3/5 nelle successive e la maggioranza assoluta dalla nona. Per cui basterà non votare alle prime 8 e il gioco è fatto.
Invece di allargare la democrazia, la si decurta. Per chiedere i referendum popolari invece di 400.000 firme se ne chiederanno 800.000, che poi di fatto dovranno essere un milione per surrogare le eliminazioni, forse in attesa di eliminare del tutto questo maledetto strumento di democrazia diretta che dovrebbe avere valore di legge, mentre è stato abusato e calpestato, ma la legge è scritta male per cui non è chiaro cosa significhi che la richiesta debba avere “un valore normativo autonomo”. Per le proposte di legge di iniziativa popolare le firme necessarie salgono da 50.000 a 250.000, ma i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame. E infatti attualmente le tre leggi a iniziativa popolare chieste dal M5S sono state rimosse senza una parola.
E’ palese il regresso della democrazia. Prima ci hanno tolto il diritto di eleggere i Presidenti di Provincia che sono diventati dei nominati dal Governo, poi ci toglieranno anche il diritto di eleggere i Senatori, che non sono più i nostri diretti rappresentanti ma diventano dei cocchini nominati dai capipartito, per di più pescando in quel bacino di corruzione che sono gli enti locali, dove abbiamo già un 50% di inquisiti. Questi clienti rappresenteranno le segreterie e non più gli elettori e dare a queste maschere l’impunità senza il potere legislativo è il massimo della beffa per l’alta funzione di rappresentanza e di formazione della legge che la Costituzione Repubblicana aveva loro conferito. Si lasciano gli onori togliendo gli oneri, in pratica si crea una corte di raccomandati, come a Versailles.
Le decisioni del popolo si vanificano sempre più. Gli elettori contano sempre meno. I partiti, che già si erano arrogati ogni potere con l’Italicum che è più incostituzionale e antidemocratico del porcellum, aumentano sfrenatamente il loro potere assoluto.
Prima avevamo un Senato eletto democraticamente e con gli stessi poteri della Camera che poteva migliorare le leggi con la discussione, emendandole dai loro difetti. Ora abbiamo un organo parassitario, nominato dai partiti usato per proteggere i loro amiconi con l’immunità e una presenza saltuaria, un ente inutile che si riunirà una volta al mese, per cui se va bene una quarantina di giorni l’anno, duplicando le cariche di sindaco e consigliere, contro le direttive europee che chiedevano lo sfoltimento delle cariche, un Senato inutile che la Camera ignorerà sistematicamente, marciando spedita alla massima velocità per fare leggi precipitose e poco ponderate volute dal solo premier e dai suoi compari per i loro interessi, chiaramente antipopolari, leggi votate da una maggioranza fasulla creata solo dal gigantesco premio di maggioranza e non rispettosa delle scelte popolari. I poteri dei cittadini diminuiscono vertiginosamente. I poteri dei partiti aumentano in assoluto e, vista la soglia di sbarramento e il metodo delle nomine, avremo un partito del Presidente sempre più assolutistico che vedrà ai posti di comando tutti i cortigiani ossequienti e consegnerà il potere di fare le leggi o di cambiare la Costituzione a pochi nominati, chini alla totale obbedienza pena il licenziamento immediato come Renzi ha fatto con 4 del Pd.
Così siamo passati dal partito-azienda di Berlusconi all’azienda del Presidente di Renzi, con totale disprezzo della democrazia, dell’equilibrio dei poteri e delle scelte popolari. Contrappesi a questa bieca centralizzazione: zero.
Il Senato dei nominati sarà dello stesso colore della Camera, non potrà emendare le leggi ma, guarda caso, potrà cambiare la Costituzione, mentre sono rese più difficili le iniziative e le scelte degli elettori, impotenti a veder passare qualunque empietà al premier convenga. All’opposizione si tagliano le ali, sia rendendo più difficili i referendum e le leggi di iniziativa popolare, sia obbligando i partiti piccoli ad entrare in coalizioni, sia impedendo l’ostruzionismo.
I 5 Senatori nominati dal Capo dello Stato sui 95 peseranno di più. E si interviene pesantemente anche sulla sua elezione che prima era fatto da 1008 parlamentari, ora solo da 725 con una maggioranza che scende a 363, ma siccome con l’Italicum chi vince si prende col premio di maggioranza 354 seggi alla Camera, la coalizione che vince sceglierà praticamente anche il Capo dello Stato.
Dunque con l’Italicum una minoranza vince con liste bloccate decise da uno solo, prende un gigantesco premio di maggioranza, sceglie il Capo dello Stato, può fare leggi velocissime e poco ponderate, nomina i Senatori, può allegramente alterare la Costituzione e può fare tutte le leggi incostituzionali che vuole perché dominerà 10 giudici costituzionali su 15. Se mai dovessero sorgere dissapori tra premier e Capo dello Stato, il premier potrà metterlo facilmente in stato di accusa, per cui farà bene ad essere sempre d’accordo con lui.
Staremo anche eliminando un bicameralismo perfetto, ma siamo passato a una diarchia imperfetta, potere assoluto di sole due persone, di cui una, Renzi, vale di più dell’altra, Napolitano, un Renzi per di più che ha una maggioranza governativa enorme anche raccogliendo numeri bassi nel Paese, in spregio ad ogni criterio di rappresentanza democratica.
Questo pastrocchio è anche peggio della Repubblica presidenziale americana, dove almeno il Presidente può essere contrastato da un Congresso eletto democraticamente mentre qua il capo del Governo avrà un potere assoluto.
La situazione è così sballata che non esiste in Occidente nessun Paese che abbia un sistema fatto così male. A questo sballo da drogati milioni di Italiani avrebbero detto di sì. Disgrazia a un popolo che non capisce quello che fa e si impicca da solo!

Alessandro Gilioli

La rassegna stampa racconta che a Palazzo Madama va tutto benissimo: tolti di mezzo i corpi estranei – quelli che continuano a chiedersi senza ottenere risposta perché un ramo del Parlamento non debba essere elettivo – si procede a vele spiegate verso una maggioranza bulgara che consentirà al nuovo Senato nominato dai partiti di non essere sottoposto a referendum confermativo.
Poi magari un giorno parliamo, ad es., di questa cosa curiosa che un Parlamento formatosi con una legge anticostituzionale cambi la Costituzione facendo in modo che i cittadini poi non possano esprimersi sul cambiamento in questione. Tutto regolare in termini procedurali, s’intende: ma in termini politici, siamo al bondage dell’autorappresentanza, siamo a nuovi record dell’esclusione delle persone fuori dalle decisioni che vengono prese dentro.
Avremo un Senato scelto da chi è dentro: i vertici dei partiti, a livello nazionale e/o regionale. E una Camera che vorrebbero disegnare allo stesso modo, grazie al meccanismo delle liste bloccate. In sostanza, un arrocco del Palazzo in se stesso, un cugino di primo grado del Porcellum – con l’aggravante che in questa new edition una parte è resa inabrogabile dalla costituzionalizzazione.
Prima o poi ce ne si accorgerà, è ovvio. Dico: ce ne si accorgerà che avremo ancora un Parlamento di nominati, lontano dai cittadini.
Ma ci vorrà tempo.
Per capire quanto faceva schifo il Porcellum, sono stati impiegati 4 o 5 anni. Qui, dipende da quanto dura l’ipnotica aspettativa dei risultati dell’attuale Governo e della sua maggioranza. Finché resta in modalità con questa messianica attesa che “qualcosa migliori” nel Paese grazie al dinamismo dell’esecutivo, dell’impianto di rappresentanza democratica importa a pochi: anche perché il dibattito sui suoi contenuti e sulla sua qualità è stato sapientemente annebbiato dalla dialettica degli ‘innovatori’ contro i ‘gufi’. Ma quando il tempo dell’attesa lascerà il posto a quello dei rendiconti, ci si renderà conto che la rappresenta non funziona, che non c’è un rapporto virtuoso tra dentro e fuori.
Allora la pentola a pressione inizierà a fischiare molto forte: e speriamo solo che non sia troppo tardi.

ANALOGIE CON LA PRESA DI POTERE DI MUSSOLINI

Grillo nota che sembra di essere tornati al 1924, quando venne assassinato Matteotti, oppositore di Mussolini, e si firmò la fine della democrazia sostituendola con una cricca di potenti, testa a conservare e aumentare il proprio potere. Le analogie sono impressionanti: fine della democrazia, blocco di poteri corrotti che vogliono tenere il popolo lontano dalla scelte per il Paese: “criminalità organizzata, piduisti, istituzioni deviate, partiti corrotti”. Almeno Mussolini non nascose il suo golpe sotto l’ipocrita parola ‘riforme’, diventata ormai un mantra vuoto e privo di significato, nel cui suono ipnotico passa di tutto. E sicuramente le leggi fasciste rappresentava gli elettori meglio dell’italicum.
Rotto l’equilibrio dei poteri e sottomesso tutto l’esistente alla volontà di un uomo solo, è facile capire perché uno dei migliori magistrati italiani, Di Matteo, mette in guardia contro la trasformazione dei magistrati in funzionari agli ordini del capo del Governo, con un CSM schiacciato sotto i suoi ordini.
Così la classe politica più corrotta d’Europa, non solo scansa qualsiasi responsabilità e si tutela da qualunque pena, ma ci porta di corsa ad una Repubblica presidenziale senza contrappesi, in cui il premier decide tutto e il popolo conta nulla. La stampa, succube e vile, applaude. Per questo disgraziato Paese il massimo reato sarà fare opposizione, come sotto il fascismo, ma media e troll hanno già fatto la loro induzione di merda, inculcando nelle povere teste di tanti Italiani slogan e menzogne contro il M5S, che bastano da soli a creare un ‘confino’ mentale dove parole vuote come ‘riforme’ hanno un effetto ipnotico, la democrazia non esiste e la figura del ‘nemico’ viene sventolata riempiendo di nonsenso le teste dei succubi.
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Questo enorme consenso Renzi se lo è attribuito per quel voto del 40,8% al Pd per le Europee, giuntogli insperato e sorprendente nella stessa Europa, tanto che prima aveva ripetuto più volte che quei risultati nulla avevano a che fare col peso interno dei partiti, temendo la disfatta, mentre ora si fa forte di quel risultato elettorale imprevisto e i suoi cloni sbraitano in televisione, giurando che quel 40,8% se lo è guadagnato col suo programma alle primarie (ma quando mai alle primarie si è parlato di questo!?) e che gli elettori lo hanno votato perché totalmente d’accordo con tutte le sue riforme (ma dove!?), riforme promesse e future, patto con Berlusconi e tutela a oltranza della Casta compresi. Quanto le menzogne marciano veloci dovrebbe essere chiaro a tutti, mentre gli Italiani sembrano appiattiti in uno istupidimento difficile da capire, specie nei più colti, e sanno solo ingiuriare Grillo ripetendo slogan triti e meschini, sordi e ciechi alla tragedia imminente della democrazia che muore e della corruzione al potere.
Come dice Desmond: “Il consenso espresso dal 20% degli elettori nel voto per Strasburgo viene usato per qualsiasi tema, come carta bianca, gonfiando quel 20% come fosse la maggioranza assoluta del Paese, come fosse l’unanimità. Anche per questo il regime dittatoriale deve evitare il referendum confermativo che metterebbe in evidenza l’inconsistenza della pretesa delega assoluta ottenuta dagli elettori.
E’ la stessa cosa che fece il fascismo con le elezioni del 1929 e del 1934, in cui, tra l’altro, la legge elettorale era addirittura formalmente meno ostativa verso la partecipazione di liste alternative di quanto sia l’Italicum: la legge permetteva di usare il voto di oltre il 50% di una minoranza di adulti al primo turno di ballottaggio, favorevole alla lista presentata dal Governo, non solo per evitare il secondo turno a cui avrebbe potuto partecipare qualsiasi lista alternativa con solo 5000 firme di sostegno, ma anche come se fosse stato il voto della totalità degli italiani.”
“Una dittatura è fondata sul principio della delega totale: si usa un voto, anche minoritario, ottenuto su una specifica questione attribuendogli valore assoluto, sia in termini numerici che di delega. E’ quello che ha fatto la Boschi. E’ l’ennesima conferma della natura dittatoriale del regime che si è instaurato.”
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Lalla segnala:
Andrea Scanzi
“Renzi ha vinto sulla Merkel”. (Ma quando mai??). E’ la sintesi, inutilmente trionfalistica, usata da larga parte del giornalismo italiano per incensare una volta di più Renzi. Perché Renzi avrebbe vinto in Europa? Su quali basi, alla luce di quali interpretazioni? Il fiscal compact rimane. Il pareggio di bilancio rimane. L’austerità rimane. Renzi ha fatto con la Merkel esattamente quello che avevano già fatto Monti e Letta, ovvero eseguire gli ordini, solo che al ritorno ha detto: “Uè, raga, ho vinto io”. Un po’ come quel pugile che, dopo una sconfitta plateale, raccontò ai suoi: “Ne ho prese tante, sì, ma non sapete quante gliene ho dette”. Continuano a raccontarci favole. E in tanti sono ben lieti di crederci.
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Ma ci siamo rimbischeriti?
E lo scandalo sarebbe Grillo??

Beppe Grillo
Pochissimi media hanno scritto che la proposta di Padoan alla Commissione di rinviare il pareggio di bilancio di un anno è stata respinta al mittente e addirittura i capi di Governo, incluso il nostro, hanno approvato un documento ufficiale che raccomanda all’Italia il pareggio già nel 2015. Sarà un autunno di tagli, lacrime e sangue per mantenere gli impegni presi. E’ la prima gravissima sconfitta di Renzi. Ai suoi elettori avevano detto che sarebbe stato scelto a guidare la Commissione europea Shultz e che ci sarebbe stato un contenimento dell’austerità e invece abbiamo Juncker, per 18 anni primo Ministro di un paradiso fiscale, il Lussemburgo, l’uomo scelto dalla Merkel nel PPE come suo fidato colonnello, nonché uno dei responsabili principali delle politiche criminali scelte nella gestione della crisi della zona euro come Presidente dell’Eurogruppo (fino al gennaio 2013). Insomma il Pd ha votato una delle peggiori politiche neo-liberiste, votata insieme da popolari e socialisti che ancora una volta si sono diretti a chi seguirà l’iperliberismo quando dovrà decidere sul livello di disoccupazione, i diritti sociali da negare e le privatizzazioni selvagge da imporre a milioni di greci, spagnoli, portoghesi, Italiani…
Juncker, alla guida del Lussemburgo per 18 anni, fu costretto alle dimissioni nel 2013 per il rapporto di una commissione parlamentare in cui fu presentato il quadro di una “struttura di polizia segreta”, che aveva compiuto migliaia di intercettazioni illegali, organizzato missioni fuori dal suo mandato, spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e accettato soldi in cambio di favori. ma il Pd di Renzi lo ha votato!? Allo Spiegel, in un’intervista del 1999 disse: “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”. E da Presidente dell’Eurogruppo il 20 aprile 2011 disse: “Le politiche economiche della zona euro dovrebbero essere prese nelle buie e segrete stanze per evitare turbamenti nei mercati finanziari. Sono pronto ad essere insultato per essere insufficientemente democratico, ma voglio essere serio. Sono per dibattiti segreti, al buio”. E così che l’Europa agisce e continuerà ad imporre le decisioni ai suoi valvassori alla Renzi.
Nel 2007, infine, Juncker ha ottenuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito da parte di Napolitano. Bisogna aggiungere altro?”
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Ci chiedevamo cosa avrebbero fatto i poteri forti (finanza, chiesa, mafia, P2, corrotti) con l’incalzare delle senescenza di B, ormai parecchio rincitrullito per l’età, gli stravizi, la badante Pascale, Dudù, le ansie processuali, i traditori interni, la strage giudiziaria sugli accoliti, l’ecatombe di voti, il crollo delle azioni in Borsa… Ci chiedevamo come avrebbe fatto a portare avanti quel piano di distruzione sistematica della democrazia e di mantenimento del suo potere finanziario che il Pd ha appoggiato indisturbato per 20 anni. Ci facevamo un domanda.
Renzi è la risposta.

CORRUZIONE E RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
Viviana Vivarelli

I giornalisti più seri (troppo pochi) si chiedono perché quegli stessi Italiani che ieri si sdegnavano per certe proposte di B, ora che le stesse proposte ci sono rifilate da Renzi, esultano.
Come non bastassero gli attuali scempi dalla democrazia, sta incombendo la riforma della Giustizia, che, fatta per compiacere un pregiudicato, possiamo già immaginare come sarà. Già Renzi ha avanzato una legge per cui sotto una pena di 5 anni non si andrà in carcere, e servirà a salvare il 90% dei corrotti di Stato assieme a una congerie mostruosa di delinquenti di ogni sorta di reato. Vedremo ora avanzare le manette ai giudici, l’impunità ai politici, un sistema processuale e penale, già sconquassato per 20 anni dagli inciuci vergognosi del csx con B per l’impunità della Casta, dove è quasi impossibile l’applicazione della giustizia ai potenti; il peggio oggi è che è sparita la reazione violenta della sx di un tempo, sostituita da cloni del premier che sembrano tutti drogati e acquiescenti, per cui gli antichi oppositori si sono trasformati in complici. Chi doveva essere rottamato è rimasto in un posto di potere e a essere rottamata è stata la coscienza di tutti.
Mi chiedo come si possa votare per vuote parole? Se si cambia la confezione, un prodotto avvelenato diventa di colpo commestibile e desiderabile? B tentò in ogni modo di liberarsi dalle intercettazioni, difendendo ovviamente, assieme a se stesso, mafia, camorra, ‘ndrangheta, imprenditoria corrotta e ogni sorta di politico ammanicato in mazzette, illeciti e quant’altro. Gomorra!! Eppure oggi, grazie a Renzi e al servizievole Ministro Orlando (se i ministri non sono servizievoli, Renzi li licenzia) sta passando, nel silenzio dei media, proprio il divieto a pubblicare le intercettazioni che inguaiano i potenti. Altro regalo consistente alla Casta e ai suoi incubi e succubi, che contrasta con qualsiasi esigenza di verità e giustizia. E quando si è discusso del Senato non elettivo, Renzi ha ‘democraticamente’ detto : “O dite sì, o andate a casa!” E tutti zitti e plaudenti! Così quello stesso Pd che ieri tuonava dall’opposizione contro la democrazia messa in pericolo dalla dx oggi concorda sulle riforme coi berlusconiani in una gran marmellata dolciastra. Cos’è cambiato? Renzi è un ipnotizzatore più bravo di Berlusconi? O gli Italiani sono vittima di una grave epidemia cerebrale?
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Il costo della corruzione di 27 Paese europei è stato stimato in 120 miliardi di euro
Il costo della corruzione della sola Italia, grazie alla nostra Casta di politici corrotti, è stato stimato in 60 miliardi di euro, metà dell’intera corruzione europea.
La Germania, che è il Paese più ligio alle leggi in Europa, ha nelle sue carceri 8.700 corrotti.
Sapete quante persone sono nelle carceri Italiani per il reato di corruzione?
10. DIECI!!!
Se la corruzione venisse punita come si deve, certamente dovremmo aprire nuove carceri, ma certamente avremmo decine di miliardi da mettere nella crescita e nello sviluppo e leggi finalmente più serie.
Basterebbe risanare la politica per avere immediatamente un vantaggio enorme per la collettività. E basterebbe creare un fisco trasparente per svelare il traffico di denaro sporco. Aggiungiamoci che siamo il Paese delle tre maggiori organizzazioni criminali dell’Occidente: mafia, camorra e ‘ndrangheta, e che gran parte dei passaggi di soldi sporchi uscirebbe allo scoperto con un fisco trasparente e viene al momento svelata solo grazie alle intercettazioni.
E cosa fa il caro e incensato Renzi? Abolisce le intercettazioni !!!
Ma ci vogliono altre prove per capire con che razza di lestofante abbiamo a che fare?

DIFENDERE I LADRI DALLE GUARDIE
Lea2013

Cerco di documentarmi sulle peculiarità della giustizia italiana a confronto con quella di altri paesi a cominciare dall’introduzione in Italia del processo accusatorio del quale si sono prese solo le istanze garantiste, lasciando il resto in una incertezza il cui denominatore comune è la sostanziale infinita possibilità per i criminali dotati di buoni avvocati, di farla franca. Non posso nemmeno lontanamente credere che tutto il farraginoso meccanismo della giustizia italiana sia frutto di un caso o dell’insipienza del legislatore. E’ al contrario un’opera certosina, scientifica e voluta che passo dopo passo è andato nella direzione di difendere i ladri dalle guardie. Perché ciò sia successo è da ricercare nell’intima natura del potere in Italia che da sempre è andato a braccetto con l’illegalità fino a divenirne il braccio operativo occulto. Pensare che di colpo, qualcuno modifichi sostanzialmente tale realtà è pura fantasia. Il nostro è un Paese destinato a vedere allargare sempre più la differenza tra chi vive una vita normale fatta di lavoro, doveri e sacrifici e chi vive al di sopra delle regole, il tutto “normalizzato” dall’ipocrisia degli eterni annunci amplificati da media complici di un sistema inamovibile. La logica spietata di “gomorra” è più accettabile e genuina del falso e ipocrita perbenismo dello Stato.

FURBI E ASTUTI. DIO CI GUARDI DAI TROPPO FURBI!
Sunto da Sergio Di Cori Modigliani

L’Italia è il Paese dei furbi e degli ipocriti doppiogiochisti.
Furbi e astuti appartengono a due categorie completamente diverse. Storia e Cultura ci insegnano che tra i due i furbi finiscono per perdere. La furbizia ha le gambe cortissime. Mentre l’astuzia, coniugata all’audacia e all’intelligenza, è imbattibile. Avere un premier che fa il furbo non fa bene al Paese perché non lo farà vincere. Achille faceva il furbo ma l’astuto era Ulisse.
Come è possibile che questo popolo si faccia sempre infinocchiare dai furbi rinunciando a pretendere, invece, una rappresentanza astuta e audace?
Se non la piantiamo di fare i furbi,non ci rialzeremo mai. Oggi occorrono gli Ulisse con l’intelligenza tattica del cavallo di Troia, non le smargiassate di chi si crede Achille. Ci vorrebbe una la de-programmazione mentale di un popolo che ha scelto di essere vittima di un sortilegio che ha davvero del macabro.
Oggi, in Italia, combattere i furbi è una necessità eroica. Dobbiamo educarci a diventare eroi, creare un nuovo modello di cittadino italiano per l’appunto eroico, smascherando i furbi, per combattere la piaga dell’amnesia sociale.
Angela Merkel è astuta, Renzi è solo furbo.
Pensate per un attimo a vivere in un Paese in cui non esistono più i furbi, gli ipocriti, i traditori. Ci sono i buoni e i cattivi, i deficienti e i cervelloni, i simpatici e quelli odiosi, ecc., ma è stata ripristinata la regola del fattore oggettivo e della coerenza, per cui si è socialmente obbligati al rispetto dei patti, della parola data, alla fedeltà di appartenenza e quindi il giudizio sociale presuppone che esista una equivalenza tra ciò che uno dice e ciò che uno fa ed esiste una correlazione tra parole e azioni.
Questa pretesa si chiama “pulizia etica”.
Si comincia da lì, a cambiare il Paese.
Gli ultimi personaggi della vita pubblica che non hanno mai voluto fare i furbi sono stati i giudici Borsellino e Falcone, l’imprenditore Gardini, Peppino Impastato, il sociologo Mauro Rostagno, la giornalista televisiva Ilaria Alpi, l’inviato de Il Mattino, Giancarlo Siani, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il democristiano Aldo Moro, il comunista Berlinguer insieme a qualche altra decina di migliaia di Italiani che sono stati emarginati, buttati fuori dal mercato, impossibilitati a manifestare la loro presenza attiva come professionisti. Sono gli esuli in patria. Eroi anonimi. I veri militi ignoti della patria.
Nella categoria delle intelligenze non piegate alla furbizia c’è Erri De Luca. Come ha scelto l’onestà intellettuale, ha perso tutti gli amici. Ora nessuno ne parla più. E’ stato punito per non aver voluto fare il furbo. Ha fatto sua la protesta in Val di Susa e appoggiando con vigore il fronte No-Tav. E’ stato denunciato per attività terroristiche, è finito nei guai. Ed è piombata la cappa della censura di stato, retta e sorretta dai furbi mediatici. Nessuno ne parla. E la cosa funziona perché la furbizia è figlia bastarda della paura.
Ma funziona soltanto se si va appresso alla furbizia e non si è astuti.
Essere furbi, oggi, vuol dire, non parlare affatto di Erri De Luca, mai, e non ricordare alla cittadinanza perché è sparito dalla circolazione. E’ stato oscurato.
Come dice Altan “Il Paese ha bisogno di riforme, ma anche le riforme avrebbero bisogno di un Paese”.
Che cosa me ne faccio delle riforme se non c’è più il Paese?
E’ questo che va rifondato.
E si comincia dal di dentro.
Il giorno in cui la parola “furbo” sarà diventata socialmente un insulto passibile di querela, allora possiamo anche cominciare a parlare di riforme.

FACCIO TUTTO IN MILLE GIORNI
Marcello Adriano Mazzola (IFQ)

Renzi il riformista giura che farà tutto in 100 giorni, anzi no: mille! (Mille suona bene e mille sembra uno slogan facile e veloce. Ma mille sono tre anni. Siamo passati dalle promesse a un mese a quelle a tre anni!).
Renzi annuncia ad uno esterrefatto – e probabilmente “a sua insaputa” – Ministro Orlando il pacchetto Giustizia entro fine giugno. Ma arrivati a fine giugno.. niente! A fine luglio ancora niente! Siamo passati dal “pacchetto Giustizia” al “pacco Giustizia”! 4 mesi sono passati senza che il riformista abbia riformato alcunché. In compenso ha ricevuto un superconsenso elettorale. Segno che in questo Paese è sufficiente continuare a sorridere in posa plastica, dispensando buon umore e illusioni per raccogliere voti.
La giustizia è una delle riforme prioritarie di questo Paese, perché è fondamentale per ridare un senso ai diritti inviolabili delle persone, alla legalità, alla credibilità dello Stato Italia all’estero. Senza di ciò continueremo a rimanere un Paese cialtrone, dove regnano incertezza, corruzione, evasione, anarchia, prepotenza. Continueremmo a rimanere eternamente inaffidabili.
Di malagiustizia si muore ogni giorno. Muore chi non ottiene giustizia pur avendo ragione. Muore chi ottiene giustizia dopo 5/10 anni. Muore chi riesce a recuperare un credito dopo 10 anni e intanto è fallito a causa dei debitori inadempienti (tra cui lo Stato si distingue per arrogante posizione di supremazia secondo l’insegnamento “ti pago quando decido io”). Muore chi ottiene un indennizzo pari ad un tozzo di pane secco per irragionevole durata del processo. Muore chi perde un processo per una mancata notifica. Muore chi non riesce ad avere giustizia perché il legislatore ogni 6 mesi cambia le regole processuali. Muore chi non riesce ad accedere alla giustizia perché il legislatore in crisi di astinenza da risorse finanziarie continua ad aumentare i costi della giustizia. Muore chi subisce una prescrizione per formalità. Muore chi non riesce a contestare al giudice la sua colpa grave o il suo dolo.
Solo in questi giorni il Governo/legislatore ha: a) aumentato nuovamente i costi per accedere alla giustizia, continuando a penalizzare i soggetti meno abbienti; b) introdotto una serie di “eccezioni” e modifiche al Processo Civile Telematico che sarebbe dovuto entrare definitivamente in vigore senza se e senza ma il 30 giugno. Misure che aggravano la malagiustizia, non certo tese a ridurla.
Eppure il pacchetto giustizia vorrebbe poche cose: 1) semplificare i riti processuali e sopprimere le formalità inutili 2) abbandonare il cartaceo e avvio e passare al telematico con miglioramenti, semplificazioni, allargandolo al processo dei Giudici di Pace, amministrativo, tributario e penale; 3) riformare la responsabilità civile dei magistrati passando dalla responsabilità virtuale a quella reale; 4) introdurre l’obbligo di pagare le spese processuali in caso di piena soccombenza (mentre ora c’è la beffa che la parte vincitrice ha l’obbligo di pagare importi anche considerevoli!); 5) abbandonare gabelle ingiustificate incomprensibili (diritti di copia, spese forfettarie, marche e marchette etc.).
Il Ministro Orlando dovrebbe battere un colpo. Ma c’è?
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Piero Testori
La riforma della Giustizia è (forse) il nodo principale della crisi in cui versa il Paese.
Dalla soluzione di questo problema dipendono direttamente molte cose: la crisi degli investimenti e quindi del lavoro, la crisi delle istituzioni e della corruzione che le permea e di conseguenza la mancata corretta gestione dello Stato.
Ed è anche la questione di più difficile soluzione poiché lo stato attuale dell’organizzazione giudiziaria e della legislazione è frutto di un’infinita sequenza di interventi raffazzonati quando non dolosamente interessati.
Un compito immane del quale solo un venditore di fumo azzeccagarbugli può prospettarne la soluzione nel giro di poche settimane.
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UN PARLAMENTO CHE DIFENDE I REI
Alessandro Di Battista, Portavoce M5S Camera

“Negli ultimi 17 anni, prima dell’arrivo del M5S in Parlamento, la Camera si è espressa 21 volte per la richiesta di arresto per un suo componente. Sei volte nella XIII legislatura durante la quale vennero “graziati” un tal Cesare Previti (poi condannato in via definitiva nel 2006 per corruzione in atti giudiziari nel processo IMI-SIR e nel 2007 nel processo Lodo Mondadori e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici) e un certo Marcello Dell’Utri, ormai pregiudicato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il 12 luglio 2006 (XV legislatura, Governo di csx) venne salvato un tal Raffaele Fitto, uno dei nomi più gettonati alla successione del “mariuolo brianzolo” in FI, mister preferenze in Puglia nonché condannato in I grado a 4 anni per corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti. Nella scorsa legislatura la Camera respinse la richiesta d’arresto per Cosentino (graziato ben 2 volte) e per un certo Milanese, ex-deputato del PDL recentemente arrestato nell’ambito dell’inchiesta MOSE. La Camera ha votato 21 volte e per 20 volte ha respinto la richiesta di arresto avanzata dalla magistratura. Solo nel caso di Alfonso Papa votarono a favore della custodia cautelare, 1 su 21, lui sì che dovrebbe parlare di “fumus persecutionis”.
Poi sono entrati i cittadini nelle Istituzioni. Avremo i nostri difetti, avremo sbagliato qualche parola, ma nessuno ci comanda, nessun inciuco piduista ci influenza, nessun potentato ci ricatta. Combattiamo affinché il sacro principio del “Tutti sono eguali di fronte alla legge” trovi soprattutto nel Parlamento italiano lo spazio che merita. Abbiamo combattuto per costringere la Camera a votare prima delle elezioni l’arresto del deputato PD Genovese. Abbiamo fatto pressione perché non si votasse con il voto segreto. Lo stesso è accaduto oggi. FI le ha tentate tutte per far slittare il voto su Galan. Questa mattina è stata convocata una capi-gruppo urgente con l’obiettivo di salvare il deputato in questione accusato di essersi intascato 1 milione di euro di tangenti all’anno. Il nostro esserci, il nostro uso dei social, il nostro chiedere a gran voce regole uguali per tutti e giustizia ha “costretto” l’attuale maggioranza a votare favorevolmente all’arresto sia per Genovese che per Galan. Una volta su 21 in 17 anni. Due volte su due con il MoVimento in Parlamento. Sia chiaro, noi non esultiamo se un deputato viene arrestato, nessun applauso è partito in aula ne dopo il voto su Genovese ne oggi. Noi pretendiamo giustizia, soltanto giustizia. Perché se un magistrato chiede l’arresto di un cittadino, il cittadino va in galera, mentre se il cittadino è anche deputato deve essere sempre salvato? E’ una cosa accettabile nel Paese più corrotto d’Europa? Io rispetto la magistratura, non ho commentato la recente assoluzione per B. anche perché non servono ulteriori fatti per dimostrare che B. sia un pericolo per la società. Io rispetto l’indipendenza dei giudici. Oggi i giudici indipendenti sanno che in Parlamento c’è una forza politica che rispetta il loro lavoro e che vota dopo aver studiato le carte, non dopo aver contato banconote o aver pensato alle opportunità degli inciuci”.
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Sarebbe meglio notare che alle primarie del Pd non c’era traccia nel programma di Renzi né del Senato non elettivo fatto da dipendenti comunali nominati dai partiti ma ugualmente impunibili né delle altre riforme. Scrive Desmond: “Anzi c’era anche un diretto rifiuto del porcellum che stava per essere dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Invece, 15 giorni dopo la pubblicazione delle motivazioni di quella pronuncia, e in aperto spregio di quella e di tutto il programma dichiarato nelle primarie usciva l’Italicum che riproduceva in peggio tutti i profili di illegittimità del porcellum. Ma non basta, nel programma delle primarie Renzi parlava di tornare subito al voto. Altro che nuova Costituzione!!!””

BACI ALLA FRANCESE (Marco Travaglio) ovvero con la lingua in bocca
12 lide fasulle

Che cos’abbia spinto un ragazzo sveglio come Renzi a inscenare l’imbarazzante conferenza stampa sulle “linee guida” della giustizia, cioè sul nulla mischiato con niente, in mezzo alle statue di cera del duo Orlando & Alfano, è noto: anche sulla giustizia, come su tutto, il premier non ha alcunché di pronto, di scritto, di pensato e soprattutto di concordato con il partner privilegiato B (che ieri la Cassazione ha definito complice del “socialmente pericoloso Dell’Utri” nel “patto con la mafia”). Siccome però Matteo Supercazzola aveva promesso e ripromesso la riforma della giustizia entro e non oltre giugno (luglio è già impegnato dal fisco, come no), presentarsi a mani vuote pareva brutto. Avrebbe dato ragione ai “gufi” e “professoroni” che ancora si permettono di dubitare di lui.
Dunque ha messo giù, col consueto trust di cervelli, una lista di slogan e frasi fatte, tipo pensierini da scuola elementare, spostando avanti di due mesi la scadenza del ddl: intanto “si apre un grande dibattito fino a settembre”, anche “in rete”, pure “con i direttori di giornale”, all’insegna della “democrazia partecipata”. Tanto aveva l’assoluta certezza che i giornalisti in sala, anziché sommergerlo di risate e pernacchie, avrebbero preso buona nota tutti compunti e trasformato quello spettacolino avvilente in un momento solenne sui loro giornali e tg. Poi, siccome si crede molto spiritoso, ha condito il tutto con sapidi calembour, e tutti giù a ridere, batti un cinque, fatti un selfie.
Il punto di partenza è già una balla: “per 20 anni la giustizia è stata tabù” per quello che lui definisce “il derby berlusconismo-antiberlusconismo” (cioè l’attacco ventennale dei politici alla legalità). Forse gli sfugge che dal ‘94 a oggi non c’è stata materia più “riformata” della giustizia, con ben 120 leggi che l’han ridotta all’agognata paralisi: altro che tabù. Ed ecco le 12 slide, simili ai cartigli dei Baci Perugina, subito tramutate dalla stampa in “grande riforma” o “rivoluzione in 12 punti”.
1) “Giustizia civile: riduzione dei tempi. Un anno in primo grado”. È l’uovo di Colombo, eppure nessuno ci aveva pensato prima: ora arriva lui, fa una legge di un solo articolo che dica “sbrigarsi”, “fare presto”, “un anno non un giorno di più”, e oplà, è fatta. Ma che dico “un anno”? Un mese, signori, in un mese!
2) “Giustizia civile: dimezzamento dell’arretrato”. Un gioco da ragazzi: basta una norma che dica “dimezzare l’arretrato” e la metà eccedente delle cause, come per incanto, evapora.
3) “Corsia prefeRenziale per imprese e famiglie”. Giusto: prima le donne, i vecchi e i bambini. E mi raccomando: non parlare al conducente e non calpestare le aiuole.
4) “Csm: più carriera per merito e non grazie all’‘appartenenza’”. Fantastico.
5) “Csm: chi giudica non nomina, chi nomina non giudica”. Perbacco. Poteva aggiungere “chi entra non esce e chi esce non entra”, “chi bagna non asciuga e chi asciuga non bagna”, per dire.
6) “Responsabilità civile modello europeo”: giusto, i fautori del modello africano o neozelandese sono sistemati. E così via, a colpi di “riforma del disciplinare”, “falso in bilancio e autoriciclaggio”, “accelerare il processo penale” (se no resta indietro sul civile), “riforma della prescrizione”, “intercettazioni: diritto all’informazione e tutela della privacy”, “informatizzazione integrale”.
Siamo al punto 11, che però non è cifra tonda. Ci vuole pure il 12, che fa tanto Mosè sul Sinai. Che ci mettiamo? Ritinteggiatura aule? Lucidatura pavimenti? Sostituzione serramenti? Nuovo design per le toghe? Ma no, dai: “Riqualificazione del personale amministrativo”, fa più fico. Non è dato sapere se il “modello europeo” cui si ispira il Renzi comprenda il sistema francese: quello che ieri ha portato al fermo (“garde a vue”) dell’ex Presidente della Repubblica Sarkozy, finito in guardina nel bel mezzo di un interrogatorio, dopo mesi di intercettazioni sui telefoni suoi e dei suoi avvocati e compari per uno scandalo di finanziamenti illeciti. Ma pare proprio di no: in Italia gli ex presidenti diventano ipso facto Senatori, sia nel vecchio sia nel nuovo Senato, che proprio ieri si è regalato un’altra volta l’impunità. Europei sì, fessi no.

LA CLOACA DELLA STAMPA ITALIANA
Viviana Vivarelli

Col passare del tempo, continuo a notare la crescente futilità e dannosità della stampa italiana che si allontana sempre più da qualunque scopo di informazione e verità.
Penso solo a tutti i sondaggi farlocchi con cui si è riempita prima delle europee, vanificati come non mai dai risultati elettorali e che nonostante ciò continuano a imperversare assieme ai cosiddetti sondaggi di opinione che dovrebbero mostrare ai governanti cosa pensa la gente e di cui i governanti non potrebbero infischiarsi di più (si pensi solo al 91% di NO all’immunità Senatoriale!).
Si pensi al modo con cui vengono ripetute falsificazioni della realtà come quel 40,8% sbandierato costantemente senza che mai nessuno dica che corrisponde a solo 2 elettori su 10. E gli altri 8? Non contano nulla?
Si pensi alle inversioni ad U di Renzi, che prima delle europee insisteva a separare i risultati del voto temuto dalla sua persona, ma, ora che il Pd ne ha acciuffati 11 milioni, se ne è incoronato come proprio successo personale malgrado gli incostituzionale 80 € non c’entrasse nulla col programma europeo!
Si pensi ai dati che nessuno dice e nessuno dà. Per es. non viene dato mai il totale tra astenuti e schede bianche o nulle. La vittoria si calcola sempre sui votanti, mai sul totale.
Travaglio ricordava che in solo un anno il 45% dell’elettorato ha cambiato voto. Non è un dato allarmante? Perché nessuno ne parla? Ed è la prima volta in 20 anni che abbiamo un gap così clamoroso tra la prima forza politica, il Pd, e la seconda, il M5S.
Non basterebbe questo a testimoniare uno stato di grande disagio e confusione nell’elettore?
Non è un fenomeno allarmante e particolare vedere come tutti gli imprenditori, le autorità che contano, il mondo della cultura, il cerchio dei media si sia steso in elettroencefalogramma piatto di fronte a un Renzi che sta facendo a pezzi i capisaldi su cui si basa uno Stato moderno: libertà, uguaglianza, democrazia?
Non è questo sintomo di un’epidemia inquietante che è la strada prima verso una dittatura?
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Metà dei sindaci e consiglieri tra cui i partiti ‘nomineranno’ i nuovi Senatori sono già sotto processo per gravissimi reati.
L’impunità è l’ennesimo regalo che un Casta di ladri fa ai propri ladri, cioè a se stessa.
Molti non si rendono nemmeno conto che questa magnifico scudo penale non è nemmeno stato fatto a personaggi eletti dal popolo e che rappresentano il popolo rappresentando la funzione legislativa, ma a dei dipendenti comunali scelti dai partiti che non avranno nemmeno la potestà legislativa né potranno sfiduciare il Governo, solo per proteggere dai malviventi!!
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Sulla paginona del Corriere dove gli amici di Dell’Utri gli dimostrano grande affetto
Sergio Di Cori Modigliani

Sono contento che Ugo La Malfa e Pietro Nenni siano morti.
Sono contento anche che siano morti Enrico Berlinguer e Aldo Moro.
Sono contento che non ci siano più Leonardo Sciascia, nè Italo Calvino, nè Indro Montanelli.
E la lista sarebbe davvero lunga, lunghissima.
Sono contento per loro, non per noi.
Non oso pensare a ciò che avrebbero detto, scritto, urlato, con la bava alla bocca schiumante di indignazione civica rabbiosa, nell’aprire il Corriere della Sera -il più importante quotidiano nazionale- e trovare una intera pagina a pagamento dove intellettuali, portaborse, professionisti, imprenditori, manager di stato e privati, amici degli amici, manifestano il loro affetto e deferente, nonché devota, solidarietà nei confronti dell’eroe del giorno: Marcello Dell’Utri.
Costui è stato condannato in Assise per concorso esterno in associazione mafiosa: una valanga di prove a carico. ” FI, Lega Nord, Fratelli d’Italia, NCD, AN negavano ogni addebito e alla fine di quel processo dichiaravano sornionamente convinti: “La magistratura in Italia ha ancora un valore, in appello verrà rovesciata la sentenza e sarà fatta giustizia”.
Marcello Dell’Utri è stato condannato anche in appello.
FI, Lega Nord, Fratelli d’Italia, NCD, AN lievemente più preoccupati promuovevano il garantismo sostenendo “è necessario attendere che si pronunci definitivamente la Cassazione, fintantoché una sentenza non è passata in giudicato in maniera definitiva, non si può giudicare l’imputato”.
Marcello Dell’Utri è stato condannato anche in Cassazione.
La sentenza è definitiva.
Adesso sta in galera.
Perché è un amico dei mafiosi.
Perché ha appoggiato i mafiosi.
Ha promosso, sostenuto, veicolato e introdotto l’ingresso della mafia siciliana dal portone principale dentro il sistema mediatico italiano.
Che cosa fa il Corriere? (ricordiamo che è proprietà della Fiat, la grande industria italiana). Ospita una pagina a pagamento richiesta dalla consorte di Dell’Utri nella quale gli amici di Dell’Utri manifestano il loro affetto, presentandolo come un intellettuale sofferente vittima di un sistema malvagio.
In un Paese normale gli osservatori sarebbero divisi tra chi lo ritiene una follia totale e chi lo ritiene un atto di ignominia civica.
Ma questo non è un Paese normale.
Questo è un Paese dove la criminalità organizzata detta, promuove, stabilisce, concorda la presenza, la posizione e l’affermazione dei media sul mercato e dentro l’imprenditoria, quindi chiama a raccolta intellettuali, manager, servi di svariata natura a metterci la faccia e la firma.
Fanno la conta per vedere il livello del loro potere.
Il Corriere della Sera si inchina.
Ve lo immaginate la reazione del Corriere se la consorte di un normale ergastolano assassino chiedesse una pagina a pagamento per coccolare il maritino autore di omicidi diabolici?
Avere appoggiato e sostenuto la mafia siciliana negli anni’90 -e ciò che più conta essere stati in grado di provarlo al di là di ogni ragionevole dubbio nei tre gradi di giudizio- vuol dire essersi schierati dalla parte di animali assassini, quelli che hanno rubato la vita al giudice Falcone, al giudice Borsellino, agli uomini della loro scorta a tutte le vittime innocenti assassinate dai criminali mafiosi. Vuol dire aver promosso delinquenti e mascalzoni dentro la vita politica, mediatica, imprenditoriale, della nazione.
E’ per questo che è stato condannato.
Ma il Corriere (cioè Marchionne e la Rizzoli) si rendono conto di ciò che hanno fatto?
Non c’è nessuno che protesta?

Le firme raccolte da Il fatto Quotidiano contro le riforme di Renzi sono arrivate a 160.000 ma a Renzi non faranno un baffo.

MARCO TRAVAGLIO

Monito di Napolitano alla stampa parlamentare: “Non si agitino spettri di insidie e macchinazioni autoritarie». E quando mai? Battiam, battiam le mani al nostra dittatore! … “L’accusa di autoritarismo mi fa ridere”. (E Napolitano rinforza la dose predicando moniti contro chi queste accuse le fa, disturbando la marcia della dittatura).

“Se questa campagna fosse soltanto del “compagno Travaglio” (a proposito: come diceva Gaber, “compagno un cazz!”), Renzi potrebbe tranquillamente liquidarla con battutine sprezzanti e alzatine di spalle. Ma, purtroppo per lui, nasce dall’allarme di alcuni fra i migliori giuristi e costituzionalisti, che il bulletto e le renzine alla Boschi & Picierno hanno snobbato come roba da gufi, rosiconi, passatisti. Ma l’opinione pubblica più informata e attenta le ha prese terribilmente sul serio, grattando le slide per vedere quel che c’è dietro. E scoprendo un disegno allarmante che, in un Paese già semilibero di suo, sottrae ai cittadini altri spazi di democrazia. Non a noi, ma a queste persone che si stanno precipitando a firmare il nostro appello, e che almeno in parte han votato Pd ancora alle Europee tributandogli quel trionfale 40,8%, il bulletto deve delle spiegazioni: a chi aveva creduto nella rottamazione, nel rinnovamento, nel cambiare verso, deve giustificare la conversione alla conservazione del peggiore status quo. Già, perché il mantra delle “riforme” e del “cambiamento” nasconde una nuova legge elettorale per la Camera che riproduce le due vergogne incostituzionali del Porcellum (liste bloccate e premio di maggioranza abnorme) e ne aggiunge una terza (soglie di sbarramento-monstre). E per il Senato abolisce direttamente le elezioni, consegnando alla Casta dei consiglieri regionali – la più malfamata e inquisita di tutti i tempi – il potere di nominarsi i Senatori part-time con immunità full-time.
Per 4 anni Renzi ha costruito la sua fortuna ripetendo che “i cittadini devono poter scegliere e guardare in faccia i propri rappresentanti”, “dimezzerò il numero e l’indennità dei parlamentari”, “abolirò i privilegi”. Perciò fu votato alle primarie. Perciò gl’italiani gli perdonarono l’ascesa al Governo all’insaputa degli elettori. Ora tutte quelle promesse sono tradite. E Renzi – eletto finora solo per fare il Presidente della Provincia e il sindaco di Firenze e mai per fare il parlamentare o il premier, né tantomeno per riformare la Costituzione – non ha mai chiesto il voto per abrogare le elezioni del Senato e perpetuare la Camera di nominati. Ora però, passate la sbornia delle Europee, il polverone si deposita a terra. E gli Italiani cominciano a domandarsi: che ha fatto per noi Renzi? Anche se riuscisse a portare a casa la svolta autoritaria a suon di battutine e ghigliottine, strozzando il dibattito parlamentare in tempi da assemblea condominiale e piegando il dissenso nei partiti che la sostengono, il piatto continuerebbe a piangere: i soliti 80 euro in più per alcuni (sperando che la prossima stangata non se li porti via con gli interessi) e un bel po’ di democrazia in meno per tutti. Diceva Lincoln: “Puoi ingannare qualcuno per sempre, o tutti per un po’: però non puoi ingannare tutti per sempre”. Ma Lincoln, si sa, era un gufo.
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Maurizio Burattini
All’uomo solo al comando basterà controllare un pugno di procuratori e di presidi per assoggettare tribunali e scuole. Se si aggiunge il controllo dell’informazione, il progetto della P2 può dirsi completamente realizzato. Come contrastare questa deriva reazionaria? Sarebbe da irresponsabili che le opposizioni procedessero divise e in ordine sparso, ciascuna pensando a coltivare il proprio orticello, mirando demenzialmente al 4,01%.
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SANDRA BONSANTI, Presidente di Libertà e Giustizia

L’abolizione del Senato col patto con B non stava affatto nella materia programmatica offerta agli Italiani alle primarie del Pd o alle politiche. Mortificando un ramo del Parlamento non si esalta l’altro ramo, ma tutto si conclude con una mortificazione generale di quelli che dovrebbero essere i rappresentanti dei cittadini. E si mortificano insieme gli elettori che perdono la loro sovranità. Il progetto del Governo nasce nel clima torbido di richieste della Finanza internazionale e di accordi misteriosi siglati tra Renzi e B, sui quali regna un segreto che può essere giudicato soltanto incostituzionale ed eversivo.
La Costituzione di Renzi è prendere o lasciare, mangiare la minestra o saltare la finestra. O così o si scioglie il Parlamento. Oggi si è creata una situazione che rende possibile quello che ieri non si poteva: manomettere la Carta fondamentale dei doveri e dei diritti, la Carta dello Stato italiano. L’occasione è stata generata dalla grande crisi, (voluta espressamente per questo, per permettere al grande fascismo finanziario di abbattere la democrazia. E’ la democrazia diversamente ‘altra’, che gli USA hanno portato al Medio Oriente con le bombe e che il grande capitale ha portato all’Ue con la finanza). E’ grazie alla crisi che i popoli accettano cose che in altre condizioni mai avrebbero accettato. La chiusura del Parlamento passa perché gli Italiani sono distratti dalle difficoltà della sopravvivenza.(Ma queste difficoltà sono state create apposta per distruggere la democrazia).
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Quei tonti degli Italiani hanno venduto la sovranità per un piatto di lenticchie da 80 euro.
Ora, mentre la distruzione della democrazia marcia rapidissima e tenta il colpaccio di ferragosto, si prepara la stangata di autunno.
Falliti i tentativi renziani di far slittare i vincoli dell’austerità e rinnovati dall’inflessibile Junker, ben sorretto dallo stesso Pd, i diktat della Merkel, ci aspetta una nuova Finanziaria da 23 miliardi, più i 10 miliardi per il rinnovo, se ci sarà, degli 80 euro, più il bonus Irpef a partite Iva, incapienti e pensionati, più, non mancherà certo, una manovra aggiuntiva. Ci aspetta la deflazione, che troppi continuano a non capire, e che non consiste in una riduzione di prezzi ma in un aumento di fallimenti fabbriche chiuse, licenziamenti, disoccupazione e taglio dei salari.
In luogo della comprensione chiesta da Renzi, Padoan, degno emissario del FM come Monti, ha confermato il rispetto di tutti gli impegni presi in sede europea, compreso il pareggio del bilancio strutturale nel 2016 (unico Paese europeo ad averlo messo in Costituzione!). La crescita non ci sarà, anzi andremo peggio di tutti gli Stati d’Europa. Ci piacerebbe capire come l’abolizione del Senato influirà sulla crescita del Paese! Il Jobs Act, come avevamo previsto, non ha aumentato occupazione o sviluppo. E magari il Ministro delle Coop, Poletti, ci dovrebbe spiegare dove intendono andare le famose riforme, visto che non hanno creato un solo posto di lavoro ma hanno solo abbassato tutele e diritti. L’Europa di chiede un taglio delle tasse. Ma costoro vanno nel senso opposto. E nelle nomine delle alte cariche europee, l’Italia è tragicamente assente. Tanto basta Draghi a portare in alto il nome dell’Italia! O a spingerlo sempre più in basso?
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Non si sa se ridere o piangere. L’aggettivo per definire questa Italia è grottesco.
I piccoli continuano a litigarsi per ideologie morte e sepolte.
Intanto la Costituzione viene cambiata a colpi di decreto da Renzi assieme a un pregiudicato. De Benedetti se la intende col padrone di Arcore. La Santanchè forse compera l’Unità. I politici attaccano quei giornalisti che avevano accusato Berlusconi di delitti ormai innegabili e chiedono le loro scuse. Si tenta di far passare leggi libera tutti che penalizzano giudici che lavorano ormai come sulle barricate. Si chiede le manette ai magistrati mentre si mantengono liberi i delinquenti.
La degradazione continua.
Il Pd non conosce tappa che non sia più imbarazzante e degradante di quella precedente.
Ma i piccoli continuano a inveire contro Grillo definito fascista. E una ipotetica e ormai avvilente ‘sinistra’ continua a frammentarsi e a super dividersi sventolando vessilli ormai consunti e attaccando chi chiede maggiore democrazia come se la tragedia stesse in chi cerca di informare i cittadini e non in coloro che li abbrutiscono nelle menzogne o fosse circoscritta a chi chiede la cacciata dei rei e la pulizia dello Stato.

GIANNI FERRARA, prof. emerito di Diritto Costituzionale

“Renzi sta assumendo poteri abnormi, fermiamo l’eversione autoritaria”
“L’obiettivo di queste riforme è l’eliminazione di qualunque contrappeso al potere del Governo e del capo del Governo. L’Italicum, che è un Porcellum travestito, offre un potere assoluto al capo del Governo. Si vuole mutilare la democrazia. Un Parlamento illegittimo continua a resistere e si arroga il diritto di modificare la Costituzione. Lo Stato moderno è Stato rappresentativo. Per la prima volta nella storia degli Stati, un giudice ha statuito che la legge fondamentale, la legge sulla rappresentanza dei cittadini, era incostituzionale. Questo Parlamento avrebbe dovuto essere immediatamente sciolto. Non è accaduto e così si è aggiunto un altro primato negativo. Quello di non avere rispetto per la legalità.
L’obiettivo di Renzi è eliminare qualunque contrappeso al potere del Governo e del capo del Governo. Neutralizzando il Senato si elimina, sul piano della rappresentanza, l’organo che potrebbe frenare una legislazione volta al rafforzamento dell’esecutivo. Dietro il rispondere per slogan alle numerose obiezioni, dietro l’apparente mancanza di argomenti di chi parla di ‘gufi’ e ‘rosiconi’ c’è un progetto preciso. Assistiamo a un processo che intende trasformare la democrazia italiana in un regime autoritario fondato sull’elezione, ogni 5 anni, del capo. Il Governo del primo ministro. Questa formula è esattamente quella con cui la dottrina italiana aveva definito lo Stato fascista. Siamo di fronte a un progetto di eversione autoritaria. Con questa legge elettorale, il potere del capo del Governo diventa enorme, abnorme. Battersi adesso contro queste riforme significa battersi per la nostra democrazia, per mantenere l’identità democratica della Repubblica.
Una legge elettorale maggioritaria come l’Italicum, che è un Porcellum travestito, offre un potere assoluto al capo del Governo che riesce a determinare addirittura la composizione dell’organo che deve vigilare sulla Costituzione, la Consulta, la composizione del Consiglio superiore della magistratura e l’elezione del Presidente della Repubblica. Anche dietro l’aumento delle firme per presentare leggi popolari o referendum c’è sempre lo spirito autoritario. Ciò vuol dire che i cittadini non devono dare fastidio a chi governa. Questo esecutivo non vuole intralci, si vuole assumere ed esercitare tutto il potere possibile”.
Nel 2006 il popolo italiano bocciò nettamente la riforma costituzionale voluta dal Governo Berlusconi. Quel referendum dimostrò che i cittadini avevano la stessa idea di Stato e di democrazia dei costituenti. È stata una conferma della Costituzione. Un fatto importantissimo, volutamente rimosso: nessuno se ne ricorda più, nessuno lo cita più. I cittadini si sono già espressi su questo modello. Aggiungo: i maggiori giornali, le tv, le agenzie sono tutti schierati a favore di questo progetto. Tranne pochi, come il Fatto.
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SCHIFO DI STATO
Viviana Vivarelli

Berlusconi assolto dalle accuse di prostituzione minorile e concussione grazie al Pd che si è prestato ad aiutarlo con la Severino, che ha spacchettato la legge che gli avrebbe dato 7 anni e ha praticamente dissolto il reato. Vedete come sono tutti allineati a proteggere la Casta e il più delinquente di tutti i delinquenti, tutti compari: Monti, il Pdl, il Pd, il Governo delle losche intese, che da Monti a Bersani a Letta a Renzi prosegue indisturbato per il potere e l’immunità della Casta più corrotta d’Europa! Quando un potente è accusato di un reato, guardate come accorrono tutti, i cari delinquenti, in sua difesa! Basta cambiare le regole in corso di gioco e il peggiore di aggiudica la partita! Io salvo Penati a te e tu salvi Berlusconi a me. Una legge sola, cento delinquenti riverginati. E al resto penseranno quei pecoroni dei piddini, buoni solo ad applaudire le partite truccate, i bari di Stato, i menzogneri da burletta, tutti insieme, cittadini disinformati e coglioni e troll biechi come squadristi del nuovo fascio. Cambiata la legge, salvato il Caimano! E i ladri del Pd insieme! Alleluia! E tutti giù a inveire contro Grillo! Il capro espiatorio comodissimo per questi ladri di verità e di giustizia, il tiro al bersaglio preferito dai truccatori di regime, dai rettili di Stato, dai camaleonti dell’opportunismo e della cassa da salvare. Tutti ugualmente impudenti e arroganti, come una banda mafiosa. Se il Pd ha il delinquente Penati e il Pdl ha il deliquentissimo Berlusconi, che problema c’è? Si cambia la legge e torna la verginità anche al padrone del bordello. Una mano lava l’altra! Sono 20 anni che i due compari si alleano e si aiutano. Poi qualcuno ha anche la faccia come il culo di incolpare Grillo che non ha regalato i suoi voti a Bersani. Che siano grulli in parecchi passi, ma che si pretenda che siano grulli tutti gli Italiani, mi sembra che sia troppo!
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Non c’erano solo cene ‘eleganti’. Abbiamo visto anche una sentenza ‘elegante’.
E se non è prostituzione politica questa…. !
Di questo passo, il ministero europeo per il bordello di stato non ce lo leva nessuno.

RUBY, CAMBIARE LA LEGGE CON IL PD E FARSI ASSOLVERE. IL DELITTO PERFETTO DI BERLUSCONI
Gomez

B strappa un’assoluzione in 2° grado per il caso Ruby grazie alla legge Severino: il sedicente articolato anti-corruzione approvato nel 2012 da Pd e Pdl che, dopo aver permesso alle Coop di uscire prescritte dall’inchiesta sulla Tangentopoli di Sesto San Giovanni e a Filippo Penati di veder eliminate parte delle sue accuse, svolge ora egregiamente la sua funzione anche nei confronti dell’ex Cavaliere e neo Padre della Patria.
Spacchettare, mentre il processo Ruby era già in corso, il reato di concussione in due, stabilendo pene e fattispecie diverse per la concussione per costrizione e quella per induzione, ha significato spalancare la strada che ha portato il leader di Forza Italia al verdetto di 2° grado.
Niente di sorprendente, a dire il vero. Nel 2012, durante la discussione della legge, votata in nome delle larghe intese, più osservatori avevano fatto notare gli effetti deleteri delle nuove norme. E l’anno successivo, dopo aver visto finire nel caos decine di processi, anche l’ex procuratore antimafia e attuale Presidente del Senato, Piero Grasso, aveva lanciato l’allarme. La nuova legge, secondo lui, andava subito modificata.
Stavano saltando dibattimenti su dibattimenti e, per Grasso, anche il processo Ruby sarebbe finito in niente. “Mi pare”, aveva detto Grasso, “ che con questo nuovo reato non sia più punibile l’induzione in errore o per frode (la telefonata in questura in cui Berlusconi sosteneva che Ruby fosse la nipote di Mubarak ndr). Il comportamento prevaricatore potrebbe essere punito come truffa, ma nel caso di Berlusconi non c’è nessun aspetto patrimoniale”. Dunque…
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MA CHI SONO I TERRORISTI?
Paolo De Gregorio

Tra le espressioni che più alimentano la sfiducia negli uomini vi sono senza dubbio l’ipocrisia, la doppiezza, la menzogna professionale, che poi sono le qualità necessarie, indispensabili, per chi vuole emergere nella politica o nella informazione.
Tutto il mondo contemporaneo si regge sulla falsificazione scientifica dei fatti, sulla omissione delle notizie importanti, cercando di creare una opinione pubblica popolare che si occupi di cronaca spicciola, di sport, di pettegolezzi riguardanti personaggi noti.

Il più colossale e sanguinario “pacco” che fu confezionato dall’intreccio tra politica e “informazione”, tra autentici delinquenti, fu quello che fece iniziare la 2° guerra del Golfo, con l’aggressione all’Iraq, inventandosi le “prove inoppugnabili” sugli arsenali chimici di distruzione di massa, che poi non furono mai usati né trovati.
Bush jr, Blair, i media, i servizi segreti, in combutta tra loro hanno la piena responsabilità per le centinaia di migliaia di morti, di cui quattromila americani, e nessuno li ha accusati di terrorismo, visto che hanno usato il terrore che provocano i bombardamenti e le torture, per sostituire un capo di Stato di un Paese sovrano che non obbediva più agli ordini USA, ma che soprattutto poteva decidere di vendere il proprio petrolio a chi gli pareva e magari non in dollari.
Come funzionano veramente i rapporti tra Stati non ce l’hanno mai svelato i “giornalisti”, ma personaggi come Assange o il soldato americano Snowden che, a rischio della vita, hanno messo in Rete documenti “top secret”, che poi sono semplicemente il modo fraudolento di privare i cittadini di informazioni che riguardano il funzionamento delle cose, trasformandoli in sudditi.
La politica e la disinformazione omissiva dei media odiano la verità e se potessero uccidere gente come Assange o il soldato Snowden lo farebbero con gioia.
Propongo una elementare riflessione sul “terrorismo”, termine che viene quasi sempre usato a sproposito, appiccicato a minoranze che in genere combattono, con i pochi mezzi che hanno, invasori stranieri che occupano la loro terra.
I conquistadores spagnoli che si impadronirono con la violenza più bestiale dell’America Latina, imponendo a forza lingua e religione, rubando tutto ciò che c’era da rubare, perché non sono definiti dagli storici terroristi, ma quasi con il titolo onorifico di conquistatori?
E quanto al Nord America dove la peggiore feccia dell’Europa sterminò 10 milioni di indiani nativi per mettersi al loro posto, con la complicità della religione che si voleva espandere nel mondo, chi erano i terroristi?
E che dire dell’orrendo colonialismo in Africa e dello schiavismo?
E l’esercito regolare nazista che occupava l’Italia non fucilava i patrioti, che volevano cacciarli dalla loro terra, chiamandoli “Banditen”?
E oggi in Palestina, chi semina più terrore e morti con mezzi bellici spropositati, dopo aver occupato una terra che non gli appartiene?
Il termine terrorista va riservato a tutti coloro che fuori dalla propria nazione, attraverso la forza militare, massacrano i nativi con lo scopo di procurarsi una utilità, che in genere sono materie prime, manodopera a basso costo, siti strategici, colture pregiate.
L’unica nazione che possiede 900 basi militari sparse in tutto il mondo e che è stata protagonista di tutte le ultime guerre, dal Vietnam fino all’Afghanistan, comicamente ci spiega che la sua potenza militare ha lo scopo di difendere il mondo libero dal terrorismo, e politici e giornalisti confermano la panzana.
L’Europa non ha futuro se non recide i legami con gli USA, con la Nato, perché è nel nostro interesse economico una politica di PACE, senza spese pazze per gli armamenti (vedi F35), con integrazione economica con la Russia e tutto il mondo arabo.
Possiamo vivere senza la protezione di nessuno e costruire un mondo multipolare, che indebolisca per sempre l’idea e la pratica di una egemonia globale.
E’ di questi giorni l’ottima notizia che i cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) hanno stipulato un accordo che prevede una banca ed un fondo internazionale in concorrenza con la monopolistica Banca Mondiale e il FMI dominati dagli USA.
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RECALL
Viviana Vivarelli

Vi ricordate il recall, diritto di licenziare gli eletti quando fossero imputabili di reato o avessero tradito il mandato coi loro elettori? Vi ricordate che era richiesto dal M5S e scatenò insulti a valanga, perché cambiava l’assenza di mandato voluto dalla Costituzione, quando i tempi erano ben diversi e non si ammucchiavano in Parlamento decine di delinquenti protetti dall’immunità o da leggi cambiate appositamente da Ministri compiacenti? Bene! E quelli che difendevano con tanta foga il diritto degli ‘Onorevoli’ di non sottostare a limitazione alcuna né sul rispetto del programma con cui erano stati eletti né circa la loro condotta penale, cosa dicono oggi su una Monocamera di ‘nominati’ dal capo del Governo, che impone loro una ubbidienza cadaverica pena il licenziamento, come Renzi ha fatto con 4 dei suoi che chiedevano liberamente l’elezione dei Senatori? Cosa dicono questi fautori della libertà di scelta davanti a questa platea orrenda di ‘vincolati’ ad un uomo solo che fanno voto di ubbidienza cieca e assoluta, rinnegando ogni indipendenza di voto e giudizio?
E come sbraitavano spergiurando che una cosa simile non si era mai vista,mentre è la norma in 6 cantoni svizzeri, nella provincia canadese della Columbia Britannica, in Venezuela e, soprattutto, in numerosi stati USA.
O forse il loro concetto di democrazia è quale piuma al vento e cangia a seconda che debbano difendere Renzi o insultare Grillo.

Il recall è la possibilità da parte degli elettori di revocare qualcuno per indegnità dalla carica a cui è stato eletto. Anche il costituzionalista Ainis lo difende e il M5S lo chiede, come possibilità per i cittadini di revocare una carica a un eletto nel caso in cui ritengano che il mandato non sia stato svolto correttamente. In Europa è diffusa l’idea che l’operato degli eletti debba essere giudicato dagli elettori solo alla scadenza del mandato, con il voto: chi ha operato male, non sarà rieletto. Concetto condivisibile, ma che non mette la cittadinanza al riparo da ruberie, scandali e dissesti economici dell’immediato. In Italia poi, anche di fronte ad accuse circostanziate, chi ricopre una carica pubblica spesso non si assume le proprie responsabilità, nemmeno di fronte all’evidenza della colpa. Inoltre vige il principio che si vada ritenuti “innocenti fino a sentenza definitiva”. Poi se proprio il reo insiste, si può sempre liberarlo dall’impiccio della condanna cambiando la legge, come ha opportunamente fatto il Pd assieme a FI per liberare insieme Penati e Berlusconi.
Il caso più eclatante di rimozione a seguito di “recall” fu quello del governatore della California Gray Davis, cacciato nel 2003 perché giudicato responsabile del dissesto finanziario del più ricco stato d’America. Pochi mesi fa, invece, in Wisconsin, il Repubblicano Scott Walker è stato il primo governatore a sopravvivere a una procedura di “recall” avviata dai sindacati come risposta a una serie di provvedimenti antisindacali voluti da Walker. Per dare un’idea dell’ampiezza del fenomeno, va inoltre ricordato come nel 2011 in tutti gli Stati Uniti siano state più di 150 le procedure iniziate e circa la metà di esse hanno raccolto un numero sufficiente di firme per permettere l’organizzazione delle procedure di voto. Oltre al “recall” esiste anche l’impeachment, cioè il potere del Congresso federale e dei parlamenti statali di mettere in stato d’accusa ed eventualmente rimuovere tutti i pubblici ufficiali, inclusi i ministri, i governatori, i giudici federali e lo stesso Presidente degli Stati Uniti. Per coloro che ricoprono cariche elettive c’è quindi in alcuni casi un doppio sistema di controllo che prescinde dalle scadenze elettorali: uno scrutinio formato dai “pari” e uno dal “popolo”, entrambi in grado di revocare l’elezione.

RIDIEBASTA :- D

Barzelletta di Saverio

Una vecchia signora si presenta un giorno alla Banca del Canada portando con sé una borsa piena di denaro e dicendo di voler parlare con il Presidente della banca per aprire un conto. Gli impiegati la portano nell’ufficio del Presidente (il cliente ha sempre ragione!) e questi le chiede quanto vuole versare. E lei, buttando sulla scrivania la borsa dice: “165.000 dollari”. Il Presidente, curioso di sapere come aveva fatto ad ottenere tutto quel contante, glielo chiede. La vecchia signora risponde: “Ho fatto delle scommesse”. Il Presidente le chiede allora: “Scommesse? Che tipo di scommesse?”. La vecchia signora risponde: “Per esempio, scommetto 25.000 dollari che le sue palle sono quadrate”. “Ha! ha!” ride il Presidente “E’ una scommessa stupida. Lei non potrà mai vincere una scommessa di questo genere!”. La vecchia signora allora lo sfida: “Allora, accetta la mia scommessa?”. “Certo” dice il Presidente “Scommetto 25.000 dollari che le mie palle non sono quadrate!”. Allora la vecchia signora dice: “Dato che si tratta di un mucchio di denaro, posso portare con me il mio avvocato domattina alle 10 come testimone?”. “Certo!” dice fiducioso il Presidente. Quella notte il Presidente è veramente nervoso a causa della scommessa e passa un sacco di tempo davanti allo specchio a controllare le sue palle, girandosi a destra e a sinistra continuamente. Le controlla con attenzione finché non è sicuro di vincere la scommessa. Il mattino dopo alle 10 precise, la vecchia signora compare con il suo avvocato nell’ufficio del Presidente. Presenta l’avvocato al Presidente e ripete la scommessa: “25.000 dollari che le palle del Presidente sono quadrate!”. Il Presidente accetta di nuovo la scommessa e la vecchia signora gli chiede di abbassare i pantaloni, così tutti avrebbero potuto vedere. Il Presidente accetta.
La vecchia signora scruta attentamente le palle e poi gli chiede se può toccarle. “Va bene, in fondo 25.000 dollari sono un sacco di soldi, quindi credo che Lei debba essere assolutamente sicura”. In quel momento egli nota che l’avvocato sta silenziosamente sbattendo la testa contro il muro. Il Presidente chiede alla signora: “Che diavolo ha il suo avvocato?” E lei: “Niente, a parte il fatto che ho scommesso con lui 100.000 dollari che alle 10 di stamattina avrei tenuto per le palle il Presidente della Banca del Canada”.
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1549 27-7-2014- MICROPOLITICA E MACROPOLITICA

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MICROPOLITICA: Il pericolo della deflazione – La cooptazione del Pd – ‘La diaspora’ di Gilioli – Degradazione della sx italiana – L’abiezione di Renzi – Il ballista di Rignano – La disoccupazione europea sale – Fare opposizione – Evolvere – Il potere per il potere – Cavalieri del lavoro – Ladri negli enti locali – Renzi-Verdini, un’alleanza nel nome del padre – Padoan e gli eurobond
MA CHE STA SUCCEDENDO VERAMENTE NEL MONDO? L’aereo Malaysia Airlines- L’importante riunione dei BRICS e del MERCOSUR: nasce un nuovo FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE- EURASIAN ECONOMIC UNION – SOLIDARIETA’ ALL’ARGENTINA – Matrix

Blog di Viviana Vivarelli

La cosa stupefacente è che occorrono secoli di lotte popolari per conseguire uno straccio di democrazia
Poi basta che arrivi un cretino con la fregola del potere e in un amen la democrazia viene distrutta.

(Viviana)
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Pierluigi
Ciò che preoccupa è che certi “corsi e ricorsi storici”, come scriveva Vico, sono così tangibilmente veri da farci vivere la storia del passato come un deja vu..E tutto questo accade sempre nelle più gravi crisi economiche e sociali. Se si rileggono certi discorsi “patriotici ” di Benito Mussolini” si trovano cosi tante analogie con le moderne slide e le selfie di Renzi da rimanere sbalorditi. Il totalitarismo si può manifestare in chiave moderna anche esautorando il Parlamento “con improrogabili riforme, delegittimare in modo autoritario il Senato, togliendo all’opposizione ogni strumento democratico per combattere gli abusi, imbavagliando la magistratura.. Tutto oggi ricorda l’avvento di Mussolini, ieri con il beneplacito del Re, oggi di quello di un Presidente di 90 anni incapace di guidare un Paese ma egoisticamente attaccato al potere come un moribondo attaccato al suo letto di morte..Qui muoiono la Democrazia, la Libertà e i Diritti civili.
BISOGNA AVER PAURA

Vendola si beffa dell’opposizione ridicolizzandola con 2000 emendamenti
Chissà come si diverte a telefono con Renzi e Archinà!
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Quando lo capiran i Lenti, gli svegli non saran piu’ tanto Svegli.
Dormiranno…
Per sempre.
Piu’ che Ovvio che sia un Mostruoso Genocidio Soft Pianificato per un’Elite.

(grethe g)
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Rodotà ai 5stelle:
“…io non ero proprietario dei loro voti: non potevo impedirgli di indicarmi come Presidente, non sarebbe stato neanche leale nei loro confronti. Quindi in sostanza gli dissi: da questo momento, votate come vi pare. Ma non penso che avrei fatto un passo indietro più formale e definitivo se mi avessero chiamato dal Pd, specie dopo quello che era successo all’inizio di tutta la vicenda: quando si erano rifiutati di votarmi dicendo “non è dei nostri”. Ma come “non è dei nostri”? Sono stato parlamentare eletto nelle liste del Pci dal 1979 al 1991, poi primo Presidente del Pds: come potevano dire “non è dei nostri”?».

Perché la deflazione è un pericolo
Berluscameno

Il calo prolungato dei prezzi innesca un circolo vizioso che porta meno ricchezza, più disoccupazione e minori consumi.
La deflazione è il vero pericolo dell’economia europea, e italiana in particolare, visto che, insieme a quella greca, è quella più debole del continente. Il tasso d’inflazione dell’Europa a 17 è pari allo 0,7% (lo stesso livello italiano nel 2013) quando invece il livello ottimale si aggira intorno al 2%. Se la deflazione non viene combattuta rischia di innescare una spirale pericolosissima che aggraverebbe ancora di più la recessione. Un calo continuato dei prezzi innesca un circolo vizioso:
1) le imprese guadagnano meno ed hanno meno liquidità aziendale,
2) avendo meno capitali provenienti dall’attività commerciale, riducono la produzione e rinunciano a nuove assunzioni. Questo aumenta la disoccupazione con l’effetto di far circolare ancora meno denaro nel Paese. Non assumono (o, peggio, licenziano) e se non tagliano alimentano ancora di più la spirale perché si trovano costretti ad abbassare i prezzi dando ulteriore spinta alla deflazione.
Questo è il motivo per il quale bisognerebbe, almeno in questa fase, temere di più il calo dei prezzi, cioè la deflazione, più che il loro aumento, ovvero l’inflazione. E’ per questo motivo che, dopo la sciagurata decisione del 2008 della BCE di alzare i tassi d’interesse in Europa, la strada intrapresa dalla BCE è stata quella che ha portato a 0,25% il costo e denaro.
Un livello a un soffio dallo zero, così come ad un soffio dallo zero è il livello del tasso interbancario, quello che le banche si pagano a vicenda quando chiedono o prestano soldi reciprocamente. Gli effetti, però, non sono stati quelli che attesi e questo significa che la BCE, come tutte le banche centrali, non ha, in realtà, gli strumenti adeguati per indurre i prezzi a crescere (o non li possono usare per motivi politici).
Per questo la deflazione resta lo spettro che si aggira per l’Europa.

Da “La diaspora” di Gilioli

“Sopravvissuto agli scandali sessuali, alla scissione di Fini, alle vicende giudiziarie, alle sentenze della Consulta sulle leggi ad personam, alle sconfitte nelle amministrative e nei referendum, il Governo B IV viene abbattuto alla fine del 2011 dalla crisi economica, dall’esplosione dello spread, dalle pressioni internazionali, dallo spettro di un commissariamento dell’economia e quindi dallo smottamento ulteriore della sua già fragile maggioranza: che l’8 novembre, alla Camera, si ferma a 308 voti. Il giorno dopo Napolitano nomina Monti Senatore a vita. La sera del 12 B sale al Quirinale per dare le dimissioni. Tutto attorno, una folla festante…Il mattino dopo, domenica 13, il Presidente Giorgio Napolitano dà l’incarico a Monti, sostenendo tra l’altro che «tutti dovrebbero concordare sull’esigenza di evitare un precipitoso ricorso al voto».
«Si giocò tutto in poche ore e adesso, con il senno del poi, è facile giudicare. Quindi quello che dico non va inteso come un attacco alle decisioni prese in quei momenti, con lo spread sopra i 500 punti, l’emergenza economica, il rischio default dietro l’angolo. Però, certo: dopo la caduta del Governo B avremmo potuto e dovuto fare scelte diverse. E, in ogni caso, Monti avremmo dovuto farlo cadere noi parecchio prima, nella primavera del 2012, per andare a elezioni quell’autunno». Stefano Fassina in quel periodo era nella segreteria del Pd, come responsabile del lavoro: uno degli uomini più vicini a Bersani. Oggi, guardando indietro, ammette che accettare il Governo dei tecnici è stato un grave errore. A cascata, tutti gli errori successivi.
1°, il voto favorevole alla riforma delle pensioni. «Anche qui, è chiaro che abbiamo sbagliato», dice Fassina. «Però la legge Fornero era contenuta nel decreto di stabilità approvato in fretta e furia appena Monti era diventato premier e in quel momento non c’erano le condizioni per fare diversamente. Eravamo consegnati nelle mani del Professore, che era considerato da tutti il salvatore della patria. Quella cosa fu approvata in 5 giorni: ci sentivamo in emergenza completa. E poi avevamo appena votato la fiducia al Governo Monti: sull’atto più importante, la legge di stabilità, quello su cui era nato lo stesso Governo, non potevamo fare altro».
Errore successivo, aver sostenuto l’esecutivo anche quando B lo aveva già mollato: «Dopo le elezioni amministrative del maggio 2012 B era ancora formalmente nella maggioranza, ma si comportava come se fosse all’opposizione», ricorda Fassina: «Insomma noi siamo rimasti lì con il cerino in mano a sostenere da soli le politiche di austerity. Io allora ebbi l’ardire di dire che dovevamo anticipare la nuova legge di stabilità e andare a votare a ottobre, ma fui massacrato in modo pesantissimo nel mio stesso partito, con tanto di richiesta di dimissioni. Penso che invece avremmo dovuto fare proprio così. Cioè dire: “questa è stata l’emergenza ma non può essere il nostro programma, noi abbiamo un altro progetto e adesso che la fase più grave è passata si va alle urne”. Ripeto: fui bastonato pesantemente, solo per averlo proposto».
Ulteriori errori: il fiscal compact e il pareggio di bilancio: «Averli appoggiati fa parte di quella subalternità che ha viziato il Pd fin dall’inizio. Se avessimo avuto una qualche autonomia culturale, noi di sx, avremmo potuto pressare Monti per ottenere almeno delle clausole migliori. Lo sbaglio stava nell’accettazione da parte del Pd del paradigma liberista adottato fin dal discorso di Veltroni al Lingotto».
Ancora più duro sul Governo Monti è Landini: «La sx non aveva alcuna proposta alternativa a quello che ci avevano detto di fare Trichet e Draghi nella loro lettera dell’estate 2011. Così, quando cadde il Governo B, si scelse di non andare a votare e di appoggiare il Governo dei tecnici. Fu un errore tragico: per un anno ci siamo bevuti la ricetta imposta dalla Troika, dalla riforma delle pensioni al pareggio di bilancio. L’appiattimento del Pd a quelle politiche, durante quel periodo, è stato decisivo nell’aprire le praterie al risultato di Grillo nel 2013».
Vincenzo Vita, ex Senatore Pd, offre un racconto di quei giorni ancora caldo di emozione e a tratti agghiacciante: «Il partito non aveva capito l’importanza di quello che stava facendo. Quando cercavo di spiegare ai colleghi del mio gruppo che stavamo votando una cosa demenziale, tutti mi rispondevano: “ma Vincenzo, qui cade il Governo”. Non ci fu nemmeno l’agio di un confronto né nel partito né tra i parlamentari: neppure sul pareggio di bilancio che pure ebbe un percorso lungo, in quanto modifica della Costituzione. Niente: era una cosa calata dall’alto e noi dovevamo adeguarci per non far cadere Monti. Io ci provai fino all’ultimo: ancora nel giorno del voto finale, nell’aula di Palazzo Madama, passai tra i banchi dei miei compagni per cercare di parlare con loro a uno a uno, ma senza alcun successo. Mi dicevano: “lascia stare, dai, lascia stare”. Perfino Ignazio Marino mi rispose: “Vincenzo, non ho studiato bene il dossier”. Ma quale dossier? Ma cosa c’era da studiare? Era evidente che non aveva alcun senso quella roba, proprio a livello di logica elementare. Ci stavamo mettendo in una gabbia di ferro da soli, senza motivo, e lo stavamo facendo perché “altrimenti cadeva il Governo”. Rimasi quasi solo. E non mi riferisco soltanto al mio partito, ma anche al mondo della sx italiana, che con pochissime eccezioni non comprese assolutamente la rilevanza di quel passaggio».
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Video della costituzionalista Lorenza Carlassare per le Festa della Repubblica

“Faccio gli auguri a questa Repubblica e a questa Costituzione che ne hanno molto bisogno. Da decine di anni ripeto le stesse cose constatando come i problemi sono sempre gli stessi, e, anche se cambiano le facce e le parole d’ordine, si ripropongono le stesse riforme. Da sempre il percorso riformatore ha la stessa direzione autoritaria, i nostri governanti si riempiono la bocca con la parola democrazia ma cercano di eliminare la voce del popolo fin che sia possibile.
Con la riforma del Senato e della legge elettorale vediamo lo stesso intento: un Senato non elettivo, mentre sarebbe opportuno far eleggere il Senato dei popoli delle Regioni e non un Denato del Governo delle Regioni, ma così senza elezioni al popolo si taglia la lingua, poi si fa una legge elettorale che dà un premio di maggioranza esagerato, perché sia sicura, ma quando si parla di maggioranza è il 51% e non chi ha il 35 o il 37% il che vuol dire che il 65 o il 63% è fuori dalla maggioranza che governa, ed è una enormità. Alzare poi la soglia, all’8% per chi non è coalizzato vuol dire chiudere di nuovo la bocca ai cittadini ed evitare le voci dissenzienti dentro il Parlamento. Si parla poi, e lo dico con orrore, di ‘Partito Nazionale’, e spero proprio che non ci sia un partito di tutta la Nazione, spero che dentro la Nazione continuino a resistere molti partiti. Sono 2 i rischi: la democrazia, e il tentativo di togliere il costituzionalismo, che nasce per porre limiti e regole al Potere che naturalmente il Potere non gradisce assolutamente. Così si cerca di eliminare il costituzionalismo per eliminare le funzioni di garanzia.
Per avere le mani libere, il Potere attacca la democrazia costituzionale, che è basata sul pluralismo e non è un monopartitismo, per cui si progetta riforme costituzionali e legislative volte a realizzare la concentrazione del potere, neutralizzando le funzioni di garanzia ed eliminando il pluralismo, le opinioni non conformate, e lo fa da tempo con leggi elettorale per eliminare dalle istituzioni le voci contrarie al blocco egemone. Si è formato un blocco egemone, ma dietro la rappresentanza ci sono i desideri e gi interessi di persone che sono rimaste senza tutela. Di fronte a troppe domande sociali che non possono essere soddisfatte si eliminano i canali attraverso queste domande arriverebbero al potere, lasciando troppi senza tutela. Il blocco di potere è formato ormai da decenni, in Parlamento certi interessi della gente da tempo non ci sono più e si tenta di riprodurre il sistema elettorale illegittimo da poco annullato dalla Corte Costituzionale.”

Viviana Vivarelli

Un partito di “sx” senza un minimo programma, senza un minimo straccio di ideologia che fornisca quantomeno un metro di giudizio per poter dire “questo è giusto, questo è sbagliato”, è mai possibile?” (Sebastiano)
Eppure è questo che è avvenuto: un partito come il Pd, che discende da quella che fu la terza forza di sx europea, distrutto progressivamente dopo la morte di Berlinguer da persone vili e incapaci, guidate da tipi come D’Alema che già nella sua bieca bicamerale mostrava il compromesso con B,un intero sistema democratico ridotto a fare da stampella a quel neoliberismo spietato, radicale, cinico, che la sx era nata per combattere, un sistema capitalista cieco ed efferato che, dato ormai come imploso su stesso perché distruttore di futuro, è sopravvissuto grazie all’inerzia gravissima di una sx che ha rinnegato se stessa, che ha tradito il suo mandato storico, che ha ingannato e venduto i suoi elettori, con un popolo bolso e cretino che ha eletto da solo il proprio boia, che ha accettato di tutto: l’alleanza stretta con B, la distruzione sistematica della democrazia, il peggior sistema di sfruttamento mondiale e i suoi ordini ubbiditi ciecamente, un iperliberismo finanziario barbaro e antiumano negatore di ogni valore, con l’Italia venduta alla finanza, e i nostri beni sociali, i nostri servizi, i nostri diritti regalati a una cricca di banchieri gangster e di speculatori finanziari. E per che cosa?
Per permettere a una banda di politici corrotti di stare attaccati alle loro poltrone e impuniti per i loro reati!
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Mario Miguel Moretta
E’ a dir poco singolare la rilettura storica degli uomini del Pd su quelli che dovrebbero essere stati gli errori madornali compiuti dal Pd, dopo la caduta del Governo B. Ed è a dir poco colpevole la non ammissione di ben 15 anni di totale assenza di progettualità politica da parte di un partito che si adagiato alle ritualità e alla sostanza del peggior doroteismo possibile. Cosa hanno prodotto in termini di proposta politica alternativa il Pd di D’Alema, quello Veltroni, quello di Franceschini, quello di Bersani e quello di Epifani ? Quale reale, cogente e intransigente opposizione possono vantare questi ipocriti alfieri della Casta nei confronti del cdx delle leggi ad personam, nei confronti del conflitto di interessi, del Porcellum, del falso in bilancio, delle vergognose leggi Cirami, Gasparri, Cirielli e compagnia cantante?
(ed è nelle mani di questi vili incapaci, di questi traditori della Patria, che noi mettiamo oggi la distruzione della Costituzione e la rovina del nostro Paese?)

LA DEGRADAZIONE DELLA SX ITALIANA
Viviana Vivarelli

La sx italiana è gravemente colpevole di aver rinnegato tutta la propria storia, le proprie finalità di lotta al capitalismo, di difesa dei deboli, di sostegno del lavoro, di tutela della giustizia sociale. La sx italiana, dopo Berlinguer, si è degradata sempre più fino ad arrivare a quel Pd italiano che oggi è la pecora Dolly del capitalismo peggiore, è colpevole di essersi contaminato coi peggiori vizi del liberismo, di aver tradito il Paese e i propri elettori, di averli ingannati con una propaganda disinformante e patologica, sostenendo come un corpo morto prima Monti, esecutore del Fondo Monetario, poi l’imbelle e debole Bersani, poi Letta che era uomo del Bilderberg e dell’Aspen buono solo a favorire gli interessi delle banche, infine questo Renzi che è emerso mostrando già nei suoi 100 punti all’alta finanza di essere il servo giusto della Bce e della Merkel, il loro uomo di fiducia, quello che avrebbe governato alla luce del sole assieme a Berlusconi, portando avanti tutto quel peggio che nemmeno a B era riuscito, nel peggiore inciucio della storia italiana, in un gigantesco plagio di gente incapace di intendere e volere, beffando i propri elettori, tradendo i loro principi, rafforzando e rendendo ancora più impunita quella casta che prometteva di rottamare, mentre svendeva i beni materiali e morali di noi tutti, mentre distruggeva cinicamente quei valori e diritti per cui migliaia di Italiani erano morti combattendo per una democrazia che noi, oggi, dimostriamo di non saper nemmeno rispettare. E non è un suicidio politico, questo, cos’è?

L’ABIEZIONE DI RENZI
Viviana Vivarelli

Renzi si sta dimostrando il miglior servo della Troika, della destra iperliberista e anche del nostro pregiudicato nostrano nei suoi particolarissimi e micidiali interessi, mentre collabora attivamente per portare avanti, nella massima fretta e marciando sulla peggiore manipolazione mediatica mai vista, verso la distruzione totale dei nostri diritti democratici e la svendita vergognosa del nostro Paese.
In questo piano diabolico il caro Renzi è disposto a tutto, coi voti succubi e vili del Pd, pur di far carriera e diventare Capo di uno stato presidenziale assoluto e B lo appoggia sperando col suo aiuto di cancellare le proprie colpe e condanne, iniquo, astuto e profittatore fino all’ultimo. Uno sciagurato che mai sarebbe andato al potere se i Ds non gli avessero aperto la porta. La viltà del Pd è così schifosa da far tremare le vene nei polsi. Nemmeno il Governo Petain che tradì la Francia consegnandola ai nazisti raggiunge l’onta di questo partito ormai privo di qualunque referenza che non sia la resa e il tradimento. Tutto in fondo era già scritto nei rapporti continui che in questi anni ci sono stati tra Renzi e Verdini,nei lauti fondi che B ha passato a Renzi, nei frequenti incontri in cui un ceffo da galera come Verdini ha ‘allevato’ il pivello rampante, nel suo programma alla Leopolda stilato da Gori che era lo stesso che fece il programma di B, nell’appoggio cospicuo datogli dalla Compagnia delle Opere e dall’Opus dei che sono il peggio della dx cattolica italiana Con questi appoggi (corrotti con in testa B corruttore massimo, destra cattolica, banche e poteri finanziari e iperliberismo) un individuo di basso livello e spessore come Renzi, un venditore di pentole, ha riportato l’Italia al fascismo.

Mi pare chiaro che Renzi è stato messo su solo perché è un servo totale della Troika e difenderà fino all’ultimo gli sporchi corrotti del Potere, facendo solo gli interessi del capitale e rimandando in eterno quello di cui il popolo italiano ha veramente bisogno, con l’alibi che prima “si devono fare le riforme che gli Italiani chiedono e che l’Europa vuole”. La bugia è talmente grossa e talmente sbugiardata dai fatti che vedere lo zelo salivante con cui i media la ripetono fa solo vomitare.
Mi fanno ridere quei troll di poco cervello (con un certo Renzo in testa che faceva da influencer) che tentavano e tentano tutt’ora di attaccare Grillo come fascista, Duce, seguace della Aspen, capitalista a servizio del capitalismo, quando sotto gli occhi di chiunque li abbia aperti è totalmente evidente che è proprio il Pd, manovrato da un Renzi osceno e cinico, sta distruggendo la nostra democrazia, ci sta gettando in un baratro orrendo, si lega indissolubilmente agli interessi della grande finanza. Ma fanno compassione e sdegno quanti, in buona fede o in mala fede, difendono le mostruosità in atto, o perché non ne capiscono l’importanza, o perché sono geneticamente portati a difendere il male. In quanto ai piddini in Parlamento, il loro squallore è talmente grande che solo la storia potrà dare loro la giusta condanna.

IL BALLISTA DI RIGNANO
Viviana Vivarelli

Pensate a quanto sono immonde le balle dei media! Quegli stessi che due settimane fa inneggiavano a un Renzi decisionista che avrebbe rallentato la morsa della Troika sull’Italia, che non ci avrebbe esposti alla multa di 50 miliardi l’anno per non aver saputo tenere a freno la spesa pubblica (ma questo i media non lo accennano nemmeno!), che non ci avrebbe condannato alla svendita dei beni pubblici e dei beni comuni o alla liberalizzazione dei servizi, ma ci avrebbe dato progresso e sviluppo, rimettendo in moto la macchina economica.
Balle, solo balle! Balle le promesse di Renzi, e balle le informazioni dei media che esaltano in esse peggio che il nulla: la frode!
E la verità invece qual’era? Che la Merkel non ha ceduto su nulla. Che l’adesione aberrante al fiscal compact ci condanna peggiore di prima. Draghi è stato chiaro: non ci sarà nessuna flessibilità. Si continua coi tagli. Riformiamo invece le democrazia, ovvero: facciamole sparire! Al grande capitale la democrazia non interessa, anzi è stata sempre la sua mortale nemica.
E Juncker, un altro infame fautore dell’austerità, rivotato all’unanimità da quel Ppe a cui pure appartiene Renzi: “Serve la crescita, non finanziata da debiti che sono solo un fuoco di paglia. Abbiamo bisogno di investimenti, di un pacchetto di investimenti e un programma con un obiettivo: mettere le persone al centro della società”.
Balle, solo balle! Ma quale persona umana al centro delle scelte politiche??!! Ma quando mai il grande capitale si è interessati dal valore della persona umana!!??
E quali investimenti per la crescita??? Gli stessi che non abbiamo mai visto in tutti questi anni??? I tagli ai diritti e ai salari?
Contro le balle propagandistiche che ci hanno propinato sinora il Fiscal compact non si tocca. Di investimenti reali per la crescita non c’è neanche l’ombra. Della ripresa europea la Bundesbank se ne frega. Keynes è morto. Draghi non è Roosevelt. Avanza invece con la massima velocità il piano diabolico contro la democrazia. Contro la libertà. Contro i diritti dei popoli.
Lo ha dettato anche la Goldman Sachs, la principale banca di investimento USA: “Nella Costituzione italiana c’è ‘troppa democrazia!”. L’osceno votato in parlamento a questo tende: a tagliarla via!
Ma per quanto tempo potrà andare avanti questa mostruosità? Non si riesce nemmeno a capire come dei partiti possano ubbidire all’assurdità europea che la Merkel ha preteso, che la Bce ha imposto, che il Pd ha votato e che Renzi, con un cinismo feroce e arrogante, sta portando avanti, la gigantesca assurdità di credere che ci si possa salvare facendo lievitare il debito nazionale con un doppio interesse bancario(la Bce che presta all’1% alle banche e la banche che prestano a tassi usurai agli Stati), senza una vera Banca centrale che presti direttamente agli Stati, stroncando il debito, senza una reale politica di crescita, investimento, sviluppo e lavoro (come fece Roosevelt col New Deal dopo il 29) ma creando un sistema di usura fallimentare, di disoccupazione crescente, di fallimenti a catena, di banche che non concedono più credito, di stati morosi persino nei loro debiti al privato, e per di più con Banche che ricevono la bellezza di 1000 miliardi a condizione di favore e che li investono solo in Bot, titoli tossici e speculazioni finanziarie? Come si può pensare che con questa macro-mafia, con questo sistema di usura legalizzato, con questo strozzinaggio perpetrato sui popoli, con questi tagli progressivi alla democrazia, ci si possa salvare? Il debito pubblico italiano cresce al ritmo di 20 miliardi l’anno. E non sarà certo la ridicola vendita delle auto blu di Renzi a farlo diminuire. Né la finta abolizione del Senato. Né le liste bloccate. Né la finta abolizione delle Province. Né i tagli alla sanità e alla scuola. Né l’abolizione che Renzi ha promesso delle pensioni sociali e di reversibilità. Ma quanto ci vuole perché anche i più lenti capiscano che stiamo andando verso l’autodistruzione?

LA DISOCCUPAZIONE EUROPEA NON SCENDE
Berluscameno

L’ex Presidente della Fed, a su tempo, aveva posto come obiettivo prioritario della politica della banca centrale Usa la discesa della disoccupazione al di sotto del 6,5%, obiettivo confermato dall’attuale Presidente Janet Yellen. E i dati diffusi venerdì dicono che in USA la disoccupazione è scesa in aprile al 6,3%.
Poco più della metà della media europea, che è all’11,8%, e meno della metà del tasso italiano, al 12,7%. Una differenza abissale.
Potremmo chiedere spiegazioni in merito ed il motivo a quegli economisti comunemente definiti “liberisti”, o magari al tetragono commissario europeo Olli Rehn. Loro probabilmente comincerebbero a decantare le virtù del mercato del lavoro americano, completamente deregolamentato, dove si può assumere o licenziare senza alcun problema o limite. E’ questa la stella polare dei tecnocrati e della maggior parte dei politici europei, insieme al consolidamento dei conti pubblici, cioè alla riduzione di deficit e debiti. Ma i fatti dicono che è il primo obiettivo (sopra indicato) ad essere considerato più importante, e, se gli Stati europei perseguono quello, gli arcigni custodi dei decimali (austerici) sono disposti a chiudere un occhio – e anche tutti e due – sul resto. Vedi l’atteggiamento verso la Spagna, dove il Governo Rajoy ha fatto una durissima riforma del lavoro, cosa che gli è valsa una tolleranza clamorosa sull’aggiustamento dei conti pubblici, che continuano a presentare un deficit alle stelle.
Ma è davvero quello il motivo della macroscopica differenza Usa – Europa? Prima della crisi del 2007 il mercato del lavoro Usa era deregolamentato come ora, quelli di vari paesi europei molto meno di adesso, ma la disoccupazione non era così distante. Negli Usa era al 4,6%, vicina al minimo storico (sarebbe più che raddoppiata l’anno dopo, balzando al 9,6%); nella UE al 7,2: una differenza di 2,6 punti, giustificata dal fatto che negli anni precedenti la crescita era stata molto più vivace oltre Atlantico (Pil Usa: 2004 +3,1%, 2005 +4,4%, 2006 +3,2%, contro una crescita nell’Ue di 2,4%, 1,7% e 3,1%). Dopo lo scoppio della crisi del 2007 la percentuale dei senza lavoro americani è arrivata a superare quella europea, ma poi dal 2010 ha cominciato a scendere, mentre ne frattempo in Europa si impennava.
Tutto merito di Bernanke? Anche, ma il Presidente della Fed non è stato lasciato solo.
Vediamo come sono andati i conti pubblici americani. Vediamo l’andamento del deficit pubblico in rapporto al Pil. (Defict/PIL). Nel 2009, l’anno più terribile della crisi, ha toccato il 10%, e negli anni seguenti è sceso solo di poco alla volta, nonostante le battaglie parlamentari dei Repubblicani e soprattutto della loro componente più fanatica, il Tea-party.
Nel 2013 era ancora a circa il 4,5%, quest’anno scenderà intorno al 4% e le previsioni per gli anni successivi ci dicono che arriverà al 2% solo nel 2018, mentre per il 2019 si prevede addirittura una leggera risalita. Nel frattempo il debito pubblico si è impennato, superando il 100% del Pil e quasi toccando il record della seconda guerra mondiale.
Ma, come si è visto, Obama non se n’è preoccupato più di tanto, continuando a far approvare bilanci in deficit. Vediamo perché è quella la strada giusta: il rapporto deficit/Pil ha cominciato a scendere, perché la crescita non è stata ammazzata dalla “stupida austerità”: è il Pil più alto, non i tagli al bilancio, che sta facendo scendere il rapporto deficit/Pil.
Nel frattempo in Europa, dove comanda l’ossessione del pareggio di bilancio e della riduzione del debito, non si è solo impennata la disoccupazione, ma anche il rapporto deficit/Pil: negli anni della crisi il debito medio dell’ eurozona è passato dal 65 al 95% del Pil, anche perché quest’ultimo non solo non è cresciuto, ma è ancora del 3% inferiore all’inizio della crisi.
Chiunque fosse in buona fede non potrebbe fare a meno di ammettere che le politiche restrittive sono fallimentari. Noi invece dobbiamo stare a discutere con la Commissione UE che ci chiede altri tagli per inseguire la chimera di un “pareggio strutturale” calcolato per giunta con metodi che – più che sbagliati – appaiono surreali(!). Chiunque sia in buona fede dovrebbe ammettere che la disoccupazione non si combatte con un aumento della precarietà del lavoro e una ulteriore diminuzione delle retribuzioni. Noi invece siamo costretti a discutere su emendamenti peggiorativi al decreto sul lavoro a tempo determinato, già sbagliato di suo, perché la destra italiana non ha nulla da invidiare al Tea-party quanto a ottusità reazionaria.
La Spagna quest’anno crescerà a un ritmo doppio del nostro, dell’1,5% secondo quanto sostiene il Governo di Madrid. E’ perché ha fatto una dura riforma del lavoro? Oppure perché l’anno scorso ha avuto un deficit del 7,2% del PIL e quest’anno dovrebbe averlo al 5 % del PIL (e molti pensano che alla fine sarà di più)? Rispetto al nostro Pil il 7,2% del PIL fa più di 110 miliardi: come sarebbe la nostra crescita se l’anno scorso avessimo iniettato 110 miliardi nell’economia?
La conclusione, purtroppo, è sempre la stessa. Ai “poteri forti” in Europa e in Italia importa poco della disoccupazione, della crescita, della condizione dei cittadini: quello che importa è usare la crisi per imporre un modello di società che cancelli il più possibile delle conquiste del secolo scorso, dai diritti dei lavoratori allo Stato sociale. E se poi quel modello porterà altre crisi, anche questo non è importante: la crisi non è per tutti.
Ma ormai vi è chi (studioso di economia) è in grado di smascherare le falsità teoriche dell’economia teutonica e degli inossidabili austerici!

Il problema dell’Italia ormai non sono le riforme, ma i riformatori.
(Viviana)
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EURO BOND
berluscameno

Che forza Padoan ! E’ proprio un genio. Vuole vedere la crescita e la predice come prossima : ma nulla dice su chi dovrà fare gli investimenti per crearla. Basterebbe andare in giro per le Regioni italiane visitando le imprese, specie quelle medio e piccole che rappresentano il 90% del tessuto produttivo, per capire che la ripresa non c’è e non c’è mai stata.
Personalmente credo che il nostro Paese-ormai – non ce la può più fare.
Il punto di non ritorno è stato decisamente oltrepassato.
Quest’anno il PIl calerà di nuovo (ordinativi non ce ne sono e quei pochi che lavorano con l’estero stanno rallentando) e questo a fronte di un previsionale del DAF governativo di una maggiorazione del PIL di quest’anno del +0,8 (ed a questo punto dell’anno? Ma è solo un sogno di Padoan ?).
E questo fatto obbligherà il Governo ad una manovra correttiva.
Dal “fate presto” a fare la manovra della BCE (con relativa emissioni di Euro-Bond) -se non ricordo male -sono passati almeno 2 anni , ma si è udito solo un silenzio assordante da parte dell’Europa.
Recentemente intervistato dal «Corriere della Sera», Delrio (vice di Renzi ) ha rilanciato una soluzione drastica per far tornare a dimensioni più umane i debiti pubblici dei paesi dell’UE in drammatica difficoltà.
La «strada nuova, non improvvisata né avventurosa» da percorrere è quella dell’emissione da parte della BCE degli «euro – bond». Ovvero la creazione di un fondo federale europeo al quale ogni Stato conferisca un pezzo del proprio patrimonio immobiliare e non, come le aziende pubbliche. Sulla base di questi asset che sono «garanzie reali», che possono essere utilizzate «in parte per investimenti strutturali ed in parte – spiega Delrio – per alleggerire il debito pubblico sovrano. A quel punto il Governo non faticherebbe più a trovare 3 miliardi di euro l’anno dalle privatizzazioni, ma taglierebbe subito il debito pubblico del 25- 30%». La proposta Delrio viene da lontano, e come ricorda lo stesso sottosegretario una delle versioni è stata ideata da Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio. Una proposta tutt’altro che irragionevole, che ovviamente per l’Italia e i paesi ad alto debito sarebbe una mano santa: oltre a scendere di botto a un rapporto debito/Pil del 100%, diluiremmo il nostro «rosso» con gli ottimi asset dei nostri vicini ricchi e «nordici». Accollando di fatto parte dei sacrifici anche a loro. E questa è proprio la ragione principale per cui la Germania ha sempre visto come fumo negli occhi la mutualizzazione del debito, che per i tedeschi equivarrebbe peraltro alla fine dell’austerità e delle riforme vere nei Bilanci dei «PIIGS». Insomma, lanciare questa proposta ora significa agitare un drappo rosso davanti agli occhi della Merkel e del suo ministro delle Finanze Schauble.
Quando era capo-economista dell’OCSE, il ministro dell’Economia italiano Padoan si era detto in diverse occasioni molto favorevole alla emissione di euro–bond da parte della BCE. Da ministro dell’economia non dovrebbe aver cambiato idea sul piano teorico; ma certo Padoan non sembra condividere (ora) l’opportunità e la praticabilità della proposta Delrio. E così ai cronisti che chiedevano lumi in merito, il ministro dell’Economia si è chiuso a riccio con un secchissimo «no comment» che pare tutt’ altro che un endorsement per Delrio.
Tanto più che a Via Venti Settembre ricordano che pochi giorni fa Padoan ha firmato insieme proprio a Schauble un editoriale sul WSJ per dire che «Berlino e Roma sono d’accordo su come dovrebbe essere l’agenda economica dell’Europa prefigurata con il Piano di Stabilità ed il Fiscal Compact ». E anche sulla riduzione dei debiti pubblici per i due ministri non c’è spazio per «innovazioni»: «tutti i Paesi dell’Eurozona – avevano scritto – dovrebbero prendere le giuste misure per mettere il debito pubblico di ciascun Paese UE su un percorso declinante – ovviamente per farlo diminuire tramite la normativa prevista dal Patto di stabilità e dal Fiscal Compact».

FARE OPPOSIZIONE
Viviana Vivarelli

Qualcuno riesce ad accorgersi che in 20 anni da parte del Pd un vero ostruzionismo alle leggi di Berlusconi non è stato fatto mai? Qualcuno ha visto mai, in questi 20 anni, qualche sforzo congiunto della cosiddetta sx che assomigliasse anche vagamente alla lotta disperata dei 5stelle contro un golpe autoritario allo Stato italiano?
Anzi, quando c’erano da votare iniquità di grossa taglia come lo scudo fiscale o le leggi ad personam, c’erano diessini come D’Alema che si assentavano apposta dall’aula, affinché, anche con le scarse presenze dei berlusconiani, le schifezze potessero passare, e c’erano persone che si dicevano di sx come Bertinotti che erano ben liete di tutte le opportunità della loro carica e arrivavano a difendere la casta dimenticando qualunque cosa fosse mai stata di sx.
E’ in questo modo che con meno di 20 voti Berlusconi è riuscito a far passare,in questo ventennio,7.500 tra leggi e decreti, ignominiosi. E nessuna di queste schifezze è mai stata cambiata o corretta dai successivi governi di csx, in nome di una mafia del potere che ormai è senza colore e senza onore.
Compari e debosciati, apparentemente avversari, ma intimamente uniti in una colla comune, oggi come sempre.
Certo che per salvare la Costituzione i piddini non solo non sarebbero saliti sui tetti, ma nemmeno sulle sedie!
E ora che un gruppo di resistenti fa in Parlamento quell’opposizione dura che in 20 anni la cosiddetta sx non ha saputo fare mai, uno come Zanda ha la faccia di dire che le loro parole sono ‘luride’! E lo dice quando lui stesso appoggia il piano losco di distruzione della democrazia di un pidduista mafioso, quando lui stesso ha tentato di portare alla Camera un progetto per cacciare a forza di legge l’opposizione da Parlamento, quando lui stesso si è piegato al gioco sporco di asservimento del nostro Paese alla finanza internazionale, calpestando qualunque valore di indipendenza, di libertà, di democrazia di futuro degli Italiani.
Davvero è questa gente ‘lurida’ e senza luce!
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EVOLVERE
Viviana Vivarelli

Sapete quali sono i veri movimenti evolutivi della storia?
Quelli che, nel marasma comune e nei tempi di maggiore crisi, raccolgono in un unicum le spinte di pensiero nuovo che si determinano qua e là, come reazione della collettività ai guai e ai vizi che la fanno soffrire.
E i veri precursori sono coloro che questa rinascita comune la incarnano e la rappresentano visibilmente. Essi sono gli antesignani e gli apripista. Quelli che aprono la strada nella selva buia a tutti gli uomini di buona volontà.
Essi sono le figure su cui si appuntano i desideri di molti e che possono portare al meglio il futuro di tutti.
E’ fisiologico, è sempre successo nella storia, che non saranno capiti da chi ancora è attaccato al vecchio, da chi stenta ad aprirsi a idee nuove, dai parassiti mentali, dagli opportunisti.
Ed è ovvio che saranno attaccati dalle forze conservative o regressive della comunità che vedono nel mutamento in avanti solo la propria distruzione.
E’ storicamente provato che le forze peggiori del Paese si raccoglieranno in massa compatta per cercare di bloccare il progresso che avanza e che nasce come desiderio universale.
E’ anche possibile che i precursori, nella loro vita, debbano soffrire, oltre agli attacchi e agli insulti, la delusione e vedere temporaneamente frustrate le loro speranze. E’ quasi certo che dovranno conoscere la sconfitta e che conosceranno il sapore amaro dell’abbandono.
E’ successo a tutti, a Gandhi come a Mandela.
Ma, se i capostipiti rappresentano il futuro, se sono la voce che parla per conto del mutamento e delle aspirazioni di tanti, ci sarà evoluzione infine e anche le parti meno evolute della collettività godranno dei benefici che il cambiamento in meglio porterà a tutti
E quel cambiamento si chiama autonomia, si chiama indipendenza, si chiama libertà, si chiama democrazia.
E non è poi così impossibile che, prima o poi, lo vedano tutti.

IL POTERE PER IL POTERE
Viviana Vivarelli

Ormai sono sparite le ideologie, i valori, i principi, la sopravveste delicata con cui gli ambiziosi mascherano la loro ingordigia per mostrarsi meglio di come sono. Resta solo la lotta del potere per il potere. E di questa lotta Renzi e Berlusconi sono gli esempi più spregevoli e accaniti. Uno è giovane e bellicoso, l’altro talmente vecchio e mummificato che dovrebbe solo andarsene e resta in piedi solo grazie al puntello del potere, offertogli da Renzi e dal Pd, perché non c’è elisir di lunga vita migliore del potere.
Il potere intossica chi lo usa come una droga e oggi siano arrivati a quantità di overdose da paura.
Il Presidente Leone, che è stato uno dei peggiori presidenti della Repubblica italiana, ovviamente dopo Napolitano, diceva: “Cummannà è meglio che fottere”.
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Il lupo trovò l’agnello alla sua mensa.
E subito lo accusò di volerlo mangiare.
Così Napolitano accusa il Movimento di autoritarismo.
Così fanno i malvagi che proiettano sugli altri come intenzione quello che loro fanno come occupazione.
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Viviana
Io vorrei una sola dittatura:
quella del bene comune, della partecipazione democratica, del controllo dal basso del potere, della punizione dei delinquenti, del premio ai meritevoli.
Travaglio lucidamente ridicolizza la frasetta di Renzi sulla pretesa ‘dittatura della minoranza’, tirata fuori come il coniglio dal cappello dal maghetto di turno che tenta di spacciare spifferi per lalleri per mascherare la propria corsa al potere. Frasetta estremamente incongrua dal momento che serve a stroncare il dibattito sullo scempio della Costituzione di chi vorrebbe discuterla in tempi ragionevoli e non sbrigarla in una settimana alla svelta, in modo raffazzonato, come fosse un articoletto del codice della strada.
Dittatura della maggioranza.. dittatura della minoranza… ma cosa si dovrebbe dire della dittatura di un uomo solo che si porta un intero Stato a rimorchio?
I tempi cambiano. Le fesserie restano.
E purtroppo la parte più bolsa delle masse capisce solo le frasette arroganti del potere. E si ferma lì.

Cobra89
- Che fine hanno i fatto i 60 miliardi di debiti della PA che dovevano essere ripagati entro metà marzo?
- Che fine ha fatto la legge sul conflitto di interessi da fare entro i primi 100 giorni di Governo?
- Che fine ha fatto il Job Act che doveva essere pronto per quell’incontro con la Merkel di ormai 4 mesi fa?
- Che fine hanno fatto quei 3,5 miliardi per l’edilizia scolastica entro aprile?
- Che fine ha fatto quel miliardo e mezzo per i giovani dal 1° gennaio?
- Che fine ha fatto quell’altro miliardo per la tutela ambientale entro la stessa data?
- Che fine hanno fatto le 15 mila nuove assunzioni nella PA?
- Che fine ha fatto quell’aumento del PIL dello 0,8%?
- Che fine hanno fatto gli sconti sulle bollette per le imprese dal 1° maggio?
Renzi parli delle vere riforme! E già che c’è cominci a dire da dove pensa di prendere i 25 miliardi per confermare il bonus degli 80 euro!
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CAVALIERI DEL LAVORO

Ormai vista l’alta considerazione goduta da Berlusconi, tanto varrebbe rinnovargli il titolo di Cavaliere del Lavoro (:-D)!
Berlusconi non è più Cavaliere dal 19 marzo di quest’anno.
Ha scaricato da solo il titolo, mentre chi di dovere si palleggiava l’”atroce” responsabilità.
Si è autosospeso con una lettera alla Federazione dei Cavalieri del lavoro che stava per esaminare, con eccessiva lentezza, la sua posizione dopo la condanna definitiva in Cassazione.
Berlusconi si pregiava del titolo di Cavaliere sin dal 1977, quando lo ricevette da Leone (!) per i suoi meriti nell’industria edile e nella televisione italiana. Dopo la condanna definitiva per frode fiscale e la conferma dell’interdizione dai pubblici uffici per due anni, in molti avevano chiesto la revoca dell’onorificenza per
indegnità in quanto venivano meno i requisiti richiesti dal codice etico della Federazione.
Tanto per dirne una, un altro a cui il titolo fu revocato fu Calisto Tanzi, su iniziativa di Napolitano. Ma, ovviamente, con Berlusconi il caro Napolitano si è ben guardato dal chiedere la stessa revoca. Del resto quando si parla di un… “Padre della Patria”, un’alta eccellenza a cui sarà rimesso il potere di cambiare la nostra Costituzione….
Mi domando quale sia questa ‘patria’ comune per Berlusconi e Napolitano??

LADRI DEGLI ENTI LOCALI
M5S del Senato

Hanno rubato soldi pubblici quando erano in Regione, ora ruberanno in Senato. Tra i tanti primati negativi che l’Italia vanta a livello europeo, ce n’è uno in particolare che i cittadini devono conoscere: siamo il Paese con il maggior numero di consiglieri regionali sotto inchiesta. L’accusa più diffusa è quella di peculato: politici che si mettono in tasca soldi pubblici, per intenderci, e che si fanno rimborsare mutande griffate e casse di champagne con i nostri soldi. Solo negli ultimi tre anni l’accusa di peculato riguarda 280 politici su 1.356 tra presidenti, assessori e consiglieri regionali. I Consigli regionali sotto inchiesta sono 17 su 20. E su 1.100 consiglieri regionali, 521 sono stati indagati, per 300 è stato chiesto il giudizio.
Numeri che farebbero tremare i polsi a chiunque, ma non a Renzi e al Ministro Boschi. Cosa prevede infatti la loro (contro)riforma costituzionale? Che i futuri Senatori invece che eletti direttamente dal popolo, siano nominati dai partiti, scelti – oltre che tra i sindaci – all’interno di quei Consigli regionali che negli ultimi anni sono stati travolti da scandali e inchieste, insomma lì dove la politica ha mangiato a mani basse alla faccia dei cittadini onesti. Come dire: portiamoci i ladri in casa!
Non c’è un solo motivo valido per cui il Senato non debba più essere eletto a suffragio universale diretto! E non c’è logica, ma solo bieca miopia, nel voler trasformare il Senato nella ‘Camera degli indagati’: i cittadini chiedono onestà e invece con questa riforma si va nella direzione opposta. Se i politici hanno rubato quando erano in Regione, perché non dovrebbero farlo quando sbarcheranno in Senato, dove potranno godere anche dell’immunità?”.
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Lalla riporta
RENZI-VERDINI, UN’ALLEANZA NEL NOME DEL PADRE

Denis Verdini è un personaggio riservato, non vanta le sue amicizie. E non ha mai rivelato un’antica consuetudine da editore con un distributore di giornali di Rignano sull’Arno: Tiziano Renzi, il padre del premier. È questa la vera storia – raccontata da “l’Espresso” – dell’inizio del rapporto tra Matteo Renzi e il potente Senatore di FI, nato non da oggi e tutto fuori dalla politica. Intrecciato anni fa quando non si parlava di leggi elettorali, ma di carta stampata: da editare, pubblicare e poi distribuire.
C’era una volta un editore, proprietario di fogli regionali e locali: Il Giornale della Toscana, Il Cittadino di Siena, Metropoli in Valdarno, nel Chianti e nella Piana fiorentina. E c’era un distributore, che consegnava i giornali alle edicole. La carta stampata diventa preziosa quando il figlio del distributore è diventato grande, ha lasciato le colline per muovere alla conquista della Nazione.
Verdini attraversa tutta la biografia di Renzi come un’ombra. Basta ricordare un’altra pagina finora inedita: il 30 marzo 2005 fu proprio lui a presentare Renzi a B. B era a Firenze per una grande manifestazione al Pala Mandela di Firenze organizzata dal capo della Croce Rossa Maurizio Scelli. Dovrebbe essere una kermesse di giovani per Silvio ma è un flop colossale, i pullman non arrivano, gli spalti sono deserti. B resta 5 ore in attesa, infuriato con gli organizzatori, lo fanno accomodare in prefettura, la stessa sede della Provincia, c’è un solo lampo di luce in quella giornata da cancellare, quando arriva Verdini con un giovane spavaldo: «Silvio, c’è una persona che devi assolutamente conoscere…».
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Giordano
Renzi e Berlusconi si vedono a Palazzo Chigi e confermano l’alleanza tra i rispettivi partiti siglata al Nazareno. L’ex Cavaliere mette un paletto anti-Grillo e prova a rassicurare i Fo. Alti esponenti dei principali partiti, ma anche molti giornalisti dicono: “Fino al terzo grado di giudizio una persona non si può considerarla colpevole”. GIUSTISSIMO!! Però mi sembra ancor più giusta anche una considerazione fatta diverse volte da Travaglio e cioè : ” Il tuo vicino di casa è stato condannato in primo grado per pedofilia, gli lasceresti tuo figlio minore in custodia mentre vai al supermercato a fare la spesa?

Commenti a informazioni mandate da Sauro

CHE STA SUCCEDENDO VERAMENTE NEL MONDO?

(Mentre ci distraggono come bambini scemi con inezie demenziali come il Concordia, il tormentone di Yara o con riforme surreali o surrettizie come la finta abolizione del Senato, stanno accadendo fatti enormi che cambieranno tutto il nostro futuro, su cui i media tacciono in un silenzio oscuro e criminale. Siamo come formiche che si accapigliano nell’erba mentre i pachidermi combattono tra loro e le schiacciano)

L’aereo Malaysia Airlines
Se l’obiettivo fosse stato l’incidente che infiamma il conflitto,avrebbero dovuto esserci reazioni violente, ritiri di ambasciatori, movimenti di truppe. E invece nulla! Tutti sono cautissimi e sottotono. Sembra che chi conta maneggi esplosivo. Anche l’ipotesi che siano i separatisti di Donetsk a voler allargare il conflitto, è vaga, è una mossa troppo azzardata che potrebbe costare l’appoggio russo o, quantomeno, la liquidazione del gruppo dirigente separatista attuale da parte degli stessi russi. Anche Kiev è discutibile che possa avere interesse, oggi, ad un allargamento del conflitto che sfuggirebbe del tutto dalle sue mani.
Resta l’ipotesi del “terzo incomodo” che si nasconde dietro la crisi ucraina. E’ vero che la compagnia aerea malese ha subito un altro incidente pochissimi mesi fa (un suo aereo è scomparso e non se ne è più saputo nulla). Ma va presa in considerazione un’altra ipotesi: che qualcuno abbia interesse a sviare l’attenzione da un teatro di crisi in atto. E qui non c’è che la scelta fra l’eterna crisi siriana, la scomparsa del Califfato e la prospettiva di intervento iraniano, l’aggressione israeliana a Gaza, i problemi creati in Afghanistan dal ritiro americano, il drastico peggioramento dei rapporti Cina-Usa.
Aspetteremo l’esame delle scatole nere ma dubitiamo di una risposta. Troppi gli attori, i conflitti nascosti, le mosse dei servizi segreti, l’indecifrabilità degli eventi che crea una sorta di permanente “nebbia di guerra”. Una situazione decisamente pericolosa, molto più di quanto non fosse ai tempi dei due blocchi.

L’importante riunione dei BRICS e del MERCOSUR- NASCE UN NUOVO FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

In Brasile è nato un nuovo e micidiale fronte internazionale di Stati che va all’attacco del Fondo Monetario Internazionale e delle sue politiche da strozzini. Lo guida Vladimir Putin.
Mentre facciamo delle chiacchiere, la fine dell’euro è vicina.
Troppi Stati hanno preso atto che il Fondo Monetario Internazionale è una consorteria truffaldina e quindi hanno deciso una concorrenza sfacciata. Non si tratta di proclami, ricatti, o impudenza da nuovi ricchi. Sono talmente pragmatici, veloci, efficienti ed efficaci, che hanno preso una decisione, ieri pomeriggio, e l’hanno comunicata al mondo e varata questa mattina. E’ già operativa. La Cina, la Russia, il Brasile, l’India, il Sudafrica,con l’appoggio esterno di Argentina, Uruguay, Cile, Ecuador, Venezuela, Paraguay, Perù,ai quali si è aggiunta anche l’Indonesia e sembra il Pakistan, hanno costituito una banca centrale che funge da creditore e garante in ultima istanza per tutti i membri. In pratica, un doppione del Fondo Monetario Internazionale, senza la preponderante presenza di statunitensi, tedeschi, giapponesi, inglesi, francesi e italiani, la cui strapotente finanza è in grado di colonizzare il resto del mondo con due telefonate al cellulare, mentre guarda alla tivvù l’ultimo episodio di Peppa Pig.
Sede centrale e quartier generale del nuovo Fondo: Shanghai. La Cina accetta la responsabilità del proprio ruolo di leader e quindi ha già annunciato che mette a disposizione una quota maggiore (600 miliardi di euro) per aiutare le altre nazioni a fare investimenti nei propri paesi e produrre lavoro e occupazione. Come sono buoni, i Cinesi! In cambio, hanno chiesto -e ottenuto- soltanto una cosetta: mandare in pensione il dollaro, l’euro e la sterlina inglese, in una botta sola. Poiché i prestiti partono tutti da Shanghai, i bonifici verranno effettuati in yuan. Poi, se uno vuole se li cambia e ci paga sopra le commissioni. Altrimenti li usa con gli altri paesi membri che li accettano.
Tutto ciò per spiegare che una parte del mondo si è stufata e ha dichiarato guerra agli imperi di una volta, i quali rispondono secondo le modalità consuete: la guerra tradizionale, vedi Ucraina, Iraq, Syria,Lybia, Israele, Gaza, Nigeria. Il resto è fuffa.

NASCE L’EURASIAN ECONOMIC UNION
Là dove nulla riesce a muoversi per forza di popoli, stanno accadendo mutamenti colossali ad opera dei colossi del potere e in questi mutamenti giganteschi questa Europa fallimentare che continuiamo a tenere in piedi a forza di inganni è destinata a cadere senza lasciare traccia.
Putin ha annunciato il varo della EEU (Eurasian Economic Union, che per il momento coinvolge Russia, Bielorussia, Kazakhistan e Azerbaijian) la quale ha deciso di legarsi al Mercosur (mercato economico di tutte le nazioni del continente sudamericano) fondendosi in una specie di joint venture. Putin è andato a occupare lo spaventoso vuoto di potere politico globale lasciato dall’Europa boccheggiante e ha chiuso un accordo d’oro addirittura con un intero continente. Tradotto vuol dire che se domani la BMW, la Renault o la Fiat vogliono vendere due auto in più ai ricchi brasiliani, argentini, uruguaiani, cileni (complessivamente un mercato di potenziali acquirenti intorno alle 20 milioni di unità all’anno) dovranno andare da Putin a elemosinare una raccomandazione, un appoggio, un aiutino.

(L’alta finanza USA e il sistema bancario occidentale, capitanati da meno di 200 famiglie di magnati,hanno sferrato una guerra finanziaria ai Paesi europei per portare alla crisi e alla fame i loro popoli e metterli in ginocchio con l’alibi di un debito ingigantito artamente con l’usura bancaria di tassi insostenibili e l’arma del fiscal compact che quei criminali del Pd italiano hanno addirittura messo in Costituzione, sancendo nella massima Carta la nostra sudditanza ai poteri forti.
Contro questo sopruso gigantesco, nell’ignavia e nell’ignoranza dei cittadini europei, che hanno dato di nuovo la maggioranza ai loro oppressori, nuovi macro-poteri sorgono all’orizzonte, spaccando il quadro mondiale e minacciando cambiamenti epocali. Gli stupidi arroganti che gestiscono l’Ue, Draghi come Junker, credono di tenere a bada Putin con due chiacchiere mentre ignorano le esigenze delle proprie popolazioni, ma hanno di che temere).

SOLIDARIETA’ ALL’ARGENTINA
Tutte le nazioni del Nuovo Fondo Monetario Internazionale capitanato dalla Cina e promosso da Putin intendono essere solidali con l’Argentina per quanto riguarda il suo debito, dato che (così si sono espressi in un comunicato congiunto firmato anche da cinesi e russi, due nazioni che all’Onu davvero contano) “sembra chiaro che questo fondo avvoltoio d’investimento abbia solo la volontà di usare un dispositivo legale per mandare tecnicamente in default l’Argentina, rifiutandosi di accettare il pagamento, per usarla come arma politica di destabilizzazione dell’intera zona”. Lo ha annunciato Putin in Brasile .
E’ il primo passo per la governance planetaria, che vedrà uno contro l’altro due enormi blocchi di potere economico e che potrebbe mandare in pezzi l’attuale Fondo Monetario gestito dagli USA che sta opprimendo l’occidente, spargendo intenzionalmente miseria e crisi, con il diktat di distruggere le Costituzioni democratiche.
Addio Unione europea!
Ma temo che, in questa guerra di colossi finanziari, per i disgraziati popoli non ci sarà né pace né futuro.

Viviamo in una gigantesca MATRIX
Le piattaforme che sono state inventate per applicare i loro algoritmi sono quelle note: facebook, tweet… che riescono a gestire addirittura “l’umore pilotato delle masse” attraverso nuovi sistemi di voracità pubblicitaria -gran parte della quale è subliminale- che spingono le persone dove vuole il Matrix. A queste vanno assommate le miriadi di siti, quotidiani on-line apparentemente di contro-informazione e una spruzzata di professionisti tecnici che su diverse pagine facebook spingono l’opinione pubblica verso la sezione più gradita ai colossi finanziari che possiedono i grandi provider elettronici, senza i quali non saremmo in grado di usare la rete. La coniugazione dei quattro elementi base del Matrix determina un risultato garantito. Si fa o non si fa una guerra; si vara un Governo o lo si fa cadere; si promuove un’icona o la si abbatte; si lancia un grande artista o lo si elimina, ecc.
Coloro che scelgono di sottrarsi al Matrix usano le stesse armi della classe dirigente che occupa posti di comando: si ritorna alla metà del secolo XIX. Secondo alcuni studiosi, addirittura al XVIII. Nessuna persona che conta sul serio ed è davvero potente usa uno strumento elettronico. Non usano la rete, non usano il cellulare, non usano la posta elettronica. Avrete notato come, ogni volta che si vara un Governo in Italia, i nuovi si precipitano a incontrare di persona i vari capi di stato europei, Obama, Putin, ecc.? Non è perché abbiano voglia di viaggiare, quanto piuttosto per il fatto che i sistemi di comunicazione “sicuri” sono ritornati ad essere quelli del 1836, cioè vedersi di persona, possibilmente passeggiando in luogo aperto. Non ci si scrive neppure più. Si mandano messaggi scritti con la penna,consegnati da personale fedelissimo a mano, come avveniva nel 1700 prima che venisse inventato il servizio postale pubblico. E’ una delle conseguenze del Matrix.

USURA DELLE NOTIZIE

Mahmoud Al Asali: è il nome di un intellettuale martire. Ma di lui, in Italia, non si può parlare. Si tratta del primo autentico martire del libero pensiero.
Era un intellettuale mussulmano, di origine palestinese.
Poiché stiamo precipitando, nell’indifferenza miope generale (a questo serve l’ignoranza), in un ritrovato medioevo, è bene usare un linguaggio atto.
Le parole servono a comunicare ma anche a denotare e definire.
Dirla in termini post-moderni, modello tweet o striscetta facebook è avvilente oltre che scandalosamente ipocrita: condanna il martire all’usura web. Se ne parla qualche minuto, poi la notizia viene superata dall’ultimo acquisto della Juve, dalle informazioni relative al ciclo mestruale di Shakira, e dall’ultima leccornia della nouvelle cuisine italiana, modello Eataly.
Quindi è inutile.

Cosa succede in Medio Oriente. Oltre all’eterno conflitto tra Israele ed i palestinesi. Ma attenzione. Anche qui nulla è più uguale a prima. Ha ragione Lucio Caracciolo, che ha sottotitolato così un suo pezzo sulla crisi palestinese nell’edizione on line di “Limes”: “La storia non si ripete mai: lo scontro odierno tra Israele e Hamas è diverso da quelli precedenti, anche perché è cambiato il quadro regionale: il Medio Oriente si sta disintegrando.” In apparenza, quello che sta accadendo è l’ennesima replica dello spettacolo che vediamo almeno dal 2005: Hamas attacca con i razzi ed Israele replica con brutalità, invadendo Gaza, massacrando la gente con bombardamenti indiscriminati ecc. Questa volta la variante è stata l’innesco: l’assassinio dei tre ragazzi israeliani, disinvoltamente attribuito ad Hamas (quando si sa bene che i colpevoli più probabili sono elementi della tribù dei Qawasameh, che da tempo compie attentati per screditare di Hamas e scalzarla), cui ha fatto seguito l’altrettanto orribile linciaggio del ragazzino palestinese, ucciso per “rappresaglia”. Siamo alla bestialità pura, ma stigmatizzare serve a poco, occorre capire.
E la prima cosa da capire è che questa volta è molto più diversa e pericolosa delle precedenti. Soprattutto per Israele che è quello che ha più da perdere.
Israele è ormai prigioniero della sua stessa storia e subisce una sorta di coazione a ripetere l’errore. Sin dalla sua fondazione, ha dovuto misurarsi sul piano militare per difendere la sua esistenza e, a questo fine, ha messo a punto una delle più micidiali macchine da guerra del Mondo che ha vinto quattro guerre di fila fra il 1948 ed il 1973, contro le coalizioni arabe che lo accerchiavano. Ma dal 1973 quella stessa macchina da guerra è diventata del tutto controproducente.
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Adolfo Treggiari
La globalizzazione è il regalo avvelenato delle amministrazioni Bush. Per un calcolo errato doveva servire a rafforzare la supremazia statunitense. Di fatto ha favorito la Cina e ha inguaiato l’Europa.
Il capitalismo sociale europeo, una conquista costata decenni di lotte, è stato messo in crisi al confronto con il capitalismo selvaggio americano e il capitalismo autoritario cinese.
Finora l’Europa ha subito gli effetti della globalizzazione arretrando in tutte le conquiste sociali, riducendo i diritti dei lavoratori, abbassando le tutele e i salari.
Ma non è bastato né può bastare per competere con economie disumane e antiecologiche.
L’Europa deve reagire per difendere la sua economia sociale, il suo modello di società, non arretrando ma attaccando.
Gli strumenti sono già disponibili, dai dazi ai controlli di qualità, ai divieti di importazione di merci prodotte in dispregio dei diritti umani e delle tutele ambientali.
E’ per questo che il governo italiano deve battersi in Europa mentre finora ha marciato nella direzione opposta, tagliando diritti, protezioni sociali e salari. Con questa politica dalla crisi non si viene fuori, si abbassa solo il livello di civiltà e di giustizia sociale.
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E per rifarsi un po’, eccovi un video commovente segnalato da Sauro
Viene dall’estremo oriente
.. e pensare che è una pubblicità commerciale!

RIDIAMARO :- )

Luigi
Tempo fa, un sindaco toscano passeggiando nei boschi, parlava con gli amici…
- Se mai un giorno diventassi premier, la prima cosa che farei è…
- Fermare la corruzione?
- No
- Fermare la disoccupazione?
- No
- Fermare il debito pubblico?
- No
- Ma allora… cosa?
- Fermarmi e rimanerci… Lo chiameremo Italicum…
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Psicopanico
Riforma del Senato, Boschi (PD) ai M5S: le vostre sono allucinazioni.
Meno male, per un attimo mi era sembrato che il PD proponesse un Senato di immuni non eletti insieme a un delinquente piduista.
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Haroldsmith
Al Senato andranno tutti i 108 sindaci dei comuni capoluogo. Finalmente un Senatore potrà essere commissariato per mafia.
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Progettosbagliato
Il Senato dopo la riforma «non vota il bilancio, non dà la fiducia, ma elegge il Presidente della Repubblica». Come un conclave.

Dpascotto
Il nuovo Senato sarà formato dai 108 sindaci dei capoluoghi di provincia e dai 21 presidenti di regione. Devono avere contato due volte il Molise.

Antonio Carano
Riforma del Senato, il Colle nega correzioni nel testo. Il prossimo passo sarà l’incarnazione del figlio unigenito.

Rocco Gazzaneo
Renzi presenta solennemente la sua riforma del Senato:” Nuntio vobis gladium magnum”..
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1550 28-7-2014 UNA SECONDA POSSIBILITA’- ROMANZO- Capitolo 4

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Viviana Vivarelli

Isobare psichiche – Rane – La lezione del dolore – La lezione del piacere – La sessualità sacra – La verginità eterna – Ma cos’è l’orgasmo? – Eiaculazione precoce, vaginismo e omosessualità

Siamo tutti strumenti collegati tra noi e specchi l’uno dell’altro, ci attraiamo e respingiamo apparentemente per caso ma un Disegno ci ispira e sostiene, di cui quasi tutti siamo inconsapevoli.”
(Ginevra)

Chi era? Un amico? Un uomo di cuore? Uno che provava compassione? Uno che voleva portare aiuto? Era uno solo? Erano tutti?
(Kafka)

Quando ero bambina e un padre violento squassava la mia vita di reclusa con le sue tempeste furibonde, scrivevo all’infinito sul mio quadernino, con la mia scrittura più elegante, la parola ‘luminoso’, sperando in un corsivo perfetto che, se fosse stato tracciato con impeccabilità, mi avrebbe protetto dalla sua furia devastatrice. Quella parola, io non lo sapevo, era il mio mantra, presagio di tutte le mie ricerche future”.
(Viviana)

Ho visto Ginevra, venerdì sera, dopo dieci giorni di trattamento a distanza. Il suo miglioramento è spettacolare. Non sembra di avere di fronte una donna ancora giovane e bella che ha fatto da poco l’asportazione del suo apparato riproduttivo femminile e che ha iniziato la chemio.
E’ vitalissima, fiorente, allegra come sempre, umanissima e divertente.
Mi ha portato in regalo una croce della vita in oro bianco, che prenderà il posto di quella che ho perduto e che mi aveva regalato mio marito. Mi sono opposta a questo regalo perché mi sembra che la prova di guarigione che faccio su di lei debba restare pulita da versamenti di denaro, regali, pagamenti di sorta e che solo così possa mantenersi integra.
E’ stata una serata piacevole, io col mio caro amico Sam, vecchio allievo di sempre (dico vecchio ma ha più di 20 anni meno di me e sembra un giovincello), lei col suo compagno Antonio, altissimo e con una selva di capelli candidi su un morbido viso da ragazzone sorridente, protettivo su di lei piccolina e ben fatta, tutta pepe e con occhi scintillanti. Abbiamo cenato in un localino pieno di rane, dove eravamo stati in passato, rane di ceramica, di legno, dipinte, rane anche nel risotto.
La rana è simbolo di trasformazione, perché passa attraverso stadi molto diversi tra loro. Ed è anche un portafortuna nei momenti di passaggio, in cui si esce da una fase per passare a un’altra. Nella loro vita tra acqua, terra e cielo, le rane indicano il sopra e il sotto dell’uomo, l’elemento intermedio, l’alchimia del cambiamento. Tipicamente, nella fiaba, quando la principessa bacia la rana, essa si trasformerà nel suo principe azzurro. Incontrare ciò che meno ci piace e abbracciarlo trasformerà il male nel bene, abbracciare il destino negativo porterà alla purificazione e aprirà la strada per le nozze alchemiche. Per gli sciamani la rana è uno spirito guida, in grado di guidare lo sciamano dal nostro mondo ordinario in altri mondi straordinari, il mondo di sotto col mondo di sopra, quello della realtà concreta con quella dei sogni o delle rivelazioni. La rana è connessa con l’acqua e dunque con la purificazione e la guarigione, e accompagna i riti di passaggio: la nascita, la morte, la rinascita. Per gli antichi Egizi la dea Heket aveva la testa di rana, ed era una dea benevola, patrona di parti, prosperità e abbondanza. In Cina la rana è un portafortuna, che unisce ciò che è morto con ciò che è vivo. E in Giappone “kero”, rana, significa anche “ritorno”, amuleto per i viaggiatori o per chi passa da una fase della sua vita ad un’altra.

Sam ha scelto questo ristorantino delle rane, per essere vicino alla casa di Ginevra, perché in macchina le scosse dovute alle malformazioni della strada le danno dolore. Ma, a parte questo, nulla in lei sembra manifestare disagio o sofferenza. E’ la stessa Ginevra di sempre, piena di gioia di vivere e di calore umano, buffa e simpatica, unica in un suo modo particolarissimo, diversa da qualunque altra ragazza di questa Terra.
Le si sono appena indeboliti i capelli e ha speso una cifra per una parrucca di capelli veri del suo colore naturale da mettere quando tutti i capelli saranno caduti e lo racconta con disinvoltura e anche ce la fa vedere, spiegandoci come dovrà trattarla.
Ginevra è una delle persone più straordinarie che abbia mai conosciuto e sì che di persone strane e straordinarie ne ho conosciute parecchie. Ho una specie di attrazione come il magnete col ferro, che attira a me, di solito sempre chiusa nei miei eremitaggi e nella concentrazione delle mie scritture, la più curiosa gente del mondo. Deve esserci da qualche parte una legge di natura che allinea le onde mentali e avvicina le nature in sintonia, così come avviene in meteorologia con le isobare, linee che uniscono punti con uguale pressione. Allo stesso modo, nel vasto mondo infinito e misterioso, persone con onde mentali dello stesso tipo si ritrovano per una profonda attrazione che segue regole non scritte e mai studiate, al di fuori del tempo e dello spazio, ma è chiaro che le mie lezioni e i miei scritti sul web facilitano gli accostamenti.
Difficile spiegare questo ‘regno delle sintonie’. Una volta uno dei fidanzati di mia figlia, Damien, che era o si vantava di essere un esoterico, mi stupì dicendo che esisteva un ‘regno dei saggi’ che si conoscevano e si ritrovavano mentalmente e con ciò salvavano il mondo. Io non so se, come asseriva questo strano ragazzo, tali saggi ci siano e se salveranno effettivamente il mondo, ma credo in un Essere sincronico, credo in un Disegno comune che tutti ci unisce, e conosco l’attrazione del simile col simile, come conosco l’intolleranza che ognuno di noi ha col suo opposto. E spero che ci sarà un giorno una fisica esoterica che sia capace di studiare l’alchimia delle energie, rivelando le leggi che le governano e oltrepassando di gran lungo la limitatezza delle leggi della materia, che è solo la parte visibile addensata di un qualcosa che si dispiega ben più ampiamente.

In ognuno dei gruppi che ho formato e seguito come insegnante, ho sperimentato questo fenomeno dell’attrazione o della repulsione energetica. Non so se anche gli altri ne soffrono come me, ma certuni mi suscitano degli automatismi fisici incontrollabili, come i peli delle mie braccia che si rizzano o il prurito sotto le alette della schiena o un dolore fisso alla nuca o un abbassamento dell’energia globale e un senso cupo di malessere o anche un appannamento dello sguardo. E, riguardo all’attrazione, persino quando facevo conferenze a pubblici numerosi e per me sconosciuti, ero attratta istintivamente verso certi punti della sala, e non facevo come certi politici odierni indottrinati che si rivolgono meccanicamente e intenzionalmente a destra e a sinistra in modo fisso come pendoli ottusi senz’anima, perché così credono di avere maggior presa sul pubblico. Io non avrei mai potuto farlo, anche perché spesso mi accadeva che, tra cento o duecento persone, solo alcuni mi attraevano con la loro luce, mentre altri erano inghiottiti dal buio, così che mi rivolgevo istintivamente verso il luminoso, come chi esce da una caverna oscura e tende all’uscita, e c’erano alcuni che mi catturavano lo sguardo e mi alimentavano di energia nuova, altri che si perdevano nella loro oscurità. Ci sono stati momenti in cui addirittura vedevo taluni senza testa o viceversa scorgevo persone che non potevano essere materialmente presenti. Strani fenomeni accadono quando più energie si uniscono tra loro in un contenitore comune. Ma quelli di cui incontravo la luce mi hanno dato i momenti migliori, ed era allora che io e loro, insieme, eravamo produttori di concetti nuovi, che non erano né miei né dell’altro, ma sorgevano come per forza propria, come quando si sfrega una pietra focaia nel modo giusto e ne emergono scintille, e allora io uscivo totalmente dalla traccia scritta e preparata della mia conferenza per arrivare a punte creative totalmente insolite e stupefacenti. Quello che dovevo dire si creava, per così dire, all’istante, per quel contatto reciproco, come una rivelazione, e non veniva né da me né da loro, ma da ciò che era sprigionato nel nostro incontro, indipendente in qualche misura da ciò che noi siamo, ma che aveva bisogno di quel nostro incontrarsi per accendersi nell’aria. E io credo che inconsciamente un pubblico lo senta quando sta ascoltando una lezione imparaticcia a memoria, o quando assiste a una creazione innovativa di ciò che prima non c’era e a cui la sua energia ha partecipato.
E forse è per questo che, quando arrivavo, sfinita e ubriaca, alla fine della mia lezione, poteva accadere che la gente si stipasse al mio tavolo e qualcuno voleva stringermi la mano o toccarmi e qualcuno mi chiedeva trepidante: “Ma queste cose, le ha dette proprio per me?”

Ginevra fu una delle mie prime allieve dei corsi liberi, come Sam, del resto, come tanti miei amici che mi hanno conosciuta prima come insegnante ai miei tanti corsi o alle conferenze e che mi sono poi rimasti fedeli e amici nel tempo.
Quante cose potrei dire di avere imparato, io, da loro?
E non sarei quella che sono adesso senza quegli incontri, spesso come i passi di sconosciuti che si sfiorano la notte ma la accendono per un istante come in un barbaglio.
Ci sono casi in cui posso dire anche su una voce a telefono se la sintonia scatterà o se non c’è nulla da fare. A volte la sintonia o dissintonia creano legami o intolleranze misteriosi, precedendo il contatto vero e proprio, anche quello telefonico, come una specie di premonizione.
Lo stesso venerdì della cena, ho fatto al mattino per tre volte il tema natale del visitatore del pomeriggio e per tre volte, pur non sapendo niente di lui, ero perfettamente convinta che avrei avuto davanti un millantatore, uno che poteva avermi dato delle coordinate sbagliate per trarmi in errore e che avrebbe negato quello che ‘vedevo’ fino all’ultimo, per ingannarmi, non so a qual fine, ché in verità capisco poco del fine del male, ma ho provato il disagio di chi in buona fede viene accostato da una persona in malafede che tesse un inganno. Ma poi chi può dire poi chi inganni volutamente gli altri o, facendo ciò, non inganni, piuttosto, se stesso?

Se Ginevra avrà bisogno di baciare la rana per rinascere non lo so, ma certo chiunque abbia fatto esperienza di ospedali pubblici, sa perfettamente che, oltre alla sofferenza, inutile, della malattia, incontrerà un’altra forma di sofferenza, ancora più inutile, quella che deriva dalle insufficienze materiali ed umane dell’apparato spaventoso, l’ospedale, che lo accoglierà. Ho detto ‘accoglierà’, ma non c’è proprio accoglienza in una struttura sanitaria italiana, quando piuttosto un mondo arido, disumano, stupido, mal funzionale, assurdo fino ai limiti dell’inverosimile.
Ci sono tre strutture umane che perpetuano il dolore di chi già deve affrontare un dolore: l’ospedale, il tribunale e il carcere.
Kafka ci ha lasciato una metafora allucinante del tribunale. Non tutti conosciamo, per fortuna, l’inferno del carcere, ma molti di noi hanno sperimentato per se stessi o per i loro cari, le torture di una struttura sanitaria. Mio marito ci passò 4 anni, per la moltiplicazione del suo cancro e i ripetuti interventi chirurgici che gli tolsero via via vari organi. E io con lui, in lotta al suo posto, contro tutte le avversità dovute alla sciatteria umana di chi fa male il proprio lavoro, dal ministro al portantino, dall’impiegato al direttore generale.
Dura è la lezione che un ospedale ti dà: la disumanità innanzitutto, quando non la sottile cattiveria o il menefreghismo delle infermiere, l’assurdità degli orari e del trattamento, la spersonalizzazione delle cure, le carenze della macchina globale, l’indifferenza o la superbia di certi medici, la burocrazia inutile o che non funziona, le attese inutilmente prolungate come torture, la mancanza di informazione e di trasparenza, i buchi neri dell’ignoranza professionale, le ricette su farmaci inesistenti da anni o tolti da tempo dalle farmacie europee perché pericolosi, il mancato aggiornamento dei tecnici, le inquietanti obsolescenze, gli oggetti stessi, i letti come i computer, che non funzionano, i regolamenti demenziali. la mancanza di compassione…
Quando, per puro caso, in questo luogo di dolore, ci si imbatte in una persona ‘umana’, il sollievo è tale come chi nel deserto incontri una sorgente di acqua pura.
Eppure, bisogna arrivare a capire che, se pure questo disagio delle strutture che si aggiunge alla sofferenza della patologia, è da combattere come imbecille e meschino, come indecente e incivile, da un punto di vista evolutivo, questa sofferenza aggiunta è una difficile lezione, non necessaria ma destinata, al punto che, paradossalmente Kafka scrive: “La sofferenza è l’elemento positivo di questo mondo, è anzi l’unico legame fra questo mondo e il positivo.” Frase molto difficile da accogliere e contro cui mi ribello. Soffro nello scriverla e ciò non toglie nulla al nostro dovere di combattere le incongruenze di luoghi come questi e al nostro dovere di denunciare le cose che non vanno, perché in quei luoghi si è deboli e impotenti e non si può, assolutamente non si può, infierire su chi è già in una condizione di debolezza e di impotenza. E’ INGIUSTO! E’ PROFONDAMENTE INGIUSTO! E là dove muore l’empatia, dovrebbe esser resa obbligatoria ‘la regola’ che un giudice, un infermiere o un secondino non possono maltrattare un’umanità già dolente, già sacrificata, già abbattuta. Ciò dovrebbe essere obbligatorio ‘per legge’! E chi è inadatto per sua natura a capirlo dovrebbe essere allontanato da questi luoghi perché pericoloso e controproducente. E chi, al governo di un Paese, non riesce a capire quanta cura e umanità deve esserci nei luoghi di sofferenza, dovrebbe essere cacciato come negato a governare. E non a caso le peggiori dittature si svelano perché cominciano a tagliare fondi proprio alla scuola, alla sanità, alla ricerca, alla giustizia, alle carceri. Ed è la prova suprema dell’indifferenza del tiranno, della malevolenza che lo porta a governare non in funzione delle persone, ma schiacciando i diritti delle persone, calpestando il dolore di chi soffre.
C’è una profonda viltà da parte di chi si approfitta della debolezza o dell’ignoranza di chi ha di fronte per sventolare la sua superiorità, la sua posizione di forza, il suo menefreghismo, la sua aridità umana, fosse pure un portantino o un impiegato allo sportello o il Capo dello Stato.
E tuttavia, e questo sarà anche il kahrma di Ginevra, il dolore è lezione. E la pena che scaturisce dall’insostenibile aridità umana è anch’esso dolore, e spesso inatteso e ingiustificato e tanto più intollerabile quanto più inatteso e ingiustificato.

Ma pensare a Ginevra mi porta a parlare di un argomento che col massimo dolore non c’entra, anzi c’entra col suo opposto, col massimo piacere: il piacere dell’amore e non parlo nemmeno solo del piacere erotico, ma di un piacere totale e assoluto che unisce il massimo piacere di ciò che sta in basso col massimo piacere di ciò che sta in alto. Il sesso con la passione. La carne con lo spirito. La sessualità sacra. L’orgasmo divino.
La particolarità di Ginevra, una particolarità che non ho mai ritrovato in così forte misura in nessuno, è di essere sempre stata in tutta la sua vita una formidabile ‘amatrice’.
C’è una figura maschile nella storia e nella letteratura che è rimasta emblematica: quella di Casanova che seduce mille donne senza amarne nessuna, lo scopatore compulsivo, l’amante utilizzatore, lo sciupa femmine che non conosce fallimento, la perfetta macchina del sesso.
Ecco, quando dico che Ginevra è una amatrice, dico qualcosa che non ha nulla a che vedere con l’aridità compulsiva, meccanica e maschilista di Casanova, qualcosa che può forse combaciare con certe teorie induiste dell’amore ‘sacro’, come mezzo eccellente per elevare l’energia sessuale umana e farne una via verso il cielo, qualcosa che è rarissimo da trovare in un uomo, ma ancora più eccezionale e raro da trovare in una donna italiana.
I suoi amanti Ginevra li ha tutti amati, con una dedizione e una passione totale, generosa, non esclusiva forse, ma magica e assoluta.
In lei si uniscono due passioni in modo totale e speciale: l’interesse per l’esoterismo con una spiritualità vissuta in senso altissimo quasi sciamanico e l’interesse per il sesso maschile unito all’amore per l’uomo in quanto creatura totale.
E tutto questo è vissuto ed espresso con una tale naturalità e onestà, una tale ‘identità’ e ‘unicità’, da risultare stupefacente.
Non credo che un prete cattolico riuscirebbe mai a comprendere la semplicità diretta con cui Ginevra offre all’autista di un taxi ‘un pompino’ o fa sperimentare la sessualità femminile al suo amico con propensioni gay per fargli capire cosa veramente gli piace.
Ma non credo nemmeno che ci siano molti uomini e donne anche non bigotti che arriverebbero a capire fino in fondo la sua immediatezza, la sua naturalità, la sua spontaneità, tanto più in un ambiente codino come il nostro e in atteggiamenti giudicati spregiudicati da parte di una donna.
Ginevra è una maestra del sesso e credo abbia ‘liberato’ più di un uomo da una condizione di basso livello e di basso godimento di questo piacere sovrumano, producendogli godimenti sconosciuti e godendo sinceramente in essi. E non è che lei scelga i suoi amanti con particolari esigenze e li voglia belli o sani o giovani o forti o ricchi o capaci. No, lei tutti li ama e ne è profondamente amata, come lei ama ognuno di loro profondamente e come ad ognuno si concede. E non li ama solo in quanto produttori di godimento fisico e basta, li ama e li segue anche quando sono stanchi, o malati, o vicini alla morte, quando sono validi amanti o si sentono come bambini. Li ama come ogni uomo vorrebbe essere amato da una donna ideale esistente solo nei suoi sogni. Una donna che li cura e li consola, che non costa loro nulla e che anzi provvede a loro in tutto. Che non chiede e non giudica, che accoglie incondizionatamente. Una donna che unisce la migliore madre alla migliore amante.
In questo suo vivere la sessualità come amore in modo diretto e ’innocente’ Ginevra è unica e splendida.

Io, che sono all’estremo opposto, non per mia colpa, una vergine totale, e che ho avuto un solo uomo con cui non ho sperimentato nemmeno l’amore sessuale completo, sono meravigliata e affascinata, come da un prodigio di natura, perché non c’è nulla in lei che sia licenzioso o osceno, nulla che sia fuori posto o disturbante, nulla infine che sia conturbante o vizioso ma la bellezza di una donna libera che si dispiega totalmente in tutta la sua naturalità e spontaneità.
Ginevra è capace di dare a un uomo una esperienza totale di amore, come si prova in una passione giovanile travolgente e nello stesso tempo come si sperimenta con chi dia tutta se stessa sessualmente senza remore e godendone appieno. Ginevra porta ogni suo amante in una specie di paradiso originale, dove tutto è bello e pulito e naturale e gioioso, come è giusto che l’amore sia, al di fuori dei condizionamenti culturali, dei pregiudizi assassini, delle dominanze tra sessi. Con lei ogni uomo è un novello Colombo che sbarca nelle isole felici dove donne e uomini vivono il sesso come vivono il mare, la natura, il vento, i fiori, la bellezza del creato, l’armonia del tutto. Per lei, l’esperienza dell’orgasmo con una persona che si ama sul serio è davvero l’esperienza umana più divina che possiamo vivere sulla Terra.

Da lungo tempo io chiedo a Ginevra di raccontarmi la sua vita e di farmela registrare. Sono così affascinata dalla sua semplicità e fanciullezza, dalla sua naturalità, che vorrei riuscire a registrare per sempre il miracolo che lei è e scrivere e pubblicare un romanzo sulla sua vita e sono sicura che sarebbe un best seller da cui si potrebbe trarre anche un film ed entrambi interesserebbero due categorie opposte di persone, uomini e donne attratte dalla scoperta del sesso e uomini, pochi, e donne, tante, desiderose di svelare nel sesso un aspetto della spiritualità che, come avveniva nelle antiche religioni della Dea Madre, fa dell’atto sessuale una offerta religiosa. Non a caso è sempre esistita una prostituzione sacra e nei templi antichi dedicati alle dee femminili, c’erano sacerdotesse che unendosi ai fedeli sessualmente celebravano l’esoterismo dell’amore, spesso fanciulle di nobili famiglie, fanciulle bellissime e caste, e non a caso nell’Induismo e non solo ci sono sui tempi bassorilievi che celebrano i modi delle unioni amorose come il massimo godimento che porta, anche attraverso la sessualità, a Dio.
Io la vedo Ginevra come se lei fosse, oggi, la resurrezione di una queste sacerdotesse degli antichi templi femminili che non esercitavano il sesso per denaro ma come una forma di devozione mistica: il sesso sacro.
Vorrei scrivere su di lei questo incredibile romanzo, ma lei si schernisce e dice di avere dimenticato tutto e so che non è vero.

Ma in questo Paradiso terreste dove Adamo ed Eva ‘si conoscono’ per la prima volta per realizzare la perfetta unione voluta da Dio c’è un serpente.
Un rischio psicologico più sottile che si è inserito nelle sue storie amorose. Il fatto è che gli uomini italiani non sono pronti a ricevere il dono di una donna totalmente ‘liberata’. In loro convivono ossessioni e pregiudizi e persiste una immagine di donna succube e serva, o prostituta nel senso peggiore della parola e comunque dipendente. L’uomo meschino in fondo vuole una donna oggetto, non riesce a cimentarsi con una donna ‘libera’, questo lo spaventa. Quando questi condizionamenti culturali o individuali sono stati troppo forti, il suo amante è caduto vittima di una specie di Sindrome di Stendhal. Come nei musei rinascimentali i rozzi americani non riescono a reggere l’impatto travolgente con la bellezza dei dipinti di Raffaello o Tiziano, perché hanno contenitori mentali troppo piccoli per cui ne restano soverchiati come da qualcosa di superiore dando di matto, così un uomo che Ginevra ha amato non ha retto all’impatto di tanta natura liberata e si è prodotta in lui una reazione di aggressività violenta verso di lei, col desiderio di ucciderla. Già in precedenza aveva conosciuto e amato uno che aveva, a dire di Ginevra, una dipendenza materna molto forte dalla figura della madre e in lui le due figure si erano mischiate producendo un danno intollerabile fino a desiderare la soppressione di lei che produceva tanto turbamento.
Purtroppo chi è libero può produrre una intolleranza feroce in chi non lo è. E l’esito può essere mortale. L’uomo medio italiano crea spesso con la propria donna un rapporto di possesso e di esclusività feroce, per cui non sopporta né l’abbandono né l’indipendenza, che è un’altra forma di abbandono. Ne consegue l’alto numero di uomini che uccidono la loro donna.
Io non sono stata uccisa o maltrattata, ma ho conosciuto la gelosia assurda di mio marito, priva di cause, tanto più che io vivo ritirata in casa e la mia unica indipendenza è sempre stata quella mentale, mentre lui ha sempre viaggiato per lavoro e ha passato 30 anni fuori casa. Oltre a ciò, non credo di essere particolarmente bella o seducente, puntando me stessa solo sullo studio e l’insegnamento, mentre lui era bellissimo, affascinante e galante e vedevo l’effetto che aveva sulle donne con cui flirtava, per cui tra i due era lui quello esposto a tentazioni, mentre per me il tradimento non stava proprio nei miei pensieri. Eppure la sua gelosia era tale che, dopo la prigionia durata 29 anni sotto la tutela del padre, col matrimonio mi sono vista passare a un’altra forma di prigionia domestica, totalmente assurda, che non mi pesava quanto avrebbe dovuto, perché ero abituata a vivere chiusa in casa, ma mi addolorava perché fitta di scenate e di costrizioni che cercarono di impedire tutti i tentativi che feci di insegnare nella scuola pubblica, a cui si oppose in ogni modo, minacciando anche il divorzio, con tutto che insegnare era la mia vocazione naturale e la mia passione. Quando, dopo i sette anni di depressione, cominciai a fare corsi gratuiti di filosofia e psicologia a casa mia, con un gruppo che era formato quasi tutto da donne e accadde che mi telefonavano spesso per raccontarmi i loro sogni o i loro problemi, lui, che lavorava lontano in giro nel mondo e mi telefonava solo 5 minuti al giorno, in ore sempre diverse, fu così furioso dal trovare a volte la linea occupata che mi tagliò il contratto telefonico, affinché fossi a sua esclusiva disposizione e non avessi contatti con altri.
Forse questa cosa la presentivo oscuramente già da bambina, perché, visto la violenza di mio padre e l’isolamento di mia madre e la prigionia di me stessa a cui ero stata condannata per 29 anni, mi ero fatta un’idea del matrimonio così negativa da giurare a me stessa che non mi sarei mai sposata.
Noi traiamo dalle figure parentali una immagine che può condizionarci nella vita futura. Il padre dovrebbe essere il primo partner affettivo e un padre violento e denigrante non può certo prepararti a credere che esistano mariti gentili e liberali. E una madre anaffettiva, timida e sottomessa non può darti l’idea di una moglie forte e liberata.
Così io bambina pensavo che non mi sarei sposata mai, che mi sarei laureata, sarei diventata una insegnante, che ero una insegnante vocazionale e a 4 anni già giocavo a insegnare alle mie bamboline di carta, avrei vissuto in una mansarda piena di libri coi miei studi e avrei, forse, adottato un bambino per soddisfare il mio desiderio di maternità. Di mariti, in questo futuro, nemmeno l’ombra.
Le cose andarono poi diversamente. Mi innamorai a 14 anni, rifiutai di sposarmi per 15 anni, anche se lui più volte voleva scappare di casa e mettere su famiglia prima e aveva anche idee molto precise in proposito col suo ingresso nel corpo forestale che gli avrebbe dato casa e mantenimento. Tenni segreta per 15 anni la mia relazione col mio amore, poi, quando finalmente si laureò anche lui, in un momento di debolezza cedetti a sposarlo.
Avevo avuto 15 anni di fidanzamento segreto, facendo fughini a scuola o inventando balle per il lavoro. 15 meravigliosi anni in cui avevo avuto nel cuore un amante gentile e rispettoso, che non mi forzava né mi violentava, ma che scopriva insieme a me, con una lentezza estrema delicatissima, i segreti dell’amore senza penetrazione, il petting lo chiamavamo, un insieme di pratiche di effusioni, coccole, scoperte di natura sessuale, esplorazioni, che non includevano il rapporto sessuale completo e che lo portavano ugualmente all’orgasmo. Tutti quegli incontri con lui e quella scoperta l’uno dell’altro, lentissime e dolcissime, spesso in luoghi bellissimi di natura, per mezze giornate, con una fusione completa l’uno dell’altro che non era solo sesso ma molto di più, era quello che ogni donna romantica desidera nella vita, un amante premuroso e pieno di fantasia.
Ma 15 anni sono tanti e quando alla fine ci sposammo eravamo abituati a quello e ogni altra cosa fu fallimentare.
Ma la cosa a cui non ero preparata e che avvenne istantaneamente dopo il matrimonio fu la scoperta che il mio amante era diventato un padrone, io non ero più l’oggetto del suo desiderio, ma l’oggetto del suo possesso. E da qui cominciarono i problemi, perché nei miei sogni di bambina non c’era certo la penetrazione, ma c’era sicuramente la libertà, e, nell’idea di molti mariti italiani la donna non è più un essere libero, ma fa parte della sue proprietà.
Posso capire perciò la difficoltà e lo sbalordimento degli uomini che hanno incontrato la liberalità sessuale di Ginevra, che si sono entusiasmati di questa cortigiana dell’amore, totalmente spontanea e gratuita, che non chiedeva nulla se non il piacere e che dava loro tutto con estremo calore e generosità. Posso capire anche che dopo l’ebbrezza iniziale qualcuno abbia reagito col tentativo del possesso esclusivo, dell’accaparramento, del diritto di proprietà o con la reazione aggressiva di chi non riesce a domare e soverchiare una natura totalmente libera.
Così, il chiuso e bigotto mondo occidentale, dal medioevo al 1600, non riuscì a reggere l’impatto del pensiero libero della guaritrici o sciamane e nemmeno quello superiore delle mistiche e cercò di uccidere o relegare entrambe. Perché maggiore è la prigionia dell’anima, maggiore sarà la spinta ad eliminare colui o colei che ti fa sentire prigioniero col suo essere liberato. Nulla noi odiamo di più di chi ci mostra le nostre catene. Per cui possiamo desiderare solo di sopprimerlo, per evitare di sentirne il peso e per non sentirci di meno di fronte a chi sentiamo di più.
Così è accaduto che l’uomo che Ginevra amava si scatenasse contro di lei pericolosamente mettendo a rischio la sua incolumità. Perché per amare occorre essere liberi e riconoscere l’altro come un essere libero e non ci può essere amore in chi vuole rinchiudere nel recinto del suo amore una donna come una prigioniera, essendo prigioniero lui stesso e odiando dunque chi non lo è.
Come dice Prevert: “Sono andato al mercato degli uccelli / E ho comprato uccelli / Per te / amore mio Sono andato al mercato dei fiori / E ho comprato fiori /Per te amore mi o/ Sono andato al mercato di ferraglia / E ho comprato catene / Pesanti catene / Per te /amore mio / E poi sono andato al mercato degli schiavi / E t’ho cercata / Ma non ti ho trovata / amore mio.
Davvero mi seduce la storia di Ginevra e mi affascina come un mondo a me ignoto dove non posso penetrare. E non ho usato la parola ‘penetrare’ a caso.
La mia storia è, all’opposto, quella di una verginità eterna.
E’ vero sono stata con lo stesso uomo per 57 anni. Ho avuto anche una figlia. Il nostro amore potrebbe sembrare a molti come invidiabile. Una coppia perfetta. Non ho tradito mai mio marito. L’ho amato con continuità sempre, lo amo anche adesso, però….
Ora che lui è morto da 17 mesi, io che non mi sono mai occupata di sesso, faccio con molta frequenza sogni sessuali. Mi accorgo che guardo persino con occhi sessuali la gente, stimo la valenza dei maschi, i segni di seduzione delle femmine, guardo entrambi come potenziali partner più o meno dotati. E, ora che sono rimasta fisicamente sola, comincio a farmi delle domande che prima la presenza fisica di mio marito e l’immagine di matrimonio perfetto che mi sosteneva avrebbero reso impossibili.
Come migliaia di donne, se mi chiedessero di parlare dell’orgasmo, io che posso parlare di mille cose e che so tanto teoricamente della vita, non saprei cosa rispondere perché l’orgasmo io non lo conosco.

Ho visto un curioso e divertente film giorni fa: “Si può fare l’amore vestiti?”. E la domanda che un gruppo di bambini fa a una giovane sessuologa che torna nel suo paesino natale, in Puglia, e crea fraintendimenti imbarazzanti per la sua professione, finché molti capiscono che può dare risposte su quella che dovrebbe essere l’attività più naturale del mondo: fare sesso, un’attività su cui realmente pregiudizi e oscurità creano malintesi o errori comportamentali e anche matrimoni incompleti e patologie del vivere che potrebbero essere risolte non certo con un prete ma con un valido sessuologo, che chiarisca molte cose e dia qualche consiglio pratico.
Così la giovane donna del film si trova a dare consulenze gratuite a un’umanità confusa e ignorante, che la cultura cattolica ha relegato in un mondo grottesco di false opinioni e preconcetti. Non solo i bambini o le adolescenti, ma anche le coppie sposate o quelli che si credono grandi amatori. Una ignoranza abissale che rovina intere generazioni e si perpetua nel costume nelle tradizioni, nell’opinione comune, perfino nelle scuole e nelle leggi!
In questo povero nostro Paese campeggia l’ignoranza, non solo l’ignoranza politica ed economica ma anche quella dei comportamenti più naturali, gettando tutto nel ridicolo e molti nella sofferenza.
La sessuologa del film in realtà è lei stessa un problema perché è vergine e non ha mai praticato quel sesso di cui tanto sa teoricamente. Per cui il film è costellato di statistiche che fanno parte del suo unico, tecnico, teorico, sapere.
La tesi del film è che una cultura troppo costrittiva può manipolare e deformare anche le cose più naturali.
Ovviamente il ragazzo a cui lei vuole più bene è un suo compagno di infanzia che è gay e ovviamente, nel paesino pugliese, lui non potrà mostrare a nessuno la sua natura sessuale e dovrà tenerla nascosta.
Ma la cosa più intrigante del film sono le citazioni statistiche che, con la freddezza dei numeri, svelano una realtà italiana terrificante.
“Che così l’orgasmo? Il 69% degli Italiani se lo chiede”.
Statistiche davvero tragiche. In un mondo dove si vive di riviste scandalistiche, dove il sesso sembra non essere più un tabù, dove la gente passa a ore a interessarsi di chi va a letto con chi, l’ignoranza degli Italiani su cosa sia il sesso e come si possano agire comportamenti sessuali soddisfacenti fa rizzare i capelli in testa.
Ne ho cercate poi altre, tutte abbastanza stupefacenti.
Circa il 5% dei 40enni uomini e tra il 15 ed il 25% dei 65enni ha esperienza della disfunzione erettile”.
Il 12% degli adulti sposati di solito dorme da solo, e non perché ha divorziato.”
Solo il 75% degli uomini raggiunge sempre l’orgasmo durante il sesso, mentre per le donne la statistica si abbassa drasticamente al 29%.”
Per 4 milioni di coppie italiane il sesso non dura più di due minuti”.
Per una donna un coito soddisfacente dovrebbe durate almeno 20 minuti”.
Una coppia su 4 non raggiunge il piacere perché il rapporto si consuma in un soffio. Dei 4 milioni di uomini italiani che ‘si spengono’ entro i 2 minuti, la maggior parte sono giovani adulti fra i 20 e i 50 anni. L’insoddisfazione sessuale è una ‘mina vagante’ nei rapporti di coppia, tanto che il 23% va in crisi per questo.”
Più l’uomo ha una eiaculazione precoce, più è geloso della propria donna e ossessivo nei suoi confronti”.
Metà delle donne pensa ad un altro uomo e una su 5 dopo un anno o tradisce o rompe la relazione”.
L’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale maschile più comune e comporta molta frustrazione in entrambi i partner
Non essendo l’omosessualità pienamente accettata, non è possibile avere delle statistiche credibili nemmeno negli Stato uniti, ma io ipotizzo che sia molto più alta di quello che si crede e che riguardo un uomo su 20, mentre una certa dose di omosessualità latente esiste in ogni maschio, e anzi coloro che si rivelano accaniti omofobi potrebbero essere proprio quelli in cui l’impulso verso un partner dello stesso sesso è più forte e viene misconosciuto maggiormente.

Ma, tra tante citazioni statistiche, una veramente mi ha sconvolto:
Il 37% delle coppie italiane non pratica la penetrazione. Sono le cosiddette coppie bianche”.
Se la citazione statistica è vera, è una cosa da capogiro. Nel Paese noto nel mondo come il Paese dei latin lover, il Paese della famiglia, il Paese dei figli, il Paese dell’amore, una percentuale altissima di coppie (forse non con questa percentuale ma comunque con cifre allarmanti) vive il matrimonio come un matrimonio incompleto, che persino la Sacra Rota considererebbe nullo, non conosce la penetrazione, forse non conosce nemmeno altre forme di orgasmo, facilmente non ha mai avuto un orgasmo simultaneo. E nessuno fa niente per aiutarle. Nessuno ha fatto mai niente per aiutarmi.
Le cause di questi ‘matrimoni bianchi’, cioè non consumati, possono essere tantissime. In testa l’eiaculazione precoce, poi il vaginismo cioè una chiusura psicologica della vagina che si contrae alla penetrazione con fortissimo dolore, infine una cosa che la Chiesa negherà fino all’ultimo, ossessivamente, la presenza in troppi maschi italiano di una omosessualità palese o latente.
Molte di queste cause inibitorie potrebbero essere facilmente superate con qualche terapia o con una giusta educazione sessuale che aprisse anche la porta a consultazioni con esperti sessuologi su questi argomenti. Perché molti problemi si possono anche risolvere se solo se ne potesse parlare nel giusto modo, se solo l’educazione e l’ambiente ponessero come naturale la possibilità di curare il sesso inibito o distorto così come si curano i problemi di qualunque parte dell’organismo.
Per me ormai non c’è più nulla da fare.
Ma ancora mi chiedo: come sarà questo orgasmo? :- )

Non ho termini di confronto, ma immagino che mio marito fosse dotato di un pene fuori misura, era anche molto alto e ben fatto. Immagino questo perché, quando ormai era morente e negli ultimi giorni mi decisi di farmi aiutare da una infermiera giovane, perché io da sola non ce la facevo più a girarlo, lei guardò il suo membro e si allarmò, dicendo che era troppo ‘gonfio’ e mi disse di denunciare la cosa alla dottoressa. Io lo guardai a mia volta ma non mi sembrò niente di diverso dal normale, anzi era piuttosto floscio date le sue condizioni di malattia. Ma lei insisteva che era “gonfio”, “gonfio”, e che dovevo fare qualcosa.
Quando partorii mia figlia (e ancora mi chiedo come la fecondazione avvenne), mio marito era presente in sala parto e, poiché la bambina era grossa e nacque un mese prima del dovuto, fu necessario fare un taglio di 14 punti per farla passare. Il chirurgo disse chiaramente a mio marito che io avevo una vagina troppo stretta che mi avrebbe costretto a dolori fortissimi per la penetrazione, tanto più che lui era superdotato ma che poteva correggere immediatamente un errore di natura, lasciando la vagina più larga così da permettere un coito regolare. Mio marito non ebbe un momento di ripensamento, il senso di proprietà e la gelosia prevalsero su tutto. Rispose. “Cucitela più stretta!”

Vivere la nostra sessualità è un fatto naturale. Perché ci hanno tolto anche questo?

Ed è facile di notte
come un lieve
toccare di un uccello
e diventa un luminoso
ardere nel suo splendore
come un uccello o un’altra fiammante
cosa alata.
Soffiato via con la neve,
oh guardalo che va, non sono io
ma è il vento che mi attraversa.
Nella notte vorrei
che fosse eterno buio
senza aurora
per tutte le lunghe ore,
solo le torri spezzate,
della luna
solo la signora sotto di loro
nella sua gonna di oro blu
che scintilla come la lucciola.
Addio
l’amore colpirà
ancora tra gli uomini
e ci slanceremo
nell’alba
con lunghe braccia.

(non io)

(John Wieners)
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INDICE ROMANZO

CAPITOLO 1 : http://masadaweb.org/2014/07/13/masada-n-1545-13-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-1/

Regressioni a vite precedenti – La guarigione a distanza – Le visualizzazioni- I numeri simbolici

CAPITOLO 2 : http://masadaweb.org/2014/07/17/masada-n-1546-17-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-2/

Le malattie psicosomatiche – Induzione e ipnosi come forma di terapia – Le verruche

CAPITOLO 3 : http://masadaweb.org/2014/07/22/masada-n-1547-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-3/

Tutto comincia dalla testa – Talismani: la croce di Ankh – Rievocare altre vite o momenti traumatici del passato – Incubi ricorrenti – Leggere negli altri una storia fatta di tante storie
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MASADA n° 1551 29-7-2014. ROMANZO. UNA SECONDA POSSIBILITA’- CAPITOLO 5

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Pene d’amore – Il tradimento – La trasgressione – Amare l’impossibile

“Cos’è questo mutare che sento?
È come il grano di giugno
come l’uccello che vola
e i semi dei calici.
Cos’è questa creatura che sento?
È come un fanciullo
che si alza e cresce e diventa vento
e albero e montagna.
Che cosa sono io adesso?
Che cosa sono stata fin’ora
per tutto il tempo che non c’eri?”

“Tu credi che l’amore sia quella cosa
che ti hanno raccontato
non metti in conto le solitudini le delusioni i tradimenti
non metti in conto le giornate rotte o spezzate
le parole di troppo quelle sbagliate
le notti nere i momenti bui
le albe pallide e vuote
e quelle domeniche
che non passano mai
non metti in conto i denti stretti
i pugni nelle tasche
le lacrime schiacciate nel cuscino
e a volte quell’abulia tremenda
la vita che sembra un barattolo vuoto
da prendere a calci
L’amore non è quella cosa che ti hanno
raccontato
è come la vita stessa
che ci vuole grande vita
per viverla
l’amore è quella cosa che ci sei dentro
come un sopravvissuto
un naufrago a volte
un martire un eroe
un rompicoglioni
L’amore è quella cosa che o ci sei fuori

o ti fa dio”

Qualche persona romantica crede che si possa amare solo una volta nella vita e so che ci sono persone che non hanno veramente amato mai. Le statistiche dicono che in media ogni uomo ha sette donne durante la sua esistenza e che ogni donna ha quattro uomini, ma le statistiche sono aride elencazioni di numeri in cui non viene calcolata l’intensità di un rapporto né viene spiegato se queste sette donne o questi quattro uomini furono davvero grandi amori.
Io so che, anche senza conoscere la pienezza di un rapporto sessuale completo, ci si può innamorare, lo si può fare più volte nella vita e ci si può innamorare anche contemporaneamente di due persone diverse, come se il proprio essere si sdoppiasse in due persone distinte, di cui l’una non capisce come possa esistere l’altra, ma che provano intensamente un certo tipo di passione incompatibile con l’altra. E’ strano l’essere umano, complesso e indescrivibile, e dinanzi ai tumulti della passione si può fare ben poco, ché certi amore somigliano a degli invasamenti, in cui la persona non è colpevole ma vittima.
Nel mio destino ho incontrato centinaia di persone, donne e uomini, e ho ascoltato e ricostruito centinaia di storie. L’ho fatto come potrebbe farlo uno psicologo o un sensitivo o una figura ibrida che si trova a dover essere entrambe le cose, e so che il 98% dei problemi che mi sono vista davanti erano problemi d’amore, come se l’amore fosse la cosa più importante del mondo, anche se poi esso viene sistematicamente omesso e rimosso da media che parlano prevalentemente del potere e dei suoi risvolti più o meno fittizi o di faccende di sesso e di letto che spesso nulla hanno a che vedere con l’amore.
Per questo, quando ascolto pene d’amore e sento parlare di tradimento, cerco sempre di attivare un atteggiamento di comprensione e di compassione, come davanti a una malattia fatale, un atteggiamento che eviti in qualche modo la rottura e la vendetta, perché la rottura di una relazione che è stata profonda può contenere in sé molta più sofferenza della sopportazione e del perdono.
Da una parte l’essere umano è portato a veder nascere dentro di sé innumerevoli passioni per le quali non può fare nulla e che non può né combattere né sopire, come se fosse vissuto da forze che non gli appartengono e che lo defraudano della sua volontà e della sua intelligenza, d’altra parte ogni amante conosce il dovere imprescindibile dell’unicità in amore, della fedeltà alla promessa, e si sente ferito dalla sua rottura in un modo così profondo che può distruggere la sua vita.
Io credo che quando si ama intensamente qualcuno, la nostra energia e la sua si uniscano in una forma nuova, una energia formata da entrambi e che in tutti e due vive e cresce. Credo che si formi un’aura energetica nuova, generata dai due partner e che la rottura del patto d’amore la ferisca a morte, creando un dolore che non è nel corpo o dello spirito o del cuore, ma dell’energia, appunto, come fosse il frutto o il figlio delle due energie unite, in una ferita che permane al di là del tempo e dello spazio, in una menomazione del nostro essere energetico. Per cui arrivo persino a capire se non a giustificare chi uccide per amore.
Così, come l’energia dell’innamoramento ci nutre e ci vivifica, ci fa sentire giovani e splendenti, la sua rottura ci getta a terra nella disperazione, ci toglie ogni forza, ci distrugge. Può essere totalmente insopportabile.
Ma quello che accade nell’innamoramento non è facile da spiegare, non è sempre responsabilmente attribuibile, non è decifrabile nei termini delle conoscenze umane, non è riducibile a scienza. Per questo gli antichi immaginarono un dio che scagliava a caso le sue frecce colpendo irresistibilmente coloro che dovevano innamorarsi, come se cadessero in un agguato divino.
E tale agguato è così desiderabile che chi non è infiammato d’amore ne spasima e si duole e chi brucia delle sue fiamme non riesce a parlare che di quello, non riesce a pensare che a quello.

Mi sono già lamentata, nella mia storia, di non aver conosciuto un rapporto sessuale normale ma di avere tuttavia amato, anche se in modo spesso tribolato e conflittuale, per 57 anni, lo stesso uomo, da quando ci siamo conosciuti che eravamo due ragazzini di 14 anni alla sua morte, e anche dopo. Questo lunghissimo amore durato più di mezzo secolo non ha impedito che io mi innamorassi altre volte e la cosa non deve sembrare strana, perché, come ho detto, la natura umana è indecifrabile e là dove non vorremmo mai andare ci porta a volte irresistibilmente.
Ma anche il mio più grande amore, conosciuto quando ero ormai una donna piena, di 40 anni, era destinato a rimanere non consumato, anzi inespresso, negato persino a me stessa. E solo ora che mio marito non c’è più fisicamente sento la necessità e quasi il dovere di parlarne, come per scaricarmi da una follia.

Ogni persona nasce con un kahrma. Non credo sia il persistere dell’energia di vite precedenti che si effonde anche in quella di adesso, ma credo sia il dovere di fare certe prove della vita e di adempiere a certi doveri.
Se il mio kahrma professionale era quello di essere una insegnante, la prova morale che dovevo affrontare e superare era quella di formare una famiglia.
Sono certa, perché l’ho sognato, che nella mia vita futura sarò un monaco buddhista in Cina, che famiglie non ne ha e che passerà la sua vita in meditazione su un consunto tappetino da preghiera, per salvare un mondo estremamente inquinato di cui vedo il cielo sporco e abbassato quasi irrespirabile. Ma in questo vita io, che ero nata col preciso intento di non fare una famiglia, mi sono ritrovata a dover far girare tutte le mie energie proprio attorno alla famiglia stessa, perché essa, che lo volessi o no, era al centro del mio destino. Per questo l’innamoramento è apparso come un baleno nella mia vita, come un fulmine a ciel sereno, come una prova kahrmica da superare. Ed è apparso mentre amavo mio marito.

In realtà il cielo di quel periodo non era molto sereno. Mio marito aveva le sue passioni segrete e le cose in casa non andavano molto bene, anzi non andavano bene per niente, al punto che aveva abbandonato per i tre mesi estivi me e mia figlia nella costruenda casa di montagna (abitavamo allora al piano terra di quello che poi sarebbe stato il piano principale ma che allora non era ancora finito), e non si faceva vedere quasi mai. E quando arrivava su, era distratto, irritabile, nervoso, spariva per giornate intere e un anno non prese nemmeno le ferie, preferendo restare in città chissà perché e chissà con chi.
Ma non fu per quello che mi sentii sola e mi innamorai.
Fu il destino, perché nulla era più lontano dai miei pensieri del tradimento, non solo per il mio lato puritano e tanto più in un paese così piccolo con gli occhi di tutti addosso e l’ostilità delle donne di paese, sempre avverse a me così cittadina e in qualche modo diversa da loro e così pronte a spiare e a spettegolare. E poi c’è sempre stato qualcosa nel tradimento che considero da bassezza, caduta personale, viltà, qualcosa di indegno a me stessa.

Ma fui presa in contropiede. Caddi in un trabocchetto. Restai vinta, senza più forze, fuori da me stessa, perduta.

Il primo inganno fu la bellezza.
Igor era bello, in modo travolgente E aveva 20 anni meno di me.
Io 40, lui 20. Una cosa improponibile anche all’anagrafe. Ma la follia dell’amore è quella di accendersi soprattutto per le unioni impossibili. Là sta la sua perversione e la sua insensatezza. Ché anzi le unioni impossibili sono quelle che lo accendono di più, unendo il fascino della trasgressione alla sofferenza dell’impossibile.
E, a complicare ancor più le cose, istantaneamente, insieme a me, si innamorò di lui, mia figlia di dieci anni, cadendo nella trappola ammaliante e perturbante del primo amore.
40 anni, 20 anni, 10 anni.
Tre impossibilità che non potevano che scatenare dolore.
Era così bello che di viso ricordava Scamarcio, stessa testa piena di riccioli scuri e pesanti come quella di un fauno, stessi occhi verdi o dorati, ombreggiati da lunghe ciglia, stessa bocca ben disegnata. Ma il corpo era più bello, alto, slanciato, con belle gambe, bella pelle, belle spalle.
Iuna, che lo vide un giorno per caso scendere di corsa la scaletta esterna, in calzoncini corti sulle lunghe gambe abbronzate e una improbabile camicia rosa, ne rimase abbagliata. E sì che di uomini lei se ne intendeva che con Marco in seconde nozze si era sposata l’uomo più bello dell’IBM. E subito disse. “Ma chi è quella meraviglia’?”
Igor aveva a Genova una ragazza che aveva accolto nel suo amore perché era rimasta orfana e suscitava la sua tenerezza. Una ragazza che vidi una volta, non bella ripiegata su se stessa, tristissima, con grosse poppe dondolanti. Ma quell’estate lui era sempre in casa mia.
Accoglieva, la mia casa di montagna, ogni sorta di bambino o ragazzo, ché la porta era sempre aperta e io, che non amo andare in giro e sono aliena dalle passeggiate, ospitavo per giornate intere bambini o ragazzi di ogni età, che giocavano con mia figlia e per cui io cercavo di preparare il meglio.
Poi il tutto si spostò al piano di sopra, quando fu finito, più ampio e con un bel salotto arioso con ampia portafinestra sempre aperta sul terrazzo con vista sulla valle. La casa era a 1100 metri ed era come se fosse sulla tolda di una nave, dietro aveva il paesino che nemmeno vedevo e davanti la vista aperta delle montagne e della valle, in una prospettiva amplissima.
La casa era una specie di luogo di accoglienza, 12 ore su 12, per tutti gli abitanti del paese dai due anni ai 25. E per tutti io avevo giochi, libri, giornalini, cose da mangiare e da bere, videogiochi, intrattenimenti, musica…
Igor amava la musica e parlava quasi sempre di musica.
Non so in realtà di cosa parlasse. Non ricordo nulla di quelle ore e di quei discorsi. Era come se vivessi in un mondo a parte e le parole non avevano il significato di parole, le cose non riguardavano cose. Arrivava all’improvviso a qualsiasi ora, come una folata di primavera, con un suo cugino, giovane anche lui ma in sottordine e spesso una cugina che abitava poco sopra di me, e che aveva avuto una malattia che fin da piccola le aveva stortato lo scheletro, allungandole a dismisura le mani, una ragazza giovane, molto intelligente e arguta, sarcastica, feroce a volte, spiritosa, innamorata cotta anche lei persa di questa bellezza, e che vicino a lui sembrava risplendere e diventare più bella.
Le ore scorrevano così tra giochi, musica, chiacchiere, battute di giovani, allegria, un nulla che mi riempiva la vita.
Igor studiava economia e commercio e io che ero laureata in scienze politiche mi impuntai di voler sentire una sua lezione, con la pretesa di aiutarlo, tanto che fu gioco forza per lui portarmi un suo libro e recitarmi un qualche argomento di economia di cui non ricordo nulla, per cui lo ebbi a disposizione per un’oretta, da sola, guardandolo in pace. Per ascoltare la sua lezione economica fui obbligata a stargli vicina e a guardarlo da presso. Ero quasi contenta di notare finalmente qualche difetto: i punti neri, la pelle delle guance non sempre perfetta. Traevo una amara soddisfazione nell’enumerare i suoi difetti e nel rilevare che non era poi quello splendore che mi figuravo ma che era umano e non era una statua né un essere divino. Ma non servì a nulla. Anzi, quando per un po’ non lo vidi, presi a spasimare per la sua mancanza, tanto che quando finalmente apparve, coi riccioli aureolati dalla luce, sulla porticina della casa, contro sole, gli balzai incontro e lo baciai sull’orlo della bocca.
Non so perché venisse tanto spesso da me, o dovrei dire ‘da noi’, vista la venerazione di mia figlia che gli stava appresso ogni volta che lo vedeva.
In verità non fece mai nei miei confronti nulla che fosse disdicevole e una volta che incrociai le mani sotto il tavolo e incontrai le sue, le ritirò precipitosamente., Probabilmente l’infatuazione fu solo mia e lui e i cugini venivano da me solo perché nel paese c’era ben poco da fare e ben pochi posti dove andare.
Ma il mio innamoramento era tale che non riuscivo a pensare ad altri che a lui, mentre mio marito si fece prendere da una improvvisa gelosia e li invitò anche a pranzo, lui e i cugini, per poi vantarsi in modo pesante, durante il pasto, di presunti assalti amatori con me mai avvenuti nella nottata che mi riempirono di grande imbarazzo, perché era incongruo che lui ribadisse in modo così volgare il suo possesso, come se dicesse: “Questa donna è mia”.
Igor, non solo era sempre lì, ma ci chiamava, me e mia figlia, ‘le sue fidanzatine’, cosa che ripeteva anche davanti a mio marito, e anche questo mi riempiva di grande imbarazzo.
Ma non successe mai nulla.
Sono pochissime le cose che posso ricordare anche se con la memoria le ho percorse mille volte.
…un giro che facemmo nei prati, sdraiandoci tutti nell’erba alta, con Igor che era sdraiato accanto a me e che sbirciò intenzionalmente tra i bottoni della mia camicetta.
..una volta che con mia figlia arrivai fino al suo paese e lo trovai a torso nudo che spaccava la legna con un parente e quasi non ci salutò come imbarazzato e incupito che lo vedessi così.
…la volta che spinsi mia figlia a fare per lui un cartoncino dipinto dove feci disegnare a lei le parole e le cose che avrei voluto digli io e glielo diedi arrotolato mentre scendeva a valle di corsa, perché amava correre e girare per i boschi.
…la sera che tutto il gruppo dei giovani, con mia figlia, arrivò al paese vicino e io rimasi in casa ad aspettarli e non tornavano mai, perché era estate e la notte era bella e chiara. Ma io, sola, nella casa vuota, volevo solo il suo ritorno e mi maceravo al punto da sentire contrazioni al basso ventre come se fossi stata incinta e quando, finalmente, a notte inoltrata, mia figlia tornò con gli altri, quasi l’aggredii come se il problema fosse stato il suo ritardo e non la mia sofferenza per la sua assenza.
Cose assurde, di cui mi vergogno e avvampo al pensarle.
Ma ricordo anche la festa di paese, nelle piste da bocce e da ballo, appena sotto la mia casa e io che mi esibivo, davanti a tutti, come in un palcoscenico, con una maglietta verde senza schiena che mi copriva malamente il seno, con le belle spalle nude e abbronzate, l’abbronzatura bene in risalto sul verde smeraldo del top allacciato dietro il collo, e una gonna sottile nera a pallini bianchi plissettata che mi svolazzava attorno, sotto la cintura strettissima e degli zoccoletti col tacco bianco laccati, assolutamente inadatti ai sassi di montagna ma che mi facevano più belle le gambe abbronzate. E Igor che davanti a tutti mi metteva un braccio attorno alle spalle nude, come se fossimo una coppia. E chissà cosa avranno detto quelli del paese ma io ero come in un nuvola!
Ma in realtà nulla più di questo accadde.
La passione fu consumata nel segreto del mio cuore e mai mi lasciai andare a qualcosa che fosse accusabile di alcunché.
Ma un vivo senso di colpa in qualche modo si agitava dentro di me, tanto che sognai la madre di lui, nera nera, come una lugubre strega malefica, che mi lanciava coltelli dagli occhi come per una fattura per volermi togliere dalla vita di suo figlio. Era costei ai miei occhi molto simile a una strega di altri tempi, non solo per le fattezze dure, la pelle giallastra e gli abiti neri e il suo stare per proprio conto, lontana da tutti, ma perché l’avevo vista in una piazzola sulla montagna, mentre cercava i porcini facendo una strana danza, sempre vestita di nero e scalza mentre batteva coi piedi tutt’attorno dove iniziano i cespugli e trovava così i funghi ancora bianchi e piccini, dissotterrandoli dal terriccio come li sentiva coi piedi.
E ricordo con estremo turbamento e paura la partita di calcio che gli ammogliati fecero contro gli scapoli, e mio marito partecipò con una furia che sul campo da gioco scatenò una vera rissa, dove appariva non lo sport ma il desiderio di picchiare e, se nessuno si fece male, fu un vero caso, perché l’aggressività che emerse fu del tutto esplosiva.
Infine, purtroppo, ricordo che accadde che Igor perse il padre a cui voleva molto bene e lui capitò a casa mia accasciato dall’enorme dolore, distrutto da quella morte improvvisa e ci sedemmo ad un tavolo, e lui crollò nel pianto, e, piangendo, allungò le mani sul tavolo per prendere le mie e io…mi ritirai indietro.
Mille volte, nella memoria, ho ripercorso quei momenti e mi sono accusata di vigliaccheria, di mancanza di compassione. Ma come si fa, mi dicevo, a scansare le mani di una persona che soffre? Ma in quel momento non il suo dolore vidi ma la mia passione e mi scansai da quella.
Poi accaddero tante cose. Un vicino ci fece un danno materiale alla casa. Ne nacque una contesa. Quelli del paese presero le parti del colpevole. Mio marito ne restò ferito. Decise di mettere la casa in vendita. Ce ne andammo.
L’anno successivo restammo in città in una calura soffocante, lui in preda al dolore di aver dovuto svendere la casa che aveva costruito con le sue mani, io in preda a un vero lutto, come per la morte di un amore.
Igor mi telefonò una volta. Non era contento della città dove era iscritto per l’università e aveva espresso la vaga intenzione di spostarsi nella mia. Quando sentii la sua voce, fui presa dal panico e finsi che avesse telefonato per parlare con mia figlia e lo congedai rapidamente chiamandola dalla finestra, mentre giocava in cortile.
Non venne mai nella mia città.
Non si fece vivo mai più.
Io ebbi un vero periodo di lutto, come per la morte di una persona cara.
Per un anno e mezzo lo pensai ogni giorno, stesa sul letto, nella disperazione più profonda con la pancia che mi faceva male.
Scrivevo poesie d’amore per lui. Mi consumavo. Mille volte immaginai che suonasse improvvisamente alla porta mentre ero sola, e provavo a immaginare un incontro d’amore, ma non riuscivo ad andare più avanti dei preliminari. Nemmeno con la fantasia sono mai riuscita a concludere qualcosa. Poi presi a pensarlo sempre meno ma sempre il suo ricordo mi faceva sanguinare.
Quando molti altri anni erano passati, quando ero diventata ormai una vecchia signora di 70 anni, mia figlia ne aveva 40 e lui ne aveva 50, accadde che, andando a trovare mia figlia a Londra, lei mi dicesse di colpo che lo aveva cercato e aveva saputo che viveva anche lui in Inghilterra, anzi che si era spostato a Londra e che lo aveva invitato a cena con la moglie e la bambina ‘per quella sera’.
Io rimasi schiantata come un albero dal fulmine.
Mi vidi con angoscia com’ero, una vecchia signora sovrappeso dal viso triste, non più la bella donna dalle spalle nude e le gambe belle, splendente ancora di vitalità e personalità. Immaginai d’un colpo come era diventato lui, un cinquantenne senza più riccioli, con gli occhiali, ingrassato, invecchiato, ricurvo, senza lo splendore verde della giovinezza. Fu come se mi avessero imbrattato una immagine sacra. Il dolore mi squarciò, insopportabile. Per un istante odiai mia figlia che rovinava così il mio ricordo più bello, una cosa che si salvava solo se rimaneva un ricordo.
Ma, per fortuna, lui non venne.

……
dove dove cercarti?
piena mancanza non avuta mai
il dolore cocente
di perderti senza conoscerti
per scelta consapevole
per matura responsabilità

ma che ha a che fare
la matura responsabilità
con la follia dell’amore?
rinunciando a te
ho dovuto rinunciare alla follia del mondo
chi mi renderà la mia dolce follia?

senza di te vago come un corpo vuoto
una parvenza di vita
un pianto inespresso
che si attacca con rabbia alle cose
presenti
per mascherare l’assenza

come c’è sempre troppo o troppo poco di noi

sola o in compagnia
sono sempre sola di te
ogni giorno mi interrogo
cosa farà oggi il mio amore?

ho detto di no alla tua presenza
per dire di sì alla tua assenza
per tutto il resto della mia vita.

il mio corpo è rimasto qui e vive
gli altri lo vedono vivere
è tutto normale
dio come odio questo normale
ma io sono la mia rinuncia

e la mia rinuncia ha
ali e testa e madre e te
ed è felice altrove
dove tu sei
e ti vede venire
di nuovo
bello come una volta
solo per me.

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INDICE ROMANZO

CAPITOLO 1 : http://masadaweb.org/2014/07/13/masada-n-1545-13-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-1/

Regressioni a vite precedenti – La guarigione a distanza – Le visualizzazioni- I numeri simbolici

CAPITOLO 2 : http://masadaweb.org/2014/07/17/masada-n-1546-17-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-2/

Le malattie psicosomatiche – Induzione e ipnosi come forma di terapia – Le verruche

CAPITOLO 3 : http://masadaweb.org/2014/07/22/masada-n-1547-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-3/

Tutto comincia dalla testa – Talismani: la croce di Ankh – Rievocare altre vite o momenti traumatici del passato – Incubi ricorrenti – Leggere negli altri una storia fatta di tante storie

CAPITOLO 4 : http://masadaweb.org/2014/07/28/masada-n-1550-28-7-2014-una-seconda-possibilita-romanzo-capitolo-4/

Isobare psichiche – Rane – La lezione del dolore – La lezione del piacere – La sessualità sacra – La verginità eterna – Ma cos’è l’orgasmo? – Eiaculazione precoce, vaginismo e omosessualità
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MASADA n° 1552 6-8-2014. UNA SECONDA POSSIBILITA’- ROMANZO-CAPITOLO 6

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La casa infestata – Sogni premonitori – Messaggi dall’al di là – Le vite precedenti

Per una anomalia della natura, sono nata con 4 bronchi invece di due, una malformazione bronchiale, congenita e irreversibile, che mi ha messa a rischio per i primi 35 anni di vita, con bronchiti croniche, crisi d’asma e allergie respiratorie, tanto forti che mi hanno portato verso la morte.
Quando ero piccola ero convinta che intorno ai 37 anni sarei morta. E in effetti a 35 anni le mie funzioni respiratorie si erano così complicate per l’aggravarsi di questa patologia che, al sanatorio di Ornago, dopo avermi esaminata per dieci giorni, mi dissero che non c’era più niente da fare e mi diagnosticarono due mesi di vita.
Fu un shock, ma in quello shock, non so perché, accadde qualcosa di improvviso e guarii di colpo, e ora sembra addirittura che i miei 4 bronchi siano diventati due come in ogni persona normale, una cosa abbastanza incredibile visto che è cambiata la morfologia del mio corpo, e dopo quel giorno non sono stata più malata, più nessuna bronchite, asma, più nulla. Ma la sentenza del primario fu traumatica e modificò qualcosa dentro di me in modo violento e totale. Credo che in quel momento il mio radicamento alla vita abbia subìto una scossa repentina e immagino che, quando questo accade, si liberi una parte di noi che resta solitamente come intrappolata in uno stato coscienziale limitato e cieco, la connessione ordinaria al proprio corpo materiale, una parte che può essere liberata e, dopo, può aprire una condizione “altra”, la condizione di “chi vede”.

Vi sono energie che possono emergere istantaneamente a seguito di un lutto, un dolore, una malattia, un pericolo, una depressione. Per me fu una diagnosi di morte e l’incontro con “una casa”. Quando arriva questo evento, la vita cambia del tutto, come se il trauma esterno ci modificasse alla base, sradicandoci dalle percezioni abituali e gettandoci in una configurazione nuova e inaspettata.
Fu allora che il mio punto di coscienza si spostò e cominciai ad avere delle percezioni che non avevo mai avuto prima e che non sapevo come etichettare. Poiché non avevo alcuna cognizione del paranormale, queste nuove percezioni mi destabilizzavano e mi gettavano nel più grande sconforto.
A quel tempo abitavamo davanti alle ciminiere Falk di Sesto S. Giovanni (Milano) e l’aria rossa di vapori ferrosi non era proprio adatta a una asmatica in condizioni gravi; il primario ci disse che, per prolungare la mia vita anche di poco, sarebbe stato salutare trasferirsi a sud dove l’aria fosse migliore, e così mio marito interruppe una prestigiosa carriera e ci trasferimmo in fretta e furia a Firenze.
Cercammo una casa in affitto, cosa non facile in tempi brevi, ma, curiosamente, si mostrò subito libera e disponibile una vecchia villetta d’inizio secolo..
Vederla e rifiutarla fu tutt’uno. Perché io quella casa l’avevo sognata e aveva qualcosa che mi metteva disagio. Era un appartamento al primo piano, molto grande, dai soffitti altissimi, con due salotti e molte camere, un immenso corridoio centrale lungo dieci metri ed enormi finestre strette e alte. Tubi dell’acqua e fili elettrici a vista, vecchi pavimenti di mattonelle esagonali rosse. Mio marito fu costretto a lasciarla perdere, vista la mia avversione, ma due mesi dopo non avevamo trovato nient’altro e la vecchia casa era sempre lì che aspettava, libera e disponibile, fatto questo molto curioso, vista la carenza di alloggi, così che alla fine mi arresi ed andammo ad abitare in Via del Ghirlandaio, a Firenze.
Marzia, mia figlia, aveva 5 anni e si fece venire una bella tosse allergica mostrando con vari tic, incubi notturni e sintomi vari, di non gradire la nuova abitazione e i cambiamenti sottili che avvertiva confusamente in me e tutt’attorno.
I due anni che seguirono furono i più tragici della mia vita, un cognato morto di cancro alla testa, la suocera morta e poi il suocero sempre di cancro, un cognato in carcere a Volterra, la Digos in casa…. un assembramento di problemi dolorosi cui partecipai confusamente, ripiegata su me stessa, sempre più convinta che ‘io’ stavo morendo e impegnata solo nella mia morte. Un vero incubo!
Ma l’incubo più grande fu la casa. La casa era inquietante per vari fenomeni che fingevo di non vedere anche perché il pensiero della morte mi occupava totalmente, ma i fenomeni continuavano fittamente: finestre che si spalancavano all’improvviso, luci che si accendevano a metà notte, sussurri, fruscii, suoni non identificati, schianti e scricchiolii, oggetti che si spostavano…
La bambina odiava quelle stanze vaste, odiava la propria camera, e, la sera, attraversava sempre correndo il lungo corridoio un po’ spettrale, cercando di starmi sempre vicina. Si lamentava che durante la notte sentiva rumori strani. Era come se per tutta la notte qualcuno “non proprio camminasse ma strascicasse”. Mia madre, che dormì una volta nella sua camera, confermò la cosa e chiese: “Ma cos’è che si trascina con pena tutta la notte?”
Per me, che ero entrata in una situazione irreale, le giornate erano strane e faticose e le notti lunghissime per l’insonnia e l’agitazione nervosa. Avevo il terrore di addormentarmi; se chiudevo gli occhi, sentivo delle forme oblunghe, come dei gonfi lombrichi lunghi un metro, biancastri, a mezz’aria, che volevano succhiarmi la vita attaccandosi alla mia gola, forme vampiriche che si nutrivano della mia energia. Allucinazioni forse.
Ero diventata attentissima al mio corpo, mi sembrava improvvisamente che ci fossero molte posizioni che non potevo prendere come rituali che non dovevo assolutamente eseguire. Per esempio stavo attenta a non unire le mani per pregare, come se questo atto, in apparenza semplice, fosse analogo all’infilare una spina in una presa e a produrre un contatto o passaggio di corrente, fosse un atto convogliatore di energia! Fu allora che cominciai a visualizzare la mia mano destra come qualcosa di caldo e rosso da cui usciva energia e la mia mano sinistra come qualcosa di blu e freddo che attirava energia. E le due mani insieme erano come due poli elettrici che potevano costituire un arco voltaico per una qualche forma di corrente non identificabile. Da allora le mani mi diventano sempre elettriche e bollenti quando ho accanto qualcuno che sta male.
Soffrivo di insonnia e la notte mi incamminavo spesso verso il bagno nel lungo corridoio illuminato dall’azzurro della luna che irrompeva dai finestroni alti e non schermati.
Mi sembrava, e la cosa mi spaventava, di essere “una cipolla”. L’immagine era irreale e sconcertante…. Ero dunque una cipolla, cioè un’entità formata da strati o veli, così sottili da non essere quasi visibili, sempre più sottili e trasparenti verso le parti più esterne. E sentivo che per me era diventato molto facile spostarmi verso questi strati esterni così impalpabili, ma questo passaggio era molto pericoloso per il mio insieme perché comportava un pericolo di disgregazione, dunque di morte. Associavo l’idea della morte a questo passaggio da uno strato della cipolla all’altro, e allo sciogliersi dei suoi veli; vedevo la cipolla come un universo, come se i livelli o strati fossero una condizione universale e capivo che la possibilità di uno spostamento del mio punto di coscienza da un livello a un altro poteva comportare la fine di quella unione temporanea che qui io chiamo vita. C’era la possibilità rischiosa di una perdita dell’insieme, sarei ancora esistita, sarei stata un’altra cosa ma non avrei potuto più essere umana come prima. Spostandomi, avrei perso il centro o cuore della cipolla, in una parola, avrei perso il mio nucleo fondamentale, il mio punto vitale, il punto di spillo che teneva insieme tutte le mie configurazioni, e dopo sarei diventata un’altra cosa, ma non sapevo cosa e ciò mi terrorizzava.
Oggi so che stavo percependo i tanti corpi dell’energia, i livelli vibrazionali di cui siamo formati, sempre più sottili verso l’esterno e sentivo la morte per ciò che probabilmente è: perdita di coesione di questi particolari strati che messi insieme formano la cosa umana e passaggio ad una forma di essere diversa da quella della materialità che ci definisce.
Questa immagine dell’uomo come cipolla, che mi sembrava allora quasi bizzarra e sconveniente, l’ho poi trovata in seguito citata tante volte da mistici e sensitivi che ora non ci faccio più caso, in Lobsang Rampa, in Yogananda Paramahansa, nel maestro tolteco Don Juan ecc. E mi ha prodotto un grande sollievo leggerne, quasi un senso di ilarità, perché sapere che altre persone avevano percepito la mia stessa immagine mi dava senso e dignità, mi restituiva a un contesto umano accettabile e non tanto irrazionale da ritenersi folle. Quella immagine degli strati o livelli vibrazionali l’ho sentita nella mia pelle e nella mia paura prima di sapere delle comunicazioni delle entità che ne parlano e prima di leggere la spiegazione che ne dà padre Francoise Brune che era un medium.
Quello che percepivo non riguardava solo la struttura energetica della mia cipolla ma l’universo intero, l’Essere, nelle sue varie possibilità, come 7 o 9 anelli di conoscenza o di essenza, in cui si scandiva l’organizzazione dell’ENERGIA.
Quando poi ho letto dei 7 o 9 corpi del lamaismo tibetano, ho ritrovato in una cultura lontanissima dalla mia lo stesso concetto. Ma la conoscenza diretta del fenomeno è sempre stata la mia guida più certa. Solo ciò che si sperimenta si conosce realmente. La vita è un tipo di conoscenza molto diversa da quella scientifica. L’osservatore e l’osservato si identificano e questo dà un colore, uno stato emozionale e un modo di essere e di capire che nessuna operazione esterna può riprodurre.. Non si conosce per certo che ciò che si sperimenta e non si sperimenta per certo che ciò per cui si è pronti a livello evolutivo, cioè nel cammino della trasformazione dell’essere.
Credo sia stato allora che è nata in me l’idea che “il porsi” sia qualcosa non di fisico ed esterno ma di interiore e interno e che ci sono dei modi di “porsi” della nostra consapevolezza che producono uno slittamento dell’io coscienza su piani diversi dell’essere. Non mi è facile spiegare in cosa consiste questo mutamento, è uno spostamento, uno slittamento, come un cambio di prospettiva, che si realizza non per nostra scelta o volontà, almeno all’inizio, ma perché qualcosa ha sballato le radici del nostro albero, come se la vita fosse il radicamento di una grossa quercia a un terreno noto e sostanzioso di conoscenze, percezioni, paradigmi, imprinting, e poi arrivasse la grande botta che scatafascia la pianta e ne estrae le radici e la piega in una posizione così inusuale che tutta l’esperienza si rovescia e si trasforma completamente e comincia a crescere in altri campi.
Anche Platone diceva che l’uomo è un albero rovesciato che ha le radici in cielo. Ma bisogna capire fino in fondo cos’è questo estraneamento totale e che non si tratta di una mera metafora, ma di una esperienza fuori dall’ordinario.
Per quanto io non sappia spiegare cosa avvenne, comunque qualche alchimia ci fu. Io la chiamai “spostamento”.
Ma di tutto questo fu responsabile “la casa”.
La casa reagiva stranamente a me, sopravvissuta temporaneamente alla mia morte, e a mia figlia, spostata dal suo ambiente di certezze e perciò in crisi, troppo piccola per elaborare razionalmente gli eventi consci e inconsci che si proiettavano su di lei (la mia malattia, le mie paure, l’agitazione del padre, il trasloco, la casa inquietante, gli altri eventi terribili che colpirono la mia famiglia..).
La creatura umana, specie se bambina, esige sempre il massimo di sicurezza e ripetizione e conformità e delicatezza, sia emotiva che ambientale.
Ma entrambe fummo sradicate e messe a confronto con qualcosa di inesplicabile.

Un giorno, eravamo in uno dei due salotti, Nicoletta guardava Uri Geller alla televisione che piegava i cucchiai e mi chiese: “Mamma, Mamma, fai anche tu la strega!”. “Pronti!” Punto le mani verso il grande tendaggio della finestra e dico: “Cadi! Cadi! Cadi!” e poi ridendo: “Vedi? Non succede niente!”. Non ho nemmeno finito che tutto il tendaggio, bello grande, mi cade addosso. Sarà colpa dei muri vecchi che non tengono, sarà colpa della nuova installazione..
Più tardi mio marito dirà che i sostegni non sono crollati, in quanto i chiodi non hanno ceduto, ma sembra che il tubo si sia graziosamente sfilato dall’alto e tutto il baldacchino mi sia, poi, caduto sulla testa.

La mattina dopo sono nel secondo salotto, chinata, che innaffio le piante, anche qui un grande tendaggio altissimo che prende tutta la parete si sfila verso l’alto e mi cade addosso. Non mi faccio niente, a parte lo sbalordimento. Di nuovo sembra che il bastone si sia sollevato dai supporti per venirmi a cercare.

Nella vecchia casa l’impianto elettrico non sembra funzionare bene, perché le luci si accendono di colpo quando vogliono loro, di solito a metà notte, e allo stesso modo i finestroni si spalancano di colpo e le porte non stanno chiuse, è tutto un accendersi e cigolare, e poi ci sono i rumori strani, ma si sa, le case vecchie…!
Poi cominciano gli elettrodomestici, le radio, i meccanismi elettrici… si accendono di colpo inspiegabilmente, anche se le spine sono staccate, e la cosa è soprattutto terribile quando le spine sono staccate.

Un giorno in una delle camerette, quella che uso come studio e dove tengo la macchina da cucire, mentre sono in cucina sento che la macchina si è messa a cucire da sola a velocità pazzesca. Corro strabiliata… Non posso nemmeno staccare la spina perché è già staccata.

Il giorno dopo è la volta del giradischi, si accende di colpo e ne esce un urlo tremendo altissimo, sofferente, (non c’è disco, non c’è spina), poi tutto va a fuoco in una gran nuvola nera, puzzolente di zolfo… forse è un altro contatto… ma la cosa è fortemente spettacolare, a parte il giradischi da buttare e di nuovo le considerazioni sulla spina staccata. E poi quell’ululato umano da pelle d’oca….

Poi mi ritrovo seduta sempre nella stanza della macchina da cucire che uso come studio, una stanza lunga e stretta e io sono sotto la finestra a un piccolo tavolo, in cima alla stanza, tre metri dietro di me o più, c’è un pesante armadio di campagna, massiccio, di quelli di una volta, con le due ante che si incastrano nei fori con due pioli. Un’anta, molto pesante tra l’altro, si stacca e, volteggiando nell’aria, attraversa la stanza e viene a cadermi addosso. Tutto questo non è piacevole. Anche qui ci può essere una causa materiale, forse il piolo è uscito dal suo foro, ma non è chiara la traiettoria perché sono troppo lontana. Tre metri. Le distanze non tornano. E comunque è sconvolgente sentirsi colpita da cosa che ti volano addosso.

Nel frattempo sogno la casa come era un tempo, il bagno è diverso e in cucina non ci sono queste mattonelle, è come potrebbe essere prima di una eventuale ristrutturazione. La casa ha un’aria dimessa e trascurata, vedo una coppia di anziani, vestiti di scuro, silenziosi, come due ombre tristi. In una camera intravedo una rete di letto con il materasso messo a doppio come fanno a volte in campagna i contadini quando in una stanza non ci dorme più nessuno. Sono sicura di aver visto la casa come era tempo prima e mi confermano che certe ristrutturazioni sono recenti. Il sogno mi dice che in quella casa è morto un figlio.

Io ho sempre dato molta importanza ai sogni e tuttora aiuto gli altri a interpretarli. Sono una visionaria in questo senso, non solo perché ho delle visualizzazioni a occhi aperti, più o meno consistenti, e spesso visioni telepatiche, ma anche perché uso i sogni come materiale utile per la vita e ho sviluppato una certa pratica interpretativa.
A volte il sogno resiste ai tentativi di decodificazione del razionale, e si palesa dopo diversi mesi o anni, ma per me è una fonte di conoscenza simile a quella dei miei amati libri, sognare è il mio libro segreto e qualche volta non è un libro personale ma universale.

Prima di andare in quella casa, prima addirittura di sapere che le mie condizioni erano gravi e di decidere di trasferirmi da Milano, avevo sognato che andavo a stare a Firenze in una casa molto antica vicina al Lungarno, da cui si poteva vedere Ponte Vecchio, così come poi avvenne. C’era un lungo e grande corridoio molto alto (come infatti poi era veramente) e sulle pareti tracce sbiadite di dipinti indecifrabili (figure di persone). La casa sembrava un museo e infatti era questa la frase fissa dei visitatori: “Questa casa sembra un museo”. Le tracce dei resti sulle pareti nella realtà non c’erano ma fanno pensare a tracce mnestiche di antiche vite precedenti incorporate nel luogo e captabili per psicometria ambientale. Nel sogno andavo a fissare le acque minacciose dell’Arno dal ponte S. Niccolò (quella strada era praticamente il proseguimento del ponte S. Niccolò). Io ho una simbologia onirica legata al fiume, che sento come il mio inconscio, e le mie precedenti vite presentano due morti per affogamento. Nel sogno c’erano dei subacquei che tiravano su dalle profonde acque fangose una grossa cassa in cui era imprigionato il mago Houdini.
Il sogno era predittivo con molti particolare esatti. Diceva: “Andrai a stare a Firenze in un preciso luogo e ti si svilupperà una nuova personalità. La casa avrà sulle sue pareti tracce di vite precedenti e tu riuscirai a captarle. Dalle profondità del tuo inconscio sarà tirata alla superficie la tua energia profonda ma essa ora è prigioniera e tu sarai malata finché non riuscirai ad esprimerla. Altrimenti sarai come Houdini, che era incatenato in una cassa piena d’acqua, ma non riuscì poi a liberarsi in tempo e per questo morì. Se tu non libererai la tua energia in tempo, la sua forza prigioniera ti soffocherà (la morte per soffocamento nei miei liquidi bronchiali).”

La liberazione delle forze paranormali o di qualunque altra energia simile, collegata alla minaccia della morte in due modi (se le liberi, perché sono pericolose, se non le liberi, perché ti soffocheranno) è diventata un mio problema cronico.
E sono arrivata ad ipotizzare che quando uno ha una determinata energia e la soffoca, questa farà di tutto per uscire, prendendo le forme della malattia mentale o fisica o perturbando la vita in ogni modo finché non sarà riconosciuta.
Ci ho messo 20 anni per rimuginare questi fatti e dieci per riuscire a parlarne e questo la dice lunga sulle mie riserve sull’argomento.

Una notte, sempre in quella casa, mi alzo come al solito per andare in bagno e devo percorrere al lume della luna tutto il lungo corridoio spettrale. Alla mia sinistra c’è il portone massiccio che dà sulle scale e che si chiude non a scatto come le porte moderne ma con una lunga sbarra che tiene fissata per angolo contro il muro la mezza porta e con un’altra sbarra orizzontale a scorrimento. Ma la porta è totalmente aperta. Non fa piacere alzarsi di notte e trovare la porta di casa completamente spalancata, non quella porta almeno. Dunque guardo da ogni parte se è entrato un ladro, sono agitata, ma… niente. Non c’è spiegazione plausibile. Chi ha alzato le spranghe e le sbarre e perché? Chi ha spalancato il pesante portone e come?

Arriva l’ultimo episodio in un crescendo di agitazione: è sempre notte e sempre io mi alzo per vagare nella grande casa allunata ma, come sono sulla soglia della camera, qualcosa di pesante mi colpisce fortemente all’inguine, così forte che, dal dolore, svengo.. Beh, si può pensare a un dolore intervenuto in un momento tra il sonno e la veglia e proiettato all’esterno ma era tutto così esterno e tangibile e così violento….. Che cosa mi ha colpito e perché?

Faccio un sogno: “Sono nella cameretta dell’armadio che vola e della macchina da cucire che cuce da sola, sono seduta davanti al tavolino, e un giovanotto si sostiene, quasi levitando, reggendosi alla spalliera della mia sedia. Lo vedo con grande chiarezza. E’ abbastanza alto, sui 27 anni, ha i capelli bruni e ricciuti con la brillantina come si usava negli anni ’50, è messo bene, nel senso che porta il vestito buono, blu, ed è pettinato con cura, ma i suoi pantaloni sono in parte vuoti, per cui non si sostiene sui suoi piedi ma sta come sospeso per aria con le sue gambe sfracellate. Mi dice il suo nome e cognome, che è morto suicida e dice anche il nome di un cimitero vicino a Firenze dove il suo corpo è seppellito. Dice che è morto gettandosi dalla finestra e che sua sorella non ha colpa di quello che è successo. Mi ripete insistentemente: “Diglielo ad Amanda di non piangere, che non ha colpa, dillo anche alla bambina!”. Credo che la bambina sia sua nipote. Ho un flash di loro che tornano a casa nel momento in cui si compie la sciagura. Ripete queste parole più volte e sembra angosciato di quello che ha fatto e del dolore che ha provocato ai suoi. E’ tutto molto reale e molto scioccante. Dopo quel sogno “ogni fenomeno scompare e nella casa non succede più nulla”, ma proprio più nulla… Penso che lo strascicamento che sentivamo poteva somigliare al movimento di un corpo che si è fratturato le gambe e dunque non può camminare, ma naturalmente poteva trattarsi dell’impianto di riscaldamento difettoso, anche se noi la notte lo spegniamo. Il colpo all’inguine così doloroso poteva simulare l’urto di un corpo che cade violentemente sul selciato, come potrebbe trattarsi di un comune malore. E poi io abito a un primo piano, non ci si butta da un primo piano. Anche se forse si torna là dove si è vissuto a lungo. E’ tutto così incerto e nello stesso tempo così tangibile. Penso anche che questa drammatizzazione legata al suicidio mi riguarda personalmente perché molte volte nella mia vita sono stata depressa al punto da pensare di gettarmi dalla finestra. Credo che ognuno abbia una sua morte preferita, magari pensa al gas o a spararsi o a prendere delle pillole, per me c’era solo la finestra. Dunque uno psicoanalista può spiegare facilmente il tutto come una proiezione dell’immaginario.

Dopo quel tempo pauroso, nella casa infestata, io guarii totalmente, almeno il mio corpo guarì e i miei bronchi gravemente malformati dalla nascita, tornarono misteriosamente normali. Non ne avevo più quattro come avevo avuto dalla nascita, ma due, come tutto le persone normali. Un miracolo laico, se così si può dire, visto che non posso associarlo a luoghi di culto o a preghiere.
Ma se il mio corpo guarì, la mia psiche uscì da queste esperienze compromessa e passai i sette anni successivi in una spaventosa depressione, in cui il pensiero della morte mi era tetra compagna e in cui non ci fu giorno che non pensassi al suicidio.
In quel lungo tempo sarebbe tornato il mio amico suicida, attraverso la scrittura automatica, a ripetermi di non fare quello che pensavo perché lui si era ucciso ma non avrebbe dovuto e nemmeno io avrei dovuto farlo.

Molti anni dopo, a Pavia, un pomeriggio d’estate in cui non sapevo che fare, provai a fare la scrittura automatica con una leggera estraneazione e il ragazzo suicida rapidamente tornò e mi disse molte cose, fece da intermediario anche ad altre anime tutto morte in modo violento, venne per es. uno spagnolo che era stato ucciso a tradimento e che parlava in spagnolo. Forse quelli che hanno curato poco la propria vita, suicidi o morti ammazzati, sono in una fascia di vibrazioni simili e possono contattarsi per analogia. Forse l’energia che ci struttura si posiziona automaticamente per propria vibrazione al posto che le compete nell’universo sia di qua che di là e là e conosce solo ciò che può e comunica solo con ciò che è. Siamo corsie di scorrimento di informazioni analogiche, ognuna nella sua banda di frequenza, siamo energia che si connette, al di là della vita e della morte con altra energia. Una persona autistica diceva: “Dopo morti saremo un’impronta di energia dell’universo”. Questa energia può, a modo suo, comunicare e comunicarsi e ci unisce, vivi e morti, in una stessa corrente condivisa.

Al ragazzo suicida, quando riemerse, ma ormai ero a Pavia, fuggendo dalla casa infestata, chiesi in scrittura automatica varie cose anche sulla serie di efferati delitti relativi al mostro di Firenze. Non se ne conosceva l’assassino e credo che non si conosca con certezza nemmeno oggi ed ebbi strane risposte che spedii diligentemente al procuratore Vigna che capeggiava, allora, la polizia di Firenze. Per pudore mandai il tutto in forma anonima. Le mie informazioni contenevano anche un nome e quel nome poi riemerse nelle indagini, ma era di una persona ormai morta che aveva portato il suo segreto con sé.
L’autore dei miei scritti automatici rispondeva alle mie domande. Disse che l’omicida lavorava in un ospedale presso Firenze come paramedico e me ne fece anche lo schizzo. Magro, sottile, con un camice bianco e la cravatta.
Disse che da bambino aveva avuto un amore possessivo verso la madre ed era stato geloso del suo compagno al punto da non sopportare i loro abbracci e da interporsi tra di loro. Un giorno lo aveva accoltellato e la madre si era assunta la colpa, finendo in una clinica psichiatrica. Diceva anche che la verità non si sarebbe mai saputa e che lui avrebbe scritto tutto alla sorella prima di suicidarsi gettandosi in un lago. Ma io non ho poi abbastanza elementi per dire se in questo ci fosse qualcosa di vero.
So che la polizia riceve spesso messaggi di sensitivi (avvenne anche per il rapimento di Moro) ma io non avrei potuto dirle più di quel che avevo scritto e, per paura, non ho mai indagato su questi responsi, per quanto abbia ricevuto dati precisi, nomi e numeri di telefono e indirizzi. Dico a tutti che solo i riscontri danno valore ai fatti ma io personalmente non ho mai verificato nulla, sono come paralizzata dall’enorme paura di trovare dei fatti reali che convalidino le mie comunicazioni medianiche. Preferisco pensare che i miei siano sogni da visionari e temo che qualcosa corrisponda a realtà, così lascio tutto in sospeso in una specie di limbo, una zona inquieta dove non amo avventurarmi ma che non posso nemmeno rimuovere. Del resto nell’elenco di nomi vittime di quei terribili fatti era apparso anche il mio e questo mi spaventò a morte facendomi interrompere ogni esperimento.
La cassa di Houdini era per metà fuori dell’acqua, ma io non la tiravo fuori del tutto. Non avevo abbastanza coraggio da poter guardare la mia stessa morte.

Immagino che quel che accadde sia stato un esempio di psicometria ambientale. Forse certi luoghi restano impregnati dell’energia di chi ci visse, forse le esperienze umane, specie quelle connesse alla morte, restano attaccate, come tracce sottili, non solo agli oggetti ma anche agli ambienti in cui sono accadute e in certe occasioni qualcuno è in grado di percepirle, così come si percepirebbe una trasmissione televisiva tridimensionale.
Le percezioni qualche volta sono storiche e puntuali, qualche volta solo simboliche.. Nel mio caso non ci sono riscontri obiettivi, abbiamo solo la testimonianza di uno sconvolgimento coscienziale, che nell’ordine della scienza può non essere significativo o trovare spiegazioni naturali e logiche.
Nell’ordine emotivo quello che è successo è stato un evento forte della mia vita che ha segnato un mutamento radicale nella mia sensibilità e nei miei interessi. Non so dire se si siano aperti dei canali nuovi oppure se tutto è stato un gioco del mio immaginario ma parte del mio scetticismo ha cominciato a incrinarsi e adesso mi trovo proprio a cercare di capire qualcosa di uno strano mondo invisibile e misterioso: l’ignoto che ci circonda o l’ignoto che siamo o l’ignoto che noi creiamo perché, se siamo spirito, come tutto è spirito, allora veramente non c’è nessuna differenza tra una realtà sostanziale e un miraggio della nostra mente.

Dopo le comunicazioni sconvolgenti arrivate con la scrittura automatica, la mia insicurezza era aumentata enormemente e avevo paura. Leggevo quello che veniva scritto dalla mia mano automaticamente e poi mi guardavo alle spalle e l’ignoto mi inquietava. Non ho mai trovato divertente o interessante quello che mi capitava e l’unica sentimento era una paura panica, senza controllo.
Ho continuato a pensare, a mo’ di difesa, che quello che mi succedeva fosse un’autoillusione, in cui ero colpevole complice o incolpevole vittima.
Alla fine del lungo periodo dei messaggi automatici, chiesi dubbiosamente all’intelligenza che sembrava comunicare con me: “Ma devo proprio credere a tutto questo?” e la risposta la lascio valutare a voi, perché è un delizioso rompicapo. La voce rispose: “Credi a tutto, ma come a un sogno”.

Io non ho dato molto credito mai alla reincarnazione, ma quando a 34 anni mi hanno dato per spacciata per gravi disturbi respiratori dovuti a questa malformazione bronchiale congenita e irreversibile, ho ricevuto un tale shock dalla notizia che, in seguito, ho avuto tre ricordi nitidissimi che non so dove situare e che avevano l’aspetto di allucinazioni, in cui io ero altre persone che avevano altre vite. Non so che cose fossero ma mi sconvolsero. Posso pensare che il mio immaginario volesse proteggermi dalla paura della morte, regalandomi tre esperienze di altre vite. E posso testimoniare che quelle tre “visioni” furono una cosa diversa dai sogni, e furono connotate da una fortissima impressione.

“Sono un bambino di sette o otto anni, scuro di pelle, olivastro, con capelli scuri, lunghi e grevi, come fosse di un’isola della Melanesia. Quasi nudo, con qualcosa intorno ai fianchi. Corro con piacere grandissimo su una spiaggia lunga e arcuata, come una falce di luna, bianchissima, là dove inizia il mare. E’ caldo, il mare e il cielo sono di turchese. So che in qualche modo il mare mi è proibito, perché rischio troppo e sono piccolo, ma il suo richiamo è tropo grande. Mi vedo che nuoto sott’acqua con grandissimo piacere (io non so nuotare e non ho mai messo la testa sottacqua), tengo le braccia aderenti al corpo, taglio l’acqua come fossi anch’io un pesce e fendo dei branchi di pesciolini piccolissimi argentati, mentre i capelli mi vanno tutti indietro. Poi è come se fossi una presenza neutra e senza corpo che sta in alto. Guardo in modo neutro una scena che mi riguarda: il bambino è morto affogato e un uomo lo porta in braccio, il corpo cade giù, cadono i capelli bagnati. L’uomo sale degli scalini naturali fatti un po’ di roccia un po’ di radici che vanno dal mare a un piccolo villaggio. Le case sono aguzze, di legno grigio, tutte storte e misere. Arriva molta gente. Una donna grida e piange con i capelli sconvolti. Forse è mia madre”.
Questa è la prima morte per affogamento.

“Nella seconda visione sono una ragazza di 17 anni, russa, potrei chiamarmi Sonia. Non sono granché bella, di altezza media, senza nessun carattere speciale. Ho un vago innamoramento per un giovane che ha un nome che suona come Alecsiei o Alioscia, forse è uno della guardia, perché lo penso in divisa, più grande di me, che ho visto qualche volta, ma non credo mi ricambi.. Mi piacciono le canzoni molto sentimentali, quelle che si suonano con una specie di chitarra rotonda. Io stessa suonicchio il pianoforte non molto bene, questo fa parte della mia educazione perché sono di famiglia benestante. Ho un abito bianco lungo, non molto largo, con delle gale in quadrato sul davanti del corpetto. Porto una fascia alta in vita col fiocco dietro. I capelli sono un po’ ricci, castani, legati dietro, molto comuni.
Siamo nel 1917 in una città che si chiama allo stesso tempo Pietroburgo e Pietrogrado, mi sembra che questa cosa del doppio nome sia importante. E’ novembre ma non fa ancora freddo. Il cielo è bigio.
Vedo la nostra sala da pranzo, grande e un po’ austera, la famiglia è seduta attorno a un tavolo rettangolare. Dicono che ci sono disordini in città, io chiedo se abbiamo distribuito ai poveri il pane secco come di solito. Ma sentiamo tumulti. Io sono in piedi e vado sulla veranda. Ci sono dei vasi grandi con delle felci. Vedo una folla di gente molto povera, portano abiti grigi e scuri, molte barbe, sono silenziosi e disperati. Mi accuccio in terra dietro le felci. Poi non vedo più nulla. Ma so che quella gente uccide tutta la mia famiglia e che io vengo affogata nel fiume. Posso vedere il fiume dall’alto, un fiume molto ampio con ampie curve, dal nome breve, di due sillabe.
Di altro posso dire che quando ero piccola, tutte le mie bambole si chiamavano Sonia, che chiedevo a mia madre, che era sarta, di cucirmi delle casacche bianche abbottonate sulla spalla, col collo alla coreana. A 14 anni ho letto con morbosità Dostoevskij e mi interessava particolarmente la vita borghese dei salotti. La musica della balalaika mi fa piangere ancora. In un convegno a Riccione ho comprato una cassetta di voci medianiche dove una signora canta vecchie romanze norvegesi e russe; per quanto la registrazione sia penosa l’ho sentita un’infinità di volte per lo struggimento che mi procura.
I miei incubi infantili quando avevo la febbre alta erano sempre scene di affogamento, affogavo in un fiume gelato e sentivo l’acqua fredda saturarmi la gola.
La paura dell’affogamento “in fiume” è sempre stata tanto forte da impedirmi di imparare a nuotare. A Pavia camminavo con terrore sul marciapiede opposto ai canali, dove peraltro l’acqua è profonda solo poche decine di cm., ma ciò bastava a darmi un terrore fobico.
Ricordo delle scene confuse, come degli spezzoni: il giorno di Natale andavamo in slitta in chiesa, vedo il riflesso rosa delle fiaccole sulla neve azzurra. Sento i campanelli. Era bellissimo.
Oggi Pietroburgo si chiama Leningrado. Io ci sono stata nel ‘78. Ho visto la bella città color pastello, barocca e neoclassica, molto simile alle città europee. Ho visto la Neva, ampia e con larghe curvature. Ho cercato invano qualcosa che avesse un significato per la mia memoria. Sono andata giù sul fiume in battello in un crepuscolo rosa. Non ricordavo nulla, non ho trovato la mia casa o qualcosa che le somigliasse, ma quando sono ripartita avevo una gran voglia di piangere.

Nella terza memoria non vivo una morte ma un momento di grande crisi. Sono un uomo alto e corpulento, con spalle a scivolo, tra i 40 e i 45 anni, un inglese, di pelo biondo rossiccio. Le mie iniziali sono O.W., il che farebbe pensare a Oscar Wilde, ma non credo che Oscar Wilde avrebbe portato quegli abiti perché erano troppo rozzi. Porto un abito grossolano di lana, forse di tweed, e un panciotto con orologio a catena. Sono chiuso in una piccola stanza. I mobili sono al minimo: un letticciolo, un piccolo tavolino con materiale da scrivere, una sedia, una stufa di ghisa nera a botticella (per quanto mi sembri strano che ci sia una stufa in una prigione). La finestra è piccola e con sbarre. Si vede una campagna mossa a collinette d’erba, senz’alberi, nessuna forma di vita.
Vivo un momento di grande crisi. Sono stato accusato di un delitto che l agente considera orribile e faccio un grave esame di coscienza, ma sono anche distrutto dalla disperazione e dall’abbandono. La mia vita è stroncata. Dico parole molto belle e accorate che ora non sono in grado di ripetere, penso che ho voluto provare tutto, anche cose non consentite dalla morale, qualcosa che riguarda un adolescente, ma non per cattiveria, quanto per “provare tutto, per conoscere tutto. Per amore della bellezza”. Sembra che questo amore della bellezza sia molto importante. Di tante parole che dico continuo ancor ora a ripetere una frase: “Volevo sentire la stilla della vita che scendeva nel calice”. Le dico immaginando di essere una calla, fiore leggermente femmineo, che sembra una vulva delicata e spessa, color crema. Le parole hanno una grande vivezza visiva, come di persona per cui le esperienze percettive sono estremamente importanti e che è in grado di gustare sfumature sottili della percezione. La parola che mi viene in mente è “squisito”.
Non so se questo personaggio sia veramente Oscar Wilde, che fu rinchiuso in carcere per atti di sodomia con un adolescente e la cui vita fu distrutta dal processo e dalla condanna sociale. Ma ho saputo che veramente la calla era il suo fiore preferito, leggendo la sua autobiografia.
Cose forse non significative: la mia passione infantile per gli aforismi, la scelta, come fiabe preferite di ‘Il gigante egoista’ e ‘Il principe povero’, che sono fiabe di Oscar Wilde, il mio odio per le commedie teatrali…ma probabilmente sono cose senza importanza.

Oggi sono io che metto in stato di rilassamento le persone per far loro ricordare vite precedenti e la cosa avviene, in genere, senza molta fatica, anche se non sempre le vite rievocate hanno degli eventi di grande importanza, ma, si sa, il mondo è fatto da miliardi di umani le cui vite sono nate e si sono perdute senza che la storia ne abbia molto risentito.
Non tutti, poi, riescono ad entrare in uno stato alfa, stato diverso dall’ipnosi dove resta la coscienza ma in cui le onde del cervello si fanno lunghe e lente, a cavallo tra la veglia e il sonno e tale che al risveglio il soggetto ricorda tutto e aggiunge altri particolari alle risposte che io ottengo con le mie domande.

Ricordo una giovane e bella signora che non poteva avere figli, per quanto tutti nella sua famiglia fossero prolifici e per quanto sia lei che il marito fossero giovani e sani.
L’ho fatta stendere sul divano, coprendola con una copertina leggera e l’ho fatta respirare prima con tre respiri profondissimi e rapidi, poi con respiri sempre più lenti, mentre chiamavo ogni parte del suo corpo, partendo dai piedi, affinché divenisse pesante e calda. Arrivati alla testa, le facevo focalizzare lo sguardo interno verso il centro della fronte. E le chiedevo: “Vai dove nasce il tuo problema!”
Di colpo è diventata piccolissima, tre anni forse, era nella sua casa di nascita, parlava in modo incerto come una bambina piccola e mostrava uno stato confusionale di grande paura, piangeva con lacrime vere, rivivendo un episodio traumatico della sua infanzia. C’era nella sua famiglia un fratellino down, amatissimo da tutti, e improvvisamente, un giorno, lo avevano trovato morto nel suo lettino. La morte aveva sconvolto la famiglia. Nell’agitazione che era seguita nessuno si era curato della bambina di tre anni che era rimasta abbandonata e piangeva, incapace di rielaborare il trambusto che vedeva in casa.
La bimba era andata in giardino, si era rannicchiata per terra, contro il tronco di un albero e si era messa a piangere, turbata e spaventata, non riusciva a capire cosa stava succedendo, non poteva elaborare il concetto della morte e l’ignoto che era balzato sulla sua famiglia in modo improvviso e traumatico l’aveva lasciata sola e abbandonata.
Come la visione finì, la giovane donna riprese la sua voce di adulta, si alzò dal divano confusa e col viso pieno di lacrime. Scappò via in fretta e non l’ho vista mai più. Ma da sua sorella ho saputo che poco dopo è rimasta incinta e ora ha due bambini. Il ricordo traumatico rivissuto aveva riannodato il filo della sua vita, e rivivere tutto e piangere quello che era successo aveva sbloccato qualcosa di lei e aveva reso possibile la maternità.

In un altro caso sembrava che il problema fosse l’impossibilitò quasi panica di seguire una dieta. La signora era carina e grassottella e forse qualche chilo in meno le avrebbe giovato ma, ogni volta che iniziava una dieta, doveva interromperla per il grave stato di disagio, gli incubi e il malessere che ne conseguivano.
Il raggiungimento dello stato alfa fu veloce e immediatamente cominciò a parlare. Rispondeva alle mie domande con voce impastata e bassissima tanto che facevo fatica a capirla. Anche qui avevo chiesto di andare all’origine del problema.
Era un uomo, un inglese, e si trovava prigioniero in un campo giapponese nella giungla. Faticosamente, quasi senza forze, mi descriveva il campo e le condizioni dei prigionieri. I soldati erano crudeli, seviziavano i prigionieri e li costringevano ad assistere a scene di esecuzione. L’uomo era magrissimo e stava praticamente morendo di fame. Ogni tanto i giapponesi arrivavano con un camion e ci facevano salire un gruppo di prigionieri dicendo che ne avevano bisogno per dei lavori nella giungla, ma tutti sapevano che andavano alla morte perché non tornavano mai più. L’inglese si era salvato ogni volta nascondendosi dentro un barile per l’acqua.
Lentamente, inesorabilmente, quell’uomo morì davanti ai miei occhi di inedia. E’ davvero estraniante vedere una graziosa e giovane signora grassottella che muore davanti ai tuoi occhi di fame.
La sua anima spiccò in alto, era fredda e indifferente, guardava il campo dall’alto e me lo descriveva. Scopriva per la prima volta che il campo non era in un luogo inaccessibile della giungla come avevano loro fatto credere ma abbastanza vicino a una città. dall’alto ne vedeva i templi con pagode dorate, ma ormai nulla aveva più importanza.
Ora potevamo capire come mai la reincarnazione di un inglese morto di fame non poteva accettare nessuna dieta.

Un altro caso che ricordo fu quello di una signora molto bella e molto ricca che viveva come fosse povera e aveva un attaccamento anormale con la sopravvivenza e l’attaccamento alle cose materiali.
La sua visione fu lunghissima, una intera vita, e molto sofferta, la più lunga visione che abbia mai sentito …
Viveva in una cittadella che sembrava medievale, con vicoli stretti e bui, maleodoranti, in salita e case che quasi si toccavano. Era una donna molto bella ma molto disgraziata, che aveva passato i primi anni vivendo come una mendicante. Poi un contadino l’aveva presa e l’aveva fatta lavorare, dandole tre figli maschi, la picchiava e le faceva fare la fame e anche i tre figli cresciuti avevano calcato le orme della violenza paterna, per cui non aveva conosciuto altro che fame, botte e miseria. Poi il contadino l’aveva venduta, ancora bella, a un signorotto, con cui finalmente si era tolta la fame, ma la vita di maltrattamenti era continuata. Era stata una vita lunghissima e infelice dove le note costanti e tragiche erano la violenza, il bisogno, la mancanza di autonomia.
Io facevo le domande, leri rispondeva con una voce bassa e a malapena udibile.
Nessuna meraviglia che nella sua vita attuale, benché fosse ricca, ci fosse un tale attaccamento alla roba, al denaro, alla sopravvivenza. In quella donna bella e ricca continuava a vagare l’anima di una mendicante del medioevo.

Davvero non so come queste immagini debbano esser valutate. Se pure il protagonista sembri trarne grande ispirazione, non c’è poi modo di averne un qualsiasi riscontro e le relazioni che queste storie sembrano avere con la storia attuale non sono sufficienti a permettere valutazioni.
Potrebbero essere solo fantasie della nostra parte immaginativa, o forme simboliche tratte dall’inconscio, oppure, come crede qualche miliardo di persone, potrebbero avvalorare l’ipotesi di vite precedenti e di un’anima che passa da un corpo a un altro, o di un kahrma, di un compito che perdura.
Jung credeva che ognuno di noi appartenesse a una famiglia di anime, non tutte incarnate, che portavano avanti un compito. E devo dire che questa idea che ognuno di noi, e non da solo, ha un compito da portare avanti mi piace moltissimo, più dell’idea che siamo nati per comprare, consumare e fottere.
Senza dubbio, pensare che la morte che verrà non sarà definitiva ma rinasceremo ancora ci è di qualche conforto, e senza alcun dubbio le tre ‘memorie’ di vite precedenti che ho avuto mi hanno facilmente convinta che la morte non esiste e che continueremo a rinascere, fino almeno a quando la nostra sostanza spirituale non abbia raggiunto una qualche specie di purificazione. Del resto i mondi sono tanti e non siamo obbligati ad affollare questo.
Quando ero piccola pensavo di non essere nata nel pianeta giusto. Soffrivo enormemente del corpo che avevo, trovavo ridicolo e grottesco che per spostarsi non dovessimo traslarci in tempo reale ma occorresse mettere un piede davanti all’altro, o che, per comunicare, fossimo obbligati a parlare o a scrivere e la comunicazione non avvenisse telepaticamente. Avevo accessi di pianto per questa ridotta condizione umana, che consideravo punitiva e inferiore, e battevo i piedi per terra chiedendo di tornare là da dove ero venuta. Mi immaginavo un mondo immateriale, dove le comunicazioni erano sottili e i legami straordinari. E mi sentivo sola, diversa, chiusa e imprigionata. Essere nata sulla Terra era una punizione anche se non riuscivo a immaginare la colpa. Solo nei sogni riuscivo a riprendere qualche brandello della mia esistenza primitiva, e solo attraverso i viaggi fuori del corpo sono tornata ad essere quella che ero.
Quando ero bambina, vivevo in un mondo solitario e parlavo con dei piccoli esseri che vivevano sotto le mattonelle, avevo un compagno silenzioso che mi accompagnava ovunque e nella mia camera, a volte, vedevo sollevarsi negli angoli grandi bolle evanescenti e pallide che svanivano in alto.
Quando ero piccola…..
..

http://masadaweb.org


MASADA n° 1553 10-8-2014 PREGIUDICATO E SPREGIUDICATO

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Miliardi di euro buttati e milioni di euro rubati – Mentre Renzi perde tempo col Senato, aumenta la crisi italiana – Renzi ha rottamato la sovranità popolare – In peggioramento tutti gli indicatori economici – Perde la stampa italiana- Chiude l’Unità – In calo di ascolti anche il tg3 – Possibilità di realizzare la democrazia diretta – Assenza in Italia di istituti di democrazia diretta – La governabilità di Renzi nega la democrazia – Il quorum – Dagli amici ci guardi Dio: gli USA – Scontro Palestina Israele

LIGABUE

Sotto gli occhi da sempre distratti del mondo
sotto i colpi di spugna di una democrazia
c’è chi visse sperando
e chi disperando
e c’è chi visse comunque morendo
c’è chi riesce a dormire
comunque sia andata
comunque sia
Sotto gli occhi annoiati e distratti del mondo
la pallottola è in canna in bella calligrafia
la giustizia che aspetti
è uguale per tutti
ma le sentenze sono un pelo in ritardo
avvocati che alzano il calice al cielo
sentendosi Dio


C’è qualcuno che può rompere il muro del suono
mentre tutto il mondo si commenta da solo
il cerino sfregato nel buio
fa più luce di quanto vediamo
c’è qualcuno che può rompere il muro del suono
Sotto gli occhi impegnati in ben altro del mondo
ogni storia è riscritta in economia
con i pitbull mollati a sbranare per strada
e coi padroni che stanno fumando
chi doveva pagare non ha mai pagato l’argenteria
C’è qualcuno che può rompere il muro del suono
mentre tutto il mondo si commenta da solo
il cerino sfregato nel buio
fa più luce di quanto vediamo
c’è qualcuno che può rompere il muro del suono
Sotto gli occhi comunque distratti del mondo
si rovesciano al centro e periferia
il vampiro non cambia
pistola alla tempia
non chiede scusa per tutto quel sangue
chi doveva pagare non ha mai pagato per la carestia
chi doveva pagare non ha mai pagato l’argenteria
chi doveva pagare non ha mai pagato
C’è qualcuno che può rompere il muro del suono
mentre tutto il mondo si commenta da solo
il cerino sfregato nel buio
fa più luce di quanto crediamo
c’è qualcuno che può rompere il muro del suono”

Alberto Amiotti
Senato, Boschi: “L’ultima parola ai cittadini”. E pensare che ancora aspettano di dire la prima.
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Pirata 21
Renzi:”Sono trent’anni che gli italiani vengono presi in giro”. Se si svegliano adesso è proprio sfiga.
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Rocco Gazzaneo
Boschi. “L’ultima parola spetterà ai cittadini”. Il rantolo.
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Frandiben
Il Governo stabilisce che sarà severamente proibito chiamarla deriva autoritaria.
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Abolire il Senato è solo la prima fase del piano di Renzi. La seconda è vendere Palazzo Madama su ebay.
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Pirata 21
Grillo:”Mussolini ebbe più pudore di Renzi”. Vallo a dire a Matteotti.
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Renzi a Grillo:”Non è un colpo di stato, ma un colpo di sole”. Si sta giustificando.
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Renzi a Grillo:”Non è un colpo di stato, ma un colpo di sole”. Ma io azzarderei anche di sòle.
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Riforme, il Quirinale:”Nessuna pressione sui parlamentari ribelli”. Non li ha proprio cagati.
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D’Alema arriva a sorpresa a palazzo Chigi. Per gli indiani sarebbe presagio di sventura.
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Riforme. Salta tutto e si riparte da zero. Speriamo di non perdere il passo dei paesi del terzo mondo.
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Renzi: “Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario”. Sta facendo il modesto.
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Grasso al Senatore del M5S con un peluche in mano:”Non sono ammessi pupazzi in aula”. Vai a capire a chi dicesse.
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Ivhank
Boschi: ”Non ci sono minacce per la democrazia”. Ovunque essa si trovi.
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Donlione
Spunta la proposta di chiamare “Gilda” la Camera dei Deputati. Bedda Matre Onorata!
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Montales
D’Alema arriva a sorpresa a palazzo Chigi. “Scusate, il cane mi stava passeggiando da queste parti”.
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D’Alema arriva a sorpresa a palazzo Chigi. “E’ qui il mondiale di boria?”
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E’ unanime dall’Europa la condanna di Renzi che ha fatto riforme che non interessano produzione e occupazione mentre la crisi italiana aumenta.
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L’UNICA COSA CHE RENZI HA ROTTAMATO E’ LA SOVRANITA’ POPOLARE
Massimo Buzzelli

Signor Presidente del Senato, dopo che Lei ha proposto che a B e al suo Governo venisse attribuito un “premio speciale alla lotta contro la mafia”, sarebbe adesso il caso di proporre Renzi e il PD ad un premio per la democrazia. Che ne pensa?
L’Italia dopo la II guerra mondiale ha avuto un gruppo di persone elette, colte ed illuminate che hanno dato alla nazione una COSTITUZIONE dalla quale ha attinto anche l’O.N.U. per redigere la statuto dei diritti dell’uomo, ora questa costituzione verrà modificata da: pregiudicati, delinquenti, escort, mafiosi, scilipotisti, pressapochisti, ciarlatani, renzusconiani, i colpi di fortuna non capitano due volte. Forza Italia.
La Goldman Sachs ha deciso che la costituzione di questo paese è troppo democratica. Renzi con rinnegati come Zanda e Napolitano ubbidisce: la Costituzione sarà rottamata. In verità sarà l’unica rottamazione fatta da Renzi. La vecchia cricca ha solo scambiato qualche posto, ma è lì più salda e impunita che mai.
L’unica cosa che Renzi ha rottamato è la sovranità popolare.
Sarà poi la volta dello stato sociale, delle pensioni sociali, delle pensioni di reversibilità, della sanità pubblica, di tutti i nostri diritti….
Il popolo bue non capisce un’acca. Gli elettori votano la propria estinzione come tanti zombi.
Questa gentaglia procede a colpi di ghigliottina, disinformazione e calunnie; opportunisti e caterve di troll che formano ormai il nuovo squadrismo.
Su tutto si erge come un Moloch insensibile e meccanico l’iperliberismo, morto in tutti i suoi effetti, vivo più che mai nella sua sporca corruzione.

MILIARDI DI EURO BUTTATI E MILIONI DI EURO RUBATI
Franco Capuani

TAV: 20 miliardi di euro buttati e milioni di euro rubati, molti con la collaborazione del crimine organizzato
AFGHANISTAN: 5 miliardi di euro buttati per una guerra non nostra
ALITALIA: miliardi di euro buttati, lavoratori licenziati e tasche degli amici degli amici sempre più gonfie
BANCHE PRIVATE: 7,5 miliardi di euro regalati con il decreto IMU Bankitalia
SLOT MACHINE: 98 miliardi di euro condonati alle concessionarie del gioco d’azzardo, le stesse che finanziano fondazioni e partiti
MPS: banca spolpata dal PD salvata con i soldi nostri (oltre 4 miliardi di euro)
FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI: oltre 2 miliardi di euro di soldi nostri rubati da questi segretari di partito ladri

MENTRE RENZI PERDE TEMPO COL SENATO, AUMENTA LA CRISI
Alessandro

- Il 65% delle famiglie italiane riduce qualità o quantità cibo, ”diminuzione significativa” quella per la carne -3,2%. (Istat)
– Frena a giugno l’export italiano extra Ue. Male i beni strumentali. A giugno 2014, rispetto al mese precedente, le esportazioni sono in contrazione -4,3%. (Il Sole 24 Ore)
-La crescita della Spagna accelera. Il Pil della Spagna è cresciuto dello 0,6% nel secondo trimestre. E’ migliore del previsto e mostra una ulteriore accelerazione della crescita dopo il +0,4% del primo trimestre. (Sole 24 ore).
– La Gran Bretagna è fuori dalla crisi. Pil secondo semestre + 0,8% (Ansa)
L’Italia sta strisciando sul fondo ma a Renzi interessa solo il potere, con le riforme tese solo ad auto perpetuarsi eliminando le opposizioni per legge.
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IL PEGGIORAMENTO DI TUTTI GLI INDICATORI ECONOMICI
ELIO LANNUTI

“Il Governo Renzi, impegnato al braccio di ferro sulle riforme costituzionali care alla P2, nasconde la testa sotto la sabbia negando l’evidenza di dati ed indicatori economici sempre più preoccupanti ed allarmanti, che necessitano di una robusta ed inevitabile manovra autunnale di aggiustamento da 24 a 36 miliardi di euro.

Debito-Pil: in Italia nel primo trimestre 2014, il rapporto tra debito pubblico e Pil, che secondo i parametri europei dovrebbe attestarsi al 60%, è salito al 135,6% dal 132,6% del trimestre precedente. Con un aumento del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando era al 130,2%. A maggio 2014 il debito è cresciuto a 2.166,3 miliardi di euro, con un incremento di 92 mld di euro rispetto a 12 mesi prima. Nell’UE e nella zona euro in rapporto al Pil, il debito italiano è secondo solo a quello greco, che alla fine del primo trimestre era al 174,1%.

Crescita economica: Il Def del Governo aveva stabilito un rapporto Debito/Pil al 134,9%, basato sulla proiezione di crescita del Pil per il 2014, pari allo 0,8% ed un rapporto di indebitamento netto del 2,6% sul Pil. Sia Bankitalia (+0,2%) che FMI (+0,3%), nel prevedere una crescita più bassa, ritengono inevitabile un buco nei conti che dovrà essere ripianato.

Spesa pubblica: invece di diminuire è aumentata nei primi 5 mesi del 2014, passando da 181,9 miliardi di euro a 206,7 con un incremento di 25 miliardi di euro.

Privatizzazioni: il Def, che dava conto di esborsi al Fondo Salvastati o Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) per 92,552 miliardi di euro nel biennio 2012 (36,932 mld euro) e 2013 (55,620), aveva stabilito proventi da privatizzazioni pari allo 0,7% del Pil (quindi per 10,9 miliardi di euro), diventati una chimera.

Disoccupazione: a maggio (Istat) sale ancora il tasso di disoccupazione al 12,6% rispetto al 12,5% del mese precedente. I giovani senza lavoro sono il 43%, con 2,3 milioni di occupati in meno sotto i 35 anni dal 2004.

Fisco: la pressione fiscale, pari al 43,8%,per le imprese arriva al 68,6 % sui profitti, dati che non hanno eguali in tutta Europa e non sono riscontrabili neppure tra i grandi paesi industriali extra Ue.

Consumi: Prosegue il tracollo delle vendite al dettaglio calate del 3,5% su base annua. L’andamento nell’indicare una fase recessiva, conferma che la voce “Consumi interni privati” costituisce circa il 60% del PIL Italiano, per cui se non si riprende questo indicatore, difficilmente il PIL si “riprende”.

Sofferenze bancarie: 168,5 miliardi di euro a maggio, con un apporto sofferenze impieghi pari all’8,9%;

Conti Correnti: i costi di gestione dei conti correnti, più elevati della media Ue di un +225%, dove sono attestati a 114 euro, 257 euro in più su ogni conto fissato in Italia a 371 euro contro 114 (+225%), che si traduce in costi complessivi di 6,7 miliardi di euro in più l’anno a carico di famiglie ed imprese.

Tassi mutui: la presunta maggiore solidità delle banche italiane, è stata pagata da correntisti ed utenti dei servizi bancari, che continuano a pagare su ogni mutuo trentennale di 100.000 euro (fissato oggi al tasso del 5,11% in Italia contro 3,79% dell’area euro), uno spread di circa 30.000 euro in più alla scadenza dei mutuatari europei.

RCAuto: dal 1994 (ultimi 20 anni), i costi delle polizze (per una cilindrata media) sono aumentati di oltre il 254%, non giustificati dall’andamento dell’incidentalità’. Tra il 2008 e il 2013 in Italia gli automobilisti hanno pagato 231 euro annui in più rispetto alla media Ue (con un aggravio di circa 8,5 miliardi di euro l’anno a carico dei cittadini)”.

Corruzione: Corruption Perceptions Index 2013, la lista dei 177 Paesi più corrotti al mondo, redatta dalla Ong Trasparency International, assegna all’Italia il 69° posto nella classifica, tra il Montenegro e il Kwait. Tra gli indici presi come riferimento, attraverso un punteggio che va da 0 (molto corrotto) a 100 (non corrotto), nella percezione della corruzione, c’è l’analisi del settore pubblico, seguita dall’abuso di potere, dagli scarsi livelli di integrità e gli accordi segreti. Fattori che non solo opacizzano la governance di un Paese, ma che lo indeboliscono anche dal punto di vista economico e sociale.

Per queste ragioni in autunno, arriverà una manovra lacrime e sangue, da 24 a 30 miliardi di euro per tappare il dissesto dei conti pubblici, sui quali incombono fiscal compact e pareggio di bilancio”.

CRISI DELLA STAMPA
Viviana Vivarelli

Il crollo dei giornali è un fenomeno mondiale e là dove i quotidiani si reggono solo sulle mangiatoie pubbliche e non sulla verità dei fatti e la forza dei valori sociali e non risvegliano più l’interesse dei lettori perché sono puri megafoni di regime, il fallimento è dovuto. Le informazioni ormai si trovano solo sul web e nel confronto della gente con la gente. E’ stato intelligente, Grillo, a capirlo, preveggente come in tale altre cose. Non vi dice nulla che una forza politica come il M5S che alle politiche ha preso il 25% non possieda nessun giornale e nessuna televisione?
Un quotidiano ha il dovere morale di essere il cane da guardia di chi comanda, solo così può assolvere alla sua funzione di informare e di fare una critica costruttiva utile a tutti. Se si trasforma in una velina del potere, è salutare che scompaia.

CHIUDE L’UNITA’

Dal 1° agosto l’Unità ha chiuso ma saremo noi a pagare il suo debito di 110 milioni.
Negli ultimi 3 anni, malgrado i larghissimi finanziamenti pubblici (4 milioni di euro più ben più cospicui benefit) e il fatto di essere l’organo di partito di un Pd che si vanta di avere la maggioranza nel Paese, questo quotidiano è riuscito a perdere quasi la metà dei proprio lettori, da 40mila a 20mila, e avere solo 20.000 lettori su 60 milioni di abitanti è ben misera cosa. Praticamente la comprano quasi solo le sedi del Pd e qualche anziano de coccio. Per intendersi, the Sun per es., vende 3 milioni e mezzo di copie. The New York Times vende 877 000 copie al giorno e ha 30 milioni di lettori sul web.
Ora o l’Unita la compera la Santanché, il che sarebbe proprio il sotterramento degli ex ideali di sx, o non le resta, invece di chiedere altra assistenza pubblica, di rifondare un giornale decente autogestito e senza finanziamenti pubblici e dipendenze di partito come Il fatto Quotidiano. Ma dubitiamo che i suoi giornalisti siano capaci di offrirsi a una vera concorrenza e a una vera libertà, perché sono stati ormai troppo a lungo cooptati da un Pd diventato talmente simile a Fi che i lettori residui comprano ormai il Giornale, mentre chi cerca una vera informazione si muove sul web.
Noi dovremmo difendere sempre la libertà e il pluralismo dell’informazione ma non possiamo essere in lutto per un foglio che da tempo non dava più informazione né cultura e si era trasformato in un libello di propaganda governativa pronto ad applaudire il peggio. La libertà viene solo ferita da chi si muove come un suddito e propaga disinformazione e propaganda di bassa lega. E non possiamo certo stare a piangere su un quotidiano che faceva ormai parte di quella stampa deteriore che ci ha fatto cadere tra i paesi semiliberi e ha leso profondamente la verità, inquinando dunque la sovranità.

Da una comunicazione dei 5stelle Commissioni Scuola, Scienza e Cultura

La prima legge ad iniziativa popolare del M5S (ovviamente nemmeno discussa dal Parlamento) chiedeva l’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria dicendo:
“il dovere più pregnante del giornalista e caposaldo del diritto di cronaca è il dovere di verità, considerato sia dalla legge n. 69 del 1963 che dalla stessa Carta dei doveri quale “obbligo inderogabile”. Gli organi di informazione sono l’anello di congiunzione tra il fatto e la collettività. Essi consentono alla collettività l’esercizio di quella sovranità che secondo l’art. 1 della Costituzione “appartiene al popolo”. Un’informazione che occulta o distorce la realtà dei fatti impedisce alla collettività un “consapevole esercizio della sovranità”.
La situazione in cui versa l’editoria italiana è drammatica e la politica è chiamata a trovare delle soluzioni per realizzare il necessario rinnovamento del sistema informativo del nostro Paese, per portarlo qualitativamente alla pari di altri grandi Paesi (ricordiamo che l’Italia si trova al 49° posto del ranking 2014 del Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa dietro a paesi come Estonia, Giamaica, Costa Rica, Namibia, Capo Verde, Ghana), per agevolare il pluralismo informativo, per promuovere un corretto e concreto inserimento dei tanti giovani giornalisti che oggi sono costretti a lavorare nelle redazioni per pochi euro al pezzo.
Anche negli altri Paesi europei lo Stato dà aiuti in campo editoriale, ma solo per incentivare nuove iniziative, promuovere l’innovazione, aiutare i piccoli a crescere, insomma per aumentare il pluralismo e il ventaglio delle offerte, favorendo così l’allargamento del mercato e la stessa occupazione di settore. Invece, in Italia, il sistema del finanziamento pubblico all’editoria ha finito per trasformarsi in un mero strumento utilizzato dai partiti per favorire realtà editoriali ad essi collegate, agevolando gli interessi dei grandi editori e tutelando le grandi firme a discapito di pluralismo, qualità dell’informazione e libertà di stampa.
Se è vero che negli ultimi anni gli stanziamenti si sono ridotti, è pur vero che il flusso di denaro pubblico per il settore continua ad essere consistente.
Solo nel 2014, 190 milioni di euro di soldi pubblici andranno all’editoria. Di questi fondi una buona parte andrà in contributi diretti, giornali di partito o altre testate come Avvenire (€ 4.355.324,42), Europa (€ 1.183.113,76), Il Foglio (€ 1.523.106,65), Italia Oggi (€ 3.904.773,62), Il Manifesto (€ 2.712.406,23), L’Unità (€ 3.615.894,65). Questi sono i dati del 2012. Ben più cospicui, anche se difficili da quantificare, sono invece i contributi indiretti: agevolazioni IVA, agevolazioni postali, obbligo di pubblicazione dei bandi pubblici, ecc.
Questo enorme ammontare di denaro non ha nulla a che vedere col fine ultimo di una buona politica, che dovrebbe tutelare l’art. 21 della Costituzione, bensì mira a gonfiare le casse degli editori che restituiranno il favore in termini di “riconoscenza” nei confronti del Governo di turno.
In questi giorni è vivacissimo anche il dibattito relativo alla tutela del diritto d’autore on-line, materia su cui è già intervenuta di recente AGCOM adottando un regolamento su cui siamo molto critici. A riguardo, il M5S ha presentato una relazione all’AGCOM per superare l’approccio finora adottato sul diritto d’autore on-line per cogliere le straordinarie possibilità offerte dalle reti di comunicazione alle opere tutelate dal diritto d’autore, con creazione e di condivisione di nuove opere e sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali rese possibili dalla rivoluzione digitale.
Indro Montanelli ha lasciato ad ogni giornalista tre semplici regole:
1) guadagnarsi la fiducia del lettore dicendo sempre tutta la verità e, se si sbaglia, chiedere scusa immediatamente;
2) scrivere con un linguaggio semplice, quello del lettore e non quello “dell’Accademia, peste e dannazione di una cultura”. Essere sempre al servizio del lettore;
3) non far mai sentire al lettore la propria opinione: “che te ne sia fatta qualcuna, è inevitabile; e chi lo nega, o è un imbecille o è un bugiardo. Ma non si può né si deve imporla al lettore; bisogna lasciargliela suggerire dai fatti secondo il modo in cui gli si raccontano”.
E invece cos’è il giornalismo oggi anche e soprattutto a causa di quei finanziamenti pubblici che oggi vogliamo abolire? L’intento del M5S è quello ambizioso di rinnovare l’informazione e liberarla dal giogo del potere.
Enzo Biagi diceva: “Credo nella libertà di espressione, cioè in giornali e televisioni liberi di criticare il potere.“ Per raggiungere questo obiettivo, riteniamo si debba passare anche dall’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria in favore di una nuova forma transitoria destinata alla realizzazione di una reale innovazione.

LA FINE DEL QUOTIDIANO DI GRAMSCI
BAGNAI

…e così, cari compagni, è arrivato il conto, vero? E ora tutti a biascicare compunti parole di circostanza: “È una perdita per la democrazia, una testata storica, Gramsci…” Una perdita per la democrazia cosa? Riavvolgiamo il nastro: metà novembre 2011, voi plaudiste Monti ma Monti non era lì per salvare noi, ma per salvare i creditori esteri. Ma che voi, corifei del partito di “abbiamo una banca”, aedi della sx serva particolarmente sciocca del capitale finanziario, poteste rendervene conto. Vi siete accorti di quanta gente esulta su Twitter per la vostra indecorosa caduta? Vi rendete conto di quanta gente vi odia? Sì, vi odia, che è una cosa sbagliata, ma è purtroppo la parola giusta. Non vi ponete una domanda sul perché? Cosa avrete mai fatto per meritarvi l’odio di tanti lavoratori? Ad agosto del 2011, quando ancora prorompevate in stucchevoli querimonie sulla durata eterna del Governo B, io avevo già detto chiaro e tondo che B sarebbe stato sostituito perché era giunto il momento della macelleria sociale, ed occorreva quindi un personaggio che sembrasse di sx. Il problema non era il debito pubblico, era il debito estero, ed era quindi ovvio che i creditori esteri avrebbero mandato un loro uomo che avrebbe distrutto il nostro paese, lo avrebbe stritolato nel frantoio dell’austerità per estrarne il succo, fottendosene di tutto e di tutti. Per recuperare competitività bisognava distruggere domanda, creare disoccupazione: solo quella abbassa i salari al di sotto di quelli dei nostri concorrenti, pardon: fratelli nell’euro! Dopo lo hanno confessato. Ecco, a voi, del paese, non fregava e non frega nulla, diciamocelo. A voi interessava solo che i vostri referenti politici, in qualsiasi modo, raggiungessero il potere. Avete acclamato l’avvento di un Governo di sociopatici, espressione diretta di quelle élite europee criminali che hanno dichiarato guerra non tanto alle classi subalterne (questa non sarebbe una novità), ma alle stesse leggi della logica economica. Avete legittimato come vittoria della sx, come necessario snodo “tecnico”, la sconfitta politica più grave mai subita dalle classi subalterne in questo paese, avete cinto queste macchine di distruzione, i Monti, le Fornero, legittimandole come “di sx”.
Avete, per odio ideologico, trascurato di soffermarvi su un piccolo “dettaglio”: che se anche quello che veniva tolto di mezzo era un vostro nemico, il modo in cui egli veniva eliminato era incompatibile con la sovranità democratica del nostro paese, era espressione non della volontà popolare, alla quale veniva accuratamente impedito di esprimersi, ma della volontà di élite che voi non potevate non vedere all’opera, a meno di essere dei completi idioti, e delle quali vi facevate ossequenti e proattivi zerbini, nella consapevolezza che vi avrebbero sempre protetto, che per voi un tozzo di pane ci sarebbe sempre stato. Avete acclamato come “liberazione”, infangando il nome e la memoria della guerra partigiana, l’avvento di un regime pinochettiano, che si era fatta vanto e bandiera di restringere il perimetro dello Stato, cioè di riportare indietro le lancette della Storia, cancellando qualsiasi traccia di quel minimo di socialdemocrazia europea che si era riusciti a importare nel nostro martoriato paese. Avete, per anni, continuato a sostenere questo e i regimi successivi, senza dare un minimo spazio ad alcuna voce critica (e sì che trovarla non era difficile: ce n’era e ce n’è una sola, a sx), con la tracotanza di chi si sente al di sopra di qualsiasi legge morale, con la iattanza di chi pensa di potersi dispensare da qualsiasi dovere di solidarietà verso i propri prossimi morenti, quelli che scrivevano a me lettere come questa, che a voi nessuno ha mai scritto, perché nessuno ha mai pensato che foste persone, che aveste un’etica, una dignità, dopo aver visto quel titolo infame, nessuno ha mai pensato che poteste essere qualcosa di diverso da tramiti passivi, da ecolalici ripetitori di un messaggio scritto da altre mani, che a voi veniva consegnato solo perché lo legittimaste col vostro marchio. Avete tradito la vostra etica professionale, che vi avrebbe chiesto di fornire anche qualche fatto, oltre alle vostre porche e disinformate opinioni, e avete tradito la vostra appartenenza di sx, schierandovi senza se e senza ma con un regime del quale tutti, perfino Zingales, denunciano la matrice criminale, insita nella deliberata intenzione di usare la violenza economica come strumento di indirizzo politico, e tutti, perfino Fassina (Fassina, capite? Fassina? Siete stati sorpassati a sx perfino da Fassina!), perfino Fassina, disais-je, riconoscono il chiaro orientamento di classe, ovviamente a danno delle classi subalterne, alle quali voi, in tutta evidenza, ritenevate di non appartenere… Quindi, adesso, crepate, e se possibile fatelo in silenzio. Per il regime ormai siete inutili. Il regime pensa di aver vinto. 40% in Italia (vedrai quanto dura!), 60% o giù di lì al Parlamento Europeo… E allora, sapete, siccome siete diventati inutili, siete sempre stati costosi, e non siete particolarmente belli da vedere (nonostante tutta l’arte di Klaus Davi) ecco che, come economia vuole, come vuole l’economia che piace a voi, quella delle riforme che tanto avete decantato, arriva la mannaia. Ve lo dico con molta semplicità e quasi nessuna acredine. Tutti i mentitori chiuderanno. Morirete tutti (professionalmente, s’intende). Qualcuno cercherà di farlo con dignità. Voi avete rinunciato anche alla dignità: Se proprio ci tenete ad esprimervi, prima inginocchiatevi sulla tomba di ogni suicidato, chiedete scusa a ogni moglie, a ogni figlio, a ogni fratello, a ogni sorella, a ogni madre, a ogni padre, che dal regime che avete appoggiato, dal regime che avete legittimato nel nome di Gramsci, ha visto sottrarsi il sostegno e l’affetto di una vita. Invece di esibire le vostre riverite pance, implorate perdono da quei lavoratori che avete tradito. Ma non venite a dirci che la scomparsa di persone che si sono esibite in capolavori come quello che apre questo post è una perdita per la democrazia. Questo, vi prego, evitatelo: dareste a chi ancora prova a crederci, nella democrazia.
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Grazie alle legge Prodi del 1998, i debiti che l’Unità ha fatto. malgrado sia il quotidiano più agevolato dai finanziamenti pubblici, saranno pagati dallo Stato.
La legge Prodi del 1998 ovviamente era astratta e riguardava tutte le aree politiche, anche se in quel momento era il PDS ad avere problematiche finanziarie (chissà se qualcuno azzardò allora la battuta di “legge ad partitum”, ma credo di no).
Ma la notizia è stata fatta subito sparire, come spesso accade per le notizie sgradite alla sx. Dunque i debiti di questo sciagurato giornale li pagheremo noi, anche quelli che mai hanno letto l’Unità. E la chiamano democrazia…!

Negus
La Santanchè vuole comprare l’Unità
Ora la chiusura sarà un sollievo.

Viviana
La Santanchè vuole trasformala in un giornale porno.
Sarà un miglioramento, visto che era già pornografia politica.
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Ma quando leggevate che la Santanchè voleva comprare l’Unità, questo non vi diceva qualcosa? Non vi trillava in testa un campanellino? Non vi diceva nulla la vostra intelligenza sul livello morale e politico in cui il quotidiano fondato da Gramsci è stato fatto cadere? E non vi trilla in testa un campanellino sul livello di bassezza in cui il Pd stesso è stato fatto cadere?
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Miskin
La Santanchè vuole comprare l’Unitá, nuove frontiere del sadomasochismo.
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Il segnale chiaro fu quando si preannunciava la prima chiusura. E D’Alema bellamente se ne fregò. Vedi ora Renzi.
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Non crolla solo l’Unità ridotta a 40.000 lettori su 60 milioni di Italiani
Crolla anche il tg3 che ha perso il 18,8% degli ascolti
La gestione della Berlinguer è fallimentare, ha perso 3 punti di share su Di Bella.
La barca fa acqua da tutte le parti. Infatti va malissimo anche l’approfondimento notturno del Tg3. “Linea Notte” che naviga ormai nelle acque basse del 3 per cento di share. Insomma al Tg3 sarebbe meglio cambiare il timoniere, prima che la barca affondi completamente. Ma per quanto deve continuare questa deriva verso il peggio?

Cristina Correani

Il fallimento de l’Unità va addebitato anche al conflitto di interessi mai affrontato – soprattutto da quella politica vicina a l’Unità – la cui risoluzione sembra essere impossibile e invece è più che mai necessaria, perché l’anormalità italiana è tutta e solo in questo sistema malato che permette a chi dovrebbe essere controllato di fare il controllore, un’autogestione criminosa del potere che non potrà mai intervenire quando chi gestisce il potere specialmente politico ma anche quello industriale, della finanza, non lo fa come deve perché i personaggi sono sempre gli stessi, quelli con le mani in pasta ovunque, nell’azienda pubblica come nei CDA dei quotidiani trasformati nella dependance dei palazzi.
Gli ottanta dipendenti restano senza un lavoro anche per aver accettato quella linea editoriale che è stata la prima causa del fallimento, per non aver protestato quando i vari direttori che si sono succeduti nell’era napolitana imponevano certi titoli e certe non notizie per non disturbare i manovratori, da Monti a Renzi passando per Letta, per non aver messo sull’avviso dei pericoli del patto fra Matteo Renzi e il delinquente. L’appello sul tentativo di violare la Costituzione avremmo dovuto leggerlo su l’Unità e Repubblica mentre questi sono i giornali che più di tutti gli altri hanno omesso, nascosto, non detto, in funzione dell’armonia delle larghe intese, dei governi “necessari”. Anche a far chiudere i giornali.
Dove, in quale paese il numero uno di un partito potrebbe essere anche editore di quotidiani? vale per B ma anche per De Benedetti.
Io sono a favore di un finanziamento a cui corrisponda un servizio. Così come tutti gli altri servizi a cui hanno diritto i cittadini. L’informazione deve tornare ad essere un diritto come essere curati. E’ ingeneroso, ingiusto ma soprattutto falso accusare dei fantomatici altri che non sono intervenuti per sostenere l’Unità.
I motivi dello “scempio” sono altri e di vario genere. Uno su tutti, sempre il conflitto d’interessi. Poi la rinuncia ad essere quel giornale della gente, del popolo che aveva in mente Antonio Gramsci quando l’ha fondato per trasformarsi in un fogliaccio di propaganda politica che in, questi ultimi anni specialmente, ha sostenuto tutto l’insostenibile, checché ne dica il globetrotter toscano che si vanta del Pd che non c’entra niente mentre, e invece, c’entra tutto.
In questo paese tutto quello che tocca la politica diventa fango, per questo nei paesi civili e democratici davvero l’informazione è libera, non si fa violentare e sottomettere dai padroni del potere ma fa quello che deve, cioè controllare quello che fa il potere. L’Unità muore perché in questo paese è morta la sx comunista, quella di Gramsci, uccisa dai suoi stessi dirigenti, gli stessi che si sono venduti al miglior padrone e oggi si mettono le gramaglie dell’ipocrisia.
Se fossimo arroganti come i politici diremmo che chi è causa del suo male deve piangere solo se stesso, ma siccome noi siamo diversi e ci addolora quando un giornale chiude, non lo faremo. Ma va regolarizzato il sistema.
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Pur non essendo L’Unità l’organo ufficiale del partito (l’organo del PD è infatti Europa), quote di capitale della sua società editoriale (la Nuova Iniziativa Editoriale S.p.A.) sono detenute dal Pd. L’Unità è il quotidiano italiano che più gode dei finanziamenti pubblici.
Nel 1929 al tempo dell’assassinio Matteotti e della presa di potere di Mussolini vendeva 25.000. Oggi, quasi 90 anni dopo, ne vende 40.000 ed è scesa persino a 20.000.
Nel 1974, al tempo di Pasolini, negli anni di piombo le copie giornaliere erano 239.000.
Nel 1987 comincia la privatizzazione ed entrano nella proprietà imprenditori privati.
Con Gambescia le vendite crollano a 60mila e a gennaio 1999 si decide l’immediata chiusura delle redazioni di Bologna e Firenze (e proprio quando al Governo c’è D’Alema). Con Calderola scende ancora. Nel 2000 con Dalai siamo a sole 28.000 copie. Chiude. Rinasce nel 2001 con Padellaro e Furio Colombo, ma la proprietà ha la bella idea di licenziarli e va in crisi di nuovo, tanto che sta per essere comprata da Angelucci, editore di Libero e del Riformista (!). Ma la compra Soru che chiama la De Gregorio che la dimezza ma la crisi continua fino a oggi.
In 5 anni, dal 2001 al 2014, i giornali italiani hanno perso 1 milione e 150.000 copie.
in 20 anni sono scesi di 4 milioni di copie.
In 90 anni, l’Unità che è uno dei più vecchi giornali italiani è scesa dalle 400.000 copie alle 40.000 attuali con punte sotto le 28.000.
La classifica della diffusione totale cartacea più digitale registra questi dati:
Corriere della Sera, 460.453 copie
Repubblica 369.306
Il Sole 24 Ore 355.049
Gazzetta dello Sport 232.527
La Stampa 223.457
Il Messaggero 145.485
Il Resto del Carlino 123mila
Il Giornale 101mila
Libero 69mila
Il Gazzettino 68mila
Il SecoloXIX 56mila
Il Mattino 51mila
Il Tempo 36mila
l’Unità 23.600.

POSSIBILITA’ DI REALIZZARE UNA DEMOCRAZIA DIRETTA
Viviana Vivarelli

Negare la possibilità di realizzare istituti di democrazia diretta dicendo che essa è un’utopia per cui tanto vale abbandonarla non ha impedito che milioni di persone, nella storia, lottassero e riuscissero a realizzare proprio quelle utopie che gli ignavi, gli omologati, gli scarsi di immaginazione avevano giudicato irrealizzabili: la parità tra sessi, il suffragio universale, l’abolizione della schiavitù, lo statuto dei lavoratori, la liberazione dell’India, la fine dell’apartheid, le Costituzioni repubblicane.. fanno parte di tante utopie.
E’ vero che l’utopia di per sé nella sua interezza non si realizza mai, ma cosa vuol dire? Noi abbiamo il diritto e il dovere di avere i nostri progetti di miglioramento sociale e di fare di tutto per realizzarli, per noi e per tutti, sapendo che non raggiungeremo mai il 100% di successo e che l’utopia non è un traguardo ma un’operazione continua di tutela e realizzazione di un sogno.
E’ la storia stessa a provare che la lotta per un futuro migliore non avrà mai fine ma che è proprio grazie a quella lotta che il cammino del progresso va avanti.
L’utopia non è un sogno che si realizza compiutamente, ma un cammino progressivo verso un sogno.
Quando si parla di democrazia diretta, non si può farlo vagamente o in astratto, ripetendo stereotipi generalizzati. Si devono valutare precisi istituti di garanzia della sovranità popolare e concrete possibilità di rispettare e realizzare le scelte dei cittadini. E’ vero che si parla genericamente dell’Atene di Pericle, della Svizzera moderna o al massimo dell’Islanda che si è rifatta la propria Costituzione dal basso, on line. Ma sarebbe meglio affrontare con maggiore serietà il problema della rappresentanza e della sovranità popolare e non scartare in blocco qualunque allargamento della democrazia attuale col pretesto che tanto la democrazia diretta è un assoluto irrealizzabile. In questo modo si rischia di distruggere anche quei pochi brandelli di democrazia rimasti in Italia.
Ogni paese occidentale civile ha nella sua costituzione alcuni istituti di democrazia diretta. L’intento del M5S è di allargarli, e questo è possibile. Quello di Renzi e B che si trascinano dietro due partiti zombi è di diminuirli e distruggerli.
Sta di fatto che l’Italia rispetto agli altri Paesi occidentali ha meno istituti di democrazia diretta e con l’inciucio attuale va addirittura verso la loro distruzione.
L’ossessivo parlare di governabilità da parte di Renzi (cioè di una concentrazione di potere nelle mani di chi già lo gestisce ad aeternum) ha fatto dimenticare i valori della democrazia. Ormai tutti gli ultimi governi hanno sbandierato una loro presunta legalità, mentre infrangevano ogni legittimità. La legalità ci sarà sempre, ovunque il potere mette le mani. Anche le leggi fatte dai regimi sono legali. Ma sono legittime?
Per avere legalità, basta emanare una legge. Ma per avere legittimità bisogna onorare il bene del popolo.
Anche i decreti oggi incostituzionali diventeranno costituzionali non appena le riforme di Renzi avranno messo la Consulta nelle mani dell’esecutivo. Anche le leggi ad personam di B o le prescrizioni dei suoi reati o le sue dubbie assoluzioni sono legali. Ma sono legittime? Stiamo assistendo alla presa perfettamente legale del potere da parte di due soggetti cinici e ambiziosi, dei quali uno deve proteggere la propria libertà e il proprio impero finanziario e l’altro tende ai massimi poteri con la collusione di un intero apparato di Governo, ed entrambi sono pronti a ubbidire, per sostenere se stessi, a una cricca finanziaria di estrema dx che vuole la conquista illegittima e antidemocratica dell’Occidente. L’alta finanza, il sistema dei banchieri gangster, le multinazionali, i grandi magnati intendono violentare e modificare le leggi esistenti per fare i propri interessi, rovesciando la Costituzioni democratiche. Ma questo è legittimo?
In verità il liberalismo è sfociato in liberismo, che è esattamente il suo contrario, perché il primo, anche se era fortemente élitario e intellettuale, prevedeva, almeno in teoria, il rispetto fattivo di certi valori attinenti a ogni uomo, eleggendo la persona a valore a sé stante prioritario rispetto ad ogni altro, mentre il liberismo ha eletto a priorità il profitto di pochi, abbassando il valore della persona, riducendola ad essere merce o consumatore e calpestando e mercificando i suoi diritti.
Così la democrazia parlamentare è sfociata in democrazia autoritaria, che è esattamente il suo contrario, perché in una democrazia parlamentare si rispettano i principi fondamentali di rispetto del popolo, i diritti elettorali di ogni cittadino, la libertà di informazione, il civile confronto, l’uguaglianza di tutti davanti alla legge, la proporzionalità nel voto, il rispetto per il programma elettorale presentato, i fini sociali e collettivi di bene comune, la pulizia morale degli eletti, la possibilità da parte degli elettori di rimuoverli quando non siano più degni della loro carica, il controllo e la responsabilizzazione dell’operato di Governo…
Grazie alla protervia di Berlusconi, alla viltà del Pd e all’arroganza di Renzi, oggi, in Italiana, non abbiamo più una democrazia ma una diarchia, due capi-partito dietro cui non ci sono più due partiti ma cricche di cortigiani, yesman, nominati ad arbitrio e revocabili ad arbitrio, a cui si chiede un consenso incondizionato, al punto che nemmeno i ministri sanno più cosa fare e stanno inerti ad aspettare gli ordini del capo.
Quel famoso recall che il M5S invoca e che esiste in molti Paesi occidentali (ved molti Stati americani) come forma di reazione da parte dei cittadini ai politici indegni con potere di licenziamento degli stessi, è diventato, oggi, il diritto del despota di partito di licenziare chiunque ponga obiezioni al suo operato.
La democrazia, in Italia, è morta, essenzialmente dentro ai partiti che da lungo tempo hanno cessato di essere democratici, di premiare il merito, di portare avanti i migliori, di incentivare il dibattito interno ed esterno, di convogliare le richieste e i bisogni dei cittadini, di essere il tramite tra la società e chi comanda.
Si deride Grillo che parla ripetutamente di colpo di stato ma sono i fatti stessi a mostrare come progressivamente e rapidamente la democrazia è stata assassinata, e in modo ancora più plateale dalle esorbitanze di Napolitano, dall’abusivo Governo dei tecnici di Monti, dall’ancora più abusivo e per fortuna fallito conclave dei ‘saggi’ istituito col preciso scopo di violentare la Costituzione, e oggi dalle riforma antidemocratiche di Renzi tendenti allo stesso fine.

LA GOVERNABILITA’ DI RENZI NEGA LA DEMOCRAZIA
Viviana Vivarelli

Renzi non fa che parlare di governabilità, come se il rafforzamento del Potere fosse il maggiore interesse degli Italiani, ma la governabilità come lui e Berlusconi la intendono non serve agli interessi del Paese ma solo al consolidamento del loro potere personale, nella costituzione di una diarchia, da cui discendono due corti di ‘nominati’ mentre i diritti della sovranità e i diritti elettorali sono calpestati ogni giorno di più. I nominati stessi discendono dai due capi-in-testa e non sono più rappresentativi dei cittadini, mentre le ideologie che in tutta l’era repubblicana hanno contraddistinto i due poli principali vengono dissolte in un iperliberlismo che serve a compiacere i poteri forti dell’occidente, mentre fa da sottofondo a una nomenclatura sempre più sfacciata e arrogante che conosce solo il valore del denaro e dell’occupazione di tutti i gangli dello Stato.
La governabilità sta distruggendo la democrazia.
Non abbiamo avuto democrazia con i governi di B sostenuti sotto banco dal csx.
Ne abbiamo ancora meno oggi che il patto nascosto è diventato palese e che si rimuovono i problemi gravissimi dei cittadini e delle famiglie per rafforzare un potere ormai esoso e che pensa solo alla propria impunità e alla propria eternità.
Il primo modo per limitare lo strapotere della classe più corrotta e peggiore d’Europa è limitare gli abusi e i privilegi di questa classe trasbordante e la prima regola di democrazia che Grillo ha proposto è appunto questa: drastico tagli di emolumenti, privilegi e vitalizi, durata non superiore alle due legislature, diritto di recall per chi tradisce il proprio mandato e si dimostra indegno del posto che occupa, possibilità dal basso di accedere ai posti di rappresentanza.

Noam Chomsky
La democrazia ha bisogno della dissoluzione del potere privato. Finché esiste il potere privato nel sistema economico è una barzelletta parlare di democrazia. Non si può nemmeno parlare di democrazia, se non c’è un controllo democratico dell’industria, del commercio, delle banche, di tutto.”

Il fatto è che, in una misura straordinaria rispetto ad altri, gli USA sono una società guidata dagli imprenditori, il che significa che i diritti umani sono subordinati al travolgente e imperativo bisogno di profitti per gli investitori e che le decisioni sono nelle mani di irresponsabili tirannie private; significa che anche se esistono
istituzioni democratiche formali, hanno un significato marginale.
Il Governo infatti è l’ombra proiettata dagli imprenditori (oggi dei banchieri gangster) sulla società così che le modifiche all’ombra, non modificano ciò che la proietta
.”

B è andato su con la rimozione di una precisa legge che glielo vietava in quanto proprietario di tv e giornali. E questa non è democrazia. L’inciucio attuale era già stato tentato dalla bicamerale di D’Alema, che era ed è disposto a patteggiare i diritti costituzionali per avere i voti di B e garantirgli immunità e potere, come oggi sta facendo Renzi. E questa non è democrazia.
Per 20 anni i due partiti fondamentali hanno mentito facendosi votare perché l’uno combatteva l’altro. E questa non è democrazia.
Oggi si arriva al patto palese dei due soggetti che dovrebbero essere avversari, calpestando di fatto ogni ideologia, ogni sentire di dx o di sx, ogni differenza dovuta di programma. E questa non è democrazia.
Milioni di cittadini hanno dato il loro voto perché fossero tutelati i loro diritti, la loro possibilità di lavoro, la giustizia, lo stato sociale. Quello che viene fatto con protervia da Renzi e Berlusconi calpesta i diritti, se ne frega del lavoro, vuol distruggere lo stato sociale e portare tutto l’esistente ad una privatizzazione che ci renderà la vita ancora più dura, e ogni atto di legge ormai è una evidente ingiustizia. E questa non è democrazia.
I media ci danno una visione sempre più distorta e padronale dei fatti e manipolano l’informazione e il giudizio come sotto un regime autoritario. E questa non è democrazia.
Da 20 anni a questa parte non solo i valori della Costituzione non sono stati attuati ma adesso Renzi e Berlusconi cercano di fare a pezzi la Costituzione e di diminuire la sovranità popolare. E questa non è democrazia.
Un presidente della repubblica è uscito dai vincoli delle proprie competenze e dei propri poteri per creare dal nulla tre governi, nessuno dei quali esce dalla sovranità popolare e dalla libera scelta dei cittadini ma che, tutti e tre, discendono dai comandi provenienti da una cricca finanziaria internazionale che ci comanda attraverso ordini disumani di organismi mai eletti da nessuno come il Fondo Monetario e la Bce.
E questa non è democrazia.

Senza tirare sempre in ballo i casi estremi dell’Atene classica o della Svizzera federale, sarebbe più onesto riconoscere i danni che i due poli, dx e sx, hanno fatto alla democrazia in Italia in 20 anni, riducendola a ben misera cosa.
Non solo i principi e i valori che i Padri Costituenti sottolinearono con vigore non sono mai stati rispettati, riconosciuti e realizzati, ma i fatti mostrano come ci sia stato un allontanamento progressivo da quei valori fino ad arrivare alla triste alba di oggi dove assistiamo alla restaurazione concordata di un vero regime che con strafottenza li nega, dunque al rovesciamento secco della democrazia nel suo contrario.
Senza spacciare la democrazia come impossibilità di arrivare a un’utopia estremistica e irrealizzabile, perché, più civilmente, non si riconosce che tutti i Paesi civili dell’Occidente hanno più istituti di democrazia diretta di noi e un’etica politica che spinge autonomamente i politici che sbagliano a vergognarsi e dunque dimettersi?

Dittatura della minoranza.. della maggioranza…
Ma di che stiamo parlando?

Le forze di Governo non rappresentano nemmeno 1/4 degli elettori e tutte le forze politiche che sono riuscite a mandare parlamentari a Bruxelles, riescono a malapena a superare il 50% del totale. Su 40 milioni di elettori ne restano “fuori” 22 milioni e mezzo. Anche il 40,8 % raggiunto dal PD tanto sbandierato si riferisce unicamente al numero di votanti e in termini assoluti si riduce al 22%. Ma che maggioranza è? Il Pd attuale ha un peso politico nettamente inferiore a quello della DC negli anni 50, quando l’astensionismo non aveva l’ampiezza attuale e stava a meno del 10%!
In Italia c’è una sola maggioranza: quella dei cittadini che non hanno votato.
E c’è una sola minoranza: quella di Renzi e B che prendono tutto il potere facendo a pezzi lo Stato con un numero individuale esiguo di voti, dunque due minoranze, nessuna delle quali sarebbe maggioranza nel paese, che acciuffano il potere contro una maggioranza di cittadini che nemmeno li vuole.
Lo stesso Governo B e lo stesso Parlamento non sono espressione della democrazia, ma figli della partitocrazia. Una distorsione della volontà popolare. Napolitano si ostina a difendere i partiti dall’ “antipolitica” e dalla democrazia diretta. Abbiamo un parlamento incostituzionale di condannati e di persone senza arte né parte che non troverebbero un lavoro neppure da lavapiatti, “nominato” da 5 segretari di partito. Hanno fallito e sono ancora lì, a darci lezioni. Il male oscuro dell’Italia è la partitocrazia che ha ridotto, un passo alla volta, dal dopoguerra ogni spazio di confronto
democratico e si è impadronita dello Stato. Questo è stato il golpe strisciante, che continua ora a colpi di maglio da parte di Renzi, con l’aiuto di un Berlusconi che pensa solo a salvaguardare la propria impunità e a riprendere peso politico.
Piero Calamandrei, un padre della Costituzione, disse già nei primi anni ’50: “Deputati e Senatori non sono più “rappresentanti del popolo” ma piuttosto impiegati del loro partito. I partiti stessi, da libere associazioni di volontari/credenti, si sono trasformati in eserciti inquadrati da uno stato maggiore di ufficiali e sottufficiali in servizio attivo permanente. L’elezione dipende dalla scelta dei candidati che è fatta dai funzionari di partito. E non si sceglie per meriti personali e competenza professionale, ma per cooptazione.” Ma oggi la situazione è addirittura peggiorata, la democrazia è negata e non c’è decisione importante che riguardi il cittadino che non sia presa al suo posto dai partiti che si permettono ogni licenza grazie a giornalisti servi e ignobili. Stracciano i risultati del referendum, ignorano le leggi di iniziativa popolare, mantengono i pregiudicati in Parlamento. Il tutto nel silenzio più totale della Corte Costituzionale.
E’ necessario inserire nella Costituzione degli strumenti di democrazia diretta: il referendum propositivo senza quorum, la votazione obbligatoria entro un tempo limitato di 60 giorni delle leggi di proposta popolare a votazione palese e l’elezione diretta del candidato.

ASSENZA DI ISTITUTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA

E’ chiaro perché partiti e media servili abbiano un vero terrore della democrazia diretta al punto da chiamarla ‘antipolitica’, mentre in realtà ogni moderno Paese occidentale ha vari istituti di democrazia diretta, ma l’Italia non rispetta nemmeno i pochi che ha e che ora Renzi vuole ancor più limitare: i referendum, le leggi di iniziativa popolare, le petizioni e i tavoli sindacali con la loro arma dello sciopero.
Purtroppo i partiti italiani sono così antidemocratici da aver calpestato i referendum, che dovevano avere forza di legge, l’ultimo che vieta la privatizzazione dell’acqua è caduto nel vuoto in quanto continuiamo a pagare le bollette di un’acqua privatizzata e Renzi vuole aumentare altresì le privatizzazioni dei beni comuni, abbiamo votato contro il finanziamento pubblico dei partiti ma questi si sono inventati il rimborsi pubblici triplicandosi gli incassi, e, grazie a una legge della Lega, ci hanno aggiunto anche i finanziamenti ai giornali, abbiamo eliminato il Ministero dell’Agricoltura che è ricomparso come Ministero delle Politiche Agricole ecc.
Di petizioni popolari nemmeno parlarne.
Per le leggi di iniziativa popolare basta vedere cosa hanno fatto per quelle presentate da Beppe Grillo con 350.000 firme messi in cantina, calpestando ogni diritto democratico.
In quanto ai sindacati, i tavoli governativi e l’arma dello sciopero, da Marchionne in poi non vengono neanche considerati e gli scioperi muoiono come armi inutili, mentre Renzi tende al contratto unico e alle trasformazione dei sindacati nelle corporazioni fasciste soggette al Governo e pronte ad accettare qualunque restrizione dei diritti del lavoro questi imponga.
Oltre tutto in Italia non è ammesso referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare i trattati internazionali, per cui il popolo non può dire verbo sull’Europa&soci, come non ha potuto dire mai niente sulle missioni militari o gli strani patti con Gheddafi o Putin.
Il M5S vuole aumentare gli istituti di democrazia diretta ma Renzi vuole annientare anche quel poco di democrazia che ci rimane.
Da Berlusconi e Bossi fino a Renzi, invece di aumentare o migliorare gli istituti di democrazia diretta, si è cercato di eliminarli. Si pensi solo ai rimandi che la Consulta ha fatto dei referendum o alla Corte Costituzionale che recentemente ha rifiutato un referendum contro il porcellum, pur essendo esso palesemente anticostituzionale.
La Svizzera ha molti istituti di democrazia diretta sia in ambito cantonale che federale, sia per leggi interne che per trattati internazionali, e non sembra che per questo sia caduta nel caos, nell’anarchia o nella povertà.
Il nostro povero referendum ha un quorum troppo alto ed è stato regolato in modo da fallire e Renzi addirittura lo peggiorerà rendendolo quasi impossibile.
A San Marino o in Svizzera hanno anche un referendum propositivo con cui i cittadini possono chiedere nuove leggi. Ma la nostra Costituzione non ammette referendum propositivi, deliberativi o legislativi. I nostri referendum possono essere solo abrogativi di una legge o di parte di essa, il che è fortemente limitante. Eppure in Val d’Aosta o nella provincia di Bolzano possono proporre con referendum leggi provinciali o regionali. E in questo modo in Friuli hanno approvato il reddito minimo di cittadinanza. Ci sono Regioni che si sono messe contro Equitalia. Qualcosa dunque si può ancora fare, ma Renzi ha deciso di tagliare tutto quello che viene dal basso.
Oltre a ciò, nemmeno tutti i 60 milioni di italiani messi insieme potrebbero cambiare una virgola della Costituzione (in Islanda invece l’hanno cambiata di sana pianta dal basso). Ma Renzi, Berlusconi e Napolitano (TRE PERSONE!) hanno deciso di cambiarla come a loro pare, infischiandosene dell’opinione del popolo.
C’è anche chi crede che occorrerebbe il voto popolare per ogni legge o emendamento il che sarebbe assurdo. Democrazia diretta non vuol dire eliminare il lavoro dei rappresentanti e creare un popolo che costituisce il parlamento. A parte che non accadrebbe questo e a parte che anche la Svizzera, come l’Islanda, sta prendendo in seria considerazione il voto digitale, in Svizzera il sistema della democrazia diretta funziona benissimo di più di 30 anni e non esiste una cricca di malviventi politici al potere come da noi.
In Svizzera si può proporre un referendum per ogni progetto di legge o decreto. Bastano 500.000 firme e addirittura il referendum è obbligatorio in caso di modifica costituzionale o di adesione a trattati internazionali.
Dal 1891, la Costituzione svizzera prevede, come strumento di democrazia diretta, il diritto di iniziativa popolare, così da sottoporre a voto popolare una modifica di legge costituzionale, se almeno 100.000 cittadini la richiedono. In media, ogni anno si tengono una decina di referendum (e non va in crisi nessuno). Dal 1875 a oggi, il popolo svizzero ha votato 537 volte, accettando 257 referendum e rifiutandone 280.
La democrazia semidiretta esiste anche all’interno di ogni cantone, con procedure simili. Alcuni cantoni e comuni prevedono un referendum obbligatorio per l’introduzione di spese non previste nel bilancio preventivo e superiori a un dato ammontare. In questo caso non è nemmeno necessaria la raccolta di firme. Nel canton Ginevra, per es., anche alcuni articoli del bilancio annuale sono soggetti a referendum facoltativo; a livello federale, invece, il bilancio non può essere modificato tramite referendum.

IL QUORUM

Il M5S chiede un allargamento della democrazia. Al contrario Renzi la sta tagliando con riforme autoritarie e cerca anche di limitare l’intervento diretto dei cittadini nei referendum.
In Italia, il quorum è già altissimo, cioè affinché un referendum sia valido occorre che almeno il 50 % degli elettori vadano a votarlo. Sapete chi ancora ha un quorum del 50%? Slovenia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e quasi tutte le repubbliche dell’ex blocco comunista. Vorrà dire qualcosa?
In Grecia non sono mai stati fatti referendum.
In Irlanda sono obbligatori – E SENZA QUORUM!- persino per la modifica della Costituzione.
Anche in California IL REFERENDUM E’ SENZA QUORUM!
In Baviera i cittadini tramite democrazia diretta hanno fatto risparmiare oltre 30 milioni di euro.
I referendum non prevedono il quorum in paesi con lunga storia democratica: Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Islanda, Spagna, Malta, Lussemburgo, Finlandia, Austria, oltre che ovviamente nella patria dei referendum, la Svizzera (dove è richiesta la maggioranza dei votanti e dei cantoni) e il Liechtenstein.
Negli USA non esiste il referendum a livello federale, ma i 27 stati USA che lo prevedono, hanno quorum zero.
Anche in Nuova Zelanda, nazione che ricorre frequentemente alla consultazione referendaria, non è previsto quorum, lo stesso accade in Australia dove è richiesta la maggioranza dei votanti e degli stati.
I movimenti e le associazioni che chiedono l’abolizione del quorum sono tanti. Pensate che Renzi li favorirebbe?
Ora ditemi solo questo: come mai le elezioni politiche non hanno necessità del quorum e i referendum sì? Cioè, se alle politiche vota un 2% della popolazione, gli eletti sono validi, mentre se non c’è il 50%+1 in un referendum per abrogare una legge, questo non è valido. Grillo sarà populista, ma non è ignorante. Ha fatto una proposta sulla quale si può essere d’accordo o no, ma non è campata per aria dato che in moltissime democrazie si fa già.
Possibile che tanti italiani si fermi a piccoli slogan truffaldini e non vedano l’enorme truffa implicita nelle riforme renziane che salvano la casta e distruggono la democrazia?

USA-EUROPA: DAGLI AMICI CI GUARDI DIO
Paolo De Gregorio

Non ci dobbiamo dimenticare che la crisi in cui ancora siamo imprigionati ha origine nel 2007, con la crisi di Bank of America, il fallimento di numerose banche e poi nel 2008 con la bancarotta di una delle più grandi banche americane di investimento, la Lehman Brothers, tutto originato dalla bolla immobiliare con erogazione di mutui ipotecari definiti “subprime”.
Questi mutui sono stati trasformati in titoli ad alto reddito e sparsi per il mondo, soprattutto in Europa, acquistati da banche e da fondi di investimento, hanno così esportato una gran parte del fallimento della speculazione immobiliare, determinato dalla crisi economica americana seguita a una stretta creditizia.
Un bel regalino degli amici yankee, che ha determinato in Europa e in Italia, in particolare, una forte frenata nella concessione di mutui immobiliari, frenando così tutta l’economia, diffondendo sfiducia e pessimismo per il futuro, crisi, disoccupazione, recessione, delocalizzazioni all’estero, vendita a investitori esteri dei marchi italiani più prestigiosi.
Un’altra tegola che sta per caderci in testa, sempre per merito dei nostri cari amici e fratelli americani, viene dalla politica USA in Ucraina, dove con l’appoggio americano si è insediato un Governo golpista, teso a incrinare i buoni rapporti tra Russia ed Europa, che hanno un interscambio commerciale intenso con una dipendenza europea dal gas russo che viene minacciata dei venti di guerra auspicati dagli USA.
Niente come la gestione della crisi ucraina dimostra come gli USA continuano pervicacemente a intromettersi negli affari mondiali, malgrado i loro macroscopici fallimenti in Vietnam, in Afghanistan, in Iraq, e hanno lo scopo di mantenere l’Europa sotto il loro protettorato ed impedire che essa diventi una forza coesa ed autonoma in buoni rapporti con i suoi vicini.
Per “input” americano sono state varate sanzioni contro la Russia che vanno a colpire vitali interessi economici europei, mettono a rischio la fornitura di gas, e saranno seguite da contro-sanzioni russe che non acquisteranno più cibi europei e vieteranno il sorvolo della Siberia, alimentando così una crisi già profonda.
Gli USA, al di là delle balle propagandistiche, temono che l’Europa diventi veramente una entità nazionale, gli Stati Uniti d’Europa, con una unica legge elettorale, parificazione di normative giuridiche e del lavoro, salari, pensioni, reddito di cittadinanza uguali per tutti, esercito unificato con conseguente uscita dalla Nato . Una Europa indipendente costituirebbe un elemento pesantissimo in un mondo multipolare e si infrangerebbe per sempre l’egemonia americana, ora che si è formato un terzo polo, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che rappresenta la maggior parte della popolazione della terra.
Questo processo è irreversibile e appaiono inutili e ottusi i tentativi di rallentarlo, e l’egemonia USA nel mondo, affermata con le guerre e le 900 basi militari fuori dai propri confini, non è più sostenibile sia per gli enormi costi, sia perché il dollaro non sarà più la moneta di riferimento per pagare il petrolio, sia perché gli imperi finiscono tutti.
Gli americani non sono nostri amici. Noi abbiamo subito gli effetti delle loro bolle immobiliari e ora la tensione alimentata con la Russia mette a rischio una ipotesi di ripresa economica ancora per noi molto difficile. Ordinandoci di acquistare i bombardieri americani F35 Obama ha detto che la libertà ha un costo, peccato che nessuno minacci la nostra libertà se non i nostri presunti amici che continuano ad occuparci con le loro basi, con quelle Nato, per ragioni geostrategiche che riguardano solo loro e il loro desiderio imperiale di egemonia.
L’Europa non ha bisogno di essere protetta da nessuno. Da troppo tempo, oltre mezzo secolo, è una colonia USA e ubbidisce affiancandosi alle loro perdenti avventure militari. E’ ora di dire delle cose semplici: la nostra strategia difensiva è quella di cercare il dialogo e la pace con i nostri vicini russi e con il mondo arabo.
Per sviluppare questi rapporti, oggi intralciati dalla ingerenza USA, ci vuole una Europa che parli con coraggio e con una voce sola, sostenendo una tesi elementare, che non ci sarà ripresa economica senza la PACE e liberi rapporti economici con Russia e mondo arabo, sganciati da ogni alleanza militare, considerano gli USA né amici né nemici, ma una nazione con cui competere liberamente nel mercato globale.

UN DIRITTO BIBLICO?
Rosario Amico Roxas

Lo scontro in Palestina tra lo Stato ebreo sionista e i palestinesi, in secolare attesa di uno loro Stato, ha assunto i contorni di una pulizia etnica che vorrebbe cancellare i palestinesi dalla storia, per impadronirsi dell’intera Palestina, con mire chiare, anche se non dichiarate, verso ulteriori dilatazioni territoriali verso la Giordania, Libano e Siria.
Ufficialmente l’attribuzione di una parte della Palestina avrebbe dovuto rappresentare un risarcimento per le persecuzioni patite dagli ebrei e messe in atto dal nazismo.
Ma allora fu una nazione europea e occidentale a volere lo sterminio, mentre il conto viene presentato agli incolpevole palestinesi.
Ma volendo andare a fondo al problema emerge una paradossale pretesa da parte del sionismo, che persecuzioni non ha mai subito; si tratta di un diritto vantato dagli ebrei e fatto proprio dai nazionalisti sionisti. Un diritto “biblico”, in quanto quella terra, e oltre, sarebbe stata assegnata loro da Dio e destinata solo a loro, in forza di quanto contenuto nell’Antico Testamento.
Avviene così lo scontro tra Antico Testamento e Nuovo Testamento, che si traduce in uno scontro tra il “Dio degli eserciti”, descritto nel Vecchio Testamento e il “Dio dell’amore” del Nuovo Testamento, che si può riassumere in una domanda: “Porgere l’altra guancia o porgere la spada ?”.
Il tema della “guerra santa”, come è noto, scompare nel Nuovo Testamento; certo è che la prospettiva generale cristiana è ormai protesa in tutt’altro senso, oltre non solo la “guerra santa”, ma oltre la guerra tout court e la violenza: prima ancora che invitasse Pietro a rimettere la spada nel fodero, nella sera del suo arresto al Getsemani, così arringò i suoi discepoli: “perché tutti quelli che mettono mano alla spada di spada periranno” (Mt 26, 51-52; in Gv 18, 11).
Gesù aveva pronunziato parole lapidarie nel suo Discorso della Montagna:
“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti percuote la guancia dx, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello; avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori!” (Mt 5, 38-44).
Manca nella cultura religiosa ebraica il riferimento-guida che Cristo lasciò con il discorso della Montagna e con le Beatitudini in esso contenute. Nelle Beatitudini, che considero come “in Manifesto” della più grande rivoluzione culturale che il mondo abbia mai visto, Gesù non dettò i termini di una nuova legislazione religiosa o sociale, volle, molto più incisivamente indicare un mutamento radicale come scelta della coscienza; apparentemente, specialmente per quei tempi storici, si trattò di uno scontro con il buonsenso e con i luoghi comuni, per promuovere un più alto senso della vita in una diversa società, come una meta inconsueta, aperta all’uomo e a tutti gli uomini. Le Beatitudini appaiono utopistiche, ma segnano la nuova missione di tutte le religioni.
Il mondo ebraico-sionista riduce la religione alla gestione del presente, che interpreta come estrema volontà del Dio degli Eserciti che li anima.
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La più amara inondazione della terra
Sono le lacrime della povera gente,
lacrime silenziose e segrete:
acqua e sangue che gonfiano i fiumi
di tutti i paesi:
impossibile che non succeda l’evento
impossibile che non debba accadere!
Fede è ribellarsi
Fede è rompere le catene
Credere è fare giustizia

(David Maria Turoldo)

GEORGE SOREL
La democrazia elettorale assomiglia molto al mondo della Borsa.
In un caso, come nell’altro, bisogna operare sull’ingenuità delle masse, comprarsi l’appoggio della grande stampa e aiutare il caso con un’infinità di astuzie; non c’è grande differenza fra un finanziere che immette nel mercato dei clamorosi affari che poi crollano in pochi anni, e il politicante che promette ai suoi concittadini un’infinità di riforme che non sa come attuare e che si ridurranno a un mucchio di carte parlamentari.
Gli uni e gli altri non capiscono nulla della produzione e cercano tuttavia di imporsi ad essa, di dirigerla male, e di sfruttarla spudoratamente; essi sono abbagliati dalle meraviglie della industria moderna e pensano che il mondo sia abbastanza provvisto di ricchezze perché lo si possa derubare largamente, senza far troppo gridare i produttori. Spennare il contribuente senza che si ribelli: ecco tutta l’arte del grande statista e del grande finanziere.
Democratici e affaristi hanno una capacità tutta particolare per fare approvare i loro imbrogli dalle assemblee deliberanti; il regime parlamentare è mistificato come le riunioni di azionisti. Probabilmente è a causa dalle affinità psicologiche profonde risultanti da questi modi di agire, che gli uni e gli altri s’intendono così perfettamente: la Democrazia è il paese di cuccagna sognato dai finanzieri senza scrupoli.
I politicanti sono gente navigata, nei quali la perspicacia è resa singolarmente aguzza dagli appetiti voraci e fra i quali la caccia ai buoni posti sviluppa scaltrezze da apache”.

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MASADA n° 1554 13-8-2014 ROMANZO. UNA SECONDA POSSIBILITA’. CAPITOLO 7

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Storia di Deneb – Testimonianze sulla premonizione – Sentirsi estranei a questo mondo – Rispettare la propria unicità – La diversità è un dono – I prescelti

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere: sofliarli a caso è sognare” (Schopenhauer)

Via via che il romanzo viene pubblicato sul web, suscita una messe di risposte e commenti.
Com’è logico, il simile richiama il simile e, tra tante risposte, scelgo di pubblicare la lettera di una persona straordinaria: si chiama Deneb. Questo è ciò che mi scrive:

“Oggi ho quasi 25 anni e credo che le “stranezze” della mia vita siano nate con me, o almeno così mi hanno riferito. La mia stessa nascita è stata particolare in quanto a tempi e modi, il mio aspetto era curioso e fin da subito ho mostrato una particolare forza e una soglia del dolore piuttosto alta, che permangono tuttora. Molti di quelli che dovrebbero essere istinti naturali in un neonato, io sembravo non sentirli. In compenso ne manifestavo altri un po’ insoliti, ma questo è solo ciò che la mia famiglia mi racconta e, per quanto mi riguarda, lascia il tempo che trova.
Da che ho memoria, c’è sempre stata una sensazione che mi ha accompagnata: un senso di estraneità da tutti e da tutto. Mi sentivo lontana anni luce dal modo di essere di chiunque altro, anche della mia stessa famiglia (ad eccezione di mia mamma, che ho sempre sentito più simile a me). Questa sensazione era particolarmente forte quando mi trovavo tra i miei coetanei: percepivo chiaramente una differenza sostanziale tra me e loro, ma non riuscivo a identificarla. La mia mente razionale però era dominante già da allora, infatti ricordo che ai tempi dell’asilo giustificavo questa mia diversità (che a quanto pare non ero la sola a percepire, perché anche gli altri si ponevano nei miei confronti con uno strano mix di diffidenza e rispetto) con la stranezza del mio nome: Deneb è il nome di una stella ed è sempre risultato particolarmente incomprensibile per le persone alle quali mi presentavo. Nessuno lo capiva a primo impatto e c’era chi faticava a ricordarlo anche in seguito. A me sembrava quasi di non avere un’identità definita per via del mio nome che, sostanzialmente, un nome non è. Per molto tempo ho creduto quindi che il mio senso di estraneità fosse legato a questo aspetto.

Parallelamente, però, sentivo nascere in me uno strano desiderio di lottare, non saprei neanche dire contro chi o cosa. Era come uno spirito guerriero che guidava le mie azioni, vivevo anche le situazioni più tranquille come occasioni per mettermi alla prova e tentare di vincere. Se tutto questo si fosse esaurito col finire dell’infanzia, probabilmente l’avrei considerata una normalissima fantasia da bambina-maschiaccio quale io ero, ma così non fu. Inoltre mi trovavo ad essere sempre in controtendenza, non avevo alcun interesse per ciò che entusiasmava gli altri bambini ed ero invece attratta da argomenti che gli altri non vedevano nemmeno. Per esigenza di adattamento cercai spesso di farmi contagiare dall’entusiasmo altrui, ma con scarsi risultati. Mentre tentavo di destreggiarmi tra il senso di estraneità e lo spirito combattivo, nascevano anche in me domande bizzarre che, con la mia mente da bambina, non riuscivo neanche a esprimere efficacemente, nonostante avessi perfettamente chiaro il senso di ciò che chiedevo. Ricordo in particolare una domanda che feci a mia mamma, credo che avessi non più di quattro anni. Le domandai, in maniera confusa e sgrammaticata: “Ma se io non nascevo, mi sarei sentita io da qualche altra parte?”
Ciò che intendevo dire, e lo ricordo con estrema precisione, era: avrei vissuto lo stesso, se non in questo corpo? Sarei esistita in un’altra forma, avrei fatto esperienza di vita in altri modi? E ricordo anche lo smarrimento di mia mamma che non seppe come rispondermi, non potendosi mai aspettare una domanda del genere da una bambina di quattro anni.
Eppure a me sembravano domande del tutto naturali, assolutamente fondamentali e imprescindibili, ma non ottenendo risposte e constatando che, apparentemente, ero l’unica a preoccuparmene, cercai per il momento di tralasciare certe mie curiosità. Credo poi che già all’epoca facessi qualche sogno premonitore, ma non ne ricordo nessuno in particolare.
Con l’adolescenza poi, una volta accettata – tutto sommato – la stranezza del mio nome, la mia parte logica cominciò ad attribuire il mio senso di diversità a qualcos’altro, nello specifico ad un rapporto conflittuale col mio fisico e col mio aspetto estetico in generale. Avvertivo con forza sempre maggiore il fatto di trovarmi dentro un involucro che, in quel particolare periodo, non mi rispecchiava. Era una sensazione terribile di prigionia che ha accentuato la mia consapevolezza di esistere sì dentro il mio corpo, ma non esclusivamente per mezzo di questo. In questa stessa fase della mia vita, quello spirito combattivo che continuavo a sentire dentro di me si associò ad una sorta di vocazione alla difesa, un senso di protezione non ancora ben delineato. Poco prima dei 15 anni cominciarono alcuni sogni premonitori dettagliati, che si fecero sempre più frequenti.

Ero all’inizio del mio terzo anno di liceo quando sognai che la scuola aveva organizzato una gita in un paese straniero. Non avevo ben chiaro quale fosse, avevo solo la consapevolezza di non trovarmi in Italia. Vedevo che la gita si svolgeva in un periodo estivo, o comunque in un luogo caldo. Assieme a me e ai miei compagni di classe c’era anche un ragazzo di un’altra sezione, che conoscevo solo di vista. Vedevo tutti noi mentre partecipavamo ad una sorta di cineforum all’aperto, il film che proiettavano era in bianco e nero ma lo ricordo solo vagamente. Questo sogno mi sembrò molto strano proprio perché inverosimile: la mia scuola non aveva mai organizzato un viaggio d’istruzione, e il ragazzo che nel mio sogno si univa a noi non godeva di una mia particolare simpatia né era mai stato una figura rilevante ai miei occhi, per cui mi chiedevo come mai il mio inconscio lo avesse portato alla mia attenzione.
Quell’anno però, e fu l’unico anno in cui accadde, inaspettatamente la mia scuola organizzò una vacanza-studio per l’estate successiva. In quanto studenti di un liceo linguistico, la vacanza era finalizzata ad offrirci l’opportunità di approfondire la conoscenza di una lingua straniera. Andammo in Spagna, e a noi si unì proprio il ragazzo di cui sopra: la cosa ci sorprese tutti, perché lui in realtà non studiava lo spagnolo, ma aveva comunque scelto di unirsi al gruppo per curiosità personale. Fu una splendida vacanza, conclusasi con una serata dedicata al cinema spagnolo: proiettarono El Lazarillo de Tormes di Ardavín – adattamento cinematografico di un grande classico – datato 1959, rigorosamente in bianco e nero.

Constatare che molti miei sogni spesso si verificavano era qualcosa che inizialmente mi divertiva, la vivevo con curiosità, ma presto cominciai a cogliere un senso più ampio in ciò che mi accadeva, come fossero segnali stradali che dovevano condurmi da qualche parte.
Col finire dell’adolescenza arrivai anche, dopo non pochi sacrifici, ad un equilibrio fisico che mi portò a riconoscermi finalmente allo specchio, l’involucro ora rispecchiava bene il contenuto. Mi ritrovavo a parlarne con altri e a dire “Finalmente ora mi somiglio”, frase che risultava incomprensibile ai più ma che esprimeva perfettamente ciò che provavo. Secondo la teoria che la mia mente razionale aveva elaborato, quindi, con la conquista di un’immagine esteriore corrispondente alla mia interiorità avrei dovuto finalmente liberarmi di quel senso di diversità che mi accompagnava da sempre, ma naturalmente così non fu. Non riuscivo più a spiegarmi cosa mi rendesse diversa, sapevo solo che quando conversavo con altri la comunicazione non avveniva sullo stesso piano, e che se anche giungevo alle loro stesse conclusioni, lo facevo per ben altri motivi, per altre vie e arrivandoci da altre premesse. Ogni volta che si manifestava la mia diversità in fatto di interessi, obiettivi e passatempi, mi ritrovavo a ripetere la stessa frase: “io funziono diversamente.”
Non sapevo bene cosa intendessi dire, ma sentivo che era la frase che più si avvicinava a ciò che stavo vivendo. Anche a quell’età, molti istinti umani del tutto naturali sembravano ancora non fare parte di me, sia riguardo la sfera fisica che emotiva. Trovavo addirittura degradante il pensiero di dover esprimere i miei sentimenti, condividere i miei spazi e i miei pensieri, avere un contatto fisico di qualsiasi genere, dall’abbraccio al rapporto sessuale. Se i miei coetanei non aspettavano altro, per me era qualcosa di agghiacciante. Ero talmente estranea al mio corpo da vivere come un’invasione anche il contatto più innocente, il che apparentemente potrebbe risultare contraddittorio. Tutto ciò mi creava difficoltà e me ne tenevo alla larga il più possibile, riuscendo comunque a condurre una vita piuttosto normale anche se interiormente travagliata. Col tempo questa intolleranza al contatto si è attenuata, senza però sparire mai del tutto. Continuavano però le divergenze con i miei coetanei riguardo interessi ed obiettivi, il che mi portò ad isolarmi gradualmente, ritrovandomi alla fine circondata da pochissime persone estremamente prezione, che vivevano a modo loro un senso di estraneità dal mondo, differente a sua volta dal modo in cui lo vivevo io. Questo tipo di compagnia era per me confortante, sebbene su certi punti non riuscissi proprio a trovare un piano comune di confronto.
Le domande che mi si affollavano in mente erano tantissime ma non sapevo ancora come e dove cercare le risposte. All’Università scelsi di studiare materie che credevo potessero quantomeno indirizzarmi verso le risposte che cercavo: scienze della formazione come prima laurea, scienze cognitive come specializzazione. L’entusiasmo però non durò a lungo, in quanto la mia esperienza universitaria (ancora in corso) è stata deludente e poco stimolante sebbene i risultati che ho conseguito sembrerebbero indicare il contrario. Nonostante le tante nozioni apprese, non mi sentivo arricchita per niente. Le risposte che cercavo erano di altra natura e cominciavo a pensare di essere io a non saper porre bene la domanda. La verità però è che non sapevo neanch’io cosa domandare, certi quesiti non riuscivo proprio a tradurli in parole. Continuavano però ad accompagnarmi sogni premonitori o comunque molto significativi, potrei dire “numinosi”, e questo mi dava la forza di continuare a cercare, assieme a forti presentimenti che puntualmente si rivelavano fondati.

Sebbene lo sperassi, quasi mai tali presentimenti avevano un’utilità pratica: ben presto capii che non dovevo aspettarmi nulla del genere e che se certe visioni giungevano a me, la ragione andava ben oltre l’utilità pratica, sfuggendo il più delle volte alla mia comprensione. Ricordo però un caso particolare in cui un forte presentimento mi fu d’aiuto: stavo preparando il mio primo esame universitario e ci tenevo molto ad inaugurare bene la mia carriera, per questo ero molto concentrata sullo studio della materia. L’esame era ormai alle porte, il tempo stringeva e le pagine che ancora mi restavano da studiare erano parecchie, così decisi di saltare a piè pari alcuni argomenti che mi sembravano marginali o superflui, così come i vari grafici, gli schemi e le note a fondo pagina. Mi cadde però l’occhio su una nota in particolare: spiegava la differenza tra il transfert pedagogico e quello psicanalitico, una differenza sostanziale ma tutto sommato poco inerente alla materia che stavo studiando. Allo stesso tempo però, nella mia mente mi vidi seduta alla cattedra in sede d’esame, intenta a parlare proprio di tale differenza. Non ci pensai due volte e studiai con attenzione quella nota che, altrimenti, avrei di certo tralasciato.
Fu l’argomento della prima domanda del mio primo esame universitario, e ringrazio ancora quella visione per avermi permesso di non inaugurare la mia avventura accademica con una scena muta.

C’è poi un sogno che rammento con particolare emozione, quella che dovrebbe fare la differenza tra un piccolo e un grande sogno. Sognai che in un pomeriggio autunnale mi trovavo ad osservare dalla mia finestra una scena singolare: vedevo tanti miei coetanei all’interno di una sorta di labirinto quadrato suddiviso in nove quadrati regolari. Vedevo che erano tutti molto allegri, presi da passatempi di cui io francamente non coglievo il senso, erano molto amici tra loro ma contemporaneamente erano “categorizzati” nei nove riquadri piccoli che li ponevano in competizione tra loro, come se gli occupanti di uno stesso quadrato avessero tutti delle peculiarità che rendevano impossibile una totale condivisione della vita con gli occupanti degli altri settori, e allo stesso tempo erano tutti limitati negli spostamenti dal quadrato più grande.
Io mi sentivo del tutto distante dal loro modo di vivere ma allo stesso tempo invidiavo quella spensieratezza che non mi apparteneva, quella leggerezza tipica della gioventù che io, nonostante all’epoca del sogno avessi 19 anni, già non ricordavo più. Immaginavo, in via del tutto ipotetica, in quale dei nove quadrati mi sarei potuta collocare: nessuno dei nove mi sembrava il posto adatto a me. Mi sentivo triste e ancora una volta sbagliata, così rinunciai ad osservare il labirinto e, proprio in quel momento, venne a prelevarmi un’astronave. Al suo interno c’erano altre persone, forse una dozzina, tutti strappati improvvisamente alla loro esistenza proprio come me, nessuno di noi conosceva gli altri. L’astronave era una sorta di entità autonoma che viaggiava per lo spazio allo scopo di riunire tutti coloro che si sentivano sbagliati e fuori posto, per mostrarci che in realtà lo scopo della nostra vita si sarebbe manifestato solo in un altro luogo, forse in un’altra dimensione, e non faceva parte della limitata quotidianità terrestre nella quale tutti noi eravamo convinti di doverci autorealizzare. In un compartimento segreto dell’astronave, inoltre, c’erano pronte per noi delle particolari gemme luminose, una per ognuno, una diversa dall’altra: tra quelle, ciascuno di noi avrebbe potuto riconoscere la propria e, grazie alla loro energia, acquisire un particolare potere. Il sogno terminava con questo gruppo in viaggio sull’astronave verso una meta non ben precisata, e al risveglio la mia emozione fu fortissima. Seguì però un po’ di disappunto per gli elementi fantascientifici e infantili al tempo stesso, con cui il mio inconscio aveva deciso di comunicare con me: appariva come la trasposizione onirica di un romanzo di Asimov, mia grande passione tra l’altro, mescolato ad un cartone animato sui supereroi. Mi confortò però il fatto di non essere tenuta a raccontarlo a nessuno, scongiurando così qualsiasi imbarazzo.
Fu il primo di una serie di sogni ricorrenti nei quali variavano gli scenari, gli obiettivi e alcuni dettagli, ma il filo conduttore era sempre il medesimo: un gruppo di prescelti che, come me, vedeva realtà precluse alla maggior parte dell’umanità, persone comuni inserite sì tra gli altri, ma capaci di muoversi ad un livello differente, spesso attraverso passaggi sotterranei che risultavano invisibili a tutti gli altri.
Non mi ritengo in alcun modo speciale e non vedo nulla di eroico in ciò che sono o di cui sono capace, eppure adesso capisco che quei sogni rappresentavano, con toni vivaci, enfatizzati e talvolta un po’ infantili, ciò che in realtà adesso mi trovo a vivere sul serio. Una sorta di ingenuo prequel di ciò che avrei sperimentato di lì a qualche anno.

La svolta avvenne circa tre anni fa e forse il mio racconto avrebbe potuto cominciare da qui, ma credo che non sarebbe stato completo perché credo fermamente che in qualche modo il mio percorso sia cominciato molto prima, probabilmente dalla mia nascita.
Tre anni fa feci un incontro (virtuale) che mi folgorò. Vidi una persona, ma lui non vide me, e in una frazione di secondo il caos che avevo in mente si riordinò, formando un disegno inaspettato. Vidi lui nella mia vita, ma non solo. Vidi lui “destinato” a me, nato per me, il mio obiettivo di vita era arrivare a lui, ma soprattutto proteggerlo. Non sapevo nulla di lui, eppure sapevo tutto, nella mia mente si era formata un’idea del tutto precisa e dettagliata. Con tutte le forze e facendo appello alla razionalità, cominciai a cercare di smentire il risultato di quella folgorazione, ripetendo a me stessa che si trattava di fantasie prive di fondamento, che non potevo individuare l’obiettivo della mia vita in un perfetto sconosciuto. Logica alla mano, iniziai ad indagare sperando con tutta me stessa di essermi sbagliata, di aver preso un abbaglio. Ahimè però, logica e razionalità non poterono nulla: ogni cosa di lui confermava quella mia prima visione e, dopo tre anni ed una conoscenza piuttosto approfondita, confermo quella stessa visione. Naturalmente però non mi arresi e continuai a sperare che la realtà mi smentisse, ma accadde esattamente il contrario. Ben presto cominciarono una serie di sogni premonitori e visioni da sveglia che lo riguardavano, e parallelamente una serie di eventi sincronici si collocavano sulla mia strada portandomi a dubitare della validità delle leggi matematiche. Riuscivo a provare i suoi stati d’animo e i suoi sintomi fisici anche quando non avevo idea di cosa stesse provando, spesso infatti ne avevo conferma solo in seguito. Di frequente mi si formavano pensieri apparentemente sconnessi dal resto del mio flusso mentale, e il contenuto di questi pensieri veniva in seguito espresso proprio da lui senza che avessimo avuto occasione di comunicare. Arrivai a pensare che l’Universo sembrava cospirare per condurmi a lui, e ne ebbi la conferma solo quando capii che anche lui mi cercava pur non sapendo nulla di me e per gli stessi miei motivi: una folgorazione iniziale che gli aveva fatto credere che, in un modo o nell’altro, dovessimo incontrarci.
In genere reagisco molto male quando, raccontando questa vicenda, sento parlare di “colpo di fulmine”, perlomeno nel senso più comune del termine, riferito all’ambito strettamente sentimentale. Mi sembra del tutto riduttivo e inadeguato, non si è trattato di questo, non solo, quantomeno. Il coinvolgimento sentimentale c’era, ma costituiva una minima parte di tutto ciò che era. Conoscevo l’amore e l’innamoramento abbastanza da non viverli ingenuamente, ma questa situazione si configurò da subito come qualcosa di più: era lì che dovevo stare, era con lui, per lui che avrei dovuto svolgere il mio ruolo. Tre anni di sogni, visioni ed eventi sincronici di varia natura, che hanno sempre avuto conferma anche quando inizialmente la realtà dei fatti sembrava dissentire fortemente.
Chiaramente da qui in poi le mie visioni, sogni e quant’altro divennero sempre più frequenti e riguardavano ormai varie persone legate a me o anche sconosciute. Quella folgorazione fu solo l’evento scatenante che mi aprì una porta fino ad allora solo socchiusa.
Ricordo con amarezza un sogno nel quale vedevo una ragazza morta giovanissima a pochi giorni dalle sue nozze e seppellita quindi con addosso l’abito da sposa. Sentii un dolore infinito che mi provocò malessere anche nei giorni successivi al sogno, che però non raccontai a nessuno. Di lì a poco, un mio amico mi raccontò che era accaduto esattamente ciò che avevo sognato in un paese vicino al nostro.

Altre volte si trattava semplicemente di stati d’animo contraddittori rispetto alla situazione nella quale mi trovavo, associati a visioni di immagini singole, come fotografie. Ricordo ad esempio una volta in cui dovevo partire per un viaggio piuttosto importante ed ero diretta al porto della mia città per prendere l’aliscafo. A causa del traffico congestionato, però, ero molto in ritardo e nel momento in cui il mezzo avrebbe dovuto salpare, io mi trovavo ancora in macchina, per strada a circa metà del mio percorso. Mia mamma, che mi accompagnava, sapendo che gli aliscafi partono sempre puntualissimi e che la corsa successiva non mi avrebbe permesso di arrivare in tempo al mio appuntamento, era disperata e mi suggerì di battere in ritirata: non c’era praticamente nessuna possibilità che io riuscissi a partire quel giorno.
Al contrario, io ero estremamente serena, non trovavo alcun motivo per cui preoccuparmi. Mi vedevo infatti tranquillamente a bordo di quell’aliscafo con bagagli a seguito, era un’immagine statica ma precisa, che non lasciava spazio al dubbio. Le dissi quindi di proseguire comunque verso il porto e lei, pur non vedendone l’utilità, mi accompagnò. Giunte al porto scoprimmo che, a causa di problemi tecnici, l’aliscafo sul quale sarei dovuta partire aveva posticipato la partenza ed era infatti ancora ormeggiato, pronto a salpare di lì a pochi minuti. Un ritardo del genere è un caso più unico che raro, fui davvero fortunata.

Spesso anche i miei sogni riguardavano situazioni di vita quotidiana. Una notte sognai di accompagnare un’amica al supermercato e, mentre ero intenta a curiosare tra scaffali coloratissimi, si verificava un black out, mettendo così a rischio tutti i prodotti da frigo in vendita. Ripensando a questo sogno mi rimproverai per l’ingenuità del mio inconscio: mi dissi che, senza dubbio, ogni supermercato è dotato di un gruppo di continuità per scongiurare problemi del genere. Il giorno dopo, effettivamente, di ritorno da un giro con un’amica, quest’ultima mi chiese di accompagnarla a fare la spesa. Arrivate alla cassa, dopo aver imbustato i nostri acquisti, per un problema elettrico andò via la corrente e il commesso dovette aprire manualmente la porta scorrevole per permetterci di uscire.

Le occasioni in cui ottenevo visioni più chiare, però, erano quelle che ruotavano attorno alla persona che amavo, come se le immagini che la riguardavano avessero un contrasto più elevato delle altre e risaltassero così ai miei occhi. Erano visioni talmente reali da non lasciarmi quasi dubbi su come si sarebbero effettivamente sviluppati gli avvenimenti successivi. Molte visioni mi soccorsero in momenti critici come quando, in seguito ad un brutto litigio e alla rottura di un rapporto, sprofondai in uno stato d’animo di profondissima tristezza. Non capivo come potessi essere arrivata a quel punto e non accettavo il modo in cui la nostra relazione era finita: una fine senza fine vera e propria, un capitolo ancora aperto ma tranciato di colpo. Decisi quindi di cercare un confronto con lui, quantomeno per poter dare risposta a qualcuno dei tanti interrogativi che mi impedivano di mettere la parole ‘fine’ a quel rapporto.
Era estate e gli proposi di aspettare settembre prima di raggiungerlo per questo incontro, che speravo si rivelasse chiarificatore. Avrei dovuto infatti viaggiare e preferivo evitare di farlo nel periodo più caldo, allo stesso tempo però avevo una certa fretta di incontrarlo per porre fine in un modo o nell’altro ai miei tormenti interiori, quindi speravo di poterlo fare nel primo momento utile. Nel frattempo però mi interrogavo su come sarebbe andato questo incontro e immaginavo gli esiti più tragici, forse per paura di illudermi o di nutrire vane speranze. Erano infatti scenari che ’immaginavo’, li formavo io stessa con la mia mente razionale, non li vedevo già formati, cosa che invece per me è sempre avvenuta con le visioni: la differenza essenziale infatti è che, nell’immaginazione, percepisco chiaramente il processo creativo che porta alla formazione delle immagini mentali, che restano comunque incerte e dai contorni non ben definiti, mentre le visioni sono per me immediate percezioni di un quadro già formato e dai contorni nitidissimi.
Desideravo ardentemente una visione che mi preparasse a quella che per me sarebbe stata emotivamente una grande prova, ma per molto tempo non ne ottenni. Una notte però, mentre pregavo senza neanche sapere a chi mi stessi rivolgendo, vidi me stessa collocata temporalmente nel periodo natalizio ed avvertii una sensazione di pura serenità. Non so come facessi a sapere che si trattasse con precisione del periodo natalizio, nessun elemento me lo indicava, eppure faceva parte della consapevolezza improvvisa che avevo raggiunto.
Poiché il momento dell’incontro era previsto per settembre, e credendo che da quello dipendesse la mia riconquista o meno della mia serenità, non capii il senso di quella visione e la ignorai, rimossi totalmente il suo contenuto e continuai a tormentarmi nell’attesa di quella che immaginavo come una catastrofe emotiva imminente.
Per ragioni che non dipesero in alcun modo da me, dovemmo posticipare più e più volte il nostro incontro. Quando finalmente gli imprevisti cessarono, ci accordammo per vederci a dicembre, a ridosso delle feste. Io avevo appunto cancellato ogni ricordo di quella visione e non colsi quindi l’analogia.

A pochi giorni dalla mia partenza e in preda allo sconforto, continuavo a interrogare il cielo e il mio stesso inconscio alla ricerca di una risposta che, se non altro, mi preparasse al peggio. Le premesse infatti erano tutt’altro che incoraggianti e se la vita seguisse la logica e le leggi matematiche, sarebbe stato quasi inevitabile aspettarmi un incontro frustrante ed uno straziante addio definitivo. Mi giunse però una seconda visione: io, di ritorno sul treno, serena e piena di speranza nel futuro. Anche stavolta non saprei dire come potessi sapere che si trattasse del mio viaggio di ritorno e non di quello d’andata. Mi sfuggono i meccanismi con i quali queste visioni si manifestano, perciò mi limito a riportarne il contenuto. Decisi comunque di far prevalere la mia parte razionale, era davvero improbabile che le mie visioni si rivelassero veritiere e così le dimenticai presto, con non poca rabbia nei confronti di quella parte di me che, evidentemente, tentava ancora di illudermi.
Contro ogni logica entrambe le visioni, che essenzialmente si rafforzavano a vicenda, si rivelarono corrette. Mi tornarono in mente solo in seguito e mi pentii di non averle tenute in considerazione, non riesco mai a fidarmi totalmente di me stessa, benché io non mi senta la “fonte” di tali visioni ma solo un’antenna capace, in certe condizioni, di captarle. Fu un incontro fortemente chiarificatore che portò ad una rinascita, con grandi promesse per quella relazione e grandi speranze nelle mie stesse capacità.
Tutto ciò mi innalzava spiritualmente, mi faceva sperare di star lottando per una causa giusta, per ciò che davvero ero destinata a raggiungere. Anche se non capivo ancora il mio obiettivo, sentivo di essere sul punto ti trovare la strada giusta che, presto o tardi, mi ci avrebbe condotta.

Quando la mole di coincidenze e visioni si fece intollerabile per la mia parte logica, decisi di fare delle ricerche specifiche nel modo più semplice e immediato che conoscessi. Cercai su Google, letteralmente, “coincidenze”, “presentimenti” e “sogni premonitori”. Tutte e tre le ricerche mi portarono inevitabilmente a Jung, e con lui mi si aprì un mondo. Riuscivo finalmente a dare un nome a ciò che mi accadeva, addirittura non mi consideravo più così diversa ma semplicemente un tipo psicologico raro: un’intuitiva introversa.
Neanche il pensiero di Jung però mi bastava, la mia parte logica continuava a premere. Giunsi per caso ad avere contatti con un astronomo che si occupa di fisica quantistica e quindi di sincronicità dal punto di vista scientifico. Mi informai e scoprii che in realtà gli eventi sincronici avvengono in natura da sempre e la scienza, o almeno parte di essa, li riconosce sebbene ancora non riesca a spiegarli. Improvvisamente fu come se i due filoni di ricerca che avevo da sempre seguito, quello intuitivo e quello razionale, si fossero fusi e rappresentassero adesso semplicemente due punti di vista sullo stesso oggetto. Per molti anni mi era sembrato di tradire la mia razionalità dedicandomi alla parte intuitiva, e di tradire la parte intuitiva con la razionalità. Finalmente non era più così.
Trovai anche curiose analogie tra il mio nome e ciò di cui mi stavo occupando: la stella Deneb viene da sempre associata in letteratura ad ipotetiche forme di vita aliene, e la costellazione del Cigno di cui fa parte era considerata presso numerose culture come luogo di provenienza e di ritorno delle anime, sede dell’intelligenza universale, in un certo senso.
Tutto ciò, la scoperta di questa capacità, della possibilità di comunicare tramite l’inconscio con la realtà sovrasensoriale, i continui segnali che mi hanno guidata negli ultimi anni, mi hanno finalmente fatta sentire al posto giusto e nel tempo giusto. Non più sfasata rispetto alla realtà, disallineata rispetto a tutte le cose, ma in perfetta sintonia. E’ come se fosse il solo modo di riuscire a collocarmi nel mondo, come se il mio posto fosse presente nel mondo invisibile, ma non in quello materiale. Ho smesso di sentirmi sbagliata solo nel momento in cui quella porta si è aperta del tutto. Credo quindi che la mia natura si esplicherebbe del tutto se io riuscissi ad allenare queste capacità, se possibile indirizzarle, farne qualcosa di buono e utile.
Ho provato tecniche di ipnosi e meditazione, ma non ho ancora trovato la via più adatta a me né qualcuno che mi guidi verso ciò che realmente vorrei.
Inoltre, da pochi mesi queste mie capacità sembrano essersi sbiadite in seguito ad un profondo dolore che ho provato e che ancora non riesco ad accettare. Sento la mia mente costantemente focalizzata sui fatti, sugli eventi visibili, sui legami logici, e in questo modo credo che il mio pensiero blocchi la mia intuizione. E’ una sensazione quasi tangibile, me ne accorgo ad esempio quando medito/prego all’aperto: solitamente avvertivo un filo diretto con il cielo, un canale di comunicazione libero, mi sentivo compresa entro la cupola stellata. Ultimamente non è più così, sento qualcosa che blocca il passaggio e se prima avevo la più assoluta certezza che, in qualche modo, l’Universo mi ascoltasse, adesso mi sembra quasi di parlare da sola. Allo stesso modo me ne accorgo ascoltando musica, specialmente quando si tratta di brani particolarmente emozionanti: se prima avvertivo il mio spirito che si innalzava durante l’ascolto, adesso non più. Qualcosa lo trattiene a terra, lo schiaccia e lo trascina via. Non riesco più a elevarmi al di sopra della realtà sensibile e che, purtroppo in questo momento, mi fa male. Provo ogni giorno a liberare la mente, consapevole che la logica e la mia urgenza di analizzare razionalmente i fatti mi precludono la via per l’intuizione. E’ una condizione molto penosa per me, perché mi sembra di brancolare nel buio, avendo perso la mia principale fonte di informazioni su me stessa e sul mondo. Mi ritrovo senza occhi, incapace di orientarmi.
Di tanto in tanto si verificano soltanto episodi di telepatia con persone a me molto care, e talvolta qualche intromissione di pensiero (non saprei definirla diversamente), un pensiero improvviso, un’immagine, una parola, che successivamente si concretizzano. I miei sogni invece si sono fatti oscuri e difficilmente decifrabili, nonostante ormai da anni riuscissi ad interpretarli con una certa facilità. Le visioni vere e proprie, quelle forti, chiare come se mi affacciassi alla finestra e scorgessi una scena futura, quelle non mi si presentano da mesi.
So di essere io stessa il blocco che mi preclude queste capacità, ma non so come rimuoverlo.
Se riuscissi poi a recuperarle ed allenarle, so che mi avvicinerei a quello che sento essere il mio obiettivo, per quanto non voglia comunque fossilizzarmi su questa convinzione ma solamente indagare la possibilità che sia così.”
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INDICE ROMANZO

CAPITOLO 1 : http://masadaweb.org/2014/07/13/masada-n-1545-13-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-1/

Regressioni a vite precedenti – La guarigione a distanza – Le visualizzazioni- I numeri simbolici

CAPITOLO 2 : http://masadaweb.org/2014/07/17/masada-n-1546-17-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-2/

Le malattie psicosomatiche – Induzione e ipnosi come forma di terapia – Le verruche

CAPITOLO 3 : http://masadaweb.org/2014/07/22/masada-n-1547-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-3/

Tutto comincia dalla testa – Talismani: la croce di Ankh – Rievocare altre vite o momenti traumatici del passato – Incubi ricorrenti – Leggere negli altri una storia fatta di tante storie

CAPITOLO 4 : http://masadaweb.org/2014/07/28/masada-n-1550-28-7-2014-una-seconda-possibilita-romanzo-capitolo-4/

Isobare psichiche – Rane – La lezione del dolore – La lezione del piacere – La sessualità sacra – La verginità eterna – Ma cos’è l’orgasmo? – Eiaculazione precoce, vaginismo e omosessualità

CAPITOLO 5 : http://masadaweb.org/2014/07/29/masada-n-1551-29-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-5/

Pene d’amore – Il tradimento – La trasgressione – Amare l’impossibile

CAPITOLO 6 : http://masadaweb.org/2014/08/06/masada-n-1552-6-8-2014-una-seconda-possibilita-romanzo-capitolo-6/

La casa infestata – Sogni premonitori – Messaggi dall’al di là – Le vite precedenti

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http://masadaweb.org


MASADA n° 1555 13-8-2014 . ROMANZO. UNA SECONDA POSSIBILITA’. CAPITOLO 8

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Le discriminazioni – La cultura è il frutto del potere – Rifiuto sociale delle diversità – Chiaroveggenza – Il motivo per cui siamo venuti a nascere – Un compito che si realizza in più esistenze successive – Profezia – Il terzo occhio – L’archivio globale

Per quanto tu sia unico, e per quanto tu possa sentirti diverso da ogni altra persona, tu non sarai mai solo perché fai parte di una famiglia di anime a cui ti legano alcune caratteristiche fondamentali e, solo che tu lo voglia, ritroverai e riconoscerai gli altri simili a te anche nell’ampio mondo
(Viviana)

Poiché tutto è concatenato a causa della pienezza del mondo, ciascun corpo agisce su tutti gli altri, e ne subisce le reazioni, in misura maggiore o minore secondo la distanza. Di conseguenza, ogni monade è uno specchio vivente, cioè uno specchio dotato di azione interna, che rappresenta l’universo secondo il proprio punto di vista, e che è regolato così come è regolato l’universo stesso.”
(Leibniz)

Ho sempre pensato che i 29 anni di sciamanesimo spontaneo che mi sono capitati per motivi a me ignoti non fossero finalizzati tanto all’aiuto dell’altro (che pure ci fu), quanto al “dare testimonianza”.
A questo dovere posso adempiere con la memoria, la narrazione orale e la scrittura, anche se troppe cose col tempo sono state dimenticate e si sono diluiti in una specie di quieta rassegnazione gli interrogativi capitali che al tempo turbarono le mie notti.
Non mi sono mai considerata una medium o una sensitiva e non ho mai accettato quello che mi accadde. Immagino che chi abbia queste capacità fin dalla nascita le trovi naturali, ma per me il mutamento fu improvviso, dopo 37 anni di percezione ‘normale’ e una mente soprattutto razionale, per cui allo sbigottimento si unì un senso di pericolo e di colpa, come se avessi qualcosa di patologico che dovevo nascondere in ogni modo per non essere presa per pazza o mitomane. Credo che pericolo e colpa accompagnino tutti coloro che si sentono diversi e pertanto temono di essere emarginati.
Per dieci anni tenni per me le mie esperienze mentre cercavo freneticamente nella letteratura e nel mondo reale persone simili a me per confrontare le mie nuove esperienze alle loro e capire se ero unica o facevo parte di un insieme “a parte”.

Ancor oggi non so capire cosa mi accadde né riesco in alcun modo a definire gli eventi che si focalizzarono su di me, per cui credo sia inutile tentare una riduzione a scienza dei fenomeni stessi, anzi credo che la scienza e i suoi apparati siano proprio l’opposto della posizione possibilista che si dovrebbe avere sulle anomalie classificate come paranormali.
Il fatto gravissimo di ogni società e cultura è la delimitazione dei confini entro cui un certo gruppo egemone, religioso, scientifico, culturale o politico, può esercitare il suo potere. Tutto ciò che non sta dentro quei confini prestabiliti e che non si dispone ad essere valutato secondo paradigmi fissi e indiscutibili viene negato e combattuto.
Non c’è democrazia in questo atteggiamento. Non c’è libertà. Non c’è rispetto della pluralità umana e delle profonde diversità che la natura ha immesso nella specie, ma solo una spietato, diffuso e arbitrario senso del Potere. In nome del pregiudizio, qualunque essere anche basso e abietto può darsi arie da gradasso e sentirsi superiore a qualcun altro. Ma che superiorità può esserci nel conformarsi servilmente al gradino più basso di una massa? Eppure l’appartenenza si gioca così. E sull’appartenenza il Potere vanta la sua più grande vittoria.
Per questi motivi ogni diverso è un combattente, che ha il diritto di manifestare se stesso ma che rischia di perire come l’eroe ignoto. La diversità richiede coraggio e solo col coraggio può sfatare i miti e i riti con cui una società condizionata mortifica i suoi membri obbligandoli all’omologazione.
E’ chiara l’iniquità di certi condizionamenti culturali. Essi creano dei pericolosi discrimini tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è. Tra l’uomo come deve essere e l’uomo come potrebbe essere.
Per questo sono attratta proprio dalle parti sociali non accettate e respinte e da questo nasce il mio desiderio di parlare proprio di loro, per rendere ai protagonisti credibilità, riconoscimento ed onore.

Ho sempre rispetto verso chi, non avendolo mai sperimentato, non crede al paranormale, perché anch’io, prima dei 37 anni, mi sono trovata nella stessa sua condizione. Conosco l’incomunicabilità tra diversi. Parlare di omosessualità o di percezioni extrasensoriali è come parlare a un pesce del cielo o come spiegare l’amore a chi non è mai stato innamorato. Ci sono diversità del sentire che si superano solo partecipando a quello stesso sentire. Ciò non toglie che una società sana dovrebbe insegnare il rispetto anche per i diversi, che spesso minoranze non sono, rispettando la pluralità, altrimenti quella non è una società libera ma autoritaria, non è una società democratica ma massificante, basata su un potere iniquo che ghettizza le persone per formare solo degli schiavi.
Visto quello che è capitato a me, credo che chiunque possa essere colpito improvvisamente da una modificazione percettiva ed essere modificato nella sua visione del mondo, qualunque sia la sua credenza di base, esattamente come uno può innamorarsi improvvisamente di una persona improbabile.
So poco della realtà del mondo ma posso solo ipotizzare che essa sia molto più ampia di quel che scienza, religione e opinione possono ordinare, e capisco solo che le nostre coordinate tradizionali possono essere del tutto inadeguate di fronte all’aprirsi di funzioni nuove o di esperienze trascendenti che ci colgono totalmente impreparati e verso cui non siamo stati addestrati.
A 37 anni, affrontare una improvvisa diversità fu parte del mio nuovo compito di vita, il problema fu che non mi rassegnai mai e, negli anni successivi, cercai in ogni modo di eliminare l’improvvisa irruzione del paranormale nella mia vita, perché mi sconcertava e mi impauriva, nel tentativo di tornare alla situazione precedente.
Alla fine, dopo 29 anni, lo sforzo inaudito di cancellare le mie nuove percezioni riuscì, in modo bizzarro, grazie alla radioestesia. La porta, come improvvisamente si era aperta, si richiuse, e oggi io non ho più nessuna delle facoltà che apparvero allora.
Ma la mia condizione è cambiata. Io, oggi, so che tutto può accadere. E aspetto il prossimo mutamento.

Noi conosciamo il mondo ordinario della percezione, ma in noi esistono canali che possono orientarci verso una percezione non ordinaria. Il nostro corpo si espande orizzontalmente ma la nostra psiche ha una dimensione verticale che può dilatarsi in frequenze inusitate, come una radio che può essere sintonizzata su nuove lunghezze d’onda.
La cultura occidentale è materialista, tende a riportare tutto al visibile, e chiunque esca dal mondo ordinario precondizionato, sarà un trasgressore che non troverà né aiuto né comprensione e sarà visto come un esaltato o un mitomane o, peggio, sarà condannato e emarginato.
Analogamente sarà cacciato come diverso chiunque esca dal modo coatto della sessualità e dell’innamoramento preordinati.
Due i gruppi di esclusi, analogo il modo con cui chi esercita il potere riesce a massificarli e a escluderli.
Così oggi io non posso negare quello che ho sperimentato anche se capisco la riluttanza di molti a crederlo possibile e sono diventata cauta sulle valutazioni di ciò che esiste o non esiste, di ciò che è giusto o non giusto, perché gran parte dell’esistente o dell’accettabile è tale solo in virtù di una conoscenza omologata e acculturata che ha subito un imprinting sulle modalità sensoriali o affettive.
Di ciò che esiste in natura, la cultura fa strage. L’essere umano viene lentamente e progressivamente programmato dal mondo umano in cui vive e non ha possibilità di sottrarsi. Lo schema entro cui ci fanno scrivere le nostre vite e l’immagine con cui ci costringono a identificarci non dipendono da noi, ma sono scritte altrove.
Noi non ci facciamo ma siamo fatti. Solo quando spezziamo le catene che trattengono la nostra vita, solo quando sfuggiamo al condizionamento e recuperiamo il nostro essere unico, torniamo nella forma per cui siamo nati ed per cui dovremmo esistere. Solo nel coraggio della trasgressione, dunque, al modus operandi imposto alla massa, si crea la nostra individualità.
La diversità è vita. La diversità è libertà. La diversità è la creazione originale dell’io che riconosce e onora se stesso. La diversità è l’azione gloriosa dell’essere umano che guadagna il proprio riscatto.
Ragione, sensi e affetti sono importanti per l’uomo, ma è riduttivo credere che egli debba avere solo prefissati modi di conoscere e operare, imposti dai reggitori di un dominio ristretto. Noi non possiamo porre limiti alla conoscenza o all’affettività umana o periremo sotto i limiti stessi di chi ci comanda!
La realtà è un insieme molto grande, formato da cose che comprendiamo e cose che non comprendiamo. Il tutto è un insieme, in parte manifesto e in parte nascosto. In parte scelto, in parte costretto. Vi é una prospettiva in cui la psiche tende alla percezione di ciò che è materiale e una prospettiva in cui tende alla percezione di ciò che è immateriale. Se la psiche è capace di percezioni telepatiche, chiaroveggenti e precognitive (e i fatti dimostrano che ciò accade) si trova almeno in parte a vivere in un ‘continuum’, che sta fuori del tempo e dello spazio e sfugge alla vita come ce l’hanno insegnata.

Dopo la diagnosi di morte a 35 anni, la mia testa si orientò diversamente. Qualunque fosse stato l’insieme di paradigmi ereditati o culturali, essi subirono un brusco cambiamento e la mia mente prese a percepire segnali nuovi che stavano oltre alla soglia della percezione ordinaria. Questa dilatazione psico-sensoriale durò 29 anni, si aprì di colpo e si chiuse di colpo. A questo nuovo mondo mentale e percettivo appartenne anche ‘la chiaroveggenza’.

Si definisce ‘chiaroveggenza’ la capacità di vedere, senza alcuna causa giustificativa ordinaria, fatti avvenuti nel passato o che avverranno in futuro o che stanno avvenendo in un contesto separato e lontano da quello in cui noi siamo.
Per i primi 10 anni io vissi l’orrore di essere diventata di colpo aliena a me stessa, pensai di essere affetta da sindromi schizoidi e attraversai una cupa depressione con tendenza suicide. Tanto mi ci volle per accettare la nuova condizione. Poi ci fu come un cedimento graduale, un arrendersi fatalistico, una accettazione che non fu mai totale, per cui non smisi mai di tentare di tornare esattamente come ero prima e alla fine ci riuscii, producendo, dopo 29 anni di sensitività, la cessazione istantanea e completa di tutti “i sintomi”. La mente ordinaria vinse sulla mente straordinaria e finalmente ebbi pace. Ero guarita. Tornavo alla vita ‘normale’, come la farfalla torna alla crisalide diventata ormai un guscio vuoto e senza senso.
Immagino che se fossi vissuta in un altro contesto culturale, una tribù amazzonica, o una comunità tibetana, la mia vicenda sarebbe stata diversa e avrei trovato maestri di sciamanesimo che mi avrebbero gratificata, aiutando ad adempiere al mio compito, ma non fu così.
In tutto quel tempo mi informai più che potei, sui libri o con contatti umani, per capire se la nuova condizione in cui ero precipitata facesse parte anche di altre conoscenze allargate. Entrai così in un mondo sommerso infinito, dove trovai, è vero, molti ciarlatani e mitomani, ma anche molte strane persone, persino più strane di me.
Via via che le analogie con altre esperienze di vita crescevano, mi adattavo ad accettare la nuova me stessa, sapendo che, come la mia ragione non poteva prendere come possibili le mie esperienze, era giustificato che la maggior parte degli altri facesse altrettanto con quello che raccontavo, cosa che mi faceva sentire molto sola, quasi disperata. Triste è la condizione di chi sente diverso! E l’unica cosa che può fare è cercare altri diversi come lui. Perché solo la solidarietà dei simili può rendergli forza e coraggio.
Nulla odia di più l’essere umano che sentirsi alienato dal suo insieme. L’appartenenza è una delle prime esigenze del bambino come del primitivo ed essere tacciato come diverso equivale all’antica espulsione dalla tribù, “dalla pace del gruppo”. Per cui quello che temevo maggiormente era di diventare una reietta, una esiliata, una disprezzata.
Forse anche per questo mi sono sempre sentita vicina a tutti coloro che sono diversi, per sesso, religione, fede, genialità, povertà, originalità, intelligenza o qualsivoglia differenza esista sulla Terra.
Noi non sappiamo quanto l’appartenenza sia una necessità radicale e atavica che ci condiziona, per cui rimuoviamo fin dalla nascita la nostra parte super-normale, così da modificare istantaneamente persino il nostro apparato percettivo, pur di omologarci al gruppo in cui viviamo. Anche la percezione, anche l’uso dei sensi, alla fine, sono solo dei portati culturali. Non c’è nulla in noi che risponda alla natura, ma tutto è apprendimento.
Vivevo in Occidente, in un luogo e tempo fortemente materialisti, dove nemmeno la religione avvicina l’uomo all’anima e dove chiesa e scienza fanno a gara per annientare la nostra parte sottile, quella aperta ad altre dimensioni, con una condanna così drastica da impedire non solo qualsiasi ricerca ma da bloccare addirittura qualsiasi possibilismo cognitivo.
Il Potere si esercita anche comandando un certo tipo di cultura e non altre, un certo tipo di percezione e non altre. La prima regola sociale, il primo comandamento, è la cooptazione a un modello preordinato. Tutto quello che si allontana da quel modello diventa eresia e bestemmia e suscita la reazione negativa dell’apparato e della massa che espelle dal proprio seno ‘il trasgressore’.
Il potere esecra ciò che non é e lo vieta tassativamente, distorcendo la psiche umana, come se il riconoscimento del proprio limite portasse all’estinzione del potere stesso. L’Io esiste in quanto pone il non Io. Ma Io e Non Io hanno tutto il diritto di esistere come due mondi polari. E l’uno non ha più diritto di esistere dell’altro.
Così capii subito che c’erano due categorie di persone da cui dovevo guardarmi assolutamente: i preti e i medici.
Ad essi posso aggiungere la prevalenza dei maschi italiani, razionalizzati, convenzionali, conformati e poco inclini ai viaggi di coscienza, come tutti coloro che sono dotati di scarsa cultura, non conoscono altre religioni, non si sono confrontati con altre civiltà, sono poveri di nozioni e di immaginazione, sono bloccati in gruppi di scarso spessore cognitivo. E posso aggiungere a questa bassa e larga base sociale di ignoranti: i dominanti, che poggiano il loro potere su un sapere-potere fisso e senza sbocchi e temono di perderlo se si aprono a ciò che sta oltre loro stessi.
C’era una categoria di persone più amicali e aperte nei miei confronti ed era formata dalla maggior parte delle donne, sia che avessero avuto esperienze paranormali o meno, per una forma mentis più accogliente, più curiosa e possibilista, e infine, ma questo era facile, c’erano tutti quelli che, in varia misura, erano stati graziati da esperienze paranormali. Come scoprii facilmente, questo numero era molto più ampio di quello che si potesse mai immaginare e se non si palesava era per la tendenza che ogni diverso ha istintivamente di proteggere se stesso nascondendosi nell’ombra, per un istinto naturale di difesa.

Tra tutte le capacità paranormali, ‘la chiaroveggenza’ in particolare era la manifestazione più diffusa, attraverso i sogni o le premonizioni dirette o i presentimenti, e quasi ogni persona aveva avuto un episodio almeno della sua vita in cui aveva previsto il futuro o si era salvato da un pericolo o era stata chiamata verso un’occasione fortunata, un luogo, una persona…
Sono convinta che questa possibilità di prevedere il futuro non sia rara, credo che esista in ognuno, ed é inutile negarla. Come nei gialli, ci si dovrebbe sempre chiedere “Cui prodest’”, a chi giova? Perché ogni allargamento della conoscenza e della coscienza è sempre stato ostacolato dal Potere? La risposta è: perché al Potere giova l’ignoranza e la sottomissione.

La prima cosa che mi accadde fu che sentivo dentro di me le sensazioni forti di persone che non conoscevo e che mi passavano casualmente accanto. Erano soprattutto i pensieri di malati mentali. Ricordo al mare, in spiaggia, il tremito profondo pieno di pianto e disperazione accanto a uno sconosciuto a cui dissi: “Basta andare da tanti medici! Girare tanto! Non possono fare nulla per te! Ma poveretto, quanto soffri!”
La malattia fu la prima cosa che mi arrivò. Di fronte a queste “irruzioni” ero totalmente indifesa.
Del resto episodi simili si erano manifestati sporadicamente anche in precedenza.

Da ragazzina mi passò accanto una donna che abitava nella mia strada. Mi vidi di colpo roteare dentro un enorme imbuto che mi risucchiava, in questo imbuto finivano vorticando piccoli oggetti di uso comune, ma per quanti ne entrassero e scomparissero nel buco, questo restava inesorabilmente vuoto. Di questa persona seppi che era stata fermata come cleptomane.

Avevo forse 14 anni e al piano terra del mio palazzo abitava un ragazzetto. Quando gli passavo accanto avevo le vertigini e un profondo senso di malessere. Vedevo mentalmente un paesaggio oscuro, con una palude nerastra e un mulino a vento che vorticava parole senza senso e in fondo alle pale aveva delle mani che giravano. L’immagine mi atterriva. Divenuta adulta, tornai per caso nella stessa zona e incontrai il ragazzetto ora cresciuto. Sembrava uno spaventapasseri, alto, magro, allampanato, con un brutto impermeabile troppo grande e sporco. Parlava tra sé e sé a voce alta senza senso e girava le mani a vuoto nell’aria. Mi dissero che aveva tentato di strangolare la madre ma non gli avevano fatto nulla, riconoscendolo affetto da gravi problemi mentali.

Quando entrai nel periodo “strano” vivevo a Pavia, e, per vincere il profondo senso di estraniamento che provavo in questa città asociale, e per combattere la depressione, mi ero iscritta a Filosofia per la seconda laurea. Studiare è sempre stato il mio modo principale per combattere le difficoltà della vita. Così frequentavo, io più grande, studenti più giovani e di alcuni ero amica.
Ricordo due “visioni”. La visione è diversa dalla mentalizzazione perché é esterna, persistente e ti colpisce come un colpo secco perché sembra vera.

Una riguardò la mia amica Francesca. La vidi di colpo in pantaloni e casacca bianchi, che sorreggeva un uomo molto vecchio e scuro, magrissimo, raggrinzito, affamato, nudo e con un perizoma, che si teneva con un braccio alle sue spalle e sembrava in fin di vita. Le dissi: “Francesca, tu non diventerai insegnante di filosofia, come credi di voler fare. Prenderai una via totalmente diversa, la via della cura”. Ma non sapevo bene cosa, infermiera forse? Accadde che Francesca andò in Madagascar con un missionario ed altri ragazzi a costruire una scuola. Quando tornò era trasfigurata. La sorellina la disegnò col corpo in Italia e la testa come un palloncino in Madagascar. Parlava sempre di questa esperienza bellissima e di quanto le aveva dato. Poi la vita ci allontanò. Molti anni dopo, guardo Geo&Geo in televisione e vedo Francesca vestita come nella mia visione, con pantaloni bianchi e casacca bianca, che spiega pianamente a Licia Colò la sua storia: é diventata membro di una associazione che lavora per salvare i popoli del terzo mondo in via di estinzione. Io avevo visto quello, rappresentato in forma simbolica.

Di un’altra ragazza ricordo che si faceva notare per una grossa motocicletta nera e una mise in cuoio nero da motociclista in cui faceva colpo con le sue lunghe gambe. Ma io lo vidi in un modo paradossale: era vestita da suora, non solo, da suora di clausura, in un ordine antico, per cui portava un abito bianco, pesante, con un cappello alto e con le punte. Ma di questa visione non ebbi mai alcun riscontro. Tuttavia la ricordo per la sua vivezza e il senso forte di una ‘realtà’ esterna.

Nella veggenza c’è una sola cosa che conta: il riscontro. Null’altro dà la cifra di quello che hai ‘visto’. Ma se il riscontro fosse totale, allora tutto sarebbe scritto e non avrebbe senso parlare di libero arbitrio. La veggenza mette a rischio molte delle nostre certezze, non solo il tempo, anche il libero arbitrio.
E poi io ero perseguitata da un dettato automatico che diceva: “Attenta! Anche nell’aldilà ci sono ingannatori!”. Anche di questo dovevo fare esperienza. Ma fin che la cosa durò, fui sostenuta da una specie di certezza su quello che vedevo. Potevo sbagliarmi su quello che pensavo, ma se una immagine si evidenziava sotto la fronte in mezzo ai miei occhi come in un video televisivo, quella era dotata di certezza; non faceva parte del mio individuale, partecipava dell’assoluto.
Poteva presentarsi come una serie di immagini o come un film molto chiaro o anche come una serie di simboli da codificare ma possedeva un carattere totalmente indubbio e assoluto.

Ricordo un caso molto carino. Venne da me da una giovane signora e le dissi immediatamente che avrebbe avuto due gemelle, biondine, riccioline. Una era più piccola ma erano entrambe sane e belle. Lei ci rimase malissimo. Aveva avuto seri problemi ginecologici e alla fine le avevano chiuso le tube. Era dunque matematicamente certa che questa nascita non poteva realizzarsi. Non poteva generare già da prima, e ora ogni possibilità era esclusa dall’intervento. Ma la mia visione era chiara e non potevo cancellarla. Così ognuna restò ferma nella sua certezza e lei se ne andò per niente contenta e sentendosi ingannata.
Poco tempo dopo, una sua amica mi fece sapere che, per un caso inspiegabile, era rimasta incinta, forse la chiusura delle tube non era stata fatta bene, forse quella impossibilità precedente a generare era di colpo sparita. Certo é che, smentendo qualunque ipotesi medica, ora aspettava due gemelli. E furono due femmine, esattamente come avevo visto. Una più piccola come é normale che accada, ma entrambe sane e belle.

Di questi contatti cominciai ad averne tanti. Le persone venivano da me col passaparola da ogni parte d’Italia, persino la Svizzera e la Sicilia, una dopo l’altra. Il visitatore non parlava, si sedeva di fronte a me, io gli chiedevo di restare silenzioso per non condizionarmi. Non lo guardavo per non essere influenzata. Mi aiutavo inizialmente con qualche mantica tradizionale, la mano, la scrittura, un disegno, alcuni colori… poi le visioni al centro della fronte cominciavano a fluire per loro conto. Qualche volta la persona aveva un problema e aveva un forte desiderio di parlarne, ma preferivo che stesse zitta e lasciavo fare al mio occhio interiore, guardando dentro di me e raccontando quello che vedevo. Così avveniva che quando l’altro se ne andava non mi ricordavo di lui, non ricordavo né il nome, né il viso, né la storia. Tutt’ora sono salutata per strada da persone che mi sembra di non conoscere affatto ma che mi hanno conosciuta.
In fondo anche Jung aveva fatto la stessa cosa. Una volta, da giovane, era seduto a un pranzo di nozze, e aveva di fronte una persona sconosciuta e aveva cominciato a narrare una specie di storia su un personaggio che gli nasceva nella mente, col suo carattere, la sua vita e i suoi trascorsi, e si era accorto, dall’imbarazzo delle persone vicine, che stava raccontando per sommi capi proprio la vita della persona seduta davanti.
Questo io facevo. Un lavoro di immedesimazione.
Costruivo come in una narrazione un carattere, una storia. Solo che, pur essendo io nell’altro, lo vedevo da una prospettiva leggermente diversa, amplificata, per cui apparivano fatti dimenticati, traumi rimossi, eventi non ancora conosciuti, significati che potevano essere stati non colti.
Non ho mai pensato cosa provava chi mi stava di fronte in quella ricostruzione. So vagamente che molti arrivavano tesi ed emozionati come di fronte a un ignoto pauroso. Ma alla fine quella storia che narravo su di loro li confortava, vedevano la loro vita in un altro modo, come in una sintesi positiva in cui tutto si armonizzava e aveva un senso e sorgevano nuove speranze. E io capivo che avevo fatto un buon lavoro dalla pelle più rosea, gli occhi più brillanti, il modo stesso di camminare più sicuro e un senso di fiducia maggiore verso se stessi e la vita.
Per quanto tutti volessero inizialmente risposte precise a interrogativi inquietanti, il mio compito non era nemmeno quello di fare previsioni precise al dettaglio, quanto di permettere un riesame della vita, una riflessione interiore, la visualizzazione di un compito e io con una stima maggiore per se stessi. Perché in fondo noi siamo tutti la cosa che amiamo di più, ma come ci amiamo male! Non siamo, come diceva Laura bionda, le madri amorose di noi stessi. Ma quello dovremmo essere.

Per amore di serietà e sapendo quando la gente ami illudersi oltre il reale, registravo sempre su cassetta quello che dicevo (2-3 ore di soliloquio, a volte anche in due pomeriggi consecutivi se c’era anche dell’apprendimento da portare avanti), così da rendere possibili i riscontri e dicevo ad ognuno di non tornare, ma, se proprio volevano farlo, di aspettare almeno un anno per dar modo alla vita di prendere altre strade, di fare altre scelte. So, in effetti, quando sia grande il desiderio di alcuni di sentir parlare di sé, come incontrando una madre perduta o l’amico del desiderio, di avere qualcuno che dedica loro un tempo prezioso. Siamo tutti creature inascoltate e il confidente, come il confessore, ci possono apparire doni del cielo, ma ho sempre pensato che non si devono creare dipendenze e che l’uomo non certo di dipendenze ha bisogno. É l’emancipazione che va aiutata, non la dipendenza. E anche per questo non avrei potuto svolgere il lento e impegnativo lavoro di un assistente psicologico o spirituale. Se poi rivedevo qualcuno, almeno dopo un anno, e mi diceva: questo é successo, questo no, il colloquio era più breve e, per quanto non ricordassi nulla di lui, riprendevo in un certo modo, da dove ero rimasta.

Queste “immedesimazioni” furono all’inizio molto pesanti. Il fatto di uscire da me stessa per entrare nell’altro, comportava un grande dispendio di energia, per cui sudavo abbondantemente, sprigionando un forte calore che veniva avvertito come se nella stanza fosse stato acceso un calorifero. Alla fine dell’incontro ero sfinita e dovevo stare un paio d’ore a letto nella camera, al buio, per riprendermi e tornare me stessa.
Poi, col tempo, questi fenomeni termici sparirono e anche la profonda spossatezza. Ma non ho mai potuto ricevere più di una persona al giorno.
Alcuni incontri mi lasciavano a pezzi, come mi producessero dei fenomeni di infestazione psichica, essendo io totalmente disarmata di fronte all’invasione di certe energie perturbate.
In due casi almeno subii delle vere infezioni psichiche.

Il primo fu terribile. Si trattò di un necrofilo, un giovane che desiderava possedere donne morte e riempiva sfilze di diari su questa sua ossessione.
Lo ricordo ancora con sgomento. Era un ragazzo roseo e lentigginoso, dai capelli rossicci, molto gentile e carino. Aveva riempito tanti quadernini celestini o rosa a quadretti con una scrittura rotonda delicata dalle lettere tutte addossate. Ma quello che scriveva era terribile. Il suo massimo desiderio era possedere una donna morta, meglio se era morta di qualche malattia terribile e devastante come il cancro o l’AIDS. Mi portò questi suoi quadernini e voleva che li leggessi. Voleva esibire i suoi sogni malati. Voleva farmi partecipe dei suoi incubi. Si infilò anche nel mio gruppo del martedì ma lo mandai via e nessuno capì perché allontanavo un ragazzo tanto dolce e gentile.

L’altro caso che mi turbò fu l’unico caso di possessione (forse) che abbia mai incontrato: una donna dominata dalla vita di un’altra donna, vissuta secoli prima, che entrava nei suoi incubi e condizionava i suoi errori, come se in questa vita dovesse ripetere tutto quello che aveva fatto nella vita passata. Aveva sposato un uomo molto ricco che la teneva prigioniera. Malgrado questo, era riuscita a farsi un amante e voleva convincerlo ad uccidere il marito. L’energia di costei era così disturbante che, dopo il suo incontro, caddi ammalata per tre 3 settimane.

Pur non essendo una analista, riesco a capire il fenomeno di infezione psichica di chi deve curare pesanti patologie. Anche chi deve assistere un depresso grave può subire una devastazione psichica e, ovviamente, gli analisti possono imbattersi in casi in cui l’energia psichica del paziente è dominante e soverchia la loro.
Di questo parlai a uno dei miei ultimi docenti a Filosofia a Pavia, contravvenendo alla regola per cui un allievo non interrompe una lezione universitaria con le sue fantasie. Ma io lo feci. Mi alzai e dissi di colpo, in classe, al professore, che lo vedevo come un astronauta con lo scafandro che entrava in una caverna fatta come un gigantesco orecchio ma dissi che lo vedevo in pericolo perché lo scafandro non lo salvava dall’infezione di ciò che sentiva. Il professore non batté ciglio. Fece una piccola pausa e riprese la lezione come se non avessi detto parola. Era un analista lacaniano e immagino di aver percepito un suo stato di esaurimento professionale, situazione non infrequente negli analisti che spesso devono andare a loro volta da altri analisti per farsi decondizionare dalle infestazioni dei loro pazienti.

In un’altra occasione interruppi, alzandomi in piedi e parlando di botto, una conferenza.
Ero a uno degli incontri della Biblioteca di parapsicologia di Bologna, la maggiore biblioteca di parapsicologia d’Italia e una delle maggiori d’Europa, quando ancora gli incontri avvenivano nella vecchia sede di Via Orfeo. Non ricordo nemmeno di cosa si parlasse. Ma io mi alzai in piedi e sbottai in una visualizzazione paurosa. Credo sia stato uno dei rari casi in cui ho parlato in trance, certo é che non ho memoria alcuna del fatto e lo conosco solo perché gli altri poi me l’hanno raccontata. Ero terrorizzata e dicevo che c’era un fumo nero di fuliggine che era il Male e che si stava alzando dai Balcani. Avrebbe portato molto dolore e sofferenza. Il conflitto nei Balcani sarebbe scoppiato di lì a dieci anni. Per cui non credo che la mia visualizzazione abbia sortito molto effetto, salvo il fatto che io parlassi da sola come una pazza. Visualizzai il male come una spirale di fuliggine nera, allo stesso modo con cui, più tardi lo avrei visto rappresentato da un regista nel film “Il miglio verde”.

Sempre circa la Biblioteca di Parapsicologia, ricordo che il direttore, il vecchio Ravaldini, era in ambasce perché i volumi raccolti erano troppi e il pavimento dei locali minacciava di cedere, e non si sapeva, allora, quale soluzione dare al problema.
Io vidi chiaramente che il problema si sarebbe risolto in modo facile e rapido, la Biblioteca si sarebbe trasferita rapidamente nel centro di Bologna e vedevo il luogo da fuori, dicendo che sembrava una vetrina, come poi fu.
Ma nessuno mi prese in considerazione. Avvenne che una signora molto ricca di Bologna che era stata molto aiutata dalla parapsicologia per i contatti con due congiunti morti, fece una grossa donazione che permise di prendere una nuova sede, che era appunto in pieno centro e che da fuori aveva proprio l’aspetto della vetrina di un negozio. La storia della signora Pezzotta era terribile. Aveva avuto un contatto con i morti in cui si diceva che marito e figlio sarebbero stati divorati dai suoi cani, come poi avvenne. Io ho ancora questa cassetta registrata ed è terribile sentire quella voce terribile, una voce rauca, inumana, come di qualcuno che non avesse corde vocali o apparato fonatorio.

Mi spiace di non essere stata nemmeno presa in considerazione dagli studiosi della parapsicologia, ma questa cosa l’ho messa in conto insieme allo scetticismo dei medici o dei preti e la considero fisiologica ad altre forme di potere. Ma tant’è. Del resto ho constatato che gran parte di quelli che voglio gestire la conoscenza della parapsicologia, sia in senso positivo che negativo, non hanno mai avuto personalmente nessun tipo di esperienza diretta e vogliono dare solo nuove definizioni o etichette, creare nuovi recinti, costruire nuove cittadelle di cui essere proprietari e amministratori.
Ma la vita va oltre tutto questo. La vita va oltre il potere sul potere. La vita semplicemente è.

In quanto a me, ho messo nella stessa categoria gli scettici come i creduloni, i logici come i fanatici, e credo che un sano possibilismo, unito a un giusto distacco, formino sempre la posizione migliore. In fondo l’unica maestra di vita é l’esperienza e uno riesce a capire solo ciò che ha sperimentato direttamente. Il resto rientra nelle teorie che sono tante e si succedono senza primazia inutilmente nella storia del mondo.
Tra le osservazioni che posso fare c’è la constatazione che, pur aprendo la porta della mia casa ad ogni genere di sconosciuti, sono stata fortunata. A parte i due casi suddetti, non ho avuto incontri pericolosi, eppure avrei potuto essere visitata da zingari, ladri, pazzi o assassini. Ma ho incontrato persone più o meno normali, con esistenze travagliate, come più o meno accade, e molti problemi affettivi. Come diceva Jung, il 99% dei suoi pazienti andavano da lui per problemi d’amore.
Le storie che ho ricostruito di tante persone erano spesso così strane e bizzarre che ho smesso di leggere romanzi e narrativa, trovando che nulla come la vita reale è in grado di stupire e di eccedere in fantasia.
Un tempo le esistenze irte di problemi e di infelicità erano più pesanti, oggi posso trovare i casi peggiori in persone giovanissime, spesso donne, migranti dall’est Europa che cerco in qualche modo di aiutare.
In questo modo ho visto centinaia, forse migliaia di persone, non ho mai saputo come arrivassero a me, probabilmente col passaparola, ma venivano da ogni parte dell’Italia e ho cercato di fare del mio meglio per aiutarle. Credo di aver aiutati molti disperati sul punto di compiere atti sconsiderati, altri li ho mandati da medici o psicologi.

Ho parlato qui di atti di veggenza diretti contattando direttamente una persona attraverso una immedesimazione. Ma i modi della veggenza sono tanti: la premonizione, il sogno, la scrittura automatica, la trance, la custodia angelica, la visione diretta, il falso ricordo, l’incontro sincronico, le parole dette in automatismo… persino l’alterazione di ciò che si scrive al computer o di ciò che viene registrato da strumenti tecnologici come il registratore o la televisione.
In qualunque situazione la veggenza avvenga, scardina il nostro sistema cognitivo tradizionale, rovesciando tutto quello che sappiamo sul tempo lineare, direzionato e continuo.
Nella situazione di coscienza ordinaria, siamo legati ad una percezione in cui lo spazio sembra tangibile, il tempo lineare, il legame tra gli eventi causale, ma in un diverso piano di coscienza queste regole scompaiono, posso conoscere qualcosa che é lontanissimo da me nello spazio o nel tempo, sapere prima qualcosa che accadrà dopo, o vedere cose lontane o unire tra loro cose che non sono in una sequenza causale. La veggenza é un’altra vista che appartiene a un altro approccio cognitivo, possiede altre coordinate che annullano quelle tradizionali.
Se guardo il mondo con la mente logica e materialistica vedrò l’aspetto logico e materiale del mondo, se invece lo guardo con la mente paranormale vedrò un’altra realtà. É un po’ come l’approccio corpuscolare alla luce che la mostra come corpuscolare o l’approccio ondulatorio che la mostra formata da onde.
Non solo l’osservatore altera la realtà che osserva, ma il modo con cui la osserva crea realtà diverse, persino opposte.
La mente può sperimentare il mondo come fatto di materia o fatto di informazione, ma l’informazione è immateriale e l’informazione può negare la materia.
La madre che ‘vede’ il figlio lontano chilometri mentre è in pericolo, lo ‘vede’ come se lo avesse davanti ma ovviamente riceve una informazione immateriale, che tuttavia corrisponde a un dato reale. Il veggente può ricevere informazioni sotto forma di colori, suoni, profumi, emozioni, sensazioni, concetti… in modo visibile, fantasmatico, come simbolo o come informazione pura, come nel caso di un contenuto sacro o di una emozione.
Nella veggenza, un certo piano della mente si attiva e incontra una certa realtà, quella che la mente logica o sensoriale, per la sua natura non può incontrare, ma che é la realtà immateriale dell’informazione continua di un universo virtuale, dove non esiste massa ma fluttuazione e dove non esiste oggetto ma connessione.
Comprendere questo universo significante più vasto è arduo, ma alcune religioni o filosofie orientali hanno studiato da millenni proprio questo.
Qui, nell’ologrammma virtuale, non sono le parti a determinare il tutto né le cause locali a giustificare l’effetto, ma é il senso dell’intero a effondere nelle parti, così come può essere il senso totale di una vita a giustificare una malattia o un incontro, un ostacolo o una fortuna. Come l’elettrone non è separato dagli altri ma in qualche modo ‘li implica’, così in questa visione ideale nessun evento è separato dagli altri ma in qualche modo li comprende.
Jung diceva che questo è evidente negli eventi sincronici, in cui a un mutamento d’anima corrisponde un mutamento di natura (l’uomo muore, il suo specchio si rompe). Abbiamo sempre una comunicazione all’interno di un intero. E nell’intero spazio e tempo sembrano non esistere e tutte le cose sono collegate tra loro.
Ogni cosa é inserita nella trama del Tutto e da esso trae la sua funzione e il suo senso. L’informazione può venire da un quid molto lontano nel tempo e nello spazio. É come se, accendendo il computer, accedessi all’informazione totale che può apparirmi in dettaglio o anche come forme, colori, parole, suoni, solo perché ci sono dei traduttori fisiologici umani che strutturano l’informazione in forma percepibile.
A certi livelli di coscienza potremmo dire che una mente comprenda tutte le menti. In fisica quantistica si dice che ogni particella comprende tutte le altre. Nella conoscenza superiore ogni coscienza implica tutte le coscienze. Nessuna cosa é separata dalle altre cose, nessuna mente é separata dalle altre menti. Io posso essere l’altro. Ogni atto del vedere è al centro di una totalità che tutto comprende. Ogni mente è la danza di una energia al centro della danza totale dell’universo, come un occhio che si apre su un eterno qui e ora, sull’informazione onnicomprensiva, eternamente presente e allo stesso modo mutevole e transeunte.
Con occhi materiali vedo un universo disteso nello spazio e nel tempo in modo valido e coerente. Con occhi immateriali posso accedere a un’altra visione del mondo altrettanto valida e coerente, secondo un altro ordine, un mondo soprastante fatto di energie e mutamenti, paradossale alla visione ordinaria, ma in sé coerente secondo legami di senso. Ogni tipo di strumento mentale incontra il cosmo ad esso relativo.
In me livelli conoscitivi diversi incontrarono la realtà in modo diverso. E, quando passai dalla visione ordinaria a quella straordinaria, restai attonita come il fisico quantistico nel passaggio dal mondo ordinario a quello subatomico o come il primo che dall’universo einsteniano passò alla fisica del caos.

Quando, dopo il trauma da morte, la mia mente si aprì in modo diverso, arrivò una messe sorprendente di informazioni che mi disorientarono; collassai per paura e pensai di essere pazza perché le nuove informazioni non erano conciliabili con quelle vecchie e contrastavano con i principi, logici o sensoriali dati per assoluti. Anche i fisici quantistici, alle loro scoperte iniziali, ebbero crisi talmente profonde che alcuni di loro cercarono il suicidio. Io caddi in depressione. Una depressione durata sette anni. Tanto pagai lo scardinamento della mia coscienza.
Noi siamo tutt’uno con la coerenza ideale dei principi che ci sostengono. Le credenze mentali in noi sono così forti che possiamo uccidere per difenderle, perché rappresentano il nostro io più profondo. Noi difendiamo il nostro corpo mentale come difendiamo il corpo fisico. Ma cosa c’è sotto le nostre credenze? Più spesso di quanto crediamo non c’è nulla.
Per questo le vie dello yoga superiore indiano o tibetano destrutturano l’essere umano affinché egli, cessando di essere quello che è stato fatto dalla propria cultura, cominci ad essere quello che può farsi senz’alcun bagaglio e in una verità superiore.
Anche sulla via di santità dello yogi possono apparire le ‘sindi’, le percezioni paranormali.
La loro irruzione nell’individuo non preparato può essere una catastrofe, perché rompe tutte le certezze fondamentali. C’è chi nasce già preparato e chi, come me, ha dovuto subire la botta di un dislivello improvviso che non sapeva come integrare.
La veggenza, come qualsiasi altro potere paranormale, è essenzialmente incoerente, perché è una diversità con ciò che crediamo coerente, e produce una rottura violenta con tutto ciò che si è e che si crede di essere, una rivoluzione della propria esistenza e del proprio essere non facilmente superabile. Io non la superai mai.

A qualcuno questa capacità può sembrare divertente o interessante, ma non lo è affatto, è strana e perturbante e ci dissesta fortemente dalle nostre certezze fondamentali.
Noi abbiamo due sicurezze di base: il corpo e la mente, entrambi sono dei sostrati culturali; un mutamento mentale violento nel campo della percezione mentale è equiparabile a una lesione organica che ci rende improvvisamente invalidi.
Tuttavia sono convinta che il piano del paranormale sia raggiungibile anche dai più logici e scettici, in fondo è solo una possibile posizione della mente, appena questa riesca a scardinarsi in qualche modo, per un trauma, un lutto, uno spavento o una morte, dalla trama tradizionale che imprigiona la struttura psico-fisica dandole certezza.
Come il corpo ha le sue posizioni e può impararne di nuove, così la coscienza.
Le isteriche di Charcot quando cadevano nelle loro pose traumatiche assumevano distorsioni che un corpo normale non avrebbe mai potuto sostenere. Così è la mente.
Quando io mi ponevo nella condizione del ‘vedere’, avevo proprio l’impressione di cambiare ‘fisicamente’ posizione alla mente, come se aggiustassi un cannocchiale che può vedere lontano o vicino. Lo sentivo quasi come un movimento fisico, un ‘aggiustamento’ coscienziale.
Il fatto che normalmente non siamo nella posizione del ‘vedere’ non vuol dire niente. Essa è lì ed è accessibile a tutti. É come un luogo dove possiamo andare. É chiaro che, se neghiamo l’esistenza di questo luogo, non ci andremo mai, oppure potremmo capitarci per caso, anche senza intenzione e esserne spaventati come quelle due signorine anziane che passeggiavano per Versailles e videro di colpo la Versailles di Maria Antonietta e anche il piccolo Trianon con i suoi abitanti in costumi settecenteschi. Fu uno sbalzo temporale che le lasciò attonite.
Io ho avuto alcuni sbalzi spazio-temporali che mi hanno gettato nel terrore. É come se esistesse un piano ignoto del nostro palazzo mentale, dove possiamo entrare con la chiave giusta, o dove possiamo essere gettati quando avviene una catastrofe energetica violenta, paragonabile alla collisione di due atomi o alla scissione atomica: un trauma, un pericolo di morte, una depressione, una malattia grave, un abbandono, un lutto, una crisi gravissima… dunque un forte sconvolgimento dell’energia che ci sostiene. Allora è come se il piano ordinario di coscienza dove abitiamo abitualmente fosse improvvisamente scardinato e qualcosa ci scaraventasse fuori dal mondo ordinario aprendoci di colpo scenari inusuali.
Il mondo in realtà è sempre lo stesso, le sedie sono le sedie, le porte le porte, ma la realtà si allarga, diventa più complessa, sperimentiamo paesaggi nuovi, vediamo cose che non sapevamo, dalle porte entra quello che non doveva entrare, gli eventi si comportano come non dovrebbero fare e assumono ambigui significati. É il disorientamento totale, molto simile alla pazzia o alla droga.
Non c’è più la differenza che credevamo tra persona e persona, tra animato e inanimato, tra dentro e fuori, tra qui e l’altrove. E’ come per Alice che inseguiva il Coniglio Bianco e cadde in un buco nel Mondo di Sotto dove c’erano sempre tazze di the e carte da gioco ma le leggi erano diverse e tutto era bizzarro e surreale. Le dimensioni stesse erano arbitrarie. Mangiando pezzetti del fungo magico, Alice diventava grande o piccola a piacere, ma il grande era piccolo e viceversa. Come dicevano gli alchimisti: “Il mondo di sopra si specchia nel mondo di sotto”. Così la mente ha le proprie droghe endogene che possono di colpo farci vivere mondi straordinari, con sconvolgimenti bizzarri della coscienza, in modo psichedelico.

E in questo rovesciamento del mondo la prima cosa che si impara è che le cose non sono distribuite nello spazio e nel tempo, come crediamo, e gli eventi sono connessi da sensi che prima non riuscivamo a scorgere e tutte le cose sembrano reti analogiche più che disegni causali. C’è un significato che può rivelarsi in molti modi, come se ci fosse un pensiero sottostante che guida tutto. E questo fa cambiare la filosofia della vita.
Non siamo più nel mondo degli oggetti là fuori, ma in quello delle informazioni che sono ovunque, dentro come fuori; i valori cambiano, c’è solo il ‘Significato’, l’’Essenza’, in senso regale e ci sembra di scorgere la via verso di essa. E a quel punto l’esperienza non è più materiale ma si fa Ordine e diventa un cammino verso nuovi significati dell’Essere e non verso nuovi possessi dell’esistere.
Questo nuovo mondo che appare è insieme fisico e metafisico, concreto ed etico, e non può più in alcun modo essere determinista o materiale, perché è un flusso dinamico sottile di informazioni collegate, mutevoli e pure finalizzate, come se tutto, anche le morti e i dolori, le sofferenze e le sventure, facesse parte di un Ordine necessario. Ed è una visione che porta facilmente alla Speranza. Come alla Bellezza.

C’è un livello dove le informazioni stanno tutte insieme, le mie, le tue, qualsiasi tipo di informazione del mondo, come fossero nella grande memoria del computer cosmico e, se la mente si sposta può portarle a video, cioè alla coscienza. Ma io non sono padrona di tutto l’archivio, non posso viaggiare liberamente, posso usare certi programmi e imparare delle tecniche; mi devo sintonizzare ma non posso farlo con l’intero, solo con le parti. Quali parti? Qui la risposta è difficile. A volte sembra che una esistenza possa connettersi solo con certe informazioni, come se la configurazione di energia che dà luogo a un carattere e a una vita, viaggiasse su certe lunghezze d’onda e si sintonizzasse con frequenze simili. É come l’elettrone che fa un lavoro con un altro elettrone e per questo si affratella, creandosi tra i due un rapporto di somiglianza, una correlazione, che fa sì che essi appartengano a un sub-universo comune, e per questo ciò che sa l’uno sa l’altro, partecipando di uno stesso sapere.

Così la mia mente sembrava sintonizzarsi con informazioni qualitativamente simili a me, in base ad una legge che potrei chiamare ‘analogia di vibrazione’. Da analogia ad analogia, potevo viaggiare e avere mappe o percorsi. Per cui certe cose potevo saperle, altre no.
Ognuno di noi ha una certa vibrazione, una certa qualità d’onda, che ‘partecipa’ meglio al sapere di vibrazioni simili.
Noi studiamo il DNA fisico. Ma potrebbe esistere un DNA psichico, come insieme di date frequenze. Per esempio nel mio DNA psichico esiste la vibrazione dell’evento ‘suicidio’. Il nonno paterno e la nonna materna si sono suicidati e io stessa per gran parte della mia vita ho pensato al suicidio. Questo sembrava facilitarmi la connessione con persone che si erano suicidate e mi apparivano come anime dolenti o che erano in procinto di farlo e venivano ad ascoltarmi come se io potessi salvarle dall’irreparabile. Era come se avessi potuto sintonizzarmi meglio con informazioni che avevo già attivato in me stessa.
Il paragnosta belga Croiset da piccolo aveva rischiato di morire affogato e ritrovava più facilmente i corpi di bambini che erano affogati. Questi avevano una forma di vibrazione che la sua mente riusciva a captare per somiglianza.
Tra la nostra vita e le frequenze mentali potrebbe esserci un ponte nei due sensi. In base a questo si dirige la veggenza, scegliendo oggetti simili qualitativamente alla vibrazione del sensitivo. Per questo è facile che un veggente abbia un proprio ambito di operatività. Natuzza Evolo era sintonizzata sulle malattie. Padre Pio sui drammi dell’anima. Il veggente americano Cayce sulle vite precedenti. Il sensitivo di Grosseto Bacci sui contatti con i defunti. Il santo tibetano Milarepa sulla sapienza mistica.
Io attiravo i suicidi e cercavo lo scopo delle vite.
É come se ognuno fosse una radio con le sua banda frequenziale e la capacità relativa di orientarsi in certe direzioni meglio che in altre e la capacità di captare certe frequenze meglio di altre.

Ci sono chiavi che aprono porte, siamo nel luogo del simbolo.
Il sapere é un’avventura solitaria dello spirito, ma, quando abbracciamo chi ci è simile, diventa una avventura in compagnia.
Probabilmente ognuno ha la sua chiave o frequenza che apre bande di informazioni specifiche. Posso portare a video, cioè alla coscienza, alcune informazioni ignote, che in qualche modo mi riguardano, vibrano con me come un diapason, stanno con me in una parentela di vibrazioni. Ciò che vibra uguale vibra insieme (sono gli elettroni a dircelo), due elettroni collegati da un lavoro, formano una diade, come un pensiero diviso in due, che resta sempre condiviso anche se i due elettroni sono lontanissimi, o come la mente di due gemelli monozigoti.
Così io potevo vibrare con una messe di informazioni dislocate nel tempo e nello spazio, che formavano un tutto con me, un’onda vibrazionale unica ricca di informazioni singole, che da inconscia potevo far divenire conscia.
Dunque non solo la veggenza è una proprietà della natura immateriale, ma ognuno trova meglio ciò che è già.

Il genio indiano Ramanujan aveva le vibrazioni della matematica, se mai ce ne sono, e nei suoi sogni contattò una nuova matematica. Blake trovò poemi. Chagall visioni religiose o d’amore. Mozart musica. Nostradamus la storia d’Europa lungo 2.247 anni.
Per aprirmi alla grande memoria universale devo spostare l’occhio della coscienza lontano dal piano sensoriale o logico che mi conforma, devo anche spersonalizzarmi, affinché la mia forma storica, carattere, memoria e schemi di vita, non mi tengano prigioniera, devo pormi di lato da me stessa. “A’ coté”, dicono i Francesi.
É un po’ come in fisica: se guardo il sasso vedo il sasso, mi fermo alla sua parvenza materiale rigida e apparentemente fissa, ma, se guardo gli elettroni, cioè l’energia sottostante, ho una informazione dinamica di qualcosa che cambia continuamente, un flusso continuo, una irrequietezza energetica. I due sguardi si escludono. Sono due chiavi diverse, che danno luogo a due visioni diverse. E il fisico materialista che vede il sasso può avere dentro il fisico quantistico che vede la danza degli elettroni.

Così é la mente. Posso passare da una visione all’altra, da quella ordinaria a quella straordinaria, dal guardare al ‘vedere’. La mente possiede questi due livelli, forse ha milioni di livelli con una scala di consapevolezze diverse, come gli angeli che salivano e scendevano la scala di Giacobbe.
Mi hanno insegnato a usarne uno ma posso impararne altri. O posso essere catapultata in essi anche mio malgrado.
La mente è un palazzo a più piani, ogni piano dà un mondo che è sempre questo mondo ma visto in modo diverso, così come il daltonico vede due colori e il mosaicista. invece, 5000.
Ogni mondo ha le sue portanti, i suoi modi di accesso e i suoi fini in cui ci coinvolge.
Passare da un mondo a un altro non é solo un atto percettivo ma un mutamento d’anima, una trasmutazione della coscienza. Posso paragonare questo passaggio al balzo di un elettrone che passa da un anello all’altro, nella sua corsa attorno al nucleo.

Nell’informazione tutto è evocabile. Traggo le informazioni da una coscienza universale che non scorda nulla, nemmeno la memoria di una pietra, e mantiene tutto costantemente presente. Devo solo stare attenta a non intervenire coi miei sensi o la mia logica, la mia memoria o il mio giudizio perché cadrei fuori dal buco, come Alice, e mi ritroverei sotto il solito albero, nel piano usuale, dove il mio sapere é contingente e limitato. Non sarei più nell’intero film ma in un fotogramma spazio-temporale. Devo essere impersonale. Uscire da me.
Con l’altra mente scopro un mondo che sembra gemello di questo ma non lo é, un mondo non solo di informazioni ma di significati. E il significato, in qualche modo, é sempre presente ed é sempre in me, ma ognuno ha il suo significato, come la visione della monade leibniziana. Esso non esiste in nessun luogo pur essendosi manifesto in ogni luogo. E lo stesso non esiste in nessun tempo, perché forse il tempo è solo una configurazione restrittiva del vedere. Non esiste il tempo. Siamo noi che ‘temporizziamo’ l’esistente.
Così il significato trascende la localizzazione e le connessioni immediate, o le condizioni locali, perché sembra legato a un altro ordine di relazioni che la mia mente senso-logica solo raramente riesce a cogliere. Esattamente come i salti degli elettroni da un’orbita all’altra non sono sempre spiegabili con le condizioni locali ma sembrano seguire un ordine invisibile.

É per questo che in certi casi anch’io posso saltare da un anello coscienziale a un altro, posso trascendere il tempo e lo spazio e ritrovarmi una dimensione aspaziale e atemporale, in cui posso portare a coscienza il futuro, quello che non é ancora, che si manifesterà poi nella realtà ordinaria ma che sembra già esistere in un ordine trascendente, cioè superiore, e forse trascendentale, ovvero costitutivo di realtà. Come a dire: posso pensare una Madre Calcutta n° 2 che non è ancora nata e monderà il mondo con la sua pietà, e anche questa potrebbe essere una evocazione, come se ricordassi il futuro, ‘o lo creassi’. E, per quanto ciò sembri bizzarro, nel mondo impossibile esso può accadere.
Qual’é dunque la prima chiave? Se volete sperimentare la veggenza, dovete imparare a staccare la coscienza ordinaria, quella che riguarda un certo Ego fisico e mentale e aprire la sintonia con l’informazione pura, per la legge per cui tutto ciò che é può apparire alla coscienza secondo leggi di somiglianza.

Per avere le informazioni che riguardano qualcuno, non devo guardarlo, non devo essere distratta dalla sua forma razionale, ed é meglio se non so nulla di lui e se non mi parla, mi devo contrarre leggermente, come se sgusciassi fuori dalla mia focalizzazione ordinaria, devo essere un po’ decentrata e distratta, senza fissare lui o altri oggetti così da produrre quel leggero slittamento mentale che mi fa passare da un piano all’altro. É meglio se l’altro non parla e anche non pensa e se è solo, perché potrei essere confusa dai pensieri o dalle intenzioni di altri.
Ovviamente lo slittamento non é possibile a comando, potrei avere dei problemi, malesseri o preoccupazioni, anche se volte essere molto stanchi aiuta, anche stare male e avere la febbre aiuta. E tuttavia occorre una specie di leggerezza e deconcentrazione, il contrario dell’attenzione che è forse quello che Castaneda chiamava ‘l’intento’, che non é l’intenzione perché nell’intenzione agisce la mia volontà, nell’intento invece avviene una specie di sintonizzazione a una realtà altra, si realizza ‘un altro ascolto’.
E’ allora che le immagini mi arrivavano in mezzo alla fronte come se avessi avuto un video; a volte erano sfocate e frammentarie, a volte sembravano dei piccoli film; potevano essere asettiche e neutre o molto coinvolgenti, potevano darmi i brividi, farmi piangere o procurarmi varie emozioni o sensazioni: paura, brividi, turbamento, calore, dolore ecc…. Qualche volta la fusione emozionale era completa e io e l’altro piangevamo abbracciati, vivendo uno stesso sconvolgimento, a volte io ero totalmente staccata, in una specie di incompatibilità alchemica, come l’acqua con l’olio: non potevo sintonizzarmi su di lui, perché non mi somigliava, eravamo come due elettroni che non partecipano l’uno dell’altro, perché fanno lavori diversi e non si incontrano, così mi limitavo a raccontare qualcosa in modo astratto, a disagio, poco convinta, come se sentissi da fuori e non da dentro.
La fusione non avviene sempre, io non domino il processo, c’è qualcosa che esce dal mio controllo. Naturalmente le cose riescono quanto più io ci credo e anche quanto più l’altro confida in me e mi trasmette una certa fiducia. La sfiducia invece mi contamina, mi fa sentire impotente, mi raffredda e mi rende poco funzionale. In effetti il processo è così lieve e delicato che basta poco per infrangerlo, come una bolla di sapone.
Ma a volte i risultati sono esatti, precisi, per il passato o il futuro: “Vai addosso a una macchina blu piccola che viene da Milano, è guidata da una donna, prendi paura ma ammacchi solo il lato della macchina, tu non ti fai niente”. “Che cosa mangia tuo marito? C’è qualcosa di pericoloso nel modo in cui mangia, deve stare subito attento. Sta per correre un forte pericolo che è collegato a quello che mangia”. A volte il fatto accade dopo pochi giorni, l’incidente d’auto, il malore alimentare con corsa all’ospedale e l’imposizione tassativa di una dieta.

Una volta vidi il figlio grande di una signora che entrava in una casa e trovava il padre impiccato, ne riceveva un forte shock, il modo della morte era terribile e tutta la famiglia ne riceveva un forte trauma, ma io ero agitata soprattutto per il ragazzo. Dopo pochi giorni il padre del ragazzo si impiccò e fu proprio il figlio maggiore a trovarlo. Fu quello che ne risentì di più e restò a lungo sconvolto dal fatto.

Ovviamente il visitatore non è sempre contento di quello che sente, il mio compito non è accontentarlo, anche se posso nascondergli quello che vedo, perché non serve sempre sapere tutto ed è meglio nascondere il male, la morte… Qualche volta mi sembra necessario dare anche le predizioni brutte, ma spesso nascondo alcune cose. A che serve in fondo amareggiarsi prima del tempo? E poi ogni premonizione è un rischio in cui mi metto. Che garanzie ho di vedere bene?

La prima cosa è mettere la mente in stato alfa, rallentamento delle onde mentali.
Quando stiamo per addormentarci, quando stiamo per svegliarci, quando siamo assenti e svagati, la mente slitta, le onde mentali rallentano, si passa da un piano mentale a un altro, e si può essere improvvisamente raggiunti da informazioni diverse.
In genere esse sono legate a noi da un filo. Ma qual’è questo legame?

In agosto, in Trentino, mentre mi svegliavo, ho avuto un incubo: un’auto nera, potente, con i vetri neri, irrompeva nella piazza di un paesetto. Era nevicato e poi era piovuto, io ero al centro della piazza e tutto era così realistico che raccoglievo della neve marcia e ne sentivo il freddo umido così chiaramente che ho gridato a mio marito: “Sembra vero! Sembra neve vera!” La macchina nera é arrivata a forte velocità, è slittata sulla neve marcia ed é andata a sbattere; ciò facendo ha travolto un bambino di meno di sei anni. Questo bambino era russo e si chiamava Velia. La madre era lì e io ho sentito il suo urlo lacerante “Veliaaaa!!!”
Il nome del conducente dell’auto era Matteo Bruni, detto dagli amici Mattia.

Il sogno è stato così realistico che mi ha sconvolto per alcuni giorni. Più tardi, andando al lago di Molveno, dopo Cles, siamo entrati in un paesetto dove c’era la stessa identica piazza. Nella zona c’è una comunità di russi poveri che fanno piccoli banchetti improvvisati. Ho sognato? O questa informazione riguarda un fatto vero? É successo? Deve ancora succedere? Posso solo aspettare. Io no so nulla. So solo che oltre al mondo ordinato che conosciamo ce n’è un altro, dove tutte le informazioni sono sospese in un eterno presente, non nascono, non muoiono, si ripetono. In quel mondo Matteo Bruni detto Mattia uccide con la sua macchina nera un bambino russo di nome Velia. Si può evitare questo? Io non lo so.
Cerco riscontri per uscire dall’indeterminatezza. Ma non sempre ne trovo. Ma le visioni sono così reali che mi uccidono. Non è un dono la veggenza. E’ una maledizione.

Il senso di ogni cosa esiste da qualche parte, potrebbe manifestarsi alla percezione esterna ma esiste già di fronte alla percezione interna, e si può vederlo prima che si manifesti tangibilmente. Tutto è reale e a volte più reale di quando entra nella geometria spazio-temporale ordinaria. Il significato vince la cosa. La cosa è transitoria. Ma il significato è assoluto.
La veggenza è la capacità di cogliere spezzoni di un ‘altro’ reale, informazioni. Cosa posso sapere io se queste informazioni sono vere o no? Aspetto riscontri. Non sempre me ne danno. Ma il flusso di visitatori continua. Nulla attira la gente come il mistero.
É ovvio che la facoltà della veggenza non si insegna.
Io sono una insegnante e lavoro sul razionale, su ciò che è dimostrabile e controllabile, ma ci sono piste parallele, dove si può slittare anche quando ci si crede del tutto razionali.

Piccolo caso: un villaggio turistico in Calabria. Facevamo yoga in cima a una piccola collina, in mezzo all’erba e ai fiori, con la vista del mare. Lo yoga è uno di quegli esercizi che affina la vista interiore.
Una volta arrivò una signora che catalogai come zitella senza figli. Ma nel rilassamento la vidi come trasfigurata, vestita di una teletta bianca trasparente, con un gran pancione da mamma in attesa, immersa per metà nell’acqua azzurra del mare, perfettamente felice.
Alla fine del rilassamento, non dissi nulla del mio sogno perché mi imbarazzava dire a una zitella che l’avevo vista incinta. Ma lei mi venne vicino sorridendo e disse. “Tu hai visto me, vero?”. Allora io un po’ cautamente raccontai che l’avevo vista, ma con una gran pancia da puerpera. E lei ridendo, mi disse, che era sposata e fino a tarda età aveva sperato in un figlio che non era venuto e, quando ormai aveva perso ogni speranza, ecco che l’anno prima le era nato un bellissimo bambino e lei ne era enormemente orgogliosa. In effetti vidi poi questo magnifico bambino robustissimo, di pochi mesi, che sembrava un ercol
ino e che il papà si portava a cavalcioni delle spalle affinché tutti lo vedessero.
Notare: lei era stata sicura che io avevo visualizzato lei, anche se non ci eravamo nemmeno parlate. Io avevo visto con la vera mente quello che i miei occhi non erano riusciti a vedere.
Ma la storia ha anche un suo significato misterioso. All’epoca, io iniziavo una difficile menopausa, ero angosciata, mi sembrava che con la menopausa la mia capacità di generare nella vita fosse del tutto compromessa. La visione telepatica veniva a dirmi: non si è mai troppo vecchi per generare vita. Tu come lei.
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INDICE ROMANZO

CAPITOLO 1 : http://masadaweb.org/2014/07/13/masada-n-1545-13-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-1/

Regressioni a vite precedenti – La guarigione a distanza – Le visualizzazioni- I numeri simbolici

CAPITOLO 2 : http://masadaweb.org/2014/07/17/masada-n-1546-17-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-2/

Le malattie psicosomatiche – Induzione e ipnosi come forma di terapia – Le verruche

CAPITOLO 3 : http://masadaweb.org/2014/07/22/masada-n-1547-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-3/

Tutto comincia dalla testa – Talismani: la croce di Ankh – Rievocare altre vite o momenti traumatici del passato – Incubi ricorrenti – Leggere negli altri una storia fatta di tante storie

CAPITOLO 4 : http://masadaweb.org/2014/07/28/masada-n-1550-28-7-2014-una-seconda-possibilita-romanzo-capitolo-4/

Isobare psichiche – Rane – La lezione del dolore – La lezione del piacere – La sessualità sacra – La verginità eterna – Ma cos’è l’orgasmo? – Eiaculazione precoce, vaginismo e omosessualità

CAPITOLO 5 : http://masadaweb.org/2014/07/29/masada-n-1551-29-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-5/

Pene d’amore – Il tradimento – La trasgressione – Amare l’impossibile

CAPITOLO 6 : http://masadaweb.org/2014/08/06/masada-n-1552-6-8-2014-una-seconda-possibilita-romanzo-capitolo-6/

La casa infestata – Sogni premonitori – Messaggi dall’al di là – Le vite precedenti

CAPITOLO 7 : http://masadaweb.org/2014/08/13/masada-n-1554-13-8-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-7/

Storia di Deneb – Testimonianze sulla premonizione – Sentirsi estranei a questo mondo – Rispettare la propria unicità – La diversità è un dono – I prescelti
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http://masadaweb.org


MASADA n° 1556 15-8-2014 UN PAESE SULL’ORLO DEL SUICIDIO

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Piero Testori
La democrazia, prima che nelle urne, deve nascere nella testa degli elettori.
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Game over
La Germania non ha il PIL a -0,2, ma a +0,5, ovvero è passata da + 0,7 a +0,5. Quindi la Germania non è in recessione, cresce solo un po’ meno.
(E’ uno dei tanti modi dei nostri media per fare disinformazione, così hanno permesso al losco Renzi di affermare che anche la Germania va male e tutti gli sciocchi hanno abboccato. Sono vere manipolazioni mentali ‘ad usum vulgi’).
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Anthony
(Ormai si procede a battute…Abbiamo i grandi ‘statisti’ della battuta. Sembra di essere alla Settimana Enigmistica)
Oltre ai “gufi” e ai “rosiconi” ci sarebbero anche gli “sciacalli”, secondo Renzi, peccato che abbia dimenticato di dire che esistono anche i paraculi, i servi del principe, i voltagabbana, i pavidi, gli avvoltoi, gli ominicchi, i venditori di fumo, i saltimbanchi, i prestigiatori, i profeti, gli uomini della provvidenza, i ciarlatani, i mentitori, ecc. ecc.

Byoblu
Intervistato dalla CNN,Monti dichiarò platealmente: “Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale“. Più chiaro di così! Come la distruggi la domanda interna? Alzi le tasse e svaluti i salari. Così la gente non ha più soldi e compra meno. Diminuisce la domanda, le aziende falliscono, i disoccupati aumentano.
Ma non basta: inventiamoci il pareggio di bilancio e mettiamolo addirittura in Costituzione (unici in Europa!), così da rendere impossibile qualunque investimento per la crescita. E’ esattamente il contrario di quello che fece Roosevelt col new deal. E’ “La formula che ci inchioda“ così da perdere tutto, Costituzione, beni, diritti e sovranità. E Il Pd vota questo abominio ‘senza se e senza ma’. I Piddini ‘coglioni’ cacciano Monti ma rivotano il Pd che mette Letta a continuare Monti,e dopo rivotano il Pd che mette Renzi che continua Letta che continuava Monti.
Aumenta la depressione, entriamo in deflazione. Il Paese va sempre peggio. Ultimi in Europa. Rischiamo di essere commissariati. E i piddini che fanno? Incensano Renzi!? Non accadrebbe nemmeno in un manicomio…!
E ora Renzi che farà? Diminuirà gli stipendi e i diritti del lavoro? Costringerà i lavoratori a scendere al rango degli schiavi? Già ha aumentato la precarizzazione col Job Act. E i piddini sempre dietro in laude!!
Ma non basta ancora, il suo programma è allucinante: svendere tutto il patrimonio nazionale, permettere ai padroni di delocalizzare all’estero, privatizzare i beni comuni.
Non basterà ancora: annullerà lo stato sociale, attaccherà le pensioni sociali e quelle di reversibilità (lo ha già dichiarato).
Ma ancora lo osannano??
“Prendi un Paese massacrato dal debito pubblico, ricattabile, ma anche industrializzato, dunque con le possibilità e le competenze produttive per soddisfare la tua domanda, e trasformalo in una miniera a basso costo. Un disegno criminoso, deciso sulla testa dei popoli, senza consultarli. Una strategia complessiva che fonda tutte le sue possibilità di riuscita su una élite di potere incontrastata”(byoblu).
E ancora lo votano?????
Tutta la strategia del Pd, di Monti, Letta e ora Renzi serve gli interessi di una cricca finanziaria che domina i popoli incontrastata, attraverso strumenti come EFSF, MES, LTRO, FISCAL COMPACT, REDEMPTION FUND… costruendo l’enorme Europa della finanza dove la democrazia è sparita e i popoli non contano niente, ma conta solo la Germania, la Bce e le banche).
Unico problema per i nuovi aggressori: i populisti. Quelli che raccolgono “l’insostenibile anelito alla libertà, la fissazione della democrazia, il diritto alla propria sovranità. I media faranno il resto, rimbambendo i cittadini, minimizzando la gravità della situazione, elogiando i distruttori, convincendoli che l’Europa è una specie di divinità superiore da ubbidire e onorare. E questo fa Renzi, fa il Pd, fa Padoan, fa Scalfari, fanno i talk show, aiutando la distruzione del Paese, “passando sopra ad ogni forma di conquista sociale, espropriando terreni dove troppi diritti sono stati costruiti, inquinando o prosciugando le falde acquifere dove i popoli soddisfano la loro sete di cultura. Resta da abbattere o contenere ogni resistenza. E allora bisogna investire fondi europei per un’analisi quantitativa dei media”, per monitorare le comunicazioni nei paesi euroscettici, per identificare i temi più rilevanti e per assoldare una squadra di piccoli Goebbels in grado di reagire prontamente e fare una propaganda mirata. Bisogna combattere i “populismi”
spargendo la convinzione che “esiste una casta di individui nobili, colti, intelligenti (i saggi), che sanno cosa è bene e cosa è male, e una sterminata distesa di individui primordiali, poco istruiti ma essenziali e funzionali, tanto che secondo uno studio accreditato devono restare in apnea, persone che devono essere educate e guidate come buoi fuori e dentro la stalla”. Letta disse: “Se i populisti in Europa superassero una percentuale del 25% sarebbe molto preoccupante“. Stava dicendo che se l’Europa fosse davvero democratica, accogliendo nelle istituzioni l’esito della volontà popolare, sarebbe stato un pericolo per l’Europa della finanza. Insomma, l’Europa si salva solo se non è democratica, se il suo governo è nelle mani di una cricca che pensa al proprio profitto, non al popolo. Ed ecco che purtroppo gli elettori europei non capiscono e confermano. Così ci impongono Padoan, espressione del FM, come Letta, come Monti, come Draghi. Di chi stava eseguendo gli ordini, Monti, quando ha preso il potere per tagliare le pensioni e distruggere la domanda interna? Di chi sta eseguendo gli ordini Renzi quando invece di fare qualcosa per i disoccupati perde dei mesi sul Senato?
Qui si fanno esperimenti sulla pelle dei popoli, degli imprenditori che si suicidano, di milioni di poveri che perdono il lavoro e la casa, di famiglie senza futuro, costretti a subire e repressi con la violenza se osano lamentarsi, questo è impunemente, sfacciatamente perfino dichiarato da Monti: “Direi perfino che la crisi greca, se la consideriamo fin dalle sue prime manifestazioni nel 2010, ha confermato in maniera vivida che l’Europa diventa adulta e più forte attraverso le crisi, perché potremmo essere capaci o incapaci, alla fine, a risolvere la crisi greca, ma in questo processo abbiamo raggiunto un grado maggiore di coordinazione a priori delle politiche fiscali nazionali“. L’Europa ha bisogno di gravi crisi per fare passi avanti e questi passi avanti sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario”.Cioè: chi se ne frega se i greci muoiono e se gli italiani si suicidano, noi dobbiamo fare gli Stati Uniti d’Europa e giocheremo con i nostri alambicchi e le nostre provette finché come per magia da una nuvoletta, pufff, uscirà qualcosa che gli assomiglia. Un circo delle pulci in cui le pulci possono solo saltare o essere schiacciate.” (questo scriveva Byoblu).

Sole24 ore
“Negli ultimi 7 anni per 6 volte gli europei hanno previsto una crescita maggiore di quella poi realizzata. Tra il 2008 e oggi la perdita di reddito dell’euro-area rispetto agli Usa è pari all’8% del Pil e molti milioni di posti di lavoro sono andati perduti. Evidentemente ci illudiamo o vogliamo evitare misure eccezionali. Inoltre siamo abituati a utilizzare modelli che non colgono le interdipendenze economiche e le incertezze politiche nell’euro area. Ad esse infatti sono legati la debolezza degli investimenti e dell’export che stanno frenando tutte le maggiori economie euro. Ora Junker promette di dare 300 miliardi. Li darà ai paesi che hanno fatto le riforme strutturali (cioè le condizioni imposte dall’iperliberismo). Draghi tira fuori la sovranità condivisa. La Germania resta una delle poche economie che cresce, ma se l’Europa non compra più i suoi prodotti, crescerà meno”.
Ma sovranità condivisa per chi? L’Europa è forse un sistema federale? La Bce è forse un istituto democratico? La governante assolutistica della Germania è stata forse votata dagli altri Paesi? Il Fondo Monetario da cu prendiamo ordini è forse un istituto eletto e voluto dai popoli europei?
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Giovanni
Ci sono due tesoretti da aggredire: evasione fiscale e corruzione.
Occorre predisporre normative da tempi di guerra. Spietate. Con previsione di pene severe e sospensione di ogni beneficio. Si predispongano nelle caserme abbandonate carceri per i colletti bianchi. Si abolisca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio.
Chi approverebbe un pacchetto di questo tipo? Chi ci sta. In ogni caso la gente. Se lo fa Renzi si assicura la permanenza alla guida del Paese per almeno venti anni. (Ovviamente non lo farà, perché serve altri interessi, ma potrebbe assicurarsi il suo ventennio anche senza. La storia di questo Paese, purtroppo, lo dimostra).

Cordy
E dopo vent’anni bisogna sentire ancora che c’è da combattere la corruzione e l’evasione fiscale. Con chi? Con i voti ed i patti al Nazareno dell’evasore e corruttore? E chi deve informare su tutto? Uno che sta in Svizzera, come De Benedetti, ed ha giornali e gruppi d’editoria oltre alla tessera n° 1 del partito di maggioranza?
Passo a un altro tema: bisogna incentivare le rinnovabili! E con chi? Con i voti di un Verdini che ha truccato gli appalti per eolico e fotovoltaico con ENEL e ENI? E che ha dato la presidenza Eni a chi fa gli inceneritori ed ha corrotto e di nome fa Marcegaglia? E chi ne deve parlare? Ma sicuramente la nota tessera n°1 che ha investito miliardi nel fossile e non ha nessun interesse nell’eolico e fotovoltaico, e guardacaso ha prestiti agevolati dal Monte dei Paschi… E gli intellettuali che scrivono su Repubblica che hanno da dire? Intellettuali??!! Peuh!
Ridicoli i pennivendoli! Tutti a dire: non c’è alternativa a Renzi (lo dissero anche di Monti e di Letta!). L’alternativa a Renzi è la Boschi? O la troika? O la guerra civile?
Ma nessuno, che sia nessuno, che parli di un governo di persone oneste. L’onestà fa più paura della guerra civile. Dalla guerra scappi con un aereo .. ma la disonestà ti insegue anche a Beirut.

Ormai dovrebbe essere chiaro che le vere riforme in Italia le può fare solo il M5S.
Chiedo a tutti:
– Mi spiegate come è possibile una riforma contro corruzione ed evasione … se lo sponsor di Renzi è un corruttore evasore fiscale?
– Come pensate che siano incentivate le rinnovabili se lo sponsor n°1 del PD è uno in debito per miliardi nel fossile?
– Come fate a fare una riforma per una giustizia veloce ed efficace.. se metà politici nei partiti sono sotto-processo per tangenti Expo, Mose e rimborsi?
– Come fate a colpire gli interessi costituiti, mafie, gioco d’azzardo.. se sono esattamente quegli interessi a finanziare i partiti e le loro fondazioni?
E’ inutile attaccarsi, come fa Renzi, alle battute, alle frasi e alle sciocchezze… Non c’è alternativa all’onestà… perché le vere riforme sono esattamente quelle che demolirebbero chi, in Italia, deve fare oggi le riforme.
Dalla logica, purtroppo, non si scappa…

Mark
Con Berlusconi come partner per l’approvazione delle riforme costituzionali, la lotta all’evasione e alla corruzione, e la revisione della prescrizione, si allontaneranno. Il voto per l’assurda riforma del Senato ha dimostrato che il Pd ha bisogno di Berlusconi e di Forza Italia. Ovviamente il disegno di legge per l’istituzione del reato di autoriciclaggio è stato ritirato dalla commissione giustizia della Camera a nome del governo dal sottosegretario Cosimo Ferri agli inizi di giugno: riportando tutto al punto di partenza e gettando al vento mesi di lavoro. Magari sarebbe bene ricordare che è dal 1998 che l’Ocse ci invita a creare il reato di autoriciclaggio per combattere evasione, e soprattutto corruzione. E’ con questi complici che il Pd intende farlo?
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Cordy
Io non esulto perché ha chiuso l’Unità. Esulto perché ha chiuso un giornale sdraiato al potere. Che era con Marchionne per Pomigliano e non con gli operai. Che era con Monti durante Monti. Con Letta durante Letta. E con Renzi con Renzi. Che quando i risparmiatori del MPS sono andati al lastrico grazie a Bersani, D’Alema e Amato.. ha taciuto e omesso.. esattamente come tante altre penne hanno omesso e taciuto le regalie a De Benedetti. Non una inchiesta. Non un servizio di indagine. Solo chiacchiere ed opinioni prevedibili … e poco fastidiose anche durante gli abissi di immoralità conclamati..(mai con la verità. Mai col popolo italiano).
La stampa, se non è libera, è propaganda del potere. Ed è dunque meglio chiusa, che aperta.
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Tutta la stampa unanime nel dare la notizia FALSA di valanghe di certificati medici per coprire lo sciopero di Fiumicino. Peccato che non fosse vero. Ma, piuttosto che dare le notizie allucinanti della perdita dell0 0,3 del Pil e di Draghi che, come nulla fosse, ci preannuncia un commissariamento e un furto di sovranità popolare, meglio sbattere il mostro in prima pagina. E cosa c’è di meglio se il mostro è un lavoratore! Non sia mai che si mostri fica qualcuno della Casta! E dunque, come dice Mario Miguel : “SBATTI IL FACCHINO IN PRIMA PAGINA”
“E dei loschi dirigenti che, pur gestendo l’azienda in modo fallimentare, si assegnano stipendi milionari, e vanno in pensione con buone uscite pari al costo di un Boeing 777, non si parla mai? Abbiamo di fronte, nella orrida stampa italiana, non semplice pigrizia intellettuale o di accidentale complicità amicale, ma piuttosto, un putrido sistema di disinformazione, funzionale soltanto a sostenere questa o quella tribù di potentati economici in costante competizione tra loro; truculenti eserciti di colletti bianchi a servizio di piovre che succhiano impunemente risorse allo Stato per trasformarle in pantagruelici interessi privati. Il giornalismo italiano non è mai stato né editorialmente, né intellettualmente, indipendente, e deve essere pertanto considerato tra i maggiori responsabili della lunga agonia morale, politica ed economica che sta soffrendo la nostra Repubblica.”
Non c’è nei media italiani una singola notizia vera. I tg dei prossimi 20 anni dovrebbero essere una continua rettifica delle falsità scritte, lette, commentate e mandate in onda nei 20 anni precedenti. Una farsa a cui un Senato o una Camera in più o in meno fa davvero poca differenza. Un Paese in cui qualsiasi piano per l’economia non può esistere. Perché il vero piano per l’economia sarebbe cominciare a far dimagrire i vari califfati in circolazione ridistribuendo e riottimizzando risorse e ricchezze. Impossibile per due motivi. Il primo è che quei califfati sono gli stessi a decidere dell’economia. Il secondo è che quei califfati sono gli stessi che tengono in piedi la farsa avendo in mano giornali e televisioni.
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Annamaria#1
Molto giusto mettere il dito sulla piaga dell’informazione. Piaga purulenta. Perché quello che in queste ore si è scatenato contro i ‘mostri’ del momento, i facchini Alitalia da additare al pubblico odio, ha le identiche caratteristiche dell’accerchiamento ostile, violento, feroce al limite del linciaggio che da anni il M5S subisce da TUTTO un mondo dell’informazione conformato e organico al sistema di potere che oggi si riconosce e si rifugia nel nuovo sgorbietto della Provvidenza. Il problema è grave, anzi, gravissimo: perché un’informazione negligente, superficiale, non libera, falsa e asservita al potere può arrecare enormi danni culturali, politici, sociali.
Segnalo su questo tema (sui 5Stelle e sull’accerchiamento mortale che subiscono dall’intero sistema di potere a cui si contrappongono) un’ottima, lucida, intelligente analisi di Lucia Annunziata, ospite de La7.

http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/08/08/amarcord-annunziata-verita-m5s/

Non amo molto Lucia Annunziata, ma questo suo onesto e persino ‘coraggioso’ riconoscimento della verità è per me una piacevole sorpresa.
“..noi non possiamo capire neanche l’evoluzione del M5S se non ricordiamo che la presenza del M5S ha terremotato tutto il percorso politico fin qua. Cioè la ragione per cui non ce l’ha fatta Bersani. E’ perché Bersani non ha voluto che si facesse alcun patto, aldilà della volontà del M5S! L’idea di far entrare l’Italia in una situazione di Governo controllato per tenere fuori il populismo …da un punto di vista li ha esaltati, dall’altro li ha ghettizzati!
Annunziata spiega molto bene come Bersani si sia rifiutato di fare un’alleanza con i 5 stelle, che non hanno nemmeno avuto la possibilità di scambiarsi una sola opinione con il Pd! E poi ancora Letta e Renzie… e vedere alle spalle Civati che annuisce alle parole della giornalista… che effetto vi fa? (Fate vedere questo video agli amici che sostengono sempre la solita balla: “Non voto il M5S perché dice di no a tutti!” Ah sì?)

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MA CHI HA DETTO CHE IL PD VUOLE L’ALLEANZA CON IL M5S?”

http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/08/06/detto-pd-vuole-lalleanza-m5s/

Numerosi gli interventi di personaggi noti, politici affezionati alle trasmissioni TV che hanno sempre detto, dichiarato, urlato e ribadito: MAI UN’ALLEANZA CON IL M5S!
Fassino: “Se Grillo vuol fare politica faccia un partito” Si presenti alle elezioni! E perché non lo fa?”
“Se Grillo si trovasse ad essere il 2°è partito, vi alleereste con lui?”
Finocchiaro. “Francamente io non credo proprio”
Un’altra Pd: “L’idea non era di fare una alleanza con M5S. L’idea era di chiedergli, cosa che abbiamo fatto, di consentire che nascesse un governo di csx pur rimanendo cosa distinta, poi loro non l’hanno voluto (Vespa chiede: “Ma questo non implica che il M5S facesse parte della maggioranza?) “No. Avevamo chiesto loro di non opporsi, di consentire tecnicamente la nascita di un governo
Bersani: “Mica che io volevo fare una alleanza con Grillo! Son mica matto!”
“Io non ho mai proposto a Grillo una alleanza! Io mi sono rivolto negli incontri con la seguente proposta: consentite (e la storia d’Italia ne ha viste di tutti i colori e le soluzioni tecniche di sono), consentite la partenza di un governo di composizione nuova su 8 punti di cambiamento. Questo è. Conoscendo la mia gente a cui voglio bene, se il giorno dopo avessi detto: sapete cos’è? si fa il governo con B, non oso immaginare cosa sarebbe successo (e infatti quando l’ha detto e fatto Renzi non è successo niente).

Alfonso
Media? Tg? Fuffa! Ma interessa poi a qualcuno se Renzi è di dx o di sx? Ci sono quelli contenti perché hanno gli 80 euro (lordi) e quelli che pagano la Tasi sentendosi liberati dall’ingiusta IMU (che poi liberava dall’ingiustissima ICI) e quelli che con 4 soldi della cassa integrazione che ricevono (che finirà prima o poi) tirano avanti. E quelli che fanno la fame, ma fanno meno notizia del culo della Boschi. Questa è l’Italia, my friends, per chi ha ancora dei dubbi … #cambiaverso!
Ah, la sinistra: non pervenuto. Di “uguaglianza” se ne parla ancora?
Pari diritti, pari opportunità, buona istruzione e buona sanità per tutti, etc, cose così, cose dell’altro secolo. Qualcuno ne parla ancora?
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Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph
“E’ un fatto incontrovertibile che il disastro che dura da 14 anni in Italia coincide con l’adesione all’Uem. L’Italia è in depressione da quasi 6 anni. Il crollo è stato costellato da false riprese, sopraffatte ogni volta dai dilettanti monetari responsabili della politica UEM. L’ultima è svanita dopo un solo trimestre. L’economia è di nuovo in recessione tecnica. La produzione è crollata del 9.1% dal suo picco, indietro a livelli di 14 anni fa. La produzione industriale è scesa a livelli del 1980. Ci vogliono errori di politica economica madornali per realizzare un tale risultato in una economia moderna. L’Italia non ha subito niente di simile durante la Grande Depressione, facendo segnare una crescita del 16% tra il 1929 e il 1939. Nemmeno Mussolini era così maniacale da perseguire i suoi deliri sul Gold Standard fino all’amaro finale. Le autorità italiane intravvedono segnali di ripresa inesistenti. I prestiti bancari alle imprese sono ancora in calo a un tasso del 4.5%. Moody’s dice che quest’anno l’economia si contrarrà dello 0.1%. Société Génerale prevede -0.2%.
Il crollo della proprietà immobiliare non ha ancora toccato il fondo. La Banca d’Italia ha detto che il numero dei mesi necessari per vendere una casa è salito a 9,4, da 8,8 della fine dell’anno scorso. L’indice del peggioramento delle condizioni di mercato è passato da 19.6% a 34.7% in tre mesi. “Non possiamo andare avanti più a lungo”, hanno dichiarato alla filiale di Taranto dell’associazione degli industriali italiana, Confindustria, in una lettera aperta al Presidente della Repubblica. La regione sta diventando un “deserto industriale”, hanno avvertito, con le piccole imprese sull’orlo della chiusura e dei licenziamenti di massa. Il mix letale di contrazione economica e inflazione zero sta portando la traiettoria del debito in Italia a crescere in maniera esponenziale, nonostante l’austerità e un avanzo primario del 2% del PIL.
Nel primo trimestre il debito pubblico è salito al 135.6%, dal 130.2% dell’anno prima. Questo è un effetto meccanico, il risultato dell’onere dell’interesse composto su una base nominale statica. I tassi di interesse reali sullo stock del debito italiano di € 2.100 miliardi – con una scadenza media di 6,3 anni – sono in realtà in aumento a causa dell’arrivo della deflazione.
Il rapporto del debito può arrivare al 140% entro la fine dell’anno, in acque inesplorate per un paese che in realtà si indebita in D-Marks. “Nessuno sa quando i mercati reagiranno” ha detto un banchiere italiano.
La recessione sta erodendo le entrate fiscali così gravemente che Renzi dovrà venirsene fuori con nuovi tagli, dai 20 ai 25 miliardi di €, per soddisfare gli obiettivi di disavanzo dell’UE, perpetuando il circolo vizioso.
Il compito è senza speranza. Uno studio del think-tank Bruegel ha rilevato che l’Italia deve realizzare un avanzo primario del 5% del PIL per stabilizzare il debito con un’inflazione al 2%. L’avanzo sale al 7.8% a inflazione zero. Qualsiasi tentativo di raggiungere questo obiettivo porterebbe ad una implosione autodistruttiva dell’economia italiana.
Ashoka Mody, fino a poco tempo fa alto funzionario del piano di salvataggio del FMI in Europa, ha detto che gli studi interni del Fondo hanno ritenuto impossibile realizzare avanzi primari nella scala necessaria. Consiglia alle autorità italiane di cominciare a consultare “dei bravi avvocati per garantire una ristrutturazione ordinata del debito sovrano”. “Non deve essere un cataclisma. Ci sono modi di dilazionare gli obblighi di pagamento nel corso del tempo. Ma non c’è nessuna ragione di attendere fino a che il rapporto giunga al 150%. Dovrebbero andare avanti in questo senso da subito” ha detto.
Scalfari, il decano de La Repubblica e leader dell’establishment UEM in Italia, dice che la ricaduta degli ultimi mesi ha ucciso tutte le illusioni. Ha raccomandato a Renzi di prepararsi a un salvataggio. “Devo esprimere una amara verità, perché tutti noi possiamo vedere la realtà davanti i nostri occhi. Forse l’Italia dovrebbe mettersi sotto il controllo della Troika di Commissione, BCE e FMI” ha detto. Scalfari sembra pensare che la democrazia in Italia dovrebbe essere sospesa per salvare l’euro, che il paese dovrebbe raddoppiare le politiche di terra bruciata, imbarcandosi in uno sforzo ancora più draconiano per recuperare competitività attraverso un svalutazione interna.
Il giovane Renzi – appena 17enne quando fu firmato il Trattato di Maastricht, e quindi libero dal peccato originale – potrebbe equamente concludere il contrario, che l’euro dovrebbe essere abbandonato per salvare l’Italia. E’ un fatto incontrovertibile che il disastro italiano che dura da 14 anni coincide con l’adesione all’UEM. L’UEM ha messo in moto una dinamica molto distruttiva per le particolari condizioni dell’Italia, e ora impedisce al paese di uscire dalla trappola. Ci dimentichiamo che l’Italia registrava abitualmente un surplus commerciale nei confronti della Germania nel periodo pre-UEM. Le industrie italiane del nord erano viste come concorrenti formidabili, quando la lira era debole.
Antonio Guglielmi, di Mediobanca, dice che l’Italia teneva, prima di agganciare la lira al marco nel 1996. Solo allora è entrata in una “spirale negativa della produttività”. In un rapporto che è una condanna, egli ha mostrato come negli ultimi 40 anni la crescita della produttività e della competitività in Italia ha vacillato ogni volta che la valuta nazionale è stata agganciata a quella tedesca. E si è ripresa dopo ogni svalutazione. Una ragione è che l’economia Italiana ha un “gearing” del 67% sul tasso di cambio a causa dei tipi di prodotti che fabbrica, rispetto al 40% della Germania. Il tallone d’Achille è la metà arretrata dell’economia Italiana, soprattutto il Mezzogiorno, che compete testa a testa con la Cina e le economie emergenti dell’Asia, la Turchia e l’Europa orientale in settori sensibili ai prezzi. Gli economisti avevano detto che le nazioni UEM avrebbero dovuto convergere. Gli antropologi e gli storici hanno sostenuto che una cosa simile non sarebbe accaduta.
E ora siamo arrivati a una situazione insostenibile. L’Italia è sopravvalutata del 30% rispetto alla Germania. Non può recuperare attraverso la deflazione, in quanto la stessa Germania è vicina alla deflazione. Le élite della UEM esortano l’Italia a fare le “riforme”, un termine che viene buttato là liberamente. “E’ tutto un pio desiderio. Le metriche del mercato del lavoro per la Germania e l’Italia non sembrano così diverse. Non è più facile assumere e licenziare in Germania”, ha detto Modi, che era il direttore del FMI in Germania.
Giuseppe Ragusa, della Luiss Guido Carli di Roma, ha detto che il principale fallimento in Italia è la mancanza di investimenti in capitale umano. “Ciò che veramente colpisce è quanto siamo indietro nell’istruzione”, ha detto. I dati dell’OCSE mostrano che l’Italia spende solo il 4.7% del PIL per l’istruzione, rispetto al 6.3% di tutta l’OCSE. La quota di giovani di età compresa tra 25-34 anni che hanno completato gli studi superiori è del 21%, rispetto ad una media del 39%. Gli insegnanti sono pagati una miseria.
Questo è davvero un grosso problema strutturale, ma non può essere risolto dalle “riforme”, figuriamoci dall’austerità. Pochi contestano che lo Stato italiano ha bisogno di una revisione radicale. Ma ciò di cui l’Italia ha bisogno è anche un New Deal, un massiccio investimento in infrastrutture e competenze, sostenuto da uno stimolo monetario per sollevare il paese dalla sua soffocante tristezza cosmica. Renzi deve ormai aver capito che questo non può essere fatto sotto l’attuale regime dell’UEM. Improvvisamente si ritrova nella stessa situazione terribile di Hollande in Francia. Da outsider, si è scagliato contro l’ austerità dell’UEM, solo per sottomettersi tranquillamente una volta in carica, rassicurato dai suoi consiglieri che la ripresa era a portata di mano. Entrambi si ritrovano con il cappio al collo. La differenza è che Hollande è oltre ogni possibilità di salvarsi. Il regime depressivo dell’UEM ha distrutto la sua presidenza, si parla di dimissioni anticipate. Il signor Renzi non ha ancora bruciato il suo capitale politico, ed è un giocatore d’azzardo per natura. Non c’è più alcuna possibilità che Italia e Francia conducano una rivolta dei paesi latini, mettendo insieme una maggioranza in seno al Consiglio europeo e alla Banca centrale per imporre una strategia di rilancio a livello dell’UEM che cambi completamente il panorama economico. Con l’adesione alla Germania a tutti i costi, la forza politica di Hollande è bruciata. Gli Spagnoli pensano – sbagliando – di essere fuori dal guado, e di non averne bisogno. Renzi è solo. Egli si trova davanti una BCE che ha sostanzialmente violato il suo contratto con l’Italia, lasciando cadere l’inflazione a 0.4% sapendo che questo avrebbe fatto andare in metastasi la crisi italiana. Egli si trova davanti una Commissione subentrante che promette di attuare le stesse disastrose politiche economiche che si sono già dimostrate rovinose. Non vi è alcuno spazio di negoziazione. Queste istituzioni non sono riuscite a garantire un aggiustamento simmetrico che costringa sia il Nord che il Sud ad adottare delle misure per chiudere il divario intra-UEM da entrambe le estremità, assumendosi pari responsabilità per la cattiva gestione della joint venture UEM nei suoi primi anni. Sostenendo solo la volontà dei creditori, hanno messo a terra l’unione monetaria. Non hanno più alcuna legittimità.
L’Italia deve badare a se stessa. Si può riprendere solo se si libera dalla trappola UEM, riprende il controllo dei suoi strumenti di politica economica e ridenomina i suoi debiti in lire, con controlli dei capitali fino a quando le acque si calmano. L’Italia non si troverebbe ad affrontare una crisi immediata di finanziamento, dal momento che ha un avanzo primario di bilancio. La sua posizione patrimoniale netta sull’estero è al -32% del PIL, a fronte di un -92% della Spagna e -100% del Portogallo. Il paese non soffre di eccesso di debito da un punto di vista fondamentale. Il debito ipotecario è molto basso. Il debito aggregato è circa il 270% del PIL, molto inferiore a quello di Francia, Gran Bretagna, Spagna, Giappone, Stati Uniti, Svezia e Paesi Bassi. Il problema principale è un disallineamento del tasso di cambio che crea una crisi del debito pubblico non necessaria, attraverso i meccanismi perversi della UEM.
Non vi è un modo facile di uscire dall’euro. Le strutture ad incastro dell’unione monetaria sono andate ben oltre un aggancio di cambio fisso. Gli interessi costituiti sono potenti e spietati. Eppure non è impossibile. La faccenda sicuramente precipiterà quando la traiettoria del debito italiano entrerà nella zona di pericolo. Questa volta potrebbe non essere così evidente che il paese vuole essere salvato alle condizioni europee. Renzi può giustamente concludere che l’unico modo possibile per adempiere al suo compito di un Risorgimento per l’Italia, e costruirsi il proprio mito, è quello di scommettere tutto sulla lira.”

Avete notato che Scalfari ha cominciato a criticare Renzi?
Scalfari fa capo in Italia a un sistema finanziario che vede Draghi connesso a Napolitano e ubbidisce a padroni ben più alti di Renzi
Se Scalfari ieri incensava Renzi e oggi lo critica, forse il vento iperliberista sta per girare e chiede che Renzi sia sacrificato per uno anche peggiore di lui, o forse è il gran patron De Benedetti che si accinge a scendere in politica
Ovviamente in tutti questi giochi di potere la democrazia è avulsa.
e Ubi maior, minus cessat
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SVALUTARE L’EURO

Se non si esce dall’euro, sarà bene che l’euro svaluti. Lo dice perfino l’economista Nouriel Roubini e il finanziere ultra miliardario George Soros. Roubini è l’economista che ha previsto la Grande Crisi del 2008. L’altro è uno dei maggiori investitori del pianeta.
Se la domanda interna europea continuerà ad essere debole, anche a causa dei vari aggiustamenti fiscali e di bilancio adottati nel settore pubblico e privato, ci sarà il bisogno di riportare in attivo la bilancia commerciale e tornare esportatori netti per ripristinare la crescita economica. Per migliorare il saldo della bilancia commerciale, favorendo le esportazioni, è “necessario un indebolimento del cambio e una politica monetaria più accomodante, che produca quel deprezzamento, in termini nominali e reali, di cui al momento l’eurozona ha bisogno. Ecco perché c’è recessione.
“L’euro – ha detto Soros – sta mettendo in serio pericolo la coesione politica dell’Unione e se si continuerà su questa strada il tutto potrebbe portare addirittura alla distruzione dell’Europa. Insieme alla profonda crisi economica, sociale e morale, possiamo osservare questo processo di disintegrazione”.
Si potrebbe rilanciare l’economia riducendo il valore dell’euro alla parità con il dollaro. Così avremmo il taglio del debito e il rilancio dell’export. Svalutando l’euro del 30% ci sarebbero subito vantaggi per l’export europeo verso l’estero.
Per Giulio Sapelli, storico di economia alla Statale di Milano, la soluzione migliore per ripristinare tutta la “baracca” dell’ Eurozona sarebbe quella in cui la Bce svalutasse l’euro e finanziasse il debito pubblico. “La storia dimostra che i debiti pubblici non si eliminano con le misure di austerity, ma con la creazione di inflazione”.
Draghi ha tagliato i tassi ai minimi storici, portandoli all’1%, ha iniettato mille miliardi di euro di nuova liquidità nel sistema bancario, con l’obiettivo di placare la tensione dei titoli di Stato e alleviare le sofferenze delle banche. L’effetto è durato poco 4 mesi e lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è tornato sopra i 400 punti base, mentre il rendimento del decennale spagnolo ha sforato il 6%. In pratica: il sistema euro è malato e farà molta fatica a salvarsi.
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Michael Ledeen,
mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, ideologo degli squadroni della morte in Nicaragua, consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, una delle intelligenze nella guerra al terrore promossa da Bush, teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano. Che ci è andato a fare da Renzi?
Prima i soldi e gli indottrinamenti di Verdini, poi i contatti con questo ambiguo personaggio.
Ma a chi ubbidisce Renzi? Di chi è l’uomo di paglia?

berluscameno
Qualche giurista pensa che la causa della nostra recessione e disoccupazione dilagante vada ricercata nella disciplina giuridica dell’Eurozona e dell’Ue. In particolare, “non esiste precedente storico di stati UE che, per perseguire obiettivi di crescita, si siano rigidamente vincolati al rispetto della parità di bilancio”. Vincoli che tra l’altro sono stati imposti illegalmente. Incluso il Fiscal compact firmato lo scorso marzo 2012 e negoziato nel dicembre 2011, cioè nel momento di massima tensione sui mercati per le sorti dell’Europa. “Prendiamo l’articolo 3 del Fiscal compact. E’ qui che si introduce l’obbligo per gli stati di mantenere ‘la posizione di bilancio della pubblica amministrazione in pareggio o in avanzo’”. Norma draconiana, non c’è che dire. “Inapplicabile, piuttosto.
All’ articolo 2 del Fiscal compact, infatti, si ripete per due volte che questo accordo internazionale deve essere interpretato e applicato soltanto finché compatibile ‘con i trattati su cui si fonda l’Ue e con il diritto dell’Ue’”. Tuttavia i trattati costitutivi non restringono a tal punto la possibilità di indebitarsi dei paesi membri. Il Trattato di Lisbona, documento fondamentale dell’ Ue che è entrato in vigore nel 2009 “fondendo” il trattato sull’ Ue e il trattato che istituisce la Comunità europea, “fissa al 3% il limite che l’indebitamento non può superare. Il Fiscal compact, invece, riduce il limite a zero punti. Insomma il Fiscal compact sopprime la sovranità fiscale degli stati firmatari, in violazione del Trattato di Lisbona al quale pure si richiama. E’ probabile che il Fiscal compact sia stato una scorciatoia, visto che l’unanimità tra i 27 paesi membri necessaria a modificare il Trattato di Lisbona non sarebbe mai stata raggiunta. Fatto sta che resta illegale e non ha la forza costituzionale per modificare il Trattato di Lisbona”. Non soltanto il riferimento ai trattati, anche quello al “diritto dell’Ue” contenuto nel Fiscal compact pare fuori bersaglio, visto che l’azzeramento del deficit non è previsto dal regolamento 1175 del 2011, vigente tuttora in materia di politica di bilancio. Gli stati europei, dunque,negli ultimi anni si stanno infliggendo più rigore fiscale – a colpi di azzeramento dei deficit e rientro dei debiti pubblici – di quanto il diritto comunitario ne preveda.
D’ altronde non è la prima volta che “l’euro è gestito applicando principi privi di base giuridica certa”.
Fino al 6 dicembre 2011, giorno d’entrata in vigore dell’attuale Regolamento n° 1175, infatti, era già stato applicato un altro regolamento “viziato da incompetenza assoluta”, il numero 1466 del 1997.
Nel 1997, mentre si concludeva la fase transitoria che avrebbe dovuto rendere più omogenee tra loro le economie dell’ Eurozona in vista dell’introduzione della moneta unica, “la Commissione si arbitrò di sostituire l’articolo 104 C del trattato dell’Unione europea con due regolamenti, uno dei quali è appunto il 1466/97”.
In sintesi: il parametro dell’indebitamento al 3% – uno dei famosi “parametri di Maastricht” – veniva sostituito “con il parametro dello zero per cento, cioè il pareggio di bilancio, togliendo invece rilevanza al parametro del rapporto debito/pil al 60%”.
I ministri della Repubblica italiana(che naturalmente di tutto questo imbroglio giuridico nulla sapevano) continuavano a parlare di ‘parametri di Maastricht’, in realtà operavano imperterriti ottemperando a vincoli ancora più stringenti”.
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berluscameno
“L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Ma il SEBC dovrebbe sostenere le politiche economiche generali nella Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti nell’art.2 (articolo 105, paragrafo 1, del Trattato che istituisce la Comunità europea): un elevato livello di occupazione e una crescita sostenibile e non inflazionistica”.
Nella versione modificata, viene enfatizzata l’esigenza della stabilità dei prezzi. Ma non è vero che la BCE ha il compito esclusivo del controllo dell’inflazione. Essa ha anche quello di sostenere le politiche economiche generali dell’UE. Il problema è che la Germania (che dirige di fatto la BCE) oltre ad avere uno strapotere economico, industriale e commerciale, ha anche uno strapotere (negativo per gli interessi economici dell’Italia) nell’interpretazione “autentica” dello statuto BCE e nell’applicazione concreta dei trattati UE (il tutto basato sul rigore del bilancio e sulla politica errata dell’austerity in un periodo economico di forte recessione!).
Ma dove ha studiato Draghi macro economia e politica economica in periodo di recessione, forse al Bar dello Sport di Milano ?
Draghi straparla, i governi stiano zitti: “Per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di cedere sovranità all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali”. Cedere sovranità all’Europa? Cioè a chi? Al Parlamento europeo per il quale abbiamo appena votato? No, non ha questi poteri.
Al Consiglio dei capi di Stato e di governo, ossia a un organismo formato da persone elette democraticamente nei rispettivi paesi? No, non si occupa di queste cose.
Non resta che la Commissione, ossia un organismo i cui membri non sono eletti da nessuno (solo il presidente Juncker può vantare, per la prima volta, un giudizio indiretto dei cittadini europei, che insieme al partito votavano il candidato alla Commissione da questo proposto; il che, comunque, non determinava automaticamente la successiva nomina).
Quindi, riassumendo, Draghi ha detto:”I governi democraticamente eletti dei vari Stati UE non si sono dimostrati in grado o non vogliono fare le riforme di struttura che io e quelli che la pensano come me ritengono giuste e necessarie, quindi facciano il favore di mettersi da parte e affidare il compito ai tecnici della Commissione UE.”
Che tutto questo abbia ben poco a che fare con i meccanismi della democrazia è evidentemente un problema che il presidente della Bce o non capisce, il che sarebbe grave, o più probabilmente giudica irrilevante, il che sarebbe ancora più grave. E’ strano che, a quanto risulta, nessun capo di governo, ascoltata questa frase, abbia detto: “Ma lei Draghi (o Merkel)come si permette? Dare indicazioni politiche è del tutto fuori dai suoi compiti e dalle sue competenze. Pensi piuttosto a riportare l’inflazione a quel 2% che è nella missione dichiarata della Bce – e che nella situazione attuale sarebbe pure troppo basso – visto che non sta facendo tutto il necessario in proposito”. Questo dovrebbe dire non uno, ma tutti i capi di governo dell’Eurozona.
E perché non lo dicono?
Molti – a cominciare dalla signora Merkel – perché sono del tutto d’accordo con Draghi. Altri perché in fin dei conti Draghi in certe situazioni critiche può essere il solo in condizioni di lanciare una ciambella di salvataggio, e non è il caso di farselo nemico. Resta il fatto che la politica economica egemone in Europa e che Draghi ha impropriamente sostenuto non solo non è verità rivelata, ma a giudizio di molti è al contrario profondamente e totalmente sbagliata.
Se in Europa la crescita è a zero e c’è una disoccupazione altissima si può sempre dare la colpa alle riforme non fatte o alle tensioni internazionali. Ma, continuando così la situazione peggiorerà di sicuro.”

Mark
Anche se Renzi volesse dimostrarsi di sinistra, i tagli e la revisione della spesa non potranno che essere nella riduzione dei diritti e delle spese sociali. Ciò chiedono i mercati; ciò vuole l’establishment internazionale ed economico (i poteri finanziari). La domanda è: quale governo ha la forza e il potere di opporsi a queste pressioni? Obama stesso non ha saputo riformare e regolamentare la finanza; anzi le vecchie pratiche che hanno portato alla crisi hanno ripreso allegramente a devastare, come se l’esperienza pregressa non avesse insegnato nulla, e probabilmente è così poiché gli stati si sono indebitati per far fronte a debiti, errori e rendite private.
Se Obama non ha potuto opporsi e regolamentare e riformare la finanza, perché dovrebbe riuscirci Renzi?
Nell’autunno 2011, davanti all’inoperosità del governo di B, alle richieste di Trichet e di Draghi, la BCE smise di comprare i nostri titoli e lo spread schizzò a livelli insostenibili, chiudendo definitivamente ogni velleità di governo del condannato. Le aspettative e le istanze che Renzi dovrà accontentare, sono le stesse: quelle dei mercati, non purtroppo dell’elettorato italiano.
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La differenza tra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare.
Charles Bukowski
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L’adulto non crede a Babbo Natale. Vota.
Pierre Desproges
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Non sempre chi ha ragione viene votato: e il motivo è lo stesso per cui è raro che l’onesto diventi ricco.
Raffaello Franchini
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Allo stato attuale della cosiddetta democrazia..
se votare servisse a qualcosa, sarebbe illegale”. (Emma Goldman)
Per questo non avremmo bisogno solo di una nuova democrazia, avremmo bisogno addirittura di un termine nuovo per parlare di governo del popolo.
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Il diritto di voto dovrebbe anche essere diritto di veto.
Roberto Gervaso
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Quanto meglio sarebbe se i voti si potessero pesare, anziché contare.
(Georg Lichtenberg)
Quanto possono valere i voti di gente disinformata o, peggio, manipolata e ingannata?
In cui una larga parte è analfabeta di ritorno, non è in grado di capire il senso di un articolo di giornale, non conosce i termini per capire l’economia e la politica, ha sulla democrazia idee vaghe e confuse e si lascia giocare dalla demagogia scambiando l’imposizione di un tiranno per governo del popolo?
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Una società sana non dovrebbe tendere alla manipolazione di un alto numero di cervelli, ma all’educazione di un alto numero di coscienze
(Viviana)
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Forrest Gump
Alla base della filosofia del neoliberismo c’è il superamento dei sistemi democratici, la riduzione dei governi all’impotenza decisionale, esecutori dei poteri economici, pompieri e bersagli del malumore crescente e tutori della sicurezza del potere reale dalla reazione delle masse impoverite. non è un caso ma una SCELTA IDEOLOGICA
Il parallelo con Renzi e predecessori è d’obbligo.
Il vulnus principale alla nostra democrazia è venuto dai governi Craxi (anni ’80) e Berlusconi (‘94-2000) che mentre attaccavano i progressi sociali hanno INDEBITATO sistematicamente lo Stato a favore di attività private, amici e clientele elettorali, svendendo le attività e acquisendo debito. Dal 1983 ad oggi il Debito Pubblico è QUINTUPLICATO, da 450 mil. a 2.200 mil. diventando INSANABILE.
“Affama la Belva” è uno degli slogan di Neo-Con e Tea Party in USA.
Chiunque venga eletto a PdC è ormai IMPICCATO dal debito, come noi d’altronde, non può decidere niente senza l’assenso dei creditori, come spiegato da Draghi.
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Il periodico rimescolamento della solita melma con del liquame fresco lo chiamano, per obbligo di convenienza, “votare”; e a tale pratica ogni buon cittadino si dedica tutte le volte con una patetica illusorietà da alchimista, convinto com’è di riuscire a ricavare da quest’immonda fanghiglia acque pure e cristalline.
Giovanni Soriano

Viviana
Chi governa se ne sbatte di chi non vota.
E ormai se ne sbatte anche di chi vota.
Dal momento che per tenersi il potere non esita a rinnegare il proprio programma, a fare il contrario di quello che aveva promesso e ad allearsi col proprio nemico storico quando non ha ottenuto abbastanza voti per governare da solo.
Ormai la politica è ridotta a una lotta con accordi tra bande, una lotta del potere per il potere affinché resti sempre più solidamente e impunemente nelle mani di chi ce l’ha, impedendo a chi non ce l’ha di limitarlo, controllarlo o emendarlo.
Ma se la democrazia si è ridotta a un gioco di predoni che si mettono d’accordo tra loro per imbrogliare anche meglio la gente comune, sentire qualcuno che insiste a chiamare democrazia questo sistema mafioso è peggio che ridicolo, è da ignoranti o collusi.
C’è chi continua a parlare di democrazia numerica e di maggioranza democratica.
Ce ne vuole di faccia a dire queste sciocchezze, quando Renzi ha sul totale appena un 22% e non c’è sistema elettorale dove il 22% di un insieme possa essere chiamato legittimamente ‘maggioranza degli elettori’!
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GILIOLI
Ci si avvicina all’autunno con una grande paura: la produzione che non riprende, anzi; gli 80 euro che chi li prende non li spende, quindi consumi fermi; la Bce che chiede “cessioni di sovranità” e fa venire i brividi alla schiena; il ministro degli interni che tenta il vecchio trucco di spostare le tensioni su altro – i «vù cumprà», in questo caso – per evitare scoppi d’ira altrove diretti. Ecco: in tutto questo, in autunno ci sarà da fare una finanziaria, forse qualche manovra pure prima, vedremo.
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Giorgio N.
Renzi persona è, come il 99% dei politici, uno che non aveva un mestiere (intendo che si è reso conto di non sapere fare nulla di concreto nelle società) e che ha trovato il modo di realizzare il proprio progetto di vita personale e di sistemare la moglie ed in parte i tre figli tramite la carriera politica.
Non è né di destra né di sinistra. Semplicemente non è!
Le decisioni vere, quelle importanti intendo, vengono prese altrove. E questo è vero come è vero che la Terra è una sfera.
L’ultimo che prese decisioni per il “bene” del Paese lo fece 70 anni fa. Ma allora, a fronte di dissidi economici internazionali, si facevano ancora le guerre con gli eserciti tradizionali purtroppo…
Renzi è solo un pupo nelle mani dei pupari. Un pupo che ha accettato il ruolo di Orlando a Roncisvalle e tanto gli basta. Certo non avrebbe mai fatto la marionetta semplice buttata nello scatolone in mezzo alle altre. Lui voleva l’armadietto personale ed essere lucidato e spolverato ogni giorno. E tanto gli basta.

UN PAESE CHE SI AUTOANNIENTA
Viviana Vivarelli

Visto che tutto avviene in osservanza del più bieco neoliberismo, l’attentato all’art. 18 sta nella norma. Quella che non ci dovrebbe stare è, invece, l’assuefazione bovina e ormai ipertrofica del popolo del Pd ad ogni ulteriore efferatezza renziana spacciata per “riforma”, termine ormai entrato nell’immaginario pecorino con valenze magicamente positive, come la Dolce Euchessina, che “basta la parola”, evidentemente pensando che basti pronunciare la magica parola “riforma” per evacuare la crisi.
Dovrebbe essere chiaro a tutti (ma non lo è) che Renzi ha compiuto un “eccidio costituzionale”. Il golpe marcia a tappe forzate nell’acquescenza generale di un popolo stremati e ignorante a cui non è entrata in testa nemmeno la minaccia di commissariamento, la sentenza di fallimento del Governo Renzi, emessa da Draghi, la perdita di un ulteriore 0,2 % di Pil e l’ingresso ormai scontato nella deflazione (termine che nemmeno i migliori riescono a temere).
Fatichiamo a capire come i 5stelle in aula, che dopotutto fino a ieri erano privati cittadini ‘out casta’, trovino ancora il coraggio di continuare la loro battaglia, sempre più soli, sempre più impotenti, con alle spalle una popolazione torpida, ignara di democrazia e di economia, stolida, manipolata e suddita. Non riusciamo, però, nemmeno a capire quanto a fondo possa andare ancora l’Italia, che ormai è la Nazione più desolata d’Europa, con la crisi maggiore e sull’orlo del commissariamento. Quale peggio ci aspetta ancora? Renzi, attaccato agli 80 euro e all’Expo, appare ogni giorno di più un mentitore da strapazzo, una grottesca figura da burletta, antidemocratica e volgare, ma i media prezzolati non riescono ad andare al di là di tiepidi commenti, che sono messi ormai sempre più in sordina. Il debito pubblico è cresciuto di altri 100 miliardi, mentre i boiardi di Stato stanno più attaccati che mai ai loro stravizi e difendono ogni impunità. L’Italia ha perso ogni traccia di democrazia ma sotto i colpi cinici dell’iperliberismo anche la democrazia in Europa si è ridotta a una larva. L’unica speranza è che ne venga danno anche a quei magnati e finanzieri che ci hanno messi in queste condizioni con i loro giochi dissennati, così che facciano qualche sterzata utile al loro stesso interesse. Nel perdurare della crisi è sempre più evidente che le democrazie parlamentari devono essere rivisitate. L’Occidente è sempre più in crisi di fronte alla vivacità dell’America latina che si unisce in nuove leghe bancarie sotto la direzione della Cina e della Russia. Di fronte alla pochezza delle micropolitiche, le macropolitiche dei grandi colossi del mondo stanno scrivendo una nuova storia, Da questa storia l’Italietta dei Renzi e Berlusconi, dei Grasso e Boldrini, è avulsa per sempre.
La crisi europea è crisi del liberalismo politico che ha ormai perso ogni requisito di attendibilità e del liberismo economico che sempre più chiaramente porta l’Occidente alla rovina. Si è indebolito il rapporto che le democrazie parlamentari postulavano tra governanti e cittadini e questo è grave perché, per dirla con Edgar Morin: “Individuo e società esistono reciprocamente”. “La democrazia si fonda sul controllo dell’apparato di potere da parte dei controllati”. “La democrazia è più che un regime politico; è la rigenerazione continua di un anello complesso e retroattivo in cui i cittadini producono la democrazia che produce i cittadini”.
Ma se i cittadini rinnegano se stessi, se si vendono al mercato, se insistono nel votare e mantenere una casta imbelle che svende ogni nostro bene e diritto pur di tenersi uno straccio di potere, l’apparato non può che diventare sempre più oppressivo e iniquo, intollerabile alla fine. Per cui la bovina rassegnazione di pidiellini e piddini ha il gusto macabro ormai dei cimitero. Così quello italiano è una specie di suicidio collettivo inconsapevole ma allo stesso tempo fatale.
L’uomo si è separato dalla società. Il potere è ostile a entrambi, costituendo una specie di Stato sullo Stato, e a sua volta si è asservito al potere finanziario che è ormai l’unica forza che conta. Tutti i passi di Renzi vanno nel senso di questo depauperamento di democrazia e di rafforzamento di una cricca parassitaria guidata da una diarchia assoluta, ma coloro che sono stati defraudati di ogni sovranità e diritto non danno segno di vita, sembrano ogni giorno di più inerti ed esanimi. E non crediamo, quest’anno, che l’autunno porterà nuovi rigurgiti su questo mondo di morti.
L’opinione pubblica è stata manipolata in una nuova Matrix così da fare di noi dei complici dei peggiori e tutto a nostro danno. Siamo come pezzetti di legno trascinati dalla corrente, che non capiscono dove stanno andando.
Persi i valori civili, non siamo più né una comunità, né una Nazione, né una democrazia. Le ideologie sono sparite. Ma è sparito anche il senso di autodifesa personale, la reazione sana all’ignominia. Sono morti la consapevolezza, l’entusiasmo, il coraggio, lo spirito critico. Muore una Nazione. Parlare solo di crisi economica, a questo punto, è ridicolo.
E a quale punto basso siamo arrivati lo testimonia l’attaccamento cieco a due figure grottesche egocentrate come Renzi e Berlusconi.
La resistenza del ‘44 fu possibile perché esisteva una reazione contro gli invasori. Cosa accadrà oggi che un popolo senza spina dorsale non riesce nemmeno a vederli, i nuovi invasori? L’ipertrofia del liberismo ha prodotto l’inedia della democrazia e la fine del principio basico di sopravvivenza. Non ci sono più cittadini. Ci sono gli abulici, i rassegnati, i mafiosi, gli squadristi, i profittatori. Tutto il peggio è potuto accadere perché la fortezza dello Stato è stata aperta ai barbari e i cittadini hanno difeso talmente poco i propri valori da perderli completamente, perdendo se stessi.
Ormai abbiamo emarginato la possibile ‘resistenza’ di un popolo alla tirannide, perché essa nasce dalla testa e dal cuore, ma in questa disfatta non esistono più né testa né cuore, ma solo una marea dispersa e confusa, in cui i pochi resistenti nemmeno si capiscono e si uniscono tra loro, in una babele di egocentrismi ridicoli e sterili.
Dice Giulietto Chiesa: “Rimangono punti di “resistenza”, più o meno microscopici, incapaci di fronteggiare uno scontro epocale tra il Potere portatore di catastrofe e i diritti di ognuno. ”Occorrerebbe la partecipazione attiva, consapevole, di milioni di cittadini. Ma dove farla se i cittadini hanno rinnegato se stessi? L’idea dei 5stelle era buona: un nuovo concetto di sovranità popolare che trasferiva il potere agli elettori e limitava quello degli eletti. Ma come attuarlo se quelli che dovrebbero diventare i detentori della cosa pubblica si sono chiusi nel loro privato e vivacchiano solo per sopravvivere? Il sogno di una democrazia diretta è nei fatti troppo lontano dalla realtà, non perché sia di per sé irrealizzabile, ma perché l’ignavia degli Italiani e loro inerzia li trascinano verso il peggio. L’opposizione pensa solo a farsi delle guerre intestine. Resta solo l’autoritarismo, praticamente indisturbato. Eticamente, stiamo vivendo uno dei punti più bassi della nostra storia. Ormai è chiaro che la democrazia dei numeri è un’impostura semplicistica della sovranità popolare e in realtà l’anticamera della degenerazione oligarchica e del dispotismo”. Ma la democrazia diretta sembra ogni giorno più lontana, uccisa proprio da quelli che doveva liberare. Possiamo solo sperare nei corsi e ricorsi dell’esperienza storica che quando sembra arrivare ai suoi punti più bassi, ha prodotto da essa stessa quel balzo contro l’entropia che fa sempre arrivare a un livello superiore, ma in questa morta estate le mete sembrano sempre più lontane e gli Italiani sembrano diventati un esercito di zombi.
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EDGAR MORIN

Dice Morin che il mondo è “policentrico” per i processi di mondializzazione, demografici, economici, tecnici, ideologici, che non permettono più di distinguere un centro e una
periferia. Pur esistendo un crogiolo di differenze culturali, religiose, di pensiero, si può realizzare un “mercato comune delle idee” nella concezione di una coscienza planetaria. Da una parte la visione avanzata e ottimistica di Morin vede il progressivo indebolimento delle regioni di imperialismo, colonialismo, culto del dominio, sfruttamento, disprezzo
delle altre culture..mentre si espandono (o dovrebbero farlo) umanesimo, democrazia, desiderio di libertà, esercizio della ragione.. per cui egli postula una nuova Europa, non come dominio di una cricca liberista basata su banche e Borsa ma come una possibile confederazione di confederazioni, che si faccia modello al mondo.
E’ ovvio che tale sogno richiederebbe un governo democratico mondiale. Ma qui subentra un realismo pessimista che constata che a oggi non si può parlare né di una Europa realmente federale né di un super-Stato mondiale basato sulla democrazia. Per arrivare a ciò occorre innanzitutto una cultura planetaria ovvero una cultura della complessità. Ma l’umanità è ancora all’età del ferro. Occorre dunque civilizzare la civiltà ! E se non si allarga la presa di coscienza della salvezza comune della Terra non capiremo nemmeno il nostro comune destino planetario e non ci salveremo. Ma quello che il singolo governo non riesce a fare potrebbe in futuro venire a esistere per necessità dei popoli.
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Morin parla di educazione alla complessità, mentre oggi il sapere è iperspecializzato e le masse ne sono esenti. L’ignoranza favorisce le dittature. Il pensiero della complessità ha
molti padri nobili (come Stengers, Wiener, Bateson, Prigogine, Atlan, von Foerster, Ashby..)

Occorrerebbe favorire la circolarità dei saperi, con l’interdisciplinarità, così da avere una conoscenza che riflette su se stessa e si rende divulgabile ai più. Parlare di democrazia significa parlare di consapevolezza e questa non si può avere senza dati di conoscenza e senza capacità critiche. I cittadini dovrebbero essere in grado di possedere delle sintesi, per es. in diritto ed economia, che permettano loro di capire il mondo in cui vivono. Il sapere dovrebbe essere permanente, con un diverso lavoro scolastico e media che hanno anche un intento pedagogico. Chiama questo ‘democrazia cognitiva’. La democrazia è un sistema politico ma presuppone la riforma del pensiero. Appare subito ovvio che più il potere sarà autoritario, meno vorrà dei cittadini che capiscono e che pensano.
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Edgar Morin è uno dei pensatori più importanti del mondo attuale, autore di un sapere
fortemente anticipatorio capace di incidere allo stesso tempo sulle materie umanistiche e scientifiche. L’UNESCO lo ha definito “uno dei più grandi pensatori viventi”. Il suo
lavoro centrale e più importante è costituito da La Méthode, in 6 volumi e le sue oltre 50 opere sono tradotte e diffuse in tutto il mondo.
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LA DEMOCRAZIA DEI NUMERI

Ancora c’è chi ripete che la democrazia è il governo della maggioranza. Ma quello che ci hanno insegnato è monco e suicida.
Pensare che la democrazia sia solo la forza dei numeri ha reso possibile che attraverso vie democratiche e solo a forza di numeri prendessero il potere in modo autoritario persone come Hitler, Mussolini, Stalin, Franco, Peron, Milosevic, Putin..
La democrazia dovrebbe essere molto di più di una pura forza numerica.
Dovrebbe essere, anzitutto, la possibilità di accedere a informazioni veritiere con una stampa e una televisione libere e pluraliste.
Dovrebbe poi essere controllo degli eletti da parte degli elettori e possibilità da parte degli elettori di rimuovere gli eletti se indegni o traditori del programma.
Dovrebbe essere effettiva uguaglianza di tutti davanti alle leggi e possibilità per i cittadini di eliminare o modificare leggi fatte solo per la protezione o il potere degli eletti. E anche libertà dal timore del domani e dalla precarietà a vita.
Un sistema che aiuta ognuno ad aumentare le proprie conoscenza e la propria consapevolezza.
Un sistema che difende come prioritari i diritti dell’uomo, del cittadino e del lavoratore.
Sul piano politico, oggi, il numero degli elettori conta come il due di picche. Ciò che conta realmente è il profitto di gruppi di potenti che manipolano, plagiano e manovrano il corpo elettorale. Se il cittadino non sa e non capisce quello che vota, se i suoi interessi e bisogni sono sacrificati al profitto e al potere di grandi gruppi d’interesse che agiscono contro di loro, parlare di democrazia numerica è un paradosso. Abbiamo solo una gigantesca mistificazione ideologica.
Se mantieni il popolo in uno stato di ignoranza e lo fai votare, non hai democrazia, ma la non scelta di un popolo di inconsapevoli.
Avere il voto di dieci somari o di mille non cambia la valenza della democrazia.
La loro ignoranza la distrugge.
Non è il numero che fa la democrazia, ma la qualità degli elettori. E un governo che penalizza informazione e scuole e mantiene basso il livello di conoscenza dei cittadini è un governo che lavora solo per la dittatura..
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Alessandro

Declassare il Senato e lasciare intatta la Camera, formata sulla base di una legge elettorale ultramaggioritaria, permette al partito che prende più voti un dominio assoluto: dittatura della maggioranza e dittatura del leader sulla sua stessa maggioranza. Svuotare il Senato significa fare della Camera, unica assemblea elettiva, un organismo prono al volere del capo. Era il sogno di B: Renzi sta applicando il programma che B non era riuscito a realizzare.
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Ma quando il popolo si lascia abbindolare da dei truffatori e vota contro se stessi, non è il numero dei votanti che conferma la democrazia, e non di democrazia si tratta, ma di demagogia.
…e infatti le prime mosse dei 5stelle sono state nel senso di limitare gli eletti e farne dei funzionari al servizio dei cittadini, non diversamente da un avvocato o un commercialista al servizio di un cliente, con poteri limitati e a tempo e diritto di revoca e licenziamento, nominati solo e precisamente per fare gli interessi del cliente e curare i suoi bisogni.
Finché il popolo non riuscirà a imporre un sistema per limitare e controllare il potere, avremo la situazione opposta, in cui una piccola nomenclatura o, peggio, una persone o due persone associate, fanno interessi privati o di casta che col popolo non hanno niente a che fare.
Il bivio a cui si trova la democrazia parlamentare è oggi proseguire da una parte col rafforzamento della casta degli eletti a spese degli interessi collettivi, o limitarla e regolarla affinché curi gli interessi di tutti
Il discrimine che si pone come scelta necessaria è questo
Servire una casta di notabili che svende lo stato e i diritti costituzionali a cricche finanziarie pur di trattenere ad libitum la propria fetta di potere
O rovesciare il sistema parlamentare attuale che crea democrazia di nome ma non di fatto e ricostruire Costituzioni più democratiche con l’intervento di tutti come hanno fatto in Islanda
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STORIA CHE SI RIPETE
ROSARIO AMICO ROXAS

Anche Mussolini era convinto di non essere succube di Hitler e di poterlo tenere sotto controllo; quando si rese conto che si trattava di una illusione fantasiosa, era tropo tardi. Ci volle una guerra civile per neutralizzare, ma solo in parte, gli effetti nefasti e devastanti di quella innaturale alleanza, una guerra civile nella quale le forze sane della nazione si ritrovarono nell’identità nazionale che superava le divergenze ideologiche: la Resistenza documentò le grandi possibilità dell’Italia, che erano naufragate sotto i colpi distruttivi del nazi-fascismo.
Ora è il turno di Renzi, anche lui convinto di “non essere in mano a B” e non si accorge che B si serve di lui per pulirsi i piedi prima di rientrare nella “stanza dei bottoni” per riportarla ad essere la “stanza dei bottini”.
E’ l’ingenuità dello sprovveduto che minimizza i pericoli di una alleanza di fatto tra una persona che ha raccolto le ultime speranza del popolo italiano e lo ha nominato (non eletto) suo corifeo, e un condannato mantenuto in vita politica da una assurda alleanza.
Renzi non si accorge che B gioca con parecchie carte, oltre a barare senza pudore. Con l’inutile Al Fano è saldamente dentro la maggioranza e impone le sue scelte. Con altre carte appoggia il governo per le riforme, ma impone le sue condizioni. Con altre, infine, gestite risibilmente da Brunetta, falchi e pitonesse, gestisce la sola opposizione numericamente significativa. Vuole dimostrare di essere indispensabile alla nazione, addirittura necessario, novello “padre della Patria” che promuove una riforma del Senato assurda e una nuova legge elettorale anticostituzionale, mentre cerca di esaltare se stesso, per condizionare i magistrati che devono ancora giudicare le sue tante malefatte, autodefinendosi “padre costituente” e “padre nobile”. Ha adottato la regia della moderazione imposta dall’avv. Coppi, per non urtare ulteriormente l’opinione pubblica, le Istituzioni e, anche la magistratura che vorrebbe si trovasse nella condizione di “interpretare” le leggi, prima di applicarle (come accaduto con la discutibile assoluzione nel processo Ruby, del quale si attende il terzo grado di giudizio).
Come si può ben valutare, Renzi è succube della tracotanza berlusconiana; lo si vede anche quando sparge sulla nazione un ottimismo di facciata, ricalcando i passi di B, quando affermava “la crisi era solo psicologica”, Il duo sta conducendo l’Italia a una rinnovata catastrofe. Siamo impantanati in riforme che non servono mentre se ne dovrebbero fare per generare sviluppo e posti di lavoro. Così Renzi trascura gli interessi collettivi per soddisfare gli interessi personali di un pregiudicato.
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IL CAIMANO E LA LUCERTOLA
Mario Miguel

Quando il Caimano, rimasto sprovvisto di incisivi referenti politici, decise, nei primi anni novanta, di entrare in politica aveva due obiettivi fondamentali: a) tutelare le proprie aziende operanti in regime di monopolio e di totale arbitrio ( in assenza di normative chiare dedicate al nascente sistema della Tv privata ); b) garantirsi una immunità-impunità per via del suo oscuro passato di imprenditore edile capace di muovere vagonate di miliardi di dubbia provenienza.
Quel che accadde alle politiche del ‘94 e nei successivi sedici anni è andato ben oltre le sue aspettative. Neanche lui si aspettava che l’opposizione della Sinistra potesse essere così inadeguata, tronfia e becera. Quei due obiettivi degli inizi si sono via via arricchiti di tante smodate, ambiziose finalità, tanto da essere stato capace di compiere immani evasioni fiscali, di far approvare decine di terrificanti leggi ad personam, di imporre un asfittico regime di monopolio dell’informazione, e di far eleggere a delicati ruoli istituzionali decine di soggetti provenienti da ambienti malavitosi e da quello della prostituzione, trascurando in modo delinquenziale gli interessi generali del Paese.
Questo specchiato curriculum politico, per il quale ha subito esemplari condanne penali, ha invogliato la Sinistra (ancor più inadeguata, tronfia e becera) a stabilire con il Caimano un patto d’acciaio per dar vita a importanti riforme costituzionali. Illudendosi, forse, che il processo di espansione smisurato degli obiettivi predatori dello stesso sia ormai poca cosa ? O piuttosto ritenendo di poterlo sostituire con un rettile politico di stazza assai minore ma non meno simpatico nei modi e perfettamente omologo nella spregiudicatezza decisionale…
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QUANDO SUL BRITANNIA SI DECISE LA SORTE DELL’ITALIA
berluscameno

Per non dimenticare
Tutto è ormai perduto: la nostra debole democrazia è stata svenduta da tempo.
Ministro Scotti: “Tutto nacque da una comunicazione riservata fattami dal capo della polizia Parisi che, sulla base di un lavoro di intelligence svolto dal Sisde e supportato da informazioni confidenziali, parlava di riunioni internazionali nelle quali sarebbero state decise azioni destabilizzanti sia con attentati mafiosi sia con indagini giudiziarie nei confronti dei leader dei partiti di Governo”.
Una delle riunioni di cui parlava Scotti si svolse il 2 giugno del 1992, sul panfilo Britannia, lungo le coste siciliane. Sul panfilo c’erano alcuni appartenenti all’élite di potere anglo-americana, come i reali britannici e i grandi banchieri delle banche a cui si rivolgerà il Governo italiano durante la fase delle privatizzazioni (Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers).
In quella riunione si decise di acquistare le aziende italiane e la Banca d’Italia, e come far crollare il vecchio sistema politico per insediarne un altro, completamente manovrato dai nuovi padroni.
A quella riunione parteciparono anche diversi Italiani, come Mario Draghi, allora direttore delegato del ministero del Tesoro, il dirigente dell’Eni Beniamino Andreatta e il dirigente dell’Iri Riccardo Galli.
Gli intrighi decisi sulla Britannia avrebbero permesso agli anglo-americani di mettere le mani sul 48% delle aziende italiane, fra le quali c’erano la Buitoni, la Locatelli, la Negroni, la Ferrarelle, la Perugina e la Galbani.
La stampa martellava su “Mani pulite”, facendo intendere che da quell’evento sarebbero derivati grandi cambiamenti.
Nel giugno 1992 si insediò il Governo di Giuliano Amato, personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell’Italia. Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a Consultare il centro del potere finanziario internazionale: le tre grandi banche di Wall Street, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers e trasformò gli Enti statali in Società per Azioni, valendosi del decreto Legge 386/1991, in modo tale che l’élite finanziaria li potesse controllare, e in seguito rilevare.
L’inizio fu concertato dal Fondo Monetario Internazionale, che, come aveva fatto in altri paesi, voleva privatizzare selvaggiamente e svalutare la nostra moneta, per agevolare il dominio economico-finanziario dell’élite. L’incarico di far crollare l’economia italiana fu dato a George Soros, un cittadino americano che tramite informazioni ricevute dai Rothschild, con la complicità di alcune autorità italiane, riuscì a far crollare la nostra moneta e le azioni di molte aziende italiane.
Soros ebbe l’incarico da parte dei banchieri anglo-americani di attuare una serie di speculazioni, efficaci grazie alle informazioni che riceveva dall’élite finanziaria, e fece attacchi speculativi degli hedge funds per far crollare la lira. Così, il 5 novembre del 1993 la lira perse il 30% del suo valore, e anche negli anni successivi subì svalutazioni. Nonostante i disastri delle privatizzazioni, le nostre autorità governative non hanno alcuna intenzione di rinazionalizzare le imprese allo sfacelo, anzi, sono disposte ad utilizzare denaro pubblico per riparare ai danni causati dai privati.
L’attacco speculativo contro la lira del settembre 1992 era stato preceduto e preparato dal famoso incontro del 2 giugno 1992 sullo yacht “Britannia” della regina Elisabetta II d’Inghilterra, dove i massimi rappresentanti della finanza internazionale, soprattutto britannica, impegnati nella grande speculazione dei derivati strutturati , come la S. G. Warburg, la Barings e simili, si incontrarono con la controparte italiana guidata da Mario Draghi, direttore generale del ministero del Tesoro, e dal futuro Ministro Beniamino Andreatta, per pianificare la privatizzazione dell’industria di stato italiana.
A seguito dell’attacco speculativo contro la lira e della sua immediata svalutazione del 30%, la privatizzazione sarebbe stata fatta a prezzi stracciati, a beneficio della grande finanza internazionale e a discapito degli interessi dello stato italiano e dell’economia nazionale e dell’occupazione.
Stranamente, gli stessi partecipanti all’incontro del Britannia avevano già ottenuto l’autorizzazione da parte di uomini di Governo come Mario Draghi, di studiare e programmare le privatizzazioni stesse. Ci si riferisce per esempio alla Warburg, alla Morgan Stanley, solo per fare due tra gli esempi più noti. L’agenzia stampa EIR (Executive Intelligence Review) ha denunciato pubblicamente questa sordida operazione alla fine del 1992 provocando una serie di interpellanze parlamentari e di discussioni politiche che hanno avuto il merito di mettere in discussione l’intero procedimento, alquanto singolare, di privatizzazione.
I complici Italiani furono il Ministro del Tesoro Piero Barucci, l’allora Direttore di Bankitalia Lamberto Dini e l’allora governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi. Altre responsabilità vanno all’allora capo del Governo Giuliano Amato e al Direttore Generale del Tesoro Mario Draghi. Alcune autorità italiane (come Dini) fecero il doppio gioco: denunciavano i pericoli ma in segreto appoggiavano gli speculatori.
Amato aveva costretto i sindacati ad accettare un accordo salariale non conveniente ai lavoratori, per la “necessità di rimanere nel Sistema Monetario Europeo”, pur sapendo che l’Italia ne sarebbe uscita a causa delle imminenti speculazioni.
Gli attacchi all’economia italiana andarono avanti per tutti gli anni Novanta, fino a quando il sistema economico- finanziario italiano non cadde sotto il completo controllo dell’élite.
Nel gennaio del 1996, nel rapporto semestrale sulla politica informativa e della sicurezza, il Presidente del Consiglio Lamberto Dini disse: “I mercati valutari e le borse delle principali piazze mondiali continuano a registrare correnti speculative ai danni della nostra moneta, originate, specie in passaggi delicati della vita politico-istituzionale, dalla diffusione incontrollata di notizie infondate riguardanti la compagine governativa e da anticipazioni di dati oggetto delle periodiche comunicazioni sui prezzi al consumo… è possibile attendersi la reiterazione di manovre speculative fraudolente, considerato il persistere di una fase congiunturale interna e le scadenze dell’unificazione monetaria”.
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MASADA n° 1557 16-8-2014 ROMANZO – UNA SECONDA POSSIBILITA’- CAPITOLO 9

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Viviana Vivarelli

Il mio amico omosessuale – I segni sincronici – L’essenza di una coppia

Dicono alcuni che l’amore è un bambino
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo
e alcuni che è un’assurdità…
Si può fare una buona meditazione
su una segna o su uno Steinway da concerto?..
La verità grave, vi prego, sull’amore…
Busserà la mattina alla mia porta
o là sul bus mi pesterà un piede? …
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull’amore
.”

Wystan Hugh Auden

Enrico è il migliore amico che ho. Lo penso spesso e sempre con un sorriso e con
dolcezza. Come tanti amici e amiche che ho avuto la fortuna di trovare, è stato in altri tempi un mio allievo, non so più in quale mio corso, ché ormai di corsi divulgativi per adulti ne ho fatti tanti e su argomenti molto diversi, ma lo conosco ormai da tanti anni e in questo arco di tempo ho assistito alla sua trasformazione.
Quando lo vidi le prime volte a lezione, mi aveva colpito e mi aveva divertito per il suo esibizionismo pignolo. Sempre in prima fila, sempre pronto a fare interventi intelligenti o provocatori, spesso ironico o addirittura sarcastico, con una grande capacità di intrattenere e divertire gli altri ma anche con una mania per l’esattezza, la precisione, la storicità, quasi maniacali che lo distinguevano fra tutti. Una mente brillante, interessi versatili, una visione dritta e perspicace, una memoria di ferro.
Enrico ha una mente molto logica, acutezza e prontezza di riflessi ma anche un cuore poetico, una sensibilità pudica e timida che dovevo scoprire poi.

Scuro di pelle e facile all’abbronzatura, magro e scattante, ha un viso da levantino e una innata eleganza, attenta alle nuance e agli accostamenti, attentissimo alle parole. Avrei dovuto subodorare le sue tendenze da esteta già dalle cravatte insolite che sceglieva, dagli accostamenti squisiti del colore della camicia con quello della cravatta, dal taglio distinto degli abiti, dalla cura dei particolari, dall’Ipod ultimo modello alla valigetta in cuoio nero, all’orologio sobrio ma di marca. Grande musicofilo, attentissimo all’esecuzione, esperto conoscitore di orchestre e di strumenti, è difficilissimo scegliergli un cd, e una volta che ci provai per fargli un regalo, mi riempì di particolari con richieste assurde di esecuzioni perfette e introvabili, e altre esigenze impossibili che mi tolsero per sempre la voglia di esaudirlo.
In tante cose così è di un formalismo pignolo che non accetta deroghe.
La sua impeccabilità è palese già dal modo con cui scrive. Spesso con brevi frasi con punto e a capo, in un modo quasi marziale, come se scandisse un tempo militaresco o facesse continue asserzioni. Sembra non conoscere formule dubitative, accoglienze oscillanti, possibilismi precari, è come uno che trancia giudizi ed è sempre troppo sicuro di sé. Le cose sono così e così devono essere.
Ha le caratteristiche del figlio unico troppo intelligente che si è staccato nettamente dall’ambiente contadino da cui proviene, conservando una ruvidezza affettiva di base su cui ha costruito una personalità raffinata ed esigente.
Eppure tutta questa impeccabilità, questa presunta sicurezza, questa mania pignola per cose esteriori e questa incisività per valutazioni sociali, celano una insicurezza di fondo, sono come la maschera o lo scudo per nascondere una grande tenerezza affettiva. Enrico è un duro dal cuore di panna.
Enrico è l’amico più fedele che ho e non è l’amico migliore solo per me, ma per tutti coloro a cui ha dato il suo cuore. E’ generoso di sé, della sua attenzione, del suo aiuto, del suo affetto.
Mi manda spesso per e mail dei video che pesca su face book e che sono sempre storie tenerissime e strappalacrime.
Ne ricordo uno in cartoni animati dove una bambina dell’asilo voleva coinvolgere nei suoi giochi un bambino paraplegico, che non poteva né muoversi né parlare e lei gli legava ai polsi o alle caviglie delle cordicelle che legava alle proprie mani per muoverlo e fargli tirare un calcio al pallone o fargli fare dei giochi con lei. Poi il bambino muore e la bambina diventa grande ed è diventata una insegnante di bambini con problemi e porta ancora legate ai polsi come braccialetti quelle cordicelle con cui faceva muovere il bambino malato, come se fosse normale.
In un altro di questi video si vede una squadra di bellissimi e tostissimi atleti di basket impegnati allo stremo in una intensissima partita. Ma sono tutti su sedie a rotelle. E giocano accaniti mettendocela tutta per fare canestro, in un match fortissimo e esaltante dove si mostra tutto lo spirito di squadra, la partecipazione a un divertimento comune. Poi, quando la partita è finita, ecco che si alzano tutti dalle sedie a rotelle. Meno uno. L’unico con handicap reale.
Enrico è così: tenero dentro. Non manifesta il suo affetto con regali, ma se uno ha bisogno di lui, lui c’è. E io so che basta che gli dica che ho qualche problema che si attiva e si mette in quattro per aiutarmi. E’ sempre super occupato, ma per gli amici il tempo, sempre, lo trova. E non parlerà mai, nemmeno sotto tortura, male di un suo amico né lo tradirà. Enrico è un cuore eternamente fedele. A suo modo, sotto la sua scorza sarcastica e pignola, è una delle persone più idealiste e morali che conosca.
Gran selettivo, ovviamente non può apprezzare tutti, ma sa discernere e questo lo ha portato nel tempo a grandi solitudini, salvo il costante impegno con la famiglia.
Proveniente da radici molto terrene e concrete, molto solide e contadine, come si sia
sviluppata una pianta così sofisticata, intelligente, complessa come lui, lo sa solo il Cielo. Posso paragonarlo a un’orchidea che si sviluppa sul tronco abbattuto di un castagno.
Ogni tanto Enrico mi invita ogni tanto a fare qualche perlustrazione nell’alta cucina, pescando dalle referenze dei locali migliori, i ristoranti più sofisticati della regione e grazie a lui ho passato delle giornate d’incanto, non solo girando campagne e monti, ma assaggiando dei veri prodigi culinari e chiacchierano molto piacevolmente di qualsiasi cosa perché Enrico è un convitato piacevolissimo, intelligente e brillante che dà luce a chiunque tocchi. Devo dire che, da gran gourmeur, coi ristoranti non sbaglia un colpo e quando esco con lui so che avrò una esperienza indimenticabile, non solo di tavola ma anche di socializzazione col cuoco o col padrone del locale, un indottrinamento di prodotti del territorio e patrimonio gastronomico, una immersione in una cultura italiana che unisce tradizione e gusto, storia e radici, accoglienza e civiltà.
Credo che mio marito avrebbe molto apprezzato i locali in cui mi porta, ma, per un suo pudore, ha sempre preferito non venire con noi come non è mai venuto con nessuno dei miei amici o amiche.
Quando l’ho conosciuto, Enrico aveva passato i 30 anni e, malgrado la sua intelligenza e la sua cultura (è laureato e lavora in una società informatica), aveva una vita sociale scarsa, senza grandi amici o con un gruppo piuttosto anomalo rispetto a lui e piuttosto deprimente di amici di vecchia data, uno più scombinato e meno realizzato dell’altro, ma la cosa più grave è che non aveva una vita sessuale, non l’aveva proprio mai avuta.
Mi chiedo se la pignoleria con cui sceglieva le cose che entravano nella sua vita e
gestiva i suoi pensieri o il modo precisino e assertivo con cui comunicava, con un misto di esibizionismo e sarcasmo, non dipendessero proprio anche dall’assenza di una vita sessuale e affettiva piena, di una ricerca che, non avendo ancora capito se stessa, si esauriva in un perfezionismo formale e logico che doveva servire anche da riempitivo per una mancanza più profonda. Un apparato di dettagli esterni che surrogava una mancanza intima, per cui l’energia, non trovando uno sbocco sessuale adeguato in uno scopo di massima, si esauriva nella formalità di particolari di contorno.
E’ strano pensare che proprio le persone che stimiamo più sicure, più forti, più incisive possano essere quelle più fragili, nascoste, meno rivelate.
Occorreva una rivelazione.
Vorrei citare un episodio relativo alla sincronicità in cui la rivelazione cominciò a farsi
evento concreto.
La sincronicità è l’incontrarsi, assolutamente non fortuito, di un evento esterno che in
qualche modo si fa simbolo di un evento interno come se lo sottolineasse. La natura fuori di noi incontra l’anima dentro di noi.
Era venuta da me una signora in forte depressione, Maria Teresa.
Ricca, intelligente, bionda e con occhi azzurri, dura di carattere, di professione insegnante. Aveva abbandonato da 12 anni la sua terra, la Puglia, il marito e il figlio maggiore e da 12 anni non li aveva visti mai più.
12 anni prima le era morto il figlio minore, di 14 anni, in un tremendo giorno di dicembre. Il giorno del compleanno di Luca, gli avevano regalato un motorino e con quello il ragazzo si era immediatamente sfracellato contro il pulmino della scuola. Maria Teresa era attaccatissima a questo figlio piccolo, mentre i rapporti col marito e l’altro figlio erano tesi e con quella morte tragica la famiglia era andata in pezzi in una separazione fatale.
Fine modulo
Per 12 anni Maria Teresa era rimasta bloccata, lei, come erano rimasti bloccati i suoi famigliari, in una situazione di dolore e di impotenza, ognuno ghiacciato nella propria posizione inflessibile per dodici anni, ognuno fisso e incapace di evoluzione.
12 anni, ma il 12 è anche la cifra di un ciclo che si chiude.
Ed ecco che siamo di nuovo a dicembre, il 12 dicembre, dodicesimo mese del dodicesimo anno dalla morte del figlio, e Maria Teresa viene da me a raccontarmi la sua storia e la sua disperata depressione. Siamo arrivati al culmine, momento finale in cui si inverte il ciclo tenebre-luce, e Maria Teresa viene a dirmi che ha fatto un sogno: nella sua cantina c’è un ghiacciolo che scende dal soffitto come stalattite e dentro cu sono tre coccinelle prigioniere. Il sogno le fa venire in mente un documentario che ha appena visto in cui d’inverno una famiglia di coccinelle resta congelata in un ghiacciolo ma, quando i tepori della primavera sciolgono il ghiacciolo, le coccinelle tornano in vita e vanno ognuna per la sua strada.
Mentre Maria Teresa racconta questo, si accorge che, alla sua sinistra sul tavolo piccolo, zampetta una coccinella vera, e ciò è sorprendente perché in inverno non si vedono coccinelle. La notte prima ha sognato anche di avere un bambino bellissimo, di otto mesi, ma con un solo occhio azzurro e verde al centro della fronte ed era molto contenta di questo nuovo figlio. Un chiaro sogno di rinascita attraverso l’intuizione, azzurro è il colore della spiritualità, verde quello del cuore.
Io la rassicuro, le dico che il periodo del suo lutto è finito. Il ciclo del grande dolore si è chiuso. 12 è un numero completo. Col dicembre del dodicesimo anno siamo arrivati a una svolta. La svolta ci sarà per tutti e tre i prigionieri, che sono rimasti congelati troppo a lungo nel loro dolore. Ognuno si riprenderà e riprenderà il suo cammino, ma ognuno andrà per una strada diversa e non torneranno ad essere una famiglia. Questa è la mia lettura del sogno.
Un po’ rinfrancata, Maria Teresa torna a casa. Ed ecco che mi telefona molto emozionata: ha trovato in un cassetto un ciondolino d’oro a forma di coccinella che aveva perduto da anni e le era stato regalato proprio dal suo figlio morto.
Di nuovo, con apparenza causale, riappare la coccinella, segno che l’inverno del cuore è finito e che la vita farà la sua svolta benefica. Il sogno, la coccinella vera e quella d’oro sono tutti segni di buona fortuna e di rinascita. Si può sperare che la situazione, miracolosamente, si sbloccherà.
Io sono molto contenta che gli eventi abbiano dato il loro segnale di risoluzione. E scrivo una e mail a Enrico per raccontargli quanto avvenuto. Non so perché sento di doverla scrivere proprio a lui e non ad altri, ma così faccio, come se la cosa dovesse riguardarlo. Enrico è in ufficio, sta lavorando, ma legge la mia lettera di straforo. E subito mi risponde perché è accaduto un altro evento sincronico straordinario.
Mi racconta, stupito, che, mentre leggeva la mia mail, una coccinella vera è arrivata sul
video del suo computer. E siamo sempre a dicembre. E non é tempo di coccinelle.
Dunque se Maria Teresa deve svegliarsi dal suo lutto dalla sua assenza di vita, anche il mio amico Enrico è prossimo a un risveglio, deve riprendere la sua vita da un’altra prospettiva e questo sarà per lui un mutamento totale. Avrà una seconda possibilità. E infatti accade che Enrico scopre (o forse sarebbe meglio dire “accetta”), anche se lo fa davvero tardi, di essere gay.
E la sua vita si trasforma. Quella parte di sé che non si è mai realizzata, che si è sfinita nella perfezione dei dettagli, nella scelta dei colori, nell’esecuzione dei brani musicali, nella perfezione delle parole, nella nitidezza dei giudizi, ecco che ha trovato un’altra finalità esistenziale, un altro scopo: in una sessualità finalmente riconosciuta.
Io assisto a qualcosa che sembra un miracolo: la gioia di una persona che scopre se
stessa e rinasce a vita nuova, che ha una nuova primavera.
Enrico ne è galvanizzato. Il cambiamento nella sua esistenza è colossale, è come
un bambino che scopre il gelato, un cagnolino che trova i prati, un prigioniero che
torna in libertà. La sua smania di conoscere e di sperimentare non ha limiti e vorrebbe parteciparmi tutti i particolari delle sue scoperte, del suo nuovissimo e inesplorato piacere. Io ne sono imbarazzata, capisco la sua necessità di raccontare a qualcuno le sue rivelazioni, di allargare il piacere col resoconto, il rivissuto, l’assaporare della memoria dei suoi nuovi incontri casuali, ma io sono troppo severa e morigerata e questa rivelazione dell’intimità altrui non fa al caso mio. Non sono adatta. Non ascolto volentieri nessun dettaglio di sesso né omosessuale né eterosessuale. Mi imbarazza. Non sarei l’ascoltatrice giusta. Oltre a ciò sono seriamente preoccupata perché la sessualità tra omosessuali è una storia completamente diversa da quelle tra un uomo e una donna, per le complessità e le remore culturali che una donna ha di suo, per le complicazioni di costume che mette nel rapporto, per le implicazioni di natura affettiva, per i preliminari che richiede,
per i rovesci sentimentali, per tutta una serie di doveri e diritti che insorgono. Nel mondo omosessuale è tutto diverso, genuino, immediato e dritto allo scopo.
Ci sono luoghi dove i gay si incontrano e il rapporto è immediato, viene prima della
conoscenza. Ma questi luoghi possono anche avere, secondo me, una loro pericolosità sociale o sanitaria e cerco di mettere in guardia Enrico che è partito allo sbaraglio come un esploratore galvanizzato dalla scoperta di un pianeta sconosciuto.
Ma il destino lo aiuta e, dopo una serie di approcci puramente sessuali con partner appena conosciuti, si innamora.
E’ l’innamoramento tra due persone dello stesso sesso identico, incantevole e
appassionante come l’innamoramento tra due persone di sesso diverso.
E’ lo stesso identico prodigio della natura.
Ora sono 16 anni che Enrico e il suo compagno si amano e il loro amore sta vincendo quello di tante coppie eterosessuali che sono arrivate al capolinea molto prima. Hanno tra loro lo stesso trasporto, la stessa tenerezza, le stesse coccole di quando di sono conosciuti.
Lino è una persona tenera e dolce, è molto buono e gentile. E’ più piccolo di lui e ha un grande garbo e una fine leggerezza. Sembra un bambino o un folletto. Di una intelligenza diversa dalla sua, più pacata e conciliante, è molto tranquillo, un po’ timido con gli estranei. Ha la pelle rosea e liscia di un bambino e un’aria molto giovanile. Enrico e Lino abitano in due case separate, nessuno dei due ha parlato in famiglia della sua sessualità, nel loro lavoro i loro colleghi non sanno nulla della loro situazione. Secondo la legge italiana non possono sposarsi. Secondo la morale diffusa non possono baciarsi in pubblico e nemmeno tenersi la mano.
Quando Enrico mi invita, c’è sempre anche Lino e io non sono il terzo incomodo, sono il loro angelo tutore, sono sempre sinceramente felice di vederli e constato come l’uno cambia l’altro e quanto siano insieme felici.
I padroni dei ristoranti dove andiamo pensano che io sia la mamma di uno
dei due di entrambi, o la zia o qualche altra parente stretta. Io guardo felice il loro amore tenero, mi fa piacere stare con loro, come fa piacere a tutti stare con persone che emanano amore. Sono felice della loro gioia.
Spesso nelle nostre escursioni ci sono altri amici gay, ho imparato a conoscerli ed amarli. Non so se dipenda dalle persone che i miei amici scelgono ma sono sempre persone gentili, interessanti, spesso colte, con una sensibilità più ricca, con più sfumature, spesso gusto estetico.
Dicono che un gay è il migliore amico di una donna, ma certo quelli che ho conosciuto sono tutti persone piacevolissime, di grande sensibilità.
Enrico è cambiato. Non è più l’elegante e perfezionista dandy di un tempo. E’ più libero e sciolto. Indossa anche certe cose che Lino gli regala e che non credo che lui avrebbe comprato mai. Non so se la sua casa sia ancora rigorosamente solo azzurra. Anche il suo modo di scrivere è cambiato. Non è più così pignolo e assertivo. Non va più a capo ad ogni punto. Ha preso come una sfumatura più ricca e complessa. Da Lino ha acquisto una maggiore rilassatezza, un accettazione più fiduciosa della vita. Io vedo come fiorisce il loro amore e vedo con piacere quanto faccia bene a ognuno dei due.
Perché non possono essere una famiglia?
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INDICE ROMANZO

CAPITOLO 1 : http://masadaweb.org/2014/07/13/masada-n-1545-13-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-1/

Regressioni a vite precedenti – La guarigione a distanza – Le visualizzazioni- I numeri simbolici

CAPITOLO 2 : http://masadaweb.org/2014/07/17/masada-n-1546-17-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-2/

Le malattie psicosomatiche – Induzione e ipnosi come forma di terapia – Le verruche

CAPITOLO 3 : http://masadaweb.org/2014/07/22/masada-n-1547-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-3/

Tutto comincia dalla testa – Talismani: la croce di Ankh – Rievocare altre vite o momenti traumatici del passato – Incubi ricorrenti – Leggere negli altri una storia fatta di tante storie

CAPITOLO 4 : http://masadaweb.org/2014/07/28/masada-n-1550-28-7-2014-una-seconda-possibilita-romanzo-capitolo-4/

Isobare psichiche – Rane – La lezione del dolore – La lezione del piacere – La sessualità sacra – La verginità eterna – Ma cos’è l’orgasmo? – Eiaculazione precoce, vaginismo e omosessualità

CAPITOLO 5 : http://masadaweb.org/2014/07/29/masada-n-1551-29-7-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-5/

Pene d’amore – Il tradimento – La trasgressione – Amare l’impossibile

CAPITOLO 6 : http://masadaweb.org/2014/08/06/masada-n-1552-6-8-2014-una-seconda-possibilita-romanzo-capitolo-6/

La casa infestata – Sogni premonitori – Messaggi dall’al di là – Le vite precedenti

CAPITOLO 7 : http://masadaweb.org/2014/08/13/masada-n-1554-13-8-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-7/

Storia di Deneb – Testimonianze sulla premonizione – Sentirsi estranei a questo mondo – Rispettare la propria unicità – La diversità è un dono – I prescelti

CAPITOLO 8 : http://masadaweb.org/2014/08/13/masada-n-1555-13-8-2014-romanzo-una-seconda-possibilita-capitolo-8/

Le discriminazioni – La cultura è il frutto del potere – Rifiuto sociale delle diversità – Chiaroveggenza – Il motivo per cui siamo venuti a nascere – Un compito che si realizza in più esistenze successive – Profezia – Il terzo occhio – L’archivio globale
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MASADA n° 1558 17-8-2014 MONTE SOLE

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Poco tempo fa due amici mi hanno portato con loro a fare una gita. E’ stata una giornata intensa e perturbante nel parco di Monte Sole, dove sono i resti del più grande eccidio nazista dell’ultima guerra mondiale. Si vedono ancora le rovine delle povere casupole in pietra che furono date alle fiamme dai nazisti dopo che tutta popolazione era stata massacrata e siamo entrati nel piccolo cimitero dove sono i resti della chiesetta minuscola dove il parroco fu trucidato insieme a 195 persone, tutte donne, vecchi e bambini che si erano ammassate là attorno a lui per scampare alla furia nazista. I bambini erano 50.
L’impatto negativo e atroce provato nel piccolo cimitero non lo dimenticherò mai più. Era come se davanti ai resti della piccola chiesa ci fosse stata la formazione di una cupola bassa e larga formata da tante energie addossate strettamente l’una all’altra e il tutto sprigionava una tale impressione di orrore e di sofferenza che mi ha colpito allo stomaco e alla testa. Pur essendo tante, erano una energia sola, compatta e terribile. Orrore allo stato puro. Credo che se fossi rimasta un altro po’ lì sarei svenuta. Quella notte non ho dormito. Pensavo di essere stanchissima e di avere molto sonno ma non mi è stato possibile prendere sonno, ero troppo scossa.

Riprendo da Wikipedia:

Salvatore Quasimodo ha scritto sull’epigrafe alla base del faro monumentale che sorge sulla collina di Miana, sopra Marzabotto:
« Questa è memoria di sangue, di fuoco, di martirio, del più vile sterminio di popolo, voluto dai nazisti di von Kesselring, e dai loro soldati di ventura, dell’ultima servitù di Salò, per ritorcere azioni di guerra partigiana. »

L’eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto, dal maggiore dei comuni colpiti) fu un insieme di stragi compiute dalle truppe nazi-fasciste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno alle pendici di Monte Sole in provincia di Bologna, nel quadro di un’operazione di un rastrellamento di vaste proporzioni diretto contro la formazione partigiana Stella Rossa.
La strage di Marzabotto fu uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche e fascisti italiani in Europa occidentale durante la seconda guerra mondiale.
Gli eccidi compiuti da nazisti e fascisti (ormai in fuga) colpirono i tre comuni durante l’estate-autunno 1944 e causarono complessivamente la morte di 955 persone. In particolare la strage nazista del 29 settembre – 5 ottobre 1944 produsse 770 morti. Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi ebbero poi anche 721 morti per cause varie di guerra. Il totale fu di 1676 vittime.
Nel cimitero di Casaglia la lapide dice:
« La nostra pietà per loro significhi che tutti gli uomini e le donne sappiano vigilare perché mai più il nazifascismo risorga. »

I tre sacerdoti martiri di Monte Sole: don Ferdinando Casagrande (30 anni),don Giovanni Fornasini (29 anni), don Ubaldo Marchioni (30 anni)

Dopo il Massacro di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, gli eccidi nazifascisti contro i civili sembravano essersi momentaneamente fermati. Ma il feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa, e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione partigiana. Già in precedenza Marzabotto aveva subito rappresaglie, ma nessuna fu così grave come quella dell’autunno 1944.
Capo dell’operazione fu il maggiore Walter Reder.
La mattina del 29 settembre, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che soldati della Wehrmacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno, utilizzando anche armamenti pesanti. «Quindi le truppe si mossero all’assalto delle abitazioni, delle cascine, delle scuole», e fecero terra bruciata di tutto e di tutti.
Nella frazione di Casaglia di Monte Sole la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta. I Tedeschi irruppero, uccidendo con una raffica di mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 195 vittime, di 28 famiglie diverse tra le quali 50 bambini. Fu l’inizio della strage. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La violenza dell’eccidio fu inusitata: alla fine dell’inverno fu ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini. Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il numero delle vittime civili era spaventoso: 770 morti. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare sull’eccidio furono negate dalle autorità fasciste della zona e dalla stampa locale (Il Resto del Carlino), che dissero che erano diffamatorie; solo dopo la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l’entità del massacro.
Al termine della seconda guerra mondiale, Walter Reder fu processato e nel 1951 condannato all’ergastolo. Il 14 luglio 1980 il tribunale militare di Bari gli concesse la libertà condizionale, aggiungendo però un periodo di trattenimento in carcere di 5 anni, “salva la possibilità per il governo di adottare provvedimenti in favore del prigioniero”. Il 23 gennaio 1985, Craxi decise di liberare anticipatamente Reder. A suo favore erano intervenuti a suo tempo sia il Governo austriaco che quello tedesco. Reder morì a Vienna nel 1991.
Nel 2006 ha avuto inizio il processo contro 17 imputati, tutti ufficiali e sottufficiali della 16. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, dopo la scoperta nel 1994, di 695 fascicoli di inchiesta presso la sede della Corte Militare d’Appello di Roma. Questi fascicoli, segnati con il timbro della “archiviazione provvisoria” datata 1960 e conservati in un armadio rivolto verso il muro, il cosiddetto “armadio della vergogna”, rimasto chiuso fino alla scoperta avvenuta nel 1994, contenevano i dati riferiti a numerosi ufficiali delle SS responsabili di crimini di guerra dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945.
Il 13 gennaio 2007 il Tribunale Militare della Spezia ha condannato all’ergastolo dieci imputati per l’eccidio di Monte Sole, ritenuti colpevoli di violenza pluriaggravata e continuata con omicidio.
I condannati, tutti in contumacia, sono:
Paul Albers, aiutante maggiore di Walter Reder;
Josef Baumann, sergente comandante di plotone;
Hubert Bichler, maresciallo delle SS;
Max Roithmeier, sergente;
Adolf Schneider maresciallo capo;
Max Schneider, sergente;
Kurt Spieler, soldato.
Heinz Fritz Traeger, sergente;
Georg Wache, sergente;
Helmut Wulf, sergente.
Il 7 maggio 2008 la Corte Militare d’Appello di Roma ha confermato gli ergastoli della sentenza di primo grado, e ha condannato alla stessa pena Wilhelm Kusterer, il quale era stato assolto in primo grado. Il processo si è concluso con la morte di Paul Albers, l’unico ad aver presentato ricorso in Corte di Cassazione.

Nella piccola frazione di Casaglia di Monte Sole don Giuseppe Dossetti volle insediare la comunità religiosa Piccola Famiglia dell’Annunziata.
L’estesa area della strage è stata trasformata in parco storico regionale (Parco di Monte Sole) sia per l’interesse ambientale che per mantenere la memoria storica della Resistenza e degli eccidi nazifascisti.
Nel 2002 è stata istituita la Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole per promuovere iniziative di formazione ed educazione alla pace e alla convivenza pacifica fra i popoli.
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La chiesa di Santa Maria Assunta di Casaglia era la chiesa più importante di tutta la zona ed il punto di riferimento per tutti i fedeli che abitavano l’area di Monte Sole.
Il 29 settembre, moltissime persone, quando si resero conto di cosa sta succedendo, fuggirono da molte località e case limitrofe verso la Chiesa di Casaglia. Erano donne, bambini e persone anziane. Gli uomini adulti erano nascosto nei boschi. Ad attendere in chiesa c’è il parroco Don Ubaldo Marchioni che inizia con loro a pregare e recitare il rosario.

Ecco cosa racconta Cornelia Paselli (18 anni), sopravvissuta alla strage, che perse la madre e due fratellini:
Noi scappammo di gran corsa a questa chiesa che era la parrocchia di Casaglia. Come arrivammo su alla chiesa ci trovammo cento persone perché tutti erano fuggiti lì perché pensavano nessuno avrebbe fatto del male e nemmeno incendiato la chiesa. Ci sentivamo al sicuro. Difatti andammo dentro e poi arrivò anche il prete e disse: “Diciamo il rosario perché c’è pericolo, preghiamo”, ma nessuno riusciva a pregare perché ci era venuta una grande angustia. Aspettammo, aspettammo, sempre con una gran paura addosso, poi d’un tratto sentimmo bussare alla porta, erano i tedeschi delle SS.
Cominciarono a urlare: “Tutti fuori, tutti fuori!!” e poi parlarono con il prete: “Accompagni tutta questa gente a Cà Dizzola”. Allora io a sentire così pensai: “Appena sono nel bosco, mi nascondo”, proprio pensai subito di nascondermi da questo pericolo. Intanto che ci incamminiamo, all’incrocio che va giù a Cerpiano, arrivò un’altra squadra di tedeschi. Appena ci videro fecero degli urli: “Alt Alt Alt!”. Intanto un ufficiale diede l’ordine di abbattere il cancello del cimitero. Allora io, vedendo quella scena, dissi a mia madre:” Mamma, vedi lì c’è la nostra fine” io vidi già la scena, la fine. Poi presero il prete con loro e piazzarono un tedesco di fronte a noi con la mitragliatrice; dovevamo aspettare la risposta perché il prete aveva detto: “I vostri camerati hanno detto di andare a Cà Dizzola”. Aspettammo lì quasi una mezz’ora, pioveva e poi arrivò un tedesco a dare l’ordine. Cominciò a dire: “Raus raus!”, io chiesi: ” Come?” E lui: “Avanti avanti!”, in malo modo con arroganza.
Io ero in mezzo al gruppo ed entrando in mezzo al cancello del cimitero, pensavo…pensavo a tante cose, che non riuscivo a fare un pensiero nitido, volevo scappare , volevo buttarmi, l’ultima cosa da potermi salvare, ma non ci riuscivo, sembrava che il cervello scoppiasse, allora spingevo spingevo perché volevo stare in mezzo al gruppo, mi sentivo un po’ protetta e invece finii contro il muro proprio sull’esterno nella parte sinistra e lì non riuscivo neanche a fare un passo, poi davanti a me avevo il tedesco che piazzò la mitragliatrice proprio dalla mia parte, di fronte. Vedevo tutto, sentivo tutto, vidi che caricava la mitragliatrice con il nastro di proiettili e io rimanevo lì dritta così e volevo sempre spingere, non ci riuscivo. D’un tratto sentii un colpo talmente forte, talmente forte, non sapevo cos’era. Possibile la mitragliatrice? Ma come è pesante per fare un…poi veniva giù l’intonaco, poi capii che era una bomba a mano, era stata una grande esplosione. Questa bomba mi fece fare un salto, una capriola che mi portò proprio nel centro della gente, del gruppo ma con la testa conficcata a terra e la gambe per aria. E lì cominciai a sentire tutto il sangue addosso degli altri, e dicevo: “Dio! Tutto…”., mi colava sulla faccia, dappertutto e pensai questo è il sangue dei feriti, poi per un attimo ebbi la paura che fosse il mio e lì svenni. Dicevo, pensai, se sono stata colpita e non ho sentito il dolore? Proprio mi feci questa domanda e lì svenni. Mi accorsi che ero svenuta perché dopo tanto tempo sentivo delle voci lontane, lontane invece era mia madre che mi chiamava: “Cornelia, Cornelia…” e io stavo zitta dalla paura e lei insisteva: “Sei ancora viva?”, “Sì mamma, stai zitta per carità”. Tutti piangevano, una quando sentì la mia voce, mi disse, vienmi ad aiutare ti prego, mi manca la mano….La mamma disse: “Non sto più in piedi, mi hanno mitragliato tutte le gambe”, non stava più in piedi. E poi disse: “Gigi e la Maria sono già andati……”. Invece mi sorella, mia sorella urlava, aveva 15 anni diceva: “La mia testa, la mia testa!”, aveva avuto una esplosione vicina, vicina che aveva ucciso un donna e lei era convinta di avere la testa spaccata.
Io riuscivo a camminare ma mi ci è voluto a tirarmi fuori perché avevo tutti i corpi addosso, ma dovevo aiutare mia madre. Lei non si lamentava e io le dicevo: “Adesso mi tiro su e ti vengo ad aiutare”. Sono stata lì dalle 9 alle 4 del pomeriggio, poi quando ho visto che i tedeschi se ne erano andati, c’era un bambino in piedi che guardava e diceva: “Non c’è nessuno, non ci sono più, scappate”! Allora per prima scappò la Lucia Sabbioni, poi altre 2 o 3. La Lucia era molto ferita e la portavano in spalla. Mi alzai su, trascinai mia madre vicino al muretto, le feci un laccio nella coscia perché sanguinava tutta, e la adagiai vicino al muretto. “Mamma adesso corro a Cerpiano che vado a cercare aiuto, e ti portiamo a Bologna al Rizzoli, là fanno le gambe nuove”, cercavo di consolarla e lei poverina era paziente. Lì rimase mia sorella e mia cugina. Appena fuori, era tutto scoperto e si vedeva Cerpiano benissimo, allora, anche l’oratorio. Sul gradino dell’oratorio c’era un tedesco di guardia e da dentro si sentivano delle urla, delle grida… e io capii che anche là era successo uguale. Quando vidi così cominciai a scappare nel bosco e finii a Gardelletta, sempre per cercare qualcuno, non c’era un’anima. Un tedesco di guardia non mi vide. Andai verso la ferrovia, passai dalla nostra casa ma non ebbi il coraggio di andare dentro, la guardai così e mi dissi: “Cosa ci vado a fare? Non c’è nessuno”. Allora pensai di andare su dai contadini, perché noi avevamo una pecorina, mio padre nello sfollare l’aveva lasciata lì da loro.
Quando arrivai su, era vicino a casa nostra, trovai i contadini morti nell’aia, poi mi guardai attorno, vidi la pecorina sgozzata, tutta piena di sangue e lì rimasi talmente male, avvilita, mortificata che cominciai a piangere, piangere perché fino ad allora non ero riuscita a piangere. Vedendo la pecorina, capii che era finito tutto. Andai giù singhiozzando, per me era già morto tutto. Arrivai a Casa veneziani ed erano tutti morti anche lì
”.

Il racconto di Lidia Pirini (17 anni):
Era il 29 settembre, alle nove del mattino. Alla notizia dell’arrivo dei tedeschi, avevo preferito fuggire a Casaglia, sembrandomi Cerpiano luogo meno sicuro. Abbandonai così i miei familiari, e non ero con loro quando li assassinarono. Mia madre e una sorella di dodici anni, otto cugini e quattro zie, furono massacrati il 29 e 30 settembre in Cerpiano. Il 29 li ferirono soltanto, il 30 i nazisti tornarono a finirli. Quando a Casaglia fummo convinti che i nazisti stavano per arrivare perché si sentivano gli spari e si vedeva il fumo degli incendi, nessuno sapeva dove correre e cosa fare. Alla fine ci rifugiammo in chiesa, una chiesa abbastanza grande, piena per metà, e don Mar-chioni cominciò a recitare il rosario. Ho saputo in seguito che lo trovarono ucciso ai piedi dell’altare: allora non me ne accorsi e adesso riferisco solo quanto ricordo. Quando arrivarono i nazisti io non li vidi, avevo paura a guardarli in faccia. Chiusero la porta della chiesa e dentro tutti urlavano di terrore, specialmente i bambini. Dopo un poco tornarono ad aprire e ci misero in mezzo a loro e ci condussero al cimitero: dovettero scardinare il cancello con i fucili perché non riuscirono ad aprirlo. Ci ammucchiarono contro la cappella, tra le lapidi e le croci di legno; loro si erano messi negli angoli e si erano inginocchiati per prendere bene la mira. Avevano mitra e fucili e cominciarono a sparare. Fui colpita da una pallottola di mitra alla coscia destra e caddi svenuta.
Quando tornai ad aprire gli occhi, la prima cosa che vidi furono i nazisti che giravano ancora per il cimitero, poi mi accorsi che addosso a me c’erano degli altri, erano morti e non mi potevo muovere; avevo proprio sopra un ragazzo che conoscevo, era rigido e freddo, per fortuna potevo respirare perché la testa restava fuori. Mi accorsi anche del dolore alla coscia, che aumentava sempre più. Mi avevano scheggiato l’osso e non sono mai più riuscita a guarire bene, anche dopo mesi e anni di cura.
Venne la sera, venne la notte, io stavo sempre là sotto, senza rischiare a gridare o lamentarmi, perché avevo paura, anche se il dolore alla coscia si era fatto insopportabile e non riuscivo più a respirare per quelli che mi stavano addosso. Intorno a me sentivo i lamenti di alcuni feriti.
Così passò la notte e quasi tutto il giorno 30. Sul tardo pomeriggio arrivò finalmente un uomo a cercare i familiari: li trovò tutti massacrati e anche una parente ferita che trasportò fuori dal mucchio dei cadaveri. Lo chiamai e mi venne vicino: «Tutti morti — mi disse — moglie e figli tutti morti!». Mi dimenticai di chiedergli che mi tirasse fuori dalla mia posizione, né a lui venne in mento di farlo. Lo pregai però di tornare ad aiutarmi dopo aver soccorso la sua parente; me lo promise, purché non avesse avvertito la presenza dei nazisti. Così se ne andò e io stetti ad aspettare. Verso sera, ci si vedeva ancora, trovai finalmente la forza di decidermi, riuscii a scostarmi i cadaveri di dosso e pian piano mi allontanai dal cimitero
.”

Il racconto di Lucia Sabbioni (18 anni), che a Casaglia perse 5 familiari:
Bussarono alla porta ed entrarono in chiesa. Mi girai a guardarli: avevano intorno alla vita una fascia di proiettili. Si avvicinarono all’altare e Don Ubaldo smise di pregare e si mise a parlare con loro. Io non capivo, li guardavo e vidi che avevano facce truci che non lasciavano alcuna speranza. L’unica parola che intesi fu kaput: quella parola la conoscevo bene, perché mio padre, avendo lavorato per tre anni in Germania, aveva imparato un po’ di tedesco e quando si arrabbiava con noi, la pronunciava. Il significato era: Ti ammazzo!
Ci obbligarono ad uscire. Ero già sulla porta, mi voltai e vidi Vittoria di Cà Baguzzi, una bella ragazza paralitica su una sedia. Io la conoscevo bene: molte volte andavo a prendere la ricotta – la faceva lei personalmente – e ai veglioni dei Nanni: era una gran bella famiglia. I tedeschi la costringevano a camminare, spingendola con la canna del fucile e gridando: Raus! Raus! Lei rispondeva disperata: Non vedete che sono malata? Poi, stramazzò a terra. Dalla piazza, ho sentito altri spari provenire dalla chiesa. La gente urlava disperata, mentre i tedeschi ci osservavano e tenevano sotto controllo. Circondati, ci ordinarono di proseguire verso il cimitero.
Dio mio, non c’e più scampo, moriremo tutti! E, guardando le loro facce, perdevo ogni speranza. Arrivati davanti al cimitero ci intimarono l’alt e, non riuscendo ad aprire il cancello, due soldati lo mitragliarono. Ci ordinarono di entrare, sentii pronunciare ancora quella parola: Kaput! Cercai invano di trovare un modo per fuggire, ma non m’azzardai. Dissi a mia madre: Vieni qua in fondo, vicino alla cappella! Intanto, vidi due militari entrare: uno con una grossa mitraglia col treppiedi e l’altro con un fucile mitragliatore. Piazzarono le armi accanto al muro del cimitero, dalla parte sinistra. Altri entrarono, tenendo in mano delle bombe, ed ebbe inizio la carneficina: urla strazianti; pianti; la mitraglia che sparava di continuo e le bombe che scoppiavano; il fumo che ci soffocava; pezzi di carne – braccine, manine, testine – che saltavano in aria.
Gridai: Mamma, dov’e la Gianna, dove siete? Nessuna risposta. Avevo in braccio la mia sorellina Irene: non gridava più, era morta. Deliravo: Ora mi alzo e vado a picchiarli! Poi, ancora fra me e me: Se mi alzo vengo uccisa, quella mitraglia non cessa mai di sparare! Le grida cominciarono ad affievolirsi e cominciai a sentire quell’odore di sangue. Guardai Vittoria agonizzante che stava esalando gli ultimi respiri. Tutt’attorno, teste mozze e resti umani. La mia sorellina venne colpita in faccia, le mancava mezzo braccio e il visino, senza occhi, era ridotto a una poltiglia. Non riuscivo più a vedere le facce feroci dei due tedeschi che continuavano a caricare la mitragliatrice: la moglie del calzolaio di Gardelletta, Cleofe, una donna robusta che si reggeva sulle stampelle, mi era caduta addosso e un pezzo di gamba era caduto sul corpicino di mia sorella. Sentii ancora qualche flebile lamento e svenni.
Quando rinvenni, dicevo tra me e me: Ma io sono viva o morta? E se mi seppelliscono viva? Mi toccavo, da ogni parte e non facevo che togliermi di dosso resti umani intrisi di sangue. Pensavo fossero miei: Non è possibile: sono ferita, sono imbottita di sangue e no non sono morta! Piangevo e mi venne in mente Bertino: Dove sarà? se vedesse in che stato sono! Intanto, il silenzio si fece ancor più cupo e quell’odore di morte nauseante si fece ancora più forte. La mitragliatrice aveva smesso di sparare e, allora, cercai di muovermi. Sentii un dolore lancinante alla gamba sinistra e rimasi lì, aspettando la sepoltura. Ad un tratto, sento una voce di bimbo: I tedeschi se ne sono andati, ma c’e ancora qualcuno vivo? Era il figlio di Tonelli, il quale gridava: Dite qualcosa! Siete tutti morti? Se qualcuno è ancora vivo, dica qualcosa! Lo guardai e risposi: Sono ferita, ma sono viva, credo… Altre voci gridarono: “Sono viva!” Ma come scappare di lì? Il bambino andò a vedere fuori dal cancello: non c’era più nessuno, almeno per il momento. Due ragazzine si alzarono per andarsene: le conoscevo, erano di Vado, e le vedevo quando c’era la festa in paese. Dissi loro: Aspettate, vengo con voi! Feci per alzarmi, ma ricaddi: non riuscivo a reggermi, il dolore era troppo forte. Gridai: Sono ferita, non cammino: aiutatemi! Ma risposero: Non possiamo, abbiamo fretta! Continuai a urlare: Non potete lasciarmi qui, mi seppelliscono viva! Ho paura, ho paura! E Vittoria, una delle due: Va bene, provo a prenderti in spalla. Stringimi al collo! Davanti al cancello mi lasciò un attimo, per sistemarmi meglio. Fu allora che vidi mia madre rivolta bocconi con la testa spaccata in due, i capelli sciolti intrisi di sangue. Vittoria mi faceva fretta, ma io chiesi un attimo per vedere come avevano ridotta la mia Gianna: la vidi – la riconobbi dal vestitino – riversa, irriconoscibile, anche se sembrava dare ancora qualche segno di vita. Il bambino dei Tonelli non volle venire. Disse: Resto qui, vicino alla mamma, finché papà non verrà a prendermi.

Ed ecco quanto pubblica il n. 243 del Resto del Carlino di mercoledì 11 ottobre 1944, anno XXII dell’Era Fascista, nella cronaca di Bologna:
«Le solite voci incontrollate, prodotto tipico di galoppanti fantasie in tempo di guerra, assicuravano fino a ieri che nel corso di una operazione di polizia contro una banda di fuorilegge ben centocinquanta fra donne, vecchi e bambini, erano stati fucilati da truppe germaniche di rastrellamento nel comune di Marzabotto. Siamo in grado di smentire queste macabre voci e il fatto da esse propalato. Alla smentita ufficiale si aggiunge la constatazione compiuta durante un apposito sopralluogo. È vero che nella zona di Marzabotto è stata eseguita una operazione di polizia contro un nucleo di ribelli, il quale ha subito forti perdite anche nelle persone di pericolosi capibanda, ma fortunatamente non è affatto vero che il rastrellamento abbia prodotto la decimazione e il sacrificio di ben centocinquanta elementi civili. Siamo dunque di fronte a una manovra dei soliti incoscienti, destinata a cadere nel ridicolo perché chiunque avesse voluto interpellare un qualsiasi onesto abitante di Marzabotto o, quanto meno, qualche persona reduce da quei luoghi, avrebbe appreso l’autentica versione dei fatti».

Su Casaglia l’amico Piero mi manda un ricordo della sua infanzia:

“Mettevamo la sveglia presto, molto presto.
Anche se ere piena estate, quando ci alzavamo era ancora buio, come a notte fonda.
Avevo 16 o 17 anni e passavo le mie lunghissime estati di studente bravo a scuola lontano da Bologna, con i miei nonni.
Dividevo quei mesi in due parti: una era a Montese, sull’appennino di Modena, con i nonni paterni, una era a Vado di Setta, neanche trenta chilometri da Bologna, quasi fuori porta.
Ma allora era come passare in un altro mondo. E quella, con i nonni materni, era forse l’estate che vivevo di più.
Come in quell’alba appunto.
Ci vestivamo in silenzio, io e i miei compagni di scorribande, per non svegliare i “grandi” che dovevano andare a lavorare. Eravamo tanti. Dieci, dodici, a volte di più.
Il più grande era uno dei miei cugini: poco più di venti anni. Il più piccolo un altro dei miei cugini: 14 anni. Era quello più emozionato di tutti, quello che aveva fatto fatica ad addormentarsi, poche ore prima. Perché era la sua prima volta sul Monte.
La casa dove vivevo con i miei nonni e i miei parenti faceva parte di un gruppo di case, un po’ fuori dal paese. Un pugno di case alcune delle quali molto antiche, fra la montagna a strapiombo e il fiume.
Il fiume Setta. Sì, proprio quello che da più di duemila anni dà l’acqua potabile a Bologna.
Ci vivevano gli Etruschi una volta da quelle parti e ci avevano scavato una galleria nella roccia viva, dal fiume a Felsina, per portarci l’acqua da bere. Non si fidavano del Reno, un fiumaccio alluvionale, col fondo limaccioso e sabbioso, di acqua scura e pesante, sempre pronto a far danni o andare in secca.
Il Setta no. Era un fiume placido, dalle acque chiarissime, pulite. Diventavano così scorrendo su sassi e roccia, per chilometri, fino a buttarsi in Reno vicino a Sasso Marconi.
Ma la galleria nasceva prima e a Bologna arrivava solo l’acqua del Setta.
Quella galleria esiste ancora e, come allora, anche se aiutata dalla tecnologia moderna, ci porta l’acqua in casa.
E’ una delle poche cose rimaste intatte, perché ormai quasi tutto è stato distrutto dall’uomo, che in quel fiume di paradiso, dove mi piaceva camminare sulle pietre lisce del fondo, vicino a canneti e prati, ci ha scavato per decenni. Ci ha trovato la ghiaia, l’ha sventrato, gli ha rubato la carne e l’anima. Se l’è inghiottito, l’uomo, quel fiume. E ha risputato fuori casermoni di periferia, che con quella ghiaia e con il cemento si costruivano a centinaia negli anni sessanta e settanta.
E ancora lo fanno, ancora non si sono stancati di massacrarlo. Gli hanno lasciato appena lo scheletro.
Ma in quegli anni, quelli di cui ti scrivo, no. Il fiume era intatto e io ci passavo sulle sue rive metà estate.
E la gita al Monte non poteva mancare, in ogni estate.
Dunque, dopo esserci vestiti a modo e aver fatto una colazione molto abbondante – con la nonna e il nonno immancabilmente già alzati per preparare le ultimo cose – si partiva, nel buio più fitto. Noi ragazzi e ragazze e il cane: Lupo, il meraviglioso cane dei miei cugini. Quasi un’altra persona da quanto era intelligente.
Avevamo le torce elettriche per vedere il sentiero. Avevamo gli zaini, i bastoni da camminata, il coltellino in tasca, quello che fa mille cose. I più grandi portavano la roba da mangiare: salsiccia, fiorentine, bistecche. E le griglie.
Perché si andava sul Monte per starci a pranzare, mica a mangiare un panino.
All’inizio c’erano solo le nostre voci e le risate. Oltre il cerchio di luce delle lampade non si vedeva nulla. Il cane girava attorno al gruppo, quasi si preoccupasse di tenerlo unito. Dopo un poco però si faceva silenzio: ascoltavamo l’acqua, là, davanti a noi, sempre più vicina.
Attraversavamo il fiume dove l’acqua era bassa, tirandoci alle ginocchia i calzoni. Tenevamo calze e scarpe. Si bagnavano è vero, ma si sarebbero asciugare in fretta al sole del mattino di luglio.
Perché era oltre il fiume, oltre i ruderi di un vecchio cantiere lasciato lì dai lavori dell’autostrada più di dieci anni prima, che cominciava la terra sconosciuta, quella dove la realtà e le storie sentite per anni si confondeva, la terra dove ogni anno volevamo tornare.
Il sentiero si arrampicava subito, ripidissimo, su per i fianchi del monte enorme e nero contro il cielo che piano piano si tingeva di blu, poi di azzurro scuro scuro, poi, quasi d’improvviso si illuminava con la luce del sole, che spuntava alla nostra destra, dall’altro crinale, oltre il fiume che avevamo appena attraversato.
E con le ombre lunghissime dell’alba cominciava la nostra fatica.
L’Appennino era e ancora in gran parte è il vero lato selvaggio di questo Paese. Le montagne non sono alte e scenografiche come le Alpi, ma sono molto, molto più inaccessibili.
Quelli che percorrevamo li chiamavamo sentieri, ma erano a mala pena tracce nel bosco libere da sterpaglie. Bisognava conoscerli bene, esserci già stati.
Non c’erano come adesso i cartelli del CAI a indicare direzioni, numeri e tempi di percorrenza. Ci si perdeva facile in quelle gole e su per quei fianchi coperti da un bosco selvatico e fittissimo, pieno di rovi e di rami intrecciati, quasi legati uno all’altro ai nostri fianchi, sulle nostre teste.
A volte, dove le tracce sparivano, dovevamo farcelo noi il sentiero, a colpi di bastone contro il muro di sterpi, felci e rovi spinosi. E il cane serviva, eccome se serviva. Lui il sentiero lo ritrovava sempre.
Una fatica pazzesca, con il sudore che cominciava ad inzuppare le maglie, a colare lungo il collo, con lo zaino che pesava sempre di più mano a mano che si saliva, le scivolate, a volte le cadute.
Ma era la parte indispensabile e voluta di quella camminata.
Perché su quei sentieri, trenta anni prima , in condizioni molto simili a quelle nostre di adesso, erano passati altri, più o meno della nostra età. E quelli invece facevano parte delle storie che i vecchi e i grandi ci raccontavano alla sera. Anzi, facevano parte della Storia.
Ad un certo punto, quando il sole era già abbastanza alto nel cielo, si arrivava sul crinale. E ci si fermava un po’.
Il panorama e la nostra stanchezza lo meritavano, ma c’era un altro motivo per fermarsi.
Da quella specie di terrazza strapiombante, laggiù in fondo, si vedeva un paese, mezzo avvolto nella foschia della mattina di estate: Marzabotto.
Era da lassù che quei ragazzi, trenta anni prima, avevano visto tutto.
Avevano visto le case bruciate, sentivano gli spari, le raffiche di mitragliatrice, le esplosioni delle bombe. E le urla delle persone. Decine, centinaia, migliaia di persone che venivano uccise sotto i loro occhi. Milleottocento alla fine, circa, dove quel circa era la vera cifra dell’orrore. Non si sapeva neanche il numero esatto di quei morti. Vecchi donne e bambini. Tanti bambini. Di pochi anni, di pochi mesi, di pochi giorni.
Da lassù si vedeva e si sentiva tutto, ma non si poteva – o voleva secondo qualcuno – fare niente.
A Ca’ di Serra, la frazione dove abitavo con i nonni e da cui eravamo partiti, abitava una signora. Si chiamava L…. I suoi due figli erano con noi quel giorno, avevano più o meno la mia età, quella che aveva lei trenta anni prima.
La sua storia ce l’aveva raccontata una sera, dopo cena, quando ci si ritrovava nella piazzetta fra le case a parlare e giocare, sperando che non arrivasse mai l’ora di andare a dormire.
Erano in sette nella sua famiglia, giù a Marzabotto.
Erano morti tutti, ammazzati a colpi di mitra. Lei si era salvata perché si era finta morta, sotto i corpi degli altri e nessun soldato si era preso la briga di controllare. Perché ce n’erano altri da ammazzare. Bisognava fare in fretta e non si poteva perdere tempo a contare i morti.
Lei adesso odiava tutti. Nazisti e partigiani, in egual maniera. I Nazisti perché avevano fatto quello che avevano fatto, i Partigiani perché, diceva lei, non avevano fatto niente per impedirlo. E poi, diceva sempre lei, erano i Partigiani che cercavano. Perché non erano scesi dal Monte, quello dove eravamo noi adesso, a combattere? Sì, è vero, sarebbero forse morti tutti, ma avrebbero portato un bel po’ di nemici con loro e, forse, si sarebbe evitato il terribile massacro della sua gente.
Non lo so. Non so cosa dire. Non lo so adesso che di anni ne ho sessanta, figurati allora.
Quello che però sentivo allora, chiarissimo, era il rumore spaventoso della Storia, quella con la maiuscola, quella che travolge tutto e tutti se, magari per caso, sei sulla sua strada.
E sentivo il dolore di certe cicatrici, che forse si sarebbero chiuse solo con la morte di tutti quelli che allora erano testimoni vivi, qualsiasi fosse la loro parte.
Marzabotto.
Un nome tremendo, già entrato nei libri di Storia.
Ma non era quella la nostra meta.
Cominciava adesso la camminata lungo il crinale. A destra del sentiero c’era la valle del Setta, da dove eravamo partiti ore prima, a Sinistra Marzabotto.
Adesso il sentiero percorreva boschi sempre più radi.
C’erano degli spiazzi, i fantasmi di terreni una volta coltivati, adesso invasi da erbacce ingiallite dal sole sempre più alto, circondati da frutteti scarni, ma che il tempo e l’abbandono dell’uomo avevano trasformato in foresta.
Campi e frutteti.
Sì, perché lì, trenta anni prima, l’uomo viveva in pace e coltivava la terra.
Lì, poco più avanti, c’era un paese, anzi, un po’ meno di un paese, una frazione: Monte Sole. La nostra meta.
La fine del nostro cammino.
Adesso è come un Santuario a ricordo forse perenne dell’orrore e della stupidità umana. La Storia se ne è impossessata di nuovo, ne ha riportato alla memoria di tutti il ricordo.
Fino alla prossima amnesia collettiva.
Ma allora no. La Storia non era ancora arrivata da quelle parti. Marzabotto sì, Monte Sole ancora no.
Era passata da lì trenta anni fa, aveva seminato la morte e se ne era andata.
Non era rimasto niente di vivo. I pochissimi che si erano salvati, quelli che abitavano nelle case più distanti, quelli che avevano sentito per tempo la tempesta arrivare, se ne erano andati per sempre da lì. Erano rimaste le storie, quelle con la s minuscola, quelle raccontate dalle persone come la L…, quelle che si volevano dimenticare, che si faceva fatica, una fatica bestia a raccontare.
Fatica, quella che avevamo voluto fare noi per arrivare fino lì, evitando il sentiero- adesso una strada – molto più comodo che partiva dal paese laggiù, quello che gli abitanti di Monte Sole percorrevano tanti anni prima per portare al mercato le loro cose.
Noi avevamo voluto ripercorrere il sentiero della Storia Crudele, non quello della quotidianità perduta.
Lì dunque ci fermavamo. Lì dove non c’era più niente, neanche la pietà del ricordo storico.
Lì accendevamo il fuoco, lì riportavamo per un paio d’ore la vita, mangiando, parlando, ridendo, scherzando con le ragazze, come i giovani fanno e devono fare.
Ma prima non potevamo mai fare a meno di camminare in silenzio fra quei ruderi coperti di rampicanti, guardando i tetti sfondati dal furore degli uomini e dalla carezza del tempo, in quelle che una volta erano strade dove camminavano persone svanite nel nulla.
Mi ricordo come se fosse adesso il contrasto fra il silenzio del posto e il rumore della Storia, quella che conoscevamo tutti. Un rumore silenzioso che si appoggiava ai muri delle case, si nascondeva in quello che restava della chiesa, dove era stata ammassata la gente, dove avevano ammazzato con le bombe a mano e il mitra e poi il fuoco decine e decine di persone, dopo averle ammassate come bestie prima del macello.
Adesso c’era il sole, c’eravamo noi e, per un poco ancora, la vita. Rompevamo finalmente quel silenzio di anni.
Era il nostro saluto a quelli che non c’erano più per nessuno.
Perché il ricordo ha bisogno di sopravvissuti, ma lassù non si era salvato nessuno.
E lassù, anche dal sentiero più facile, non saliva mai nessuno.
Si sapeva tutto, tutti sapevano, ma era meglio dimenticare tutto o almeno far finta di dimenticare.
Poi tornavamo a casa, con il sole a picco, per la strada più facile e là rimaneva solo il silenzio di un pomeriggio di piena estate, il solito silenzio di ogni giorno.
Ma tutti, tutti noi sapevamo che un pezzetto di noi era rimasto lassù e un pezzetto di lassù era rimasto dentro di noi. E non sarebbe mai più andato via, sarebbe sempre rimasto giovane in noi che invecchiamo.
Come questo ricordo, chiamato dal un tuo intenso ricordare, ha cercato di dire.”

Piero

Don Gallo e Landini a Monte solo il 25 aprile 2012 (assieme a 20.000 persone)


Bambini di Marzabotto

di Renata Viganò

Eravamo bambini dei monti
con scarsi giochi e poche gioie
gioco e gioia era stare dall’alba
davanti alla casa di sassi
ad aspettare il tramonto.
Era gioco badare alla pastura,
era gioia il frumento a mietitura.
Verdi nudi pascoli,
bagnati dalle nuvole d’autunno:
un primo piovere sulle foglie,
un odore amaro nella polvere.
Noi non riconoscemmo facce d’uomini
in quelli che ci uccisero
sul petto delle madri uccise.
Sperammo – e lo sperò tutto il mondo –
che morissero per fiamme di fulmini
dentro una bufera deserta.
Furono invece mani di carne
a dirigere il fuoco, ed occhi aperti.
Noi non riconosciamo legge d’uomini
in quelli che adoprarono le armi
sopra le nostra ossa innocenti.
Oggi veniamo dai prati
strani della memoria,
entriamo nelle lacrime stanche
di chi piange ancora per noi:
siamo antichi come la terra,
giovane come le stagioni.
Noi non riconosciamo atti di guerra
a coloro che vennero soldati
contro la nostra piccola infanzia.
Viviamo nelle notti senza sonno
di quelli che calarono i pugnali
dentro la nostra forza.
Ad essi noi neghiamo vita d’uomini,
sguardo e amore di padri.

http://masadaweb.org


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